LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

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STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORI C O

ALESSANDRO POLITI

LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936 -1944

ROMA 1 996


PROPRIETÀ LETTERARIA Tuui i diriui riservati

Vietata la riproduzione anche parziale senza autorizzazione (e) by SM E - lJ fficio Storico

I" EDIZIONE ROMA 1991 2" EDIZIONE ROMA 1996


PRESENTAZIONE L'edizione di questa raccolta critica delle dottrine tedesche di controguerriglia dal 1936 al 1944 ha un valore di opera prima per due motivi. Innanzitulto perché nessuno studioso, nonostante siano passati quarantasei anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, aveva finora tentato un approccio globale e sistematico a questo delicato argomento. In secondo luogo perché si tratta di uno dei pochi contributi originali italiani interamente condotto su fonti tedesche. L'approccio seguìto dall'Autore, che è un giornalista e studioso di problemi strategici, è stato quello di collazionare un campione significativo di d_ocumenti tedeschi sulla controguerriglia e di seguirne l'evoluzione dottrinale nel corso del tempo. Si viene così a formare un quadro inedito sulla nascita e lo sviluppo delle dottrine usate dalla Wehrmacht e dalle SS nella lotta antipartigiana durante l'ultimo conflitto. Già nella seconda metà degli anni '30 cominciarono in Germania le prime riflessioni su come affrontare il fenomeno della guerriglia in un quadro di guerra totale. I pensatori militari tedeschi non sottovalutarono assolutamente il peso che una tale forma di guerra non con venzionale avrebbe potuto avere in un grande conflitto e la traccia di un 'esercitazione svolta dalla polizia tedesca nel 1936 costituisce un significativo punto di partenza. Anche se le bande partigiane venivano immaginate come una versione dei Freikorps (Corpi franchi), venivano tuttavia poste, già allora, alcune basi dottrinali Jonda mentali, quali l'azione coordinata di tutte le forze, ricorrendo anche al/'aeromobilità, per la decisa eliminazione dei guerriglieri. Le principali tecniche di rastrellamento, il corretto impiego dell'aviazione e la formazione di unità specializzate di cacciatori - Jagdkommandos - sono frutto delle esperienze che i tedeschi maturarono nel corso del conflitto, soprattutto nei Balcani ed in Unione Sovietica.


lV

ALESSANDRO POLITI

Il fatto che la strategia generale e, soprattutto, il quadro politico, nel quale si inseriva l'attività di controguerriglia tedesca, siano stati fallimentari, nulla toglie alla validità intrinseca dei criteri operativi adottati, tanto è vero che essi riappaiono, quasi immutati, negli anni '50 e '60 in Algeria ed in Vietnam. Una riflessione particolare vie,e dedicata al problema inquietante della rappresaglia, che, se da un lato ripugna alla coscienza umana per la sua brutalilà, dall'altro appare come una continua tentazione, per le possibilità che offre di reagire difronte allo stillicidio di perdite causate da avversari inafferrabili e senza volto. In conclusione, questa è un 'opera che, senza avere la pretesa di essere definitiva ed esaustiva, ha il pregio di suscitare una serie di interrogativi e di riflessioni su un tema rimasto secondario rispetto ad altri relativi alla seconda guerra mondiale. IL CAPO DELL'UFFICIO STORICO


INTRODUZIONE Nonostante ci sia stata dalla fine della guerra in poi una vasta messe di pubblicazioni sulla guerra di liberazione nazionale e sulla Resistenza in genere, esistono ancora delle forti lacune per quel che riguarda l'indagine atta ad illuminare i rapporti tra gli occupanti tedeschi, le popolazioni occupate, i movimenti di resistenza e i collaborazionisti. Mentre si sono ampiamente studiati gli aspetti della lotta partigiana, lo sfruttamento e le atrocità che hanno caratterizzato l'occupante nazista e i suoi complici, poco è stato fatto per capire come era organizzata l'attività repressiva, quale evoluzione ha conosciuto, quale funzione avessero al suo interno le rappresaglie. Si ha l'impressione che, percependo l'apparato repressivo nazista come un formidabile ostacolo che si contrappone staticamente all'inevitabile vittoria dei movimenti di liberazione, si sottovaluti la capacità reattiva e innovativa della lotta antipartigiana nazista e in definitiva si svalutino in certa misura i grandi meriti della Resistenza. È necessario dunque ricollocare in un quadro dinamico e dialettico l'azione della Resistenza, per poter valutare con maggiore esattezza quali lacerazioni abbia prodotto l'occupazione e quale portata politica abbiano avuto i successi dei partigiani. Un primo passo consiste nell'effettuare un'analisi a fondo delle dottrine che hanno guidato l'attività tedesca per quel che riguarda la controguerriglia extraurbana. Si è perciò raccolto un significativo campione di manuali e documenti di controguerriglia e si è svolta un'analisi diacronica per individuarne le tendenze di sviluppo, le costanti, i criteri e le tecniche fondamentali. Rimangono esclusi dalla trattazione gli agglomerati urbani e tutte le connesse tecniche di polizia, spionaggio, sorveglianza e controguerriglia. Né rientrano nel campo d'indagine le strutture, la politica e le specifiche unità di occupazione in Europa, come anche i governi e le istituzioni alleati o in collaborazione con i tedeschi. Si parlerà invece delle dottrine e dei requisiti operativi di comandanti, unità, armi nelle azioni di controguerriglia. Inoltre si forniranno alcuni elementi sulla capacità


VI

ALESSANDRO POLITI

di analisi della minaccia e di sfruttamento dei mezzi politico-propagandistici da parte delle gerarchie impegnate nella lotta antipartigiana. È abbastanza evidente che di fronte ad un fenomeno talmente vasto e così ricco di importanti conseguenze anche nel dopoguerra, il nostro è un approccio molto limitato. D'altro canto la prudenza impone ad una ricerca per una tesi di laurea di scegliere degli obiettivi realistici, tanto più che lo studio di queste dottrine belliche tedesche ha ricevuto poca attenzione. Un tipico esempio della pubblicistica, scarna invero, che si sia occupata di questo argomento è il libro "Communist Guerrilla Warfare" scritto nel 1954 da Dixon e Heilbrunn. L'opera ha il pregio di tentare una sintesi dell'evoluzione tedesca nella controguerriglia, ma i suoi veri scopi sono pesantemente influenzati dalla "guerra fredda" e consistono nella ricerca di ricette per sconfiggere la sovversione comunista. A questo obiettivo sono sacrificati l'approfondimento dell'analisi storica e il rigore scientifico tanto nelle datazioni, quanto nell'esposizione e traduzione dei testi, per I)On parlare della mancanza di una base teorica nell'individuazione dei nessi politico-militari tra guerriglia e controguerriglia. Infine l'esame dei documenti raccolti può costituire un punto di partenza per gettare qualche sguardo sul problema contemporaneo della controguerriglia sia da un punto di vista tecnico-tattico, sia da quello strategico-politico. Il caso tedesco nella seconda guerra mondiale si rivela un'utile pietra di paragone non solo per individuare gli errori da evitare, ma anche per mettere a fuoco la persistenza di determinati problemi tattici e per iniziare a uscire dallo stadio in cui la controguerriglia è considerata un'eterogenea raccolta di procedimenti, per dedicare una maggiore attenzione al problema del consenso e dell'uso della forza in contesti che sfuggono al pensiero delle operazioni militari classiche. In tale ottica saranno istituiti nel corso dell'esposizione alcuni raffronti con situazioni attuali, tenendo continuamente presente la loro natura di stimoli ad una ricerca più esauriente. · Vivo ringraziamento rendiamo a quanti ci hanno costantemente seguito e appoggiato con i loro consigli e le loro critiche nello sviluppo di questa ricerca. Desideriamo anche ringraziare anche i direttori e il personale degli archivi di Lubiana, Trieste, Udine che con la loro esperienza e sollecitudine ci hanno permesso di risolvere delicati problemi metodologici e pratici. Esprimiamo infine la nostra gratitudine per la Scuola Normale Superiore che ha fornito un contributo finanziario determinante allo svolgimento della nostra ricerca.


ABBREV !AZIONI

1) Le parole tedesche indicanti abbreviazioni, unità, funzioni, località, nomi speciali vengono tradotte il meno possibile per conservare le loro particolarità. Riferirsi al glossario che fornisce i significati. 2) Per i documenti microfilmati non si indica il Mycrocopy perché tutti i roll vengono dal Mycrocopy T-175. 3) I numeri di una serie di fotogrammi vengono indicati così: 251 10 15-52 = da 251 10 15 a 251 10 52. 4) R. sta per roll, fr. per frame. 5) Nelle citazioni dei testi vengono riportati dei titoli semplificati, la cui corrispondenza con il titolo per esteso è di volta in volta facilmente riconoscibile. 6) v. pp. ss. par. fase.

sta per sta per sta per sta per sta per

vedi. pagine. seguenti. paragrafo. fascicolo.



ABBREVIAZIONI TEDESCHE GEBRÀUCHLICHE BEZEICHNUNGEN DER TITO-BEWEGUNG 1. Slowenische und Kroatische:

A.F.2.

Antifas isticki front zena Antifaschistische Frauenfront.

A.S .N.O.M.

Antifasisticki Savjet Narodnog Oslobodjenja Macedonije Antifaschistischer Rat d. Volksbefreiungs Mazedonicns.

A.V.N .O.J.

Antifasisticko Vijece-Narodnog Osloborljenja Jugoslavijc Antifaschistischer Rat d. Volksbefreiung Jugoslawiens.

B.O.C.

Brigarlni obvescevalni center Brigarle-Nachrichtenzentrale.

C.A.

Crvena Armija (Rrleca Armarla) Rote Armee .

C.K.

Centralni Komitet Zentralkomitee.

C.K.K.P.H.

Cenlralni Komitet Komunisticke Partije Hrvatske Zentralkomitee rler kommunistischen Partej Kroatiens.

C.K.K.P.J.

Centralni Komitet Komunisticke Partije Jugoslavije Zentralkomitee der kommunistischen Partci Jugoslawiens.

C.K.K.P.S.

Centralni Komitet Komunisticke Partije Slovenije Zentralkomitee der kommunistischen P a rtei Sloweniens.

C.K.S.K.O.J.

Centralni Komitet Saveza Komunisticke Omla-· dine Jugosl Zentralkomitee d. Bunrles rler komm. J ugcnd J ugoslawiens.


X

ALESSANDRO POLITI

G.K.

Gospodarska Komisija Wirtschaftskommission.

G.O.

Glavni odbor Hauptausschuss.

G.O.C.G.P.

Glavni obescevalni center pri Glavnem poveljstvu Hauptnachrichtenzentrale beim Oberlrommando.

o.s.

Glavni stab Hauptstab.

H.O.F.

Hrvatski Oslobodilacki Front Kroatische Befreiungsfront.

H.O.P.

Hrvatski Oslobodilac ki Pokret Kroatische Befreiungsbewegung (Macek-Leute b. d. Partisanen).

I.O.A.V.

lzvrsni Odbor Antifasistickog Vijeca Exekulivausschuss des Antifaschistischen Rates.

1.0.0.F.

Izvrsilni odbor Osvobodilne Fronte Exekutivausschuss der Befreiungsfront.

J.N.0.F.

Jedinstveni Narodno Oslobodilacki Front Vereinigte Volksbefreiungsfront.

K.l.

Komunisticka lnternacionala Kommunistische Internationale.

K.K.K.P.H.

Kotarski Komitet Komunistic ke Partije Hrvatske Bezirksausschuss der Komm. Partei Kroatiens.

K.M.

Komanda mesta Stadtkommando.

K.M.J .

Komunisticna mladina Jugoslavije Kommunistische Jugend Jugoslawiens.

K.M.S .

Komunisticna mladina Slovenije Kommunistische Jugend Sloweniens.

K.N.0.0.

Kotarski narodno oslobodilacki odbor Bezirks-V ol ksbefreiungsaussch uss.

K. O.

Krajevni odbor Ortsausschuss.

K.O.A.F.Z.

Krajevni obdor antifasistckog fronta zena Ortsausschuss der antifaschistischen Frauenfront.


I.E OOTTRINE TFJ) ES CIIE D I <.:ONTROGU E RIUGI.I /\ 1936 - 1944

K.0.0.F.

Krajevni odbor Osvobodilne Fronte Ortsausschuss der Befreiungsfront.

K. P.

Komunistic ka Partija Kommunistische Partei.

K.P.N.Z.

Krajevni poveljnik Narodne Zascite Ortsbefehlshaber des Volksschutzes.

K.P.J.

Komunistjc ka ParLija Jugoslavije Kommunistische Partei Jugoslawiens.

K.P .O.

Kulturno prosvetni odbor Kulturaufkliirungsausschuss.

K.P.S.

Komunisticna Partija Slovenije Kommunistische Partei Slowcniens.

K.P .V.

Komanda Vojnega podrocja Gebietskommando.

M.K.

Mesni komitet Stadtkomitee.

M.N.0.0.

Mestni n a rodno osvobodilni odbor StadL-Volksbefrciungsausschuss.

M.0.0.F.

Mestni odbor Osvobodilne Fronte Stadtausschuss dcr Befreiungsfront.

N.K.O.J.

Nacionalni komitet Osvoboditve Jugoslavije Nationalausschuss der Befreiung Jugoslawiens.

N.K.O.J .

Nacionalni Komitel Oslobodjenja Jugoslavije Nationalausschuss der Befreiung Jugoslawiens.

N.K .O.S.

Nacionalni KomiteL Osvoboditve Slovenijc Nationalausschuss der Befreiung Sloweniens.

N.O.B.

Narodno Oslobodilac ka Borba Volksbefreiungskampf.

N.O.F.

Narodno Osvobodilni odbor Volksbcfreiungsfront.

N.0.0.

Narodno Osvobodilni odbor Volksbefreiungsausschuss.

N.0.0.F.

Narodni odbor Osvobodilne Fronte Nationalausschuss der Befreiungsfront.

Xl


XII

A LESSANDRO POLIT I

N.O. V. in P.O.J. Narodno Osvobodilna Vojska in Partizanski odredi Jugosl Volksbefreiungsheer und Partisancn-Odreds Jugoslawiens. N.0.V. in P.O.S. Narodno Osvobodilna Vojska in Partizanski odre-

di Slov Volksbefreiungsheer und Partisanen-Odreds Slowenjens. N.O. fond

Narodno Oslobodilacki fond Volksbefreiungsfond.

N.Z.

Narodna· zaz cita Volksschutz.

o.c.o.z.

Obvesc evalni center Operativne zone Nachrichtenzentrale der Operationszone.

O.F.

Osvobodilna Pronta Befreiung Sfronl.

0.1.P.

Odsek za informacije in propagando Informations-und Propagandaa bteilung.

O.K.

Okroz ni komitet Kreisausschuss.

O.K.P.S.

Organ Komunisticne Partije Slovenije Organ der Kommunistischen Partej Sloweniens.

O .N.N.Z.

Okrozno Nacel&tvo Narodne zasc ite Kreisbefehlsstelle des Volksschutzes .

O .N.0.0.

Okroznj narodno osvobodilnj odbor Kreis- Volk sbefreiungsa ussch uss .

O.N.0.0.1.

Oblastni narodno Osvobodilnj Odbor za Istru Landes-Volksbefreiungsa usschuss fiir Istrien.

o.o.

Okrozni odbor Kreisausschuss.

o.o.e.

Odredni obvescalni center Odreds-Nachrich tenzentrale.

0 .0 .0.F .

Okrozni odb.o r Osvobodilne Fronte Kreisausschuss der Befreiu ngsfront.

O.Z.N.A.

Odsjek za Zascitu naroda Abteilung fiir Volksschutz.

Okrajno N.N.Z.

Okrajno nacelstvo Narodne zascite. Bezirksbefehlsstelle des Volksschutzes.


LE UOTTRINE TEDESCH F. DI CONTROGUERRIG l.11\ 1936 -1944

Okrajni N.N.O.

Okrajni narodno osvobodilni odbor Bezirks-Volksbefreiungsausschuss.

Okrajni O .

Okrajni odbor Bezir ksausschuss.

Opé.

o.

A.F.Z .

Xlll

Opéinski odbor antifasistickog fronta zena Gemeindeausschuss der antifaschistischen Frauenfront.

P.K.

Pokrajinski Komitet Gebietsausschuss.

P .N .0.0.

Pokajinski narodno osvobodilni odbor Gebiets-Volksbefreiungsausschuss.

P.N.Z.

Pokrajinsko nacelstvo Narodne zascite Gebietsbefehlsstelle des Volkschutzes.

P.O.

Pokrajinski odbor Gebietsausschuss.

P.O.F .

Plenum Osvobodilne Fronte Plenum der Befreiungsfront.

P .O . .J.

Partizanskj odredi J ugoslavije P art.isanen-Odreds Jugoslawiens.

P.0.0.F.

Pokrajinski odbor Osvobodilne Fronte Gebietsausschuss der Befreiungsfront.

P.O .S.

Partizanska Organizacija Slovenije Partisanen-Organisation Sloweniens.

P.S.

Partizanska straza Partisanenwache.

P . S.

Primorska Slovenija Slowenisches Kiistenland.

P .S.N.0.S.

Predsedstvo Slovenskog Narodno Osvobodilnog Saveza Prasidium des slowenischen Volksbefreiungs-Bundes.

R.A.

Rdeca Armada Rote Armce.

R.K.

Rajonski komitet-Okrajni komitet Bezirksausschuss.

R.K .S.

Rdeè i Kriz Slovenije Slowenisches Rotes Kreuz.

R.O.C.

Rajonski obvescevalni center Bezirks-Nachrichtenzentrale.


XIV

ALESSANVRO POLITI

R.0.0.F.

Rajonski odbor Osvobodilne Fronte Bezirksausschuss der Befreiungsfront.

R.S.J.

Radio svobodna Jugoslavija Radio freies Jugoslawien.

R.O.F.

Radio Osvobodilna Fronta Radio Befreiungsfront.

S.A.N.S.

Slovenskj Ameriskj Nacionalnj Savez Slowenisch-Amerikanischer Nationaler Bund.

S.F.

Smrt Fas izmu Tod dem Faschismus.

S.K.O.J.

Savez Komunisticke Omladine Jugoslavije Bund der kommunistischen Jugend Jugoslawiens.

S.N.

Svoboda Narodu Freiheit dem Volks.

S.N.0.0.

Seoski narodno oslobodilackj odbor Dorf-Volksbefreiungsausschuss.

S.N.O.S.

Slovenski Narodno Osvobodilni Svet Slowenischer Volksbefreiungarat .

S.N.O.U.B.

Slovenska narodno osvobodilna udarna brigada Slowenische Volksbefreiungssturmbrigade.

S.O. AFZ

Seoski odbor AFZ Dorfausschuss der antifaschistischen Frauenfront.

S.O.F.

Slovenska Osvobodilna Fronta Slovenische Befreiungsfront.

S.P.

Slovenski Procevalec Slowenischer Berichter (Zeitung, Organ der OF).

S.P.Z.Z.

Slovenska Pratifasisticna zenska zveza Slowenischer c\ntifaschistischer Frauenbund.

s.s.

Sovjetskj Savez Sowjetunion.

s.z.

Sovjetska Zveza Sowjetunion.

T.A.N.J.U.G.

Telegraficna agencija nove Jugoslavije Nachrichtenburo des neuen Jugoslawien.


I.E DOITRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGI.I /\ 1936 -1944

xv

T .0.

Terenski odbor Bodenauschuss.

U.B.

Udarna brigada Sturm brigade.

U.S.A.0.J.

Ujedinjeni Savez Antifasisticke omladine Jugoslavije Vereinigiter Bund d. antifaschistischen Jugend Jugoslawiens .

U.S.A.O.H.

Ujedinjeni Savez Antifasisticke Omladine Hrvatske Der vereinigts Bund der Antifaschistischen Jugend Kroatiens.

V.D.V.

Varnostna drzavna vojska Staatssicherungsheer.

V.K.P.(b)

Vsezvezna Komunisticna Partija boljsevikov Vereinigte komm. Partei der Bolschewisten.

V.N.S.

Vrhovno narodno sodisce Oberstes Volksgericht.

V.O.

Vojna oblast Militarverwaltungsabtcilung.

v.s.

Vrhovni stab Oberster Stab.

v .v.s.

Vrhovno Vojasko sodisce Oberstes Militargericht.

Z.A.V.N.O.

Zemaljsko Antif. Vijece Narodnog Oslobodjelja Crne Gore Antifaschistischer Rat der Volksbefreiung Montenegros.

(Crne Gore)

Z.A.V.N.O.B.I.H. Zemaljsco Antif. Vijece Narodnog Oslobodjenja Bosne und Hercegovine Antifaschistischer Rat der Volksbefreiung Bosnien und Herzegowine: Z.A.V.N.O.H.

Zemaljsco Antif. Vijece Narodnog Oslobodjenja Hrvatske Antifaschistischer Rat der Volksbefreiung Kroatiens.

Z .A.V.N.O.S.

Zemaljsko Antif. Vijece Narodnog Oslobodjenja Srbije Antifaschistischer Rat der Volksbrefrejung Serbiens.


XVI

ALESSANDRO POLITI

Z.A.V.N.O.S. an. Zemaljsko antif. Vijece Narodnog Oslobodjenja Sandzaka Antifaschistischer Rat der Volksbefreiung Sandschaks.

Z.K.M.

Zveza Komunisticne mladine Kommunistischer Jugendbund.

Z.S .M.

Zveza slovenske mladine Bund der Slowenischer Jugend.

Domobran

Slowenischer oder kroatischer Landwehrmann.

Terenzen

Leute die unter dem Volke fiir Tito arbeiten, Prop Materiai verstreuen, Lebensmittel zufiihren, Spionage betreiben usw.

Odred

Abteilung.

Tschetnik. (Cetnik)

Konigstreuer Freischarler.

UHRO

Ustasa.

Poglavnik

Dr Ante Pavelié, Fiihrer des kroatischen Volkes.

Federale

Homer faschistischer Funktionar (Partei).

2 ltalienische:

A.A.N.J.

Associazione degli Amici della Nuova Jugoslavia Vereinigung der Freunde des neuen Jugoslawiens.

C.C.U.G.A.C.

Comitato Centrale dell'Unione della Gioventù Antifascista della Croazia Zcntralkomitee des Verbandes der Antifaschistischcn Jugend Kroatiens.

C.L.N.G.

Comitato di Liberazione Nazionale Giuliano Kiistenlandischcs Nationalkomitee der Befreiung.

C.P .L.

Comitato Popolare di Liberazione Volkskomitee der Befreiung.

C.R.G.A.l.

Comitato Regionale della Gioventù Antifascista dell'Istria LandeskomiLcx der Antifaschistischen Jugend Istriens.


LE OOTTRINE T EDESCHE

or CONTROCUERRIGl.T I\ 1936-1944

XVII

C.T.A.P.L.C.

Consiglio Territoriale Antifascista Popolare di Liberazione della Croazia Antifaschistischer Volkslandesrat der Befreiung Kroatiens.

E .N.L.

Esercito Nazionale di Liberazione Nationalheer der Befreiung.

E .P.L.

Esercito Popolare di Liberazione Volksheer der Befreiung.

E.P.L.J.

Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo Volksheer der Befreiung Jugoslawiens.

F.F.A.

Fronte Femminile Antifascista Antifaschistische Frauenfront.

F.F.A.J.

Fronte Femminile Antifascista della Jugoslavia Antifaschistische Frauenfront Jugoslawiens.

F.G.L.

Fronte Giovanile di Liberazione J ugendfront der Befreiung.

F.N .L.

Fronte Nazionale di Liberazione Nationalfront der Befreiung.

F .P.L.

Fronte Popolare di Liberazione Volksfront der Befreiung.

F.U.P .L.

Fronte Unico Popolare di Liberazione Einzige Volksfront der Befreiung.

O.A.I.

Giovani Antifascisti Italiani ltalienische Antifaschistische Jugend.

G.C.L.

Gruppi di combattimento di Liberazione Kampfgruppen der Befreiung.

G.P.L.

Gruppi Partigiani di Lavoro Partisanengruppen der Arbeit.

G.P .J.

Gruppi Partigiani della Jugosla via Partisanengruppen Jugoslawiens.

M.N.L.

Movimento Nazionale di Liberazione Nationalbewegung der Befreiung.

M .P.L.

Movimento Popolare di Liberazione Volksbewegung der Befreiung.


XVIII

ALESSANDRO POLITI

U.G.A.C.I.

Unione della Gioventù Antifascista della Croazia l'Istria Verband der Antifaschistischen Jugend Kroatien Istriens.

U.G.A.I.

Unione della Gioventù Antifascista dell'Istria Verband der Antifaschistischen Jugend Istriens .

U.1.1.P.

Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume Verband der Italiener Istrìens und Fiume.


SPECCHIO DEI GRADI

ss

WEHRMACHT e

Uniformierte Ordnungspolizei Leutnant

U ntersturmfiihrer

Oberleutnant

Obersturmfilhrer

Hauptmann

Hauptstunnfi.ihrer

Major

Sturmbannfiihrer

Oberstleutnant

O bersturmbannfiihrer

Oberst

Standartenfiihrer

General-Major

Brigadenfiihrer

Generaleutnant

Oberfiihrer

General

Gruppenfiihrer

Generalo berst

Obergruppenfiihrer

Generalfcldmarschall

Oberstgruppenfiihrer

(La Orpo arriva sino a Generaloberst)

GRADI TT ALIANI

FUNZIONI DI COMANDO UNITÀ

Sottotenente Tenente

= plotone

Capitano

= compagnia

Maggiore Tenente-Colonnello

= battaglione


xx

A LESSANDRO POLITI

Colonnello

= reggimento

Generale di brigata

= brigata

Generale di divisione

= divisione

Generale di Corpo d'Armata

= Corpo d'Armata

Generale designato d 'Armata

= Armata

Generale d' Armata

= Armata o Gruppo d 'Armate

Maresciallo d 'Italia

= (solo in caso di guerra)


GLOSSARIO la

= Indica ufficiale di stato maggiore addetto alle operazioni. C'è anche la sigla IA.

lb

= Ufficiale di stato maggiore addetto ai servizi logistici. C'è anche la sigla IB.

le

= U fficialc di stato maggiore addetto alle informazioni e al quadro della situazione nemica. C'è anche )a sigla IC.

Abtln. Abwehr

= Abteilung. Sezione. = I) servizio di spionaggio e controspionaggio della Wehrmacht.

Adj.

= Adjutant. Aiutante.

Ausb. Abt.

= Ausbildung Abtei)ung. Sezione addestramento.

Aussenposten

= Avamposto.

Ausweichstelle

= Posto di emergenza. Luogo dove si rifugiano centri amministrativi in caso di minaccia alla città dove ·sono abitualmente ubicati.

Bevollmachtigte des Reichsfiihrer SS fiirBandenbckempfung = Plenipotenziario del Reichsfiihrer-SS per la lotta alle bande. b. d.

= Bei den. Presso il.

BdO

= Befehlshaber der

Ordnungspolizei. Alto comandante della Ordnungspolizei in un intero territorio occupato.


XXII

BdS

ALF.SSANDRO POLITI

= Befehlshaber der Sicherheitspolizei. Alto comandante della Sicherheitspolizei in un intero territorio occupato.

-briicke, -briick

= Ponte.

Btl. Bv.

= Bataillon. Battaglione. = Blohm und Voss. Marca di aeroplano.

C' I

= Comando

Chef BKV

= Chef der Bandenkampf-Verbande.

Controllo Comunicazioni Informazione.

Capo delle formazioni antibande. COIN

= Counter Insurgency. Controguerriglia.

Dienstanweisung · Dulag Einsatzkommandeur

= Manuale di servizio. = Durchga ngslager. Lager di transito. = Comandante di un Einsatzkommando. È un grado dell'SD.

Einsatzkommando

= Distaccamento operativo. Unità tipica dell'SD e presente nell'Orpo. Era inquadrata nelle Einsatzgruppen. Segue graduatoria delle unità. Einsatzgruppe = (gruppo operativo) 800 - 1200 uomini equivalente a un battaglione. Einsatzkommando = equivalente a una compagnia. Sonderkommando = (distaccamento speciale) equivalente a mezza compagnia. Teilkommando = (sezione di distaccamento) equivalente a un plotone. Le equivalenze hanno valore più che altro indicativo.


I.E DO'JTRI NE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLI A 1936 -1944

Einsatzstorche

XXIIJ

= Storche operativi. Denominazione in uso alla polizia per gli Storche di impiego corrente.

F . d. R. d. A.

= Fur die

F. d. R.

=

Feldgendarmerie

= Gendarmeria da campo. Polizia mi-

Richtigkeit der Abschrift. Per la giustezza della copia. Fur die Richtigkeit. Per la giustezza.

litare. Feuerschutzpolizei

= Fschp. Vigili del fuoco.

Fi.

= Fieseler.

Forsterei

= Ufficio o posto di guardia forestale.

F. u. B. Trupps

= Feuerwehr und Bergung. Squadre an-

Marca di aeroplano.

tincendio e salvataggio. Erano squadre preparate ad operare subito dopo le incursioni aeree a diretta disposizione del loro Luftschutz Revier. Fw.

= Focke Wulf. Marca di aeroplano.

Gauleiter

= Alta carica civile, il cui detentore era responsabile dell'amministrazione di una delle regioni (Gau) in cui era suddiviso il territorio del Reich.

Gebietskommissar

= Commissario territoriale. Importante autorità dell'occupazione tedesca.

Gebirgsjager

= Cacciatori di montagna. L'equivalente dei nostri alpini.

Gefechtsaufklarung

= Ricognizione da combattimento.

Geh.

= Geheim.

Geheim

= Segreto.

Geheime Kommandosache

= Segreto di

Gend.

= Gendarmerie.

comando.


XX IV

Gendarmerie

ALESSANDRO POLITI

= Gendarmeria. Vecchio organo di polizia poi incorporato nei nuovi organi di polizia nazisti e precisamente nell'Orpo. Il massimo grado era di Oberst (colonnello). I suoi compiti erano di repressione della criminalità comune, ma facendo parte dcll'Orpo, veniva anche impiegata per reati politici. Spesso nelle firme in calce è riportato il doppio grado nelle SS e nella Gendarmerie del firmatario.

Gendarmcrie-Hauptmannschaft = Comando di gendarmeria. Gend.-Kommando

= Stazione di gendarmeria.

Generalgouvernement

= Governatorato generale.

Generalkommiss<1.r

= Commissario generale. Alta autorità

Denominazione dell a Polonia occupata.

del sistema di occupazione tedesco cui erano sottoposti diversi Gebietskommissare. Gen. St. d. H.

= Generai Stab des Hecres. Stato maggiore generale dell'esercito.

GFP

= Gcheime Fcldpolizei. Polizia da campo segreta. Polizia militare segreta. Organo dell'esercito.

Gruppe

= a) Unità delle SS equivalente al corpo d'armata cioè due o più divisioni. b) Gruppo. Grosso modo equivalente alla squadra. c) Unità dell'aviazione raggruppante più Staffeln e inquadrata nello stormo (Geschwader) . Equivale al gruppo.

Gruppenfiihrer

= Caposquadra. Da non confondere con il grado di. SS - Gruppenfiihrcr equivalente all' incirca a quello di tenente-generale.


LI; D01TKINE TE DESC HI: DI CONTR()(jtJ ERRJ(,LI A 1936 -1944

xxv

I lauptmann

= Capitano.

11. Dv.

= Heeres Dienstvorschrift. Regolamento di servizio dell'esercito.

1-1 KL

= Haupt Kampf Linie. Linea principale di combattimento. Fronte, prima linea.

Hochste SS-und Polizeifiihrer = Comandante supremo delle SS e della Polizia. La sua giurisdizione può abbracciare un intero territorio occupato e dipende direttamente dal Reichsfi.ihrcr SS. Hoh. SS-und Polizeifiihrer

= Hoher SS-und Polizei Fuhrer.

Hohcr SS-und Polizei Fiihrer = Alto comandante delle SS e della Polizia. Grado elevato della gerarchia SS, dipende dal Hochste SS-und Polizeifiihrer ed a giurisdizione su un vasto settore del territorio occupato. Hp.

= Haltepunkt.

Hptm. d. Schp.

= Hauptwachtmeister der Schutzpolizci.

Fermata ferroviaria.

Al 4° posto nella gerarchia dei sottufficiali (Unterfohrer mil Portepee). H. Qu.

= Haupt Quartier. Quartier generale.

H SS u PF

= Hoherer SS-und Polizei Fi.ihrer.

H undertschaft

= Vedi Poi. Abt. (mot.).

HVv

= Hecres Vorschriftenverwaltungsstelle. Ufficio dell'esercito incaricato di amministrare il materiale di archivio.

Innenstadt

= Centro cillà.

Jagdkommando

= Distaccamento di caccia. Unità specializzata nella lotta antipartigiana.

Ju.

= Junkers. Marca di aeroplano.

K.

= Kommissariat. Commissariato.

Kampfgruppe

= Gruppo di combattimento.


XXVl

Kav. - Division

ALESSANDRO POLITI

= Kavallerie division.

Divisione di ca-

valleria. Kdo. - Stab.

= Kommando-Stab. Stato maggiore del comando.

Kdr. kl. kl. Poi. Fernspr. Tr.

= Kommandeur. Comandante. = klein. Piccolo. = kleines Polizei Fernsprecher Tragbar. Piccolo telefono di polizia portabile.

kl. Poi. - Funktr.

= kleines Polizei-Funk Tornister. Piccola radiotrasmittente di polizia portabile.

K - mann

= Kundschafter-mann. Uomo di informazione. Informatore, spia.

Kommandeur Krad

= Comandante. = Kraftfahrrad. Vale tanto per la motocicletta che per la motocarrozzetta.

Kriegsmarine

= Centrale di polizia = Marina da guerra.

Landschutz

= Milizia territoriale, spesso composta

Kriminalpolizeileitstelle

criminale.

da collaborazionisti. L. Dv.

= Luftwaffe Dienstvorschrift . Regolamento di servizio della Luftwaffe.

le. Gr. W .

= leichtes Granatenwerfer. Mortaio leggero.

Leibstandarte

= Denominazione abbreviata per Leibstandarte "Adolf Hitler" (LAH), una divisione scelta delle Wiffen-SS, che era la Guardia del Fiihrer.

le. Sp.

= Leichter Schutzpanzer. Blindato leggero. Veicolo blindato usato per il pattugliamento e la protezione di ferrovie, raggruppato in plotoni (Pz.-Zug).

1. Gr. W.

= Sottotenente. = le. Gr. W.

L.I.G.

= Leichtes Infanterie Geschiitz. Canno-

Leutnant

ne leggero da fanteria.


LE DOTTRINE TEDESC HE DI CONTROGUERKIG LIA 1936-1944

XXVIl

1.KW

= Lastkraftwagen.

l .M.G. - L.M.G.

= Leichtes Maschinengewehr. Mitraglia-

Camion.

trice leggera. Lod-Bereitschaft

= Landes Ordnungsdienst-Bereitschaft. Squadra del servizio d'ordine territoriale.

L. Pak

= Leichte Panzerabwehr Kanone. Cannone leggero contro carro.

L. R. - LR.

= LuftschutzReviere. Circondari di protezione antiaerea. Creati per la protezione civile in caso di bombardamenti.

Luftschutzlcitung

= Direzione della protezione antiaerea, da cui dipendevano gli LR.

Lu. Offz.

~

Major - Anwarter

= Aspirante maggiore. Grado dell'Orpo.

mol.

= motorisiert. Motorizzato.

Mot. Pol. Abtlg.

= Pol. Abt. (mot.).

M. Pi.

= Maschinenpistole.

Luftschutzoffizier. Ufficiale di protezione antiaerea.

Pistola-mitraglia-

trice. N.

= Nachschub.

Nachr.

= Nachrichtlich. Per conoscenza.

Nachrichtenfiihrer

= Capo del reparto trasmissioni.

N. f. D.

= Nur fiir Dienstgebrauch. Solo per im-

Rifornimenti.

piego di servizio. Classificazione del documento che invita a una attenta custodia di esso. NKWD

= Narodny Kommissariat Wnutrennich Delo. Commissariato del popolo per gli affari interni.

NZ

= Nachrichten-Zug. Plotone trasmissioni.

OB

= Oberbefehlshabcr.


XXVIII

ALESSANDRO POLITI

Oberbefehlshaber

= Comandante supremo di un determinato gruppo di armate o fronte.

Oberleutnant

= Tenente.

Obltn.

= Oberleutnant.

O. D.

= Ordnungs-Dienst. Servizio d'ordine. Indica corpi ausiliari creati da tedeschi per la controguerriglia e reclutati tra la popolazione locale.

Okdo.

= Comando supremo.

OKH

= Oberkomrnando dcs Heeres. Comando supremo dell'esercito.

Ordnungspolizei

= Orpo. Polizia d ' ordine. Organismo nato dalla fusione tra organi di polizia vecchi e nuovi. Raggruppava sotto di sé Schutzpolizei, Gendarmerie, Feuerschutzpolizei. Era in generale la polizia con i compiti di: lotta alla criminalità comune, protezione civile e protezione civile aerea, vigili del fuoco, polizia rurale, controllo dell'orctine pubblico, collaborazione alla repressione di reati politici.

Orpo O . T.

= Ordnungspolizei. = Organisation Todt. Organizzazione per il lavoro coatto in Europa.

o. u.

= Ort unbcnannt. Località non nominata. Elementare misura di riservatezza.

OZAK

= Operationszone Adriatisches Kiistenland. Zona d 'operazione Litorale Adriatico.

Pak

= Panzerabwehr Kanone. Cannone anticarro.

Panje

= Cavalli locali dell'est europeo piccoli e resistenti.

Panzerfaust

= Pugno per l:arro. Razzo anticarro.


LE 001TRINE T ED!:SCHE DI CONT ROGUERRI U LI A 1936 - 1944

Partisanenpistolen

XXIX

= Pistole da partigiano. Fucile militare a cui è stato segato il calcio e la cann a per poter essere portato sotto un cappotto.

Pioniere

= È la denominazione dei genieri tedeschi che raggruppano i compiti dei genieri veri e propri, dei guastatori e della truppa d'assalto specializzata.

PKV

= Personenkraftwagen. Automobile.

Platz

= Piazza.

Poi.

= Polizei. Polizia. = Polizei Abteilung motorisiert. Distac-

Poi. Abt. (mot.)

camento di polizia motorizzato . Consta di tre H undertschaften di 150 uomini ciascuna (tot. 450), include un Kradschiitzenzug (plotone fucilieri motociclisti), un plotone comunicazioni, un P. S. W. (autoblindo da ricognizione), una sezione di mitragliatrici pesanti. Hundertschaft è il vecchio nome per Polizei-Kompanie (Compagnia di polizia) che compare nel 1941. Poi. - Batl.

= Polizei-Bataillon. Battaglio ne di polizia.

Polizei-Ausbildungs-Bataillonen

= Battagl ioni

d'addestramento di po-

lizia. Polizei-Regiment

= Reggimento di polizia .

Poi. - San. - Offizier

= P olizei Sanitats Offizier. Ufficiale sanitario di polizia.

P .P.

= Polizei - Prasident. Direttore di pubblica sicurezza.

P.S.W.

= Panzerspahwagen . Autoblindo daricognizione.

Pz. B.

= P anzer Biichse.

Pzkw

= Panzerkampfwagen. Veicolo corazza-

Fucilone anticarro.

to da combattimento. Carro armato.


xxx

ALESSANDRO POLITI

Pz.-Zug.

= Panzer Zug. Treno blindato o plotone corazzato ferroviario . Al plurale Pz.-Ztigen (treni blindati). Pz.-Ziige (plotone corazzato ferroviario). Il treno blindato è composto da una motrice da una serie di vagoni. Invece il plotone è composto da 10-14 veicoli blindati (le. Sp. e S. Sp.) a propulsione autonoma.

RF - SS

= Quartier Generale. = Reichsfiihrer-SS.

RFSSuChdDtPol. i.RMd . I.

= Reichsftihrer-SS und Chef der Deut-

Q.G.

sche Polizei im Reichs - Ministerium des lnneres. Capo del Reich delle SS e capo della polizia tedesca nel ministero del Reich degli interni, cioè Himmler. Regierungsprasident

= Capo del Regierungsbezirk, una importante suddivisione amministrativa della regione Prussia.

Reichsbank

= Banca del Reich. L'organo bancario nazionale centrale.

Reichsfohrer-SS

= Capo supremo delle SS. Lo era Himmler.

Reichsmarschall

= Maresciallo del Reich. Nel testo si allude a Goering.

Reichsstrasse

= Strada del Reich. Le principali strade di grande comunicazione prima dell'avvento delle autostrade.

Res.

= Reserve.

Revier

= Circondario, distretto. Nel documen-

Riserva.

to National Archives Mycrocopy 175 roll 9 frames 251 10 15-51 si riferisce agli L.R .. Rev.-Obltn. d. Schp.

= Revier-Oberleutnant der Schutzpolizei. Tenente circondariale della Schutzpolizei.


LE DOTTRINE TEDESCHE DJ CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

Rev. Vorsteher

XXXI

= Revier Vorsteher. Capo circondariale. Funzione della Ordnungspolizei che può essere coperta da un ufficiale dei gradi Leutnant, Oberleutnant, Hauptmann.

Rosselsprung

= Operazione "salto del cavallo". No-

R. P.

me di codice tratto da una mossa scacchistica. Indìca l'operazione di assalto al Q. G. di Tito nel giugno 1944. = Regierungs-Prasident.

R.S.H.A.

= Reich Sicherheitshauptamt. Ufficio centrale per la sicurezza del Reich. L'organo cui faceva capo tutto il vasto e ramificato apparato poliziesco in Germania. Nato il 27 settembre 1936 era posto sotto l'autorità del Reichsfiihrer-SS Himmler.

San.

= Sanitat. Sanità militare.

SB

= Sigla non identificata, si riferisce alla forza dei reparti di polizia.

SchP

= Schutzpolizei.

S.D.

= Sicherheits Dienst. Servizio di sicurez-

Polizia di protezione.

za diviso in interno (con compiti di scoperta e soppressione delle opposizioni politiche) ed esterno (spionaggio e controspionaggio in concorrenza con l' Abwehr).

= Sonderkraftfahrzeug. Veicolo motoriz-

Sdkfz

zato speciale. Denominazione sotto la quale potevano andare semicingolati trasporto truppe, semicingolati per traino d'artiglieria, autoblinde leggere e pesanti, ecc. s. Gr. W. -

S. Gr. W.

= Schweres Granaten-Werfer. Mortaio pesante.

SH.

= v. H undertschaft.

Si.

= Siebel. Marca di aeroplani.


XXXlI

Sich.-Abschnitt

ALESSANDRO POLITI

= Sicherheits (Sichcrungs-)- Abschnitt. Settore di sicurezza. Suddivisioni territoriali usate per la controguerriglia e la sorveglianza di polizia.

Sipo

= Sicherheitspolizci. Polizia di sicurezza con compiti di repressione politica.

S.M.G.

= Schweres

Sonderkommando

=

SS-Kriegsberichter

= Corrispondente di guerra delle SS.

SS-0 bergruppenfiihrer

= Grado delle SS corrispondente al gra-

Maschinengewehr. Mitragliatrice pesante. v. Einsatzkommando.

do di generale di corpo d'armata. s. Sp.

= Schwerer Schutzpanzer. Blindato pesante. Veicolo blindato usato per il pattugliamento e la protezione di ferrovie. Raggruppato in plotoni (Pz. -Zug).

SS-Standarte

= Unità equivalente al reggimento.

SS-und Polizei Fuhrer

= Capo delle SS e della Polizia. Alto grado della gerarchia SS, e sottoposto al Hoherer SS-und Polizei Ftihrer.

Staffe!

= Squadriglia o

STOL

= Short Take-Off Landing. Decollo e atterraggio corto.

St. Qu.

= Stabes Quartier. Quartieri dello stato

reparto.

maggiore. Str.

= Strasse.

Strasse

= Strada.

Str. W.

= Streifenwagen. Veicolo da pattuglia cioè camionetta di polizia.

Stuka

= Sturzkampfflugzeug. Aereo da combattimento in picchiata. Junkcrs Ju 87.

Tgb. Nr

=-

Tagebuch Nummer. Numero di diario.


LE DOTTRI N H TEDESCH E 01 CONTROGUERRIULIA 1936 -1944

V.B.

XXXI II

= Vorgeschobenen Beobachter. Osservatore avanzato. In genere per la direzione del tiro d'artiglieria.

V-Mann

=

Wachtmeister

= Il

Wi. Insp.

= Wi rtschaftsinspektion.

Wintermerkblattcr

= Fogli di note invernali.

Wirtschaftsinspektion

= Ispettorato di

Z.

= Nel documento Mycroeopy 175 roll 9

Vertra uens-Mann. Uomo di fiducia. Denominazione per confidenti, informatori, spie, elementi infiltrati. grado più basso tra i sottufficiali (Unterfiihrer) della Orpo. Insieme all'Oberwachtmeister suo diretto superiore era della categoria degli Unterfiihrer ohne Portepee.

fureria.

frame 251 10 41 corrispondente a pag. 32 del documento "Besprechung der Priifungsarbeit fiir Major-Anwiirtcr (Mai 1936)" è solo un modo di dire equivalente a X. indicazione generica per un nome qualunque. z.b.V.

= zur besondere Verfiigung/ Verwendung. Per uso/impiego speciale.

Zug

= A seconda dei casi plotone, sezione, o treno.



CAPITOLO I Il primo documento che esamineremo è un'esercitazione di polizia d el maggio 1936, che è stata inclusa nella nostra raccolta di documenti 1eorici per le sue caratteristiche particolari. A somiglianza di un ordine di operazioni, il documento fissa una serie di obiettivi da raggiungere e di condizioni necessarie al compimento della missione, elencando in seguito direttive dettagliate. Diversamente da un documento teorico, che può anche fare a meno di esemplificazioni, il nostro non può astrarre dalla situazione concreta, ma, trattandosi di un'esercitazione in tempo di pace: non è influenzato da esperienze recenti, lascia riconoscere più facilmente <li un piano operativo i legami con la teoria retrostante e soprattutto si esaurisce in una sperimentazione che resta nel piano concettuale e negli scenari tracciati dalla teoria. In questo caso lo scenario è di guerra totale c viene posto l'accento sulla minaccia nemica rappresentata dalla forte coordinazione tra esercito regolare, aviazione strategica e bande armate operanti nelle retrovie. È evidente in tutto il documento lo sforzo di preparare tutti i quadri di polizia nelle retrovie ad affrontare adeguatamente, senza fossilizzarsi su conflitti di competenza, situazioni concomitanti di emergenza. L'azione si svolge nel territorio nazionale in un conflitto con la Polonia o con la Cecoslovacclùa, avversari non citati ma d esumibili dal testo O>, e probabilmente la Germania è sulla difensiva <2>. Anche se allora le forze armate tedesche erano deboli, l'ipotesi è improbabile come aveva dimostrato la rioccupazione della Renania, avvenuta un mese prima senza che la Francia reagisse. Essa è adottata semplicemente per motivi di riservatezza e, osservando lo scenario, si vede che è facilmente adattabile tanto a situazioni difensive quanto offensive, sia in patria che in territori occupati. Ciò è confermato dalla descrizione degli attacchi

(I) Cfr. R9 fr. 251 10 16 pag. 2. " Grenze nur 300 Km cntferrit" (frontiera distante solo 300 Km) e fr. 251 IO 21 pag. 7 " die nach Siiden-ins Kampfgebiet an der Grenze-fiihrendcn Strassen" (le strade che conducono a sud - nella zona di combattimento-). (2) Per .lo meno nell'aria dove non ha la superiuriLà aerea. C fr. R9 fr. 251 10 23 pag. 9.


2

ALESSANDRO POLITI

aerei nemici che sono di tale violenza, continuità ed efficacia che è difficile immaginare le aviazioni cecoslovacca o polacca capaci di simili prestazioni <3>. Il posto riservato alla controguerriglia non è affatto secondario, anzi è forse il compito più spinoso tra quelli assegnati al Kommandeur di Potsdam. Il problema geograficamente più immediato è dato da una ottantina di saccheggiatori che hanno depredato oltre ai negozi di Nowawes <4> anche la filiale della Reiehsbank. Fin dalla seconda pagina il documento ammonisce di non sottovalutare l'episodio come una occasionale esplosione di criminalità collettiva, ma concepirlo come un tassello dell'azione concertata di guerra totale condotta dal nemico. Il saccheggio della Reichsbank è collegato alla necessità della banda di Groben di avere soldi per continuare la sua attività (S). La pericolosità di questi saccheggiatori è evidenziata innanzitutto dal fatto che sono ex-comunisti <6> i capi, i caporioni e un buon numero di uomini. Inoltre sono in grado di scoraggiare l' impiego della polizia locale e si considera che se trascurati possono creare un focolaio di continui disordini. Il fatto di rappresentare i saccheggiatori come comunisti non è soltanto una espressione dell'anticomunismo dell'ideologia nazista, ma è un addestramento a identificare subito nei territori occupati la minaccia più grave e a reagire di conseguenza. Quali rapporti abbiano i saccheggiatori con la popolazione locale non è molto chiarito e nella descrizione si accenna al fatto che da Potsdam è poco probabile che arrivino persone per unirsi a loro, più probabile da Nowawes stessa o dalla banda di Groben. Nel complesso pochi rapporti, ma non così da essere del tutto isolati e da non suscitare serie preoccupazioni per l'estensione dei disordini. Ancora più inquietante è l'azione della banda di Groben. È indica tivo che l'ordine tassativo di fermarla venga dal Regierungsprasident e che il Kommandeur di Potsdam debba incaricarsene anche se non rientra nelle sue competenze territoriali. In effetti la notizia che la banda si appresti ad avanzare in direzione di Nowawes e Potsdam subito dopo (3) È interessante notare la prefigurazione di attacchi "round the dock" (l'attacco notturno su Potsdam è seguito da uno diurno), là presenza della teoria del bombardamento di precisione (C fr. R9 fr. 251 10 18 pa g. 4" einen sogennanten gezielten "Tiefangri ff") e l'uso di aggressivi chimici sulle città. (4) Per le principali località citate vedere la carta acclusa in appendice. (5) Come si vede le rapine di finanziamento non sono una novità. (6) Cfr. R9 fr. 25 1 IO 19 pag. 5 "ehe. Kommuniste n aus Nowawcs oder herbeigecilte Elemente aus Bcrlin" (ex-comunisti di Nowawes o clementi accorsi da Berlino).


I.E DOTIRINE TEDESCHE lJJ CONTROGUERRIGLIA ! 936 -1944

3

un attacco aereo a Potsdam, dove sono presenti importanti uffici governativi e militari evacuati da Berlino, è assai grave. Il livello organiz1.a tivo della banda è decisamente superiore a quello dei saccheggiatori. Per comando, addestramento, equipaggiamento è paragonata ad una compagnia e il suo livello di combattività non è trascurabile. Dal punto di vista tecnico, oltre al fatto che conta 150 persone ed è motorizzata, non si dice molto. Indirettamente si ricava che dispongono di notevoli quantitativi di materiale esplosivo e che hanno un buon addestramento nell'uso di esso <7>. La base è genericamente indicata con l'espressione "bei Groben", una cittadina con meno di 2000 abitanti vicina ad una strada abbastanza importante e soprattutto ad un bosco di circa 30 kmq. Nei dintorni la banda si è dedicata ad una sistematica distruzione di installazioni con l'intento di interrompere le linee logistiche lungo le quali si muovono rinforzi e rifornimenti per il fronte a sud. È una concezione piuttosto ingenua dell'azione di guerriglia che in genere evita di compiere azioni di qualunque tipo vicino alla base, proprio per evitare la localizzazione da parte nemica con tutti gli annessi inconvenienti. Grazie alla motorizzazione che le conferisce grande mobilità, la banda cerca di sabotare indisturbata il maggior numero di obbiettivi tendendo a evitare gli scontri con la polizia (8J. Le prime azioni sono state di requisizione per assicurarsi i viveri e carburante. In seguito, oltre a strade, cavi ecc., sono stati presi di mira i ponti sulla Nuthe. Tenendo conto che le installazioni della ferrovia Beriin-Jtiterbog non sono state ancora distrutte (9) e del tempo necessario per compiere velocemente il sabotaggio di un ponte <10>, i ponti d istrutti da sud a nord sono: 1) il ponte a Trebbin, 2) il ponte presso Schluss, 3) i due ponti strada le e ferroviario a Saarmund. (7) Si ricava dal numero dei ponti distrutti (4 <li cui 1 ferroviario sulla Nuthe) e dalle intenzio ni d i distruggerne altri 3 di cui 1 ferroviario a più binari (quello della linea WannseeMichcndorf sul Teltowkanal) . (8) Il termine usato è a usweichen. Cfr . o ltre R9 fr. 25 1 IO 16 pag. 2 dove è ripetutamente usato anche R9 fr. 251 IO 33 pag. 19 dove si fa una chiara allusione a questa tattica "Sofortiges Vorstoss in Richtung Gréiben zwecks Vernichtung der Bande scheint das Gegcbene, hat aber <len Nachteil , dass Bande ausweichend auch a uf Nowa wes vorstosst" (un immedia to attacco in direzione Groben a scopo di annientare la banda sembr a la cosa più opportuna, h a però lo svantaggio che la banda eludendo l'attacco attacchi anche Nowawes). (9) Cfr. R9 fr. 25 1 10 21 pag .7 . ( IO) In pratica si calcola quanti obiettivi ci sono nel raggio di I h di percorso tra a ndata e ritorno, a cui va aggiunto il tempo per sorprendere l'eventuale sorveglianza e piazzare le cariche. li tempo di circa 1/2 h di andata è pari a circa 13 Km, cfr. R9 fr. 251 10 22 pag. 8.


4

ALESS,\NDRO POLITI

Restano invece intatti il ponte ferroviario e quello stradale presso Drewitz oo. Non è invece precisato da quanto tempo è attiva la banda. Particolare cura viene posta nell'analizzare i futuri obbiettivi della banda di Groben, basandosi su informazioni trasmesse dal Regierungsprasident c12> e che prevedono un attacco in direzione di NowawesPotsdam. Si ricava così che i principali obbiettivi possono essere: 1) i ponti ferroviari e quello stradale a Kolhasenbriick (13 >,

2) i ponti ferroviario e stradale sulla Nuthe tra Nowawes e Potsdam,

3) le installazioni di tre fermate ferroviarie e la linea ferro viaria tra i ponti di cui ai punti 1) e 2), 4) i ponti ferroviario e stradale presso Drewitz, quest'ultimo im-

portante anche per questioni tattiche 0 4>, 5) le installazioni della linea ferroviaria Wannsee-Michendorf com-

prese tra la Nuthe e il Teltowkanal <15>. L'analisi tiene presente che la banda dispone di un servizio di informazione e che eviterà l'errore di entrare nel centro di Nowawes dove sarebbe intrappolata dalla polizia, per dedicarsi invece ai remunerativi bersagli a est di Nowawes. Qui è favorita da una buona rete stradale cd è coperta dalla boscaglia. Le possibilità di ritirata sono limitate a lla direzione verso est, visto che i ponti sulla Nuthc sono stati quasi tutti distrutti C16>. Già si è detto che l'azio ne è strettamente coordinata con i piani dello stato maggiore nemico e un'ulteriore conferma dell'imposta zione articolata dei piani di guerra totaìe è da ta dalla presenza di altre ba nde che operano a sud e a est di Berlino . Dalla mappa degli attentati si deduce che c'è una divisione pianificata di aree geografiche tra le ba nde. (11 ) lbid. , dove è esplicitamen te affermato. Qui è chiamato Neu Drewitz, altrove nel do cumento si chiama Dr ewitz e sulla car ta Drewitz. Anche se in Prussia i nomi di lo calità sono spesso ricorr enti in questo caso non ci sono duhhi sull'identificazione. (12) Cfr. R9 fr. 251 IO 20 pag . 6. (1 3) La località non è citata sulla car ta, ma si identifica col fatto che lì si trovano gli unici p onti impo rtanti sul Teltowkanal ch e appartengono alla linea Wannsee-Michendorf. Sono i ponti ad est di Nowawes. (14) Cfr . R9 fr. 25110 22 pag . 8 " Diescr hat (. ..) erhiite Bedeu tung (. .. ). (Anmarschweg der Po lizci !)" (qu esto ha ... una importanza maggiore . . . (via di avvicinamento della polizia!)). (1 5) l punti 3) e 5) si ricavano d ai ibid. "aber auch die dazwischenliegcnde Strecke". (ma an che la linea che giace tra questi du e punti). (16) l biù. oppure la banda pu ò tornare a Gr iiben.


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRl<JLIA 1936- 1944

5

Alla banda di Groben è toccata quella all'incirca tra la Nuthe e la Havcl <17 ). Non si approfondisce però se e quali rapporti intercorrano con il nemico (collegamenti radio, rifornimenti ecc.). Anche i contatti con le altre bande sono descritti come molto scarsi e si porta ad escludere una loro concentrazione per un'azione comune 0 8>. Gli unici contatti dali per possibili sono quelli con i saccheggiatori di Nowawes, che potrebbero fornire altri uomini. Se i saccheggiatori di Nowawes sono qualificati direttamente come cx- comunisti, più difficile è ricavare il carattere dell'opposizione della banda di Groben, perché il documento è piuttosto vago, tanto che si potrebbe pensare che si tratti di agenti nemici infiltrati. Senonché per due volte 0 9> si sottolinea che gli uomini della banda non vanno considerati "compatrioti traviati". Nel primo passo in questione si collegano que:sti "compatrioti traviati" a Severing, alludendo a tardivi rigurgiti di opposizione socialdemocratica, per affermare che il caso presente non è di tale natura. Dalla contrapposizione istituita si deduce che mentre l'opposizione dei "compatrioti traviati", pur essendo violenta, ha un carattere interno, l'.azione della banda di Groben è quella di una quinta colonna collegata all'azione nemica nel quadro della guerra totale. I rapporti con i saccheggiatori possono far pensare che si tratti anche qui di comunisti, ma non c'è nessun elemento per poterlo effettivamente sostenere. Nei confronti della popolazione l'impressione è che siano un corpo estraneo che si sostiene con requisizioni e rapine. Non si parla di attività politico-propagandistica e il distacco dalla popolazione sembra accentuato dalla loro motorizzazione che richiede meno appoggi da parte della popolazione di quanto non richiedano lunghi spostamenti a piedi con le a rmi. A conclusione dell'analisi della ba nda si dice chiaramente che aiuti da parte della popolazione locale siano poco probabili <20>. Però l'ammissione che la banda dispone di un buon servizio di (1 7) Cfr. R9 fr. 251 10 21 pag. 7. (1 8) Cfr. R9 fr. 251 10 22 pag. 8. Un presupposto non infondato specie laddove esistono profonde divisioni politiche tra le formazioni partigiane. Non è però con sigliabile com e criterio di addestramento, quando in genere si segue il "principio del caso peggiore", cioè della situazione più sfavorevole e più difficile da risolvere. (19) Cfr. R9 fr. 251 10 16 pag. 2 e fr . 251 IO 21 pag. 7. Nel testo viene citato il nome di C. Severing. Era il ministro degli interni socialista del governo presieduto dal socialdemo cratico Otto Ilraun, durato dal 1920 al 1932. Figura di spicco, rappresentante del forte influsso socialdemocratico in Prussia. Cedette al colpo di stato di Franz von Papen del 20/7/1932 senza tentare una resistenza. (20) Cfr. R9 fr. 251 IO 23 pag. 9 "Zuzug aus der Landbevolkerung ist wenig warscheinlich." (concorso da parte della popolazione locale è poco probabile).


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ALESSANDRO POUTI

informazione< 21 l non si accorda col quadro sin qui delineato. Significa che si suppone l'esistenza di un discreto numero di fiancheggiatori. Questo si può tentare di spiegare con due motivi. Il primo è che il potere era stato preso appena da tre anni e che non si contasse ancora sulla fedeltà della totalità dei cittadini; il secondo è la vicinanza di Berlino, una delle città meno entusiaste in Germania del nazismo. È del resto interessante notare come si parta dal presupposto che una trentina di chilometri dalla capitale del Reich non si riesca ad esercitare un controllo tale da impedire che una banda si formi e riesca a porre una base. Potsdam stessa non ha un organico capace di affrontare situazioni che vadano di poco oltre la normalità <22>. Resta da esaminare un ultimo aspetto di questa banda: la sua molorizzazione. È una caratleristica curiosa, assai insolita nelle formazioni di guerriglia della seconda guerra mondiale, che in genere sono appiedate e fronteggiano un avversario quasi sempre motorizzato. Il fatto è che gli ideatori dell'esercitazione hanno di fronte l'immagine delle varie bande paramilitari formatesi nel primo dopoguerra in Germania, che spesso erano motorizzate. Una base importante per imbastire la risposta delle for:w dell 'ordine alle iniziative nemiche è data dall'ordine d el Regierungsprasident di fermare l'attacco che la banda in lende effettuare in direzione NowawesPotsda m. Traltandosi di una esercitazione, essa è una costruzione su una serie di assunti che sono dati per scontati, tra i quali rientra anche la veridicità delle informazioni in possesso del Regierungsprasident. Tuttavia desta non poche perplessità il metodo con cui l'informazione è analizzata. Se il tramite è autorevole, la fonte è sconosciuta e incontrollabile, è da escludere che l'informazione provenga da un V-mano infiltrato nella banda ed è nebuloso il modo in cui sia giunta al Regierungsprasident. TI Kommandcur non fa nulla per controllare l'informazione, a quanto sembra non dispone nemmeno di mezz1 per farlo e in base all'analisi degli obiettivi nevralgici nell'area giunge alla conclusione che l'informazione ha buone probabilità di essere vera <23 >. (21) C fr . R9 fr. 251 IO 22 pag. 8 " <ler Gcgn er, der allem Anschein nach iiber guten Nachrichtendiensl verfiigt" (l'avversario, che secondo ogni apparenza dispone di un buon servizio di informazioni). (22) Non è il luogo per approfondire la questione, ma ciò sembra suggerire che nel 1936 le maglie <lei controllo poliziesco fossero piuttosto larghe. (23) Cfr. 251 IO 21 pag. 7 "So gewinnt die von der Bande geiiusserle Absicht, gelegentlich cines Luftangriffs auf Potsdam, auf Nowawes vorzustossen erhotc Bedeutung und Warschienlichkeit" (così l'intenzione espressa dalla banda di avanzare su Nowàwes, in congiunzione con l'attacco aereo su Potsdam, a~quista maggiore importanza e probabilità).


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In entrambi i casi l'azione verrà condotta da una Motorisierte Polizei Abteilung che è in grado di assicurarsi comunque una c~nsistente superiorità quantitativa e qualitativa sugli avversari. Contro i saccheggiatori i piani sono assai semplici: entrare nella parte meridionale di Nowawes e sparare su di loro senza pietà e senza compiere arresti <24 >. Questa disposizione è riconfermata anche negli ordini finali dovegli arresti sono visti come una eventualità piuttosto remota <25>. Una delle motivazioni di tale durezza fornite dal documento è che se il problema non viene drasticamente risolto, esso può aggravarsi e costringere ad un impiego continuo di forze. In effetti la situazione è particolarmente tesa: i compiti sono molteplici e impegnativi , le forze limitate, il tempo a disposizione poco <261; probabilmente la soluzione adottata è la più veloce a eseguirsi, la più risolutiva e quella che impegna meno le forze impiegate (assenti o ridotti compiti di scorta ai prigionieri). Però il motivo più importante è quello di fornire un esempio la cui efficacia è considerata decisiva per stroncare il ripetersi di simili manifestazioni <27l. Non è certo la prima volta che si sono emanati ordini così gravi, né la prima che si sia realmente creduto all'utilità di simili esempi, · ma nel documento è abbastanza evidente con quanta naturalezza si giunga a questa decisione. 1 numerosi eccidi compiuti dalla controguerriglia tedesca nei territori occupati, oltre a essere frutto di precise responsabilità individuali, hanno anche una loro origine, qui rintracciata in un documento tecnico specifico, nella sopravvalutazione di questo strumento <28>. Se l'obiettivo di una controguerriglia è di sconfiggere un movimento che attenti all'ordine politico che essa difende, va esaminato il valore di questo procedimento. Nella lotta per strappare consensi al movimento avversario e quindi sconfiggerlo politicamente e militarmente, l'eccidio è una delle tante armi possibili. La possibilità di impiegarlo dipende (24) Cfr. R9 fr. 25 1 10 19 pag. 5 "Also irgcndwelche Schonung Festname-ist nicht am P latzc," (qua lche arresto o atto di pietà - non è opportuno). (25) Cfr . R9 fr. 251 10 44 pag. 28 "etwa Festgenommcne sind bescleunigt zum Po i. Priisidium zu transporlieren" (gli eventuali a rrestati vanno trasportati su bito in questura). (26) Cfr. R9 fr. 251 IO20 pag. 6 "befor die Rande bei G ri:iben noch wirksam werden Kann", e Nowawes è a 1/2 h di macchina da Groben, vedi nota 10. (27) Cfr. R9 fr. 25 1 10 19 pag. 5 " AJso irgendwelche Schonung Festname - ist nicht am P latze, um ein fiir alle Male antiche U nternehmungen zu unterbinden" (non è il caso di un qualche arresto o di avere pietà, per soffocare una volta per tutte simili iniziative). (28) Limitiamo il nostro d iscorso alla controguerriglia, ma le o rigini di queste tcoriu.azioni e comportamenti coinvolgono larg hi campi della politica, cultura e società tedesche ed europee.


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molto dal complesso dei fattori politici dominanti. Resta comunque uno strumento integrativo rispetto a ben più significative azioni politiche e propagandistiche e legato a rischi non indifferenti di sortire effetti del tutto opposti a quelli desiderati. In definitiva è un mezzo intimidatorio e deterrente diretto verso quanti non hanno compiuto una ferma scelta politica nel campo avversario; chi l'ha compiuta, difficilmente si lascia piegare da questo mezzo e le varie guerre di liberazione nel nostro secolo forniscono esempi qualificati in proposito. Quando la battaglia politica è persa, l'unico modo di vincere è lo sterminio totale, una strada .sulla quale i nazisti si sono avviati con decisione e coerenza, anche se è stato loro impedito di percorrerla sino alla soluzione finale. Più complicato è il problema posto dalla banda di Groben. Innanzitutto non è facile attaccarla come i saccheggiatori di Nowawes, anche se le forze che si occupano dell'operazione hanno superiorità su tutla la linea. In secondo luogo, per quanto superiori numericamente, esse non possono contemporaneamente proteggere gli obiettivi minacciati e intercettare la banda. Infine la presenza di componenti importanti del governo e dell'amministrazione a Potsdam sconsiglia di buttarsi con tutte le forze nel tentativo di intercettare la banda, tenendo anche conto che la rete stradale è complicata e che favorisce manovre evasive della banda. Si decide perciò di accordare priorità alla protezione delle installazioni, servendosi di una posizione parallela alla linea ferroviaria minacciata e appoggiandosi alle due vie fluviali per evitare aggiramenti. Solo in un secondo momento, con ricognizioni più accurate, dato l'insoddisfacente livello di informazioni sulla banda, si può cercare di annientarla. La ricognizione per mezzo di motociclisti viene correttamente usata nella fase di avvicinamento alle posizioni da occupare e altrettanto correttamente per scoprire le strade di avvicinamento della banda. Se il tempo a disposizione lo permette è prevista una linea di avamposti per ulteriore sicurezza. Prima di esaminare la validità delle misure prese è opportuno mettere in luce una contraddizione presente negli obiettivi delle forze di polizia. Scorriamo i seguenti passi: a) "Sperrung (... ) der Ùbergarige bei Caputh und im weiteren Westen" <29>, (29) Cfr. R9 fr. 251 10 25 pag. 11 (sbarramento dei passaggi presso Caputb e oltre a ovest) ha solo valore se si pensa riuscito il passaggio della banda a Drewitz. A Caputh c'è un traghetto per au lome:ai.


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b) " in Richtung auf die Bande in Groben nach Osten und Sudosten sichern wird ( ... ) si.id Bhf. Drewitz und Caputh" <30>, c) " und Sperrung der von Saarmund und Groben nach Potsdam fiihrenden Strassen" <31>, d) " und die Strasse Potsdam-Saarmund zu sichern" <32>, e) "die Strasse Potsdam-Saarmund stark zu sichern" <33 >. Come si vede una delle preoccupazioni è di proteggere Potsdam da un attacco lungo la strada che parte da Saarmund, ma è un obiettivo in assoluta contraddizione con le ipotesi di p artenza perchè "Ein Ausweichen nach Si.iden und Wcsten und damit ein Tatigwerden in dieser Gegend hat sich die Bande allerdings durch Zerstorung der Nuthei.ibergange zum Teil selbst verbaut, bis auf den noch bei Neu Drewitz befindliche offenen Nutheiibergang" <34)_ Da una parte ci si comporta come se il ponte stradale a Saarmund fosse utilizzabile: di qui l'importanza di controllare la strada Saarmund-Potsda m e di difendere il passaggio a Caputh; dall'altra tutto ciò è assolutamente ed esplicitamente escluso . Del resto è chiaro che la buo na riuscita dello sbarramento dipende dalla decisiva circostanza che Drewiz è l'unico punto di attraversamento sulla Nuthe, un passagio obbligato (35). Passando alla bontà del piano, uno dei primi difetti riscontrabili è la sua totale dipendenza dal presupposto che le forze di polizia arrivino prima deUa banda. L'eventualità contraria viene presa in considerazione dal piano <36) ma non viene affatto sviluppata e non c'è nessuna (30) Cfr. R9 fr. 251 IO 26 pag. 12 (in direzione della banda di Groben verso est e sudest difenderà a sud della stazione ferroviaria di DrewiLz e Caputh) è in contraddizione sia con l'intento e l'elen co di questo brano che con quanto detto a pag. Il. Cfr. nota 29. (31) Cfr. R9 fr. 251 IO 33 pag. 19 (e sbarramento delle strade che portano da Saarmund e Groben verso Potsdam). (32) Cfr. R9 fr. 251 IO 37 pag. 23 (e difendere la strada Potsdam-Saarrnund) . (33) Cfr. R9 fr. 251 IO 40-41 pag. 26-27 (difendere p esantemente la strada Po tsdamSaarmund). (34) Cfr. R9 fr. 25 1 10 21 pag. 7 (una ritirata verso sud e verso ovest e con ciò l'attività in quelle zone è stata già in parte esclusa dalla banda stessa con la distruzione dei passaggi sulla Nuthe, eccetto l'attraversamento ancora aperto sulla Nuthe che si trova presso Neu Drewitz). (35) Incidentalmente va notato che se il ponte di Saannund fo sse in piedi la banda, che dispone di un buon servizio di informazioni, potrebbe evitare la strada Saarmund-Potsdam e servir si della comoda Reichsstrasse 2 da Michendorf a Po tsdam che non è controllata da nessuno. (36) C fr. R9 fr. 251 IO 22 pag. 8 "Wenn die Bande noch 07,30 in Gròben war so kann sie jct7.t, 08, IO, schon ihr Ziel erreicht haben, " (se la banda si trovava a Gréiben ancora alle 7,30 allora adesso 8, 10 può aver già raggiunto il suo obiettivo).


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disposizione per il caso. Certamente il comandante cercherà di scacciare la banda se la raggiunge prima che il sabotaggio si sia compiuto e si scontrerà con essa se la troverà sulla sua strada di avvicinamento, ma non ha ordini nel caso che, nella ventina di minuti necessari per mettere in movimento le sue forze e arrivare sul luogo, la banda si è già ritirata. Lo stesso dispositivo di difesa è assai statico e non prevede un eventuale inseguimento della banda respinta. Molto più efficace sarebbe stato tendere imboscate nel triangolo di strade obbligate Drewiz-Nudow-Giitergotz che passano attraverso foreste. Ma anche ammettendo che quello sbarramento sia l'unica misura possibile perchè il tempo è poco, nulla è fatto per assicurarsi la sorpresa anche in quest~ situazione. Riesce difficile immaginare che la banda tenti un assalto frontale quando molteplici indizi lasciano capire che l'elemento sorpresa manca . Questa esercitazione con i suoi pregi e difetti rappresenta un punto di partenza importante per la successiva evoluzione del pensiero controguerriglia e non solo perchè è il documento più antico in cui ci siamo imbattuti. Con notevole a nticipo si è cercato di preparare i quadri di polizia alla micidiale combinazione di attacchi interni cd esterni rappresentata dalla guerra totale, sforzandosi il più possibile di ricrearne le difficili condizioni. Gli ufficiali sono anche abituati all 'impiego brutale e spietato della forza laddove la situazione sembra richiederlo. Non è facilmente sostenibile la tesi che la spirale di violenze reciproche abbia portato la controguerriglia tedesca ai livelli di crudeltà ben noti; è stato un fattore che ha soltanto facilitato l'esprimersi di una attitudine mentale ricevuta in addestramento. li tentativo di tratteggiare il fenomeno della guerriglia risente della mancanza di esperienza, eccetto quelle dei torbidi post-bellici in Germa nia, e così anche le contromisure adottate. Di per sé sono corrette, però sono troppo convenzionali, prive di flessibilità e iniziativa per il tipo di azione bellica che vogliono combattere.


CAPITOLO Il Il primo documento tedesco che tratti di controguerriglia sulla scorta di esperienze belliche, pur limitandosi agli aspetti puramente tattici, è il " Merkblatt filr die Ausbildung der geschlossenen Polizeieinheiten im Polizeikampf" (Manuale per l'addestramento delle unità di polizia riunite al combattimento di polizia) <1>. La datazione riportata sulla copertina è il 1941 senza ulteriori specificazioni. Una serie di elementi interni permette già di datare il documento tra luglio e ottobre del 1941. Tuttavia grazie allo spoglio accurato del Rl l dei microfilm dei National Archives, sappiamo che fu edito il 22 settembre 1941 <2>. Fino alla comparsa di queste brevi note era valevole per l'addestramento al combattimento dei Polizei-Ausbildungs-Bataillone la H. Dv. 130. La base di questo regolamento è che la fanteria comba tlcnte è appoggiata nel suo attacco dalle proprie armi pesanti, mitragliatrici pesanti, mortai, cannoni da campagna e anticarro, attacco che viene preparato e attuato dagli Stukas, da ll'artiglieria pesante e dai mezzi di combattimento dei Pioniere <3>. Con queste premesse il precedente addestramento, che insisteva sulla copertura che i fanti avanzanti dovevano ricevere dalle mitragliatrici leggere e pesanti e su quella che dovevano prestarsi reci procamente, non era più così decisivo. P erciò, presumendo la (1) MerkblaLL fiir die Au shildung der geschlossenen P olizeieinheiten im Polizeikampf herausgegeben vom Chef der Ordungspolizci 1941. R9 fr. 25 1 1010- 10-14.

(2) Cfr . R 11 fr. 251 36 "Zusarnmenstcllung wichtigcr neuer Ausbildungserlasse" (Raccolt.a di nuovi importanti ordini di addestramento). L'ordine corrispondente a questo documento è: RFSSuChdDtPol.i.RMdl 0Kdo.IA(3)Nr . 376-2/41 v.22.9. 1941 Il documento fu distribuito a lle unità il 15.11.1941. (3) V. glossario. I Pioniere erano anche una truppa scelta d'assalto abile nell'uso di lanciafiamme, cariche esplosive e cave, gas Taifun (usato in Crimea e nella rivolta di Var savia, era un esplosi vo gassoso inodore che ve1ùva immesso in locali chiusi o interrati e poi fat to detonare). Loro impresa fu la fu lminea cattura <lei polente forte di Eben Emael nel 1940. Loro compito e ra la neutralizzazione di fortificazioni, il combattimento urbano (parteciparono alla battaglia di Stalingratlo e alla repressione della rivoltu di Varsavia) e il fonamento dei fiumi.


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presenza dell'appoggio pesante i Polizei-Ausbildungs-Bataillone erano stati esercitati a guadagnare il più velocemente spazio per arrivare quanto prima alle posizioni di partenza utili per irrompere nelle posizioni nemiche, servendosi di schemi di schieramento in profondità e muovendosi a grandi sbalzi. Poiché il battaglione di polizia non dispone di armi pesanti, tranne le mitragliatrici pesanti, e il combattimento di polizia porterà a situazioni in cui o non riceverà armi pesanti o l'appoggio pesante di cui sopra, allora sarà costretto a compiere la propria missione usando solo le armi effettivamente disponibili. Quindi l'addestramento deve sdoppiarsi. Da una parte, se il battaglione di polizia viene usato riunito nel quadro di combattimento dell'esercito come se. fosse un battaglione di fanteria, allora restano valide le disposizioni della H.Dv .130. Dall'altra, il battaglione di polizia deve cambiare modo di operazioni se l'impiego è il combattimento di polizia. Per combattimento di polizia si definisce quello condotto dalla polizia contro partigiani e soldati sbandati senza armi pesanti o con l'assegnazione di singoli pezzi di queste. Esso ha presupposti completamente diversi, perciò le figure tattiche apprese nella H.Dv.130 falliscono il loro scopo e l'unica risorsa è lo scontro a fuoco con mitragliatrici e fucili. Va sottolineata particolarmente l'avanzata sotto il reciproco appoggio a fuoco dei singoli fanti e sotto la copertura delle mitragliatrici. Ai grandi sbalzi di intere unità subentra in molti casi il procedere avanti del singolo, guadagnando terreno a piccoli sbalzi, e l'avvicendamento nell'appoggio dell'avanzata tra fanti e mitragliatrici. Non serve quindi una formale suddivisione in plotoni di fucilieri e plotoni di mitragliatrici. Non si hanno indicazioni vincolanti sull'ampiezza e la profondità dell'attacco. È importante che sia garantita la forza d'urto dell'unità combattente e acquista grandissimo valore la protezione dei fianchi e delle spalle di essa. In prima linea per il combattimento di polizia viene la ricognizione di combattimento, perché nella maggior parte dei casi non si ha la minima chiarezza sulle posizioni nemiche. Avendo presente l'insidiosità e l'astuzia del nemico è inutile inviare lontano singoli esploratori, con buone probabilità di non vederli tornare. L'esperienza impone invece una ricognizione forte e combattiva. Assai frequentemente avverrà lo smembramento della mi~sfone di ricognizione in piccole parti. Durante la ricognizione l'attenzione non deve essere concentrata solo sul terreno, ma anche sui cecchini appostati tra i rami e sui nidi di mitraglia trici nelle chiome degli alberi. Sarà necessario essere preparati a tutte le situazioni possibili ed è essenziale l'osservazione alle spalle degli spazi già superati.


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRJGLIA 1936-1944

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La citazione della H.Dv .130 è un elemento prezioso non solo per i confronti interni del "Merkblatt" in questione, ma anche per anticipare i rapporti tra questo e le "Richtlinien". Il cardine della differenza è dato dalla presenza di strumenti per l'appoggio pesante. Alla velocità della fanteria che avanza in un rapido slancio per serrare le distanze, si sostituisce una condotta più lenta, metodica, attenta allo sfruttamento del terreno e ad evitare la perdita di contatto reciproca tra le due componenti delle forze di polizia, fucilieri e mitragliatrici. Questo comporta una analisi della condotta operativa che passa alla tattica delle unità più piccole. Le "Richtlinien" non affrontano questo problema e dalla citazione della costante presenza di mortai leggeri e pesanti, possiamo dedurre indirettamente che le figure tattiche sono quelle deJla H.Dv.130<4>. L'esercitazione di polizia del 1936 non affronta il problema della tattica perché in un caso si tratta di liquidare dei saccheggiatori, il che non è considerato un problema tattico una volta che si ha la possibilità di entrare nei negozi (5>, e perché nell'altro la tattica difensiva adottata per !a difesa della linea ferroviaria Wannsee-Michendorf tra la Nuthe e il Teltowkanal non pone la questione di un'avanzata. È invece presente la divisione formale tra plotone mitragliatrici e fucilieri <6>, che le esperienze del 1941 dimostrano come superata, a favore di una maggiore fluidità e flessibilità. Lo schema tattico indicato dal "Merkblatt" ha come intento il massimo sfruttamento del volume di fuoco di un'unità di polizia, accoppiato all'esigenza di diminuire le perdite, compensando il tempo relativamente maggiore che trascorre per arrivare alla minima distanza d'ingaggio con una minore esposizione al fuoco nemico attraverso i piccoli sbalzi operati dai singoli fanti. È tuttavia implicito che questo schema non deve implicare un rallentamento sensibile della velocità dell'attacco. In primo luogo perché "Die Stosskraft einer kampfenden Einheit muss gewehrleistet bleiben" (7), in secondo perché se la velocità diminuisse si (4) C fr. RII fr. 251 35 83 pag. 9 par. 5 comma b) "Granatwerfer einsetzen" (impiegare il mortaio). Cfr. RII fr. 251 35 85 pag. Il par. 8 "Dic mit s.M.G. und s.GR.W. verstarkte

Kompanie oder der enlsprechend ausgestaltete Zug ist die Einheit, welche meist zum Einsatz kommen wird" (la compagnia rinforzata con mitragliatori e mortai pesanti o il plotone appositamente dotato di essi, è l'unità che nella massima parte dei casi verrà impiegata). Ancora più solto "Die Ausslatlung mille. und schw. Granalwerfern ist besonders wertvoll" (la dotazione con mortai leggeri e pesanti è particolarmente importante). (5) Cosa che non era possibile al plotone a cavallo 1/14 Cfr. R9 fr. 251 10 24 pag. 10 par. 2 dell'esercitazione del 1936. (6) C fr. R9 fr. 251 10 48 pag. 34 parte B par. "Einsatz der Krafte" comma a), fr. 251 IO 49 par . 35 ibid. comma b .), fr. 251 10 50 pag. 36 comma 3). (7) Cfr. R9 fr. 251 10 12 pag. 5 (la for za d'urto dell'unità combattente deve restare garaut i t;i).


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arriverebbe assai presto alla perdita di contatto con un nemico particolarmente sfuggente ed evasivo. Una esigenza ripresa nelle "Richtlinien" è la copertura dei fianchi e delle spalle dell'unità combattente, qui accentuata dalla maggiore debolezza delle forze di polizia che non dispongono delle armi pesanti. Diversa è la considerazione che la "Gefechtsaufkliirung" <8) riceve nelle "Richtlinien" e nel "Merkblatt". In questo è vista come l'unico mezzo per individuare le posizioni nemiche e deve essere effettuata da unità forti e di buon valore combattivo, perché i singoli esploratori non tornano. Nelle direttive dell'esercito invece "Die Bedeutung der Taktischen und der Gefechtsaufkliirung bei Marschen una Unternehmungen tritt zuriick" <9l, perché in genere preavvisa i partigiani impedendo la sorpresa. Questo indica chiaramente come il "Merkblatt", dal punto di vista della concezione e dell'esperienza controguerriglia appartenga ad uno stadio anteriore. La ricognizione di combattimento è usata allo stesso modo che nelle operazioni campali con lo scopo di evitare sorprese da parte avversaria e individuarne le posizioni. L'unica differenza che la caratterizza per l'antiguerriglia è la costante attenzione agli alberi e al terreno appena superato. Sia pure nei suoi limiti, è un passo avanti rispetto alle ricognizioni disposte nell'esercitazione di polizia del 1936, tranquillamente eseguite sulle strade sino al contatto con un nemico motorizzato e non imboscato, con le quali non è però difficile riconoscere una parentela oo). "Irrompendo nelle posizioni nemiche, è necessa rio prestare una particolare attenzione durante e dopo l'azione. Si è provato assai significativo l'addestramento al combattimento ravvicinato, soprattutto nel tiro rapido. Le esercitazioni vanno chiaramente orientate verso il fine di non far trascurare ai soldati nessun nemico che si annidi nel terreno, in appostamenti, in pagliai, sugli alberi ccc .. I soldati devono aspettarsi improvvisi contrattacchi a breve distanza, l'improvvisa apertura del fuoco di mitragliatori prima silenziosi e insidie del genere." Oll. Nel paragrafo appena citato, si insiste ancora sul forte carattere individuale della controgucrriglia e sulla maggiore quantità di imprevisti che essa riserva, modificando radicalmente le previsioni abbastanza otti(8) (Ricognizione di comballime nto). (9) Cfr. RII fr. 251 35 81 pag. 7 (l ' importanza della ricognizione tattica e di combattimento nelle marce e nelle operazioni passa in secondo piano). (IO) Cfr. R9 fr. 251 10 49 pag. 35 comma e).

(li) C fr. R9 fr. 251 IO 12-13 pag. 5-6.


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mistiche dell'esercitazione del 1936 e cercando di adattare alle nuove cirwstanze la H.Dv. I 30. Alle molteplici situazioni poste dalla guerriglia ~ ai difficili compiti del combattimento di polizia la risposta dei comanda nti non deve essere una semplice condotta impostata sull'attacco, ma devono rendersi conto che si tratta di schierarsi in modo che il nemico non sfugga. P er assolvere queste missioni sono necessarie esercitazioni w me per il combattimento di grandi unità, ordini accurati, eccellente coordinazione e soprattutto tempo . La protezione delle unità sia in sosta che in marcia è predisposta secondo il criterio che il fronte è dapper1ul lo e il nemico dovunque. La protezione laterale e di retroguardia è indispensabile per una colonna marciante, in cui le salmerie vanno incolonnate dietro la massa principale e gli intervalli tra le varie parti possono essere accorciati solo se si può prevedere che il nemico non disponga di armi pesanti. Un altro esempio di come all'occorrenza i vecchi regolamenti di servizio vadano modificati è lo scaglionamento di una catena di tiratori per una profondità pari alla sua larghezza, in modo da renderla pronla al combattimento in qualunque direzione. Ma oltre alla truppa, vanno addestrati anche i quadri e deve essere cura del comandante d i battaglione istruire gli ufficiali e dei capi di compagnia fare altrettanto coi sottufficiali. 11 principio che deve guidare l'attività di discussione dei piani o dei terreni e di esercitazione con giochi di guerra è quello di una sana ipotesi di partenza, evitando situazioni lambiccate. Nelle discussioni sui terreni nei quali si può essere chiamati ad operare variguardata particolarmente la capacità di valutazione del terreno dalla sua natura e dalla descrizione delle carte. Altrettanto importante è il sapersi orientare sul terreno e rispetto alla rete stradale. Infine, nelle strade appartate, vanno compiute esercitazioni di guida degli automezzi in colonna, anche di notte. Il carattere di questo documento riflette bene il comportamento alle unità tedesche nella fase iniziale della controguerriglia. Molte delle misure non sono dirette tanto allo scopo di distruggere ]'avversario, ma a ridurre le sorprese delle imboscate e a mettere in condizione i soldati di reagire adeguatamente. C'è un timido accenno alla necessità di adottare tattiche di accerchiamento, ma non si va oltre. Tutto è ancora pensato sull'adattamento e sullo sfruttamento di regolamenti e parti di essi (sono citate le H.Dv . I30/2a e H.Dv.130/9) e solo qua e là si riescono a individuare caratteri distintivi della controguerriglia che saranno sviluppati ìn seguito.


CAPITOLO III

Di più ampio respiro è il documento che adesso esamineremo. In esso si cerca dopo quattro mesi di combattimento in Russia di affrontare organicamente i problemi delle operazioni antipartigiane. Edito il 25 ottobre 1941 dall'OKH-Gen.St.d.H./Ausb.Abt. (Ia) Nr. 1900/41-, fu diffuso come testo di istruzione e di addestramento tra le unità di polizia a partire dal 17 novembre 1941 (Der Chef der Ordnungspolizei Kdo.IIa (I) 5 Nr. 5/41) Ol.

Esso si apre con un'introduzione nella quale si delinea lo svolgimento delle "Richtlinien fiir Partisanenbekampfung" (direttive per la lotta antipartigiana). Di fronte a un nemico che attacca piccole forma-

zioni, unità logistiche, collegamenti di ogni tipo e genere, la lotta antipartigiana diventa compito di qualunque formazione o istituzione all' Est. Sono necessarie una ricognizione sistematica, vigilanza continua e un'azione energica, specie quando i periodi di calma al fronte inducono al rilassamento e a quelle debolezze che solo possono permettere i successi partigiani. Un sostanziale appoggio si ha ottenendo la fiducia della popolazione, trattandola in modo ragionevole e giusto e convincendola con il proprio atteggiamento ragionevole e sicuro della superiore potenza tedesca e dell'assoluta sicurezza offerta dalla protezione del Reich. (1) RI l fr. 25 135 75-91. Precedentemente il problema di un'eventuale guerriglia era stato regolato dall'accordo Wagner-Hcydrich del 26 marzo 1941 (il 22 giugno scattò l'operazione Barbarossa). Siglato dal gcn. Wagner per la Wehrmacht e da Heydrich per il RSHA, divideva le competenze nella lotta antipartigiana. Mentre l'esercito doveva difendersi dagli attacchi partigiani soprattutto nei pressi della linea del fronte , l'SD aveva il compito d'impadronirsi di archivi e persone utili ad arrestare i quadri di tutte le organizzazioni ostili al Reich, decapitando la guerriglia prima ancora del suo nascere. L' accordo era sostanzialmente di natura politica perché la sua funzione effettiva era di sancire un equilibrio di poteri tra la Wehrmacht e gli organi del partito nazista . Le unità dcll'SD erano aggregate ai Gruppi d'Armate e ne dipendevano logisticamente, ma erano subordinate per tutto il resto a Himmler e l'unico loro dover e nei confronti dell'esercito era di fornire informazioni. Esistevano perciò due organizzazioni parallele. Questo fattore, unito alla scarsezza delle forze dell'SD e delle forze di presidio della Wehrmacht e ai vuoti di competenza non previsti dall'accordo Wàgner-Heydrich, facilitò le azioni iniziali dei partigiani. Cfr. Dixon-Heilbrunn Communist Uuerrilla Warfare pag. 100-105.


LE OOTTRINl Tllll·~CHF 01 CONTROGUERRIGI.IA 1936-1944

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Dalle prime battute è possibile cogliere alcune delle acquisizioni fondamentali e dei punti deboli che caratterizzano queste "Richtlinien". Irnportante è il principio che la controguerriglia coinvolga tutte le strut1ure dell'occupante nel territorio controllato, il che rompe con la vecchia mentalità da una parte negando il concetto che siano compiti puramente polizieschi, dall'altra introducendo un elemento di tensione continua nella conduzione della guerra che d'ora in poi non conosce sosi.a. Grave è invece la carenza nei rapporti con la popolazione, come veci remo meglio in seguito, perchè si pone l'accento su elementari e vaghe misure di carattere psicologico, assolutamente insufficienti allo scopo. L'analisi dell'avversario si apre con una breve premessa storica. Lì si riconosce che la guerriglia è stato un mezzo efficace più volte usato contro gli invasori della Russia elencando: Vareghi, Tartari, Svedesi, Napoleone, l'esercito tedesco della prima guerra mondiale. Per la situazione attuale si cita un brano di Stalin che assegna ai partigiani l'obiettivo di "creare situazioni intollerabili per il nemico nei territori da esso occupati" <2 ) e si rimanda all'allegato a) per ulteriori notizie sull'argomen-

to. Nell'allegato, dopo aver accennato all'etimologia del termine di partigiano <3> e aver riportato brevemente gli esempi della guerra nordica e della campagna napoleonica, l'attenzione si concentra sugli esempi contemporanei. Il principale è dato dalla Rivoluzione d'ottobre e si sottolinea che la guerriglia fu organizzata direttamente dal partito comunista, che la maggior parte dei capi politici sovietici ha preso parte alla guerra partigiana e che i bolscevichi l'hanno resa uno strumento di guerra pianificato. Si nota anche il fatto che non è un'esclusiva russa e vengono citati i casi della guerra d'Abissinia, della guerra civile spagnola e della guerra cino-giapponese nella quale la guerriglia si è sviluppata particolarmente nei pressi di nodi ferroviari e di località fittamente popolate ad un punto tale da costringere i giapponesi ad impegnare un'intera armata esclusivamente per la lotta ai partigiani. Però al di là dei semplici cenni storici non si approfondisce affatto la natura di queste guerriglie, nemmeno quando si potrebbe contare sulle esperienze fatte dal vecchio esercito imperiale in Ucraina durante il 1918. Dopo la parte introduttiva una parte consistente è dedicata all'analisi dell'avversario. L'organizzazione partigiana risulta o da misure adottate prima che un dato territorio cada in mano nemica o dall'aggrega(2) Cfr. RII fr. 251 35 76. Non sappiamo da dove è ricavata la citazione. (3) Cfr. RII fr. 25 1 35 87. È però l'arma che ha preso il nome dal porta tore.


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zione spontanea di contadini e soldati sbandati intorno a un capo inviato appositamente <4)_ Le sue unità sono generalmente piccole perché hanno il vantaggio della maggiore mobilità, ma la loro forza e consistenza varia a seconda dei compiti, del terreno, delle proprie possibilità e della situazione del nemico. Sono previsti rinforzi con elementi paracadutati. Dal punto di vista organizzativo si strutturano in gruppi di combattimento e squadre di diversione (5>. Un gruppo di combattimento può essere tanto un'unità autonoma che viene impiegata per compagnie o plotoni, quanto un raggruppamento organizzativo di più squadre di diversione che ricevono gli ordini da un'unico comando. La distinzione sta nella presenza o meno di plotoni e compagnie e nel fatto che un plotone conta in media più uomini di una squadra di diversione. Inoltre i gruppi di combattimento possono disporre anche di mitragliatori pesanti, mortai pesanti e cannoni. L'armamento comune è dato da fucili, possibilmente automatici, pistole, pistole-mitragliatrici, bombe a mano, mitragliatrici e mortai leggeri, esplosivi ed incendiari. Presenti anche fuciH con silenziatore, munizioni incendiarie e pistole da partigiani (6>. Per le comunicazioni si dispone di eliografo, radiotrasmittenti e pistole Very. I trasporti sono cavalli e veicoli requisiti. L'abbigliamento è quello locale, ma vi sono anche uniformi nemiche. I documenti sono falsificati. I rifornimenti vengono tratti dal posto in cui si opera, mentre armi e munizioni sono integrate da prede nemiche e da lanci aerei. L'accantonamento delle scorte avviene in depositi preparati per tempo, tempestivamente integrati, non segnati sulle carte e conosciuti solo dai capi dei gruppi e delle squadre. Alla loro iniziativa è affidata l'esecuzione delle missioni che vengono fissate solo nelle grandi linee di comando supremo. Le missioni consistono in attacchi a: ·guidatori isolati, colonne di rifornimenti, posti di tappa, stati maggiori, aeroporti, trasporti ferroviari, depositi di munizioni e di scorte; distruzione di: tratti di linea ferroviaria, linee telefoniche, installazioni; cattura di documenti e raccolte d'informazioni sulla situazione del nemico; influenza sul morale degli abita nti della zona. (4) Sono due genesi che non trovano riscontro nell'esempio italiano dove la formazione delle unità partigiane fu più spontanea e riOette la varietà di orientamenti politici venuti alla luce con la caduta del fascismo. (5) Il gruppo di combattimen,O_ (Kampfabtcilung) è di 75-100 uomini su 2-3 compagnie ciascuna di 2-3 plotoni. In media ogni compagnia dispone di 35 uomini e il plotone di 14. La squadra di diversione (Diversionsgruppe) è di 3-10 uomini. (6) La pistola da partigiani era un fucile militare segato che poteva essere portato facilmente sotto il cappotto. È molto probabile che la parte solloposta _a maggiore accorciamento fosse il calcio, perché una eccessiva riduzione della lunghezza della canna avrebbe comportato una traie ttoria lwppo corta del proiettile.


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Il metodo di lotta è dato dall'attacco di sorpresa in zone boscose o paludose. Esso presuppone una buona ricognizione e osservazione, velocità decisionale, audacia, conoscenza delle abitudini dell'avversario e mobilità. Molta attenzione è data alle modalità di azione dei partigiani. Per essi le informazioni sono di grande importanza e vengono raccolte inviando elementi travestiti da contadini, servendosi di vecchi donne e bambini, oppure di informatori talvolta reclutati sotto minaccia e che comunque ignorano la forza e la base dell'unità partigiana. Gli spostamenti avvengono solo di notte, mentre di giorno ci si nasconde nei boschi, nelle paludi o in abitazioni abbandonate. I cambi di località avvengono spesso . Gli attacchi avvengono generalmente in terreni difficili, in prossimità di curve o burroni di notte o alle prime luci dell'alba e sono facilitati dalla creazione di sbarramenti stradali e dalla distruzione dei veicoli di testa e di coda. Essi non vengono mai effettuati nello stesso posto e non devono mai protrarsi a lungo. Al loro successo concorrono l'isolamento delle comunicazioni nemiche, la precisione delle disposizioni per la ritirata e gli stratagemmi per ingannare il nemico sulla direzione della ritirata. I trasporti ferroviari vengono distrutti allentando i binari, preferibilmente nei tratti in pendenza o collocando cariche esplosive. I soldati sopravvissuti vengono annientati dal fuoco dei partigiani appostati. Gli attacchi agli accampamenti vengono preceduti da una accurata ricognizione, iniziati con l'eliminazione silenziosa delle sentinelle e completati con l'apertura del fuoco sulle forze che tentino di spegnere gli incendi. Infine, per influenzare il morale della popolazione si compiono frequenti apparizioni allo scopo di scuotere la fede nella potenza nemica , si diffondono false n otizie e all'occasione si eseguono a tti terroristici . Per fiaccare lo spirito combattivo d elle guarnigioni elementi in uniforme nemica avvicina no i soldati . L'analisi dell'avversa rio è completata dall'allegato b) che contiene il rapporto di un partigiano che ha disert ato dalla sua formazione <7) . Dal punto di vista conoscitivo, al di là delle informazioni utili per la localizzazione e l'annientamento della formazione partigiana, i punti più interessanti sono in ma teria di reclutamento e quadri , dotazione, rapporti con la popolazione e appoggi. I quadri sono in gran parte appartenti a istituzioni del potere sovietico e di questi tre sono stati fatti filtrare attraverso il fronte di Le ningrado con incarichi specifici <8J. Essi (7) Cfr. RII fr. 251 35 88-91.

(8) Il capo e il commissario politico (Politruk) della formazione Podoski sono dell'eser cilo; il capo della forma zione Polnowski è un maggiore filtrat o a ttraverso il fronte a Leningra do con un battaglione partigia no ; due coma nda nti di plotone sono uno della NKWD e l' altro tenente d 'artiglieria; in fi ne ci sono tre segretari della sezio ne circondariale del partito, due dei qua li filtrati attraverso il fronte con ordini di r ecluta mento forzoso.


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conducono su preciso ordine superiore l'arruolamento forzato della popolazione atta alle armi nelle formazioni partigiane. Il metodo è semplice: arrivati in un villaggio, radunano la popolazione spiegando che per ordine del governo si costituisce una nuova armata partigiana, che gli uomini atti alle armi devono venire e che si fucilerà sul posto chi si rifiuta. Tra le dotazioni, oltre alle armi e all'esplosivo, spicca l'assenza di una radiotrasmittente (c'è invece un normale radioricevitore) e la presenza di una tipografia. In tempi di pace serviva a stampare il giornale locale, ora stampa volantini con appelli alla lotta contro i tedeschi e per la formazione di unità partigiane. I volantini vengono diffusi deponendoli in prossimità dei villaggi. Non si sa quale è l'atteggiamento della popolazione nei confronti dei partigiani che requisiscono ai villaggi le derrate alimentari. Come fiancheggiatori contano un agente di collegamento comunista e un babbro che ha preparato una chiave per svitare i bulloni dei binari. 11 bilancio finale dell'analisi del nemico si può definire positivo se l'obbiettivo è costituito dalla necessità di informare sulla guerriglia e sulle sue particolarità rispetto alle normali operazioni belliche unità e singoli assolutamente digiuni dell'argomento. Particolarmente utile è l'allegato che offre un vero e proprio spaccato di un'unità partigiana, colmando diverse lacune della "Richtlinien" . Infatti va tenuto presente che di per sè le " Richtlinien" sono troppo generiche nella loro descrizione del nemico e che, non ponendo abbastanza l'accento sulla varietà e l'imprevedibilità di questo strumento di lotta basato sulla sorpresa, inducono a codificare questa realtà operativa nei medesimi termini di un manuale di operazioni convenzionali. Il metodo di reperire i tratti comuni tra i singoli attacchi dei partigiani ha una sua effettiva validità perché offre una sintesi che consente di orientarsi nella massa degli eventi particolari, ma non è corretto da un habitus mentale disposto a considerare mutevole e provvisoria la sintesi ottenuta e teso allo studio di nuove tattiche applicabili dal nemico. La comples.sità del fenomeno è accennata dall'allegato, ma non è evidente in gran parte dell'analisi. Un correttivo di facile e immediata applicazione sarebbe stato costituito da più rapporti come l'allegato b) su diverse ' unità. Quello che poi è più carente è l'analisi politica dell 'avversario, del quale ci si limita a dire che è comunista. Sfugge così un elemento portante del fenomeno e chiave decisiva per la comprensione dei suoi punti deboli, che sfruttati adeguatamente possono contribuire in modo determinante al fallimento di una guerriglia.


LE OOITRINE TEDESCHE Dl CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

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La seconda parte del "Richtlinien fiir Partisanenbekampfung" è dedicata alla esposizione del metodo di controguerriglia consigliato, dei requisiti necessari alla sua riuscita e dei vantaggi e inconvenienti presenti in diversi tipi di operazioni. Essa si apre con una sezione dedicata ai principi fondamentali di lotta antipartigiana, dei quali i primi sette periodi presentano un particolare interesse perché si riconnettono all'analisi del nemico. Si osserva che il movimento partigiano non si arresta di fronte ai beni e alla vita dei compatrioti non aderenti; che il popolo russo, specie i contadini, rifiutano questi metodi terroristici; che l'attuale movimento partigiano non è un movimento di popolo, ma è per il bolscevismo. Sono note importanti perché individuano tre possibili direttrici di azione per staccare la popolazione dai partigiani: 1) La durezza e il terrore che naturalmente creano inimicizie; 2) La resistenza dei contadini, elemento tradizionalmente con-

servatore; 3) L'esistenza di opposizioni antibolsceviste.

Successivamente si dice che il modo di combattere dei partigiani crea molteplici situazioni diverse tra di loro. Purtroppo sono osservazioni assai brevi, non riprese né sviluppate in seguito e che non colmano adeguatamente le già citate lacune dell'analisi dei partigiani. Riguardo alla condotta operativa il primo principio è che la lotta antipartigiana non deve esaurirsi nelle attività di presidio e difesa locali. Come nella guerra, anche qui va strappata l'iniziativa al nemico del quale vanno conosciute struttura, forza e intenzioni, tramite ricognizione sistematica, la sola valida base per la stesura di un piano che utilizzi al meglio le forze disponibili. Sono anche necessarie veloci comunicazioni e una buona collaborazione con le truppe vicine per compensare la vastità e la scarsa visibilità degli spazi in cui la lotta antipartigiana è condotta. Con particolare forza si sottolinea che il nemico deve essere annientato completamente. Anche se è duro dover decidere della vita di un partigiano o di un sospetto, l'unico comportamento giusto è di mettere da parte qualunque impulso sentimentale. Lo scopo dell'attacco, che è il principale strumento di lotta, e di accerchiare e annientare. Perciò l'attacco frontale è poco fruttoso. L'azione va precedentemente ponderata, poi eseguita con celerità, mobilità e di sorpresa, che è la componente più importante di fronte alla quale la superiorità numerica ha un peso


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peso decisamente ridotto. Anche l'inseguimento è considerato faticoso e poco pagante rispetto a nuove ricognizioni e azioni, quando il nemico, spesso senza il peso di armi e bagagli <9>, fugge in territori che conosce. La difesa è uno stato che risulta dall'attacco e dalla sorpresa nemica e di conseguenza si sviluppa su terreni sfavorevoli al difensore e da lui non decisi. Questa situazione deve essere transitoria perché è necessario passare immediatamente all'attacco. Lo sganciamento si rende necessario solo se, per esempio in un terreno del tutto impaludato, l'attacco non è possibile. Poiché spesso lungo i confini di competenza delle varie unità avvengono sconfinamenti di partigiani e combattimenti con essi, è importante conoscere la posizione delle truppe vicine e ottenerne la cooperazione, l'efficacia della quale è garantita da una buona rete di comunicazioni. Compito dei comandanti è la collaborazione di una popolazione ben disposta che tramite il sindaco deve essere accortamente guidata e della quale bisogna sapersi guadagnare la fiducia. Particolari vantaggi arreca la buona conoscenza del terreno. Visto che i partigiani vivono quasi sempre nel folto della foresta e sulle isole in m ezzo alle paludi , si può spesso capire dove si nascondono i partigiani. D'inverno le condizioni ambientali impongono un cambiamento di metodi. La lotta antipartigiana è più fruttuosa con pattuglie e gruppi di inseguimento su sci e slitte, meglio se trainati da cavalli e automezzi per aumentarne la velocità e il raggio di azione. Ovviamente lo sfruttamento delle impronte reperite nella neve dà utili indicazioni sui nascondigli dei partigiani. Da questi rifugi inverna li predisposti i partigia ni devono essere scacciati in modo che le difficoltà logistiche e il freddo ne facilitino l'annientamento o 0>. (9) È un accenno decisamente strano, anche perché non confermato né dalla prassi abituale né dalle fonti partigiane. Si può spiegare solo pensando che, rispetto alle truppe tedesche assai più appesantite, l'equipaggiamento partigiano era insignificante, ma la fra se "der oft ohne Waffen und Gepiick in ihm bekanntes Oeliinde fliichtct" (che spesso fugge senza armi e bagaglio in un terreno a lui conosciuto), cfr. RI I fr. 251 35 79 pag. 5, non lascia in realtà mo lti dubbi . (10) Per altre indicazioni il testo rimanda ai " Wintermerkbliitter" (OKH/ Gen.St.d.I I./ Ausb.Abt. (Ila) Nr. 1530/ 41 vom 5.9. 1941). Finora queste nole no n sono state reperite nel materiale che abbiamo esplorato. Un'idea di che tipo d'istruzimù si potesse trattare è data dal " Taschenbuch fiir den Winterkrieg" vom 5. August 1942 (Anhang 2 zur H .Dv. la Seite 18a Geh . N r. 17) (libro tascabile per la guerra invernale, conservato a Udine presso Istituto Friulano per la storia del movimento di liber azione ccillocazione Mise. 2-3 Nr. ingresso 9 13). Esso elenca una serie di consigli pratici che vanno dalla mimetizzazione , all'uso e protezione delle armi alle basse temperature, alla costruzio ne di ricoveri e supporti ecc .. Si nota che molli dei consigli derivano da esperienze sul fronte orientale. Nulla però è detto della lotta antipartigiana perché il libro è chiaramente scritto per la truppa di linea. Questo è confermato da un Lilolo dei film d'istruzione elencati alla fine del testo.Il nr . 6 "Skijagdkommando" parla di una incursione contro i rifornimenti nelle retrovie nemiche, non di opera:doni antipartigiane. È interessante notare che il libro appartiene tuttavia all 'archivio di un'unità di polizia 111./SS-Pol.12 (IJl btg. del 12 ° rcgg. di polizia SS).


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Quattro sono i punti fondamentali intorno ai quali si sviluppa tutla teorizzazione dei principi di lotta antipartigiana: I) Il rifiuto di atteggiamenti passivi,

2) La negazione di alcuni radicati principi e comportamenti di arte militare convenzionale o 1>, 3) L'esaltazione di altri principi comuni alle operazioni convenzionali, 4) Il rapporto con la popolazione. Una delle reazioni più ricorrenti in eserciti che vengano a contatto con insorgenze di guerriglia è l'assunzione di una mentalità da presidio che porta a moltiplicare gli uomini e le risorse impegnati nella difesa degli obiettivi minacciati, nella convinzione che, non potendo ingaggiare il combattimento con un avversario che lo evita, si possa rendergli impossibile l'attacco nei luoghi desiderati grazie a imponenti e complessi dispositivi di difesa. "Dìe Partisanenbekampfung darf sich nicht in ~>rtlicher Sicherung erschopfen." <12> è invece la perentoria affermazione della necessità di un'atteggiamento positivo e attivo. Si delinea perciò una condotta particolarmente aggressiva che ha come fine lo strappare l'iniziativa del nemico, l'attacco, la continua sorpresa e l'annientamento. L'importanza di questi fattori insieme ad una buona ricognizione, è riconosciuta anche nelle operazioni convenzionali, ma qui riceve un particolare accento collegato all'opposizione ad altri principi consacrati. In prima fila vi è il concetto che la difesa è la forma di combattimento più forte. Questo concetto è valido quando il difensore ha la possibilità di scegliere e preparare il luogo, dispone di agevolazioni logistiche e dell'appoggio del suo paese, è sottoposto a un minor attrito e logorio di quanto non lo sia l'attaccante costretto invece ad avanzare. Nel caso invece dei tedeschi in Russia ci troviamo con un contendente invasore, sottoposto a tutti gli attriti di grandi avanzate, con lunghe linee logistiche e che quindi non ha assolutamente nulla con cui bilanciare la (11) Poiché nel linguaggio corrente il termine "convenzionale" richiama immedialamenre il termine "nucleare", specifichiamo che qui è usato in opposizione a "non convenzionale" (mutuato dall'inglese unconventional) per indicare le operazioni di guerriglia e controguerri· glia. Infatti si considera che la loro condotta sfugga a molti degli usuali principi codificati del· le operazioni condot.rc da e contro eserciti regolari.Per il termine unconventional cfr. " In caso di golpe" pag. 28, par. 8 "Capacità delle unità" del manuale FM 31-21 Guerrilla warfare and Special Forces HQ-Dep. of Army Washington 25 DC dell'edizione Editoria! Rioplatense Argentina-1971 . (12) C fr. RII. fr. 251 35 79 pag. 5 (la lotta antipartigiana non deve esaurirsi nella difesa locale).


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perdita di iniziativa insita nella difesa. Per questo non ha senso una strategia difensiva che speri nel logoramento del nemico per poi passare al1' offensiva. La difesa è in condizione imposta dall'avversario a cui si reagisce passando all'attacco. In base a queste considerazioni è abbastanza consequenziale che sganciamento venga usato dai tedeschi solo se le posizioni partigiane sono assolutamente inattaccabili. Tuttavia un più frequente uso di questa tattica eviterebbe dei costosi attacchi comunque condotti in tempi e su terreni sfavorevoli. Una spiegazione di questa scelta può essere data dalla necessità di evitare la paralisi e la demoralizzazione che possono derivare dalla sorpresa nemica, abituando le truppe a reagire prontamente e aggressivamente. Strettamente connesso al problema della difensiva è il rifiuto della validità della superiorità numerica. Essa è generalmente considerata indispensabile per l'attaccante, almeno in proporzione di tre a uno, per compensare la maggiore debolezza dell'attacco rispetto alla difesa come forma di combattimento, avendo presente che conta il numero effettivamente impiegabile, non la massa inerte. L'esperienza di controguerriglia ha insegnato ai tedeschi che nel confronto con un nemico sfuggente gli unici effettivi che contano sono quelli che riescono a sorprenderlo. Poiché questo è possibile solo con un'elevata grado di velocità, mobilità e segretezza, sono automaticamente escluse tulle le grandi formazioni. La sorpresa è il mezzo principale in controguerriglia, mentre nelle operazioni convenzionali è un utile ausilio alla superiorità numerica. La conferma finale viene dal rifiuto dell'attacco frontale, tattica dove più conta la superiorità numerica <13 >. Altro principio non accettato è l'utilità dell'inseguimento. Le motivazioni adotte non sono del tutto convincenti 0 4>, ma il risultato finale è la constatazione che, a differenza di un esercito convenzionale, la pressione dell'inseguimento non favorisce o accelera affatto il disfacimento di una formazione partigiana che è tanto più piccola e ha necessità logistiche molto più ridotte. Infine viene, sia pure implicitamente, capovolto il ricorrente comportamento che fa coincidere la stagione invernale con un consistente (13) Implicitamente viene anche profondamente mutata la dottrina dello Schwerpunlct (centro di gravità) tanto cara al Blitzkrieg e basata sulla concentrazione di uomini e mezzi nel punto cruciale. Assistiamo quindi ad un decentramento e dispersione d ei combattimenti con una sopravvivenza dello Schwerpunkt a livello tattico e in pochi altri tasi. (14) V. sopra nota 9.


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rallentamento delle attività belliche. La facilità con cui si rivengono tracce nella neve e la forte dipendenza dei partigiani dai loro rifugi, rendono l'inverno una stagione di caccia ideale per distruggerli <15 >. Quanto finora esposto concorre ad attribuire vitale importanza alla strategia dell'annientamento totale che è il fine ultimo a cui tendono la ricognizione accurata, l'aggressività costante, l'attacco e la sorpresa. 11 concetto è già presente nelle teorie di guerra totale e nella prassi del blitzkrieg, lì però per annientamento si intende anche il ridurre un'unità nemica all'insignificanza operativa <16>, qui è inteso nel senso fisico più pregnante. Non è solo conseguenza di un credo politico che non aveva nessun rispetto per la vita umana <17>, è anche l'effetto di una mentalità che identifica continuamente la soluzione di un problema politico con l'eliminazione fisica degli oppositori, senza preoccuparsi minimamente degli alti costi politici che questo sistema comporta. Non si tratta di un semplice errore di metodo, ma di un preciso limite intrinseco di quella ideologia che non poteva che percorrere, senza negare se stessa, una strada fallimentare per la sua controguerriglia e la sua vittoria finale. 11 rapporto con una popolazione disposta favorevolmente verso gli occupanti è considerato, come anche nella parte introduttiva del documento, un elemento importante di cui si devono occupare i comandanti delle unità. Però anche qui è assai limitato, perché l'unico canale tra il comandante e la popolazione è il sindaco, con tutti gli svantaggi che un simile rapporto indiretto può avere, specialmente quando si adottano misure che incidono sensibilmente sulle abitudini locali, come il controllo delle strade. Infatti la sezione "Nachrichtendienst und Aufklarung" (servizio di informazioni e ricognizione) inizia con l'affermazione che per difendersi dal servizio informazioni partigiano bisogna limitare rigorosamente il traffico civile. Poco affidamento danno comunque i documenti personali, perché nei primi mesi di occupazione la situazione sarà caotica, in seguito nonostante ordini severi ci sarà sempre la persona non autorizzata che irresponsabilmente appronterà un documento e quando la popolazione sarà fornita di regolari documenti, sarà sempre possibile per (15) Basta ricordare cosa fu l'inverno del '44 per la nostra resistenza. (16) Un'unità, specie se grande, può anche essere disarticolata, disorganizzata, privata di certi essenziali elementi e/ o demoralizzata ad un punto tale che essa non è più in grado di condurre una qualunque azione coerente e di rilievo , anche se sulla carta essa ha subito perdite non gravi.

(17) È una spia l'uso delle parole "ri.icksichtslos" (senza rispetto, riguardo) che era già presente nelle esercitazioni del 1936 e "unbarmherzig" {spietatamente).


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i partigiani estorcerli o falsificarli. Per questo le truppe devono imparare a tener libera la strada da qualunque traffico o persona circolante non autorizzati, di chiunque si tratti , senza ostacolare il traffico economico più urgente. Da solo il semplice comandante di compagnia non è in grado di fronteggiare la situazione. Il problema è invece di competenza di divisioni, reggimenti, battaglioni di polizia e Feldgendarmerie e discende per via gerarchica sino al comandante di compagnia che controlla la più piccola unità necessaria al compito. Secondo un piano sistematico a livello divisionale, le strade devono essere permanentemente pattugliate in intervalli di tempo continuamente variabili con ronde su autocarri che devono liberare la strada da elementi girovaghi. Il motto deve essere "Strasse frei von jedem Russen" (Strada sgombra di ogni russo) e gli arrestati devono essere consegnati all'SD, alla GFP o a un lager per prigionieri di guerra. I sindaci vanno corresponsabilizzati nel compito di evitare la circolazione di gente estranea al luogo. Si vuole così anche impedire la vasta propaganda orale segreta operata dai servizi partigiani che diffondono pure notizie deliberatamente esagerate sulla forza delle bande 0 8>. La ricognizione tedesca si basa sul proprio servizio di pattugliamento e sulla popolazione. Il primo va costantemente esercitato con piccole pattuglie, possibilmente a cavallo. Spesso l'uso di soldati in civile appiedati, a cavallo, o su carretti, dà buoni risultati, ma in tal caso sono necessari chiari accordi preventivi tra le varie unità per evitare spiacevoli incidenti, per esempio sparatorie reciproche. La procedura seguita è di presentarsi di giorno nel villagggio in divisa e parlare con il sindaco o il V-mann, lasciare la località in direzione: opposta e ricomparire travestiti di notte. Sempre di notte si possono eseguire silenziosi accerchiamenti di villaggi con preziosi risultati. I comandi possono appoggiare utilmente i propri servizi d'informazione con l'impiego dì aerei (Fieseler Storch) per la ricerca di bivacchi e mandrie nascoste e per la ricognizione di terreni impraticabili. Va anche impiegato l'ascolto delle trasmissioni per scoprire le stazioni emittenti e stabilire il traffico radio dei partigiani. Per la raccolta delle informazioni si auspicano il coinvolgimento e la collaborazione delle organizz~oni di controspionaggio sotto la guida degli le dei comandi e degli stati maggiori. Le agenzie di controspionag(18} L'opera della propaganda orale segTeta ("Fliisterpropaganda" lett. propaganda del bisbiglio) non era sfuggita all'attenzione dei tedeschi, ma niente viene detto su come combatterla ulteriormente nel documento.


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gio vanno informate delle operazioni progettate; così anche la GFP, che possibilmente va coinvolta. Da parte loro i servizi di controspionaggio e la GFP possono far fruire la truppa delle loro esperienze e cognizioni, utili per ridurre le perdite e incrementare l'efficacia dei soldati. Questo collegamento è utile anche per sfruttare dal punto di vista informativo la popolazione. La GFP può vagliare i K-miinner scelti dai vari comandanti delle unità, che così coinvolgono la popolazione. La scelta cade di preferenza su cittadini di stati periferici o membri di famiglie perseguitate dal bolscevismo. Autonomamente e indipendentemente i comandi di divisione, Einsatzgruppe dell'SD, GFP e Gruppe scelgono, controllano e si servono dei loro V-manner. In caso di minacce questi devono essere protetti dalla truppa e portati presso il comando di divisione. In questo contesto la ricognizione tattica e di combattimento per marce e operazioni assume minore importanza, anzi per lo più costituisce un preavviso per i partigiani. Mantengono invece una loro validità Jurante le marce di trasferimento come protezione di retroguardia. Anche qui si registra un netto distacco dalla mentalità convenzionale. Con molto realismo si ammette la scarsa importanza dei documenti di identità come strumento di controllo <19>, uno dei cardini di un qualunque controllo poliziesco. Molte più perplessità suscita il rimedio proposto: la rigorosa limitazione del traffico. Va notato subito che la misura non può essere concepibile che in territori caratterizzati da insediamenti rurali abbastanza dispersi come in Russia, perché in condizioni diverse è inapplicabile. Ma anche in questo ambiente essa pone dei problemi in quanto con i lavori agricoli è piuttosto difficile stabilire quale è il traffico economico indispensabile, dal momento che è sottoposto a considerevoli variazioni stagionali. Si tratta di un ulteriore limitazione dei movimenti civili in aggiunta al coprifuoco, universalmente applicato in simili circostanze, anche se in un villaggio rurale ha minore incidenza che in città. Si potrebbe obiettare che in definitiva quel che i tedeschi vogliono è di liberare le strade da gente sconosciuta e senza una precisa occupazione. Però l'applicazione della misura auspicata può portare allo strango(19) Ciò era anche dovuto a precisi limiti tecnologici a livello di comunicazioni, capacità di immagazzinamento e ricerca rapida degli archivi. Oggi la presenza di potenti calcolatori permette possibilità di controllo prima inimmaginabili e l'estensio ne nell'uso corrente di sistemi elettronici per la trasmissione veloce di immagini promette un'ulteriore estensione delle capacità di controllo . Tuttavia l'ostinazione con cui diverse agenzie di polizia insistono nell'uso di documenti di identità di vecchio tipo, anche in situazioni di contt_oguerriglia, fa pensare che la corretta valutazione tedesca non abbia conosciuto una grande di°ffusione_Q'altronde anche i sistemi per eludere controlli sofisticati progrediscono.


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lamento di quei piccoli commerci, che rappresentano l'unica rete di distribuzione locale, arrecando gravi disagi alle comunità rurali dalle quali si vuole ottenere fiducia e collaborazione. Nel caso che questo metodo ottenga risultati assolutamente soddisfacenti restano prive di controllo le adiacenze delle strade permettendo una buona osservazione del traffico militare che si svolge su di esse. Per di più non trova risposta la probabile eventualità che i partigiani tendano imboscate alle piccole pattuglie camionate con effetti facilmente immaginabili che vanno dalla sospensione dei pattugliamenti al progressivo appesantimento delle pattuglie. La misura rivela senz'altro lo sforzo per assumere un maggiore e più capillare controllo delle strade e della circolazione dei singoli, ma con la situazione e i mezzi dati, resta un obiettivo di difficilé raggiungimento. Il coinvolgimento dei sindaci nell'opera di controllo è una mossa logica in quanto sono le autorità civili responsabili, ma rispetto alla popolazione essa è carente perchè rimane su di un piano troppo ristretto. Niente si pensa e si fa, a parte le rappresaglie, per responsabilizzare e coinvolgere attivamente la gente. Si sopravvaluta erroneamente l'influenza del sindaco sui suoi concittadini, il quale se collabora attivamente con l'occupante in un ambiente ostile è più facilmente isolabile ed eliminabile. La forma di ricognizione più usuale è basata su piccole pattuglie, che hanno il vantaggio di essere unità mobili, di ridotta evidenza e più adatte a compiti di infiltrazione. Particolare interesse presenta l'uso dei cavalli che sono il mezzo di locomozione preferito. Non si tratta né di arretratezza, né d'improvvisazione. In questi casi il cavallo è un buon compromesso tra silenziosità, capacità di movimento fuori strada e velocità di spostamento, con in più una migliore visuale e la possibilità · di costituire un riparo negli scontri a fuoco <20) . L'importante è che le pattuglie tanto a piedi quanto montate non siano legate alle strade e che sviluppino velocemente una buona conoscenza dei luoghi in cui operano. Un limite notevole, dovuto ai tempi, era la mancanza di apparati radio piccoli, leggeri e affidabili. Anche qui si cerca di favorire ·la sorpresa servendosi del travestimento. La tecnica adottata però non è molto chiara. Innanzitutto (20) Per sfruttare questa possibilità è però necessario addestrare il cavallo a rimanere immobile durante una sparatoria. C'è da chiedersi se ancora oggi in terreni coperti da boschi il cavallo non possa trovare un utile molo nella controguerriglia. Un uso odierno abbastanza sistematico fu fatto dai portoghesi nella controguerriglia in Angola (1963-75), dove ci si serviva di pattuglie a cavallo di cinque uomini per scoprire e successivamente attaccare di sorpresa le bande partigiane.


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perché con le misure per il controllo del traffico, c'è la possibilità che spicchino su strade poco frequentate strani contadini che nessuno ha mai visto. In secondo luogo il colloquio preventivo con il V-mann o con il sindaco, oltre a sottolineare pericolosamente un rapporto con l'occupante, può fornire un preavviso. Terzo, il soldato travestito, una volta comparso di notte nel villaggio, non si sa bene cosa faccia, anche perché sarebbe necessaria una buona padronanza della lingua parlata e la conoscenza di quei piccoli particolari che permettono di distinguere a colpo d'occhio un conterraneo da uno straniero. Più semplice è invece l'accerchiamento notturno di un villaggio, operazione che ha molto in comune con un appostamento di polizia. In questo documento si cerca di codificare in modo più soddisfacente la collaborazione tra i vari enti preposti alla controguerriglia di quanto non avesse fatto l'accordo Wagner-Heydrich <21 >_ Gli le sono gli elementi di cerniera tra l'esercito e le organizzazioni più direttamente impegnale nello spionaggio e promuovono una collaborazione essenzialmente basata sullo scambio di informazioni. ln questo flusso di notizie la GFP viene a trovarsi in una posizione abbastanza importante perché: 1) Riceve dalle divisioni comunicazione dei piani di operazione; 2) Eventualmente collabora in forma attiva alle operazioni; 3) Vaglia i K-manner scelti dalle singole unità; 4) Colloca i suoi V-manner. Si nota un maggiore decentramento dei servizi segreti rispetto alle unità militari. Mentre prima erano i comandi d'armata e supremi aricevere e passare ai gradini inferiori i rapporti dello spionaggio, ora è necessario, per seguire la maggiore fluidità d elle situazioni di controguerrigiia, che ìe informazioni arrivino dircLLamente aìie divisioni. il documento è un passo avanti nella collaborazione, ma evita di affrontare direttamente la spinosa questione delle attribuzioni di competenze e di comando tra esercito e ss_ Una conferma è data dal fatto che per i Vmanner ci sono reti parallele che fanno capo ai comandi divisionali, alle Einsatzgruppen dell'SD, alla GFP e a lla Gruppe e che invece le unità militari in genere (è presumibile dalla brigata in giù) si servano di Kmanner. La differenza terminologica tra i due tipi di agenti fa pensare che i V-manner siano elementi di maggiore affidabilità <22). La mancanza di un criterio unificante tra esercito e servizi segreti, che vada oltre (21) Cfr. nota 1 di questo capitolo. (22) Cfr. gl ossario.


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il livello divisionale è una carenza grave che non permette di affrontare in modo organico la molteplice attività della guerriglia e conduce a sprechi di tempo e risorse. Nel paragrafo dedicato alla popolazione si individua un'altra possibilità di alleanze con la popolazione tramite gli esponenti delle minoranze etniche, insistendo anche sullo sfruttamento delle ostilità suscitate dal regime sovietico. Il problema e che queste osservazioni, anziché essere la base per una opera politico-propagandistica in profondità, servono per un uso immediato rivolto a creare una rete più vasta possibile di collaborazionisti, con scarsa attenzione all'appoggio da parte del loro retroterra umano e sociale di cui essi hanno bisogno se vogliono agire efficacemente e sopravvivere. A completamento dei mezzi disponibili per la ricognizione è per la prima volta nei documenti tedeschi menzionata la ricognizione aerea. 11 mezzo esplicitamente citato è il Ficseler Storch che va considerato il moderno capostipite della famiglia degli aerei STOL e in un certo senso anche degli aerei COIN . Le doti che rendevano panicolarmcnle adatto questo piccolo aereo da ricognizione e collegamento ai compiti antipartigiani erano la robustezza, la bassa velocità di staìlo, la ridotta corsa di atterraggio e decollo anche in assenza di pista <23>. L'unico neo è dato dalla mancanza di precise disposizioni per assicurare una ricognizione sistematica dei terrilorio e dalle limitazioni della ricognizione ottica diurna, anche perché non ci sono accenni a una ricognizione fotografica sistematica. Devono aver wntribuito a queste limitazioni sia le resistenze degli alti comandi a mettere a disposizione aerei, usati frequentemente nei collegamenti con la prima linea, per operazioni considerate ancora di secondaria importanza, sia il numero non e<.:cessivamente alto di aerei disponibili. Dopo queste premesse le "Richtlinien fiir Partisanenbekampfung" iniziano dal paragrafo C3 a trattare delle operazioni vere e proprie con un criterio che possiamo definire dimensionale, perché si comincia dalle azioni più imponenti per mezzi per discendere a quelle più piccole. Seguono le procedure per la protezione locale , l' ar mamento e le (23) Il Fieseler l'i. 156 Storch (Cicogna) nacque nel 1935. La presentazione ufficiale avvenne nel luglio del 1937. La serie più costruita· risulta la C nei modelli : C-0 (la prima con I mitraglia trice da 7,9 mm. a poppa d ella cabina); C -1 (del 1939, c ollegamento); C -2 (1939, ricognizione fotografica); D (1941, soccorso aereo) ; E (I 941, con carrello a cingolo per operazione da terreni non preparat.i) . Fu prodotto in quasi 2.900 esemplari e presente su tutti i fronti . Caratteristiche principali: lunghezza m. 9,90, a ltezza m. 3,05, apertura a lare m. 14,25; corsa a l decollo m. 65ca.; corsa allerraggio n1. 20ca.; velocità min.-max. 50-1 75 Kmh.; equipaggio 2-3 persone. Tra le imprese più note si cita i' . apimenlo di Mussolini dal Gran Sasso (12 sett emb re 1943).


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doLazioni delle truppe, i principi per l'impiego operativo di aerei e la propaganda. Attenendosi all'ordine del documento tratteremo della pacificazione di un territorio con occupazione capillare (Befriedung eines Raumes durch Bclcgung). Se il territorio è uniformemente infestato da partigiani, la pacificazione più effettiva è ottenuta facendo avanzare rapidamente le forze su 11n vasto fronte e occupando improvvisamente i territori con un'ampia suddivisione delle unità. Quanto più ampiamente viene spiegata la truppa, tanto prima essa può impratichirsi del suo ambiente, proteggere gli abitanti e ottenerne la fiducia, conoscere i sindaci, K-manner, situazioni locali e terreno. Di regola la suddivisione si spinge fino al livello di compagnia, ma talvolta può essere necessaria anche la suddivisione dei plo1o ni. Arrivata sul posto, la truppa raduna la popolazione e designa il sindaco interinale fino a sistemazione definitiva. Sindaco e popolazione va nno pienamente resi responsabili (per un raggio pari a metà del cammino n ecessario per arrivare al comune più prossimo) per la pace, l'ordine l~ la sicurezza di strade, provviste , installazioni. Va creato un servizio d 'ordine (24) con a rmi <li fo rtu~a , mentre le armi da fuoco vanno affidate solo dopo il vaglio dell 'SD o d ella GFP. I ,a popolazione va informata dei succes·si delle truppe tedesche, bisogna distribuire materiale di propaganda e minacciare misure collettive. L' appello del comandante dell'unità agli abitanti del villaggio deve concludersi con l'invito a dedicarsi alle attività pacifiche e alla coltivazione dei campi . Forma ed espressione del proclama hanno come scopo ultimo quello di suscitare rispetto, ma anche tranquillità e fiducia. Gli elementi estranei alla località vanno individuati e , se il sindaco non gara ntisce pienamente per loro, consegnati all'SD, alla GFP o a u n Dulag . Dal canto proprio la truppa si sistema in locali chiusi, p .e. scuole e fienili e li rende di fendibili. Dopo di che inizia accurate ricerche in ogni singola fattoria e località del suo seiéore, perlustra a fond o iì terre no, contraila se tra gli abitanti ci siano estranei o fiancheggia tori. Le ricerche vanno continuamente cambia te di form a e di orario, ma devono essere ripetute particolarm ente la sera o al m attino presto. Il servizio di ricognizion e, svolto preferibilmente con sq uadre a cavallo, oltre a perlustra re tutto il territorio, serve anche per a ttacchi in zone difficilmente raggiungibili e in nascondigli (la cui esistenza è dedotta dalla conformazione del terreno) , per ruoli di collegamento e scambio notizie con le formazioni vicine . Anche t ra donne e giovani vanno istituiti organi informativi <25>. (24) Cfr . R 11 f r. 25 1 35 82 pag. 8. li testo pa rla di Ordnungspolizei, termincidcntico all'i stitu zione tedesca, ma del tutto diverso n elle carau eristic he; perciò ho preferito tradurlo con servizio d 'ordin e (in tedesco O rd nungsdie nst). (25) Cfr . ib cl. Nel tc~l o K-O rga nc.


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Ci troviamo di fronte all'operazione più completa e ambiziosa per debellare i partigiani e l'apparente semplicità della formulazione non nasconde la difficoltà e la problematica insita nel procedimento. Cominceremo dagli aspetti tattico-tecnici per poi passare agli aspetti militari di più ampio respiro. Per controbattere uno sviluppo insurrezionale non più caratterizzato dalla forma a "pelle di leopardo", ma da qualcosa che si avvicina alla zona liberata, l'idea è di coprire il terrttorio con una cappa che soffochi il movimento partigiano. Essa dovrebbe essere stesa velocemente e l'occupazione dovrebbe essere capillare fino al livello di compagnia, se non oltre. Ma non è specificato: quanto velocemente, su quale estensione del territorio, con quanti uomini, né il documento permette deduzioni di sorta. Sulle dimensioni minime dell'unità impiegata è ragionevole supporre che si tratti di almeno una o più divisioni. Altrettanto ragionevole è supporre che l'occupazione fisica d1 tutte le località prescelle, esdmkm.lu serie azioni di disturbo, o resistenza dei partigiani, si completi nel giro di alcuni giorni, preferibilmente in meno di una settimana. Un movimento così notevole di truppe non può sfuggire all'osservazione dei partigiani e, quand'anche non avessero avuto preavvisi di varia natura, tra il tempo necessario alla presa fisica di possesso e quello per un effettiva presa di controllo sia hanno buone probabilità per filtrare in settori meno controllati. Nella peggiore delle ipotesi , è possibile la perdita dei depositi, ma improbabile l'annientamento delle unità. Dunque difficilmente questo tipo di operazione può portare al desiderato annientamento del nemico. Più difficile è valutare l'estensione del territorio controllato anche perché è legata alla capilh1rità dell'occupazione Infatti non basta mettere uomini in ogni fattoria per controllare un dato spazio, bisogna che essi esercitino una zona di controllo. Il concetto è sorto durante la seconda guerra mondiale quando per effetto della maggiore mobilità si logorò gradualmente la concezione lineare del fronte, che tuttavia continuava a persistere nei periodi di stabilizzazione dei fronti con lunghe linee di fortificazioni campali e campi minati. La sua estrinsecazione pratica fu data dalla "Tgelstellung" (caposaldo a riccio) che aveva la caratteristica di un campo di difesa di 360° e fu impiegata nelle operazioni difensive tedesche in Russia nel 1942-43. Il concetto ha acquisito sempre maggiore importanza e definizione con l'intensificarsi della minaccia tattica nucleare che impone una maggiore dispersione dei reparti. La zona di controllo è definita dall'area in clii il controllo degli spostamenti nemici e il fuoco delle armi pesanti coincidono.


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Riteniamo che il medesimo concetto sia applicabile anche alle operazioni di controguerriglia, ma con significative differenze. Esse sono originate principalmente dalle caratteristiche delle unità avversarie e da quelle del particolare tipo di conflitto. Le unità avversarie sono molto piccole, difficili da avvistare, meno sensibili al fuoco pesante (se non quando sono chiaramente individuate e fissate), capaci di percorrere i 1crreni più difficili di quanto non possa una formazione più adatta a operazioni convenzionali. Dal punto di vista tattico definiamo in conI roguerriglia zona di controllo l'area in cui le proprie pattuglie scoprono e intercettano tempestivamente ed efficacemente un qualsivoglia intruso. La tempestività è legata alla qualità e intensità del servizio di pattuglia e alla cooperazione della popolazione. Il secondo fattore ha un effetto determinante nell'agevolare o ostacolare la ricognizione. L'efricacia va da un minimo consistente nel costringere la formazione parigiana a rinviare la sua missione ad un massimo che è dato dall'annicnlamento del nemico. Essa dipende da un cero numero di variabili interagenti la cui elencazione non è importante ai nostri scopi. Come si vede il concetto si è modificato da una semplice applicazione del fuoco a distanza più o meno elevata ad un ingaggio più diretto con le anni trasportabili da piccole unità. A secondo del terreno il campo visivo e di fuoco può restringersi enormemente e solo una maggiore mobilità compensa queste limitazioni. Inoltre entra in gioco la variabile della collaborazione della popolazione, che nel determinare la zona di controllo convenzionale ha un peso praticamente nullo. Il fattore da non trascurare è la qualità delle comunicazioni, ma a seconda del periodo storico preso in esame può essere considerato una costante data che entra nel calcolo della qualità del pattugliamento <26l. L'applicazione di questo concetto introduce uno strumento assolutamente nuovo nel panorama della teorizzazione della controguerriglia, dotato di maggiore chiarezza tecnica rispetto ai precedenti concetti <27 > (26) Non riteniamo che il miglioramento tecnologico delle comunicazioni e dei sistemi di scoperta a utomatica possa acquistare un peso tale da consentire l'applicazione del fuoco a distanza esattamente come per una zona di controllo convenzionale. l tentativi in tal senso operali dagli americani in Vietnam sono stati deludenti. Per lunghi anni a venire lo strumento principale di controguerriglia resteranno pattuglie più o meno specializzate . (27) Alludiamo al concetto di m aglie di controllo che si serve dell'immagine della rete per definire la maggiore o minore sorveglianza esercitata nell'area esercitata in base all'intensità degli elementi occupanti o in collaborazione con l'occupa nte. Ma abbiamo visto che il problema non è di semplice densità di nemici per unità di superficie, ma appunto di area definita dal controllo c he esercitano i vari elementi di controguerriglia. Cfr. Manuale del Maggiore von Dach, p. 53 di "In caso di golpe". Altrove non è nemmeno definito cosa è il controllo. Cfr . FM 3 1-I6 Counter guerrilla operation pp. 334-8 "In caso di golpe".


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e di maggiore precisione valutativa di incerti indici come il numero di azioni partigiane compiute in un dato settore, la cifra delle perdite inflitte ai partigiani da parte di una data unità, il numero di avvistamenti o combattimenti con unità partigiane ecc .. Tanto più che se questi indici servono a dare un'idea complessiva della situazione controguerriglia in un dato settore, non si concentra :io nella valutazione del controllo esercitato. Per l'analisi storica il con ;etto di zona di controllo è un sicuro strumento per valutare in concreto al di fuori dei preconcetti derivanti da valutazioni a posteriori o dagli estensori dei documenti, il materiale partigiano e nazifascista posto a confronto per una data area. Continuando ad esaminare la parte tattica dell'operazione notiamo che la sua attività si scinde in tre componenti mentre la sorveglianza locale è affidata alla popolazione, vedremo in seguito con quali modalità. La ricerca di estranei o fincheggiatori è condona dalla truppa e il pattugliamento attivo è compito di plotoni a cavallo. Il ruolo degli esploratori a cavallo è, grazie alle loro caratteristiche, molto importante, ma discutibile è affidare loro dei compiti di collegamento e trasmissioni di notizie. Essi devono servirsi di strade che non sono sotto il loro pieno controllo e la loro intercettazione non è difficile. Perché si arrivi a questa misura bisogna che vi siano carenza quantitative e/o di prestazioni nel settore delle radiotrasmissioni, l'unico mezzo veramente valido insieme aiia cifratura dei messaggi. La divisione dei compiti fra truppa e plotoni a cavallo è in funzione dei differenti obiettivi. Da una parte si tratta di eliminare la rete di fincheggiatori e agenti partigiani, soffocandola in una serie sempre più fitta di controlli e perquisizioni, dall'altra di scoprire le formazioni alla macchia per una successiva eliminazione. La pacificazione è intesa dunque come un'azione di liberazione dalla presenza di fiancheggiatori e partigiani , non ponendosi il problema di quanto tempo debba durare la permanenza delle truppe nei luoghi stabiliti, in definitiva la questione del ritorno dei partigiani nella località sgomberata dal grosso delle truppe. L'attenzione va perciò spostata sugli aspetti politico-strategici dell'operazione. Una reale pacificazione comporta non solo lo scardinamento della rete dei fiancheggiatori e la cacciata delle unità partigiane, ma la progressiva impossibili tà per l' avversario di tornare sul posto e condurre azioni significative dal punto di vista politico-militare. Questo non si ottiéne se non con un crescente aumento di collaborazione da parte degli abitanti del luogo, che va tradotto in capacità di difesa autonoma e impermeabilità ideologica alla propaganda partigiana. Solo così è possibile ridurre significativamente il numero delle truppe stazionate. Che saranno sempre meno vincolate a compiti di presidio e più disponibili per compito di caccia e pronto intervento.


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Il ruolo delle operazioni militari è importante per non permettere che i partigiani instaurino violentemente il loro potere e sconvolgano continuamente i tentativi del regime di stabilizzare la situazione locale, 111a il punto focale sta nel battere propagandisticamente e politicamente i guerriglieri. Controguerriglia e guerriglia sono forme di conflitto parI icolarmente violente perché alta è la tensione che si sviluppa intorno .id una posta politica importante dove non è solo in gioco il potere, ma la stessa concezione della società e della vita individuale. La guerra tende allora all'assoluto per quanto grandi siano gli attriti a cui sono sottoposte le forze combcttenti. Il continuo allargamento della base e dei consensi, ottenuti con i mezzi violenti o non violenti più adatti alla sii uazione, è un'opera complessa che richiede il coinvolgimento della popolazione in un progetto politico alternativo a quello partigiano. In effetti i nazisti non avevano un progetto per i paesi occupati, semplicemente pl'rchè nel loro Ordine Nuovo c'era solo posto per la colonizzazione ariana. L'unica possibilità era di cooptare su un piano subordinato gli strati conservatori presenti nei paesi occupati, ma, insieme al fatto che le operazioni convenzionali vedevano sempre più spesso vincitori gli alleati, si rivelò una base di consenso insufficiente per stroncare i movimenti di liberazione. Non va sottovalutata, specie nei paesi slavi, l'influenza dell'ideologia e dell'educazione nazista che certo non poteva facilitare_ ia collaborazione con razze ritenute inferiori. Proprio i rapporti con la popolazione sono il punto più carente e contraddittorio dell' opera di pacificazione. Da una parte s'impongono pesanti responsabilità alla popolazione e ai sindaci, dall'altra si svuota di qualunque significato il servizio d'ordine con misure che rendono impossibile lo svolgimento dei suoi compiti, misure nocive e demoralizzanti per lo spirito di collaborazione a causa della diffidenza che rivelano. Si consiglia di istituire organi d'informazione tra le donne e i giovani, ma prima si consiglia di minacciare rappresaglie e poi, insieme a una generica distribuzione di mezzi dì propaganda, di informare la popolazione sui successi delle truppe tedesche. È sconcertante vedere quanta cura si pone nel finale del proclama e nell'effetto della comparsa sicura ed energica delle truppe tedesche quando l'effetto psicologico di questi mezzi è transitorio e quello che conta è il lavoro propagandistico quotidiano. Assai minori ambizioni e mezzi presenta la Grossunternehmung (grande operazione). Si definisce attraverso l'impiego di più battaglioni e si distingue in due tipi : battuta circolare (Kesseltrciben) e battuta con linea di intercettazione (Vorstehtreiben). L'intento è di annientare


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grosse bande, ma spesso il successo rimane indietro rispetto alle aspettative. Preferenza è accordata alla seconda configurazione. Essa comincia con la costruzione di una linea di intercettazione ben mimetizzata, i cui reparti si mantengano assolutamente tranquilli. Notte tempo si dislocano nelJe posizioni di partenza i reparti avanzati, rinunciando a ogni ricognizione. Tali reparti hanno il compito di esercitare una lenta pressione a piccole marce in avanti verso la linea d'intercettazione. Via via che si procede si perquisiscono le località e le fattorie come già descritto per la pacificazione. La grande operazione di frequente porta solo allo spaccamento di grandi bande che si spezzettano in piccole parti di cui buona parte riesce a filtrare nei grandi spazi e le fitte foreste fra le truppe avanzanti. Dunque già nel 1941 i tedeschi si erano accorti del valore assai relativo delle grandi operazioni, che imponevano ai partigiani al più una crisi di riorganizzazione <28) . Del resto nello stesso documento si era a rrivati implicitamente a questo risultato negando il valore della superiorità numerica <29>. 11 motivo degli scarsi successi risiede nella difficoltà delle manovre di accerchiamento, già grande nelle battaglie convenzionali. In controguerriglia si tratta di mantenere una coordinazione assoluta in una sottile catena di reparti che si serra progressivamente avanzando su terreni difficili di scarsa visibilità e cercando di catturare piccoli e sfuggenti gruppi di partigiani. A ciò .si aggiungevano i probicmi della disponibilità di personale ben addestralo, di apparati radio relativamente ingombranti, poco potenti e affidabili e della mancanza di mezzi di sorveglianza notturna <30). Kleinunternehmung (piccola operazione) è definita quella condotta dalla compagnia o da un singolo plotone. Ha lo scopo di attaccare un bivacco o un piccolo accampamento di partigiani la cui posizione è g ià nota c ricade nei settori di sorveglianza oppure di controllare località fortemente sospette. Comuni promesse per la buona riuscita sono: un'accurata preparazione, un flusso continuo di istruzioni, truppe ben riposate, segnali luminosi concordati e una partenza silenziosa dal villaggio di acquartieramento <31 ). Per gli attacchi la tattica è di circonda re l'obiettivo nelle ultime ore della notte verso le prime luci dell'alba; (28) Ovvianiente vanno esclusi quei casi dove i partigiani si sono irrigiditi in una difesa rigida, subendo regolarmente pesanti per dite. (29) Cfr. RII fr . 251 35 79 pag. 5. (30) Anche oggi con i nuovi mezzi d i sorveglianza a intensificazione luminosa , a immagine termica, sismici e acustici il problema è ancora presente e spinoso. (31) Si consiglia di far c hiudere in casa i cani dt;l villaggio. Cfr. Rll fr. 25 1 35 83 pag. 9.


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;1prire il fuoco di sorpresa anche con munizioni incendiare o razzo Very diretti al tetto di paglia e impiegare il mortaio. I controlli si svolgono diversamente in relazione alla disponibilità di tempo e uomini. Se possibile si circonda la località durante la notte, lasciando indietro una riserva c una guardia per i veicoli. Alle prime luci dell'alba i distaccamenti d ' assalto entrano da tutte le parti, mentre restano fuori dall'agglomeraI o dei reparti di protezione esterna. Per le comunicazioni si stende du rante l'avanzata una linea telefonica dalla riserva nel villaggio, tenendo come sistema di riserva i razzi luminosi. Quindi si procede al controllo della popolazione. Se invece c'è fretta e non si può operare un accerchiamento, allora un reparto motorizzato o a cavallo entra di sorpresa a gran velocità, senza copertura, nel villaggio percorrendolo da un estremo all'altro. Questi uomini insieme ad altri reparti appositi si irradiano verso il perimetro della località per bloccarla. Poi si comincia col radunare !a gente. Sono operazioni di tipo assai frequenle e dal silenzio del documen10 è facile capire che i risultati, per quanto più modesti, non deludono le aspettalivc, specie se la ricognizione precedente e le informazioni ricevute sono state buone. Poichè entrano in gioco reparti più piccoli, la sorpresa, che è l'ingrediente principale, è più facilmente ottenibile. Particolare cura è posta nella scelta dell'orario (generalmente adottato anche dalle polizie per le irruzioni) che ha il vantaggio di sfruttare il minimo di visibilità necessario per evitare sparatorie reciproche e le ore più critiche del sonno dei dormienti e per la sonnolenza delle sentinelle. È da notare che per gli attacchi i reparti sono esclusivamente a piedi, mentre per i controlli sono rnotori zzati, i! che ha i! vantaggio della velocità e lo svantaggio del rumore. Nel caso di controlli con scarso tempo e mezzi è proprio la velocità che deve favorire la sorpresa, senza la quale la precipitosa entrata nel villaggio potrebbe risolversi in un massacro dovuto alla pronta reazione nemica. Ultime vengono le marce per il rastrellamento di un dato spazio, p.e. ai lati di una strada rotabile. Possono verificarsi durante lo spostamento di aliquote di truppa oppure quando mancano tempo e forze per un'occupazione capillare come quella sopra descritta, rispetto alla quale sono un ripiego. Anche qui i risultali sono al di sotto delle aspettative. 11 rastrellamento viene eseguito da almeno un battaglione che è capace di coprire uno spazio di 1O Km per lato di strada e 15 Km di percorso al giorno. L' attività si restringe alla perquisizione e al controllo


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delle località e delle singole fattorie. Circa il rastrellamento dei boschi è bene lasciare da parte le false idee che circolano in proposito. È possibile rastrellare solo in spazi piccolissimi, in piccole singole parti di bosco; inVèce per i grandi boschi che si estendono in continuità non ci sono mai a disposizione le truppe necessarie. Il battaglione marcia suddiviso a livello di plotone di volta in volta per due giorni e sosta col grosso al terzo giorno, spedendo indietro squadre mobili nei villaggi già superati per controllare la durata delle misure prese o constatare una visibile reazione partigiana. Se si ha tempo, particolare valore acquista una sosta di due-tre giorni nei comuni più grandi. Durante la marcia si rinuncia alla ricognizione per evitare che i partigiani siano avvisati, non alla protezione mobile dei reparti in trasferimento. Particolari misure vanno prese per il trasporto dei prigionieri. È un tipo di rastrellamento con evidenti fini di temporaneo allegge-

rimento di una situazione al momento non modificabile. La frequenza di azioni di questo tipo indica che si rinuncia a svolgere operazioni atti-

ve, le uniche di qualche risultato, per limitarsi al precario controllo delle principali località e rotabili. Anche rinunciando alla ricognizione è improbabile che passi inosservato lo spostamento di un battaglione alla velocità di 15 Km giornalieri. Una formazione partigiana ha tutto il tempo di ritirarsi o tendere imboscate ai reparti sulle strade. Il paragrafo 7 dà istruzioni per uno dei punti più dolenti della controguerriglia tedesca, e in genere di ogni controguerriglia: la difesa locale. Giustamente si afferma che la protezione di lunghe linee, ferrovie e strade rotabili ha in sè la debolezza della difesa. L'esperienza aveva insegnato che, se per carenza di forze i com;mdi sono costretti a limitarsi alla protezione locale, in genere forti bande partigiane piombano sui posti di guardia più deboli costituendo facilmente un pericolo per questi e per l'installazione che proteggono. P er le ferrovie il numero e la forza dei presidi dipende dal numero delle installazioni da proteggere e dal tipo di terreno presente. In condizioni medie le indicazioni di massima sono che per 100 Km ci vuole un battaglione, con una densità media di due uomini per Km. a ddetti alla protezione locale e il resto come riserve e pattuglie. La linea va divisa in settori di compagnia all'interno dei quali ci sono picchetti di 2/ 10 che si occupano della protezione delle singole installazioni (2 ufficiali per il cambio reciproco, 9 uomini per i turni di guardia, 1 di riserva e servizi particolari). Le sentinelle smontanti devono dormire per essere sempre fresche. Le armi pesanti vanno distribuite e va formata una riserva. Questa e i picchetti di guardia


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vanno posti in caposaldi fortificati muniti di filo spinato e di un buon campo di tiro. Al centro dei loro settori si dispongono i comandanti di compagnia e di battaglione, e vicino alla riserva vanno posto gli automezzi sgombri di ogni carico inutile. Buoni servigi offre una locomotiva con un vagone attrezzato per la difesa. Per la protezione delle installazioni, di giorno è necessario un picchetto, di notte due. Le installazioni di grandi dimensioni richiedono picchetti e doppi picchetti ad ogni estremità e in terreni di scarsa visibilità. Di notte deve esserci il controllo dei piloni dei ponti. Con forze troppo deboli le installazioni di minore importanza vanno sorvegliate a turni. Di giorno è necessario un più intenso servizio di pattuglia ai due lati della ferrovia per alcuni km di larghezza possibilmente con biciclette, mentre di notte le pattuglie si incontrano sulla massicciata. Durante le ispezioni bisogna controllare i punti di giunzione delle rotaie, il fissaggio della staffa e il serraggio dei suoi dadi . Inoltre bisogna fare attenzione a ordigni espiosivi all'interno delle rotaie e aiì'esierno <li t:sst: a tracce di terra smossa che tradisce la posa di mine. Come mezzo di controllo e per i rifornimenti è assai desiderabile l'impiego di un carrello semovente. Quando invece le forze sono bastanti, vanno formate pattugìie più grandi che percorrono il territorio a maggior distanza dalla ferrovia per setacciare villaggi e controllare abitanti, tenendo conto che i partigiani hanno l'ordine di non allontanarsi in genere più di 20 km dalle adiacenze delle grandi linee di comunicazione. Con l'aiuto degli abitanti la protezione può essere facilitata bruciando o eliminando la vegetazione che disturba il campo di osservazione e va considerata l'evacuazione e la d istruzione di fattorie troppo vicine alla ferrovia. Le comunicazioni sono assicurate con linee telefoniche, costruzione di centralini e apparecchi radio i medesimi principi valgono per le strade rotabili con l'aggiunta di tenere veicoli pronti per l'afflusso di riserve. I compiti di protezione locale hanno la caratteristica di essere indispensabili, complicati da organizzare, ingrati e di limitato contributo alla soluzione ai problemi posti dalla guerriglia; la qualità della sorveglianza può essere modificata dalla qua ntità di uomini o mezzi impiegati o dalle novità tecnologiche usate, ma in genere non ci sono mai le disponibilità per organizzare un servizio di vigilanza perfetto e ogni dispositivo di vigilanza può essere eluso. La lotta al sabotaggio delle ferrovie è snervante, basata su continue risposte agli stratagemmi


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partigiani e i veri protagonisti non sono i reparti di vigilanza, ma quelli del genio 0 2i. Nella lotta antipartigiana le unità maggiormente impiegate sono la compagnia rinforzata o il plotone appositamente dotato di mitragliatrici e mortai pesanti. In relazione al terreno e se esiste la possibilità, queste unità possono essere motorizzate, cicliste o appiedate. Di particolare importanza è la dotazione di mortai leggeri e pesanti perché i partigiani li portano spesso con loro, vista la loro trasportabilità, e perché senza di essi la truppa si sentirebbe in inferiorità nel combattimento. Quando i partigiani sono arroccati in isole di palude delle quali non si conoscono gli accessi, il mortaio è l'unica arma efficace. Nel terreno difficile solo il cavaliere può spostarsi con sufficiente velocità. Poiché si può incontrare improvvisamente un terreno difficile, è assolutamente necessario pensare a preparare squadre a cavallo anche arrangiandosi con personale dell'artiglieria o dei servizi di retrovia appena i plotoni a cavallo non bastano più. Ogni gruppo va provvisto di pistola Very e di apparati di comunicazione. (32) Citiamo a titolo di esempio alcune misure delle "Mitteilungen fiir Pioniere", Gehcim, Herausgegeben vom Generai dcr Pioniere und Festungen im Oberkommando dcs Heeres Zusammendruck Teil 1 1943/44 presso lZDG fascicolo 199. Cfr. pag. 35-39 "Sicherung von Rollbahnen und Eisenbahnen gegen Handcniiberfalle". Generalmente si usa abbattere la vegetazione ai lati della strada e della ferrovia, ma la misura ha validità limitata solo ai grandi attacchi diretti, mentre non impedi sce l'apertura del fuoco dai margini della foresta sui convogli. ln questo caso i partigiani si possono ritirare indisturbati. Il rimedio consiste nel creare due fasce disboscate separate da una stretta striscia di vegetazione larga a seconda della densità della vegetazione dai 5 ai 20 m. Sul lato della striscia rivolto verso la strada la fascia disboscata deve e,,erc di 50-100 m., mentre da! !alo oppmte dc!la striscia essa deve essere almeno doppia (100-250 m.). Il primo vantaggio è che nella striscia si possono appostare pattuglie o picchetti tedeschi pronti ad aprire il fuoco appena i banditi lasciano il bosco ed entrano nella grande fascia disboscata; il secondo è che in territori infestati da bande si possono piazzare nella striscia dei caposaldi con campo di tiro su ambo i lati; il terzo è che, quando i partigiani arrivano indisturbati nella striscia e si devono ritirare dopo l'azione, i tedeschi percorrono meno strada per raggiungere il margine della striscia, me ntre i partigiani percorrono il doppio della strada allo scoperto. Cfr. pag. 39-44 "Stangenminc 'Meiners' zur Sicherung con Fernsprechmastcn". La protezione dei pali telefonici è un altro serio problema per la controguerriglia. Un certo geniere, il Leutnant Meiners, aveva escogitato la mina da pal9. Essa consisteva in una carica esplosiva inserita in un palo di legno precedentemente forato nel centro longitudinalmente, che detonava quando si segava il palo. A seconda del pericolo di bande era inserita ogni 5-25 pali esplodeva ad una altezza tra gli 1,50-2,90 m. perché spesso la segatura del palo era eseguita da cavallo. Ovviamente la disposizione della mina doveva essere abbasta nza irregolare e i pali non si dovevano distinguere dall'esterno. La mina da palo permetteva, oltre all'effetto deterrente, di: a) far accorrere prontamente Jagdkommandos allertati dallo scoppio, b) neutralizzazione di nascondigli partigiani indagando sulla provenienza del morto.


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Per assicurarsi nel mod!) giusto la collaborazione della popolazione e interrogare subito i partigiani catturati bisogna assegnare ai vari reparti funzionari della GFP o dell'SD e interpreti. L'impiego di cani-poliziotto è utile solo a unità piccolissime, come pattuglie esploranti o di sorveglianza deboli. Serve a sventare sorprese partigiane in tratti di bosco o di scarsa visibilità. È decisiva la qualità del cane, l'addestramento del ciniere, il suo affiatamento col cane e la sua abilità. A livello maggiore - divisione - va tenuto pronto un gruppo d'intervento motori zzato forte di almeno due compagnie con armamento ampio e diversificato, dislocate nei punti più favorevoli al Lraffico. È un'ulteriore conferma che a livello tattico i combattimenti più frequenli si risolvano con unità piccole e che dal punto di vista dell'armamento è importante il volume di fuoco espresso dalle armi di squadra. È indicativo che non si citino né cannoni, né panzer, né veicoli blindati d : :l!cu:1 ger.e!"c e !e "Richt!inicn" lasciano chi~ra rnente. inte.ndere che, oltre alla disperata necessità di quegli armamenti per le battaglie al fronte, nella controglierriglia sono armi buone per l'effetto psicologico e che si tratta d i un duro lavoro di fanteria.

L'impiego di aerei rappresenta un notevole contributo allo svolgimento dei combattimenti. Aerei che volano lentamente servono a sorvegliare il territorio per scoprire movimenti, fuochi d 'accampamenti, raduno di bestiame oppure per guidare i movimenti di singole squadre che si muovono in terreni boscosi o paludosi lontani da vie di comunicazione. L ' uso di bombe ed armi di bordo può talvolta essere l' unico mezzo per distruggere partigiani trincerati in isole al centro di una palude. Essi sono l'unico vettore e mezzo di distribuizone di materiale propagandistico e volantini in terreni impervi. L'aereo COIN ebbe il suo primo impiego sistematico proprio con la controguerriglia tedesca. Non furono progettati aerei specifici perchè i progettisti erano impegnati con la realizzazione di aerei capaci di confrontarsi con le macchine alleate, ma tutti gli aerei nazionali o stranieri che non potevano affrontare la prima linea vennero impiegati nella conLroguerriglia. La mancanza di controarea partigiana e in genere l'assenza di aviazione nemica nella zona di operazione rendeva possibile l'impiego di aerei anche obsoleti, le cui caratteristiche erano più che sufficienti allo scopo. Nel corso di grandi operazioni potevano comparire anche macchine più moderne, ma erano apparizioni occasionali. Tra gli aerei tedeschi COIN , oltre alle prede di guerra possiamo citare lo Henschel 123, un bipla no nato nel 1935, e lo Hens~hel 126, un ricognitore


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a medio raggio entrato in servizio nel 1938 <33 >. Contrariamente all'uso contemporaneo, che pone l'accento sull'appoggio diretto, esaltato con la creazione dell'elicottero d'attacco, questo documento ritiene più im.portante i ruoli di ricognizione, coordinamento delle operazioni dall'alto e di propaganda. L'attacco al suolo non poteva dare grandi risultati per l'ombrello di vegetazione che in genere copriva i partigiani, la mancanza di precisione e l'assenza di armi ad azione areale, insomma più che altro per limiti tecnologici . Le "Richtlinien fi.ir Partisanenbekampfung" si chiudono con un paragrafo sulla propaganda non privo di interesse. Essa è considerata un'arma importante in un ambiente dove la popolazione non riceve da lungo tempo notizie e non ha niente da opporre alla propaganda orale segreta partigiana. Perciò in ogni operazione la truppa deve essere equipaggiata con cartelli per l'affissione, volantini, giornali illustrati e distribuirli largamente. Desiderabile è l'impiego di macchine con altoparlanti e che il comandante delle truppe sappia agire psicologicamente sulla popolazione. Argomenti della propaganda sono le nolizit: sui progressi delle truppe tedesche, del rilascio di prigionieri appartenenti alle minoranze etniche, sul trattamento della proprietà terriera, la distribuzione dell'immagine dei partigiani come membri di un movim enlo popolare, ecc .. L'importanza della propaganda non era certo una scoperta per un regime che poteva annoverare nel Dr. Goebbels uno dei più temibili organizzatori di propaganda. Nella situazione di quasi isolamento dei villaggi russi l'ambiente era tra i più desiderabili per iniziare un'opportuna manipolazione propagandistica e gli argomenti scelti rivelano la rapidità con cui i propagandisti avevano afferrato alcuni validi motivi da sfruttare. Ma ancora si vede che manca un 'organizzazione che diriga incisivam ente l'azione propagandistica. Troppo viene lasciato agli (33} Henschel Hs . 123 biplano monoposto per la caccia e l'assalto al suolo, prese parte a lle campagne di Polonia e Francia affiancando lo Ju.87 Sluka e restò in servizio nelle retrovie per tutta la guerra . Apertura a lare: m . 10,50, lunghezza: m. 8,33 , altezza: 3,21; velocità massima: 317 K mh; autonomia : 860 Km; armamento: 2 111itraglia trici da 7 ,9 mm. in caccia sincronizzale con il passo dell'elica e 200 Kg di bombe (generalmente 4 bombe da SO Kg o spezzoni) . Hen schel Hs. 126, monopla no biposto ad a la afta entrato in servizio n el 1938 con la versione A-I e provato in Spagna, fu per i primi due anni di guerra il miglior ricognitore a raggio medio, specie la versione D-1 con una m igliore motorizzazione. La produzione cessò ne l gennaio 1941 e l'aereo fu gradualmente trasferito sul fronte orientale per l'inferiorità dimostrata rispetto agli avversari in occidente. Apertura alare: 14,50 m., lunghezza 10,85, altezza m.3.75; valocità massima: Kmh. 356; autonomia Km. 720; ar mamento : 1 mitragliatrice da 7,9 mm. in caccia sincronizzata con l'elica, l da 7,9 mm. in postazione verso·Ja coda e 150 Kg. di bom b e in attacco ventrale .


