M I N I S T E R O D E L LA D I FESA S T ATO
MAGGIORE
DELL ' ESERC IT O
U FFI C I O S TO R I CO
LE OPERAZION l DELLE UNITÀ ITALIANE AL FRONTE RUSSO (1941-1943}
ROMA 1977
PROPRIETA ' LETTERARIA Tutti i dintti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale sen7-<~
TIPOGRAI•IA
autorizzazione.
REG IO:-.IALE -
ROMA
-
H)77
il presente t'olume 2· stato realizzato, nel quadro dell'attività istituzionale dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito. da un gruppo di lavoro composto dal Colonnello ( aus.) Costantino De Franceschi. dal Ten. Col. t.SG ( ris. ) Giorgio de Vecchi e dal Ten. Col. ( spe) Fabio Mantoz,ani, con la collaborazione del
\
Serg. Magg. Riccardo Graziosi e del Serg. Fernando Battista.
AVVER TE NZ E
Per le parole russe, la translitterazione daUa grafia cirillica a quella latina è stata ottenuta tenendo presenti le caratteristiche fonetiche della lingua italiana e. solo in parte, la cosiddetta " trascrizione sciemifica ll , in quanto questa presuppone, per una correua pronuncia, la conoscenza sia dei suont originali, sia di alcuni particolari segni che li rappresentano. La trascrizione scientifica è stata poi del tutto abbandonata per quei nomi noti secondo una cena grafia ormai invalsa e ben conosciuta da tutti. ·ei documenti posti a corredo del testo, si è preferito lasciare la grafia o rigi nale, senza alc una variante. I.
2. Per evitare di~cordanze tra testo e documenti, ~o,·ente si è fatto uso delle abbreviazioni e dei segni convenzionali in vigore all'epoca dei fatti,
riportati nelle pagine seguenti.
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI E DEI SEGNI CONVENZIONALI
SEGNI CONVENZIONALI E ABBREVIAZIO~I IN USO NEL 1940 - 45
•
B.ltt.lglionL Ji fantL·ri.l
htg.
l. i\.
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Ba11aglionc: di fantcri:l uwno una co mpagni:1
h tg.
Comando corpo d'armata
C.A.
l
B.utaglwne bersagliai
btg.h.
Comando corpo d'armala . au totrasportabilc
C.A.at.
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Comando armata (8•)
A.
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Intendenza dcii'R• armata.
O
n
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Ballag li ont· bersaglieri mo10cicli~ti
htg.-h. mo toc.
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Bau.1glionc genio
htg.g.
~ Comando di,-isione fanteria
D .f.
~ Comando d ivisione cele re (3")
D.cl.
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ll;~uag li onc c:unicic
~ Comando divisione alpina
D .••l.
r
Comando hauaglìonc fanteria
com. btg.f.
Co rmndo fan l<:ri a div isionale
f .Df.
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com:mdo batt;•glionc mortai
com. btg .m.
Comando reggimento di fanteria
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com;lndo hattaglion<: gemo
com. btg.g.
Comando reggimento di bersaglieri
rgt.b.
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cmnando co mpagnia di fanteria
com.cp.f.
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Comando rcg~rimcnto d1 cavalleria
rgt.c.
com.1ndo compagnia armi d1 ;Kcompagnamento
com. cp.acc.
r
Comando gnappo camicie nere
gr.c.n.
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nere
coma ndo compagni;! mortai
btg.c. n.
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wmando compagnia cannoni co ntrocarro
com. cp.c.c.
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compag nia fu cilieri
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~r ba tte ria a cavallo
btr.c;w.
ct:J wmpagnL1 com;Jndn reggimento cp.c.rgt.
~ h.ltlcria ohici divi,ionalc
lm.
•
cp.h. mo toc.
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h.llt<:ri<l cannon1 corpo J'arm:lla
btr.
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cp.cr. L.
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Séi•. CC.C.
i stazione fotoele ttrica
st.fc.
rompagn ta hrr, ag licri mo toriclisri
''lu ad ro nl· cavalini
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PRESENTAZIONE
T
RA
i primi scritti pubblicati in Italia sulle operazioni del-
l" Esercito nella seconda guerra mondiale, sono da annove-
rare due studi monografìci dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito. Uno di essi comparve nel 1946 sotto il titolo (( L'8" Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (u dicembre 1941- Jr gennaio 1943) n; l'altro è del 1947 c riguarda "Le operazioni del CSIR e deii'ARMIR dal giugno 194r all'ottobre 1942 11. Elaborati c stampati sotto !"assillo dell'urgenza, nel proposito di riferire al Paese con sollecitudine sulle principali circostanze che avevano portato alla grave sconfitta dell'W Armata e sugli avvenimenti che avevano caratterizzato l'attività operativa del CSIR, i due libri non avrebbero potuto essere né completi. né esaurienti. A quell'epoca, infatti, il materiale disponibile in Archivio era scarso e mancavano, tra l'altro, molti Diari delle unità combattenti. Ancor oggi si trova qualche difficoltà a ricostruire una fedele cronologia del\ 'attività del Comando 8" Armata, del cui operato non esiste altro documento originale che una relazione compilata dal Generale Garibaldi dopo il suo ritorno in Italia. Le vicende dell'8 settembre 1943 e il proseguimento della guerra sino al 1945, con la presenza di eserciti stranieri sul territorio nazionale, avevano causato vaste sottrazioni di prezioso materiale documentario, parzialmente rcstituitoci solo verso la fine degli anni sessanta. Inoltre erano praticamente inesistenti, o comunque inaccessibili, le testimonianze dell'ex alleato tedesco e dell'ex avversario sovietico. Tuttavia, anche se incomplete c pur nella loro modesta struttura che conteneva peraltro. sia pure in riassunto, l'intero e le due manofedele racconto dello svolgimento delle operazioni grafie hanno rappresentato sino ad oggi, a giudizio di molti, una
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L(' operazioni d('/1(' unitcì ttafian(' al fronu russo ( 19-11- 1943)
delle basi indispensabili per un corretto studio della campagna di Russia. Durante i trentuno anni trascorsi dalla fine della guerra, la disponibilità di materiale di archivio c bibliografico è andata via via aumentando, così che ogni momento del grande conflitto, per tutti i fronti nei quali si è combattuto, può essere ora descritto con maggiori possibilità documentali. Per le unità italiane operanti al fronte russo, pertanto, si è presentata l'opportunità non solo di completare ed ampliare quanto di esse è stato scritto sul tamburo n nel 1946 e nel T947• ma anche dt riunire in unico volume la narrazione ciclle vicende del CSIR e dcll'8 Armata, dalla partenza dall'Italia, nel luglio 1941, sino al ritorno in Patria dell'ultima tradotta con i resti del II Corpo d'Armata, nel maggio I943· Di qui la realizzazione di quest'opera. la cui ragion d'essere non trova, però, fondamento solo nei motivi che si sono detti. Essa è stata approntata principalmente col fiducioso proposito di rispondere in modo appagante, per quanto possibile. all'appassionato interesse col quale il Paese ha sempre seguito, e segue tuttora, ogni manifestazione riguardante la presenza dci suoi soldati in terra di Russia. L'andamento delle operazioni. infatti, le vicende delle nostre dicci Divisioni, il loro ripiegamento dal Don, al Donez. a Gomel e, soprattutto. la sorte dei settantacinquemila uomini non più tornati in Patria, sono tutti avvenimenti che incidono ancora oggi sulla sensibilità degli italiani. Né ad attenuare il vivo interesse per tali fatti è bastato il gran numero di libri (oltre un centinaio), di memorie, inchieste, saggi, racconti, articoli della stampa quotidiana c periodica pubblicati dopo la <guerra. Comandan ti e ufficiali dei vari gradi, sottufficiali, graduati e semplici soldati - nella loro qualità di partecipi e di testimoni di quegli eventi - studiosi, storici, giornalisti c pubbhcisti, hanno analizzato sotto i più diversi angoli visuali tutti i momenti, si può dire, dell'attività italiana al fronte orientale, sviluppando in modo particolare, e sovente esasperandolo, il risvolto umano di ogni realtà individuale. Si è scritto in Italia molto di più sulle vicende della campagna di Russia, specie su quelle posteriori all'autunno 1942, che non per le campagne di tutti gli altri fronti messi insieme sui quali combatté l'Esercito.
Prt:st:ntazione
In così rilevante numero di opere c di scritti, tuttavia, la parte meno sviluppata e approfondita è proprio quella relativa allo svolgimento delle azioni di guerra vere c proprie, c dei dici assette mesi di effettive operazioni onorevolmente condotte dalle unità italiane, vengono generalmente ricordati solo i drammatici giorni, per nessun esercito esaltanti. della ritirata. La quale, giova affermarlo già in queste prime pagine, è stata provocata, tra l'altro, da un rapporto di forze a favore dei russi così schiacciante, come è documentato da fonte sovietica nel capitolo XV e nel Disegno n. 36, che nessun altro esercito avrebbe potuto resistere un'ora di più. Era perciò necessario colmare anche tale lacuna con la pubblicazione di un'opera ampia e documentata sulla condotta e sullo svolgimento di tutte le battaglie, piccole e grandi, alle quali parteciparono le unità italiane. Un'opera come la presente, appunto, aveflte anche lo scopo di rendere giustizia a tutti indistintamente i combattenti della campagna di Russia, a partire da coloro che erano presenti al primo fatto d'arme sul fium e Bug, nell'agosto 1941, a quelli che presero parte al forzamento del Dnieper nella battaglia di Petrikovka, alle operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez. alla battaglia di Chazepetovka per l'assestamento invernale, alla battaglia difensiva del Natale 1941, alla manovra di Krasnyj Luch, alla battaglia di Serafimovic, alla prima battaglia del Don c, infine, alla seconda, sfortunata battaglia difensiva sullo stesso fronte e alla conseguente ritirata. Un volume, insomma, contenente il fedele racconto delle azioni svolte da ciascuna delle Divisioni presen ti in Russia, dalle tre veterane del CSIR - Pasubio, Torino e Celere - alle sette giunte sullo stesso fronte un anno dopo, vale a dire le Divisioni Sforzesca, Ravenna, Cosseria, Vicenza, Tridentina, fulia e Cuneense. L'ampliamento rispetto alle due vecchie monografic è rilevabile in ciascuna delle cinque parti nelle quali è articolata la presente pubblicazione. Alcuni capitoli di essa, infatti, sono del tutto nuovi, come ad esempio quello riguardante la si ntesi delle operazioni al fronte russo, i preliminari della guerra e l'in tervento italiano, la costituzione, il trasferimento c la radunata delle unità, l'attività svolta dai Tribunali Militari di Guerra. Ma anche la descrizione delle operazioni militari, per gli scopi che si sono detti, è qui notevolmente ampliata ed arricchita di par-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I9-l'- 1 943)
ticolari finora inediti, specie per quanto riguarda l'attività dell'S" Armata, pur rimanendo invariato nella sostanza il discorso sullo svolgimento dci fatti d'arme. Il nuovo testo è stato altresì corredato, come è consuetudine dell'Ufficio Storico, da numerosi documenti: quadri di battaglia, ordini di operazione italiani e tedeschi, situazion i operative, messaggi, grafici, ccc., pubblicati ora per la prima volta. Nella narrazione figurano inoltre le più importanti azioni delle unità dell'Aeronautica, poiché i due gruppi operanti al fronte orientale, quello da Caccia e quello per l'Osservazione Aerea, facevano parte organica del CSIR, prima, e dell 'W Armata, poi ( r). L'attività bellica delle formazioni della Marina, presenti dal maggio 19~2 al maggio 1943 nel Mar Nero c sul Lago Ladoga, non era invece legata a quella delle un ità italiane di terra e le relative azioni non sono state perciò descritte in questo volume (2). Circa la maggiore disponibilità di materiale documentario e bibliografico, essa comprende tra l'altro : -
per la parte documentana :
diari di reparti, relazioni di comandanti di grandi e minori unità e di Capi di Stato Maggiore, acquisiti all'archivio dell'Ufficio dopo il 1946; documenti c carteggio sussidiario trasportati dopo le vicende del1'8 settembre 1943 dai tedeschi in Germania, colà recuperati dagli ~tatunitensi ed avviati negli USA e infine restituiti, come si è detto, verso l.a fine degli annt sessanta; diario del Comando Su premo (Generale Cavallero) acquisito all 'Archivio nel 194'> quando era già ul tim ata la stesura della seconda Monografia sulle operazioni in Russia (pubbl icata nel 1947); « Fondo Marras » costituito da documentazione ceduta all'Ufficio nel novembre 1972 dal Generale Efìsio Marras ( 1) L 'attività operativa delle unità deii"Acronautica dislocate al fronte russo ~ più estesamente descritta nel volume del Generale di Squadra Aerea G i uSEPPE SANTORO: << L"AeronaU[ica italiana nella seconda guerra mondiale », Roma, 1957. (2) Vds. pubblicazione « La Marina italiana nella seconda guerra mondiale )) , volume X f, << Attivit~ della Marina in Ma r Nero e sul L ago L1doga )), Roma, 1g62.
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Preuntazione
Addetto Militare a Berlino e, guerra durante, anche << Generale italiano presso il Quarticr Generale delle Forze Armatc germaniche n; -
per la parte bibliografica:
. opera ufficiale sovictica in sci volumi (per complessive quattromila pagine), edita fra il 1960 e il 1965, dal titolo " Storia della grande guerra patriottica dell'Unione Sovietica, 194 T- 1945 >> (« Istorija Vclikoj Otccestvennoj Vojny Sovictskogo Sojuza » - abbreviazione " IVOVSS )), con la quale. per motivi di praticità sarà d'ora in poi citata nella presente monografia); . opera ufficiale sovietica in dodici volumi (sei dci quali sono stati pubblicati dal 1973 al 1976) dal titolo " Storia della seconda guerra mondiale, 1939- 1945 •> ( " Istorija Vtoroj Mirovoj Vojny )) -abbreviazione usata: <cTVMV >>); altre pubblicazioni sovietiche di minore importanza e riviste storiche edite in URSS; " Diario di guerra del Comando Supremo delle Forze Armate tcde~c he, HJ40- T945 >> (u Kriegstagebuch der Oberkommandos der Wehrmacht- Wehrmachtfuhrungsstab)) - flcrnard & Graefc Verlag flir Wehrwescn, Frankfurt am Main, 1965); . materiale storico riguardante la campagna di Russia elencato nei sette volumi del " Saggio bibliografico sulla seconda guerra mondiale >> . pubblicato dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dcii 'Esercito. In merito alle fonti bibliografiche occorre precisare che né la IVOVSS né la JVMV fanno menzione della presenza del Corpo di Spedizione in Russia (CSTR). mentre dedicano all'8" Armata solo poche pagine. Il diario di guerra del Comando Supremo tedesco annota solo lo svolgimento cronologico delle operazioni.
*** Con la presente monografia e con quella relativa al funzionamento dci Servizi logistici (3), l'Ufficio Storico non ha la pretesa di aver esaurito e concluso l'argomento della campagna di Russia (3) UrFrcro SroR I CO nEI.Lo STATO MAGGlORE DEI.L.EStRc no: gistici delle unirà italiane al fronte russo (1941 - 19.B) >>, 1975.
cc T Servizi
lo-
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Ll' opaazioni dl'lle unità italiane al fronu russo ( 1941 -1943) -------
1941- 1943, ma ritiene tuttavia di aver fornito abbondante materiale, tutto quello oggi disponibile, per la migliore conoscenza di uno dci principali aspetti della presenza italiana in URSS durante il secondo conflitto mondiale, quello cioè riguardante le operazioni militari. Competerà poi agli storici fare opportuno uso di tale materiale per collocarlo nel più ampio contesto della storia del nostro tempo, insieme con gli aspetti politici, economici, sociali ed umani che compongono il complesso quadro della guerra. lL CAPO OELL'UFFICIO STORICO
INTRODUZIONE
2. -
G.S.
SINTESI DELLE OPERAZION I AL FRONTE RUSSO
(1941 - 1945)
Gli obiettivi strategici della Germania nella guerra da essa intrapresa contro I'URSS nel giugno 1941 erano i seguenti (1): (( L'obiettit·o principale era Mosca. Per raggiunger/o bisognat•a eliminare ogni minaccia dal nord, occorreva cioè annientare le forze russe schierate nei Paesi Baltici. occupare Leningrado e Kronstadt prit,ando così la Flotta russa del Baltico delle sue basi. Nel sud il pmno obiettù'o era l'Ucraina col Donbass (2). quindi. secondo il corso delle successive operazioni, il Caucaso con i moi giacimenti petroliferi (Disegno n. 1). (( Nei piani del/'OKW (3) veniva attribuita importa11za decisiva all'occupazione di Mosca. Questa però dot,er·a essere preceduta dalla conquista dì Leningrado. Con questa conquista t•etlÌt·ano raggiunti numerosi e importantz scopi bellici: la Flotta russa del Baltico t•enit'a privata delle sue principali basi; l'industria degli armamenti della città venit•a paralizzata; Leningrado non potet'a più servire come trampolino per una controffensit·a che ar·rebbe potuto colpire il grosso delle forze tedesche dirette a Mosca. Soprattutto per quest'ultimo motivo Le11ingrado dor•eva esser conquistata per prima. (( L'esecuzione delle operazioni previste doveva avr,enire in più tappe. Primo obiettivo era il raggiungimento della linea: KietJ con una grande testa di ponte a est del Dnieper - Roslat•- Smolemk, territorio a sud e ot•est del Lago Ilmen. (( Le prime disposizioni del/'OKH (4) riguardavano unicamente le operazioni necessarie a raggiungere questa linea. Quindi era pret'ista una pausa per dare respiro alle truppe, per riordinare i reparti (r) Dal ,•olume (( Stalingrado » del Gen. FRrEDRICH PAuu·s. pagg. I)O·ISI. (2) Bacino del Donez. (3) Sigla del Comando Supremo delle Forze Armate tedesche (OberKommando der Wehrmacht). (4) Sigla del Comando Supremo dell'Esercito tedesco (OberKommando des Heeres).
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Le operaziom delle unità italiane al fronte russo (1941 - HJ4J)
e per riorganizzare t rifornimenti. Le ulteriori operazioni dovevano essere poi condotte a seconda della situazione. << Per il Gruppo di Esercito Nord era pretùta soltanto una breve pausa. perché esso, imieme con la 18" Armata e il 4' Gruppo corazzato da un lato e l'Esercito finlandese dall'altro. dot'el'a cercare di occupare al più presto Leningrado. te In appoggio al Gruppo di Esercito Nord dovet ·ano intervenire cospicue parti dei reparti motorizzati ( ]" Gruppo corazzato) che agit·ano con il Gruppo di Esercito Centro. Questi. dopo aver raggiunto l'area di Smolemk, avevano il compito di dù,ergere verso nord e, procedendo a est del Lago Ilmen, di contribuire all' accerchiamento delle truppe russe impegnate nell'area di Leningrado e a sud- est di essa. cc L'Esercito finlandese dot•et•a in 1111 primo tempo raggiungere la t'ecchia frontiera del Paese, e proseguire da questa linea soltanto al momento dell'attacco decisivo del Gruppo di Esercito Nord contro Leningrado. L'OKW volet•a evitare c!te l'Armata finlandese, agendo da sola, potesse subire battute di arresto. " Era sottinteso che queste operazioni, oltre agli altri scopi, avessero quello di lanciare in profondità cunei corazzati per annientare le forze russe ed impedire la ritirata dei reparti nemici ancora t•alidi. Si calcolat•a che per raggiungere la linea sopra indicata accorressero da tre a quattro settimane. E si sperat•a di raggiungere M osca entro l'autunno, prima del periodo di cattivo tempo. cc Rimanet'a ancora da vedere quando sarebbe stato possibile arrit,are al Caucaso. In ogni caso, con la tempestit·a creazione di una testa di ponte a sud di Rostov. si dovet1a offrire alle truppe la possibilità di avauzare in quella direzione 11 .
Per l'URSS, invece, il problema strategico posto dall'attacco della Germania aveva due aspetti : il primo di essi riguarda il periodo anteriore alla acquisizione dei nuovi territori (parte della Finlandia, Stati Baltici, parte della Polonia, Bucovina settentrionale e Bessarabia), con una sistemazione difensiva permanente e campale organizzata entro i vecchi confini dell'URSS stessa; il secondo aspetto riguarda invece il periodo posteriore all'annessione dei citati territori (Disegno n. 2 ). Nel periodo anteriore si colloca come elemento essenziale del piano di difesa sovietico la « Linea Stalin », sistema di fortificazioni che, partendo dal Golfo di F inlandia, toccava la sponda orientale del Lago Peipus e le paludi del Pripjat, per riannodarsi poi al corso
Sintesi del/t' operazioni al fronte russo ( 1941- 1945)
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del Dnicster. La linea correva parallelamen te ai confini, per una lunghezza di J.8oo chilometri, tra il Mar Baltico e il Mar Nero. Essa non era continua come la Maginot, ma si adattava agli ostacoli naturali, specie ai fiumi, al le paludi e ai boschi. Costituiva una fascia di copertura della profondità dai 30 ai 150 chilometri; con essa facevano sistema i campi trincerati di Leningrado, Smolensk. Kiev e Odessa. Grande era la varietà del le opere cd il loro scaglionamento in profondità differiva a seconda dei tratti, risultando maggiore nel settore di Smolensk c in quello di Kiev. La linea Stai in era destinata ad assolvere un doppio compito: difensivo per proteggere le più importanti regioni della Russia occidentale; offensivo in quanto rappresentava una pedana di lancio ed una linea di partenza per eventuali attacchi ad occidente. A tergo di tale organizzazione non esistevano grandi lince naturali di ostacoli fino al Volga; al di là di q uesto fiu me erano le grandi catene montane degli Urali: a sud, il Caucaso. Ma un graduale arretramento su tali linee, che si sarebbe ispirato ai vecchi precetti di K utuzov (logorare il nemico per poi attaccarlo con grandi masse quando fosse molto lontano dalle sue basi c con le forze sparpagliate), s1 opponevano valide ragioni di carattere militare ed economico, alle quali si aggiungevano, aggravandole. quelle di politica in terna. Era facilmente prevcdibile, infatti, che la perdita in tempi brevissimi di gran parte della Russia europea avrebbe inferto, in aggiunta alle inevitabili ripercussioni morali sulle popolazioni. un gravissimo colpo al governo deli'URSS. Con l'annessione dei nuovi territori, ed ecco i1 secondo aspetto del problema strategico sovietico. la situazione cambiava sensibilmente poiché lo spostamento dei confini dell'URSS verso occidente creava davanti alla linea Stalin una vastissima regione scoperta e indi fesa. profonda dai 300 ai 500 chilometri. Ciò portava sensibile turbamento al primitivo piano dello Stato Maggiore sovietico al quale si poneva una ~ravc alternativa: schierare, cioè, la massa principale delle forze davanti alla linea Stalin, adottando u n concetto decisamente offensivo; oppure dislocare la massa stessa a ridosso o dentro la fascia delle fortifìcazioni, abbandonando all'invasore tutti i territori di recente acquisizione. Si addiven ne ad una soluzione d i compromesso. In fatti, mentre si confermava la valid ità della linea Stalin, proseguendo i lavori per il suo completamento, si spostarono ad occiden te, sui nuovi confini, numerose Grandi Unità c si provvide nel contempo a cop rire lo schieramento del le (orze con fortini, trince-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
ramenti ed altre opere campali. Si veniva a costituire in tal modo una zona di copertura molto più avanzata rispetto a quella della linea Stalin, zona che doveva anch'essa rappresentare una posizione di difesa c al tempo stesso una vasta base di partenza per un'eventuale offensiva. Più particolarmente, nel caso che la Germania avesse preso l'miziativa di una g uerra, i sovietici intendevano assicurarsi le condizioni indispensabili per logorare e disorganizzare l'avanzata nemica e resistere poi ad oltranza sulla linea Stalin. In sostanza, nella zona sovietica ad occidente della linea Stalin si sarebbe do,•uta condurre una specie di azione di frenaggio, diretta a logorare gli scaglioni avanzati nemici c ad infliggere un primo tasso di logoramento anche ai grossi in movimento od in spiegamcnto. Qualora la Russia avesse invece ritenuto conveniente agire offcnsivamcnte, lo sviluppo di tale operazione poteva prevedcrsi tenendo presente il forte concentramento di unità sovietiche nei due salienti di Bialystok e di Leopoli e le linee di facilitazione ad occidente di esse. T ale era la situazione strategica della Russia, quando il 22 giugno 1941 venne attaccata dalla Germania. Le forze schierate a quella data sugli opposti fronti (Disegno 11. 3) ammontavano a circa 7·750.ooo uomini, dei quali 3·0)0.000 germanici e 4· 700.000 russi . I tedeschi erano inquadrati in tre Gruppi di Armate e nell' Armata 11 Norvegia»; in totale 12 Armate. Esse riunivano complessivamente 145 Divisioni, delle quali H) corazzate, 15 motorizzate, 6 di sicurezza e 2 da montagna. A fianco dci tedeschi operavano inoltre le forze degli alleati finlandesi, slovacchi e romen i (circa 23 Divisioni, 3 Brigate di cavalleria, 3 Brigate da montagna e 1 Brigata motorizzata). l russi erano inquadrati in tre Gruppi di Armate che comprendevano 15 Armate. Esse erano dislocate poco pri ma del conflitto nei '< D istretti Speciali 11 di Leningrado, del Baltico, Bielorusso, di Kiev e di Odessa. Complessivamente (è, questa, una valutazione approssimativa poiché non si hanno dati sicuri) r r8 Divisioni di fanteria, 20 di cavalleria e 40 Brigate corazzate c motorizzate. In particolare lo schieramento germanico era così articolato: - all'estremo nord, l'Armata Norvegia, al comando del Generale N. von Falken horst, a sostegno cd in concorso con le forze finlandesi, aveva il compito di occupare i porti di Murmansk, sull'Oceano G laciale Artico, e di Kandalaksa, su l Mar Bianco, entram-
Sintesi delle operazioni al front e russo ( 1941- 1945)
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bi alla base della penisola di Kola, il primo libero da ghiacci anche durante la stagione invernale, il secondo collegato a Leningrado dalla ferrovia della Murmania. Inoltre forze finland esi avrebbero cooperato alle azioni tedesche i n Carclia; - nel territorio nazionale germanico, ai confini della Prussia Orientale, il Gruppo di Esercito Nord (5), comandato dal Maresciallo von Lccb, forte delle Armate 16" e 18" e del 4" Gruppo corazzato (6). Aveva i compiti di distruggere le forze sovietiche del Baltico c, attraversando la Lituania, l'Estonia e la Lettonia, puntare su Novgorod, per giungere ad impadronirsi. con Leningrado (vds. D1segno n. r), di tutta la costa orientale del Mar Baltico. La Flotta sovietica ivi stanziata sarebbe, pertanto, rimasta priva di ogni base. Lo stesso Gruppo avrebbe, poi, cooperato con le unità provenienti dalla Finlandia ed avrebbe ricevuto concorso dal Gruppo Centro. quando questo fosse pervenuto al possesso di Smolemk; - nel settore meridionale della Prussia Orientale e nella parte settentrionale del territorio del Governatorato Generale della Polonia, il Gruppo di Esercito Centro, attestato alla linea di demarcazione pattuita a Mosca nel 1939, comand ato dal Maresciallo von Bock, costituito dalle Armate 4" c 9" c dai Gruppi corazzati 2 " e 3"· Avrebbe operato sulla direttrice Bial ystok- Minsk - Smolensk- Mosca (vds. Disegno n. r ), spingendo avanti le proprie ali per sbaragliare le forze avversarie dislocate nella Russia Bianca. Quando fosse pervenuto al possesso di Smolensk, avrebbe cooperato con il Gruppo Nord, per conseguire la distruzione delle forze nemiche del Baltico e di Leningrado. Un eventuale successo di questa Grande Unità avrebbe potuto determinare effetti psicologici demoralizzanti su tutta la popol azione deli'URSS, per l'enorme valore politico ed emblematico della capitale, oltre tutto anche nodo di primaria importanza nel sistema delle comunicazioni ferroviarie; - dalla Galizia alle foci del Prut (in Romania), il Gruppo di Esercito Sud, comandato dal Maresciallo von Rundstcdt, era costituito dalle Armate 6\ tr a e 1]' e dal 1" Gruppo corazzato. Le Armate 6"' e r]', con il I Gruppo corazzato, avrebbero operato dalla Galizia verso Leopoli, Kiev c l'ansa del Dnicper (vds. Di0
seguo 11 . 1 ) . (5) Cioè " frazione dell 'esercito , , intermed io tra l'esercito intero e la singola armata, equivalente al " Gruppo di Armate " · (6) « Panzcrg ruppc )), e<1uivalentc ad una armata . l "gruppi corazzati >> furono poi denominati " Armate corazzate " ·
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( ICJ4I • 1943)
Dalla parte sovietica erano schierati a difesa cinque " Fronti>> (7) così dislocati: - Fronte Settentrionale (Armate 14", 7" e 2J'), comandato dal Generale Popov, posto a copertura del settore Petsamo- fiume Narva. Il nucleo principale delle forze era ubicato nei salienti settentrionali, verso Leningrado; - Fronte Nord- Occidentale (Armate 8", 11·' e 27"). comandato dal Generale Kuznetzov, presidiava i territori dell'Estonia, della Lettonia e della Lituania (repubbliche appartenenti all'URSS solo dal 1940 e per questo motivo la fortificazione permanente era appena agli inizi); - Fronte Occidentale (Armate J', 10" e 4"), comandato dal Generale Pavlov, schierato a copertura della più importante direttrice strategica, cioè quella diretta contro Mosca, capitale deli'URSS c importantissimo nodo di comunicazioni; - Fronte Sud- Occidentale (Armate s·'. 6•, 26• e 12•). comandato dal Generale Kirponos, posto a presidio del settore corrispondente alla linea di operazioni sud occidentale, dal fiume Pripjat a Belcc; - Fronte Meridionale (Armate r8' e 9' ), comandato dal Generale Tjulieniev, schierato a cavaliere della linea di operazioni per Odessa. Poco dopo l'inizio delle ostilità, per le difficoltà incontrate dallo Stato Maggiore Generale sovietico ad esercitare il comando diretto sui " Fronti >> fu istituito un anello intermedio della catena di comando. Furono così costituiti gli Alti Comandi : " Nord- Ovest» (Voroscilov); '' Ovest » (Timoscenko); ,, Sud- Ovest >> (Budiennj). tutti soppressi, peraltro, nell'estate 1942. Ed ecco, in sin tesi, secondo il criterio adottato dalla storiografia sovietica, l'andamento delle operazioni suddiviso in " Campagne >> , o cicli operativi. CAMPAG:-.IA oELL,ESTATE- AUT UNNO 1941. - Comprende il periodo che va dall'inizio del conflitto ai primi di dicembre 1941, vale a d1re sino all'inizio della controffensiva sovietica presso Mosca che allontanò la minaccia tedesca dalla capitale. (7) ella terminologia militare so,·ietica, con il vocaholo re Fronte " si indica un complesso di forze, operanti sotto unico comando, corrispondente ad un gruppo di Armate.
Sintesi delle operazioni al fronte russo ( '94'- 1945)
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Può essere suddivisa in due (asi: la prima, della durata di circa tre settimane, cioè fin verso la metà di luglio, durante le quali le unità sovietiche, sorprese c disorientate dall'irruenza dell'attacco tedesco, furono duramente sconfitte e dovettero ritirarsi profondamente con pesanti perdite. In tale fase i sovietici impressero eccezionale impulso alla trasformazione delle industrie e della economia, dalla produzione di pace alle esigenze della guerra, fu ultimata la mobilitazione e venne completato lo schieramento delle Armate nei Fronti prima citati; incominciò il trasferimento verso oriente delle fabbriche, delle industrie e dei depositi dalle regioni minacciate dall'attacco tedesco. Nella seconda fase (metà luglio- primi di dicembre) l'Esercito russo cominciò ad opporre all'urto delle colonne corazzate tedesche un a più valida e organizzata resistenza delle sue unità, le quali tuttavia dovettero ancora arretrare per centinaia di chi lometri, perdendo. oltre ai numerosi caduti, centinaia di migliaia di prigionieri. migliaia di carri, di cannoni, di aerei. Con tenaci battaglie difensive ed a prezzo di duri sacrifici. in questa seconda fase i soldati russi riuscirono cioè a frenare l'impeto degli attaccanti e ad imporre loro tempi di arresto, dando così modo al Comando Supremo sovietico di pianificare compiutamente la condotta della guerra ed i mezzi per operare validamente. Dopo circa sei mesi di aspra lotta e di azioni temporeggianti, le Armate sovietiche fermarono le colonne tedesche sotto Leningrado, davanti ~~ Mosca c nel settore occidentale del Doncz, creando le condizioni per il passaggio alla controffensiva nella zona della capitale. Durante questa campagna entra in azione nel mese di a({osto 1941 il Corpo di Spedizione Italiano in Russia, inquadrato 11e!l' 1 1 " Armata germanica appartenente al (( Gruppo di Armate Sud n e schierata lungo il corso inferiore del Dniester. 11 CSIR partecipò inizialmente alle operazioni per l'accerchiameuto delle unità russe rimaste tra il Dniester e il Bug nel corso del loro ripiegamento verso oriente; intervenne nella manona di Petrikovl(a, facente parte della grande battaglia del Dnieper nella quale le Armate russe tentarono senza successo di arrestare sul fiume l'avanzata germanica; prese quindi parte alle operazioni olfensit•e per la conquista del bacino industriale del Do11ez, sit1o alla occupazione dei distretti industriali di Gorlot,ka e R ykol'o, Otte avel'a termine il ciclo delle azi011i di conquista del CSIR. Entrano in questo ciclo operativo anche i comballimenti difensit'i di tmità del CSIR a Nikitoc,ka.
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T~ operazioni dd/e unità italiane al fronte russo
( '94'- 1943)
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CAMPAGNA UELL'INVERNo 1941- 1942. - Riguarda principalmente l'offensiva invernale sovietica e comprende il periodo primi di dicembre 1941- fine di aprile 1942. In tale offensiva, che si svolse su ottocento chilometri di fronte, da Kalinin ad Elez, i russi inflissero ai tedeschi pesanti sconfitte (particolarmente al Gruppo Armate Centro), avanzarono verso occidente per 150-400 chilometri; costrinsero l'avversario ad abbandonare le regioni di Mosca c di molti altri dipartimenti di Kalinin e di Leningrado. senza peraltro eliminare il blocco tedesco della città; iniziarono la riconguista delle regioni di Orel, Smolensk, della Crimea c dell'Ucraina, ricuperando molte città alla madrepatria tra le quali Kalinin, Kaluga, Kerc, Elez c altre. In Ucraina, dopo aver rotto lo schieramento della 1]" Armata tedesca, i sovietici crearono in gennaio - febbraio un ampio saliente profondo circa cento chilometri e ampio ottanta ad ovest di Izjum (sud - est di Karkov). Alla cotztroffensim delle unità germaniche per eliminare il saliente di l zjum, che minacciava la ferrOt'ia Dniepropetrovsk- Sta!ino e l'intero fronte meridionale fino al mare. parteciparo11o anche unità del CSIR. Precede11temente, nel mese di dicembre, il CSIR avez1a sostenuto la battaglia offensiva di Chazepetor'ka e quella difensim prima e poi controffensit a di Natale.
CAMPAGNA ESTATE- AUTUNNO 1942. - Comprende il periodo primi di maggio- met~J di novembre cd è suddivisa anch'essa in due fasi: la prima termina a fine giugno. In questa fase i sovietici condussero azioni offensive nei pressi di Karkov e Demj ansk, senza peraltro pervenire ad alcun risultato positivo. Nella stessa fase i sovietici dovettero difendersi contro l'offensiva sferrata in Crimea dai tedeschi che conquistarono Kerc c Sebastopoli. :\ella seconda fase, fine giugno - metà di novembre, l'iniziativa passò completamente nelle mani dci tedeschi, i quali dilagarono \'erso est sino ad occupare l'ampia ansa del Don, superarono lo stesso fiume nel settore sud ed estesero il loro controllo nel Caucaso settentrionale. Qui il movimento delle unità germaniche dovette arrestarsi , senza raggiungere il Mar Caspio, per la debolezza del supporto logistico, per l'aspra natura del terreno e per la tenace resistenza dei sovietici. Scopo dei tedeschi in guesta loro grande offensiva era di distruggere il " Fronle Sud - Occidentale )) c quello << Meridionale )), occupare le sconfinate regioni del Don e del Kuban, impadronirsi del Caucaso. forzare il Volga nella regione di Stalingrado e creare
delle operaz ioni al frontt' russo ( 1941 - 1945) - - - -Sintesi - -- - - - - --
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una situazione tale da rendere impossibile all'URSS, secondo i piani tedeschi, di continuare la guerra. Come era avvenuto un anno prima, nell 'estate 194r, le unità sovietiche dovettero nuovamente ripiegare tra furiosi com battimenti sotto l'incalzante pressione avversaria. Ma, mentre proseguivano i combattimenti difensivi sotto Stalmgrado e sulle pendici del Caucaso, i comandi sovietici prepararono i piani c le condizioni necessari per addivenire al capovolgimento delle sorti della guerra a loro favore e per passare quindi alla controffensiva generale. ' Tale controffensiva ebbe inizio il 19 novembre sul fro nte di Stalingrado, ove furono attaccate e sconfitte le Armate romene .f e 4a c ove vennero completamente circondate la 6' Armata tedesca e parte del la 4a Armata corazzata tedesca, ad essa affiancata. ln questa fase della guerra il Corpo di Spedizione Italiano in Russia venne aumentato dalla forza di un Corpo d'Armata su tre D~tùioni a quella di un'Armata, l'sa, su tre Corpi d'Annata per complessit•e dieci Ditùioui. Alle preesistenti Dit'isioni del CSIR, Pasubio, Torino e Celere. vennero cioè aggiunte le Ditùioni di fanteria Sforzesca, Ravenna, Cosseria e Vicenza e le Divìsioui alpine Tridcntina. Julia e Cuneense. Alcune di dette unità ( 33 Celere, Sforzesca e Pasubio) parteciparono alle operazioni che portarono alla conquista del bacino carbonifero del Mius - Kram yj Luclz ( 11-22 luglio); alla battaglia (combattuta tra il 30 luglio e il 21 agosto) per la eliminazione della testa di ponte sovietica di Serafimot,ic (3' Celere); alla prima battaglia difensim del Don, combattuta dal 20 agosto al 1" settembre, contro le unità sovietiche impegnate in azioni di alleggerimeuto delle operazioni in corso sul fronte di Stalingrado. Vi presero parte quasi tutte le unità del/'8' Annata e, t'erso la conclusione della battaglia, anc!Je due battaglioni defla Divisione alpina Tridentina del Corpo d'Armata alpino in cor.r:o di affluenza. L'attacco dei sot'ietici 1zon ebbe pieno successo, ma con l'ampliamento delle teste di ponte msse sulla sponda destra del Don furono create le premesse per l'ulteriore St'olgimento delle azioni offemive dell'A rmata !?ossa nefla successit•a battaglia di dicembre. CAMPAGN". DELL'IN VERNo 1942- 1943· - Durò circa quattro mesi c mezzo, esattamen te dal 19 novembre I9·P alla fine del mese di marzo 1943, e, come si è già detto, segnò l'inizio del capovolgimento delle sorti della guerra a favore dci russi. Nel corso di questa campagna essi scon fi ssero c annientarono l'ala merid1onale dello schieramento tedesco, travolgendo complcs-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte rtUJO ( 1941 • 1943)
sivarnente sei Armate avversarie, tra le qu ali anche 1 '8~ Armata italiana; liberarono la zona a nord del Caucaso, Stalingrado. Rostov e una serie di altre regioni occupate dai tedeschi nell'estate 1941 e del 1942; riuscirono anche a sbloccare in parte l'assedio di Leningrado. Con lo svolgimento e l'esito di queste battaglie l'iniziativa delle operazioni passò definitivamente nelle mani dei russi che la mantennero sino alla fine della guerra. Nel corso di questa campagna dell'itwemo '942- 1943 il Comando Supremo sovietico decise di <<accerchiare e distruggere /'8" Armata italiana e il Gruppo Operativo tedesco H ollidt ll, schierati a difesa nel medio Don. L' offensÙ'a sot'ietica. denomi11ata ~< Operazione Piccolo Saturno n, ebbe inizio l' 11 dicembre, coint,olse Te Divisioni italiane Cosseria. Ravenna, Pasubio. Torino, 3" Celere e Sforzesca, alle quali si aggiunse, chiamata combattimento durante, anche la Julia. Lo sr•iluppo di questa battaglia che fu decisiva per le sorti deii'EJ« Armata e le vicende del Corpo d'Armata alpino accerchiato il 15 gennaio 1943 nell'<cOperazione Ostrogozsk - Rossosc», sono particolarmente descritti nella parte terza, capitolo XT'. Fra il 3r gennaio e il 2 febbraio capitolarono le forz.e tedesche di Paulus a Stalingrado. La resistenza della 6" Armata e del Gruppo Armate Don permise alle Armate tedesche dislocate nel Caucaso settentrionale di sottrarsi all'accerch iamento tentato dai sovietici con la loro operazione su Rostov; l'obiettivo non poté essere realizzato dai russi « per l'indisponibilità delle forze e dei mezzi necessari n (8). Sempre nel quadro della grande offensiva iniziata il 19 novembre 1942, i russi, proseguendo nella loro avanzata verso ovest, liberarono Kursk c Belgorod cadute per manovra, e il 16 febb -aio riconquistarono Karkov arrestandosi infine circa 70 chilometri ad ovest di questa città. A partire dal 29 gennaio l'offensiva sovietica si andò frattanto sviluppando nel bacino del Donez. dove le forze tedesche furono respinte verso ovest di 130-230 chilometri. Le unità tedesche, ripiegate dal Caucaso e dall'alto corso del Doncz, avevano formato nel corso settentrionale del Donez una concentrazione di forze per tentare una controffensiva che ebbe poi successo. Il Comando sovietico, infatti, aveva valutato erroneamente che gli hitleriani avrebbero ritirato le loro forze dal bacino del Donez per sistemarle a difesa lungo il Dnieper. Sicché la controffensiva tedesc3 (definita in Germania (8) " Velikaja Otccestvcnnaja VoJna Sovers kogo Soju za (Kr:nkaja lstorija) ll , pag. 221.
Sintesi delle opaazioni al fronte russo ( 1941 - 1945)
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il u miracolo del Donez l>), giunse del tutto imprevista per 1 sovietici che persero nuovamente, a metà marzo, Karkov, Belgorod e l'area nord- orientale del bacino del Donez. ·el settore centrale del fronte i sovietici eliminarono a1 pnm1 di marzo i salienti di Rzev e di Vjazma. L'intera linea si stabilizzò quindi temporaneamente. CA~iPAGNA DELL'ESTATE- INVERNO 1943· - Si sviluppò dai pnrm di luglio a tutto il mese di dicembre. Il 5 luglio il Comando tedesco sferrò un 'offensiva contro il saliente di Kursk che i sovietici assorbirono c contennero con tenaci resistenze. Essi passarono quindi anche qui alla controffensiva con una gigantesca battaglia iniziata il 12 luglio. Erano complessivamente schierati sugli opposti fronti oltre tre milioni di uomini e la battaglia si concluse con una pesante sconfitta per i tedeschi. L'offensiva russa si sviluppò su un fronte di circa L)OO chi lometri, da Velikic Luki al Mar d'Azov. Fu forzato il Dnieper, ovc i russi stabilirono sulla riva destra del fiume una importante testa di ponte, fu completata la rioccupazione del Caucaso settentrionale e furono iniziate le operazioni per 1'allontanamento dci tedeschi dalla nielorussia. Riassu mendo, dal novembre 1942 al dicembre 1943 l'Esercito sovietico aveva riconquistato oltre la metà del territorio occupato dai tedeschi nel 1941 e nel 1942.
In attesa di riprendere l'offensiva, alla fine del 1943 le Armate russe si attestarono, all'incirca, sulla linea : ovest di Leningrado, Vitcbsk, Mozyr, ovest di Kiev, Kirovograd, basso corso del Dnicper. Le forze tedesche della Crimea erano isolate. Con l'iniziativa strategica definitivamente nelle mani dci sovietici, ai tedeschi non rimaneva altra soluzione che quella di porsi sulla di fensiva lungo il vasto fronte, su un esile <<vallo orientale n appoggiato soprattutto ai corsi d'acqua. CAMPAGNA DELL'INVERNO H)43- PRIMAVERA 1944. - Si svolse da gennaio a maggio. Comprende una grande offensiva durante la quale le unità dell'Armata Rossa riuscirono a respingere sino in Estonia le forze tedesche che da trenta mes1 accerchiavano Leningrado. Nella parte meridionale del fronte, dalle paludi del Pripjat al Mar Nero, l'azione coordinata di sforzi offensivi sovietici contro un'organizzazione difensiva invero poco profonda, eccessivamente
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
rigida e priva di adeguate riserve, permise alle unità russe di raggiungere i Carpazi a metà di aprile e di riconquistare completamente la Crimea. La nuova situazione militare ebbe incidenza in campo politico in quanto spinse Romania e Finlandia verso trattative armistiziali. Subito dopo, rispettivamente in agosto e in settembre, esse dichiareranno guerra alla Germania, loro alleata sino a qualche tempo prima. CAMPAGNA DELL'ESTATE- AUTUNNO 1944· - Abbraccia il periodo giug no - dicembre. Si completa, durante questa campagna, la riconquista da parte delle Armate sovietiche di tutto il territorio deli'URSS. Esse occupano altresì il nord della N orvegia , le regioni orientali della Polonia, parte della Cecoslovacchia, l'intera Romania e la Bulgaria. Ritenendo imminente il forzamcnto della Visto! a, ove l'Armata Rossa si era arrestata nel mese di luglio, le formazioni partigiane dell'Armija- Krajova (l'organizzazione clandestina della resistenza polacca facente capo a Londra), insorsero contro gli occupanti tedeschi e man tennero per breve tempo il controllo di Varsavia. Ma i sovietici non proseguirono subito nella loro avanzata e si fermarono circa sci mes i attestati sul fiume. Durante tale sosta ebbe luogo la repress ione nazista nella capitale polacca. L 'ampio movimento delle forze sovietiche sul resto del fronte proseguì quindi sino ad autunno, quando esse presero contatto con le formazioni partigiane jugos lave e raggiunsero altresì il cuore dell'Ungheria. I Comandi tedeschi furono costretti a progettare cd attuare una manovra ritardatrice intesa a consentire il lungo ripiegamento delle loro unità dislocate in Grecia c in Jugoslavia. CAMPAGNA DELL'INVEl{NO '944 - PRIMAVERA I945· - D opo aver riorganizzato e potenziato i dispositivi di attacco c dopo aver rimesso a punto la funzionalità del sistema logistico, il 12 gennaio i sovietici ripresero l'azione offensiva, con un certo anticipo sulla data prevista in seguito al le pressioni degli alleati occidentali che avevano subito una battuta di arresto nella loro avanzata dopo la controffensiva tedesca nelle Ardenne. Essi occuparono Varsavia il mese di genna io, Budapest in febbraio e Vienna in aprile. Un'ultima spinta offensiva portò l'Armata Rossa in prossimità di Berlino che cadde il 2 maggio.
PARTE PRIMA
LA PRESENZA ITALIANA AL FRONTE RUSSO
CAPITOLO
I
PRELIMINARI DELLA GUERRA RUSSO- TEDESCA ED INTERVENTO ITALIANO
Una lettera diretta da Hitler a Mussolini, il 20 novembre 1940 da Vienna (1), confermava l'esistenza di una costante contrapposizione tra la Germania e l'URSS, contrapposizione che gli accordi dell'agosto 1939 sembravano aver fatto attenuare. Pur esprimendo la convinzione che il conflitto tra quelle due Potenze non fosse prossimo, Hitler affermava di considerare « necessaria, come premessa per una sicura conclusione di questa guerra (2), l'esistenza di un Esercito tedesco . .. sufficientemente forte per andare incontro a qualsiasi eventualità all'est ... anche solamente possibile. Tanto più visibilmente potente è questa forza, tanto minore sarà la possibilità che essa debba entrare in azione per un simile caso imprevisto )) . Per disporre di quella forza la Germania andava concentrando sui confini dell'Unione Sovietica un sempre maggiore complesso di Grandi Unità. L'Unione Sovietica, di fronte a quella minaccia, almeno potenziale, doveva rispondere in modo analogo e proporzionato. Gli Stati collegati con la Germania seguivano l'esempio del Paese guida della coalizione e, giorno per giorno, l'urto armato appariva sempre più inevitabile. Gli Addetti Militari italiani presenti nelle rappresentanze diplomatiche di quegli Stati segnalavano il progressivo aggravamento della situazione alle frontiere. L'Addetto Militare a Mosca, il 29 marzo I94J, riferiva lo spostamento di Grandi Unità sovietiche dall'Estremo Oriente verso l'Europa e segnalava le allusioni del Generale Tiulienev alla Germania come un eventuale nemico. Anche da Bucarest, come già da Mosca, tra il r8 aprile ed il 1° maggio, era segnalato il progressivo raffittimento degli schiera(1) « Hitler c Mussolini: lettere e documenti », Rizzoli, pag. 87. (2) In quel periodo condotta solamente contro la Gran Bretagna.
3·- U.S.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - I943)
menti militari sovietico e germanico, a cavallo della frontiera occidentale dell'URSS, l'uno e l'altro appoggiati a lavori di fortificazione c stradali in corso di esecuzione. Ne veniva dedotta la conclusione che si rendesse ognora più probabile lo scoppio delle ostilità (Documento 11. 1 ) . Il Ministero della Guerra italiano riceveva il 7 maggio dall' Addetto Militare a Berlino un lungo rapporto telegrafico sulle probabili azioni di guerra della Germania, compresa quella contro l'Unione Sovietica, e sulla possibilità di coordinare questa con la guerra in corso in Africa Settentrionale. Le prccisazioni sul piano di operazioni e sugli obiettivi erano presentate in forma piuttosto circostanziata, ma era evidente che la fonte informativa alla quale aveva attinto il Generale Marras aveva cercato di sviare su altre direzioni l'attenzione del suo interlocutore (Documento n. 2). Nuove notizie giunte da Bucarest il 2 T maggio confermavano il continuo deterioramento della situazione che, nelle stesse intensificate predisposizioni militari sovietiche, trovava nuovi motivi di maggiore tensione. Un rapporto del Generale Marras, spedito da Berlino il 30 maggio, precisava che da lungo tempo era esami nata l'eventualità di un 'azione di guerra tedesca contro l'URSS, con gli obiettivi essenziali di eliminare la minaccia ad oriente e di assicurarsi rifornimenti alimentari e materie prime. La Germania si riteneva giustificata a tanto dall 'avvenuta annessione nell'Unione Sovietica degli Stati Baltici, della Bessarabia c della Bucovina Settentrionale, oltre che dall'incompleta esecuzione degli accordi sui rifornimenti pattuiti. Era prevista una durata delle operazioni contenibile in tre mesi, c forse anche minore. La data iniziale era ritenuta imminente (Documento 11. 3). Notizie analoghe provenivano da Bucarest. Sulla base di queste informazioni, alle ore 12 del 30 maggio in un colloquio con il Generale Cavallero (Capo dello Stato Magg.iore Generale italiano), Musso lini decideva di predisporre la costituzione di un Corpo di Spedizione da inviare al fronte russo ed incaricava lo stesso Capo di Stato Maggiore Generale di dare esecuzione al suo ordine. Il 31 maggio da Mosca s'informava Roma che T29 Divisioni di fan teria, 21 di cavalleria, '5 Divisioni c 36 Brigate corazzate sovietiche si trovava no ai confini, raccolte in due masse principali intorno a Bialystok e a Leopoli. probabilmente con intendimenti difensivi. Il 2 giugno, un convegno tra Mussolini ed H1tlcr non apportava né nuove informa7.ioni, né decisioni. Di quello stesso g10rno
Preliminan della guerra russo- tedesca ed mtervento ttaliano
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era la notizia da Berlino della sospensione di alcune centi naia di convogli fer roviari e dello spostamento ad oriente di altre D ivisioni tedesche, provenienti dalle zone del Mare del ~ord e della Manica. Il 4 giugno l'Addetto Militare italiano a Bucarest informava che la Legazione sovietica in quella capitale, tenendosi in continuo contatto con Mosca, sgombrava una parte dei propri archivi e ne distruggeva il rimanente. Il rapporto del 5 giugno su 11 Forza c dislocazione dell'Esercito germanico», inviato a Roma dal Generale Marras, descrive la probabile ripartizione delle D ivisioni tedesche, dislocate dalla Finlandia al Mar er o, dalla Francia all'Africa Settentrionale italiana. Di tutta quella massa soltanto 62 Divisioni, pari ad ~ del totale, non era in grado di partecipare, più o meno prontamente, ad operazioni con tro l'Un ione Sovietica. Una nuova informazione telegraiìca da Berlino, giunta alla sera del 6 giugno, riconfcrmava che, mentre gli organi ufficiali tedeschi affettavano una grande calma, l'imponente schieramento di forze mirava ad ottenere la capi tolazione sovietica in via politica. Frattanto, però, altre forze erano spostate ad oriente. Non era escluso che la situazione in atto potesse durare ancora per altre due o tre settimane. Il 9 giugno un telegramma da Bucarest segnalava a Roma che l'avvic in amen to delle uni tà sovietiche alla fron tiera ne consentiva la immed iata entrata in azione; segnalava inoltre il con tinuo esodo delle popolazioni, le ricognizioni aeree, la presenza di carri armati e riferiva inoltre di discorsi bellicosi di ufficiali sovietici. Nuove notizie da Berlino confermavano le precedenti ed indicavano per fi no come probabile d ata iniziale delle operazioni u n giorno tra il 20 giugno ed i primi di luglio ( Documento n. 4). Sulla base di tante c così concordi informazioni provenienti da varia fonte, che gli giungevano sia come Comandame Supremo c Ministro per le tre Forze Armate, sia come Capo del Governo, Mussolini, alle ore 12 del 14 gi ugno confere ndo con il Generale Cavallero, gli esprimeva la convinzione d ella a inevitabilità di un conOitto tra Germania c Russia 11 . Lo stesso 14 giugno il Colonnello Valfré, Addetto Militare a Bucarest, p rean nunciava che il fronte romeno - tedesco sarebbe rimasto, presumibi lmente, per le prime due o tre settimane, sulla difensiva e che l'inizio del conflitto era pre"isto tra il 20 cd il 25 giUgno. T
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Lt' opaa:::ioni dt'lle unità italiane al fronft' 1·usso (1941- 1943)
Il 15 giugno, a Venezia, il Ministro per gli Esteri tedesco informava il suo collega italiano dell'intenzione germanica di presentare all'Unione Sovietica richieste ultimative. In caso di rifiuto, la Germania avrebbe dato inizio ad operazioni di guerra. Nella medesima giornata, un telegramma del! 'Ufficio dell'Addetto Militare a Berlino informava che le ostilità tra Germania ed URSS avrebbero potuto essere aperte entro una settim~na. Sempre nello stesso giorno il Generale Marras, in un colloquio a tre con Mussolini cd il Capo di Stato Maggiore Generale, confermava lo stato d'animo combattivo delle forze tedesche e indicava gli obiettivi strategici loro assegnati: Leningrado, Mosca, Odessa (vds. Diseg11o 1J. 1 ) . Le notizie da Berlino si facevano sempre più circostanziate, così per le date come per i progetti operati\'i. Tra di esse, una riconfermava le intenzioni tedesche di ottenere un mi~lioramento della situazione mediterranea mediante accordi pacifici con la Turchia (Documento 11. 5). Il 20 giugno il Generale Marras comunicava quale fosse la valutazione data dal Comando Supremo tedesco sulle forze sovietiche schierate di fronte a quelle germaniche: circa 192 Divisioni. Riepilogava inoltre l'entità degli apporti militari degli alleati finlandesi, ungheresi e romeni, e preannunziava che il Corpo di Spedizione Italiano sarebbe stato inserito tra le Grandi Unità ungheresi c quelle romene, per evitarne il diretto disagevole contatto (Documento 11. 6). La sera del 21 giue-no il Generale Marras, alle ore 18;~o, telegrafava da Berlino che la fase decisiva della tensione tedesco- sovietica era giunta all'apice: Hitler stava per ricevere l'Ambasciatore dell'URSS. Esisteva ancora un filo di speranza per un'improbabile capitolazione sovietica, mal conciliabile con tutto l'apparato bellico delle due parti, schierato come fin qui è stato descritto, secondo le risultanze ufficiali di quel tempo. Alle ore 19,30 un nuovo telegramma da Berlino annunciava l'invio di una lettera di Hitler a Mussolini e l'accettazione tedesca della presenza di un Corpo di Spedizione a rappresentare l'Italia su quello che veniva già definito il c< fronte russo». Alle ore 21 dello stesso giorno 2r giugno il Generale Marras telefonava al Capo di Gabinetto del Ministero della Guerra: « Est possibile sia domani >> . All'alba di domenica 22 giugno, il Consigliere dell'Ambasciata di Germania a Roma consegnava al Ministro per gli Affari Esteri
Prelimmari della guerra russo- tede.<ea ed inten•ento ttalwno
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italiano l'annunciata lettera di Hitler a ~ussolini, con la quale il primo partecipava ufficialmente al secondo l'inizio delle operazioni mili tari contro l'Unione Sovietica. In quel messaggio Hitler esprimeva anche il suo ringraziamento per l'invio del Corpo di Spedizione Italiano destinato ad operare contro l'URSS a fianco delle Armate tedesche. " Se tale è la vostra intenzione, Duce - che io accolgo tJaturalmente col cuore colmo di gratitudine - vi sartì abbastanza tempo per poter/a realizzare, dato cile in un teatro di guerra tanto t•asto l'a va n zata 11011 potrà at't•enire d appertutto con temporaneamente >> (3). E ', questo, un riferimento al 11 piano Barbarossa l>, che prevedeva per un secondo tempo l'entrata in azione della 1 r" Armata tedesca (nella quale fu poi inserito il CSIR) nel settore meridionale del fronte. Continuava: <• L'aiuto decisit,o. Duce, lo potrete però sempre fom ire col rafforzare le t•ostre forze ue/1' Africa Settentrionale . .. l> . Concludeva: « T'i prego di far comunicare a me direttamente oppure di far concordare a mezzo dei t'ostri uffici militari col mio Comando Supremo tutti i "desiderata", i suggerimenti e gli aiuti che Il oi, Duce. t'Orrete farmi pen,enire nella presente circostanza ». Anche a Mosca, in quella stessa mattina, l'Ambasciatore del Reich si era recato al Ministero degli Affari Esteri dell'URSS per notificare, da parte del suo governo, la dichiarazione di guerra. Così informava una comunicazione telegrafica dell'Addetto Militare italiano. Intanto le tre Divisioni ital iane del Corpo di Spedizione stavano completando il loro approntamento presso i rispettivi centri di mobilitazione.
(3) " Hitler c Mussolini », op. cit., pag. ro2.
C.\PITOI.O
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L'AMBIENTE
Il tea'.ro di operazioni orientale nel quale, tra il 194r cd il 1943, combatterono alcune Grandi Unità italiane possiede come caratteristiche salienti quelle della particolare vastità, dell'uniformità c dell'assenza di rilievi montani. In esso le Grandi Unità italiane raggiunsero, come limite orientale della zona di operazioni, il corso del Don, dopo di avere attraversato la vasta distesa della pianura ucraina. La ripercorsero durante il loro ripiegamento, deviando a nord- ovest nella Russia Bianca, nella zona di Gomel- Robrujsk, donde furono rimpatriate. A sud giunsero fino quasi al Mar ):ero cd al Mar d'Azov, a nord toccarono Minsk, sul 51n parallelo. Tale ambiente era il solito caratteristico del tavolato meridionale russo, altopiano di debole elevazione media, che declina verso sud con quasi insensibile pendio, con limiti mal definiti ad occidente, come continuazione della zona pianeggiante dell'Europa centrale. Tuttavia l'assenza di rilievi montuosi non significa che quell'altopiano sia una pianura, poiché esso rivela tutta una serie di sia pure deboli ondulazioni. Queste colline, poi, a loro volta sono soggette all'erosione delle acque piovane, che formano in esse forre talora ripide ed incassate, le cc balche )) , Il tavolato è ricoperto da un profondo mantello di terra nera, formatosi per antica scomposizione di piante graminacee entro un sottosuolo costituito da fi nissima arena. E', questo, il terreno tipico della Russia, dal Mar Nero al medio Volga, fino a Saratov ed agli Urali Centrali, vero paese delle coltivazioni cerealicole. Quel fertilissimo terreno, però, quando è inzuppato d'acqua per pioggia o disgelo, diventa vischioso e difficile al transito, non soltanto per i normali autoveicoli. ma anche per i mezzi cingolati, per i quadrupedi c per i pedoni. L'elemento più cos picuo del paesaggio naturale russo è dato dalla presenza dei corsi d'acqua, decisiva per gli insediamenti demografici, per le comunicazion i, per lo sviluppo economico c che ha
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esercitato grande influenza sulla vita del popolo. Kon meno importante fu per determinare l'andamento delle operazioni mi li tar i considerate. l principali fiumi incontrati dalle unità italiane durante il periodo della loro permanenza al fronte russo sono tra i maggiori d'Europa. Da ovest ad est furono: il Dniester (1 ), il Bug (2), il Dnicper (3). il Donez (4) e il Don (5). Sono tutti tipici fiumi di pianura, con brevi piene primaverili causate dallo scioglimento delle nevi, con lunghi periodi di gelo. La debole pendenza, determinata dallo scarsissimo dislivello tra le sorgenti c la foce dei fiumi, è causa della lentezza delle correnti e della sinuosità dei lunghi percorsi. Te deriva la facilità di congelamento della loro superficie, anche per considerevoli spessori, fino a diven tare portante dell'autocarreggio c tale da far perdere a fiumi dt tanta importanza ogni valore impeditivo. Altra caratteristica generale dei fiumi della Russia meridionale è quella di avere la sponda occidentale sovrastante, talora con strapiombi di un centinaio di metri, sulla riva opposta di levante. ( 1) Sorgente nel versante scncntrionale dei Carpazi, percorso di I ·352 km. foce nel Mar Nero ad est di Odessa, bacino di 8o.ooo km\ portata media 400 m'1 al secondo, navigabile. (2) Dello più propriamenre Bug Meridionale, per distinguerlo dall"omonimo affluente della Vistola. Sorgente in Polonia, percorso di 750 km, foce nel Mar ~ero ad est di Odcssa, navigabile per gli ultimi qo chilometri. (3) Ter?.o fiume della Ru~sia dopo il Volga c quarto in Europa. Sorgente nel Rialto de l Valdai, percorso 2.201 km, foce nel Mar Nero, bacino di 504.000 km 2• Presenta clifficolt;, alla navigazione per il gelo, le rapide. i banchi di s::~hbia. (4) Sorgente presso Kursk, percorso di 1.083 km, bacino di 38.1 ~8 km2 • Confluisce nel Don ad est di RostO\'. Navigabile a valle di Izjum (quella zona fu la più settentrionale nella <.JUale abbiano operato unità italiane nel primo semestre 1942). (5) Quarto fiume della Russia e sesto in Europa. Sorgente nel Lago lvan, presso Tula, foce nel Mar d'Azo", presso Taganrog, percorso di r.87o km, bacino di 422.000 km2 • Percorre un'ampia ansa con la convessità ad est, per mezzo dclh quale si avvicina a l Volga fino alla dist:wza eli soli 6o km (tra Kalac e Sta li ngrado, oggi Volgogracl). TI corso medio del fiume attraversa una zona di basse steppe, nelle quali il leno è profondamente scavato in masse calcaree o cretacee, con ri,·c rocciose e scoscese. In <.JUesto tratto il Don ha una larghezn ,·ariabile da 100 a 300 metri, fino a massimi di 500. La portata media del fiume è di <po mJ al secondo, con il minimo nel mese di agcsto ed un altro nel periodo del gdo. E' navigabile da Kalac, nell'ansa verso est in cui ptù si avv tcina a l Volga, fino alla foce ed (; soggetto al congelamento per c irca 120 giorni all'anno.
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Le opt'razioni hl/e unità ìtaliane al fronte russo (r941- 1943)
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Nella parte settentrionale del territorio percorso dalle unità italiane, verso Tcernigov, Konotop, Sumy c Karkov, il terreno si presenta riccamente vestito di foreste, a continuazione di quelle polacche. Esse pongono una nota particolare nel paesaggio e gli conferiscono anche la caratteristica operativa di facilitare le azioni di guerriglia e di sorpresa. Nella parte meridionale di quello stesso territorio, si stende la steppa, spoglia di vegetazione arborea, percorsa dai venti, impetuosi sempre, polverosi e ardenti durante la stagione calda, sferzanti durante i lunghi mesi di gelo, quando sollevano turbini di neve gelata, che ferisce come punture di spillo. Ampie zone di quel territorio, sottratte alle foreste od alla steppa, sono coltivate a cereali, a granturco, a girasole, con la caratteristica che gli alti steli di quest'ultimo coprono alla vista ampie zone di terreno. Gli abitati, in generale ampiamente intervallati in quel vasto lembo di paese, a qualunque livello d'importanza, possedevano un rilevante valore militare, tanto logistico, quanto tattico. La presenza delle nuove città industriali, particolarmente densa nel settore operativo tenuto dal CSIR nell'inverno 194 r - 1942, offriva non solo appigli tattici per l'azione guerreggiata, ma anche riparo dalle intemperie, fabbricati idonei alle sedi degli stabi li menti logistici, nodi ferroviari per le comunicazioni a grande d istanza. Il complesso del distretto minerario- industriale di Stalino (6), bacino minerario del Doncz, o << Donbass >>, costituiva un piccolo mondo a parte per l'elevata densità de~li abitanti, per la fitta rete ferroviaria e stradale, per l'aspetto occidentale delle costruzioni, non accentrate in una sola metropoli, ma suddivise in una costellazione di alcune città di media importanza demografica, costituenti, nel loro insieme, un importante fenomeno umano ed economico. Elemento caratteristico del paesaggio di quella regione sono i cumuli formati dallo sgombro dei detriti delle miniere carbonifere, accumulati in elevati coni, eretti in prossimità delle cave stesse. La ricchezza delle risorse carbonifere di quella zona rappresentava, allora, oltre la metà della produzione totale dcli'URSS e s'integrava con la presenza dei giacimenti ferrosi di Krivoj Rog. situati all a non rilevante distanza di circa 300 ch ilometri. L 'industria chi-
(6) Stalino, già denominata Jusovka quando era un villaggio agricolo, porta ora il nome di Donezk. Era già allora una grande città di centinaia di migliaia di abitanti.
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mica era rappresentata da un vastissimo impianto per la produzione di azoto sintetico a Gorlovka e quella meccanico- siderurgica da una fabbrica di rotaie c locomotive ferroviarie a Rykovo (7). Il carattere di spiccata modernità industriale dell'intera zona del Donez, nella quale le unità italiane operarono tra il novembre 194 r cd il luglio 1942, era fortemente contrastante con quello agricolo tradizionale della :::ona del Don, nella quale si combatté dall'agosto 1942 al gennaio 1943· In questa plaga scarse erano le città, ricoprenti importanza puramente locale. Le loro costruzioni, ampiamente intervallate, erano rimaste quelle caratteristiche m legno, con uno o due piani, e vi spiccavano soltanto i moderni fabbricati scolastici, in gran parte adibiti ad ospedali militari o secli di comandi. La popolazione agricola viveva raccolta in villaggi di varia importanza, disseminati nella steppa, proprio per facilitare gli abitanti nei quotidiani loro trasferimenti sul lavoro. Caratteristiche essenziali del clima russo sono le forti differenze tra le temperature invernali c quelle estive, e la relativa uniformità di esse su vaste distese di territorio, in evidente rapporto diretto con la monotonia delle sue forme. Se la Russia meridionale gode il beneficio di un'estate più precoce c più lun ~a, d'inverno è soggetta a temperature non meno basse di quelle delle regioni artiche (Voroscilovgrad: -40,8; Poltava: - 31.~). L'inverno russo è quasi dappertutto più rigido che nelle altre zone europee di pari latitudine per effetto dell'influenza esercitata dalle correnti fredde provenienti dall'interno dell'Asia. Le linee isoterme invernali seguono l'andamento dci meridiani, sì che in Ucraina, situata più a orieme, la temperatura media di gen naio è in feriore a quella riscontrata a Capo Nord. L'inizio della stagione invernale è generalmente precoce. Le prime gelate incominciano a verificarsi verso la fine di settembre. Per effetto del gelo, quando il fenom~no arriva a durare per intere giornate, l'atmosfera si fa asciutta. La frequenza di venti impetuosi e di bruschi sbalzi della temperatura sono le cause di ma~gior disagio di quella stagione. Essa, però, è la più favorevole alle comu-
(7) La cin:ì contava quasi 100.000 abitanti. La sua denominazione prcri,·oluzionaria di Jenakic,·o, mutata in R} kovo prima e Ordzonikidse poi, durante il periodo di occupazione era tornata a quella di R ykovo. Ora è stato ripristinato il primo nome. Si tratta di questo argomento in guanto sulle carte geografiche è possibile trovare qualunque dci tre nomi.
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Le operazioni de/h· unità italiane al fronte russo ( 1941 - H)t]}
nicazioni, per effetto del gelo, che rende compatto ed ovunque praticabile il terreno c che, congelando profondamente la superficie dei fiumi, li rende attraversabili in ogni punto. Allo sciogliersi delle nevi, nel periodo della u raspùtitza )) o del fango, il terreno della Russia meridionale diventa tutto impercorribile, non escluse le strade, anche se acciottolate. La sola autostrada allora esistente (Kiev- Brjansk- Mosca) conservava la condizione di percorribilità. Un breve intervallo di primavera, soli tamente nel mese di aprile, segna il periodo più asciutto dell'anno. Il disgelo improvviso provoca nei fiumi piene, talora rovinose. Nel mese di giugno, il rapido aumt:nto della temperatura provoca una forte evaporazione delle acque superficiali c perfino l 'abbassamento della falda freatica. La vegetazione si sviluppa rapidissimamente ed il tcport: dell'ari a uguaglia quello dcii 'Europa occidentale. In quel periodo si verificano frequenti e violenti temporali e la pioggia, che il terreno non riesce ad assorbire. agisce su di esso erodendone la superficie. Le temperature medie estive sono simili a quelle della pianura padana, compresi i massimi di questa. Però, l'estate rimane il periodo più um ido dell'anno, in quanto le precipitazioni piovose oscillano tra' /; e 2 / 5 di quelle dell'intera annata. La popolazione era quasi tutta di ceppo slavo, salva la presenza di piccole minoranze di ebrei e di tedeschi; però in Ucraina la grande maggioranza (8o 0 o) era costituita da ucraini, che parlavano la loro lingua distinta, se pur simile, da quella russa. I tedeschi cercavano di favorire la ripresa di quel la nazionalità, con evidenti scopi politici futuri. Tutte le attività inerenti alla vita civile consociata apparivano in grandissima crisi o addirittura inesistenti. L'autorità occupante era dotata di ogni potere, anche perché le autorità sovietiche centrali avevano fatto ritirare tutte le persone investite di cariche pubbliche, abbandonando a se stessa la popolazione civile. G li occupanti dovevano farsi coadiuvare da elementi locali, compresi quelli arruolati in un corpo di polizia, molto screditato presso la popolazione che lo vedeva asservito agli stranieri . Questi, a loro volta, non lo tenevano in grande considerazione, in quanto ne constatavano la scarsa fedeltà. Ad accentuare i disagi della popolazione si aggiungeva l'intervento dell'autorità tedesca di occupazione, che emetteva bandi di prccettazione per l'invio al lavoro in Germania. al quale erano sog-
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getti uomm1 e donne, con scarse eccezioni. Non furono infrequenti le richieste di russ i di essere assunti al servizio di unità italiane allo scopo di sottrarsi a quella forma di deportazione. Nei rapporti con gl i occupanti italiani, la popolazione si comportava assai correttamente e rari furono i casi di scontro diretto, anzi era piuttosto facile che si stabilissero termini cordiali, od almeno di reciproca sopportazione.
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L'AVVERSAR IO: CENNI SULL'ESERCITO SOVIETICO (1941- 1942)
I principi disciplinari che regolano la vita dell'Esercito sovietico durante la seconda guerra mondiale, non si discostano sostanz ialmente da quelli in vigore negl i eserciti delle altre Nazioni in quanto le Forze Armate di ogni Paese hanno in comune - indipendentemente dai rispettivi ordinamenti politici - gli stessi obblighi fondamentali connessi con la funzione militare, vale a dire la fedeltà alla Patria, secondo un impegno consacrato dal giuramento, la rigorosa osservanza dei doveri della subordinazione, che comporta la sottomissione di ciascun g rado al grado superiore, il dovere del comando c il dovere dell'obbedienza esercitati ai vari livelli della gerarchia nell'interesse comune del servizio. L'ordinamento d eli 'Esercì to sovietico prevede l'esistenza d i Grandi Unità regolari c Grandi Unità territoriali. Le prime, ad organici com pleti sono composte, oltre che dal quadro permanente , da personale di leva a reclutamento nazionale. Le seconde sono normalmente costituite dai soli quadri che in determinati periodi dell'anno ricevono, inquadrano c addestrano il personale isc ritto ad una speciale ferma ridotta. L 'obbligo militare è generale e personale, dal I9° al son anno di età, e va da un minimo di due anni (per l'Esercito) ad un massimo di cinque anni (per la Marina). L 'intero contingente di leva riceve l 'istruzione premilitare. Per quanto riguarda le unità presenti all'inizio del conflitto non si hanno notizie sicure, data la tradizionale riservatezza dei russi sulle loro questioni militari. L'ordinamento dell' Esercito sovietico d'anteguerra, secondo il Servizio In formazioni dell 'Esercito italiano, era comu nque il seguente : Corpi d'Armata 50-55, su 2, 3 o 4 D ivisioni; Divisioni di fanteria da 170 a 200, tutte tcrnarie; Corpi d'Armata corazzati 9· su 2, 3 o 4 Di visioni corazzate; D ivisioni d i cavalleria 32, su 2 Brigate d i cavalleria ; Brigate corazzate so,
Ccu·t•ersano: cenni sull'Esercito JOt'lt'IICO
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su 3 battaglioni carri; battaglioni paracadutisti 13 (aumentabili a 18); Divisioni di fanteria aviotrasportate T. Nell'Annesso 1 al presente capitolo (pag. 55) sono riportati i dati riguardanti le formazioni organiche eli alcuni reggimenti e di alcune tra le principali Grandi Unità (anno 1941 ), sempre secondo dati del Servizio Informazioni dell'Esercito. Nel novembre r942, quando cioè i sovietici passarono alla controffensiva dando inizio ad una serie dì grandi operazioni il cui esito segnò il capovolgimento in loro favore delle sorti della guerra, la forza dell'Armata Rossa era la segue me ( 1): Combattenti nell'Armata Rossa . n. 6.124.000 Artiglierie (esclusi 1 lancìarazzi multipli e i mortai da 50 mm) )) 77·734 Carri armati c semoventi . \) 6.9)6 Velivoli da combattimento )) 3· 2 54 Inquadrati nei " Fronti >> vi erano: Divisioni Brigate fucilieri, Brigate corazzate c meccanizzate autonome Corpi corazzati e meccanizzati Nella riserva strategica vi erano: Divisioni Rri gate fucilieri e Brigate corazzate autonome Corpi corazzati e meccanizzati
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T sovietici suddividono l'arte militare in tre parti: la strategia, l'arte operativa e la tattica. Su tali basi essi codificano la loro dottrina militare, di cui si riportano qui alcuni principi fondamentali tra quelli adottati durante la seconda guerra mondiale (2). Tra le due tradizionali branche della scienza militare, cioè la strategia che tratta dello studio della condotta della guerra sotto tutti gli aspetti (c non solamente di quello militare) e la tattica che riguarda invece solo il combattimento, i sovietici inseriscono l'arte operativa, vale a dire la << teoria e la pratica di organizzare e condurre le operazioni di un "Fronte" (gruppo di Armate) o di una Armata >>. Secondo i sovietici la guerra moderna richiede che tutte le risorse della Nazione, materiali e morali, siano mobilitate. Naturalmente la ( 1) Secondo dati desunti dali'IVOVSS. (2) Bibliografia: IVOVSS: R.wMOl"D L. G.\RTHOFF: trinc )), \Vashington D.C., 1952.
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So\ iet Military Doc-
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Le opuazioni delle unità italiane al fronte russo ( '94' - J()43)
condotta della guerra non può, in tale situazione, essere compito esclusivo degli organi militari. Il carattere generale della g uerra ha determinato una più stretta fusione delle attività direttive politiche, militari ed economiche. Questo tipo di direzione può realizzarsi positivamente soltanto nel caso in cui quelle attività siano accentrate nelle mani del supremo potere politico, in grado di organizzare ed impiegare tutte le energie del Paese per la condotta della guerra. La regolamentaz ione militare sovietica stabilisce che " il combattimento offensÙ'O costituisce l'aspetto fondamental e delle operazioni dell'Armata Rossa '' · Og ni guerra, secondo i sovietici, sia essa offensiva che difensiva si propone di sconfiggere il nemico, ma solo una travolgente offensiva lanciata con una schiacciante superiorità di forze e di mezzi nella direzione principale e porlata avanti da un implacabile inseguimenlo può condurre all'annientamento totale delle forze e dci mezzi del nemico. L'offensiva strategica è perciò il fondamentale metodo operativo delle Forze Armate dell ' URSS; essa è eseguita, di norma, mediante alcune grandi operazioni condotte da gruppi di <c Fronti '' · Durante l'ultima guerra i sovietici lanciarono importanti offensive articolate su due o tre operazioni strateg iche, sia contemporanee che in successione. Le operazioni strategiche condotte dai sovietici furono di diversi tipi; le più frequ enti furono le azioni di accerchiamento di grosse aliquote di forze nemiche. L'accerchiamento era realizzato con sforzi esercitati secondo direttrici convergenti, mediante lo sfondamento contemporaneo del fron te e il successivo sviluppo degli sforzi in profondilà ed a tergo della principale aliquota di forze nemiche; oppure con sforzi combinati, frontali e avvolgenti, allo scopo di sospingere le forze avversarie verso zone di difficile percorribilità o verso il mare. I preparativi per la pianificazione delle offensive nelle quali sono impegnati Gruppi di Fronti richiedono normalmente circa due mesi di attività degli Stati Maggiori. Dopo di che si effettua la riunione delle unità partecipanti all'attacco, che ha normalmente luogo ')O- 6o chilometri a tergo delle basi di partenza, per essere poi trasportate al fronte poco prima dell'inizio dell'operazione. Nell'offensiva si pianificano quattro fasi: preparazione, assalto, consolidamento dell'offensiva, sfruttamento del successo. La durata della preparazione va da n1ezz'ora a sci ore. In essa si mquadra la u offensiva di artiglieria l> che peraltro non è presente sC'!tanto in fase di preparazione, ove assume importanza determinante, ma in tullc le fasi dell'operazione, spostando il tiro in aderenza
L'at•vasario: c~nni sull'Eurcito sovietico (H)41- 1942)
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all'avanzata della fanteria e dei carri. Così nella '' offensiva aerea» l'aviazione interviene sugli obiettivi situati al di là della gittata dei cannoni c sposta i propri bombardamenti in avanti in misura che li sposta l'artiglieria. Per l'assalto, effettuato dalla fanteria sempre in cooperazione coi carri, i sovietici usano concentrare il maggior numero di forze per sferrare il colpo decisivo nella direzione ritenuta più valida, realizzando un urto di massa. In caso di tenace resistenza avversaria le posizioni vengono aggirate ad ondate successive sino a consolidare il successo del la prima ondata. Durante la fase di consolidamento si respingono soprattutto i contrattacchi dell'avversario, si occupano punti importanti di difesa, mirando sempre all'annientamento sistematico dci resti del nemico. Si sfrutta il successo col mantenere attiva cd operante l'azione offensiva su tutta la profondità dello schieramento avversario, che deve essere sempre inseguito, accerchiato e distrutto. Il settore di attacco di una Divisione di fanteria dell'Esercito sovietico ha normalmente un'ampiezza che va da 1,5 a .'3 km, mentre per quanto ri~uarda il rapporto delle forze in campo la regolamentazione sovietica (d'anteguerra) prescrive che le forze dell'attaccante debbano essere da quattro a sci volte superiori a quelle del nemico. Fino al 1942 l'ordine di combattimt:nto comprende il cc gruppo d 'urto>> incaricato di attaccare sull'asse principale c il " gruppo di fissaggio >l che impegna il nemico con unità di assalto su una direzione secondaria per impedirgli di concentrare i suoi sforzi contro il gruppo d'urto. Nella Divisione il gruppo d'urto comprende i due terzi o i tre quarti delle unità di fanteria (non meno di due reggimenti di fanteria), mentre il gruppo di fissaggio non comprende generalmente più di un reggimento. Questa ripartizione dell'ordine di combattimento viene modificata guerra durante, appunto nel 1942. Nel nuovo '' Regolamento di combattimento della fanteria )) adottato in tale anno si afferma che « la concezione dei gruppi d'urto e dci gruppi di fissaggio così come risultava dal precedente re~ola mento portava all'inattività delle unid'1 di fissaggio nella battaglia. Il nuovo regolamento sopprime pertanto la suddivisione in unità d'urto e unità di fissaggio ed impone la concentrazione delle forze, della potenza di fuoco e degli altri mezzi bellici tutti nella direzione principale, con forze minime nelle direzioni secondarie )) (3). (~) Tale nuo\·a concezione dell'ordine dr combattimento nell'attacco, i russi lo apphichcranno nel dicembre 1942 nella o perazione " Piccolo Saturno l> contro 1'8" Armata iraliana (vds. capitolo XV).
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 194E- 1943)
Lo stesso nuovo regolamento del 1942 abolisce lo schieramento in profondità nel dispositivo di combattimento dal plotone alla Divisione compresa. Tale regolamento prescrive invece l'attuazione di una esigenza fondamentale e inderogabile, vale a dire la partecipazione simultanea al combattimento di tutti gli effettivi della Divisione c della loro potenza di fuoco, dall'inizio sino alla fine della battaglia. Ciò non esclude la formazione di attacco per scaglioni, particolarmente al livello del Corpo d'Armata e dell'Armata, in cui vengono impiegati i secondi ed i terzi scaglioni (generalmente composti da Divisioni motorizzate, appoggiate dall'artiglieria c dall'aviazione). Pur prescrivendo che solo il combattimento offensivo può portare all'annientamento del nemico, la regolamentazione sovietica (« Regol amento di combattimento della fanteria>> del 1942) considera la difesa come una delle forme di combattimento della guerra moderna (4) a cui si può ricorrere per economizzare forze a favore di operazioni offensive su altro settore del fronte, per guadagnare tempo onde concentrare le forze necessarie all'offensiva, per mantenere il possesso di determinate zone importanti, per disorganizzare il nemico in fase offensiva prima che passi all'attacco. Tuttavia la dottrina sovietica prescrive, in ogni regolamento di campagna, che occorre passare comunque appena possibile alla controffensiva. Il cc Regolamento sul servizio di campagna » del 1940 prevede due forme di difesa: una rigida e una mobile. La difesa rigida si propone di mantenere terreno con un a tenace resistenza accompagnata sempre da contrattacchi. La difesa mobile si attua allo scopo di guadagnare tempo, indebolire il nemico, preservare le proprie forze anche perdendo terreno. L'organizzazione difensiva adottata dai russi nella seconda guerra mondiale non è sostanzialmente diversa da quella in vigore negli altri eserciti, pur con una diversa denominazione dei vari aspetti dell'organizzazione stessa. Così, ad esempio, un'Armata in difensiva è organizzata normalmente in due zone, un a di avamposti cd una di difesa, nella quale sono fissate una zona di difesa principale ed una o più zone di difesa secondaria in relazione alla sensibilità delle posizioni da difendere.
(4) Anche prima del 1942 esisteva, ovviamente, una Jottrina sovtcttca sulla difensiva ma non le si attribuiva eccessiva imponanza tanto che i programmi addestrativi dell'Esercito erano sostanzialmente basati sull'offensiva.
L'avz,ersario: cenni sull'Esercito sovietico ( 1941 • 1942)
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Gli avarnposti hanno una profondità di circa 20-25 km davanti alla posizione principale con la funzione di ritardare la progressione avversaria col concorso dell'artiglieria, dell'aviazione e dei campi minati. Spetta invece alla zona di difesa principale (profonda circa un chilometro e mezzo) il compito di arrestare l'avanzata nemica. E' caratterizzata da punti fortificati isolati che battono col fuoco l'intera zona, c da una robusta difesa anticarro. Sia nella zona principale quanto nelle zone secondarie sono predisposte numerose posizioni di ripicgamento. Le unità corazzate sono sempre schierate a tergo per contrattaccare eventuali penetrazioni nemiche. La dottrina militare sovietica prevede l'esistenza di riserve strategiche nelle mani del Comando Supremo, dei Comandi di Gruppo di Armata e di Armata; di riserl'e operatù,e a disposizione dci Comandi di Corpo d'Armata; di riserve tattiche nei Comandi di Divisione c unità minori. La regolamcntazione adottata guerra durante prescrive che c, le riserve hanno la funzione di respingere gli attacchi di sorpresa del nemico soprattutto sui fianchi c nei punti di giu nzione di due settori, di appoggiare le unità in combattimento cd anche di sv iluppare e consolidare i successi ottenuti >> . Circa i procedimenti tattici adottati dai russi nella realtà del campo di battaglia, una attendibile testimonianza diretta è quella dell'Addetto Militare italiano a Bucarest, che ha seguito da vicino le operazioni dell'Esercito romeno contro le unità russe durante il primo mese di guerra. Tale testimonianza è contenuta in una serie di appunti annotati in prima linea (dal 22 giugno al 22 luglio 1941), c poi trascritti allo scopo di fornire al nostro Corpo di Spedizione in affluenza al fronte orientale utili notizie sull'avversario che i soldati italiani si accingevano a combattere. Essa assume particolare valore (e per questo la si pubblica integralmente nell'A 11nesso 2 al presente capitolo, pag. 58) non solamente per le valutazioni ed i molti dati che contiene sulle Forze Armate sovietiche, ma anche perché- dopo solo un mese di guerra, quando cioè le Forze Armate tedesche che avevano percorso l'Europa con folgoranti vittorie sembravano oramai imbattibili l'Addetto Militare italiano a Bucarest esprime fondate perplessità sull'imminenza del collasso dell'Armata Rossa, previsto invece dal Comando Supremo tedesco. 4· -
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Le o{'erazioni delle unitrì italiane al fronte russo ( r94r - 1943)
In linea generale, per i sovietici le retrouie ((( tyl ~> ) non coincidono solamente, come in altre dottrine militari, con la fascia posteriore dell'area della battaglia ove è schierato l'Esercito di campagna, ma con tutto il territorio nazionale che in tempo di guerra deve essere riorganizzato su una base militare e posto al servizio del fronte. Il che coincide col già citato principio fondamentale di guerra sovietico secondo il quale durante un conflitto armato deb~ono essere mobi litate tutte le risorse materiali e morali della Nazione. In senso più limitato spetta alla catena dei Servizi combattenti dislocati nelle immediate retrovie del fronte fare in modo che in cc ogni circostanza le retrot'Ìe soddisfino ai bisogni delle truppe» . I Servizi delle retrovie sono posti sotto il comando di un capo delle retrovie che coordina l'attività dei capi servizio ai quali spetta dirigere e assicurare i rifornimenti della rispettiva branca. La precedenza logistica nei rifornimenti è data alle munizioni c al carburante.
Nel mese di maggio 1942 il Comando del Fronte Ovest trasmetteva cc A tutti i Comandanti delle Armate, ai Comandanti di Divisione c dci reggimenti >> dipendenti, un<4_ Direttiva contenente i cc Principi dottrinali sovietici per l'azione offensiva » nella quale era detto tra l'altro: 11 1 . - L'esperienza tratta dai combattimenti dimostra che il successo dell'attacco è possibile soltanto a condizione: di un'accurata ricognizione della difesa nemica. di un'accurata preparazione dei reparti al combattimento, di un'ottima cooperazione fra tutte le Armi, di un'organizzazione tale da assicurare la cor1tinuità dell'azione di comando e del flusso logistico. cc Per preparare accuratamente tm attacco bisogna it1 primo luogo: conoscere bene il nemico e il suo sistema di difesa; scegliere esattamente la dirett1'ice principale d'attacco e concentrare in segreto, iu corrispondenza di essa, forze e mezzi; portare le truppe sulle basi di partenza al coperto dell'osservazione at't'ersaria e assicurare la sorpresa dell'attacco; curare nel dettaglio la cooperazione fra la fanteria, l'artiglieria, i carri armati, l' auiazione e i reparti speciali; pianificare il fuoco d'artiglieria e il sistema di fuoco della fanteria attaccante in modo continuo e massiccio; organizzare attentamente la difesa c j a e c f c.
L'avversario: cenni sull'Esercito sovietico ( 1941 · r942)
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« 2. - L'artiglieria, i mortai e il fuoco dei lanciarazzi multipli hanno in attacco un'importanza decisit'a. « Il successo dell'intervento offensit•o delL'artiglieria è possibile se la fanteria e i carri attaccano a loro tJolta insieme all'artiglieria. « Il successo dell'attacco della fanteria dipende soprattutto dall'impiego efficace delle armi in possesso alla stessa fanteria . « 3· · L'attacco di nuclei di difesa e di capisaldi è impresa molto complessa che richiede, oltre a coraggio, un'ottima preparazione dei reparti . .. « 4· - I contrattacchi del nemico sono di norma appoggiati da carri armati. Pertanto bisogna aver speciale cura nell'assegnare armi per la difesa c j c ai dispositit'i in attacco. Nelle mani del comandante di dit1isione e di reggimento det;e esservi costantemente una aliquota di mezzi c/ c. « 5· - Appena si profila il successo del nostro attacco, il nemico impiega come contromisura la sua aviazione. Ciò richiede che si organizzi attentamente la difesa c / a. « 6. - ... Nel corso dell'attacco , speciali gruppi di ricognizione
devono essere distaccati con i primi scaglioni, per l'infiltrazione all'interno delle difese nemiche e la raccolta d'informazioni sul suo sistema difensivo in profondità. « Sui fianchi scoperti det1ono essere distaccate pattuglie di ricognizione aventi il compito di indim.duare l'afflusso delle riserve nemiche. « Ai fini di una tempestÌt;a trasmissione dei dati raccolti, questi gruppi ricognitit•i devono esw·e muniti di radio, di telefoni e di razzi da segnalazione colorati. « Gli aerei da ricognizione e dell'artiglieria devono controllare di continuo il campo di battaglia, lo spostamento di mezzi di fuoco, di carri, di artiglierie ed individuare l'afflusso delle riserve nemiche. I dati raccolti dalla ricognizione aerea vanno trasmessi per radio e comunicati mediante messaggi at~iolanciati sui posti d'osservazione o di comando. « Gli stati maggiori devono organizzare la raccolta dei dati raccolti dai vari tipi di ricerca compreso quello delle truppe speciali. elaborarli tempestivamente ed informare il comandante. Per i compiti ricognitivi sussidiari è sempre necessario avere una riserva eli mezzi eli ricerca. « 7. - Il successo dell'attacco di pende in gran parte dalla sor-
presa. Per attenerla è necessario in primo luogo mantenere segreta
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo ( 1941 - '943)
tutta la preparazione dell'attacco, celare i propri intendimenti ed ingannare l' at'(!ersario. cc 8. - Se nella difesa tJemica r·i sono delle fortificazioni pennanenti, per non subire ingenti perdite nel tentativo di conquistarle, t'anno impiegate 1-2 squadre d'assalto per ogni battaglione fucilieri attaccante in primo scaglione. « Ciascuna squadra d'assalto consiste di: a) un nucleo per la distruzione dei reticolati e lo sminamento dei t'OI'chi. Per ogni mrco occorre un nucleo speciale; b) un nucleo di copertura. Nella squadra d'assalto è bene ar,erne 2- 3 di tali nuclei, ciascuno su 2- 3 uomini armati di moschetti automatici o mitragliatori; c) un nucleo per la distruzione delle fortificazioni difemive. cc Ciascuna squadra d'assalto è appoggiata o rinforzata da 2-3 carri e da 1-2 pezzi cfc. " Malgrado l'importanza decisit'a dell'artiglieria, la fanteria det'e cercare di farsi strada col fuoco dei mortai, delle mitragliatrici e dei fucili eliminando i centri di fuoco e di resistenza rimasti efficienti. << Di norma il fuoco della fanteria det'e essere a massa; esso deve essere impiegato non soltanto per distruggere obiettit'i noti ma anche per battere aree in cui è probabile la presenza di centri di fuoco pericolosi per il sttccessù'o movimento in avanti. << Il comando dei mortai da 120 2· centralizzato nelle mani del comandante dell'artiglieria divisionale, quello dei mortai da 82 mm nelle mani dei comandanti di reggimento. Ciò cotJSente di avere una poderosa aliquota mortai e di portare i concentramenti di fuoco sugli obiettit;i più importanti. Nello sr·iluppo della fase di rottura il comandante di dit•isione può passare una parte dei mortai da 120 ai comandanti di reggimento, mentre questi ultimi possono a loro t•olta decentrare parte dei mortai da 82 mm ai dipendenti comandanti di battaglione. « Nell'impiego dei carri è necessario: 1) utilizzar/i sulla dù-ettrice principale. L'attacco corazzato deve essere improt•tùo e massiccio; 2) è categoricamente vietato lanciare i carri contro le difese senza prima at,er accuratamente effettuato la ricognizione degli itinerari adducenti al margine anteriore e senza auer controllato che non vi siano ostacoli cf c. Per la ricogtlizione del terreno e della sua percorribìlità, per accertare la presenza di campi minati t•anno impiegati carri leggeri T- 6o e T- 26. Per una ricognizione profonda,
L'avversm·ìo: cenm sull'Esercito sovietico ( 1941- 1942)
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per il controllo della presenza di artiglieria c f c nem1ca, devono essere impiegati carri T- 34 e KT'; 3) l'attacco carrista det•e essere accompagnato in tutta la sua profondità dall'aviazione e dall'artiglieria. Prima dell'inizio dell'attacco la difesa cfc del nemico deve essere rzeutralizzata. Tutto ciò che si rivela durante l'attacco carrista deve essere distrutto dai pezzi di accompagnamento, dall'artiglieria, dai razzi multipli, dai mortai, dalle mùragliatricì e dall'aviazione. cc Il dispositivo di combattimento carrista t'a scaglionato in profondità. Il primo scaglione è costituito di solito da carri pesanti. Compito principale dì tale scaglione è quello di neutralizzare la difesa c f c rimasta e di scotu'olgere il sistema di fuoco nemico. (( Il secondo scaglione è formato da carri medi. Esso attacca direttamente dietro il primo scaglione. completa la neutralizzazione e l'annientamento della difesa c/ c, elimina i centri di fuoco e la fatzteria nemica. c< Il terzo scaglione consta di carri leggeri. Esso segue il secondo scaglione e ha d ietto di sé la fanteria, proseguendo l'azione di neutralizzazione ed annientamento. c< lA riserm corazzata è nelle mani del comandante che organizza l'attacco sulla direttrice principale. cc Il primo scaglione attacca il margine anteriore quando la fanteria è pronta per l'attacco, mentre l'artiglieria trasporta per l'ultima volta il fuoco dal matgine anteriore sulle difese più arretrate. « Nel caso che il margine anteriore della difesa sia a tergo di ostacoli c/ c insormontabili e grandi ostacoli naturali. i carri attaccano dopo che la fanteria, in cooperazione con l' artij!lieria e l' at•iazione, ha forzato il margine anteriore e permette ai carri il superamento dell'ostacolo c / c. cc Alcune questioni relatit e alla condotta del combattimento d'attacco. cc L'artiglieria, dopo la neutralizzazione deC!Ii obiettivi individuati sul margine anteriore e sulle posizi011i subito retrostanti, su segnale del comandante di dit'isione effettua alcuni falsi trasporti di tiro verso il tergo. Al momento dell'ultimo ritorno di fuoco dal tergo sul margine anteriore il primo scaglione carri inizia il movimento dalle posizioni di partenza. cc Il de{i1zitit·o allrmgamento del tiro det'e coincidere con il ,·aggiun_gimento del margine anteriore da parte del primo scaglione carn cc Il secondo scaglione carri oltrepassa in quel mentre i dispositit•i d'attacco dei battaglioni di fanteria retrostanti. La fanteria in-
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte nmo (H1·fl - 1943)
comincia il movimento per l'attacco dietro il secondo scaglione carri. « Il terzo scaglione carri supera la fanteria proprio davanti al margine anteriore della difesa nemica. « I primi scaglioni dei reggimenti fucilieri, senza sostare ml margine anteriore, continuano il movimento in avauti. I comandanti dei reggimenti devono cercare di far sì cl1e i secondi scaglioni. senza indugio, muOt'ano verso il margine anteriore. Essi entrano in combattimento 11ei seguenà casi: quando si profila l'esaurimento dell'azione degli scaglioui antistanti; se la resistenza del nemico s1 irrigidisce e i primi scaglioni non possono assoft,ere da soli il compito; per lo sfruttamento del successo sui fianchi; per sgominare il contrattacco nemico. c< L'esperienza bellica dimostra che il nemico organizza il contrattacco ai primi successi delle truppe attaccanti. Perciò il consolidamento del successo e l'organizzazione difensit'a sugli obiettit'i conquistati hanno un'importanza decisitta ... « Appena la ricognizione accerta la minaccia di contrattacco, l'artiglieria e i mortai effettuano massicci intert•enti di fuoco sulle truppe contrattaccanti. l genieri creano subito ostacoli af u e c f c. La fanteria, incaricata di respingere il contrattacco, occupa la più vicina e favoret•ole posizione e interviene con il fuoco a massa di tutte le armi. « Il nemico t·iporta perdite gravissime c011 i lanciarazzi multipli, specie se il loro fuoco è concentrato . . . \l.
L'avversario: ce n m sull'Esercito sovietico ( 1941 - 1942)
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FORMAZIONI ORGANICHE Reggimento di fanteria. Comando: 1 sez. anticarro su 3 cannoni da 45 mm. 1 btr. d·accompagnamento su 6 pezzi da 76,2 mm. pl. difesa aerea su 3 mitragl. contraeree. ( 3 cp. f. di 3 pl. di 3 sq. (totale della cp.: 9 sq. con r } f. mtr. ciascuna c t sq. mtr. su 2 armi); ) btg. Su J r cp. mtr. su 3 pl. di 4 armi ciascuno; t 1 sz. anticarro di btg. su 2 cannoni anticarro da 45 mm. ! 24 morrai da 50 mm; 1 btg. m ortai su 3 cp. mortai mortai da 82 mm. 1 24
Battaglione dit~isionale da ncogmz1one. Comando: ~qd. cav. c~ pl. su ) sq.). cp. autoblindo (3 pl.: totale 9 autoblindo leggere c 3 pesanti). 1 cp. carri leggeri (3 pl. carri leggeri T 27A e anfibi). r cp. f. autotrasportata. 1 btr. autocannoni da 76,2 mm. 1 sz. mrr. c 'a auroportata. 1 reparto collegamenti. l
I
Reggimento di cat•allaia. Comando: 1 pl. collega menti. 4 sqd. sciabole (2 pl. di 3 sq. ciascuna con 1 f. mtr.). 1 sqd. mitr. (4 pl. di 4 sq. Ciascuna con 1 mitr.).
Artiglieria diviJionale (prima del confl itto). Primo reggimento: I gr. su 3 btr. cannoni da 76 mm mod. 37· 2 gr. su 1 btr. cannoni da 76 mm mod. 37 e 2 btr. obici da 122 mm. 2.100 uomini c 1.400 cavalli. Secondo reggimento: 1 gr. su 3 btr. obici da 122 mm. 1 gr. su .3 btr. obici da 152 mm. 1.500 uomini e 6~ ca,·alli. Attualmente le Divisioni hanno un solo rgt. crartiglieria su 2 gruppi. l gruppi obici da 152 mm sono stati accentrati alle Armate o alle dipendenze del Comando Supremo.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (r941- 1943)
Reggimellfo artiglimu C.A. (prima del conOitto). Comando: 3 gr. su 3 btr. (normalmente ippotrainati - m corso di motorizzazione). Materiale: - cannone da IOJ rom; obice da 152 mm mod. 1914.
-
Attualmente i rgt. di C.A. sono stati sciolti e i gruppi, riun1t1 1n raggruppamenti di manovra, sono stati accentrati alle dipendenLC del Comando Supremo.
Formazione di guerra ed armamento della Dillùione dt fanteria (organici di guerra)
f•ntena
rgl.
l
Artiglieria
§qd.
rl(t
gr.
2
5
Mitragliatrici
-1- -1-leg~:. l l btg.
l f.~n
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3
l
l A:\tid~1T·1 A(:;~~~~)ia
l
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Mortai
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c. a.
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CosTITuzroNE ORGANICA m
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72 1 IS
l l ped.
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tn. r.
lc.a.
l 20 : 40
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p.c
-
-
ALCUNE GRAND I U:-:rTÀ
Du•JsJone fanteria. 3 rgt. ftr. r rgt. artigl. div. 1 btg. da ricognizione. I btg. artieri. r btg. trasmissioni. I cp. mtr. c j a. 1 cp. chimica. 1 btg. mortai da 120 mm. 1 reparto anticarro.
Dilluione callalleria. Brigate ca,·. (ciascuna su 2 rgt. ca\.). r rgt. fa nteria motorizzato. 1 rgt. arriglieria su 4 gruppi. I btg. carri armati su 4 squadroni (32 carri). 1 cp. anticarro - reparti genio - serv izi.
2
Alcune Divisioni sono su 3 rgt. cav., coraLzati e anticarro.
1
rgt. artiglieria e alcuni reparti
L'avversario: cenni sui/'F..rercito sovlrtico ( '9-1' • 1942)
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JJrigata coraz:::ata.
Comando: 2 1
htg. carri leggeri (btg. su -~ cp. su 3 pl.) btg . carr i : su 2 cp. carri mcdi ed 1 cp. carri pesanti
totale carn
64
totale carri mcdi
22
totale carri pesanti
7
Totale carri 93 gruppo contraereo (3 btr. con 12 pezzi e 1 cp. mtr. c (a con 6 armi Ji 12,7 mm). 3 cp. mitraglieri; 1 1 btg. frr. motor i ~z ato cp. mortai con 12 armi ; 1 cp. anticarro con 8 pezzi: 1 cp. cacciatori carri con 16 lanciafiamme. 1 cp. esplorante (8 autoblindo medie e 7 leggere). repart i t rasmissioni, ri parazioni, serviz t.
1
l
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Le operazioni delle unitcì italiane al fronte russo ( '941 - 19-13) A:--r-.F.SSO 2.
DOPO UN MESE Df GUERRA AL FRONTE ROMENO Appunti del Col. Co"ado l'alfré di Bonzo, Addmo .'\1ilitare a Bucarest sui procedmunti tattici sozrietici
PREMESSA .
Riassumo le mie personali osservazioni e quelle raccolte al Quartier Generale durante questo primo mese di guerra : -
premetto che si tratta di appunti frammentari;
- che si riferiscono esclusivamente al fronte romeno (in corrispondenza del quale, salvo una divisione motomeccanizzata romena, hanno operato solamente uni tà di fanteria, da mon tagna e di cavalleria); - che concernono essen1.ialmente il ristretto campo tattico: - che non rappresentano che la affrettata e disorganica raccolta quelle notizie che possono riuscire di qualche utilità al noMro Corpo di spedizione.
MoRALE nELLE TRUPPE E v.c r QUAn Rr.
Per quanto concerne disciplina, mordente. coesione, cioè a d ire morale, non v'è dubbio che il comportamento delle truppe c dci quad ri sovietici abbia costituito una sorpresa per coloro che, ingannati da una propaganda che non sta a me di giudicare, oltre a giurare che il regime sovietico sa rebbe crollato al primo rovescio, erano persuasi dell'incapacità delle truppe e degli ufficiali dell'armata rossa. Mi riferisco a quanto scrissi a Mosca nel 1939 in una monografia avente per titolo (t Alla ribalta: il colosso dalla testa d'argilla )). Della g ioventù sovietica - c l' U.R.S.S. puù armare oltre una decina di milioni di uomini - quella che Stalin ha buttato in prima schiera, in questa gigantesca battaglia, rappresenta il fiore e per prc~tanza e per fidatezza. E la gioventù sovietica che da 20 anni assorbe il verbo comunista auraverso una martellante intelligentissima propaganda, perché non conosce quanto accade oltre i confini dell'U.R.S.S. e non può quindi trovare termini di paragone all'infuori del proprio passato in cui le condizioni di vita materiale cd essenzialmente morali deJia massa operaia e contadina erano inferiori a quelle create dal regime staliniano, è per Stalin. Distrutti gli altari, alle vecchie icone la gioventù ha sostituito l'effige del dittatore, alle vecchie liturgie il credo comunista. In nome del quale oggi si batte e muore. Per questo ideale muore e per la patria: ché Stalin, comprendendo quanto potessero riuscire astr usi per la gran massa i nuovi dogmi, da qualche anno a questi ha affiancato e direi quasi fuso l'ideale della patria, i cui confini c la cui stessa concezione erano stati idealmente aboliti dalla terza internazionale.
L'avversario: cenni sull'Esercito sovietico ( '94I • ' ?42)
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La truppa si è dunque battuta e si batte ancora in terra ed in cielo onorevolmente. Centri d i resistenza sovcrchiati c oltrepass:ni continuano a lottare sino all'ultimo uomo, sino all'ultima cartuccia: con fanatismo. Frequenti suicidi per sottrarsi alla prigionia. Si sono verificati casi - a quanto si assicura - di casematte nelle quali i difensori sono stati rinchiusi dall'esterno, di opere nelle quali i commissari politici che imponevano la lotta sino alla morte sono stati fucilati. Non contesto la veridicit:Ì di questa affermazione. Sarebbe comunque imprudente a mio subordinato parere trarre troppo facili illazioni da questi episodi sporadici. Sta di fatto che a tutto oggi sul fronte romeno si sono arresi solo quei reparti - reparti non unirà - cui la rapida cronometrica manovra tedesca non aveva lasciata altra via di scampo. Malgrado la schiacciante superiorità della caccia tedesca, che unitamente alla D.C.A. abbatte sistematicamente la metà od i ~ 4 delle formazioni anaccanti, gli aviatori sovietici continuano a buttarsi allo sbaraglio in condizioni tali in cui le possibilità di poter far ritorno sono praticamente inesistenti.
CoMANDI.
Per quanto l'inatteso inizio delle ostilità abbia completamente sorpreso il comando sovietico - (Chisinau, Cernauti, Kiew, Nikolajew ed Odessa completamente illuminate durante la prima notte di guerra stanno a dimostrarlo) non si può non riconoscere che la reazione dci vari comandi sia stata pronta cd e(ficace. Gli attacchi delle truppe tedesco · romene hanno incontrato, là dove era stato deciso di abbandonare il territorio, seri ostacoli all'avanzata nell'azione abile, elastica, mobilissima ed ostinata delle retroguardie prevalentemente motorizzate e corazzate operanti in ritirata a colpi di sonda sul fronte c più frequentemente sui fianchi . Resistenza accanitissima là do'e non si dove,·a cedere di un passo: nel ristretto campo tattico contrattacchi ripetuti, c(ficaci, provenienti da direzioni diverse spesso impreviste, condotti con perizia ed ardimento. !'\cl quadro più ampio di gruppi di grandi unità a1.ioni di masse motorizzate armonicamente operanti nel tempo e nello spazio e nelle direzioni più opportune e redditizie. Nella prima fase della battaglia che va dal 22 Gi ugno al 15 Luglio il comando sovietico è riuscito a sgombrare ordinatamente la Rucovina e la Bessarabia settentrionale, subendo poche perdite ed infliggcndonc all'attaccante. Scarsissimo il numero dei prigionieri - (dal quale si debbono naturalmente escludere i bcssarabiani levati in massa dai sovieti ed anelami quindi a congiungersi con la patria) - . Praticamente nullo il bottino di guerra. Nella seconda fase della grande battaglia iniziata alralba del 16 luglio e tuttora in pic11o se pur contrastato sviluppo, (che ha portaw allo sfondamento della linea Stalin fra Moghilcw e Jampol ed alla riconquista di tutta la Bessarabia), il comando SO\'ietico ha operato con metodo, energia e soprarutto con calma: alla resistenza sul Dniester ai contrattacchi reiterati per contenere e ridurre le teste di ponte, hanno (atto seguito i contr:macchi sui fianchi delle colonne orma i in piena azione verso il Bug, malgrado la minaccia sempre più vicina delle armate rj e •• corazzata tedesche puntanti a sud- est. Abilis-
uo
u Ofleraziont delle unità italtane al fronft' russo ( 1()41 • 1943)
si ma è stata la manovra in ritirata che ha consentito alle unità sovietiche nella battaglia in corso di sfuggire ad accerchiamenti che sembra,·ano inevitabili. Il comando ed i comandi di unità hanno quindi su questo fronte e sino ad oggi funzionatO c funzionato bene. Egregiamente quelli dei corpi e dei minori reparti. La recente apparizione dei commissari politici, la cui autorità pare vada assumendo proporzioni sempre maggiori - superiori certamente a quelle del passato - , cd il cui numero pare vada aumentando, è tornata però fortunatamente a costituire un elemento di disgregazione che distrugge praticamente l'unità di comando, poiché sminuisce il senso della responsabilità - suddividendola e facendola sopra tu no temere - . che crea un ·atmosfera di sospetti c di odii, un pesante ingombro di SO\'fastrutturc c di interferenze esiziali all'azione dei capi. Il servizio informnion i, malgrado le non lievi diffìcold, ha funzio nato relativamente bene. Il Quartier Generale, malgrado i suoi molteplici spostamenti, è sempre stato oggetto di bombardamenti; i più importanti contrattacchi sono ~tati sferrati contro quelle unità romene che, per essere di mobilitazione, hanno minor coesione delle altre. I trasporti, malgrado le pessime condizioni delle strade, peggiorate dal persistere delle piogge c dalla solerte azione degli Stukas, hanno assolto bene il loro compito, sia nella prima fase della guerra in cui l'e~odo delle truppe c del materiale dalla Bucovina e dalla Bessarabia si è effettuato ordinatamente e totalitariamente; sia nella seconda, caratterizzata dalla mobilità delle masse operanti in azioni controffensive ed in ritirata. fMJ>IEGO TATTICO DELLE VARIE ARMI.
Fanteria.
Oltre alle qualità di carattere morale di cui ho detto genericamente, la fanteria sovietica ha dimostrato di possedere un ottimo addestramento ed allenamento. li giuoco della tattica minuta è preciso, tanto da dare l'impressione d i essere istintivo. La manovra non è negletta neppure nelle minori unità, addestrate a ~fruttare la sorpresa, a ricercare il fianco ed il tergo del nemico, a sfruttare al massimo il terreno, il mascheramenro, il fuoco: la cui disciplina è risultata ottima ed i eu i effetti sono stati si nora notevoli. Caratteristica della tattica della fanteria è !"estrema mobilità: a cominciare dalla compagnia in cui le armi automatiche, effettuate le prime raffiche redditizie, cambiano immediatamente posizione per sottrarsi alla reazione avversaria, alla squadra, e nell'ambito della stessa squadra, al tiratore singolo, sino ai corpi, alle unit;a, che sfruttano costantemente i mezzi motorizzati per manovrare. l reparri che si trovano in organizzazioni mascherate aprono il fuoco a brevissima distanza per sfruttare al massimo gl i effetti della sorpresa; in terreno libero, allorché il mascheramento lo consente, lasciano parimenti avvicinare le fcrmazioni avversarie per )fruttare gli effetti del fuoco scatenato a comando. La fanteria difende con accanimento i centri di resistenza, anche se questi sono stati sorpassati. Spesso crea il vuoto innanzi al fronte delle unità attac-
L'avt'ersa,·io: cenni sull'Esercito sovietico ( 1941 • 1942) -- -
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canti. Non appena le formazioni si sono addentrate in profondit:l, i reparti che avevano sgombrato c si erano portati in posizioni laterali, scatenano violenti contrattacchi che hanno spesso sortito risultati concreti. E' addestrata a prendere di mira di preferenza le uni(ormi che spiccano nella massa. Esistono gruppi di tiratori muniti di fucile a cannocchiale specialmente adibiti a questo compito. Ecco perché è indispensabile che /' ufficrale si minu:tizzi il più possibile colla truppa. La fanteria sovietica si gio,·a largamente delle imboscate e dci trucchi più svariati: occorre diffidare delle bandiere bianche che quasi sempre nascondono un tranello; dei finti morti che risuscitano per aprire il fuoco alle spalle; essere cauti nell'attraversare terreni boscosi apparentemente sgombri. Si è dato il caso di battaglioni avanzati in boschi in cui non v'era traccia di nemico, presi alle spalle dal fuoco di interi reparti scesi silenziosamente dai loro nascondigli tra le fronde o fatti segno a fuoco nutrito di squadre di tiratori scelti appollaiati sugli alberi con armi automatiche. Frequente altresì lo sfruttamento di uniformi tolte a prigionieri od a feriti per compiere colpi di mano od assolvere compiti informativi. I collegamenti con l'artiglieria, assicurati da fì lo c da mezzi radio, si sono dimostrati sinora buoni: di guisa che armonico è risultato l'impiego delle due armi essenzialmellte nel campo ristretto dei mwori reparti. AbbondanLc l'artiglieria di accompagnamento, sfruttata largamente anche alle più brevi distanze. Efficacissimo contro il materiale romeno il tiro anticarro. Nessuna economia di munizioni, sia del le armi portatili sia di guclle pesanti. Sono state impiegate largamente cartucce deformabili cd esplosive. Esistono altresì cartucce cariche di solo esplosivo che a guanto affermano i prigionieri - dovrebbero essere impiegate per dilaniare la ferita nel preciso momcnro in cui la baionetta è entrata in giuoco. Ouimi l'equipaggiamento e l'armamento. Larga dotazione di armi automatiche, di fucili muniti di cannocchiale, di armi a tiro cur\'o, bombe a mano.
Artiglieri11. Le caratteristiche principali concernenti l'artiglieria sovietica ed il suo impiego sono le seguenti. Impiego i rrazionalc del fuoco: diluito, mai o guasi a massa. Il tiro più frequente c d i rei normale è quello effettuato per batteria, raramente per gruppo. Frequentissimo quello di sezione e del pezzo isolato: il che induce a su p· porre l'esistenza di un largo cd illogico decentramento. Il dispregio o l'ignoranza della manovra del fuoco ha, su questo fronte almeno, ridotti i risultati del tiro. Unico esempio di concentramento - se tale può definirsi la convergenza del tiro di un reggimento divisionale - si è avuto in corrispondenza di una testa di ponte romena sul Pruth. Utilizzazione delle massime come delle min ime gittate. A somiglianza di quanto fa la fanreria con le armi automatiche, l'artiglieria divisionale c di corpo d'armata per sottrarsi al tiro di controbatteria cambia spesso posizione: nell'ambito del gruppo, della batteria c sinanchc della sezione.
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Le operazioni delle unità italiane al fronll' rus.ro ( 194'- 1943)
Il tiro è risultaw in genere abbastanza preciso, malgrado che - forse per la non padronanza del cielo - le unità sovietiche non si siano servite che eccezionalmente dell 'ausilio degli aerei per dirigerlo. Il concorso più efficace dato dall'aviazione all'artiglieria risulta per ora essere quello forniw dagli apparecchi da caccia alle batterie contraeree. Allorché una formazione nemica t: avvistata, alcuni cacciatori, tenendosene naturalmente a debita d istanza, volando alla sua ~tessa quota e nella medesima direzione, comunicano alla difesa velocità, rona, altezza. Questo sistema ha dato buoni risultati. L 'artiglieria di corpo d'armata è impiegata di preferenza per tiri di in lì lata. li materiale d'armata. se ha effenuato tiri precisi ed efficaci nella prima fase della campagna - inquantoché ha potuto sfrunarc una minuziosa preparazione - nel prosieguo delle operazion i ha ottenuto risultati mediocri, Eorse anche perché privo dcii 'ausilio aereo. Così come i ,·ari organi della difesa contraerea, ottima si è dimostrata l'artiglieria di questa specialità. Il tiro più efficace è risultato essere quello del materiale da 47, dai 500 ai 4.000 metri. Personale vigile, pronto e bene addestrato: rapida entrata i n azione, grande celerità di tiro. Le maglie della difesa, larghe sulle linee, si raffìttiscono all'interno in corrispondenza dei punti sensibili. Le batterie avanzate enrrano raramente in azione: aprono di preferenza il fuoco contro le formazioni che, dopo essere state sottoposte al tiro più nutrito delle batterie retrostanti, hanno preso la via del ritorno. Il metodo di tiro prevalentemente impiegato è quello degli sbarramenti a cortine di fuoco, fatto con abbondanza - dirci quasi spreco - di munizioni. Largo è l'impiego dei proiettili traccianti. Molto elevato nei proiettili di tutte le specialid e di tutti i calibri il percento dei colpi ines plosi. A tutt'oggi non sono stati impiegati dall'artiglieria proiettili a liquidi speciali. Da tener presente che molto spesso i sovietici fanno affluire le munizioni ai reparti con carri o autocarri agricoli apparentemente carichi di fieno. Attaccati dalle formazioni aeree, più eli una volta colon ne simili hanno reagito aprendo un nutrito fuoco di mitragliatrici. Carri armati e autoblindo. Sul fronte romeno sono stati impiegati esclusivamente carri di piccolo e medio tonnellaggio: da 7 a 20 tonnellate. Il loro impiego, sempre razionale e tempe~Livo, è stato - salvo casi eccezionali - quello classico, cioè a dire a massa (masse tuttavia non comparabili a quelle tedesche). Gli uflìciali carristi hanno dimostrato ardimento c ottime qualità manovriere. La manovra preferita è quella che ricerca il lìanco del nemico. Nel primo periodo della campagna in corso talune ceste eli ponte romene sono state attaccate ed an nicntatc esclusivamente da reparti carristi. T grandi contrattacchi nella Bessarabia centrale sono stati tuni preceduti da massicce formazioni carristc, le quali, unicamente a numcrosissime auroblindo, manovrando con efficacia, mobilità ed elasticità, hanno assolto intelli,gcntemente il non facile compito d; coprire la ritirata oltre il Dnicster.
L'avversario: cenni sull'EH•rcito sovietico { 1941 • 1942)
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Gli Stukas si sono dimostrati il mezzo più efficace per annientarli. E' bene tener presente tuttavia che, anche solto il pauroso bombardamento di questi sibilanti aerei, le formazioni non si sono sbandate, ma hanno continuato, benché fa lcidiate, verso il loro obiettivo. I proiettili da 37 e da 47 hanno perforato facilmente la corazzatura e le torrette. Ottima prova hanno dato i proiettili incendiari. In un tiro sperimentale effettuato a Stcfanesti contro un carro di medio tonnellaggio catturalO, uno speciale proiettile da fucile ha perforatO facilmente il blindamemo laterale. Il terreno paludoso è esiziale per il carro sovietico. Ho avuto campo di osservarne parecchi - leggeri - immobilizzati, pur non essendo,·i affondati più di una spanna, in terreni paludosi dai quali altri carri in analoghe condizioni ~i sarebbero potuti facilmente disimpastoiare. Il materiale coraz7.ato SO\ ietico non può reggere neppure ad un lontano raffronto con quello tcdcsco in fatto di resistenza, manovrabilità e capacità offensi,a. I carri sovietici sono contrassegnati da una fascia bianca, larga circa ~ metro, dipinta sulla parte superiore nel senso della lunghezza. Come le colonne munizioni, i reparti corazzati fanno largo uso di tettoie di paglia o foraggio per sottrarsi alla visibilità dall'alto.
ORGA N IZZAZIONE l>EL TERRENO.
L'organizzazione del terreno è risultata efficace là do,·e esistevano sistemi prcorganizzati - come lungo il Dniester - sia come efficienza delle singole casematte, sia come loro uhicazione ai fini del tiro e scaglionamento in profondità, sia come tracciato dei reticolati, apprestamenti anticarro, ccc. In corrispondenza delle linee di difesa è stata constatata la presenza di opere truccate, inesistenti, malamente camuffate ad arte per attirarvi il tiro delle artiglierie c degli aerei c consentire alle opere reali, ottimamente ma· scheratc, d i sfruttare al massimo gli effetti del fuoco e della sorpresa. Le opere campali si sono dimostrate scarsamente efficienti. A renderle tali hanno perè> contribuito anche le piogge che hanno prodotto smottamenti, frane cd allagamenti. !'\ella or~anizzazione spcditiva del terreno, la fanteria non scava generalmente trincee, ma profonde buche scaglionate a scacchiera: per tiratore singolo c per le armi automatiche. Di campi minati non se ne sono si nora incontrati molti: tutti comunque in corrispondenza delle fasc ic preorganizzatc a difesa lungo il Pruth, il Danubio cd il Dniestcr. l genieri sovietici prescelgono generalmente i terreni nelle immediate vicinanze dei corsi d'acqua: c preci~amente quei tratti in corrispondenza dei quali è prevcdibile o il guado o il gittamcnto di ponti. Non risulm a tutt'oggi che l'armata rossa in ritirata allestisca campi minati: è tuttavia probabile che altri se ne incontrino lungo il Bug e lungo il Dniestcr. E' stata constatata la presenza di bombe ad orologeria ed a percussione in taluni dei pochi depositi di munizioni o di viveri che sono stati abbandonati.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte rus.<o ( 1941 - 1943) --'~--
AvL\ZIO:-<E.
Generalizzando si può affermare che, come quello dell'artiglieria campale, l'impiego dell'aviazione non è stato né organico né razionale: e ciò sin dai primi giorni della campagna, allorché il comando sovietico, malgrado la falcidia del primo attacco di sorpresa c di quelli successivi, disponeva ancora di una massa almeno tripla di quella rimasta oggi in efficienza. L'aeronautica rossa ha dimostrato di non possedere una dottrina di guerra; l'alto comando come pure quelli delle grandi unità, sono stati assolutamente impari al loro compito. Impiego a spizzico, azioni scucite mancanti di genialità e di efficacia, spesso di logica. Rare le azioni che abbiano conseguito risultati concreti. Poche relativamente le azioni notturne: il che sta a dimostrare lo scarso livello di istruzione del personale e la sua affrettata preparazione tecnica. Ardimento e spesso temerarietà da parte degli equipaggi (quasi sempre costituiti da elementi eterogenei). Modestissime le loro qualità tattiche. Mediocri quelle di tiro e manovriere: sia per sfuggire agli atracchi dei caccia, sia all'azione della D.C.A. Per converso tutti i possibili accorgimenti e trucchi per trarre in inganno l'avversario: dalla scelta delle rotte più lunghe e più wrtuose per giungere sull'obiettivo da direzioni impreviste, alle più volgari mistificazioni. Spesso si è verificato il caso di apparecchi sovietici che, sfruttando la rassomiglianza della sagoma con taluni similari avversari colorati colla stessa vernice e contraddistinti dai contrassegni tedeschi o romeni, hanno potuto raggiungere gl i obiettivi traendo in inganno la difesa. (La più redditizia azione sulla zona petrolifera si è appunto effettuata in queste condizioni}. Sfruttando lo stesso sleale trucco, formazioni da caccia hanno potuto avvicinare formazioni alleate ed ottenere qualche successo iniziale. Molro in uso presso l'aeronautica so,·ietica è pure una speciale colorazione mimetica bicolore ed a disegni irregolari degli apparecchi che Ticorda quella impiegata da lle navi.
a) RicogmzJO!Ie. L1 ricognizione, per espletare la quale manca un tipo d 'apparecchio veloce ed a lunga autonomia, ì: effettuata o da vecchi bombardieri a scarsa velocità che operano a gra nde altezza isolati o in piccole formaz.ioni lanciano tal"olta bombe di piccolo calibro e spczzoni, o più frequentemente dalle stesse squadriglie da bombardamento. La ricognizione sovietica, oltreché della radio, fa largo uso d i razzi e di fumate. I reparti a terra corrispondono mediante segnalazioni con teli bianchi.
b) Bombardamento. Le azioni di bombardamento sono generalmente effettuate da grandi altezze e contro obienivi di vasta supenìce. Il tiro ~ risultato quasi sempre disperso ed impreciso. Le formazioni giungo no di preferenza - per non dire sistematicamente - da dire1ioni inattese e sempre diverse per sorprendere la D.C.A.
L'avversario: anni sull'Esercito sovietico ( 1941 • 1942)
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Mai, come ho premesso, azioni a massa. Le incursioni )Ono effertuatc ad ondate successive e distanziate da formazioni di 3 - 5 o al massimo 7 apparecchi. Su questo fronte le bombe impiegate - (di cui molto notevole è il percento di quelle incsplose) - non hanno mai superato i 250 kg: sia quelle d irompenti, sia quelle incendiarie. Delle prime, efficaci, il raggio utile d'azione si aggira sui 150 m, delle seconde il rendimento si è d imostrato scarso. Attaccati, i bombardieri sovietici si difendono oltrcché colle armi di bordo normali, con petardi che esplodono 100 m dopo il lancio c si sono dimostrati abbastanza efficaci. Spesso, scaricate le bombe, gli apparecchi scendono a b:tssa quota per agire colla mitragliatrice contro le colonne in marcia. Gli effetti dci bombardamenti sovietici sono stati in complesso scarsi allorché le azioni si sono s,·olte di giorno. pressoché nulli durante le mcursioni notturne. La D.C.A. e la cacci:t hanno sempre aperte larghe brecce nelle formazioni attaccanti: più di una volta ~i ~ dato il caso che neppure un apparecchio abbia potuto far ritorno alla propri:~ base.
c) Caccia e AHalto. La caccia sovietica (· (e mcglio forse sarebbe ormai dire era) molto vigile, date le rapide e sempre tcmpe5tive segnalazioni dei posti ascolto. Usa di preferenza formazioni di 3- 5 aeroplani che attaccano di sorpresa gli apparecchi isolati o le formazioni nemiche che, in seguito al tiro della difesa. hanno perso la loro compattezza. Kon attacca m01 le formazioni da bombardamento o da ricognizione allorché queste sono scortate. (Il miglior metodo per sfuggire all::1 caccia è quindi quello di procedere sempre scortati c di mantenere sopratutto la compattezza della formaz ione). Auacca di preferenza alle spalle o da sotto in su, aprendo il fuoco alle medie cd alle piccole distanze. Gli attacchi sono in genere singoli: eccezionalmente l'azione di più caccia persegue cioè lo stesso obiettivo. Fallito l'anacco del primo, entra immediatamente in campo il secondo e quindi il terzo. Mentre l'azione del primo apparecchio è in at to, gli altri della stessa o di altre formazioni fanno intanto la ronda attorno agli apparecchi attaccati, per intcrccnare loro la fuga. Raramente - salvo in caso di assoluta necessità - a vittoria conseguita gli apparecchi rinnovano l'attacco. Il cacciatore sfugge qua~i ~cmpre al combattimento, anche se il duello è singolo. Spesso, fallito l'obicuivo, il pilota simula la fuga: per riprendere quota e ri tenta re l'attacco. Nei combattimenti in cui entrano in giuoco molte un ità, generalmente alcuni apparecchi sovietici evoluiscono in modo da alli rare l'avversario: per dar modo ai cacciatori che volano a quota superiore di agire in picchiata di sorpresa. La caccia sovietica fa largo uso di proiettili traccianti. Spesso nelle azioni dt assalto i piloti hanno dato prova, più che di temerarietà, di incoscienza. Su questo fronte hanno compiuto numerose imprese votate alla sicura catastrofe scendendo isolati a meno di 50 m a mitragliare apparecchi sul 5· - U.S.
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Le operaziOni dellt: unità italiane al fronte russo (1941 -1943)
campo, fanteria, postazioni di arti~licria mentre la caccia alleata già aveva iniziata la sua azione. Ma anche in questo campo tattico nel quale iodiscutibilmente pm attiva è apparsa l'aviazione sovietica, mai azioni razionali. ondate successive, ma azioni sporadiche: spesso eroiche. ma quasi sempre vane. I disastrosi effetti deJrazione audace, precisa e martellante degli Stukas e delb D.C.A. si fanno di giorno in ~iorno più palesi. Il potenziale dell'aeronautica sovietica, in tutte le sue specialità, diminuisce con progressione geometrica. In questi giorni ad esempio, in cui è ancora in atto la crisi del passaggio del Dnicster ed in cui conseguentemente sull'una c sull'altra sponda si addensano lunghe colonne, l'azione aerea sovietica è stata praticamente nulla. E la caccia ~i va facendo sempre meno :miva. T 'impiego dci paracadutisti - lo sport nazionale sovietico ha costituito una sorpresa negativa. Malgrado i luminosi esempi di razionale impiego a massa forniti dalla Germania. malgrado l'enorme numero di paracadutisti di cui dispone l'U.R.S.S., sino ad oggi, su questo fronte, anche questa specialità è stata impiegata a spizzico ed essenzialmente per compiti di sabotaggio ed informati,·o. In genere ~li elementi lanciati col paracadute appartengono alle regioni in CUI debbono operare. Per quanto concerne la Romania si può tuuavia affermare che, malgrado l'aiuto di qualche elemento ebraico, pochissimi sono a tutto oggi i paracadutisti che hanno potuto sfuggire alla cattura: e ciò anche mercé alla ,·igile e generosa collaborazione della popolazione civile. Non è tuttavia sovcrchia misura di prudenza quella di vigilare sui depositi di munizioni, di carburante e sui campi di aviazione.
CoNCLUSIONE.
(Se mai conclusioni si possono trarre allorché una battaglia - la più gigantesca che la storia ricordi - è ancora in pieno sviluppo). l punti fermi essenziali assodati in questo primo mese di campagna sul fronte romeno (ripeto : esclusivamente sul fronte romeno) sono i seguenti: - l'azione del comando sovietico e dci comandi di grandi unità è stata più agi le e razionale di quanto non si prevedesse; - i comandanti dei minori reparti hanno dimostrato di possedere ottima preparazione tattica e ascendente sui loro dipendenti: - l'esperienza fatta in Finlandia è stata sfruttata largamente ed intelligentemente; - il comportamento dei quadri e della truppa è stato sino ad oggi buono malgrado la serie continua delle battaglie perdute. (Altri eserciti di ben piLI larga (ama hanno capitolato in più breve tempo e dopo lotte assa i meno cruente). Ciò non esclude che, continuando con lo stesso ritmo i colpi di maglio delle armate tedesche - ai quali quanto prima si uniranno quelli infcrti dal nostro magnifico Corpo di spedizione in Russia - un collasso possa verificarsi. Sull'imminenza d i questo collasso tuttavia i due anni passati a Mosca mi inducono ad essere alquanto scettico;
L'avv~rsano:
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cenni sull'F.sacito sovlt'tlCO ( 1941- 1942)
- l'impiego della motorizzazione, fatto su vastissima scala, è stato raziona le: ha consentito rapide manovre di mas~e e ripiega menti effettuati spesso in cond izioni particolarmente difficili: se l'aviazione e J'aniglieria - esclusa quella contraerea - sono state impiegate in modo irrazionale, la fanteria e le unità corazzate hanno saputo, nelle situazioni più disperate, manovrare razionalmente. L'esercito sovietico quindi si batte e sa battersi, la g ioventù eli Stalin sa monre. Alla ,·igilia dell'entrata in azione delle nostre truppe, che affiancate ancora una volta a q u elle tedesche, lottando eroicamente per un ideale di giustizia, sapranno vincere anche questa aspra e g1ganresca battaglia, si riaffaccia alla mia mente una domanda che più di una volta ufficiali romeni - (che certo meglio di me sanno quante vite già abbia loro costato ques ta campagna) - dopo aver scorso le vistose intestazioni di tal uni giornali, mi hanno rivolta: " Ma perché si continua a dipingere l'esercito SO\Ìetico come una armata di inetti, incapace di battersi. anelante solo alla fuga, alla controrivoluzione, allorché qui per avanzare si lotta, per vincere si muore? >>. Quartier Generale, 22 luglio 1941.
Il R~g1o Addetto .\1/htare Colonnello CoRRADO VALFRJ.
01
BoNzo
PART E SECONDA
LE OPERAZIONI DEL CSIR
CAPITOLO l\'
CO STITUZIONE, T R ASFERIMENTO E RAD UNATA
D EL CORPO D I SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA (CSIR)
l . - COSTfTUZfONE La costituzione di un Corpo di Spedizione, che rappresentasse l'Italia nella guerra intrapresa dalla Germania contro l'Unione Sovietica, si era andata perfezionando passo dopo passo nelle settimane che avevano preceduto lo scoppio del conflitto e corrispondeva ad un'antica intenzione di Mussolini, manifestata a Hitler fino dal 2 giugno 1940 (1), ripetuta anche in tempo successivo. Nella prima enunciazione del proposito di intervenire militarmente a fianco dei tedeschi contro i russi - espressa il 30 maggio 1941 dal Capo del Governo e Ministro della Guerra, Mussolini, al Capo dello Stato Maggiore Generale, Cavallero (Documento n. 7) l'entità della presenza italiana era stata fissata in tre Divisioni: una motorizzata, una corazzata c una di (anteria, la sola indicata nominativamente nella D ivisione Granatieri di Sardegna. Nel corso di quel colloquio, il Generale Cavallero non suggerì a Mussol ini che l'intervento italiano avrebbe assunto maggiore organicità, c maggior peso, se alle tre Divisioni fosse stato preposto un Comando di Corpo d'Armata. Una tale opportunità emerse peraltro subito dopo, in un colloquio del Capo di Stato Maggiore Generale con i suoi collaboratori del Comando Supremo. Non si parlava più , ormai, di inviare singole D ivisioni, ma prendeva rapida consistenza il progetto di costituire un Corpo di Spedizione con Divisioni autotrasportabili c celeri, come venne poi attuato con la sola differenza che invece di destinarvi il Comando del Corpo d 'Armata Speciale, come è detto nel
(•) H itler e Mussolini, op. cit., pagg. 49 e 50.
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Le operazioni delle unit1ì italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
Docume11to n. 8, vi fu prepos to il Comando del Corpo d'Armata Autotrasportabile (2). Il cc Diario Cavallero )) - dal quale provengono i Documenti u. IJ e 14 prima citati - nel riportare, alla data del15 giugno 1941, indicazioni sugli obiettivi dell'Esercito tedesco nelle future operazioni contro l'URSS, conferma che la misura dell'intervento italiano al fronte orientale è fissata in un Corpo d'Armata (Documento 11. 9)· Il 17 giugno il Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Francesco Rossi, prospettava ancora al Generale Cavallero la possibi lità di inserire clementi corazzati nella composizione del Corpo d ' Armata Speciale, se questo fosse stato inviato al fronte orientale (Documento 12. 10). Dopo due giorni era infine maturata la soluzione che il Corpo di Spedizione sarebbe stato formato con due Divisioni << autotrasportabili n cd una Divisione celere, tutte e tre inquadrate nel Corpo d'Armata Autotrasportabile (Documenti 11. 11 e I 2). Alla vigilia dell'attacco tedesco all'URSS, 22 giugno 1941, la Grande Unità italiana destinata ad operare con le Armate germaniche si stava perciò preparando per assumere l'ordinamento sopracitato cd il Generale Cavallero ne riferiva telefonicamente al Capo del Governo. Dal testo di quella comunicazione telefonica, riportato fedelmente nel Documento 11. 1 3· possono ravvisarsi i seguenti concetti: - che nella composiZIOne del Corpo d'Armata destinato al fronte russo- tedesco, fosse rispettata la " organicità delle Unità, il che, invece, non avvenne; )l
- che le tre denominazioni usate dal Generale Cavallero per indicare a Mussolini le Divisioni Pasubio e Torino - vale a dire
(2) 11 Comando del Corpo d'Armata Speciale era stato costttutto in Padova, il r; novembre 1940, traendo il Comandante e pochissimi altri elementi dal Comando del Corpo d'Armata Celere, c non gli erano state conferite speciali caratteristiche. Si trattava di un solo " Comando », senza Unità nt: Servizi, che awebbe ricevuto al fronte albanese, dovendovi operare nella 11 " Armata. Il 2 luglio 1941 era nuovamente a Padova, essendo rimpatriato soltanto con pochi reparti direttamente dipendenti, privo delle Divisioni rima~te oltremare. Il Corpo d'Armata Autotrasportabile, terminate le operazioni dell'aprile 1941 contro la jugoslavia, il 7 maggio era tornato nelle dislocazioni di pace ed era composto, in quel tempo, dalle Divi~ioni Autotrasportabili Pasubto c Piave e dalla Divisione Corazzata Lirtorio.