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ufficiali delle unità, i quali non hanno una preparazione specifica, e troppo viene guastato dalla limitata visione dei rapporti con la popolazione. A questo punto è interessante vedere i cambiamenti di pensiero e comportamento intervenuti nell'arco di tempo tra l'esercitazione di polizia del 1936 e le "Richtlinien" di cinque anni dopo. Cominceremo dall'analisi dell'avversario. Della banda di Groben niente si sapeva né come fosse sorta, né di rinforzi paracadutati, ma si sottolineava decisamente la sua integrazione nel dispositivo offensivo del nemico. La banda stessa è di ben 150 uomini che si spostano compattamente e sono motorizzati. Nel suo equipaggiamento rientrano notevoli quantità di esplosivo, ma è fondata la supposizione che la banda sia sprovvista di mitragliatrici pesanti, mortai e cannoni di qualunque tipo, visto che la Mot. Poi. Abt. con un plotone di mitragliatrici pesanti è considerata assai più forte. In conclusione una banda troppo grossa, troppo poco frazionata e scarsamente armata. Di materiale per comunicazioni non si parla e nemmeno di documenti falsi e travestimenti. Per i rifornimenti si paria di requisizione di carburante e vestiario ma non si sa come ottengano armi e munizioni, né si menzionano depositi di sorta. Le missioni della banda di Groben si limitano alle azioni di sabotaggio, ma non sono assolutamente presenti gli attacchi e le imboscate di qualunque genere. Punti di contatto sono la mobilità, la buona rete di informazioni e l'uso di zone boscose come rifugio. L'elemento della popolazione non è visto come fattore particolarmente attivo e quindi i partigiani non esercitano alcun influsso e la polizia non usa alcuna propaganda. Trattandosi di un'ipotesi di esercitazione fittizia per mascherare i veri scopi, è un errore dare per scontata la passività e la neutralità della popolazione occupata. Se lo svolgimento di esercitazioni e la creazione di scenari servono per preparare i quadri ad affrontare nuove situazioni, allora bisogna riconoscere che per buona parte il modello di avversario supposto è stato superato prima ancora di nascere. Molto è ancora condizionato dalla vecchia mentalità, per cui da uno scenario inadeguato derivano risposle sbagliate e quindi insegnamenti fallaci. Così la lotta antipartigiana è affidata esclusivamente alla polizia e si esaurisce praticamente nella difesa locale. Per quanto si parli di annientamento, manca il vigore aggressivo espresso dalle "Richtlinien" del 1941 teso a strappare l' iniziativa al nemico e distruggerlo totalmente e lo statico impiego della Mot. Poi. Abt. ne è una buona spia. Il comandante di Potsdam crede ancora al valore della superiorità numerica, non bada molto alla sorpresa, né pensa di passare prontamente all'attacco. La


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ricognizione dei motociclisti è proprio quella che nel tardo 1941 si cerca di evitare per non preavvisare i partigiani e non si pensa alla ricognizione aerea nonostante l'aereoporto di Tempelhof sia vicino. Ma l'esercitazione del 1936 non è stata del tutto inutile, perché un concetto cardine è stato ripreso e applicato successivamente: l'azione energica, dura e spietata. La strage di Nowawes e i suoi inviti alla mancanza di misericordia sono i precursori delle esortazioni all'annientamento totale e a reprimere impulsi emotivi che ostacolano il comportamento deciso che dispone della vita di un partigiano o di un ~ospetto. Rispetto al 1936 la panoplia del terrore si è arricchita della rappresaglia. Strage e rappresaglia hanno il medesimo fine di deterrenza e la medesima azione di uccisione, ma partono da presupposti diversi. La strage ha un carattere improvviso e si serve della sorpresa dell'orrore inaspettato. La rappresaglia è invece decisa e annunciata in anticipo spostando la deterrenza dall'azione alla minaccia, pronta a tradursi in realtà quando è sfidata da qualche azione classificata come infrazione. Essa cerca di istituire i limiti di una sorta di stravolta legalità, stabilendo un prevedibile rapporto di causa-effetto. Tenta così, talvolta con successo, di scaricare la responsabilità su chi ha provocato la rappresaglia. Ha lo svantaggio che più spesso attira l'odio su chi esegue le misure collettive e che impegna sul piano della credibilità chi l'annuncia, togliendo la possibilità di una utile clemenza flessibile. La strage invece non impegna nessuno , ma 1a sua apparente gratuità e casualità rischia di alienare le simpatie degli elementi moderati collaborazionisti, oltre che di attirare un odio tale da annientare lo sperato effetto paralizzante del suo terrore <34).

Abbiamo già visto quali fossero i progressi compiuti dal "Merk- . blatt fiir die Ausbildung der geschlossenen Polizeieinheiten im Polizcikampf" rispetto all'esercitazione di polizia del maggio 1936 e anticipato alcuni confronti con le "Richtlinien". Ora completeremo il qua dro dei confronti. Torniamo ancora sulla Gefechtsaufklarung che è un aspetto centrale per individuare l'evoluzione tra i due documenti. Essi ci permettono di riconoscere tre stadi nelle tecniche di ricognizione terrestre. In un primo tempo venivano mandati in avanscoperta singoli esploratori e il sistema fu abbandonaJo vedendo che essi non tornavano più. (34) La distinzione operata non è un bizantinismo feroce, ma deriva dalla necessità di respingere mistificanti spiegazioni a base di oscure e inspiegabili esplosioni di violenza o di fatali spirali di reciproche violenze. L'atrocità dell'argomento non è µna giustificazione per rifiutarsi di scrutare quali strumenti razionali sorreggano i I calcolo della r epressione e dei suoi differenti mezzi.


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Si passò allora alle pattuglie forti e con buone capacità di combattimento <35>, ma è presumibile che non riuscissero a trovare partigiani che si prestassero ad essere attaccati perché, preavvisati delle intenzioni nemiche, si ritiravano rapidamente. In ciò erano anche favoriti dal frazionamento della missione in piccole parti <36>, che rallentava l'azione di ricognizione. Con le "Richtlinien" l'importanza di questi procedimenti fu notevolmente declassata a favore di piccole pattuglie a cavallo. Il momento ricognitivo non fu più collocato nell'imminenza del combattimento, ma divenne quotidiano e continuo per favorire l'attacco di sorpresa. È questo un altro elemento di netta distinzione, perché del tutto assente nel "Merkblatt" . Anche le fonti d 'informazione sono più diversificate e vanno dal continuo pattugliamento, anche con travestimento, all'intercettazione radio , alla ricognizione aerea, alle informazioni dei confidenti.

(35) Cfr . R9 fr . 25110 12 pag.5 p ar. Aufk larung "starke und Ka mpfkriiftigc Aufkliirung ist durch die E rfahrungen geboten" . È ragionevole supporre che si trattasse di pa ttuglioni. (36) Cfr. R9 ibid. " Die Lèisung der Au fk liirungsaufgabe in Kleinen Abschtùtten wird haiifig am Pla tzc sein".


CAPITOLO IV Il documento che ci apprestiamo ad esaminare presenta e affronta il problema della controguerriglia sotto un'angolazione diversa da quella degli altri finora analizzati. Mentre finora l'attenzione era concentrata sull'avversario, qui è focalizzata più sull'ambiente operativo e sulle implicazioni che esso ha sulla condotta dell'azione contro un qualsivoglia avversario, come dimostra già chiaramente il titolo. L'opuscolo "Waldkampf" reca la data 31 marzo 1942 ed è un prodotto dell'Oberkommando des Heeres Gcn. St. d. H./ Ausb . Abt. (II) Nr. 760/ 42 O). L'aspetto che colpisce immediatamente è la polivalenza delle Lattiche suggerite e che servono tanto a fronteggiare reparti regolari, quanto sbandati o partigiani, visti tutti sotto il comune deno minatore dcll'nmbiente operativo e delle loro tattiche preferite. Di volta in volta si vede il reparto dell'esercito applicare misure protettive che ne facilitino e proteggano il transito nella foresta, impegnato nell'attacco ad uno sbarramento stradale, sistemato a difesa nel bosco, dislocato per un rastrellamento. Una conferma della polivalenza dell'opera è data dall' archivio a cui apparteneva: quello del HT ./SS-Pol. 12, un' unità di polizia impegnata nella controguerriglia nella zona di Udine e dell'Altopiano di Asiago sin dal 1943 <2>.

Ancora una volta si nota quale scambio di informazioni e dì esperienze esistesse tra le varie istituzioni preposte alla lotta antipartigiana . Similmente alle " Richtlinien fiir Partisane nbeka mpfung" del 25 ottobre, la polizia adottò un lesto eiaborato daH'esercito, però le slesse " Richtlinien " testimonia no che gli scambi si svolgevano nei due sensi O>. (I ) Il testo " Wald kampf " (com battimento nei boschi) è con ser valo a Udine pr esso l'I stituto Friula no per la stori a del movimento di liberazio ne con la collocazione Mise. 2-1 4, N. d'ingresso 898 .

(2) Nel citato istituto è conservalo il fondo che consiste nel l'archivio del terzo battaglione del dodi cesimo reggimento di polizia SS e da cui traiamo questi d ocumenti inediti. Il fo ndo è di estrem a importanza perc hé pcrméttc di tracciare un accurato spaccato di tulle le attività della form azione, anche degli aspctt.i ideologico-culturali e perché la disposizione ddle ca rte è rimasta qu ella impartita da l wratore dell' archivio d el battagli one. (3) Cfr. Rll fr . 25 1 3581 pag. 7 comma b) " Die Ausnutzung dcr Erfahrungen und Kenntnisse des A bwchrdicnstes und der GFP sparen der Truppe Verluste und machcn ihrcn Kampf wirksamer' ' (I .o sfruttamento delle esperienze e delle conoscenze dei servizi di controspionaggio e della G FP risparmiano perdite alle lruppe e rendono più efficace la loro lotta). Nell'espressio ne generica Abwehrdienst sono inclusi tan to il 1,;uutruspiuuaggio militare 4uanl.o l'SD.


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Questo tipo di circolazione avviene anche tra fronti diversi ed è interessante notare la presenza di un testo concepito sulla scorta delle esperienze sul fronte orientale in area italiana (4)_ Potrebbe sembrare un indizio di rozza e meccanica trasposizione di esperienze da un contesto di origine profondamente diverso da quello di impiego finale, ma non è così. Innanzitutto va sottolineata ancora una volta la polivalenza del testo che trova una sua applicazione in qualunque ambiente definito dalla presenza di foreste, e poi nello stesso archivio è presente una recente c aggiornata analisi dei metodi operativi partigiani <5l _ Segno che si è mantenuto soltanto il metodo addestrativo e tattico, integrandolo con precisi rapporti sulle particolarità dell'avversario locale. La struUura dell'opuscolo sottostà ad una duplice divisione in capitoli divisi a loro volta in una serie di punti a numerazione progressiva (che scavalca i capitoli), il cui argomento è indicato dalle parole stampate in grassetto nel corpo dei periodo. Esso inizia col delineare le particolarità del bosco in quanto terreno scelto dai russi per le loro azioni ritardatrici, di disturbo e di lotta pa rtigiana. In questo terreno i russi sfruttano abilmente la copertura offerta, impiegano consistenti fortifica zioni campali e numerosi carri armati, lasciano indietro molti cecchini e sviluppano una tenace resistenza . È necessa rio che la truppa conosca, attraverso la raccolta delle esperienze operative presenti nel " Waldkampf", il nuovo ambiente. Superata l'avversione iniziale, il combattimento nei boschi insegna a prendere in a utonomia decisioni energiche ed è una buona scuola anche per il combattimento nell' oscurità e nella nebbia. Il rastrella mento di boschi occupati da pa rtigia ni o sbandati, oltre a richiedere l ' impiego pianificato di forze adeguate c di m olto tempo, è del tu tto infruttuoso e costoso in termini di perdite , se eseguito lungo le strade ed i sentieri. Infatti i russi si appostano in forze nei pressi delle strade e possono ritirarsi anche lateralmente evitando così la distruzione. Comun que nel vivo dell'argomento si entra con il capitolo C. "Besondernheite n de r Kampffiih rung" (particolarità della condotta di (4) Che l'ela borazione del "Waldka mp f " si basi su esperienze in Russia è esplicitamente dichiarato nel frontespizio e testimoniato dai freq uenti riferimenti a l compor tamento operativo dei Russi. Gli accenni a esper ienze fi nla ndesi nel pa ttuglia mento silen zioso e nell' uso dei mortai (cfr. Waldkampf pag. 7 punto 13, pag. 16 punto 6lJ e a llegato I) fan no pensare a ll a presenza di un apporto di ufficia li del Gruppo di Armate Nord. Non è improbabile che si tratti di Gebirgsjager d ato che erano la specialità c he lavorava più spesso in contatto coi finla ndesi nel pattugliamento dei settori fin nici del fronte. (5) Cfr . fa se. la 5 138 A bschrift "Guerrillakrieg und Sabotage" diffu sa il 20 settembr e 1944 dal SS-und Polizeifo hrer Oberita lien Mitte la.


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combattimento), che affronta l'argomento sotto l'aspetto delle caratteristiche della foresta in rapporto alla condotta offensiva o difensiva e alle esigenze poste dal transito in una foresta, dei requisiti richiesti al combattente e al capo, delle specialità più utili nella foresta e del loro corretto impiego, degli schieramenti della truppa, della ricognizione, dei mezzi di comunicazione e del concentramento del comando. La foresta è un ambiente che favorisce l'avvicinamento al nemico, la disposizione ravvicinata di riserve, lo spostamento occulto di forze per la creazione di Schwerpunkte <6l e la lotta ravvicinata ai carri armati. Grazie a queste condizioni anche chi difetta di armi pesanti, artiglieria e carri armati può togliere all'avversario l'iniziativa, annientarlo con attacchi a sorpresa e respingerlo con successo. L'unico metodo per ovviare alla lentezza di movimenti e alla bassa visibilità della foresta, restituendo una certa efficacia alle armi pesanti e all'artiglieria, consiste nella suddivisione di esse tra le unità in movimento. Ma nei combattimenti in foresta quello che conta è l'annientamento del nemico per mezzo dell' urto concentrato delle forzt: di ranlcria. Non essendo possibile una preparazione metodica del fuoco, né in attacco per la costruzione di una costante protezione a fuoco, né in difesa per la creazione di sbarramenti senza vuoti, assume importanza spesso decisiva il numero dei fucilieri e dei mitraglierL Per lo più lo scontro col nen1ico è irnprovviso e così il successo si ottiene col combattimento ravvicinato <7l. Più che in aperta pianura, assume dunque importanza l'elemento sorpresa, le cui premesse sono la preparazione sistematica e la silenziosità nei movimenti <8>. Alla truppa sono richiesti coraggio, avvedutezza, tenacia, rapidità decisionale ed una condotta bellica ricca di astuzie, mentre i vari ufficiali devono essere particolarmente mobili. La possibiìità che si creino situazioni di spezzettamento delle forze per la necessità di inviare forti pattuglie in ricognizione o situazioni in cui ci si trova accerchiati o tagliati fuori, induce a tenere unite le forze. La coesione e unione delle componenti di un rep arto è frequentemente adottata nei combattimenti di piccole unità. La conseguenza è che la forma dello schieramento tenderà a privilegiare la profondità per favorire (6) Centri di gravità. La parola indica irpunto su cui si focalizza Io sforzo e la concentrazione di uom ini e mezzi e lo sforzo di un a~versario ai fini di uno sfondamento o della creazione di un cardine clifensivo. (7) La parola Nahkampf indica tanto il corpo a corpo quanto il comballimenlo a distanze brevissime. (8) Si cita l'esempio finnico della formazione di "Fliister" -·Ba taillonen (ballaglioni sussurranti) in cui il nome indica il curato addestramento alla silenziosità.


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appunto l'unione, la mobilità nel combattimento, la rapida trasmissione degli ordini e la prontezza nell'apertura del fuoco specie ai fianchi minacciati. Negli spostamenti è necessario fare avanzare le forze a tappe al termine di ognuna delle quali si procede alla sosta e al riordino della truppa per evitare sorprese nemiche e garantire una guida unitaria. È anche necessario assicurare una cooperazione armoniosa tra i vari gruppi d'attacco nel quadro di una pianificazione unificata, nonostante i collegamenti siano più difficili e che spesso nel corso di aggiramenti e di formazioni di sacche, i combaLtimcnti si risolvono in una serie di scontri individuali. Per evitare questo, la regola indispensabile risiede nell'esauriente discussione dell'azione con tutti gli ufficiali che vi partecipano. Fissato un preciso piano di operazioni, vanno impartiti a unità e formazioni ordini chiari, ben delineati e limitati; spesso va anche ordinata l'esecuzione nei dettagli. È importante che qualora un reparto sia costretto a deviare dal piano, comunichi preventivamente la mutata situazione e attenda autorizzazione a modifiche, di modo che sia garantita anche in una diversa situazione la cooperazione con le altre forze e soprattutto con le armi pesanti, l'artiglieria e gli aerei, evitando anche gli errori di bersaglio. Quanto alla ricognizione, poiché quella aerea fornisce frequentemente risliltati deludenti e quella motorizzata o corazzata è limitata, acquista rilevante importanza quella effettuata da numerose e consistenti pattuglie a piedi. La mobilità in combattimento è resa possibile da un'abbondante distribuzione di mezzi di comunicazione. Dove invece il mezzo aereo è assai prezioso è nella aerofotografia di territori per i quali le carte mancano o sono lacunose. Se si pone a confronto la condotta delineata prima con quella ordinaria nelle manovre campali sul fronte russo, risulta immediatamente che uno dei punti discriminanti fondamentali è dato dalla possibilità d'impiego dell'artiglieria, delle armi pesanti e dei carri. In pianura aperta c'è la possibilità di creare raggruppamenti d'artiglieria che formino dei centri di fuoco capaci di fornire il loro appoggio con precisione e continuità, perché si possono preparare postazioni e facile è l'osservazione del tiro. Il raggio di scoperta ottica che questi concentramenti hanno a disposizione è il presupposto essenziale dell'efficacia, della mobilità e della flessibilità del loro fu oco. Per i carri armati si aggiunge la presenza di un terreno che non ostacoli la loro mobilità. Terreno pian o e buona visibilità sono il binomio che permette lo sviluppo di schieramenti diradati e aperti per sfruttare


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possibilità di aggiramento e che facilita l'uso dei collegamenti radio e aerei. La facilità relativamente maggiore di controllo sullo svolgimento delle operazioni permette agli ufficiali superiori di decentrare il più possibile le loro unità, di lasciare ad esse una certa autonomia e soprattutto di dirigere l'azione stando in posizioni arretrate. La foresta è l'ambiente che esattamente annulla il binomio terreno piano-buona visibilità, degradando immediatamente la gittata delle armi pesanti, dell'artiglieria e dei carri. In un terreno dove la distanza d'ingaggio diventa assai breve, le armi individuali e di squadra, come i mitragliatori, costituiscono effettivamente l'unico fattore di fuoco decisivo. La soluzione di frazionare le armi pesanti e l'artiglieria tra le unità marcianti non costituisce affatto un mezzo per recuperare le loro capacità compromesse, ma rappresenta pur sempre un guadagno netto per l'unità che ne dispone. Tra i mezzi d'appoggio sono privilegiati quelli che hanno maggiore facilità di brandeggio, qualità in pianura nettamente surclassate dalla gittata. Anche le funzioni C 31 sono notevolmente ridotte, imponendo l'adozione di schemi diversi . Sappiamo che una risposta al problema è data dall'adozione di forme di schieramento in profondità, ma non è detto che la misura in questione garantisca automaticamente e senza inconvenienti i vantaggi elencati al punto 15 del docu1nento. Generalmente la profondità di una formazione è un ostq.colo alla mobilità e se osserviamo lo schizzo 1 dell'allegato 2, vedremo che le forze amiche (9l sono disposte in colonna, una forma che privilegia la profondità e caratterizzata da tempi di sfilamento più lunghi rispetto a forme sviluppate in larghezza. Inoltre, per evitare eccessivi allungamenti, si è costretti a frazionare la marcia in tappe, necessarie al riordino delle truppe, con negative conseguenze sulla rapi-· perdite di contatto che si ve rificherebbero assai più frequentemente con schieramenti in larghezza, i quali favorirebbero così imboscate nemiche e ulteriori perdite di tempo: per questo si dice che l'incolonnamento gode in foresta di maggiore mobilità. Dal punto di vista della difesa attiva è vero che la colonna compensa la sua minore mobilità con una più pronta e massiccia reazione di fuoco proprio sui fianchi minacciati, ma da quelJo della difesa passiva è penalizzata dalla maggiore densità che la rende un bersaglio vulnerabile. Non bisogna dimenticare che una simile disposizione priva le armi pesanti di qualunque mobilità significativa, irrigidendole nella sezione di colonna alla quale sono state assegnate e (9) Cioè quello non contrassegnato dal punto interrogativo:Vedere lo schizzo l allegato nell'appendice documentaria.


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contribuendo così al degrado della loro efficacia. Dunque lo schieramento in profondità si rivela una misura di compromesso e che si pone come obiettivi prioritari la massima concentrazione possibile di uomini, fuoco e comando. Ma da solo questo schieramento non basterebbe a garantire una conduzione unitaria se non intervenissero altre significative modifiche. Diminuendo distanza d'ingaggio, mobilità c raggio di scoperta ottica, si aumenta la mobilità degli ufficiali. Torna quindi alla ribalta la guida diretta e sul posto dell'ufficiale. Ciò non soppianta affatto l'uso dei mezzi di comunicazione, anzi il loro numero si accresce e il volume delle trasmissioni aumenta. Assistiamo a un ulteriore accentramento delle decisioni di comando ai livelli più alti cui corrisponde una notevole perdita di iniziativa delle unità e un generale irrigidimento e restrizione nella forma e nella portata degli ordini. Acquista accresciuta importanza il piano di operazioni nella misura in cui si rispecchino le direttive per la sua esecuzione. Ecco perché il raggiungimento di un dato obbiettivo ha valore soìo se effettuato con ic procedure previste. Solo a ìivelio tatiico c'è un recupero dell'iniziativa individuale, dettato dalla necessità di favorire la sorpresa con astuzie e frequente ricorso al combauimcnto ravvicinato. L'unica possibilità per aumentare il raggio di scoperta dell'unità in marcia in una foresta è l'uso incessante della ricognizione terrestre e dell'osservazione. I compiti delle pattuglie esploranti sono due: ricognizione e perlustrazione. In ricognizione l'obiettivo consiste nell'individuazione del nemico, del suo dispositivo di sicurezza, della posizione che occupa. Entrati in contatto, i reparti esploranti devono cercare di scoprire rapidamente i punti deboli della posizione nemica, per permettere una tempestiva pianificazione dell'attacco ai propri comandanti. Nella perlustrazione k informazioni si incentrano sulle caratteristiche del terreno: vie e sentieri, radure, fossi. ponti e fiumi, zone in rilievo o in depressione, tratti impaludati, costituzione del bosco e del sottobosco (IOJ. Particolare attenzione va dedicata alle impronte (particolarmente visibili dopo la rugiada mattutina) e ai segnali convenzionali usati dai russi per orientarsi, consistenti in rami spezzati, tacche sui tronchi, fasci di foglie incastrati tra i rami ecc.. Il dispositivo di ricognizione consiste nella disposizione simultanea di più pattuglie affiancate e lungo i fianchi delle unità. Gli intervalli tra di esse devono essere tanto grandi da non far percepire a una pattuglia l'eventuale rumore provocato dall'altra ed (10) Ovviamente la distinzione ha un valore concettuale e chiarificatorio perché nella pratica i due aspetti si fondono e si esercita contemporaneamente la ricognizione delle forze nemiche e del terren0.


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evitare errori. L'equipaggiamento delle pattuglie deve rispondere alle esigenze di velocità e silenziosità negli spostamenti. Tutto ciò che impaccia i movimenti, anche le mitragliatrici, o che produce strepito va lasciato. L'armamento è basato su pistole e mitragliatrici, fucili automatici e con cannocchiale e bombe a mano ovoidali oo. Anche l'elmetto d'acciaio non viene indossato perché ostacola la sensibilità dell'udito. In mancanza di punti di riferimento la marcia è effettuata in base ai gradi della bussola. Ogni pattuglia dispone di due bussole, una per il capo, che si pone alla testa, l'altra per il vice-capo che si dispone in coda e controlla che non vi siano deviazioni dalla rotta prefissata. In ogni compagnia, plotoni, squadre e pattuglie deve esserci un osservatore, col compito principale di scoprire cecchini annidati tra i rami. Spesso si tratta di una minaccia supposta per il fatto che in un bosco non è facile scoprire la provenienza di un tiro, ma quando un cecchino è individuato basta un singolo colpo per eliminarlo <12>. Si può notare come la ricognizione terrestre sia intesa più nel ruolo protettivo a favore di un'unità in marcia e più in relazione a un nemico che prenda posizione, che non orientata verso la controguerriglia. Riprenderemo più a fondo l'argomento quando ci soffermeremo sul confronto con i documenti precedenti. La marcia attraverso la foresta richiede sforzi notevoli aila truppa e la sua velocità è assai più bassa che in aperta campagna. In condizioni estreme, fitto sottobosco e terreno pesante, si può scendere ai 3-5 km giornalieri. Ogni marcia presuppone una ricognizione eseguita per tempo e continuamente. È consigliato l'impiego di abitanti del posto come guide, specialmente per informazioni su vie e sentieri in boschi paludo- . si, perché oltre le vie segnate sulla carta ve ne sono di buone e numerose conosciute soio dagii abitanti. È un uso praticato spesso daì russi. Anche l'incolonnamento deve essere adeguato alle condizioni che pone la foresta e assume grande importanza la testa della colonna. Davanti ad essa si trova la forte avanguardia che ha il compito di avvolgere e spezzare le posizioni nemiche che sbarrano la strada. Poiché è molto difficile , in caso di difficoltà, fare entrare in combattimento rapida(11) L 'esercito tedesco disponeva di bombe a mano di dt1c fogge: ad a nanas o uovo (Eihandgranate) e a manico (Stielhandgranatc), quest'ultima caratteristicamente tedesca. L 'impiego del secondo tipo era sconsigliato n el bosco perché la sua forma facilitava l'impigli arsi tra i rami o il rimbalzo della bomba , con prevedibili conseguenze. Dati Stielhandgranatc: portata efficace 30 m, raggio schegge 10-15 m, raggio pressione scoppio 3-6 m , peso 500 gr.

(12) Solo se il cecchino non è facilmente individuabile si sven taglia la chioma dell'albero con la mitragliatrice.


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mente le forze che si trovano nei settori arretrati della colonna, l'avanguardia deve fare molto affidamento su se stessa ed essere molto potente. Sempre per lo stesso motivo, in testa vanno dislocate l'artiglieria, le armi pesanti, Io stato maggiore e le centrali di comunicazione. Per assicurare la massima rapidità e fluidità di sfilamento è necessario schierare molto in avanti i Pioniere perché aprano strade ed eliminino ostacoli di sbarramento, mentre la truppa deve essere abituata a preparare ponti brevi e robusti velocemente nonché passerelle di tronchi d'albero nei punti pantanosi. Devono inoltre essere distribuite lungo la colonna squadre addette al traino e alla spinta dei veicoli e gruppi per il miglioramento della strada. Di regola vanno dislocate aliquote per la protezione dei fianchi e della retroguardia. La loro distanza dal grosso variano a seconda della forza del reparto, del tipo di foresta, della disponibilità di vie e di sentieri, ma comunque la loro distanza non deve essere eccessiva per evitare che ,., engano tagliate foorL Ir! ogni cél.so devon0 essere eo, 1-1ir:iE:31atf:" per muoversi fuori strada con più cavalli da tiro e da soma, con portatori e con carrette o tregge locali. Per la protezione della truppa possono essere utilizzati veicoli blindati per via della loro corazzatura e prontezza nell'aprire il fuoco; per esempio carri armati, cannoni d'assalto e veicoli blindati trasporto truppe, ma hanno bisogno della protezione diretta della fanteria per la difesa da attacchi ravvicinati. Non vanno esclusi da parte dei russi nemmeno attacchi corazzati in boschi fitti e pantanosi , specie se condotti da carri isolati; perciò è utile la distribuzione in tutti i settori della colonna di armi controcarro e di squadre di cacciatori di carri. Queste ultime sono

Jallç i ;Jvttc; d~-,tauLç ...;~ ~11oa1:;e,~v ç v a.u.no assegnate soprattutto alle aliquote di protezione laterale cui non si possono dare armi controcarro.

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Nel caso che blocchi stradali sbarrino la strada, occorre fissare le forze nemiche col pesante fuoco dell'avanguardia e inviare aliquote aggiranti per attacchi alle spalle in modo da spezzare rapidamente la resistenza nemica. La minaccia di pesanti attacchi aerei o fuoco d'artiglieria o di numerosi attacchi di partigiani e sbandati, può costringere ad abba ndonare la strada e marciare fuori dalle principali linee di comunicazione. Se il terreno del bosco non lo permette si dovranno fare avanzare a tappe veicoli, armi pesanti e artiglieria lungo la strada e assegnare loro per protezione forze di fanteria o veicoli blindati.


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Particolarmente critico è l'attraversamento di zone scoperte, perché i russi usano spesso appostarvi cecchini e osservatori d'artiglieria che comandano e dirigono il fuoco quando sono passate le pattuglie esploranti e il grosso si avvicina. Prima di raggiungere una zona scoperta la truppa deve perciò fare una sosta e proiettare in avanti un velo di osservatori e singole armi pesanti e pezzi d'artiglieria per sorvegliare l'attraversam,ento. Pattuglie percorrono il perimetro delJa zona scoperta eseguendo un'accurata ricognizione. Anche quando si è comunicato che i lati della zona scoperta sono sgombri da nemici bisogna evitare di attraversarla. Vie e sentieri che non possono essere aggirati devono essere superati con un rapido sbalzo compiuto in gruppi compatti. In ogni momento la truppa non deve portare le armi in spalla, ma pronte in posizione di fuoco e per assicurare la massima rapidità di fuoco le mitragliatrici devono essere alimentate a nastro e non con i caricatori circolari (13 >. Connesso con la marcia è l'avvicinamento al nemico, che viene esposto nelle sue varie fasi. La prima scatta con la comunicazione di contatto con il nemico da parte delle pattuglie e si traduce in un tempestivo abbandono della strada di marcia. La seconda consiste in un eventuale rischicramento delle forze, dipendente dalla posizione nemica e dal tipo di bosco presente. Le forme possono essere più aperte e allargate nella misura in cui la foresta è rada, quanto più è fitta invece tanto più profondo è lo schieramento. Si è rivelato utile disporre dietro le pattuglie allargate a ventaglio singoli gruppi di fanti con compiti di protezione ravvicinata dei fianchi e della fronte, abbondantemente dotati di mezzi per il combattimento a brevissima distanza (specie pistole mitragliatrici). Dietro al velo avanzato di fanti vengono raggruppati singoli mortai, cannoni controcarro o da campagna che devono aprire un fuoco violento e rapido su improvvise resistenze. 11 fine ultimo di queste disposizioni e di assumere la forma e la direzione tatticamente più convenienti alla sorpresa. In queste fasi come in quelle seguenti si insiste sulla necessità di mantenere il silenzio evitando rumori inutili. L'avvicinamento procede in seguito per tappe nelle quali si comandano le soste soprattutto dopo l'attraversamento di ostacoli naturali per dare il tempo alJa truppa di orientarsi, alle armi pesanti di venire avanti e avere la possibilità di ricostruire la protezione a fuoco. Contemporaneamente pattuglie mantengono il contatto con le aliquote a protezione dei fianchi e della retroguardia. Finché sussiste la possibilità, si sfrutta (13) li cambio del caricatore cii .:olan, rid1iede Lroppo tempo.


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la sorveglianza che armi pesanti e artiglieria, appostati ai margini della strada o di una radura, possano offrire all'avanzata delle truppe. La parte finale dell'avvicinamento al nemico inizia quando si è giunti a vista e a distanza di tiro, procede strisciando e scivolando in avanti aiutati dalla fitta copertura dei boschi russi che permettono questa tecnica anche sotto fuoco pesante, si conclude a distanza di combattimento ravvicinato. È opportuno a questo punto rivolgere la nostra attenzione a una serie di problemi che emergono dalla apparente ovvietà dei due capitoli dedicati alla marcia e all'avanzata e avvicinamento al nemico. Cominceremo da una miscellanea di questioni preliminari per poi analizzare il problema centrale della funzione e disposizione della colonna. Il primo problema riguarda l'uso di clementi locali per raccogliere informazioni e avere delle guide. L'opuscolo sembra ignorare gli ovvi rischi nell'affidarsi ad elementi stranieri, non precedentemente vagliati, per queste delicate mansioni e la citazione dell'esempio russo non è atta a dissipare i dubbi, al contrario li rafforza <14l. L'unica spiegazione possibiìe sta nel fatto che gli elementi locali forniscano informazioni e guidino soltanto le pattuglie esploranti che devono tracciare un quadro chiaro del terreno prima che la truppa metta piede nel bosco. Una conferma indiretta l'abbiamo ùall'affcnnazione che ogni marcia nella foresta è preceduta dalìa ricognizione preventiva e continua 0 5 ). Resta il fattp che le pattuglie controllano a loro rischio e pericolo l'esattezza delle notizie e se la fiducia nelle guide è stata ben riposta, ma è un rischio accettabile in confronto all'utilità di questa fonte d'informazioni. P erplessità ben maggiori suscita l'asserzione che i veicoli blindati siano utili per la difesa della truppa in marcia attraverso la foresta. fl loro ruolo proteLLivo può essere esplicalo solo lungo la strada, perché in piena foresta nemmeno la protezione della fanteria offrirebbe loro una difesa adeguata. Le loro possibilità di uscire dalla strada e addentrarsi nel bosco sono assai limitate, per cui la strada si trasforma in un percorso obbligato che rende più facile colpire il carro con l'artiglieria o cannoni anticarro . In definitiva il carro, marciando col cannone al traverso, svolge la funzione di un cannone semovente in una postazione blindata pronto al fuoco , ma perde una delle sue caratteristiche principali: la mobilità che è anche una delle sue migliori difese attive. Non si tiene poi conto dell' eventualità che la strada possa essere minata con (14) Cfr . Waldkampf pag. 10 punto 33 . (15) Cfr . ibidem punto 31.


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mine anticarro opportunamente tarate (p.e. a scoppio dopo ripetuti passaggi) e delle gravi conseguenze se la stretta strada attraverso la foresta viene ingombrata da un carro con un cingolo spezzato e tenuta sotto il fuoco . Alle obiezioni sul concetto in sé vanno sommate quelle in dettaglio riguardanti Sturmgeschutze (cannoni d'assalto) e Schutzenpanzerwagen (veicoli blindati trasporto truppe) C16l. Gli Sturmgeschiitzc si differenziano dalla normale artiglieria semovente perché hanno un profilo basso, cannone in casamatta e pesante corazzatura. Mezzi eccellenti per fornire ai carri un'efficace copertura ravvicinata e diretta di artiglieria, possono rendere buoni servigi come cacciacarri in contrattacchi corazzati. Il loro principale difetto è che il cannone non è in torretta e quindi in marcia non possono assolutamente proteggere i fianchi della formazione. La loro reazione non può essere immediata perché tutto il veicolo deve manovrare per puntare il pezzo. Invece il punto debole degli Schiitzenpanzerwagen è che sono a cielo aperto (come tutti i veicoli trasporto truppe della seconda guerra mondiale), iì che pennette l'entrata di oggeui come bottiglie incendiarie, bombe a mano, cariche esplosive, granate di mortaio e rende sconsigliabile l'impiego in zone dove esistano strutture elevate e praticabili (ambiente urbano o montano) o dove la vegetazione offre ottima copertura. In conclusione la loro utilità è abbastanza !imitata e avrebbe un serio valore solo se il nemico non fosse dotato di armi pesanti, mentre sappian10 dalle "Richtlinien fiir Partisanenbekiimpfung" che i partigiani già nel 1941 potevano disporre di mortai pesanti e perfino di cannoni <17l_ li loro impiego risponde al criterio della migliore utilizzazione possibile del materiale a disposizione anche se a livelli di bassa efficacia. (16) Nel teslo (cfr. Waldkampf pag. 11 punlo 35) si allude agli Sturmgeschiitz III costruiti sullo chassis del Pzkw IfI e che nel periodo in questione erano dotati di un cannone corto o medio da 75 mm. Rispello ai carri armati godevano di una sagoma più bassa e di minori costi perché mancava la torretta, ma pagavano questi vantaggi col fatto che il cannone non aveva brandeggio a meno di non eseguire spostamenti azimutali servendosi dei cingoli. Era una manovra che richiedeva una notevole esperienza da parte del guidatore specie nei duelli con altri blindati. La loro produzione continuò fino al 1944 con le principali modifiche consistenti nell'adozione di un cannone da 75 mm lungo, per migliorare gittata e potere di penetrazione del proietto, del manicotto corazzato.Saukopf (tesla di scrofa), realizzato in fusione unica di acciaio con protezione migliorata del,-delicalo punlo di attacco della volata alla zona di culatta, e dell'aggiunta di uno strato di cemento alla corazzatura per dcmagnetizzarla e ingannare le mine anticarro magnetiche. Per gli Schiitzenpanzerwagen (ibidem) si fa riferimento al Milllerer Schiitzcnpanzerwagen Sdkfz 25 1/ I , un semicingolato blindato a cielo aperto con capacità di trasporto di una squadra di 10 uom ini e armamento di 2 mitragliatrici da 7,9 mm di cui una scudata, prodotto dalla Hanomag a partire da l 19~2; di questo mezzo vi furono versioni che trasportavano 6 razzi da 230 mm installati in lre gabbie di lancio per lato. (17) C fr. RII fr. 251 35 77 pag. 3 par. J comma a) e b).


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Il terzo punto di discussione è dato dal punto 37 nel quale c'è un'ambiguità di testo a proposito delle armi controcarro <18>. Nel primo periodo si fa intendere che le armi controcarro vadano date alle aliquote di protezione laterale, invece nel terzo si dice che non possono avere armi anticarro. Un chiarimento può venire, oltre che dall'osservazione del testo, dal riferimento al punto 36 del documento e dalle caratteristiche delle c1rmi a cui si allude. Le aliquote di protezione laterale sono equipaggiaI e per muoversi anche fuori strada trasportando le armi pesanti. Le armi controcarro disponibili allora erano: la Pz.B . da 20 mm, le Pak da 37 , da 50 e da 75 mm (I 9 J. Tenendo conto delle buone corazzature dei carri russi, la Pz.B. aveva efficacia nulla, la Pak da 37 mm con munìLione convenzionale idem e con granata a carica cava efficacia assai li1nilata a breve distanza, la Pak da 50 mm aveva prestazioni mediocri , mentre la Pak da 75 mm era l'unica arma adeguata allo scopo. 11 difet1o delle ultime due armi in foresta è dato dal peso e dagli ingombri, e se una colonna si può permettere di portarle con sé grazie al numero di 11nrnini ;;irld~tti al lrasrmrto e all'opera dei Pioniere. molto meno un gruppo di protezione laterale. H risultato di queste osservazioni è che le aliquote venivano dotate di armi amicarro quando marciavano su strada, quando le condizioni del terreno boschivo lo permettevano e quando vi erano armi disponibili (20 >, mentre avevano squadre di cacciatori di carri (le cui armi principali erano cariche esplosive da collocare manualmente nei punti più vulnerabili del carro) in tutti gli altri casi. Veniamo adesso all'argomento centrale: la colonna e il suo funzionamento. Essa è vista principalmente come schieramento adatto agli spostamenti nella foresta, utilizzabile come formazione di combattimento per affror,tare una battaglia che non è scelta, ma subita per iniziativa del nemico . Durante la marcia essa si muove in uno schermo protettivo costituito frontalmente dalla robusta avanguardia, cui sopravanza un (1 8) Cfr. Waldkampf pag. 11 punto 37 "Da b ei der russischer Kampffiihrung Panzerangriffe, vor allem einzelner Panzer, auch in sumpfigen und dich ten Waldern zu bewarten sind, ist es zweckmassig, Panzerabwehrwaffen a uf dic Marschkolonnen zu verteilen und den Seilendcckungen mitzugeben. Der Wald begiinsligl die Nahbekampfung fcindliche Panzer. Deshalb miissen bei alle n Teilen der Marschkolo nne, vor a llem Seitendeckungen denen keine Abwehrwaffen milgegeben werùen kònnen, Panzernahkampftrupps eingeteilt sein." (Poiché nella ta ttica russa bisogna aspettarsi al.tacchi corazzati, soprattutto di singoli carri armati, anche in boschi paludosi e fitti, è ntilc distribuire lungo la c olonna armi anticarro e d arle alle truppe di protezione laterale . La foresta favorisce la lotta ravvicinata ai carri nemici. Perciò d evono essere ripartite in tutte le sezioni della colonna squadre ùi cacciatori di carri, soprallutto nelle aliquote di protezione la tera le, a lle quali non si possono dare armi di difesa). (19) La Panzerfaust e affini non esistevano .

(20) La priorità di assegnazione delle armi cont.rocorro a ndava tilla colonna.


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ventaglio di pattuglie che si estende ai fianchi. Lo schermo è completato da gruppi di retroguardia e protezione ai fianchi, questi ultimi capaci di entrare nel bosco se la situazione lo richiede. Il grosso si può distinguere in due parti che sono la testa e il corpo della colonna. La testa è il cervello e la punta di diamante: lì sono dislocati lo stato maggiore, i principali mezzi di comunicazione, armi pesanti e artiglieria in alta concentrazione, carri e i Pioniere. Nel corpo sono distribuite le squadre di fluidificazione del traffico e talvolta i carri armati. Uniforme è la distribuzione lungo la colonna dei mezzi anticarro con armi e cacciatori in tutti i punti per creare una difesa diretta, mentre un ulteriore schermo è dato da armi e/o cacciatori nelle aliquote di protezione laterale. La colonna così com'è può spezzare uno sbarramento, ma si vede che nel documento è preferita un'altra forma che garantisce maggiore sorpresa. È necessario seguire tanto il testo quanto lo schizzo I dell'allegato 2 "Aufklarung u. Annaherung einer verstarkten Schutzenkompanie" (ricognizione e avvicinamento di una compagnia di fucilieri rinforzata), per seguire la trasfnrm:!zlonc dc!la colonna da dispositivo di rnarcia a formazione di combattimento. Lo scenario delineato nella cartina è di tipo convenzionale: la strada e i lati sono bloccati da fanteria appoggiata da pezzi di artiglieria in una formazione a semicerchio; una banda partigiana avrebbe preferito invece collocarsi ai lati della strada per interdirla con un'imboscata. È una chiara dimostrazione di come il testo sia concepito anche in funzione antipartigiana, ma non esclusivamente. Le pattuglie hanno già individuato il dispositivo nemico e si apprestano ad aggirarlo per scoprire altri punti deboli e forse appoggiare l'azione del grosso su un fianco. Da una delle pattuglie è stato distaccato in posizione opportuna un uomo su un albero che fungerà da osservatore avanzato d'artiglieria. Nel frattempo i veicoli sono stati lasciati indietro, presumihilment.c con qualche protezione di carri e fanteria, ad avanzare in sicurezza a tappe aspettando che lo sbarramento sia eliminato. Poco dopo l'artiglieria abbandona la testa per sistemarsi in zona coperta, pronta ad appoggiare col tiro indiretto l'attacco. Sempre al di fuori della vista nemka, la colonna entra nel bosco e i gruppi di protezione laterale, insieme alle pattuglie di retroguardia, passano o scartano ancora di più sul lato prescelto dalla colonna per l'avvicinamento . Comandi, comunicazioni, Pioniere e armi pesanti restano in testa, m a queste ultime in numero minore perché vengono anche distribuite lungo la colonna (21>. (21) Nella Kompanic Trupp (squadra della compagnia) cornawlo, comunicazioni , Pioniere, nel gruppo e inzelne schwcrc Waffen (singole armi pesanti), le armi pesanti. Cfr. Waldkampf Ski7.7.e I Anlage 2.


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Lo schema di difesa anticarro resta invariato. li nuovo elemento di questa colonna alleggerita è il velo di protezione ravvicinata. Come si vede è una manovra complessa che richiede sempre un certo tempo anche con truppe ben addestrate. Si comprende adesso facilmente perché l'avvicinamento deve svolgersi a tappe, se non si vuole che l'attrito della marcia nel bosco disgreghi e scompagini gradualmente l'elaborato dispositivo. Risulta anche nettamente come il momento di passaggio nella foresta sino all'eliminazione dello sbarramento è molto critico: artiglierie e automezzi restano relativamente poco protetti, specie se la colonna è piccola. Ancora più critica e rischiosa è la marcia a forze separate in caso di forti attacchi nemici con artiglieria, aerei o partigiani (22 ). Essa può coronare gli sforzi di un nemico già così potente da indurre la colonna a scindersi, che annientarne una parte gli sarà facilitato. Le perdite di veicoli e di materiali costretti a muoversi sotto continuo attacco sarebbero tali che all'uscila dalla foresta, l'unità, anche avendo la fanteria quasi intalla, avrebbe uno scarso valore bellico perché priva di veicoli e artiglieria <21 >. Arrivati a contatto si presenta il problema di come condurre l'attacco. I punti di' riferimento generali su cui impostare l'azione sono: sorpresa, accerchiamento, apertura e superamento del fuoco, munizioni. Tutti i mezzi vanno impiegati per assicurarsi la sorpresa, ingannando il nemico su intenzioni, luogo e tempo de!l'aLLacco, raggruppamento delle forze. Per esempio gli attacchi simulati sono facilmente eseguibili con pochi uomini che facciano molto rumore. li loro e ffetto agisce sul morale, sulla sorveglianza e sul comando del nemico. L 'avversario diventa nervoso, fissa la sua attenzione altrove, è indotto a impiegare prematuramente le riserve . Moìt.o della sorpresa consiste nel come si sa aprire ii fuoco. Bisogna far fuoco all'improvviso con una potente scarica, che nel bosco ha un effetto particolare sul morale del nemico. Per questo è necessario che il comandante si riservi l'apertura del fuoco e che il reparto abbia una buona disciplina di fuoco, per evitare una sparatoria disordinata di singoli fucilieri e mitragliatrici. Il fuoco deve essere fatto con scariche brevi e violente ed eventualmente va ordinato il numero di colpi per scarica. (22) Cfr. Waldkampf pag . 11 punto 38. (23) Come l'esperienza degli anni successivi in fatto di strapotere aereo e terrestre alleato insegnò, i tedeschi appresero a spostarsi di notte e a mimetizzarsi di giorno per sfuggire ai tiri di artiglieria e ai cacciabombardieri. Per gl i attacchi partigiani il metodo più indicato durante gli spostamenti forse era quello descritto dalle "Richtlinien ftir Bandenbekampfung" del 25 ottobre 1941 Cfr. RII fr. 25 1 35 83 pag. 9, par. 6 "Marschc zur Siiuherung hestimmtcr Raumc" .


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Questi criteri valgono per tutte le armi, anche pesanti e di artiglieria, per cui finché l'osservazione lo rende possibile bisogna concentrare i tiri di molte armi in massicci attacchi a fuoco. La manovra preferita è l'avvolgimento del nemico dai due lati o l'urto su entrambi i fianchi (24>. Quando il fuoco del difensore si scatena a brevissima distanza, come spesso accade, causa perdite minori un attraversamento della zona di fuoco rapido e senza indugi, piuttosto che il prendere posizione e rispondere al fuoco. Un nemico in ritirata non va inseguito col fuoco, bensì è necessario effettuare un'ulteriore spinta veloce e potente per frustare i tentativi di riorganizzazione del nemico.

In questa fase particolarmente convulsa è sempre importante mantenere il controllo delle truppe. Per evitare confusioni che potrebbero sorgere indicando alle truppe dei settori d'attacco difficili da delimitare, si usa il sistema di dare delle direttrici d'attacco. I ,ungo di essa vanno fissati degli obiettivi d'attacco che dividono la direttrice in sezioni, tanto più frequenti quanto maggiore è la resistenza nemica prevista. Uli obiettivi sono fissati a seconda del terreno o della situazione del nemico (p .e. possono essere strade o fossi che corrono trasversalmente rispetto alla direttrice d'attacco). Così se il combattimento è stato particolarmente violento e si è frazionato in una serie di singoli incontri, dopo l'irruzione nella posizione nemica è opportuno sostare brevemente per riorganizzarsi e ricostruire la protezione a fuoco. La stessa precauzione si adotta quando, combattendo attraverso una foresta, si accede al terreno libero (25>. Una sosta più lunga assumendo una posizione a riccio, si fa quando sopraggiunge la notte, che di regola impedisce la continuazione di un attacco. \'erse !a fine del paragrafo dedicato agli aspetti generali dcll'attac-co in foresta, c'è la raccomandazione di curare particolarmente il flusso delle munizioni alle unità combattenti, perché il consumo di esse è molto superiore di quello in aperta campagna in quanto la fitta vegetazione riduce notevolmente l'effetto delle schegge (26>.

Segue un paragrafo intitolato "Angriff gegen schwachen Feind " (attacco a un nemico debole), intendendo per debole un nemico non preparato a difesa e quindi senza una posizione predisposta. Alcuni punti (24) Invece quando il nemico tenta di accerchiare bisogna immettere le for ze dei tratti retrostanti della colonna schierai.i in profondità cfr. Walùkampf pag. 14 punto 49. (25) C fr. Waldkampf pag. 7 punto 16. (26) li testo chiama "Munitionstaktik" (tattica del munizionamento) quello che è la dottrina per la migliore a llocazio ne delle munizioni.


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sono la diretta applicazione degli aspetti generali già esposti. Sono la silenziosità nell'avvicinamento, la brevissima distanza dalla quale si deve aprire un fuoco improvviso violento e avviluppante, le tattiche di accerchiamento, l'appoggio di artiglieria assicurato da osservatori sugli alberi <27l. Una volta che le pattuglie hanno stabilito il contatto e accertato la possibilità di accerchiamento, le pattuglie che hanno· esplorato le ali nemiche oppure dei portaordini possono servire da guida per le parti posteriori della colonna che sfonderanno sui fianchi e alle spalle del nemico, mentre le parti anteriori fissano le forze nemiche. Anche in questa situazione il posto del comandante è alla testa della colonna dove può assicurare la migliore direzione del combattimento e far avanzare le truppe dalle posizioni arretrate. Peculiare è l'uso di segnali acustici per scatenare congiuntamente l'attacco, perché quelli luminosi sono di difficile recezione. La truppa che attacca frontalmente può usare il segnale di tromba "passo di carica" e gli "hurrà" dei soldati per dare il via ai reparti che hanno raggirato i nemici. Differente è la prassi con un nemico in posizione. Qui si seguono i procedimenti usuali, che sono sostanzialmente due: assalto o infiltrazione. Nel primo si formano squadre d'assalto equipaggiate largamente con mezzi di combattimento ravvicinato: bottiglie incendiarie, bombe fumogene, bombe a mano ovoidali, possibiimente lanciafiamme <28l . Esse operano uno sfondamento nei punti deboli aprendo una piccola breccia, destinata ad essere allargata. Spesso il fuoco di preparazione all'attacco dà migliori risultati, di un attacco con improvvisa e massiccia apertura del fuoco (29>. Per sfruttare ulteriormente i vantaggi offerti dalla vegetazione, l'a ttacco va sferrato a lle prime luci dell'alba. Le punte dell'attacco (27) Tenendo sempre conto che il fitto sottobosco riduce le prestazioni d egli apparati portatili. Per dati su radio portatili cfr. successiva nota 52. (28) I lanciafiamme sono stimati dal documento come mezzi di alta efficacia nel bosco. Non è specificato a quale tipo di arma ci si riferisca, ma per le caratteristiche del terreno andrebbe usato il "kleine Flammenwerfer" (lanciafiamme piccolo), un modello trasportabile e operabile da un solo uomo. È perciò probabile che a questa arma si alluda e non ai modelli medi e semoventi, decisamente più ingombranti e pesanti. Car atteristiche: liquido Flammenol (olio incendiario) risultante da mi scela di oli catramosi leggeri e pesanti; portata getto: 25 -30 m; durata getto continuo: 10 sec.; possibilità di singoli getti : da 2 a 15 getti di durata più breve e distanza progressivamente calante. Va notato che a distanza di alcuni decenni il lanciafiamme fu largamente impiegato nelle foreste del Vietnam avvalendosi a nche di appositi carri armati e dei perfezionamenti nel materiale incendiario. Prima dell'impiego del naftenato-palmitato (napalm), il primo composto gelatinoso incendiario usato in guerra , i materiali proiettati dai lanciafiamme erano miscele più o meno stabili di derivati liquidi dal petrolio con significative limitazioni nella portata e precisione del getto. (29) Cfr. Waldkampf pag. 14 pnnto 52.


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devono penetrare il più possibile nel bosco, nonostante la scarsa visibilità, le truppe retrostanti allargano invece la breccia e rastrellano nella zona d'attacco i nemici dispersi. L'infiltrazione è praticata quando c'è scarsissima visibilità a causa del fitto sottobosco e si sono accertati vuoti nella posizione nemica. Piccole squadre si infiltrano nella linea nemica, eliminando di sorpresa centri di resistenza, gruppi di difesa, sentinelle, provocando confusione per favorire l'attacco del grosso. L'appoggio con armi pesanti e artiglieria deve risolvere tre problemi per operare efficacemente nel bosco: schieramento, tipo di munizione, direzione del tiro. In genere tutte le armi vengono impiegate non tanto per batterie o sezioni, quanto per pezzi singoli. Questo vale per mortai pesanti, L.I.G. e L. Pak, dei quali i mortai vengono assegnati ai plotoni di fanteria, gli altri alle compagnie (io)_ L'S.M .G. viene impiegato come quello leggero perché le distanze di tiro sono assai brevi e così il brandeggio è più facile. I treppiedi vengono portati successivamente a tappe (JJ)_ Spesso queste armi pesanti (eccetto i mortai) e singoli cannoni vengono pia77.ati all'ingresso dei corridoi di tiro tracciati nel bosco dal difensore nemico, per costringerlo a restare coperto 0 2) .

(30) Lo s.Gr.W. aveva calibro 81 mm , Liro curvo, portala massima 2200 m, portata efficace 400-1200 m, cadenza di tiro pratica 15 colpi al minuto , granala di 4 kg di peso con raggio delle schegge di 50 m , equipaggio 1/6, tempo di appronlamenlO 5 minuti. Il L.I.G. 18 aveva calibro 75 mm , Liro curvo t: leso, porlala massima 3475 m, portata efficace 400-3000 m, cadenza di tiro pratica di 10-1 2 colpi al minuto, granate da 5,5 kg con ragg io delle schegge di 45-50 m, capacità di perforazione di corazze inferior i a 10 mm di spessore fino a 300 m, efficace su mole e cingoli di carri più pesanti, serventi 1/ 6, tempo di appronta mento 3-5 111. L ' 1. Pak aveva calibro 37 111111, tiro teso, portata massima 4000 111, portata efficace 1000 m con impatto perpendicolare a l bersaglio, 400 m in tutti gli altri casi, cadenza di tiro pratica 10-12 colpi al minuto, granata da 0,69 kg, serventi 1/2, tempo di approntamento inferiore al minuto. Per altri dati sugli e ffeui pratici della Pak da 37 mm sui carri armati vedi testo.

(3 1) L 'l.M.G. aveva calibro 7 ,9 mm, tiro dirello, portata massima 4500 m, portala pratica 1000 m per picwli bersagli, 1500 m per grandi, cadenza di tiro pratica 20 raffiche in un minuto da 3-8 colpi ciascuna, serventi 2, tempo di approntamento 10 sec. L'S.M. G. aveva calibro 7 ,9 mm, tiro di rett.o e indiretto, porlata m assima 4500 m, portata p ratica 2500 m con tiro dirello, 3500 con tiro indiretto (di regola oltre i 1500 m si a dopera la traguardazione del tiro indirctt.o), equipaggio 3 uomini, tempo <li approntamento 15 sec. per il tiro diretto . (32) Il lermine di Schusschncisc indica una pista retti linea più o meno lunga tagliata nel bosco per creare un corridoio di tiro, libero da ostacoli vegetali, per una postazione. Variabile a seconda delle circostanze è il numero e la direzione dei corridoi di tiro .


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Per la lotta anticarro nel bosco sono sconsigliate le munizioni a carica cava perché hanno spolette troppo sensibili, invece granate perforanti tirate dalle Pak sono buone per qualunque obbiettivo perché i proiettili non scoppiano urtando gli alberi e penetrano a fondo nel bosco. Il problema più grave resta la direzione del tiro. Si può risolverlo assegnando alle punte avanzate numerosi osservatori avanzati, che si collegano con le radio assegnate all'unità di cui fanno parte, richiedendo la posa dei cavi troppo tempo c33l. Se il terreno si presta, è utile l' osservazione al di fuori del bosco da un luogo elevato. Il mezzo di comunicazione sono segnali luminosi con razzi Very, concordati tra osservatore e comandante della fanteria per segnalare la zona della prima linea, indicare il bersaglio, aprire il fuoco. Può essere utile per l'osservatore farsi un'idea attraverso tiri di orientamento <34>. Se vi è fuoco nemico d 'artiglieria, si è rivelato prezioso l'uso di granate nebbiogene per individuare i punti di caduta. Per i mortai pesanti può essere anche utile l'uso di granate nebbiogene oppure del sistema usato dai finlandesi in boschi fitti, basato su apposito cavo telefonico (35>. Il fuoco delle armi pesanti e dell'artiglieria va concentrato in salve brevi e potenti, che sono particolarmente efficaci. Esso salta da tappa a tappa seguendo l'avanzata della fanteria , secondo linee prestabilite sulle quali il fuoco è aperto su richiesta della fanteria. Il capitolo che riguarda l'attacco è chiuso dai precetti per il rastrellamento di un bosco. La premessa principale per un completo rastrellamento è di regola data dall' entrata delle forze d a diverse direzioni nel bosco con lo scopo di accerchia re il nemico. Con partigiani o sbandati si è rivelata infr uttuosa la tecnica di rastrellare s u un a mpio fronte con p ochi metri d'intervallo tra un soldato e l'altro, perché c'era il pericolo che il nemico, raccolte le sue forze in quakhe punto, sfondasse quella debole linea . (33) Per inconvenienti de ll e radio cfr . Waldka mpf p ag. 15 punto 59. (34) Cfr . W aldkampf pag. 17 punto 70 quinto capolinea. E rrata corrige: il verbo del periodo è "erschlie:ssen ", non "erschiesse n " .

(35) Cfr . Wald kampf Anlage 1. Presso la punta avanzata dell'a u.acco si trova l'osser vatore del m orta io pesante, accom pagnato da un telefonista . Il cavo telefo nico sino a lla squ adra del morta io è lungo esattamente 200 m , con appositi segni sul cavo sono ma rcati gli intervalli di 50 m. lJn altro uomo deve badare solamente a che il cavo non si impigli e corra rettilineamcntc . Quand o la punta avanzata si imbatte nel nemico , l'osservatore stima la d istanza tra sé e il bersaglio e la somma a i metri di cavo fi lato, ottenendo la dista nza approssima tiva . In una dimostrazione si è r iusciti a piazzare il primo colpo a 20 m dal bersaglio su una dista nza effettiva di 240 m. Se la for esta è m olto fitta (visibilità solo fino a 20-30 m) , nel sistemare il mortaio bisogna abbattere alcuni alberi per oltenere tra le loro corone uno spazio libero per il tiro del morta io. , . are forcella è sconsigliato per la grande vicina nza tra amici e nemico .


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Si è imposta la regola di tenere unite le forze e far entrare nel bosco robusti gruppi d'assalto secondo un piano unitario e ben articolato nei tempi di esecuzione. Le modalità operative sono ulteriormente definite dal terreno e soprattutto dai sentieri e dalle piste disponibili. La sorveglianza dei margini della foresta con armi pesanti, artiglieria, carri armati e cannoni d'assalto serve a frustrare tentativi di sfondamento nemico. L'artiglieria ha anche il compito di eseguire il tiro di disturbo con alta cadenza di tiro nella zona circondata . Ugualmente efficace si è dimostrato l'impiego di forze da combattimento aeree. La truppa può guidare il tiro d'artiglieria o lo sgancio delle bombe nello spazio che viene ristretto sempre più dalle forze avanzanti, senza pericolo per sé, usando gli osservatori avanzati assegnati ai singoli gruppi d'assalto e le radiocomunicazioni. A questi principi generali il testo fa seguire un esempio pratico corredato da una cartina <J<i) . L'operazione comincia con l'accerchiamento del bosco di primo mattino e mettendo in postazione artiglieria e armi pesanti per impedire tentativi di sfondamento. Subito dopo pattuglie di tutte le compagnie entrano in azione con l' incarico di individuare piste, vie, e sentieri che conducono nel bosco e di segnalarli al margine del bosco. Inoltre devono accertare la viabilità per i L.I.G. , Pak e s.Gr.W .. Presso i gruppi d'assalto si trovano osservatori avanzati e vengono allestite co municazioni via cavo, cui viene sov rapposto il collegamento radio. Tutta l' operazione è guidata da un unico comandante. Ad esso i gruppi d ' assalto devono comunicare immediatamente il contatto col nemico . Altrimenti il collegamento avvlene ogni mezz'ora, con un preciso orario, e si comunicano pos izione e d irezione della marcia ordinata . La risposta del comandante di reggimento può confermare la direzione di marcia oppUre fornire nu ove coordinate di m arcia, controllando costa ntemente sulla ca rta topogra fica la situazione generale. Soltanto dopo il gruppo d 'assalto può riprendere la marcia . L'artiglieria esegue tiri di disturbo nello spazio che viene ristretto di mezz'ora in mezz' ora. In questo modo il nemico non ha nessuna p ossibilità di stabilire quale punto offra meno resistenza per tentare lo sfondam ento . Le unità appostate da vanti ai margini del bosco intercettano i nemici che sono filtrati attraverso i vuoti tra un gruppo d 'assalto e un altro. In ogni momento si possono inviare rinforzi ai gruppi d 'assalto . I russi vengono alla fine pressati in uno spazio ristretto e distrutti o catturati.

(J6) Cfr. W ald kampf pag. 18 punto 75 e Skizze II Anlage 2 . Vedi appendice document aria .


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Il documento prosegue con la trattazione della costituzione e del mantenimento di una linea difensiva in un bosco, un problema che non riguarda molto la controguerriglia, impegnata più nella protezione delle grandi arterie di comunicazione e degli agglomerati urbani importanti. Merita invece tradurre integralmente il capitolo .T. Ausbildung (addestramento) (37 >_ Non va dimenticata la fondamentale natura addestrativa del testo, esplicitamente dichiarata nell'imprimatur firmato da Halder, ed è importante vedere quanto curata fosse, almeno nei programmi, una materia particolarmente importante per la lotta antipartigiana. Tutti gli aspetti menzionati nei capitoli precedenti sono minuziosamente elencati e raggruppati secondo un criterio ascendente che va dal singolo all'unità. La lettura del testo conferma con più precisione quanto già affermato nel " Merkblatt" OS) circa la necessità di Lempo disponibile per l'acquisizione di doti e di capacità che non si po ssono improvvisa re . L 'addestramento si conferma anche in questo campo un criterio fondamentale per valutare l'efficacia delle truppe controguerriglia e discriminante rispetto agli ingannevoli dati della forza numerica, della potenza dell 'armamento e della sofisticazione teconologica. Se oramai la guerriglia non è più considerata una forma minore di conflitto, meno degna di siudio e attenzione rispetto alìc operazioni convenzionaii, tuttavia l'addestramento psico-politico individuale è ancora molto t rascurato. Il singolo soldato non deve essere solo addestrato nella tecnica militare, essere un passivo distributore di materiale di propaganda ericevere un adeguato indottrinamento che lo renda impermeabile alla propaganda avversaria, deve anche essere cap ace di stabilire contatti individual i con la popolazione e svolgervi una capillare opera di persuasio ne orale, anche con i limitati strumenti linguistici a disposizione. li diffuso atteggiamento tedesco di netta separazione tra soldati e popolazione è un chiaro esempio di come si possa svilire o vanificare un faticoso (37) Cfr. ibid. pag . 22-23. (38) C fr. Mcrkblatt pp. 6-7 Aufgabenstellung. "Die losung derartigen Aufgaben erfordert bei der Ùbung grosse Umsicht , sorgfalti ge Befehlsgcbung, cin a usgezeichneten Zu sammenwirken und vor allem Zeit. " (L'assolvimento di ta li compiti richiede nell'addestram ento, come nel combattimento reale u na grande attenzione, un'attenta formulazione degli ordini , un eccellente coordinazione, e soprallutto tempo). A questo proposito va notato che l'impiego controguerriglia di unità di elite, come paracadutisti o commandos senza uno specifico addestramento , non è una garanzia di successo immediato, anche se queste specia lità r icevono un addestramento più completo e ha nno una maggiore abitudine ad agire di propria iniziativa anche in piccoli gruppi. li periodo di rodaggio iniziale sarà generalmente pagato con un certo 11urn1;:ru di perdile variabile in funzione dell'esperienza dei partigia ni.


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lavoro di propaganda e rendere molto più difficile la lolla antiguerriglia. Ovviamente queste esigenze non possono essere avvertite in un testo che si occupa esclusivamente dei problemi tecnico-tattici del combattimento in foresta, ma non è difficile riscontrare in tutta la produzione tedesca sull'argomento questa grave lacuna. Facciamo adesso seguire il tesi') integrale <39 >: "92. Accanto all'abitudine del fisico alla durezza e alla resistenza nel superamento delle difficoltà connesse alla natura della foresta, l'addestramento al combattimento nei boschi ha un valore educativo. Educa il singolo combattente a superare l'influsso psicologico che scaturisce dal senso d ' insicurezza e dalla scarsa visibilità e lo abitua a decidere presto e autonomamente. 93. L'abitudine della truppa al combattimento n ella foresta può essere raggiunta solo attraverso un addestramento pratico. In ciò bisogna sforzarsi di porre la truppa continuamente di fronte a sorprese, che richiedono decisioni rapide e un'azione veloce. 94. D'importanza decisiva per l'abitudine delle truppe alle particolarità del combattimento nei boschi è l'addestramento con munizioni da guerra. 95. Tutte le esercitazioni in zone boschive richiedono una preparazione particolarmente accurata. La foresta sottrae alla sorveglianza dell'istruttore la truppa in addestramento. Perciò ai fini dell'addestramento, devono esserci precisi accordi con i sottufficiali addetti al servizio di arbitraggio riguardo a llo svolgimento programmato dell'azione e alla condotta dei reparti facent.i funzione di nemici. Inoltre i compiti addestrativi devono essere discussi prima con tulle le truppe davanti al tavolo di esercitazione tattica o alla carta del piano. La mancanza di visuale e le situazioni in rapida evoluzione richiedono la distribuzione di numerosi arbitri. 96. In dettaglio sono particolarmente importanti le seguenti aree di addestramento. I. Addestramento individuale. Camminare silenziosamente nel bosco. Avanzare nel sottobosco fitto . Avvicinarsi strisciando a posizioni e sentinelle in diversi tipi di bosco (bosco rado a piante di alto fusto, a boscaglia bassa, ecc.). (3'>) Sono in corsivo le parole ch e nel k slu urig inak sono in grassello.


1.F. DOTIRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

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Addestramento visivo e alla designazione di bersagli nel bosco (tra l'altro riconoscere cecchini appostati su alberi) . Orientamento nel bosco (tra l'altro contrassegno delle vie per le proprie truppe e riconoscimento dei segnali nemici, uso de1la bussola). Messa in opera di coperture e mimetizzazioni nel bosco. Combattimento ravvicinato nel bosco, eliminazione cecchini negli alberi. Lotta anticarro nel bosco. Comportamento come osservatore su un albero. Comportamento come pattugliatore nel hosco. Comportamento come sentinella nel bosco. Addestramento al tiro nel bosco (tra l'altro valutazione del terreno), tiro rapido, fuoco in movimento. II. Addestramento delle armi pesanti. Trasporto deJJe armi pesanti nel bosco. Messa in postazione rapida. Preparazione del campo di tiro. Preparazione di possibilità d'osservazione. Mantenimento dei collegamenti con le aliquote a contatto del nemico. Cornunica7ione dei bersagli nel bosco. Concentrazione di fuoco nel bosco. III. Addestramento tecnico dei genieri: Apertura di strade in foreste con bosco e sottobosco filti. Costruzione rapida di ponti corti e robusti. Costruzione di passerelle di tronchi d'albero e vie su fondo paludoso . Eliminazione rapida di sbarramenti profondi fatti con tronchi d 'albero. Costruzione di postazioni e approntamento di ostacoli di filo spinato e sbarramenti con tronchi d'albero. Costruzione di piattaforme di osservazione . Apertura di corridoi di tiro come anche preparazione di postazioni e campo di tiro per armi pesanti e artiglieria. IV. Addestramento delle unità: Addestramento approfondito degli schieramenti per movimento e combattimento. Marce, soprattutto fuori strada anche di notte. Avanzata a tappe (inoltre esercitarsi nelle funzioni <li comando e comunicazione) e anche avanzata in posizione arretrata per i veicoli. Sviluppo e formazione rapida di un fronte di fuoco negli scontri improvvisi col nemico. Attacchi a fuoco improvvisi con armi leggere e pesanti .


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Attacchi a distanza ravvicinata, avanzata sotto il fuoco nemico, irruzione, pronto sfruttamento di un successo (compiti decisionali). Esercitazioni d'allarme nella difesa (accurata esercitazione nel contrattacco delle riserve). Protezione durante la notte.'' Già prima abbiamo rilevato l'ambivalenza del "Waldkampf" nei suoi aspetti convenzionali e di controguerriglia, ora cercheremo di evidenziare e discutere questi ultimi e di porli non solo a confronto con i documenti precedenti, ma anche con uno scritto successivo di tre mesi che impartisce direttive contro i partigiani dell'Obcrkrain e del Untersteiermark <40l. Servirà a completare o correggere certe parti del "Waldkampf" troppo condizionate in senso convenzionale e a fornire ulteriori dati di confronto . Nel "Waldkampf" la trattazione della colonna e dei suoi impieghi è abbastanza estesa perché uno dei problemi principaìi che questo opuscolo vuole aiutare a risolvere è il transito sicuro di una formazione attraverso una foresta. L'unico documento nel quale ritroviamo descritta con cura la colonna è nell'esercitazione di polizia del 1936 <4 n_ Essa ha un avanguardia composta da: I P.S.W., 1a SH e 1 mezzo plotone di s.M.G., mentre il grosso ha in successione: stato maggiore, 2/ 3 2asH, 1 mezzo plotone di s.M.G., plotone comunicazioni, squadra sanitaria, salmerie, 1/3 2asH. Comune è la concentrazione di armi pesanti, comando e comunicazioni verso le parti avanzate della colonna, ma i di spositivi di protezione mancano del tutto. Infatti esiste la ricognizione avanzata dei motociclisti, ma per quanto la strada costeggi un bosco non ci sono gruppi di protezione e pattuglie. Il fatto è che il nemico è motorizzato come la polizia e sembra che non si pensi affatto ad un'imboscata <42i . Nel "Merkblatt" invece è già riconosciuta l' indispensabilità

(40) Cfr. R53 fr. 256 77 02-03 datato 25 Juni 1942 Gc hcimc Kommandosache, inlestazione: Der Rcichsfiihrer-SS Kdo. Stab-RFSS copia di un Entwurf (bozza) "Richtlinien fiìr die Durchfiihrung dcr Aktion gegen Partisanen und sonstigen Bandilen in Oberkrain und Untersteiermark" (direttive per l'esecuzione dell'azione contro partigiani e allri banditi nella Carniola superiore e Stiria inferiore). (41) C fr. R9 fr. 251 IO 49-50 pp. 35-36 par. f commi 2-3. (42) Non si può nemmeno pensare che la brevità del tragitto fino agli obiettivi da difendere possa garantire da imboscate perché la stessa esercitazione ammette la possibilità che i banditi siano già arrivati alla linea ferroviaria, cfr. R9 fr. 251 10 22 pag. 8 "schon ihr Zie! errcicht h aben" (già aver raggiunto il loro traguardo) .


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delle protezioni laterali e di retroguardia <43 >, ci si pone il problema degli intervalli in una colonna di automezzi <44> e si consiglia l'esercitazione nella guida di una colonna anche di notte su strade prive di traffico <45). Nel "Waldkampf" i sistemi di protezione sono più sofisticati e la colonna può con un nemico debole rapidamente trasformarsi in strumento d'attacco, fissando con la testa il nemico e aggirandolo con i reparti più arretrati nella disposizione. Le "Richtlinicn" non si occupano del problema, preferendo concentrarsi sulla protezione delle installazioni. Nel campo della ricogni7.ione sembrerebbe che ci sia un ritorno ai sistemi indicati nel "Merkblatt", ma la somiglianza si ferma all'uso di pattuglie abbastanza forti. Nel testo del 1941 la ricognizione serve per individuare le posizioni del nemico <46l e anche nel documento del 1942 è così, però soltanto quando la colonna è in marcia, perché quando è descritta l'operazione di rastrellamento essa è impegnata nella ricognizione viaria, lasciando ai gruppi di assalto la ricerca dei partigiani. Le "Richtlinien" del 25 giugno 1942 confermano la continuazione dei metodi di ricognizione sistematica prima dell'azione vera e propria. È compito della Sichcrhcitspolizei esplorare l'intero territorio, delineare l'organizzazione del nemico, scoprire le basi dei partigiani e soprattutto le località in cui si trovano i capi <47)_ Il "Waldkampf" rispetto ai documenti precedenti ci fornisce maggiori notizie sulle particolarità tecniche e di equipaggiamento che comporta una ricognizione frequentemente eseguita in contesti di controguerriglia. Altrettanto ricco di dettagli, anche tattici, è il quadro delineato per l' attacco. È utile esaminare alcuni di essi per poi passare ai confronti nei sistemi di rastrellamento. Anche con scenari che prevedono la consistente presenza di armi pesanti, il "Waldkampf" si riconnette all'idea espressa nel "Merkblatt" del metodico avanzare e a corti sbalzi <48l, a ccentuandola per via della copertura e dell'ostacolo che la vegetazione

(43) Cfr. Merkblatt R9 fr . 25 1 IO 13 pag . 6. (44) lbid. (45) Cfr. M erkblatt R9 fr. 25 1 IO 14 pag. 8. (46) Cfr. Merkhlatt R9 fr. 25 1 10 12 pag. 5. (47) Cfr. Richtlinien fiir die Durchfiihrung ... R 53 fr. 256 77 02 par. I. (48) Cfr. Merkblau R9 fr. 251 10 12 pag. 4 "das 'einzeln Vorarbeiten' und der Gelii.ndegewinn in kurzen Sprtingen der Gruppen" (il singolo procedere avanti e l'acquisizione del terreno con corti sbalzi da parte dei gruppi).


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rappresenta per la truppa <49 ). Uguale accordo si trova nell'importanza dell'allenamento al combattimento ravvicinato e al tiro rapido <50) e sull' attenzione da dedicare ai cecchini appostati sugli alberi <51 >. Due peculiarità della tattica sono rappresentate dall'impiego dei mortai alla finnica e dall'infiltrazione. Per quanto il primo sia un ingegnoso sistema è dubbia la sua utilità nella controguerriglia dove la mobilità e la fluidità dei combattimenti rende poco adeguate le comunicazioni via cavo (52l. La seconda invece potrebbe avere qualche possibilità di

(49) Cfr. Waldkampf pag. 13 punto 48 "so geht das Vorgehn in eincn Vorkriechen und Vorgleiten bis auf Nahkampfentfernung ii ber" (cosi l'avanzare trapassa nello strisciare e sci volare fino a distanza di combattimento ravvicinata). Cfr. Wal<lkampf pag. 22 punto 96 "Vorarbeiten im dichten lJnt.erholz" {farsi strada nel sottohosco fitto). (50) Cfr. Merkhlal.l R9 fr. 251 10 12 pag. 5 "Dic Ausbildung im Nahkampr, insbesondere im Schnellschuss, hat cine erhòte Iledeulung erfahren" (si è sperimcn!ata la grande importanza <lcll'addcslra1nent.o al

l:Ornbaui1ne11lo

ravvicinalo, panicolarmente nel Liro rapido).

Cfr. Waldkampf pag . 22 punto% " Nahkampf im Walde" (combauimcnto ravvicinalo in foresta). Cfr. Waldkampf pag. 23 ibid. "Schnellschuss" (tiro rapido). (5 l) Il Waldkampf fornisce ulteriori precisazioni su come comballerli cercando di contrastare l'uso di sparare massicciamente contro la chioma degli alberi, come si deduce dall'insistenza con cui si fa notare che bnstano singoli tiri. C:fr. Merkhlatt R9 rr. 251 IO 12 pag. 5 "sondern auch auf die hùchst gcfiihrlichcn Baumschiitzen und M.G. - Nesler in Baumkronen"(ma anche ai pericolosissimi cecchini sugli alberi e nidi di mitragliatrici nelle chiome degli alberi). Cfr. Merkblatt R9 fr. 25 1 IO 13 pag. 6 "noch auf Biiumcn" (sia su alberi). Cfr. Waldkampf pag. 9 punto 27 "besondcrs gegcn Baumscl,utzen" (particolarmente contro cecchini sugli alberi). Cfr . ibicl. "Einzelne erkanntc Baumsehiitzen werden durch Ein7.elsclrnss vcrnichtet" (singoli cecchini individuati su a lberi vengono elimiuali con un colpo singolo). Cfr . ibid. pag. 13 punto 45 .. geschickt in Biiume eingebauLe Schutzen sowic Beobachtcr sit zen" (coll ocare accortamente su alberi cecchini e osservatori). C fr. ibid. pag. 23 punto 96 "(dabei Erkennen von BaumschiHzen)" (inoltre riconoscere cecd1ini sugli alberi). (52) A questo proposito è interessante notare come nell'operazione di rastrellamento c ' è la posa di cavi, ma a questo sistema viene aggiunta la comuuicazione radio (cfr. Wa ldkampf pag. 18 punto 75), ma soprattutto è utile citare il "Merkblatl iiber den Pol.-Batl. N.Z ." Erlass 27 miirz 1942 (note sul plotone comu nicazioni dd ballaglione <li poli zia) RI fr. 250 07 91-1 7. P recisamente al frame 25007 98 c'è lo sch izzo "Moglicher Einsatz der Pol. -BaLl. N. Z . im Pa rtisanenkampf" (possibile impiego del Pol.-Batl. N.Z. nella lotta contro i partigiani) dove si vede che l'unica comunicazione telefonica è tra le artiglierie che appoggiano la I compagnia nel compilo di fissaggio del nemico e il centro comunicazioni. l .o si.esso documento ci forni sce precisazioni sia sui tempi di posa dei cavi che sulle prestazioni d egli apparecchi radio (vedi anche preced ente nota 27). Un Kl. Pol.-Funktr. b, che era un apparato trasportabile a spalla, pesava 20 kg, era a datto per hrevi comunicazioni e aveva le seguenti prestazioni : (segue nota)


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impiego contro posizioni partigiane, ma lo stesso testo lascia intendere che è usata soprattutto contro linee tenute da truppe regolari <53 l. Rispetto alle "Richtlinien", così varie nelle operazioni antipartigiane, qui si riscontra un unico tipo di procedimento. Poiché esso coinvolge più battaglioni, appartiene alla categoria delle grandi operazioni <54 > e a quel tipo meno preferito nelle "Richtlinien", quello del Kesseltreiben (battuta circolare), come si può dedurre dalla disposizione e dai movimenti delle truppe nello schizzo TI dell ' allegato 2. Come già esposto, la difficoltà maggiore del Kesseltreiben è costituita dai grandi problemi di coordinamento che pone un alto numero di reparti in movimento concentrico , i quali devono evitare la creazione di vuoti l.ra una formazione e l'altra. Qui si cerca di risolvere il problema introducendo un elemento rigido, formato da una cintura di reparti e a rmi pesanti intorno alla parte di bosco da rastrellare, che ha la fun zione di intercettare i gruppi di partigiani che tentano di filtrare tra i reparti avanzanti . La sacca (Kessel) è cost.it.ui ta d::i due parti: una rig ida e una che si stringe scrr1prc p iù intorno al nemico. È un miglioramento che non è dato di riscontrare nelle

" Richtlinien " dove, dagli accenni si deduce che la linea rastrellante era unica <55 i _ La sorpresa è garan tita dall ' accerchiamento della foresta di prim o mattin o in modo che non ci siano po ssibilità di fuga una volta inizia la l'operazione. Vi è a nche un uso intenso d i artiglieria, non presente nelle "Richtlinien" (5<,l , con tecniche di tiro di disturbo e Liro s u

se}iu e nota (52)

comun icazioni orali = 8- 10 km comunicazioni telegrafic he = 20-25 km estensione con anten na telescopica o a filo ~ 30 km. Anche q ui ~ dello che le portate va riano con le condizioni at mosfe riche, orografiche ecc .. Un tele fono campale portatile (il Kl. Pol. -Fernspr. Tr . a. ) era dota to di 4 Km di leicht.cs Feld ka hel (cavo ca mpale leggero) e per posare I km sul campo ci volevano 15-20 minuti. È ragionevole supporre che si t rallasse di posa in campo a perto e che per 200 m in foresta i tempi di posa non fossero d i 3-4 mi nuti. ma nutevolmenle più lunghi . (53) Cfr . Waldkampf pag. 16 pun to 63 . (54) Cfr . Richtlinien R l I rr. 25 1 35 82 pag . 8 par. 4 Die Grossun ternehmung. (55) Non puè> essere interpretala diversamente la frase " in kleinste T eile, dercn vicle si ch in d en grossen Riiumen und dichten Waldern zwischen der vorgehende T ruppe hindurchdrii chen konn en' ' . ( In piccolissime parti m olte delle quali possono fil t rare dei grandi spazi e nelle fit te fores te fra le t ruppe avanzanti) . Non ci si sarebbe espressi così se vi fosse stata un'altra possibilità di intercettazione. (56) Il massimo cui si arriva è il morta io pesante . Cfr . Richtli nien RII fr. 25 13582 pag . I 1 par. 8 Truppe uncl 13ewaffnu ng .


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richiesta c57> e di aerei non solo nell'attacco autonomo, ma anche e particolarmente su chiamata degli osservatori avanzati. In tutta l'impostazione del rastrellamento è evidente lo sforzo di coordinare il più possibile l'azione e di sfruttare al massimo il superiore volume di fuoco offerto dalle armi pesanti, mediante una meticolosa pianificazione e la distribuzione di pezzi d'artiglieria leggera anche ai gruppi di assalto. Il medesimo concetto di Kesseltreiben è usato nelle "Richtlinien fur die Durchfiihrung dcr Aktion ... " del 25 giugno 1942. Qui la linea fissa è costituita da truppe territoriali, battaglioni di complemento e battaglioni di polizia della riserva, tutte formazioni che non potrebbero essere impiegate in ruoli più impegnativi e che fanno risparmiare unità di maggior valore. Squadre d'assalto e Einsatzgruppen avanzano invece contro le bande precedentemente individuate dalla Sipo e le annientano in combattimento <58>. Ciononostante il metodo delineato nel "Waldkampf" non è esente da difetti di varia entità, che ne mettono in discussione la validità. Per evidenziarne alcuni ci serviremo della cartina allegata all'opuscolo e di un opportuno sistema di riferimento C59l. Un difetto di fondo è dato dalle dimensioni del bosco; già nelle "Richtlinien" si notava che un rastrellamento è possibile solo in spazi ristretti, in piccolissimi settori di bosco, altrimenti le truppe non sono mai sufficienti <60l. La mappa a disposizione non ha una scala, ma una attenta osservazione della disposizione delle truppe ci fa scoprire dei vuoti nell'accerchiamento. Possiamo assumere che il settore compreso grosso modo tra ore 10 e ore 4,30 (questo punto di riferimento corrisponde all'ala destra della posizione dell'angolo in basso a destra della mappa) sia adeguatamente coperto <61 >, però restano incontrollati i settori: tra ore 4 ,30 e ore 4 , quello di ore 1,30 e quello tra ore 10 e ore 11,30. Analizziamoli in ordine.

(57) A questo proposito va notala la differenza tra il tiro d'appoggio convenzionale, che cerca di creare una cortina di fuoco in movimento costante davanti a lle truppe e quello in foresta che salta da tappa a tappa seconda l'avanzata della fa nteria, manifestandosi con salve brevi e concentrate. Cfr. Waldkampf pag . 17 punto 70. (58) Cfr. Richtlinien ftir die IJurc hfiihrung der ·Aktion R53 fr . 256 77 02. (59) Come centro del sistema di riferimento assumia mo il punto sotto la esse rovesciata del punto interrogativo. Il sistema di riferimento è di tipo a reonautico e fa corrispondere a una direzione o punto cardinale una posizione della !ancella oraria sul quadrante di un orologio. Così ore 12 è uguale a nord , 3 a est. 6 a sud , 9 a ovest. ccc .. (60) Cfr. Richtlinien R 11 fr. 25 1 35 83 pag. 9 par. 6 terzo capolinea . (61) Anche se in direzione ore 5 c'è qualche debole possibilità di fuga , impedita tultavia notevolmente dal vasto terreno scopcllo ali' uscita ud bosco.


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Il settore tra ore 4,30 e ore 4 è caratterizzato dalla vicinanza di una palude e dalla presenza di una fascia di bosco attraversata da una via locale. Questa fascia è abbastanza larga ed è separata da due macchie vicine attraverso piccole estensioni di terreno libero. È vero che, tranne un angolo morto di una certa rilevanza, il resto del terreno libero è sotto il tiro di armi pesanti e artiglieria delle due unità vicine, ma è anche vero che quelle due macchie di bosco sono già al di fuori della sacca e che daJla fascia boschiva non passano gruppi d'assalto. li settore 1,30 è invece più vicino ai movimenti di un gruppo di attacco, è caratterizzato dalla presenza di una pista boschiva tagliata da una via locale cd ha una fascia di vegetazione che come un corridoio collega il corpo del bosco ad una estensione secondaria. Il punto veramente critico per un gruppo partigiano che volesse uscire per di là è l'attraversamento della via locale che potrebbe essere presa d'infilata da artiglieria ed armi pesanti delle due unità nemiche vicine, ma l'attraversamento è di breve durata e dopo c'è la vasta estensione secondaria che non è frugata dai gruppi d'attacco. Il comandante tedesco per maggior sicurezza ha dislocato truppe anche ai confini dell'estensione secondaria (settore verso l'angolo in alto a destra della mappa), ma questo non impedirebbe ai partigiani di farsi strada indisturbati verso ore 12-12,30 dove c'è un tratto di bosco terminante in dei rilievi che costeggiano una grande strada. L'unica difficoltà può consistere in una pista trasversale alla direzione di marcia, che può essere sotto il Liro di un 'unità dislocata ali' accesso est.

In fine il settore tra ore 10 e ore 11,30 è dal punto di vista della linea statica di accerchiamento un grosso buco con angoli morti nella copertura d'artiglieria e armi pesanti. T,'unica minaccia immediata è rappresentata dall'intersecarsi di ben tre direttrici di marcia di tre distinti gruppi d'assalto, passati i quali la via è libera . Se il comando di battaglione in zona riesce a scoprire dei movimenti, al comando di reggimento non resta che di spedire una compagnia motorizzata, sguarnendo un settore abbastanza delicato. Per di più, all'interno della zona rastrellata, la presenza di due paludi, di cui una piuttosto grande, può offrire un riparo abbastanza sicuro , soprattutto se vi sono isole interne e vie sconosciute ai tedeschi. Una ridislocazione dei quatt ro reparti nella zona in alto a destra della mappa può rimediare ad alcune lacune . Per esempio, uno può sbarrare il settore ore 4,30-4, un a ltro chiude il settore ore 1,30, il terzo e il quarto potrebbero efficacemente ridurre le possibilità di evasione del settore 10-11,30. Comunque col il calar della notte anche le zone m eglio controllate non riuscirebbero a tenere adeguatamente.


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L'effelto sorpresa, la cui importanza viene ripetutamente affermata, svanisce non appena vengono mandate le palluglie per saggiare la consistenza del terreno. Non è difficile per i partigiani prevedere con la presenza di cosi numerose pattuglie quali siano le intenzioni nemiche. Infine la presenza di Pak da 37 mm. e di 1.1.G. può costituire un impaccio per plotoni che devono muoversi anche fuori strada, mantenere una certa velocità di spostamento e prontezza nell'aprire il fuoco. Dove il documento del 25 giugno 1942 si differenzia dal "Waldkampf", è nel porre l'accento sulla continua caccia delle aliquote parti giane formatesi con lo s<.:ioglimento dei reparti maggiori in seguito agli scontri con le squadre d'assalto. I n.:sli delle unità partigiane sono sottoposti ad un inseguimento implacabile che finisce solo con l'eliminazione di esse (621. Si avverte un nel.lo contrasto con le "Richtlinien" del 1941, che ritenevano l'inseguimento un assorbimento di forze spesso inutile, preferendo la preparazione di una nuova azione di sorpresa 1631 . In un significativo punto i due succit ati documenti sono in pieno accordo ed integrano il "Walclkampf'": nella necessità di durezza e rappresaglie. Ciò che era genericamente espresso nelle "Richtlinien" del 1941 ,64 ), in quelle del 1942 lo è con chiarezza e precisione <65 J. Gli uo mini colpevoli di fiancheggiamento partigiano nella famiglia e a volte nell'intera stirpe vanno giustiziati. Le donne condotte in campi cli concentramento, i bambini nel Reich e lì esaminato il loro valore razziale. I beni vengono confiscati. In questo caso la firma è di Himmler.

(62) C fr. Ri cht linien fo r clic Du rchfì.ihrn ng .. R53 fr. 256 77 02 p.tg. I par. 2 comllla , (6J ) Cfr. Richtlinien Rl l fr 25 1 35 79 pag . 5 capolinea Vervolt ung .

(64) Cfr. ibiù terzo capoli nea. (65) C fr . Richtlinicn f i,r d ic Dur drftihrung . .. RSJ f , . 256 77 02 03 pp . 1-2 par . 3.


CAPITOLO V

. La serie dei documenti reperiti per l'anno 1942 si chiude con un ordine molto breve, seguito da un allegato di uguale numero di pagine, entrambi di grande importanza per comprendere l'evoluzione della controguerriglia tedesca. Si tratta di un ordine di Himmler per la formazione di Jagdkommandos e dell'estratto da un ordine del Hoh.SS-und Pol.Fi.ihrer del settore Russland-Mitte, il primo datato 25 agosto 1942, il secondo senza data <1J. Nell'ordine del Reichsfiihrer-SS si espongono alcune caratteristiche fondamentali di valore indicativo di queste nuove unità che: svolgeranno frequentemente missioni importanti anche se di piccola portata, saranno piccole ben armate ed equipaggiate, agiranno indipendentemente dalla lotta condotta dalle unità maggiori. Ogni Polizei-Regiment, che operi in un territorio infestato da bande, deve creare uno Jagdkommando. La sua consistenza è all'incirca: 1 Hauptmann o Oberleutnant come comandante, 2 Leutnante possibilmente attivi, 4 Gruppenfi.ihrer, 4 Sostituti del Gru ppen fi.ihrer , 4 Gruppen, ciascuna con un abitante del luogo, distintosi nella lotta antibande, in abiti civili come esploratore e ciascuna con un panje come animale da basto per i viveri. L'armamento degli Jagdkommandos deve essere particolarmente buono e accurato nell'assortimento. Indicativamente una Gruppe deve avere almeno: l le. M.G., 1-2 fucili automatici russi con cannocchiale, 2 pistole mitragliatrici, 2 pistole lanciarazzi Very. Ogni uomo deve avere (I) R81 fr . 260 15 34-37. Fr. 260 15 34-35 Reichsfiìhrer-SS Kommandostab RF-SS Tgb. Nr. la 607 / 42 geh. St.Qu. den 25.Augu st I 942 Geheim "Befehl zur Aufstellung von Jagdkommandos zur Bandenbekampfung" (Ordine per la formazione di Jagdkommandos p er la lotta alle bande). Fr. 260 15 36-37 "Auszug aus cinem l:lefehl des Hoh.SS-und Pol.-Fiihrers Russland-Mille" (Estratto da un ordine del H oher SS-und Polizci l'iihrer Russia-Centro).


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4 bombe a mano. L'addestramento deve svolgersi sotto la guida di istruttori scelti, i cui allievi devono essere esentati da ogni servizio di guardia e di corvée. Loro unica occupazione deve essere la lotta antibande con l'ausilio di tutte le esperienze compiute, incluse le più recenti. I loro compiti vengono assegnati dal comandante responsabile delle lotte antibande (Hoherer SS-und Polizei-Fiirer oppure SS-und Polizei-Fiirer). Il tempo per formare le unità di Jagdkommandos è di 20 giorni dopo l'ordine, data in cui va annunciata l'avvenuta costituzione (15.9.1942). Tutti i rapporti sulle esperienze fatte devono essere comunicati allo stato maggiore di Himmler, dove si provvederà a una valutazione generale. Segue l'estratto dell'ordine emanato dal Hoherer SS-und PolizeiFilhrer. In esso si specificano alcuni principi d'azione degli Jagdkom_mandos. I movimenti devono avvenire di notte a piedi per evitare, durante lo spostamento verso il territorio di operazioni, di essere traditi o scoperti. La sosta diurna avvi ene in boschi lontani dai villaggi in modo che nessun abitante locale possa percepire la loro presenza. Nella marcia notturna bisogna osservare alcune indispensabili regole. Tutte le parti metalliche sono avvolte in stoffa per evitare strepito, non bisogna fumare e nemmeno parlare ad alta voce. Giunti in zona d'operazione gli Jagdkommandos applicano le stesse tattiche che hanno visto impiegare dai partigiani. Dopo un'attenta ricognizione del territorio, si tendono imboscate ovunque si preveda la presenza di partigiani. Nelle strade frequentate dai partigiani si collocano mine, ci si apposta presso i ponti di legno che il nemico cerca sempre di bruciare oppure presso i villaggi che risultano, secondo le informazioni degli abitanti, una base di vettovagliamento per i partigiani. Qualunque nemico cada nel tranello viene eliminato e i morti vengono perquisiti alìa ricerca di documenti importanti. Lo scontro con unità fortemente superiori è invece sconsigliato, perché in quel caso, è opportuno avvisare gli Hoherer SS-und Polizei-Filhrer per condurre un'azione più grande e rimanere nel posto come pattuglie in attesa dell'arrivo delle truppe addette all'azione. Una virtù da non trascurare è la pazienza, senza la quale il tranello non può riuscire; a volte è necessario attendere tenacemente per tre giorni e tre notti di fila. Anche la disciplina nell'apertura del fuoco è vitale, in quanto basta che un solo soldato si agiti nervosamente per far svanire la sorpresa~ La scarica della fucileria deve partire solo al segnale di fischietto precedentemente concordato <2>. Se la possibilità di sorpresa sparisce, p.e. per l'improvvisa comparsa casuale di (2) Cfr. Waldkampf pag. 14 punto 52 dove si sottolinea energicamente la necessità della diseiplinn e della concentrazione del fuoco.


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abitanti del luogo, bisogna andare via dal posto scelto, a meno che non si possa eliminare silenziosamente l'incomodo testimone. Anche dopo un attacco riuscito bisogna lasciare la zona per affrontare nuovi compiti alti;ove. Le comunicazioni sono assicurate da un piccolo apparato radio ed è compito del Nachrichtenfiihrer presso il HSSuPF. predisporre i ponti radio su lunghe distanze. Questo tipo di lotta non deve ricevere altri appoggi e richiede molto tempo, per cui la singola azione si protrae almeno per 8-14 giorni, durante i quali lo Jagdkommando deve essere svincolato da qualunque requisizione o cucina da campo. La sua alimentazione dipende da una razione di ferro approntata meticolosamente dalla Wirtschaftsinspektion e consistente di: carne in scatola, cioccolata, tabacco, pane militare, caffè e tè. Dopo la felice conclusione di un'azione gli Jagdkommandos trascorrono 8 giorni., nei quartieri di riposo, nei quali vengono trattati con particolare cura. Per il loro relax si preparano serate cameratesche e spettacoli cinematografici, e per quelle la Wi.Insp. mette anche a disposizione birra e vino. Prima di entrare nuovamente in azione, gli Jagdkommandos devono partecipare a tre giorni di durissime esercitazioni, neìle quali si sparano munizioni da guerra e si tirano bombe a mano da guerra. Particolarmente i tiratori di M.G. e di M.Pi. devono imparare a centrare bersagli in movimento e di corsa. Un primo ed evidente indizio dell'importanza del documento si ha dalla lista di distribuzione del documento. Dopo le 11 copie destinate all'uso interno, ve ne sono 38 inviate per conoscenza a tutte le autorità della Wehrmacht, delle SS e della polizia nei paesi occupati incaricate della lotta antipartigiana. Con questo documento si cercò dì standardizzare la composizione degli Jagdkommandos, che erano già sorti in Russia per iniziativa di comandi locali . Le direttive sono orientate su una definizione del reparto a livello minimo di arma mento, lasciando ampi spazi per gli adattamenti richiesti dalla situazione locale <3) . Il peso di questo documento però si estende al di là della situazione storica: esso è il capostipite delle contemporanee unità specializzate nella controguerriglia che, con varianti dovute alle diverse tecnologie disponibili, adottano gli stessi principi operativi. {3) Cfr. Befehel zur Aufstellung ._, RSI fr_ 260 15 34 pag. I Par. I " Stiirke elwa": (forza all'incirca:) , par. 2 "Als Anhall dient: Je Gruppe mindenstens" (come indicazione: ogni gruppo almeno) .


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Vediamo più da vicino la struttura di queste unità analizzandone la componente di base. Una Gruppe ha una consistenza numerica di 8 persone a cui si aggiunge il civile con compiti di esplorazione. Di queste, 2 hanno funzioni di comando, cioè il Gruppenfiihrer e il suo sostituto. Questa predisposizione alla duplicazione del comando, che sembrerebbe una ridondanza per la più piccola unità dell'esercito tedesco, è indispensabile per garantire massima autonomia e capacità esecutiva in un tipo di combattimento dove gli scaglioni più bassi della gerarchia acquistano maggiore importanza per le condizioni di più frequente isolamento in cui si trovano ad operare i reparti. L'armamento minimo della Gruppe è strutturato nel seguente modo. La mitragliatrice leggera è la portatrice della potenza di fuoco massima della Gruppe, seguono subito dopo le due pistole mitragliatrici, armi degli ufficiali, affidate al Gruppenfiihrer e al suo sostituto, uno o due fucili da cccchinaggio e tre o quattro fucili normali. Come si può notare: 3/8 è la componente a tiro rapido 1/8

oppure

2/8 è la componente del tiro di precisione, 3/ 8 oppure 4/ 8 è la componente di fuoco generico. A questo calcolo vanno aggiunte le 4 bombe a mano (4 > che sulle brevi distanze servono anche a compensare l'alta presenza di armi non automatiche. In base alle caratteristiche delle armi in dotazione, possiamo vedere che la massima potenza di fuoco si esplica a circa 30 m e q uclla media intorno ai 100 m C5>, mentre vi sono punte di 800 m per i fucili da cecchinaggio. Il complesso delle armi impiegate risponde ad esigenze (4) Del tipo a forma ovoidale perché hanno migliori cara tteristiche di penetrazione nella vegetazione del sottobosco. (5) Il Gcwehr 41 Mo W era un 'anna semiautomatica, aveva calibro 7,9 mm, portata massima sino a 4500 m, portata effica ce 400 m tfro.individua le e 800 m ti ro collettivo, era l'arma principale del singolo combattente e aveva efficacia letale sino a 3~00 m. La Maschinenpistole nei suoi vari modelli era un'arma automatica, aveva calibro 9 mm , porLata massima di 600 m , porta ta efficace di 100 m (in particolari condizioni 200 m), era l'arma dei comandanti di squadra, plotone e compagnia e aveva efficacia le tale sino a 700 m. Per le caratteristiche de l le. M .G. e della bomba a mano vedi nota 11 e 30 del capitolo IV. A proposito di fucili c'è da tener presente che potevano esserci in dotazione anche carabine a caricamento manuale.


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di leggerezza e grande volume di fuoco nei combattimenti ravvicinati e nelle imboscate, con in più una componente per il tiro di precisione e di disturbo. Uno svantaggio logistico è dato dall'uso di ben tre tipi di munizione diversa: quella per i fucili di precisione russi (presumibilmente il calibro 7 ,6 mm), il calibro 7 ,9 per il fucile e la mitragliatrice leggera e il calibro 9 per le pistole mitragliatrici. L'uso di fucili da cecchinaggio russi sembra indicare che i tedeschi o non avessero modeJJi in produzione o troppo pochi esemplari fossero disponibili. Come equipaggiamento di base va notato che le pistole Very erano i mezzi di comunicazione tattica e che dovevano essere portate dai due comandanti della Groppe. Avevano il vantaggio di essere semplici nell'uso e gli svantaggi di tradire la loro presenza e di avere serie limitazioni di visibilità in zone boscose. La forza numerica complessiva di uno Jagdkommando era dunque di 39 uomini (inclusi i 4 civili) dotati di 4 mitragliatori leggeri, 11 pistole mitragliatrici, 24 fucili di cui 8-4 per il tiro di precisione e 4 cavalli. Va tenuto conto che si tratta di indicazioni di massima che possono variare tanto nel numero degli effettivi, quanto in quantità e qualità dell'armamento. Per esempio potevano essere più numerose le mitragliatrici leggere oppure essere presente un 1. GR. W. da 50 mm (tempo di approntamento 2 minuti, cadenza di tiro pratica 6-8 colpi in 10 sec., raggio efficace da 50 a 450 m) e così via. È previsto anche l'impiego di mine <6l. La struttura di comando dello Jagdkommando permette di frazionarlo con la massima libertà per adeguarsi rapidamente a mutevoli esigenze tattiche, ma l'impiego dell' unità non è previsto per singole Gruppen, ma nel suo complesso. Essa è una formazione altamente specializzata ài mobiìiià pari aììa maggior parte ùeiie unità partigiane, con grande autonomia operativa. Le sue dimensioni le p ermettono di essere abbastanza piccola per non essere notata e abbastanza forte per poter sorprendere unità partigiane di discreta con sistenza. La natura dei suoi compiti è essenzialmente d'attacco, m a non viene trascurato il suo alto valore informativo . Un ciclo operativo tipico dura 8-14 giorni di azione, 8 giorni di riposo, 3 di esercitazione, per un totale di 19-25 giorni tra due inizi di operazione. Come tutte le unità d'elite essa gode di trattamento particolare e di un addestramento più inten so. (6) Mo lto proba bilmente si tratta di S-Minen che venivano interrate (oppure a ppese agli a lberi di un bosco) e si innescavano per pressione diretta o filo a strappo. Dopo 4 1/2 secondi dall'innesc o saltavano dal suolo di 1,50 m scagliando schegge e un ripieno di pallettoni o minutaglia metallica uccidendo nel raggio di 20 m e ferendo e fficacemente nel raggio d i 100 m.


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Con gli Jagdkommandos i tedeschi cercarono di ottenere i successi dei partigiani adottandone le stesse tattiche, ormai ben conosciute. Anche lo Jagdkornmando sfrutta moltissimo l'elemento sorpresa, si sposta di nascosto, riduce notevolmente le sue esigenze logistiche, tende imboscate nei punti di transito del nemico. I suoi obbiettivi sono: l'annientamento del maggior numero dei partigiani, la scoperta dei reparti più grossi, lo sconvolgimento della rete logistica e organizzativa partigiana, la diffusione dell'insicurezza tra le formazioni partigiane, l'imposizione di condizioni operative sempre più difficili. La coordinazione tra Jagdkommandos e grandi azioni di rastrellamento è piuttosto tenue, perché differenti sono i compiti che i due metodi si propongono. Le grandi unità intervengono per disperdere grosse formazioni partigiane, mentre gli Jagdkommandos mantengono una pressione costante cercando di infliggere un continuo stillicidio di perdite. Non è detto che durante il conflitto i tedeschi riuscissero a raggiungere un tale grado di integrazione, anche per la sfavorevole evoluzione della situazione bellica, ma tentarono in tutti i modi di sfruttare al rm:glio le loro risorse. Il punto debole che potrebbe inficiare l'idea dello Jagdkommando, sopravvalutandone le potenzialità, è l'errata considerazione che, adottando le tattiche partigiane, si ottenga automaticamente il successo. La tattica consigliata nel documento è l'appostamento, che può anche protrarsi per 72 ore consecutive, in attesa che qualcuno cada nel tranello; questo indica una mancanza di informazioni sui movimenti delle bande partigiane e deriva dal tipo di fonti d'informazione disponibili per gli Jagdkommandos. F inché sono nella base possono ricevere una serie di rapporti suUe attività partigiane e sulle zone dove le formazioni parti-_ giane operano, quando sono in marcia o in zona di caccia possono contare sul civile mandato in avanscoperta o su loro pattuglie. A differenza dei partigiani il loro rapporto con la popolazione è nullo e non solo devono adottare tutte quelle precauzioni che anche i partigiani adottano, ma arrivano a eliminare civili che possono rivelarsi scomodi testimoni. In una zona sotto saldo controllo politico partigiano la loro capacità operativa e sopravvivenza sono molto basse. Senza l'appoggio di una azione politica tesa ad isolare il movimento partigiano e di una propaganda tenace e abile, non può ~ssere possibile che gli Jagdkommandos beneficino di tutti i vantaggi dei guerriglieri e contribuiscano forse in modo decisivo alla sconfitta del movimento partigiano. Nel caso delle forze di occupazione tedesche, questa eventualità non si verificò e gli Jagdk.ommandos furono solo uno strumento che -rese più sanguinosa lavittoria partigiana.


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Rispetto a tutti i documenti precedenti, questo ordine segna un progresso sostanziale nell'acquisizione di sistemi di lotta più efficaci. Gli Jagdkommandos nascono dalla constatazione che i sistemi di presidio, i grandi rastrellamenti e i colpi di mano, lasciano tuttavia in piedi il movimento partigiano e che solo con unità più agili che si sforzino di mettersi sullo stesso piano dei partigiani si può restituire colpo su colpo a loro. Gli Jagdkommandos restarono sino alla fine nel sistema repressivo tedesco e furono affiancati da unità collaborazioniste strutturate autonomamente per meglio rispondere alle esigenze della controguerriglia, come per esempio la divisione cetnika " Dinara" (7>.

(7) Cfr. IZDO Fascicolo 199 Ani. 2 7.U Tgb. Nr. 107/45/g/ Sonderkommando Lazarcvic g. Kdos. 1/45 O.U. den 15.1.45. Geheim. An den Hohercn SS-und Polizcifiihrer, SS-Gruppenfiihrer und Generai der Polizei Globocnik Triest. Iletr.: Kriegsgliederung <ler Cetnik-Dinara Division des Vojvoda M. Djujic. " In der Anlagc legt das Sonderkommando die vorgesehene Kriegsgliederung der Cetnik-DinaraDivision des Vojvoda M. Djujic vor. Wiihrend in der Ncnnung dcr Einhciten die Cetnik-Tradition beriicksichtigt ist, entsprichl die Gliederung und Bcwaffnung dem Ideai einer fiir den GuerrillaKrieg vorgesehnen Einheiten. Auf diesen Grunde erkliirt sich die weitgchende Ausriistung mit automatisehen Waffen,unter Verzicht auf schwere Waffen." (Oggetto: struttura bellica della divisione celnica Dinara del Vojvoda Djujie. Nell'allegato il Sonderkommando illustra la prevista struttura della divisione cetnica Dinara del Vojvoda M. Djujic. Mentre nella denomina1.ione delle unità t rispettata la tradizione cetnica, la struttura e l'armamento corrispondono all'ideale di un'unità prevista per la guerriglia. Per questo si spiega la continua dotazione con armi automatiche, rinunciando alle armi pesanti). La struttura era di l divisione su 4 corpi, ognuno su 4 brigate, ciascuna su 3 battaglioni, ognuno su 3 compagnie. Ogni compagnia consis1eva in 2 plotoni . Il plotone era su 2 Gruppen di 7 persone (I / 6), mentre una Gruppe contava 2 Trojke composte <li I capo e 2 fucilieri. li capo poteva essere armato di pistola mitragliatrice oppure di mitragliatrice, i 2 soldati di fucile di cui I con capacità di lancio di granate in almeno I Troj ka sulle2 che componevano la Gruppe. Tutti erano armati di pugnali. La situazione reale alla data del documento era comunque assai grave. Mancavano: 469 mitragliatrici (su 810 previste), 2033 pistole mitragliatrici (su 2335 previste) e 1218 fu cili (su 3711 previsti), del tutto assenti i pugnali, le pistole, i fucili con dispositivo lanciagranate e cosi via. Citiamo infine un documento che informa dell'esistenza di una "Dienstanweisung Nr. 12 (Jagdkommandos)" edita dalla Kriminalpolizeileitstelle Miinchen in data imprecisata, finora non reperita. C fr. RII fr. 25 1 27 81 . Der Kommandeur der Ordnuogspo!izei b.d. Regierungspriisidentes Augsburg Tgb. Nr. 124/ 45 (g) Gessenshausen den 18 aprii 1945-Ausweiehstelle-Geheim.


CAPITOLO VI

Il cammino della teorizzazione bellica non è mai stato particolarmente lineare, non solo tra conflitti contigui, ma all'interno dello stesso conflitto, e una ulteriore riprova la abbiamo con gli scritti del 1943, che ci offrono ulteriori motivi di riflessione. Il documento che esamineremo pone innanzitutto un problema di datazione perché non reca nessuna data sia all'inizio, che nel corso dell' esposizione. Manca del tutto un riferimento ad avvenimenti storici databili. Non resta che sfruttare tutti gli altri elementi possibili a disposizione O>. Esso appartiene al fascicolo VIII 172-d- 10-12/ 1 che contiene documenti del I/SS-Pol.3. stanziato a Tilburg in Olanda <21 • 11 fascicolo contiene esclusivamente documenti del 1943 e del 1944 e molto probabilmente il documento non apparteneva in origine a quel fascicolo come dimostra: la presenza di firme non riscontrate altrove, la doppia matricola in testa al documento e la presenza di una duplice foratura nelle pagine, necessaria per un nuovo allineamento dei fogli con gli altri del nuovo fascicolo; tutti segni di uno spostamento da un ordinamento ad un altro. Il primo elemento che indica chiaramente l'appartenenza del documento al 1943 è l'indicazione che i curatori della microfilmatura danno nella scheda di apertura del roll. Essi raggruppano questo documento e "Die Gegnerbekampfung in der besetzten Gebieten des Westens nnter hPsonrlerer Hpriick<;irhtigvng der K omm1mistenbekiimpfong '' sotto

un unica datazione, molto probabilmente sulla base di elenchi di documenti addestrativi reperiti nell'immensa massa di documenti catturati . Questo raggruppamento potrebbe suggerire una contemporaneità con il documento citato, ma non è così, come dimostreremo (3>. Invece suggerisce la complementarietà voluta tra i due documenti dai responsabili (I) C fr. Rl I fr. 251 33 37-47 "Uer Rampf gegen die Partisanen".

(2) I battaglione 3° reggimento Poli~ia delle SS .. Erano form azioni che generalmente partecipavano ad azioni contro i partigiani, ma sul fronte russo anche a combattimenti campali.

(3) Cfr. Rll fr. 25 1 33 48-70. (La lotta ai nemici nei territori occupati occidentali con particolare riguardo al movimento comunista). Nella trattazione r elativa al documento in q uestione esporremo specificamen te i dati che ci fanno arrivare a ·q uesta conclusione . Per ora è sufficiente sapere che il docmneul.o " ~u<.:<.:1:~~ivo a11'8 ~1:ll1:mbr 1:.


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tedeschi dell'archiviazione, anche se i loro interessi sono più concentrati nella controguerriglia urbana, come dimostra una significativa sottolineatura a mano del testo (4l. Particolarmente fruttuosa è stata l'analisi delle tattiche impiegate, che non solo da conferma della datazione fornita dai curatori, ma ha permesso di restringere soddisfacentemente la datazione. La presenza di protezioni ravvicinate durante l'avanzata in foresta è una prova che il documento è posteriore al 1942, anno in cui appare il "Waldkampf" (5>. La particolarità decisiva è data però dalla tattica dell'appostamento (Autlauern) in foresta. Questa tattica non si trova nel manuale di controguerriglia del 6 maggio 1944 edito dall'OKW <6>, mentre è ferocemente criticata in un documento valutativo delle esperienze compiute dalla SS- Kav. Division <7 l. Il documento è datato 24 marzo 1943, è diretto dal Bcvollmachtigte des Reichsfuhrer-SS fiir Bandenbckampfung al Reichsfuhrer-SS in persona, e si riferisce ad un rapporto della SS-Kav. Division dell' 11.2.1943. È improbabile che dopo una simile stroncatura, accolta da Himmler, venisse diffuso tra le unità delk SS un documento che accennasse a tattiche così erronee (8l. Con gran-

de probabilità esso è stato diffuso nei primi mesi del 1943, sull'onda dei successi ottenuti dalle tattiche degli Jagdkommandos, senza tener conto che non erano estensibili a reparti più grossi. Infine la doppia immatricolatura del documento çon il numero più alto sottolineato a mano, per indicarne la validità, può probabilmente confermare uno spostamento da sezioni temporali dell'archivio meno recenti a settori più recenti, di un documento che ancora conservava una sua validità per l'ambiente operativo del 1/SS-PoL 3. (4) Cfr . R 11 fr. 251 33 45 pag . 9 punto 38 dove si danno istruzioni su come entrare in un edificio. (5) C fr. Rll fr. 25 135 41 pag. 5 punto 21 "Beim Vorrucken im Walde ist eincjcdc Gruppe verpflichtel , nach allen Seiten Sicherer (Nahsichcrer) auszusenden, die jedoch in Sichtweite bleiben " (durante l'avanzata nel bosco ogni gruppo ha il dovere di manda re uomini con compiti di protezione "protezione ravvicinata" in tutte le direzioni . i quali tuttavia restano in contatto visivo). Cfr. Waldkampf pag. 12 punto 44 "Es hat sich als zwcckmiissig erwiesen, hinter den facherformig vor der Spilze der Truppe worgehendcn Spiihtrupps zur Nahsicherung in Front und Flanken einzcln Schiit.zcngruppen einzuteilen", (si è rivelato utile distribuire, dietro le pattuglie avanzanti a ventaglio davanti alla punta della truppa, singole squadre di fanti per la protezione ravvicinata di front.e e fianchi). La sottolineatura indica i caratteri in grassetto nel testo originale. (6) Cfr. Dixon-Heilbrunn Communist Guerrilla W arfare pag. 201; Bundesarchiv. Buche· rei nr. 622/60.

(7) Cfr . R70 fr. 258 75 22-24. (8) Discuter emo in seguito la questione e la critica dell'appostamento.


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Il nostro documento si divide in quattro capitoli e adotta la divisione per punti già osservata nel Waldkampf. Il primo a carattere introduttivo, il secondo tratta del combattimento nel bosco, il terzo in località abitate e l'ultimo è di conclusione. La sigla Abtln.Ausbildung A IV 2 (sezione addestramento) indica il carattere addestrativo del documento e conferma le ipotesi di datazione a proposito dell'approvazione di Himmler. La premessa afferma perentoriamente che questo tipo di lotta è spietato, deciso con la vita o con la morte. Soltanto soldati di prima qualità possono sostenerlo sotto un comando capace di cogliere subito le situazioni in rapido mutamento, di soppesare le circostanze, di prendere rapidamente la decisione giusta e di realizzarla sotto l'impulso di una forte volontà. Non si parlerà più nel resto dello scritto del carattere selvaggio di questa lotta, ma non bisogna trascurare ,che prima ancora delle qualità del combattente e dei suoi comandanti, conta la sua durezza. È facile, guardando i documenti precedenti, osservare la continuità di queste principio variamente espresso e accentuato, ma ben presente. Finché per spiegare la crudeltà dei tedeschi nei paesi occupati si farà ricorso all'analisi delle sequenze di azioni partigiane e rappresaglie tedesche, ci sarà sempre spazio per spiegazioni irrazionalistiche le quali si appellano a oscure elucubrazioni sul fondo barbarico del popolo tedesco, o altre con intenti giustificazionisti che citeranno analoghe crudeltà partigiane oppure sosterranno che non era possibile agire diversamente. Anche la citazione dei grandi discorsi dei principali gerarchi del regime e l'analisi dei libri come "Mein Kampf" restano alla superficie perché guardano ai vertici e alle loro manifestazioni. Il campo di osservazione deve essere nel nostro caso quello della cultura e dell'ideologizzazione militare durante il nazismo. La capillarità e tenacia dell'istruzione ideologica, espressamente prevista dai documenti addestrativi tedeschi, davano solide basi ideali ai membri della polizia e delle SS. Specialmente nei Balcani ed in Europa Orientale la lotta fu avvertita e presentata come un vero e proprio scontro fra due ideologie inconciliabilmente antagoniste, oltre ad essere arricchita di motivi razzisti e culturali, opportunamente fatti passare in secondo piano quando si rese necessario il reclutamento di soldati del luogo. Una chiara indicazione si ha dalla presenza di questi motivi in opere che dovrebbero essere essenzialmente di tecnica militare e avere toni più distaccati. Seguono alla premessa tre punti con una breve descrizione dell'avversario. Fondamento dell'attività partigiana è l'attacco di sorpresa, condotto senza considerare rischi o sacrifici di sorta. Vengono impiegati i


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più impensabili metodi per ingannare il nemico. I partigiani non si trattengono mai a lungo in un posto, ma sono in continuo movimento: compiuto un incarico in un luogo sì muovono in un altro per comparire di sorpresa altrove e svolgere nuove missioni. Generalmente non hanno base fissa dalla quale partono per eseguire le loro azioni. Solo in singoli casi, durante la loro attività, si legano a località abitate per ottenere viveri e informazioni. Tutto questo fa concludere che anche il combattente antiguerrigliero è nel suo genere un partigiano. Anche per lui non esiste un fronte preciso, non si appoggia a una base precisa, spesso è accerchiato da tutte le parti. Il suo stile d'azione, come quello del partigiano, è veloce, decisivo, spietato e ast uto. In realtà questa descrizione è perlomeno fortemente semplificata, se non inesatta. L'estensore non considera che un conto è la mobilità tattica di una formazione partigiana, che deve essere necessariamente elevata e un conto sono i legami con la popolazione che necessariamente portano ad avere una base di operazioni <9>. Le necessità sono politi~he e logistiche ins:eme: non ci si può m~ntenere alla macchia a f:.rri2 di requisizioni e senza l'appoggio della popolazione non si può sviluppare l'opposizione politico-militare al regime che si vuole rovesciare. Evidentemente le basi partigiane non si presentano sotto forma di depositi militari, anzi non devono assolutamente distinguersi, ma senza di esse l'attività partigiana ha durata breve. Lo stato di continuo movimento e di scarsi contatti con la popolazione è invece proprio l'obiettivo di una direzione controguerriglia che così sottopone i suoi avversari a stress continui e impedisce il sedimentarsi di un'azione politica avversa. È probabile che l'estensore abbia voluto accentuare quelle caratteristiche ritenute necessarie anche per il combattente antipartigiano. La spietatezza è però intesa i~ senso troppo generico: non basta un comportamento duro, è necessario che la durezza sia politicamente mirata; una cosa impossibile a farsi con i massacri di ostaggi scelti fra partigiani prigionieri, parenti di partigiani o a caso. (9) C fr. R 11 fr. 25 I 37 01-03 Abschrift Der Reichsfiiher-SS und C hef der Dcutschen Polizei im Reichsministcrium dcs Inneren O.Kdo. I A (3a) nr. 273/42 Berlin dem 21 Aprii 1942 Betr.: E rfahrungen aus der Partisanenbekampfung des Poi. Regiment Siid. Queste esperienze sono tratte dal rapporto del reggimento dal 16 al 31 gennaio 1942 "lst es einer Partisanengruppe rnoglich, sich unbehellingt in einem Gebiete aufzuhalten, dann gelingt es ihr auch meist, durch Terrormassnahmen, Verbreitung von Flugblattern und durch gewonnene Mitlaufer die Bewoner der umliegenden Ortschaften einzuschiichtern und sich gefiigig zu machen." (Se è possibile per un gruppo partigiano ferm arsi indisturbato, allora nella maggior parte dei casi riesce loro, con misure terroristiche , distribuzione di volantini e gente conquistala alla loro causa cli intimidire gli abitanti delle località circostanti e averl i a loro disposizione).


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Continuando nelle differenze tra soldati comuni e combattenti antipartigiani, si mette in risalto la profonda diversità dalle operazioni convenzionali, notando la mancanza di tutte quelle usuali operazioni compiute da un esercito e che darebbero preavvisi ai partigiani, i quali devono essere attaccati di sorpresa. A questo fine sono particolarmente importanti le notizie raccolte da agenti locali, perché senza di esse è impossibile preparare l'attacco. Nella controguerriglia l'attacco è il mezzo tattico principale, mentre la difesa è adatta solo quando si aspetta l'arrivo dei partigiani da una determinata via dove possano essere sorpresi e annientati, oppure per delimitare una zona in cui avanzano le forze principali. Manca, a differenza delle operazioni convenzionali, una prolungata attività di scontri. Vincitore è chi ha la capacità di condurre un attacco improvviso e annientante nella giusta direzione. Al fine di togliere ai partigiani l'occasione di sganciarsi, è richiesta la manovra convergente e concentrica, tenendo però presente che in ogni momento si può essere a propria volta presi alle spalle e accerchiati. Mollo spesso il combattimento avrà come ambiente il bosco o una località abitata e assumerà la forma di scontro ravvicinato in cui sono decisive l'audacia, la bomba a mano e la baionetta. Riguardo alle comunicazioni è dello che non è facile mantenerle soprattutto nel movimento concentrico di più reparti verso un unico obiettivo. Comunque il mezzo di comunicazione più importante è la radio, che richiede le necessarie precauzioni per impedire al nemico di conoscere i piani dell'operazione. In mancanza della radio bisogna condurre l'operazione secondo orari precedentemente concordati. Solo all'ultimo momento è permesso alle proprie unità di segnalare l'occupazione delle posizioni con segnali luminosi. Infine si rileva che è segno di scarsa sagacia inimicarsi, durante operazioni in terra straniera, gli abitanti del luogo. I rapporti reciproci vanno impostati amichevolmente per conquistarsi la simpatia degli abitanti-e se, insieme a un comportamento corretto, si sa usare un pò di astuzia, è facile ottenere la loro opera come a genti. Molte delle premesse sono riscontrabili nei documenti precedenti. La necessità di agenti è già riconosciuta nelle "Richtlinien" del 1941 <10). L'importanza dell'attacco e della sua forma concentrica, la ritroviamo nel medesimo testo e nel "Merkblatt" (I IJ, nel "Waldkampf" 0 2l, nelle (10) Cfr . Richtlinien Rll fr. 251 35 81 pag. 7 par. Bevolkerung. (11) Ibidem fr. 251 35 79 pag . 5, par. J\ngriff. fr. 251 35 82 pag. 8 cap. 4 fr. 25 1 35 83 pag. 9 cap. 5 commi a) e b) cfr. Merkblatt R9 fr. 251 IO 13 pag. 6. (12) Cfr. Waldkampf pag. 11-12 punto 39 pag. 13 punto 49 pag. 17 punto 7 1 pag. 18 punto 75.


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"Richtlinien fiir die Durchftihrung" del 1942 <13>, nel "Befehl zur Aufstellung von Jagdkommandos" 0 4l. Il peso del combattimento ravvicinato è asserito dal "Mcrkblatt" 0 5i e nel "Waldkampf" (16). Nel settore delle comunicazioni si registrano invece degli interessanti sviluppi. Nell' esercitazione di polizia del 1936 avevamo un sistema di staffette, eliografi, comunicazioni via cavo e radiocomunicazioni 0 7>. Nelle "Richtlinien" abbiamo staffette a cavallo, linee telefoniche campali, radio, pistole Very 0 8l. Nel "Waldkampf" ci sono apparati radio, segnali acustici, comunicazioni telefoniche 0 9l. Infine nel "Befchl zur Aufstellung von Jagdkommandos" riscontriamo la presenza di pistole Very, di fischietti e apparecchi radio <20i. In questo arco di tempo rileviamo nel campo della controguerriglia una continua contrazione dei mezzi di comunicazione e l'impiego di nuovi sistemi di comunicazione tattica. Progressivamente spariscono o perdono la loro primitiva importanza l'eliografo, le staffette, la telefonia, mentre si afferma totalmente nel 1943 l'uso della radio per le comunicazioni operative . Nel campo delle comunicazioni tattiche la pistola Very è il mezzo principale, quando situazioni di scarsa visibilità e maggiore rapidità non le fanno preferire mezzi acustici <21 >. Ciò non vale per le comunicazioni all'interno e reciproche (13) Cfr. Richtlinien fiir dic Durchfiihrung R53 fr. 256 77 02 pag. 1 par. 2 comma a). (14) Limitatamente al l'eueriiberfall (attacco a fuoco di sorpresa, imboscata) Cfr. Befehl zur Aufstellung von Jagdkommandos R8 l fr. 260 15 36 Anlage I pag. I par. 11 comma d). (1 5) Cfr . Merkblall R9 fr. 251 10 12 pag. 5 par. Einhruch.

(16) Cfr . Waldkampf pag. 7 punto 12 pag. 15 punto 58 pag. 22 punto 96/1. (17) C fr. R9 fr. 251 IO 49 pag. 35 par. e).

(18) Cfr. Rll fr. 251 35 82 pag. 8 penultimo capolinea, fr. 251 35 83 pag. 9 par. 5 comma b) fr. 25 1 35 85 pag. li par. 7 comma a) ultimo capolinea.

Ibidem par. 8 quinto capolinea. (19) Cfr. Waldkampf pag. 15 punti 59-60 pag . 17 punto 70 Anlage I (20) Cfr. Befehl zur Aufstellung von .Jagdkommandos R81 fr. 260 15 34 pag. I par. 1 fr. 260 15 36 Anlage I par. li comma d) fr. 260 15 37 lbid. par. 12.

(21) È il caso del fischietto usato dal comandante degli Jagdkommandos per ordinare l'apertura del fuoco, in quanto il segnale è di più rapida ricezione e dà meno tempo ai partigiani di 1t=agiu;,


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tra sistemi di sorveglianza a obiettivi fissi dove c'è più tempo per posare le linee telefoniche e una minore urgenza nel seguire la situazione. Un altro aspetto distintivo sono i consigli per accattivarsi la popolazione. L'idea non è inedita: già le "Richtlinien" insistono più volte su tale opportunità e necessità, per una più- efficace lotta antipartigiana. Nuovo è però il tono: laddove le "Richtlinien" affermano che bisogna "durch vemiinftiger, gerechte Behandeln ... und durch sicheres, energisches Auftreten" (con un comportamento corretto e giusto ... e comparendo con sicurezza ed energia) <22> conquistarsi la fiducia della popolazione <23 ), il "Kampf gegen die Partisanen" punta su un rapporto amichevole e più disteso. Non si riesce invece a capire in cosa consiste la furbizia (List) che in alcuni casi va usata per reclutare agenti, probabilmente si tratta di menzogne abilmente composte per convincere il singolo che i suoi veri nemici sono i partigiani o per sorprenderlo nella sua vanità. Ancora molto è lasciato al tatto e all'abilità del singolo comandante, mentre ci dovrebbe essere un approccio sistematico c organizzaw aiia popolazione. Con il secondo capitolo si entra nella materia più propriamente tecnica esponendo i principi-guida per i combattimenti nei boschi . È opportuno ricordare subito che queste direttive valgono per il combattimento contro piccoli gruppi partigiani, menlre per quelìi più grandi la condotta bellica deve essere quella usuale, come dice ii paragrafo condusivo, anche se bisogna pensare alla minaccia costante che può provenire da qualunque lato <24>_ Le forme, alle quali si può generalmente ricondurre il combattimento contro i partigiani in zone boscose, sono due: l'attacco di sorpresa e l'appostamento. Quale debba essere impiegata di volta in volta è il risultato della valutazione di fattori come le proprie forze, la natura del bosco, le informazioni disponibili sul nemico. Duranle il combattimento non si deve comunque trascurare l'eventualità che il nemico si trovi sugli alberi. L'attacco di sorpresa è limitato a foreste di piccola estensione, altrimenti è possibile con forze abbastanza grandi, oppure quando si hanno precise informazioni sulla situazione del nemico, tali da rendere inutile il rastrellamento di tuuo ·il bosco. In altri casi è preferibile l'apposta mento. Cioè quando un attacco dj 'sorpresa non garantisce risultati (22) Cfr. Richtlinien Rll fr. 251 36 76 cap. A. (23) Cfr. Ibidem fr. 251 35 80 pag. 6 fr. 251 35 86 pag. 12 par. 10 Propaganda per accenni analoghi e l' uso della propaganda. (24) Cfr. Knmpf gcgen die Partisanen fr. 251 33 47 pag. Il puulu 46.


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(p.e. per la grandezza della foresta e la scarsità di informazioni), quando si conosce con ragionevole certezza la direzione che il nemico prenderà, quando questo metodo promette con poco rischio buoni risultati. L'attacco deve essere sempre condotto in forma concentrica, come già affermato nell'introduzione, per bloccare il nemico e può svolgersi in due modi che si possono denominare a e b. a) Una parte delle forze attaccanti conduce l'attacco, mentre l'altra sta in posizione per non far sfuggire il nemico. b) Tutte le forze che eseguono l'attacco avanzano verso un centro fino all'eliminazione finale del nemico. Ognuna ha dei determinati vantaggi e svantaggi. 11 difetto della prima è che nello spazio di tempo decisivo non tutte le forze prendono parte al combattimento. I lati positivi sono: che è più facile dare indicazioni che si integrino armoniosamente tra di loro ai singoli raggruppamenti riguardo a tempi e luoghi d'azione, prevenendo eventuali malintesi; che si può usare quando non si sa con assuiuta precisione la localizzazione del nemico; che si possono rastrellare estensioni più grandi di bosco con reparti relativamente più piccoli. A questo scopo il bosco viene delimitato in corrispondenza di linee di confine naturali come fossi, sentieri, piste, e poi ripulito con un'avanzata frontale. Gli aspetti positivi di b) consistono nei maggior sfruttamento della forza d'urto e di fuoco dei reparti, a patto di riuscire a coordinarli nel tempo e nello spazio. Impiegando il tipo a) devono essere determinati l'inizio dell'attacco nel tempo, tempi e luoghi in cui devono essere occupate le posizioni previste. La posizione fissa va allestita come linea di caposaldi nei quali sono piazzate principalmente armi automatiche, specie mitragliatrici. Osservazione e campo di tiro dei caposaldi devono essere organizzati verso tutti i lati e le direttrici di fuoco principali devono essere combinate in modo che si affianchino o perlomeno .che si sovrappongano. In questo modo si copre il fronte delle unità vicine e le truppe avanzanti non possono venire minacciate dal fuoco amico. L'attacco vero e proprio è portato da fanti. Con questo sistema si possono rastrellare grandi aree forestali purché siano state sottoposte all'intervento dell'uomo (i.e. piste, radure, sentieri, ecc.). Alle spalle delle unità avanzanti in ordine aperto e di quelle in posizione fissa va tenuta una riserva che impedisca tentativi di sfondamento. \ Con il sistema b) sorgono problemi di coordinamento risolvibili assegnando alk varie forze avanzanti diversi obiettivi che vanno superati


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in tempi determinati. Lo schieramento di battaglia delle unità dipende dalla loro consistenza, dal terreno e dalla distanza dal nemico. Per grandi distanze è necessario tenere insieme unità più grandi utilizzando strade, sentieri e piste per una celere avanzata . Avvicinandosi al nemico le unità vanno suddivise in parti sempre più piccole, finché non si arriva ad usare lo spiegamento aperto. Avanzando nel bosco ogni gruppo deve inviare in ogni direzione uomini con compiti di protezione ravvicinata che si devono tenere in contatto visivo. Per i gruppi i cui fianchi si appoggiano alle unità vicine è consigliabile che i fanti avanzino in fila dietro la metà della quale segue la squadra della mitragliatrice. Se invece i fianchi non hanno appoggio, si deve creare una protezione a semicerchio dei fianchi inviando a distanza visiva uomini per la protezione ravvicinata. In entrambi i casi va creata una protezione di retroguardia o almeno una aliquota di osservazione. Eccettuando operazioni di piccole unità, l'attacco concentrico b) deve essere effettuato di giorno per evitare scompiglio e confusione. In determinati casi le unità dovranno avanzare sino ai punti di partenza di notte, per scatenare l'attacco alle prime luci dell'alba. Nell'organizzazione di un appostamento la preferenza va data a una posizione che abbia un buon campo di tiro, anche se non grande. Condizioni permettendolo, si prende posizione dietro strettoie del terreno, ma non ai loro estremi. La disposizione è in forma di semicerchio avvolgente per avere la possibilità di sviluppare il fuoco sui fianchi e tagliare la ritirata al nemico. All'inizio del combattimento i fianchi possono essere estesi ad arco per circondare il nemico. L ' esposizione dei metodi comincia sotto il segno della continuità: a) non è altro che il Vorstehtreiben (battuta con linea d'intercettazione) e b) non altro dal Kesseltreiben (battuta circolare) già incontrati nelle "Richtlinien" e quest'ultimo anche nel "Waldkampf" <25>. In questo documento si fanno delle distinzioni sulle opportunità di impiego tra i due metodi, ma riponendo fiducia in entra mbi, mentre le " Richtlinien" giustamente premettevano che_"lhr Erfolg bleibt oft hinter der Erwartung zuriick". <26>. In ambo i casi e altrove mettevano in guardia dalle (25) C fr. RichtlinienRII fr. 25135 82pag. 8 par. 4cfr. Waldkampfpag. 17 punli 7 1 e75. (26) Cfr. Richtlinien ibidem (il loro risultato resta spesso inferiore alle aspeltat.ive) Cfr. Ibidem fr. 25 1 35 83 pag. 9 par . 6 "Marsche zur Sauberung b estimmter Rii.urne" (Marce per il rastrellamento di determinuti spuzi).


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errate idee che si possono avere sui rastrellamenti nei boschi (27l. Comunque per prima cosa esamineremo il Vorstehtreiben, preferito dalle "Richtlinien", e poi il Kesseltreiben esposto dal "Waldkampf" in relazione alle nuove tattiche. Rispetto alle "Richtlinien" dove erano appena abbozzate le principali caratter istiche, il discorso è più ricco e articolato. La linea di intercettazione è prevalentemente composta di armi a tiro rapido, si assume un concetto di scomposizione dello spazio operativo per linee geometriche (definite dalla viabilità), anche di grandi estensioni di bosco, dotato di grande flessibilità, e vengono esaltate le caratteristiche di facilità di esecuzione del metodo, pur non dimenticando i fondamenti della coordinazione nello spazio e nel tempo. Soprattutto di estrema importanza è la presenza di due riserve: una dietro la linea di intercettazione e una che segue il semicerchio avanzante per impedire sfondamenti. Rispetto alle "Richtlinien" è un progresso sostanziale, perché lì mancano. Tuttavia restano le difficoltà di fondo poste dalla mobilità e disperdibilità del nemico. Il rastrellamento a settori è una soluzione alla grandezza del bosco e alla scarsità delle forze, ma nulla esclude che i partigiani riescano a filtrare fra le truppe avanzanti e la riserva spostandosi in settori non rastrellati; tanto più che la scelta di vie per la r<_1pida delimitazione del settore e la preparazione dello sbarramento è esposta all' osservazione partigiana che può avere così utili indicazioni sulle intenzioni avversarie e fo rnire preavvisi tempestivi. Una nuova misura per rispondere alle infiltrazioni è l'ordinamento aperto che con la sua estensione dovrebbe rendere più difficile la manovra partigiana. È un cambiamento nei confronti delle forme sviluppate in profondità e concentrate, propugnate da " Waldkampf" (27 >, perché permette anche una minore dipendenza dalle strade. Interessante è la manovra ad apert ura progressiva proporzionale a ll'avvicinamento al nemico. Anche l'aspetto della protezione ravvicinata conosce sviluppi come la formazione di una linea di fila imperniata sulla posizione medio-arretrata della mitragliatrice leggera e lo spiegamento in linea semicircola re

(27) Cfr. Waldkampf pag. 7 punti 14- 15 pag. 17 punto 72 Anlagc 2 Skizze 2 .


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della protezione ravvicinata, portando a ulteriore evoluzione uno schieramento già citato nel "Merkblatt" <28 >. Eccessiva è invece la limitazione al ricorso delle ore notturne per occupare le posizioni per l'attacco concentrico. Più correttamente le "Richtlinien" stimano l'importanza di questo ausilio alla sorpresa, forse l'unico in operazioni del genere (29>. Restano poi tutti i problemi di coordinamento del Kesseltreiben, con in più i rischi dell'ordinamento aperto, che può portare ad assottigliamenti della linea, e la mancanza della parete rigida, caratteristica del "Waldkampf", che costituiva un mezzo per intercettare partigiani in fuga. D'altro canto anche il "Waldkampf" prevedeva la possibilità di ordinamenti più sparsi subordinandola però alla fittezza del bosco c3oi. Il "Kampf gegen die Partisanen" non parlà di armi pesanti e artiglieria, il che può far pensare ad una maggiore mobilità ed essenzialità, ma priva le truppe di armi efficaci come lo s.M.G. e il le.Or. W., specie neUo scontro con formazioni partigiane che dispongano di tali armi. Il Kesseltreiben, nonostante le raffinatezze introdotte, resta una manovra complessa (semmai complicata dall'apertura progressiva delle formazioni), che richiede molte truppe ed è di esito incerto. Bisogna però riconoscere che il testo del 1943 ritiene valida la manovra con precise limitazioni: di quantità delle truppe (molte), di estensione della zona di operazioni (piccola), di informazioni eccellenti, di efficacia del C 3 (alto). Per una critica del concetto di appostamento rimandiamo al prossimo documento che contiene un breve ed esauriente esame della questione. Il terzo capitolo, concernente la lotta antipartigiana nelle località abitate, presenta tre forme di lotta: l'assalto, l'appostamento e il setac~ ciamento (Oberfall, Auflauern, Durchsuchen der Ortschaft) con lo stesso schema già applicato. L'assalto si effettua quando sono arrivate notizie che partigiani pronti ad entrare in azione si trovano nell'abitato e le forze permettono un (28) Cfr. Merkblatt R9 fr. 251 IO 13 pag. 7 par. "Anwendung der H. Dv. 130 und Abwandlungen" "das Staffcln einer Schiitzenkelle urn etwa oo vicl nach der Tiefe, als die Breite Belrii.gt, damit sie nach vorn und nach den Flanken hin·und nach riickwarls immer gefechtsbereit ist." (Lo scaglionamenlo di una catena di fanti per una profondità circa pari all'ampiezza, cosi che sia pronta al combattimento in avanti, lungo i fianchi e alle spalle) . (29) Cfr. Richtlinien Rl 1 fr. 251 35 82 pag. 8 par. 4. Cfr. Waldkampf pag. 18 punto 75 che invece parla di accerchiamento di primo mattino. (30) Cfr. Waldkampf pag. 12 punto 41.


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assalto. Per prudenza, a scanso di sorprese e morti inutili l'assalto va preparato anche quando si hanno notizie incerte o non si hanno affatto notizie sulla presenza del nemico <31 >. L'appostamento si prepara quando invece l'estensione della località o la relativa scarsezza delle forze, non permettono un assalto. Un altro caso è quando si sospetta o si ha notizia che da una certa località i partigiani si riforniscano di viveri o raccolgano notizie. Lo stesso vale se non ci sono forze per accerchiare la località e bloccarla <32>. Il setacciamento è buono per ricercare singole persone sospette, partigiani, armi nascoste. È opportuno ripeterlo a intervalli irregolari, anche in assenza di informazioni, per inculcare agli abitanti la nozione del pericolo connesso all'assistenza offerta ai partigiani. L'assalto deve essere condotto in forma concentrica e sono possibili due varianti. La prima prevede la penetrazione dell'abitato da più direzioni. La seconda è basata sulla penetrazione su una sola direzione, mentre altre unità possono controllare col fuoco tutto lo spazio circostante per impedire che i partigiani sfuggano. Comunque bisogna preventivamente accerchiare la località. In casi estremi, quando le forze sono troppo deboli per l'accerchiamento, si può farne a meno, ma il movimento deve essere impostato su una forma arcuata, almeno nella posizione delle direttrici di tiro. Si comincia col portare in posizione le armi pesanti e le mitragliatrici leggere e i fanti nelle posizioni di partenza. Poi vanno determinate con estrema cura, soprattutto per la prima variante, le direttrici di marcia, quelle di tiro e i settori di tiro. Le unità di punta hanno l'ordine di segnalare con razzi luminosi di tempo in tempo la loro posizione. Le armi automatiche in postazione aprono in genere il fuoco solo dopo che lo ha fatto il nemico, perché sarebbe inutile tenere sotto tiro gli ;:i.bitanti se non ci sono nemici. Le medesime armi automatiche hanno pure il compito collaterale di coprire le spalle delle unità avanzanti. Contemporaneamente alla penetrazione bisogna svolgere la perquisizione delle case per non avere sorprese alle spalle. Qualora poi ogni singolo edificio vada espugnato, gli uomini delle unità di testa devono avanzare e perquisire l'edificio. Se invece il nemico si trova in un determinato punto, le unità di testa lo raggiungono subito, lasciando alle successive unità il compito di perquisire gli altri quartieri. Durante la (31) È naturale che in luoghi dove esiste una regolare circolazione di mezzi e truppe non c'è bisogno di preparare un assalto. (32) Altrimenti si preferisce l'assalto.


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perquisizione si possono avvicinare le armi automatiche. Particolare attenzione va prestata alle cantine e ai locali a piano terra. L'appostamento richiede procedimenti simili. Intorno alla località vanno dislocati picchetti a contatto visivo e di fuoco, soprattutto lungo viottoli, sentieri, fossi. Ogni picchetto è almeno di 3 uomini che devono osservarsi intorno e non solo guardare l'abitato, altrimenti subire la sorpresa nemica è facile. Per il setacciamento va ugualmente circondata la località con picchetti, poi stabilita una base di fuoco che copra l'entrata dell'abitato. Il compito di setacciare è molto facilitato dividendo la località in settori che vanno circondati con sentinelle e l'azione ha maggiore efficacia se tutti gli abitanti maschi adulti vengono fatti uscire dall'edificio e allineati in una strada o piazza e invitati a rivelare nascondigli di armi o partigiani. Una parte di essi può essere separata, presa in ostaggio e resa responsabile per le dichiarazioni fatte. Il compito dei picchetti è di bloccare la circolazione durante il sctacciamento e, osservando il terreno circostante, proteggere i loro camerati da sorprese. Se si hanno informazioni precise si può anche fare a meno di accerchiare, ma bisogna ricordarsi che gli abitanti non possono mai dare pieno affidamento ed essere pronti a qualunque sorpresa, perché non è escluso che i partigiani riescano ad allontanarsi. Alle truppe che eseguono il setacciamcnto vanno affidati compiti precisi: il gruppo setacciante si divide in due sezioni, una accerchia prima la casa, l'altra comincia la perquisizione. La sezione accerchiante osserva attentamente porte, finestre e altre aperture dell'edificio, tenendosi a una certa distanza per garantirsi migliore visuale, campo di tiro e proteggere i camerati da sorprese esterne. L'ingresso nell'edificio è un momento delicato. Tre o almeno due uomini devono entrarvi pronti a far fuoco e uno dovrebbe avere una bomba a mano senza sicura. Se si ha un abitante del posto, gli si fa aprire la porta e i soldati entrano subito lateralmente. Altrimenti la porta viene aperta di scatto da un soldato che subito si sposta lateralmente . Se dalla porta aperta non viene un colpo, si entra velocemente. Si può anche dare un'occhiata prima di entrar.e col corpo chinato, in quanto si spara istintivamente all'altezza del petto. Se dalla porta aperta si spara, va subito lanciata la bomba e dopo lo scoppio si entra. La procedura si ripete all'entrata di ogni vano. Se bisogna espugnare un edificio o un intero paese, il fuoco delle armi va diretto contro tutte le aperture e i posti adatti a far fuoco. Con edifici di legno si spara sotto la finestra per colpire la persona che si


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trova al riparo. Coperti dal fuoco, singoli soldati si avvicinano e lanciano bombe a mano nelle finestre. Se sono disponibili, si usano granate da fucile o mortai. Contro edifici fortificati sono particolarmente adatte munizioni incendiarie. Messo a tacere il fuoco nemico si procede al setacciamento. Per un setacciamento a fondo di un vano ci si serve degli inquilini lasciando a loro il compito di aprire armadi e altro, ma sorvegliando le loro azioni con armi pronte al fuoco. Questo capitolo espone alcuni argomenti che altri manuali forse presupponevano, ma che non avevano mai trattato a fondo. Il metodo del! 'assalto lo si trova già nelle "Richtlinien" proprio per il controllo di località fortemente sospette, con procedure fondamentalmente uguali e preferenza per il sistema di penetrazione multilaterale <33 ). Più cauto è il sistema qui adottato in mancanza di forze sufficienti, molto probabilmente perché il metodo di irruzione ad alta velocità <34) si è rivelato troppo rischioso. C'è poi una variante in più e quelle precise istruzioni sul comportamento da tenere nel centro abitato, che nelle "Richtlinien" non ci sono. Eccessivo e svantaggioso è l'uso di razzi Very durante l'avanzata verso l'abitato perché può rivelare facilmente la disposizione delle truppe in movimento; nelle "Richtlinien" i segnali luminosi sono concordati, ma verosimilmente vengono usati solo in caso di richiesta di fuoco d'appoggio c35 l_ La dotazione di armi pesanti si è arricchita richiedendo un preciso coordinamento, mentre si sono alleggerite le comunicazioni, rinunziando alla telefonia <36>. L'appostamento e il setacciamento sono metodi praticati da tutte le polizie e qui sono modificati quel tanto per adeguarli a una situazione bellica. L 'aggiunta più importante sono le istruzioni per il combattimento casa per casa. Una nota particolare va fatta al punto 40: si tratta di un espediente per ovviare alla eventuale scarsità di personale di polizia specializzato, perché se fossero presenti, come le "Richtlinien" auspicano <37 >, agenti dell'SD o della GFP, sarebbero loro a svolgere questo compito. È interessante notare che ventinove anni dopo le tattiche (33) Cfr. Richtlinicn RI 1 fr. 251 35 83 pag. 9 par. 5 comma b). (34) I bidem. (35) Ibidem . (36) Ibidem. (37) Ibidem fr. 251 35 85 pag. 11 par. 8.


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di setacciamento sono rimaste pressoché immutate come testimonia il manuale del maggiore von Dach <38 >. Le conclusioni sono comuni raccomandazioni alla massima prudenza, prontezza di reazione, capacità di difesa in ogni direzione a livello di unità, segretezza, audacia che non sia temerità sconsiderata. Due punti (43 e 44) sembrano più pensati per degli Jagdkommandos, che per unità piu grosse <39). Non è coùcepibile infatti che unità regolari non debbano anche occupare per lungo tempo delle località o che, assegnata un'arca di operazioni, operino invece in modo indipendente. Così la preoccupazione che un'occasionale guida locale possa tradire il segreto degli spostamenti è più di una piccola unità che non di una compagnia o unità superiore che comunque si tradisce nei suoi spostamenti. Nel resto della trattazione si affronta il problema di combattere piccole formazioni partigiane, ma con forze più grosse di uno Jagdkommando (almeno una compagnia rinforzata). Prima di concludere la presente sezione ci serviamo di un documento cont emporaneo per chiarire la premessa del "Kampf gegen die Partisanen", dove si affermava la necessità di una lotta per la vita e per la morte senza quartiere. Si tratta di un ordine emanato dall'SS-und Polizeifi.ihrer a Shitomir <40J, Hcllwig, riguardante la lotta antibande e datato 27 gennaio 1943 <41 >. È già previsto come misura preventiva l'incendio dei villaggi, noti per essere rifugi di bande, su approvazione del Gebietskommissar responsabile. In tutti i villaggi bruciati la popolazione deve essere arrestata possibilmente al completo. Abitanti che abbiano opposto resistenza armata vanno fucilati durante o dopo il combattimento. Nel caso di incendio preventivo i comandanti delle unità devono curare nell'evacuazione che la popolazione venga trasportata via compatta, a meno che non abbiano ricevuto l'approvazione d el Gebietskommissar di fare trattamento speciale <42>. (38) Cfr . In caso di golpe pag. 264-267 dal manuale " D er totale Widerstand Kriegsanleitung fur J edermann" Major H. von Dach Schweizerischer Unleroffizicrsverband Biel 1972. (39) Cfr. Kampf gegen dic Partisanen Rll fr. 25 1 33 46 pag . IO punti 43-44. (40) È la traslilterazionc tedesca di Zhilomir. (41) Cfr . RSI fr. 260 15 44-46. Abschrifl von Abschrift der SS-und Polizeiftihrer in Shitomir Schitomir, den 27 . 1.43. Geheim! Betr. : Bandenbekampfung. In fondo al foglio I c 'è la sigla I g la (le) Nr. 52/43 manoscritta. (42) li termine è "Sondcrbehandlung" (trattamento specia le) e indica l'esecuzione, anche in massa.


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Ogni comandante di unità deve avere ben chiaro che se gli abit.antL _ sfuggono alla cattura, dopo la distruzione del loro abitato, diventano nuovi membri delle bande e così aumentano i pericoli verso la pacificazione del luogo . Il Gebietskommissar decide dove la gente va trasportata. Generalmente verso il capoluogo del territorio, perché di più non può fare la truppa combattente. Di lì la continuazione è decisa dal Generalkommissar. Non è difficile capire perché la resistenza si sia sviluppata, quando lo sterminio di massa minacciava tutti. Inoltre il documento insiste sul fatto che l'incendio preventivo va effettuato solo su approvazione del Gebietskommissar, minacciando un severo giudizio per i trasgressori; segno che diversi comandanti bruciavano villaggi con troppa facilità, senza seguire la via gerarchica. Il documento ci informa anche di ripetuti atti di indisciplina a proposito di requisizioni illegali compiute tanto dalle parti tedesche quanto da unità ausiliarie lettoni, lituane e ucraine <43 >. Con simili atteggiamenti ogni consiglio di rapporti amichevoli o corretti o di accorto uso della propaganda è restato lettera morta, rendendo sempre più difficile la repressione della guerriglia e impossibile il suo isolamento.

(43) Utile è a nche l'informazione che esisteva già uno stato m aggiore per la lotta alle bande (Stab BB = Stab fur Bandenbekampfung).


CAPITOLO V Il Un prezioso indice della critica interna. delle forze controguerriglia all'efficacia dei concetti e dei metodi impiegati è il commento al rapporto suJle esperienze della SS-Kavallerie Division. Ritrovare questo tipo di documenti permette di vedere il grado di assimilazione di certi concetti da parte delle truppe, fino a che punto i comandanti si limitino a una meccanica applicazione delle direttive dei manuali, quanto e fino a quale livello le gerarchie sappiano rivedere criticamente le dottrine ufficiali. Purtroppo non siamo riusciti a reperire il rapporto cui si riferisce il documento, quindi il significato di alcune critiche e di tutti i riferimenti ci sfuggirà; tuttavia, gra zie ai precedenti scritti, possiamo avere un'idea abbastanza precisa dei temi dibattuti. Colpisce la rapidità e la franchezza di comunicazione su punti controversi tra un SS-Obergruppenfi.ihrer und Generai der Polizei Ol e il Reichsfohrcr-SS a cui il memorandum è indirizzato personalmente <2l. È un'ult.eriore prova, pare ancora necessaria, che il mito dell'obbedienza cicca e rigida non è mai esistito in seno alle forze militari tedesche. La prima parte affronta un tema che abbiamo visto essere particolarmente importante e controverso per la controguerriglia: la ricognizione. Si sottolinea come no n si sia sufficientemente distinto tra la perlustrazione (Aufkla rung) e la ricognizione (Erkundung) <3l. La perlustra(1) li no me di questo SS-Ober gruppenfiihrcr dovrebbe essere von der G al, ma la firma no n è facilmente decifrabile e negli a nnuari biogr afi ci del dop oguerra non compare questo nome, probabilmente rin tracciabile solo come casato nell'almanacco di Gotha . È inter essante notare che non c ' è corrispondenza tra il grado nelle SS e q uello nella O rpo: a SS-Obergruppenfuhrer dovrebb e corrispond ere G eneral-Ober sl. (2) Cfr. R70 fr. 258 75 22-24 Der Bevollmachtigte des Reichsfiih rer -SS fiir Handenbekampfung O .U. dem 24 Marz 43 G eheim P.K. Tgb. N r. 106/ 43 An dem Reichsfiihr er-SS. - pcrsonlichBetr. : Erfahrungsbericht der SS-Kav. Divisio n vom 11.2.43 - Tgb . Nr. 170/43 geh. Bezug: T gb. Nr. 39/92/43g-Rf/ Bn vom 8.3.43, (3) La traduzio ne qui usata cerca di mettere in r isalto, per quanto possibile, le sf umal ure semantiche tra due p arole che sono quasi sinonime. Auf klarung indica più l'attività di esplor azione a nche in combattimento, mentre la Erkundung indica a nche la raccolta di informazioni su un vasto arco di tempo .


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zione di combattimento può essere svolta nella lotta antibande secondo i normali precetti, ma solo poco prima che le truppe si mettano in marcia. Ne risulta che è inutile un continuo movimento delle pattuglie, in avanti, verso la zona da ricognire, e indietro, verso la truppa avanzante_ Si ha così il vantaggio di avere immediate informazioni e, in caso di stabilito contatto, di pronto arrivo del grosso della truppa che raccoglie le pattuglie. È invece impossibile mandare le patluglie verso punti distanti, i risultati ricognitivi delle quali debbano essere aspettati. Si rinuncerebbe alla sorpresa e dunque a ogni risultato e si rischierebbe la perdita delle pattuglie, perché i partigiani hanno la tattica di attaccare le forze numericamente inferiori nei loro confronti, mentre si ritirano davanti a forze superiori, per l'appunto il grosso che segue a breve distanza.

Nonostante questo non bisogna rinunciare a una ricognizione sistematica. Si può anzi affermare come primo precetto delJ'csperienza che una accurata ricognizione degli accampamenti partigiani costituisce i due terzi del risultato. Questa ricognizione può essere svolta solo da agenti e, se un reparto mobile non ne dispone, va svolta da abitanti del luogo. Non bisogna dare per garantita l'affidabilità anche per l'OD e per gli agenti. Perciò è necessario prendere in ostaggio i familiari dell' agente finché non è ritornato e le sue notizie sono state confermate e rivelargli che in caso di fuga o tradimento i suoi familiari verranno fucilati. La truppa comprenderà la misura se le viene spiegato che con simili sistemi i banditi hanno costruito il loro eccellente servizio di informazioni. Con questo documento noi abbiamo una prima chiara distinzione tra la ricognizione di combaltimento e l'attività ricognitiva-informativa e una più chiara visione del funzionamento delle pattuglie. Come si è visto, permanevano ancora a livello di reparti, incertezze su come svolgere la ricognizione. Da una prima concezione che nel "Merkblatt" prevedeva una ricognizione forte, combattiva e suddivisa in vari piccoli stadi <4), si era passati a una combinazione di pattugliamento permanente unita alla creazione di agenti tra la popolazione (5 ), senza tralasciare la ricognizione per i reparti in marcia C6l. A questo si era aggiunta la ricognizione degli Jagdkommandos, che nelle ioro missioni avvisavano via (4) Cfr. M erkblatt R9 fr. 25 1 10 12 pag. 5 par. 7. (5) Cfr. Richtlinicn Rll fr. 251 35 81 pag. 7 par. b) Cfr. Kampf gegen Partisanen Rll fr_ 251 33 36 pag. 2 punto 7 . (6) Cfr_ Waldkampf pag. 8-10 cap_ D.


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radio il Hohere SS-und Polizeifiihrer dell'incontro con grandi forze partigiane <7l, senza tener conto delle oscillazioni che si verificavano a proposito della ricognizione aerea (H). Tutto questo non aveva ancora trovato un suo equilibrio e una sua integrazione, come fa vedere la ricognizione a lungo raggio di pattuglie lungo le vie di un bosco prima del rastrellamento vero e proprio C9> e come si deduce da questo stesso documento. Qui vengono risolte queste incertezze con una netta distinzione tra la ricognizione di combattimento, svolta a breve raggio rispetto alle forze avanzanti (che dà più garanzie dei problematici apparati radio dell'epoca e assicura rapida trasmissione di notizie e protezione alle pattuglie) e la raccolta di informazioni e ricognizione a lungo raggio. In quest'ultimo settore si inseriscono senza difficoltà il pattugliamento di piccoli gruppi di cavalieri, l'azione degli Jagdkommandos, la ricognizione aerea e la ricognizione degli agenti, distinte anche sul piano temporale perché continue e di lunga durata. Rispetto al reclutamento degli agenti nelle "Richtlinien" basato sulla collaborazione degli elementi ostili al precedente regime cioJ, qui ci si fida più della minaccia e del ricatto, molto probabilmente perché la situazione generale era peggiorata con visibili ripercussioni anche sugli elementi favorevoli ai tedeschi. Nel campo delle comunicazioni il documento è drastico e lapidario. Le comunicazioni per cavo possono essere utili solo fino alle zone di partenza dell'attacco, ma oltre questa linea, la comunicazione con quel sistema sarà stabilita sempre troppo tardi. Se ci fosse il tempo per posare i cavi significherebbe solo che il comandante sta trascurando la rapidità di esecuzione e l'incessante pressione da esercitare, che sono fondamenti della controguerriglia. Perciò bisogna accontentarsi di radio e staffette. È quindi confermata ulteriormente la tendenza a contrarre sempre più i mezzi di comunicazione a favore di quelli più rapidi a disposizione e del resto non vediamo soluzione più corretta di questa. (7) Cfr. Befehl zur Aufstellung Jagdkomina ndos RSJ fr . 256 15 36 Anlage I pag. I. (8) Cfr. Richtlinien Rll fr. 251 35 86 pag. 12 par. 9 Cfr. Wa ldkampf pag. 8 punti 20-21. (9) Cfr. Waldkampf pag. 18 punto 72. È vero che la possibilità di fuga d ei partigiani dovrebbe essere bloccata, ma è dubbio che i partigiani lasciasser o svolgere alle pattuglie indisturbati i loro compiti di valutazione del terreno ed è certo che ricevevano un importante preavviso delle intenzioni nemiche. ( JO) Cfr. Richtlinien RIJ fr. 25 1 35 8 1 pag. 7 par. b) .


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Un altro punto che mostra come fossero ancora frequenti gli errori di esecuzione nelle operazioni di controguerriglia, è la mancanza di collegamenti con le unità vicine. È una necessità talmente vitale che essi siano garantiti, che in caso contrario è meglio non intraprendere le operazioni. Tutto dipende dalla esatta valutazione del rapporto tra formazioni disponibili e area da rastrellare. Il giusto metodo è di restringere fin dall'inizio il più possibile quest'area per evitare falle nelle forze di sbarramento, che sarebbero immediatamente individuate dal buon servizio di informazioni dei partigiani e sfruttate per sfuggire alla pressione. Altrettanto necessario è che il comandante in determinate circostanze abbia il coraggio di trascurare bande più piccole che siano state individuate, per arrivare con marcia forzata ad attaccare nell'area assegnatagli. Altri errori rivelano invece l'inesperienza delle truppe impiegate per la prima volta nella controguerriglia. Esse si attaccano al principio che carri armati e armi pesanti vadano tenuti in riserva finché nel corso dei combattimenti si riveli la formazione dei centri di gravità nemici. Ma nei boschi secolari e paludosi il contatto col nemico è improvviso e quindi: le armi pesanti vanno distribuite precedentemente tra le compagnie e così pure i carri armati che devono andare insieme alla prima schiera di fanti. In terreni paludosi i carri servono solo per sbarrare vie e strade. Sono principi che abbiamo in parte già trovato nel "Waldkampf", con delle differenze per l'uso dell'artiglieria e dei carri che non contraddicono minimamente quanto ora detto (llJ. Nell'esposizione del precedente documento avevano incontrato la tecnica dell'appostamento per la controguerriglia nel bosco condotta da unità medie. Vale la pena di citare integralmente il nostro testo "Lauerstellungen haben im aktiven Bandenkampf keinen Sinn, da diese lediglich eine Kampfesform einzelner Jagdkommandos darstellen ." <12>, che liquida giustamente un simile assurdo. (Il) Cfr. Waldkampf pag. IO punti 34-35 pag. 12 punto 44 pag. 13 punto 45 pag. 18 punto 75 Anlage 2 Skizze I. (12) Cfr. Erfahrungsbericht R70 fr. 258 75 24 (gli appostamenti nella lotta antibande attiva non hanno alcun senso, perché questi rappresentano semplicemente una tattica di singoli Jagdkommandos). A questo proposito è nostra opinione che il concetto di "Imboscata di area" impiegato dagli americani nel loro ma nuale "Countcrguerrilla operation (FM 31-36)" (cap. 97 par. B) e basato su "compagnie e i ·battaglioni dispersi, però appoggiandosi mutuamente, stabiliscono punti di imboscata piccoli e dispersi, in un'area organizzata in profondità e ampiezza, preoccupandosi di mantenere una riserva adeguata per evitare la sconfitta completa nei propri punti di imboscata." sia non m eno privo di senso. crr. In caso di golpe pag. 349 basato sull'edizione argentina integrale del 1971.