Costituzion~. trasferim~fltO ~
radunata del CSIR ----
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u Divisioni autopor tate », « Divisioni motorizzate>> e <c D ivisioni autotrasportabili >> fossero termini equivalenti, il che non cornspondeva alla realtà in quanto: la locuzione << Divisioni autoportate >> è termine generico e non trova riscontro nelle tabelle organiche delle Djvisioni di cui disponeva l'Esercito all'epoca. Non esistevano, cioè, Divisioni << autoportate >> (3); la Pasubio e la Tori11o non erano Divisioni motorizzate in quanto non disponevano in proprio dei mezzi necessari al lo ro trasporto; le stesse Grandi Unit~t erano Divisioni (( autotrasportabili n, con le caratteristiche indicate nella precedente nota 3· vale a dire che non disponevano di autoreparti . . 1n propno;
che bocche da fuoco di medio calibro, da 105/32, potessero essere qualificate come " a lunga portata >>, mentre la loro gittata massima era di soli 14.000 metri (4). limite che poneva quei pezzi tra le a rtiglierie a media gittata. Durante la stessa giornata del 2r giugno, altre comunicazioni telefoniche del Capo di Stato Maggiore Generale confermavano
(3) Le Divisioni mobilitate per la guerra si distinguevano in: - Dit,uioni di fant~ria: a,•cvano salmeric, carrette e pochissimi automezzi; potevano essere del tipo norma/~ c del tipo da montagna, c differivano tra loro perch~ quelle da montagna ::avrebbero dovuto avere il reggimento di artiglieria somcggiato o carrellata; - Dil'l.<ioni alpin~: avevano numerose salmerie c !"artiglieria tutta someggiata: - D ivi.cioni celeri: erano composte di cavalleria, bersaglieri ciclisti, artiglieria a cavallo e a traino meccanico, carri veloci; - Divi.< ioni autotrasportabi/i: erano come le Divisioni di fanteria del tipo normale, con le sole salmeric di combattimento ed i scn·izi motoriz7..ati. L'artiglieria crJ a traino meccanico: potevano spostarsi in autocarro, m;:~ non Jisponevano d i unità automobilistiche in proprio per il loro trasporto; - Divi.< ioni motorizzate : erano composte di fanteria, bersaglieri c artiglieria a traino meccanico: dispone,•ano in proprio degli automezzi necessari al loro trasporto; - DiviSioni corazzcllc· : comprendevano repar ti di bersaglieri autocarrati, unità cJrriste c artiglierie a traino meccanico. (.l) Si traua,·a di bocche da fuoco di preda bellica riadattare, piutto~to pesanti, poco mancggc,·oli, difficilmente trainabili su strade non buone e che presenta vano anc he inconvenienti tecnici durante il tiro. Erano in totJle tre g ruppi con 36 pezzi.
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quanto era stato detto in quella precedentemente avuta con Mussoli ni (Documento n. 14). D alla lettura del Diario Cavallero dei giorni successivi, dal 22 al 29 giugno, si trae la ch iara sensazione del notevole lavorio di carattere organico e logistico svolto dall'autorità centrale per dotare il Corpo d'Armata Autotrasportabile di tutte le armi e di tutti i mezzi disponibili, non solo per garantire l'efficienza operativa della Grande Unità, ma anche per farla comparire decorosamente agli occhi delle unità degli eserciti alleati con le quali il Corpo Italiano sarebbe venuto a confronto (Documenti n. r5, 16, 17, r8 e 19). Il 9 luglio veniva stabilito che il complesso di forze terrestri ed aeree, destinate ad operare al fronte orientale, assumesse la denominazione di << CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA (CSIR) >> . La sua costituzione organica particolareggiata risulta dai " quadri eli battaglia » riportati nei Documenti n. 20, 21 e 22. Sulla composizione del Corpo di Spedizione appaiono opportune le seguenti note. L'assegnazione di una Divisione celere al CSIR composto da due sole Di\'isioni denominate << autotrasportabili )) , ma in effetti di fanteria - offre motivo per alcune considerazioni. La struttura delle Divisioni celeri (5) era stata studiata sotto il profilo organico per affidare alle stesse Grandi Unità (tre sole in tutto l'Esercito) principalmente il compito dell'esplorazione strategica sul fronte di un' Armata, su terreno di media montagna o coll mare della zona alpina o acl essa adiacente. [n q uel tipo di terreno, c su quella rete stradale, avrebbero operato i reparti dotati di mezzi a ruota, mentre il terreno di più difficile percorribilità sarebbe stato battuto dai reparti a cavallo. L'artiglieria leggera, per VJ ippotrainata e per 2 3 motorizzata, avrebbe potuto, a seconda delle esigenze, appoggiare i (( distaccamenti esploranti )), composti volta a volta in relazione ai compiti loro affidati (6). Ora, la forza delle Divisioni Pasubio e Torino non si poneva con la consistenza di un'Armata neppure ridotta, sicché la presenza dt una Grande Unità celere per l'esplorazione strategica in favore delle due citate Divisioni appare eccessiva se messa in rapporto alla dottrina tattico- strategica di quel tempo. (s) Composte da un reggimento di bersaglieri ciclisti, due reggimenti di cavalleria, un gruppo squadroni carri leggeri (3,s tonn.), un reggimento di artiglieria con sei batterie di piccolo calibro. (6) L'artiglieria della 3• Divisione Celere però era formata dal reggimemo di artiglieria a cavallo su 6 bauerie.
Costituzione, tt·asferimcnto e radunata del CS!R
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L 'altro possibile impiego della Celere quale massa d'urto c di manovra nelle mani del comandante del Corpo d'Armata appariva invece carente e di non sicuro rendimento, priva come era la Grande Unità di consistenti unità corazzate capaci di decidere un'azione o di ristabilire una situazione compromessa. Non solo, ma in un terreno come quello della Russia meridionale, ovunque percorribile fuori strada anche da carri armati medi e pesanti, la minaccia dei mezzi corazzati nemici sarebbe stata costante, limitando perciò sensibilmente il proficuo impiego della Celere. Infine la velocità di movimento delle unità della Divisione Celere destinate a precedere il ~rosso del Corpo d'Armata non era omogenea cd i tre battaglioni bersaglieri autoportati erano sempre destinati a staccarsi dai più lenti dieci squadroni di cavalleria e dal\' artiglieria. Per quanto riguarda le due Divisioni di fanteria H autotrasportabili )) c'è da dire non solo che la disponibilità degli automezzi, come si è già visto, non permetteva che il trasporto di una sola delle due Grandi Unità, ma tale disponibilit?t era altresì notevolmente al disotto delle estese necessità contingenti che le operazioni su quel fronte, caratterizzate da celerità c profondità di movimenti, avrebbero inevitabilmente creato. Altra variante organica era stata quella dell'inclusione di una legione di camicie nere tra le unità direttamente dipendenti dal Comando del Corpo d'Armata. L'organico delle Divisioni Pasubio. Torino e Celere in quanto Divisioni speciali non comprendeva, a differenza di quello delle altre Divisioni di fanteria, unità della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M. V.S.).J.), ma l'aspetto ideologico della guerra e la necessità di dotare il Comando del Corpo d' Armma di qualche eleme nto per poter intervenire direttamente nella lotta. determinarono la variante. La legione venne inoltre rafforzata con un battaglione di armi di accompa~namento (una compagnia mortai da 8r c una compagn ia cannoni da 47 /32), non previsto nelle legioni divisionali della milizia. Alle due Divisioni « autotrasportabili ))' inoltre, era stato assegnato, in più dell'organico, un battaglione mortai, per l'esperienza subita al fronte albanese, così che le possibilità di tiro con traiettoria curva nel! 'interno delle Divisioni erano praticamente raddoppiate. Era stata anche raddoppiata, e portata da una a due, la presenza di compagnie cannoni da 47 / 32 in funzione controcarro (7) (7) Il cannone da 47 32 poteva anche svolgere azione di accompagnamento: gittata massi ma y;oo m erri.
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Le operazioni delle unitù ita!Jan.:- al fronte russo ( 1941- 1943)
presso le Divisioni, mentre un intero battaglione degli stessi cannoni da 47 l 32 era stato posto alle dirette dipendenze del Comando di Corpo d'Armata. Occorre peraltro tener presente che l'asseg nazione di altre unità, in aggiunta a quelle previste dalle tabelle organiche, conferiva certamente ai reparti del CS IR una maggiore efficienza operativa, ma per ottcncrla si dovette procedere alla spoliazione di altre unità parimenti mobilitate , anche se dislocate in territorio nazionale, dispontbili per altri impieghi di guerra. Ad esempio, il V cd il XXVI battaglione mortai di visionale, rispettivamente assegnati alle Divisioni Pasubio e Torino , erano stati sottratti alle Divisioni Cosseria ed Assietta, il CIV battaglione mitraglieri autocarrato, il II battag lione anticarro da 47 l 32 c la 1" compagnia bersaglieri motociclisti, tutti assegnati al Comando del Corpo d'Armata, erano stati ceduti rispettivamente dal IX Corpo d'Armata (Bari), dal II (Alessandria) impegnato, come le Divisioni Cosseria c Assietta per la « Esigenza O >> (eventuale occupazione dei dipartimenti orientali della Francia), divenuta reale nell'autunno 1942. Le compagnie anticarro 141". 171" c 172, assegnate alle Divisioni Pasubio, Torino c J' Celere, provenivano dalle Divisioni Centauro (corazzata), 1" e 2 Celere, la prima desti nata all'Africa Settentrionale, le altre due operativamente impegnate in Balcania. Per le artiglierie si può dire che la dotazione del CSIR era piuttosto scarsa, come risulta dal Documento 12. 22. Infatti, nelle unità direttamente dipendenti dal Corpo d'Armata esistevano - oltre ai tre gruppi da 105132 (36 pezzi) già citati - soltanto due gruppi da 75146 vincolati alla difesa contraerea, ciascuno su due sole batterie, e altre due batterie ciascuna armata di otto can noni- mitragl iera da 20, pure con funzione contraerea. La dotazione di artiglierie delle Divisioni oltre ad essere scarsa era anche antiquata. Si trattava infatti di due gruppi (24 pezzi) di obici da rool 17, di preda bellica austroungarica della prima g uerra mondiale (gittata massima 9.300 m) e di sette g ruppi (72 pezzi) di cannoni da 75 l27 (gittata massima 10.240 m) già veterani della guerra italo- turca 191 1 - r2 e della prima guerra mondiale. Di questi ultimi cannoni i tre gruppi della Divisione Celere erano su due batterie « a cavallo n (24 pezzi), cioè con le bocche da fuoco trainate da tre pariglie, con conducenti montati e con tutti i serventi parimenti montati a cavallo. Ancora tre caratteristiche distinguevano il CS I R dagli altri Corpi d'Armata ad ordinamento normale:
Costituzione, trasferimento e radunata del CSIR
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una consistente assegnazione di unità del genio (dicci specialità), con una considerevole quantità di reparti pontieri; - l'assegnazione di reparti dell'aeronautica, con unità da osser vazione c da caccia per complessivi 83 aerei; l'esistenza di una Intendenza, anche se inizialmente prevista per assolvere compiti limitati, ed una maggiore dotazione di unità dci vari Servizi, che assimilavano logisticamente il CSIR ad una piccola Armata. Alle note formulate sin qui, si possono ancora aggiungere le seguenti considerazioni in ordi ne alla struttura del Corpo di Spedizione. La sua struttura avrebbe.: dovuto essere adeguata ai compiti operativi che le unità italiane erano chiamate ad assolvere nel quadro della Direttiva n. 2r - nota in codice col nome di " Piano Barbarossa>> - che il Comando Supremo germanico aveva impartito alle ~uc ~r~ate del fronte orientale, tra le quali il CSIR andava ad msenrs1. La Direttiva n. 21 prescriveva che la massa dell'Esercito sovietico dovesse essere battuta in una rapida campagna, da concludersi entro l'autun no 19-F, con ardite operazioni << spingendo ampiamente avanti cunei corazzati >> e impedendo nel contempo la tradizionale manovra del nemico per sopperire con la ritirata su spazi immensi alla sua iniziale inferiorità. In siffatto genere di operazioni, svolte su un terreno che non opponeva al movimento ostacoli naturali, ad eccezione dei corsi d'acqua, mezzi corazzati c blindati trovavano condizioni ideali di proficuo impiego; così per le unità di fanteria motorizzate, alle quali poteva essere affidato il compito di ampliare l'azione di rottura dei corazzati con profonde avanzate per il raggiungimento di obiettivi posti a grandi distanze. Principalmente due erano, dunque, le esigenze che avrebbero dovuto determinare la struttura del CSIR: la prima consisteva in una adeguata disponibilità di unità corazzate; l'altra che le Divisioni di fanteria fossero interamente motorizzate. A tali preminenti esigenze se ne aggiungeva poi una terza non meno rilevante c cioè una cospicua dotazione di efficaci cannoni per l'azione conrrocarro. Ma la composizione organica del CSIR non fu tale da rispondere pienamente alle citate esigenze. Per quanto riguarda infatti le unità corazzate, il Corpo di Spedizione disponeva di un solo gruppo di carri leggeri da 3 tonn.
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(inizialmente 6o carri, ripartiti in quattro squadroni), in organico alla Divisione Celere (8). Le altre due Divisioni non avevano unità di carri armati. Circa la necessità di assegnare al CSIR una più consistente forza carrista in relazione alle esigenze che si sono dette, occorre tener presente che delle tre Divisioni corazzate esistenti all'atto della costituzione del CSlR, una, l'Ariete, era in Africa Settentrionale. Le altre due, la Centauro e la Littorio, da poco rientrate dal fronte balcanico, si trovavano in Italia in via di riordinamento per essere U!!Ualmente trasferite in Africa Settentrionale. " In merito, poi, alla totale motorizzazione del Corpo di Spedizione, si è già detto come i mezzi in dotazione consentissero a mala pena il trasporto di una sola Divisione. 11 Comandante del CSIR, Generale Messe, segnalò subito la grave deficienza al Comando Supremo, dal quale dipendeva direttamente, ma la situazione non migliorò a causa della indisponibilità di automezzi. Quanto è scritto in proposito nel Diario Cavallero del 25 luglio 1941 (Documento n. 2 3), e cioè << Manderemo presto in Russia gli automezzi che ancora mancano per una delle Divisioni già partite », ebbe limitata attuazione. L'armamento controcarro del CSIR era principalmente rappresentato dai ro8 cannoni da 47/32 presenti nelle compagnie cfc della Grande Unità. Il pezzo da 47/32 era allora l'unico cannone leggero costruito e adottato per svolgere preminen temente azione controcarro. La sua efficacia contro i mezzi corazzati posti in campo dall'avversario può essere desunta raffrontandone i dati caratteristici con i dati relativi alla corazzatura del carro sovietico di più largo impiego nella seconda guerra mondiale, vale a dire del carro armato medio T 34· In particolare: - il pezzo controcarro italiano da 47/32 lanciava granate capaci di perforare ad una distanza di 500 m piastre di acciaio dello spessore di 43 mm, con impatto normale, cioè con un angolo di incidenza di 90°, oppure piastre di acciaio di 32 mm con impatto di 6o0 ; - il carro armato sovietico T 34, del peso di 26 tonn., armato di un pezzo da 76 e da 2 mitragliatrici, aveva una corazzatura in (8) A causa delle cattive condizioni delle strade, nella terza decade di agosto 1941 fu necessario eliminare 20 carri, dai quali furono ricuperate le parti di ricambio indispensabili ad assicurare l'efficienza degli altri 40 carri. Di conseguenza venne sciolto uno dei quattro squadroni che componevano il gruppo, che rimase perciò su tre squadroni.
Costituzion~,
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torretta e sullo scafo, nelle parti maggiormente esposte al tiro avversario, di 45 mm. Nell'intento di sopperire alla carenza di artiglierie (antiquate e dì limitata potenza) fu assegnato a ciascuna delle due Divisioni autotrasportab1li un secondo battaglione mortai, in aggiunta a quello previsto dagli organici oltre una compagnia al battaglione armi di accompagnamento della legione cc.nn . Tagliamento, ma tali provvedimenti furono potuti sopportare senza che altrove derivassero carenze di quelle arn1i. Più rilevante fu, invece, la dotazione supplementare di cannoni da 47/ 32 controcarro. La limitata produzione rendeva generalmente sentita la scarsità di tali armi, l'azione delle quali peraltro non risultava efficace contro tutti i carri medi nemici. Le formazioni organiche ordinarie prevedevano l'esistenza di una compagnia su 8 pezzi per ogni Divisione. La speciale dotazione conferita alle Grandi Unità del CSIR divenne più che tripla, assegnando un battaglione alle dirette dipendenze del Corpo d'Armata ed un'altra compagnia al battaglione di armi d'accompagnamento della leg1one Tagliamento. La dotazione iniziale di automezzi, pur essendo stata contenuta entro i limiti normali, risultò subito insufficiente al bisogno, pur avendo sottratto 4.6oo autocarri alla disponibilità generale. Accresciuta a 5·500, migliorò dì poco la disponibilità di mezzi al fronte russo, per l'alta incidenza dci guasti, ma rese ancor più pesante il sacrificio iniziale, essendo la produzione industriale italiana resa difficile dalla scarsità di materie prime.
2.- TRASFERIMENTO E RADUNATA Il trasferimento del CSIR ebbe inizio a scaglioni il 10 luglio r941. Esso com portò : - un movimento per ferrovia da Roma (Divisione Torino), da Verona (Divisioni Pasubio e Celere) e da Cremona (Comando CSIR) sino alla z011a di scarico situata nell'Ungheria orientale e compresa tra Marmaros Sziget, Felsoviso, Borsa (Disegno n. 4); - un movimento per via ordinaria dalla zona di scarico alla zona di radunata (9) che venne fissata in Romania nelle località di: (9) E. la zona nella gualc una unità o un complesso di forze, provenienti dalle zone di scarico o dalle stazioni ferroviarie terminali, si riunisce e si riordina in attesa di raggiungere la zona di schieramento sulla linea del fronte.
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Gura Hormolui - Falticeni- Succava, per le Divisioni; Botosani, per il Comando del Corpo di Spedizione c per le Unità e Servizi del Comando stesso (Disegno n. 4). Il movimento per trasportare l'intero Corpo di Spedizione durò \'entisette giorni, richiese l'impiego di 216 treni , suddivisi in cinque blocchi, e si concluse il 5 agosto (10). La distanza dalla zona di scarico dai treni, profonda 8o km, alla zona di radunata era di circa 280 km. La disponibilità di una sola rotabile per raggiungere la zona di radunata (rotabile che si snoda per oltre cento chilometri a ca\"allo dell'arco carpatico c che non possedeva sufficiente larghezza per consentire il doppio transito agli automezzi pesanti, quasi tutti Lancia 3 RO con rimorchio); la limitata disponibilità di automezzi; la natura montagnosa della regione attraversata, in aggiunta alla non trascurabile distanza da percorrere, crearono una serie di difficoltà che furono peraltro superate con grande animo da tutti i componenti del CSIR. In pochi giorni si provvide: al completo autotrasporto delle due Divisioni c delle Unità e Servizi di Corpo d 'Armata non motorizzati; all'assegnazione di mezzi di r1nforzo alla Divisione Celere; al movimento di tutte le unità motorizzate del Corpo d'Armata e, infine, al trasporto in avanti dei magazzini e frazioni di magazzino degli stabilimenti di Intendenza , per la costituzione della base avanzata di Suceava, trasporto che doveva essere effettuato contemporaneamente alle unità in movimento, così da poter loro assicurare, subito, vettovagliamcnto e possibilità operative. Tra le difficoltà che si sono dette se ne ricorda una, i n particolare, che poteva forse essere evitata e che generò qualche ritardo nella riunione di tutte le Unità del Corpo di Spedizione nella zona di radunata. Pur avendo, infatti, il Comando del CSIR insistito perché la parte montata a cavallo della Divisiom: Celere fosse fatta proseguire per ferrovia sino a Botosani, il Comando germanico non (10) Durante il trasferimento, il 13 luglio, il Comandante del Corpo di Spedizione Generale francesco Zingalcs fu costretto ad interrompere il viaggio e a farsi ricoverare in una clinica di Vienna perché affetto da gra\·e forma influenzale con congestione polmonare c febbre alta. Sarà sostituito il successi\·o 17 luglio dal Generale GiO\·anni Messe, giunro direttamente a Marmaros Sziget. Il Generale Zingales torner:l al Comando del CSTR, divenuto nel frattempo XXXV Corpo d'Armata dell'Sa Armata, il r'' novembre 1942, data in cui il Generale Messe lascer;Ì il fronte russo per avvicendamento. Il 25 ge nnaio 194~ egli assumerà in Tunisia il Comando della r' Armata (composta da unità italiane e tedesche).
Costitu ~ ione ,
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ritenne di aderire alla richiesta; dopo di che, due comandi di re~gi mento e tre g ruppi squadroni di cavalleria, oltre ad un gruppo batterie di artiglieria a cavallo, dovettero portarsi in sella dalla zona di scarico dai treni, in Un gheria, sino a Gura Hormolui, in Romania. Così, quando le D ivisioni Pasubio e Torino erano già giunte a destinazione, la Celere era ancora in marcia, a cavallo, attraverso i Carpazi. Complessivamente, il CSlR nuntva :
- Comando Corpo d'Armata autotrasportabile con le seguenti unità direttamente dipendenti: un battaglione mitraglieri; un battaglione ca nnoni controcarro; una compagnia bersaglieri motociclisti; un raggruppamento di artiglieria motorizzato su 3 gruppi; 2 gruppi di artiglieria contraerea; 4 battaglioni del genio, di cui due pontieri, uno artieri c uno collegamenti: un gruppo di osservazione aerea dell'Aeronautica, su tre squadriglie; un gruppo caccia, su quattro squadriglie ; una leg ione cc. nn. su tre battaglioni; - due Ditùioni autotrasportabi/i: la Pasubio, con i reggimenti di fanteria 79n e 8on Roma e 1'8" reggimento artiglieria di\·isionale; la Torino, con i reggimenti di fanteria 8r" e 82" Torino e il 52" reggimento artiglieria divisionale; - una Dit,isione celere, la 3' , Principe Amedeo d'Aosta (PADA), col 3° reggimento bersaglieri, i reggimenti Sat·oia cavalleria e Lancieri di Not'ara, un gruppo carri L / 33, il reggimento artiglieria a caval lo; -
nove autoreparti ripartiti fra tutte le unità del CSIR;
- una Intenden za Speciale Est comprendente i seguenti Serlogistici: di sanità, commissariato, amministrazione, artiglieria, genio, chimico, ippica c veterinaria, trasporti (I autoraggruppamento per un totale di T2 autoreparti), automobi listico, tappe, postale e telegrafico; VIZI
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dodici sezioni Carabinieri.
In totale: 62.000
uomini;
' 7 battaglioni fucilieri (di cui : 12 di fanteria di linea, 3 di bersaglieri, 2 di cc.nn.); 7 battaglioni armi di accompagnamento; T battaglione guastatori; q compagnie autonome (di cui: 2 di motociclisti, 4 di mortai da 8r, 8 da 47/ 32); 6. - u.s.
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IO squadroni di cavalleria (di cui: 8 squadroni cavalieri e 2 squadroni mitraglieri); 4 squadroni carri « L >> (6o carri); r4 gruppi di artiglieria (di cui: 3 da JOS / 32, per 9 batterie con 36 pezzi; 2 da 100 j r7, per 6 batterie con 24 pezzi; 7 da 75 / 27, per r8 batterie con 72 pezzi; 2 da 75 / 46 contraerei, per 8 batterie con 32 pezzi); IO batterie autonome (di cui: 2 da 65/ r7 per 8 pezzi c 8 da 20 contraerei per 64 pezzi); 4 battaglioni dc 1 genio (di cui : 1 di artieri, 1 di collegamenti, 2 di pontieri); 6 compagnie autonome del genio (di cui : 3 di artieri e 3 di telemarconisti); I battaglione chimico. Così approntato, con armi, mezzi e possibilità operative che certo non esaltavano lo spirito combattivo degli uomini , il CSIR si accingeva nell'agosto 194r a schierarsi a fianco di un forte esercito, quello germanico, la cui potenza era stata portata ad un grado altissimo in funzione degli ambiziosi propositi dei suoi governanti, per combattere contro un esercito altrettanto potente, quello sovietico, animato dal convincimento di battersi per una causa giusta quale è quella di difendere il proprio Paese. 11 Corpo di Spedizione Italiano avanzerà combattendo fino al bacino minerario del Donez. Qui il 9 luglio 1942 sarà incorporato ne !l '8" Armata italiana col nome di XXXV Corpo d'Armata - CSIR. Una visione d 'insieme delle operazioni svolte dal CSIR dall'agosto T94T alla fine di giugno 1942 è tracciata nel Disegno n. 5·
CAPITOLO V
LE OPERAZIONI SINO AL FORZAMENTO DEL DNIEPER
Quando il Comandante dell'ila Armata germanica, alle cui dipendenze il CSIR era destinato ad operare, espresse il desiderio, verso la fine di luglio, di poter disporre immediatamente di almeno una Divisione italiana, la situazione delle Grandi Unità del Corpo dt Spedizione era la seguente : a. Divisioni Pasubio e Torino: avevano ultimato la radunata rispctti\'amentc nella zona di Suceava c di Falticeni; b. Dit,isione Celere: nonostante le insistenti richieste per ottenere lo scarico dai treni in Romania (zona Botosani - Succa\'a), anziché in Ungheria (zona Borsa- Marmaros Sziget) almeno delle unità a cavallo, il Comando germanico responsabile aderì solo in parte a tale richiesta. Ne derivò una radunata disorganica della Celere, poiché i due reggimenti di cavalleria c il reggimento di artiglieria a cavallo rimasero frazionati coi propri squadroni e le proprie batterie in parte a Botosani c in parte a Borsa. Ciò produsse un sensibile ritardo nella disponibilità totale della Divisione e causò un eccezionale dispendio di energie per i cavalli; c. U11ità di Corpo d'Armata: per la maggior parte erano ancora in affluenza dall'Italia verso le stazioni di scarico (cioè non ancora in zona di radunata); d. Sert izi logistici: non ancora m condizioni di funzionare compiutamente perché: -
tra la zona di schieramento dci centri di rifornimento e quella di radunata correvano dai 250 ai 300 chilometri c tale distanza, molto superiore alla mezza tappa automobilistica, richiede\'a per i normali rifornimenti almeno un numero doppio degli automezzi disponibili;
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rinsufficienza numerica degli automezzi impediva di pianificare l'importante problema dci rifornimenti il quale, dalla fase di precarietà su cui le imperiose esigenze lo impostavano, avrebbe dovuto essere stabilmente fissato e risolto, soprattutto in vista del successivo sviluppo delle operazioni.
In sintesi, una radunata incompleta c lo sch ieramento logistico già arretrato e già in crisi, prima ancora che il CSIR muovesse dalla zona di radunata per la zona di impiego operativo. La richiesta del Comandante tedesco di poter impiegare subito una Divisione del CSIR era peraltro giustificata dalla particolare situazione nella quale si trovava in quel momento l' rr" Armata. Essa era schierata sul corso meridionale del Dnicster, fra la 17' Armata germanica c la 4" Armata romena cd inquadrava, da nord a sud, le seguenti Grandi Unità : Corpo un ~he rese, 3" Armata romena, XI Corpo d'Armata germanico, XXX Corpo d'Armata ge rman~co , IV Corpo d'Armata romeno, UV Corpo d'Armata germaniCO. L·Armata aveva forzato il Dn iester in più punti c tentava di effettuare manovre in profondità per chiudere in una sacca l'avversario cd annientarlo poi in un secondo tempo. Il concetto del Comandante germanico era quello di realizzare una manovra di avvolgimento tra Dnicster e Bug, nella quale lo schieramento settentrionale d eli' Armata avrebbe dovuto costituire l'ala marciante. Nella sua prima fase un tale disegno operativo non poteva considerarsi riuscito. In alcun i punti gli elementi avanzati germanici erano stati decisamente respinti c la situazione permaneva assai fluida. Località importanti, il cui possesso pote,•a considerarsi detcrmi n ante quali Balta e Krutyje, erano state conquistate e perdute con alterne vicende da ambo le parti. Ciò era da attribuire, oltre che alla tenace resistenza e ai rabbiosi contrattacchi dei sovietici (le cui unità anche se accerchiate finivano per porre in d ifficoltà col loro deciso comportamento le forze accerchianti), anche alla totale mancanza di unità corazzate. Questo, tra il Dniester e il Bug (metà luglio- primi di agosto), era dunque un momento non facile per l'rr ~ Armata ted esca la quale, tra l'altro, era anche priva di riserve, fatta astrazione del Corpo di Spedizione Italiano che in quei giorni stava, come si è detto. completando la radunata e non era perciò nelle migliori condizioni per un impiego immediato.
Le operazioni sino al for zamento del Dnieper
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Tuttavia, il Comando dell'Armata con Ordine n. 3409/ 41 del luglio 1941 ordinava il concentramento del CSIR al Dnicster verso Jampol, quale riserva di Armata. Tale concentramento però non poté aver luogo poiché il tumultuoso succedersi degli avvenimenti impose ai movimenti un ritmo talmente rapido ed incalzante che fino al Dniepcr il Corpo Italiano non poté riunirsi . Il Comando ùd CSTR fissò la nuova zona di dislocazione a cavallo della rotabile lsvorj- Jampol, col criterio di schierare almeno una Divisione sulla sinistra del Dniester e ciò al duplice scopo di ridurre l'affluenza ai ponti di Jampol, quando l'intero CSlR avrebbe dm uto passare il fiume, e di includere nella zona di dislocazione di ciascu na Divisione almeno una rotabile per le estgenze di movimento. Il trasferimento delle unità avrebbe dovuto svolgersi per autotrasporti successivi, eseguiti dal solo XXIX autogruppo (il II autogruppo era impegnato al trasporto dei Servizi). Sulla base di tali concetti il Comandante del CSIR emanava l'Ordine di Operazione n. I (Documento 11. 24) per l'autotrasporto della Divisione Pasubio che, rinforzata dalla I" compagnia motoc~clisti, doveva raggiungere per prima il settore di probabile imptego. 11 movimento ebbe inizio il 30 luglio, ma le abbondanti piogge di quei giorni resero malagevole, lento e faticoso il procedere della Divisione. Lungo l'unica pista Botosani- Belzy- Isvorj , ridotta ad un pantano impraticabile, le autocolonne furono spesso immobilizzate e costrette a sostare in attesa del prosciugamento. In questo autotrasporto, autoreparti c automezzi del CSIR facevano la loro prima dura esperienza al fronte orientale, una sofferta esperienza destinata a rinnovarsi poi costantemente, sino a costituire il motivo dominante delle difficoltà operatiYe e logistiche delle unità del Corpo di Spedizione per la durata dell'intera campagn a. Per avere il Corpo di Spedizione riunito e pronto all'impiego operativo entro il più breve tempo possibile, il Comandante del CSIR metteva contemporaneamente in marcia la Divisione Torino, che doveva trasferirsi a piedi nella zona di Stefanesti- Sagajacani per poi raggiungere, autotrasportata, una nuova località. Negli stessi giorni (3I luglio- T" agosto). pervenivano al Comando del CSIR due richieste del Comando u a Armata. Con la prima di esse il Comando tedesco chiedeva di poter disporre di due gruppi di artiglieria italiani per appoggiare l'attacco 2r
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
del suo XXX Corpo. Il Comandante del CSIR, considerando la situazione del Comando germanico che non disponeva di artiglierie a lunga gittata e che aveva di fronte uno schieramento di ben vcntisei batterie sovietiche nella zona di Krutyje, aderì di buon grado alla richiesta. La seconda richiesta era in effetti un sollecito, un ordine di accelerare l'avanzata del Corpo di Spedizione così da poterne disporre entro breve tempo nella zona Goraba, Plot, Pisarevka, Studenojc, Sagnitkov per rastrellare il terreno tra il LIV c il XXX Corpo d'Armata e ristabilire le comunicazioni tra le due Grandi Unità (Documento n. 2 5). Con un tale ordine, le Divisioni italiane rischiavano di essere impiegate separatamente e per tempi successivi e ciò era in contrasto col concetto di impiego unitario del Corpo di Spedizione, contenuto nelle direttive del Comando Supremo italiano impartite al Generale Messe. Egli decise perciò di aderire all'ordine del Comando d'Armata solo dopo aver raccolto almeno le Divisioni Pasubio e Torino e tutta l'artiglieria di C.A. nella zona di schieramento fissata dal Comando tedesco. Conseguentemente il Comandante del CSIR redige e dirama l'Ordine di Operazione n . 4 (Documento n. 26) in base al quale: - la Divisione Pasubio avrebbe dovuto rinunciare all'autotrasporto nella zona di Scholkani- Soroki (escluso) e proseguire il movimento a piedi fino ad Olschanka; - la Divisione T orino sarebbe stata caricata nella zona di Scholkani sugli automezzi resi disponibili dalla Divisione Pasubio; - la Divisione Celere, per la quale non era stata ancora fissata una zona di radunata e che solamente in quei giorni cominciava ad affluire nel territorio di Botosani, avrebbe continuato il movimento per via ordinaria fino a Sorokj . Circa il previsto impiego del CSIR il Generale Messe faceva presente al Comando d'Armata che : il compito di rastrellamento e di collegamento in un settore privo di strade non era adeguato alle caratteristiche fondamentali del CSIR e che un simile impiego, oltre tutto, era anche antieconomico perché avrebbe costretto le unità italiane a lasciare inoperose le proprie artiglierie e fermi i mezzi motorizzati, r iducendo così la loro capacità di rendimento. In tal senso il Comandante del CSIR chiedeva al Comando dell'n" Armata di riesaminare la possibilità di un impiego più confacente delle proprie unità.
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Il 6 agosto la Pasubio gi ungeva a Jampol ed il giorno successivo il Comando tattico del CSIR si spostava da Botosani a Olschanka. Nel frattempo la situazione dell'na Armata e delle altre unità che operavano ai suoi fianchi era andata evolvendosi, così che per l'annientamento dell'avversario tra Dniester c Bug esistevano oramai tre gruppi di forze in condizioni di agire in modo interdipendente. Esse erano (Disegno n. 6): - il Gruppo corazzato 1' 012 Kleist, che con una avanzata in profondità nord- sud aveva raggiunto Pervomajsk poco a nord della confluenza del Kodjma col Bug: 4
- la 17 Armata, che aveva allacciato collegamento presso Gaìvoron con l'ala sinistra dell'n·' Armata; - l' 11 ° Armata che, come si è detto, era riuscita a forzare il Dniester in più punti. Più in particolare sul fronte dell' 1 1. Armata: - la 3" Armata romena era impegnata in azioni di rastrellamento ad est della linea Vechofa- Schakokristische; - l'Xl Corpo, che avendo conseguito i maggiori risultati , si schierava sulla linea Savran- Chaschetvots- Gaivoron; - il XXX Corpo, giunto sin dal 30 luglio sulla linea Fran. . suskaja- Slobodseja, non aveva potuto proseguire per 1 numeros1 contrattacchi e le pessime condizioni atmosferiche; - il IV Corpo romeno dopo aver forzato il Dniester a Paschkov, non era riuscito ad allargare la testa di ponte e rimaneva perciò schierato con la massa delle sue forze ad ovest del fiume; - il LIV Corpo che, avendo anch'esso forzato il Dniester mettendo piede a Dubossarj, poteva ampliare la propria testa di ponte giungendo il r" agosto sulla linea Osipovka- Pavlovka, interrompendo coi suoi elementi avanzati la ferrovia Odessa- Balta presso Fatischin. Riassu mcndo la situazione operativa sulla fronte deIl' u " Armata: - le due ali (Xl e UV Corpo) avevano notevolmente progredito; - il centro (XXX c IV Corpo romeno) rimaneva invece arretrato.
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In una situazione siffatta il Comando tedesco decideva di sfruttare il vantaggio conseguito dall'ala sinistra, alle cui unità ordinava una conversione verso sud- sud-est allo scopo di rinserrare le unità sovietiche rimaste tra il Dnicster e il Bug. La riuscita di un tale piano presupponeva la disponibilità di una massa di manovra capace di spostarsi rapidamente per impedire ogni possibilità di ritirata all'avversario e l'unica Grande Unità che in quel momento, secondo il Comando di Armata, era in condizioni di assolvere quel compito era la Divisione Pasubio. Il Comandante del CSIR, considerato il carattere di eccezionalità con cui si presentava la delicata situazione c tenuto soprattutto presente che alla Pasubio veniva riservata l'importante missione di realizzare l'avvolgimento delle unità nemiche sul Bug, e per ciò stesso di provocare il crollo della resistenza avversaria tra i due fiumi, aderiva alla richiesta del Comando tedesco di impiegare la Pasubio in tale azione, col consenso del Comando Supremo italiano. Dopo aver orientato la Divisione sul suo nuovo impiego, il Generale Messe il 6 agosto trasmetteva alle altre unità dipendenti l'Ordine di Operazione n. 8 per far accelerare il movimento oltre il Dnicstcr e serrare sulla Divisione Pasubio già lanciata ai ponti sul Bug presso Voznessensk. Tn quegli stessi giorni la Divisione Celere scavalcava nella zona di Botosani la Torino che, privata degli automezzi destinati al trasporto della Pasubio, continuava i suoi trasferimenti a piedi.
l. - DAL DNIESTER AL BUG (BATTAGLIA TRA I DUE FIUMI) Nel quadro della battaglia intrapresa dai tedeschi per l'annientamento delle forze avversarie dislocate tra il Dnicstcr c il Bug, la Divisione Pasubio, rinforzata dal 30° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata c dalla T" compagnia motociclisti, aveva ricevuto il com pito di raggiungere rapidamente il Bug a nord di Vozncssensk c di procedere quindi lungo la riva destra del fiume sino a Nikolaiev per completare l'accerchiamento del nemico (Disegno 11. 7) e per eliminare la testa di ponte russa in quella località. Nonostante le molte difficoltà che fu costretta a superare a causa delle piste rese intransitabili dal maltempo c delle frequenti
Le opemzioni sino a{ forzamento del Dnieper
interruzioni stradali operate dai sovietici in ritirata, il 10 agosto la Divisione giungeva con l'avanguardia nei pressi di Voz ncssensk, da dove il mattino seguente riprendeva il movimento verso sud. Marcia durante, la colonna era colta d a un violen to temporale che, impedendo ogni ulteriore movimento a causa delle condizioni delle strade, costringeva il grosso della Divisione ad arrestarsi. L 'avanguardia invece (1) poteva proseguire e, dopo aver percorso circa 30 chilometri, verso le ore 13 del giorno TI agosto gli clementi avanzati della 1" compagnia bersaglieri motociclisti in esplorazione urtavano contro resistenze nemiche. I combattimenti che seguirono a questo primo contatto tra le unità italiane in avanguardia c le unità russe di retroguardia a colonna in ripicgamcnto, furono due: uno avvenuto lo stesso giorno II a nord dell'abitato di Pokrovskojc nel quale fu principalmente impegnato il Ili battaglione dcii'Ro' fanteria (testa dell'avanguardia); l'altro avvenuto il g iorno 12 agosto nei pressi di Jasnaja Poljana, sostenuto dal r battaglione dello stesso reggimento (che nel fra ttempo aveva sostituito il III alla testa d ell 'avang uardia). Le due azioni, quella del giorno 11 e quella del 12, sono descritte in modo particolareggiato nella relazione redatta il successivo 19 agosto dal Comandante dell'avanguardia della Pasubio, Colonnello Epi fan io Chiaramonti (Documento 11. 27). In particolare: l' azione del g iorno t I a Pokrovskojc non fu di grande rilievo e può consi dera r~i come l'avvisaglia del combattimen to del giorno successivo a Jasnaja Poljana per la evidente in tenzione del nemico di svolgere solo azio ne di disturbo senza lasciarsi agganciare in un combattimento vero e proprio. L'azione stessa tuttavia non fu incruenta poiché da parte italiana si dovettero lamentare 2 morti e 3 feri ti; furono catturati 38 prigionieri soYictici, 2 mitragliatrici e altro materiale bellico. Più rilevante fu invece il combattimento di Jasnaja Poljana del giorno 12 a ~osto fra il battaglione di testa dell'avanguardia della Pasubio (I / 8o" fanteria) e il 469" regg imento di fanteria sovietico, rinforzato d a tre batterie di artiglieria in retroguardia.
( 1) Composta dall"8o reggimento fanteria Roma, dal Ili gruppo dell'8'' reggimento artiglieria Pambio, dal la •" compagnia bersaglieri motociclisti, dalla 14t ' compagnia cannoni da 47 n 2 amicarro, dalla 1• compagnia mortai da 81 del IX ba ttaglione mortai divisionale Pa.:ubio, dalla 3' compagnia mortai da 81 del V battaglione mortai, òa una sezione della batteria cannoni - mitragliera da 2j divisionale, da un plotone genio - artieri divisionale e da due stazioni R.F. 3 A (totale circa 4·500 uomini).
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Il combattimento tra le unità contrapposte durò alcune ore (dalle 15 alle 19,30), caratterizzato da intenso fuoco di artiglieria e di mortai sino a quando i sovietici, minacciati sui fianchi e sul tergo, decidevano di ripiegare. Il calar della notte costringeva a sospendere l'azione. Allo sgombero della testa di ponte di Nikolaiev - che toglieva ai russi ancora operanti tra i due fiumi l'ultima possibilità di sottrarsi all'accerchiamento - aveva certamente contribuito anche la minaccia della Pasubio. Il combattimento di Tasnaja Poljana era costato alle unità italiane impegnate nella lotta rs morti, di cui 2 ufficiali, ~h feriti, di cui 8 ufficiali. Il Comandante dell'Armata, Generale Schobert, volle inviare al Comandante del CSIR una attestazione nella quale era detto, tra l'altro, che la Pasubio aveva « contribuito moltissimo alla vittoriosa azione dell' 11 ' Armata». Intanto la Divisione Celere era giunta con i propri mezzi, percorrendo 340 km in sette giorni, a Petschanka (sud di Oligopol); la Torino, più arretrata, aveva continuato ad avanzare a pied i verso il Dniester; il Comando tattico del CSIR si era spostato da Olschanka ad Oligopol.
2. - DAL BUG AL DNIEPER Il ciclo di operazioni tra Dniester e Bug si era chiuso col raggiungimento di quest'ultimo fiume da parte delle unità della II" Armata tedesca. Il Comando del Gruppo di Armate del sud decideva quindi il passaggio del Corpo di Spedizione Italiano alle dirette dipendenze del Gruppo corazzato von Kleist (a partire dal r4 agosto), col quale avrebbe operato per circa dicci mesi, sino a quando cioè, nel giugno 1942, sarebbe passato alle dipendenze della IJ' Armata germanica. La dislocazione del CSIR alla data del 13 agosto, vale a dire al termine delle operazioni tra Dniester e Bug, era la seguente (Disegno n. 8) :
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Comando: Oligopol;
- Dit,isione Pasubio : dalla zona d i Pokrovskojc era stata avviata a Bratskoje oltre il Bug, attraverso i ponti di Voznesscnsk. in attesa di ordini per il concentramento di tutte le unità del CSIR al Dnieper;
Le operazioni sino al forzamento del Dnieper
- Dùisione Celere: nella zona di Oligopol- Pctschanka c m movimento per Pervomaisk; - Diuisioue T orino: nella zona di Sagajacani cd in movimento per Sorokj- Jampol-Oligopol; - Uuità e Servizi di C.A.: nella zona di Botosani- Olschanka- Oligopol - Botosani. Il passaggio alle dipendenze del Gruppo corazzato tedesco von Kleist lasciava intravedere due possibilità di impiego delle unità del CSlR: - m un primo tempo. un'azione a carattere difensivo a protezione del fianco sinistro del medesimo gruppo corazzato nella marcia che questi compiva dal Bug al Dnieper; - in un secondo tempo, azioni offensive in profondità oltre il Dnieper. L'assegnazione del CSIR ad una Grande Unità mobile e manovriera quale era il I gruppo corazzato - a~segnazione che comportava, tra l'altro, un cambiamento della sua linea operativa da sud a nord- est - ed il futuro impiego del Corpo di Spedizione. caratterizzato da spiccata mobilità ad ampio raggio, confermava come il Comando tedesco non tenesse conto del fatto che le unità italiane non erano totalmente motorizzate e non tenesse nemmeno conto della grave situar.ione logistica in cui esse si dibattevano. Il Generale Messe rappresentò nuovamente tale situazione al Comando tedesco pur adoperandosi per (are comungue fronte agli impegni operativi che gli venivano richiesti (2). Il Generale Messe diramava quindi alle unità dipendenti, con Foglio 4288 del 14 agosto, le direttive orientative sul futuro Impiego delle unità dipendenti, direttive così concretate: - la Divisione J>asubio doveva concentrarsi in zona Annovka, Bratskoje e muovere successivamente per l'itinerario KirovoKrcmenciug;
(2) Sin dall"11 agosto il Comandante del CSIR a\ev:t richiesto al Com:tndo Supremo l'as!>cgnazione di almeno altri due autoreparti. Circa l'invio di altre forze italiane al fronte russo il Generale Messe avC\'a così telegrafato a Roma: « Indispensabile che tutti reparti avviati quc~to fronte siano esclusivamente auroporcari alt. Caso contrario est prcferibile rin unciare qualsiasi apporto forze poiché esse sarebbero destinate inevitabilmente rimanere centinaia di chilometri indietro ah )•.
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- la Divisione Torino, che per il momento continuava a marciare a piedi verso il Dniester, sarebbe stata autotrasportata non appena la Pasubio fosse giunta al Dnieper; - la Divisione Celere doveva concentrarsi al Bug, m zona Pcrvomajsk- Lissaja Gora per procedere successivamente verso il Dnicper; - aviazione del CSIR: si trasferiva sul campo di Kirovo a partire dal 22 agosto (tenendo disponibile una squadriglia da caccia) poiché il campo di Tudora risultava troppo arretrato per le nuove esigenze operative. Intanto il Gruppo corazzato von Kleist, in movimento con rapida marcia dal Bug al Dnicper, era prossimo alla conquista dci ponti di Dniepropctrovsk c di Zaporoje, sul Dnicpcr, i soli passaggi del corso meridionale di quel n ume. Scopo della sua azione era quello di tagliare la ritirata all'avversario cd assicurarsi la costituzione di due teste di ponte per l'ulteriore sviluppo delle operazioni verso oriente. Di conseguenza, il movimento del Corpo di Spedizione non solo non poteva avere soluzioni di continuità, ma doveva ricercare nel massimo rendimento di tutte le energie, umane c meccaniche, il ritmo adegua:o alle straordinarie esigenze del momento cd una rapidità pari all'incalzare degli eventi . In particolare : a. Dit,isione Pasubio. - La manovra del Gruppo corazzato von Kleist si imperniava, oltre che sulla piena disponibilità delle forze, anche su una robusta protezione del proprio fianco sinistro cd a tale scopo il 15 agosto la Divisione, passata alle dipendenze del III Corpo germanico, veniva avviata d'urgenza nella zona di Tschigirin per schierarsi sulla riva destra del Dnicpcr, tra Topilovka e Kryukof, per sostituirvi la Divisione tedesca Wiking che doveva essere impiegata più a sud. La marcia della Pasubio dal Bug al Dniepcr si svolse tra le più pesanti difficoltà, specialmente logistiche, c sotto bombardamenti aerei. Tuttavia in due giorni raggiunge\·a il nume, procedeva alla sostituzione della Wikin g ed il giorno 18 agosto assumeva la responsabilità del settore difensivo affidatole. Tre giorni dopo, il 21 agosto, ricevuto il cambio da tre DiYisioni germaniche (97"· r25a c 257") si trasferiva, autotrasportata, più a sud, schierandosi tra Koluskino e Verhniednicprovsk, sostituendo di nuovo a sua volta
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la Wiking, cd altre truppe tedesche destinate alla manovra del III Corpo per la testa di ponte di Dniepropetrovsk. L'opera e il comportamento della Pasubio furono apprezzati dal Comandante del l II Corpo tedesco, che volle citare l'unità italiana nel suo Ordine del Giorno del 2 r agosto (Dowmento 11. 28) e nel saluto che il Comandante stesso le inviò il 2 settembre quando la Divisione venne restituita alle dipendenze del CSIR; b. Die'isione Torino. - L'attività operativa alla quale aveva partecipato la Pasubio non aveva consentito la disponibilità dell'autogruppo per il trasporto della Torino. Essa, pertanto, aveva raggiunto il Dniester a piedi, nella zona di Sorok j; c. Diàsione Cdere. - Nell'intento di svincolare le proprie unità dalla difesa della linea del Dnieper per destinarle alla prevista manovra di sfondamento del fronte a\·versario, il C'...omando dell'n" Armata chiedeva che il CSIR fosse presente sul fiume entro il 20 agosto con la massa delle sue forze, per assicurare l'integrità delle posizioni raggiunte. Era pertanto necessario disporre sul Dnieper entro quella data di almeno due Divisioni. Tenuto conto che la Pasubio era già in sito, le soluzioni che si presentavano al Comandante del CSIR erano due: o autotrasportare la Tori11o, o far avanzare coi suoi mezzi la Celere. Scartata la prima soluzione, data l'impossibilità di disporre di automezzi per il trasporto della Divisione. il Generale Messe si attenne alla seconda; questa soluzione, peraltro, non avrebbe potuto avere attuazione integrale per non incidere sensibilmente nell'efficienza delle unità a cavallo. Esse infatti avevano già coperto 750 chilometri a partire dalle zone di scarico in Ungheria ed ogni ulteriore sforzo fuori dalla norma ne avrebbe compromesso l'effiCienza. Venne così deciso di trasferire immediatamente al Dnieper tutti i reparti motomeccanizzati della Celere, più il reggimento di artiglieria della Tori11o e le unità autocarrate di Corpo d'Armata. Le truppe a cavallo intanto avrebbero proseguito a tappe normali. Il Comando del Gruppo corazzato von Kleist. però, era in penuria di carburanti e non fu in grado di provvedere al rifornimento degli scaglioni italiani, i quali dovettero rimanere per più giorni inattivi c frazionati, senza nemmeno poter sfruttare quei giorni di sosta imprevista per ricuperare la T ori11o;
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d. Uuità di Corpo d'Armata: l'aviazione, per sopravvenuta indisponibilità del campo di Kirovo, aveva raggiunto il 2 r agosto Krivoj Rog, dal quale aveva subito iniziato la sua attività a protezione dei ponti e delle unità schierate sul Dnieper; il I e il IX battaglione pontieri, su richiesta del Comando del I gruppo corazzato, erano stati inviati a Dniepropetrovsk per la costruzione di portiere sul fiume, destinate ad alimentare la lotta nella testa eli ponte;
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le rimanenti unid serravano sotto;
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il Comando tattico del CSIR si era trasferito a Pervomajsk, sul Bug.
Ricevuto il carburante il 28 agosto, il movimento poté essere ripreso e il 3 settembre il CSIR giungeva al Dnieper con due Divisioni, la Pasubio e la Celere, c parte delle unità di Corpo d'Armata, affiancandosi alle unità avanzate del Gruppo von Kleist. Intanto la Torino serrava anch'essa al fiume, compatibilmente con la disponibilità degli automezzi . Molte unità di Corpo d'Armata tuttavia, c soprattutto gli clementi della catena logistica, erano ancora sparpagliate su una linea profonda circa 300 chilometri. Ospedali, forni da campo, depositi di munizioni, materiali del genio, magazzini di vestiario ed equipaggiamento, delegazioni di intendenza, parchi, officine sostavano lungo la interminabile linea di comunicazione, privi di ogni possibilità di spostamento per insufficienza di mezzi di trasporto. La stazione ferroviaria più avanzata era a Belzy, distante 380 chilometri dalla Delegazione di Intendenza più vicina alle unità operanti c solo ai primi di settembre si prevedeva di rimettere in esercizio qualche tronco ferroviario avanzato. Alle ore 8 del 5 settembre il CSIR assumeva la responsabilità del fronte assegnatogli schierandosi, in un settore ampio circa roo chilometri, tra il fiume Vorskla di Kobclj akj e Dniepropetrovsk (esclusa), con le Divisioni Pasubio e Celere in prima schiera, rinforzate;:, rispettivamente dalla t " compag nia motociclisti e dal II battaglione controcarro (meno una compagnia). L'artiglieria di Corpo d'Armata agiva con un gruppo nel settore della Pasubio e con due gruppi in quello della Celere. In seconda schiera la compagnia dello stesso II battaglione controcarro e, al loro arrivo, la Divisione Torìno e la legione cc.nn. Tagliamento (Ordine di Operazione n. r4 del 3 settembre).
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Intanto, approfittando della sosta che la resistenza avversaria imponeva allo sviluppo della manovra germanica, venivano impiegati gli autocarri, resi disponibili dalla Pasubio, per il trasporto della Torino. Nel medesimo tempo il Gruppo corazzato von Kleist chiedeva di poter disporre al più presto anche di tale Divisione, poiché ad essa era stata assegnata la difesa del settore a sud di Dniepropetrovsk. Non era possibile dare completa attuazione con l'urgenza voluta a tale richiesta, c il Comandante del CSIR disponeva allora che una colonna di due battag lioni del1'81" reggimento fanteria precedesse intanto il grosso della propria Divisione usufruendo degli automezzi temporaneamente tratti da quelli della legione cc.nn. L'81" reggimen to fanteria, rinforzato dal 52" artiglieria, assumeva così il 13 settembre la difesa del settore affidatogli, settore che il successivo giorno 15 poteva essere presidiato dall'intera Divisione Torino , finalmente ricongiunta, dopo circa cinquanta giorni di estenuanti marce a piedi, alle altre unità del Corpo d i Spedizione.
L'opera. del CSlR in questa fase delle operazioni si inquadra nella grande manovra tedesca iniziata il 14 agosto e conclusasi a Kiev il 19 settembre con la vittoria germanica. In tale manovra due gruppi corazzati, corrispondenti alla forza di due Armate, Guderian da nord c von Klcist da sud , dovevano aggirare le linee avversarie del Dnicpcr in corrispondenza di Kicv, per congiungersi alle spalle delle unità sovietiche schierate a difesa di quel settore, isolandole in una gra nde sacca. Nello stesso tempo le fanterie attestate al fiume dovevano agire frontalmente sulle unità russe per romperne lo schieramento in sacche minori. Compito iniziale del CSlR era quello di assicurare la difesa della linea del Dnieper tra la 1 7" Armata e il III Corpo del gruppo von K leist. Un settore, come si è detto, ampio oltre roo chilometri e che con l'arrivo delle unità della Divisione Toriuo si ampliò di altri 50 chi lometri a sud di Dniepropetrovsk, sino ad Augustinovka. La tenace resistenza dci sovietic i non aveva consentito al III Corpo di sboccare dalla testa di ponte di Dniepropctrovsk, così che il gruppo corazzato von Klcist doveva iniziare il 12 settembre il passaggio del Dnicper a Krcmenciug, lasciando la responsabilità della difesa del fiume al gruppo von Roqucs, alle cui dipendenze passava perciò temporaneamente anche il CSIR. L'attività svolta dal Corpo di Spedizione dal ') settembre (data in cui assunse la responsabilità del settore sul D nieper), sino al 18
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dello stesso mese (data nella quale lo schieramento del CSIR subiva una modifica con la partenza della Pasubio, chiamata ad operare altrove, come si vedrà più avanti), è caratterizzata da vivaci azioni di pattuglie, colpi di mano, intensa attività di artiglieria, azioni dimostrative varie. Di particolare rilievo: - il concorso dato da due gruppi da 105/32 del 30" raggruppamento e da un gruppo da roo j 17 della Torino alk operazioni del III Corpo per l'ampliamento della testa di ponte verso Kamenka (nord- ovest di Dniepropetrovsk), concorso che rappresentò un contributo efficacissimo alla riuscita dell'azione. Lo attesta l'elogio rivolto ai tre gruppi operanti dal Comandante del III Corpo (Documento n. 29); - i combattimenti di reazione con cui l '8J'' fanteria sventò più volte i propositi dell'avversario che insisteva nel voler mettere piede sulla riva destra , nel tratto di fronte particolarmente delicato per la presenza di numerosi isolotti e per la confluenza del Samara nel Dnieper. Ma l'opera svolta in questo periodo dal CSI R, oltre agli effetti immediati e diretti, determinava anche riflessi di più ampia portata nell'economia generale delle operazioni nelle quali era impegnata l'Armata. Opponendosi, infatti, con fermo impegno ai tentativi che l'avversario attuava per guadagnare la riva del fiume, contribuiva al fallimento dello sforzo che i sovietici svolgevano per alleggerire la pressione esercitata a nord dai gruppi corazzati germanici e cooperava al successo di Kremenciug, dove la manovra del gruppo corazzato von Kleist permise di ch iudere la branca meridionale della tena~lia Kleist- Guderian e di lanciare su Kobeljaki- Poltava la 17' Armata. Tutte le unità italiane, e in particolare, i reggimenti di fanteria 79", 8oo e 81" si distinsero per la prontezza con cui stroncarono le azioni dell'avversario, l'accurata organizzazione c b brillante condotta dci colpi di mano.
3. - LA MANOVRA DI PETRl KOVKA A) LE AZIONI PRELIMINARI
L a manovra italiana di Petrikovka si inquadra nella grande battaglia del Dnieper, durante la quale le forze sovietiche in ritirata tentarono di arrestare sul fiume l'avanzata tedesca cd è la prima
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grande operazione manovrata che il Corpo di Spedizione Italiano portò a compimento con le sue sole forze ed i suoi soli mezzi. Il 15 settembre il Comando tedesco comunicava al Comandante del CSIR che la Divisione Pasubio avrebbe dovuto passare il fiume il giorno 18, perché destinata a proteggere il fianco destro della rJ" Armata operante su Kobeljakj e Poltava. Verso la metà di settembre, infatti, il Generale von Kleist, dopo le difficoltà incontrate dal III Corpo a sboccare oltre il Dnieper dalle teste di ponte di Dniepropetrovsk, aveva risalito con parte delle sue forze (XlV Corpo corazzato) la riva destra del fiume ed aveva superato il Dnieper a Kremenciug, conquistata il giorno TO. Da questa località aveva puntato verso nord accerchiando, insieme col 2 ° Gruppo corazzato, ingenti forze nemiche; aveva agevolato in tal modo l'avanzata della rJ" Armata su Poltava, il cui fianco destro doveva essere protetto, appunto, dalla Pasubio. Il T6 settembre il Comandante del CSIR formulava l'Ordine di Operazione n. 16 (Documento n. 30) e ordinava che il settore presidiato dalla Pasubio fosse affidato ad un raggruppamento di formazione della Celere (3). La Pasubio, posta temporaneamente alle dipendenze della rJ' Armata, passò il Dnieper a Derijevka il r8 settembre per attestarsi sull'Orelj, fronte sud- est, nel tratto tra la sua confluenza nel Dnieper e Voinovka. Intanto la situazione operativa andava maturandosi sempre più verso sbocchi risolutivi. Quattro giorni dopo il CSIR (meno la Pasubio) passava a costituire, insieme col III Corpo tedesco (Divisioni 6o", 198" e S.S. Wiking), il gruppo Mackensen che aveva ricevuto il compito di assicurare la difesa del Dnieper fra la foce dell'Orelj c quella del Mokraja Sura. Nella realtà si preparava in tal modo la massa di attacco destinata a sfruttare gli effetti della manovra delle Grandi Unità corazzate. Con tale concetto, la Divisione Torino, rinforzata dalla 63'' legione cc.nn. Tagliamento e dal II battaglione controcarro, veniva immessa nella testa di ponte eli Dniepropetrovsk per l'azione ormai imminente, ed il 21 settembre iniziava il passaggio del fiume. Così, quando la Pasubio (a nord) oltrepassò il fiume ai ponti di Derijevka per procedere sui propri obiettivi, la Celere (al centro) rimaneva a difesa del Dnieper e la Torino (a sud) si schierava sulla (3) Composto da: reggimento Lancieri di N ovara, un battaglione bersaglieri, una compagnia bersaglieri motociclisti, un battaglione mortai e una compagnia controcarro da 47, e rinforzato da un gruppo da I00/17· Ne assunse il comando il vice comandante della Divisione. Il raggruppamento rientrerà alla Celere il giorno 23. 7·- U.S.
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riva sinistra del fiume, venivano a crearsi finalmen te le migliori condizioni perché il Corpo di Spedizione Italiano potesse operare a massa, con convergenza di obiettivi, in una battaglia che, impegnando l'avversario nella grande ansa del Dnieper fra l'Orelj e Dniepropetrovsk, provocasse l'accerchiamento delle unità sovietiche e precludesse loro ogni possibilità di ritirata (Disegno n. 9). Lo schieramento sovietico correva lungo il corso del fiume sino alla foce dcll'Orelj e si appoggiava, pertanto, con l'ala destra, a questo stesso corso d'acqua, che le unità corazzate tedesche dovevano oltrepassare per impadronirsi, sul tergo delle prime linee avversarie, del centro industriale di Novomoskovsk. La sera del 22 settembre la Pasubio, rinforzata dalla 1"' compagnia motociclisti, da uno squadrone carri « L» della Celere e dal gruppo tedesco Abraham (230° reggimento e aliquote di artiglieria), si schierava, come si è detto tra Voinovka e la confluenza dell'Orelj nel Dnieper; essa riceveva l'ordine di costituire a Zaritcianka una testa di ponte di ampiezza sufficiente a consentire lo sbocco delle unità corazzate germaniche. L'azione fu condotta dal 79° reggimento fanteria Roma, sostenuto da due gruppi dell '8" artiglieria e dal gruppo Abraham, posto alle dipendenze del reggimento italiano, ed ebbe inizio alle ore 5 del 23. Nonostante la tenace resistenza dei russi, sorretta anche dall 'intenso fuoco dei loro cannoni e dai mitragliamenti a bassa quota della loro aviazione, prima dell'imbrunire la testa di ponte poteva dirsi costituita su un'area di circa dieci chilometri quadrati saldamente presidiata dalle unità italiane e tedesche. I russi contrattaccarono la testa di ponte per tre giorni consecutivi, il 24, 25 e 26 settembre, dando luogo ad una violenta lotta caratterizzata da una serie di scontri anche all'anna bianca, dove lo slancio e la tenacia dei russi erano validamente rintuzzati dalla orgogliosa aggressività degli italo- tedeschi. Questi tuttavia rimasero alla fine padroni della conquistata testa di ponte, dando così modo alle unità corazzate germaniche di sboccate oltre l'Orelj per il compimento della manovra. Più a nord, con azione di sorpresa, 1'8oo fanteria Roma procedeva contemporaneamente alla ricostituzione della testa di ponte di Voinovka, ritirata dai tedeschi. Eliminate le vedette nemiche, i fanti dell'Bo" si impossessavano degli obiettivi designati, che, nonostante i ritorni offensivi dell'avversario, poterono conservare fino all'arrivo delle unità corazzate tedesche, operanti in quel settore in concomitanza con quelle che erano già pronte a sboccare dalla testa di ponte di Zaritcianka.
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Coi fatti d'arme di Zaritcianka e di Voinovka era dunque aperta la via di irruzione per l'intero contingente germanico corazzato che avrebbe obbligato le Divisioni sovietiche a retrocedere verso il fiume Voltsctja. Alla vigilia del! 'azione su Petrikovka, cioè alla data del 27 settembre, la situazione operativa era dunque la seguente (vds. Disegno n. 9): dietro l'Orelj, da Nechvoroshska a Zaritcianka, la DivisiOne Pambio; - lungo la riva destra del Dnieper, fra le foci dcll'Orelj e la testa di ponte di Dniepropctrovsk (esclusa), la Celere; - nella testa di ponte di Dniepropetrovsk, il III Corpo tedesco con le Divisioni Wikin g, 6o" motorizzata c 1 98~, schierate da stmstra a destra. Dietro la Wif(ing, la Div isione Torino già tutta oltre il Dnieper. JJ) LA MAXOVRA
Era in tendimento del Comando tedesco di rompere la linea avversaria che serrava da presso la testa di pon te di Dniepropetrovsk ed effettuare il congiungimento con le colonne provenienti da nord. Il XIV Corpo corazzato doveva pertanto sboccare dall'Orclj e puntare su ~O\'omoskovsk dove si sarebbe congiunto col III Corpo che dalla testa di ponte di Dniepropctrovsk doveva avanzare con le sue tre Divisioni sullo stesso obiettivo per volgersi poi ad est ed attestarsi all a linea del fiume Samara. In tale piano operativo il Comandante del CSIR intendeva svolgere un'azione a tenaglia con la Pasubio da nord- ovest c con la Torino da sud- est, per chiudere ogni via di scampo alle forze sovietiche dislocate nell'ansa tra il Dnieper e I'Orclj. La località di Petrikovka era la porta da sprangare e, una volta chiusa, l'avversario non poteva più sfuggire alla sacca. Affinché la manovra potesse svolgersi compiutamente era però necessaria la piena disponibilità c la concomitante convergenza di sforzi di tutte c tre le Divisioni del CS IR, sicché il Generale Messe dovette chiedere al Comandante della 1 • Armata corazzata tedesca che la Pasubio rientrasse alle sue dirette dipendenze. Ottenuta la restituzione della Grande Uni tà, il Comandante del CSIR formulò gli ordini per l'attuazione de l proprio concetto d'azione che doveva svi lupparsi in tre tempi:
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- 28 settembre: attacco della Divisione Torino alle posizioni sovietiche che serravano la testa di ponte; - 29 settembre: azione convergente su Petrikovka delle Divisioni Pasubio (da nord) e Torino (da sud); - 30 settembre: cattura delle forze avversarie chi use nella sacca, col concorso (da ovest) della Divisione Celere. Le operazioni del 1" tempo ebbero inizio alle 7,30 del 28 settembre, quando le unità di fanteria della Tori11o, dopo brevissima ma intensa preparazione dell'artiglieria, scattavano all'attacco per ricacciare l'avversario verso ovest, allargare la testa di ponte e raggiungere nella giornata la linea Obuskvskje- Gorianovskije (vds. Disegno n. 9), e le Divisioni tedesche del Ili Corpo muovevano in direzione nord - nord-est. L'azione della Torino si svolse con slancio c decisione, nonostante la tenace resistenza dei russi e l'insidia di numerosi campi minati con cui i sovietici avevano sbarrato tutti i passaggi e le piste. Alle ore 16 la Divisione attuava il proprio schieramento sulla linea degli obiettivi assegnatilc, dopo aver inflitto all'avversario sensibili perdite e dopo aver catturato qualche migliaio di prigionieri ed un cospicuo botùno di armi e materiali. L'azione fu tra l'altro caratterizzata da una perfetta cooperazione fanteria- artiglieria in cui ebbero rilievo gli interventi del 30° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata, che col razionale schieramento dci suoi gruppi poté battere d'infi lata il terreno della battaglia.
Anche le tre Divisioni tedesche avevano raggiunto i loro obiettivi e la sera del 28 il Generale Messe ordinava: - alla Divisione Torino di proseguire l'azione il giorno 29 muovendo su due colonne fino alla linea Kurilovka- Petrikovka; - alla Divisione Pasubio di muovere daJ!a zona di Zaritcianka verso sud ed attestarsi alla fronte Schuligovka - Prodanovskije Galuschkovka- Petrikovka, per congiungersi con la Torino, impedendo così ogni possibilità di ritirata ai russi; - alla Divisione Celere di far traghettare il :fiume a due battaglioni bersaglieri i quali dovevano provvedere al rastrellamento della zona fra Dnieper c Orelj e la congiungente KurilovkaJelissavetovka. Queste operazioni del 2 " tempo ebbero inizio alle 5,30 del giorno 29 settembre.
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La Divisione Torino avanzò, come previsto, su due colonne costituite da due battaglioni dell'81' fanteria Torino c dalla legione cc. nn. , a destra, e dall'fh' fanteria Torino, a sinistra. La colonna di destra, proseguendo sull'asse rotabile KamenkaPopovka- Petrikovka- Zaritcianka, scontratasi con notevoli masse russe, in disgregazione, che cercavano una via di scampo e che tentavano peraltro di aprirsi la strada con le armi, ne vinceva la residua resistenza cd avviava verso le retrovie lunghe colonne di priwomen . Alle ore r8 il III battaglione dell'8r", avanguardia della colonna, sgominati consistenti reparti russi che gli impedivano il passo. prendeva contatto in Pctrikovka con le unità della Pasubio. L'avanzata della colonna di sinistra dovette procedere pm a rilento perché ostacolata nel movimento non solo dall'avversario. ma soprattutto dalla mancanza di strade c da una lunga c non aggirabile palude, condizione che costrinse il Comandante della colonna a manovrare con le sole unità a piedi dopo aver lasciato autocarrcggio c artiglierie motorizzate sulle posizioni raggiunte il giorno prima. Tuttavia la colonna occupava Kurilovka alle 17 e si collegava con i reparti della Divisione Celere (XXV battaglione bersaglieri). La Divisione Pasubio, muovendo con una colonna composta dal 79" reggimento fanteria Roma, rinforzato da due gruppi di artiglieria e da uno squadrone carri << L». entrava verso le 18 con la sua avanguardia in Petrikovka ove incontrava i fanti della Torino che vi erano giunti da poco. La Divisione Celere, dopo aver traghettato nella sera del 28 il XX c il XXV battaglione bersaglieri. procedeva col XX al rastrellamento della zona fra la riva sinistra dcll'Orelj e Varvarovka; col XXV ad analogo compito fra Dnieper e la linea Kurilovka- Jclissavetovka. A sera i due battaglioni raggiungevano rispettivamente Galuschkovka c Pctrikovka unendosi alle unità della Pasubio c della Torino. Nelle operazioni del l tempo, giorno 30 settembre, mentre i reparti dell'So" fanteria Roma si attestavano sulla linea SchuligovkaGaluschkovka, le unità già in zona ultimavano il rastrellamento del terreno adiacente ed i due battaglioni bersaglieri riconvergevano al Dnieper (vds. Diseguo 11. 9). ~di'operazione i sovietici subirono note\ oli perdite e lasciarono nelle nostre mani circa diecimila prigionieri. dopo aver abban-
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donato sul campo numerose armi, carriaggi, quadrupedi e materiali vari (4). Le perdite del CS IR ammontarono a 29r uomini fuori combattimento, dei quali 87 morti (6 ufficiali), 190 feriti (13 ufficiali) c r4 dispersi.
Con l'azione di Pctrikovka si concludeva il primo ciclo operativo delle unità italiane al fronte russo e si concludeva in modo positivo, pur tra le non trascurabili difficoltà incontrate dal Corpo di Spedizione. L 'impegno di cui diedero prova in questa azione fanti e artiglieri emerge dalle pagine precedenti. E' da ricordare, in particolare, anche l'opera dei reparti pontieri e dell'aviazione che all'esito d eli 'operazione portarono un notevole contributo. L 'importan za dei ponti sul Dniepcr non ha bisogno di particolari illustrazioni, quando si pensi che nella testa di ponte di Dniepropetrovsk erano schierate tre Divisioni tedesche oltre alla Divisione Torino e che i combattimenti, accanitissimi e sanguinosi, non vi ebbero mai tregua. La regolare alimentazione della lotta era perciò una necessità vitale, anche perché nel concetto iniziale del Comando germanico quella testa di ponte rappresentava lo sbocco delle unità corazzate destinate ad operare su Karkov. Per circa un mese fatti segno alle continue azioni dell'artiglieria sovietica, che schierata sul Samara batteva d ' infilata le acque del Dnieper, i battaglioni pontieri I e IX lottarono con ferma tenacia in un faticoso e rischioso lavoro che la violenza dell a reazione avversaria rendeva arduo c snervante. Sia durante la battaglia difensiva, !>ia nelle operazioni per il forzamento del fiume, che nella manovra di Petrikovka, i pontieri italiani ripararono instancabili giorno e notte i danni orodotti dai bombardamenti nemici, riuscendo a mantenere sempre 'il legame tra le due rive. L'aviazione, che già si era affermata nella battaglia difensiva con missioni esplorative c con crociere di protezione, partecipò con le colonne della Pasubio ai combattimenti di Zari tc ianka e mantenne poi il dominio del ciclo durante la battag lia di Petrikovka.
(4) Precisamente: 9 cannoni, q mortai. 186 armi au10matichc, 4·500 fucili, 51 autocarri, 7 trattori inefficienti, varie tonnellate dt nafta, 450 carri, 1.000 cavalli e altro materiale.
CAPITOLO VI
LE OPERAZIONI PER LA CONQUISTA DEL BACINO INDUSTRIALE DEL DONEZ
Sino al Dnieper i sovietici tentarono di arginare l'avanzata tedesca con grandi battaglie d'arresto gettando senza risparmio nella grandiosa lotta enormi quantità di forze e di mezzi. Le sensibili perdite subite in questo sforzo, la capitolazione di Kiev con la cattura di oltre 6oo mila prigionieri, le azioni tedesche su Karkov c su Poltava, le vicende tra l'Orelj e Dniepropetrovsk, erano gravissimi colpi inferti all'Armata Rossa, che già aveva lasciato in mani tedesche ingenti quantità di uomini e di materiali durante la battaglia di rottura della << Linea Stalin ». Il Comando Supremo sovietico orientò, pertanto, i propri piani operativi sulla condotta della guerra verso la tradizionale strategia della ritirata e dello spazio, strategia che, nell'incipiente periodo delle piogge autunnali, avrebbe trovato le condizioni migliori per una proficua realizzazione. Da parte germanica, invece, il problema operativo si impostava sulla necessità di sfruttare al massimo i successi conseguiti e di procedere dunque rapidamente sui nuovi obiettivi, non soltanto per impedire all'avversario di riunirsi e di riorganizzarsi, ma anche per utilizzare al massimo lo scorcio favorevole della stagione. Alla sistematica ritirata delle unità sovietiche, protette da consistenti, ardite e manovrierc retroguardie in tenace lotta per imporre ai tedeschi rallentamenti c tempi di arresto, dovevano contrapporsi da parte germanica operazioni basate sulla mobilità e la spregiudicatezza per neutralizzare o almeno ridurre gli effetti che la strategia russa si proponeva con la sua manovra in ritirata. Per quanto riguarda lo scacchiere ove agiva il CSIR, gli obiettivi della nuova fase operativa si imperniavano sulla conquista del grande bacino industriale del Donez e della zona di Rostov , regione di notevole importanza economica c militare.
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Sotto l'aspetto economico, infatti, il possesso della regione da parte dei tedeschi e dei loro alleati avrebbe sottratto all'avversario molte materie prime e avrebbe messo a loro disposizione grossi centri dell'industria bellica pesante russa. Sotto il profilo militare si aprivano al conflitto nuovi e redditizi orizzonti strategici e ciò indipendentemente dali 'influenza che avrebbe esercitato la presenza degli eserciti alleati in prossimità delle regioni caucasico- asiatiche. La condotta delle nuove operazioni, dunque, si prospettava in modo quanto mai impegnativo sia dal lato tattico che da quello logistico. Bisognava infatti affrontare non solo le difficoltà proprie di manovre su grandi spazi con obiettivi profondissimi, ma alimentare battaglie che avevano proporzioni geografiche e che esigevano un potenziale logistico veramente eccezionale. Restringendo l'angolo visuale alla prossima attività operativa del CSIR, si possono intravedere a priori per le sue unità compiti ardui e non privi di incognite: la struttura organica delle tre Divisioni non del tutto adeguata a quel teatro di operazioni, la mancanza dei mezzi di trasporto, una situazione logistica resa difficile dal profondo balzo dall'Ungheria al Dnieper, costituivano seri vincoli all'impiego del Corpo di Spedizione, vincoli che erano resi più pesanti dal fatto che le unità italiane dovevano agire inquadrate nel gruppo von Klcist, una delle più celeri e più moderne Grandi Unità corazzate germaniche.
*** Il ciclo operativo tra Dnieper e bacino del Donez si articola in due periodi netti e distinti. Il primo di essi riguarda le azioni svoltesi tra il Dnieper e il Voltsctja, con orientamento nord- sud, che portarono il gruppo corazzato von Kleist al Mar d'Azov (I), nella zona di Melitopol, e nelle quali il CSIR ebbe il compito di schierarsi su~ Voltsctja a protezione del fianco sinistro dello schieramento germamco. Il secondo periodo riguarda le operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez, svoltesi in direzione ovest- est e nelle quali il CSIR costituì l'ala sinistra della 1" Armata corazzata tedesca (già I"' gruppo corazzato von K leist), ove era inquadrato. (1) Compito del gruppo von Kleist era quello di accerchiare la 9' Armata russa che resisteva tenacemente sul basso Dnicper alla pressione dell 'Il a Armata tedesca.
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l.- LE OPERAZIONI DEL l" PERIODO (l - 12 OTTOBRE):
DAL DNIEPER AL VOLTSCTJA E CONQUISTA DELLA TESTA DI PONTE DI PA VLOGRAD Dopo la conclusione della battaglia del Dnìeper, la situazione nel settore ove agiva il CS IR era la seguente: - il XIV Corpo corazzato, proveniente dall'Orelj attraverso le teste di ponte di Zaritcianka e di Voinovka, era riuscito ad occupare di sorpresa. ed intatti. i ponti di Novomoskovsk sul Samara: - il III Corpo. sfociato dalla testa di ponte dì Dniepropetrovsk, si era attestato su l Samara. tra Novomoskovsk e la confluenza col Dnieper; - il CSIR, ultimate le operazioni di rastrellamento nella sacca di Petrikovka, stava concentrandosi nella zona di PetrikovkaDniepropetrovsk. La dislocazione di tali unità è indicata nel Disegno 11. 10. In base a tale dislocazione, ed in rapporto al tempo occorrente per la completa disponibilità dei reparti. il Comandante del gruppo corazzato von Klcist decise di : - procedere sollecitamente col XIV Corpo da nord a sud per raggiungere nel più breve tempo il parallelo di Orcchov; - affidare la protezione del fia nco esposto al 111 Corpo, il quale doveva muovere scaglionato in profondit;l ed a sinistra; - far avanzare il Corpo italiano al fiume Voltsctja per schierarlo a sud di Pavlograd, sostituire con esso gradualmente il II I Corpo nel compito eli protezione d'ala, e prolungare il proprio intero schieramento sino al mare. Per l'esecuzione di tale piano. con Ordine n. 59, il Comando del I Corpo corazzato von Kleist ordinava al CSIR di dislocare. a partire dal 3 ottobre, una Divisione al di là del Samara così da assicurare immediatamente la protezione del fianco esposto. Il Comandante del CS IR decise di affidare tale compito alla Celere in quanto la Torino era sprovvista di automezzi c la Pasubio, autotrasportata, era impedita nei movimenti dalle piogge torrenziali di quei giorni che bloccavano gli automezzi nel fango. Il I ottobre il Generale Messe diramava pertanto il suo Ordine di Operazione n. 21 (Documento 11. 31) col quale disponeva che la 0
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Celere iniziasse subito il passaggio del Dniepcr a Dniepropetrovsk. Contrariamente alle previsioni, però, il passaggio del fiume da parte della Celere non poté procedere con la speditezza desiderata; poiché nel frattempo le strade si erano in buon a parte prosciugate ed il Comando germanico aveva ritardato di un giorno il tempo stabilito per l'approntamento del fianco difensivo spostando la data dal 3 al 4 ottobre, il Generale Messe diede ordine di muoversi alla Pasubio, che sarebbe stata seguita immediatamente dalla Celere. Il 3 ottobre il Comando del CSIR si spostava a nord di Dnicpropetrovsk ed il 4 il Generale Messe compendiava nell'Ordine di Operazione n . 22 (Documento 11. p) le disposizioni esecutive per il movimento oltre il Dnieper. Intanto, l'avanzata del gruppo von Kleist (2) verso sud era iniZiata favorevolmente e lo stesso giorno 4 il XIV Corpo corazzato aveva raggiunto la regione di Orechov; il III Corpo aveva respinto attacchi sovietici al fi anco del XIV Corpo c con la T98" Divisione aveva preso posizione nel settore di Pavlograd, a protezione del fianco esposto. La 6o" Divisione motorizzata che operava a destra del Corpo corazzato aveva occupato Zaporoje. l movimenti delle unità italiane per portarsi sul Voltsctja ebbero inizio il giorno 5 ottobre e si svolsero, ostacolati d al maltempo, a scaglioni successivi a causa della mancanza di automezzi. Il 6 ottobre la Pasubio era schierata tra Pavlograd (escluso) e Ulianovka; il successivo giorno 8 la Celere ne prolungava lo schieramento verso sud , sino a Jekaterinovka e la Torino si concentrava a Kamenka per apprestarsi a serrar sotto in seconda schiera. Il Comando del CSlR si spostava da Dniepropetrovsk a Sinelnikovo. La linea presid iata dalle unità italiane aveva una estensione di circa roo chilometri a ridosso delle rive occidentali del Voltsctja, tranne in corrispondenza dell'ala si nistra, nel settore del 79o reggimento fanteria Roma, do\·e la linea stessa correva più all'interno a causa della presenza della testa di ponte di Pavlograd . che i sovietici difendevano accanitamente con l'intento di inibire il passaggio del fiume e sbarrare la via per Stalino. Pur senza dar vita ad azioni di grande rilievo, i russi svolsero qui una intensa attività operativa. Tiri di artiglieria, incursioni di treni blindati, frequenti colpi di mano ed azioni di pattuglie imposero ai reparti italiani numerosi combattimenti di reazione ed una
(2) Che il 5 ottobre avrebbe assunto la nuova denominazione di << I 3 Armat:l corazzata >• .
u operazioni pt>r la conquista del bacino mdustrialt' del Dont'z
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estenuante vigi lanza in un settore guanto mai ampio, come si è detto, rispetto alle forze che lo presidia\'ano. Il terreno insidioso, inoltre, aumentava le difficoltà mentre le pessime condi zioni atmosferiche e le prime nevicate resero ancor più dura la sosta su quelle posizioni che il poco tempo a disposizione non consentì di organizzare e sulle quali le unità rimasero alla mercé delle intemperie oltre che delle offese nemiche. Per l'eli minazione della testa di ponte di Pavlograd, preludio dell' ulteriore avanzata verso est, il Comando germanico decise di attaccare le posizioni sovietiche in direzione di M. Baba e di M. Riasnaja- Pavlograd, con la propria r98" Divisione, debitamente protetta sul fianco sinistro da unità italiane (vds. Disegno u. ro). Per l'assolvimento di tale compito il Comandan te del CSIR ordinava il giorno 8 ottobre la co~tituzione di un apposito rag~ruppa mento motorizzato di Corpo d'Armata con la 63" legione Tagliamento (meno un battaglione), un gruppo da 105/32 del 30" raggruppamento, una compa~nia motociclisti. Gli altri gruppi da 105/ 32 del 30" raggruppamento appoggiarono invece l'azione dell a 198" Divisione. Parallelamente al l'attacco della Divisione tedesca, si sarebbe mossa anche l'ala sinistra della Pasubio, vale a dire il 79" reggimento fanteria Roma per rettificare il proprio schieramento, portandolo a coincidere con la riva destra del Voltsctja. L'azione sulla testa di ponte sovietica, che occupò i giorni 9, IO e 11 ottobre, procedette in un primo tempo favorevolmente, ma i contrattacchi dci russi impedirono di progredire oltre M. Baba. Il Comando germanico decise allora di avvalersi del raggruppamento motorizzato italiano per avvolgere sulla sinistra le posizioni di Pavlograd. Primo obiettivo l'abitato di Miziritc che veniva espug nato dai reparti del raggruppamento italiano verso mezzogiorno del ro ottobre. Visto l'andamento favorevole dell'operaz ione intrapresa dal l 'unità italiana d i formazione. il Comandante della Divisione tedesca ordinò al raggruppamento di proseguire nell'attacco e gli fissò per obietti\'o l'abitato di Mavrina c, ove possibile, l'occupazione della ferrovia. Nonostante l'accanita resistenza, la colonna italiana - garantita sul fianco dalla compagnia motociclisti penetrò nel dispositiYo avversario superando anche un ampio e profo ndo sbarramento anticarro cd una linea di reticolati. I russi furono costretti a ripiegare dopo aver subito se nsibili perdite tra morti c feriti, alcun e centinaia di prigionieri e molto materiale bellico. L'azione, sospesa per il sopraggiungere della notte, venne ripresa il mattino seguente ; le unità italiane si impadronirono del ponte
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ferroviario nel momento stesso che le unità tedesche giungevano al ponte rotabile che l'avversario aveva fatto saltare. L 'interruzione impedì sul momento di atntare l'occupazione di Pavlograd; immediatamente il I battaglione pontieri italiano gettava un ponte d'equipaggio e permetteva al raggruppamento di superare il fiume e di assumere la dislocazione ordinatagli sulla riva sinistra. Il comportamento delle unità italiane in questa azione venne elogiato dal Comandante della 198" Divisione tedesca (Documento 11.
JJ).
Eliminata la testa di ponte di Pavlograd, la Divisione Pasubio sostituiva la 198" Divisione tedesca, destinata ad altri compiti, ed estendeva a sinistra il proprio schieramento; la Divisione Celere dava il cambio in linea alla Divisione S.S. Wiking e prolungava anch'essa il proprio schieramento verso sud fino a Guljaj Pole (vds. Disegno 11. ro). In tal modo il CSIR assumeva la responsabilità di un fronte ampio oltre 150 chi lometri. L'avanzata della r" Armata corazzata verso il Mar d'Azov aveva avuto sviluppi favorevoli. Le sue unità di testa avevano raggiunto Bercstevoje e Mariupol e, in concorso con l'11" Armata, aveva battuto la 9" Armata russa. ;-.Jel settore meridionale del fronte orientale in cui operava il CSIR si erano dunque matttrate le condizioni per la conquista del ricco bacino industriale del Donez.
2. - LE OPERAZIONI DEL 2" PERIODO (13- 29 OTTOBRE): CONQUISTA DEL BACINO INDUSTRIALE DEL DONEZ Anche negli altri settori del fronte la situazione d·insieme appariva del tutto favorevole per i tedeschi. Infatti: Leningrado accerchiata, Mosca seriamente minacciata dall'azione concentrica dei Corpi corazzati 11, III e l V, il fronte occidentale sovietico in crisi dopo la cad uta di Kiev, le Armate russe del fronte meridionale ormai costrette a combattere in ritirata allo scopo di guadagnare tempo per consentire lo sgombero degli impianti industriali delle zone di Karkov e del Donez, erano tutte condizioni che autorizzavano il Comando tedesco alle più ottimistiche previsioni, dalle quali scaturiva la sensazione di eventi immediati c decisivi per le sorti della campagna. l pronostici favorevoli dei tedeschi trovavano fondamento anche nel fatto che non erano individuate riserve di qualche consistenza
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dalla parte dei russi; si riteneva inoltre che essi difettassero di materiali, delle armi e delle munizioni necessarie per ricostituire una solida linea difensiva. Il Comando germanico giudicava l'Annata Rossa ormai io crisi irreparabile e ri teneva di vincere entro il mese di ottobre la resistenza delle piazze di Leningrado e di Mosca e di occupare nel medesimo tempo la regione del Donez. Non escludeva nemmeno che, permettendolo la stagione, il successo potesse estendersi oltre il Donez, sino al Caucaso. E poiché in tale direzione si frapponeva il serio ostacolo della linea del Don, a nord- est di Rostov, appariva indispensabile accelerare i tempi e prevenire comunque l'avversario nei probabili piani operativi che egli avrebbe studiato e attuato per costituirsi una nuova fronte difensiva. Nel settore meridionale il momento era dunque maturo per riprendere l 'avanzata verso il Donez. Il Comando della r" Annata corazzata, infatti , riceveva 1'8 ottobre l'ordine di puntare in direzione est con obiettivi Taganrog, Rostov, Stalino; la ripartizione dei compiti fra le Grandi Unità dipendenti era contenuta nell'Ordine di Operazione n. 2. In sintesi: - III Corpo: occupare Taganrog e costituire una testa di ponte a Rostov ; -
XIV Corpo: protezione del fianco sinistro del III Corpo;
-
XLIX Corpo alpino: investimento della zona di Stalino;
- CSIR: assicurare il fianco nord dell'Armata e << accompagnare il movimento del XLIX Corpo alpino »;
- 198" Divisione di fanteria: dopo essere stata sostituita ne1 propri compiti di sicurezza dal CSIR sarà messa a disposizione del XLIX Corpo d'Armata alpino; - 3" Armata romena : rastrellare elementi nemici rimasti nell'attuale campo di battaglia fino alla linea Berdjansk- Berestevoje- Semionovka, tenendosi pronta a proseguire su Mariupol per assumere protezione della costa; -
6o"' Divisione motorizzata: riserva di Armata.
Il Corpo di Spedizione Italiano, pertanto, nell'Ordine di battaglia per l'avanzata verso est costituiva l'ala settentrionale della r" Armata corazzata c doveva schierarsi fra il XLIX Corpo alpino tedesco a sud e la r7" Armata a nord. Quest'ultima, però, ancora notevolmente arretrata, non era in condizioni di assicurare protezione al fianco sinistro scoperto del Corpo italiano.
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Al CSIR era, come si è detto, affidato il duplice compito di proteggere il fianco sinistro dell'Armata dalle offese provenienti da nord e di investire, in concorso col XLIX Corpo, la zona industriale di Stalino con primo obiettivo quell'importante nodo ferroviario e la sua grande stazione. Incominciava per il Corpo di Spedizione il secondo ciclo operativo al fronte orientale, durante il quale esso prenderà parte a due azioni di rilievo: la manovra di Stalino e la manovra di Gorlovka- Rykovo.
A) LA MANOVRA DI STALINO
Sulla base dei nuovi compiti il CSIR doveva passare dallo schieramento difensivo, quale è indicato nel Disegno n . I I, allo schieramento offensivo. E' chiara la situazione delle due Divisioni di prima schiera Pasubio e Celere. Merita invece una nota esplicativa la situazione della Torino ancora in crisi di trasferimento. Infatti, 1'82° fanteria, autotrasportato con automezzi sottratti alla Pasubio, ed il 52" artiglieria meno un gruppo, si trovavano impantanati nella zona di Tichonovcha; le rimanenti unità della Divisione, con faticose marce a piedi, tra fango, neve e pioggia si stavano allora attestando nella zona di Tatarka. La Divisione, inoltre, come anche la Pasubio, non disponeva delle salmerie, perché rimaste notevolmente indietro, e sulle quali perciò non si poteva per il momento contare. Anche se esaminato dal solo punto di vista tattico, il problema della immediata ripresa del movimento in avanti si presentava non privo di difficoltà. Si trattava, cioè, di concentrare in pochi punti di obbligato passaggio le unità del CSIR schierate lungo il fi ume Voltsctja su un fronte di rso chilometri, in modo che tutti gli scaglioni potessero susseguirsi con la necessari a regolarità. Inoltre la distruzione dei ponti effettuata dai russi in ritirata, particolarmente nella zona di Pavlograd, lasciava poche possibilità al deflusso delle Divisioni; esisteva poi il pericolo dell'intasamento e del frammischiamento delle colonne, dovuto anche alle indescrivibili condizioni delle strade, cui si aggiungeva l'insidia dei campi minati sommersi da uno spesso strato di melma. Le informazioni sul nemico non erano abbondanti né sicure. Risultava comunque che notevoli forze appartenenti a tre Divisioni sovietiche avrebbero ostacolato l'avanzata su Stalino. Le linee sulle quali si sarebbe incontrata la resistenza avversaria erano ben individuabili a sud perché costituite dai successivi corsi dei fiumi
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Jantschal. Mokrjie Jaly, Suchije Jaly, mentre a nord il terreno ptu uniforme non presentava caratteristiche topografichc tali da indurre alla formulazione di previsioni valide. Sulla base di una situazione siffatta poteva apparire conveniente manovrare esclusivamente da nord, ma un'azione da sud era altresì indispensabile all'Armata per gli immancabili riflessi che essa avrebbe prodotto nei riguardi della sicurezza immediata del suo fianco sinistro. Per tale ragione, tenuto conto dello schieramento delle Divisioni sul Voltsctja, delle caratteristiche del terreno c della viabilità ad est del fiume, il Comandante del CSIR decise di avviare a sud la Divisione Celere, particolarmente adatta alla esplorazione ed al combattimento anche in terreni rotti, e di operare con le forze motorizzate e autoportate a nord, dove il terreno si prestava maggiormente al movimento degli automezzi e faceva prevedere un minore numero di interruzioni. Il Generale Messe dispose pertanto di: raccogliere la Celere c la Pasubio sulle proprie ali esterne; lanciare la Celere contro Stalino col compito di investire la città in concorso col XLIX Corpo alpino; affidare alla Pasubio, scaglionata più indietro, la protezione del fianco nord ed il compito di ampliare, se necessario, la manovra aggirante del CSIR; far muovere il più celermente possibile la Torino che, in seconda schiera, verso il centro, dovcYa mettersi in condizioni di intervenire in ogni circostanza. qualora la resistenza dei russi avesse imposto un tempo di arresto al la avanzata delle unità italiane. Questo dispositivo, mentre consentiva di muovere sull'obiettivo con le forze raccolte, risultava il più idoneo per opporsi a qualsiasi tentativo avversario contro il fianco esposto del CS IR, marcia durante. A tali concetti si informano gli ordini esecutivi del Comandante del CSIR (Documenti n. 34 e 35). Le operazioni nel bacino del Donez fino alla conquista di Stalino sono graficamente tracciate nel Disegno n. I I . Il 13 ottobre la Divisione Celere iniziava a Guljaj Pole l'avanzata oltre il Voltsctja e dopo faticosa marcia raggiungeva fra il J3 e il 14 con i reggimenti di cavalleria Sar,oia e Novara il fiume Jantschal, impadronendosi dei passaggi e costituendovi due teste di ponte, una a Nova Uspcnovka e l'altra a Turkenovka. Il 3o bersaglieri, appiedato, fu invece costretto a fermarsi al fiume Gaitschul a causa delle proibitive condizioni del terreno, mentre gli clementi motorizzati erano rimasti bloccati molto più indietro dalle impraticabili condizioni stradali. Il movimento della Pasubio dipendeva invece dalla transitabilità del ponte interrotto di Pavlograd. Dato però che il battaglione
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pontieri era già in affluenza, si prevedeva che per il giorno 15 il passaggio sarebbe stato ripristinato. Pertanto, nell'intento di agire senza indugi non appena possibile anche con la Pasubio e di portare la Celere all'altezza del XLIX Corpo per assolvere in ogni modo il compito assunto dal CSIR nei riguardi della I a Armata corazzata, la sera del r4 ottobre il Generale Messe diramava gli Ordini n. 6S1o f Op. e 6S16j Op. in ottemperanza dei quali la Celere riprendeva l'avanzata il giorno 15, pur tra notevoli difficoltà dovute allo sparpagliamento delle forze, alla indisponibilità degli elementi dei Servizi, che erano rimasti notevolmente arretrati, alla spossante fatica cu i erano sottoposte tanto le unità a piedi quanto quelle a cavallo per giungere alle tappe entro il tempo previsto. Era oramai un dato accertato che la velocità oraria degli scaglioni a piedi non superasse i due chilometri e che, per coprire l'itinerario quotidiano, si dovesse impiegare l'intera giornata dall'alba al tramonto e spesso sino alle ore serali inoltrate. Purtuttavia, le località fissate vennero raggiunte dalla Celere il giorno 16. Non altrettanto poté fare la Pasubio, ancora ferma a Pavlograd a causa della indisponibilità del ponte. Le condizioni proibitive delle piste avevano impedito l'arrivo dei carri- barca, aliquota che, soltanto in virtù della straordinaria abnegazione di tutti, poté finalmente giungere in sito, così che il mattino del giorno 16 il ponte era rimesso in efficienza dai pontieri del I battaglione, ossia con un solo giorno di ritardo sul previsto. Ma il Comando della Pasubio, non potendo iniziare il giorno 15 i movimenti prescritti per la mancanza del ponte (disponibile, come si è detto, solo il mattino del r6), decise di valersi di mezzi eli circostanza per superare il Voltsctja e nello stesso giorno 15 fece passare oltre il fiume due battaglioni di fanteria, uno del 79" e uno dell'So" reggimento, agli ordini del Colonnello Chiaramonti (Comandante dell'So"). Nella previsione delle insuperabili difficoltà che avrebbero incontrato nel movimento i reparti autotrasportati e motorizzati, il Comando della Pasubio faceva seguire ai primi due, altri due battaglioni, a piedi, forniti dall'So" fanteria, col compito dì raggiungerli e di unirsi a loro. Alla sera del r6 ottobre la situazione del CSIR eca la seguente (cfr. Disegno n. I I): - la Divisione Celere aveva raggiunto la linea Zgl. Vassiliev ka Bol. Janisol;
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- la Pasubio si trovava con la colonna Chiaramonti a Dmitrievka e Nikolaievka; e col Comando Divisione e due battaglioni del 79" fanteria a Pavlograd; - la T orino ancora in marcia e notevolmente arretrata rispetto alle altre due Divisioni. Frattanto la situazione delle Grandi Unità germaniche operanti nello scacchiere meridionale era andata così delineandosi: - la It Armata (operante alla sinistra del CSIR) aveva raggiunto la linea Nikolaievka- Alcxandrovka- Katerinovka (a nordest di Pavlograd); - il XLIX Corpo alpino si attestava con elementi avanzati al fiume Suchije Jaly; - il III Corpo, sottoposto a violenti attacchi sovietici appogglati da artiglieria, mezzi corazzati e da ingenti formazioni aeree che ne spezzonavano e mitragliavano le colonne, era riuscito a costituire una testa di ponte sul fiume Mius, dove però doveva arrestarsi a causa della forte resistenza incontrata e soprattutto per la penuria di rifornimenti; - il XIV Corpo proteggeva indietro e a sinistra il fianco del III Corpo. Jn sostanza, l'ala meridionale dell'Armata cominciava a subire un notevole rallentamento nell'avanzata, mentre il concetto operativo del Comando germanico mirava tuttavia verso una manovra dì avvolgimento per la sinistra alla difesa sovietica di Rostov. Il Generale Messe, nella tarda sera dello stesso giorno r6, diramava nuovi ordini per il proseguimento dell'avanzata del CSIR (Documento u. 36).
Nel procedere secondo gl i ordini ricevuti, la Celere, che avanzava coi soli reggimenti di cavalleria, veniva a contatto con consistenti retroguardie sovietiche, bene appoggiate dall'artiglieria, in prossimità della linea del fiume Suchije Jaly; ma impegnatele con decisione sul fronte c minacciandole di aggiramento sulle ali, a Uspenovka col Nouara ed Ulaklij e Jaly col Sauoia, costringeva l'avversario a ripiegare dopo avergli inflitto notevoli perdite e catturato parecchi prigionieri. Questa azione assumeva particolare importanza non solo perché l'avversario era nuovamente agganciato dopo cinque giorni di durissime marce di inseguimento. ma anche perché la Celere 8. - u.s.
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aveva stabilito il contatto col XLIX Corpo tedesco. Ciò avrebbe consentito di organizzare nelle migliori condizioni l'attacco su Stalino, che era comune obiettivo della Divisione italiana e del Corpo d'Armata germanico. La Pasubio intanto era giunta a Nikolaievka, ma vi doveva sostare a causa dell'impraticabile stato delle piste e dell'interruzione del ponte. La colonna Chiaramonti, invece, procedeva audacemente nello schieramento sovietico in ritirata, conferendo non solo magg iore sicurezza al fianco sinistro del CSIR ma rendendosi anche disponibile per il concorso che avrebbe potuto dare, in caso di bisogno, alla Celere nella prossima azione su Stalino. )Jei giorni 18 c TQ si realizzarono soltanto progressi modesti, nonostante gli sforzi con cui le unità procurarono di raccogliersi e di ridurre il vasto sparpagliamcnto di forze e di mezzi. In relazione agli accord i intercorsi col XLIX Corpo, il Comandante del CSIR la sera del r8 ottobre diramava l'Ordine di Operazione n. 28 per l'attacco di Stalino da parte della Celere c per l'azione delle altre due Divisioni. Per l'attacco alla stazione di Stalino il Comando della Celere predispose due colonne: - una, di destra, costituita dal ) ' bersaglieri, cui era assegnato in primo tempo l'obiettivo di Sofja e successivamente quello di Stalino; -
una, di sinistra, costituita dal reggimento di cavalleria
Novara che dalla sta?.ione di Roja doveva puntare su Kurakovka c Mog. Pereskok con compito di fiancheggiamento. Il 20 ottobre, con una faticosissima avanzata effettuata sotto una sferzante pioggia, il 3" bersaglieri occupava Sofja verso le n, dopo aver eliminato o catturato gli elementi della retroguardia avversaria che operavano nell'abitato. Il reggimento continuava quindi nell'inseguimento dei sovietici c verso le ore 20 si impadroniva di slancio, col XX battaglione, della stazione c del nodo ferroviario di Stalino, mentre serrava sotto il XXV battaglione. Le avanguardie del XLIX Corpo tedesco entravano contemporaneamente nella città di Stalino. Mentre si svolgevano tali avvenimenti sulla fronte della Celere, la colonna Chiaramonti della Divisione Pasubio si faceva largo anch'essa fra le retroguardie sovietiche c lo stesso giorno 20 vinceva forti resistenze russe che le si opponevano alla stazione di Griscino; verso sera raggiungeva Krasnoarmejskoje. Il raggruppamento motorizzato procedeva alla occupazione di Novo Pavlovka da dove
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respingeva formazioni nemiche che, ripiegando, facevano saltare il ponte sul Voltsctja (cfr. Disegno n. r r). La Divisione T orino, per la quale tramontava ormai ogni possibilità di autotrasporto, tra indicibili fatiche e privazioni si portava in prossimità del fiume Mokrjic Jaly, tra Fcdorovka c Komar. Si concludeva con l'occupazione della città c della grande stazione di Stalino la prima fase delle operazioni per la conquista del bacino industriale del Doncz (3). Su tale fase si possono formulare le seguenti considerazioni. Caratterizzarono lo svolgimento della marcia al Donez principalmente tre aspetti: la profondità dello sbalzo, il carattere della resistenza opposta dai sovietici, l'ambiente topografìco e meteoroloe-ico. ' La notevole profondità dello sbalzo (oltre 200 chilometri), specie se posta in relazione all a necessità di giungere celermente sugli obiettivi, richiedeva che la condotta delle operazioni si basasse sul continuo ricorso alla manovra alla quale era necessario assicurare, in ogni momento della situazione, scioltezza c intraprendenza : manovrare per avanzare, per proteggere i fianchi scoperti, per parare i tentativi d ell'avversario che poteva attaccare da ogni direzione, in ciò ottimamente aiutato dal terreno che non frapponeva alcuna limitazione all'impiego pitJ redditizio di ogni arma c di ogni mezzo c in particolar modo dei mezzi corazzati. Inoltre, le larghe soluzioni d1 continuità coi corpi contigui, in un settore d'avanzata la cui ampiezza superava i 100 chi lometri , creavano cond izion i permanenti di crisi tattica. La lunghezza dello sbalzo e la profondità degli obicttivt imponevano poi un perfetto coordinamento nell'avanzata della Celere e della Pasubio, in modo che quest'ultima fosse costantemente in grado non soltanto di esercitare una efficace protezione al fianco esposto dello schieramento, ma, soprattutto, di intervenire con azione avvolgente da nord nell'attacco contro il centro industriale di Stalino. Tale necessità incontrava però notevoli difficoltà di realizzazione a causa delle diverse caratteristiche organiche delle due Divisioni . La Celere era infatti in grado di avanzare su qualunque terreno, almeno con le unit?t a cavallo, mentre l'avanzata della Pasubio era legata agli automezzi e perciò allo stato delle piste. Il Comando sovietico non svolse alcuna manovra attiva, e osservò tenacemente le regole dell'azione ritardatrice, ma ciò fece con (3) Perdite del CSIR: 61 morti, 143 feriti e 8 dispersi. Prigionieri catturati
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larghezza di vedute, abilità tattica e decisione. Le resistenze che egli oppose furono essenzialmente costituite dall'attività di consistenti retroguardie bene armate e abbondantemente rinforzate con artiglierie e mortai, che operarono con fermezza, perizia e radicata consapevolezza del compito da svolgere. Così, il movimento verso il Donez delle unità del CSIR dovette svolgersi in una continua successione di combattimenti, anche di breve durata. La resistenza attiva delle unità era sempre abbinata alle difese passive: campi minati, mine sparse antiuomo e anticarro di sicuro funzionamento, interruzioni e distruzioni sistematiche dì tutto quello che poteva facilitare il movimento degli avversari verso est (ponti di ogni tipo c dimensione, binari ferroviari, ecc.). Anche l'ambiente topografico e meteorologico nel quale si svolsero le operazioni fu decisamente avverso. Esso (u il primo nemico contro il quale il CSlR dovette misurarsi c che contese il passo alle colonne italiane non meno delle retroguardie russe. Neve, temporali, piste allagate che limitavano e rendevano (aticosissimo tanto il movimento dei fanti a piedi quanto quello dci cavalli e degli automezzi. Le condizioni del tempo limitarono, fino a impedirla, l'attività della ricognizione aerea che avrebbe potuto rendere preziosi serviZI. B) LA MANOVRA DI GORLOVKA
Con l'occupazione dì Stalino, le operazioni per il possesso dell'intero bacino industriale del Donez non potevano dirsi esaurite. Stalino costituiva certamente il centro della grande zona mineraria che, con i giacimenti di carbon fossile e di ferro, i complessi industriali chimici e metallurgici, rivestiva grande importanza per le necessità della guerra. Ma occorreva garantirne la sicurezza con l'occupazione di Gorlovka, di Rykovo e della stazione di Trudovaja. In questa si trovava lo sbocco dell'oleodotto del Caspio; Gorlovka e Rykovo non solo erano anch'essi centri industriali e minerari importanti, ma erano parimenti importanti anche sotto il profilo oper~ttivo appunto perché il loro possesso conferiva a Stalino maggior Sicurezza. Il Comando della r" Armata corazzata assegnava dunque le tre località al CSIR quali nuovi obiettivi da conquistare. Questo ulteriore impiego delle unità italiane, con una parte cosÌ' importante nella grande offensiva autunnale. costituiYa un peso molto forte in relazione alle condizioni di stanchezza delle tre Divisioni; tuttavia, considerata la situazione generale e la convenienza tattica che giu-
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stificava la conquista di tali obiettivi, il Generale Messe chiese a1 suoi combattenti un nuovo sforzo. Il Comandante del CSIR ordinava pertanto: alla Celere di occupare la zona di Rykovo - Gorlovka - Nikitovka c lo sbocco dell'oleodotto di Trudovaja; alla Pasubio di continuare il movimento verso est e di attestarsi al più presto in zona Jekaterinovka, stazione Dylcvka - Scclcsnoje, a protezione del fianco sinistro c del tergo della Celere; alla T orino d i proseguire a piedi verso Stalino. :-\el contempo il Generale Messe ordinwa la costituzione di distaccamenti di retro,·ia, formati con elementi di Corpo d'Armata. destinati alla manutenzione delle strade e alla protezione delle lince d1 comunicazione da atti di sabotaggio dci partigiani; ordinava altresì lo scioglimento del raggruppamento motorizzato di Corpo d'Armata, essendo superati i motivi per i quali era stato costituito. Sul fronte delle unità tedesche con le quali operava il CSIR e, in particolare, nel settore del III Corpo. dopo l'accanita resistenza opposta dai russi cd i contrattacchi che essi continuavano a sviluppare intensi c decisi, si era delineata l'impossibilità. o quanto meno il gravoso dispendio, di conquistare Rostov con azione frontale. Il Comando della 1" Armata decideva allora di avvolgerne le difese per la sinistra e per l'attuazione di tale proposito ordinò al III Corpo di passare sulla difensiva e di ributtare ogni attacco nemico; al XIV Corpo di agire verso est con direzione Golodajevka c Schachty e, succ<::ssivamen te, a sud per aggirare Rostov da est; al XLIX Corpo di raggiungere la zona di Dmitrievka- Diakovo per garantire successivamente il tergo del XIV Corpo. In tal modo il XLIX Corpo era inevitabilmente portato a divergere verso sud per pla~mare il proprio movimento su quello del XIV Corpo (Diseg11o n. 12). Conseguentemente il CSIR doveva affrontare da solo le forze nemiche dislocate a sud - ov<::st di Voroscilovgrad allo scopo di impedire la occupazione di Gorlovka e di minacciare fianco <:: tergo della T" Armata corazzata. La funzione del CSIR, dunque, non solo no n veniva a diminuire alcuna delle sue delicate attribuzioni, ma si accresceva anzi di tanta importanza quanta gliene aggiungeva la difficile tutela degli obiettivi assegnatigli in rapporto ai compiti e agli obiettivi della 1a Armata corazzata. Le Divisioni del CSIR si rimettevano perciò in movimento c la Celere, raggiunta il 22 ottobre la fronte Jassinovataia- Avdcievka, rispettivamente coi reggimenti di ~avalleria Sar·oìa e Not'ara, dopo
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aver dcbella:o, specie ad A,·dcievka forti retroguardie nemiche, il successivo g iorno 24 poteva investire la fronte Skotovatoie- Panteleimonovka, dove la reazione avversaria si manifestava sempre più consisten te cd aggressiva. Esplorazioni effettuate il 25 dalla cavalleria e da l XX battaglione bersaglieri, e notizie fornite d a prigionieri, permisero di accertare la prese nza di un forte schieramento avversario composto da unità di tre Divisioni, rinforzate d a molti mortai c da batterie da 76 e da T52. La sproporzione numerica delle forze c l'organizzazione d i cui i russi apparivano dotati avrebbero potuto mettere in crisi le colonne italiane avanzate cd il Generale Messe ordinò pertanto alla Celere di sostare temporaneamente sulle posizioni raggiunte e di in tensificare l'atti vità esplorativa. Frattanto la colonna Chiaramonti della Pasubio, che il giorno 23 aveva superato Griscino, proseguiva verso est cd il 25 occupava Scelesnoje, dopo aspro combattimento contro forze superiori. Contrattacchi sferrati dai sovietici il giorno 26 furano respinti. Anche i giorni 28 c 29 ottobre furono caratterizzati da attività combattiva poiché i quattro battaglioni della colonna Chiaramonti, passati d alla temporanea offensiva all'attacco risoluto, con ard ita azione di sorpresa si impossessavano, dopo l'abitato d i Scclcsnoje, an che del centro minerario omonimo, costringendo !·avversario a npicgare se nza d arg li tempo di distruggere le 'fabbriche e le distillerie che rimasero perciò intatte nelle mani degli uomini della
Pasubio (4). La decisa avanzata della Celere c della colonna C hiaramonti d ella Pasubio aveva gettato le basi per l'investimento di Gorlovka, basi che si consol idarono ancor più con l'arrivo degli a ltri due battag lioni del 79° fanteria a Scelesnoje. Per l'attacco a Gorlovka, tuttavia, il Generale Messe non avrebbe potuto contare su alcun ap-
(4) La colonna Chiaramonti (composta, come si è derto, dai tre battaglioni dell'8o' fanteria Roma, comandato dallo stesso Colonnello Chiara mo nti, e da un battaglione del 79" fanteria Roma) aveva marciato e combattu to ininterrouamente per dodici giorni; a\'e\'a battuto ripetute volte un av\•ersario agguerrito e ben dotato di armi e c.li mezzi, aveva cauurato un migliaio di prigionieri c notevole lottino di armi e di mortai: aveva occupato località di particolare importanza per lo sviluppo delle operazioni ed assolto il compito di protezione del fianco della Celere. Il suo successo era il frutto dello slancio c dell'audacia con i q uali o peravano i suoi fanti, i quali disorienta· rono !"avversario c.landogli la sensazione di trovarsi di fronte a forze soverchianti. Il suo comportamento fu elogiato dal Comandante del CSIR.
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poggio delle unità laterali tedesche in quanto il XLIX Corpo aveva già iniziato la diversione verso i suoi nuovi obiettivi a sud e la 11 Armata era ancora troppo indietro per poter far sentire la sua presenza. Della Divisione Torino il Comandante del CSIR non avrebbe potuto disporre che di lì a qualche giorno perché :mcora in movimento (5). Il concetto di manovra del Generale Messe si proponeva dunque di attaccare e conquistare in un primo tempo l'obiettivo di Rykovo con la Divisione Celere e di investire successivamente l'abitato c il centro industriale di Gorlovka con azione frontale da ovest da parte della Pasubio e con manovra avvolgente da est- sud-est con la stessa Celere. Nell'attesa di far serrare le proprie artiglierie rimaste incagliate nel fango, ed allo scopo di mantenere il contatto con l'avversario c di individuarne possibilmente le forze , le Division i Celere e Pasubio svolsero intensa attività esplorativa che consentì di accertare la presenza delle Divisioni russe 74", 262" e 296", nonché di altri reparti appartenenti ai reggimenti sovietici ss", s6' ' 62 e ros" L'attacco contro le posizioni occupate da tali unità ven ne iniziato il y" novembre, giorno in cui il 3" bersaglieri con audace azione sorprendeva c travolgeva le difese russe del distretto industriale di Rykovo ed occupava la città alle nove (vds. Disegno n. 12). Nello stesso giorno la Torino si rimetteva in marcia e si attestava al fiume Krinka, in zona Im. Karova- Korsuni, per proteggere il fianco meridionale della Celere. Più combattu ta fu invece la lotta dei due reggimenti della Pasubio per la conquista di Gorlovka (vds. Disegno n. r2), investita da ovest dall 'Bo" fanteria e da sud dal 79". I combattimenti , che ebbero inizio nei sobborghi della città, si svolsero nel dedalo delle vie, si sminuzzarono in scontri di casa in casa, contro regolari sovietici che sparavano con armi automatiche dalle finestre e contro i partigiani che insidiavano le spalle dei reparti mano a mano che questi penetravano nell'abitato. Nondimeno la Pasubio il 2 novembre occupava con l'So" fante ria la parte nord della città e col 79" quella sud, mentre una colonna della Celere (lancieri di Novam) concorreva all'azione da sud- ovest. (5) La T orino si concentrb, il giorno 30 onobre, nella zona di Jassinovataia, quale riserva di Corpo d'Armata. Essa avc"a coperto dal Dnicper in poi. nelle condizioni che si sono denc. oltre 300 chilometri a piedi : sommari a quelli delle tappe da Falticeni (Romania) al Dnicper, ammontano a circa 1.400 chilometri.
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Espulsi da Gorlovka, i sovietici si accentravano a Novo Gorlovka e qui, asserragliati in robuste costruzioni, appoggiati da artiglierie di piccolo e medio calibro, continuavano la loro tenace resistenza. Si rendeva perciò necessario eliminare ogni presenza avversaria in quella zona ed assicurarsene il possesso. L'operazione venne affidata al 79" fanteria che, sboccato da Gorlovka, si era diretto senza indugi a vincere la reazione dei russi. Frattanto, il 2 novembre, il Comando della I" Armata corazzata aveva ordinato al CSIR di far avanzare una forte unità fino alla linea staz. Tschjstjakovo- Dcbalzevo- Armejskojc per proteggere il fianco sinistro del XLIX Corpo d'Armata alpino orientato verso sud- est, nelle operazioni per la conquista di Rostov. Il CSlR, a questo punto, si trovava pertanto nella situazione di dover: - completare il raggiungimento dei suoi obiettivi, con l'occupazione di Nikitovka (a nord di Gorlovka); -
assicurarsi il possesso delle zone fra Rykovo e Gorlovka;
- garantire la protezione dell'ala sinistra del XLIX Corpo. Di fronte a tali esigenze stava la realtà contingente per cui: i reggimenti di cavalleria erano stati ritirati dalla prima linea ed avviati in zona arretrata a causa del grave stato di deperimento e della moria dei quadrupedi; era indispensabile, inoltre, togliere al più presto dalla linea anche il 3' bersaglieri per costituire un raggruppamento motorizzato a disposizione del Comando di Corpo d'Armata. Da un tale stato di fatto derivò la decisione del Comandante del CSIR di: -
assegnare all a Celere un reghrimento di fanterja della To-
ri11o, l'SI ", destinato a sostituire il 3o bersaglieri; - distaccare a Kol. Davido Orlovka !'82" fanteria della stessa T ori11o per assicurare il fianco de l XLIX Corpo tedesco : - conseguire il possesso dell'intera zona interposta tra Gorlovka c Rykovo con un'azione combinata da ovest e da est. Il 5 novembre (Disegno 11. 1 3) l'81" fanteria, postosi agli ordini del Comandante della Celere, raggiungeva con due battaglioni Rykovo, dislocando il III a Solievka, tra Rykovo c Gorlovka, a protezione dell'ampio spazio esistente tra la Pawbio e la Torino. Il 6 novembre 1'82° fanteria occupava Kol. Davido OrloYka e vi si schierava a protezione del fianco sinistro del XLIX Corpo alpino tedesco,
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minacciato da puntate di grosse unità di cavalleria russe provenienti da nord. Con deciso atteggiamento offensivo, l'82" fanteria attirava su di sé l'attività di buona parte delle formazioni avversarie, alleggerendo in tal modo la pressione che esse esercitavano al fianco sinistro del citato Corpo.
C) L'OFFENSIVA DI NIK TTOVKA
L'operazione del 79" fanteria su Novo Gorlovka non poté invece avere sviluppo perché nuove esigenze da risolvere con carattere di priorità si erano nel frattempo manifestate sulla sinistra dello schieramento del CSIR. L '8o'' fanteria, infatti, occupata Gorlovka, aveva proseguito direttamente verso nord per concludere l'azione sull'ultimo obiettivo assegnatogli, vale a dire Trudovaja, la stazione di sbocco terminale dell'oleodotto del Mar Caspio. Giunto però in prossimità di Nikitovka veniva attaccato sul fianco destro da forti unità avversarie. Si trattava dell'intera 74" Divisione russa che, individuata la larga soluzione di continuità (pari a 40 chilometri) esistente fra il Corpo italiano e la T 1 Divisione tedesca, si gettava con rapidità e decisione sulla estrema ala sinistra del CSIR. Da questo inizio prende origine il combattimento di Nikitovka che, fra alterne vicende, si protrasse sino al 12 novembre. L'8o" fanteria faceva fronte al minaccioso atteggiamento dell'avversario riuscendo ad avere ragione della sua intraprendenza ed a ricacciarlo. Insieme al fallimento del loro proposito, i russi dovevano accusare la distruzione di un intero battaglione e forti perdite per le altre forze immesse simultaneamente nella lotta. Così. il 6 novembre, 1'8oo entrava in ikitovka, la occupava totalmente e la apprestava a difesa. Da tutto l'insieme appariva però evidente che i russi sarebbero tornati presto all'attacco e, infatti, predisposte ingenti forze appoggiate da numerose artiglierie, si scagliavano nuovamente ali' attacco investendo 1'8o" fanteria specialmente sulle ali. I russi volevano ad ogni costo avviluppare il reggimento italiano ed annientarlo. L'entità delle forze impiegate, l'attività svolta, l'aggressività con la quale i russi tentavano di attuare tale piano, davano la convinzione che essi avevano ormai assunto un atteggiamento difensivocontroffcnsi vo e da posizioni tatticamente favorevoli essi erano in grado di contromanovrare efficacemente per aggirare l'ala sinistra del CSIR e cadergli sul tergo e sulle vie di comunicazione.
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Ll presenza delle Divisioni russe 74·', 262a e 2q6• era ormai confermata da varie fonti , come pure era accertato che le unità avversarie riunivano tre reggimenti di fanteria ciascuna, di fronte alla formazione binaria delle Di visioni del CSIR. Una delle Divisioni soYietiche, la 74 , era notevolmente rinforzata c 1'8o" fanteria veniva ad avere contro di sé fo1 ze più che triple, così che la situazione si faceva ogni momento più grave. L'esame obiettivo di tale situazione imponeva la necessità di ripristinare senza indugi la continuità dello schieramento e perciò di arretrare subito la colonna Chiaramonti sulla linea Gorlovka- Rvkovo. La fermezza con la quale 1'8o' fanteria conduceva la sua tenace resistenza non poteva tuttavia illudere che essa avrebbe potuto protrarsi molto più a lungo, tenuto ancht: conto della preponderanza di uomini e di mezzi dei russi. Inoltre il reggimento. ormai isolato, aveva le munizioni contate, comi nciavano a scarseggiare i viveri, tanto da dover consumare la carne dei muli uccisi in combattimento, e mancava anche l'acqua. In tali cond izioni, il reggimento tenne testa agli assedianti per cinque giorni. Il compito di sbloccare 1'8o'· dalla pericolosa situazione nella quale si trovava venne affidato alla Divisione Celere (il Comando della Pasubio non aveva ancora potuto collegarsi col suo reggimento) che agì immediatamente con le forze disponibili, vale a dire col 79" fanteria c aliquote del reggimento lancieri di Not,ara. Il I e II 179n dovevano attaccare la rotabile Rykovo- Gorlovka verso la ferrovia, con obiettivo Mog. Dlinnaja - Mog. Gossuduref; il IIl /79" agire a cavallo della rotabile Gorlovka- Nikitovka per attuare il collegamento con 1'8o' ; i lancicri di Not"ara costituire un fianco difensivo, fronte est, davanti a Novo Gorlovka. Ma i russi tennero duro c con violenta reazione di fuoco arrestarono l'attacco. Fu perciò deciso di mantenere le posizioni raggiunte e di rinforzare la massa d'attacco col 3" bersaglieri (meno il XXV battaglione impegnato sulle posizioni di Rykovo) c il IITj81". Dopo altri due tentativi per liberare 1'8o" dall'assedio dci sovietici, la sera dell'n novembre la situazione rimaneva ancora immutata. Ripresa il mattino del 12 con la partecipazione della 37ra squadrigl ia da caccia dell'aviazione del CSlR che, trasfcritasi da Zaporoje al campo di Stalino, aveva già dato valido aiuto agli assediati, l'azione si sv iluppò concorde e decisa. Ma lo slancio delle unità impegnate si infrangeva nuovamente di fronte al fuoco intenso delle numerose mitragliatrici dell'avversario, sistemate su posizioni dominanti. Nell'attacco si distinse ro i battaglioni bersaglieri XVIII c XX i quali, però, nonostante l'appoggio dell 'artiglieria c
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dell'aviazione non poterono raggiungere Nikitovka. A questo abitato giunsero soltanto alcune pattuglie del ITI/79° che riuscirono a prendere materiale contatto con l'8o". I russi diminuirono la pressione e di questo approfittava il Comandante dell'Bo" per effettuare una sortita. Il tentativo falliva per le gravi perdite causate dalle armi automatiche dei russi che falciavano letteralmente la rotabile Nikitovka- Gorlovka. Ripetuto all'imbrunire, il tentativo conseguiva finalmente l'esito sperato; tutto il reggimento poteva svincolarsi e rientrare, col favore dell'oscurità e senza danno, a Gorlovka portando con sé tutti i feriti e og ni suo materi ale. Le perdite furono molto gravi : nelle operazioni per la conquista di Nikitovka si ebbero 68 morti (di cui 4 ufficiali), 206 feriti (di cui 17 ufficiali) e 6 dispersi; nelle operazioni per lo sbloccamento dell '8oo fanteria assediato in Nikitovka i morti furono 62 (di cui 5 ufficiali), 347 feriti (10 ufficiali) e IO dispersi. Le perdite maggiori furono del 3" bersaglieri con 44 morti, 22 feriti c IO dispersi .
Con l'occupazione dei distretti industriali di Gorlovka e Rykovo e con l'operazione di 1'\ikitovka per lo sbloccamento dell'Bo" fanteria si chiudeva il ciclo estivo- autunnale delle operazioni del CSIR . Già dal mese di ottobre, sul Voltsctja, il Generale Messe aveva rappresentato al Comando della l a Armata corazzata, tramite ufficiale tedesco di collegamento, che una volta raggiunto Stalino il CSlR non sarebbe stato nelle condizioni di continuare lo sforzo operativo oltre il bacino del Donez. ll Generale Messe chiedeva perciò di conoscere quali erano le intenzioni del Comando stesso circa il futuro impiego delle unità italiane. Gli veniva risposto che il Corpo italiano era inquadrato in una unità superiore tedesca e che pertanto doveva obbedienza come un qualunque Corpo d'Armata dell'Esercito tedesco. Il Comandante del CSIR, a sua volta, rispose che era pienamente consapevole di essere un comandante di Corpo d'Armata alle dipendenze operative dei Comandi tedeschi, ma era anche rappresentante del l'Esercito italiano e naturale tutore dei suoi soldati, del cui impiego doveva rispondere lui solo al proprio Paese. Da questo suo dovere il Generale Messe non intendeva assolutamente deflettere. Sempre tramite ufficiale di collegamento tedesco egli fece conoscere questi suoi intendimenti al Comando dell'Armata corazzata, cui indicò inoltre le condizioni alle qual i il CSIR avrebbe potuto
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seguire lo sforzo tedesco. Tali condizioni furono comunicate anche. per iscritto, all'ufficiale italiano di collegamento presso il Comando della r" Armata corazzata - Colonnello Chiusi - perché le sottoponesse all'esame dei tedeschi. Il Generale Messe ritenne quindi opportuno mettere al corrente di tutto il Comando Supremo italiano e lo fece il 26 ottobre col seguente "messaggio radio)), che riassume chiaramente tutta la questione: << N. 7346/ 0p. 26 ottobre. Séguito grave situazione logistica determinatasi per cattivo tempo et pessime condizioni strade, ma soprattutto per inadempienza ~ermanica tradottasi mancato arrivo anche minimo treni et trascurabilissimo contributo diretto viveri ho chiesto at Armata sue intenzioni circa impiego CSIR dopo occupazione distretti industriali Stalino et Gorlovka. Avuto seguente risposta : "Concorso CSIR molto desiderato fino at raggiungimento meta finale Armata nelk: due ipotesi: r" obiettivo Stalingrado; 2" obiettivo pozzi Majkop ". Ho pertanto incaricato colonnello Chiusi rappresentante Armata considerazioni logistiche necessarie per consentire assolvimento nostro compito con ., radio" che riporto integralmente: a "Colonnello Chiusi N. 7331/0p. - Precisa volontà mia et mie truppe est quella di continuare at dare tutta collaborazione at Armata. Però ulteriore contributo CSIR at operazioni oltre zona Stalino et zona Gorlovka est assolutamente subordinato soluzione pratica et immediata problema logistico che qui preciso: Primo immediata garantita affluenza treni Dniepropetrovsk con recupero quelli non giunti. Secondo - garanzia disponibilità treni Stalino appena tale linea sarà in funzione. Terzo - rifornimento temporaneo viveri C.S.I. R. presso deposito germanico Sta lino finché sarà costituita colà nostra base avanzata. Quarto: disponibilità carburanti in Dniepropetrovsk per assicurare movimento autocolonne rifornimento. Quinto: disponibilità aviobenzina Zaporoje et Stalino per costituzione base avanzata mezzo aviotrasporti . Sesto : concedere sosta per far serrare sotto artiglierie, servizi, rifornimenti viveri, munizioni, corredo, indumenti lana, in parte già in movimento. Per vostro orientamento aggiungo che battaglioni 'Pasubio' et molte truppe divisione 'Celere' pur di raggiungere obiettivi loro assegnati hanno marciato et combattuto con scarsi aut niente \'iveri et moltissimi soldati sono quasi senza scarpe. Queste condizioni evidentemente non possono continuare soprattutto per incipienti rigidità invernali".
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« Tanto segnalo per doverosa informazione et per essere certo che linea scelta est conforme pensiero codesto Comando, in modo potermì regolare conseguenza. Generale Messe >> . La situazione aveva invece richiesto al CSIR uno sforzo che andava ben oltre le sue possibilità, ma, alle esigenze inderogabili di un superiore .int~resse, le sue unità avevano obbedito senza riserve e senza eccez10m. Dopo queste ultime operazioni su Rykovo- Gorlovka e Nikitovka lo stato dì efficienza del Corpo di Spedizione non era, perciò, né poteva essere, nelle migliori condizioni, sicché si imponevano immediati provvedimenti. Sulla pienezza delle risorse fisiche degli uomini del CSIR aveva influito la logorante avanzata dal Voltsctja al bacino industriale del Donez, non solamente per la profondità dello sbalzo e delle resistenze dei sovietici, ma principalmente dalle condizioni atmosferiche e di ambiente nelle quali si era svolta. La distanza, l'avversità degli elementi meteorologici, il terreno, la continuità c la intensità delle fatiche e dei disagi, avevano sottoposto uomini, quadrupedi e macchine ad un tormento elevatissimo in cui già da tempo era dato rilevare i sintomi della crisi. Questa assumeva carattere tanto più contingente in quanto, proprio in quel momento, allo sforzo operativo si innestava quello logistico, per trasportare a piè d 'opera le masse ingenti di derrate e di materiali che si stavano raccogliendo con ritardo. a causa del mancato arrivo dei treni a Dniepropetrovsk. Né l'avanzare del precoce inverno ammetteva dilazioni. Durante le fasi dell'avanzata si era dovuto perfino adattare sommariamente la linea ferroviaria per renderla percorribile agli automezzi, in mancanza di piste, e poi ricorrere all'aviotrasporto perché almeno le unità più esposte potessero avere un minimo di indumenti di lana. Spettava parimenti all'aviazione del CSIR il merito maggiore nel rifornimento dei viveri, delle munizioni e dei materiali di più urgente necessità, nonché dello sgombero dei feriti - nonostante le condizioni dì pessima navigabilità - e della necessità di aggiungere all'impiego degli apparecchi da trasporto quello degli aerei da ricognizione. I servizi, le autocolonne, le artiglierie erano sparsi ovunque, disseminati per una profondità di 300 chilometri, incagliati nei banchi di mota o faticosamente arrancanti nel fango per guadagnare sovente solo poche centinaia di metri al giorno; le basi logi-
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stichc distavano ormai ampiezze di itinerari gravosissime in condizioni di viabilità normali ed insuperabili allo stato pratico dei fatti. Non buono lo stato del corredo e delle calzature, inadeguato presso i reparti l'equipaggiamento invernale (6), precario l'afflusso dei viveri e delle munizioni; allarmanti le condizioni dci quadrupedi, inadeguato il rendimento del traino animale di fronte alla mole dci trasporti; inferiore per numero, oltre che aleatorio per condizioni di ambiente, quello degli automezzi, già sensibilmente deteriorati e la cui usura aumentava in progressione geometrica. L'avanzata dal Voltsctia a Rykovo- Gorlovka era un esempio eloquente ed ammirevole di quanto possano fermezza di volontà, consapevole spregiudicatezza, abnegazione, sentimento dell'onore militare, spirito di emulazione. Al CSIR era però indispensabile un periodo di riposo. una sosta dell'attività operativa per poter ricuperare la sua capacità di penetrazione offensiva.
3. - LE OPERAZIO. 'l PER IL CO TSOLIDAMENTO DELLE POSIZIONI RAGGIUNTE L'attività operativa del CS1R nel periodo T) novembre- 15 dicembre può suddividersi in due fas i, nella prima delle quali le unità del Corpo di Spedizione procedono al consolidamento delle posizioni raggiunte (rs novembre- 4 dicembre) ed in cui si colloca il combattimento di Ubescicce, mentre nella seconda fase (5- 14 dicembre) le unità stesse vengono impegnate nella battaglia offensiva di Chazepetovka che si proponeva lo scopo di raccorciare la fronte c di saldare lo schieramento della 1" Armata corazzata con la r7" Armata. Dopo lo sbloccam.ento dell'8o" fanteria a Nikitovka, era intenziOne del Comandante del CSIR procedere alla eliminazione del saliente tenuto dai russi tra Gorlovka e Rykovo, per una opportuna correzione c stabi lizzazione del fronte, secondo quanto l'interesse tattico ed una razionale economia delle forze imponevano in quel (6) L1 distribuzione dei capi di vestiario, necessari a completare la serie invernale, ebbe luogo dopo che fu raggiunta la zona mineraria e industriale del Donez (cfr. capitolo II, pag. 70 <<Servizio di Commissariato'' della Monografia dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Eserciro << T Servizi logistici delle Unità italiane al fronte russo n).
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momento. Il Generale Messe prescrisse pertanto che le posizioni fossero mantenute, migliorate e consolidate, senza pregiudizio dell'attività esplorativa necessaria a sondare lo schieramento avversario, ad individuarne l'articolazione ed a mantenere in allarme continuo gli uomini dell'opposto schieramento sovietico per stancarli. Te) relativo Ordine di Operazione (Documento n . 37) venivano anche fissate le responsabilità dci settori di competenza di ciascuna unità. Frattanto sul fronte della 1" Armata corazzata, l'ala meridionale dei Corpi III e XV era attestata al Tuslov ed in procinto di investire Rostov da nord e da ovest. Il XLIX Corpo aveva superato il fìume Mius con la massa delle forze nella zona di Diakovo; a nord , la 97" Di visione aveva occupato Artemovsk. Fronteggiavano il CSIR, su posizioni tattiche robuste e redditizie, due Divisioni di fanteria su tre reggimenti ciascuna; artiglierie di piccolo e medio calibro valutate a cinque g ruppi; reparti di cavalleria della 38" Divisione. T ali forze tenevano contegno permanentemente aggressivo con numerosi tentativi di colpi di mano, azioni diurne e notturne in forz a per saggiare la consistenza dello schieramento italiano, ripetute puntate per incunearsi sempre più nel vuoto tra il CSlR e la 17" Armata, col probabile intento di creare le basi per una manovra di avvolgimento. 11 17 novembre il Comando della r' Armata corazzata ordina al Comando del CSIR di sfruttare il successo ottenuto dali 'ala sud della I]" Armata nell a zona di Artemovsk, per continuare l'avanvata verso est, con obiettivo Gorodicce- Scterovka, e di dislocare almeno una Divisione in zona stazione Ras.sipnaia per dare protezione al fìanco nord dell'Armata, da questa località alla zona di Gorlovka. L 'assegnazione di taìi compi ti al CSIR ribadiva nel Generale Messe il convincimento che lo sforzo compiuto dalle tre Divisioni italiane non era stato valutato dal Comando tedesco nelle sue reali proporzioni ed in ragione dci sacrifici che esso era costato. In sostanza, il Comando tedesco non considerava la g rave situazione, principalmen te sotto l'aspetto logistico, in cui si trovava il CSIR e dava l'impressione di non attribuire molta importanza alle ripetute segnalazioni che il Generale Messe aveva fatto al riguardo. Partire in tali condizioni per una nuova fase offensiva equivaleva, secondo il Comanda nte del CSIR. andare incontro ad un insuccesso o acl . . un vero e propno rovesc10. Per il Comandante del CSIR, infatti, il quadro operativo si presentava con queste prospettive:
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L~ opaa:;iont delle u111tà itahan~ al fronre russo
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- situazione tuttora fluida, su posizioni non perfettamente propizie che esigevano urgente consolidamento, contro un avversario forte, minaccioso e aggressivo; - unità notevolmente depauperate negli effettivi, sia a causa delle perdite in combattimento e per infermità, sia per il ripetuto. ininterrotto frazionarsi dei Servizi e il moltiplicarsi dei compiti secondari; - nessuna riserva efficiente alla mano, giacché le sole umta non impegnate erano quelle della Celere, eccettuati però i reggimenti a cavallo. non impiegabili per il grave stato dei quadrupedi; - ampi varchi esistenti fra le ali della linea di schieramento italiana e le unità laterali germaniche, pari ad una cinquantina di chilometri su entrambi i lati; - gran parte dei mezzi meccanici, artiglierie e traini, trasporti e Servizi, di reparto e di Grande Unità, disseminati lungo centinaia di chilometri di profondità. Il Comandante del CSIR informava perciò l'Armata che, in relazione agli ordini ricevuti il giorno 17, poteva al massimo dislocare in zona R assipnaia l'aliquota delle unità motorizzate della Celere e svolgere in direzione di Ubescicce, con forze della Divisione Torù1o, un attacco ad obiettivi limitati le cui eventuali ripercussioni favorevoli avrebbero potuto essere sfruttate per portare la linea di resistenza sulla displuviale di Chazepetovka ed eliminare così il saliente avversario tra Gorlovka e R ykovo. Il r8 novembre, dopo aver reso minutamente edotto il Comando dcii' Armata sulle condizioni del CSIR, il Generale Messe decideva di dare attuazione al concorso proposto ai tedeschi nella misura sopraddetta. Egli ordinava perciò alla Divisione Torino di attaccare alle ore 9 dell'indomani I9 novembre con la sua ala destra in direzione d i Ubescicce, per cadere successivamente sul tergo delle posizioni avversarie. Il Comandante della Tori11o formulava un piano d 'attacco basato sul concetto di: - agganciare il nemico con l'ala sinistra, ossia con l'Br• fanteria, e forzare l'antistante settore di Ubesciccc con l'ala destra, vale a dire con 1'82° reggimento; fare perno successivamente su q. ro2>3 e, garantendosi il fianco verso est, cadere con lo stesso 82• fanteria sul tergo dello schieramento avversario, fronteggiante l '81 ". -
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A) IL COMBATTIMENTO DI UBESCICCE
Nonostante le serie difficoltà che si presentavano per raccogliere nella notte e predisporre per l'attacco, fronte a nord , i battaglioni dell'82o ed i rispettivi gruppi del 52° artiglieria dislocati fronte ad est su 8 chilometri di linea, puntualmente all'ora fissata le colonne d'urto erano pronte a muovere; parimenti pronti erano i reparti dell'BI'' incaricati della funzione dimostrativa di agganciamento. Agivano: - in primo scaglione, contro Ubescicce, il I c il ll j 82° fanteria, appoggiati rispettivamente dai gruppi Il e III del 52° artiglieria deccntratì alle colonne; in secondo scaglione, a sinistra, il II j 82o; - nel settore di Rykovo, unità dei battaglioni I e II j 81", appoggiati dal I gruppo del reggimento artiglieria a cavallo e dalla 7" batteria del 52" artiglieria; - come artiglieria di manovra il III gruppo del reggimento artiglieria a cavallo ed il l j 52" agli ordini del Comandante dell'artiglieria divisionale. Sul Bulavin, corso d'acqua che intercettava il transito alle artiglierie, il genio divisionale aveva costruito in poche ore una passerella speditiva. Nella notte la temperatura diurna, che dai primi di novembre oscillava sui 20 gradi sotto lo zero, ebbe un brusco abbassamento e alle prime ore dell'alba il terreno dell'azione, già coperto di neve, fu invaso da estesi banchi di fittissima nebbia, che cancell arono ogni contorno. Senza poter osservare il tiro, le unità di artiglieria si trovarono nella impossibilità di sviluppare in terventi efficaci e dovettero anzi sospendere ogni azione di fuoco nel timore di colpire le truppe amiche. Queste avevano lasciato con grande slancio le posizioni di partenza, benché del tutto prive di punti di riferimento per mantenere la voluta direzione e per attuare il collegamento tattico. Le unità dcll'8ro fante ria prendevano contatto con l'avversario sistemato sul costone di q. 128,2, mentre reparti del1'82u eliminavano elementi avanzati della linea russa e serravano combattendo sui centri di resistenza di Ubescicce. Di fronte a tali posizioni, solidamente organizzate su tre costoni paralleli risoetto alla direzione di attacco e ri nforzate con lar~o impiego di armi automatiche, mortai, pezzi di piccolo calibro, i reparti stessi erano costretti ad arre9· - U.S.
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u opuaz ioni delle unitù italiane al fronte russo (1941 -1941)
starsi. Il I e il III battaglione dell'82" attaccavano alla baionetta, espugnavano dopo aspra lotta le case marginali dell'abitato e si attestavano al Bulavin. Qui giunti, però, i reparti attaccanti erano arrestati nell'avanzata a causa della superficie gelata del lago che il fiume (orma in prossimità del villaggio e la cui riva meridionale era dominata dai costoni della sponda opposta letteralmente gremiti di mitragliatrici e di mortai nemici. Tentativi per superare quella barriera, sia frontalmente sia con manovra sui lati, non riusci rono per l'efficace difesa avversaria. Col cadere del giorno il combattimento si affievoliva, ma il (uoco di fucileria si protrasse tuttavia fì no alle 20, ora in cui, considerata l'impossibilità di avere ragione dell'avversario, il reggimento veniva fatto rientrare sulle posizioni di partenza. Fatto audace dalla constatazione dello spazio libero innanzi a sé, il nemico spinse eletnenti a saggiare la consistenza dell'avversario non risparmiando tentativi di attacco nel cuore della notte. Fu ovunque respinto con perdite e fra le 3 e le 6 del giorno 20 novembre il reggimento era nuovamente insediato sulla linea dalla quale era partito per l'attacco. Per ottemperare comunque all'ordine di dislocare almeno una Divisione in zona stazione Rassipnaia, il Comandante del CSIR ordinò lo stesso giorno 20 al Comando della Divisione Celere di costituire una colonna motorizzata con: 3" bersaglieri, due compagnie da 47/ 32 anticarro, LXII gruppo da 105 / 32, III gruppo da 75/ 27 della Torino, due batterie di cannoni- mitragliera da 20 mm contraerei e di trasferirsi con essa, il giorno dopo, nella zona della stazione di Rassipnaia, appunto col compito, che si è detto, di proteggere, in costante contatto col XLIV Corpo, il fianco sinistro della 1 ~ Armata corazzata. Le unità a cavallo della Celere, invece, passavano alle dirette dipendenze del Comandante del CSIR che se ne valse per costituire, poco dopo, uno speciale raggruppamento di formazione. Esse, tuttavia, data la non buona condizione della maggior parte dci quadrupedi, erano disponibili solo per un impiego molto limitato. Mettendo perciò a disposizione dci tedeschi la colonna motorizzata della Celere, il Comandante del CSIR si privava anche dell'ultima modesta riserva che ancora gli rimaneva. Ma quanto l'opera del CSIR, ed i sacrifici compiuti, riuscissero utili alle contingenze di ordine generale del fronte in cui operava, è testimoniato dall'elogio (Documento 11. 38) che il Comandante della r" Armata corazzata indirizzava il 23 novembre, oltre che alle proprie unità, anche al Corpo italiano.
Le operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez
:3I
Con l'inserimento in linea della colonna motorizzata della Celere, il Generale Messe poteva indicare alla Torino e alla Celere stessa le singole giurisdizioni e responsabilità. Egli ordinava alla Celere di porsi nelle condizioni di assumere le responsabilità del settore a partire dalle ore zero del 26 novembre e di attuare, data la vasta fronte , uno schieramento a blocchi, così da assicurare le migliori condizioni di vita e di ricovero dei reparti e garantire possibilità di manovra a tutti i blocchi che, all'occorrenza, avrebbero dovuto far massa su quello eventualmente impegnato. Per facilitare il collegamento fra la Torino e la colonna motorizzata della Celere, il Comandante del CSIR assegnava a quest'ultima uno squadrone a cavallo, da dislocare a Kol. lvan Orlovka. In tutto il periodo l'attività operativa del CSIR si manifestò attraverso reazioni di fuoco c di contrassalto ai ripetuti tentativi di infiltrazione attuati dai sovietici : con puntate esploranti volte non soltanto a riconoscere e controllare il dispositivo avversario, ma anche a mantenere su di esso l'iniziativa, approfittando di ogni occasione per realizzare l'occupazione di località idonee a migliorare lo schieramento difensivo italiano, infliggere al nemico danno c disagio costanti e fargli sentire l'assillo continuo dell'azione avversana. Ad una tale attività, intensa ed ininterrotta, erano da aggiungere i disagi causati dal freddo sempre più intenso e le spossanti fatiche cui erano soggetti tutti i reparti nel lavoro per l'organizzazione difensiva delle posizioni. Questo lavoro era poi reso più diffici le dalla penuria degli attrezzi, dalla mancanza di materiali di rafforzamento e dall'assottigliamento dei reparti . E come da parte italiana veniva mantenuto contegno aggressivo verso lo sch ieramento avversario, così le unità sovietiche erano costantemente presenti con le loro azioni di disturbo. Queste azioni si rivelarono particolarmente attive sul fronte della Pasubio e lasciavano trapelare l'intento di avvolgere l'ala sinistra del CSIR, sempre scoperta a causa della larga breccia che la divideva dalla 17" Armata. Il 27 novembre, pertanto, il Generale Messe decideva di far ampliare alla Pasubio il suo schieramento verso ovest, assicurando così l'adeguata profondità al fianco difensivo mediante l'occupazione della stazione di Scelesnoje. Per tale scopo veniva costituito un raggruppamento tattico, posto alle dipendenze della Pasubio, con la 63" legione, già assegnata in rinforzo alla stessa Divisione e schierata a nord di Gorlovka, con uno squadrone del reggimento Lancieri di Not•ara e con una batteria del Il gruppo artiglieria a
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Le operazioni delle tllltttÌ italiane al fronte nwo (1941-1943)
cavallo. Lo schieramento di queste unità sul nuovo fronte avvenne il 28 novembre. Frattanto la situazione militare sul fronte della T ~ Annata corazzata subiva mutamenti sostanziali che giova riassumere come indispensabile premessa per l'ulteriore esposizione degli avvenimenti. Dopo la conquista di Taganrog, l'avanzata dell'ala meridionale dell'Armata (IH e XIV Corpo), seppure attraverso alterne vicende causate d alla resistenza sempre più accanita dell'avversario e dalle crescenti difficoltà logistiche, aveva tuttavia proseguito verso l'obiettivo di Rostov. La manovra convergente dal Tuslov verso sud, da parte del X l V Corpo, e da ovest verso est, da parte del I Il Corpo, aveva alfine avuto ra1!ione della tenacia avversaria tanto che il 20 novembre il III Corpo ';iusciva ad occupare la città. Ma fu un successo temporaneo. Cogliendo tempestivamente il momento di crisi logistica ed operativa nella quale si trovavano le Grandi Unità tedesche, i sovietici organizzarono con rapidità, dovizia di uomini e di mezzi, una imponen te controffensiva che costituì per i tedesch i una autentica sorpresa. I russi infatti sferrarono inaspettatamente il loro attacco lanciando nella battaglia undici Divisioni appoggiate da un gran numero di unità carriste e di artiglieria. Senza riserve da immettere nella lotta e privi di rifornimenti, i tedeschi furono duramente battuti; essi dovettero abbandonare la città c ritirarsi sulle posizioni del basso Mius ove si organizzarono a difesa. L 'azione dei russi non si arrestò alla riconquista di Rostov (29 novembre), ma proseguì con una serie di attacchi che si estesero gradualmente da sud verso nord , investendo successivamente i fronti del III e del XIV Corpo, quello del XLIX e quindi del CSIR, nel tentativo di individuare un 'agevole via di penetrazione per sfondare e dilagare. Pur senza ulteriori successi dei sovietici, la situazione sul fronte della I " Armata corazzata si mantenne tuttavia incerta e preoccupante per qualche g iorno, tanto da costringere lo stesso Hitler ad ispezionare la Grande Unità per rendersi conto della situazione. Sotto l'influenza di tal i avvenimenti, accantonati i propositi di altre azioni offensive, considerato che l'inverno era ormai incominciato, e con eccezionale rigore, il Comando tedesco decise finalmente di dar mano all a sistemazione delle G randi Unità per la sosta invernale.
Le opera:;ioni per la conquista del bacino mdtHtriale del Donez
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Così, nel bacino del Donez fu costretto a fermarsi non solamente il CS IR , come un mese prima aveva proposto il Generale Messe, ma anche la stessa T"' Armata corazzata.
B) L"OFFENSIV A DI CHAZEPETOVKA
(vds. Disegno n. 1 4) ScHIERAMENTO DEL CSIR. Alla data del 30 novembre il CSIR, inquadrato fra la 17 Armata, a nord, e il XLIX Corpo tedesco, a sud, era schierato dalla stazione di Scelcsnoje alla stazione di Rassipnaia con : - la Divisione Pasubio, rinforzata dalla 63a legione, uno squadrone Laucieri di Novara, un gruppo da I0)/32 ed una batteria da 75 / 27 del reggimento artiglieria a cavallo, dalla stazione di Scclesnoje a Mogila Pavlovskaja; - la Divisione Torino, meno il III gruppo da 75/ 27 del 52° artiglieria, rinforzata da un gruppo da 105 / 32 e da due gruppi del reggimento artiglieria a cavallo, da Mogila Pavlovskaja alla stazione Baskovski; - la colonna motorizzata della Celere, rinforzata da un gruppo da 105 / 32, dal III gruppo da 75/ 27 della Torino e da uno squadrone del reggimento Sat'oia, dalla stazione di Baskovski alla stazione Rassipnaia. L'aviazione aveva ancora la massa dci suoi mezzi a Zaporojc, ad eccezione di una squadriglia da caccia, una squadriglia osservazione cd il Comando del LXXI gruppo dislocati a Stalino, dove si trovavano anche per la difesa contraerea il XIX gruppo da 75/ 46 e la 97' batteria cannoni- mitragliere da 20. Il Comando tattico del CSIR, fin dal 18 novembre, aveva stabilito la sua sede in Jass inovataia, dove si sistemavano per la protezione del cielo il IV gruppo da 75 / 46 c la 95" batteria cannonimitragliere da 20. Lo schieramento del CS IR in questa fase delle operazioni presentava aspetti poco favorevoli in quanto: il fronte aveva un'ampiezza di circa 50 km con una scarsa densità di forze; mancava un ostacolo naturale idoneo a potenziare lo schieramento stesso, come per il XLIX Corpo tedesco che era attestato al fiume Mius; la linea
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L~ op~razioni d~/1~ unità italian~ al fronte russo
(1941 - 1943)
del fronte correva all'interno della zona industriale Gorlovka- Rykovo fitta di centri abitati e di miniere, fatto che determinava una notevole dispersione di forze; tra l'ala sinistra del CSIR c la rt Armata tedesca esisteva un vuoto di circa 20 km; non esistevano riserve da impiegare principalmente nelle direzioni di più probabile contromanovra avversaria (le due ali dello schieramento). Una situazione, dunque, per nulla rassicurante e pienamente in contrasto con le necessità della preventivata pausa, vale a dire il trasferimento del CSIR nelle retrovie, ormai indilazionabile e della quale i reparti accusavano sempre più il bisogno immediato. Invece, fu appunto questa stessa situazione ad imporre una nuova fase di operazioni offensive. Infatti, l'atteggiamento sempre più minaccioso dell'avversario. le notizie confermate di un suo progressivo rafforzamento con l'arrivo di cospicue unità nella zona, la pericolosa suddivisione dello scarso contingente del CSIR sul fronte troppo ampio, davano l'esatta misura della inderogabile necessità di realizzare uno schieramento più economico, più consistente e più sicuro per la sosta invernale. In sostanza, non esistevano le condizioni per l'arretramento del CSIR su posizioni di riposo, e le sue Divisioni dovevano perciò guadagnare con la forza delle armi, in avanti, le più valide possibilità operative. La battaglia, che prese il nome di Chazepetovka, e alla quale concorse la r TI• Divisione germanica, ala destra della Tt Armata, durò dal 5 al 14 dicembre e fu l'ultima battaglia offensiva dell'anno 1941 intrapresa dal Corpo di Spedizione. Considerato che l'avanzata verso est avrebbe reso superflua la occupazione della stazione di Scclesnoje, il Generale Messe dispose subito il trasferimento della 63 legione e del II gruppo di artiglieria a cavallo nel settore della Celere, quale rinforzo per la sinistra del suo schieramento. ScoPo oELL'OFI'ENsrvA E suE LINEE scHF.MATICHE. L'offensiva si ripromctteva, come si è detto, di raccorciare il fronte c di saldare, con le Divisioni del CSlR, lo schieramento della 1" Armata corazzata con la 17" Armata. Nelle sue linee generali essa era impostata su una azione a tenaglia delrala destra della 17' Armata, ossia della rr 1 ~ Divisione, e dell'ala sinistra della r" Armata corazzata vale a dire del CSIR. L'una avrebbe mosso da nord- ovest a sud- est, l'altra da ovest verso
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est. Obiettivo comune era la zona di Debalzevo (nodo ferroviario e centro abitato erano assegnati alla 17" Armata). Al fine di armonizzare le singole operazioni c coordinare gli sviluppi, la r7" Armata avrebbe iniziato l'offensiva con un giorno di anticipo sul Corpo italiano, il quale nello stesso giorno avrebbe concorso ail 'operazione: col fuoco delle artiglierie del Comando CSIR e della Pasubio; con azioni dimostrative della Pasubio stessa nel settore di Gorlovka e di agganciamento da parte della Torino nel settore di Rykovo. CoNCETTO OPERATIVO.
Il proposito del Comandante del CSIR era di raggiungere, alla stazione di Chazepetovka, la displuviate sulla quale corre la ferrovia Nikitovka- Debalzevo, con azione principale della Divisione Torino diretta da sud a nord e con azione concomitante di una colonna della Divisione Pasubio da ovest ad est; procedere quindi, gravitando per l'alto, alla eliminazione delle resistenze tra la ferrovia e il medio Bulavin, fino ad incamerare una valida linea del terreno in modo da garantire alle unità le migliori condizioni per lo svernamento. Tale proposito era sussidiato da previdenze atte ad impedire possibili contromanovre dell'avversario per cui: - la Divisione Pasubio doveva tenere il settore di Gorlovka, con l'So" fanteria, in condizioni di approfittare di ogni occasione favorevole per estendere a nord l'occupazione; la Divisione Torino doveva lasciare inizialmente a Rykovo due battagJjoni di riserva col compito di contrapporsi ad eventuali minacce provenienti da ovest c da est. Quando fosse sopraggiunta la necessità di farli serrare sul grosso delle proprie unità operanti, detti battaglioni sarebbero stati sostituiti da un gruppo di cavalleria appiedato del Savoia e da un battaglione della Pasubio. Gli ordini esecutivi furono dati il 3 dicembre (Documento n. 39), seguiti il 4 dicembre da alcune direttive a titolo orientativo sull'azione (Documento 11. 40). In esse veniva precisato che lo scopo dell'offensiva era quello di eliminare le forze nemiche antistanti e di portare lo schieramento della Torino fino alla linea denominata (( Z l>, va le a d ire su l costone fra balka Bolse h ik c balka Sorrotschja, saldandolo a nord con lo schieramento della 17' Armata in zona Debalzevo c a sud con quello della Divisione Celere.
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lA! operaztoni delle unità ita!tane al fronte russo (t941-1943)
Col'.'UIZIONI n'A~iBIENTE.
Le condizioni d'ambiente nelle quali si svolse la battaglia di Chazcpctovka sono così descritte dal Generale Messe: « Dopo le abbondanti nevicate dei giorni precedenti era sopravvenuto il sereno. Il cielo era spazzato dalla tramontana che ammulinava nuvole di minutissimi, impalpabili cristalli di gh iaccio. 11 termometro nelle ore di luce oscillava sui meno 30~ e calava sensibilmente all'approssimarsi della sera e più ancora nella notte. I motori dovevano essere tenuti accesi quasi in permanenza; le armi ad ogni pausa di fuoco si bloccavano; gli olii c i grassi anticongelanti non bastavano a proteggere né i congegni né gli uomini. << Sulla levigata crosta di gelo il passo era un continuo giuoco di equilibrio; i quadrupedi dovevano essere sostenuti dai conducenti; le ruote slittavano c nelle pendenze l'abbrivio diveniva infrcnabile, i carichi si scomponevano e si rovesciavano, la fatica degenerava in spossatezza. « :'\egli avvallamenti si accumulavano masse non solidificate di neve nelle quali sprofondando fino al petto bisognava aprirsi la strada. Sul bianco e piatto paesaggio il colore cupo delle divise spiccava con il risalto dell'ebano sulla porcellana. La mancanza di indumenti mimetici rendeva oltremodo efficace il tiro dei difensori mentre obbligava i nostri reparti a lunghe immobilità, faccia a terra. « Le bevande di conforto distribuite bollenti, dovevano essere prontamente consumate prima che ghiacciassero; i viveri caldi si rapprendevano appena tolti dalle casse di cottura; la straordinaria secchezza e la rarefazione dell'aria congestionavano i polmoni; le mani si rattrappivano sui gri lletti e sulle leve di sparo; il torpore del congelamento invadeva gli arti. (( Le sofferenze cui soggiacquero le fanterie, nella maggior parte prive degli indumenti invernali indispensabili, possono essere più facilmente intese che non dette >> . SvoLcntENTO DELLE OPF.Ri\ZIONJ.
Il 5 dicembre, giorno x, mentre l'ala destra della 1]" Armata iniziava l'attacco con obiettivo, per la giornata, la fronte Luganskaja- Jekaterinovka, si metteva in movimento anche l'ala sinistra del CSIR. In particolare : - nel settore della Pasubio, consistenti pattuglie del 79° e dell'Bo" fanteria c dello squadrone Novara, precedute ed appoggiate da nutrito fuoco di artiglieria, venivano lanciate in esplorazione
Le ope-ra:::iont per la conqui.ctlt del bacino mdustriale del Doncz
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verso nord, a cavallo della ferrovia Gorlovka- Nikitovka. Esse si imbatterono ad oriente della ferrov ia in una intensa reazione di fuoco di mortai, armi automatiche ed artiglieria, che costò alcune perdite. Ad occidente della stessa linea invece le posizioni avversarie, fino allora molto attive, vennero trovate sgombre, tanto che un pattuglìonc del Not'ara poté spingersi indisturbato a Petrovka dove prese collegamento con clementi della 17"' Armata; - nel settore della Torino, reparti dell'8I 0 fanteria individuarono una consistente occupazione avversaria in corrispondenza di q. 128,2, con andamento testata della balka Oskad- Nckotimovka. Anche qui i difensori reagirono col nutrito fuoco di numerose armi automatiche e dell'artiglieria che produsse vuoti tra i reparti in az•one. Sulla base di tali scandagli, vennero orientate le colonne d'attacco che alle ore 7 del g iorno 6 avanzarono con decisione sui rispettivi obiettivi. Questi obiettivi furono raggiunti, in relazione alle difficoltà del terreno e alla reazione dell'avversario, in tre tempi successivi. 1"
tempo (6, 7, 8 dicembre). Si riassume:
- nell'attacco della Divisione Torino lungo il costone Rykovo- Chazepetovka, a cavallo della ferrovia; - nel concorso della colonna della Divisione Pasubio, composta di due battaglioni del 79 ' e uno dell'So ' fanteria, con attacco da O\'est ad est; - nell'occupazione degli abitati dì Sayzevo c Kalìninsk da parte delle rimanenti forze della Pasubio. Per l'attacco della Tori11o, il Comandante della Divisione aveva deciso dì agire con le forze riunite, per conservarsi, nel corso dell'azione, superiorità di fuoco e d'urto sull'avversario; intendeva, inoltre, raggiungere il costone di q. 128,2 c costituirvi base di partenza per la continuazione dell'attacco lino all'obiettivo e garantire il dispositivo di attacco mediante adeguati fianchi difensivi arretrati. Di conseguenza ripartiva le sue forze in due colonne e una n serva:
- colonua di sinistra: 8r" fanteria, su due battaglioni (l e Il),
XXVI battaglione mortai, una compagnia anticarro, un gruppo di
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L~ opera:ioni dal~ unità italian ~ al fronu russo
( '94' - 1913)
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artiglieria a cavallo, un plotone artieri e una squadra lanciafiamme. ~biettivo di attacco: abitato di Chazepetovka, ad ovest della staztone; - colonna di destra: 82' fanteria, su due battaglioni (l e II), III gruppo di artiglieria a cavallo, una compagnia anticarro, un plotone artieri, una squadra lanciafiamme. Obiettivo d'attacco: abitato di Chazcpetovka, ad est della stazione. Della protezione dei fianchi e del tergo erano incaricati il l / 79' ed un g-ruppo sq uadroni Sar•oia appiedato, che si trasferirono uno a Sofievka e l'altro a q. 102,3 ; -
riserva divisionale: costituita da tre battaglioni c un grup-
po squadroni (Ill f8 r", Illj 82°, un battaglione del 79" fanteria e un gruppo squadroni Sar,oia Cat,alleria). Quanto all'artiglieria, oltre ai due gruppi a cavallo decentrati, erano orientati a favore dell'8ro c del1'82" fanteria rispettivamente il li e il l / 52". Il LX gruppo cannoni da 105/ 32 costituiva massa di manovra. Alle due colonne della To,·itJo i russi avevano contrapposto il 95" reggimento sovietico Guardie, unità scelta e fresca (era giunta in linea pochi giorni prima), costituito da tre battaglioni , oltre a due o tre compagnie speciali e due squadroni di cavalleria. Questi reparti, bene equipaggiati, abbondantemente forniti di anni automatiche e morta•, si appoggiavano ad una sistemazione difensiva ottimamente organizzata e favorita dalla conformazione del terreno. Erano dunque nelle migliori condizioni per far fronte all'attacco dc1\e unità italiane. I battaglioni in primo scaglione, I j 81 e ll j 82°, ebbero in breve tempo bloccati dal freddo i congegni di quasi tutte le armi automatiche e dei mortai da 45 c poterono far fuoco solamente con i fucili cd i mortai da 81, uniche armi in grado di funzionare. Tuttavia la colonna di sinistra (8 r'' fanteria) pervenne ugualmente al costone di q. 129,8, ma fatta segno a raffiche convergenti provenienti dal costone di q. r28,2 e dell':.tbitato di Nckotimovka, era cos tretta ad arrestarsi . .Fu necessario imbastire una manovra che approdò al risultato voluto perché il Il f8r" superava l'ostacolo sulla sinistra e raggiungeva la testata dell'impluvio a nord di q. 128,2. In quel punto nuovi centri di fuoco nemici rivelatisi in profondità imponevano ai reparti già :.tssai provati una nuova sosta. Di questa si approfittò per effettuare lo scavalcamento del battaglione di primo scaglione il quale, all'imbrunire, metteva piede su q. 135,7·
Li! opn-azioni per la conqutsta del bacino industriale del Donez
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La colonna di destra, invece, dopo aver reiteratamente tentato di aprirsi il passo sulla destra della citata q. 128,2 era obbligata a desistere e ad opporsi agli insistenti contrattacchi dei sovietici. Il sopraggiungere dell'oscurità avrebbe costretto i reparti a fermarsi prima che avessero potuto raggiungere un abitato. Farli pernottare all'addiaccio, sulla neve e con quella temperatura, sarebbe stato un inutile sacrificio. Il Comandante del CSTR consigliò pertanto al Comandante della Divisione l'arretramento delle colonne in zone ove fosse possibile alloggiare. Così, 1'8ro fanteria si sistemava nell'abitato di Verovka c l'82" si collocava nella zona di Volinzievo, margine sud di Nekotimovka. Quantunque non fosse stato possibile conseguire gli obiettivi della giornata, l 'azione aveva consentito di individuare la direzione più redditizia per la penetrazione nel dispositivo avversario; ed essa si identificava con quella che 1'8t fanteria aveva seguito, ad occidente della ferrovia Rykovo- Chazepetovka. Il Comandante della Divisione decideva perciò di farvi avanzare entrambe le colonne, a stretto contatto fra loro; nello stesso tempo disponeva la sostituzione del 1If8 t" c del Il /82'' con i battaglioni della riserva divisionale. Nella stessa giornata: 0
- la Pasubio aveva risolto a nord l'occupazione degli abitati di Sayzevo col III f 8oo, di Kalininsk col III/ 79°, della stazione di Nikitovka col II J8o" c del costone di ="1ovo Kajuta col Il / 79"; - la Celere, con ardite ricognizioni di grossi pattuglioni, c superando varie reazioni avversarie, aveva proceduto all'occupazione di Novo Pctropavlovka col battaglione bersaglieri motociclisti, di Kol. Tvan Orlovka col LXIII battaglione della milizia e di Tvanovsk ij col XV II I battaglione bersaglieri. Con gli ordini diramati dal Comandante del CS[R la sera del 6 dicembre: - alla Divisione Torino fu assegnato il compito di riprendere l'attacco alle ore 7,30 con obiettivo la linea (( Z >>; - alla Divisione Pasubio vennero sottratti il Comando del 79" reggimento fanteria, due battaglioni, oltre a quello già toltolc precedentemente, ed un gruppo da 75 / 27, col compito di mettersi a disposizione della Torino c di puntare decisamente sulla staziont: di Chazepetovka per agire sul rovescio della posizione del nemico che fronteggiava 1'8I 0 fanteria; - le rimanenti forze della Pasubio dovevano tenersi in misura di essere sollecitamente impiegate;
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1943) .;____
- alla Celere fu affidato il compito di intensificare l'esplorazione sulla fronte Kumschazkij- Ploskij- Kurgan Ploskij. Alle 7.30 del giorno 7, 1'81" e l'82' fanteria scattavano nuovamente all'attacco; procedendo affiancati c strettamente collegati su Balka Oskad, ricacciavano il nemico con l'efficace appoggio dell'artigl ieria ed effettuavano la conversione ad est verso Chazepctovka. Le ultime accanitissime resistenze avversarie venivano eliminate a sera inoltrata in due gruppi di case situate tre chilometri a sud -ovest di Chazepctovka, dove le colonne si sistemavano per trascorrere la notte. Il 79o fanteria, avuta ragione della resistenza di alcune unità regolari e di partigiani, occupava l'abitato di Novo Kaj uta. Mentre era in corso la pcnetrazione verso Chazepetovka, una colonna mista di fanteria e genio, agli ordini del Comandante del genio divisionale della Torino , si inoltrava sulla strada RykovoChazcpetovka con lo scopo di liberare la rotabile dalle mine collocatevi dal nemico; però i difensori ancora solidi sulla destra del settore, c cioè sulla linea ;\ckotimovka- Sofjno Rajevka- Jclcnovka, dirigevano sui drappelli un nutritissimo fuoco che obbligava a dilazionare lo sbloccamcnto di quella strada. Il giorno 8 venne ripreso su Chazepetovka il movimento che l'avversario cercava inutilmente di infrangere e rallentare. Soverchiandone la tenace resistenza, l'81o e 1'82° fanteria si congiungevano col 79o che, dopo aver sostenuto un vivace combattimento con le retroguardie avversarie, aveva occupato l'abitato due ore prima. A mezzo pattuglie veniva preso collegamento con la r I I a Divisione germanica che aveva intanto occupato Debalzevo. Permaneva però fra Rykovo c Chazepetovka un complesso difensivo avversario facente capo agli abitati di ckotimovka- Sofjno Rajevka - Jelenovka. li congiungimento dell a Torino e del 79" fanteria nella zona di Chazepetovka concludeva il primo tempo dell'azione che si era protratta per tre giorni aspra c cruenta, contro posizioni difensive bene organizzate c protette e su lle quali , verosimilmente, i sovietici i ntendevano svernare. 2"
tempo (9, 10, 11 dicembre).
Con la conquista di Chazcpetovka, il centro di gravità dello schieramento si era spostato verso est e diveniva pertanto inutile l'occupazione di Gorlovka. Così, la stessa sera del1'8 il Generale Messe ordinava :
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- alla Divisione Pambio di trasferirsi a Rykovo, nella zona a sud -est della ferrovia; - allo squadrone Not•ara, in rinforzo alla Pasubio, di nentrare al proprio reggimento. Il Generale Messe disponeva inoltre che nella giornata del 9 la Divisione Torino completasse l'occupazione della linea cc Z n , eliminando le residue resistenze ancora esiste nti nella zona di Rykovo. 11 79o fanteria doveva rimanere in Chazepetovka a disposizione della Torino, con vincolo d'impiego. Il Comandante della Torino, sulla base degli ordini ricevuti, progettava perciò di: muovere con due battaglioni de Il '8 r" fanteria verso la linea te Z n, prendendo contatto con le unità germaniche presso la stazione Bu lavin; - eliminare il complesso difensivo avversario NekotimovkaSofjno- Rajevka- Jelenovka mediante l'azione combinata di due colonne: una costituita da due battaglioni dell'82o fanteria, procedente da nord; l'altra, agli ordini del Generale De Carolis, Comandante della fanteria divisionale, e composta dai battaglioni Ilf8r", l / 79°, due batterie del l/ 52'' e del Hfs2'' artiglieria, orientate a favore, c da un reparto lanciafiamme, da sud. Alle ore 8 del giorno 9 le colonne si mettevano in movimento, ostacolate sin dall'inizio dalla violenta reazione dei capisaldi presidiati dai sovietici. Con l'intervento dei lanciafiamme 1'8r" respinse l'azione dell 'avversario sistemandosi per la notte nella zona del casello ferroviario, due chilometri e mezzo ad est di Chazepctovka. Mentre l'82" scendeva a Chazepetovka su Sofjno Rajcvka, la colonna De Carolis investiva l'abitato di Volinzicvo nord, lo superava c si lanciava verso la conca di Sofjno Rajevka c Jclenovka per occupar la in concorso con lo stesso 82". Ma il suo slancio era ostacolato dalla efficace organizzazione nemica dei costoni che chiudono e dominano la conca c dalla tenace volontà dei difensori. Questi, fedeli alla consegna di resistere sino all'annientamento, riuscirono bensì a rallentare ed a rendere faticoso il movimento delle colonne ital ianc, non però ad arrestarlo. Snidando l 'avversario casa per casa, pur pagando un elevato prezzo di sangue. i fanti del CSIR espugnarono gli abitati di Nekotimovka e di Sofjno Rajcvka, dove poco prim a del tramonto si sistemavano stabilmente. Al mattino seguente, 10 dicembre, la battaglia riprendeva nuovamente nel settore settentrionale dove 1'8 r" fanteria era violente-
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l~ operazioni delle unità
italiane al fronte russo ( 1941 - l<J43)
mente contrattaccato e minacciato sul fianco sinistro da robuste formazioni avversarie di fanteria; sul fianco destro da cariche impetuose di cavalleria, le une e le altre prontamente represse dal tempestivo intervento delle batterie c dei mortai . Non meno tenace divampava la lotta nella conca di Jelenovka dove era possibile realizzare soltanto scarsi progressi. Anche in quella zona i russi si difendevano con accanita tenacia. Mentre le operazioni offensive procedevano in tal senso, il Comandante del CSIR decise di apportare qualche modifica allo schieramento allo scopo di accrescerne la saldezza. Punto debole e particolarmente sensibile era quello costituito dall'ampia soluzione di conti nui tà esistente fra l'ala sinistra della Divisione Celere e l'ala destra della Torino in attacco. Nello stesso giorno ro, perciò, un battaglione dell'8oo fanteria, partito da Rykovo, occupava Vessieli e vi si schierava prendendo collegamento con la Celere. Con tale provvedimento si esauriva il secondo tempo della offensiva. Il giorno rr le unità vennero fatte sostare sulle posizioni raggiunte. L'azione sin qui svolta mostrava sviluppo unitario, sebbene faticoso e contrastante, nella zona settentrionale; sviluppo frammentario e maggiormente costoso in quella meridionale dove il terreno acquitrinoso, le numerose miniere, i molti abitati, trasformati dall'avversario in centri di attivissima reazione, causavano alle unità in attacco difficoltà oltremodo gravi. Anche la nebbia di quei giorni ostacolò il tiro delle artiglierie c rese più arduo il compito delle fanterie.
[ tempo (12, 13, 14 dicembre). Allo scopo di assicurare alla fase conclusiva della battaglia il più energico impulso c di raccorciare i tempi per la soluzione della lotta, venne trasferita alla Divisione Tori11o la massa dell'artiglieria della Pasubio. Verso mezzogiorno dell'II dicembre, il Comandante del CSTR diramava gli ordini per le operazioni del giorno 12, che prevedevano i seguenti compiti: - Divisione Torino, rinforzata dal 79'' fanteria: riprendere l'attacco con obiettivo la linea '' Z » ; Divisione Pasubio: . rinforzare in giornata, per l'azione del giorno successivo, il 79·• fanteria col I gruppo da roof 17 divisionale cd una batteria del gruppo da 105/ 32;
Le opa azioni per la conquista del bacino /1/du<triale del Donez
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. assegnare un'aliquota di artiglieri a al battaglione dislocato a Vessieli; . schierare le rimanenti artiglierie in modo da poter efficace mente intervenire nel settore di Ubescicce- q. 296,6; - Divisione Celere: effettuare esplorazioni su tutta la fronte, intensi ficandola su li' ala destra; Aviazione: proteggere con la caccia le colonne d'attacco della T orino c riconoscere le posizioni antistanti il settore della -
Celere.
Si costituivano pertanto le seguenti colon ne : a. colo11na nord, agl i ordini del Colonnello Biasioli, Comandante del 79" fanteria, formata da due battaglioni del 79", da un battaglione dell'So", da due battaglioni dci1'8I", dal XXVi battaglione mortai, da una batteria da ros /32, un plotone artieri e una squadra lanciafiamme. Compito: sistemarsi saldamente sulla dorsale tra q. 144,2 e 187,9 (Mogila Ostraja) e prendere collegamento alla stazione Bulavin con le unità germaniche di Debalzevo; b. colonna centrale, agli ordini del Colonnello Fioravanti, Comandante dell'Si' fanteria, composta da due battaglioni dell'82" fanteria, dal I II gruppo artiglieria a cavallo, dal II gruppo del 52" artiglieria (meno una batteria) e da una squadra lanciafiamme. Compito : completare la conquista del costone nord della conca di Jelenovka e del tratto compreso tra il margine est del paese c q. II4,3 prendendo collegamento con la colonna nord a q. 187,9; c. colonna sud, agli ordini del Maggiore Buglione, Comandante del II j8r", costituita dallo stesso battaglione, dal Il j 82", da una batteria del IJ52n artiglieria e da una batteria del II J52n. Compito : completare la conquista del costone sud della conca di Jelcnovka per raggiungere da sud- ovest l'abitato stesso sino al margine orientale. Al Ge nerale De Carolis veniva affidato il coordinamento dell'azione delle colonne centrale e meridionale. Lo schieramento delle forze avversarie contrapposte al giorno I 1 comprendeva : - il 36o'· c il ;6.. reggimento fanteria, della 73• Divisione, schierati sulla ferrovia fra Chazepetovka e Debalzevo; - il 95" reggimen to Guardie dislocato nella zona di GrosnijJelenovk a.
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Nella stessa giornata dell'n, però, il 36o veniva sostituito dal su tre battaglioni e con 4 pezzi di piccolo e medio calibro. Nel settore di Jelenovka invece a((luiva il 105" reggimento fanteria, rinforzato da uno squadrone di cavalleria. Il mattino del 12 dicembre le colonne mossero verso i rispettivi obiettivi, frenate da un fitto sipario di nebbia che costringeva i comandanti ad avanzare con l'ausilio della bussola. La colonna settentrionale aveva i battaglioni Ij8t" c III/ 79° in primo scaglione; il III J8t" c Il/ 79" in secondo scaglione. Riserva divisionale e di settore: il I J8o" in Chazepetovka. Aprendosi faticosamente il passo sotto il violento fuoco di artiglieria e di mortai dei difensori, i battaglioni di primo scaglione rag!,riungcvano la zona di Casello di Bulavin dove erano assaliti da due squadroni di cavalleria cosacca sbucati improvvisamente dalla nebbia. I fanti reag irono bene alla sorpresa e dopo cruenta mischia i due squadroni erano sopraffatti. Intanto due compagnie del II /79° si portavano verso Grosnij che trovavano però presidiata da forti unità avversarie ed erano costrette ad arrestarsi. Sulle citate posizioni la colonna predisponeva la sosta per la notte. In difficoltà anche maggiori urtavano le unità della colonna centrale tendenti alla occupazione di Jelenovka c non solo a causa della nebbia, che non permetteva visibilità alcuna oltre pochi metri, ma anche per la natura rotta del terreno e per l'allagamento della conca omonima divenuta assolutamente impraticabile. Tali condizioni impedivano del tutto il movimento della colonna sud. Per cui il Generale Dc Carolis decideva di spostarla a nord. Così la colonna del Maggiore Buglione, in concorso con quella centrale (che nel frattempo allargava con audaci colpi di mano la sua manovra) riusciva ad affermarsi sul costone e sulle miniere a nord di Jelenovka (7). La perdita delle importanti posizioni del Casello, della Stazione di Bulavin e di Jelenovka, poneva praticamente fine alla battaglia in quanto l'avversario, che accusava perdite rilevanti, rinunciava all'intero settore, arretrando la propria linea difensiva nella zona di O lkovatka. Dopo qualche altro piccolo scontro senza importanza, il 13 e il 14 dicembre la colonna nord occupava Grosnij e Savielevka e le colonne centrali e sud Jelenovka e Ubescicce. 261 " fanteria,
(7) l n q uesta :tzione, mentre coi reparti avanzati organizzava la fase il Generale Dc Carolis.
ri~olutiva della giornata, cadeva colpito a morte
& operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez
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Si concludeva così, dopo d ieci giorni di durissima lotta (8), una delle operazioni di guerra più aspre e più complesse del CSIR, che ebbe come protagonisti principali la D ivisione T orino e il 79o reggimento fanteria Roma della Pasubio. La loro combattività e perizia erano state ancora un a volta sperimentate dal contegno irriducibile e dalla pervicace determinatezza di un avversario deciso, ottimamente armato cd abi lissimo nello sfruttamento della sistemazione difensiva e d elle organizzazioni campali. Gli scopi dell'operazione erano stati raggiunti. Infatti, superati gli abitati industriali che facevano parte della linea di resistenza ed oramai inglobati nelle retrovie, si era conqu istata una linea topograficamente e tatticamente forte - la linea 1< Z >> - capace di assicurare protezione e, dietro di essa, possibilità di ricovero al CSIR per tutta la durata dell'inverno. Si era inoltre raggiunto un altro obiettivo dell'azione, quello cioè di effettuare la saldatura con la 17" Armata tedesca nella zona di Debalzevo. Infine si era raccorciato il fronte di circa venti chilometri. ScH IERA.\iDITO DIFENsivo DEL CSIR DOPO LA BATTAGLIA DI CHAZEPETOVKA.
Le unità italiane sin qUI Impegnate nella battaglia stavano ancora ultimando le operazioni di rastrell amen to, quando perveniva dal Comando dell a 1" Armata corazzata un Ordine di Operazione (Documento n. 41) col quale veniva disposto che il Corpo di Spedizione effettuasse un altro sbalzo verso est per abbreviare il fronte c per prendere contatto col TV Corpo tedesco nella zona di Debalzevo. Ad esso, il Comandante del CSIR oppose parere nettamente contrario, basandolo sulle seguenti considerazioni: - nessuna ulteriore azione offensiva era possibile in quella situazione di forza, di inquadramento, di stanchezza delle truppe senza compromettere irrimediabilmente le scarse e preziose energie residue;
(8) L'asprezza della lotta è eloquentemente affermata dalle perdite subite dalle unità del CSIR: morti: 135 (n ufficiali); feriti: 523 {3r ufficiali); dispersi: 10 (I ufficiale); congelati: 915 ( 17 ufficiali). Tali perdite incisero per 9 f ,. sulla D ivisione Tonno. In particolare: Divisione Tonno, morti 115, feriti 435, dispersi ro, congelati 851: Di\'isione Pasubio, morti I). feriti 48, congelati 6 1; Divisione Celere, morti 5· fer iti 40, congelati 3· IO. -
U.S.
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- l'attacco, da svilupparsi in un terreno rotto e insidioso, avrebbe comunque urtato frontalmente contro posizioni tattiche salde, organizzate e dominanti, presidiate da numerose forze; - una offensiva effettuata nel senso voluto dalla I a Armata germanica non poteva prescindere da un concorso della It Armata, che dalle proprie posizioni di Debalzevo era nelle migliori condizioni per manovrare sul fianco e sul tergo del nemico per sbloccare la displuviale Dcbalzcvo- Nikischin. - la fronte raggiunta dal CSIR era migliore, per la sosta invernale al riparo dalle intemperie, di quella indicata dall'Armata. In tale quadro, il Generale Messe fece ancora presente ai tedeschi che l'organizzazione tattico -logistica delle posizioni per lo svernamento in terreno aperto imponeva la disponibilità a piè d'opera di una ingente quantità di materiale, quale legname, attrezzi, stufe per riscaldamento, ecc., c richiedeva altresì la costruzione di baracche, ricoveri, trincee, camminamenti, piste, idonei ad assicurare ai reparti possibilità di vita c di combattimento. La scelta delle posizioni invernali era perciò decisamente vincolata alla presenza e disponibilità di abitati che assicurassero alle unità confortevole ricovero c alla vicinanza di vie di comunicazione sicuramente idonee al transito degli automezzi anche durante il colmo della stagione invernale, per garantire la continuità dei rifornimenti. E' peraltro verosimile che il Comando germanico, nel prescrivere il raggiungimento della linea Debalzevo- Nikischin, avesse posto in secondo piano tali considerazioni ed esaminato il problema secondo una soluzione unilaterale e puramente tattica; vedendo cioè il problema solo dal lato del raccorciamento del fronte, che avrebbe avuto così una indubbia maggiore robustezza. Per contro, trascurava che la linea stessa: - si sviluppava in ambiente povero di abitati c quindi con limitatissime possibilità di ricovero; - mancava di rotabili a tergo e perciò trasferiva tutto il complesso lavoro dei rifornimenti lungo piste impraticabili ed esclusivamente a mezzo quadrupedi, dci quali v'era fra l'altro forte defìctenza; - avrebbe richiesto uno sforzo tattico sproporzionato all'importanza dell'obiettivo, con la pericolosa alea che le truppe vi sa-
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rebbero giunte, per la stanchezza, in condizioni di esaurita efficienza operativa. Sulla base di tali considerazioni il Comandante del CSIR dichiarò al Comando tedesco di ravvisare nella raggiunta linea « Z » le condizioni di equilibrio ricercate e prospettò al Comando stesso la necessità di adottarla. Nel frattempo le unità del CSIR vi si insediavano con criteri di stabilità e la linea segnò l'asse della posizione di resistenza. Ci volle qualche tempo perché il Comando germanico si rendesse conto della validità della proposta del Generale Messe; alla fine, però, approvò le decisioni del Comandante del CSIR e non insisté ulteriormente nell'attuazione del suo ordine iniziale di spingere più avanti le Divisioni italiane. A conferma della validità della proposta di Messe, pochi giorni dopo una circolare del Comando Supremo germanico confermava la grande importanza degli abitati nella: guerra invernale e ne ordinava l 'occupazione e l'organizzazione a caposaldi. Avendo perciò ben presenti i requisiti tattici e logistici ai quali doveva rispondere la sistemazione invernale e considerato che per effetto dell'azione offensiva svolta le forze della Pasubio avevano finito per gravitare a cavallo della ferrovia di Chazepetovka, il Comandante del CSIR rimaneggiava lo schieramento del Corpo di Spedizione ed affidava : - alla Divisione Pasubio, rinforzata dal LXfl gruppo da J05 /32 e da un gruppo artiglieria a cavallo, il settore settentrionale; - alla Divisione Torino, rinforzata dal LX gruppo da ros/ 32, il settore centrale; - alla Divisione Celere, rinforzata dal LXI gruppo da 105/32 e dal III gruppo del 52" artiglieria, il settore meridionale. L'asse della posizione di resistenza aveva il seguente andamento: stazione Rulavin - Savielevka - Ubescicce- Junyj Kommunar Malo Orlovka - lvanovskij - Petropavlovka - stazione Rassipnaia. Il Generale Messe disponeva inoltre che l'organizzazione difensiva fosse improntata al criterio di armonizzare il potenziamcnto della difesa con la necessità di dare ai reparti riparo nei caseggiati c stabiliva altresì il dosa mento delle forze secondo il quale: - la Divisione Pasubio doYeva gravitare principalmente sull'ala sinistra per assicurare il possesso del perno difensivo- controffensivo di Savielevka- stazione di Bulavin e per garantire all'ala stessa un forte scaglionamento in profondità fino a Chazepetovka;
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- la Divisione Torino doveva assicurare la difesa del proprio settore con un solo reggimento, cedendo l'altro alla riserva di Corpo d'Armata; - la J a compagnia motociclisti, già assegnata .alla Pasubio, il gruppo Savoia cavalleria, già assegnato alla Torino, e lo squadrone Savoia cavalleria, già assegnato alla Celere, ritornavano alle dipendenze organiche. Lo schieramento sopra indicato e la responsabilità dei singoli settori entravano in vigore alle ore r6 del r8 dicembre 1941.
CAPITOLO VII
IL CICLO DIFENSIVO INVERNALE
La campagna estivo- autunnale r941 si era svolta per i tedeschi sotto il segno della migliore fortuna ed aveva rappresentato un periodo bellico brillante ~er la condotta delle operazioni, dove iniziativa c superiorità di mezzi erano stati altrettanti coefficienti di impulso per il rapido conseguimento del successo c il suo massimo sfru ttamento. Sacrifici, disagi, pericoli, rischi e d ifficoltà di ogni genere, erano stati accettati ed affrontati da tutti con la serena certezza della vittoria ormai imminente. L'offensiva russa di Ro~tov delineò invece per la prima volta la situazione quale essa era nella sostanza e quale scaturiva non più dall a volontà di un unico potenziale dominatore, quello tedesco, ma anche in rapporto ad una forza antagonista di insospettata solidità e che dimostrava di resistere, a qualunque costo, ad ogni urto c ad ogni insistente pressione. La sconfitta tedesca non aveva rivelato solamente la mancanza di riserve germaniche immediatamente disponibili, ma aveva anche dimostrato la indubbia capacità del Comando sovietico di condurre una campagna offensiva invernale, con masse sorprendentementc bene organizzate c bene armate. L'audacia con la quale i russi si osti navano a lanciarsi nel grande duello e la risolutezza con cui avevano affrontato c portato felicemente a termine il primo atto di tale campagna, Rostov, offrivano la chiara se nsazione che l'inverno si sarebbe presentato assai duro per i tedeschi e per i loro alleati . Essi, infatti, all'asprezza della stagione avrebbero dovuto aggiungere il tormento di una lotta sempre attivissima con tro un avversario animoso, ben deciso a sfruttare tutti g li effetti, morali , tattici e politico- strategici della lotta che stava combattendo, nonché la indiscutibile sua superiorità numerica e psicolog ica, quest'ultima insita nel fatto che esso operava per difendere il proprio Paese. Conseguentemente il CS IR non avrebbe potuto disporre di un periodo di tregua operativa, ma avrebbe invece dovuto rimanere in linea con le sue Divisioni ormai logorate dopo cinque mesi di marce
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e di combattimenti, in condizioni igienico- sanitarie preoccupanti e senza alcuna prospettiva di avvicendamento, dato che l'ampiezza della fronte presidiata dalle sue unità e la necessità di saldare gli schieramenti avevano assorbito tutte le forze, comprese quelle da tenere alla mano quali riserve. Una tale situaz ione era poi aggravata dall a incidenza logorante della terribi le stagione invernale russa di quell'anno. La mancanza di fatti d'arme di grande rilievo potrebbe forse indurre ad attribuire al ciclo difensivo invernale una fisionomia incolore così da far ritenere che, a somiglianza della stessa fauna locale, totalmente scomparsa col graduale inasprirsi del gelo, anche il fronte fosse caduto in letargo. Al contrario, la lotta non ebbe tregua alcuna, e fu anzi caratterizzata, insieme con il prevalente interesse militare, dalla intransigente tutela di quel minimo di benessere materiale da cui dipendevano le condiz ioni elementari della vita fisica , minata da mille insidie, rinunce, costrizioni e disagi. Basti pensare alle improvvise oscillazioni della temperatura, sia in rapporto alla differenza tra il calore interno dei ricoveri, intorno ai 10", c quello esterno ordinariamente aggirantesi sui meno 30°, sia in ordine al valore assoluto delle punte termiche che toccarono i 47' sotto zero. A tutto ciò sono da aggiungersi le accecanti bufere di neve, le precarie poss ibilità di ricovero, la ped iculosi, la carenza vitaminica, gli estenuanti servizi di pattuglia e tutto il resto, insomma , che scavava con occulta ma inesorabi le assiduità tanto l'organismo fìs ico, con g li inevitabi li riflessi cui soggiaccvano polmoni , cuore c reni, quanto la vigoria morale. Ad incidere sull 'animo dei combattenti erano poi le caratteristiche dell'ambiente nel quale essi operavano, vale a dire la sconfortante desolazione di un paesaggio piatto c immobile sotto la sconfinata distesa nevosa; le imponenti rovine materiali provocate dal passaggio della guerra, le spaventose miserie umane generate dalla lotta armata, e infìne il mistero stesso dell'animo russo e l'impossibilità di comprenderne al meno la par te superficiale. Aggravavano tali condizioni l' insopprim ibi le nostalgia della Patria e della fami gli a, il pensiero della g rande distanza che le separava dai combattenti, la mancanza di notizie quando il Servizio della Posta Militare non funzionava regolarmente. Sotto tutti gli aspetti, perciò, senza alcun riscontro neppure con gl i inverni della guerra sulle Alpi del primo conflitto mondiale, l'inverno russo acquistò un primato di particolare durezza e severità, tale da costituire un vaglio rigoroso per le energ ie umane,
Il ciclo difmsivo inv~rnalc-
fisiche, morali e spirituali cd una indubbia prova di fermo carattere per chi lo ha superato. Nel suo complesso, la campagna invernale 1941- r942 rappresenta una delle (asi più aspre e difficili delle operazioni al fronte russo, anche se sotto una veste dimessa e poco appariscente. Pur senza che nel settore del CSIR, come del resto in nessun altro settore del Gruppo d'Armate, si verificassero avvenimenti decisivi, l'avversario non allentò mai la sua pressione, né noi la nostra. L'importanza militare cd il significato morale del contributo italiano al fronte russo, anche nel primo ciclo difensivo invernale, possono ravvisarsi interamente in tale constatazione.
Sistemato sulla posiZione di resistenza, indicata nel precedente capitolo, il Corpo di Spedizione doveva ora affrontare vitali problemi di ordine tattico e logistico. Per assicurare ai reparti condizioni di vita possibili, occorreva provvedere essenzialmente di: adeguato equipaggiamento invernale; una razione viveri idonea a compensare le dispersioni di calorie e a conservare al fisico le indispensabili energie; ricovero in edifici, anche per le unità più avanzate, essendo assolutamente impossibile la vita al di fuori di essi. li problema della sistemazione invernale si era già imposto, in tutta la sua gravità c complessità, sin dai primi giorni di novembre, quando cioè il CSIR, con un profondo balzo di oltre duecento chilometri, dal Voltsctja era penetrato nella zona industriale di GorlovkaRvkovo. Allora la situazione tattica era in evoluzione e quella logistica in grave crisi poiché la base di Dniepropetrovsk era eccessivamente arretrata, le piste del tutto impraticabili, il movimento di ogni tipo dj automezzi totalmente inibito c la linea ferrata sconvolta dall'opera di distruzione dei sovietici in ritirata. Permanevano, poi, motivi di contrasto, se non proprio di attrito, con le autorità germaniche, riguardo al numero dei treni in afflusso alla base di Dnicpropetrovsk, numero decisamente inferiore a quello convenuto e più che mai indispensabile alle più strette necessità del Corpo italiano. Per la completa risoluzione di tali problemi, il Comandante del CSIR impostò e mise in opera un piano organico che nel campo logistico interessava: l'immediato rifornimento delle dotazioni inve'mali a tutti i reparti, con precedenza a quelle dislocate in prima linea; l'urgente costituzione di una base avanzata nella zona di Stalino. così da ridurre al minimo le lince dei rifornimenti, i quali
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sarebbero stati seriamente ostacolati dalla stagione invernale; la costituzione di depositi avanzati di viveri, munizioni e carburanti presso le Divisioni, per assicurare la continuità dei rifornimenti quando le comunicazioni sarebbero state interrotte dalle bufere di neve; il completo rifornimento delle derrate necessarie sino alla prima linea, poiché la zona era povera di risorse locali; il reintegro delle dotazioni di magazzino; lo sgombero delle frazioni di magazz ino che erano rimaste disseminate dalla Romania si no a Dniepropetrovsk; la requisizione di tutte le slitte a traino animale che era possibile trovare, in modo da sostituire gli automezz1 nei periodi di crisi del movimento. Nel campo tattico, invece, una volta conseguito, con l'occupazione della linea 1e Z n, il possesso di posizioni del terreno naturalmente forti (che senza allontanare molto i reparti dalle loro basi consentivano di realizzare uno schieramento delle forze più economico, in sald atura con le Grandi Unità germaniche laterali), si trattava di dar mano alla esecuzione di numerosi e complessi lavori difensivi, perché la linea di resistenza appoggiata agli abitati potesse assumere caratteristiche di consistenza e continuità. Alla soluzione di problemi tanto gravi vari e onerosi, così nel campo logistico come in quello tattico, si dedicarono con tenace volontà c unità di propositi tutti indistintamente gli uomini del CSIR. Essi non riuscirono tuttavia a crearsi una perfetta organizzazione difensiva, ma fecero tutto guanto il tempo e i mezzi a dispos izione avevano loro consentito. La crisi per una valida sistemazione logistica del CSlR toccò il suo vertice nel mese di novembre allorché, per le note distanze dalle basi e per le condizioni delle piste, si dovette affidare l'enorme movimento dei trasporti ad uno scarso numero di automezzi, ai guaii il gelo bloccava ordinariamente gli organi meccanici. Tra accorgimenti, ripieghi c fatiche di ogni sorta. verso lo scadere dello stesso mese di novembre tutti i reparti in linea disponevano di una dotazione completa di indumenti invernali, limitata alla sola aliquota delle sentinelle, pattuglie c vedette cd a tutti quegli uomini che, per varie circostanze, dovevano maggiormente esporsi :tlle intemperie. Successivamente, il funzionamento della ferrovia Dniepropetrovsk- Griscino, assicurando una certa regolarità al flusso periodico dei rifornimenti, permise di attuare progressivamente il programma log1stico previsto. Già verso la fine di dicembre tutti i soldati in linea e nelle retrovie disponevano della dotazione completa di oggetti invernali.
Il ciclo difensivo invernale
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Per quanto riguarda il campo operativo, l'organizzazione si plasmò sui seguenti concetti: -
basare l'ossatura della posizione di resistenza sugli abitati;
- trasformare gradualmente ciascun abitato in caposaldo, con riserve di viveri, munizioni, materiale sanitario, in modo da assicurare una propria autonomia logistica e operativa; - eseguire lavori difensivi fra un caposaldo c l'altro con opere di scavo, così da dare consistenza alla difesa ed evitare larghe soluzioni di continuità; - indicare con pali le piste di rifornimento, per asstcurare la percorribilità anche durante le bufere di neve.
l.- LA BATTAGLIA DI NATALE A) SITUAZIONE E ORDINI
Il settore pm sensibile del CSIR era quello tenuto dalla Divisione Celere e non soltanto perché costituiva zona di saldatura (col XLIX Corpo Alpino tedesco), ma anche, e principalmente, perché uno sfondamento in quella direzione avrebbe portato il nemico a dilagare sul l a grande rotabile di Charzysk, con la possibilità di raggiungere per la via più breve l'importante obiettivo di Stalino e minacciare da tergo lo schieramento della 1" Armata corazzata. L'ampiezza della fronte del settore era inoltre sproporzionata per le scarse forze disponibili ed anche il rinforzo della legione della mi lizia, assegnato alla Celere, non migliorava molto la situazwne. In sostanza, con una massa costituita dal 3" reggimento bersaglieri (3 battaglioni), il quale era sensibilmente ridotto di forze, da due battaglioni della milizia e da 4 gruppi di artiglieria , bisognava garantire un fronte di oltre venti chilometri. Il CSlR era in quel momento fronteggiato da due Divisioni di fanteria sovietiche, alcune unità non indivisionate, un numero imprecisato di pezzi di artiglieria. Il 20 dicembre la nostra ricognizione aerea segnalava numerosi trasporti ferroviari provenienti da est e da sud- est, oltre a concentramenti di truppe nel le zone di Tccrnukino- Nikischin, in corrispondenza del settore della Divi-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
s10ne Celere e del punto di sutura col XLIX Corpo. Le nuove forze segnalate dalla ricognizione aerea erano costituite da un'altra Divisione di fanteria ed un Corpo di cavalleria su tre Divisioni. In sintesi: situazione immutata sulla fronte delle Divisioni Pasubio e Torino; tre Divisioni sovietiche di fanteria ed un Corpo di cavalleria su tre Divisioni, sul fronte della Celere. Il servizio informazioni dava come imminente un attacco nemico in direzione della saldatura tra il Corpo italiano e il XLIX Corpo Alpino tedesco. Infatti, come venne poi accertato dalla lettura di un ordine di operazione, trovato indosso, dopo la battaglia, ad un ufficiale fatto prigioniero, era nel concetto d'azione del Comando avversario di: impegnare fortemente la destra della Divisione Celere; sfondare al centro, tra Petropavlovka e Novo Orlovka, puntando decisamente su Alexievo Orlovka; dilagare sulla sinistra del CSIR con la cavalleria fino alla linea del Krinka. Il Corpo italiano, come si è detto, era sprovvisto di riserve; però il Comando della r" Armata corazzata aveva dislocato nel settore della Celere una massa di contrattacco costituita dal 318~ reggimento fanteria, da un reggimento di paracadutisti e da un reparto corazzato di formazione con 75 carri. Il 23 dicembre il Comando della r" Armata corazzata emanava l'Ordine di Operazione n. 63 col quale, in previsione dell'attacco nemico e nell'intento di poter imprimere al combattimento una condotta unitaria, costituiva: - un gruppo di difesa, agli ordini del Comandante del XLIX Corpo Alpino alle cui dipendenze venivano poste anche le forze schierate nel settore della Divisione Celere (che doveva resistere ad oltranza); - un gruppo di contrattacco, agli ordini del Comandante del CSIR, con le Divisioni Pasubio e Torino ed altre forze germaniche che, in effetti, non giunsero. In seguito a tali disposizioni, il Generale Messe il 24 dicembre diramava ai Comandanti delle Divisioni Pasubio e Torino alcuni orientamenti (Documento n . 42), richiamando principalmente la loro attenzione sulla eventualità che l'attacco nemico si estendesse anche in corrispondenza dei rispettivi settori e tracciando le linee sommarie per le singole azioni controffensive. Il gruppo di contrattacco era a sua volta diviso in due sottosettori: quello di destra. al comando del Colonnello Aminto Caretto; quello di sinistra, al comando del Colonnello Carlo Lombardi.
Il ciclo difensivo invernale
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IJ) L'ATTACCO RUSSO
(Disegno n. rj) L'urto delle fanterie sovietiche, appoggiate da carri armati, si scatenò alle 6,40, dopo 1o minuti di preparazione di artiglieria e mortai, sull'estrema sinistra del fronte della Celere, presidiata dalla 63' legione T agliameuto e, successivamente, sul centro e sulla destra tenuti dal 3" bersaglieri. Era il giorno di Natale e l'avversario profittava della festività per incidere più facilmente sull'animo dei soldati italiani. Contemporaneamente, a scopo dimostrativo- impegnativo, due squadroni di cavalleria ed una compagnia di fanteria attaccavano il caposaldo avanzato di Vessieli, sul fronte della Torino . L'immediata reazione del presidio, il preciso fuoco di sbarramento dell'artiglieria ed il contrattacco di una compagnia, partito da Junyi Kommunar, valsero a frenare fin da principio la spinta dell'avversario che fu poi costretto a ripiegare. Frattanto nel settore della Celere la lotta si faceva furibonda. Superate le difese esterne, il nemico dilagava irrcfrenabile nell'interno delle posizioni dove alcuni presidi , completamente aggirati, resistevano sino al totale annientamento. Frazionato in scontri di piccoli reparti, il combattimento si protraeva fino a sera in duelli che si concludevano all'arma bianca. Due battaglioni russi attaccavano Novo Orlovka, difesa da una compagnia rinforzata della 63a legione Tagliamento, che doveva cedere dopo una strenua ed eroica resistenza e dopo che erano caduti o feriti tutti gli ufficiali. Occupata Novo Orlovka, l'avversario si dirigeva su Krestovka il cui presidio (Comando 63a legione con una compagnia del suo LXIII battaglione cd una batteria a cavallo), per non essere totalmente distrutto, ripiegava combattendo su Malo Orlovka, località che i russi consideravano come la << prima tappa decisiva » della loro offensiva eli Natale. Qui pertanto essi si impegnavano in combattimento con particolare violenza, ma non riuscivano ad avere ragione dei valorosi difensori, anche per il concorso dei contigui reparti della T orino. Il XVIII battaglione bersaglieri viene decisamente attaccato a lvanovskij da due reggimenti russi e alcuni squadroni di cavalleria. Resiste in posto combattendo per circa dieci ore insieme alla 5• batteria a cavallo la quale, esaurite le munizioni. continua il combattimento all'arma bianca a fianco dei bersaglieri. Alle ore sedici i difensori riescono ad aprirsi un varco attraverso le unità russe che li
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Le operaz ioni delle unità itaìiane al fronte russo ( 1941- 1943)
accerchiano ed a ripiegare su Michailovka, dove si svolse ancora un'asprissima lotta. Altre unità russe attaccano Stoschkovo; vengono respinte dal XX battaglione bersaglieri (di riserva). Sulla destra sono investite Petropavlovka e Rassipnaia da parte di un reggimento di fanteria della 136" Divisione russa e da squadroni di cavalleria. Il caposaldo di Rassipnaia presidiato dal XXV battaglione bersaglieri non cede; dopo un acceso combattimento cade invece il caposaldo di Petropavlovka, perché investito da forze superiori; era difeso dal battaglione motociclisti che dopo strenua resistenza è costretto a ripiegare sul caposaldo di Rassipnaia. Mentre si svolgono tali combattimenti sul fronte della Celere, unità della Pasubio, e più particolarmente della Torino , impegnano in combattimento la 74' Divisione di fanteria sovietica per impedirle di concorrere all'attacco contro la Celere. A mezzogiorno, finalmente, il Comando del XLIX Corpo Alpino tedesco ordina il contrattacco che deve avere inizio alle 13,30. Sarà sferrato dal 318" reggimento di fanteria tedesco e da un reparto del XVIII battaglione bersaglieri, appoggiati da aliquote di carri. Il contrattacco è articolato in due colonne : due battaglioni tedeschi e il reparto bersaglieri puntano su Ivanovskij; l'altro battaglione dello stesso 318" reggimento si dirige verso Petropavlovka. La colonna che punta su Ivanovskij riesce a raggiungere la parte orientale dell'abitato; quella invece che ha il compito di attaccare Petropavlovka, fortemente ostacolata dal nemico e dalla neve, dopo scarsi progressi deve tornare sulle basi di partenza. Al cadere della sera del giorno di Natale la situazione è, in sintesi, la seguente: caduti in mano ai russi i caposaldi di Novo Orlovka, Krestovka e Petropavlovka; Ivanovskij per metà riconquistata; resistono ancora Rassipnaia e Michailovka. L'aviazione italiana e quella tedesca non hanno potuto svolgere alcuna attività a causa delle pessime condizioni meteorologiche. Al margine dell'abitato di Ivanovskij, ancora occupata da due battaglioni nemici, è appostata con indomabile volon tà di riscossa una retroguardia !asciatavi dal XVIII battaglione bersaglieri. L'azione dei russi, dunque, sebbene con duri sacrifici era stata nel complesso contenuta ed aveva avuto inizio la reazione per ristabilire la situazione. Infatti, l'indomani 26 dicembre la Celere passava decisamente al contrattacco insieme con le unità germaniche di riserva con essa operanti. Nel contempo la Pasubio impegnava in combattimento le difese nemiche dell'alto Bulavin- Timofejevskij e Sl mseriva anch'essa nel vivo della battaglia, manovrando verso est, per cadere
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sul fianco delle colonne russe partite dalla zona di OlkovatkaKurgan Ploskij nell'intento di dilagare sull'ala sinistra della Celere, verso sud, in direzione del Krinka. Unità del 318" reggimento tedesco insieme col XVIII battaglione bersaglieri rioccupava Ivanovskij, tranne la parte nord del paese. I battag lioni della 63" leg ione, in movimento verso Novo Orlovka, venivano arrestati da un violento attacco nemico. Il II battaglione del reggimento tedesco ed il XX battaglione bersaglieri si impadronivano nuovamente di Petropavlovka, ma un contrattacco nemico li costrinse a ripiegare sulle posizioni di partenza. Anche a Rassipnaia il XXV battaglione bersaglieri respinse i reiterati attacchi dei russi. Tuttavia, dopo due giorni di combattimento, il poderoso sforzo offensivo sovietico si era frantumato nel durissimo urto contro i tenaci difensori e all'imbrunire:: del 26 dicembre la situazione poteva dirsi ristabilita. Il 27 dicembre, con pochi colpi bene assestati, le ultime unità avversarie venivano eliminate ed i reparti del CSIR potevano nuovamente consolidarsi sulle loro posizioni senza imminenti rrunacce. C) LA CO .TROFFE ·slVA ITALIANA
(Disegno n. 16) Lo stesso giorno 27 dicembre, informato dell'esito favorevole del contrattacco, il Comando della r" Armata corazzata ordinò: - al XLIX Corpo Alpino tedesco di inseguire il nemico lungo la direzione lvanovskij- Nikitino, fino ad affermarsi sulla linea Grabova- 1 ikitino compreso; - al Corpo italiano di sostenere l'azione della Divisione Celere, in un primo tempo attaccando con obiettivo la linea Voroscilova- alture a sud- ovest di Olkovatka; poi approfondendo successivamente la penetrazione in armonia ai progressi della stessa Celere, fino ad affermarsi sulle alture ad ovest di N ikitino. In conseguenza, il Comandante del CSIR ordinava l'attacco per il giorno 28 assegnando: - alla Divisione Pasubio il settore d'attacco Debalzevo llinskaia; - alla Divisione Torino il settore d'attacco q. 237- q. 290, gruppo di case senza nome a circa 2 km ad ovest della stazione di Kikiscin, con obiettivo intermedio Mogila Ostraja, a nord del medio Bulavin e il settore tra q. 301 e q. 311,7.
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Lo svolgimento della controffensiva fu caratterizzato da due fasi: - la prima , il giorno 28, nella guale l'impeto c lo slancio delle unità attaccanti riuscirono ad avere il sopravvento sull'avversano; la seconda, sv iluppatasi nei giorni 29 e 30, durante la g uale la forte resistenza cd i violentissimi contrattacchi dei russi impedir~no di conseguire, dopo aspre ed alterne vice nde, ulteriori progressi. La Divisione Celere, superando il giorno 28 la resistenza del nemico che si appoggiava su guelle stesse posizioni dalle guaii era partito per l'attacco, occupava successivamente Rasinopnoj- Timofcjevskij e la stazione 3 km a sud di Nikischin - Voroscilova. La Divisione Torino, articolata in due colonne, occupava con quella settentrionale, costituita dall'82" fanteria Kumschazkij, Ploskij e Mogila Ostraja c con quella meridionale, cost ituita dall'8x" fanteria, si inoltrava fino alla zona di Kurgan Ploskij, imbattendosi in una ben munita linea di trinceroni gremiti di mitragliatrici, mortai e cannoni. Animosamente la colonna si scagliava alla conquista della postazione nemica, ma quando già ne aveva espugnata la maggior parte, un violentissimo contrattacco dcii 'avversario la coglieva sul fianco e la obbligava ad arrestarsi. Senza peral tro rinunciare al raggiungimento del difficile obiettivo che l'intervento d1 un'aliquota di artiglieria russa rendeva sempre più precario - i tenaci fanti protraevano il combattimento fìno a tarda sera, allorché, per la necessità di darsi riparo durante la notte, dovevano arretrare su Novaja Orlovka. La Dil'isione Pasubio spalleggiava l'attacco della T orino e della Celere con azione d imostrativa, nonostante che sul terreno piatto e ricoperto di neve il movimento dei reparti e perfino degli uomini isolati fosse facilmente con trollato dall 'avversario che, di conseguenza, reagiva con la massima efficacia. Incassato il primo colpo, i sovietici tornarono all'attacco con l'intento di riprendere le posizioni perdute. Anche la giornata del 2<) dicembre, perciò, fu contrassegnata da azioni violente in ogni direzione. Sulla fronte della Celere il nemico lanciò colonne di attacco da Striukovo, da Vessieli, da N ikitino e dalla balka Olkovatka, ma tutte dovettero tornare sulle posizioni di partenza. Una soltanto riuscì ad affermarsi su q. 331,7. dove il reparto germanico che la presidiava fu costretto a ripiegare. Era, questa, un 'altura di speciale
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importanza topografica e tattica, e ciò giustifica l'eccezionale accanimento col quale fu investita e l'ostinazione con cui fu difesa. Il numero degli attaccanti, soprattutto, molto superiore a quello dei difensori, aveva avuto qui la supremazia. Il successo sovietico fu peraltro del tutto transitorio poiché il 31 dicembre con un colpo di mano del XVIII battaglione bersaglieri, sostenuto da carri armati germanici, restituiva integralmente la posizione al fronte italiano. Un altro obiettivo di attacco dei russi era rappresentato da Voroscilova, modesto gruppo di case, difeso con fermezza dal LXIII battaglione cc.nn. e poi anche dal LXXIX, accorso a rinforzarlo. Alla fine l'avversario desistette da ogni altro tentativo. Nel settore della Pasubio e della Toriuo non si verificarono fatti di particolare rilievo e l'attività delle due Divisioni, contro un avversario sempre vivace c deciso, si sviluppò attraverso numerose ricognizioni in forze che, vincendo la reazione delle pattuglie avversarie, poterono accertare la presenza di ottime basi di partenza per la manovra d'attacco dei russi. L'aviazione avversaria fu assente durante l'attacco delle proprie fanterie, ma intervenne nel corso della nostra fase controffensiva con una attività intensissima per numero ed entità delle incursioni, con azioni di spezzonamento e mitragliamento. La Caccia italiana, misurandosi con formazioni nemiche più numerose, riuscì ad abbattere in tre giorni 15 apparecchi. Perdite: da parte sovietica : 2.ooo morti, 1.200 prigionieri, 24 cannoni da 76, 9 pezzi controcarro, 22 mitragliatrici, roo moschetti automatici, centinaia di fucili, 12 autocarri , 4 autovetture: 200 veicoli a traino animale, notevole quantitativo di munizioni e altro materiale; da parte italiana: 168 morti (13 ufficiali), 715 feriti (14 ufficiali), 207 dispersi (9 ufficiali). 305 congelati (6 ufficiali) (1). Domate le ultime sporadiche resistenze, poteva essere dato alla linea difensiva il definitivo riassetto. Pertanto, allo scopo di conferire un maggiore eq uilibrio allo schieramento venuto a determinarsi nei settori delle Divisioni Pasubio e Torit2o, il 30 dicembre il Generale Messe p rescriveva: - asse della posizione di resistenza: linea Casello- stazione Savielevka- q. 277>4- Ubescicce- Junyj Kommunar - Malo OrlovkaNovo Orlovka;
(•) Le perdite sono così ripartite: Divisione Celere: 131 morti, 494 feriti, 199 dispersi: Divisione Torino: 14 morti, 170 feriti, 8 dispersi, 237 congelati; Divisione Pasubio: 23 morti, 47 feriti, 68 congelaLi.
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- postztont avanzate: Vessieli; -
Ploskij con le alture adiacenti a
settori: per la Pasubio , d alla ferrovia Chazcpctovka- Debalzevo al medio nulavin compreso; per la Tori110, dal medio Bulavin, escl uso, alla linea di contatto con la Divisione Celere e con !'82" fanteria dislocato in zona Vessieli- Junyj Kommunar. D) C01 SIDERAZIO l
In questa battaglia del Natale 1941 , le unità italiane che presidiavano la linea di resistenza erano scarse, al disotto degli organici c diluite in villaggi largamente intervallati. Gli artiglieri erano in linea con i fanti , mancava ogn i ostacolo passi vo, g li apprestamenti difensivi erano ancora incompleti, la temperatura assiderante, la nebbia spessa e impenetrabile. Non è perciò infondato affermare che essa fu vinta principalmente dalla tenace fermezza e dalla bravura dei nostri soldati. Tutti indistintamente lottarono con coraggio e impeto: fa nti, bersaglieri, militi, artiglieri, genieri. Alla deficienza numerica dei reparti, essi seppero sopperire con le più alte doti morali e di perizia militare. Quanto ali 'avversario, egli aveva predisposto l'operazione con una schiacciante superiorità di forze per far m assa in un delicato punto di giunzione del fronte opposto. Nella condotta dell'offensiva, egli dimostrò sensibilità tattica e competenza professionale e fu sostenuto nello sviluppo dell'azione dall'impegno c dalla decisione con cui operarono unità e uomini in sottord ine. · E ' verosimile che gli obiettivi che i sovietici si erano proposti di raggiungere in questa battaglia non si limitassero al campo tattico, ma si estendessero più in profondità. Lo dimostrano la cura con la quale la battaglia stessa fu preparata, le ingenti forze che vi furono impeg nate, la presenza di una g rande massa di cavalleria destinata allo sfruttamento del successo c la stessa scelta della direzione di attacco verso Stalino. La battag lia di Natale, in sintesi, si concluse positivamente per le unità italiane. Infatti, da un attacco russo in forze , certamente pianificato per il raggiun gim ento di obiettivi superiori a quelli tattici, i reparti del CSIR dimostrarono una forte capacità di resistenza nel fronteggiare con ferma tenacia la straripante massa dci sovietici attaccanti e sep-
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pero poi approfittare dell'arresto imposto alle unità nemiche per migliorare le proprie posizioni, portando più avanti il fronte della Celere ed assicurando alla Torino, con l'occupazione di Ploskij, un importante altro elemento avanzato.
2.- GLI AVVENIMENTI DOPO LA BATTAGLIA DI NATALE Dopo la battaglia di Natale l'avversario limitò per qualche tempo la sua attività ad azioni di disturbo e ad attacchi locali che, per quanto frequenti e molesti, non potevano tuttavia destare preoccupazioni sul suo atteggiamento e sui suoi propositi immediati. Qualcuno di tali attacchi, tuttavia, assunse particolare rilievo e fra essi meritano citazione i due fatti d'arme di Voroscilova. A) I COMBATTIMENTI DI VOROSCILOV A
La controffensiva di fine d'anno aveva determinato, come si è visto, lo spostamento delle posizioni della Celere su una linea più avanzata. Tale linea però non si prestava dappertutto per sistemarvi solidamente la nuova posizione di resistenza, e particolarmente a Voroscilova, sia perché ubicata sulle basse propaggini settentrionali della displuviate Iikitino - Junyj Kommunar, sia perché totalmente dominata dalle alture di Molotova. Si poneva pertanto la necessità di rendere la linea stessa naturalmente più sicura con opportune rettifiche. A tergo di Voroscilova il naturale pilastro sul quale la posizione di resistenza doveva appoggiarsi era la q. 33f,7· Ma essa non offriva alcuna possibilità di ricovero per gli uomini che avrebbero dovuto presidiarla ed il Comando del XLIX Corpo Alpino tedesco, nel quale era inquadrata la Celere, diede perciò ordine di mantenere il possesso di Voroscilova sino a quando i lavori di scavo sulla quota non avessero raggiunto un grado di organizzazione tale da consentirne l'occupazione. Il combattimento di Voroscilova era dunque vitale perché l'esecuzione dei lavori sulla q. 331,7 potesse continuare regolarmente fuori dalla diretta pressione nemica; se la quota fosse caduta veniva ad essere compromesso l'intero settore de1\a Celere che avrebbe dovuto, pertanto, arretrare. II. -
U.S.
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Di ciò i russi erano ben consapevoli e dopo aver condotto per tutta la prima metà di gennaio una martellante azione di logoramento contro la 63" legione cc.nn. che presidiava Voroscilova, col fuoco ininterrotto di mortai e con violente incursioni di bombardamento e mitragliamcrHo aereo, decisero un attacco in forze. I combattimenti si protrassero asprissimi per due giorni , il rr8 c il 19 gennaio, ma alla fine l'avversario dovette desistere dal suo proposito. Fu così possibile il giorno 20 dare il cambio ai militi della legione che vennero sostituiti da un reparto del XVIII battaglione bersaglieri. La rinuncia dci russi a conquistare l'importante abitato era solo apparente, poiché appena rinsanguati i ranghi già impegnati nell'azione con forze fresche e creatisi una buona massa d'urto, il 23 essi si lanciarono nuovamente contro Voroscilova. La linea di difesa si spezzò sotto il travolgente urto avversario cd i bersaglieri non riuscirono più a ricostituirla nonostante il disperato valore col quale si opposero al dilagare degli attaccanti. Dovettero perciò arretrare sulla retrostantc q. 33 r ,7 dove l'impeto dell'avversario mirante ad ampliare il successo venne decisamente infranto. I sovietici ebbero peraltro agio di organizzarsi validamente a difesa in Voroscilova tanto che, quando il giorno 25 fu tentata la riconquista, i bersaglieri si imbatterono in barriere di fuoco insormontabili c, accusando sensibili perdite, dovettero sospendere l'attacco. Intanto i lavori di rafforzamento della q. 33 r ,7 erano ormai giunti ad un grado soddisfacente, per cui sarebbe stato inutile insistere in una azione che aveva ormai perduto gran parte della sua primitiva importanza. L'operazione su Voroscilova venne quindi definitivamente sospesa. Le perdite subite dalla Celere furono complessivamente: caduti 24 (6 ufficiali), feriti 86 (2 ufficiali), dispersi 42 (1 ufficiale), congelati r8o (4 ufficiali). B) L'OFFENSIVA RUSSA DI IZJUM
(Disegno n. '7)
Nel fra ttempo il 21 gennaio, in Ucraina, aveva inizio la grande offensiva russa che sconvolgeva lo schieramento della 17" Armata tedesca e creava ad ovest di Tzjum (sud- est di Karkov) un ampio saliente profondo circa 100 chilometri c largo 8o.
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Aperta la breccia, le Armate sovietiche avevano dilagato verso ovest, verso sud e verso nord - ovest, avendo come probabile obiettivo l'importante nodo di Dniepropetrovsk (che però non riuscirono a conquistare). l tedeschi reagirono in un primo tempo organizzando una linea di caposald i improvvisati nei quali combatterono con estrema decisione, per arrestare l'avversario prima che esso giungesse alla conquista di importanti nod i ferroviari e stradali , la cu i perdita avrebbe minacciato l'intero schieramento delle Armate meridionali. In un secondo tempo. stabilizzatasi sufficientemente la linea ed incapsulata in parte la minacciosa spinta dei sovietici, il Comando germanico passò alla controffensiva con due Grandi Unità di formazione: il gruppo von Machkensen, composto a sua volta da tre gruppi minori aventi il nome dei loro comandanti Hube, Kohlermann e Sanne e l'XI Corpo d'Armata, in affluenza dalla zona di Pavlograd. Al fine d i assicurare a Ila battaglia uno svi1u ppo unitario, il 29 gennaio le Armate 17" e 1'' corazzata si fondevano in un Gruppo di Armate alle dipendenze del Gen. von Klcist. La controffensi,•a germanica si riprometteva di ricacciare il nemico attaccandolo col gruppo Hube da sud a nord, con obiettivo il nodo di Alessandrovka sul fiume Sa mara; col gruppo Kohlermann che, procedendo da Petropavlovka lungo il corso dello stesso Samara, avrebbe dovu to investire l'avversario sul fianco sinistro puntando sul medesimo obiettivo. Al pericolo che l'avversario - il quale, tra l'altro, disponeva di numerosa e ard ita cavalleria e di formazioni corazzate - cadesse sulla ferrovia Sta lino- Griscino- Dniepropetrovsk, interrompendo l' unica via di rifornimento della 1' Armata e del CSIR, si faceva fronte mediante appositi " reparti di allarme >> . A tale scopo il Comando germanico, che pur conosceva l'assoluta mancanza di riserve del Corpo italiano, rivolse al Gen. Messe pressan ti richieste affinché le troppo esili forze dci reparti tedeschi di allarme fossero adeguatamente irrobustire col concorso di reparti leggeri itali ani. Il Comandante del CSIR non aveva più nulla di cui poter disporre e non poteva d'al tro canto sguarnire la propria linea di resistenza ed indebolire lo schieramento dei settori divisionali . D ecise perciò di attingere alle uniche unità non impegnate, che erano la ca,·alleria ed il g ruppo carri u L >> S. Giorgio. Ma la modestia numerica di tale aliquota, costrinse il Gen. Messe a decisioni radicali e così, il 28 gennaio, dopo aver fatto partire alla volta di Meschevaja Slavjanka un g ruppo appiedato del reggimento Novara, toglieva
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dal proprio schieramento anche il I battaglione pontieri, subito seguito dal gruppo appiedato di formazione S. Giorgio e dal IX battaglione pontieri. Per ultimo, sempre in forza delle sollecitazioni tedesche, venne anche sottratta alla Divisione Pasubio una batteria da 75/27. Complessivamente il CSTR cedeva al Comando germanico per la progettata azione: T·340 uomini, di cui 47 ufficiali, con 54 fucili mitragliatori e 14 mitragliatrici. I reparti cui appartenevano tali forze si univano il 6 febbraio 1942 in un gruppo tattico agli ordini del Colonnello Giuseppe Musinu. Ad un gruppo tattico così eterogeneo, poco addestrato a combattere a piedi, munito di armamento insufficiente per la mancanza assoluta di armi di accompagnamento non poteva essere affidata l'esecuzione eli azioni di forza di qualche rilievo e del resto la loro stessa denominazione eli « reparti di allarme>> ne indicava chiaramente i limiti d'impiego. Ad essi venne perciò affidato in primo tempo un compito adeguato alle loro possibilità operative, vale a dire la vigilanza di un tratto della ferrovia tra Dniepropetrovsk e Stalino (tra Ulianovka e Griscino). Ma la gravità della situazione costrinse i tedeschi ad impegnare in battaglia anche il gruppo tattico Musinu e poco tempo dopo la sua formazione esso si affiancava alle unità germaniche destinate alla conquista della linea del Samara. Dopo aver assolto per alcuni giorni il collegamento tra i due gruppi d'assalto Hube e Kohlermann, veniva poi impiegato come unità di prima linea nell'attacco delle posizioni nemiche di Sofievka, Tschcrvonnyi, Brodi, Nikolaievka, Petrovka, Snamcnovka, in un settore al quale l'andamento delle operazioni aveva conferito particolare importanza. Infatti, l'iniziativa delle operazioni non aveva tardato a tornare nelle mani dei russi i quali, riorganizzate le proprie forze con l'immissione di unità fresche di fanteria, cavalleria c corazzate, presero di nuovo il sopravvcnto sui germanici e sui loro alleati assumendo atteggiamento offensivo. I loro sforzi gravitarono: sulla fronte della 17" Armata, a caval lo del Bachmur, dove la linea tedesca ebbe una nuova fless ione profonda circa dicci chilometri; sull'ala destra del gruppo Machkensen ossia nel settore del gruppo Sanne, dove dopo violenti combattimenti i sovietici riuscirono a conquistare Otceretino; sull'ala sinistra dello stesso gruppo Machkensen, vale a dire nel settore del gruppo Kohlermann, dove le unità sovietiche si lanciarono al forzamento della linea del Samara. Antagonista diretto di queste ultime colonne sovietiche era il gruppo Musinu i cui reparti, investiti da forze pa-
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recchie volte superiori , dovettero difendersi con lotte violentissime. Battuti da intenso fuoco di mitragliatrici, di artiglierie e di mortai, attaccati con estrema decisione nel l 'interno stesso degli abitati e costretti a scontri separati di casa in casa, circondati c ridotti in sparuti g ruppi decimati dalle perdite (2), resistettero per tre giorni alla pressante marea avversaria. Sulla destra dell 'XI Corpo d'Armata, intanto, forze corazzate russe spezzavano la linea tenuta da una Divisione romena, minacciando di coinvolgere l'ala si nistra del gruppo Kohlermann. Per parare la minaccia e chiudere la falla il Comando tedesco inserì la Divisione romena in un gruppo tcdc!>CO al quale affidò il compito di contenere a qualunque costo l'avanzata dci sovietici. Quindi costituì un altro gruppo di intervento tedesco e lo rinforzò con la batteria da 75 / 27 tolta alla Pasubio. Sempre per lo stesso scopo predispose la cos tituzione di un raggruppamento tattico, tcnendolo in riserva, formato ùal 6o reggimento bersaglieri c dal 120" reggimento artiglieria motorizzato, appena giunti dall'Italia a Dniepropetrovsk. Anziché farli proseguire per la zona di schieramento del CSIR (Divisione Celere cui erano destinati) erano stati invece dirottati su Pavlograd. Il comando del raggruppamento era stato affidato al Colonnello Lombardi. l tedeschi infine sottrassero al XLIX Corpo la Ta Divisione alpina e, con l'appoggio di carri armati, la lanciarono da Petrovka in direzione Dobrin ka- Ossatschij, sul fianco delle forze russe che avanzavano fra il Samara e il Tcrnovka. Le azioni dci tedeschi ebbero successo; essi conquistarono Ossatschij, importante nodo di comunicazioni della zona tra i due fiumi. e costrinsero un Corpo di cavalleria nemico a ripiegare in disordine dopo aver subito molte perdite. Conseguenza immediata di tali operazioni fu una diminuita pressione sovietica su Pavlograd, Petropavlovka c Slavjanka ed un sensibile miglioramento sia agli effetti locali, sia nel quadro generale delle operazioni, anche se il saliente sovietico di Izjum non era stato ancora eliminato. Per quanto riguarda le unità italiane impegnate in queste operazioni, il Comandante del CSIR era del parere che la cessione dei due battaglioni ponticri l e IX per essere impiegati eccezionalmente come unità di fanteria di linea, pur se determinata da cause di forza
(2) Alla fine della battaglia si contarono: morti 10 1 (7 ufficiali), feriti 2.38 (7 ufficiali), dispersi 21, congelati 7·
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l~ O{'t-razioni dt-llt- unità ira!Jant- al fronlt' russo ( 194 1- 1943)
maggiore, avrebbe alla lunga influito con g rave danno sulla opacità e la perizia tecnica dci genieri che componevano le unità stesse_ Il Generale Messe ne dispose perciò la sostituzione con un altro g ruppo appiedato del Novara, il quale, insieme all 'a ltro che aveva fatto parte del primo gruppo tattico, ricostituì sul posto l'unità reggimentale. Al reggimento Lancieri di Not•ara fu aggiunto un gruppo appiedato carri S. Giorgio ed entrambe le unità furono debitamente rinforzate con vari reparti. La forza complessiva di questo nuovo gruppo tattico, formato il 28 febbraio, contava 28 ufficiali, 618 tra sottufficiali, graduJti e soldati, due pezzi da 47/ 32, 2 mortai da 8 r, ro mitragliatrici c 35 fucili mitrag liatori. Ne assunse il comando il Colonnello Giusiana, comandante del Not,ara. Il rientro dei pontieri nell'ambito del CSIR e la formazione di questo secondo g ruppo tattico aveva determinato lo scioglimento del gruppo comandato dal Colonnello Musinu. Già da una settimana, cioè il 21 febbraio, era giunto in zona anche il battaglione alpini Mo111e Cervino, su due compagnie, che si dislocava a Rykovo, alle dipendenze operative del Comando CS IR, ma praticamente destinato in rinforzo alle Divisioni Torino c Pasubio con compiti di ricogniz ione e pattugliamento sui fronti delle Di visioni stesse.
C) LE OPERAZION I SUI DUE FRO.l\Tf FRONTE 01 l ZJUM.
Per effetto della sacca di lz jum, il fro nte del Gru ppo Armate von Kleist aveva assunto un andamento a squadra, orientato a nord e ad est. Le operazioni su i due lati dell'angolo assunsero ben presto carattere di stretta intcrdipendenza: da parte dei tedeschi e loro alleati per contenere con un minimo di forze la massiccia irruz ione avversaria c realizzare il potenziale di manovra nel punto più vantaggioso; da parte dci russi per ampliare la conquista territoriale fino al successo strategico ed impegnare nello stesso tempo a fondo il settore orientale con azioni dimostrative, atte ad attrarre in quella direzione le riserve germaniche. Il Comando germa nico aveva scarse riserve. come si è visto, e per crearsele non aveva altra possibilità che quella di sottrarre congrue unità d all a linea di schieramento orientale a va n taggio dello
Il ciclo difensivo int'ernale
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schieramento settentrionale dove la battaglia rimaneva tuttora allo stato fluid o c la situazione, rabberciata alla meglio, permaneva favorevole all'avversario. Conseguenza diretta di una tale situazione fu una intensificata attività da parte di tutte le unità schierate da Tzjum al mare, c perciò anche del CSIR che fuse maggiormente le proprie energie a quelle dei Corpi limitrofi e che al comune intento offerse ognora generoso apporto. Ristabilitasi, con l'intervento della I" Divisione alpina tedesca, la situazione fra il Samara e il Ternovka, l'avversario spostò il centro di gravità dci propri attacchi all'ala sinistra della 17' Armata e più propriamente su l fronte dell a 97"' Divisione. Per parare la nuova minaccia il Comando del Gruppo Armate von Kleist dispose il concentramento in quella zona della 6o• Di visione motorizzata, ponendola alle dirette dipendenze del Comando Gruppo Machkenscn, e lo spostamento del raggruppamento Lombardi (6" bersag lieri e r2o'' artiglieria) verso est. da Pavlograd a Postiscevo. In tal modo, l'urto sferrato dai russi alla metà di marzo poté essere prontamente contenuto d al tempestivo intervento della 6o• Divisione tedesca, né i successivi reitcrati sforzi dell'avversario sortirono alcun risultato tangibile. Mentre si svolge\'ano queste operazioni. il gruppo tattico del Col. G iusiana era tenuto in riserva a disposizione del III Corpo d'Armata nella zona di Krivoroschije e, success ivamente , con lo stesso compito, si poneva a fianco del 93" reggimento alpini tedesco nella zona di Nova Snamenovka. Uno squadrone del Novara Cavalleria, impiegato per rinforzare sulla linea unità alleate, si distinse il 27 marzo in un'azione di carattere locale. FRONTE DEL
CSIR.
:-\el frattempo, dalla fine di gennaio agl i ultimi giorni di febbraio, i sovietici mantennero sul fronte del CSIR una vivace, costante attività aggressi\'a, effettuando continue azioni di sondaggio sulla linea difesa dapli italiani. Finalmente essi decisero di dfettua:c un attacco a fondo e come obiettivo scelsero il villa~n;io di 'ovaja Orlovka. Questa località, già situata nel territorio di g iurisdizione della Celere, il 27 dicembre era passata nel la sfera di responsabilità della Torino che con tale appendice aveva visto il proprio fronte assumere, in proporzioni ridotte, la stessa configurazione di quello del Gruppo d 'Armate. Ad angolo, vale a dire, coi due lati rivolti ad oriente
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Le operttzroni delle unità rtafrane al fronte rtu.co ( 1941 - ' 9-13)
ed a settentrione. Specialmente sull'estrema destra. quel settore divisionale presentava caratteristiche di particolare delicatezza, in quanto un attacco nemico in quella direzione avrebbe portato la minaccia per l 'alto, e per la via più breve, direttamente ad obiettivi importanti quali Jassinovataia e Stalino. Un elemento di tale importanza aveva avuto il suo peso nella organizzazione della linea che era stata opportunamen te potenziata. Verso la metà di gennaio, avendo il Comando della 1 • Armata corazzata assegnato al CSIR il 525" battaglione panzer- jagcr, su due compagnie, il Generale Messe destinava alla Torino una compagnia ed un plotone di tale battaglione, un altro plotone lo assegnava alla Pasubio ed il terzo lo teneva a disposizione del Comando CSIR dislocandolo a Rykovo così da essere pronto ad intervenire tempestivamente in entrambi i settori divisionali. Contro tali posizioni ormai solide si dirigeva all'alba del 27 febbraio l'attacco nemico, dopo una massiccia preparazione di artiglieria di medio e piccolo calibro. Sulle unità russe avanzanti si abbatté il fuoco di tutte le armi del l j 81 ' fanteria che presidiava Novaja Orlovka, quello dell'artiglieria divisionale, e anche il fuoco delle artiglierie della Celere e della Pasubio prontamente intervenute. Così i reparti russi attaccanti si scompagi narono prima ancora di giungere in prossimità del caposaldo e l'attacco si arenò senza speranza. L'avversario, tuttavia, non volle considerare perduta la partita e verso le 10,30 si gettava di nuovo con rabbiosa tenacia contro il tratto orientale del caposaldo stesso. Il combattimento, riacccsosi accanitissimo, imperversò sino al tardo pomeriggio concludendosi con la sconfitta dci russi che dovevano ripiegare sulle loro posizioni dopo aver lasciato sul terreno circa 700 uomini tra morti e feriti, tra i quali 9 ufficial i, oltre a numerose armi e altri materiali. Al If 8ro la strenua difesa era costata 5 morti c r2 feriti. In questa operazione i sovietici avevano impiegato l'intero 541 ' reggimento fa nteria e due battaglioni del 387", sostenuti da otto batterie di medio e piccolo calibro. A forze così soverchianti, 5 battaglioni contro r , si poté tener testa per la immediatezza con la quale il propos i ~o nemico fu percepito dai difensori, sicché agli attaccanti vennero a mancare il fattore sorpresa, c quello del fuoco micidiale di tutte le artiglierie del CSIR. Il nemico aveva subìto gravi perdite ed è verosimi le ritenere che l'efficienza combattiva dei due reggimenti impiegati nell'azione fosse seriamente compromessa. Tuttavia i russi non rallentarono l'abituale comportamento aggressivo nei riguardi delle unità che avevano di fronte. Infatti,
ll ciclo difmsivo invernale
essi effettuarono un nuovo tentativo contro il caposaldo di Malo Orlovka, che era prontamente sventato dalla vigilanza e dal contrattacco dei difensori, dell'8ro fanteria; due giorni dopo, un colpo di mano proveniente dalla testata della balka Klinovaja e diretto sul caposaldo di Novaja Orlovka sortiva uguale effetto. La conquista di questo obiettivo sembrava premere in modo particolare ai russi, tanto che nella notte sul 6 marzo con forze valutate ad un battaglione, appoggiate da mortai e artiglieria, lo attaccavano nuovamente, estendendo l'azione da Novaja Orlovka all'attigua posizione di q. 298,3. L'attacco veniva stroncato dal fuoco di sbarramento delle artiglierie e dei mortai e dai contrassalti di robusti reparti prima ancora che l'avversario raggiungesse i posti avanzati dei difensoò. Alcuni giorni dopo, l'II marzo, l'azione nemica riprese sul fronte della Pasubio, dove nutrite formazioni avversarie attaccavano il caposaldo di q. 277>4- I reparti del 79o fanteria che lo presidiavano riuscirono a fermare gli attaccanti i quali dovevano ritornare sulle posizioni di partenza dopo aver lasciato in mano italiana alcuni prigioni~ri c alcune armi. Anche dalla parte del CSIR non si rimase inattivi e nel medesimo tempo in cui le unità sviluppavano inin terrotte azioni esplorative, furono effettuati molti attacchi locali col proposito di provocare la reazione nemica, costringerla a rivelarsi, accertarne la consistenza e tenere impegnate al massimo le forze che fronteggiavano le posizioni italiane. Di tali azioni la più importante fu quella svolta nei settori delle Divisioni Pasubio e Torino il 22 marzo, contemporaneamente ad operazioni analoghe dci Corpi d'Armata germanici XV e XLIX, per evitare che i sovietici alimentassero i loro attacchi nella sacca di Izjum con forze dei settori non itnpegnati . Si trattò di un'operazione offensiva combinata delle due Divisioni contro Olkovatka, eseguita allo scopo di dare al nemico la netta sensazione di una reale minaccia verso tale località, c per catturare prigionieri e armi. La Pasubio impiegava neli' azione (direzione di attacco MinieraMogila Ostraja - Olkovatka) il battaglione alpini Monte Cert'ino, rinforzato d a una compagnia mortai da 8r e da due plotoni mitraglieri dell'So" fanteria, da elementi esploranti del 79° e dell'8oo fanteria con l'appoggio del III gruppo dell'8" artiglieri a. La Torino partiva all'attacco (direzione d'attacco Vessieli q. 261,4) col Ij82° fanteria rinforzato da un plotone mortai da 8r
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Le operazioni delle unittÌ ira/tane al fronlt' russo ( 1941 - 1<)13)
un plotone da 47/ 32, con l'appoggio del Il gruppo del 52" arti g licria. AIlo scopo d i assicurare il coordinamento delle due azioni, il battaglione Monte CertJÌno doveva attaccare dì sorpresa alle prime luci dell'alba e cioè non prima delle ore 5· Ì'Jon appena manifestarasi la reazione avversaria, la Divisione Torino doveva battere per I O minuti col fuoco delle sue armi l'abitato dì Olkovatka c quindi iniziare l'attacco con l'appoggio della propria artiglieria. L'aviazione doveva effettuare, a massa, non più tardi delle ore 7• lo spezzonamcnto e il mitragl iamento dell 'abitato di Olkovatka c di eventuali forze nemiche in affluenza. L'operazione sì svolse secondo le modalità c nei tempi previsti. Nonostante l'asprezza della temperatura (30" sotto lo zero), i reparti superarono di slancio la zona di sicurezza avversaria, costringendo gli clementi avanzati nemici a ripiegare; affacciandosi da due direzioni convergenti sulla conca di Olkovatka, impegnavano decisamente la linea di resistenza nemica, sistemata in contropcndenza. La minaccia ad un punto così delicato cd essenziale della organizzazione difensiva, l'impiego a massa delle nostre artiglierie, il ripetuto intervento della nostra aviazione realizzarono l'effetto voluto perché il nemico fu realmente indotto, come era nello scopo dell'azione, a supporre il peggio e, preoccupato dell'ulteriore pitl ampio sviluppo dell'attacco, mise in allarme rincalzi c riscn·e. Di ciò si ebbe una prova immediata poiché il Comando russo allo scopo di neutralizzare, o quanto meno alleggerire, l'azione cui era soggetto, impegnava in combattimento la Divisione Celere sul cui fro nte nella stessa mattina sferrava ripetuti attacchi in corrispondenza delle nostre posizioni di q. 331,7, 316,6 e 301 ,o. Con particolare accanimento i russi attaccarono reiteratamente il XVIII battaglione bersaglieri che tuttavia sepp:: argin are valid amente l'irruenza del nemico. Constatata l'impossibilità di conseguire esiti tattici di qualche rilievo, i sovietici decidevano di ripie~are . Anche le colonne della Pasubio e della Torino, ra ~giu nto l'obiettivo che aveva determinato la loro operazione, rientravano alle propnc pos JZJOnt.
e da
D) NUOVO ORDINA MENTO DEL CSIR
Considerata la necessità per il Corpo di Spedizione di presentarsi nelle migliori condizioni di efficienza operativa alla ripresa offensiva della prossima primavera, in una fase che si riteneva fosse
Il ciclo dift'llsit'o im•ernale
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conclusiva per le sorti della guerra al fronte orientale, il Gen. Messe aveva inoltrato fin dal dicembre 1941 al Comando Supremo le seguenti proposte: - trasformazione della Divisione Celere in Divisione motorizzata; - assegnazione di due Divisioni, preferibilmente alpine, destinate a sostituire le due Divisioni autotrasportabili, per le quali veniva chiesta la trasformazione in Divisioni motorizzate o da montagna; - ripianamento delle perdite dei quadrupedi e costituzione dt un raggru ppamento truppe a cavallo, con artigl ierie a cavallo, in considerazione delle spiccate caratteristiche di omogeneità di tali reparti e del fatto che le unità stesse avrebbero potuto trovare proficuo impiego in quel particolare ambiente topografico ; - rinforzo delle unità di Corpo d'Armata mediante l'assegnazione di unità carri a M )), un secondo rag;gruppamcnto di artiglieria con materiale da 149{40 ed un battaglione guastatori; - sostituzione del gruppo da ricognizione << CA 3rr ,, con due squadriglie << BR 20 ,, c ulteriore assegnazione di due squadriglie da caccia, possibilmente dotate di apparecc hi << MC 202 )) ; - ripianamento degli automezzi, motomezzi ed altri materiali vari per le Divisioni già in sito. Di tali proposte poté essere realizzata totalmente quella relativa alla trasformazione della Divisione Celere, che dal 15 marzo 1942 diviene Divisione motorizzata in quanto : - riceve: il 6" reggimento bersaglieri motorizzato, che si affianca al 3" già in sito ed al q uale sono stati assegnati gli automezzi per l'autotrasporto; il XLVII battaglione bersaglieri motociclisti; il IC battaglione mortai e la 272' compagnia cannoni da 47{32, entrambi motorizzati; il 120 reggimento artiglieria motorizzato (su un gruppo obici da IOO/ I7 e due gruppi cannoni da 75{27). Successivamente, nel l'estate 1942, la Divisione riceverà inoltre il LXV!l battaglione bersaglieri corazzato (carri L f 6- 40) e il XIII gruppo semoventi da 47{32 Cavalleggeri di Alessandria; - perde : i reggimenti di cavalleria Sat•oia e Nottara, che sotto la stessa data del I) marzo formano il " Raggruppamento truppe a cavallo l> agli ordini del Colonnello Barbò, già comandante del Savoia; il reggimento artiglieria a caval lo, passato anch'esso a far parte del raggruppamen to a cavallo; il 1.11 gruppo carri. (( L n (rimpatriato).
GLI AVVENIMENTI DALL'APRILE AL GIUGNO 1942. IL CONCORSO DEL CSIR ALLA CONTROFFENSIVA GERMANICA DI IZJUM
Lo sforzo offensivo nella sacca di Izjum si era ormai esaurito ed i sovietici si limitarono a svolgere attacchi talvolta consistenti, ma a carattere parziale su ambedue i fronti del Gruppo d'Armate. Il settore del CSIR non ne rimase esente. Miglioratesì intanto le condizioni stagionali e venendo perciò a cessare gradualmente le ragioni che a suo tempo avevano informato i criteri dell'organizzazione difensiva appoggiata agli abitati, veniva predisposta l'attuazione progressiva di un programma di lavori tendente: a rivedere e correggere, se necessario, l'andamento della linea di resistenza, nella considerazione che il terreno riprendeva tutto il suo valore determinante; ad adeguare l'organizzazione campale al nuovo aspetto che l'ambiente assumeva con lo scioglimento delle nevi; a riesaminare conseguentemente lo schieramento delle artiglieri e. Venne così rin(orzata nel settore della Pasubio l'occupazione del costone Savielevka - Ubescicce; Ploskij , già caposaldo avanzato facente parte della posizione di resistenza, diYenne un semplice posto di osservazione; fu stabilita la continuità della linea fra la Torino e la Pasubio con la costituzione di due nuovi caposaldi intermedi tra Ubescicce e Junyj Kommun ar; furono riuniti i due g ruppi di artiglieria LX e LXI già assegnati alla Pasubio e alla Torino, per ricostitu ire la m assa di manovra del Comando CS IR. Cominciavano anche ad affluire, con una certa regolarità e periodicità, i contingenti di complementi, che fin dal mese di dicembre erano stati richiesti al Comando Supremo, per cui la consistenza numerica dei reparti andava migliorando. Venne inoltre preannunciata l'assegnazione al CSIR della Legione croata. Informato di ciò, ed in rapporto alla preparazione della grande offensiva germanica per la eliminazione della sacca di lzjum, il Comandante dell'A rmata corazzata chiese al Gen. Messe
Gli avv~n immti dall 'apri/~ al giugno lfJ42
., 3
di poterne disporre per destinarla a schierarsi tra le Divisioni alleate sul Samara. H Comandante del CSIR rappresentò che tale movimento esulava dalle sue competenze, malgrado i giustificati motivi della richiesta. Metteva però a disposizione del Comando di Armata tutti i migliori elementi direttamente dipendenti e precisamente: il battaglione alpini Monte Cert·mo, rinforzato da una compagnia armi di accompagnamento e da due plotoni di formazione composti da artiglieri, dalla 1" compagnia bersaglieri motociclisti, dalla 3" compagnia, meno un plotone, del LII battaglione mortai c dalla compagnia lanciafiamme del battaglione chimico di Corpo d'Armata. Tali unità andarono ad aggiungersi al gruppo tattico formato il 28 febbraio al comando del Col. Giusiana, già in zona. e che si trasformava così in raggruppamento tattico al comando del Col. Barbò. La forza di questo secondo raggruppamento tattico messo a disposizione dei tedeschi ammontava a 7r ufficiali e 1.614 tra sottufficiali, graduati e soldati, con una dotazione complessiva di 83 fucili mitragliatori, 16 mitragliatrici. 6 mortai da 8r e 6 cannoni da 47/ 32. Il raggruppamento, rinforzato da due battaglioni tedeschi e dalla batteria da 75/ 27 della Pasubio già operante nell'ambito delle unità germaniche fin dal mese di febbraio, si schierò all'ala sin istra del III Corpo corazzato tedesco, nel settore Verch. Sa mara - Lugovoj - Baschilovo. La Legione croata giungeva in zona il 19 aprile c veniva inquadrata nella Divisione Celere. Si rese così disponibile la legione cc.nn. che rientrò pertanto alle dirette dipendenze del Comando CSIR. dislocandosi a Makeievka dove attese al proprio riordinamento. In tutto questo periodo l'aviazione del CS IR svolse intensa attività specialmente quando. trasferitisi tutti gli equipaggi germanici in Crimea per l'offensiva tedesca, le furono devolute la protezione del cielo del Gruppo d'Armate von Kleist e la scorta dei ricognitori.
l. - IL CONCORSO DEL CSIR ALLA CONTROFFENSIVA GERMANICA NELLA SACCA DI IZJUM (Diseg11o 11. 18) Per creare le premesse indispensabili alla ripresa delle grandi operazioni oCfensive della prossima stagione estiva c per rendere lo schieramento delle Armate più rispondente ad un positivo inizio
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Le opera~tO/Ii delle unit·ì italiane al fronl t' msso ( H)<f l - 1943)
della nuova avanzata verso est, il Comando Supremo tedesco decise di completare l'occupazione della Crimea e di eliminare la profonda sacca di Izjum. Le operazioni offensive in Crimea, iniziate nella prima decade di maggio, si conclusero dopo aspra lotta con la totale occupazione della penisola da parte dci tedesch i. Il mattino del 12 maggio, forse per rispondere all'offensiva germanica in Crimea, i russi sferrarono con ingenti forze un attacco concentrico su Karkov, prevenendo in tal modo l'offensiva che i tedeschi stavano approntando per la rcscissione della sacca di lzjum. L'iniziativa russa non preoccupò il Comando germanico, per cu i l'offensiva da esso pianificata ebbe regolarmente inizio il giorno stabilito, vale a dire all 'alba del 17 maggio, dalla fronte MiokjAlexandrovka sul Samara, ad opera della r7" Armata e del III Corpo corazzato. La 17" Armata ritornava combattendo sull a linea del Donez, fi no alla confluenza col Bcreka, fiume sul quale il III Corpo, superato Veli. Kamyschevaka, costituiva a Petroskaja una testa di ponte. In seguito a tali successi la pressione nemica verso nord, su Karkov, c verso est, su Krassnograd , si affievolì e, anzi, le forze russe iniziarono un movimento per defluire dalla sacca. );on vi riuscirono in quanto furono sopraffatte dalla manovra concentrica dei Corpi III e Xl germanici che, agendo rispettivamente da est c da sud ovest, tendevano alla elim in azione delle masse nemiche rimaste tra il Samara e il parallelo Veli. Kamyschevaka. In questa fase della lotta entrava in azione il r8 maggio il ragg ruppamento tattico Barbò, estrema ala sinistra del III Corpo. Suo compito era di occupare le dorsal i di Mal Rastol, Klynovoj, Ivanovka, facendo perno a sinistra sulla posizione di Lugovoj, ove doveva essere assicurata la saldatura con la 20a Di visione romena. Per l'azione il raggruppamento fu rinforzato dal battaglione di formazione Kaus, del la forza complessiva di 240 uomini, il quale, insieme con un altro battag lione tedesco, ne costituì l'ala marciante con obiettivo l'occupazione del costone di Mal Rasto l. T due battaglioni germanici il mattino del l8 avanzarono risolutamente verso il nemico, ma il loro impeg no portò solo a risultati parziali perché la nutrita reazione dei difensori impedì la conquista dell'abitato di Mal Rastol. In collaborazione con tali unità, come colon na d i centro. agivano il battaglione alpini Monte Cert•ino e la com pagnia bersaglieri i quali, superate di slancio le resistenze che g li avversari opponevano
Gli avvenimt:mi dall'apri/t: al grugno 1942
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sulle posizioni avanzate di q. 1~,r, entrarono combattendo nell'abitato di K lynovoj del quale si impadronivano all'arma bianca. Scnonché, quando il loro attacco aveva superato l'abitato e investiva un'altra quota che costituiva l'ultimo obiettivo della g iornata, i sovietici tornavano all'attacco con forze preponderanti valutate a quattro battaglioni, minacciando di avviluppamento. da due diversi punti, alpini c bersaglieri. Non restava ai nostri reparti che retrocedere ordinatamente sulle posizioni di partenza. I russi tentarono di ampliare il loro successo ma, battuti dal violento tiro delle artiglierie, erano costretti a loro volta a ripiegare. ~onostante che gli abitati di Mal Rastol e K ly novoj fossero rimasti in m ano sovietica, il consuntivo della giornata poteva dirsi favorevole ai reparti italiani. anche nell'interesse complessivo dell'azione in quel settore, poiché forze minime avevano tenuto impegnati cospicu i contingenti nemici, distogliendoli dall'esercitare una seria pressione contro il lìanco di un'altra unità tedesca (la T'' Divisione alpina). Intanto la manovra del III e dell'X I Corpo andava ormai delineandosi nella sua fase concl usiva. Le Divisioni russe. irrimediabilmente avviluppate, affidavano la loro salvezza ad un supremo, disperato tentativo d i uscire dall'accerch iamento, senza peraltro riuscirvi. Tuttavia, esercitando urti contemporanei e concentrici dall'interno della sacca e della riva sinistra del Doncz, impressero alla battaglia un ritmo così deciso ed intenso da mettere in g ravi difficoltà il III Corpo; il quale non solo dovette impegnare nella lotta tutte le sue r iserve, ma fu anche costretto a chiedere al Comandante del CSIR l'urgente intervento di altre unità italiane. Il Gen. Messe mise a disposizione del Gruppo d'Armate von Kleist due g ruppi tattici, uno della Pasubio (I J8o" fanteri a c li / 8" artiglieria) cd uno della Toriuo (llj 81" fanrcria e II / 52" artiglieria), che partivano il giorno 26 maggio per Barvenkovo. In relazione all'allontanamento dalle posizioni del CSIR dei due battaglioni, unità di secondo scaglione costituenti le uniche forze di con trattacco disponibi li , il Gen. Messe ordinava al g ruppo cc.nn. Tagliamento, dislocato a Makeievka, di trasferirsi nella stessa giorn ata a R ykovo per un eventuale impiego nei settori della Pasubio e della Torino. La battaglia si concl udeva il 28 maggio con l'annientamento di due Armate sovietiche. Nei loro bollettini i tedeschi comunicarono d i aver catturato 240 mila uomi ni cd un ingente bottino di cannoni, armi varie e altro materiale.
Le operazioni dt'lle unJt.ì italiane al fronlé' ruuo ( H)4T • r943) - --
1 ì (l
Le unità italiane, gtu nte quando la situazione era già risolta, furono impiegate m az10m di rastrellamento della zona della battaglia. I due gruppi di artiglieria rientravano al CSIR il 7 giugno, mentre i due battaglioni potevano tornare ai loro reggimenti solo il 26 giugno dopo essere stati impiegati alle dipendenze di un gruppo tedesco per la protezione di un tratto di ferrovia. Il 26 maggio era intanto rientrato alle dipendenze del CSIR il raggruppamento tattico Barbò. Anche la Divisione Celere era tornata già da qualche giorno nell 'ambito del CSIR, poiché col miglioramento della situazione sulla fronte del XLIX Corpo Alpino tedesco, nulla più giustificava la sua dipendenza extra organica. Il 3 giugno 1942 il Corpo di Spedizione Italiano cambiava dipendenza di impiego e dalla r" Armata corazzata tedesca, con la quale aveva operato per dieci mesi, passava al la 17" Armata. L'attività difensiva sul fronte del CSIR si prolungò sino al 10 luglio poiché la ripresa delle operazioni offensive aveva inizio l'indomani I I luglio con la manovra per la conquista dell'importante bacino carbonifero del Mius (Krasny Luch). Durante tutto il mese di giugno e nella prima decade di luglio non ebbero luogo sul fronte del CSIR fatti d'arme di qualche importanza. Le unità italiane infatti dovettero solo difendersi dai frequenti attacchi, peraltro di modesta portata, e dai colpi di mano dei sovietici, che non rinunciarono mai alla loro tradizionale attività di disturbo e di molestia. L'attività dei russi si rivolse con particolare insis tenza contro i fronti della Pasubio e della Celere. Fra tali azioni, la più rilevante fu quella portata il 27 giugno contro due caposaldi della Celere (Greco Timofejevskij e q. 3TI,7), presidiati dal VI battaglione bersaglieri. Alle 3 del mattino si abbatteva improvvisamente sul caposaldo di q. 3n,7 il fuoco dell'artiglieria sovietica e dopo circa quaranta minuti di preparazione, forze valutate ad un battaglione fortemente rinforzato (appartenente al 1 r49" reggimento espressamente portato in linea per l'azione), partivano all'attacco giungendo ad occupare due centri di fuoco dopo che i difensori erano caduti sulle proprie armi. Immediatamente contrassaltati da una compagnia di rincalzo. i russi erano costretti ad arretrare. Premuti poi da presso, specie sui fianchi, da reparti della riserva, dovevano tornare sul1e loro posizioni dopo aver lasciato su l terreno un centinaio di morti e alcuni pn g10men. •
o
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Gli avve111ment1 dall'aprile al giugno 1942
Le perdite del battaglione ammontarono a ciale) e 33 feriti (4 ufficiali).
15 morti (1 uffi-
Con questo combattimento, che cosUtUJva anche il battesimo del fuoco del 6" bersaglieri al fronte russo, ~i concludeva l 'attività operativa del Corpo di Spedizione, ma non quella delle sue unità, poiché dalle ore zero del 9 luglio, al Comando del CSIR subentrava il Comando dell'S" Armata italiana, agli ordini del Generale !talo Garibaldi. Per non turbare però i rapporti di dipendenza esistenti, mentre erano già in atto tutte le predisposizioni per la ripresa delle operazioni offensive, fu disposto che il CSIR rimanesse temporaneamente alle dipendenze della 17 Armata germanica, la quale sotto la stessa data si costituiva in «Gruppo d'Armate Ruoff ». 11 Corpo di Spedizione Italiano assumeva l'ordinativo di XXXV Corpo d'Armata al quale, in segno di distinzione per le sue benemerenze, veniva aggiunta la sigla che fino allora lo aveva contraddìstjnto, cioè XXXV Corpo d'Armata-CSIR. Lo schieramento del XXXV Corpo d'Armata- CSIR, che fissa anche la siLuazione di base alla ripresa delle operazioni offensive, è indicato nel Disegno n. 19. Le nuove Divisioni ed unità, destinate a costituire 1'8"' Armata italiana, stavano in quel periodo attuando la propria radunata nelle zone arretrate; alcune erano già in sito, altre sotto scarico o ancora in viaggio. L'Armata, perciò, rimaneva per il momento virtualmente estranea ad ogni possibilità di impiego nel corso delle operazioni che si annunciavano imminenti. Di essa era soltanto disponibile il XXXV Corpo d'Armata- CSIR, al quale sarebbe rimasto per intero il compito di rappresentarla.
12. -
U.S.
1
PARTE TERZA
LE OPERAZIONI DELL'8" ARMATA
·~
'
CAPITOLO IX
COSTITUZIONE, TRASFERIMENTO E RADUNATA DELL' S" ARMATA
l. - COSTITUZIONE La radunata del Corpo di Spedizione Italiano in Russia non era stata ancora completata e già (13 luglio 1941), presso il Comando Supremo, che si adeguava ad una precisa volontà politica, era in corso lo studio per l'accrescimento del numero delle Grandi Unità inviate a combattere su quel teatro d'operazioni, poiché in sede competente veniva giudicato: t< Non possiamo essere meno presenti della Slovacchia e bisogna sdebitarci verso l'alleato» (1). Non solamente veniva progettato l'invio di un altro Corpo d'Armata, ma se ne precisava pure la costituzione su due o tre Divisioni, delle quali si facevano i nomi, completate da unità di camicie nere da comprendere tra i reparti a diretta disposizione del Comandante del Corpo d'Armata. L'analisi dei documenti del Comando Supremo fa ritenere che sola remora ad una pronta partenza di quella Grande Unità sia stata la mancanza degli automezzi necessari per la motorizzazione delle artigl ierie e dci Servizi logistici. La scarsa produzione di mezzi automobilistici, derivata dalla penuria di materie prime, e la necessità di provvedere soprattutto al fabbisogno del fronte africano, avevano indotto il Comando Supremo italiano a richiedere a quello tedesco di provvedere gli automezzi occorrenti alla motorizzazione ridotta delle nuove Grandi Unità che si sarebbero affiancate a quelle germaniche (Documenti n. 43, 44• 45 c 46). Alla fine di luglio 1941 il Generale Giovanni Messe, Comandante del CSIR, apprendeva la notizia che in Italia era in corso di studio l'ampliamento del Corpo di Spedizione con l'approntamento di un
( 1) Dichiarazione fana dal Capo del Governo.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte rus.ro ( 1941- 1943) :....:...._
altro Corpo d'Armata, com'è stato detto, con le fanterie a piedi e con la sola artiglieria ed i Servizi motorizzati. Ormai esperto delle difficoltà incontrate per l'insufficiente grado di motorizzazione del CSIR, il Generale Messe, valendosi di un ufficiale distaccato in missione dallo stesso Comando Supremo, si affrettava ad informare questo, dal quale dipendeva, che l'invio al fronte russo di un altro Corpo d'Armata, dotato di tanto limitati mezzi automobilistici, avrebbe costituito un grave errore e che, pertanto, ne era sconsigliabile la partenza (2). Il 25 agosto il Maresciallo Keitel precisava che, per le esigenze proprie delle Grandi Unità germaniche, non era possibile, da parte tedesca, la cessione di automezzi, neppure a favore di reparti destinati ad una stretta cooperazione. Inoltre invitava il Comando italiano a non trarre i mezzi da quelli destinati al rifornimento del fronte africano (Documento n. 47). L'invio di un altro Corpo d'Armata subiva, pertanto, un tempo d'arresto e, alla fine d'ottobre non era stata ancora presa nessuna decisione. Il « Diario Ciano>> (3) riferisce l'intenzione di Mussolini di contribuire alle operazioni sul fronte russo con venti nuove Divisioni. Il Capo di Stato Maggiore Generale assecondava tali assurdi progetti, mentre il re Vittorio Emanuele III esprimeva, proprio con Ciano, " la sua netta avversione a tali propositi )) , manifestando dubbi sulla possibilità dell'Esercito di approntare un così forte contingente. In pochi giorni l'entità veniva ridotta prima a quindici Divisioni, infine alle sei successivamente inviate. Lo stesso Generale Cavallero sosteneva c< di avere risolto il problema della motorizzazione, non dando camion alla truppa, ma portando la tappa quotidiana di marcia della fanteria da diciotto a quaranta chilometri al g1orno ». Permanevano ancora difficoltà per la dotazione di automezzi, mentre ne erano insorte di nuove anche per fabbisogno di armi anticarro, mitragliatrici e fucili mitragliatori, difficoltà tutte che inducevano a ridurre la portata del progetto, fissando il contingente possibile in sole sci Divisioni (Documenti n. 48 e 49). Alla fine di novembre, nel corso di colloqui tra il Ministro per gli Affari Esteri, Galeazzo Ciano, ed il Fuhrer, questi giudicando come transitoria e superabile la crisi che aveva colpito fin dall'inizio
(2) GwvA:-<1\'J MESSI:.: << La guerra al fronte russo Il, Ed. giugno 1947, pagg. 27 - 29. (3) CJAKO: " Diario 1941 - 1943 >•, pagg. 7 1, 72, 73• 76, 77·
Costituzione, trasferimento e radunata de/1'8" Armata
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dell'inverno le Armate germaniche, precisava gli obiettivi futuri nel raggiungimento della linea del Volga, nell'occupazione di Stalingrado e nell'« attacco al Caucaso e nell'inizio della grande marcia ad oriente, che attraverso l'Iran, l'Irak, la Siria e la Palestina dovrà condurre alla conquista di una delle posizioni chiave dell'Impero britannico: l'Egitto ». In previsione di quelle operazioni, Hitler cc accoglierebbe con favore la presenza di Divisioni alpine nel settore sud del fronte russo. Truppe alpine che sa essere ottime e che in collaborazione coi tedeschi e con le attuali forze italiane, per le quali ha ancora avuto parole di elogio, dovrebbero attaccare il Caucaso. Una volta superate le montagne cd iniziata l'azione in Oriente, la partecipazione italiana dovrà necessariamente assumere proporzioni di molto maggiore portata, soprattutto perché la lotta sarà trasportata in un settore destinato a far parte dello spazio vitale italiano >>. Una lettera di Mussolini ad Hitler. scritta il 3 dicembre 1941, sembra spiegare la volontà italiana di accrescere il contributo per la guerra al fronte russo. Mentre da parte italiana si chiedeva che « al pitÌ pt·esto almeno i materiali occorrenti per la Libia, ivi comprese le armi pesanti, cioè artiglierie e carri armati>> (con esclusione degli uomini, trasportabili per via aerea) potessero essere avviati sulle rotte brevi di Biserta c di Tunisi (inibite a quel tempo a noi dalle intese dirette tra Germania e Francia), si offriva di triplicare la forza operante al fronte russo. Il rapporto tra richiesta ed offerta è reso ev idente non soltanto dalla consecutività dei due periodi della lettera, ma nella frase iniziale del secondo: cc Per questo sforzo comune sto provvedendo, in relazione al Vostro recente col loquio con il Conte Ciano, a predisporre un corpo d'armata alpino composto delle nostre migliori truppe, e un corpo d'armata di fanteria da montagna che insieme con il CSIR, pienamente ricostituito di uomini c di mezzi, potranno rappresentare un vigoroso apporto delle forze armate italiane al proseguimento della Vostra magnifica avanzata al Caucaso ed oltre ». Già alla fine di dicembre T941, Ilitler cc ringrazia dei corpi d'armata italiani (sei dù,isioni) che costituiranno un'armata al cui comando saranno sottoposte anche forze germaniche» (Documento 1l. 50). !\ella realtà le forze germaniche promesse furono dapprima assegnate con una certa larghezza, ma furono poi via via ridotte fino ad annullarsi.
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Nel gennaio 1942• presso il Comando Supremo, si andava precisando il concetto che, prima di avviare in zona di operazioni le Grandi Unità, fosse necessario assicurare il funzionamento dei Servizi logistici e che fosse compito preliminare quello di ultimare i trasporti delle unità per il completamento del CSTR (trasformazione della 3' Divisione Celere in unità motorizzata cd invio di complementi per tutti gli altri reparti). Si poneva entro quel periodo anche il problema della costituzione del Comando di Armata e della scelta del Comandante (Documenti 11. 51 e 52). Durante il mese di febbraio, dovendosi procedere all'effettivo approntamento delle unità, riapparve il problema dell'insufficiente disponibilità di armi controcarro e contraeree, nonché di mezzi automobi listici. Per potere raccogliere batterie contraeree da 75/46 fu necessario sottrarne alla difesa del territorio, sostituendolc con altre dotate di materiale meno valido. Le richieste di automezzi rivolte alla parte germanica rimanevano ancora inascoltate (Documento 1l. 53)· Il 6 febbraio il Capo dell'O.K.W., Feldmaresciallo Keitel, indicava i tempi d'inizio dei trasporti di radunata: 1°
- un Comando di Corpo d'Armata con tre Divisioni al maggio;
- Comando di Armata ed un Comando di Corpo d'Armata con tre Divisioni al 1° giugno. Il Comando Supremo italiano accettava le date proposte, precisando che il Corpo d'Armata Alpino sarebbe partito per ultimo. Il 2 aprile il Comandante delJ'8• Armata veniva scelto nella persona del Generale ltalo Gariboldi, la sede temporanea del Comando stabilita a Bologna c l'inizio del funzionamento di esso fissato al Tu maggio. Frattanto veniva previsto l'accantonamento delle dotazioni di equipaggiamento per il futuro inverno ed era prescritto un periodo di addestramento dei reparti destinati ad operare in quel particolare ambiente. Nella prima decade di aprile lo Stato Maggiore dell'Esercito aveva definito la formazione organica dell'8• Armata. Rimaneva fermo il concetto della costituzione di essa su tre Corpi d'Armata (II, CSTR ed Alpino), con un considerevole complesso di unità direttamente dipendenti dal Comando d'Armata. Attuata nel CSIR la trasformazione della 3" Divisione Celere, ne sarebbe stato poi ancora cresciuto rarmamento con l'assegnazione
Costituzione, tras/enmento e radunata de/1'8" Armata
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di elementi corazzati. Il raggruppamento a cavallo sarebbe rimasto al CSIR, anziché all'Armata, cd altrettanto il III gruppo carri (( L» S. Giorgio, ridotto a due soli squadroni (che invece fu rimpatriato per le pessime condizioni del materiale). TI II Corpo d'Armata avrebbe dovuto ricevere un solo battaglione mitraglieri, invece dei due che poi ricevette, c fu questa la sola variante di quanto era stato progettato per quella Grande Unità. Il Corpo d'Armata Alpino partì nella formazione prevista, risultata più leggera di quella degli altri due, com'è indicato più avanti . Per le unità direttamente dipendenti dal Comando di Armata era stata progettata una formazione assai consistente. che poi non fu raggiunta, perché le necessità del fronte africano dovevano essere soddisfatte con precedenza c neppure potevano essere trascurate quelle dei territori balcanici e della frontiera alpina occidentale. Sebbene fossero stati compresi nella formazione progettata, non si recarono al fronte russo: - l'intero 20" raggruppamento sciatori alpini, formato dai battaglioni Monte Rosa, Tla/ Toce e Val Cenischia, da una compagnia di pezzi controcarro, dal gruppo di artigl ieria alpina Val d' Orco (tre batterie di obici da 75/13) e da una compagnia del genio marconisti. In Russia sarebbe rimasto soltanto il battaglione sciatori
Mo11te Cervi11o; - il raggruppamento esplorante corazzato Cavalleggeri di Lodi, costitu ito da tre gruppi di squadroni, con un totale di 26 autoblinde, 56 carri armati L / 6 (con pezzo da 20), 8 pezzi da 20 contraerei, 9 scmoventi da 47(32, 8 semoventi da 75/ r8, un plotone artieri - traghettatori; - il 10° raggruppamento semoventi, con i gruppi CLXI, CLXII, CLXIII, ciascuno su due batterie, armate di modernissimi cannon i da CJ0/ 53· Quest'ultime unità corazzate dotate di pezzi da 75 ( 18 e da 90/53 avrebbero poi avuto un importante compito da adempiere nella fase cruciale della seconda battaglia difensiva del Don. Fu inviato al fronte russo, in più delle unità previste, il C IX battaglione mitraglieri, assegnato al Comando d'Armata. Non era stata esclusa l'ipotesi di sostituire il XXXIV gruppo cannoni da 149/40 del 9" raggruppamento artiglieria d'Armata con un altro di pari calibro, ma dotato di pezzi da T49/3S, antiquato
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u opera zioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
materiale su affusto rigido (4), che mai avrebbe potuto anche soltanto fornire prestazioni simili a quelle del moderno pezzo da 149/ 40. Nel periodo immediatamente anteriore all'inizio del funzionamento in Bologna del Comando dell'8" Armata, in un lungo colloquio del 29 aprile, nel castello di Klessheim tra il Generale Cavallero ed il Feldmaresciallo Keitel, quest'ultimo esprimeva un giudizio favorevolissimo sul comportamento del CSIR durante l'ormai conclusa campagna invernale c prometteva il futuro impiego unitario delle forze italiane dell'Sa Armata.
Il Comando dell'W Armata, costituitosi il 1° maggio T942 in Bologna, era destinato ad esercitare la propria autorità gerarchica su tre Corpi d'Armata, ma in realtà, in quel momento, uno di essi era sottratto a qualunque azione diretta di Comandi italiani, in quanto si trovava da lungo tempo ad operare al fro nte russo. Gli altri due, il II Corpo d'Armata, ad Alessandria, ed il Corpo d'Armata Alpino, a Bolzano, erano assai lontani dalla sede di Comando dell'Armata. Anche le Divisioni e le altre unità minori presenti in Italia erano dislocate in ampia zona rispetto ai Comandi dei due Corpi d'Armata che le inquadravano e si andavano lentamente rac~o~liendo nelle zone donde avrebbe avuto inizio il trasporto ferrovJano. Fino al ro maggio le unità erano ancora impegnate in servizi territoriali e gerarchicamente dipendenti dai Comandi nel territorio dci quali erano dislocate. Soltanto dopo quella data fu rono alleggerite da incarichi non connessi al loro prossimo impiego di guerra. Inoltre sarebbero venute a dipendere direttamente dal Comando di Armata altre unità suppletive, già operanti al fronte russo. L'Intendenza costituita per il CSIR, pur trovandosi in zona di guerra cd in piena attività, stava attuando la propria trasformazione per potere servire l'Armata (5). La costituzione delle Grandi Unità destinate ad operare nel1'8 - Armata, riportata dai rispettivi quadri di battaglia (Dommenti 11. 54 e 55), comprendeva, complessivamente: battaglioni organici, o reparti corrispondenti delle varie Armi, e 50 compagnie autonome, od unità corrispondenti del-
T22
(4) Gittata massima 17 .)00 metri. (5) V ds. monografia: << l Servizi logistici delle Unità italiane al fronre russo (1941 - 1943) >>.
Costituzion~. trasf~rimento
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e radunata dell'Ba Armata
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le varie Armi, equivalenti alla forza di r6 battaglioni c altre unità minori, per un totale complessivo di 229.005 uomini;
- 25.000 quadrupedi; r6.7oo automezzi e 4·470 motomezzt; - 2.657 fucili mitragliatori, 1.742 mitragliatrici, 423 mortai da 81, 874 mortai da 45, 297 cannoni controcarro da 47/32, 31 carri L/ 6 (6,8 tonn.), 19 scmovcnti da 47/32 (6,5 tonn.); -
977 pezzi di artiglieria di vario calibro;
- 23 aerei da ricognizione del 71 Gruppo (16 Ca 311 7 Br 20); - 41 aerei da caccia del 21 Gruppo Aut. C.T. (30 MC 200 Il
MC 202).
Dall'esame della (ormazione orgamca dc11'8" Armata risulta evidente che la sua costituzione rappresentava un grande sforzo per l'Esercito e per l'intero Paese, ai quali incombeva l'onere di alimentare la guerra in atto od in potenza su tutti gli altri fronti, oltre che di provvedere all'immediata difesa del territorio metropolitano. Si rilevano, dunque, due contrastanti esigenze: dare tutto quanto fosse possibile, affinché le finalità specifiche alle quali mirava il Comando Supremo fossero raggiunte; non incidere troppo su tutte le altre esigenze ad esclusivo incremento di un settore parziale. L'Armata non disponeva in proprio di Divisioni da dislocare in seconda schiera c da impiegare direttamente per sfruttare con prontezza un eventuale successo o per rafforzare un tratto di fronte minacciato, né tanto meno per effettuare avvicendamenti su posizioni difensive. Infatti la Divisione Vicenza era stata costituita come u Divisione da occupazione n , priva del reggimento di artiglieria e del battaglione mortai, dotata di una sola compagnia controcarro e di un battaglione mitraglieri. L'Armata non possedeva unità carriste atte allo sfondamento ed alla rapida penetrazione attraverso le brcccie, non essendo idonea al primo compito cd alla fase iniziale del secondo la 3~ Divisione Celere, costituita come Divisione motorizzata ed alla quale non era bastante la forza di penetrazione confcritale dai due modesti reparti corazzati successivamente giunti in Russia. Una nota particolare era data dall'inclusione della Legione croata, formata da un battaglione fucilieri, rinforzato da reparti di armi d'accompagnamento c da una compagnia di complementi.
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
Quella unità avrebbe dovuto affermare sul campo di battaglia l'allineamento della Croazia indipendente con le Potenze « dell'Asse » c del <<patto antikomintern ».