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Medesimo trattamento riceve la strana idea che si possa ricognire aprendo il fuoco con fucili e mitragliatori. Deve essere stata basata sul principio del fuoco di provocazione che serve a saggiare la prontezza e la consistenza di un caposaldo. I partigiani però in questo modo vengono semplicemente allontanati. Al massimo si può usare così il fuoco per simulare potenti forze, quando invece la linea di intercettazione è molto sottile. L'ultima critica è riservata al ''Waldkampf'' e mette in guardia sulla limitata utilizzabilità del testo nella controguerriglia. Citando il punto 72 si fa presente che il consiglio di tenere insieme le truppe porta i soldati troppo di frequente a trascurare il rastrellamento accurato di zone boscose impaludate. Ciò risalta nel modo più chiaro dallo schizzo 2 dove le frecce che attaccano dentro la sacca si mantengono cocciutamente nelle piste. Al contrario bisogna contrastare con ogni energia J_a tendenza naturale ad aggrapparsi a vie e piste <13l.

(13) In effetti nello schizzo, tranne una , quasi tutte le direttrici di marcia sono o sembrano attralle dalle piste o dai senrieri del bosco_


CAPITOLO V III Finora i nostri documenti avevano solamente accennato alle possibiliLà d ' impiego degli aerei nella lotta antibande <1 ), poco però era sta to specificato sulle loro modalità, tipi e concezioni operative. L'importanza di questo scritto è grande perché fornisce una esauriente risposta a tutte le domande in merito, da una ulteriore prova dell'efficienza e integrazione raggiunte, costituisce il capostipite delle successive teorizzazioni post-belliche sull'argomento. Il manuale giunge piuttosto tardi nel corso della guerra, come del resto tutto il meglio della produzione tedesca in tal senso. Nel corso della t rattazione si avverte distintamente il peggioramento della situazione logistica nel suo complesso. Ripetuti sono gli inviti ad evitare sprechi di carburante, inutili sollecitazioni ai materiali e a raccogliere meticolosa mente il materiale riusabile, come i contenitori per rifornimenti e m essaggi. Tuttavia si nota anche lo sforzo costante e imperterrito di adeguare uomini e materiali alle nuove necessità, nonostante le difficoltà. Il documento si presenta nella forma di un opuscolo stampato, edit o dallo C hef der Ordnungspolizei ed è di carattere a ddestrativo, com e dimostra la lista delle scuole di polizia alle q uali è distribuito, e dove sarà inserito nei corsi <2>. L'uso di aerei corrisponde alle accresciute esigenze poste dalla guerra alle forze di polizia , ma già nella prima guerra mondiale ia polizia ne disponeva. Il trattato di Versailles pose termine a questa esperienza. Un decreto dello Chef der Ordnungspolizei del 1 febbraio 1939 richiamò in vita (1) Cfr. Richtlinien R II fr. 251 35 86 pag. 12 par. 9, cfr. Waldkampf pag. 8 punti 20-21 pag. 18 punto 74. (2) R8 fr. 250 95 75-94 Der Chef der Ordnungspolizei "Merkblall Einsalz von Flugzeugen bei der Deutschen Polizei" vom 8 . februar I 944 Kommando-Dri.ickerei Berlin NW 7. Dali della l.isla di distribuzione: R8 fr . 250 95 95 Der Chef der Ordnungspolizei Kdo . T Ausb. (3) 20 Nr. 2082/44 Berlicn., dcn 16. Miirz 1944 Betr. : Merkblatt "Einsatz .von Flugzeugen bei der Deutsd1en P oiizei" ,fogli,:, di istruzione "Im piego di aerei presso la poli:cia tedesca").


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le forze aeree di polizia. La funzione iniziale degli aerei era di mezzo di trasporto veloce, ma fu subito riconosciuto che altri compiti andavano svolti. Perciò furono comprati uno Ju.52 e tre Fi.156 Storch. Si cominciarono esperimenti di sorveglianza del traffico e di grandi manifestazioni in cooperazione con le stazioni radio a terra. Con lo scoppio della guerra fu stabilito un servizio di corriere aereo, subito dopo seguito da missioni di sorveglianza connesse alla pacificazione dei paesi occupati, alla ricerca di bande e di contrabbandieri, con regolari voli di pattugliamento. Le basi erano a Cracovia, Modlin e Radom. Tutti gli aerei furono equipaggiati di radio e fu comprata anche un aeroambulanza per raggiungere i presidi più isolati, grazie alle prestazioni dello Storch <3). Fu anche preparato un modello di aereo, simile allo Storch, con spazio per quattro passeggeri da sbarcare nelle operazioni antibande, ma non entrò in produzione, a causa delle priorità della Luftwaffe. Con l'invasione della Russia tutte le unità aeree della polizia si trasferirono lì e l'impiego antibande fece passare in secondo piano altre missioni. Si eseguirono ricognizioni, aviorifornimcnti a unità accerchiate, trasporto di feriti dalla zona di combattimento. Lo sviluppo di queste unità sembrò minacciato dalla pretesa di Goring di controllare tutto ciò che volasse. Si arrivò a un compromesso: il personale e il materiale passarono alla Luftwaffe, formando un'unità speciale (la Fliegergruppe z.b.V. 7) che era agli ordini del Reichsftihrer-SS. L'attività operativa non soffrì alcun intralcio. La Fliegergruppe z.b.V. 7 constava di 6 Staffeln operative e di 1 Staffel di complemento. Esse sono dislocate presso gli Hoheren SS-und Polizeifiihrer nel Generalgouvernement, nei territori orientali, Russia centrale, Ucraina, Balcani e Italia. Le Staffeln non hanno bisogno di essere rischierate unitariamente, bensì possono essere suddivisi singoli aerei a piccola unità e agenzie. Esse svolgono il loro servizio per la Orpo, la Sipo e lo Chef BKV. L'impiego controguerriglia è ritenuto il più difficile considerato anche quale grave minaccia rappresentino i partigiani. La prima missione in esame ~.là ricognizione e la perlustrazione del terreno. Una buona ricognizione è in larga misura la base del successo, purché si riesca ad individuare l'accampamento dei partigia ni. Questi scelgono spesso zone poco accessibili, zone di foresta e di palude dove (3) Cfr. nota 23 dd çapilolo lll pt:r k prt:slaz io ni dello Slorch.


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sono appoggiati dalla popolazione, e costruiscono i rifugi su isole appena accessibili su poche vie che passano attraverso la palude o li scavano sottoterra tra i boschi. Le strade d'accesso sono pesantemente minate e appena transitabili per una pattuglia. L'aereo è una soluzione a questi problemi, di frequente l'unica. Non servono aerei veloci e ben armati, come per le operazioni convenzionali, ma lenti. Lo Storch a quota e velocità basse permette di ricognire sistematicamente la zona. Anche così non è facile scoprire i rifugi che sono assai ben mascherati. I migliori risultati si hanno con volo a bassa quota e nelle primissime ore del mattino, quando le bande preparano da mangiare per tutta la giornata. La loro posizione è tradita dal fumo in salita e l'aereo che vola basso ha maggiori probabilità di cogliere i partigiani di sorpresa, perché il rumore del motore viene molto assorbito dagli aiberi . Un altro segno rivelatore è la presenza di grandi mandrie in località solitarie. Importante è anche la perlustrazione del terreno per raccogliere dati sulla sua consistenza, la rete viaria, l'idrografia minuta. Non è possibile assegnare permanentemente a ogni battaglione o reggimento un aereo, ma le basi sono dislocate in maniera tale da poter servire più unità. Nelle operazioni di grande portata (più reggimenti o una Kampfgruppe), nello stato maggiore operativo si trova un capitano di Staffe!, che dovrebbe partecipare a tutte le discussioni della situazione e deve sapere quali sono i risultati della ricognizione dell'SD, dei V-manner o delle pattuglie. Deve consigliare il capo dello stato maggiore operativo sulle possibilità ricognitive degli aerei e più tardi sul loro impiego in combattimento. I comandanti e i capi di stato maggiore operativo devono avere le idee chiare per ogni operazione sull'impiego degli aerei e richiedere velivoli se non ci sono. Al contrario di quanto accade nell'esercito, gli aerei possono essere spesso assegnati a un battaglione o anche soltanto a una compagnia. Perciò anche per un giovane ufficiale è importante sapere se, quando, come impiegare al meglio gli aerei, assimilando i principi di queste istruzioni. Nella lotta diretta è intuitiva l'utilità di aerei, meno evidente l'efficacia di velivoli come lo Storch. Bisogna comprendere che qui non bisogna distruggere grossi , importanti obiettivi, bensì piccoli bersagli come depositi di derrate e rifugi. Oltre ai punti d'attacco, è stata installata al lato del sedile dell'osservatore una mitragliatrice. Sparando munizioni incendiarie, si ottengono buoni risultati e numerose volte si è riusciti a incendiare a mitragliate interi villaggi. Ogni Staffel possiede anche un Fw. 189 C4l, usato dalla Luftwaffe per ricognizioni a breve raggio e nella (4) Soprannominato "Der fliegende Auge" (l'occhio volante) per via dell'ampia cabina vetrata al centro della fusoliera a doppio trave di coda, fu il ricognitore che sostituì l'Hs. 126 e svolse un ottimo lavoro di ricognizione, in particolare sul.fronte orientale. Fu preferito nelle prove di valutazione al più veloce (400 km h contro i 370 del Fw. 189) Bv. 141, caratterizzato da una struttura eterodossa a disegno asimmetrico con ca bina vetrata nell'ala destra.


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polizia come potente aereo da combattimento, quando sono richieste maggiore velocità, più potenza di fuoco, maggior quantità di bombe di quanto non offra lo Storch. Un'altra utile missione è l'aviorifornimento di munizioni sempre svolto dallo Storch i cui 150 Kg di carico sono poco per i criteri dell'esercito, molto per più piccole unità di polizia. Per un'efficace collaborazione è necessario che il capitano della Staffel sa ppia con precisione dove deve far arrivare le munizioni e dove sarà la zona di combattimento, in modo da scegliere la zona di atterraggio più opportuna e tener conto delle condizioni meteorologiche. La truppa deve conoscere le norme per la scelta di una buona zona di atterraggio , la sua delimitazione , le comunicazioni, le precauzioni da usare avvicinandosi all'aereo, le procedure per il ricevimento e la spedizione al volo di messaggi (5) . Vasta è la gamma delle bombe disponibili, ma è importante conoscerne gli effetti e le modalità operative per non porre agli aviatori assurde richieste. La bomba SD 1 da 1 Kg è raggruppata in 2 conlenitori sotto le a li per un totale di 100 pezzi. Una singola bomba dissemina schegge su una superficie di 5x5 m parallelamente al suolo. Sganciando un contenitore (50 bombe) da circa 700 m si ottengono ottimi effetti su una superficie di 150x60 m. Un passaggio di 3 aerei che sganciano 3 contenitori uno dietro l'aJLro, seguito da un passaggio perpendicolare al primo con lancio di altri 3 contenitori, garantisce un effetto del 100% su un quadralo di circa 500 m per lato. La bomba da 2,5 kg (preda di guerra russa) non è aggancia bile e viene lanciata dall' osservatore. Ha una superficie efficace di 7x7 m. Un'altra bomba preda d i guerra russa è quella da 8 kg (uno Storch può p ortarne 20), già buon a per la distruzione di singoli obieLtivi come nidi di resistenza e batterie. La bom ba SC 10 a frammentazione da 10 kg è lanciata in 2 grappoli da 5 pezzi ed è particolarmente adatta per il lancio di fila. Le schegge hanno un raggio di circa 20 m e l e bombe vengono sganciate in successione sulla linea del bersaglio con 40-50 m di distanza. La bomba più pesante che lo Storch può portare è la SD 50 kg in 2 pezzi sotto le ali. L'Fw. 189 ne p mta 4. Con spoletta ritardata serve come bomba dirompente, senza, come bomba,a frammentazione, con efficacia assolutamente letale nel raggio d i 40 m. Per acçrescere l'effetto di frammentazione si può aggiungere un'asta per l'esplosione anticipata. Soprattutto su terreni soffici la bomba si interrerebbe parzialmente e una parte (5) Per i particolari cfr . Me rkbla tt F lue:zeue,· RS fr . 250 95 83-85 pp. 14-1 9.


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dell'effetto andrebbe persa, mentre con l'asta per l'esplosione anticipata essa scoppia a 40 cm da terra lanciando le schegge parallelamente al suolo. Come bomba dirompente è utile contro ripari, rifugi, case (mono e bifamiliari). Per accrescere l'effetto demoralizzante possono essere montate sirene. L'ultima bomba impiegabile è la Stabbrandbombe 24 (spezzone 24) riempita di magnesio e fosforo, lanciata in 2 contenitori da 36 pezzi ciascuno. Utile per incendiare depositi di viveri, case ecc., proprio come le munizioni incendiarie della mitragliatrice. Gli Storche trovano anche impiego come aerei da collegamento permettendo l'arrivo rapido di comunicazioni e veloci adattamenti alla siiu.azione di combattimento (p.e. evitare formazioni di falle, di stalli nel combattimento ecc.) e come aeroambulanze. Il loro vantaggio è di offrire un trasporto ai feriti gravi anche in terreni quasi impercorribili, in vicinanza del fronte, esente dalle numerose scosse che subirebbero nei camion, senza necessità di grosse scorte altrimenti indispensabili e facendo arrivare i feriti rapidamente al più vicino· ospedale . Associate alle missioni di collegamento sono le mansioni di pattugliamento aereo preferibilmente svolte dallo stesso equipaggio nel medesimo territorio, con sempre variabili percorsi e orari. Nelle zone ricche di corsi d'acqua e di isole gli Storchc collaborano efficacemente con le barche della polizia nautica funzionando da relais aerei per le radiocomunicazioni e sorvegliando la zona dall'alto per eventuali interventi. In questo campo" si è ancora alle prime esperienze, ma si è già riconosciuta l'utilità dell'appoggio aereo a questo particolare ramo della polizia. Non si sottolineerà mai abbastanza la necessità che gli ufficiali conoscano le prestazioni degli aerei che possono appoggiarli e la loro organizzazione nell'unità. Nelle Gruppen della Luftwaffe le Staffeln hanno di regola un solo tipo di aereo. Nel caso della Gruppe z.b.V. 7 bisogna tener conto che ogni Staffe} deve essere in grado di assolvere diversi compiti e perciò è di tipo misto. Ogni Staffe} dispone di: l Aereo per viaggi e corriere postale per gli stati maggiori degli Hoheren SS-und Polizeifiihrer, BdO e BdS; 6 Storche (Einsatzstorche); 1 Storch come aeroambulanza; Aliante da carico con capacità di carico per 9 passeggeri per il rinforzo di caposaldi minacciati o il trasporto di munizioni e materiale; 1 Aereo da attacco al suolo Fw. 189.


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La Staffel di complemento (Erganzugsstaffel) ha il compito di addestrare il personale e mettere a disposizione voli per le autorità. Perciò dispone di grandi aerei da trasporto Ju. 52 e di un più piccolo Si. 104. A questo punto vengono forniti i dati essenziali degli aerei impiegati.

Ju. 52 (aereo trasporto passeggeri) trimotore 3-4 uomini di equipaggio (1 pilota, 1 operatore radio, 1 motorista, 1 mitragliere) 1O passeggeri circa velocità media 220 km h autonomia 5 ore e mezza = 1100 km Si. 204 (aereo trasporto passeggeri e per servizio corriere) bimotore 2 uomini di equipaggio (1 pilota, l operatore radio e motorista) 4-8 passeggeri velocità media 260 km h autonomia 5 ore e mezza = 1500 km Si. 104 (stesse funzioni del Si. 204) bimotore 2 uomini come Si. 204 3 passeggeri velocità media 270 km h autonomia circa 3 ore = 800 km Fw. 58 (stesse funzioni del Si. 204) bimotore 2 uomini di equipaggio come Si. 204 2-4 passeggeri velocità media 200 km h autonomia circa 3 ore = 600 km Fw. 189 (ricognitore e aereo d'attacco al suolo) bimotore 3 uomini di equipaggio (1 pilota, 1 osservatore, 1 mitragliere) velocità media 270 km h autonomia 2 ore = 550 km 200 kg carico bellico,· 4 mitragliatrici (6) (6) 2 in caccia ai lati della cabina di volo sparanti a l di fuori del disco dell'elica e 2 nella zona posteriore della cabina di volo, di cui una copriva il settore inferiore e l'altro quello superiore. In voli previsti come particolarmente difficili l'equipaggio veniva aumentato di un uomo per aprire suhito il fuoco con tutte le armi disponibili.


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Fi. 156 (Einsatzstorch) monomotore 2 uomini di equipaggio velocità media 140 km h, nel volo lento 45 km h autonomia 4 ore e mezza = circa 600 km 100 Kg di carico bellico 1 mitragliatrice Fi. 156 (San.) Come Einsatzstorch ma senza rastrelliera per bombe e senza M.G.<7l. L'aereo che è stato modificato con equipaggiamento speciale per le esigenze di polizia è l'Einsatzstorch, mentre gli altri sono di serie. Sono stati aggiunti: la radio, un serbatoio supplementare da 100 litri (K) e una mitragliatrice d'aereo con apposito supporto per il tiro su bersagli terrestri. Particolare cura va dedicata all'addestramento degli osservatori che devono essere buoni radiooperatori, capaci di intervenire sui mal funzionamenti del velivolo, saper aiutare nel maltempo il pilota e soprattutto avere la coscienza che dalle loro osservazioni e comunicazioni dipende la vita di molti camerati. Quindi devono sapere come formulare le loro comunicazioni in modo chiaro e rapido. Accanto all'istruzione puramente meccanica, devono essere conosciute le particolarità delle operazioni di combattimento d ella polizia e anche la tecnica puramente di polizia, come del resto fanno gli osservatori della Kriegsmarine i quali conoscono tutti gli aspetti quotidiani della marina da guerra. Gli ultimi sviluppi innovativi della Gruppe z.b.V. 7 consistono nello sperimentare nuove tecniche per il combattimento. Si studia la costituzione di una formazione paracadutata o su alianti da impiegare p er taglia re la ritirata alle bande che cercano di fuggire. Si valuta la convenienza di montare uno speciale apparato radio che permette la comunicazione diretta in fonia fra truppa di terra e aereo. Una esercitazione di due settimane alla Polizei-Waffenschule di Hellerau ha dimostrato che è possibile per il comandante della formazione di tenersi in

(7) Tutte le mitragliatrici sono del calibro 7,9 mm . (8) P u11tu ù "allaccu sullo la fusoli era_


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contatto correntemente con l'osservatore. Infine, presso la Gruppe z.b. V. 7 sono state recentemente costituite delle Staffeln da combattimento montate su Ju. 87 <9>. La sfavorevole evoluzione della guerra interruppe queste interessanti esperienze, che furono decisamente pionieristiche nel campo della aerocooperazione controguerriglia. La soluzione tecnologica odierna ai problemi, già posti ai responsabili tedeschi della controguerriglia, è l'elicottero da trasporto armato appoggiato da elicotteri d'attacco oppure l'elicottero d'attacco con capacità di trasporto OOl, mezzi capaci di decollo verticale, di svariate velocità di traslazione, di grande mobilità, buon carico bellico o utile. In questa prospettiva è istruttivo vedere come in mancanza del mezzo ideale, i tedeschi abbiano cercato di sfruttare le risorse disponibili . Colpisce subito l'importanza e il numero dei Fi. 156 impiegati. È naturale che fosse così, perché offrivano le migliori caratteristiche STOL, e grazie ad esse i tedeschi si avvicinarono particolarmente aJJ'ideale dell'elicottero, specie con le aeroambulanze, alle quali bastava un semplice campo di stoppie per essere onnipresenti. Particolarmente sentito fu il problema del trasporto rapido di truppe nei luoghi in cui bisognava sbarrare la ritirata alle bande. Le soluzioni proposte furono: un aereo STOL con capacità accresciute di trasporto, paracadutisti o alianti. La prima permetteva di usufruire delle eccezionali prestazioni dello Storch, ma avrebbe richiesto l'impiego di almeno tre aerei per sbarcare una dozzina di uomini, la cui azione avrebbe potuto essere decisiva in determinati contesti, mentre forse in altri sarebbe stata insufficiente. La seconda sarà sperimentata con un certo successo, (9) Altro non è che lo Stuka di cui diamo a lcune carat.t.eristiche: Junkers Ju. 87-B2 monomotore 2 uomini di equipaggio (pilota e osservatore) velocità media 337 km h velocità massima 377 km h 500 kg carico bellico 3 mitragliatrici (2 in caccia sparanti al di fuori del disco dell' elica e 1 a poppa per l'osservato· re), tutte calibro 7,9 mm. Equipaggiamento speciale: trombe di 'G erico (sirene applicate per creare panico con il loro rumore lacerante). (IO) I due accenni corrispondono alle tendenze principali. Quella americana imperniata sul binomio AH-64 Apache (attacco) e UH-60 Hlackhawk (trasporto armato) e qu ella russa con il Mii- 24 (attacco con capacità di trasporto) integrato dai Mil-8 (trasporto). Però non bisogna dimenticare che tuttora esistono aerei COIN come il Pucar à a rgentino , l'OV~JO Bronco americano , il Macelli 326 "lmpala" (un aereo italian o usato dai sudafricani).


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insieme agli alianti, nell'operazione della tentata cattura di Tito nel suo quartier generale sulla Drava (Operazione Rosselsprung) (li), ma richiedeva almeno l'acquisizione di grossi trimotori Ju. 52 e molto personale specializzato nei lanci, senza dire che con i paracadute di allora era piuttosto problematico eseguire lanci di precisione come è invece necessario se non si vuole sempre operare ai margini delle foreste. L'aliante presentava il vantaggio di poter sbarcare velocemente personale non abilitato al lancio in quantità sufficienti <12J, ma la polizia avrebbe dovuto reperire piloti esperti nel traino e buoni aliantisti. Con l'aliante si risolvevano i problemi di capacità, di carico, rapidità di sbarco, non specializzazione della truppa, sbarco in ristretti spazi <13>, e non sarebbe stato difficile reperire dei veterani dell'operazione " Merkur" (sbarco a Creta). Sorgeva però un nuovo problema: la non riusabilità del velivolo, e di quei tempi è molto probabile che le fabbriche avessero altro da fare che non fornire alianti in numero sufficiente. Per la prima volta si codificano estesamente le caratteristiche di un aereo C OIN arrivando a un m odello, nonostante le grandi innovazioni tecnologiche intervenute, rimasto tuttora valido. L'aereo doveva essere robusto, semplice, capace di atterrare e decollare da piste scmiprep arate o erbose, dotato di buona autonomia e di un consistente carico bellico. Questo carico bellico non doveva essere imponente in assoluto, ma adeguato alle esigenze della controguerriglia. Per questo nella polizia trovavano largo impiego bombe di piccolo calibro e spezzoni. Anche qui notiam o la riduzione a scale mo lto più piccole e la frammentazione di mezzi e repa rti che nella guerra convenzionale sono raggruppati unitariamente nell'impiego . La Luftwaffe concentrava i suoi aerei daHe piste al!a zona d'impiego, !a polizia assegnava singo!i aerei anche alle compagnie rinforzate basandosi su un sistema di decentramento degli Storche molto flessibile ed efficiente. T ra le carenze di un aereo non nato per il COI N , anche se brillantemente adattatosi, troviamo che lo Storch avesse troppo poco volume di fuoco con un 'unica mitragliatrice da 7 ,9 mm a p oppa.

( 11 ) Tito era comunque riuscito a salvar si per un soffio . (12) 10 uomini circa per l'aliante leggero DFS, 20 uomi ni più un Klibelwagen per i! Gotha . ( 13) Gli alia nti tedeschi per accorciare gli spazi d i atterraggio si servivano di filo spinato intorno ai p attini e avevano dei punt.i d i fra ttura predisposti pe r accelerare l'arresto di tutto l'aliante.


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È vero che operava in zona dove era improbabile la minaccia di caccia avversaria o di efficaci contraeree, ma sarebbe stata utile una mitragliatrice a doppia canna per creare strisce saturate da proiettili o concentrare nei punti richiesti un maggior volume di fuoco .

Infine va notata la maggior importanza relativa delle bombe a frammentazione rispetto a quelle dirompenti, dovute ai bersagli che erano prevalentemente in ordine sparso ..


CAPITOLO IX L'ultimo manuale antibande interforze, prima della sconfitta finale, uscì il 6 maggio 1944 col titolo di "Bandenbekiimpfung" Cl). Poiché molti argomenti sono ormai presenti al lettore opereremo un confronto globale con i testi precedenti dopo l'esame di tutto il documento (2>, anziché soffermarci a ogni sezione. Sarà facile notare elementi di affermata continuità, i progressi e i regressi. Il "Bandenbekiimpfung" del 1944 soppiantò il precedente opuscolo "Istruzioni di combattimento contro le bande nell'est" datato 11 novembre 1942 <3>. Questo indica chiaramente quale grande lasso di tempo sia stato fatto trascorrere dagli organi centrali prima di riprendere l'argomento, nel suo complesso. Abbiamo però anche visto come a livelli inferiori il problema ricevesse una costante attenzione. L'inerzia ad alto livello è molto probabilmente un riflesso dei conflitti di competenza che opposero l'OKW al Reichsfiihrer-SS per il controllo delle forze impiegate contro i partigiani e che si risolsero a favore di Himmier dopo l'attentato a Hitler del luglio 1944. Secondo un uso già riscontrato in altri scritti, la trattazione procede per paragrafi individualmente numerati che scavalcano l'ordine dei capitoli e dei sottocapitoli, i quali fungono da cornice classificatoria. Il primo capitolo tratta della minaccia posta dalle bande partigiane, tenendo presente ancora una volta in prima fila l'esempio sovietico. Oltre ad una disamina particolareggiata di tattiche, composizione qualitativa ed ordinamento delle bande, il manuale si sofferma con partico-

(1) Cfr. Milit.iirarchiv (Freiburg i. B.) Bundesarchiv Bucherei 622/ 60; Bestand: RHD 6/69/2. (2) Cfr. anche R9 fr. 251 04 09 pag. 6 noch Anlage 1 "Bandenbekiimpfung 6.5.44 N.f.D., Merkblatt 69/2, HVv, Div. Btl. bei Einsatz im Osten, Siidosten und Stidwesten , Komp. Osten Stidosten u . Siidwest i. Bandenk.einges., A" (Lotta antibande 6.5.44. solo per impiego di servizio, istruzioni 69/2, distribuito dall'ufficio amministrativo del materiale di consultazione, fino alle divisioni, ai battaglioni dislocati a est, sud-est e sud-ovest, alle compagnie a est, sudest e sud-ovest impiegate nella lotta antibande, da distribuire anche per l'impiego attivo). Le diciture Ost, Siidost e Siidwest indicano rispettivamente il fronte orientale, quello balcanico e quello italiano. La distribuzione segu e dei criteri basali sul segreto del documento e sull'urgenza di distribuirlo. (3) Non abbiamo estremi d'archivio.


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lare attenzione al rapporto tra logistica e controllo politico, tracciato approssimativamente da altre pubblicazioni <4) perché non si era ancora colta questa relazione essenziale. Ancora nel 1943 si pensava che i partigiani si spostassero continuamente perché non avevano basi fisse, tranne rari casi in cui si appoggiavano ad un qualche villaggio. Un anno dopo era finalmente chiaro agli estensori del manuale Bandenbekiimpfung che, se le bande si spostavano continuamente cambiando acquartieramenti, esse necessitavano dell'appoggio della popolazione ed avevano degli accampamenti stabili. Scelta una zona di difficile accesso (oggi si direbbe un santuario) , i partigiani costruiscono accampamenti ben fortifica ti e dotati dei necessari appresta menti logistico-sanitari. Accanto all'accampamento principale vengono anche allestiti 2-3 accampamenti di emergenza, il tutto protetto da una cintura di sicurezza . A ciò si possono aggiungere zone di lancio o strisce di atterraggio per gli aviorifornimcnti. Di pari passo alla costruzione delle infrastrutture fisse, ed è una importante novità del " Bandenbekampfung ", procede la penetrazione politico-amministrativa partigiana che si consolida in quello che i tedeschi chiamavano "repubbliche delle bande" (Ba ndcnrcpu blikcn). Sorge per consenso o col terrore un'amministrazione parallela, si effettuano leve, ci si garantisce l'appoggio della popolazione. Quest'ultimo è riconosciuto come un fattore essenziale per l'esistenza stessa d elle bande partigiane. Il grado più basso di collaborazione è la tolleranza, ma spesso i rapporti sono assai più stretti: ogni villaggio ha almeno un fiancheggiatore e d iversi contadini sono co~ battenti, ausiliari o corrieri a part-time. Secondo un uso già riscontrato in altri scritti, la trattazione procede per paragrafi individualmente numerati che scavalcano l'oidine dei capitoli e dei sottocapitoli , i quali fungo no da cornice classificatoria . Nel capitolo dedicato alla lotta antibande il primo paragrafo affronta le questioni di comando. L'assunto iniziale è che la controguerriglia è un affare di capacità di comando <5l e che il successo dipende dalla superiorità nell'esplicare l'azione di comando. L'OKW e il ReichsfuhrerSS und Chef der Deutsche Pol!zei elaborano la traccia generale per l'attribuzione delle autorità e d~le responsabilità. Ogni grande operazione richiede la nomina di un comandante responsabile. Le sue sfere di autorità e comando sulle varie entità militari e civili vanno prestabilite (4) Cfr . Kampf gegen die Partisancn R . l l fr. 251 33· 37-47. (5) Bandenbekiim pfung cap . Il A pgr. 17.


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caso per caso in stretta collaborazione con le autorità competenti. Comunque è necessaria una stretta collaborazione tra le autorità militari, il Reichsfohrer-SS e le autorità civili, specialmente a livello di pianificazione. Tutte le misure prese dalle autorità civili devono tener conto dell'attuale situazione delle bande e d'altro canto bisogna avere il più possibile in considerazione gli interessi dell'amministrazione civile nelle azioni contro le bande. Nella pianificazione di grandi operazioni bisogna coinvolgere anche le unità confinanti alla zona di operazione. Infatti i confini territoriali vanno trascurati e la tempestiva partecipazione delle unità confinanti va assicurata per tempo. L'iniziativa deve essere mantenuta sempre, anche con piccole unità, possibilmente facendo seguire a ogni azione partigiana una reazione. Le tecniche impiegabili contro i guerriglieri sono quattro. Una è l'accerchiamento delle bande e il rastrellamento dell'area accerchiata. È la tecnica principale, richiede molte forze, ma reca successi decisivi. L'altra è la distruzione con attacco di sorpresa e caccia, da usare se le forze e/o il tempo non bastano o il terreno non si presta per l'accerchiamento. Le bande devono essere attaccate, sconfitte e inseguite fino a completa distruzione. La terza è lo spiegamento di J agdkommandos, particolarmente adatti a impedire la formazione di bande e scompigliarne le comunicazioni. La quarta è di tipo passivo e comprende tutte le misure di protezione degli obbiettivi importanti per lo sforzo b ellico. La scelta della tecnica dipende dalle forze disponibili, dalla situazione generale e da quella dei partigiani. Ma la sua efficacia dipende dalla combinazione con il coraggio, l'iniziativa, la flessibilità e l'esperienza del comandante. Bisogna evitare comunque i ritardi e l'inazione che permettono alle bande di stabilirsi e con solidarsi. Bande di recente apparizione devono essere combattute subito. Risultati validi e duraturi si ottengono con un'adeguata combinazione di tecniche offensive e difensive per rastrellare la zona dalle bande e tenerla libera. Bisogna evitare qualunque rigidità e ripetitività nelle azioni perché le bande reagiscono rapidamente con adeguate contromisure, anche su preventiva informazione dei loro quartier generali. Tanto in azione quanto nelle misure di sicurezza bisogna formare centri di gravità ben differenziati. Poiché nella controguerriglia la situazione è soggetta a mutamenti fulminei e imprevedibili, ogni comandante deve conservare a sua disposizione forze sufficienti che gli permettano in ogni momento di spostare il centro di gravità. Forze piccole, però assai mobili, si prestano ottimamente allo scopo.


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Le grandi estensioni degli spiegamenti di truppa nella controguerriglia rendono difficile per il comandante una costante influenza sullo svolgimento dell'azione. Tre sistemi si sono rivelati validi: un buon sistema di comunicazioni via cavo già predisposto, cui si sovrappone una efficiente rete radio con apparecchi affidabili; la mobilità del comandante per mezzo di uno Storch <6l per gli interventi in punti decisivi; il controllo delle truppe, facendole avanzare per settori con obiettivi ravvicinati. Un principio tattico nel comando è la sorpresa. Per esempio attacchi durante il maltempo consentono frequentemente la sorpresa totale, perché le bande sono sicure che raramente saranno attaccate in condizioni meteo e di terreno sfavorevoli, ritenendo i soldati mal disposti a penetrare nelle paludi o nella boscaglia. Favorire la sorpresa significa anche pianificare l'azione solo in ristretti circoli di ufficiali, evitare conversazioni telefoniche, servirsi di parole in codice, controllare attentamente l'attività dei propri reparti di trasmissione perché camuffino il loro traffico e non allentino la consegna del segreto, in quanto le bande si impegnano nell'ascolto delle trasmissioni per ottenere tempestive informazioni. Le truppe vanno informate solo poco prima dell'azione, in modo che la conoscenza delle linee generali del piano faciliti l'esecuzione degli ordini specifici, senza pericolose fughe di notizie. T punti di raccolta non vanno raggiunti prima di sera o notte. Le postazioni di combattimento non devono essere occupate prima dell'arrivo delle truppe. Anche nel corso dell'azione le truppe devono ricordarsi che il nemico deve essere sorpreso (7). Il sottocapitolo B. tratta delle unità controguerriglia, del loro equipaggiamento, degli schieramenti da adottare in marcia e delle condizioni operative. Tutte le unità, anche quelle logistiche, tecniche e di difesa statica devono essere capaci di agire contro le bande. I Pioniere (8 ) sono vitali per la riparazione di strade e ponti, che normalmente si incontrano distrutti, per aprire sentieri nella palude e nella boscaglia, per disinnescare mine e far esplodere posizioni fortificate e alloggi delle bande <9>. Le unità a cavallo si sono dimostrate utili nella ricognizione di combattimento, specie in ,zone senza strada. Permettendolo la rete

(6) Cfr. Bandenbekiimpfung pgr. 25 comma b. (7) Cfr. Bandenbekiimpfung pgr. 26. (8) Cfr . ibid. pgr. 39. (9) Cfr. ibid. pgr. 40.


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viaria, anche le unità motorizzate possono essere impiegate con successo. Unità schierate per il combattimento indipendente devono avere le necessarie unità a cavallo e specialistiche, in modo da comportarsi come unità miste senza dover aspettare appoggio esterno. Queste unità indipendenti, e comunque ogni battaglione, devono ricevere un interprete e, finché possibile, un agente dell'SD o della GFP oo), in modo da poter interrogare subito i prigionieri. Nella controguerriglia sono richieste truppe mobili per le trasmissioni e adatte alle particolari condizioni della zona. Componenti necessarie del servizio di trasmissioni sono le staffette a cavallo o, strade permettendo, su mot ociclette. Le truppe locali rendono al meglio in combattimento se sono schierate con le truppe tedesche o sono in stretta co operazione con loro. P er proteggerle dalla propaganda nemica è necessario istruirle adeguatamente e impiegarle continuamente in missioni di combattimento in modo che non trovino tempo per relazioni inutilmente strette con civili influenzati daila propaganda partigiana. L'azione antiguerriglia deve essere considerata come "azione in speciali circostanze", dovute allo scontro con nemici che hanno tattiche e reazioni per molti versi differenti da quelle usuali. La loro astuzia, insidiosità e crudeltà devono essere contrastate con una vigilanza accresciuta, risolutezza e durezza. Invece nella maggior parte dei casi i soldati non riescono a capire la situazione e tendono a prendere troppo alla leggera la lotta antibande. Poiché talvolta affrontano un minor numero di nemici e di armi, agiscono temerariamente mettendo in pericolo sé e gli altri <11>. La temerità non va scambiata per coraggio. I soldati devono ottenere eccellenti risultati nella ricognizione, nell'os~ervazione e soprattutto nella tecnica di ricerca e scoperta di nascondigli. La controguerriglia richiede l'abitudine al combattimento notturno. Durante il combattimento , anche con tempo e territorio difficili, le truppe devono trascorrere la notte dove lo richiedano le missioni. La tendenza lassista, frequentemente osservata, di trascorrere <12> la notte in villaggi deve essere contrastata con ogni mezzo, poiché si cede senza necessità terreno ai partigiani <13)_

(10) Cfr. ibid. pgr. 41. Cfr. a nche "Richtlinicn" RII fr. 25 1 35 78 pag . 4. (11) Cfr. Bandenbekampfung pgr. 29. (I 2) Cfr. ibid. pgr. 34. (13) C fr. iùid. pgr. 34.


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Essendo la sorpresa importante, le truppe devono padroneggiare l'arte di mimetizzarsi e farsi strada silenziosamente (14l. Devono anche saper combattere contro bande trincerate in fortificazioni campali e soprattutto saper occupare rapidamente la posizione con un attacco di sorpresa condotto da unità celeri, anche se non ci sono armi pesanti. Infine le condizioni operative richiedono mobilità, possibilmente su veicoli motorizzati, per poter seguire e anticipare i rapidi movimenti delle bande (15 l, e doti di improvvisazione, anche nel campo della costruzione dell'equipaggiamento antibande adatto (J 6>. L'armamento deve corrispondere alle necessità della lotta antibande. Le armi devono essere portate dai soldati anche in territori senza strade. Particolarmente vantaggiose sono le armi di pronto impiego. Armi positivamente sperimentate nella lotta contro bande nelle paludi e nella boscaglia sono: armi corte da fuoco, carabine automatiche, fucili automatici, fucili per tiro di precisione, mitragliatori leggeri e pesanti, cannoni anticarro leggeri e pesanti, cannoni leggeri da fanteria, cannoni leggeri antiaerei, lanciafiamme leggeri (17l. Carri da ricognizione e di altro tiro, anche di vecchio modello, non sono importanti solo per il loro volume di fuoco, ma anche per il grande effetto psicologico che hanno sulle bande 0 8>. Tuttavia l'uso in terreno montagnoso, foresta e palude, è spesso difficile, se non impossibile. Problemi simili pongono le armi pesanti (artiglierie, cannoni antiaerei e anticarro pesanti) perché riducono notevolmente la velocità delle formazioni controgucrriglia, tuttavia sono utili per reparti che in accerchiamento hanno solo compiti di sbarramento o di riserva della linea d'intcrcezione. (1 4) Cfr. ibid. pgr. 36. (15) Cfr. ibid. pgr. 42. (16) C fr. ibid. pgr. 44. (17) Cfr. ibid. pgr. 37 . Stranamente assenti i mortai. (18) Si tratta generalmente di carri leggeri, autoblindo e prede di guerra. Per i carri tedeschi possiamo citare il Pzkw I (armi: due mitragliatrici da 7 ,9 mm), il Pzkw Il (armi : I cannoncino da 20 mmc I mitragliatrice da 7,9 mm) , per le autoblindo gli Sdkfz 222 e 223 (con armi da 20 mm e da 7,9 mm) e gli Sdkfz 234 (cannone da 75 mm , brandeggio: azimutale O, verticale da -3 " a + 40° circa), Sdkfz.236 " Luchs" (Lince, con cannone da 75 mm in torretta). Mentre i carri sono di modello assolutamente super ato per le esigenze del 1944, le prime due autohlindo sono veicoli leggeri a 4 ruote per la ricognizione, la terza è un felice incrocio tra Io chassis di un robusto e versatile veicolo a 8 ruote da ricognizione e un affusto di un cannone da 75 mm lungo montato a cielo aperto. Il risultato fu un'artiglieria semovente ad alla mobilità . L'ultima aveva sullo stesso chassis una torretta con cannone d a 75 mm lungo e fu il primo esempio di autoblindo pesante, capace di affrontare in conibattimento anche carri armati. Le prede di gu erra µotc::vauu c::ssc::re p.e. francesi (carri Renault, Hotchkiss o Somua) o italiane.


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Durante l'inverno e in terreni accidentati la mobilità della truppa dipende da carrette del modello locale, tregge e animali da soma (19>. Per gli spostamenti in palude sono necessarie racchette di rami intrecciati per i soldati, tregge apposite per il trasporto di munizioni e armi pesanti e in estate retini antizanzare. In montagna è tassativa la presenza di apposito equipaggiamento (20>. In definitiva gli equipaggiamenti devono essere adeguati all'ambiente operativo, con pesi ridotti all'essenziale e talvolta improvvisati sul posto. Anche alle tende, ritenute essenziali, bisogna all'occorrenza rinunciare. Sin dall'inizio delle operazioni devono essere distribuite ampie dotazioni di munizioni ed esplosivi, perché è molto difficile portare rinforzi in aree infestate da bande. Se necessario si procede a requisizioni di viveri. I piccoli gruppi di combattimento e gli Jagdkommandos devono essere assolutamente dotati di viveri, personale medico e trasporti necessari per lo svolgimento autonomo delle operazioni per diversi giorni <21 >. Nella ricerca-di partigiani, rifugi, depositi di vettovaglie ed armi è raccomandato l'uso di cani poliziotto. Negli spostamenti in territori sconosciuti è anche possibile impiegare come guide, prese le debite precauzioni, disertori, prigionieri o abitanti buoni conoscitori della zona (p.e. dei boscaioli). Nella disposizione dei reparti bisogna aver presente la necessità di proteggerli, potendo attaccare il nemico da tutte le parti. Lungo la colonna devono essere distribuite armi pesanti e le distanze tra le varie componenti devono essere tenute basse. Durante le soste, anche nei villaggi, resta la necessità di una protezione da ogni lato e la migliore difesa è offerta dalla disposizione a istrice. Le unità non devono essere sparpagliate in acquartieramenti, ma tenute unite. Avanzando su strade prima non esplorate ci si può proteggere dalle mine o facendosi precedere da una mandria oppure trascinando davanti alle truppe dei rulli di tronco d'albero. Tre fattori vanno considerati nella marce in foresta: un'accresciuta ricognizione, prontezza nell'applicare un volume di fuoco superiore, la forma dell'avanzata. In genere la più piccola unità capace di avanzare autonomamente è la compagnia. Di regola si avanzerà su un fronte

(19) Cfr_ ibid . pgr. 42.

(20) ibid . pgr. 43. (21)

crr_ ibid.

pgr. 46.


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largo (p.e. la compagnia con due plotoni nella linea avanzata) per costringere le bande a combattere e per schierare uomini e armi nella maggior quantità possibile in battaglia e nel successivo inseguimento. In più questa forma è la migliore protezione contro le imboscate spesso tese dalle bande. Un'altra forma è quella piccola e profonda. Specialmente se la situazione nemica non è chiara, essa garantisce al comandante libertà d'azione e facilita l'avanzata. I suoi svantaggi sono la vulnerabilità dei fianchi, il pericolo delle imboscate quanto più le truppe useranno strade e tratti facilmente transitabili, il fatto che le bande di conseguenza non saranno costrette a dar battaglia o possono più facilmente sfuggire. Truppe abituate alla foresta generalmente preferiranno la formazione aperta. Se la foresta va setacciata per catturare singoli banditi, allora bisogna formare delle catene e preferibilmente due uomini devono stare insieme (22). Le comunicazioni vanno mantenute su entrambi i lati, il contatto invece sulla destra. Riserve fino a un ottavo della forza totale sono una garanzia contro eventuali sorprese e seguono immediatamente il comandante, come anche parte delle armi pesanti. Il volume di fuoco delle truppe deve essere superiore e concentrato (23 l. I movimenti della forza avanzata d'attacco devono essere controllati dalle armi pesanti, per eliminare il più possibile il fuoco dei banditi <24>. L'avanguardia deve avere armi pesanti con sé, specie quelle più rapide nell'aprire ii fuoco, per guadagnare subito la superiorità di fuoco in caso di improvviso contatto. I Pioniere vanno dislocati con tutti i reparti esploranti, le colonne avanzate e nella prima linea della forza d'attacco. Nel capitolo sulla ricognizione si può distinguere tra: 1) raccolta di informazioni sull'attività delle bande, 2) ricognizione prima di un'azione, 3) ricognizione di combattimento durante l'azione. La raccolta di informazioni ha come scopo quello di delineare un quadro generale della situazione partigiana sulla base di numerosi dettagli, forniti anche dalla trasmissione di tutte le osservazioni in proposito, e l'osservazio!1e organizzata dalle bande <25 >. I dati vanno trasmessi (22) ibid. pgr. 32 (23) ibid. pgr. 33. (24) ibid. Cfr. Waldkampf pag. 12 punto 43 . "Das Vorgehen der Truppen ist, soweit moglich, durch schwcre Waffen und Artillerie aus Stellumgen an Strassenrandern, a uf Lichtungen und Waldblossen usw. zu iiberwachen" (L'avanzata delle truppe deve essere, fintanto sia possibile, sorvegliata da armi pesanti e artiglierie da posizioni nei pressi di margini di strade, radure e spiazzi ecc.) . Cfr. anche Ibid. pgr. 45. · (25) Cfr. ibid. punto 50.


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a Centri di raccolta informazioni che devono essere istituiti presso le agenzie responsabili localmente della controguerriglia e, se necessario, presso le unità loro subordinate. I Centri di raccolta informazioni devono avere comunicazioni affidabili, perciò se le bande tagliano spesso i cavi, va usata in aggiunta la radio. Rapporti importanti devono ricevere priorità di trasmissione (26J. La valutazione del materiale va effettuata dal responsabile locale per la controguerriglia e richiede esperienza e familiarità con le condizioni locali. Preziose informazioni si ricavano dalle attività logistiche delle bande. Per esempio dalla quantità di generi requisiti e dalla consistenza delle squadre di requisizione si possono trarre utili deduzioni sulla forza della base partigiana <27l . La cautela è necessaria nel vaglio delle testimonianze di persone del luogo. Spesso le notizie su forza e perdite del nemico sono esagerate e di frequente le informazioni sui tempi sono errate. Non di rado il testimone è influenzato dalle bande stesse. Ai risultati della valutazione deve seguire la fase decisionale. Se dalla valutazione risulta che sia possibile e necessaria l'azione immediata, deve essere impartito l'ordine dì operazioni e in seguito il rapporto va trasmesso per via gerarchica insieme al rapporto sull'azione. Se invece l'azione è necessaria, ma non si hanno le forze, si trasmette il rapporto al diretto superiore con la raccomandazione che l'azione è ritenuta necessaria e di provvedere all'insufficienza delle forze. Nelle agenzie responsabili devono essere conservate carte sulla dislocazione delle bande della propria zona e di quelle confinanti.

La ricognizione prima dell'azione ha il fine di fornire tempestivamente informazioni sul nemico necessarie allo spiegamento delle forze. La responsabilità è del comandante che dirige l'operazione. Oltre ai risultati dei rapporti correnti, la ricognizione deve stabilire i quartieri delle bande, le condizioni della rete viaria, forza e armamento delle bande. Sono tre i metodi impiegabili. Il primo è l'impiego di V-manner usabili in ogni caso . Sono le fonti di informazioni uniche ed esclusive se laricognizione richiede particolare cautela. Il secondo è il dislocamento di Jagdkommandos esploranti e si possono usare in territori intensamente infestati da bande o per grosse bande, se si può presumere che non cederanno il territorio senza combattere. Il terzo consiste nell'uso di velivoli lenti da ricognizione, specialmente i Fieseler Storch. Si possono usare

(26) Cfr. ibid. pgr. 53-54. (27) Cfr. ibid. pgr. 55.


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però solo se il territorio è frequentemente sorvolato e le bande non possono dedurre dalla presenza dell'aereo l'imminenza di un'operazione. Tale pericolo è presumibilmente minore con grosse bande che combatteranno, che con piccole le quali eviteranno battaglia. Senza esitazione invece va fatto uso di aerei per le bande in fuga. Oltre ad essere corretti e senza esagerazioni i rapporti devono essere brevi e chiari <28>. Quando si intraprende un'operazione, la ricognizione attiva di combattimento è necessaria in tutte le fasi della battaglia e in tutti i settori, comprese le zone ai fianchi e alle spalle delle unità operanti. La responsabilità ricade sul comandante dell'operazione e su tutti i comandanti subordinati. Compiti della ricognizione di combattimento sono: lascoperta di tutte le forze nemiche nascoste, la tempestiva individuazione di tutti i tentativi di fuga o sfondamento, la prevenzione di attacchi di sorpresa e imboscate, la ricognizione delle posizioni nemiche e delle migliori direttrici di avvicinamento. La procedura da seguire è quella normale. Le pattuglie esploranti devono essere forti e assai adatti al compito sono esperti Jagdkommandos. Una delle migliori fonti di informazioni è l'interrogatorio dei prigionieri. Quindi è sbagliato fucilare subito i banditi catturati <29>. Un successivo approfondito interrogatorio estrae generalmente le informazioni utili a capire la formazione delle bande e le loro connessioni <1°>. (28) Riportiamo la struttura del rapporto ideale. Nel primo rapporto è importante rispondere alle ~eguenti domande: quanto è stata osservata la banda? dove è stata osservata? quanto era forte'? cosa ha fatto'? come era composta? Tutti i dettagli ulteriori ( ... ) devono essere successivamente forniti in forma di allegalo, che comprende: come si chiamano il capo e il commissario della banda? come si chiama la banda? chi è il diretto superiore della banda'/ dove è il campo della banda? dove sono i campi di riserva e di emergenza? da dove è venuta la banda? verso dove si è mossa? come era annata? che veicoli aveva? che danni ha causato'/ quali altri particolari si conoscono? Cfr. Bandenbekiimpfung pgr . 65. (29) Cfr. ibid. pgr. 70. Una lacu na. (30) Cfr. ibid. pgr. 71. Una lacuna.


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Un paragrafo (il nr. 66) importante dal punto di vista concettuale, nonostante la sua scarsa appariscenza, è quello in cui si determinano i concetti da usare nei rapporti sulle bande. Per quel che riguarda le persone vengono usate tre gradazioni: bandito (Bandit), per chi appartiene in permanenza ad una banda; ausiliario (Bandenhelfer), per chi combatte temporaneamente o appoggia una banda con altri mezzi; sospetto (Bandenverdachtiger), per chi si sospetta appoggi le bande. Ma ancora più importanti sono le distinzioni per il territorio, affrontate per la prima volta nella manualistica tedesca, sviluppate successivamente nel "Bandenkampf in der OZAK" (che esamineremo in seguito) e che hanno mantenuto una validità universale. Quattro sono i concetti impiegati: territorio di bande (Bandengebiet), territorio infestato da bande (bandenverseuchtes Gebiet), territorio sospetto (bandenverdachtiges Gebiet), territorio libero da bande (bandenfreies Gebiet). Nel primo le bande esercitano il loro potere ed hanno i loro accampamenti. Il secondo è un territorio di transito o di gravitazione. Nel terzo ci sono probabilmente degli ausiliari dei partigiani, mentre nell'ultimo non si sono stanziate delle bande. Il secondo capitolo ci presenta le tecniche di c.:ombattimento <11 >. Si comincia con le tecniche di accerchiamento e annientamento. Esse devono essere provate in ogni caso, anche con bande piccole e possono sempre avere successo se le forze sono sufficienti per l'accerchiamento. Il fondamento di questa tattica è il taglio di ogni via di scampo e l' annientamento sistematico di tutte le parti della banda. I criteri di valutazione della sufficiente quantità delle forze necessarie per l'accerchiamento devono basarsi sul fatto che catene sottili non bastano, bensì ci vogliono forti linee difensive <32>, e sul fatto che l' arca da accerchiare deve comprendere solo il territorio effettivamente occupato dalla banda. Il circostante territorio infestato o sospetto deve essere trascurato. Se le forze sono a ncora insufficienti, bisogna limitarsi alla parte più importante. Tassativa è la precisione di esecuzione tanto nella preparazione quanto nello svolgimento dell'operazione. Per questa ragione le forze accerchianti sono disposte lontano dall'area centrale della banda. Per ingannare (31) Cfr. ibid. pgr. 72-93. (32) Costituite da una posizione avanzata, dal grosso delle forze insieme alle armi pesanti e dalle" riserve mobili nel retro.


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il nemico sulle proprie intenzioni è consigliabile far avanzare le forze in modo da non far pensare a un'operazione ed evitare di disporre i punti di raccolta in forma circolare intorno alla base partigiana. Più le forze sono mobili, più successo avrà l'azione di inganno. L'avanzata è regolata in modo che le truppe raggiungano la linea d'accerchiamento nello stesso momento. Le unità di protezione e le piccole bande aggregate alla principale devono essere lasciate indisturbate, la resistenza durante la marcia deve essere rapidamente supcrat.a, perché l'obiettivo è di accerchiare la banda principale rapidamente e con sicurezza. La linea d'accerchiamento è fissata in conformità al terreno e la preferenza va a terreni facilmente difendibili <33 >, All'inizio dell'operazione ci sarà un periodo critico che va dall'avvicinamento verso la linea d'accerchiamento al completamento della linea di difesa, durante il quale bande già veterane saggeranno la linea con unità esploranti e tenteranno di sfondare in un punto debole. Perciò le armi pesanti devono essere mosse sulla linea del fronte mentre ia linea di accerchiamento è ancora in fase di formazione. Raggiunta la linea di accerchiamento, le truppe assicurano le loro postazioni difensive da tentativi di sfondamento. Zone defilate, sentieri, gole, paludi e corsi d'acqua sono punti particolarmente sensibili e devono essere adeguatamente rinforzati.

In campo aperto è facile formare caposaldi che tuttavia non devono essere distanti tra di loro più di quanto non possano appoggiarsi reciprocamente col fuoco. I caposaldi sono sistemati con difesa a 360°. I contatti sono mantenuti da pattuglie e unità esploranti, le quali imp ediscono anche a singoli banditi di infiltrarsi. La linea di difesa fa affidamento soprattutto sul volume di fuoco delle sue mitragliatrici pesanti. Mortai e I.I.O. coprono le zone scoperte dal fuoco delle mitragliatrici, mentre le Pak dominano sentieri e strade che portano alla linea d'accerchiamento. Piani per i settori di fuoco vanno preparati , sentinelle poste in posizione avanzata. La ricognizione da combattimento deve essere estesa oltre le sentinelle avanzate e alle spalle della linea d'accerchiamento. Il retro della linea è formato da forze mobili alle spalle delle proprie unità. Tutte le forze d'accerchiamento devono essere all'erta e mantenere stretti contatti. Tentativi nemici di sfondamento devono essere schiacciati dal fuoco concentrato; Se parti della banda riescono a sfondare, le forze accerchianti devono restare al loro posto a chiudere la breccia e le riserve si occuperanno dell'inseguimento. I carri, le unità (33) Nella foresta sono a datti sentieri e strade diagonali rispetto .a lla direzione d'avvicinamento, in montagna le_posizioni elevate.


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motorizzate e quelle a cavallo possono essere schierate durante il movimento accerchiante o in settori vicino a strade o tenute in riserva. Completato l'accerchiamento, svariate sono le tecniche di annientamento. Lo Spinnwebe <34> a prima vista sembra la più facile. La linea d'accerchiamento viene ristretta mentre tutte le forze avanzano verso il centro contemporaneamente. Tuttavia è un metodo impiegabile solo in spazi ristretti, perché con una grande linea non tutte le forze possono avanzare alla medesima velocità. Perdendosi il contatto si creano delle falle attraverso le quali il nemico può facilmente evadere. La battuta di caccia (Vorstehtreiben) consiste nell'avanzata di un settore della forza accerchiante, mentre la parte opposta resta nelle sue posizioni. Le forze attaccanti premono la banda, come in una battuta di caccia, verso le truppe stazionanti. Bisogna prendere in considerazione la possibilità che i partigiani tentino di sfuggire attraverso la forza attaccante, perciò devono essere schierate ad una certa distanza ùelle riserve dietro la forza d'attacco <35>. Il metodo è raccomandato se sono conosciute le vie o una determinata direzione di fuga·delle bande. Così pure se parte delle forze accerchianti ha preso posizione in una zona particolarmente difendibile (36>, che rende impossibili i tentativi di sfondamento. Allora spingere le bande contro la linea d'intercezione ic porta facilmente alla distruzione. Un altro metodo è di spingere nella sacca dei robusti cunei. Subito dopo che le forze accerchianti hanno preso posizione, forti cunei di unità miste vengono spinti verso il centro del cerchio o il campo conosciuto delle bande, mentre il resto delle unità resta in postazione. Questo metodo priva le bande fin dall'inizio della loro libertà d'azione, perché non hanno possibilità di accertare con le loro unità esploranti i punti più deboli della linea accerchiante per sfondarla. Attaccate vigorosamente nel loro campo principale sono costrette a spaccarsi in numerosi gruppi. Ottenuto questo, le forze accerchianti avanzano, mandando avanti nello stesso tempo forti unità fiancheggianti, e prendono contatto con i cunei. Allora il cerchio viene spaccato in numerose piccole sacche che possono essere ripulite senza fretta. Il rastrellamento di grandi sacche

(34) In italiano "tela di ragno" per la somiglianza delle successive posizioni del cerchio che si stringe progressivamente rispetto ai confini tra i vari settori, con la classica struttura di una tela di ragno. Cfr. schizzo nr. 2 Ba ndenbekampfung. In definitiva si tratta di un nuovo n ome per il ben conosciuto Kesseltreiben (battuta circolare). Vedi schizzo in appendice. (35) Cfr. ibid. pgr. 78 comma b). (36) P.c. fiume, altopiano, cinture di foresta.


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richiede combattimenti che possono durare per molti giorni. In tal caso alle truppe vengono assegnati obbiettivi giornalieri. Le regole generali dell'accerchia.m ento sono applicabili anche per la formazione delle sacche più piccole <37l. Un sistema alternativo in presenza di un campo partigiano permanente è la formazione di un'unità di assalto. Se i rapporti informativi rivelano che è probabile che la banda difenda il suo campo, l'area deve essere accerchiata. Dalle riserve viene tratta una potente unità d'assalto, che avanza direttamente sul campo, lo attacca e annienta la banda. Le forze d'accerchiamento hanno il compito di fermare i partigiani in fuga e in seguito di setacciare la zona per banditi nascosti. In tutti i casi me.nzionati bisogna ricordare che le informazioni di disertori delle bande non sono affidabili. Il secondo metodo, oltre all'accerchiamento e alle sue varianti è dato dall'attacco a sorpresa con caccia. Se le forze sono insufficienti per l'accerchiamento, la cosa migliore è sorprender la banda, costringerla a dare battaglia, annientarla con un rapido attacco, darle caccia in gruppi separati e distruggerla. Bisogna mettere in conto la fuga di singoli gruppi isolati. Il metodo ha particolare successo contro bande che non hanno ancora completato la costruzione del loro accampamento o si trovano in marcia (38>, e si basa sul principio di distruggere rapidamente la banda nel punto decisivo attraverso la superiorità e darle la caccia finché non è annientata. La ricognizione preventiva è assolutamente necessaria in vista della velocità di questa tattica. Si devono accertare forza e posizione della banda prima dell'urto. L'attacco deve essere di sorpresa. Le truppe si raccolgono lontano dalla zona di combattimento e si spingono avanti lungo le strade già esplorate con discrezione <39l. Lo svolgimento della battaglia dipende essenzialmente dalle reazioni della banda. Se essa accetta il combattimento <40l, l'attacco va condotto sistematicamente con penetrazione, scardinamento della posizione e annientamento della banda. Se evita lo scontro, bisogna inseguire il nemico frontalmente con esitazione, in modo da non esercitare troppa pressione, perché altrimenti la sua ritirata sarà troppo rapida. Invece le ali andranno proiettate velocemente in avanti per accerchiare i guerriglieri. Se la banda si fraziona in aliquote, allora si devono costituire dei forti gruppi di combattimento che conducano la caccia senza sosta fino all'annientamento. L'ultima eventualità è costituita dallo scioglimento della (37) Cfr. ibid. pgr. 78 comma e). Una lacuna. (38) Cfr. ibid. pgr. 81. Una lacuna. (39) Cfr. ibid. pgr. 83. (40) Cfr. ibid. pgr. 84.


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banda (esfiltrazione individuale) nel qual caso le truppe si fermano e fanno scattare nuove ricognizioni. Lo scopo è di risparmiare inutili marce e di attendere che il dispositivo di ricognizione abbia individuato al più presto i punti di raccolta dei partigiani. Solitamente infatti con l'ordine di scioglimento i singoli banditi ricevono anche un punto di raccolta dove riunirsi lontano dalla zona di rastrellamento. Solo dopo aver individuato questi punti si pianifica la successiva azione. La caccia è la forma più dura di inseguimento. Il suo obbiettivo è di superare, fissare ed annientare le bande fino all'ultimo uomo, senza farsi frenare da retroguardie o sviare da stratagemmi. Tuttavia l'obbiettivo principale resta il comando della banda, l'uccisione o la cattura del capobanda. Perciò la premessa essenziale della caccia è la massima velocità, affidando il trasporto dei bagagli ad apposite aliquote di truppa <4 •l. L'ultimo metodo di lotta, che permette di combattere attivamente le bande anche con forze minuscole è la formazione di uno Jagdkommando. Esso è adatto soprattutto in ruoli di ricognizione dove deve essere superata una resistenza. Devono essere disponibili come truppa d'urto in tutte le unità e i quartier generali impegnati nella lotta antibande. In ogni occasione adatta devono entrare in azione. È opportuno tenere permanenlemente un'unità nel ruolo di Jagdkommando. Gli Jagdkommandos devono provvedere a che le bande non ottengano mai tregua. Interferiscono con la formazione di bande e la loro logistica, preparano una zona di avvicinamento libera da bande per le proprie truppe destinate a compiti di guardia o altro. Il concetto di fondo di questa tattica è di annientare di sorpresa le bande, imitando la loro tecnica di combattimento, assimilandosi alle condizioni locali e così tentando di avvicinarsi senza essere notati il più possibile alle bande. Zone d'operazione adatte per gli Jagdkommandos sono: le zone di transito delle bande, quelle in cui requisiscono i viveri, i loro passaggi obbligati per andare ad attaccare o sabotare. Invece è sfavorevole il territorio in cui i partigiani dispongono di campi fortificati. La forza di uno Jagdkommando non dovrebbe essere inferiore a un plotone e non superiore a una compagnia. Deve avere equipaggiamento speciale <42) ed essere ben armato c43 l_ Deve essere capace di com(41) ibi<l. pgr. 85. Du e lacune. (42) ibid. pgr. 88. L'equipaggiamento speciale consiste di: tute mimetiche, abiti invernali, carrelle e tregge del luogo, animali da soma, sci e racchette da neve, utensili da cucina, equipaggiamento per rilevazione di mine , utensili di ogni tipo, equipaggiamento per la cerca di mine, utensili di ogni tipo, equipaggiamento telefonico per connettersi alla rete esistente, per intercettazione telefoniche o per trasmissione di rapporti, radio efficienti . (43) ibid. Cioè avere molte M .Pi., fucili automatici, le. M .G., le. Gr.W., molte granate ovoidali.


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battere e sostentarsi per un periodo prolungato senza ulteriori rifornimenti. Combattenti coraggiosi e ben addestrati sono il personale adatto ad uno Jagdkommando. Adesso vanno aggregati alcuni Pioniere, soldati a cavallo, uomini dei servizi di trasmissione, interpreti. Pure il personale locale è utile, ma solo uomini affidabili e già ben sperimentati possono essere presi in considerazione. Tutti i cacciatori di partigiani, anche quando non si prospetta un'azione, devono essere mantenuti pronti al combattimento con l'adatto addestramento. Per comandare uno Jagdkommando ci vuole molta astuzia e tra i requisiti per il felice uso di stratagemmi tattici sono l'esatta conoscenza della tecnica di combattimento delle bande e delle condizioni locali. Per questa ragione i cacciatori di partigiani devono essere schierati ripetutamente nello stesso distretto. Dopo un lungo periodo di stazionamento in un luogo, si può presumere che il servizio di informazioni della banda terrà sotto stretto controllo tutti i preparativi e i movimenti dello Jagdkommando. È di estrema importanza che non venga notata dai partigiani la disposizione per una nuova azione. Quindi le spie partigiane devono essere ingannate dallo

Jagdkommando con movimenti in direzione opposta all'area di caccia prevista, che verrà raggiunta solo più tardi con percorsi tortuosi. Se lo Jagdkommando è individuato, cambia distretto. Un altro prerequisito per il successo è un buon istinto di caccia dei membri e soprattutto del comandante dello Jagdkommando. La marcia avviene solitamente di notte mentre di giorno ci si accampa in un luogo nascosto. Tanto la marcia quanto le soste devono essere protette e abilmente camuffate. La propria ricognizione comincia all'arrivo nella zona di combattimento e solo da essa lo Jagdkommando riceve informazioni sui banditi, specie se è isolato . Le impronte sul terreno forniscono dati sulJ'attività delle bande. Il contatto con la popolazione va evitato per prevenire tradimenti. L'uso di truppe esploranti stazionanti nel luogo si è dimostrato ripetutamente valido per gli Jagdkommandos, perchè osservano le direttrici di avvicinamento dei partigiani da posti favorevoli per l'attacco. Sono necessari stretti collegamenti, una buona mimetizzazione e soprattutto pazienza. Dopo l'annientamento del nemico mappe e documenti devono essere presi, armi e munizioni distrutte. Poichè i banditi spesso si ritirano localmente per attaccare altrove, è essenziale raccogliere il bottino sotto copertura di fuoco. Di fronte a forze superiori lo Jagdkommando evita il combattimento.


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Gli ultimi due capitoli (III e IV) trattano estesamente delle misure di protezione da attuare nei territori controllati e delle particolarità riguardo all'impiego di aerei, treni corazzati, telecomunicazioni, mezzi motorizzati, al controllo della popolazione eq alla confisca del raccolto. Nel penultimo anno di guerra i tedeschi avevano accuratamente codificato cosa e come proteggere; ferrovie, linee terrestri e fluviali, installazioni essenziali, risorse agricole e forestali, tutto doveva essere protetto dalla minaccia partigiana. Il concetto fondamentale era che non bastava la semplice protezione passiva, soltanto quella attiva, sempre integrata dalle misure attive (a cominciare dagli Jagdkommandos), poteva dare successo e generare rispetto nella popolazione. Particolarmente importante è una chiara divisione ed assegnazione delle responsabilità in modo da evitare pericolosi vuoti di comando o di sorveglianza. La protezione non era considerata compito di speciali aliquote perché era un dovere di tutte le truppe dislocate in territori infestati da bande. Chiunque si trovasse in tali zone aveva il dovere non solo di istituire dei turni di guardia, ma anche di fortificare gli alloggi e dotarli di mezzi antincendio. La protezione delle ferrovie era basata su una combinazione di: protezione diretta delle installazioni e della linea ferroviaria; dominio dello spazio antistante gli obiettivi; azione delle forze di protezione mobile anche tendendo delle imboscate; sorveglianza sui passeggeri ed applicazione di tecniche del genio. Queste ultime consistevano essenzialmente nello sfruttamento accorto di una sottile cortina boschiva, creata artificialmente <44). Gli stessi principi fondamentali venivano applicati anche nella protezione delle vie terrestri. Gli elementi erano: la solita protezione statica, le consuete pattuglie e la ben sperimentata circolazione in convoglio, limitata però solo ai territori particolarmente minacciati. Ovviamente il manuale affronta uno dei capitoli più spinosi della controguerriglia: come evitare che un territorio rastrellato rimanga libero da partigiani. Il metodo suggerito dal manuale è assai logico in quanto cerca di estendere l'occupazione ed il connesso controllo al di fuori delle città. Anzi, ogni truppa stanziata per un determinato periodo (44) Cfr . cap. HJ pgr. 41 nota 32 del presente libro per riferimenti e descrizione. Un'ulteriore descrizione è pn:~i;;uli;; udla lra<lu:1:iu111;; <ld "Ba11<l1;;11b1;;kampfung" <locumenlo n. 14.


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deve ricevere in assegnazione una certa zona di sicurezza da tener sgombra. Con forze insufficienti vanno almeno istituiti dei comandi di sicurezza a livello di compagnia in singole località. Questi comandi di sicurezza sono anche le prime forze di pacificazione dislocate subito dopo una grande operazione. Tuttavia era già allora evidente che mancavano le forze per attuare efficacemente questa forma di controllo. Tutti, anche le scuole ed i comandi addestrativi, devono fornire la loro opera, con immaginabili risultati vista l'inesperienza. Lo stesso indizio si riscontra nel suggerimento di utilizzare ausiliari locali, a patto di controllarli strettamente. Gli indizi saranno crudamente confermati nel "Bandenbekampf in der OZAK' ', dove non si crede più nella validità delle grandi operazioni di rastrellamento in quanto offrono solo una pacificazione temporanea, preferendo invece un susseguirsi di piccole operazioni mirate. La stessa carenza di uomini viene confermata da misure di ripiego adottate nella protezione di fabbriche e lavori boschivi. Le maestranze stesse devono proteggere il loro posto di lavoro e l'amministrazione forestale deve limitare il disboscamento nelle zone di minor rischio. Tuttavia, rispetto ai precedenti documenti il "Bandenbekampfung" compie un notevole passo avanti in quanto non lascia all'improvvisazione nemmeno misure intuitive come quelle di protezione generale delle risorse logistiche e delle comunicazioni. Non grandi novità, rispetto al già citato "Merkblatt Flugzeuge" , presenta la sezione dedicata all'uso di aerei nella lotta antibande. Anzi è piuttosto strano che venga citato unicamente un manuale generico di aerocooperazione (Zusammenarbeit Luftwaffe-Heer auf dem Gefechtsfeldt del 1944) e non anche un ma nuale assai più specializzato in materia. Le ipotesi plausibili sono due. Da una parte le forze aeree di polizia dovevano essere piuttosto rare, già ottenere quasi solo la cooperazione di reparti aeronautici di seconda schiera (come ammette il testo) doveva essere una fortuna, quindi il manuale più diffuso non poteva essere quello più specializzato e che avrebbe richiesto truppe più sperimentate. Dall'altra questa omissione può essere frutto di una delle tan- · te gelosie tra organismi differenti, testimoniate tra l'altro dai numerosi inviti a cooperare strettamente tra Wehrmacht ed SS. La novità più importante in questo settore è rappresentata dalla necessità di interdire gli aviorifornimenti delle bande attraverso: la caccia notturna; la distruzione delle piste e l'inganno degli aerei nemici da rifornimento. Con ogni probabilità, visto che partecipavano alla lotta antipartigiana le unità di addestramento e rincalzo e quelle di bombardamento


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notturno e collegamento e che la caccia notturna era disperatamente richiesta per la protezione della stessa Germania, gli ultimi due metodi erano i più usati. Decisamente originale è invece l'impiego di treni blindati. I tedeschi distinguevano i materiali fra treni blindati veri e propri, plotoni corazzati ferroviari, treni per la protezione locale delle tratte ferroviarie. I primi erano treni speciali, appositamente costruiti per il trasporto protetto di uomini e mezzi, dotati di un proprio potenziale di fuoco e di appositi mezzi di trasmissione. I secondi erano veicoli blindati leggeri o pesanti, ognuno dotato di propria motrice e collegati via radio, in grado di realizzare rapide concentrazioni sul punto minacciato. Gli ultimi erano costituiti da un certo numero di normali vagoni, corazzati con mezzi di fortuna e fornivano una certa protezione a basso costo a treni in zone minacciate. Il treno blindato era usato per: attaccare il nemico autonomamente; dar appoggio di artiglieria o trasportare durante grandi operazioni uomini e mezzi; costituire uno sbarramento alla fuga di bande oltre la linea ferroviaria; fornire un centro di comando e controllo. Quel che forse sorprende di più è l'uso di un mezzo sostanzialmente vulnerabile per missioni autonome di combattimento, stile Jagdkommando. Non sappiamo che efficacia avessero in realtà questi mezzi, ma è sicuro che i tedeschi non sottoutilizzassero nessuna risorsa disponibile. L'uso delle trasmissioni registra non solo una diffusione sempre maggiore della radio, preferita laddove possibile, ai ben più vulnerabili sistemi via cavo, ma anche una crescente attenzione ai problemi dell'intercettazione nemica. Ormai anche i sistemi più primitivi di distorsione delle trasmissioni via cavo non bastano più per garantire la sicurezza delle comunicazioni. È necessaria la cifratura, come anche un monitoraggio il più possibile costante ed accurato delle trasmissioni e degli apparati delle bande. Infine novità interessanti, anche se del tutto tardive, presenta la sezione dedicata al trattamento di popolazione e partigiani. Se su sette paragrafi due sono dedicati alle rappresaglie (tra cui l'incendio di villaggi e la loro evacuazione) comunque da eseguire in casi eccezionali, il resto pone l'accento su come ottenere la collaborazione della gente e sul corretto trattamento dei guerriglieri catturati. Misure economico-amministrative appropriate e massicce dosi di propaganda, insieme a corretti rapporti fra soldati e popolazione devono tendere alla fine a creare dei villaggi difesi dagli stessi contadini. L'infiltrazione di elementi ostili viene contrastata con una stretta sorveglianza sulla popolazione, esercitata


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dalle varie agenzie di polizia e di spionaggio, e cercando di limitare entro lo stretto necessario i contatti civili della truppa. Particolarmente notevole è l'insistenza sul fatto che vanno passati per le armi solo i partigiani che indossino un'uniforme tedesca o di alleati dell'Asse (seguendo le stesse regole internazionali applicate alle spie), mentre agli altri è riservato lo status di prigionieri di guerra ed ai disertori un buon trattamento. L'esperienza coBcreta dei prigionieri partigiani era però tutt'altra e le popolazioni lo sapevano benissimo, preferendo alla fine di appoggiare la causa dei guerriglieri. Non vengono trasmessi regolari rapporti, per mantenere l'elemento de1Ja sorpresa. Solo importanti risultati di ricognizione, che inducano a far intervenire subito forze più potenti, saranno trasmessi. Siamo giunti al momento di tracciare un bilancio complessivo degli aspetti conservativi e innovativi del documento. Affronteremo gli argomenti nella successione in cui li abbiamo incontrati per facilitare il confronto con quanto prima esposto. La traduzione di "Fiihrung" con la parola "comando" è forzatamente limitata e non permette di riconoscere tre sfumature differenti che consentono di valutare appieno l'affermazione dell'importanza della Fiihrung <45) contenuta al punto 17 del manuale. Giustamente è sottolineato il peso di questo fattore nel combattimento, dove l'azione del comandante è fondamentale per guidare i suoi uomini in situazioni mutevoli e incerte. Quanto più frammentata e dispersiva è l'azione bellica, tanto minor peso hanno i meccanismi di pura subo rdinazione gerarchica, e non conta più una generica attitudine al comando, bensì la capacità di esercitare un ascendente e guidare integralmente i soldati. Infatti a differenza delle operazioni convenzionali, il soldato è assai più spesso confrontato con dubbi e incertezze sul suo ruolo e sulla giustezza della sua causa ed è anche in questo campo che deve estrinsecarsi l'azione di guida del comandante. Tuttavia sarebbe riduttivo ed errato pensare che una controguerriglia venga sconfitta grazie a d un buon corpo ufficiali, né il contesto in cui è inserito il problema della Fiihrung lascia dedurre che ci si riferisce unicamente a questo aspetto del comando. In senso più lato essa può venire intesa come guida politico-strategica, individuando così un fattore base e decisivo della controguerriglia. Tuttavia è probabile che il (45) Fiihrung indica tanto il comando a tutti i livelli, collettivo e individuale, quanto la capacità di comando e l'essenza stessa della esplicazione del comando inteso come guida esercitata su altri.


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testo non arrivi così lontano, mentre è evidente che si accentua la necessità di una maggiore coordinazione nei comandi ad alto livello in vario modo addetti alla controguerriglia. La superiorità di comando è quindi funzione della capacità di collaborazione tra le istituzioni antiguerriglia. Il modello di cooperazione proposto, è di tipo paritetico agli alti livelli tra OKW e SS. A livello operativo viene lasciato grande spazio ad accordi e compro1.11essi sulla scelta del comandante responsabile. È vero che viene confermata la necessità di un comando unico per tutte le forze impegnate in una data operazione, ma resta il problema che l'unicità di comando andava affermata su una data zona, con un criterio dunque geografico. Solo con questo criterio il comandante può acquisire una approfondita conoscenza del settore affidatogli, vantaggio invece vanificato dalla temporaneità del comando e della conseguente rotazione dei comandanti. Un problema che ncn era risolvibile alla luce dei conflitti tra Wehrmacht e SS. In questo quadro l'amministrazione civile viene a trovarsi su un gradino inferiore e se le sue esigenze vengono considerate il più possibile, si dimentica che in realtà dovrebbero essere prioritarie. Tra unità operative confinanti·è invece ulteriormente sancito il principio della collaborazione anche nelle grandi operazioni <46l. 11 non rispetto dei confini territoriali si riferisce abbastanza ovviamente ai confini interni di suddivisione amministrativa o di grandi unità. Si può però considerare come un precedente della successiva dottrina del-"hot pursue" (inseguimento a caldo), che tende a violare pure i confini interstatali nel corso di operazioni antiguerriglia. In entrambi i casi il principio è di non lasciarsi legare da sfere eteronome di competenza che possano ostacolare in qualsiasi modo l'azione o fornire un riparo ai partigiani. Il principio del mantenimento (punto 23) dell'iniziativa è riconfermato <47 > e accentuato dall'idea che ogni azione partigiana deve incontrare una reazione. Si serra così ulteriormente il ritmo della lotta cercando di togliere qualunque tranquillità alle bande. Importante e nuovo è l'accenno alla flessibilità di metodo e di mentalità che il comandante deve possedere p~r rendere vane continuamente le contromisure tattiche dei partigiani. Il problema posto dal paragrafo 24 è: di quali Schwerpunkte si parla e quale senso possono avere quando l'azione di controguerriglia è comun(46) Cfr. R9 fr. 251 IO 25-51 nell'esercitazione di polizia del 1936. Cfr. Rll fr. 251 35 79 pag. 5 "Die Kenntnis von der Lage der Nachbartruppen" cfr. R70 fr. 258 75 23 pag. 2 "Zu Punkt 3 Verbindung mit Nachbarn" . (47) Cfr. R ll fr. 25 1 35 79 pag . 5. Cfr. Rll fr. 251 33 38 pag. 2 punto 9.


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que frammentata? La risposta può esserci fornita dal "Waldkampf" nel capitolo sulla difesa nel bosco <48>, dove si ritiene indispensabile la rapida formazione di Feuerschwerpunkte (centri di gravità di fuoco, concentrazioni di fuoco) e la presenza di riserve pronte al contrattacco. Poiché anche nella "Bandenbekiimpfung" del 1944 si parla di riserve, è facile dedurre che queste, insieme a concentrazioni anche di fuoco, sono particolarmente utili per le unità sulla linea di accerchiamento. Il fatto che al paragrafo 24 si parli dell'utilità di ben distinti Schwerpunkte in azione e che la si distingua dalle misure di sicurezza, significa che si vuol far differenza tra un dispositivo di sbarramento per un'operazione di rastrellamento e le misure di protezione di ,u n qualche obbiettivo. Data la mobilità dei guerriglieri bisogna saper spostare il centro di gravità della difesa. Questo dunque non implica affatto che nel corso di un'azione e più precisamente tra le forze d'attacco sia possibile creare e soprattutto spostare nel corso dell' operazione lo Schwerpunkt come si è abituati a fare nelle operazioni convenzionali. Senz'altro si può inviare ai gruppi d'attacco dei rinforzi oppure fornire fuoco d'appoggio o far intervenire l'aviazione, ma questo non significa creare uno Schwerpunkt, significa solo aumentare la pressione in un dato punto. Manca il caratterte dinamico della concentrazione rapida di rottura dello Schwerpunkt per un attacco. Data la natura accidentata del terreno e i mezzi disponibili, non era possibile creare Schwerpunkt di nessun tipo nella zona di operazioni all'interno delle linee fisse d'accerchiamento. Una conferma è data dall'uso del l'artiglieria nel "Waldkampf'' dove essa apre un fuoco di disturbo <49>, magari in salve brevi e concentrate <50>, ma che non si può chiamare un Feuerschwerpunkt. Solo !'.elicottero ha permesso la formazione di centri di gravità in controguerriglia <51 >. (48) Cfr. Waldkampf pag. 19 cap. H. Abwehr punto 78. (49) Waldkampf pag. 18 punto 75. (50) lbid . pag. 17 punto 70. (51) Se analizziamo quali componenti concorrono in varia misura e combinazione alla formazione di uno Schwerpunkt in attacco distinguiamo: I) mobilità superiore assoluta o relativa, 2) sorpresa, 3) concentrazione locale di forza superiore. Se la mobilità tra i due contendenti è pari, la ·sorpresa acquista maggiore importanza. Prendendo in esame l'ambiente operativo della controguerriglia nella seconda guerra mondiale vediamo che un peso rilevante ha il terreno accidentato. Questo comporta: 1) pari mobilità tra i contendenti (entrambi sono in definitiva a piedi), 2) mancanza di sorpresa (in genere sono i partigiani che sanno dove sono i loro avversari e sono favoriti dalla copertura offerta dalla vegetazione), 3) difficoltà di mantenere formazioni coerenti (cioè di concentrarsi).

(segue nota)


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Nel paragrafo 25 troviamo delle ricqnferme per quanto riguarda l'uso di aerei da collegamento c52l e di spostamenti a tappe c53J come strumenti di controllo del comandante sullo svolgimento dell'azione. Invece suscita delle perplessità il ritorno delle comunicazioni via cavo, che avevamo visto scomparire nel commento al rapporto sulle esperienze della SS-Kav. Division <54>. Se il paragrafo 25 a) si riferisce al territorio occupato in genere, è un'affermazione plausibile anche se ovvia. Questo però sembra essere escluso dal testo. Si pone allora il problema di quando e come predisporre questo tipo di collegamenti. È facilmente escludibile la messa in opera nell'imminenza dell'azione perché tradirebbe le intenzioni tedesche ai partigiani. Non resta che una preparazione di molto precedente, che richiede tempo. Inoltre le linee di cavi aeree sono visibili e vulnerabili (taglio dei pali o strappo dei cavi), mentre quelle interrate richiedono ancora più tempo per la posa e la mimetizzazione. Al paragrafo 26 troviamo non solo una riconferma della sorpresa come principio tattico, ma dettagliate disposizioni riguardanti lo staff di comando c k: <.,;Omunicazioni. Rilevante è lo sforzo per conciliare la massima segretezza con la necessità che le truppe siano informate del piano per assicurare un'esecuzione armoniosa. Il principio che la lotta antipartigiana deve essere condotta da quaiunque unità è ormai definitivamente acquisito, anche sotto la spinta della crescente minaccia delle bande, ma la coscienza della gravità del pericolo non si è ancora estesa ai ranghi inferiori e ai soldati. Ancora

segu e noia (51)

Durante la guerra del Viel-nam le risposte americane ai tre ostacoli sono state: 1) uso dell'elicottero , 2) impiego di sistemi di scoperta sismici, acustici, infrarossi e a intensificazione luminosa, 3) applicazione di concentrazioni di fuoco a distanza su indicazione degli apparati del punto 2) (cioè Feuerschwerpunkte)_ L'affidabilità dei sistemi di scoperta non era a quei tempi particolarmente elevata e quindi la soluzione di far star ferme le truppe spostando il fuoco in Feuer schwerpunkte generati da artiglierie o aerei non fu soddisfacente. Invece gli elicotteri da trasporto e da attacco, una volta risolto il problema della localizzazione del nemico a ttraver so una buona ricognizione, offrono una superiorità assoluta nella mobilità, permettono la sopresa e la concentrazione di uomini e fuoco nel punto prescelto_ Cioè permettono di creare uno Schwerpunkt e sono un effettivo progresso nella controguerriglia. (52) Cfr. Rll fr. 251 35 88 pag. 12 par. 9 Der E insatz von Flugzeugen. (53) Cfr. RII fr. 251 35 82 pag. 8 par. 49 Die Grossunternhmung. Cfr. Waldkampf pag. 7 punto J 6_ (54) Cfr. R70 fr. 258 75 23 pag. 2 Nachrichtenverbindung.


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credono che la controguerriglia sia meno rischiosa e che sia necessaria meno durezza <55>, ancora pensano che la notte si possa trascorrere in un villaggio <56>, mentre la controguerriglia richiede anche il sacrificio delle ultime comodità possibili nelle operazioni convenzionali. Una responsabilità per queste tendenze indesiderabili deve essere addebitata a un ampio settore del corpo ufficiali che non ha fornito ai sottoposti la necessaria preparazione. Due novità si possono riscontrare a proposito delle unità e del loro inquadramento. L'estensione del concetto di Kampfgruppe (l'unità mista assemblata da diverse formazioni e parti di formazioni, capace di combattere autonomamente) alla controguerriglia permette maggiore flessibilità al comandante soprattutto nel formare unità su misura per specifiche operazioni. L'uso di una tecnica di incapsulamento delle unità non tedesche, sempre maggiormente impiegate, è una efficace soluzione ai problemi di diserzione che simili unità pongono. Diverse amare esperienze, anche in Italia , avevano fatto capire ai tedeschi che non era consigliabile impiegare quelle truppe in compiti di presidio. Una decisa riconferma riceve invece la presenza di elementi specializzati come Pioniere, unità a cavallo , interpreti, agenti dell'SD e della GFP <57 >. Anche nel comportamento desiderato dalle truppe ritroviamo insieme riconferme per la necessità di mobilità, mimetizzazione e silenziosità nel procedere in foresta e novità come un invito esplicito all'improvvisazione nella creazione di materiali adatti <58>. (55) Cfr. Bandenbekiimpfung 44 cap. B punto 29. (56) Cfr. Ibid. punto 34. (57) Per i Pioniere cfr. Waldkampf pag . 10 punto 32, pag. 23 punto 96.

Per le unità a cavallo cfr. Richtlinien Rl 1 fr. 25 1 35 81 pag. 7.

Per interpreti e agenti SO e GFP cfr. Richtlinien Rll fr. 25 1 35 82 pag. 7. Richtlinien Rll 251 35 85 pag. 11. (58) Per mobilità cfr. Waldkampf pag. 8 punto 24. Per 11).Ìmetizzazione cfr. ,Waldkampf pag. 20 punlu 86. Per silenziosità nel procedere cfr. Merkblatt R9 fr. 25 l lO 12 - 4 Waldkampf pag. 7 punto 12 Waldkampf pag. 8 punto 24 Befchl Auf~tdlung Jagdkommandos R81 fr. 260 15 36.


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Per l'armamento c'è da riscontrare, oltre alla presenza dell'usuale complesso di armi leggere, l'impiego di armi più moderne, come le carabine automatiche, e l'uso di mezzi pesanti od alta cadenza di tiro. La schw .Pak altro non può essere che il cannone da 88mm e sotto la dizione di le. Flak possono rientrare il quadrinato da 20 mm <59> e il pezzo singolo da 37 mm. Evidentemente tutte queste armi andavano a rafforzare i dispositivi di sbarramento, e anche se il testo sembra alludere ad un impiego diretto della le. Flak nei boschi, riesce piuttosto difficile immaginarselo al di fuori delle strade o delle piste, dove innanzitutto sarebbe fortemente consigliabile che i pezzi fossero semoventi e dove soffrirebbero dei seri inconvenienti dei blindati a cielo aperto, già esposti nel IV capitolo . Colpisce invece la mancanza di le. e schw . Gr. W_ nell'elenco_ È vero che al punto 76 si assegna ai mortai di coprire col fuoco aree non coperte direttamente dalle armi della linea d'intercezione, tuttavia rimane inspiegabile questo silenzio, tanto più che nei precedenti testi come il "W ald kampf" o le "Richtlinien" si sono sempre considerati come un complemento indispensabile <60> e il mortaio leggero in particolare è un'arma particolarmente trasportabile ed efficace. Per quanto riguarda gli equipaggiamenti in genere, è rivolta maggiore attenzione che in passato ai mezzi che permettono di affrontare la palude o il terreno montagnoso, al personale e al servizio sanitario <61 >, al problema delle dotazioni di munizioni. Niente di meglio è stato nel frattempo costruito che permettesse di sostituire sul terreno difficile le onnipresenti carrette e tregge locali, anche se c'è da considerare che la progettazione e la costruzione di appositi veicoli era un lusso che la Germania non poteva permettersi e che solo oggi è ritenuto una necessità. L'impiego di elementi cinofili continua ad essere apprezzato, anche se n elle "Richtlinien" <62> era in funzione protettiva di piccola unità (59) Il 20 mm Flakvierling era nato come complesso contraereo, ma fin dal 1940 fu imp iegato in ruoli terrestri, p.e. contro le ferito ie del forte di Eb en-Emael, e successivamente spesso in ambienti urbani dove era necessario concentrar e con p recisione un ragguardevole volum e di fuoco _Oltre che su affu sto ruotato era anche montato su semicingolati derivati da trattori d 'ar tiglieria oppure su chassis di carro armato . (60) Per i mortai cfr_ Richtlinien RIJ fr. 2513583 p ag. 9. lbid. fr. 25 1 35 85 pag_ li par. 8 dove si parla di schw. e le.Gr.W. Waldkampf pag. 16 punto 69 pag. 18 punto 75 Anlage 1 dove si parla solo cli s.Gr.W. in tutti e tre i passi. (6 1) Unica eccezione il " Merkblatt Flugzeuge" quando p arla delle aeroambularize. (62) Cfr. Rll fr . 251 35 85 pag . 11 par. 8.


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da imboscate, mentre nel testo del 1944 si preferiscono bracchi inglesi per scoprire nascondigli partigiani. I carri armati, anche di modello superato, sono consigliati per il volume di fuoco e l'effetto psicologico, ma a differenza del "Waldkampf" <63 ) e della valutazione dell 'Erfahrungsbericht der SS-Kav. Division (64), non si specifica meglio il loro impiego. Con buona probabilità è riconfermato implicitamente il loro ruolo di protezione delle unità in marcia e di punta d'attacco, previa distribuzione in entrambi i casi a livello di compagnia, e di sbarramento delle uscite da territori pantanosi nei quali non può essere impiegato direttamente. Il criterio di base della marcia dì trasferimento operata in colonne serrate <65>, protette da ogni lato e fornite di armi pesanti distribuite in tutta la loro lunghezza, continua ad essere valido <66>. Le significative novità sono i sistemi per lo sminamento rapido delle strade. Precedentemente il compito era affidato ai Pionieri che si servivano di rivelatori di metalli oppure di bacchette o pali di foggia opportuna (specie con mine a basso contenuto di metalli) per far detonare o poter disinnescare le mine. Questo metodo comportava una notevole perdita di tempo, del tutto indesiderabile sotto il fuoco di un'imboscata o quando la velocità del trasferimento era vitale. Entrambi i sistemi dimostrano le doti di improvvisazione sviluppate da truppe che non potevano essere dotate di appositi carri sminanatori, come gli inglesi e gli americani, e nemmeno di già esistenti versioni modificate del Pzkw I dotate di bracci per deporre cariche esplosive. Il metodo di farsi precedere da una mandria ha più che altro lo scopo di fornire un preavviso limitato, Infatti è improbabile che dopo i primi scoppi la mandria non sì disperda e c'è da chiedersi se la pressione esercitata da un bue basti a far detonare una mina anticarro. Più sicuro e continuo si dimostra il sistema del rullo compressore costituito da un tronco d'albero. Qualche dubbio sorge sul funzionamento. Se, come si deduce dal testo, il rullo è trascinato, bisogna chiedersi da che cosa. Un veicolo potrebbe scoppiare prima che arrivi il rullo; resterebbe il traino a braccia e quello animale che senz'altro comportano costi minori: un mix di mine antiuomo e anticarro farebbe saltare in a ria solo uomini e/ o a nimali, mentre con sole mine anticarro i rischi per i trainanti sono limitati all'onda d'urto (63) C fr. Waldka mpf pag. 10 punto 35. (64) Cfr. R70 fr. 258 75 24.

(65) Cioè con piccoli intervalli tra i r eparti. (66) C fr. Walùkampf cap. E. Marsch.


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e ai frammenti del tronco. A vantaggio dei due sistemi va considerato il fatto che i blocchi stradali partigiani con mine non sono organizzati in profondità e assai spesso c'è un unico tipo di mine (generalmente le anticarro) <67). Nell'avanzata in foresta assistiamo ad una evoluzione rispetto al "Waldkampf", dove predominavano le forme in profondità e serrate. La compagnia (semplice o rinforzata) già nelle "Richtlinien" è considerata l'unità di più ricorrente impiego (68l e in seguito la più piccola unità autonoma, ma gradualmente la sua configurazione in foresta cambia. La prima origine dell'evoluzione è presente proprio nella forte avanguardia prevista dal "Waldkampf" che già ammetteva configurazioni più aperte con boschi più radi (69l. Il passaggio decisivo si verifica nel "Kampf gegcn die Partisanen" C70l con la manovra di prog_ressiva apertura delle truppe in fase di avvicinamento al nemico_ Anche se il contesto è di manovra d'attacco e non di schieramento di marcia, quello che conta è che si sia affermato l'uso di formazioni più aperte, che nel "Waldkampf" praticamente non esistevano come ci conferma il rapporto sull"'Erfahrungsbericht der SS-Kav. Division" <71 l. L'uso di catene di fanti, sconsigliato dal "Waldkampf" <72>, vien ripreso col preciso limite che è adatto solo alla ricerca di banditi isolati. Conferme sono la presenza di una riserva, la cui proporzione rispetto al totale delle forze è indicata come un terzo, cui è congiunta parte delle armi pesanti, e la posizione di testa dei Pioniere. Non è specificata la posizione del comandante, ma con ogni probabilità è alla testa della colonna insieme alla riserva e ai Pioniere, dispositivo già conosciuto nel 1942. Un ruolo centrale nella teorizzazione ha il "Bandenbekampfung" del 1944 per la sistemazione finale del problema della ricognizione. Non ci sono dal punto di vista della prassi preesistente novità assolute e gli

(67) Un distaccamento partigiano nella maggioranza dei casi non ha un gran numero di mine e quelle più facili da recuperare nei campi minali sono senz' altro quelle anticarro_ (68) Cfr. Richtlinien Rll fr. 251 35 85 par. 8. (69) Cfr. Waldkampf pag. 20 punto 34 cfr . ibid. pag. 12 punto 41. (70) C fr. Rll fr. 251 35 41 pag . 5 par. 21. (71) C fr. R70 fr. 258 75 24. (72) Cfr. ibid. pag. 17 punto 72.


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elementi di novità che si riscontrano rispetto ad altri testi derivano dalla sanzione data a metodi organizzativi già precedenti (73 J_ Comunque il documento in esame ha il merito di aver operato distinzioni e codificato pratiche assenti in altri scritti. Già nel 1943 si era proceduto a distinguere tra Erkundung e Gefechtsaufklarung <74>, ora l'attività di ricognizione è vista come un complesso integrato in cui interagiscono le fasi di lunga durata e quelle progressivamente più contemporanee all'azione. Il cardine unificante è il Centro di raccolta informazioni previsto anche come presenza capillare, che soppianta del tutto l'incerta collaborazione imperniata sugli I c divisionali, permette una valutazione completa e approfondita di tutti i dati disponibili e riduce i tempi tra la valutazione e l'inizio dell'operazione. Invece un ostacolo alla continuità connettiva tra le varie fasi è costituito dalla responsabilità addossata al comandante dell'operazione per la ricognizione che precede l'azione, il quale come sappiamo, è una persona nominata di volta in volta. Dal punto di vista organizzativo e logiL:u si tratta di un non senso perché: 1) le notizie che si vogliono ottenere sono per natura legate alla raccolta d'informazioni, 2) i metodi di ricognizione prima dell'azione sono gli stessi della raccolta d 'informazioni e dipendono dal lavoro svolto precedentemente. Infatti le reti di V-manner non si possono stabilire dalla notte al giorno, gli Jagdkommandos dP-vono già conoscere la zona, i sorvoli aerei devono già essere stati sistematicamente organizzati, e tutte e tre le componenti sono affiatate con chi dirige il Centro di raccolta informazioni. I metodi di raccolta sono rimasti invariati e sono di provata efficacia, anche se l'ottimismo sulle capacità di penetrazione degli Jagdkommandos in territori densamente occupati da bande non sembra condivisibile. Interessante è la standardizzazione della forma dei rapporti. (73) È il caso dei Centri di raccolta-informazioni le cui origini addirittura risalgono al 1941. Nell'ambito dell'Armata comandata da von Manstein fu formato nel novembre 1941 uno stato maggiore per la lotta alle bande, diretto dal Major Stephanus, col compito di raccogliere informazioni e dare indicazioni oper ative. La 17" Armata, a nche essa appa rtenente al Gruppo di Armata Sud, formò una organizzazione per la ricognizione e la lotta ai partigiani. Cfr. Dixon-Heilbrunn Communist Guerrilla Wa rfare pag. 119_e pp. 125-1 26. (74) Cfr. Kampf gcgen die Partisanen Rl 1 fr. 251 33 38 pag . 2 punto 7 e soprattutto "Erfahrungsbericht der SS-Kav . Division" R70 fr . 258 75 22-23 pp.1-2.


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Essi coprono tutti gli aspetti utili per le operazioni, da quelli che riguardano la gerarchia interna ed esterna della banda, alla localizzazione statica e dinamica della banda, all'equipaggiamento e attività belliche, alle peculiarità della formazione. L'invito espresso nel paragrafo 70 fa comprendere che le truppe tedesche fucilavano subito i partigiani catturati, non tenendo conto dell'utilità delle informazioni che si potevano ottenere o estorcere dai prigionieri. A proposito delle modalità d'interrogatorio, un'utile integrazione al testo è rappresentata da un testo quasi contemporaneo proveniente dal Litorale Adriatico e datato 29 maggio 1944 0 5>. Nel testo si afferma che ancora non ci sono risultati soddisfacenti e che l'obbiettivo a cui deve tendere l'interrogatorio non sono le affermazioni riguardanti la persona del prigioniero, ma nuovi dati sulla situazione partigiana. L'interrogatorio è un'arte, deve avere luogo solo dove ci sono forze addestrate, specie la GFP, ed è particolarmente opportuna la conoscenza delle lingue. Se questo requisito manca, l'inquirente e l'interprete devono almeno agire di concerto per evitare tempi morti che danno al prigioniero l'opportunità di riflettere sulle risposte. L'interrogatorio richiede tempo e pazienza, le domande non vanno poste burocraticamente e bisogna lasciare raccontare il prigioniero anche se inizialmente parla di cose secondarie. La prima impressione conta moltissimo perchè nella maggior parte dei casi si tratta di persone semplici <76l sottoposte a fortissima istigazione partigiana. È necessario che il prigioniero deponga la diffidenza verso i tedeschi. Quindi bisogna avvicinarglisi con affabilità, offrirgli una sigaretta o da mangiare, informarsi delle sue ferite e non venire brutalmente al dunque. Le domande siano poste sotto l'apparenza di una innocente conversazione e chi non conosce la lingua, lascia il compito al solo interprete. Con prigionieri ostinati non si rifugga dall'uso di minacce e violenze, perché la durezza della lotta non vieta alcun mezzo per far parlare il prigioniero c77>.

(75) Cfr. IZDG fase. 199 Befehlshaber in der Operationszone Adriatisches Kiistenland Abt. le K.H.Qu. , den 29.5.1944 Betr. : Vernehmung von Gefangenen. (Interrogatorio di prigionieri). Befehlshaber è un comandante responsabile di una zona di operazioni. dipende dall'OB. K.H.Qu. sta per Konunando Hauptquartier. (76) Il tedesco dice "primitiven". (77) Il documento si chiude con (Quello che si fa su di loro con la paura e il dolore, è cento volte controbilanciato dai sadici tormenti ai quali i banditi sottopongono le loro vittime, i nostri camerati tedeschi). No comment.


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Passando alle tecniche di combattimento risalta l'immutata importanza delle tattiche di accerchiamento. Tra i concetti stabilmente acquisiti elenchiamo: a) abbandono delle sottili catene di sbarramento; b) il raffinamento della linee a di sbarramento a caposaldi con una precisa divisione dei compiti tra le armi pesanti; c) la cura per i tratti accidentati e vulnerabili della linea d'intercezione; d) la preferenza per i tratti facilmente difendibili; e) la preparazione di settori e direttrici di fuoco; f) la necessità di limitare drasticamente il territorio da rastrellare agli obbiettivi più importanti; g) l'importanza dell'arrivo contemporaneo delle forze sulla linea di accerchiamento. Gli elementi di novità sono la maggior cura nella programmazione delle mosse di avvicinamento, includendo deviazioni per ingannare le spie partigiane, e nella disposizione dei punti di concentramento ai bordi dell'area da rastrellare, ponendo particolare accento sulla mobilità delle truppe, per ottenere la sorpresa. Importante è l'individuazione del periodo critico di tempo che va dall'avvicinamento al completamento della linea di sbarramento, che trova la sua soluzione in un'accresciuta mobilità delle armi pesanti il cui appostamento avviene mentre (non più dopo) la linea si sta formando. È chiaro che un efficiente servizio di informazioni partigiano darà un preavviso sufficiente a evitare che la banda si trovi all'interno della sacca, ma l'appostamento precoce delle armi pesanti rende più difficile fin dall 'inizio i tentativi di sfondamento. Un'ulteriore evoluzione conoscono le riserve. Dagli inizi in cui la linea di reparti rastrellanti era unica (1941), si era passati alla creazione di una sacca rigida all'interno della quale penetravano i gruppi d'assalto (1942), alla formaziòne di riserve che si muovono alle spalle delle unità avanzanti e poste all'esterno della sacca (1943) <78>. Qui le riserve a cavallo, motorizzate e corazzate hanno l'esclusivo compito di inseguire le forze partigiane, non più di chiµdere le eventuali brecce della sacca. Tuttavia sono rimasti i problemi fondamentali. La coordinazione richiesta è sempre alta e non sono stati escogitati sistemi per facilitarla,

(78} Cfr. Richtlinien Rll 251 35 pag. 8 p ar. 4 cfr. Waldkampf pag . 17 punto 72 cfr. Kampf gegen Partisanen RII rr. 25 1 33 41 pag. 5.


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le forze minime sono quelle di un reggimento e sono impiegate fino all'osso <79>, la sorpresa si limita alla rapida formazione della sacca, ma non ci si sforza di spiazzare ulteriormente i partigiani. Non grandi modifiche ha subito lo Spinnwebe, altro nome per il Kesseltreiben, considerato già dal 1941 una forma problematica, nel medesimo modo durante il 1943 pur riconoscendo che i risultati erano assai buoni quando l'azione si svolgeva senza intoppi e qui riconosciuto adatto solo per piccole superfici date le difficoltà di coordinazione <80>. Dal testo si deduce che rispetto al "Kampf gegen Partisanen" anche la battuta di caccia (il vecchio Vorstehtreiben) non ha subito significative modifiche <81 >, ma un diverso svolgimento è suggerito dallo schizzo che descrive l'operazione. Qui, mentre la linea mobile avanza, i fianchi del dispositivo, il quale è approssimativamente di forma quadrilaterale, si estendono progressivamente alle spalle del rastrello creando una forza di intercettazione e, successivamente, delle riserve <82>. È probabile che le riserve mobili preesistessero alle spalle tanto della linea di intercettazione quanto del rastrello mobile e pensiamo che questa ipotesi sia giusta perché la presenza di riserve, anche se non rappresentate nel disegno, è un principio esplicitamente comune a tutte le tecniche di lotta (83) _ Man mano che i fianchi del dispositivo venivano accorciati dal rastrello, è molto probabile che i settori eccedenti si schierassero tra il rastrello e le riserve mobili, formando un ulteriore sbarramento e fornendo alle

(79) Cfr. Bandenbekampfung schizzo n. 1. (80) Cfr. Richtlinien R 11 fr. 251 35 82 pag. 8 par. 4 dove non si mostra grande preferenza per il Kesscltrcibcn. Cfr. 'Naldkampf pag . 18 punto ?2 dove c'è una nota somiglianza con lo Spinnwebe, ma in realtà la linea esterna resta immutata, mentre le forze penetrate nella sacca dovrebbero stringere il nemico. Cfr . Kampf gegen Partisanen Rl1 fr. 25 1 33 39 pag. 3 punto 17 comma b) che è effettivamente la forma della battuta concentrica dove tutte le forze a vanzano verso un centro comune ibid. pag. 5 punto 21.

(81) Cfr. Richtlinien Rl1 fr. 251 35 82-83 pp. 8-9 par. 4 il Vorstenhtreiben è la forma preferita, ma si r iscontra il problema dei partigiani che filtrano. Cfr . Kampf gegen Partisanen Rll fr. 25 1 35 39 pag. 3 dove come difetto si riscontra che manca nel momento decisivo la concentrazione della forza di tutte le unità e come pregi: la facilità di esecuzione, l'usabilità nel caso di incerta localizzazione del nemico, la possibilità di rastrellare grandi estensioni di foresta con truppe relativam en te piccole. Cfr. ibid. fr. 25 1 33 40-41 pp. 4-5 punti 19-20 dove si ritiene necessaria la presenza di riserve dietro la linea di intercettazione e dietro il rastrello delle forze avanzanti a llo scopo di ostacolare tentativi di sfondamento o di acquisir e la superiorità in punti decisivi. (82) Cfr . Bandenbekampfung schizzo n . 3. (83) lbid. pag . 217 par. 77 .


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forze altre riserve. Ne risulta un metodo che pone pur sempre qualche problema di coordinamento, ma notevolmente meno difficili da quelli posti dallo Spinnwebe. Decisamente nuovo è il sistema di spingere forti cunei all'interno della sacca e poi dividerla in sacche minori da rastrellare con comodo. L'unico precedente, assai più pasticciato e basato più sul fuoco di disturbo dell'artiglieria o sugli attacchi é!erei che sull'urto dei cunei per impedire subito ai partigiani l'esatta cognizione di dove sfondare, si può ritrovare nel "Waldkampf" <84>. Il metodo dei cunei sembra offrire notevoli vantaggi tanto sotto il profilo del mantenimento dell'iniziativa, quanto della redditività nel ripulire aree più piccole, però l'esame del testo e dello schizzo allegato fanno pensare anche alle inevitabili difficoltà. Tralasceremo il fatto che già l'accerchiamento iniziale può essere un preavviso per i partigiani e analizzeremo due aspetti critici. Il primo momento critico è quello in cui entrano in azione le forze fiancheggianti. Un serio rischio è che ci siano pericolose sparatorie reciproche favorite dalla natura del bosco e dal numero delle truppe che svolgono complesse manovre avvolgenti e convergenti. Sempre in questo arco di tempo il comando è sollecitato dalla necessità di coordinare adeguatamente i movimenti di ben tre componenti: i cunei, le forze fiancheggianti e le forze accerchianti. II secondo momento delicato giunge quando si procede alla formazione delle sacche minori. Si vede chiaramente dallo schizzo che la linea accerchiante è sparita e tra le sacche minori ci sono vuoti che possono permettere ai partigiani di sfuggire. È probabile che questo sia il punto in cui intervengano le onnipresenti riserve, ma i rischi non vengono eliminati specie se si pensa che si opera in un bosco. Molto dipende dal comportamento dei partigiani. Non è detto che l'as-· salto condotto dai cunei faccia perdere la testa al comandante partigiano, il quale può cercare di opporre una efficace resistenza manovrata in un terreno a lui noto per guadagnare tempo che le sue pattuglie indiduino il punto debole o in attesa della notte dove è sempre più facile filtrare o sfondare. L'errore favorevole ai reparti controguerriglìa può essere invece una prolungata resistenza statica dei partigiani o la disorganizzazione di un'unità ancora inesperta. Versione più semplificata del precedente sistema è quello dell'unità d'assalto, ideato per distruggere accampamenti partigiani permanenti difesi dalle bande. Se le condizioni operative sono presenti, questa novità dovrebbe funzionare bene data la sua brutale semplicità. (84) Cfr. Waldkampf pag. 18 par. 72.


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Mentre i sistemi basati sull'accerchiamento sono destinati soprattutto a unità partigiane ben radicate nel loro territorio, quello dell'attacco a sorpresa e caccia, oltre a essere un rimedio per tempo e/o forze insufficienti all'accerchiamento ha particolare successo contro bande in marcia o che non hanno completato il loro campo ed ha come obbiettivo particolare il quartier generale partigiano. Il vero problema di questo nuovo e promettente metodo, dando per riuscita l'esatta localizzazione e la sorpresa, sta nel costringere la banda al combattimento. Lo stesso testo ammette che se la banda si dissolve, l'azione deve essere fermata e la ricognizione rifatta <85 >. Ma se la banda sceglie di ritirarsi o di spaccarsi è vitale che le unità di controguerriglia marcino più forte dei partigiani. La rinuncia all'inseguimento delle "Richtlinien" <86> è stata superata non affidandosi all'effetto disgregante dell'inseguimento, ma elaborando la caccia che nell'inseguimento introduce elementi aggiranti che alla fine frenano e accerchiano il nemico. È interessante notare che la manovra attuata nel caso di ritirata dell'intera unità partigiana è sostanzialmente ripresa nel "Counterguerrilla operations" americano del 1971 al paragrafo 116 del manuale <87 >, segno della vitalità di questa nuova tattica introdotta dal "Bandenbekampfung" del 1944. Per gli Jagdkommandos sono rimasti validi i principi che guidano la loro azione, il carattere di unità d'elite e i loro compiti di attacco ai transiti e alla logistica delle formazioni partigiane. Gli unici mutamenti sono di consistenza del reparto e dell'armamento. Nel 1942 la forza era approssimativamente quella di un plotone e l'armamento era prevalentemente leggero, con una rilevante percentuale di fucili <88>. Nel 1944 il plotone è la forza minima e la compagnia quella massima. Non sappiamo se la compagnia è solo un raggruppamento organizzativo o se invece è una unità operativa, ma è evidente l'aumento del volume di fuoco anche nell'unità minore. II numero di M. Pi. è aumentato <89), il fucile semiautomatico è l'arma minima e soprattutto sono stati introdotti i le. Gr. W .. L'unità si è arricchita anche di elementi specializzati ad essa aggregati: Pioniere, cavalieri, interpreti, esperti di trasmissioni e medici. (85) Cfr . Bandenbekii.rnpfung pgr. 81. C'è una precisa distinzione tra il funzionamento della banda in forma.doni più piccole e il su o scioglimento in singoli individui, eventualmente pronti a riunirsi altrove. (86) (87) (88) (89)

Cfr_ Cfr. Cfr. Cfr.

Richtlinien Rll 251 35 79 pag. 5. In caso di golpe pp. 358 e 359. Jagdkommandos R81 fr. 260 15 34. Bandenbckiimpfung par. 89.


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Il contrasto è forte con l'unità del 1942 che aveva solo il suo civile collaborazionista e l'equipaggiamento assai spartano. La flessibilità e la potenza dell'unità sono decisamente aumentate, non sappiamo invece se la primitiva mobilità si è conservata <90l.

(90) Cfr. In caso di golpe pp. 252-254 dal manuale "Der totale Widerstand Kleinkriegsanlcitung fiir Jedermann" del Maggiore von Dach. È interessante notare che la struttura dello .Tagdkommando è cambiata piuttosto poco nel 1972. Infatti: una compagnia di .Jagdkommandos consta di Plotone comando: a) truppa della compagnia; b) squadra sanitaria; e) squadra radiotelegrafisti; d) grùppo cinofilo; e) gruppo di rifornimento. Plotone di ricognizione a) truppa del plotone; b) 3 pattuglie formate da I sottuffici<1le e da 6 uomini ciascuna. Plotone di combattimento a) 2 mitragliatrici; b) 2 mortai; e) 2 pezzi d 'artiglieria senza rinculo . Commandos di cacciatori a) truppa del plotone; b) 3 squadre di 1 sottufficiale e 6 uomini ciascuna.


CAPITOLO X La nostra rassegna di documenti si chiude con un opuscolo che si distingue dalla produzione sin qui esaminata perché affronta oltre ai problemi di natura strettamente militare, anche quelli politico-etnici. Rispetto agli altri manuali il "Bandenkampf in der Operationszone Adriatisches Kiistenland" <1> presenta un angolo di visuale più ristretto in quanto la validità delle analisi e delle prescrizioni non è universale, ma limitata a quella particolare zona. D'altronde questo ha consentito di avere una specifica visione integrata dei legami tra misure politche e sistemi di lotta. Quello che cercheremo di individuare saranno i criteri generali di analisi e le proposte di azione politica, dedotte dalla situazione locale che, per quanto di estremo interesse, non rientra nei limiti

di questo studio. Ovviamente saranno anche considerate le tattiche antipartigiane, ma per i confronti con i metodi anteriori rinvieremo al capitolo precedente, eccezion fatta per le tattiche nuove rispetto alla "Bandenbekampfung" del 1944 esposta al nono capitolo. La mancanza di data nel frontespizio ha posto problemi di datazione risolti dalla precedente critica ponendo il documento intorno ai primi del 1945 <2l . In realtà una lettera del Hohere SS-u. Polizeifiihrer nella OZAK Odilo Globocnik indirizzata all'SS-Obersturmfiihrer Hradetzki del Kommando Adria dimostra che almeno le bozze erano già pronte il 25 ottobre 1944 <3>_ Non sappiamo su quali elementi si sia giunti alla conclusione che il libro fosse stato distribuito alle truppe ai primi (I) SS-Kriegsberichter Dr. Hanns Schneider-Bosgard Bandcnkampf in der Operationszone Adriatischcs Kiistenland herausgegcben von der SS- Sta ndarte "Kurt Eggers" Kommando Adria Triest Deutschc Adria Verlag G.m.b.H.-Triest. IZDG fase. 201 numero d'inventario 1540, data di catalogazione 25. IV .1949/184. L'esemplare in questione ha in numero 612 ed è classificato come riservato n.f.D . (Corrispondente di guerra SS Dottor Hanns Schneider-Bosgard Lotta alle bande nella zona di operazioni Litorale Adriatico edito dalla SS-Standarte "Kurt Eggers"). (2) Cfr. MLI 1967 n. 86 Enzo Collotti "Occhio per occhio, dente per dente" Un ordine di repressione tedesco. Qui Io si data al 1945 affermando che esso fu fatto circola re ai primi del 1945, ma che le anticipazioni comparvero su altre fonti della propaganda nazista, come il periodico " Adria", di cui era redattore Schneider-Bosgard. (3) Der Hòhere SS-u . Polizeifiihrer in der Operationszone Adriatisches Kiistenland O.U., den 25 Oktober 1944 Gl/Ml. Tgb.Nr. 10094/ 44. (segue nota)


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del 1945, per quanto ci sembri che il tempo intercorso tra le bozze e la distribuzione ai reparti sia eccessivamente lungo, se si accetta questa datazione. Tuttavia anche se la nostra lettera non esclude a priori questa ipotesi, la data del 25 ottobre 1944 resta fondamentale per comprendere a quali esperienze si sia potuto fare riferimento. Il libro è stato scritto da un corrispondente di guerra, avvalendosi di contributi di esperti (4) per alcune parti, appartenente a una formazione delle SS particolarmente attiva nella propaganda <5> per la zona denominata Adriatisches Kiistenland (Litorale Adriatico), la quale comprendeva il Friuli, Gorizia, Trieste, l'Istria, il Carnaro, Fiume e Lubiana. Gli argomenti sono divisi per capitoli a loro volta ripartiti in paragrafi contraddistinti da un titolo (6)_ Prima di seguire i punti salienti del "Bandenkampf in der OZAK" è necessario riferirsi a due documenti precedenti per evitare di considerare il libro di Schneider-Bosgard un'opera isolata nell'insieme della produzione sulla controguerriglia. Non si ha la pretesa di fornire precise coordinate o una linea di sviluppo ùa cui disl:cnda il "Bandenkampf in der OZAK", piuttosto si vuole gettare lo sguardo su un tipo di elaborati ancora scarsamente studiati, che integrano le opere di pura tattica segue nota (3) Betr.: Bandenkamptòuch Anlg.: -1An SS-Obersturmfiihrer Hradetzki Kommando Adria. Nel testo non si parla esplicitamente di bozze, ma i consigli del Gauleiter (I ' Alto Commissario Rainer) di accorciare l'introduzione politica e di effettuare alcune correzioni non sono applicabili che a elaborati che precedo110 l'edizione finale. (4) Per l'VIII capitolo Der Kampfraum Geschichte. Bcvolkcrungsaufbau. Die Operationszone als geographischer, historischer, politischer und etnographischer Begriff ci si è serviti d el saggio Istrien del Dr. Giinter Glauen uscito sulle Kleinen Schriften des lnstitutes fiir Kiimtner Landesforschung (Lo spazio di lotta Storia. Costituzione della popolazione. La zona di operazioni come concetto geografico, storico, politico ed etnografico. Da " Istria" Piccoli scritti dell'Istituto per lo studio del territorio della Carinzia). (5) La SS-Standarte "Kurt Eggers" della quale ampio e dettagliato materiale documentario è reperibile presso l'IZDG. (6) Diamo qui la successione dei capitoli per meglio chiarire gli argomenti presenti nel libro: Cap. I. Guerra e bande Cap. II. Il vecchio territorio slavo-meridionale come zona di guerra per bande Cap. III. Bande e gruppi etnico-nazio'iiali nella zona di operazioni Cap. IV. Zone e forme della guerri~lia Aree d 'azione delle bande Cap. V. Prassi e tattica di combattimento Cap. Vl. Mezzi e forme di lotta dei banditi Cap. VII. Guerriglia e propaganda Cap. VIII. Lo spazio di lotta Friuli Conclusione Abbreviazioni usuali del movimento titoista.


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antibande e fanno intravedere il reticolo mentale di cui si servivano gli ufficiali nazisti per inquadrare il fenomeno. Il primo documento che presentiamo è '' Die Gegnerbekiimpfung in den besetzten Gebieten des Westens unter besonderer Beriicksichtigung der Kommunistenbekiimpfung" (7)_ I curatori della microfilmatura, dati i limiti di tempo imposti dalla mole di lavoro, hanno solo potuto fornire l'anno (il 1943) come data dello scritto. Un più approfondito esame degli elementi interni offre una datazione che va dalla fine di ottobre alla prima metà di novembre del 1943 (8>. Contrariamente alle prime apparenze, non ci troviamo di fronte a un manuale. È la relazione (7) Cfr. Rl I fr. 251 33 48-70 (La lotta agli avversari nei territori occupati all'ovest con particolare considerazione della lotta ai comunisti). Le sottolineature sono nell'originale. (8) Gli elementi che aiutano nella datazione sono: I) "Das vierte Kriegsjahr" (il quarto anno di guerra) Rll fr. 251 33 49 pag. 2 cap. li, passo che è la base della datazione al 1943; 2) "geplantcr Gcgcnmassnahmen zur Aullusung dn Hl lult:rualiouale " (le progettate contromisure allo scioglimento della Ili Internazionale) ibid. fr. 251 33 60 pag. 13; 3) " die Auflosung dcr Komintern-der III Internalionale-" (lo scioglimento del Komintcrn- della 111 Internazionale-) ibid. fr. 251 33 67 pag. 20, entrambi i passi impediscono una datazione precedente al 15 maggio 1943 ; 4) " Im Reichsgebiet sind die cingeglicderten Gebide Oberkrain und Untersteiennark mit Kom- . mandeurbereichen Marburg und Veldes die einzigen Gebiete, die bandenverseucht sind. In lctztcr Zeit greifen diese Banden auf den Bereich der Staatspolizeileitstcllc Klagcnfurt tiber." (Nd territorio del Reich i territori aggregati della Carniola superiore e della Stiria inferiore con le regioni di comando Marburg e Veldes sono gli unici a essere infesta ti da bande. Negli ultimi tempi queste bande spostano i loro attacchi alla regione del Centro di Polizia di Stato Klagenfurt). Quest'ultimo elemento, per quanto incerto, è proprio quello determinante. Infatti confrontando con la serie di rapporti giornalieri provenienti <lai settori di Ve!des, Ci!li, Trifail, Marburg contenuti in RIO fr. 251 19 51-26 42, sappiamo che questi tentativi partigiani sì sono verificati nel mese di ottobre. Inoltre nel Kriegstagebuch des Oberkommandos der Wehrmacht (Wchrmachtfiihrungsstab) zusammengestellt und erlautert von Walter Hubatsch Bemard u . Graefe Verlag fiir Wehrwesen Frankfurt a.M. 1963 (Diario di guerra del comando suprem o della Wehrmacht (stato maggiore direttivo della Wchermacht) ordinato e commentato da Walter Hubatsch) è registrata alla data 12 ottobre 1943 la seguente annotazione: "Le Armeegruppcn B cd F hanno istruzioni di condurre le operazioni in modo tale da non fare entrare ulteriori bande nella Stiria inferiore dove la situazione ribellistica si è aggravata in conseguenza dei rastrel lamenti in Slovenia e di sgombrare il loro settore meridionale sino alla ferrovia Lubiana-Agram . Notizia sull'occupazione dì due piccole stazioni ferroviarie a nordovest di Ratschach da parte di bande, che son già state cacciate dalla 162. (Turk. = ) Div. Il territorio continua ad essere rastrellato. " Cfr . Ktb. des OKW Band lll-2 1943 pag. 1195 . (Agram è nome tedesco per Zagabria. La traduzione è nostra). Dunque, tenendo conto di quanto dovesse essere tenuta in considerazione quest'ultima notizia e della indeterminatezza della frase " In letzter Zeit" , riteniamo prudente datare il documento tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre.


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tenuta da un partecipante tuttora ignoto ad una riunione di lavoro ad alto livello (9). Alla luce delle esperienze degli anni precedenti il relatore evidenzia come gradualmente si sia sviluppata una medesima struttura nei circoli illegali nemici (10>, si siano attenuati i contrasti, l'azione avversaria si sia inasprita e si verifichi l'appoggio diretto e indiretto delle potenze nemiche alle organizzazioni di resistenza. Poiché i territori occupati sono per loro natura nemici 0 1> e in senso lato staatsfeindlich 0 2>, nel quadro dei compiti della Sipo è necessario cambiare la direzione del lavoro assegnando la priorità al carattere politico di esso rispetto all'attività esecutivo-poliziesca. L'orientamento politico sarà sempre più anche nel futuro una primaria necessità in quanto, accanto al fattore militare espresso dalle forze d'occupazione, la Sipo si pone come organizzazione tesa a proteggere lo stato e l'ordine, costituendo una garanzia per la villoria ottenuta. Il suo compito è la lotta agli avversari dell'idea della "Neugestallung Eurupas" (13); non più quindi agli avversari interni e alle loro organizzazioni di emigrati, piuttosto contro il riflusso di sovversione dai paesi occupati nel Reich favorito dalla presenza di prigionieri e di lavoratori stranieri 0 4). Le direzioni verso cui rivolgere le energie sono: delineare un quadro permanente della situazioÌle ed elaborare esperienze e conoscenze che stimolino e orientino il lavoro degli uffici nei paesi stranieri. Una importante conseguenza del raggiungimento di questi scopi è la creazione di prezioso materiale actdestrativo. È perciò necessario un più serrato scambio di notizie e informazioni sotto una direzione più energica. Nonostante esistano delimitazioni di competenze e diverse manifestazioni esteriori dello stesso fenomeno illegale, bisogna puntare sulla necessità di considerare le connessioni ancor più che in passato. La strada è stata aperta dall'ordine "Bekampfung der Kommunisten in den besetzten Westgebiete. - Zusammenhange zur Bekampfung der Sabo(9) Cfr. Rll fr. 251 33 53 pag. 6 "·Arbcitstagung". Che sia ad allo livello, si deduce dalla visuale estremamente ampia e dall'importanza delle proposte concrete. (10) " Illegalen Gegnerkreise" R 11 fr. 251 33 48 pag. 1 Espressione che indica tutte le organizzazioni di resistenza, sabotaggio, spionaggio. (11) Feindgebiele. (12) Nemici dello stato. (13) Ordine nuovo europeo . (14) Si cita il caso di orgauizzaziuni del PC fran cese tra i prigionieri di guerra.


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tage und des nationales Widerstandes" <15) che per primo ha usato crileri unificanti e fornito agli uffici direttive per confrontare approfonditamente notizie sulla lotta al nemico, sul suo servizio d'informazioni e per comunicarle all'RSHA_ Tutt'ora nelle comunicazioni non sono chiari i rapporti tra comunismo e opposizione nazionale, terrorismo e sabotaggio <16>. Da una parte si incorre nel difetto di mettere troppo in primo piano il singolo caso, dall'altra esistono elaborazioni Lalmente generalizzanti da lasciare fuori i punti concreti utili a riconoscere i legami. I criteri di coordinazione devono essere sovralocali, favorire la strutturazione per argomenti ed estendersi alla base del lavoro preventivo, repressivo e informativo . Lo stesso vale per i compiti di controspionaggio poiché oltre ad esistere organizzazioni spionistiche specifiche, ci sono anche reti comuniste e di quasi tutti i movimenti di .resistenza nazionale. Oltre al citato ordine, l'RSHA ha emanato varie istruzioni per l'aggiornamento Lecnico e per modellare il metodo di lavoro negli uffici <17>. Un esempio di legame è la lotta ai comunisti in Francia connessa a quel-

la contro comunisti e sabotatori in Belgio, dove sono stati riscontrati comuni piani di mobilitazione e sollevazione. Proprio in questo contesto è particolarmente dannoso lo scoordinamento presente a Bruxelles e dovuto alla concorrenza tra Sipo, Abwehr e GFP <18l. Anche in altri

(15) Purtroppo non datato (Lotta ai comunisti nei territori occidentali occupati.- Connessioni per la lotta al sabotaggio e alla resistenza nazionale). (16) Mentre è chiara la distinzione tra comunismo e opposizione nazionale, meno chiari sono i criteri che portano alla distinzione tra la succitata coppia, il terrorismo e il sabotaggio. Possiamo suggerire come ipotesi il criterio della maggiore specializzazione c minore politicizzazione delle ultime due forme di opposizione in quanto praticate da attendisti. Il testo non fornisce qualche appiglio a questa interpretazione. (17) E sse sono databili all'autunno del 1943. Cfr. fr . 25 1 33 59 pag. 12 "in letzter Zeil" (negli ultimi tempi). I titoli sono: Anwendung getarnte Gegcnpropaganda bei Kommunistenbekiimpfung (Uso di propaganda camuffata nella lotta ai comunisti); Ansatzc des organisatorisches Wiederaufbau der KPD von Ausland her seit Beginn des Krieges (Inizi della ricostruzione organizzativa del PC tedesco dall'estero fin dall'inizio della guerra); Ausbau illegaler Unterschltipfmoglichkeiten durch Kommunisten (Costruzio ne di nascondigli illegali da parte di comunisti); · Schulung Kommunistischer Funklioniire durch Fcrnuntcrricht (Addestramento dei funzionari comunisti con lezioni a distanza). Il testo fa comprendere che non sono tutti i titoli esistenti. (1 8) L'Abwehr si era riservata la lotta allo spionaggio .


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casi non si nota solo la comunanza di orientamento politico, ma pure di particolari tecnici della struttura e delle forme dell'attività cospirativa, il che porta a concludere che ci sono aspetti internazionali che si adattano a particolarità locali. Le proposte operative sono incentrate sulla raccolta d'informazioni precise sul Komintern e uffici distaccati e sul disgregamento interno dei partiti comunisti. Nel primo caso vanno studiate le possibilità di impiegare funzionari comunisti disposti a collaborare, "bruciati" nel loro paese, ma utilizzabili nei paesi neutrali (19> al posto dei V-miinner tedeschi che incontrano troppa diffidenza. Lo scopo è di stabilire contatti con i comunisti non tedeschi e, insieme alle informazioni anche non recenti di alti funzionari o membri del comitato centrale catturati, ricostruire anche le vecchie strutture del Komintern. Infatti la ITT Internazionale è stata sciolta, un avvenimento di particolare importanza in vista degli antagonismi tra Tito, protetto dai comunisti, e Mihailovic, assistito dagli anglo-americani, e del crescente impiego inglese di agenti informatori e sabotatori in Iugoslavia e Grecia per tentare di pilotare, anche occultamente la resistenza. La vittoriosa prova di forza di Stalin per sperimentare la fedeltà delle sezioni estere non ha cambiato nulla neHa prassi dei collegamenti tra centro e periferia. TI bersaglio dell'azione dell'RSHA deve essere la massa dei militanti. Gli scopi della direttiva "Anwendung Getarnte Gegenpropaganda ... " vanno ampliati: dallo screditamento di singoli alti funzionari, il peso va spostato sullo sfruttamento dell'occasione politica con la disinformazione e la confusione politica. Il punto di partenza della propaganda di disgregamento è il PC francese come seguace e custode del comunismo internazionale. Facendo leva sulla distinzione ''vecchio-nuovo Komintem" come discriminante tra la Russia e il comunismo internazionale, bisogna puntare allo sganciamento di questo partito dall 'URSS. Questo principio va esteso agli altri partiti facendo sì che non si sentano dipendenti dalla Russia belligeran te e puntando l'accento sulla necessità politica e sociale della lotta alla_.propria autorità statale e agli occupanti tedeschi. Così si introduce anche un cuneo tra i comunisti e le forze n azionali, propagandando le vecchie , crasse idee comuniste (20).

(19) In Svizzera: francesi. fn Svezia: francesi, belgi, -olandesi. (20) Molto probabilmente le teorie del social-fascism o che precedellero la creazione di fronti a ntifascisti.


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L'azione va svolta indipendentemente nei vari paesi e con modalità da definire, ma deve seguire una concertazione unitaria specialmente facendo riferimento alla stazione radio illegale che si progetta di installare in Francia meridionale e attorno alla quale si devono cristallizzare i cosiddetti rappresentanti della III Internazionale. È evidente che la parte più caduca è il piano di disgregamento interno perché sottovaluta la capacità dei militanti di capire quali sono le vitali priorità del momento, la fortissima disciplina interna vigente nel partito e l'ascendente esercitato dal prestigioso modello sovietico. Altri sono i motivi di interesse per questo documento. Innanzitutto la forte coscienza politica dei corpi di polizia unita al senso della missione di protezione dell'entità statale, fattori fondanti di questa controgucrriglia che sarebbe erroneo liquidare come fanatismo. In secondo luogo il documento evidenzia quanto fosse netta la contrapposizione con l'idea comunista all'interno delle strutture naziste. I comunisti campeggiano nella relazione come principale nemico dì massima pericolosità. Terzo, dà una precisa indicazione del salto di qualità compiuto dalla repressione nazista nell'autunno del 1943. La coordinazione facente capo all'RSHA n on è basata su una rigida e ottusa centralizzazione. Al contrario si presenta come una osmosi continua dì esperienze e informazioni tra la periferia e il centro, nel quale il materiale viene ulteriormente elaborato, assemblato e poi irradiato. Va sottolineato però che questa coordinazione è vista come puramente interna all'RSHA, che invece tenta di eliminare la concorrenza degli organi informativi militari, per affermare il suo potere. Quarto, è di estremo interesse dal punto di vista tattico la concezione della propaganda camuffata da condurre all'interno delle file nemiche. Strumento che richiede profonda conoscenza dell'avversario e di difficile uso, è una novità rispetto alla propaganda scoperta condotta anche da transfughi, ripetutamente impiegata con alterni esiti nel corso dell'occupazione nazista. Va però notato lo scollamento fra questa tattica e la pressocché totale ignoranza, anche dei particolari organizzativi del Komintern, apertamente ammessa dal documento: un grave fallimento dei servizi d'informazione tedeschi.

Il secondo scritto ha come titolo "Beitrag zur Psychologie der Partisanenkampfe in Serbien und Kroatien' ' ed è una breve relazione di due


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accademici slavi (molto probabilmente serbi) e un redattore tedesco <21 >. Anche qui non è presente una data, ma si può pensare che appartenga al 1944 (22). Del tutto diversi sono i criteri di valutazione del movimento partigiano, che si possono riassumere in: politico, etnico, psicologico. Ciò che non rende facile la comprensione de! testo è la commistione tra i primi due criteri e quello psicologico, il cui inserimento e utilità eziologica suscitano qualche dubbio. Tra i partigiani, oltre i rappresentanti delle idee nazionali o i comunisti, appartenenti a diverse etnie, sono anche presenti gli elementi criminali e gli psicopatici. Queste ultime due componenti avvelenano l'atmosfera delle formazioni partigiane e sono la causa delle atrocità commesse dai guerriglieri. Ciò è favorito dalla vita nomadica nella foresta che induce a un inselvatichimento dell'animo e dal fatto che, saltati i freni repressivi dello stato, si scatenano istinti criminali che portano a distruzioni e assassini insensati. Singoli psicopatici danno anche l'esempio, non di rado sono donne, nell'inventare e mettere in pratica nuovi orrendi supplizi (rottura della spina dorsale, impalamento, taglio delle gambe con la sega, ecc.) <23 l. Fin qui, nonostante la mancanza di un preciso studio del fenomeno, il criterio psicologico può presentarsi come una plausibile spiegazione delle atrocità commesse in quel periodo, ma quando si presentano come particolarmente schizofrenici gli zingari e i contadini comunisti, allora sorge il sospetto che si tratti di un'operazione propagandistica (21) (Relazione sulla psicologia dei combattimenti partigiani in Serbia e Croazia). Archivio d ell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Friuli-Venezia Giulia Busta AIR XXIV doc . I I 89. Il documento è stato scritto dal: Dr . .Tevtiè, Prof. Budimiroviè, EF Schrattenecker; tradotto dalla signora Basiè e rielaborato da Schrattenecker. (22) Un primo elemento è la citazione "(Badoglioleute)" pag. 10 (genle di Badoglio, badogliani), che ci fa datare con sicurezza il documento come posteriore all'8 ottobre 1943 . Il secondo è "Erst scit dem Auftreten Titos (die vierte Periode vom Herbst 1943 an)" (Solo dopo la comparsa di Tito (il quarto periodo dall'aulunno 1943 in poi)) che può suggerire anche un periodo p osteriore al 1943;_ ,.

Il terzo è "Als bis Herbst des vergangenes Jahres (bis zur Aktion Titos)" (Quando fino all'autunno dello scorso anno (fino all'azione di Tito)). Dalla combinazione del secondo e terzo elemento ricaviamo la collocazione dello scritto nel 1944. Purtroppo non abbiamo ulteriori dati per precisare il periodo. (23) A essere precisi l'impalam ento non è affatto una pratica nuova nei territori balcanici, dove ha una lunga tradizione sin dai tempi della dominazione turca. Quanto all'uso della sega come strumento di s upplizio in età moderna essa è no ta in Europa almeno dal XVI secolo.


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oppure di un filtro intellettuale impropriamente impiegato nell'individuazione di avversari sociali (24) _ Si stimano gli zingari incapaci di avere sensibilità per una qualunque idea e per il concetto di proprietà, mentre fra i contadini comunisti si individuano: "I.) piccoli contadini, proletari di villaggio e braccianti istigati,

2.) giovani contadini ambiziosi malati, che non hanno terminato gli studi e che sono diventati estranei alla zolla dei padri, e notai e segretari e 3.) scrittori contadini e i loro seguaci, che già hanno composto diversi tendenziosi scritti di bassa qualità di stretta intonazione socialista (cioè probolscevica ed hanno ricevuto l'appoggio particolare della delegazione diplomatica sovietica) <25)''. Anche in altri ambienii si possono trovare persone incapaci con smisurate ed insane ambizioni, che tutto si ripromettono dal "nuovo mondo" annunciato dal bolscevismo. Non è un caso che siano definiti psicopatici dei reietti dalla società come gli zingari, i membri di una classe

oppressa come quella contadina e anche borghesi c intellettuali. Altrove si dice <26) che mentre i contadini serbi sono quasi immuni all'idea comunista, nelle città si trovano sempre degli psicopatici appartenenti alla classe degli "eterni scontenti" che sperano in una nuova era apportatrice di tutto di cui abbisognano. In conclusione la malattia mentale serve a denunciare la perversione di idee che contrastano con un ordinamento sociale conservatore e autoritario. Particolare attenzione viene dedicata anche alla gioventù in parte già corrotta dalle idee comuniste. Intorno ad essa si è sviluppata una competizione mirante al controllo della sua educazione, che ha visto vincenti in un primo tempo i frammassoni, i quali insieme agli ebrei cercavano di distruggere i pregiudizi nazionalistici e quelli moralistico - religiosi. Tutte le singole chiese sono state inerti, spicca per passività quella pravoslava. Solo la chiesa cattolico-romana si è occupata seriamente della gioventù creando organizzazioni giovanili legali e illegali, particolarmente rilevanti in Slovenia. In Croazia i cattolici hanno riempito le file degli Ustascia, che hanno perpetrato atrocità inenarrabili nei confronti dei serbi ortodossi. I giovani attivi sono andati nei boschi tra i partigiani comunisti o i cetnici, mentre que11i passivi sono rimasti a casa. (24) Cfr. Bcitrag zur Psychologic pag . 5. (25) lbid. (26) Cfr. ibid. pag. 7.


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Quando si esce dall'incerto terreno psicologico, l'esposizione diventa più chiara. La propaganda comunista è considerata temibile. Sfruttando abilmente gli arresti, gli internamenti in ca,mpo di concentramento e le fucilazioni, essa presenta i colpevoli di sabotaggio come martiri e risveglia nelle masse simpatia, solidarietà e partecipazione. Soprattutto i suoi volantini sono un pericoloso veicolo di idee comuniste, che corrompono studenti e diversi lavoratori. In ciò i comunisti sono stati favoriti dalla critica situazione degli apparati statali, dall'iniziale (1941) scarso controllo esercitato dai tedeschi sul territorio (solo nelle grandi città e in qualcuna piccola), dalla rozzezza e sprovvedutezza della contropropaganda tedesca e serba. In Serbia il duello tra cetnici e comunisti si è concluso con il sopravvento di questi ultimi perché i loro avversari avevano commesso errori politici ed avevano minor compattezza politica. Naturalmente dietro i partigiani c'è Mosca e dietro i cetnici, Londra. In Croazia invece il fattore che ha facilitato l'azione comunista è consistito nei massacri di serbi da parte degli Ustascia. I serbi non ebbero altra scelta di costituire formazioni di autodifesa, presto orientate politicamente dai comunisti che seppero inserirsi nel momento opportuno. Solo dove ci sono uomini con doti di comando e fanaticamente nazionalisti sorgono reparti di cetnici, come quello del prete ortodosso Djujic c27 J. Il documento si chiude con delle considerazioni captatoric tese a convincere l'eventuale lettore tedesco che, nonostante la presenza di serbi nelle formazioni titine, i serbi per via delle persecuzioni razziali (subite da Bulgari, Ungheresi, Albanesi, Italiani e Croati) sono naturalmente inclini ad avere buoni rap.Porti con i tedeschi. È necessaria una maggiore propaganda tra i :c:P-rbi per far sapere che le intenzioni tedesche sono benevole. In gran parte i serbi sono anticomunisti, fieri nazionalisti e combattenti antipartigiani molto più tenaci dei tedeschi. Era su questo tipo di documenti che si informavano gli ufficiali tedeschi per orientarsi nelle complesse vicende balcaniche, ricevendo un insieme di dati più o meno semplificati e deformati sui problemi etnici, religiosi, politici, sociali. Per una più corretta comprensione del "Bandenkampf in der OZAK" era necessario effettuare questa digressione. Quanto peso venisse assegnato al manuale si può intendere dalla breve prefazione apposta dal Hoh:ere SS-u. Polizeifiihrer Globocnik (SSGrnppenfiihrer und Generalleutnant der Polizei). In essa si riconosce che le forti tensioni tra la Weltanschauung nazista e quelle avversarie (27) Cfr. capitolo V nota 7. Con ogni probabilità è il comandante della divisione cetnica Dinara.


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sono sfociate in uno dei più grandi conflitti di ogni tempo, in cui sono coinvolti tutti i popoli e tuui gli aspetti della loro vita. È una battag1ìa condotta in modo totale dal nemico, usando tutti i mezzi immaginabili, tra cui le bande, espressione delle forze sotterranee continuamente alimentate dalla volontà annientatrice del bolscevismo. Bisogna perciò anche affrontare queste forze politiche, le quali sono all'origine della piaga delle bande. Il manuale, nato dalla prassi del Kommando Adria per favorire l'azione pratica, deve fornire tutti quei suggerimenti utili al duello int.ellct.uale o armato con il banditismo. L'aspetto politico gioca una parte importante e dallo sfruttamento di tutte le esperienze deve risultare una via che porti alla soluzione permanente del problema. L'intento di fondo è di annientare brutalmente i pericolosi vertici politici dell'avversario con ogni mezzo e di dover trovare poi per le grandi masse delle bande una soluzione politica. Anche qui come nella "Gegnerbekampfung in den besetzten Gebieten" è forte ìa coscienza deìla forte contrapposizione poìitica e della grande posta in gioco: la guerra non è totale solo perché coinvolge attivamente tutta la popolazione, ma perché tutti gli aspetti della vita organizzata vengono influenzati dai metodi e dagli esiti di questo confronto. La lotta è estesa dalle forze fisico-materiali al dominio sulle energie spirituali deiì'avversario, sviiuppando ulteriormente iì tema dausewitziano dcli'importanza dcìic tensioni moraìi contrapposte. Per questo ìa vittoria sul nazismo non ha significato solamente la sconfitta di un temibile apparato militare forgiato da una classe politica aspirante al ruolo di superpotenza, ma la frustrazione dell'affermarsi di tutta una Weltanschauung, presente non solo nelle nazioni a governo fascista, come ha indicato il fenomeno collaborazionista, la quale avrebbe soffocato l'attuale sviluppo delle concezioni democratico-libertarie di cui siamo testimoni. In questa prospettiva e per un maggior chiarimento della concettualizzazione nella controguerriglia, deve essere esaminata la strategia esposta da Globocnik, consistente nella manovra di decapitare il movimento di resistenza e di risolvere politicamente i problemi posti dalla massa della militanza. Innanzitutto pensiamo che il gerarca nazista non si muova in un'ottica di lotta al brigantaggio in base alla quale, ucciso il capobanda e i suoi fidi, la banda si arrenda o si sciolga. L'esito di una strategia di decapitazione è subordinato alla gravità del problema politico e alla coscienza politica e di classe della massa dei militanti. Questi ultimi due fattori permettono al gruppo dirigente di fare minore affidamento alle virtù carismatiche, perché esiste an che tutto un settore di quadri


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che ad alto e basso livello svolgono funzioni di istruzione e guida ideologico-morale per i militanti. Qualora questa coscienza fosse scarsamente sviluppata, le doti carismatiche e l'esempio dei capi sarebbero l'unica fonte della gerarchia dei valori e dei comportamenti. Poiché i quadri di una classe non sorgono per generazione spontanea, bensì, quanto di più vasta portata è l'azione, tanto maggiormente devono essere istruiti e addestrati, l'eliminazione di essi comporta una perdita di personale specializzato non facilmente rimpiazzabile nel breve termine. Conseguentemente, alla Endlosung viene preferita la Dauerlosung (28l, un cambiamento terminologico a cui è sottesa una diversa strategia. Un annientamento selettivo di un preciso strato dell'insieme degli avversari ha buone probabilità di riuscire, può con un adeguato sfruttamento propagandistico causare notevoli effetti sul morale e può effettivamente privare il movimento di un impulso essenziale. È importante sottolineare la non meccanicità del rapporto tra eliminazione dirigenziale e sconfitta del movimento e la grande varietà di fattori non quantificabili che in diverse combinazioni producono risultati diversi. L'annientamento selettivo è il primo stadio di un'operazione che si conclude col necessario complemento di una soluzione politica per la massa delle bande. La ragionevole certezza che si può avere del fatto che mai una soluzione politica sarebbe risultata dall'accoglimento delle richieste fondanti del movimento di resistenza, non permette però di escludere la sincerità nel voler trovare un'acconcia soluzione politica. Non si capisce perché i nazisti dovessero dubitare della loro capacità di coinvolgimento attivo e di manipolazione delle masse, specialmente dopo l'eliminazione del nucleo duro dell'opposizione.

Va infine considerato che l'eliminazione selettiva non è l'unico strumento contro un movimento politico avverso. Non meno efficace è una opportuna azione sui vertici, alJ'intcrno dei quali esistono sempre delle divergenze, che non sono semplificabili con generiche contrapposizioni del tipo "radicale-moderato". Esse invece vanno di volta in volta valutate nella concretezza delle loro sfumature e nella portata, talvolta imprevedibile, delle scissioni che possono causare. L'innesco di processi di dissidenza interna violenta o di dissociazione adeguatamente sfruttati sul piano politico e propagandistico, può essere un rilevante successo o addirittura determinante nella sconfitta di una guerriglia. Il problema posto dalla guerriglia nella OZAK ha origine dalle particolarità della zona e delle bande che vi operano. Se vi sono inter(28) Endlosung (soluzione fina le), Dauerlos ung (soluzione permanente).


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sezioni abbastanza ampie con le esperienze di altri territori, specialmente nelle tattiche partigiane (in generale la guerra delle bande e dei terroristi in Francia ha secondo i tedeschi tratti uguali a quelli delle azioni in Danimarca, Belgio, Olanda e Balcani), bisogna tenere conto di precise distinzioni psicologiche per valutare correttamente le esperienze del1' Adriatisches Kiistenland. Il complesso delle forze nemiche manifesta maggiore forza che altrove, tuttavia non ci si trova di fronte a una entità stabile che si può combattere, disgregare o influenzare spiritualmente sulla base di principi immutabili e validi per tutti gli avversari. La difficoltà della lotta antibande è facilmente individuabile nella contrapposizione dei gruppi nazionali: le bande hanno una guida unitaria, ma proprio la disuniformità politica e le differenze etniche, nonché il fatto che spesso i veri capi non sono elementi locali, complicano la situazione. La massa dei banditi non reagisce ad azioni politiche che non siano orientate verso determinati rappresentanti dell'idea nazionale. La guerra per bande non è una novità, anzi è parte della guerra stessa, ma lu sviluppo alluale è una degenerazione andata molto oltre il significato corrente ..Tutti i particolari di questa guerriglia indicano una concezione, estranea all'animo tedesco, la quale intende la guerra direttamente come il totale annientamento della vita e dei valori . È un inoppugnabile dato di fatto che tutte le norme di guerra e dell'umanità siano diventate un concetto superato dalla condotta di guerra alleata che esplica la sua volontà di distruzione anche nelle più piccole azioni. Inglesi, Americani, Bolscevisti non si differenzia no nell'intenzione di usare il sabotaggio contro le istituzioni della potenza occupante e della popolazione civile, e persino di spingerla alla guerra totale. l sovietici sono stati i primi rappresentanti della guerra senza limiti. La loro preferenza per questa form a insidiosa di lotta si spiega con il loro fondamento nichilistico portato a distruggere tutti i valori della vita. I gruppi terroristici bolscevichi operanti dal giugno 1941 alle spalle delle truppe tedesche hanno causato danni relativamente bassi, m a fattorie, villaggi, città sono sta ti incendiati, la popolazione decimata o distrutta, o a lmeno rapita e costretta al servizio dei ba nditi. Anche i britannici ha nno però compiuto diverse esperienze nell'organizzare e pilotare guerriglie all'interno dei loro domini coloniali. L'uso di cosiddetti ausiliari irregolari ha sempre giocato un ruolo di una certa importa nza nelle guerre condotte dagli inglesi. Gli effetti di questo diverso e più raffinato metodo furono gli stessi: spopolamento, devast azione, distruzione dell'ordine civile e interdizione dei normali rapporti reciproci di p aesi, popoli e territori. Infatti non c'è dubbio che


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paesi a banditismo endemico abbiano sofferto nel loro sviluppo, che invece non tollera dispersione di energie e risorse. I giovani popoli balcanici devono alla loro tenace energia vitale, se la stagnazione indotta dal banditismo non ha portato al totale sfascio dell'entità statale. In molti casi la guerra ha provocato meno danni dell'attività delle bande. A esempio vengono portate la Cina durante la guerra civile degli anni '20 e la guerra dei Trent'anni in Germania. In entrambe furono le numerosissime bande a far pagare un alto prezzo in vite alle popolazioni. Durante la prima guerra mondiale ci sono stati casi in cui si sono organizzati sabotaggi e irregolari, ma non si arrivò alla vera e propria formazione di bande. Nella seconda guerra mondiale invece la guerra per bande ha conosciuto un vasto sviluppo. Nella OZAK la guerriglia ha raggiunto un culmine che non conoscerà regressi, ma piutttosto salirà. Lo sviluppo storico è confermato anche in questa zona: questo tipo di guerriglia è una guerra totale, condotta con ogni mezzo. La risposta deve di conseguenza superare il metro della totalità. Bisogna essere più efficaci, sviluppare di più l'azione e condurre una vera guerriglia sino all'estremo.

Alla conclusione di questo capitolo, si ha la netta sensazione che un ciclo si sia chiuso. Dall'esercitazione del 1936, dove si sperimentavano le teorie della guerra totale e le forme di difesa in un simile scenario , siamo arrivati a questo manuale del 1944, in cui si afferma indirettamente che la guerra totale non è stata voluta dai tedeschi. Affermazioni come quella che la condotta di guerra tedesca non ha preso atto né ma i prenderà atto dell'avvenuto superamento delle leggi del diritto di guerra, non hanno certo bisogno di una confutazione. Questo conflitto ha certo infranto la distinzio ne prima generalmente accettata tra popolazione civile ed esercito, ma questo non è avvenuto né per fatalità né per gratuita crudeltà. Non solo la dipendenza fortissima delle forze armate dal complesso industriale, produttivo e amministrativo ha reso obbiettivamente la popolazione un bersaglio almeno teoricamente pagante, in quanto primo e fondante elemento di una catena logistica, dalla cui consistenza ed efficienza dipende in ultima analisi gran parte del valore dello strumento bellico vero e proprio. Anche in epoche dove l'industrializzazione era un fattore sconosciuto , quando le contrapposizioni e le tensioni politiche sono state estreme, la guerra non ha conosciuto altri limiti che quelli delle capacità intrinseche dei belligeranti. Al di là del tono decisamente propagandistico, c'è una serie di punti che necessitano di un approfondimento. Il richiamo a cogliere alcune


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determinate differenze psicologiche <29> non meglio specificate, è un indizio che i criteri di valutazione psicologica, come nel "Beitrag zur Psychologi ... ", perduravano anche se in forme più raffinate. Del passo dove sono riconosciute connessioni e somiglianze tra le diverse azioni partigiane in Europa <30>, pensiamo sia uno dei frutti del "Gegnerbekampfung in den besetzten Gebieten ... ". Il metodo di stabilire connesioni andando oltre la superficie delle diversità apparenti è acquisito definitivamente. Nel caso della OZAK si osservavano però reali differenze tra le bande, che secondo le esperienze dell'autore rendono più difficile la repressione. Non c'è dubbio che in questa situazione la standardizzazione soffre notevolmente, specie per quel che riguarda metodi e azione poltica contro i partigiani; d'altro canto ci sono maggiori propabilità di individuare e creare contrasti tali da disgregare il fronte politico avversario. Un altro brano interessante rivela come da parte tedesca si fosse compres?. la molteplice riMur~ deliri gncrq p:.:irtigian::1 in Russi:.1, nono-

stante la presenza di altre asserzioni del tutto gratuite <31 i. La guerra ha carattere nazionale perché devono essere respinti gli invasori, politico perché il potere sovietico minaccia di essere sfaldato dalla presenza di invasori e oppositori, entrambi fortemente motivati e cambiare regime politico e spesso obbiettivamente alleati. Sociale perché quelle categorie che erano state duramente colpite dalla politica stalinista, hanno rialzato la testa sotto la protezione tedesca. Con questi presupposti guerra convenzionale e guerra civile si intrecciano continuamente. La distinzione introdotta tra il sistema bolscevico e quello britannico sta nel fatto che quest' ultimo si basa più sul pilotaggio dell'etnie o dei movimenti di resistenza che sul coinvolgimento diretto, forzato o meno, della popolazione. (29) Cfr . pag. 6 " Vor a llen Dingen mlissen wir bei Betrachtung der wirklichen Lage be slimmte psychologische Unterscheidungen treffen, wenn wir die Ereignisse im Adr iatischen Klistenland richtig beurteilen wollen" (Soprallulto nella valutazione dell'effettiva situazione dobbiamo cogliere determinate differenze psicologiche, se vogliamo giudicare correttamente gli avvenimenti nel Litorale Adriatico). (30) Cfr. pag. 5-6. (31) Cfr . pag. 8 " Es war ein typischer Krieg der Anarchie, ein Wiìten der entfesselten niedrigsten Instinkte. Mord sogar am eigenen Volke und in nichts zu unterschieden von der bolschewislischen Ausrotlungspolitik gegeniiber den Bauern, Arbeitern und den Beamten der Sowjctunion scit 1917." (Era una tipica guerra dell'anarchia, un infuriare dei più. bassi istinti scatenati. Assassinio perfino contro il proprio popolo e in nulla distinguibile dalla politica bolscevica di sterminio contro i contadini, i lavoratori e gli impiegati condotta nel 19 17) .


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Risponde invece più affini di indottrinamento che a scopi di reale comprensione la costante confusione tra banditismo, azione di saccheggiatori armati, presenza di regolari e resistenza <32l. L'unico denominatore comune e che sono raggruppamenti di civili armati e non regolari formazioni militari, ma é un legame troppo tenue. La discriminante risulta dal fine prettamente politico che si po~gono i partigiani, del tutto assente nelle bande armate della guerra civile cinese o nelle squadre che desolarono la Germania nella guerra dei Trent'anni. Con il quarto capitolo "Zonen und Formen des Bandenkrieges" (33l (Zone e forme della guerra per bande) si entra nel vivo dell'argomento parlando delle dottrine politiche dell'avversario e delle zone d'azione delle bande. L'analisi politica si sofferma su ogni provincia, esaminando la composizione etnica e la guida politica di ogni banda, ma siamo costretti a _limitarci ad argomenti generali e a scegliere i punti più significativi. Dall'insieme del capitolo si deduce che politicamente le bande sono state classificate in due grandi categorie, già presenti nel "Gegnerbekampfung in den besetzten Gebieten ... " e nel "Beitrag zur Psychologie ... ". Una è quella dei rappresentanti dell'idea nazionale, tratteggiàti nella descrizione di una formazione di "Italia Libera" <34> e nel paragrafo "Rivalitat der Banden" <35>. L'altra è quella dei comunisti ai quali è dedicato il paragrafo "Die Kommunistische Befreiungsidee" <36>. Gli appartenenti alle bande della cosiddetta "Italia Libera" si considerano italiani nazionali <37> che lottano contro il fascismo, ma che non ne vogliono sapere anche del governo Badoglio. Rappresentano innanzitutto idee tipicamente italiane e affermano il principio '' Italia Liberapredominio italiano nella zona adriatica-totale liberazione dal dominio tedesco". Mantengono stretti collegamenti con gli alleati. Il loro atteggiamento verso il fascismo è non solo di rifiuto, è di odio , in p arte per motivi personali, ma principalmente per cause di fatto. Nelle discussioni con questo settore di banditi non si sono tuttavia dati argomenti utili per una precisa conoscenza politica. Si opera con slogan, si critica la corruzione del partito fascista e la persona di Mussolini al quale non si riconosce alcuna qualità. Una prova della giustezza di questo atteggiamento è il suo legame con la Germania che non è stata un'alleanza,

(32) Cfr. pag. 9. (33) Cfr. capitolo JV pp. 41-43 . (34) Cfr. pag. 47-48 (Contrasti politici). (3 5) Cfr. pag. 49. (36) Cfr. pp. 54-57 (L'idea comunista di liberazione). (37) Cfr. pag. 41 "als nationale ltaliener".


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bensì un tradimento degli interessi italiani. Per questo motivo è comune la lotta contro il fascismo e il nazionalsocialismo, tutti e due visti come idee insopportabili e disonorevoli per l'Italia. In questo si rivela la notevolissima ignoranza dell'italiano medio che abbastanza semplicisticamente concepisce simili il fascismo e il nazionalsocialismo <38>. Un altro motivo di ostilità ai tedeschi è dovuto alla loro iniziativa di far rivivere il fascismo già abbatttuto. Non si vuol sapere molto di comunisti e di direttive da Mosca e si rifiuta il bolscevismo perché rappresenterebbe un'altra tirannia. Non si pensa molto alla effettiva situazione di coercizione nell'Italia occupata dagli alleati, perché si vede l'occupazione militare come un mezzo per vincere. Si conta sulla previsione che dopo i combattimenti gli alleati lasceranno libera l'Italia. L'idea di liberazione comunista è collegata a motivi sociali e cerca di trovare una risposta alle cattive condizioni economiche degli abitanti migliorandone la situazione. L'obbiettivo viene raggiunto con la distru- · zione totale della vecchia e superata forma di vita per sostituirla con una migliore. La storia insegna invece che i tentativi di ril:ondurre ad un unico denominatore livellante tutti gli a spetti del lavoro, dell'economia e della vita sociale falliranno sempre. Due guerre mondiali hanno scosso i fondamenti di vita dei contadini , non significa però che li abbiano invalidati. Solo con la forza e le l:apacità specifiche di questo popolo è (38) Riteniamo interessante r iportare brevemente la comparazione tra fascismo e nazionalsocialismo presente in questo libro. L e due concezioni sono assai simili in determinati obbiettivi politici, ma essenzialmente diverse nei fondamenti ideologici del pensiero p olitico. Entra mbe si sono trovate di fronte il pericolo della dissoluzione dell' organismo sta tale da parte del comunismo, hanno condotto la lotta contro il comunismo , il marxismo e il liberalismo, hanno insiem e u no stile di vita comba ttente. Dalla loro presa di posizione con tro il liberalism o è derivata la lotta contro le forze sovrastatali come la frammassoneria e il capitalism o . La lotta fu cond otta energicamente solo contr o l'internazionale rossa perché rap presenta va la minaccia esterna più evidente per gli stati fascisti. Fascismo e nazionalsocialismo hrumo riconosciuto insieme la necessità di a mpliare lo spazio vitale dei loro popoli. Le principali differenze tra le due ideologie sono: a ) il nazismo ha un preciso programma con fonda menti ideologici, il fascismo no; b) m anca nel fascismo un fonda mento r azzista, accettato in seguito solo per opportunismo politico; c) il fascismo è uno stato totalita rio , ma con l'eccezione della mo narchia, per ché m entre in Germa nia il F lihrer costituzionalmente riceve il giuram ento di tutto l'apparato sta tale, il Duce è solo il Capo del governo r egio e al Re l'apparato sta tale presta giuramento; d) il fascismo ha preso il poter e con una marcia su Roma, il nazismo ha lotta to per 15 a nni per afferm are il suo potere; il primo corrisponde alla mobile n atura italia na alla quale non sarebbe stata possibile una lotta così lunga e tenace, il secondo alla natura perseverante e incrnllabile del tedesco; e) il partito fa scista è un semplice partito politico, la NSDAP è la form a organizzativa della ideologia na zista.


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possibile intraprendere la costruzione di qualcosa di nuovo. Invece il bolscevismo rifiuta nettamente questa impostazione a favore dell'espropriazione dei contadini, dei kolkhoz e dell'industrializzazione dell'agricoltura, dove nel migliore dei casi il contadino diverrebbe l'elemento incolto, ma specializzato di una azienda di massa, come si può vedere dalle situazioni riscontrabili in Russia. Questo sistema rappresenterebbe per i contadini locali una morte economica e professionale e se è possibile che nello stato delle steppe bolscevista gli obbiettivi della politica agricola siano raggiunti con aziende di massa, tali metodi sono inapplicabili nell'OZAK dove i contadini di qualunque nazionalità non sono animali da imbrancare. Essi sono fieri di possedere il loro terreno e non sono per nulla intenzionati a sacrificare tutto a una utopia o ad affidarsi a esperimenti che in primo luogo distruggono il lavoro di una vita. Invece il nuovo ordine europeo considera il contadino come il portatore dell'ulteriore sviluppo àello stato. Essere un contadino per un tedesco significa essere liberi, padroni in casa propria e aspirare a una posizione tra le più importanti nella società. Da questo ceto deriva una forza che conserva e forma lo stato. Perciò il Reich aiuta i contadini liberi e laboriosi a migliorare e aumentare il loro possesso. Perciò il nazionalsocialismo rifiuta il metodo bolscevista dell'eguaglianza di massa e non espropria ii contadino , ìo lega invece al suo possedimento. Molti contadini, che erano stati costretti dai banditi a prestare servizio presso di loro, sono ritornati dai boschi dopo aver conosciuto il bolscevismo nella sua forma più primitiva. È l~ro chiaro che non si può creare un nuovo ordine fondato sull'assassinio e sull'incendio. Aiutati a riprendere il loro lavoro originario, si sono dimostrati pronti a difendersi con le armi in pugno da qualunque metodo bolscevico. La presenza di contrasti politici soprattutto all'interno delle bande, riceve naturalmente grande attenzione insieme ai fattori che tengono basse le diserzioni. I capi cercano di ottenere l'affidabilità dei loro uomini per mezzo di una dura disciplina perché non hanno chiaro cosa definire sicuro e cosa infido. Si cita come esempio una brigata itali ana nella zona di Pielungo. Il servizio di delazione era ben organizzato e colloqui con i prigionieri, specie se amichevoli, erano malvisti e impediti. Ogni contatto con i tedeschi, da chiunque fosse fatto, erà considerato pericoloso per la direzione dello stato maggiore della banda. È la prova che i collegamenti tra vertici e bande non sono su una base sicura e che il sospetto è reciproco, anche se non si potrebbe senz'altro concludere che c'è un allentamento della disciplina o un disgregamento per contrasti politici.


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È invece possibile scindere interiormente le bande influenzandole spiritualmente e istruendole politicamente. La possibilità esiste dovunque perché l'educazione e la convinzione politiche dei banditi hanno basi assai fragili, perché da tutti sono svolte con slogan o idee capite a metà. C'è da supporre che grandi parti di queste bande cederebbero a una propaganda politicamente comprensibile e svolta con intensità, e senza dubbio soggiacerebbero all'effetto più forte di un tentativo metodico di influenzarle_

Per quel che riguarda gli italiani bolscevistizzati, essi rappresentano i principi <li Mosca più o meno teoricamente, ma non hanno le idee ben chiare. Il peso politico è dei nazionalisti perché loro è l'idea politica dominante. Il motivo delle ridotte diserzioni risiede nell'indubbia migliore situazione militare dei banditi. I loro attacchi riescono quasi sempre, godono nell'interno del paese della copertura della popolazione e hanno bastanti rifornimenti di ottime armi _ Manca una vera disciplina militare nel senso tedesco. Il famigerato tatto inglese nel manipolare si esplica anche qui, lasciando che vivano secondo le loro abitudini. Non li si tedia con esercitazioni, li si rifornisce di viveri e generi di conforto, li lascia combattere a modo loro e si fanno loro grandi promesse. Le unità ausiliarie italiane presso i tedeschi non godono delle libertà offerte ai partigiani e perciò la lotta per la libertà non trova soitanto un impulso ideale, ma un forte stimolo nelle reali condizioni di vita così rispondenti allo stile di vita italiano. Finché le condizioni di vantaggio militare durano, non ci saranno grandi difficoltà per i capi delle bande. Non esiste una opinione unitaria su quello che politicamente si vuole e mancano del tutto obbiettivi sociali, economici e politici. Il concetto nella liherl.à d'Italia è troppo vago per avere un impatto reale e non si può immaginare niente dell'Italia futura. Caratteristica è la comune opinione che l'inizio della libertà ci sia con la distruzione della potenza militare tedesca. Questi italiani non hanno affatto riflettuto sulle vere intenzioni degli inglesi e degli americani. Sono abituati a credere alle promesse degli americani e l'attuale situazione militare rafforza enormemente la loro fiducia. La convinzione politica è dunque rafforzata con dati di fatto, ai quali per il momento i tedeschi non hanno niente da opporre, se non le armi segrete. Anche se per un quadro completo mancano i dettagli sulle singole province, il risultato di una delle migliori analisi sulle bande che abbiamo finora reperito può definirsi solo parzialmente soddisfacente. Nelle linee generali non mancano numerosi punti di contatto con la realtà, ma sono pure presenti semplificazioni, errori grossolani e affermazioni


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controverse'. La divisione tra nazionalisti e comunisti non tiene conto che sotto la prima denominazione non c'è una realtà unitaria <39>. Il fatto che i "Garibaldianer" siano considerati un gruppo terroristico a parte, non una formazione comunista, è un grave equivoco <40>. Esistono i contrasti politici e il dibattito interno, giustamente si riporta che talvolta si sono verificati scontri armati, ma non basta un esempio per affermare che i nazionalisti hanno una sorta di egemonia politica. Si cita il racconto di una riunione partigiana, probabilmente dal rapporto di una spia o di un disertore. Durante un dibattito politico il rappresentante comunista traccia sul muro falce e martello, ne nascono accese discussioni alla fine delle quali il rappresentante nazionalista traccia accanto un tricolore; il giorno dopo, il comandante della formazione ordina di cancellare il simbolo comunista e da ciò viene dedotta l'egemonia dei nazionalisti. Tralasciando accenni a eventuali comandi partigiani in mano inglese (41 >, va riscontrata la presenza di un'opinione erronea secondo la quale la vita partigiana presenta più attrattive anche perché lascia più libertà al singolo, sottoposto a una disciplina rilassata <42>. È probabile che ad una mentalità militare abituata a curare anche gli aspetti formali, la mancanza di questi dovesse sembrare un elemento negativo al mantenimento di una saida disciplina. invero la riduzione o la scomparsa degli elementi formali comporta ai contrario una disciplina sostanzialmente più dura, perché richiede alla truppa un alto senso di responsabilità che deve compensare l'assenza di un complesso di usi e riti atto ad inculcare sin dall'inizio l'idea dell'obbedienza. Questa opinione si inserisce nel problema delle motivazioni che inducono i partigiani a non disertare. È corretto stimare che la situazione militare generale e i facili successi deiia tattica partigiana sono fattori che incoraggiano a perseverare nella lotta all'occupante, ma bisogna ricordare che le formazioni partigiane hanno retto all'inverno 1944 dove il fronte italiano stagnava e i tedeschi rastrellavano con un certo successo, senza dire che l'esperienza dell'area balcanica forniva l' esempio di una resistenza protrattasi nonostante i successi tedeschi nella guerra c nella controguerriglia. (39) Cfr. pag. 47- 48. (40) Sono le formazioni "Garibaldi", cfr . pag. 49-50. (4 1) Cfr. pag. 49-50 "Hier bestehen an sich Keine Gegcnsatze in der Fuhrung , da fi.ir beide Bandengruppen vermutlich der englische Major zustandig isl" (Qui non sorge a lcun contrasto nel comando, perché è presumibile che per entrambi i gruppi partigiani sia responsabile il magginre inglese}.

(42} Cfr . pag. 50 "lockere Disziplin, die den italienischen 'dolce far niente' entspricht" (disciplina rilassata, c he risponde all'italico 'dolce far niente').


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Dunque, se la vita partigiana non è più comoda o rilassata di quella militare (se mai più dura), se i successi degli eserciti e dei partigiani sono un fattore anche rilevante ma contingente, bisogna chiedersi cosa spingesse questi uomini a entrare nella guerriglia. Non restano che le motivazioni personali e politiche, sulle quali il "Bandenkampf in der OZAK" si presenta piuttosto contraddittorio. Lo stesso Schneider-Bosgard esclude che i motivi personali di odio verso il fascismo abbiano un peso rilevante, contano di più le condizioni di fatto <43>, Egli individua anche con estrema chiarezza i motivi per cui vengono accomunati nell'odio fascismo e nazismo. Quando però si tratta di esporre i programmi politici del nemico, risulta che non ce ne sono, che al massimo si lavora con parole d'ordine e idee capite a metà. Eppure il programma comunista di collettivizzazione agricola è esposto e discusso con una certa ampiezza , ma i comunisti italiani "vertreten die Grundsatze Moskaus mehr oder weniger nur thcoretsch. Sie sind also nur Anhanger einer Idee tiber die sie nicht einmal recht im Klaren sind" (44>_ L ' ipotesi che gli analisti tede:sd1i fossero effeuivamente cosi incapaci di c~mprenderc la situazione reale è in questo caso da escludere. L'introduzione di Globocnik opera una netta distinzione tra i vertici, politicamente pericolosi, c la grande massa delle bande. Su questa base vanno interpretate le ripetute asserzioni sulla constatata assenza di un chiaro programma politico dei partigiani. A questa chiave interpretativa bisogna aggiungere il fatto che il testo ha scopi anche di propaganda tra gli ufficiali. Riteniamo che un testo di controguerriglia debba essere il più possibile libero dai pregiudizi dell'autore e delJ'istituzione cui appartiene, se si vuole operare efficacemente, ma bisogna riconoscere che è una questione di scelte dipendenti anche àaììa pariicoiarc congiuntura politica, in quanto è difficile penetrare nella mentalità dell'avversario senza che si pongano imbarazzanti questiotù sulla bontà delle proprie ragioni. L'opportunità politica può ritenere più importante la fede della truppa in determinati valori che non una buona capacità di valutazione critica e l'esempio nazista è paradigmatico in proposito. Anche nell'indoltrinamento politico in tempi di pace è ben difficile che tutti gli aderenti riescano a raggiungere un buon livello di rigore e precisione nell'acquisizione del patrimonio ideologico, obbiettivo ancor

(43) Cfr. pag. 46. (44) Cfr . pag. 49 (rappresentano i principi di Mosca solo più o meno teoricamente. Sono quindi solo i seguaci di un'idea, sulla quale non si sono nemmeno chiariti).


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più arduo in una guerriglia. È logico che allora si pensi che un'azione propagandistica ben concertata e continuata possa creare fratture psicologiche tra i partigiani, solo che si sottovaluta la forza con cui pochi concetti, anche non capiti a fondo ma nei quali si crede, possano restare impressi, senza tener conto che le rappresaglie non avrebbero mai favorito la propaganda nazista. Infine bisogna rilevare la cura che la propaganda tedesca neUa OZAK dedicò al problema contadino ottenendo anche dei successi, come vedremo in questo stesso libro e come risulta dai documenti della SS-Standarte "Kurt Eggcrs" conservati nell'IZDG. Avvalendosi della retorica nazista sull'importanza della classe contadina e sfruttando le circostanze in cui si trovavano i numerosi piccoli proprietari contadini, i tedeschi trovarono un valido alleato che aveva tutto l'interesse a mantenere lo status quo non importa sotto quale regime, pur di non spartire i suoi possessi con il bracciantato e affini strati sociali , d1e nd " Bcilrag z ur Psychologic ... " sono già citati come tra i più fedeli seguaci delle idee comunista. Sempre nel quarto capitolo è contenuta una importante classificazione delle zone d'operazione partigiane; strumento di analisi nato dalla bruciante constatazione che nemmeno nelle città e nei punti strategici saldamente tenuti, i tedeschi potevano ritenersi al sicuro da attentati. Quattro sono 1c categorie, già descritte nel "Dandenbckampfung" del 1944, in cui sono divise le sfere d'azione dei partigiani: territorio libero, minacciato, infestato e dominato dalle bande. Dai punto di vista politico-militare un territorio libero da bande è quello che è inequivocabilmente in mano tedesca: le grandi ciltà e i loro dintorni, agglomerati medi e piccoli sotto diretta protezione tedesca e che sono caposaldi oppure collegati a vicini caposaldi da difese o sentinelle avanzate. Con ciò non sono affatto escluse singole azioni contro le truppe d'occupazione o istituzioni dell'amministrazione civile eseguite da membri della banda più vicina o da elementi che risiedono nel centro. Insomma in un territorio di operazioni antibandc niente è assolutamente sicuro e se si accetta questo principio, bisogna dedurne che sono possibili sempre delle azioni partigiane. Tuttavia non possono verificarsi azioni di grande portata perché mancano i naturali presupposti: concentrazione, mantenimento dei collegamenti e condotta unitaria dei combattimenti. Perciò bisogna


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prevedere: attentati dinamitardi, rapine, furti di derrate, assassini di singole persone, attacchi a obbiettivi militari come caserme e viadotti sorvegliati. Mentre nel territorio libero le azioni partigiane sono solo possibili, in quello minacciato esse sono probabili, bisogna tener presente la possibilità che compaiano bande medie, piccole e piccolissime e che dipende solo dalle circostanze e dalle intenzioni partigiane lo svolgimento di azioni individuali o collettive. I sabotaggi come azioni isolate si inseriscono in un quadro operativo più ampio caratterizzato da: attentati dinamitardi alle ferrovie, distruzione di cavi telefonici, minamcnto di strade, attacchi di sorpresa su colonne appiedate o motorizzate, attacchi a caposaldi, rapimenti di popolazione civile, furti in grande stile di materiale logistico. Il territorio minacciato deve essere considerato zona d'influenza delle bande perché in ogni caso è una zona di rifornimento, anche se non di sede stabile, particolarmente per le azioni minori. Inoltre nei loro attacchi che partono dal territorio dominato, le bande cercano di danneggiare il corso normale delle funzioni vitali della forza di occupazione, tentando ovviamente di infliggere il massimo delle perdite. Il principio fondamentale da applicare nel territorio infestato da bande è che le azioni partigiane sono sicure. Nel caso precedente si aveva ancora a che fare con una zona d'infiltrazione, in questo si riscontra la presenza di bande stazionarie anche di grandi dimensioni. Già ci sono in parte dei depositi, esistono collegamenti stabili e interi circondari sono sotto l'autorità dei banditi. Una particolare caratteristica distintiva è offerta dalle condizioni in cui versano i caposaldi della Wehrmacht, che persino in questa zona possono essere presenti. Nel territorio minacciato i collegamenti tra caposaldi sono possibili in maggiore o minore sicurezza, in quello infestato i caposaldi sono delle enclaves protette solo dall'azione diretta delle armi a loro disposizione, i collegamenti sono solo possibili sotto forte scorta e con la certezza di un attacco alla scorta. Qui sono possibili anche operazioni di guerriglia con i caratteri di una vera e propria azione militare. Da parte tedesca si reputano possibili solo operazioni decisamente grandi, mentre si escludono quasi del tutto le azioni impostate su reparti delle dimensioni di u~'unità d'assalto, che invece nel territorio minacciato erano quasi il limite massimo di impiego delle forze. Naturalmente l'uso di reparti d'assalto è possibile proprio come se operassero nelle retrovie nemiche alle spalle di un forte fronte; perciò devono essere piccoli e armati con armi pesanti. Comunque sono una rarità perché si rischia di subire spiacevoli sorprese del t ipo che quelle posizioni di partenza, cht: t:ranu statt: Ol:l:upate poco


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prima di un attacco, al ritorno dall'azione si ritrovano improvvisamente occupate da una banda con prevedibili conseguenze per i soldati. Dunque, le operazioni in territorio infestato richiedono forze considerevoli e ogni tipo di precauzione e protezione. Il territorio dominato da bande è assolutamente zona nemica. La truppa ivi operante deve fare i conti con attacchi e contromisure partigiane in grande stile. Questa zona è il punto di partenza, lo spazio logistico e la base protetta dei banditi. Qui ci sono gli accampamenti, gli arsenali, le zone di esercitazione delle riserve costituite con il massiccio reclutamento forzoso della popolazione civile, i quartier generali delle brigate e delle divisioni. Inoltre i banditi amministrano la vita civile e prendono tutti i provvedimenti necessari alla continuazione dello sforzo bellico. In questa zona di loro sovranità le strade sono sotto il loro diretto controllo, come anche tutte le installazioni tecniche. I confini non sono rigidi e si possono modificare secondo la situazione bellica, ma il territorio resta un punto di riferimento centrale per tutte le unità, per gli aviorifornimenti e l'allestimento di superfici di atterraggio, anche in zone molto accidentate. Particolare importanza riveste il problema dei rifornimenti. I mezzi a disposizione dei banditi sono abbastanza primitivi e questo causa un gran numero di problemi che nelle operazioni vengono risolti con il prelievo del necessario al nemico, mentre nel territorio dominato possono essere risolti quei problemi troppo complessi per un'unità operativa. Comunque il valore di questa base logistica è limitato dal fatto che essa è un'enclave nel territorio occupato dalle truppe tedesche. Invece l'occupante dispone deJle fonti di produzione industriale in un ricco retroterra da! quale può regolare l' afflusso di a rmi, munizioni, viveri quasi a suo piacimento, disponendo così di un certo vantaggio logistico sull' avversario. Tuttavia il problema della sicurezza dei rifornimenti rimane insoluto anche con l'impiego di im ponenti misure di sicurezza nella zona di operazioni . TI pensiero che la guerriglia non possa alterare le coiidizioni di superiorità materiale in modo percettibile, essendo pur sempre fondata su piccoli azioni, e che il danno si limiti al cosiddetto colpo di spillo, è un madornale errore . Basta pensare al materiale che deve essere prodotto per rimpiazzare quello continuamente perduto, ai continui trasporti da preparare, al numero di lavoratori necessario per riparare e approntare installazioni militari e civili, ai soldati che si impiegano attivamente o in compiti di presidio per capire quale quantità di risorse e uomini viene sullralta agli altri fronti e quali effetti abbia la guerriglia. lJi


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fronte al vantaggio tedesco nell'abbondanza di rifornimenti, i partigiani oppongono la loro quasi assoluta sicurezza all'interno della zona liberata. L'unica minaccia alla loro tranquillità è una grande azione che abbia come obbiettivo proprio il territorio dominato dalle bande. Ma anche il grande rastrellamento finisce e, non potendosi occupare ogni villaggio, la zona viene sgomberata: dietro alle truppe in ritirata si ricompongono le unità partigiane prima sbandate e, per quanto abbiano subito perdite materiali e umane, la vecchia vita da banditi ricom incia, magari in forma più virulenta. La guerriglia assumerebbe un altro volto se i partigiani subissero le azioni che progettano contro i loro avversari, possibilmente in misura doppia. La chiave della guerriglia sta esclusivamente nella zona controllata d ai banditi p erché è il centro organizzativo e logistico di tutte le operazioni contro l'occupante . Rispetto a tutti gli altri testi il "Bandenkampf in der OZAK" spicca per lo sviluppo di un'importante acquisizione per l'analisi operativa <lei fenomeno delia gucn-iglia, già r::.pidamcntc d assifkata nel "Bandenbekampfung". Fino a questi scritti il criterio usato era quello della grandezza della banda o al massimo si badava alla presenza di grandi accampamenti fortificati, ma manca un qualsiasi rigore classificatorio. I fondamenti di queste distinzioni sono: la possibilità di azione partigiana, le dimensioni delle bande impiegate, la qualità delle azioni di guerriglia, l'esistenza e le condizioni operative di caposaldi, l'operabilità da parte tedesca con piccole formazioni e la qualità della presenza partigiana . Quanto più le formazioni partigiane si stabilizzano, tanto meno il territorio è penetrabile con piccoli reparti, tanto meno i caposaldi possono esercitare una zona di controllo, tanto più forte deve essere la scorta per assicurare i collegamenti. Direttamente proporzionale è anche l'importanza delle azioni partigiane fino ad a rrivare allo stadio in cui non vi sono più azioni perché il territorio è completamente dominato . A questo punto subentrano le attività amministrative e logistiche che rendono la zona il centro da cui si può organizzare l'espansione della guerriglia. Punto cruciale di questa espansione è il territorio minacciato che si configura come una zona di infiltrazione. L'unico aspetto che non ci sembra abbastanza considerato è quello politico. La popolazione non sembra essere un fattore indipendente di qualche importanza, quanto spettatrice passiva delle alternanze di controllo sulle diverse zone controllate. Specialmente nel territorio dominato da bande non sembra prendere parte attiva, se non quando costretta da quakhe reclutamento forzato . Una zona liberata è la chiave di volta


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della guerriglia in quanto base acquisita dì consenso e di conseguenza logistica e organizzativa. L'autore sembra interpretare troppo meccanicamente il nesso tra controllo militare e esercizio di autorità in una zona dominata, trascurando tutto il necessario lavoro politico che deve essere svolto perché la popolazione aderisca a un movimento che, se non raccoglie consensi, è condannato alla sconfitta. Pensiamo che sia semplicistica la concezione che il consenso si crei con la durata del controllo su una determinata zona, tanto più che spesso la zona liberata sorge come espressione del nuovo equilibrio politico sorto precedentemente. Buona parte dei presupposti per la nascita di una zona liberata vengono infatti creati durante la fase di infiltrazione e di successivo consolidamento, delle quali la zona liberata rappresenta il culmine. La risposta all 'attività dei partigiani è delineata nel quinto capitolo "Kampfpraxis und Kampftaktik " (Prassi e tattica di combattimento) che presenta notevoli differen ze per il modo in cui vengono affrontati i temi delle tecniche antipartigiane rispcllo ai testi che finora abbiamo esaminato. Oitre a precisare alcuni aspetti della fun zione degli Jagdkommandos, il libro cerca di individuare i p unti nevralgici dell'organizzazione dell'avversaria anziché elencare una serie di manovre e accorgimenti utili alla buona riuscita di un rastrellamento. lì primo fondamento intorno al quale si gioca la partita tra guerriglieri e occupanti , grazie al quale il regolare svolgimento delle operazioni è assicurato, è l'organizzazione. Il funzionamento senza attriti di una vasta organizzazione è già la i:Jase per il successo di una guerra convenzionale e lo è ancor di più nella guerra per bande. Il primo obbiettivo. dei partigiani è il disturbo delle funzioni vitali e la disorganizzazione dell'apparato nemico, raggiunto con attacchi alle ferrovie, alle altre reti di comunicazione, ai cavi telefonici, alle colonne di rifornimenti, ai reparti incaricati della costruzione di opere belliche ecc. D'altro canto la guerra per bande richiede molto più talento organizzativo perché gli ostacoli imprevisti sono più numerosi e le fonti di rifornimento sono sempre insufficienti, per cui l'a iuto materiale di maggiore consistenza può venire solo dall'esterno. Nonostante il rifornimento derivi da prede di gu erra strappate alla potenza occupante oppure da aviolanci alleati, il numero e la qualità degli armamenti e dell'equipaggiamento non ha cessato di aumentare, segno che l'organizzazione partigiana si è rivelata efficace.

Invece le opinioni dei tedeschi sull'insieme.e sulle capacità dell'organizzazione logistica dei guerriglieri non sono sempre molto chiare. Il problema è costituito dalla diversità e conlraddittorietà delle fon ti di


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informazione disponibili. Da una parte ci sono gli interrogatori dei prigionieri e le deposizioni dei disertori. Quelli di persone provenienti da particolari distretti parlano di formazioni male armate ed equipaggiate: è assai facile estendere questo dato alla totalità delle bande, con la conseguenza che si adottano misure in partenza inefficienti o insufficienti, di cui ripetutamente hanno fatto le spese squadre d'assalto o scorte di convogli. Se ne deduce che molte dichiarazioni di disertori abbiano un deliberato fine propagandistico e di inganno. Le manovre diversive già sperimentate nei grandi scontri sul fronte orientale, vengono abilmente riprese. Anche se in singole operazioni i banditi hanno effettivamente perso grandi quantità di materiale, i loro rifornimenti non hanno conosciuto apprezzabili cali. L 'altra fonte d'informazione è la presa diretta di visione sul luogo di operazione. A volte l'evidenza materiale indica situazioni disperate, carenze organizzative o incapacità. Altre volte induce a concludere che la qualità organizzativa è alta. Nelle zone dominate dai banditi sono stati individuati ospedali da campo e di seconda llnP";l hPn ":.lll,:::i,C'titi - - - - - - -~ ,._,_. .... _ .. _ _ ,_, _,.., .

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vono essere disponibiii in quantità sufficienti. Va anche considerato che una guerra per bande differisce molto da una guerra convenzionale nei livelli logistici ritenuti minimi. Spesso le zone liberate sono economicamente povere e i partigiani devono accontentarsi di quello che c'è riducendo al massimo le loro funzioni vitali. In nessun caso bisogna credere all'erronea opinione che i banditi si cibino di erba o altri vegetali non commestibili. Il mezzo di cui dispongono i partigiani per spostare l'iniziale squilibrio a loro sfavore in fatto di qualità organizzativa e ricchezza di materiale, che altrimenti li costringerebbe sempre a stare sulla difensiva, è l'insieme delle loro azioni offen sive. Nella guerriglia l'attaccante ha sempre precisi vantaggi come: scelta delle posizioni d'imboscata, scelta della forma dell'attacco di sorpresa e dell'azione fulminea. La decisione di attaccare dipende esclusivamente dalla possibilità di sorpresa, mentre non rientra nelle sue intenzioni accettare combattimenti regolari o attacchi a posizioni ben difese. Solo in casi di accerchiamento viene eseguito un regolare attacco con tenacia paragonabile a quella delle truppe tedesche e tale da smentire affrettate conclusioni sulle capacità e sul morale combattivo dei partigiani. Il fine di questi numerosi attacchi di sorpresa è di creare confusione e disturbare l'organizzazione nemica, in attesa di passare (non appena la forza del movimento lo permette) ad azioni di più vasto impegno. Anche se la guerriglia si mantiene a i livelli che precedono questo salto di qualità, non bisogna considerarla un fenomeno fastidioso, ma strategicamente irrilevante. Al contrario nel momento attuale essa è importante più che mai.


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Naturalmente la rete informativa partigiana ha un peso notevole nella riuscita delle operazioni delle bande. Il settore più importante è quello che si appoggia alla popolazione civile e ad agenti di collegamento. Ogni civile può essere un informatore e un corriere che fa capo a un incaricato della raccolta delle notizie, il quale spesso svolge funzioni pubbliche anche nel territorio libero da bande. Da questo incaricato il materiale viene trasmesso agli agenti di collegamento delle singole bande. Diverse persone impiegate negli organi statali o circondariali sono al diretto servizio dei banditi. Conseguentemente solo chi conosce nei più piccoli dettagli l'organizzazione della rete informativa ed è capace di distruggerla con metodi adeguati, può preparare effettivamente il successo delle sue azioni. Poiché ogni contadino può essere un corriere o fornire al partigiano i generi di cui difetta e poiché in genere i civili svolgono importanti funzioni in questo campo, risulta necessario un più stretto controllo sulla popolazione. La retata (45l è un mezzo abbastanza efficace e quanto più viene praticata tanto più rende difficile la condotta bellica dei partigiani. Infatti serve a scoraggiare una buoi1a parte della popolazione dall'aiutare i partigiani, perché è una minaccia costante e improvvisa e toglie al servizio di informazioni partigiano la possibilità di conoscere in dettaglio i movimenti dell'esercito. Distruggendo le strutture organizzative tedesche, i partigiani cercano di costringerli a prendere provvedimenti tali da ostacolare i loro piani o da essere forzati all'improvvisazione, con l'obbiettivo ultimo di ridurli alla difensiva e a reagire solo direttamente alle azioni partigiane. La Wehrmacht deve ribaltare i termini della situazione schiacciando o neutralizzando la rete informativa partigiana e colpendo i depositi, che sono il secondo punto debole del nemico. Una rete di depositi di viveri ed equipaggiamento fissi e mobili permette ai partigiani di muoversi relativamente liberi da grossi bagagli. I depositi sono regolarmente integrati e riempiti da particolari incaricati. Almeno nel territorio minacciato dalle bande il numero e la localizzazione dei depositi vengono continuamente cambiati. Nei territori infestati vi sono anch e numerose zone di lancio, singole invece in quelli minacciati. È necessario distruggere con una catena di piccolissime e di piccole operazioni questi due caposaldi dell'organizzazione partigiana, -perché solo con questo metodo si disturbano le loro operazioni molto di più che non con grandi azioni militari. Colpendo i suoi depositi si provocano al nemico perdite materiali alle quali è ben più sensibile che a quelle umane, perché sono più difficili da ri mpiazzare e Io si costringe a occuparsi più alla difesa dei depositi che all'azione offensiva, ottenendo pure il risultato ·cti frazionare le sue forze. (45) T raduciamo Razzia con retata .


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Se si pensa a quali risultati possa fornire la grande operazione ci si accorge che per un certo periodo di tempo essa pacifica la zona interessata, senza influenzare affatto la guerriglia, che invece viene molto scoraggiata da un gran numero di piccole azioni aggressive. Chi non riesce a rispondere fulmineamente alle azioni nemiche con un numero doppio di azioni è in posizione di inferiorità. Il principio che deve guidare l'azione dei soldati tedeschi è di inseguire e annientare i partigiani con cui vengano in contatto. La logica conseguenza è che bisogna essere pronti a condurre una vita di guerra, lontano da ogni contatto con la civiltà per giorni e giorni nel corso di un inseguimento. Diversamente da altri impieghi al fronte, nella controguerriglia è inconcepibile pensare al ritorno alla base per un tempo previsto o interrompere l'azione perché bisogna cercarsi un acquartieramento. Una causa particolare dei successi partigiani è l'impiego di truppe non- tedesche nella sorveglianza di obbiettivi vitali (viadotti, ponti ferroviari, strade, incroci, depositi, caserme ecc.). In più di una occasione, anche con propria superiorità numerica queste truppe si sono provate del tutto inaffidabili. Al primo posto per basso valore combattivo e morale vengono le truppe italiane, non importa di quale specialità. Subito dopo vengono i croati, che hanno dimostrato maggiore aggressività, resistenza nel combattimento e migliori virtù militari, ma che non sono stati di assoluto affidamento. Medesimo discorso va fatto per gli sloveni, i quali però, una volta che sono stati politicamente convinti, mostrano rimarchevoli qualità militari, danno assoluto affidamento, sono disciplinati e di buona volontà. I motivi per cui esistono sempre dei punti deboli in queste truppe , fatte rare eccezioni, sono: l'effetto dell'agitazione nemica, la problematica situazione militare in tutti i fronti, la mancanza di una grande idea politica che coinvolga le minoranze nazionali, le differenze tra le abitudini straniere e quelle tedesche nella vita militare. In questo periodo la contropropaganda tedesca ha ben poco da opporre ai concreti argomenti della propaganda alleata che colpisce l'animo di questi popoli meridionali più inclini a credere ai fatti che non ad un ideale. Per i soldati tedeschi la vittoria delle proprie armi è un fatto di fede, e se nonostante tutto esiste ancora una milizia territoriale slovena, reparti croati combattono al fianco dei tedeschi e se si possono impiegare in combattimento senza esitazione dei reparti italiani, questa è una straordinaria prestazione della propaganda nazista che lavora in condizioni difficilissime. È di estrema importanza far sentire al soldato straniero l'assoluta protezione dell'esercito tedesco. Comunque finché davanti a ogni minoranza non c'é una chiara proposta politica, si verificheranno sempre dei contrasti di interesse che influenzeranno negativamente


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lo svolgimento della lotta. L'ideale unificante dell'Europa potrebbe fruttare quakhe buon singolo combattente, ma non è penetrata molto nella massa. Quello che sembra abbastanza chiaro è che in tutti gli strati della popolazione è subentrato un vivo desiderio di ritornare alla situazione prebellica e alle sue concezioni politiche. Forse potrebbe essere un punto di partenza per la propaganda, capace di interessare tutti a una piattaforma comune e sicuramente di stimolare i soldati dei reparti locali. Non sempre il modo di combattere di queste truppe corrisponde agli standard tedeschi, ma sarebbe un errore assumere un atteggiamento negativo. Meglio e più fruttuoso dare loro la possibilità di condurre il combattimento come sono abituati, dar meno valore all'addestramento di caserma e a una mentalità che non è la loro. Il migliore impiego operativo dei volontari locali non è la grande operazione quanto le piccole azioni come Jagdkommandos, controbande e squadre d'assalto. Accanto alle grandi operazioni che si pongono obbiettivi di più grande portata, i piccoli reparti ben armati e sotto un buon comandante sono il mezzo più promettente per una efficace controguerriglia. In genere ad ogni banda di cui si è stabilita la presenza si assegna un reparto che si occupa esclusivamente di quella banda fino a che non sia stata cacciala, decimata o annientata. I tre tipi di unità antipartigiana si distinguono semplicemente per la forma deU'impiego attivo. La squadra d'assalto è stazionaria e i suoi compiti sono limitati nel tempo e nello spazio. Gli Jagdkommandos sì sviluppano più nella forma di spedizioni nelle quali non vi sono limiti di tempo, ritmo di azione e portata. Mentre .la squadra d'assalto agisce su un obbiettivo ben preciso già predetermina tn, le T~ grllcnrnm !l nrln non l, ~1 nn nhh1P1-f-h,A prPr-i cfl , rir~ r,~!=I ~ntr.nnm a -

mente il suo avversario e lo combatte secondo le regole della guerriglia, tra cui l'assalto di sorpresa è la forma principale. La controbanda ha in più importanti compiti politici. Le sue dimensioni devono essere mantenute limitate, !e sue capacità di sopravvivenza sono decise nel bene e nel male dalle capacità militari e politiche del capo. La sola esistenza 9(una controbanda deve già agire in senso scissionista e disgregante nei confronti delle altre bande. 11 suo compito principale è di recuperare i seguaci e i reclutati a forza dalle formazioni dei banditi. In ogni caso eserciteranno una attrazione il capo migliore, il superiore equipaggiamento e il sicuro app(?ggio della Wehrmacht. È psicologicamente importante non impiega re elementi estranei alla zona nelle controbande, perché i banditi combattono contro fratelli e non contro stranieri. I banditi devono essere combattuti co n i loro stessi mezzi


LE DOTTRINE T EUESCIIE DI CONTROGlJERRIGI.IA 1936 -1944

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e proprio nel terreno dove si reputano maestri nello sfruttarlo. La superiorità tecnica e qualitativa delle controbande, formate da elementi locali, assicureranno ad esse una posizione di assoluto predominio che indurrà aiìa mclssima prudenza e ~iffidenza i banditi forestieri, non mancando di sviluppare una forte attrazione ai seguaci e ai reclutati a forza appartenenti alla stessa zona. l successi ottenuti dalla monarchia austro-ungarica contro le bande nei distretti di frontiera bosniaci, albanesi e montenegrini e la tattica di guerra per bande impiegata nella Serbia occupata, danno ancora qualche indicazione e perlomeno provano che nella guerra per bande certe forme rimangono costanti. Un effetto rilevante verrebbe prodotto dall'impiego diretto dell'aereo nella lotta antibande nei terreni inaccessibili del Carso. Non essendo al momento possibile e tenendo conto che in genere la moderna tecnica bellica non modifica sensibilmente l'aspetto della guerra per bande, lo Sf'.P.nario operativo rimarrà inalti::rat0 a!me!1o nel p!"o~simo foturo. Alla fine del capitolo viene citata una istruzione del capo di stato maggiore bulgaro sulla struttura e tattica delle controbande, che trovò poi corrispondenza senza notevoli modifiche nella condotta bellica della monarchia austro-ungarica. Qui forniamo la traduzione integrale (46). "Istruzione 4 sulla costituzione e tattica delle controbande." Nisch, 16. Luglio 1917. § 1. Proprio come la polizia in uniforme ha bisogno del completamento della polizia criminale, così la controbanda è necessaria per l'ap poggio alle truppe . § 2. I! principale valore della t:Ontrcbanda non risiede nella sua forza,

bensì nella persona del suo capo. La forza di una controbanda è fissata a 15-20 uomini. Equipaggiamento degli uomini della controbanda: Ogni uomo con fucile, munizioni fino a l 00 cartucce, una bomba a mano, un pacchetto di pronto soccorso, nessuno zaino, tascapane e mantello, questi ultimi potrebbero essere utilmente caricati su cavalli, che possono essere usati per fornire una cavalcatura agli uomini. § 3. Ogni controbanda riceve l' incarico di inseguire una determinata ban-

da per giorni, settimane, mesi. (46) Cfr. Ilandcnkampf .in der OZAK pag. 94-95. La citazione è tratta dallo scritto K!einkrieg di Arthur Ebcrh ardt. Non si hanno ulteriori dati sullo sc ritto .


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Questo principio è una regola fondamentale e deve essere seguito come una legge. È permesso istituire una propria rete di informatori. La tattica della controbanda è la stessa della banda. La controbanda si muove, si riposa, si protegge e combatte come una piccola unità indipendente. La sua arma più potente è la sorpresa, la sua forza maggiore sta nell'iniziativa. Importante è il mantenimento del segreto su tutti i movimenti. Il comandante della controbanda comunica la sua posizione ai suoi superiori ogni due giorni attraverso messaggeri, altre notizie le trasmette alle truppe più vicine. La controbanda si mantiene o presso le truppe più vicine o a spese della località. Capo del MGG/ Norawa: Colonnello T. A completamento delle direttive tattiche, le seguenti disposizioni amministrative facilitavano la difesa dalle bande: documento con fotografia obbligatorio per ogni abitante; divieto assoluto di ospitare irregolari; obbligo per chiunque di comunicare alla più vicina stazione di gendarmeria la comparsa di una banda; coprifuoco assoluto ìa notte; obbìigo per i co~ muni di abbattere una fascia di 100 metri di vegetazione su entrambi i lati della strada. Terminata l'esposizione per sommi capi del documento per quel che riguarda questo specifico capitolo, risalta ancor più chiaramente quanto avevamo premesso. L'analisi dettagliata delle particolarità tattiche non è stata tralasciata, ma essa non è più, come per esempio nelle "Richtlinien", l'unico dato per orientarsi nel fenomeno della guerriglia. Nell'allegato forniremo il testo completo del capitolo che espone le tattiche partigia ne, ma pensiamo che rispetto al lavoro compilatorio sul complesso delle tattiche usate dai guerriglieri, sia decisamente più originale e valido lo sforzo di teorizzazione di questa parte del libro tesa ad individuare i punti nodali della struttura combattente del nemico. Non si può non notare che, diversamente dall'analisi politico-etnica, c'è una costante preoccupazione per l'esattezza delle informazioni, la concordanza tra le varie forme d'informazioni e l'interpreta?Jone del comp lesso e poliedrico quadro della guerriglia. Evidentemente i due aspetti di analisi politica e militare non si sono intimamente fusi come sembrava p romettere il manuale e éome richiede una efficace prassi di controguerriglia. La nostra constatazione è sconcertantemente confermata dalla citata lettera che ci è servita per datare il libro <47 ). I n essa è esplicitamente espresso il desiderio del Gauleiter di accorciare l'introduzione politica e far estendere maggiormente la trattazione sulla lotta alle bande. (47) Cfr. nota 3 del presente capitolo.


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Che un'autorità politica abdichi così completamente al ruolo in cui è principalmente competente, è forse spiegabile con la preoccupante situazione nella OZAK che poteva far sembrare di utilità immediata più la lotta armata, capace di fornire subito tangibili successi, che la lenta e più complessa azione politica. Tuttavia l'urgenza del problema politico si ripropone drammaticamente quando l'autore si interroga su quali idee politiche si possano proporre per ottenere truppe non-tedesche più motivate e combattive (48>. Con ciò pensiamo di aver bastantemente sottolineato l'importanza del fattore politico, quale costante decisiva della controguerriglia rispetto alle varie misure poliziesche di controllo della popolazione e alle tattiche militari specifiche. Questi ultimi elementi sono indispensabili per condurre una controguerriglia, ma l'affermazione che un fenomeno di opposizione armata sia stato sconfitto grazie a questi provvedimenti particolari non ha alcun riscontro con la realtà operativa passata e presente. La visione del Kleinkrieg (49l non più come problema di scoperta, fissaggio e distruzione delle forze avversarie, ma come confronto basato sui logoramento delle contrapposte strutture organizzative e logistiche è decisamente innovativa nella produzi one tedesca esaminata. Il principio distruttivo della forza viva dell'avversario, cioè direttamente del suo matuiale umano , non è venuto meno, anzi nel richiamo al raddoppio dell'azione e a!l'inseguin1ento irnn1cdiato e incessante esso riceve un notevole impulso. Però si è comi nciato a notare che il materiale umano non specializzato (non dunque i quadri dirigenti) è per i guerriglieri facilmente rimpiazzabile, mentre un punto più sensibile è costituito dalle limitate risorse materiali. Il problema dell'eccellente servizio d'informazioni partigiano viene risolto con tre strumenti : specifiche operazioni di neutralizzazione e/o distruzione della rete informativa, retate allo scopo di ostacolare ulteriormente la libertà di movimenti e di deterrenza da!la collaborazione e d~Ila ricettazione di materiale

illegale, riduzione della scala operativa cioè delle unità e dei mezzi impiegat i in grandi concentrazioni. Infatti i preparativi di una grande operazione sono sempre più facilmente riconoscibili e anticipabili di quelli di numerose e continue piccole operazioni, così come anche una piccola unità è più difficilmente individuabile di una grande unità. La retata è solamente citata, ma non è descritta nel suo funzionamento . È ragionevolmente presumibile che essa si avvicini alla Kleinunternehmung descritta nelle "Richtlinien" e all'attacco di sorpresa a località abitate codificato nel "Bandenkampf" . In ogni caso deve trattarsi

(48) Cfr. Dandenkampf in der O Z AK pag. 91 - 92. (49) Il lermine Kleinkrieg comprende ta nto la guerriglia quanto la controguerriglia e si riferisce a lla sc ala ridotta su cui si svolgono tutte le opera zio ni.


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dell'improvvisa apparizione di un contingente veloce e capace di controllare e ispezionare contemporaneamente un abitato. Quando il Dottor Schneider-Bosgard punta sulla necessità di distruggere la rete informativa e il sistema dei depositi, non menziona il problema della ricognizione che precedentemente era stato centrale in quasi tutte le trattazioni. Per l'individuazione degli agenti nemici non è difficile pensare che l' unico sistema adeguato è quello dei V-manner. Qualche incertezza in più presenta la localizzazione dei depositi. L'aereo è escluso in partenza perché non è disponibile <50J, ìa Kampfaufklarung esuia aiquanto daì centro deìla trattazione perché è un procedimento tipico delle grandi operazioni; non restano che la perlustrazione permanente, basata su V-manner e su piccole pattuglie, e quella direttamente effettuata dalle unità ritenute più opportune per un impiego di controguerriglia . Per le sue caratteristiche la squadra d'assalto è quella che più necessita della ricognizione preventiva, mentre Jagdlrr..mmr,....,rlr1.C" o ..-.r..n t ,•r..hr\..,..,rlo

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sistemi ricognitivi, si basano essenziaimente suiia ricognizione effettuata autonomamente. A proposito delìe piccole unità controguerriglia il "Bandenkampf in der OZii.\._K,' co1npie una i111portante sisten1azione concettuale distinguendole per la durata dei loro movimenti, la n1aggiore o minore limitatezza dell'incarico e per la presenza di una funzione politica . È grazie alla piccolezza e alla maggiore agilità delle unità impiegate, che si è po-

tuto riprendere il principio dell'inseguimento che aveva conosciuto diverse oscillazioni a seconda che lo si considerasse un inutile strapazzo per le truppe o parte integrante di una tattica estremamente veloce e basata sulia sorpresa, come l'attacco di sorpresa con caccia. La novità maggiore dal punto di vista tattico e tecnico è senz'altro data dalla controbanda, che sembra un'estensione del concetto di propaganda camuffata già conosciuto nel 1943. Cominceremo dall'esame della direttiva del capo di stato maggiore bulgaro. Dal punto di vista strettamente tecnico la direttiv_a tradotta sopra non h a alcun valore, perché irrimediabilmente superata dalla nuova realtà operativa: l'armamento e l'equipaggiamento sono decisamente insufficienti d i fronte a ll'unità media partigiana, senza tener conto che gli Jagdkommandos sono ben più attrezzati e che una delle attrattive della controbanda dovrebbe essere proprio il migliore equipaggiamento; il numero dei componenti è (50) C fr. Bandenka mpf in der OZAK pag. 94.


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troppo basso; i collegamenti sono troppi frequenti ed effettuati con mezzi inadeguati, basti ancora pensare agli Jagdkommandos; infine la logistica è deleteria dal punto di vista della segretezza dei movimenti. Ciò che invece resta valido è la creazione di una propria rete informativa, l'accento posto sull'iniziativa del capo e sull'importanza della sorpresa e l'applicazione del principio dell'inseguimento . Le misure complementari sono per la quasi totalità ordinaria amministrazione, quando del tutto inutili come l'obbligo di avere un docum ento con fotografia, come giustamente era stato riconosciuto nel 1941 dalle "Richtlinien". Della concezione presente nel "Bandcnkarnpf in der OZAK" l'aspetto più importante è la politicità della controbanda. Riesaminiamo brevemente come si esplica la sua azione politica: a ) attraverso le capacità politico-militari del capo, b) col suo stesso esistere che causa disgregamento e scissione, c) nei recuperare i seguaci e i reciutati a forza . Come si vede, gli obbiettivi politici sono molto limitati e non si cerca, anche per l'evidente impossibilità, di sviluppare un ampio progetto politico. La controbanda si pone quindi come un fattore di disturbo e di confusione politica, basan do le sue capacità aggreganti sulla figura del capo e le migliori condizioni m ateriali. Un importante elemento a suo favore è la composizione etnica che assicura una migliore conoscenza dei luoghi, maggio ri p ossibilità di guadagnarsi la simpatia degli abitanti, superiorità su bande di elementi estranei al luogo e che crea maggiori inibizioni tra partigiani della stessa nazionalità agitando lo spettro di uno scontro fratricida . Ma è opportuno considerare che di fronte a una direzione politica partigiana coerente e non sprovveduta è abbastanza prevedibile l'isolamento della controbanda e il conseguente annientamento, proprio per ché le manca quella base politica che costituisce uno dei punti di forza del movimento partigiano. A voler ben guardare sembra che si vogliano imitare i sistemi inglesi di pilotaggio delle etnie, con i quali vi sono forti somiglianze, anche con l'esortazione a non imporre ai contingenti nontedeschi abitudini militari estra nee alla loro mentalità . Tuttavia per motivi di opportunità propagandistica gli esempi che si citano a proprio favore sono quelli dati dalla monarchia austro-un garica. Una considerazione va fatta a prop osito del peso della tecnologia nella conduzione del Kleinkrieg. In a ssoluto non pochi fattori tecnico-tattici sono' sensibilmente cambiati rispetto a quarant'anni fa, tuttavia in relazione ai dut: t:unLt:rnknLi non s1 sono verificati profondi


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rivolgimenti. Ancora oggi i comandi militari non sono riusciti a risolvere il cruciale problema che la controguerriglia assorbe moltissimi effettivi e questo è dovuto allo scarso divario tecnologico tra guerriglieri e loro avversari. Solo un divario tecnologico che permettesse alle unità di controguerriglia capacità operative di schiacciante superiorità avrebbe un peso reale sui combattimenti, tale da permettere di ignorare i fattori politici affidandosi all'eliminazione fisica o alla cattura dei membri del movimento di opposizione armata. Cosa che allo stato attuale delle tecnologie non sembra possibile. L'ultimo capitolo che presenta particolare interesse per il nostro campo di indagine è il settimo dal titolo "Bandcnkrieg und Propaganda" (Guerra per bande e propaganda). Come il peso della propaganda si è dimostrato in tutta la sua forza nelle grandi azioni strategiche, determinando l'uscita di intere nazioni dalla guerra come l'Italia e la Finlandia così non deve essere considerata secondaria in situazioni apparentemente meno importanti. Nonostante

le difficoltà poste dalla frammentazione etnica e dalla fluidità della attuale situazione politica, fin dal 1943 essa è stata considerata importante ed è intervenuta attivamente accanto alle operazioni militari. Obbiettivo della propaganda nemica è la popolazione civile che deve essere portata a stati di accresciuta attività oppure di passività. Si cerca di ottenere quest'ultima quando la popolazione non è ancora stata coinvolta abbastanza e allora si preferisce che abbia un comportamento passivo nei confronti dei tedeschi, puntando a un sabotaggio indiretto. La rassegnazione invece si cerca di seminarla tra i circoli borghesi in modo che la loro collaborazione sia poco efficace o insignificante. Data l'estrema varietà delle condizioni è necessaria la massima mutevolezza nelle forme, anche se talvolta gli effetti possono essere incalcolabili. Ai medesimi principi deve attenersi la propaganda nazista. I suoi compiti possono essere distinti in difensivi e offensivi. Compiti difensivi sono quelli che si basano sulla immediata ed efficace risposta ad ogni azione propagandistica nemica. Ogni volantino deve trovare il suo antidoto; ogni voce propagata,· dalla propaganda orale segreta del nemico deve essere contrastata dalla propaganda illegale tedesca; ogni scritta deve trovare una risposta; subito dopo un bombardamento alleato devono iniziare le operazioni di affissione di manifesti; le attrezzature speciali come lanciamanifestini e aerei devono essere sempre pronte all'immediata reazione. La propaganda offensiva è il necessario complemento per ottenere che progressivamente il nemico perda l'iniziativa


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e sia ridotto sulla difensiva. Il metodo sviluppato nella OZAK consiste nella formazione di squadre d'assalto propagandistiche che si occupano della propaganda di combattimento e includono elementi locali (SI). Ogni mezzo è buono purchè assicuri l'obbiettivo di poter dominare propagandisticamente la situazione. È indifferente se ci si serva di mezzi economici o sociali, perché in ogni misura può essere introdotto un elemento propagandistico buono tanto per reagire all'azione nemica quanto per prendere l'iniziativa. Di per sé la pura politica sociale non può essere componente integrante della propaganda, mentre intelligenti azioni politico-sociali possono avere enormi effetti propagandistici. Un esempio è dato dal caso di Idria, dove precedentemente non si poteva parlare del minimo influsso della propaganda tedesca. In questo caso si è lavorato prevalentemente con metodi soeialiAl testo non espone molto chiaramente come si sono svolti i fatti. L'interpretazione che ci è sembrata più plausibile è che i tedeschi abbiano alluato alcune misure sociali che dimostrassero inequivocabilmente la netta opposizione tra i loro metodi e quelli comunisti. Ovviamente dal confronto ne sono usciti vincenti i metodi tedeschi, anche perché offrivano dei precisi vantaggi materiali agli abitanti di Idria. A questo punto i tentativi della propaganda comunista hanno incontrato una forte diffidenza degli abitanti che non volevano perdere i vantaggi acquisiti. Una precisa misura del successo nazista è data dal fatto che i partigiani, colpiti nel vivo, cercano di recuperare il terreno perduto con la violenza. Anche la propaganda culturale riceve l'attenzione che merita, innanzitutto perché la sua azione è comunque propagandistica, specie quando si rispettano delle particolarità culturali che il fascismo vietò e calpestò; in secondo luogo perché permette di condurre l'azione propagandistica non solo in modo subdolo, ma anche aperto. Nessun campo di vita organizzata sfugge alla propaganda nazista, che ha adottato con successo tutte le tecniche di manipolazione collettiva disponibili all'epoca. Essa si distingue per aggressività e reattività particolari, dovute anche alla difficile situazione bellica, e per una caratteristica scissione tra l'argomento propagandistico e il progetto politico sotteso. In quanto elemento di manipolazione essa è vista come svincolata da ogni tipo di legame coerente per potersi adattare con la (51) Si è tradotto Kampfpropaganda con propaganda di combattimento.


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massima rapidità all'obbiettivo del momento e perseverare nel fine ultimo di travisamento sistematico delle coscienze. Rispetto agli altri testi è sparita l'improvvisazione del comandante locale, per fare posto a unità specializzate capaci, grazie agli elementi collaborazionisti, di agire direttamente sull'ambiente. I documenti della SS-Standarte "Kurt Eggers" sono molto spesso dettagliati rapporti giornalieri e settimanali che documentano ampiamente l'immenso lavoro di propaganda svolto in quell'area: dalla distribuzione di volantini, materiale illustrato e riviste, alla metodica affissione di manifesti, all'allestimento di vetrine e di conferenze, alla formazione di cori locali, al lancio aereo di manifestini nelle zone infestate da bande, all'uso tenace di m acchine con altoparlanti. Ancora oggi una controguerriglia può prendere come esempio l'attività tedesca, condotta imperterritamente in una situazione in continuo deterioramento, e non ci stupi remmo se così fosse . Ci stupisce invece dolorosamente quanto si possa perseverare nell' oppressione del proprio simile.


CONCLUSIONE L'esame del materiale ha evidenziato la mancanza di datazione in diversi documenti, il che ha costituito un serio ostacolo iniziale all'univoca individuazione del processo di svolgimento delle dottrine in questione. In alcuni casi, come nel "Bandenkampf in der OZAK", le ampie ricerche hanno portato al reperimento di documenti che hanno permesso di datare con precisione lo scritto; in altri casi una attenta analisi degli clementi interni, delle particolarità tecnico-tattiche e dei riferimenti diretti o indiretti ad eventi contemporanei, ha consentito non solo di individuare esattamente l'anno, ma con buona approssimazione a nch e i mesi a cui apparteneva il documento. Per esempio il "Gegnerbekampfung in den bcsetzten Gebieten ... " conteneva una precisa indicazione dell 'anno, un'allusione allo scioglimento della III Internazionale e un breve accenno all'attività partigiana nell'Oberkrain e ncll'Untersteiermark. Lo scioglimento della lii Internazionale già permetteva di restringere il margine di errore, ulteriormente ridotto dal confronto con una serie di rapporti provenienti da quella zona , col risultato che ora si hanno dubbi soltanto sulla settimana in cui fu tenuta quella relazione. Terminata questa fase preliminare di tipo filologico si delinea ai nostri occhi un quadro evolutivo sufficientemente distinto. Nella serie dei documenti considerati ha un particolare valore l'esercitazione di polizia del 1936 e non solo come punto di partenza dell'analisi comparata. Lo studio accurato degli scenari ipotizzati ha rivelato che ben prima del conflitto i tedeschi avevano affrontato il problema della lotta antibande. Un risultato che s'inserisce perfettamente negli altri preparativi nazisti alla guerra e che pone in una nuova prospettiva le successive reazioni alla guerriglia, facendo cadere altre spiegazioni prima ritenute plausibili. L'uso del terrore quale mezzo intimidatorio viene già previsto in funzione antibande e il successivo inasprimento della guerra non farà


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che accentuare questa premessa. Una più ampia indagine su questo genere di preparativi ci potrà dire quanto queste concezioni terroristiche appartengano al patrimonio europeo della prassi politico-militare di repressione e quali siano invece gli elementi più specificamente nazisti. Un elemento che ha certo facilitato l'accettazione della mentalità del "pugno di ferro" da parte dei militari non inquadrati nella SS è la tradizionale durezza con cui gli eserciti trattano gli irregolari e i loro fiancheggiatori, specie nel corso delle cosiddette operazioni di pacificazione. Tuttavia, mentre nelle operazioni di guerra, gli assunti iniziali dell'addestramento prebellico si rivelarono esatti, nella lotta antibandc essi non diedero valide indicazioni. Perciò le truppe di occupazione dovettero prima adattare alle esperienze, che via via compivano, i manuali di operazioni convenzionali disponibili, in attesa di specifiche dottrine. Rapidamente fu allestito il primo manuale antibande e, a partire dal 25 ottobre <lei 1941, diffuso tra le unità dell'esercito e della polizia. Per la prima volta si codificarono le tecniche di controguerriglia. I principali aspetti considerati furono: la ricognizione, la marcia in terreno difficile e insidiato da partigiani, le tecniche di rastrellamento. 11 fronte orientale fu la fonte di esperienze e il terreno di prova per le seguenti elaborazioni. In zona di operazioni russa è ambientato il " Waldkampf" del 1942 e contemporaneamente furono sperimentati in quei territori gli Jagdkommandos. Così anche l'impiego di aerei di controguerriglia trova una prima sistematica applicazione su vasta scala nei settori balcanici e sovietici. Il 1942 segna una tappa fondamentale nell'ideazione delle tecniche di controguerriglia tedesche. Con l'istituzione degli J agdkommandos viene completato, almeno sul piano dottrinale, il processo di graduale superamento dei pregiudizi di tipo "militare" verso la controguerriglia e si introduce una nuova mentalità in materia. Creando dei reparti specializzati in ogni unità, si riconosce piena dignità alla controguerriglia che non rientra più nel genere ininore delle "operazioni di polizia". È significativo che 11 processo venga iniziato tra le SS, pretoriani del regime e spina dorsale dell'apparato poliziesco, m a la pratica si diffonderà ben presto anche nell'esercito, dove singoli comandanti avevano compiuto per conto loro simili esperimenti.

Viene così individuato, anche attrayerso la mimesi spontanea delle tattiche dei partigiani, il principio che la controguerriglia si basa più sulla


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parcellizzazione delle forze e delle azioni, piuttosto che sulla concentrazione di esse nel tempo e nello spazio. D'ora in poi coesisteranno gli strumenti basati sull'impiego di numerose forze per vaste operazioni di accerchiamento o di sgombero dei principali assi rotabili con tecniche le quali danno vita ad operazioni più puntuali e facilmente ripetibili per le poche forze che impegnano. Nel penultimo anno di guerra appare il meglio della produzione tedesca nella teorizzazione antibande. I procedimenti tattici furono ulteriormente affinati e codificati sia nel campo delle grandi operazioni che iù quello delle piccole. L'aerocooperazione riceve un'organica sistemazione e viene portata ad un grande livello di efficacia, impostando e in parte risolvendo problemi largamente studiati solo con l'avvento dell'elicottero. Gli Jagdkommandos assumono la fisionomia che manterranno, con qualche cambiamento nel nome e nell'equipaggiamento, in tutto il dopoguerra. In prevalenza furono considerati gli aspeui più strettamente tecnicomilitari, ma la complessità della situazione etnico-politica nei paesi slavi indusse anche a studiare più attentamente, e non solo per i territori orientali, le connessioni politico-militari per individuare motivi sfruttabili politicamente e propagandisticamente al fine di indebolire i movimenti di liberazione. Il "Bandenkampf in der OZAK" rappresenta uno dei più riusciti scritti sotto questo profilo, giungendo a superare le limitazioni del tecnicismo militare per tentare di individuare i punti deboli dell' avversario. Non a caso l'autore appartiene a una formazione delle SS attivamente impegnata nella propaganda nell'area a cavallo tra il Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia. Tre sono i contributi di questo libro: 1) lo sviluppo della classificazione dello spazio in funzione del controllo partigiano; 2) l'enunciazione del principio della distruzione dell'organizzazione dell'avversario; 3) l'individuazione della maggiore importanza delle perdite materiali, rispetto a quelle umane, per i partigiani. In quest'ottica vengono ulteriormente privilegiate le piccole azioni costantemente ripetute e viene accentuata una condotta altamente aggressiva d ella controguerriglia, soprattutto quando si riconosce apertamente il carattere di temporanea efficacia che hanno i grandi rastrellamenti.


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L'altra faccia della medaglia è costituita dalle contraddizioni che emergono tra le righe una volta che si cerca di stringere più dappresso il legame fondamentale che lega le operazioni militari con le azioni politico-propagandistiche. Non solo la situazione bellica generale smentisce coi fatti i sostenitori dei nazisti, ma i nazisti stessi sembrano accorgersi che manca un elemento fondamentale: un progetto politico aggregante. L' "ordine nuovo" attira qualche singolo, ma, nel migliore dei casi, non dice nulla alle grandi masse, quelle grandi masse per le quali andrebbe trovata una soluzione politica, come suggerisce la prefazione di Globocnik, senza però indicare quale. Infatti non ce n'è una e il solo antibolscevismo non basta, trattandosi solo di un elemento negativo e non propositivo. Allora lo sterminio degli oppositori politici e la rappresaglia non diventano più un'inspiegabile aberrazione, ma una possibile soluzione del problema. Quanto essa sia logica e vantaggiosa dipende d al regime dai metodi adottati. Le tesi che sostengono si tratti di una follia collettìva verificatasi sotto il regime nazista o sono giustificazioniste o tendono a ignorare che in tempi e situazioni diverse si sono usati i medesimi sistemi. Per il nazismo fu una scelta logica e perdente. Il fatto che i nìovinìenti di liberazione non siano stati schiacciati dalla controguerriglia nazista potrebbe indurre a pensare che da essa non ci sia niente da imparare.

Invece anche un rapido confronto con manuali di controguerriglia successivi fa chiaramente vedere che le tattiche tedesche sono in gran parte tuttora valide. I sistemi di rastrellamenlo hanno le medesime concezioni di manovra, a parte l'uso degli elicotteri; le operazioni di sgombero delle rotabili e di protezione dei convogli sono rimaste essenzialmente le stesse; l'uso di reparti speciali segue linee che risalgono all'esperienza tedesca. Ma piuttosto che elencare gli elementi di continuità, vorremo suggerire qualche indicazione fornita dal caso tedesco in modo assai palmare e troppo presto dimenticata in seguito.

La prima è che la solidit~ del fronte interno è una condizione necessaria, ma non determinante in modo assoluto sul buon esito di una controguerriglia, specie se in suolo straniero. Analoga considerazione si può fare per il morale dei soldati. Quello ùei tedeschi ha saputo esprirm::n:: una resistellza abile e caparbia fin


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quasi alla fine anche contro i partigiani, ma non è bastato per arginare più di tanto i loro oppositori. Nonostante i tedeschi non avessero né il dominio dell'aria, né rifornimenti facili e abbondanti, né una mobilità terrestre e aerea eccezionali, né tecnologie avanzate, essi riuscirono a fare non poco col poco che potevano sottrarre ai fronti operativi, come dimostra il duro cammino che i movimenti di liberazione hanno dovuto percorrere. L'ultima indicazione è che senza una buona conoscenza dell'ambiente in cui si opera, specie dal punto di vista socio-culturale, ogni sforzo politico e propagandistico è condannato al fallimento. Troppo tardi i tedeschi si accorsero che bisognava conoscere bene la popolazione per poterne ottenere almeno la passività e la neutralità. Fermamente convinti della superiorità della loro causa, pensarono di poter imporre con la forza il loro dominio e di poter ignorare il principio fondamentale, che senza l'aggregazione dei consensi i successi e le misure di ritorsione sono sterili e controproducenti.



APPENDICE DOCUMENTARIA DELLO STUDIO SULLE DOTTRINE DI CONTROGUERRIGLIA TEDESCA 1936-1944


PREMESSA Nell'intento difacilitare la conoscenza di testi in gran parte inediti, abbiamo proceduto alla traduzione integrale di essi. Nel tradurre abbiamo seguito il criterio di lasciare nella forma originale i nomi di gradi, unità, luoghi, ecc., rinviando al glossario o alla traduzione o alla traduzione in parentesi. Talvolta l'opportunità ha consigliato di seguire il procedimento inverso: usare costantemente la forma tradotta, mentre la forma originale è tra parentesi. Nel caso di traslitterazioni da nomi slavi si è preferito nella maggior parte dei casi non procedere alla conversione nella forma italiana per evitare equivoci. Nel caso invece di toponimi doppi o tripli (p.e. in Jugoslavia) si sono maggiormente preferite le denominazioni italiane o slave. Ogni traduzione è preceduta da una scheda con il titolo originale, gli estremi del documento e, all'occorrenza quelli di microfilmatura. Laddove necessario si sono riprodotti.cartine e schizzi contenuti nelle opere originali. Per il primo documento riportato ci si è serviti della riproduzione leggermente ingrandita di una carta stradale tedesca in scala I: 150.000, edita nel 1935.




DOCUMENTO N. 1

Zu Ani. 6. BESPRECHUNG DER PRÙFUNGSARBEIT FUE MAJOR-ANWÀRTER

(Mai 1936) in Polizeiverwendung. (Von Polizeioffizierschule aufgestellt.) AUFGABE: Potsdam - Groben.

(Luftschutz- Polizeikampf.)

Roll 9 fram es 251 10 15 - 51


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Annesso all'allegato 6

Discussione della prova di esame per Major-Anwarter

(Maggio 1936) nell'impiego di polizia. (Preparata dalla Scuola ufficiali di polizia.) Missione: Potsdam - Groben.

(Protezione civile - scontri di polizia.)

PARTE A. 1. IL COMPITO RISULTA;

a) dalla posizione di Kommandeur della Schutzpolizei a Potsdam, cioè egli è responsabile per la calma, l'ordine a Potsdam. Essi sono turbati: 1) dai danni subiti per un attacco aereo nemico che egli deve li-

mitare ed eliminare, inoltre deve evitare e scongiurare nuovi danni. Si tratta di soccorrere i feriti e di tutte le questioni connesse. Compito e obiettivo sono: di rimettere in moto, subito dopo l'attacco aereo, la vita economica e civile e di scongiurare che i danni inevitabili si trasformino in catastrofi; 2) dai saccheggiatori a Nowawes, da ciò dunque l'incarico di eliminare subito questi torbidi. b) dalla presenza a Potsdam di importanti centri politico - amministrativi. Perciò i compiti risultanti da a) 1.-2. acquistano indirettamente maggior peso in considerazione della particolare responsabilità per la sicurezza di questi centri. c) dall'incarico speciale assegnato dal Regierungsprasident: impedire lo spostamento della banda da Groben su Potsdam e distruggere la banda nei corso della giornata con le forze di polizia a disposizione, per quanto il Kommandeur di Potsdam non abbia sul luogo alcuna giurisdizione.


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936 -1944

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2. AVVERSARI.

Nella situazione data abbiamo a che fare con una manifestazione di guerra totale. C'è un miscuglio di avversari cioè: a) il nemico nello spazio aereo, b) saccheggiatori a Nowawes, c) banda a Groben. Non si può supporre che ciascuno di essi operi per proprio conto, che essi non abbiano niente a che spartire tra di loro, che solo per puro caso spuntino contemporaneamente o anche semplicemente uno sfrutti i successi dell'altro, che caso mai siano ancora all'opera i '' compatrioti traviati'' del signor Severing. No! È la guerra totale! Il nemico vuole subito fin dall'inizio della guerra fiaccare e distruggere il popolo con ogni mezzo. (Insegnamento di Douhet!) Perciò ogni mezzo gli va bene. In un lavoro pianificato è già stata precedentemente preparata la cooperazione. Dietro c'è la direzione strategica de~ nemico. Essa dirige accortamente la cooperazione dell'attiva aviazione nemica con l'esercito nemico e con le bande dislocate ecostituite alle spalle del fronte in città e in campagna con un unico obiettivo: logorare e spezzare la forza di resistenza del popolo e del suo governo attraverso attacchi aerei sulle città aperte, sulla capitale nazionale, con atti di sabotaggio di ogni tipo, impedendo gli spostamenti verso il fronte c la mobilitazione, fiaccando le forze fisiche e morali del popolo. a) Il nemico nello spaz io aereo, - confine distante solo 300 km. - negli ultimi 4 giorni ha attaccato più volte Berlino con grandi forze e per di più con tale efficacia che importanti centri politicoamministrativi e militari sono stati costretti a occupare posti di emergenza a Potsdam con la prospettiva di lavorare con più tranquillità e anche di risparmiare nuovi attacchi alla capitale. Il nemico deve tuttavia essere venuto subito a conoscenza di questo provvedimento - come non ha importanza-. Appena il governo ecc. si trova a Potsdam, scatta di notte il primo attacco aereo nemico - dunque un "attacco notturno", - tuttavia non ottiene alcun risultato. Ma il nemico nella sua tenacia e volontà di annientamento non allenta la stretta. Già nel primo mattino si svolge un nuovo attacco aereo - il secondo, - che questa volta viene condotto con forze così rilevanti, - 40 bombardieri, - che non può mancare di successo. Dunque un " attacco in massa", diremmo.


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Se si aggiungono le perdite nemiche non fornite nell'esercitazione, tuttavia supponibili per l'azione della nostra difesa antiaerea attiva, allora devono essere state impiegate per l'attacco su Potsdam notevoli forze, se circa 40 bombardieri riescono a raggiungere l'obiettivo e venire all'attacco. Questo attacco ha ottenuto un successo rilevante, la prima impressione è di una Potsdam avvolta dal fumo e dalle fiamme. Dopo un più attento esame, sulla base della raccolta dei rapporti dei distretti di difesa aerea, si delinea ad una superficiale osservazione pressappoco il seguente quadro: 1) case o isolati in fiamme

2) posti con morti e feriti 3) rifugi antiaerei collettivi sepolti da macerie 4) zone contaminate da agenti chimici 5) danni a installazioni a) gas

circa 10 » 7 » 4-5 » 8 »

12

»

3

b) acqua e) fognature d) elettricità 6) ospedali in fiamme

))

4

» »

3 2

7) numerosi morti 8) isolati da evacuare 9) 5 bombe inesplose in 3 po:;ti.

» 1-2

>>

Ad una più attenta osservazione degli edifici colpiti risulta inoltre che non si deve essere trattato semplicemente di un "attacco terroristico", ma di un cosiddetto "attacco radente" mirato. Sono stati colpiti: 1) edifici governativi, caserma e edifici del tribunale nell'area

Spandauer-Kaiser Wilhelm- Jager -Alexandrinenstrasse nell' L.R. 1 - tuttavia qui con danni insignificanti; 2) la zona intorno al castello - ch_iesa della guarnigione con la cripta di Federico il Grande - ufficio postale centrale - orfanotrofio, parti che toccano gli L.R. 1,3,4,5; zona che va considerata come altamenta danneggiata in massimo grado; 3) le bombe inesplgse ritrovate sulla penisola presso il po nte Kaiser Wilhelm nei giardini (L.R. 4) fanno inoltre concludere che obbiettivo dell'attacco erano l'importante ponte Kaiser Wilhelm e l'adiacente ponte ferroviario ;


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4) la stazione ferroviaria di Nowawes. Qui si è attaccato con grandi forze e successo, tanto che, oltre alla stazione sono anche notevolmente coinvolti nella sventura i dintorni per un vasto raggio, in modo che si può ugualmente parlare di una zona altamente danneggiata all'interno dell'L.R. 6. Sono tutti questi edifici di particolare importanza, dalla cui distruzione il nemico doveva giustamente ripromettersi grandi vantaggi. Dunque bisogna riconoscere al nemico un rilevante successo. La distruzione dei succitati edifici - per di più sedi governative - il nemico può registrarla e considerarla come un buon punto a suo favore. Perciò non bisogna far conto che il nemico si accontenterà degli attuali successi e che prescinderà da ulteriori attacchi aerei su Potsdam, anzi molto presto cercherà di ampliare il primo successo attraverso ulteriori attacchi aerei su Potsdarn. Su questa base il Kommandeur dovrà regolarsi riguardo ai suoi provvedimenti. b) I saccheggiatori a Nowawes non hanno soltanto saccheggiato negozi, cosa che farebbe concludere che si tratti di violenze spontanee di ambienti criminali, ma hanno <1nche derubato la filiale della Reichsbank. Qui deve essere visto un collegamento con la banda a Groben, che necessita di denaro per proseguire la sua attività. Senz'altro tra i saccheggiatori non tutti devono essere posti in rapporto con la banda a Groben, tra di loro ve ne saranno anche di quelli che agiscono semplicemente per proprio profitto, ma capi e anche caporioni e una ragguardevole parte dei saccheggiatori devono essere in combutta col nemico e con la banda a Groben; excomunisti di Nowawes o elementi accorsi da Berlino. Se contro questa gente non si procede senza scrupoli con le armi da fuoco, allora rimarrà, con gli ulteriori attacchi aerei nemici e con un aggravamento della situazione in loco, un focolaio permanente di disordini, che potrebbe costringere il Kommandeur a un impiego permanente di forze, una cosa forse nelle intenzioni del nemico. Dunque non è il caso né di essere in qualche modo pietosi o di fare prigionieri, per farla finita una volta per tutte con simili iniziative. Si impone anche l'azione immediata, per rendere impossibile una ulteriore estensione delle loro attività a Potsdam o un ulteriore afflusso di gente che potrebbe venire da Potsdam, cosa che però è improbabile data la composizione della popolazione di quella località. L'ulteriore afflusso è possibile d a Nowawes stessa ed è forse già in atto; esso è possibile però anche dalla banda presso Groben.


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Tutto ciò si può contrastare soltanto eliminando presto e spietatamente i saccheggiatori a Nowawes con grosse forze, prima che la banda presso Groben possa ancora agire. Tutto questo anche considerando l'importanza della presenza del governo a Potsdam. c) Questa banda presso Groben sul momento impegna pesantemente il Kommandeur. L'incarico del Regierungsprasident lo costringe a dislocare forze che implicano un considerevole indebolimento delle sue forze di polizia. Ma questa banda minaccia anche Potsdam. L'intenzione espressa dalla banda, di avanzare su Potsdam - Nowawes, è stata anche presa sul serio dal Regierungsprasident verosimilmente sulla base di ulteriori notizie. L'incarico al Kommandeur dice esplicitamente "evitare in ogni caso un attacco della banda su Potsdam - Nowawes". Sul momento il Kommandeur ha per questo aspetto, considerando la situazione a Potsdam - Nowawes, il più grande interesse, la seconda parte dell'incarico - annientamento della banda nel corso della giornata - può allora essere posta in secondo piano fino a che non si chiarisce la situazione a Potsdam; perciò si impone di sbrigare al più presto possibile e completamente anche questa parte dell'incarico affinchè si elimini al più presto la minaccia e il disordine da questo lato. La banda, che conta 150 uomini, deve essere considerata come una truppa militare della consistenza approssimativa di una compagnia, in base alle armi in dotazione e al suo comando. La sua motorizzazione le da una notevole mobilità e un grande raggio d 'azione. La padronanza dei fondamenti del! ' arte militare e una buona conduzione nella guerriglia nel quadro della guerra totale devono essere supposte e presupposte. l a suppos:zione che si tratti di "compatrioti traviati" è errata. I ucces· i finora ottenuti elevano il suo valore di unità combatren, . P. t,c1verso requisizioni ecc. per prima cosa l'avversario <;i è m~~so m condizioni di avere per un dato periodo viveri per !a ~ua gente e carburante per i suoi veicoli. Le distruzioni sistematic i1t finora condotte contro ferrovie, strade, cavi elettrici ecc . nei dintorni di Groben, lasci ano concludere che all'avversario interessi interrompere le strade e ferrovie che conducono a sud -- nella zona di combattimento alla frontiera - e con ciò disturbare i movimenti di truppe ed i rifornimenti. La medesima attività di 2 altre bande a est e sud-est di Berlino fa concludere che qui ci si trova di fronte a una suddivisione pianificata in " settori" per le 3 bande, dove alla banda presso Groben può essere assegnato iì settore ovest, all'incirca tra la Havd e il bassopiano


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della Nuthe. In questo spazio si offrono ancora numerose opere d'arte da distruggere, particolarmente presso la ferrovia Berlino - Juterbog, ma in special modo presso le importanti linee ferroviarie principali che passano da Berlino attraverso o vicino a Potsdam in direzione ovest e sud-ovest, la cui distruzione avrebbe effetti deleteri specie per i movimenti e i rifornimenti, soprattutto con l'attacco aereo a Potsdam . Le installazioni ferroviarie a Nowawes sono già notevolmente danneggiate. Così acquista maggior significato e verosimiglianza l'intenzione espressa dalla banda di avanzare su Nowawcs, in occasione di un attacco aereo su Potsdam. Con ciò non è particolarmente probabile un attacco dentro il distretto urbano di Nowawes. Lì quali successi possono allettare l' avversario? Nessuno di rilievo, in tutti i casi un pronto annientamento ad opera de11e forze di polizia concentrate là, anche dopo una qualche unificazione con i saccheggiatori a Nowawes, cosa che faciliterebbe proprio tanto la polizia nel suo compito. A questo pe.-icolo l'avversario, che apparentemer.-te dispone di un buon servizio d'informazione, non si esporrà. Molto più probabile è l'avanzata sul margine orientale di Nowawes con la prospettiva di interrompere la linea ferroviaria principale ivi passante, dove i ponti ferroviari sul Teltowkanal presso Kohlhasenbri.ick e sulla Nuthc promettono distruzioni assai efficaci e di interrompere anche la linea frapposta. Numerose buone strade, che conducono da Groben a questa linea ferroviaria, permettono all'avversario un avvicinamento veloce e parzialmente cope1to da boscaglie (brughiera Parforce ecc.) e in seguito una buona ritirata verso est. Una ritira ta verso sud e ovest e con ciò una attività in quei luoghi è già stata esclusa in parte dalla banda stessa con la distruzione dei ponti sulla Nu the, eccetto il ponte sulla Nuthe ancora aperto situato presso Neu Drewitz. Questo ponte ha per la banda un'importanza accresciuta, p oichè la strada porta a Potsdam e quindi sarà anche un'altra opera d'arte da distruggere rinumerativamente. (Via di avvicinamento della polizia!). La distanza Groben - ferrovia Nowawes è, arrotondando, di 13 km., dunque si percorre con degli automezzi in una mezz'ora. Se la banda era ancora alle 07 ,30 a Gròben, allora adesso, 08, 10, può già aver raggiunto il suo traguardo, e anche essere in marcia verso di esso. Se l'attacco era previsto insieme ad un attacco aereo successivo, tanto meglio. Che l'avversario riceva rinforzi in qualche modo dalle altre due bande in quest'impresa, da quanto


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finora detto non si può supporre, soprattutto perchè anche ogni banda avrà i suoi incarichi speciali. Rinforzi dal giro dei saccheggiatori possono, come già sottolineato, essere supposti, aiuti dalla popolazione locale sono meno probabili.

3. FORZE PROPRIE, FORZE VICINE. a) Difesa aerea attiva.

I forti attacchi aerei su Berlino, coronati da successo con notevoli distruzioni e perdite, e infine la precipitosa dislocazione degli alti centri politico-amministrativi lasciano dedurre, che non è riuscito alla nostra aviazione da caccia e alla contraerea di ottenere la superiorità aerea sulla capitale del Reich. Anche la situazione su Potsdam non sembra più rosea. Il primo attacco nemico notturno su Potsdam è certo stato respinto dalla forte difesa militare, ma queste forze difensive non bastavano per porre fine all'attacco aereo diurno su Potsdam. Tutto questo lascia concludere che pure qui - nonostante la presenza di importanti centri politico-amministrativi arrivati d'urgenza - non è stata ancora conquistata la propria superiorità aerea. Perciò bisogna contare su ulteriori attacchi aerei nemici con una non ancora "sufficiente efficienza" della difesa attiva. b) }'orze di polizia. 1) Servizio circondariale.

I 6 circondari sono in media occupati da 1 Rev. Vorsteher e 30 Wachtmeister (SB.), cioè occupati per ogni terzo da 1/7 dopo aver sottratto le unità impegnate nei compiti burocratici (6-8), quando non devono essere eccettuati ancora m alati e simili. Per i distretti in parte ben estesi queste forze sono giusto sufficienti, necessarie per svolgere i compiti generali di polizia e di protezione civile aerea. Così anche sottolineano tutti i rapporti raccolti senza eccezione, che tutte le forze sono impegnate. Qui dunque l'idea di liberare qualche forza per altri compiti p.e. di C(}mbattimento è inconcepibile. Soltanto l'L.R. 2 - non ancora toccato dall'attacco - è a disposizione a pieni effettivi, dove però si deve riflettere che, spostando Ql!-este forze in altro luogo, nel caso di un nuovo attacco aereo qui mancheranno un'altra volta delle forze che poi dovranno essere sotratte nuovamente - con gran danno dell'L.R. 2 - da qualche altra pa rte. La cessione di parte delle


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forze di polizia p.e. ad un circondario confinante è però pensabile. Dunque l'idea di tirar fuori delle forze dai circondari incluso l'L.R. 2 per missioni di combattimento in altro luogo - come l'impiego contro i saccheggiatori di Nowawes o la banda a Groben - , per il momento non viene presa in considerazione. 2) Polizia a cavallo.

La situazione è un'altra con i reparti montati. Questi reparti adatti principalmente all'impiego in zone boscose, parchi e campagne, non si prestano proprio all'impiego cittadino, per di più in un abitato pieno di fiamme , schianti, scoppi, contaminato dai gas dopo l'attacco aereo, e nemmeno per compiti di sbarramento . (Paura dei cavalli ecc.). Anche per l'impiego contro i saccheggiatori, per di più in un ambiente come quello poco sopra descritto, gli 1/ 14 non sono adatti, inoltre sono troppi deboli soprattutto pcrchè nell'impiego vanno sottratte ìe guardie per i <:availi, e non si presLano assolutamente perchè i saccheggiatori sono entrati nei negozi. Lì dentro uomini a cavallo non possono seguirli. Dunque in questa data situazione reparti montati non sono ancora impiegabili nel territorio urbano. Ma lasciarli per caso inattivi o volerli schierare senza cavalli, non è ammesso dalla situazione e dalla cifra esigua di forze di polizia disponibili. Una possibilità di impiego può offrirsi nell'uso contro la banda presso Groben. 3) Polizia nautica.

(1/18 Wachtmeister. (SB.) con 4 ba rche a motore. Anche riguardo alla p olizia na utica la situazione è simile. All'interno deì territorio urban o non risuìta no da lla situazione cmn piti da assegnare . Potrebbe essere semplicemente presa in considerazione la protezione e lo sba rramento dei ponti Glienieker e Kaiser Wilhelm o dei passa ggi presso Caputh e più oltre a ovest , se questi, come però è da supporre, non fossero già difesi dalle unità di protezione locale. Anche un rinforzo delle difese costituite da lle unità di p rotezione locale è possibile da parte della p olizia nautica, ma non dovrebbe essere necessario . Un impiego senza barche è erra to. Così rimane concepibile un impiego in collabo razione con le forze assegn ate contro la banda di Groben , grosso modo nella zona Kohlha senbrilck - Griebnitz See - Teltowkanal. Non però sulla Nuthe , che non è navigabile con una profondità di 1/2 m . (Nessuna missione di combattimento !).


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4) Lod-Bereitschaften.

La composizione delle Lod-Bereitschaften, l'elevata età della truppa, l'insufficiente addestramento e forza, lo scarso e carente armamento ne fanno delle unità non atte a missioni di combattimento in un contesto più ampio. Per questo motivo non vengono considerate per l'impiego contro la banda a Groben, per quanto la loro motorizzazione in un primo tempo suggerisca questa idea. Per il medesimo motivo non va nemmeno pensato l'impiego contro i saccheggiatori a Nowawes, a parte il fatto che 1 Lod-Bereitschaft di 1/75 con i più i necessari distaccamenti di accerchiamento e perquisizione è troppo debole, specialmente quando si tratta - come già detto - di una missione da svolgere senza misericordia. Quando già 1 Lod-Bereitschaft è considerata insufficiente nell'impiego contro 80 saccheggiatori, che ricevono continuamente rinforzi, allora aliquote della Lod-Bercitschaft - 1 o 2 plotoni - devono essere davvero Lroppu puco . Resta così semplicemente l'impiego della Lod-Bereitschaft nei servizi di sicurezza e ausiliari, per i quali del resto era stata inizialmente concepita. In questo quadro è particolarmente adatta e adeguata a impieghi di sbarramento, p.e. nelle zone altamente danneggiate all'interno della città (L.R. 1,3,4,5). Ancora una breve osservazione sulla 2a Lod-Bereitschaft: essa è permanentemente impiegata nella protezione locale con guardie ai ponti , agli edifici e simili. Quindi al momento essa non è a disposizione per missioni in qualche altro luogo. Bisogna però tenere presente che essa svolge i suoi compiti nel senso di proteggere queste costruzioni principalmente da atti di sabotaggio, dunque che sorveglierà ponti e passaggi tatticamente importanti oltre che a Potsdam, anche nella direzione di marcia della banda di Gr6ben verso est e sud-est, p.e. il ponte Kaiser Wilhelm - il ponte Glieniecker - Kohlhasenbriick - il ponte ferroviario sulla Nuthe - la zona a sud delle stazioni di Drewitz e di Caputh. 5) Servizio speciale. Il servizio di telecomunicazioni a Potsdam è così debole a Potsdam che esso con i suoi 1/8 Wachtmeister (SB.) può soltanto occupare e mantenere attivi gli apparati fissi. Non ha nè mezzi nè personale per essere in grado ·di costruire qualche linea di comunicazione.


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li servizio automezzi - 16 Wachtmeister (SB.) - è appena sufficiente per avere gli autisti per i 16 automezzi normalmente disponibili a Potsdam. Manca persino il personale di ricambio, il che in caso di sovraffaticamento in missione si rivelerebbe spiacevole. Anche con i mezzi del normale parco veicoli di Potsdam non c'è da scialare. È vero che entrambe le Lod-Bereitschaften sono sufficientemente equipaggiate per la completa motorizzazione, ma oltre a ciò restano, se si sottrae l'automobile per il comandante e 1 motocicletta (per la staffetta), per missioni speciali: I automobile, 2 camionette, I motocicletta, cioè in caso di emergenza può esserne dotato il capo di un posto di comando in una zona altamente danneggiata all'interno della città, poi però non c'è più nulla sotto mano. 6) Servizio di sicurezza e ausiliario.

Le tre squadre tecniche ciascuna per gas, acqua, fognatura; elettricità bastano giusto per eliminare i 12 danni tecnici prodottisi. Con il servizio di decontaminazione la situazione non è buona - contro 8 aree contaminate ci solo 3 gruppi di decontaminazione. Perciò è quindi necessario per la riparazione dei danni il raggruppamento di 2-3 zone contaminate per 1 gruppo di decontaminazione oppure la suddivisione di 1 gruppo di decontaminazione o una com binazione di entrambi i procedimenti. Tuttavia è possibile contrastare efficacemente i danni degli agenti chimici. Il servizio di riattamento con 5 squadre ha da liberare 4-5 rifugi collettivi sepolti dalle macerie ed eliminare 5 bombe inesplose in 3 punti. Questo compito può svolgerlo senza difficoltà.

Il servizio sanitario con le sue 3 sezioni sanitarie e 5 sezioni di trasporto malati, deve già affrontare situazioni più difficili. A Nowawes l'ospedale da evacuare richiede l'impiego di circa 2-3 servizi di trasporto, e in questo compito torna utile il personale addestrato dell'ospedale. 2 altre sezioni di trasporto malati dovrebbero bastare per il trasferimento di malati e feriti dai luoghi di salvataggio agli ospedali. Più difficili sono le cose con le cure da prestare ai feriti in 7 zone danneggiate diverse , dove in 2 luoghi - Orfanotrofio e isolato della Charlottenstr. - È necessario un forte .i mpegno di almeno


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1 sezione sanitaria per ciascuno, degli altri luoghi dovrà dare risultati l'impiego per aliquote. Dunque anche con il servizio sanitario la situazione si può risolvere con la cooperazione dei gruppi sanitari degli L.-Reviere. Le forze dei Vigiii del fuoco 3 reparti e 6 mezzi reparti di pompieri, non bastano per combattere gli incendi di circa 10 edifici in fiamme. A questo si aggiunge il fatto che già tutto l'isolato tra Charlotten - Hoditz - Wasserstr. è in fiamme, un edificio particolarmente importante ~ la posta centrale essenziale anche come centrale telefonica per la lotta dei ai danni - brucia insieme all'annesso isolato, inoltre si estendono ulteriormente gli incendi dell'isolato orfanotrofio, ospedale, gasometro e gli altri focolai fanno altrettanto. È necessario far accorrere i vigili del fuoco della zona dei 7,5 km., che finora è rimasta indenne da attacchi aerei. 7 reparti e mezzo di pompieri sono un incremento soddisfacente . Anche se non possono effettuare un assoluta estinzione di tutti

i focolai nell'impiego a livello di settore, potranno pur sempre scongiurare un esito catastrofico e dopo un certo tempo rendere possibile il disimpegno delle squadre antincendio e salvataggio degli L.-Reviere, perché siano perlomeno pronte operativamente in caso di nuovo attacco aereo. Per lo stesso motivo deve essere resa possibile, nonostante tutte le difficoltà, la formazione di riserve, per lo meno di deboli forze di pronto impiego del servizio ausiliario. Sintetizzando c'è da dire riguardo alle forze locali della polizia e del servizio di sicurezza e ausiliario a Potsdam 1.) le forze . di polizia disponibili includendo le Lod non bastano per i compiti risultanti dalla situazione. D 'altra parte i reparti a cavallo e la polizia nautica, attualmente non impiegabili a Potsdam, possono essere ceduti per l'impiego altrove. Principalmente mancano forze per l' urgente lotta ai saccheggiatori di Nowawes. 2) Le forze del servizio ausiliario bastano, eccetto i vigili del fuoco. Anche con rinforzo dei vigili del fuoco della zona dei 7,5 km., essi non sono abbastanza forti per combattere efficacemente tutti gli incendi allo stesso tempo. 7) Mol. Pol-Abtlg.

Ora perp da ieri è stata posta agli ordini del comandante con - o comunque in connessione con - l'occupazione delle sedi di emergenza da parte di impo rtanti centri politico-amministrativi e milit ari, una mot. Pol. Abt. Senza dubbio ha il


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compito di fornire in primo luogo protezione a questi centri politico - amministrativi. Il rinforzo, dopo quanto detto finora, era anche necessario, poichè le forze finora presenti a Potsdam non bastavano nemmeno per le esigenze di poco più impegnative. Se quindi non fosse arrivato l'ordine del Regierungsprasident riguardo alla lotta contro la banda a Groben, per di più nel momento più sfavorevole da immaginare, il Kommandeur non si sarebbe trovato in difficoltà - almeno per ciò che riguardava la polizia. Per sbrigare questo incarico, le forze di polizia locale, Lod incluse, sono fuor di questione. Rimane solo l'impiego di forze della mot. Poi. Abtlg. Berlin, che è proprio adatta per addestramento, equipaggiamento e consistenza a svolgere missioni di combattimento. È fuor di dubbio che l'intera Poi. Abtlg. è notevolmente superiore al nemico a Groben con i suoi 150 uomini - 200 con eventuali rinforzi - non solo numericamente, ma anche riguardo ad equipaggiamento, armamento e valore combattivo. L'impiego dell'intero distaccamento di polizia può e deve, con una accorta conduzione delle operazioni, portare ad un rapido successo. Questo successo sarebbe però a spese e a condizione del rinvio dei compiti a Potsdam, cosa di cui non ci si può assumere la responsabilità, considerando la presenza dei centri politico-amministrativi. Perciò resta da riflettere se non bastino forze più deboli, aliquote del distaccamento, per l'annientamento della banda di Groben, e se non si possa impiegare il resto a Potsdam . Questa domanda trova una risposta affermativa. La Pol. Abt. Berlin p.e. senza l Hundertschaft è ancora per numero, equipaggiamento e armi notevolmente superiore e pienamente capace di eseguire l'ordine del Regierungspasident. Se poi si mettono ai suoi ordini il plotone a cavallo e la polizia nautica allora la Hundertschaft ottiene, proprio grazie al terreno favorevole per quei reparti, un prezioso vantaggio contro forze motorizzate legate alle strade. Così resta al Kommandeur a Potsdam una Hundertschaft per lottare prontamente contro i saccheggiatori a Nowawes, L.R. 6, e a questo bastano 2/3 SH = 100 uomini, i quali garantiscono una rapida esecuzione dell'ordine. Resta poi ancora una riserva di polizia di 1/3 SH = 50, che dopo la distruzione d ei saccheggiatori a Nowawes e la cessione di 1/3 SH al 6.L.R. può essere portata a 2/3 SH . Questa riserva ora è sufficiente.


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8) Forze vicine.

Che p.e. Berlino aiuti con altre forze, non c'è da aspettarselo, dopo che già è stata ceduta a Potsdam l Pol. Abt. e che inoltre la lotta alle due altre bande presenti a sud e sud-est assorbe notevolmente le sue forze. I forti attacchi aerei con notevoli danni a Berlino non permettono nemmeno la cessione di forze dei servizi di skurezza e ausiliari . Attualmente sono fuor di questione altre città nei dintorni. Bisogna contare sul già avvenuto impiego dei servizi di protezione postale e ferroviaria poiché, secondo le disposizioni di mobilitazione, questi si assumono autonomamente il compito di proteggere le loro installazioni. Bisogna pensare perciò ad una possibile cooperazione, particolarmente in vista della protezione della linea ferroviaria Wannsee- Michendorf. 9) Una breve parola ancora sulìe questioni di comando. Tutti gli uffici sono occupati semplicemente da capi del rango di ufficiale, se si eccettuano gli L. Rev. dove sono ancora presenti dei sottufficiali di polizia come sostituti dei R. Vorstehcr. Dunque nè il Kommandeur di Potsdam, nè il Kommandeur del distaccamento di polizia motorizzata per Berlin hanno un sostituto. Il Kommandeur di Potsdam appartiene a Potsdam. Qui è il responsabile e qui deve agire e precisamente di persona. Altrettanto ovvio è che il Kommandeur, che è affiatato con la sua Pol. Abt. Berlin, anche nell'impiego di questo distaccamento - perfino dopo la cessione di 1 SH a Potsdam appartiene al suo distaccamento, comanda questo e solo questo . Solo la morte del Kommandeur a Potsdam può modificare tutto ciò. Stessa situazione per i capi delle Hundertschaften e delle Lod-Bereitschaften, questi appartengono adesso in combattimento alle loro formazioni. In vista del combattimento, intraprendere cambiamenti ingiustificati, significherebbe indebolire consapevolmente e senza fondamento la forza combattiva di queste formazioni. (Impatto psicologico! Insegnamento della guerra mondiale!) Altrimenti stanno le cose con i Rev. Vorsteher. Qui è disponibile un rappresentante especto nella figura del sottufficiale di polizia. È perciò possibile affidare particolari incarichi -:-- alla sua portata - a un singolo Reviervorsteher. In un quadro più ampio anche questo porta a un indebolimento .


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Restano ancora i tecnici-ufficiali (aiutante, ufficiale di protezione aerea, ufficiale delle telecomunicazioni, ufficiale degli automezzi e simili). Questi sono tecnici, scelti e resi esperti nel loro settore in tempi di pace, addestrati per i casi di emergenza. Nell'attuale emergenza tirarli fuori dal campo dei loro impegni e affidare loro compiti non ben conosciuti è un suicidio.

4. Dopo quanto detto è chiaro, che gli ordini impartiti al Kommandeur riguardo ai saccheggiatori a Nowawes e alla banda presso Groben possono essere eseguiti con una ragionevole aspettativa di successo; riguardo la lotta nelle zone danneggiate dall'attacco aereo può essere ottenuto un risultato adeguato nella lotta a tutti i danni, tranne gli incendi. Per la lotta agli incendi le forze non bastano del tutto. 5. POSSIBILI DECISIONI.

a) Riguardo alle forze per eseguire l'ordine di impedire l'attacco a Potsdam e l'annientamento della banda di Groben, esse sono state già discusse. Resta da riflettere, corne possa essere svolta al 1neglio il compito nel quadro complessivo delle missioni. Un'immediata avanzata in direzione di Groben allo scopo di annientare la banda sembra la cosa più oppor tuna, ma ha il suo svantaggio, che la banda evitando il contatto attacchi Nowawes - il che è concepibile tanto da est tanto da sud - e distrugga la linea ferroviaria Wannsee - Michendorf. È pensabile una suddivisione del distaccamento di polizia in una parte assegnata allo sbarramento e un'altra all'attacco. Allora però entrambe le parti sono troppo deboli. Resta così la possibilità di assolvere difensivamente la missione in un primo momento. Protezione della ferrovia tangente il limite orientale di Nowawes attraverso lo sbarramento ad est di questa ferrovia, appoggiando le ali ai canali della Nuthe e Teltow, mantenere liberi i ponti presso Drewitz e sbarramento delle strade che portano da Saarmund e Groben a Potsdam. L'incarico va svolto con le forze disponibili su un fro nte di 5 Km. Principalmente da questa posizione risulta un ulteriore possibilità di annientare la banda di Groben dopo ricognizioni e informazioni più accurate. Il guadagno di tempo così ottenute favorisce un alleggerimento della situazione a Potsdam.


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b) Riguardo alla lotta ai saccheggiatori nella piazza Lutero a Nowawes, tenendo conto delle pozze di iprite alla stazione di Nowawes e alla Lindenstr., risulta possibile unicamente un impiego da sud. e) Riguardo alla lotta ai danni causati dall'attacco aereo si hanno le seguenti possibilità: 1) dividere le forze disponibili dei servizi di sicurezza e ausiliari, incluse le forze dei vigili del fuoco della zona dei 7 ,5 km. dopo aver lasciato una debole colonna di riserva da parte secondo le zone danneggiate, col che si danno ancora le possibilità di: a) impiegare fin da principio nelle zone d anneggiate le forze secondo le disposizioni dei settori stessi, b) mettere le forze agli ordini del Reviervorsteher e lasciare a lui le modalità di impiego. Queste soluzioni significano lo spezzettamento di forze troppo deboli, come già dimostrato, specie nel caso dei vigili del fuoco. Nell'impulso di aiutare tutti non si aiuta nessuno. 2) Impiego a livello di settore negli L.R. 1,5, e 6 e formazione di un posto di comando per zona altamente danneggiata, dopo aver raggruppato le zone danneggiate negli L.R. 3 e 4. Questa soluzione promette già un risultato migliore. Ha però l'inconveniente, che la zona altamente danneggiata non tiene conto nella sua delimitazione della sovrapposizione a! suoi confini con le zone danneggiate negli L.R. l e 5, cosicchè proprio nei punti di giunzione tra i Revicre è necessario un più massiccio impiego di forze che possono essere efficacemente aggiunte altrove con una più ampia lotta ai danni. Risulta allora essere la soluzione più adeguata: 3) a) il raggruppamento delle zone danneggiale dell'L.R. 1 (a sud di Charlottens~r.) con quelle degli L.R. 3,4,5, lotta ai danni con una direzione unitaria e la formazione di un posto di comando a questo scopo. (Denominazione Zona danneggiata I}. Le deboli forze disponibili per gli sbarramenti - 1 Lod . Bereitschaft - rendono necessa rio serrare il più possibile il perimetro di delimitazione. Perciò è impensabile un duplice sbarramento. Ciò significa un risparmio di forze, se si prende la.Havel a sud come confine, includendo a est Humboldstr. incl. - Charlottenstr. incl. Lindt:nstr. im:l. - lato uv1::;t Bram:n::islr. (lasdan; libera


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la strada!) - Yorkstr. inclusa - Franzosische Str. incl. - Breitestr. incl. - Havel. Come capo è proponibile un idoneo Rev.-Vorsteher degli L.R. 3,4, o 5 (è stato scelto il R.Vorst. 4 L.R.) (non dall'L.R. I, non il Kdr.) b) lotta ai danni nel perimetro Spandauer - Alexander - Jagerstr. - Kaiser Wilhelmstr. - LR. 1 dopo avere posto agli ordini del R. Vorsteher 1 R. deboli forze di pronto intervento (denominazione zona danneggiata Il.) c) lotta ai danni nel 6. L.R. dopo aver sottoposto al R. Vorsteher 6 LR. forze sufficienti. Denominazione zona danneggiata III. La suddivisione delle forze lascia solo la seguente possibilità:

Per a). zona danneggiata I: Messa a disposizione di 1 Lod-Bereitschaft, 2/3 della polizia degli L.R. 1,3,4,5. 2 reparti di pompieri; 2 mezzi reparti di pompieri; 4 reparti di pompieri (zona dei 7,5 km.); l mezzo reparto di pompieri (zona dei 7,5 km.); 2 sezioni sanitarie; 2 squadre di riattamento; 2 squadre di decontaminazione. Squadre tecniche l elettricità, 3 gruppi per ciascun settore gas, acqaa, fognatura. Per b). zona danneggiata Il: Messa a disposizione di 2/ 3 della polizia dell'L.R. 2; 3 mezzi reparti di pompieri; l squadra di riattamento. Per e). zona danneggiata III: Messa a disposizione di tutte le forze di polizia del 6. L.R. (più tardi 1/3 SH.); I reparto di pompieri; 2 reparti di pompieri della zona dei 7,5 km. (Neubabelsberg e Drewitz); 2/3 di una sezione sanitaria; 3 sezioni di trasporto malati; l squadra di riattamento; 1 squadra decontaminazione; 1 squadra tecnica elettricità.


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ALESSANDRO POLITI

Come riserva a disposizione del Kommandeur restano ancora: 1) polizia

vigili del fuoco

servizio sanitario

1/3 S.H. 1 mezzo reparto di pompieri 1 reparto di pompieri della zona dei 7 ,5 km. 1/3 di sezione sanitaria 2 sezioni di trasporto malati 1 squadra

servizio riattamento servizio decontaminazione squadre tecniche 1 squadra elettricità.

2) Inoltre dopo aver tirato fuori le forze degli R.: 5 squadre antincendio e salvataggio degli R. 1-5 5 squadre sanitarie degli R. 1-5 Polizia dei Reviere l ,2,3,4,5 ognuno 1/3. DECISIONE 11 Kommandeur di Potsdam decide:

1) di incaricare il Kommandeur della mot. Pol. Abt. Berlin di impedire l'attacco della banda di Groben a Nowawes e la distruzione della linea ferroviaria Wannsee - Michendorf con il suo distaccamento di polizia senza 1 S.H. e con il plotone a cavallo (1/24) e la polizia nautica 1/18 su 4 barche a motore) ai suoi ordini e perciò di sbarrare immediatamente a est di questa linea ferroviaria le strade di accesso da Groben a Potsdam, appoggiando le ali alla Nuthe e al Teltowkanàl, mantenere aperto il passaggio a Drcwitz sulla Nuthc per la polizia e proteggere la strada Potsdam - Saarmund; 2) di incaricare subito una Hundertschafl della mot. Pol. Abt. Berlin senza 1 plotone della lotta senza quartiere ai saccheggiatori nel Lutherplatz a Nowawes e di mettt:re, dopo aver assolto il suo incarico, 1/3 di questa Hundertschaft a disposizione del Rev. Vorsteher del 6. L.R.; 3) di far venire i vigili del fuoco della zona dei 7 ,5 km. velocemente a Potsdam; 4) di raggruppare le zone daneggiate nell'L.R. 1 (a sud di Charlottenstr.), 3,4 e 5 nello spazio Havel - Kaiser Wilhelmbrucke - Humboltstr. - Brauereistr. - Y orkstr. - Franzosische Str. - Charlottenstr. - Lindenstr. - Havel in una zona altamente danneggiata e a questo


LE DfflTRINE TEDESCHE DI CONTROvUERRIGLIJ\ 1936-1944

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scopo formare un posto di comando sotto la direzione del R. Vorst. 4.L.R. e mettergli a disposizione per la lotta ai danni 1 Lod-Bereitschaft 2 sezioni sanitarie 2/3 della polizia di ogni L.R. 1,3,4,5 2 squadre di riattamento 2 reparti di pompieri 2 squadre di decontaminazione 2 mezzi reparti di pompieri I squadra tecnica ognuna per elettricità, gas, acqua, fognatura. 4 reparti di pompieri 1 mezzo reparto di pompieri (zona del 7,5 km.) come anche i capo-tecnici dei pompieri e del servizio sanitario, come anche il personale e gli automezzi per il posto di comando; 5) di affidare la lotta ai danni nello spazio Spandauer Str. - Alexanderstr. - Jagerstr. - Kaiser Wilhelmstr. - al R. Vorsteher del 1 L.R. e di mettergli a disposizione per questo scopo: 2/3 dei poliziotti dell'L.R. 2, 3 mezzi reparti di pompieri, 1 squadra di riattamento; 6) di incaricare della lotta ai danni nel 6. LR. il Rev. Vorst. 6. LR. e di mettergli perciò a disposizione: tutte le forze di impiego del proprio Revier, 1 reparto di pompieri, 2 reparti di pompieri della zona dei 7,5 km. (Neubabelsberg e Drewitz), 2/3 di sezione sanitaria, 3 sezioni trasporto malati, 1 squadra riattamento, 1 squadra decontaminazione, 1 squadra tecnica elettricità e 1/3 SH. dopo che ha assolto la sua missione di lotta ai saccheggiatori di Nowawes; 7) dopo l'arrivo delle forze di pronto impiego nelle zone danneggiate, spostare da queste 1/3 delle forze di polizia di ogni LR 1,3,4,5 come anche le squadre antincendio e salvataggio e le squadre sanitarie di questi LR. e rimetterle a disposizione dei loro Reviere; 8) tenere le forze restanti come riserve, cioè: 1/3 SH., 1 mezzo reparto di pompieri, 1 reparto di pompieri della zona dei 7,5 km., 1/ 3 di sezione sanitaria, 2 sezioni di trasporto malati, 1 squadra di riattamento, 1 squadra tecnica elettricità, come anche i capotecnici dei servizi cittadini e di riattamento.


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ALESSANDRO POLITI

MISURE E ORDINI

I.

Comunicazione della sua decisione agli ufficiali e capotecnici a lui subordinati e presenti nel posto di comando della direzione di protezione aerea.

II. A voce ai capotecnici dei vigili del fuoco:

1) Illustrare)a situazione ai 7 1/2 reparti di pompieri della zona dei 7 ,5 km., esse devono avanzare sollecitamente su Potsdam, e precisamente: a) i reparti Neubabelsberg e Drewitz a Nowawes, lì presentarsi al 6. LR. dal R. Vorst. a cui sono con ciò subordinati, b) reparti Nedlitz, Bornim, Geltow (1 1/2), Eiche all'angolo Luisen - Kronprinzenstr. (R. 5). Lì attendere ulteriori ordini dal capo del "posto di comando Innenstadt" - Rev. Vorsteher 4 - a cui sono con ciò sottoposti, c) reparto Werder (ippotrainato) in questura a mia disposizione. 2) L'arrivo ai posti assegnati è da comunicare qui.

III. A voce all'aiutante: Illustri subito la situazione e le mie intenzioni alle Lod impiegate nella protezione locale, al servizio di protezione ferroviario e a quello postale. Particolare attenzione a est e sud-est alla banda di Groben, e prepari l'ordine di missione per la zona danneggiata I - LR. 1,3,4,5 -. Portare qui gli ufficiali di prote:lione aerea e i capotecnici. IV. A voce al Kommandeur del distaccamento di polizia Berlin (mot.), che si trova da lui: 1) Situazione: ..... , come compito ..... Va tenuto conto che l'avversario non si trova più a Groben, ma ha iniziato la marcia su Nowawes. È già stato informato dei danni subiti dall'attacco aereo. I dintorni della stazione di Nowawes sono contaminati da iprite. Nel Lutherplatz saccheggiatori, contro i quali impiegherò una delle sue Hundertschaften. 2) La Poi. Abt. Berlin mot;·Senza I SH., che resta qui a mia disposizione, impedisce con i sottoposti plotone a cavallo 1/14 e polizia nautica 1/18 l'attacco della banda a Nowawes - Potsdam e la distruzione della linea ferroviaria Wannsee - Michendorf tra Kohlhasenbriick e Hp. Rehbriicke. A questo scopo essa sbarra subito le strade che portano a Potsdam a est di questa linea ferroviaria tra la Nuthe e il Teltowkanal. Il ponte sulla Nuthe presso Derwitz deve essere mantenuto libero per la polizia, la strada Potsdam - Saannund va potentemente difesa.


LE DOTTRINE TEDESCHE DI C.ONTROGUERRIOLIA 1936 - 1944

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Per la marcia deve essere seguita la seguente strada: Kaiser Wilhelmbriicke - Alte Koningstr. - Schlaatz Weg - Horst Weg - Grossbee' renstr., poi secondo propria valutazione. 3) Mettere subito in allarme il capo del restante Hundertschaft e mandarlo di persona da me, occuparsi per proprio conto di far venire gli uomini a cavallo e la polizia nautica. 4) Le comunicazioni mi raggiungono qui nel mio posto di comando n.

te!. ............... ..

·

5) Domande? Muoversi! Fare presto!

V. A voce all'ufficiale di protezione aerea: Informi subito il plotone a cavallo e la polizia nautica della situazione e della loro nuova assegnazione. VI. A voce al capo della 3. SH. della Poi. Abt. Bcrlin, che si presenta personalmente al Kommandeur: 1) Situazione. Sfruttando l'attacco aereo su Nowawes e su Potsdam che

lui ha sperimentato poco fa e che ha causato particolarmente nel centro della città notevoli danni di ogni tipo - specie incendi -, circa 80 persone saccheggiano a Nowawes nel Lutherplatz i negozi circostanti e la filiale della Reichsbank, esse ricevono continuamente rinforzi. A Nowawes intorno alla stazione vaste zone danneggiate di ogni tipo, stazione contaminata da iprite, pozza di iprite nella Lindenstr. Davanti al municipio. A Groben si è formata una banda di 150 persone che ha espresso l'intenzione di attaccare Nowawes. Suppongo che questa banda si trovi già in marcia verso dì là. Contro questa banda ho impiegato il suo distaccamento di polizia, che avanzerà subito nella direzione Kaiser Wilhelmbriicke -Alte Konigstr. - Schlaatz Weg - Horst Weg - Grossbeerenstr. 2) Lei va subito con la Sua Hundertschaft meno 1 plotone, che resta qui a mia disposizione, contro i saccheggiatori a Nowawes. Tenendo conto delle wne contaminate da iprite già indicate, avanzare da sud! Servirsi delle armi da fuoco senza riguardi. Evitare che i saccheggiatori sfuggano, gli eventuali arrestati vanno sollecitamente trasportati in questura, i beni derubati vanno messi al sicuro nel 6. LR. 3) Il compimento di questa missione va subito comunicato a me telefonicamente qui al posto di comando. N. tel. ..... . 4) Domande? Muoversi subito.


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ALl',SSANDRO POLITI

VII. Telefonicamente al R. Vorst. 6. LR. 1) Situazione. Sulla situazione nel Suo Revier Lei è informato. Qui a Potsdam nel centro della città intorno all'LR. 4 sono stati ugualmente constatati forti danni di ogni genere, specie incendi. A Groben c'è una banda di 150 uomini, ha espresso il proposito di attaccare Nowawes. Può già essere per strada in quella direzione. Contro la banda è già stato messo in marcia il distaccamento di polizia Berlin sul percorso Alte Konigstr. - Schlaatz Weg - Horstweg - Grossbeerenstr. Con l'incarico di proteggere la ferrovia al limite est del suo Rcvier. Contro i saccheggiatori al Lutherplatz da lei denunciati sono stati messi in marcia poco fa 2/3 della 3. SH per riportare l'ordine. È stato ordinato da me l'uso senza riguardi delle armi da fuoco. Dopo il compimento della missione ho intenzione di metterLe agli ordini I plotone di questa Hundertschaft.

2) I danni comunicati da Lei dovrà combatterli autonomamente. Perciò Le vengono sottoposti: 1 reparto di pompieri, 2 reparti di pompieri della zona dei 7,5 km., già messi in marcia verso il 6. LR., 2/3 di sezione sanitaria, 3 sezioni di trasporto malati, 1 squadra di riattamento, l squadra di decontaminazione, l squadra tecnica elettricità. proprie forze (polizia e forze di pronto impiego). Con queste forze deve cavarsela, perché non c'è altro a disposizione.

Le suddette vengono subito messe in marcia verso l'angolo Wilhelm - Bismarckstr. 3) I comunicati mi raggiungono al mio posto di comando. Ancora una domanda?

VIII. A voce ai capo tecnici'.. Mettere subito in marcia le seguenti forze di pronto impiego verso Nowawes - angolo Wilhelm - Bismarckstr., dove vengono sottoposte al R. Vorsteher LR. 6: 1 reparto di pompieri, 2/3 di sezione sanitaria con un medico,


LE DOTTRINE TEDESCHE

m

CONTRO<JUERRlGLJA 1936 -1944

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3 sezioni di trasporto malati, 1 squadra di riattamento, 1 squadra di decontaminazione, 1 squadra tecnica elettricità. IX. Telefonicamente al Rev. Vorsteher LR. 1: 1) La Situazione nel Suo Revier Le è nota. Negli LR. 3,4,5 notevoli danni di ogni tipo, specie incendi, che costringono al raggruppamento in zona altamente danneggiata e a formare un centro di comando sotto la direzione del R. Vorsteher del 4. LR. A questo centro di comando viene anche sottoposta la parte a sud di Charlottenstr. del Suo R. Riguardo a ciò segue ordine. 2) Lei si occupa della lotta ai danni nello spazio Spandauerstr. - Alexanderstr. - Jagcrstr. - Kaiser Wilhelmstr. 3) Perciò le vengono subordinati:

2/3 dei funzionari dell'LR. 2 (si occuperà Lei di farli venire), 3/2 reparti di pompieri, 1 squadra di riattamento. Le forze vengono messe in marcia verso l'LR. 1. 4) Decontaminazione dell'angolo Kaiser Wilhclm - Jagerstr. attualmente impossibile. Sbarri da sè. 5) Le forze dislocate nei pressi della Charlottenstr. restano là in un plimo momento. 6) Altre forze non possono essere messe a disposizione. X. A voce all'LR. 2: l) Situazione ......

2) 2/3 del servizio stradale si muovano subito verso l'LR. 1, lì sono sottoposti al Rev. Vorst. LR. 1. Xl.

A voce ai capo-tecnici: Mettere subito in marcia le seguenti forze di pronto impiego verso LR. 1, dove saranno subordinate al R. V orst. LR. 1: 3/2 reparti di pompieri, 1 squadra di riattamento.


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Al .E<;SANDRO POLITI

XII. Ordine scritto agli uffici sottoposti:

Comando della Schutzpolizei (Luftschutzleitung) 1 aNr. ....... .

Posto di comando questura di ............................................. . .. .............. ora ................ min.

Ordine per la formazione del "Centro di comando Innenstadt". 1) Attacco aereo nemico, compiuto con circa 40 bombardieri dalle 07,28 - 07,36 nel centro della città di Potsdam e su Nowawes, ha causato pochi danni nella zona dei tribunali e della pretura (Lu. R. 1), notevoli danni alla stazione ferroviaria di Nowawes e dintorni, gravi di ogni tipo, specie incendi, alla giunzione tra i Lu. R. 1,3,4, e 5. Qui è sorta una zona altamente danneggiata. Nel Lutherplatz a Nowawes (Lu. R. 6) si è dovuto procedere contro circa 80 saccheggiatori, nei pressi di Groben è attiva una banda di 150 persone contro la quale ha comindato ad agire il distaccamento di polizia Berlin (mot.). La lotta ai danni nel Lu. R. l (parte nord) e nel LR. 6 è in corso. 2) Nella zona altamente danneggiata nel centro della città è necessario un comando unitario per tutta l'area danneggiata e l'istituzione di un centro di comando. Il comando è affidato al Hptm. d. Sch. X, R. Vorsteher Lu. R. 4. 11 centro di comando ha la denominazione: "Centro comando Innenstadt". Lo sbarramento della zona altamente danneggiata è da attuarsi lungo le seguenti strade: Kaiser Wilhelmbriicke esclusa - Humboldtstr. escL - Yorkstr. foci. - Franzosische Str. incl. - Hohenzollernstr. incl. - Havel. Controllare Kaiser Wilhelmbriicke e chiuderlo per evitare spostamenti da e per Nowawes. 3) Come forze vengono messe agli ordini: a) forze già impiegate 1) Forze di impiego dei Lu. R. 1,3,4, e 5 inclusi i R. Vorst. Lu. R. 3,4,5 e Ol5ermeister Lu. R. I. 2) Forze di pronto impiego della direzione di protezione aerea: vigili del fuoco: squadre tecniche

servizio riattamento

I mezzo reparto, I squa~a tecnica per ogni settore gas, acqua, fognatura, 1 squadra di riattamento.


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

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b) le forze di pronto impiego della direzione di protezione aerea che si trovano in marcia: I) polizia: 1 Lod. - Bereitschaft ( 1-3 -75)

2) vigili del fuoco: 2 reparti 2 mezzi reparti

Potsdam

4 reparti 1 mezzo reparto

zona dei 7,5 km. (prima per telefono!) 3) servizio sanitario: 2 sezioni sanitarie 4) servizio di riattamento: 2 squadre di riattamento

5) servizio di decontaminazione: 2 squadre di decontaminazione 6) squadre tecniche: 1 squadra tecnica elettricità 2 per ogni settore gas, acqua, fognatura. 7) capo-tecnici: capo-tecnico dei vigili del fuoco: ing ................................................... ...................... .

e personale ausiliario

capo-tecnico del servizio sanitario: dr ........................................................................... . e Obltn. Z. come aiutante.

8) Come portamessaggi e telefonisti i Lu.R. 1-5 contribuiscono ciascuno con 1 apposito Wachtmeister (SB.) con bici. 9) Veicoli: I automobile, 1 camionetta, 1 motocicletta.

Tutte le forze di cui al punto 3b-l-9 si presentino a Breite Str. davanti alla questura, eccezion fatta per i vigili del fuoco della zona dei 7,5 km. che sono inviati all'angolo Luisen - Kronprinzstrasse, da cui poi vanno fatti arrivare. 4) Luogo del centro di comando e nr. telefonico mi vanno comu-

nicati. 5) Dopo l'impiego delle forze di pronto impiego nelle singole zone

danneggiate, le squadre antincendio e salvataggio, le squadre sanitarie come anche 1/3 degli agenti di polizia dei L.R. l, 3, 4 e 5 vanno rinviati ai lo ro Reviere, ai quali vengono di nuovo sottoposti. Vanno prese sollecitamente tutte le misure necessarie per un. nuovo impiego di queste forze. 6) Riserva del Comando

polizia:

1/31. Hundertschaft del distaccamento di polizia Berlin.


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ALESSANDRO POLITI

vigili del fuoco:

servizio sanitario:

I mezzo reparto Potsdam. 1 reparto della zona dei 7,5 km. questura (prima per telefono).

1/3 della sezione sanitaria 5. 2 sezioni di trasporto malati.

servizio riattamento:

l squadra di riattamento.

squadre tecniche:

l squadra tecnica elettricità.

Tutte le forze al loro posto, eccetto i vigili del fuoco della zona dei 7,5 km. 7) Sono raggiungibile al mio posto di comando nr. tel. ........... ...........

firmato ........................ F.d .R. firmato ....................... . Lista di distribuzione L.R. 1-6 ognuno 2

12

Lod. Ber. 1 ))

))

2

1. SH.

1

Capo-tecnici

4

Stato maggiore (Kdr .Adj. Lu. Offz . K.N. ciascuno 1)

7

Ufficio 2 - Nachr. P .P. RP . ciascuno 2

4

Res.

5 35

XIII. In formare prima telefonicamente il Rev. Vorsteher 4.L.R. dell'ordine al punto XII. XIV. A voce all'aiutante e ai capo-tecnici. Mettere in marcia le forze di cui al punto 3b 1-9 subito. XV .

Comunicare al PP . e RP. il rapporto sulla situazione, le misure prese e quelle che sì intende prendere, e i risultati.


LE DOTTRJNE TEDESCHE DI CO NTROGUERRIGLIA 1936-1944

221

PARTE B. L'ordine difensivo impartito dal Kommandeur di Potsdam al Komrnandeur della Poi. Abt. Berlin (mot.) è molto dettagliato e non lascia spazio a particolari opzioni. Solamente riguardo alla delineazione della H.K.L. ci sono diverse possibilità. Che debba giacere a est della linea ferroviaria da proteggere (non sulla linea stessa!) è ovvio. Porla sulla linea di per sé vantaggiosa Kol. Rehbriicke - Butter Berg - Siidwestfriedhof non è permesso dal tempo a disposizione e dalla larghezza del settore (8 km.). Perciò la H.K.L. va posta in una posizione vantaggiosa intermedia rispetto alle due possibilità citate, dunque grosso modo Forsterei Rehbriicke - limite est di Drewitz - I km a est della stazione di Drewitz - Kohlhasenbriick. (Decidere la H.K.L. solo sul terreno!) Il centro di gravità giace secondo la missione assegnata (Drewitz!) e le migliori possibilità di avvicinamento del nemico da destra. Tenendo conto della struttura delle forze (solo 2 SH!) formare 2 sottosettod, linea di separazione stazione Drewitz - Jagdschloss Stern - margine meridionale di Giitergotz. Impiego delle forze

a) sottosettore di destra:

1 S.H. con sottoposto J mezzo plotone di mitragliatrici pesanti nei pressi del limite meridionale di Drewitz e plotone a cavallo nei pressi di Hp. Rehbriicke.

b) sottosettore di sinistra: 213 2. SH con sottoposto 2. mezzo plotone mitragliatrici pesanti nei pressi di Kolonie Drewitz e la polizia nautica nel Teltowkanal nei pressi di Kohlhasenbriick. I sottosettori devono dislocare degli avamposti di combattimento, se ancora possibile, lungo la linea generale Forsterei Ahrensdorf - Butterberg - limite orientale del Siidwestfriedhof.

Ricognizione da parte dei sottosettori fino a 2 km, oltre la linea degli avamposti di combattimento. c) Ricognizione con il plotone di fucilieri motociclisti va fatta per prima: I) via Kol. Rehbriicke-Saarmund verso Tremsdorf; 2) via Nudow-Fahlhorst verso Gròben; 3) via Gutergotz-Schenkendorf-Ahrensdorf-Siethen verso Groben; 4) via Stahnsdorf-Ruhrsdorf verso Gross-Beeren.


222

ALESSANDRO POLITI

d) Stato maggiore del distaccamento, pronto soccorso e salmerie alla stazione di Drewitz, come anche la riserva del distaccamento e cioè: 1/3 2. SH. e)

+ 1 P.S.W.

Il plotone trasmissioni prepara i seguenti collegamenti: 1) col settore di destra: collegamento a staffette e con lampeggiatore;

2) col settore di sinistra: collegamento a staffette; 3) cogli avamposti di combattimento: collegamento radiotelegrafico verso Butterberg; 4) con la riserva, il pronto soccorso e le salmerie: collegamento via cavo. t) Marcia di partenza dalle posizioni a Potsdam:

1) plotone di fucilieri motociclisti in avanti per ricognizione e protezione; 2) autonomamente il plotone a cavallo e la polizia nautica.

3) Distaccamento in formazione sino a Drewitz, ordine di marcia: avanguardia:

1 PSW 1 SH. 1. mezzo plotone mitragliatrici pesanti

grosso:

Stato ma ggiore 2/ 3 2. SH 2. mezzo plotone mitragliatrici pesanti pl0tone comunicazioni squa dra sanitaria salmerie 1/3 2. SH

Da Drewitz in poi la truppa avanza autonomamente verso le sue posizioni dopo aver mandato a vanti aliquote di protezio ne, i mezzi di trasporto sono ma ntenuti nei pressi.


CARTINA N. 1

Carta del terreno di esercitazioni


224

ALESSANDRO POLITI

LEGENDA DELLA CARTA DEL TERRENO Dl ESERClTAZIONE Strade principali Strade equivalenti alle strade principali

---<])--- Numero della strada del Rcich (autostrada) Strade interdette ai veicoli a motore Sentieri 27,,

Distanza in chilometri

-

distanza chilometrica

-"-~~

Strade in costruzione o in appalto Ferrovia con stazioni

~ Strade percorribili con

Confine dd Rcich

T

Vecchio confine del Reich Aeroporto

a. Monumento

t 6

o ~ l,J.

>r ~

'--t:: 'i:

~,

@

Castello Rovina Chiesa, cappella, monastero Torre di vedetta Foresteria Passo Traghetto per veicoli Traghetto per pedoni Faro Canale Linea di navigazione Foresta Palude, pantano.

~ Località con oltre 100.000 abitanti

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50-100.000 20-50.000 10-20.000

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8

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abitanti località con 5- 10.000 )) )) )) 2-5.000 )) }) meno di 2.000 » piccole località, insediamenti.

altitudini espresse in m. sul livello del mare


DOCUMENTO N. 2

MERKBLATT FUR DIE AUSBILDUNG DER GESCHLOSSENEN POLIZEIEINHEITEN IM POLIZEIKAMPF Herausgegeben vom Chef dcr Ordnungspolizei 1941

Roll 9 frame 251 IO 10 - 14


226

/\LESS/\NDRO POLITI

MANUALE PER L'ADDESTRAMENTO DELLE UNITÀ DI POLIZIA RIUNITE AL COMBATTIMENTO DI POLIZIA EDITO DAL CHEF DER ORDNUNGSPOLTZEI 1941

Considerazioni generali

1. L'addestramento delle unità di polizia riunite devono essere posto su basi diverse . 2. Il manuale di servizio, che in definitiva era valido per l'addestramento al combattimento dei battaglioni di addestramento della polizia, è la H.Dv. 130. Questo manuale di servizio dell'esercito parte dal presupposto che la fanteria in combattimento venga appoggiata dalle sue proprie armi pesanti, mitragliatrici pesanti, mortai, cannoni da fanteria e controcarro e che 1':ittacco stesso venga preparato dagli Stukas, dall'artiglieria pesante e dai mezzi di combattimento dei genieri. Nell'ottica di una preparazione e di una continua cooperazione da parte di queste armi pesanti, il procedere della fanteria sotto l'appoggio reciproco dei fucilieri e sotto la copertura di fuoco delle mitragliatrici leggere e pesanti non ha più quell'importanza decisiva, che era precedentemente caratteristica di questo metodo di lotta. Effettivamente l'addestramento dei battaglioni di addestramento della polizia è stato essenzialmente orientato, dato il presupposto della cooperazione con le armi pesanti, a conservare schieramenti profondi e mantenere un'avanzata a grandi sbalzi p er guadagnare il più velocemente possibile il terreno e arrivare a i punti di partenza per effettuare la penetrazione. 3. Poiché la polizia non ha in genere con sè le armi pesanti, la cui cooperazione è presupposto della rapida avanzata , ad eccezione delle mitragliatrici pesanti, e poiché in effetti il combattimento di polizia


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGUA 1936-1944

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richiederà che i battaglioni di polizia debbano compiere le loro missioni senza l'assegnazione di queste armi e senza la preparazione di artiglieria pesante ecc., così è necessario che il combattimento venga impostato sui mezzi a disposizione del battaglione di polizia. Addestramento al combattimento

4. Per i battaglioni di polizia si pone un addestramento al combattimento sotto un duplice punto di vista. Le contingenze del conflitto possono richiedere ed hanno già richiesto che i battaglioni di polizia vengano impiegati nell'ambito dell'esercito come se fossero battaglioni di fanteria. Allora l'addestramento prescritto dalla H.Dv. 130 ha la sua piena ragion d'essere. In rapporto a ciò l'addestramento deve rimanere invariato. Lo scontro nel combattimento di polizia

5. Il combattimento di polizia, cioè il combattimento della truppa di polizia, senza armi pesanti o con l'assegnazione di singole armi pesanti, contro partigiani o sbandati, ha tutt'altri presupposti. Qui falliscono i metodi di combattimento finora appresi sulla base della H. Dv. 130 e lo scontro a fuoco con fucile e mitragliatrice è l'unico ausilio. L'addestramento per il combattimento di polizia vero e proprio deve essere orientato a sottolineare particolarmente il metodico procedere sotto il reciproco appoggio a fuoco dei fucilieri e la copertura delle mitragliatrici. Al posto dei grandi sbalzi di grandi unità subentra in molti casi il "procedere del singolo" e il guadagno di terreno da parte delle truppe a piccoli sbalzi e il vicendevole aiuto ad avanzare di mitragliatrici e fucilieri. Perciò non c'è bisogno che si verifichi una separazione formale della truppa in squadre di fucilieri e di mitraglieri. La H.Dv. 130/2a del 16.3.1941 fornisce anche per questo metodo di lotta esaurienti indicazioni, basta solamente interpretarle correttamente. 6. Non si possono fornire indicazioni vincolanti sull'ampiezza e la profondità dello spiegamento. La forza d'urto dell'unità éombattente deve essere assicurata. Invece ha una importanza primaria la protezione dei fianchi e delle spalle dell'unità combattente sul combattimento di polizia. Ricognizione

7. Nel combattimento di polizia assume particolare importanza la ricognizione da combattimento, poiché non c'è alcuna chiarezza nella


228

ALESSANDRO POLITI

maggior parte dei casi sulla posizione del nemico. Tenendo conto dell'astuzia e dell'insidiosità del nemico non possono essere inviati in avanti su lunghe distanze singoli esploratori, perché è prevedibile che questi non ritorneranno; l'esperienza impone una ricognizione forte e combattiva. Molto spesso si verificherà la suddivisione della missione di ricognizione in piccoli settori. L'addestramento alla ricognizione deve essere orientato a considerare non solo il nemico al suolo, ma anche i pericolosissimi cecchini sugli alberi e i nidi di mitragliatrici nelle chiome degli alberi. Gli uomini devono essere messi a confronto con ogni possibile situazione nel servizio di ricognizione; anche l'osservazione alle spalle di spazi già superati è importante. Penetrazione

8. Bisogna dedicare particolare attenzione al comportamento durante e dopo la penetrazione. L'addestramento al combattimento ravvicinato, specie al tiro rapido, ha dimostrato una accresciuta importanza. Le esercitazioni devono essere dirette espressamente a non far trascurare alcun avversario durante l'attacco alla posizione sia che si trovi al suolo, sia in appostamenti, sugli alberi ecc. La truppa deve essere perciò abituata a contrattacchi di sorpresa eseguiti a distanza ravvicinata, all'improvvisa apertura del fuoco di mitragliatrici prima silenziose e ad ogni tipo di insidie. Protezione

9. Nell'ottica "Fronte dappertutto, nemico tutt'intorno" la protezione e la ricognizione a breve raggio durante la sosta, si tratti di un bivacco o di un regolare quartiere, acquistano una particolare importanza, allo scopo di evitare attacchi improvvisi. Sullo stesso principio va modellata la protezione in marcia. Gli intervalli di sicurezza, durante una marcia contro un nemico prevedibilmente sprovvisto di armi pesanti, possono essere accorciati. Disporre le salmerie dietro la massa principale. Sono indispensabili dispositivi di sicurezza sui fianchi e alle spalle. La determinazione delle missioni 10. La molteplicità delle situazioni che possono sorgere nella guerriglia esclude l'impartire disposizioni vincolanti. La H .Dv. 130/9 fornisce indicazioni sul combattimento nell'oscurità e nella nebbia, sul combattimento negli abitati e nei boschi, che tuttavia possono non


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essere esaurienti. Il vero e proprio combattimento di polizia porrà la truppa di fronte alla molteplicità delle missioni. Compito degli ufficiali è di intuire queste possibilità e orientare la determinazione delle missioni nelle esercitazioni su questa base. Tutti gli ufficiali devono avere fondamentalmente chiaro che i difficilissimi compiti del combattimento di polizia non si lasciano risolvere da un semplice metodo di attacco, bensì che si tratta di mettere l'avversario in una tale situazione, che non possa sfuggire. L'assoluzione di tali compiti richiede tanto nelle esercitazioni quanto nel combattimento effettivo grande accortezza, accurata impartizione degli ordini, eccellente coordinazione e, soprattutto tempo . Uso della H.Dv. 130 e modificazioni 11. Per il rimanente resta che i presupposti di combattimento, che sono

stati appresi, sono conservati. Se le unità di polizia entrano nel combattimento puramente militare nell'ambito dell'esercito, allora la H.Dv.130 mantiene la sua validità in ogni punto. Se la truppa di polizia ingaggia la lotta come combattimento di polizia vero e proprio contro partigiani ecc., i principi appresi devono essere adattati all'attuale procedimento. È arte del capo saper modificare le norme del manuale in modo che direzione del combattimento e truppa siano adeguati alla situazione data. Come esempio di una modifica si può citare lo schieramento di una catena di tiratori con una profondità pari all'ampiezza, in modo che sia sempre pronta al combattimento davanti , dietro e sui fianchi. Quest'unico esempio basti per mostrare in qual modo il manuale di combattimento possa essere adattato alle situazioni del combattimento di polizia. Addestramento per ufficiali

12. È escluso che una truppa di polizia possa venire addestrata come tale in tutte le missioni e le situazioni. È assolutamente necessaria l'esercitazione approfondita sulle missioni, cosa cui la H.Dv. 13012a e la 130/9 dedicano molta importanza. Dovere particolare dei comandanti di battaglione è l'istruzione dei capi, mentre dei comandanti di compagnia lo è l'istruzione dei sottufficiali nell'assolvimento delle missioni sopra esposte. Discussioni sul terreno, sui piani d'operazione ed esercitazioni al tavolo di simulazione, anche senza situazioni lambiccate, ma sulla base di una sana ipotesi di base, avranno un effetto stimolante e saranno fruttuose. Nelle discussioni sul terreno, bisogna porre particolare accento sulla suddivisione


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AI.F.5SANORO POLITI

del terreno secondo le sue caratteristiche naturali e secondo la carta. Vanno particolarmente curati la lettura delle carte, l'orientamento sul terreno (bussola!) e sulla rete stradale. Particolare esercizio richiede la condizione di un veicolo motorizzato o di una colonna motorizzata in modo da prevenire difficoltà così complesse. Queste esercitazioni devono essere svolte fuori da strade dotate di segnalazione e anche con l'oscurità.


DOCUMENTO N. 3

Abschrift.

Der Chef der Ordnungspolizei Kdo. I - la (I) 5 Nr. 5/41

Berlin NW 7, den 17. November 1941 Unter den Linden 74

AN A)

DIE HOHEREN SS - UND POLlZEIFUHRER IM REICHSGEillET E INSCHL. ANGEGLIEDERTER GEBIETE PP.

BETR. :

Richtlinien fiir Partisanenbekampfung.

Roll 11 frame 251 35 75 - 91


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ALESSANDRO POLITI

Copia.

Lo Chef della Ordnungspolizei

Berlin NW 7, novembre 1941

Kdo. I - la (1) 5 Nr. 5/41

Unter den Linden 74

A a) gli Hoheren SS - und Polizeifiihrer nel territorio del Reich incl. i territori annessi pp.

Oggetto: Direttive per la lotta antipartigiana.

Nell'allegato invio copie delle Direttive per la lotta antipartigiana del 25 ottobre 1941 edite dall'OKH. - Gen.St.d.H./Ausb.Abt.(la). Le direttive vanno distribuite fino al livello di battaglione (nel territorio del Reich sino ai Comandi della Schutzpolizei). Vanno trattate come tema speciale nell'addestramento e nell'istruzione. Per ordine: firmato Winkelmann.

L'Oberbefehlshaber dell'esercito

H.Qu.O.K.H., 25-10-1941.

Gen.St.d.H./Ausb.Abt. (la) Nr. 1900/41

Direttive per la lotta antipartigiana

Do il benestare alle

"Direttive per la lotta antipartigiana. ,,

fto. von Brauchitsch


LE DOTTRlNE TEDESCHE DI CONTROG!JERRIGLIA 1936-1944

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A. DIRETTIVE PER LA LOTTA ANTIPARTIGIANA I partigiani russi rivolgono i loro attacchi e distruzioni tanto contro le piccole formazioni e le comunicazioni della truppa combattente, quanto contro le truppe logistiche, le istituzioni e le comunicazioni delle retrovie. Perciò il compito di fissare e distruggere dei partigiani può darsi in ogni momento per tutte le formazioni e istituzioni nel territorio orientale. Perciò una continua vigilanza, una sistematica ricognizione e un modo di procedere energico contro i partigiani sono dettami importanti anche e particolarmente in tenipi dove i combattimenti al fronte conoscono una stasi e tutto induce al riposo e alla disattenzione. Contro una truppa vigile sotto una guida energica i gruppi partigiani, nonostante la loro insidiosità e astuzia, non possono combinare niente. Solo debolezze ed errori della nostra difesa potrebbero rendere possibili i loro successi. La lotta antipartigiana viene sostanzialmente facilitata se alle truppe tedesche riesce di ottenere, con un comportamento ragionevole ed equo, la fiducia della popolazione e, presentandosi con sicurezza ed energia, di produrre una durevole impressione sulla superiore potenza dell'esercito tedesco e dell'assoluta sicurezza che si gode sotto la protezione dell'esercito tedesco.

B. ORGANIZZAZIONE E OPERAZIONI DEI PARTIGIANI 1. Considerazioni generali. L'indebolimento e la lotta per mezzo dei partigiani contro un esercito che penetra in Russia è stato un mezzo efficace della direzione bellica russa in tutti i casi storicamente conosciuti. Contro vareghi, tartari, svedesi, contro Napoleone e contro l'esercito tedesco della guerra mondiale questa forma di combattimento è stata impiegata con successo. Anche in questa guerra il coma ndo russo si serve di questo strumento bellico. Lo stesso Stalin ha affermato che l'obiettivo della lotta partigiana alle spalle dell'esercito nemico è "creare situazioni insostenibili per il nemico nei territori da lui occupati". Per testimonianze su precedenti g uerriglie vedi allegato a) .


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ALESSANDRO POLITI

2. Organizzazione.

L'organizzazione partigiana viene in parte creata dal nemico prima dell'occupazione del paese, in parte i partigiani devono formarsi spontaneamente con soldati dell'Armata Rossa sbandati e contadini intorno ad un capo impiegato a questo scopo. È previsto il loro continuo rafforzamento con elementi paracadutati. La consistenza e composizione dei gruppi partigiani è diversa a seconda: del compito, del terreno, delle proprie risorse e della situazione nemica.

Piccoli gruppi hanno il vantaggio di una maggiore mobilità e sono perciò la regola. I partigiani vengono raggruppati in: a) gruppi di combattimento di 75-100 uomini, strutturati in 2-3 compagnie ciascuna di 2-3 plotoni. Impiego per compagnie o per plotoni. b) Squadre di diversione della consistenza di 3-10 uomini. Il raggruppamento di più squadre in un gruppo serve a scopi organizzativi. Il capo del gruppo assegna le missioni alle squadre. 3. Armamento ed equipaggiamento. a) Fucili, possibilmente automatici, mitragliatrici leggere, mortai leggeri, pistole, pistole mitragliatrici, bombe a mano, materiale esplosivo ed incendiario. I gruppi di combattimento dispongono anche di mitragliatrici pesanti, mortai pesanti e cannoni. Inoltre fucili con silenziatore, munizioni incendiarie e pistole da partigiano. b) Eliografi e apparati radiotrasmittenti, pistole Very. Cavalli e automezzi vengono requisiti, vestiario possibilmente locale, anche uniformi del nemico. Documenti falsificati , possibilmente documenti del nemico.

4. Rifornimenti. a) Fondamentalmente rifornimenti locali. Armi e munizioni vengono integrate con bottino o trasporti paracadutati. b) I depositi logistici vengono allestiti a integrati per tempo. Sono conosciuti da capi di gruppi e squadre. Mimetizzazione dei depositi, nessun segno sulle carte!


I.E DOTTRINE TF.OP.5CHE DI CONTROGUERR!GLJA 1936- 1944

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5. Missioni di combattimento e tattica. Il comando supremo assegna i compiti solo nelle grandi linee, l'esecuzione è affidata ai capi in sottordine. I compiti sono: a) attacchi ad autisti isolati, colonne di rifornimenti, posti di tappa, stati maggiori, aeroporti, trasporti ferroviari, depositi di munizioni e provviste . b) Distruzione di tratti di ferrovia, cavi telefonici, installazioni. c) Cattura di documenti e raccolta di informazioni sul nemico. d) Influenzare psicologicamente i contadini. La tattica è l'attacco di sorpresa. Il combattimento è condotto in zone boscose e paludose. Buona osservazione e ricognizione, rapida risolutezza e audacia, conoscenza delle abitudini del nemico e mobilità sono le premesse del combattimento.

6. Operazioni. a) Nessun combattimento senza precedente ricognizione. Vecchi, donne e bambini vengono coinvolti. Con un travestimento da contadino vengono raccolte informazioni. Vengono piazzati agenti, in caso di necessità servendosi di minacce. Non devono mai conoscere posizione e forza del gruppo. b) Marce solo di notte. Di giorno nascosti nei boschi o in zone paludose o in case disabitate. Cambio continuo di posizione. e) Attacchi di sorpresa su terreno accidentato, curve, burroni, nottetempo e alle prime luci dell'alba. In attacchi a colonne distruzione del primo e dell'ultimo veicolo . Creazione di sbarramenti per facilitare il successo. d) Distruzione di trasporti ferroviari sbullonando binari, possibilmente nei punti in pendenza, posa di cariche esplosive. I soldati che scendono dai treni vengono eliminati aprendo il fuoco. e) Mai attacchi nello stesso posto! Nessun conflitto a fuoco prolungato! Vie di ritirata e punti di raccolta sono stabiliti prima . Sulla loro direzione il nemico viene ingannato. Prima dell'attacco distruggere le comunicazioni nemiche. f) Negli attacchi ad accampamenti posti di guardia e sentinelle devono essere eliminati silenziosamente. Ricognizione precedente


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ALESSANDRO POLITI

assai accurata. Le forze che accorrono per spegnere gli incendi vengono combattute. g) Linee telefoniche vengono tagliate, pali telegrafici segati. Legare tutti i fili insieme al palo con filo metallico sottile. h) Le carte prese non vengono distrutte in nessun caso, ma inoltrate al comando supremo. i)

Comparire ripetutamente per influenzare psicologicamente la popolazione e scuotere la fede nella potenza nemica. Notizie false e nel caso atti terroristici! In uniforme nemica i partigiani si accostano anche ai membri della truppa di guarnigione per logorare la loro volontà di lotta. Allegato b) contiene il rapporto sul comportamento di un combattente partigiano e da una rappresentazione delle loro operazioni e preparativi per l'inverno.

C. ISTRUZIONI PER LA LOTTA ANTIPARTIGIANA 1. Fondamenti per la conduzione. Il movimento p artigiano non si arresta davanti alla vita e ai beni dei suoi compatrioti che non collaborano. Il popolo russo, particolarmente il contadino, respinge questa forma di lotta nata dal terrore. L'attuale lotta partigiana è una lotta per il bolscevismo, non un movimento popolare. Il modo di combattere dei partigiani è insidioso e perfido. Presenta una grande varietà di situazioni. La conoscenza del modo e dei metodi di combattimento dei partigiani è la premessa per una buona lotta . Perciò spesso il singolo soldato deve contare su se stesso.

La lotta partigiana non si deve esaurire nella difesa locale. Anche nella lotta contro i partigiani bisogna strappare l'iniziativa al nemico. Perciò la lotta contro questo nemico particolarmente insidioso deve essere preceduta da una sistematica ricognizione, per avere un quadro della sua struttura forza e intenzioni e così avere una base per tracciare il proprio piano di battaglia e ottenere l'uso migliore possibile delle forze disponibili. Rapida trasmissione delle comunicazioni e buona collaborazione con le truppe vicine acquistano un significato maggiore nell'ampiezza del terr-itorio nel quale questa lotta deve essere ingaggiata e che non si presta alla sorveglianza ottica a lungo raggio.


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGUA 1936-1944

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Il nemico deve essere annientato completamente. La continua decisione sulla vita e sulla morte dei partigiani o degli elementi sospetti che si trova dinnanzi, è difficile anche per il soldato più duro. Va fatto . Agisce bene chi prende in mano la situazione senza riguardi e misericordia trascurando completamente personali impulsi sentimentali di sorta. Obiettivo dell'attacco è il completo accerchiamento e annientamento del nemico. Raramente un approccio frontale darà risultati. Deve essere condotto dopo attenta ponderazione, ma con velocità, mobilità e sorpresa una volta presa la decisione. La forza superiore in genere non decide niente. In primo luogo è la sorpresa che porta al sucesso .

L'inseguimento del nemico, che spesso fugge senza armi e bagagli per un territorio a lui conosciuto, assorbirà spesso inutilmente delle forze. Nuove ricognizioni e una nuova operazione promettono maggiori risultati, anche perché il partigiano è legato alla sua zona e si mantiene vicino ai suoi punti d'appoggio. La difesa risulta per lo più dall'attacco e dalla sorpresa. Essa si sviluppa quasi sempre in un terreno svantaggioso per il soldato tedesco e non deciso da lui. Perciò deve passare subito all'attacco. Solo quando questo non è possibile, per esempio a causa della totale paludosità del terreno, può essere utile interrompere il combattimento.

La conoscenza della posizione delle truppe vicine, particolarmente ai confini degli spazi assegnati, è importante. Spesso le operazioni di combattimento si sviluppano nelle zone di confine e nei punti di passaggio dei partigiani nelle zone vicine. Le comunicazioni precedentemente mantenute devono assicurare la pronta cooperazione del vicino. La collaborazione con la popolazione ben disposta per scoprire i partigiani è compito dei comandi. Il capo di una unità deve capire come guidare bene la popolazione attraverso il sindaco e ottenerne la fiducia. La buona conoscenza del terreno arreca particolari vantaggi. I partigiani vivono quasi solo nel fitto della foresta e nell'isola di una palude. Il terreno è costantemente difficile e impenetrabile alla vista e pone forti difficoltà. Lo studio delle carte è importante. Spesso solo sulla carta si lasciano individuare nella rappresentazione di foresta unita a paludi, i luoghi nei quali ci sono i partigiani.


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ALESSANURO POl.!TI

Nell'inverno la lotta antipartigiana è più ricca di risultati, con squadre esploranti e gruppi d'inseguimento muniti di sci e slitte. Gli sciatori guadagnano in velocità e raggio d'azione se sono trainati da cavalli o automezzi. Il rinvenimento e lo sfruttamento di impronte di sci o di altro genere può dare utili indicazioni sui loro nascondigli . I partigiani devono essere scacciati dalle loro sistemazioni invernali predisposte. Difficoltà logistiche e freddo faciliteranno l'annientamento dei partigiani, tagliati fuori dai loro punti d'appoggio . Per le formazioni impiegate nella lotta antipartigiana invernale ci sono le istruzioni contenute nei "Wintermerkblatter" (OKH/GcnStdH/ Ausb.Abt. (Ila) Nr. 1530/41 del 5.9.1941). 2. Servizio informazioni e ricognizione.

a) La protezione dal servizio d'informazioni nemico richiede innanzitutto una forte restrizione del traffico civile per le strade. La questione dei documenti personali sarà sempre nelle prime settimane e mesi di una nuova occupazione un problema. Nonostante gli ordini più severi, i documenti verranno sempre preparati da gente non autorizzata e irresponsabile. Dopo aver dotato la popolazione di documenti rispondenti agli ordinamenti, sarà spesso facile ai partigiani di estorcere per sé questi documenti . Dunque su documenti non si può fare affidamento. Le truppe devono imparare a tenere libere le loro strade da traffico non autorizzato, a nche di donne, ragazze o minorenni e tuttavia a non ostacolare il traffico economico più urgente per la popolazione. Il singolo comandante di compagnia è appena capace di controllare il suo settore. Le divisioni, i reggimenti, i battaglioni di polizia e la Feldgendarmerie devono, secondo un piano divisionale, liberare le strade da elementi girovaghi, vanno disposte ronde continue su autocarri e vanno continuamente cambiate. I girovaghi vanno consegnati all'SD, alla GFP o a un campo di concentramento per prigionieri di guerra, se non ci sono campi per lavoratori civili. "Strnàa libera da qualunque russo" deve ' essere lo slogan. L'eliminazione degli stranieri nei comuni è un compito importante dei comandanti di truppa sino a i comandanti di compagnia. I capi dei comuni sono da coinvolgere sul piano della responsabilità.


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936 -1944

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Il servizio d'informazioni nemico esagera la forza delle bande nemiche fino a 10 volte la loro reale consistenza. Esso esercita una vasta propaganda orale segreta. b) La propria ricognizione deve essere costantemente incoraggiata e curata. Essa si serve perciò del proprio pattugliamento, della popolazione.

Il proprio pattugliamento deve essere sempre mantenuto con piccole pattuglie esploranti, possibilmente a cavallo. Spesso l'impiego di soldati in borghese come pedoni, a cavallo o su carri trainati da panje ha avuto successo. Perciò è necessaria una preparazione a fondo, una profonda intesa perché altrimenti sono possibili sparatorie reciproche; prima apparizione di giorno in uniforme, colloquio con il sindaco o il V-mann, lasciare il luogo in direzione opposta, nuova comparsa di notte in travestimento. L'accerchiamento silenzioso e di notte dei villaggi può portare a preziosi risultati. Il proprio servizio d'informazione viene efficacemente appoggiato dai comandi con l'impiego di aerei (Fieseler Storch) per la ricerca di punti di sosta, mandrie nascoste e per la ricognizione di parti di territorio impraticabili. L'ascolto va usato per individuare le stazioni trasmittenti nemiche e chiarire la natura delle trasmissioni. Per la raccolta di notizie vanno coinvolte le organizzazioni del controspionaggio tedesco sotto la guida degli le, delle autorità militari e degli stati maggiori. Le organizzazioni di controspionaggio devono essere informate sulle operazioni progettate contro i partigiani, la Geheime Feldpolizei tenuta al corrente e possibilmente coinvolta. Lo sfruttamento delle esperienze e delle conoscenze dei servizi di controspionaggio e della GFP risparmiano perdite ai soldati e rendono più efficace la loro lotta. L 'a dozione di questi collegamenti è anche vantaggiosa per servirsi della popolazione. La popolazione va coinvolta con la scelta di K-manner. Q uesto è compito dei comandanti delle unità. Appartenenti agli stati pe-

riferici o persone le cui famiglie hanno sofferto a causa dei bolscevichi vanno preferiti come elementi adatti. Per quanto possibile i K-manner devono essere vagliati dalla GFP .


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ALESSANDRO POI.ITI

I comandi di: divisione, Einsatzgruppe dell'SD, GFP e Gruppe si servono dei V-manner scelti da loro stessi e controllano il loro impiego e guida. La truppa deve loro accordare protezione, se richiesta, e portarli alla divisione. L'importanza della ricognizione tattica e di combattimento passa in secondo piano. Per lo più porta solo ad avvertire i partigiani, quindi ostacola la sorpresa che garantisce il successo. L'impiego di pattuglie per protezione ravvicinata durante le marce è necessario. 3. Pacificazione di una zona con l'occupazione capillare. La pacificazione di una zona omogeneamente infestata da partigiani si ottiene con la massima efficacia mediante una veloce avanzata su un vasto fronte e possibilmente con l'occupazione improvvisa della zona e una estesa suddivisione delle truppe. Quanto più ampiamente la truppa viene spiegata, tanto prima ha la possibilità di divenire pratica della sua zona, di conquistarsi la fiducia della popolazione e di proteggerla, di imparare a conoscere i capi dei comuni, i Kmanner, la situazione locale e il terreno. La truppa fa radunare la popolazione, meglio se all'arrivo, e designa, se non è ancora stato fatto, il sindaco provvisorio fino a disposizione definitiva. Sindaco e popolazione vanno pienamente responsabilizzati per la pace, l'ordine e la sicurezza delle strade, provvigioni e installazioni nei dintorni fino a metà strada verso il vicino comune. Va istituita una polizia d'ordine; armamento di fortuna; armi da fuoco solo dopo il vaglio dell'SD o della GFP. La popolazione · va informata sulla situazione e sui successi delle truppe tedesche. Mezzi di propaganda vanno distribuiti. Misure collettive vanno minacciate . L'appello dei comandanti di unità si chiude con l'invito agli abitanti del villaggio a dedicarsi alle attività pacifiche e alla cura d~i campi. Scopo ultimo è che sia adatto per forma ed espressione a creare rispetto e fiducia ed a suscitare la confidenza della popolazione. I forestieri vanno individuati e quelli per i quali il sindaco non si assume la piena responsabilità, vanno portati all'SD, alla GFP o al Dulag più vicino. La truppa deve essere alloggiata in edifici chiusi, scuole o fienili, che vanno resi difendibili. La truppa comincia a setacciare a fondo le località e le singole fattorie del suo settore ed a controllare fra gli abitanti l'esistenza di


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forestieri o di fiancheggiatori dei partigiani. I setacciamenti vanno ripetuti in forma continuamente diversa e in ore diverse del giorno specie di sera o al mattino presto. Comincia il servizio di pattuglia con piccole forze esploranti; spesso il meglio è dato da truppe a cavallo, per la perlustrazione della zona nel suo complesso, per l'attacco in zone fuori mano e in nascondigli, la cui presenza è stata dedotta dalla conformazione del terreno e anche per i collegamenti e Io scambio di notizie con le formazioni confinanti. Bisogna costituire organi informativi anche fra le donne e i giovani. 4. La grande operazione. La grande operazione - impiego di più battaglioni con truppe distribuite in forma di sacca - o la battuta con linea d'intercettazione - serve all'annientamento di forti bande nemiche. Il suo successo rimane spesso al di sotto delle aspettative. Al tipo della battuta con linea d'intercettazione viene qui data la preferenza. Costituzione di una linea d'intercezione mimetizzata e che si mantenga tranquilla - concentramento notturno delle truppe nel punto di partenza - rinuncia a11a ricognizione - premere in direzione della linea d'intercezione con piccole marce quotidiane - poi setacciare località e fattorie e trattamento della popolazione come al punto 3. La grande operazione spesso porta solo ano spaccamento di bande nemiche più grandi e al loro spezzettamento in parti piccolissime, molte delle quali possono filtrare attraverso i grandi spazi e le fitte foreste in mezzo alle truppe avanzanti. 5. La piccola operazione.

La piccola operazione serve: a) all'attacco di bivacchi e piccoli accampamenti di partigiani individuati all'interno della zona di sicurezza; b) al controllo di località fortemente sospette. Essa viene eseguita da una compagnia o da un plotone. Accurata preparazione - continua informazione - uomini riposati - segnali luminosi concordati - partenza silenziosa (far chiudere nelle case i cani). Per a) accerchiamento dell'obiettivo nelle ultime ore dell'alba - apertura improvvisa del fuoco, anche con munizioni incendiarie o razzi Yery sui telli di paglia - impiegare il mortaio.


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ALESSANDRO POLITI

Per b) accerchiamento durante la notte - lasciare indietro una riserva - distaccare una guardia per i veicoli portati con sé. Penetrazione delle squadre d'assalto all'alba da tutte le parti - lasciare in posizione i distaccamenti di sicurezza esterna - impiantare comunicazioni telefoniche mentre si avanza - inoltre concordare i segnali luminosi. Controllo e trattamento degli abitanti come al punto 3. Se c'è fretta e non è possibile l'accerchiamento, una formazione motorizzata o a cavallo può slanciarsi senza protezione nel villaggio attraversandolo di sorpresa ad alta velocità da un capo all'altro. Gli uomini trasportati dai veicoli o i cavalieri si affrettano con truppe precedentemente assegnate a muoversi dall'interno verso l'esterno del villaggio per isolare la località e cominciano innanzilullo a concentrare la popolazione.

6. Marce per il rastrellamento di determinate zone. Le marce per il rastrellamento di determinate zone, p.e. di una fascia di territorio su entrambi i lati di una rotabile, avvengono generalmente durante il trasferimento di un contingente o sono necessarie quando per una occupazione come al punto 3, mancano tempo e forze. Rispetto all'occupazione sono un ripiego di emergenza; anche qui il risultato resta spesso indietro alle aspettative. In genere vengono eseguite da almeno un battaglione. Può essergli affidato uno spazio di circa 10 km. sui due lati della strada, 20 km. in totale, e una marcia gicrnaliera di circa 15 km .. L'attività si limita all'ispezione e al controllo delle località e delle singole fattorie. A proposito del rastrellamento dei boschi sorgono in genere false idee. Il rastrellamento è possibile solo in piccolissimi spazi, in piccole singole zone boschive, per grandi foreste che si estendono senza soluzione di continuità non ci sono mai le truppe necessarie a disposizione. Il procedimento nelle località corrisponde a quello del punto 3. Il battaglione marcia frazionato sino al livello di plotone su diverse strade per due giorni e ripos~ terzo giorno insieme al grosso, mentre reparti mobili ritornano nei villaggi prima superati per controllare la persistenza delle misure adottate o la presenza di percepibili controazioni partigiane. Se c'è tempo disponibile, ha particolare valore una sosta di 2-3 giorni in ogni comune di una certa grandezza. Il trasporto dei prigionieri va assicurato con misure speciali.

al


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7. Protezione di ferrovie e rotabili.

La protezione locale di linee di una certa estensione, come ferrovie e rotabili, ha in sé la debolezza della difesa. Se i comandi devono limitarsi ·alla protezione locale per scarsità di forze, grosse bande partigiane piombano sui presidi più deboli e possono facilmente divenire un pericolo per esse e per l'obiettivo da proteggere. a) Ferrovie. li numero e la consistenza delle guardie e dei posti di guardia dipende dal numero delle installazioni e dalla natura del terreno. Nelle condizioni normali serva di indicazione che per 100 km. di linea ferroviaria è necessario un battaglione circa, del quale vanno impiegati circa 2 uomini per chilometro nella sorveglianza locale e il resto per il servizio di pattuglia e la costituzione di riserve.

La linea ferroviaria va suddivisa in settori di compagnia, all'inLcrnu dei 4uali guardie di due ufficiali e dieci uomini si incaricano della protezione dei singoli obiettivi (2 ufficiali per darsi il cambio a vicenda, 9 uomini per i cambi e le guardie, 1 uomo come riserva, per servizi particolari ecc.; le sentinelle smontanti èievono dormire per essere sempre fresche). Le armi pesanti vanno suddivise. I comandanti di battaglione e di compagnia si pongano, dopo aver sistemato a parte le riserve, al centro del loro schieramento. Sent inelle e riserve devono essere piazzate in caposaldi robusti, circondati da filo spinato e provvisti di un a mpio campo di tiro . P er le riserve, libere da bagaglio devono essere approntati dei veicoli; una locomotiva con un vagone per l'equipaggio allestito per la difesa rende servigi particolarmente utili. Le installazioni devono essere protette di gio rno da una guardia, di notte da guardie doppie . Inst allazioni più grandi richiedono gu ardie semplici o doppie a d ogni estremità e in terreni di visu ale limita ta come anche di notte ci vogliono sentinelle sotto i ponti presso i piloni . N el caso in cui le forze siano deboli bisogna pa ssare all'occupazione alternata delle installazioni meno importa nti. Bisogna mantenere di giorno un servizio d i pattuglia più intenso su entrambi i lati della ferrovia per un'ampiezza di alcuni chilometri, possibilmente con l' uso di biciclette; di notte invece le pattuglie si incontrano a piedi sulla m assicciata della ferrovia.


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Vanno controllati i punti di giunzione dei binari, la solidità delle traversine e dei loro bulloni. Bisogna fare attenzione alla presenza di detonatori nella parte interna dei binari e alla terra smossa di recente nella parte esterna (collocamento di mine). L'impiego di un carrello ferroviario per i rifornimenti e per compiti di controllo è assai desiderabile. Se le forze basta no, devono essere istituite pattuglie più consistenti con un raggio d'azione più grande nella fascia ai due lati della ferrovia. I villaggi devono essere setacciati come al punto 3. e gli abitanti controllati. Perciò è importante l' ordine che i partigiani ricevono di non trovarsi mai lontani più di 20 km. dalle grandi lince di comunicazione. La protezione ferro viaria può essere migliorata con l'incendio e l'eliminazione delle cope1ture di vegetazione, che ostacolino il campo di visione, facendosi aiutare dalla popolazione. È da prendere in considerazione l'evacuazione e l'incendio delle fattorie poste vicino alla ferrovia. Le comunicazioni devono essere assicurate dalla costruzione di linee telefoniche e radiofoniche e dall'istituzione di punti di relais. b) Rotabili.

Valgono gli stessi principi. È importante mantenere pronti dei veicoli motorizzati per lo spostamento delle riserve. 8. Truppe e armamento. L'unità che in genere verrà impiegata più di frequente sarà la compagnia rinforzata con mitragliatrici pesanti e mortai pesanti o il plotone analogamente equipaggiato. La scelta fra unità motorizzata, ciclista o appiedata è decisa dal terreno, nella misura in cui tale possibilità di scelta esista. Assa i utile è la dotazione con mortai leggeri e pesanti. l partigiani portano spesso con sé tali armi, perché sono le più facilmente trasportabili. Senza queste armi·fa truppa si sente facilmente messa in stato di inferiorità. ,. Se i partigiani si trovano su isole palustri vicine alla riva i cui accessi sono ignoti, il mortaio è l'unica arma efficacemente impiegabile. In terreni particolarmente difficili solo il cayaliere avanza con su fficiente rapidità. Terreni disagevoli possono presentarsi inaspettata rm:nte. È assolutamente necessaria l'assegnazione di squadre a


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cavallo, in caso di necessità costituite con artiglieri e uomini dei servizi di retrovia, appena si rivelino insufficienti i reparti di cavalleria. Bisogna pensare alla dotazione di ogni gruppo con apparati di comunicazione e pistole Very. L'assegnazione di funzionari dell'SD, della GFP e di interpreti permette alle unità di assicurarsi correttamente la collaborazione della popolazione e di svolgere l'interrogatorio dei partigiani catturati. L'impiego di cani da fiuto è utile solo per piccolissime unità, deboli formazioni esploranti e pattuglie di protezione; offre loro una buona protezione contro sorprese negli spostamenti attraverso foreste e terreni a bassa visibilità. Oltre alla qualità del cane sono decisivi l'addestramento, l'intesa e l'abilità del conduttore. Nel quadro di unità più grandi - divisione - deve essere tenuto pronto un gruppo d'intervento motorizzato della forza di almeno 2 compagnie con armamento polivalente e dislocato in zone favorevoli di traffico. 9. L'uso di aerei.

L'uso di aerei rappresenta un ausilio di un certo peso nella direzione del combattimento. Aerei che volino a bassa velocità sorvegliano costantemente il territorio per individuare movimenti, fuochi d'accampamento, raduno di bestiame o simili. Aiutano il comando perfino nella guida di piccoli gruppi che si spostano in zone boschive o palustri lontane da vie di comunicazione. In determinate circostanze l'impiego di bombe e delle armi di bordo contro partigiani su isole palustri remote e irraggiungibili può essere l'unico mezzo per annientarli. Solo con gli aerei possono essere raggiunte con il lancio di volantini e materiale di propaganda zone remote da vie di comunicazione. 10. Propaganda.

La propaganda è un arma importante nella lotta contro i partigiani, dal momento che la popolazione è di regola da molto tempo senza notizie e non ha niente da contrapporre alla propaganda orale partigiana. Perciò la truppa deve essere largamente dotata per ogni operazione di manifesti, volantini e giornali illustrati e farne ampio uso. Il comandante deve agire psicologicamente sulla popolazione. È raccomandabile l'impiego di macchine con altoparlanti. La propaganda comprende notizie sui progressi delle truppe tedesche, sulla liberazione di prigionieri delle minoranze etniche, sul trattamento della questione della proprietà della terra, combatte l'idea partigiana di presentarsi come movimento popolare ecc..


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Allegato a)

a OKH/GenStdH!Ausb. Abt. (la) Nr. 1900/41 del 25.10.1941 Guerra partigiana La partigiana era un'arma di forma simile a quella dell'alabarda, che era usata nel XVI secolo. Chi la portava era chiamato partigiano. Più tardi nell'uso francese del te~mine il partigiano era lo scorridore operante alle spalle del nemico. Maggiore importanza assunse la guerra partigiana per la prima volta all'inizio del XVlll secolo nella guerra del Nord, quando Pietro il Grande impiegò contro gli Svedesi uno speciale corpo di cavalleria. Esso aveva il compito di precedere l'esercito svedese e di rallentare la sua avanzata con la distruzione delle fonti di rifornimento. Quando Napoleone penetrò con le sue truppe in Russia, la lotta contro le comunicazioni delle retrovie di Napoleone fu condotta in prevalenza da contadini. Questi erano dotati di armi primitive, ma causarono anche un certo danno all'esercito napoleonico. Un altro tipo ancora di gur::rra partigiana apparve durante la guerra civile in Russia nel periodo dal 1917 al 1922. Gli operai ed i contadini combattevano contro gli eserciti delle guardie bianche, specie contro l'esercito di Kolciack. Anche contro i generali Denikin e Wrangel, come anche contro l'esercito di occupazione tedesco in Ucraina, divampò la guerra pa rtigiana nell'anno 1918. Si deve far risalire all 'azione dei partigiani il fallimento dell'avanzata di Denikin su Mosca nell'au tunno 1919. Queste azioni di partigiani furono organizzate e guidate direttamente dal partito comunista. Dai gruppi partigiani della rivoluzione russa sorse poi l' "Armata Rossa degli operai e dei contadini". Così i bolscevisti hanno reso il partigiano un mézzo pianificato nella conduzione della guerra.