In generale, l'aspetto organico dell'Armata era piuttosto quello di una Grande Unità formata per combattere in terreno montano. come sembrava essere destinata a fare, in conformità con le intese politiche assunte ancor prima della sua costituzione e come la tradizione militare italiana dimostra essere caratteristica positiva del combattente italiano, preparato a quel compito dalla conformazione fisica del suo Paese. Su tre Corpi d'Armata, due (il n c l'Alpino) avevano la totalità delle fanterie destinate a muovere a piedi. mentre il XXXV- CSIR poteva autotrasportare soltanto due delle sue tre Divisioni (una autotrasportabilc e la Celere). Derivava da questa situazione organica la conseguenza che l'Armata, se impiegata in zona pianeggiante, non sarebbe stata in grado di partecipare ad operazioni offensive a vasto raggio e sarebbe stata costretta in un impiego difensivo. Il Corpo d'Armata Alpino ripeteva l'inconveniente organico già notato presso l'Armata, di non disporre in proprio di una piccola massa di manovra. Il II ed il XXXV- CSIR avevano, almeno, i sei battaglioni del raggruppamento di camicie nere.
l mezzi di fuoco della fanteria erano organicamente ripartiti in modo alquanto disarmonico nei tre Corpi d'Armata, inconveniente tanto più grave se l'Armata avesse dovuto operare riunita. In tal modo, le Grandi Unità che la componevano, dovendo essere impiegate in settori contermini, si sarebbero trovate, probabilmente, a dover fronteggiare esigenze simili schierandosi o tutte in pianura, o tutte in ambiente mon tano. Infatti, il Corpo d'Armata Alpino disponeva in tutto di 72 mortai da 81, contro i 153 del II Corpo d'Armata ed i r89 del XXXV- CSIR. Se poi si considera che le Divisioni di fanteria italiane operavano nel quadro di Grandi U nità superiori comprendenti anche Divisioni germaniche, la proporzionale esiguità di dotazione di mortai diviene ancora più sensibile, in quanto le Divisioni dell'Esercito alleato possedevano maggior quantità di tali armi.
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Costituzione, tra;ferimento e mdunata dell'S" Armata
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Quanto alla difesa controcarro affidata alle unità di fanteria, il limite dell'efficacia, più che nel numero delle armi, stava nelle loro prestazioni. Il pezzo da 47/ 32, pur essendo in sé anna di buone qualità balistiche, come è già stato detto, non riusciva a perforare le corazze della maggior parte dei carri armati sovietici. Anche per questo armamento il Corpo d'Armata Alpino risultava meno provvisto del II e del XXXV- CSIR. La dotazione di pezzi da 47/ 32 del Il Corpo d'Armata, destinati alla funzione controcarro, era di 72 (oltre a 22 in funzione prevalente di accompagnamento) (6); quella del XXXV- CSIR era di 8o (oltre a 28 di accompagnamento). Invece quella del Corpo d'Armata Alpino era limitata ai soli 48 pezzi delle due compagnie controcarro assegnate a ciascuna delle tre Divisioni alpine (oltre ai 24 per ogni Di\ isione, assegnati alle compagnie armi di accompagnamento di battaglione). L'assegnazione di pezzi da 47 controcarro alle unità direttamente dipendenti dal Comando di Armata, 28 in totale, dei quali soli 8 destinati al la difesa controcarro della Divisione Vicenza e 20 all'accompagnamento (12 per le due compagnie reggimentali della Vicenza ed 8 per la Legione croata) non farebbe mutare il ragionamento, neppure se si computassero gli altri H) pezzi semoventi del XIII gruppo della 3" Divisione Celere, vincolati alla particolare azione del com battimento carrista. La struttura portante della difesa controcarro, però, risultava costituita dalle 90 bocche da fuoco d'artiglieria ad essa destinate, delle quali è detto più avanti c che, unite a quelle di fanteria, se schierate in settori di ampiezza consona alle possibilità organiche delle Grandi Unità italiane ed alla loro dottrina tattica, avrebbero potuto conseguire risultati migliori (7).
(6) La differenza tra le due funzioni consisteva negli obiettivi del tiro che determinavano la scelta del tipo di munizionamento da impiegare. Il tiro di accompagnamento, a granata normale, veniva effettuato normalmente contro bersa~li situati entro due chilometri anc he se la gittata massima era di 3.500 metri. Il tiro controcarro doveva essere effettuato a distanze ravvicinate inferiori ai 1.000 metri e la ginata mas~ima di 7.000 metri onenuta da quelle speciali granate era soltanto dfetto della maggiore velocità iniziale dd proierto. (7) I settori difensivi presidiati dalle Divisioni italiane sul Don ebbero ampiezze dell'ordine di una trentina di chilometri, mentre la dottrina tattica dell'epoca assegnava ad una Divisione di fanteria, in terreno pianeggiante, settori difensivi ampi dai tre ai cinque chilometri.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
Mentre le Grandi Unità dell'S"' Armata stavano schierandosi sul Don, lo Stato Maggiore dell'Esercito tedesco (O.K. H .). in persona dell ' Intendente Generale (Sottocapo di Stato Maggiore), Generale Blumcntritt, faceva presente all'Addetto Militare a Berlino l'insufficienza dci pezzi da 47 contro i carri armati di medio tonnellaggio ed i buoni risultati ottenuti dai tedeschi impiegando contro di essi bocche da fuoco da 76 mm. Quando poi fu nota al Comando Supremo la scarsa densità dello schieramento italiano sul Don, a Roma sorse la giustificata preoccupazione che la difesa controcarro, pur se accresciuta da parte germanica con l'avvenuta cessione dei 54 pezzi da 75/39, risultasse ancora insufficiente. Il Comando Supremo si rivolse allo Stato Maggiore dell'Esercito, affinché la dotazione di idonee armi controcarro fosse accresciuta, purché n on fossero ridotte quelle al fron te africano, ma nulla poté essere fatto. Anche da questa circostanza risulta dimostrato come fosse difficile per l'Italia condurre una guerra moderna su più fronti. Per quanto rig uarda l'artiglieria, il suo incremento quantitativo era collegato a quello stesso delle Grandi Unità presenti al fronte russo. La costituzione organica di un'Armata comportava l'assegnazione in proprio di reparti di artiglieria. 11 9° raggruppamento di artiglieria d'Armata, formato da sei gruppi, dci quali il LXXIII di obici da 210/ 22 (8), il XXXI, il XXXII ed il XXX IV di cannoni da 149/ 40 (9), il XXIV cd il L di cannoni da 149j 2R (10), con il suo complesso di bocche da fuoco, rilevante per la potenza dei loro colpi e delle gittate, offriva al comandante la possibilità di un impiego a massa o di assegnare consistenti rinforzi alle G randi Unità dipendenti, soprattutto nel caso in cui l'ampiezza dci fronti sui quali sarebbero stati chiamati ad operare avesse consentito la sovrapposizione dei settori d'azione dei vari gruppi (8) Su tre batterie. G ittata massima I)-400 metri. Arma eli fabbricazione moderna, dotata di forte potenza di colpo. Le sue batterie furono assegnate ai gruppi da 149/ 40, formandosi, in tal modo, gruppi pluricalibro che furono decentrati ai Corpi d'Armata. (9) Ciascuno su tre batterie, dotate Ji armi pure moderne con la gittata massima di 23 .700 metri, che ft1 raramente utilizzata appieno, per la difficoltà di osservare da terra il tiro, e quindi efficacemente dirigerlo. Pochissime volte fu possibile attuare l'acrocooperazionc per l'osservazione aerea dei tiri. (10) Armi di fabbricazione Krupp, cedute dalla Germania. Gittata massima I3.300 metri.
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(anche con quelli dei Corpi d'Armata c delle Divisioni) e la manovra delle traiettorie. Per il 2or" reggimento di artiglieria motorizzato, su tre gruppi (nove batterie) armati di modernissimi cannoni da 75 / 32, era previsto l'impiego frazionatissimo in funzione controcarro (n). Anche i l reggimento di artiglieria a cavallo, con tutte le sue contemporanee possibilità c limitazioni d'impiego, era passato a far parte delle unità direttamente dipendenti dal Comando dell'Armata, unitamente a l raggruppamento a cavallo del quale faceva parte. Il rafforzamento in batterie controaerei da 75/46, da 4 a 13 (cinque gruppi) era, all'incirca, proporzionale all'incremento generale della forza dell'Armata, mentre risultava relativamente scarsa l'assegnazione di sole 4 batterie controaerei da 20. Della dotazione di artiglieria del CSIR è stato detto, così per il Corpo d'Armata, come per le Divisioni, anche dopo che la 3• Celere fu organicamente trasformata. lnquadratosi nell'Sa Arn1ata e divenuto il CSIR XXXV Corpo d'Armata, il Comando artiglieria d'Armata stabilì che i tre gruppi da 105 / 32 del 30° raggruppamento venissero rinforzati da un gruppo di obici da 149/ 13, parificando in tal modo fra i tre Corpi d'Armata la disponibilità diretta di gruppi di artiglieria. Rimaneva nelle Divisioni del CSIR il punto debole di un armamento costituito da bocche da fuoco di modello antiquato. Il TI Corpo d'Armata era il meglio provveduto quanto ad artiglierie organicamente assegnate. Il 2° raggruppamento, pur essendo stato ridotto dal trasferimento di un gruppo da 149/ 13 al 30° raggruppamento del CSIR, restava costituito da due gruppi da ro5 / 28 (12) e due da T49 / 13 (13). Nelle Divisioni i reggiment1 d'artiglieria divisionale erano formati da due gruppi di o bici da 75/ r8 ( 14) cd un gruppo di cannoni da 105/28. Si può osservare che, tanto per il II Corpo d'Armata, quanto per gli altri due, non era stata assegnata in proprio, tra le artiglierie. alcuna batteria da 75 / 46 controaerei. La dotazione di due batterie da 20 al Corpo d'Armata c di altre due ad ognuna delle Divisioni non costituiva garanzia che i sorvoli nemici potessero essere efficacemente contrastati. Il Corpo d'Armata Alpino, con l'no ra ~gruppamento d'artiglieria, aveva ricevuto tre gruppi di cannoni da 105/ 32 (che ripete(rr) Arma di fabbricazione moderna. Gittata massima 11.500 metri. (12) Arma di fabbricazion e anteriore al 1915. G ittata massima 13.650 metri. (13) Arma di fabbricazione anteriore al 1915. G ittata massima 8.8oo metri. (14) Arma di fabbricazione moderna. Gittata massima 9·500 metri.
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L~ op~raztoni d~llt: unità italian~ al frontt: russo
( 194J - 1943)
vano gli inconvenienti degli stessi pezzi assegnati al CS IR) ed un gruppo da 149/ 13. In ognuna delle tre Divisioni alpine, il materiale dei due gruppi di obici da 75/13 somcggiati (r5) rispondeva all 'esigenza eventuale di cooperare con i battaglioni alpini in zone impervie, ma si trattava pur sempre di materiale antiquato. 11 gruppo di obici da ros/ rr someggiati (r6) del reggimento di artiglieria divisionale, dotato di armi otùme in sé, era, però, costituito su due sole batterie. Tutte le nove Divisioni dci Corpi d'Armata, appena giunte in Russia, erano state dotate di sei pezzi da 75/39 mod. 97-38, di preda bellica francese, distribuiti dai tedeschi. Con quelle armi e con personale tratto Jai reparti munizioni e viveri dei reggimenti di artiglieria divisionale, furono formate batterie destinate a svolgere soltanto azione controcarro, in modo analogo a quelle del 20I reggimento. La disponibilità di questi pezzi in funzione controcarro, aggiunta a quella delle armi del 201" reggimento, dava modo Ji rafforzare considerevolmente l'azione limitata dci pezzi da 47/32. Esistevano ancora, nel!' Armata, sette batterie di obici da 65/ 17 ( r7), assegnate come batterie di accompagnamento ai reggimenti di fa nteria 37" (Divisione Ravenna), 53" c 54" (Divisione Sforzesca), 79° cd 8on (Divisione Pasubio), 89'' e 90° (Divisione Cosseria). Alla Divisione Vicenza, ultima giunta in territorio russo e destinata a svolgervi servizio di occupazione, non era stato assegnato alcun reparto di artiglieria, neppure armato con pezzi da 20 per la difesa controaerei. La forza complessiva delle bocche da fuoco dell'8~ Armata nsulta così ripartita per calibro: 0
da 65 f 1 7 di aeco mpagnamento, someggiati n. 28 )) 20 mm cfa (r8) )) 224 / » »
75 / 46 cf a 75 / 32 motorizzati cfc
l>
75/39 cfc
6
))
')2 ~ 27
)) ))
36l 54 j 90
(•S) Arma di fabbricazione ameriore al •9•5, di preda bellica austroungarica. Gittata massima 8.250 metri. ( •6) Arma di fabbricazione moderna, di preda bellica francese. Gittata massima 7.250 metri. (•7) Arma di fabbricazione anteriore al 1915, distribuita a consumazione e da sostituire con il cannone da 47/ 32, assegnato alla fanteria. Gittata massima 6.500 metri. (18) La 3a Divisione Celere metteva in linea, inoltre, i 31 pezzi da 20 dei carri armati del L'<VIl battaglione corazzato, ma le caratteristiche d'impiego tattico di quelle armi fanno sl che non se ne possa tenere conto tra le unità di artiglieria.
CoJ·tituzione, trasferimento e radunata dell' 8"' Armata - -- -
da 75/13 someggiati (Divisioni alpine) . n. » 75/ r8 motorizzati (Divisioni di fanteria II C.A.) . » '> 75/27 mod. 19rr mot. (Divisioni fanteria XXXV C.A.) . . . » » 75/27 mod. 1912 a cavallo . » » r oo / 17 motorizzati (Divisioni fanteria XXXV C.A.) . . >> » ros / n someggiati (Divisioni alpine) . n >> 105/28 motorizzati (Il C.A. e Divisioni) » » ros / 32 motorizzati (XXXV C.A. e C. A. Alpino) >> » 149/ r3 motorizzati di Corpo d'Armata » >> 149/ 28 motorizzati di Armata >> >> 149/ 40 motorizzati di Armata . . >> >> 210 j 22 motorizzati di Armata . >> per un totale di 946 pezzi, inquadrati in 204 batterie.
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72 72 72 24 36 24 6o 72 48 24 36 12
Ma, deU'insieme, 28 pezzi erano vincolati all'azione di accompagnamento di singoli reggimenti di fanteria, 276 all'azione controaerei (per la quale non risultavano neppure abbondanti), 90 all'azione controcarro (che li impegnava in uno schieramento frazionatissimo, più simile a quello delle armi di fanteria, che idoneo a svolgere anche azioni proprie dell'artiglieria). Per queste risultavano disponibili 552 bocche da fuoco, non tutte moderne, di munizionamento vario, ma che, se impiegate secondo la dourina norninalmente in vigore (e tanto poco attuata al fronte russo), avrebbero potuto ugualmente offrire alle fanterie una efficace cooperazione (19). La ripartizione delle bocche da fuoco per cal ibri e per Grandi Unità risulta dal Documento 12. 56. La dotazione di bocche da fuoco d'artiglieria era stata considerevolmente accresciuta. In generale anche questo aumento era del369%. Era stata inserita la nuova specialità dell'artiglieria controcarro e la dotazione delle bocche da fuoco di medio calibro (inusitatamente assegnate perfino ai reggimenti divisionali del II Corpo d' Armata e del Corpo d'Armata Alpino) ne aveva determinato un incremento speci:fìco del 766°~ , ad evidente discapito di altri fronti di guerra. (19) Vds. nota 6, pag. 189. 13. - U .S.
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Ll' opaazioni dl'lll' unità aulianl' al fronlt' russo (1941-1943)
I mezzi corazzati erano di tipo differente da quelli assegnati al CSIR. Se pure non si trattava più dei minuscoli carri L j 3, il complesso dei non molto più potenti 31 carri L / 6 e dei 19 semoventi da 47/ 32 era inferiore in numero ai 6o carri del CSIR. Anche la ripartizione delle truppe chimiche tra i Corpi d'Armata dell'8• Armata comprendeva una particolarità. Stabilito il criterio che la maggior parte di quei reparti fosse accentrata presso il Comando di Armata c che nei Corpi d'Armata fosse compresa una sola compagnia per eventuali, non verificate, esigenze difensive. risultava straordinaria l'assegnazione in blocco al II Corpo d'Armata delle sole due compagnie lanciafiamme inviate al fronte russo. Invece la dotazione di mezzi aeronautici risultava diminuita, non solamente in valore proporzionale, ma perfino in valore assoluto, essendo ridotta del 21 " . L 'incremento percentuale della forza in uomini (Documento n. 57) risultava circa del 369 °~ , ma la dotazione complessiva di armi della fanteria dell'8• Armata risultava inferiore a quella del CSIR ; infatti per tutti i tipi di armi della fanteria l'incremento non raggiungeva il 300°/,. Durante il periodo di approntamento in Italia, tra febbraio e maggio, tutti i reparti svolsero un addestramento inteso a dare allenamento a lunghe c prolungate marcie a piedi, a prendere in esame situazioni di guerra di movimento, di passaggio di corsi d'acqua, l'impiego di mezzi del combattimento d'arresto e l'intervento di mezzi corazzati. Peraltro l'aspetto fisico della regione ed il dovere di rispettare le esigenze delle fitte coltivazioni agricole esistenti nella valle padana, nella quale si trovavano quasi tutti i reparti destinati al fronte russo, ponevano forti limiti al realismo dell'addestramento. L'esperienza acquistata dall'Esercito tedesco nelle prime settimane di guerra, e della quale lo Stato Maggiore dell'Esercito italiano era stato informato, aveva dato luogo a norme addestrative emanate dagli uffici centrali, subito diramate fino alle minori u nità (Documento n. 58). La stagione invernale, la crisi subita dalle Grandi Unità germaniche, l'intervento del CSIR nel vivo delle operazioni autunnali cd invernali, avevano fornito altre esperienze, delle quali era stato parimenti tratto partito per fornire aggiornati orientamenti all'addestramento delle unità destinate al fronte russo. Altra esigenza fu quella profilattica delle vaccinazioni , fatte per conferire immunità contro il tetano e le più diffuse malattie infettive.
CostituziOne, t rasferim ento e radunata de/1'8' Armata
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Le unità partenti furono visitate dalle massime autorità dello Stato, in occasione della consegna di ricompense conferite alle Bandiere ed a singoli militari per premiare atti di valore compiuti durante la precedente partecipazione ad operazioni su altri fronti. Infatti tutte le Divisioni non erano alla loro prima esperienza nella guerra in atto. Il 2 giugno 1942, quando erano imminenti le prime partenze delle unità destinate a costituire 1'8• Armata, il Generale Messe veniva ricevuto da Mussolini, al quale manifestava l'opinione, già precedentemente espressa in via gerarchica, che l'invio di una intera Armata al fronte russo costituisse un errore. Il Comandante del CSIR riteneva che l'esperienza di quasi un anno di guerra al fronte russo avesse dimostrato come lo scarso ed antiquato armamento, l'assenza di idonei mezzi corazzati, l'insufficiente quantità di automezzi, i gravi problemi logistici dipendenti dai rifornimenti e dai trasporti, soprattutto in relazione alle continue incomprensioni manifestate dall a parte german ica verso le nostre necessità, fossero tutte cause bastanti ad indurre a non accrescere il contingente italiano al fronte russo, speci almente per il pericolo che possibili eventi negativi menomassero il buon nome del soldato italiano. Mussolini confermava il proprio punto di vista che l'Italia non dovesse figurare da meno di altri minori alleati c che dovesse trovarsi a fianco della Germania su quel fronte , così come la Germania prestava la propria cooperazione in Africa, e perché, a suo avviso, i destini delle d ue Nazioni erano reciprocamente legati. Si riprometteva, infine, di trarre a vantaggio dell'Italia, alla conclusione della pace, maggiori benefici dalla presenza di un' Armata piuttosto che da quella di un solo Corpo d'Armata (2o). Nella prima settimana di giugno ebbero inizio le partenze, frammiste per i reparti dipendenti direttamente dall'Armata, dal TI Corpo d'Armata c dall'Inte ndenza. Fu stabilito che il Corpo d'Armata Alpino muovesse per ultimo.
2.- TRASFERIMENTO (Disegno n. 2 0 ) N elle vicende clell'8• Arm ata, intermedia tra le fasi della costituzione c della rad unata, è inserita quel la del trasferimento delle Grandi Unità costituite in Italia e non ancora presenti al fronte (20) M ESSE : op. ci t., Ed. giugno 1947, pagg.
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L~ operaziOni delle umtà Italian e al fronte russo
(1941 • 1943)
russo, come già si trovava il CSIR, che dell'8" Armata costituiva il primo blocco. Ques ta fu una delle particolarità nella costituzione dell'Armata che, mentre si formava nel territorio nazionale, aveva già una sua terza parte impegnata in guerra in un lontano teatro di operazioni. Tra gli Stati Maggiori centrali italiano e tedesco erano state convenute le modalità concernenti il trasporto ferroviario degli altri due Corpi d 'Armata, oltre che delle unità direttamente dipendenti dal Comando di Armata e di quelle dell 'Intendenza, e regolata la composizione dci convogli e la loro successione nel tempo. L'autorità germanica aveva, però, notificato a quella italiana, l'itinerario ferroviario solamente fino a Brest Litovsk (21). Il riserbo era motivato dal fatto che l'organizzazione ferroviaria dci territori occupati si riservava di determinare il successivo istradamento dei convogli a seconda della situazione del momento, tenuto ormai conto anche delle esigenze operative (22). Un diverso blocco di convogli ferroviari, destinati al trasporto delle unità automobilistiche o motorizzate (circa 2.500 automezzi), avrebbe raggiunto la Slesia a Troppau (23), donde i reparti avrebbero proseguito il viaggio per via ordinaria per circa r.soo chilometri, fino ali'Ucraina (24). Soltanto quando i primi convogli erano partiti dall' ltalia, all'inizio della seconda settimana di giugno, su insistenti richieste dell'Intendenza, che si stava preparando a funzionare a servizio del1'8'' Armata, i Comandi tedeschi comunicarono che il Il Corpo d' Armata, con le truppe cd i Servizi d'Armata, sarebbe stato scaricato nella zona a sud- ovest di Karkov, situata a circa 240 chilometri in linea d'aria a nord di Stalino c, quindi, completamente staccata dalla zona di operazioni del CSIR. Per il Corpo d'Armata Alpino, destinato a partire dall'Italia alla metà di luglio, era prevista una terza (21) Brennero - lnnsbruck - Monaco di Baviera - Augusta - Norimberga I !alle - Kottbus - Sagan - Glogau - Lissa - Lietzmannstadt - V arsa via - Siedlce Brest Litovsk. (22) Tn linea di massima risultò: Brcst Lirovsk - Raranoviczi - Stolpcje Minsk - Ossipiovici - Shlobin - Gomel - Konotop - Sumy - Aktirka - V iri stazioni ferro\·iarie della zona a sud e sud -ovest di Karkov. (23) Fu seguito l 'itinerario: Postumia - Lubiana - Marburg - G raz Vienna • Lundenburg - Prerau - Troppau - Jagerndorf (per 8oo ch ilometri). (24) Troppau · Jaroslav • Leopoli - Rovno • Zitomir - Darniza {presso Kiev) - Lubni - Poltava. TI 10° autoraggruppamento di Armata fu avviato, invece, sull'itinerario ferroviario attraverso la Romania, per Jasi - Kisinau, proseguendo per via ordinaria su Uman e Poltava.
CostituZJOIIf'. trcufuimento e radunata de//'8• Armata
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zona di radunata a nord di Taganrog (Mar d'Azov) e ad ovest del fiume Mius, in quanto quella Grande Unità sarebbe stata destinata ad operare nella zona caucasica. Per fronteggiare le necessità derivanti dall'imprevista situazione fu attuato un d uplice ordine di provvedimenti . Innanzi tutto l'Intendenza provvide tempestivamente a r icevere i Reparti ed i Comandi che sbarcavano nelle stazioni ferroviarie della periferia di Karkov e nelle località ad essa più vicine. Successivamente, il Comandante dell'Armata svolse opportuna azione perché fossero mantenuti gli impegni assunti circa l'impiego unitario. Egli si adoperò affinché lo sforzo compiuto dall'Italia con l'approntamento di un 'Armata venisse convenientemente considerato c non finisse disperso in tre filoni minori, senza garanzia che non si sarebbero verificati ulteriori frazionamenti, come un fatto già lasciava prevedere: la Divisione Rar,enua, prima giunta del TI Corpo d'Armata, era stata impiegata in seconda schiera, inserita in Grandi Unità tedesche. prendendo posizione nella zona a nord- ovest di Lozovaja. L'azione del Generale Garibaldi ottenne il desiderato successo, c non si parlò più di destinazioni al Caucaso c di speranze future per il Medio Oriente. In vero la costituzione organica dell'Armata, il suo armamento, la scarsa motorizzazione delle sue unità combattenti, sarebbero stati tutti fattori da considerare come positivi per l'impiego delle unità italiane in zona montuosa. T ra il 17 giugno ed il 7 luglio, frattanto, affluiva nella zona di Karkov una rilevante frazione del II Corpo d'Armata: il Comando, con la quasi totalità dei Reparti direttamente dipendenti (1 r.ooo uomini su 13.000) (25), l'intera Divisione Ral'en11a (13.000 uomini), òrca metà della Divisione Sforzesca (6.ooo uomini su 13.000) (26). In complesso 30.000 uomini dci 52.000 costituenti il Corpo d'Armata.
(25) Erano ancora in viaggio il TT battaglione mitraglieri di C.A. someg· giato, il II battaglione guastatori di fanteria, la 2" compagnia chim ica, la 4' e la s• compagnia lanciafiamme, la 4" compagnia ricuperi ed alcuni elementi dei Scr\'izi. (26) Comando della fanteria divisionale, 5" sezione CC.RR., 54" reggimento di fanteria Umbrta, aliquota del Il battaglione mortai, 2' compagnia cannoni c c da 47 32, Il gruppo obici da 75 r8 del r j' reggimento artiglieria divisionale, 53a batteria da 20 c ·a, 6' sezione di sanità. r" sezione di sussistenza, 124• autosezione pesante, aliquota della 192' autoscL;ione pesante. autoambulanze cd autobotti, alique>ta della squadra carburanti e lubrificanti.
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Le operazioni delle unitù italiune al fronte russo (1941 • 1943)
Il 23 giugno veniva diramato il preavviso del trasferimento dalla zona di Karkov a quella di Stalino ed erano stabiliti gli itinerari per effettuarlo. Il Comandante dell'Armata aveva ottenuto che il II Corpo d'Armata in affluenza si avvicinasse, nella zona del Donez, al XXXV, già operante, affinché fosse reale la costituzione dell' Armata, della quale il Comandante non tardò ad assumere il Comando, ancor prima che la radunata di essa fosse stata completata. Infatti se i due Corpi d'Armata non si fossero riuniti per proseguire insieme le operazioni nel prossimo ciclo estivo, e se il Comandante di Armata non avesse effettivamente esercitato su di essi la propria autorità gerarchica e d'impiego, esso si sarebbe d ovuto limitare a funzioni meramente ispettive su tre Corpi d'Armata isolati, inglobati in Armate germaniche, le quali li avrebbero impiegati a seconda delle loro rispettive necessità. 11 Comando di Armata emanava un preavviso di trasferimento per le unità del Il Corpo d 'Armata giunte o in arrivo nella zona di Karkov, provvedendo contemporaneamente al dirottamento della maggior quantità possibile di convogli tuttora in viaggio. facendoli dirigere nella zona d i Stalino- Gorlovka. Il movimen to fu effettuato tra il 28 giugno cd il 6 luglio, su due diversi itinerari : a) itinerario occideutale per le unità motorizzate: Karkov Krasnograd - Novomoskovsk - Pavlograd - Petropavlovka - Mescevaja - Novo Pavlovka (oppure Griscino), con uno sviluppo di circa 500 chilometri. Su tale itinerario avrebbero dovuto essere immessi anche gli automezzi non strettamente necessari alle unità che effettuavano il trasferimento a piedi. Si sarebbe trattato di una massa complessiva di circa 6.000 automezzi. Inoltre quella strada sarebbe stata percorsa anche dalle unità motorizzate scaricate dai treni a Troppau e che, per Poltava, avevano compiuto il viaggio per via ordinaria; b) itinerario orientale per le unità a piedi: Karkov - Staroverovka - Jefremovka - Krasnopavlovka - Vesselaj a - Lozovaja - Diakovo - Osidtschij - Petropavlovka - Mesceva ja - Novo Pavlovka (oppure Griscino), con uno svi luppo di circa 330 chilometri. Tale itinerario fu percorso dalla intera Divisione Ral'etma (che era stata schierata nella zona di Lozovaja), dalle salmerie di com.battimento della Divisione Sforzesca e del gruppo 2 3 Marzo c dalle unità del genio di Corpo d'Armata non motorizzate.
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Costituzione, tra.<ferimmto e radunata del/'8" Armata
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L'itinerario stabilito per le unità a piedi risultava più breve di quello assegnato alle unità motorizzate, ma presentava, per contro, l'inconveniente di attraversare una zona ancor calda di combattimento c della quale quasi neppure era finito il rastrellamento. Infatti le operazioni tedesche per l'eliminazione delle principali forze sovietiche rinchiuse nella sacca di lzjum (o di Lozovaja) erano durate dal I7 al 30 maggio cd il rastrellamento ne era stato completato soltanto il 26 giugno.
3. - RADU~ATA L'afflusso delle unità provenienti dalla zona di scarico ferroviario presso Karkov e quello dei treni ancora in arrivo dall'Italia che si andava gradualmente attuando nelle rctrovie del CSIR, nella zona di Sta lino- Gorlovka, determinava la fase di radunata della ga Armata. In previsione dell'imminente ripresa offe nsiva, il Comandante dell'Armata provvedeva a rinforzare di artiglierie il CSIR, poiché l'intervento italiano in azioni di guerra sarebbe stato in quel momento limitato, come si è già detto, alla partecipazione del solo XXXV Corpo d'Armata. Contemporaneamente trasferiva dal Il al XXXV Corpo d'Armata la Divisione Sforzesca, giunta fresca dall 'Italia, pur se veterana di altre operazioni di guerra. in sostitu7.ione di una delle due Divisioni autotrasportabili, che risultò poi essere la Torino. Infine, toglieva al CS IR il raggruppamento a cavallo (Sat'oia Cavalleria, Lancieri di Not1ara e reggimento artiglieria a cavallo) ed il battaglione alpini sciatori Mo11te Cerr·ino, e li passava alla diretta dipendenza del Comando di Armata. Al 15 luglio era in arrivo alla stazione ferroviaria di Gorlovka anche la Divisione Cosseria, che il Comando di Armata tratteneva a propria di sposizione. Il Corpo d'Armata Alpino era ancora dislocato in Italia, tranne l'no raggruppamento artiglieria che si era già trasferito in Russia ed era desti nato all'impiego nella prossima operazione di rottura del fronte sovietico.
CAP ITOLO X
LE OPERAZIONI NEL BACINO MINERARIO DEL MIUS (KRASNYI L UCH )
l . - LE PREDISPOSIZIO l La caduta di Sebastopoli in mano tedesca (3o giugno) completava la conquista della Crimea e fìniYa di porre le premesse necessarie all'offensiva d'estate germanica contro I' URSS. Frattanto, dalla seconda decade di giug no, si stava radunando al fronte russo 1'8" Armata (r). L'assunzione di Comando dell'Armata da parte del Generale Garibaldi - anche se la Grande Unità non era ancora al completo - aveva lo scopo essenziale di proclamare ai locali Comandi tedeschi l'intenzione di esercitare un'effettiva azione sull'Armata riunita, così come gli era stato promesso da Hitler in un colloquio avuto nel mese di aprile al Quartier Generale tedesco. Anche il II Corpo d ' Armata si trovava in crisi di movimento, non soltanto dalla zona d i Karkov, inizialmente prevista per la sua radunata , a quella nuova stabilita nel bacino minerario del Donez, ma perfi no per non avere completato il movimento ferroviario della Divisione Cosseria dall 'Italia e perché le unità della Sforzesca erano state scaricate dai treni parte in una e parte nell'altra zona di radunata. Pertanto il li Corpo d'Armata non era prontamente impiegabile, almeno per la sua maggior parte. In tale situazione il Comandante dell'Armata decideva che le prime operazioni della ripresa offensiva fossero condotte dal solo XXXV Corpo d'Armata - CSIR. tuttora inseri to nella rt Armata germanica, che, in vista dei propri futuri compiti strategici, si stava trasformando nel Gruppo di Armate « A ))' al Comando del Maresciallo List. (1) Il trasporto ferroviar io dali" Italia del Corpo d'Armata Alpino ebbe inizio il 14 luglio. Di quella Grande Unità era presente al fronte russo ai prim i di luglio soltanto l' 1J raggruppamento di artiglieria di Corpo d'Armata. 0
L~ op~razioni n~/ bacino
minerario del Mius ( Krasnyi Luch)
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Il XXX V Corpo d ' Armata sarebbe stato convenientemente rioforzato dall'assegnazione di una Divisione di fanteria (la Sforzesca) appena giunta dall'Italia con le forze integre, dalla III" Divisione di fanteria germanica e dalla costituzione di una forte massa di artiglieria di medio calibro, per facilitare una prevedibile azione di sfondamento, per mezzo della quale doveva essere raggiunto l'obiettivo della sponda destra del Donez. Inoltre riceveva anche il rinforzo del raggruppamento a cavallo (con vincolo d'impiego) e del battaglione alpini sciatori Monte Cemino. L'offensiva tedesca d'estate, aperta all'ala settentrionale fi no dal 28 giugno, andava estendendosi verso sud. La 4• Armata corazzata raggiungeva il Don nella zona di Voronez il 5 luglio e, scendendo lungo la sponda destra del fiume, vi lasciava a cl ifesa un 'occupazione di presidi con forza ridotta. coordinando il proprio movimento con quello della 6a Armata, che lo effettuava su di una direttrice lievemente spostata ad ovest. Era giunta l'ora dell 'intervento anche per il Gruppo di Armate (( A », destinato ad agire all'ala destra di tutto lo schieramento nella zona caucas1ca. Il CSIR , con la rt Armata, si trovava nella condizione di riprendere le operazioni, esaminando le diverse possibilità che si prospettavano. Il favorevole andamento delle azioni tedesche fra Doncz e Don. nella zona di Karkov, poteva lasciar presagire che le unità sovietiche opposte a quelle italiane non volessero lasciarsi intrappolare alle spalle ed intendessero congiungersi ai loro grossi sulla sinistra del Don. Ma non poteva neppure venire esclusa la possibilità contraria di una disperata resistenza russa sul posto, in tesa a distrarre forze alla grande offensiva tedesca . Questa seconda ipotesi, come quella che si presentava più difficile per le Grandi Unità del CSIR, doveva essere convenientemente studiata e da quello studio dovevano derivare concrete disposizioni operative, affinché le intenzioni dell 'avversario non ottenessero risultato positivo. Il Comando dell'S" Armata poteva intervenire soltanto rafforzando il XXXV Corpo d'Armata- CSIR e lo fece, come già è stato accennato, assegnandogli in rinforzo la Divisione Sforzesca ed una considerevole massa d'artiglieria di medio calibro, che avrebbe vantaggiosamente cooperato con le fanterie destinate ad attaccare le posizioni tenute dai sovietici per tutto l'inverno.
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Le operaz ioni delle unirù italiane al fronte russo ( 194 1 - 1945)
Mentre le Divisioni italiane sch ierate sul fronte tenuto dal CSIR avrebbero conservato la disponibilità delle artiglierie divisionali e di quelle assegnate in rinforzo (in totale 18 g ruppi, con 51 batterie c 204 pezzi di piccolo e medio calibro) il Comando d 'Armata assegnava in rinforzo a ll'artiglieria del CSIR altre unità con le quali sarebbero state formate due masse di manovra per cooperare con le due ali destinate all'attacco:
- massa di manovra <<nord >> (2 gruppi di cannoni da 105 /28 e 2 gruppi obici da 149/ r3 del 2° raggruppamento artiglieria del JT Corpo d 'Armata, per un totale di r2 batterie c 48 pezzi) agl i ordini del Comandante del 2° raggruppamento, per sostenere l'azione della ru• Divisione di fanteria tedesca, che conservava la disponibilità diretta della sua artiglieria organica (3 gruppi da T05); - massa di manovra c< sud» (3 gruppi cannoni da 105/ 32 cd r gruppo obici da 149/13 dell' nn raggruppamento artiglieria del Corpo d'Armata Alpino, oltre un altro gruppo da 149/ 13 del 2° raggruppamento cd un gruppo cannoni da 149 / 40 del 9" raggruppamento di Armata, per un totale di r8 batterie e 72 pezzi) agli ordini del Comandante dell'n" raggruppamento. Con l'azione di questo complesso di artiglieria avrebbe dovuto essere coordinata anche quella dell'artiglieria organica ed assegnata in rinforzo alla 3" Divisione Celere (r gruppo obici da roo j r7 e 2 gruppi cannoni da 75/ 27 del 120' regg1mento artiglieria motorizzato, 1 g ruppo cannoni da 105 / 32 del 30" raggruppamento di C.A. cd r gruppo cannoni da 75/ 27 del reggi mento artiglieria a cavallo, su 2 batterie), agli ordini del Comandante dell'artiglieria divisionale. Questo sarebbe stato detto cc Raggruppamento leggero », per distinguerlo dal precedente cc Raggruppamento di Corpo d 'Armata ». L'azione dell 'uno e dell'altro sarebbe stata coordinata dal Comandante della massa di manovra « sud », Generale Adriano Perrod, addetto al Comando artiglieria d e ll'8~ Armata. Una simile concentrazione di unità di artiglieria (31 gruppi , con 90 batterie e 360 bocche da fuoco) sulla fronte di un solo Corpo d ' Armata fu la più forte ottenuta al fronte russo dall'artiglieria italiana (Documento 1l. 59). Le due eventualità operative dello sfond amento della linea tenuta dai russi, oppure del volontario ripiegamento delle unità sovietiche, veni vano considerate in due distinte direttive emanate dal Comandante del XXXV Corpo d'Armata-CSIR nei gio rni 9 e .o luglio (Dowmenti 11. 6o e 61).
Le operaztont nel bacino mmerario del Mtus (Krasnyt T.uch)
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Per effetto di quelle disposizioni: la Divisione Sforzesca avrebbe sostitUito, nella parte centrale dello schieramento, la Divisione Pasubio c parte della Divisione Torino, mentre avrebbe rilevato gli clementi già assegnati in rinforzo alla Pasubio; - la Divisione Pasubio, serrando a sm1stra, avrebbe parzialmente sostituito la TI~ ~ Divisione tedesca, destinata ad agire come branca sinistra della progettata tenaglia; -
la 3" Divisione Celere, già rinforzata dal gruppo cc.nn.
Tagliamento c dalla Legione croata, avrebbe lasciato sulle posizioni invernali queste unità di rinforzo, che sarebbero passate, così, alla diretta dipendenza del Corpo d'Armata. La Divisione Celere, con i propri reparti organici, avrebbe costituito la branca destra della tenaglia. Era orientativamente previsto che il nuovo schieramento potesse venire attuato entro il 14 luglio. Il Comando del Corpo d'Armata si riservava l'emanazione di ulteriori c più precisi ordini. Il XXXV Corpo d'Armata- CSIR avrebbe operato inquadrato a sinistra (nord) dal LII Corpo d'Armata tedesco c a destra (sud) dal XLIX Corpo d'Armata Alpino ugualmente tedesco (198" Divisione di fanteria).
2. - LE OPERAZIONI (Disegno n. 2!) Al mattino dell'rr luglio, il Comando della 3• Divisione Celere dispone due puntate esplorative in forze, condotte la prima dalla Legione croata, sul costone di q . 253.4 verso Vessieli , e la seconda dal LXIII battaglione cc.nn . (gruppo Tagliamento) sull'abitato di Nikitino, entrambe allo scopo di accertare la situazione e, vincendo la resistenza di eventuali clementi avanzati nemici, di assicurare buone basi di partenza al successivo sbalzo in avanti. Le due azioni, validamente appoggiate dall'artiglieria della Divisione, ottengono pieno e rapido successo e, nella sera stessa. possono essere diramati gli ordini per l'azione offensiva. All'alba (ore 3,30) del 12 luglio, il 3" reggimento bersaglieri (colonna Carette), rinforzato dalla 3" compagnia bersaglieri motociclisti e da un gruppo cannoni da 75/27 del r20° reggimento artiglieria, lasciando :'\ikitino e Vcssicli occupate dalle forze che se ne
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L~ op~razion1 delle unità
italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
erano impadronite la vigilia, marcia su due colonne: a sinistra il XX battaglione c la 3A compagnia motociclisti sulla stazione ferroviaria di Fatscevka, a destra il XVIII battaglione su q. 333,5 (Mogila Ostraja). Il grosso della Divisione serra a breve distanza su quattro scaglioni, nelle due direzioni citate. Un violentissimo temporale, però, inzuppando profondamente il terreno, impedisce il movimento dei mezzi a motore e rallenta fortemente quello degli uomini a piedi. Resistenze di retroguardia ed ostacoli abilmente predisposti dal nemico, soprattutto campi minati, attardano ulteriormente l 'avanzata, mentre la riserva divisionale sosta nella zona di Krugli. Il Comandante delb Divisione dispone che alle ore 18 una nuova formazion e (colonna Salvatores: VI battaglione bersaglieri del 6'' reggimento, XLVII battaglione bersaglieri motociclisti, I gruppo da roo / 17 del 120" artiglieria) punti su Petrovenki, scavalcando gli clementi del 3" bersaglieri. All'imbrunire la nuova colonna viene arrestata da una forte resistenza avversaria all'altezza del quadrivio di Artema. L'azione non continua, pur essendo mantenuto il contatto con il nemico e stabilito il collégamento con le unità tedesche laterali, a sinistra a Utkino con il 308" reggimento di fanteria (rn• Divisione) e a destra con il 217" (r98" Divisione). Per la giornata del 13 luglio, il Comandante del Corpo d'Armata, in armonia con il piano della rt Armata, ordina che la Celere punti su Scevscenko- Malaja Nikolaievka c su Ivanovka- Krasnaja Poljana, per impedire al nemico un ripiegamento ordinato ed una sua eventuale organizzazione a difesa sul fronte Voroscilovgrad (oggi Lugansk)- Krasnyj Luch. Le Divisioni Pasubio e Sforze.;ca, in seconda schiera. avrebbero seguito il movimento verso oriente. Pertanto, il Comandante della Celere ordina che la colonna Salvatores, eliminando le resistenze del quadrivio di Artema, occupi la stazione ferroviaria di Petrovenki (occupata poi alle ore 11) e punti su Krasnaja Poljana. Gli elementi esploranti riferiscono che Scevscenko, sulla sinistra, è fortemente occupato, mentre, sulla destra, a q. 367, T, forti retroguardie hanno arrestato unità della 198" Divisione tedesca. Il Comandante germanico chiede il concorso italiano ed il VI battaglione bersaglieri conquista la quota. Alla sera, mentre le unità italiane sostano sulle posizioni conquistate, il grosso della Divisione si attesta su due colonne all'altezza della stazione ferroviaria di Kommendantski.
Le operazioni nel bacmo minerario del ,\,[ius ( K1·asny1 l,uch)
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Nella notte seguente forti reparti di cavalleria russa, appoggiati da intenso fuoco di artiglieria e di mortai, attaccano la q. 367,1. ll presidio italiano reagisce contrattaccando e respinge il nemico, che lascia sul terreno numerosi morti c feriti. Alle prime luci del r4. luglio è ripresa l'azione. La III" tedesca punta su Jelisabetovka c Malaja Nikolaievka. La Pasubio è sollecitata ad interporsi tra la rua c la Celere. Quest'ultima, alle ore 3,30, con il VI battaglione bersaglieri, appoggiato dal III gruppo artiglieria a cavallo, compiuto l'avvicinamento con il favore dcii 'oscurità, attacca di sorpresa la q. 300,2, posizione determinante per la successiva avanzata su I vanovka. In mezz'ora conquista la quota di slancio subendo sensibili perdite, cattura oltre 200 prigionieri e molto bottino. Per proseguire l'azione, la 3" Divisione Celere attua questo dispositivo : - in primo scaglione: X!llj6° (a sinistra) c XIX/6", appoggiati rispettivamente dal I c dal II gruppo del r20" artiglieria; - in secondo scaglione: VIf6"; - i11 n'serr·a dirùionale: 3" reggimento bersaglieri, con un battaglione a disposizione del 6°; - le restanti unità di artiglieria (III / 120 e III a cavallo, gruppo da 105 e gruppo da 149/ 13) avrebbero spostato in avanti il loro schieramento; - XL VII battaglione bersaglieri motociclisti, a protezione del fianco destro, a sud di Pctrovenki. Alle ore 6 ha inizio l'attacco, fortemente contrastato dalla fanteria sovietica, sostenuta da fuoco d'artiglieria, mortai e « katjusce 11, schierata su posizioni profonde, inframmezzare da reticolati, campi minati e fossi anticarro. Le perdite degli attaccanti sono considerevoli. 11 protrarsi della resistenza determina la richiesta del concorso aereo dell'aviazione tedesca. Un equivoco nella determinazione degli obiettivi fa sì che una prima squadriglia di « stukas 11, tenendo in considerazione soltanto i teli gialli esposti su autocarri tedeschi e non quelli regolamentari italiani parimenti esposti, lasci cadere le proprie bombe sui bersaglieri. Questi si riparano nelle trincee nemiche già conquistate e le perdite sono limitate ad una ventina di feriti. Il fatto si ripete con la seconda squadriglia che provoca una nuova decina di feriti. La terza squadriglia, potuta avvertire in tempo opportuno, colpisce finalmente le posizioni del nemico. Subentrano nell'azione al XIII /6° il XXV / 3" ed al XIX j 6o il VI /6". Tra le ore 8 e le 9 lvanovka è conquistata, dopo una lotta
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casa per casa. Il nemico si ritira sulle alture ad est dell'abitato e tiene questo sotto il fuoco di artiglieria, mortai e " katjusce l>, mentre nel paese scoppiano le consuete mine ad effetto ritardato. All'ala sinistra del XXXV Corpo, la ur" Divisione tedesca aveva occupato Malaja Tikolaievka, ma sul l'ala destra la 198• Divisione (XLIX Corpo d'Armata germanico) era stata arrestata nel suo attacco, lasciando scoperto il fianco destro del XXXV Corpo d'Armata - CSIR. Frattanto, le Divisioni Pasubio e Sforzesca serravano sotto. Il complesso del XXXV Corpo d'Armata era ormai penetrato nel sistema difensivo russo organizzato su Il a linea Voroscilovgrad Krasnyj Luch. Alla destra del Corpo d'Armata italiano, il XLIX Corpo d'Armata tedesco, dovendo deviare verso sud -est, facendosi seguire dalla propria 198" Divisione, avrebbe lasciato scoperto il fianco del CSIR, esponendolo ad eventuali offese provenienti dall'intricata zona mineraria di Krasnyj Luch. Pertanto il Comandante del XXXV Corpo dislocava, come copertura, il raggruppamento a cavallo. In un primo momento il Comando della 3" Divisione Celere aveva schierato, nel settore già occupato dalla 198" Divisione, il gruppo Tagliamento e la Legione croata. Queste due unità rimasero a presidio delle posizioni già occupate dalla 198• Divisione e furono inglobate dalla Divisione Pasubio. Nelle giornate del 15 e r6 luglio, il movimento verso levante fu sospeso, affinché potessero essere eseguiti i movimenti di riordinamento del Corpo d'Armata. Sul terreno compreso nei due settori tenuti dalla Celere e dalla r98• tedesca, nella giornata del r7 si sarebbero schierate la Pasubio e la Sforzesca, mentre le unità che avevano sostituito la 198" avrebbero mutato dipendenza d'impiego, rimanendo sulle posizioni occupate e passando alla Pasubio. Alle ore 7 del 17 luglio (Disegno 11. 22) la responsabilità operativa del settore di Krasnyj Kut era assunta dal Comando della Divisione Sforzesca, che la rilevava dalla 198" Divisione tedesca. La 3" Divisione Celere veniva in tal modo svincolata dalla responsabilità del settore e ripresa alla mano per essere prontamente impiegabile in un probabile sfruttamen to del successo. Durante l'intera giornata del 17 l'esplorazione urtò sempre contro una forte reazione del nemico, anzi, questo, nel settore della I I r• Divisione, tentò un attacco con carri armati, che venne respinto. Era un'azione svolta per facil itare la rottura del con tatto, come segnalavano la stessa III" e la 3 A Cele1'e.
Le operazioni nel bacino minerario del Mius (Krasnyi Luch)
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Il Comando del Gruppo di Armate « A >> ordinava che nel giorno seguente il XXXV Corpo puntasse su Krasnaja Poljana e Rovenki. Questi due obiettivi furono assegnati, rispettivamente, alla Pasubio ed alla Celere, mentre la Sforzesca , per il costone di Krasnyj Luch, sarebbe avanzata su Bokovo Platovo. Il raggruppamento a cavallo, aggirando da sud il centro minerario- industriale di Krasnyj Luch, avrebbe puntato su Bokovo Platovo. Il grosso delle forze sovietiche stava ripiegando verso il Donez, protetto da forti retroguardie. Nella giornata del 18 luglio, il maltempo ininterrotto rendeva disagevole il movimento delle unità a piedi ed impediva quello dei mezz1 a motore. La II Ja Divisione, essendo stata trasferita alle dipendenze del III Corpo d'Armata tedesco, lasciava il XXXV- CSIR. La 3" Celere occupava Scterovka, Kolpakovo e Krasnaja Poljana, raggiuntavi in serata dalla Pasubio. La Sforzesca, superato Krustalinj, proseguiva su q. 347,5, a nord di Krasnyj Luch. Il raggruppamento a cavallo, con una marcia di oltre 6o chilometri resa più faticosa dal fango e rallentata dalla presenza di campi minati raggiungeva, a sera, la zona di Krasnyj Luch, dopo avere compiuto un ampio movimento aggirante. In quella stessa serata il Comando germanico ordinava che il XXXV Corpo, anziché procedere su Rovenki e poi sulla foce del Don, come era stato precedentemente fatto intravvedere, si raccogliesse su Bokovo Platovo per rastrellare l'intricata zona mineraria. Nelle giornate del 19, 20, 21 e 22 agosto fu continuato il rastrellamento della zona, svolto senza incontrare importanti resistenze, concluso con la cattura di circa 4 .000 prigionieri. La zona fu bonificata anche dai campi minati e si procedette al riordinamento delle unità. Esaurito il compito ricevuto, il 23 luglio, su ordine del Comando dell'S" Armata, ormai pienamente entrato in funzione, il XXXV Corpo d'Armata- CSIR, puntando a nord- est, si dirigeva al ponte di Luganskaja, sul Donez, nei pressi di Voroscilovgrad. Mentre il CSIR mutava denominazione ed inquadramento, entrando a far parte anche operativa dell'S" Armata come XXXV Corpo d'Armata- CSIR, il Comando Supremo germanico esprimeva il proprio apprezzamento sulle qualità militar i messe in luce dal Corpo di Spedizione Italiano durante undici mesi di guerra, anche nelle più difficili situazioni.
C,\PITOLO Xl
LA MARCIA AL DON. LE OPERAZIONI NELL'ANSA DI SERAFIMOVIC
l. - LA MARCIA AL DON
A) IL PASSAGGIO DEL DONEZ
Le colonne delle unità del XXXV Corpo d'Armata- CSIR e del II Corpo d'Armata, frammiste a quelle direttamente dipendenti dal Comando c dall'Intendenza dell'Sa Armata, stavano confluendo su Voroscilovgrad appena conquistata da reparti germanici, provenendo rispettivamente da sud e da ovest. Nella zona adiacente a quella città si concentrava l'intera Armata italiana, per la prima volta divenuta concreta realtà. La Grande Unità, sebbene non fosse ancora completa in tutti gli elementi destinati a costituirla, era ormai diretta verso un ampio settore della sponda destra del Don, con il compito di dare solidità al velo di occupazione lasciato su quel fium e dalle Armate tedesche avviate verso Stalingrado e la zona caucasica. Il Comando del Gruppo di Armate << A )), il 23 luglio, aveva emanato un ordine che disponeva un rapido movimento delle unità italiane verso il Don, oltre che per il passaggio di dipendenze dell'Sa Armata dall'uno all'altro Gruppo di Armate, destjnato a concludersi con l'inserimento nel Gruppo di Armate << B n (Documento n. 62). Era necessario, quindi, che le Divisioni italiane più agili transitassero sollecitamente oltre il Donez, per prestare pronto aiuto alle D ivisioni tedesche, impegnate ad assicurarsi il possesso della sponda destra del Don. I sovietici in ritirata avevano continuato a lasciare alle loro spalle tutti i ponti interrotti, le line ferroviarie sabotate e numerosissime mine di ogni tipo.
La marcia al Don. Le operazioni nell'ansa di Serafimovic
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Per riattivare il passaggio tra le due sponde del Donez fu stabilito il gittamento di ponti di equipaggio: - a Luganskaja, una quindicina di chilometri a nord - ovest di Vorosci lovgrad, poco a monte della confluenza del Lugan (affluente di destra del Donez), sulla strada per Bielovodsk- Kantemirov ka- Rossosc; - Vesela ja Gora, a pari distanza a nord della città, poco a valle della confluenza dell'Aidàr (affluente di sinistra), sulla strada per Starobelsk- Valuijki. Il gittamento del ponte a Luganskaja aveva carattere di grande urgenza, in quanto era collegato a necessità operative, oltre che a quelle logistiche. Il compito fu assegnato al I battaglione pontieri, su due compagnie (tratto dalle unità d'Armata), che il 22 luglio si trovava dislocato a Vodjanoj (zona di Stalino). Al reparto venivano assegnate in rinforzo la 21 compagnia per ponti pesanti del IX battaglione pontieri, dislocata ad lsmajlovka (zona di Stalino) e la 2 " compagnia del XV battaglione artieri (II Corpo d'Armata), dislocata a Debalzevo, quest'ultima con il compito di preparare le rampe di accesso al ponte di barche. Ogni compagnia pontieri era dotata di un equipaggio da ponte Mod. 2, tipo B, della portata di 14 tonnellate e della lunghezza di roo metri. Il movimento per via ordinaria avrebbe dovuto essere iniziato subito, affinché il ponte potesse essere transitabile entro il 25 luglio. Alla colonna era stata assegnata precedenza di transito su qualunque altra. La partenza ebbe luogo alle ore 12 dello stesso giorno, ma il movimento fu lento, in conseguenza del superamento delle molte interruzioni operate dal nemico in ritirata. l 220 chilometri tra le due zone poterono essere coperti solta nto in 24 ore, delle quali T2 di marcia effettiva, essendo la colonna giunta a destinazione alle o:e 12 del 23 luglio. Riconosciuta la necessità che il ponte misurasse 140 m, furono destinate alla costruzione di esso la ra compagnia e me i:à della 2". Il lavoro dei pontieri, iniziato alle ore T), era finito alle ore 18, mentre le adiacenze del ponte, il suo accesso ed il suo sbocco venivano accuratamente rastrellati dagli artieri, che rimuovevano numerose mine a pressio ne c ad orologeria. Il transito era aperto alle ore r8,3o. Prime a transitare furono colonne tedesche. La rapidità di esecuzione del lavoro, pur se compiuto in assenza del nemico, dimostra l'al to grado di ad destramento raggiunto dagl i 14. - U.S.
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Le operazioni delle unità italiane al fronU russo ( 1941- 1943)
equipaggi che, poco tempo prima, avevano saputo anche tanto valorosamente combattere. Il 24 luglio, per smaltire una parte dell'intenso traffico e per maggiore garanzia di continuità del passaggio, l'altra metà della 2" compagnia del I battaglione c la 21 a f IX gittavano un secondo ponte, di pari lunghezza, circa 300 metri a monte del primo. Iniziato lo scarico dei materiali alle ore 14 cd intrapreso il gittamento alle ore I5,IS, il ponte veniva aperto al traffico alle ore 19. Nelle giornate dal 23 luglio al I 0 settembre 1942 transitarono su quei due ponti otto Divisioni, Truppe e Servizi di due Corpi d·Armata e dell'Armata per 37.000 veicoli militari: autocarri (con c senza rimorchio), trattori di ogni tipo, autocarrettc, autovetture, carrette a traino animale, oltre decine di migliaia di civili con il loro carreggio. La difesa controaerea dei due ponti era affidata al IV gruppo da 75/46. Nelle prime ore del mattino del 26 luglio ebbe inizio il passaggio delle unità del1'8~ Armata sui ponti di Luganskaja. Il movimento, previsto in linea di massima da una cc tabella di traslocazione » redatta dal Comando di Armata, fu accuratamente studiato e particolareggiatamente organizzato da tutti i Comandi delle Grandi Unità chiamati ad effettuarlo. Quei Comandi, durante l'esecuzione dei movimenti delle unità che dagli stessi dipendevano, erano sempre rappresentati ai ponti da ufficiali appartenenti ai loro Stati Maggiori. Le difficoltà determinate dal fondo sabbioso esistente sui primi dicci chilometri della pista che si allontanava dalla riva sinistra del fiume, inizialmente reso quasi inconsistente da un temporale vcrificatosi nella notte sul 26 luglio, comportarono la conseguenza che il transito della 3.. Divisione Celere si protraesse per qualche ora in più. Tale ritardo si ripercosse sul movimento delle unità che seg uivano. Anche se le condizioni del fondo si resero migliori dopo l'evaporazione della pioggia, la natura sabbiosa di esso non cessò di provocare inconvenienti ed i ritardi nei tempi di sfilamcnto andarono sommandosi. Le Divisioni del XXXV Corpo d'Armata- CSIR transitarono con un intero giorno di ritardo. Per ultima passò la Divisione Cosseria (allora temporaneamente alle dirette dipendenze del Comando di Armata), tra le ore 2 e le ore 8,30 del 31 luglio. Entro quello stesso giorno il passaggio del Donez era stato eseguito, secondo le previsioni.
La marCiti al Don. Le operazioni nell'ansa di Serafimot•ic
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B) LO SCHIERAMENTO SUL DON
Le intenzioni del Comando del Gruppo di Armate « B » circa l'impiego sul Don dcll'8• Armata, con il compito non principale di costituire un fianco difensivo schierandosi su quel fiume, erano state esposte fino dal 25 luglio al Generale Gariboldi. Egli non se ne era entusiasmato (Documento 11. 6 3), anche se gli veniva offerto l'allettamento di inserire nell'Armata Grandi Unità tedesche, mentre gli sarebbe stato levato uno dci tre Corpi d'Armata italiani, quello Alpino, destinato a svolgere più importante compito nella zona caucasica, quando sarebbe stato logico che colà fosse inviata l'intera Armata. Il Generale Gariboldi aveva espresso in via gerarchica le sue rimostranze al Comando Supremo, ma questo aveva aderito alla visione espressa dal Capo del Governo: « lasciamo che il Comando faccia» (Documento n. 64). I percorsi compiuù dalle Grandi Unità e da tutti i reparti provenienti dai settori tenuti dal CSIR durante la campagna invernale, o dalla zona del Mius- Krasnyj Luch, dove si erano svolte le più recenti operazioni, od ancora dalle zone di radunata del II Corpo d'Armata e delle nuove forze dell'8" Armata, si erano andati sempre più avvicinando a Voroscilovgrad, fino a riunirsi nell'unico breve tratto di afflusso ai ponti di Luganskaja e del deflusso da essi. T ornavano a divergere ad est del Donez, dirigendosi su Biclovodsk per il II Corpo d'Armata (Divisioni Ravenna c Torino), e su Millerovo per il XXXV- CSIR (Divisioni Sforzesca e Pasubio), mentre la 3a Celere, vera avanguardia dell'intera Armata, aveva bruciato le tappe e già stava combattendo sul Don, nell'ansa di Serafìmovic (1). Una crisi del rifornimento dci carburanti fece ritardare tutti i movimenti e sol tanto il 4 agosto i g rossi dci due Corpi d'Armata erano attestati alla ferrovia Rossosc- Millerovo, mentre il XXIX Corpo d'Armata tedesco, già schierato sulla sponda destra del Don, attendeva le Grandi Unità italiane per inscrirle sul fronte e per trasferire gradualmente ai sopraggiunti Corpi d'Armata italiani la responsabilità operativa dei settori laterali, conservando quella del settore centrale, a sua volta inserendosi nella costituzione dell'W Armata. ( r) l duri combattimenti sosLcnuti dalla 3" Divisione Celere nell'ansa di Serafimovic, a sosLegno della 6~ Armata tedesca, fanno oggetto della parte finale di ques[O capi[Olo.
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L~ op~ra:::ioni d~lle un irti italiane al fronte russo
( 1941 - 194 "i)
Per avere un'idea della densità media dello schieramento del XXIX Corpo d'Armata sul Don, basta considerare che esso doveva controllare un settore ampio 270 chilometri con tre sole Divisioni (anche se ternaric). La fase di movimento, conosciuta sotto il nome riassuntivo di t< marcia al Don » si stava sviluppando quale complessa operazione strategica. Nello svolgimento di essa nessun momento si presentò come atto puramente logistico, pur se le operazioni tattiche erano state limitate fino a quel momento alla partecipazione del solo XXXV Corpo d'Armata- CS IR, considerevolmente rinforzato, alla presa del bacino minerario del Mius- Krasnyj Luch. L'attraversamento di territori di recentissima occupazione, che comportava la rimozione di interruzioni ed ostacoli attivi e passivi, la saltuaria azione di partigiani e dell'aviazione avversaria incominciava a creare problemi tattici. Fin dal 27 luglio, il Comando dell'8" Armata orientava le Grandi Unità da esso direttamente dipendenti cd i Comandi d' Arma sullo schieramento che sarebbe stato assunto sulla linea del Don: - a nord il II Corpo d'Armata, che avrebbe compreso alla sua ala sinistra la 336"' Divisione di fanteria tedesca, oltre la Ravenna e la Torin o; - al centro il XXIX Corpo d'Armata tedesco, che avrebbe conservato le sue Divisioni 62 e 294", ricevendo la Divisione italiana Cosseria; - a sud il XXXV Corpo d'Armata- CS IR, con le Divisioni Pasubio e Sfot·zesca; - in riserva d'Armata una quarta Divisione tedesca e la 3' Celere (quando avesse terminato il ciclo di operazioni che era stata destinata a svolgere presso la 6" Armata tedesca) (Docummto n . 65). L'Armata sarebbe risultata inquadrata: - a sinistra: dalla 2" Armata ungherese; -
a destra: dalla 6' Armata tedesca.
L'avversario, secondo le informazioni raccolte alla stessa data del 27 luglio, avrebbe fronteggiato 1'8a Armata con la propria 63' Armata. Il 29 luglio il Comando del Gruppo di Amlate « B n revocava la disponibilità della quarta Divisione di fanteria tedesca destinata
lA marcia al Don. Le operazioni nell'a/Wl di Serafimovic
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in riserva, confermando la temporanea assegnazione della 3" D ivisione Celere alla 6" Armata tedesca. Il Comando d'Armata ne dava partecipazione ai Corpi d'Armata fornendo loro nuove notizie sulla situazione generale (terreno c nemico) , nell a quale si sarebbero trovati al più presto (Documento n. 66) ed il 3I lug lio, " per permettere alle truppe marce meno faticose c g iungere in linea in migliori condi zioni », invitava i Comandi dipendenti a regolare il movimento (( in modo da non addivenire alla sostituzione delle truppe in linea del XXIX Corpo d' Armata tedesco prima del giorno 8 agosto >> . Se per il XXXV Corpo d ' Armata- CSIR lo schieramento sul Don costituiva solamente un mutamento d all'uno all'altro settore operativo, per il Il Corpo d'Armata si trattava, invece, della ripresa dell'attività guerresca, dopo un lungo periodo trascorso in territorio nazionale c dopo che i reparti erano stati riportati a numero con l' immissione di complementi forniti da classi di leva sprovviste di esperien za bellica. Il Comandante del Corpo d'Armata, Generale Giovanni Zangh ieri, orien tava tutta la Grande Unità sulla situazione che sarebbe stata affrontata e sulle esigenze che da essa derivavano (Documento 11. 67). Il 2 agosto, il Comando dell'W Armata emanava i propri ordini per la sostituzio ne del XXIX Corpo d'Armata germanico sull a linea del Don , l' inserimento su di essa delle Divisioni italiane ad opera di quel Comando, destinato poi a far parte dell' Armata stessa. In sostituzio ne della Divisione tedesca sottratta alla riserva, il Comando d ' Armata ne abbozzava un rimpiazzo levando al II Corpo d'Armata il raggruppamento cc.n n. 23 Marzo c togliendo al la specifica fun zione controcarro il 20 1" reggi mento artiglieria motorizzato, che era stato particolarmente armato cd addestrato per svolgere proprio quell'azione di fuoco. Contemporaneame nte, lo stesso Comando d'Armata portava a conoscen za delle G randi Unità dipendenti i criteri ai quali il Comando del Gruppo di Armate « B >> intendeva che venisse informata la difesa del D on. Venivano considerati alcuni punti fo ndamentali (Documeuto n. 68) : - la lunga durata della sosta, destinata a comprendere anche il cambio di stagione; - l'ampiezza delle fronti assegnate in rapporto alle forze della difesa e, di conseguenza, la d iscon tinuità delle opere campali , -
la scarsezza delle forze,
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Le operazioni delle unirà italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
- la proiezione in avanti di tutte le unità, tale da determinare rigidità nella condotta della difesa, -
l'esclusione della difesa manovrata.
In esecuzione degli ordini del Comando d'Armata, il 2 agosto, il Comando del XXIX Corpo d'Armata emanava disposizioni per la sostituzione dei reparti in linea. Già il 3 agosto, gli orientamenti germanici subivano una nuova variante, con il preannunciato ritiro dalla linea della 62• Divisione tedesca, sostituita sul Don dalla italiana Cosseria. Il 4 agosto, il XXIX Corpo diramava il nuovo Ordine di Operazione n . 61, aggiungendo disposizioni a quelle impartite il 2 agosto. Il 7 agosto. il Comando del XXXV Corpo d'Armata- CSIR, pur non diramando ancora un vero c proprio Ordine di Operazione, forniva orientamenti alle unità poste alle sue dipendenze, non solamente sui rispettivi settori e sulla ripartizione delle forze, ma anche sulla situazione in atto al limite di settore con il XVII Corpo d' Armata tedesco, dalla quale sarebbero derivate assai presto importanti conseguenze (Docume12to 11. 69 ). Fino dall'8 agosto, il Comando del XXIX Corpo aveva segnalato l'importanza che la q . 220 dell'ansa di Verhnij Mamon rivestiva, tanto per l'una quanto per l'altra parte, c sul conseguente pericolo che i sovietici, ai quali era stata appena tolta, ne tentassero la riconquista. Lo stesso Comando germanico offriva, come fu accettato, di lasciare per qualche tempo un battaglione di fanteria rinforzato della 294" Divisione a disposizione della Di visione RavemJa, destinata a subentrare in quel settore, affinché le forze italiane avessero il tempo di prendere buona conoscenza delle nuove posizioni c di completarne i lavori difensivi. Il 10 agosto tutta l'organizzazione subiva una terza variante: veniva sottratta la 336a Divisione tedesca, chiamata ad operare altrove; la 62• Divisione sarebbe rimasta al XXIX Corpo, la 294• sarebbe passata al II Corpo italiano. Pertanto, in quel medesimo giorno, il Generale von Obstfelder, Comandante del XXIX Corpo d'Armata, emanava l'Ord ine di Operazione n. 62 per far adottare il nuovo schieramento. Secondo le intenzioni manifestate in quel momento dai Comandi germanici, sarebbe stato possibile all'Armata italiana fare assegnamento sulla presenza nelle proprie retrovie della 22a Divisione corazzata, destinata ad esservi dislocata, però a disposizione del Comando del Gruppo di Armate « B ».
La marcia al Don. Le operazioni nell'ansa di Serafimovic
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In realtà, quella Divisione stazionò nel settore del TI Corpo d'Armata nella valle del Boguciar soltanto per pochi giorni dell'autunno avanzato, tra la I a e la 2 • battaglia difensiva del Don, subito richiamata a cooperare al tentativo di tamponare la falla determinatasi il r9 novembre, ad opera dei sovietici, nelle retrovic della 6a Armata tedesca. Era fondamentale concetto operativo quello di sviluppare una rigida difesa sulla riva del fiume, anziché sulle alture dominanti. Per la prima volta per le unità italiane veniva contemplata la costituzwne di « gruppi d'intervento)), come riserve mobi li, tratti dalle unità di retrovia. Lo schieramento fu attuato tra il 10 ed il 15 agosto, perché il cambio del settore affidato alla Cosseria dal settore di Stogovkoj Abrossimova alla zona di Novaja Kalitva- Zapkovo- Dubovikof com~ortò, per questa Divisione, un supplemento di tre giornate di marc1a. Tutta l'operazione della marcia dal bacino del Donez alle sponde del Don si svolse in modo tale da meritare l'elogio del Maresciallo List. Comandante del Gruppo di Armate " A n , che aveva sovraintcso alla maggior parte dell'operazione stessa. Il T3 agosto, terminato tutto il complesso movimento, il Generale Italo Garibaldi assumeva la responsabilità operativa dell'intero settore de il 'W Armata, da Pavlovsk (Kolkoz Bugilovka) alla foce del Chopcr nel Don. Il 15 agosto il Comando del II Corpo d'Armata diramava il proprio ordine per la difesa del settore assegnatogli e, assumendone la responsabilità operativa dalle ore 8 del seguente giorno 16, completava lo schieramento sul Don clell'8a Armata italiana. Dal concetto d'azione al quale sarebbe stata improntata la difesa emerge come questa fosse prevista sulle alture che fiancheggiano il fiume, anziché al margine del corso d'acqua, c come fosse preoccupazione dci Comandi italiani la costituzione di riserve mobili, allo scopo di fronteggiare improvvise necessità. Per le unità sbarcate dai convogli ferroviari nella zona di Karkov il percorso per arrivare al Don superò i mille chilometri: 1.100 per i reparti a piedi c 1.200 per quelli motorizzati. Per i reparti provenienti dalla zona di Stalino, lo spostamento di 500 chilometri risultava comparativamente dimezzato. ma pur sempre rilevante. In generale la fanteria aveva marciato a piedi, coprendo la distanza media giornaliera di 32 chilometri, assai superiore a quella considerata normale. Poche tappe erano state limitate a 28 chilo-
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metri, frequenti erano state quelle superiori ai 35; una, compiuta il 27 luglio, aveva raggiunto i 40 chilometri. Durante tutta la lunga fase di movimento dell'Ba Armata, dalla zona di radunata nel bacino del Donez fino alla riva destra del Don, le unità aeronautiche italiane da ricognizione avevano costantemente provveduto d'informazioni i Comandi dell'Esercito e spesso le unità da caccia avevano dovuto intervenire a difesa. Lo schieramento fu avanzato sui campi di Voroscilovgrad , Oblivskaja, Millerovo, Kantemirovka c Karinovskaja. Alla fine d'agosto, anche il Comando dell'Aeronautica del Fronte Orientale si spostava da Stalino a Voroscilovgrad. La sistemazione definitiva dci passaggi sul Donez che avrebbero congiunto il Centro logistico di Voroscilovgrad, sede dell'Intendenza del1'8·' Armata, con lo schieramento delle Grandi Unità sul fronte del Don comportò un'intensa attività dei reparti del genio e soprattutto eli quelli della specialità pontieri. In prossimità dei ponti di equipaggio di Luganskaja, il XLI battaglione pontieri germanico, il 23 luglio, aveva intrapreso la costruzione di un ponte stabile di circostanza su palafitte, ma ben presto aveva dovuto interrompere quel lavoro, !asciandolo appena iniziato. Il 29 luglio, il I battaglione pontieri italiano lo riprendeva, provvedendosi nella zona stessa di materiale recuperato, ed il 24 agosto il ponte poteva essere aperto al traffico, mentre si rendeva possibi le il ripiegamento dei ponti di equipaggio. Frattanto, anche il IX battaglione, dopo avere ceduto la sua 2I compagnia in rinforzo al l battaglione, con le altre due (22" e 23"' compagnia), il 29 luglio si trasferiva nella zona di Voroscilovgrad. 11 5 agosto costruiva un ponte n. 2, della portata di 14 tonnellate, sul corso del Lugan. entro il centro abitato della città di Voroscilovgrad, e, nella stessa giornata, gittava sul Donez, a Veselaja Gora, un ponte 1/ R su barche, della portata di 13 tonnellate. Entrambe le opere erano finite in giornata. L'8 agosto questo ponte di equipaggio, di minore portata, e perciò stesso limitativo del traffico, veniva ripiegato e sostituito da un altro ponte di equipaggio Mod . 3· di IIO m, della portata di 20 tonnellate, pure su barche, messo in opera dalla 4 r" compagnia del II battaglione pontieri per ponti pesan ti, giunto in zona il giorno precedente. Il 9 agosto, la 42' compagnia dello stesso battaglione, gittava un secondo ponte su cavalletti, di 54 m, per superare il corso della Lugmka. 3
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L' u agosto, a Veselaja Gora, venivano iniziati i lavori per i a costruzione di un ponte su palafìtte sul Donez, analogo a quello di Luganskaja, e tali lavori venivano ultimati entro il mese di settembre. Durante la prima metà del mese di agosto ebbe inizio, nella zona di Gorlovka- Novo Gorlovka (bacino del Doncz), l'arrivo al fronte russo della prima delle Divisioni alpine che vi erano state destinate: la Divisione Trideutina (2). Il 16 agosto, stabilite le necessarie misure logistiche per il movimento, i primi reparti si avviavano a piedi su Armavir, distante oltre 400 chilometri in linea d'aria, ai piedi della catena caucasica. La maggior parte del Corpo d'Armata Alpino sarebbe giunta in tempi SUCCCSSi\•i. Il 19 agosto il Comando del Gruppo di Armate u A )) (Caucaso), con il quale gl i alpini sembravano avviati a cooperare, comunicava al Generale Gabriele Nasci, Comandante del Corpo d'Armata, che la Grande Unità posta ai suoi ordini doveva rientrare a far parte dell '8 Armata, schierata sul Don. Si era affermato il criterio dell'impiego unitario della forz:t spedizionaria italiana, al fronte russo, criterio sempre sostenuto dal Comando Supremo, dal Comandante del CSIR, come dal Comandante dell'Armata, per evitare lo smembramento delle unità italiane, più volte precedentemente tentato c quale poteva essere osservato in atto presso le unità romene.
2. - LE OPERAZIONI DELLA 3• DIVISIONE CELERE NELL'ANSA DI SERAFIMOVIC
(Disegno 11. 2 3) A) PRIMA FASE {24 U ..iGLIO - 2 AGOSTO 1942)
11 Gruppo di Armate c< B >> tedesco, raggiunta vittoriosamente la linea di ostacolo del Don, l'aveva discesa lungo la riva destra, e la 6" Armata (inquadrata in quel Gruppo), con il proprio XVII Corpo d'Armata. aveva occupato la zona di ScranmovicKalac, dove il Don, descrivendo un'ampi a curva convessa ad est, tocca il punto più orientale del suo corso. (2) Le ,·iccndc delrarriYO c dell'impiego delle unità alpine sono trattate nel capitolo X Ili.
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Intanto la 4" Armata corazzata, passato il Don ad est di Ternovskaja, puntava su Stalingrado, dove pure era diretta la 6" Armata proveniente da Kalac. Questa mossa avvantaggiava il Gruppo di Armate « A)), che aveva intrapreso la marcia verso la regione caucas1ca. Diveniva necessario, quindi, che il tratto della linea fluviale del Don, posto a monte della congiungente Kalac- Stalingrado, non divenisse base di partenza per azioni manovrate, con le quali forze sovietiche potessero minacciare le retrovic delle Armate tedesche operanti in direzione di sud -est. Prima fase di tale azione difensiva doveva essere quella della eliminazione di qualunque testa di ponte dci sovietici sulla sponda destra del D on. DaIl •ga Armata italiana, destinata a schierarsi su l Don alla sinistra della 6" Armata tedesca (alla cui ala sinistra era il XVII Corpo d'Armata tedesco) anticipando di poco il passaggio di dipendenze dal Gruppo di Armate << A )) al Gruppo " B ll, fu distaccata la 3' Divisione Celere Principe Amedeo D uca d'Aosta , interamente motorizzata e, conseguentemente, idonea a coprire rapidamente la distanza di 400 chilometri circa, es istente tra la zona d i dislocazione in quel momen to c quella di previsto impiego. Il 24 luglio, la 3a Divisione Celere, che il Comando dcll'8" Armata aveva preso alle proprie dirette dipendenze, si trovava ancora in sosta nel bacino minerario del Mius, 50 chilometri a sud- sud-est di Voroscilovgrad, ed in quello stesso g iorno riceveva l'ordine di passare a disposizione della 6' Armata tedesca. Il Generale Paulus disponeva che la Divisione ital iana, con veloce marcia per Voroscilovgrad- Millerovo- Bokovskaja, si recasse ad eliminare la testa di ponte stabilita dal nemico sulJa destra del D on presso Serafimovic, che costituiva minaccia al fianco sinistro dcii ' Armata. ~ella giornata del 25. la Divisione si sposta nella zona dei sobborghi a sud- est della città di Voroscilovgrad; il 26, tra le ore 4, 10 e le ore 13.45, in formazione articolata su sette scaglioni di marcia (3), transita sul ponte di eq uipaggio g ittato il 23 a Luganskaja c su l quale nessuna Grande Unità italiana era ancora transitata. :'\Tel po(3) I'') XLVll battaglione bersaglieri motociclisti, TI gruppo da 75 {27 del 12'>" a rtiglier i:~; 2") 3" reggimemo bersaglieri con rinforzi; 3") C{)man<.lo della D ivisione, compag nia genio a rtieri e rinforzi; 4") J2o" reggimento artiglieria motorizzato (meno il Il g ruppo): 5") 6" reggimento bersaglieri con rinforzi: 6") LX!! gruppo artiglieria da 10 5 32 Ji C.A.: 7'') nucleo logistico (sezione di sanità, 2 ospedali da campo. sezione di sussistenza, ccc.).
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meriggio raggiunge Millerovo, sebbene attardata nella prima parte del movimento dal cattivo stato della strada. Il 27, con un'altra tappa di 100 chilometri, su strade polverosissimc, la Divisione arriva nella zona di Bokovskaja- PonomarcvkaNizne Astakof, dove sosta c riceve l'ordine della 6" Armata di passare a disposizione del XV Il Corpo d'Armata tedesco (Comandante : Generale H ol lidt), destin ato a rimanere schierato su ampio fronte del Don. Nella giornata del 28 luglio le unità rimangono in sosta nella raggiunta Valle Zariza, mentre il Comandante e il Vice Comandante, con i Comandanti dei reggimenti, effettuano ricognizioni nella zona di prossimo impiego. Alla sera dello stesso giorno perviene alla Divisione l'ordine del XVII Corpo d'Armata (Documento n. 70) di raggiungere entro il giorno successivo la zona a sud di Seralimovic, tra Baskovski e Ribni, per prepararsi all'attacco della testa di ponte tenuta dai sovietici e che risulta in continuo rafforzamento. Il 578° reggimento di fanteria tedesco, già in posto. viene assegnato in rinforzo alla 3' Divisione Celere. Esso sorveglia il nemico su di un fronte di circa 25 chilometri, con due soli battaglioni ridotti a 400 uomini ciascuno e con pochi pezzi di artiglieria. Il giorno 29, la Divisione, articolata per il combattimento, raggiungeva la zona alle ore r4, per Bokovskaja- Gorbatovo- BlinofVerhnij Zarizinskaja, avendo lo scaglione più avanzato a Verh. Fominski ed il Comando a Karaghiscef. Nella stessa giornata il Generale H ollidt si reca al Comando della Divisione a prendere di persona gli ultimi accordi per l'azione, mentre risulta che nella stessa mattina l'avversario ha ricacciato i deboli elementi del 578 ' fanteria tedesco che si trovavano a Baskovski e Bobrovski, occupando le due località. Nel pomeriggio una nuova azione dei sovietici obbliga gli clementi del 578' , che la occupano, a sgomberare anche la q. 207,9· Il Comandante della Di visione Celere si reca a q. 210, dove è stabilito il Posto di Comando del 578°, e vi apprende che il reggimento è for mato da due soli battaglioni. Alla destra esso è collegato, per mezzo di pattuglie, con la 79~ Divisione di fanteria, pure facente parte del XVII Corpo, ma sulla sinistra, in direzione di Ribni, esiste un vuoto di oltre 30 chilometri verso le unità del XXIX Corpo d'Armata tedesco, ormai compreso nell'8 Armata italiana. Quella zona al limite di settore è sorvegliata lungo la riva del Don soltanto da poche pattuglie di ciclisti.
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italiane al fronte russo ( 1941 - 1 94 ~ )
Il nemico occupa, con 3.ooo uomini circa, tutte le località della testa di ponte, fino alla linea di base dell 'a nsa stessa, da Raskovski a Satonsk i (inclusi). Sono attese nella testa di ponte altre due o tre Di visioni, per condurre un 'azione offensiva verso sud- sud-est, allo scopo di sbloccare unità sovietiche accerchiate da altre forze della 6" Armata e di alleggerire la pressione dci tedeschi su Stalingrado (oggi Volgograd). Pertanto, mentre la situa?.ione generale si presenta come poco favorevole c poco ch iara, le infiltrazioni di reparti russi sulla sponda destra del Don c nei boschi che la fiancheggiano sono assai frequenti, provenendo anche dal settore assegnato alla 79' Di visione. Il terreno sul quale dovranno essere svolte le operazioni non differisce notevolmente dal consueto aspetto generale. In particolare: il Don, che nel tratto da Satonski a Serafimovic scorre da ovest ad est, pochi chilometri ad est di questo abitato, prende andan1ento generale da nord a sud , disegnando, appunto, l'ansa che da Serafìmovic prende nome. Il corso del fiume ha una larghezza tra i 200 ed i 400 metri , piuttosto profondo, con rive poco elevate, sinuose e boscose. L'abitato di Serafimovic è un grosso borgo, situato in prevalenza a sud del fiume, con gruppi di case sulla riva settentrionale. Ad oriente dell'abitato un bosco occupa tutto il vertice settentrionale dell 'ansa. Questa è delimitata a sud da una dorsale tra le alture delle q. 197>4 e 180, orientata da ovest ad est, ripidamcnte scoscesa verso nord e terrazza~a verso sud, in modo da offrire buoni appigli tattici alla difesa rivolta verso sud. Tra Bobrovski e Baskovski la sponda destra del Don, con andamento da nord - ovest a sud -est, è ricoperta da un fitto bosco, esteso per circa 5 chi lometri lungo il fiume e profondo per circa 3, rotto da canali ed acquitrini, domi nato verso ovest dai gradini che dalle q. 121,8, 176,7 c 122,7 scendono verso i due abitati. ella stessa giornata del 29 luglio, il Coma ndante della Divisione ordina al 6" reggimento bersaglieri di riprendere la g. 207,9 e di occupare le alture che fronteggiano Baskovs ki. All'alba del 30, il XIX / 6" ricaccia l'avversario da g. 207,9 e prosegue su q. 122,7; il VI/6" si porta verso Baskovski, che non ragg1ungc, ma occupa la q. T4<),I, Bellosoin, Belonemuchin, dove sostituisce reparti tedeschi. Il XIII f6o serra verso la testata della « balka » di Verh. Fominski . li 3" reggimento bersaglieri e l'artiglieria seguono il movimento. Il Comando tattico della Divisione è stabi lito a g. 210,1 presso quello del 578" reggimento di fanteria tedesco.
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Nella consapevolezza che il nemico ormai conosca l'arrivo della nuova Grande Unità, nella previsione di una sua reazione e dell' annunciato peggioramento delle condizioni atmosferiche, vengono accelerati i tempi dello sch ieramento dell'artiglieria e di tutte le unità di secondo scaglione. Verso le ore r4 dello stesso giorno 30, i sovietici lanciano un duplice attacco : da nord in direzione di q. 2JO, r con 24 carri armati del modello T- 34 cd un altro da est, in direzione di q. 176,7 con I') carri T- r8. l celeri della 3' Divisione si trovano a fronteggiare per la prima volta un'azione di mezzi corazzati, ma sanno prontamente diradare le proprie formazioni e rivolgere l'azione delle loro armi, pur se inefficien ti contro le corazze dei carri, sui fanti russi che accompagnano i carri stessi. L'azione dell'artiglieria, comprese due sezioni della batteria da 75 / 39 ultimamente as~egnata, si rivela efficace alle brevissime distanze, ponendo fuori combattimento 12 dei carri attaccanti. Il XIXf 6" ed il 1If i2o", che stanno prendendo posizione, sono stati investiti in movimento cd hanno subito i più gravi danni. Alla fine dello scontro, le nostre perdite risultano sensibi li. Il XXV /3'' raggiunge la propria zona di schieramento, il XIX /6" ha mantenuto il possesso della q. 207,9· Soltanto il II gruppo del 120" artiglieria direttamente investito dai carri ha subito la grave perdita di IO _pezzi da 75 /27 su 12, d i 2 pezzi da 20, di 7 trattori e 13 automezzi. Il 3r luglio, alle ore 2,r5, precedendo le altre forze italiane della Divisione, il 578" fanteria, alla sinistra, di sorpresa e con a1.ione avvolgente, attacca le posizioni nemiche presso Satonski, le occupa cd alle 3,30 si attesta sulle pendici occidentali di q. 197>4A quella stessa ora, il 3 bersaglieri, con due battaglioni in primo scaglione ed uno in secondo, muove all'attacco delle pcndici orientali, per puntare poi su Serafìmovic. Supera il primo sistema difensivo e prende contatto con il secondo, ma la reazione nemica è tanto violenta che il reggimento deve inviare il proprio XXV battaglione di fronte a Bjelajevski, donde la reazione nemica appare più pericolosa. _Tra le ro e le 12 i sovietici contrattaccano con l'appoggio di carn, ma senza successo. Alle r 4, quando, a sinistra, il 578" è ormai entrato in Satonski ed il 3° bersaglieri, al centro, ha quasi raggiunto le q. 197.4 c r8o, un nuovo contrattacco russo, sempre appog~iato da carri, è lanciato contro questi due reggimenti, a cavallo della direttrice SerafìmovicPopov. La resistenza degli italiani e dei tedeschi è tenace, ma i carri armati raggiungono lo schieramento dell'artiglieria, pur essendone
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poi respinti e perdendo la quasi totalità dci fanti che seguivano l'azione dei corazzati. Sulla destra il 6" bersaglieri, al quale si è riunito il suo VI battaglione, sostituito da reparti tedeschi (305~ Divisione), ha superato le resistenze avversarie ed ha raggiunto i costoni delle q. 176,7 e 122,7, dando protezione al fianco destro delle due colonne attaccanti. Contrattaccato con l'appoggio di carri a Bobrovski, ha resistito e respinto il nemico, infliggendogli gravi perdite, con il concorso del III l 120" artiglieria c della batteria da 75/39 controcarro. Alcuni carri insinuatisi attraverso le posizioni deli'artiglieria, mentre compivano una scorreria nel retrofronte, si sono portati alle brevi distanze dal Comando della Divisione, venendo distrutti dal pronto intervento di una sezione cannoni controcarro da 75 139, appostata in un campo di girasoli. Alla sera tutti i contrattacchi sono stati respinti. Dai pngJOnieri catturati si apprende che il nemico faceva conto di iniziare tra il 30 e il 31 luglio la puntata offensiva sulle retrovie della 6a Armata tedesca a Kalac c che l'intervento della 3• Celere lo ha, invece, prevenuto nella sua mossa e costretto alla difensiva. Risulta, inoltre, che i sovietici dispongono di forze considerevoli, ma imprecisate, sulla si nistra del Don, di due Divisioni sulla destra, rinforzate da una Brigata di 50 carri armati, per la maggior parte T- 34, appena usciti dalle fabbriche di Stalingrado, e di carri veloci T- r8. Nel tardo pomeriggio, nell'intento di ottenere un effetto di sorpresa il Comandante del XVII Corpo d'Armata ordina di attaccare il nemico nella notte, mantenendo lo stesso dispositivo del giorno precedente. Alle ore 0,30 del 1" agosto l'attacco è ripreso. Il 578" avanza da Satonski lungo la destra del Don. Il XX battaglione del 3 bersaglieri raggiunge di sorpresa le alture di q. 180. La reazione del nemico è molto forte, soprattutto in artiglieria e mortai. Alle prime luci dell'alba, il XX, sostenuto ndl'azione da aerei tedeschi, attacca q. rg7,4 c, superando tenaci resistenze, la conquista, facilitando l'azione del 578" che, alle 5,30, entra in Serafìmovic da sud, mentre XX e XVI U vi entrano da est. 11 XXV battaglione, che di (ronte a Bjelajevski avrebbe dovuto collegarsi con i1 VI l 6 verso Bobrovski, non trova il contatto, si sposta troppo verso sud- est, distaccandosi eccessivamente dagli altri battaglioni del reggimento. 11 Comandante della Divisione colma il vuoto con il XLVH battaglione motociclisti, impegnando in tal modo quasi tutta la riserva divisionale, che resta ridotta alla sola 3' compagnia motociclisti. Il XL VII occupa Bjelajevski alle ore 18.
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Il Xl1I f6o, frattanto, con un suo distaccamento, ha conquistato, dopo duri combattimenti, la q. 121,8 a nord di Baskovski ed altre alture fronteggianti questo paese e Bobrovski. Contrattaccato, ha resistito sulle posizioni raggiunte. Alla sera. del 1" agosto: - Serafimovic e Bjelajevski sono occupate, ma nuclei nemici restano nel bosco ad est di Scrafimovic; - sul costone antistante gli abitati di Bobrovski e Baskovski è attestato il 6° bersaglieri. Alle ore 2 del 2 agosto, !"azione viene ripresa. Il 3o bersaglieri (con i battaglioni XVIIJ, XX e XLVII motociclisti) con il rastrellamento deve completare l'occupazione di Serafimovic e di Bjelajevski. Il Vice Comandante della Divisione, per mezzo di una prima colonna di bersaglieri (XIII j 6", XIXf6o e XXV /3°) e di una seconda (VI j 6o e 3" compagnia motociclisti) deve provvedere all'occupazione di Bobrovski c di Baskovski. La colonna del 3" bersaglieri (comandata dal Colonnello Caretto) rastrella il bosco ad est di Serafimovic, raggiunge il Don nel settore assegnatole, respinge un forte contrattacco sovietico, ma non riesce a completare il rastrellamento. La colonna del 6" bersaglieri: XIII / 6", XIX / 6" e XXV / 3° (comandata dal Colonnello Salvatores) conquista Bobrovski alle ore 3 e, contrattaccata anch'essa, resiste e respinge l'avversario. La colonna del Vl f 6o (Ten. Col. Trevisani) attacca Baskovski, ma la resistenza nemica è molto tenace, appoggiata da violento fuoco d'artiglieria. Soltanto verso le ore 12 il paese può essere conquistato. :-\el pomeriggio il nemico riesce a passare il Don con nuove forze e lancia ripetuti, infruttuosi attacchi, sostenuti da carri armati. A sud- est di Baskovski viene preso il contatto con la 79"' Divisione tedesca, che ha conquistato Raspopinskaja. Se il nemico ha subito nella giornata forti perdite in uomini , carri armati, armi c materiali vari, anche la Divisione si è ulteriormente ridotta numericamente. Quanti sono tuttora presenti ai reparti combattono senza sosta da quattro giorni c tre notti. Il Comandante della Divisione chiede al Comando dell'S'' Armata, dal quale non ha cessato la dipendenza organica e disciplinare, che gli siano assegnati rinforzi e sia data alla Celere una pausa per procedere al riordinamento dci reparti. Il Comandante del XVII Corpo tedesco, per parte sua, promette rinforzi.
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Alla sera del 2, il Comandante della Divisione ordina che il giorno seguente : a) siano costituiti due settori: - « Lombardi », da Scrafimovìc a Bjclajevski (incluso), con il 3" bersaglieri (meno il XXV battaglione), il XLVII motociclisti ed altri clementi di rinforzo; << Salvatores », da Bjelajevski (escluso) a Baskovsk i (compreso), con il 6° bersaglieri (meno il VI battaglione) ed clementi ùi rinforzo; - riserva divisionale : VI e XXV battaglione, ad est dì
q. 210, 1 ; b) siano spinti sulle rive del Don elementi di sorveglianza, che i grossi, tenuti sulle posizioni raggiunte, dovranno poter rinforzare prontamente; c) sia completato, ad opera dei due settori, il rastrellamento ad est dì Serafimovic e del bosco tra Bobrovsk i e Baskovski. Al mattino del 3 agosto, il XVIII/ 3o· un battaglione dì fa nteria tedesco e la 3"" compagnia motociclisti, superando serie resistenze di nuclei nemici, per altro ricacciati poi oltre Don , r astrellano il bosco ad est dì Serafimovic. Nel settore del 6" l'avversario, che nella notte ha fatto passare il fiume ad altri suoi rinforzi, alle ore 3, con le prime luci, prende, a sua volta l'iniziativa attaccando Bobrovski. Dopo lungo combattimento, il XIII bersaglieri deve ripiegare sul costone che da est domina il paese. Muove al contrattacco il VI J6" e, dopo una lotta durata undici ore e dopo furibondi corpo a corpo, Bobrovski è riconquistato. Le perdite sono gravi da ambo le parti. Anche Baskovski, temporaneamente abbandonato, dopo dura lotta, viene riconquistato. Alle ore I 4,30, la situazione può dirsi ristabilita nel settore orientale della Divisione, ma resta tuttora in mano al nemico il bosco tra i due abitati. I prigionieri catturati segnalano l'arrivo di nuove e notevoli forze a sostegno della loro parte.
Con queste cinque giornate di faticosa lotta, la 3' Divisione Celere conclude una fase dell a battaglia, raggiungendo l'obiettivo di eliminare la minacciosa testa di ponte a sud del Don, strappata a forze superiori , che gliene hanno conteso il possesso.
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La testa di ponte, di grande importanza per l'avversario, natu ralmente forte per l'esistenza di alture dominanti verso sud e di paesi ridotti a capisaldi, era stata munita di solide e complesse opere campali, specialmente nel vertice dell'ansa. su lle q. 197,4 e 180, conquistate dal 3o bersaglieri. Il 6° bersaglieri (con il concorso del XX/ 3" e della 3~ compagnia motociclisti) aveva conquistato e difeso Bobrovski. Il XLVII battaglione motociclisti si era distinto nella presa di Bjelajevski. Il nemico aveva subito forti perdite in uomini e mezzi: dei ')O carri armati della Brigata corazzata, 47 e 2 autoblindo erano stati eliminati: 35 distrutti, per la maggior parte dall'artiglieria, alcuni dai bersaglieri con bottiglie di benzina; 1 2 erano stati obbligati alla sommcrsione nel Don (di quel totale: 31 carri e 2 autoblindo erano stati distrutti da reparti italiani e 16 da reparti tedeschi). In un sommario primo rastrellamento del campo di battaglia, sui cadaveri di ufficiali sovietici furono rinvenuti documenti e schizzi che confermavano l'intenzione del nemico di ammassare forze nella testa di ponte, per fare della zona Bobrovski - Baskovski la base di partenza di un attacco diretto verso sud, su Kalac (Documet1to n. 71). L'intervento della 3a Celere determinò l'inversione della situazione, costringendo l'avversario, già pronto ad attaccare, alla difensiva e ad ammassare forze per mantenere il possesso dell'ansa. Dichiarazioni concordi di prigionieri, confermate dai rilevamenti della ricognizione aerea, segnalarono l'affluenza di 5 Divisioni per tentare la riconquista della testa di ponte, il cui possesso era necessario per il passaggio a sud del Don, preliminare a qualunque azione contro le retrovie germaniche. La cessazione, almeno temporanea, del perseguimento di quel progetto costituiva il risultato positivo dell'operazione condotta dalla Divisione Celere. Questa fase della battaglia, durata cinque giorni, cagionò la perdita di circa 1.000 combattenti italiani (caduti, feriti, dispersi), mentre non è nota l'entità delle perdite dei reparti tedeschi assegnati in rinforzo.
R) SECONDA FASE (3 - 21 AGOSTO 1942)
Alla fì. ne della combattuta giornata del 3 agosto, il Comandante della 3" Divisione Celere, certo di avere portato a termine il compito ricevuto, esponeva al Comand ante del XVII Corpo di Armata te15. - u.s.
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desco l'opinione che non fosse necessaria la materiale occupazione di tutto il bosco tra Bobrovski c Baskovski, tra le le alture di q. 176,7 e quella di q. 121,8 in quanto che, acquistato il saldo possesso dei due paesi, si sarebbe conseguentemente disposto anche degli accessi al bosco. n rastrellamento minuto di questo, tutto intersecato da canali ed acguitrini, avrebbe richiesto lo spiegamento di numerose forze, mentre i combattenti italiani e tedesc hi agli ordini della Divisione si trovavano in condizioni di grande stanchezza e ridotti nel numero, in conseguenza delle perdite recentemente subite. Il Generale H ollidt, Comandante del XVII Corpo, però. ordinava il giorno 4 che il bosco fosse ugualmente rastrellato e che il giorno 5 l'occupazione italiana fosse portata oltre di esso, fino a raggiungere materialn1cnte la sponda destra del Don. Inoltre, preoccupato dell'esistenza di un ampio spazio non occupato tra lo schieramento della 3" Celere e guello de l XXIX Corpo d'Armata tedesco, lo stesso generale ordinava che, nella medesima giornata del 5 agosto, il XXV battaglione bersagl ieri (3" reggimento), rinfo rzato dal I gruppo da IOO/ I7 del 120" artiglieria, da mortai da 8r e pezzi da 47/ 32 cf c, si portasse a Cebotarcvski, per provvedere alla sorveglianza di un settore della sponda destra del Don , ampio 30 chilometri . Dall'esecuzione di tale ordine le forze disponibili per la Divisione sarebbero state ulteriormente ridotte. Tolte le forze destinate al rastrellamento del bosco, per la sorveglianza del fronte tra Satonski c Bobrovski (circa 20 chilometri), non rimanevano che il XVIII / 3• cd il XX/ 3", i due battaglioni tedeschi del 578" rgt. ed il XL VII motociclisti, tutti con effettivi molto ridotti dopo i combattimenti dei giorni precedenti. Per adempiere agli ordini ricevuti, il Comando della 3• Celere dispone che nella giornata del 5 agosto la " colonna Schuchard » (dal nome del Maggiore tedesco, Comandante di un reggimento, investito del Comando direttamente dal XVIT Corpo), costituita dai battaglioni bersaglieri XIIIj6• e XIX f6", dai battaglioni di fanteria tedeschi I j 2o8" e lii j2r2" (79" Divisione), dal m gruppo del r20" artiglieria e dai resti del Il (cannoni da 75 / 27), dal LXII gruppo cannoni da 105 / 32, escguisca il rastrellamento del bosco, appoggiata da un duplice intervento di " stukas » . La reazione del nemico si sviluppa violenta, determinando molte perdite da ambo le parti, ma, alla sera, è stata raggiunta la sponda destra del Don .
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Frattanto il VI battaglione bersaglieri (6 reggimento), ancora rinforzato dalla 3 compagnia motociclisti, ha mantenuto l'occupazione delle q. r76,7 c 121,8. In quello stesso giorno il Comandante della 79a Divisione tedesca, mentre era accompagnato dal Comandante dell'artiglieria della stessa Divisione, incontrando all'osservatorio di q. 176,7 il Comandante del 6" reggimento bersaglieri (Col. Umberto Salvatores), gli dichiarava testualmente: (( Voi bersaglieri siete meravigliosi. Pur senza mezzi adeguati, avete fermato i carri armati sovieùci. Nelle vostre condizioni, noi stessi tedeschi non avremmo potuto combattere neppure un giorno di guerra ». !\dla notte stessa sul 6 agosto il nemico, ripassato silenziosamente il D on e valendosi della perfetta conoscenza dci luoghi, si infiltra nuovamente nel bosco per canali ed acquitrini, riuscendo ad attaccare sui fianchi c da tergo i reparti italo- tedeschi. I quattro battag lioni , necessariamente frazionati nella zona boscosa e paludosa, sono costretti a ritornare sulle posizioni di partenza tenute il 4 agosto. Ma il Generale Hollidt, non ancora convinto dell'impossibilità di mantenere il controllo di quel terreno con forze stanche e decimate, ordina che nella giornata medesima del 6 il bosco sia riconquistato. I reparti muovono alle ore r6,3o cd alle ore 19, ripreso quanto era stato perduto, ritornano sulla sponda destra del Don. Negli altri settori della Divisione, nelle giornate del 5 e del 6, sono conùnuati i lavori di rafforzamento, mentre il movimento del distaccamento del XX battaglione bersaglieri rinforzato su Cebotarevski viene sospeso. ln simile situazione il Generale Marazzani rappresenta al Comandante dell'8• Armata che: -
dal 12 luglio la Divisione marcia c combatte senza soste;
- da quel giorno a tutto il 5 agosto le perdite ammontano a r ·550 uomini; - dal 30 luglio (inizio della battaglia) al 6 agosto la Divisione ha perduto più di un terzo degli effettivi: alcuni battaglioni sono ormai ridotti a circa 200 uomini; . n poso;
in otto giorni i reparti non hanno avuto un minuto di
- i reparti sono sfiniti e non pochi combattenti cadono svenuti per la grande stanchezza.
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Pertanto sarebbe necessario ed urgente rinunciare all'invio nel settore di Cebotarevski dei battaglioni tratti dalla Divisione Celere, sostituendoli con altrettanti, meno logori, della Divisione Pasubio, come quella meno lontana dalla Celere , affinché le ridotte forze di quest'ultima non vengano sottratte dal settore di Serafìmovic. Ma la proposta non ottiene risultato positivo. Anche nella notte sul 7 agosto il nemico ripete nel bosco l'azione della notte precedente e, per tutta la giornata del 7, violenti e frazionati scontri si svolgono in tutto quel settore. Alla sera il nemico è quasi completamente respinto oltre il fiume. Il XIII battaglione del 6° bersaglieri, più logorato degli altri, veniva destinato a sostituire il XX/ 3", recandosi in sua vece a Cebotarevski, dove si sarebbe trovato in situazione meno difficile. E' posto a disposizione della 3" Celere anche il II battaglione del 212° fanteria tedesco, che giunge il 7 a Verk Fominski. Alla sera del 7 il Generale Marazzani, riferendo in riepilogo al Comando d'Armata le operazioni del 5 c del 6, insiste sullo stato di logoramento dei reparti della Divisione Celere, precisando che su circa 6.ooo uomini della linea del fuoco ne sono stati perduti 1.082 (il r8%), tra i quali s8 ufficiali, oltre le perdite dei reparti tedeschi, proporzionalmente non meno gravi. Questo messaggio s'incrocia con un altro di elogio per tutti, rivolto alla 3a Celere dal Comandante dell'Armata. Per una terza volta, nella notte sull'8 agosto, malgrado le forti perdite subite nel giorno precedente, i sovietici s'infiltrano nel bosco, attaccano all'alba ed ottengono che i reparti italiani e tedeschi occupanti ancora una volta si ritirino sulle alture. Finalmente il Generale Hollidt ha raggiunto la persuasione che non sia possibile mantenere l'occupazione del bosco « data l'enorme stanchezza delle truppe » - scrive - ed ordina di resistere ad oltranza sui rilievi dominanti. Ma la Divisione ha esaurito ogni riserva. Anche i 1 II j 2r2o tedesco ha dovuto entrare in linea. Nellft mattina dell'8, dopo potente preparazione di fuoco, il nemico attacca in forze anche i tedeschi posti a difesa del settore di Satonski, obbligandoli a ripiegare. Il Comando della Divisione, rimasto privo di riserve, lancia al contrattacco una compagnia italiana di formazione, costituita da genieri ed un'altra tedesca, essa pure di formazione. Lo slancio dei genieri, non inferiore a quello dei bersaglieri, validamente sostenuto dall'artiglieria, ottiene la conservazione del costone che domina Satonski.
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r\el pomeriggio deil'8 , il Comandante del XVII Corpo distrae dalla massa logorata della Celere anche il XXV battaglione del 3 bersaglieri, per tras(erirlo nella zona di Cebotarcvski, dove si deve unire al XIII/6" cd al l/ 120° artiglieria. L'intero distaccamento è posto agli ordini del Colonnello Felici, Comanda nte del 3° reggimento bersaglieri (4). Inoltre destina alla difesa del vertice nord- orientale dell'ansa il resto delJa Divisione Celere (con il XV fii e XXf.f, il VI /6°, il XLVII motociclisti ed il Ij 2o8" tedesco, con l'artiglieria) da Satonski a Bobrovski (inclusi). Da Bobrovski (escluso) a sud, deve subentrare la 79· Divisione p10nieri tedesca, agli ordini della quale passa il XIX /6. Il XX battaglione bersaglieri, sostituito da un battaglione di fanteria della 79" Divisione, passa in riserva divisionale a Verh. Fominski. Ma già alla stessa sera dell'S, quando la situazione appare normalizzata, con l'ansa in possesso della Celere, eccetto il bosco tra Bobrovski c Baskovski, gli ordini sono nuovamente mutati dal Comando del XVII Corpo tedesco. Lo stesso Comandante della Divisione Celere è destinato a sostituire il Colonnello Felici nel Comando delle forze inviate a Cebotarevski, mentre i restanti due terzi della Divisione. posti agli ordini del Vice Comandante. sono passati a disposizione della 79"' Divisione tedesca. Il Generale Marazzani rifiuta nettamente di eseguire tali prescrizioni, poiché intende conservare il Comando del grosso della sua Divisione. Il mattino del 9 agosto, il Generale Hollidt, recatosi al Comando della 3" Celere, riconosce di avere dato un ordine ineseguibile, lo annulla c se ne scusa. Pertanto. in vista della disponibilità delle forze c della prossima sostituzione della Celere con la 79" Divisione tedesca, rimangono alla Celere il settore di Cebotarevski, con i reparti sottoposti al Colonnello Felici, cd un altro settore non contiguo, da Serafìmovic (escluso) a q. 120 di Bobrovski (incluso). con le restanti unità della Divisione (4 battaglioni bersaglieri, 1 tedesco, 2 gruppi di artiglieria c reparti minori). Ad una colonna della 79·' Divisione è affidata la conservazione del collegamen to tra i due settori. (4) Il Colonnello Aminto Caretto. ferito il 2 agosto. a\'C\'a do\'uto lasciare il Comando del 3". Il 5 era deceduto per la cancrena gassosa provocata dalla ferita.
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Le opemzioni delle unità italiane al f1·onte russo ( '94' - 1943)
Nella giornata del 9 agosto, il nemico attacca a Raspopinskaja la 79" Divisione (sulla destra della Celere), sempre nel probabile intento di alleggerire la pressione tedesca su Kalac. Il Comandante del Corpo d'Armata, nell'opinione che l'azione sia ripresa il giorno seguente ordina: - alla 22" Divisione corazzata tedesca di riconquistare l'altopiano di Raspopinskaja e di rastrellare il bosco di Baskovski; - alla 3" Divisione Celere di resistere ad oltranza sulle posizioni occupate e di trasferire a Karaghiscef il XIX j 6o bersaglieri, come riserva di Corpo d'Armata. Ma il IO agosto i sovietici si limitano ad attaccare da Satonski verso Serafimovic, prontamente respinti dai bersagl ieri e dai genieri. La 22"' Divisione corazzata non interviene. Dice, tra l'altro, il Diario di guerra (Kriegstagebuck) del Comando Supremo germanico (O.K.W.) alla data del ro agosto 1942: << Sul fianco destro della Divisione Celere, per l' intert'ento della 22a Divisione corazzata, viene ristabilito il fronte sul Don. Il nemico qui si è ritirato>>. L'errore proviene, sembra, dall'avere ritenuto che l'ordine emanato il 9 agosto dal Comandante del XVII Corpo fosse stato eseguito o non revocato. La giornata dell 'n agosto trascorre senza che si verifichino particolari avvenimenti. Il 12 agosto il nemico attacca a Bobrovski ed il 13 nel bosco ad est di Serafìmovic, venendo prontamente respinto l'una e l'altra volta. Il 13, il Comandante della Divisione Celere riceve l'ordine di cedere la responsabilità del settore alla 79" Divisione tedesca, cessando contemporaneamente la dipendenza operativa dal XVII Corpo. In quello stesso giorno, il Comandante della 6" Armata, Generale Paulus, esprimeva al XVII Corpo ed alle forze italiane con esso cooperanti il suo ringraziamento per guanto avevano compiuto nella << battaglia della sacca di Kalac >> (ansa di Serafimovic). A sua volta il Generale Hollidt, salutando la 3" Divisione Celere che lasciava il XVTI Corpo, la ringraziava, ne ricapitolava le azioni di guerra, le riconosceva i meriti acquisiti nei prolungati combattimenti (Documento n . 72). La parte di settore tenuta dalla Celere e non ceduta alla 79" Divisione tedesca passava contemporaneamente alla Divisione Sforzesca, giunta ad assumere schieramento sul Don. Questa Divisione, ala destra dell'intera Armata, subentrava in una situazione tattica non risolta, destinata a determinare nuove difficili circostanze.
La marcia al Don. Le operazioni nell'an.ra d, Serafìmovic
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Sarebbe rimasto ancora in posto, su richiesta del Comando del Gruppo di Armate u n » c con il consenso del Comando dell'Ba Armata, il raggruppamento Lombardi (2 battaglioni di bersaglieri, 2 gruppi di artiglieria cd clementi d ei Servizi) (5), agli ordini del Vice Comandante della Divisione, continuando la precedente dipendenza. Le forze rese disponibili, nei giorni 14 e 15, si spostavano nella zona di Tarnoskaja- Diogtt:vo (8o chilometri a nord di Millerovo) per effettuarvi un periodo di riordinamento e di riposo. Il Comandante della Celere prospetta al Comando dell'W· Armata, dal quale è tornato a dipendere anche per l'impiego, l'opportunità di estendere prontamente il ritiro ai reparti rimasti presso la 79a Divisione, proponendo una loro eventuale sostituzione con altre unità italiane meno logore. Le esigenze difensive della linea del Don recentemente assunta non consentono l'accoglimento della proposta ed i reparti del raggruppamento Lombardi debbono rimanere nella zona di Serafìmovic fino al 21 agosto, quando potranno riunirsi al grosso della Divisione, per continuare a combattere con esso. La relazione del dirigente del Servizio sanitario del 6" reggimento bersaglieri (Documento n. 7 J) descrive la situazione fisica dei combattenti della Celere, risalendo alle cause di essa. c convalida tecnicamente le richieste del Comandante della Divisione. I vuoti determinati nei reparti dalle ultime perdite si sommavano a quelli appena lasciati dai caduti e dai feriti delle operazioni del bacino minerario del Mius- Krasnyj Luch, dagli assenti per la spossatezza e per le malattie. La forza presente dci vari battaglioni non superava i 300-400 uomini ognuno, il VI / 6" allineava soltanto r 50 bersaglieri. Le perdite sofferte dalla 3a Divisione Celere durante i combattimenti sostenuti nell'ansa di Serafimovic dal 30 luglio al 14 agosto (urono considerevoli: 162 morti (n ufficiali), 950 feriti (42 ufficiali), 89 dispersi, 11 pezzi di artiglieria ed altro materiale di armamento pesante e leggero erano andati distrutti. Per tutte queste cause, l'efficienza operativa della Divisione risultava fortemente ridotta e la Grande Unilà necess itava di un periodo di riordino e di completamento organico .
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(5) Costituito da: X V IIl battaglione bersaglieri del 3 reggimento, XLVII battaglione bersaglieri motocJclisti, Il gruppo da 75 27 del 120' artiglieria. LXII gruppo da 105 32 del 30" raggruppamento artiglieria di Corpo d·Armata, nucleo della 73" sezione di sanit;,, 46" e 6o'' ospedale da campo, 20' nucleo chirurgico, nucleo della 93'' sezione di sussistenza.
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
Se il grosso della 3" Celere, trasferendosi in riserva dell'S"' Armata poteva sperare in un meritato riposo, e di goderne almeno per alcuni giorni, il raggruppamento Lombardi rimaneva inserito nella 79"' Divisione tedesca, avendo tutte le unità schierate sulla linea del fuoco, quotidianamente impegnate in azione dal nemico, sempre attivo ed aggressivo. Continuava ad essere prospettata al Comando di Armata la necessità impellente di dare riposo a quei combattenti, che non soltanto erano in cattive condizioni fisiche, ma si trovavano anche in precaria situazione tattica. Il Comando della 79"' Divisione, il 16 agosto, manifestava l'intenzione di scindere il raggruppamento Lombardi, passando i due battaglioni alle dipendenze dei settori e prendendo alle proprie i due gruppi di artiglieria, operazione che il Generale Marazzani faceva precisare di non poter accettare se non su autorizzazione del Comando dell'S" Armata. Questo, su richiesta del Gruppo di Armate << B », la concedeva il giorno 17, autorizzando la 63 Armata tedesca a trattenere quelle forze ancora per qualche tempo. Il raggruppamento Lombardi veniva disciolto, i suoi reparti passavano alle dipendente dirette della Divisione tedesca, ma il Generale Lombardi continuava a rimanere vicino ai suoi uomini condividendone la sorte. Il 19 agosto, il XVIII / 3o passava in secondo scaglione, ma già il 20 ritornava in linea, per sostenere il XLVII motocicl-isti, violentemente attaccato. Il 21 agosto tutti i reparti che avevano costituito il raggruppamento Lombardi si spostavano, sotto la pioggia, dal settore della 79.. Divisione tedesca a quello adiacente della Divisione Sforzesca, per tornare a combattere altre forze nemiche, che attaccavano dando inizio alla r" battaglia difensiva del Don.
I risultati ottenuti dalla 3" Divisione Celere nel settore di Serafimovic non erano venuti meno. Quella testa di ponte, mantenuta dai sovietici nel) 'intento di agire da essa controffensivamente nelle retrovie della 6" Armata tedesca diretta a Stalingrado, era stata eliminata. I tentativi di ricostituirla erano stati sventati. L'armamento di una intera Brigata corazzata avversana era stato distrutto.
La marcia al Don. Le operazioni nell'ansa di Serafimovic
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Erano state inflitte al nemico anche sangumose perdite in uomini, morti e feriti, e la cattura di 1.6oo prigionieri. Altre armi e materiali di ogni genere erano stati catturati o distrutti in combattimento. Il XVII Corpo d'Armata, che non poteva ricevere concorso dalla rimanente parte della sua 6" Armata, avviata a ben altre prove, era stato validamente sostenuto dall'intervento della 3" Celere e, mentre questa ritornava alla propria 8" Armata, nel tratto di sponda destra del Don adiacente alla linea di contatto tra le due Armate, il XVII Corpo rilevava una situazione tattica indubbiamente migliore di quella esistente il 29 luglio.
CAPITOLO XII
LA PRIMA BATTAGLIA DIFENSIVA DEL DON (20 AGOSTO - l · SETTEMBRE 1942)
La denominazione di << prima battaglia difensiva del Don '' comprende le operazioni condotte, nella seconda metà del mese di agosto 1942, dall'W Armata italiana per opporsi all'offensiva diretta contro di essa dalla 63" Armata sovietica, in concomitanza con l'azione della 2 1 " Armata sovietica contro il XV II Corpo d'Armata tedesco (6" Armata), Grande Unità laterale di destra dell'Armata italiana. Le Grandi Unità sovietiche agivano nel più vasto quadro denominato dagli storici militari russi « battaglia sul Volga "· Le due denominazioni non possono coincidere, in quanto : - da parte italiana apparirebbe non conforme alla realtà non ricordare il compito difensivo assegnato all'S" Armata ed indicare con chiarezza le località nelle quali ebbero luogo i combattimenti; - da parte sovietica, invece, scopo essenziale della lotta era impedire ai tedeschi di raggiungere il Volga a Stalingrado (oggi Volgograd) perché non fosse interrotta la navigazione sulla via d'acqua del grande fiume e per mantenere il possesso della città, non soltanto per il suo nome emblematico, ma soprattutto per conservare la disponibilità dei grandi impianti industriali che in quell' area avevano sede. [n ottemperanza a questo compito essenziale le Forze Armate sovietiche, con le loro azioni offensive, miravano: - ad ottenere un a penetrazione tale da rescindere la forza germanica operante su Stalingrado (6" Armata tedesca) dalle basi poste ad occidente del Don; - a far divergere dall'asse di sforzo di Stalingrado la maggior quantità possibile di forze germaniche e loro alleate o, quanto meno, ad impegnarle dove si trovavano per impedire che fossero spostate altrove.
La prima battaglia difen siva del Don
La prima battaglia difensiva del Don fu combattuta principalmente dalle unità del XXXV Corpo d'Armata- CSIR (Divisioni Sforzesca e Pasubio) il cui schieramento è indicato nel Disegno n. 24.
l.- IL TERRE O Il settore nel quale si stava schierando 1'8' Armata italiana sulla riva destra del Don si estendeva dal kolkoz Bugilovka (località della sponda destra, circa otto chilometri a sud di Pavlovsk) fino all'altezza della confluenza del Choper (affluente di sinistra). L'ampiezza del settore misurava in linea d'aria 1 80 chilometri, che, seguendo il corso sinuoso del fiume , diventavano circa 270. L'elemento naturale di maggiore importanz a in quel vasto territorio era il corso del Don. Esso si presentava con un primo tratto di circa 65 chilometri ad andamento meridiano quasi rettilineo fino a Novaja Kalitva, dove riceveva da destra la confluenza della Tciornaja Kalitva. Qui il corso del fiume formava un angolo di quasi novanta gradi c, piegando in senso equatoriale da ovest ad est, procedeva in linea retta per circa trenta chilometri. Disegnava, poi, la caratteristica voluta dell'ansa che ha al suo vertice, in riva sinistra, il paese di Verhnij Mamon . L'ansa misurava alla base 5 chilometri c mezzo di corda e ro chilometri di saetta, dalla base al vertice. A valle del paese di Ossetrovka, al vertice nord- orientale dell'ansa, il Don assumeva andamento generale da nord - ovest a sud- est per una novantina di ch ilometri, fìn presso a Krasnojarski. Riceveva dalla destra come affluente anche il Boguciar, a valle del quale descriveva alcune anse, tra le quali era caratteristica quella tra Krasnohorovka e Ogalev, designata dai Comandi italiani come <<il cappel lo frigio>>. Questa minore ansa misurava sei chilometri di corda cd altrettanti di saetta. Invece, a valle della confluenza della Tihaja, l'andamento generale del Don ritornava ad essere equatoriale, da ovest ad est, pur ancora attardandosi in gomiti ed anse per oltre settanta chi lometri, fino alla foce del C h o per. La larghezza dello specchio d'acqua, nel tratto considerato, variava dai roo ai 4 00 metri ed in taluni punti poteva essere guadato nella stagione estiva.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte 1·usso (194I-T943)
Le piene, soprattutto quella del disgelo, determinavano straripamenti, che lasciavano, ai lati del fiume, acquitrini coperti di canne, specialmente sulla riva sinistra, dove la sponda era più bassa. Nel tratto considerato esisteva la sola isola di Deresovka, poco a monte dell'ansa di Verhnij Mamon. Nella stagione estiva di magra, si formavano anche più o meno cospicui banchi di sabbia. Gli affluenti di riva destra - T ciornaja Kalitva, Boguciar, Tihaja - avevano modesta portata rispetto a quella del Don. Le loro foci erano contrassegnate da zone acquitrinose. Inoltre, nel tratto di terreno a sud del Don, al margine orientale del settore dell'Armata, esisteva il torrente Zuzkan, tributario del Tcir, che a sua volta confluiva più a valle nel Don, con un corso ad andamento generale da nord -ovest a sud -est, nelle retrovie dell'Armata. La plastica del terreno era la solita dell'ambiente della Russia meridionale, con ondulazioni comprese tra i 250 ed i 50 metri sul livello del mare. Il corso del fiume era fiancheggiato da una serie di alture, dalle quali si staccava verso nord la propaggine costituente l'ansa di Verhnij Mamon, che raggiungeva in essa l'altezza di 220 metri. Dalla sommità di quelle colline talora non era visibile lo specchio dell'acqua, perché, durante la magra estiva, la corrente risultava incassata rispetto alle sponde. Nel bastione dei rilievi esistenti nel tratto considerato e che dominava il fiume, sulla sua riva destra, si notavano due interruzioni principali pianeggianti in corrispondenza delle confluenze della Tciornaja Kalitva e del Boguciar. Tali pianure erano in gran parte costituite dagli impaludamenti corrispondenti alle foci dei due numi. La pianura della Tciornaja Kalitva si andava rapidamente restringendo verso ovest, tra le colline che la serravano da nord e da sud e, pertanto, possedeva scarsa rilevanza tattica. La pianura del Boguciar, anch'essa con una palude alla foce del nume, presso Saliman, si sviluppava in terreno asciutto ad ovest della zona pantanosa e restava, per tutto il suo andamento, un ampio corridoio con sbocco a Kantemirovka, dove transitavano la linea ferroviaria e la strada adducenti verso nord a Rossosc e Svoboda ed a sud verso Millerovo e Kamensk, sul corso del Donez. La via di accesso tattico della valle del Boguciar era individuata, non tanto nella zona della foce del fiume, pantanosa come è stato detto, ma nell'ansa di Verhnij Mamon, donde, scendendo a Tvjerdoklebovka, si immetteva appunto nel corridoio del Boguciar.
La prim a battaglia difen siva del Don
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Lo sbocco della Tihaja nel Don non dava luogo a rilevanù interruzioni tra le colline della riva destra. La sponda sinistra si presentava piana e bassa. In secondo piano, alla distanza di qualche chilometro dal fiume, il terreno risaliva in un gradino collinoso dominante la pianura. La sponda destra del Don, costituita prevalentemente da terreno calcareo- gessoso, si prestava bene alle opere di fortificazione campale e, in generale, aveva dominio sulla sponda sinistra. Dove confluivano nel Don corsi d 'acqua più o meno importanti, la sponda si abbassava al livello del fiume, perdendo la caratterisùca di ostacolo anticarro, posseduta per un tratto di circa 140 chilometri più a valle; sarebbero occorsi lavori di sterro per accentuarne la ripidezza; nell'ultima cinquantina di chilometri a monte della confluenza del Choper, la riva non aveva la caratteristica di ostacolo. Il Comando dell'S'' Armata aveva derivato, da uno studio condotto dal Servizio Geologico Militare tedesco, una « Carta geologica della riva destra del Don » , alla scala T : 30o.ooo, per far conoscere ai Comandi interessati le caratteristiche dei terreni e per orientarli sui lavori campali da condurre in essi (Disegno n. 2 5). La copertura della riva destra era rappresentata da boschi scarsi e di ampiezza assai modesta nel tratto settentrionale del settore, fin presso l'abitato di Svinjuka, sul tratto orientale dell 'ansa di Verhnij Mamon. Qui, fino alla foce del Boguciar, il bosco era disposto quasi ininterrottamente sulle due rive; poi, fino al limite destro del settore, la sponda del fiume si presentava quasi sempre scoperta. In profondità esistevano alcuni boschi, ma erano di limitata ampiezza, costituiti in prevalenza da quercie, che offrivano un'ottima copertura in estate e discreta anche in inverno. Assai più fitta si presentava la copertura della riva sinistra, per il bosco quasi continuo, interrotto soltanto dagli abitati e da pochi altri tratti di pianura spoglia. Qualche risorsa per la copertura, nella fascia a contatto con il nemico, era offerta anche dalle biche del grano mietuto, accumulato ed abbandonato sul posto per le sopravvenute operazioni belliche. Gli abitati di riva destra del Don erano tutti di scarsa entità: villaggi di pescatori e di contadini, composti da « isbe >> , ottime per la protezione dalle intemperie, ma di limitatissima utilità per una organizzazione difensiva, essendo costruite in legname, prive di cantine c sempre minacciate e con tetti di paglia, pertanto soggette al pericolo d'incendio generato dalle azioni di fuoco del nemico. Nelle retrovie del settore ed in profondità, dietro lo schieramento delle Divisioni, esisteva una seconda serie di abitati di mag-
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Le operazioni delle unità italiane al jro11te russo ( 194r -1943)
giore importanza, talora con caratteristiche quasi urbane: Rossosc, Kantemirovka, Bielovodsk, Millerovo e, quasi allo sbocco del Boguciar nel Don, la pressoché distrutta cittadina di Boguciar. Quei centri erano dotati di alcuni edifici in muratura, essenzialmente chiese sconsacrate c scuole. Sulla riva sinistra del Don, o nelle immediate vicinanze, gli abitati più importanti osservabili dalle posizioni italiane erano: Russko je Buivolovo, Kasinka, Olikovatka, Gorohovka, Verhnij Mamon (Mamon Superiore), Nizne Gniluscia, Nizne Mamon (Mamon Inferiore), Bitscek e Vescenskaja. I maggiori assi delle comunicazioni ordinarie, tutte a fondo naturale, erano : - la strada di arroccamento a tergo dello schieramento Jevdakovo- Podgornoe- Rossosc - Kan temirovka- Tcercovo- Millerovo; -
le radiali verso le posizioni occupate sul Don: di valle Boguciar, usata promiscuamente dai Corpi d'Armata Il e XXIX tedesco; Millerovo- Diogtevo- Mescov, usata dal XXIX Corpo tedesco; Millerovo- Nizne Astakof- Bokovskaja, usata dal XXXV Corpo d'Armata- CSIR;
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le strade di retrovia : . Rossosc - Rovenki - valle Aidàr - Starobelsk - ponte di Veselaja Gora - Voroscilovgrad; . Kantemirovka - Bielovodsk - Olkovaja - ponte di Luganskaja - Voroscilovgrad; . Millcrovo - Olkovaja - ponte di Luganskaja - Vorosci. lovgrad.
A questa rete principale, mantenuta in parte dagli artieri del genio italiano ed in parte dalla Organizzazione Todt germanica, si collegava la rete stradale secondaria relativa alle singole unità, grandi e minori, schierate nei vari settori difensivi. Le unità dovevano provvedere, in proprio, alla manutenzione e, talora, all'apertura delle strade, impiegando i reparti direttamente di pendenti. La pcrcorribilità del terreno fuori strada non era difficile in quella zona e, per conseguenza, anche gli immediati rovesci della posizione di resistenza potevano essere facilmente raggiunti dagli autocarri addetti ai rifornimenti. In secondo tempo, quando fu attuata la riduzione dello scartamento dei binari, venne ripreso il servizio ferroviario sulla linea
La prima battaglia difensiva del Don
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parallela all'andamento del fronte Jevdakovo - Rossosc - Kantemirovka - Millerovo - Staraja Staniza, dapprima collegata alla restante rete mediante trasbordi agli estremi, poi eliminata con l'opera del genio ferrovieri italiano ( r).
2. - LA SITUAZlO E L'8·' Armata era inquadrata nel Gruppo di Armate (( B » tedesco ed aveva: - a sinistra la 2 " Armata ungherese (VII Corpo d'Armata 2.3" Divisione); - a destra la 6' Armata tedesca (XVII Corpo d'Armata 79" Divis.ione). Il Comando dell'Armata aveva ripartito il fronte da difendere in tre settori di Corpo d'Armata, e precisamente, da sinistra a destra (Disegno n. 26): -
II Corpo d'Armata, con : 294a Divisione di fanteria tedesca, 65 km, dal kolkoz Bugilovka al fiume Tciornaja Kalitva; Divisione Cosseria, 34 km, dalla Tciornaja Kalitva al margine occidentale dell'ansa di Vcrhnij Mamon; Divisione l?avemza, 30 km, dal margine occidentale dell'ansa di Verhnij Mamon alla foce del Boguciar;
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XXIX Corpo d'Armata tedesco, con: Di visione Torino, 35 km, dalla foce del Boguciar al paese di Suchoj Donez; . 623 Divisione di fanteria tedesca, 55 km, da Suchoj Donez al paese di Merkulov;
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XXXV Corpo d'Armata- CSIR, con: Divisione Pasubio, 30 km, da Merkulov al paese di Rubescinski; Divisione Sforzesca, 33 km, da Rubescinski alla foce del Choper.
(1) Vds. pubblicazione " l Servizi logistici delle Unità italiane al fronte russo (1941- 1943) >1 dello ST\TO M~ccroRE EsERCITO - Unrcto STORico, Roma, 1
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Le operazioni dt llt unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
Il Comandante dell'Armata, non appena ricevuta notizia dell'impiego sul Don, quando ancora riteneva di avere disponibili nove Divisioni, anziché otto, da destinare in prima schiera, il 31 luglio faceva presente al Comando del Gruppo di Armate « B » l'eccessiva ampiezza dci settori divisionali. Fatta esclusione della 294" Divisione tedesca (II Corpo d'Armata), alla quale era stato assegnato un tratto di fronte naturalmente forte, per le caratteristiche di ostacolo rappresentate dal Don, nella rimanente parte dello schieramento dell'8"' Armata risultava che alle Divisioni era stata affidata la difesa di settori dell'ampiezza media di 34 chilometri, con evidente sproporzione tra fronte e forze a disposizione ed in contrasto con la dottrina. Anche destinando alla linea tutti i sei battaglioni di fanteria di ogni Divisione, a ciascuno di essi sarebbe spettato il compito di difenderne quasi sei chilometri, mentre il Comandante della Divisione sarebbe rimasto privo di una anche minima disponibilità di forze da far accorrere a sostegno di un punto minacciato. La costituzione di una riserva divisionale unica risultava difficile, perché l'ampiezza dei settori rendeva meno sollecito l'intervento di essa. La ripartizione della riserva in due blocchi migliorava la soluzione del problema dei tempi d'intervento, ma complicava quella delle forze da destinare alla linea. In generale fu adottato lo schieramento di quattro battaglioni in primo scaglione c di due in secondo, ma in alcuni casi questi ultimi dovettero cedere una compagnia come unità di rincalzo per battaglioni che, avendo dovuto schierare le tre compagnie fucilieri avanzate, erano rimasti senza possibilità d'immediato intervento a sostegno dei punti eventualmente minacciati. A ciascuno dci quattro battaglioni assegnati al primo scaglione era affidata la difesa di un settore ampio circa sette chilometri. Le compagnie avanzate avrebbero dovuto costituire caposaldi, schierati a catena lungo la fronte e senza scaglionamento in profondità. L'azione di fuoco di tutte le armi doveva inevitabilmente gravitare sul davanti per costituire una cortina della maggiore consistenza possibile, ma che risultava, per altro, discontinua a causa degli intervalli tra i caposaldi. La difesa controcarro attiva, anche se concentrata sui punti di più probabile irruzione dei mezzi corazzati nemici, era condizionata dalla vastità della fronte. Si doveva, pertanto, fare maggiore assegnamento sull'ostacolo passivo, dove poteva essere realizzato, o
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sui campi minati, che la scarsa densità delle armi automatiche della difesa riusciva, però, a battere assai limitatamente. L'efficacia dell'azione dell'artiglieria risentiva ovviamente della situazione generale fin qui descritta. I gruppi assegnati ai settori reggimentali, per poter intervenire su tutto il loro fronte, dovevano assumere schieramenti avanzati che li esponevano alle vicende della lotta della fanteria. L'artiglieria, massa di manovra divisionale, non poteva agire accentrata nelle mani del Comandante in quanto non possedeva gittate capaci di coprire l'intero fronte della Divisione. I Corpi d'Armata, non disponendo di Divisioni di seconda schiera, vedevano limitate le loro possibi lità di manovra ai quattro battaglioni della Milizia rinforzati dalle loro armi d'accompagnamento, ma non potevano intervenire con il fuoco d'artiglieria, in quanto anche le bocche da fuoco di maggiore gittata (149/ 40) non possedevano braccio sufficiente per agire sul fronte dell'intero settore. Il Comando artiglieria de 11 'Armata aveva dovuto decentrare ai Corpi d'Armata tutte le artiglierie direttamente dipendenti, limitandosi ad esercitare su di esse e su quelle delle altre Grandi Unità un'azione ispettiva. Unica forza di manovra a disposizione del Comandante dell'Armata rimaneva la 3a Divisione Celere, che nel quadro generale trovava possibilità di valido impiego, specie dopo la sua totale motorizzazione che l'aveva resa strumento omogeneo. Ma la repentin ~ chiamata nel settore della 6"' Armata tedesca, i duri combattimenti sostenuti nell'ansa di Serafìmovic e nel bacino del Mius, ne avevano fortemente ridotto l'efficienza Operativa. Inoltre, nel momento in cui l'Armata assumeva la responsabilità del settore, la Divisione doveva non soltanto provvedere al proprio riordinamento, ma si trovava con le unità di fante ri a ridotte di ~ e quelle di artiglieria dimezzate, in quanto due battaglioni di bersaglieri e due gruppi di artiglieria erano rimasti ad operare con la 6 Armata, nel settore della 79" Divisione. I Comandanti delle Grandi Unità italiane cercarono di dare alla posizione di resistenza del loro settore quel minimo di profondità compatibile con le forze disponibili , gravitando con queste sulle alture, piuttosto che sul pelo dell'acqua. Tale scelta risultava razionale anche per l'esigenza di porre la sistemazione delle opere campali al sicuro dalla piena del fiume, immancabile principalmente dopo le pioggie autunnali. 11
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In due punti del vasto settore dell'Armata, il corso del Don non avrebbe potuto comunque essere raggiunto: nell'ansa di Verhnij Mamon e nell'ansa di Krasnohorovka-Ogalev (il << berretto frigio »). Nell'ansa di Verhnij Mamon era rimasto in mano ai sovietici il margine settentrionale di essa, risalendo fino alle pendici della q. 220. Nei giorni 4• 5 c 6 agosto, la 294" Divisione tedesca aveva condotto un'azione offensiva per impadronirsene c l'aveva poi consegnata alla Divisione Ravenna. Il Comando del 1I Corpo d'Armata, nel suo ordine per la difesa del settore, non aveva citato la q. 220, lasciando libero il Comando della Divisione Ravenna di precisare se intendesse conservarne il possesso. 11 Generale Edoardo Nebbia, Comandante della Divisione, faceva subito presente che l'abbandono dell'altura avrebbe dato al nemico la possibilità di osservare entro le linee italiane mentre lo schieramento dell'artiglieria avrebbe dovuto essere arretrato, perdendosi la possibi li tà di battere il paese di Ossetrovka ed il corrispondente traghetto. Pertanto il nemico avrebbe potuto facilmente raccogliersi per sferrare possibili attacchi da nord a sud. Anche la considerazione d'indole morale di non cedere quanto l'alleato aveva conquistato pochi giorni prima induceva alla conservazione del possesso. Il Comandante del Corpo d'Armata, pur non ignorando che la posizione sarebbe rimasta pressoché isolata, non disponendo di ostacoli protettivi, ed avrebbe richiesto molte forze per essere difesa, che se sistemata a caposaldo non avrebbe potuto fare sistema con i tratti laterali della linea e sarebbe stata facilmente aggirabile da est e da nord -est, aderì alle considerazioni esposte dal Comando della Ravenna e decise di far comprendere q. 220 nella posizione di resistenza. Per l'ansa di Krasnohorovka- Ogalev non valevano considerazioni analoghe. La sua limitata ampiezza e la sua configurazione altimetrica la rendevano soggetta alle inondazioni del Don ed il Comandante della Divisione Torino s'intese facilmente con il Comandante del XXIX Corpo d'Armata tedesco, per far occupare permanentemente con un forte presidio solo le quote dominanti, collocando entro l'ansa un posto di osservazione collegato telefonicamente, con l'unica funzione di dare tempestivo allarme. Il rimanente tratto dell 'ansa doveva essere sorvegliato da pattuglie. Infine, all'estrema ala destra dell'Armata, al limite di settore con la 6" Armata, in corrispondenza della foce del Choper, esisteva una. si~azione poco chiara e comunque tale da destare preoccupaziOni.
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Nel settore della 79 Divisione (XVII Corpo d'Armata), per quanto vi avessero sanguinosamente operato la Grande Unità tedesca e la 3" Divisione Celere, le forze del nem ico avevano facile accesso e talora vi permanevano. Tale situazione non era stata risolta tanto che il XVII Corpo non aveva ancora posto in libertà i reparti costituenti il raggruppamento Lombardi (2), dopo che al grosso della Divisione Celere era subentrata la Sforzesca nel tratto di settore adiacente agli abitati di Simovski (passato alla Sforzesca) e di Bobrovski (passato alla 79"), entrambi sulla riva del Don, ed alla testata del torrente Zuzkan, defluente da nord a sud . Ad est di Simovski esisteva uno spazio non occupato di oltre I I chilometri, fino ad lsbuscenski, dove era dislocato il Gruppo Tattico Esplorante Knobloch (1 squadrone di cavalleria, I squadrone di ciclisti, 1 compagnia pionieri, rinforzati da poche armi controcarro), articolato in posti di sbarramento alquanto arretrati c largamente intervallati . l russi, che occupavano quasi tutta la fascia di abitati di riva destra del Don situata nel settore della 79·' Divisione tedesca, estendevano l'occupazione in profondità, potendo disporre di una buona base di partenza per condurre operazioni offensive contro il XXXV Corpo d'Armata- CSIR e particolarmente contro la Sforzesca. Constatata una tale situazione, il Comandante della Divisione aveva informato il Comando superiore, che, a sua volta, aveva subito reso edotto il proprio ufficiale di collegamento germanico per le scgnalazioni di sua competenza. Il Comando del XXXV Corpo d'Armata, però, non aveva trascurato di prendere provvedimenti ed aveva ordinato al Comando della Sforzesca, nel piano per la difesa del settore, un battaglione (I/54°) a protezione del proprio fianco destro. Il fronte sul quale si era schierato il 1/ 54" aveva un'ampiezza di rs chilometri (da Simovski a Devjatkin). Per estendere più a sud il fianco difensivo, aveva affidato un altro settore di IO chilometri, da Deviatkin a Bolschoi, al raggruppamento de lla Milizia 3 Gennaio, ordinandogli di sistemarsi a difesa sulle alture di riva destra del torrente Zuzkan. Ancora più a sud, il raggruppamento a cavallo, muovendo dalla zona tra Bolschoi e Pronin, avrebbe dovuto impiegare il reggimento Sat•oia Cavalleria, il II gruppo artiglieria a cavallo ed una compagnia controcarro (colonna Bettoni) per svolgere esplorazioni a largo rag-
(2) V d s. capitolo XI.