Archetipo di tutti i partigiani russi della guerra civile era il capo partigiano Ciapaiev, che trovò la morte nella lotta contro i Cosacchi. Ancora di recente era indicato dalla propaganda pubblica senz'altro come l'esempio dell'"eroe" sovietico .


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L'attività dei partigiani non è stata organizzata solo in Russia, ma anche in altri paesi. Gli italiani ebbero ancora fino a poco tempo fa problemi nell'occupazione dell'Abissinia per la presenza di partigiani abissini, che sfruttavano a loro favore le condizioni del terreno. Nella guerra civile di Spagna i partigiani rossi svilupparono un'intensa attività alle spalle dei franchisti. Infine la lotta partigiana è divenuta di particolare importanza nella guerra àno-r,iapponese. Alle spalle dell'esercito giapponese, specie presso i nodi ferroviari e tra le zone densamente popolate, si agita dal 1938 una guerra partigiana nel peggior senso del termine. I giapponesi sono stati costrelli a mantenere un'apposita armata esclusivamente per la lotta ai partigiani.


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Allegato b) a OKH/GenStdH/Ausb. Abt. (la) Nr. 1900/41 del 25.10.1941

Rapporto sull'interrogatorio di un partigiano Nel carcere della Wehrmacht di Pleskow compare il cittadino russo Alexander Nikolaiev, nato il 21.2.1923 a Orechowzi e dichiara il seguente su domanda: 1126.8, comparvero a Orechowzi (10 km. a ovest della stazione ferroviaria di Jam nel tratto Pleskow - Gdow) 26 partigiani, dotati di mitragliatrici, fucili, bombe a mano e pistole, parte in uniforme. Lui stesso si trovava proprio nei campi. I partigiani concentrarono la popolazione del luogo e spiegarono ai giovani atti alla leva, che essi cosiituivano su ordine delle autorità di Leningrado una nuova annata partigiana e che ogni persona atta alle armi doveva unirsi, che nel caso che qualcuno si rifiutasse sarebbe stato fucilato sul posto. Tra gli abitanti del villaggio furono presi tre giovani uomini, lui stesso e Feodorov Serghiei e Feodorov Simeon. Nel frattempo entrambi hanno disertato i partigiani. Feodorov Serghiei abita adesso nel villaggio di Gadelowa presso il villaggio di Spitzino. Il domicilio di Feodorov Simeon è sconosciuto. Dai villaggi vicini che si trovano nel distretto Polnowskij p.e. Podborowje (sulla riva del lago Peipus) e Kamenka furono ugualmente raccolti gli uomini e forzati nel servizio partigiano. Lui rimase circa 20 giorni presso i partigiani e solo il 15.9. riuscì a disertare in un giro di perlustrazione. Prima andò a casa e arrivò dopo circa una settimana. Poi però si recò a Jam per dare notizie sui partigiani a causa delle condizioni impossibili create dai partigiani. Il 23.8 . si presentò al comandante tedesco della ferrovia. II medesimo giorno vennero a ncora due altri civili che erano stati ugualmente costretti al servizio dei partigiani. Sono Korotlov Nicolai e Kosimirov Alexander. di Podborowje. Poiché non era disponibile alcun interprete furono trattenuti per 3 giorni dal comandante della ferrovia e poi condotti a Pleskow. Sui partigiani furono fornite le seguenti notizie. La maggior parte dei partigiani portavano l'uniforme della guardia di frontiera dell'NKWD con mostrine verdi. I capi erano il ten. Bakanov e il Politruk Nikowyrin, entrambi portavano l'uniforme con le insegne del grado. I civili costretti al servizio ottenevano ciascuno un fucile russo e 50 cartucce.


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Il reparto in cui lui doveva entrare era armato con un fucile a cannocchiale e 6 fucili completamente automatici con 15 colpi. Tutti gli altri avevano fucili russi, ognuno aveva una pistola e bombe a mano. Il tenente e il Politruk avevano due pistole ciascuno. C'erano circa 30 pacchetti di esplosivo da 200 gr. l'uno a disposizione. Come gli fu detto, prima della sua incorporazione il reparto aveva già fatto saltare un ponte presso Jam e aveva già consumato dell'esplosivo. Quanti pacchetti fossero stati consumati, non è in grado di dirlo. Il reparto nel quale era stato preso in forza si chiamava Podoski; non era dotato di ricetrasmittente. Più tardi questo reparto si fuse con l'unità Polnowski. I nomi indicano i villaggi da cui proviene la maggior parte dei componenti. Questo reparto aveva una normale radio ricevente, ma nessun trasmettitore. Presso il reparto Polnowski si trova una stamperia. Gli apparati sono stati presi dalla tipografia di Polnowski, che in tempo di pace stampava il giornale locale. La macchina è fatta in modo tale che prima bisogna comporre i caratteri e poi la carta può essere stampata con dispositivo normale. Si possono produrre giornali del formato 40 x 80 cm., stampati su entrambi i lati. Le provvigioni di carta sono sufficienti. Il redattore del giornale di Polnowski si chiama Solowjov Piotr e si trova anche lui presso i partigiani. Nella stamperia è impiegato anche Schalamow Grigorij. Il locale della stamperia si trova in un blockhaus, circa 50-60 m., più in là, si trovano 3 alloggi con una superficie abitativa di 6 x 12 m., lì si trovano delle cuccette a due piani. Ogni alloggio è previsto per almeno 22 uomini. Lo spazio tra un alloggio e l'altro è di circa 8-10 m .. Questo accampamento si trova in mezzo ad una fitta foresta 4 km. ad est di Jam. Ci arriva un sentiero noto solo ai partigiani. 7 km. a sud-est dell'accampamento si trova una fattori a isolata. Questa appartiene al Nikolajew, il cui figlio è presso l'unità partigiana come commissario. In questa fattoria si cucce ogni giorno il pane per i partigiani e viene portato via ogni notte da un gruppo di 2-3 uomini. La posizione esatta dell'accampamento è descritta nello schizzo allegato. L'accampamento non è fortificato, la via che conduce all'accampamento attraversa una radura di circa 2 km. quadrati. La radura si trova su una piccola altura dove si trova un doppio picchetto con fucile. Un ulteriore doppio picchetto si trova a nord dell'accampamento. Entrambi sono piazzati ad una distanza di 200 m ., dall'accampamento. Non ci sono fortificazioni campali. Il capo dell'unità prevede di difendersi su quest'altura in caso di attacchi nemici. Più volte furono eseguite esercitazioni di allarme con precise istruzioni ai singoli uomini impegnati


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nella difesa. Sbarramenti di tronchi d'albero, e cecchini piazzati su alberi e simile non ci sono. Il terreno spoglio si presta bene alla difesa perché in parte ci sono dei tronchi d'albero intorno e l'erba alta e i ceppi di albero promettono una difesa anche senza fortificazioni campali. Il centro di gravità della difesa si trova alla sinistra dell'attaccante. Ma anche sulla destra del sentiero si troveranno dei tiratori. L'unica mitragliatrice disponibile è piazzata sul tetto del blockhaus, ma difficilmente è pronta a far fuoco perché manca l'olio lubrificante. Capo dell'unità è il maggiore Jefrimenko Genadi. Porta l'uniforme con insegne del grado. Egli era venuto con un battaglione partigiano da Leningrado attraverso il fronte tedesco; il battaglione fu distrutto e lui ha assunto il comando dell'unità partigiana Polnowski. Il comandante del battaglione è Nikolajev Fcodor; porta abiti civili. Inoltre presso l'unità partigiana ci sono tre segretari della direzione distrettuale del partito, cioè Rasygrajov Wassilij, Pushkow Pjotr e Kulikow Alexander. Questi ultimi due hanno passato il fronte tedesco presso I ,cningrado fra il 1° e il IO agosto con l'incarico di arruolare forzosamente nei partigiani la popolazione atta alle armi. L'unità è divisa in 3 plotoni ciascuno di 22 uomini. Capi plotone sono: 1) Shimotshenko, tenente della NKWD in uniforme; 2) Uralow, Alexander in civile; 3) Utkin, tenente di artiglieria in uniforme.

Presso l'unità ci sono anche 6 lettoni tutti comunisti. Uno di essi parla 6 lingue (tedesco, russo, inglese, francese , lettone, estone). Il suo nome è Janulis. Nell'accampamento ci sono due focolari a ll'aperto dove vengono messi al fuoco nello stesso tempo 2 pentoloni per tutta l'unità. Le ore di preparazione del cibo sono presto aUe 6 del mattino e nel pomeriggio verso le 4. A quelle ore si può sempre osservare un intenso sviluppo di fumo.· L'unità è stata più volte impiegata in azione. Così tra Orcchowzi e Nissowizi il 17 .8. fu attaccato un camion tedesco e incendiato. Furono uccisi 5 soldati tedeschi e 1 ferito, che potè salvarsi. Durante le rappresaglie della Wehrmacht furono fucilati alcuni contadini in entrambi i villaggi di Orechowzi e Nyssowizi. L'unità ha anche fatto saltare la ferrovia presso Jam, quando non si sa. Inoltre l'unità fu impiegata


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nella propaganda con volantini. Finora sono stati stampati 400-600 volantini. C'è carta a sufficienza. I partigiani dovevano deporre i volantini presso i villaggi. I volantini contenevano appelli alla popolazione per la lotta al tedesco con l'invito: "Ammazzate i tedeschi, dovunque li troviate". Si ordina anche la formazione di unità partigiane. Negli ultimi tempi non si sono verificate più grandi azioni. Piuttosto dall'"inizio" di settembre la formazione fu impegnata esclusivamente nella costruzione dei quartieri invernali. Inoltre ci si procurarono viveri per la stagione invernale. Ci si fabbricò anche con l'aiuto di un fabbro, il cui nome e domicilio non sono noti, una chiave per allentare le traversine. I rifornimenti per i partigiani vengono requisiti con la forza. A questo scopo metà della formazione esce, mentre l'altra metà resta nell'accampamento. La formazione esce verso le 14.00, si cerca un villaggio per lo più nel raggio di 15-18 km. e ci arriva verso le 18.00. Poi viene circondato il villaggio, radunata la popolazione e portati via gli uomini atti alle armi sotto minaccia di fucilazione e arruolati a forza. Le provviste disponibili vengono requisite. Se un contadino osa difendersi, viene ammazzato. La formazione torna regolarmente di notte o alle prime ore del mattino. Simili operazioni vengono compiute ogni 5-6 giorni. La farina requisita viene panificata nella già citata fattoria, ogni giorno vanno 2-3 uomini di sera per prendere il pane e tornano al mattino. Non è molto probabile che, a causa della diserzione di tre partigiani, venga cambiato il luogo d'accampamento. Da loro sono già fuggiti quattro partigiani senza che per questo siano state nemmeno prese in considerazione misure di qualche genere, specie un cambio di posizione. C'è un agente di collegamento, un comunista di nome Melnika nel villaggio di Palny, Nikolajev lo conosce bene. La parola di riconoscimento con cui i partigiani si rivolgono a lui è "Djadja Wassja", che significa Zio Wassja. I tre disertori sono pronti a collaborare attivamente nella lotta contro i partigiani e a fungere da guide ed esploratori. Sono anche pronti a prendere contatto con il comunista Melnika. Ritengono indispensabile intraprendere presto l'azione.

Nola: I tre disertori danno l'impressione di essere assai svegli ed intelligenti. Hanno fornito queste indicazioni per loro protezione, poiché non si sentivano più sicuri nei loro villaggi natali e devono fare i conti con l'apparizione dei partigiani. In tal caso verrebbero senz'altro fucilati.


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Kommando der Schutzpolizei

Aquisgrana, 31 dicembre '41

S.l. - 4110

Copia per conoscenza. Gli ufficiali e gli ufficiali di distretto devono studiare correntemente le disposizioni per la lotta ai partigiani. Nel mese di gennaio 1942 le disposizioni devono essere oggetto di istruzione della compagnia di polizia e del servizio individuale. Nei distretti va curato che tutti gli uomini previsti per il servizio all'est prendano parte all'istruzione.

Lista di distribuzione: Posti di servizio della Schp. fto. Waskow Per la giustezza: (firma illeggibile)

Rev. - Leutnant der Schutzpolizei.


DOCUMENTO N. 4

Oberkommando des Heeres Gen.St.d.H./ Ausb.Abt.(IJ)

H .Qu.OKH., den 31.Marz 1942.

Nr. 760/42.

Anhang 2 zur H. Dv. la Seite 18, lfd. Nr. 12 WALDKAMPF (ZUSAMMENSTELLUNG VON ERFAHRUNGEN AUS DEN KAMPFEN IM 0STEN)


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IL COMBATTIMENTO NEI BOSCHI INTRODUZIONE 1. Il terreno del fronte orientale e il modo di combattere dei russi costringono spesso a combattere in foreste estese, paludose e con un fitto sottobosco. 2. La conoscenza delle particolarità del combattimento nel bosco e l'insegnamento e l'addestramento ad esse sono necessarie in modo che gli ufficiali e la truppa superino ogni avversione ai boschi. L'addestramento al combattimento nel bosco insegna inoltre ad agire in modo indipendente e con decisione. Contemporaneamente è una scuola per il combattimento nell'oscurità e nella nebbia, il quale ha molti punti in comune con il combattimento nel bosco. 3. Questa compilazione contiene esperienze, raccolte dalla truppa durante i combattimenti sul fronte orientale. Per rendere più chiare queste esperienze sono stati citati esempi tratti da rapporti operativi. B. COMPORTAMENTO DEI RUSSI 4. Nel combattimento sul terreno paludoso e boscoso il russo dimostra la sua grande capacità di resistenza. Nel bosco il russo è avvantaggiato dal suo eccellente senso di orientamento, dalle sue magistrali capacità di camuffarsi, dal suo modo di combattere pieno di astuzie e anche dalla sua frequente superiorità numerica.

Caratteristiche particolari del suo modo di combattere sono: accorto sfruttamento del terreno, consistenti fortificazioni campali nei terreni boscosi e cespugliosi, rimarchevole servizio di osservazione condotto da vedette appostate sugli alberi, il lasciar avvicinare il nemico a brevissime distanze, impiego di cecchini appostati su alberi ("cuculi") e lo sforzo consapevole di arrivare al combattimento ravvicinato.


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5. Il bosco è un terreno cercato volentieri dai russi per le manovre di avvicinamento e per la difesa. L'attacco condotto dalle nostre forze diviene particolarmente difficile e subisce perdite alte, quando i russi nonostante il fatto che il bosco e il sottobosco siano fitti impiegano numerosi carri armati per rafforzare la loro difesa. I russi inclinano a occupare con forze consistenti i margini dei boschi, in particolar modo a raggruppare consistenti quantità di armi pesanti e di cannoni anticarro all'ingresso delle vie che portano nel bosco. 6. I russi non si arrendono anche se il bosco è stato circondato e viene bombardato. Essi devono essere sistematicamente attaccati e annientati. 7. Le linee di comunicazione che passano attraverso regioni boscose, anche molto addietro nelle retrovie, sono particolarmente minacciate. I russi lasciano sovente indietro, durante la ritirata delle loro forze principali, dei singoli ufficiali e delle unità nei boschi e costituiscono sistematicamente delle bande partigiane (anche paracadutando degli uomini), che hanno l'incarico di molestare il nemico, di disturbare i movimenti e di interrompere le comunicazioni delle retrovie. 8. Il rastrellamento di boschi occupati da nemici sbandati o da partigiani richiede l'impiego sistematico di forze sufficienti e di molto tempo. Un semplice rastrellamento limitato alle strade e ai sentieri significa molte perdite e pochi risultati, poiché i russi si sistemano spesso in forze presso le strade e si ritirano anche lateralmente evitando così 1'annientamento. C. PARTICOLARITÀ DEL COMBATTIMENTO

9. Il bosco favorisce l'avvicinamento a distanza di attacco al nemico, la disponibilità di riserve e lo spostamento occulto di forze per la costituzione di centri di gravità come anche la lotta ai carriarmati a distanza ravvicinata. Nel bosco anche chi è inferiore all'avversario nelle armi pesanti, nell'artiglieria e nei carri può strappargli l'iniziativa, annientarlo con attacchi a sorpresa o respingerlo con successo. 10. Il rallentamento di tutti i movimenti e la scarsa visibilità offerta dal terreno impongono di assegnare alle formazioni e alle unità in anticipo le armi pesanti e l'artiglieria necessarie allo svolgimento dello scontro.


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11. Le scarse possibilità di avere una buona visione del terreno e deUa situazione richiedono coraggio, prudenza, tenacia e capacità di de-

cidere velocemente. Grande mobilità degli ujficiali e astuzia nel combattimento da parte della truppa possono essere decisive per ottenere il successo. 12. Nel combattimento nei boschi si tratta di annientare l'avversario con l'urto concentrato delle forze di fanteria, poiché non è possibile durante l'attacco un sistematico tiro di preparazione e la costituzione di un costante fuoco di protezione e duranle la difesa non è di regola possibile l'esecuzione di una cortina di fuoco senza falle. Il numero dei fucilieri e dei mitraglieri è perciò spesso decisivo. Nel combattimento nei boschi, durante il quale l'urto col nemico avviene sovente all'improvviso, la vittoria viene ottenuta col combattimento

ravvicinato. 13. Ancor più decisiva che in campo aperto è la sorpresa. Presupposti di essa sono soprattutto una preparazione sistematica e la silenziosità in tutti i movimenti. (Presso i Finlandesi costituzione

di battaglioni "sussurranti"). 14. La foresta costringe soprattutto a mantenere riunite le forze. Dalla necessità di inviare forti pattuglie e di distaccare reparti a protezione dei fianchi e delle spalle sorge il pericolo dello spezzettamento delle forze. Le situazioni, nelle quali si teme di essere accerchiati o tagliati fuori, si possono in genere padroneggiare con più sicurezza e rapidità se le forze vengono mantenute riunite. Simili situazioni si verificheranno di sovente nei boschi durante il combattimento, specie con unità relativamente piccole. In questi casi non bisogna lasciarsi indurre a prendere provvedimenti affrettati o farsi prendere dal panico. La prudenza, una forte volontà e un accorto impiego delle forze permettono di regola a nche in situazioni compromesse di tenere duro, di creare uno sbarramento o di annientare il nemico attaccandolo. 15. Il movimento e il combattimento nei boschi richiedono schieramenti in profondità. Questi permettono la riunione delle forze, la mobilità nel combattimento, la rapida trasmissione degli ordini e u na pronta a pertura del fuoco in direzione dei fianchi che sono particolarmente minacciati. 16. L'avanzata delle truppe per settori, la sosta è il riordino delle formazioni dopo che si è raggiunto il settore assegnato proteggono dalle sorprese e assicurano una conduzione unitaria del combattimento.


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17. I combattimenti in boschi estesi, specie durante le manovre di accerchiamento del nemico e durante la formazione di sacche, sovente si frantumano in una serie di singoli scontri. I singoli gruppi d'attacco devono, nonostante il fatto che la trasmissione di notizie e ordini sia più difficile e i collegamenti siano impediti, comunque essere portati a interagire in modo coordinato secondo i piani. Perciò di regola è necessario un costante accordo di tutti gli ufficiali coinvolti nell'operazione. 18. Per assicurare l'azione coordinata di tutte le unità nel bosco il comandante deve stabilire con precisione un piano per lo svolgimento dell'operazione, assegnare alle formazioni o alle unità missioni limitate, chiare e delineate con precisione e spesso ordinare anche in dettaglio l'esecuzione di esse. 19. Una truppa che venga costretta dalle circostanze o dal terreno a discostarsi dal piano di combattimento stabilito, deve ottenere precedentemente l'autorizzazione del suo comandante superiore, in modo che questi possa assicurare pt:r lt:mpo l'azione coordinata con le altre forze schierate nel bosco, soprattutto le armi pesanti, l'artiglieria e gli aerei, anche se la situazione è mutata, e possa sventare eventuali pericoli costituiti dal fuoco delle proprie armi. 20. Poiché spesso l'aviazione ottiene scarsi risultati sul piano della ricognizione e dell'informazione e poiché l'impiego di forze esploranti motorizzate e blindate è limitato, l'impiego di numerose pattuglie appiedate capaci di sostenere un combattimento acquista maggior rilievo e importanza. 21. Fotografie che forniscano dati sull'andamento dei margini del bosco, sulla presenza di piste e vie e anche di radure, sono di grande valore per lo schieramento delle forze e l'esecuzione dell'attacco, specie quando mancano delle carte o sono imprecise. 22. Il fatto che la truppa sia ampiamente dotata di mezzi di comunicazione permette un combattimento mobile. La rapida trasmissione di ordini e notizie procura la superiorità sui russi. D. RICOGNIZIONE, PERLUSTRAZIONE, ORIENTAMENTO, OSSERVAZIONE 23. La truppa si mette al sicuro dalle sorprese del nemico attraverso la ricognizione terrestre condotta senza posa. Di regola vengono impiegate più pattuglie contemporaneamente l'una di fianco all'altra e sui fianchi. È importante che gli intervalli e le


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distanze tra le pattuglie siano tanto grandi (con un sottobosco fitto e consistente circa 150 m.) da evitare che le pattuglie siano ingannate dal rumore delle pattuglie vicine. 24. Le pattuglie impiegate nei boschi devono potersi muovere velocemente e silenziosamente. Perciò l'equipaggiamento deve essere controllato accuratamente. Tutti gli strumenti che impacciano i movimenti e generano facilmente rumore vanno lasciati indietro. L'armamento delle pattuglie consiste in pistole-mitragliatrici, fucili (possibilmente fucili automatici e fucili dotati di cannocchiale) e molte bombe a mano ovoidali. Le mitragliatrici sono d'impaccio. Le bombe a mano dotate di manico si impigliano troppo facilmente nei rami oppure rimbalzano, poiché i rami si flettono, mentre la bomba a mano ovoidale "ci scivola attraverso". L'orecchio deve lavorare in condizioni di sforzo; perciò è utile lasciare indietro l'elmetto d'acciaio. 25. In genere i compiti delle pattuglie comprendono: individuare dove si suppone sia il nemico o dove è, dove è la sua ala destra, dove la sua sinistra, per quale estensione a destra e a sinistra della via ha occupato il terreno, dove si trovano gli avamposti nemici di sicurezza. Inoltre sono importanti le informazioni sulle abitudini delle sentinelle nemiche, sulla presenza di tracce, piccoli sentieri, corridoi di tiro. Quando si è stabilito il contatto col nemico, si tratta di individuare per tempo le falle o i punti deboli ne11o schieramento nemico per fornire tempestivamente al comandante i dati utili per l'impostazione del combattimento. 26. Nelle missioni di perlustrazione è particolarmente importante individuare: a) Le vie disponibili, le piste e le radure, i fossi, i corsi d'acqua e i ponti. b) Natura del bosco e del suo sottobosco, tra l'altro spessore del sottobosco , altezza degli alberi, presenza di zone paludose, punti topografici elevati o di facile individuazione. 27. Alla compagnia, al plotone, alla squadra e alla pattuglia devono sempre venire assegnati degli osservatori, specialmente contro cecchini annidati negli alberi. Il comandante deve istruire chiaramente gli


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osservatori su dove guardare e su cosa fare attenzione. Durante le soste l'osservazione dagli alberi può essere utile, per poter vedere meglio da un punto di vista elevato il terreno. Spesso la presenza di cecchini sugli alberi viene supposta, anche se non ci sono. Ciò si spiega col fatto che è difficile stabilire chiaramente nel bosco la provenienza dei tiri. 28. Le pattuglie devono osservare attentamente le impronte nel bosco. Dalla loro direzione si possono ottenere preziose deduzioni sulle intenzioni del nemico. Perciò bisogna fare attenzione se l'impronta è recente. Dopo la rugiada del mattino essa sarà particolarmente visibile. Anche i segnali di orientamento, che i russi lasciano spesso e in modo poco evidente, possono dare indicazioni su dove vada cercato il nemico. Segni di orientamento usati dai nemici sono spesso dei rami la cui cima sia stata spezzata o piegata e che indicano una determinata direzione, oppure delle apposite incisioni sui tronchi, o mazzi di foglie che pendono tra i rami, indicanti un senliero usato dal nemico. 29. Quando mancano dei punti di riferimento in base ai quali ci si possa orientare, bisogna procedere con l'ausilio della bussola. Ad ogni pattuglia devono essere date almeno due bussole, una per il capo pattuglia e l'altra per il suo sostituto. Il capo procede in testa. Il sostituto del capo controlla in ultima posizione con la seconda bussola la direzione di marcia e impedisce che ci si discosti dalla direttrice di marcia prefissata. E. MARCIA 30. Le forze della truppa vengono assai impegnate da una marcia attraverso i boschi. Le prestazioni sono notevolmente inferiori rispetto all'aperta pianura. Esse possono scendere nel fuoristrada con terreno pesante e fitto sottobosco fino a 3-5 km. al giorno. 31. Per ogni marcia nel bosco va avviata una perlustrazione in anticipo e continua, per poter provvedere tempestivamente a migliorare lo stato delle strade. 32. La truppa deve essere abituata a preparare velocemente ponti corti e robusti e passarelle di tronchi. T genieri vanno schierati in posizione notevolmente avanzata per aprire delle strade ed eliminare degli sbarramenti. Inoltre la truppa deve formare delle squadre addette alla spinta dei veicoli e al riattamento delle strade, per mantenere scorrevole la marcia.


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33. Prima di entrare o attraversare un bosco andrebbero possibilmente presi degli abitanti del luogo, vanno interrogati e impiegati come guide. Ciò è particolarmente importante per la perlustrazione di vie e sentieri in boschi paludosi. Oltre alle vie segnate sulle carte ci sono spesso delle ottime vie che tuttavia sono conosciute solo dagli abitanti del posto. La truppa russa si lascia spesso guidare attraverso il bosco dalla gente del luogo. 34. Poiché ci vuole molto tempo finché le parti arretrate della colonna possano entrare in combattimento è necessario costituire una forte avanguardia che possa spezzare le resistenze nemiche incontrate lungo le strade di avanzata mediante l'avvolgimento di esse. Le armi pesanti e l'artiglieria, gli stati maggiori e i mezzi di comunicazione vanno schierati in posizione assai avanzata, poiché spesso non è possibile farli arrivare lungo la via di marcia. 35. Bisogna assicurare la pronta reazione difensiva di tutti i settori della colonna di marcia, poiché bisogna sempre contare su imboscate o attacchi a sorpresa del nemico, specialmente contro i fianchi e le spalle. Per la protezione della truppa durante la marcia attraverso un bosco si prestano specialmente, per via della loro blindatura e prontezza ad aprire velocemente il fuoco, ; veicoli blindati, per esempio carriarmati, cannoni d'assalto e veicoli trasporto truppe. Tuttavia hanno bisogno per proteggersi da attacchi ravvicinati del nemico della protezione diretta da parte di forze di fanteria. 36. Di regola vanno schierate aliquote di protezione laterale e retroguardie. Le aliquote di protezione laterale devono essere equipaggiate in modo da potersi muovere anehefuoristrada. (Equipaggiamento con carrette leggere e veicoli tipici del posto (ll, più cavalli per carichi trainati e da basto ed equipaggi per il traino di armi pesanti). 37. Poiché bisogna aspettarsi dai procedimenti di combattimento russi degli attacchi blindati, condotti soprattutto da singoli carriarmati, anche in boschi fitti e paludosi, è utile distribuire armi controcarro lungo le colonne di marcia e darne alle aliquote fiancheggianti. 38. La minaccia da parte di auacchi aerei nemici.fuoco d'artiglieria nemico e di numerose imboscate eseguite da pa rtigiani e sbandati, possono costringere a lasciare le strade e rendere necessaria la marcia al di fuori delle principali linee di comunicazione. (1) Treggia locale - per la costruzione vedi "Istruzioni invernali per i genieri" aggiornamento 2 del 25/1 1/ 1941.


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Le armi pesanti, l'artiglieria e i veicoli devono, nella misura in cui il terreno vieta i loro spostamenti nel bosco, essere fatti procedere a tappe lungo le strade e le vie. Per la loro protezione vanno loro assegnate delle forze di fanteria o dei veicoli blindati (vedi punto 34). 39. Per eliminare velocemente gli sbarramenti posti lungo le strade e le vie, essi vanno fissati frontalmente attraverso il fuoco che parta da posizioni ai due lati della via e vanno aperti sul loro retro mediante forze che eseguano un attacco avvolgente. Spesso un fuoco ben diretto e potentemente concentrato da parte di carriarmati, armi pesanti da fanteria o cannoni schierati in posizione avanzata e la rapida azione di forze in attacco avvolgente ha avuto come effetto di far crollare rapidamente la resistenza. F', AVANZATA NEL BOSCO E AVVICINAMENTO AL NEMICO 40. Una volta che la ricognizione ha stabilito un nucleo di resistenza lungo la strada usata per l'avanzata e dovendo contare con un immediato urto c.ol nemico, è utile abbandonare per tempo le vie di marcia, per portare le forze in una direzione tatticamente vantaggiosa per la sorpresa contro il nemico. 41. Per lo schieramento e l'impiego delle forze il criterio è dato oltre che dalla posizione del nemico anche dalla natura del bosco. Quanto più rado è il bosco, tanto più la truppa può essere fatta avanzare in una formazione più aperta per ampiezza e profondità. Quanto più invece esso è fitto e difficilmente percorribile, tanto più le truppe devono essere mantenute serrate e schierate in profondità. 42. La truppa va fatta avanzare a tappe. Le tappe devono essere ordinate per tempo. Esse vanno stabilite secondo le vie, le piste, i torrenti ecc .. Quando si è compiuta una tappa vanno fatte delle fermate piuttosto lunghe, per riordinare la truppa, darle il tempo di orientarsi, fare avanzare le armi pesanti e l'artiglieria e ricostruire la protezione a fuoco. 43. L'avanzata delle truppe va, per quanto possibile, sorvegliata con armi pesanti e artiglieria appostate ai margini delle strade, delle radure e degli spazi aperti ecc .. 44. Si è rivelato utile schierare dietro le pattuglie avanzanti a ventaglio davanti alla testa delle truppe, delle singole squadre di fucilieri per la protezione ravvicinata della fronte e dei fianchi, largamente dotate di mezzi per il combattimento ravvicinato, specialmente pistole mitragliatrici.


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La massa della truppa segue in schieramento profondo sotto la protezione dei suoi fianchi e delle spalle. I collegamenti con le truppe distaccate per la protezione vanno mantenuti attraverso pattuglie (esempio per una compagnia di fucilieri vedi schizzo 1). Singoli mortai, cannoni anticarro, cannoni da fanteria vanno schierati dietro i fucilieri in posizione più avanzata, per spezzare velocemente con un forte fuoco le resistenze che dovessero sorgere all'improvviso. 45. I russi lasciano spesso nelle radure, strade ecc. dei tiratori e degli osservatori accortamente appostati sugli alberi, i quali dirigono il fuoco delle armi pesanti o dell'artiglieria anche a proprio rischio. Il fuoco viene aperto da essi per lo più quando si avvicina la massa della truppa. Singole pattuglie vengono frequentemente lasciate passare indisturbate. Quando si raggiungono radure, vie e piste come anche quando si esce da una foresta, bisogna sempre fare brevi f ermate. Osservatori, singole mitragliatrici e armi pesanti vanno spinte in avanti per sorvegliare al margine del bosco l'avanzata delle truppe. Pattuglie si dirigono sulla destra e sulla sinistra della radura per esplorare attentamente entrambi i margini. Procedendo nell'avanzata - anche quando i margini del bosco sono stai dichiarati liberi da nemici - bisogna evitare di attraversare in piena radura. Strade, piste ecc. che non possono venire aggirate, devono venire superate con sbalzi in formazione serrata. 46. Il fucile, la pistola-mitragliatrice e la mitragliatrice non devono mai essere portate appese, ma devono sempre essere pronte ad aprire il fuoco . Tirando con la mitragliatrice non bisogna usare il caricatore circolare, bensì i nastri, poiché il cambio dei caricatori richiede troppo tempo. 47. La truppa deve imparare a farsi strada silenziosamente. Essa non deve tradire la sua presenza con strepiti, equipaggiamento rumoroso e ordini impartiti ad alta voce. 48. Quando la truppa si è avvicinata a contatto visivo ed a portata di tiro delle punte avanzate del nemico, allora l'avanzata si trasforma in uno strisciare e scivolare in avanti fino a distanza di combattimento ravvicinato. La foresta russa offre molta copertura per le manovre di avvicinamento. Strisciare e scivolare in avanti possono essere continuati anche sotto un forte fuoco nemico . G. ATTACCO Istruzioni generali: 49. Per assicurare all'attacco l'effetto della sorpresa, bisogna impiegare tutti i mezzi per ingannare il nemico sulle nostre intenzioni


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aggressive, sul tempo, sul luogo e sullo schieramento delle forze. Attacchi simulati possono venire eseguiti con pochi mezzi, spesso basta solo fare rumore. Queste finte rendono il nemico insicuro, fissano la sua attenzione da un'altra parte, lo inducono a un prematuro impiego delle forze tenute da parte e con ciò indeboliscono la sua forza combattiva. Per l'attacco le forze devono essere schierate secondo le possibilità in modo che il nemico venga avvolto da entrambi i lati o colpito neifianchi. Un accerchiamento da parte del nemico può essere contrastato con l'impiego di forze schierale in posizione arretrata e fatte affluire dalla profondità della colonna. 50. Di regola è più utile impartire una direttrice d'attacco (servendosi della bussola o appoggiandosi a strade, piste ecc.), piuttosto che assegnare dei settori di combattimento, che in genere non possono venire delimitati. 51. Come obiettivi d'altacco vengono ordinati nel terreno boscoso a scarsa visibilità dei punti di tappa, in base alla situazione nemica e al terreno (tappe naturali come strade che tagliano trasversalmente la direttrice d'attacco, fossi ecc.). Quanto più forte è prevista la resistenza nemica, tanto più ravvicinati devono essere gli obiettivi d'attacco.

52. L'effetto-sorpresa sul nemico si ottiene soprattutto attraverso il modo con cui si apre il fuoco. Di regola sarà il comandante che si riserverà la prerogativa di aprire il fuoco.

La disciplina dijuoco è della massima importanza. Il fuoco irregolare di singoli fucilieri e mitragliatrici è poco efficace. Devono venire eseguite scariche brevi e violente (eventualmente ordinare la cadenza di tiro). La scarica potente ha nel bosco un'efficacia psicologica assai elevata. I principi che valgono per l'apertura del fuoco con mitragliatrici e fucili valgono ugualmente per le armi pesanti e l'artiglieria. Finché lo permettono le possibilità di osservazione, il fuoco di molte armi deve possibilmente essere concentrato in improvvisi attacchi a fuoco. 53. Il fuoco del difensore, che si riversa sull'attaccahte per lo più a brevissima distanza, deve essere superato rapidamente e senza esitazioni. Questo procedimento richiede per esperienza minori perdite che quando l'attaccante prende posizione e risponde al fuoco nemico.

54. È in genere inutile inseguire, dopo l'irruzione, le forze nemiche col fuoco, poiché queste possono rapidamente sottrarsi ad esse ritirandosi nel bosco_


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Al nemico deve essere impedito di ricostituirsi e avere tempo per dei contrattacchi con una pressione rapida e impetuosa. 55. Se il combattimento è stato particolarmente violento e si è frammentato in una serie di scontri individuali è utile far fermare brevemente e riordinare velocemente la truppa dopo l'irruzione, per riunire nuovamente le forze. Soste per il riordino e la costruzione di una protezione a fuoco sono sempre necessarie quando la truppa dopo aver combattuto in un bosco entra in un terreno aperto. 56. Durante un combattimento nel bosco si consumano più munizioni che non in un attacco in campo aperto, poiché gli alberi e il sottobosco assorbono l'effetto anche di proiettili a grande frammentazione. Perciò la tattica del munizionamento acquista una speciale importanza. 57. Di notte un attacco in un fitto bosco non può di regola essere continuato. La truppa deve ancor prima che cali l'oscurità interrompere il combattimento e sistemarsi a difesa per la notte (formazione a riccio). Attacco contro un nemico debole. 58. L'attacco ha in genere successo con poche perdite se l'avvicinamento è stato silenzioso e se, dopo essersi portati in avanti, l'irruzione è avvenuta a distanza ravvicinata improvvisamente e con manovra avvolgente. 59. Quando le pattuglie hanno stabilito la possibilità di accerchiamento del nemico, le parti arretrate aggirano il nemico e irrompono sui fianchi o alle spalle, mentre le forze che lo attaccano frontalmente lo fissano. Spesso le pattuglie che sono state mandate per individuare le ali del nemico o messaggeri inviati di riiorno dalle pattuglie possono servire ai reparti impiegati per l'accerchiamento come guide esperte del terreno. Bisogna cercare di assegnare alle pattuglie osservatori avanzati del!' artiglieria, per procurarsi vantaggiose possibilità di osservazione. Tuttavia bisogna tener presente che col fitto sottobosco la portata degli apparati radio spalleggiabili viene spesso limitata.

' 60. L'imminenza dell'irruzione viene segnalata dai capi alle truppe assegnate all'accerchiamento con un segnale precedentemente concordato. L'emissione di segnali acustici è in questi casi utile, poiché attraverso gli alberi i segnali luminosi sono difficilmente riconoscibili. Le parti situate frontalmente rispetto al nemico aprono il loro fuoco e attaccano contemporaneamente al grido di "hurrà" e col segnale di tromba ''avanzare velocemente!''.


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61. Di regola il comandante si colloca fra le truppe che attaccano frontalmente, poiché qui può esercitare al meglio la sua influenza sullo svolgimento della lotta e può impiegare rapidamente le forze che lo seguono. Attacco contro un nemico sistemato a difesa.

62. L'attacco viene eseguito secondo i principi che governano l' attacco a delle postazioni. Si formano delle squadre d'assalto, che vengono ampiamente dotate con mezzi per il combattimento ravvicinato come bottiglie incendiarie, granate a mano nebbiogene e bombe a mano ovoidali. I lanciafiamme che vengano assegnati sono particolarmente efficaci nel bosco. 63. Le squadre d'assalto irrompono nelle posizioni debolmente tenute dal nemico e aprono innanzitutto una piccola falla nella postazione nemica . Se il terreno ha una visibilità particolarmente ridotta e sono state individuate 'delle falle nel dispositivo nemico, può essere utile innanzitutto infiltrarsi silenziosamente nella linea principale di combattimento nemica con piccolissime unità, annientare con attacchi insidiosi singoli nidi di resistenza nemica, difese e sentinelle, gettare lo scompiglio nel nemico e così preparare l'attacco delle forze principali. 64. Spesso il bosco nasconde al nemico la propria manovra di avvicinamento. Questo vantaggio permette lo schieramento della truppa attaccante spesso a distanze brevi e brevissime. Questo procedimento funziona egregiamente all'alba. 65. Spesso un'irruzione senza preventiva apertura del fuoco, eseguita improvvisamente e con vigore, è più efficace di un'irruzione dopo la preparazione a fuoco. Per il resto valgono le istruzioni date al punto 52. 66. I corridoi di tiro preparati dal nemico devono essere risparmiati durante l'avanzata. Ai corridoi di tiro vanno delle mitragliatrici , dei cannoni da fanteria, dei cannoni controcarro e dei singoli cannoni in postazione e costringono con il loro fuoco il nemico a cercarsi una copertura. 67 . Obiettivo delle punte d'attacco deve essere la penetrazione il più possibile profonda nel bosco, nonostante la scarsa visibilità. I reparti in posizione arretrata allargano la breccia e rastrellano gli sbandati nella zona di irruzione.


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Appoggio con le armi pesanti e l'artiglieria. 68. I comandanti delle compagnie di fucilieri devono aiutare le armi pesanti con la formazione di squadre addette al traino o fornendo dei portatori. 69. I mitragliatori pesanti vengono di regola impiegati come mitragliatrici leggere, poiché spesso le distanze di tiro sono brevi, è le mitragliatrici leggere sono più pronte al fuoco e possono venire brandeggiate più velocemente. I treppiedi vanno fatti seguire a tappe.

I mortai pesanti possono in genere essere impiegati solo in pezzi singoli. Vengono subordinati ai plotoni di fanteria. I tiri di orientamento con granate nebbiogene si sono dimostrati utili. Nel mettere in postazione il mortaio bisogna controllare se non vi siano ostacoli in corrispondenza della sua bocca. Un esempio per l'impiego del mortaio in un bosco fitto, che è stato sperimentato dall'esercito finlandese, viene fornito dall'allegato 1. Cannoni leggeri da fanteria e cannoni controcarro leggeri possono venire impiegati vantaggiosamente per via della loro mobilità. In genere vengono schierati per pezzi singoli e subordinati alle compagnie di fucilieri. La sensibilità delle spolette dei nostri proiettili a carica cava limita spesso il loro impiego nella lotta anticarro nei boschi. Tuttavia i tiri con cannoni controcarro servendosi di proiettili perforanti contro bersagli di ogni tipo sono efficaci, poiché i proiettili non esplodono sfiorando gli alberi e penetrano profondamente nel bosco. 70. A causa delle scarse possibilità di osservazione l'artiglieria ha particolari difficoltà nell'eseguire di tiri nel bosco. Il pericolo di tiri troppo corti è grande.

Numerosi osservatori avanzati vanno assegnati alle compagnie avanzate per dirigere, se è possibile con un fuoco mirato, velocemente il tiro sui nuclei di resistenza nemica. Le perlustrazioni e la posa di comunicazioni a filo richiedono tempo. Perciò le squadre di perlustrazione dotate di mezzi di comunicazione, al meglio di radio, vanno assegnate ai settori più avanzati delle compagnie di fucilieri (vedi anche·punto 59). Nei terreni adatti si è rivelata preziosa l ' osservazione esterna al bosco da un punto elevato. Tra l'osservatore e il comandante della fanteria vengono concordati dei segnali luminosi per contraddistinguere la linea avanzata, per indicare i bersagli e chiedere l'apertura del fuoco su bersagli precedentemente stabiliti e su zone di terreno.


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Può essere utile che gli osservatori si facciano una idea del terreno attraverso dei tiri d'orientamento.

I tiri con le granate nebbiogene si sono rivelati particolarmente utili quando contemporaneamente c'era del fuoco d'artiglieria nemico nel bosco. Salve brevi e concentrate sono assai efficaci. Il fuoco d'artiglieria procede a sbalzi in corrispondenza dell'avanzata della fanteria da una tappa all'altra. A questo scopo vanno fissate determinate linee sulle quali vada aperto il fuoco su richiesta della fanteria. Lo sbarramento sui fianchi richiede una accurata preparazione.

Rastrellamento di un bosco. 71. Il completo rastrellamento di un bosco riesce di regola solo coll'impiego di forze provenienti da diverse direzioni con l'obiettivo di for-

mare una sacca. 72. Per ripulire i boschi da nemici sbandati o da partigiani il rastrellamento condotto su un'ampia fronte con pochi metri di intervallo tra uomo e ·uomo si è rivelato inutile. Con questo procedimento c'è il rischio che il nemico concentri le sue forze da qualche parte e sfondi le nostre deboli linee. Perciò di regola è necessario mantenere riunite le forze e secondo il terreno, soprattutto secondo la disponibilità di vie e piste, impiegare per l'atlacco nel bosco dei forti gruppi d'attacco secondo un piano ben definito nei tempi e unitario.

73. I tentativi di sfondamento del nemico devono essere ostacolati dalla sorveglianza dei margini del bosco da parte delle armi pesanti e dell'artiglieria con l'impiego anche di carriarmati e cannoni d'assalto . 74. Tiri di disturbo ad alta cadenza e impiego di forze aeree d'attacco nello spazio accerchiato sono particolarmente efficaci. Il fuoco o il lancio di bombe può essere guidato dagli osservatori avanzati assegnati alle singole squadre d'attacco via radio sullo spazio che via via viene ristretto, senza rischi per la propria truppa. 75. Dettagli si possono ricavare dal seguente esempio (vedi schizzo 11). Spiegazioni allo schizzo II: Il bosco fu circondato di primo mattino. Le armi pesanti e l'artiglieria furono messe in postazione per respingere tentativi di sfondamento. Squadre esploranti di tutte le compagnie furono immediatamente inviate con l'incarico di cercare le piste, le vie, i piccoli sentieri che conducessero nel bosco, di contrassegnarli ai ma rgini <lei busc.:u, e di stabilire se


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erano percorribili dai cannoni leggeri da fanteria e dai cannoni anticarro da 37 mm. trainati da una squadra. Sulla base dei risultati di questa perlustrazione furono inviati gruppi d'attacco della forza di un plotone con singoli pezzi di cannoni leggeri da fanteria, cannoni controcarro e mortai pesanti, in tutte le vie ecc. che si prestassero allo scopo. Furono posate linee telefoniche di comunicazione a cui furono sovrapposti dei collegamenti radio. Osservatori avanzati si trovavano presso i gruppÌ d'attacco. L'impiego di tutte le forze era condotto da un unico comandante. I gruppi d'attacco avevano l'ordine di mettersi in contatto subito in caso di contatto col nemico, altrimenti ogni mezz'ora (furono disposti degli orari precisi!) per comunicare la loro posizione e le loro direttrici di marcia secondo gli scarti della bussola. Il reggimento sorvegliava l'avanzata e dava o l'ordine di continuare con il medesimo scarto o di procedere con un altro, secondo i dati forniti dalla carta. I gruppi d 'attacco potevano avanzare solo su nuovo ordine. L'artiglieria eseguiva il fuoco di disturbo sullo spazio che andava restringendosi di mezz'ora in mezz'ora. Il nemico non aveva alcuna possibilità di stabilire dove avrebbe incontrato meno resistenza per tentare uno sfondamento. Le unità in posizione ai margini del bosco intercettarono il nemico che tentava di sfondare attraverso gli spazi fra un gruppo d'attacco e l'altro. In ogni momento potevano essere avviati rinforzi ai gruppi d'attacco lungo le strade. I russi furono pressati in un ristretto spazio, eliminati o catturati. H . DIFESA

76. Il bosco espone il difensore in alto grado al rischio di sorpresa da parte del nemico. Imperativo p rincipale della difesa nel bosco sono perciò una ricognizione continua e senza falle e una condotta aggressiva. È sempre sbagliato aspettare finché il nemico si sia velocemente avvicinato sotto la protezione d el bosco a distanza utile per l'irruzione. Il nemico va cercato e, dovunque ·se ne sia accertata la presenza, va attaccato e annientato. 77. La mobilità della difesa inganna nel modo più efficace il nemico sulle proprie forze ed intenzioni ed è un mezzo prezioso per respingere con successo un nemico più forte. 78. La rapida formazione di concentrazioni di fuoco e l' impiego di forze di riserva, anche su piccolissima scala, per annientare il nemico


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nel contrattacco sono di particolare importanza. Le armi pesanti, l'artiglieria e le riserve devono essere mantenute vicine. L'impiego delle riserve deve essere continuamente predisposto. 79. Uno schieramento in profondità con un campo di tiro senza interruzioni davanti alla linea principale di combattimento non è in genere possibile, anche quando si dispone di forze rilevanti. Tuttavia la foresta facilita la difesa attraverso la possibilità di disporre in grande profondità numerosi ostacoli di difficile superamento, i quali trattengono il nemico o lo incanalano in direzioni favorevoli al difensore (piste di tiro, imboscate, campi minati, terreni paludosi) . 80. La foresta facilita la lotta a distanza ravvicinata contro i carriarmati nemici. Perciò l'impiego di squadre di cacciatori di carri acquista grande importanza specialmente presso le presumibili direzioni di avvicinamento dei carriarmati nemici (piste, vie, radure ecc.) e nelle imboscate. 81. Quando per mancanza di tempo e di forze non è possibile costruire una posizione difensiva ininterrotta, bisogna sforzarsi di apprestare un forte ostacolo che non presenti soluzioni di continuità e possibilmente molti nidi di resistenza capaci di difendersi a 360°, dai quali poter tenere sotto tiro le presumibili direttrici di avvicinamento del nemico (gole, avvallamenti ecc.). Nei dettagli sono decisivi: il terreno per l'ubicazione e la costruzione di questi nidi di resistenza e la quantità delle forze disponibili. 82. I margini del bosco sono in genere sotto il tiro nemico e perciò devono essere mantenuti liberi. Le armi devono agire dalle profondità del bosco ed essere dista nti almeno da 30 a 40 m. d al m argine del bosco, come la visuale lo permette. Ogni nido di resistenza deve essere dotato di uno sbarramento di mine che lo circondi. Nei nidi di resistenza bisogna predisporre un numero sufficiente di bombe a mano pronte all'uso. Con ogni mezzo bisogna preparare e sgombrare il campo di tiro (corridoi di tiro) per il fuoco di reciproco fiancheggiamento tra i singoli nidi di resistenza. Bisogna anche sforzarsi di rendere libero il cielo sopra le posizioni dai ra mi degli alberi per evitare le deflagrazioni d a essi causate. 83. Vanno approntati e contrassegnati sentierini e vie di comunicazione tra i nidi di resistenza e verso le posizioni arretrate per facilitare il reciproco appoggio e il rapido impiego delle riserve.


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84. Per l'apertura del fuoco, la disciplina nell'apertura del fuoco e la concentrazione dei tiri valgono i principi di cui al punto 52. Il fuoco deve essere aperto solamente a distanze brevi o brevissime e a salve. I russi impiegano molte, e tavolta assai abili astuzie per provocare il fuoco del difensore. Per eliminare pattuglie in avanscoperta, singoli cecchini sugli alberi e osservatori bastano spesso pochi colpi ben mirati. 85. La difesa nel bosco richiede l'impiego di molti posti di osservazione per l'artiglieria (3-4 per batteria). P erciò devono essere messi a disposizione i mezzi di comunicazione della sezione trasmissioni divisionale. Davanti alla linea principale di combattimento, e soprattutto negli spazi tra i nidi di resistenza, bisogna preparare numerosissimi spazi di annientamento a fuoco. Le postazioni di tiro dell'artiglieria devono essere in modo speciale sistemate a difesa contro attacchi ravvicinati. A questo scopo è opportuna la preparazione di caposaldi soprattutto sui fianchi e alle spa lle,

e un rafforzamento delle difese. Tutto questo lavoro di costruzione ha grande importanza quando ci sono solo deboli forze di fanteria a disposizione e perciò non è possibile la preparazione di un'area principale di combattimento sviluppata in profondità. 86. Attenzione in massimo grado va dedicata alla mimetizzazione. Spesso i russi fanno avanzare singoli tiratori scelti, i quali si fanno dappresso con molta abilità e uccidono i soldati a ppostati in posizioni mal camuffate. Bisogna evitare ogni forma di regola rità nella disposizione delle postazioni e nelle forme di mimetizzazione. I rami, che vengono impiegati per mimetizzarsi, devono essere cambiati ogni mattina. Le foglie secche possono tradire anche la postazione meglio preparata. Bisogna fare dovunque impiego di mascherature mimetiche, per sottrarre la posizione alla vista del _nemico. Il bosco fornisce il materiale necessario allo scopo. Davanti.alle feritoie di postazioni dissimulate bisogna assolutamente mettere delle mascherature. I sentieri devono essere liberati da legni secchi e da foglie in modo che le sentinelle non tradiscan o al nemico la loro presenza. Lo stesso vale per i sentierini la cui apertura è stata ordinata dal comandante. Bisogna reprimere la trascuratezza dei soldati i quali, per accorciare la strada da fare, tracciano molti sentieri .


LF. DOTIRlNJ; TEDESCHE DI CONTROGUERRIULIA 1936 - 1944

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Le pattuglie non devono mai muoversi alla stessa ora o percorrere lo stesso sentiero, poiché i russi annientano in imboscate le pattuglie divenute disattente. 87. Quando il nemico si trova di fronte a brevissima distanza, bisogna condurre una ricognizione basata sulla continua sorveglianza a vista. In breve tempo bisogna avere una chiara e precisa idea della situazione nemica. 88. Davanti all'area principale di combattimento bisogna apprestare degli sbarramenti, soprattutto nelle gole e negli avvallamenti, che i russi prediligono per le loro manovre di avvicinamento. Vanno messe mine, dispositivi di allarme e trappole esplosive (vedi punto 89). Nell'impiego di sbarramenti di filo spinato vanno preferiti soprattutto i fili d'inciampo e i cavalli di Frisia, i quali devono essere legati tra di loro e ancorati al suolo.

Esempio: Una pattuglia russa si era fatta strada fino allo sbarramento e aveva lanciato bombe a mano. Contemporaneamente un'altra pattuglia si era fatta strada verso l'ostacolo 100-150 m. più in là. Con lunghi forconi da fieno (3 m.) sollevò in alto i cavalli di Frisia e fece esplodere la trappola esplosiva incorporata, senza correre alcun rischio. Una squadra d'assalto schierata dietro la pattuglia irruppe nella postazione attraverso la falla aperta nello sbarramento. 89. Dispositivi di allarme, che possono venire costruiti in modo facile con filo metallico di provenienza nemica e con scatole di latta riempite di sassi, devono venire incorporati negli ostacoli e nel filo d'inciampo che si trova davanti alla postazione. Essi facilitano il combattimento difensivo, la rapida messa in allarme e in posizione delle truppe. Ogni comandante deve avere chiaro che la rapidità nel prendere contromisure è decisiva. 90. Sentinelle in ascolto e pattuglie fisse vanno piazzate in tutti i luoghi che si prestano all'avvicinamento. Bisogna spesso mutare tempi e luoghi del cambio di guardia (posizioni diurne e notturne). 91. La costruzione di linee telefoniche, anche per collegare forze molto piccole in posizione avanzata o fuori mano, come anche per collegare truppe vicine tra di loro, è assai importante. Gli apparati di provenienza nemica possono fornire un aiuto prezioso a quelle unità insufficientemente dotate di mezzi di comunicazione. L'installazione dei cavi avviene per linea aerea.


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Bisogna rispettare le norme sulla protezione e la mimetizzazione del proprio traffico radiotelefonico contro l'asco Ito del nemico. J. ADDESTRAMENTO

92. Accanto all'abitudine del corpo a sopportare le difficili condizioni di vita nel bosco l'addestramento al combattimento nella foresta ha anche un valore educativo. Educa il singolo combattente a superare le sensazioni psicologiche dovute al senso di insicurezza e alla scarsa visibilità e lo addestra a prendere decisioni rapidamente e in modo autonomo. 93. L'addestramento della truppa al combattimento nel bosco può essere raggiunto solo con numerose esercitazioni pratiche nella foresta. Bisogna perciò sforzarsi di porre la truppa sempre davanti a delle sorprese, le quali richiedono decisioni e azioni rapide. 94. Di importanza capitale per l'abitudine della truppa alle esigenze del combattimento nel bosco sono le eserciLazioni con munizioni da guerra.

95. Tutte le esercitazioni nelle foreste richiedono una preparazione particolarmente accurata da parte dei capi. La foresta sottrae la truppa in addestramento alla sorveglianza dell'istruttore. Perciò i fini dell'esercitazione, lo svolgimento programmato di essa e il comportamento della parte avversaria devono essere discussi approfonditamente con i sottufficiali addetti al servi.t::io di arbitraggio. Perciò le esercitazioni tattiche devono essere discusse con tutta la truppa in precedenza davanti al tavolo tattico o alJa carta. La scarsa visibilità dell'ambiente operativo e le situazioni in rapida evoluzione richiedono la presenza di molti arbitri. 96. In dettaglio sono particolarmente importanti le seguenti aree di addestramento.

I.

Addestramento individuale. Camminare silenziosamenfe nel bosco. Avanzare nel sottobosco fitto. Avvicinarsi strisciando a posizioni e sentinelle in diversi tipi di bosco (bosco rado a piante di alto fusto, a boscaglia bassa, ecc .). Addestramento visivo e alla designazione di bersagli nel bosco (tra l'altro riconoscere cecchini appostati sugli alberi).


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Orientamento nel bosco (tra l'altro contrassegno delle vie per le proprie truppe e riconoscimento dei segnali nemici, uso della bussola). Messa in opera di coperture e mimetizzazioni nel bosco. Combattimento ravvicinato nel bosco, eliminazione cecchini negli alberi. Lotta anticarro nel bosco. Comportamento come osservatore su un albero. Comportamento come pattugliatore nel bosco. Comportamento come sentinella nel bosco. Addestramento al tiro nel bosco (tra l'altro valutazione del terreno), tiro rapido, fuoco in movimento. II. Addestramento delle armi pesanti. Trasporto delle armi pesanti nel bosco. Messa in postazione rapida. Preparazione del campo di tiro. Preparazione di possibilità di osservazione. Mantenimento dei collegamenti con le aliquote a contatto del nemico. Comunicazione dei bersagli nel bosco. Concentrazioni di fuoco nel bosco.

III. Addestramento tecnico dei genieri. Apertura di strade in foreste con bosco e sottobosco fitti. Costruzione rapida di ponti corti e robusti. Costruzione di passerelle di tronchi d'albero e vie sul fondo paludoso. Eliminazione rapida di sbarramenti profondi fatti con tronchi d'albero. Costruzione di postazioni e approntamento di ostacoli di filo spinato e sbarramenti con tronchi d'albero. Costruzione di piattaforme di osservazione. Apertura di corridoi di tiro come anche preparazioni di postazioni e del campo di tiro per armi pesanti e artiglieria.

IV. Addestramento delle unità. Addestramento approfondito sugli schieramenti per movimento e combattimento. Marce, soprattutto fuori strada anche di notte.


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Avanzata a tappe (inoltre esercitarsi nelle funzioni di comando e comunicazione) e avanzata in posizione arretrata per i veicoli. Sviluppo e formazione rapida di un fronte di fuoco negli scontri improvvisi col nemico. Attacchi a fuoco improvvisi con armi leggere e pesanti. Attacchi a distanza ravvicinata, avanzata sotto il fuoco nemico, irruzione, pronto sfruttamento di un successo (compiti decisionali). Esercitazioni d'allarme nella difesa (accurata esercitazione nel contrattacco delle riserve). Protezione durante la notte.


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Allegato n. l

ESEMPIO

Di distruzione di un nido di resistenza nemico nel bosco con il mortaio pesante (secondo esperienze finlandesi) Alla testa degli attaccanti si trova l'osservatore del mortaio pesante accompagnato da un uomo col telefono. Il cavo telefonico diretto verso la squadra del mortaio che si trova in posizione arretrata è lungo esattamente 200 m .. Ogni intervallo di 50 m. ha un contrassegno particolare sul cavo. Un uomo perciò deve prestare solo attenzione a che il cavo non si impigli per via e possibilmente venga posato in linea retta. Quando la punta attaccante incontra il nemico, l'osservatore stima la distanza tra sé e il bersaglio, calcola i 200 m. di distanza che lo separano dal mortaio e ottiene così la distanza approssimata di tiro. Se la foresta è così spessa da permettere una visuale limitata intorno ai 20-30 m., quando si mette in postazione il mortaio bisogna abbattere alcuni alberi per procurare tra le corone degli alberi uno spazio di tiro. In una dimostrazione si è riusciti su una distanza di 240 m. a piazzare il primo colpo a circa 20 m. presso il caposaldo. Il tiro a forcella non è possibile nel bosco per motivi di sicurezza a causa dello stretto contatto tra amici e nemici.


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ALESSANDRO POLITI

CARTINA N. 2

Allegato n. 2

Ricognizione e avvicinamento di una compagnia rinforzata di fanteria

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LE D01TRINE TEDESCHE DI CONTROvUERRIGLIA 1936- 1944

segue: Allegato n. 2

CARTINA N. 3

Rastrellamento di un bosco

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DOCUMENTO N. 5

Abschrift.

Der Reichsfiihrer - SS und Chef der Deutschen Polizei im Reichsministerium des lnnern

Berlin, den 21. Aprii. 1942

O.kdo I A (3a) Nr. 273/42 AN DIE HOHEREN VERWALTUNGSBEHORDEN M IT UBERDRUCKEN FUR DIE STAATL. POL. VERWALTUNGEN, KDOS. DER SCHUTZPOL., STABSOFFIZIERE DER SCHUTZPOL., KOMMANDEURE DER GEND. PP.

BETR .: Erfahrungen aus dcr Partisanenbekampfung des Poi. Regiments

Sud. Roll li frame 251 37 01 - 03


280

ALESSANDRO POLITI

Copia.

Il Reichsfiihrer - SS e Chef

Berlino, 21 Aprile 1942

der Deutschen Polizei nel Ministero degli Interni del Reich O.kdo I A (3a) Nr. 273/42

Alle autorità superiori amministrative con copie per le amministrazioni di polizia di stato, i comandi della Schutzpolizei, gli ufficiali di stato maggiore della Schutzpolizei, i comandanti della Gendarmerie.

pp. Oggetto: Esperienze tratte dalla lotta antipartigiana del Pol. Regiments Sud.

Con la presente invio estratto dal rapporto del Poi. Regiments Sud· per il p eriodo dal 26 ai 31.1. !942. Dati generali: Le truppe russe rimaste ancora sbandate dopo la grande battaglia di accerchiamento presso Kiew mostrano l'intendimento, come pure altri gruppi di partigiani, di raggrupparsi in unità più grandi. Forza: La forza di uno di questi gruppi fu accertata a circa 200 uomini, presso i quali si trovavano anche 10-20 infermiere e che a nnoveravano circa 30 fra ufficiali e ingegneri 'tra di loro . Il comando era nelle mani di un colonnello russo e di un ~ommissa rio politico. Armamento: Come armi c'erano: mortai, lanciafiamme, lancia mine (calibro 50 mm.), mitragliatrici leggere e pesanti, pistole-mitragliatrici, fucili automatici, fucili, bombe a mano, pistole, qualche sciabola, munizioni in ridotta quantità.


LE DOTTRINE TEDESCHE Ol CONTKOGUF.RRIGLIA 1936-1944

281

Equipaggiamento: Il vestiario era in gran parte civile, tuttavia diversi uomini portavano uniformi militari e di polizia tedesche, che provenivano da caduti in imboscate. Per l'esplorazione c'erano alcuni cavalli. Per il trasporto delle armi servivano dei traini o slitte. Per scopi dì propaganda erano presentì un apparato radioricevente e volantini . Missione: L'obiettivo delle truppe russe sbandate è il raggiungimento delle proprie linee. Strada facendo in quella direzione essi compiono, similmente alle unità partigiane vere e proprie, attacchi a veicoli isolati della Wehrmacht, disarmano la polizia ausiliaria ucraina, eliminano sindaci filo-tedeschi o commettono, travestendosi da tedeschi, atti di terrorismo contro la popolazione civile. Tattica: La marcia si svolge per lo più in piccoli gruppi, poiché ogni movimento in formazioni più grandi si scontra sempre con maggiori difficoltà. In caso di nevicata si preferisce la linea di fila, così che ci sia solo una profonda traccia, dalla quale non sia possibile dedurre la propria consistenza in mancanza di altri indizi. Prima di entrare in una località si inviano in avanscoperta e per la raccolta di informazioni 2 uomini in abili civili, che nascondono le loro armi davanti alla località. Feriti o malati vengono sistemati in fattorie isolate o villaggi presso dei contadini, ai quali si minacciano violenze in caso di tradimento. Quando si bivacca nei boschi vengono collocate delle sentinelle. In genere uno sparo serve da allarme, al suono del quale tutti devono afferrare le armi. Come parola d' ordine è usuale la parola doppia. Non sono conosciuti particolari segni distintivi. Durante le loro soste i gruppi partigiani prendono contatto con gli abitanti anti-tedeschi, della cui esistenza o sono già a conoscenza o di cui ottengono l'adesione con la loro attività di propaganda (volantini, manifesti) oppure anche con la costrizione. Tra i loro agenti di collegamento si trovano anche numerose donne e spesso anche membri della milizia impiegati dalle Ortskommandanturen (Comandi locali), ma sca.rsamente controllati in precedenza, o capi di Kolkhos o sindaci, i quali provvedono le bande di notizie utili, viveri, mezzi di trasporto , e tra l'altro anche documenti falsi. I capi partigiani reagiscono con estrema durezza ai tentativi di diserzione, proprio in questa stagione in continuo aumento, causati dal freddo intenso, dalla scarsità d i viveri e munizioni e dai continui e serrati inseguimenti, che provocano sintomi di disgregamento e diminuzione alla propensione al combattimento. Se non possono più sottrarsi ad un combattimento divenuto inevitabile, allora costringono i loro sottoposti a


282

ALESSANDRO POLITI

difendersi fino all'ultima cartuccia, perché sanno che in ogni caso la morte è certa per loro. Con ciò si spiega la lotta partigiana condotta con assoluta ostinatezza, tenacia, astuzia e brutalità. Se è data loro la possibilità, i partigiani affossano i loro morti nella neve profonda ancora durante il combattimento , per occultare l'ammontare delle loro perdite e così la loro stessa forza. I prigionieri sono in genere taciturni e mendaci, poiché hanno ricevuto istruzioni di fare delle dichiarazioni false e contraddittorie.

Esperienze: Se è possibile ad una formazione partigiana stabilirsi indisturbata in una zona, allora riuscirà in genere, attraverso misure terroristiche, diffusione di volantini e voci incontrollate e attraverso degli accoliti conquistati alla causa, ad intimidire gli abitanti delle località circostanti e a metterli a propria disposizione. Solo azioni di rastrellamento condotte a fondo e con la massima spietatezza (fucilazioni pubbliche, cattura di ostaggi e simili) hanno portato alla totale pacificazione di tali zone ed escludono per un periodo di tempo prevedibile il ripetersi di si. mili circostanze. Soprattutto dovrebbe essere controllata e ricontrollata

al più presto l'affidabilità delle personalità di spicco ucraine come sindaci, capi della milizia, capi dei Kolkhoz ecc. già prima dell'assunzione delle loro funzioni. Una speciale attenzione deve essere dedicata ai depositi occulti russi di viveri e munizioni per trasferirli o annientarli, poiché essi diventano conosciuti ai partigiani grazie ai loro agenti di collegamento locali e servono loro per reintegrare le riserve esaurite.


DOCUMENTO N. 6

St.Qu., den 25 August 1942

Reichsfiihrer-SS Kommandostab RF-SS Tgb.Nr. la 607/42 geh.

BEFEHL ZUR AUFSTELLUNG VON JAGDKOMMANDOS ZUR BANDENBEKÀMPFUNG

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ALESSANDRO POLITI

Reichsfiihrer~ss

St.Qu., 25 agosto 1942

Kommandostab RF-SS Tgb.Nr.Ia 607/42 geh.

SEGRETO

ORDINE

per la costituzione di Jagdkommando per la lotta alle bande. Indipendentemente dalla lotta antibande attraverso formazioni di maggior grandezza debbono essere assolte di frequente importanti missioni di combattimento su piccola scala da Jagdkommandos pic..:coli, ben equipaggiati ed armati. Perciò ordino: 1) Si costituisce subito presso ogni Polizei-Regiment impiegato in un territorio minacciato dalle bande uno Jagdkommando. Forza circa: 1 2 4 4 4

capitano o un tenente comandante, sottotenenti possibilmente attivi, capi di Gruppe, sostituti dei capi di Gruppe, Gruppe, in ciascuna delle quali c'è un civile abitante della zona distintosi nella lotta antibande da usare come esploratore, per ogni gruppe un cavallo panje per trasportare le salmerie.

2) L'armamento deve essere particolarmente buono e assortito con cura. Come indicazione: Ogni Gruppe almeno 1 mitragliatrrce leggera, 1-2 fucili automatici russi a cannocchiale, 2 pistole-mitragliatrici, 2 pistole Very. Ogni uomo 4 granate a mano. 3) . L'addestramento dello Jagdkommando si svolge solo sotto il comandante designato. Gli uomini di questo reparto devono essere dispensati da ogni servizio di guardia e corvee e si devono occupare con l'ausilio di tutte le esperienze finora fatte solo della lotta antibande.


LE UOTIRINE TEDESCI-IE DI CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

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4) Gli .Tagdkommando ricevono in genere l'incarico delle missioni dal comandante cui è affidata la responsabilità della lotta antibartde (Hoherer SS- und Polizeifiihrer). 5) Per il 15.9.1942 mi va comunicata l'avvenuta costituzione degli Jagdkommandos.

Rapporti nelle esperienze compiute prego che siano permanentemente inoltrati al mio quartier generale di comando, che li valuterà nel complesso.

f.to H. Himmler Per la giustezza (firma illeggibile) SS-Ha uptsturmfiihrer

Lista di distribuzione: Reichsfiihrcr-SS Kommandostab RF-SS (Chef d. Stabs, 1 a, O.Qu.) Ufficio centrale Ordnungspolizei

5

5

Per conoscenza: 0.K.W./W.F.St. Ufficio centrale Sicherheitspolizei Ho .SS- u .Pol.-Fiihrer Ost » » » » Nordost » » » » Ostland » » » » Ukraine

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Mitte Kaukasus nel distretto di difesa XVIII

1

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presso il Mìlitàrbefehfehlshaber Serbien 4 Con copie per Militàrbefehlshaber, B.d.O. e B.d.S. SS-Obergruppenfiihrer Wolff 3 Ufficiale collegamento RF-SS presso O.K.H./Gt:n.Qu .


286

/\1.ESSANORO POI.TTT

Allegato n. 1 SEGRETO

Estratto da un ordine del Hoh.SS-und Pol.-Fiihrer Russland - Mittc.

10) Per prevenire un tradimento o un preavviso al nemico, gli Jagdkommandos penetreranno nel territorio di operazioni con una marcia da compiersi in più notti. Di giorno spariscono senza dare nell'occhio in zone boschive presso i villaggi, così che nessun abitante può percepire la presenza loro e delle loro sentinelle. Durante le marce notturne tutte le parti in metallo devono essere avvolte in modo da evilare ogni sbattimento rumoroso di armi o equipaggiamenti. È vietato fumare di notte. Stesso discorso per il parlare ad alta voce.

11) Arrivati alla zona di impiego, gli Jagdkommandos si comportano esattamente come hanno appreso dai partigia ni nemici, cioè: a) Dopo accurata ricognizione del terreno vengono tese dovunque delle trappole al nemico, laddove si può contare sulla sua comparsa; p.e. minare di notte ìe strade percorse abitualmente da ll'avversario. Oppure minare i ponti di legno che i partigiani tentano sempre di bruciare o i bordi di un bosco vicini ad un villaggio che, secondo le informazioni date agli abitanti, è divenuto base di rifornimento per i partigiani. b) Gli Jagdkommandos annientano ogni avversario capitato nella trappola. I cadaveri vanno frugati alla ricerca di documenti importanti. Non si ingaggia il combattimento con un nemico fortemente superiore. In questo caso comunicazione immediata al Hòhercn SS - und Polizeifiihrer per l'allestimento di una operazione di maggiori dimensioni . Fino all'arrivo delle truppe da impiegare lo Jadgkommando si ma ntiene vicino al nemico come reparto esplorante.


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUF.RRIGJ.IA 1936 - 1944

287

c) Una imboscata tesa ha successo solo se gli uomini in agguato. hanno grandissima pazienza. In determinate circostanze bisogna attendere 3 giorni e 3 notti di fila nello stesso posto. d) Ogni attacco a fuoco improvviso è senza effetto, anche se un solo fuciliere spara nervosamente in anticipo! La salva perciò .deve partire solo dopo un segnale prima concordato dato col fischietto. e) Se non si può più agire di sorpresa, per esempio per il fatto che per caso compaiono degli abitanti del posto, il posto scelto deve essere subito abbandonato, se non si possono eliminare silenziosamente gli scomodi testimoni. f) Ugualmente bisogna abbandonare questo luogo dopo un agguato riuscito per affrontare in un'altra zona un nuovo compito.

12) Ogni Jagdkommando ha un piccolo apparecchio radio. Il capo della sezione comunicazioni presso il HSSuPF allestisce per distanze maggiori posti radio intermedi. 13) Poiché una simile forma di combattimento non deve mai essere precipitosa e richiede molto tempo, una singola azione durerà almeno 8-14 giorni. 14) Durante questo periodo Io Jagdkommando deve essere indipendente da qualunque cucina da campo o requisizione. La Wirtschaftsinspektion deve fornire una razione di ferro accuratamente preparata per almeno 14 giorni . Questa razione deve constare di:

-

carne in scatola, cioccolata, tabacco, pane di cumino, caffé o té da preparare da sé.

15) Dopo la felice conclusione di un'azione gli Jagdkommandos vanno per 8 giorni in riposo . ln questo p eriodo gli uomini devono essere trattati molto bene e trovare distensione con serate cameratesche e rappresentazioni cinematografiche. Per le serate cameratesche la Wi1nsp. mette a disposizione maggiori quantità di birra o vino. 16) Prima di rientrare in missione ogni volta gli Jagdkommandos devono fare 3 giorni di allenamenti durissimi. Durante questi allenamenti bisogna sparare continuamente con munizioni da guerra o lanciare granate a mano vere. Specialmente i tiratori di mitragliatrice e pistola-mitragliatrice devono imparare col continuo esercizio a fuoco a colpire con precisione anche camminando o correndo.

Per la giustezza della copia (firma illeggibile) Hauptman d.Sch. u.SS-Hstuf.



DOCUMENTO N. 7

Abschr{ft

Der Reichsfi.ihrer-SS Kdo.-Stab. RFSS

Fi.ihrer-Hauptquartier 29. luni 1942

Entwurf RICHTLINIEN FÙR DTE DURCHFÙHRUNG DER AKTION GEGEN PARTISANEN UND SONSTlGEN BANDITEN IN OBERKRAIN UND UNTERSTEIEMARK.

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ALESSANDRO PULITI

COPIA. Nr. Prot 190/14 Reichsfiihrer-SS

Fuhrer - Hauptquartier

Kdo.-Stab RFSS

29 giugno 1942 PROGETTO

Direttive per l'esecuzione dell'azione contro i partigiani e altri banditi nella Carnia/a superiore e nella Stiria inferiore.

]) 11 presupposto per lo svolgimento dell'azione d'insieme è una accurata indagine sull'intero territorio da parte della Sicherheitspolizei e un quadro dell'organizzazione dell'avversario. Compito precipuo della Sicherheitspolizei è di individuare in ogni modo possibile la localizzazione delle bande e dei singoli gruppi di oppositori come anche, in special modo, le sedi dei capibanda. 2) Per l'azione delle forze operative ritengo importanti le seguenti cose: a) accerchiamento del territorio da rastrellare e suo isolamento, (meglio se fatto da milizie !ccali, battaglioni di complemento della polizia e battaglioni di riserva della polizia); b) avanzata delle truppe d' assalto e dei gruppi operativi contro le bande già individuate dalla Sicherhcitspolizei e loro d istruzione in combattimento; c) inseguimento delle componenti così frazionate in questo combattimento da parte di singoli reparti esploranti e caccia ai banditi fino alla loro estinzione. d) Azione punitiva contro i villaggi resisi colpevoli di aver appoggiato i banditi. 3.) L'azione deve mettere in grado di non nuocere tutti gli elementi della popolazione che hanno appoggiato le bande mettendo loro a disposizione uomini, viveri, armi e rifugi. Gli uomini di una famiglia colpevole, in molti casi della stirpe vanno decisamente giustiziati, le


LE uorrn.JNE TEDESCHE DI CONTIWU UERRIGLIA ] 0 36 -1944

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donne di questa famiglia devono essere arrestate e portate in campo di concentramento, i bambini devono essere allontanati dalla loro patria e raccolti nel distretto appartenente ai vecchi territori del Reich. Sul numero e il valore razziale di questi bambini attendo rapporti a parte. Beni e possessi della famiglia colpevole vengono confiscati. L'altro obiettivo è di liberare le famiglie ben disposte verso di noi dalla pressione delle bande e dar loro la sensazione della sicurezza nel Reich tedesco. 4.) L'esecuzione dell'azione richiederà da capi e da uomini il massimo senso del dovere e abilità, ma anche il massimo di prestazioni e sforzi fisici in un terreno aspro e montagnoso. Mi aspetto da capi e uomini della SS e della polizia che siano all'altezza delle aspettative poste in loro.

fto H. HIMMLER



UOCUMENTO N. 8

DER KAMPF GEGEN DIE PARTISANEN.

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ALESSANDRO POLITI

LA LOTTA CONTRO I PARTIGIANI I. PRINCIPI FONDAMENTALI

1. La lotta contro i partigiani è spietata, questione di vita o di morte. A questo tipo di lotta sono addetti soltanto soldati di prima qualità, che hanno un comando capace di abbracciare le situazioni mutevoli a colpo d'occhio, di soppesare le circostanze, di prendere velocemente la giusta decisione e realizzarla con salda volontà. 2. L'attività principale dei partigiani risiede nell'attacco improvviso. Un urto a sorpresa, durante il quale non si tiene in conto il pericolo e le vittime dalla propria parte. Nella loro attività i partigiani impiegano i metodi più incredibili per ingannare il nemico. 3. 1 partigiani non si trattengono a lungo nel medesimo posto, bensì sono in costante movimento. Appena hanno assolto la loro missione in un posto, spariscono velocemente, per comparire improvvisamente in un altro luogo e svolgere nuove missioni di combaltimento. 4. I partigiani non ha nno abitualmente alcuna base fissa, a partire dalla quale intraprendono le loro operazioni. Per la durata delle loro operazioni attive essi si legano solo in singoli casi a località abitate, per rifornirsi di viveri e procurarsi notizie sul nemico. 5. Chi combatte i partigiani è nella sua essenza anche un partigiano. Anche per lui non c'è un fronte preciso, e a nche lui spesso non si appoggia ad alcuna base determinata. Altrettanto come i partigiani spesso viene accerchiato dal nemico da ogni parte. In conseguenza l'attività del combattente antipartigiano eguaglia quella del partigiano-rapido, decisivo, spietato e astuto. 6. Nella lotta antipartigiana mancano abitualmente tutte le attivi-tà preliminari, come ricognizione, respingere le unità avanzate del nemico ecc .. L'attacco deve essere eseguito a sorpresa, i partigiani non devono venire a sapere che un attacco contro di loro è in preparazione.


I.E DOTfRINE TEDESCHE DI CUNTROGUERRIGL!A 1936 - 1944

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7. Le notizie necessarie alla lotta antipartigiana devono essere prese tramite una rete di agenti, a fare i quali possono essere impiegati gli abitanti del luogo. 8. Il metodo principale di lotta contro i partigiani è un decisivo attacco a sorpresa sulla base delle notizie raccolte. La difesa si può solo usare nel caso che l'avanzata dei partigiani lungo una determinata strada o direzione sia attesa là dove essi possono essere vantaggiosamente sorpresi e annientati, oppure anche per delimitare un distretto nel quale avanzino le nostre truppe. 9. Nella lotta contro i partigiani non esiste alcuna attività di combattimento prolungata. Vincitore è chi possiede la capacità di eseguire nella giusta direzione un attacco a fuoco improvviso e annientante. 10. La lotta antipartigiana richiede operazioni concentriche, per togliere loro la possibilità di sfuggire. Anche nelle operazioni concentriche deve essere considerata la minaccia alle spalle, perché spesso il combattente antipartigiano viene a sua volta accerchiato dal nemico. 11 . La lotta contro i partigiani si svolge in genere nei boschi o in una località abitata e di frequente sarà un combattimento ravvicinato, dove l'ardimento del singolo combattente, la bomba a mano e la baionetta sono decisivi. 12. Difficile è il mantenimento delle comunicazioni, specie quando p iù reparti avanzano concentricamente contro un obiettivo. Bi:mgna fare attenzione a che la comunicazione di notizie non permetta a1 nemico di riconoscere i nostri p iani. Il mezzo migliore per mantenere le comunicazioni è la radio. Se la radio non è disponibile, il combattimento deve essere condotto secondo orari precedentemente concordati. Solo all'ultimo momento è permesso il ricorso a segnali luminosi per segnalare la posizione della propria unità . 13. Nelle operazioni in territorio nemico non è saggio mettere contro di sè gli abitanti del luogo. Bisogna impostare amichevolmente i rapporti reciproci, per guadagnare a sè gli abitanti. Con un buon comportamento, in particolari casi con un po' di astuzia, si possono guadagnare facilmente gli abitanti come informatori.


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ALESSANDRO POLITI

II. IL COMBATTIMENTO NEL BOSCO

14. Il combattimento nel bosco si può ricondurre essenzialmente a due forme fondamentali: l'attacco di sorpresa e l'imboscata. Quale azione vada adottata in un dato caso, dipende daJla valutazione delle seguenti circostanze: la propria forza, tipo del bosco, notizie disponibili sul nemico. Nelle operazioni nei boschi non va mai trascurata la possibilità che il nemico possa trovarsi sugli alberi. 15. L'attacco di sorpresa è limitato principalmente ai boschi di ridotte dimensioni. Quando si tratta di grandi estensioni forestali, si può allestire un attacco di sorpresa, se le forze proprie sono abbastanza grandi o se sono arrivate notizie precise sulla forza e la posizione del nemico tali da rendere inutile il rastrellamento di tutto il bosco. 16. L'agguato va impiegato nei seguenti casi: quando l'aaac..:o Ji sorpresa non promette alcun risultato sicuro, p . e. in un grande bosco e con notizie insufficienti sulla forza e la posizione del nemico; se il nemico ha deciso di prendere una determinata direzione o sulla base di notizie sicure dalle quali si deduce che prenderà quella determinata direzione; se questo metodo di combattimento promette buoni risultati con poco rischio.

17. L'attacco di sorpresa deve sempre essere condotto in forma concentrica, per non lasciare al nemico nessuna possibilità di sfuggire. La forma concentrica può essere eseguita in due modi: a) una parte delle forze attaccanti esegue i'attacco, mentre un' aitra parte

resta in posizione per non lasciare al nemico nessuna possibilità di fuga; b) tutte le forze attaccanti avanzano su un determinato centro, fino alla definitiva eliminazione del nemico. 18. L'aspetto negativo del primo procedimento è che nel momento decisivo non tutte le forze prendono parte al combattimento. Gli aspetti positivi: a) è più facile dare ai singoli raggruppamenti istruzioni concordanti su determinati orari e spazi operativi e così prevenire eventuali malintesi ; b) questo procedimento è da impiegare in casi dove non si è potuta individuare esattamente la posizione del nemico;


LE DOTT RJNE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

297

c) è possibile rastrellare spazi boscosi più grandi con unità più piccole. A questo scopo viene delimitata una determinata parte del bosco, servendosi delle piste, dei fossi e dei sentieri come linee naturali di delimitazione. Questa parte del bosco così delimitata viene rastrellata con una avanzata frontale. Gli aspetti negativi del secondo procedimento sono: a) l'attacco di sorpresa nel bosco richiede forze consistenti, perché a causa della scarsa visibilità le zone sottoposte ad attacco possono essere solo di limitata estensione; b) il mantenimento delle direzioni di marcia prescritte è più difficile e possibile solo se esistono punti di riferimento come piste, sentieri, fossi, ecc.; c) il nemico deve essere localizzato con precisione; d) l'organizzazione di un'attivilà coordinata è impossibile, perché nel bosco sono difficili il comando e l'azione coordinati nel tempo e nello spazio. Gli aspetti positivi del secondo procedimento sono che: se si riesce ad ottenere la coordinazione spazio-temporale possono essere impiegate tutte le forze nel momento decisivo, il che assicura la massima forza di fuoco e di urto. 19. Nell'impiego del primo procedimento, se una parte delle forze attaccanti esegue l'attacco, mentre l'altra parte occupa una determinata posizione, l'operazione deve essere concordata nei tempi e negli spazi. Perciò bisogna determinare: a) orario di inizio dell'attacco, b) quando e dove vanno occupate le posizioni decise. La posizione va configurata nella forma di una linea di caposaldi, in cui vengono dislocate principalmente mitragliatrici. L'attacco vero e proprio viene condotto da fucilieri. Il campo di osservazione e di tiro dei caposaldi va organizzato in ogni direzione. Le principali direttrici di tiro devono essere fiancheggianti o per lo meno a copertura reciproca, per i seguenti motivi: a) per la copertura del fronte delle unità vicine; b) per evitare di colpire i raggruppamenti avanzanti. Questo procedimento facilità la possibilità di rastrellare superfici boscose più estese, nella misura in cui sono agibili cioè posseggono piste, radure, sentieri, ecc ..


298

ALESSANDRO POLITI

20. Alle spalle delle unità che avanzano nel bosco in formazione aperta va fatta seguire una riserva. Una riserva deve essere disposta anche alle spalle delle unità in postazione. Lo scopo di questa riserva è di ottenere se necessario la superiorità locale o di impedire eventuali tentativi di sfondamento del nemico. 21. Per sviluppare un'attività coordinata nell'attacco concentrico è consigliabile assegnare alle unità numerosi obiettivi d'attacco disposti

in cerchio, i quali debbono essere superati in tempi determinati. L'ordine di combattimento deiie unità dipende dalla loro forza, dal terreno e dalla distanza dal nemico. Nell'avanzata si devono concentrare unità maggiori a maggior distanza dal nemico e si possono utilizzare le vie, i sentieri e le piste disponibili per una avanzata più rapida. Nell'avvicinamento concentrico al nemico le unità vanno frazionate in parti sempre più piccole, fino a che non viene impiegato alla fine l'ordine aperto. Ogni gruppo ha il dovere mentre avanza nel bosco di mandare elementi di protezione (protezione ravvicinata) in ogni direzione, che tuttavia rimangono in contatto visivo. Per i gruppi i cui fianchi si appoggiano a gruppi vicini, si consiglia il seguente ordinamento: avanzata dei fucilieri in una linea di fila, mentre gli uomini della mitragliatrice leggera li seguono al centro in posizione leggermente arretrata. I gruppi che non hanno appoggio ai fianchi devono formare una protezione a forma di mezzaluna sul fianco, inviando elementi di protezione a distanza visiva. Anche sui due ultimi casi deve essere organizzata una protezione alle spa lle o per lo meno l' osservazione. 22 . L;attacco concentrico, con eccezione per eventuaii operazioni di alcune unità più piccole, deve essere eseguito con la luce del giorno, per evitare confusioni ed equivoci. È consigliabile che in determinati casi le unità avanzino di notte sulle posizioni di partenza per iniziare l'attacco alle prime luci dell'alba. 23. Nell'organizzare un agguato bisogna preferire una posizione che abbia un buon campo di tiro anche se non esteso. Se le circostanze lo permettono, la posizione va pre~a-dietro delle strettoie, ma non a lle loro ultime estremità. Le u nità devono essere distribuite sulla posizione in modo da formare un semicerchio avvolgente, per ottenere la possibilità di un fuoco fiancheggiante e di tagliare la ritirata al nemico. All'inizio del combattimento le ali possono venire spinte in avanti in forma a rcuata per avvolgere il nemico .


LE DOTIRINE TEDESCHR

I)(

CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

299

III. IL COMBATTIMENTO NELLE LOCALITÀ ABITATE 24. Il combattimento con i partigiani nelle località abitate dipende dalle notizie sui rapporti di forza e dal carattere della località. I procedimenti sono i seguenti:

l'attacco di sorpresa; l'agguato; il setacciamento di una località. 25. L'attacco di sorpresa va eseguito quando vi sono notizie che dei partigiani si trovano in una località pronti per una operazione e se i rapporti di forza rendono consigliabile un attacco di sorpresa. Per non lasciarsi sorprendere ed evitare vittime inutili, l'attacco deve essere condotto anche quando non si hanno notizie della località abitala e se non si sa affatto per certo se il nemico è presente. È evidente che non è necessario attaccare le località attraverso le quali è già stato aperto il traffico regolare.

26. L'agguato viene abitualmente organizzato se, in rapporto alla grandezza della località o alle forze del nemico, le proprie forze appaiono insufficienti. Si organizza anche l'agguato quando si hanno notizie o si ha il sospetto che la località è visitata dai partigiani per procurarsi notizie e viveri. L'agguato è impiegato anche prima dell'attacco di sorpresa per accerchiare la località con le forze disponibili impedendo ai partigiani di lasciarla, in attesa delle forze sufficienti per condurre un attacco di sorpresa. 27. Il setacciamento della località viene condotto quando si hanno notizie su singoli partigiani, persone sospetle o armi nascoste. È consigliabile riprendere i setacciamenti anche con periodicità irregola re, anche se non si hanno notizie. Un tale procedimento darà agli abitanti la certezza che nascondere e appoggiare partigiani comporta grandi pericoli.

28. L'attacco di sorpresa su una località abitata va eseguito concentricamente, essendo possibili due varianti: a)

la penetrazione concentrica nella località da più direzioni;

b) la penetrazione concentrica nella località da una direzione, mentre le altre possono essere tenute sotto tiro da unità appostate per togliere al nemico la possibilità di sfuggire davanti all'unità avanzante.


300

ALESSANDRO POLITI

In entrambi i casi la località va accerchiata prima dell'esecuzione dell'attacco. In casi estremi, qualora siano limitati tempo e forze, si può anche fare a meno dell'accerchiamento. Ma anche in questo caso la disposizione deve essere a mezzaluna - almeno nell'indicare le direzioni di tiro. 29 . Nell'esecuzione dell'attacco le armi pesanti della fanteria, e a seconda delle necessità anche le mitragliatrici leggere, vanno messe in postazione e i fucilieri si devono portare alle loro posizioni di partenza. Vanno concordati con cura particolare i movimenti in avanti e il fuoco, cioè ai fucilieri vanno assegnate direzioni di marcia e alle armi da fuoco linee o settori di tiro. Ciò è di grande importanza nell'attacco da più direzioni. Le unità avanzate hanno il dovere di comunicare di tempo in tempo la loro posizione con segnali luminosi. 30. Le armi automatiche in postazione aprono in genere il fuoco Non si può sapere con certezza se la località è occupata e sarebbe inutile mettere sollo tiro gli abitanti. Le armi automatiche in postazione hanno oltre al compito principale di appoggio aJl'attacco, anche la funzione secondaria di coprire le spalle delle unità avanzanti. 31. Contemporaneamente alla penetrazione nella località si deve eseguire la perquisizione delle case per evitare una minaccia alle spalle. Qualora debba essere espugnata ogni singola abitazione, allora l'unità, o gli uomini di punta devono eseguire la perquisizione insieme all'avanzata. Se il nemico occupa singoli edifici o un determinato quartiere· allora la perquisizione delle case tocca alle unità successive alle prime. In tali casi l'unità di punta cerca di prendere un determinato quartiere al più presto e di raggiungere determinate trasversali, giardini, piazze dove prende posizione. Durante il setacciamento del quartiere occupato è possibile avvicinare le armi automatiche. Nella perquisizione degli edifici bisogna prestare attenzione soprattutto alle cantine e alle stanze a piano terra. 32. Nell'organizzare un agguato bisogna piazzare avamposti intorno alla località, principalmente presso le vie, i sentieri e i fossi, che siano in collegamento tra di loro a vista e che si possano appoggiare al fuoco. Ogni avamposto consiste almeno di 3 uomini, che osservino in ogni direzione. Non è buona cosa osservare solo la località perché si può essere facilmente sorpresi.


LE DOTTRINE TEDES CHE DI CONTROGlJr!RR!GLI A 1936 - 1944

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33. Durante l'esecuzione del setacciamento la località abitata deve essere circondata con postazioni campali. La penetrazione nella località va assicurata da un appoggio a fuoco. Per facilitare il setacciamento è consigliabile dividere la città in settori separati da posti di blocco. Per compiere più efficacemente il setacciamento gli abitanti maschi adulti dell'edificio vengono concentrati per strada o in una piazza e invitati ad indicare eventuali nascondigli di partigiani o di armi. Una parte degli uomini può essere separata e presa in ostaggio e resa responsabile dell'esattezza delle indicazioni. 34. Il compito dei posti di blocco è di impedire ogni traffico durante le perquisizioni, vietando ogni ingresso o uscita dalla località o gli spostamenti da un settore all'altro. I posti di blocco devono mantenere visuale su ogni lato per non lasciar sorprendere sé e i camerati in perqms1z1one. 35. Si può evitare di circondare t11tt<1 J;:i lor::1li1:'l 5~ ~i c0n0sce l'esatta localizzazione dei partigiani. Ma non bisogna dimenticare che non si può mai dare piena fiducia a nessun abitante. Se ci si avvicina ad una località senza averla prima accerchiata con postazioni campali bisogna sempre essere preparati a delle sorprese, perché non si è esclusa una precedente manovra evasiva dei partigiani. 36. Ai gruppi che compiono le perquisizioni bisogna assegnare compiti precisi, assegnando loro determinati gruppi di case o strade. Durante la perquisizione di ciascun edificio, il gruppo setacciante va frazionato in due parti: solo dopo che la prima ha circondato l'edificio, la seconda inizia la perquisizione. 37. La parte che accerchia l'edificio osserva attentamente porte, finestre cd altre aperture ed è sempre pronta ad aprire il fuoco. Deve proteggere i camerati che si trovano nell'edificio anche da sorprese esterne. La parte accerchiante si trova ad una certa distanza dall'edificio per avere un miglior campo di visione e di tiro. 38. L'ingresso in un edificio va eseguito con la massima precauzione. Tre o almeno due uomini devono entrare allo stesso tempo nell'edificio, con le armi pronte al fuoco ed è molto consigliabile che un uomo abbia in mano una granata pronta all'uso. Se si ha sottomano uno degli abitanti, allora gli si fa aprire la porta, mentre in quell'istante i soldati entrano ai lati di quello. Se invece l'abitante non si può ottenen::, uno dei soldati apre violentemente la porta e balza rapidamente a


302

ALESSANDRO POLITI

lato. Se dopo aver aperto la porta non parte nessun colpo, si entra velocemente nell'edificio. Prima di entrare si può dare una rapida occhiata all'interno, assumendo una posizione incurvata, poiché il nemico tirerà istintivamente in questo caso all'altezza del petto. Se dopo aver aperto la porta parte un colpo, è indispensabile scaraventare attraverso la porta una granata a mano. Dopo la detonazione si entra velocemente nel1' edificio. Lo stesso procedimento si adotta entrando nei singoli usci dell'edificio. 39. Se si deve aprire il fuoco contro un edificio bisogna dirigerlo prima contro porte, finestre ed altre posizioni atte al tiro. Con case di legno si sposta il fuoco al di sotto delle finestre, circa all'altezza del pavimento, perché una persona sotto la grandine dei proiettili si appiatta al suolo o al pavimento. Se è possibile, si lanciano bombe a mano nell'edificio, attraverso le finestre. Se il nemico si è asserragliato dentro un edificio in muratura, il fuoco va diretto contro la porta e le finestre. Coperti dal fuoco si avvicinano singoli soldati all'edificio fino a distanza di lancio e scagliano bombe a mano nell'edificio. Se sono disponibili granate da fucile o lanciagranate, si centrano con questi le finestre. Le munizioni incendiarie sono particolarmente adatte a tiri contro fabbricati fortificati. Quando si è ridotto al silenzio il fuoco il nemico, si comincia la perquisizione dell'edificio. Allo stesso modo si procede quando si deve espugnare in un attacco a sorpresa su una località ogni singolo edificio. 40. Per una approfondita perquisizione di un vano è meglio far p artecipare gli abitanti facendo loro aprire armadi ecc. e sorvegliandoli con le armi pronte al fuoco. IV. CONCLUSIONE 41. Nell'esecuzione di movimenti in una zona minacciata da partigiani indipendentemente dal fatto che si tratti di foresta, località abitate, o edificio aperto, è necessaria la più grande cautela: occhi aperti e sempre arma pronta al fuoco, perché il partigiano è ben mimetizzato e lascia arrivare il nemico alla di~tanza più breve (pochi metri) per poi poterlo uccidere a colpo sicuro. Spesso il partigiano si finge morto o lascia sfilare tranquillamente il nemico per poi sparargli alle spalle.

42. Durante i movimenti in terreno coperto le singole unità antipartigiane devono costituire una protezione circolare su tutti i lati perché il combattente antipartigiano può spesso essere avvolto o accerçhiato.


T.F. f>O'J"fRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936-1944

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43. Per ottenere la sorpresa le intenzioni dei combattenti antipartigiani devono essere rigorosamente mantenute segrete. Per questo motivo non devono occupare una località troppo a lungo. Generalmente viene loro assegnato un determinato territorio di operazioni, nel quale agiscono autonomamente. 44. In determinati casi gli abitanti del luogo possono essere impiegati come guide, ma bisogna fare attenzione che non ne soffra il mantenimento del segreto nell'operazione. 45. Nel combattimento contro i partigiani spesso un attacco audace porta a risultati sorprendenti. È tuttavia compito di ogni superiore conoscere la differenza tra audacia e temerità e non mettere in gioco inutilmente la vita dei suoi sottoposti. In ogni operazione o parte di un'azione prolungata bisogna far conoscere parole d'ordine per evitare equivoci. 46. Le indicazioni fornite in questa istruzione servono per la lotta contro piccole formazioni partigiane. Se si prevede lo scontro con unità più grandi, bisogna svolgere la normale attività di combattimento, pensando però sempre alla minaccia da tutte le parti.



DOCUMENTO N. 9

Abschrift van abschrif!.

Der SS- und Polizeifiihrerin Shitomir BETR. : Bandenbekampfung. B EZ UG: Ohne.

Roll 11 frame 260 15 44 - 46

Shitomir, den 27 .1.43


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ALESSANlJRO POLITI

COPIA DI COPIA.

L'SS-und Polizeifiihrer

Zhitomir, 27.1.43

in Zhitomir. SEGRETO

Lotta antibande. Riferimento: Nessuno.

Oggetto:

Nello svolgimento della lotta antibande si sono verificati diversi gravi inconvenienti, cui cerco di por fine d'accordo col Generalkornmissar come segue: 1. È necessario che i Gebietskommissare siano correntemente informati

sull'attività delle bande nel loro Lerritorio come anche sulle forze tedesche impiegate. Ii rapporto deve essere inviato tramite rapporti di situazione direttamente dal Kommandeur della Ordnungspolizei attraverso gli SS-und PoJìzeigebietsfohrer presso il Gebietskommissar. A questo scopo deve essere approntato ogni 10 giorni dallo stato maggiore per la lotta antibande un breve rapporto d'insieme nel quale hanno priorità: a) Dove si trovano le bande e qual è la loro forza. b) Quali sono le forze tedesche impiegate e dove sono raggiungibili. c) Quali villaggi o abitazioni hanno dovuto essere incendiati nel corso di combattimenti a causa dell'azione nemica, cosa ne è delle persone dei villaggi o delle abitazioni incendiate, cosa del bestiame e del raccolto. d) Quali villaggi furono distrutti per ragioni di prevenzione, cosa ne è divenuto di persone, bestiame, raccolto. 2. Faccio presente ancora sottolineando al massimo questa disposizione, che i villaggi conosciuti per essere nidi di banditi, possono essere incendiati in via preventiva solo quando si è prima ottenuta l'approvazione del Gebietskommissar responsabile. I comandanti o i capi reparto responsabili devono perciò eseguire


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGUA 1936 - 1944

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accurati controlli, perché devono essere ben coscienti che ogni distruzione di villaggi equivale a distruggere materiale prezioso. Nel giudicare dell'opportunità di tale misura bisogna servirsi di parametri di giudizio molto rigoroso. 3. In tutti i villaggi o abitazioni, che vengono incendiati in una forma o in un'altra, bisogna aver cura di catturare al completo la popolazione. Gli abitanti che abbiano opposto resistenza con le armi alle formazioni di polizia, devono essere fucilati seduta stante in combattimento o dopo il combattimento. Nello sgomberare e bruciare villaggi o abitazioni, per ragioni di prevenzione, gli abitanti devono essere trasportati via tutti insieme, a meno che con l'accordo del Gebietskommissar non segua subito il trattamento speciale di essi. Ogni capo reparto deve avere ben chiaro, che tutti gli abitanti che sfuggano dopo la distruzione della loro abitazione, diventano nuovi membri di bande e contribuiscono notevolmente a minare la pacificazione della zona. Il Gebietskommissar decide in tali casi, nei quali gli abitanti del luogo debbano essere trasportati via, dove deve essere trasportata la popolazione. Questo sarà di regola il capoluogo della zona, poiché le forze di polizia impiegate nel combattimento non possono assumersi un trasporto a distanze più grandi. Dal capoluogo di zona il trasporto ulteriore prosegue secondo le indicazioni del Generalkommissar, che il Gebietskommissar deve prima procurarsi, adibendovi forze di polizia non impegnate in combattimento. 3a. Sul sequestro di bestiame e scorte di raccolti, che deve essere eseguito come prima cosa subito dopo l'accerchiamento di un villaggio, sono state già emanate da me apposite disposizioni. 4. Ho ripetutamente ribadito che il fatto che l'amministrazione civile venga incontro continuamente per quel che riguarda i rifornimenti supplementari alle unità combattenti, non deve essere sminuito attraverso il rifornimento aggiuntivo delle unità di polizia impegnate in combattimento in misura di molto superiore al necessario e a spese del paese. Ho già ordinato ai comandanti e ai capo reparto che devono comunicare al Gebietskommissar il bestiame e i viveri usati per proprio scopo e di procurarseli per mezzo della requisizione regolamentata, dando in cambio delle ricevute. Le ricevute vanno date al proprietario del bestiame e dei viveri. Faccio espresso divieto

di applicare altri procedimenti. Soprattutto proibisco il procacciamento autonomo di viveri da parte di membri di formazioni. Su ciò, se e quanti viveri addizionali debbano essere presi in operazioni di combattimento alle scorte del paese, decide solo e soltanto il capo

dell'unità, che perciò rendo pienamente responsabile.


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AI.F.SSANDRO POLITI

Ogni appartenente ad una formazione di polizia, che opera requisizioni per suo conto in contrasto con questo esplicito ordine, lo porterò davanti al tribunale delle SS e della polizia per saccheggio. Faccio presente che per il saccheggio vengono comminate pesanti pene carcerarie con l'espulsione dal corpo e in casi gravi la pena di morte. Bisogna pretendere da ogni capo reparto tedesco c da ogni funzionario di polizia tedesco, che si comporti così come ci si deve aspettare da un appartenente alla polizia tedesca. Per scuse di ogni genere non avrò in futuro alcuna comprensione. Ho pregato il Generalkommissar di istruire i Gebietskoinmissare di inviare co1nunicazioni per avviare le inchieste, in ogni caso nel quale non ci si comporti secondo le presenti direttive. Quanto detto vale anche per le unità ausiliare felloni, lituane, ucraine e per tutte le altre.

5. Per quel che riguarda le piccole località, p.e. Bcrdicev, dove Gendarmerie, SD o autorità civili istituiscono posti di sentinella o pattuglie, devono essere reciprocamente conservate le varie disposizioni in modo da evitare ogni doppio lavoro per posti e pattuglie. Per l'attuazione è responsabile il funzionario più anziano di servizio o di grado della Gendarmerie o della polizia. 6. Ordino a lutti i capireparto di attenersi rigorosamente alle presenti

direttive. Nei casi di azioni in contrasto a ciò, coinvolgerò oltre ai colpevoli diretti anche i loro superiori come colpevoli indiretti per mancanza di attenzione alle norme di servizio. 7. l capireparto devono curarsi di far conoscere questa direttiva a tutti

i membri della loro unità, per il 15 .2.1943 bisogna comunicarmi per iscritto che ciò è avvenuto. Jto H ellwig


DOCUMENTO N. 10

Dcr Bevollmachtigte des Reichsfiihrcr- SS fur Bandenbekampfung

O.U., den 24 Marz 43

GEHEIM P.K. Tgb.Nr. 106/43 AN DEN REICHSFUHRER-SS - PERSÒNLICH BETR.: Erfahrungsbericht der SS-Kav .Division vorn 11.2.43 - Tgb.Nr.

170/43 geh. BEZUG:

Tgb.Nr. 39/92/43g - RF/Bn vom 8.3.43

Roll 70 frame 258 75 22-24


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i\LESSANORO POLITI

Il plenipotenziario del Reichsfilhrer- SS per la lotta antibande

Località non nominata, 24 marzo 43

Al

SEGRETO

Reichsfiihrer-SS - personalmente -

P.K. Tgb.Nr. 106/43

Oggetto:

Rapporto sulle esperienze della SS-Kav.Division dell'll .2.43 - Tgb.Nr. 170/ 43 geh.

Riferimento: Tgb.Nr. 39192143g - RF/Bn dell'B.3.43

L'analisi del nemico pagg. 1-3 del rapporlo è corretta e corrisponde alle effettive esperienze.

Su pagina 4 Ricognizione e perlustrazione contro le bande: La differenza tra ricognizione e perlustrazione non è sufficientemente sottolineata. La ricognizione da combattimento dovrà essere impiegata anche nella lotta antibande secondo gli usuali criteri. Questa ricognizione da combattimento deve però essere fatta solo poco prima dell'arrivo delle truppe. È inutile dunque parlare di una marcia di andata e ritorno delle pattuglie di ricognizione (terz'ultimo paragrafo pagina 4). Appena le pattuglie di ricognizione entrano in contatto col nemico, vengono subito riprese dalla truppa che segue a ruota. Pattuglie di ricognizione, impiegate su obiettivi a lunga distanza, i cui risultati di ricognizione debbano essere attesi, sono impossibili nella lotta antibande. Con ciò la truppa rinunzierebbe in ~nticipo all'effetto della sorpresa e quindi qualunque risultato. Come la Divisione di cavalleria giudica mollo bene alle pagine 1-3 a proposito della maniera di combattere dell' avversario, questa forma di lotta consiste nel fatto che i banditi si sforzano di tendere continuamente trappole e imboscate contro un nemico numericamente superiore. Se non si da questa possibilità, il bandito cerca di sfuggire con ogni mezzo ad un nemico più forte.


LE DOTT KINE TEDESCHE Ili CONTKOGUEKKIGLIA 1936-1944

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Ciò nonostante non si deve in ogni caso rinunciare ad una sistematica ricognizione. Nella lotta antibande si può perfino porre come primo principio l'esperienza che una accurata perlustrazione dell'accampamento dei banditi costituisce i due terzi del successo. Questa ricognizione può essere eseguita solo da agenti e se una truppa mobile non ne ha a disposizione, la ricognizione deve essere eseguita da abitanti del luogo. Anche per l'OD (servizio d'ordine) e per l'agente non c'è mai la garanzia della loro affidabilità (quinto paragrafo pagina 4). Perciò è necessario, che i familiari dell'agente vengano trattenuti in ostaggio finché l'agente non sia ritornato e i suoi rapporti vengano confermati. Bisogna comunicargli che, in caso di fuga o tradimento, i suoi familiari saranno fucilati. La truppa avrà comprensione per questa misura se le verrà spiegato che con simili dure misure i banditi hanno costruito il loro eccellente sistema informativo.

Su pagina 5 Principi di comando: Punto 2 Comunicazioni: ! collegamenti via cavo saranno possibili fino alle zone di partenza. Nel combattimento stesso questo collegamento avverrà sempre troppo tardi, perché se le squadre di installazione avessero il tempo di posare una linea, ciò significherebbe che il comando trascura il principio fondamentale della lotta antibande: ingaggio rapido e spinta inarrestabile in avanti. Il comando deve perciò accontentarsi di collegamenti radio e staffette. Su punto 3 1 collegamenti coi vicini: D evono essere assicurati in ogni circostanza, allrimenti la cosa migliore è di non intraprendere nemmeno l'operazione . Il buon apparato informativo dei banditi individua subito ogni falla e sfugge attraverso questa ad ogni pressione. A proposito di questo punto 3 pagina 5, come del punto 9 pagina 6, c'è da dire che il comando nel fissare l'operazione ha evidentemente fissato una zona troppo grande da pacificare. È corretto che il comando delimiti fin d a principio la zona da pacificare secondo il numero delle forze disponibili, in modo che sia assicurato il blocco senza falle d a parte delle forze di sbarramento. Anche qui nella limitazione si rivela il maestro. In determinate circost anze il comando deve avere il coraggio di lascia re da parte piccole bande già individuate e passare vicino a queste bande a marce forzate per a ttaccare nella prescritta zona di avanzata. Su paragrafo 7, pagina 6: Questo errore viene commesso in genere da truppe impiegate per la prima volta nella lotta antibande. L'unità abituata a combattere al fronte, si attacca a l principio di tenere possibilmente le armi p esanti


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ALESSANDRO P OI.TTI

indietro finché durante il combattimento non venga riconosciuta la formazione dei centri di gravità nemici. Questo principio non è adatto alla lotta antibande, poiché nella boscaglia pantanosa il contatto col nemico si verifica assai improvvisamente. Le armi pesanti devono essere fin da principio essere suddivise tra le singole compagnie.

Su paragrafo 14 pagina 7: Anche i carri armati devono essere suddivisi fin da principio tra le varie compagnie e devono andare avanti con la prima schiera di fucilieri. Nel terreno paludoso l'impiego di carri armati si verifica nello sbarramento di strade e sentieri.

Su paragrafo 3 pagina 7: Postazioni d'agguato non hanno alcun senso nella lotta antibande attive, poiché costituiscono semplicemente una forma di lotta dei singoli Jagdkommandos. Ugualmente il paragrafo 8 pagina 7 è incomprensibile, poiché non si può mai esplorare col fuoco dei foci!ì e delle mitragliatrici. Il nemico viene semplicemente allontanato dal fuoco. Simulare forze consistenti è solo un procedimento da usarsi quando c'è una linea d'intcrcezione molto soltile.

Su paragrafo 15 pagina 8: C'è da notare, che tra la popolazione civile mandata fuori già si trova spesso l'avversario camuffato da innocuo civile, dopo aver nascosto accuratamente le sue armi individuali nel bosco.

Su paragrafo 18 pagina 8: La truppa deve essere informata che il citato "Manuale per il combattimento nei boschi" è solo in misura limitata utilizzabile per la lotta . antibande. Il provvedimento, consigliato al paragrafo 72 del manuale, di mantenere serrate le forze purtroppo sovente porta solo alla conseguenza che la truppa rinuncia ad un accurato rastrellamento delle zone paludose della foresta. Questo si vede ancor più chiaramente in entrambi gli allegati del manuale, specie nello schizzo 2, dove le frecce che attaccano nella sacca si mantengono cocciutamente nelle piste forestali . Al contrario questa naturale tendenza della truppa a mantenersi abbarbicata ai sentieri e alle piste deve essere contrastata con ogni energia.

(firma illeggibile) SS-Obergruppenfiihrer Generai dcr Poli~ei


DOCUMENTO N. 11

EIN BE!TRAG ZUR PSYCHOLOGIE DER PARTISANENKÀMPFE lN SERBIEN UNO KROATlEN.

Verfasser

Dr. Jevtié, Prof. Budimirovié, EF Schrattenecker.

Ubcrsetzer

Frau Basié.

Ùberarbeiter: EF Schrattenecker.


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Al .F.SSANORO POLlTl

UNO STUDIO SULLA PSICOLOGIA DELLA LOTTA PARTIGIANA IN SERBIA E CROAZIA

Estensori

Dr. Jevtié, Prof. Budimirovié, EF Schrattenecker.

Traduttore

Signora Basié.

Rielaboratore: EF Schrattenecker.

Lo stato jugoslavo crollò, nonostante la crisi interna si fosse aggravata di anno in anno, in modo tuttavia fulmineo e totale sotto la pressione degli avvenimenti bellici. Questo crollo ha causato profondi effetti psicologici. Molte persone non si trovano più bene, i legami dell'ordine statale sono dissolti, la vecchia struttura di polizia è stata completamente annientata, cosicché circola l'impressione che manchi ogni legge. In più i Tedeschi non occuparono tutto il paese, ma si limitarono alle grandi città e ad alcune più piccole.

In questa caotica situazione di uno stato di nazionalità frantumato dall'oggi al domani, sorsero velocemente alcune deplorevoli idee nazionali (che poggiano sulla secolare tradizione del brigantaggio) e suscitarono in molti uomini il convincimento che ci si potesse opporre all'occupante anche senza un armamento moderno. I più a ttivi e fanatici tra di loro pensano di organizzare in boschi remoti e zone montagnose l'a utodifesa nazionale. I primi, che cominciano a costruire questa autodifesa nazionale sono gli appartenenti al partito nazionale dei Cetnichi, specie quelli che provengono dalla Vojvodina (*) dove da più tempo era sorta una certa tensione tra tedeschi e coloni serbi e dove la lolla fra nazionalità (Tedeschi, Serbi, Ungheresi, Croati) era all'ordine del giorno . Un'ulteriore occasione per la costituzione e il rafforzamento delle formazioni cetniche nei boschi è il fatto che molti soldati e ufficiali jugoslavi non potevano semplicemente capacitarsi che uno stato così grande (*) Banato s erbo , lcrrilori di confine della Batschka.


Llò DOTfRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGLIA 1936 - 1944

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e forte come la Jugoslavia potesse capitolare dopo 7 giorni di combattimento. Non vi si vide alcun fallimento militare, quanto un fallimento politico e ora si sperava attraverso una resistenza ritardatrice, condotta nei punti forti naturali del territorio, nei boschi e sui monti, di cacciare tuttavia l'occupante dal paese. In questa opinione una gran parte dei nazionalisti fu rafforzata dalla propaganda inglese. Gli inglesi vennero molto incontro alla mentalità dei Serbi, forse consciamente, forse anche inconsciamente. Un altro gruppo che andò nei boschi era composto da diversi galeotti, criminali e psicopatici più o meno tarati, i quali concepivano la lotta nei boschi come una più libera continuazione del loro dubbio mestiere (furto, saccheggio, rapina). Ma trovarono come mascheramento dei loro loschi piani un'abile copertura patriottica, imitando gli antichi combattenti per la libertà - come Babejic, Caruga e altri. Vogliamo tener per fermo che, agli occhi del popolo, l'allora capo dell'organizzazione dei cetnici era un certo Pecanac, che un mese dopo la capitolazione della Jugoslavia lanciò un celebre proclama ai cetnici. Lì erano stabilite le condizioni per la lotta di liberazione nazionale dei cetnici. Dell'aspirazione al comando di Mihajlovic non poteva ancora esser questione in quel periodo. Solo quando scoppiò la guerra tra Germania e Unione Sovietica (22.6.1941) si formano anche bande comuniste, che si chiamarono, secondo l'esempio russo, partigiani. Prima, i comunisti si sentivano in effetti assai a loro agio e continuavano la loro attività di sovversione, senza che li si avesse effettivamente ostacolati. Dovevano essere addirittura soddisfatti: la .Jugoslavia era frammentata, divenuta desolata e povera, un adatto campo di sperimentazione per il bolscevismo , proprio come avevano desiderato e aspirato sulla base delle istruzioni segrete di Mosca. Erano particolarmente ben organizzati nelle città di Belgrado, Nic , Kraljevo, Kraguj evac, Valjevo, Sabac e Cacak. Dopo la capitolazione era pure caduta la sorveglianza della polizia su di loro. La loro parola d'ordine di socialistizzazione e livellamento degli uomini trovò molti aderenti tra il popolo, perché i serbi avevano ora un unico destino da subire, il destino dei vinti. I comunisti affermano che loro sono contro gli occupanti. Questo slogan nazionale favorisce la loro agitazione. Bisogna pure pensare che in questo lasso di tempo non esisteva un vero e proprio potere statale funzionante. Senza guida e consiglio attraverso gli organi statali, attraverso amministrazioni competenti, il popolo si trovò nella condizione di essere privo di legge e diritto. I commissari insediati dai tedeschi possedevano il potere appena a Belgrado, per non parlare


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ALESSANDRO POLITI

. delle province e dei circondari. La struttura di comando tedesca nella provincia era a maglie troppo larghe. La popolazione non sapeva niente, se non che essa sperava in un'azione degli "uomini delJa foresta" (i cetnici), nelle cui fila si trovavano effettivamente valorosi combattenti nazionali (tra cui anche preti ortodossi). I cetnici erano in questo periodo i veri signori del paese. Erano sì una spina nell'occhio dei comunisti, ma d'altra parte il loro ritiro nei boschi e sulle montagne e il loro contegno attesista avevano l'effetto che i comunisti potevano lavorare indisturbati. Il pezzo forte della loro propaganda era la tesi del tradimento degli ufficiali, della borghesia, dei capitalisti e dei funzionari statali verso il regno jugoslavo. Del fatto che essi stessi avessero tradito lo stato con la loro corresponsabilità al putsch di Simovié, col quale propagandarono il 27.3. 1941 la guerra contro la Germania e proposero quel patto con l'URSS che scatenò la guerra, di questo non una parola. In ogni caso ai comunisti riuscì in un breve lasso di tempo, dalla caduta della Jugoslavia fino al!o scoppio de! conflitto tedesco-sovietico, di presentare i loro aderenti e gli ambienti che simpatizzavano con loro come nazionalisti simili ai cetn ici. L'inizio della guerra alJ'cst portò un cambiamento radicale in Jugoslavia. Finalmente le unità tedesche di occupazione procedono con ogni energia contro i comunisti in modo che questi non si sentano più i privilegiati, ma come appestati. Ora nemmeno un comunista si sentiva sicuro della sua vita. La reazione a questo fulmineo attacco delle autorità tedesche seguì con uguale rapidità. I comunisti, per così dire, crearono un turbine della lotta comunista contro ì tedeschi e quei serbi che non erano nella parrocchia comunista. Così la Serbia, paese vinto fu spinto nella guerra civile. Molti comunisti fuggono nei boschi. - Due motivi sono decisivi: 1) paura per la punizione esemplare; 2) le direttive del Komintern, di organizzare una resistenza e di aspet-

tare il rapido arrivo delle truppe sovietiche. Vi furono immediatamente molti" arresti e internamenti di comunisti, anche fucilazioni, in rappresaglia per i sabotaggi comunisti. /

Ma tutto ciò aveva poco effetto, perché i comunisti sono fanatici a loro modo, non hanno bisogno di dare alcuna giustificazione per il destino dei loro membri. Singoli individui, che hanno dovuto lasciare la loro vita come sacrificio all'idea leninista, furono glorificati dalla propaganda come martiri del socialismo jugoslavo e il loro destino wscilù


LE DOTTRINE TEDESCIIE DI CONT ROGUERRIGLIA 1936- 1944

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simpatia, solidarietà e compassione tra le masse. Ciò tanto più in quanto il servizio d' informazioni tedesco e serbo erano molto rozzi e sprovveduti, cosicché fino ad oggi il nostro popolo serbo non è stato chiarito fino in fondo sugli obiettivi e i metodi bolscevisti e sul senso delle lotte partigiane. Le conseguenze dell'aver trascurato una necessità politica sono gli assalti delle bestie partigiane al nostro pacifico popolo contadino, i grandi bagni di sangue (ammontano alle centinaia di migliaia) e un costante flusso verso i partigiani, che fino ad ora non è stato interrotto. Per lo più si tratta di giovani persone accecate, che ancora credono ad un quaìche ideale bolscevistico. Allo scoppio della guerra civile troviamo quindi nei boschi tre diversi gruppi di partigiani: a) i nazionalisti (cetnici) - combattenti per la restaurazione della Jugoslavia o per lo meno di una Grande Serbia, b) gli elementi criminali, dei quali abbiamo già detto il necessario, e} i comunisti, che si davano la denùrninazione russa <li "partigiani''. Tutti e tre i gruppi trovarono la giustificazione della loro permanenza nei boschi nel comune slogan: Lotta e odio contro gli occupanti. (Così predicava Londra, così aizzava Mosca). Questo raggruppamento di tutti, per così dire in un fronte, il porsi un obiettivo comune a breve termine, trova la sua espressione in una piccola "rivoluzione" (quella della repubblica "Uzicea" <'l). Non passa però molto tempo che le contrapposizioni ideologiche lacerano i deboli collegamenti. Nei fatti di Cacak <..> era insito uno sviluppo destinato a portare verso una totale scissione tra cetnici e partigiani. Nel medesimo tempo va a monte la progettata "rivoluzione bolscevica", che in tutta la sua patura ricorda così tanto la rivoluzione di ottobre. Invero era una cattiva copia dell'architipo russo. Altrettanto importanti quanto questi antefatti presso i "combattenti delle foreste" stessi, sono gli effetti immediati e a lungo termine sul popolo serho che allora partecipava psicologicamente con grande eccitazione alle singole azioni. La sanguinosa tragedia di Ucice e Cacak ha avuto pessimi effetti per tutta l'azione nelle foreste ed ha reso illusori i suoi successi iniziali, ma ha anche preteso grandi sacrifici di vita e di sangue da gente che non c 'entrava ed innocenti tra il popolo.

(*)

Vedi studio Bel/42.

(**) A Cacak in Serbia Centrale si arrivò a sanguinosi combattimenti tra cetnici e par-

Iigiani, nei quali molti sostenitori di Mihajlovic furono atrocemente assassinati.


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ALESSANDRO POLITI

Nell'anno 1942, nella seconda fase della guerra civile in Serbia, tutta l'azione nelle foreste si scioglie in due campi nemici: 1) I nazionalisti ad oltranza; i cetnici di Draga Mihajlovic,

2) i partigiani comunisti . In entrambi i campi trovarono rifugio gli elementi criminali. Al loro influsso vanno principalmente ascritti l'aumento delle atrocità e la nota sadistica nel modo di combattere. In genere si può dire dei cetnici (l'odio nazionale e i misfatti dei Croati erano basati su un'altra particolare situazione di fondo) che essi abbiano combattuto più civilmente e cavallerescamente dei partigiani. Questa affermazione dovrebbe ancor oggi essere giusta. 11 popolo serbo e perfino gli alleali di un tempo, i cclnici, avevano avuto tristi esperienze con i partigiani, che non hanno mai parlato della nazione, ma sempre di qualche altra cosa, fedeli alla loro ideologia che nega il popolo e la patria. Si imparò a temere i partigiani, ma anche a odiarli. Così i Dragisti hanno di nuovo trovato un maggiore ascendente.

Questo è quanto per Io sviluppo storico dell'infelice guerra per bande nella nostra patria. Noi vogliamo però anche entrare in merito alle questioni psicologiche, le quali sono di per sé molto importanti per la comprensione della natura partigiana. 1) Bande e partigiani spuntano dovunque vengano commessi errori politici in un paese precipita to dalla guerra nella sventura e occupato da truppe straniere. Questo è stato chiaramente indicalo dalla seconda guerra mondiale. 2) La dura vita nomadica nella foresta, caratterizzata da rudezze di ogni tipo, ha gravemente turbato gli animi e li ha portati ad inselvatichirsi. 3) Gli elementi criminali trovano rifugio in questi accampamenti di bande e avvelenano l'atmosfera con il loro influsso . 4) Tutti quegli istinti criminali domati in presenza dell'ordine e della disciplina statale erompono quando c'è libertà dall'ordine e dalla legge e conducono a devastazioni e assassinii insensati. 5) Singoli psicopatici gravi si fanno innanzi in questi misfatti "dando il buon esempio " . Non di rado si trovano vere e proprie virago (nello stile delle ragazze bolsceviche in mantella militare rese note dalla rivoluzione d'ottobre del 1917), le quali scatenano la loro perversa inclinazione nell'invenzione e nell'attuazione di nuovi orribili sistemi di tortura, donne acd amate e festeggiate <.lalla loro bamla. Si può


LE DOTTRINE T EOESCIIE DI CONllW(;tJE RR IGLli\ 1936-1944

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ben dire col poeta tedesco Schiller: "qui le donne divengono iene e scherzano con l'orrore" (rottura della spina dorsale, impalamento da vivi, segamento delle gambe ecc.). Simili fenomeni sono espressione di una sconfinata povertà d'animo e della regressione animalesc.:a di singoli individui. Questa vuotezza spirituale, che si è manifestata in modo sconvolgente nelle azioni omicide dei partigiani, si rivela soprattutto in due gruppi di partigiani: presso gli zingari, che non hanno alcuna sensibilità per le idee e la proprietà per via della loro piattezza spirituale e la struttura economica, e bramano solo il saccheggio, commettendo le più grandi atrocità, quando hanno il potere nelle mani; tradendo la loro stirpe e capaci di passare dalla parte opposta, se sono battuti. Presso i piccoli contadini comunisti, dei quali vi sono tre categorie: 1) piccoli contadini, proletari di villaggio e braccianti aizzati, 2) giovani contadini che non hanno terminato gli studi, ambiziosi e frustrati, che sono diventati estranei alla gleba dei loro padri, e notai e segretari e 3) scrittori contadini col loro seguito, che già dal 1939-1940 hanno scritto diverso ciarpame tendenzioso di stretta osservanza sociaiista (cioè probolscevica) e che hanno ricevuto appoggi particolari daH'ambasciata sovietica<'>. La natura di tutti questi elementi è basata su una forte predisposizione psicopatica, espressa principalmente sotto forma di schizofrenia. Li trovia mo però a nche in altri ambienti: giudici, professori, medici, avvocati ... in ogni caso gente con ambizioni morbose e sfrenate. Gente incapace che ambisce potere e denaro, che vede .i.! suo tempo nel "nuovo mondo" annunciato dal bolscevismo; presso la gioventù traviata che è stata guastata e non educata nell'ideale comunista già a scuola, poi per strada, da libri pornografici e immagini oscene, nei campi sportivi e al ci nema. Non conoscevano più alcun ideale nazionale, nessuna esperienza di alta spiritualità , nessuna sana ambizione e ansia di apprendere, nessun amore per la natura e per la patria <"> .

(*)

Cr eazione <li .Tovanovic .

(**) Vedi sudio Ilei/I "Rapporto culturale e politico sulla Serbia" del Prof. Iludimi roviC.


,\I .FSSANDRO

POLITI

Questa decadenza politico-morale ricade sui diversi governi jugoslavi e sulle singole chiese, (con eccezione di quella cattolica che si è continuamente occupata della gioventù). La colpa più grande è però della massoneria! Poiché i governi non sapevano quel che volevano, poiché non avevano alcun programma, bensì erano composti da corrotti politicanti di partito che si limitavano a curare le loro clientele, non avevano alcun interesse a creare una sana crescita della Serbia. Giudei e frammassoni erano alacremente al lavoro per liberare la gioventù dai "pregiudizi moral-rcligiosi e nazionali". Questa tendenza si esprime da noi nella Jugoslavia di un tempo nell'idea del Sokolismo. La sezione principale del Sokoi era composta prevalentemente da frammassoni di élite. La chiesa pravoslava latitante, sprovveduta e imbavagliata non si è messa in stato di difesa contro ciò e si è ritrovata con la perdita della gioventù. Tutt'altra cosa la chiesa romano-cattolica. Si è difesa con decisione ed ha ingaggiato la lotta contro lo stato, il pravoslavismo e la massoneria incarnata nel Sokol, creando diverse organizzazioni giovanili di natura legale e illegale. Questi circoli giovanili cattolici ebbero soprattutto in Slovenia grande importa n za n . Le conseguenze di questa infausta ballaglia per la gioventù sono particolarmente chiare. I Sokol di una volta sono stati distrutti, anziché formare un fronte per l'unificazione nazionale. I passivi restarono a casa, gii attivi andarono nei boschi e riempirono di giovane sangue tanto le file dei cetnici quanto àei partigiani. Gli appartenenti alie leghe giovanili cauoliche in Croazia sono entrati quasi Lutti nel movimento degl i Ustascia ed hanno perpetrato inenarrabili atrocità verso i serbi ortodossi. Un problema che appartiene assolutamente ad una analisi del problema partigiano è il manutengolismo (**J. Quando fino all'autunno dello scorso anno (fino all'azione di Tito) i partigiani divenivano sempre più deboli sul campo, perché erano combattuti anche dai cetnici, sono venuti in aiuto dei comunisti, p.e. nei distretti Pozarevac, Ramsk e Zoiski, i compagni di un tempo dei grandi ladroni (gli Hajduki) I3abejic, Strujic, Mitrovic, i fratelli Barbulovic, Draza Grigorijevic e molti altri, cd hanno tenuti nascosti gli accoliti dei comunisti. Ciò vale specialmente per gli amici del gruppo terroristico comunista dei fratelli Scerbulovic e del sanguinario maestro rabrivano Zika Popovic. Là, dove essi una volta nascondevano i tem uti briganti, tenevano ora nascosti gli indegni successori, i capi partigiani, in stalle e capanne e dividevano con loro il bottino di guerra.

(*)

U::i merito del ministro Dr. Korosec.

(**) Un manutengolo è da vecchia data il buon amico di un bandito (Hajduk), il qua le protegge questi, in cambio di denaro o di una parte de l bottino, dagli organi de llo stato e lo nasconde.


LE DOTTRINE TEDESC HE DI CONrnoc;ur:R RIGL IA 1936-1944

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Dal punto di vista psicologico possiamo suddividere le azioni partigiane in questo modo: il primo periodo ( 1941) consistè nel traviamento del popolo, camuffando obiettivi puramente bolseevistici con un velo patriottico. Il secondo periodo (1942) vede l'estensione tra i combattenti della foresta delle manifestazioni puramente psicopatiche in numero crescente (atrocità delle più abbielle!); n.::l terzo periodo si ruba e saccheggia tanto da far sembrare innocui al confronto i vecchi Haiduki. Solo dopo la comparsa di Tito (quarto periodo dall'autunno ! 943 in poi) gli obiettivi politici si chiariscono nuovamente, almeno nella propaganda, col tentativo dei partigiani di presentarsi come liberatori sociali. Mosca ha saldamente ripreso in mano il movimento demoralizzato grazie al suo esponente Tito. Fin dal giugno 1941 quindi i partigiani tentarono in tutti i modi possibili, da una parte con lu singhe, dall'altra con ricatti, violenza e terrore ecc., ù i condurre il popolo serbo all'insurrezione generale. Il tentativo non riuscì. Il popolo prese invece le parti dei Dragisti, nei quali credeva di riconoscere i combattivi rappresentanti dell'idea della Grande Serbia e in parte delJa Jugoslavia. Assai diffusa era l'opinione che i tedeschi, con le trattative che conducevano con i cetnici, avessero raggiunto una fruUuosa collaborazione. Su questo conto circolavano le voci più contraddittorie nel paese. Oggi si parla di un fallimento definitivo dell'accordo e la preoccupazione per nuovi gravi disordini pende come una spada di Damocle sul pacifico popolo serbo. l dragisti godettero dunque per lungo tempo della fiducia e del favore di vasti strati della popolazione , finché non si giocarono di nuovo questa fiducia, specie in questi ultimi t empi, con i loro assassinii feroci (spedizioni punitive, nelle quali si portavan o i propri boia). E nella medesima misura cambia l'umore della popolazione, tra la quale viene di nuovo animatamente discussa l'azione di Tito con il suo univoco obiettivo polit ico. L ' idea comunista ha i suoi aderenti di partito soprattutto nelle nostre città. La popolazione contadina fuori delle città è quasi immunizzata contro queste idee . Nelle città si ritrovano sempre di nuovo degli psicopatici. Qui c'è sempre ancora quella classe di "eterni scontenti", che vivono nell'accecante follia, che la nuova era porterà loro tutto quel che si aspettano; che allora avra nno per primi voce in capitolo e che p otranno appagare la loro morbosa ambizione attraverso il potere e l' onore che ne deriva; che possono far sfogare i loro perversi istinti e impulsi nel sangue e nei misfatti, senza però esserne responsabili né davanti alla


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- - - -- - -- - - --ALESSANDRO - - POI .!TI legge e al diritto, né davanti alla loro stessa coscienza, perché essi medesimi si vedono come i combattenti e gli eroi della libertà e i rappresentanti di una grande idea che non sarebbe possibile tradurre in realtà senza vittime, senza sangue e terrore. Sono cosciente dell'incomplete :za del quadro qui delineato. Ma ritengo che tuttavia apporti una vis one sufficiente per scopi informativi sull'attività delle bande nella zona serba. I moventi psicologici e le condizioni storiche del "moderno brigantaggio" <'> vengono spesso considerati troppo poco. Questo rapporto deve essere un contributo sostanziale! Le cause e gli effetti delle azioni partigiane fuori degli attuali confini statali della Serbia sono di altra natura. In ogni caso sono caratteristiche le cause che hanno suscitato un così forte movimento cetnico e partigiano in Croazia. I primi giorni dopo la fondazione di questo stato recarono all'intera popolazione una certa gioia. Mentre Serbia (Shumadija), Serbia meridionale, Slovenia, Batschka, Banato, Dalmazia e Montenegro caddero in potere dell'occupante e gli abitanti, spaventati dagli avvenimenti politici, erano diventati completamente apatici, pronti ad aspettare nell'inerzia la fine della guerra e il loro destino finale, in Croazia era dominante un sentimento di fierezza nazionale e di orgogliosa coscienza di sé per la recente creazione dello Stato. Qui non c'era alcuno occupante, la Wehrmacht era invece ospite del paese. I Serbi al di là della Sava e i serbi mussulmani salutarono la sovranità dei croati, perché credevan o che avrebbero vissuto meglio lì che sollo gli occupanti. Già molti Serbi pensavano perfino di trasferirsi dalle loro terre natali in Croazia. Questa illusione fu purtroppo di breve durata. Nel nuovo stato si gi unse alle più terribili persecuzioni antiscrbe che la storia conosca. Su questo non vi è alcun bisogno di parlare o scrivere, da noi ne parlano anche le pietre. Se qualcuno adduce la scusa che i Croati siano invero un popolo civile, incapace di tali azioni, allora vogliamo contrapporgli alcuni giu dizi storici provenienti da fonti tedesche. Durante le guerre contadine (1525-1626) in Germania ed Austria i Croat i hanno infuriato terribilmente. Le madri hanno spaventato i loro figli dicendo loro: " Arrivano i Croati!". Anche Friedrich von Schiller scrive delle atrocità in Germania nelh:. sua " Storia della guerra dei trenta anni".

(*) Vedi studio Dei/41 di Marko Mire.


LE DOTTR INE TF.DF.S<:HF DI <'ONTKOGU ERRI GLIA I 136 -1 944

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I Croati poi non hanno fatto nulla di nuovo contro i Serbi. Ma le atrocità sono ancor più gravi perché centinaia di migliaia di Serbi da lungo tempo stabilitisi colà furono ammazzati dopo terribili tormenti in presenza di ufficiali e soldati di un esercito straniero. In Croazia non c'era alternativa per i Serbi che volevano salvare la propria vita alla fuga nei boschi. Nei boschi essi non preparavano nulla di male per nessuno, aspettavano solo la fine della guerra per poi tornare in Serbia. Così le prime schiere nei boschi si costituirono solo come autodifesa dagli attacchi degli Ustascia di Pavclic. In questa massa di profughi serbi provenienti dalla Croazia, i quali si nascondevano nelle zone boscose e montuose della Bosnia e della Slavonia, e nelle brulle distese montuose della Dalmazia, sono penetrati anche singoli (purtroppo talvolta intere formazioni) di quella canaglia internazionale dei partigiani, che si misero subito alla testa dei nazionalisti serbi i quali allora non possedevano alcuna organizzazione. Così comparve un piccolo gruppo comunista nei boschi bosniaci, che provcnivri dal Montenegro. Qnc.'.-ta :formazione era stata costituita già prima della guerra a Belgrado sotto il comando di Slobodan Vidakovic e compagni. Questo Vidakovic aveva allestito una centrale di reclutamento a Shawnik ai piedi del monte Durmitor . ln questo gruppo partigiano troviamo anche un gran numero di fuggiaschi serbi dalla Croazia. Tuttavia laddove c'erano uomini con attitudine al comando e fanatismo nazionale (p. e. il prete ortodosso Djujic (*l) e altri, si formarono reparti cetnici contro gli Ustascia e i partigiani. Gli altri rimasero senza g uida, abbandonati a se stessi. In Bosnia arrivarono comunisti dai quattro punti cardinali e trovano rifugio qui. Combattono per una granòe idea e in questo gruppo entrano anche molti Ustascia e criminali dalla Croazia. l nazionalisti serbi si dimostrarono i difensori dei Serbi, dei villaggi e delle case serbe. Non volevano alcuno scontro con i tedeschi e avevano pochi contatti con i partigiani. I partigiani però intrapreso la lotta con le truppe d'occupazione tedesche e italiane e con a ccorte manov re hanno attirato su di sé l'intera attenzione degli occupanti, costringendo gli sconsiderati serbi che si trovavano nei boschi ad entrare nelle loro file. Così questi divennero controvoglia membri delle formazioni partigiane.

(*) 11 padre di Djujic rnmbauè nella rivolta di Rakovica insieme ai C roati sotto il com a ndo di Kvalanik.


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ALESSANDRO POLITI

Nelle loro file si trova un gran numero di mussulmani. Prima combatterono insieme con gli Ustascia e uccisero i Serbi; ora sono partigiani e fanno esattamente lo stesso. Questi mussulmani sono noti tra i partigiani come boia. Questi boia, per così dire ben addestrati, circolano da alcuni mesi con abbigliamenti fantastici, lunga capigliatura a grandi riccioli e barbe imponenti. Stessa cosa deve essere tra i Dragisti. La seconda categoria di mussulmani si può solo descrivere come uomini totalmente andati di cervello. Il terzo gruppo, il più piccolo ma il più pericoloso, è composto di combattenti per la nuova società bolsccvistica. La crudeltà e la gioia omicida ce l'hanno nel sangue. Finora abbiamo dimenticato di citare un motivo fondamentale per la formazione delle unità cetniche: con la rapida fine della guerra !'onore militare serbo era profondamente ferito. Qucst::: consi:::tgzione riguarda particolarmente Draga Mihajlovic. Un altro motivo: le persecuzioni da parte di Bulgari, Ungheresi, Arnauti ( = Albanesi), Italiani e Croati col pretesto che solo i Serbi erano colpevoli della guerra e ora dovevano pagare. Certe nazioni volevano senza dubbio attuare ora le annessioni già da tempo meditate a spese dello stato iugoslavo <*l. Che la Germania si sia tenuta lontana da tutti questi intrighi favorisce i rapporti tra Serbi e Tedeschi. È chiaro che la tesi che i Tedeschi non vogliano alcun male ai Serbi è giusta , ma i Serbi non lo sanno. I Serbi posseggono un forte senso dell'onore e dell'orgoglio nazionale, non pemano ad alcuno spionaggio insidioso ai danni della Germania, hanno in gran parte sentimenti antibolscevistici e lottano contro i partigiani con molta più ostinazione di quanto non facciano le truppe dell'occidente. Sarebbe però stolto negare che tra i partigiani si trovino anche dei serbi. Per lo più si tratta di studenti, scola ri di scuola media, diversi operai, che sono stati impestati e trascinati dalla letteratura comunista e dai volantini (il più importante mezzo educativo per la gioventù)! La situazione corrotta dello stato e dell'economia hanno fatto il resto.

(•) Vedi studio llel/ 104 (Il piano di suddivisione italiano del 1943 - "l'olitka" del 13.6.1933) .


L E UOTl'RI N E T E UESCI-IE D I C O NTR OGUEK R IC,l .l i\ 1936-1 944

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Dei partigiani di Tito, che operano in prevalenza fuori della Serbia, si può dire, che sono composti dai più vari clementi sia di tendenza nazionale che in rapporto alle loro caratteristiche sociali e psicologiche. Sono i resti della brigata internazionale nella guerra di Sparna, mussulmani della Bosnia-Erzegovina, Dalmati, singoli Sloveni, i loro degni compari italiani (badogliani), Ustascia rinegati in gran numero e quei Serbi a cui non restò altra scelta che partecipare allo scempio. Questa gente però passa, appena ne ha la possibilità ai cetnici.



DOCUMENTO N. 12

DlE GEGNERBKÀMPFUNG IN DEN BESETZTEN GEBIETEN DES WESTENS UNTER BESONDERER BERÙCKSICHTIGUNG DER KOMMUNISTENBEKÀMPFUNG.

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AlESSA ND RO POI .ITI

LA LOTTA AGLI OPPOSITORI

Nei territori occupati dell'ovest con particolare allenzione alla lotta contro i comunisti

I. Dal punto di visLa del Reichsichcrheitshauptamt nella sua qualità di amministrazione centrale e dirigente delle diramazioni della Sicherheitspolizei attive nel Rcich, nei territori occupati e all'estero, si sono specialmente nel corso dell'ultimo anno di guerra più volte rilevate osservazioni che indicano una uguale strullurazione dei circoli illegali avversari. Perciò è in primo piano generalmente l'attenuazione delle acute divergenze tra le. singole organizzazioni nemiche. Indifferentemente d al fatto che si parla dal punto di vista della lotta solamente anticomunista, della lotta alla resistenza nazionale o al sabotaggio, acquista rilievo la minaccia generala dal settore delle opposizioni politiche interne a ciascun paese. Due osservazioni sono particolarmente degne di attenzione in questo contesto : 1) Il fenomeno dell'inasprimcntv d'fettivo delle azioni avversarie, includendo anche le azion i pianificate o già preparate, 2) L'appoggio diretto e indiretto che le potenze nemiche forniscono alle organizzazioni avversarie. II.

Il quarto anno di guerra permette uno sguardo retrospettivo sull'attività generale della Sicherheitspolizei nel suo impiego, che deve precedere le successive discussioni di questa riunione di lavoro. A. Mentre nel complesso per quel che riguarda la valutazione del lavoro della Sicherheitspolizei svolto nei territori nemici, si può riconoscere che esso ha un impiego operativo analogo al lavoro svolto nel Reich, tuttavia restano aperte riflessioni che hanno portato con sé una riforma radicale nell'ambito della forma mcnlis di tutta l'attività. Fondamentalmente nel confronto tra il lavoro della Sicherheitspolizci all'interno


I.E DOTTRINE TEDESClllé Ili (.ON rnO<.;uFKRIO LIA 1936 - 1944

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e quello svolto all'estero, l'attività della Sicherheitspolizei nel Reich si pone come un fattore necessario e positivo della politica interna. Dall'altro lato l'allività all'esterno del Reich comporta l'osservazione e la sorveglianza dello spazio vitale strani ero con tutti gli obbiettivi e le direzioni politiche, economiche e ideologiche, un'attività che è adatta proprio a porre in primo piano il carattere politico dell'attività esecutivo-poliziesca all'interno del complesso dei compiti assegnati. Questa ridefinizione dell'attività della Sicherheitspolizci è condizionata assolutamente dall'esterno dal fatto che i territori occupati, in quanto tali per le ìoro strutture slataìi, politiche e culL ural-popolari, devono essere definiti come territori nemici e - in senso più esteso - "nemici dello stato". B. Accanto alle truppe di occupazione, che sono il fattore di potenza militare, c'è la Sicherheilspolizci, la quale, con l' osservazione e la lotta contro tulle le forze avversarie, è in senso lato il corpo a protc7.ione dello stato_ L'attività che la polizia deve svolgere si forma sulle condizioni giuridico-amministrative delle amministrazioni civili o militari per quel che riguarda il suo orientamento e valutazione politici con un carattere di preminenza sempre maggiore nel presente e nel futuro. Attraverso la protezione anche di tutti gli interessi militari di rilievo, l'impiego della Sicherheitspolizei nella sua impostazione politicopoliziesca diventa un diretto fatrnre militare, che sviluppa la sua azione nel quadro della conduzione generale delìa guerra e con l'attuale fattivo mantenimento dell'ordine procurerà la base per lo sfruttamento e la valorizzazione della vittoria conquistata. Il mutamento nella costellazione dei raggruppamenti delle potenze e la situazione della guerra altuale, che non lascia ancora vedere la sua fine , pongono forlcrnentc in primo piano la missione presente, cioè la protezione dei territori occupati. [ dea-guida è e resta che l'attività della polizia nel quadro generale della forza d'occupazione dal punto di vista del Reich e il suo compito di inverare l'idea politica del nuovo ordine europeo saranno visti come mezzo e orientamento costante nella grande lotta per la conservazione ciel Rcich tedesco e per il compimento della missione affidataci dal destino. C. Proprio all'inizio dell'occupazione dei territori occidentali furono utilizzate per l'attività pratica politico-poliziesca quelle connession i prima individuate dallo spionaggio su e in quei paesi. L'utilizzazione delle conclusioni ottenute su base in forma tiva si può dire conclusa per q uel che riguarda le organizzazioni e l'emigrazione comuniste tedesche,


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per quanto attiene invece alle organizzazioni d'opposizione del paese nemico le conclusioni sono servite da punti di partenza per la lotta.

li cambiamento delle circostanze ha recato in parte ad una conversione. A causa dell'elevato numero di lavoratori stranieri e prigionieri di guerra presenti nel Reich, il territorio straniero diventa punto di partenza per l'attività illegale degli stranieri. Penso particolarmente ad un fenomeno - finora registrato in questo contesto come un caso unico - p. e. le organizzazioni comuniste illegali tra i prigionieri di guerra francesi che vengono istituite nel Reich sul modello di quelle nella propria patria e che mantengono un collegamento diretto con le loro "organizzazioni madri" in Francia. III.

Come deriva dalla visione generale e da quella in dettaglio delle organizzazioni di resistenza nazionale, la duttilità dell'avversario con parlil.:olan; riguardo per i suoi sforzi nel garantirsi la sicurezza e per gli aiuti dell'esterno ha ripetutamente sviluppato problemi che hanno portato e porteranno ancora ad una trasformazione in senso più lato della Sicherheitspolizei. A. Indicative per una adeguata valutazione della situazione del comunismo e dell'intero settore dell'opposizione - tanto nel Reich con le sue zone annesse, quanto nei territori occupati dal Reich - sono le forme in cui si manifesta l'attività illegale di queste organizzazioni.

Lo sguardo d'insieme di queste forme è adatto, con una valutazione concreta e centralizzata. 1) A fornire uno spaccato permanente àeila situazione, 2) Ad estrarre le conoscenze e le esperienze esecutive e informative per influenzare in modo stimolante il lavoro delle diramazioni esterne, fornendo anche un orientamento. La disposizione emanata dal Reichsicherheitshauptant "Lotta al comunismo nei territori occidenta li occupati. - Connessioni per la lotta al sabotaggio e alla resistenza nazionale'' , nella quale fu già annunciata l'odierna riunione di lavoro , ha per la prima volta raggruppato in una panoramica diverse tematiche dei poteri esecutivi, tratte da più paesi, ed ha fornito alle diramazioni esterne suggerimenti per raccogliere conoscenze fondamentali della lotta agli avversari politici e·del servizio d'informazione degli avversari e per comunicarle al Reichsicherheitshauptamt. La d isposizione deve avere in proposito carattere di istruzione per gli


LE DOTTRI NE TEDESCHE DI CONTROGUERRI GLI A 1936 -1944

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uffici ai quali è diretta e i quali si sono riuniti per una elaborazione comune e per uno scambio delle esperienze compiute. B. La situazione complessiva in tutti i paesi occupati, e con ciò anche nei paesi occupati dell'ovest, rende necessario, partendo dall'osservazione dell'avversario, tanto per l'ufficio centrale quanto per i singoli uffici, l'integrazione costante e ordinata dei due punti citati - cioè la preparazione di uno spaccato permanente della situazione e l'evidenziazione delle conoscenze fondamentali. Questi due punti hanno una grande importai12a per l'attuale lotta pratica; automaticamente ne risultano possibilità di addestramento utili e necessari. A ttraverso il confronto delle forme esteriori con cui l'avversario si manifesta e in una certa misura anche dei suoi moventi politici primari, emergono spesso nel lavoro di comparazione dell'ufficio punti di vista conoscitivi, che sono d'importanza fondamentale per l' attività delle singole diramazioni, ma la cui importanza viene riconosciuta solo attraverso il confronto incrocialo di avvenimenti e sviluppi di a ltri paesi. P er raccogliere informazioni sull' avversario e per potere necessariamente in grado di prevedere lo sviluppo di circoli illegali, bisogna assicurare, nell' ambito di un ampio scambio di vedute, una direzione più energica dei lavori. Nonostante il mantenimento delle delimitazioni negli uffici speciali, deve essere più evidente anche all'interno (p.c. dai rapporti) una sistematica collaborazione all'interno di tutto il lavoro di Gestapo. C. In una lotta contro gli oppositori organizzata a livello di stato maggiore la costruzione di un chiaro sistema fornisce i presupposti per il soddisfacente raggiungimento dell' obbiettivo proposto: intensificazione e condo tta più energica della lotta agli oppositori, valuta nd o e tenendo p resenti tutte le esigenze p olitiche cd esecutive. La richiesta delle conoscenze fondamentali tratte dalla lotta agli oppositori deve - accanto al suo valore per scopi didattici - form are la base per una permanente attività. di informazione del Rcichsicherhcitsha uptam t. All' interno delle singole dira mazio ni, questi d ati vengono t rattati da tutti quegli uffici e quelle sezioni che, al di là d elle delimitazio ni di competenza , si sono occupati ripetutamente del medesimo avversario , cioè delle diverse branch e della sua attività o delle sue manifestazioni esteriori . Già nella disposizione si m ise l'accento s ull' esigenza che le connessioni devono venir considerate e soprattutto stabilite nei loro significati più stretti e più ampi. Lì venne citata da una p arte la lotta contro i comunisti e la resistenza , dall'altra contro il sabotaggio


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e il terrorismo. Partendo da ciò si indicò la necessità di una continua informazione degli addetti a una sezione, di modo che questi anche nel caso di avvenimenti singoli, che sembrino in parte slegati da ogni collegamento, sappiano riconoscere i motivi di fondo e con ciò connessioni più ampie e possono comprendere il fatto. Non in tutti i casi, come è dimostrato proprio da nuovi avvenimenti verificatisi nel Reich, le indagini informative permettono di riconoscere in modo tanto esteso le manifestazioni dell'avversario, da non rendere utile che il funzionario di una sezione sia capace, anche in rapporti minori, di far valere la sua visuale di maggiore ampiezza per la sua attività in sè limitata. D. Attraverso l'osservazione di tutta la situazione è ripetutamente emersa negli ultimi tempi la necessità di porre l'accento, oltre che sulla riflessione tecnico-poliziesco-anticriminale, sulla pianificazione a lungo termine della Sicherheitspolizei. Questa pianificazione deve riguardare le basi della: prevenzione, repressione, informazione. Il presupposto di ciò è il servizio informativo dell'avversario. L'altra base è l'esame della situazione generale condotta dal Reichsicherheitshauptamt, raggruppata secondo criteri translocali e per soggetto, e le istruzioni emanate alle diramazioni esterne in base a questo esame. La diffusione di queste istruzioni deve essere più intensa che mai e completata dal diretto scambio di esperienze tra più uffici del medesimo ramo. Il lavoro già svolto e sintetizzato in modo sistematico a livello di stati maggiori all'interno degli uffici, deve servire anche sotto il profilo tecnico da base per questa continua pianificazione. La panoramica disponibile dello sviluppo delle organizzazioni e dei circoli iilegali - su basi generali e organizzative - porta a livello translocale e locale a conclusioni, che servono da risultato dell'attività comparativa per la pianificazione cui tendono gli uffici centrali e le diramazioni esterne. La panoramica finora condotta in modo generale e sintetico sugli avversari e le loro riconoscibili manifestazioni esterne è stata tentata agli inizi della già citata disposizione per quel che riguarda il settore: lotta al comunismo in generale, al sabotaggio, al terrorismo e al movimento di resistenza nazionale. Sembra ugualmente assai necessaria l'inclusione di dati risultanti dall'attività di controspionaggio. Anche qui - esattamente come nei settori succitati - le effettive manifestazioni confermano ripetute connessioni che sono riconoscibili e sono state stabilite. Si verificano correntemente delle intersezio ni; si possono citare,


LE DOTTRINE TEDESC HE l)J CONTROGU ERRIGLJA 1'136- 1944

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ad esempio, dalla prassi corrente, le organizzazioni stabili e direttamente dedite allo spionaggio o alla attività spionistica dei comunisti o di quasi ogni organizzazione di resistenza nazionale. IV.

A. Non vorrei anticipare le esposizioni dei capisezione e dei relatori degli uffici qui presenti e ricavare dalle diverse materie delle particolarità, che potrebbero inserirsi nel quadro già presentato da me e che in parte hanno già fornito una prova della cooperazione pianificata. Porto come esempio gli stretti rapporti che intercorrono tra la lotta ai comunisti in Francia e i piani di mobilitazione ed insurrezione generale o il nesso unitario che c'è in Belgio tra la lotta ai comunisti e quella contro il sabotaggio. Proprio in questo caso la relazione dell'ufficio di Bruxelles sarà particolarmente importante, perché la delimitazione delle sfere di competenza tra le sezioni di controspionaggio militare e la Geheime Feldpolizei da un lato e la Sicherheitspolizei dall'altro, complica il lavoro. Lì la sezione dell' Abwehr si è attribuita la lotta al sabotaggio e allo spionaggio. Questa situazione, che lacera inna turalmente l' azione di lotta alle connessioni organiche degli avversari, ha dimostrato inequivocabilmente nella prassi, che i risultati si possono solo ottenere trattando unitariamente l'avversario come un complesso integrato. In quale misura l'impostazione del lavoro secondo puri criteri di polizia politica riguardo al servizio di spionaggio avversario abbia la priorità sull'affrontare il singolo caso di sabotaggio o di assassinio politico secondo un'ottica da polizia criminale, risulterà non solo dalla relazione dell'ufficio di Bruxelles, m a anche da altre.

B. All'interno della panoramica generale devo tuttavia rilevare che il Reichsicherheilshauptamt non è sempre in grado attraverso le relazioni degli uffici dei paesi occupati di farsi un ' idea chiara e distinta, partendo dai singoli rapporti e dal lavoro di sintesi generale, riguardo ai legami tra l'opposizione nazionale e il comunismo e la sua partecipazione all'opera generale di diversione. In pa rte l'osservazione del caso particolare è troppo in primo piano, in parte le trattazioni generali tralasciano dei concreti indizi che sarebbero particolarmente importanti per le individuazioni di connessioni .

V. In considerazione delle rispettive esperienze dei singoli uffici e traendole da singole constatazioni tecniche di diversi uffici, il Reichsicherheitshauptamt ha recentemente - sia per s uggerire l'impostazione del


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lavoro, sia per istruzione tecnica - emanato diverse istruzioni oltre alla ripetutamente citata disposizione "Lotta al comunismo nei territori occidentali occupati". Sono le disposizioni: Impiego di contropropaganda mascherata nella lotta anticomunista; Valutazioni sulla ricostruzione organizzativa del Partito Comunista Tedesco condotta dall'estero fin dall'inizio della guerra; Costruzione di nascondigli illegali da parte di comunisti e; Istruzione di funzionari comunisti mediante lezioni a distanza; E altre. La prima disposizione citata, la propaganda disgregante camuffata, sarà ancora discussa più tardi in rapporto alle progettate contromisure per lo scioglimento della 111 Internazionale. A. Il rapporto sugli sforzi di ricostruzione organizzativa del Partito Comunista Tedesco condotti dall'esterno ha un significato per gli uffici qui presenti, nella misura in cui le centrali di emigrati e le direzioni distrettuali di una volta del PCT illegale, presenti nei territori ora da noi occupati, si occupano chiaramente, secondo le istruzioni ricevute, dell'introduzione dell'attività disgregatrice nel Rcich e forniscono, oggi come ieri, appoggio all'attività organizzativa all'interno del Rcich stesso. Due punti vanno rilevati in questa relazione: l) I funzionari del PCT illegale in Olanda; 2) Il ruolo che, secondo le esperienze dell'ufficio di Parigi, svolgono emigranti comunisti tedeschi in Francia - specie Francia meridionale - nei tentativi comunisti di disgregamento della Wehrmacht. Di interesse è inoltre la conclusione e il sospetto che si è delineato a proposito dei collegamenti tra i comunisti tedeschi in Olanda e quelli all'interno del nostro paese. B. Le indicazioni, che sono state fornite dalla succitata disposizione con la relazione su nuovi modi di procurare possibilità di rifugio illegale, riguardano i riscontri sulla costruzione di caverne e bunker nelle foreste del Protettorato. Questi rifugi per funziona ri comunisti e altri ricercati, per funzionari politici in transito illegale, provenienti dai gruppi di resistenza, e persino per delinquenti criminali, risultarono essere la fase iniziale verso l'attività banditesca comunista . L'entrata in massa nell'illegalità per via delle ordinanze di reclutamento nel servizio di lavoro ha fornito l'occasione per indica re queste possibilità della tattica avversaria. Procedendo oltre nel discorso posso in genere stabilire che le forme tecniche dell'illegalità, p.e. nella composizione dei gruppi terroristici


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comunisti, si strutturano in Francia e in Belgio allo stesso modo che nel Protettorato. E non soltanto si può riscontrare uniformità nell'orientamento politico generale, come già la disposizione del Reichsicherheitshauptamt ha potuto delineare per i territori occupati dell'ovest, ma anche particolarità tecniche della struttura e de1J'azione cospiratrice esistono su scala internazionale, pur con determinate modifiche, cioè si adattano alle circostanze locali. VI. La questione su come e in che misura viene attuata una guida centrale del lavoro comunista all'interno dei territori occupati e non occupati, ce la dobbiamo porre adesso chiaramente e dobbiamo valutarla. A. Innanzitutto va constatato che soprattutto adesso manca ogni canale informativo verso il Komintern o in genere verso "punti d'appoggio" dell'Internazionale Comunista. Nell'ambito di questa riunione di lavoro deve essere anche oggetto di valutazione in qual misura vi siano possibilità che dei funzionari comunisti stranieri, che sono pronti a raccogliere informazioni per noi e che tuttavia per determinati motivi non possono essere impiegati nel loro proprio paese, siano atti all'impiego in territori non occupati. Penso in questo momento all'impiego diretlo p.e. di Francesi in Svizzera o all'impiego indiretto orientato verso la Svezia di Francesi, Belgi od Olandesi attraverso un posto di polizia confinario del Reich (Grenzstaatspolizeistellc). L'idea di fondo è in questo caso che, a causa della diffidenza che circonda gli informatori tedeschi nei paesi cosiddetti neutrali, essi non sono quasi più in grado di sta bilire contatti con comunisti tedeschi o con i partiti comunisti del luogo. Con l' impiego di stranieri, l'attività deve essere meno incentrata su questioni che riguardino esclusivamente il PCT, quanto piuttosto sulle necessità de] loro partito con1uni~;ta di appartenenza. L'obiettivo è di ottenere stretti collegamenti con la direzione comunista del paese in questione e, tram ite essa, eventualmente verso i "punti di appoggio" interstatali del Komintern. Finora - con la parziale eccezione di P arigi - tutte le indagini condotte, anche quelle a scopo informativo, p.e. riguardo al cosiddetto "Ufficio dell'Europa occidentale'', si sono concluse senza risultati. - Il ruolo p rincipale per l'azione comunista nell'area europea, secondo la panoramica generale ottenuta, deve pur essere svolto dal capo del partito comunista svedese, L indenroth . B. In q uesto contesto bisogna brevemente accennare al cosiddetto "Ufficio delJ'Europa occidentale" oppure all'"Ufficio per l'Europa centrale". Non ci sono attualmente concreti indizi sull'esistenza di questi uffici. I punti di partenza principali per l'organizzazione dell'attività


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comunista devono essere presso i cosiddetti segretariati territoriali, che esistono presso il Komintern e raggruppano diverse sezioni del Komintern secondo criteri linguistici e geografici in settori territoriali. Non si può dedurre dalla struttura organizzativa se questi segretariati territoriali del Komintern costituiscano nel settore di loro competenza collegamenti a scopo di istruzione oppure punti d'appoggio nella forma di uffici. Qui ci interessa il settore dei paesi neolatini che comprende gli stati: - Francia - Belgio - Italia - Spagna - Portogallo; e il settore centroeuropeo con i paesi: Germania - Austria - Svizzera - Oianàa - Cecosìovacchia e Lussemburgo. C. Prego di considerare queste connessioni più estese dal punto di vista dell'indagine informativa generale. Tuttavia richiamo anche la vostra attenzione sulle possibilità pratiche offerte dai quadri esecutivi dei singoli paesi, p.e. attraverso l' interrogatorio di alti funzionari catturati, di membri del comitato centrale, ecc., allo scopo di ottenere - se non l'organigramma più recente del Komintern - per lo meno tutte le precedenti osservazioni e cognizioni dei prigionieri, poiché anche queste possono portare a preziose deduzioni nel lavoro di confronto svolto nella centrale. Una breve comunicazione riguardo la più recente forma organizzativa supponibile tramite le diverse indagini e gli interrogatori di funzionari già prigionieri nel Reich sarà preparata e diffusa. Questa compilazione deve servire in certo senso da guida per i funzionari non sempre informati su questo speciale settore, per essere poi successivamente integrata e completata. Vii.

A. Finora non ho dato rilievo alla situazione del settore comunista nei territori dell'ovest perché in primo luogo ciò è già stato fatto per iscritto, e poi perché sarà espressa assai meglio e più chiaramente per il presente scopo dalle esposizioni dei responsabili di sezione. Tuttavia non deve essere tralasciata l'indicazione che il comunismo in Spagna e P ortogallo deve essere posto fondamentalmente sullo stesso piano con le manifestazioni nei territori occupati, anche per quel che riguarda le organizzazioni speciali p er il sabotaggio ed il terrorismo.

B. I! comunismo a est e sud-est dell'Europa è caratterizzato dall'attività di bande comuniste. Nel territorio del Reich i territori annessi delle Carniola Superiore e della Stiria Inferiore con i settori dì coma ndo Maribor e Blei sono i soli ad essere infestati dalle bande. Negli ultimi


LE DOTTRINE TEOESCI-IE DI ('ONTKOGUER RIGLIA 1936-1944

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tempi queste bande attaccano il territorio del distretto di polizia (Staatspolizeistelle) Klagenfurt. Nel Governatorato Generale la situazione si presenta , in forma attenuata, come simile a quella dei territori occupati dalla Russia. Il continuo inasprimento della lotta lascia in questa zona riconoscere, nell'insieme delle forze avversarie, il comunismo come la principale e più significativa forza promotrice della resistenza contro i tedeschi. L'osservazione del comunismo mostra nei Balcani - specie nell'area dell'ex stato iugoslavo - una molteplicità nel confronto con le organizzazioni nazionali di resistenza. Le bande sono innanzitutto organizzate nel Fronte di Liberazione Sloveno (OF) e si designano come "Esercito di Liberazione Popolare". Esso è guidato dal funzionario comunista Tito. Le bande presenti nell'area serba sono stimate forti di 50.000 uomini. Contrariamente all'esempio accertalo di fronti unitari tra i comunisti e i gruppi di resistenza orientati nazionalisticamente, questo fronte non è presente nell'arca serba. Le bande di Draga Mihajlovich attaccano duramente le bande comuniste. Come abbiamo appurato, i tentativi anglo-americani di costringere Mihajlovich a creare una unione con le forze di Tito, sono finora rimasti senza esito presso i comunisti. La causa di ciò deve ben avere dei fondamenti politici esteri, poiché gli identici interessi a creare sfere di influenza da parte della Russia si affrontano con quelli degli anglo-americani nei Balcani in uno spazio ristretto. Anche in Grecia si è stabilita una accresciuta attività banditesca. In Iugoslavia e Grecia attualmente tutti gli indizi concordano sul fatto che l'Inghilterra si orienta sempre più direttamente verso l'impiego di ufficiali come agenti informatori e sabotatori, per pilotare - in parte occultamente - la resistenza. VIII.

Finora non ho, a ragion veduta, menzionato particolarmente lo scioglimento della III Internazionale. Partendo dallo sviluppo nazionalrivoluzionario dei singoli partiti comunisti nella loro sorprendente somiglianza tra le singole sezioni, lo scioglimento della III Internazionale a rigor di logica non dovrebbe in effetti costituire una sorpresa. Loscoglimento apparentemente completo costituisce un momento assai importante, che deve essere sfruttato a fondo anche dal punto di vista della Sicherheitspolizei. Fondamentalmente è a noi tutti chiaro che in pratica nulla è cambiato nel lavoro finora svolto dal Komintern, nei suoi collegamenti segreti con le sezioni e nella sua prerogativa a emanare direttive. Con io


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scioglimento Stalin ha dato in un certo senso· prova della sua forza, nella misura in cui cioè ha conquistato la fedeltà gregaria delle sezioni insieme alla loro capacità di continuare indipendentemente l'opera comunista e non ha, davanti alla massa dei seguaci, esitato a compiere uno scioglimento ufficiale. Perciò la massa dei seguaci deve essere in tutte le contromisure da noi adottate l'area di bersaglio principale per la nostra attività di disgregazione. Voglio solo anticipare brevemente dei temi, che saranno approfonditamente trattati in una sessione speciale nel corso della riunione di lavoro. Nelle linee generali si progetta un'estensione della propaganda disgregatrice finora condotta, come è già stata codificata nella citata disposizione. Tuttavia il peso principale non va più portato tanto sullo screditamento di capipartito di spicco, ma sulla congiuntura politica inquadrata nell'ottica della disinformazione, della confusione politica. Punto di partenza della propaganda disgregatrice su vasta scala deve essere il Partito Comunista Francese, che deve interpretare il ruolo di seguace o di custode del comunismo internazionale. Poi deve essere introdotto nel discorso un certo scioglimento dai legami col Partito Comunista dell'Unione Sovietica in modo che questo neo costituito Komintern sappia fare una chiara distinzione tra la Russia e l'Internazionale Comunista. Nel corso del tempo le conseguenze d evono essere che i partiti comunisti dei singoli paesi no n si vedano più come i manovali e i battistrada della Russia belligerante o dell'Armata Rossa, ma che spostino l'accento princ!pa!e .sulle necessità polit iche e sociali nella lotta contro la propria a utorità statale o contro gli occupanti tedeschi. Le possibilità di influenza devono essere configurate in modo tale da raggiungere un calo dell'attività di sabotaggio e da spingere un cuneo nell'unione con le forze nazionaliste, propagando la vecchia e crassa idea comunista. Eventuali possibilità d i influenza ottenute attraverso il trattamento propagandisti~o del Partito Comuinista Inglese con un cauto incitamento al sabotaggio si adeguano a questi obiettivi . L'azione generale può essere condotta indipendentemente, previo accordo, nei singoli paesi in dettaglio, secondo principi da d iscutere ancora qui e che saranno stabiliti dall 'RSHA. Translocalmente essa deve sfociare nella progettata costituzione d i u na stazione radio illegale, e si era pensato alla Francia meridionale come sua sede,


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intorno alla quale si debbono aggregare i cosiddetti rappresentanti di questa III Internazionale.

IX. Con questa esposizione si è cercato di porre, in un'ottica piuttosto esecutiva, una cornice allargata che è stata concepita dall'RSHA come base per l'attuale riunione di lavoro e che è stata adeguatamente annunciata negli inviti.



DOCUMENTO N. 13

DER CHEF DER ORDNUNGSPOLIZEI Merkblatt Einsatz von Flugzeugen bei der Deutschen Polizci vom 8. februar 1944

Roll 8 frame 250 95 75 - 95


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lL CAPO DELLA ORDNUNGSPOLIZEI

Manuale Uso di aerei presso la Polizia Tedesca dell'8 febbraio 1944

i iitroduzione

La seguente esposizione ha lo scopo di indicare la possibililà d'impiego finora riconosciute e sperimentate per gli aerei presso la Polizia Tedesca (Deutsc"h ~n Polizei). Come l'impiego delle truppe di polizia in questa guerra avviene senza riferimenti a esperienze passate e deve adattarsi alle esigenze del momento, così è naturale che non ci siano finora indicazioni o manuali di sorta intorno all'impiego di aerei presso la polizia. Anche adesso sarebbe prematuro ingabbiare le esperienze finora compiute in uno schema rigido. La Sezione Aerea di Polizia (Polizeifliegerabteilung), che secondo il volere del Maresciallo del Reich fu trasformata in Gruppo Aereo per impi eghi Speciali 7 (Fli egergru ppe z .b.V. 7) non vuole essere fine a sè stessa, ma uno strumento ausiliario per lo svolgimento dei compiti assegnati alla truppa. Essa deve inoltre adattarsi in primo luogo alle necessità della truppa, e questo scopo viene raggiunto al più presto, mostrando una volta alla truppa fin dove sia giunta l'evoluzione, cosicché la truppa possa individuare ulteriori necessità operative e fornire autonomamente nuovi suggerim ent i.

A. Forze aeree di polizia l. Perché l'impiego di aerei dq_ parte della Polizia?

ln Germania c'è una cosiddetta "Polizia Aerea" (Luftpolizei) che è l'organo esecutivo dell'Amministrazione del Reich per il traffico aereo (Reichsluftfahrtverwaltung) ai fini della sorveglianza di tutto il traffico aereo nello spazio aereo tedesco. Questi "aerei di polizia" del Servizio di sorveglianza aerea del Reich (Reichsluftaufsichstdienst) divennero noti per il loro impiego nell'aut unno 1939 nella sorveglianza delle zone di esclusione aerea allestite ai confini occidentali.


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L'impiego di aerei presso la Polizia Tedesca persegue un altro scopo. Come la Wehrmacht sfrutta a suo vantaggio e impiega tutti i progressi della tecnica suscettibili di impiego, così anche la polizia deve sfruttare nelle sue sfere di competenza ogni novità che prometta bene ai fini di un più facile svolgimento dei suoi compili. La polizia si serve molto dei mezzi di comunicazione e di veicoli motorizzati. Le formazioni di polizia sono equipaggiate, oltre che di pistole e carabine, anche di pistole-mitragliatrici, mortai e cannoni; e da parte della Polizia Nautica (Wasserschutzpolizei) vengono impiegate vedetle fino a 200 tonn. di stazza lorda dotate di cannoni, corazzate con mezzi di ripiego, lungo i corsi d'acqua e per mare. Era perciò ovvio che pure gli aerei, dopo che era già stato riconosciuto il valore operativo di queste conquiste della tecnica, venissero immessi in servizio. Si potrebbe obiettare che, quando le forze di polizia necessitano di appoggio aereo, c'è la Luftwaffe, alla quale presentare le richieste di volta in volta e che appoggia ripetutamente in modo sostanziale le formazioni dell'esercito nella loro loua. Quando le formazioni di polizia vengono impiegate al fronte o in grandi operazioni antibande, e gli aerei disponibili per la polizia sul momento non bastano per numero e potenza di fuoco, allora la Luftwaffe viene chiamata ad appoggiare. Ma è compito primario della polizia mantenere ordine e sicurezza. Poiché l'attività della polizia deriva direttamente da questo principio, le esperienze belliche hanno dimostrato che i mezzi, che la polizia aveva per lo svolgimento delle missioni in questo ambito, non bastavano a confronto del territorio da sorvegliare, del maggiore numero di focolai di disordine e soprattutto della forza degli avversari, per quel che riguarda il loro numero e il loro armamento . È palmare che in tali circostanze il mantenimento dell'ordine e della sicurezza non si può ottenere con la comparsa di una pattuglia di un paio di uomini. Bisogna arrivare all'impiego di formazioni più grandi, come compagnie, battaglioni e reggimenti, i quali - e ciò va sottolineato con pa rticolare vigore - devono essere addestrati ed equipaggiati secondo criteri militari, ma devono a nche essere impiegali secondo i principi di una tattica di polizia. ln questa ottica va pure considerato l'impiego di aerei nella polizia. infatti si verificano particolari esigenze nella scelta del tipo di aereo, nell'equipaggiamento dell'aereo, nella composizione delle squadriglie, nell'organizzazione generale e nell'impiego tattico. Come queste esigenze siano state affrontate, sarà mostrato nel corso dell'esposizione. Quel che può essere migliorato, deve, come abbiamo già detto, essere integrato dai suggerimenti della t ruppa . Le indicazioni fornite devono servire allo scopo di assicurare una fruttuosa cooperazione tra le formazioni di polizia e le unità aeree messe a disposizione dalla polizia.


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2. Sviluppo delle forze aeree di polizia.

Dopo la fine della prima guerra mondiale erano già state istituite, durante la riorganizzazione della Polizia Tedesca, delle squadriglie aeree di polizia, che tuttavia dovettero essere disciolte secondo il volere dell'alleanza nemica. Le forze aeree di polizia nella loro forma attuale furono richiamate in vita da un ordine dello Chef der Ordnungspolizei del 1.2.1939. Poiché all'interno della Ordnungspolizei mancava del personale navigante provetto, lo svolgimento di questi compiti fu affidato nelle mani di esperti pionieri del volo appartenenti alla Lufthansa, i quali furono incorporati come ufficiali. Inizialmente l'aereo doveva essere impiegato nella polizia come mezzo veloce di trasporto. Per il medesimo fine era stato costituito dallo Chef der Sicherheitspolizei un equipaggio aereo. Ma si riconobbe presto che in questo modo non si veniva incontro ad esigenze puramente di pn!izi.1. Fu introdotto il principio di appoggiare il più possibile lo svolgimento di missioni di polizia con l'ausilio di aerei. Emerse anche l'esigenza di impiegare, accanto agli aerei da trasporto passeggeri, anche un aereo tale da sembrare il più adeguato sulla base di caratteristiche positive assai sviluppate. Così furono acquisiti un aereo da trasporto passeggeri dell'affidabile modello Ju. 52 e tre aerei del modello Fieseler Storch. La pubblicazione di una circolare fece constatare che nelle file dell'Ordnungspolizei, anche se non c'erano esperti piloti, esistevano tuttavia ufficiali, sottufficiali e uomini che avevano avuto un addcsLramento transitorio presso la Luftwaffe, nella Lega per gli SporL Aeronautici (Luftsportverband) o presso la Polizia Austriaca (Polizei dsterrcichs) e che ora desideravano volentieri collaborare alla costruzione di una forza aerea di polizia. Le nuove leve di radio operatori di bordo provenivano dalle file dei radiotelegrafisti della polizia, i quali ricevettero un eccellente addestramento supplementare presso la Scuola di volo Civile Tedesca. Il personale a terra fu completatp con graduati che avevano prima servito nella Luftwaffe o avevano lavorato nell'industria aeronautica, oppure da operai di ogni genere che avevano ricevuto dei corsi integrativi presso la squadriglia stessa o altrove. La collaborazione tra l'esperto personale di volo della Lufthansa e gli ufficiali, sottufficiali, uomini provenienti dalla polizia ebbe il vantaggio di una buona reciproca integrazione: infatti i compiti nella fattispecie erano tanto aeronautici quanto polizieschi.


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Come già detto, l'ambito delle missioni non era nettamente delimitato. Di sicuro c'era solo che gli aerei di polizia dovevano venire impiegati nel trasporto di personale, posta e altri carichi. Bisognava sperimentare l'impiego nella sorveglianza del traffico e nella regolazione di grandi manifestazioni (Giornata del Partito, Festa di ringraziamento per il raccolto, ecc.) in collaborazione con le stazioni radio a terra della polizia, nell'osservazione di grandi territori per individuare incendi forestali, grandi incendi, piene e per la protezione civile. Altri compiti sarebbero stati assolti nel caso se ne presentasse la necessità. Tale caso si verificò ben prima del previsto . Già con l'occupazione della Boemia-Moravia, un mese e mezzo dunque dalla fondazione della squadriglia, fu distaccato a Praga un aereo con missioni di osservazione e collegamento. Quando nel settembre 1939 scoppiò la guerra, i compiti di pace dovettero essere immediatamete cancellati e se ne presentarono altri che misero alla prova la giovane squadriglia . La maggiore difficoltà non risiedeva nello svolgimento dei compiti in sè, bensì in un allro ambito. L'industria aeronautica era impostala solo sulle esigenze della Luftwaffe, e la Squadriglia aerea di Polizia (Polizeifliegerstaffel) era troppo giovane per far valere legittime pretese riguardo all'equipaggiamento speciale degli aerei. Stessa situazione per i nuovi reclutamenti. I piloti provenienti dalla polizia furono incorporati della Luftwaffe e ad un addestramento basico e avanzato degli appartenenti alla polizia nelle scuole di volo della Luftwaffe non c'era proprio da pensare. Tuttavia sulla spinta dei desideri e delle richieste della truppa si prese la decisione di continuare a lavorare alla costruzione dell'unità, a dispetto deJle difficoltà e degli scacchi, e di perfezionare l'organizzazione. All'inizio della guerra fu dapprima isLiLuiLo un servizio di corriere tra Berlino, Poznan, LilzmannsladL, Cracovia, Berlino. Due-tre volte a settimana un aereo della polizia percorreva questo circuito con l' incarico di trasportare importante posta di servizio, rapporti, ordini e medicine. Anche se non vi si poteva intravvedere un vero e proprio compito di polizia, tuttavia questo periodo fu assai prezioso per !'esperienze compiute dai giovani equipaggi. Solo con la pacificazione, quando si trattò di ricercare bande di irregolari e di contrabbandieri, acquistò rilevanza l'aspetto poliziesco. Per rispondere alle esigenze di regolari voli di pattugliamento e di sorveglianza, fu dislocato il primo equipaggio all 'estero a Cracovia, presto seguito da un altro a Modlin e più tardi un altro a Radom. A questo periodo risalgono i dati più importanti per il riconoscimento della necessità di continuare la costruzione della squadriglia. Con voli di pattuglia ben pianificati fu sorvegliato il territorio con


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i suoi fitti boschi. Sorse la necessità di dotare tutti gli aerei di apparecchi radio, per poter comunicare le osservazioni e fornire ai comandi operativi i dati di bande per l'impiego tattico. Per la prima volta fu acquisita un'aereoambulanza; bisognava dimostrare alle stazioni di Gendarmerie, disperse su un'ampia zona, con atterraggi regolari su campi di fortuna che i contatti con il mondo esterno non erano saltati. Si riconobbe la giustezza della decisione di adottare il velivolo del modello Fieseler Storch, perché appunto solo con questo è possibile auerrare su uno spazio assai ristretto; inoltre fu tradotto in realtà il piano di armare lo Storch collocando presso il sedile dell'osservatore una mitragliatrice per il tiro contro obiettivi terrestri. Un ulteriore passo in avanti fu la constatazione che era necessario ottenere un aereo che possedesse le stesse caratteristiche aereonautiche dello Storch, ma che potesse offrire posto per più passeggeri, in modo da agire efficacemente in caso di attacchi da parte di bande con lo sbarco di alcuni uomini.

A questo punto bisogna dire che nel frattempo è stato sviluppato un simile aereo presso i Gerhard-Fieseler-Werke, non da ultimo su sollecitazioni del comandante della Squadriglia aerea di Polizia. Questo aereo ha spazio per un pilota e 4 passeggeri e possiede quasi le stesse caratteristiche dello Storch più piccolo; la velocità di crociera è salita dai circa 140 km. all'ora a 180 km ./h. TuU.avia dipenderà dalle richieste della Luftwaffe alla fabbrica aereonautica il quando questo aereo vedrà l'impiego operativo. Che la via fin qui perco rsa fosse quella giusta, è dimostrato dai successi avuti nel Governatv,ato Generale. D'altro canto questo periodo ha soprattutto portato quelle esperienze che sono state sfruttate per. un razionale impiego degli aerei in Russia . Le continue esperienze compiu te dai capi- equipaggio e dai capi delle stazioni di polizia, alle quali erano stati assegnati dei velivoli, indicarono ciò che era utile e ciò che era meno importante. L'acquisto di altri aerei fu approvato dal ministro del Reich per l'aerconautica e si era già cominciato a elaborare dei piani per l'impiego di aerei nel servizio coloniale . N el frattempo era già stato costituito a l' Aja un altro equipaggio. Grazie ad esso fu possibile in molti casi a i Befehlslaber der Ordnungspolizei di prendere delle decisioni cd attua rle sul posto, p.e. quando erano scoppiati degli incendi causati da bombardamenti degli Inglesi. Il primo impiego puramente poliziesco nella m adre patria di un aereo fu quello in occasione del grande attacco aereo inglese su Munster nel 1941. Qui venne efficacemente guidato l'incisivo impiego dei vigili del fuo co (Feuerschutzpolizei) attraverso la valutazione della situazione compiuta dall'aereo.


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Durante questi sviluppi si verificò l'inizio della campagna di Russia nel giugno 1941. Tutti gli equipaggi disponibili e le macchine, inclusi i carri-officina e le tende per gli aerei, furono raggruppati in una sezione aviatoria motorizzata, che doveva accompagnare lo Chef der Ordnungspolizei ed essere a disposizione per compiti di ricognizione. L'andamento della campagna rese presto necessario lo scioglimento di questa sezione e la distribuzione degli aerei agli Hoheren SS - und Polizeifohrer, precisamente nella Russia settentrionale, centrale e meridionale. Essenzialmente furono eseguiti i voli di trasporto passeggeri, postali e di ricognizione nelle retrovie. Con la costituzione di un Commissariato del Reich e in conseguenza dell'insediamento dei Befehlshaber der Ordnungspolizei anche gli equipaggi furono legati a determinale sedi e dovettero svolgere e ulteriormente sviluppate i compiti già individuati nel Governatorato Generale. Principalmente venne in causa l'impiego nella lotta contro le bande e così tutti gli altri compiti passarono in seconda linea . Dovettero essere compiuti continuamente dei voli di ricognizione per reparti della polizia, delle SS e dell'esercito. A formazioni accerchiale furono portate delle munizioni e furono evacuati dei feriti verso i lazzaretti_ Si riconosceva chiaramente quali preziosi servigi fossero resi dai pochi equipaggi con i loro aerei. Ogni singolo apparecchio fu sfruttato sino all'ultimo e ogni singolo membro della squadriglia fece del suo meglio. Per moltissimi uffici delle SS e ddla Polizia, per il KommandoStab des RFSS., per gli Hoheren SS- und Polizeifiihrer, BdO e BdS, per i reggirnenli di polizia e altri, il servizio di corriere da Berlino era un'istituzione che forniva un aiuto prezioso, gr_azie alla rapidissima trasmissione di notizie. Quando in questo periodo il Reichsfi.ihrer si decise a sciogliere la sezione aviatoria di polizia, venendo incontro a una richiesta del Reichsmarschall Goering che pretendeva che l'aviazione in Germania dovesse essere nelle mani di un solo responsabile, sembrò a prima vista che il lavoro svolto non fosse stato riconosciuto e fosse stato ritenuto non necessario. Tuttavia l'incontro fra il Reichsrnarschall e lo Chef der Ordnungspolizei portò al risultato che si poteva continuare a lavorare nella precedente direzione. Una disposizione del Reichsmarschall dichiarò esplicitamente che il personale e il materiale della sezione aviatoria di polizia dovesse in effetti passare alla Luftwaffe, ma pure che questo nuovo gruppo aereo z.b.W.7 (per Impieghi Speciali 7) dipendesse operativamente dal Reichsfiihrer-SS. Il passaggio della componente aeronautica della Ordnungspolizei, e contemporaneamente di quella della Sicherheitspolizei e dell'SD, avvenne senza che avvenissero interruzioni nell' attività operativa.


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3. Organizzazione. Forse può essere d'interesse sapere quale sia l'aspetto dell'attuale organizzazione, e perciò se ne accennerà brevemente. L'impiego di aerei avviene tanto per la Ordnungspolizei e la Sicherheitspolizci, quanto per lo Chef BKV. Il gruppo aereo z.b.V.7 consta attualmente di 6 squadriglie operative e di una di complemento. Queste squadriglie sono impiegate presso gli Hoheren SS- und Polizeifiirer nel Governatorato Generale, nell'Ostland, nella Russia centrale, nell'Ucraina, nei Balcani, in Norvegia e in Italia. I capitani di squadriglia sono al tempo stesso i referendari per l'impiego di aerei presso gli Hoheren SS- und Polizeifiirer. Con ciò si ottiene che gli interessi aereonautici e polizieschi si integrino a vicenda e vengano gestiti congiuntamente. Non c'è bisogno di schierare le squadriglie unitariamente, bensì possono essere assegnati singoli aerei a unità più piccole o ad uffici minori. Dopo uno sguardo all'evoluzione della compoP..ente aviatoria presso la polizia, vengo ora al secondo tema pr oposto: B . Possibilità di uso e di impiego operativo 1. Nella lotta antibande:

Uno dei settori operativi più impegnativi, se non addirittura ii più difficile per la polizia è l'impiego nella lotta antibande nell'est e sud-est dei territori occupati. Nell'ambito di questa pubblicazione si andrebbe troppo lontano se si volesse esporre tutti i sistemi impiegati dalle bande per saccheggiare i territori dietro il fronte, terrorizzare le popolazioni e disturbare efficacemente i rifornimenti per iì fronie. indicazioni più precise sono fornite nelle "Kampfanwcisung for die Bandenbekampfung im Osten" (Istruzione di combattimento per la lotta antibande sul fronte orientale) . Qui basti dire che le bande, spesso comandate d a militari di professione e da bolscevichi convinti, costituiscono oggi una grave minaccia. la polizia ha molta parte nel loro annientamento. La già citata istruzione contieri'e nella sua parte conclusiva l'invito a tutti gli uffici concernenti di migliorare i metodi della lotla antibande e di indicare suggerimenti ed esperienze per metterle a disposizione di tutti. Poiché presso la polizia si sono impiegati fin dall'inizio degli aerei per la lotta antibande, ottenendo dei successi, e poiché in tal modo si sono raccolte delle esperienze, si fa seguire adesso una compilazione, che possibilmente deve giungere a tutti i comandanti di unità impiegati nella lotta antibamlt:, per servire ad essi, come già detto, di guida.


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Ricognizione e perlustrazione

È un vecchio principio che una buona ricognizione contribuisce in modo essenziale al successo di un'operazione. L'esperienza insegna che le bande di loro iniziativa evitano in genere il contatto con le nostre truppe. Non è loro intenzione di combattere apertamente contro di noi, piuttosto si tratta per loro di evitare il combattimento e tenersi nascosti, per saccheggiare, terrorizzare, compiere atti di sabotaggio in grande stile un po' qua, un po' là. Su queste basi è chiaro che le bande si mantengano in territori di difficile accesso, come boschi, monti, paludi ed abbiano lì i loro nascondigli e depositi. Quando, per necessità logistiche o di reclutamento, sono costrette a comparire in località abitate, allora sanno esattamente che non sono disponibili forze più consistenti capaci di rintuzzarle. Dopo l'assolvimento della loro missione, scompaiono nuovamente nelle zone impervie, nelle quali torna loro utile la conoscenza di questi estesi territori boscosi e paludosi e si avvalgono della collaborazione della popolazione locale. Perciò si tratta di cogliere possibilmente le bande nei loro accampamenti e annientarle, quindi è importante scoprire le posizioni di questi accampamenti. Secondo le esperienze compiute essi si trovano in isole appena raggiungibili al centro di paludi o di boschi, dove sono costruiti sotto terra. Le vie che vi conducono sono fortemente minate e appena percorribili da pattuglie. Dunque per la ricognizion e l'uso di aerei è particola rmente rimunerativo . In questo caso non serve eseguire voli di ricognizione con un apparecchio veloce e ben armato, come è necessario effettivamente per le operazio ni al fronte. Proprio il Fieseler Storch è assai adatto a questo scopo. Nel volo lento e a bassa quota è possibile per l'equip aggio o sservare sistematica mente il terreno. Anche per l'equipaggio è difficile e richiede una certa esperienza a nche in queste condizioni ottenere buoni risulLati, poiché gli accampamenti e le gallerie sono mimetizzati con grandissima acco rtezza. Piccoli sentieri che rechino traccia di passaggio no n ci sono e se sono presenti in molti casi non conducono da nessuna p arte . D'a ltro canto la ricognizione aerea è l'unica possibilità in molti casi. I voli condotti di mattina presto e a bassa quota so no quelli che danno il miglior risultato . In primo luogo le bande hanno l'abitudine di preparare i pasti per l'intera giornata verso quest'ora e si può individuare il lo ro nascondiglio grazie al fumo che sale; in secondo luogo il rumore dell' aereo che vola a bassa quota diviene relativamente percepibile troppo tardi per i banditi a ca usa della vegetazione boschiva. Dunque l'effetto sorpresa ha un ruolo davvero impo rtante. Bisogna ritenere sempre probabile la presenza di una ba nda quando si incontrano grandi mandrie in luoghi solitari.


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Alla ricognizione appartiene anche la perlustrazione. Proprio negli estesi territori boscosi e paludosi è necessario per il comandante di sapere: qual'è attualmente la situazione viaria? I banditi possono sfuggire attraverso laghi e fiumi ghiacciati? Quali velocità di marcia sono permesse dallo stato delle strade? ecc ... Il risultato della ricognizione e della perlustrazione è in ogni caso decisivo per rispondere alla domanda su dove, come e con quale consislenza vanno impiegate le proprie forze . Nella maggior parte dei casi vengono impiegati presso la polizia un battaglione o un reggimento per l'assolvimento di una determinata missione. Naturalmente non è possibile che sia assegnato in permanenza un aereo ad ogni battaglione o reggimento indipendente. Ma la base delle singole squadriglie è stabilita in modo tale che per un'operazione pianificata in quasi tutti i casi possano venire assegnati temporaneamente degli aerei in caso di necessità. Come già detto, ogni Hohere SS- und Polizcifiihrer in Russia dispone di una squadriglia. In operazioni su scala più vasta, con l'impiego dunque di più reggimenti o di un gruppo di combaltimcnl.u, t: presente presso lo Stato maggiore operativo un comandante di squadriglia. Dovrebbe possibilmente prendere parte a tutte le discussioni sulla situazione e deve sapere quali risultati hanno fornito sino al momento k ricognizioni attraverso patLuglic, inrormatori e agenti dell'SD. Inoltre egli deve consigliare il comandante o il capo dello Stato maggiore operativo riguardo alle possibilità offerte dalla ricognizione aerea e in seguito sull'impiego diretto nella lotta. Ai comandanti e ai capi degli Stati maggiori operativi è rivolto l'invito di chiarirsi le idee, prima di ogni operazione di tal genere, sulle possibilità connesse all'impiego di aerei e, qualora essi non fossero assegnati, di sollecitarne la presenza. Contrariamente a quanto avviene nell'esercito , da noi accade spesso che vengano assegnati aerei ad un battaglione o perfino ad una compagnia. È quindi importante che anche il giovane ufficiale di truppa della polizia si intenda già delle possibilità d ' impiego degli aerei e faccia sua le indicazioni fornite in queste istruzioni per sapere, a tempo debito, se debbano essere impiegati aerei nell' operazione ordinata, quando debbano essere impiegati e come il loro impiego permetta il migliore successo a vantaggio delle truppe terrestri, cioè risparmio di uomini e materiali. b) Cooperazione nella lolla dirella

ln una successiva sezione verrà esposto l'equipaggia mento speciale degli aerei nell' impiego poliziesco. Qui possiamo già partire dal]'assunto, che le esperienze hanno dimostrato che l'aereo appoggia in modo sostanziale il combattimento delle Lruppe terreslri cunlru


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le bande durante lo scontro vero e proprio; si tratta di un dato di fatto immediatamente evidente, ma che richiede una trattazione più approfondita sulle modalilà operative. Quel che non è generalmente noto è il fatto che tali impieghi possano essere efficacemente svolti anche dal Fieseler Storch. Proprio in questo contesto esso si rivela particolarmente adatto, dove in genere non si tratta di distruggere obbiettivi bellici di dimensioni maggiori, quanto piuttosto di annientare piccoli bersagli, come nascondigli e depositi di provviste. Oltre ad installare punti d'attacco per bombe utili all'attacco di obbiettivi terrestri, è stata anche installata a lato del sedile dell'osservatore una mitragliatrice. In questo modo si possono ottenere buoni risultati col tiro di munizioni incendiarie e spesso si è riusciti ad incendiare interi villaggi. Presso ogni squadriglia si trova anche un aereo del tipo Fw . 189. Questo aeroplano a doppia trave di coda con cabina vetrata in posizione centrale per l'equipaggio, viene impiegato dalla Luftwaffe come ricognitore a breve raggio. Nell'impiego di polizia è uno dei più potenti aerei <la combattimento, dotato di rastrelliere per bombe e di 4 mitragliatrici, e viene impiegato lì dove è necessaria una velocità cd un'efficacia maggiore di quanto non offra lo Storch. Naturalmente gli aerei vengono impiegati oltre che nella ricognizione e nel combattimento, anche nel trasporto di munizioni. A titolo di esempio, non è gran che - 150 kg.ca. - quel che può essere caricato su uno Storch. Ma d'altro canto nelle nostre missioni non si tratta di allestire trasporti per grandi unità, bensì di aiutare piccole formazioni. Ai resti di una compagnia che era stata accerchiata furono p.e. portate con lo Storch munizioni e tabacco. Si riuscì in tal modo a rialzare il morale e la volontà di resistenza per un tempo sufficiente all'arrivo dei rinforzi. P er la cooperazione tra le forze terrestri e gli aerei impiegati è ovviamente necessario che si abbiano le idee chiare sul modo di comunicare reciprocamente . A questo scopo esistono differenti mezzi, segnali luminosi concordati, segnali con fumogeni, posa di teli aerei, lancio e raccolta di sacchi postali, trasmissioni radio tra il velivolo e le stazioni a terra e sparo di cartucce da segnalazioni con pistole lanciarazzi. P er lo svolgimento efficace della missione è indispensabile che il comandante di squadriglia conosca tempestivamente le richieste da inoltrare alla squadriglia. Deve sapere dove devono giungere le munizioni e dove sarà la zona di operazioni, in modo da informarne la base aerea ed assicurare i rifornimenti di carburante. È inutile far partire


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ALESSANDRO POLITI

in missione gli aerei da una pista troppo lontana, da un lato per le perdite di tempo e dall'altro per il consumo di benzina accresciuto. Qui bisogna far comprendere al comandante delle operazioni che bisogna fare attenzione ad alcune necessità per motivi di sicurezza connessi al volo. Persino nello stabilire la zona di operazioni bisogna curarsi che, circostanze permettendolo, nelle vicinanze vi sia un campo di stoppie. Un campo di stoppie di ca. 200 m . longitudinalmente rispetto ai suoi solchi basta come striscia di atterraggio decentrala. È invece inutile far individuare da gente inesperta una pista di atterraggio, poichè nella maggior parte dei casi troveranno un bel prato, che in seguito potrebbe forse rivelarsi di fondo pantanoso. Che nell'impiego di aerei bisogna anche tener conto delle condizioni meteorologiche, è certo del tutto ovvio. Si possono impartire ordini chiari solo se il comandante conosce per lo meno nelle grandi linee le particolarità delle unità che gli sono temporaneamente subordinate e che appartengono ad un'altra arma. 11 comandante delle forze di terra deve sapere anche ta11to st~llc caratteri-

stiche dello Storch, da permettergli di richiederne l'atlcrraggio solo laddove l'equipaggio possa eseguirlo. Ma non solo per il comandante, bensì anche per i sottufficiali e per gli uomini è indispensabile conoscere le seguenti indicazioni e seguirle attentamente.

lndica'l,Ìoni per la scelta di campi di atterraggio per lo Storch e per il maneggio di contenitori da lancio. 1)

In generale.

Lo Storch non può, come si dice da più parti, atterrare e decollare verticalmente. Ha bisogno solo, in quanto velivolo speciale, di superfici di involo notevolmente più corte rispetto ai normali aerei. Bisogna tener conto che lo Storch Fi. 156 necessita di piccoli spazi p er atterrare, ma per decollare ha bisogno di maggior spazio. Se la pista di atterraggio è stata scelta corta, l'aereo può ben atterrare, ma non decollare nuovamente. L'aereo deve essere smontato e trasportato via con veicoli speciali. Poiché le strade che conducono a tali strisce di atterraggio sono generalmente in pessimo stato, bisogna tener presente che l'aereo smontato può essere seriamente danneggiato. Però questo rappresenta l'inattività dell'aereo per un periodo abbastanza lungo . Lo Storch non è un aereo omologato per il volo strumentale: non si possono compiere voli né di notte, né senza visibilità del suolo sottostante. Se per circostanze particolari avviene che un aereo arrivi in


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ritardo (crepuscolo) o che debba atterrare con cattiva visibilità (forte caligine), bisogna rispettare con grande scrupolosità i seguenti punti, poiché già in normali condizioni di sicurezza è molto difficile riconoscere degli ostacoli e nelle suindicate condizioni il pericolo per l'aereo e l'equipaggio aumenta. 2) Stabilire la direzione del ventn.

Gli aerei devono assolutamente decollare e atterrare controvento. Quando più forte il vento, tanto più scrupolosamente bisogna attenersi a questa regola. Si osserva al meglio la direzione del vento lanciando in aria pezzettini di carta o erba leggera e vedendo in che direzione vanno. Se sono disponibili solo piccole superfici per l'atterraggio e il decollo, bisogna a questo punto fare. 3) La scelta del luogo.

Basta una stretta striscia (200 x 30 m.) che giaccia nella corrispondente direzione del vento. 4) Suolo adatto.

Scegliere possibilmente un suolo asciutto e solido con un fitto manto erboso. Prova: una jeep (PKW) deve lasciare tracce deboli o nessuna traccia a terra, in ogni caso non deve affondare. Bisogna pensare che lo Storch ha il peso di una normale jeep, ma che esso è distribuito solo su due ruote, che perciò sopportano peso doppio. II campo di atterraggio deve essere libero da fossi e buche. Inoltre come si è già detto, un campo di stoppieè atto allo scopo. 5) Ostacoli.

11 campo di atterraggio deve essere scelto possibilmenle in modo tale da consentire un arrivo in volo planato e non angolato. Se ci sono nella direzione di avvicinamento o di decollo case, alberi, dighe, cavi elettrici e tralicci, comignoli alti o altri ostacoli, bisogna scegliere la pista di atterraggio corrispondentemente più grande. Bisogna possibilmente eliminare gli eventuali pali o sassi di dimensioni superiori a una tegola (anche buche) piantati nel terreno. Se per mancanza di tempo non si può far questo, bisogna indicare questi ostacoli in modo assai visibile (grande giornale, bandiera o simili). 6) Atterraggio e rullaggio

Il punto di atterraggio, cioè il punto in cui l'aereo deve toccare terra a l più presto, per poi poter rullare, senza toccare fossi, buche ecc., deve essere secondo le possibilità contrassegnato da due bandiere


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con croce uncinata o con teli da segnalazione aerea, i quali devono essere posati in "forma di T" (direzione di atterraggio). (Se ci si immagina il braccio trasversale leggermente piegato all'indietro sui due lati, ne risulta una forma a freccia. La freccia deve essere nel verso dell'atterraggio). In questo modo da terra si può indicare al pilota la direzione del vento conosciula. Ì , consigliabile fissare la bandiera o i teli con picchetti da tenda o di legno piantati a fondo, per evilare che il venlo li muova. Basta anche tenerli fermi con sassi delle dimensioni di un pugno (ma non più grandi per non causare danni ai pneumatici e al carrello) . L'aereo si accosta sempre possibilmente sulla destra della zona di atterraggio all'altezza delle bandiere con croce uncinata (teli da segnalazione aerea). Se il comportamento del pilota rivela che egli non ha riconosciulo il punto di atterraggio, allora bisogna sparare segnali luminosi (vedi tavola dei segnali a punto 7). In caso di cattiva visibilità bisogna anche lanciare dei segnali, quando ancora l'aereo non si vede, ma si intende già il rumore del motore o sta arrivando il momento previsto per l'arrivo dell'apparecchio. Nell'istante in cui l'aereo si sta avvicinando, la zona di atLerraggio deve essere completamente sgombra da persone, veicoli e bestiame. C'è pericolo di morte, poiché quando l'aereo atterra non può evitare gli ostacoli. Dopo l'atterraggio non bisogna correre verso l'aereo. Finché il motore gira bisogna restare ad una distanza di almeno 20 m . . Se il pilota sta a,Tivando con l'apparecchio su un ostacolo che non sta vedendo, bisogna subito segnalargli di fermarsi con le braccia incrociate sul capo. I segnali manuali verso l'aereo devono essere fatti da una persona, perché se tutti fanno segnali possono derivarne pericolosi errori. È vietato: 1) fumare entro un raggio di 20 m.;

2) passare vicino all'apparecchio con un qualunque veicolo; 3) toccare senza espresso ordine l'aereo; poiché il Fieseler Storch (uso di materiali misti : tela - legno - acciaio) deve essere spinto solo in determinati punti. Mettere a disposizione un picchetto di almeno 2 uomini. Il pilota provvede dopo l'atterragg io e prendere lutte le ulteriori misure necessarie. Le sue indicazioni vanno assolutamente seguite.


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7) Tavola dei segnali per munizioni luminose (estratta e adattata

dalla L.Dv. 51)

Tipo del segnale

Emesso dall'aereo

I

Emesso da terra

I. I razzo rosso:

devo atterrare!

attenzione nell'atterraggio!

2. più razzi rossi:

segnale di pericolo aereo in pericolo!

divieto di atterraggio pericolo! -

3. I razzo verde: - -

--

4. più razzi verdi: -

lancialo un messaggio!

invito ad atterrare! ·- - ~ - - -

segnale di urgenza ho un messaggio importante!

l'aereo deve subito atterrare!

dov'è il campo?

Sia qui!( campo)!

-

5. I razzo bianco:

8) Lancio di messaggi.

Nel caso che a giudizio del pilota non sia possibile atterrare nel campo scelto dalla truppa (per quanto con diverse condizioni di vento siano già stati eseguiti degli atterraggi in quel luogo), allora a seconda delle circostanze verrà lanciato solo un messaggio. A questo scopo verrà usato o un contenitore da messaggi (lungo ca. 40 cm. e largo 5 cm.) o un sacco per messaggi (lungo ca. 1 m. e con una fiamma bianco-rossa). Per trovare più facilmente i messaggi lanciati (nell' erba alta, sottobosco o nei campi a frumento), sia il contenitore che il sacco sono dotati di un candelotto fumogeno. Prendere il messaggio solo quando il candelotto ha finito di bruciare, poiché sono possibili gravi ustioni. Se una unità viene rifornita di viveri o altri generi da ll'aria (lancio di contenitori da rifornimenti o di casse con paracadute), i comandanti dell'unità sono personalmente responsabili per la conservazione scrupolosa di contenitori


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ALESSANDRO POLITI

e paracadute. Se i paracadute si sono bagnati, devono essere subito asciugati, perché altrimenti marciscono e il tessuto si distrugge. Poiché i paracadute, i sacchi per massaggi e i contenitori da rifornimenti sono disponibili in quantità molto limitate, devono essere immediatamente riportati alla squadriglia del gruppo aereo z. b. V. 7 che li ha in consegna, per averli subito pronti per un nuovo impiego. La truppa che abbia presso di sé dei dispositivi di lancio che non può riportare indietro, deve avvisare subito l'unità impiegata del gruppo aereo z .b.V.7 via radio, telegramma o fonogramma. Il danneggiamento colposo o doloso di dispositivi di lancio è danneggiamento di proprietà militare importante e viene perseguito dal codice militare penale. Nella posa di teli da segnalazione aerea, per esempio al fine di indicare agli equipaggi la linea avanzata delle proprie truppe, bisogna pensare che spesso è difficile per l'equipaggio riconoscere dall'alto un punto così piccolo in rapporto al campo di visione. La considerazione di questo particolare è assai importante quando devono essere lanciate bombe nelle immediate vicinanze delle proprie truppe. Sarà un caso molto frequente, perchè le truppe terrestri devono passare subito all'attacco per non far svanire l'effetto sorpresa. Bisogna anche dire qualcosa sui risultati che si possono ottenere con il lancio di bombe; poiché si vede di frequente, a seconda delle conoscenze del comandante di operazioni in questo settore, che riguardo a questo problema i punti di vista di entrambe le parti sono assai differenti e che talvolta si pongono agli aviatori delle richieste assolutamente assurde. La bomba da 1 kg. SD 1 viene portata dallo Storch in due contenitori appesi sotto le superfici alari per un numero complessivo di 100 pezzi. L'azione delle schegge di una singola bomba di questo tipo si esercita su una superficie di 5 x 5 m. e precisamente su un piano orizzontale rispetto al suolo. Con il lancio di un contenitore, dunque di 50 bombe, da una quota di circa 700 m. si ottengono ottimi risultati su una superficie di 150 x 60 metri. Con una passata di tre aerei, i quali sgancino ognuno un contenitore in successiqne e che nella passata successiva perpendicolare alla prima lancino altri 3 contenitori, si può contare su un'efficacia del 100% in un campo di ca. 500 metri in quadrato. La bomba da 2,5 kg. (bottino di guerra di provenienza russa) è dotata di una spoletta alare. La zona coperta da schegge è di 7 x 7 metri. Non ci sono dispositivi di aggancio per questa bomba, che viene invece lanciata dall'osservatore.


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Un'altra bomba russa, preda di guerra, è quella da 8 kg., trasportabile dallo Storch in una ventina di pezzi e che serve già ad attaccare singoli obiettivi, quindi nidi di resislenza e batterie. La bomba a frammentazione da IO kg. SC IO viene 1.anciata in 2 grappoli ciascuno di 5 pezzi ed è particolarmente adatta per il lancio in fila. La zona coperta dalle schegge ha un diamentro di circa 20 metri: le bombe arrivano in fila con un intervallo di 40-50 metri nel bersaglio . La bomba più pesante che sia trasportabile dallo Storch, è la bomba da 50 kg. SD 50; e precisamente viene attaccata una bomba di questo tipo sotto ciascuna superficie alare. L'aereo del tipo Fw. 189 ne porta 4 pezzi. Questa bomba serve da bomba dirompente se innescata con spoletta ritardante, mentre senza serve da bomba a frammentazione; ha un'efficacia assolutamente mortale nel raggio di 40 m .. Per aumentare l'efficacia delle schegge si può ancora montare un'asta per l'esplosione anticipata. Senza di essa, la bomba potrebbe prima affondare un pò in un terreno soffice e così perdere parte della sua efficacia. Se invece l' asta urta sul bersaglio, allora l'esplosivo si accende a 40 cm. dal suolo e tutte le schegge si diffondono su un piano orizzontale rispetto al suolo. Come bomba dirompente essa serve naturalmente a battere obiettivi singoli, case (mono e bifamiliari), rifugi ecc .. Per aumentare l'effetto psicologico si possono montare sirene. Per ultimo citiamo lo spezzone incendiario 24 contenente magnesio e fosforo, che viene lanciato in 2 contenitori di 36 pezzi ciascuno e che, come già detto dalla denominazione, serve ad appiccare fuoco e precisamente a depositi di viveri, case e analoghi, simile nell'effetto al tiro della mitragliatrice con munizioni incendiarie. A chiusura di questo capitolo sulla collaborazione nella lotta diretta, diremo ancora che la cosa più utile è partecipare di persona come comandante di unità a dei voli operativi e convincersi dei risultati attraverso la pratica. L'esperienza insegna che poi sarà più facile valutare esattamente l'eficacia dei differenti mezzi e calcolarli nel quadro dell'operazione. e)

Impiego nel trasporto feriti.

Il trasporto dei feriti per m ezzo di aerei offre la possibilità di mettere dei feriti gravi nel lasso di breve tempo dal loro ferimento nelle mani del medico, che si -occuperà dell'intero trattamento. Superando velocemente grandi distanze, che nel trasporto via camion o ferroviario richiederebbero spesso dei giorni, il lazzaretto, con le sue sezioni mediche specialistiche presenti nelle grandi città dei territori occupati, (e in


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condizioni particolarmente vantaggiose: l'ospedale in patria), si avvicina direttamente al fronte . Non c'è nemmeno bisogno di dire che cosa significhi fisicamente per un ferito grave l'essere trasportato in poche ore da quanto è accaduto in combattimento in un lazzaretto ben funzionante. Un vantaggio essenziale del trasporto, aereo è inoltre quello che questo tipo di trasporto, anche senza prendere in considerazione la sua più breve durata, risparmia assai di più il ferito del trasporto autocarrato, con tutte le sue scosse dovute a strade per lo più pessime. Il cambio di bende, in genere inevitabile durante un trasporto autocarrato di una certa durata e che significa in queste primitive condizioni un costante pericolo di infezioni, è del tutto inutile in aereo. Di regola vengono presi in considerazione per il trasporto aereo solo i feriti gravi. La scelta dei feriti deve essere fatta con grande cura e lasciata all'ufficiale medico. Le opinioni sulla quota di volo ottimale per lo sgombero dei feriti sono discordanti. Hanno grande importanza il tipo della ferita, le perdite di sangue ecc .. È compito dell'ufficiale medico impartire al pilota le necessarie disposizioni . Per il comandante delle operazioni si pone l'esigenza di stabilire nel corso dell'individuazione del posto di medicazione della truppa, se nelle vicinanze ci sono possibilità di atterraggio e decollo per l'aeroambulanza Storch. d) Impiego di aerei da collegamento.

Nell'esposizione dei compiti speciali che possono essere tutti svolti dallo Storch non si può tralasciare questo tipo di impiego, per cui effettivamente lo Storch è stato previsto. Esso è ufficialmente considerato un aereo da collegamento, cioè, che permette al capo di centri di comando o di stati maggiori operativi di entrare in contatto rapidamente con forze di settori vicini o a lui subordinate, e che serve alla trasm issione di ordini. in questo contesto bisogna ricordare che il comandante dell'operazione si può fare personalmente un'idea in ogni momento della situazione attuale durante la marcia delle unità, la loro preparazione o in combattimento, servendosi di quest'aereo. Vede dove eventualmente l' attacco abbia subito una battuta d'arresto o dove si è creala una falla. Egli può, se la situazione lo richiede, assegnare un altro compito ad una unità che si trovi in marcia, in breve: attraverso numerose visite alle proprie unità subordinate, è possibile esercitare il necessario influsso sulla condotta delle operazioni. 2. Voli regolari di pattuglia (servizio di sicurezza). La natura del banditismo a est e sud-est ci costringe a ostacolare la formazione di bande possibilmente fin dall'inizio o a riconoscerne i sintomi immediatamente. Ciò si raggiunge se la popolazione avverte e percepisce


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di essere costantemente sotto osservazione, anche in territori difficilmente accessibili. L'ampiezza degli spazi e l'asprezza del terreno implicano che non è possibile suddividere le proprie truppe così fittamente nel paese come richiederebbe un'accurata sorveglianza. Invece l'impiego di aerei permette di compensare in parte la mancanza di truppe. L'organizzazione del gruppo aereo z.b.V. 7 prevede espressamente che gli aerei di una squadriglia possano essere stazionati in differenti località. Così è possibile ad una squadriglia eseguire sistematici voli di pattuglia secondo un pino prestabilito nel distretto assegnato alla sua sorveglianza. Come il poliziotto di pattuglia nota ogni piccolo mutamento nella strada, così anche l'equipaggio dopo molti voli conoscerà bene il suo distretto e noterà immediatamente concentramenti sospetti di persone, punti di bivacco, presenza di singole persone di dubbio affare. Proprio la dotazione di tutti gli aerei con apparati radio permette la comunicazione più rapida di rapporti alle stazioni radio a terra e così alla più vicina formazione operativa. È ovvio che questi voli di pattuglia non devono essere condotti sempre nelle medesime ore del giorno, perché l'avversario riconoscerebbe assai presto lo scopo di questo traffico aereo e ne sarebbe messo in allarme . Un equipaggio deve essere possibilmente impiegato nella sorveglianza sempre del medesimo distretto. Percorso di volo e orario di partenza devono essere cambiati spesso. Un equipaggio ben affiatato farà sempre in modo che il pilota guardi da un lato e l'osservatore da un altro, cosa che valorizza particolarmente le buone possibilità di osservazione dello Storch. Co n questi voli di pattuglia si persegue anche un altro ottimo fine. Per le stazioni e capisaldi piccoli e piccolissimi, ampiamente dispersi nel territorio, specie quelli della Gendarmerie, i voli di pattugliamento significano spesso l'unico collegamento con il mondo esterno. Bisogna fare in modo che nelle vicinanze di tutte queste stazioni ci sia una striscia di emergenza nella quale lo Storch con i pattini da neve possa atterrare. C'è inoltre la possibilità, come già detto altrove, di prelevare da bordo dell 'aereo dei sacchi per messaggi e naturalmente anche di lanciarli; per la precisione il prelievo è facilmente attuabile con mezzi di fortuna. A questo fine vengono piantate a terra 2 stanghe lunghe 4 m . , distanti tra di loro ca. 5 m., fra le quali viene tesa una corda alla quale è fissato il sacco da messaggi. Con l'aiuto di un uncino a forma di ancora attaccato a una corda, si afferra il sacco da messaggi e lo si issa a bordo. Proprio come per la fanteria combattente la comparsa di formazioni di Stuka o di aerei da attacco significa sempre a iuto e appoggio,


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così per i pochi uomini assegnati al loro servizio in un caposaldo sarà una grande gioia e un appoggio morale, se sanno che viene il loro Storch e sorvola la loro posizione, e fa attenzione se è stato posato il segnale convenuto per l'atterraggio o se deve prendere un rapporto per mezzo del dispositivo di prelievo; e se si riflette ulteriormente, ha un valore incalcolabile per lo spirito di resistenza di questi uomini il fatto che rifornimenti e posta arrivino in questo modo. Per completezza bisogna inoltre far presente che questi voli di pattuglia possono venire sfruttati anche per il lancio di materiale da propaganda, in modo da poter ottenere l'ammaestramento e la guida delle popolazioni nel senso da noi voluto. 3. Impiego in congiunzione con la polizia nautica. Nella cooperazione con la polizia nautica emerge una serie di utili possibilità di impiego per gli aerei. Vale sempre il principio, che l'impiego non sia fine a se stesso! I compiti della polizia nautica non possono essere assunti da idrovolanti o da aerei con galleggianti. Ma con gli aerei si può fornire un prezioso aiuto e appoggio alla polizia nautica. Se avversità meteorologiche non permettono l'impiego di battelli di polizia, gli aerei possono assumersi una parte dei compiti di polizia nautica . Accanto ai compiti di natura poliziesca, p.e. assistenza ai pescherecci, la polizia nautica trova fra l'altro impiego con la Kriegsmarinc anche: 1. nel servizio di sorveglianza costiera, 2. in quello di sorveglianza portuale, collabora nel settore del controspionaggio militare, è attiva nel servizio di soccorso marittimo, nel servizio di corriere aereo e nella protezione dei convogli. Principalmente i voli di ricognizione hanno grande importanza. Da bordo di un aereo è possibile osservare quanto avviene in mare con una visuale assai più grande di quanto non sia possibile da un'imbarcazione. Particolarmente rilevante diviene l'impiego di aerei in presenza di ghiacci vaganti e col mare ghiacciato. Pensiamo solo p.e. alla parte orientale del mar Baltico, che durante l'inverno è in gran parte ghiacciata, così che le imbarcazioni non possono nemmeno muoversi. Operazioni già iniziate da parte dei Russi, con marce a piedi nel ghiaccio in direzione delle isole prospicienti o addirittura della terra ferma, possono essere individuate dagli aerei con un tale anticipo da poter prendere delle contromisure. Già col lancio di bombe si possono efficacemente disturbare le operazioni. I collegamenti con le isole sono possibili solo con gli aerei. Nella lotta poliziesca antibandc gli equipaggi dei battelli di polizia ispezionano le isole nei corsi d'acqua e nei fiumi. 1 battelli della polizia nautica schermano i fianchi dei reggimenti di polizia ecc .. In tutti questi casi, anche per la polizia nautica l'aviatore di


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polizia è un collaboratore indispensabile come ricognitore, per la trasmissione di ordini e rapporti, per rifornimenti urgenti, per il recupero di equipaggi i cui battelli sono andati del tutto persi. La cooperazione con la polizia nautica è proprio al suo stadio iniziale. Ma le possibilità d'impiego individuate attestano già il valore del]' appoggio aereo per questo speciale ramo tecnico della polizia. 4. Impiego di aerei per la regolare assistenza medica, la sorveglianza igienica di piccole unità dislocate lontano e per il rifornimento urgente di bende e medicine. La particolarità dell'impiego delle formazioni di polizia ha posto con particolare urgenza l'esigenza di impiegare aerei nel servizio sanitario. L'impiego di unità della consistenza di reggimenti e battaglioni avviene in ampi spazi spesso senza collegamenti con le formazioni vicine. Queste unità sono perciò, per quel che riguarda la loro regolare assistenza sanitaria , lasciate completamente a se stesse. Diversamente dalle formazioni di linea dell'Esercito, manca nella lotta antibande il collegamento con i servizi sanitari nelle retrovie (compagnie sanitarie, lazzaretti da campo e plotoni di ambulanze motorizzale) (San. - Kompanien, Feldlazarette, Krankenkraftwagenziige), attraverso i quali passano i trasporti di malati e i rifornimenti di medicine e bendaggi. Data la pessima situazione viaria , le grandi distanze tra il posto di pronto soccorso dell'unità e la più vicina struttura sanitaria e la mancanza di un collegamento sicuro con le retrovie, il trasporto di feriti per mezzo di ambulanze motorizzate viene tavolta a mancare del tutto. Com e aeroam bulanza viene ugualmente usato il Fieseler Storch nel quale possono essere collocate due barelle una sopra l'altra. Se si carica solo una barella, si può trasportare ancora un accompagnatore (medico o g raduato sanitario) oppure un ferito leggero. Un' assistenza medica regolare di piccole unità, le quali, come p.e. la polizia nautica o le stazioni di gendarmeria (Gend. - Kommandos) sono dislocate in vasti spazi nei territori occupati, non hanno in organico nessun medico, ma spesso anche nessun graduato sanitario, è possibile anche nella buona stagione, a causa delle grandi distanze, grazie a ll'aereo . Ma soprattutto nel periodo delle grandi inondazioni e dell ' infangamento delle strade <*l l'assistenza m edica , la somministrazione di

(*) Si tengano presenti le condizioni sul fronte russo, dove durante il disgelo le strade diventavano a utentici pantani .


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ALESSANDRO POLITI

vaccini ecc., possono essere mantenuti o attuati in assoluto solo con le aeroambulanze Storch (San. - Storch). Anche qui lo Storch si rivela I'unica possibilità di prestare assistenza medica nel più breve tempo possibile o di trasportare i malati al più vicino lazzaretto. Non solo in caso di feriti gravi, ma anche di malattie acute, come appendiciti , infezioni polmonari ecc., l'impiego dell'aeroambulanza Storch significa il salvataggio di una vita umana. Il rapido invio di medici in zone epidemiche o sospette tali, nelle quali è importante prendere le misure necessarie nel più breve lasso di tempo, perché altrimenti attraverso la diffusione dell'epidemia interi reparti possono venir meno, è reso possibile nei tempi più brevi dall'aereo. In questo modo, attraverso l'invio urgente di materiali d'analisi (per analisi del sangue, delle feci, dell'acqua potabile ecc.) può essere emessa una tempestiva diagnosi e quindi può essere combattuta con la massima efficacia la diffusione di malattie contagiose (dissenteria, tifo, febbre petecchiale ecc.). Quel che vale per l'assistenza medica in genere, vale natura lmente anche per l'assistenza dentistica. Come il primario dispone dell'impiego di aeroambulanze Storch, co sì anche per il dentista esse son o disponibili. L'attrezzatura dentistica da campo della polizia tedesca è stiva ta in singoie cassette di iega leggera in modo tale che è senz'altro possibile, se non si può fare un viaggio in automobile o in motoslitta, caricare gli strumenti più importanti in un 'aeroambulanza . Perciò si può raggiungere l'obiettivo di poter regolarmente sottoporre a visita gli uomini di unità e capisaldi assai distanti, il che va considerato come una misura preventiva contro tutte le malattie deriva nti da cattiva igiene dentaria. 1 rifornimenti di materiale sanitario possono limitarsi solo a medi-

cine di ba sso p eso e piccolo volume. Proprio nella lotta antibande in zone boscose lontane da vie di comunicazione, nelle q uali vengono impiegati piccoli reparti con una limitata scorta di bende e che possono aver subito ina spettatamente forti perdite, l' invio urgente di bendaggi è spesso possibile solo con lo Storch. Percio il Fieseler Storch, con la sua capa cità di atterrare in breve spazio o, in caso di emergenza, di rifornire la truppa di bendaggi con l'aviolancio, è superiore a q ua lunqu e altro mezzo di trasporto. Altrettanto significativo quanto il rifornimento di bendaggi nelle operazioni di combattimento, è l'in vio celere di vaccini e medicine nelle zone epidemiche, dove l'invio per ferrovia e per automezzo può rappresentare un ritardo irrecuperabile ._ A causa dell'importanza del servizio sanitario per il mantenimento udla capacilà combattiva delle formazion i di truppa, è necessario che


LE DOTTRINE TEDESCHE

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CONTROGUERIUGUA 1936 -1944

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l'impiego di aeroambulanze Storch sia fatto solo in casi eccezionali rispetto ad altre missioni e anche solo con il benestare dell'ufficiale sanitario di polizia (Pol. - San. - Offizier) gerarchicamente più in alto. 5. Aerei nel servizio trasporto passeggeri e corriere. Proprio durante la guerra è stata assegnata grande importanza anche a questo ramo dell'aviazione di polizia e per di più non solo nella Ordnungspolizei, ma anche presso la Sicherheitspolizei e l'SD. Come già detto, le unità aeree della Ordnungspolizei e della Sicherheitspolizei sono state ormai raggruppate nel gruppo aereo z. b .V. 7. Mentre le possibilità d'impiego finora esposte sono principalmente presenti nella Ordnungspolizei, l'impiego di aerei trasporto passeggeri e di corriere è per lo meno altrettanto importante per le esigenze della Sicherheitspolizei. Nello svolgimento di tutti i compiti di polizia ciò che conta è quasi sempre la velocità. Certo, la trasmissione di ordini via cavo o via radio è più rapida. Tuttavia, quando questi collegamenti sono interrotti o esiste la possibilità che rapporti e ordini giungano incompleti, l'impiego di un aereo di corriere è la cosa più sicura; ovviamente in particolar modo se non devono essere impartiti solo degli ordini, ma anche condotte delle discussioni abbastanze lunghe. Si ha così la garanzia che, attraverso la trasmissione di persona degli ordini, si evitano gli equivoci e si possono chiarire sul posto i quesiti di rimando. Se si tratta di unità che non sono collegate e nelle cui vicinanze non esistono possibilità di atterraggio nemmeno per lo Storch, allora le comunicazioni, come già detto, possono sempre essere date o ricevute attraverso il lancio o il prelievo di esse . Non c' è bisogno di dire oltre sull'impiego di aerei da trasporto passeggeri presso la polizia, perché sono generalmente conosciuti i vantaggi dell'aereo per quel che riguarda velocità, comodità e sicurezza. Lo Chef della Ordnungspolizei e lo Chef della Sicherheitspolizei e dell'SD, così come tutti gli stati maggiori subordinati, gli Hoheren SS- und Polizciftihrer, BdO e BdS, sono oggi in grado assolutamente solo con l' uso dell'aereo di svolgere tutti gli incarichi di loro competenza. Per delle decisioni che vanno prese, basta spesso in questi voli osservare dall'alto il terreno per poter tirare delle conclusioni. Un ulteriore vantaggio è ch e gli aerei trasporto passeggeri possono collegarsi con le stazioni radio di polizia, in modo da poter trasmettere ancora durante il viaggio ordini e disposizioni. 6. Impiego di aerei nelle catastrofi.

Già prima dello scoppio della guerra si prestò p articolare attenzione alle possibilità d'impiego degli aerei nelle catastrofi; doveva essere


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ALESSANDRO POLITI

un particolare ambito di missioni per gli aviatori di polizia. In primo luogo si è pensato di poter valutare dall'aereo l'estensione della zona danneggiata in occasione di grandi incendi boschivi, grossi incendi e inondazioni catastrofiche, e di guidare le operazioni delle forze ausiliarie eventualmente via radio. In località o fattorie tagliate fuori da grandi inondazioni, spesso è possibile solo con l'aiuto dell'aereo portare viveri e medicinali, evacuare le popolazioni colpite dalle zone minacciate o fornire al più presto indicazioni preziose per l'impiego alla direzione della c'ompagnia anticatastrofi della polizia nautica (WasserschutzKatastrophen-Kompanie). Così con l'impiego di aerei si possono eventualmente salvare beni preziosi o vite umane. Per ultimo sia citato: 7. L 'impiego di aerei nei grandi servizi di sorveglianza.

Anche se, rispondendo alle esigenze dei tempi, questo genere di compiti è passato notevolmente in secondo piano. Ma poiché si tratta di un impiego di carattere pretta mente poliziesco, ne daremo per lo meno qualche breve cenno. Per esempio si possono citare le Olimpiadi, dove degli ufficiali di polizia si trovavano a bordo di un dirigibile e sorvegliavano di lì le masse di gente. Con il Fieseler Storch in volo lento è anche del tutto possibile durante tali grandi manifestazioni dare disposizioni da bordo dell'aereo via radio, nel caso che si verifichino ingorghi di masse umane e di veicoli e perciò siano necessarie deviazioni di una certa importanza. C. I SINGOLI AEREI DI UNA SQUADRIGLIA DEL GRUPPO AEREO Z.B.V. 7. Chi, in qualità di comandante di unità o capo di uno stato maggiore operativo delle formazioni di truppa deve valutare correttamente l'impiego degli aerei o addirittura dirigerlo, deve essere informato delle prestazioni degli aerei a disposizione. Deve conoscere il raggio d'azione cioè la durata del volo e la velocità media; inoltre deve sapere qualcosa sull'equipaggiamento e sulle possibilità di cooperazione. Per questo è stato condensato brevemente in-questa sezione ciò che è necessario sapere. Di regola una squadriglia di un gruppo della Luftwaffe impiega aerei del medesimo tipo. Per la composizione delle squadriglie del gruppo z.b.V. 7 si è dovuto tener conto del fatto che ogni squadriglia deve essere in grado di svolgere le missioni più diverse, come è stato fatto vedere nei capitoli precedenti. Perciò non esistono squadriglie da ricognizione,


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CO NTROGUERRIGI.11\ 1936-1944

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combattimento o trasporto sanitario, bensì vengono impiegate squadriglie miste. Ogni squadriglia dispone di un aereo da corriere e trasporto passeggeri per gli stati maggiori degli Hohcrc SS- und Poliziefiihrer, per il BdO e il BdS. Come aereo da combattimento si impiega il modello Fw. 189. In ogni squadriglia si trovano principalmente 6 Storche operativi, 1 Storch da aeroambulanza; inoltre un aliante da carico che ha spazio per 9 persone oltre al pilota e che viene impiegato quando è necessario un rinforzo per un caposaldo o per il trasporto di munizioni e altro materiale. La squadriglia di complemento , il cui compito è di eseguire voli per i centri di comando più importanti oltre che di addestrare ulteriormente il personale, dispone inoltre di aerei trasporto passeggeri più grandi del modello Ju. 52 e di un aereo più piccolo con analoghe funzioni appartenente al modello Si. 104. In breve il necessario per: l . / dati degli aerei impiegati:

Ju. 52

Si. 204

Si. 104

Fw. 58

(aereo trasporto passeggeri) trimotore 3-4 uomini di equipaggio (1 pilota, 1 operatore radio, I motorista, 1 mitragliere); 10 passeggeri circa velocità media 220 km/h autonomia 5 ore e mezza = 1.100 km .. (aereo trasporto passeggeri e per servizio corriere) bimotore 2 uomini di equipaggio (I pilota, I operatore radio e motorista); 4-8 passeggeri velocità media 260 km/h autonomia circa 5 ore e mezza = l.500 km .. (aereo trasporto passeggeri e per servizio di corriere) bimotore 2 uomini di equipaggio (I pilota, 1 operatore radio e motorista); 3 passeggeri velocità media 270 km/h autonomia circa 3 ore = 800 km .. (aereo trasporto passeggeri e per servizio di corriere) bimotore 2 uomini di equipaggio (1 pilota, 1 operatore radio e motorista); velocità media 200 km/h autonomia circa 3 ore = 600 km ..


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ALESSANDRO POUTI

Fw. 189 (ricognitore e aereo da attacco al suolo); bimotore; 3 uomini di equipaggio (l pilota, 1 osservatore, 1 mitragliere); velocità media 270 km/h autonomia 2 ore :;= 550 km. carico bellico 200 kg. 4 mitragliatrici. Fi. 156

(Einsatzstorch) monomotore 2 uomini di equipaggio (pilota, osservatore) velocità media 140 km/h, in volo lento 45 km/h; autonomia 4 ore e mezza = circa 600 km. carico bellico 100 kg. 1 mitragliatrice.

Fi. 156

(San.) aeroambulanza; dati come per l'Einsatzstorch, ma senza la rastrelliera per bombe e senza la mitragliatrice; 2 feriti trasportabili.

2. Equipaggiamenti particolari per gli aerei impiegati dalla polizia. Gli aerei Ju. 52, Si. 204, Si. 104, Fw. 58 e Fi. 156 (San.) vengono impiegati con gli equipaggiamenti di serie. Lo Storch Fi. 156 da noi denominato Einsatzstorch (Cicogna operativa), è stato dotato nel corso del tempo di equipaggiamenti speciali per l'impiego di polizia. Innanzi· tutto ha un'autonomia maggiore grazie al montaggio di un serbatoio supplementare di 100 litri. È stato dotato di un apparato radio principalmente per i voli di ricognizione (ma anche per elevare la sicurezza in volo), per mezzo del quale è possibile collega rsi con le stazioni radio delle unità di truppa della polizia, con i battelli della polizia nautica e anche con i centri dei distretti di controllo aereo (Flugsicherungsbezirk). Per l'impiego nella lotta diretta sono stati montati, come già detto, presso il sedile dell'osservatore degli affusti sui due Iati per accogliere una mitragliatrice aerea per il tiro agli obiettivi terrestri; inoltre sono state montate delle rastrelliere per bombe da 1 sino a 50 kg .. È assai utile che tutti gli Storche siano dotati di pattini da neve e che inoltre si trovino a bordo 2 paia di sci o di racchette da neve per l'equipaggio, nel caso che si debba atterrare fuori pista per cercare i capisaldi della Gendarmerie o in altri casi analoghi.


I.E OOTTRINF TFDF'.SCHE DI CONTROGUERRIGLlA 1936- 1944

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D . PARTICOLARI REQUISITI DEL PERSONALE DI VOLO NELLE OPERAZIONI DI POLIZIA La formazione aerea che è impiegata in appoggio alla polizia deve avere una caratterizzazione poliziesca. Ciò vuol dire che, non solo è di grande importanza ai fini della collaborazione che il personale di volo conosca l'organizzazione della polizia, ma gli si richiede che conosca il modo di combattere della polizia. Per una migliore comprensione possiamo fare un paragone con la Kriegsmarine. Si richiede agli aviatori impiegati in quest'arma che abbiano confidenza con la natura della guerra marittima e con i suoi mezzi. Perciò sono necessari e vengono anche compiuti un'istruzione e un addestramento più lunghi all' interno della Kriegsmarine. Riconoscendo che non vada solo posta la richiesta unilaterale di doversi aspettare dai comandanti di unità delle truppe di polizia che essi abbiano un certo numero di nozion i e conoscenze nell' impiego degli a erei, bisogna , appunto nell'interesse di una fruttuosa collaborazione, pretendere anche dal personale di volo impiegato nella polizia, che esso conosca le modalità delle operazioni di truppa della polizia. Prima della trasformazione in gruppo z .b. V. 7, l'unità otteneva uomini e ufficiali di complemento che provenivano dalle file della polizia e perciò avevano una formazione poliziesca. Quando il Reichsmarschall ha riconosciuto la necessità di una forza aerea per le speciali esigenze di polizia, è stato anche stabilito nel decreto di istituzione del gruppo z.b.V. 7 che il personale, ormai proveniente dalla Luftwaffe per il ripian amento dell'unità, deve ricevere nella squa driglia di complemento non può essere trasferito ad altre unità della Lutwaffe senza l'approvazione del Reichsfiihrer-SS. L'addestramento in questo senso è in fase di sviluppo e perciò si può solo dire brevemente come è pianificato e cosa deve essere richiesto . Se assolutamente una tale questione è trattata all'interno di questa esposizione, ciò avviene solo per mostrare che si fa tutto nell'intento di addestrare il personale di volo in maniera tale che possa svolgere le sue missioni secondo le richieste della truppa di polizia. 1. Accanto all'esigenza fondamentale che i piloti sappiano padroneggiare i diversi tipi di velivoli presenti nel gruppo aereo e anche di saper sfruttare al meglio le loro prestazioni, essi devono possedere pure un elevato senso di responsabilità, per non intaccare quella fiducia, che


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ALllSSANDRO POLITI

è necessaria per gli aviatori. Presso il gruppo aereo dovranno a intervalli regolari p.e. sottoporsi a esami e saper fornire le prestazioni prescritte, come atterrare e decollare su ostacoli con lo Storch in uno spazio ristretto e simili, in modo che possano durante l'impiego operativo compiere la loro missione anche quando con un addestramento minore avrebbero evitato, per esempio, un atterraggio su una striscia di fortuna. 2. L'addestramento degli osservatori è particolarmente multiforme e richiede in ogni caso un'ulteriore addestramento intensivo. Poi devono essere buoni radio operatori e devono sapere dove si devono ricercare dei guasti anche in volo, come si individuano e perlomeno come si riparano provvisoriamente. Durante il cattivo tempo essi costituiscono un valido appoggio per il pilota e possono contribuire in buona mis ura al compimento della missione. Ciò che è loro richiesto in particolar modo è di essere consci che dai loro rapporti e dalle loro osservazioni dipende l'impiego della truppa, e perciò hanno la responsabilità per la riuscita dell'operazione e non da ultimo per la vita di molti camerati. Devono sapere come stilare i rapporti e come strutturare le osservazioni . ln genere si tratta di essere veloci. Quindi si esige da loro accuratezza e rapidità d'azione. Dunque il presupposto è la totale padronanza del loro ramo operativo. Accanto all'addestramento puramente tecnico nell' uso di apparecchi radio, nel lanciare e nel prelevare sacchi per messaggi e nell'uso delle armi, gli osservatori, oltre a frequentare le scuole di osservazione aerea, prendono anche parte alle esercitazioni delle Scuole militari di polizia (Polizeiwaffenschulen) , dove imparano a conoscere le peculiarità delle operazioni di polizia dal loro punto di vista di esterni. Inoltre si deve naturalmente pretendere da loro che abbiano esperienza nella manutenzione degli aeroplani, in modo da poter dare in ogni momento il loro contributo a che gli aerei siano pronti per la missione. Si ha l'intenzione di fornire a tutto il persona le del gruppo z. b. V. 7 non solo l'addestramento di truppa di polizia, ma anche le cognizioni puramente poliziesche, nella misura in cui possano essere utili per le operazioni. Anche qui si può ancora citare come esempio la situazione nella Kriegsmarinc. Proprio come gli aviatori in quell'arma non debbono conoscere solo le modalità di combattimento delle forze navali, ma quel che del mestiere vero e proprio è necessario alla quotidiana collaborazione, così gli aviatori impiegati nella polizia devono anche conoscere i fondamenti del servizio di polizia.


CONCLUSIONE

Infine riassumendo, va esposto ancora in breve cosa fosse importante negli argomenti finora esposti. Innanzitutto bisognava mostrare agli ufficiali di truppa della polizia che in genere esistono aerei a disposizione della polizia, cosa non dovunque nota, e poi che fosse possibile una promettente cooperazione con tutti i rami della polizia, si tratti di Ordnungspolizei o di Sicherheitspolizci, e all'interno della Ordnungspolizei con ic formazioni òi truppa, ia Gendarmtri~, la polizia nautka, i vigili del fuoco (Feuerschutzpolizei) e il servizio sanitario (Saniliitdienst), e mostrare infine come questa cooperazione fosse stata sperimentata sinora. Come il personale di volo impiegato ndla polizia viene addestrato per questa collaborazione, così agli ufficiali di truppa, che devono dirigere l'impiego degli aerei, si richiede di far proprie tutte quelle cognizioni sulle possibilità operative degli aerei in modo da aver comprensione per le esigenze degli aviatori e da poter contribuire autonomamente con i loro suggerimenti a portare a vanti quanto si è già cominciato a sviluppare. Attualmente sono emerse da poco nuove p ossibilità di cooperazione, sulle quali tuttavia non si può parlare a lungo perché devono ancora dimostrare la loro validità. Innanzitutto si tratta della costituzione di una formazione paracadutata o sbarcata da alianti, che ha lo scopo di sbarrare la strada alle bande che manovrino evasivamente. Inoltre bisogna sperimentare se è valida l'installazione di uno speciale apparato sull'aereo, il quale permetta di collegarsi direttamente in fonia con le truppe a terra . In una esercitazione durata due settimane alla Scuola militare di polizia (Polizeiwaffenschule) di Hellerau, sì provò che il comandante della formazione può mantenere contatto continuo con l' osservatore, in modo ch e nuove situazioni siano subito seguite dai necessari provvedimenti. In ultimo sia detto che presso il gruppo aereo z.b.V. 7 devono essere istituite squadriglie da attacco al suolo (Ju. 87) e che saranno sempre impiegate sui centri di gravità.


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ALESSA NDRO .POLITI

Lo Chef della Ordnungspolizei Kdo. I Ausb. (3) 20 Nr. 2082/44

Ber/in, 16 marzo 1944

Oggetto: Manuale "Einsatz von Flugzeugen bei dcr Deutschen Polizei".

Alle Scuole Ufficiali della Ordnungspolizei a Mariaschein, Fi.irstenfeldbruk e Eberswalde; A lla Scuola Ufficiali di Po!izia del servizio eccnmni~c ~ ::ir:1 ministrativo (Poi. - Offizierschule des Wirtsch .-Verw. Dicnstes) a Weimar; Alle Scuole Militari di Polizia I - Ill (Pol. - Waffcnschulen) a Drcsden-Hellerau, 1,aon e L' Aja; Al Corso A iutanti Ufficiali (f''iihrcrgehilfenlehrgang) a Dresden-Hellerau; Alle Scuole Trasporti di Polizia (Pol.-Schulen fur Kraftfahrwcscn) a Vier111a, lglau e Suhl; Alla Scuola Trasmissioni di Polizia (Pol.-Schulc f(ir Nachrich- · tenwescn) a Eilensburg; Scuola di Polizia (Polizia Nautica) a Stettino; Scuola di Polizia per l' addestramento di alta m ontagna (Pol.-Schule fur H ochgebirgsausbildung) a Innsbruck ; Al/' Ospedale di Stato della Polizia (Staatskra nkcnhaus der Polizei) a Berlino; Ospedale di Polizia (Pol.-Krankenhaus) a Vienna; A lla Sezione di Complemento della Gendarmerie (Gend.Ersatz-Abt.-) a T horn; Sezione di Addestramento della Gendarmerie (Gend. Ausb.-Abt.-) a Gotenhafen-Adlerhorst; Sezione di Addestramento e Complemento della Gendarmerie (Gend.-Ausb.-u. Ers .-Abt.-) a Tabor;


LE DOTTRINE TEDESC HE D1 <:ONT ROGlJERRIGLJA 1936 -1944

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Alle Scuole di Polizia (Schutzpol.-) a Jena, Gnesen e Heidenheim;

Scuole di Polizia (Gend .-) a Hildesheim, Wien- Modling, Freiburg, Bad Ems, Weichselstadt e Oeggingen.

Con la presente invio a ciascuno 10 manuali "Einsatz von Flugzeugen bei der Deutschen Polizei". Negli attuali corsi di istruzione bisogna dedicare una lezione all'esposizione del manuale. Rivolgersi a me per ottenere un numero di copie maggiore di quello preventivato. Per l'incarico f to Eggebrecht Per la giustezza (firma illeggibile) Major d. SchP.



DOCUMENTO N. 14

Merkblatt 69/2 Nur fiir den Dicnstgebrauch BANDENBEKÀMPFUNG (GULTIG FUR ALLE WAFFEN) VOM 6.5.1944

lvfiliiiirarchiv (Freiburg i. B.) Bundesarchiv Bucherei 622/ 60. Bestand: RHD6/69/2


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ALESSANDRO POLITI

Manuale 62/9 Solo per impiego di servizio Lotta antibande del 6.5.1944 Oberkommando der Wehrmacht Nr. 03268/44-W.F.St./Op. F.H.Qu . . il 6.5.1944 Il manuale 69/2 "Bandcnbekàmpfung" entra in vigore nella Wehrmacht a partire dal 1.4.1 944. 11 man uale N .f.D . 69/ 1 "Kampfa11weisung fiir die Bandenbekampfung im Osten" (Istruzioni di lotta antibande

nell'Est) (OKW. 1216/ 42W.F .St./Op. dcll'll.11.1942) non ha perciò più validità .

11 capo dell'Oberkommando della Wehrmacht. Firmato per l'ordine: .Todi


LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRIGUA 1936-1944

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Indice Premessa I. La minaccia delle bande Il. La lotta alle bande A. Il comando B. La truppa

C. La ricognizione contro le bande D. I tipi di combattimento

I . Accerchiamento ed annientamento 2. Distruzione con attacco di sorpresa e caccia 3 . Impiego di Jagdkommandos contro le bande III. Protezione contro le bande

A. In generale B. Protezione delle installazioni ferroviarie e del traffico ferroviario

C. Protezione di comunicazioni terrestri e fluviali

D. Protezione delle installazioni economiche, amministrative e di telecomunicazioni

E. Protezione dell'economia agricola e forestale IV. Particolarità A. Impiego della Luftwaffe nella lotta antibande

B. Impiego di treni blindati nella lotta antibande C. Particolarità dell'uso di trasmissioni nella lotta antibande D. Particolarità dell'uso di mezzi motorizzati nella lotta antibande E. Trattamento della popolazione, dei fiancheggiatori e dei banditi F. Confisca dei prodotti agri culi


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ALESSANORO POLITI

Premessa

li manuale "Lotta antibande" deve dare ai reparti della Wehrmacht ed ai loro comandanti, che venissero impiegati nella missione di lotta antibande, principi operativi di validità generale e già collaudati, nonché comunicare esperienze e suggerimenti. Ha validità per tutte le componenti della Wehrmacht come anche per tutte le organizzazioni impiegate nei territori occupati (RAD, OT, ecc.). I. LA MINACCIA DELLE BANDE 1. La guerra per bande ha conosciuto un incremento notevole non solo in estensione, ma anche in importanza. Attraverso la guerra per bande il nemico vuole sottrarre all'impiego di prima linea forti aliquote delle nostre forze. 2. I ..'im!)il'go di ~ande si svolge nell'ambito delle opera:doni combinate. Presso i bolscevichi le bande ricevono correntemente dal comando centrale delle bande direttive operative e indicazioni politiche. Inoltre alcune bande, soprattutto nelle zone vicine al fronte, sono in collegamento con il comando delle bande direttamente attraverso i comandi militari di collegamento del nemico. Inoltre vengono mantenuti stretti rapporti tra le organizzazioni politiche illegali e le bande. Questi stretti rapporti delle organizzazioni partigiane con quelle politiche illegali risaltano particolarmente nelle dichiarazioni dei prigionieri. 3. L'obbiettivo militare delle bande consiste nell'arrecarci danni nelle retrovie. In dettaglio le bande si servono dei seguenti mezzi: a) assaìii a caposaì<li, aiìoggi, coìonne ài trasporti, truppe in marcia,

colonne di rifornimenti e veicoli isolati; b) demolizione con esplosivi di strade, ponti, binari ed altre installa zioni ferroviarie nei tratti importanti per il rifornimento del fronte e possibilmente durante operazioni campali decisive; c) danneggiamento dei mezzi di telecomunicazione e delle comunicazioni in genere, soprattutto,lincc di cavi e fili dirette ad importa nti settori del fronte; d) distruzione di tutte le instal1azioni economiche e distruzione del raccolto;

e) terrorismo contro la popolazione con l'obbiettivo di sottrarla all'influsso della nostra amministrazio ne e contemporaneamente di assicurare la fascia di abili al combattimento al servizio nell' esercito russo.


LE DOTTRINE TEDE~CHE DI CONTROGUERR!GLJA 1936-1944

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Risulta da numerosi rapporti che le bande rastrellano la popolazione maschile abile al servizio, le impartiscono una sommaria istruzione militare e la consegnano poi ali' Armata Rossa quando il fronte si avvicina; f) disgregazione dei reparti del nostro paese.

4. Le bande sono composte da: a) trascurabili resti di aliquote nemiche, che alla conquista del paese sono rimaste illese alle spalle del nostro fronte;

b) aliquote nemiche sbandate; e) forze nemiche infiltrate per piccoli gruppi o individualmente attraverso il fronte; d) forze nemiche paracadutate; e) prigionieri di guerra evasi; f) nostri ausiliari che hanno disertato; g) abitanti del luogo, unitisi volontariamente alle bande; h) abitanti del luogo, costretti col terrore ad entrare nelle bande . Donne si trovano frequentemente nei ranghi delle bande, e precisamente sia come effettive combattenti, sia come ausiliarie logistiche e nel)'assistenza sanitaria e come persone di collegamento. Le bande si trovano dei rincalzi continuamente. I nuovi arrivati nelle bande vengono vagliati rigorosamente, per ostacolare l'infiltrazione di informatori nemici. Un periodo di prova per le reclute delle bande è la regola. Se vengono addestrati, rimangono però disarmati.

5. I capi delle bande bolsceviche sono ufficiali e commissari che sono stati lasciati ind ietro dalle truppe nemiche in ritirata o infiltrati per via aerea ; inoltre i comandi nemici hanno impiegato come capiba nda altre persone stimate adatte alla bisogna, soprattutto funzionari e quadri politici. In altri territori le bande vengono guida te dai propri capi , in accordo con le caratteristiche del paese. 6. La struttura delle bande è militare. Ci sono unità della consistenza più diversa. Tuttavia i nomi usati dalle bande per le loro unità non corrispondono affatto alle similari denominazioni da noi in u so . Il diffusissimo nome di "brigata" viene spesso usato solo per una banda di qualche centinaio di uomini. Spesso le bande appaiono con una forza del genere. Tra di esse si possono anche creare grandi bande, forti di diverse migliaia di uomini, che in parte hanno una struttura puramente militare.


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ALESSANDRO POLITI

Lo sforzo da parte dei comandi delle bande nel rendere le bande unità potenti, più grandi e saldamente inquadrate, è visibile ovunque. In genere la disciplina viene mantenuta duramente. Accanto alle formazioni guerrigliere saldamente strutturate in modo militare, vi sono quelle ancora in fase di costituzione e che perciò hanno legami meno saldi. Le formazioni più grandi hanno spesso unità minori dei tipi e delle consistenze più diverse. Per le demolizioni all'esplosivo e la costruzione di ponti vi sono unità speciali nelle bande. Spesso appartengono alle bande formazioni di cavalieri, più di rado di artiglieri e cacciatori di carri. Per mezzo di particolari unità di collegamento le bande si creano una rete di comunicazioni buona ed a maglie strette. Via radio si collegano ai comandi superiori ed alle unità vicine. Dispongono anche di una buona e ben gestita capacità di cifratura. 7. li modo di combattere delle bande si contraddistingue nel modo seguente: le loro missioni di combattimento cercano in primo luogo di ottenere distruzioni ed attentati. Il compimento di queste missioni richiede soprattutto l'evitare il combattimento aperto. I gruppi effettivamente destinati al sabotaggio cd al minamento, di consistenza non superiore allo stretto necessario per la loro missione, evitano ogni combaHimento aperto. Negli attacchi contro le nostre truppe le bande usano in genere: a) l'attacco improvviso. Esso è diretto soprattutto contro truppe, dislocate in bivacchi od in alloggi e protette poco o male. Dopo un'accurata ricognizione, le bande compaiono improvvisamente, attaccano i punti più vulnerabili (comando, deposito di armi ecc.), per poi sparire con altrettanta rapidità; b) tendere imboscate. Queste servono ad annientare trasporti ferroviari, formazioni in marcia, colonne e convogli. Con la detonazione di mine le bande provocano prima un' arresto nel movimento avversario e successivamente aprono il fuoco di sorpresa e contemporaneamente sugli uomini allo scoperto. · Se le bande sono destinate al combattimento, si comportano diversamenle secondo la ]oro grandezza. Bande più consistenti affrontano senz'altro il combattimento e lo svolgono secondo i principi fondamentali della tattica. Bande che si sentono in condizione di inferiorità evitano lo scontro quasi sempre, soprattutto sotto la minaccia di accerchiamento o aggiramento. Se l'accerchiamento è riuscito e non c'è altra via di scampo, allora le bande attaccano con decisione per sfondare. Tuttavia preferiscono esfiltrare dall'accerchiamento individualmente o a


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piccoli gruppi, oppure nascondersi spesso camuffandosi da pacifici abitanti del luogo. Tentano spesso di sviare l'attenzione della truppa accerchiante servendosi di attacchi diversivi. Se sono sulla difensiva, le bande preparano posizioni campali e bunker di terra, accuratamente mascherati, e li difendono con accanimento e tenacia . Fanno avvicinare l'attaccante a distanza minima cd aprono il fuoco di sorpresa. Nello stesso modo combattono contro formazioni di esploratori nemici. Le bande trattano le loro vittime con una crudeltà senza pari. Chi cade nelle loro mani può aspettarsi una morte orrenda. La mutilazione dei feriti e dei prigionieri è la regola. Ciò deve essere conosciuto da tutti quelli impiegati nella lotta antibande, in modo da agire con durezza. 8. Le bande cambiano frequentemente i loro quartieri. Questo accade o per eseguire una missione loro assegnata o per assicurarsi i rifornirnent.i oppure anche per compiere una manovra evasiva di fronte ad un imminente attacco delle nostre forze . Le bande proteggono accuratamente da ogni lato le loro marce e mantengono una rigida disciplina di marcia. I banditi marciano quasi senza eccezioni su strade secondarie, conosciute solo da persone esperte della località, e si servono di guadi in genere non utilizzati dalla normale circolazione. Alcune strade vengono frequentemente usate tanto che si possono denominare passaggi delle bande. fersino nella fuga le bande prediligono questi sentieri. Come mezzi di trasporto le bande si servono, secondo la stagione, di carretti tipici del luogo o di slitte. 1 loro cavalli sono di buona qualità. Si riforniscono di cavalli con requisizioni. Dura nte la ma rcia cambiano nei villaggi i cavalli stanchi con altri freschi. Sanno perfettamente adattare i mezzi di trasporto alle diverse necessità poste dal terreno e d alle comunicazioni stradali. Le bande sono capaci di marciare fino a 60-70 Km a l giorno. 9. Le bande utilizzano come luogo per accamparsi zone di difficile accesso, p.e. foreste apparentemente impenetrabili agli occhi di forestieri, paludi impercorribili, isole in mezzo a paludi, foreste montane difficili da raggi ungere, caverne nascoste ecc .. Nella loro zona di acquartieramento costruiscono quasi sempre accampamenti stabili, dotati, come le posizioni campali, di apprestamenti difensivi come altane e bunker di terra e protetti da sbarramenti di mine. Spesso vengono posti in uno spazio relativamente ristretto diversi accampamenti vicini tra di loro. Oltre agli accampamenti principali vengono allestiti 2-3 accampamenti di emergenza. I depositi di munizioni e vettovaglie si trovano sempre ad una certa distanza dall'accampamento principale.


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Le bande dislocano intorno all'accampamento principale o alle zone dove si trovano più accampamenti dei dispositivi di sicurezza, costituiti o dalla banda principale in forma di sentinelle o da fiancheggiatori dei villaggi vicini. Spesso vengono allestite due linee di sicurezza. Negli accampamenti vengono allestite strutture logistiche, p.e. macellerie, forni, lazzaretti, officine militari. In caso di improvviso abbandono dell'accampamento le provviste vengono nascoste, per lo più sotterrate. Inoltre le bande che devono ritirarsi lasciano indietro presso la popolazione le provviste non necessarie alla marcia in cambio di ricevute, in modo da esigerle più tardi. Se le bande riescono a fermarsi per più tempo in una zona, j·stituiscono una loro amministrazione locale, fanno leva di reclute, formano nuovi reparti e svolgono addestramento militare. Sorgono le cosiddette "repubbliche delle bande". 10. Le bande si servono di molti stratagemmi. Il loro stratagemma più importante consiste nel simulare una consistenza numerica più grande. Dichiarano ovunque una consistenza assai esagerata e affermano di possedere armi di cui in realtà non dispongono affatto. Diffondono queste false notizie in ogni occasione in modo da ingannarci e scoraggiarci dal1' attaccare. Un altro inganno è il travestimento. I membri delle bande incaricati della ricognizione o della requisizione, portano spesso uniformi della polizia tedesca, della Wehrmacht o delle Waffen-SS. Inoltre singoli banditi compaiono spesso travestiti da donne. Nel campo della mimetizzazione le bande dimostrano grandi capacità, specialmente se devono nascondersi. Così sono stati trovati banditi quasi con l'acqua alla bocca e con il capo coperto da zolle erbose oppure che si erano quasi completamente sotterrati. 11. Le bande dispongono di un servizio d'informazioni esemplare. I loro agenti sono piazzati, spesso senza essere individuati, in uffici tedeschi come lavoratori o interpreti. Quasi in ogni villaggio c'è un fiancheggiatore delle bande, che è attiyo nel servizio d'informazioni delle bande come delatore. Informatori-cercano di scoprire tutte le misure operative e le disposizioni di servizio dei luoghi di servizio tedeschi. Le bande hanno particolare abilità nell'intercettazione delle linee via cavo. Nel servizio d'informazioni sono attive molte donne e anche dei minorenni. La grande diffusione della lingua tedesca nei· territori occupati facilita la raccolta di informazioni da parte delle bande.


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Il servizio d'informazioni permette àlle bande, a meno che non venga assolutamente mantenuta da parte nostra la segretezza, di individuare velocemente le azioni contro di esse e di prevenirle. Il servizio d'informazioni delle bande lavora anche per i comandi degli eserciti nemici.

12. In genere le bande portano solo armi di fanteria leggere e pesanti. Prendono dalle truppe nemiche in ritirata armi e munizioni, che vengono continuamente integrate da aviolanci. Inoltre utilizzano armi e munizioni predati nelle imboscate.

J3. Le bande si approvvigionano di viveri con requisizioni nelle campagne. Le loro richieste sono in genere misurate in modo da non inimicarsi la popolazione. 14. Le bande non hanno una precisa uniforme. Accanto agli abiti civili usano tutte le possibili uniformi nemiche ed amiche. Le loro scorle di uniformi vengono integrate da imboscate.

15. Le bande hanno allestito propri servizi a terra per l'aviazione nemica che li rifornisce, e precisamente con radiofari, posti di segnalazione luminosa e all'occorrenza con dei falò. Nei loro santuari dispongono di strisce di atterraggio. 16. Le bande hanno bisogno, per poter esistere, o dell'assoluto dominio nel loro territorio oppure dell'appoggio della popolazione. La tolleranza è il gradino più basso dell'appoggio. Tuttavia molto spesso la cooperazione tra la popolazione ed i banditi va molto più oltre. Alcune parti della popolazione prendono parte temporanea mente od occasionalmente parte ai combattimenti delle bande, senza lasciare il loro lavoro di contadini o manovali, oppure svolgono nelle bande funzioni ausiliare, p.e. informatori, corrieri, o agenti. Succede anche spesso che banditi ricevano temporaneamente delle licenze per poter svolgere il loro lavoro . In caso di necessità vengono di nuovo richiamati in servizio. II. LA LOTTA ALLE BANDE A. La condotta 17. La lotta alle bande è una questione di comando. Essa va condotta e valutata , considerando tutte le particolarità trattate in questo manuale e seguendo principi tattici ampiamente sperimentati. Anche il suo successo dipende dalla superiorità del comando.


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18. La definizione delle competenze e responsabilità di comando avviene ad alto livello tra i vertici deJla Wehrmacht cd il ReichsfiihrerSS und Chef der Deuischen Polizei. 19. Per ogni grande operazione antibande va nominato un comandante responsabile di essa. La sua autorità sulle truppe della Wehrmacht e del Reichsfiihrer-SS impegnate nella specifica operazione, come anche se necessario sulle istituzioni civili, va definita in anticipo ed in stretta cooperazione tra i comandi competenti. 20. La lotta antibande richiede stretta cooperazione tra i comandi militari e del Reichsfiihrer-SS e gli uffici civili. La cooperazione deve già avvenire in ogni fase di pianificazione. Nel caso di provvedimenti dell'amministrazione civile come lavori agricoli, costruzione di strade e ponti, lavori forestali, trasferimenti di popolazione ecc., bisogna considerare l'attuale situazione delle bande. D'altro canto nella lotta antibande bisogna continuamente tener presenti le necessità dell'amministrazione. 21. Nella lotta antibande un confine territoriale non deve costituire un'ostacolo. Se un'operazione nel corso dei combattimenti deborda in una zona confinante, essa va continuala senz'altro. Una preventiva partecipazione delle formazioni vicine alla pianificazione di grandi operazioni assicura la loro cooperazione tempestiva. 22. Nella lotta antibande sono stati finora usati con successo i segu enti procedimenti: a) Accerchiamento delle bande e rastrellamento della sacca. Accerchiamento delle bande e rastrellamento dell'area accerchiata. Questa è la principale tecnica di combattimento e insieme il mezzo più efficiente per eliminare la minaccia delle bande. Richiede forze maggiori , ma il più delle volte porta al successo. b) Distruzione attraverso l'attacco a sorpresa e la caccia. Se le forze e il tempo non sono sufficienti per l'accerchiamento, o il terreno difficile Io rende impossibile, le bande devono, a nche senza precedente accerchiamento, esser attaccate, sconfitte e cacciate finché non siano completamente distrutte. c) Spiegamento di Jagdkommandos contro le bande. Unità piccole, ma particolarmente efficienti, strutturate ed armate come Jagdkommandos, sono assai adatte a impedire la formazione di bande e a sconvolgere le comunicazioni delle bande. d) Protezione contro le bande (cfr. pgr. 94-128 più in basso). Tutte le truppe, gli accantonamenti, il traffico e le installazioni economiche,


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come anche importanti industrie belliche devono autoproteggersi ed essere protetti con misure di sicurezza dall'attacco portato dalle bande. 23. Nella lotta antibande l'iniziativa deve sempre rimanere dalla nostra parte. Anche se un comandante dispone solo di piccole forze, non deve lasciarsi indurre nell'irresolutezza. Se possibil~, ogni azione delle bande bisogna che sia seguita da una controazione. Dipende dalla consistenza delle forze disponibili, dalla situazione delle bande e da quella generale quale tecnica di combattimento debba essere usata in ciascun caso. Coraggio, iniziativa , adattabilità del comandante ed esperienza nel combattere le bande devono essere combinate per usare con successo la tecnica che a seconda delle circostanze, causi il danno maggiore. I rinvii e l'inazione danno alle bande il tempo di stabilirsi e rafforzarsi. Bande di recente comparsa devono essere combattute subito. È impossibile domare la minaccia delle bande impiegando una sola tauica. Anche le formazioni antibandc più viLLoriose e meglio condotte, non otterranno il successo finale se l'area rastrellata non è tenuta libera da bande. Così nella tecnica di combattimento deve essere evitata l'adesione ad un principio rigido, poiché le bande reagiscono rapidamente e prendono le necessarie contromisure, tanto più che hanno e ricevono di continuo direttive a questo proposito dai quartieri generali delle bande.

24. La lotta antibande tanto nelle operazioni attive, quanto nelle misure di sicurezza richiede la formazione di distinti centri di gravità. Spesso, nel combattimento contro le bande la posizione cambia fulmineamente e mette il comandante di fronte ad una situazione imprevedibile. È quindi necessario per ogni comandante conservare sempre sufficienti forze a disposizione, che gli permetteranno in ogni momento di spostare il centro di gravità. Unità piccole, ma altamente mobili sono le migli ori come riserve e gruppi di impiego. 25. Le grandi aree d'operazione nella lotta antibande rendono difficile per il comandante di esercitare una costante influenza sulle unità ai su oi ordini. I tre seguenti sistemi hanno provato la loro utilità: a) Una buona rete predisposta di comunicazioni, preferibilmente con ampie comunicazioni via cavo sulle quali è sovrapposto un efficiente sistema radio con apparati affidabili, facilita la rapida trasmissione di informazioni, specie sulle lunghe distanze. b) La mobilità del comandante, grazie a ll ' uso di piccoli velivoli (Cicogna), gli offre l'opportunità di intervwin: in punti decisivi.


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c) Il comandante mantiene il controllo sulle unità, facendole avanzare settore per settore e su obbiettivi a breve distanza. Se la trasmissione delle informazioni è cattiva e la zona di operazioni vasta, egli ha da tener conto soprattutto della perdita di tempo. L'informazione data all'unità sull'intero piano d'azione ne assicura la necessaria indipendenza nel quadro delle missioni affidate. 26. Nella lotta antibande la sorpresa è un ausilio particolarmente importante per i comandanti. Le bande contano per esperienza sul fatto che con tempo cauivo e vie di difficile transitabilità difficilmente verranno attaccate. Inoltre credono che la nostra truppa difficilmente si addentra nelle paludi e nelle fitle foreste . Chi svolge un'operazione antibande a dispetto delle difficoltà opposte dal tempo e dal terreno, può contare nella maggior parte dei casi con la totale sorpresa contro le bande. Il pericolo che le bande conoscano tempestivamente opera7foni già pianificate è assai grande. Perciò tutti i preparativi si devono svolgere nel più ristretto ambito dello stato maggiore preposto all'operazione. Vanno evitate comunicazioni telefoniche. Denominazioni camuffate facilitano il mantenimento del segreto. Poichè le bande esercitano assai attivamente proprio la sorveglianza dei servizi e delle installazioni di trasmissioni, in modo da assicurarsi una precoce conoscenza delle future operazioni, è necessario effettuare assai accuratamente fin dall'inizio il mascheramento delle trasmissioni e la dissimulazione di esse, controllandole costantemente per evitare che, secondo esperienza, dopo un po' di tempo la disciplina della riservatezza si allenti. Al meglio la truppa viene informata solo immediatàmente prima dell'impiego. Per motivi di riservatezza conviene allertare la truppa nel momento di presa di contatto. Gli uffici civili vanno informati solo ad operazione ini ziata ; soltanto i Reichskommissare ed i Generalkommissarc o i loro vice vanno informati di persona prima di operazioni importanti. Anche nel corso dell'operazione la truppa deve sempre pensare a sorprendere le bande . I punti di raduno o di partenza devono venire raggiunti solo di sera o di notte. Le posizioni di combattimento non vanno occupati prima del! 'arrivo delle truppe. Si inizia il movimento dalla zona di partenza nelle primissime ore del giorno. 27. Le stagioni hanno un notevole influsso sulla lotta antibande . In primavera e nell'autunno il procedere per paludi e fitte boscaglie è a ssai difficile.


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L'estate rende più facile ai soldati combattere nelle paludi ed anche viverci. Soltanto l'inverno permette di percorrere la superficie pantanosa della maggior parte delle zone paludose. È perciò la stagione particolarmente adatta per le grandi operazioni, specialmente per gli accerchiamenti a grande raggio. La neve fresca facilita la ricerca delle tracce. In più le bande sono ostacolate nei movimenti durante l' inverno, perché sono maggiormente legate ai loro accampamenti e provviste; quindi le possibilità di obbligarle al combattimento sono maggiori. Quando la situazione complessiva e quella delle bande lo permettono, bisogna attaccare le bande anche in stagioni sfavorevoli. 28. Alla lotta contro le bande devono essere in grado di contribuire tutte le truppe tedesche, anche le truppe logistiche , tecniche o le unità di allarme. Le agenzie civili presenti in territori minacciati dalle bande devono essere istruite sui principi della lotta antibande, in modo da prendere parte ai combattimento in caso di necessità. È indispensabile un continuo addestramento del singolo soldato e dei reparti mirato sulle particolarità della lotta antibandc. 29. La lotta antibande è una "lotta in particolari circost.anze". La particolarità risiede nel fatto che: le truppe hanno di fronte un avversario il cui comportamento e consuetudini di combattimento sono spesso differenti rispetto a quanto è normale sul fronte. Ai suoi inganni, insidie e crudeltà bisogna contrapporre vigilanza, decisione e durezza . Queste cose contano molto più di tante altre nella lotta antibande. Tuttavia ciò viene spesso non compreso dalle truppe. Esse tendono a prendersela comoda nella lotta. Per il fatto che contro di loro sono sch ierate forze deboli e poche armi, si comportano senza riflettere, mettendo a repentaglio la sicurezza loro e degli altri reparti. A causa di questo comportamento sono risultate nel corso del tempo inutili perdite. Solo una continua. sorveglianza protegge la truppa da queste evitabili perdite, è compito di ogni comandante controllare che la truppa abbia in ogni istante un comportamento a deguato alla lotta. La trascuratezza no n deve essere considerata prodezza. 30. Le truppe devono raggiungere risultati eccellenti nei servizi di ricognizione, informazione e osservazione e quindi nel ricercare e scovare nascondigli . Bisogna trovare i banditi ben nascosti e mimetizzati, i loro rifugi di emergenza e i loro deposit i di vettovaglie e munizioni. Perciò si raccomanda l'impiego di cani poliziotto. Bisogna riconoscere tempestivamente le mine spesso ben posate. Per la cer<.:a ùi mim: vanno


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assegnati dei Pioniere alle pattuglie di ricognizione, alle avanguardie cd alle punte d'attacco (cfr. pgr. 39). In territori sconosciuti si possono impiegare come guide, usando le opportune precauzioni, dei disertori, dei prigionieri o degli abitanti del luogo atti allo scopo (p.e. boscaioli locali esperti dei sentieri). 31. La lotta antibande richiede protezioni accurate, poiché bisogna aspettarsi il nemico da ogni parte. Ogni marcia deve essere protetta in ogni direzione. Le distanze tra le unità in marcia devono essere mantenute ridotte. Le armi pesanti devono essere distribuite per tutta la lunghezza della colonna in marcia. Se si devono usare strade che non sono state precedentemente esplorate, bisogna usare le seguenti precauzioni contro le mine: a) rulli compressori di tronchi d'albero trascinati davanti alle truppe, b) bestiame spinto davanti alle truppe. Le truppe devono essere accuratamente protette menlre riposano. 11 migliore tipo di difesa è offerto dalla sistemazione "a istrice". Anche nei villaggi le truppe devono essere protette in ogni direzione. Le fo rmazioni non devono essere sparpagliate negli acquartieramenti. 32. Modi di avanzare nella foresta. In tutti i tipi di avanzata assumono particolare importanza il mantenimento delle comunicazioni e dell'orientamento (gruppo di orientamento). Le comunkazioni devono essere mantenute su entrambi i lati, tuttavia il contatto solo sulla propria destra. Riserve sino ad un terzo della forza proteggono il reparto da sorprese. Il comandante ha le riserve, come pure una parte delle armi pesanti, che lo segue a stretto contatto. Se aliquote del reparto si imbattono in terreno difficile e accidentato, bisogna adattarsi al ritmo di avanzata di queste aliquote . Eventuali varchi nello schieramento a livello di compagnia o battaglione, vanno chiusi immediatamente disponendosi nei luoghi più opportuni.

Paludi del tutto intransitabili per le bande non esistono, e nemmeno per le proprie truppe. Essa dev~ saper u sare degli ausili disponibili per il combattimento nelle paludi (vedi pgr. 42 sgg .), ma in caso di necessità, esattamente come fanno i banditi, poter combattere senza di essi. La truppa deve essere educata alla necessaria resistenza. 33. Nello scontro a fuoco la nostra truppa deve avere la superiorità. I banditi ben mimetizzati ci offrono solo piccoli bersagli, per di più visibili solo per poco tempo. Queslo richiede un tiro accurato e rapido.


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Il controllo del fuoco deve essere rigido, in modo che la truppa mantenga sempre nelle mutevoli situazioni di combattimento la superiorità del fuoco. Nella lotta antibande ogni sparatoria inutile va severamente repressa. Un'apertura del fuoco all'ultimo momento è assolutamente necessaria. 1 movimenti delle punte attaccanti devono essere coperti da armi pesanti, in modo da sopprimere rapidamente improvvise scariche di fuoco dei banditi.

34. La lotta antibande richiede abitudine al combattimento notturno. La truppa deve essere in grado di effettuare da un lato un serrato servizio di vigilanza e sicurezza, in modo da poter compiere dall'altro operazioni notturne di ricognizione e incursione. La truppa deve essere abituata alla vita all'aperto. 35. La truppa deve essere in grado di combattere le bande anche in fortificazioni campali. Qui si tratta soprattutto di infiltrarsi rapidamente nelle posizioni con un'azione serrata di unità d'assalto, e questo anche quando non ci sono armi pesanti.

36. L'arte di avanzare silenziosamente e di mimetizzarsi deve essere padroneggiata dalla truppa se vuole aver successo nel sorprendere le bande. Ogni movimento o stazionamento non mascherato facilita l'osservazione delle bande. Tute con colori mimetici o invernali sono indispensabili nella lotta antibande. La truppa non deve essere imprudente e tradirsi da sé, p.e. accendendo un fuoco all'aperto in vicinanza del nemico. 37. L'armamento delle truppe antibande deve essere adattato a lle esigenze della lotta antibande. Anche in territorio privo di strade, le truppe devono portare da sé le proprie armi. Particolarmente vantaggiose nella lotta contro le bànde sono le armi di pronto impiego. Pistole e a rmi automatiche, fucili automatici, fucili con cannocchiale, mitragliatrici leggere e pesanti, cannoni anticarro leggeri e pesanti, cannoni leggeri da fanteria, cannoncini antiaerei, lanciafiamme leggeri sono armi sperimentate p er la lotta contro le bande nelle paludi e nelle fitte boscaglie. Armi pesanti, p .e. artiglieria, cannoni antiaerei pesanti, e cannoni anticarro pesanti riducono considerevolmente la velocità di marcia delle unità antibande nei terreni paludosi e fittamente boscosi. Tuttavia sono un valido appoggio per quelle unità che, p.e., in caso di accerchiamento, sono dislocate solo con compiti di arresto come unità intercettanti o riserve.


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38. Blindati da ricognizione e altri carriarmati, anche di modelli più datati, non sono importanti nella lotta antibande solo per il loro volume di fuoco, ma anche per il grande effetto psicologico che producono sulle bande. Però l'uso di questi veicoli in territorio paludoso, boschivo e montagnoso è spesso difficile e talvolta perfino impossibile. 39. I genieri sono vitali per il riattamento delle strade e dei ponti che di solito vengono trovati distrutti, per aprire sentieri nelle paludi e nella boscaglia, per sminare e far saltare in aria le posizioni fortificate e i quartieri delle bande. Per accelerare il lavoro dei genieri bisogna impiegare anche mezzi di trasporto locali. Per il rapido attraversamento di corsi d'acqua i genieri devono portarsi canotti di gomma e sezioni di ponte premontate per costruire speditivamente dei ponti. 40. Le unità a cavallo hanno dimostrato la loro validità nella lotta antibande per la ricognizione da combattimento, specie in zone prive di strade. Unità motorizzate possono essere impiegate con successo, condizioni stradali permettendo. 41. Formazioni dislocate per azioni di combattimento indipendenti devono avere le necessarie unità specialistiche e a cavallo ai loro ordini, in modo da poter combattere autonomamente per tutte le fasi della battaglia senza dover attendere aiuti esterni nei momenti cruciali. In più, queste unità indipendenti, e almeno ogni battaglione, devono essere dotati di un interprete e, per quanto possibile, di agenti dell'SD e della GFP, in modo da interrogare immediatamente i prigionieri. 42. Le truppe devono essere mobili, unità motorizzate o su camion sono qualche volta capaci di seguire i movimenti assai veloci delle bande e, se necessario, anticiparli. Inoltre sono necessari, specie nella boscaglia, nelle paludi e foreste, e in inverno, carriaggi piccoli tipici della zona, tregge, animali da basto. Bisogna dotare tempestivamente le unità motorizzate di questi mezzi complementari. Inoltre bisogna sforzarsi in anticipo di rendere pienamente ~obili le truppe per la lotta antibande invernale (sci, slitte ecc.). Per muovere velocemente durante fasi operative decisive aliquote di truppe insufficientemente motorizzate, il responsabile per la lotta antibande deve tempestivamente requisire anche i veicoli delle organizzazioni civili nella sua zona di competenza. 43. Per avanzare nelle paludi è necessario pér alcune aliquote di truppa un equipaggiamento da palude. A tale equipaggiamt:nlo appar-


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tengono innanzitutto assi o racchette, fatte con rami intrecciati, che permettono di camminare nelle paludi, inoltre vanno usate tregge da palude, del tipo akja, che servono a portarsi armi e munizioni. Per la lotta antibande in montagna è indispensabile un equipaggiamento da montagna. Per il pernottamento all'aperto la truppa deve essere pienamente dotata di tende oppure essere addestrata a farne anche a meno. Per l'inverno sono necessari gli appositi indumenti protettivi. 44. La truppa all'occorrenza deve costruirsi da sola gli ausili per la lotta antibande; spesso deve poter improvvisare. Dal punto di vista logistico l'equipaggiamento da combattimento deve essere mantenuto esente da sovrappesi. Alcune operazioni sono già fallite perchè la truppa era impacciata da bagaglio eccessivo. Gli equipaggiamenti non assolutamente necessari in operazione devono essere lasciati prima in un punto di raccolta. 45. Nella lotta antibande le truppe hanno bisogno di numerose sezioni di trasmissioni in pìcna efficienza con la necessaria mobilità, adatta alle speciali condizioni della zona. Staffelte a cavallo e, strade permettendo, motociclisti sono componenti necessarie per il servizio tecnico di trasmissioni. 46. TI rifornimento in zone infestate da banditi è in genere assai difficile. Le colonne di rifornimenti ed i trasporti di feriti devono essere scortate. Bisogna prevedere che le vie di rifornimento alle spalle delle truppe vengano minate. Fin dall'inizio le truppe dovrebbero essere ampiamente fornite di munizioni ed esplosivi. I viveri, se necessario, vanno requisitì. È assai importante che piccoli gruppi di combattimento e Jagdkommandos siano dotati di provviste, personale medico e trasport i in modo da poter combattere autonomamente per molti giorni. 47. Per l'evacuazione dei feriti nella zona di combattimento antibande bisogna distribuire le ambulanze in anticipo tra i reggimenti, battaglioni od i gruppi da combattimento. L'impiego di San.- Storche nei centri principali di medicazione si è rivelato vantaggioso. 48. Le truppe locali danno il meglio nella lotta antibande se sono schierate o insieme alle nostre truppe o in stretta cooperazione. È importante proteggerle dalla propaganda nemica. Questo obiettivo viene raggiunto da un'adeguata istruzione ideologica e schierandole ripetutamente in combattimento, in modo che non trovino il tempo di avere cont atti inutilmente troppo stretti con civili soggetti a propaganda nemica.


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B. Ricognizioni contro le bande

49. Nella ricognizione contro le bande dobbiamo distinguere tra: a) raccolta di informazioni sull'attività delle bande, b) ricognizione prima di un'azione, c) ricognizione da combattimento durante un'azione. a) Raccolta di informazioni

50. Lo scopo della raccolta di informazioni è di ottenere un quadro della situazione generale delle bande facendo uso di numerosi dettagli. 51. La raccolta di informazioni comprende:

1) La disseminazione di tutte le notizie sull'attività delle bande. A questa attività prendono parte tutti i reparti della Wehrmacht, le truppe e gli uffici sottoposti al RF-SS come tulle le organizzazioni civili che si trovino in zone infestate dalle bande o sospette. 2) L'osservazione organizzata t.lelle bande. Ciò è compito in prima linea delle apposite organizzazioni: SD, GFP, Abwehr. 52. l Centri di Raccolta Informazioni per lutti i rapporti sulle bande devono essere istituiti presso i responsabili locali per la lotta anti bande e, se necessario, presso le unità loro subordinate. I Centri di Raccolta Informazioni devono avere comunicazioni sicure. Se le bande disturbano spesso le comu nicazioni via cavo, va aggiunto l'uso delle comunica zioni senza fili. 53. Le informazioni sulle bande. devono essere direttamen1e inviate ai centri di raccolta informazioni. D ettagli su com e strutturare le informazioni v. pgr. 64-68 . Se un reparto informante non dipende gerarchicamente dal centro informazioni, allora deve informare allo stesso modo il suo comando superiore, senza causare ritardi all'informazione stessa. 54. I rapporti importanti vanno inviati con rapidità. Quelli che richiedono immediati provvedimenti operativi vanno trattati nei diversi mezzi di trasmissione a livello prioritario, e cioè: nelle trasmissioni telefoniche come messaggio d'emergenza; nelle trasmissioni con telescrivente come KR-Schreiben; nelle trasmissioni radio come KR-Spruch. 55. I rapporti sulle bande bisogna siano valutati dalla persona localmente responsabile per la lotta antibande.


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La valutazione dei rapporti sulle bande richiede esperienza e familiarità con le condizioni del luogo. Indizi preziosi provengono dalle attività di vettovagliamento delle bande. Dalla quantità di viveri requisiti e dalla forza delle loro squadre di requisizione si possono trarre conclusioni riguardo alla forza dei campi delle bande, come anche dal numero degli aerei d a rifornimento e delle loro zone di lancio. La testimonianza di p ersone del luogo deve essere considerata con cautela. L'informazione sulle forze e sulle perdite nemiche è in genere molto gonfiata e spesso le informazioni sui tempi sono errate. Di frequente il testimone è manipolato dalle stesse bande, in modo da indirizzare i nostri sforzi in una certa direzione, è spesso assai difficile trarre delle conclusioni corrette sulle intenzioni delle ba nde. Chi valuta le informazioni si deve guardare dal formulare continua mente s upposizioni, di frequente si deve accontentare di controllare al meglio l'attuale situazione delle bande. La trasmissione corretta di ciò che è stato effettivamente osservato è la cosa più importante. Le supposizio ni devono essere comunicate come tali con la massima chiarezza. 56. Bisogna far seguire immediatamente le decisioni al risultato della valutazione. Se la valutazione mostra che è possibile e necessaria un' azione immediata, si deve impa rtire l'ordine p er l' azione e subito passare il rapporto al superiore gerarchico (vedi n. 53) insieme con un rapporto dell 'azione intrapresa. Se la valutazione mostra che l' azione è necessaria, ma le forze necessarie non sono disponibili , il rapporto va passato al superiore gerarchico con la raccoma ndazione che l'azione è con siderata necessaria, ma che le proprie unità non sono disponibili. 57. Tutte le informazionj sulle bande devono essere incluse nel notiziario giornaliero , da prepararsi ogni 24 ore, incluse quelle che per la loro importanza erano già state diffuse. Il notiziario giornaliero deve esporre io forma succinta una panoramica sull 'attività delle bande nella zona del reparto comunicante e sulle proprie situazioni, misure cd intenzioni. 58. Comandi vicini devono scambiarsi le informazioni. Vanno decisamente portate a conoscenza dei competenti comandi locali dell'SD e della GFP tutte le informazioni sulle bande. 59. Presso le agenzie responsabili per la lotta antibande, mappe sulla situazione delle bande devono essere tenute per la zona d'operazioni propria e per quelle confinanti.


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b) Ricognizione prima di un 'azione

60. Prima di un'azione antibande il responsabile deve agire in modo da procurarsi per tempo le informazioni necessarie allo spiegamento delle sue forze. La responsabilità compete al comandante incaricato dell'operazione. In aggiunta ai risultati raccolti nei rapporti correnti, la ricognizione deve controllare gli acquartieramenti delle bande, lo stato delle strade, le informazioni utili sulla forza e l'armamento delle bande. Ci sono tre metodi applicabili in questa missione di ricognizione: a) Impiego di informatori:

Questo metodo può essere usato in tutti i casi, esclusivamente però se la ricognizione deve essere eseguita con particolare cautela. b) Spiegamento di Jagdkommandos con compiti di ricognizione:

Questo metodo può essere usato se la ricognizione va condotta in un territorio densamente occupato da bande, o contro grandi bande, qualora si assuma che non cederanno il loro territorio senza combattere. e) Uso di velivoli da ricognizione a volo lento, specie la Cicogna:

Questo metodo può essere usato solo se il territorio delle bande è sorvolato frequentemente e le bande non possono dedurre dalla comparsa dell'apparecchio che si sta preparando un'operazione. Questo rischio é presumibilmente minore con grandi bande, le quali danno battaglia, che con bande piccole che tendono ad evitarla. Contro bande in fuga la ricognizione aerea va usata senza esitazione. 61. L'impiego di informatori è particolarmente importante nella ricognizione contro le bande. Il lavoro con gl1 informatori deve essere svolto da organizzazioni particolarmente esperte nel campo, cioè SD, GFP, Abwchr. La scelta degli informatori richiede grande esperienza.

62. Anche dall'osservazione della popolazione si possono trarre utili indicazioni per la ricognizione sulle bande, si devono occupare dell'osservazione della popolazione, oltre a tutti gli uffici direttamente connessi alla lotta antibande, anche tutte le organizzazioni civili che hanno a che fare con la popolazione, soprattutto i responsabili dell'agricoltura e gli uffici forestali. Tutte le osservazioni particolari ed i fenomeni sospetti devono essere immediatamente trasmessi ai Centri Raccolta Informazioni . 63. L'osservazione del traffico aereo delle bande offre importanti informazioni sulla posizione dei rifugi delle bande e sulla loro consistenza.


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64. I rapporti sulle bande devono essere univoci e privi di esagerazioni. Chi in una richiesta di aiuto esagera il pericolo, provoca all'occasione provvedimenti inutili ed un dispendio di forze che probabilmente sarebbero state assai più utili ed impiegate con maggior successo . Chi esagera i successi crea la sensazione che le forze dei banditi vengano considerate distrutte, mentre invece esistono ancora, e quindi mette in pericolo il successo dell'intera operazione. Nei rapporti su un successo deve essere denominato come preda bellica solo ciò che effettivamente è stato preso in carico. Ciò che invece è stato distrutto sul posto deve essere, riportato come "distrutto". 65 . Il rapporto sulle bande deve essere chiaro e conciso. Non si tratta di scrivere rapporti di vasto respiro cd esaustivi. Nel primo rapporto è assai importante rispondere alle seguenti domande: Quando è stata osservata la banda? Dove è stata osservata? Quanto forte era la banda? Cosa faceva? Come era composta? Per impieghi di propaga nda e anche per la valutazione della forza combattiva della banda è necessario stabilire per tempo la composizione nazionale della banda (lettone, estone, lituana, polacca ecc.). Tutti gli ulteriori dettagli che possono essere di grande importanza per la ricognizione delle bande, ma il cui accerta mento o trasmissione possono rallentare l'azione, devono essere forniti successivamente come supplemento. Esso comprende: Qua li sono i nomi del capo e del commissario della banda? Qual è il nome della banda? A chi è subordinata direttamente la banda? Dove è il campo della banda? Dove sono i campi di riserva e di emergenza? Da dove è venuta la banda? Dove era diretta? Come era armata? Che veicoli aveva? Quali danni sono stati causati dalla banda? Quali altre particolarità sono note?


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66. Nelle informazioni sulle bande vanno impiegati i seguenti concetti: a) riguardo a persone:

bandito ausiliario

= appartiene in permanenza ad una banda.

sospetto

=

=

combatte solo temporaneamente nella banda o la appoggia con altri mezzi. si ritiene che appoggi le bande.

b) riguardo a luoghi:

territorio di bande

territorio infestato da bande territorio sospetto territorio libero da bande

qui si trovano gli accampamenti delle bande, qui esercitano da sole il potere; qui le bande si aggirano o transitano; qui presumibilmente ci sono ausiliari delle bande; qui n on si sono stanziate delle bande.

67. I nomi di luogo devono essere dati secondo la carta al 300.000 con reticolo di comunicazione della Luftwaffe. Se questa carta non è disponibile, bisogna servirsi di ausili alla denominazione specie nel caso di piccole località e di nomi ricorrenti , e cioè usando il reticolo geografico o servendosi di luoghi facilmente reperibili.

68. Le bande non devono essere chiamate nelle informazioni con una denominazione che esse stesse impiegano e che può indurre in errore. P .c. non si deve dire: "la brigata partigiana XYZ", ma sì dice correttamente: "banda forte di 350 uomini, la cosiddetta brigata pariigìana XYZ". Ricognizione da combattimento durante un'azione. 69. Quando si intraprende una spedizione contro le bande, è necessaria un'attiva ricognizione da combattimento durante tutte le fasi della battaglia e in tutti i settori inclusi le spalle e i fianchi. La responsabilità è del comandante dell'operazione e di tutti i comandanti a lui subordinati. · a) b) c) d)

Compiti della ricognizione sono : scoprire tutte le forze nemiche nascoste, individuare per tempo ogni tentativo di fuga o sfondamento, prevenire attacchi di sorpresa e imboscate, esplorare le posizioni nemiche e le:: migliori lince di avvicinamento.


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La ricognizione durante il combattimento sarà eseguita secondo la procedura normale. 1 distaccamenti di ricognizione in azione contro le b ande devono essere forti. J agdkommandos ben addestrati sono i più adatti al compito. 70. L'interrogatorio dei prigionieri è una delle fonti migliori di informazioni, è perciò sbagliato fucilare subito i banditi catturati. Durante un'operazicne bisogna interrogare i prigionieri quanto prima ed individualmente. La cosa immediatamente più importante è l'estrazione di fatti importanti per la conduzione del combattimento. I risultati significativi vanno immediatamente diffusi ai coma ndanti, le aJtre informazioni possono essere comunicate successivamente. Gli interrogatori devono essere eseguiti da personale disponibile presso la truppa appartenente all 'SD o alla GFP insieme ad esperti interpreti, e non devono essere svolti da qualche persona inesperta. Dopo il primo interrogatorio i prigionieri devono essere condotti agli uffici competenti dell'SD u della GFP, a meno che singoli prigionit:ri non vengano impiegati come guide esperte del luogo . 71. Con un successivo interrogatorio a fondo di prigionieri adatti si ottengono spesso le informazioni che chiariscono le connessioni e la costituzione delle bande. Questi difficili lavori d'interrogatorio richiedono personale particolarmente esperto. SO e GFP devono inoltrare i prigionieri importanti ai loro comandi superiori . I comandi dell'esercito e del RF-SS sono tenuti a scamb iarsi vicendevolmente i risultati importanti degli interrogatori. D. La tecnica del combattimento. I). Accerchiamento e annientamento.

72. L'eliminazione attraverso l'accerchiamento deve essere tentata in ogni caso , anche contro piccole ba nde. Se le forze necessarie per l'accerchia mento sono disponibili, questa tecnica di combattimento può essere sempre applicata con successo . 73. La massima di base di questa tecnica è: sbarrare ogni via di fuga e poi annientare sistematicamente tutte le parti della ba nda. 74. Nella valutazione delle forze richieste per un accerchiamento vanno tenuti in conto i seguenti punti:


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a) Per l'accerchiamento le catene sottili non sono sufficienti, bensì sono necessarie forti linee difensive (protezione avanzata, poi il grosso delle forze con armi pesanti, nel retro riserve mobili). b) L'area da accerchiare dovrebbe comprendere solo l'effettivo territorio della banda. l territori circostanti infestati dalle bande o sospetti devono essere trascurati. Se le forze disponibili sono insufficienti per l'accerchiamento dell'intero territorio della banda, si può ben limitare il piano d'azione all'accerchiamento di una parte della zona, p.e. in primo luogo la parte più importante. 75. È fondamentale che tanto la preparazione quanto l'esecuzione dell'accerchiamento siano attuate con precisione. Per questa ragione le forze di accerchiamento vengono concentrate lontano dall'area centrale delle bande. Non è sempre corretto scegliere i punti di concentramento con una disposizione circolare intorno al territorio delle bande. Al fine <li ingannare il servizio di informazioni delJc bande, si raccomanda di far avvicinare le forze, in modo tale da rendere impossibile la scoperta del!' operazione progettata e da suggerire invece altre intenzioni . Più le forze accerchianti saranno mobili, più riuscito sarà l'inganno. Le forze accerchianti si muovono dalle zone di concentramento in modo tale da arrivare contemporaneamente sulla linea di accerchiamento. La ricognizione preventiva delle vie di avvicinamento è importante. Le unità di protezione della banda e le piccole ba nde ad essa associate vanno lasciate indisturbate, la resistenza incontrata in marcia deve essere superata rapidamente . L'obiettivo è di accerchiare rapidamente e con sicurezza la banda principale. Le lince di accerchiamento devono essere fissate in accordo con ia natura del terreno. È preferibile la scelta di una zona facilmente difendibile. Nelle foreste sono adatti i sentieri e le strade che corrono diagonalmente rispetto alla direzione di avvicinamento. In montagna le linee di accerchiamento seguono i rilievi. 76. All'inizio della spedizione, il periodo critico intercorre tra l'avvicinamento alle linee d'accerchiamento e il completamento dei preparativi per la difesa. Bande speritnentate sonderanno le linee in via di formazione con unità esploranti e cercheranno di sfondare in un punto debole. Perciò le armi pesanti vanno portate in prima linea mentre la linea di accerchiamento è ancora in fase di formazione. 77. Dopo che la linea di accerchiamento è stata raggiunta, le truppe accerchianti proteggono il loro dispositivo di difesa da tentativi di


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sfondamento. Strade incassate, sentieri, gole, paludi, torrenti sono punti particolarmente vulnerabili e devono essere adeguatamente rafforzati.

In terreno aperto è sufficiente costituire capisaldi. Tuttavia, non devono essere più distanti fra loro di quanto non sia possibile al loro vicendevole appoggio a fuoco. Questi capisaldi devono formare un sistema di difesa a 360°. Il contatto tra i capisaldi verrà mantenuto da sentinelle e unità di ricognizione. Queste unità devono anche impedire l'infiltrazione di singoli banditi. La difesa è affidata essenzialmente al volume di fuoco delle loro mitragliatrici pesanti. Mortai e pezzi di artiglieria leggera da fanteria coprono le zone che non possono essere sorvegliate. Cannoni anticarro dominano i sentieri e le strade che conducono alla linea di accerchiamento. I piani per i settori di tiro devono essere tracciati, le sentinelle messe in posizione avanzata. La ricognizione da combattimento deve essere spinta oltre le sentinelle avanzate e alle spalle della linea di accerchiamento. Forze mobili alle spalle delle nostre posizioni formano il relro della linea di accerchiamento. Tutte le forze accerchianti devono mantenere stretti contatti ed essere all'erta. I tentativi nemici di sfondamento devono essere schiacciati dal fuoco concentralo. Se tuttavia parti della banda riescono a sfondare, le linee accerchianti devono rimanere al loro posto e chiudere le brecce. L'inseguimento delle forze nemiche che hanno effettuato lo sfondamento deve essere assunto dalle riserve. Reparti motorizzati e a cavallo e carriarmati sono schierati durante la manovra di accerchiamento o in settori presso le strade o mantenuti in riserva. 78. Vi sono diversi metodi per annientare le bande accerchiate : a) La battuta

circolare.

La linea di accerchiamento viene ristretta, mentre tutte le forze accerchianti avanzano simultaneamente verso il centro. Questo metodo, che sembra il più semplice, può tuttavia essere impiegato solo in piccole aree. Difficilmente può essere usato in zone ampie, poiché, data la linea di accerchiamento più estesa, non tutte le forze accerchianti possono avanzare a velocità uguale. Così vengono persi i contatti e si formano dei vuoti attraverso i quali il nemico può facilmente sfuggire. b) La battuta con linea d'intercezione.

Le forze di un settore della linea di accerchiamento avanzano, mentre quelle opposte alle prime mantengono le loro posizioni. Le forze attaccanti premono le bande, come in una battuta di caccia, verso le forze


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fisse. Bisogna tener presente la possibilità che le bande tentino di sfuggire attraverso la forza attaccante. Perciò bisogna schierare delle riserve dietro le forze attaccanti a distanza sufficiente. Questo metodo è raccomandabile se sono conosciute o la direzione approssimativa o proprio le vie di fuga delle bande e se in quei punti parte delle forze a·ccerchianti hanno preso posizione in zone facilmente difendibili (fiume, altopiano, cintura di foresta), il che rende impossibili i tentativi di sfondamento. Allora, spingendo le bande contro questa linea, si causa facilmente la loro distruzione. c) Spingere forti cunei.

Subito dopo che le forze accerchianti hanno preso posizione, vengono spinti forti cunei di unità miste dalla linea di accerchiamento verso il centro dell'anello o verso i campi conosciuti delle bande, mentre le forze accerchianti restano immobili. Questo metodo priva le bande fin dall'inizio della loro libertà d'azione. Non hanno la possibilità di individuare per mezzo delle loro unità esploranti i punti più deboli nella lirn:a di accen.:hiameuto per tentare di sfondare. Le bande, energicamente

attaccate nel loro accampamento principale sono costrette a spaccarsi in numerosi gruppi. Quando si è raggiunto questo scopo, le forze della linea accerchiante avanzano, mentre lanciano in avanti robuste forze fiancheggianti, prendono contatto con i cunei e spaccano il cerchio in molti piccoli anelli che si possono rastrellare senza fretta. Il rastrellamento di grandi sacche richiede spesso di affrontare scontri che possono durare di versi giorni. ln tali casi le truppe devono ricevere degli obiettivi giornalieri. Per la scelta e il compimento delle varie sacche minori, sono applicabili le regole generali per la linea di accerchiamento. La truppa deve raggiungere le linee intermedie ancora prima del calar della notte e si deve sistemare a difesa durante la notte. Cunei d'attacco che si siano spinti in profondità si devono proteggere da ogni lato per prevenire assalti delle bande . Cunei <l'attacco forti si sistemano a istrice prima della notte. Cunei deboli vengono riassorbiti nella forza principale. d) Formazione di unità d'assalto.

Se la banda ha costruito un accampamento permanente e i rapporti di spionaggio fanno veder come probabile l'eventualità che la banda difenderà il suo accampamento, la,zona deve essere accerchiata e si trac dalle riserve un forte gruppo d'assalto. Questo gruppo d'assalto avanza dalla linea di accerchiamento, attacca il campo e annienta la banda. Le forze accerchianti hanno il compito di fermare i banditi in fuga e successivamente di setacciare la zona in cerca di banditi nascosti. 79. Quando le bande sono state chiuse in una sacca provano di solito ad ingannara con false notizie il comando dell'operazione, disertori


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dicono p.e. che la massa sia sfuggita o esfiltrata. Vogliono ottenere che si inizi il rastrellamento o che si tolga l'accerchiamento. Per quanto possano sembrare credibili le notizie, il comandante non deve lasciarsi indurre a terminare la ricerca della banda. Più di alcuni giorni anche i banditi più duri non possono nascondersi nelle acque di una palude . Catturarli è il compito delle forze accerchianti che sono rimasLe fino all'ultimo. Spesso è opportuno ripetere la ricerca, possibilmente da un'altra djrezione. 2. Distruzione attraverso attacco di s01presa e caccia.

le forze disponibili o il tempo non sono bastanLi per l'accerchiament o delle bande, la cosa migliore è di sorprendere le bande, costringerle a dar battaglia, annientarle con un rapido attacco, dar loro la caccia in gruppi frazionati e dislruggerle. Bisogna mettere in conto la fuga di singoli gruppi isolati. Questo metodo è in special modo efficace contro bande che non hanno completalo ancora la costruzione del loro accampamento o sono in marcia. Truppe ba LLagliere, sotto un comando energico ed agile possono ottenere buoni risultati a nche contro bande numericamente superiori. 81. L'idea-guida di questa tecnica di combattimento è: distruggere la banda rapidamente nel momcnlo decisivo, tramite la propria superiorità, e dar la caccia alla banda finché non sia annientata. 82. La preventiva ricognizione è tassativa, data la rapidità di questa tecnica di combattimento . Posizione e forza della banda devono essere accertate prima dell'esecuzione dell' urlo. 83 . L'attacco deve essere di sorpresa. Le truppe si radunano Ioni.ano dall'area di combattimento e si lanciano su slrade già esplorate senza dar nell'occhio. Bisogna mettere in conto che la banda tenti di sfuggire, perciò bisogna montare un attacco in movimento. Solo con bande che si prevede offrano resistenza è consigliabile un attacco con preparazione. 84. T1 successivo corso del combattimento si accorda con il comportament o delle bande. Se la banda accetta il combattimento, allora l'attacco va condotto sistematicamente. Concentra ndo fuoco e forze si penetra nella posizione della banda, la si scardina e si a nnienta il nemico battuto. Se la banda evita il combattimento, allora la truppa insegue frontalmente il nemico solo con esitazione , mentre tenta d i accerchiarlo con delle ali rapidamente spinte in avanti .


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Se la banda si fraziona, le truppe iniziano la caccia. Vanno formati gruppi di combattimento adeguatamente forti. Essi inseguono le singole parti della banda senza sosta e le costringono al combattimento. Se la banda si dissolve, allora bisogna fermarsi e iniziare una nuova ricognizione. Bisogna tenere in conlo che il comando della banda abbia ordinato a singoli banditi di raccogliersi successivamente, lontano dal teatro dei combattimenti. Compito della ricognizione è di trovare rapidamente questi punti di raccolta. Poi bisogna stilare un nuovo piano di battaglia . 85. La caccia è una forma più dura di inseguimento. Il suo obbiettivo è il raggiungere superando, fissare ed annientare le bande . Perciò gli inseguitori devono stare attenti a non essere trattenuti da una retroguardia o sviati in una falsa direzione. Anche i più piccoli gruppi nemici devono essere sospinli a tal punto fino a che l'ultimo uomo non sia stato o ucciso in combattimento o catturato. La premessa per la caccia è la mobilità della truppa, è opportuno, per permettere una più rapida avanzata nella boscaglia o nella palude alle truppe inseguitrici, che munizioni e bagagli vengano portati da particolari aliquote. La caccia è diretta innanzitutto contro il comando della banda. Bisogna sempre sforzarsi di catturare il capobanda in persona o di ucciderlo. I documenti del capo sono particolarmente preziosi per la continuazione della lotta antibande e vanno conservati con cura. Taglie sulla testa del capobanda stimolano la caccia. 3. Spiegamento di Jagdkommandos contro le bande.

86. La costituzione di Jagdkommandos rende possibile la lotta attiva contro le bande, anche con forze assai ridotte. Gli Jagdkommandos sono anche particolarmente adatti per la ricognizione, laddove bisogna superare una resistenza. Sono anche disponibili come truppe d'assalto con tutte le unità ed i quartier generali ingaggiati nella lotta antibande e vanno impiegati in ogni occasione propizia. È opportuno tenere in permanenza un'unità come Jagdkommando. Gli Jagdkommandos devono provvedere a che una banda non abbia mai tregua. Interferiscono con la crescita e i rifornimenti delle bande. Procurano alle proprie truppe una zona priva di bande, qualora tali truppe debbano essere stazionate in vista dei loro compiti di guardia o di altre missioni.


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87. L'idea-guida di questa tecnica di combattimento è: Imitando la tecnica di lotta delle bande e adeguandosi alle condizioni locali, cercare di avvicinarsi il più possibile discretamente alle bande e poi annientarle con azione di sorpresa. 88. Zone favorevoli per gli Jagdkommandos sono territori: attraverso i quali le bande si muovono, dove requisiscono il cibo, attraverso i quali debbono passare le bande sulla via per gli attacchi e gli atti di sabotaggio.

li territorio in cui le bande siano in possesso di accampamenti fortificati è inadatto agli Jagdkommandos. 89. La forza di uno Jagdkommando non dovrebbe essere inferiore a quella di un plotone e non superiore a quella di una compagnia. Esso deve essere equipaggiato specialmente per i suoi compiti (divise mimetiche, abiti invernali, carreggi e tregge usuali nella località, animali da basto, sci e akjas, utensili da cucina, equipaggiamento per la scoperta di mine, attrezzi di ogni tipo, equipaggiamenti telefonici per collegarsi con le linee esistenti sia a scopi di intercezione che di trasmissione di rapporti, trasmittenti efficienti per portata e affidabilità di funzionamento), e deve essere bene armato (molte pistole-mitragliatrici, fucili automatici, mitragliatrici leggere, mortai leggeri, molte granate a mano di forma ovoidale). Deve essere in grado di vivere e combattere per un periodo prolungato senza rifornimenti aggiuntivi. 90. Combattenti a udaci e ben addestrati sono adatti come cacciatori di partigiani. Alcuni genieri, truppe a cavallo, uomini del servizio di trasmissioni sono assegnati a ciascun Jagdkommando. P uò essere utile impiegare nello Jagdkommando del personale locale, ma solo uomini sperimentati e fida ti possono essere presi in considerazione. Tutti i cacciatori di bande, anche se non sono impegnati in un'azione, devono essere ma ntenuti idonei al combattimento con un addestramento adeg ualo. 91. È richiesta molta abilità per guidare uno Jagdkommando. L'esatta conoscenza della tecnica di combattimento delle bande e delle condizioni locali sono un prerequisito per l'applicazione riuscita di abili stratagemmi. Per questa ragione i cacciatori di bande dovrebbero essere impiegati ripetutamente nel distretto noto a loro . Per esempio, è importante la seguente cosa: se uno Jagdkommando è stanziato in un posto per un lungo periodo, si può presumere che il servizio di spionaggio delle bande ne tenga tutti i movimenti ed i preparativi sotto il più stretto


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controllo. I preparativi di una nuova operazione non devono essere assolutamente notati dalle bande. A questo stadio il servizio d'informazione della banda deve essere fuorviato da uno Jagdkommando che parte in una direzione opposta alla zona di combattimento prevista e solo più tardi si dirige, attraverso lunghe deviazioni, verso la zona di caccia. Tutte le marce e le soste devono essere astutamente mascherate. Se uno Jagdkommando viene individuato, cambia distretto. Un ulteriore prerequisito essenziale per il successo è un buon istinto di caccia di tutti i cacciatori di bande, ma specialmente del comandante dello .Tagdkommando. Lo Jagdkommando deve basarsi su se stesso per ottenere informazioni sulle bande, in particolare se combaue assai lontano da altre unità.

92. Lo Jagdkommando combatte nella seguente maniera: marcia soprattutto di notte e si sposta in un accampamento nascosto durante il giorno. La marcia ed il riposo devono essere proteui. La ricognizione comincia quando si è raggiunta l'area di combattimento. Dalle orme della banda si accertano le sue attività. Non bisogna prendere contatto con la popolazione per prevenire i tradimenti. L'uso di truppe stanziali per le ricognizioni si è provato ripetutamente valido per gli Jagdkommandos. Esse studiano le vie di avvicinamento e i sentieri delle bande in posti favorevoli all'attacco. Una buona mimetizzazione, contatti stretti, e specialmente pazienza sono i prerequisiti del successo. Dopo l'annientamento del nemico, mappe e documenti devono essere presi e messi al sicuro, memie armi e munizioni devono essere resi inutilizzabili. La raccolta del bottino deve essere compiuta sotto fuoco di copertura. Questo punto è particolarmente essenziale. perché i banditi cedono solo localmente, per tentare un attacco da un'altra parte. Gli Jagdkommandos evitano battaglie contro forze di molto superiori. 93. Per conservare l'elemento sorpresa, lo Jagdkommando non trasmette rapporti correnti . Tuttavia, risultati particolarmente importanti di una ricognizione, che necessitano un attacco immediato con forze superiori, saranno trasmessi, via radi9 o con un corriere, oppure con trasmissioni camuffate allacciandosi alla rete telefonica, in caso di necessità isolando la parte di rete diretta al territorio delle bande. III. PROTEZIONE CONTRO LE BANDE

A. Generalità 94. La lotta antibande, prevalentemente condotta in forma offen-


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siva, deve essere integrata da una sistematica protezione attiva contro le bande. Oltre a proteggere le truppe stesse, si tratta di proteggere: a) le ferrovie ed il traffico ferroviario; b) le linee di comunicazione stradali e fluviali insieme al loro traffico; c) il territorio; d) le installazioni economiche, amministrative e delle telecomunicazioni; e) l'agricoltura e la silvicoltura. 95. TI concetto fondamentale della sicurezza contro le bande è il seguente: tutto ciò che è importante per la condotta della guerra deve essere protetto dagli attacchi delle bande. La protezione diretta di installazioni ed impianti non basta da sola. Le truppe di sicurezza non devono rimanere soltanto incollate all'obiettivo da proteggere. Quanto si possono allontanare dal loro caposaldo dipende dalla loro consistenza, armamento, combattività e dalla situazione delle bande. Soltanto un comportamento attivo procura rispetto e porta al successo.

96. I responsabili per la sicurezza sono successivamente elencati per i singoli incarichi di sicurezza. I rapporti gerarchici nei settori di sicurezza e la cooperazione di tutte le forze coinvolte nella sicurezza devono essere fissati chiaramente dal responsabile locale per la lotta antibande. Un compito di sicurezza non ùcve mai essere tralasciato per dubbi su chi è il responsabile. 97. Ogni comandante, responsabile per un Sl'Uore di sicurezza, deve assegnare solo le forze asso!•ttamente indispensabili ai compiti di sicurezza. Tutte le restanti forze van1ì0 t<"nnt1;: <'t. disposizione per la lotta antibande attiva (" Jagdkommandos"). 98. Devono proteggersi autonomamente tutte !e truppe, e non solo quelle che non siano direttamente impegnate nella lotta o nella sicurezza antibande, dovunque e sempre ove si Lrovino in territori infestati da bande. Il comandante ha continuamcnle la responsabilità per la sicurezza delle sue truppe. La presenza di p arlicolari comandi, specialmente incaricati della lotta antibande, non lo libera dalla propria responsabilità. La compagnia (squadrone, batteria) deve essere in genere la più piccola unità acquartierabile autonomamente in una località. 99. Prima di effettuare m arce in territori minacciati o infestati da bande vanno consultate presso il responsabile per la lotta antibande le carte di situazione delle bande e quella dello stato delle strade. La marcia deve essere protetta. I mezzi adatti alla bisogna sono: a) pattuglie in avanscoperta nei villaggi che devono essere toccati;


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b) squadre cercamine alla punta della colonna; e) armi automatiche pronte al tiro distribuite lungo la colonna. 100. Alloggiamenti e bivacchi devono ricevere una difesa a giro d'orizzonte. Le forze vanno distribuite in modo tale che in caso di attacco ognuno possa raggiungere il posto di combattimento col più breve percorso possibile. Un lento arrivo alle posizioni di allarme permette innanzitutto alle bande di sparare addosso alla truppa. La cosa fondamentale è una grande prontezza difensiva. Va prestata attenzione alla sicurezza contro gli incendi. 101. Ogni aliquota ed ogni comando di sicurezza (vedi prg. 120 e ssgg.) presenti in territori infestati o sospetti per l'attività di bande devono essere sistemati in caposaldi apprestati a difesa. Si tratta di osservare le seguenti disposizioni: a) la consistenza di una guardia non deve essere inferiore ad una Groppe. b) All'armamento di una guardia appartengono armi automatiche ed

e)

d)

e)

f)

una pistola Very. Il munizionamento disponibile deve essere pari ad almeno due dotazioni campali e ci devono essere numerose granate. Ogni guardia deve essere orientata verso la difesa ravvicinata. Nelle case in muratura finestre e fessure vanno utilizzate come feritoie. Case di legno non sono adatte come posizione difensiva. È più utile costruire alloggi in ricovero e condurre la difesa da una posizione sistemata intorno ad essi. Le posizioni di combattimento devono essere raggiungibili dagli alJoggiamenti presto ed al coperto. La posizione non deve avere un perimetro troppo esteso; la guardia deve essere bastante a coprirlo senza buchi. Se vanno usate come alloggi case di legno, esse vanno per lo meno rinforzate con pareti di sacchetti di sabbia spesse un metro e alte due. Le munizioni vanno conservate solo nelle riservette. Davanti alla posizione vanno sistem ati ostacoli di filo spinato o rami tagliati, cd eventualmente anche campi minati ed altri ausili tecnici difensivi. Vanno piazzati dispositivi di allarme in tutti i punti di approccio. Anche semplici mezzi di fortuna, p.e. cartucce già sparate, servono allo scopo. I piani q_i minamento vanno comunicati alle unità vicine o a quelle rimpiazzanti, i campi minati vanno contrassegnati. I dintorni di ogni guardia vanno sgomberati da ogni possibile nascondiglio. Nella foresta vanno creati spazi aperti di almeno 400 m dì diametro. Posti di guardia elevati ed altane, protetti dal fuoco, facilitano di giorno la sorveglianza.


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g) I collegamenti tra la guardia e le truppe più vicine vanno assicurati. A complemento dei mezzi tecnici di trasmissione vanno definiti segnali luminosi di allarme. Le guardie mantengono costantemente il collegamento, attraverso pattuglie, che allo stesso tempo sorvegliano gli intervalli di terreno. Sono utili pattuglie, possibilmente tratte da altre formazioni, i cui spazi di sorveglianza si sovrappongano. h) Va vietato alla popolazione l'ingresso in un caposaldo. Non vanno mantenuti lavoratori indigeni all'interno del caposaldo. i) La guardia va costantemente addestrata nei suoi compiti. Le esercitazioni di allarme non vanno tenute schematicamente. Devono invece porre al capoposto ed alla guardia compiti corrispondenti alle prevedibili situazioni di combattimento. Inoltre la guardia deve essere educata alla massima attenzione nel servizio di guardia. Sono necessarie ispezioni ad intervalli irregolari. 102. Tutte le aliquote ed i comandi prendenti in territori infestati da bande devono proteggersi da soii. Ogni casa abitata da noi, ogni officina usata da noi, ogni accampamento preparato da noi, devono essere protetti. Responsabili sono gli utenti. Se non è possibile una guardia permanente, vanno usate sistemi e tecniche di allarme . Nessun estraneo deve entrare di notte senza essere notato, specie di notte. Tutti gli ufficiali, soldati, impiegati e lavoranti devono essere alloggiati insieme e possibilmente vicino ai loro posti di servizio. Le abitazioni a pianterreno devono essere protette dai tiri di armi nemiche. In tutti gli alloggiamenti vanno applicate misure anticendio. Ognuno deve avere sempre le sue armi con sé, anche di notte quando dorme. In tutti gli alloggiamenti, non importa se ci sono truppe o aitre forze, deve dormire una parte degìi occupanti con i vestiti addosso, in modo da funzionare da sq uadra di allarme. Bisogna pensare alla sicurezza nel caso di movimenti a piedi o no al di fuori degli alloggi. Mai muoversi da soli! Nell'autoveicolo ogni due occupanti per lo meno uno deve a vere un fucile o una MP pronti al tiro. Il movimento della popolazione nei loca li di servizio va sorvegliato. Alloggiamenti, officine, depositi vanno ripetutamente controllati per scoprire tentativi di sabotaggio. Gli ausiliari stranieri vanno continuamente sorvegliati. La fiducia può costare la vita. Comandanti locali, ronde dell'esercito, polizia e Feldgendarmerie devono controllare l'esecuzione di queste misure generali di sicurezza. 103. Ogni dipendenza dalla popolazione locale delle truppe impegnate nella sicurezza va evitata. Essa facilita la ricognizione dei banditi.


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Perciò le forze di sicurezza non vanno lasciate mai approvvigionarsi da sole. B. Protezione delle installazioni ferroviarie e del traffico ferroviario.

104. La protezione di installazioni e circolazione ferroviarie ha la priorità su tutti t;li altri compiti di sicurezza. 105. La responsabilità per la protezione delle ferrovie e degli appositi reparti e comandi della Wehrmacht. Nei territori con amministrazione civile va determinata, in accordo con i comandi del RF-SS, una opportuna fascia di sicurezza lungo le installazioni ferroviarie come zona avanzata della tratta ferroviaria. Vanno subordinate al comandante competente tutte le forze di sicurezza impiegate nel suo settore, inclusi i treni corazzati ed altri mezzi di protezione. Vanno mantenuti stretti contatti con gli uffici ferroviari e dei trasporti. 106. Le forze di protezione ferroviaria non si devono accontentare della protezione diretta delle installazioni (protezione degli obieuivi e servizio di pattuglia). Principalmente si tratta di dominare lo spazio antistante la tratta da proteggere. Per la lotta offensiva alle bande vanno impiegate costantemente forti aliquote delle forze di protezione, almeno un terzo. Presso stazioni, caselli ferroviari, e impianti essenziali (in ordine di importa nza: ponti, passaggi, serbatoi idrici, stazioni di pompaggio, impianti elettrici, scambi ferroviari) vanno apprestale difese sotto forma di caposaldi e sui grandi intervalli anche lungo la linea vanno apprestati dei caposaldi intermedi . Per la difesa delle installazioni ferroviarie vanno coinvoJti i ferrovieri, nella misura consentita dalle necessità di esercizio. Il loro impiego è regolato soltanto dal responsabile della stazione. a)

b)

e) d)

107. Le forze di protezione hanno i seguenti compiti: inviare pattuglie di collegamento con le guardie vicine. In questo caso bisogna tenersi lontani dalla· massicciata per individuare e combattere imboscate delle bandé. formare squadre di imboscata che intercettino le squadre di sabotaggio delle bande. percorrere la linea ferroviaria a periodi irregolari in modo da individuare mine interrate o altri sabotaggi. proteggere gli obiettivi affidati.


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Le pattuglie devono concentrare la loro attenzione soprattutto su tracce sospette sulla massicciata, tali da destare sospetti che ci siano passate persone non autòrizzàte, o che si siano piazzate mine o che siano stati allentati i binari. È utile rinforzare le pattuglie con cani cercatori. La pattuglia di protezione deve disinnescare rapidamente le mine individuate. Percorrendo il tralto ferroviario bisogna impiegare il binario verso il treno in arrivo, ma anche qui bisogna prevedere treni nei due sensi. Quando un treno si avvicina bisogna lasciare ambo i binari. Nella costruzione di caposaldi o nella posa di filo spinato su ponti e passaggi bisogna lasciare liberi appositi spazi. Gli uffici ferroviari forniscono le istruzioni precise in merito. 108. Il traffico ferroviario va fermato immediatamente in caso di pericolo imminente e per tutte le segnalazioni sospctle, e precisamente:

di giorno: agitando drcolarmente una bandierina di segnalazione biancorossa, o qualche oggetto, o le braccia; cli notte:

agitando circolarmente una lanterna, possibilmente a iucc rossa, o una fiaccola di emergenza, p.e. una fascina di fieno.

Se in caso di incidente il binario vicino non è libero, vanno innanzitutto fermati i treni del binario vicino e poi protetto il retro del binario incidentato. Se ci sono dubbi sul fatto che il binario vicino sia sgombro da ostacoli, esso va sbarrato in ogni caso. Il segnale di arresto va piazzato almeno a 700 metri, possibilmente a 1.000 dal luogo dell'incidente. Vanno immediatamente informate le più vicine tappe di trasporto o posti di servizio ferroviari di un attentato alla ferrovia. Va assegnata ai treni di soccorso della Reichsbahn una forza di scorta, per lo meno della consistenza di una squadra. Tali forze di scorta hanno il compito di richiamare in ogni momento presso la posizione dei treni di soccorso le forze di protezione ferroviaria; ogni luogo di incidente va protetto da attacchi delle bande da un adeguato perimetro di sorveglianza. 109. Su entrambi i lati del tratto ferroviario va creata al di fuori delle località abitate una ''terra di nessuno" della profondità di 300 m .. Questa terra di nessuno va contrassegnata con cartelli di pericolo, anche nella lingua locale. La terra di nessuno va disboscata. Vicino alla ferrovia devono sempre rimanere sottili cortine di vegetazione per togliere libero campo di tiro sulla ferrovia alle bande, come anche quelle zone di vegetazione che proteggono la ferrovia dall ' accumulo di neve. Le barriere antineve non


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devono essere in nessun caso abbattute, danneggiate o diradate. L'amministrazione ferroviaria decide quali tratti di vegetazione devono rimanere in funzione antineve. Gli abbattimenti vanno fatti dall'amministrazione forestale. La legna abbattuta deve essere possibilmente portata via, perchè altrimenti in alcune circostanze può fornire alle bande una copertura migliore che non la vegetazione originaria. La terra di nessuno non deve avere alcun uso agricolo. Va mantenuta libera da nuove piante. La massicciata ferroviaria e la terra di nessuno non devono essere percorse da nessuno, né abitanti della zona né soldati della Wehrmacht, eccezion fatta per le squadre di sorveglianza, per i ferrovieri e per le truppe stazionate negli impianti di trasmissioni. Chi abita nella terra di nessuno va trasferito. Nel trasferimento di lavoratori ferroviari locali van no considerate le necessità della ferrovia. La circolazione attraverso la linea ferroviaria va limitata a determinate vie. Posti di servizio dei trasporti e della ferrovia partecipano alla scelta dei luoghi. Le altre vie d'accesso vanno sbarrate con ostacoli. I grandi ponti ferroviari vanno attraversali solla11Lo dalle persone che hanno veramente qualcosa a che farci. I reparti di sorveglianza o i posti di servizio dei trasporti, in collaborazione con quelli ferroviari, emettono gli appositi permessi. I iavoratori locali impegnati sulla ferrovia vanno contrassegnati in modo particolare. Essi devono accedere alla massicciata ferroviaria o lasciarla soltanto attraverso determinati percorsi e sempre in gruppo. Ogni squadra delle tras missioni che lavora sul tratto ferroviario porta apertamente una bandiera gialla. Dove c'è il timore che le bande possono usare illegalmente il segnale, esso va cambiato di tanto in tanto, è opportuno far accompagnare i lavoratori locali delle squadre di sorvcgiianza. 11 O. Ogni persona che utilizza la ferrovia in una zona minacciata da bande deve prevedere in ogni momento l'esplosione di una mina o un'imboscata. P er ogni treno che percorre un territorio minaccialo da bande il comandante dell'ultimo nodo ferroviario non minacciato deve aver preparato le forze di difesa. La protezione di tradotlc e di treni per personale in licenza è regolata d~l Merkblatt 18/2 "Vorlaufige Richtlinien fi.ir Sicherung der Truppentrasporte und Urlaubsziige in Bandengefahrdeten Gebiete" (Disposizioni transitorie per la protezione di tradotte treni per personale in licenza in territori minacciati da bande).

111. La popolazione locale necessita di un'autorizzazione dell'Ortskommandant o del Gebietskommissar per poter utilizzare la ferrovia. Vanno fissati criteri rigorosi.


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Tutti civili che viaggiano per ferrovia vanno sorvegliati strettamente dagli uffici competenti per i trasporti e per le ferrovie nonché dai servizi di sicurezza, visto che le bande fanno viaggiare frequentemente per ferrovia informatori e corrieri. C. Protezione di vie terrestri ed idriche

112. I responsabili locali per la lotta antibande devono provvedere alla protezione di strade ed idrovie. Sui tratti di particolare importanza vanno assegnati dei comandanti. 113 . Le forze necessarie vanno prese dalla forza di protezione. Va considerato l'impiego di truppe locali in congiunzione con le nostre. 114. I punti più minacciati delle strade e delle idrovie sono le loro installazioni, soprattutto i ponti. Essi devono essere protetti da difese adeguate. Le installazioni da proteggere, almeno i loro punti sensibili, vanno incl~!se nei cape-saldi e protette da poderosi ostacoli .. 1'!el caso d! ponti bisogna fare attenzione al congelamento invernale. 115. Strade e idrovie, come anche le linee di telecomunicazione adiacenti, vanno costantemente sorvegliate con forze mobili. Particolarmente adatte: sulle strade -

pattuglie su piccoìi Kiibelwagen (mot. Feldgendarmerie e mot. Gendarmerie),

sulle idrovie -

pattuglie su barche a motore (genieri e polizia fluviale).

Le pattuglie devono tendere imboscate alle bande che vogliono disturbare il traffico. 116. Su tratti particolarmente minacciati va ordinato il traffico in convoglio. Il primo principio sia: nessuno schema fisso nelle misure di protezione e nessuno svolgimento preordinato dei convogli. Le bande riconoscono schemi regolari assai presto e regolano la loro condotta di combattimento su di essi. Le strade minacciate vanno sbarrate. I posti di sbarramento vanno costantemente occupati. I convogli vanno formati secondo le seguenti regole: a) Il convoglio deve avere una adeguata forza di combattimento. b) Va nominato un comandante energico. c) Si deve muovere serrato, ma mantenendo le distanze di sicurezza, con il veicolo più pesante in avanti. Nessun veicolo deve rimanere indietro o essere lasciato solo in caso di guasto. Il veicolo che lo precede è responsabile per quello seguente.


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d) tutti gli uomini devono avere le armi pronte al tiro. e) Se si sospetta una trappola dei partigiani, bisogna scendere dalle macchine e procedere a piedi proteggendo la marcia. f) Ogni guidatore deve mantenersi nella traccia del veicolo che lo precede a causa delle mine. D. Protezione del territorio

117. Il territorio va mantenuto pacificato. Dopo la distruzione delle bande, va impedita l'infiltrazione e la creazione di nuove bande. Territori liberi da bande devono essere possibilmente schermati da territori di bande. 118. La protezione del territorio è compito di tutte le truppe che si trovano nel retroterra, anche quelle che in sé hanno altri compiti (p.e. scuole e reparti addestrativi). In ogni trasferimento della truppa vanno considerate non solo le sue necessità, ma anche quelle della sicurezza. La concentrazione di truppe cd uffici nelle città va evitata. Un'ampia distribuzione nei villaggi aumenta la sicurezza nell' aperta campagna . 119. Ad ogni truppa che si fermi in una località per un certo periodo di tempo viene assegnata una certa zona intorno ai suoi acquartieramenti come zona di sicurezza (Sicherungsbereich). Questa zona deve essere, senza tralasciare gli altri compiti, mantenuta libera dalle bande. 120. Se non è possibile un'occupazione di truppe sufficiente, allora vengono istituiti dei comanrli di sicurezza (Sicherungskomma ndos) in singole località. Qui possono fornire u n utile ausilio forze locali (servizi d'ordine e squadre di vigil a nza). Bisogna sforza rsi di non impiegarli al di fuori del nostro co mando e senza l'appoggio a i nostri reparti. Un coma ndo di sicurezza deve avere almeno la forza di una compagnia. Da ogni comando di sicurezza bisogna richiedere la conoscenza corrente della situazione delle ba nde nella sua zona e collaborazione senza eccezio ni in ogni questio ne della ricognizione delle bande. l 21 . Le forze di sicurezza devono pattuglia re le loro zone frequentemente , ma con cadenza irregolare': Devono essere rese ampiamente m obili (autoveicoli , veicoli agricoli o slitte) e portare con sé almeno armi auto matiche, se possibile a rmi pesanti. Bisogna cercare di fornire loro veicoli corazzati . Anche vecchi veicoli prede di guerra e blindati di fortuna di ogni tipo svolgono la loro funzio ne. 122. Immediatam ente prima di unirsi ad una operazione contro le bande va dedicata maggiore attenzione aJla sicurezza di questa zona .