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gio in direzione di nord -est, fino a prendere collegamento con gli elementi tedeschi della 79' Divisione. Per assicurare una migliore difesa della linea del Don, sarebbe stato necessario disporre al più presto di ingenti quantità di filo spinato, tanto in rotoli guanto in gabbioni, per stroncare, od almeno rendere disagevole, l'attività notturna di pattuglie russe attraverso il fiume, la posa di vasti campi minati, antiuomo ed anticarro, lo sgombero del campo di tiro da boschi e da cespugli, per assicurare un'efficace azione di fuoco di tutte le armi. Erano, inoltre, necessarie piccole azioni tendenti a migliorare il dispositivo di difesa, suggerite dalla conoscenza dei luogh i e dallo schieramento nemico. L 'effettuazione di colpi di mano oltre il Don , infine, avrebbe risposto all'esigenza di tenere desto lo spirito combattivo dei reparti , di attrarre la maggior quantità possibile di forze avversarie, di scompaginarne gli apprestamenti difensivi e di distruggere le risorse logistiche. Fronteggiava l'S' Armata, la 63" Armata sovietica schierata, da nord a sud, con le seguenti unità (vds. Disegno n. 26):
- 127" Divisione fucilieri, da Pavlovsk alla Tciornaja Kalitva, di fronte alla 294"' Divisione tedesca; - r" Divisione fuci lieri, dalla Tciornaja Kalitva a Krasnojarski, di fronte alle Divisioni italiane Cosseria, Raz·enna, Torino e parte della 62" Divisione tedesca;
- 153" Divisione fuc ilieri, da Krasnojarski a Vescenskaja, di fronte alla 62" Divisione tedesca cd alla Divisione Pasubio; -
197" Divisione fucilieri, da Vescenskaja alla foce del Choper, di fronte alle Divisioni Pasubio e Sforzesca. La forza dei due opposti schieramenti, espressa in Divisioni , risultava di sette dalla parte italiana (8" Armata) e di quattro da quella della 63" Armata sovietica. Considerando, per altro, i reggimenti di fanteria schierati in linea, il divario risulta meno sensibile: r6 reggimenti al\ '8• Armata ed II all a 63" sovietica, senza considerare le riserve delle Grandi Unità e le artiglierie. I Comandi sovietici tentavano spesso, soprattutto di notte, il passaggio del fiume , con pattuglie di varia consistenza, per individuare i punti di più facile passaggio. Quei punti non erano stati sbarrati con reticolati posti in opera da parte de\1'8" Armata, in quanto i materiali di rafforzamento erano tuttora in via di affluenza ed il loro trasporto era reso più difficile dalle ricorrenti crisi nella distribuzione dei carburanti.
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Inoltre, la 63" Armata sovietica disponeva di altre due Divisioni in seconda schiera: la 14" Guardie e la 203", mentre 1'8" Armata disponeva della sola Celere, fatto che poneva i due schieramenti contrapposti in un rapporto di forze quasi equilibrato: otto Divisioni (delle quali sei binarie) dalla parte italiana e sci (delle quali una sola con due reggimenti) dalla parte sovietica.
3. - IL COMPITO Il Gruppo di Armate « B >> tedesco aveva ricevuto dal proprio Comando Supremo il compito principale di raggiungere il Volga a Stalingrado con le Armate 6" e 4" corazzata, per poi assumere atteggiamento difensivo a garanzia del tergo del Gruppo di Armate <<A ». Doveva, inoltre, difendere la linea fluviale del Don con la 2 " Armata tedesca, la 2 " ungherese e 1'8" Armata, alla quale era stato assegnato il noto settore. Il Generale Gariboldi aveva subito espresso il proprio disappunto perché l'Armata al suo comando era stata destinata a compito di secondaria importanza in un momento di generale ripresa offensiva. Aveva anche richiamato l'attenzione del Comando tedesco sulla sproporzione tra l'ampio fronte da difendere e le esigue forze a disposizione. Il 9 agosto il Generale Gariboldi si era recato a Starobelsk, presso il Comando del Gruppo di Armate « B », per illustrare le ragioni del malcontento già manifestato, tanto sotto l'aspetto morale del non confacente impiego, quanto per l'inadeguatezza tra compito ricevuto e mezzi per realizzarlo. Aveva riassunto la questione prospettando che, se l'attacco sovietico non avesse avuto luogo, lo schieramento dell'S" Armata sul Don pareva come uno spreco di forze, ma che queste sarebbero risultate scarse a garantire la difesa della linea, qualora un'offensiva del nemico si fosse verificata. Il Comando del Gruppo di Armate aveva controbattuto che il compito difensivo sul Don era importantissimo, in quanto concorreva all'azione principale sul Caucaso, alla quale, in tal modo, si trovava associata l'Armata italiana. In caso di offensiva sovietica contro 1'8" Armata il Comandante del Gruppo di Armate « B » avrebbe provveduto ad inviare i mezzi per fronteggiarla. Il Comandante dell'8"' Armata aveva replicato prendendo atto delle promesse ed aveva aggiunto di non considerare ruolo piacevole quello di essere destinato ad essere salvato.
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Infine, da Roma, il Comando Supremo, informato della destinazione sul Don c dell'impressione sgradevole che questa aveva provocato, aveva risposto che quanto era stato ordinato dai Comandi tedeschi rispondeva a preventivi accordi stabiliti tra i due Comandi Supremi alleati cd aveva invitato il Comandante dell'8• Armata ad eseguire gli ordini ricevuti.
4. - LE AZIONI PRELIMINAR[ Lo schieramento delle unità tedesche appena giunte sul Don. nella seconda decade d'agosto stava raffittendosi per l'arrivo in linea delle Divisioni italiane deli '8' Armata. Il Comando sovietico faceva eseguire una serie di azioni offensive contro le forze del Gruppo di Armate cc B)), per saggiarne la consistenza e per determinare il punto nel quale avrebbe svolto la propria azione tendente ad arrestare l'avanzata germanica verso il Volga. 12
agosto.
Nel tardo pomeriggio, una pattuglia rus~a della forza di una squadra ed un pattuglione valutato ad una compagnia passavano il Don in corrispondenza dell'ansa di Krasnohorovka - Ogalcv (III j82o fanteria). Venivano presi sotto il fuoco del gruppo del 52° artiglieria a difesa del settore, ma non si ritiravano. A tarda sera, il Comandante della Divisione ordinava che una compagnia del l j ?d', già in secondo scaglione, fosse autotrasportata in modo da poter intervenire alle prime luci del giorno successtvo.
1? agosto. Sul fronte del Gruppo di Armate « B >> a nord dell'W Armata si svolgeva un'azione offensiva sovietica nella zona di Voronez (2• Armata ungherese). Notte sul 15 agosto.
Contro l'estrema ala destra dell'Ba Armata (cfr. Disegno n. 24). presidiata dal 11 / 54 fanteria (Divisione Sforzesca), subito ad ovest di Simovski, aveva luogo un colpo di mano contro un nostro centro
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dì fuoco, ma la pronta reazione della difesa ~o sventava. Nostre pattuglie, spintesi appena oltre il limite di settore, al paese di Bobrovski, udivano distintamente rumori di approdo di barche e di movimenti sulle due sponde del fiume. I prigionieri catturati affermavano dì appartenere ad un reparto di 70 uomini approdato il giorno precedente presso Bobrovskì e che sì era dislocato in una balka a sud di questo abitato. Nel settore di sinistra (53° fanteria) pattuglie avversarie tent:lvano senza successo d'infiltrarsi nel bosco di Plesciakovski, presso il limite sinistro del settore divisionale con la Pasubio. 16 agosto.
A Korotojak le forze della contigua 2 3 Armata ungherese venivano attaccate ed avevano ristabilito la situazione solamente dopo due giorni dì combattimenti. Notte sul 17 agosto.
Attacco contro la Sforzesca. Al limite di settore tra i due reggimenti di fanteria 53° e 54", consistenti forze nemiche passavano il Don presso g. 50,9 (nord di Tjukovnovski) ed altre ancora ad est di Simovski. Il Comando della Divisione, per meglio assicurare la saldatura tra i due reggimenti, inviava con autotrasporto una compagnia del l / 53'', tratta dal battaglione di secondo scaglione, rinforzava il 54" fanteria con una compagnia di mitraglieri di Corpo d'Armata, disponeva che il III gruppo artiglieria a cavallo, assegnato in rinforzo dal XXXV Corpo, prendesse posizione nel settore per accrescere la consistenza del fianco difensivo verso est. Le azioni dì attacco e di rastrellamento, durate per tutta la mattina del 18 agosto, si concludevano con la cattura di 68 prigionieri e di vario materiale bellico, ma erano costate la perdita di 23 morti (2 ufficiali) e di 49 feriti (4 ufficiali). L'interrogatorio dei prigionieri confermava che l'operazione della notte precedente era stata condotta da due interi battaglioni sovietici.
17 agosto. Alle prime luci del giorno, un pattuglione sovietico di una quarantina d'uomini, comandato da un ufficiale e da un commissario politico (politrùk), parte in barca e parte a guado, passava il Don presso Abrossimova ed attaccava un caposaldo del1'81" fanteria, presidiato dalla 6" compagnia, venendo respinto. Nel successivo rastrel-
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lamento, 3 russi risultavano morti e 2 cadevano prigionieri. La difesa subiva la perdita di 2 morti c 2 dispersi. Alle ore 7,30, altri reparti sovietici ammontanti ad un paio di compagnie, dopo avere attraversato il Don, attaccavano e circondavano il villaggio di Satonski, presso il limite destro del settore della 62• Divisione di fanteria tedesca, tenuto da una compagnia. Un piccolo rincalzo, prontamente accorso per sbloccare le forze accerchiate, non riusciva nell'intento. Accorreva autotrasportata una compagnia dell'8oo fanteria Roma che, giunta sul posto al le ore 13, T5, trovava la situazione già ristabilita da altre forze tedesche. Alle ore 20,30 il nemico tentava un nuovo passaggio del fiume poco ad ovest di Simovski, prontamente respinto dalla reazione della difesa. In considerazione della frequenza delle azioni del nemico e della situazione locale, allo scopo di ottenere un raccorciamento del fronte, risparmiando forze a vantaggio del fianco sinistro della Dìvisione, su consenso del Comando del XXXV Corpo d'Armata, lo schieramento dell'ala destra della Divisione veniva arretrato sui contrafforti dominanti Simovski da sud, rinunciando alla materiale occupaziOne dell'abitato.
r8 agosto. Alle ore 10,30 aveva luogo un tentativo dì passaggio sulla sponda destra del Don sul fronte della Pasubio, nel settore del 79" fanteria. l'ella zona a nord - est di Ribni il pronto intervento dei rincalzi e dell'artiglieria respingeva un pattu~lione di una sessantina d'uomini. Tre barche venivano affondate da un pezzo controcarro. Bilancio dell'azione: 4 morti russi e 18 prigionieri; da parte ital iana 7 caduti e 39 feriti (2 ufficiali). Alle ore 14,30 altri clementi sovietici tentavano l'attraversamento del fiume nei pressi di Olscianski (settore IIJ8o ma erano respinti da un efficace tiro d 'artiglieria. Dall'interrogatorio di un disertore russo presentatosi alle linee della Divisione Ravenna, si apprendeva che il nemico aveva schierato sulle basse pendici settentrionali della q. 220 due battaglioni del 415'' reggimento fucili eri (1" Divisione), rinforzandoli con armi di accompagnamento, essenzialmente mortai. 0
).
19 agosto. Su 1 fronte della Divisione Rat'enna era stata contrastata 1'azione di forti pattuglie avversarie.
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Sul fronte della Divisione Torino, una compagnia fuci lieri russi (6 ufficiali ed 8o uomini) attaccava il HI j 82o presso Ogalev e veniva respinta, lasciando qualche prigioniero. Tel rastrellamento venivano anche raccolti alcuni fucili ed un mortaio da 50 mm. L 'artiglieria della Sforzesca agiva contro elementi nemici (fanteria, artiglieria e carreggi) in movimento sulla riva destra del Don e sulla sinistra del Choper, da Satalovski verso il bosco di Simovski. Il Comandante del II/ 54o aveva segnalato che in corrispondenza del paese di Simovski un ponte sommerso facilitava grandemente ai russi il transito del fiume. Notte sul 20 agosto.
Alle ore 22,10 il nemico, dopo intensa preparazione di fuoco d'artiglieria e di armi pesanti di fanteria , passava il Don nella piccola ansa di Merkulov. L'attacco, eseguito da circa 250 uomini del1'828" reggimento fu cilieri sovietico, era diretto contro le posizioni difese dalla Legione croata, assegnata in rinforzo alla Divisione Pasubio. Alle ore 0,45 l'attacco era arrestato dalla reazione di fuoco della difesa. Alle ore 22,30, nel settore del 3.7" fanteria Rat'enna, aveva luogo un tentativo d'infiltrazione proveniente dagli isolotti emergenti dal Don presso K usmenkin, ed un altro alle ore 22,45 nel tratto del 38" fanteria, presso Gruscevo; l'uno e l'altro prontamente respinti. Le operazioni condotte dall'avversario tra il T2 ed il T9 agosto, non solamente contro le unità dell'8"' Armata italiana, ma anche contro la 2" Armata tedesca e la 2a ungherese, avevano lo scopo, come si è già detto, di sondare lo schieramento sulla riva destra del Don, per poter individuare il punto più debole nel quale ripetere l'operazione a più largo raggio tentata contro la 6" Armata tedesca alla fine di luglio. In quell'operazione, il tempestivo intervento della 3" Divisione Celere, rafforzando la resistenza del XVII Corpo d'Armata tedesco, aveva reso impossibile il successo sovietico. Ora l'avversario aveva analizzato la nuova situazione c, tratte le conseguenze, si preparava a vibrare un nuovo colpo. In alcuni casi l'attenzione dei russi era stata rivolta alle anse del fiume, come già a Serafimovic, in quanto un possibile successo avrebbe facilitato l'avvolgimento da nord dell'ala tedesca scoperta e le nuove forze affluite in quella breccia avrebbero potuto condurre su Kalac l'operazione strategica di isolamento della 6" Armata (che puntava, verso il Volga, a Stalingrado).
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5. -LA BATTAGLIA Esaminata con uno sguardo d'insieme, la prima battaglia difensiva del Don, combattuta principalmente dalle unità del XXXV Corpo d'Armata- CSIR, si svolse in quattro fasi : a. l'urto iniziale russo (20, 21 e 22 agosto); b. il contrattacco italiano (23 agosto); c. la ripresa dell'azione da parte dei russi (24 e 25 agosto); d. l'arresto dell'offensiva (26 agosto- 1° settembre). A) L'URTO INIZIALE RUSSO
(Disegno n. 27) Il 20 agosto. Alle ore 2,30, dopo brevissima preparazione d'artiglieria e di mortai, i russi passano il Don a guado e su traghetti ed investono il settore presidiato dalla Divisione Sforzesca. Essi attaccano : il 11154° sulle alture che da sud dominano Simovski, e nel tratto tra Simovski e Krutovski; il III l 54" tra Satonski e Tju kovnovski, al limite eli settore con il 53" fanteria. Le forze della difesa, con violente reazioni di fuoco e di movimento, respingevano per due volte gli attacchi. Alle ore 4,30, l'azione si estendeva anche all'estrema sinistra del settore divisionale (53" fanteria), al limite con la Divisione Pasubio, presso Plesciakovski. Dai prigionieri catturati si apprendeva che le forze attaccanti appartenevano tutte alla 197"' Divisione fucilieri (828'', 862° e 889" reggimento). L'azione avversaria si delineava in modo più incisivo contro il 1II S4o, schierato all'ala destra presso Simovski. In quel tratto di fronte, alle ore 5, l'attacco nemico, rinnovato con reparti freschi , riprendeva con violenza, provenendo anche dal paese di Bobrovski (settore 79" Divisione tedesca) e dalle balke risalenti dal Don verso nord e nord- ovest, parallelamente allo schieramento del fianco difensivo divisionale. In tal modo il II l 54" veniva a trovarsi circondato. Il Comando della Divisione inviava a rinforzo del battaglione una compagnia del 1153°, tratta dalla riserva dislocata a Jagodnyi. Fino da Ile ore 6,30 il Comando del Corpo d'Armata aveva richiesto al Comando d'Armata l'intervento dell'Aeronautica sul terreno adiacente alla foce del Choper (( dove sono stati notati forti agglomeramenti di forze nemiche».
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Alle ore 7,30 il Comando del XXXV Corpo inviava a rinforzo del 53o fanteria una compagnia controcarro c due plotoni lanciafiamme; sosteneva il II f 54", più gravemente minacciato, con il LXIII battaglione del gruppo cc. nn. T agliamento. Jl battaglione, schierandosi lungo la balka che da Krutovski risali va dal Don verso sud - est, ristabiliva la continuità della linea, riallacciandosi a sinistra con il III / 54°· Il l / 54°, già schierato fronte ad est, riceveva l'ordine di compiere una conversione a nord e di contrattaccare il nemico, puntando su q. 163,1 e Simovski. Più a destra era destinata ad operare la colonna Conforti (3), con il compito di battere il terreno circostante. spingendosi a nord verso Bobrovski, a protezione del fianco destro lasciato scoperto dall'assenza di forze tedesche. Contemporaneamente il Comandante del Corpo d'Armata approvava le predisposizioni per il contrattacco c metteva a disposizione della Divisione anche il LXXIX battaglione cc.n n., rinforzato dalla 3" batteria da 75 /32 (201° reggimento artiglieria motorizzato cf c); richiamava l'attenzione sulla necessità di spin~;cre a fondo il contrattacco della fanteria c l'azione concomitante della cavalleria; prescriveva che le restanti forze della Divisione richiamassero su di sé l'attenzione del nemico. Dall'interrogatorio di un ufficiale russo prigioniero, intanto. si era saputo che stava affluendo sulla destra della 197 Divisione fucilieri sovietica anche la 23' Divisione Guardie, destinata ad estendere l'azione della prima. Sembrava che due battaglioni di questa D ivisione sj trovassero già a nord- ovest di Jclanskoje, sulla pista per Vescenskaja (cioè in corrispondenza del limite di settore tra le Divisioni Sjorzesca c Pasubio). Lo stesso prigioniero aveva asserito che erano affluite in zona anche artiglieria da 152 c la XIII Brigata corazzata ( 100 carri). Alle 15.30, il Il/ 54 , a colpi di bombe a mano, riusciva a sottrarsi all'accerchiamento. Oltre ai fanti del battaglione, avevano preso parte ai contrassalti continui, durati dodici ore, i componenti delle pattuglie O.C. (4) di artiglieria, gli ufficiali medici, i portaferiti, i cucinieri. Dci 68o presenti all'alba, solo 72 poterono rientrare nello schieramento amico, portandosi a q. r63,1 sud di Bobrovski, mentre il nemico s'impadroniva ddla dorsale di q . 142,4. L'azione dei russi era momentaneamente contenuta. (3) Dal nome del Comandame del l gruppo di squadroni (J gruppo di squadroni e 2 plotoni mitraglieri Sat•oia Cat•allcria, 1 plorone da 47 ' 32 c ' c, 3' batteria a cavallo). (4) Per rossen·azionc cd il collegamento con lo schicramcmo di artiglieria retrostante.
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Alle ore r6, pur senza che avesse avuto ancora luogo il richiesto bombardamento aereo sull'opposta riva del fiume, aveva inizio il contrattacco del I/ 54"· L'avversario era respinto fino a g. 142>4, in vista del Don, mentre il gruppo Tagliamento c il reggimento Sat'aia Cavalleria gli proteggevano i fianchi. Poco dopo, però, si veniva a sapere che nessun intervento aereo avrebbe potuto aver luogo a favore del contrattacco in corso, in guanto i bombardieri tedeschi erano impegnati altrove e così i reparti da caccia italiani, mentre mancavano le bombe per gli altri aerei itali ani. La reazione delle numerose armi già schierate dal nemico sulla riva destra, ove si era saldamente affermato, arrestava verso le ore 22 il contrattacco del I / 54" a circa 3 chilometri a sud di Simovski, alla testata della balka che scendeva sul paese. La colonna Conforti avanzava fino nei pressi di Bobrovski, ma anch'essa non poteva trattenervisi per l'arresto delle forze alla sua sinistra c perché presa sotto il fuoco della reazione nemica. Frattanto, al centro dello schieramento divisionale, al limite fra i due reggimenti, la situazione si era fatta pericolosa . Per parare quella minaccia, fin dalle ore 13 il Comando della Di visione aveva provveduto ad inviare in autocarro tutte le residue forze a disposizione : Comando I / 53" con una compagni a fucilieri, un plotone mortai da 8r ed una compagnia da 47/32, col compito di sbarrare le provenienze da Tjukovnovski e di occupare a caposaldo le posizioni delle g. 191,4 c r88,6. Anche l'estrema ala sinistra del settore della Divisione aveva bisogno di essere rinforzata; si dovettero impiegare tutti gli uomini disponibili dei servizi di retrovia, ufficia li e fanti del Comando fanteria divisionale e 2 plotoni con 62 genieri della compagnia artieri divisionale. Alla conclusione della giornata l'azione del nemico risultava essere stata condotta da 7 battaglioni. Le perdite italiane risultavano gravissime, soprattutto per il S4" fanteria, che aveva il II battaglione ridotto alla consistenza di due plotoni e gli altri due battaglioni fortemente provati. Però la continuità del fronte era stata mantenuta e si contava di ristabilirne l'andamento originario, leggermente intaccato, mediante un nuovo contrattacco da condurre nella giornata successiva. A tal fine il Comando del XXXV Corpo d'Armata aveva posto a disposizione del Comando della Divisione anche il XV battaglione guastatori e la 16" compagnia chimica. Il raggruppamento a cavallo (meno la colonna Conforti) serrava da Bolschoi su Kotovski.
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Sempre sul fronte dei XXXV Corpo d'Armata- CSIR, la Divisione Pasubio, durante la notte, provvedeva a proteggere il proprio fianco destro, spostando a destra il rincalzo del battaglione di ala e costituendo un fianco difensivo con un battaglione rinforzato tratto dal secondo scaglione. Sul fronte del XXIX Corpo d'Armata tedesco, soltanto la Divisione T orino aveva dovuto respingere a tarda sera (ore 20,30) un pattuglionc che, passato il Don con barche, aveva preso terra presso Monastirscina. L'offensiva dell'avversario, pronunciatasi già tanto intensamente sul fronte del XXXV Corpo d' Armata- CSlR, mantenuta desta su quello del contiguo XVIl Corpo tedesco (come segnalava dal settore della 79~ Divisione il Generale Lombardi), si era estesa nello stesso giorno 20 anche al fronte difeso dal II Corpo d'Armata. Alle ore 3>40 ed alle ore 4,30, nell'ansa di Verhnij Mamon, il nemico, preceduto da preparazione di fuoco d'artiglieria e di mortai , attaccava le posizioni affidate al 3t fanteria Ravenna, ovunque respinto dalle azioni di fuoco e dai rincalzi della difesa (Disegno n. 28). Tornava all'attacco alle 5,30, intaccando la linea di resistenza, ristabilita, però, entro le ore 7· Alla stessa ora, senza successo, tentava altra azione concomitante dall'abitato di Ossetrovka contro la q. 2r8,o (parte orientale della base dell'ansa). Le azioni erano state condotte dal nemico con forze valutate a tre battaglioni. Il Comandante del Il Corpo d'Armata disponeva un pronto avvicinamento delle unità a sua disposizione (gruppo tattico Valle Scrivia l: V battaglione cc.nn., rinforzato da armi di accompagnamento). Alle ore ro, anche con forze nuove traghettate ad Ossetrovka, l 'attacco contro la q . 220 veniva rinnovato da ovest, da nord e da nord -est, con violenza tale da provocare lo spostamento di un battaglione della riserva divisionale verso il punto minacciato, poiché la linea, rimasta ferma alle ali, aveva subito una lieve inflessione al centro (pendici meridionali di q. 220). Conseguentemente, il Comandante del Corpo d'Armata disponeva che il gruppo tattico Valle Scrivia T passasse a disposizione della Divisione Ravenna, che lo faceva proseguire su Filonovo. Anche l'analogo gruppo Valle Scrit,ia il (XXXJV battaglione cc.nn. rinforzato) era fatto avvicinare alla zona di possibile impiego, rimanendo a disposizione del II Corpo. La riserva del settore di destra della Divisione Cosseria (III / 90") veniva spostata a K.rasno Orechovo, a contatto con lo schieramento della Ravenna.
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[,( 0/l(rllzioni del/( umttì italiane al fronu russo { T94I- I941)
Alle 13,30 la situaz ione sulle posizioni di q. 220 era completamente ristabilita. Nei punti occupati per tanto poco tempo i sovietici avevano già posto in opera campi minati. Un quinto attacco era respinto nel pomeriggio (ore 16). L'azione veniva ripetuta tra le 19 e le 20,30, ma dopo avere subito gravi perdite in violenti scontri corpo a corpo, il nemico veniva respinto. l russi desistevano dal loro proposito, perseguito con tanta tenacia.
Il 2 r agosto. Per il 21 agosto il Comando della Sforzesca, proseguendo il contrattacco iniziato nel pomeriggio precedente, intendeva ristabilire sul Don la linea di resistenza mediante tre azioni: - su lla destra, del l/ 54" (per quanto avesse subito perdite gravissime nella giornata del 20), con obiettivo Simovski; - al centro, del III/ 53" e del XV battaglione g uastatori, dalla zona di q. 190,r, con obiettivi Nizne Matvejevski e T jukovnovski, fiancheggiati a destra dal l/ 53" (che avrebbe agito dalle q. 191>4 c 188,6 verso Satonski) ; - a sinistra, del II / 53" rinforzato dalla 16" compagnia chimica, con obiettivo Plesciakovski. Il nemico, però, dopo avere fatto passare il Don durante la notte a dieci altri battaglioni, alle prime luci dell'alba muoveva all'attacco, facendosi appoggiare da forti azioni d'artiglieria c, soprattutto, di mortai, prevenendo l'attacco italiano. Le nuove forze attaccanti sovietiche appartenevano alla T4·· Divisione Guardie (36' e 38" reggimento) ed alla 203" Divisione fucilieri (592° reggimento). La finalità strategica dell'attacco, mosso a ragion veduta dopo tanti sond aggi della settima na precedente, era nota ai reparti impiegati: un prigioniero, durante l'interrogatorio svolto nella notte sul 21, aveva dichiarato che obiettivo conclusivo dell'azione era la liberazione di Rostov. Fin dalle prime ore del mattino la situazione si presentava come assai grave. Se le ali erano ancora ferme sulle posizioni di partenza per il contrattacco, il centro era in difficoltà a resistere e si stava profilando il pericolo dell'interruzione della continuità della linea. Lo sforzo maggiore del nemico era esercitato sul Ill / 53", ed il battaglione, sostenuto anche da due compagnie guastatori , manteneva a stento la posizione. Invece alla destra veni va iniziato il contrattacco previsto, ma, verso le ore 7, era già chiaro che l'azione non avrebbe raggiunto gli
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obiettivi; anche in questo tratto si stava provvedendo a resistere sulle alture. Il Comando del Corpo d'Armata decideva di rinunciare al contrattacco su Plesciakovski e di difendere la linea delle alture dominanti il Don (Nizne Matvejevski - q. 140 - q. 191,1 - q. r88,6 q. 142,4); ordinava pure al Comando della Sforzesca di operare per la conservazione di un fianco difensivo a destra, a q. 163,1 (sud di Bobrovski). Verso le ore ro, il I gruppo da 105/ 28 del rt artiglieria divisionale, che già aveva dovuto difendersi sparando con alzo zero, protetto nel ripiegamento da una disperata resistenza del III / 53o e dei guastatori, si portava su posizioni più arretrate. Il successivo arretramento dei due battaglioni e del I / 53", già schierato più a destra, determinava una vasta soluzione di continuità nello schieramento dei due reggimenti di fanteria della Divisione. L'interruzione delle linee telefoniche e la distruzione delle stazioni radio per effetto del tiro avversario, la difficoltà di comunicare con altri mezzi meno rapidi determinata dalle distanze esistenti in così vasto settore, oltre al ritmo incalzante preso dall'attacco, avevano reso meno pronta l'azione del Comando della Divisione. Esso, però, non aveva mancato d'informare quello del Corpo d'Armata e, preoccupato della falla che si andava determinando tra i due reggimenti, come delle perdite già subite soprattutto dal 54°, aveva ordinato che il LXXIX battaglione cc. nn. (del gruppo Tagliamento), che era dislocato in secondo scaglione all'ala destra, si spostasse al centro, dove avrebbe occupato le posizioni tra q. 191,4 e q. 188,6, costituendovi un caposaldo, allo scopo di mantenere la saldatura tra i due reggimenti 53o e 54°. Ma il battaglione, durante l'esecuzione del movimento, giunto presso q. 232,2 incontrava il nemico avanzante che tendeva a circondarlo. Doveva prima contenerne l'attacco, poi ripiegare verso il settore di destra su q. 193,7· Afferma in proposito il Comandante del XXXV Corpo d'Armata (5): « ... il battaglione affrontava eroicamente la critica situazione : si deve al cosciente sacrificio dei suoi soldati se il nemico, in conseguenza dell'arresto subito, non riuscì a sopravvanzare l'ala destra dello schieramento che nel tardo pomeriggio ». Frattanto, sempre al medesimo scopo di parare la minaccia al centro del settore Sforzesca, il Comandante del Corpo d'Armata poneva a disposizione della Divisione anche le forze ancora disponibili del raggruppamento a cavallo. (5) MEssE, op. cit., pag . 206.
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I Lancieri di Not,ara, all'alba, si spostavano da Gorbatovo a Bakmutkin e a Jagod nyj, dove giungevano alle ore 12, rinforzati da mortai, pezzi controcarro ed un gruppo di batterie a cavallo. Venivano subito distaccati: - a sinistra, la colonna Morcaldi (II gruppo di squadroni rinforzato), diretta su q. 187,1 (a nord dell'abitato). Una pattuglia del distaccamento, alle ore 12,30 incontrava sulle pendici orientali di q. 208>4, il lll/ 53", che stava ripiegando verso sud . Ad est della Krisaia non veniva rilevata la presenza di altri reparti. 11 distaccamento, giunto a 4 chilometri a nord di Jagodnyj, incontrava forte reazione di fuoco del nemico avanzante in forze verso sud dalla dorsale di q. 224,4; - a destra, la colonn a Del Re ( r" squadrone rinforzato), giunta a q. 232,2, incontrava forte reazione di fuoco che le impediva di proseguire. Il Comandante del reggimento ordinava ai distaccamenti esploranti di schierarsi dalle pendici nord di q. r87, I, collegandosi a sinistra con il III j 53", schierato ad ovest della Krisaia, alle pendici nord - nord-est di q. 2r8,9, collegandosi a destra con il reggimento Sat'oia Caualleria. Il gruppo d'artiglieria a cavallo prendeva posizione a sud- est dell'abitato di Jagodnyj, nel quale si tratteneva il Comando del reggimento con le residue forze disponibili (colonn::t Pagl iano). Il reggimento Sauoia Cat'alleria era orientato ad agire verso la destra della Divisione, nella valle dello Zuzkan. In quella zona già si trovava dal giorno precedente la colonna Conforti, che all'alba del 2r operava sempre in zona di q. 163,1 insieme al LXIll battaglione cc.nn. 11 resto del reggimento, sotto il nome di colonna Bettoni (Comando di reggimento, Il gruppo di squadroni c 1 '2 squadrone mitraglieri, 2 plotoni controcarro ed r batteria a cavallo) alle ore q muoveva da Kotovsk i su Cebotarevski. Alle ore 14 una pattuglia, inviata in esplorazione su q. 232,2, informava il Comando del raggruppamento a cavallo di avere trovato poco a sud di q. 236,7 un centinaio di fan ti comandati da un capitano, pressoché sprovveduti di munizioni cd in ripiegamento. Il Generale Barbò ordinava che si schierassero su posizioni adatte in quei pressi. La colonna Bettoni, diretta da Cebotarevski su q. 232.2, si scontrava con il nemico c prendeva posizione, cooperando con unità di fan teria che si stavano sch ierando a difesa di Cebotarevski.
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Alle ore 16 il Comandante del Corpo d'Armata poneva il raggruppamento a cavallo a disposizione della Sforzesca, affinché, con azione convergente, coordinando l'intervento del LXXIX battaglione cc.nn. c di due compagnie del 53o fanteria, raggiungesse le posizioni del fronte da q. 190,1 a q. r88,6. Anche a destra la colonna Conforti riceveva ordine dì ripiegare, pur sotto la pressione avversaria. Gli squadroni si prestavano reciproco appoggio durante gli sbalzi indietro per raggiungere i cavalli smontati. Il I 0 squadrone doveva combattere per ricuperare i suoi quadrupedi, già raggiunti dal nemico. Un pezzo del It artiglieria era salvato da un manipolo di cavalieri che caricavano con le sciabole alla mano. La batteria a cavallo appoggiava con fuoco efficace il movimento degli squadroni. Il 1" squadrone riunito doveva tornare alla carica nella notte per liberare dalla pressione nemica i pezzi di una batteria divisionale. Alle ore 19 anche la colonna Conforti aveva raggiunto il proprio posto nello schieramento difensivo nuovamente assunto dalla Sforzesca. Ormai, tanto il Comando del XXXV Corpo d'Armata- CSIR, quanto quello della Divisione Sforzesca avevano già impiegato tutte le scarse riserve inizialmente disponibili. Per il settore di sinistra (53° fanteria), raccordato più ad ovest all'intatto schieramento della Pasubio, minori erano le preoccupazioni, anche se il nemico, per l'intera giornata, aveva esercitato su di esso una forte pressione, respingendo il II / 53" dalle posizioni di Nizne Krivskoj per cinque chilometri verso sud, fino davanti a Verhnij Krivskoj, dove il battaglione resisteva efficacemente. La situazione al centro del settore divisionale, con la posizione di resistenza intaccata ed in via di ristabilimento, era, fuor di dubbio, la più grave di tutto il fronte. L'ala destra di tale settore, già inizialmente isolata, frantumata dagli attacchi nemici provenienti da nord e da est, si trovava essa pure in condizioni di estrema difficoltà. l reparti isolati, ridotti fortemente da Ile perdite, cercavano di aprirsi il passo combattendo spesso in mischie corpo a corpo. La gravità della situazione induceva il Comandante del Corpo d' Armata a : - cost1tmrc due pilastri difensivi a Jagodnyj ed a Cebotarevski, ai quali veniva affidato altresì compito controffensivo; - a ritrarre l'ala destra della Divisione Pasubio, disponendola a guisa di fianco difensivo lungo l'allineamento Ribni- q. 219,0 '7· - U.S.
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cd in collegamento tattico col pilastro di Jagodnyj, in corrispondenza della testata della valle Olikovatka. I reggimenti di cavalleria Sar,oia c Novara dovevano sorvegliare l'intervallo tra i due pilastri difensivi di Jagodnyj e di Cebotarcvski, ossia colmare alla meglio il varco, in attesa che nuove forze sbarrassero la falla. Il Comando dell'W Armata, a sua volta, metteva a disposizione del XXXV Corpo d'Armata la 3' Divisione Celere ed il battaglione alpini Monte Cervino. Alle ore 22 il Comando della Sforzesca emanava il proprio Ordine di Operazione (Documento n. 74), che dava esecuzione al concetto difensivo del Comandante del Corpo d'Armata. Nella notte sul 22 si andava svolgendo una difficile operazione per il ripicgamento dci reparti schierati da Simovski verso sud, ostacolata dagli attacchi del nemico provenienti da ovest e da nord - ovest: -
la q. 232,2 risultava già fortemente occupata dal nemico; infiltrazioni russe erano giunte a circa 2 km a sud di
q. 163,1 j - il I/ 54" stava combattendo durante il suo ripiegamento da Simovski a Cebotarevski; - il LXIII cc.nn. , già schierato a nord della balka che si diramava da Krutovski verso sud- est, risultava ancora impegnato su quelle posizioni; - il LXXIX cc.nn., ridotto ad un centinaio di uomtnl. combatteva ancora poco ad est di q. 193,7· Sul fronte del Il Corpo d'Armata il nemico aveva ripreso la propria attività offensiva, attaccando le posizioni di q. 220 alle ore 5,15, alle 12,50 ed alle 23,30. Le forze della Rat•etma avevano respinto i tre attacchi. La Divisione Cosseria non era stata attaccata.
l/ 22 agosto. Le ore della notte sul 22 agosto venivano impiegate alla raccolta dei reparti nei due caposaldi di Jagodnyj e di Cebotarevski. Si sarebbe trattato, in ogni caso, di prendere posizione in aperta campagna, perché le strutture di legno delle case non avrebbero consentito di appoggiare la difesa ai centri abitati. Alle prime luci del 22 agosto: - nel caposaldo di Jagodnyj si erano raccolti il 5f reggimento fanteria e parte del Ili j 54o, i resti del XV battaglione gua-
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statori, la 3" compagnia lanciafiamme, con una forza totale di 3.500 uomini, 71 fucili mitragliatori, 30 mitragliatrici, r6 mortai da 8r, 6 pezzi da 47/ 32, 3 I apparecchi lanciafiamme; - nel caposaldo di Cebotarevski stava ancora affluendo il I/ 54· erano già schierati sul costone a nord del paese il II / 54" e la parte del III non confluita su Jagodnyj (400 fanti tra i due battaglioni); il gruppo cc.nn. Tagliamento, in secondo scaglione entro l'abitato (in tutto 200 uomini dei battaglioni LXIII , LXXIX e LXIII armi di accompagnamento, privi però delle anni pesanti) ed alcuni reparti eli rinforzo. Nel complesso circa I .ooo uomini, 9 fucili mitragliatori, 21 mitragliatrici, 27 mortai da 81, 2 pezzi da 47/ 32; - il Comando della Sforzesca si era stabilito a Gorbatovo; - tra Cebotarevski e Bolschoi si era determinato un ingorgo di salmeric, di carreggio ed autocarreggio, aggravato dalla presenza in Bolschoi delle salmerie di combattimento del 54° fanteria. La superiorità numerica del caposaldo di Jagodnyj aveva per immediata conseguenza maggiore possibilità di lavoro, diversamente da quanto si stava verificando a Cebotarevski, dove anche le sole energie umane erano di tre volte e mezzo inferiori. Un altro elemento rendeva più precaria la situazione del caposaldo orientale: quello di non poter fare sistema con la posizione di resistenza della Pasubio, dalla quale sarebbe potuto provenire qualche aiuto. Inoltre la dorsale tra Kriuscia e Zuzkan, percorsa ma non posseduta dal raggruppamento a cavallo c sulla quale il nemico aveva esercitato il maggiore sforzo del giorno precedente, separava Jagodnyj da Cebotarevski; questo secondo caposaldo rimaneva anche isolato a destra verso unità tedesche che non prestavano aiuto alla contigua Divisione italiana. Le ore antimeridiane erano impiegate in frettolosi lavori di rafforzamento che, per la limitatezza del tempo disponibile, potevano garantire ai fanti scarso riparo per le loro persone e non sempre assicuravano alle armi impiego razionale ed efficace. Alle ore 14 il caposaldo di Jagodnyj era violentemente attaccato dalle forze nemiche provenienti dal centro del settore (lato orientale del caposaldo) e nella stessa zona, nella direzione da q. 224>4 a q. 218,9 erano attaccati anche i Lancieri di Novara. L'azione combinata di uno squadrone appiedato, per impegnare frontalmente il nemico, con una carica a cavallo di un altro squadrone, respingeva momentaneamente l'attaccante che ritornava, però, con maggiori forze. La resistenza in questo punto doveva essere continuata poco a sud di q. 218,9, mentre il resto della linea manteneva le posi0
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zioni. Verso le ore r6 questo reggimento di cavalleria era battuto per errore da aerei alleati. Venivano colpiti particolarmente l'autocarreggio ed i cavalli che, in fuga, determinavano scompiglio nelle retrovie. Una puntata nemica infiltratasi nella balka della Krisaia stava raggiungendo il paese di Jagodnyj, ed era respinta dal pronto intervento personale del Colonnello comandante che, raccolto intorno a sé il personale del Comando di reggimento, alcun i elemen ti di cavalleria, di fanteria, dei guastatori e subito sostenuto dall'artiglier1a, interveniva stroncando il tentativo. Alle ore r8 l'anacco, rimasto senza successo, veniva interrotto dal nemico, al quale venivano catturati un centinaio di prigionieri e numeroso bottino. Anche il caposaldo di Cebotarevski era contemporaneamente attaccato per circa quattro ore, esso pure senza reale successo. I resti del ll / 54°, dalle posizioni di q. 200,1 (nord- ovest di Cebotarevski), si spostavano su quelle di q. 209,6 (sud - ovest di Cebotarevski), continuandovi la resistenza. li nemico aveva lasciato davanti alle posizioni oltre 400 cadaveri contati. Anche il raggruppamento a cavallo, ordinatamente, sotto la pressione nemica, aveva d ovuto spostare a sud la propria resistenza, sulle pcndici nord delle q. 236,7 e 209,6. I reggimenti di cavalleria erano collegati fra di loro e con il 54° fanteria, protetti dalla cooperante artiglieria. Come i Lancieri di Novara avevano già operato a sinistra, Savoia Cat,alleria lasciava la posizione staticamente occupata e, rimontato a cavallo, con un'ampia conversione intorno a Devjatkin , ristabiliva la situazione. Abbeverati i cavalli, i cavalieri riprendevano posto nello schieramento difensivo. D alle prime ore del mattino era giunto in zona il raggruppamento Lombardi , della 3" Divisione Celere. Nel pomeriggio la maggior parte della Divisione si trovava raccolta nella zona di Kruscilin (settore Pasubio). Il Comandante dell 'Armata aveva disposto che, oltre alla Celere, passassero a disposizione del XXXV- CSIR anche il battaglione alpini sciatori Monte Cervino, il lX battaglione genio pontieri (dislocato in secondo scaglione) ed il r79~ reggimento di fa nteria tedesco (su due soli incompleti battaglioni) raccolto d alla 62" Divisione. Affinché questa potesse prestare il proprio concorso alla Sforzesca, il Comando del XXIX Corpo tedesco disponeva che la D ivisione T orino sostituisse due gruppi del 162° artiglieria tedesco, con due del suo 52" artiglieria, seguiti ben presto anche dal l battaglione ddl'81 ° fa n teria.
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Il Comandante del Corpo d'Armata escludeva d'impiegare i rinforzi ricevuti per il raffittimento dello schieramento difensivo, tanto più che, data l'ampiezza del fronte, una reale solidità delle posizion i non avrebbe potuto essere raggiunta. Un attacco che prendesse come elemento di forza l'impeto dci bersaglieri e supplisse con esso alla limitatezza del la massa, avrebbe potuto far segnare un tempo d 'arresto all'avanzata sovietica, d ato respiro al consolidamento della difesa ed all'assunzione dei provvedimenti che si fossero rivelati necessari.
Sul fronte della Divisione Pasubio, le operazioni per la rettifica dello schieramento al limite destro del settore, per mantenere il collegamento con quello della Sforzesca, erano svolte regolarmente nelle prime ore del mattino. Alle ore 13,30 il nemico attaccava con forze di fanteria le posizion i difese a q. 219 (III/ 79") sulla nuova linea occupata, al limite di settore con la Sforzesca. l fanti contrattaccavano con impeto, lottando all'arma bianca. cd alle ore 19 avevano re~pinto l'attaccante, causandogli la perdita di 200 morù e catturandogli 45 prigionieri. Le perdite italiane erano state di 12 morti (2 ufficiali) e 40 feriti. Nel settore contiguo (ll / 79°) un tentativo d'infiltrazione dell'avversario era stato prontamente respinto con la perdita per il nemico di alcuni affogati nel Don e la cat tura di 5 prigionieri.
Sul fron te del Il Corpo d'Armata (Divisione Rar·enna), verso
le ore 3,10 il nemico riprendeva un forte attacco per il possesso di q. 220. Riusciva ad impadronirsi di alcuni centri di fuoco. Per ricuperarli, il Comando della D ivisione doveva impiegare un altro battaglione (Ill / 38"). La riserva divisionale si riduceva così ad un solo battaglione. Il Comandante del Corpo d'Armata faceva serrare sotto il gruppo tattico Valle Scrivia l/, ma, così procedendo, si sarebbe privato in breve di ogni riserva per il settore del le due Divisioni. Pertanto il Generale Zanghieri, pure riconoscendo l'importanza di q . 220, invitava il Generale Nebbia a giudicare se la conùnuazione della lotta per il possesso di quella posizione venisse a determinare un eccessivo e troppo rapido logorio delle riserve. Il Comandante della Ravenna comunicava di essere costretto ad arretrare la dife~a della linea di resistenza: Krasno Orekovoq. 150.2- q. 218,o, disponendo un ordinato movimento per la rot-
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tura del contatto, l'arretramento e l'assunzione delle nuove poSIZIOni.
Per meglio assicurare che la delicata operazione venisse eseguita in sicurezza, verso le ore 13. il Comandante del rr Corpo disponeva anche l'avanzamento del gruppo tattico Leonessa 11. Il movimento veniva eseguito con regolarità entro le ore serali. H) IL CONTRATTACCO ITALIANO
(Disegno n. 29) Il 2 3 agosto. La giornata del 23 agosto è contraddistinta dal tentativo ital iano di ristabilire la situazione iniziale sulla sponda destra del Don. Era stata dimostrata l'insufficienza quantitativa per questo compito delle sole unità della Divisione Sforzesca, anche se rinforzate da quelle suppleùve del XXXV Corpo (raggruppamento a cavallo e gruppo Tagliamento). L 'assegnazione della 3" Divisione Celere, pure se diminuita nella sua efficienza dalla precedente lunga usura, offriva al Corpo d'Armata il mezzo per tentare il ritorno alla linea del fiume, alla quale il Comando Supremo tedesco ed il Comando del Gruppo di Armate << B » attribuivano tanta importanza. La notte sul 23 era passata tranquilla, ma già all'alba i caposaldi di Jagodnyj e Cebotarevski erano di nuovo fortemente attaccati. Il nemico veniva respinto con molte perdite, dovute in gran parte all'efficace tiro del rt artiglieria. Frattanto era in preparazione il contrattacco, dalla base di partenza sulla sinistra del settore Sforzesca cd in quello della Divisione Pasubio. Il Generale Messe, che intendeva coordinare direttamente l'azione, aveva fissato come obiettivo d'attacco il ciglio delle alture dominanti il Don. Per l'esecuzione venivano cosùtuite: - una colonna di sinistra, agli ordini del Generale Roberto Olmi, Comandante dell a fanteria divisionale dell a Pasubio (con il III J8o", la Legione croata, il 179" reggimento fanteria tedesco e due gruppi di artiglieria tedeschi della 62" Divisione) operante dalla zona di q. 219 (ovest di Verhnij Krivskoj). Inoltre avrebbe cooperato il l /79", attaccando q. 197,2, così come avrebbe fatto il II /79o su q. r68,o; - una colonna di destra, agli ord ini del Generale Mario Marazzani. Comandante della Divisione Celere, costituita dall'in-
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tera Divisione, operante dalla zona ad ovest di Bachmutkin, in direzione di q. 208,4 - q. r88,6 - q. 191,4. Il caposaldo di Jagodnyj avrebbe concorso con la propria artiglieria ad appoggiare l'attacco della Celere. Il battaglione Monte Cervino, dislocato nella zona di Garbatovo, doveva concorrere ad una eventuale ripresa controffensiva sulla destra. Il raggruppamento a cavallo sarebbe dovuto intervenire per lo sfruttamento del successo, per l'esecuzione di una già delineata duplice azione avvolgente. Le forze di fanteria dci due caposaldi avrebbero svolto azioni di rastrellamento a breve raggio, ma dovevano, soprattutto, resistere ad oltranza nel caso che l'avversario avesse attaccato per primo. Inizio dell'attacco: ore 9,45· La colonna di sinistra alle ore 12, superata la balka Olkovatka, aveva occupato Verhnij Krivskoj, trovandola sgombra, e la q. 197,2 superando deboli resistenze, mentre il III f 79" procedeva sul costone a sud- est di Rubescinski. La colonna di destra aveva attuato un profondo dispositivo d'attacco con la colonna Felici: 3" bersaglieri rinforzato con i battaglioni XX / 3" c XXV / 3° in primo scaglione, seguiti da due battaglioni del 6" bersaglieri ed elementi di rinforzo in secondo scaglione. Riserva, a sua volta articolata: I 0 scaglione (Salvatores) con i battaglioni bersaglieri XV III /3" e XIX /6", attestato al kolkoz Otbelaize; 2° scaglione (Rubini) costituito dal XLVII battaglione motociclisti. in attesa a Verhnij Kruscilin. La colonna Felici procedeva rapidamente fino a q. 208,4 (nordovest di Jagodnyj), ma da quel punto, presa sotto sempre più intenso fuoco di artiglieria, cui presto si univa quello dei mortai, subiva crescenti perdite e procedeva più lentamente. Alle ore 14>45· battuta anche da armi automatiche, postate a q. 224,4, compiva un movimento per aggirare la quota da oriente. A Ile ore 15,30, accertato dall'esplorazione che la contigua q. 232,2 era sgombra, la colonna si portava tra questa e q. 224,4, mentre i due scaglioni della riserva avanzavano rispettivamente a q. 208,4 ed al kolkoz Otbelaize. Alle ore 16 i battaglioni XX e XXV /J' muovevano da sudest all'attacco della q. 224,4, seguiti dal VI c dal Xlll/ 6' . Il nemico sviluppava violentissima resistenza. concentrando sulle pendici meridionali della quota il fuoco d'artiglieria. mortai e mitragliatrici. Alle ore 17 era presa la sommità della collina, con un assalto alla
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baionetta e bombe a mano. l gruppi del r20° artiglieria assumevano schieramento più avanzato. La colonna Salvatores, appena giunta su q. 208,4, veniva attaccata ripetutamcnte, con gravi perdite per entrambe le parti. Più a nord era attaccata anche q. 197,2, tenuta dal r79o tedesco. Il nem ico riusciva ad impadronirsene verso le ore 16, ma il 179" lo cacciava nuovamente e manteneva poi il possesso dell'altura. Si rendeva difficile conservare quanto era stato conquistato, perché il fuoco dei mortai russi apriva continui vuoti nelle file dei bersaglieri, mentre le ondate d'assalto venivano respinte senza interruzione. Alle ore 21,25 il Colonnello Felici, poiché la colonna ai suoi ordini si trovava con entrambi i fianchi scoperti, ordinava lo sganciamento dal nemico per prendere nuova posizione poco più a sud, sulla q. 2r8,9. Il movimento, effettuato dopo le ore r del 24 agosto, aveva pieno successo cd i reparti potevano intraprendere pronti lavori di rafforzamento e stabilire il collegamento con il caposaldo di Jagodnyj. Alla fine della giornata la 3" Celere aveva perduto 28 uomini (2 ufficiali), 263 feriti (17 ufficiali). La Pasubio aveva avuto 31 morti, 213 feriti e 65 dispersi. 11 Comandante del XXXV Corpo d'Armata disponeva il passaggio del 179" reggimento tedesco (Colonnello von Albcrti) alle dipendenze della Celere ed ordinava che nel successivo 24 agosto venisse ripreso l'attacco di q. 224,4 su tre colonne: - 179" fanteria, da q. 197,2; - colon na Salvatorcs (6" bersaglieri), da q. 208,4; - colonna Felici (3° bersaglieri), da q. 2r8,9. Mentre l'avanzata delle colonne d'attacco si stava sviluppando ancora senza gravi difficoltà, alle ore 11 ,45, il General e Messe predisponeva lo sviluppo successivo dell'azione assegnando al raggruppamento a cavallo il compito di puntare sul fianco sinistro del nemico, portandosi a q. 213,5, passando a sud e sud- ovest di Cebotarevsk i, per concorrere con la 3" Celere alla conquista di q. 191,4 c, se possibile, agire su Krutovski. I Lancieri di Not,ara puntavano su q. 191>4, passando per q. 232,2, ma raggiungevano solamente q. 21r,8. Minacciati di avvolgimento su di questa, dovevano arretrare durante la notte fino a raggiungere la zona a nord- ovest di Cebotarevski. 11 reggime nto Sat,oia Cavalleria aveva il compito di raggiungere q. 213,5 e di puntare all 'alba successiva su q. H)3•7 per minacciare
La prima battaglia difensiva del Don
i rovesci dei reparti sovietici che premevano su Cebotarevski e per proteggere il fianco destro de.llo schieramento italiano. Per mezzo della propria esplorazione, accertava che le pendici nord -ovest di q. 213,5 erano occupate da consistenti reparti avversari. Sopraggiunta la notte, ritenuto non conveniente proseguire il movimento nell'oscurità, il reggimento sostava sulle pendici sud- est della q. 213,5·
Sul fronte del XXIX Corpo tedesco, e particolarmente nel settore della 62"' Divisione, il nemico aveva condotto due puntate dal bosco a nord- ovest di Merkulov, in direzione della q. 120,8, presso al limite di settore con la Pasubio. Entrambe erano state respinte. Lo stesso Corpo d'Armata, in quella medesima giornata, aveva cooperato anche all'azione del XXXV- CSIR inviando il 179o reggimento (2 battaglioni) rinforzato da 2 gruppi di artiglieria, traendoli tutti dalla 62" Divisione. La Divisione Torino, invece, pur non avendo inviato reparti nel settore del XXXV Corpo, aveva sostituito i gruppi di artiglieria tedeschi inviando in quel settore il lli / 52° artiglieria divisionale (da 75/27) ed il XXIII / 2° di Corpo d'Armata (da 105 / 28) avuto in rinforzo dal Il Corpo d'Armata.
Nel settore del Il Corpo d'Armata, la Divisione Rat·enna procedeva all'organizzazione difensiva delle nuove posizioni occupate, mentre il nemico non svi luppava azioni offensive né su questa Divisione, né sulla Cosset·ia, né sulla 294' Divisione tedesca. La 79" Divisione tedesca, nel suo « rapportino intermedio », alle ore 17,20 aveva segnalato « circa roo russi con automezzi avanzanti dalla q. 163,1 (3 km a sud di Bobrovski) verso sud- ovest ». La notizia aveva dovuto seguire la trafila dei Comandi ed era pervenuta all'Ufficio di Collegamento tedesco presso il XXXV Corpo fuori tempo utile per essere segnalata al raggruppamento a cavallo, e particolarmente al Comandante di Savoia Cavalleria: questo era diretto a q. 213,5, località sulla quale sarebbero dovuti giungere necessariamente anche gli elementi autocarrati, i cui automezzi non potevano attraversare la balka sulla loro sinistra. La stessa Divisione tedesca segnalava inoltre la presenza di 5 carri armati sovietici a sud di Satonski e la presenza di forze a piedi nel frastagliato terreno fra Isbuscenski e Senjutkin, cioè nella zona di pertinenza della Grande Unità tedesca.
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u operazioni dt'lle unità ttaltane al fronu russo (1941 - 1943)
Il successo ricercato dal contrattacco del XXXV Corpo d'Armata non era stato ancora completo, anche se si era lottato generosamente per ottenerlo. La giornata del 24 agosto era aperta dalla prosecuzione delle azioni di cavalleria, tra le quali ha particolare rilievo la carica di Isbuscenski (6). La marcia della colonna Bcttoni (Sat•oia Car,alleria, rinforzato dal II gruppo artiglieria a cavallo c da cannoni controcarro) su q. 213,5 era stata osservata dal nemico nella stessa sera del 23 agosto. Per parare quella minaccia il Comando sovietico rinforzava il proprio schieramento spostando un battaglione dalle posizioni a nordovest di Cebotarevski, facendogli compiere un ampio giro fino a Bobrovski, donde, per la balka con direzione nord- sud veniva guidato a nord- est di q. 2r3,s. Vi giungeva alle ore 2 ed alle ore 3,30 i suoi uomini si erano già scavate profonde buche. Altri due battaglioni dcll'812" reggimento fucilieri prendevano posizione con fronte a sud- est nei pressi della quota. Alle ore 3,30 clementi esploranti del reggimento Savoia Car,alleria, in movimento verso nord- ovest c nord, all'inizio della loro avanzata, erano presi sotto violenta reazione di fuoco di mortai c di armi automatiche completamente occultate dalla vegetazione. A questa azione di fuoco del nemico rispondeva immediata reazione dell'artiglieria, dei pezzi controcarro c delle mitragliatrici ancora in postazione dalla notte, mentre gli squadroni si stavano approntando a muovere. La subitanea e forte reazione italiana sconcertava l'avversario e ne faceva diminuire l'intensità del fuoco. Il Comandante di reggimento, visto cht: l'intensità del fuoco nemico non accennava a diminuire, decideva subito di contrattaccare frontalmente con il f squadrone, appiedato e rinforzato da mitragliatrici, puntando in direzione nord- ovest su q . 213,5 per impegnare le forze nemiche ivi schierate. ll Colonnello Bcttoni, quindi, per realizzare la sorpresa, lanciava il 2" squadrone a cavallo sul fianco sinistro dello schieramento nemico. Compiuto un ampio giro, lo squadrone piombava sul battaglione, travolgendone i fanti a sciabolate e proseguendo il suo impeto anche contro gli altri due battaglioni. Poiché i nemici, abbassatisi nelle buche al passaggio della carica, avevano ripreso a sparare (6) L1 località presso la quale si svolsero le cariche degli squadroni di Savoia Cut'alleria (; segnata sulla carta topografìca 1: 100.000 allora in uso come "q. 213,5 >l , 7 chilometri a sud- ovest del centro abitato di Isbuscenski (settore della 79" Divisione tedesca).
La p,-ima battaglia difensiva del Don
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alle spalle dei cavalieri, lo squadrone compiva un 'evoluzione che lo riportava in senso inverso sullo stesso terreno, eseguendo una seconda carica, completata dal lancio di bombe a mano. Il battaglione di sinistra, primo a sostenere l 'urto, rimaneva travolto. Suoi superstiti ripiegavano verso sud- est, catturati poi dai tedeschi del1a 79" Divisione, ed altri ripiegavano verso nord e nordovest. Gli altri due battaglioni, pur avendo subite perdite, reagivano con energia, e il Colonnello Bettoni decideva allora di far proseguire da una posizione più avanzata l'azione di fissaggio condotta dal 4o squadrone appiedato e di reiterare la carica impiegando questa volta il 3o squadrone. A questo si univa anche il comando del II gruppo. L a seconda carica del 3" squadrone travolgeva definitivamente anche i due battaglioni rimasti. Alle ore 6,30 lo scontro era finito, il reggimento restava padrone del terreno, che veniva rastrellato, mentre il nemico conduceva su di esso solamente più una sporadica azione d'artiglieria. L'azione, condotta con decisione c tempestività, era costata al nemico, dal punto di vista quantitativo, l'annientamento di oltre un battaglione (250 morti sul terreno, 300 prigionieri in mano italiana, oltre quelli catturati dalla 79" Divisione, numerose armi pesanti ed automatiche, armi leggere), c la grave disorganizzazione degli altri due. Le conseguenze tattiche consistevano nell'allentamento della pressione dei russi sul caposaldo di Cebotarevski c nella totale liberazione della posizione di Isbusccnski , occupata dai tedeschi, mentre continuava ad essere esercitata, da parte del regt:,rimento, la minaccia sul fianco c sul tergo del nemico. Le perdite italiane, in relazione al risultato conseguito, non erano state molto g ravi: 32 morti (3 ufficiali), 52 feriti (5 ufficiali), 100 cavalli fuori combattimento.
C) LA RIPRESA DELL'AZIONE DA PARTE DEI RUSSI
(Disegno n. 30) Il 24 agosto. Al mattino del 24 agosto le forze del XXXV Corpo d 'Armata CSIR si trovavano schierate sulle alture della linea delle q. 197,2208>4- 218,9, che conferiva al caposaldo di Jagodnyj magg10re consistenza e più efficace capacità di reazione.
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Le operazioni delle tmitcì italiane al fronte t·usso ( '94' • 1943)
Il possesso dell'altura di q. 2I3,5, assicurato dall'azione di Sauoia Cavalleria, costituiva un altro elemento positivo nel quadro generale. Il Comandante del Corpo d'Armata non poteva trascurare, però, che non esisteva possibilità di rapido accrescimento delle forze a sua disposizione c che quelle contrapposte risultavano in continuo aumento, mentre il precedente ed eccessivo logoramento dei battaglioni della Celere non avrebbe più potuto essere com pensato dalle loro forze morali. Altrettanto, le esigue forze a cavallo non erano in grado, per loro natura, di durare lungamente in un'azione così dispendiosa di energie per gli uomini e per i cavalli. Fino dalla notte egli aveva deciso di limitarsi a conservare quanto era stato raggiunto nella giornata del 23 e nelle prime ore del 24. L'avversario, per il quale aveva grande importanza porre in crisi l'attacco su Stalingrado ed il Volga, condotto dalla 6" Armata, rninacciandone le rctrovie, nel pomeriggio del 24 riprendeva la propria offensiva, avt:ndo esercitato durante la mattina una continua pressione su tutto il fronte impiegando nuovi reparti, mentre altri ne erano segnalati in affluenza, secondo le affermazioni dei prigionieri, confermate dall'osservazione aerea. Alle ore 13, con una forza valutata a 3 battaglioni (7), il nemico attaccava q. 208,4, provenendo da nord e da est, fortemente appoggiato dall'artiglieria e dai mortai. L a reazione pronta ed efficace del XVIII / 3" e del X1Xf 6" respingeva il nemico, impedendoglj di raggiungere il suo obiettivo. Ma esso ripeteva lo sforzo, e per oltre sei ore, intorno alla q. 208,4, si alternavano attacchi c contrattacchi, che provocavano forti perdite alle due parti. L'88<)" reggimento fuci lieri (r97" Di visione) risultava quasi distrutto. Verso le ore 21 l'azione si spostava all'ala destra della Celere. Altre forze, pari a 3 battaglioni, attaccavano le posizioni di q. 219,9 oltre le quali, fino al caposaldo di Cebotarcvski, non si trovavano forze italiane. Forti elementi nemici, con il favore dell'oscurità c dell'erba alta, s'infiltravano nel settore tenuto dal Xlllf6o ed aprivano il fuoco alle spalle degli italiani. La crisi era aggravata anche dal fatto che il Comandante del 3" bersaglieri c due Comandanti di battaglione erano stati feriti. Il Comando passava al solo Comandante di battaglione incolume. L'azione avversaria i n vestiva le posizioni del III/ 120° artiglieria e del I j 2or artiglieria controcarro. che difendevano i propri pezzi a colpi di bombe a mano. (7) Appanenc,·ano, probabilmente, al 216° reggimento fuci l ieri, del quale prigionieri sovietici, fino dal mattino, ave\'ano segnalato la presenza nella b:1lka Olkovatka, insieme ad altri tre battaglioni.
La prima battaglia difensit•a del Don
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Diveniva indispensabile ordi nare l'arrctramt:nto, ordinatamente eseguito dai reparti, su q. 187, r, dove si sarebbero inseriti nella difesa del caposaldo di )agodnyj. Nella giornata la Divisione Celere aveva subito perdite per 15 morti (3 ufficiali), 194 feriti (n ufficiali ), 31 dispersi (1 ufficiale). Nel settore del XXIX Corpo tedesco non si erano avute operaZIOni di rili evo. Nel settore del 11 Corpo, invece, verso le ore 8, forze nemiche attaccavano le posizioni di Krasno Orechovo, sul lato occidentale dell'ansa di Verhnij Mamon, presso t! limite di settore con la Cosseria. Dopo due ore di lotta riuscivano a raggiungere il paese, contenute dalla difesa in sito e dall'intervento dei rincalzi. Il Comandante del Corpo d 'Armata accoglieva la richiesta della Ravc1111a di far intervenire un battag lione di secondo scaglione della Cosseria, che destinava il III / 89° Salcmo. Alle ore 14 la situazione era ristabilita con la rioccupazione di Krasno Orechovo ed il ripiegamento del nemico oltre il D on. Le perdite della Rar•ctma, anche per le azioni delle precedenti giornate, erano state di 48 morti (10 ufficiali), 296 feriti (13 ufficiali), 65 dispersi. Il nemico aveva condotto le operazioni con le forze della 1" Divisione fucilieri, che fronteggiava la Rar·enna, rinforzate da un battaglione del 619" fucilieri (203" Divisione). Quella situazione poteva dirsi ristabilita, in quanto veniva affermato che q. 220 era stata ceduta e non conquistata. Ma, se non fosse stata ceduta, il nemico avrebbe trovato forze bastanti per conquistarla, mentre non soltanto il II Corpo d'Armata, ma la stessa ga Armata, che vedeva in quel periodo fortemente impegnato anche il XXXV Corpo d'Armata, non avrebbe potuto trovare le forze occorrenti ad alimentare la difesa di quella posizione. La perdita di q. 220 rappresentava un sensibile vantaggio per il nemico. L'arretramento delle artiglierie dallo schieramento iniziale assunto poneva il vertice dell'ansa fuori tiro, non soltanto dci pezzi da 75/ 18, ma anche dci 105/ 28. I soli 149/40 sarebbero stati in grado d i battere quell'obiettivo, ma il loro tiro non avrebbe potuto essere osservato c corretto da terra c si sarebbe dovuto ricorrere all'osservazione aerea, impossibile di notte, non sempre possibile di giorno, condotta da apparecchi da ricognizione;: che avrebbero dovuto esse re scortati dai caccia e la cui disponibilità dipendeva da fattori estranei alla Grande Unità dalla quale dipendevano le batterie.
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Le opaazioni delle unità ila/tane al fronte russo ( 1 94r - 1 943)
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La quasi totale invulnerabilità del transito sul D on nelle zone adiacenti ad Ossctrovka poneva il nemico nella condizione di poter ammassare nell 'ansa di Verhnij Mamon quante forze avesse giudicato necessarie a condurre un'azione offensiva, mentre la posizione di resistenza italiana alla corda dell'ansa non veniva a disporre di molte forze in più neppure dopo il breve raccorciamento del fronte, poiché i limiti di settore divisionali rimanevano sempre gli stessi .
l! 2 5 agosto. All'alba (ore 3,30) del 25 agosto l'azione del nemico era ripresa su tutto il settore che la Sforzesca stava dividendo con la 3' Celere. Il massimo sforzo era esercitato su l punto più debole. Infatti la difesa del caposaldo di Cebotarevski e del collegato caposaldo di q. 209,6 disponeva inizialmente di I.ooo difensori e di una quantità d1 armi di reparto assai minore di quella esistente a Jagodnyj. Inoltre Cebotarevski si trovava isolato a destra, per il vuoto mai colmato verso la 79" Divisione, ed a sinistra, per l'avvenuta infiltrazione sulla dorsale tra Zuzkan e Kriuscia, che lo isolava dal resto della Divisione. Inoltre, cinque giorni di lotta avevano ulteriormente ridotto le forze della difesa interne al caposaldo ed all'esterno il solo aiuto poteva essergli prestato dall'azione del raggruppamento a cavallo che, per quanto animosa, se condotta a cavallo non poteva essere costante, se condotta a piedi sarebbe stata svolta soltanto da esigue forze. Il caposaldo era investito contemporaneamente da nord, da ovest e da est, con l'evidente minacciosa intenzione di isolarlo. La reazione di fuoco e di contrassalto di tutti i difensori si delineava generosissima c conseguiva il risultato di far affievolire l'attacco. Lo schieramento dc Il' artiglieria risultava in gravissimo pericolo. Gli artiglieri erano ridotti a difendere i loro pezzi con le mitragliatrici, i moschetti , le bombe a mano, per eseguire l'ordine di spostarsi su posizioni più arretrate. Un solo pezzo del III g ruppo artiglieria a cavallo andò perduto per la morte dei cavalli del traino sotto il fuoco nemico. G li artiglieri del Tt, privi di carburante, facevano compiere a braccia il ripiegamento dci pezzi. Le forze dell'avversario irrompevano nell'abitato di Cebotarevski, contrastate di casa in casa, c la lotta proseguiva poco più a sud a Kotovski. Conducenti di muli, autieri, rancieri, staffette, tutti contribuivano con ogni energia per rallentare l'avanzata nemica. l Lancieri di Nouara portavano aiuto volenteroso contro il nemico tendente al fondo valle Zuzkan, che appunto quel reggimento
La prima battaglia difensiva del Don
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doveva sbarrare. Savoia Cavalleria, destinato ad agire da q. 213,5 sul fianco sinistro delle colonne attaccanti, isolato dall'irruzione dei russi, si era affiancato ai Lancieri di Novara nell'azione ritardatrice, alla quale tutti partecipavano. I difensori di q. 209,6 arretravano brevemente a sud- ovest fino a Ferma 4· In q uesta situazione il Comandante del XXXV Corpo, fino dalle ore 6>40, si era rivolto allo spirito di collaborazione del Generale von Hollidt, Comandante del XVII Corpo tedesco, a favore del quale, poche settimane prima, aveva tanto validamente operato la 3" Divisione Celere e che tanto poco aveva provveduto a mantenere sgombro da nemici il terreno sul suo fianco sinistro, donde continuava a provenire grave minaccia contro il XXXV Corpo. TI richiesto concorso della 79" Divisione mancò totalmente, perfino in modo simbolico, sebbene alle ore 8,10 fosse stata annunciata la preparazione di un gruppo d'intervento a Kalmikovski. Si andava aprendo, così, una pericolosa falla tra 1'8a Armata italiana e la 6" Armata tedesca. Se il nemico si fosse impadronito di Gorbatovo, avrebbe disposto, con quel nodo stradale, della direttrice della valle Kriuscia ed avrebbe potuto avvolgere da sud il caposaldo di Jagodnyj e l'ala destra dell'W Armata. Occorreva evitare le conseguenze della manovra del nemico. Nelle ore del mattino il Comando dell'Ba Armata ritrasmetteva al Comandante del XXXV Corpo un ordine del Comando del Gruppo di Armate « B », nel quale era, tra l'altro, detto che: « .. . nessuno deve arretrare dalle attuali posizioni alt Chiunque lo ordini è passibile di gravi sanzioni ... alt» (Documento n. 7 5). Informato di ogni cosa l'ufficiale di collegamento tedesco ed il Comando dell'8" Armata, che esprimeva il proprio consenso, il Generale Messe decideva di arretrare la difesa sul lato occidentale della valle Kriuscia e di costituire un nuovo caposaldo a Gorbatovo, a sud di quello di Jagodnyj, affinché, con l'esecuzione di questi provvedimenti potessero essere costituiti un fianco difensivo per tutta 1'8" Armata ed una base sicura dalla quale potesse partire una futura controffensiva per ritornare alla sponda destra del Don. Il raggruppamento a cavallo sarebbe rimasto fuori di questa linea difensiva, sbarrando la valle Zuzkan a Bolschoi con Novara, opportunamente rinforzato da mezzi di fuoco, cercando di collegarsi verso est con il XVII Corpo tedesco. Savoia Cavalleria, invece, avrebbe svolto esplorazione a largo raggio a favore del caposaldo di Gorbatovo.
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La maggiore preoccupazione veniva non tanto dalla situazione tattica, quanto dalla generale stanchezza fisica dei combattenti, dopo uno sforzo ininterrotto giunto ormai alla sesta giornata. In tal senso si esprimeva con il Maggiore Fellmer il Tenente Colonnelfo E le h le p p, dell'Ufficio Operazioni della 6" Armata, il quale vedeva il pericolo incombente sul la sua Grande Unità. Tutte le forze disponibili erano impeg nate c non ne sarebbero giunte al tre (i primi battaglioni alpini) fino al giorno 27. Anche le forze della 3" Divisione Celere erano state attaccate fino dalle ore 9· Dapprima era stato investito il XXV l 3o sulle posizioni di q. 187.1, poco a nord -est di Jagodnyj, senza risultato. Poi il Il l 53 aveva respinto l'attacco. Il previsto arretramento del 179" tedesco da q. 197,2 a Verhnij Krivskoj aveva avuto luogo senza inconvenienti, sotto la protezione degli alpini del battaglione Monte Cervino. Il XLVll motociclisti si era portato a Bachmutkin. Le perdite non erano state gravi (4 morti, 14 feriti, 2 dispersi). Verso la fine della giornata il Comandante del XXXV Corpo d'Armata riferiva al Comando d'Armata (Documento n. 76) sull'esecuzione degli ordini impartiti e sulle prospettive immediate dello svolgimento dell'azione. Nel settore Pasubio un tentativo di aggiramento notturno (ore 1) della q. 219,0 (111/ 79") con un attacco muovente da q. 204,8 era stato sventato alle ore 5· r prigionieri catturati preannunciavano per il giorno seguente l'afflusso a Nizne Krivskoj di un loro nuovo regg imento. Un tentativo contro il Il/79o era stato svolto con il favore di una fitta nebbia sul Don. Il nemico aveva passato il fiume con barche, prendendo terra a Gromok, ma era stato respinto, perdendo un centinaio di morti (tra i quali un •< politrùk >> - commissario politico), armi e munizioni. Altri minori tentativi erano stati sventati. Nel settore del XXIX Corpo d'Armata tedesco, la 62a Divisione conduceva l'azione di eliminazione delle forze nemiche infiltratesi il 23 agosto nell'ansa boscosa di Merkulov. Per questo il Generale von Obstfelder aveva stabilito che la Divisione Torino contribuisse all'operazione con un battaglione di fanteria (T 181°). Questo, durante lo svolgimento dell'azione sulle pendici settentrionali di q. 120,8, nel fitto del bosco, aveva iniziato l'azione con grande slancio, ma, preso sotto il fuoco nemico frontale e d'infilata, dopo avere raggiunto il Don, si era trovato privo della quantità di armi di accompagnamento necessarie a controbatterlo ed aveva perduto il collegamento con i reparti laterali.
La prima bauag!ta difmsiva d~/ Don
l\el settore del II Corpo d'Armata non si erano verificati avvenimenti importanti, né in quel giorno, né in quelli seguenti. D) L'ARRESTO DELL.OFFENSIVA
(Disegno 11 . Jl) Il 26 agosto. La decisione del Comando del XXXV Corpo di continuare la resistenza su llc posizioni ad ovest della balka Kriuscia, spostando, a difesa del nodo di Gorbatovo, i reparti che avevano presidiato il caposaldo di Cebotarevski, provocò un intervento del Comando del Gruppo di Armate « B ». Fino dal pomeriggio del giorno 25 questo aveva fatto conoscere al Generale Messe il proprio disaccordo circa l'ordine di ripiegamento, ordine che lo stesso Generale aveva ritenuto di dover mantenere allo scopo di proteggere il proprio fianco destro, conservando almeno la valle Kriuscia per sottrarre all'annientamento l'intero Corpo d'Armata. Nella medesima sera l'ufficiale di collegamento tedesco presso il Comando dell'Ba A rmata, Maggiore di Stato Maggiore von Gyldenfeldt, aveva comunicato al Maggiore Fellmer la probabilità che in pratica il settore il tratto del settore nel quale si combatteva Sforzesca - fosse passato agli ordini del contiguo XVii Corpo d'Armata tedesco. Aggiungeva che difficilmente sarebbero affluite nuove unità. Alle ore 20, 15 il Capo di Stato Maggiore del XVII Corpo d' Armata avvertiva il Maggiore Fellmer che il settore Sforzesca sarebbe passato dalla dipendenza italiana alla diretta dipendenza tedesca, mutando per fino di Armata. Era, questa, chiara manifestazione di sfiducia verso i Comandanti italiani . Il Comando dell 'W Armata, nella notte sul 26 agosto ne dava comunicazione al Generale Messe senza indicare i tempi di esecuzione d ell'ordine stesso, che, pertanto, il Comando del XXXV non poteva diramare a sua volta alle unità dipendenti . Alle ore 2, il Colonnello Gschwand tner, del Comando del XVII Corpo d'Armata tedesco, si presentava al Comando della Divisione Sforzesca per comunicare il mutamento di dipendenze. Di fronte a quest'ultimo intervento, il Generale Messe, in una ampia conversazione con l'ufficiale di collegamento tedesco (ore 7,00) ricapitol ava le sue intenzioni sulla condotta delle operazion i in corso, le sue disposizioni e l'esecuzione che le stesse avevano avuto. L ' uffi18. - lJ.S.
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Ll' operazioni de/Il' tmitcì italiane al fronte rus.ro ( 1941- 1943)
ciale germanico ammetteva lealmente che, nella situazione determinatasi, a suo avviso, gli ordini impartiti «erano da considerare pienamente soddisfacenti >> (Documento n. 77). Subito dopo si rivolgeva al Comando d'Armata per conoscere le cause del provvedimento e comunicava di non avergli dato corso in quanto la disposizione ricevuta durante la notte non indicava modalità e tempi di esecuzione (Documenti n. 78 e 79). Alle ore 8,30 il Comando dell'Armata indicava i reparti che passavano agli ordini del XVII Corpo, il quale aveva avuto il compito dal Comando 6a Armata di impedire uno sfondamento nemico in direz ione di Bokovska ja e di (( fermare a tutti i costi i movimenti di ripicgamento della Divisione Sforzesca >> (Documento 11. Bo). Con questo messaggio restava efficacemente completato c chiarito quello precedente, ma si attribuiva alla Sforzesca di avere messo in atto arbitrariamente un movimento in ritirata delle sue unità. Nel dare esecuzione all 'ordine il Generale Messe esprimeva la sua protesta contro guanto era stato disposto dal Comando del Gruppo di Armate cd a lui ritrasmcsso dal Comando dell'8" Armata, inviando al Generale Garibaldi il seguente messaggio: << Mi astengo dall'entrare nel merito delle ragioni tattiche che hanno suggerito all'Heeresgruppe « B >> il cambio di dipendenza del settore già della Sforzesca. Ma osservo che nel secondo compito affidato al Comando del XVII Corpo d'Armata tedesco è implicita una valutazione ingenerosa c del tutto infondata sia dell'asprezza dei combattimenti sia del contegno delle truppe che, ai miei ordini, hanno durissimamente, valorosamente e sanguinosamente contrastato per sei giorni un nemico sovcrchiante senza ricevere alcun aiuto esterno. Nel nome dci morti c dci vivi, come Comandante, come testimone diretto e come italiano debbo elevare la protesta più vibrata contro l'insinuazione che il ripiegamento di queste eroiche truppe spossate e decimate sia stato volontario e che occorra un Comandante tedesco per richiamarle al dovere. Chiedo di conferire personalmente con Vostra Eccellenza. Generale Messe >> . Il Generale Gariboldi gli rispondeva: '' Data la situazione non è conveniente a V.E. lasciare il posto di Comando per conferire. Ho già fatto osservazioni necessarie agli organi del Gruppo Armate. Ora importa vincere >> . Alle ore 8,15 il Comando del XVII Corpo d' Armata tedesco emanava il suo primo ordine alle unità italiane passate alle sue dipendenze. Intendeva far occupare da quelle una fronte da Jagodn yi a Bolschoi , modificando totalmente guanto era ormai in atto dal giorno precedente ed asseg nando compiti sproporzionati alle possi-
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La rrima ba11aglia difensiva del Don
bilità di esecuzione. Il Generale Guglielmo Barbò, Comandante del raggruppamento a cavallo, si recava a prendere contatto diretto con i Generali Conradt (Comandante del IL Corpo d'Armata Alpino) e von Blumcntritt e restava concordato di non spostare i reparti dallo schieramento in atto. D'altra parte l'azione offensiva ripresa dal n emico rendeva ancora più incscguibilc una modifica dello schieramento. Alle ore 8,30 del 26 agosto ingenti forze di fanteria attaccavano lo schieramento della 3" Celere da nord e poi da est, contenuti e respinti dalla tenacia di tutti i combattenti , sostenuti validamente dall'artiglieria e dall'aviazione italiana c tedesca, che procuravano g ravi perdite agli attaccanti. Gli assalti venivano a lungo ripetuti senza esito ed il nemico attuava un tentativo di aggiramento da sud- est. Occupato al le ore II circa l'abitato di Bachmutkin, gli assalitori proseguivano verso sud- ovest su lle pendici di q. 204,2, minacciando le posizioni di schieramen to dell 'arti g lieria e lo stesso caposaldo di Jagodnyj. Dalla posizione di q. 204,2, però, il XLVII battaglione motociclisti muoveva al contrattacco per la riconquista di Bachmutkin, mentre il I gruppo di Sauoia CaL1a/leria, con quanto rimaneva del li / 54' e la 13 compagnia motociclisti, attaccavano da nord a sud. Il nemico, preso tra due fuochi, si ritirava dalla quota e poi anche da Bachmutkin, inseguito fino a q. 226,7, ad est di Bachmutkin, dal II gruppo d i Sauoia, intervenuto per iniziativa del suo Comandante. N elle ore pomeridiane e fin o a n otte avanzata, l'attacco nemico si spos tava al tratto settentrionale della linea, su q. 204,8 (l/79") e presso Ribni (III/ 79"), ma neppure in questo punto otteneva risultato. A conclusione di una dura giornata d i combattimento, il Comandante della Celere riferiva al Comandante del XVll Corpo tedesco, che dopo un'intera giornata di combattimento, nella quale la D ivisione, in cooperazione con il 53o fanteria ed il T79o reggimento tedesco, era stata attaccata da cinque reggimenti sovietici di fanteria con organici al completo, appoggiati dalle artiglierie reggimen tali e divisionali, la linea difesa d alla Cele1·e era intatta. L a Divisione aveva sofferto circa 300 perdite, ma aveva catturato soo prigionieri e copioso bottino di armi pesanti e leggere. Kel settore del XXIX Corpo d ' Armata, al limite tra la 62• Divisione e la Pasubio, continuava il rastrellamento dell'ansa di Merkulov, al quale partecipava il Ij 81" della Torino.
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li Comando di Armata poneva a disposizione del XXXV Corpo le poche altre forze che aveva disponibili in quel giorno: prima il IX battaglione pontieri, poi il battaglione alpini Morbegno (Divisione alpina Tridentiua), dislocandoli a Singhin, nel settore Pasubio. Il 27 agosto . La prima parte della notte sul 27 agosto passava calma. Alle ore 1 il caposaldo di Jagodnyj era vivacemente attaccato sulla parte orientale. Il nemico, respinto, ritentava da nord· est, ma non otteneva migliore successo contro il fronte difeso dal XXV/ 3' bersaglieri. L'azione, sostenuta dall'artiglieria, riceveva concorso dall'aviazione, apparsa fino dall'alba nel ciclo del combattimento. Frattanto, all'inizio della giornata, doveva essere data esecu· zionc agli ordini del XVII Corpo, lasciati in sospeso per fronteggiare l'attacco del giorno precedente. Dal caposaldo di Gorbatovo i battaglioni del gruppo Tagliame1lto ed il I/ 54" (8) sarebbero stati trasportati in autocarro fino alla zona di P.T.F., per occupare poi il costone tra q. 226,7 e q . 200, sulla dorsale tra Kriuscia c Zuzkan. L'esplorazione accertava la presenza del nemico su q. 228,0 e quello contrastava l'avanzata, che alla sera aveva raggiunto la zona di q. 200. Alle ore 12, quando le forze frammi ste della Sforzesca, della Celere e del raggruppamento a cavallo avevano respinto gli attacchi della mattina, il Comandante del XVII Corpo d'Armata, Generale von Hollidt, ordinava che i settori tenuti dalla Celere e dalla Sforzesca passassero agli ordini del Maggior Generale von Blumentritt, Intendente Generale del Comando Supremo tedesco, che si trovav1 in visita a quel tratto di fronte. [n tale documento, mentre veniva dato atto che l'attacco sovietico era condotto con la forza di 5 Divisioni , si asseriva in modo contraddittorio trattarsi di cc deboli forze ». Al Generale von Blumentritt, incaricato del Comando delle unità dislocate nel nuovo tratto di settore rilevato dal XXXV Corpo italiano, venivano assegnati in rinforzo: il reggimento Lancieri di Nouara (che già sarebbe stato ai suoi ordini), la promessa di impiego (con vincolo) di un reggimento tedesco e due Comandi di artiglieria. senza batterie. Le forze tedesche passate alla nuova dipendenza er:1-
(8) L'intero 5·f reggimento di fanteria era ridotto, in quei giorni, a 400 fanti e tutto il gruppo Tagliamento (3 battagl ioni) a 300 uomini, tutti esau~ti dalle lotte dci giorni precedenti.
La prima battaglia diferuiva dt>l Don
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no costttutte dal solo 179" reggimento già da alcuni gwrm cooperante con il XXXV Corpo. Per esercitare il Comando appena conferitogli, il Generale von Blumentritt si presentava al Comando della Celere, dove il Generale Marazzani, avendo constatato che si trattava di un ufficiale di grado inferiore al suo, rifiutava di passare agli ordini di questo ed informava il Generale von Hollidt del rifiuto opposto e del motivo di quella decisione, ottenendo l'annullamento dell'ordine precedente. Dopo un mese, a richiesta del Comando del XXXV Corpo, il Generale Marazzani ricapitolava (Documento n. 81) tutto l'episodio, precisando come la transitoria presenza del Generale von Blumentritt non avesse dato luogo all'emanazione di alcun ordine per le unità italiane. Nel pomeriggio dello stesso giorno 27, la J' Celere riceveva il LXVII battaglione bersaglieri corazzato, appena giunto in Russia, assegnatole dalla nuova costituzione organica. Il 5o reggimento alpini (Divisione Tridentina) si riuniva al completo in secondo scaglione in attesa di partecipare alla prossima controffensiva. Entro la sera del 27, il Comandante del Gruppo di Armate cc B » annullava il proprio ordine in base al quale le unità del XXXV Corpo d'Armata- CSIR erano state passate alle dipendenze del XVII Corpo d'Armata tedesco. Era opera di semplice giustizia, perché in quelle due giornate di lotta nulla era stato fatto che mutasse le direttive del Comando al quale erano state sottratte le unità, non un uomo od un'arma erano stati assegnati dal Comando al quale quelle stesse unità erano state sottoposte. Era stato solamente adottato un provvedimento inutile per la condotta delle operazioni e capace di determinare dannosi stati d'animo tra alleati. Sul fronte della Pasubio erano stati respinti attacchi notturni contro il lll / 79°. Sul fronte del XXTX Corpo d'Armata, rientravano alla Torino i reparti inviati in rinforzo al If 8I", che operava nel settore della 62• Divisione nell'ansa di Merkulov, dove il nemico, durante la notte, ave\'a abbandonato la sponda destra del Don, lasciando sul terreno più di 300 morti c perdendo 102 prigionieri, mentre considerevoli erano state anche le perdite del l f 8r''. Questo battaglione, dopo il rientro dei reparti eli rinforzo, rimaneva a presidio della zona rastrellata.
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Esso aveva subito la perdita di 31 morti, 71 feriti, 24 dispersi, avendo catturato 50 prigionieri, tra i quali un Comandante di battaglione.
Il 28 agosto. A lle ore 4,30 del 28 agosto, il Generale Messe riassumeva il Comando di tutte le unità dislocate nel settore che era stato dell a Divisione Sforzesca c le operazioni erano aperte da un violento attacco portato da forze sovietiche contro il caposaldo di Ja~odnyi. Si trattava dei due regg imenti fucilieri 610" e 619' , rinforzati da un battaglione mitraglieri e da un battaglione allievi sottufficiali della 213" Divisione fuc ilieri. Concorrevano all'azione dell'attacco da nord anche clementi dell'899" fucilieri. Il pilastro difensivo di Jagodnyj veniva attaccato da tutti i lati, tranne che da quello meridionale. Nelle alterne vicende della lotta, sul fronte difeso dal XXV/ 3" ad est di q. 187,1, il nemico riusciv:t ad impadronirsi di qualche centro di fuoco. Battuto dall'artiglieria con un forte tiro di repressione, cedeva di fronte al contrattacco eseguito dai rincalzi, formati da elementi dei servizi del 3" bersaglieri . La situazione restava ristabilita. Gli attaccanti perdev:mo molti morti, 4.00 prigionieri ed abbondante materiale. Data la situazione di grande logoramento del XXV battaglione bersaglieri, questo era sostituito nella mattina stessa dal battaglione alpini sciatori Monte Cervino. In quelle azioni veniva ferito anche il Comandante intcrinale del 3" bersaglieri; il terzo Comandante colpito nel solo mese di agosto. Dal caposaldo di Gorbatovo, alle ore 4, muovevano i resti del II/54" per recarsi su q . 226,7, non occupata dal II gruppo di Savoia, che la controllava da altre posizioni sitc a 3 chilometrj più ad est, c la conquistavano ricacciandone notevoli forze nemiche. A lle ore 4,r5, il Il grupoo di Savoia interven iva contro il fianco sinistro cd il tergo di una colonna russa che puntava su Bachmutkin. La pronta reazione faceva fallire la sorpresa del nemico c lo costringeva a rinunciare all 'attacco. Alle ore 6 comparivano nel cielo del settore formazioni aeree italiane e tedesche e vi permanevano a lungo, concorrendo alla battaglia terrestre. Alle ore 16,30 quanto rimaneva del gruppo Tagliamento occupava la q. 288,o, prendendo il nemico di sorpresa da tergo c ponendolo in fuga. Veniva subito sostituito dal I/ 54", che in iziava prontamente lavori di rafforzamento, per fare sistema con la q. 226,7 e
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con la difesa di Bolschoi, tenuta da elementi di formazione del 54 fanteria e del reggimento No vara. La sola Divisione Celere, in quella giornata, aveva sofferto la perdita di 36 uomini (2 ufficiali), 176 feriti () ufficiali), 16 dispersi. In quella giornata l'Ufficio Informazioni del Comando del XXXV Corpo, attraverso l'interrogatorio comparato dei prtgJOnten accertava che: - le forze impiegate dal nemico dal 20 agosto a sud del Don ammontavano a 26 battaglioni appartenenti alla 197' ed alla 203" Divisione fuci lieri cd alla 14" Guardie, oltre a due battaglioni della 304', schierati su l fronte del XV II Corpo tedesco; - le perdite subite dai reparti sovietici erano state ingenti: tra i più logorati risultavano i reggimenti fu cilieri 592", 862", 610", 8r9" ed 8n''; - i sold ati russi avrebbero operato sotto la pressione dci cc politrùk » e che, per impedire ripiegamenti o sbandamenti, alle spalle dei combattenti agivano i cc reparti di sbarramento », di recente costituzione; - alcuni ufficiali ayevano dato notizia dell'afflusso di alcune Divisioni asiati che dirette nella zona a nord di Serafimovic. :\el settore Pasubio il nemico svolgeva due disti nte azioni: la prima alle prime luci del giorno contro il (J[ / 79" nella zona di q. 188,8, respinta nel pomeriggio, e la seconda, pure al mattino, contro la q. 204 ,8, respinta all'arma bianca dalla Legione croata. Giunge\'a nel settore anche il batta~! ione alpini l 'estone, che si affiancava al Morbegno, entrambi a disposizione del Comando del XXXV Corpo. Era in preparazione un'azione controffensiva che, approfìttanilo del ral lentamento degli attacc hi del nemico, migliorasse la situ azione in atto, non escludendo che circostanze favorevoli concedessero anche la riconquista della sponda del Don. L'arrivo in zona dellt: unità alpine della Trt.dentina veniva a costituire la massa d 'attacco principale, che, unita al battaglione corazzato, con il concorso di tutte le altre unità presenti, avrebbe svolto quel compito. Il Comandante dell'Armata, subordinando l'impiego di quei reparti alpini e corazzati al la propria personale autorizzazione, vigilava affinché esigenze contingenti non distraessero quelle forze dal compito principale loro assegnato.
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A nulla sarebbe valsa, però, un'azione limitata al XXXV Corpo, se il XVII tedesco, risolvendo la situazione che era alla base di quanto si era verificato dal 20 agosto in poi, non avesse prestato il proprio concorso, con forze di fanteria, ma soprattutto con forze corazzate, data la presenza nel suo settore della 22a Divisione corazzata. L'attacco era stato inizialmente progettato per il 29 agosto, ma alla sera del 28 il XVII Corpo tedesco comunicava di non poter agire a quella data, ma ad altra prossima che ancora non veniva precisata. Il tempo di momentaneo arresto sarebbe stato impiegato dalle unità italiane per mettere a punto il loro dispositivo logistico. Nel settore del XXIX Corpo d'Armata non si verificavano operazioni importanti.
11 29 agosto. Nella giornata del 29 agosto, l'attività offensiva del nemico divenne ancor meno intensa che in quella precedente. Contro il caposaldo di Jagodnyj erano effettuate solamente azioni di fuoco e l'incursione di un aereo isolato, che non produceva danni. Un'azione dei sovietici contro le posizioni di q. 226,7 vemva resp inta. La difesa di Bolschoi respmgeva un tentativo compiuto contro il reparto del 54" fanteria. Le pattuglie esploranti della 3" Celere riuscivano a definire l'andamento delle posizioni nemiche: pendici nord di q . 197,2 - boschetto r km a nord di q. 208,4 - q. 218,9 - testata della balka ad est di Jagodnyj. L 'attività delle Grandi Unità italiane del XXXV Corpo era ormai tutta rivolta alla prossima azione di contrattacco, che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto migliorare la situazione generale ancorJ alq uanto precaria. Presso tutte le altre Grandi Unità dell'Armata non s1 erano verificati avvenimenti importanti. La preparazione dell'offensiva continuava a preC1sars1 ne1 contatti tra i Comandi dei Corpi d'Armata contigui. Il Generale Messe rappresentava al XVII Corpo che il concorso tedesco avrebbe potuto essere molto proficuo se fosse consistito in un'azione contro q . 232,2 (est- nord-est di Cebotarevski), in modo da minacciare lo schieramento delle artiglierie russe, per evitare che l'attacco italiano si riducesse ad un semplice sforzo frontale, con scarse possibilità d i riuscita.
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A tarda sera il XVII Corpo precisava che: - l'azione sarebbe stata svolta con forze della 22" Divisione corazzata e con un reggimento rinforzato della 79• Divisione; - la base di partenza sarebbe stata nella zona a nord- est di Kalmikovski (est di Kotovski), con lo scopo di riconquistare la linea delle q. 217,4 e 193,5· prendendo collegamento a Cebotarevski con le unità italiane; - era desiderata una puntata del raggruppamento a cavallo da Bolschoi su Cebotarevski c che le forze italiane assecondassero il movimento portandosi sulle alture ad ovest di Cebotarevski. In sostanza, se venivano assicurati l'intervento di carri armati di potenza superiore a quella degli L/6 (6,8 tonn.) dei bersaglieri, e la partecipazione di forze a piedi, veniva respinto il concetto di una azione convergente che , favorendo le unità italiane, avrebbe consentito il crollo del lo schieramento sovietico. Invece si voleva svolgere un'azione parallela, non inutile per quella italiana, ma meno vantaggiosa di quella richiesta dal Comandante del XXXV Corpo d·Armata.
Il 30 agosto. Il 30 agosto, nelle prime ore del mattino, il nemico attaccava le posizioni di q. 228,0 e di q. 226,7, ma ne era prontamente respinto. Il collegamento tattico tra queste due posizioni era meglio assicurato dalla dislocazione del Ili/ 54o alla testata della balka a sud di q. 226,7. Nel pomeriggio, in vista dell'imminente offensiva, affluivano anche i battaglioni alpini T'estone e Val Chiese, dislocandosi rispettivamente sui rovesci di q. 228,0 e nella zona di Bolschoi. Intanto procedeva l'organizzazione dell'azione offensiva. Il Comando del Gruppo di Armate a B n aveva manifestato il proprio consenso alle intese stabilite tra i due Corpi d'Armata interessati. I reparti destinati a partecipare all'attacco erano stati fatti avvicinare maggiormente alla zona d'impiego. Nella sera stessa, allo scopo di assicurare al Comando del XXXV Corpo il tempo di prendere tutte le necessarie predisposizioni, il Capo Ufficio Operazioni del XXXV Corpo ed il Capo Ufficio Operazioni dell'8• Armata prendevano le intese (Documento n. 82) per dare esecuzione all'ordine del Gruppo di Armate « B )) : << 1° set-
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tembre - ore 5 - Azione combinata tra il XXXV C .A.- CSIR e la 79• Divisione germanica ll . Questa avrebbe avuto per obiettivo le alture di q. 220 e di q. 206,3. Assicuratosene il possesso, i carri armati avrebbero proseg uito dalla q. 206,3 su Kotovski, per collegarsi con g li italiani. Il XXXV Corpo avrebbe avuto come obiettivo i] costone da q. 226,7 a q. 228,o, fin o all'abitato di Kotovski, per collegarsi con i carri tedeschi a nord dell'abitato. L 'aviazione tedesca avrebbe svolto azioni di bombardamento. L 'attacco doveva agire con velocità per poter ottenere l'effetto della sorpresa.
Il 31 agosto. Nella giornata del 3 r agosto i sov1etJCJ non intrapresero azioni di rilievo né sul fron te del XXXV Corpo d'Armata, né su quello delle altre Divisioni italiane . Da parte italiana, invece, tutte le energie venivano rivolte all'azione stabilita per il giorno successivo, cioè l'occupazione, in concorso con il XVII Corpo d'Armata tedesco, del costone che d a q. 228,0 scende su Ko:ovski (abitato compreso). Az ione ad obiettivo limitato, almeno in un primo tempo, ma che la volontà italiana di ben fi gurare, dopo le critiche giornate precedenti, era portata a cercare di ampliare, se appena un successo iniz iale ne avesse porto l'occasione. Il Gruppo di Armate '' B », fìno dal 30 aveva diramato il suo brevissimo Ordine di Operazioni. Anche il XVII Corpo d'Armata tedesco aveva emanato il proprio nello stesso giorno 30 c lo integrava con le disposizioni esecutive per ottenere la migliore cooperazione con il XXXV Corpo italiano. Era la traduz ione in ordini delle intese stabilite il giorno p recedente con il Comando italiano destinato a cooperare. Il Comando del XXXV Corpo d ' Armata - CS fR emanava, a sua volta, il proprio Ordine (Documento n. 8 3) che, m entre asseg nava ai reparti destinati a condurre l'azione (alpini , carri ed artig lieria) i rispettivi obiettivi, forniva una visione più ampia dell'azione, informando sull'intervento delle unità tedesche terrestri ed aeree, lasciava intravvedere più vaste possibilità di " qualora il nemico ripiegasse, sfruttare il successo sino all'occupazione delle alture a sud del D on » . Con quel ritorno sarebbe stata ristabilita una situazione tattica, ma anche una situazione morale, specialmente dopo l'ingiusta affermazione del Comando del Gruppo di Armate.
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Una co nversazione telefonica tra il Capo di Stato Maggiore del XXXV Corpo ed il Comandante della Sforzesca indica con quanta cura fosse preparata l'azione ad ogni livello di Comando, anche se le forze di fanteria destinate ad eseguirla erano in tutto due battaglioni (Docume11to n. 84). Prima di sera anche il Comandante della Sforzesca diramava il proprio Ordine di Operazioni (Documento n. 8 5).
Il 1" settembre. Nel settore che la 3 Divisione Celere aveva ormai assunto, a sinistra di quello della Sforzesca, dove si sarebbe sviluppata l'azione principale del I settembre, venivano prese adeguate misure per assecondarla. Forti pattuglioni si sarebbero spinti ve rso le posizioni antistanti, mentre una colonna agli ordini del Comandante del 5" reggimento alpini, formata dai battagl ioni alpini Edolo c Tirano e dal LXVII battaglione bersaglieri corazzato (meno la compagnia impegnata con la Sforzesca) si sarebbe tenuta pronta a puntare su q. H)7,2. per cadere sui rovesci di q. 224,4· Anche durante la notte sul 1" settembre il nemico aveva svolto sul fronte del XXXV Corpo d 'Annata (come del resto negli altri settori del l'S" Armata) un'attività ordinaria. Alle ore s,ro il caposaldo di Bolschoi segnalava l'inizio del previsto bombardamen to aereo, eseguito da unità aeronautiche tedesche (12 bombardieri ed 8 caccia). Il ritardo del loro intervento determinava un ritardo anche nell'inizio dell'attacco, che poteva muovere alle ore s,35, preceduto da breve preparazione d'artiglieria. Il battaglione Vestone muoveva con la 54" compagnia a destra sull'obiettivo di q. 195,8, incontrando notevoli resistenze. La 55" compagnia, con l'appoggio della compagnia carri (meno un plotone), conquistava Ferm a 4 al le ore 8. prendendo contatto sui rovesci di q. 195,8 con elementi del battaglione l'a/ Chiese, giunto presso Kotovski. La 55" compagnia si trovava in rincalzo. Avuta notizia dagli osservatori che il nemico ripiegava da q. 195,8 e che reparti tedeschi avevano occupato l'abitato di Kalmikovski, il Colonnello Comandante del 6'' reggimento alpini ordinava al battaglione T'estone di procedere sugli obiettivi di secondo tempo, assegnati dal Generale Barbò (incaricato di coordinare l'azione dei battaglioni alpini con quella degli clementi di rincalzo) e cioè: con la 55" compagnia, a sinistra, da Ferma 4 a q. 236,7; - con la 53" compagnia, a destra, su q. 209,6;
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- con la 54" compagnia in rincalzo (dopo essere stata scavalcata dalla 53•, perché già fortemente provata dall'attacco su q. 195,8). ll Comandante del battaglione riuniva gli alpini del suo Comando per costituire il rincalzo con clementi freschi. L'ondata dei carri armati L/6 del LXVU battaglione precedeva con troppo distacco la compagnia che attaccava q. 209,6. La forte reazione di fuoco del nemico diretta tutta contro i carri determinava un ripiegamcnto di questi, ma gli alpini riuscivano ad ottenere verso le ore 10,30, ed a mantcnerlo poi, il possesso della quota, malgrado i violenti contrassalti del nemico. La 55"' compagnia, alle ore 10,30, sorprendeva su q. 236,7 una batteria nemica, ne annientava i serventi, ne catturava i 4 pezzi da 76 mm, ma era fortemente contrattaccata sul fianco sinistro. La concom itante azione delle formazioni corazzate tedesche su Kotovski non si era ancora pronunciata. Alle ore 11 il Comando della Sforzesca, allo scopo di collegare l'occupazione di q. 236,7 con quella di q. 226,7, ordinava che il III/ 54'' si portasse sulla sinistra del battagl ione Vestone, rafforzando l'occupazione della q. 236,7 c prendendo contatto a sinistra con il II / sf, posto a presidio di q. 226,7. Mentre questo movimento stava per essere eseguito, giungeva notizia che reparti tedeschi di fanteria e di carri, anziché occupare l'abitato di Kalmikovski, si erano fermati al margine orientale di esso. Pertanto la compagn ia del battaglione Val Chiese che puntava su Kotovski, fortemen te ostacolata, doveva ripiegare sulla base di partenza c l'altra compagnia dello stesso battaglione che già aveva occupato q. 178,1, contrattaccata anch'essa da forze preponderanti, aveva dovuto lasciare la posizione, ripiegando sulle pendici meridionali del costone. Intanto anche la compagnia del Vestoue lasciata a presidio di q. 236,7 era violentemente contrattaccata. Era necessario impedire che la restante maggior parte del battaglione Vesto11e rimanesse tagliata fuori, ed alle ore 14,30 il Comando della Sforzesca ordinava il ripiegamento dal le q. 236,7 c 209,6 cd il successivo schieramento sul costone di Ferma 3, a destra del I / 54"· Il battaglione T'al Chiese avrebbe tenuto le posizioni di Bolschoi. Anche la situazione dei mezzi corazzati della compagnia di carri Lf6 del LXVII battaglione bersaglieri corazzato era piuttosto pesante: dci 1 ~ impiegati con il battaglione Vestone, 6 risultavano inefficienti (r incendiato, 2 forati, r con guasti meccanici, 2 non
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rientrati); dei 7 impiegati con il battaglione Val Chiese, 2 erano inefficienti e gli altri 5 tutti con le armi inceppate. Il ripiegamento del T'estone, pur se compiuto sotto forte pressione del nemico, era effettuato con tanta regolarità da consentire al battaglione di portare entro le linee i prigionieri catturati ed uno solo dei 4 pezzi conquistati. Il movimento era concluso entro le ore 20. Le perdite accertate sul campo risultarono di 443 alpini (4 ufficiali) tra morti c feriti del T'estone, 44 caduti (4 ufficiali) e r46 feri:i (3 ufficiali) del Val Chiese, 21 feriti (r ufficiale) del 5f fanteria. Da parte del nemico, respinto l'attacco italiano, non veniv3 presa alcuna iniziativa. Sul fronte del XVII Corpo tedesco (79' Divisione) la progettat:l azione di carri armati non si era verificata e le unità di fanteria erano rientrate alle basi di partenza (Docume11to 11. 86). Tn tutta l'azione era venuta a mancare la cooperazione tattica del XVII Corpo tedesco. Durani:c tutto lo svolgimento della battaglia, così nel settore del XXXV Corpo- CSIR, come in quello del II, i reparti aeronautici provvidero costantemente alla ricognizione, alla quale doveva essere data la protezione di reparti da caccia. I no!tre i reparti intervennero spesso nel combattimento terrestre, mitragliando concentramenti di truppe c colonne di automezzi, oppure eseguendo bombardamenti leggeri sul le località nelle q uali si riteneva fossero dislocate truppe sovietiche. Inoltre i reparti aeronautici prestarono servizio di aviotrasporto di feriti per i quali dovesse essere evitato il trasporto in autoambulanza su percorsi disagiati od occorresse una particolare prontezza d'intervento di alta chirurgia in ambiente idoneo. Nel periodo dal 2~ al 31 agosto i feriti avio:rasportati furono 530.
6. - CONSID ERAZIONI Nelle due Relazioni ufficiali sovietiche sulla seconda guerra mondiale (9) è detto che il Comando sovietico, oltre a rinforzare le unità direttamente interessate alla difesa di Stalingrado, pianificò
(y) IVOVSS, volume IV e lVMV, Yolume V.
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una serie di offensive sul Don e il Volga ad ovest di Stalingrado, con lo scopo di creare una seria minaccia sul fianco si nistro delle unità tedesche attaccanti e di alleggerire, per conseguenza, la pressione che queste ultime stavano esercitando verso est. Descrivendo l'azione delle Armate 63" (che operava come si è visto contro l'Armata italiana) e 21" (che operava in concomitanza con la 63' contro il XVII Corpo d'Annata tedesco nell'ansa di Serafìmovic), la IVOVSS continua testualmente: « Nel corso dei combattimenti protrattisi sino al 30 agosto, le unità sovietiche forzarono il Don e occuparono sulla riva destra una testa di ponte che, essendo molto vantaggiosa dal punto di vista operativo, sarebbe stata in seguito sfruttata dalle nostre truppe nella fase controffensiva )) . Giova precisare al riguardo che prima del 20 agosto, vale a dire prima che avesse inizio la battaglia, i sovietici disponevano sulla riva destra del Don, nel settore dell'8• Armata, di due teste di ponte le quali, anche se di modesta superficie, erano tuttavia tali da evitare all'Armata Rossa, in una futura azione, di dover compiere un vero c proprio forzarnento del fiume. Esse erano situate una nel margine settentrionale dell 'ansa di Verhnij Mamon e l'altra nell 'ansa di Ogalev- Abrossimova. l sovietici possedevano inoltre un'altra testa di ponte poco ad est della foce del Choper nel settore della 6" Armata tedesca, al limite di settore con Armata italiana ed in prossimità dell'ala destra della Divisione Sforzesca. Nel corso della battaglia, i sovietici ampliarono la testa di ponte di Verhnij Mamon in misura tale da porre il vertice dell'ansa (uori della portata del tiro delle artiglierie italiane di medio calibro, e lasciarono intatta quel la di Ogalev- Abrossimova; della testa di ponte presso il Choper, invece, era già talmente forte che da essa poterono muovere nella terza decade di novembre le unità sovietiche che, dopo aver battuto l'estrema destra della 3" Armata romena, isolarono da nord le forze tedesche operanti a Stalingrado. Sicché, con l'offensiva sferrata contro l '8" Armata italiana nella terza decade di agosto, i sovietici poterono conseguire vantaggi territoriali trascurabili, visti nel quadro generale della lotta, e a prezzo d i perdite così rilevanti da esaurire la capacità offensiva di almeno tre D ivisioni ternaric rinforzate (la 197", la 203" c la 14" Guardie). L 'azione dei sovietici può invece dirsi riuscita nel campo tattico, poiché l'ampliamento della testa di ponte di Vcrhnij Mamon c la conservazione di quella di Ogalev- Abrossimova, consentì ai russi nel successivo dicembre di utilizzarle quali pedane di lancio delle Armate 6 e 1" Guardie nell'operazione 11 Piccolo Saturno )) che portò alla sconfitta del l'Sa Armata italiana.
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La f'I"Ìma battaglia difensiva dt'l Don
Sullo svolgimento della battaglia dalla parte italiana, non può sorprendere che il primo urto dci sovietici contro la Divisione Sforzesca abbia guadagnato rapidamente terreno, perché l'attacco trovava davanti a sé soltanto un velo di copertura c l'iniziativa dell'avversario poteva assicurarsi una schiacciante superiorità locale nei punti d 'irruzione accuratamente scelti. Nessuna dottrina tattica prevede che ad una Divisione binaria possano affidarsi compiti di resistenza ad oltranza su di un fronte di circa 35 chi lometri, con l'aggravante di un'ala scoperta e direttamente minacciata. Le condizioni tattiche locali hanno aggravato il compito della difesa. Il Don non è un ostacolo difficile a forzare anche in presenza di una linea difensiva efficiente. In ogni modo, data la impossibilità della difesa di vigilarlo c di batterlo in tutto il suo sviluppo, la limitata velocità della corrente, la facilità di occultare natanti sulla riva sinistra, il fiume costituiva per i sovietici soltanto un impaccio di carattere logistico e cioè ritardatore della sped itezza della loro manovra. Inoltre l 'avversario disponeva di una testa di ponte sulla riva meridionale, a contatto con lo schieramento d'ala della Sforzesca, in un settore non di pertinenza italiana (79" Divisione tedesca), contro cui l'avversario stesso poteva facilmente far massa al momento opportuno. Il netto dominio altimetrico della sponda destra sulla sinistra avrebbe potuto assicurare alla difesa un vantaggio considerevole se si fossero occupate quote di cresta e se si fosse organizzata una linea di solidi caposaldi sulla displuviale. 11 Comandante del XXXV Corpo d'Armata prospettò ripetutamente il rischio cui esponeva quella sistemazione priva di profondità e di articolazione, senza peraltro che il Comando Gruppo Armate cc B » - che tale schieramento aveva imposto - concedesse l'autorizzazione a variarlo. Se lo schieramento della Sforzesca e dcl.la Pasubio avesse gravitato sulle alture, la battaglia difensiva forse avrebbe potuto essere governata più saldamente c più organicamente ed è perciò probabile che il suo andamento sarebbe stato diverso. Rinunciando al vantaggio della quota massima, e frazionate in piccoli blocchi c in modo lineare, le unità italiane rimasero interamente alla mercé dell'osservazione e dell'offesa dell'avversario, il quale, bene occultato dalla larga fascia boscosa dell'altra riva, si sottraeva ad ogni controllo da parte dei reparti italiani c ad ogni efficace reazione.
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La scarsità delle forze non consentiva di assicurare allo schieramento alcuna solidità c l'esile velo che si poté realizzare venne proiettato tutto sulla riva per potenziare col fuoco l'ostacolo del Don. Anche i villaggi affacciati sul fiume, sfruttati come appigli tattici, procurarono alla difesa più danno che protezione; in primo luogo perché localizzarono cd attirarono i tiri di preparazione delle artiglierie e dei mortai nem ici, causando fìn dall'inizio perdite sensibili; poi perché la loro notevole estensione agevolò le infiltrazioni delle colonne d'urto avversarie, ostacolando i contrattacchi della difesa. Se vi fosse stato il tempo di farlo si potevano correggere gradualmente tali condizioni di inferiorità e migliorare, con opportun:: modifiche, lo schieramento iniziale. Ma la vivace attività preliminare dell'avversario impedì il proficuo rafforzamento delle posizioni. Quando, il mattino del 20 agosto, i sovietici sfcrr.arono il loro attacco era trascorsa poco più di una settimana dali 'arrivo delle unità italiane sul Don. Ben poco si era potuto fare, dunque, specie se si tiene conto del fatto che l'avversario esercitava la sua molestia di preferenza nelle ore notturne, le uniche, cioè, che era possibile sfruttare per l'attuazione dei lavori di fortificazione. Per di più mancavano anche gli attrezzi da lavoro e di rafforzamento necessari. La Sforzesca, fin dal primo giorno, fu costretta ad intensa attività difensiva e non ebbe perciò possibilità di orientarsi sulla situazione locale e su tutti gl i elementi che la determinavano. Inoltre, essendo giunta da poco dal territorio nazionale, non si era ancora familiarizzata col caratteristico ambiente operativo dello scacchiere russo c coi procedimenti dell'avversario. Essa era composta per met ~ da uomini reduci dall'Albania e dal fronte occidentale ed ivi abituati a quel contatto di gomito che è caratteristico della guerra di trincea ed al quale il soldato italiano è particolarmente sensibile. Può darsi, perciò, che alla prima rivelazione delle insidie del nuovo tipo di guerra, dove lo spazio era elemento dominante, alcuni uomini non siano rimasti dappertutto indifferenti al pronunciarsi della minaccia ed alle offese provenienti da ogni parte su un'area di 360°. Fu però fenomeno di limitate proporzioni, che non ebbe estensione apprezzabile e peso di fattore decisivo. ~el complesso le unità si batterono con spirito c volontà di reazione e, nonostante la loro inferiorità numerica, costrinsero più volte l'avversario ad arrestarsi dopo averlo logorato. All'urto sulla linea del Don da parte dei sovietici, i Comandi delle unità italiane fecero immediatamente fronte con quel poco di
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cu1 potevano disporre. Con esito positivo il pomeriggio del giorno 20, con scarsi risultati il 21, quando cioè per la maggiore immissione di contingenti avversari nella lotta (Docummto n. 87) e l'accentuata sproporzione tra le forze, lo squilibrio tattico non poteva più essere riparato. Nulla da eccepire su !l'impiego delle riserve, sia di quelle divisionali sia di quelle di ordine superiore. Bisogna tener conto che la situazione peggiorava con rapidità imprevedibile, che la nozione delle vicende fu acquisita generalmente in ritardo ed in modo confuso e contraddittorio, quale determinavano l'imminenza di altre situazioni sempre in evoluzione, la penuria dei mezzi. le sensibili distanze, le complicazioni di ogni indole e specie. Per di più bisognava far fronte contemporaneamente a minacce multiple. nessuna seconda all'altra per urgenza cd entità; e ciò accrebbe gli effetti della inferiorità numerica. E' quindi probabile che, comunque si fosse fatto, i risultati non avrebbero potuto essere sostanzialmente diversi. Fallito 11 tentativo di ristabilire la continuità della fronte, niente altro era possibile che indirizzare le unità in forzato ripiegan1ento verso le testate delle valli Kriuscia e Zuzkan c qui riannodarle ed organizzarle per la difesa ad oltranza, in attesa che la disponibilità di nuove forze permettesse di sferrare l'azione controffensiva. Per tenere in soggezione l'avversario sarebbe stato indispensabile l'intervento a massa dell'aviazione che, invece, soltanto nelle giornate successive poté coadiuvare le unità a terra e svolgere azione concorde al piano progressivo della resistenza. Ancor più gravi ed immediate furono le conseguenze causate dalla mancanza di carburante per effetto della quale si dovette rinunciare ad ogni intenzione di manovra delle artiglierie. Le stesse artiglierie del settore attaccato, che avevano dato c continuavano a dare prove eloquenti di aggressività e di saldezza. furono costrette a trarre in salvo a braccia pezzi c trattori, sottraendoli alla cattura dopo aver protetto sino all'ultimo le proprie fanterie. L'azione controffensiva sferrata il 23 dalla Celere e dall'ala destra della Pasubio, contro il fianco destro dell'avversario in movimento, dopo progressi iniziali si imbatté in una ferma resistenza ed infine dovette arrestarsi di fronte alla reazione violenta dell'avversarlO. Le unità italiane non riuscirono ad ottenere i risultati sperati, ma è da tener presente che a quella data il nemico disponeva ormai di 23 battaglioni sul territorio di riva destra del Don e l'efficienza operativa della Celere non era più tale da imprimere alla lotta un 19- - u.s.
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impulso risolutivo. Su di essa, infatti, aveva inciso il peso maggiore della manovra di Krasnyj Luch c degli aspri combattimenti ai quali aveva preso parte nell'ansa di Serafimovic. Chiamata nuovamente alla lotta in un momento critico per le unità italiane sul Don, non aveva tuttavia esitato a lanciarsi generosamente nella battaglia, secondo le migliori tradizioni dei reparti che la componevano, e se non poté portare a compimento per la prima volta il difficile compito che le era stato affidato ciò è dovuto esclusivamente a cause di forza maggiore. Il comportamento dei sovietici anche in questa battaglia non fu diverso da quello tenuto contro le unità del CSIR nei precedenti dodici mesi di lotta. Operando in casa propria, e perciò a perfetta conoscenza del terreno e dell'ambiente, forte di una superiorità numerica in uomini, anni e mezzi, e facendo oculato impiego di unità corazzate che invece mancavano sul fronte opposto, l'avversario rinnovò con ostinazione e furore i propri attacchi fino al totale esaurimento della capacità offensiva dei suoi reparti. Uno degli aspetti più caratteristici di questa battaglia in merito al comportamento dei sovietici, sta nel fatto che essi, aperta una breccia nello schieramento italiano tra le valli Zuzkan e Kriuscia - e perciò padroni della spaziosa dorsale che ne unisce le testate non ne approfittarono c, rinunciando ai vantaggi che una tale situazione poteva assicurar loro, i russi insistettero nel fare massa contro i caposaldi di Jagodnyj e di Tcebotarcvskij, ricercandone l'avvolgimento a breve raggio. Ma soltanto a Tccbotarevskij gli sforzi dei russi furono coronati da successo al quale, peraltro, concorsero f attori estranei alla impostazione del disegno d'azione_ Il presidio italiano, infatti, non aveva forze sufficienti per organizzare una difesa su posizioni favorevoli fuori dall'abitato. E quando fu premuto c spinto al margine del villaggio, dominato dalle alture.: circostanti, apparve vana ogni pur tenace volontà di resistenza. Eliminato il caposaldo di Tcebotarevskij, anziché entrare nella breccia e dilagare, i russi preferirono rivolgere il loro attacco, con accresciuta violenza, contro il caposaldo di Jagod nyj. Ma, come si è visto, questo caposaldo era molto più forte dell'altro cd i sovietici continuarono pervicacemente a cozzarvi contro sino a quando la loro forza d'urto si infranse definitivamente. Questa ostinazione si spiega con l'importanza che assumeva quella posizione nei riguardi del fianco destro dello schieramento italiano, specie dopo che i tentativi di occupazione ne avevano dimostrato il valore difensivo.
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Intanto l'arrivo a scaglioni della Divisione alpina Tridenti11a ristabiliva gradualmente l'equilibrio. Malgrado la tensione ed i pericoli non ancora scongiurati della delicata situazione, i battaglioni in affluenza si dislocarono ordinatamente secondo i l previsto, ma il Comandante dell'Armata e del XXXV Corpo si astennero dall'impiegarli subito, per scrvirscne invece al momento in cui l'iniziativa sarebbe passata in mani italiane. Così avvenne, infatti, e l'azione del r" settembre lo dimostra. fn quella circostanza si sarebbero raccolti i frutti che l'attesa aveva proficuamente maturato, se il Comando della 79" Divisione tedesca avesse potuto imprimere alla propria azione un impulso risolutivo. Invece i sovietici riuscirono a mantenere in quel settore la propria superiorità ed a limitare talmente l'efficacia dell'attacco germanico da neutralizzarnc totalmente gli effetti ai fini del successo unitario. Il mancato intervento dell'aliquota dci carri armati tedeschi ebbe influenza particolare sullo sviluppo dell'azione e determinò la crisi per entrambi i battaglioni alpini i quali, nell'interesse generale dell'azione, si erano arditamente spinti fin quasi alle soglie dì Kotovski. Il fatto che la cooperazione tattica del XVll Corpo germanico sia completamente mancata può forse ascriversi a circostanze imprevedibili o non evitabi li. Tuttavia, che il Comando tedesco non fosse bene orientato sull'andamento dell'azione da parte delle proprie un ità è dimostrato dalle comunicazioni che fece giungere alla Divisione Sforzesca, le quali erano non solo inesatte ma in parte anche infondate. Così il villaggio di Kalmikovski fu dato per occupato alle ore 6,30, mentre solo a mezzogiorno i tedeschi poterono impadronirsi della sua parte orientale. I carri armati destinati all'operazione inoltre non uscirono nemmeno dalle proprie lince dove effettuarono il rifornimento di acqua e di carburante per muovere su Kotovski non prima delle ore r6. A quell'ora, però, le sorti del combattimento erano già decise e per l'approssimarsi della sera fu necessario rinunciare all 'intento. Le unità italiane impegnate rientrarono nelle proprie linee in attesa delle decisioni sul la convenienza di ripetere l'azione. Questa però fu poi defi nitivamente annullata. Alla evidente sproporzione tra l'ampiezza del fronte assegnato al\'8" Armata italiana c le esigue forze a sua disposizione per difendere il fronte stesso, alla delicatezza del settore c alla necessità che esso fosse sostenuto da unità carriste, rivolse la propria attenzione anche H itler . Infatti, nel Diario del Comando Supremo della Wehr-
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macht (10) alla data del 16 agosto 1942 è scritto : << Il Fuhrcr è preoccupato che Stalin possa ripetere il modello di attacco russo del 1920, cioè un attacco sul Don approssimativamente al disopra di Seraiìmovic, con direzione cli attacco Rostov, come avevano intrapreso i bolscevichi nel r920 con grossi risultati contro l'Armata dci russi bianchi del Generale Wrangel. Egli teme che l'Sa Armata italiana, posta a difesa di questo settore del Don, non possa reggere ad un tale attacco e perciò gli sorge nuovamente il pensiero di sistemare la 22" Divisione corazzata dietro 1'8a Armata italiana, a suo sostegno » . Ma la 22·' Divisione corazzata, né alcuna frazione di essa, venne mai dislocata a sostegno dell'Armata italiana. fmpegnata sul fronte della 6" Armata del Generale Paulus, non si spostò in quel periodo di tempo se non per sostenere il XVII Corpo d'Armata tedesco a Serafimovic (u). Solamente durante il periodo di calma sul fronte dell'8" Armata quella Grande Unità fece una fugace apparizione nella valle del Boguciar, nelle retrovie del fl Corpo d'Armata italiano, per essere però richiamata altrove pochi briorni dopo. In conclusione, se pure qualche unità italiana aveva dovuto arretrare il proprio schieramento difensivo di fronte alla schiacciante superiorità dell'avversario, la situazione fu ristabilita dalle sole forze dell'8" Armata pur nelle precarie condizioni che si sono dette. E (u principalmente la ritrovata tenacia degli uomini della Sforzesca, il valore dci combattenti della vecchia Pasubio ed il tradizionale impeto dei bersaglieri e dei cavalieri del raggruppamento a cavallo ad esaurire la spinta aggressiva dei sovietici . Nel consegnare il 28 settembre a Gorbatovo, sede della Sforzesca, alla presenza di rappresentanze italiane c tedesche 40 Croci di ferro su l campo ad altrettanti combattenti italiani distintisi nella battaglia, il Generale di Corpo d'Armata tedesco von Tippelskirch, parlando a nome del Comandante del Gruppo Armate Il n )) disse tra l'altro: La tenace resistenza delle unità italiane impegnate nella battaglia, ed operanti da sole, ha non soltanto frustrato le intenzioni del nemico di sfondare il fronte, ma ha anche reso vani i suoi immani sforzi per attrarre altre forze e per alleggerire il fro nte di Stalingrado dalla incessante pressione germanica. Vi ringrazio a l(
(10) " Kriegstagebuk der Obcrkommandos der Wchrmacht - Wchrmachtfuhrungsstaab 1•, Rernard & Craefe Verlag fur Wehrwesen, Frankfun am Main, 1<)65. ( 11) Diario citato: 3 settembre 1942.
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nome dell'Esercito germanico, e di tutti i camerati tedeschi Impegnati d avanti a Stalingrado, per il vostro spirito combattivo e per la vostra tenacia» . Il discorso del Generale tedesco conteneva l'esplicita ammissione che anche la Sforzesca, come tutte le altre unità italiane, aveva fatto il suo dovere e ritrattava pubblicamente l'ingiusta \'alutazione che il Comando Gruppo Armate " B 11 aveva espresso « ab irato >> nei riguardi della Grande Unità del CSIR, forse in un momento di tensione causata dalle tumultuose vicende della battaglia.
CAPITOLO Xlii
LE OPERAZIONI NEL MESE DI SETfEMBRE 1942. INSERIMENTO IN LINEA DEL CORPO D'ARMATA ALPINO
l. - LE OPERAZIONI DEL MESE Dl SETTEMBRE A) ASSESTAMENTO DEL FROI\.'TE DEL XXXV CORPO D'ARMATA- CSIR
L'azione svolta senza successo il 1° settembre era stata intrapresa per iniziativa del Comando del Gruppo di Armate B » , allo scopo di assicurare la saldatura tra le Armate 8" italiana e 6" tedesca. Le due Grandi Unità avevano ricevuto due diversi compiti: 1'8"' quello statico della difesa della linea del Don, la 6" quello dinamico di puntare dal Don sul Volga a Stalingrado. Perciò, anche il suo XVII Corpo d'Armata, schierato difensivamente sul Don, non poteva estraniarsi dal compito offensivo di tutta la rimanente parte dell'Armata e, per di più, era vivacemente impegnato a contrastare le puntate del nemico, tendenti ad ottenere la rescissione dalle basi del Don delle forze che minacciavano Stalingrado. Lo stesso XVI l Corpo, pure concordando con il XXXV italiano nella valutazione del l'importanza della posizione della q. 188,0 per il mantenin1ento del contatto tra le due Grandi Unità, si dichiarava nell'impossibilità di assicurarne il possesso c chiedeva al Corpo d'Armata italiano di lasciare sul la posizione <• almeno uno squadrone del reggimento Not•ara n . La stessa sera del 5 settembre si doveva constatare non soltanto che il XVII Corpo aveva dovuto chiedere di non allontanare il presidio italiano d alla quota situata fuori del suo settore, ma anche il ritiro di un battaglione e di una battt:ria tedeschi, schierati in zona di q. 219,5- q. 223,0, lasciando un più ampio vuoto sulla destra italiana, peggiorando così la situazione del presidio di q. 188,o ed aumentando le possibi lità di avvolgimento ad est del caposaldo di Bolschoi. Quella situaziont: determina\"a uno stato di maggiore pericolo per le retrovie della 6a Armata; preoccupato di questo. il Comanl(
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dante del XXXV Corpo emanava ordini per il rafforzamento di Bolschoi c di tutta la linea italiana verso ovest fino a Jagodnyj, inserendo in essa anche il battag lione alpini Vero11a appena giu nto, tra i già provati Vestone e Val Chiese, rispettivamente a destra cd a sinistra (Documento 11. 88). In una simile situazione si potevano scorgere i segni premonitori di quella crisi di effettivi, divenuta poi evidente durante la seconda battaglia difensiva del Don, che erano già individuabili nella sproporzionata ampiezza dci settori da difendere rispetto alle esigue forze a disposizione. Come era stata lasciata cadere dal XV II Corpo la ricerca di stabilire una reale saldatura tra i due tratti dello schieramento difensivo delle contigue Grandi Unità, a maggior ragione, da parte italiana, non fu p resa in considerazione, almeno per il momento, la possibilità di ritentare l'a:t.ione fallita il J" settem bre, d alla quale sarebbero potuti derivare sicuri vantaggi tattici. Il 7 settembre il Comandante del XXXV Corpo rappresentava al Comando dell'Ba Armata la delicatezza della situazione sulla linea di contatto con la 6" Armata, fatto da attribuirsi alle difficoltà intrinseche del terreno, alla forte presenza del nemico su q. 1Q5,8, alla mancanza di collaborazione del XV II Corpo, all'esigtJità dei mezzi a disposizione (Documento n. 89). Dalle ore 8 del 12 settembre, la responsabilità operativa del settore di ala destra d eli' Armata, tra q. 228,0 e Bolschoi, ampio 15 chilometri, era assunta dalla Divisione alpina Tridenti11a, con i reparti alpini presenti in zona in quel momento, rinforzata dal raggruppamento a cavallo (meno un gruppo di artiglieria) e da una compagnia ca rri L f6 . La Divisione si completava lo stesso giorno 12, ricevendo altri rinforzi di artiglieria di med io calibro c controcarro. Qualche giorno prima, il Comandante del XXXV Corpo ave\'a esposto (Documento 11. 90) al Comando di Armata il sempre più grave stato d i logoramento della Divisione Celere, perorando per essa la sollecita concessione di un periodo di riposo c di riordinamento, misura da estendere subito dopo anche alla Sforzesca, essa pure costretta a dover ripianare le molte perdite subite. Infatti, la forza combattente complessiva della Divisione Celere (sette battaglioni bersaglieri), dedotti i servizi vari. era ridotta a poco più di duemila uomini (r). il personale d'inquadramento aveva su-
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(l) Il reggimento bersaglieri, rispetto alle tabel le organiche, aveva una deficienza di 38 ufficiali e 1.ooo bersaglieri: il 6" reggimento 67 uffìciali e
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Le op~azÌoTJÌ delft• unità ìwlìane al froTJte russo (194r • 1943)
bito un'alta percentuale di perdite, gli uomini versavano in cattive condizioni di salute (2) : pertanto si rendeva necessaria la sostituzione della Divisione , mentre il suo 120" artiglieria avrebbe potuto rimanere in linea, in quanto i suoi uomini si trovavano in migliori condizioni. La situazione del personale era analoga nd raggruppamento a cavallo e la crisi si estendeva ai q uadrupedi ; in ciascuno dei tre reggimenti le perdite erano state di roo- 200 cavalli e, dei rimasti. 200- 300 ciascuno erano non impiegabili per cause varie. Il r2 settembre il fronte del la Sforzesca rimaneva delimitato da q . 187,1 (esclusa) presso Jagodnyj, estendendosi per otto chilometri a sud- est fin nei pressi di q. 228,o. A nord- ovest di questa linea il fronte era tenuto dalla 3" Divisione Celere, che si collegava a sinistra con la Divisione Pasubio. La sacca formata dall'offensiva nemica iniziata il 20 agosto era stata ormai circoscritta da una linea di fortificazioni campali, rese di giorno in giorno più consistenti da un generale intenso lavoro, in gran parte svolto nelle ore notturne. U n'operazione di rottura di quella linea sarebbe stata rischiosa se effettuata dalle sole unità sovietiche già sul posto. In campo italiano, tuttavia, rimaneva sempre vivo il proposito che aveva determinato l'operazione del r" settembre: ritornare sulla sponda del D on. Per quello scopo permanevano nel settore le D ivisioni Celere, Sforzesca e Tridentina, anche se si trattava di Grandi Unità non in piena efficienza operativa, specialmente le prime due. Dopo l'esecuzione dell'auspicata controffensiva, le tre Divisioni sarebbero state sostituite dalla 298• Divisione tedesca, che si stava sposta ndo nell a valle dello Zuzkan, tra Blinof e Varlamof (sud di Bolschoi). Sarebbe rimasta a disposizione del Gruppo di A rmate per azioni di particolare importanza nella zona di sutura tra il XXXV Corpo d 'Armata - CSIR ed il XVll tedesco. Nelle retrovie del IT Corpo d'Armata (zona di Poltavskaja - Radtsccnskoje) nella terza 1.500 bersaglieri; il XLVII battaglione m otociclisti era r idotto :1 ~oo uomini. Tn complesso alla Divisione occorreva un rinsanguamento di 130 ufficiali c _3 .200 uomini di truppa. (2) Da una relazione del Capo Ufficio Sanità Divisionale alla Direzione di SanitÌl del XXXV Corpo d 'Armata, si apprende che nei reparti il 6o • 70" della forza era di « fortemente deperiti >> (90" 0 nei battaglioni bersaglieri V l, XV III c XX), il 70° 0 affcno da diarrea. il ;o" da reumatismi, il 30 · 40" da avitaminosi, il 20 ° da nevrosi cardiache, il 100° da pediculosi. malgrado i provvedimenti preventivi c repressivi potu t i adottare in rapporto alla situnZJone.
Li! opt!razioni n t'l mese di st'/Umbrt' 1942
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decade di settembre, sempre a disposizione del Gruppo di Armate, si sarebbe dislocata la 22• Divisione corazzata tedesca. Il Comandante del XXXV Corpo d'Armata faceva presente al Comando di Armata che, disponendo la 298' Divisione di due soli battaglioni per ciascuno dei suoi tre reggimenti di fanteria, si trovava in condizioni di forza analoghe a quelle di una Divisione italiana (due reggimenti su tre battaglioni) e, pertanto. non possedeva degli effettivi sufficienti per garantire una solida occupazione sul Don in un settore di tanta ampiezza. Inoltre lo stato di usura delle Divisioni italiane operanti al fronte orientale era generalmente analogo a quello delle unità di supporto del XXXV Corpo d'Armata, tranne che del gruppo cc.nn. M ontebello, recentemente arrivato dall'Italia. Il Generale Messe proponeva, perciò, che per assegnare alle altre Divisioni settori meno ampi. tra la 298" (a destra) e la Pasubio rimasta sulle sue posizioni (a sinistra), fossero impiegate unità della Tridentina. Eventualmente, le forze di questa Divisione, risultate esuberanti al compito ricevuto, avrebbero potuto concorrere alla ricostituzionc di una riserva di Corpo d'Armata.
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UOVO TE -TATIVO RCSSO
COl\'TRO l L H CORPO D'ARMATA (l l E l 2 SETTEMBRE)
La battaglia condotta durante la terza decade di agosto sembrò riaccendersi su tre punti del fronte del II Corpo d'Armata nei giorni rr c r2 settembre, impegnando: tra Deresovka e q. 158,o la Divisione Cosseria, tra Krasno Orekovo e q. 218,0 le Divisioni Cosseria e Ravenna, nell'ansa di Svinjuka la Divisione Ravenna (Diseg11o n. 32 e Documento n. 91). ZoNA m DERESOVKA - Q. 158,o. L'r r settembre, alle ore 5, dopo mezz'ora di preparazione d'artiglieria e con il favore della nebbia, il nemico passava il fiume ed iniziava una decisa pcnetrazione in riva destra lungo gl i incassati c ripidi canaloni adducenti alle pendici orientali di q. rs8,o, presidiata dal I f 90" fanteria, ala destra della Divisione Cosseria. Il fuoco delle armi della fanteria e quello delle artiglierie della difesa era reso impreciso dalla stessa nebbia che ne impediva l'osservazione. Alle ore 8 il nemico riusciva ad occupare il caposaldo di
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q. I)8,o, minacciando la zona di schieramento delle più avanzate batterie della destra divisionale. Alle ore 7,30, secondo le direttive del Comando del II Corpo d'Armata, erano già state impiegate le compagnie di rincalzo del l / 90', del contiguo II/90" ed il III/90" della riserva divisionale. Alle ore 8,30 il Comandante della Divisione, Generale Enrico Gazzalc, ordinava il trasferimento a Dubovikof del III/89° (già in riserva divisionale a Zapkovo) e del CV battaglione mortai divisionale (con r compagnia mortai e r compagnia pezzi da 47/ 32) proveniente da Orobinski. Alle ore 8>40 si profilava un attacco in corrispondenza dell'abitato di D ercsovka; per l'intenso fuoco di mortai e di armi automatiche, gli elementi avanzati dell a difesa erano costretti a ritirarsi di qualche centinaio di metri per evitare la distruzione. Alle ore 9,10 il III / 90' contrattaccava su q. rs8,o, la raggiungeva alle ore 9,45· Alle ore r r la destra del battaglione, procedendo oltre la quota, veniva impegnata fortemente nel movimento verso Krasno Orekovo, subendo gravi perdite. Alle 12,35 il Comandante del II Corpo metteva a disposizione della Cosseria il gruppo tattico Leonessa I. della riserva del Corpo d'Armata, dislocato a Dubovikof. Alle r2,50, mentre q. I)8.o e le sue pendici meridionali erano ritornate in saldo possesso italiano, il caposaldo di estrema destra sul pianoro ad ovest del vallone di Krasno Orekovo si difendeva tenacemente. Alle 14,40 il nemico ritentava di impadronirsi di q. r58,o, ma era validamente contrastato dall'azione dell'artiglieria. Il Comandante della Divisione chiamava la compagnia di rincalzo del II / 90" cd una batteria del IV j ro8" a sostegno del Tll / 90". Un nuovo tentativo (ore 15,55) d'infiltrazione a sud di Deresovka era ancora respinto. Alle r6,ro era fatto avanzare da Kusmenkof a Dubovikof il gruppo tattico Leonessa I. tuttora con nserva d'impiego a favore del Corpo d'Armata. Alle r8 il III /89" muoveva al contrattacco per ristabilire totalmente la situazione a q. rs8,o, ma doveva fermarsi per il sopraf!gi ungere della notte. All'alba del T2 settembre il nemico compiva un terzo tentativo nella zona a sud di Deresovka, respinto dal fuoco c dai contrassalti del Il / 90·, che ristabilivano subito l'integrità della linea. Alle ore 5 il III j 8q" riprendeva l'azione interrotta ed al le ore 8 a\ C\'a raggiunto la sponda del Don.
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Dagli interrogatori dci prigionieri c dal rastrellamento del campo di battaglia risultava che il nemico aveva condotto i suoi attacchi con il l ed il II battaglione del 555° reggimento fucilieri (127' Divisione), rinforzato da elementi del battaglionc armi di accompagnamento reggimentale. ZoN., or KR\s:Ko 0REKovo - Q . 218,o. Alle prime luci dell'r r settcmbre il nemico IniZiava tentanvt di infiltrazione con pattuglie sul fronte del 3i fanteria Rat•etma, tra Krasno Orckovo e q. 2r8,o (base dell'ansa di Verhnij Mamon). Alle 7,20 più consistenti elementi di fanteria nemica avanzava no a sud di q. 193,0 impegnando l'intero fronte dell'ansa. Durante la mattina tale azione si faceva più intensa cd i centri di fuoco del Il1 /37" ad ovest di q. 218,0 erano circondati. Alle rr,30 risultava accerch iata anche la compagni a di rincalzo dello stesso battaglione inviata a sbloccarli. Alle 12. rs erano attaccati il caposaldo di estrema destra della Cosseria c quello di estrema sinistra della Ravenna. il pri mo impegnato sulla fronte c sui fian chi, interamente circondato il secondo. Era attaccata anche la q. 2r8,o. Un contrassalto condotto dal rincalzo della stessa compagnia che presidiava il caposaldo otteneva lo sbloccamento di quello della Ralterma.
Alle r6,3o un contrassalto del III /37" liberava anche la compagnia di rincalzo accerchiata ad ovest di q. 2r8,o. Entro ]a stessa sera la situazione su quel tratto di fronte della Ravenna era stata ristabilita. Alle ore 3 del r2 settembre, il nemico attaccava nuovamente il caposaldo di sinistra della Ral'enna. ma il concentramento del fuoco della Rar•en11a c ddla Cosseria, davanti alla zona di saldatura tra k due Divisioni, ~tro ncava il tentativo. L'azione del nemico era stata condotta dal 415" fucilieri sovic~ ico ( r" Divisione). ZoN,\ DELL'A:KS,\ DI SvrNJ CKA . Alle prime luci dell' 11 !>ettembre. nel tratto di ~ettore difeso dal III / 38°, i.l nemico iniziava l'attraversamento del fiume con una decina di barconi. Alcuni venivano affondati dal tiro dell'artiglieria, mentre altri riuscivano ad approdare. Veniva anche sventato un altro tentativo di passaggio più a valle. all'isolotto di Kusmenkin.
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L~ operaz ioni d~ll~ unità italiane al fronte ruSJo
( 1941 - 194 3)
Verso le ore 7 il nemico, che nel frattempo aveva traghettato altre forze, approfittando della copertura offerta da boschi e balke scendenti al Don, approfondiva la sua azione ed alle 8 s'impadroniva di Solonzi. Un contrattacco del TU / 38°, condotto alle ore 9. non risolveva la situazione. Alle ore 12 il Comandante del II Corpo, considerato il generale impegno sul fronte di tutta la Divisione Rat•etma e su parte di quello della Cosseria e la necessità di ripristinare al più presto la linea, metteva a disposizione della Rat•enna il gruppo tattico Valle Scrivia l. Alle ore 15 un battaglione sovietico muoveva all'attacco del bosco di Solonzi. Contrattaccato dalle forze disponibili del III / 38". ripiegava nel bosco, vi si riordinava e tornava all'attacco. Il lii / 38 lo conteneva, ripiegando poco a sud del paese di Solonzi. Alle ore r6 il Comandante del Corpo d'Armata avvicinava anche il gruppo tattico Leonessa II, ponendolo a disposizione della Rat,enna, che lo spostava nel la notte da Kusmcnkof alla zona di Solonzi. Alle 6,30 del 12 settembre aveva inizio il contrattacco, al quale partecipavano, in primo scaglione, il III / 38" cd il gruppo T'alle Scrivia, in secondo scaglione il gruppo tattico Leonessa Il. Le unità sovietiche si ritiravano ed alle ore 8 la riva destra del Don era dovunque raggiu nta. Dalla parte opposta era stato impiegato il 412° reggimento fuc ilieri (meno un battaglione), rinforzato dal battaglione- scuola divisi.o~ale e da un intero reggimento fucilieri della contigua r2t DiVISIOne.
Le perdite subite dalle unità del 11 Corpo d'Armata impegnate nelle due giornate di combattimento, tra morti, feriti e dispersi, furono 678. (~9 ~f~ciali). Le perdite del nemico furono di 2.500 morti e ro4 png10men.
2. - MODIFICHE ALLO SCHlERAME TO DELL'8" ARMATA ll fronte difeso dalle Divisioni italiane che circoscrivevano la testa di ponte formata dalle forze sovietiche a sud del Don, tra il 20 ed il 25 agosto, si era stabilizzato ed i reparti assegnati in rinforzo potevano rientrare alle loro unità di appartenenza. La validità delle considerazioni formulate dal Generale Messe aveva. intanto, indotto il Comando del Gruppo di Armate cc n )) a
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Le opera z1011i nel mese di settembre 1942
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destinare il 526° reggimento fanteria tedesco (298" Divisione) al XXXV Corpo per rinforzare, con i suoi due battaglioni, lo schieramento italiano. Il 23 sencmbre il reggimento tedesco veniva messo a disposizione della Divisione Trùlentma. Successivamente il Comando del Gruppo di Armate 11 B » aderì in parte alle valutazioni formulate dal Comando dcll'8" Armata circa l'eccessiva ampiezza del settore assegnato alla Grande Unità italiana ed a lla mancanza di Grandi Unità di seconda schiera. Furono, infatti, decisi: - l'accorciamento del fronte dell'Armata per un tratto di circa 40 chilometri (già occupati dalla Divisione Sforzesca); - la ripartizione del fronte così accorciato tra i quattro Corpi d'Armata (da nord a sud) Alpino, II, XXXV- CS IR, XXIX tedesco; - la dislocazione in seconda schiera della 294" Divisione tedesca (dopo la sua sostituzione in linea da parte del Corpo d'Armata Alpino), della Celere e della Sforzesca; - il mantenimento della 22" Divisione corazzata nella dislocazione assunta; - l'invio di altra non precisata Divisione corazzata in zona di Tcertkovo- Diogtevo, alle dipendenze del Gruppo di Armate, ma orientata ad intervenire a favore dell'S' Armata. Non fu accolta, invece, la richiesta di destinare in seconda schiera l'intero XXXV Corpo d'Armata- CSIR. Anche durante le restanti settimane del mese di settembre e nella prima decade di ottobre l'avversario, pur avendo desistito dall'intraprendere operazioni importanti su quel tratto di fronte, non aveva cessato dall'attivarlo con frequenti puntate offensive, lanciate dove era stata ottenuta la maggiore penetrazione nella sua battaglia di agosto. In particolare: - un tentativo nella notte sul IO settembre, contro le posizioni di Bolschoi, tenute dal battaglione alpini Val Chiese; - un'azione nella notte sul 23 settembre, ancora contro Bolschoi e le posizioni di q. 188,0 (battaglione Val Chiese); - un attacco nella notte sul 30 settembre contro le posizioni di q. 226,7·
Il 9 ottobre, la Divisione Tridentiua cedeva il proprio settore alla 9a Divisione romena per spostarsi di 400 chilometri, dall'estrema
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ala destra dell'Armata all'estrema ala sinistra, fino a Pod gornoe. La Divisione avrebbe compiuto il trasferimento per via ordinaria a piedi , fino a Millerovo. Da questa località i battaglioni alpini sarebbero stati trasportati per ferrovia nella nuova zona di schieramento; gh altri reparti e le salmerie degli stessi battaglioni avrebbero compiuto il trasferimento per via ordinaria sempre a piedi. La Divisione si sarebbe ricongiunta il 30 ottobre a Podgornoe. La Sforzesca, lo stesso g iorno 9, cedeva il settore alla JT a Divisione romena e passava alle dipendenze operative del XXIX Corpo d'Armata tedesco. Rilevava dall'8oo fanteri a (Divisione Pasubio) il settore compreso tra l'ansa di Merkulov e quella di Vescenskaja, per consentire lo spostamento della Pasubio sul tratto di fronte comprendente l'ansa di Krasnohorovka - Ogalcv. La Sforzesca si sarebbe poi dislocata in seconda schiera nella zona di Meskov, quando fosse stata sostituita da altra Grande Unità romena. Quest'ultima eventualità era già superata il 27 ottobre, quando cioè alla Sforzesca giungeva l'ordine d 'interrompere gli avviati lavori di sistemazione invernale nella zona prevista c di incrementare, invece. quelli sulla posizione di resistenza, dove si trovava schierata c che avrebbe conservato. Anche la Celere, il 10 ottobre, cedeva il suo settore all'n " Diviswnc romena per assumere , il r2 ottobre, il tratto compreso tra la balka Popok e Verhnij Krivskoj, sostituendo il 79o fanteria (Divisione Pasubio) cd affiancandosi a sinistra all'n• romena. Manteneva lo stesso sch ieramento fino al 1° novembre, cedendo poi il settore alla Divisione romena, per passare in seconda schiera nella zona di Kusmen kof- Nikolskoje- Rudjenka. Frauanto, nella notte sul r2 ottobre, la 298' Divisione tedesca si era inserita nello schieramento sul Don, sostituendo la Divisione Torino nel tratto compreso (approssimativamente) tra Krasnohorovka ed il fiume Boguciar, e la Divisione Rauenna (38° fanteria) dal Boguciar a Sciuravka. La Rauenna aveva spostato, contemporaneamente, il proprio settore verso sinistra, assumendo la difesa del tratto compreso tra K.rasno Orekovo c q. r58,o presso Dcresovka, già presidiato dalla Divisione Cosseria. La parte del settore occupato dalla T orino, tra Krasnohorovka e Pascka, era stata assunta dalla Divisione Pasubio nella notte sul 24 ottobre. La Torino, rimasta disponibile, aveva sostituito, il 24 ottobre, la 62" Divisione tedesca nel settore tra Paseka c Satubjanski.
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Le operaztoni nel mese di settembre 1942
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La 62' si era spostata ancora più a destra, schierandosi tra Satubjanski e l'ansa di Mcrkulov, dove si era collegata con la Sforzesca. La nuova situazione risulta dal Disegno 11. 33· L'esigenza di determinare con precisione sulle carte topografìche andamento delle posizioni, limiti di settore, obiettivi per il fuoco dell'artiglieria e delle armi pesanti della fanteria, aveva posto in evidenza, più ancora che durante le fasi di movimento, l'incompletezza dei dati contenuti nelle carte distribuite a comandi e reparti dalle autorità tedesche (3). Per sopperire in qualche modo a questo inconveniente, il Comando Aeronautica dell'8" Armata aveva fatto eseguire dal 71° gruppo osservazione aerea un rilevamento fotografico a mosaico del corso del Don per tutto il settore dell 'Armata. La riuscita tecnica del lavoro era risu ltata ottima cd era costata numerosi voli di guerra e qualche combattimento con l'Aeronautica sovietica. Un settore di tale rilevamento fotografico è contenuto nel Documento n. 91. Esso riproduce il tratto dove era schierato il II Corpo d'Armata durante le due battaglie difensive del Don. La perdita del possesso di q. 220 nel settore della Ravenna aveva privato l'artiglieria della possibilità di mantenere su di essa un osservatorio ed era conseguita una riduzione di efficacia dei tiri su obiettivi non osservabili da terra. Per colpire il sempre attivo traghetto sovietico corrispondente al paese di Vcrhnij Mamon, fu richiesta la cooperazione di reparti aeronautici da osservazione, ma questa poté essere concessa una sola volta, alla metà di ottobre.
(3) Si tranava, essen7.ialmente, di due tipi: - carta 1 :300.000, redatta a cura dello SM dell'Esercito tedesco; - carta r: Ioo.ooo, redatta a cura dello SM dell'Esercito tedesco; ricavate direttamente da carte militari russe, scritte in caratteri cirillici, sovra· stampate con la translitterazione dal russo al tedesco. l nomi russi scritti secondo la fonetica tedesca, con grande abbondanza di consonanti, diventavano quasi illeggibili ed impronunziabili per gli italiani che non avessero qualche cognizione della lingua tedesca. L'uno e l'altro ripo di cane risultavano poi anche troppo sintetici, nella rappresentazione del terreno, per i militari italiani (abiLuali a servirsi delle ottime cane r :25.000 e r: 50.000 deii'I.G.M.), specialmente per quanto riguardava l'esatta determinazione dei punti del terreno dell'organizzazione difensiva.
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Lt- oraazioni del/t- tmltcì italiane al fronu ruuo ( 1941 - 1943)
Le direttive provenienti dai Comandi germanici, e la stessa esperienza tratta dalle operazioni della prima battaglia difensiva del Don, avevano dimostrato come fosse necessario impiegare forze tratte dai secondi scaglioni delle Divisioni contigue a quelle impegnate da un attacco avversario. Era stato, così, provveduto alla costituzione di due 11 g ruppi d'intervento)) per ciascuna Divisione, destinati ad essere impiegati anche fuori del settore divisionale o di Corpo d'Armata. La forza di ciascuno di essi constava di un battaglione di formazione (uno per reggimento di fanteria) rinforzato da un plotone mitraglieri di Corpo d'Armata, un plotone mortaj da 81, un plotone pezzi da 47/ 32 di Corpo d'Armata, una batteria da 75· aliquote di artieri e telegrafisti del genio. Queste unità sarebbero state dotate di mezzi per l'autotrasporto e per lo sgombero della neve. I reparti destinati a costituirle attendevano alla normale attività, poiché la loro riunione nel gruppo d'intervento sarebbe avvenuta automaticamente solo in caso di necessità. Allo scopo di ridurre il tempo occorrente per la riunione dei gruppi erano stati predisposti collegamenti a filo con i reparti designati, mezzi di trasporto, punti di riunione di facile ritrovamento anche notturno, esercitazioni periodiche diurne c notturne. Lo svolgimento della prima battaglia difensiva del Don, che aveva impegnato quasi tutto il fronte dell'Armata e tutte le forze dei Corpi d' Armata, le giornate di settembre sul fronte del II Corpo d ' Armata, gli spostamenti delle D ivisioni dall'uno all'altro settore, non avevano permesso, fino all'autunno, che la sistemazione difensiva dei caposaldi assumesse tutto lo sviluppo che sarebbe stato necessario. Ancora alla fine d'ottobre non tutti i caposaldi avevano potuto essere interamente recinti da reticolato ed il grave inconveniente era dovuto non soltanto alla scarsità del materiale di rafforzamento. ma anche alle difficoltà cd alle discontinuità nell'approvvigionamento dci carburanti necessari ai relativi autotrasporti . Il Comando del Gruppo di Armate c< B l> aveva diramato un ordine del Comando Supremo dell'Esercito germanico (Documento n. 92 ), che, ricapitolando brevemente lo svolgimento della campagna estiva 1942, dava direttive per quella invernale 1942- I943· In quel documento erano affermati i cri teri fondamentali di: rinunciare, in linea di massima, ad operazioni offensive; - difendere ad oltranza la linea raggiunta;
Le operazioni nel mese di settembre 1942
- eliminare prontamente le infiltrazioni nemiche eventualmente verifica tesi; - limitare la possibile apertura di breccie da parte del nemico nelle posizioni assunte; - continuare la resistenza ad oltranza << fino alla liberazione )) ' da parte delle unità che fossero rimaste circondate. Venivano emanate anche disposizioni esecutive, ma tutta l'impostazione dell'ordine tendeva ad infondere fiducia per gli avvicendamenti e per il tempestivo sostegno delle unità che le operazioni appena concluse, peraltro, autorizzavano a ritenere non interamente fondata.
3. - SCHIERAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO La destinazione al fronte russo del Corpo d'Armata Alpino fu stabilita il 2 marzo 1942, in vista della possibile partecipazione di esso alle operazioni che, nella ripresa offensiva dell'estate, le Grandi Unità tedesche avrebbero affrontato per superare la fascia montuosa caucasica, per sboccare poi nella zona del Medio Oriente. Il Comando del Corpo d'Armata aveva sede a Trento e le tre Divisioni erano dislocate in diverse zone dell 'Italia Settentrionale. Esso sovrintendeva alla preparazione delle Grandi Unità, non trascurando di illustrare le particolari esigenze del tipico ambiente russo nel quale avrebbero dovuto operare. Nella successione dei trasporti il primo di essi fu destinato all'II" raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata, giunto in zona d'operazioni ai primi di luglio. Le partenze delle Divisioni furono iniziate il 14 luglio e gli arrivi in zona si succedettero: -
unità di Corpo d'Armata: 28 luglio- 4 agosto, a Gorlovka;
-
Divisione Tridentina: 3- 17 agosto, a Novo Gorlovka;
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Divisione Cuneense: 8-21 agosto, a Rykovo;
- Divisione Julia: 17 agosto- 2 settembre, a Gorlovka e nella zona di Izjum. La iniziale incertezza sulla destinazione delle unità italiane aveva lasciato in sospeso la formu lazione di un preciso ordine per l 'impiego del Corpo d'Armata Alpino. 20. -
u.s.
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u operazioni dl'lle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
Il 6 agosto il Comando dcl1'8" Armata annunciava la destinazione di esso al Caucaso, secondo le intese intercorse tra i capi italiani e tedeschi ed adottava, in conseguenza, le predisposizioni di comando c logistiche per dare attuazione a tale provvedimento (Documento n. 93). Intanto le autorità ferroviarie tedesche concedevano uno spostamento delle zone di scarico verso sud, così da ridurre al massimo il disagio dei lunghi percorsi per via ordinaria. Il ro agosto, l'intero Corpo d'Armata Alpino passava alle dipendenze d'impiego del Comando della 11 Armata tedesca del Gruppo di Armate << A >> e con tali Comandi prendeva personale contatto il Generale Gabriele Nasci, Comandante del Corpo d' Armata. In questa occasione veniva disposto che autobus tedeschi trasportassero gli alpini della Tridentina, prima avviata a destinazione, da Novo Gorlovka ad Uspenskaja, distante 330 ch ilometri. Le salmerie avrebbero dovuto compiere il trasferimento a piedi, poiché le Grandi Unità tedesche non disponevano degli automezzi occorrenti per l'autotrasporto dell'intera Divisione. Prima ancora che il movimento con gli autobus avesse inizio, il r4 agosto il Comando del Gruppo di Armate << A » annunciava di non avere più la possibilità di eseguirlo. Così i reparti dovevano effettuare lo spostamento a piedi, iniziandolo il giorno 16, preceduti dal 5'' reggimento alpini (battaglioni Edolo e Ti·rano). 11 17 agosto giungeva l'ordine del Gruppo di Armate << A » di sospendere i movi menti predisposti. Il 19 agosto lo stesso Comando comunicava (Documento n. 94) che il Corpo d'Armata Alpino sarebbe rientrato nel1'8"' Armata, in quanto, si disse, mancava la possibilità di effettuarne il rapido autotrasporto con mezzi forniti dai tedeschi e l'arrivo nella zona d'impiego dell'intera Grande Unità (la Julia non era ancora giunta in zona di operazioni) sarebbe avvenuto fuori tempo utile per partecipare alle operazioni. La Divisione Tridentiua, perciò, il 2r agosto si dirigeva su Millerovo e la Cuneense, il 22, si avviava su Starobelsk. Continuavano, fra ttanto, gli arrivi della fulia alle stazioni ferroviarie della zona di Izjum. In considerazione dell'andamento delle operazioni della prima battaglia difensiva del Don, il Comando del Gruppo di Armate 11 B » disponeva, il 23 agosto, che i movimenti del Corpo d'Armata Alpino, per inserirsi nello schieramento dell'S• Armata, fossero quanto più possibile accelerati, portando la media giornaliera delle
Le operaz ioni nel mese di settembre 1942
tappe al minimo di 25 chilometri ed abolendo le giornate di sosta, quando non fossero assolutamente indispensabili. Il 25 agosto il Comando dell'S'' Armata emanava disposizioni per lo schieramento in linea delle Divisioni alpine : - la Divisione Tridentina sarebbe stata impiegata temporaneamente nel settore del XXXV Corpo d'Armata. Gli alpini sarebbero stati subito autotrasportati nella zona di Millerovo- Bokovskaja in ragione di un battaglione al giorno, mentre le salmerie ed il reggimento di artiglieria alpina avrebbero raggiunto a piedi la medesima destinazione; - la restante parte del Corpo d'Armata Alpino (Divisioni Cuneense e Julia) avrebbe preso posizione sul Don, tra kolkoz Bugilovka e Iovo Kalitva, in sostituzione della 294'' Divisione tedesca. Fino dal 27 agosto, la Julia , prima ancora che il trasporto ferroviario delle sue unità fosse completo, iniziava il movimento per via ordinaria dalla zona di lzjum a quella di Rossosc. Quando fu nota l'entità delle perdite subite dai battaglioni Vestone e Val Chiese nel combattimento di Kotovski del 1" settembre, e che la Tridentina non sarebbe subito rientrata nei ranghi del Corpo d'Armata, il Generale Nasci indirizzò al Generale Garibaldi una lettera personale (Documento n . 9 5), tendente ad ottenere un più organico impiego delle unità alpine e ad evitare un loro prematuro logoramento, che avrebbe inciso negativamente sulle possibilità operative del Corpo d'Armata nel prossimo futuro. Gli rispondeva il 6 settembre il Generale Garibaldi (Documento n. 96) affermando di comprendere il desiderio espresso dal Comandante del Corpo d'Armata Alpino, ma che la sua responsabilità di Comandante dell'Armata gli imponeva di considerare anche altri elementi di giudizio. Il dispositivo che il Corpo d'Armata Alpino avrebbe assunto definitivamente sul Don era già delineato negli ord ini emanati il r3 settembre (Documento n. 97) dal Comando di Armata: - temporaneo schieramento delle Divisioni Cuneense e Julia in sostituzione della 294" Divisione tedesca (II Corpo d'Armata); - successivo ampliamento verso nord e raffìttimento generale sulla linea difensiva, quando la Tridentina avesse raggiunto le Divisioni sorelle.
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Pertanto la fulia, tra il 20 ed il 23 settembre, sostituiva sulle posizioni il 514° reggimento fanteria tedesco (294• Divisione); seguiva il 25 settembre la CuTJeense sulle posizioni dei reggimenti 513° c 515° della stessa Divisione. Le posizioni assunte si presentavano naturalmente forti, anche se le loro caratteristiche tattiche erano assai diverse da quelle familiari delle Alpi. Comunque risultavano più forti dì qualsiasi altra della steppa russa. Il Don, inguadabìle in quel tratto, rappresentava un altro elemento dì forza, costituendo ostacolo al nemico e facilitando osservazione e sicurezza per la difesa. I settori assegnati ai battaglioni di primo scaglione risultavano anche qui molto ampi, con centri di fuoco assai intervallati, fatto che rendeva più difficile l'azione di comando. l lavori campali eseguiti dai reparti tedeschi erano rilevanti, bene studiati e ben tenuti, facilmente completabili dai reparti alpini, numericamente più forti, coadiuvati dal lavoro dci prigionieri di guerra lasciati in sito dalla Divisione cedente. L'avvenuta occupazione delle posizioni difensive e l'ampiezza dei settori affidati ponevano in risalto la scarsa dotazione di reparti di mortai da 81 c di mitraglieri di Corpo d'Armata, caratteristica negativa della costituzione organica del Corpo d'Armata Alpino (4). Il Comandante faceva espressa richiesta al Comando d'Armata affinché unità dotate di quelle armi fossero assegnate anche al Comando del Corpo d'Armata ed alle Divisioni alpine nella stessa misura che alle altre Grandi Unità dell'8" Armata. Il 31 ottobre la Divisione Tridenti1la si affiancava nella parte settentrionale del settore del Corpo d'Armata alle al tre due Divisioni alpine. Il 6 novembre la stessa Divisione sostituiva la 23• Divisione ungherese (2• Armata ungherese) nel settore compreso tra la zona di Karabut e quella di Bassovka, per un'ampiezza di fronte di circa 28 chilometri. Lo schieramento del Corpo d'Armata era completato da rinforzi di artiglieria di med io calibro (1 gruppo da ro')/32) e di piccolo calibro (3 gruppi da 75/27 del reggimento artiglieria a cavallo, con 6 batterie), oltre che dal battaglione alpini sciatori MoTJte Cert•ino e da un gruppo di squadroni appiedati, di formazione, dei due reggimenti di cavalleria.
(4) Vds. capitolo IX.
CAPITOLO XIV
LA SISTEMAZIONE IKVERNALE
l. - DISPOSIZIONI GENERALI TEDESCH E ED ITALIANE
Ai primi giorni di nO\'embre era stata completata la modifica dello schieramento dell'8" Armata, per adeguarlo alle deliberazioni adottate in previsione del periodo invernale. L'inver no si manifestò prontamente, preceduto, dapprima, soltanto da gelate notturne, iniziate alla fine di settembre. 11 7 novembre cadde la prima nevicata, non copiosissima, come trattenuta dal freddo già iniztato, e che portaYa il termometro alla temperatura massima di o' cd alla minima di - 7. Già il 9 novembre, però, la temperatura era scesa rispettivamente a - 8" cd a - 23". La formulazione dci criteri difensivi e l'enunciazione delle operazioni da compiere per tradurli in pratica aveva avuto luogo ad ogni livello. Se il Comando Supremo tedesco aveva fatto conoscere i suoi concetti nel mese di ottobre, già il r4 luglio il Comando del Gruppo di Armate " B >> aveva espresso il suo pensiero a proposito delle azioni da svolgere. Il Comandante dell'8" Armata, a sua volta, aveva fatto segu ito il 2 agosto. Le direttive dell'O.K.TI. (Documeuto 11. 92), dopo una breve introduzione riepilogativa dci successi della campagna estiva, che aveva conseguito cc nel complesso >> la rescissione delle comunicazioni dci sovietici tra la Russia centrale e la zona caucasica, stabiliva il compito difensivo di tutto il fronte, l'urgenza dei lavori difensivi, la ricerca delle migliori possibili condizioni di vita per i soldati, la rigidità della difesa cd enunciava i conseguenti criteri esecutivi per la sistemazione della linea di resistenza, la condotta delle operazioni, l'impiego dei reparti, assicurando loro l'av\'iccndamento e l'arrivo di complementi. Il Comandante del Gruppo di Armate " B » aveva diramato una sua istruzione sui concetti che avrebbero dovuto ispirare ogni azwnc:
3 1o
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
- difesa rigida, proiettata in avanti, coincidente con la sponda destra del Don, salve poche eccezioni autorizzate; - sicurezza contro i carri armati, utilizzando, possibilmente, le condizioni naturali del terreno, accentuandole artificialmente dove fossero meno spiccate, creando l'ostacolo qualora mancasse; - osservazione ininterrotta (ottenuta anche con l'impiego di artifizi durante le ore di oscurità) della sponda sinistra del fiume; - continuità del reticolato, portato nelle nanze della sponda »;
<c immediate
vici-
- avvicinamento dei rincalzi settoriali e rapido spostamento del le unità d i secondo scaglione; -
forte saldatura tra settori contigui;
- organizzazione della difesa in profondità, mediante preparazione di opere campali arretrate a protezione dei centri logistici, guarnite da personale di retrovia, convenientemente inquadrato ed addestrato. Contemporaneamente il Capo di Stato Maggiore dello stesso Comando dava disposizioni interpretative ed esecutive di quelle del Comandante. L'esperienza della precedente campagna invernale aveva dimostrato che: - non era stato possibile ridurre le forze impiegate sulla posizione d i resistenza; - le riserve divisionali avevano dovuto rimanere in posto nel settore loro assegnato. Se la loro dislocazione non corrispondeva a centri abitati, le riserve avevano dovuto essere sistem ate in ricoveri in terrati o seminterrati. Inoltre era stato necessario costruire ricoveri per le riserve nelle zone di loro probabile impiego; - le artiglierie erano state lasciate in posto, con g li uomini in ricoveri cd i pezzi riparati da baracchini con parete anteriore mobile. Prima di entrare in azione, i pezzi venivano « scongelati » . Le munizioni erano conservate in riservette a nicchia nel camminamento di unione tra la postazione del pezzo ed i ricoveri del personale. Esse non avevano bisogno di essere conservate in ambiente riscaldato, bastava porle in poca paglia; - per le mitragliatrici si era proceduto come per i pezzi d'artiglieria; quelle che venivano portate fuori da locali riscald ati erano avvolte in coperte. Le feritoie avevano vetri scorrevoli . 1es-
La sisumazione ùwernale
3l I
suna miscela lubrificante anticongelante, nell'inverno 194 r · 1942, SI era dimostrata idonea; - era stata conseguita la continuità del reticolato: prima davanti alle opere, poi intorno ai caposaldi, infine intorno ai centri delle retrovie. Il tipo più idoneo si era rivelato quello a << cavalli di Frisia », costruibili al coperto dall'offesa nemica, faci lmente trasportabili, regolabili e spostabili per evitarne l'innevamento. Il reticolato distava dalle opere una cinquantina di metri (distanza di lancio di bombe a mano). Avanti al reticolato erano cosùtuite zone minate. Tra queste ed il reticolato erano postati (in buche individuali senza ripari, profonde circa due metri e provviste di gradino per la rapida uscita) guastatori muniti di bottiglie incendiarie e mine controcarro; - il migliore ostacolo anticarro era il fosso a sezione a triangolo rettangolo con la parete verticale dalla parte amica, da indurire o sistemare per evitarne lo sgretolamento; - il nemico aveva svolto numerose puntate offensive con forza fino a 2 • 3 battaglioni; aveva sempre attaccato ad ogni note· vole abbassamento della temperatura, quasi nulla aveva fatto come impiego di reparti sciatori. Il Comandante del1'8• Armata, tenuto conto deJle esperienze acquisite nella precedente campagna. aveva portato a conoscenza dei Comandi direttamente dipendenti le istruzioni ricevute (Docume11· to 11. 68) confermando il compito di difesa ad oltranza del la linea del Don, definita dal tortuoso andamento della riva, espresso dalla diZione ' difesa dell'acqua )), che imponeva: - una rigida difesa sul posto, con caposaldi chiusi e, perciò, destinati a resistere anche se sorpassati, aventi possibi lità di difesa attiva a giro d'orizzonte; - assenza di manovra per i reparti tn linea, in quanto com· pito dell'unità supenore, che l'avrebbe condotta con i ,, reparti di soccorso» . Da questi concetti e da quel compilo derivava l'esigenza di attuare lavori non solo per i caposaldi, ma anche per i reparù eli soccorso, da sistemare in alloggiamenti difendibili, che si sarebbero tramutati in elementi di raccordo (bretelle) od anche in una vera seconda posizione. La rigidità di una difesa così concepita dava un 'estrema chia· rezza al compito assegnato: resistere sul posto. Impediva, però, il
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Le operazioni delle unità italiane al fronle russo (194I-1943)
ricorso alla piccola manovra, alla cooperazione ed al concorso di altri mezzi dove la situazione del momento lo suggerisse. Si sarebbe, in sostanza, determinata un'estrema compartimentazione delle azioni anche tra reparti contigui. Esprimeva inoltre implicitamente l'invito a non recriminare sulla evidente sproporzione tra compito assegnato c forze disponibili e la previsione eli una lunga durata del compito ricevuto, destinato a durare per alcuni mesi. Pertanto i lavori avrebbero dovuto rispondere, intanto, alle esigenze iniziali della stagione autunnale, e poi a quelle dell'inverno, non imminente, ma non remoto. 11 Comando di Armata, nei propri ordini, si sforzava di attenuare la rigidità delle disposizioni ricevute integrandole con direttive ed istruzioni per adattarle alla situazione particolare delle unità italiane: la traduzione del testo germanico non era limitata alla sola versione in lingua italiana, ma si cercava di renderla rccepibile e compatibile allo spirito italiano. Per questa ragione venivano ammesse (e talora stimolate) le varianti alla " linea dell'acqua », per meglio adattare la linea difensiva alle caratteristiche del terreno, era resa possibile la cooperazione manovrata fra reparti, era ordinata la costituzione dei ((gruppi d'intervento)) (1). Le unità tenute a disposizione dei comandanti (rincalzi, battaglioni di secondo scaglione, riserve di Corpo d'Armata) avrebbero dovuto essere dislocate in modo non solo di rispondere ad una esigenza operativa basata sulla immediatezza dell'intervento, ma anche sulla convenienza di ripristinare subito con le sole forze italiane un tratto di fronte eventualmente intaccato, senza aspettare che Yi provvedessero i tedeschi. Era, insomma, un punto d'onore degli italiani che rifiutavano, di norma, il detto corrente dei tedeschi " quando ci fosse bisogno arriveremo noi )) ,
2. - ESECUZIONE DEI LAVORI Le disposizioni emanate in proposito, per essere tradotte in realtà sul campo eli battaglia, dovevano essere adeguate alle posstbilità concrete, in tese queste come disponibilità di materiali, capacità di lavoro degli uomini, tempo a disposizione. L'elemento difensivo spinto più avanti era rappresentato dai campi minati, anticarro cd a ntiuomo, ovunque utili, ma necessari (t) Vds. capitolo XTII.
LA sisumazione invernale
soprattutto nei tratti nei quali mancava l'ostacolo del fiume e sulle linee di facilitazione per l'avversario. Il rifornimento di mine veniva largamente assicurato dai magazzini del genio tedeschi. Venivano poi, verso l'interno delle posizioni, i reticolati. La disponibilità di rotoli di filo spinato era scarsa su tutto il fronte, tanto che non fu possibile ottenere la continuità del reticolato davanti a tutte le posizioni occupate. La recinzione dei caposaldi avanzati non poteva essere attuata sempre con una fascia profonda di filo spinato, ma spesso con una sola siepe triangolare, facile ad essere interrotta dai tiri dei mortai c delle u katjusce ». Per i caposaldi arretrati dcll"artiglieria e dei rincalzi, il solo tipo di difesa con reticolato potuto realizzare consisteva in quello a siepe semplice. Per sopperire all'insufficienza di tali ostacoli. i combattenti avevano escogitato il sistema di appendere ad essi bombe a mano private del congegno di sicurezza, affinché, esplodendo per urti anche leggeri, funzionassero almeno da segnale d'allarme. L'ostacolo anticarro era rappresentato, in molti tratti del fronte dell'Annata, dalla riva stessa del Don, fortemente scoscesa (2). Negl i altri trani, in cui sJrebbe stato necessario effettuare movimenti d1 terra per accrescere la ripidezza dell'ostacolo, a\·eva fatto difetto la disponibilità del personale, trattenuto dalle esi?cnzc operative dei combattimenti di agosto c di settembre. Inoltre si rendeva necessario assicurare turni di riposo diurno ai numerosi uomini impiegati durante la notte in servizi di pattuglia e di vegli a. Le esigenze di lavoro, per la costituzione dci caposaldi e dei ricoveri per il personale avevano avuto la precedenza, e la costruzione dell'ostacolo anticarro era stata rimandata, non essendo stata soddisfatta dai tedeschi la richiesta di assegnazione di prigionie:-i di guerra in quantità proporzionata al lavoro da svolgere. In sostituzione i tedeschi suggerivano l'impiego di personale civile. ma il suggerimento non fu accolto anche perché, a parte ogni altra considerazione, nei paesi non erano presenti uomini validi. I Comandi delle Grandi Un ità avevano, però, studiato i lavori da effettuare, tra i quali aveva grande importanza lo sbarramento della base de ll'ansa di Vcrhnij Mamon. o ~tenuto mediante lo scavo di fosso anticarro. Questo si saiebbc esteso a tutta l'ala destra della Ravenna cd a quella sinistra della 298" tedesca, mediante l'adattamento ad ostacolo anticarro della balka di Grusccvo. Il genio- fortificazioni tedesco fornì il personale tecnico per la progettazione dei lavori e per la condotta delle scavatrici. che en(2) Vds. Disegno n. 25.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (194' " '943)
trarono in azione, coadi uvate da personale italiano delle unità di secondo scaglione divisionale e della riserva di Corpo d 'Armata. L ' inizio dei lavori fu tardivo perché, alla fine della prima decade dice~bre, la pr?fon~ità media dello scavo raggiungeva appena 1 tre ntacmq ue centunetn . Dietro g li ostacoli attivi e passivi esistevano le postazioni delle armi della fanteria, tutte interrare. Lo scavo era stato piuttosto facile, perché generalmente compiuto in zone scarsamente pietrose. Inizialmente si trattava di postazioni scoperte, al più difese dag li agenti atmosferici con qualche telo da tenda mimetico, capace di oHrirc riparo dalrumidità notturna o da qualche lieve pioggia, non d alle piogge autunnali ed assolutamente inadatti a difendere dal gelo. Per ovviare a ll'inconveniente fu necessario approfondire g li scavi, coprirli di travi e tavolati che sostenessero la terra battuta, costruire pavimenti di legno sollevati dal terreno, munire gli ambienti di porte c di finestre, che si sarebbero aperte soltanto per consentire il tiro delle armi. Quegli ambienti chiusi erano dotati di stufe (o i cosiddetti (( porcellini >> di lamierino metallico, o stufe di fabbricazione di fortuna) necessarie non soltanto per diminui re il disagio degli uom ini o per dare loro la possibilità di sopravvivere, ma anche per evitare il congelamento dei congegni delle armi stesse che, non difese dal gelo nei periodi d'inattività, sarebbero rimaste bloccate dall'olio rappreso nel congelamento, anche se della qualità detta '' anticongelante >> . Analogamente erano costruiti i ricor;eri del personale non impiegato al funzionamento delle armi, d otati d'incastellature in legno nelle quali i piani ciano altrettanti posti -letto. La costruzione dci ricoveri aveva luogo spesse volte secondo una tecnica industriale. Preparato lo scavo a ciclo scoperto, in esso veniva montata la baracca in legname, precostruita in laboratori di falegnameria delle compag nie artieri , che lavoravano in retrovia per la riproduzione in serie di modelli sempre uguali. La stasi dell'attività bellica e lo svolgimento di un mite autunno consen tirono la completa attuazione di questo programma di lavoro. Una seconda posizione, scostata dal corso del Don , ad andamento più economico di quella sulla sponda del fiume, era stata studiata d ai Comandi, sotto il punto di vista tattico c, parzialmente, sotto quello della progettazione tecnica. Sarebbero rimasti compres i in essa alcuni lavori già condotti intorno ad abitati discostati dal fiume, ma la deficienza di mano d'opera non aveva consentito di completare il prog ram ma. I ricoveri per le riserve che sarebbero eventualmente affluite erano appena nella fase di studio.
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La sistemazione invernale
3. - PREDISPOSIZIO r1 LOGISTTCHE La transitabilità della rete stradale d'interesse generale doveva essere assicurata dall'autorità germanica, che allo scopo si valeva della Organizzazione Todt (3). U lteriori provvedimenti erano stati presi dalle Grandi Unità italiane per assicurare il movimento automobilistico nelle loro retrovie in caso di nevicate. Per questo servizio sarebbe stato fatto ricorso alla popolazione civile, secondo assodate consuetudini locali, alle quali faceva largo ricorso anche l'Esercito sovietico, qualora alla manutenzione non fossero stati sufficienti i reparti militari. Appena fu caduta la prima neve, si pose il problema della mimetizzazione iru•ernale. Questa poté essere ottenuta in modo integrale solamente per gli automezzi, prontamente dipinti con vernice bianca. l risultati non furono altrettanto completi per g li uomini, essendo stata limitatissima la distribuzione degli indumenti mimetici bianchi, in pratica attuata solamente per gli elementi sciatori. I fanti, per evitare che i loro elmetti grigioverdi, spuntando dalle opere difensive, servissero da bersagli ai colpi del nemico, spesso li ricoprivano con foderine bianche " di fortuna», per la maggior parte tratte dagli involucri di stoffa dei pacchi postali in arrivo dall'Italia. A proposito di mimetizzazione e di occultamento è anche da ricordare che, con la caduta della neve, le piste e le strade risultavano ugualmente visibili dall'osservazione aerea, in quanto il traffico sporcava e consumava la neve e, dallo stato di usura del manto nevoso, si poteva giudicare l'intensità dei movimenti svolti.
(3) Vds. << T Servizi logistici delle Unità italiane al fronte russo >•, SME UHrcw STORtco, Roma,
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Ci\PITOLO XV
LA SECONDA BATTAGLIA DIFENSIVA DEL DON (11 DICEMBRE 1942-3 1 GENNAIO 1943)
l. - SITUAZIONE GENERALE ALL'INIZIO DELL'INVERNO 1942- 1943 Le Grandi Unità combattenti al fronte russo, tedesche cd al leate, avevano assunto lo schieramento invernale. Le operazioni svolte durante la stagione estiva avevano raggiunto solamente in parte gli obiettivi fissati dal Comando Supremo germanico. Infatti: - Leningrado non era stata conquistata e, pertanto, il fronte di quel settore non aveva potuto essere rettificato; - i vasti salienti sovietici di Velikie Luki e di Suhinici non erano stati eliminati, non avendo potuto essere svincolate le forze destinate alle due operazioni, tuttora impegnate all'espugnazione di Leningrado; - Mosca, prestigioso obiettivo quasi raggiunto nella campagna 194 r, non figurava più, almeno per il momento, nei piani di conquista tedeschi; - Stalingrado rimaneva campo di cruenta lotta, diviso tra i due contendenti, anche se, dalla fine di novembre, la 6• Armata e unità del la 4" Armata corazzata tedesche vi erano state isolate dal la controffensiva condotta da sette Armate sovietiche (di cui T cor.), appartenenti ai Fronti Sud- Ovest, Do11 e Stalingrado (Battaglia del Volga); - nella zona caucasica il Gruppo di Armate u A >> si era impadronito dei pozzi petroliferi di Majkop, aveva raggiunto le falde settentrionali del Caucaso, compiendo la prodezza alpinistica - non operativa - J ella sca lata del Monte Elbrus (5.633 m) e tendeva ad approfondire l'avanzata verso sud.
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Però la resistenza opposta all'invasore dalle Armate sovietiche a Stalingrado c nel Caucaso era andata ben oltre le previsioni tedesche, ed aveva assorbito sempre maggiori forze germaniche, sottratte alle operazioni preventivate nei settori settentrionale e centrale dell'amplissimo fronte. Inoltre il Comando sovietico, per vincolare forze tedesche nei settori settentrionale e centrale, svolse contro di essi azioni a sud del Lago Ladoga, contro il saliente di Rzev e contro la testa di ponte di Voronez. Pertanto i successi conseguiti dai tedeschi al sud, con la completa conquista dell'Ucraina c le due puntate sul Volga e nel Caucaso, non avevano potuto essere completati fino al raggiungimento del loro pieno valore strategico, per la mancata conquista di tutte le sponde russe del Mar Nero, conquista che avrebbe avuto come conseguenza l'eliminazione della flotta sovietica ivi dislocata, e per la mancata penetrazione verso il Golfo Persico ed il Medio Oriente , che avrebbe, quanto meno, interrotto la via meridionale dei rifornimenti occidentali all'Unione Sovietica ed avrebbe anche influito sull'atteggiamento politico della Turchia. Nel settore meridionale del Mar Nero e del Caucaso, tuttavia, il Comando Supremo tedesco giudicava di poter svolgere attività offensiva anche durante buona parte dell'inverno 1942- T943· Ma dopo circa un anno e mezzo di operazioni contro le agguerrite Armate sovietiche, le unità tedesche incominciavano a risentire l'incidenza dello sforzo fino allora compiuto e dei sacrifici sopportati. . I combattenti italiani posti a contatto con elementi germanici, infatti, venivano a conoscenza di notizie dalle quali si poteva dedurre lo stato di difficoltà in cui versavano le Forze Armate germaniche schierate sul vastissimo fronte, c che erano poi le stesse che caratterizzavano le condizioni dcll'8a Armata italiana. Cioè: eccessiva ampiezza dei settori difensivi; scarso scaglionamento in profondità; mancanza di riserve a disposizione delle Grandi Unità; deficienza d i materiali di rafforzamento; crisi ricorrenti nella disponibilità e nella distribuzione dei carburanti. Una recente circolare del Comando Supremo dell'Esercito tedesco (O.K.H.) lasciava intravvedere penuria di effettivi nella Wermacht, deficienza di munizioni e di carburanti, scarso benessere materiale del soldato, smembramento delle unità sotto la pressione dcii 'urgenza per tamponare falle negli schieramenti difensivi. Con tale circolare veniva istituita, tra l'altro, una speciale alimentazione per il 11 combattente delle grandi battaglie )) . Si prescri-
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veva inoltre di evitare lo smcmbramento delle unità 1nviate in rinforzo in altri settori, riconoscendo esplicitamente che, a causa dell'ampliamento dci settori difensivi e la mancanza di riserve, talune Divisioni risultavano spezzettate perfino tra altre cinque.
2. - SITUAZIONE PARTICOLARE SUL FRONTE DELL'8" ARMATA (Disegno n. 34) La << battaglia del Volga '' (r9 novembre) aveva IOIZIO sul terreno dell'ansa di Serafìmovic, difesa dalla 3• Armata romena. Profilatasi la rottura di quel fronte, il Comando del Gruppo di Armate « B)), per evitare l'isolamento delle forze di Stalingrado, decideva di spostare in quel settore le Divisioni tedesche inquadrate nell'S' Armata: la 294\ in seconda schiera, al!" ala sinistra, dietro il Corpo d'Armata Alpino nella zona di Rossosc; la 22" corazzata, forte di circa 200 mezzi corazzati, dislocata alle spalle dci Corpi d'Armata XXXV italiano e XXIX tedesco; e perfino la 62", schierata sul Don tra le Divisioni italiane Pasubio e Sforzesca, tra Satubjanski e l'ansa di Vcscenskaja. Quest'ultima Divisione sarebbe stata sostituita dalla 3• Celere, che doveva subito interrompere le operazioni di riordinamento, appena iniziate nella valle del Boguciar. La Divisione, inoltre, costituita da due reggimenti bersaglieri non a completo organico, e con gli uomini nelle condizioni fisiche già descritte, rilevando il fronte occupato dai tre reggimenti di fanteria della 62·' Divisione, veniva a trovarsi in condizioni sensibi lmente più difficili di quelle della Grande Unità tedesca sostitui ta. L'8• Armata, pertanto, veniva ad essere privata delle Divisioni d1 seconda schiera, le uniche forze che conferivano un minimo di profondità al suo schieramento sul vastissimo fronte di 270 chilometri. Il contributo dato dall'8·' Armata alle Grandi Unità tedesche impegnate nella << battaglia del T'olga '' non fu solo indiretto per l'allontanamento delle tre Divisioni germaniche, ma fu anche diretta partecipazione di unità italiane. Nella giornata del 22 novembre, reparti del 2 " reggimento complementi assumevano la difesa di Karginskaja, a sbarramento della rotabile proveniente da Bokovskaja (sud- est).
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Nella sera stessa, una compagnia del II / 5·+" (Sforzesca) rinforzata da armi controcarro, si schierava presso Ciukarin per sbarrare, fronte a sud, la valle della Tciornaja. Nella giornata del 23, un gruppo d'intervento della Sforzesca, al comando del Generale Vaccaro (Comando c 6" compagnia del U/ 54", due compagnie del CIV battaglione mitraglieri di Corpo d'Armata, due compagnie cannoni controcarro da 47/32, due batterie da T>f32 del T/ 201 "), veniva autotrasportato per schierarsi sulla destra della 9a Divisione romena, che aveva dovuto ripiegare sulla destra del Tcir, dalla confluenza della T ciornaja a Bokovskaja. Il 24 novembre, il gruppo d 'intervento Sforzesca (Vaccaro) era raggiunto da altro analogo (Rossi) inviato dalla Divisione Celere ( 1) a protezione del fianco destro dell'8 3 Armata. In quella mattina il gruppo Sforzesca contrastava una colonna sovietica diretta da Otbcleize a Verhnij Gruski j. Nella notte sul 25 il nemico attaccava anche la 7" Divisione romena (sulla destra della Sforzesca) c, mentre l'artiglieria italiana cooperava con il suo fuoco, forze del 54 fanteria erano spostate a protezione dell'ala destra divisionale. Nella giornata del 25 l'artiglieria del gruppo Vaccaro appoggiava un contrattacco della sopraggiunta 62• Divisione tedesca, fortemente ostacolato dall'osti nata resistenza ne m ica. Il 28 novembre le forze italiane rientravano alle posizioni precedentemente occupate. Nella seconda metà di novembre, come si è già detto, lo schieramento sovietico assumeva un aspetto, di giorno in g iorno, sempre meno difensivo. La presenza di unità corazzate, tanto nelle retrovie del settore di Boguciar, quanto di quello di Pavlovsk, avrebbe potuto lasciare in dubbio su quale dei due tratti di fronte si sarebbe manifestata l'offensiva. Il Comando dell'S' Armata poté rafforzare il li Corpo d' Armata soltanto con l'assegnazione del comando del 201° reggimento artiglieria motorizzato (che funzionò come comando di raggruppamento) e del suo II[ gruppo cannoni da 75/32 (assegnandoli entrambi alla Divisione Cosseria). Vi destinò, inoltre, la IOI" compagnia genio- traghettatori, tenuta momentaneamente in secondo scaglione nelle retrovie della Rat•etma.
(1) LXVII battaglione carri L f6, XIII gruppo scmo\'cnti 47/ 32, XLVII battaglione m otociclisti.
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Lt' opt'ra:::ioni del/t' unità italiane al fronft' russo ( 1941- 1943)
Il Comando tedesco che doveva provvedere al rafforzamento del Gruppo di Armate Don, di recente costituzione, per ricostituire la continuità della linea tra il Don e Stalingrado, era in gravi difficoltà di effettivi, e soltanto quando fu evidente il pericolo proveniente dalla direttrice operativa del Boguciar, decise di avviare nella zona qualche riserva. Il 9 dicembre veniva inserito nel fronte della Divisione Cosseria il 318" reggimento granatieri tedesco (2), reparto d'istruzione, di non grande efficienza, che sostituiva il III / 90", al limite destro del settore, a contatto con la Ravenna, nella zona di Deresovka. Tra il 9 e il 10 giungeva nel settore del II Corpo d'Armata la 2]' Divisione corazzata tedesca, con riserva d'impiego da parte del Comando di Gruppo d'Armate. Si dislocava nella zona di Kusmenkof- Zapkovo- Krasni , dietro la linea di contatto tra Cosseria e Ravenna. Ma la forza dell'intera Divisione non superava quella di un battaglione corazzato per di più costituito da mezzi non omogenei. Inoltre furono inviate al II Corpo tre compagnie tedesche di cannoni controcarro, con un totale di 22 pezzi e furono schierate nel settore della Divisione Rar•enna. In quegli stessi giorni era annunciato il movimento verso il settore del II Corpo, il più minacciato, della 385a Divisione tedesca, spostata dal fronte di Voroncz. Questa sarebbe stata scaricata dai treni alla stazione ferroviaria di Mitrofanovka, nelle retrovie della Cosseria, restando alle dipendenze d'impiego dell'8• Armata. La modesta potenzialità della stazione ferroviaria di destinazione avrebbe fatto scaglionare nel tempo gli arrivi di quella Grande Unità. Non era previsto, almeno per il momento, l'arrivo di altre consistenti unità tedesche per raffittire ed approfondire lo schieramento italiano minacciato dalla massa sovietica che aumentava di forze giorno per giorno. A tale massa di forze avrebbe dovuto essere opposta una resistenza rigida, la quale, anche quando fosse stata spezzata, avrebbe dovuto rimanere operante nei tronconi superstiti, per contenere quanto più a lungo possibile la penetrazione nemica. Né esisteva possibilità di difesa su posizioni arretrate, perché la seconda posizione non avrebbe potuto essere preparata e non erano mai esistite le forze per imbastire su di essa almeno un primo presidio difensivo. (2) 11 318 ' reggimento granatieri, comandato dal Colonnello Milkie, nella campagna 1941 - 1942 aveva già cooperato con il CSIR. Esso era costituito da 3 battaglioni (ciascuno su 3 compagnie fucilieri eù T compagnia armi d·accompagnamento), 1 compagnia reggimentale armi d'accompagnamento e 1 compagnia pezzi controcarro. In tutto era armato con 105 mitragliatrici tra leggere e pes:tnti, 8 mortai pesanti, 6 pezzi da 75 e 12 da 37 controcarro.
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3. - NOTIZIE SUL NEMlCO Il nemico, per parte sua, andava preparando la propria sistemazione invernale in modo analogo a quella degli italiani, ricavando materiali dai boschi e dalle abitazioni civili e sistemando nei ricoveri interrati perfino i quadrupedi. Assai rilevanti erano i lavori difensivi. La posizione di resistenza sovietica aveva una profondità variabile dai tre ai sei chilometri, basata anch'essa sulla costituzione di caposaldi, talora collegati da camminamenti e trincee rettilinee, con postazioni multiple per armi automatiche e per artiglierie. Abbondanti i campi minati sulle vie di facilitazione. specialmente posti a cavallo di tutte le strade e piste, guarniti di ampie fascie di reticolato, disposte su più ordini c profonde da tre a quattro metri . I lavori difensivi avevano una particolare consistenza sulle posizioni dell'ansa di Verhnij Mamon. Tutta quell'attività lavorativa era stata svolta con il concorso dt interi bàttaglioni lavoratori, costituiti da uomini appartenenti alle classi più anziane. Da molti canali informativi (osservazione terrestre ed aerea, rilevamenti ottici ed acustici delle artiglierie nemiche, informatori civili, interrogatori di prigionieri e di disertori), già alla fine di novembre si era appreso che la preparazione dell'offensiva era stata completata. Un disertore ne aveva dato conferma, annunciando come imminente un attacco sull'ansa di Krasnohorovka- Ogalev (effettuato poi il T · dicembre), in concomitanza di un'azione a largo raggiO. Le freq uenti azioni delle pattuglie russe erano sostenute anche dal fuoco d'artiglieria. La consistenza di tali pattuglie si era fatta più robusta, fino a comprendere reparti non inferiori alla forza di una compagnia. La possibilità dell'avversario di ottenere la sorpresa era ridotta dalla presenza del ghiaccio, che incominciava a coprire il fiume e non consentiva il movimento silenzioso delle imbarcazioni, mentre non permetteva ancora il transito neppure ad uomtnt a piedi. Veniva segnalata la presenza sul frome opposto anche di lanciarazzi multipli. Continuava l'arrivo di complementi alle unità sovietiche. I movimenti diurni nelle retrovie, osservati a vista da terra c dagli aerei, erano sempre più intensi, mentre sfuggivano quelli not21. -
u.s.
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u operazionr delle unitcì italtane al fronte russo ( 1941- 1943)
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turni, dei quali pure si aveva notizia da altre fonti. L 'incremento del traffico automobilistico sembrava eccessivo per il fabbisogno delle unità presenti c, posto in relazione anche con l'aumentato traffico ferroviario, sottintendeva non soltanto la preparazione logistica della stagione invernale, ma anche l'accumulazione di scorte per azioni offensive. Erano giunte informazioni sulla presenza di reparti carristi nelle prossime retrovie. Lo schieramento delle artiglierie risultava avanzato c raffittito. La maggiore densità di esso concordava con la maggiore densità di schieramento rilevata delle Grandi Unità sovietiche. In particolare il maggiore addensamento di batterie era stato segnalato nelle zone : -
ad est di Gorohovka (settore Cosseria);
- controansa di Krasno Orekovo (l imite di settore tra Cosseria e Ravenna); -
ansa di Verhnij Mamon (settore Ravenna).
Sulla sola fronte del II Corpo d'Armata, poco più estesa di quella comprendente queste zone, era stata rilevata la presenza di 4'5 batterie, delle quali 15 di piccolo calibro, 5 di medio e 25 di calibro non precisato. Calcolando che ogni Divisione aveva in dotazione organica 18 batterie ( T2 del reggimento d'artiglieria della Divisione e 2 per ciascuno dei 3 reggimenti di fanteria) e che le Divisioni accertate in prima schiera sul fronte di quel Corpo d'Armata erano 7, è da concludere che le batterie nemiche rivelate non erano tutte quelle presenti e che il dato fornito dagli osservatori peccava per difetto. La scarsa attività di fuoco svolta fino al 10 dicembre (essenzialmente con tiri d'inquadramento) ed il maltempo delle ultime giornate di quel periodo possono giustificare l'incompletezza dei dati raccolti. Il traffico radiotelegrafico intercettato appariva in continuo aumento. L'impianto di un centro ospedaliero a Nizne Mamon, a pochi chilometri dalle posizioni tenute dalla Ravenna nell'ansa omonima, era notizia di grande rilievo, non solamente sulle generiche intenzioni aggressive del nemico, ma anche sulla scelta di una sua direzione d'attacco. L'attività aerea sovietica si spingeva in profondità nelle retrovie itala- tedesche, su comandi, nodi ferroviari, centri logistici c si esplicava con frequenti azioni di bombardamento.
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Era stata accresciuta la dotazione individuale di muniZIOni. L'azione partigiana nelle retrovie si era fatta più intensa. Tanto i prigionieri catturati. quanto i disertori, erano piuttosto loquaci c l'accertamento delle loro affermazioni od ammissioni si concludeva positivamente. lnfine, altro punto che chiariva le intenzioni di tutto lo schieramento sovietico, costantemente raffittito, c (orniva anche elementi orientativi sui probabili obiettivi dell'azione imminente era la costruzione di passaggi sul Don, che era stata iniziata appena la consistenza del ghiaccio aveva consentito l'inizio dei lavori. Al IO d icembre risultavano in atto (Disegno 11. 35): 1) passerella a sud di Pavlovsk (settore del Corpo d'Armata Alpino); 2) passerella ad est di Kosciarni (settore del Il Corpo d' Armata - Divisione Cosseria); 3) passerella ad ovest di Samodurovka (settore del II Corpo d'Armata - Divisione Cosseria); 4) ponte tra la riva sinistra e l'isola del Don di fronte a Dere~ovka (settore del I I Corpo d'Armata - Divisione Cosseria, al limite tra le Divisioni Cosseria c Rat,etma); 5) passerella tra la riva sinistra e l'isola di fronte a Deresovka (come sopra); 6) ponte a doppio transito al paese di Verhnij Mamon (settore II Corpo d'Armata - Divisione Rac,enna); 7) passerella T km a valle del paese di Verhnij Mamon (come sopra); 8) passerella all'abitato di Ossetrovka (come sopra); 9) passerella 1 km a valle dell'abitato di Ossetrovka (come sopra); IO) passerella 300 metri a sud- est dell'isola del Don tra Ogalev ed Abrossimova (settore del XXXV Corpo d'Armata - Divisione
Pasubio). Le passerelle erano costituite da un fondo di travi, terriccio e fascine, poggiate direttamente sul ghiaccio, ricoperto da un tavolato come quello di un ponte. Inoltre erano segnalati reparti di pontìerì nemici nella zona di Gorokovka (II Corpo d'Armata - Divisione Cosseria) c materiali da ponte e graùcci da gettare sul ghiaccio del fiume in altre varie località del fronte. La presenza di tanti passaggi sul fiume, addensati verso l'ansa dt Verhnij Mamon , non poteva essere spiegata soltanto dall'inten-
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zione di collegare meglio le unità sovietiche che occupavano l'ansa con quelle a presidio della riva sinistra. La costruzione di un ponte di tanta importanza a Deresovka e di un altro a Verhnij Mamon era la più chiara conferma delle intenzioni offensive da porre in atto a breve scadenza.
4. - LE FORZE CONTRAPPOSTE (Disegno n. J6) A) UNITA ITALIAl\E E TEDESCllE
Alla sera del 10 dicembre, vigilia dell 'ini zio della battaglia, k forze inquadrate nel1'8" Armata italiana erano schierate sul Don nel seguente ordine (da nord a sud):
CoRPo o'ARMATA ALPINO:
Divisione alpina T ridentina, con i reggimenti alpini 6" e 5" ed il 2 " reggimento di artiglieria alpina; Divisione alpina /tt!ia, con i reggimenti alpini 9" ed 8" ed il 3" reggimento di artiglieria alpina; Divisione alpina Cuneense, con i reggimenti alpini 1° e 2 " ed il 4° reggimento di artiglieria alpina. Il Corpo d'Armata Alpino comprendeva organicamente anche l'u" raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata e gli erano stati assegnati in rinforzo i seguenti reparti: battaglione alpini sciatori Monte Cervino; gruppo di squadroni appiedati, di formazione, del raggruppamento a cavallo (3); reggimento artiglieria a cavallo (4); XXXII gruppo cannoni da 149/40 del 9" raggruppamento artiglieria d'Armata; XXIV gruppo cannoni da 149/28 del 9" raggruppamento; 612" reggimento artiglieria pesante tedesco, su 2 gruppi.
(3) La restante forza dei due reggimenti di cavalleria era stata dislocata in rerrovia per il governo dci cavalli, non impiegabili nella stagione invernale. (4) Anch 'esso privo dei cavalli, dislocati in retrovia.
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Infine, i n seconda schiera, alle spalle del Corpo d'Armata, a disposizione del Comando d'Armata: la Divisione di fanteria Vicenza (priva di artiglierie). In totale: 26 battaglioni fucilieri; 54 batterie con 216 bocche da fuoco d 'artiglieria: nessun mezzo corazzato.
II CoRPo n'AR~ATA: Divisione di fanteria Cosseria, con i reggimenti di fanteria 89° e 90'' Salemo ed il 108" reggimento artiglieria divisionale, rinforzata dal 318" reggimento granatieri tedesco (3 battaglioni); Divisione di fanteria Rat'en1ta, con i reggimenti di fanteria 38 e 37 Rat,enua ed il 121 ° reggimento artiglieria divisionale, rinforzata da 3 compagnie controcarro tedesche (22 pezzi in totale).
TI II Corpo d'Armata comprendeva anche orgamcamente: II battaglione guastatori; 2 " raggruppamento artig lieria di Corpo d 'Armata; raggruppamento cc.nn. 2 3 Marzo; e gli erano stati assegnati in rinforzo: IIl g ruppo del 201" reggimento artiglieria motorizzato controcarro; XXXI gruppo cannoni da 149/ 40 del 9" raggruppamento artiglieria d'Armata; I O r'' compagn ia genio- traghettatori. In totale: 20 battaglioni fucilieri; 33 batterie con 132 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
XXXV CoRPO n'ARMATA- CSIR: 298 Divisione di fanteria tedesca, con i reggimenti 525 , 526" e 52t granatieri, 29R artiglieria e 298' gruppo caccia carn;
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Divisione autotrasportabile Pasubio, con i reggimenti di fanteria 79' ed 8o Roma e l'W reggimento artiglieria divisionale. Il XXXV Corpo d'Armata comprende,·a anche organicamente: XV battaglione guastatori; 30" raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata; raggruppamento cc.nn. 3 Gennaio; c gli erano stati assegnati in rinforzo: XXXIV gruppo cannoni da r49/4o del 9" raggruppamento artiglieria d'Armata; L gruppo cannoni da 149/ 28 del 9° raggruppamento. In totale: 20 battaglioni fucilieri; 39 batterie con 156 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
XXIX CoRPO o' AR~tATA TEDEsco: Divisione autotrasportabile Torino, con i reggimenti di fanteria 81" e 82° Torino ed il 52" reggimento artiglieria divisionale; 3" Divisione Celere Principe Amedeo Duca d'Aosta, con i reggimenti bersaglieri, 3" e 6°, il 120" reggimento artiglieria motorizzato, il XL VII battaglione bersaglieri motociclisti, il LXVII battaglione bersaglieri corazzato carri Lf 6, il X III gruppo semoventi da 47/ 32, rinforzata dalla legione croata; Divisione di fanteria Sforzesca, con i reggimenti di fanteria 53" e 54" Umbria cd il r]" reggimento artiglieria divisionale. Al XXIX Corpo d'Armata era stato assegnato in rinforzo il LXXIII gruppo obici da 2roj 22 del 9" raggruppamento artiglieria d'Armata. In totale: 20 battaglioni fucilieri; 30 batterie con r 20 bocche da fuoco d'artiglieri a; so mezzi corazzati.
La gco11da battaglia dife!lsÌI'fl del Do11
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Complessivamente 1'8" ARMATA disponeva di: 86 battaglioni fucilieri; 156 batterie con 624 bocche da fuoco d'artiglieria (5): 50 mezzi corazzati. Inoltre, nel suo settore era disìocata, con riserva d'impiego, la
27" Divisione corazzata tedesca, dotata m tutto, in quel periodo, di 47 mezzi corazzati di vario tipo. R) UNITA SOVIETICHE
Sul tratto di fronte dell 'S" Armata affidato al Il Corpo d 'Armata, prescelto dal Comando sovietico per operare la rottura delle difese italiane, erano schierate forze avversarie appartenenti a due diversi Fronti. l n particolare : - contro il settore della Divisione Cosseria era schierata la 6 Armata, del Fronte di Voronez, con: in pri ma schiera : XV Corpo d ' Armata (Divisioni 172", 267' e 350'); 127" Divisione fu cilieri; CXV Brigata corazzata; reggimenti autonomi fucilieri motorizzati th" e 2r2"; in seconda schiera (6): XVII Corpo d'Armata corazzato (Brigate corazzate LXVI, LXVIl, CLXXV c XXXI Bri gata fucilieri motorizzata); m nscrva: r6o" Divisione fucilieri. Jn totale: 45 battaglioni fucilieri; 7 battaglioni f uci !ieri motorizzati; 839 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (343 pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre e 496 mortai da 1h c 120 mm, con una densità di 6,2 pezzi ogni 100 metri) ; 250 carri armati, dei quali J ro in appoggio diretto della fanteria; (5) Con esclusione di quelle di accompagnamento della fanteria, controc:lrro, montare sui mezzi corazzati e controacrei. (6) Nella terminologia militare sovietica deua " scaglione per lo sfruuamcnto dd successo • aliquote mobili ».
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- contro il settore della Divisione Ravenna erano schierate unità appartenenti alla J a Arm ata Guardie, del Fronte Sud- Ovest, con: in prima sc hiera: IV Corpo d 'Armata Guardie (41• Divisione Guardie e 195" Divisione fucilieri); VI Corpo d'Armata Guardie (44• Divisione Guardie e 1• Divisione fucilieri); in seconda schiera : XVIII Corpo d'Armata corazzato ( Brigate corazzate CX, CLXX, CLXXX c XXXrt Brigata fucili eri motorizzata); XXIV Corpo d'Armata corazzato ( IV Brigata corazzata Guardie, LIV c CXXX Brigata corazzata, XXIV Brigata fucilieri motorizzata); XXV Corpo d'Armata corazzato (CX I, CLXII , CLXXV Brigata corazzata e XVI Brigata fucilieri motorizzata); m n serva: 35" Divisione Guardie. In totale: 4'5 battaglioni fucilieri; 18 battaglioni fucilieri motorizzati; 1.226 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (467 pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre e 759 mortai da 82 e 120 mm, con una densità di 4,2 pezzi per ogni 100 metri); 504 carri armati dei quali 71 m appoggio diretto alla fanteria . Complessivamente, operavano comro il II Corpo d'Armata italiano: 90 battaglioni fucilieri; 25 battaglioni fucilieri motorizzati ; 30 battaglioni carri armati con 754 carri in totale; 2.065 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (r .255 mortai da 82 e da 120 mm e 8ro pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre); 300 cannoni controcarro; 200 lanciarazzi multipli.
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In sintesi, contro le due Divisioni italiane Cosseria e Ravenna verranno lanciate, nella successione indicata nel Disegno n. 32, dieci D ivisioni fucilieri, tredici Brigate corazzate, quattro Brigate fucilieri motorizzate, due reggimenti corazzati autonomi, col rapporto numerico di forze, rispetto all'avversario tracciato nello specchio nportato più avanti. Esso è stato calcolato tenendo anche conto del piano sovietico dell'operazione " Piccolo Saturno » secondo il quale <( realizzando un'audace concentrazione di forze sulle direttrici principali, il Comando sovietico seppe assicurare una superiorità decisiva sul nemico in corrispondenza dei tratti di sfondamento n (7). Altre due Divisioni fucilieri (la 38" e la I5J') e due reggimenti di fanteria autonomi (il r26" e il 141") operavano contro la Pasubio. Nel rapporto stesso perciò non vengono raffrontate le unità sovietiche prima elencate con le unità italiane schierate sull'intero fronte, ampio 270 km, difeso dall'W Armata, ma vengono invece considerate le sole unità schierate nel tratto di prevista rottura da parte dei sovietici. Secondo i precisi ordini del Comando Gruppo Armate " f3 n , la difesa doveva essere condotta ad oltranza sulle posizioni occupate, vale a dire che non ci si poteva allontanare da tali posizioni nemmeno per far luogo alla manovra. D'altra parte la manovra delle forze non sarebbe stata possibile, sia perché spostando reparti da un settore all'altro si venivano a sguarnire interi tratti della posizione difensiva, sia perché mancavano del tutto unità di riserva. In sostanza, il raffronto globale delle unità contrapposte, che comporta il computo di tutte le forze impiegate nell'attacco c di tutte le forze schierate a di(esa, non risponde alla realtà dci fatti quando una rigida organizzazione difensiva si trovi nella materiale impossibilità di ricorrere alla manovra e alla reazione di movimento per intervenire con la massa delle proprie unità in corrispondenza del settore su cui gravita e incide lo sforzo principale dell'avversario. L'operazione sovietica << Piccolo Saturno » sfruttò appunto l'immobilismo della situazione strategica tedesco- alleata sul fronte del Gruppo Armate << B », conseguente agli insistenti e vani tentativi germanici di sfondamento a Stalingrado. Sicché, la situazione dell'Sa Armata che aveva tutte le forze schierate a cordone in prima linea, che non aveva riserve e che. (7) Col. V. G uRKIN: « Ra7.grum neme[sko - (ascistskih vojsk na Srcdnem Dony » (Scor1fitta delle forze redesco - fasciste sul medio Don), in Voenno lstoriceskij Zumal, n. 5, anno 1972 (Rivista Storico - Militare).
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Le operazioni delle unitù ttahane al fronte russo ( 1941 - 1943)
comunque, doveva difendere ad oltranza il settore affidatole, ove ogni Divisione era sch ierata su un settore di 30 km, offriva ai sovietici la possibilità di scegliere dovunque il tratto di rottura c di rapida penetrazione, senza correre pericoli di sorta ed offriva altresì l'assoluta sicurezza che le altre unità italiane c tedesche dislocate su tutto il resto del fronte non avrebbero potuto concorrere all'azione di arresto in corrispondenza dello sforzo offensivo principale. Un attacco contro una difesa tanto precaria non presentava problemi particolarmente ardui. Il rapporto numerico delle forze contrapposte nel settore di rottura è indicato nella tabella alla pagina seguente. l dati compresi nella stessa tabella pongono in rilievo il fortissimo divario di potenza tra le forze contrapposte c consentono di stabilire anche come la capacità di rottura c di penetrazione del dispositivo sovietico nell 'organizzazione difensiva italiana, lineare c filiforme, fosse dovuta, in sostanza, a tre poderosi elementi: assoluta preponderanza numerica delle fanterie, schiacciante massa corazzata, imponente volume di fuoco (2.565 bocche da fuoco tra q uellc di artiglieria, mortai, lanciarazzi e controcarro, contro 354, con un rapporto quasi di 7,2 a 1). La preponderanza delle forze di fanteria sovietiche era notevolmente accentuata dal fatto che queste disponevano di armi individuali automatiche e perciò di una massa di fuoco decisiva nella lotta ravvicinata. 1 moschetti automatici PPD 1934/38, PPD 1940, PPSh 1941 , tutti di calibro 7,62 possedevano una celerità di tiro di roo colpi al minuto primo. Di fronte a tale volume di fuoco, i reparti italiani dovevano difendersi con il fucil e o con il moschetto mod. 1891 (a ripetlztone ordinaria, con la celerità di tiro di 8 colpi al minuto primo) in quanto non erano dotati di moschetti automatici (8). Dalla contrapposizione qualitativa dell'armamento per la lotta ravvicinata risulta evidente quale enorme vantaggio godessero i fucilieri sovietici nella fase cruciale del combattimento, cioè nell'assalto e, in particolare, quale impari lotta abbiano dovuto sostenere i fanti italiani. La schiacciante massa dei mezzi corazzati era costituita da: - carri leggeri T- 70, con corazzatura d i 35 - 40 m m; (8) A quell'epoca il moschetto automalico Berena era stalo distribuito solamente ad ::tlcuni reparti dell'Arma dei C::~rabin ieri. Nella 8" Armata erano in di!.tribuzione in tutto 4o6 moschetti automatici.
La seconda battaglia difensiva del Don
1\rmare SO\· ictichc ,, G. c 6• (1)
33 1 Rapporto tra
Il C.A. il~ali~mo
~ov ictici
Battaglioni fanteria
90
20 (2)
Battaglioni fanteria motorizzati
25
o
Battaglioni carri .
)O
Carri armati leggeri Carri armati medi
35 2 )82
l 47 (4) l ~ '5·) 1
Carri pesanti
20
1\
Artiglierie da 75 mm e oltre Lancia razzi multipli Mortai mcdi e pesanti
l
Cannoni controcarro
l
italiani
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114 (7)
2,63
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(t) Le cifre :.egnatc in tl'tC!>ta colonn;t ><>no tratte inter:uncnrc dal citato :•nicolo pubblicato ne l n . 5, maggio 197.2, della Rivi!>l:t Storico- ~ l ili1are deii'URSS. Alcune precisazioni: a. battaglioni di tantcria: 9 b rg. per Divisione, per 10 Divisioni 90 in to tale: b. battaglioni fucilier i motorizzati: 3 per cia,çuna delle 4 Brigate fuc. mot . 12, piì1 1 btg . in ogni lìrigata cor. (che sono 13): totale 25 btg . fuc. mot .; c. battag lioni carri: secondo l'organico sareblxro 3 per ciascuna delle '3 Brigate co· r.1zzare 39, più r b tg. carri per ciascuna lìrigata f11c. mm. (4), rotaie 43 battaglioni ca rri. Si è tenuto però presente che le unirà carri sov ietiche no n e rano a picrw organico, per cu i si sono considerati ,oltnnto 2 btg. carri pet· ciascuna Brigata cor. l'iù 1 btg. carri per ogni Brigata fuc. mot .. Pertanto i battaglion i carri sovietici contro l •ga Armata italiaM nel settore di sfondamento erano : 2 brg. carri
-
x q Hrig<~t<: cor. 4 Hrigatc iuc. mot. =
1 btg. ca rri x
Total e
26 battaglioni carri
4 hauaglioni carri 30 battaglioni carri .
(2) 6 della Di visione Co!St'rÙt, 3 del 3rRo reggimento g ranatieri tcdc"o, G delb Divi,ione Ravt:lllla. 4 del raggru ppamento cc. nn. 2] lvfm·::o, 1 guast~ltori d i Corpo d'Armata. (3) Poiché le unità corazzate sovietiche avevano mediamente ci rca 25 carri per batt:t · glionc, per analogia si 'ono v~ l ut:Hi a 2 battaglioni i 47 ca rri della 27" D ivisione tcd e""· (4) Vds. nota p recedente. (5) Divi,ione Cosseria: 24 da 75/ 1'6 e 12 da 105/ 2~; D ivisione Rat't'tl/111: 24 da 75 / 18 t 12 da 105{28; 2o raggrupp~lmcnto d i Corpo d'Armata: 36 rb 105/28 e r2 da 149/13; XXXI gruppo del 9" raggruppamento d i A rmata: 12 rl a f19/ 40(G) Le unità iw lianc e rano armare solo con morta i da 8 1 mm (med i). l ro8 mortai schierati nd s<:tto rt prescelro dai sovietici per l 'attacco a ppartenevano: 54 a lla Cosseria e 54 alla Ravenna. (7) Dei qua li 90 da 47 / 32 (con lim ila ta d iicacia contro carri mcdi) ripartiti: r6 delle 2 compagn ie cfc d ivi,ionali Cosseria, l(, delle 2 cp . c f c divisionali Ravenna, 6 della cp. accompagnamento 38o fanteria RatlCIIfla. t6 delle 2 cp. ace . raggrupp:•mento 2 3 Marzo, 24 del XXXII battaglione cfc di Corfl<l d'Armata. Sono computate anche le ba tte rie di accompagn:lmcnto d ei reggimenti di fantcri:l 37° Ravenna, S9o c 90" Salerno ( Div isione Cosseria), con 12 pezzi da 6s/r7 in totale, poco idonei a l ti ro controca rro . Le rlue Divisioni avc,·ano ;tnchc 1 batteria (ciascuna) ;u 6 pezz i da ì~f 39 ( 1 2 in total e) . Il 11 Corpo d'Armata aveva ricevu to in rinforzo il 111 grupp<l del 201" reggimento artig-lieria rnotori zz~llo clc, con 12 pezzi d~1 i5/ p.
332
Le operazioni delle unittì italiane al fronte russo ( 1<)41 - 1943)
- carrt medi T- 34, con corazzatura di 45 mm (9); - carn pesanti KV (Kiim Voroscilov), con corazzatura di 7r::, mm. Contro la massa di 754 carn sovietici (ro), le Divisioni italiane investite potevano opporre, in tutto, II4 cannoni con trocarro, dei quali 90 d a 47 j 32 ( TT ). Q uale efficacia potessero avere tali pezzi è dimostrato dalle caratteristiche del munizionamento che a 700 metri poteva perforare spessori di appena 30- 37 m m. Inoltre il cannone da 47/ 32 era privo di scudi protettivi e la sua mobilità in zona di combattimento era assicurata soltanto dal traino dei serventi o dal trasporto a braccia. I campi minati controcarro nel settore del II Corpo d'Armata avevano una densità media di una mina per metro lineare di fronte, ma il loro valore impeditivo era molto ridotto a causa dell'irregolare funz ionamento delle mine nel terreno coperto d i neve. La rilevan te superiorità sovietica nelle artiglierie (4,1 pezzi ogni roo metri), impiegate a massa nel settore di rottura, era moltiplicata dal potente apporto di fuoco dei lanciarazzi multipli, armi che non avevano riscontro tra quelle di dotazione dell'S' Armata. ~el solo settore di sfondamento operavano da parte sovietica circa 8o complessi lanciarazzi multipli BM- 8 e BM- 13 (denominati cc katjusce ))) ed oltre roo lanciarazzi pesanti M- 30, da 300 mm (denominati ,, vaniusci ))) (12). (9) In confronto ai carri armati medi contempor:tnei rappresentava un progresso sia nelrarm:tmento, sia nella corazzatura cd er:t superiore non solo al tedesco Pz. Kpvk III, medio- leggero, ma anche al carro tedesco più poteme di quel tempo, il Pz. Kpfw IV ... una caratteristica che molto proba· bilmente era stata studiata con cura fu quella della corazzatura frontale molto inclinata (R. M. OcoRKirw•cz: " l corazzati », Edizione italiana, •964). Dello stesso parere sono i sovietici: « Risultò anche evidente l:t superiorità del carro T - H rispetto ai carri medi T - TU e I -IV delresercito hitleriano'' (da Voenno lstoriceskii Zurnal, n. 2, anno T974• pag. 46). (ro) Venivano normalmente impiegati nella seguente successione: in primo scaglione i carri pesanti, per la neutralizzazione delle difese controcarro su· perstiti c per sconvolgere il sistema eli fuoco nem ico; i carri medi in secondo scaglione, i carri leggeri in terzo. (u) Sull'efficienza dci cannoni da 47/ 32 lo storico militare sovietico Filatov scrive: l< l proiettili dei cannoni italiani lasciavano sulla corazzatura piccole ammaccature , oppure schizzavano con un sibilo t•er.ro il cielo » (D. S. FrL.'\TOV: 11 Krah italianskogo fascizma »). (12) '' Dotati di un 'enorme potenza distruttiva . erano tmp1egati in corri.;pondenza della direttrice d'attacco principale, per la neutra/Jzzazione di grosst centri di resistenza nemici. Una salva di gruppo .<uperat'll di oltre tre volte
La seconda battaglia difensiva del Don
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In sintesi, esisteva, sul piano qualitativo degli armamenti essenziali per l'azione di rottura (offesa) e di arresto (difesa), un sensibile squilibrio a vantaggio dei sovietici, già numericamente superiori, sia nella lotta ravvicinata delle fanterie (assalto e contrassalto), sia nel duello tra mezzi corazzati e difesa controcarro (penetrazione in profondità, azione di arresto controcarro e contrattacco carrista), sia nel volume di fuoco di artiglieria (preparazione ed appoggio, interdizione vicina e lontana, sbarramento e controbatteria).
Sul rapporto delle forze contrapposte incideva inoltre il morale dei combattenti. Formulare precise indicazioni al riguardo è impresa quanto mai aleatoria anche perché il mondo intimo di ogni singolo uomo, il suo modo di pensare e di giudicare, le sue condizioni di spirito e tutti i numerosi altri fattori psicologici dei soldati in guerra, riflettono esclusivamente situazioni individuali talmente diverse da persona a persona, da escludere semplicistiche generalizzazioni. Lo stato morale e psicologico delle unità italiane prende rilievo, piuttosto che da generiche aggettivazioni, da alcuni obiettivi dati di fatto: - nella sua celebre opera << Della guerra», Clausewitz ha scritto che << La lotta fra gli uomini si fonda su due differenti clementi: il sentimento ostile c l'intenzione ostile ». Orbene, l'atteggiamento dei soldati italiani verso i russi non fu mai ispirato dall'odio. Mancava dunque il sentimento ostile. L'intenzione ostile era implicita ovviamente nei piani operativi; - la sensazione che la campagna italiana di Russia fosse di esclusivo supporto agli obiettivi di Hitler, si radicò sempre più nell'animo dei combattenti italiani; - la precaria organizzazione dife nsiva che si è descritta nelle pagine precedenti, molto diluita sulla fronte e priva di sostegni a tergo, determinava seri dubbi sulle possibilità di poter validamente contrastare od arrestare le ondate delle fanterie e dei mezzi corazzati sovietici. f1 crollo della 3a Armata romena avvenuto qualche settimana prima avvalorava tali dubbi; per potenza la salva di una analoga unità di "katjusce". l colpi di alto esplosivo uccidevano il personale in tutti i t·icoveri campali e provocavano non sol· tanto gravi danni, ma anche un notevole effetto psicologico sul nemico » (da Voenno lstoriceskii Zurn al, n. 2, anno 1973, pag. 67).
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Le operazioni del/t' unittì italiane al frolllt' russo ( '94'- 1943)
- il clima invernale estremamente rigido era motivo di inquietudine e di assillante preoccupazione anche per l'inadeguatezza di qualche capo dell'equipaggiamento individuale. Ciononostante, se è vero, come è vero, che la combattività dei soldati è l'elemento più probante del grado di saldezza morale dei reparti, si può obiettivamente ritenere che essa non facesse difetto alle unità dcll'8n Armata, c, in particolare, alle Divisioni investite dal massiccio attacco dci russi.
In campo sov1et1co il morale dei combattenti era soprattutto sostcnu:o e alimentato da un fattore potentissimo : la consapevolezza cioè di lottare per un fine nobile e sacro quale è la difesa della Patria. In vista della controffensiva invernale 1942 - r943, fu svolta in seno alle unità dell'Armata Rossa un'intensa attività di natura psicologica diretta a suscitare negli animi dci soldati, dopo mesi di battaglie difensive c eli ripiegamcnti, l'indispensabile spirito aggressivo (boevoj du!t ). Una tale attività mirava anche ad elevare lo spirito combattivo dei soldati eli nazionalità non russa, che rappresentavano una parte ragguardevole in seno alle unità sovietiche (ad esempio, due Divisioni, la 41a e la 44\ schierate sul fronte della Rat'enna, erano formate da sibcriani). Ma al momento de.ll'offcnsiva contro 1'8" Armata il morale dei sovietici si era sensibilmente rafforzato, soprattutto per le vittoriose vicende che avevano portato l'Armata Rossa ad isolare le forze tedesche a Stalingrado. dopo la disfatta subita dalla 3.. Armata romena schierata sulla destra dell'Armata italiana. TI Servizio Informazioni dell 'W Armata c delle altre Grandi Unità italiane aveva regolarmente tracciato un quadro di battaglia della forza avversaria schierata sulla fronte del Don in quanto l'ammassamento di così cospicua quantità di personale e di mezzi, realizzato giorno dopo giorno per oltre un mese, non era passato inosservato. l dati provenienti dalla raccolta eli notizie e della loro elaborazione, posti a confronto con quelli forniti dopo la guerra dalle fonti bibliografiche sovietiche, risultano pressoché esatti per le forze avversarie direttamente contrapposte mentre sono assai inferiori alla quantità descritta dagli storici russi per le forze dislocate in seconda schiera cd in riserva. Queste, infatti, non erano
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.3 3 5
osservabili a vista, erano occultate all'osservazione aerea e sconosciute ai prigionieri ed ai disertori, i quali provenivano soltanto dalle unità della prima linea e non da quelle che si trovavano scaglionate in profondità.
C) IL PIA:'-10 OPERATIVO SOVIETICO (13)
Nel dicembre 1942, il Comando Supremo sovietico aveva deciso di battere 1'8" Armata italiana ed il Gruppo operativo tedesco Hollidt, schierati in difesa sul medio Don , mentre altre forze sovietiche eliminavano quelle tedesche racchiuse nella sacca di Stalingrado, spostando verso ovest, per 150-200 chilometri, il fronte esterno di accerchiamento. Questi compiti furono affidati al Fronte Sud- Ovest ed all'ala sinistra del Fronte Voronez (6a Armata), mentre il coordinamento delle operazioni era assicurato dal rappresentante dello Stavka ( 14). Secondo il concetto d'azione iniziale (Disegno n. 37) erano previsti due attacchi aventi direttrici operative convergenti su Millerovo: da nord, dalla testa di ponte di Ossetrovka (detta dagli italiani di Verhnij Mamon, e difesa dalla Divisione Ravenna), con le forze della 1" Armata Guardie, e da est, dalla zona di Cerniscevskaja, con le unità della 3• Armata Guardie. Per conferire sicurezza al fianco sud dell'offensiva era stato pianificato di lanciare un attacco, con la 5" Armata corazzata, dal basso corso del fiume Tcir, su Tazinskaja. L'operazione, fissata per il ro dicembre, era stata denominata convenzionalmente « Saturno ». Lo Stavka rinforzò i Fronti con molte unità tratte dalla sua riserva. Infatti, nel novembre- dicembre 1942, furono assegnati al Comando del Fronte Sud- Ovest: r Comando a livello Armata, 2 Corpi meccanizzati, 3 Corpi corazzati, 5 Divisioni fucilieri e 6 reggimenti corazzati autonomi. La 6" Armata del Fronte Voronez fu rinforzata con r Corpo corazzato e 3 Divisioni fucilieri.
(r3) Notizie desunte dalla Rivista Storico- Militare Sovietica (n. 5 del luglio 1 972). (r4) « Stavka l l , nella terminologia militare russa, significa << Quartier Generale ». A partire dall'agosto 1941, la denominazione completa fu: « Stavka Verhovnavo Glavnogo Komandovanija ll, ossia << Quartier Generale del Comando Supremo Sovietico ». Anche nella storiografia russa l'uso della sola parola << Stavka >l sottintende le altre.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Ai primi di dicembre, i Comandi e le unità dci Fronti Sude Voronez dettero avvio alla fase organizzativa dell'operazlOne. Al IO dicembre, a causa della ridotta potenzialità della rete stradale e della scarsità di automezzi, l'afflusso delle forze e l'approntamento dei mezzi risultavano ancora incompleti , e fu necessario ritardare l'inizio dell'operazione. Il 12 dicembre, frattanto, massicce forze tedesche passavano alla offensiva, muovendo dalla zona di Kotelnikovskij e puntando su Stalingrado. Superiori quantitativamente, specie in carri armati, esse sfondavano le difese della 51" Armata del Fronte Stalingrado (già indebolite nei combattimenti di novembre) e cominciavano a spingersi verso nord. Tenuto conto della delicata situazione che si era creata, lo Stavka decise di iniziare l'operazione Saturno il r6 dicembre, dopo avere mutato la direttrice operativa dello sforzo offensivo principale, da quella prevista nord -sud, nella nuova nord -sud-est, su Morozovsk. Si mirava con ciò a battere il nemico nella zona del basso Don, ad attaccare da tergo le sue forze dislocate nella zona di BokovskajaMorozovsk e ad annientarlo, quindi, con attacchi simultanei da est e da nord - ovest (vds. Disegno n. 37). La l a e la 3~ Armata Guardie del Fronte Sud- Ovest dovevano accerchiare e distruggere rispettivamente 1'8• Armata italiana ed il Gruppo operativo H ollidt e muovere successivamente su Morozovsk. La 6" Armata del Fronte Voronez aveva il compito di conferire sicurezza all'offensiva del Fronte Sud- Ovest, attaccando dalla zona di Gorohovka (difesa dalla Divisione Cosseria), in direzione di Kantemirovka. La 5• Armata corazzata, in cooperazione con la 5" Armata d'urto del Fronte Stalingrado, aveva l'ordine di eliminare il nemico situato nella zona di Nizne Cirskaja e di Tormosin. Le unità terrestri erano appoggiate da due Armate aeree. Il piano completo dell'operazione fu denominato c< Piccolo Saturno ». In tal modo, mentre nel piano iniziale il compito di dare concorso alle operazioni dei Fronti Don e Stalingrado (impegnati nell'area di Stalingrado) era sussidiario e subordinato all'assolvimento del compito principale, nel piano definitivo, elaborato tenendo conto della mutata situazione, il compito del Fronte Sud -Ovest diventava prioritario. L'offensiva delle forze sovietiche sul medio Don doveva avere come risultato la disfatta delle forze nemiche che tentavano di congiungersi con le proprie unità assed iate a Stalingrado e doveva Ov~st
lA uconda battaglia difensiva del Don
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creare una situazione che impedisse ogni poss ibilità di dare aiuto dall'esterno alle forze circondate. L'operazione si basava sul concetto di ottenere un ampio e profondo accerchiamento delle forze nemiche schierate sulla linea del Don. La realizzazione di tale concetto era affidata alle possenti formazioni costituite sui fianchi estern i delle Armate r" e 3"' Guardie. 11 compito principale era assegnato ai Corpi corazzati e meccanizzati. Questi, sfruttando il successo delle Divisioni fucilieri in prima schiera, dovevano raggiungere le retrovie del nemico, sconvolgere i Com:mdi e la rete dci collegamenti, impegnare a fondo e fissare le sue nserve. Tutte le misure connesse con la fase di approntamento dell'operazione e con il nuovo schieramento furono condotte nell'osservanza della più rigida segretezza. L'afflusso delle unità nelle zone di raccolta e l'occupazione delle basi di partenza furono effettuati soltanto durante le ore notturne, per altro non sfuggendo completamente ai Comandi italiani.
5.- LA BATTAGLIA Negli ultimi giorni di novembre il Comando sovietico aveva fatto affluire sul fronte dell'8" Armata considerevoli forze, ma soltanto nella prima decade di dicembre, manifestatasi maggiormente la sua intenzione di sviluppare una grande offensiva, il Comando Gruppo di Armate c< B >> aveva assegnato all'Armata tre unità tedesche: la 385" Divisione di fanteria, la 27' Divisione corazzata, di consistenza molto limitata, c il 318° reggimento granatieri . Contemporaneamente rinnovava l'ordine di resistere ad oltranza sulla linea del Don, assicurando i reparti, eventualmente rimasti isolati, che sarebbero stati << liberati dalle riserr1e d'i11tert•erJto » (Documento n. 98). Frattanto i sovietici avevano svolto una serie di azioni locali per distrarre l'attenzione del Comando dcll'8" Armata dal tratto di fronte da essi prescclto per l'attacco. Tale attività era stata sviluppata principalmente contro la Pasubio, nell'ansa di Krasnohorovka- Ogalev (detta « il berretto frigio ») ed aveva indotto il Comando del XXXV Corpo d'ArmataCSlR a raffittire lo schieramento di quella Divisione con unità di fanteria e di artiglieria. 22. - U.S.
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Le operazioni delle unittÌ italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
- - -
Gli attacchi erano stati condotti, con forze di consistenza mai inferiore al battaglione, nei giorni I, 2, 3, 4, 5, 8 e 9 dicembre, specialmente contro il 79" fanteria, ed erano stati sempre respinti con forti perdite dell'attacca n te. Il Comando della Pasubio aveva effettuato, il IO dicembre, una azione offensiva per eliminare gli elementi nemici 1nsediati nelle posizioni della parte settentrionale del c< berretto frigio », affidandone la esecuzione ad elementi della riserva di Corpo d'Armata (XXX battaglione cc.nn. rinforzato, una compagnia del XV battaglione g uastatori, plotone esploratori del 79" fanteria, un plotone lanciafiamme). La sorpresa aveva determinato la ritirata del nemico, la distruzione delle sue opere campali e la cattura di prigionieri, ma aveva anche provocato un nuovo suo attacco, ancora respinto. Il XXX battaglione cc.nn. aveva avuto 130 uomini fuori combattimento.
A) FASE DI LOGORAMENTO ( Il - IS DICEMBRE)
(Disegtw n. 38) Per i sovietici la « Operazione Piccolo Sattano » contro 1'8' Armata italiana ha inizio il 16 dicembre 1942, quando tutte le unità delle Armate 6" e r" Guardie muovono contemporaneamente all'attacco del II Corpo d'Armata italiano (Divisioni Cosseria c Ravenna), dopo una violenta preparazione di artiglieria e mortai. Per gli italiani, invece, la stessa operazione, denominata •c Seconda battaglia difensit•a del Don », ha inizio l 'n dicembre, quando cioè viene intrapresa da parte dei russi l'opera di cc ammorbidimento >> delle opposte forze della difesa, esercitata principalmente nel settore da essi prescelto per la rottura della linea e la rapida penetrazione in profondità. L 'azione preliminare di logoramento durò cinque giorni, dall'n al 15 dicembre, e fu condotta dalle unità sovietiche senza risparmio di uomini c con notevoli sacrifici. A questa pri ma fase della battaglia si è voluto lasciare la stessa narrazione particolareggiata della documentazione di archivio, per rendere più evidenti, attraverso lo scarno, ma non per questo inefficace linguaggio dei Diari delle unità, l'opera e il tormento dei reparti attaccati, impegnati in una estenuante lotta, che incideva ora per ora, si può dire, sulla loro efficienza operativa, ed il cui esito agevolò, pertanto, i l successivo attacco avversario, sferrato c portato avanti con lo schiacciante rapporto di forze che si è descritto.
La seconda battaglia difensiva del Don
339
fl DICEMBRE FRONTE DEL
II CoRPO n ' ARMATA.
Divisione Ravenna. Alle prime luci del mattino, in una balka scendente al Don presso Krasno Orekovo (lato occidentale dell'ansa di Verhnij Mamon), veniva notato un rilevante movimento di forze nemiche, indicante la preparazione di un attacco. Alle 6,40 l'aviazione sovietica interveniva contro i caposaldi del 38" fanteria dislocati in quella zona, che venivano subito attaccati, su di un fronte di circa due chilometri, da due battaglioni del 6o4o fucilieri (195" Divisione).
DON
11 Dic.
Altro contemporaneo attacco era condotto da un battaglione del 128° fucilieri (44" Divisione Guardie) contro la q. 218 (lato orientale ddl'ansa), mentre un battaglione del 412'' fucilieri (1"' Divisione) passava il Don in corrispondenza della piana di Svinjuka. Alle ore 8,30, su richiesta del Comando del II Corpo, una formazione di otto aerei tedeschi mitragliava e bombardava gli attaccanti , ripetendo l'azione alle ro,3o. Non appena si era delineato l'attacco sul fronte della Ravenna, fatto un prudente calcolo delle forze che si presumeva il nemico potesse impiegare nello sviluppo dell'azione, il Comandante del II Corpo d'Armata aveva valutato la pesantezza del compito da assolvere. Egli proponeva, perciò, al Comando dell'Armata che dal fronte del Corpo d'Armata Alpino fosse effettuata una puntata di
340
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (194!- 1943)
alleggerimento, avente come base di partenza la zona tra Staro Kalitva e Novo Kalitva, per tendere al rovescio di Gorohovka. L'artiglieria della Cosseria, schierata fronte a nord, avrebbe potuto prestare efficace concorso. Il Comandante dell'Armata, pure valutando la proposta atta a conferire carattere di manovra alla difesa, non l'accoglieva in considerazione anche della consistenza delle forze nemiche contrapposte (dotate di riserve pronte ad ostacolare ogni iniziativa avversaria), dell'indisponibilità di reparti italiani e dell'insufficienza di tempo per organizzare l'operazione. Nelle ore pomeridiane il nemico tentava l'aggiramento del paese di Krasno Orekovo e continuava ad attaccare il caposaldo di q. 2r8,o, mantenendo la minaccia sulla piana di Svinjuka. La riserva divisionale di due battaglioni, non completi, era stata interamente impiegata. Il Comandante del Corpo d'Armata assegnava alla Rat,enna, in temporaneo rinforzo, i due gruppi tattici V al!e Scrivia, perché fossero i m piegati il I in zona di Krasno Orekovo, il II in zona di q. 217,6 ed il Leonessa II su Svinjuka, raccomandandone il pronto ricupero dopo l'azione. Il Comando d'Armata non poteva accedere alla richiesta di spostamento in avanti della 2]" Divisione corazzata, mentre accoglieva quella di spostare ad est elementi della 385a Divisione nelle retrovie della Cosseria, per sostituirvi il gruppo Leonessa II. Le perdite della Divisione erano state di )O morti (6 ufficiali), 175 feriti (rr ufficiali), 126 dispersi (4 ufficiali). l dispersi erano da considerare per la maggior parte caduti. Le perdite del nemico erano state ingenti. Prigionieri russi catturati dalla conti~Sua 298a Divisione tedesca avevano rivelato che alcune compagnie della I " Divisione erano ridotte ad una decima d'uomini. La Divisione Cosseria non era stata direttamente attaccata, ma le sue artiglierie ed i mortai avevano prestato il loro concorso alle azioni della Rar,enna. FRoNTE DEL XXXV CoRPO o' ARMATA- CSIR. Divisione Pasubio. Gli attacchi della 38a Divisione Guardie venivano ripresi con due battaglioni presso Ogalev, contro il I j 79o, subito estesi a tutto il fronte dell'ansa, tenuto dallo stesso reggimento. L'impiego del gruppo cc.nn. Tagliamento e del XXX battaglione del gruppo Montebello determinava entro la giornata il ristabilimento della situazione.
Lu St'COnda battaglia dift'nsiva del Do11
34 1
- - -- - -
La Divisione aveva riceYuto in rinforzo 10 cannoni controcarro tedeschi da 75 mm, 1 pezzo controaereo da 88 mm e 2 pezzi da 20 mm pure tedeschi.
12 DICEMBRE
Il Comando del Gruppo di Armate <t J3 n, probabilmente ancora non convinto che l'attacco principale sovietico fosse in corso nel settore del Il Corpo d'Armata italiano, disponeva l'affluenza della 38t Divisione di fanteria tedesca più a nord del settore nel quale si svolgevano le operazioni, vale a dire nel triangolo Podgornoe - Saguny - Gonciarovka, a cavallo del limite di settore tra il Corpo d'Armata Alpino e la 2~ Armata ungherese. FRoNTE DEL Il CoRPO n'ARMATA.
Dùùione Cosseria. Alle ore 6,15 il fronte della Divisione tra ?\ovo Kalitva e Koschiarni (11 / 89") era attaccato da due battaglioni della r27 Divisione, in direzione della q. I97· Altri due battaglioni della stessa Divisione (555" fucilieri) attaccavano tra Samodurovka c Deresovka (II/ 90''), in direzione della q. 192. Respinti dai rincalzi, persistevano nell'azione. Contro il settore affidato al 318" granatieri tedesco veniva sviluppata attività di pattuglioni della forza di una compagnia. Entro la sera la situazione era stata ristabilita, mentre aveva inizio il trasferimento ferroviario dei reparti della 38•t Divisione, con arrivo a Mitrofanovka e dislocazione ad est di quel paese. La 21 Divisione corazzata stava predisponcndosi ad avanzare il proprio schieramento.
Divisione Rallenna. La lotta per il possesso dci caposaldi di Krasno Orekovo e di q. 2r8, durata tutta la notte, proseguiva intensa nelle ore del mattino. Alle 7>30 intervenivano anche aerei sovietici con azioni di mitragliamento a terra. Le riserve si assottigliavano. I rincalzi dei battaglioni di primo scaglione erano esauriti e venivano sostituiti da reparti tratti dai battaglioni di secondo scaglione, ai quali sarebbero subentrate le riserve
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Le operazioni delle unità italiane al frontt' russo ( 1941 • 1943)
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di Corpo d'Armata, ma nulla era disponibile per la ricostituzione di queste ultime. elle ore pomeridiane, riconquistato dal 38o fanteria un caposaldo presso Krasno Orekovo, respinti elementi nemici dal 3t nella piana di Svinjuka , una nuova azione ncn1 ica nella prima località era contenuta dal V battaglione cc.nn. L'azione dell'avversario era subito integrata e raUorzata dalla esecuzione di opere di consolidamento e dal piazzamento di numerose arm1. Nuove forze sovietiche giungevano autotrasportate a Verhnij Mamon e perfino nei pressi del Don a Krasno Orekovo. Le perdite della giornata erano state 502: 8o morti (5 ufficiali), 283 feriti (14 ufficiali), 139 dispersi (5 ufficiali).
12 Di c.
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C O S S E Rl A
FRONTE DEL XXXV CoRPO n'A RMATA - CSIR. Divisioue Pasubio. La pressione nemica nell'ansa del '' berretto frigio )) era incessante, mantenuta con azioni di pattuglie c di fuoco, su tutto il fron te del 79". Per l'intera giornata duravano gli attacchi sovietici cd i contrattacchi italiani, questi eseguiti dal gruppo Tagliamento, dal VI battaglione cc.nn. e da due compag nie di formaz ione. li paese di Ogalev era ormai distrutto. Nella giorn ata giungevano in rinforzo il g ruppo d'intervento dell a J' Divisione Celere (LXVII battaglione corazzato con 3 r carri
La seconda battaglia difensÌl'a d~/ Don
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L f6, XIII gruppo di squadroni con 19 semovcnti da 47/ 32, XLVII battaglione motociclisti) c l'intero XV battaglione guastatori, che si riuniva alla sua 3• compagnia già sul posto.
13 DICEMBRE FRO?\TE OEL
Il CoRPO n'ARMATA.
Ditùione Cosseria.
Durante le ore della notte il 547" fucilieri sovietico attaccava a ì\ovo Kalitva il 1If 8g", che doveva essere sostenuto dal III / 89· , determinando il totale impiego dei rincalzi e del secondo scaglione. Interveniva anche l'artiglieria della contigua Divisione alpina Cuneense. Altro contemporaneo attacco era svolto dal 555Q fucilieri contro la parte orientale dell'abitato di Samodurovka, difeso dal I f qo", contenuto dalle forze in sito. La puntata notturna di una grossa pattuglia del 1 J80° fucilieri (~so• Divisione), diretta contro la parte occidentale di Deresovka, aveva tenuto in allarme anche il 318° tedesco. Alle 10,30 la ripresa dell'attacco contro q. 192 provocava l'impiego del battaglione di secondo scaglione, dislocato ad Orobinski. L'aviazione interveniva sulle posizioni nemiche, dove si ammassavano i reparti sovietici destinati a prosegu ire l'attacco su q. 192. Il Comando d'Armata, per alimentare la resistenza, concedeva l'impiego di un battaglione (I II/ 537") della 385' Divisione tedesca, già dislocato a Zapkovo. Fin dal mattino il Comandante del ll Corpo prospettava al Comandante dell'Annata la situazione di logoramento delle riserve ed il loro probabile rapido esaurimento. Richiedeva, perciò, la totale disponibilità della 385" Divis ione, che avrebbe dato risultati migliori dell'iniziato impiego per aliquote. Verso le ore 12 l'abitato di Samodurovka (settore llj9o") era praticamente caduto, pur se qualche centro di fuoco continuava ancora a resistere. All'imbrunire (ore 16,20): presso Novo Kalitva il nemico continuava ad esercitare forte pressione, mentre si lottava accanitamente intorno ai centri attaccati c nelle balkc; presso Koschiarni era stata respinta un'intensa attività di pattuglie; a Samodurovka un contrattacco aveva raggiunto la sponda destra del Don; da q. 192 i
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Le operaz ioni delle unitù italiane al fronte russo ( /C)4' - 1943)
russi erano stati respinti fin oltre il fiume ed era in corso il rastrellamento della zona. Il gruppo tattico Leo11essa l stava spostandosi ad Orobinski, mentre il lll/ 90" stava sostituendo in linea il II, duramente provato e ridotto a pochi uomini, ma un nuovo contrattacco aveva costretto i due reparti a restare in posto frammisti. A Deresovka il 318° aveva respinto un attacco contro la parte occidentale del paese. Alla fine della giornata a Novo Kalitva era entrato in azione il 537' granatieri tedesco che era passato alle dipendenze del II Corpo ed aveva conglobato le forze italiane (II e lll / 89'') già operanti nel settore. Il contrattacco aveva determinato la riconquista di un caposaldo perduto e lo sbloccamento di altri tre, che tuttora resistevano validamente. Intorno ad uno di essi erano stati contati rso morti sovietici ed erano state rastrellate molte armi e munizioni, segni evidenti dell'asprezza della lotta. All'azione dei tedesch i avevano efficacemente concorso tutte le artiglierie della Divisione. La prova fornita dai battaglioni dell'89" fanteri a, in trentasei ore ininterrotte di lotta contro forze costantemente rinnovate, era stata esemplare. Nel corso della giornata, il nemico aveva impiegato contro la Cosseria da sei a sette battaglioni.
13 Dic.
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. 11/89 . . ,.;. 1(89 i 1f90H 11/ 90 "t COSSERIA Divisione Rat'e1ma. Durante la notte sul r3 il nemico si era limitato ad ammassare forze di fronte alle posizioni del 38° fanteria ad ovest di Krasno Orekovo.
La Jtconda battaglia difensiva del Don
H5
Alle prime luci del giorno erano stati bombardati dall'aeronautica la dorsale di q. 220 e !"abitato di Ossetrovka, entrambi nell'ansa di Verhnij Mamon. L"aeronautica sovietica aveva risposto stabi_lendo in quel lo spm~io aereo una crociera permanente della cacCla. Nell'intento di ristabi lire la situazione a Krasno Orekovo, dove alla fine della mattina era in corso un nuovo attacco, il Comandante della Rar•en11a otteneva in temporaneo rinforzo il gruppo tattico Valle Scrivia Il. Sul lato orientale dell'ansa (37' fanteria) l'attività combattiva nemica segnava una temporanea pausa, ma era intensissima quella lavorativa, specialmente nella zona boscosa della piccola ansa di Svinjuka e sulle pcndici nord e nord- ovest di q. 218. A quei lavori partecipavano anche donne, presenti ovunque, perfino nei tratti battuti dal fuoco. L'azione di contrattacco in zona di Krasno Orekovo aveva portato al la rioccupazione dei due caposaldi perduti ed all'isolamento di reparti nemici rinchiusi nelle balke per effetto dell'occupazione degli sbocchi di esse sul greto del Don. Alla fine della giornata il Comando d'Armata disponeva che il gruppo Hacmpcl della 27 Divisione corazzata (16 semovcnti da 75 mm, un battaglione di fanteria c due compagnie pesanti controcarro, 6oo uomini in totale) portasse avanti nella notte il proprio schieramento da Percscepni a Gadjucce, per respingere eventuali azioni di mezzi corazzati sovietici. FRoNTE DEL
XXXV CoRPO n'AR~fATA- CSIR.
D1uisione Pasubio. All'alba si presentava un gruppo d'intervento della 298• D ivisione tedesca (526' granatieri ed un gruppo d'artiglieria) qualificandosi esecutore di ordin i del Comando del Gruppo di Armate « B » per la rioccupazione di Ogalev. Ma il paese era già stato virtualmente riowupato dal gruppo Tagliamento, poi sostituito dal XV battaglione guastatori, che teneva le posizioni dominanti, in quanto l'abitato era ridotto in macerie. Il Comandante della Divisione tratteneva un solo battaglione cl1 fanteria con artiglierie. Il nemico, che aveva svolto durante le ore diurne soltanto attiVItà lavorativa, all'imbrunire tentava tre contemporanei colpi di mano, subito stroncati dal fuoco della difesa.
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo (1941- 1943)
14 DICEMBRE FRONTE DEL II CoRPO D'ARMATA.
Dit'isione Cosseria. Alle ore 8 veniva svolto un contrattacco nel la zona di q. 192, impiegando il gruppo Leonessa Il, ma l'azione non aveva potuto essere appoggiata da carri armati della 27" Divisione, poiché il Comando del Corpo d'Armata non aveva la facoltà d'impiegarli. L'azione veniva contrastata dal 555° fucilieri sovietico, del quale era affluito anche il terzo battaglione, rinforzato dalla compagnia pistole- mitragliatrici del 747" fucilieri . Il contrattacco conseguiva il risultato di far ripiegare i reparti sovietici. Un contemporaneo attacco sovietico pronunciatosi contro il liif3r8", al lato occidentale di Deresovka, veniva respinto, mentre un intenso fuoco nemico sembrava preludere ad una terza azione nella zona di Samodurovka. Prima del mezzogiorno si riaccendeva la lotta su q. 192, portata da due battaglioni del 747' fucilieri sovietico. La Cosseria impiegava il gruppo tattico Leonessa li, sua ultima riserva. Presso Samodurovka un'azione dell'avversario aveva tolto al 537" tedesco uno dci caposaldi ripresi il giorno precedente ed era in corso un contrattacco per tornarne in possesso. In vista della forte e rapida usura delle unità del II Corpo d'Armata, il Comando dell'S" Armata autorizzava l'impiego di un altro battaglione della 385" Divisione, appog~iato all'occorrenza da un gruppo d'artiglieria. Le restanti forze della Divisione tedesca dovevano spostarsi verso est con mezzi di trasporto e generi di vettovagliamento forniti dagli italiani. Alle 13,)0, q. 192 era tornata in possesso italiano, ma di fronte a Deresovka erano caduti alcuni centri di fuoco del 318 ' granatieri. Il reggimento, che aveva esaurito i propri rincalzi, aveva avuto .l 'ord ine di tenere le posizioni a qualunque costo. Intanto l'avversario, pur se sottoposto al tiro d i repressione dell'artiglieria italiana, si era rafforzato nell'abitato di Samodurovka. Alla sera risultava che contro la Cosseria avevano operato le Divisioni sovietiche 12i, 172a e 350a, con non meno di dieci battaglioni, avendo subito gravi perdite (almeno pari a due battaglioni sulla sola q. 192). Dichiaravano alcuni prigionieri che la 12]" Divisione, a causa delle forti perdite subite negli attacchi. era stata sciolta.
La seconda battaglia difensiva del Don
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La Cosseria segnalava oltre mille perdite proprie. Il gruppo tattico Leonessa II non poteva essere rccuperato, perché impegnato a respingere il terzo attacco sovietico di quella giornata su q. 192, fortemente premuta da nord, da ovest e da est. I resti del II e del Ill/90° continuavano a combattere. Entrambi i reggimenti di fanteria della Cosseria avevano tutte le forze in linea. Il 318° granatieri, che aveva dovuto ritirare sulla linea di resistenza i propri reparti già dislocati in zona di sicurezza, per mantenere la saldatura a sinistra con il 90' fanteria a q. 192, non aveva più rincalzi disponibili. 11 gruppo tattico LeoneJJa II, dopo l'impiego nel settore Rar•enna, stava spostandosi ad Orobinski, ritornando alla Cosseria.
Divisione Raveuna. Durante la notte non avevano avuto luogo combattimenti. Alle ore 3,30 veniva segnalata l'affluenza di autocolonne sovietiche tra Verhnij Mamon c la riva sinistra del Don in corrispondenza del vallone di Krasno Orekovo. Alle 6 veniva ripreso l'attacco contro q. 2 18,0. Al pomeriggio (ore 17,30), approfittando del parziale successo ottenuto sul 318" tedesco, il nemico attaccava in forze l'ala sinistra della Rat•enna presso Krasno Orekovo, dove non erano più disponibili riserve della Divisione. Per sopperire a tale mancanza, il Comandante del Corpo d'Armata autorizzava il trattenimento del gruppo tattico LeoneSJa l ed invitava la Divisione ad impiegare le
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L e operazioni delle unitì italiane al fronte russo ( 1941 - 194~)
compagnie chimiche e guastatori, oltre gli elementi dei presidi arretrati, per al imentare la depauperata linea del fuoco . I caposaldi erano rimasti ai loro difensori, ma la pressione nemica si esercitava tuttora nella stessa zona e contro lo sperone ad ovest di q. r93,6. Alle ore 22 il nemico aveva rinnovato il proprio attacco, riuscendo a progredire da ovest in direzione dell'abitato di Krasno Orekovo. Raccolte tutte le forze disponibili , comprendenti anche reparti di formazione, i fanti della Rat•etma tornavano al contrattacco; il nemico era costretto aù arretrare, ma non tanto da abbandonare i caposaldi contesi. FRo~TE DEL
XXXV CoRPO o'ARMATA- CS IR.
Divisione Pasubio. Alle ore 6 era attaccato violentemente il tratto di fronte difeso dal Ili/79", che entro le ore R,Jo. appoggiato validamente dall'artiglieria e dai mortai, aveva stroncato l'improvvisa azione avversaria. Anche il fronte del II /79" respingeva l'azione di pattuglioni sovietici che tentavano di spostare le proprie posizioni a pi ù stretto contatto con quelle italiane. Nel corso della giornata era stato osservato, i n cor rispondetna dello sbocco del la grande balka Gluboki Schlucht, il movimento di numerosi gruppi di uomini (to- 15 alla volta) affluenti da nord sulla riva sinistra del Don, che si dileguavano tra la vegetazione. La pressione avversaria rimaneva intensa su tutto il settore divisionale. Era stata attuata una diversa organizzazione delle forze, con il ricupero cd il concentramento a Gctreide dei battaglioni del ragg ruppamento cc. nn. 3 Gennaio.
15 DICE.\fBRE
Gli attacchi sferrati dai sovietici nei quattro giorni precedenti erano serviti non soltanto a logorare le forze de lla difesa, ma anche a raccogliere val ide informazioni sui tratti dell a fronte italiana p i LI sensibili. Le azioni delle unità sovietiche si erano sviluppate con maggiore intensità contro la Divisione Cosseria, nella zona di q. r92, c contro la Rat•etma nella zona di Krasno Orekovo. L'attività offensiva contro la Pasubio continuava ad avere scopo diversivo.
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La seconda battaglia difensiva del Don
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Contro le altre Grandi Unità dell'S" Armata non vemva svolta alcuna attività operativa avversaria, tranne la consueta azione delle pattuglie. Il Comandante dell'Armata prospettava la situazione al Comando del Gruppo d 'Armata « B >> (Documento n. 99), affinché questo potesse trovarsi in grado di prendere misure tempestive assegnando rinforzi per l'alimentazione della battaglia. Il Comando del Gruppo d ' Armate aderiva solo in parte alla richiesta del Generale Garibaldi. ponendo però vincoli e condizioni tali da ridurre la prontezza d'intervento delle unità assegnate (Documenti n. 100, TOT, 1 0 2, 103 e 104). FRONTE DEL II CoRPO n'ARMATA. Dit,isione Cosseria. Nella notte erano stati osservati movimenti di automezzi sovietici e transito di artiglierie nella zona di riva sinistra tra Koschiarni e Novo Kalitva. Forze di fanteria sovietiche si erano ammassate sulle pendici nord di q . 1 9 2 e nei canaloni adiacenti. All'alba queste unità avevano sferrato un nuovo attacco. Per poterlo contenere era stato predisposto l'impiego del g ruppo tattico Leonessa I , ricuperato dal precedente impiego. Il nemico svolgeva l'azione con forze fresche , l'intero 514° fucilieri , fortemente appoggiato da fuoco d'artiglieria e lanciarazzi. L'attacco, sferrato prima che giu ngesse sul posto il rinforzo del Leo11essa l, aveva ottenuto il possesso della quota. Aerei nemici avevano compiuto azioni di spezzonamento su tutto il settore divisionale. In una comunicazione telefonica con il Capo di Stato Maggiore dell' Armata, il Generale Zanghieri faceva presente il totale esaurimento delle riserve divisionali ed una situ azione quasi uguale per quelle di Corpo d' Armata, mentre il nemico impiegava forze sempre rinnovate, possedendo a tergo altre Divisioni intatte ed intere Brigate corazzate. Era ormai necessario sostituire le unità in linea, fisicamente affaticate dalla durata della lotta e dall'asprezza di essa, congiunte all'osti li tà del clima gelido, mentre la forza morale degli uomini era ancora intatta. Per concedere almeno una pausa di riposo sarebbe stato necessario il concorso della 385• Di visione. Inoltre, per prolungare la resistenza quanto più fosse possibile e per disporre di nuove masse di contrattacco c di forze per presidiare una seconda posizione, ben
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Le operazioni delle unità 11alìane al fronti' russo (1941 - 1943)
presto sarebbero occorse altre unità, che in quel momento non erano disponibili. La 2]" Divisione corazzata, pur nella limitatezza dci suoi effctùvi, avrebbe potuto solamente svolgere il suo compito contro altre forze corazzate. In questa situazione c con queste prospettive, il Comandante del II Corpo d'Armata proponeva: - un'azione dal fronte della Divisione alpina Cuneeme, tendente al rovescio di Gorohovka, che, congiuntamente ai boschi di fronte a Deresovka, costituiva a polmone per il nemico)); - la sostituzione dci reparti italiani e tedeschi (537" granatieri) che combattevano nel settore del ll/ 89", con due battaglioni alpi ni , per ricuperare quelle unità; - l'assegnazione di alcuni battagl ioni alpini da dislocare in secondo scaglione dietro le Divisioni Cosseria (a Orobinsk i o Dubovikof) e Ravenna (a Filonovo o Gadjucce), come riserve per contrattaccare, quando fosse venuto l'attacco decisivo del nemico. Si sarebbero dovuti dislocare, cioè, in ciascun settore divisionale due o tre battaglioni. Tuttavia, se fosse stata accolta la proposta di sostituzione in linea di un'aliquota della Cosseria, sarebbero stati sufficienti i battaglioni da desùnare alla Rar•etma. Si trattava, in sostanza, di una serie di proposte la cui validità doveva trovare concreta dimostrazione pochi giorni dopo, quando cioè dovette essere trasferita d ' urgenza sul fronte del Il Corpo, intaccato dal nemico, l 'intera Divisione alpina Julia. Le proposte non furono accolte.
Un rinnovato contrattacco della Cosseria su q . 192, alle rr,3o, incontrava forti ssima resistenza e le perdite erano gravissime da ambe le parti. Frattanto era stato deciso il trasferimento del gruppo controcarro B tedesco, (orte di 22 com plessi, dal Corpo d'Armata Alpino al settore Cosseria. Alla fine della mattina l'estrema ala destra del 3 r8" granatieri era stata leggermente arretrata per evitarne l'aggiramento da parte delle forze della T95a Divisione sovietica operanù contro il 38° fanteria a q . rs8. L 'impiego delle forze della 385" tedesca a sostegno della Cosseria si era poi manifestato tanto opportuno che alle ore 14,30 l'Ufficiale di collegamento tedesco comunicava, al Comando del li Corpo d'Armata, che veniva messo a disposizione della Divisione Cosseria
La seconda battaglia difcnsJva del Don
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anche il battaglione del 539" granatieri dislocato ad Orobinski, per la riconquista della q. 192 e per il raggiungimento della linea di resistenza a nord di essa. Il Comando dello stesso reggimento con un altro battaglione si sarebbero spostati nella notte da Zapkovo ad Orobinski, restandovi, però, a disposizione del Comando del Gruppo di Armate << B ~> , insieme ad una compagnia di cacciatori controcarro, armata di 10 pezzi da I05· Il consumo delle munizioni di tutte le armi era stato fortissimo ed il posto di avviamento munizioni del II Corpo trovava difficoltà nel soddisfare le richieste. A tarda sera (ore 20) : nella zona di Samodurovka si era accentuata la presswne nemiCa; il Comando della Cosseria comunicava che, per il contrattacco del giorno successivo, il battaglione tedesco del 539" sarebbe passato alle dipendenze della 27" corazzata. intanto, intorno alla q. T92 continuavano a combattere, sebbene fortemente logorati, II e Ill j9o" ed i tre battaglioni del gruppo Leonessa. Nella zona di Deresovka era stata svolta limitata attività. Per rinforzare la saldatura tra il I/ 90° c la zona di q. 192 erano stati inviati 1n linea reparti di formazione tratti dalle retrovic. Alle 20, 15, il Comando dell'S" Arm ata diramava le disposizioni ricevute dal Comando del Gruppo di Armate '' B 11 : - la 385a Divisione, con tutti i reparti presenti in zona (il '538° reggimento non ancora giunto sarebbe stato sostituito dal 14'' reggimento polizia tedesco preannunciato in arrivo) passava a disposizione del II Corpo per ristabilire la situazione nel settore Cosseria; - la Divisione Cosseria, che doveva essere sostituita entro la notte dalla 385\ avrebbe ritirato i reggimenti di fanteria (comprese le batterie d'accompagnamento), ma avrebbe lasciato in posto le artiglierie divisionali c di rinforzo. I reparti italiani si sarebbero ritirati non appena ricevuta la sostituzione; - la responsabilità dell'intero settore Cosseria sarebbe passata al Comandante della 385·' Divisione, estendendosi anche al 318° granatieri ed al gruppo controcarro B; - il Comando della Cosseria avrebbe provveduto a riunire c riordinare in seconda linea i propri elementi di fanteria, in attesa di nuovi ordi ni.
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L e operazioni delle unittÌ italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
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Era intenzione del Comandante del II Corpo d'Armata che le fanterie della Cosseria, appena sostituite, passassero invece a sostenere la Ravenna.
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COSSER
Divisione Ra!'enna. Alle ore 3,30 un caposaldo del 38" fanteria ad ovest di q. r58 era stato circondato e frazionato dalle infiltrazioni del nemico tra i suoi centri di fuoco; pertanto la saldatura verso sinistra, con il 318" granatieri tedesco (Divisione Cosseria) , risultava compromessa. Per parare quella minaccia non era ormai più possibile impiegare oHensivamcnte unità a livello battaglione. Era affluita soltanto una compagnia di rincalzo, insieme ad altri elementi tratti dalle retrovie, che poco si conoscevano tra loro ed erano privi dello specifico addestramento al combattimento c della pratica acquisita dai fanti dci battaglioni. Però l'azione notturna, pur se condotta con mezzi limitati , aveva raggiunto il risultato di far retrocedere l'attaccante, che lasciava sul posto morti, feriti ed armi ed al quale venivano anche catturati prigionieri. L 'esame di documenti rinvenuti sul corpo di un ufficiale sovietico, caduto nel combattimento notturno, consentiva di stabilire che il nemico seguiva due direzioni d'attacco; la prima da Deresovka (limite di sinistra del settore Rave1111a) e la seconda da Krasno Orekovo, entrambe aventi per obiettivo Tvjerdoklebovka (valle Bog uciar). Respinto nella notte dalla q. r58, l'avversario rinnovava la propria azione da nord su Krasno Orekovo con il 122" fucilieri g uardie,
La seconda battaglia difensiva del Don
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per recidere i salienti che giungevano al Don a nord dell'abitato. Aveva anche ripreso l'azione su q. 158, dove il 318' granatieri tedesco era poco in grado di concorrere al mantenimento della saldatura. Frattanto la Ravenna ammassava in zona di Krasno Orekovo le poche forze disponibili. Verso la fine della mattina era stato inviato a Gadjucce il XLVII battaglione motociclisti, primo a giungere del gruppo d'intervento della Celere, spostato dal settore Pasubio. Le condizioni atmosferiche per tutta la mattina avevano reso impossibile l'intervento di qualunque tipo d'aereo. A sera il 573° reggimento sovietico, dopo avere occupato nella notte il caposaldo posto a sinistra del settore, avendo raggiunto e superato il vallone al limite con il 31W granatieri, stava attaccando sul rovescio l'ala sinistra del 38, fanteria. Per fronteggiare la minacciosa situazione erano stati operati numerosi spostamenti di forze; il II f 37" aveva ceduto una compagnia rinforzata (per costituire rincalzo al 386 ) sostituita dalla r• compagnia del IV battaglione artieri, tratta dalle retrovie; erano state compagnia artieri divisionale, la chiamate in linea anche la 2•;n guastatori e la 2 compagnia chimica di Corpo d'Armata. Ma alle ore 23 il nemico riusciva a superare il caposaldo che ancora assicurava la saldatura con la Cosseria e dilagava a tergo della posizione, spi ngendo avanti nuove forze. Con l'impiego dei reparti fatti affluire sull a linea, il caposaldo veniva sbloccato ed era ristabilito il collegamento a sinistra con il 318" tedesco, lungo la pista da q. rs8 a Dcresovka. Gli altri caposaldi dislocati lungo il fiume avevano continuato la loro resistenza.
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FRoNTE DEL
XXXV CoRPO o'AR~iATA- CSIR.
Divisione Pasubio. Per l'intera giornata l'attività nemica su 1 fronte della Divisione era limitata all'azione di forti pattuglioni ed all a continuazione dei lavori campali. I prigionieri catturati ammettevano che in quei giorni i reparti attaccanti avevano subito forti perdite. per un totale di alcune migliaia di uomini. Il gruppo d'intervento della Celere lasciava il settore perché destinato a quello de 1 II Corpo d 'Armata. 23. - U.S.
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Le opcra-::ioni delle unità Jta!Jane al fronte russo ( 1941 - 1945)
Dopo cinque giorni di continuo, e spesso aspro, combattimento, le forze del1'8 Armata avevano sostanzialmente conservato le loro pOSlZJOn t.
La generosa tenacia dei fanti, l'intensa e pronta azione degli artiglieri, l'efficace intervento dell'arma aerea - quando le condizioni meteorologiche lo avevano consentito - erano riusciti a contener: l'impeto del nemico, che aveva profuso nella lotta uomini e mezz1. Le ondate d'assalto si erano succedute, in certi casi perfino in ordine chiuso, so::to il fuoco delle armi automatiche della difesa. Il sangue era corso - letteralmente fino ad arrossare il Don ghiacciato sotto la q. 218 (nord di Svinjuka). Dagli altoparlanti i russi (in lingua italiana) avevano minacciato ritorsioni per le ingenti perdite subite. I corpi dei caduti si erano ammucchiati sotto le posizioni italiane, ingombrando il settore di tiro delle armi. Intanto il dispositivo di attacco avversario andaYa completandosi sulla opposta riva del Don. Il Comandante dell'Armata poteva esprimere ai combattenti il suo elogio: " Ai bratti del 11 Corpo d'Armata. << Da cinque giorni combattete strenuamente ed avete gloriosamente fatto L'OStra il motto "Nou si passa.,. Bra l'il Sono fiero di t'ai. ~~ Occorre insistere con tenacia, con fede incrol!abile e t'incerete guadagnando ammirazione e riconoscenza della Patria 11ostra. Garibaldi ll .
Lo scopo principale perseguito dai russt 10 questa prima fase della battaglia, quello cioè di logorare le forze della difesa per travarie meno efficienti nella successiva fase dell'offcnsi va, era stato raggiunto. l n cinque giorni , le due Armate sovietiche 6" c 1" Guardie avevano lanciato contro le Divisioni Cosseria, Ravenna e Pawbio ventuno attacchi, impiegando da ventisei a ventotto dei loro centoquind ici battaglioni. B) FASE DT ROTTURA ( 16 - 19 DICEMBRE)
(Disegno n. 59)
Al l'alba del 16 dicembre oltre duemilacinquecento bocche da fuoco iniziavano la " preparazione >> contro le posizioni tenute dal
LA seconda battaglia difensiva dt-1 Don
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II Corpo d'Armata italiano (rs). Su di esse, malgrado il logoramento subito nelle giornate precedenti, le forze della difesa, affermano i sovietici, « opposero accanita resistenza e spesso passarono al contrattacco. Per completare lo sjondamet1to della difesa tattica fu necessario far intervenire sin dal primo giomo i Corpi corazzati. Questo fatto determinò la riduzione della loro efficienza combattiva per le successive azioni in profondità. A l/a fine della giomata, le forze della 6a Armata erano at•anzate di quattro- cinque chilometri e quelle della 1" Armata Guardie di due- tre chilometri » (r6) rispettivamente:: contro la Divisione Cosseria c contro la Divisione Ravenna.
La grande forza di pcnctrazione del dispositivo d'attacco porta\'a lo scontro ravvicinato sulle postazioni dell'artiglieria i cui serventi, insieme con i resti delle unità di fanteria, contennero nella prima giornata l'avanzata dci fuc ilieri c degli stessi carri armati sovietici. "Accaniti combattimenti continuarono il 17 ed il 18 dicembre» (r7), essendo in quelle giornate ancora sviluppata azione di
contrasto da parte delle unità battute, mentre l'attacco sovietico si estendeva anche ai fronti dei Corpi d'Armata XXXV- CSIR e XXIX tedesco, contro le Divisioni Pasubio, Torino c J' Celere. Conseguito dai sovietici il successo contro la posizione di resistenza, essendo mancato l'intervento di altre adeguate forze italiane o tedesche, le Grandi Unità attaccanti penetrarono nella breccia per venti chilometri verso ovest, raggiungendo Novo Kalitva, per altrettanti chilometri verso sud - est giungendo al fiume Levaja; il 18 si spinsero in profondità per trenta chi lometri fino a Taly e per altri venticinque, il 19, fino a Kantemirovka, dove veniva interrotta la ferrovia Rossosc - Millerovo. L'avversario estendeva poi l'azione ancor più verso sud - est. contro l'ala meridionale dell'Armata. Le Grandi Unità che vi erano schierate, attaccate frontalmente e minacciate a tergo da elementi corazzati del nemico, poco dopo il mezzogiorno del 19 ricevevano l'ordine d i arretrare.
( 15) Il piano di fuoco a,•versario comprendeva: la preparazione, della du· rata di 70. 8o minuti e sino alla profondità di circa 6 km; rappogglo, sino alla profondità di circa 1,5 · 2 km: l'accompagnamento della fanteria c dei carri durante i combattimenti all'interno delle difese nemiche (Gcn. Prof. A. Rt~~>ZlllVSK t ); in Rivista Storico Militare So vietica del marzo I973· (16) Dalla Rivista Storico Militare Sovietica del maggio 1972. (r7) Dalla Rivista Storico Militare Sovietica del maggio 1972.
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or~raziolll d~/1~ unit} ira!tan~ al front~ russo ( 1941- 1 94~)
16 DICEMBRE F RONTE DEL
Dit~isione
II CoRPO n'AR~fATA.
Cosseria e 38 5a Dit isione tedesca.
Al limite di settore con la Ravenna, durante l'i ntera notte, il nemico aveva svolto continui tentativi d'infiltrazione tra il 3r8" tedesco ed il 38° fanteria. Per migliorare la situazione, dato il forte impegno della Divisione di destra, il Comandante del Corpo d' Armata ordinava l'attacco di un battaglione di polizia tedesco (sostenuto da una compagnia di carri L /6 del LXVII battaglione bersaglieri), agli ordini del Comandante del 318" tedesco. Alle ore 6 il Generale Gazzale, Comandante della Cosseria, aveva ceduto la responsabilità operativa del settore al Comandan:e della 38)" Divisione tedesca. I due Comandi erano rimasti nella stessa sede di Krasni, per assicurare il ricupero delle unità italiane. Alle ore 8 la situazione era ulteriormente aggravata: - lo schieramento del 318" era stato rotto in più punti e l'abitato di Deresovka veniva sgomberato dai tedeschi; - su q. 192, contro l'attacco italiano sostenuto dai carri della 27' Divisione, si sviluppava una fortissima reazione d'artiglieria ed un intervento di aerei sovietici ; - Samodurovka era assoggettata a fortissima pressione nem1ca; - Gorohovka brulicava di carri armati avversari. Il richiesto intervento del XXXI gruppo da r49/40 non poteva avere luogo in quan~o, data la distanza, la dispersione naturale del tiro avrebbe troppo ridotto l'efficacia dell'azione. Alle ore 9 l'azione aerea sovietica si estendeva in profondità su tutte le rctrovie della Divisione, con diffusi mitragli amenti e spezzonamenti . A metà della mattina: - il contrattacco su q. 192 era parzialmente riuscito; - il I/ 90°, molto provato, nella zona di Samodurovka era praticamente circondato e si riteneva non potesse resistere a lungo. mentre si cercava di sostenerlo dall'esterno con una compagnia italiana di formazione proveniente da Zapkovo; - il Comandante della 385a Divisione disponeva l'inter\'ento di uno dei suoi battaglioni da Orobinski su Deresovka, per conservare la continuità del la linea verso la Ravenna.
La seconda battaglia difnwva del Don
3'i7
Alle ore 12 la pressione nemica continuava fortissima su tutta la parte destra del settore e rendeva impossibile il ricupero di qualunque reparto italiano. Entro la mezzanotte il Comando d'Armata metteva a disposizione del Il Corpo la 2t Divisione corazzata, con il compito di mantenere il contatto tra i settori 385... - Cosseria e Rtwenna. La linea da difendere avrebbe dovuto seguire il corso del Don da Deresovka fin dove fosse possibile, con tornare la sacca form atasi e ricollegarsi a Gadjucce- Filonovo, raggiungendo a destra il XXXV Corpo d'Armata (298' Divisione). La 385" Divisione avrebbe dovuto difendere il fronte nord, dalla Cernaja Kalitva a Deresovka. La Cosseria, ricuperando i propri reparti (18), rinforzata da quelli in affluenza (19). era destinata a costituire una linea di sicurezza appoggiandosi agli abitati tra Dubovikof e Gadjucce, mentre la corazzata doveva contrapporsi alle irruzioni dei mezzi corazzati nemici, compito di gran lunga superiore alle sue possibilità. Per ristabilire la situazione era prevista un'azione della Cosseria in direzione di nord - est, partente dalla zona di Goly (dove tenninavano le posizioni della 385"), effettuabile soltanto il giorno successivo, perché le forze della Divisione non erano state ancora svincolate e raccolte. Le Grandi Unità delle quali era annunciata l'assegnazione non erano ancora giunte nella zona destinata al loro impiego (20).
2t
( 18) I reparti organici della Divisione Coueria, o ad essa assegnati 1n nnforzo, trattenuti dalla 385" Di,·isione in ogni punto del senore erano: - due battaglioni del 90" fanteria e l'intero gruppo cc.nn. Leone_csa, uniti al 539" g ranatieri; - il u gruppo Colonnello Maggio», con il Comando dell'89" fanteria, il l cd il ll ' 89o ed un battaglione del 90"; - il TI! / 89°, unito al 537" granatieri. L'artiglieria divisionale e di rinforzo sarebbe dovuta rimanere a cooperare con la 3854 Divisione. (19) Battaglione alpini scialOri Monte Cerz,ino e vari reparti di ogni specialità del genio, tranne che delle trasmissioni. (2o) Si sarebbe trattato, orienrativamenrc, della Divisione fulia, della 387'' Divisione di fanteria tedesca, del gruppo corazzato SS Fcgelein (l'una e l'altro in affluenza per ferrovia a Mitrofanovka), del gruppo Schuldt (due battaglioni di polizia SS, un gruppo controcarro ed altre quattro compagnie, due gruppi d'artiglieria leggera, una batteria obici, un gruppo controaerei dell'aviazione) in affluenza per fe rrovia a Cercovo.