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Secondo le possibilità aliquote delle truppe antibande stazioneranno successivamente nella zona di combattimento. Attraverso reiterate ricerche ed azioni di pattuglia esse annienteranno gli ultimi resti di bande sfuggite allo scontro. Contemporaneamente ai comandi di sicurezza devono stabilirsi in una zona pacificata. Solo quando questi saranno sistemati in alloggi protetti e saranno pronti all'impiego, le ultime aliquote delle truppe antibande potranno ritirarsi. I comandi di sicurezza continuano un attivo servizio di pattuglia, in modo da prevenire il ritorno di bande. E. Protezìonc delle installazioni economiche, amministrative e di telecomunicazioni

123. Installazioni economiche e amministrative di importanza bellica, depositi di viveri e installazioni fisse di telecomunicazione abbisognano di una adeguata protezione statica. Nelle installazioni da proteggere vanno allestite delle difese. Le parti più importanti dell'installazione vanno sistema le a caposaldo con fo rt i ostacoli. 124. I responsabili locali della lotta antibande decìdono quali installazioni vanno protette. Il criterio è l' importanza di un'installazione per la condo tta della guerra ed i rifornimenti. La protezione sta tica è tanto più facile quanto più attivamente vengono combattute le bande nell a zona. 125. Le forze necessarie vanno sempre tra tte dall'installazione stessa. Non rappresenta alcun sovraccarico se tutti i membri delle maestranze si impegna no nella sicurezza del loro post.o di lavo ro al termine del loro turno. Sol o qua ndo le maestranze non bastano si p ossono aggiungere, a seconda d ella disponibilità, squadre di sicurezza, a l caso a nche forze locali . F. Protezìonc dell'agricoltura e della silvicoltura

126. L'agricoltura viene meglio protetta att raverso l'occupazione ed il pattugliamento del territorio. I desideri dell'a mministrazione a gricola vanno semp re tenuti in cons iderazione da i gruppi di pattuglia . 127 . Particolarmente importante è la protezion e del raccolto. Nei te rritori minacciati da bande il raccolto va sottratto al più p resto possibile dalla presa dei banditi. Le necessarie misure tecniche ve ngono definite e controllate dall'amministrazione agricola , il cui lavoro va protetto . 128. IJ lavoro boschivo va protetto a degua ta men te secondo le richieste dell ' amministrazione fo restale. Tuttavia l'amministrazio ne fo-


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restale deve attenersi al criterio che i lavori vanno effettuati in zone vicine a quelle già protette o dove la protezione da fornire sia minima. IV. PARTICOLARITÀ A. Impiego della Luftwaffe nella lotta antibande 129. La cooperazione fra truppe terrestri e formazioni aeree nella lotta antibande richiede un contatto stretto e continuo, come anche la conoscenza delle reciproche condizioni e possibilità operative. Ciò è ancora più importante quando alla cooperazione prendono parte unità poco esperte e da poco costituite oppure unità di addestramento e rincalzo. Come guida per la cooperazione fra truppe terrestri e aviatori vale anche per la lotta antibande la serie di manuali "Zusammenarbeit LuftwaffeHeer auf dem Gefechtsfeldt (Ob. d. L. - Fiihrungsstab - la/ Ausb. Nr. 100/44 geheim)" (Cooperazione Esercito - Aeronautica sul campo di battaglia). Per l'impiego fruttuoso delle unità aeree è particolarmente importante un continuo e strelto scambio di informazioni sullo sviluppo della situazione delle bande e durante le operazioni. In grandi operazioni antibande ci si può aspettare un rapido successo delle Luftwaffe solo concentrando le sue forze secondo dei centri di gravità. In questi casi un appoggio simultaneo di alfre operazioni deve essere rinviato. 130. Nella lotta antibande spettano in dettaglio alla Luftwaffe i seguenti compiti: a) collaborazione alla ricognizione dei movimenti, dei caposaldi, accampamenti ecc. delle bande attraverso la ricognizione aerea e la ripresa di fotografie aeree; b) distruzione degli aerei impiegati per il rifornimento delle bande; c) attacco dei caposaldi delle bande, di a ccampamenti e appoggio alle truppe terrestri nelle operazioni antibande con il lancio di bombe e con le armi di bordo; d) rifornimento delle truppe in caso di crisi logistiche; e) lancio di materiale propagaIUfistico;

f) trasporto di comandanti superiori e servizio di corriere;

g) in casi eccezionali impiego di truppe paracadutiste o aviotrasportate come anche lancio di agenti. 131. La Luftwaffe nelle principali zone occupate da bande affida a degli speciali comandi il compito di combattere le bande dall'aria. Sotto


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questi comandi sono poste le unità aeree impiegate nella lotta antibande. Poiché le normali forze da ricognizione e combattimento saranno raramente disponibili, in quanto assorbite dal compito di appoggiare l'esercito al fronte, partecipano alla lotta antibande soprattutto unità delle scuole, di gruppi di rincalzo, di squadriglie di bombardamento notturno e di collegamento. Questi comandi, come anche le unità aeree destinate alla lotta antibande hanno l'obbligo di mantenere stretto contatto con i reparti antibande a terra. In operazioni contro le bande vanno necessariamente dislocati ufficiali di collegamento fra truppe terrestri e Luftwaffe_ 132. Nella ricognizione aerea contro le bande vanno considerati le seguenti condizioni: a) Le bande vedono nel sorvolo inusuale del loro territorio da parte di

aerei da ricognizione un primo indizio di un'operazione imminente e frequentemente si allontanano dalla zona dopo questi voli di ricognizione. In territori che di solito vengono sorvolati di rado questa circostanza va tenuta presente per non compromettere la sorpresa. In caso di grosse bande, che prevedibilmente accetteranno battaglia, o nella ricerca di parti di bande già dissolte, non è necessario limitare i voli di ricognizione. b) La ricognizione aerea contro le bande nei boschi in estate è in genere

assai difficile a causa del comportamento cauto e della mimetizzazione dei banditi, mentre d'inverno è facile da eseguire. Tracce di veicoli o slitte in zone altrimenti disabitate sono in genere un segno sicuro della presenza di banditi. c) Le fotografie aeree vanno interpretate da personale specializzato del1a Luftwaffe. Esse offrono, se distribuite per tempo ed in numero sufficiente fino al livello di battaglione, spesso una base per la ricognizione del territorio sovente decisiva per la condotta del combattimento. d) Il personale di volo va istruito per mezzo di fotografie aeree sui particolari segni lasciati dalle bande e dai loro apprestamenti. L'addestramento di comandanti delle truppe terrestri alla fotointerpretazione va ricercato e sostenuto. 133. Le bande ricevono i loro rifornimenti di uomini, apparati, armi, esplosivi e materiale sanitario generalmente per via aerea attraverso lancio di rifornimenti o con l'atterraggio notturno di a erei oppure alianti.


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La base per questi rifornimenti è data da un'articolata organizzazione di assistenza a terra e di segnalazione delle bande. L'osservazione dei voli di rifornimento e degli apprestamenti a terra offre preziosi indizi sulle zone in cui gravitano le bande, sulla loro consistenza, capisaldi ed accampamenti. L'interdizione dell'aviorifornimento viene effettuata dalla Luftwaffe, alla quale vanno trasmesse rapidamente tutte le informazioni in merito, per mezzo di caccia notturni e con la distruzione delle piste di-atterraggio. Vanno impiegati tutti i mezzi opportuni per ingannare gli aerei da rifornimento nemici. 134. Per la distruzione di caposaldi fortificati e di accampamenti in muratura, per impedire la concentrazione di bande, come anche per creare centri di gravità nel combattimento terrestre, il lancio di bombe è particolarmente indicato. In caso di difesa antiaerea debole esso viene integrato efficacemente contro bersagli umani dal mitragliamento a bassa quota. I comandanti delle unità aeree devono conoscere chiaramente attraverso carte precise la situazione delle due parti e la pianificazione della battaglia. Per assicurare un continuo scambio di notizie durante un'operazione antibande bisogna possibilmente creare un collegamento radio, da dislocare nelle punte avanzate delle forze terrestri. La scarsa visibilità sul terreno, il differente abbigliamento ed equipaggiamento della truppa e delle bande, così come anche la frequente mancanza dei mezzi di trasmissione prescritti m ettono in pericolo la propria truppa di fronte ai nostri attacchi aerei. Per evitare ciò è necessario regolare in modo univoco il servizio di riconoscimento e comunicazione, come anche ordinare, se necessario, una limitazione nel tempo e nello spazio delle proprie azioni. Nelle operazioni contro stanziamenti partigiani vanno in primo luogo attaccati i margini e le vie di uscita delle località abitate e le vicine zone boscose, perchè secondo le dichiarazioni di banditi catturati è lì che si trovano più spesso i loro rifugi. Un attacco al centro dei villaggi dei banditi non causerà loro perdite significative. Glì attacchi vanno compiuti specialmente all'alba, in quanto durante il giorno i banditi sono dispersi per il territorio a svolgere i loro compiti. Se possibile, bisogna attaccare più villaggi di banditi contemporaneamente, poichè soprattutto gli stati maggiori delle bande mutano spesso la loro sede tra località vicine . 135. Per rifornire la truppa antibande in terreni non percorribili, paludi, boscaglie può essere necessario l'aviorifornimento attraverso


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lanci o atterraggi di aerei da rifornimento. Nel secondo caso gli aerei vanno impiegati pure per l'evacuazione dei feriti. 136. Il lancio di materiale propagandistico dall'aria è spesso l'unica possibilità di influenzare propagandisticamente la popolazione o le bande. Il materiale propagandistico va approntato dal comando terrestre competente nella lotta antibande. 137. I comandanti impegnati nella lotta antibande devono essere altamente mobili per mezzo di aerei da collegamento - soprattutto Fieseler Storch - e devono avere la possibilità di essere informati sulla situazione anche quando sono in volo. Altrettanto spesso l'aereo da collegamento sarà l'unico mezzo per la trasmissione di ordini e per il servizio di corriere. Perciò nelle vicinanze del posto comando avanzato vanno trovate delle strisce di atterraggio. 138. In casi eccezionali si può considerare per l'accerchiamento o lo sbarramento di sorpresa delle bande l'impiego di paracadutisti o di truppe avioportate. In questi casi vanno garantite una esatta pianificazione dell'impiego nel tempo e nello spazio nonché le preventive disposizioni per la conduzione del combattimento. 139. Ogni equipaggio di aereo che sorvola un territorio di bande deve recare con sé, oltre alle armi di bordo, anche armi individuali, che sono necessarie in caso di atterraggio di fortuna per l'autodifesa. Inoltre bisogna portare con sé equipaggiamento di emergenza e razioni di ferro per sopravvivere alcuni giorni senza aiuti esterni. B. Treni blindati

140. Treni blindati sono particolarmente adatti per la lotta antibande. Nello svolgimento di grandi operazioni vanno inclusi: a) per attaccare il nemico con missioni autonome di combattimento. b) Per l'appoggio di artiglieria. c) Per la partecipazione ad operazioni con le armi e specialità sbarcabili (autoblindo , carri, plotone di fanteria, mortai pesanti, squadra di Pioniere). d) Per impedire l'esfiltrazione di bande oltre la linea ferroviaria. In nessun caso vanno sottratti ai treni blindati gli uomini o le singole armi loro assegnati.


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e) In casi eccezionali, quando va escluso l'impiego di treni blindati, possono venire usati come centro di comando per lo stato maggiore del!' operazione, utilizzando le numerose apparecchiature di telecomunicazione. Per lo svolgimento di piccole operazioni autonome i treni blindati sono assai adatti come Jagdkommandos in cooperazione, a seconda del terreno, con le proprie autoblindo o carri. Gli spostamenti di sicurezza promettono di essere fruttuosi di fronte ad un eccellente servizio di informazioni dei banditi soltanto se vengono mantenuti segreti e avvengono: soprattutto di notte; ad intervalli irregolari; mascherati con normali numeri di convoglio ferroviario. Sono particolarmente efficaci se le bande vengono costantemente disturbate dallo sbarco dal treno di pattuglie esploranti, di sorveglianza e squadre d'imboscata. Un'azione tempestiva contro attacchi a trasporti ed attentati sulla linea presuppone :

massimo stato di allerta in permanenza, trasmissione rapida di notizie ed ordini, possibilmente via radio, spostamento del treno blindato con alta priorità come ' 'treno di soccorso urgente''. 141. Sono possibili per il treno blindato i seguenti compiti speciali: a) Scorta di convoglio per treni di t rasporto importanti, treni di servizio di corriere, treni speciali per alti comandanti. b) Approvvigionamento di caposaldi sulla linea ferroviaria con armi e munizioni, evacuazione di feriti. c) Appoggio in incidenti causati da attentati a treni, incluso il riatta mento dei binari e l'assistenza medica. d) Protezione sulla linea o nei pressi di essa di stazioni ferroviarie, installazioni e lavori fortemente minacciati. e) Trasporto di unità e fanteria a livello di plotone con accompagnamento carri, a livello di battaglione senza carri. f) Diffusione di materiale propagandistico lungo la linea ferroviaria. L' uso di treni blindati in questi compiti va limitato a casi ben motivati. In ogni caso i treni blindati devono ricevere chiare missioni di combattimento o altre missioni . Se in casi eccezionali vanno assegnati du e


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o più compiti, allora bisogna disporne la sequenza di attuazione e l'ordine di importanza. Bisogna sempre sforzarsi prima di impartire un ordine di ascoltare il comandante sulle capacità operative della sua unità. 142. Plotoni corazzali ferroviari (S. Sp. e le. Sp.) Al contrario dei treni blindati i plotoni corazzati ferroviari (S. Sp. e le. Sp.) constano di 10 - 14 veicoli individuali, ognuno dei quali possiede un proprio motore. Possono perciò mantenere sulla linea ferroviaria grandi intervalli (con un intervallo di 500 m. si dislocano per 5-6 Km) e su un ordine via radio possono sempre concentrarsi velocemente in un punto minacciato. 143. Treni per la protezione delle tratte ferroviarie vengono corazzati ed armati secondo la disponibilità e con mezzi di fortuna; il loro equipaggio viene formato d'ordine. Le carrozze della ferrovia del tipo R. e G., che vengono impiegate per allestire treni per la protezione ferroviaria locale vengono fasciate secondo la disponibilità con piastre corazzate, con corazzature di tavoloni o traversine in cemento, rese a prova di proiettile con inLereapedini di sabbia oppure muniti montando autoblindo o carri non più in grado di muoversi. Possibilmente anche il pavimento deve essere corazzato contro le mine. Nella costruzione vanno anche 1:onsiderate le possibilità di poter tirare bombe a mano dal vagone e di uscita dal pavimento della carrozza. Gli uffici che prevedono di costruire treni per la protezione locale possono ricevere consulenza su costruzione , armamento ed altri aspetti tecnici dal comandante dei treni corazzati (Kommandeur der Panzerziige) presso il capo dello stato maggiore dell'esercito (Chef GcnStdH), inoltre alcuni progetti già sperimentati sono a disposizione presso la sezione di rimpiazzo dei Lreni corazzali (Panzerzug - Ersatz - Ableilung). L'impiego di treni per la protezione locale avviene secondo i medesimi criteri previsti per i treni corazzati, tenendo presente la loro generalmente assai bassa potenza di combattimento. Carrelli d'ispezione corazzati e veicoli a motore in grado di muoversi su ferrovia vanno continuamente impiegati per la protezione delle tratte ferroviarie. I vagoni di protezione ferroviaria sono della carrozza ferroviaria, corazzate con mezzi di fortuna dalle Ferrovie del Reich (Reichesbahn), che vengono dislocati a piccoli gruppi senza equipaggio in stazioni minacciate da bande. Caso per caso l'equipaggio viene fornito su richiesta dalla truppa o, se questa non è in grado, dalla sorveglianza ferroviaria (Bahnschutz). Vagoni di protezione ferroviaria vengono inclusi in treni a rischio per la loro protezione. In questo caso va tenuto in conto che, concentrando i vagoni


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di protezione, si rende possibile un migliore sfruttamento del loro potere di combattimento, ma che d'altro canto il treno può essere veramente protetto solo in un punto. Una distribuzione dei vagoni di protezione per la lunghezza del treno, lo protegge più diffusamente, ma fraziona il loro potenziale di combattimento .

C. Particolarità dell'impiego delle trasmissioni nella lotta antibande 144. Tutti i mezzi tecnici di trasmissione sono importanti ausili di comando nella lotta antibande. Non esiste un impiego schematico delle trasmissioni. Le unità delle trasmissioni devono essere impiegate caso per caso in accordo alla missione di combattimento. Vanno considerate le particolarità dell'uso delle trasmissioni in foresta e palude, specialmente nell'accresciuto rischio di scariche a terra nei cavi telefonici in caso di materiali difettosi. Le particolarità della propagazione delle onde radio (influenza del terreno e calcolo della portata), come anche le differenze tra i diversi materiali radio disponibili vanno considerate in anticipo. In ogni preparativo di operazione va fatto partecipare tempestivamente l'ufficiale delle trasmissioni. 145. I comandanti del genio trasmissioni e le corrispondenti unità della Wehrmacht e del Reichsfiihrer - SS devono lavorare in stretta cooperazione (scambio della documentazione tecnica di trasmissione, impiego congiunto dei posti di trasmissione fissi, uso delle comunicazioni telegrafiche ed altro ancora). 146. Vanno mantenuti collegamen ti anche con gli uffici della Reichsbahn in vista dell' utilizzo della rete di trasmissioni delle ferrovie. Collegamenti di propria iniziativa a linee di telecomunicazioni delle ferrovie su tratte in funzione vanno vietati in considerazione dei pericoli cui viene esposto il traffico ferroviario. Nelle grandi operazioni è utile per il mantenimento del segreto, ordinare il silenzio radio e la limitazione nelle comunicazionitelefoniche ai reparti già assegnati durante il concentramento fino ad avvenuto accerchiamento. 147. Il collegamento radio con gli aerei va assicurato con la Luftwaffe attraverso precise disposizioni. 148. In foresta e palude gli apparati radio vanno in caso di necessità smontati dal veicolo delle trasmissioni e caricati su carretti o slitte. Gli apparati, in special modo gli accumulatori , vanno protetti dall'umidità e dal gelo. In terreni aspri le squadre per le trasmissioni tattiche vanno rinforzate con dei portatori.


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149. Per la ricognizione del servizio di trasmissioni delle bande vanno immediatamente messi a disposizione del più vicino ufficiale delle trasmissioni gli apparati di trasmissione catturati, parti di essi e tutto il materiale di documentazione tecnica (codici di trasmissione, manuali tecnici ccc.). L'ufficiale a sua volta si deve preoccupare dell'invio immediato del materiale al più vicino posto di ricognizione di trasmissioni. Anche indizi apparentemente di nessuna importanza possono essere di grande valore. 150. La protezione di una rete telefonica va sempre assicurata anche nella lotta antibande. Tuttavia vanno considerate i seguenti punti: a) Le bande disturbano o distruggono sistematicamente le linee telefoniche individuate, cioè tagliando, incidendo o fecendo saltare i cavi, tagliando o facendo esplodere i pali, creando dei cortocircuiti e tirando sugli elementi isolanti. Perciò le linee telefoniche e le squadre di installazione e riparazione devono essere adeguatamente protette. b) Bisogna sempre prevedere che i banditi intercettino ie linee telefoniche. Apparati Tf ed ondulatori non offrono alcuna protezione affidabile contro l'ascolto delle comunicazioni. Anche le bande possono disporre di apparati atti all'ascolto di queste trasmissioni. c) Per facilitare la protezione e la sorveglianza delle reti telefoniche, vanno apprestati soltanto i collegamenti assolutamente indispensabili per i comandi. 151. L'impiego di telescriventi campali è particolarmente utile presso gli stati maggiori di grandi dimensioni. Si possono impiegare linee a cavo singolo, che sono appena registrabili. L'intercettazione di notizie, trasmesse attraverso telescrivente, viene in genere resa più difficile, ma non impossibile per le bande. (La telescrivente campale è conosciuta da molto tempo dai bolscevichi) . Se vanno trasmesse delle comunicazioni segrete per telescrivente, allora vanno inviate possibilmente in cifra. 152. Per mantenere le comunicazioni in territori infestati o minacciati da bande bisogna approntare una protezione preventiva delle installazioni di trasmissione in modo approfondito. Le linee di trasmissione lungo le strade vanno protette da forze di sorveglianza stradale. Le installazioni fisse ricadono nel campo della protezione locale statica. I mezzi tecnici (introduzione di forti cavi d'acciaio nei pali, minamento dei pali ecc.) offrono un'ulteriore protezione. La truppa deve usar cautela con le proprie linee di trasmissione. Esse non devono essere danneggiate nel taglio di a lberi o durante l'uso di esplosivi.


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Ogni danneggiamento di linee di trasmissione va subito comunicato al più vicino centro di trasmissioni. D. Particolarità dell'impiego di mezzi motorizzati nella lotta anlibande.

153. Il mezzo motorizzato è un importante mezzo di combattimento e trasporto nella lotta antibande, per quando spesso le difficili condizioni del terreno e delle strade non permettano sempre di usare appieno i mezzi. Non bisogna pretendere l'impossibile dalle macchine nelle paludi e nella boscaglia. Perciò è importante sentire l'ufficiale degli autotrasporti come consigliere del comandante prima di un impiego. 154. Una approfondita ricognizione delle strade e del terreno deve precedere ogni operazione nei territori boscosi e paludosi. Se questo non è possibile, allora bisogna marciare con i veicoli soltanto fino a quando esiste la possibilità di invertire la marcia per il più grosso veicolo presente, in modo da evitare ingorghi davanti ad ostacoli insuperabili. La ricognizione delle strade avviene durante la marcia e più precisamente da un punto di possibile inversione all'altro. 155. Terreni difficili per gli automezzi (sabbia soffice, terreno molle e neve) possono essere resi transitabili , prima di percorrerli, con semplici mezzi di fortuna (traversine, assi, rami, sassi o sabbia). 156. Se su tratti di strada particolarmente minacciati bisogna camminare in convoglio, bisogna considerare dal punto di vista tecnico il seguente criterio: come primo veicolo va messo un mezzo blindato o il camion più pesante. Le mine li danneggiano meno di un veicolo più leggero. Automezzi con strutture fisse (omnibus e furgoni) non sono adatti al trasporto uomini, poiché ostacolano il tiro dell'equipaggio. Nei territori minacciati da bande va assolutamente tolto il telo dai camion. E. Trattamento della popolazione, dei fiancheggiatori e dei banditi

157. L'atteggiamento della popolazione è di grande importanza nella lotta antibande. Tra una popolazione che è in buoni rapporti con noi i banditi non possono mantenersi a lungo. Tra l'altro il volume delle consegne ai banditi fornisce indizi sull'atteggiamento della popolazione. I responsabili dell'agricoltura vanno sentiti in proposito. L'amministrazione deve curarsi che la popolazione assuma l'atteggiamento giusto nei nostri confronti attraverso un'economia ben regolata ed attiva ed una ricognizione approfondita ed appropriata.


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L'obbiettivo deve essere: i contadini devono difendere da soli la loro proprietà contro i banditi, dal canto nostro possono venire date da noi armi e mezzi tecnici a quelli di provata fiducia. Le decisioni sulla disposizione dei villaggi autodifcsi vengono prese dagli SS-und Polizeifiihrer, mentre nel territorio di operazioni la decisione è del comandante del gruppo di armate.

158. La propaganda all'interno della popolazione è molto importante. La propaganda nemica si sforza molto di influenzare la popolazione. Agire contro di essa, accanto al lavoro di influenza politica, è il compito principale. Non si tratta tanto di diffondere concetti teorici quanto di togliere forza e di rettificare le notizie diffuse dal nemico. Preziosò è il trattare gli avvenimenti e il lavoro quotidiano. La propaganda deve essere condotta unitariamente. L'accento va posto sulla distribuzione di volantini e giornali e sulla propaganda orale. I radionotiziari hanno valore solo dove sussista la possibilità per la popolazione di riunirsi. In questo caso vanno solo permessi quegli apparati riceventi che sono stabilmente regolati sulla lunghezza d'onda della propaganda e che sono custoditi da una persona affidabile. La propaganda con megafoni costituisce in certa misura un surrogato. La partecipazione di squadre di propaganda alle operazioni è opportuna. 159. I rapporti della truppa con la popolazione non devono mai superare il limite delle necessità di servizio. Se tanto è desiderabile che la popolazione abbia fiducia nella truppa, altrettanto è importante che la popolazione mantenga il rispetto per la truppa . La confidenza da parte della popolazione è spesso solo un tentativo di ottenere notizie e di far abbassa re la vigilanza.-Reparti che mantengono rapporti troppo stretti con la popolazione e che quindi mettono in pericolo la sicurezza generale vanno trasferiti. 160. La circolazione di singoli fiancheggiatori delle bande può essere prevenuta da una costante sorveglianza su1la popolazione. A questo scopo vanno impiegate in primo luogo forze addestrate, come reparti di p olizia e della Feldgendarmerie . Gente sospetta in a biti civili o anche in divisa tedesca, anche se ha diversi documenti, va arrestata e portata immediatamente agli uffici dell'SD o della GFP. Va tenuto presente che le bande tentano di falsificare tutti i nostri documenti e che spesso hanno preparato dei falsi di prim'ordine. SD e GFP hanno gli schedari dei ricercati. Va dedicata particolare attenzione alla sorveglianza dei viaggiatori sulle ferrovie ed alla presenza di viaggiatori illegali a bordo di automezzi.


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I 61. La "passata di controllo" a villaggi sospetti di banditismo richiede esperienza. Forze dell'SD e della GFP vanno impiegate. I veri fiancheggiatori delle bande vanno riconosciuti e arrestati senza pietà. Misure di punizione collettiva contro gli abitanti di interi villaggi (a ciò appartiene anche l'incendio delle località) dovrebbero essere ordinate solo in casi eccezionali ed esclusivamente da comandanti di divisione o da SS - und Polizeifiihrer. 162. L'evacuazione di villaggi è opportuna se vengono ripetutamente trovati dei fiancheggiatori di banditi in un villaggio, è importante che ci siano le forze sufficienti per effettuare l'evacuazione in ordine e mantenere sgombro il villaggio. La decisione è di competenza dei comandanti di divisione e degli SS - und Polizeifiihrer. 163. Vanno assolutamente trattati come prigionieri di guerra tutti i banditi che sono stati catturati in uniforme o in abiti civili durante il combattimento o che si arrendono in combattimento. Lo stesso vale per tutte le persone che vengono incontrate in vicinanza della zona di combattimento e che vanno considerate fiancheggiatori dei banditi, anche se non si può provare la loro partecipazione ai combattimenti. Banditi in uniforme tedesca o nell'uniforme di un esercito a noi alleato vanno fucilati dopo un accurato interrogatorio, se vengono catturati in combattimento. Disertori, non importa vestiti come, vanno trattati assolutamente bene. Le bande devono saperlo. F. La confisca della produzione agricola

164. Ad ogni operazione contro le bande va collegato una confisca della produzione agricola. Ne sono responsabili: a) il comandante dell'operazione per la protezione della confisca; b) il responsabile dell'agricoltura per l'esecuzione tecnica della confisca. 165. Se una zona viene evacuata, vanno portate via tutte le scorte agricole ed attrezzi. Tutto quello che può essere utilizzabile per la nostra economia di guerra o che anche potrebbe essere in seguito utilizzato dalle bande, va portato via. 166. Se una zona deve essere pacificata, allora bisogna lasciare alla popolazione il necessario per il suo sostentamento e per la successiva coltivazione della terra. In questo caso la quantità di prodotti agricoli da confiscare va decisa dall'amministrazione agricola. Bisogna però che innanzitutto la popolazione abbia già versato i prescritti quantitativi all'ammasso.


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167. La confisca deve essere costantemente protetta. Anche i trasporti ed i depositi di raccolta vanno protetti. Le truppe impiegate nell'operazione e quelle assegnate alla protezione vanno istruite assolutamente sull'importanza della confisca. La truppa deve avere ben chiaro che i beni confiscati non sono affatto il suo bottino. I prodotti agricoli sequestrati appartengono a tutto il popolo. Essi sono a disposizione tramite le istituzioni responsabili. 168. È utile impiegare squadre di confisca esperte, cui assegnare possibilmente gente del mestiere, tra cui anche interpreti. Le squadre vanno o mantenute permanentemente pronte per questo impiego oppure vengono costituite in modo da essere pronte in breve tempo dalla comunicazione deli' ordine. 169_ Il migliore aiuto nella confisca lo possono dare i responsabili di un comune, ragionieri o anziani del villaggio. Vanno subito rintracciati. 170. Quando viene comunicata alla popolazione la quantità di prodotti che deve consegnare, non vanno dimenticate sanzioni per la mancata esecuzione della richiesta. La punizione più alta è la confisca del bestiame. 171 . Prodotti agricoli danneggiali sono privi di valore per l'ammasso. In questo caso la quantità prescritta non va diminuita, ma va preteso un rimpiazzo in altri beni. 172. Ai comuni ed ai contadini vanno consegnate delle ricevute individuali o collettive, per agevolare il successivo pagamento dei beni. Una duplice copia va data al responsabile economico del circondario. 173. Se la popolazione è fuggita o fa difficoltà alla confisca, si devono ricercare i nascondigli, p.e. sotto mucchi di foraggio, sottoterra nell'orto, sotto le cassepanche ecc .. Per questo tipo di ricerca sono adatte forze locali oppure vicini di casa stimolati da un premio. 174. Vanno precedentemente stabilite le vie ed i depositi di raccolta per il materiale confiscato. Vanno concentrati veicoli agricoli in numero sufficiente. Una coscrizione di lavoratori va effettuata solo dopo la confisca della produzione agricola, perchè a ltrimenti manca la forza lavoro ausiliaria. 175. I risultati della confisca vanno comunicati dal responsabik dell'amministrazione agricola all'ufficio gerarchicamen te superiore ed a nche al comandante dell'operazione.


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Schizzo n. 1 Accerchiamento

Marcia di avvicinamento verso la linea di accerchiamento

Riserva di settore

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concentramento

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di settore

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LE DOTIRINE TEDESCI-IE DI CONTROGUERRIOLIA 1936-1944

Schizzo n. 2 Battuta circolare

KESSEL TREIBEN Rastrellare la sacca restringendo la linea di accerchiamento

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Schizzo n. 3 Battuta con linea d'intercezione

VOASTEHTREIBEN

Rastrellare la sacca


LE DOTTRINJ:: TJ::Dt::SCHE DI CONTROGUERRIGL!A 1936-1944

Schizzo n. 4 Rastrellamento di una sacca con suddivisione in sacche minori

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Schizzo n. 5 Rastrellamento di una sacca con un gruppo di assalto


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Schizzo n. 6 Annientamento di una banda in marcia da parte di uno Jagdkommando

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DOCUMENTO N. 15

Der SS - und Polizeifuhrer Oberitalien-Mitte I a

O.U., den 20. Sept. 1944

Abschrift

GUERILLAKRIEG UND SABOTAGE - NOTIZEN ÙBER PARTISANENT AKTIK.


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ALESSANDRO POLITI

Der SS - und Polizeifiihrer

O. U ., 20 settembre 1944

Oberitalien-Mitte I a

A

Einsatzkommandeur » » » » » »

per il Veneto a Padova della Ordnungspolizei a Bologna della Lombardia orientale a Brescia della Ordnungspolizei a Padova

Einsatzkommando Btirger - attualmente a Chiampo Gend. - Hauptmannschaft per l'Emilia a Padova » » per il Veneto a Padova 3./ Einsatzkommando Biirger a Brescia Sich.-Abschnitt 1 e 2 - Verona » » » » »

» » »

» 3 » 4 » 5 » 6 » 7 » 8 » 9 » 10

- Rovigo - Padova-sud - Padova-nord - Treviso-sud - Treviso-nord - Vicenza-nord - Vicenza-sud - Mantova

Sich-Abschnitt 11 - Cremona

» » » »

» 12 - Ghedi » 13 - Brescia

»

» 16 - Breno » 17 - Forra d' Alliano Edolo

»

» 14 - Desenzano » 15 - Garniano

Aussenposten Brescia della Sipo e dell'SD.


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Porgo accluse annotazioni sulle bande perché se ne prenda visione e le si osservino. Il contenuto deve essere divulgato ad ogni ufficiale e soldato e nelle unità in forma di lezione. la

(firma illeggibile) Hauptmann d. Gend. u. la


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AL.ESSANl)KU POLITI

Copia Guerriglia e sabotaggio - Cenni sulla tattica partigiana. - Per l'efficienza della lotta partigiana gli elementi assolutamente necessari sono: disciplina - segretezza - spostamenti velocissimi - coraggio e audacia - accurata organizzazione dei collegamenti tra le unità - informazioni. Se tutti i restanti elementi possono essere organizzati e sviluppati lontano dal nemico, le informazioni invece richiedono il contatto costante col nemico. Se talvolta in guerra le informazioni possono avere una collocazione subalterna, perché il servizio di ricognizione, specie con gli aerei, può sostituire il servizio di informazione orale, nella guerriglia esse sono indispensabili perché "sapere" significa sicurezza per l'organizzazione. In tutti i rami operativi di una formazione partigiana devono funzionare continuamente cellule di informatori di ambo i sessi. Devono esserci una rete di collegamenti ben organizzata e un codice di segnali unificato, di modo che le informazioni possano essere trasmesse il più presto possibile. D'altro canto devono essere prese tutte le misure preventive perché il nemico sappia il meno possibile delle attività partigiane e venga sempre portato su una falsa pista. Per questo scopo possono essere particolarmente utili gli elementi più dotati e affidabili, specie le donne, per creare nel nemico confusione e disinformazione sull'effettiva situazione in una zona. Incursioni:

Informazioni e comunicazioni sono la prima e spesso la più proficua difesa contro le puntate nemiche. Se non si può contare su elementi infiltrati nello stesso comando nemico, i quali comunicano subito tutti gli ordini d'operazione di tal genere, allora devono essere per lo meno sorvegliati attentamente: i movimenti nemici di truppe e automezzi, che quasi sempre lasciano riconoscere l'intenzione del nemico. Difesa passiva: 1) Frazionare le forze e suddividerle in gruppi di 8-10 uomini, per po-

ter attraversare più facilmente 'Ia rete delle truppe operative, che non formano mai una catena ininterrotta. 2) Sottrarsi al nemico, senza lasciare traccia. La guerriglia nei Balcani insegna che le marce l)TOlungate e le ricerche infruttuose sono assai dannose per le truppe operanti. 3) Riga illeggibile (sic!).


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4) Per il materiale trasportabile, esso va diviso tra tutti in parti uguali e va data la priorità ad armi e munizioni. 5) Nascondere, quello che non si può portare via. Il nascondiglio deve essere sconosciuto ai più. Per scoprire nascondigli, il nemico si rivolge in genere a elementi del posto o eventualmente costringe dei prigionieri a parlare. Nei Balcani alcuni capibanda non sapevano loro stessi dove si trovassero i depositi. A loro richiesta veniva loro fornito il materiale, senza che loro conoscessero la provenienza del rifornimento. 6) Eliminare in precedenza le spie e altri elementi che sono dubbiosi o sospetti, quelli che vengono incontrati durante le manovre vanno trattenuti fino a che sembri necessario per la propria sicurezza.

Difesa attiva: Ogni volta che si presenta la possibilità - anche durante la manovra di sganciamento - il nemico deve essere attaccato e danneggiato. 1) Blocchi stradali, campi minati e tronchi d'albero abbattuti, ostacolano e rendono difficoltoso il movimento e il rifornimento del nemico e permettono a gruppi mobili di disturbare le truppe addette alla rimozione degli ostacoli; spesso rendono possibile a una banda completamente circondata di spezzare l'accerchiamento. 2) Muri e fili d'acciaio messi di traverso ad una strada, dopo lo sfilamento di una colonna, ostacolano motociclisti e ciclisti che devono trasmettere ordini e permettono di ottenere importanti notizie attraverso i prigionieri. 3) Osservare da vicino con cautela una colonna in marcia. Ci sono sempre soldati che per un qualche motivo si allontanano e che poi possono essere catturati più facilmente. 4) Tenere sempre in mente che un soldato, abituato e addestrato al modo normale di combattere in guerra aperta, nella guerra partigiana non mostra mai la necessaria sicurezza e allunga o accorcia troppo la distanza tra le unità. Grazie a ciò truppe audaci possono lasciarsi facilmente superare per poi attaccare lateralmente il nemico, portando disordine e scompiglio nelle sue file. 5) Studiare le mosse del nemico e quando c'è chiarezza sulla direzione che esso intende seguire, disporre subito truppe dotate di armi automatiche sulle strade di transito , in punti dominanti, agli incroci, al margine di un bosco o sulle curve in modo che aprano a distanza ravvicinata e di sorpresa il fuoco e successivamente si ritirino subito secondo un piano prestabilito.


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6) I mortai pesanti possono essere ben impiegati per queste imboscate. Sparare i colpi con grandi. intervalli, per ostacolare il rilevamento della posizione, oppure scegliere numerose posizioni ben distanziate. 7) Spezzare l'accerchiamento, se non è possibile evitare il combattimento. In questo caso va identificata la posizione più debole e bisogna slanciarsi contro di essa a tutta forza, preferibilmente nelle ore notturne. 8) Colpi di mano notturni contro depositi, batterie e formazioni sono spesso riusciti nei Balcani grazie alla velocità d'azione di bande, che prima si sono frazionate e si sono sistematicamente sottratte al combattimento e che improvvisamente si sono concentrate, per attaccare efficacemente un nemico che si credeva al sicuro, perché la zona sembrava sgombra da partigiani o perché sembravano accerchiati da formazioni avanzate. In linea di principio tutte le carte e i documenti personali che possono aiutare il nemico in misure di rappresaglia o compromettere altri, devono essere precedentemente distrutti o fatti distruggere.

Considerazioni generali su/l'azione: Il partigiano deve essere sopratlutto addestrato alla sorpresa. Ciò richiede uno speciale addestramento, caratteristiche fisiche eccellenti, precisa conoscenza del terreno della zona d'azione, accurata preparazione e assoluta segretezza. Il luogo dell'azione, le modalità e il momento devono essere resi noti solo nel momento decisivo. Un tale risultato naturalmente può essere ottenuto solo con l'abitudine con un continuo "stato di prontezza". I partigiani devono comportarsi giorno.e notte come se il combattimento fosse sempre imminente. Le misure di sicurezza devono essere fissate fin nel più piccolo dettaglio. Sentinelle, avamposti e ronde devono essere spesso controìlati, depositi di armi, munizioni e viveri vanno continuamente ispezionati. Negli uomini deve esser~ inculcata l'abitudine a non portare con sé documenti compromettenti per sé o altri, specie durante un'a.zione.

Forze: Queste devono essere sempre irrrapporto alla missione da svolgere, ma deve essere considerato che,·anche un piccolo numero di uomini decisi, capaci e buoni conoscitori della situazione locale, può raggiungere risultati di prim'ordine.

Mezzi: L'arma preferita nella guerriglia è la pistola-mitragliatrice, ma anche i mortai d'assalto (p.e. Breda 45) sono mollo utili, particolarmente


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in montagna. Contro centri abitati o, come sempre per truppe sistemate a difesa, pistole-mitragliatrici e pezzi di piccolo calibro, come p .e. il mortaio Tipo 81, sono indispensabili . Nelle brevi azioni di sorpresa le bombe a mano rendono assai buoni servigi. In azioni contro case o caserme è importante il possesso di alcune bombe. In mancanza di meglio, l'applicazione di un tubo di gelatina alla bomba a mano può servire al potenziamento dell'effetto. Tutti gli uomini devono essere addestrati al maneggio di esplosivi e nella posa di mine .

Munizioni: Le squadre devono avere munizioni di scorta, che però devono essere controllate con cura e che devono essere restituite alla fine dell'azione . Abituare gli uomini a sparare solo alla minima distanza possibile. Talvolta azioni partigiane sono riuscite solo perché si fece grande risparmio di munizioni, fino a quando il nemico non si era avvicinato a distanza di pochi passi. Devono essere raccolte le munizioni non solo di feriti e morti, ma anche i bossoli vuoti. Nei Balcani non era facile trovare dopo un'azione dei partigiani anche solo pochi bossoli vuoti.

Lavori: Primitivi lavori di fortificazione campale possono essere avviati prima dell'azione dai fiancheggiatori o dagli stessi partigiani che si travestono da contadini. Meglio ancora è çurarsi di trovare per tempo appostamenti vantaggiosi per i tiratori e le armi automatiche. Preparare per le armi pesanti delle pavimentazioni o delle zone di terra battuta e costruire muri con feritoie di almeno 40 cm. di spessore.

Mimetizzazione e nascondigli: Questi lavori campali devono essere ben mimetizzati indifferentemente dal fatto che l'azione venga montata di giorno o di notte. Rami, . fascine di legna, erba, fieno o fasci di paglia sono, a seconda del luogo, le mimetizzazioni più adatte e possono anche servire da posti di osservazione. È da sconsigliare l'uso di teloni dipinti e scoloriti. I movimenti devono avvenire sempre dal crepuscolo all'alba. Di giorno vanno evitate le osservazioni e ricognizioni nemiche tanto aeree quanto terrestri, sia nei bivacchi che durante il movimento. Ugualmente si deve evitare di portare abiti bianchi laddove non c'è neve. Le impronte , che possono rivelare la direzione di marcia nella neve o anche nel terreno, vanno cancellate. Durante gli spostamenti bisogna preferibilmente sparpagliarsi negli spazi erbosi, non si deve accendere il fuoco


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all'aperto e, dove è possibile, far sparire le proprie tracce anche se si prospetta una sosta indisturbata per più giorni. Anche nelle baite e nelle case vanno mascherati i depositi di viveri ed armi, eventualmente scavando una uscita di sicurezza esterna. Naturalmente è meglio sfruttare grotte e cavità naturali, che però devono essere asciutte. Quando i partigiani si recano in un centro abitato per riposarsi o dopo un'azione, non devono prendere niente con loro, che li possa rendere riconoscibili.

Prima e dopo l'azione: Obbligare gli uomini a controllare il corretto funzionamento delle loro armi prima dell'azione. Distribuire una razione di viveri aggiuntiva, se possibile alimenti secchi come riserva. Se l'azione riesce, non bisogna trattenersi troppo. Portar via, tutto quello che è utile c trasportabile, distruggere il resto. Se vi è un interesse, portare via i prigionieri disarmati, ma usarli come portatori. Prigionieri civili, che devono essere rilasciati, devono essere portati a occhi bendati e attraverso percorsi tortuosi. Se l'azione non riesce, sganciarsi il più presto possibile, ma senza una fretta dannosa, e soprattutto portare via tutti i feriti e i morti. La ritirata va compiuta nel modo già esposto e senza lasciare tracce. È necessario anche portare via i morti o almeno renderli irriconoscibili per evitare rappresaglie sulle famiglie . Chi perciò possiede un veicolo a trazione animale (animali da soma o da tiro ecc.) si fermi a portata di mano, ben mimetizzato e con le n~cessarie mi$ure di sicurezza.

Sorprese da parte nemica: Per evitare sorprese da parte del nem ico, gli uomini devono avere sempre le armi a porta ta di m a no. Giorno per giorno devono essere fissati i punti di adunata e comunicate le parole d'ordine.

Agenti paracadutati: N el caso di lancio di tali persone, esse devono essere tenute sotto controllo fino a che la loro identità _n on può essere stabilita con assoluta certezza. Più di una volta i tedeschi hanno impiegato i loro agenti con paracadute, i quali si spacciavano per inglesi o americani, per scoprire i nascondigli dei partigiani.

Sbarchi: In zone dove i partigiani operano in vicinanza dei punti di sbarco degli alleati, devono facilitare il compito di questi, bloccando incroci


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importanti, linee ferroviarie e accessi obbligati alle spalle del nemico e tagliando le sue comunicazioni; elementi che possono servire come guide vanno subito messi a disposizione.

Azione morale: L'azione deve essere preparata anche dal punto di vista del morale e perciò non solo attraverso la distribuzione di volantini e scritti a stampa, ma anche attraverso la parola del comandante stesso. Oltre naturalmente a porre il loro esempio personale, i comandanti devono anche stimolare l'ambizione e l'emulazione tra i sottoposti riconoscendo pubblicamente, premiando e lodando: la generosità, lo spirito di sacrificio e l'eroismo. Invece l'indisciplina, la tiepidezza e la codardia e particolarmente il tradimento devono essere puniti senza pietà. Ogni manifestazione di disumanità, disonestà e ingiustizia deve essere repressa, perché il partigiano deve avere sempre la convinzione che è un soldato della patria italiana e della libertà. Attacco contro le colonne in marcia:

Le truppe in marcia e specialmente su veicoli non si curano troppo della loro sicurezza, cosicché per gruppi di uomini agili e audaci, conoscitori della zona, è un gioco condurre azioni di disturbo. Se lo permettono le forze a disposizione e le informazioni sul nemico, la colonna può anche essere attaccata, annientata o dispersa e talvolta anche catturata. 1) Scegliere i punti più opportuni per l'avvicinamento e lo sganciamento. 2) Assicurare la copertura dei fianchi e delle spalle con gruppi in posizione dominante. 3) Organizzare con cura la raccolta di armi, munizioni e materiale, e così pure lo sgombero di feriti, morti e prigionieri . 4) Eseguire l'attacco laddove la strada corre tra a lture che permettono il tiro incrociato, oppure presso i margini di un bosco, avvallamenti ed eventualmente dalla parte opposta di burroni. 5) Tirare a breve distanza con fuoco vivace, ma ordinato per risparmiare munizioni. Se si tratta di una colonna motorizzata, i primi colpi vanno mirati ai guidatori. 6) Attendere lo sfilamento della colonna, per attaccare ai fianchi e alle spalle con piccoli gruppi, prima che scatti l'azione principale ai punti prefissati. 7) Evitare che il nemico resti alle calcagna, se l'azione non riesce, invece bisogna ritirarsi alla svelta e coprire la ritirata con gruppi di disturbo_


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Attacchi contro accampamenti: Tanto azioni di annientamento di nemici accampati come anche le azioni di disturbo vanno preparate con ricognizioni sul posto, attraverso un attento studio delle abitudini e delle misure di sicurezza osservate e devono essere eseguite sempre di notte, meglio in notti senza luna. L'azione deve essere necessariamente breve e .improvvisa. Il taglio di eventuali linee di comunicazione telefonica non è consigliabile, perché il nemico attraverso l'improvvisa cessazione dei collegamenti potrebbe essere reso sospettoso, a meno che non si possa contare su una assoluta superiorità o su un notevole ritardo dei rinforzi per il nemico. Bisogna pensare che il nemico raramente cercherà come luogo di accampamento le alture, ma preferisce rimanere a valle e vicino a centri abitati e strade di comunicazione. La collaborazione degli elementi locali è perciò assai preziosa. Fuoco e luce nelle tende permettono sempre di riconoscere un accampamento nemico. Prima neutralizzare le sentinelle, possibilmente all'arma bianca. Partigiani che ne hanno pratica devono prendere per questo compito tutto

il tempo necessario per la riuscita della sorpresa. Poi al segnale concordato, attacca il grosso della banda e tira contro le tende, disperde gli animali da tiro e da soma, per aumentare la confusione, quando non possono essere condotti via. Se invece gli animali si possono catturare, devono servire ai "portatori" per trasportarsi tutto quello che..può essere utile. Vanno anche predisposti due gruppi con armi automatiche per proteggere gli attaccanti da vicino e ai fianchi. In caso di successo bisogna impedire che gli uomini si attardino a raccogliere roba o addirittura comincino a mangiare e a bere.

Azioni di disturbo contro presidi: Vengono condotte da poche persone, eventualmente armate solo con pistole-mitragliatrici. Mediante un continuo cambiamento di località, possono impedire che il nemico si orienti sulla loro posizione. Gli attacchi devono essere brevi e intervallati. Queste azioni hanno lo scopo di rendere il nemico nervoso, far ~prccarc munizioni e indurre i comandanti a eseguire spostamenti di truppe, il che può facilitare attacchi in altre località.

Operazioni contro centri abitati: Q ueste vanno eseguite quasi esclusivamente di notte. Anche per queste è- importante la raccolta preventiva di informazioni precise per stabilire tipo, quantità e morale della truppa e del presidio. Anche donne,


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anziani e bambini possono fornire rapporti di una certa precisione su casematte, armi automatiche presenti, veicoli e artiglieria. Negli alberghi e insieme a donne ogni soldato parla senza grande riservatezza. Possedendo tali informazioni, devono essere studiati prima dell'azione e non solo su carta: le strade di accesso, i punti dominanti, gli appostamenti delle armi automatiche. Generalmente la scelta corretta di appropriati punti di appoggio dominanti garantisce la riuscita dell'azione e impedisce che il nemico dopo la stessa possa intraprendere l'inseguimento ravvicinato. Se le squadre non sono del posto, allora è necessario, tra le varie misure di sicurezza, inviare sul posto almeno i caposquadra, anche per concordare con i fiancheggiatori del posto opportuni segnali e accordi. Ancora meglio, se un gruppo armato si è precedentemente installato e nascosto nella località. Effettivamente è assai importante di poter contare su persone affidabili all'interno, anche poche ma decise, che sono al corrente dell'organizzazione del nemico, che provochino confusione e panico coi loro continui spostamenti, che taglino le comunicazioni telefoniche fra il comando e la truppa e possano causare incendi, specie in depositi e magazzini di modo che questi, anche in caso di insuccesso non siano più utilizzabili. Se ci sono fiancheggiatori tra le stesse unità del presidio, deve essere loro cura neutralizzare la radio. 1) Gli uomini devono ricevere istruzioni precise perché ognuno sappia

esattamente dove deve andare e verso dove deve ritornare. È una cosa di estrema importanza, perché l'esperienza insegna che una delle prime condizioni per il successo sta in questa precisione nell'orientamento, perché nella guerriglia gli uomini devono agire quasi sempre di loro iniziativa e i collegamenti sono assai primitivi. 2) Prendere le po:-;iL.ioni do1nìnanti scelte in precedenza e poi far avanzare gli uomini su di esse a piccoli gruppi, senza trascurare la neces-· saria sicurezza nemmeno per la più piccola di esse. Evitare di avanzare sia nel fondovalle che sul crinale dei monti. Non attraversare luoghi abitati e se questo è inevitabile, farlo di notte. Non fumare, non parlare, non accendere fuochi. Chiunque si incontri, si tratti di donna, uomo o bambino, quale che sia la sua età, va trattenuto perché ognuno può essere pericoloso. Mantenere il contatto a vista, comunicare solo per mezzo di segni, impartire ordini con sussurri chiaramente comprensibili. Impedire qualunque rumore, qualunque allarme, qualunque "si dice". 3) Un segnale concordato comunica l'inizio dell'attacco dall'ester'no e dall'interno. L'azione interna deve però sempre seguire quella


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esterna, perché può darsi che una operazione deve essere rimandata per qualche motivo e i collaboratori interni dovrebbero sacrificarsi inutilmente in questo caso. 4) Isolare il presidio, tagliare le comunicazioni telefoniche, interdire ponti, sentieri e strade nelle vicinanze. 5) Attaccare il nemico e attaccarlo dal lato meglio difeso e spesso me-

glio coperto dal fuoco, il più lontano possibile dalla posizione che era stata ritenuta la più adatta per un attacco dall'esterno. 6) Risparmiare le munizioni e lasciare che il nemico sprechi colpi il più

possibile, fino all'istante in cui ci si trova a portata di bomba a mano. 7) Durante l'assalto, invece del silenzio tenuto precedentemente, biso-

gna gridare forte, i comandanti devono impartire ad alta voce ordini a grosse formazioni inesistenti per ingannare il nemico sulla propria forza. 8) In caso di insuccesso:

a) portare via armi, munizioni e tutto quello che è utile con animali da trasporto, veicoli confiscati e portatori; b) distruggere tutto quello che non si può portar via, ovviamente risparmiando la proprietà privata; e) portar via morti e feriti (i propri); d) evitare che gli uomini entrino e si trattengano in osterie, case private e negozi. 9) Comunque vada a finire, dopo l'azione deve essere dato un segnale per la ritirata e il contatto deve essere mantenuto sotto le medesime misure di sicurezza usate per la marcia di avvicinamento. Le posizioni dominanti devono essere abbandonate per ultime.

Contro stazioni e caselli ferroviari: Le considerazioni generali per l'azione restano immutate, ma bisogna pensare in ogni caso, laddove pianchi la sorpresa totale, il nemico ha a disposizione sempre strade comode, generalmente rotabili, per richiedere truppe e blindati. Sorprese di questo tipo sono dunque da evitare. Invece vanno distrutte piccole installazioni, minati brevi tratti, piazzati dappertutto cacciatori di carri. Tenere presente che il nemico dispone di automobili blindate, che, come il nostro P .40, quando sono senza pneumatici possono andare sui binari. Così anche dispone di treni blindati elettrici. Le mine, se non sono automatiche, vanno azionate


LE DOTTRINE TEOF.SCIIE UI CONTKOGUERRTGI.IA 1936-1944

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solo quando il trasporto transitante può essere danneggiato dalla loro azione. Se appunto non ne capitano, allora le mine vanno tolte di nuovo e piazzate altrove. Vale lo stesso per le mine a strappo che sono particolarmente adatte con grande effetto per ferro vie montane e tratti a serpentina. 1) Non distruggere gli impianti della stazione, ma tagliare i cavi telefonici, distruggere il telegrafo, gli scambi ferroviari, i pianali di carico e appiccare il fuoco ai vagoni presenti, anche vuoti. 2) Disturbare il presidio e costringerlo a uscire, se la stazione o il casello sono vicini a una guarnigione. 3) Ricordarsi che il sabotaggio più efficace è la distruzione di mezzi di trasporto e ponti. Sabotaggio: Riguarda in genere ferrovie, strade e sentieri, installazioni, treni in movimento o in deposito, veicoli. Il primo e migliore appoggio per Ja guerriglia è il sabotaggio di ferrovie. l) Piazzare mine sotto i binari, gli scambi e le installazioni. 2) Svitare i binari, che possibilmente vanno portati via per seppellirli o gettarli in acqua. Di preferenza nelle gallerie. 3) Distruzione o danneggiamento di segnali, semafori, serbatoi idrici, traversine e depositi di carbone. 4) Interruzione di cavi telefonici e telegrafici e abbattimento di pali e tralicci delle linee. 5) Distruzione delle cabine dei trasformatori o almeno dei sostegni degli isolatori. Distruzione di strade e sentieri, particolarmente in punti incassati o presso precipizi. 1) Smottamenti, rotture dei muri di protezione, alberi abbattuti, escavo di fossi per traverso. 2) Posa di mine anche del tipo a strappo. Le installazioni vanno principalmente distrutte con mine, perché ogni altra maniera richiede troppo tempo e lavoro. È da pensare che il deragliamento di un treno su una installazione causa la distruzione totale o parziale di essa quasi sempre. Per avere successo, vanno rispettate tutte le normali norme di sicurezza: sorpresa delle sentinelle, informazioni precise sull'ora del transito dei treni, sui cambi della guardia e particolarmente la collaborazione di fiancheggiatori maschili e femminili, per distogliere e ottundere l'attenzione delle sentinelle.


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Attacchi a locomotive: nelle stazioni o durante il viaggio vengono favoriti dall'impiego di oggetti incendiarì. 1) Formare gruppi di 4 uomini, armati di pistola-mitragliatrice, con bottiglie molotov e bombe a mano. 2) Attaccare di preferenza vagoni-cisterna, il carburante di una cisterna viene, previo mitragliamento, incendiato dalla vampa di una bomba a mano. 3) Vagoni che trasportano cibo o altro materiale facilmente infiammabile possono essere incendiati senz'altro da stracci imbevuti nella benzina in modo da risparmiare bombe a mano. Questi stracci vanno avvòlti intorno a una pietra da l kg. e legati alla punta di un bastone di 40 cm., per facilitare il lancio . Contro veicoli a motore bisogna appostarsi su strade conosciute a causa della loro maggiore velocità e minore area di bersaglio. Per l'attacco vanno preferite strettoie e cigli di burroni o anche m argini di bosco (perché lì è facilitata la ritirata), dove si può colpi re con sicurezza e sfruttare il panico pe,· la ritirata . Nei monti e nelle zone d'ombra bisogna stare attenti a ben mimetizzarsi per non essere traditi dal luccichio delle armi.

Mezzi: In mancanza di uomini specializzati nei precedenti compiti si può: 1) scavare nella linea ferroviaria una mina di circa 50 cm. di profondità rispetto alla massicciata e a circa 20 cm. sotto la linea della base d'appoggio dei binari. Legare in un fascio dieci elementi di tritolo o dinamite o metterli in un cilindro dopo aver rimosso l'involucro della cartuccia. Introdurre nel detonatore un estremo della miccia, iì cui punio d'innesto va serrato, eventuaimente con i denLi, in modo che la miccia non possa sfuggire via. Poi introdurre il detonatore in una delle dieci cartucce dopo averla perforata con un bastoncello di legno<'l. La miccia deve essere lunga almeno 5 m., per prudenza bisognerebbe collegare due micce con due cartucce per evitare che una sola non raggiunga lo scopo o si spenga. Curare particolarmente l'intasamento della mina o délla carica. Si ottiene un effetto maggiore, se si piazzano tre o qliàttro cartucce sotto un proietto d'artiglieria (p. e. una granata da 100/17), che può essere trasportata facilmente (pesò di circa 13,500 kg.) e ripetere per l'accensione

(*) Ovviamente il detonatore va invece introdotto in apposita sede ugualmente ricavata nel caso del cilindro (Ndt).


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l'operazione prescritta. È solo necessario in questo caso mantenere più lunga la miccia perché gli uomini devono avere il tempo per raggiungere un riparo ad una distanza di almeno 260 m. o un posto in montagna. Con le installazioni si procede all'incirca nel medesimo modo, ma aumentando convenientemente le dimensioni della carica e della mina. F.d.R.d.A.: Schmidt Rev. - Obltn.d.SchP

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DOCUMENTO N. 16

Der Huhere SS-u. Pulizcifiihrcr

in dcr Operationszone Adriatisches K ilsten land

O.U., den 25. Oktober 1944

Gl/Ml. Tgb. Nr. 10094/ 44

BETR.: Bandenkampfbuch Anlg. : - 1 -

AN SS-OBERSTURMFUHRER HRADETZKI KOMMANDO ADRIA TRIEST


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ALESSANDRO POLITI

Der Hohere SS-u. Polizeifi.ihrer in der Operationszone Adriatisches Kiistenland

Località non nominata 25 Ottobre 1944

Gl/Ml. Tgb. Nr. 10094/44 Oggetto : Allegato:

libro di lotta antibande - I -

All' SS-Obersturmfuhrer Hradelzki Kommando Adria Trieste

In allegato Le rinvio, dopo averne preso conoscenza, il libro di lotta antibande. Il Gauleiter è dell'opinione che l'introduzione politica debba venire accorciata sulle 3-4 pagine e che ci si debba occupare maggiormente della lotta antibande. Per il resto dovrebbero essere eseguite alcune correzioni di forma e di sostanza e adottate delle abbreviazioni. Globocnik SS-Gruppenfiihrer und Generalleutnant der Polizei


DOCUMENTO N. 17

SS - Kriegsberichter Dr. Hanns Schneider - Bosgard

BANDENKAMPF IN DER OPERATIONSZONE ADRIATISCHES KÙSTENLAND

Deutschcr Adria-Verlag G. m. b. H. - TRIEST


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ALESSANDRO POLITI

CORRISPONDENTE BELLICO DELLE SS DR. HANNS SCHN ~IDER-BOSGARD

LOTTA ANTIBANDE NELLA ZONA OPERATIVA LITORALE ADRIATICO

DEUTSCHER ADRIA-VERLAG G.m.b.H. - TRIEST

Edito dàlla SS-Standarte "Kurt Eggcrs" Kommando Adria Trieste Questo scritto è destinato solo ad uso interno e va considerato riservato.

Questo esemplare ha il numero 612


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LE DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGIJF.RRIGJ.IA 19]6-1944

DER HÒHERE SS - u. POUZEIFÙHRER IN DER OPERATIONSZONE ADRIATISCHES KUSTENLAND

Trieste Alla SS - STANDARTE «KURT EGGERS»

Kommando Adria

Trieste

Le immense tensioni fra la concezione del mondo nazionalsocialista e le concezioni contrapposte si sono scaricate nel più grande conflitto di tutti i tempi, che ha coinvolto non solo tutti i popoli di questa terra, a anche tutte le manifestazioni della vita all'interno dei popoli. Data la totalità di questa lotta, la parte avversaria usa tutti i metodi immagginabili. Anche il banditismo è solo la manifestazione esteriore di potenze che si agitano sotterraneamente, continuamente rifornite di nuove energie dalla volontà di annientamento bolscevica. Chi si occupa del debellamento del banditismo deve perciò confrontarsi anche con queste forze politiche, che fanno continuamente ricrescere le teste all'idra del banditismo. In questo senso il Suo breve scritto, redatto in base alla prassi del Kommando Adria per l'uso pratico, deve essere di stimolo per tutti coloro che devono confrontarsi spiritualmente o con le armi, con il banditismo. Utilizzando tutte le nostre esperienze comuni si troverà una via che conduca alla soluzione permanente del problema delle bande. Il fatto che, in tutto ciò la parte politica svolge un ruolo importante, vuole essere dimostrato in modo particolare da questo scritto. Il concetto fondamentale è che la direzione politicamente pericolosa del nemico deve essere annientata nella maniera più brutale con tutti i mezzi e che poi deve essere trovata politicamente una soluzione di questo difficile problema per le vaste masse all'interno del1e bande. Globocnik

SS-Gruppenfiihrer und General/eutnant der Polizei


I. CAPITOLO Guerra e bande

Le particolari difficoltà della zona operativa. Pochi altri territori in Europa presentano tanti contrasti geografici, politici e nazionali come il Litorale Adriatico. È un campo di tensione di forze politiche e appare persino predestinato a fare parte dei terntori eternamente inquieti. Con ciò sono dati tutti i presupposti per una guerra di bande ed effettivamente si è sviluppata nel corso dell'anno passato una guerra, che ha aggiunto determinate caratteristiche alla dimensione consueta della guerriglia. Nella zo11a operaliva non si può parlare di una guerra per bande pura e semplice. Anche se la sua condizione di base coincide, dal punto di vista materiale con la conduzione della guerra per bande in altre regioni e territori, risultano qui, ad una osservazione più attenta, momenti essenzialmente aggravanti; che non sono presenti in altre zone nelle stesse proporzioni. Le nostre esperienze con la guerriglia possono coincidere in certa misura con le caratteristiche della guerriglia in altre zone operative. Sicuramente i metodi di conduzione dei combattimenti sono dovunque gli stessi - ma noi qui dobbiamo usare criteri diversi, criteri che dipendono dalla zona, dalle particolari condizioni geografiche, economiche, infrastrutturali e, non ultimo dai contrasti naziona li. Una guerra di bande non è mai uguale a se stessa anche se i metodi crudeli e la lotta all'ultimo sangue presentano dovunque lo stesso carattere. Nella zona del teatro bellico settentrionale essa mostra questo volto proprio come in altri territori occupati o conquistati. La guerra dei terroristi e delle bande in Francia presentava essenzialmente gli stessi tratti delle azioni di guerriglia in Dan_iniarca, Belgio, Olanda o nei Balcani. I suoi effetti reali significano, in ogni caso, guerra fin nei minimi particolari, e proprio in ciò la guerra per bande si distingue sostanzialmente dalla guerra normale. Innanzitutto, osservando la situazione concreta, dobbiamo fare determinate distinzioni psicologiche, se vogliamo giudicare correttamente gli avvenimenti del Litorale Adriatico. Non possiamo chiudere gli occhi davanti al fatto che la concentraziom: ùi Lutli


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gli elementi nemici si rivela, in relazione alla forza, in modo molto maggiore che in altre zone. Ciò nonostante non ci troviamo di fronte ad una unità compatta, che si possa combattere, dividere o a cui ci si possa rivolgere moralmente, dal punto di vista propagandistico o politico, con principi immutabili, che valgano per tutti in generale. Data l'opposizione delle ideologie nazionali, le difficoltà per la nostra condotta di lotta sono immediatamente evidenti. Anche se le bande sono dirette in modo uniforme, è proprio nello squilibrio politico e nelle differenze nazionali che si trova la congiuntura che rende più difficile la nostra condotta di lotta. Il grosso delle bande, nel suo insieme, non reagisce mai ad azioni politiche che non si rivolgano espressamente a determinati rappresentanti di una direttiva nazionale. Inoltre si aggiunge il fatto che i veri capi nella guerra per bande non provengono dalla cerchia della popolazione autoctona. Queste indicazioni bastano da sole a delineare i metodi peculiari, con cui viene condotta la guerra dall'altra parte e con i quali dobbiamo affronlare le mire del banditismo.

Caratteristiche e peculiarità. Il banditismo non è un fenomeno casuale o nuovo e caratteristico della guerra attuale. Esso fa parte dei sintomi della guerra, anzi ne è parte integrante; nel suo sviluppo attuale è degenerato, andando molto oltre la sua definizione concettuale. La degenerazione indica una valutazione caratteriale, che corrisponde in tutti i suoi dettagli ad una concezione della guerra come annientamento totale della vJta e di tutti i valori in genere, che è estranea al nostro modo di essere. Il corso della guerra, c con ciò anche l'andamento della guerriglia, dimostrano mediante le azioni della parte avversaria il fatto irrefutabile che tutte le norme del diritto bellico e dell' umanità sono da considerarsi sorpassate. La direzione bellica tedesca non ha mai riconosciuto questo sviluppo e mai Jo riconoscerà. Abbiamo qui a che fare con una prassi bellica come appunto la vedono, desiderano e perseguono solo gli alleati. Il metodo che usano gli Alleati viene utilizzato dalle bande, certo 's u scala minore, ma con appunto una scrupolosità tanto più grande. Traducono la volontà di distruzione fin nella più piccola azione reale pensabile. Conducono una guerra totale, sfrenata, contro tutto ciò che sembra loro odioso, per strappare con la forza un successo. Praticamente i bolscevichi non si differenziano dagli Americani, e questi, a loro volta, non si differenziano dagli Inglesi. L'idea del sabotaggio alle spalle delle truppe combattenti, contro i beni delle forze d'occupazione e della popolazione civile, l'idea di costringere la stessa popolazione civile alla lotta totale e ad azioni belliche dirette, è stata propagandata come forma essenziale di guerra


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ALESSANDRO POLITI

dagli alleati ed è stata realizzata, attraverso l'azione, in misura costantemente crescente. Dapprima - fino all'entrata in guerra degli U.S.A. - i sovietici erano i principali sostenitori della guerra senza limiti. Essi hanno trasformato radicalmente il volto della guerra normale. I nsicme all'istinto anarchico di massa da loro istigato - così come preferivano il metodo subdolo di lotta al regolare confronto - così sviluppano dall'idea della perfidia e dell'inganno, della màncanza d'onore e della slealtà, l'idea della guerra per bande degenerata. Essa non è altro che il prodotto della concezione bolscevica su base nichilista e così anche le sue azioni si spiegano solo con lo spirito della totale distruzione di ogni valore di vita. Dovunque all'est, dove dal giugno 1941 operavano alle spalle delle truppe tedesche i gruppi terroristici bolscevichi, i danni da loro provocati erano relativamente di lieve entità, ma andavano in fiamme fattorie, paesi e città, la popolazione civile veniva melodicamente decimata o completamente annientata, o perlomeno deportata e comunque costretta al banditismo. Era una ti pica guerra dell'anarchia, un infuriare degli istinti più bassi e sfrenali. Era un assassinio addirittura del proprio popolo e in niente distinguibile dalla politica di annientamento bolscevica condotta contro contadini, lavoratori e burocrati nell'Unione Sovietica dal 1917.

li metodo britannico. Ciò nonostante anche questa forma della guerra per bande non è un'invenzione originaria dei bolscevichi. Essi han no aggiunto la nota della totalità. Il metodo di guerra britannico non è essenzialmente diverso. Entrambi i metodi, che si differenziano solo per determinati aspetti esteriori, si basano sullo stesso pensiero fondam entale. Anche il britannico è sostenitore deila guerra senza ìimiti e proprio come ii boiscevico ha introdotto l'idea della to talità nella guerra per bande. Il britannico ha solamente dato un'etichetta b orghese a questa guerra e l'ha affinata con metodi consumati. Tuttavia essa non è meno disprezzabile della guerra bolscevica. Ufficialmente, però, il Britannico non ha mai condotto una guerra di bande. Egli l'ha però organizzala e fatta condurre. Particolarmente nelle sue guerre coloniali-h a saputo servirsi del potere degli affiliati corrotti per i suoi scopi. I gruppi di lotta pellerossa, dai britannici falsamente chiamati "truppe ausiliare" o "tribù a usiliaria", nella guerra coloniale contro la Francia e nella guerra contro l'indipendenza degli U .S.A. non sono stati niente altro che rappresentanti della guerra per bande. Dipendenti da l dena ro britannico e dal whisky, conducevano una guerra incondizionata di annientamento contro tutto ciò che non era ·britannico compresi i colonizzatori europ ei, le loro donne e figli.


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Accanto alle truppe regolari britanniche, anche bande indiane prezzolate hanno perpetrato gli orrori durante l'insurrezione dei Sepoys. Paesi classici della guerra per bande sotto la regia britannica sono stati, nel secolo passato, Egitto, Spagna, Turchia, Afghanistan, Persia, India, Cina, Arabia e Nord-Africa. Fino a che punto, inoltre, il doppio gioco britannico, ha influenzato i sanguinosi scontri dei Komitagi, nei Balcani, prima della guerra mondiale, è stato dimostrato dallo sviluppo in queste zone e da successive pubblicazioni di determinati documenti segreti. Fondamentalmente il banditismo prezzolato ha giocato in tutte le guerre inglesi un ruolo essenziale. Il risultato delle azioni delle bande armate era il medesimo in tutti i territori colpiti: spopolamento, devastazione, dissoluzione del!' ordine e troncamento dei normali rapporti reciproci tra paesi, popoli e regioni. Ciò vale in modo particolare per i Balcani.

Effetti e conseguenze della guerra per bande. Non v'è dubbio che tutti i paesi privilegiati da guerriglie croniche sono stati frenati nel loro sviluppo economico, sociale e culturale e sono rimasti indietro rispetto ad altri popoli. Nella cerchia delle nazioni vitali, essi rappresentano le creature deboli. Nessuna meraviglia: il tumultuoso progresso degli stati nazionali nel segno del commercio mondiale, dell'economia mondiale, e dell'industrializzazione, che si potenzia di decennio in decennio con rapido sviluppo, esige un completo e illimitato dispiegamento di tutte le energie nazionali. La volontà di vita di un popolo non ammette nessuna frammentazione di forze, nessuna inquietudine nel proprio paese. L'autoaffermazione si doveva rivolgerè çon la più decisa energia contro ogni impedimento allo sviluppo, che proprio attraverso l'attività delle bande, come nei Balcani, diventava un duraturo freno allo sviluppo. Senza la tenace forza vitale della maggior parte dei giovani popoli balcanici, la stagnazione della vita del popolo e dell'economia prodotta dall'azione delle bande, avrebbe condotto ad una dissoluzione senza speranza di questo organismo statale. In molti casi, documentabili, la guerra stessa ha prodotto meno svent ure, distruzioni e minori perdite di vite umane, che non la contemporanea attività delle bande. Nella guerra civile cinese degli anni venti solo una minima parte delle perdite umane e delle distruzioni fu dovuta alle azioni belliche svoltesi tra i generali Wu Pei Fu, Ciang Tso L b e Feng . La stragrande maggioranza di queste perdite fu causata da lle distruzioni, dagli incendi e dai massacri dei gruppi di bande e apparten;::c.d ~ tutte le fazioni. Ulteriori devastanti conseguenze si produssero con 1a


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decimazione della popolazione di intere province, in misura catastrofica, a causa di epidemie e successive carestie. La Cina, come nessun altro paese, ha dovuto provare le vere e autentiche conseguenze di una guerra per bande. Secondo stime molto caute la Cina, nel corso dei due ultimi decenni, ha perso più di 30 milioni di abitanti a causa della guerra di bande che ha provocato anche le catastrofi economiche e sociali. La guerra dei Trent'anni ha comportato per la Germania e l'Europa centrale il completo impoverimento di interi paesi e una riduzione della s_ola popolazione tedesca di 20 milioni di persone, non tanto a causa delle azioni di guerra di innumerevoli eserciti nemici, quanto a causa del regime terroristico di centinaia di migliaia di saccheggiatori e predoni di tutte le nazioni - i precursori morali del successivo banditismo organizzato al seguito della potenza in armi. La prima guerra mondiale mostrò da parte russa dei tentativi trascurabili di costituzione di bande. Furono deboli e si svilupparo, • .Jlo con l'encipiente dominio del bolscevismo ed ebbero i loro effetti soltanto nel proprio paese. Costituirono a stento un problema per l'esercito tedesco. I britannici erano già un pò più avanti. Nei paesi arabi con la pressione crescente delle bande da loro organizzate contro gli imperi centrali svilupparono una guerrigHa, che si poteva denominare una guerra per bande ad effetto concentrato. In Grecia, dopo lo sbarco a Salonicco, davano un'organizzazione ai Komitagi macedoni, in Francia e nel Belgio istigavano la popolazione civile ad atti di sabotaggio. Non si giunse alla formazione di bande. Questo modo di condurre la guerra fu introdotto nella sua piena estensione solo nella seconda guerra mondiale. Senza il minimo sentimento di umanità hanno appoggiato la resistenza armata di civili, inquadrati per bande, nei diversi stati sottomessi. Da iniziali atti di sabotaggio contro le truppe di occupazione, nacquero nel corso di azioni successive condizioni simili alla gu erra civile. Ancora ieri erano pacifici contadini laboriosi che venivano uccisi a centinaia durante gli assalti di bande armate nei Departements, oggi sono i migliori francesi che soccombono alle pallottole degli anarchici. Sangue francese, belga, olandese, nordico sco"rre proprio come scorre il sangue dei contadini e dei lavoratori tormentati nei paesi balcanici. Questa è l'enorme tragicità di questa autodistruzione che si pretende avvenga per la guerra, ma che non colpisce mai o solo raramente, ed anche questo solo in misura minima, il presunto avversario e in definitiva si rivolge esclusivamente contro i propri connazionali. Questa guerra non conosce confini. Le centinaia di paesi incendiati in Bosnia, Croazia, Albania, Dalmazia e Istria, le città devastate, le decine di migliaia di contadini


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cacciati dalla propria terra, dissanguati ed eternamente perseguitati, inoltre la parte di popolazione gravemente decimata di quasi tutte le nazioni tra l'Adriatico e l'Egeo, sono una terribile accusa contro la bolscevizzazionc dei Balcani, condotta da Mosca e qui aizza popolo contro popolo e spinge bande a combattere contro altre bande. Ecco che gli ingenui credevano di scorgere nel ravvicinamento di un tempo fra Pietro e il "maresciallo Tito" un cambiamento, che equivalesse ad un consolidamento delle forze e fosse in grado di arginare la catastrofe. Trascurano che è completamente indifferente sotto quale etichetta viene condotta questa guerra. Comunque sia organizzata e da chiunque sia condotta, deve necessariamente rivolgersi contro la popolazione civile e non c'è da aspettarsi aiuto né dall 'uno né dall'altro degli alleati delle bande nemiche, perché esse si trovano tutte, senza eccezione, sotto la guida bolscevica. Mentre con le azioni di attacco si crede di colpire l'esercito tedesco, si colpisce sempre invece nel modo più brutale soltanto il proprio popolo. I valori che qui vengono distrutti non possono venire più rimpìazza ti per decenni, neppure con la più energica concentrazione di tutte le forze. Proprio nei Balcani l'esercito tedesco non è stato colpito in modo sensibile da nessuna parte. Chi quindi vorrebbe parlare in questo luogo di essenziali vantaggi tattici che risulterebbero a favore della conduzione bellica degli alleati? Forse che la politica della guerriglia delle bande ricompensa anche solo in minima parte le infinite sofferenze dei propri popoli? Tito e Pietro dovranno un giorno rispondere a questa domanda davanti al foro dei loro popoli. Dovunque si trovino gli alleati, dove essi, come in Africa, Italia meridionale e Francia sono entrati come cosiddetti "liberatori", ovunque essi stanno all'ombra del bolscevismo, sono seguiti dalla plebaglia economica, dal proletariato spiiituale, dalla dissoluzione culturale; seguiti dalla miseria, dal saccheggio e dall'assassinio. Li segue la catastrofe politica, che è determinata dal1a tendenza bolscevica all'estirpamento di tutte le forze nazionali. La guerra di bande ha raggiunto nella zona operativa un determinato punto culminante . Può essere indifferente sotto quale futura influenza politica essa si svilupperà ulteriormente - se saranno le potenze occidentali o i bolscevichi gli ispiratori e precursori ideologici, o i fornitori di armi - la guerra per bande non subirà nessun indebolimento, bensì al massimo un ulteriore rafforzamento fino a che le condizioni ll_lilitari sui diversi fronti non avranno un chiarimento univoco a favore delle truppe tedesche in combattimento. Ne dobbiamo tenere conto e dobbiamo prepararci a questo. Lo sviluppo storico della guerra per bande trova nella nostra zona una conferma della concezione che questa


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guerriglia è una guerra totale che viene condotta da11a parte avversaria con tutti i mezzi. Le nostre controazioni dovranno perciò superare ulteriormente la misura della totalità. Esse dovranno essere più efficaci, più complete e attenersi essenzialmente alle caratteristiche della guerriglia e cioè: autentica guerriglia fino all'estremo. Lottare efficacemente contro il nemico significa prima di tutto conoscerlo efficacemente. Con chi abbiamo in realtà a che fare? A questa domanda si può rispondere solo con un'osservazione approfondita delle condizioni particolari qui date dai punti di vista geografico e nazionale.


Il. CAPITOLO Il vecchio territorio meridionale slavo come

zona di guerra per bande

L'eterno focolaio di disordini. L'imperialismo serbo su base neoslava costituì la molla per gli avvenimenti bellici dell'aprile 1941. Il comando tedesco era ben conscio delle difficoltà nel condurre una guerra al centro della zona balcanica. Questo è dimostrato già dal fatto che, in seguito alle fulminee e decise operazioni belliche nell'allora territorio meridionale slavo e in Grecia, rimasero forti contingenti di truppe per assicurare e mantenere l'ordine in queste zone. Considerazioni slrategiche collegate ad eventuali azioni britanniche possono certamente avere avuto il loro peso . Queste consolidaron o soltanto l'idea che qui si trattava di un terri torio straordinaria mente pericoloso nel quale bisognava tener conto di tutte le possibilità. L'esattezza di questo punto di vista venne subito confermata. La guerra continuò. Pensata inizialmente solo su piccola scala e come un'azione di rastrella mento , richiese sempre più un efficace setacciamento dell 'intero territorio iugoslavo di allora, poiché negli inaccessibili distretti montani si trovava ancora gran parte dell'esercito iugoslavo che conduceva una guerriglia in parte di sua in iziativa .

Draga Mihailowitsch. Inizialmente si sviluppò subito dopo la campagna di guerra, una guerriglia su base nazionale. P iù tardi le operazioni slegate dei vari gruppi e gruppuscoli, che dal punto di vista militare erano propriamente da indicare solo come predatori, ebbero un comando più rigido. L'organizzatore del movimento di resistenza nazionale era l'ex ufficiale di stato maggiore Draga Mihailowitsch. Nell'agosto del 1941 il mondo sentì per la prima volta attraverso un volantino parlare dello "Stato Maggiore alla macchia dell'esercito iugoslavo in patria" e perciò del colonnello Draga Mihailowitsch, il quale dopo aver stabilito un collegamento tra i singoli reparti sparse delle formazioni dell'esercito non smobilitate, ne aveva preso il comando. Il norrn: di questo ufficiale di stato maggiore dell'esercito jugoslavo, fino


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ad allora poco conosciuto, che negli ultimi anni prima della guerra era stato addetto militare a Praga e a Sofia, in questo modo diventò per i Serbi il simbolo della loro lotta contro l'occupazione tedesca. Inizialmente, nei boschi, ci si occupò della costituzione di nuovi reparti. Inoltre si aspettavano eventuali ordini dell'antico governo in esilio. Ancora non c'era nessuna traccia di azioni attive, sottoforma di attacchi alle truppe tedesche o di atti di sabotaggio. Dopo lo scoppio della guerra tedesco-sovietica l'atteggiamento filoinglese del popolo serbo - sostenuto dalla forte propaganda jugoslava e dalla chiesa ortodossa, in accordo con la massoneria - ebbe un ulteriore vigoroso impulso. Si aggiunga la circostanza che il giovane re Pietro II, da tutti amato, si trovava in quel momento a Londra sotto la protezione del governo inglese. Dopo che l'Unione Sovietica era divenuta alleata militare degli Anglo-Americani, era ovvia anche l'unione dei comunisti jugoslavi con la dissidenza militare di Mihailowitsch. Allora anche i comunisti si riversarono nei boschi e si unirono "nella lotta comune contro l'occupante" con il "movimento di n::sistenza nazionale". Così si affiancarono nella rivolta alle correnti nazionaliste estreme quelle internazional-comunistc. 1 comunisti cominciarono immediatamente con imboscate e sabotaggi contro le truppe tedesche e i rappresentanti dell'amministrazione serba e si impadronirono dell'intero apparato di propaganda, mentre i gruppi intorno a Mihailowitsch continuarono a comportarsi passivamente. Di questo doppio gioco il popolo vedeva però una sola cosa: La guerra comune di tutti contro }'"occupante" . Già nell'autunno del 1941 si giunse ad una rivolta comune, in cui il peso maggiore fin dall'inizio lo avevano i comunisti guidati da Tito . Le controm isure tedesche non si fecero attendere: fu condotta un'azione decisa contro il centro della resistenza nella Serbia occidentale. A poco a poco furono evidenti i dissidi sempre maggiori fra i gruppi di Mihailowitsch e i partigiani comunisti. Anche i principi ideologici diventarono sempre più palesi: da una parte le aspirazioni della Grande Serbia, dall'altra la propaganda internazionalista. Tuttavia dapprima non si giunse ad aperta ostilità.,. Dopo la repressione della rivolta nella Serbia occidentale i due gruppi conclusero un armistizio e si ritirarono gravemente battuti in Bosnia. Tuttavia non vi era più fiducia reciproca. La frattura definitiva del movimento dei partigiani non era più arrestabile. Presto non ci fu più nessun legame tra i gr~ppi di Mihailowitsch, che si denominarono Nazionalisti illegali, e i comunisti. Dal 1942 Draga Mihailowitsch condusse con i suoi seguaci, ormai completamente


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anticomunisti, una esasperata guerriglia contro il Bolscevismo. Per quanto univocamente antibolscevichi fossero il suo atteggiamento e il suo modo di agire dal 1942, tuttavia egli si rifiutò sempre di prendere una posizione legale, cioè di stabilire un programma politico. Anche ai suoi seguaci entusiasti era chiaro contro chi, ma non per che cosa, essi combattessero. In seguito Mihailowitsch si rivelò essere un reazionario democratico, che, nelle mani di scaltri politici di partito del vecchio sistema, i quali si nutrivano tutti della sua aureola, era caduto in preda ad un esagerato jugoslavismo. Bisogna riconoscere che Mihailowitsch, perlomeno nei primi due anni della guerra per bande, tentò di unire tutte le bande su una determinata base nazionale. Egli pensava alla prosecuzione di una guerra che fosse condotta in base agli stessi presupposti che avevano indotto la Jugoslavia ad entrare in guerra contro le potenze dell'Asse. Egli combatteva per la conservazione di una situazione, che si esprimeva nelle idee neoslave, di una Jugoslavia ingrandita. Egli pensava di servirsi a questo scopo di tutte le minoranze nazionali. Senza dubbio le parti frazionate del vecchio esercito jugoslavo, nella loro composizione soao diventate un fedele ritratto delle minoranze nazionali che tendono a separarsi. Mihailowitsch può avere inizialmente ottenuto determinati risultali con la costituzione delle bande. La sua missione autocratica doveva fallire a causa del problema irrisolto delle minoranze nazionali. Di continuare la lotta militare pura e semplice erano in fondo convinti solo i nazionalisti serbi. Gli Sloveni, i Croati, i Montenegrini, gli Albanesi e gli Slavi avevano in parte idee diverse. Anch'essi volevano combattere, ma non tanto per la conservazione di una situazione, quanto per un fondamentale cambiamento. Non combattevano per la sopravvivenza o la rinascita dell'impero jugoslavo. Essi pensavano piuttosto a soddisfare le loro aspirazioni nazionali. Così, necessariamente, nel corso di due anni si giunse ad una frattura morale, ideologica e politica. Alla lotta di Mihailowitsch mancava un'idea politica portante. Senza successi militari e soprattutto senza un saldo legame morale, le bande seguirono infine idee politiche più forti che promettevano come sicura una liberazione dal nemico militare. Le prime tendenze bolsceviche ebbero un effetto corrosivo e dissolvente. È vero che Britannici e Americani nel corso di numerose azioni di sostegno hanno ma ndato armi, provviste e d en aro. Mandavano anche ufficiali istruttori. Re Pietro fece dell'altro, nominando Mihailowitsch suo rappresentante permanente. Dal punto di vista del diritto dei popoli, le potenze occidentali hanno così riconosciuto il movimento di resistenza serbo, ma tutto questo non servì a nulla, perché le idee delle democrazie occidentali non si dimostrarono abbastanza forti per la soluzione dei problemi della zona jugoslava. La guerra contro la forza d'occupazione tedesca si perse in infinite azioni


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parziali, ma non mostrò effetti né passeggeri, né duraturi. Vennero a mancare le operazioni dei Britannici e degli Americani e si accrebbe la delusione delle bande.

Josip Broz, detto Tito. È in questa situazione psicologicamente favorevole che ebbe i suoi effetti l'apparizione di Tito come rappresentante dell' idea bolscevica. Gli riuscì di consolidare le bande politicamente. La sua conclusione era logica: Se le potenze occidentali non sono in condizioni di fornire aiuto, rimane soltanto il bolscevismo. La lotta fra Mihailowitsch e Tito si concluse con la sicura vittoria del secondo.

In retrospettiva non si può giudicare fino a che punto la situazione si sarebbe consolidata sulla base politica del riconoscimento dell'idea dello stato nazionale grande-serbo, se non fosse intervenuta alcuna modificazione all'interno della guida politica delle bande. L'adesione di Tito al bolscevismo significa comunque un totale abbandono dell'idea nazionale. L'originaria lotta delle bande serbe doveva diventare, così, illusoria. Essendo condotta su una base ideologica totalmente diversa e non essendo divenuta più debole dal punto di vista della forza, questa lotta indica sicuramente l'acuto pericolo esistente di una bolscevizzazione dell'arca di lotta. All'inizio le bande appaiono unite. La lotla politica è terminata, almeno per il momento con la nomina di Tito a primo ministro di re Pietro; è completamente superflua la domanda quale dei due fosse il più forte. In fondo Tito è un rappresentante di Mosca e Mosca non ha abbandonato la lotta per il territorio jugoslavo, né ideologicamente, né militarmente. Si tratta, in quel momento, di una ridistribuzione delle forze in gioco fra l'azione bolscevica e la reazione delle forze La carriera dell'attua le "maresciallo" Tito, che originariamente si chiamava Josip Broz, inizia nell'istante in cui fa uso delle sue cognizioni di fabbro ferraio per fabbricare controchiavi e piedi di porco. N egli anni venti viene condannato come ladro e in prigione conosce membri di un'organizzazione terroristica comunista, con i quali stabilisce legami duraturi. .. Broz viene rilasciato nel 1928 durante un'amnistia generale, ricom pare nel 1935 negli atti della polizia jugoslava come partecipante ad una ra pina e viene più tardi perseguito dal pubblico ministero di Zagabria come appartenente ad una banda di falsari. Avanzato nel frattempo a membro del Comitato centrale del Partito Comunista Jugoslavo, viene trasferito di nascosto per le vie segrete della sua organizzazione, attraverso i Balcani e la Turchia fino a Mosca


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poiché il suolo della sua patria cominciava a scottargli sotto i piedi. Presto Broz finisce nel famigerato luogo di formazione di terroristi comunisti, l'Accademia Lenin. Qui incontra per la prima volta il comunista francese André Marty, che oggi ha di nuovo messo le tende in Francia. l preparativi per la guerra civile spagnola vedono per la prima volta Broz attivo nel suo nuovo ambito. Egli è responsabile del traffico di uomini che dalla Jugoslavia apporta ai comunisti spagnoli sempre nuova carne da cannone; egli ha la responsabilità della sorte di 11 .000 jugoslavi che furono trasportati in Spagna nel 1937 e di cui appena 1.000 tornarono in patria. Insieme ad André Marty Broz prese parte ad Albacete alla istruzione militare della Brigata Internazionale. Dopo la conclusione della sanguinosa guerra di Spagna, Broz torna in Jugoslavia con un falso passaporto sotto il nome di ingegnere Josip Tomanek. Sebbene il passaporto sembri autentico - è un lavoro dell'Accademia Lenin - la polizia jugoslava si accorge nuovamente di Broz. Egli è costretto a cambiare nome più volte e compare infine carne "Tito", a cavallo fra il 1941 / 42, nelle montagne della Bosnia "Tito" non è altro che la traduzione serbo-croata di "Organizzazione terroristica internazionale segreta" (Taina Internationalera Terroristicha Organisacija) e indica chiaramente e palesemente il carattere e il compito dell'uomo che sta al soldo di Mosca. E gli Anglo-Americani si affrettano a dichiarare Broz, su richiesta pressante di Stalin , "Comandante supremo pa ritario". Gli ultimi avvenimenti nei Balcani hanno dimostrato chiaramente l'appartenenza delle truppe di Tito ai bolscevichi. Prima era stato accuratamente evitato di palesare q uesta appartenenza, soprattutto di fronte agli alleati. Per portare a termine i suoi piani il movimento di Tito h a dovuto a ttraversare quattro fasi. La prima fase sta tutta sotto il segno dell'aiuto agli alleati nella lotta contro la Germania. Ciò viene dimostrato chiaramente dalla già citata confluenza con il movimento di Mihailowitsch. Però saccheggi, rapine, terrore, e assassinio conducono, già alla fine di questa fase, ad un suo primo smascheramento. La seconda fase viene contrassegnata da un minaccioso esaurimento. Verso la fine del 1941 la Wehrma cht colpisce duramente e scaccia i comunisti da1Ia Serbia. Come nuovi avversari si aggiungevano il governo legale serbo, l'indignata opinione pubblica serba e i loro alleati di un tempo nel campo di Mihailowitsch. Si giunse quasi all'annienta mento.


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La terza fase sta sotto il segno di "liberazione dall'occupante". Quest'abile mimesi si era appresa dagli avvenimenti precedenti. I capi comunisti sanno sfruttare pienamente la situazione generale della guerra. A questo riguardo sono per loro di particolare importanza: a) b) c) d)

l'aumento dei disordini nell'area sud-orientale; lo sbarco anglo-americano in Nordafrica, Sicilia e Francia e il rafforzamento della propaganda sovietica in Nordafrica e in Iran; la ritirata delle armate tedesche dal fronte orientale.

La quarta fase inizia con la proclamazione di Tito a "primo e unico Maresciallo di Jugoslavia" e con la fondazione del suo "Comitato di liberazione", secondo il modello del comitato algerino. Qui si trovano quasi esclusivamente vecchi comunisti fra cui solo pochi Serbi. La decisiva copertura per Tito sembra essere stata la conferenza di Teheran, che accordò a Stalin libertà di azione nella zona sud-orientale. Dovunque, poi, T ito poteva mostrare successi. Solo in Serbia gli si contrappose un forte nazionalismo, guidato dal capo di stato maggiore generale del vecchio esercito jugoslavo, Neditsch.

Neditsch e la Serbia nazionale. Le condizioni della politica interna in Serbia richiedono, in questo contesto, un chiarimento poiché esse sono decisive per l'ancora incerta situazione di lotta per lo sviluppo politico della nostra zona. Neditsch, il vero capo del popolo serbo, è l'abile avversario politico di Tito. Il primo avversario politico con cui Neditsch ha incrociato le proprie armi era il tanto rinomato Tito. Broz, che viene considerato dai Serbi un Croato a causa della sua origine, cominciò la sua movimentata carriera come capo della rivolta comunista in Serbia nel 1941. Broz-Tito sfruttò l 'abbattimento spirituale e la disperazione che regnavano nel paese dopo la scomparsa della Jugoslavia, aizzando i sentimenti nazionali e la propensione delle larghe masse a prender parte ad una rivolta di liberazione e cominciò a condurre la sanguinosa sarabanda nel territorio serbo . Le prime repubbliche sovietiche nei Balcani furono fondate nelle città serbe di Uzice e di Cacak. Tito mascher_ò la sua lotta con frasi propagandistiche nazionaliste. Dopo essersi unito al capo dei cetnici, Draga Mihailowitsch, provocò le rappresaglie dell'esercito tedesco contro le bande serbe e sfruttò la crescente disperazione di larghi strati popolari del territorio minacciato. A questo punto si giunse alla formazione del governo Neditsch. La comparsa del popolare generale, .le calde parole paterne e veramente serbe che Neditsch rivolgeva al suo popolo e con cui lo esortava alla lotta contro il bolscevismo, erano più potenti di


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qualsiasi frase propagandistica rivoluzionaria del capo delle bande. Il popolo serbo credeva al suo figlio Milan Neditsch più che al dittatore comunista che taceva il suo vero nome e agiva in maniera antiserba. Il contadino serbo si schierò con Milan Neditsch e entrò in lotta quasi disarmato, ma deciso. Dopo 3 mesi il territorio serbo era liberato dalle bande comuniste e regnavano di nuovo nel paese una relativa calma e l'ordine. Ma restava ancora un nemico - Mihailowitsch! Più di un serbo non poteva accontentarsi dello stato attuale delle cose, o comprendere che una battaglia, iniziata senza senno e perduta con le armi, potesse essere vinta costruttivamente e lealmente solo con la sagacia. Seguire la politica di Milan Neditsch era molto più difficile che dar ragione a Draga Mihailowitsch. Draga Mihailowitsch. evitò prudentemente ogni scontro con la Wehrmacht, agì insieme alle formazioni italiane fuori del territorio serbo, sostenuto dal denaro e dalla propaganda della stampa anglo-americana, e così riuscì a creare intorno alla sua persona una certa aureola, il cui significato politico non era da sottovalutare. Ma gli avvenimenti di politica estera verificatisi p iù tardi, dettero completamente ragione a Milan Neditsch e confutarono la concezione di Mihailowitsch. L'Inghilterra, il più forte appoggio di Mihaiiowitsch, volse le spalle al suo protetto. Londra ruppe la promessa fatta a re Pietro e con il trattamento offensivo riservato al giovane Karageorgevic, ferì profondamente i sentimenti dell'intero popolo serbo. Offrendo la mano all'avversario mortale e arcinemico della monarchia, il comunista Tito, Londra cessò definitivamente di essere considerata, agli occhi del popolo serbo, quale amica e alleata. Ma così vinse la concezione di Neditsch. Così avviene che lo stesso Mihailowitsch, anche se non apertamente, ma comunque di fatto, deve riconoscere l'esattezza di questa concezione. Poiché, mentre egli fino ad allora si era sbagliato fondamentalmente due volte nel retto giudizio delle forze politiche - la prima volta nella collaborazione con i partigiani, la seconda volta nel suo rapporto con l'Inghilterra - la politica di Neditsch, con la sua logica ferrea, divenn e l'unica speranza del popolo serbo. Sul territorio della vecchia Jugoslavia si mostrano a llora due poli contrapposti, fra i quali non è possibile compromesso: l'uno significa distinzione ed è contrassegnato da Tito, il capo delle bande, e costringe alla dipendenza da Mosca. L'a ltro è Milan Neditsch, il capo del popolo Serbo. Egli pensa e agisce da anticomunista.


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Nella prima battaglia nell'anno 19'.4-l, Neditsch ottenne la piena vittoria sul suo avversario Tito. Ora si vede il profilo della seconda battaglia decisiva, nella quale i due avversari si misurano, appoggiati da nuove forze politiche. Dietro Neditsch ci sono oggi larghi strati del popolo Serbo, nonostante l'occupazione bolscevica. Dietro Tito si trovano riuniti tutti gli elementi negativi della penisola balcanica. Il risultato di questa lotta sarà estremamente importante per lo sviluppo politico dell'intera penisola balcanica e rappresenterà un fattore europeo di straordinario significato. Il popolo serbo, conducendo la lotta contro il comunismo sui Balcani, diviene alleato del Reich tedesco e aspetta da Berlino un pieno aiuto politico e psicologico in modo da poter condurre a buon fine la lotta, che ha iniziato nell'interesse di tutta l'Europa. Anche l'invasione delle truppe bolsceviche nella vecchia Serbia di un tempo non cambia niente. Già in questo momento sono state schierate formazioni molto consistenti di truppe nazionali serbe all'interno della zona operativa, per lottare contro il bolscevismo. È senza dubbio interessante osservare la modificazione che è subentrata fra gli emigrati jugoslavi al Cairo dopo che lo sviluppo con Tito ha dato i suoi primi frutti. Non attaccano solo Tito, ma si rivolgono con particolare asprezza contro gli Alleati, con il rimprovero che Inghilterra e America si sono comportate da traditori.


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Schizzo n. 7

Le nazionalità nella zona operativa

o

••

Italiani Sloveni Croati

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III. CAPITOLO

Bande e gruppi popolari nazionali nella zona operativa li problema croato.

La Jugoslavia è stata nella sua struttura nazionale in un certo senso uno specchio fedele della situazione generale dei Balcani. Da questa situazione si svilupparono le tensioni che, sia presso i popoli del proprio territorio statale, sia anche presso gli altri popoli dei Balcani, portarono ad attriti politici, a guerre ed infine anche alla guerra di bande cronica. Con !a dissoluzione dello stato jugoslavo, dovettero aumentare le tensioni, poiché una soddisfacente soluzione dei problemi politici non era data a causa del perdurare di un certo stato di guerra da una parte e a causa dei movimenti di indipendenza dei singoli popoli dall'altra. Nel breve periodo dell'esistenza politicamente pacifica dello stato jugoslavo, i croati non hanno mai goduto di libertà in quanto popolo, sebbene percentualmente essi rappresentino una parte molto notevole dello stato. I croati non si sono mai piegati all'imperialismo serbo in nessuna fase dei loro tentativi di sviluppo. I metodi repressivi dei serbi hanno piuttosto provocato sempre nuovi movimenti di resistenza. Nel periodo in cui Stefan Raditsch, il più amato ed abile capo croato del suo tempo, cominciò a sciogliere con zelo i problemi politici, apertamente e francamente in parlamento e all'interno della organizzazione di contadini da lui creata, sorsero contemporaneamente i più acuti contrasti, che da parte serba trovarono il loro punto culminante nell'assassinio di Raditsch nel 1927. La minoranza croata nello stato slavo del sud fu, da questo momento in poi, sistematicamente estromessa. È ovvio che nella caduta dello stato iugoslavo i croati videro finalmente il momento per la realizzazione dei loro desideri nazionali. La fondazione dello stato croato sotto il Poglavnik era il risultato esteriore di una politica di liberazione perseguita incessantemente dal 1918. Purtroppo i problemi di politica interna del nuovo stato rimasero irrisolti a causa della intromissione della potenza italiana. Si sviluppò una situazione ambigua che doveva essere comunque insoddisfacente per i croati


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e, d'altra parte causare ulteriori e insopportabili difficoltà per gli italiani. I contrasti italo-croati si accrebbero nel corso dei due anni, fino a diventare odio implacabile. La mancanza di capacità di adattamento della politica italiana e i metodi repressivi usati dalla casa di Savoia sono le cause principali dei disordini politici nati dopo la defezione dell'Italia, che ormai si esprimevano in un accrescimento della guerra per bande. La Croazia divenne una zona di lotta politica di prim'ordine. Fino a che punto la cattiva amministrazione italiana abbia influenzato le circostanze venute alla luce con la guerra di bande e fino a che punto essa si sia sviluppata nelle dimensioni in seguito constatate, lo dimostra già soltanto il fatto che diverse azioni militari in grande stile non hanno potuto garantire una pacificazione delle condizioni politiche o una eliminazione della guerra di bande. Divisioni tedesche hanno attraversato in combattimento continuo il paese croato da Zagabria fino ali' Albania e Montenegro, lo hanno setacciato e hanno pacificato i distretti più minacciati. Il fatto che tali azioni si debbano continuamente ripetere indica le particolari difficoltà che datano dall'infelice riflusso dei gruppi di potere italiani dal 1941. Le bande sono cresciute sotto la protezione di generali italiani che cospiravano con loro. Non è un segreto che anche alti ufficiali italiani, al momento del crollo nel settembre 1943, non solo patteggiarono con le bande, ma addirittura passarono al nemico con armi, uomini e equipaggiamenti. Nonostante ciò è notevole per il territorio croato che i croati stessi rappresentino solo una minima parte del contingente di banditi. Riguardo alla composizione etnica delle bande si tratta essenzialmente di elementi estranei al paese. Banditi da tutti i paesi del mondo, daIFinghilterra, dagli Stati Uniti - proprio le posizioni di istruttori sono occupate di preferenza da rappresentanti militari delle potenze occidentali - dal1' Albania, Montenegro, in parte dalla Dalmazia, dalla Grecia, alcuni Rumeni, Bulgari, ultimamente anche molti bolscevichi dall'Unione Sovietica, sono i veri portatori del banditismo in Croazia. Qui di seguito viene esposto il punto di vista del regime croato su questi problemi, rappresentato dalle organizzazioni regionali: La stampa croata e le istanze amministrative croate tentarono di individuare i responsabili del movimento di bande nel territorio del vecchio stato jugoslavo. Sotto l'impressione dello sviluppo politico dopo la formazione del governo provvisorio jugoslavo di Tito, nel quale sono stati collocati in posti di comando anche uomini di origine croata, è ancor di più interesse del governo croato chiarire la sua posizione nella suddetta questione. Di seguito sono citati estratti dal discorso di


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capodanno del capo dell'organizzazione regionale croata e segretario di stato professor Alexander Seitz, dai quali risulta particolarmente evidente la tendenza della posizione del governo croato. "La lotta e le sofferenze che il popolo croato ha sostenuto fino ad ora negli sforzi per ottenere uno stato, dimostrano, che la Croazia non solo desidera e vuole la sua autonomia, bensì anche che essa è degna di questa autonomia. I croati rimangono anche in questa guerra fedeli alle loro concezioni politiche tradizionali. Essi furono dapprima costretti a combattere in casa propria contro il nemico, che aveva sì firmato una capitolazione, ma continuava la lotta; o perché seguiva un piano prestabilito, o anche per odio contro i croati, i quali dal momento che erano diventati liberi, risultavano ancora più odiosi all'oppressore di ieri. Così nacquero le note lotte contro i cetnici e, quando si giunse all'inevitabile scontro con l'Unione Sovietica, si associarono a loro anche i banditi comunisti nella lotta contro il popolo croato e il suo Stato. Inizialmente comparvero uniti, ma in seguito ogni gruppo combatté di propria iniziativa. Prima Londra aveva preteso della "Grande Serbia" ed aveva nominato il capo delle bande, Draga Mihailowitsch, generale e successivamente ministro della guerra. Chi vuole affermare che Draga Mihailowitsch è opera delle autorità o degli Ustascia? L'attività delle bande era situata inizialmente al di fuori del territorio croato. Quando poi si arrivò ad una intensificata attività banditesca nel territorio croato, essa fu il risultato di una pianificazione e oggi si può dire che un ruolo decisivo è stato svolto dai generali traditori italia ni. Ba sta solo questo per rispondere anche alla domanda su come ma i le bande potevano infuriare così a lungo in Croa zia , mentre già in alcune zone della Serbia regnava una calma relativa. Oggi si può dire apertamente che lo sviluppo del banditismo tra i Croati è in primo luogo un effetto dell'a ttività dell 'esercito di occupazione italiano. Non si può contestare che una parte dei comunisti dinazionalità croata siano andati nei boschi, rompendo i rapporti con la nazione croata e accettando l'internazionalismo bolscevico . Sarebbe però in malafede chi non ammettesse che senza i delitti italiani non sarebbe m ai stato possibile che in alcune re,g1oni croate la popolazione abbandonasse in massa le sue abitazioni e andasse nei boschi. In Croazia solo un sottile strato di intellettuali si entusiasmava per il comunism o e un'ancor più relativamente piccola fascia di lavoratori, m entre i comunisti contadini rappresentavano una vera rarità. Questo è spiegabile col fatto che il pop olo croato, in qua nto popolo privato di tutti i diritti nazionali, era troppo impegnato nella lotta per i suoi diritti


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e provava una istintiva avversione per il bolscevismo, vedendolo un fenomeno estraneo allo spirito croato ed europeo. In Serbia la situazione era diversa. Per esperienza personale e attraverso intensi contatti con l'intellighenzia serba è noto che la grande maggioranza dell'intellighenzia serba era stala toccata dal bolscevismo, mentre la stragrande maggioranza dei giovani intellettuali croali (per non parlare di quelli più anziani) rigettava il bolscevismo in blocco. A questo si aggiunge il fatto che la giovane intellighenzia croata era dichiaratamente nazionalista. Questi fatti erano evidenti in tutte le elezioni delle leghe studentesche a Zagabria e a Belgrado. Ciò non si può affermare con uguale certezza a proposito dei villaggi serbi, ma bisogna rilevare il fatto che già i capi dei vecchi radicali erano sotto l'influsso di idee sovversive. Nikola Pasic si schierò sotto una bandiera rossa alle prime elezioni: una conseguenza del suo entusiasmo per il padre del bolscevismo Bakunin e gli ideologi a lui affini. Mentre il movimento contadino era sorretto da una forte idea nazionale, sorse in Serbia il movimento agrario che oscillava sino all 'estrema sinistra. È comprensibile che il banditismo attecchisce meglio in ambienti aperti al comunismo e nei quali si trovano dei comunisti. I più grandi delitti commessi dai banditi furono compiuti proprio in quelle zone in cui c'era appena qualche comunista di nazionalità croata. I principali capisaldi del banditismo in Croazia erano quelle regioni in cui vivono slavi che vengono considerati serbi e che erano sotto l'influsso della propaganda della "Grande Serbia". Inoltre i banditi sono in gran parte Serbi e Montenegrini. Anche oggi, quando sulle loro file si trova un certo numero di transfughi croati della Croazia, i banditi possono annoverare · una cifra relativamente assai bassa di seguaci croati, mentre nelle file dei cosiddetti commissari, generali e comandanti non ci sono per così dire quasi Croati.

Lo sviluppo della situazione croata dal 1928, ma anche la storia del movimento di resistenza contro i tentativi di influenza italiana cominciati con l'occupazione della provincia di Lubiana, hanno bisogno di alcuni chiarimenti esplicativi. I metodi repressivi dei Serbi impiegati contro qualunque movimento di liberazione dei Croati doveva portare alla reazione che trovò nell'allora capo dello stato Dr. Ante Pavelic il suo fondatore e organizzatore. Al nome Pavelic è legato il nome Ustascia. L'organizzazione degli Ustascia era opera sua. La storia del movimento


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di resistenza croato stesso è a partire dall'uccisione del capo del partito contadino croato-repubblicano, Stefan Raditsch, la storia degli Ustascia. Essa è divenuta dal tempo di quegli avvenimenti il simbolo della . volontà croata di condurre la lotta per la difesa dell'indipendenza fino all'ultimo e contro ogni nemico. In seguito agli avvenimenti al parlamento di Belgrado in cui caddero vittime i deputati croati Paul Raditsch, br. Basaricek e Stefan Raditsch, Pawelitsch organizzò la gioventù urbana nazionale di Zagabria nell'associazione ''Hrvatski Domobran''. Presto nascono organizzazioni simili in tutta la Croazia. Alla gioventù urbana si uniscono con lo stesso scopo gli studenti, che vengono inquadrati nel club studentesco rivoluzionario "Eugen Kvaternik". Queste due organizzazioni rappresentano l'inizio e il nucleo della organizzazione Ustascia creata poco dopo. L'occasione immediata la dà la proclamazione a re di Alexander Karageorgevic del 6 gennaio 1929. Dopo l'assassinio dei rappresentanti del popolo croato al parlamento di Belgrado, il mondo intero atlcmlt:va che il re desse soddisfazione di ciò al popolo croato. Invece si giunge ad una dittatura senza scrupoli che si rivolge proprio e unicamente contro il popolo croato e il cui scopo è di distruggere la sua forza economica, la sua libertà e civiltà e addirittura estinguere il suo nome. Con quell'ordinamento fu abrogata la costituzione, sciolto il parlamento e proclamato in tutto il paese lo stato di emergenza . In risposta a queste provocazioni, che n ascondevano un odio mortale contro l' intero popolo croato, il Dr. Ante Pavelitsch fondò già il giorno seguente il 7 gennaio 1929, nella cerchia dei suoi più stretti collaboratori, l'organizzazione rivoluzionaria croata "Ustascia" ('UHRO'). Nella nuova organizzazione entrarono automaticam ente i membri delle già menzionate organizzazioni della gioventù borghese e studentesca. Essi divennero così i primi membri e pionieri del movimento Ustascia . Nell'emigrazione il Dr. Ante Pavelitsch cerca per la prima volta di portare a conoscenza dell'opinione pubblica mondiale la vera situazione della Croazia. Egli si rivolge agli uomini politici di tutte le grandi potenze europee. Nel settembre 1929 rivolge un appello alla Società delle Nazioni a Ginevra e, visto che tutto rimaneva senza esito, il Dr. Ante Pavelitsch esortò in veste di Poglavnik del movimento Ustascia i suoi seguaci e l'intero popolo croato alla resistenza e alla lotta con tutti i mezzi. Scopo è la liberazione e la rinascita dello stato croato . Il movimento Usta scia riceve un'impronta militare. Si organizzano campi e la vita in essi prende totalmente un carattere militare. Contemporaneamente si procede al consolidamento delle schiere degli Ustascia·


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con l'inserimento di elementi patriottici e battaglieri. Essi sono o croati, che si trovano in patria, o croati che si trovano fuori dei loro confini. Esistono gruppi di Ustascia in Austria, Germania, Francia e un gruppo particolarmente forte in Belgio. Il movimento Ustascia si diffuse in tutti i paesi in cui vivevano croati. Particolarmente si diffuse la concezione Ustascia fra i croati del Nord - e Sudamerica dove allora come oggi esistevano numerosi gruppi Ustascia che con tutti i mezzi sostenevano il Poglavnik. Nonostante il rigido controllo anche l'attività degli Ustascia in patria era molto vivace. Volantini degli Ustascia circolavano in tutti gli strati della popolazione. Una attività particolarmente intensa veniva sviluppata dagli studenti croati, i quali, in stragrande maggioranza, erano seguaci del movimento Ustascia. Gli Ustascia in patria seguono la direttiva che alla violenza si debba rispondere con la violenza. Dopo ogni nuova misura repressiva della dittatura il popolo croato si unisce ancora più saldamente. Quando infine il 9 ottobre dei 1934 viene eliminato il re serbo Ale-

xander Karageorgevic con un attentato a Marsiglia, la dittatura serba raggiunge il suo punto culminante. Le prime misure di ritorsione, intraprese sotto l'influsso dell'opinione comune democratica europea, colpiscono duramente gli Ustascia in esilio, ma non sono in grado di eslirpare il movimento. I campi Ustascia vengono sciolti, gli Ustascia stessi vengono disarmati e deportati alle isole Lipari. Là soffrono per anni umiliazioni e privazioni di ogni sorta. Nel contempo viene esiliato il Poglavnik e imprigionato dapprima a Torino e poi a Siena. Tuttavia egli utilizza questo periodo, lavora per la sua patria e compone opere di importanza diplomatico-politica e scientifica mentre rimane contemporaneamente in strettissimo contatto con i suoi amici, collaboratori e compagni di lotta sia in patria che all'estero'. Quando nell'anno 1939 scoppia la guerra tedesco-polacca, la situazione degli Ustascia nell'emigrazione migliora visibilmente. Il Poglavnik predice ai suoi fedeli che la meta per la quale gli Ustascia si sono associati e per la quale hanno combattuto, non può più essere lontana. La sua predizione si avverò pienamente nel 1941. Ora era giunto il momento decisivo. Basandosi sulla sua vasta documentazione raccolta, il Poglavnik conduce trattative diplomatiche con il Fiihrer del Grossdeutschen Reiches perora la causa della libertà e dell'indipendenza statale dei croati. Le trattative sono coronate da successo e il Poglavnik autorizza Slavko Kvaterilik a proclamare, attraverso


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la radio di Zagabria, lo stato indipendente della Croazia per l'intero territorio storico dei croati.

Al movimento Ustascia intorno al quale, come centro della vita statale, si riuniscono tutte le forze positive e progressiste, è toccato in sorte il compito storico e il dovere morale di costruire e proteggere lo stato croato sotto le più difficili condizioni di poljtica estera e interna. I mercenari di Londra e Mosca uniti alle truppe d'occupazione italiane prepararono fin dal primo giorno dell'esistenza dello stato croato un colpo contro la sua sicurezza e la sua pacifica popolazione. Fino a che una parte del confine dello stato è minacciata, fino a che l'incolumità della Croazia è esposta al pericolo e alla insaziabilità di usurpatori e parassiti, inoltre, fino a che nelle foreste croate - sotto la protezione di qualsiasi bandiera nemica - cercherà rifugio la feccia della società umana e fino a che lo stato indipendente croato avrà bisogno di lavoratori instancabili e di soldati, fino ad allora anche il movimento Ustascia avrà diritto alla sua esistenza, poiché questa è contemporaneamente anche la condizione della possibilità di esistenza della nazione croata. Sarebbe perciò errato accordare al movimento Ustascia il mero significato di un sistema di governo normale che invecchia dì giorno in giorno e può venire eliminato. Il movimento Ustascia è più di un sistema di governo, un partito politico o movimento ideologico, poiché esso incarna la volontà generale e unità del popolo croato di non servire mai più interessi stranieri e di conservare e difendere con tutti i mezzi l'indipendenza pagata a caro prezzo. Il movimento Ustascia è quella forza che realizza questo supremo scopo ed offre perciò le migliori garanzie per il futuro del popolo croato e per 1'indipendenza dello stato croato <"J. li problema sloveno.

Anche gli sloveni pensavano ad una specie di indipendenza o perlomeno ad una forma di autogoverno nazionale in ambito statale. Con il crollo della Jugoslavia anche gli sloveni videro d a parte loro giunto il momento per la realizzazione dei loro interessi nazionali. Qui vale politicamente la stessa cosa che nella .tona della minoranza croata. L'invasione italiana di territori strani~ri - provincia di Lubiana - creò disgregazione, resistenza e violenza. La formazione di bande in tutti i distretti sloveni assunse forme minacciose. Lo sloveno, per natura legato al suolo e fedele alla patria, le cui migliori qualità trovano la loro

(*) Commissariato per l' educazione e la propaganda Agram 1943 : Movimento Uslascia.


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espressione nella comunità contadina, si vide minacciato nei suoi più elemen·tari diritti di vita e prese le armi. Poiché un chiarimento della situazione politica per la durata della guerra non era da aspettarsi e poiché le differenze che in parte già esistevano da sempre fra le minoranze etniche impedivano una collaborazione, la latente lotta di bande perdurò anche in seguito, quando le autorità tedesche cominciarono a riordinare la situazione economica e sociale sulla base politica esistente. È del tutto ovvio che proprio nei territori sloveni le frasi di propaganda bolsceviche, sulla liberazione della Slovenia, abbiano avuto un effetto incoraggiante. Questa concezione viene confermata dalla composizione delle bande nel territorio sloveno, poiché qui troviamo di preferenza contadini e lavoratori sloveni come membri delle bande, sebbene come agitatore e organizzatore del banditismo si trovi quasi sempre il bandito slraniero. Caratteristico per la composizione delle bande nella zona dell'Istria, nel territorio carsico e soprattutto nella provincia di Gorizia è il fallo che il simpatizzante sloveno reclutato coattamente forma una parie molto considerevole del numero totale. Questo fatto incontrovertibile non può venire spiegato soltanto con l'influenza bolscevica o con una particolare predisposizione dello sloveno al bolscevismo. Qui vi sono motivazioni più profonde che meritano una ricerca più accurata. L'anelito di libertà degli sloveni è il motivo dei loro sforzi continui per un autogoverno nazionale che è sempre stato negato loro nel corso della storia. Particolarmente si è sviluppato questo sentimento per l'indipendenza slovena dal 1918. Qui deve essere accentuato che nella vecchia monarchia austro-ungarica la parte di popolazione slovena che risiedeva sulle coste ha mostrato una notevole tolleranza politica, che qui si sviluppò fino alla completa disponibilità a ser-vire il vecchio stato. Fino a che punto qui ragioni politiche, che si basavano su considerazioni economiche, possono aver giocato un ruolo, non richiede in questo luogo ulteriore indagine. È però molto probabile. In questo modo gli sloveni avrebbero sviluppato già in quel tempo idee normative in cui si delinea il complesso dei problemi che riguardano tutte le minoranze nazionali. Al contrario, altre minoranze nazionali hanno sempre cercato, nella stessa epoca, di raggiungere la loro autonomia anche a prezzo della distinzione delle comuni basi economiche della monarchia. Questo vale in modo particolare per i Serbi. Qui si trova anche la chiave dei momenti di dissoluzione insiti nello stato jugoslavo, poiché ciò che il serbo tentò nella monarchia di un tempo contro ogni ragionevolezza, venne continuato dalla resistenza motivata delle minoranze nazionali nello stato jugoslavo. Lo sloveno, come cittadino nei due organismi politici, la vecchia


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monarchia e il successivo grande stato jugoslavo, ha dimostrato con la sua tolleranza politica una posizione civica dovuta a razionalità e intelligenza economica, più che altre minoranze nazionali. Essi avevano un tale discernimento dei rapporti economici e politici, che non desideravano una distinzione, ma piuttosto vedevano la convenienza di una confederazione, naturalmente sotto espressa accentuazione del carattere nazionale. Nella loro disposizione caratteriale essi apparivano come un elemento di conservazione dello stato. Le mire nazionali degli sloveni, che all'interno del sistema statale jugoslavo si limitarono principalmente a peculiarità culturali, non ricevettero dal 1919 quasi nessun appoggio dallo stato jugoslavo. Mentre da parte jugoslava, di fronte alle aspirazioni slovene, veniva concessa per sempre una certa attenuazione della pressione e perfino venivano fatte alcune concessioni, da parte italiana ci fu solo una repressione totale. La lingua slovena, il più peculiare bene del popolo da secoli, venne proibita. Le scuole slovene, il numero delle quali prima della guerra mondiale era indicato intorno a 600, furono drasticamente ridotte, e insegnanti sloveni furono allontanati dalla zona. Fino al crollo dell'Italia nel 1943 le condizioni peggiorarono in forma acuta. L'invasione italiana in territorio propriamente sloveno, molto oltre Lubiana, sembrò porre fine di nuovo ad uno sviluppo nazionale. La politica della casa di Savoia prevedeva senza dubbio una totale italianizzazione del territorio e degli uomini. Le misure di repressione adottate dai singoli generali italiani e dagli amministratori non possono venire enumerate in dettaglio, ma in tutte appare la volontà diretta alla totale dissoluzione della nazionalità slovena. Come la storia dimostra, la nazionalità slovena si è difesa con una forza tenace e vitale contro ogni denazionalizzazione. La vita slovena ha saputo farsi valere nella sua espressione nazionale anche quando misure repressive dirette cercavano di influenzare la vita del singolo individuo. I cambiamenti di nome si trovano,in misura relativamente modesta per gli sloveni. Altre nazionalità hanno contrapposto meno resistenza a questi tentativi, tutto ciò, come anche la conservazione e l'espresso appoggio alle istituzioni culturali sfovene, nonostante l'oppressione esterna, dimostrano la compattezza dell'espressione vitale slovena. È perciò comprensibile che l'odio della nazionalità slovena, in particolare contro l'oppressione italiana di casa Savoia, si sia accresciuto sempre di più e con gli avvenimenti del luglio 1943 abbia conosciuto un forte impulso.


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La Slovenia voleva essere libera, il tempo per questo sembrava maturo e così vediamo nei giorni del crollo italiano svilupparsi un movimento popolare la cui forza in circostanze normali avrebbe potuto essere utilizzata anche per scopi notevolmente più elevati. Ma purtroppo la propaganda bolscevica s'impadronì allora dell'entusiasmo di libertà sloveno. La propaganda bolscevica asseriva tutto d'un tratto che non il tedesco fosse da considerarsi il liberatore, bensì la OF. (Osvobodilna fronta). La propaganda bolscevica aveva naturalmente un gioco facile, poiché con l'ingresso delle truppe tedesche fu identificato il ritorno dell'odiato potere italiano . Dalla ricostruzione delle organizzazioni fasciste la popolazione slovena credeva di doversi aspettare un ritorno alle antiche condizioni. Contro questo si difese in maniera istintiva. La propaganda bolscevica fece il resto. Rivolgendosi contro i tedeschi si credeva di colpire il fascismo. Difficilmente uno sloveno avrebbe avuto tanta comprensione politica da vedere le cose in maniera più chiara o più realistica. Il bolscevismo chiedeva la lotta promettendo una vera liberazione. Fu così che le bande comuniste sotto la guida di Tito potevano contare, proprio in territorio sloveno, su un appoggio numericamente forte da parte della popolazione civile e questo calcolo si rivelò esatto. Le bande nel territorio sloveno consistono, esclusi gli elementi stranieri, quasi completamente simpatizzanti sloveni. li problema italiano.

Sia premesso un fatto singolare: fin dove nei territori a popolazione non italiana della zona operativa sono attivi degli italiani all'interno delle bande, questi godono, dal punto di vista dell'affidabilità e dell'impegno combattivo, la peggiore fama presso i banditi stessi. Ci sono gruppi nella zona slovena presso i quali è difficile trovare anche un solo italiano. L'odio contro tutto ciò che è italiano è così grande dovunque nella zona operativa che non può venire superato neppure nell'interesse di una comune conduzione della lotta. Inoltre sono state fatte brutte esperienze con gli italiani in quanto soldati. Le cose possono essere diverse nelle zone dove gli italiani stessi hanno costituito delle bande, così nella regione di Udine, dove si osservano determinati raggruppamenti sotto il motto "Italia libera" e dove è anche attivo il gruppo di combattimento "Garibaldi". Nel primo dei gruppi di banditi nominati non si trovano quasi affatto stranieri. Si tratta di italiani quasi sempre sotto la guida ideologica di ufficiali inglesi. Il gruppo "Garibaldi" invece contiene una forte componente straniera. Questa è dalle stesse bande italiane considerata come una comunità espressamente nichilista. Per quanto contrapposti siano gli interessi di tutti i gruppi di banditi più o meno accentuatamente nazionali, tuttavia sono uniti nella lotta contro la forza


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d'occupazione. Fino a che punto qui idee bolsceviche si uniscano a concezioni più o meno confusamente nazionali, non necessita di un'ulteriore ricerca. Sia qui notato solo il fatto che la lotta stessa non viene condotta soltanto contro l'esercito tedesco, le sue istituzioni e l'amministrazione civile tedesca, bensì anche principalmente contro la popolazione civile non accondiscendente. Questa è nella maggior parte stanca della guerra di bande.

Conclusioni. Le delimitazioni nazionali - linguistiche - e geografiche dei singoli territori della zona operativa non si rispecchiano nella composizione delle bande. Sarebbe stato da aspettarsi che fossero attivi banditi principalmente croati nella zona croata ed esclusivamente sloveni in territorio sloveno. Questo non è giusto, né parzialmente né in senso assoluto. In linea di massima lo sloveno è rappresentato in tutti i territori. Nelle sue proprie regioni rappresenta la totalità dei contingenti di bande e nei territori abitati anche da altri popoli rappresenta per lo meno una forte componente . Esclusi i comandanti stranieri, gli sloveni non si trovano dappertutto nelle posizioni militari di comando. Secondo la gerarchia militare, che sta ricevendo un graduale ordinamento unitario, essi rappresentano una piccola parte dei capisquadra, dei capi di compagnia, di battaglione e di brigata. Gli sloveni sono coloro che, per lo meno, hanno in mente uno scopo idealmente comprensibile per la loro lotta. Gli altri gruppi di bande, come quelli italiani non hanno quasi mai tali scopi. Lo sloveno sa che si tratta della propria terra, l'italiano non ha nessuno scopo chiaro. Nel migliore dei casi egli combatte per un territorio politicamente molto conteso, e dovrebbe ancora dare un fondamento ad un eventuale pretesa, o con la superiorità militare, o semplicemente con il potere così ottenuto. Ma tali successi gli sono stati sempre negati, anche nelle condizioni più favorevoli. Egli non ha mai potuto conquistare né la superiorità militare, né quella politica e tantomeno quella culturale. Il suo unico metodo per la suddetta penetrazione pacifica ed economica del territorio da lui dominato dal 1918 era la repressione violenta di parte del popolo straniero e il privarlo dei diritti. Gli elementi stranieri combattono unicamente per la lotta e la distruzione. Nel migliore dei casi combattono per l'introduzione dell'ideologia bolscevica e politicamente per l'istituzione di un regime sovietico. Purtroppo gli sloveni hanno dimostrato una certa accondiscendenza verso i tentativi di dominio bolscevichi. Questa situazione nasce da


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condizioni misere economicamente e cattive socialmente. Le zone carsiche rendono poco. I contadini vivono in condizioni stentate. L'industria è pochissima o per niente presente. Il lavoro industriale aveva cattiva reputazione. Da tutto ciò si deduce chiaramente che una gran parte della popolazione slovena sì ripromette da una realizzazione delle idee bolsceviche un certo successo materiale. Con ciò non è definito l'atteggiamento ideologico dello sloveno. Egli sfrutta gli strumenti del potere bolscevico, poiché questi gli promettono prima di tutto una liberazione politica. Ma d'altra parte la lotta condotta finora ha dimostrato che egli soltanto è danneggiato. L'unica e vera colonna del carattere popolare sloveno - il contadino - è impoverito proprio a causa della guerra latente ed è stato privato anche dei minimi resti della sua autonomia, del suo possesso e dei suoi diritti. Egli ha certamente combattuto, ma non vede più nessuna utilità nella continuazione della lotta e nell'eventuale istituzione di forme sovietiche. Si ripromette piuttosto una liberazione con l'aiuto delle potenze occidentali. Egli si è interiormente liberato dall'influsso bolscevico. Usa ancora gli aiuti provenienti da est soltanto per ragioni tattiche, poiché le potenze occidentali non gli hanno potuto dare un effettivo aiuto nella misura necessaria. È vero che lo sloveno rappresenta pur sempre il più grande contingente del banditismo. Ma non vi è dubbio che non si può più parlare di una sua volontà di continuazione decisa della lotta di bande. Il dato di fatto dell'aumento numerico sembra invero contraddire ciò. Questo è solo una conseguenza della attuale situazione militare ai fronti occidentale e orientale. Fino a che incombe il pericolo di una sconfitta militare della Germania - e l'accentuazione del momento di pericolo gioca il ruolo più importante nella propaganda nemica - ci si deve aspettare un ulteriore incremento dell'attività delle bande. La prima vittoria tedesca di una certa importanza creerebbe qui una modificazione essenziale. In un tale momento ci si dovrebbe aspettare ancora un ulteriore rafforzamento dell'attività delle bande. Per la lotta tedesca contro le bande la situazione rimane dunque non solo immutata, ma ci spinge piuttosto a nuove misure di lotta complessive collegate ad esperienze ricavate dalla prassi della guerra di bande.


IV. CAPITOLO

Zone e forme della guerra per bande

La situazione attuale. Con gli avvenimenti del settembre 1943 la guerra di bande conobbe un ulteriore incremento nell'intera zona balcanica e particolarmente laddove si era fino allora sviluppata in modo relativamente forte. Nessuna delle diverse zone di combattimento rimase libera da effetti. Lo scioglimento dell'apparato militare italiano e il suo passaggio parziale al banditismo, il venir meno e la totale ritirata dell'amministrazione italiana causarono una sorta di confusione ideologica presso i diversi gruppi etnici. Praticamente questa confusione apparve minore perché con la ritirata delle truppe italiane e la dissoluzione dei rapporti di potere italiani, truppe tedesche subentrarono in queste posizioni e da parte loro misero le singole zone sotto la protezione delle armi e di un'organizzazione amministrativa. Movimenti di resistenza contro la presa di possesso dei territori che erano stati dominio italiano nacquero da parte di formazioni italiane, ma poterono essere presto soffocati. Dove gruppi di banditi, sostenuti nella loro decisione dall'apparente esaurimento delle loro richieste politiche, tentarono azioni più grandi, questi poterono venire distrutti senza grandi difficoltà per la potenza armata. Complessivamente, dunque, l'occupazione di tutli i territori, che un tempo si trovavano in mano alle truppe di Badoglio si è sviluppata militarmente senza seri scontri. Unicamente nelle zone costiere e nelle zone circostanti alcune città dalmate si svilupparono combattimenti di una certa importanza, che però furono ininfluenti per la condotta complessiva dell'azione. Caratteristico per la situazione creatasi con l'occupazione è la similarità delle circostanze come a quelle sviluppatesi nell'aprile 1941 durante le lotte contro l'esercito regolare jugoslavo. Le zone di combattimento furono fulmineamente sfondate con la distruzione dei contingenti di truppe, i punti strategici furono occupati e la guerra, concepita come operazione rapida, fu dichiarata conclusa, in linea di principio, con il raggiungimento degli obbiettivi prefissi. Le parti della Wehrmacht, che erano state incaricate principalmente della distruzione - in entrambi i casi soprattutto divisioni delle Waffen-SS e nel settembre 1943 nella zona istriana


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proprio la Leibstandarte - poterono, una volta portato a termine il loro incarico di combattimento, essere utilizzate in altre mansioni. Tutto il resto, come la pacificazione del territorio attraverso appropriate misure e militari e politiche, rimase a carico delle forze di occupazione. E da questo momento in poi cominciò la guerra di bande intensificata anche nella zona operativa. Reparti sbandati di origine italiana si unirono con le bande già attive da anni nei territori della zona operativa e tentarono di dare un impulso più forte alla guerra per bande. Si giunse a ripetuti assalti alle isole maggiori che si trovavano di fronte alle coste. Il rapporto del Oberkommando Wehrmacht riferisce ripetutamente di tali azioni più vaste, che negli ultimi tempi sono state condotte anche con l'appoggio di forze navali alleate. L'occupazione di posizioni strategicamente importanti da parte dell'esercito tedesco, neppure con l'impiego di contingenti militari più grandi, esclude, in linea massima, un assalto da parte delle bande. La guerra per bande non è dunque condizionata solo localmente, non si esprime soltanto in piccole e minime azioni di guerra, ma a volte anche in operazioni più vaste e non comprende solo settori della zona operativa. Inoltre le regioni dalmata, albanese, e montenegrina, compreso il territorio di dominio croato, si trovano in uno stato di guerra latente. Lo stesso vale per le cont.rade che sono da considerarsi di assoluto dominio dei banditi nella zona operativa. Bisogna fare attenzione a ciò che segue: la zona operativa non è zona d'origine della guerra di bande, bensì una zona di infiltrazione. Dai territori limitrofi sopra menzionati le bande penetrano in gruppi grandi e piccoli, si stabiliscono anche nella zona operativa stessa, in parte in regioni inaccessibili, e conducono da qui, con l'appoggio dei territori al di là della frontiera, una guerriglia su base totale.

Zone di combattimento e analisi delle bande. A seconda del tipo e della dimensione dell'operazione e a seconda dell'organizzazione militare, si può parlare di 5 zone particolari nella zona costiera adriatica. La composizione delle bande corrisponde nelle singole zone agli strati della popolazione. Perciò si trovano di preferenza gruppi di banditi di nazionalità italiana nel territorio della provincia di Udine. Qui essi rappresentano numericamente la maggioranza assoluta. La loro direttiva politica è in parte nazionale, in parte bolscevica. Ci sono d'altra parte anche gruppi che portano le armi senza una convinzione politica, unicamente per il gusto della lotta e del bottino. l singoli gruppi sono composti


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dalla gioventù italiana che, o faceva già parte dell'esercito italiano, o era stata impiegata da organizzazioni tedesche, sia in lavori per l'economia di guerra, sia direttamente nel servizio militare. Nel quartiere generale di un solo gruppo di bande più del 50% dei 200 banditi permanentemente presenti era fornito di documento della OT. Si tratta dunque qui di italiani delle più diverse età che si sono sottratti dapprima ai loro incarichi e, nd corso ulteriore della loro esistenza di fuggiaschi, sono stati pronti ad impegnarsi attivamente con i banditi. Le bande della cosiddetta "Italia libera" sono organizzate in maniera abbastanza unitaria dal punto di vista militare. Indossano preferibilmente uniformi da bersaglieri e come armi portano o carabine italiane, o fucili mitragliatori. Si considerano italiani nazionalisti che combattono contro il fascismo, ma che non vogliono saperne del governo Badoglio. Essi sostengono prima di tutto concezioni tipicamente italiane. Fra queste l'accenLuazi9nc del principio; "Italia libera - predominio italiano nella zona adriatica - totale liberazione dal dominio tedesco". Fra queste c'è inoltre anche lo stretto legame con gli Alleati. Dal punlo di vista praLico queslo significa collaborazione con i nemici della Germania fino alla sua sconfitta e alla connessa liberazione dell'Italia. La posizione dei nazionalisti è significativa per il loro atteggiamento verso il fascismo. Essi, non solLanto lo rifiutano, ma lo odiano anche, in parte per motivi personali, ma principalmente per motivi reali. Nei dibattiti con questa parte dei banditi non potevano essere d'altronde dati argomenti utilizzabili per la conoscenza concreta delle cose politiche. Si usano frasi propagandistiche, si cita la corruzione del partito fasci sta e la persona di Mussolini. A questi si nega qualunque qualità. Come prova: la sua alleanza con la Germania. Questa alleanza non sarebbe stata una vera alleanza, bensì un tradimento della causa italiana. Mussolini non avrebbe fatto nient'altro che consegnare l'Italia alla Germania. Per questo motivo c'è lotta comune contro fascismo e nazionalsocialismo. Entrambe le ideologie vengono con siderate insopportabili e umilianti per le condizioni italiane.

Nazionalsocialismo e Jascismo. L'ignoranza politica per lo più molto notevole dell'italiano medio si manifesta in questa concezione deJl'uguaglianza essenziale di fascismo e nazionalsocialismo, in maniera abbastanza elementare, eppure niente è più falso di questo giudizio che deve ingigantirsi fino alla totale confusione concettuale. Nazionalsocialismo e fascismo sono simili al massimo in certi obbiettivi politici. Tuttavia queste due concezioni sono estranee tra di loro essenzialmente nella base ideologica del pensiero politico.


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I due movimenti sono, nella loro struttura interna, come nella loro posizione costituzionale, organismi politici completamente diversi. L'equivoco di considerarli una cosa unica aveva la sua motivazione nella somiglianza dei loro obbiettivi politici che nasceva dalla somiglianza della situazione politica. Entrambi si trovavano dopo la guerra mondiale di fronte al pericolo della dissoluzione del loro organismo statale per mezzo del comunismo; entrambi intrapresero perciò, quali difensori appassionati del diritto alla vita dei loro popoli, la lotta contro marxismo e comunismo, come anche contro la loro origine comune, il liberalismo. Questa posizione antilibcrale e antimarxista, insieme al suo presupposto, la concezione combattiva della vita, è il principale punto di contatto fra fascismo e nazionalsocialismo. Dalla presa di posizione contro il liberalismo nacque , in seguito , la lotta contro le altre potenze sovranazionali, contro la massoneria e il capitalismo. La lotta fu condotta energicamente però solo contro l'Internazionale rossa, perché questa rappresentava la più palese minaccia esterna dello stato fascista. Anche nell'a mbito della politica estera da una situazione simile risultavano obbiettivi simili. Dopo la guerra mondiale fascismo e nazionalsocialismo si trovarono di fronte alla necessità di procurare nuovo spazio vitale ai loro popoli. Questo compito li a vvicinò e rese particolarmente incisiva la loro collaborazione ncll'Asse. Antiliberalismo e antimarxismo, atteggiamento battagliero e lotta per l'ampliamento dello spazio vitale, sono i fondamentali elementi comuni al pensiero dei due movimenti. Essi divergono però profondamente nel fondamento del loro patrimonio ideale. Nel nazionalsocialismo tutto è ancorato alla sua concezione del mondo, la quale ha trovato una formulazione chiara e concisa per l'azione pratica nel programma del partito, mentre nelfascismo tutto rimane nel mero ambito politico. Né la lotta contro il comunismo , né contro le altre potenze sovranazionali e neppure contro il capitalismo hanno fondamenti ideologici, a nzi, il fascismo rifiuta di avere un programma per "schemi dottrinali". Il partito fascista era semplicemente lo strumento per la costituzione del potere e dopo la presa del potere lo strumento per la difesa del potere, esso sosteneva l'idea dello stato totale, mentre il nazionalsocialismo vede il centro del suo pensiero nel popolo pervaso dalla sua concezione totale del mondo. Cosi sono estranei al fascismo anche i fondamenti razziali della sua ideologia. Questi accettò, è vero, più tardi, il pensiero basilare della nostra legislazione razziale, ma questo avvenne non per una necessità interna al programma, bensì solo per opportunismo politico. Nella mancan za di una con-


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cezione del mondo risiede la più grossa differenza fra fascismo e nazionalsocialismo, il primo era e rimane un partito politico che ha assunto invero una posizione fino ad ora abbastanza insolita nella vita dello stato, cioè una posizione totalitaria, ma che ha limitato e reso inefficiente egli stesso la sua totalità accettando il principio monarchico. Altrettanto diversa era la posizione costituzionale dei capi dei due movimenti. Adolf Hitler è costituzionalmente il capo di stato del popolo tedesco, egli non ha nessuna istanza sopra di sé e l'intero corpo amministrativo, l'intero governo c tutte le forze armate prestano giuramento a lui, come anche è lui che effettua le nomine. Mussolini invece era, nonostante tutta la pienezza del potere che egli aveva riunito in sé, grazie alla sua energia e al suo genio, semplicemente Primo Ministro del Re d'Italia, era responsabile di fronte a lui e poteva essere costretto alle dimissioni in qualsiasi momento quando egli non avesse più la fiducia della corona. Egli dominava soltanto in qualità d'incaricato del monarca l'apparato statale, il quale era responsabile non di fronte a lui, ma di fronte al Re. l ministri venivano sì proposti da lui, ma erano nominati dal Re ed erano responsabili sia di fronte a questo che di fronte al Duce. Lo stesso valeva per gli appartenenti alla milizia che furono inquadrati nel1'csercito nel I 940: anche essi prestavano giuramento sia al Duce che al Re. Questo sdoppiamento dell'autorità non creava difficoltà finché tutto andava liscio, ma in caso di divergenze d'opinione fra corona e governo, doveva avere conseguenze catastrofiche. Ci sarà chiaro senz'altro, ad una riflessione più chiara e distaccata, che il fascismo in quanto espressione deJl'essenza del popolo italiano, non può possedere quei tratti di solidità e costanza che sono propri del nazionalsocialismo che nasce dal pensiero germanico-contadino. È ovvio che a una simile contrapposizione non è legato nessun giudizio di valore, bensì viene fatta semplicemente la constatazione che nazionalsocialismo e fascismo divergono così fortemente l'uno dall'altro, proprio quanto il popolo tedesco e quello italiano sono diversi nella loro essenza.

Sarebbe errato se si volesse vedere-in entrambi i movimenti solo l'espressione dell'incamminarsi in senso nazionale della nostra epoca, che in questo secolo si è fatto valere in maniera più o meno forte presso tutte le popolazioni europee. Nazionalsocialismo e fascismo sono certamente entrambi movimenti nazionali, ma oltre a ciò sono, ciascuno per il proprio popolo, l'espressione delJa personalità razziai-nazionale che


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ne sta alla base. Questa concezione viene confermata già soltanto dal percorso dei due movimenti. Mussolini, quale creatore e rappresentante del partito fascista - definito nel 1935, dal Reichsminister Dr. Goebbels, inizio e fine di ogni sviluppo politico che noi chiamiamo fascismo - andò per la sua strada, assicurandosi il potere sullo stato con la sua marcia su Roma e da allora, cioè da questo piccolo stadio del suo sviluppo, portò il fascismo al potere in Italia attraverso questa autorità statale. Diversamente il Fiihrer percorse la lunga e faticosa strada più ricca di resistenze, cioè la strada verso il popolo, di cui doveva essere conquistata prima di tutto la maggioranza e soprattutto la parte più attiva, senza che potesse venir messo sul piatto della bilancia in nessun modo l'argomento di un potere esteriore. La lotta del nazionalsocialismo durò 15 anni e senza dubbio il fatto stesso di questa lunga durata della lotta, questa crescita infinitamente laboriosa del nazionalsocialismo, è espressione immediata dell'essenza tedesca. Alla fine però, c'era un movimento consolidato, che comprendeva nelle sue file la parte decisiva e attiva del popolo tedesco, e che dalla durata e durezza della lotta ha ricavato anche la sua solidità e costanza di fronte a tutte le difficoltà, situazioni e grandi impegni, con le quali domina ogni situazione. Appare molto dubbio che una lotta così lunga e tenace poi un movimento fosse anche soltanto possibile all'interno del popolo italiano. Veloce nell'accettare, veloce nel rifiutare, il meridionale vive secondo altre leggi, ha una forma di vita, che noi non possiamo capire, così come egli non può far sua la nostra incrollabile perseveranza. Una p~rticolare accentuazione merita d'altronde la figura del Duce che ci è divenuta familiare, particolarmente negli anni passa ti della lotta. Sebbene noi non possiamo capire direttamente in dettaglio l'accaduto a causa dei motivi già addotti, tuttavia ci commuoverà la toccante tragicità di un uomo che immediatamente prima del compimento del suo 60° anno di vita, nel momento della più grandiosa decisione, dalla quale non può mai essere immaginata scissa l'opera di tutta la sua vita, dovette rinunciare a tenere in mano sua le redini degli avvenimenti. Noi vediamo in Benito Mussolini un uomo che aveva avuto, nel senso più profondo della parola, il coraggio di tendere ai più alti astri, che aveva cercato di realizzare di nuovo una possente concezione politica che aveva attinto dalla storia del suo paese e della sua città. Comprendiamo il duro destino che colpisce l'uomo, che, in quanto italiano, cerca di ricostituire un lmperium Romanum e che forse è l'unico vero romano di tutto il suo popolo.


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Certamente non deve essere qui trascurata la differenza nella posizione di Adolf Hitler e Benito Mussolini. Adolf Hitler è il Fiihrer del popolo tedesco, mentre Mussolini, anche se governò, in quanto Duce per un certo periodo conscio di sé e del suo potere autocratico, era pur sempre il primo ministro del Re d'Italia. Decisivo è, inoltre, constatare che il nazionalsocialismo è la visione del mondo tedesco per antonomasia, mentre il fascismo essenzialmente è rimasto solo un partito politico, anche se di carattere particolare. La NSDAP è la forma di organizzazione della visione del mondo nazionalsocialista, nel popolo italiano invece, la visione del mondo era sempre direttamente legata alla chiesa cattolica e al cattolicesimo, che là non è solo una confessione religiosa, bensf anche la forma di visione del mondo vigente<'). Per dare un fondamento alla inimicizia contro la Germania, si rimanda al fatto, che il fascismo, che era già stato eliminato, fu richiamato in vita in Italia grazie all'iniziativa tedesca. Dunque, colpendo i tedeschi, si vuole contemporaneamente colpire il fascismo.

Contrasti politici. Dopo questa esposizione, è comprensibile, che nelle bande italiane, l'italiano con atteggiamento più o meno nazionale, considera in fondo suo compito principale solo la lotta contro la Germania. Perciò egli vede ogni aiuto degli Alleati - e qui non riuscì neppure quello bolscevico - come un mezzo per la liberazione. In questo senso la forza di occupazione tedesca viene considerata proprio una istituzione nemica, come nelle rimanenti zone del litorale Ar.lriatico. Di direttive comuniste, provenienti cioè da Mosca , non se ne vuol sapere. Qui si è in contrasto diretto con i sostenitori dei metodi bolscevichi. Si rifiuta il bolscevismo in linea di principio perché non porta alcuna liberazione per l'Italia, bensì significa una nuova violenza statale e politica. Non ci si è dato pensiero, e non ce se ne darà per il momento, sulla effettiva situazione di coercizione in cui si trova l'Italia occupata dagli Alleati, poiché si vede nell'occupazione un mezzo per la vittoria. Si ritiene che gli Alleati la sceranno libera l'Italia a conclusione dei combattimenti militari.

Rivalità fra le bande. La realtà dei contrasti politici ha effetti incisivi anche per i capi dei banditi. Non hanno chiaro ciò che si può considerare sicuro e inaffidabile. Si cerca con i mezzi di una dura disciplina di ottenere l'affidabilità (*) Dr. Rosner: Vie Sudfront -politisch.


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per una comune condotta di lotta. Le condizioni nel quartier generale di una brigata nazionale italiana nella zona di Pielungo parlano da sé in questo contesto. Il servizio di delazione al campo è organizzato accuratamente. Colloqui con i prigionieri sono riguardati con sospetto. Quando guardie o altri banditi dimostrano, nel contatto coi prigionieri, una certa benevolenza, vengono prontamente sostituiti o ammoniti. In questo senso non c'è nessuna differenza fra nazionalisti e bolscevichi. Per la conduzione del comando delle bande viene considerato pericoloso ogni avvicinamento ai tedeschi, da qualsiasi parte esso avvenga. Con ciò abbiamo la prova che il rapporto fra capi e bande non si fonda su basi di assoluta affidabilità. Ci si sospetla a vicenda. Ciò nonostante non si può dedurre senz'altro un attentamento della disciplina o eventualmente una disgregazione a causa di contrasti politici. Sarebbe invece possibile dividere le bande dall'interno, cioè moralmente con un'influenza ideologica e un'istruzione politica. La possibilità per questo c'è fondamentalmente dovunque. Si deve qui constatare che l'informazione politica o la convenzione politica dei banditi poggiano su basi molto deboli. Tutti fanno uso di slogan o idee comprese solo a metà. Si deve supporre che gran parte di queste bande sottostia a una propaganda comprensibile politicamente ed esercitata intensamente, e senza dubbio si arrenderebbero all'effetto più forte di un tentativo di influenza metodico. Per lo meno si potrebbe ottenere una separazione dell'elemento bolscevico da quello nazionalistico. Gli italiani bolscevizzati non sono del resto legati in maniera esclusiva con le bande di Tito, essi sostengono solo più o meno teoricamente i principi di Mosca. Sono dunque solo seguaci di un ' ideologia che non hanno neppure tanto chiara. Questo si deduceva dagli interminabili dibattiti con gli elementi di posizione nazionalistica. Significativo al riguardo è l'episodio seguente: a conclusione di un dibattito il rappresentante della direzione comunista dipinse sulla parete in rosso i simboli di lotta bolscevichi - falce e martello-. Ne nacquero contrasti molto vivaci, che si conclusero con l'azione del rappresentante della direzione nazionalistica, che prese i colori e dipinse sulla parete, da parte sua, il tricolore nazionale. Su ordine del comandante furono però cancellati i simboli bolscevichi il giorno seguente. Con ciò il ca so era chiuso, a nche se ulteriori contrapposizioni nel dibattito politico continuarono ad essere consuete come prima. Il momento dominante, cioè l'idea politica portante, è quella dei nazionalisti.


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Si deve indicare l'esistenza anche di un altro gruppo di bande che dai membri del comando viene chiamato "Garibaldini". Qui di per sé non ci sono contrasti nella conduzione, poiché il maggiore inglese è presumibilmente responsabile per entrambi i gruppi. I garibaldini non seguono altri metodi di lotta. Possono solo essere un pò più duri nell'espletamento dei loro compiti e servirsi di metodi un pò più crudeli. Essi sono da considerarsi come puri rappresentanti dei principi terroristici. In questo gruppo si trova dunque il nemico per noi più pericoloso e comunque più valoroso, dal punto di vista combattivo. Si presume che la banda sia piccola, ma che riceva continuamente nuove adesioni. Transfughi dai banditi ai tedeschi sono meno numerosi di quanto si potrebbe supporre. Il motivo di ciò si trova nella posizione dei banditi indubbiamente più favorevole dal punto di vista militare. I loro assalti riescono quasi sempre, essi hanno nel territorio circostante una copertura assoluta da parte degli abitanti e sono inoltre forniti sufficientemente di armi di qualità eccellente. Una disciplina militare nel nostro senso in realtà non c'é. Il famigerato tatto inglese nel trattare i banditi ha anche qui l'effetto che li si lascia vivere esattamente come essi sono abituati. Non li si tormenta con un rigido addestramento militare, si danno loro sufficienti approvigionamenti e beni di consumo e li si lascia per il resto combattere nel modo in cui sono abituati. E inoltre si fanno loro generose promesse. I banditi del comando generale non mostrano alcuna tendenza a modificare la loro posizione militare. Essi credono che la diserzione non possa che peggiorarla. È un dato di fatto, comunque, che gli italiani attivi nella Landschutz o altrimenti pronti ad aiutarci, non godono dei privilegi che sono offerti loro dai banditi, come p.e.: Libertà personale, libertà di farsi valere, scelta dei modi e mezzi di lotta, disciplina rilassata che corrisponde all'italiano "dolce far niente" e altre minuzie. Il concetto della lotta per la libertà trova quindi non solo un sostegno ideale, bensì anche un richiamo molto forte grazie a condizioni di vita reali che vengono garantite proprio nel senso della concezione di vita e di lotta italiana. D'altra parte ne risultano naturalmente determinate difficoltà per il comando dei banditi. Si può essere della convinzione che, se le innumerevoli azioni dei banditi non promettessero sempre facili successi, o grazie al caso, o per mancanza di appropriate contromisure, se dunque


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ogni successo dovesse venire strappato con una dura e aspra lotta, si dovrebbe giudicare l'entusiasmo di lotta dei banditi da un altro punto di vista. Ma proprio la circostanza del successo a buon mercato e senza pericoli, collegato necessariamente con gli attacchi a sorpresa, dà sempre più slancio e nuovo seguito. Non c'é una concezione unitaria sulla volontà politica. Mancano completamente obbiettivi sociali, economici o politici. Il concetto di libertà dell'Italia è troppo vago per avere una reale ripercussione. Non ci si può immaginare proprio niente sotto il concetto dell'Italia futura. Si parla solo di libertà per la quale si è disposti a combattere. Significativa però è l'opinione generale che l'inizio della libertà sia da vedersi nella sconfitta della forza militare tedesca. Questi italiani non si sono affatto preoccupati delle vere intenzioni dei Britannici e degli Americani. Essi sono troppo privi di pregiudizi e troppi inesperti per poter penetrare nel mondo ideale delle potenze occidentali. Sono abituati a credere alle promesse americane, e l'attuale situazione militare rafforza straordinariame11le quesla fiducia. Gli Alleati sfruttano naturalmente i successi sui fronti di guerra per una vasta propaganda. Ad ogni ulteriore avanzata dei Russi e degli Anglo-Americani viene ogni giorno sottolineata l'esattezza dell'opinione che la Germania sia inarrestabilmente finita. La convinzione politica viene, qui, dunque, rafforzata da fatti, ai quali noi, al momento, non abbiamo motto da contrapporre, se non rimandare all'effetto delle armi tedesche già impiegate e ancora da attendersi, prima di tutto dunque della V l e V 2. È naturale che gli Anglo-Americani presentino come illusoria ogni importanza di un influsso decisivo per la guerra, da parte delle nuove armi tedesche, con appropriati mezzi propagandistici. Le frasi propagandistiche usate dal comando inglese contengono ultimamente anche riferimenti alla situazione del fronte occidentale, o allo sviluppo dell'area di combattimento italiana.

La provincia di Gorizia. La provincia di Gorizia è nella metà orientale territorio sloveno quasi incontrastato. Esclusa la parte occientale, che si può considerare ancora zona di influenza italiana più o meno debole, poiché nei piccoli agglomerat i viene rilevata ancora una certa percentuale di nazionalità italiana, questo territorio ha nell'insieme, in quanto a lla sua popolazione, un carattere sloveno . A questo corrisponde anche la struttura delle bande. Ci sono dunque qui, come nella provincia di Udine, gruppi misti


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e, in percentuale maggiore, unità esclusivamente slovene. C'è tuttavia da notare una differenza: se la composizione politica nel territorio friulano si esprime in maniera non del tutto chiara e non si può parlare di un gruppo con un indirizzo politico ben determinato, per la provincia di Gorizia vale un altro criterio. Sebbene il carattere nazionale sloveno, inquadrato in gruppi di bande, sviluppi determinati principi peculiari, la guida politica è quasi echisivamente puramente bolscevica. Questo contrassegno vale per tutti i territori sloveni fino a Fiume. Dagli interrogatori di disertori sloveni che si presentarono o alla Landschutz slovena, alla polizia o ad altri servizi, fu sempre confermato che tutti i gruppi di bande in territorio sloveno sono presi da idee comuniste e obbediscono alle direttive comuniste dei loro capi. Situazioni simili a quelle di Udine - cioè di gruppi di bande che si combattono a causa di contrasti politici - sono presenti solo in misura minima. Si tratta inoltre quasi sempre di litigi fra i capi e di tentativi di educare al bolscevismo gli abitanti sloveni. Questa educazione avviene tramite pressioni. Non ci si può quindi fidare in maniera assoluta dello sloveno. Solo ci si sa servire perfettamente della peculiarità caratteristica degli sloveni. Nel corso dei tentativi di dissoluzione bolscevichi durati quasi tre anni, si è sviluppato, d'altronde, un certo sentimento di resistenza nello sloveno. Anche ciò corrisponde al carattere nazionale sloveno. Egli sente istintivamente che la pretesa di dominio bolscevica non coincide con i suoi obiettivi nazionali. La sua posizione è coerente con ciò. Lo sloveno combatte e vede nell'aiuto bolscevico dapprima almeno una meta raggiungibile. Come testimoniano quasi unanimemente i disertori, sussistono però, riguardo allo sviluppo politico successivo, gravissime riserve. Si vogliono invero creare condizioni diverse da quelle attuali, ma si vede minacciato il successo della lotta proprio da11a pretesa di dominio bolscevica e così si può constatare sicuramente in molti sloveni che ancora prestano servizio coatto, presso i banditi, l'intenzione di sottrarsi prima o poi a questo servizio. Proprio fra gli sloveni è molto grande il numero dei disertori. Dapprima l'agitazione bolscevica è ancora straordinariamente vigorosa e a questa si aggiunge un'organi:zza:.::ione per lo meno rigida, che si basa sulla costrizione incondizion ata e si appoggia inoltre ad una rete d'informatori eccellente. I banditi hanno un retroterra ottimo per il loro reclutamento nella provincia di Gorizia e anche in quella di Trieste


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fino alla penisola istriana - dunque laddove hanno patria principalmente parti di popolazione slovena. Gran parte della popolazione slovena è costituita da agricoltori, lavoratori a domicilio e per il resto da operai di piccole e piccolissime industrie. In questi ambiti la propaganda comunista ha pur sempre raggiunto una notevole influenza.

L'idea comunista di liberazione. La propaganda avversaria lavora di preferenza con frasi propagandistiche che ingannano la popolazione di questa zona a causa delle iniziative e speranze ad esse collegate. È chiaro che la situazione attuale, dal punto di vista economico e sociale, offre appigli alla propaganda bolscevica. Mancanza di viveri e mercato nero hanno provocato una certa situazione di emergenza. I salari degli operai e degli artigiani sono troppo bassi in rapporto ai prezzi aumentati. In una tale situazione è facile per una propaganda avversaria far breccia e per lo meno mostrare l'appan:nza di una giustificazione. li bolscevismo dice che la pace porta lavoro e pane. Vuole quindi, a suo modo, modificare e migliorare la situazione sociale degli abitanti della zona operativa. Ma vuole questo prima di tutto distruggendo l'esistente. Egli procede, dunque, secondo il principio terroristico di combattere col terrore per principio tutto ciò che è antico, tradizionale, la forma di vita fino allora esistita, per mettere qualcosa di nuovo al posto del vecchio. La storia dimostra però che tali tentativi necessariamente falliscono, ma soprattutto allorquando nel lavoro, nell'economia e nella vita sociale si vuol fare di tutta l'erba un fascio. Gli sloveni, i croati e gli italiani, sono stati da sempre in questa zona operai e contadini. Tutti ha nno determinate doti artigiana li ed artistiche. Essi sono radicati al suolo patrio e, proprio questo legame con la patria, ha dato loro la forza di utilizzare, per assicurare la propria esistenza, le loro capacità artigianali e qualità contadine. Due guerre, quella del 1914 c l'attuale, hanno naturalmente scosso le basi della loro vita. Ma questo non significa che esse fossero state sbagliate. Il bolscevismo considera soltanto le conseguenze della guerra che necessariamente si sviluppano nella forma economicamente peggiore su fragili situazioni. Chi qui vuole creare qualcosa di nuovo può tentare di farlo solo con l'aiuto delle forze e delle capacità assopite di questo popolo, che, data la situazione, sono nat urali e legate al suolo. Il bolscevismo rifiuta completamente tali idee. Egli ha in mente l'assenza di proprietà privata, vuole togliere i suoi diritti al contadino.


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Egli pensa ai Kolkhoz. Egli vuole il sottoproletariato di una comunità contadina che si può considerare solo come una industrializzazione agraria. Il contadino sarà nel migliore dei casi il servo incolto, ma specializzato in una produzione di massa. Questa situazione si trova in Russia. Per i contadini della nostra zona questa sarebbe la morte, economica, ma anche professionale. Il nuovo ordine europeo considera invece il contadino come l'asse portante dello sviluppo dello stato. Essere contadino significa secondo il concetto tedesco, essere libero, essere padrone in casa propria ed essere chiamato ad occupare una posizione molto importante nello stato. In questa zona si trovano, accanto a migliaia di piccole imprese, le più belle ed efficienti fattorie, che provano la diligenza e il benessere dei loro proprietari. Questo si constata sempre di nuovo: da questo ceto emana una forza che conserva e forgia lo stato. Perciò il Reich sostiene con tutti i mezzi il libero, laborioso e vitale ceto contadino. Perciò il nazionalsocialismo rifiuta il metodo bolscevico del livellamento di massa . Al contadino non vengono tolti i suoi diritti, egli viene reso responsabile della sua proprietà. Lo stato lo fornisce di tutti i mezzi che gli permettono di migliorare e aumentare la sua terra. l metodi del bolscevismo mostrano però, in questa zona, nient'altro che una volontà di distruzione che, proprio nei confronti dei contadini, si è rivelata in una maniera terrificante. Migliaia di fattorie sono desolate e per anni non sono più utilizzabili per una coltivazione regolare. I contadini e i loro figli stessi sono stati indiscriminatamente costretti al banditismo. In nessun luogo il bolscevismo ha fatto anche solo il tentativo di conservare ai contadini possesso e proprietà, o di sostenerli con misure appropriate. È ancora da vedere se nello stato delle steppe bolscevico, al di là del confine del Reich tedesco , è possibile realizzare le mete di un 'industrializzazione agraria a produzione di massa. Nella zona operativa, dove, da sempre ha avuto valore solo lo sviluppo della personalità, tali metodi sono improponibili. Il contadino sloveno non è uomo da gregge. Tantomeno il croato. Anche l'italiano non lo è. I contadini della costa adriatica che coltivano la terra secondo i metodi dei loro avi, sono fieri del loro possesso. Nessuno di loro è intenzionato a sacri_ficare ad una utopia, casa, fattoria, terra, e bestiame, o a prestarsi a tentativi che, per prima cosa, gli distruggono il lavoro di tutta la vita.

Molti contadini che hanno prestato servizio coatto presso i bolscevichi, sono tornati indietro dai boschi dopo aver conosciuto il bolscevismo nella sua forma più primitiva. Non tengono più in alcun conto la cosiddetta edificazione del socialismo.


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È diventato loro chiaro che la distruzione, il fuoco e l'assassinio non possono essere basi per un nuovo ordine. Dove questi contadini rientrati sono stati reintegrati nel loro lavoro originario, essi sono pronti a difendersi, armi alla mano, contro ogni tentativo di bolscevizzazione. Il vero bandito che crede sempre di dover continuare una guerra incondizionata è sempre un invasore straniero. Questo il contrassegno più appariscente della conduzione di guerra bolscevica in questa zona, di servirsi di preferenza di elementi stranieri.

Crede lo sloveno, o il croato o l'italiano, credono i contadini legati al suolo e gli operai in questa zona che i loro interessi naturali possano essere garantiti da un'accolta internazionale di criminali? O crede forse uno di loro che, in caso di una vittoria degli Alleati, verrebbero ripristinate le vecchie condizioni precedenti la guerra? Questa zona sarebbe alla mercé di un raggruppamento di potenze internazionali che non potrebbe garantire né un'economia nazionale, né una vita naturale. L'Istria diverrebbe un campo di battaglia deI1e pretese di dominio bolsceviche e capitaliste. Come insegna l'esperienza, non sarebbe nient'altro che la preda e l'oggetto di sfruttamento di potentati rivali. L'Italia meridionale ne è un classico esempio.

La provincia di Trieste. Le condizioni della stratificazione demografica in questa provincia sono particolarmente difficili. Trieste stessa era zona d'influenza italiana dal punto di vista economico, politico e demografico. Almeno 1'80% della popolazione si riconosce italiana. Tuttavia non si tratta qui di italiani con dkhiarato atteggiamento nazionale. I ripetuti cambiamenti politici nel corso dei secoli hanno profondamente influenzato il carattere della popolazione triestina. Essi sono italiani solo di nome e di origine. Essi stessi non accampano alcuna pretesa su questo criterio nazionale, piuttosto si considerano come un popolo libero da legami politici. Sono triestini e non si riconoscono affatto italiani. Ritengono stranieri gli italiani provenienti dalla madrepatria venuti a stabilirsi colà e verso di essi non si sentono vincolati né politicamente, né economicamente. Essi sperano in una città libera di Trieste con il suo retroterra annesso. In questo pensano ad una costruzione politica come quella che ebbe per certi versi un esempio nella città di Danzica dopo il diktat di Versailles. Non hanno alcuna idea su una successiva appartenenza politica di Trieste ad un organismo politico di ordine superiore. Nella misura in cui i triestini prendono parte alle guerriglie e perciò combattono contro l'occupazione inquadrati in qualche gruppo, non perseguono con


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ciò chiaramente né un obbiettivo politico né uno economico. Vogliono semplicemente essere liberi e si servono di ogni mezzo per il raggiungimento di questo obbiettivo - in questo caso - anche dell'aiuto bolscevico e anche di quello americano e britannico. La partecipazione triestina presso le bande è relativamente bassa. Non è proprio il caso di parlare di una decisa caratterizzazione o del raggruppamento di parti triestine nei singoli gruppi di bande. Nella stessa Trieste c'è solo un'intermittente attività di sabotaggio. A titolo indicativo e sulla base dell'esperienza si può stimare il numero di appartenente alle bande eventualmente attivi in operazioni contro le forze di occupazione intorno ai 5.000. Però la maggior parte è fornita ancora da elementi forestieri, non da elementi direttamente triestini. E qui sta il vero pericolo. Il triestino stesso non gode affatto di buona fama. Anche se in un primo momento la cifra in sé alta di 5 .000 eventuali banditi a Trieste fa riflettere riguardo alla successiva valutazione della loro combattività, bisogna tuttavia obbiettare che proprio l'elemento triestino rappresenta un fattore altamente insicuro. Ciò nonostante nell'emergenza si può contare a Trieste solo con la resistenza. Un appoggio della Wehrmacht tedesca da parte di circoli filotedeschi o simpatizzanti non bisogna attenderselo in nessun caso - dunque in caso di emergenza ognuno è nemico -. Si può citare un recentissimo esempio assolutamente tipico dell'indecisione, mollezza e bassa combattività triestina: In un ristorante gremito di civili e anche di soldati italiani apparvero improvvisamente 3 banditi armati che si avvicinarono ad un ufficiale con le pistole puntate e lo costrinsero ad alzare le mani. Contemporaneamente i banditi s'impadronirono del cinturone appeso alla parete che presumibilmente, per quanto si poteva giudicare dal contenuto della fondina , conteneva una pistola abbastanza grossa e anche di valore. I banditi si allontanarono, camminando ail 'indietro, sempre continuando a minacciare gli altri avventori del ristorante e scomparvero altrettanto rapidamente come erano arrivati. Durante i momenti di paura all'apparizione dei banditi non accadde nulla. Tutti si erano irrigiditi. Solo quando i banditi si furono allontanati la gente si alzò e si mosse in maniera concitata, tutti spingevano verso le sale posteriori e neHe vicinanze del luogo dell'azione c'era effettivamente la maggioranza dei soldati italiani stesa sotto i tavoli. Alcuni dovettero essere tirati fuori con la forza non prima che i banditi avessero lasciato il locale da tempo. Nessuno pensò a frapporre resistenza, sebbene un solo soldato avrebbe potuto eliminare i banditi alle spalle, con alcuni colpi mirati. Ma questa idea non è venuta a nessuno. Ciascuno pensò solo a mettersi in salvo e come copertura bastò, nella maggior parte dei casi, una tovaglia tirata velocemente sulla testa. Era una penosa immagine di miseria e di viltà.