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Le operazioni delle unità ita/mne al fronte russo ( 1941 - '943)
16 Dic.
Div. COSSERIA
Linea di difesa .. ,. ripiegamento del 16-XII '> Attacc hi soviet ici
•• •.•••••• r
Divisione Rat'enna. Per l'intera notte era durato il combattimento al limite di settore con la 385a- Cosseria, con la quale la Ral'enna non riusciva a collegarsi. La pressione nemica era in continuo aumento. tendendo al tergo delle posizioni di q . 158, mentre continuava la resistenza de1 caposaldi sulla riva del D on. Alle prime luci (ore 6,20) gli osservatori, posti alla base dell'ansa di Verhnij Mamon , udivano tra la nebbia carri armati sovietici scendere da q. 193,6 cd altri dirigersi da Ossetrovka su q. 218. Tutte le artiglierie della difesa concentravano su di essi il loro fuoco. Contemporaneamente il nemico attaccava in forze a nord di Krasno Orekovo sulla fronte di un chilometro, tra Krasno Orekovo e q. 217,6, mentre tutte le posizioni erano sottoposte a violentissime azioni di fuoco. Il gruppo semoventi Haempel era in :dlarme. I collegamenti telefonici con la linea erano interrotti. Alle 7,15 due caposald i del 38'' fanteria ed uno del 318" granatieri , sull a linea di contatto, erano stati superati ed i carri armati da q. 193,0 ne avevano già infranto qualche altro. All'azione delle armi terrestri sovietiche, dalle ore 8, si sommava anche quella aerea contro il 38" fanteria, svolta anche se con visibilità scarsissima.
La seconda battaglia difensiva del Don
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Alle ore 9 le posizioni del lato occidentale dell'ansa di Verhnij Mamon erano infrante cd un'ondata di carri armati sovietici giungeva sugli abitati di Krasno Orekovo, Gadjucce e Filonovo. Per sopperire in qualche modo alle necessità dell a Ravenna, il Comandante del TI Corpo assegnava alla Divisione il rinforzo del XLVII battaglione motociclisti, del LXVII battaglione corazzato (meno la compagnia data al 318 ') e del XIII gruppo semovcnti (entrambi con forza sensibilmente inferiore a quella organica). La prima ondata di circa cinquanta carri era stata quasi completamente distrutta dal fuoco delle artiglierie e dci sc moventi del gruppo tedesco H acmpel. Alle ore 10,30 la Ravenna era attaccata : - dalla 195" Divisione, nella controansa di Krasno Orekovo, dove la linea era stata rotta cd i caposaldi venivano circondati e sopraffatti ad uno ad uno da unità carri o schiacciati sotto il peso di essi; - dalla 41 Divisione Guardie, nella parte occidentale dell'ansa, sulla direttrice della strada da q. T93,6 a g. 150,2; - dalla 44• Divisione Guardie, nella parte orientale deli 'ansa stessa, a cavallo di q. 218, dove quel saliente era stato perduto. T carri armati avevano eliminato il caposaldo difeso da una compagnia del CII battaglione mitraglieri autocarrato di Corpo d'A rmata, che aveva procurato alle fanterie attaccanti gravissime perdite, falciandole con il fuoco delle sue dodici mitragliatrici. Contro l a Rat,enna erano già intervenuti i cento carri che i prigionieri avevano segnalato presenti ad Ossctrovka il gwrno precedente. Il Comandante della Rave1711a (Gen. Dupont) contava di portare la resistenza sulle posizioni di q. 204,2 - q. 217,6 (o pendici sud) - q. 196,3 (Solonzi) - Svinjuka, per coprire da nord gl i abitati di Gadjuccc c Filonovo, raccogliendo su di esse le forze ripiegate. Nella situazione descritta, il Comandante del Corpo d'Armata non aveva disponibilità di altre forze per intervenire nel combattimento. Alle ore I2: · - l'aviazione sovietica era padrona del ciclo della Rat•enna; - il nemico stava procedendo ad allargare i varchi nei campi minati per dare più sicuro passaggio alle sue forze corazzate; - la 27" Divisione corazzata disponeva nel settore di soli \'enti scmovcnt1.
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Le operazioni delle unitù italiane al frollle ruuo ( HJ41 - 1943)
Dall'analisi di questa situazione si poteva dedurre che in breve la Rat'enna si sarebbe ridotta a Filonovo- Gadjucce, lasciando aperta la via ad un 'irruzione a tergo de.llo schieramento, non direttamente attaccato, della 298" Divisione tedesca. Il Generale Zang hieri, anche d'intesa con l'Ufficiale di collegamento tedesco, esponendo al Comando di Armata la grave situazione nella quale versava l'intera Grande Unità, proponeva di continuare la resistenza sulla linea Zapkovo - Orobinski - Dubovikof Goly - q. 179,2 - Lufìtzkaja, che avrebbe coperto la valle Boguciar. Il Comando del Gruppo di Armate u B )) rispondeva alle ore 14,25 che nessun ripiegamento avrebbe potuto essere autorizzato e che la Divisione Ratenna sarebbe dovuta rimanere in posto. Alle ore 17 la Divisione aveva fatto fronte sulla linea q. 21 7,6 Filonovo - balka di G ruscevo - q. I')9, dove si collegava alla 298' tedesca, ritirando su di essa i fanti disponibili, schierati intorno alle artig lierie cd ai pochi carri armati tedeschi. Era un sottile velo di circa tremila uomini, stre mati da sei giorni di combattimenti c frammischiati fuori dci vincoli organici, in quanto l'incalzare degli avvenimenti non ne aveva consentito il riordinamento. Quelle forze non erano in grado di disimpegnare un'apprezzabile azione d ifensiva, data l'estensione del fronte in rapporto alla loro consistenza numerica ed alla mancanza di ogni apprestamento, che il terreno profondamente gelato non permetteva di incominciare nemmeno in forma rudimentale. Una valida azione di comando su quei soldati era praticamente impossibile, anche per la quasi totale mancanza di mezzi di collegamento con i reparti schierati. La situazione era fatta ancor più difficile dalla violentissima azione dei lanciarazzi e dei numerosi aerei sovietici che procur~ vano continue perdite. Difettavano anche le muni:;r,ioni per le armi della fanteria. Alle ore 18 il Capo di Stato Maggiore dell'Armata comunicava al Comando del Il Corpo che nel settore sarebbe giunta la prima aliquota del gruppo d'intervento della Julia , seguita in breve dall'intera Divisione. Giungeva anche il battaglione alpini sciatori Monte Cen·ino. Alla mezzanotte il Comando d'Armata : -
ribadiva il concetto generale dell a difesa ad oltranza;
- de finiva essenziale che la 298" Divisione ma n tenesse le proprie posizioni. per altro non attaccate direttamente; -
passava alle dipendenze della Rat•enna il gruppo H aem pel;
La st'COnda battaglw d1jensit•a del Don
- metteva al la temporanea dipendenza del II Corpo d'Armata la 298' Divisione. disponendo che questa e la Rat'enna dovessero (( collaborare in stretta cooperazione >> ; - affidava al l I Corpo la determinazione delle responsabilità e delle linee di contatto tra le due Grandi Unità.
FRONTE DEL
XXXV CoRPO u'AR\fATA- CS!R.
Ditùione Pasubio. Alle ore 6, senza preparazione di artiglieria c di lanciarazzi, sostenui.o soprattutto con mortai di ogni calibro, aveva inizio l'attacco diretto contro tutto il settore divisionale, particolarmente nel tratto Krasnogorovka - Abrossimova - Monastirscina. Le forze della 38 Divisione Guardie, infiltratesi nelle balke, tra le ore 9 e le IO, irrompevano nelle posizioni tenute dall'So fanteria a sud- est di Abrossimova e costringevano i difensori a ripiegare su di una linea pill arretrata, quasi coinciden te con quella della seconda posizione. L'attacco dilagava, faceva cadere Abrossimova e si dirigeva verso le q. 187,9 e 206,3 e più a sud, tagliando il vallone di Monastirscina ed isolando quell'abitato dalle posizioni rctrostanti . La t' batteria con trocarro Ja 75/ 32 del I j 201 ' che si opponeva all'avanzata nemica veniva interamente distrutta sui pezzi, dal comandante ali ' ultimo artigl iere. Dopo avere invano svolto alcuni contrassalti, i fanti del l I j 8o" c gli artiglieri di una sezione del l j 2or'', attraverso il vallone di Artykulny Schlucht, ripiegavano sulle batterie del fii /8", ormai esse stesse mi n accia te e costrette a difendersi sparando a zero. Dopo la fanteria ripiegava il personale degli osservatori di artic della 9' batteria che, con glieria. Ultimi tra di essi quelli della i loro comandanti, dovevano aprirsi ripetutamente il varco tra i nemici che già li avevano superati ed isolati. Il nuovo e più arretrato schieramento della fanteria dctenninava l'esigenza di adeguare ad esso quello del III /8". I movimenti retrogradi er.ano compiuti in perfetto ordine a scaglioni di batteria, ultima 1'8 che, prima di ripiegare, infliggeva forti perdite al nemico che si affacciava al costone di q. J75>5Il lJl /Ho" tentava una resistenza su q. 206,3.
t
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Le operazioni delle unità italiane a/fronte russo (1941- 1943)
caposaldi della zona dell'ansa del <c berretto frigio », investiti frontalmente resistevano ancora sul posto. l difensori del caposaldo Olimpo cadevano tutti nell'estrema difesa. La perdita di esso comprometteva la situazione del I/ 8", schierato nel vallone sottostante, minacciato frontalmente e sul fianco destro. Il &rruppo riceveva l'ordine di spostarsi su posizione arretrata, ma, sotto il fuoco delle armi automatiche dell'attaccante, l'intera linea dci pezzi e quasi tutto il personale andavano perduti, insieme ad una sezione della 309' batteria controaerci e ad una sezione del la 73' batteria controcarro divisionale. Il gruppo cc.nn. Montebello contrattaccava il nemico sulle posizioni di q. 187,9- q. 178.3 -q. 175,1, sovrastanti il vallone Artykulny Schlucht. Il Comando d'Armata ordinava che la Pasubio fosse sostenuta dalla 298 Divisione, con il 526'' reggimento granatieri e dal XXIX Corpo d'Armata tedesco, con tutte le forze disponibili. Nel pomeriggio si presentava al Comando della Pasubio il gruppo d'intervento della 298• Divisione tedesca (un batlaglione del 526" granatieri ed un gruppo d'artiglieria da 150), che veniva riunito al battaglione del 525° già schierato a sbarramento della base dell'ansa, da q. 20r,J a q. 156,0. Alla sera, la difesa della Divisione Pasubio si concretava: - a sinistra, sulla linea del 79" fanteria, intatta fino al margme sud di Krasnohorovka; -al centro, da q. 156,o a q. 20I.T, affidata alle unità tedesche; - a destra, su di una linea tenuta dal raggruppamento cc.nn. 3 Gennaio, da elementi superstiti dell'So" fanteria, che aveva subito perdite del 50 - 6ooo degli effettivi, e da un battagl ione di form::~ zione (sciatori, carabinieri, personale delle basi e del Quartier Generale). Il fronte tra questo battaglione ed il paese di Monastirscina rimaneva scoperto. A Monastirscina resisteva, asserragliato nella chiesa, il If 8o", non potuto raggiungere dal If8r", che aveva dovuto ritirarsi con notevoli perdite, lasciando una più ampia falla tra le due Dit,isioni. A rinforzo del XXXV Corpo d'Armata, a tarda sera, giungevano, inviati dal Comando del1'8·' Armata, un battaglione di (errovieri, uno di pontieri, uno di artieri (su due compagnie), da impiegare come fanteria, ma scarsamente dotati di armi di reparto.
La seconda battaglia difensiva del Don
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17 DICEJIBRE FRO:-ITE DEL
II CoRro o'AR\fATA.
385" Divisione tedesca c Divisione Cosseria.
Nella notte la temperatura si era abbassata a - 30' , accrescendo le già gravi difficoltà di chi doveva combattere allo scoperto. Gli elementi dei servizi del 318"' granatieri abbandonavano Dubovikof incendiandolo. Alle ore 3 si pronunciava un nuovo attacco di mezzi corazzati contro Samodurovka e Deresovka, ponendo in più grave crisi il tentativo in corso di riallacciare il tronconc della 385" Divisione con quello della Ravenna. Raggiungendo le posizioni dell'artiglieria, i carri sovietici travolgevano la 1" e la 3" batteria del CXXIII gruppo da 149/13 del 2 ° raggruppamento. Alle ore 8 la rapida evoluzione dei fatti induceva il Comandante del lf Corpo a limitare il compito assegnato alla Cosseria di costituire u bretella » tra la 385' c la Ravenna, data la scarsità del k forze a disposizione. La nuova linea da occupare sarebbe dovuta passare per Goly - Sovkos Boguciarski - q. 168 - g. 209,3 (sotto Gadjucce), punto finale sul quale esisteva un elemento di resistema. Alle ore 8,45 carri armati c fanteria sovietica, da DubovikoL si dirigevano su Orobinski, contrastati da pochi pezzi da 47 itali-. ni e da 88 tedeschi, minacciando dappresso Krasni, sede di tre Com·mdi di Divisione (385". Cosseria e 27" corazzata). Sulle strade, frattanto, Yenivano notati movimenti in ritirata. Si trattava di elementi di rctrovia, che si erano accodati a quelli dei servizi tedeschi, il cui ripiegamento era stato disposto fin dalla sera precedente. Alle 9,30 il Comandante della Cosseria esprimeva al Comal"'_do di Corpo d'Armata il convincimento che la situazione fosse molto precaria, ma gli veniva risposto che, con le forze residue, avrebb~ dovuto organizzare un raccordo arretrato tra lvanovka c Kusmenkof. La ricognizione aerea segnalava l'esistenza, sul fronte della 385" Divisione, di nove passaggi sul Don: 5 passerelle e 4 ponti. Alle ore ro, 15 il Comandante del H Corpo faceva presente al Comando dell'Armata che, caduti Orobinski e Zapkovo, non sarebbe tardata la caduta di Krasni; pertanto, la nuova linea da presidiare, tra Zapkovo e Tvjerdoklebovka, si presentava come già superata. Si poneva la scelta tra la linea Nova Kalitva - lvanO\·b -
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Le opt'razioni delle uiJità italiane al fronte russo ( 1941 - H)45)
Kusmenkof e quella Novo Kalitva - Deresovka - Kusmcnkof. In entrambi i casi il Comando del II Corpo non avrebbe più potuto funzionare rimanendo a Taly, praticamente sulla linea del fuoco. Esso aveva scelto come nuova sede quella di Mitrofanovka, che si presentava idonea anche quanto a collegamenti ed a comunicazioni. Mentre a Taly continuava a fum~ionare il Comando tattico, tutta la parte pesante degli uffici del Comando. alle ore 12, era stata avviata a Mitrofanovka. Alle ore 13,50 il Capo di Stato Maggiore dell'Armata trasmetteva personalmente al Comandante del II Corpo gli ordini del Comando Supremo tedesco: - all'imbrunire le Divisioni tedesche 385a e 298•, con le forze italiane in esse incorporate, sarebbero arretrate sul la linea Novo Kalitva - Zapkovo - Tvjcrdoklebovka - Lufitzkaja - abitato di Boguciar, foce del fiume Boguciar nel Don, raccordandosi a sinistra con il Corpo d'Armata Alpino c a destra con la Divisione Pasubio, per formare un fronte compatto; - linea di contatto tra i Corpi d'Armata H e XXXV: q. 182 - Vcrvekovka - Barsuki (detto anche Bursakof). Restava così confermato che la 298a Divisione passava alle dipendenze operati\'C del IT Corpo d'Armata; - le unità italiane in quel momento frammiste alle Divisioni tedesche avrebbero potuto, a giudizio del Comandante del Corpo d'Armata, essere riunite m settore a parte, a seconda dc lle possibilità contingenti; - le unità assegnate in rinforzo al II Corpo d'Armata provenienti (e non ancora giunte) dal Corpo d'Armata Alpino avrebbero dovuto essere impiegate per rinforzare la linea.
Le disposizioni del Comando Supremo tedesco non variavano praticamente quelle che erano state attuate fino allora dai Comandi italiani sul posto c neppure quelle che, poco prima, erano state impartite dal Comando del Gruppo di Armate. Si sarebbe potuto obiettare che l'ordine teneva scarso conto della situazione in atto, giacché prescriveva che con reparti decimati nel numero e logorati da sette giorni di lotta senza interruzioni, con la 385" e la 298a Divisione prive di un reggimento ciascuna, con le due Di visioni italiane tanto malridotte - fosse formato cc un froute compatto». con uno sviluppo sul terreno di circa sessanta chilometri, senza poter scavare neppure un a buca per uomo a terra, in
La uconda battaglia difensim dd Don
un terreno che il gelo dei - 27" in pieno giorno rendeva duro come pietra. 11 Capo di Stato Maggiore dell'Armata aveva peraltro anche indicato la possibilità di apportare varianti alla linea difensiva ordinata, se l'incalzare degli avvenimenti l'avesse fatta apparire superata, e aveva accennato anche all'eventualità di arretrarla fino al meridiano di Kantemirovka. Al cadere della notte il Comando tattico del II Corpo d'Armata raggiungeva }.1itrofanovka. Alle ore 20 il Comandante della 385" Divisione riferiva al Comandante del II Corpo d'Armata la situazione del settore : - la linea occupata partiva dal Don presso Novo Kalitva con i due caposaldi N ed O, tenuti dal I/ 89"· proseguiva per q. 22r (sud- est di Koschiarni) - Zapkovo - Sorkj - Dolgj - K usmenkof. Tre battaglioni tedeschi erano in zona di g. 190 ed a Zapkovo, elementi corazzata presso Sorkj, forze italiane del genio e carri L / 6 della •ra Sorkj e Dolgj. Tra Dolgj e Kusmenko( esisteva un tratto vuoto, che sarebbe stato affidato al battaglione Monte Cert'ino, giunto nel frattempo;
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- l'ampio sviluppo della linea non ne aveva consentito l'integrale occupazione e, pertanto, erano stati trattenuti anche reparti italiani in transito, oltre quelli della Cosseria, che da diversi giorni non erano stati ancora sostituiti. Per tutta la giornata, sulle posizioni di g. 192,0 si era protratta la resistenza dei superstiti frammisti del II c del III / 90'', del gruppo cc.nn. Leo11essa e del IH/ 539• tedesco, respingendo continui attacchi dell'avversario. L'irruzione dei carri armati sovietici provenienti da est (settori del 318• e della Ravenua), raggiungendo Orobinski, alle spal le dei reparti, ne aveva determinato l'isolamento e l'esigenza che si rinchiudessero a caposaldo; il Comandante della 38)" Divisione dava quindi l'ordine di ripiegare dopo la mezzanotte, rompendo l'accerchiamento nemico. Nel settore a sinistra (I j qo ') i superstiti, con scarse armi automatiche efficienti, ripiegavano sulla posiz ione della batteria d'accompagnamento, rimasta con un solo pezzo, e poi su guella della 3"' batteria del 1/ ro8". Dopo lunga resistenza i reparti rioiegavano su Zapkovo, protetti dalla 3• compagnia mortai da 81 del CV battaglione divisionale, che si sacrificava in un contrassalto per age\'olare lo sganciamento della colonna.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Lo schieramento delle artiglierie divisionali c di rinforzo, investito direttamente dai carri armati, reag iva con il proprio fuoco. La 2 " batteria del CXXIII j 2° di Corpo d'Armata resisteva fino alla notte, ma era poi sopraffatta dalle ondate della fanteria russa. Sorte analoga subivano la Ia e la 2 .. batteria da 75/18 del Ij J08°. Le batterie 2.. e 3• da 105/ 28 del TV f 108" avevano potuto lasciare combattendo la zona di schieramento, ma sulla pista da Zapkovo ad lvanovka. per esaurimento del carburante, avevano dovuto distruggere due pezzi per ciascuna. La I 3 batteria del gruppo era stata travolta dalle fanterie nemiche.
Dir•isìone Ravenna. La caduta di q. 217,6, che dominava gli abitati di Gadjucce e Filonovo, rendeva indi(endibili l'uno e l'altro e si profìlava necessario un arretramento su Sovkos Boguciarski e su Perescepni. Le comunicazioni telefoniche tra il Comando del Corpo d' Armata ed il Comando tattico della Ravemw, portatosi a Gadjucce , erano rese precarie dalle azioni di fuoco del nemico, che costringevano i guardafili della compagnia telegrafìsti a continui riallacciamenti delle interruzioni, operati con tenace costanza cd ammirevole senso del dovere. Non tutte le unità della Rat•etma erano affluite a Gadjuccc ed a Filonovo. Un migliaio di elementi superstiti del 37" fanteria, rimasti privi di munizioni per prolungare la lotta, avevano proseguito la marcia dalle posizioni superate dalle fanterie od infrante dai carri armati sovietici, fino a raggiungere Pcrescepni cd il settore della 2q8' Divisione. li collegamento tattico tra la Ravemta e la 385' sarebbe stato realizzato dall'aliquota della 27 corazzata (gruppo H aempel) soltanto dopo aver tentato lo sbloccamento di Dubovikof. Il Comandante della Divisione, prcsentatosi al Comando del Corpo d 'Armata alle ore 9,30, riceveva ordini perché: - le forze presenti a Percscepni appoggiassero il gruppo Hacmpel; - un nucleo fosse costituito a Sovkos Boguciarski, come elemento della linea di raccordo fra 385• e Rat,enna; - i restanti clementi si concentrassero a Tvjcrdoklebovka, come caposaldo e serbatoio di alimentazione dci due blocchi precedenti, e che colà si s~abilisse il Comando tattico della Divisione.
La seconda bauaglia difensiva del Don
Intanto quella mattina, sul fronte della Ravenna, risultavano in atto sci passaggi sul Don: 2 ponti e 4 passerelle. Oltre a questi ed a quelli citati sul fronte della 385'- Cosseria, risultavano i n atto in quel giorno sul fronte dell'W Armata: nel settore del Corpo d'Armata Alpino, un passaggio sul ghiaccio per veicoli leggeri presso Kulakovka e due passerelle sul ghiaccio a nord- ovest di Olkovatka; sul fronte del XXXV Corpo d'Armata (Divisione Pasubio) una passerella tra Ogalev ed Abrossimova; nessuno sul fronte del XXIX Corpo d'Armata tedesco. Alle 10,30 giungeva a Perescepni anche il Generale Capizzi, Comandante della fanteria divisionale della Raremza, portato fuori da Gadjucce con il carro dello stesso comandante del gruppo Haufmann. Egli assumeva il comando di un gruppo italiano (formato intorno ad clementi del 37" fanteria), prendendo contatto con la 298" Divisione, per concorrere alla difesa del fianco sinistro di quella contro provenienza da nord. Il movimento di ripiegamento, reso inevitabile dall'impotenza dei fanti di fronte alle masse avanzanti dei carri, si svolgeva ordinatamente, dando la sensazione che si trattasse di elementi rcimpiegabili in combattimento, purché ristorati c convenientemente armati. Per eseguire gli ordini del Comando Supremo tedesco, veniva disposto che il Comando della Ravenna, con il personale ed i mezzi che potevano essere raccolti (tra i quali due carri Lf 6 c tre semoventi da 47), organizzasse una difesa della zona di Kusmenkof. per impedire infiltrazioni nemiche nella valle del Boguciar c verso sud. Al mattino seguente la Divisione avrebbe ricevuto il rinforzo del battaglione Monte Cert'ino. Analoghe fun7,ioni avrebbe assunto a Danzevo un gruppo controcarro tedesco. Particolarmente difficile si presentava il salvataggio delle artiglierie, tutte motorizzate, cd, in generale, dei mezzi a motore, per la deficienza dei carburanti, più o meno sempre sentita, ma fattasi più grav~ in queg.li ultimi giorni, quando il rigidissimo clima faceva crescere 1 consumi. Alla fine della giornata il Comando del Gruppo di Armate cc B )) riassumeva in un proprio unico documento gli ordini che aveva impartito al Comando clell'8• Armata nelle ore precedenti (Documento n. 105)·
La nuova dipendenza della 298a Divisione tedesca dal Comando del ll Corpo, però, sarebbe stata solamente nominale, poiché il documento citato costituiva vero comandante del 11 Corpo d'Ar-
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Le operazioni d~/1~ unità itahan~ al fronti' russo ( 1 <)4 1- 1943)
mara italiano l'Ufficiale di collegamento tedesco, Colonnello di Stato Maggiore Kinzel. L'affermazione che questo ufficiale avesse conservato la propria sede in Taly, dopo il tempestivo trasferimento del Comando tattico del II Corpo, non corrispondeva ai fatti , perché il Colonnello Kinzel, nello stesso pomeriggio del 17 dicembre, si era tras(erito a Kantemirovka. Se egli fosse rimasto a Taly, avrebbe presto perduto ogni collegamento con le unità delle quali avrebbe dovuto dirigere le operazioni, poiché l'arrivo delle forze sovietiche avrebbe determinato l'interruzione almeno delle comunicazioni a filo, del movimento delle staffette e di og ni altro contatto diretto con le unità schierate ed in aHlucnza. Anche la grave affermazione che il Jl Corpo d'Armata avesse •• retroceduto innanzi tempo la ma sede di comando a Mitrofano vka )> poteva derivare soltanto dall'errata interpretazione dello spostamento degli uffici amministrativi c logistici. Il Comando d' Armata, però, non concedette particolari investiture al Colonnello Kinzel e nulla fu mutato nei rapporti tra il Comando del II Corpo c quelli delle Divisioni Rat'enna, Cosseria e 385" tedesca. 298 .. Ditùio11e tedesca. Questa Grande Unità, per conseguenza degli ordini citati, era stata trasferita dalla dipendenza del XXXV Corpo d'Armata a quella del II ma. invero, il suo Comando non se ne dimostrava convinto. Ricevuto rinforzo dal •• gruppo Capizzi » (come furono designate da allora in poi le unità della Ravenna passate a cooperare con la 298'), il Comando della Divisione tedesca disponeva che i reparti italiani si schierassero a sua protezione, affidando loro la delicata funzione di scaglione di retroguardia. Frattanto la Divisione iniziava il ripicgamento ordinato dal Comando Supremo per la sola ala sinistra, da schierare sul Boguciar. La stessa Divisione tedesca, però, pur senza esse re premuta dai sovietici, anziché attestarsi sulla linea prevista, si portava molto più indietro: superava la dorsale tra le valli del Boguciar e della Lcvaja, superava anche lo stesso corso della Levaja e prendeva posizione sulla dorsale di riva destra del corso d'acqua, lasciando totalmente aperta alravanzata sovietica la via principale del Bog uciar e quella secondaria, ma non trascurabile, della Levaja. L'arretramento non previsto facilitava la manovra nemica di aggiramento a breve rag-
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17 Dic.
TORINO
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Linea di di fesa , , ripiegamento del 17- XII Attacchi sovietici
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u operazioni delle unità lfahane al fronte russo (1941 - 1943)
gio dell 'ala destra dell'Armata (XXXV Corpo d'Armata) comprendente anche la stessa 298" Divisione e la Divisione Pasubio. FRONTE DEL XXXV CoRPO n'ARMATA- CSI R.
Divisione Pasubio. Durante la notte era organizzata la nuova linea difensiva che. conservando a sinistra le posizioni originarie sul Don (III / 79°), escludeva ormai il possesso di Krasnohorovka e di tutta l'ansa del c, berretto frigio))' giungeva fino a 3 .500 metri a sud- ovest di Abrossimova, dove si arrestava con l'ala destra non collegata (resti dell'Bo" fanteria), mentre a Monastirscina, fino a notte alta, resisteva ancora. isolato, il If 8o". In conseguenza dell'arrivo nel settore del 526" granatieri tedesco, il Comando del XXXV Corpo disponeva che le forze italiane schierate a sinistra di quell'unità (II e III/ 79", II f8", un battaglione genio ferrovieri e 23~ compagnia pontieri) passassero alla dipendenza operativa del reggimento tedesco, collegato a sinistra a Tereskovo con le altre forze della 298". L'attacco sovietico riprendeva all'alba contro le posizioni a sud di Krasnohorovka. Dopo le ore 10 il nemico attaccava anche il fronte del III / 79' . Respinto una prima volta, tornava all'attacco con rinnovata tenacia e violenza. Una falla aperta sul fronte del Il/ 79" veniva chiusa dal battaglione ferrovieri, giunto la sera precedente a Getreide. Verso le ore 22, i superstiti del caposaldo 3 (Ill / 79"), aprendosi un varco all'arma bianca, si riunivano alle altre forze del battaglione. Alla fine della giornata, malgrado l'attività svolta, il nemico non aveva conseguito risultati decisivi, ma continuava a sviluppare i suoi sforzi per infiltrarsi con forti pattuglie. FRONTE DEL XXI X CoRPO
n'A Rt"IATA TEDESCO.
Divisione Torino.
I reparti della r53" Divisione sov1et1ca, passati sulla destra del Don nella loro azione verso Monastirscina (settore Pasubio), estendevano la loro azione verso sud , occupando anche q. r62,9 che dominava tutta l'ala sinistra dello schieramento della Divisione (Ill j 81').
La
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r~conda
battaglia difmsiva del Don
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Il l f 8r", già intervenuto il giorno precedente a Monastirscina, attaccava energicamente l'occupante senza riuscire a sloggiarlo. Per ristabilire la situazione, il Comandante del XXIX Corpo d ' Armata ord inava lo spostamento del lll j82", in secondo scaglione, dal settore divisionale di destra a quello di sinistra, rinforzandolo con una compagnia del CIV battaglione mitraglieri. La Divisione continuava anche la propria cooperazione con la Pasubio, rifornendo da Paseka il caposaldo di Monas tirscina ( lf8o"), rimasto isolato.
{' Divisioue Celere. Dopo la rottura operata dai sovietici contro la 3" Armata romena (19- 23 novembre). all'inizio della battaglia del Volga, la Celere, dislocata in seconda schiera nell a valle del Boguciar, aveva dovuto mutare impiego ed assumere il tratto di fronte di circa )O chilometri, già occupato dalla 62" Divisione tedesca, per sostituirla, in quanto chiamata ad operare altrove. La Celere si era schierata a cavallo del basso corso della Tihaja, dove l'and amento del Don descrive una curva convessa verso sud , tra la T orino (a sinistra) e la Sforzesca. La differente costituzione organica tra le Divisioni italiane c quelle tedesche più forti aveva richiesto, per compensare la minore disponibilità di fo rze, che la Celere fosse rinforzata dalla Legione croata, alla quale era stato destinato un piccolo tratto di fronte. proporzionato alle sue modeste possibilità operative, all'estrema sinistra, a contatto con la Torino. Seguivano, da sinistra a destra, il 3" ed il 6" bersaglieri con tutte le forze proiettate in prima linea . Il secondo scaglione era costituito dal solo XIX battaglione bersaglieri. Data l'ampiezza del fronte da difendere, la Divisione era stata nnforzata dal XXVI battag lione mortai della Torino (meno una compagnia), da una compagnia del CIV battaglione mitraglieri, dal LXXIII gruppo misto (149/ 40 c 210j 22) d'Armata. Gli clementi mobili (XLVII battag lione motociclisti, LXVII battaglione corazzato c Xlf f g ruppo senlOventi) erano stati spos tati nei settori del XXXV c del Il Corpo d 'Armata, per le esigenze della battaglia in corso. Alle ore 7 la Divisione era attaccata violentemente sulla linea di contatto tra il Vl ed il X III battaglione (6" bersaglieri) e, dopo un'ora, l'attacco si estendeva a tutta la fronte del VI battaglione. poco ad e~t della confluenza della Tihaja nel Don , dove elementi avanzati sovietici penetravano in direzione di Tihovskoj.
372
Le operaZIOni delle unità italiane al fronte russo ( 19-/f- 1943)
A nord della Tihaja l'attacco si estendeva e si approfondiva su q. r63,3, minacciando la rotabile Mrykin - Konovalof. La batteria del 1I / 120" era già stata travolta. Alle ore ro un contrattacco del XIX battaglione, in direzione della foce della Tihaja, non aveva successo. Alle ore 13 una forte colonna russa aggirava da sud il paese di T ihovskoj, ed il XIX battaglione doveva ritirarsi ad ovest per oltre un chilometro, a difesa dell'abitato di Batalsckof, ricevendo il rinforzo della ros" compagnia artieri divisionale c della 45a compagnia genio ferrovieri tedesca. li XVI gruppo da osservazione tedesco (200 uomini) affluiva alle ore rs, per contenere e respingere la penetrazione del nemico in valle Tihaja. Alle ore 16,30 un nuovo attacco in direzione di q. 163,3 minacciava la 3" batteria del If t 20° e perfino l'abitato di Mrykin, sede del Comando del 120'' artiglieria, che vi veniva accerchiato. Alla fi ne della giornata, il settore del 3" bersaglieri non aveva subito attacchi in forze ed era in corso la sostituzione della Legione croata. Però il nemico, da q . r63,3, tentava di aggirare da sud le posizioni tenute dal reggimento, già isolate sulla destra. Nel settore del 6ù bersaglieri il nemico aveva operato una falla ampia circa r 2 chilometri, penetrando per circa 10, contrastato dai resti dei battaglioni bersaglieri VI e XIX, dalla ros• compagnia artieri e dalla 45' compagnia ferrovieri tedesca. Il XII l battaglione manteneva le posizioni sul Don, isolato a sinistra dalla penetrazione nemica su Birjukof.
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Divisione Sforzesca. La Divisione era schierata all'estrema destra dell'Armata, a contatto con la 1 Divisione romena (XXIII Corpo d 'Armata). Nella seconda decade di dicembre, questa era stata fortemente attaccata da fanterie e carri armati sovietici, presso la linea di contatto con la Sforzesca. La siwazione era stata mantenuta in termini tollerabili , con parziali arretramenti della linea romena, ai quali si era adeguato lo schieramento italiano. Il r6 dicembre, la 1 Divisione era stata costretta ad arretrare per una decina di chilometri c, pur essendo mantenuto il contatto a Gromok, la Divisione italiana si trovava con il fia nco destro scoperto. Per ordine del XXIX Corpo tedesco, la Sforzesca avrebbe dovuto inviare in giornata un g ruppo d'intervento a sos tegno della
La seconda battaglia difensiva del Don
373
contigua 3~ Divisione Celere. Peggiorata la situazione presso questa Grande Unità, la composizione del gruppo d'intervento veniva accresciuta e risultava: lil/ 53", Il/54", Tfrt a. (meno una batteria), una compagnia del II battaglione mortai, agli ordini del Comandante della fanteria divisionale. Alla fine della giornata il Comando del Gruppo d'Armate ordinava un arretramento dell'ala destra del XXIX Corpo d'Armata, che sarebbe stato coordinato dal Comandante del gruppo Hollidt (già XVII Corpo d'Armata tedesco). Inoltre spostava a Meskof, nel settore della 3" Celere, due battaglioni già destinati al gruppo Schuldt.
18 DICEMBRI:: FRo:-:TE nEL
II CoRPO n'AR~lAT.\.
:\!cl corso della notte le forze residue delle Divisioni 385a tedesca, Cosseria c Rac·en11a, oltre quelle intatte della 298a tedesca, avrebbero dovuto attuare il tentativo di ricostituire un fronte l• compatto n , innan7.i tutto conservando le posizioni originarie dove fosse stato possibile (ala sinistra della 385", con frammiste le forze del l< gruppo Colonnello Maggio » cd ala destra della 298 4 , a sud - est della foce del Boguciar) per limitare l'ampiezza della breccia praticata dal nemtco. Per le forze che avrebbero potuto rimanere sulle vecchie posizioni il compito della resistenza era facilitato dalla disponibilità dell'organizzazione posta in opera da tempo per sopportare l'inclemenza dell'inverno. Più difficile per le altre, anzi arduo, ottemperare al compito ricevuto. I reparti si trovavano a dover affrontare il combattimento su posizioni non organizzate, sprovviste di ricoveri, di reticolato, di ostacoli anticarro, senza l'armamento completo, con munizionamento scarso. Infine, non ultimo argomento negativo, con una forza morale scossa, non soltanto dalla stanchezza fisica della lotta e della marcia, ma soprattutto dalla visibile sconfitta, dalla sensazione di essere abbandonati e di non ricevere rinforzi, dalla mancanza dci carburanti, dalla stessa temperatura ambientale scesa a - 20", - 30". Alle ore 4 il Comando d'Armata diramava un ordine più circostanziato di quello del Comando Supremo tedesco, per la ripartiztone dci compiti tra le varie unità del II Corpo d'Armata:
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
- la linea da difendere si sarebbe sviluppata da Novo Kalitva a Zapkovo- Tvjerdoklebovka - Boguciar; - a sinistra, tra Novo Kali tva e Zapkovo, la 385' Divisione, rinforzata dalle unità disponibili della Cosseria; - a destra, da Tvjerdoklcbovka a Bot,ruciar e poi sul Don fino a Teresckova, la 298" Divisione, rinforzata dalle unità disponibili ddla Raunna ; - nello spazio non occupato da fanterie tra Zapkovo e Tvjerdoklebovka, la 27' Divisione corazzata (meno il gruppo Haempel. unito alla 298 ) avrebbe svolto azioni mobili tendenti a controllare il vuoto esistente; - le aliquote del Corpo d'Armata Alpino, destinate a comprendere l'intera Di\isionc fulia, avrebbero dovuto essere avviate all'ala destra della 38:;", per colmare il citato vuoto esistente ed avrebbero dovuto assolvere il loro compito eventualmente attaccando il nemico; - ogni palmo di terreno doveva essere di feso ad oltranza ; - nella zona di Taly. appoggiandosi al caposaldo costituito intorno alla vecchia sede del Comando del II Corpo d'Armata, avrebbero dovuto essere impiegate tutte le unità in corso d i riordinamento nella zona che era stata di retrovia del l[ Corpo d'Armata; nuove forze erano in corso di affluenza: il gruppo SS Fegelein (dal nome del comandante) di consistenza pari ad una Brigata (2 r) da impiegare in valle Boguciar per prolungare l'ala sinistra della 298", c la 387" Divisione di fanteria tedesca, che sarebbe stata scaricata dai treni nella zona a nord di Kantemirovka. L'irruzione dci mezzi corazzati sovietici aveva consentito al nemico di raggiungere lvanovka, sei chilometri a sud di Novo Kalitva, e pertanto il ripiegamento delle unità che avevano di(eso la posizione di resistenza risultava arduo. Per esempio, i difensori di q. 192, superstiti di cinque battaglioni, giunti alle ore 5 a Zapkovo, avevano trovato le opere campali (costruite per la seconda posizione dal gruppo Leonessa) già occupate dal nemico e, per proseguire, avevano dovuto conquistarle. Divisi in due colonne, dopo a\-erle attaccate, si erano aperta la via, ma si erano ridotti ad un totale di duecento uomini. (21) Due battaglioni SS, una batteria Sùirm GeschLitsze, una compagni::! controcarro, un gruppo d'artiglieria, una compagnia carri d'assalto, rinforzato dal 15' reggimento polizia.
La seconda battaglia difensiva del Don
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Il Comandante del Corpo d'Armata, ritenendo in corso d'esecuzione gli ordini del Comando Supremo, intendeva rinforzare la difesa di Ta1y , per sviluppare poi un'azione offensiva in valle Boguciar, fino a collegarla con la 298• Divisione a Tvjerdoklebovka. All'alba il Comando del XXXV Corpo aveva informato che quella Divisione, come si è già detto, aveva in corso i movimenti ordinati, senza precisare di quali movimenti si trattasse, né aveva risposto al quesito se fosse stata assicurata l'occupazione di Tvjerdoklebovka. In realtà la 298a Divisione, anziché schierarsi, ripiegando sulla sponda meridionale del Boguciar la propria ala si nistra, sotto la protezione del gruppo Capizzi stava prendendo tutt'altra posizione, schierandosi sul costone situato sulla sponda destra della Levaja, a contatto con la Pasubio, lasciando aperta alla penctrazione del nemico la valle del Boguciar. Alle prime luci del giorno, il nemico, che già alle ore 2 vi aveva fatto una puntata con sette carri armati, iniziava l'investimento di Tal y, caposaldo compreso in un'ansa del Boguciar, con postazioni e trincee coperte c ricoveri per il personale, difeso inizialmente da forze pari a due battaglioni e da una batteria italiani (22), parzialmente costitui ti da reduci dalla linea e molto provati. con numerosi congelati. Il nemico sviluppava attacchi per l'intera giornata, sostenendo anche la fanter ia con alcuni carri armati. Alle 7,30 incominciava a giungere a Mitrofanovka l'autocolonna con i primi elementi del gruppo d'intervento fulia (23). Alle prime ore del mattino il nemico attaccava in forze la difesa di ~ovo Kalitva, tenuta ancora dai resti del i e del Il f8q", che respingevano i russi, infliggendo loro gravi perdite c catturando prigionieri. L'azione era stata condotta con il concorso della contigua Divisione alpina Cuneense. Mentre il Comandante del II Corpo ne informava il Comando dell 'Armata, non mancava di far notare che una linea continua esisteva soltanto a sud di Novo Kalitva fino ad rvanovka. Più a (22) Due compagnie del TI battaglione g uaHatori, 104" compagnia anicri (senza armi automatiche), 23" compagnia ponticri (con due mitragliatrici), due plotoni del XXXII battaglione controcarro, un plotone lanciafiamme, 52• barteria controacrei da 20, una compagnia di formazione (senza armi auto· matiche), una batteria da 75 / 18 della Co.r.reria, una sezione da 75/32 del Tfl / 201 ' , 2' compagnia chimica. Si erano uniti anche una compagnia pionieri tedesca ed il gruppo controcarro Andersen con 18 complessi. (23) Battaglio ni alpini L'Aquila e Tolmez:::o, 83' compagnia c f c da 47, 13" e .H• batteria da 75 f q, 45• batte ria controaerci da 20, elementi del genio telewafìsti.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1<)41- 1943)
sud c nella valle del Boguciar la situazione era fluida. Sola notizia certa era quell a della resistenza di Tal y. Per altro risultava molto difficile avviare dalla zona retrostante elementi di rinforzo, a causa della mancanza di carburante. Il Comando del Corpo d'Armata Alpino comu nicava che, per accelerarne i tempi d 'intervento, aveva disposto l'autotrasporto anche del battaglione Cividale, mentre la restante parte della Julia avrebbe compiuto il previsto trasferimento a piedi. Incominciavano così ad intervenire nella battaglia anche le Grandi Unità alpine. Infatti alla sera (ore 20) del r6 dicembre il Comando d 'Armata aveva disposto il trasferimento al II Corpo d'Armata dell 'intera Divisione /t-dia, da sostituire in linea con la Divisione Vicenza. L'operazione per il grosso della fulia si presentava piuttosto complessa, in quanto il Comandante del Corpo d'Armata, conoscendo la limitata efficienza operativa della D ivisione Vicenza (era tra l'altro priva di artiglieria), aveva prescritto che nel settore della Divisione solamen te uno dei suoi battaglioni (del 277") prendesse posizione sul Don ed un altro dello stesso reggimento rimanesse in secondo scaglione. Un altro battaglione (del 278'') sarebbe stato impiegato in secondo scaglione alla Divisione CuneetJSe, il terzo (del 277") era destinato alla difesa di Rossosc, due del 278° erano asseg nati in secondo scaglione alla Divisione Tridentina. Nel settore della Vicenza (già della fulia) sarebbero affluiti invece: - dalla T ridentina, i battaglioni alpini Vestoue e M orbeguo; -
dalla Cuneeme, il battaglione alpini Piet'e di Teco.
Per dotare la Divisio ne Vicenza dell 'artiglieria di piccolo calibro, le venivano assegnati due gruppi da 75 / 27 (su due batterie) del reggimento artiglieria a cavallo, mentre rimanevano nel settore i rinforzi delle altre artiglierie di Corpo d'Armata e d'Armata. l provvedimenti adottati erano resi necessari non soltanto dall'esigenza di colmare le lacune organiche della Vicenza, ma anche perché la Divisione lasciava a desiderare perfino nella stessa composizione dei suoi battaglioni, formati dai centri di mobilitazione in Italia con personale di troppo diverse origini (marÉnai, avieri , artig lieri), con un inquadramento non del tutto adatto ai compiti ultimamente ricevuti. Nel centro logistico di Kan tcmirovka si era determinata una situazione molto complessa. Per il continuo afflusso di personale, automezzi, salmcrie, carreggio c slitte e per l'impossibilid1 del locale
La Jf'conda battaglia difmsiva del Don
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Comando di tappa di dare ordine conveniente a tutto quel movimento straordinario, la cittadina era rimasta bloccata. Tutti cercavano ricovero, rancio caldo, viveri di conforto, mentre la possibilità di somministrarli era limitata c non poteva essere soddisfatta contemporaneamente. Quegli uo mini, del cui numero non si hanno dati precisi, ma che poteva variare da un minimo di 3 .000 ad un massimo di 6.ooo, inquadrati dai loro diretti comandanti, a seconda del frazionamento nei caposaldi, avevano perduto l'abitudine a vivere nell'ambito dell'unità superiore e si erano mossi come si trovavano, raccolti in piccole unità, non alla rinfusa. Una gran parte era giunta a Kantemirovka soltanto perché non aveva trovato ricetto nelle altre località, mentre cercava di sottrarsi alla rigidissima temperatura. Il Com andante del TI Corpo d'Armata domandava al Comando d'Armata la designazione di località idonee al decentramento di quella massa, anche per favorirne un primo conteggio, distinguendola per unità, facendo seguire il riordinamento organico. Aggiungeva il p roprio parere che Kantemirovka non fosse idonea allo scopo, perché situata nelle retrovie del XXXV Corpo d'Armata e sed e di base d'Intendenza. Infine, se Taly fosse caduta , la località sarebbe risultata ancor più inadatta. Prevedeva come possibile la ricostituzione di tre battaglioni fucilieri di circa 900 uomini l'uno con una trentina d 'ufficiali: uno per og nuna delle Divisioni Ravenna e Cosseria, uno per le unità di Corpo d'Armata e di Armata, formati su quattro compagnie di quattro plotoni ciascuna, rispettando fino a che fosse possibile le provenienze organiche, affinché fosse più agevole l' affiatamento. Proponeva che i reparti approntati si trasferissero al più presto: - a Novo Markovka, la Divisione Ravenna, entro le ore 12 del g1orno 19 ; a Sofievka, la Divisione Cosseria, entro le ore IR del g10rno I<); a Nikolskoje, le unità di Corpo d'Armata e d'Armata, entro le ore 18 del g iorno 19.
Le proposte erano tutte accolte dal Comando d'Armata, che insisteva su ll ' urgenza di rimand are in linea i reparti appena ricostituiti. Sarebbe stato molto difficile, però, trovare reparti efficienti fra quelle truppe, presso le quali tutto faceva di(etto, armi, dotazioni di reparto, m ezzi di trasporto, eq uipaggiamento e perfino, in taluni casi, armamento individuale.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
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Alle ore 15 il Comando d'Armata disponeva la cessazione della dipendenza operativa della 298' Divisione dal li Corpo cd il suo ritorno al XXXV- CSIR. Nel pomeriggio si presentava al Comando del II Corpo d'Armata il Comandante del gruppo tedesco Fegelein, giunto nel settore prima della sua unità. li Generale Zanghicri lo orientava su un'ipotesi di impiego offensivo diretto a stabilire il contatto, attraverso la valle del Bogucìar, con la 298 Divisione. Il comandante tedesco accettava l'idea della cooperazione, purché fosse rispettata l'autonomia della sua unità. Alle 16,30 il Comandante dell'Armata avvertiva che, nella stessa giornata, si sarebbe stabilito a Kantcmirovka il Comando del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco per assumere il comando sulla 29B- Divisione e su tutte le altre unità tedesche impiegate nei settori dei Corpi d'Armata II ed Alpino, come di quelle in corso di affluenza. Riserva di ordini per l'inserimento tattico. Il LI Corpo perdeva così il comando non solo sulle unità tedesche, ma anche su quelle italiane, date in rinforzo ai tedeschi, pur conservando la responsabilità operaùva del settore. Il Comando d'Armata poneva in stato d'allarme i presidi di Malccvskaja, Tcertkovo, Kantemirovka, Rossosc, Jcvdakovo, Millerovo, affinché attuassero i loro progetti di difesa, evitando di ricorrere alle unità in transito. Il presidio di Taly, a corto dì munizioni, veniva attaccato nel pomeriggio, e più fortemente nelle prime ore del la notte. Alla fine della giornata: - la 385' Divisione teneva la linea da Novo Kalitva ad Tvanovka; - a Novo Kalitva la continua azione del nemico era stata sempre respinta dal fuoco e dai contrassalti del I e del Il j 89", rinforzati dal battaglione alpini Mondol'l, inviato dalla Divisione Cuneense. Particolarmente violenti erano stati gli attacchi tra le ore 13 e le 16; - all'imbrunire una forte colonn a sovietica di fanteria c corazzati era entrata a Zapkovo; - i reparti circondati a sud di Deresovka erano rientrati nelle lince combattendo e portando seco le armi pesanti; - sulla destra della 385 operava una parte della 27"' corazzata; -
mancavano notizie sull a situazione di Sorkj e Dolgj;
La seconda battaglia difensiva del Don
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le perdite complessive erano state molto elevate; - era iniziato l'arrivo dci reparti della 387" Divisione e del gruppo Fegclcin. FRONTE DEL
XXXV CoRPO n'AR\t.HA- CSIR.
298" Ditùione tedesca.
Dopo ayer lasciato le posizioni sul Don fuori del contatto col nemico cd avere ripiegato sulla sponda destra della Lcvaja, tra il Don e Radtscenskoje, nelle prime ore della sera era venuta in contatto con clementi di fanteria russa c di cavalleria mongola. Lo schieramento della Divisione si collegava a destra, per mezzo dd gruppo Capizzi, con la P.1subìo (Il! /79 ). La valle della Levaja era ormai in possesso del nemico. Ditùio11e Pasubio.
Fino dall'alba la 38 Divisione Guardie riprendeva gli attacchi contro le posizioni di riva destra del Don, a cavallo del Gluboki Schlucht (III / 79"). Gli attacchi , dicci nella giornata, malgrado alterne vicende, non ottenevano sostanziale successo, essendo stato perduto un solo caposaldo. Una forte azione contro le posizioni centrali di q. 2ot.r. tenute dal battaglione del 525" granatieri e dal raggruppamento 3 Gennaio, era stata nettamente respinta con gravissime perdite dd nemico. Nel settore di destra (Ro" fanteria) gli attacchi erano stati stroncati dall'artiglieria. A Monastirscina, il l f 8o , sempre accerchiato, continuava a resistere. Al margine di destra del settore era comparsa una unità di cava Ucria sovietica. La Divisione aveva ricevuto in rinforzo un'altra compagnia artieri, la r6·· compagnia chimica e la 1" compagnia motociclisti. FRONTE DEL
XXIX CoRPO n'ARMATA TEDEsco.
D1visione Torino. Per tutta la giornata durava il contrattacco per la riconquista della q. r62,9, al limite di settore di sinistra con la Pasubio. Il trasferimento del III/82" all'ala sinistra aveva aggravato la situazione. Il nemico era riuscito ad occupare alcuni centri di fuoco, ma un contrassalto aveva ristabilito la situazione.
18 Di c. -::;:::::~
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Unita ancora sul DON Linea di ripiegam . del 18-XII Uni t a in affluenza ===t> Attacch i sovietici
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La .ceconda battaglia difensiva del Don
5" Dit isione Celere. 1
Alle ore 3 aveva luogo un violento attacco al limite di settore divisionale con la Torino, mentre si verificava un forte bombardamento aereo su Mcskof. Altri attacchi erano sviluppati c respinti nella notte, contro la destra del 3 bersaglieri ed in valle Tihaja. Il nemico faceva affluire nuove forze di fanteria, mortai ed artiglieria ed alle ore 7 riprendeva l'attacco su Birjukof e contro l'ala destra della Divisione, durato per l'intera giornata. Si delineava lo sforzo per aggirare la destra del 3" bersaglieri, approfondire la penetrazione nella valle Tihaja e raggiungere Meskof. Verso mezzogiorno, nel settore di destra, il gruppo d'intervento Sforzesca (Vaccaro), con il 11I/s3", muovendo da Kalinovski, riconquistava le posizioni di q. 154·9· ma su di esse era subito contrattaccato, resistendovi per la restante parte della giornata. Dit'isione Sforzesca. Mentre le forze del gruppo d'intervento combattevano nel settore della Celere, ii Comando del XXIX Corpo d'Armata emanava un ord ine d i ripiegamento, da eseguire nella notte successiva, per schierarsi tra lo sbocco della Tihaja e la valle del Tcir, raccordandosi a sinistra al gruppo Vaccaro, al quale era stato unito anche il XIII battaglione bersaglieri. Nella notte doveva essere raggiunta la linea da Merkulov a Vcrhnij Tokin, nell a notte sul 2o la linea Tihaja - T cir, fino a Gracev (escluso). 19 DICEMRRE FRoNTE DEL
Il CoRPO o' ARMATA.
Durante la notte il Comando d'Armata rendeva formale il passaggio della responsabilità operativa dal Comando del Il Corpo d'Armata italiano a quella del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco, stabi litosi a Golaja, senza portar seco alcuna forza combattente. Con quell'ordine (Documento n. 106) veniva resa alle unità italiane non schierate la guida naturale per la ricostituzione, intesa quale mezzo per rendere loro le << caratteristiche di reparti combattenti n, con lo scopo finale del reimpiego pitl sollecito possibile. Il Comando del XXIV Corpo si era immesso nelle funzioni senza formalità, anche contro le disposizioni dell'Armata, semplice-
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Le operaziolll delle unità italiane al fronte russo (1941 -1943)
mente disinserendo i contatti telefonici tra il II Corpo e le Grandi Unità tedesche, con le quali pure cooperavano unità italiane dello stesso II Corpo d'Armata. [ combattimenti intorno a Tal y proseguivano senza interruzioni. Il Generale Zanghieri, in un colloquio telefonico con il Comandante dell'Armata, ripeteva il concetto della non idoneità dì Kantemirovka per il riordinamento dei reparti, specialmente se fosse cessata la resistenza di Taly c prospettava l'eventualità di un trasferimento ad ovest, nella zona di Voroscilovgrad, oppure a nord, nelle rctrovic del Corpo d'Armata Alpino. Il Generale Gariboldì insisteva sull'urgente esigenza ùi alimentare i reparti in linea, da anteporre a quella del riordinamento, anche se il provvedimento poteva essere attuato soltanto con drappelli eterogenei e raccoglìticci. Comunque. a Kantemìrovka erano in corso le operazioni per formare ed avviare nelle località c nei tempi previsti i tre blocchi stabiliti il giorno precedente. Tutti sapevano che i sovietici stavano avanzando, ma la precisa segnalazione che carri armati avversari si stavano dirigendo da Taly su Kantemìrovka era giunta alle ore 8 circa del mattino. Quando le sagome dei carri armati sovietici si profi larono sulla collina sovrastante la stazione ferrov1aria e si fermarono in osservazione, fu rono ritenute di mezzi tedeschi. Ma le cannonate dirette sull'abitato che brulicava dì uomini avevano subito chiarito a tutti d1 chi si trattasse. Oltre ai numerosi soldati, sostavano nel vasto piazzale di Kantemirovka circa trecento autome7.Zi pronti a partire c con i motori accesi a causa della temperatura bassissima. Le cannonate e le raffiche di mitragliatrice dci carri provocarono sorpresa, disorientamento c panico. La grande massa degli uomini sciamò velocemente dalla piazza, cercando scampo in ogni modo. Si verificò così una generale corsa agli automezzi, alcuni dei quali partirono addirittura vuoti, per allontanarsi più in fretta. Abbandonarono caoticamente Kantemirovka gruppi di automezzi stracarichi di uomini ed altri gruppi di sold ati a piedi, che non avevano avuto modo di salire sugli autocarri. La disordinata massa si disperse successivamente in rivoli verso Belovodsk, Starobelsk, T ccrtkovo, Millerovo e su altri itinerari, in un generale frammischiamento di militari di ogni provenienza, finiti poi nelle località e nei reparti più impensati. Fu abbandonato armamento, equipaggiamento ed ogni cosa ingombrante che avrebbe potuto rallentare il movimento.
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La seconda battaglia difen.<it a del Don 1
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Analogo fenomeno era avvenuto alla stazione ferroviaria, ove erano in sosta treni già carich i di personale in attesa di partire. I pochi r imasti, in gran parte ufficiali, si aggiravano nell'abitato, nell'intento di portare ordine fra coloro che erano ancora incerti sul da farsi, fatti segno del fuoco di elementi nemici che ormai percorrevano le strade semidesertc. Qualche ufficiale era riuscito a ricuperare un automezzo ed a superare la colonna degli uomini a piedi, per metterscne alla testa e riportarli nell'ambito disciplinare cd organico. A Belovodsk, parte dei fanti del 38" era stata riportata all'ordine ed aveva preso posizione a difesa della base logistica. 11 giorno successivo si era ordinatamente trasferita a Voroscilovgrad. Unità c personale rimasti in Kantcmirovka, sotto la guida del Capo di Stato Maggiore dell'Intendenza, riprendevano la normale attività, prima fra tutte quella dello sgombero su Voroscilovgrad degli ospedali da campo e dci più utili materiali dei magazzini d 'Intendenza . La vita dell'abitato era resa più difficile dall'azione dei partigiani, operanti in nuclei. L'episodio di Kantcmirovb, che, nel rispetto della vcnta attestata da test;monianzc dirette, si è qui narrato senza eufemismi c senza artifìzi dialettici miranti a mascherare la poco edificante realtà della vicenda, è stato c resta un fatto isolato della campagna italiana in Russia. Esso non deve perciò portare a gratuite generalizzazioni, anche perché coi nvolse meno del due per cento della forza complessiva impegnata nel la seconda battagl ia difensiva del Don. Senza indulgere per nulla sul comportamento di quei soldati, occorre tuttavia considerare che provenivano tutti da una impari lotta durata circa dicci giorni, lotta che li aveva esauriti nel fis ico c nel morale e li aveva resi ormai incapaci di ogni reazione. A ciò si aggiunga la chiara consapevolezza di ciascuno che nemmeno il sacrificio di tutti g li uomin i dell'Armata sarebbe bastato ad arrestare la travolgente valanga di ferro e di fuoco, che poneva, tra !"altro, di fronte ad ogni soldato italiano del settore investito non meno di ci nquc soldati russ1. Per il Comando del II Corpo si riaffacciava in modo ancor p!U p ressante il problema della riorganizzazione dei reparti e della loro ricostituzione, fatta seguire possibilmente da una fase di ripresa
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Le operazioni delle unità 1tahane al fronte russo ( r941 • 1943)
morale e di efficienza operativa. Ma ogni proposito in tal senso sembrava urtare contro la volontà del Comando d'Armata, che richiedeva l'immediato reimpiego degli uomini. La situazione a T al y rimaneva grave : le riserve d i ogni genere andavano esaurendosi, gli attacchi continuavano, i reparti tedeschi poco si prestavano ormai alla cooperazione. Nelle ore pomeridiane il Comando d'Annata ordinava al Generale Dupont, Comandante della Raue1111a, di farsi sostituire nel comando della difesa di Taly dai tedeschi e di rientrare con tutte le unità italiane. Verso la fine del pomeriggio era in atto presso il XXIV Corpo la seguente situazione: - il fronte della 385" Divisione era stato rotto, ma era tenuta la linea alture ad ovest di ~ovo Kalitva- q. 176- q. 20<) (sud- ovest di Ivanovka); - il gruppo Fegclein stava costituendo la linea: Deresovatka - Atamanski - Scelobok, per collegare la 385• con Taly, tuttora difesa.
Il XXIV Corpo intendeva conservare quella linea. evidentemente a copertura della ferrovia Rossosc - Millerovo. Frattanto la Cosseria raccoglieva a tergo della Cu11eense i propri reparti ancora provenienti da est, attendeva il rientro del 90" fanteria defluito a Kantemirovka e si sarebbe dislocata nella zona di Pelagejevka. Tre battag lioni dell a Ju!ia stavano per congiungersi con il gruppo d'intervento. FRoNTE DEL
XXXV CoRPO v'ARMATA- CSIR.
La situazione non aveva subito sensibili variazioni durante la notte, essend o riconfermato l'ordine di resistenza in posto, per limitare la breccia al corso del Boguciar. Alle ore 12 il Comandante del Corpo d 'Armata apprendeva presso il Comando della 298" Divisione tedesca che il Comando d'Armata aveva disposto il trasferimento di questa agli ordini del XXIV Corpo corazzato tedesco ed il suo ripiegamento sulla sponda destra della Tihaia. A l XXXV Corpo sarebbe rimasta b sola Divisione Pasubio. l carri armati sovietici effettuavano una puntata anche su Tcertkovo, dove il presidio italiano (unità complementi per la 3a Celere appena giunte dall'Italia e servizi d'Intendenza) respingeva l'attac-
La seconda battaglm difensiva del Don
co, dando inizio alla resistenza che, alimentata da forze italiane c tedesche, sarebbe durata per gua~i un mese.
298• Dit,isione tedesca. Non era stata attaccata sulle posizioni occupate il giorno precedente e continuava a disporre anche del gruppo Capizzi (circa due battaglioni della Rateuna, con clementi di rinforzo), di due battaglioni dd 79" fanteria e di un battaglione di formazione del genio. Alle ore 12 passava alle dipendenze del XXIV Corpo corazzato tedesco.
Ditùione Pasubio. Durante la notte conteneva la forte pressione del nemico. L'usura dei reparti era tale che le forze congiunte del 79" fanteria c del IX battaglione mortai divisionale ammontavano complessivamente a 659 uomini, dei guaii 38 ufficiali. Le restanti unità non erano in migliori condizioni. Alle ore 12,30 il Generale Zingalcs, Comandante del Corpo d'Armata, recatosi presso il Comando della Divisione, comunicava l'ord ine, poco prima ricevuto, di ripiegare verso sud, sulla sponda destra della Tihaja, tra Verchnjakovski c Nasarov. Sulla destra non era stato possibile stabi lire il collegamento con la Torino. FRoNTE DEL
XXIX CoRPO n'ARMATA TEDEsco.
Anche per questa Grande Unità continuava a vigere l'ordine di resistenza sul posto, sebbene gli avvenimenti della giornata precedente presso le tre Divisioni ne avessero infìrmata la validità, ma alle ore 10 il Comando d'Armata ordinava l'arretramento sulla seconda posizione.
Divisio11e Torino. Rimaneva sul Don , anche se minacciata di aggiramento sulla destra, dove un attacco contro Surof era stato respinto; non aveva potuto collegarsi sull a sinistra con la Pasubio. Nelle retrovie divisionali, presso Kriniza, p-ià si combatteva contro infiltrazioni nemiche. I resti del III / 82" dovevano ripiegare su Paseka, asserragliandovisi fronte a nord- ovest; altro attacco era respinto a Suchoj Donez. 2j. -
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La u conda baffaglia difensiva del Don
]" Divisioue Celere. Alle ore 6, non essendo giunti tutti gli attesi rinforzi, era stato preparato un contrattacco con le forze disponibili: il nemico, però, preveniva l'azione con forti attacchi sulla destra (6" bersaglieri) e nella zona a sud- ovest di Mrykin (3 ' bersaglieri), con l'evidente scopo di progredire nella valle Tihaja, allargare la breccia tra i due reggimenti e cadere a tergo del 3" bersaglieri, puntando su Mcskof. Alle ore IO il 3" bersaglieri resisteva ancora sul Don, sebbene fortemente premuto di fronte e minacciato a tergo; i reparti posti a sbarramento della valle Tihaja stavano ripiegando da Birjukof su Mclovatyj, sotto la pressione nemica; Meskof era direttamente minacciata. Il Comando del XXIX Corpo d'Armata, alle ore 14, ordinava che tutte le unità ripiegassero sulla Tihaja, per assumere la difesa del settore Meskof - Provalskij, tra la Torino e la Sforzesca.
Divisione Sforzesca. I movimenti ordinati per raggiungere la linea intermedia di ripiegamento tra Merkulov e Verhnij Tokin e quella Tihaja- Tcir erano stati effettuati prima delle ore 4, realizzando il ricongiungimento con il gruppo Vaccaro. Questo, attaccato alle ore 5 da notevoli forze, resisteva sul posto fino alle ore IO e si portava poi sulle alture a sud -est di Varvarin e ad est di Kalinovski.
C) RIPIEGAMENTO DEL CENTRO E DELLA DESTRA DELL'8• ARMATA (19 - 22 DICEMBRE)
(Disegno n. 40) Lo sfavorevole andamento assunto dalle operazioni sul fronte del II Corpo d'Armata, la ripresa offensiva contro il XXXV Corpo (Divisione Pasubio), l'estensione degli attacchi a tutto il fronte del XXIX Corpo d'Armata tedesco cd il peggioramento della situazione sul fronte della contigua 3" Armata romena avevano indotto il Generale Garibaldi a prospettare al Comando del Gruppo di Armate cc B », fino dal 17 dicembre, la necessità di un sensibile arretramento della linea per ricostituire una nuova difesa continua. Il logoramento delle Divisioni italiane di prima schiera aveva maggiorme nte ridotto le loro già limitate disponibilità organiche,
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
l'afflusso di unità fresche da tergo (385 Divisione tedesca c minori reparti italiani e tedeschi) era servito solamente ad alimentare la lotta nella prima fase della battaglia, l'arrivo di altre Grandi Unità (Divisione Ju!ia e 38i Divisione tedesca) era preannunciato ed in corso di esecuzione, ma non offriva possibilità di pronto intervento a massa. Pertanto, per la nuova linea di resistenza doveva essere studiato un andamento meno esteso del precedente, che seguiva il corso del Don in ogni sua tortuosità. Era stato orientativamente proposto di seguire l'andamento della linea ferroviaria Rossosc Millerovo, lasciando invariato il fronte intatto del Corpo d'Armata Alpino c, proseguendolo verso sud, trovare il collegamento con il Gruppo Armate Don, che stava combattendo per congiungersi con la 6' Armata tedesca isolata da circa un mese presso Stalingrado. La proposta non era stata accettata, in quanto il Comando del Gruppo di Armate « B », in conformità alle disposizioni del Comando Supremo tedesco, aveva seguito il criterio di cedere terreno quanto meno fosse possibile. D'altra parte l'interpretazione errata che il Comando dell a 298' Divisione aveva dato tra il 17 ed il 18 dicembre agli ordini di ritirare sul Boguciar la propria ala sinistra, lasciando invece aperta la valle, non potuta sbarrare dalla resistenza del modesto presidio di Taly, aveva consentito alle forze corazzate sovietiche di raggiungere ed interrompere a Kantcmirovka la ferrovia che teoricamente si sarebbe voluto coprire. L'offensiva contro la Pasubio e contro il XXIX Corpo tedesco, specialmente contro la 3" Divisione Celere, stava conseguendo nuovi risultati. Il giorno 18 il Comando di Armata aveva di nuovo prospettato la necessità di un arretramento delle Grandi Unità, per impedire che la loro distruzione imminente giovasse al nemico per aprire una più vasta breccia. Ma la risposta << il Fi.ihrer vuole che si resista ad oltranza >> portava i rapporti dal piano di una razionale discussione a quello fideistico. Solamente l'aggravamento della situazione - determinato congiuntamente dall'episodio di Kantemirovka, dall'ulteriore flessione della linea del XXIX Corpo tedesco e dai negativi avvenimenti verifìcatisi presso la 3" Armata romena - inducevano il Comando del Gruppo di Armate (( B » a disporre, alle ore 15 del 19 dicembre. il ripiegamento delle Grandi Unità operanti a sud del Corpo d'Armata Alpino, affinché fosse possibile costituire una linea arretrata sulrasse Ticho Sciuravskaja - Meskof - valle Tcir.
La seconda battnglm difen swa del Don
19 DICE.\IRRE (ORE PO.\IERID!AXE)
FRoNn VEL CoRPO n'ARMATA ALPINO (24). Si stava procedendo alla sostituzione della Divisione fulia con l'inserimento al suo posto della Divisione Vicen za. Lo schieramento di estrema destra del Corpo d'Armata, e particolarmente le posizioni tenute a Staro Kalitva dalla Divisione Cm1eeme, subivano violenti bombardamenti aerei. L'artiglieria controacrea abbatteva due apparecchi nemici c ne danneggiava gravemente altri quattro. Il battaglione Saluzzo (estrema destra del settore Cuneense) interveniva in un contrattacco al limite di settore, cooperando con i resti del II e lll / 89° fanteria (Divisione Cosseria), che tuttora resistevano nella zona di Novo Kalitva. Il gruppo d'intervento fu!ia era impiegato dal XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco nella zona di Kriniscnaja - Selenj fa r rvanovka. II CoRPo n'AR~IATA. Aveva in corso il riordinamento delle unità c non aveva responsabilità operative. FRONTE DEL XXIV CoRPO n'ARMATA coRAZZATO TEDEsco.
Il nemico continuava la propria pressione sul fronte tra Novo Kalitva cd Ivanovka, dove l'azione dell'avversario era validamente contrastata dalla difesa , consolidata dal l'affluenza del gruppo d'intervento fulia c del gruppo Fcgelein. Continuava la resistenza di Taly. Era stata assegnata al XXIV Corpo d'Armata la 298" Divisione, già inquadrata nel XXXV e nel II Corpo italiano. SETTORE DEL XXXV CoRPO n'ARMATA- CSIR. Era data esecuzione agli ordini di ripiegamento, ma si profilava sempre più la minaccia sulle rctrovie, portata da consistenti punte corazzate sovietiche nella valle Levaja. (24) Si continuerà a fare uso della dizione << fronte '' solamente quando le unità schierate mantengono una linea continua. Si userà la dizione u settore '' quando le unità eseguono movimenti senza mantenere una linea continua.
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Le orerazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Durante l'esecuzione dell'ordine di ripicgamento sulla linea Radtscenskoje - Medova - Karasejcv - Meskof - Provalski - Napolof Gracev, una puntata di mezzi corazzati sovietici, giunta fino a Kriniza, rendeva superato il provvedimento in atto. Alle ore 15, dopo nuovi ordini del Comando del Gruppo di Armate 11 B l> , il Comando dell'Ba Armata disponeva per l'occupazione della nuova linea più arretrata: Ticho Sciuravskaja - Meskof - valle Tcir, intendendo costituire su di essa due pilastri, essenziali ai fini della difesa: - a Ticho Sciuravskaja, con le unità dell'ala sinistra della 298" Divisione; - a Mesko(, con il gruppo Schuldt. Inoltre, per colmare la falla determinatasi tra le ali interne dei Corpi d'Armata XXXV- CSIR c XXIX tedesco, disponeva che il non ancora giunto terzo reggimento di fanteria della 385" Divisione venisse sbarcato dai treni alla stazione ferroviaria di Tcertkovo.
Divisione Pasubio. Verso le ore 13 riceveva l'ordine di ripiegare a sud e raggiungere la sponda destra della Tihaja, tra Verchnjakovski e Nasarov, per prendervi posizione fronte a nord. passando per Karasejev c Michailovka. La stessa sera, verso le ore 21, l'ordine veniva mutato in quello d1 radunarsi nella zona Arbusov - Abakusc n. 2 - Alexejevo Losovskaja, per organizzarvisi a caposaldo, con difesa particolarmente atùva verso ovest, soprattutto in funzione controcarro, così da proteggere il fianco sinistro delle Divisioni che, frattanto, dovevano schierarsi sulla Tihaja. La generale scarsità dci carburanti determinava l'ordine di abbandono di una parte dei restanti pezzi d'artiglieria, previa inutilizzazione. Le difficoltà del percorso accrescevano le perdite ed alla sera rimanevano alla colonna solamente 4 pezzi da 75/ 27 dell'S" artiglieria. l serventi appiedati costituivano unità di formazione. SETTORE DEL XXIX CoRPO n'ARMATA TEOESco (unità in ripiegamcnto).
Dlllisione T orino. Aveva ricevuto l'ordine di schierarsi anch'essa sulla Tihaja, raggiungendo Mcskof con movimento a scaglioni successivi. transi-
LA seconda battaglia difenJiva del Don
tando per Kalminko( e trasmettendo l'ordine di ripiegamento anche al 3o reggimento bersaglieri, schierato alla sua destra ed isolato dal Comando de Ila 3' Divisione Celere. Alle ore 21,30 l'ordine veniva mutato dal Comando del XXIX Corpo d'Armata tedesco in quello di proseguire il ripiegamento verso sud- ovest. Alle ore 24 il collegamento telefonico con il Comando del XXIX Corpo veniva interrotto, né poteva essere tenuto via radio, in quanto l'Ufficiale di collegamento tedesco, di propria iniziativa, per avere sentito che elementi nemici si trovavano alle spalle della Divisione, aveva arbitrariamente distrutto la sola stazione abilitata a mantenere quel collegamento. Le forze in ripiegamento distruggevano due carri armati avversari nella zona di Mankovo Kalitvenskaja. 3" Divisione Celere.
I reparti assegn:tti in rinforzo alla Divisione non erano giunti. All'alba il nemico attaccava in forze, prevenendo un contrattacco predisposto dal 6" bersaglieri. Le unità avversarie riuscivano a penetrare nella valle Tihaja, mentre il Comando del XXIX Corpo d'Armata ordinava di continuare a tenere la linea del Don, quando, con fanteria c carri armati, il nemico attaccava ormai Meskof, nelle retrovie della Divisione. Veniva tentato uno sbarramento della valle Tihaja, ma i collegamenti con la sinistra della Divisione erano interrotti. Alle ore 14 il Comando del XXIX Corpo ordinava il ripief!amento sulla linea della Tihaja, tra Meskof e Provalskij. L'ordine di ripiegamento doveva essere trasmesso al 3o bersaglieri tramite il Comando della Divisione Torino, che assumeva il reggimento alle proprie dipendenze. Il 3" bersaglieri si trovava isolato dal resto della Divisione. Esso occupava su 1 Don un settore di 22 chilometri e disponeva, come riserva settoriale, di due sole compagnie di formazione, delle quali una comprendeva perfino un plotone di soldati di sanità, e l'altra era croata. Nella notte aveva dovuto abbandonare la linea del Don sotto la protezione dello scaglione di retroguardia e schierarsi sulla Tihaja, prendendo contatto con la sinistra della Torirw a Meskov. Scarseggiavano le armi. poste fuori combattimento nei giorni precedenti, e le munizioni, non più rifornite da tergo. L'artiglieria aveva dovuto distruggere i propri pezzi per mancanza di carburante. ~cl pomeriggio il Comando della Divisione, la Sezione di samtà, due Ospedali da campo cd un Nucleo chirurgico, la Sezione
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Le operazioni delle unitcì italùme al fronte russo ( 1941- 1943)
di sussistenza, la Squadra panettieri, il Posto di avviamento munizioni divisionale, gli autoreparti e la Sezione carburanti e lubrificanti erano stati pressoché interamente distrutti da due attacchi di carri armati sovietici. Alle ore 24 nessuna notizia era pervenuta ancora sul ripiegamento del 3 ' bersaglieri e della Legione croata, mentre permaneva la minaccia dei mezzi corazzati nemici a tergo della Divisione, con provenienza da nord c da ovest. Alla stessa ora giungeva l'ordine del XXIX Corpo tedesco di non fermarsi sulla linea della Tihaja, ma di proseguire verso sud, in direzione di Kasciari, perché la strada Mesko( - Diogtevo era tenuta da due corpi corazzati sovietici. D opo questa comu nicazione, il collegamento con il Comando del XXIX Corpo d'Armata era interrotto. La colonna del 6" bersaglieri distruggeva quattro carri armati sovietici .
Divisio11e Sforzesca. Mentre venivano eseguiti gli ultimi movimenti del np1egamcnto ordinato dal XXIX Corpo d'Armata fìn dal giorno precedente. alle ore 23 giungeva un altro ordine secondo il quale la Divisione, già sopravanzata alle ali da numerosi mezzi corazzati nemici, non avrebbe dovuto più schierarsi sul Tcir, ma sfondare in direzione sud, verso Nizne Boliscinskoj, distante circa sessanta chilometri. La scarsità di carburante costringeva a rinunziare al traino delle artiglierie con i trattori, a causa del loro elevato consumo, sostituendoli con autocarri. Successivamente, per la mancanza del carburante nei serbatoi, molti pezzi furono distrutti prima di essere abbandonati.
20 DICE.\f.BRE
Nel settore dell'Armata presidiato dai Corpi d 'Armata Alpino e XXIV corazzato fino a Golaja, non si verificavano avvenimenti di rilievo. Nel settore meridionale si svolgevano i previsti movimenti di ripiegamento verso sud, per sottrarre la maggior quantità possibile di forze all'accerchiamento nemico. Il Comando del Gruppo di Armate cc B l>, probabilmente ancora animato dalla speranza di difendere la ferrovia Rossosc - Millerovo (che alimentava il Gruppo di Armate Don), intendeva attuare una difesa delle alte valli Losovenka, Losovaja c Tcir, sulla linea
La seconda battaglia difensiva del Don
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q. 230 (est di Tatarski) - q. 206 (ro km a sud di Meskof) - Vcrhnij Cirski - Napolof - Gracev. Pertanto annullava un ordine di ripiegamento impartito dal XXIX Corpo c faceva ritornare sui propri passi Grandi U nità che avevano oltrepassato quelle posizioni. Ma lo sfavorevole andamento delle operazioni sul fronte della 3a Arn1ata romena rendeva il progetto inattuabile. Inoltre d isponeva che la Divisione Pasubio, come già la 298", passasse alle dipendenze del XXIX Corpo d'Armata tedesco. FRo~TE DEL CoRro u'ARMATA ALrr:-;o.
Nel settore di destra, tenuto dalla Divisione Cuneense, le ultime forze della Divisione Cosseria (II c TIT / 89"), ridotte ad un pugno di uomini, prive di munizioni, con poche armi automatiche, giunte al nono g iorno di combattimento continuo, passate alle dipendenze della Divisione Cunee11se, erano da questa fatte ripiegare su Loschtschina e Rossosc ed avviate a Lisi novka, dove si riunivano agli altri resti della Cosseria. FRoNTE nEL
XXIV CoRPO n'ARMATA coRAZZATO TEDEsco.
A sud del Corpo d'Armata Alpino, tra Novo Kalitva e Tal y, la linea era pressoché continua cd in corso di rafforzamento; su quel fronte non si erano svolte azioni di particolare rilievo. SETTORI uEL
XXXV E DEL XXIX CoRPO n'AR,.IATA TEDESco.
Era in corso il ripicgamento di tutte le unità, disposto il gwrno precedente. Nella parte occidentale del settore, il nemico proseguiva il movimento verso sud, raggiungendo Diogtevo con le proprie form azioni corazzate. In questa località giungevano il gio rno seguente le altre unità nemiche provenienti da sud (settore della 3' Armata romena), lungo la linea Astakof - Kasciari - Olchovj Rog. Era in tal modo completato l'accerchiamento dei due Corpi d'Annata. I movimenti di ripiegamento delle Grandi Unità dalle posizioni difensive sul Don erano eseguiti dapprima su larga fronte, contrastando la corrispondente avanzata del nemico; successivamente avveniva in colonne, che si muovevano su uno o pitr itinerari, secondo quanto era consentito dal le vicende del combattimento tra le contrapposte fanterie e dalle azioni dei carri nemici agenti sul tergo.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 -_..:....:..;. 1945)
Tale situazione determinava per ciascuna delle Divisioni battute una diversa forma di ripiegamento. Qualche colonna riusciva a rimanere unita, qualche altra era ostacolata dalle forti infiltrazioni del nemico e dalle difficoltà di movimento, altra ancora, nell'ansia di trovare vie più agevoli, veniva ad essere formata fortuitamente da uomini delle più svariate provemenze. Si formavano, in tal modo, due blocchi principali in ritirata:
- blocco nord: 298" Divisione tedesca, gruppo Capizzi (Divisione Rat•enna), aliquota della Divisione Pasubio, Divisione Torma;
- blocco sud: Comando del XXIX Corpo d'Armata tedesco, Comando del XXXV Corpo d'Armata, aliquota della Divisione Pasubio, elementi vari di Corpo d'Armata, aliquote della 3' Divisione Celere, Divisione Sforzesca. 298" Dit•isione e gruppo Capizzi. Si spostavano dalla zona Radtscenskoje - Teresckova alla zona Popovka - Makarof.
Dit•isione Pasubio. Durante la notte, numerosi suoi elementi, in prevalenza dell'So" fanteria, confluivano presso Popovka, sulla Divisione Torino, seguendo poi le sorti di quella Grande Unità. La marcia condotta per Popovka, Posdnjakof c Smirnovski, si concludeva a Scepilof, dopo avere coperto un percorso di circa 40 chilometri. Con la forza complessiva ridotta a circa 6oo uomini e 4 pezzi della 9a batteria dell'8 reggimento artiglieria, la Divisione avrebbe dovuto schierarsi a difesa presso Scepilof, essendo ormai praticamente circondata dal nemico. Con la Divisione marciava il Comando del XXXV Corpo d'Armata.
Dit,isìone Torino. All 'alba, a Makarof, l'fh" fanteria con i rinforzi asse~natigli quando era schierato sul Don, si riuniva alla colonna della Diviswne. Le notizie pervenute segnalavano la presenza di forze corazzate del nemico sulle più vicine strade. Su quelle battute dalla colonna divisionale, gli ingorghi causati dagli elementi corazzati e
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motorizzati tedeschi ostacolavano il movimento, per Karasejev, su Popovka. In questa località la Divisione raccoglieva anche la colonna dell'8r" fanteria e, così formata, si univa ad una forte aliquota della 298a Divisione, rinforzata dal gruppo corazzato H aufmann (27" Divisione corazzata). La presenza di questo gruppo costituiva garanzia di appoggio nel ripiegamcnto cd offriva possibilità di collegamenti radiotelegrafì.ci; pertanto il Comandante della Divisione decideva di aderire alla richiesta tedesca di 1.000 litri di carburante, che veniva prelevato dai mezzi ita liani, a costo di sacrificare ulteriorme nte autocarri cd artiglierie disponibili. Verso le ore 11 Popovka era attaccata da carri armati nemici, ma erano respinti. Alla Torino veniva affidato il compito di costituire scaglione di retroguardia. Tale compito aveva inizio alle ore 22,30, dopo lo sfìlamento delle altre forze. La marcia aveva luogo con le ordinarie misure di sicurezza, ma era ostacolata dal disordine portato da clementi eterogenei, uomini, automezzi, carreggi e slitte che non potevano essere arrestati mediante posti di blocco, data l'assenza di passaggi obbligati .
.t Dit•isione Celere. Durante l'intera giornata non era stato possibile ottenere il collegamento con il 3'' bersaglieri, con il 120' artiglieria, con la Legione croata e con i mezzi di rinforzo assegnati a queste unità. Nelle prime ore della sera il Comando della Divisione riusciva a collegarsi con i resti del 6" bersaglieri e del TI / 120" artiglieria, in movimento da Makeievka a Popovka. Il 3" bersaglieri, con le unità di rinforzo, trovava il nemico già fortemente insediato a Mcskof. Per sloggiarlo dalle posizioni che esso occupava, si impegnavano in combattimento la Legione croJta cd i battagli oni bersaglieri XX e XVIII. Una importante altura era più volte conquistata e perduta. All'inizio della notte l'attacco veniva sospeso e la colonna ripiegava su Kalmikof, per non trascorrere la notte gelida all'addiaccio.
Dittisione Sforzesca. Nelle prime ore del mattino l'intera colonna divisionale raggiungeva la linea del T cir e proseguiva verso sud , secondo l'ordine ricevuto dal Comando del XXIX Corpo d'Armata. Un bombardamento aereo nemico cagionava perdite notevoli.
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Le operazioni delle unittì italiane al fronte russo (194r- 1943)
Giunta alle ore 10 a Popovka. la colonna veniva raggiunta da un ordine contrario del XXIX Corpo, per cui era costretta a tornare sul T cir e prendervi posizione, senza trovare collegamento laterale. A sera quello schieramento era attaccato sui due fianchi dal nemico, che veniva respinto subendo forti perdite in uomini e la distruzione di quattro carri :Jrmati. Durante la notte un'altra azione di unità corazzate dell' avversario sfondava il non lontano fronte della 62" Divisione tedesca (Gruppo di Armate Don), raggiungendo Kamenka, dove clementi dell'artiglieria della Sforzesca lo respingevano, distruggendo altri tre carri armati ed infliggendo perdite di uomini. 21 DICEMBI?E
Il Comando del Gruppo di Armate << B n, di fronte all'evidente impossibilità di esecuzione dell'ordine di resistenza sulla linea indicata il giorno precedente, impartiva nuove disposizioni intese a: - arretrare le unità sulla linea Kalitva (25) - Diogtevo Verhnij Makejevka - Verhnij Grekovo, ancora idonea a coprire il fianco sinistro del Gruppo di Armate Don; - eliminare, con reparti ripiegati ed altri in corso di affluenza a Millerovo, le unità nemiche giunte fino a Diogtevo.
Lo schieramento dell'Armata, in quel giorno, a seconda delle diverse situazioni poteva essere considerato così articolato: - schieramento settentrionale, con un fronte pressoché continuo, tenuto da: Corpo d'Armata Alpino, sulle vecchie posizioni da Bielogorje a Staro Kalitva; XXIV Corpo d'Armata corazzato, da Novo Kalitva a Golaja, con: .. 385" Divisione, da Novo Kalitva a Kriniscnaja (compreso il gruppo d'intervento fulia); gruppo Fegelein. da Pervomajsk ad Atamanski; resti della 27 Divisione corazzata, in zona di Kosj; 387' Divisione, in affluenza tra Lissenkovo e Golaja; Divisione fulia, in seconda schiera nell a zona di Poddubnovka - Grigorjevka; (25) Altro corso d'acqua di nome simile, ma da non confondere con la Tciornaja Kalirva, limite meridionale del settore del Corpo d'Arma ta Alpino.
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- settore centrale, tra Kantcmirovka e Diogtevo, difeso da forze intervallate d i varia consistenza e di diversa nazionalità dislocate a Malcevskaja, Tccrtkovo, Gartmiscevka, Buhaievka e, più arretrate, a Belovodsk; - settore meridionale, tra Diogtcvo c Verhnij Grekovo, nel quale si trovavano il Comando del XXXV Corpo d'Armata (senza unità ai suoi ordini) e le unità sottoposte al XXIX Corpo d'Armata tedesco: Divisioni Pasubio, Torino, 3a Celere, Sforzesca e 298" tedesca, tutte in corso di ripiegamento verso la zona di Tcertkovo Diogtevo - Verhnij "Makejevka. A Millerovo, con altri reparti minori tedeschi, era in affluenza la 3• Divisione alpina tedesca, destinata ad agire in cooperazione con la 298'', contro le forze sovietiche di Diogtevo. La pressione f rontalc esercitata dalle unità nemiche, specialmente nel corso della fase di rottura del fronte, era alquanto diminuita, a causa delle gravissime perdite loro inflitte dalla difesa nelle giornate precedenti. L'avversario tendeva ad esercitare la sua azione frapponendosi, con forze corazzate e motorizzate, tra le unità in ripiegamento, favorito d agi i ampi spazi determinatisi nello schieramento centrale cd in quel lo meridionale. 298' Dù;isione tedesca. Era rimasta sempre unita al gruppo Capizzi, della Ravenna, ed aveva fatto blocco anche con la Divisione T orino. Dopo una faticosa marcia notturna, all'alba aveva raggiunto i pressi di Posdnjako(, dove trovava resistenza per superare la Tihaja. In questa località, verso le ore 7, la retroguardia della Torino veniva attaccata contempor<meamente da nord - ovest c da sud- est da due battaglioni appoggiati da carri armati. Verso le ore 9,30, ormai sulla sponda destra della Tihaja, la colonna era nuovamente attaccata da fanterie, mentre i carri armati ne circondavano i margini come in un movimento di carosello. Nelle ore meridiane il nemico preveniva la colonna, facendosi trovare schierato sopra un 'altura, che la 298' doveva attaccare, con il concorso di reparti ita.l iani . La Torino veniva, a sua volta, attaccata a tergo; superate le pos1ztoni nemiche, la colonna giungeva ad Arbusov, sostandovi per la notte.
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D1lJist01JC Pasubio.
Nella notte sul 2 1, nell'intento di sottrarsi alle circostanti forze nemiche, veniva ripresa la marcia in direzione sud, preceduta dall 'esplorazione, condotta da elementi a cavallo, con quadrupedi tratti dal carreggio. Il movimento era ostacolato da uno scontro con il nemico presso Olchovski (26). Un nuovo scontro alle ore 7 era sostenuto presso Tihomirovski, ove gli italiani avevano la meglio contro una colonna motorizzata russa , che si ritirava dopo avere subito considerevoli perdite. Verso le ore 8,30, la colonn a giungeva a Verhnij Makcjevb, congiungendovisi con la colonna della Divisione Sforzesca.
Divisione Torino. Nella notte i reparti procedevano in ordine su Posdnj akof. Le difficoltà dell 'itinerario, svolto parzialmente fuori delle piste, imponevano l'abbandono di parte degli automezzi e delle artiglierie. Verso le ore 7, circa due battagl ioni sovietici, provenienti uno da nord- ovest ed uno da sud- est, attaccavano la colonna , che reagiva con l'artiglieria e con un violento contrattacco del III j81q fanteria. A questa mossa il nemico rispondeva con l'intervento di carri armati, provocando considerevoli perdite. Solamente alle ore 9 poteva essere ripreso il movimento, che proseguiva attraverso gli abitati di Posdnjakof e Ticho Sciuravskaja. Ad ovest di Smirnovskij un nuovo sbarramento ncn1ico veniva rotto dopo un 'ora e mezza di lotta, ma, mentre la testa della colonna combatteva per aprirsi la strada, era attaccata anche la retroguardia e la conca di Arbusov poteva essere raggiunta soltanto alle ore 20. In questa località la Torino giungeva disponendo in tutto di tre pezzi da 75 / 27 e di quattro autocarri. Tutto il rimanente armamento pesante e l'autocarreggio erano andati perduti per mancanza di carburante e per le difficoltà della marcia sulla neve c sul ghiaccio. Doveva essere richiesto, via radio della 298" Divisione tedesca, un urgente rifornimento aereo di viveri.
t Dù,isione Celere. 11 Comando della Divisione rimaneva separato dai reparti dipendenti e, dopo due giorni durante i quali non era riuscito a collegarsi con alcuno di essi, raggiungeva Forschstadt, sul Doncz, e success ivamente Voroscilovgrad. (26) Periva in e)SO il Generale Adriano Perrod, Comandante dcll'artig lirr i:J del XXXV Corpo d'Armata - CSIR.
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All'alba il Comando del 3 bersaglieri decideva di organizzarsi a difesa nell'abitato di Kalmikof, dove aveva trascorso la notte. Prima che avesse dato inizio alla sistemazione, il reggimento veniva attaccato da est c da sud da forti contingenti di fanteria con mortai ed artiglieria di piccolo calibro. La lotta risultava frazionata in brevi ed isolati scontri. Dopo aspro combattimento l'i ntera colonna veniva circondata e catturata. li 6' bersaglieri si era invece unito alla colonna della Divisione Sforzesca, della quale divideva le sorti.
Diuisioue Sforzesca. Nella notte una quindicina di carri armati attaccava Popovka c sci di essi erano distrutti, mentre un nucleo di carabinieri respingeva la fanteria che li accompagnava. Intanto i reggimenti di fanteria ricevevano l'ordine di radunarsi a V erhni j Cirski per riprendere il ripiegamento verso sud, passando dalla valle del Tcir a quella della Jablonovaja. Durante l'esecuzione dei movimenti il fianco sinistro del 53" fanteria era fortemente attaccato da carri armati verso le r8,3o. Il combattimento durava circa due ore. con gravi perdite da entrambe le parti. La marcia con le misure di sicurezza aveva appena avuto inizio verso le ore 23, quando un nuovo e più forte attacco di mezzi corazzati, sulla testa e sui fianchi della colonna, separava l'avanguardia (I/ 53"), che poteva tuttavia uscire dall'accerchiamento, dopo aspra lotta e dopo aver distrutto 6 carri armati. Il grosso della colonna (54° fanteria) restava chiuso nella morsa nemica, né poteva essere soccorso dal 6" bersaglieri , che veniva attaccato e respinto dai carri armati russi. A Verhnij Makejcvka, dove si trovava il Comando della Divisione , g iungevano il Comandante del XXXV Corpo d'Armata, con elementi del suo Comando e il Comando della Divisione Pasubio, con elementi del 79• fanteria. Nella notte la colonna, sganciatasi combattendo dal nemrco, st portava a Kjevskoje.
2 1 · 22 DICEMHIW
Nelle giornate del 21 e del 22 dicembre, mentre sul fronte settentrionale dell'S" Armata (Corpi Alpino e XXIV corazzato) si verificava un allentamento della pressione del nemico, nel settore meri-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte ru.cso ( 1941 - '943)
dionale l'azione delle unità corazzate e motorizzate sovietiche rendeva impossibile ogni tentativo di ricostituzione di un fronte da parte delle unità dci Corpi d'Armata XXXV- CSIR e XXIX tedesco. I movimenti delle due Grandi Unità cessavano così di avere scopi tattici per esaurimento della capacità operativa dei reparti. Esse avevano subito gravissime perdite ed erano pressoché prive di armamento, di munizioni, di carburanti e poco rifornite di viveri. alcuni dei quali erano aviolanciati soltanto per le più impellenti necessità. D) RTCOSTITUZIONE DI UKA LINEA DIFENSIVA (23 DICEMBRE- 8 GENNAIO)
(vds. Disegno n. 40) Il Comando del Gruppo di Armate cc B >~ , nella giornata del 23 dicembre, mutava lo schieramento della propria ala destra, assegnandone la parte meridionale al gruppo Fretter Pico (XXX Corpo d'Armata tedesco) e restringendo sensibilmente l'ampiezza del settore affidato all'8·' Armata italiana, dando a questa il compito principale << di ostacolare e ritardare quanto possibile una avanzata di ulteriori forze nemiche oltre la linea ferroviaria >> Rossosc - Millerovo e di c< difendere in modo decisivo » il fronte sul Don tenuto dal Corpo d'A rmata Alpino italiano fino a Novo Kalitva c quello del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco da Novo Kalitva a Golaja. Su questo tratto erano schierate da nord a sud la Divisione Julia, la 385"' tedesca, il gruppo Fegelein, la 27" corazzata tedesca e la 387" tedesca. A sud di Golaja, però, non tutto il territorio era stato abbandonato al nemico, poiché nelle località di Bugajevka, Gartmiscevka e T certkovo, tre isolati presidi italiani erano rimasti operanti a contrastare l'avanzata delle forze avversarie, dando copertura al fianco sinistro del gruppo Frettcr Pico impegnato in azioni offensive contro Diogtevo. Il Comando d'Armata doveva eseguire il compito ricevuto, pur non disponendo più: - del II Corpo d'Armata, ritirato dal fronte ed in corso di riordinamento nelle zone di Voroscilovgrad (Divisione Rat•etma) e di Rossosc (Divisione Cosseria); - del XXXV Corpo d'Armata- CSTR, con le Divisioni Sforzesca, Pasubio, Torino e 3& Celere, rimaste tutte fuori del nuovo
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limite meridionale del settore e che stavano faticosamente nplegando verso il Donez. Era, però, in via d'affluenza la 19" Divisione corazzata tedesca, destinata a schierarsi sulla destra del XXIV Corpo corazzato, rimanendo alle dirette dipendenze del Comando d'Armata. Alcuni suoi elementi avevano costituito presidi sulla nota linea ferroviaria e, quando fosse stato completato l'arrivo delle altre forze, l'intera Grande Unità avrebbe cooperato alla nuova avanzata \'erso est. A tutte le forze tedesche dipendenti il Comando d'Armata impartiva i propri ordini nella giornata del 23. La Divisione alpina Julia - come si è detto - aveva inviato con autotrasporto dal 18 dicembre il proprio gruppo d 'intervento nel settore del II Corpo d'Armata. l due battaglioni L'Aquila c Tolmezz o, con le unità di rinforzo, avevano preso posizione a sud della Tciornaja Kalitva, tra Novo Melniza ed Ivanovka (esclusa), a prolungamento verso sud della linea tenuta dalla Cuneense, raccordandosi a destra con la 385" Divisione tedesca. Su quelle posizioni era stato affiancato anche il battaglione Mon te Cert,ino, già molto logorato. G li altri reparti della Julia, non appena sostituiti nel precedente schieramento, durante le giornate del 19. 20 e 2J avevano compiuto il non facile trasferimento a piedi, marciando a ridosso delle posizioni della Cuneense. Già nella g iornata del 20 il battaglione L'A qui/a, del gru ppo di intervento, schierato tra il quadrivio di Sclenj Jar ed Ivanovka, aveva respin to elementi esploranti del nemico. Al mattino del 21 un attacco sferrato da due battag lioni della .152" Divisione sovietica era stato anche respinto dallo stesso battaglione L'Aquila. Con uguali forze, all'alba del 22, l'attacco veniva violentemente ripetuto. Tutta la Divisione era ormai schierata e poteva lanciare un immediato contrattacco, sostenuto da soli quattro carri armati tedeschi. Entro le ore 15 la situazione era stata ristabilita. Alle ore ro, poco più a nord, il nem ico muoveva all'attacco contro il battaglione T o/mez zo. Respinto, rinnovava il tentati vo dopo due ore, con due battaglioni della r6]" Divisione. ~uova mente respinto, era costretto ad interrompere l'azione alle ore 15 con perdite fortissime. Nella g iornata del 23 dicemb re non avevano luogo azioni importanti. Il 24 dicembre veniva sciolto il gruppo d'intervento della Julia. 26. • u.s.
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Alle ore 5,15 il nemico attaccava il battaglione Val Cismon che, con il concorso di cinque semoventi tedeschi , respingeva con un contrattacco l'avversario oltre le sue posizioni di partenza, catturando prigionieri, armi e materiali. Verso le ore 9,30 dello stesso giorno, il battaglione T'icenza, ~1ppoggiato da sei carri armati tedeschi, contrattaccava il fianco destro di un grosso reparto sovietico che minacciava Kriniscnaja, nel settore della 385" Divisione tedesca. L 'azione dei russi era stroncata con gravi perdite. Alle ore 19 il battaglione Tolmezzo era nuovamente attaccato da due battaglioni sovietici, dopo brevissima e violentissima azione di fuoco, durante una vorticosa bufera di neve che batteva di fronte gli alpini, riducendone la visuale. Veniva respinto anche questo attacco, con il concorso dell'artiglieria della Cuneeme. I prigionieri catturati asserivano che l'azione russa aveva per obiettivo l'abitato di KomaroL La giornata di Natale trascorreva relativamente calma. Alle ore 3 del 26 dicembre i sovietici attaccavano il fronte dei battaglioni Tolmezzo e l'al Cismon. Verso le ore 7 accentuavano gli sforzi sul Val Cismon, ottenendo parziali successi, annullati da un immediato contrassalto sostenuto da un plotone di carri armati tedeschi . Il Comandante del XXIV Corpo tedesco, esprimendo il suo compiacimento, esteso anche alle artiglierie che avevano appoggiato l'azione (gruppi Conegliano, Val Piaue e XXIII/ zo da 105/ 28), definiva gli alpini « molto aggressiui nell'attacco ». Le perdite erano state ingenti dall'una e dall'altra parte, per quella italiana aggravate dai congelamenti (64 nella sola 59• compagnia del battaglione Vicenza). La lotta si protraeva su llo stesso terreno nelle giornate del 27 e del 28, in una alternanza di perdite c di riconquiste di posizioni che, però, alla sera del 28 erano tutte in mano italiana. Le sole perdite per congelamento nella giornata del 28 ammontavano a 103. Nella notte sul 29 e nella giornata seguente le compagnie in linea venivano sostituite da altre dci battaglioni Vicenza e Val Cismon. Il valoroso comportamento dell'intera Divisione era citato dal bollettino di guerra del Gran Quartier Generale tedesco : cc Nei combattimenti della grande ansa del Don si è particolarmente distin ta la Diuisione alpina ]t-dia >> . All'alba del 30 dicembre, dopo lunga preparazione d 'artiglieria c con l'appoggio d i 25 carri armati, il nemico attaccava nuovamente il fronte del battaglione Tolm ezzo (6• compagnia), puntando sulla rotabile Novo Kalitva - Kornarof. Contenuto in primo tempo dal
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pn:ciso fuoco delle armi automatiche e dell'artiglieria, l'attacco veniva ripreso verso le 6,30 con largo appoggio d'artiglieria e a ondate successive sempre respinte. Alle ore 8 i russi erano costretti a ripiegan: in disordi ne. Frattanto l'operazione avversaria si estendeva verso sud contro le posizioni tenute dalla 385" Divisione (quota Cividale). Ancora il battaglione Tolmezzo e le artiglierie italiane concorrevano all'azione difensiva dei tedeschi, ma il nemico riusciva a conquistare la posizione. Interveniva allora un contrattacco del battaglione Gemona che ristabiliva la situazione. La lotta durava per l'intera giornata su posizioni conquistate e perdute piLI volte. Anche le posizioni del 9" alpini (battaglione Viceuza), a cavallo della strada Deresovatka - Selcnj Jar, erano violentemente attaccate fino dalle prime ore del mattino. da circa due battaglioni sovietici. Alle 7,30 comparivano sul campo della lotta, in appoggio alla fanteria sovietica, anche carri armati, dei quali alcuni pesanti. Nella lotta ravvicinata quattro di essi erano posti fuori combattimento. Verso le ore ro, poiché la situazione si era fatta critica anche sul fronte della 385" Divisione, veniva richiesto l'intervento aereo tedesco, effettuato alle I I A5 ad ondate successive di tre apparecchi. che spczzonavano c mitragliavano le forze avversarie. Un contrattacco svolto dalla 59" compagnia del battaglione l'icenza a sud del quadrivio di Selenj Tar, appoggiato da 4 semoventi e 6 carri armati tedeschi, riusciva a respingere il nemico dopo lunga lotta; alle ore r8 la situazione era ristabilita. Sospesa per alcune ore notturne, la lotta si riaccendeva il .~ 1 dicembre prima dell'alba, nella stessa direzione del giorno precedente, e il nemico attaccava su due colonne (ciascuna circa di un battaglione) appoggiate da r8 carri armati. La difesa, nella quale erano stati inseriti anche gli artieri del III battaglione misto genio divisionale, dopo un primo successo nemico, conteneva l'attacco e, con un pronto contrattacco. alle 8,40 ristabiliva la situazione, infliggendo al nemico gravi perdite in uomini e carri armati. Un ritorno offensivo sovietico alle 12,45 era nuovamente respinto. Nei giorni r, 2 c 3 gennaio non veniva svolta importante attività operativa. Intensissima l'attività logistica per sostenere la resistenza fisica dei combattenti mediante distribuzioni straordinarie di viveri di conforto, calze di lana, cappotti con pelliccia, mantelli mimetici. I tedeschi concorrevano con la distribuzione di calzature di feltro, mandate a prelevare nelle lontane retrovic eli Karkov e di Poltava.
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Le operazioni delle unirà italiane al fmnte russo (H)4 1 - 1943)
L'attività degli alpini era dedicata, nelle giornate di sosta, anche al perfezionamento dei lavori difensivi e della rete dei collegamenti. Nei giorni 4• 5 c 6 gennaio il combattimento era condotto essenzialmente per il possesso della cc quota Cividale ,>, situata nel settore tedesco. Partecipavano alla lotta, nella giornata del 4, prima la 20" compagnia del battaglione Cit ida/e, che muoveva al contrassalto di propria iniziativa; poi la rG•, che suscitava l'ammirato plauso dei tedeschi per lo sprezzo del pericolo dimostrato. Alle azioni intervenivano anche le artiglierie della Cuneeme. Il 5, ore 8,30, infiltrazioni nemiche a tergo della quota costringevano ad un temporaneo abbandono di essa, ma la situazione era ristabilita in tre ore. Nuovo attacco nemico respinto alle r4. Alle 17, dopo un nuovo attacco, la quota tornava in possesso del nemico. Alle 8,30 del 6, la 76"' compagnia (batta~lione Cividale), in concorso con un plotone ed alcuni carri armati tedeschi, ritornava sulla posizione catturando 45 pri gionieri. Il battaglione Cit'idalc tra morti e feriti aveva perduto 300 uomini. Il ncmtco, esso pure molto provato, sospendeva l'azione per alcuni gwrnt. Il Comando del Gruppo di Armate cc B » aveva confermato all'8'' Armata l'ordine di resistere in ogni modo all'avanzata nemica, articolando le azioni in base alla situazione di ciascun tratto del fronte : resistenza rigida sulle postztont mtattc del Corpo d' Armata Alpino, fino a Novo Kalitva, e su quel le, assai meno consistenti, del XXIV Corpo corazzato, tra Novo Kalitva e Golaja; - resistenza temporeggiante e ritardatrice a sud di Golaja fino a Michailo Aleksandrovskji , azione da rendere se mpre più statica e consistente con il sopraggiungere di nuove forze ( 19.. Divisione corazzata) nella zona di Starobelsk - Belovodsk - Novo Markovka, iniziato il 24 dicembre. Le necessità di prendere contatto sulla destra co n il gruppo Frettcr Pico, di sbloccare le forze italiane c tedesche assediate a Tcertkovo e quella, meno impellente, ma non remota, di respingere l'avversario verso il Don, non consentivano l'impiego della 19' Divisione anche per estendere l'occupazione, come sarebbe stato utile, verso nord , per allinearsi con l'ala destra del XXIV Corpo
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d'Armata e per colmare la falla tra Golaja e ~ovo Yiarkovka, ampia circa 40 chilometri. Poiché il Comando tedesco giudicava necessaria la ricostituzione di una linea continua, il compito fu assunto dal XXIV Corpo. Questo, dopo l'arrivo della Julia , del gruppo Fegelein c della j8t Divisione, non a\'eva ricevuto nuove forze, mentre per opporsi all'avanzata sovieti ca aveva veduto ridursi quelle esistenti. Per poter prolungare a sud la propria linea doveva necessariamente assottigliare lo schieramento in atto. Nella giornata del 26 dicembre raggiungeva Michailovka, in quelle del 27 c del 28 si spingeva ancora fino a Vissotscinof, sul parallelo di Kantem irovka, dimezzando così la falla, che rimaneva pur sempre ampia circa 20 chilometri. Un simile vuoto nello sch ieramento permetteva ancora al nemico di operare a tergo dei due tronconi, lasciando aperta a nord la via di Valuijki alle spalle del Corpo d'Armata Alpino, mentre a sud esisteva analoga minaccia per il gruppo Fretter Pico. Il Comando d'Armata prospettava la pericolosa situazione al Comando del Gruppo di Armate << B n (Documento 11. 107) c provvedeva direttamente, nel modesto limite delle sue possibilità, spostando il 2 ge nnaio le forze residue della Cosseria, in corso di riordi· namento, dalla zona a sud- ovest di Rossosc a quella di Rovenki. Il Comando del Gruppo di Armate, però, fidando più sulle presunte intenzioni del nemico che sulle forze a propria disposizione, decideva di alleggerire ulteriormente lo schieramento del XXIV Corpo, sottraendogli le modestissime forze residue della 27" corazzata (già ridotte dall'allontanamento del gruppo H aufmann con la 298 Divisione). Questa Grande Unità , nominalmente u corazzata n, cessava, in pratica, di essere tale, ricevendo in rinforzo due « reggimenti di addestramento », incompleti nella preparazione alla guerra e nelle dotazioni ; essi inoltre avrebbero conservato la dipendenza organica dall a loro originaria « Divisione d'addestramento >> (Documento n. 1 o8). Era, questo, un altro sintomo della grave situazione in cui versava l'Esercito tedesco. La 27' Divisione, così ricostituita, prendeva posizione a sud di Vissotscinof, mentre il limi te destro del XXIV Corpo veniva spostato a sud, sulla linea Kriniza - N ikolskoje - Tisckovka - Pesk i. Il 28 dicembre il nuovo schieramento era in atto; il XXIV Corpo d'Armata corazzato aveva così assolto il compito ricevuto. Tuttavia le unità erano stanche, gl i effettivi ridotti, l'occupazione a sud di Golaja realizzata soltanto con caposaldi troppo distanziati, mancavano le riserve. fn sostanza, gli ordini superiori erano stati eseguiti ma la situazione su quel tratto di fronte risultava sempre precaria.
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A sud del XXIV Corpo, la 19• Divisione corazzata, in un primo tempo, rinforzava i caposaldi di Novo Markovka e di Belovodsk, estendeva poi il proprio controllo a sud, nella valle del Derkul, dando protezione alla linea del Donez c coprendo Voroscilovgrad insieme con la retrostantc zona minerario- industriale. Il Comando del Gruppo d'Armate progettava, frattanto, una azione congiunta tra la 19" corazzata e le forze del presidio di Tcertkovo, per dare al nemico, penetrato nella zona di Voloscino (settore Fretter Pico), la sensazione di essere accerchiato. Il Comando d'Armata prospettava le difficoltà dell'operazione, ma l'attuazione del progetto era ugualmente tentata il 29 dicembre: - la 19~ Divisione raggiungeva soltanto la zona di Strelzovka, nella vallt: Kamyscnaja. a circa 25 chilometri da Tcertkovo; - il presid io assediato compiva la sua puntata verso ovest, progredendo di poco; il collegamento diretto, il rifornimento di viveri e munizioni, lo sgombero di ammalati e feriti non potevano avere luogo, né in quel giorno, né in un secondo tentat ivo compiuto il r" gennaio. Dal 29 dicembre all'R gennaio, l'avversario conduceva consistenti attacchi contro la r9"' Divisione nella valle Kamiscnaja, in fliggendole un forte logorio, mentre stringeva sempre più da vicino i presidi assediati di Gartmiscevka e Tccrtkovo.
E) PROSECUZIONE DEL RIPIEGAMENTO (23 DICEMBRE- 16 GENf\:AIO)
Le unna dcl1'8" Armata italiana, che dal 19 dice mbre erano in ritirata dalla linea del Don, formavano due blocchi di forze in ripiegamento su altrettanti itinerari principali: - blocco sud; - blocco nord. Le unità del II Corpo d'Armata ebbero sorte diversa, come precisato più avanti. BLOCCO SUD.
Si era venuto costituendo a Kijevskoj, durante la giornata del 22 dicembre, con elementi delle più varie provenienze, confluiti attorno al maggiore nucleo omogeneo della Sforzesca.
La gconda battaglia difensit•a del Don
11 più importante reparto che si era unito a questa Divisione era il 6" reggimento bersaglieri. Invece, g li uomini proYenienti dal II Corpo d'Armata, dal XXXV- CSIR c dalle altre Divisioni italiane del XXIX Corpo tedesco, si erano riuniti c avevano costituito un reggimento di formazione, denominato l< Mazzocchi )) dal nome del Comandante del 79" fanteria che ne teneva il comando. Questa nuova unità era costituita su tre battaglioni, che prendevano il nome dalle Divisioni dalle quali proveniva la maggior parte del personale inquadrato: il battaglione Pasubio raggruppava appartenenti al 79' fanteria e ad altri vcn 1 uno reparti delle Divisioni Torino, Ravenna, Celere, del Comando del XXXV Corpo c di altre unità e servizi di Corpo d'Armata e d'Armata; - il Il battag:fione Celere (meno il 6 ' bersaglieri) inquadrava elementi provenienti da trentatré reparti delle Divisioni Rat'enna c Torino, del Comando del XXXV Corpo e di altre unità e servizi di Corpo d'Armata e d'Armata; - il III battaglione Sforzesca comprendeva tutti gli elementi appiedati appartenenti all'omonima Divisione, non inquadrati nel loro reggimento o negli altri minori reparti. I battaglioni, formati dapprima su tre compagnie di tre plotoni. dovettero essere portati a quattro compagnie ciascuno, facendosi distinzione tra il personale provvisto dell'armamento individuale c quello che ne era sprovvisto. Il reggi mento era dotato de l solo pezzo da 75/27 potuto portare in salvo dall 'S'' reggi mento artiglieria della Pasubio, che era stato prima affiancato ai pezzi superstiti del 1t artiglieria della Sforzesca e poi restituito alla sua Divisione. Durante la giornata erano state resp inte puntate di mezzi corazzati avversari provenienti da Nizne Astachof. Due carri armati erano stati distrutti. Te1Ja notte sul 23 dicembre, il 6" reggimento bersaglieri rinforzato dalle artiglierie disponibili, sostituiva un gruppo tedesco nello sbarramento della valle Iagolnaja ad ovest di Kievskoj, rimanendo su l le posizioni fino all'imbrunire del giorno seguente c combattendo per l'intera giornata. Le rimanenti unità raggiun gevano Annenskij, dove, per ordine del Comando del XXIX Corpo tedesco, si organizzavano a caposaldo per difendersi dalle forze avversarie che occupavano la valle Nagolna ja. Ad Anncnskij potevano congiungersi ai superstiti del fa nteria.
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Alle ore 5 del 24 dicembre la colonna si poneva in marcia su Krasnojarovka, occupata di forza alle ore 20 dal 6° bersaglieri, che ne scacciava le forze sovietiche occupanti. La temperatura era scesa a -35°, aggravata da forte bufera di vento. La marcia terminava alle ore '5 del g iorno di Natale. Durante la sosta, vuotati i serbatoi dalla benzina, venivano distrutti col fuoco tutti gli automcz7.i ormai inscrvibili; i l carburante ricuperato veniva destinato agli automezzi impiegati per il traino delle poche artiglierie superstiti od al trasporto di feriti e congelati. Il movimento previsto su Nizne Patmos veniva disdetto in quanto la strada era sbarrata dal nemico. Occorreva, pertanto, allungare l'itinerario con un aggiramento ad est. La marcia era ripresa alle ore 3 del 26 dicembre, con la temperatura di - 38°. Alle ore r2, tre aerei tedeschi bombardavano per errore la colonna infliggendole forti perdite. La località di tappa, Nizne Pctrovskij , era occupata alle dopo due ore di combattimento. Nelle ore meridiane del 27 dicembre era compiuto un breve spostamento verso ovest, fino a Nikolajevskij, per m igliorare ~li alloggiamenti, ma non appena i reparti stavano sistemandovisi, alle ore 22 u n ordine del XXIX Corpo ordinava la ripresa del movimento su flolscioj Ternovyi, in valle Gnilaja. A mezzanotte, nella tormenta, veniva ripresa la marcia, disturbata, in coda, da attacchi di partigiani e, sul fianco destro, alle ore 4 del 28 dicembre, da reparti regolari sovietici. Alle ore 5,30, quando Bolscioj Ternovyi distava ormai soltan to 3 chilometri, un aereo tedesco lanciava un messaggio su lla colonna. Era una carta 1:300.000, con il segno di una forte occupazione nem ica a Bolscioj Ternovyì c con l'ìndica?.Ìone di un nuovo itinerario fino a Skassirskaja , occupata da forze tedesche. Sì sarebbe trattato, però, di coprire una nuova tappa di altri 40 chilometri, in aggiun ta ai 35 appena percorsi, portando la distanza complessiva a 75 chilometri senza soste intermedie, fuori delle piste, nelle descritte condizioni ambientali. La mancan za assoluta di carburante determinava un ulteriore sacrificio di automezzi c di bocche da fuoco. Carri armati sovietici attaccavano la colonna in testa cd in coda e tre di essi erano distrutti dalla poca artiglieria rimasta. Le perdite di uomini, per esaurimento e per congelamento, si moltiplicavano. Alla mezzanotte del 28 era finalmente raggiunto lo schieramento tedesco. L'affollamento ai varchi per raggiungere più presto
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la salvezza ed il riposo, faceva sì che alcuni uomini uscissero dai limiti stabiliti e rimanessero vittime dci campi minati predisposti a difesa. l superstiti si raccoglievano nel la zona Michajlovskij - :Nadeshovka, e vi sostavano per l'intera giornata del 29. Al mattino del 30 dicembre il movimento sembrava svolgersi regolarmente, quando una puntata di carri armati sovietici si abbatteva su unità romene unitesi alla colonna italiana. Le unità italiane non ancora incolonnate dovevano adottare misure di emergenza per arrestare il disordinato flusso del numeroso carreggio romeno e riuscivano anche a distruggere tre carri armati del nemico. Il movimento veniva ripreso all'imbrunire; verso le ore 22 la colonna, ormai composta di soli italiani, raggiungeva Gorodjanka e Jessa Ulof. In quest'ultima località il Comando della Sforzesca riconsegnava ai reggimenti le rispettive bandiere, precedentemente ritirate per megl io assicurarne la conservazione. Inoltre il Comandante del XXIX Corpo d'Armata, Generale von Obstfclder, si recava a salutare i reparti italiani che lasciavano la Grande Unità tedesca cd emanava un Ordine del Giorno di commiato c di ringrazi amento (Documento n. 109). 11 1 " gen11aio la colonna si spostava ad Ust Provalsk ij , dove sostava per un g iorno. Il 3 raggiungeva Forschstadt, sul Donez. Di là, finalmente, i reparti erano trasportati per ferrovia a Rykovo, dove si raccoglievano il 5 gennaio. BLOCCO NORD.
Per tutta la giornata del 22 dicembre, le unit?t sovietiche, occupando le alture circostanti, avevano accerchiato la conca di Arbusov, nella guale si erano raccolti i reparti italiani della Divisione Torino, del gruppo Capizzi, di un'aliquota della Pasubio e guelli tedeschi dell a 298" Divisione. ~ella no tte l'avversario premeva le unità assediate concentrando il fuoco di armi automatiche, mortai, lanciarazzi cd artiglierie sul facile bersaglio degl i uomini all'addiaccio; le abitazioni erano state tutte occupate dai tedeschi, giunti per primi. Sempre nel corso della notte si riordinavano i reparti, raccogliendo coloro che erano in grado di combattere, mentre venivano condotti contrassalti, che smorzavano l'aggressività del nemico. Il Comando tedesco d~cideva di effettuare alle ore 7 un'azione tendente ad allontanare la stretta dell'avversario. Il grosso dci re-
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parti italiani sopravanzava nell'azione quell i tedeschi attaccanti, irrompeva nelle linee sovietiche c le respingeva, conseguendo lo scopo dell'operazione. Furono catturati molti prigionieri, armi e munizioni, ma molti furono tra gli attaccanti italiani i morti ed i feriti, questi ultimi dovuti tenere all'aperto per le difficoltà poste dai tedeschi della 298" a cedere, anche in parte, le costruzioni da essi occupate. L'azione di fuoco del nemico continuava, provocando altre forti perdite. A sera il Comando tedesco ordinava l'abbandono delle lince raggiunte al mattino dagli italiani. Il 2 3 dicembre, data la situazione, il Comandante della Torino ordinava l'incenerimento delle bandiere reggimentali, per evitarne la possibile cattura. La violenza dell'azione di fuoco avversaria cresceva di giorno in giorno con l'impiego di bocche da fuoco di maggiore potenza. Le operazioni di riordinamento intese a conferire ai reparti di formazione la maggiore possibile organicità, e quindi un rendimento migliore, venivano turbate dalla perentoria richiesta tedesca tendente ad ottenere im.mcdiatamente r4 reparti di formazione italiani di circa roo uomini, da impiegare nella difesa dci settori comandati dai Generali italiani Capizzi (Ravenna) c Rossi (Torino). Alla sera tutti i comandanti italiani erano invitati a radunarsi al Comando della 29W, per conferire maggiore prontezza di decisioni c di intervento alla loro azione di guida dei reparti. ~elle prime ore della notte venivano diramati gli ordini per la rottura dell'accerchiamento ed il trasferimento nel caposaldo di T certkovo. l feriti cd i congelati in grado di marciare seguivano la colonna, g li altri erano trasportati sulle slitte disponibili o sul solo autocarro per il quale era stata trovata benzina; gli intrasportabili venivano lasciati sul posto, affidati al senso di umana sol idarietà dell'avversano. A lle 23,30 aveva inizio il movimento. I sovietici attaccavano la retroguardia italiana, ma questa li tratteneva durante tutto lo sfilamento della colonna. Il combattimento durava fino all'alba del 24 dicembre ed alcuni reparti impegnati nella lotta non riuscivano più a raggi ungere la colonna. La temperatura era scesa a - 40" cd i soldati italiani marciavano un'altra volta digiuni, perché non era stato possibile ottenere gl i aviorifornimenti richiesti, né il Comando della 298a Divisione
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tedesca, a fianco della quale pure combattevano i reparti italiani, aveva ceduto una parte del proprio vettovagliamento. La marcia notturna, per merito della retroguardia italian a, consentiva alla colonna di sottrarsi al nemico, seguendo un itinerario in aperta campagna. Alle ore 8 del 24 dicembre, era raggiunta Sidorovka, alle 1 I Gussev. A circa 5 chilometri da Yiankovo Kalitvenskaja, la colonna era deviata da forti resistenze nemiche non potute superare. La marcia doveva essere invertita verso sud per Poltavka (ore 14) Ivanovka - Chodokov, avanzando nella neve alta, con temperatu ra rigidissima c nebbia. Molti i congelati che, sostando per riposarsi, passavano dal torpore alla morte per assideramento. Partigian i armati di armi automatiche e pezzi a tiro rapido tendevano frequenti agguati alh colonna. Alle ore 7 del 2 5 dicembre, a Sceptukovka la colonna oltrepassava la ferrovia sostando quindi fino alle r 3; era però disturbata da un bombardamento aereo. Alla ripresa del movimento la marcia si faceva sempre più penosa; molti militari restavano indietro, alcuni davano segni di alienazione mentale, provocata dalla fatica, dal freddo, dal biancor::: ossessionante del paesaggio, dal prolungato digiuno. Alle ore 22 la testa della colonna raggiungeva Tccrtkovo, dove il comandante delle forze italiane della difesa faceva distribuire vettovaglie ed assicurava alloggiamenti al coperto. L'afflusso dei ri tardatari continuava per l'intera giornata del 26 dicembre. D all'esame della situazione, subito condotto con il Comando locale e con quello tedesco, risultava che la via verso ovest, su Belovodsk, era in possesso del nemico e che il movimento non potc,·a essere proseguito. Il 27 dicembre venivano ri chiesti al Comando d'Armata, nuovamente per mezzo dell a radio della 29R" Divisione, l'invio di medicinal i, lo sgombero aereo dei feriti più gravi e con automezzi (non appena fosse stata aperta la strada) di 2 .000 feriti e congelati meno gravi. Veniva anche richiesta la presenza di un ufficiale del Comando d'Armata per constatare la gravità della situazione c prendere accordi per lo sgombero di feriti ed am malati. Il necessario riordinamento dei reparti si dimostrava impossibile, poiché il nemico sempre vigilante non consentiva di effettuare adunate all'aperto. Il fuoco delle artiglierie, mortai e lanciarazzi provocava perdite tra gli uomini e la distruzione delle abitazioni.
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l reparti italiani erano as~egnari alla difesa del settore orientale, contiguo ai loro alloggiamenti. Il 28 dicembre un aereo italiano effettuava un lancio di vtven, medicinali e munizioni per armi leggere. Nel pomeriggio del 29 dicembre giungevano in aereo il Comandante dell'aviazione dell'Sa Armata, Generale Pezzi, ed il Colonnel lo medico Bocchetti, ai quali era esposta la situazione in atto. Nel viaggio di ritorno l'aereo andava disperso. Il jD dicembre le forze nemiche assedianti ricevevano rinforzi e rifornimenti. Il 31 dicembre veniva aperto l'ospedale italiano, nei locali di una scuola. Vi erano ricoverati oltre I .200 feriti più gravi, per i quali gli interventi operatori da compiere erano più di 700. La forza italiana controllata presente in Tcertkovo era di 7 .000 uomini, dei quali 3.8oo feriti e congelati. Il r" gennaio continuavano i bombardamenti terrestri del nemico. I tedeschi restituivano al presidio italiano i magazzini italiani di quel centro logistico, che avevano subito vaste asportazioni di generi alimentari. Venivano tuttavia reperiti galletta bastante per ~ o giorni per l'intero blocco di marcia. pasta e riso per 30, carne in scatola per 10; scarsissimi i grassi. Frattanto le forze della T9" Divisione corazzata tedesca, inviate a sbloccare Tccrtkovo, erano state fermate a 14 chilometri da una consistente presenza del nemico, mentre il maltempo impediva l'intervento degli aerei tedeschi per rompere quella resistenza. Nelle giornate del 2 c del 3 gennaio non si verificavano particolari avvenimenti . Il 4 gennaio la 298' Di visione svolgeva un'azione per congiungersi alla 19" corazzata, giungeva fino in prossimità di essa, ma era respinta da un con trattacco dei russi, mentre le forze italiane, attaccate nelle loro posizioni, reagivano energicamente. Dopo un intenso bombardamento notturno, al mattino del 5 gennaio un attacco del nemico, diretto parzialmente contro il settore italiano, era respinto con forti perdite degli attaccanti . Proietti incendiari provocavano la d istruzione di buona parte del magazzino di vestiario ed equipaggiamento. Un aviorifornimento a favore degli italiani andava perduto, perché sospinto dal vento entro le linee nemiche. Nuovo e vano attacco sovietico nella giornata del 7 gennaio; pattuglie nemiche, infiltratesi nell'abitato, venivano eliminate. Durante un rapporto te nuto 1'8 geunaio dal Com andante della 298·' Divisione risultava che:
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il Comando dell'8" Armata aveva ribadito l'ordine di resistenza ad oltranza; le perdite tedesche erano state considerevoli; - occorreva ai tedeschi il concorso di uomini mentre la mancanza di armi di reparto e di munizioni rendeva impossibile la riorganizzazione di molte unità italiane. Precedenti casi, sporadici, avevano già sortito risultati positivi e 300 soldati italiani accettJvano la proposta di inserirsi nelle unità tedesche. Durante l'intera giornata del 9 gennaio, il nemico sviluppav1 continu i attacchi, sostenuti da intensi bon1bardamenti e da 10 carri armati, dei quali 8 venivano distrutti. La distruzione sistematica delle abitazioni aggravava la possibilità di reperire idonei alloggiamenti. Elevate le perdite, critica la situazione degli infermi. Su T4.ooo assediati (7.000 i tal iani ed altrettanti tedeschi), i combattenti erano ridotti a 2.500 in tutto, scarseggiavano le munizioni , mentre era discreta la situazione alimentare. La forza del nemico risultava considerevolmente accresciuta. Le giornate dal 1 o al 1 3 geuuaio trascorrevano senza particolari avvenimenti. Al mattino del '4 ge11naio giungeva notizia che la 19a Divisione corazzata avrebbe aperto un varco sulla strada di Strelzovka, per consentire il deflusso dell'autocolonna degli infermi , seguita dall'intero presidio, ma già alle ore 13 essa veniva ridimensionata nel senso che la via verso la salvezza dovevano aprirla gli stessi assediati e che feriti e congelati non potuti caricare sulle slitte avrebbero dovuto essere abbandonati sul posto. l feriti italiani erano in tutto 3·850, dei quali circa 1.000 non in grado di camminare; due soli gli autocarri disponibi li, limitatissimo il numero delle slitte, tale da consen tire il trasporto di un solo centin aio d'infermi. Nessun concorso poteva essere dato dai tedeschi e, pertanto, la maggior parte dei malati, feriti e congelati sarebbe rimasta a Tcertkovo. Alle ore 20 del 15 gennaio aveva luogo l'incolonnamento degli elementi validi : - Divisione Torino: r.6oo uomini; Divisione Pasubio: 2.000 uomtm; -:- Truppe e Servizi del XXXV Corpo d'Armata: 1.8oo uomtnt; - Nuclei Rat•en1la c Celere: 400 uomini; - Truppe del la difesa di Tcertkovo: 500 uomm1.
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Precedeva la 298'' Divisione, che riusciva a rompere l'accerchiamen to, mentre la colonna italiana restava in retroguardia con l'appoggio di alcuni carri armati tedeschi. La neve recentemente caduta rendeva difficile la marcia notturna. All'alba del 16 gennaio era raggiunta Losovskaja, a Bercsovo aveva inizio una ininterrotta azione di carri armati sovietici, contrastati efficacemente e talora distrutti dalle armi controcarro tedesche. Aerei (( stukas n davano il loro concorso validissimo. Anche l'azione delle armi pesanti terrestri dei russi procurava altre difficoltà. Strelzovka doveva essere aggirata alle ore 16 per evitare forze sovietiche ed immettere la colonna sulla strada di Bclovodsk, dove, cessata l'azione del nemico, rimanevano soltanto più da superare le generali difficoltà dell'ambiente. Alle ore 22 la testa della colonna italiana raggiungeva Belovodsk e subito aveva inizio lo sgombero con autoambulanze degli infermi su Starobclsk, per lo smistamcnto sugli stabilimenti sanitari di Voroscilovgrad c Kupjansk. L'arrivo degli isolati durava per l'intera notte e buona parte della giornata del L 7 gennaio. II CoRPO n'ARMATA.
Il Comando del Corpo d'Armata, dal giorno 19 non aveva più responsabilità operative, dovendo provvedere alla ricostituzione delle proprie unità in zona diversa da quella di Mitrofanovka, nella quale era dislocato, troppo esposta alle vicende della lotta in corso. Il r7 dicembre era avvenuta la separazione di un primo blocco di forze della Divisione Rat•emw (gruppo Capizzi), formato prevalentemente da reparti del 37" reggimento fanteria cd elementi di rinforzo, defluito verso sud- est c con~iuntosi alla 298" Divisione tedesca, della quale condivideva le sorti nel duplice assedio di Arbusov e di Tcertkovo c nella sortita da quest'ultimo. Gli avvenimenti del I9 dicembre a Kantemirovka determinavano, come si è visto, il deflusso disordinato da quella città della maggior parte della Divisione Rat•enua, di gran parte del 90° reggimento fanteria della Cosseria, con i rispettivi elementi di rinforzo. La più consistente parte di forze della Divisione Cosseria era stata raccolta a Sofjevka, poco ad ovest della ferrovia Rossosc- Millerovo mentre i resti ddl'89' fanteria, rimasti in linea fino al 20 dicembre a fianco della 385·' Divisione tedesca, si raccoglievano a Losctscina dietro l'ala destra della Divisione alpina Cuneense.
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In questa situazione il Comando d'Armata decideva che il Comando dd II Corpo d'Armata lasciasse Mitrofanovka e, transitando per Rossosc - Starobelsk, si trasferisse a Voroscilovgrad, raggiungendovi il nucleo maggiore delle sue unità c, appoggiandosi poi ai magazzini dell'Intendenza, si dedicasse alla ricostituzione dei reparti. Il movimento, iniziato nella tarda sera del 20 dicembre, era ultimato entro il 2r. Divisione Cosseria.
Raccolti a Sofjevka il Comando della Divisione, una parte del 90" fanteria, il 108° artiglieria (meno un gruppo), i reparti del genio
ed i servizi, dopo che i resti dell'89o fanteria si erano raccolti a Losctscina e dopo aver combattuto fino al 20 a fianco della 3856 Divisione, il 23 dicembre, tutta la Cosseria si trasferiva nella zona di Lisinovka- Jekatcrinovka, in prossimità di Rossosc, dove sostava fino al 31 dicembre, passando alle dipendenze d'impiego del Corpo d'Armata Alpino. Tra il 1'' cd il 5 gennaio, esigenze operative determinavano lo spostamento della Divisione nella zona di Rovenki- Beloluzkaja, a protezione del fianco destro del Corpo d'Armata Alpino, continuando nella nuova dislocazione le operazioni di riordinamento, già iniziate. Da quella zona, per un aggravamento della situazione sul fronte del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco, la Divisione, passata alle dipendenze dirette del Comando d'Armata, veniva avviata in direzione di sud- ovest fino a raggiungere Izjum. Da qui si diresse poi a nord -ovest, iniziando una lunga marcia a piedi di r .300 chilometri, con temperature talora discese al di sotto dei -40°, ed eseguita sempre nel rispetto dell'ordine e della disciplina. Fu percorso l'itinerario Karkov- Ahtyrka- Romny - Priluki - ;\eshin, fino a Novo Beliza, nella zona di Cornei (Russia Bianca) raggiunta il 7 marzo. La Divisione si ricongiungeva così al Comando del Il Corpo d'Armata ed alla Divisione Ratmma. Divisione Rar·enna.
l reparti della Divisione, giunti a Voroscilovgrad tra il 19 cd il 21 dicembre, vi venivano subito raccolti, sottoposti ad un primo riordinamento, forniti dell'equipaggiamento c dell'armamento di reparto distrutto in combattimento o successivamente perduto, cd erano impiegati nella difesa dei ponti e della città, come sarà detto più avanti.
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Il Comandante della Divisione, dopo avere ceduto la difesa del caposaldo di Taly al gruppo tedesco Andersen, entro la sera del 19 dicembre aveva raccolto a Valentinovka (4 chi lometri a sud- est di Mitrofanovka) i reparti che lo avevano seguito; in tutto r.2oo uomini con 30 ufficiali, 2 pezzi da 105/ 28 c 20 autocarri. In quella località egli dedicava le giornate del 20 e del 21 dicembre ad una migliore organizzazione dei reparti. Al mattino del 22 dicembre veniva avvertito, da elementi della 387" Divisione tedesca, che una ulteriore avanzata del nemico rendeva precaria la situazione e riceveva direttamente l'ordine dal Comando di Armata di trasferirsi a Voroscilovgrad con la colonna ai suoi ordini, transitando per Rossosc - Rovcnki - Starobelsk - ponte di Vesselaja Gora.
F) DIFESA DI VOROSCILOVGRAD E Dr UN ALTRO SETTORE SUL DONEZ (22 DICEMBRE- 24 GE ·, AIO)
(Disegno n. 41)
Il Comando del II Corpo d'Armata, giunto a Voroscilovgrad nella notte sul 22 dicembre, durante la mattina, presa conoscenza della situazione locale, emanava i primi ordini per la difesa dei due ponti, del tratto di fiume interposto ad essi e della città retrostante (Documento n. IlO), precisando subito dopo che si sarebbe trattato di una consegna da eseguire senza risparmio di energie e di sacrifici (Documento 11. r Il). Frattanto, con l'affluenza a Voroscilovgrad dei reparti della Ravenna provenienti da Valentinovka, veniva assegnata al Comandante di questa la responsabilità della difesa della testa di ponte, separandola da quella della difesa della città. Alla Ravenna erano affidati i compiti di: - difesa ad oltranza dei ponti e dd fiume da ogni infi !trazione nemica c, in linea subordinata, difesa della zona urbana di Voroscilovgrad e adiacenze; - alimentazione delle forze della difesa, innanzi tutto con i reparti della Divisione stessa, ma anche con altri, tratti da qualunque unità italiana; - ordi nato sgombero a tergo dei reparti non prontamente reimpiegabili, coordinandone i movimenti con le esigenze dell ' Intendenza.