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Gli atti di sabotaggio fino ad ora compiuti a Trieste non si possono classificare in maniera unit~ria. Si può trattare di atti puramente arbitrari da parte di elementi bolscevichi, ma in parte anche di azioni su incarico pagate da Britannici o Americani. Nella minima parte dei casi si può anche eventualmente trattare di sabotaggi da parte di ambienti con convinzioni nazionali con la partecipazione, in questo caso, soprattutto di appartenenti al regime di Badoglio. Ufficiali e intellettuali sono gli elementi di guida. Ma fino a che punto questi siano collegati agli attentati non è stato ancora chiarito. Se è dimostrabile un legame regolare con i gruppi di bande bolsceviche lo si constaterà con il tempo . Un dato di fatto è d'altronde chiarissimo: i rappresentanti del bolscevismo hanno legami pratici con i rappresentanti del tradimento italiano del settembre 1943. Da una parte si agisce solo con mezzi puramente militari, dall'altra gli intellettuali lavorano con la propaganda, false informazioni, provocazioni, propaganda orale, e per il resto con tentativi piuttosto in grande stile di minare il morale del1a popolazione. Nella zona intorno a Trieste, cioè fino alla regione carsica, fino al confine croato, e irraggiandosi a sud fino alle zone centrali della provincia istriana, sono attivi di preferenza ancora gruppi di bande slovene, questa volta d'altronde già con commistione di determinati elementi croati - e come si deduce dalla struttura demografica anche di elementi italiani.

Pola e Fiume. Entrambe le città, Pola e Fiume, mostrano all'incirca le stesse caratteristiche politiche di Trieste. Dal punto di vista demografico la preponderanza è dei croati che risiedono sulle coste e, nella provincia del Quarnaro, dei cosiddetti croati insulari. Conformemente si compongono i gruppi di bande. Abbiamo dunque a che fare prevalentemente con croati presso i quali vale una caratteristica simile a quella presso gli italiani della regione di Trieste. Sebbene qui si tratti di croati in senso proprio manca, tuttavia, ogni saldo legame con la patria croata. Per lo meno la maggior parte di questi croati delle coste persegue scopi propri o almeno diversi da quelli dei croati di là del confine; qui però si deve sottolineare che manca quasi completamente un intimo legame come presso gli sloveni. Un ulteriore contrassegno molto palese per la distinzione nella concezione politica è il legame parzialmente conseguito con gli italiani. Ci sono dunque reparti misti italo-croati che si sono riuniti per motivi politici in azioni militari comuni. L'elemento guida, in tal caso, non è l'italiano bensì il croato. Particolarmente fra la gioventù delle due province sono evidenti i tentativi di avvicinamento ideologico che sono fortemente appoggiati dai bolscevichi.


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Non si tratta qui però di uno sviluppo naturale, bensì di una unione coatta nata dalla situazione nella quale il croato, intellettualmente vivace, ha preso in mano la conduzione. Abbiamo qui a che fare con una espressione politica del bolscevismo, da intendersi nel senso di una conduzione comune della lotta. La base organizzativa della lotta rilevata presso gli Sloveni non ha la stessa qualità presso le bande croate. Ciò si deduce già dal contesto internazionale e dalle contrapposizioni difficilmente superabili, nonostante tutti i tentativi di familiarizzare fra Italiani e Croati. Si tratta, nel caso di questi banditi, di elementi messi insieme più o meno alla rinfusa presso i quali una guida più rigida può essere solo di dubbio successo. Negli ultimi tempi si sono avuti anche fra singoli gruppi di bande dei conflitti armati, in cui i membri italiani delle singole brigate o divisioni hanno subito, in particolare, sensibili danni. Dove il croato è presente in maggioranza, ogni azione, ogni parola, si rivolgono, in senso direttamente ostile, contro il compagno di lotta italiano. Nonostante la superiorità numerica dei croati nelle singole bande e anche nel comando, è tuttavia innegabile l'influenza italiana. Al contrario dei gruppi di bande italiani a nord-ovest della zona operativa, i banditi italiani attivi in questa regione sono indirizzati politicamente quasi esclusivamente in senso bolscevico. Un gruppo nazionale in senso proprio non esiste.

Conclusioni. Nonostante tutti i contrasti che possono avere conseguenze politiche fino a una posizione di lotta contro tutti, sussiste tuttavia una concezione unitaria su forma, modi e metodi della lotta contro l'esercito tedesco, concezione che è spiegabile già soltanto con la preponderanza del comando bolscevico. Quando a nord-ovest della zona operativa si trovano singole bande e anche gruppi di bande sotto l'influenza o comando straniero, si tratta per lo più di ufL:iali alleati o agenti. Anche nella parte centrale della zona operativa e nel territorio meridionale istriano gruppi di bande sottostanno a com.ando straniero. L'influenza e il coma ndo diretti da parte di ufficiali a lleati sono qui eliminati, l'eliminazione stessa, però, si riferisce solo all'impiego militare. Agiscono qui come consiglieri nella parte centrale e meridionale, accanto a capi bolscevichi, soprattutto ufficiali britannici di istruzione e di collegamento. Questo vale soprattutto per i gruppi di bande importanti, cioè dove entrano in funzione i comandi più elevati.


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La composizione dello stato maggiore nel quartier generale di Tito è conosciuta: qui si trovano accanto ad alcuni alti ufficiali d'istruzione alleati dei comandi politici di collegamento, addetti stampa e alcuni rappresentanti degli stati maggiori delle potenze occidentali. Se si tratta anche solo di rappresentanti non ufficiali delle potenze nemiche, come nel caso del figlio di Churchill, Randolf, è tuttavia indubbio il carattere semiufficiale della missione. Presso i gruppi nazionali che sono presenti in parte nelle province di Udine e Gorizia si deve constatare la disponibilità a sottomettersi al comando generale di Tito per un certo tipo di collaborazione strategica. Questo non esclude naturalmente occasionali operazioni di propria iniziativa che sono senza intima connessione con le direttive generali date. Si possono anche in parte sviluppare attriti e differenze che portano ad occasionali conflitti. Addirittura sono stati confermati più volte da testimonianze di prigionieri conflitti armati fra singoli gruppi di bande. Ma se dalla valutazione di questa situazione si volesse dedurre una inefficacia della condotta generale avversaria, ciò significhcrchhe misconoscere le circostanze reali. Il comando bolscevico domina univocamente la situazione. Rimane da vedere fino a che punto, eventualmente, bande nella provincia di Udine, che perseguono scopi propri o specificamente nazionali, sono disposte ad obbedire incondizionatamente al comando bolscevico. L'obbedienza non è affatto sicura. Nelle zone che sono più esposte all'influenza delle democrazie occidentali e all'effetto delle armi degli alleati occidentali, esiste una tendenza alla arbitrarietà e ai tentativi di separazione. Ciò non dipende soltanto dalla personalità del singolo ufficiale d'istruzione preposto alle bande, bensì già di più dal generale influsso politico delle truppe di occupazione a!leate in Italia. Si può addirittura arrivare ad asserire che anche le bande nell'Istria centrale e meridionale vorrebbero vedere realizzato il loro proprio scopo politico meno coll'aiuto dei bolscevichi che con quello dei Britannici e di Americani. Questo vale appunto per la costa vera e propria e le sue città più grandi, per lo meno laddove l'elemento italiano è in maggioranza. Simili richieste politiche si riscontrano naturalmente anche fra i croati e gli sloveni. Qui vale però di più il principio dell'aiuto immediato, che appare garantito molto evidentemente dalle misure di comando dei bolscevichi. La rivalità fra i bolscevichi e i rappresentanti degli alleati occidentali deve essere nella conduzione concreta almeno altrettanto grande quanto nell'intero ambito politico. I rivali sono uniti solo nella conduzione di lotta. Questa corrisponde tuttavia, contemporaneamente, alla concezione degli Alleati occidentali, anche se, apparentemente è caratterizzata in modo fortemente bolscevico. Essa è la forma pura della guerriglia


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su base totale, una forma che fino ad ora ha assicurato, grazie a certi successi, per lo meno le pretese di dominio delle bande in questo territorio. Ignorare questo dato di fatto significherebbe misconoscere la situazione politica e militare. Sebbene la zona operativa si trovi sotto la protezione delle armi tedesche, la zona di dominio reale è influenzata dalle azioni dei banditi. Persino un dominio assoluto dell'esercito tedesco nelle città più grandi e nei capisaldi è da considerarsi limitato. Ciò è insito nel carattere della guerra di bande, il manifestarsi anche laddove essa, data la situazione, non potrebbe realizzare nessun controllo territoriale. Pensiamo a Trieste, Udine e Gorizia. Queste città si trovano completamente in mano tedesca. Esse sono anche sicure militarmente e ben presidiate. Esse sono i capisaldi strategici del nostro sistema. Tuttavia non si riesce ad impedire atti di sabotaggio e addirittura occasionali esplosioni più gravi, rapine e furti di approvvigionamenti. La guerra per bande privilegia le azioni a sorpresa e viene condotta in modo tanto più sicuro, quanto più riesce ad imporsi nei veri centri di potere del nemico. Le diverse esplosioni a Trieste ne sono una prova evidente. In un territorio minacciato da bande nulla è sicuro. Si deve tenere conto di tutte le eventualità. Lo scopo della guerra per bande nemiche è il dominio totale della zona, sia tramite una ritirata spontanea della forza di occupazione, o sia lottando contro questa fino alla resa forzata, o infine con il suo annientamento nel corso di operazioni militari. Le misure dei banditi rivolte a questo scopo non sono condizionate né geograficamente, né demograficamente e neppure in modo particolare militarmente.

ZONE DI INFLUENZA DELLE BANDE I. Territorio libero da bande.

Regola: azioni di banditi sono possibili. È da definirsi libera da bande in senso militare e politico il territorio che è appunto libero da bande. Territori di tal genere sono senza dubbio solo le città maggiori che si trovano completamente in mano nostra e i loro immediati dintorni. Altrettanto da dichiararsi territori liberi da bande sono tutti i paesi medi e piccoli, che si trovano completamente sotto la difesa delle armi tedesche e, o sono essi stessi capisaldi dell'esercito, o sono collegati con vicini capisaldi mediante postazioni avanzate o dispositivi di sicurezza.


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Essere liberi da bande non significa però una totale esclusione di un'influenza delle bande. Con ciò si pensa naturalmente meno a una diretta azione delle bande che si potrebbe eventualmente esprimere numericamente. Si tratta qui piuttosto di singole azioni che si rivolgono contro dispositivi di sicurezza e contro l'esistenza delle truppe di occupazione o anche contro istituzioni civili. Un'azione dei banditi ad Udine, dunque in un territorio libero da bande, può essere messa in atto sia da membri di una banda che opera nelle vicinanze, che anche da membri di una banda che agisce stabilmente ad Udine. Vale di nuovo la considerazione espressa nel capitolo precedente, che in un territorio dove operano bande niente è fondamentalmente sicuro. In questo senso Udine è altrettanto poco un territorio assolutamente libero da bande quanto Gorizia, e Gorizia altrettanto poco quanto Fiume o Pola. Se ammettiamo dunque il fatto che anche nelle zone libere da bande sono possibili assalti di ogni sorta, allora noi possiamo porre l'ipotesi che, in un territorio libero da bande, sussiste sempre la possibilità di un'influenza delle bande. Le azioni causate da banditi nei territori liberi da bande non hanno mai dimensioni più vaste. Non le possono avere perché mancano i presupposti n aturali, i quali sono: presenza compatta, coHegamenti e comando di lotta unitari. Possibile è però in un territorio libero da bande ogni singola azione. Fra le quali si annoverano: attentati dinamitardi, rapine, furti di approvvigionamenti, attentati a singole persone, rapimenti o assalti a obiettivi militari come caserme, viadotti sorvegliati. A titolo d'esempio sia ricordato che a Gorizia in un solo giorno sono state possibili 5 azioni pur sempre notevoli e cioè: 1. Furto di camion 2. furto di viveri a mezzo di camion

3. attentato a una caserma con bombe a mano 4. rapimento di due civili 5. rapimento di un sottufficiale della Wehrmacht. Questi fatti illuminano la situazione così come è . Essa comprende momenti di pericolo d i ogni sorta, e si deve tener sempre presente, in ogni momento, e in ogni circostanza immaginabile, la possibilità di un'azione.


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2. Territorio minacciato da bande.

Regola: Azioni di banditi sono probabili. Nel territorio libero da bande è dunque difficilmente possibile un'azione compatta di una banda. Tuttavia bisogna aspettarsela. Sarebbe in ogni caso errato, non fare così. Poiché il semplice fatto che una tale azione infine non avrebbe nessun successo non esclude un tentativo di una tale azione. Qui sta la differenza nel concetto di terroritorio libero da bande e territorio minacciato da bande. Ciò che nel primo caso è possibile, appare già probabile nel secondo. Probabile è dunque nel territorio minacciato da bande ogni azione di bande, e la questione - azioni singole o azioni di massa - dipende dalle circostanze e dalla volontà di riuscita. Atti di sabotaggio a ogni pié sospinto appartengono qui, in quanto azioni singole, già all'ambito più esteso delle missioni del comando militare delle bande. Queste conoscono dunque un arricchimento mediante azioni di sabotaggio più gravi come: l. attentati dinamitardi a ferrovie, 2. distruzione di cavi teiefonici, 3. minamento di strade, 4. attacchi a fuoco a colonne celeri o in marcia, 5. assalti a capisaldi, 6. rapimento di popolazione civile, furti di approvvigionamenti in grande stile. Il territorio minacciato da bande è da considerarsi zona d 'influenza dei banditi. Esso può però anche essere o diventare zona operativa. Zona di approvvigionamento lo è questo territorio in ogni caso, ma mai è da considerarsi zona di soggiorno stabile . Si tratta qui nel caso di azioni dei banditi in tali zone prevalentemente di imprese di origine minore. Provenendo dal territorio circostante da loro dominato, cercano di disturbare il normale corso delle funzioni di vita della forza di occupazione e cercano naturalmente di infliggere quante più perdite possibile. Nel territorio minacciato da bande è probabile ogni azione di banditi. Si deve tenere presente qui, come nel territorio libero da bande, e in missione individuale in ogni momento, la possibilità della presenza a rmata di bande piccolissime, piccole e medie; la probabilità determina dunque contromisure più grandi ed efficaci. 3. Territorio infestato da bande.

Regola: Azioni di banditi sono sicure. Se si può pur sempre indicare il territorio minacciato da bande come una zona di infiltrazione, abbiamo invece a che fare nel ferritorio infestato in permanenza da piccoli, medi e grandi gruppi di bande. In parte già vi


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si trovano depositi di approvvigionamenti, esistono salde linee di comunicazione e interi distretti sono già sottomessi al dominio dei banditi. Come segno caratteristico vale però anche il fatto che negli stessi territori infestati dalle bande ci sono capisaldi della Wehrmacht. Lo stesso vale naturalmente anche per il territorio minacciato dalle bande. Ma mentre nel secondo caso sono possibili collegamenti fra i capisaldi più o meno senza pericoli, tali capisaldi appaiono nel territorio infestato da bande solo come enclaves difese unicamente dall'effetto delle proprie armi. I collegamenti fra i capisaldi sono non sempre possibili e si possono ottenere solo mediante una forte scorta militare; la probabilità di un'azione di bande contro la stessa scorta armata aumenta nel territorio infestato da bande per via della sicurezza con cui una tale azione verrà intrapresa. Vale dunque incontrastata la regola che ci si devono aspettare non solo atti di sabotaggio come strade minate, attacchi a fuoco e furti di approvvigionan1enti, bensì anche. azioni bandite;chc particolarmente gra-

vi, che mostrano i caratteri dell'operazione militare diretta. Mentre, nei territorio minacciato da bande, le nostre azioni militari difficilmente eccedono l'ambito di un'azione da squadra di assalto, nel territorio infestato da bande le azioni militari sono realizzabili solo se di ampie dimensioni. Sono naturalmente possibili pattuglie minori d'assalto o imprese minori con armi pesanti, proprio come nelle retrovie nemiche dietro un forte fronte. Ma esse non sono la regola in questa zona, poiché per l'esecuzione di tali imprese sorgono difficoltà per lo più inaspettate. Le difficoltà consistono particolarmente nel fatto che i punti di partenza per le operazioni, originariamente liberi da bande, sono caduti a causa di assalti riusciti dei banditi. Qui si evidenzia propria la particolare caratteristica della guerra per bande di creare sorpresa e di trasformare fulmineamente situazioni acquisite nel loro contrario. Una truppa che crede di poter utilizzare come alloggiamento al calar della sera un paese conquistato poche ore prima e che ritorna in questo paese dopo aver portato a termine l'assalto, avrà quasi sempre una gran brutta sorpresa. Il territorio infestato da bande esige dunque azioni assolutamente forti dal punto di vista militare e protette con tutti i mezzi. 4. Territorio dominato da bande. Il territorio dominato da bande è vero e proprio territorio nemico. La truppa che opera colà deve aspettarsi reazioni nemiche e assalti in


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grande stile. Il territorio dominato dal nemico è la zona di spiegamento, di approvvigionamento e di sicurezza dei banditi. Qui il nemico ha i suoi accampamenti, i suoi depositi di armi, qui istruisce e fa esercitare le sue riserve, che egli raccoglie con vigorose misure di costrizione fra la popolazione civile, qui risiedono i comandi delle sue brigate e divisioni e qui si trova anche la sede del quartier generale regolare. Nel territorio dominato da bande in nemico esercita anche le sue funzioni amministrative. Egli perciò non domina soltanto, ma anche amministra, e tutte le misure prese da lui, con le quali egli attinge alla forza della popolazione civile e dell'economia in generale, servono ai preparativi ulteriori per la conduzione di guerra e alle azioni pratiche all'interno della guerra stessa. Il territorio dominato da bande è dunque zona di sovranità dei banditi. Le vie di cominicazione sono sotto il loro assoluto controllo, altrettanto le strutture tecniche per la vita pubblica. Anche se i confini del territorio dominato da bande non sono necessariamente rigidi epossono continuamente modificarsi per effetto della lotta, il vero e proprio territorio dominato da bande rimane sempre base di spiegamento e punto di raccolta di tutte le forze disponibili e di tutti i materiali. Da qui nascono gli assalti concentrici per eventuali operazioni unitarie, da qui viene messo in atto il flusso quotidiano di centinaia di piccole e piccolissime azioni e qui rifluiscono giornalmente gruppi di pattuglie d'assalto, di esplorazione e di sabotaggio dopo aver espletato i loro incarichi. Qui si trovano i depositi di raccolta per le armi di tutte le specie, qui si trovano anche le grandi superfici di lancio permanenti per gli aerei di rifornimento britannici e americani. Accanto alle costruzioni propriamente militari per l'approvvigionamento delle truppe, il loro alloggio e la loro istruzione, il comando dei banditi non ha tralasciato di intraprendere anche vasti progetti di costruzione. Secondo la tecnica degli aereoporti militari nascosti, sono state costruite alcune piste di atterraggio anche nelle zone più impervie. Il comando dei banditi non tralascia nulla per garantire il successo militare mediante appropriate disposizioni. Chiunque abbia chiaro in qualche misura la difficoltà del rifornimento e dell'approvvigioname nto, sa, quale quantità incredibile di resistenze e ostacoli si contrappongono a una loro effettuazione regolare , se i mezzi per il regolare approvvigionamento _sono solo primitivi e insufficienti. I banditi possono in fondo usare nel territorio dominato da bande solo ciò che è caduto in mano loro intatto, o ciò che eventualmente possono ricostruire coll'aiuto delJ'industria. D el resto essi dipendono da furti di approvvigionamenti nel procurarsi i piccoli utensili


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necessari alla vita quotidiana. Essi dominano sì le strade e le ferrovie, i cavi telefonici ed elettrici, sono anche in possesso di tutte le imprese commerciali, economiche e industriali dei loro territori, ma tutto ciò ha un valore solo limitato, poiché il territorio dominato dalle bande, in ogni caso, rappresenta sempre solo una enclave in un territorio più vasto, dominato dal nemico. Il nemico - cioè l'esercito tedesco - dispone delle fonti di sostentamento di un retroterra riccamente industrializzato, può regolare quasi a piacimento l'arrivo dal Reich di armi, munizioni e equipaggiamenti, ha dunque un essenziale vantaggio nel problema dell'approvvigionamento e delle basi materiali di sussistenza. Tuttavia - anche questa supremazia è limitata, in vista degli assalti terroristici degli Alleati, e nella zona operativa ogni manifestazione di vita è minacciata concretamente in un modo o nell'altro. Mentre dunque rifornimento e approvvigionamento in tutti i territori nella zona operativa subiscono continuamente assalti nemici, mentre dunque devono essere continuamente protetti con il più forte impiego di mezzi le vie di comunicazione, ferrovie, autocolonne, ponti, il problema più grave rimane sempre quello del rifornimento indisturbato; i beni e le armi durante il trasporto e nei depositi subiscono continuamente perdite e diminuzioni, per non parlare delle perdite umane. Si è forse propensi a credere, dato che si tratta sempre solo di azioni minori, che questa guerriglia potrebbe a malapena avere effetti, in considerazione della superiorità materiale dell'esercito tedesco e che, in ogni caso, non rappresenterebbe niente di più del fastidio di uno sciame di zanzare. Errore! Basta calcolarne una volta con esattezza matematica gli effetti, per constatare quante migliaia di lavoratori sono necessari quotidianamente per la costruzione di edifici d'uso e militari, quanta benzina deve essere consumata, o quanti treni messi in moto, quanti autobus e carrozze devono essere impiegati per far fronte al trasporto quotidiano di questi lavoratori d' emergenza. Se inoltre si considera che queste forze vengono sottratte alla vera industria bellica, e inoltre, che le fabbriche d'armamenti del Reich devono continuamente occuparsi della sostituzione del materiale distrutto, e che quotidianamente determinati contingenti di soldati tedeschi sono costretti qui ad operare attivamente per respingere le azioni nemiche, ci si può in un certo qual modo immaginare il successo della tattica della guerriglia . Il bandito, invece, nel territorio da lui dominato, è quasi libero da attacchi avversari, a meno che proprio questa zona diventi obiettivo centrale delle nostre grandi operazioni pianificate.


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Ma anche queste hanno, in fondo, una fine, e il territorio deve venire di nuovo sgomberato, poiché non si può in definitiva presidiare ogni singolo paese con una occupazione appropriata. Il bandito viene dunque disturbato profondamente per una volta, subisce le sue perdite umane e di materiali, ma dietro alla truppa operativa in ritirata si riuniscono i gruppi dispersi e la vecchia vita del bandito ricomincia di nuovo in forma possibilmente anche più rafforzata. La guerriglia assumerebbe un volto completamente diverso, se il bandito provasse sulla propria pelle tutte le azioni che egli ci riserva quotidianamente. E non solo nella stessa misura, bensì in quantità raddoppiata. La chiave della sussistenza della guerra di bande si trova soltanto nel territorio dominato dalle bande. Qui il bandito è indisturbato, pianifica, sviluppa e organizza le proprie forze e il territorio da lui dominato nutre la guerra.


V. CAPITOLO Prassi e tattica di combattimento

L'organizzazione come fondamento . Una delle basi del successo in guerra e, naturalmente, ancor più nella guerra di bande, è un'organizzazione complessiva che funzioni senza attriti . La guerra di bande stessa ha in prima linea come scopo naturalmente la distruzione dei beni del nemico. Essa cerca di raggiungere questo scopo tramite un impedimento delle funzioni vitali. Tenta dunque in tutte le circostanze di scardinare l'organizzazione del nemico. A questo scopo servono tutti gli assa1ti a ferrovie, ad altri reti di comunicazione, a cavi telefonici ed elettrici, a colonne di approvvigionamento e rifornimento, a reparti addetti alla costruzione e simili. D'altronde la guerriglia esige naturalmente una dose notevolmente maggiore di talento organizzativo , poiché, le cose della vita della zona delle bande non si possono mai sviluppare senza ostacoli. Le fonti di sostentamento del paese sono troppo misere. Aiuto materiale può dunque, per la maggior parte, provenire solo dall'esterno. L'approvvigionamento avviene o per via diretta, mediante il successo delle imprese singole delle bande contro i beni della forza d'occupazione, o per via aerea da parte degli Alleati occidentali. Si può senz'altro presupporre, che deve esserci un'organizzazione dei banditi piuttosto vasta, preparata a queste difficoltà e circostanze e ci si deve aspettare che questa organizzazione si deve essere sempre dimostrata valida, poiché le armi dei banditi non sono mai diminuite, bensì sono aumentate quantitativamente e migliorate qualitativamente. Anche gli altri beni di sostentamento sono sempre presenti allorquanto dalla loro quantità dipendono operazioni militari. Le concezioni che abbiamo da parte nostra sulla capacità di organizzazione e sulla portata dell'organizzazione stessa, non .sempre sono del tutto chiare. Ricaviamo le nostre conoscenze in parte da testimonianze di prigionieri, in parte da interrogatori di banditi, in parte però anche da osservazioni dirette sul luogo, in occasione di operazioni militari. Comunicare un'immagine unitaria è stato finora difficile. !l materiale docu-


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mentario esaminato indica in parte situazioni molto disperate, mancanza di capacità organizzative e concreta incapacità organizzativa. L'osservazione dà d'altra parte informazioni su eccellenti casi di funzionamento, all'interno dell'ambito del dominio dei banditi, nei settori militare e civile. Si deve desistere dal misurare tali cose con il criterio che noi usiamo per le nostre impressioni. Noi ci troviamo in fondo in mezzo alla guerra di banditi che differisce essenzialmente dalla concezione di una guerra normale. Inoltre il territorio di dominio ceduto ai banditi in parte spontaneamente, ma d'altro canto anche forzatamente , non è sviluppato dal punto di vista economico, è impoverito socialmente e povero dal punto di vista agricolo. I banditi sono dunque costretti a contentarsi dei mezzi di cui riescono a impadronirsi. Necessariamente devono dunque essere misere le loro funzioni vitali. E lo sono in realtà, ma questo non ci deve indurre a credere che i banditi siano decisamente male, o solo insufficientemente organizzati. Ospedali militari da campo e di riserva sono stati riscontrati in diversi luoghi della zona di dominio. Devono senza dubbio esserci in misura sufficiente armi, munizioni e vettovaglie. Il pensiero che la mancanza di mezzi di sostentamento darebbe adito a fenomeni di disgregazione è da rifiutarsi completamente. In nessun modo ci si deve lasciare indurre a credere che i banditi si nutrirebbero prevalentemente d'erba o d'altre piante non commestibili. Un fatto che fu particolarmente sottolineato anche dalla stampa nella nostra zona operativa. In ogni azione di combattimento, anche nei conflitti di truppe regolari, ci sono naturalmente momenti di crisi a causa dell'insufficienza di viveri. Questo lo abbiamo provato in misura sufficiente al fronte orientale. Tali circostanze si danno naturalmente anche presso i banditi. Ma dedurne un fenomeno generale è sbagliato. Le informazioni sempre contraddittorie di disertori o prigionieri non danno mai un'immagine nitida. Ci sono testimonianze di prigionieri da determinate regioni secondo le quali singoli gruppi di banditi sarebbero soltanto mal equipaggiati e insufficientemente armati. Niente di più facile e semplice che dedurre dai fatti così portati a nostra conoscenza una situazione generale e deriva rne misure che apparirebbero fin dall'inizio perciò insufficienti o inefficaci. Le nostre squadre d'assalto e le nostre scorte ha nno dovuto fare ripetutamente l'amarissima esperienza, che, nonostante le informazioni contrarie, i banditi sono ottimamente armati. Tali esperienze racchiudono la prova che le informazioni dei disertori sono forse solo di natura propagandistica e che con esse si vogliono suscitare false convinzioni.


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Si tratta dunque perciò di raggiri consapevoli, anche se non si deve negare che i banditi hanno subìto in singoli casi, per l'intervento della forza armata, perdite temporanee di attrezzature preziose. II rifornimento di armi per i banditi non è cessato e non ha mai subìto diminuzioni degne di nota o soltanto congetturabili. Anche se fosse così sarebbe sbagliato tenere presenti tali convinzioni nella pianificazione delle nostre azioni. Dai banditi non solo c'é da aspettarsi di tutto, ma si deve anche presupporre, in ogni momento e in ogni circostanza, il possesso di armi sofisticate. Le manovre di raggiro del loro grande modello bolscevico al fronte orientale vengono abbastanza abilmente copiate - per lo meno essi sanno ingannare abbastanza bene il nemico. La nostra esperienza di lotta con i banditi ci ha fornito un'immagine sufficiente di un metodo asluto e raffinato, che non ci deve mai indurre a errate convinzioni mediante informazioni di contenuto diverso o dicerie. Tattica di attacco.

Dopo quanto detto risulta valido il fatto che proprio la guerra di bande è un problema di organizzazione. Questo lo sa il nemico altrettanto bene quanto noi. Se la sua esistenza dipende proprio soltanto dal funzionamento senza attriti della collaborazione di tutte le forze, e se il bandito si comporta di conseguenza con una tattica studiata nella scelta dei mezzi organizzativi, non si deve equiparare l'occasionale primitività del suo comportamento con incapacità, o dedurre da ciò un certo fenomeno di stanchezza. Laddove il bandito fosse effettivamente in svantaggio, poiché l'organizzazione migliore e materialmente più fornita del nemico lo costringe al ruolo di difensore, si noterebbe che il bandito tende per prima cosa, nell'insieme delle sue azioni, ad un equilibrio e questo equilibrio è anche concretamente presente in un certo senso. Un equilibrio nel senso di non lasciar diventare efficace la superiorità materiale del nemico. Fino a che punto il nemico è in condizione di fare ciò e fino a che punto ha potuto realizzare tali intenzioni? Dobbiamo premettere un fatto: Le bande nella zona operativa sono - proprio come nel resto della zona dei Balcani, ma particolarmente in Croazia - diventare più forte numericamente e sono meglio equipaggiate di prima, anche dal punto di vista materiale, esse vengono preparate al loro impiego secondo metodi più efficaci e sanno anche utilizzare meglio di prima il territorio come zona di combattimento.


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Sembra venuto il momento che le bande, anche se sempre nella forma della guerriglia, possano intervenire con operazioni più efficaci. Non è difficile dimostrare l'attività più serrata dei banditi con un aumento puramente numerico delle singole azioni. Fino a sei mesi fa si potevano contare in una decade 50-60 azioni, oggi questo numero cresce a 220-250. 11 successo nella tattica della guerriglia è così provato. Ma soltanto l'aggressore ha successo nella guerriglia. Una semplice tattica difensiva significa sempre dover riconoscere la superiorità dell'avversario. Il problema dei motivi dell'incremento delle azioni non si può spiegare esclusivamente con il loro fatto che proprio i molti successi nelle piccolissime azioni stimolino Io spirito aggressivo. Necessariamente l'aggressore è sempre in vantaggio nella guerriglia. Egli sfrutta il momento di sorpresa. Egli decide la posizione per gli agguati, per l'assalto e per l'azione fulminea, mentre l'aggredito giunge ad un' efficace azione solo allorquando l'assalto e l'azione sono già per lo più passati con successo. Questo spiega il fatto, che il bandito solo in rarissimi casi è disposto a lasciarsi coinvolgere in una normale conduzione di lotta, cioè a ingaggiare battaglia o assalire luoghi in grado di opporre resistenza. Egli ama l'assalto solo come mezzo di sorpresa. E attacca soltanto fino a che agisce l'elemento sorpresa. Il bandito sfugge l'attacco nemico anche in caso di superiorità numerica. Solo un giudizio affrettato e completamente infondato trae da questo comportamento conclusioni sulla capacità e sullo spirito combattivo. Laddove il bandito vuol mettere a segno un'azione d'assalto, dimostra anche buone qualità di combattente.

ln occasione di scontri aperti con il nemico fra gruppi propri e del nemico di consistenza media è accaduto più volte, che i banditi attaccavano per lo meno così insistentemente quanto le nostre truppe stesse. Il bandito attacca quasi sempre solo in situazioni d'emergenza, come tentativi d'accerchiamento. Ma, in linea di massima, elude uno scontro militare, giacché questo non rientra nell'ambito dei compiti prestabiliti. Questi sono rivolti a infliggere perdite con attacchi al nemico e a fare bottino. Il bandito persegue lo scopo di creare confusione e così aumenta necessariamente nel corso dello sviluppo il numero dei suoi assalti e atti di sabotaggio. Egli vuole crearé disorganizzazione presso il nemico e si può tranquillamente dire che ogni sabotaggio effettuato, ogni assalto riuscito, e ogni razzia che frutta bottino sono in grado di disturbare sensibilmente. Tuttavia sarebbe fuorviante voler considerare la guerriglia del bandito come l'ultima ratio della conduzione di lotta avversaria, sia nella nostra zona, come anche nei Balcani.


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L'intera guerriglia nella sua forma complessiva è pensata dai banditi solo come un preludio a più grandi avvenimenti. Cosa ha in mente il nemico è chiaro: Egli vuole preparare il terreno per i futuri scontri operativi. In questo senso dunque si differenzia essenzialmente questa situazione dalle altre in cui la guerriglia conduceva in un certo senso una vita propria, o, come soprattutto nelle zone balcaniche, era in altra epoca effettivamente fine a se stessa. li comando delle bande ha dichiarato più volte la sua intenzione di andare allo scontro armato decisivo solo quando il momento fosse maturo, cioè, dunque, quando si sentirà così forte, dal punto di vista numerico e materiale, in parte anche grazie alle operazioni collegate cogli Alleati occidentali o con i bolscevichi, da poter vincere il nemico in campo aperto.

Non si può dunque considerare la guerra di bande solo come un fenomeno altamente fastidioso, ma per il resto irrilevante dal punto di vista strategico. L'efficace lotta contro le bande è, proprio adesso, nel momento dei massimi sforzi militari sugli altri teatri di guerra, più necessaria che mai. Tutti i mezzi apprestati al momento lasciano dedurre che ormai, anche da parte nostra, c'è da aspettarsi la più intensa attività.

La rete d'informaz;one. I metodi di conduzione di lotta del bandito sono stati sufficientemente studiati. Equipaggiamento e forze ci sono noti. Noi conosciamo fino al minimo dettaglio la forma della sua organizzazione. Da questa deduciamo i punti chiave per noi importanti del nostro intervento. Solo chi studia a fondo il nemico, cd è in grado di riconoscere in tempo, e così essere preparato, prevedendo e presagendo, intenzioni e movimenti del nemico, può affrontare con successo la guerra di bande. Di qui la formazione specifica dei nostri comandanti e soldati. Di qui anche l'istruzione approfondita e, non da ultimo per questo motivo la campagna di propaganda, mai abbastanza apprezzata nei suoi effetti, che ci fornisce contemporaneamente un'ottima cognizione di causa. Il nemico conduce una guerra mimetizzata. 11 paese circostante e la popolazione civile, in parte accondiscendente, lo forniscono di mezzi che gli permettono di condurre la lotta in qualsiasi modo. Anche se la pura lotta militare, come scontro armato allo scopo di annientare le bande, rimane sempre l'atteggiamento basilare, sono tuttavia almeno altrettanto importanti tutti i provvedimenti che servono alla preparazione della


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lotta militare. Il vero volto della guerriglia da entrambi lati è un mosaico di migliaia di pezzi di piccolissimi e finissimi dettagli. Se si hanno a disposizione i dettagli più esatti dell'organizzazione delle bande, e si è in grado di disturbarla con mezzi adeguati, si pongono così le condizioni fondamentali del successo. Lo scheletro dell'organizzazione stanziale del nemico corrisponde al modello bolscevico. Dapprima si deve menzionare qui, come ramo principale, il servizio d'informazione che si appoggia alla popolazione civile, e per il resto lavora con appositi informatori. Ogni civile può essere in fondo considerato portatore e trasmettitore di notizie. Ricevitori di notizie sono quasi sempre incaricati che esercitano determinale funzioni politiche anche nel territorio libero da bande. Questi trasmettono le notizie agli uomini di collegamento dei singoli gruppi di bande. Spesso, nel territorio libero da bande, e sicuramente in quello infestato da bande, impiegati comunali o statali sono diretti incaricati dei banditi, ma in parte essi lavorano anche autonomamente. La centrale informativa funziona quasi sempre con ottimo successo, poiché ha a disposizione una scelta sufficiente, data la quantità degli eventuali possibili incaricati nella città e negli altri centri maggiori. Nelle città di Udine, Gorizia, Trieste, Pola e Fiume, che dipendono per il mantenimento dell'approvvigionamento da un continuo afflusso dall'esterno, è quasi impossibile un meticoloso controllo della popolazione civile.

Retate. O gni contadino può essere portatore o trasmettitore di informazioni. Ogni contadino è anche in grado di far pervenire ai banditi beni che scarseggiano. Poiché prodotti industria li, che ai ba nditi sicuramente mancano, sono reperibili soltanto nelle centrali economiche dei paesi. Se dunque si ritiene che dapprima il successo militare deve venire preparato con la distruzione o l'annientamento dell'organizzazione nemi<.:a, un controllo a llargato e opportunamente inasprito della popolazione civile ci fornisce un'arma estremamente importante. La retata è in certa misura il mezzo di controllo sicuramente efficace. Quanto più spesso vengono condotte tali retate, tanto più sicuramente si avrà gradualmente un'interruzione del servizio di rifornimento e tanto più difficile dovrà diventare la conduzione della lotta per i banditi stessi. Queste cose appaiono a prima vista non particolarmente importanti, ma sono, com~ dimostra il seguente esempio, determinanti per il successo dei banditi.


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A seguito di un attentato dinamitardo ai binari fra Udine e Verona, alcuni viaggiatori civili e anche appartenenti all'esercito tedesco dovettero trascorrere la notte seguente senza riparo sul luogo dell'incidente, o in un paese vicino. 11 paese stesso non dava alcuna impressione che giustificasse il minimo sospetto . Bambini che giocavano, abitanti che sedevano davanti alle loro case simulavano una immagine di pace. Quando due militari tedeschi si avvicinarono all'unica osteria del paese, si videro improvvisamente circondati dai civili che prima sembravano così pacifici e minacciati da numerose armi di recente costruzione. Entro pochi minuti entrambi i militari furono rapiti in un camion dei banditi sopraggiunto nel frattempo e portati a una centrale dei banditi nelle immediate vicinanze del paese. Questa scena si svolse di fronte ad un autobus stipato di civili, che nel frattempo era arrivato da Udine, senza che nessuno degli occupanti facesse solo la mossa di venire in aiuto dei due militari tedeschi. Questo paese era dunque un vero e proprio paese di banditi. Si deve essere convinti che, una retata inaspettata, condotta con forze sufficienti, avrebbe mostrato sorprendenti risultati, per lo meno in riferimento al possesso di armi. Tali retate mostrano al nemico e anche alla popolazione civile, sia che si trovi in parte, sia completamente al servizio dei banditi, che un pericolo inatteso incombe continuamente. Le successive informazioni affermarono che, proprio nel paese dove era avvenuto l'assalto, non erano mai state rilevate azioni proprie od anche solo accenni ad esse. Nessuna meraviglia dunque, che la popolazione ci vile si sentisse completamente sicura e in nessun modo minacciata dall'esercito tedesco, peraltro stanziato non lontano, e che non avesse creduto di doversi aspettare azioni. Occasionali retate impedirebbero sicuramente a gran parte della p opolazione civile di impegnarsi a l servizio attivo dei banditi. Da quanto detto ricaviamo la convinzione che l'organizzazione informativa funzionante ottimamente del nemico lo mette prima di tutto in grado di studiare con la massima esattezza i movimenti dell'esercito tedesco.. Su questo funzionamento del servizio d'informazione si fonda a nche la riuscita dei suoi attacchi quotidiani nella guerriglia.

Costrizione all'improvvisazione. La sua effettiva inferiorità tecnica è dunque di fatto in certo grado equilibrata dal fatto che egli ci costringe continuamente a provvedimenti che, o ci disturbano nelle nostre pianificazioni, o ci costringono all'improvvisazione. Si verificherebbe dunque, alla lunga, una situazione che ci spingerebbe a puri p rovvedimenti difensivi e che farebbe considerare le nostre


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contromisure solo come una diretta reazione alle azioni dei banditi. Se questo stato perdurasse si potrebbe parlare di un successo duraturo della tattica di guerriglia da parte dei banditi. Il nemico ci avrebbe dunque spinti alla difensiva e questo equivarrebbe, secondo !'esperienze fatte fino ad ora nella guerriglia, alla perdita di prestigio e rinunzia all'iniziativa. Se è determinante il funzionamento eccellente del servizio di informazione, come parte dell'organizzazione complessiva, per gli interventi tattici dei banditi, e lo è, come dimostrano i loro successi, allora deve valere, in misura maggiore che fino ad ora per le nostre misure, la regola: distruggere o almeno rendere inoffensivo il servizio informativo in quanto fondamento dell'organizzazione. I tentativi di disturbo dei banditi devono essere contrastati con efficaci e durature azioni di disturbo. Il servizio d'informazione pennanente deve venir privato della sua struttura, snidando e neutralizzando gli incaricati locali. Laddove siamo andati a fondo in azioni militari si è potuto sempre fare la sorprendente constatazione che in molti casi, i cosiddetti Federale sono stati attivi e elementi guida al servizio dei banditi. Fino a che i banditi avranno capisaldi di questo tipo nei paesi e città nel territorio minacciato da bande e nel territorio libero da bande, saranno sempre in grado di conoscere in tempo le intenzioni dell'esercito tedesco. Essi sono informati sulla forza dei campi e sorveglianza dei depositi di viveri e armi, poiché essi apprendono continuamente nuove informazioni su presunti o effettivi movimenti. In parte essi conoscono in anticipo persino i piani di azioni occasionali, poiché i nostri reparti e uffici delle associazioni pubbliche devono servirsi necessariamente di personale non tedesco.

Sistema di depositi. La seconda importante parte dell'organizzazione di bande è rappresentata dai numerosi depositi permanenti e mobili di viveri e armamenti. Nei territori minacciati da bande e infestati da bande c'è a stento un paese, o soltanto un insediamento, in cui non siano installati almeno uno o più di tali depositi. Il bandito si facilita così le singole azioni. Egli può intraprenderle non appesantito da grandi bagagli ed equipaggiamenti, poiché egli, grazie ai depositi collocati in modo sistematico, è nella condizione di rifornirsi continuamente. Il rifornimento e completamento dei depositi, finché si tratta di beni di necessità quotidiana, è affidato a determinati incaricati che vengono reclutati fra la popolazione civile. Il rifornimento d'armi avviene dal territorio circostante, per lo più attraverso centrali di depositi che ricevono il loro rifornimento prevalentemente per via aerea. Fa parte del


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sistema della guerra mimetizzata modificare continuamente numero e luogo dei depositi situati in luoghi molto nascosti, per lo meno finché si trovano in territorio minacciato da bande. In territorio infestato da bande ci sono normali campi di distribuzione che sono forniti abbondantemente di materiali di ogni sorta. Se si considerano ora anche gli appostamenti per gli agguati dei banditi, che, non sempre sono posti lontano dai depositi di approvvigionamento, e se si considerano inoltre anche le piste di lancio per l'approvvigionamento aereo, presenti in numero ridotto nel territorio minacciato da bande, e in numero maggiore nel territorio infestato da bande, si può qui parlare di una organizzazione di bande messa in atto abilmente, che sola rende possibile la guerriglia in questa estensione. Se distruggiamo queste due forme più importanti dell'organizzazione con una catena di operazioni congiunte di piccole e piccolissime operazioni, influenzeremo c disturberemo la conduzione di guerra dei banditi più che con operazioni militari occasionali più grandi. Al nemico mancano meno gli uomini che il materiale_ In occasione di una operazione militare condotta nella zona di Gorizia che da sola costò ai banditi la perdita di 300 uomini, il comando nemico organizzò in pochi giorni un reclutamento forzato con il quale rimpiazzò sicuramente le perdite di più del 100 per cento. Il nemico è, sempre nel territorio dominato da bande nella condizione di attingere con la forza e a piacimento dal serbatoio civile il rifornimento di coartati. Ma ciò che lo colpisce sensibilmente è la perdita di materiali. Questa non solo diminuisce la quantità e la qualità, bensì ostacola durevolmente l'intervento tattico. Imprese progettate vengono disturbate o imprese già in atto vengono fatte fallire. Inoltre il bandito è obbligato a disperdere le sue forze e a impiegare una parte dei gruppi a sua disposizione per la ricostruzione e ristrutturazione dell'organizzazione permanente stanziale e mobile. Lo costringiamo perciò a rivolgere la sua attenzione più alla propria sicurezza che non all'azione diretta. Lo induciamo dunque a intraprendere per forza misure, che egli finora ha potuto eseguire completamente a proprio piacimento e discrezione. Egli è costretto dal continuo disturbo della sua organizzazione a terra a comportarsi diversamente da come aveva intenzione di fare. Data la consueta mancanza di mezzi, si creano così sensibili difficoltà per la conduzione delle bande.

Necessità di vera e propria guerriglia. La distruzione dell'organizzazione a terra esige, ovviamente, dal comando tedesco un numero maggiore di azioni di quante il bandito stesso


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sia in grado di sostenere. Il baricentro della guerriglia deve dunque venire spostato. Il bandito deve essere spinto, dalla frequenza e regolarità delle nostre azioni, dal ruolo dell'aggressore a quello del difensore. Questo non corrisponde al suo spirito combattivo, nel quale i fattori più determinanti sono agguato, appostamento e assalto. Se il momento essenziale nella ;uerriglia non è più l'assalto per il bandito, egli non uscirà più dalla po:;izione di difesa a cui lo ha costretto l'incremento dell'attività di guerriglia da noi adesso condotta. Ogni azione, nel corso della quale egli subisce sensibili perdite di materiale, deve avere alla fine effetti micidiali. Presupposto naturalmente che il disturbo della condoua di questa guerra nemica ha una efficacia latente. In questo senso si devono sostituire le poche grandi azioni fino adesso condotte con un numero sensibilmente aumentato di azioni minori che tengono il bandito in continua agitazione e gli rendono completamente impossibile una conduzione di guerriglia regolare. L'attività della condotta di combattimento tedesca, concepita come una somma altamente moltiplicata di piccole azioni quotidiane, deve essere costante, se la riuscita non deve essere soltanto passeggera. Abbiamo fatto l'esperienza che, in caso di azioni minori occasionali, i banditi sono divenuti abbastanza cauti e che essi evitano accuratamente le zone dove è appostato presumibilmente l'esercito tedesco. Non si fanno quasi più vedere laddove sono attaccati più volte, dove sono contrastate le loro intenzioni, o si è dimostrato, con il successo di singole azioni, che era stata scoperta la loro organizzazione a struttura permanente. Tatticamente nella guerra p 1?r bande soccombe sempre colui che non risponde fulmineamente con un numero raddoppialo di azioni ad un' azione, sia a un sabotaggio, un assalto, o un furto di approvvigionamenti. Questa ta!tica è stata proposta più volte dal comando tedesco, ma non poté essere impiegata o m essa in atto dovunque a causa di circostanze peculiari avverse. Si è formato, nel corso dell'ultimo anno, il metodo della grande azione occasionale, che fu impiegato, per lo più , allorquando l'attività costante dei banditi cominciò a diventare parzialmente pericolosa all'interno del territorio. Senza dubbio tali azioni crearono, per un determinato periodo, un certo stato di quiete, ma non poterono né influenzare, né disturbare in modo duraturo, la vera e propria guerriglia dei banditi. La guerriglia ha pur sempre le sue determinate forme fisse e la reazione fulminea è uno dei suoi momenti essenziali. Abbiamo qui l'occasione di rimandare a un esempio preciso. Nelle vicinanze di una cittadina costiera lungo una strada altrimenti sicura si sparò su una piccola autocolonna e su un autocarro blindato con muni-


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zioni pesanti perforanti da 12 mm .. Soltanto l'autocarro poté giungere alla cittadina costiera, distante forse 3 km., abbandonando i veicoli danneggiati della colonna, che, peraltro, consisteva di soli tre mezzi. Furono messe in allarme le formazioni competenti incaricate della difesa dai banditi. Solo al calare dell'oscurità, dunque quasi quattro ore più tardi, avanzò a tastoni piano piano una compagnia di milizia fino al luogo dell'assalto. Era evidentemente troppo tardi per un inseguimento dei gruppi di bande nel frattempo ritiratesi. La risposta dei banditi a questo comportamento non si fece attendere. Già il giorno seguente tentarono un nuovo assalto nello stesso luogo. Capovolgiamo dunque questo fatto una volta tanto e facciamo incappare un piccolo gruppo di bande motorizzato in un agguato da noi posto. Si può essere tranquillamente convinti che la colonna dei banditi ritornata in cerca d'aiuto nel paese più vicino, sarebbe ricomparsa nel luogo dell'azione in brevissimo tempo con numerosi civili pesantemente armati. Probabilmente i Federali fascisti o altre istanze amministrative civili non avrebbero discusso, per questioni di competenza, su chi dovesse respingere l'attacco. Probabilmente avrebbero tutti preso le armi e cia scuno si sarebbe sentito in diritto e dovere di rispondere all'assalto con violenza raddoppiata. Solo chi agisce così si comporta nel modo giusto nella guerra dibande.

Il principio di inseguimento e annientamento. Se dunque sulla strada fra Gorizia e Aidussina , al chilometro X, ha luogo un a ssalto dei banditi ad una colonna , questa circosta nza non deve essere risolta con uno sfondamento più o meno riuscito della co lonna o con la sua ritirata. Ciascuna pattuglia dell 'esercito tedesco stanziata nelle vicina nze del luogo dell'assalto ha , in ta l caso, il compito o di intervenire immediatamente nel combattimento in corso , o di inseguire i b anditi che si stanno ritirando fino al completo a nnientamento del gruppo dei banditi. In questo caso dobbiamo naturalmente considerare l'idea che una pa ttuglia inseguitrice, in certe circostanze, deve co ndurre per giorni una normale vita di guerra , lo nta na da ogni civiltà. In definitiva la guerriglia è una guerra vera e propria e non si vede p erché una truppa impiegata nella gu erriglia abbia concezioni civili della guerra, che, in ogni caso, hanno un aspetto completamente diverso dalle situazioni in normali operazioni ai fronti orientale e occidentale. Ciò che il soldato tedesco sostiene nel suo impegno quotidia no su questi fronti , e ciò che a volte lo costringe a tener duro per giorni, settima ne e anche mesi in combattimenti continui, no n deve essere diverso neanche qui.


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Una guerra secondo concezioni civili che prevede un rientro ad una determinata ora, o considera imprescindibile l'interruzione di un inseguimento, perché era stato previsto un determinato acquartieramento, o perché si deve ritornare al quartiere stanziale della truppa, è semplicemente impossibile in queste circostanze, in questo territorio e con questo nemico. Ciò che il bandito realizza deve essere preteso come rendimento minimo del soldato tedesco che deve combattere il bandito. Il nemico dunque deve essere tenuto in continua agitazione. Deve venire coinvolto ad ogni assalto opportunamente in combattimenti dilatori, fino a che giungono rinforzi, o la truppa sopraffà il nemico con un suo attacco. In nessun caso deve essere continuato il comportamento (a volte tenuto) di pensare, al minimo assalto a fuoco dei banditi, ad una ritirata precipitosa o una continuazione accelerata del viaggio. Una pattuglia esplorante che incappa nel nemico cd ha il compito di assalirlo, lo assalirà in qualunque caso . Questo corrisponde al suo compito e anche alla su~ condotta militaria. Come potrebbe una colonna, che oltre tutto è tecnicamente ben equipaggiata di armi comportarsi diversamente? Quando i banditi impareranno che, ad ogni assalto, saranno implacabilmente attaccati, diminuirà velocemente il loro gusto a tali azioni. Solo i successi in assalti ottenuti fino adesso quasi senza sforzo, hanno dato adito al nemico, insieme ad altre circostanze, di incrementare la sua attività di settimana in settimana. La facilità con cui il bandito otteneva naturalmente successo sostanzialmente, contro contingenti di truppe non tedesche, ci ha creato proprio in questo momento determinate difficoltà. I reparti di truppe non tedesche, che erano incaricati prevalentemente della sorveglianza di installazioni di vitale importanza, cioé viadotti, ponti ferroviari, strade, crocevia, depositi, caserme e istituzioni pubbliche, si sono dimostrati spesso inaffidabili, finché si trattava di appartenenti alla parte di popolazione italiana. Anche in caso di superiorità numerica si sono dimostrati incapaci di resistere in caso di combattimenti sviluppatisi gradualmente o di assalti improvvisi. L'utilizzazione di tali reparti stranieri comporta dunque dei pericoli. Le esperienze fatte dalla nostra direzione bellica rendono acuto il problema di una diversa utilizzazione di tali truppe ausiliarie. Questo problema riguarda soprattutto le truppe ausiliarie italiane. I reparti autoctoni sloveni e croati si sono dimostrati più validi negli interventi. Ma anch'essi sono da considerare affidabili nella loro composizione solo fino ad un certo punto. Questo vale tuttavia solo nella misura in cui tali reparti forniscono un servizio puramente militare. Tuttavia


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i contingenti autoctoni si dimostrano indispensabili e validi aiuti nellla guerriglia, se vengono impiegati sotto altre condizioni. Qui si deve pensare in particolare alla costituzione di controbande.

Controbande, squadre d'assalto, Jagdkommandos. L'impiego militare, al servizio dei tedeschi, di reparti stranieri non ha risposto alle aspettative. È superfluo ricercarne i motivi. In generale questi corrispondono alle esperienze fatte negli altri territori. Le truppe ausiliarie locali sono da valutare variamente. Esse si sono dimostrate a volte positive, a volte meno positive. Sia oggetto di brevi spiegazioni fino a che punto il fornire risultati positivi o meno abbia una sua causa nelle differenze caratteriali di spirito combattivo, in sé comprensibili, e fino a che punto vi svolgano un ruolo elementi politici e nazionali. Nella valutazione negativa dello spirito combattivo gli italiani sono da menzionare in prima linea. È indifferente che si tratti di Bersaglieri, Carabinieri, Finanzieri, di membri della milizia o di formazioni di ex fascisti. Questo non vale in generale naturalmente. Ci sono stati anche reparti italiani che hanno svolto il loro incarico di soldati nel miglior modo. Ma abbiamo fatto cattive esperienze con le truppe italiane al fronte orientale, e poi in Africa, Sicilia, Italia stessa, e le vediamo in parte qui nuovamen1:e confermate. Al secondo posto troviamo i croati. Essi sono in generale combattenti migliori. Resistono meglio al combattimento e mostrano anche notevole spirito aggressivo. Ma anch'essi non sono stati incondizionatamente affidabili. Lo stesso vale per gli sloveni. Su di essi si può fare affidamento illimitato nella misura in cui li abbiamo convinti politicamente. Essi sviluppano nella lotta qualità molto positive e come dimostra il Landschutz, buona volontà, disciplina e tutte le buone caratteristiche del combattente tenace. Purtroppo non si può parlare neppure in questo caso di una affidabilità incondizionata. Si possono addurre diversi motivi. 1. Gli effetti dell'agitazione del nemico. 2. La situazione tesa, dal punto di vista militare, sui diversi fronti. 3. La mancanza per le minoranze nazionali di uno scopo bellico espresso in una grande idea politica. 4 . Differenze fra la concezione della condotta di vita straniera e le abitudini di vita tedesche in senso militare. L 'agitazione del nemico è in un periodo di congiuntura favorevole. Essa lavora con argomenti politici e militari che in molti casi sono mollo difficili da confutare, ma nella maggior parte dei casi, quando si


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riferiscono alla situazione militare, non sono mai confutabili sul momento. Per il tedesco la vittoria delle proprie armi è una questione di fede. Nei contingenti di truppe delle minoranze nazionali non si può presupporre la stessa fede. Il temperamento meridionale degli abitanti della zona operativa, più materialistica che idealista, si attiene solo ai dati di fatto. E questi non parlano a nostro favore in questo periodo. In una situazione simile è straordinariamente difficile lavorare con misure contropropagandistiche. Un risultato eccellente della nostra propaganda, che si trova senza dubbio in una delle situazioni più difficili, è il fatto che, tuttavia, esiste un Landschutz sloveno, e che reparti croati sono attivi in questa zona a nostro favore, contro ogni resistenza politica e militare, e che possono essere impiegati nel combattimento incondizionatamente ariche reparti italiani molto utili. Tuttavia il soldato straniero al servizio del tedesco sottostà ad una certa ossessione psicologica che si identifica con il suo impiego attuale al servizio dei tedeschi e con il suo futuro in caso di una sconfitta. Si deve dunque dare al soldato straniero più di prima la sensazione di una assoluta protezione tedesca, mediante una propaganda che agisca sui singoli individui. È naturalmente molto difficile per il nostro comando indirizzare ad un fine comune le idee politiche e ideologiche diversamente accentuate delle singole minoranze nazionali. Perciò deve essere chiaro ad ogni gruppo etnico straniero un definitivo fine bellico. Fino a che manca lo scopo bellico che corrisponde alla mentalità politica, ci saranno sempre contrasti di interesse fra i singoli gruppi nazionali che avranno effetti, necessariamente, sulla condotta di lotta. Non possiamo propagandare come idea adeguata il superamento del fascismo, che attualmente costituisce la piattafor1na politica preferita e comune a tutti. Il pensiero europeo unificante può, è vero, essere concepito da alcuni buoni combattenti come una adesione personale, ma non si può parlare in generale di una penetrazione di questo pensiero nelle masse popolari. Ciò che ci appare piuttosto chiaro è l' esigenza profondamente sentita da tutte le componenenti della popolazione di un ritorno alle condizioni corrispondenti, in certa misura, alla concezione politica degli anni precedenti la guerra mondiale. Qui si troverebbe, forse, un punto di partenza per una propaganda a tutti comprensibile, che sicuramente avrà effetto positivo sulla volontà di impegno delle truppe autoctone che combattono nelle nostre file. Gli Sloveni, Croati, e anche gli Italiani utilizzabili per i nostri scopi, vogliono combattere . Per lo meno lo hanno dimostrato con il loro arruolrunento volontario cd è inoltre chiaro, che essi esprimono cun questo


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atteggiamento una fiducia nella missione politica della Germania. Essi si sono qualificati non solo con il loro arruolamento, bensì, in parte anche con il loro impegno. Ma la loro concezione di lotta non sempre corrisponde alle concezioni tedesche. Tuttavia sarebbe fuorviante dedurre da ciò un atteggiamento negativo. Diamo dunque loro la possibilità di condurre il combattimento nel modo in cui sono abituati. Diamo allora meno importanza al rigido addestramento da caserma e ad una di~.ciplina nella forma a noi nota, che non corrisponde alla mentalità di questi combattenti. Per il resto vale quanto detto già in un capitolo precedente, con il quale sono state espresse le comprensibili esigenze delle nostre truppe ausiliarie. La grande operazione si confà al volontario meno delle piccole azioni, cioé della guerriglia vera e propria. Controbande, Jagdkommandos e squadre d'assalto sono le forme di lotta in cui essi si sentono a loro agio . Questi sono attualmente anche il mezzo più appropriato per l'efficace lotta contro le bande, naturalmente accanto alle operazioni militari più grandi, per le quali sono determina nti , appunto , punti di vista supenon. Pattuglie numericamente piccole e piccolissime con il migliore armamento e sotto eccellente comando incalzano continuamente il nemico. Su ogni banda rilevata viene sguinzagliato un Kommando che la prende di mira fino a che essa non è scacciata, decimata o annientata completamente. Questo sarebbe il compito primario degli Jagdkomman dos. Tempo e circostanze non hanno nessuna importanza. La differenza è unicamente nella forma dell'impiego attivo. La squadra d'assalto è sta nziale. Le sue azioni sono limitate nello spazio e nel tempo . G li Jagdkomma ndos si sviluppano di più nella forma delle spedizioni nelle quali durata, andamento ed estensione non han no limiti; essi hanno scopi non definiti, cercano il nemico, si scontrano con lui secondo le regole della guerriglia totale, fra le quali la più importante è attaccare di sorpresa il più possibile in sicurezza e causando perdite al nemico. La pattuglia d'assalto agisce di più in direzione circoscritta e prestabilita su un determinato obbiettivo. La controba nda ha a nch e particolari direttive politiche oltre ai compiti militari. Essa è numericamente esigu a ; la sua esistenza e il suo successo coincidono con la capacità milita re e politica del suo capo. La sua esistenza da sola già deve agire sulle bande avversarie in modo disgregante e dissolutore. Il suo compito più importante è di riconquistare i simpatizzanti e le reclute forzate dei banditi. Un migliore comando , l'armamento superiore, l'appoggio più sicuro da parte dell' esercito tedesco, avranno un effetto d 'attrazione in ogni caso.


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Psicologicamente agiscono qui i seguenti punti di forza; I banditi combattono nella misura in cui sono loro stessi croati o sloveni, contro fratelli e non contro stranieri. Una utilizzazione di individui non autoctoni per le controbande è dunque esclusa. I banditi vengono combattuti con gli stessi mezzi che loro stessi utilizzano, e in un territorio di cui si ritengono padroni incontrastati. La superiorità tecnica e probabilmente anche qualitativa delle controbande formate da volontari locali assicura loro una posizione di assoluta supremazia, che costringe il bandito straniero a una maggiore cautela e precauzione e non mancherà di esercitare una suggestiva forza d'attrazione sui simpatizzanti locali e sugli elementi reclutati con metodi coercitivi. Con le nostre controbande sono già stati raggiunti determinati successi. Essi si potrebbero generalizzare e probabilmente sostanzialmente incrementare se la composizione delle controbande fosse limitata soltanto agli sloveni, croati e italiani residenti in questa zona. I successi della monarchia Austro-Ungarica nella lotta contro i KO·· mitagi nelle zone di confine della Bosnia, dell'Albania e del Montenegro e inoltre la tattica di guerriglia contro le bande nella Serbia, allora occupata, durante gli anni 1916-1918 danno anche oggi certe indicazioni per la costituzione di controbande. Esse dimostrano per lo meno la concezione che nella guerra di bande rimangono costanti determinate forme. Persino la moderna tecnica bellica non modificherà essenzialmente il volto della guerriglia sui fronti di combattimento che qui consideriamo. Una fondamentale influenza sull'essenza della guerriglia sarebbe da aspettarsi solo allorquando si potessero usare direttamente gli aerei nella lotta contro le bande nelle zone impervie del territorio della regione carsica. Per il momento non vi si può contare. E così la forma consueta della guerriglia rimarrà predominante nel prossimo futuro. In relazione alla valutazione delle controbande è interessante una istruzione dell'allora capo di stato maggiore bulgaro. Su formazione e tattica delle controbande, che trova la sua eco senza sostanziali modificazioni nelmetodo di lotta della mor_iarchia Austro-Ungarica:

"Istruzione 4 su formazione e tattica delle controbande".

Nisch, 16 luglio 1917. § 1. Proprio come la polizia in uniforme necessita, come completamen-

to, della polizia criminale, così nella lotta contro le bande le truppe necessitano dell'appoggio delle controbande.


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§ 2. Il valore principale della controbanda non sta nella sua forza, bensì nella persona del suo capo.

La consistenza di una controbanda viene stabilita in 15-20 uomini. Equipaggiamento delle truppe delle controbande: Ogni uomo con fucile, fino a 100 cartucce, una bomba a mano, un pacchetto di medicazione, nessuno zaino, tascapane e cappotto, essendo tascapane e cappotto da caricare più opportunamente su animali da soma, che possono essere utilizzati anche come cavalcatura della truppa. §

3. Ogni controbanda riceve il compito di inseguire una determinata

banda per giorni, seWmane e mesi. Questo principio è la regola Jondamentale e deve essere seguito come una legge. La costituzione di un proprio servizio d'informazioni è ammissibile. La tattica della controbanda è uguale a quella della banda. La controbanda si muove, si ferma, si difende e combatte con un piccolo reparto indipen<lenle. La sua arma più potente è la sorpresa e la sua forza maggiore sta nell'iniziativa. Importante è la segretezza di tutti gli spostamenti. Il comandante della controbanda informa ogni due giorni il suo superiore sulla sua posizione mediante staffette, altre informazioni vengono trasmesse al reparto più vicino. La controbanda si approvvigiona o dalla truppa più vicina o a spese dei paesi. Capo del MGG/Norawa: Obst. T." Oltre ai provvedimenti tattici i seguenti ordinamenti tecnicoamministrativi facilitavano la difesa: ogni abitante doveva portare con sé un documento di identificazione corredato di fotografia. Era proibito severamente appoggiare i banditi in qualsiasi modo. Ciascuno era piuttosto obbligato a informare la gendarmeria più vicina se appariva una banda. Durante la notte nessuno doveva lasciare la sua abitazione. Per assicurarsi contro agguati e assalti i paesi vennero obbligati a liberare entrambi i lati delle strade da alberi e cespugli per 100 metri (*l.

(*) Arthur Ehrhardt: Kleinkricg.


VI. CAPITOLO

Mezzi e forme di combattimento dei banditi. Una lotta efficace del nemico presuppone una completa ed esatta conoscenza delle sue caratteristiche di combattimento, della sua mentalità e delle forme di lotta da lui preferite. Qui è necessario uno studio approfondito del nemico, se le truppe impegante nelle azioni del nemico, per lo più a sorpresa, non devono trovarsi di fronte a enigmi psicologici e a difficoltà tecniche che non sono più risolvibili nel momento dell'azione. Dal nemico ci dobbiamo aspettare fondamentalmente di tutto, egli sfrutta ogni possibilità per realizzare anche l'impossibile. Appare dunque necessario riprodurre in forma riassuntiva le istruzioni dei banditi finora in uso per la conduzione della guerriglia. Ogni commento è qui superfluo. Ma si supporrà il giusto se si vedono negli ufficiali di istruzione britannici presso i banditi gli autori spirituali delle istruzioni. 1. Disciplina e mantenimento del segreto.

Per un'efficace conduzione della lotta è indispensabile un'informazione corretta. Essa richiede il con.tatto costante col nemico. In tutti i rami operativi di una formazione partigiana devono funzionare continuamente cellule di informatori di ambo i sessi. Deve essere allestita una buona rete di collegamento al più presto possibile. D'altro canto devono essere prese tutte le misure preventive perché il nemico sappia il meno possibile delle attività partigiane e venga sempre portato su una falsa pista. Per questo scopo possono essere particolarmente utili gli elementi più dotati e affidabili, specie le donne, per creare nel nemico confusione e disinformazione sull'effettiva situazione in una zona. 2. Incursioni. Informazioni e comunicazioni sono lo prima e spesso la più proficua difesa contro le puntate nemiche. Se non si può contare su elementi infiltrati nello stesso comando nemico, i quali comunicano subito tutti gli ordini d'operazione di tal genere, allora devono essere per lo meno


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sorvegliati attentamente: i movimenti nemici di truppe e automezzi, che quasi sempre lasciano riconoscere l'intenzione del nemico . 3. Difesa passiva:

a) Frazionare le forze e suddividerle in gruppi di 8-10 uomini, per poter attraversare più facilmente la rete delle truppe operative, che non formano mai una catena ininterrotta. b) Sottrarsi al nemico, senza lasciare traccia.

La guerriglia nei Balcani insegna che le marce prolungate e le ricerche infruttuose sono assai dannose per le operanti . c) Per il materiale trasportabile, esso va diviso tra tutti in parti uguali e va data la priorità ad armi e munizioni. d) Nascondere quello che non si può portare via. Il nascondiglio deve essere sconosciuto ai più. Per scoprire nascondigli, il nemico si rivolge in genere a elementi del posto o eventualmente costringe dei prigionieri a parlare. Nei Balcani akunì capibanda non sapevano loro stessi dove si trovassero i depositi. A loro richiesta veniva loro fornito il materiale, senza che loro conoscessero la provenienza del rifornimento. e) Eliminare in precedenza le spie e altri elementi che sono dubbiosi o sospetti, quelli che vengono incontrati durante le manovre vanno trattenuti fino a che sembri necessario per la propria sicurezza . 4. Difesa attiva: a) Blocchi strada li, campi mina ti e tronchi d 'albero a bbattuti , ostacolano e rendono difficoltoso il movimento e il rifornimento del nemico e permettono a gruppi mobili di disturba re le truppe a ddette alla rimozione degli ostacoli; spesso rendono possib ile a una banda completa mente circonda ta di spezzare l' accerchiamento. b) Muri e fili d' acciaio messi di traverso a d una strada , dopo lo sfilamento di una colonna, ostacolano mo tociclisti e ciclisti che devono trasm ettere ordini e permettono di otten ere importanti notizie attraverso i prigionieri . e ) Osservare da vicino con cautela una colonna in marcia . Ci sono sempre soldati che per un q ualche motivo si allontanano e che poi possono essere catturati più facilmente. d) Studiare le mosse del nemico e qua ndo c' é chiarezza sulla direzione che esso intende seguire, disporre subito truppe dotate di armi a utomatiche sulle strade di transito, in punti do minanti, agli incroci, al margine di un b osco o sulle curve in m odo che a prano a distanza


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ravvicinata e di sorpresa il fuoco successivamente si ritirino subito secondo un piano prestabilito. e) I mortai pesanti possono essere ben impiegati per queste imboscate. Sparare i colpi con grandi intervalli, per ostacolare il rilevamento della posizione, oppure scegliere numerose posizioni ben distanziate. f) Spezzare l'accerchiamento, se non è possibile evitare il combattimento. In questo caso va identificata la posizione più debole e bisogna slanciarsi contro di essa a tutta forza, preferibilmente nelle ore notturne. g) Colpi di mano notturni contro depositi, batterie e formazioni sono spesso riusciti nei Balcani grazie alle velocità d'azione di bande, che prima si sono frazionate e si sono sistematicamente sottratte al combattimento e che improvvisamente si sono concentrate, per attaccare efficacemente un nemico che si credeva al sicuro, perché la zona sembrava sgombra da partigiani o perché sembravano accerchiati da formazioni avanzate. In linea di principio tutte le carte e i documenti personali che possono aiutare il nemico in misure di rappresaglia o compromettere altri, devono essere precedentemente distrutti o fatti distruggere.

Considerazioni generali sull'azione. Il partigiano deve essere soprattutto addestrato alla sorpresa. Ciò richiede uno speciale addestramento, caratteristiche fisiche eccellenti, precisa conoscenza del terreno della zona d'azione, accurata preparazione e assoluta segretezza. Il luogo dell'azione, le modalità e il momento devono essere resi noti solo nel momento decisivo. Un tale risultato naturalmente può essere ottenuto solo con l'abitudine con un continuo "stato di prontezza". 1 partigiani devono comportarsi giorno e notte co me se il combattimento fosse sempre imminente. Le misure di sicurezza devono essere fissate fin nel più piccolo dettaglio. Sentinelle , avamposti e ronde devono essere spesso controllati, depositi di armi, munizioni e viveri vanno continuamente ispezionati negli uomini deve essere inculcata l'abitudine a non portare con sé documenti compromettenti per sé o altri, specie durante un'azione.

Mezzi. L'arma preferita nella guerriglia'è la pistola-mitragliatrice, ma anche mortai d'assalto (p.e. Breda 45) sono molto utili, particolarmente in montagna. Contro centri abitati o, come sempre per truppe sistemate a difesa, pistole-mitragliatrici e pezzi di piccolo calibro, come p.e. il mortaio Tipo 81, sono indispensabili. Nelle brevi azioni di sorpresa le bombe a mano rendono assai buoni servigi. In azioni contro case o caserme


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è importante il possesso di alcune bombe. Tutti gli uomini devono essere addestrati al maneggio di esplosivi e nella posa di mine.

Munizioni. Le squadre devono avere munizioni di scorta, che però devono essere controllate con cura e che devono essere restituite alla fine dell'azione. Abituare gli uomini a sparare solo alla minima distanza possibile. Talvolta azioni partigiane sono riuscite solo perché si fece grande risparmio di munizioni fino a quando il nemico non si era avvicinato a distanza di pochi passi.

Lavori. Primitivi lavori di fortificazione campale possono essere avviati prima dell'azione dai fiancheggiatori o dagli stessi partigiani che si travestono da contadini. Meglio ancora è curarsi per tempo di trovare appostamenti vantaggiosi per i tiratori e le armi automatiche.

lvlirnetizzazione e nascondigli. Questi lavori campali devono essere ben mimetizzati, rami, fascine di legna, erba, fieno o fasci di paglia sono, a seconda del luogo, le mimetizzazioni più adatte e possono anche servire da posti di osservazione. È da sconsigliare l'uso di teloni dipinti e scoloriti. I movimenti devono avvenire sen:pre dal crepuscolo all'alba. Di giorno vanno evitate le osservazioni e ricognizioni nemiche tanto aeree quanto terrestri, sia nei bivacchi che durante il movimento. Ugualmente si deve evitare di portare abiti bianchi laddove non c'è neve . Le impronte, che possono rilevare la direzione di marcia nella neve o anche nel terreno, vanno cancellate. Durante gli sposta menti bisogna preferibilmente sparpagliarsi negli spazi erbosi, non si deve accendere il fuoco all' aperto e, dove è possibile, far sparire le proprie tracce anche se si prospetta una sosta indisturbata per più giorni. Anche nelle baite e nelle case vanno smascherati i depositi di viveri ed armi, eventualmente scavando una uscita di sicurezza esterna. Naturalmente è meglio sfruttare grotte e cavità naturali, che però devono essere asciutte. Quando i partigiani si recano in un centro abitato per riposarsi o dopo un'azione, non devono prendere niente con loro, che li possa rendere riconoscibili.

Prima e dopo l'azione. Se l'azione riesce, non bisogna trattenersi troppo . Portar via, tutto quello che è utile e trasportabile, distruggere il resto. Se vi è un interesse, portare via i prigionieri disarmati, ma usarli come portatori.


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Prigionieri civili, che devono essere rilasciati, devono essere portati a occhi bendati e attraverso percorsi tortuosi. Se l'azione non riesce, sganciarsi il più presto possibile, ma senza una fretta dannosa, e soprattutto portare via tutti i feriti e i morti. La ritirata va compiuta nel modo già esposto e senza lasciare tracce. È necessario anche portare via i morti o almeno renderli irriconoscibili per evitare rappresaglie sulle famiglie.

Agenti paracadutati. Nel caso di lancio di tali persone, esse devono essere tenute sotto controllo fino a che la loro identità non può essere stabilita con assoluta certezza. Più di una volta i tedeschi hanno impiegato i loro agenti con paracadute, i quali si spacciavano per inglesi o americani, per scoprire i nascondigli dei partigiani.

Sbarchi. In zone dove i partigiani operano in vicinanza dei punti di sbarco degli alleati, devono facilitare il compito di questi, bloccando incroci importanti, linee ferroviarie e accessi obbligati alle spalle del nemico e tagliando le sue comunicazioni; elementi che possono servire come guide vanno subito messi a disposizione.

Attacco contro le colonne in marcia. Le truppe in marcia e specialmente su veicoli non si curano troppo della loro sicurezza, cosicché per gruppi di uomini agili e audaci, conoscitori della zona, è un gioco condurre azioni di disturbo. Se lo permetlono le forze a disposizione e le informazioni sul nemico, la colonna può anche essere attaccata, annientata o dispersa e talvolta anche catturata. 1) Scegliere i punti più opportuni per l'avvicinamento e lo sganciamento.

2) Assicurare la copertura dei fianchi e delle spalle con gruppi in posizione dominante. 3) Organizzare con cura la raccolta di armi, munizioni e materiale, e così pure lo sgombero di feriti, morti e prigionieri. 4) Eseguire l'attacco laddove la strada corre tra alture che permettono il tiro incrociato, oppure presso i margini di un bosco, avvallamenti cd eventualmente dalla parte opposta di burroni. 5) Tirare a breve distanza con fuoco vivace ma ordinato per risparmiare munizioni. Se si tratta di una colonna motorizzata, i primi colpi vanno mirati ai guidatori.


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6) Attendere lo sfilamento della colonna, per attaccare ai fianchi e alle spalle con piccoli gruppi, prima che scatti l'azione principale ai punti prefissati. 7) Evitare che il nemico resti alle calcagna, se l'azione non riesce, invece bisogna ritirarsi alla svelta e coprire la ritirata con gruppi di disturbo.

Attacchi contro accampamenti. Tanto azioni di annientamento di nemici accampati come anche le azioni di disturbo vanno preparate con ricognizioni sul posto, attraverso un attento studio delle attitudini e delle misure di sicurezza osservate e devono essere eseguite sempre di notte, meglio in notti senza luna. L'azione deve essere necessariamente breve e improvvisa. TI taglio di eventuali lince di comunicazione telefonica non è consi-

gliabile, perché il nemico attraverso l'improvvisa cessazione dei collegamenti potrebbe essere reso sospettoso, a meno che non si possa contare su una assoluta superiorità o su un notevole ritardo dei rinforzi per il nemico. Bisogna pensare che il nemico raramente cercherà come luogo di accampamento le alture, ma preferisce rimanere a valle e vicino a centri abitati e strade di comunicazione. La collaborazione degli elementi locali è perciò assai preziosa. Fuoco e luce nelle tende permettono sempre di riconoscere un accampamento nemico . Vanno anche predisposti due gruppi con armi automatiche per proteggere gli attaccanti da vicino e a i fia nchi. 1o· caso di successo bisogna impedire che gli uomini si attardino a raccogliere roba o addirittura comincino a mangiare e a bere.

Operazioni contro centri abitati. Queste vanno eseguite quasi esclusivamente di notte. Anche per queste è importante la raccolta preventiva di informazioni precise per stabilire tipo, quantità e morale della truppa e del presidio. Anche donne, anziani e bambini possono fornire rapporti di una certa precisione su casematte, armi automatiche presenti, veicoli e artiglieria. Negli alberghi e insieme a donne ogni soldato . parla senza grande riservatezza. Possedendo tali informazioni, devono essere studiati prima dell'azione e non solo su carta: le strade di accesso, i punti dominanti, gli appostamenti delle armi automatiche. Generalmente la scelta corretta di appropriati punti di appoggio dominanti garantisce la riuscita dell'azione


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e impedisce che il nemico dopo la stessa possa intraprendere l'inseguimento ravvicinato. Se le squadre non sono del posto, allora è necessario, tra le varie misure di sicurezza, inviare sul posto almeno i capisquadra, anche per concordare con i fiancheggiatori del posto opportuni segnali e accordi. Ancora meglio, se un gruppo armato si è precedentemente installato e nascosto nella località. Effettivamente è assai importante di poter contare su persone affidabili all'interno, anche poche ma decise, che sono al corrente dell'organizzazione del nemico, che provochino confusione e panico coi loro continui spostamenti, che taglino le comunicazioni telefoniche fra il comando e la truppa e possono causare incendi, specie in depositi e magazzini di modo che questi, anche in caso d'insuccesso non siano più utilizzabili. Se ci sono fiancheggiatori tra le stesse unità del presidio, deve essere loro cura neutralizzare la radio. 1) Gli uomini devono ricevere istruzioni precise perché ognuno sappia esattamente dove deve andare e verso dove deve ritornare. È una cosa di estrema importanza, perché l'esperienza insegna che una delle prime condizioni per il successo sta in questa precisione nell'orientamento, perché nella guerriglia gli uomini devono agire quasi sempre di loro iniziativa e i collegamenti sono assai primitivi.

2) Prendere le posizioni dominanti scelte in precedenza e poi far avanzare gli uomini su di esse a piccoli gruppi, senza trascurare la necessaria sicurezza nemmeno per la più piccola di esse. Evitare di avanzare sia nel fondovalle che sul crinale dei monti. Non attraversare luoghi abitati e se questo è inevitabile, farlo di notte. Non fumare, non parlare, non accendere fuochi. Chiunque s'incontri, si tratti di donna, uomo o bambino, quale che sia la sua età, va trattenuto perché ognuno può essere pericoloso. Mantenere il contatto a vista, comunicare solo per mezzo di segni, impartire ordini con sussurri chiaramente comprensibili. Impedire qualunque rumore, qualunque allarme: 3) Un segnale concordato comunica l'inizio dell'attacco dall'esterno e dall'interno. L'azione interna deve però sempre seguire quella esterna, perché può darsi che una operazione deve essere rimandata per qualche motivo e i collaboratori interni dovrebbero sacrificarsi inutilmente in questo caso. 4) Isolare il presidio, tagliare le comunica:zfoni telefoniche, interdire ponti, sentieri e strade nelle vicinanze.


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5) Attaccare il nemico e attaccarlo dal lato meglio difeso e spesso meglio coperto dal fuoco, il più lontano possibile dalla posizione che era stata ritenuta la più adatta per un attacco dall'esterno. 6) Risparmiare le munizioni e lasciare che il nemico sprechi colpi il più possibile, fino all'istante in cui ci si trova a portata di bom..ba a mano. 7) Durante l'assalto, invece del silenzio tenuto precedentemente, bisogna gridare forte, i comandanti devono impartire ad alta voce ordini a grosse formazioni inesistenti per ingannare il nemico sulla propria forza.

In caso di successo. a) portare via armi, munizioni e tutto quello che è utile con animali da trasporto, veicoli confiscati e portatori, b) distruggere tutto quello che non si può portar via, ovviamente risparmiando la proprietà privata, c) portar via morti c feriti (i propri), d) evitare che gli uomini entrino e si trattengano in osterie, case private e negozi. Comunque vada a finire, dopo l'azione deve essere dato un segnale per la ritirata e il contatto deve essere mantenuto sotto le medesime misure di sicurezza usate per la marcia di avvicinamento. Le posizioni dominanti devono essere abbandonate per ultime.

Contro stazioni e caselli ferroviari. Le considerazioni generali per l'azione restano immutate, ma bisogna pensare in ogni caso, laddove manchi la sorpresa totale, il nemico ha a disposizione sempre strade comode, generalmente rotabili, per richiedere truppe e blindati. Sorprese di questo tipo sono dunque da evitare. Invece vanno distrutte piccole installazioni, minati brevi tratti, piazzati dappertutto cacciatori di carri. Tenere presente che il nemico dispone di automobili blindate, che, come il nostro P .40, quando sono senza pneumatici possono andare sui binari. Così anche dispone dì treni blindati elettrici. Le mine, se non sono automatiche, vanno azionate solo quando il trasporto transitante può essere danneggiato dalla loro azione. Se appunto non ne capitano, allora le mine vanno tolte di nuovo e piazzate altrove. Vale lo stesso per le mine a strappo che sono particolarmente adatte con grande effetto per ferrovie montane e tratti a serpentina.


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l) Non distruggere gli impianti della stazione, ma tagliare i cavi tele fonici, distruggere il tel egrafo, gli scambi ferro v iari , i rianali di carico e appiccare il fuoco ai vago ni rresenti, anche vuoti. 2) Disturbare il presidio e costringerlo a uscire , se la s tazione o ii casello sono vicini a una guarnigione. 3) Ricordarsi che il sabotaggio più efficace è ia distruzione di mezzi di trasporto e ponti.

Sabotagg io. L'appogg io migliore e più import a nte per la guerriglia è il sabotaggio d elle fe rrovie. Le unità de vo no fa re di tutt o per disiruggerc radicalrnen1e l'organizzazione di questo ram o dei trasponi, annientare i rn a!é:i' iali esistenti e ostacolare l 'ord inato svolgimento dei trasponi aV\·er{,ari . In dettaglio è consigliabile : I) Piazzare mine sollo i binari, gli scambi e ìc instaìlazioni. 2) Svitare i binari e distru gge re tratti cli ferrovia. Possibilmcn1c porlare via i binari e seppellirli o bu1tarli in a cqua. 3) Distruggere o fal sa re i segnali e i semafori 4) rar saltare i serbatoi idrici, le trave rsin e e incendiare i depo,:ii di carbone. 5) Interruzione di cavi telefo nici e 1elcgral'ici. Abbattimento di pali c tralicci delle lince. 6) Sbar ramenti e distru zioni di strad c e sent ieri in punti pa rticolar mente incassati e possibilmente in posti inaccessib ili. Zone prcfcritc sono quelle che corrono presso elci precipi zi. 7 ì Provoca re deg li s111 otta11H::11ti, rom p cre 1 muri di p ro LcLionL'. Crea re sba rrame nti con albcri abbattuti e scavare dei fossi di traver';o a lla st rada . 8 ) Posare mine in tulli i sentie ri percorribili. P re feribili le mine co n innesco a strappo .

Le ins!al/azioni vanno principallllente distru!te con m ine, pcrc hé ogni

t

a lt ra maniera ri c hiede tro ppo tempo e la voro. da pe nsare ch e il der ag liamento di un treno su una install a1 io n c ca usa la distruzio n e totale o par1.ialc d i essa quasi sempre. Per avere su ccesso, va nno ri spe1ta1e 1ut1e le normali norm e d i sicurezza: so rpresa delle sentinelle, informazioni precise sull ' ora del t ransito dei treni , sui ca mbi della g u a rdia e pa rti colarmente la coll a borazione di fian cheggiatori maschili e fe m m inili , per di stogliere e o ttundere l' attenzione de lle se n tinel le.


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Auacchi e locomotive: nelle stazioni o durante il viaggio, vengono favoriti <lall'impicgo di ogget ti incendiari. I) Formare gruppi di 4 uomini, armati di pis1ola-mitrag!iatrice, con bottiglie molo10,, e bombe a mano. 2) Attaccare di preferenza vagoni-cisicrnc, il carburante di una cisterna viene, previo rnitragliamcnto, incendiai o dalla vampa di una bomba a mano. 3) Vagoni che trasportano cibo o altro materiale facilmente infiammabile possono essere incendiati senz'altro da stracci imbevuti nella benzina in modo da risparmiare bombe a rnano. Ques1 i st mcci vanno avvolti intorno a una pictrJ da I kg. e legati alla punta di un bastone di 40 cm. , per facilitare il lancio. Contro veicoli a motore bisogna appostarsi su strade co nosciute a causa della loro maggiore velocit à e minore area di bersaglio. Per l'attacco vanno preferite strettoie e cigli di burroni o anche marf!ini di bosco (perché lì è facilitata la ritirata), dove si 1,uò colpire con sirnrcna e sfruttare il panico con la ritirata. Nei monti e nelle zone d'ombra bisogna st are attenti a ben mimetizzarsi per non essere trad iti dal luccichi(' delle armi. /1.lez;i.

ln i)

di uomi ni spcciali,-1 a1i nei precedent i compiti si può: scavare nella linea ferroviaria una mina di circa 50 cm. di profondi1à ri spc1io alla rnas.~iccia1a e a circa 20 cm. sotto la linea della base d ' appoggi(, dei bi nari. Legare in un l'ascio dicci elci neni i di tritolo o dinami! c o mci 1crii in un cilindro dopo aver rimosso l' involucro della cartuccia . Introdurre nel detonatore un eslremo della mi ccia, il c11i p1111to d'innesto va se rrato, eventualmente con i denti , in modo che la miccia non po~~a sfuggire via. Poi introdurre il detonatore in una delle dicci carIuccc dopo averla pcrl'orata con un bastoncello di legno 1' >. La miccia deve essere !unga a lmeno 5 m., pe r prudenza bisognerebbe collegare due micce con due cartucce per evitare che una sola non raggiunga lo scopo usi spenga. C urare particolannerne l'inl asa me nlo della min a o della carica . Si ottiene un effetto maggio re, se si piazzano tre o quartro cartucce sotto un proicllo d'artiglieria, prescritta. è solo necessario in questo caso ma nt enere più lunga la miccia perc hé gli uomini devono avere il tempo per rnggiunge re un riparo ad una distanza cli almeno 260 m. o un posto in montagna .

111,', nu111ht

Con le in sta ll azioni si procede a ll ' incirca nel medesimo modo, m a aume ntando conveni enteme nte le dimensioni d ella carica e dell a mina .

( ' ) (ll·, ·ia rnc n1c il dc1o na1ore rn inn:,:c i111rodo1 10 in appus i1a ,cdc nel ,:a so del , il indro I Nd 1).

ugualmente

ricavata


VII. CAPITOLO Guerra di bande e propaganda

Propaganda come arma. La guerra senza propaganda è impensabile. Cosa significhi la propaganda per gli obbiettivi politici e per gli scontri militari, lo insegnano gli avvenimenti della guerra mondiale, e in misura rafforzata, gli avvenimenti della guerra in corso. Quasi non esiste uno scontro militare di una certa importanza che non sia preparato almeno propagandisticamente e il cui successo definitivo non sia dipeso dall'abilità con la quale furono impiegati i più diversi mezzi di propaganda. Esiti di battaglie sono state essenzialmente favoriti da appropriati metodi propagandistici, addirittura intere campagne vengono influenzate, almeno negli obbiettivi operativi, in maniera determinante in senso positivo o negativo. Il tradimento della Romania è in sostanza il risultato di una continua agitazione del nemico. Anche gli avvenimenti italiani nel settembre 1943 possono essere spiegati in misura determinante solo con i metodi di agitazione di origine anglo-americana e anche bolscevica. I punti di attacco della propaganda nemica si rivolgevano, accanto ai massicci tentativi contro il Reich, con forza quasi uguale, anche contro i nostri alleati. La Finlandia ha ceduto, proprio come la Bulgaria, meno all 'effetto delle armi o alle conseguenze della durata di guerra, che all'agitazione propagandistica diretta. Se dunque nell'ambito dell'alta politica l'impiego della propaganda ha luogo, non solo con tutti i mezzi, ma anche generosamente e efficacemente fino alla minima espressione di vita, allora non si può considerare la propaganda secondaria in quanto fenomeno concomitante ai combattimenti, anche nelle situazioni e nelle zone apparentemente ~eno importanti. Essa ha lo stesso e pieno valore e agisce qui con lo st,esso peso come nei luoghi dei grandi scontri armati già esposti. Inoltre, l'effettuazione di un coinvolgimento propagandistico di tutte le circostanze politico militari in un territorio così frastagliato politicamente, economicamente e etnicamente come i Balcani e soprattutto la zona costiera adriatica, viene resa più difficile in maniera essenziale dai punti qui evidenziati. Nessuno è più accessibilt: ai tentativi <li influenza propagandistica delle masse dei piccoli e


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piccolissimi popoli delle enclaves nazionali e delle minoranze nella zona europea sudorientale, masse che si trovano continuamente in movimento dal punto di vista politico. La lotta propagandistica deve essere condotta qui, non solo con tutti i mezzi, ma anche con tutta l'acutezza pensabile. E lo sarà e nessuna delle parti coinvolte cadrà nella tentazione di attribuire a questa lotta un significato inferiore che in altre zone. Dal 1943 l'azione politicopropagandistica si è affiancata in misura particolarmente rafforzata alla pura operazione militare. La situazione attuale nella zona operativa viene determinata univocamente da dimensione ed estensione, andamento e alternarsi dello scontro propagandistico, con l'impiego di t utti i mezzi da ent rambe le parti. L'agitazione nemica lavora, dopo la capitolazione della Roman i:1 e la defezione della Bulgaria, con un rapido andamento alterno che cerca un adeguamento allo sviluppo militare . Qui si t ratta senza dubbio di una sincroni?.,~azionc dell'intervento, là quello n1!1itare, Qt!i quello !)fOpagandistico. In entrambi i casi sono quasi raggiunti i punti çulminanti . Lo scontro propagandistico si acuisce proprio come quello militare e, in rapido sviluppo, verso la crisi. Si tratta di cosa decisiva. La pressione psicologica sulle popolazioni delle diverse nazionalità nella zona operativa si accresce. Si distribuisce equ amente fra tutte le parti. Il modo del1'agitazione nemica è diventato più drastico e aggressivo, il ritmo dell'andamento si è ancora accelerato. Essenzialmente qui ci si riferisce ai comunicati radio, ai fogli volanti, volantini e propaganda orale. La propaganda nemica si è data il compito di confondere ideologicamente la popolazione della zona operativa, di cancellare ogni pensiero chiaro e impedire ogni momento di consapevolezza o di riflessione politica. L'im piego propagandistico ha luogo dunque inçessantcmcnte, sia dalla parte av versaria che dalla nostra parte. In un continuo vortice che stordisce politicamente, in parte anche spaventa, ma per il resto è un vortice di asserzioni per lo più incontrollabili di natura militare, economica e politica, la popo lazione civile deve essere messa in uno stato d i accresciuta attività o passività . L'agitazione del nemico si rivolge dunque alle bande per spingerle a continue azioni. Si rivolge anche alla popolazione civile per spingerla ad aderire alle bande e così diventare attiva. Il sostegno alle bande deve essere dunque raggiunto con la partecipazione diretta o indiretta. Fino a che l'agitazione si rivolge a pa rti di popolazione non sufficienti p er lo sviluppo dell 'attività s'intende per lo meno ottenere una resistenza passiva contro gli ordinamenti tedeschi. In questi casi si tratta dunque di sabotaggio indiretto. In terzo luogo viene considerato


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auspicabile con l'agitazione esasperata uno stato di rassegnazione. Anche la rassegnazione, che in questo caso viene considerata auspicabile più negli ambienti borghesi, deve alla fine rivolgersi nei suoi effetti contro obiettivi tedeschi. Poiché l'influenza nemica si rivolge di preferenza alle differenze caratteriali e anche politiche fra i singoli gruppi nazionali deve essere multiforme e a volte molto palese nei suoi effetti. Tutte queste caratteristiche della tattica d'agitazione nemica circoscrivono contemporaneamente i compiti della nostra propaganda, che da mesi aumentano continuamente. Gli stessi principi che valgono per il nemico sono obbligatori anche per noi. A questi deve essere contrapposta una propaganda non solo di uguale validità, b ensì migliore e soprattutto più efficace psicologicamente: Il compito propagandistico, e qui in particolare il compito della propaganda di combattimento, consiste dunque nell'approfondire i contrasti politici fra le bande, per contrastare la formazione di un fronte unitario. 11 suo compiw con:siste anche nel disgregare e dividere dall'interno le singole bande per rendere più difficile la conduzione del combatti-mento. La propaganda si rivolge dunque prevalentemente alle bande e, come quella avversaria, fino agli estremi ambiti della popolazione civile. I mezzi utilizzati devono essere necessariamente simili. Che qui ci si serva anche di una cosiddetta "propaganda illegale" in misura rafforzata è assolutamente necessario, data la mentalità notoriamente molto differenziata delle bande e gruppi di ba nde. Si è dimostrato imprescindibile, nel corso della prassi, inoltre, rispondere ad ogni azione propa gandistica sia degli Alleati occidentali che delle singole ba nde comandi di ba nde, con una immediata controazione. A nessun volantino di successo dei banditi deve essere data l'occasione di un'efficacia durevole. O gni propaganda orale deve essere confutata o resa illusoria con asserzioni contrapposte o, a seconda della situazione, con un a bile miglioramento o accentuazio ne dell'idea presentata. Ad ogni scritto dei banditi o del comando bellico anglo-americano si deve rispondere in ogni caso immediatamente. Agenti della propaganda e informatori devono essere tenu ti sempre pronti . Azioni con manifesti devono iniziare immediatamente dopo attacchi aerei. La propaganda attiva con l'impiego di particolari mezzi tecnici, come lancia-manifestini e aerei, è legata ad una reazione immediata. Ma tutti questi sono solo m ezzi di difesa e richiedono già un impegno completo e ininterrotto . D' altra parte la nostra propaganda esige un'influenza progressiva sia sul nemico che sulla popolazione civile.


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Si devono sviluppare dunque non solo compiti difensivi, bensì anche metodi aggressivi in senso proprio molteplici e superiore alla tattica del nemico. Da forme inizialmente elementari si è sviluppato nel corso dei mesi, con l'impiego di adeguati agenti propagandistici degli uffici competenti, un metodo particolare di propaganda di combattimento diretta che, con l'assunzione di collaboratori locali, ha formato pattuglie d'assalto propagandistiche, che si sono dimostrate utilizzabili in tutti gli ambiti di influenza della propaganda e in ogni circostanza. Non è solo questione di concezioni il come i metodi e le forme della propaganda attiva si debbano sviluppare per garantire il successo auspicato, i compiti sono piuttosto stabiliti dalla prassi stessa e qui la propaganda di combattimento è responsabile per il normale svolgimento delle cose nella direzione da noi desiderata. È importante privare tutte le azioni del nemico del successo sperato, prima di tutto con appropriate contromisure e in secondo luogo costringere il nemico, per mezzo di attacchi da parte nostra, in posizione difensiva. Se e fino a che punto entrambi i metodi portano al successo si può dimostrare già solo con il fatto che la popolazione si senta o no attratta e guidata ideologicamente da noi e che inoltre possano essere contrapposti, dalla posizione di rifiuto della popolazione civile, ostacoli molto gravi e possibilmente insuperabili alla lotta attiva dei banditi. La propaganda di combattimento, nel perseguire i suoi scopi, deve accettare ogni mezzo che promette un successo, per lo meno il successo di dominare la situazione dal punto di vista propagandistico. Se ci si serve in ciò anche di ausili economici e sociali deve essere indifferente, perché nel senso di una reazione e di una propria azione, deve essere posto a fondamento di ogni mis ura, contemporaneamente, anche un pensiero propagandistico.

ln occasione dell'impresa "Idria" si è lavorato prevalentemente con metodi sociali. Si sarebbe potuto discutere in seguito in maniera puramente teorica su questioni di competenza, poiché la pura politica sociale non può essere considerata parte integrante della propaganda. Con azioni socio-politico ragionevoli si può però raggiungere un enorme effetto propagandistico che è in grado di coinvolgere emotivamente interi strati della popolazione. Lo stato d'animo a Idria non è mai stato pro-tedesco o anche solo filo-tedesco. Anche adesso può non essere favorevole nel senso di un avvicinamento alla politica tedesca, ma una cosa è stata comunque raggiunta, che i contrasti fra la nostra volontà e la prassi dei banditi sono stati sottolineati drasticamente e che la popolazione civile stessa dovette


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arrendersi al riconoscimento di fatti positivi. Per lo meno si pone nei confronti delle mire dei banditi, cioè dunque dai tentativi di bolscevizzazione, ormai già con la massima diffidenza; poiché essa non è affatto intenzionata a rinunziare ai miglioramenti sociali conseguiti. Quanto i banditi siano stati colpiti politicamente si deduce dai loro attuali tentativi di riguadagnare con la forza il terreno perduto in senso propagandistico. Questo sviluppo era prevedibile ed è da considerarsi una conseguenza del nostro procedere. La nostra organizzazione di base e la forza di penetrazione del nostro impegno propagandistico ci hanno fornito, con l'impresa di Idria , le migliori posizioni di partenza. L'ulteriore a nd amento favorevole dello scontro è dunque fuo ri dubbio, particolarmente se si considera il fatto che di una nostra influenza sulla popolazione civile prima non si poteva neppure parlare. Non occorre dimostrare che anche dietro ad un lavoro culturale sta e deve anche stare non solo una propaganda mimetizzata, bensì una propaganda chiaramente visibile. La politica culturale ha sempre effetti propagandistici e soprattutto quando si tiene conto delle specifiche peculiarità, fino ad ora molto trascurate, della vita culturale delle diverse minoranze nella zona operativa. Con l'impulso spirituale, che noi qui trasmettiamo, guadagnamo la fiducia degli strati di popolazione a cui ci rivolgiamo. La molteplicità del lavoro qui fornito ha in tutti i casi uno scopo politico ben determinato. Sottraiamo terreno ai tentativi avversa ri di guadagnare un'influenza più forte sulla mentalità, la psicologia e la motivazione politica della popolazione civile. Noi cerchia mo d i ottenere con le nostre misure la fiducia della popolazione civile per guadagna re così la loro propensione politica. Anche qui va bene ogni mezzo praticabile. Che con tutte queste cose ci troviamo sulla giusta via e che si hanno da offrire successi ben determinati, lo dimostrano gli sforzi del nemico di seguirci su questo terreno con tentativi simili.


VIII. CAPITOLO

Il terreno di combattimento Storia. Struttura demografica. La zona operativa come concetto geografico, storico, politico ed etnografico <'l. Sia nella sua struttura naturale, che nella sua molteplice concatenazione e sovrapposizione di razze, popoli e culture, l'Istria appare come un'immagine ridotta della penisola europea sudorientale. L'Istria si trova, insieme alla sua zona settentrionale, il Carso della Carniola interna, in una zona chiaramente di confine e di mescolanza di influenze naturali e culturali mitteleuropee, europee sudorientali e mediterranee, nella zona di contatto di popoli germanici, latini e slavi. Nella zona settentrionale della penisola istriana alcuni altipiani di 1300-1500 m., carsici e privi di insediamenti, si snodano dalle prealpi Giulie e, passando per le foreste di Tarnova e Monte Secco, fino al Monte Nevoso (1796 m.) in Carniola e alla Ciceria, e dividono la pianura veneta da quella pannonica senza peraltro costituire un vero sbarramento. Poiché le vaste superfici piatte dell'alto Carso non sono affatto impervie, alcune porte permettono collegamenti viari sia verso SO sia verso SE e dall'est all'ovest. Inoltre la montagna forma, proprio nel punto di sutura fra i monti Dinari e le Alpi, una forte insellatura e costituisce nella porta Carsica, che è a piombo sul mare, l'ingresso al tronco europeo dell'Adriatico. È quindi facilmente comprensibile che già in epoca preistorica la cosiddetta via dell'ambra corresse dal Mediterraneo, attraverso la piana del Vipacco e la parte bassa settentrionale della foresta di Monte Secco, fino al bacino di Lubiana. Lungo il margine orientale delle Alpi e attraverso la zona del March e della Vistola essa giungeva fino alla Prussia orientale. I romani ampliarono questa importante strada; solo dopo l'epoca della migrazione di popoli questa perdette la sua importanza. Con lo sviluppo di Trieste subentrò alla piana del Vi pacco la porta di Postumia, alta solo 616 m .. Questa porta biforcuta incontra il mare a Trieste e Fiume.

(*) Dr. Giinter: "Istrien". Kleine Schriften des lnst.itutes fiir Kiirntner Landesforschung.


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Anche la piana del Vipacco viene del resto dominata da Postumia. Questa zona di passaggio nel punto d'incrocio delle linee di forza Ungheria-Friuli, Carinzia-Fiume e Vienna-Tricsle è sempre stata aspramente contesa, nell'antichità, nel medioevo come nell'epoca moderna. Qui passarono le schiere dell'epoca della migrazione di popoli, qui si spinse la Camiola asburgica, il passo del Carso sullo spartiacque verso sud, qui si espanse l'Italia moderna nella direzione opposta nel bacino di Lubiana. Larghe zone dell'Istria, soprattutto quella centrale e quella meridionale, sono occupate da un bassopiano calcareo carsico, la cui superficie è coperta di fertile "terra rossa". Sul mare il piano si interrompe spesso in scoscese ma basse coste a picco. Diagonalmente o perpendicolarmente alla costa sono intagliale valli profonde nel paesaggio, i cui pendii ripidi sono ricoperti di macchie. Nelle vicinanze della cosla il piano istriano è circondato di vigne e olivcli, verso l'interno seguono campi, che vengono infine soslituiti nell'interno sempre più ripido, da pascoli ricoperti di cespugli che coprono il suolo pietroso. Là si trovano alcuni centri maggiori come Mittcrburg (Pisino). Altrimenti gli insediamenti urbani più importanti sono tutti sul mare e dividono la penisola in singole zone d'influenza, che corrono dalla costa verso l'interno e sono separate l'una dall'altra da valli intagliate. La più grande e meridionale di queste città è Pola (58.000 abitanti), un antico insediamento nelle cui insenature si svilupparono i porti militari ausLriaci.

Forme d'insediamento. Le forme d'insediamento rurale dell'Istria sono prevalcnlcmente paesi piccoli e grandi. L'esistenza di insediamenti maggiori è condizionata dalla scarsità d'acqua del Carso, che costringe alla concentrazione. Per lo più i paesi mostrano una struttura molto riunita. Le case sono addossate strettamente fra loro. La maggior parte di questi paesi evoca l'impressione di piccole città. Gli insediamenti urbani delle cosle occidentali, fortemente suddivise e favorevoli al traffico, come Muggia, Capodistria, Pirano, Parenzo e Rovigno, ricevett~ro la loro forma anticamente da Venezia ed hanno tratti venezia ni nella costruzione, fortificazione e struttura. Le coste orientali povere di porti e l'interno del paese furono poco toccati da forze culturali provenicnli dall'esterno. Tuttavia si è conservata proprio nell'interno una grande quantità di castelli (p.e. Mitterburg) che spesso sono stati residenze signorili tedesche. Solo le due città portuali Trieste e Fiume, fra gli insediamenti urbani dell'Istria, hanno un'importanza più che locale. Trieste ha avuto un notevole sviluppo economico.


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Essa servì dal 1382 come sbocco meridionale di una formazione statale tedesca; ma solo dopo l'estromissione di Venezia poté svilupparsi liberamente. Con la dichiarazione di Trieste a porto franco da parte dell'imperatore Carlo VI nel 1719 la città ebbe un significativo sviluppo. Fino ad allora la città era cresciuta oltre i confini medievali solo relativamente. A questo punto l'Austria rivolse il suo sguardo oltre mare, sorsero i cantieri navali della compagnia orientale, il porto fu ampliato e ristrutturato. Se Trieste nel 1758 era ancora una piccola città costiera di 6.500 abitanti, nel 1.777 era già una città di 20.000 abitanti. Anche le guerre napoleoniche non poterono rallentarne lo sviluppo. Anzi, il blocco continentale stimolò addirittura il commercio della città. Solo l'occupazione francese del 1809-1813 indusse una certa stasi, alla quale subentrò, però, una nuova fioritura con il ritorno dell'amministrazione austriaca. Trieste fu incorporata nella Confederazione Germanica. Nel 1857 la città ottenne collegamenti ferroviari con Vienna. Come porta meridionale dell'intera monarchia danubiana, una delle grandi potenze europee , si compì lo sviluppo di Trieste a ritmo sempre più veloce. Negli anni '70 e '80 sorsero nuove estese strutture portuali.: i grandi pa lazzi sfarzosi delle compagnie di navigazione. Nel 1875 il numero degli abitanti era già cresciuto a 126.000. Trieste si sviluppò fino a divenire la più importante città commerciale dell'Adriatico settentrionale, avendo superato di gran lunga Venezia. Navi di T rieste battevano bandiera austriaca sui mari di Lutto il mondo. Con l'ultimazione della ferrovia dei Tauri nel 1908 si abbreviò la distanza tra Berlino e Trieste u1 335 km .. Il porto poté così inglobare nella sua zona d ' influenza ulteriori territori commerciali. Nel 1910 Trieste contava circa 230 .000 abita nti. Con l' infelice esito della prima guerra mondiale la città perdette quasi tutto il suo retroterra. L'Austria fu privata dell'accesso al mare e a nche la Carniola, divenuta iugoslava , subì le conseguenze negative dei nuovi confini. Il suo precedente asse commerciale in direzione nord-sud fu spostato ora n ella direzione della Sava. L'Istria, o meglio la " Venezia Giulia ", non era più anello di congiunzione fra entroterra e porto ma rittimo all'interno di uno stesso sta to. Il commercio di T rieste nel 1922 raggiunse solo il 470/o dell'a mmontare del 19 13. Il traffico commercia le dalla Germania verso l' Adriatico doveva a ttraversare non meno di 3 frontiere. T rieste si trova troppo vicino al confine doganale; l'Italia non riesce a farl a progredire, essa appartiene piuttosto alle zone di transito dell'Europa centrale e sudorientale ed è stretta mente legata ai loro destini economici. Fiume, origina riamente della Carniola , più ta rdi dell'Ungheria, ha sofferto ancora più sensibilmente a causa dei nuovi confini, poiché il confine passava dal 1924 direttamente all' interno dell'area della città .


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Razze.

La penisola Istriana stessa non è favorevole in nessun modo alle comunicazioni, bensì piuttosto è una zona di ristagno di tutti i movimenti dall'interno, ma è anche contemporaneamente una zona di riflusso. Questo dimostra la sua immagine variopinta di razze e popoli, che però può essere spiegata solo con gli avvenimenti intricati della sua storia. L'attuale composizione della popolazione si basa su una commistione di razze molte varie, con elementi dinari, alpini, nordici orientali e mediterranei. La razza autoctona fin dal tardo periodo della pietra è quella dinara. Essa appartiene essenzialmente agli Illiri, che sì stanziarono sulla costa orientale dell'Adriatico, come ramo precoce della famiglia ariana. Altri influssi etnici sono da ascrivere alla venatura alpina degli istriani e della popolazione triestina delle coste. Solo nel periodo delle migrazioni di popoli affluirono componenti razziali nordiche e orientali in modo decisivo.

Storia. Quando i Romani nel 2° secolo presero possesso dell'Istria, cominciò a disgregarsi la popolazione preistorica. Da Aquileia, loro regolare fondazione coloniale, i Romani hanno strutturato l'intera regione. Particolarmente la zona di Trieste. Lo sbarramento settentrionale Foresta di Tarnova - Foresta di Monte Secco - Monte Nevoso in Carniola non offrì particolare resistenza alle ondate dell'epoca della migrazione di popoli provenienti soprattutto da nord-est. Come già nell'epoca preistorica, tutti questi popoli passarono lungo i boscosi margini orientali delle Alpi e utilizzarono il Carso e l'Istria come terre di passaggio. Si trattava soprattutto di stirpi germaniche che avanzano dalla Pannonia e dai Baicani verso l'Italia, come i Visigoti e Ostrogoti nel 5° e 6° secolo e più tardi i Longobardi. Le città romane sulle coste occidentali dell'Istria furono danneggiate duramente, solo Trieste si mantenne come un piccolo insediamento di pescatori. Aquileia sopravvisse a quest'epoca e, in quanto sede del Patriarca, guadagnò più tardi notevole influenza politica e culturale. Due volte fu nel periodo dal 6° secolo fino alla fine dell'8° bizantina, dal 788 in poi franca. L'impero franco e bizantino avanzarono pretese di dominio. In questa zona di transito, nella quale l'orbita culturale franco-occidentale confinava con quella bizantino-orientale, apparvero nel primo quarto del 7° secolo insieme, dal nord, Avari e Sloveni; i Croati, ':1-pparsi ai margini dei paesi carsici, avanzarono da est e da sud. Sconparvero la lingua illirica come anche quella latina dei colonizzatori ivi insediatisi. Con l'insediamento dei Longobardi in Italia e degli Sloveni e Croati in Istria comin-


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eia una nuova epoca. Con l'annientamento degli Avari la regione passa sotto l'effettivo dominio dell'impero franco. Ormai le forze germaniche occidentali predominano definitivamente in Istria e vi rimangono per oltre 1100 anni. Carlo Magno è il creatore della Marca del Friuli, la quale comprendeva Carniola, Friuli e Istria. Come parte della Marca del Friuli, l'Istria passò prima al Duca di Baviera e poi, nel 976, sotto la sovranità della Carinzia. Così l'Istria divenne parte della Carinzia. E così famiglie nobiliari tedesche giunsero in Istria come conti e margravi. Nominiamo alcuni di questi conti come Sighard, Poppo e Werigand nel 10° secolo. Inoltre Ulrich von Sempt - Ebersberg e Burkhard von Mossburg nell' 11 ° secolo. Sotto il patriarca Sighard, un nobile bavarese, Aquileia ottenne nell'anno 1077 la Marca della Carniola e i Margraviati del Friuli e dell'Istria. Nel frattempo si era sviluppato un nuovo centro politico nelle lagune fra le foci del Po e del Piave: Venezia. Questa città commerciale ebbe presto una importanza straordinaria per la costa occidentale istriana, e nella sua espansione verso la costa opposta portò sotto la sua influenza poco a poco una città costiera dopo l'altra . Sia i margravi come anche i patriarchi di Aquileia nel 12° e 13° secolo appartenevano a famiglie nobiliari tedesche, come gli Spannheimer e Andechs-Meranien, che avevano grandi possedimenti nelJa Baviera meridionale, Carinzia e Carniola (probabilmente discendenti del Conte Paìatino bavarese Aribo), erano àail'inizio del 12° secoio i più grandi latifondisti secolari dell'Istria ed avevano anche ricchi possedimenti sul Carso. Solo più tardi il loro possesso istriano appare riunito sotto il nome di '' J sterreich''. Era dominio imperiale e apparteneva alla Germania. Oltre a quelli di Gorizia, i Conti di Carinzia von Ortenburg avevano importanti possedimenti in Istria. Ma il Reich conferì la giurisdizione su tutta l'Istria ai Patriarchi. Accanto a loro c'erano i Conti di Gorizia, i Vescovi e i Grandi; il dominio sul golfo di Piume appartenne a lungo alla Croazia, nel 1063 fu conquistato dal Margravio d'Istria, passò poi ai Conti bavaresi von Andechs, che si chiamarono dal 1152 "Duchi di Merano", e da questi più tardi al Patriarcato. Le città avevano conservato da sempre una certa a utonomia e stipularono singoli accordi vantaggiosi con Venezia, potenza esterna all'impero tedesco. Così si allentò sempre di più il legame di questa zon a con l'impero, soprattutto dalla za metà del 13° secolo, quando diminuì sempre di più l'influenza del Patriarcato in seguito a disordini interni. La Repubblica di Venezia lasciò alle città collegate una propria a mministrazio ne e giurisdizione, ma le ridusse a rapporti di sudditanza e subordinò la loro economia completamente ai propri interessi. Più tardi ci furono, specialmente sulla costa occidentale istria na, altrettante picrnk repubbliche quante città che combatterono ora contro i Patriarchi,


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ora contro i veneziani, o fra di loro. Dalla fine del 13° secolo i primi Asburgo cominciarono a condurre una politica territoriale rivolta verso sud. Nel 1335 ottennero il possesso definitivo della Carinzia e Carniola. I possedimenti del Patriarcato, la potenza indebolita dell'Adriatico, invitavano ormai alla conquista. Così gli Asburgo si incamminarono verso il mare, strada che era straordinariamente importante anche in senso politico commerciale. Pezzo per pezzo spingono i loro possedimenti verso sud, la Carniola diventa poco a poco il passo sul Carso verso l'Adriatico. Nel 1371 comprarono la Postumia aquileiana, che aprì loro la porta carsica. Nel 1374 ottennero per via ereditaria il possesso di Gorizia nell'Istria. Trieste nel l 382 si sottomise spontaneamente per ottenere protezione contro Venezia. Così i paesi asburgici ottennero l'importantissimo accesso al Mediterraneo. Nel 1465 e 1472 passò agli Asburgo la cosiddetta "Eredità duinese" con numerosi possedimenti e castelli come p.e. Duino, Senosecchia, Gutenegg, Castua e S. Vito di Fiume, che prima apparteneva ai Walseer. Nel 1500 pervenne definitivamente alla casa d'Austria anche l'eredità legale goriziana in Istria e sul Carso. Così il dominio asburgico, che comprendeva essenzialmente l'interno dell'Istria e il Carso, era grosso modo completo. La fascia costiera occidentale rimase a Venezia. Il confine si mantenne in questo modo fino al 18° secolo. Tutti i territori istriani posseduti dal 1374, coll'eccezione di Trieste, furono assegnati alla Carniola, che così si estese verso l'interno dell'Istria. L'Istria fu' anche coinvolta nella suddivisione della Carniola e nella divisione delle giurisdizioni provinciali. Le numerose guerre delle città fra loro, contro Venezia, fra Genova e Venezia, come anche le epidemie, avevano spopolato nel medioevo ampie zone della penisola. Per cui sia il governo austriaco, come soprattutto quello veneziano, pensarono di riempire questi vuoti con immigrati che provenivano soprattutto dalla Dalmazia, Bosnia e dall'Erzegovina. Queste colonizzazioni avvennero nel corso di 200 anni. Dalla Dalmazia provennero nel 16° secolo pastori nomadi originariamente valacchi, oggi croatizzati, i cosiddetli Ciciari, soprattutto nella contea di Mittelburg dove furono mandati anche Uscocchi serbi, un tempo pirati. Morlacchi dalmati furono trapiantati sia sul Carso triestino, sia anche nelle regioni di Montana, Parenzo, Rovigno, Dignano e Pola. Inoltre giunsero nel 17° secolo Albanesi, oggi croatizzati, come anche Greci da Creta e dalla Morea a Parenzo e nelle regioni di Rovigno e Pola, Ciprioti nella zona di Pola e infine anche Montenegrini. Così si formò quella commistione variopinta di popoli che costituisce la base della popolazione odierna.


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Solo nel 1797 l'Istria veneziana (la costa occidentale della penisola) cadde in mano all'Austria. Durante l'epoca napoleonica oltre alla Carniola, Trieste e Fiume, andò di nuovo perduta anche tutta l'Istria che formò parte integrante delle Provincie Illiriche. Nel 1816 l'Istria con Gorizia e Gradisca furono riunite in una unità amministrativa costiera con centro Trieste, nel 1822 Fiume fu annessa all'Ungheria. Solo dopo l'infelice esito della prima guerra mondiale l'Istria come Trieste e Fiume furono staccate dall'Austria-Ungheria, che così perse il suo accesso al mare. L'Italia si procurò con questi territori una zona avanzata in mezzo al territorio slavo e si estese sul Carso addirittura oltre lo spartiacque. È stato merito storico dello stato asburgico di avere adempito nei secoli passati ad una missione culturale importante, organizzando amministrazione ed economia, giustizia cd istruzione in Istria con scrupolosità tedesca. Un forte influsso culturale tedesco in direzione nord-sud si riversò per secoli dai distretti alpini e danubiani verso le coste del Mediterraneo attraverso l'Austria quale portatrice dell'idea dell'Impero e interessata, anche per i propri interessi commerciali, alle vie di comunicazione nord-sud. La penetrazione germanico-tedesca dell'Istria e della zona ad essa antistante è dimostrabile nelle sue diverse epoche molto bene in base alla toponomastica. Nell'epoca gotica e longobarda, la cosiddetta Wippach, una vallata importante per le vie di comunicazione, ricevette il suo nome. Questo nome trova una spiegazione sicura solo con elementi linguistici germanici. Alla base c'è un Wipachwo germa nico, cioè ruscello di confine. Da qui deriva la forma slovena Wipawa , e d a questa di nuovo la tedesca Wippach, italiano Vipacco è solo una imitazione del tedesco Wippach. NelJ'ep oca antico alto tedesca so no già sorti in Istria e nella zona circostante, come dimostrano i documenti e l'evoluzione fonetica, i no mi Agileia, Goritza-Gorz , Trieste e Gavers (italiano Capodistria , rispettivamente sloveno Koper). N ell' ep oca medio alto tedesca comincia no a diffondersi le denominazioni tedesche su tutta l'Istri a, come provano antichi documenti. Invece dei no mi ufficialmente conosciuti come Fiume , Veglia , Muggia , Rovigno, P ola o luoghi piccolissimi come Pedena e Carsaro e anche altri , l'epoca medio alto tedesca utilizza le denominazioni tedesche St. Veit am Pfla umb, Vògls, Mugls, Rofein, P ole, Piben e G orsach, che in p arte si sono conservati fino ad oggi. Nella stessa epoca nasce una quantità di nomi tedeschi di castello com e Tjbein (Duina), Mitterburg (Pisino), Neuhaus (Castelnuovo), Karstberg , Rotenegg, Mahrenfels, WachsensteinBux, N euenburg (Cittanova), Rauhenstein (Pietrapelosa ) e così via.


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Struttura demografica. L'attuale distribuzione della popolazione è un immagine speculare del carattere di confine e di commistione del territorio e dei molteplici movimenti storici che si sono susseguiti sulla penisola. Il barone von Czoernig differenzia, intorno alla metà del 19° secolo, non meno di tredici "sfumature etniche" nell'Istria, cioè Italiani (diretti discendenti dei coloni romani e veneziani), Rumeni (Valacchi), Albanesi, Sloveni, (Savrini, Bersciani e Verchini), Croati, (abitanti di montagna, rive e isole), (Beziakhi e Fucky) Serbi (Uslocchi, Morlacchi e Montenegrini), e gli "enigmatici" Ciciari. Vi si aggiungevano numerose forme miste come Croati serbizzati, Valacchi croatizzati, Croati italianizzati (sulla costa occidentale), Italiani croatizzati, (all'interno). Questa sovrabbondanza di strati sovrapposti di diversi popoli e lingue si può ancora oggi ben riconoscere nei dialetti istriani di appartenenza tedesca, romanza e slava. Secondo il censimento del 1910, l'ultimo affidabile, gli italiani abitano la zona costiera settentrionale e occidentale della penisola con le sue numerose piccole città, dal centro della costa occidentale si spingono a cuneo nell'interno verso Pinguente, che essi d'altronde non raggiungono. Nella zona di Quarnaro la nazionalità italiana oggi non riveste che un ruolo marginale, relativamente più importante invece sulle isole Cherso e Lussino. Originariamente tutte le isole di Quarnaro erano abitate da Normanni. Solo dalla fine del medioevo i Croati, che erano avanzati, slavizzarono la serie interna delle isole, mentre le isole esterne (Lussino, parte meridionale di Cherso) furono venezianizzate. L'intera zona di Quarnaro e anche l'Istria orientale costituiscono una vasta zona di penetrazione de11a influenza croata e italiana. Proprio fra i Croati insulari è piuttosto largamente diffuso il bilinguismo, poiché molti croati sono divenuti bilingui per l'influsso de11a lingua marinaresca italiana che essi appresero per il loro mestiere. Ma anche altrove si trova il bilinguismo largamente diffuso in tutta la zona costiera della penisola a causa dell'influenza de11a lingua commerciale urbana italiana. Intorno alla metà del 19° secolo c'erano nell'Istria più di 56.000 Slavi meridionali, che parlavano italiano come seconda lingua, inoltre circa 14.000 Slavi meridionali totalmente italianizzati. Gli Sloveni istriani si diffondono dal chiuso terreno nazionale sloveno della Carniola sulla parte settentrion ale della penisola, ma non giungono mai al mare in un ampio fronte . Intorno a Trieste ci sono paesi sloveni; già i sobborghi della città hanno una maggioranza slovena. Il confine meridionale della nazione slovena corse all'incirca lungo il fiumiciattolo Dragogna, che sfocia in mare a sud di Pirano, verso la Ciciaria, povera d'insediamenti e, rispettivamente, fino


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a Castelnuovo e oltre fino al territorio privo di insediamenti del Monte Nevoso in Carniola. Non esiste un netto confine linguistico fra gli Sloveni al nord e i Croati a sud, ma piuttosto solo una zona di transizione più o meno vasta. Questa si formò solo in seguito alla sovrapposizione di strati alla popolazione originaria con i nuovi insediamenti dal 15° al 17° secolo. I Croati abitano la parte centrale e meridionale del paese e le isole del Quarnaro. Ad ovest si spingono fino al corso inferiore del Quieto e al Canale di Leme, ma raggiungono la costa occidentale solo in alcuni paesi isolati e nell'estrema punta meridionale della penisola. 11 bilinguismo non è raro fra i Croati insulari nelle vicinanze del mare. I Croati hanno assorbito una quantità di frammenti etnici che sono giunti in Istria come immigrati e fuggiaschi di fronte ai Turchi dai paesi dinari, dal1' Albania e dalla Grecia. Alcuni di questi frammenti si sono conservati fino ad oggi. Fra questi i più degni di nota sono i cosiddetti istrorumeni . Un tempo si estendevano molto più largamente (nel 16° secolo fino sul Carso triestino) venivano però in parte croatizzati nel 19° secolo. Il loro territorio di estensione comprende ora due regioni nell'entroterra della costa istriana orientale. Una di queste regioni è la regione montagnosa carsica e brulla del Monte Maggiore, in cui i cosiddetti Ciciari, un primitivo popolo di pastori, ha occupato una specie di posizione di ripiegamento (Ciciaria). Dai loro vicini vengono chiamati anche "Ciribirci". Secondo quel che si dice, parlano ancor oggi una lingua propria, di origine rumena, ma sono per il resto, croatizzati. Da secoli sono politicamente e culturalmente emarginati, sono il popolo più povero dell'Istria. Il dislivello culturale fra loro e gli abitanti delle coste evoluti è estremamente grande. Nel 1880 il numero complessivo dei Ciciari veniva calcolato in circa 10.000 uomini, di cui 2.100 parlavano rumeno, oggi sono completamente insignificanti dal punto di vista numerico. Molto più estesi erano originariamente i Morlacchi provenienti dalla Dalmazia, che erano disseminati su tutta la penisola. I tedeschi hanno sempre costituito uno strato superiore in Istria. A loro si deve lo sviluppo economico dell'alto medioevo, sul quale si basano le epoche successive. È vero che nel 19° secolo le farniglie di latifondisti tedeschi di una volta erano quasi completamente scomparse dall'interno dell'Istria, ma in alcune città si erano formati nel frattempo nuovi strati tedeschi. A Trieste all'incirca dal 1725, contemporaneamente allo sviluppo del porto franco, iniziò la colonizzazione di tedeschi in misura t:slt:sa. Sotto Giuseppe II con le sue riforme dell'istruzione


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sembrò che la città nuova di Trieste dovesse diventare tedesca e così influenzare la città vecchia. Ma l'italiano ebbe la meglio e gli immigrati vennero italianizzati tramite matrimoni misti. Nel 1880 Trieste contava circa 8.500 tedeschi, ma nel 1910 erano già circa 12.000 cioè il 6,2% della popolazione totale. A Pola si sviluppò un gruppo etnico tedesco dalla metà del 18° secolo contemporanear 1ente allo sviluppo del porto militare austriaco. Nel 1888 c'erano in ls xia (esclusa Pola) circa 4.800 tedeschi, nel 1910 addirittura già più di 13.200, cioè il 3,40/o della popolazione. Confrontiamo questa percentuale con quelle dei gruppi etnici stranieri secondo la situazione del 191 O, allora vediamo che gli Sloveni costituiscono a Trieste circa il 30% della popolazione totale, e nel resto dell'Istria, il 14,5%, i Croati a Trieste l' 1,20/o, ma nel resto dell'Istria il 43,50/o. In quanto agli italiani c'è da tener presente che si deve annoverare fra loro l'alto numero di stranieri, i quali sono per lo più Italiani dell'impero. Se si tiene conto di questo allora a Trieste c'era nel 1910 invece del 600/o circa il 650/o di Italiani e nel resto dell'Istria invece del 380/o circa il 41 %. A Fiume c'era nel 1925 il 70,70/o di Italiani, 22,5o/o di Slavi meridionali, il 3,4% di Ungheresi e l' 1,40/o di Tedeschi. Ne deduciamo che gli Italiani costituivano l'assoluta maggioranza della popolazione solo a Trieste è a Fiume, mentre nel resto dell'Istria predominavano Sloveni e Croati.

Struttura sociale ed economica della popolazione. Essenziale per Io sviluppo dei rapporti etnici è la struttura sociale ed economica della popolazione. Gli abitanti italiani appartenenti al tipo scuro mediterraneo sono prevalentemente cittadini o pescatori, viticoltori e orticoltori sulle coste, di contro gli Sloveni e i Croati, spesso biondi e dagli occhi chiari, appartengono per la maggior parte al ceto cittadino . Con perseveranza essi cercano di strappare al suolo carsico, sassoso, spesso avaro, quanto più raccolto possibile. Ma la povertà del suolo è in qualche luogo così grande che i prodotti dell'agricoltura in queste zone bastano appena per sei mesi. Per cui questi contadini sono costretti a cercarsi ulteriori fonti di guadagno. Così l'allevamento ovino si trova in notevoli parti della penisola e particolarmente nell'Istria occidentale come settore economico più importante. Ma domini particolari della pastorizia sono gli aspri , carsici e remoti Ciciaria e Monte Nevoso. Gli abitanti croati delle coste dell'Istria occidentale come soprattutto i croati insulari, si occupano, oltre che dell'agricoltura, in gran parte di mestieri marittimi. Essi sono pescatori e marinai. Inoltre si occupano, al contrario degli abitanti dell'Istria occidentale, di artigianato. li lavoro dei campi viene eseguito in queste regioni prevalentemente da donne.


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Gli italiani hanno potuto esercitare un'influenza di una certa importanza sull'intero ceto cittadino slavo meridionale solo nella zona delle coste e delle isole, soprattutto nelle città delle coste occidentali. Là gli Slavi vennero gradualmente italianizzati come testimonia la quantità di cognomi sloveni nelle attuali città italiane. Particolarmente rimarchevole era lo sviluppo etnico della grande città di Trieste. Dalla seconda metà del 19° secolo il porto, e con lui la città, conobbero uno sviluppo sempre maggiore. Trieste monopolizzò l'immigrazione da vaste zone. Accanto a commercianti della Germania occidentale e meridionale e Svizzeri, arrivarono altri commercianti dai paesi danubiani e alpini e gente da tutte le parti dell'antica monarchia. Inoltre crebbe il numero degli italiani dell'Impero. Tuttavia l'immigrazione da Slovenia, Croazia e Serbia era la più forte. Fino a che questi immigrati slavi meridionali vennero italianizzati a Trieste, il loro numero diminuì non in senso assoluto, bensì percentualmente. L'italianizzazione dei paesi vicini alla città procedette di pari passo con la progressiva urbanizzazione del territorio circostante. Negli ultimi decenni prima della guerra mondiale il processo di redistribuzione etnica arrivò ad una stasi in seguito al risveglio dei movimenti nazionali di Sloveni e Croati in tutta l'Istria e Trieste, e anzi regredì. Il numero degli abitanti Slavo meridionali crebbe rapidamente. Nello sviluppo etnico delle città costiere a sud del golfo di Trieste {Muggia, Capodistria, Pirano) ebbe un ruolo importante la circostanza che queste non si differenziavano particolarmente nella loro struttura economica dal retroterra. I loro abitanti erano navigatori e pescatori, viticoltori e orticoltori e contadini. Con il tramonto della navigazione a vela e il diffondersi delle ferrovie cominciò per queste città un periodo di decadenza economica. La supremazia del grande centro commerciale di Trieste si estendeva a spese delle restanti città costiere istriane c tutto l' afflusso dei contadini fu assorbito da questa grande città. A causa di ciò queste città costiere ebbero solo una limitata immigrazione slovena e poterono conservare il loro carattere italiano. L'afflusso cittadino sulla circostante campagna slovena arrivava fin dove si estendevano i possedimenti dei cittadini, che avevano lì i loro oliveti e le loro vigne. Nella maggioranza delle città italiane il territorio linguistico termina con quello urbano. È rilevante il fatto che al di là della frontiera etnica italo-slovena, eccezion fatta per Trieste, non vi siano state da entrambi i lati minoranze di qualche peso. Dopo il 1918 seguì un mutamento profondo della situazione. L'Italia costituì nella linea Selva di Tarnova - Selva di Monte Secco Monte Nevoso una zona di confine contro l'Europa meridionale e centrale. Fino alla fine della guerra mondiale le cariche amministrative


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principali erano occupate da tedeschi e l'amministrazione di Trieste era in mano italiana. Altrimenti il resto dell'amministrazione pubblica era nelle mani degli Sloveni. In seguito fu insediata dovunque un'amministrazione italiana. Così arrivarono funzionari italiani, ma anche insegnanti, commercianti, imprenditori e militari. Contemporaneamente molti Sloveni sotto la pressione delle misure di italianizzazione lasciarono quegli impieghi e si trasferirono in Slovenia. In seguito a ciò la popolazione costiera slovena perse buona parte dei suoi ceti superiori. Ora possiede solo una parte della sua borghesia. Anche le sue classi operaie hanno subìto mutamenti notevoli, solo i contadini sono rimasti attaccati al loro suolo. La lingua slovena è stata bandita dall'amministrazione e dalle scuole e si mantiene a fatica solo nelle scuole. Le misure di italianizzazione non si estendono solamente ai nomi di località, ma anche ai nomi e ai cognomi. Il numero degli istriani sloveni non è facile da stabilire oggi. Nel 1910 c'erano sulla costa e nel Friuli complessivamente 366.000 Sloveni, nel 1921 dopo il censimento italiano solo 293.000. Non è poi faciirnenle individuabile quanti Sloveni siano stati contai.i ndle città come Italiani per via del loro cognome. È indicativo che dopo il 1921 non fossero condotti nelle Vcnezie Giulie sondaggi secondo il profilo nazionale o linguistico. Analoghe misure di italianizzazione dovrebbero essere state condotte sul modello delle zone slovene anche nei riguardi delle zone croate dell'Istria. Anche lì si deve essere giunti a delle emigrazioni nell'entità delle quali non abbiamo informazioni. L'Istria appartiene ad una precisa zona di frontiera. Nel suo paesaggio naturale si mescolano car::itteristiche sud o centroeuropee con tratti mediterranei. Ma il carattere mediterraneo è proprio di una ristretta fascia costiera. L'attuale panorama culturale è un mosaico di eredità culturali di differenti periodi. La mescolanza razziale della popolazione e la varietà dei dialetti sono un ritratto delle migrazioni che si riversarono nel territorio carsico attraverso gli ingressi natura li dell'Istria. Tra i nomi geografici e di località c'è un continuo variare da nomi celto-illirici, a nomi romanzi e italiani, a slavi germanizzati o puramente tedeschi. In questo territorio di confine di razze e popoli, lingue e culture, un tracciamento di confini etnicamente equo ed in più equilibrato militarmente, politicamente ed economicam~nte in modo soddisfacente, si delinea come assai difficile. È stato perciò una fortunata combinazione che per circa un secolo strutture statali tedesche si siano assunte il ruolo di forza ordinatrice, che principi e signori tedeschi abbiano promosso lo sviluppo economico e amministrativo del paese. L ' Istria e Trieste sono per una potenza italiana solo un'appendice, ma per l'Europa centrale la finestra sull'Adriatico.


FRIULI I. Dati generali.

Friuli (derivato da Forum Julii, il nome romano dell'odierna Cividale, l'antica capitale della regione), territorio storico nella parte orientale della pianura italiana settentrionale, delimitato dalle Alpi Carniche e Giulie a nord e ad est, dalla costa lagunare e dal fiume Livenza a sud e a ovest; abitato dalla stirpe contadina alpino romanza dei Friulani, che sono contigui, sul lato orientale della pianura, con contadini windisch. Vi si aggiungono nella fascia costiera intorno a Monfalcone, veneziana fino al 1797, come nelle città e nei castelli italiani, immigrati e resti dei nobili, funzionari e borghesi tedeschi di un tempo. L'antica appartenenza alle marche del Reich tedesco medievale che circondavano le Alpi orientali conferì al paese, di contro allo sviluppo comunale lombardo e centro italiano, durante il medioevo, i tratti della struttura feudale tedesca, vi innestò nobili e borghesi tedeschi e dette loro il compito di sentinella di confine contro i popoli orientali e il dominio costiero bizantino-veneziano, come anche di protezione dei passi alpini orientali al servizio della politica meridionale imperiale. Il paese ebbe una sola volta nella storia il carattere di organismo statale almeno semiindipendente, e cioè nel periodo dello stato dei Patriarchi di Aquileia, la cui corte ad Aquileia, Grado e - dal 13° al 14° secolo - a Udine fu esponente, per un periodo, della cultura cavalleresca tedesca. La vittoria culturale e, dalla conquista da parte di Venezia, anche politica della nazionalità italiana limitò la zona d'influenza tedesca al Friuli orientale, dove i conti di Gorizia e, più tardi gli Asburgo, conservarono intorno a sé una vita tedesca nei castelli e nelle città di Gorizia, come secondi eredi dello stato dei patriarchi e per un certo tempo,· in relazione alla politica adriatica austriaca, poterono rafforzarla. Ma anche questo regredì con il risveglio dei nazionalismi italiano e slavo, e finì completamente con il crollo della monarchia asburgica alla fine della guerra mondiale, quando anche il Friuli orientale (Gorizia e Gradisca) cadde in mano all'Italia. Così la vecchia regione Friuli, che coincide essenzialmente con l'odierna provim:ia di Udine nel Compartimento Veneto e comprendeva


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inoltre ad ovest Portogruaro, ad est anche Gorizia e Monfalcone, mentre la Valle di Canale apparteneva prima alla Carinzia, attualmente è costellata solo di resti dispersi della nazionalità tedesca, il cui numero viene valutato, esclusa la valle di Canale, intorno a 400 (frontiera meridionale del Reich e del Popolo). Questo determina il carattere essenzialmente storico di queste indicazioni il cui senso è la rappresentazione di una nazionalità tedesca fuori delle frontiere, quale si poteva sviluppare solo nell'ambito della formazione del Reich tedesco medievale, e che perciò con il suo crollo è ridotta a un'esistenza da superstite. Il. Territorio. Il Friuli si estende sulle propaggini meridionali delle Alpi Carniche e Giulie, le Alpi Veneziane e la parte orientale della pianura dell'Italia Settentrionale, dal fiume Livenza e lo spartiacque fra Tagliamento e Piave nelle Alpi Carniche fino alle Alpi Giulie e all'Isonzo inferiore sulla propagine occidentale del Carso triestino. Per un certo tempo appartiene al Friuli anche la regione di Cadore nella Valle Superiore del Piave fra il Monte Croce o Sextenpass (1638 m.) e la Gola chiusa sotto Pieve di Cadore. La pianura friulana è coperta, nella parte settentrionale, da ghiaie diluviali nelle quali si inabissano le masse d'acqua provenienti dalle Alpi. La parte meridionale è zona alluvionale, più bassa e umida, poiché le acque inabissate riappaiono in superficie . Le innumerevoli vene d'acqua che qui riappaiono furono canalizzate già sotto Maria Teresa nella zona che apparteneva all'Austria, mentre nella zona anticamente italiana venivano abbandonate a sé stesse fino in tempi recenti. Solo il fascismo ha creato dalla palude, un tempo desolata, terra coltivabile e fertile con numerosi nuovi insediamenti. Il suolo straordinariamente fertile produce una ricca coltura mista con le tipiche peculiarità della campagna dell'Italia Settentrionale: sterminati campi di granturco e grano, p ascoli e orti, attraversati da strade rettilinee e innumerevoli canali , fra i singoli appezzamenti filari di alberi da_frutta e gelsi, aceri e olmi, ai cui rami si arrampicano le viti. Centri urbani della vera e propria pianura friulana sono Cividale e Udine. Verso il mare in fine segue ad una cintura paludosa la vasta zona lagunare. Qui si sono verificati in tempi storici grandi spostamenti. Antiche città portuali come Portogruaro, già face nte ·parte della regione di Venezia, ma molto frequentato dal nord, Porto Nogaro, il porto di Udine, e soprattutto l'antica famosa metropoli Aquileia (in tedesco Aglci)


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hanno perduto completamente la loro importanza in seguito all'interramento, cosicché Aquileia è decaduta a piccola cittadina di provincia di circa 1.000 abitanti, mentre la sua rivale Grado, posta immediatamente sul mare davanti alla laguna ha resistito. La parte settentrionale del Friuli, chiamata "Carnia" è occupata dalle propaggini deJle Alpi Carniche e Giulie e dalle Alpi Veneziane. La valle fluviale del Fella, stretta e poca abitata, serve alle comunicazioni col nord, ed è detta, in terra italiana, Canale di Ferro a causa della sua importanza per il commercio con il ferro norico e detta Valle di Canale in terra dell'antica Carinzia, ed è la parte più meridionale, già molto utilizzata in epoca romana, del passaggio obliquo fra le Alpi orientali che collega Vienna all'Italia Settentrionale. Ad ovest di questa via di collegamento il Passo di Mauria conduce dalla valle trasversale del Tagliamento alla regione del Cadore sul Piave Superiore e oltre, passando per Monte Croce o Sextenpass (1638 m.), a Innichen; il Plòckenpass (1360 m.), strada romana, costruita nel 373 conduce alle valli del Gail e della Drava. Le localiLà principali nella valle del Tagliamento sono Tolmez-

zo, dove si riuniscono le strade che provengono da entrambi i passi, Venzone e Gemona, dove il Tagliamento abbandona la zona montuosa. Le condizioni di vita in Carnia erano così misere che una gran parte della popolazione, prima della guerra mondiale, dovette cercare lavoro nel Reich e in Austria come muratori e sterratori. L'ex contea di Gorizia e Gradisca costituiva la parte orientale, confinante con le Alpi Giulie, del Friuli. Essa comprendeva essenzialmente la valle fluviale dell' Isonzo (in tedesco: Isnitz) e si estendeva su parti delle Alpi e Prealpi Giulie sulla regione collinare del terziario di "Coglio" fra Gorizia e Cividale (in tedesco chiamato "in den Ecken") la soave, fertiJissima e coltivatissima regione, posta di fronte al ·versante occidentale delle Alpi; la contea si estendeva a nche sui bacini di Flysch della valle del Vipacco che conducono verso est passando per la Foresta di Tarnova e il carso di Trieste, il territorio p iù orientale della pianura friulana, e sugli altipiani occidentali del Carso triestino. Nella valle superiore dell'Isonzo solo i bacini di Flitsch, Karfreit e Tolmein permettono un insediamento più forte. Dove si incontrano questi territori così diversi geograficamente e dove la valle dell' Isonzo, riunita alla valle del Vipacco, si apre nella pianura friulana si trova, in una zona fertilissima, la città di Gorizia, denominata un tempo la " Nizza austriaca", grazie al clima mite e visitata da molti stranieri, particolarmente tedeschi; di fronte ad essa si trova ad ovest, sul confine fra pianura e Carso, non lontano dall'altopiano insanguinato di Doberdò, il capoluogo omoni·· mo dell'antica contea di Gradisca.


552

ALESSANDRO POLITI

Fino al 16° secolo il transito in direzione nord-sud piegava dalla Carinzia verso l'Adriatico, dall'alta valle dell'Isonzo presso Karfreit passando per lo Spartiacque di Staro Selo verso Cividale. Poiché attraverso il medio corso dell'Isonzo una valle fluviale a tratti molto stretta, fu costruita solo sotto l'Arciduca Carlo ( 1564-90) una strada per Gorizia fra Woltschach (a ovest di Tolmein) e Salcano per sottrarre il commercio sia alla strada della f'ella, che attraversava territorio veneziano, sia anche a Cividale, ugualmente veneziana e attirarlo completamente sul suolo granducale verso Gorizia e nel porto di Duina. Solo da allora fu possibile un più stretto collegamento fra la regione superiore e inferiore dell'Isonzo. Invece fin dall'antichità la grande strada di Aquileia passava per i territori di Gorizia, per la valle del Vipacco e la Foresta di Monte Secco verso Lubiana. I romani la percorsero dall'Italia verso la Pannonia e più tardi in direzione opposta i Quadi, Visigoti, Ostrogoti, Longobardi, Avari e Slavi. Qui si trova anche il Mons regis (Kralijiskj vrh sull'altura di Monte Secco, non il Konigsberg presso Raibl) dal quale Alboino, secondo Paul Warnerfried, osservò i campi italiani quando nel 568 giunse in Italia dalla Pannonia. Ancora nel medioevo la strada si chiamava ''Strada Hungarorum". Oggi ha perduto la sua importanza per il transito internazionale a causa della costruzione della strada e della ferro via, che conducono più a sud per la porta di Postumia e appartengono alla grande linea nord-sud, Vienna-Lubiana-Trieste. III. Popolazione.

Sviluppo generale della popolazione del Friuli, in particolare il carattere etnico dei friulani. La più antica popolazione in Friuli, i veneti illirici e i Carni celtici, che vi era penetrata intorno al 300 a.e., fu gradualmente romanizzata dopo la sottomissione al dominio romano nel secondo secolo e la fondazione di colonie romane. Dopo che gli Unni devastarono la fiorente tarda romana provincia di Venezia, la cui capitale era Aquileia, e dopo che, prima e dopo gli Unni, schiere germaniche attraversarono e occuparono temporan~ainente il paese, i Longobardi si insediarono nel 568 nella pianura dell'Italia Settentrionale, mentre i resti della popolazione romana si ritirarono nelle fasce lagunari. Oltre a ciò nomi di luogo slavi come Gradisca, sulle rive occidentali del Tagliamento presso Spilimbergo, Gorizia, Belgrado e altri presso Codroipo indicano che gli Slavi immigrati dal 17° secolo si insediarono una volta molto oltre i loro attuali confini, fino a l Tagliamento. Una


I.E DOTTRINE TEDESCHE DI CONTROGUERRJGLJA 1936-1944

553

rimanenza di Sloveni abita ancora nella valle del Resia, un affluente della Fella. Fra l'irruzione longobarda e slava era immigrato quel ceppo che fino ad oggi costituisce la base della popolazione del Friuli: I friulani retoromanzi. La popolazione friulana è immigrata dalle Alpi orientali fortemente romanizzate in epoca romana in occasione dell'irruzione slava nel Norico a cavallo fra 6° e 7° secolo. L'antico ducato longobardo del Friuli era stato contemporaneamente devastato dagli Avari e dovette venire di nuovo colonizzato. Come giunsero contadini romani dal Norico in direzione di Salisburgo e Ratisbona, dove costruirono paesi per conto proprio, così altre parti migrarono verso sud. Così si spiega che nel Friuli, dove prima erano dimostrabili forti elementi longobardi, la maggioranza dei prestiti dal longobardo manca nel romancio, prestiti che sopravvivono nei dialetti vicini veneto e lombardo. Circa la metà dei 966.000 abitanti dell'attuale Friuli ha conservato il dialetto retoromanzo. Nell'anno 1846 si contavano nella Provincia veneta di Udine 348.225 friulani, nella zona costiera 48.569 e presso l'esercito lmperial-Regio circa 4.300, in tutto dunque 401.094 friulani. L'est del Friuli è slavo, le città, il sud-ovest e l'ovest sono italo-veneti. Il confine dialettale del friulano inizia a nord-ovest presso Forni Avoltri alle sorgenti del Piave (che nel suo corso attraversa zone linguistiche venete), corre verso sud fino all'isola linguistica di Zahre, da qui verso sud-ovest fino a Forni di Sopra alle sorgenti del Tagliamento e corre verso sud fino a Maniago-Aviano, piega da qui verso sud-est, attraversa Pordenone la cui popolazione urbana parla veneto, ma la cui popolazione rurale della zona circostante parla friulano, segue poi il corso inferiore della Livenza fino alla sua foce nell'Adriatico. A nord il confine dialettale è costituito dall'antico confine statale austriaco di fronte alla valle del Gai!, ad est lo sloveno sopravanza il vecchio confine del Reich. Da Gorizia fino al mare l'Isonzo è la linea di confine dialettale. Fra le città della pianura friulana sono venete S. Vito, Porto Gruaro, Latisana. A Grado il dialetto antico friulano è in estinzione. L'originaria posizione intermedia, in quanto stirpe dell'etnia friulana e la lunga comunanza di destini con gli slavi alpini sotto il dominio tedesco, si esprime ancora nelle situazioni dialettali. Il friulano viene considerato da Dante (De Vulgari elequentia) insieme al veneto e istriano come dialetto italiano, ma già da più d'un secolo è stata riconosciuta la sua appartenenza al retoromanzo. Ciò che l'alemanno e il bavarese significano per i dialetti retoromanzi occidentali, questo rappresenta lo sloveno per il friulano. Il primo ha influenzato essenzialmente solo il


554

ALESSANDRO POLITI

patrimonio lessicale, ma dà proprio così al friulano il suo carattere peculiare. Così sono prima di tutto espressioni dell'ambito della flora e della fauna, poi denominazioni di tipici attrezzi agricoli e altre di origine slovena; viceversa il friulano fu la fonte principale per i prestiti romanzi nello sloveno, ciò che si spiega da sé dato il bilinguismo della popolazione di confine a est. Il friulano stesso si suddivide in diversi sottodialetti: così la sua parte nord-occidentale (Alpi venete) si differenzia dalla parte settentrionale (Carnia) e entrambe si contrappongono come gruppi dialettali conservativi al friulano della pianura, che sta alla base del tipo letterario (Udine) . Antiche differenze nella struttura del patrimonio lessicale sono state spesso eliminate attraverso l'ingresso di parole venete, soprattutto nei dialetti della pianura. Ma anche questi prestiti vengono adeguati alla fonetica consueta, cosicché, ancor oggi, un confine netto separa il friulano dall'Italia Settentrionale. Dalle città e dalle zone periferiche irrompe però il Veneto con armi e bagagli. Dal 14° secolo il friulano è stato utilizzato in atti notarili, ma anche in poesie d'amore. Poeti locali più conosciuti degli ultimi secoli sono Peter Zorut (1792-1867), Karl Favetti (1819-92). Su questa base friulana deHa popolazione che fu circondata ad est da slavi, e nelle città fu più tardi compenetrata da italiani, si inserì, durante il dominio tedesco, nel medioevo, un esiguo strato dominate di borghesi e nobili tedeschi con insediamenti rurali tedeschi; sotto il dominio asburgico nel 19° secolo si inserì un piccolo gruppo di funzionari, soldati e commercianti che al <::ontrario delle famiglie nobiliari non si radicarono nel paese. Ma anche queste scomparvero quasi completamente dopo l'annessione di Venezia allo stato italiano nel 1866; solo nella parte goriziana, rimasta all'Austria fino al 1918, si conservò l'etnia tedesca e riuscì a sopravvivere a l passaggio dall'Italia.


CONCLUSIONE La zona operativa Litorale Adriatico è solo una piccola regione in confronto alle estese zone di combattimento dei fronti occidentale e oòentale e inoltre non è ancora un fronte vero e proprio. Si trova però nel punto di intersezione dei campi di forza che furono e sono ancora di notevole significato per lo sviluppo degli avvenimenti politici. La quantità dei centri di pericolo così dati è grande ed è irrefutabile che, proprio la zona operativa, avrà un giorno importanza strategica per l'ulteriore sviluppo militare e politico. Sarebbe errato non attribuirle questo significato o non concederle con previdenza quell'importanza che molto probabilmente verrà duramente messa in luce, un giorno, negli scontri che attendiamo contro il nemico da ovest e da est. Attualmente esistono peraltro rapporti tesi fra gli Alleati. Questi fanno apparire, almeno per il momento, la zona operativa non il pericolo. Ma non considerare i rapporti di tensione, o prenderli a pretesto per dichiarare la zona operativa attualmente "zona libera" , significherebbe, in ogni caso, far torto alla situazior,e concreta reale. Entrambi gli avversari hanno delle mire. Quelle del bolscevico sono molto chiare dopo le conferenze di Teheran e Mosca. Egli pretende la zona operativa come sua propria zona di dominio. Le intenzioni degli Alleati occidentali possono muoversi in direzioni diverse. Sarebbe tuttavia errato dedurre da queste differenze, più o meno teoriche , una situazione che ha effetti favorevoli nella prassi per il futuro. Dobbiamo aspettarci sorprese e niente sarebbe più pericoloso che affrontare impreparati il verificarsi di una sorpresa. La zona operativa è un terreno di lotta politica di prim'ordine. Già domani può essere terreno di lotta militare di prim'ordine. La guerra per bande stessa dimostra l'esattezza di questo assunto, poiché essa può essere valutata solo come preparazione a misure militari maggiori. Dobbiamo perciò essere preparati ad aspettare quotidianamente il momento decisivo. Il riarmo ideologico e materiale delle bande e la loro attività, il collegamento coi bolscevichi e con gli eserciti degli Alleati occidentali lo dimostrano . È necessario dunque, essere pronti.



ELENCO DELLE FONTI lzdg Befehlshaber in der Operationszone Adriatisches Kiistenland Abt. le K.H.Qu., den 29.5.1944. Betr.: Vernehmung von Gefangenen. Fase. 201. Hanns Schneider-Bosgard, Bandenkampf in der Operationszone Adriatisehes Kiistenland, Deutsehe Adria Verlag G.m.b.H. - Triest (non datato). Fase. 201.

Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia Jevtié, Budimiroviè, Sehratteneeker, Ein Beitrag zur Psychologie der Partsanenkampfe in Serbien und Kroatien. (non datato). AIR busta XXIV doe. 1889.

Istituto Friulano per la Storia del Movimento di liberazione Anonimo, Waldkampf (Zusammenstellung von Erfahrungen aus den Kampfen im Osten) Anhang 2 zur H.DV.la Seite 18, lfd. Nr. 12 vom 31.3.42. N . d'ingresso 898 mise. 2-14.

Militarachiv (Freiburg im Breisgau) Oberkommando der Wehrmaht Nr . 03268/44 - W. F . St./Op. F. H. Qu., den 6.5.1944 Merkblatt 69/2, Nur. fiis den Dienstgebraueh Bandenbekampfung (Giiltig fiir alle Waffen) Bundesarchiv Bucherei 622/60


558

AI.F.SSANlJRO POLITI

National Archives

(Tutti i roll dei seguenti microfilm sono raggruppati nel Mycrocopy T-175). Anonimo, Zu Anl. 6 Besprechung der Priifungsarbeit fiir MajorAnwarter (Mai 1936) in Polizeiverwendung. (Von Polizeioffizierschulc aufgestellt). Roll 9 frame 251 10 15-51. Anonimo, Merkblatt fiir die Ausbildung der geschlossenen Polizeieinheitcn im Polizeikampf herausgegeben vom Chef der Ordnungspolizei 1941. Roll 9 frame 251 10 10-14. Der Chef der Ordnungspolizei Kdo. I - la (175 Nr. 5/41) Berlin NW 7, den 17. November 1941 Untcr den Linden 74. Bctr.: Richtlinien fiir Partisanenbekampfung (herausgegeben vom OKH. - Gen.St d . H./ Ausb. Abt.(la). Roll 11 frame 251 35 75-91. Der Reichsfiihrer-SS und Chef der Dcutschen Polizei im Reichsministerium des Inncrcn O.Kdo. la (3a) Nr. 273/ 42 Berlin, den 21. Aprii 1942 Bctr.: Erfahrungen aus der Partisanenbekampfung des Poi. Rcgiments Sud. Roll 11 frame 251 37 01-03. Reichsftihrer-SS Kommandostab RF-SS Tgb. Nr. la 607/ 42 geh. St.Qu., den 25. August 1942. Befehl zur Aufstellung von Jagdkommandos zur Bandenbek ampfung. Roll 81 frame 260 15 34 -37. Der Reichsfiihrcr-SS Kdo.-Stab RFSS Fiihrer-Hauptquaitier 29. Juni 1942 Geheime Kommandosache, Richtlinien fiir die Durchfiihrung dcr Aktion gegen Partisanen und sonstigen Banditen in Oberkrain und U ntersteierma rk. Roll 53 frame 256 77 02-03 : Anonimo, Der Kampf gegen die Partisanen Ausbildung A IV 2 (non datato). Roll 11 frame 251 33 37-47 . Der SS-und Polizeifohrer in Shitomir, Shitomir,-den 27.1.43. Geheim Betr.: Bandenbekampfung. Roll 81 frame 260 15 44-46.


LE DOTTRINE TEIWS(' I 11 ' DI ( ONTROGUERRIUUA 1936-1944

- - - - - - - -- - -

559

Der Bevollmachtigte des Reichs fi.ihrer-SS fi.ir Bandenbekampfung O. U., den 24 Marz 1943. Betr.: Erfahrungsbcricht dcr SS-Kav. Division vom 11.2.43 - Tgb. Nr. 170/ 43 geh. Roll 70 frame 258 75 22-24. Anonimo, Die Gegnerbekampfung in den besetzten Gebieten des Westcns unter besonderer Berucksichtigung der Kommunistenbekampfung. (non datato). Roll 11 frame 251 33 48-70. Der Chef der Ordnungspolizei, Merkblatt Einsatz von Flugzeugen bei der Deutschcn Polizei vom 8. Februar 1944, Kommando Driickerei Berlin NW 7. Ro11 8 frame 250 95 75-88. 250 95 91-95. Obcrkommando des Heeres Gen St d H/ Ausb.-Abt. (TI) Nr. 1780/ 44 H.Qu. O.k.H., ùen 10.5.1944. Zusammcnstellung von Vorschriften, MerkblatLern und Verfiigungcn scit Juli 1941. Ro11 9 frame 251 04 05-09.

TESTI TRADOTTI Dixon-Heilbrunn Communist Guerrilla Warfare Allen & Unwin Ltd. London July 1954 In caso di golpe, a cura di Stella Rossa Fronte Rivoluzionario marxista-leninista, p refazione di Vincenzo Calò, Savelli, Roma aprile 1975 contiene: Major H . van Dach "Der totale Widerstand Kleinkriegsanleitung fi.ir Jedermann" herausgegeben vom Schweizerischer Unteroffiziersverband Biel 1972. "Guerrilla warfare and Special Forces Operations (FM 31-21)" "Counterguerrilla opcrations (FM 31-16)" Entrambi i testi sono stati editi dal Department of the Army Washington 25 DC. L'edizione riportata nel libro è quella del 1971 a cura dell'Editoria! Rioplatense, Argentina.



INDICI



INUlCE DELLE ILLUSTRAZIONI

Documento n. 1 Pag.

223

(Cartina n. 2) Ricognizione e avvicinamento di una compagnia rinforzata di fanteria.

»

276

(Cartina n. 3) Rastrellamento di un bosco

»

277

(Schizzo n. 1) Accerchiamento

»

424

(Schizzo n. 2) Battuta circolare

»

425

(Schizzo n. 3) Battuta con linea d'intercezione.

)}

426

»

427

»

428

»

429

})

467

(Cartina n. 1) Carta del terreno di esercitazione

.

Documento n. 4

Documento n. 14

(Schizzo n. 4) RasLrcllamcnLo di una sacca con suddivisio-

ne in sacche minori . (Schizzo n. 5) Rastrellamento di una sacca con un grup-

po di assalto (Schizzo n. 6) Annientam ento di una banda in marcia da

- parte di un Jagdkommando.

Documento n. 17 (Schizzo n. 7) Le nazionalità nella zona operativa .



INUICE GENERALE

lll

Presentazione.

Pag.

Introduzione .

»

V

Abb reviazioni.

»

VII

Abbreviazioni tedesche

»

IX

Specchio dei gradi .

»

XIX

Glossaj-io

))

XXI

TESTO Pag.

1

CAPITOLO

I

CAPITOLO

II

»

11

CAPITOLO

III

»

16

CAPITOLO

TV

»

46

CAPITOLO

V

})

75

CAPITOLO

VI

»

82

CAPITOLO VII

»

98

CAPITOLO VIII

»

103

CAPITOLO

IX

})

113

CAPITOLO

X

})

147

CONCLUSIONE

»

185

Pag.

193

APPENDICE DOCUMENTARIA

Premessa


566

Documento n. 1

ALESSANDRO POLITI

Besprechung der Priifungsarbeit fiir Major-Anwarter.

Pag.

195

Merkblatt fiir die Ausbildung der gcschlossenen Polizei - einheiten im Polizeikampf .

»

225

Documento n. 3

Richtlinien fiir Partisanenbekampfung.

))

231

Documento n. 4

Waldkampf

))

253

Documento n. 5

Erfahrungen aus der Partisanenbekampfung des Poi. Regiments Siid

»

279

Befehl zur Aufstellung von Jagdkommandos zur Bandenbekampfung.

»

283

Richtlinien fur die Durchfohrung der Aktion gegcn Partisanen und sonstigen Banditcn in Oberkrain und Untersteiermark

))

289

Documento n. 8

Der Kampf gegen die Partisanen

»

293

Documento n. 9

Bandenbekampfung

»

305

»

309

»

313

»

327

»

341

Documento n. 14: Bandenbkampfung

»

373

Documento n. 15: Guerillakrieg und Sabotage

»

431

Documento n. 16: Lettera a Hradetzki .

»

447

Documento n. 2

Documento n. 6 Documento n. 7

Documento n. 10: Erfahrungsbericht der SS-Kav. Division vom 11.2.43

Documento n. 11: Ein Beitrag zur Psychologic der Parlisanenkampfe in Serbien und Kroatien.

Documento n. 12: Die Gegnerbekampfung in den besetzten Gebieten des Westens u ntcr bcsonderer Beri.icksichtigung der Kommunistenbekampfung .

Documento n. 13: Merkblatt Einsatz von Flugzeugen bei der Deutschen Polizei.


1.1'. DOTTIU NI

- - - -- - - -

567

I l ·l>l ·S( ·111· 1)1 \ ·oNTR OGU ERKIGl.li\ 1936-1944

Documento n. 17: 13andcnkampf in der Operationszone /\clriati schcs Kust.enland

Pag.

449

I Capitolo

»

452

II Capitolo

»

459

III Cap itolo

»

468

IV Capitolo

»

480

V Capitolo

»

505

VI Capitolo

»

522

VII Capitolo

»

532

VIII Capitolo

»

537

Friuli .

»

549

Conclusione

»

555

»

557

ELENCO DELLE FONTI


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