La seconda ba/taglia dife11Jit 1a del Don
Il Comando dell'S" Armata, nella giornata del 23 dicembre, stabiliva che la difesa della testa di ponte aveva grande importanza ai fini di future azioni controffensive c che quel compito era preminente sugli a ltri (Dommento n. 112). Prescriveva, inoltre (Doct-tmento 12. T T 5), che la difesa tenesse contegno aggressivo, spingendo le proprie punte contro le fanterie nemiche avanzanti. Il Comandante del I l Corpo d 'Armata, consapevole che il morale dei reparti avrebbe avuto importanza determinante negli scontri con un nemico imbaldanzito dal recente successo, il 24 dicembre invitava il Comandante della Rat enna a svolgere ogni possibile azione perché tutti i dipendenti di ogni grado si prod igassero nell'adempimento dei loro compiti, dimostrando che le traversie subite tra Don c Donez non avevano inciso sulla loro capacità combattiva. Il Comandante della Rat'etma rispondeva assicurando che l'opera morale di comando era già stata svolta, precisando che nel negativo episodio di Kantemirovka non erano state coinvolte solamente unità della Divisione, ma anche altri corpi e specialmente reparti dei serviZI. Nella stessa giornata, il Comandante del Il Corpo poteva riferire al Comando dell'SA Armata (Documento n. 114) sulla consistenza della difesa della testa di ponte, nella quale erano impiegati 4.084 uomini (124 ufficiali) e 33 bocche da fuoco d'artiglieria di calibri varianti dai 20 ai 105 mm. fl Comando della Sezione di Gruppo d'Armate Frettcr Pico, il 24 dicembre, comunicava al Comando del IT Corpo la propria intenzione di trasferire le forze italiane dalla difesa dci ponti di Voroscilovgrad a quella di altro settore del D onez. Il Generale Zanghicri rispondeva il 25 dicembre comunicando le limitate possibilità di quei reparti. Però, già il 27 dicembre il Generale Fretter Pico comunicava personalmente al Generale Zanghieri l'ordine di spostamento della Ravenna (Documento n. 11 5). Alla fine dello stesso giorno il Comando del Gruppo di Armate << B )) emanava i propri ordini per la prosecuzione della battaglia tra D on e D onez (Documento n. 116). Alla sera del 30 d icembre la Ravemta e le altre forze italiane ad essa unite venivano sostituite dal gruppo tedesco Schramm. La Divisione passava alle dipendenze operative della Sezione dì Armata Fretter Pico, per assumere la difesa di un altro settore. Tra il 1" t:d il 6 gennaio, la Ravenna eseguiva l'ordine e si schierava sulla sponda destra del Donez, nel tratto compreso tra la confluenza del Derkul e l'abitato di Michajlovka. La fronte assegnata era ampia 45 chilometri . 27. - U.S.
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Le operazioni ddle unità italiane al fronte russo (1941 -1943)
Alla Divisione erano stati assegnati i compiti di: - vigilare la spond a destra. occupandone gli abitati e sorvegliando gli intervalli; - impedire infiltrazioni nemiche con az10m convergenti parte n ti dalle località occupate; - arrestare puntate di carri armati isolati; - dare profondità alla difesa, occupando centri abitati arretrati. Le forze combattenti disponibili constavano, in tutto, di tre battaglioni di fanteria, una batteria controaerei da 20 mm, una da 75/ 27, una da IOO / 17, due pezzi da 105/ 28. Però, tranne queste due ultime bocche da fuoco reduci dal Don, le batterie, armate di materiali tratti da magazzini d'Intendenza dislocati a nche in lontane località, potevano prendere posizione soltanto il 13 gennaio. Lo schieramento ven iva effettuato occupando i paesi di riva sinistra del Donez con una compagnia ciascuno: - ll / 38": Makarof - Kruscilovka - Iljevka e Comando di battaglione a Iljevka; - III/ 38": Davjdo Nicholskij - Bolscioj Suchodol - Petrovka e Comando di battaglione a Petrovka; - Comando del 38o fanteria ad l vanov ka; - I/ 37": Podgornoe - Popovka - Bclenki - Malyi Suchodol e Comando di battaglione a Malyj Suchodol; fanteria a Voroscilov. - Comando del
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L'artiglieria era assegnata per pezzi o per sczion i in rinforzo all'occupazione dei paesi di Makarof, Kruscilovka, Davjdo Nicholskij, Bolscioj Suchodol, T ransiederei, Popovka. Al momento nel quale la Divisione assumeva la responsabilità del settore i grossi del nemico si trovavano nella zona tra Millerovo ed il Donez, fronteggiati dalla 304a Divisione tedesca in ripiegamento. Però punte avanzate sovietiche si spingevano fino ai paesi della riva settentrionale e minacciavano anche loca]ità dell'altra sponda ad ovest di Kamensk, sulla destra del nuovo schieramento della Ravenna. Nel periodo tra il 6 cd il 19 gennaio, la Divisione inviava oltre il fiume consistenti elementi di ricognizione e dava inizio a lavori di rafforzamento nei vari abitati e di sbancamento della sponda del fiume stesso, in funzione anticarro. Dalle informazioni di varia provenienza appariva l'intenzione del nemico di attaccare la Rat'enna nel tratto compreso tra la foce
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del Derkul e Davjdo Nicholskij, mentre sue forze di fanteria affluiva no nella zona di Dubovoj. Il collegamento a sinistra veniva stabilito, soltanto al mattino del 18 gennaio, da una compagnia tedesca proveniente dalla zona d i Luganskaja - Nikolaievka, in seguito a rimostranze mosse dal Comando della Ravenna presso il Comando della Sezione di Armata. Nelle prime ore pomeridiane del 18 gen naio, un disertore russo, presentatosi a Makarof, segnalava che il complesso di forze nemiche esistenti a Dubovoj (r reggimento fucilieri rinforzato da 1 compag nia mortai, T compagnia mitraglieri, I compagnia fuciloni controcarro, T batteria da 152, r batteria da 45 controcarro) sarebbe mosso ali 'attacco di Kruscilovka il giorno successivo. Le ricognizioni inviate confermavano la presenza del nemico ed il suo saldo possesso di tutti i paesi rivieraschi. La situazi one della difesa, diluita su un fronte così ampio, non consenti va di concentrare forze su lla direttrice minacciata Kruscilovka- I vanovka. Era solo possibile completare la distruzione dei ponti sul Doncz. richiedendo alla Sezione di Armata l'assegnazione di reparti corazzati per una puntata sul maggior nucleo avversario o, quanto meno, per l'impiego come elemento di manovra. La Sezione di Armata (gruppo Fretter Pico) rispondeva che. essendo previsti l'inserimento della 304" Divisione nella di fesa del Donez c la cessione a questa da parte della Rat•enna di un tratto di circa 7 ch ilometri di fronte, la Divisione italiana poteva raffittire con le forze sostituite il proprio schieramento. Durante le ore diurne del H) gennaio il ne mico svolgeva violente azioni d 'artiglieria e mortai su Mak arof, Kruscilovka c Iljevka. All'imbrunire i presidi italiani di Makarof e di Kruscilovka erano attaccati da formazioni partigiane. Infine, alle ore 22,30 unità regolari sovietiche iniziavano l 'attacco di Kruscilovka. Il presidio italiano (r compag nia fucilieri, I compagnia mortai, r sezione cannoni da 75/27) resisteva tenacemente. I reparti italiani inviati a sostegno, a loro volta attaccati ed accerchiati durante la marcia, riuscjvano a liberarsi, contenendo l'attacco che da Kruscilovka tendeva ad Ivanovka. Alle ore 4 del 20 genn aio i superstiti di Kruscilovka contrassaltavano le forze avversarie preponderanti, si liberavano e si aprivano il passaggio su Ivanovka. Colà, riordinati in una compagnia di due soli plotoni, erano avviati ad lljevka per rinforzarvi il presidio. Durante l'intera giornata il nemico tentava d i dilagare da Kruscilovka verso sud e verso ovest, ma veniva contenuto, mentre i
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reparti lentamente sostituiti dalla 30f Divisione, insieme con altri di artiglieri appiedati, imbastivano una difesa arretrata. In seguito ad ordini superiori, veniva concordato un attacco con il 573" reggimento granatieri (304" Divisione tedesca), da svolgere il giorno 2r dalla fronte Ivanovka- D avjdo Nicholskij in direzione di Kruscilovka. Da parte italiana vi era destinato il III / 38" rinforzato da artiglieria. Mentre erano in corso i preparativi per l'azione, alle ore 20 del 20 genna io, il nemico attaccava Davjdo Nicholskij. Era contrattaccato e respinto oltre Donez durante la stessa notte dalle forze italiane c tedesche. Nel corso del combattimento a D avj do ?\icholskij, poco dopo la mezzanotte del 20 gennaio, il nemico, con il I ed il Il / 889°, rinforzati da partigiani, attaccava la compagnia italiana dislocata a Makarof ed entro le ore 7 la sommergeva totalmente. Soltanto pochi fanti riuscivano a ritirarsi su Tljcvka. L'azione preparata su Kruscilovka veniva disdetta, per tentare la chiusura della breccia praticata e contrastare la minaccia di aggiramento d elle altre forze schierate sul fiume. Era intanto richiesto l'intervento di reparti tedeschi mentre la resisten za continuava su posiz ioni arretrate. Alle ore 4 del 22 gennaio il nemico attaccava da est, da nord e da ovest l'abitato di Iljevka, impiegando due battagl ioni rinforzati da partigiani. Iljcvka veni va circondata e vi si sacrificavano la maggior parte del ITif38n, compreso il suo comand ante, e quasi tutti gli ufficiali. Alle ore 8 rimanevano disponibili solamente una compagnia, altri clementi superstiti, reparti di artiglieri e del III battag li one mortai divisionale, che stavano tentando d ' impedire il dilagamento del nemico in direzione di Novo Svetlo\·a c di Voroscilovgrad. Un battaglione sovietico e centinaia di partigiani attaccavano l vanovka, arrestati dalle azioni di fuoco della difesa. Al Comando della Sezione d ' Armata veniva segnalato l'assottigliamento numerico dei reparti e veniva anche rappresentata la situazione di spossatezza dei combattenti dopo tre giorni continui di lotta allo scoperto con temperature oscillanti intorno ai - 40". Il Generale Frettcr Pico invitava a fare ancora quanto era umanamente possibile, in attesa di unità corazzate. Queste g iungevano alle ore 13,30 del 22 gennaio e d a Ivanovka puntavano su Kruscilovka, seguite dai fanti della Ravenna, che rioccupavano quella località nell a stessa serata.
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Il 23 gennaio proseguiva l'azione dei mezzi corazzati tedeschi su Makarof ed lljevka, appoggiata da un reparto italiano autocarrato, che, precedendo le unità tedesche, rioccupava lljevka. Altri reparti italiani rioccupavano anche Makarof. Alla sera il Comandante del1'8" Armata faceva giungere alla Divisione un suo breve telegramma: Brara Rat'etma! n . Ancora in quella sera il Comando di Sezione d'Armata comunicava che la Divisione Rat·e11na, rimanendo alle sue dipendenze, sarebbe stata sostituita per riordinarsi. Il 24 genn aio le unità superstiti della Grande Unità si raccoglievano nella zona di Samsonof- Krasnodonskij, per spostarsi a scaglioni nella zona di Rovenki , raggiunta tra il 27 ed il 29 gennaio. Il 30 gennaio la Rat,enna ritornava alla dipendenza organica del 11 Corpo d'Armata. C(
C) ROTTURA DEL SETTORE TENUTO DAL XXIV CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO ED ISOLAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (9- 31 GE~ 'AIO)
La ripresa di operazioni offensive da parte sov1ettca era stata preannunciata da un'accresciuta attività e dall'afflusso di nuove forze contro l'ala destra dell'8'' Armata e contro la 2 · Armata ungherese. Venjva, in tale modo, accennata una nuova manovra a tenagl ia. Si trattava dell' •< Operazione Ostrogozsk- Rossosc >> , lanciata dal Fronte Voronez tra il r3 e il 27 gennaio 1943 (Disegno n. 42). Detta operazione aveva i seguenti scopi: - accerchiare ed annientare le forze schierate nell'area Ostrogozsk - Rossosc; - raggiungere l'alli neamento Repievka - Alckseievka - Valuijki - Urazovo onde acquisire il controllo della linea ferroviaria, avente orientamento meridiano, Svoboda (Lisk i) - Kantemirovka. L'offensiva, estesa su una fronte di 26o km, fu lanciata con tre aliquote di forze : - a nord, la 40" Armata (cinque Divisioni e una Brigata fuci lieri, un Corpo corazzato); - al centro, il XV III Corpo fucilieri (tre Divisioni ed una Brigata fucilieri, due Brigate ed un reggimento corazzati);
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- a sud (cioè contro il fianco destro dell'8• Armata, costituito dal XXIV Corpo d'Armata cor. tedesco), la 3• Armata cor.: due Corpi corazzati (XXU e XV), un Corpo di cavalleria (VII), tre DIVisioni e una Brigata fucilieri. L'operazione riceveva concorso c sicurezza, a sud, dall 'attacco condotto, con obiettivo Pokrovskoe, dall'ala destra della 6" Armata del Fronte Sud- Ovest. La 40" Armata doveva attaccare dali 'arca di Storozevoe 1° inizialmente verso ovest (in direzione di Repievka) e successivamente verso sud - ovest. Il XVIII Corpo fucilieri aveva il compito di lanciare l'attacco dall'arca di Sctiucie su Karpenkovo (cioè contro il V li Corpo d' Armata ungherese schierato sul fianco sinistro del Corpo d'Armata Alpino). La 3" Armata cor. doveva sferrare un profondo attacco, dall'area a nord- ovest di Kantcmirovka, verso Alekseievka, dove era previsto il congiungimento con la 40a Armata per chiudere in una sacca le forze italiane, ungheresi e tedesche. In particolare, il VII Corpo di cavalleria, operan:e sul fianco sinistro della 3a Armata cor., aveva il compito di occupare l'arca compresa fra Valuijki e Urazovo allo scopo di recidere la via di comunicazione ferroviaria KastornoeKupj ansk . Il Corpo di cavalleria era stato rinforzato con una Brigata corazzata, tre Brigate fucilieri sciatori, un reggimento artiglieria controcarro, un reggimento mortai, un reggimento di artiglieria controaerea e un gruppo lanciarazzi multipli. L'8 ' Armata italiana si trovava schierata nel settore d'azione della branca meridionale dell 'operazione a tenaglia. L'ampiezza del fronte, il logoramento delle unità del XXIV Corpo corazzato tedesco, destinato ad essere direttamente investito dall'offensiva, l'incerta situazione delle unità a sud della Tciornaja Kalitva rendevano limitatissimi i mezzi a disposizione dell'Armata italiana per contrastare l'azione sovietica. Il Corpo d'Armata Alpino, sprovvisto di Grandi Unità di seconda schiera, era tutto impegnato a vigilare sulla sponda del Don. Il XXIV Corpo e la 19• Divisione corazzata tedesca, più direttamente minacciati, c che si erano fortemente logorati nei combattimenti sostenuti per arrestare l'avanzata verso ovest delle Armate sovietiche 6" e r Guardie, si trovavano disseminati su amplissimo fronte. frazionati in occupazioni discontinue senza profondità, tesi alla costituzione di una valida posizione di resistenza.
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Il Comando del Gruppo di Armate <c B >> : - segnalava come prossimo un attacco contro la 2 " Armata ungherese, lungo la direttrice della ferrovia Svoboda- Rossosc; - ordinava di rafforzare la difesa controcarro del Corpo d'Armata Alpino, sottraendo armi agli altri settori dell'Armata; - comu nicava che nella zona di Podgornoe - Karpenkovo Jevdakovo era stato raccolto, alle dipendenze della 2 a Armata ungherese, il gruppo Cramer (2 D ivisioni d i fan teria tedesche cd T Divisione corazzata ungherese). 11 Comando dell'Sa Armata rispondeva: - attirando l'attenzione del Comando superiore sulla situazione dell'ala meridionale del XXIV Corpo e sulla possibilità che azioni avversarie concomitanti a quella prevista sul fronte della 2 '' Armata ungherese, fossero svolte contro il XXIV Corpo, anziché contro quello Alpino; - chiedendo che non venisse alleggerito lo schieramento dei mezzi controcarro del XXIV Corpo d'Armata e della 19• Divisione corazzata e che fosse prevista l'azione del gruppo Cramer anche verso sud . 11 Gruppo di Armate manteneva il proprio punto di \'ista ordinando il trasferimento al Corpo d'Armata Alpino dci mezzi controcarro tanto del XXIV Corpo quanto della 19a corazzata (trasferimento non effettuato per l'accentuarsi della minaccia sul fronte merid ionale d ell' Armata). Inoltre assegnava al Corpo Alpino 18 pezzi controcarro da 50 mm, dci quali solamente sei venivano consegnati (27). Null 'altro di concreto era disposto per parare la crescente mtnaccia contro l'ala destra; anzi, si progettavano da parte tedesca (27) Sembra cffettivameme che il Comando Gruppo Armate « B >> disponesse di una situazione informativa non attendibile. Infatti, il Maresciallo dcll'URSS F. Golikov, a quell'epoca Comandante del Fronte Voronez, scrive sul l/oenno - lstoriceskii Zurnal del gennaio 1973: « Sulla carta delle infor mo zioni del XXIV Corpo tedesco , della quale si L'enne i11 possesso, erano riportate, nel settore principale d'attacco della 3A Armata cor .. soltanto sà Divisioni fucilieri e due Brigate cora:::;ate ,, (anziché tutte le Grandi Unità della stessa Armata). Invece, afferma ancora Golikov, di fronte al Corpo d'Armata Alpino era schieram, su una fronte di 65 km, " una sola Divisione fucilieri ad organico
ridotto , la 270" >> . Aveva visto giusto il Comando dell 'Sa Armata, come ha poi dimmtrato lo svolgimento dell'offensiva sovietica.
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azioni per portare più ad est lo schieramento della 19" Divisione corazzata. L'unico apporto di forze era dato dall 'arrivo, iniziato il TO 14ennaio, nella zona a nord - ovest di Starobelsk, della 320~ Divisione di fanteria tedesca, della quale, però, era previsto solamente un " possibile » intervento nelle direzioni di Rossosc, Kantemirovka, Belovodsk, senza che le fosse tuttavia assegnato un preciso compito operativo. Tn totale le forze dell'Armata constavano di 6 Divisioni di fanteria e di 2 corazzate (delle quali la 27" ormai priva di carri ed in attesa di ricostituirsi con i 2 reggi menti d'addestramento in corso d'affluenza). Jn particolare il XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco disponeva di 3 Divisioni di fanteria (/t-dia, 385•, 387"), delle quali due (Julia c 385") fortemente logorate dai combattimenti de1la seconda metà di dicembre, c della 27" corazzata, con le limitazioni già dette. Il 13 gennaio, un giorno prima della data stabi lita, l'aliquota nord del Fronte Voronez attaccava Storozcvoe I ". conseguendo rapido successo. Il 14 gennaio l'offensiva si estendeva verso sud. Nel settore dell'8" Armata, l'azione era diretta contro la parte più meridionale dell'ala destra del XXIV Corpo (gruppo Fegelein , battaglione guardia del Fi.ihrer, 27" corazzata) puntando verso ovest e nord- ovest su Kamcnka e l'alta valle della Bielaja. (( Nel primo giorno tlel/'offemit•a, gli hitleriani opposero una resistenza abbastanza tenace nel settore della 5" Armata cor.. Per riuscire a sfondare la difesa tattica in tutta la sua profondità, il Gen. P. S. R ybalko (Comandante della 3" Armata cor.) dovette immettere nella battaglia entrambi i Corpi corazzati, dopo di che la situazione nel settore d'attacco dell'Armata cambiò radicalmente in nostro favore. I reparti del XXIV Corpo corazzato tedesco, in difesa nel tratto di sfondamento della ]" Armata cor., iniziarono il ripiegamento t'erso nord e nord - ovest >> (Mar. F. Golikov, nella citata ri-
vista sovietica). Frattanto il XVlll Corpo fucilieri sovietico, che stava travolgendo, dall'area di Sctiucic, il VII Corpo d'Armata ungherese, minacciava di avvolgere anche l'ala sinistra dell'S" Armata (Corpo d'Armata Alpino). Il Comando dell'Armata pros pettava al Gruppo di Armate la necessità di:
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- arretrare l'ala sinistra del XXIV Corpo d'Armata in corrispondenza della valle Krinitscnaja, guadagnando con l'accorciamento del fronte la disponibilità della 385 Divisione; disporre di un'aliquota del gruppo Cramer (per stroncare, in unione alle altre forze rccuperate dall'accorciamento del fronte, l'azione avversaria tendente su Rossosc) c dell'aliquota della .320" Divisione già giunta in zona (per contenere, in unione alla 19" corazzata, la pressione avversaria verso ovest- 5ud-ovest). Il Gruppo di Armate H B >> accoglieva due delle proposte, escludendo guella relativa al gruppo Cramer, già impegnato a nord. Pertanto veniva ordinato di ristabilire la linea dalle posizioni del Don fino a ~ovo Kalitva, proseguendo su Krinitscnaja - Mitrofanovka - Kulikovka - Bondarevo - Novo Markovka. Infine il Comandante dell'Armata faceva presente al Comando del Gruppo di Armate, tramite il Generale Capo del nucleo di collegamento tedesco, la necessità di prevedere tempestivamente il ripiegamento del Corpo d'Armata Alpino, ricordandogli l'impegno precedentemente assunto dai Comandi superiori tedeschi di evitarne a qualungue costo l'isolamento. La rottura della debole linea difensiva, il pressoché totale annullamento della capacità operativa delle unità attaccate, l'assenza di riserve e la minaccia da sud sul tergo delle residue forze del XXIV Corpo tedesco e del Corpo d'Armata Alpino, rendevano ancora molto grave la situazione d eli '8a Armata. Nella stessa giornata, sul fronte del Corpo d'Armata Alpino, nel settore della Divisione Vicenza, l'attacco portato da due battaglioni sovietici contro il battaglione alpini l 'estone era nettamente respinto. ella giornata dd 15 gennaio, l'avversario, che aveva ripreso l'attacco immettendo nella lotta nuove unità corazzate, dopo avere annientato le forze residue del gruppo Fcgelein e del " battaglione guardia del Fuhrcr >> e dopo aver inflitto gravi perdite alla 387" Divisione, raggiungeva con i grossi Michailovka. Scilino, Novo Bclaja cd i pressi di Beloluzkaja. In seguito al cedimento dell'ala destra del XXIV Corpo nella zona di Mitrofanovka, la 385·' Divisione tedesca e la Julia, che avevano i loro schieramenti frammisti, dovevano arretrare ad ovest, nell'intento di coprire la piazza di Rossosc con un velo di reparti. La Ju!ia risultava schierata nella zona di Krinitscnaja.
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Peraltro consistenti reparti corazzati russi riuscivano a compiere puntate ad Olichovatka ed a Rossosc. Un reparto di una Brigata corazzata della 3~ Armata sovietica, formato da un a ventina di carri armati, che trasportavano anche dicci uomini ciascuno, alle ore 5,30 irrompeva in Rossosc. Quivi era la sede del Comando del Corpo d 'Armata Alpino, che avendo inviato in linea le proprie armi controcarro, non disponeva di una efficiente difesa alla periferia de ll'abitato. La lotta si por tava tra le case; ufficiali ed alpini cd elementi dei vari comandi e servizi, il battaglione sciatori Monte Cert•iuo, appoggiati da due semoventi tedeschi e poi anche da una squadrig lia di '' stukas >>, riuscivano a distruggere r2 carri, a catturare 40 prigionieri c ad eliminare la maggior parte della fanteria trasportata sui carri. Alle ore r6 i pochi russi superstiti lasciavano Rossosc. In questa situazione generale, aggravata dall'inizio del ripiegamento della 2~ Annata ungherese, il Comando del1 '8'' Armata richiedeva autorizzazione ad arretrare lo schieramento, in armonia con i movimenti della stessa 2 • Armata. La questione prospettata al Comando Supremo tedesco non otteneva il necessario consenso e pertanto il Corpo d' Armata Alpino doveva rimanere al Don. :\eppure era stato accettato il parziale arretramento del XXIV Corpo sulla linea Ternovka - Grakof- nord Michailovka, per costituire un fianco difensivo a protezione dello sc hieramento degli alpini. Il Generale Gariboldi, in vece, confermava questo ultimo suo ordine, facendo presente al Capo nucleo di collegamento che il provved imento era imposto dalla situazione. ll Comando del Gruppo di Armate ne prendeva nota dich iarandosi dissenziente, ma entro la sera stessa giungeva dal Comando Supremo tedesco la ratifica dell'ordine dell ' Armata. La rottura praticata dal nemico tra Michailovka c Kamenka era irreparabile, non esistendo per il Comando d' Armata alcuna disponibilità di forze per chiudere la falla. A nord di essa rimanevano il Corpo d' Armata Alpino e le unità superstiti del XXIV Corpo tedesco, tanto ridotte da potere essere subito dopo considerate solamente più un rinforzo per la Grande Unità italiana. A sud restavano, invece, la 19" Divisione corazzata, i resti della 27" e quanto era giunto della 320". Il nemico aveva già spinto forti aliquote di unità corazzate a nord, sul tergo del Corpo d'Armata Alpino, mentre la massa delle
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sue unità a piedi seguiva il movimento c lo estendeva in profondità verso nord- ovest, in direzione di Valujki. 11 16 gennaio, a nord ddla breccia, il XXIV Corpo, fortemente premuto, ripiegava sulla linea della Tciornaja Kalitva - Rossosc Olichovatka. Durante l'esecuzione del movimento, la Julia veniva attaccata dal nemico e subiva gravi perdite, specie nei battaglioni Tolmezzo e Val Cismon , colti in fase di movimento. A sud dell a breccia, i resti della 27"' corazzata resistevano sulla linea Novo Belinskaja - Donzovka - Tischof. La 19·' corazzata resisteva su lle posizioni occupate e raccoglieva entro di esse il presidio di Tccrtkovo, del quale è già stato detto. ~ella stessa giornata, il piccolo presidio italiano presso il campo di aviazione di Gartmisce,·ka - non potendo rompere il forte accerchiamento - veniva sgomberato con aerei da trasporto. Le forze sovietiche operanti contro la 2" Armata ungherese ne avevano infranto lo schieramento ed erano penetrate verso Ostrogozsk per oltre 50 chilometri. In quel giorno, malgrado gli avvenimenti precedenti e quelli tuttora in corso, sebbene non fosse ignoto lo stato di logoramento delle Divisioni del XXIV Corpo (Julia compresa), il Comando del Gruppo di Armate " B » emanava l'ineseguibile ordine (Documeulo 11. 1 17) che, nel la notte sul 18, lo stesso Corpo d' Armata agisse verso sud- ovest in direzione di Rovenki, allo scopo di fermare l'avanzata nemica. Il Comando d'Armata prospettava nuovamente al Generale tedesco di collegamento che un'ulteriore permanenza sul Don, considerando la situazione in atto, sarebbe stata causa di gravi conseguenze e che pertanto si rendeva inevitabile un ripiegamento. Il Comando del Corpo d'Armata Alpino, frattanto, decideva di trasferire subito la propria sede da Rossosc (alla destra del settore) a Podgornoe (si nistra), lasciando la difesa della località al locale comando di zona ed ai reparti dislocativi. Inoltre stabiliva, per mezzo di un ufficiale del Comando, il collegamento diretto con il contiguo VII Corpo d'Armata ungherese, il Comand ante del quale escludeva in quel momento la possibilità di abbandonare la linea del Don. Infine ordinava il concentramento a Podgornoe di automezzi e magazzini, allo scopo di provvedere al loro successivo sgombero su Karpenkovo e ikolaicvk a. Il battaglione Edolo (Divisione Tridentin a) respingeva ripetuti attacchi del nemico. Ancora nella giornata del 16, Rossosc era nuovamente attaccata da carri armati e da fanteria autotrasportata c cadeva per la maggior
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parte in mano del nemico, pur prolungandosi la resistenza di alcuni nuclei alla periferia dell 'abitato. Alle ore 17,30 il Comando d 'Armata formulava l 'assoluto divieto che le unità alpine lasciassero la linea del Don, facendo personalmente responsabili dell'esecuzione dell'ordine i comandanti delle Grandi Unità (Documento 11. 118). Alla sera, in un colloquio con il Generale Comandante del XXIV Corpo corazzato, il Comandante del Corpo Alpino sentiva riconfermare l'assai limitata capacità operativa di quella Grande Unità, i cui reparti erano ridottissimi nel numero di effettivi. fisicamente esauriti e scarsamente provvisti di munizioni. Si rendeva impossibile eseguire l'ordine direttamente emanato dal Generale tedesco di collegamento al XXIV Corpo di sganciarsi dal nemico in stretto accordo con il Corpo d'Armata Alpino e di sfondare verso ovest o sud -ovest, spostando la resistenza nella zona di Olchovatka e prendendovi collegamento con la 320" Divisione. Nella notte sul 17 gennaio, forze nemiche valutate a due reggime nti attaccavano il fronte della Divisione Tridentina, respinte con loro forti perdite dai battaglioni T'estone, Morbegno ed Edolo. Durante la g iornata il nemico approfondiva la propria pe netrazione verso ovest. Le unità ungheresi, contrariamente alle opinioni espresse in precedenza, avevano lasciato le posiz ioni del Don e soltanto a llora il Comando del Gruppo di Armate autorizzava il ripicgamento del Corpo d'Armata Alpino. Di questo è trattato a parte in seguito. Dopo che la 3" Armata corazzata sovietica aveva rotto lo schieramento del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco c con il suo Vll Corpo di cavalleria procedeva su Valu jki, le altre forze russe della 6• Armata operanti a sud del parallello di Kantem irovka iniziavano una forte pressione sul fronte della r9' Divisione corazzata e successivamente sul fronte e sull'ala sinistra della 320" D ivisione. Questa, per le sue modeste forze in lento affluire, non poteva far sentire prontamente la propri a azione. Si valutava che il nemico avesse due obiettivi: - puntare per la direttrice Kupjansk- Karkov sul bacino minerario - industriale del Donez, tanto per tog lierne la disponibilità ai tedeschi, quanto per ricuperarla nel proprio interesse; - avvolgere da nord il G ruppo dì Armate D on, che stava rallentando l'avanzata sovietica nel settore meridionale del fronte, sia per tentare ancora il salvataggio della 6' Armata a Stalingrado.
L1 .<t:conda bauaglia difensÌl'<l del Don
sia per consentire il ripiegamento dalla zona caucasica del Gruppo di Armate u A >>. L'8" Armata, con la 19" Divisione corazzata, i resti della 27 e quanto era giunto della 320", sviluppava la propria azione in una difesa manovrata, attuando successivi sbalzi verso ovest, appoggiati alle linee fluviali, scendenti da nord a sud, tanto per coprire la direttrice Kupjansk - Karkov c l'ala sinistra del Gruppo di Armate Don, quanto per dare tempo alle unità tedesche (Divisione Gross Deutschland e Corpo corazzato SS) di affluire e svolgere poi la contromanovra che ristabilisse la situazione, Nella notte sul 18 gennaio il Comando del Gruppo di Armate " B >> emanava direttive intese a guadagnare tempo cd a coprire il Gruppo di Armate Don: Valujki doveva essere tenuta a qualunque costo, occupando e difendendo la linea alture ad est di Valu jki Nikitovka - fiume Ajdar, mentre avrebbe dovuto essere tenuta più a lungo possibile la linea del fiume Dcrkul a sud di Novo Pskof. L'intenzione di far svolgere al XXIV Corpo un'azione su Rovenki (della quale si è detto in precedenza) risultava inattuabile, in quanto Valujki era già minacciata, Il 19 geunaio, lo stesso Comando insisteva perché fosse mantenuta ancora la linea dd Derkul, ma, poiché si erano già verificate infiltrazioni nemiche ad ovest deli'Ajdar, quell'intenzione risultava superata ed il Comando dell'S ' Armata ordinava il ripiegamento sull'Ajdar della 19" corazzata, Nel medesimo giorno la caduta di Valujki e la minaccia che si profilava sulla sede del Comando d'Armata a Kupjansk determinavano lo spostamento di esso a Tciugujev. ll 20 gennaio la 1(/ corazzata eseguiva il ripiegamento sull'Aidar, mentre un reparto italiano di bersaglieri motociclisti, rinforzato da due autoblindate, provvedeva a sbarrare la strada Kupjansk Valujki. Il 21 gennaio, per l'impossibilità d i recidere un'infiltrazione del nemico su Bclokurakino, lo schieramento doveva essere arretrato alla valle Belaja, a nord di Starobclsk. Il Comando del Gruppo di Armate mutava il limite meridionale del settore dell'Armata, che risultava ampliato, All'obiezione del Comando 8" Annata che le ridotte forze disponibili non ne avrebbero consentito neppure la vigilanza, praticamente facilitando le iniziative del nemico, il 2 3
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gennaio veniva fissato come nuovo limite di settore la linea Kantemirovka - Starobelsk - Liman - ansa del Donez 12 km a nord di Slavjansk - Barvenkovo - Lozovaja. Però l'Armata doveva cedere la 19a Divisione corazzata al Gruppo di Armate Don. Le unità rimaste ripiegavano svolgendo azione ritardatrice. Il 2 5 gennaio il Comando del Gruppo di Armate preCisava le proprie precedenti direttive di : - ritardare al massimo l'avanzata del nemico sulle direttrici Valujki - Kupj ansk e Starobelsk - Kupjansk, in contatto con il Gruppo di Armate Don; sistemare Kupjansk a caposaldo da difendere ad oltranza; - svolgere azioni di ricognizione nella zona di Valujki, dove il nemico era poco atti vo. Per eseguire questi compiti erano in affluenza nel settore di Valujki la Divisione Gross Deutschland e nella zona di Karkov un Corpo d'Armata SS (Divisioni Adolf H itler e Reich). Il 27 gemuuo ii Comando del Gruppo di Armate assegnava alla 320' Divisione il compito principale di assicurare il fianco sinistro del Gruppo di Armate Don c pertanto questa, se costretta a retrocedere, avrebbe dovuto muovere verso sud - ovest. A Il'osservazione che in tal modo sarebbe risultata aperta al nemico la rotabile Starobelsk - Kupjansk - Karkov, veniva replicato che il compito assegnato era da considerarsi più importante della difesa del bacino del Doncz. Nelle giornate seguenti la linea si inflctteYa gradatamente verso sud- ovest, tuttavia senza scoprire Kupjansk e la via su Karkov. Il 30 gennaio i' Armata spostava la propria !>cdc di comando nei sobborghi a sud- est di Karkov (Novo Bavaria). Il Jl ge1111aio, dopo che i resti del Corpo d'Armata Alpino erano rientrati nelle linee amiche a Scebckino, alle ore 24, il Comando dell'Ba Armata cedeva al gruppo Lanz (tedesco) la responsabilità operativa del settore, per spostarsi nella zona a nord- est di Kiev a sopraintcnderc ai movimenti delle unità italiane dirette alla zona di riordinamento. Durante la fase di arretramento, fin o alla fine di gennaio, sull'ala meridionale dell'Armata, unità italiane avevano operato alla difesa di alcune località importanti, ostacolando l'azione avversaria, come già avevano fatto i presidi di Tcertkovo c di Gartmiscevka:
La seconda battaglia difensiva del Don ------------------------~
- a Bclovodsk il XXVI battaglione mobile carabinieri (Divisione Vicenza), rinforzato da clementi minori, aveva tenuto la difesa della loc~tlità che sbarrava la via di Starobelsk; - a Starobelsk il XXVII gruppo artiglieria complementi, il XXVI battaglione artieri, il !4° reparto specialisti di artiglieria, una compagnia del 450° battaglione territoriale mobile, una compagnia lavoratori, una compagnia guastatori del genio, una compagnia idrici ed una compagnia artieri avevano provveduto alla difesa della località ed alla protezione della linea ferroviaria; a Kupjansk ancora elementi del XXVI battaglione carabmieri, un battaglione di formazione (complementi), il XXXVI gruppo artiglieria controaerei ed elementi minori avevano tenuto lo sbarramento della rotabile Valujki- Kupjansk e la difesa di questa città; - a Millerovo, località rimasta fuori del settore dcll'8" Armata, difesa da unità tedesche, erano rimasti consistenti nuclei di militari italiani della base logistica e se ne erano aggiunti altri delle unità già schierate sul Don, tutti in precarie condizioni fisiche. Un ,~rruppo di più animosi, appartenenti a tutte le armi e servizi, il 27 dicembre si costituì volontariamente in reparto della consistenza di una compagnia, partecipando attivamente alla difesa ed alla sortita per il rientro nelle lince amiche avvenuto il 16 gen naio. Il compito affidato all'ala meridionale dell'8" Armata c:ra stato assolto, superando gli ostacoli creati dall'esiguità delle forze impiegate in linea, dall'assenza di riserve, dalla lentezza nell'arrivo di nuovi reparti, dall'azione del nemico, superiore in mezzi cd effettivi. I combattimenti temporeggianti svolti nella seconda metà di gennaio avevano consentito la raccolta di una massa tedesca nella zona del Donez, destinata a svolgere successive operazioni controffensive.
La principale carattensuca dell'operazione Ostrogozsk- Rossosc consisteva nel fatto che i sovietici avevano pianificato di effettuare contemporaneamente le fasi di avvolgimento e di eliminazione delle forze. Essi tendevano, in sostanza, ad annientare le unità nemiche prima ancora che fossero del tutto rinchiuse in sacca. D'altra parte, l'anello interno di accerchiamento non era continuo, giacché le forze sovietiche presidiavano staticamente soltanto i nodi stradali cd i centri abitati situati sulle più probabili vie di ripiegamento. Allo scopo di conseguire un migliore successo nella predisposta operazione Ostrogozsk - Rossosc, il Comando sovietico aveva attuato
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Le operazioni delle umttÌ italllme al fronte russo ( 1941- 1943)
un piano d'inganno, ovvero di << mascheramento operativo n, secondo la sua terminologia militare (28), considerato di c< notet'Ole riiLevo >> dagli studiosi militari sovietici. La sua attuazione è stata descritta così: << Per ordine del Comando di Fronte, la 40" Armata, per trarre in inganno il nemico, doveva simulare, dal 7 al 20 dicembre, una concentrazione di forze e una preparazione di attacco dalla testa di ponte di Storozet'Oe su Korotojak e dalla zona della stazione ferrouaria di St oboda (settore della 2 Armata ungherese). L'Armata dovetm creare l'impressione di realizzare dei t•archi nei reticolati, di sminare il falso tratto di rottura, di ammassare ingetzti forze per l'offensim. di effettuare le attit•itù ricoguitive con i gruppi di comando, di migliorare la vtabilità stradale, ecc .. I fatti successit•i dimostrarono che il nemico fu effettit·amenle tratto in inganno. Esso, acl esempio, aprì spesso il fuoco contro i reparti dell'Armata, intensificò !'osservazione nella zona della testa di ponte di Storozevoe, int,ece di trasferire le risert'e in corrispondenza del settore del Fronte Sud- Ovest che, passato all'offensit'a il 16 dicembre 1942. portò a termine co11 successo la sua operazione. <c In seguito, il 12 gennaio, la 40" Armata del Fronte T'oronez iniziò l'offensiva proprio dalla testa di ponte di Storozevoe, fatto questo e/te fu del tutto inatteso per il nemico. Risultarono utili le misure di mascheramento operatit•o adottate sin dal r6 dicembre. Il nemico fu per la seconda volta tratto in inganno ritenendo che la 40" Armata fosse destinata ad attaccare tzon dalla testa di ponte di Storozet•oe, ma nella zona di Voronez. Le istruzioni alle truppe furono date nelle steppe lontane dal fronte e soprattutto durante l'arco notturno. La tzebbia nottuma occultò i mot•imenti dei con vogli 11erso il fronte e tutte le altre attività relatit1e alla preparazione dell'offensit•a. Di giorno, nella testa di ponte regnat•a la calma. (28) << Il mascheramento operativo è costituito da tlll complesso di misure adouate da un Comando allo scopo di indurre in errore il nemico circa il tipo della imminente propria attività belltca, il concetto d'operazioni, la portata, il tempo scelto e altrt-sì per nascondere al nemico le proprie truppe e gli obiettivi militari» ( Kratkij slovar operativno- takticeskih i obscevoennyh slovterminov. M. 1958, pag. 156; Tolkovyi slovar voennyh termionov. M. 11}66, pag. 228). L'espressione cc operativnaja maskirovka >l, qui tradotta con cc mascheramento operativo >>, non trova esatta rispondenza in espressione analoga della dottrina militare italiana. La definizione che il nomenclatore sovietico dà per « opcrativnaja maskirovka ll riportata dall'articolista corrisponde, in parte, ai concetti contenuti nel :-.!omenclatore Militare (Esercito) alle voci « piano d'inganno » e « mascheramento ».
Lt s~conda battaglia dtf~nsil'a del Don
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" Nello stesso tempo, nella zona di l'oronez fu ostentato un intenso mot,imento di truppe, specialmente di notte. Di tanto in tanto guizzal'ano i fari accesi delle macchine, si udiva il rumore dei motori di carri armati. venivano fatte scoppiare grosse cariche che simulavano l'artiglieria pesante. Furono costruiti guadi suppletim' sul ghiaccio del Don, ecc .. " La realizzazione di questo piano d'inganno, appositamente elaborato dal Comando di Armata. fu affidata ad 1111 reggimento della risert'a, ai secondi scaglioni delle Divisioni e alle risert•e d' Armata. Non una sola t'olta queste unità mossero di giorno t'erso il fronte, ma di notte, dimostrando che era in atto la concentrazione di in genti forze. « 11 nemico prestò fede all'inganno. Esso ritenne che nella testa di ponte di Storozet•oe fossero dislocate due Divisioni fucilieri, tma Brigata fucilieri e una Brigata corazzata, cioè forze quasi tre volte inferiori a quelle che in realtà t•i erano. lnoltre non si aspettat'a in tale zona l'attacco principale. L'accurato mascheramento operativo comentì di realiz zare la sorpresa, che costituì un importante fattore di successo dell'operazione >> (29). Al successo dell'operazione contribuì, ancora una volta, la condotta eccessivamente rigida della difesa, così che le forze schierate nei settori non direttamente investiti dall'offensiva sovietica. oltre a non concorrere in nessun modo all'azione di arresto, furono ben presto chiuse in varie sacche. Il Maresciallo Golikov scrive a tal proposito: « ... va osservato che l'ordine del Comando Supremo tedesco di battersi sulla linea del Don, sino all'ultimo sangue, ebbe moltissimo peso sulle modalittÌ di azione delle truppe nemiche che st difendevano contro le nostre forze attaccanti e sui risultati complessivi dell'operazione Ostrogozsk - Rossosc >> (citata Rit ista StoricoMilitare Sovieàca, pag. 65). 1
H) RIPIEGAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPI 'O (17 - 3 1 GENNAIO)
(Disegno n . 4 3) Alle ore 11 del 17 gennato il Comando del Corpo d'Armata Alpino trasmetteva verbalmente alle Divisioni dipendenti l'ordine di ripiegamento, subito confermato per iscritto, appena ricevuto dal (29) Magg. Gen. V. naio 1972.
28. - U.S.
YfATSU LJ:.l' KO,
in Vomno Jstoricesk iJ Zurnal, gen-
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Le opaaziont d~/1~ unità italtan~ al fronu russo ( 1941 - 194~)
Comando dell'8" Armata (Documento n. T 19). Con esso si orientavano le Grandi Unità alpine a compiere i movimenti regolandoli sulle tre successive linee di attestamento (3o): -
ferrovia Jevdakovo- Rossosc;
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valle Olchovatka;
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valle Ajdar- Nikolaicvka.
Nel corso della giornata il Comando del Corpo Alpino riceveva notizia che Postojalyi era stato attaccato ed occupato da carri armati e fanteria autocarrata, provenienti da sud. In tal modo rimanevano bloccati gli sgomberi predisposti da Podgornoc, poiché i sovietici, fin dal giorno 15, avevano interrotto la strada Rossosc- Olchovatka. L'isolamento, realizzato dalle unità corazzate c motorizzate avversarie alle spalle del Corpo d'Armata Alpino, poneva questo nella necessità di operare da solo per aprirsi la strada verso ovest, al fine di raggiungere lo schieramento amico. Il Comando del Gruppo di Armate 11 B >1 passava alle dipendenze del Corpo Alpino i modestissimi resti del XXIV Corpo d'Armata corazzato tede~co. Di esso erano rimasti efficienti 4 carri armati, 2 semoventi, 5 pezzi d'artiglieria, una batteria di lanciarazzi. Le Divisioni 385' e 387", dopo un mese di combattimenti , erano praticamente distrutte cd i superstiti avevano formato drappelli che si erano uniti variamente alle colonne italiane in ripiegamento. Appesantivano il movimento delle quattro Divisioni italiane circa ro.ooo sbandati tedeschi e ungheresi, con innumerevoli slitte ed altre impcdimenta, protesi piuttosto a cercare cibo e ricovero per la notte, che a prendere parte ai combattimenti sostenuti dagli italiani. La rottura del contatto col nemico avveniva contemporaneamente su tutta la fronte del Corpo d'Armata all'imbrun ire c si sviluppava durante la notte sul 18 gennaio. Nell'ambito delle singole Divisioni si formavano colonne, via via meno numerose c più consistenti. La Ditrisione Tridentina costituiva tre colonne, che iniziavano il movimento su Podgornoe protette da una retroguardia c raggiungevano nella notte stessa la linea di attestamento alla ferrovia, sulla quale si schieravano fronte ad est. Il Comando del Corpo d'Armata, tuttora dislocato a Podgornoc, si univa alla TridentitJa, ponendo (30) Linea definita sul terreno da particolari topografici facilmente individuabili, raggiunta b quale le unità sostano dandone avviso al Comando superiore. E' usata per coordinare il movimento o la manovra tattica nel senso della fronte.
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La st'conda battaglta difensrva del Don
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alle dipendenze di essa una parte delle truppe e servizi del Corpo d 'Armata. La Divisione Vtcenza eseguiva il ripiegamento verso la linea ferroviaria, articolata su due colonne. La colonna settentrionale si dirigeva su Podgornoe. Qui i battaglioni Morbegno e Vestone rientravano alla loro Divisione Tridentina. Questa, a sua volta, restituiva alla Vicenza i due battaglioni che aveva avuto alla fine di dicembre. La colonna meridionale si dirigeva su Popovka. A Podgornoe il Comando del Corpo d'Armata stabiliva che 3.000 militari dei reparti e servizi da esso direttamente dipendenti effettuassero il ripiegamento con la Tliceuza. La Ditùione Cuueense ripiegava in direzione di Popovka, su due colonne protette dal battaglione Saluzzo, lasciato in retroguardia in quanto schierato all'estremo meridionale del Corpo d'Armata c che restava in stretto contatto con le avanguardie avversarie. Dopo aver iniziato il movimento, il Comando di Divisione perdeva il collegamento con il Comando del Corpo d'Armata. La Dit•isione fulia, che nella precedente giornata del 16 gennaio aveva dovuto estendere per 25 ch ilometri il proprio settore difensivo per sostituire unità tedesche impiegate altrove, si era ritirata sulla sponda settentrionale della Tciornaja Kalitva. Conservava, però, una testa di ponte sulla riva meridionale di quel fiume presso Novo Melniza, difesa dal battaglione T o/mezzo. Su quelle posizioni il battaglione doveva sostenere violenti attacchi del nemico, che riusciva a circondarlo. Rotto l'accerchiamento in un assalto alla baionetta, il Tolmezzo si ricongiungeva alla propria Divisione. Questa, all'imbrunire, riprendeva il movimento in ritirata su due colonne, orientate a proseguire rapidamente su Popovka- Lesnitscianskij. Durante la giornata del 18 gennaio l'accerchiamento nem ico andava rinsaldandosi: consistenti unità sovietiche erano segnalate a Rossosc, Olchovatka c sulle rotabili che da queste località adducevano al bi vio di Postojalyi. l no l tre carri armati nemici e fanterie erano segnalati anche nella zona di Opyt. Il Comando del Corpo d'Armata, confermando gli ordini verbali già impartiti (Documento 11. 120), precisava che i reparti avrebbero dovuto « considerare di operare come in zona di alta montag na », sacrificando tutti i mezzi meccanici e facendo affidamento soltanto su quelli trainati dai muli. La Dit,isione Tride1ltÌ1la proseguiva la marcia su due sole colonne, iniziando il movimento all'imbrunire.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( J()-11 - '943)
La Dù,isione T'icen za muoveva dalla zona di Podgornoe- Popovka su Samojlcnkof (Sematoevka). I reparti della Dit,isione Cuneense, durante la notte sul 18 gennaio, effettuavano ordinatamente i movimenti per abbandonare le posizioni sul Don, fuori della pressione del nem ico, tranne che nella zona di Annovka, dov'erano attaccati da forze regolari e partigiane, senza che le unità tedesche elci XXIV Corpo fossero in grado di dare protezione. La Ditùione Julia ritornava al suo Corpo d'Armata. Essa risentiva pesantemente degli sforzi compiuti nel precedente periodo, che si sommavano ai generali disagi del clima, del cattivo stato delle piste, della insufficienza di quadrupedi e di carburante. Il battaglione Tolmezzo, che aveva perduto l'intera 12' compagnia in combattimento a Meshonki, sulla Tciornaja Kalitva, veniva rinforzato da 300 uomini dell 'VIII battaglione complementi, giunto a Rossosc il 13 gennaio. La Divisione, nel corso della giornata si trovava dislocata tra Popovka e Sotniskaja, con il Comando giunto a Podgornoe, via Kurcnj - Sergejevka. Alla mezzanotte il 9" alpini, alla periferia di Popovka, subiva un attacco proveniente da Rossosc. Il 19 gennaio il movimento proseguiva con lentezza, attardato dalle descritte difficoltà, secondo le prescrizioni impartite dal Comando del Corpo d'Armata. La Divisione Tridentina si scontrava con le forze del nemico che ostacolavano la sua marcia ad occidente. La colonna del 6° alpini (con i gruppi Bergamo e Vicenza, ii II battagl ione misto genio cd i servizi divisionali), che aveva anche il compito di proteggere il fianco destro scoperto del Corpo d'Armata, puntava per Repjevka su Postojalyi e trovava questa località occupata dai russi. Il battaI!lione Verona muoveva all'attacco ma, dopo alterne vicende, non riusciva ad occupare l'abitato per il sopraggiungere di elementi corazzati russi. Il Verona doveva ripiegare su Repjevka, contenendo la pressione avversaria. 11 sualpini (con il gruppo Val Camonica) puntava su Skororyb, donde muoveva per attaccarlo una colonna motorizzata nemica. Iel combattimento che ne seguiva gli alpini riuscivano ad occupare il paese, distruggendo alcu ni carri armati, catturando prigionieri e materiali vari. Mentre il Verona era impegnato contro le forze nemiche di Postojalyi, il grosso della colonna raggiungeva Opyt (a sud- est di Repjevka). Di là il battaglione Val Chiese veniva avviato a sostegno del Verona che si era asserragliato a Repjevka.
La !t'Conda battaglia diferJJit•a del Don
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A Opyt erano già arrivati i Comandi dei Corpi d'Armata Alpino e XXIV tedesco, numerosi alpini della Julia c circa mille sbandati ungheresi provenienti dalla 23' Divisione dislocata a si nistra della Tridentina c scompagi nata dall'azione del nemico. Durante le ore del mattino giungevano altri sbandati ungheresi ed i resti del XXIV Corpo tedesco, da inquadrare nella Tridentina. La situazione incerta, aggravata dal fatto che la destra del Corpo d'Armata rimaneva scoperta, c che la Tridentina si trovava in anticipo sul movimento delle altre Divisioni , induceva il Generale Nasci a sostare per l'intera giornata, per poi riprendere l'attacco il giorno successivo nella zona di Postojalyi. Frattanto veniva rinforzata la difesa di Opyt, si riordinavano gli sbandati, per quanto possibile, in reparti di formazione, si concentravano a Repjevka 1'intero 6" alpini (meno la 54• compagnia del T'estone) ed i reparti tedeschi. La Divisione Vicenza nelle ore del mattino occupava Samojlenkof dopo breve combattimento. Alle ore 17 riceveva l'ordine del Comando di Corpo d'Armata di proseguire su Lesnitscianskij per concorrere nel giorno seguente con la Tridentina ad un 'azione su Postojalyi. Nella notte ormai scesa, districatasi dalla confusione delle migliaia di sbandati stranieri e dci ritardatari, marciava sulrobiettivo preceduta dall'avanguardia del battaglione Pieve di Teco (31), rinforzato da un gruppo di artiglieria a cavallo. L'avanguardia, mal diretta da guide ed interpreti, anziché marciare su Postojalyi aveva deviato su Opyt; veniva perciò subito sostituita dal CLVf battaglione mitraglieri divisionale e dall'altro gruppo di artiglieria a cavallo. La Dit•isione Cuneense non era ancora riuscita a collegarsi con il Comando di Corpo d'Armata. 11 Comandante della Divisione ave\'a, a Popovka, un colloquio con il Generale tedesco Comandante del gruppo di combattimento Rhcingold, il quale gli confermava che l'itinerario Rossosc- Olichovatka- Valujki era in mano nem ica; era invece controllato da unità tedesche l'itinerario Popovka- Kulascevka- Sceljakino (o Varvarovka)- Valujki. Pertanto, il Comandante della Cuneense decideva di deviare dall'itinerario assegnatogli dal Comando di Corpo d'Armata. Distrutti tutti gl i automezzi e abbandonato il carreggio, la Cuneense marciava su due scaglioni, con il III / 27t in retroguardia. Verso le ore 19 questo reparto era attaccato e sopraffatto da reparti nemici in tuta mimetica bianca, scambiati per tedeschi. Erano anche attaccati e quasi distrutti la 14" compagnia del battaglione alpini Borgo San Dalmazzo c la 724 (31) Il Tla / 277" era r imasto con 1:. Divisione Cuneense.
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Le operazioni del/t' unità italianl' al frollfl' russo ( 1941- 1943)
batteria del gruppo Val Po. La 21 3 compagnia del battaglione Saluzzo, impegnandosi in tenace combattimento, permetteva alla colonna di proseguire su Novo Postojalyi, dove raggiungeva la Divisione Julia impegnata in combattimento. La Ditùione Julia raggiungeva faticosamente la zona di Novo Postojalovka- Soloviev- Kopanki, trovandola fortemente occupata dat russi. Iniziava una lotta che durava per l'intera giornata. Sempre durante il giorno 19, il Comando d'Armata ordinava che i resti del XXIV Corpo tedesco puntassero da soli su Rovenki, mentre il Corpo d'Armata Alpino avrebbe dovuto proseguire nel ripiegamento previsto. Il Generale Nasci, in accordo con il Comandante del XXIV Corpo c con il Generale tedesco capo dell'Ufficio di collegamento, rispondeva che l'ordine era ineseguibile, date le condizioni della Grande Unità tedesca. Il Comando d'Armata accettava, ordinando di accelerare il movimento, puntando su Valujki. Ripetute richieste fatte dal Comandante del Corpo Alpino per ottenere l'intervento di aerei non potevano essere soddisfatte. Lo stesso Comandante sollecitava la Julia e la Cuneense affinché al più presto superassero il solco della valle Olchovatka. Il 20 gennaio il Comando di Corpo d'Armata sollecitava il movimento della Vicenza su Charkovka, affinché si portasse ad ovest della valle Olchovatka, ripetendo l'ordine anche alle altre Divisioni. Il Comandante del XXIV Corpo riceveva l'incarico di raccogliere nella zona di Skororyb tutti !!li sbandati tedeschi, per organizzare una di fesa temporanea della zona, così da assicurare lo sfìlamento verso occidente. Alle ore 7, carri armati russt e fanteria autotrasportata attaccavano Opyt, mentre ancora vi si trovava il Comando del Corpo d'Armata Alpino. La difesa degli clementi in posto non riusciva a respingere l'attacco c veniva travolta, ma lgrado il sacrificio di alcuni reparti. Andavano perduti mezzi di trasporto, carteggi del Comando, tuni i mezzi di collegamento. Si salvava una sola stazione radio tedesca, montata su di un autocarro semicingolato, valida per assicurare il collegamento con il Comando d'Armata, ma non con quelli delle Divisioni. !l Comando del Corpo d'Armata. passando per la sola via aperta a Skororyb, si spostava a Novo Charkovka. La situazione generale aveva ormai di mostrato che l'offesa nemica proveniva non tanto da est come azione d'insegu imento, ma si sarebbe manifestata in successivi sbarramenti, da rompere nella marcia verso ovest. Pertanto il Comandante del Corpo di Armata decideva la costituzione di una forte avanguardia.
Ul seconda bauuglia difenswu dd Don
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La Divisione Triclentina, alle ore 2 veniva attaccata da nord nella zona di Opyt, dove l'anticipato ripicgamento dell'Armata ungherese aveva lasciato scoperto il fianco destro del Corpo d'Armata Alpino. Il battaglione l/ estone respingeva l'attacco. All'alba, il movimento dei servizi, delle impcdimenta e degli sbandati cadeva sotto un intenso fuoco d'artiglieria, mortai ed armi automatiche del nemico che, nella notte, manovrando a largo raggio, aveva delineato un accerchiamento. Seguiva un deciso attacco nemico, a respingere il quale dovevano essere impegnati tutti i reparti. Un contrattacco del II battaglione genio divisionale risolveva favorevolmente la situazione, ma costava al battaglione il sacrificio di due terzi dei suoi UOmini.
A Postojalyi il 6° alpini doveva combattere per alcune ore, anche all'arma bianca, per impossessarsi dell'abitato. Dopo breve sosta in esso, proseguiva su Novo Charkovka. Era così superato il primo accerchiamento. In esecuzione degli ordini del Comandante del Corpo d' Armata, il Comandante della Tridentina assumeva il comando dello scaglione d'avanguardia, costituito dal 6" alpini (meno il battaglione Veror1a), rinforzato dai gruppi 11ergamo e Vicenza, dall'artiglieria, dai lanciarazzi c dai carri armati tedeschi. Raggiunta Novo Charkovka alle ore 17, la località doveva essere tolta, combattendo, agli occupanti sovietici (due battaglioni rinforzati da artiglieria, mortai e carri armati). Puntate controffensive dell'avversario venivano sventate. Il battaglione TIerona, che aveva ricevuto il compito di proteggere il fianco destro scoperto, respingeva un attacco e pro~eguiva la marcia in coda alla colonna divisionale. Il 5o alpini e le restanti unità raggiungevano Novo Charkovka superando il secondo sbarramento nemico. L'avanguardia della Dit,isione Tlicenza, nella notte sul 20, doveva attaccare Lesnitscianskij, dove l'azione del nemico era appoggiata anche d a mezzi corazzati c da numerosi mortai. Un movimento aggirante del battaglione Piet'e di Teco, riunitosi alla colonna, induceva l'avversario a ritirarsi, lasciando su 1 terreno tre carri armati ed alcuni prigionieri. La Divisione proseguiva su Postojalyi, agevolando l'azione intrapresavi dalla Tridentina. Per la rimanente parte della giornata i reparti sostavano sulle posizioni raggiunte. La Divisione Cuneense raggiungeva Novo Postojalovka verso le ore 2, unendosi ad elementi della Julia che combattevano per aprirsi la strada. Un primo intervento del battaglione Cet'a, appoggiato dal gruppo Mon dovì, costava ad entrambi gravissime perdite, ma senza
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Le of1corazioni de'Ile unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
fortuna. La successiva azione dei battaglioni Borgo San Dalmazzo e Sahtzzo non otteneva mig lior esito. Verso le 1'5 era anche attaccata la retroguardia; una batteria del gruppo Val Po andava perduta. :--1ella considerazione che più a sud altri elementi della Julia (9" alpini) combattevano senza successo, il Comandante della Divisione decideva di cercare più a nord un punto di minore resistenza, dirigendosi su Postojalyi, salvo rientrare poi nel settore di ripiegamento assegnato. La Divisione fulia per l'intera giornata combatteva per apnrst il passaggio attraverso le posizioni nemiche di Novo Postojalovka, avendo ricevuto anche il concorso di unità della Cuneeme. A sera, il Comando, 1'8" alpini ed il gruppo Conegliano si sganciavano dall a lotta e si univano all'azione di aggiramento da nord, operato dalla Cuneeme, su Postojalyi. Il 9" alpini con i gruppi Udine e Val Piar•e, da Kopanki, dove erano stati fermati dal nemico per tutto il giorno. rompevano il contatto dirigendosi su Samojlenkof. L'azione congiunta della Julia e della Cuneense aveva fortemente contribuito alla salvezza della colonna settentrionale del Corpo d ' Armata. Questa, già impegnata sulla fronte e sul fianco destro. si sarebbe trovata in gravi difficoltà a sostenere anche un attacco da sud, parato, invece, dalle due Divisioni. Alla fine della giornata le forze del Corpo d' Armata Alpino avevano perduto buona parte della loro efficienza operativa in quanto: - i battaglioni della f ulia erano ridotti a meno di 150 uomini ognuno, appoggiati da pochi pezzi del g ruppo Conegliano scarsamente provvisti di munizioni; - la Cuneeme si trovava con tre battaglioni duramente provati c priva d 'arti glieria; - la Vicenza, già poco adatta ad operare per sua stessa costituzione organica, pure se rinforzata dal battaglione Pieve di Teco. si trovava in pessime condizioni; - la T ridetJtina era in una situazione migliore c disponeva del rinforzo dei pochi, ma pur preziosi, mezzi corazzati tedeschi. TI 2 r gennaio il Comandante del Corpo d'Armata, tenuto conto de lla situazione generale , accertato che la Tridentina aveva sopravanzato le altre D ivisioni di circa una tappa, e considerate le condizioni di sempre più ridotta efficie nza delle altre Grandi Unità, decideva che la Tridentina assumesse la funzione di avanguardia dell'intero Corpo d 'Armata sull'itinerario Kravzovka - Sceljakino - La-
Ùl
.<econda battaglia difensiva del Don
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domirovka - Sciabskoje - Nicholajevka (32) - Valujki. Le altre Divisioni si sarebbero accodate muovendo a cavallo del medesimo itinerario, secondo l'ordine c le località di sbocco nella valle Olchovatka. 11 movimento veniva ripreso dopo che era apparsa evidente l'intenzione del nemico di opporre al movimento stesso success ivi sbarramenti sulle rotabili che tagliavano l'asse eli marcia, facendo largo impiego di mezzi motorizzati. La Divisione Tridentina muoveva da Tovo Charkovka su Lymarevka e Sceljakino, con il proposito di marciare rapidamente, anche a costo di gravi sacrifici, per non dare tempo ai sovietici di organizzarsi su posizioni retrostanti. Inoltre: - eseguire le marcie durante le molte ore di oscurità, per sfuggire all'osservazione del nemico, !asciandolo incerto sulla direzione seguita; - evitare per quanto possibile di percorrere rotabili ed attraversare abitati; - tenere distinti i reparti in grado di combattere dalla massa degli sbandati di varie nazionalità, affinché non fosse rotta la compagine organica ed intralciata l'eventuale azione tattica; - appoggiarsi agli abitati per dare ricovero agli uomini durante le ore di riposo cd attenuare in qualche modo le conseguenze negative della rigidissima temperatura. Il movimento era ripreso alle ore 2 e l'avanguardia occupava Lymarevka alle 8, toglicndola a forze regolari c partigiane respinte il giorno precedente da Novo Charkovka. Il freddo eccezionale della giornata imponeva di non procedere oltre, pur se la località non era in grado di dare ricovero a tutta la massa presente. Dovevano essere abbandonate le ultime autocarrette, per impiegare lo scarsissimo carburante nel traino delle artiglierie. Feriti ed ammalati venivano trasportati a braccia c le slitte trainate da uomini, in un'esemplare gara di solidarietà umana. La Ditùione Vicenza si muoveva ormai nella scia della Tridentina e non riusciva a stabi lire il collegamento radio con la Cuneense e la Julia, per sopperire alla perdita delle stazioni subita ad Opyt dal Comando di Corpo d'Armata e della Tridentina. (32) Il nome di ~icholajevka designa una borgata a ~ud di Varvarovka, e non !"altra località omonima raggiunta poi dalla Tridentma e neppure una terza situata più a nord - csr, non toccata dalle unità alpine.
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Lt' operaz toni del/t' unità italuwe al fronte russo ( 1941- 1943) ' - - - --
La colonna raggiungeva L ymarevka con una marcia lenta e faticosa che richiedeva assolutamente una sosta nell'abitato, dove per altro una parte degli uomini doveva rimanere all'aperto per l'msufficiente capienza delle abitazioni. Veniva costituita una specie di ospedale per il ricovero degli intrasportabili, affidandoli alle cure di personale volontario. Nella località erano sopraggiunti i Comandanti della Cuneense e della fulia, che ricevevano verbalmente gli ordini del Comandante del Corpo d'Armata. All'alba la Divisione Cuneense g iungeva in zona di Postojalyi e verso le ore 12 il 1° alpini conquistava l'abitato con il concorso di un reparto tedesco. Proseguiva su Novo Charkovka, raggiungendola nelle prime ore d'oscurità c sostandovi per la notte. La Divisione Julia da Samojlcnkof prosegui,•a con 1'8 alpini ed il gruppo Conegliano su Novo Charkovka e la superava proseguendo verso ovest. Il Comando della Divisione cd il 9o alpini con i gruppi Udin e c Val Piave raggiungevano Lesnitscian skij . Di qui il Comando proseguiva su Novo Charkovka, mentre i reparti si fermavano per riordinarsi e consumare il rancio. Attaccati da forti unità nemiche appoggiate da carri armati, venivano quasi totalmente annientati e solamente pochi elementi riuscivano a salvarsi . 11 Comando della Divisione si univa ai Comandi della C uneeme e della Vicenza. Nella notte sul 22 gennaio il Comando del Gruppo di Armate (( B » , attraverso la radio del XXIV Corpo, indicava Nikitovka quale punto di sbocco del Corpo d'Armata entro le linee amiche, fatto che richiedeva una parziale modifica dell'itinerario previsto. La via più breve da percorrere per raggiungere la località indicata sarebbe passata per Varvarovka, località che era ritenuta occupata, in guanto situata nella valle della T ciornaja Kalitva. Ma il breve tempo disponibile non consentiva di vari are gli ordini preceden temente impartiti cd il Generale Nasci, pertanto, decideva di puntare ugualmente su Sceljakino, aggirando Varvarovka da sud. L'avanguardia della Divisione Trùlentina (6" alpini ) raggiungeva alle ore 10 una sella dominante l'abitato di Sceljakino, accolta da violento fuoco . I battaglioni alpini Vestone c Val Chiese ed i carri armati tedeschi, appoggiati dai gruppi Bergamo c Vicen za, muovevano all'attacco. Il battag lione Edolo (5" alpini) svolgeva un'azione aggirante per la sinistra; ma l'arrivo nel paese dci carri armati del nemico faceva temere un rovesciamento della situazione, che era tuttavia superata dalla tenacia e dalla saldezza d'animo dci reparti.
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La sf!conda battaglia difenstt•a del Don
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Immobilizzata una parte dei carri del nemico, ridotta al silenzio la sua artiglieria, snidati i difensori sovietici dalle case, pronuncialas i l'azione aggirante dell'Edolo, il paese veniva sgomberato dall'avversario, che subiva gravi perdite, cd occupato dagli alpin i. All'imbrunire la colonna proseguiva su L adomirovka, raggiunta nella notte. Durante la marcia nuove forze sovietiche, in parte corazzate, sopraggiungevano da sud, investendo la colonna sul fianco. Per non essere travolta, la colonna deviava su Varvarovka, dove il battaglione Morbegno, scontratosi con altri reparti nemici provenienti da nord, si impcgnaYa in una cruenta lotta c si sacrificava per dare modo al resto della colonna di salvarsi deviando verso ovest. La Di[lf'sione Vicenza si rimetteva in marcia nella notte, con tre semoventi tedeschi, quasi privi di munizioni. Giunta a Sceljakino, la trovava fortemente presidiata da unità motocorazzate nemiche, ritornate a schierarsi sul posto dopo essere state allontanate dalla Tridenti n a. Un primo attacco mosso dai resti del I I f 277 Yeniva respinto e doveva essere ripreso dall'intera colonna, con l'appoggio dei semoventi tedeschi . La colonna italiana penetrava nell'abitato, immobilizzava i carri armati sovietici, sconvolgeva gli apprestamenti difensivi, ma nuove forze russe attaccavano la coda della colonna distruggendo il Quartier Generale della Divisione ed una aliquota del CLVI battaglione mitraglieri divisionale. L'azione della Vicenza era servita a svincolare reparti della Tridentina e tedeschi. Alle prime luci la Divisione Cunee1ue riprendeva la marcia su Lymarevka. raggiungendola alle ore 12. Il r" alpini si univa alla colonna, ma veniva attaccato da tre carri armati russi. Superato l'attacco, il reggimento sostava a Lymarcvka. Il resto della Divisione p roseguiva su Novo Dmitrovka, che, occupata dal nemico, veniva conquistata dal battaglione Dronero e dal IV battaglione misto genio. La Divisione subiva la perdita di centinaia di alpini rimasti assiderati lungo l'itinerario. Alla sera il Comandante della Divisione dava facoltà, a chi intendesse valersene, di lasciare la colonna per tentare d i salvarsi isolatamente. Il movimento della Dùùioue Julia diveniva più faticoso e pesante. Al mattino i resti de1 1'8" alpini, nella zona di Novo Gcorgevski j. ven ivano raggiunti, circondati e catturati dal nemico. :-\ella giornata il Comando della Divisione raggiungeva la zona dt Sceljakino, dove anch'esso veniva circondato ed attaccato da forze nemiche.
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L~ operaz1oni delle unirà italiane al fronte msso
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Alla fine della giornata, quanto rimaneva del Corpo d ' Armata Alpino si trovava incolonnato su di un solo itinerario. La situazione SI presentava estremamente confusa per l'addensamento di parecchie migliaia di uomini, tra i quali numerosissimi sbandati tedeschi ed ungheresi. Slitte ed impedimcnta sostavano nell'abitato, parzialmente in fiamme e battuto dai cannoni dci carri armati nemici. I sovietici, sempre informati sulle dislocazioni c sulle direzioni di marcia dei vari scaglioni, consapevoli della necessità dei reparti avversari di sostare al coperto per attenuare le difficoltà climatologiche, impiegando reparti motorizzati precedevano le unità in ripieg amento nell'occupazione degli abitati ubicati sugli itinerari. La lotta per impossessarsi degli abitati stessi era necessità vitale per poter sopravvivere al riparo dal gelo. Altri reparti nemici attaccavano le colonne sui fian chi, cercavano di frazionare le code delle colonne. catturavano i ritardatari consegnandoli nelle mani dei partigiani. Il 2 3 gennaio il Comando dell'Ba Armata, valendosi dell"unica radio tedesca rimasta efficiente dopo l'incursione sovietica, informava il Comando del Corpo d'Armata che Nikitovka era occupata dal nemico. Pertanto la colonna veniva fatta fermare nella località di Romachova, per sostarvi cd effettuare il riordinamento necessario per l' inevitabile combattimento. All'alba la Dir•isio·ne Tridw tina riprendeva il movimento, sforzandosi di imprimere alla marcia un ritmo veloce, per sfruttare il successo conseguito nella giornata precedente. A Nikolaievka (9 chilometri ad ovest di Sciabskoje) una formazione di partig iani , sostenuta da 4 pezzi di medio calibro. veniva eliminata d'assalto dagli alpini e dai carri armati tedeschi. La tappa era conclusa a Kovalev. La Divisione Vicenza, priva di collegamento con il Comando superiore. all'alba muoveva verso Varvarovka. per effettuarvi una sosta, anche nella speranza di riunirsi con il 278" fanteria. Mentre lo stesso Comandante della Divisione cercava di riordinare g li elementi della colonna frammisti agli sbandati. una violenta azione di mortai e di aerei nemici scompigliava nuovamente i reparti. Superata la crisi, una formazione corazzata avversaria attaccava la colonna in varie ondate. dopo che aveva distrutto il 278o fanteria. l resti dell a Divisione (Comando, 2 sezioni carabinieri, pochi fanti dd 27t, i resti del CL VI battaglione mitraglieri, il Comando del reggimento artiglieria a cavallo. qualche mig liaio di uomini riuniti in poco efficienti reparti di formazione) si sistem avano a difesa attorno c dentro una fattoria presso Varvarovka. All a sera il movimento veniva ripreso per Bolsce Lipyagi.
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Prima dell 'alba la Divisione Cuneeme si riuniva a Novo Dmitrovka e proseguiva su due scagl ioni, marciando per l'intera giornata, diretta su Garbusovo e Rybalzin. fl I alpini superava un attacco di partig iani. Il nucleo della Dit'isione / ulia, che ancora combatteva circondato nella zona di Sccljakino, all'alba veniva sopraffatto. Il Generale Comandante con altri 4 ufficiali e circa 50 alpini nuscivano a sottrarsi alla cattura e si riunivano alla colonna della Cuneense. 0
Nella giornata del 24 gennaio il Comando del Corpo d'Armata non aveva più notizie delle vicende delle Grandi Unità dipendenti, tranne che della Tridentina, della quale divideva la sorte. L'incertezza su tutta la situazione era resa più grave anche dalla mancanza di carte topografìche della zona attraversata. [ congclamenù e gli assideramenti continuavano a provocare ingenti perdite. Il Comandante del Corpo d 'Armata informava il Comando dell'S' Armata che, a causa delle gravissime perdite in uomini c materiali, la Grande Unità alpina non era più impiegabile. Le richieste di aviorifornimenti di viveri e di medicinali non potevano essere soddisfatte. Dopo un a marcia notturna, alle ore 10 la Ditùione Tridentina raggiungeva Malakijeva con l'avanguardia, sotto il fuoco di artiglieria nemica . La rig idissima temperatura esigeva che l'azione per la conquista dell'abitato avesse rapido corso. per evitare agli uomini non impiegati in combattimento lunghe attese allo scoperto nella bufera di neve alla temperatura di - 40". L'artig lieria prendeva subito posizione, i carri armati tedeschi entravano in azione spalleggiati dai battaglioni Vestone c Val Chiese ed alle ore T2 il paese era conquistato. I russi perdevano 6oo uomini contati sul terreno, copioso armamento di fanteria, leggero e pesante, c 12 pezzi di medio calibro. La marcia proseguiva su Romankovo; per ingannare lo stimolo della fame , uomini e quadrupedi potevano solamente ingerire neve gelata. La località di tappa era raggiunta alle ore 16. Il battaglione TI erona rientrava al suo 6" reggimento. La Divisione Vicenza proseguiva fin o alle ore 4 la marcia notturna, ripresa dopo una sola ora di sosta. Nelle ore meridiane raggiungeva un villaggio dal nome sconosciuto c vi si fermava per la notte. La Dù;isione Cuneense (Comando e 2 alpini), superato Garbusovo, raggiungeva Rybalzin alle ore 8 e vi sostava. Il r" alpini, giunto all'alba a Garbusovo, attaccato da carri armati, subiva nuove forti
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perdite e, giunto a Rybalzin verso mezzogiorno, veniva colto da una bufera di neve che costringeva i reparti a sostare per l'intera notte. Il 2 5 gennaio il Comando d'Armata, per mezzo di un aereo atterrato nei pressi della colonna , comunicava al Generale Nasci che il punto di sbocco era stabilito al bivio posto 16 chilometri a sud- est di Novi Oskol e che Nicholajevka, fortemente presidiata dal nemico, avrebbe dovuto essere attaccata per poter proseguire. La Dit'isione Tridentina riprendeva all'alba la marcia su Nikitovka, tolta a deboli resistenze di regolari e partigiani. Erano attraversati numerosi paesi, i cui abitanti rifornivano di viveri gli alpini aCfamati. I battaglioni Verona c Vestone, la 255• compagnia del l'al Chiese, una batteria del gruppo Bergamo, con i carri armati tedeschi, che costituivano avanguardia. si spingevano in avanti per un paio d'ore di marcia, raggiungendo Arnautovo. Il Comando della Divisione ordinava per il giorno seguente: - la partenza contemporanea dell'avanguardia e della colonna, già distanziate nella presa degli alloggiamenti; - rattacco di 0JichoJajevka da parte dell'avanguardia, SO· stenuta poi dalla restante parte della colonna. La Divisione Vicenza riprendeva la marcia su Bolsce Lipjagi, che raggiungeva nella notte, sostandovi. Il battaglione Pieve di Teco, in avanguardia, colpito dal Cuoco di mortai, attaccava i reparti nemici, riuscendo a liberare 100 militari italiani tenuti prigionieri. Le unità della Divisione Cuneeme si dirigevano su Malakijeva. Il battaglione Dronero, in avanguardia, per aprire il passo alla colonna, doveva iniziare un combattimento sostenuto dal Mo11dovì e da un gruppo di artiglieri. Il nemico ritirandosi rilasciava 200 prigionieri italiani. La colonna si frazionava : il Comando della Divisione ed il 2 alpini raggiungevano Malakijeva alle ore 24; il T0 alpini sostava nel villaggio di Solonzy. La giornata del 26 gennaio appare decisiva per il ripiegamento delle Grandi Unità alpine, che dovettero non soltanto infrangere lo sbarramento predisposto dal nemico, ma anche rintuzzarne l'aggressività, manifestata fino dalle ore della notte, in anticipo alla presa di contatto con le posizioni difensive.
La gconda banaglia dif~mil ·a dd Don - -- - - --
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L'avanguardia della Dit•isione Tride11tina, attestata allo sbocco ovest di Nikitovka, alle ore 2 era attaccata da forze regolari e partigiane russe. Dopo alcune ore di combattimento, il nemico era respinto. Nei pressi di Arnautovo consistenti unità sovietiche attaccavano la colonna appena postasi in movimento, manifestando l'intenzione di isolarne l'avang uardia (battaglione Tirano e gruppo Val Camonica). Mentre la lotta si sviluppava con alterne vicende, per conseguire il proprio intento, il nemico faceva intervenire forze fresche (che avanzavano cantando). La pronta reazione del 5'' alpini travolgeva gli attaccanti c riapriva il varco alla colonna e all a massa raccogli ticcia, ormai priva di volontà combattiva, che la seguiva passivamente. La consistenza del nemico in questa azione era valutata a tre battaglioni. Il 6° alpini , giunto nei pressi di Nicholajcvka, iniziava l'attacco dell 'abitato presidiato dal nemico. Sebbene l'efficienza dei reparti fosse diminuita a causa dei combattimenti fi no allora sostenuti, delle durissime condizioni climatiche, delle privazioni ali mentari c della scarsezza delle munizioni, vincendo la violenta reazione di fuoco dell'avversario, i reparti superavano il terrapieno ferroviario situato al margine orientale di Nicholajevka, riuscendo a penetrare nel paese alle ore r 1. Ma le forti perdite subite non permettevano di mantenervisi ed i reparti, per quanto rinforzati da altri elementi volenterosi, dovevano retrocedere oltre la ferrovia, conservando su di essa il contatto con il nemico. Verso il mezzogiorno, giu ngeva il grosso della colonna che consentiva l'intervento del 5" alpini con l'appoggio di tutta l'artiglieria disponibile per la ripresa dell'attacco. Partecipavano ad esso anche reparti di formazione. li nemico, la cui forza era valutata ad una Divisione, reagiva con il fuoco di tutte le sue unità e con l'intervento di numerosi aerei. L'azione avversaria otteneva effetti gravissimi sulla massa della colonna, formata da slitte, quadrupedi, automezzi condotti da militari di varia nazionalità e di vario linguaggio, e, per ciò stesso, difficili da coordinare. L'attacco sferrato con estrema decisione, trascinato nella scia de1 pochi carri armati tedesch i sui quali aveva preso posto il Comandante della Divisione, portava i reparti nuovamente oltre la ferrovia e alla seconda occupazione nell'abi tato. Tuttavia, le gravissime perd ite subite dagli attaccanti, soprattutto tra gli ufficiali. provocavano l'arresto temporaneo dell'opera-
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zionc. La massa che seguiva avvertiva il pericolo c iniziava un movnnento retrogrado. 11 sopraggi ungere del 5" alpini determinava la ripresa dell'avanzata c tutti gli uomini dell'eterogenea colonna, armati e disarmati, SI precipitavano in avanti a valanga, travolgendo tumultuosamente ogni resistenza dell'avversario che subiva forti perdite in uomini , armi leggere c 24 pezzi d'artiglieria. Il Comandante del Corpo d'Armata, in considerazione delle precarie condizioni dei reparti, del loro ridotto armamento e munizionamento ed in previsione di un probabile ritorno offensivo dei russi, ordinava di proseguire il movimento dopo brevissima sosta sull'obiettivo conquistato, così da superare al più presto il solco di Uspenskaja, favorevole al movimento di mezzi motorizzati. Un altro sbarramento veni\'a eliminato dal battaglione Edolo. La colonna della Divisione Vicenza riprendeva il movimento all'alba, nell'intento di raggiungere Valujki, ma trovava i numerosi abitati della zona presidiati da elementi avversari. Questi si ritiravano ai primi colpi di mortaio, ma i ripetuti spiegamcnti dei reparti cagionavano ritardi nella marcia. La colonna era sovente sottoposta anche ad azioni di mitragliamento da parte di aerei nemici. Verso mezzogiorno la colonna veniva presa sotto il tiro di lanciarazzi, che non potevano essere controbattuti. Le azioni dei partigiani erano sempre più frequenti; le munizioni si stavano esaurendo. Alle ore rs, la colonna stessa, ridotta a circa 3.ooo uomini, era arrestata frontalmente dal fuoco di mitragliatrici, mentre reparti di cavalleria, sbucati da un vicino bosco, apparivano sul fianco sinistro. Il battaglione Pieve di Teco prendeva posizione, ma la scarsità di munizioni gli consentiva solamente un'azione di temporaneo contenimento. Cavalleria cosacca, rinforzata da artiglieria e carri armati, si presentava anche sul tergo, completando così l'accerchiamento. Quando un parlamentare avversario intimava la resa entro trenta minuti, minacciando di non dare quartiere ai prigionieri, le possibilità non soltanto di proseguire la marcia, ma quelle stesse di resistere più a lungo, erano oramai praticamente annullate. Il Comandante della Vicenza recandosi a parlamentare aveva modo di valutare la grande consistenza delle forze avversarie. Accettate le condizioni di resa, il Generale Pascolini rimaneva prigioniero, mentre gli ufficiali che lo avevano accompagnato rientravano presso i reparti italiani per comunicare che era stata accettata la resa. Essi dovevano constatare che i sovietici avevano già catturato l'intera colonna.
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I due scaglioni della Divisione Cuneense, appena postisi in marcia, erano sottoposti a mitragliamento aereo; si congiungevano quindi formando una sola colonna. Un attacco di reparti di cavalleria era respinto dal battaglione Dronero. Durante la marcia notturna, il I alpini perdeva il collegamento con il Comando della Divisione. 0
Il 27 gennaio il Comando dd Corpo d'Armata Alpino nel movimento verso ovest si lasciava superare dalla Tridentina e da tutta la restante colonna, lunga circa 30 chilometri. Su di essa continuava il mitragliamento a volo radente degli aerei avversari. La marcia era resa sempre più faticosa dall'abbondanza c dallo stato della neve. I quadrupedi, sfiniti, morivano in numero sempre crescente, provocando l'abbandono e la distruzione dci pezzi di artiglieria o degli altri carichi. Ufficiali e soldati al limite delle forze si fermavano nelle isbe, dove, sovente, finivano poi catturati. Il Comando della Divisione Tridentina, riordinati rapidamente i reparti nella sosta notturna, disponeva la ripresa del movimento, mettendo in avanguardia il 5' alpini, i gruppi Bergamo e Vicenza. ed il solo carro armato tedesco rimasto, con i due pezzi d'artiglieria superstiti pure tedeschi. Con una faticosissima tappa di oltre 40 chilometri, ancora sottoposta alle azioni aeree e funestata da nuove perdite per esaurimento, la colonna a notte inoltrata raggiungeva Uspenskaja c Lutovinovo. La Divisione Cuneense, giunta presso Valujki, veniva attaccata di sorpresa c sopraffatta da un Corpo di cavalleria cosacca nascosto dietro l'alto terrapieno della linea avversaria. Il battaglione Mondovì rifiutava di arrendersi ed iniziava un combattimento che si prolungava per alcune ore. Ma la lotta era impari cd il battaglione alla fine dovette cedere. Il 28 gennaio i componenti del Comando di Corpo d'Armata erano attaccati da carri armati c fanterie. Insieme con le unità della Tridenti11a che li precedevano marciavano poi per raggiungere Novi Oskol. Giunta la colonna a 16 chilometri da tale località, veniva a conoscere che era stata occupata dai russi fin dal mattino. Era perciò necessario cambiare itinerario c dirigersi su Slonovka. La fatica della marcia era superata solamente per la volontà di tutti di raggiungere la meta. Con la temperatura a -35°, - 40"' il numero dci congelati aumentava di ora in ora. I pochi quadrupedi sopravvissuti trainavano le slitte per il trasporto dci feriti e dei congelati. 29. - U.S.
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Le operazioni delle unità italiane al frollfe russo (1941 - 1945)
Il 29 gennaio la colonna raggiungeva Bessarab. La sua forza era ridotta a 20.000 italiani, dei quali oltre 2.000 feriti e 5.000 congelati. Il numero dei tedeschi c degli ungheresi portati in salvo si era via via ridotto fino a 15- 16.ooo uomini.
Il 30 gennaio veniva raggiunto Bolsce Troitzkoje, dove soldati c ufficiali degli altri eserciti si staccavano dalla colonna italiana.
Lo stato morale degli italiani si sollevava sensibilmente nella constatazione che la fase critica dell'accerchiamento era stata superata c nella speranza di poter usufruire di un prossimo trasporto ferroviario. Nella località erano anche giunti i primi autocarri con i rifornimenti; con essi poteva avere inizio lo sgombero dei più grav• feriti e congelati. li JI gennaio la testa della colonna ùel Corpo d'Armata Alpino giungeva a Scebckino. Tutto il personale, mano a mano che arrivava, veniva sistemato in accantonamenti ove sostava per alcuni gwrni, sia per un necessario periodo di riposo, sia per attendere l'arrivo dei ritardatari, protrattosi fino al 3 febbraio. I feriti ed i congelati più gravi venivano sgomberati sull'ospedale militare italiano di Karkov. Gli altri erano ricoverati in una infermeria temporanea, in attesa di essere trasportati anch'essi a Karkov. Si dava quindi mano al riordinamento dei reparti e si faceva l'appello degli uomini, in attesa del trasferimento che avrebbe portato i resti de11'8 Armata nella zona di Gomel, donde sarebbero partiti in ferrovia per fare ritorno in Italia. 3
Con il 31 gennaio il Comando del1'8·' Armata italiana, cedendo la responsabilità del settore al gruppo Lanz tedesco, concludeva ogni attività operativa sul fronte russo.
6. - COi'\SIDERAZIONI
L'operazione condotta dai sovietici per l'isolamento delle forze tedesche tendenti al possesso di Stalingrado, fu la prima di una vasta offensiva che, estendendosi da sud verso nord a quasi tutto il teatro di guerra, avrebbe travolto, nel volgere di un trimestre,
La seconda battaglia difensiva del Don
la resistenza di sci Armate, costringendole in varie sacche: la 6"' e la 4"' corazzata tedesche e la 3" romena; l'S" italiana; la 2 " ungherese; la 2" tedesca. Infatti: - nella terza decade di novembre, rotto contemporaneamente lo schieramento della 4" Armata corazzata tedesca e della 3" romena, rimanevano isolate la 6"' Armata tedesca operante a Stalingrado, unità della 4" corazzata e l'ala destra della 3" romena; - alla metà di dicembre, rotto il centro e l'ala destra dell'S" Armata italiana (Corpi d'Armata italiani II e XXXV e XXIX tedesco) e travolta la si nistra della 3" romena, i due tronconi venivano rinchiusi in una nuova sacca, mentre ancora non era stata eliminata la precedente di Stalingrado; - nella seconda decade di gennaio, spezzato nuovamente l'appena ricostituito fronte dell'S' Armata (XXIV Corpo d'Armata tedesco) ed infranto lo schieramento della 2" Armata ungherese, fu realizzata una terza sacca nella quale venne a trovarsi anche il Corpo d'Armata Alpino italiano (ala si nistra dell'Armata); - ai primi di febbraio, con azione a tenaglia analoga alle precedenti, veniva sconfitta ed accerchiata la 2 " Armata tedesca (settore di Voronez). Solamente nella seconda decade di marzo le forze tedesche riuscirono ad arrestare l'avversario che, oltrepassata la linea Kursk, Belgorod, Karkov, era giunto con le sue punte più avanzate fin quasi al meridiano di Poltava. La sconfitta del1'8" Armata sul Don deve pertanto essere considerata non isolatamente, ma nel quadro complessivo di tale ciclo operativo e allo stesso piano delle altre Armate in esso coinvolte e battute dall'offensiva russa, tanto più che la sua organizzazione difensiva non era certamente migliore delle altre. Per la organizzazione difensiva della linea del Don, la « Direttiva 4 r » (33) in data 5 aprile 1942 del Comando Supremo tedesco (33) La « Direniva 41 >> prescriveva testualmente: «Allo scopo di non dare la possibilità alla maggior parte delle forz e sovietiche dislocate a nord del Don di passare a sud del fiume, è importante che il complesso delle forze in movimento dalla zona di Taganrog verso est, sia rafforzato sul suo fianco destro con aliquote corazzate e motorizzate; in caso di necessità è possibile che siano formati con esse g,-uppi mobili. « Durante l'effettuazione di queste operazioni bi.wgna non soltanto tener conto della sicurezz a del fianco nord orientale, ma va anche iniziato subito l'allestimento di posizioni difensive sul Don. Importanza particolarmente
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stabiliva che nel corso dell'offensiva nello scacchiere meridionale del fronte (ove era schierata l'Armata itali ana) : - il fianco nord offrisse sicura protezione alle forze operanti sulla direttrice principale; - fosse subito dato inizio all'allestimento di posizioni difensive sul Don, attribuendo alle stesse notevole capacità controcarro e organizzando le in vista di un impiego nella stagione invernale. Sulla base di tale direttiva, il Comando Gruppo Armate « B n, con una serie di disposizioni diramate dal luglio al dicembre 1942, fissò e ribadì i concetti basi lari che dovevano inform are l'organizzazione e la condotta della difesa, concetti che si possono così sintetizzare: - le forze debbono essere proiettate in avanti per la costituzione di una posizione di resistenza continua forte quanto più possibile.
Le infiltrazioni nemiche, molto pericolose sia per il sistema di difesa lineare, sia per la grande abilità dell'avversario di consolidarsi immediatamente sul terreno occupato, debbono essere stroncate sul nascere lanciando tempestive reazioni di contrassalto e di contrattacco; - la difesa del Don deve essere portata e condotta sulla sponda destra del fiume, che deve costituire una linea di resistenza irrinunciabile. Viene escluso nel modo più assoluto ogni movimento tattico sia ai fini della m anovra, sia per ottenere il raccorciamento del fronte ed una conseguente maggiore disponibilità di forze. D ecisioni del genere possono essere prese soltanto dal Comando Gruppo Armate; - in caso di rottura i pilastri laterali non debbono ripiegare, per consentire adeguate contromisure che possono essere attuate da grande deve essere attribuita alla realizzazione di una possente difesa controcarro. Le posizioni debbono essere approntate lenendo presente il loro eventuale impiego nella .ctagione invernale e pertanto devono essere provviste di tutti i dispositivi a tal fine necessari. «Il presidio delle posizioni su questa estesa fronte del Don, cile si amplienì continuamente in relazione allo sviluppo delle operazioni, sartÌ in primo luogo affidato alle unittÌ alleate allo scopo di impiegare le truppe tedesche per la creazione di una potente barriera fra Ore/ e il Don nonch! nell'istmo d t Stalingrado: taltme Divisioni tedesche non impegnate debbono essere disposte, come riserva mobile, dietro la linea del fronte del Don. << Le truppe alleate debbono essere sistemate sulle nostre posizioni in ma· niera tale che nella parte più a nord siano scl11erati gli unglleres1, poi gli ila· liani e più lontan1 d t tutti, a sud- est, i romeni ''·
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parte delle riserve operative, uniche ed impiegabili a tale scopo essendo le riserve locali cd i rincalzi generalmente già assorbiti per la difesa della linea prima della rottura. Gli elementi della difesa debbono restare in posto anche se superati dal nemico o in pericolo di essere accerchiati. L'applicazione dei concetti sopra indicati nell'ambito dell'Sa Armata portava alla creazione di una posizione di resistenza tale soltanto di nome, in quanto anche con la proiezione totale di tutte le forze in linea, i settori di battaglione sarebbero sempre stati di g ran lunga superiori (circa 7 km per battaglione) a quelli previsti dalla dottrina italiana per la difesa in terreni ovunque percorribili. In così precaria situazione, il Comando di Armata riteneva di dover tenere alla mano riserve di una certa consistenza (gruppi di intervento) per poter contrapporre una adeguata massa dove si fosse manifestato lo sforzo nemico. Ciò anche a costo di indebolire la posizione che in effetti altro non era che una linea di sicurezza rinforzata. A questo criterio si oppose il Comando Gruppo Armate c< B », che in sede di revisione del progetto di schieramento invernale ordinò esplicitamente di raffittire la linea di difesa utilizzando la esigua parte degli elementi destinati ad essere tenuti alla mano. L'8" Armata ai primi di agosto 1942 aveva preso in consegna, dalle unità tedesche inviate sul fronte di Stalingrado, un settore ampio circa 300 chilometri, successivamente ridotto a 270. Il 16 agosto, in particolare, il II Corpo d ' Armata rilevava le posizioni del XXIX Corpo d'Armata tedesco che comprendevano, sulla riva destra del Don, una testa di ponte sovietica (ampia circa II km c profonda 10 km), nell'ansa tra Verhnij Mamon e Niznij Mamon, che i tedeschi non avevano eliminato durante la loro occupaziOne. Un'altra testa di ponte sovietica sulla destra del Don era situata circa 30 chilometri a sud- est della precedente, nell'ansa di Krasnohorovka- Ogalev. Il possesso di tali posizioni da parte dei russi, robustamente installati al di qua del fiume, sarebbe poi risultato utilissimo alle loro unità nell'offensiva del dicembre successivo contro l'Armata italiana. Nello schieramento dell'Armata esisteva, poi, un tratto particolarmente pericoloso per la difesa, a causa dell'andamento della linea, ed era il tratto ~ovo Kalitva- Krasno Orekovo, presidiato dal Il Corpo d 'Armata (Divisioni Cosseria e Rat'erma).
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Come dimostra lo schizzo seguente, infatti, un attacco in forze da nord a sud, in concomitanza con altra azione est- sud-ovest partente dalle posizioni del « berretto frigio», avrebbe spezzato il fronte dell'8n Armata ponendo in grave crisi anche l'ala destra dello schieramento (come in effetti è avvenuto con l'operazione sovietica (( Piccolo Sa turno »).
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Teste di ponte sovietiche
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Rosso
I Comandi italiani non avevano mancato di proporre ai tedeschi dall 'agosto 1942 di tag li are, tutto o in parte, il saliente PavlovskMamon occupando con poche Grandi Unità una linea pitt avanzata. Il provvedimento avrebbe tolto all'avversario e passate all'Sa Armata vaste zone e ottime ped ane di partenza per recidere la controansa di Krasno- Orekovo e l'ansa di Mamon. ma la proposta non ebbe alcun seguito. A indebolire la già precaria organizzazione difensiva italiana sul Don contribuì notevolmente anche l'allontanamento delle Divisioni
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tedesche 62"', 223 corazzata c 294" dislocate sul fronte dell'S" Armata. In seguito alla controffensiva sovietica contro la 3• Armata romena (che dal IO ottobre 1942 era schierata alla destra del settore italiano) le tre Grandi Unità tedesche vennero trasferite d'urgenza verso l'area minacciata. Così, il settore dell 'Armata italiana, poco prima di essere a sua volta investito, non disponeva più di alcuna unirà per la reazione di movimento.
2· A. ( ungh.)
------------+ ++ + a--A.(ital.)
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a· A. (ital.) 3· A. (rom.)
Ai motivi di insufficienza difensiva sin qui indicati, se ne aggiungono altri due di incidenza determinante. Il primo di essi rig uarda l'ordine di difesa ad oltranza della (( spond a del Don )), per cui 1'8"' Armata fu costretta ad operare secondo uno sche ma che non consentiva alternative alla difesa statica lineare. L'altro motivo di debolezza del fronte è insito nel << vincolo di impiego » (34) posto dal Comando tedesco per le sue unità inviate nel settore dell'S" Ar(34) Limitazione alla disponibilità di una unità (o complesso di forze c di mezzi) il cui impiego l- subordinato al benestare delrautorità superiore. oppure è fissato dall'autorit:t stessa per l'adempimento di un compito specifico.
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Le operazioni delle unità italtant: al frontt: russo ( 1941 - 1943) ..::....:..._
mata poco prima che scattasse l'operazione cc Piccolo Saturno >> o durante lo svolgimento dì essa. Il vincolo di impiego riguardava la 385~ Divisione, la Divisione corazzata e il gruppo Fegelein. l mezzi corazzati della 2 j Divisione non solo non erano stati decentrati, ma era stata lasciata al Comandante della Grande Unità piena libertà di azione. La sistemazione difensiva dell'Armata italiana sul Don costituì l'argomento principale di un colloquio avvenuto a Starobelsk il 4 ottobre 1942 tra il Comandante del Gruppo Armate cc B », Generale von Weichs, e il rappresentante militare italiano presso il Comando Supremo germanico, Generale Efisio Marras. Durante il colloquio il Comandante tedesco:
2t
- riconosce che 1'8" Armata italiana difende un settore molto ampio, ma che potrà venire ridotto con l'inserimento sulla fronte di nuovi reparti romeni (inserimento mai avvenuto); - si mostra al corrente della situazione deficitaria dell' Armata in armi automatiche e pezzi controcarro c aderisce alla richiesta del Gen. Marras di procurare armi non appena ve ne sarà disponibilità. cc E' pret,edibile - afferma il Gen. von Weichs - che a Stalingrado cadranno in nostre mani grossi depositi di armi; u11 considerevole quantitativo di armi è già stato catturato nel corso delle ultime operazioni ». Il Generale esprime inoltre proposito di utilizzare quali fortini , come già fanno i russi, i carri immobilizzati, perché colpiti negli organi di movimento, interrandoli lungo la fronte difensiva ed assicura di avere in animo di assegnare a suo tempo all'Sa Armata un adeguato numero di tali carri (assegnazione mai avvenuta). Il Gen. von Weichs afferma poi testualmente: cc ••• il Fiilzrer ha particolare riguardo al settore dell'SO Armata come punto strategico molto delicato. Se noi fossimo i russi considereremmo quel settore come particolarmente adatto per un'azione sul nostro schieramento. Dopo la conclusione della lotta per Stalingrado, i russi cercheratmo altri pr-tnti Ot'e esercitare la loro pressione ed è possibile che durante l'int;erno il settore dell'Armata italiana sia teatro di importanti at've11imenti. Ma - soggiunge - i russi attaccano ora qua ora là con strani criteri». ronostante la cc Direttiva 41 n ed i convincimenti del Comandante del Gruppo Armate cc B 11 sulla importanza e la delicatezza della linea del Don, nessun provvedimento fu tuttavia adottato per potenziarne le difese.
La seconda battaglia difensit ·a del Don
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Sulle gravi condizioni di difendibilità nel le quali venne lasciato il fronte del Don, possono verosimilmente aver contribuito due valutazioni iniziali di valore strategico, rivelatesi poi inesatte, del Comando Supremo tedesco. Esso infatti aveva ritenuto che: - lo scacchiere più pericoloso fosse quello centrale. Ad avvalorare il convincimento dei tedeschi d i un possibile attacco in vernale contro il Gruppo di Armate •< Centro n, era stata l'intensa attività operativa svolta dai Fronti sovietici •< Kalinin )) e « Ovest )) nell'estate e nell'autunno 1942. T tedeschi, infatti, alla vigilia dell'offensiva sovietica nel settore meridionale, rafforzarono il settore ~~ Centro n con 12 D ivision i e varie u nità di supporto (35); - le forze sovietiche non fossero comunque in grado di effettuare massicce operazioni offensive durante l'inverno 19421943 (36). L'Esercito tedesco e, con esso, le Armate alleate vennero inoltre a trovarsi alla fine dell'autunno in una situazione precaria derivan te dal fatto che l'offensiva dell'estate non soltanto non aveva ottenuto risultati risolutivi, ma era rimasta incompiuta in quanto nessuno dei due g ran di obiettivi propostisi, vale a dire la conquista di Stalin(35) Da T'oenno lstoriceskij Zurnal, n. 1, 1972, che a pag. 15 cita l'opera di Z t:KOV « Vospominanja i razmyslenija >l, ed. 1969, ove a pag. 418 è detto: " A 1 Gruppi di Armate tedesche " B " ed "A" furono invmte, nell'ottobrenovembre, soltanto 10 Divisioni, metà delle quali giunsero nell'ansa del Volga a controf fensiva iniz iata. " Nel piano d'inganno sovietico rientra invece l'ordine dato a metà ottobre 1942 dallo Stat1ka ai "Fronti" meridionali di organizzarsi a difesa ». (~6) << Il serVIZIO mformaztOTJI tedesco - scrivono i so,·ietici nella IVOVSS - cosl valutava la situazione al 28 ottobre in corrispondenza dello scacchiere del Gruppo di Armate "B", sulla direttrice di Sta/in grado: "Il T/emico non ha intenzione nel prossimo futuro di intraprendere maJSicce operazioni offensÌl1e .m/ fronte del Don " ll . Il 12 novembre successivo, cioè appena selle giorni prima che i sovietici sferrassero l'offensiva che doveva dare inizio al capovolgimento delle sorti della guerra in loro favore, i tedeschi, è ancora detto nella IVOVSS, erano del pa rere che u ..• La possibilità di un'olfenJÌl'U nell'immediato futuro non è .ctata accertata in modo sufficientemente sicuro. A causa di questa poco ch iara situazione non è possibile detaminare i concetti operativi generali del nem1co. Per st·iluppare operazio111 m vasta scala il nemico non dispone dt for::t sufficiellti ll . D i uguale, ma meno ottimistico, parere era il Gen. Messe che in tal senso informò Ciano (u Vedo MeJSe di ritomo dalla Runia. Il suo giudizio è che i bo!Jcevichi non l1anno forze per !t'n/are azioni in grande, ma sufficienti per mclt iodare la qu11.<1 totalità dell'Esercito germanico nella steppa n , Diario 1939 - 1943, 14 novembre I9-l.)).
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Le operazioni delle unittì italiane al fronte russo { 194r - 1943)
grado e il dominio del Caucaso, era stato raggiunto e le forze del settore « Sud » erano rimaste, per così dire, << in aria >> . Il fronte, infatti, aveva assunto una estensione assolutamente sproporzionata alle forze disponibili, anche per effetto della irregolarità del suo andamento dovuto appunto all'arresto della offensiva germanica. Situazione molto difficile dunque non soltanto per la debolezza del fronte derivante dal suo sviluppo eccessivo in proporzione alle forze impegnate, ma anche e soprattutto perché il Comando tedesco disponeva di riserve in quantità assolutamente insufficiente. Si spiega così come, assunta dai sovietici l'iniziativa, esso non sia stato più in condizione di fronteggiare tempestivamente gli eventi. Non è nemmeno da escludere che il Comando tedesco sia stato sorpreso non solamente da una errata valutazione della situazione generale, ma anche dalla costante sonovalutazione del l 'avversario. Da una parte la sua attenzione era attratta dalla minaccia di grandi operazioni di sbarco al fronte occidentale, dove furono immobilizzate forze notevoli (circa cinquanta Divisioni ), anche per la sorpres:l subita in seguito allo sbarco nel nord Africa francese. Dall'altra parte, la sottovalutazione delle possibilità del nemico, dopo la prima fase dell'offensiva che pur aveva condotto al l 'isolamento della G" Armata, portò i tedeschi a ritenere che lo sforzo sovietico fosse prossimo all'esaurimento. Essi giudicarono possibile sbloccare l'Armata di Stalingrado, escludendo attacchi importanti in altri settori, e non valutarono l'entità della minaccia nemica sul medio Don, che avrebbe quanto meno imposto di far affluire riserve, sia pure con qualche difficoltà, da altri punti (37). Il Comando sovietico, invece, stava già organizzando il dispositivo di attacco per la seconda fase dell'offensiva iniziata il 19 novembre, vale a dire l'operazione r, Piccolo Saturno » . Per affrontarla con la certezza del successo esso provvide tra l'altro: - a rin forzare i (( Fronti ,, impegnati nell'operazione con un elevato numero di Grandi Unità di fanteria, corazzate e meccanizzate (38); (~7) ,, Il Comando tedesco. e HJtler in rarticolar modo, erano talmente osse.uionatt dal rrestigio della conquwa dt Stalmgrado, che non prestarono abbastan'4rt attenziOne al rafforzamento dei due fianchi >l (ALFX t\"'DER \.YERTil: " L-1 Russia in guerra, 19.p - '94'5 ll , pag. 49?, Mondadori, Milano, 1966). (38) Da lloenno lstoriceskiJ Zurnul, n. 12, 1972, pag. 52, ove in una nota a piè d i pagina è anche serino: " Durante lo st•tluppo dell'offensiva a Stalingrado m armonia con i conceui generali strategici della campagna invernale, fumno rinforzati con 1·iserve tratte dal Comando Supremo (Stat1 ka) anche "Fronti " operanti in altri Jcucchieri del fronte russo - tedesco. In particolare, per l'ope-
La seconda battaglia difensiw dt-1 Don
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a r inforzare il Fronte « Sud- Ovest>>, che aveva la sua II Corpo d'Armata italiano, con la maggior parte delle riserve di artiglieria a disposizione del Comando Supremo sovietico e con varie unità cedute da altri « Fronti >>, tra le quali: 26 reggimenti di artiglieria, 4 gruppi di artiglieria controaerei, varie unità mortai e IO gruppi di lanciarazzi multipli pesanti M.30. ~eli' ambito dello stesso Fronte u Sud- Ovest» venne inoltre eHettuata la manovra dci materiali alla quale furono interessati complessivamente 48 reggimenti di artiglieria; 1 a Armata Guardie impegnata contro il
- a concentrare la massa delle unità corazzate in corrispondenza della direttrice principale di attacco (vds. Disegni n. 36 e n. 39); ad appoggiare l'operazione con due Armate aeree (la 2• e la rt) che con 532 velivoli di vario tipo effettuarono 4.177 sortite, 1'8ooo delle quali in appoggio alle unità terrestri (39).
Con l 'operazione ' Piccolo Saturno » i sovietici riuscirono a realizzare una sorpresa di valore strategico, sferrando la loro offensiva in uno scacchiere, quello meridionale, c in un periodo, quello invernale, che i tedeschi nelle loro previsioni avevano scartato, e poterono concentrare grandi forze nel settore di rottura, scelto nel punto più debole del fronte contrapposto, dopo aver quasi del tutto sguarnito il resto della linea del Don. Ciononostante l'attacco non procedette così speditamcntc come era previsto nei piani operativi. Scrive, infatti, il Gen. d'Armata Radzicvski j sulla Rivista Storico Militare Sot•ietica: << in seguito all' ordine n. -,o6 del Commissario del Popolo per la Difesa, l'adozione di un solo scaglione nei dispositit;i di tutte le unità tattiche (40) creò momenti di crisi in alcuni tratti di sfondamento poiché né i reggimenti né le Dit,isioni at'enmo di che rinforzare o reiterare il primo urto iniziale. Ad esempio le Divisioni della 5'' Armata corazzata non poterono effettuare con le proprie forze la rottura della prima
razione "O.arogozsk- Rossosc" (cioè l'operazione che con l'investimento della 2 " Armata ungherese coinvolgerà in gennaio I9H anche il Corpo d'Armata Alpino italiano). i/ Fronte "Voron<."z" ricevette dallo Stavka la t Armata corazzata, il l V ed il Vll Corpo di cavalleria e molte altre unitù ». (w) Oa Voenno l storiceskii Zumal, n. II , 1972, pag. 51. (4o) Co n tale espressione i sovietici intendono le unità dal plotone ~ino alla Divisione, co mpresi.
Le opera::toni delle unirà italtane al fronte russo ( 1941 · HJ43)
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posizione e creare quindi le premesse fal'orer·oli all'inserimento det Corpi corazzati 11ella battaglia. Simile inconveniente si verificò nella 6a e nella 1" Armata Guardie durante l'offensit'a sul medio Don (4r). l< Il rallentamento delle fanterie costrinse i comandanti ad immettere anzitempo le aliquote mobili nella battaglia. Questo fatto provocò considerevoli perdite in carri armati» (42).
Da tale ammissione si può dedurre che tutte e IO le Divisioni di fan:eria sovietiche in 1' schiera avevano subìto perdite così gravi da non essere più in grado di assolvere il loro compito offensivo, cioè la rottura delle difese del U Corpo d'Armata, senza l'impiego dei 754 carri armati delle unità corazzate e motorizzate concentrate sullo stesso fronte. Ancora nella storiografìa mi litare sovietica si legge che (43) « ... alla fine della giornata - vale a dire del r6 dicembre 1942 le truppe della 6a Armata erano ar·anzate di 4 - 5 chilometri e quelle della J a Armata Guardie di 2 • 5 chilometri >> .
Queste cifre vanno considerate in relazione a quelle della tabella n. 6 dello studio citato nella nota 43, che indica i dati relativi alla portata dell'operazione « Piccolo Saturno » <<secondo quanto nel piano era previsto e ciò che in realtà fu comeguito » . Prec isamente: AMPIEZZA PIANIFICATA E PRATICA
DELL'OPERAZIO~E (( PICCOLO SAT URNO ))
Profondità della oper<lzione in km
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Ri tmo medio di progrc,sione giornalier.l in km
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1
(.;•) Cioè le due Armate che operarono contro il II Corpo d'Armata italiano. (42) Gen . Prof. A. R ADZIEVSKIJ , in Voenno l.rtorices/.;Jj Zurncd , n. 3, 1 97~ · (4~) Da F oenno l storiceskii Zumal, n. ;, 1972, pag. 27.
La seconda battaglia difensit'a del Don
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4 fi 1
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Da parte italiana, la condotta della difesa appare, ad ogni livello di comando, fortemente condizionata dalla scarsità delle forze. L'ampiezza dei settori da difendere, eccessiva, come si è visto, per l'esiguid dei reparti destinati a presidiarli, comportò lo schieramento in linea di tutti gli effettivi delle unità, che vennero così a trovarsi sprovviste anche dei rincalzi. D elineatosi l'attacco, l'assenza del rincalzo determinava l'intervento dei re parti in secondo scaglione, spesso incompleti per avere fornito aliquote di sostegno alla prima linea. Né l'impiego di tali unità poteva essere ritardato, in quanto i settori non attaccati non potevano inviare forze sul punto investito dall'avversario perché ciò era tassativamente vietato dal Comando tedesco del Gruppo Armate cc B ». La costituzione di cc gruppi di intervento», basata sull ' impiego dei battaglioni di secondo scaglione rinforzati da armi di accompagnamento, artiglieria e mezzi del genio, poté rispondere alle esigenze derivate da attacchi locali . Quando, invece, l'attacco coinvolse un tratto di fronte difeso da più Grandi U nità, l'impiego dei g ruppi di intervento fu praticamente trascurabile non solo perché le unità di secondo scaglione sovente non esistevano in quanto già assorbite dalle esigenze del combattimento, ma anche per la naturale riluttanza dci comandi a privarsi delle g ià esigue forze disponibi li offensiva durante. L 'impiego, nella loro intcrczza, delle unità tedesche di seconda schiera, iniz ialmente inesistenti , assegnate in ritardo, giunte ad attacchi ini ziati , assorbite per aliquote dalle necessità contingenti di alimentazione della lotta, reparto per reparto , non poté mai essere attuato, sicché la potenza totale delle unità stesse venne di fatto annullata. A condizionare fortemente la condotta della difesa fu anche il cc vincolo di impiego >> posto dai tedesch i alle loro unità, poiché per poter impiegare le unità stesse il Comandante italiano doveva chiedere c ottenere il preventivo consenso del Comando Gruppo Armate << B » c quando il consenso giungeva i reparti interessati non erano più in g rado di assolvere i compiti loro affidati in quanto ormai superati dalla nuova situazione. Nella fase di rottura del centro e della destra dell ' Armata, in sostanza, non fu possibile opporre all'attaccante l'azione organica c manovrata di alcuna Grande Unità, né di fanteria, né corazzata, così che l'avversario poté ampliare, senza essere validamente ostacolato, le brecce che aveva aperto nella linea difensiva.
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Le operazioni delle unità italuwe al fronte russo ( 1941 - H)4J)
La costituzione successiva di una nuova linea più arretrata risultò ardua per il logoramento subìto nelle precedenti azioni, per l'insufficienza delle unità di nuova assegnazione e per lo scaglionamento nel tempo dei loro arrivi nella zona di impiego. Le forze della difesa, tuttavia, pur nelle precarie condizioni nelle quali vennero a trovarsi per la intrinseca debolezza della linea del Don c per la violenza dell'attacco avversario, sferrato e portato avanti con una superiorità in uomini e mezzi che lasciava ad esse. nel tempo e nello spazio, ben poche possibilità di resistenza, seppero ugualmente imporre ai sovietici durante il ripi q~a mento un tasso di logoramento che valse a ridurre l'iniziale dislivello di potenza tra attacco e difesa. Il rallentamento della pcnctrazionc sovietica, determinato dalla tenacia della difesa, ebbe come conseguenza la possibilità di reimpicgare una parte delle unità italiane superstiti: - a difesa del fianco destro dell'ala settentrionale italiana rimasta sul Don: Divisione Cosseria nel settore del Corpo d'Armata Alpino; - a raffìttimento delle unità tedesche in af(Juenza per la ricostituzione di una linea arretrata continua ad ovest del Don: Divisione fulia nel settore del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco; - a rinforzo delle isole di resistenza costituite a sud del XXIV Corpo tedesco: Divisione Toriuo ed elementi della Rat,enna a Tcertkovo, elementi dell'Aeronautica a Gartmicevska, elementi volontari a Mille rovo; - a protezione del centro logistico di Voroscilovgrad c dci ponti sul Donez c, successivamente, di un altro settore sul Donez (Di visione Ravenna). li ripiegame nto del Corpo d'Armata Alpino, lasciato senza un plausibile motivo sulla linea del Don non solamente quando era stato isolato a sud, ma perfino quando la rottura ottenuta dai sovietici contro la 2 " Armata ungherese lo aveva isolato a nord , fu operazione troppo tardivamcnte autorizzata dal Comando tedesco. La ritirata degli alpini avvenne perciò in condiz ioni difficilissime, con le unità a piedi costantemente sopravanzate da quelle motorizzate sovietiche. opponentisi in una serie di sbarramenti soltanto in parte potuti rompere. Jnfatti, le Divisioni Julia , Cuneense e Vicenza rimasero quasi totalmente in mano dell'avversario, mentre la sola Divisione T1·ideutina riuscì a sottrarsi agli accerchiamenti.
La .reconda battaglia difen.tiva del Don ---
Le cause della sconfitta dell'8a Armata, in relazione a quanto si è detto, sono dunque principalmente quattro : l'eccessiva ampiezza, in rapporto alle forze disponibili, del settore da difendere; la totale assenza di riserve; l'ordine che imponeva la difesa rigida della linea del Don; il rapporto delle forze e dei mezzi in campo, decisamente a favore dei sov ietici. L'ampiezza del settore da difendere, 270 km da Kamilschova a Vescenskaja, era eccessiva sia in senso assoluto, riferita cioè all'intera Grande Unità che poteva schierare in media una Divisione ogni ~o km di fronte, sia in senso relativo se si considera che il solo settore del II Corpo d'Armata (Divisioni Cosseria e Rar,enna), prescelto dai sovietici per l'attacco, aveva un'ampiezza persino superiore ai 6o km. Dal raffronto di tali ampiezze con quelle indicate nella dottrina militare italian a dell 'epoca, che stabili va in 3-5 km il settore da affidare alla difesa di una Divisione di fanteria, risulta in quali difficili condizioni l'Armata abbia affrontato la battaglia. La totale mancanza di riserve, dopo l'allontanamento delle Divisioni tedesche 294'. 22" corazzata e 62', rese inevitabile la profonda penetrazione delle unità corazzate sovietiche e l'avvolgimento dell'ala destra. L'ordine tedesco della difesa rigida del Don costrinse l'Armata ad operare secondo uno schema che, escludendo ogni alternativa all a difesa statica lineare, non solo offriva all'avversario la possibilità di scegliere dovunque il tratto di settore in corrispondenza del quale sferrare il proprio attacco, ma impediva soprattutto alle unità schierate nei settori laterali di concorrere all'azione di arresto. Elemento fondam entale della difesa, secondo gli ordini del Gruppo Armate " B li, era la resistenza in posto sulla riva del Don, così da dar tempo ai tedesc hi di accorrere per condurre il cosiddetto " coutrattacco liberatore )) .
Lo svolgimento dci fatti dimostrò invece come le unità italiane, dislocate a cordone sul fiume, finissero logorate c distrutte dalla preponderanza delle forze sovietiche concentrate contro di esse. L'arrivo dci reparti tedeschi per il contrattacco liberatore mancò nella maggior parte dei casi, o fu del tutto insuff1ciente e, comunque, tardivo. 11 rapporto delle forze in campo, quale è tracciato nello specchio a pag. 331, è già di per se stesso eloquente, nella evidenza delle cifre, per affermare la schiacciante superiorità degli attaccanti sovietici sui difensori italiani. Occorre tuttavia sog~iunge re che se alcuni rapporti di forza - come per i battaglioni di fanteria (5,75 a I) e per le artiglierie
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T~ operazioni d~llt: unità 11ahane al fronft' russo
( H)41 - 1943)
(6,13 a r) - entrano nella norma della dottrina bellica sovietica che vuole una superiorità per i suoi dispositivi dì attacco di 4-6 a r (superiorità che, peraltro, è sempre maggiore di quella tradizionale del 3 a r), per le altre forze attaccanti - come per i battaglioni carri (r5 a 1), i carri armati ( r5,51 a 1), i lanciarazzi multipli (200 a zero) cd i mortai mcdi e pesanti (u,6 a 1)- il rapporto a favore dei sovietici appare di entità così elevata da trovare raro riscontro in altre battaglie. Se si valuta, ad esempio, la sola potenza distruttiva (vds. nota 12) dei lanciarazzi multipli schierati sul fronte d'attacco, senza considerare il fuoco dei mortai, delle artiglierie e degli aerei, si può meglio valutare il disperato impegno combattivo dei reparti italiani sia nei cinque giorni della fase di logoramento, II- 15 dicembre, sia, soprattutto, nei giorni r6, 17 e r8 della fase dì rottura del fronte, quando cioè il sacrificio in posto, secondo la consegna, di interi reparti assunse gli aspetti drammatici dell'olocausto consapevole, consumato stoicamente senza speranza di vittoria. Gravissime le perdite in uomini, armi e mezzi (vds. capitolo XIX): - caduti e dispersi: 3.oro ufficiali su 7.130; 81.820 tra sottuffìciali, graduati c soldati, su 221 .875; -
feriti e congelati: complessivamente, 29.690;
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quadrupedi: 1'8oo ;
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automezzi: il 70° ~ ;
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motomezzi: l'87o ;
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armamento di reparto: il 76 "~ (circa);
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artiglierie di vario cal ibro: il 97 "~ .
L'attacco sovietico non impegnò, con schiacciante superiorità di forze e di mezzi, solamente la prima linea, i cui difensori avevano la consegna di resistere in posto e di non arretrare, ma sconvolse la intera area della battaglia con azioni aeree, di artiglieria, mortai e lanciarazzi pesanti, distruggendo comandi, reti di collegamento, unità automobi listiche e ogni forma di attività operativa e logistica. In tale situazione non poté essere effettuata la rottura del contatto con l'incalzante avversario e non fu possibile organ izzare autocolonne per il movimento retrogrado, anche perché gran parte degli automezzi non si trovava a ridosso della prima linea. Il ripiegamento delle unità sotto la pressione nemica fu influenzato dalla precarietà della situazione, dalle difficoltà o impossibilità di collegamento con comandi superiori o laterali, dalla conseguente carenza di ordini e di notizie.
La seconda battaglia difensiva del Don
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Né gli autogruppi dell'Intendenza ebbero tempo e modo di accorrere e rilevare le unità ripieganti, in quanto si sarebbe trattato di movimenti dell'ordine di centinaia di chi lometri, eseguiti in una situazione fluida (che non escludeva la totale o parziale cattura delle autocolonne) e senza un preciso piano riguardante gli itinerari e la destinazione. Dei 15.750 automezzi presenti nell'Armata alla vigilia della battaglia, ne andarono perduti 11.139, dei quali 9.818 delle unità operanti e 1.321 degli autogruppi dell'Intendenza. Andarono inoltre perduti 4-243 motomezzi sui 4.8sr esistenti. Le ingenti perdite sono da attribuirsi a: distruzione o cattura battaglia durante; distruzione ad opera delle stesse unità che avevano in dotazione gli automezzi per non farli cadere in mano avversaria; abbandonati perché guasti; abbandonati per mancanza di carburante (causa principale delle perdite).
30. - U.S.
CAPITOLO XV I
RIORDINAME?\TO DELLE UN ITA' E TRASFERIMENTO NELLE ZONE DI RACCOLTA PER IL RIMPATRIO
Il problema del riordinamento delle unità logorate durante la battaglia difensiva del dicembre r942 e del successivo ripiegamento si era posto subito, dopo la constatazione dell'alta percentuale di perdite subite dalle Divisioni. Il Comando del\'8" Armata, fin dal 19 dicembre, destinava a quella funzione il Comando del II Corpo d'Armata, non appena questo fu sostituito nella responsabilità operativa dal Comando del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco. Le operazion i di riordinamento possono essere distinte in due periodi: 1" - dal 20 al 31 dicembre, con l'orientamento di riportare al più presto unità in linea, svolte subito a tergo delle unità operanti, essenzialmente dal II Corpo d'Armata; 2 " - dal 1" gennaio in poi, quando, dopo il deflusso delle unità costituenti l'ala destra dell'Armata (XXXV Corpo d'Armata CSIR ed unità italiane del XXIX Corpo d'Armata tedesco) c successivamente del Corpo d 'Armata Alpino, furono palesi le gravi perdite di personale c di materiali , che rendevano impossibile un pronto riordinamento.
Lo sfavorevole andamento della situazione generale sul fronte russo, imponendo successivi spostamenti verso ovest della zona di riordinamento e degli stabilimenti d'Intendenza, rese sempre più lente e complesse le operazioni intraprese. l " PERIODO.
I reparti ritirati dalla zona di combattimento per l'andamento assunto dalle operazioni, si trovavano di visi in due blocchi (Documento n. 121):
Riordinanu nto delle unità per il rimpatrio
- zona di T'oroscilor•grad : Comando del n Corpo d ' Armata, Divisione Ravenna (tranne il gruppo Capizzi, confluito sulla 298• Divisione tedesca), elementi della Divisione Cosseria, Truppe e Servizi di Corpo d'Armata c d' Armata. Inoltre erano presen ti nella zona anche nuclei di appartenenti al XXXV Corpo d'Armata-CSIR; - zona di Rossosc : Divisione Cosseria (tranne gli elementi del 90" fanteria conflui ti a Voroscilovgrad), un nucleo della Rat,enna ed unità precedentemente assegnate in rinforzo. Consistenza dei due blocchi :
Truppe e Servizi d 'Armata . Truppe e Servizi Il Corpo . Truppe e Servizi XXXV Corpo
Ravenna Cosseria Sforzesca Pasubio Torino 3" Celere
uomtnt )) ))
)) )) )) ))
)) ))
cc.nn.
))
Totale
UOmtnt
Zo na Voroscilovgrad
Zona Rossosc
2.8oo 6.400 4·200
soo 8oo
6-JOO
T.OOO 4·300
3·300 1.700 1.200 400 2 . IOO 2 .000
30·400
6.6oo
Quanto all'armamento le deficienze erano gravi per quello di reparto della fa nteria (fucil i mitragliatori, mitragliatrici, mortai da 45 e da 8r, pezzi da 47/ 32), quasi totali per l'artiglieria divisionale, totali per le artiglierie di Corpo d'Armata e d'Armata. I quadrupedi delle salmcrie di combattimento mancavano quasi del tutto. Gli automezzi erano ridotti ad un limitato numero. Il 26 dicembre il Comando d'Armata impartiva le prime disposizioni per il riordinamento dei reparti (Documento n. 122). La Divjsione Ravenna, fin dal 24 dicembre, aveva assunto la difesa dei ponti sul Donez presso Voroscilovg rad, pur disponendo di un armamento ridotto, con forte deficienza di armi pesanti. La Divisione Cosseria, negli ultimi giorni di dicembre, prendeva posizione in seconda schiera nella zona tra Rovenki e Beloluz kaja, per integrare il rado schieramento del XXIV Corpo tedesco e dare sicurezza al fian co destro del Corpo d' Armata Alpino.
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& operazioni delle unrtà ttaliane al fronte russo (1941-1941)
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Il 30 dicembre, in considerazione delle difficoltà di accantonamento in Voroscilovgrad, il Comando d'Armata decideva di: lasciare in quella città soltanto i reparti che avrebbero potuto essere prontamente reimpiegati in compiti operativi (un battaglione bersaglieri, un reparto motorizzato speciale, reparti di artiglieria, genio e chimici d'Armata, due battaglioni di cc.nn.); sgomberare a tergo le unità per le quali sarebbe stato necessario un più lungo tempo di riordinamento (Truppe e Servizi del fl Corpo d'Armata c Divisione Sforzcsca a Rykovo; Truppe e Servizi del XXXV Corpo d'Armata. Divisioni Pasubio, T orino e 3.. Celere, a Gorlovka). Le Divisioni Rat•eJma e Cosseria, pur rimanendo nelle citate zone di schieramento con compiti operativi, avrebbero proseguito le operazioni di riordinamento. 2 ° PERIOUO.
Il rientro nelle lince delle unità ripiegate con il blocco sud (vds. capitolo XV: Comando del XXXV Corpo d'Armata-CSIR, Divisione Sforzesca, parte delle Divisioni Pasubio e 3" Celere) rendeva più complesso il problema del riordinamento, che sarebbe stato proseguito nelle dislocazioni previ~te nella zona del Donez. L'accertamento delle perdite subite da queste Grandi Unità e la situazione d'isolamento nell a quale si trovavano le forze tuttora assediate a Tcertkovo, induceva il Comando d'Armata a disporre, fin dal 9 gennaio, che soltanto le Divisioni Rat•erwa c Cosseria riassumessero formazioni organiche idonee all'impiego operativo (due reggimenti di fanteria su due soli battag lioni, oltre un battag lione mitraglieri di rinforzo). Le operazioni di riordinamento, però, venivano interrotte dall'ord ine del Comando del Gruppo di Armate << B » di spostare le unità dalla zona del Donez a quella di Izjum - Lozovaja - Merefa, situata circa 250 chilometri a nord- ovest, non lontana dalla città di Karkov. 11 Comando d'Armata, il 15 gennaio, impartiva le disposizioni esecutive, escludendo da esse la Divisione Ravenna, che si trovava ancora impegnata in operazioni sul Donez. Il 16 gennaio però il Comando del Gruppo di Armate a B » disponeva un nuovo trasferimento dalla zona precedentemente indicata, a quella di Ncshin - Tcernigov - Bachmatc, situata altri 400 chilometri più a nord- ovest. Il movimento avrebbe dovuto essere eseguito per ferrovia, con treni vuoti di ritorno, integrandosi con quello di complementi in
Riordmamento delle unittÌ per d rimpatrio
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arrivo dall'Italia c con il trasferimento di aliquote dell'Intendenza c del Comando d'Armata, ancora impegnato a Kupjansk in operazwm. Il Comando d'Armata affidava al Comando del II Corpo, rimasto nella zona del Donez, l'incarico di organizzare e disporre il movimento delle unità c impartiva al Comando del XXXV CSIR l'ordine di spostarsi nella zona di destinazione per disciplinare l'affluenza delle unità c provvedere alla loro dislocazione e sistemazione, d'accordo con le autorità locali tedesche. Provvedeva, inoltre, alla costituzione di una Delegazione d'Intendenza con un Comando di Tappa per l'organizzazione cd il funzionamento dei Servizi. Il differimento dei trasporti che si verificava eli giorno in giorno nella vana attesa dell'assegnazione dei mezzi ferroviari da parte dell'autorità tedesca, a causa dell'aggravamento della situazione operativa nel bacino del Donez, dove i 'offensiva sovietica minacciava ormai direttamente Voroscilovgrad e lzjum, costringeva il Comando del Il Corpo d'Armata a prendere misure idonee ad evitare che fossero coinvolte le unità raccolte nella zona di Rykovo - Gorlovka (circa 3o.ooo uomjni). Il 22 gennaio era iniziato lo spostamento per via ordinaria su Dniepropetrovsk, nell'intento di attuare il trasporto ferroviario da stazioni più arretrate. Lo stesso giorno il Comando del gruppo di Armate « B » comunicava che i previsti trasporti ferroviari erano aboliti c stabiliva di effettuare i movimenti per via ordinaria sull'irinerario passante per Karkov - Ahtyrka - Romny, che nella prima parte rasentava, tra l'altro, la linea di co mbattimento. Inoltre si sarebbe trattato di effettuare uno spostamento di circa 8oo chilometri, per via ordinaria, che avrebbe richiesto, anche a causa della stagione, da 40 a 50 giorni di marcia. Nell'intento di risparmiare ad almeno una parte delle unità un così lungo e pesante trasferimento, il Comando d'Armata richiedeva ai tedeschi l'assegnazione di un trasporto ferroviario: - per la Divisione Ratmwa, disimpegnata dai compiti operativi soltanto il 23 gennaio cd in movimento su Rykovo; - per la Divisione Cosseria ed il raggruppamento a cavallo, giunti nella zona di lzjum dopo aver percorso 250 chilometri per via ordinaria; - per le unità di complementi raccolte ad lzjum. Il 2j gennaio il Comando del Gruppo di Armate (( B » rispondeva negativamente, ma l'Armata insisteva per ottenere almeno
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Le operazioni delle unitù italiane a/fronte russo ( 194 I-1 943)
l'effettuazione del trasporto ferroviario da zona più arretrata. In attesa della risposta, il 28 gennaio le unità iniziavano il movimento su Karkov. Frattanto le unità che avevano intrapreso il movimento su Dniepropetrovsk, superando la difficoltà di muovere su di un solo itinerario, con scarsissimi mezzi automobilistici e deficienti assegnazioni di carburante, ottenevano la concessione di alcuni treni vuoti eli ritorno. La mancanza di un piano organico per questi spostamenti, saltuariamente concessi e comunicati nell'imminenza della loro effettuazione, determinava frammischiamento tra le uni tà e nuove difficoltà nell'opera di riordinamento. Alla fine di gennaio, rientrati i resti della Divisione Torino , con altri nuclei ad essa uniti , e quelli del Corpo d'Armata Alpino, ceduta ai tedeschi la responsabi li tà operativa del settore, 1'8" Arm ata si trovava così articolata: - blocco nord : resti del Corpo d'Armata Alpino (essenzialmente Divisione Tridentina ed unità di Corpo d'Armata c d'Intendenza) con circa 16.ooo uomini e 2 .500 quadrupedi; - blocco centrale: Divisione Cosseria, raggruppamento a cavallo, complementi alpini, unità d'Intendenza, con circa 9.ooo uommt, 2.500 quadrupedi, 130 autospeciali; - blocco sud : Divisioni Sforzesca, Rat•enna, Pasubio, Torino, 3" Celere, parte della Cosseria, Truppe e Servizi dei Corpi d' Ar-
mata II e XXXV, unità d'Intendenza, con circa 6 5 . 000 uomini, ~oo quadrupedi, r .500 automezzi, frazionato in ampia zona dal bacino minerario del Donez a Dniepropetrovsk. Secondo la richiesta dell'Armata al Comando dd Gruppo di Armate << B n, il movimento avrebbe dovuto essere effettuato per ferrovia dai blocchi nord c centrale, per via ordinaria dal blocco sud. Per altro i treni non furono assegnati ed i sovietici, superate le difese tedesche sul fiume Oskol, minacciavano di avvolgere da nord tutto il bacino del Donez, trovandosi fin dal 1° febbraio sulla strada Izjum- Slavjansk. Contemporaneamente, con una tenaglia a nord c a sud della rotabile Kupjansk - Karkov, minacciavano questa città. Tenuto conto della situazione, al Comando d e ll 'R~ Armata non rimaneva altro da fare che disporre l'immediato spostamento dci tre blocchi verso ovest, con esecuzione del movimento per via ordinaria.
Riordinam ~nto
delle unitù per il rimpatrio
Il 5 febbraio il Gruppo di Armate cc B » disponeva che le unit~ del blocco sud muovessero sull'itinerario Novo Moskovsk - Krasnograd - Poltava - Senkof - Petski - Romny - Priluki - Neshin, ubicato ad occidente di quello precedentemente previsto. Ma l'avanzata delle forze sovietiche rendeva insicuro anche questo e, pertanto, il movimento veniva eseguito sull'itinerario Dniepropetrovsk - Kremenciug- Pirjatin - Priluki, anche se il percorso risultava ulteriormente allungato. Mentre era in corso il movimento verso ovest del blocco sud, l'ultimo scaglione di esso, interamente motorizzato, costituito da varie unità intorno al Comando del 6" reggimento bersaglieri, detto anche « colonna Carloni >> (t ), il giorno 8 febbraio rimaneva sprovvisto di carburante a Pavlograd. TI Comando del li Corpo d'Armata, da Dniepropetrovsk, non era in grado di rifornirlo prontamente affinché potesse proseguire. Il giorno IO, in seguito alla notizia della caduta di Lozovaja in mano sovietica c dell'avanzare verso sud di elementi avversari, nella città di Pavlograd l'autorità militare locale tedesca proclamava lo stato di allarme. Il Comandante del 6" bersaglieri, con tutta la colonna ai suoi ordini, passava alle dipendenze del Comando tedesco di Dniepropetrovsk, assumendo il comando delle forze italiane e tedesche dislocate a Pavlograd, per la difesa della localit?t c delle vie di comunicazione ad essa adducenti. Dal ro al 20 febbraio, operando isolatamente o in concorso a forze tedesche, la cc colonna Carloni >> sosteneva scontri con forze motorizzate c corazzate sovietiche, oltre che contro partigiani nella stessa città di Pavlograd. Nella zona di Pavlograd forze italiane prestavano l'ultimo concorso ai tedeschi sul fronte russo; il Comando d'Armata, venuto a conoscenza che la zon a di riordinamento sarebbe stata spostata di 200 chilometri a nord , a vantaggio delle unità ungheresi, segnalava al Comando del Gruppo di Armate cc B n i sacrifici che ne sarebbero derivati ai reparti e gli inconvenienti per l'organi zzazione cd il funzionamento dei servizi (Documento 11. 12 3); ma nulla poteva ottenere , essendo confermata la destinazione nella zona di Gomel Klinzy - Shlobin. ( 1) Coma ndo e ccmpagnia comanuo del 6'' bersaglieri, un battaglione di formazione del 6" bersaglieri, un battaglione hersaglicri di formazione Cosentino, Il gruppo del 17" reggimento artiglieria della Divisione Sjorz esca, XIX gruppo artiglieria controaerei. Armamento complessivo: ~5 fucili mitragliawri. 22 mi tragliatr ici, 3 mortai da 8r, 2 cannoni controcarro da 47/ 32, 11 cannoni controaerei da 20 , 5 obici da 75 / 18, 5 cannoni controaerei da 75 / 46. Armamento individuale al completo, forte scorta di munizioni.
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Le operazioni delle unità italiane li! fronte tusso ( 1941- H)4]}
Emanati il IO ft:bbraio g li ordini esecutivi, il Comando d'Armata si adoperava presso le autorità tedesche per ottenere treni, carburanti, viveri e migliori condizioni di accantonamento. Frattanto otteneva dal Comando Supremo italiano di trattenere alcune tradotte per effettuare il trasporto ferroviario delle unità. Per parte loro i Comandi del Il e del XXXV Corpo d'Armata. con gli automezzi disponibili, organizzavano il trasferimento di reparti e, dopo pressanti richieste e laboriosi contatti , ottenevano l'assegnazione di trasporti ferroviari (frequentemente formati da carri non riscaldati o perfino da pianali) c di carburanti. In tal modo il movimento a piedi veniva alleggerito a vantaggio della maggior parte delle unità rimaste. Soltanto il raggruppamento a cavallo c le salmcrie della Divisione Cosseria dovettero compiere per via ordinaria l 'intero movimento. Il 6 marzo quanto era restato dcll'8" Armata era praticamente raccolto nella nuova zona, eccettuate aliquote d'Intendenza c le unità dotate di quadrupedi. La zona di Gomel presentava difficoltà di sistemazione dci reparti per l'insufficiente capacità di alloggiamenti e per le distruzioni sofferte dalla città. La presenza di comandi ed unità tedeschi, sistemati con larghezza nei migliori fabbricati, complicava la soluzione del problema. Potevano finalmente essere riprese le operazioni di riordinamento, ormai orientate all'ulteriore permanenza su quel teatro d'operazioni del solo II Corpo d'Armata su due Divisioni (Documento n. 124). Non appena le unità del Corpo d'Armata Alpino ebbero raggiunto la zona di Gomel, fu iniziato il loro rimpatrio. Le partenze durarono dal 6 al I) marzo e gl i arrivi in Italia erano terminati il 24 dello stesso mese. Anche il XXXV Corpo d'Armata- CSIR era destinato ad essere interamente rimpatriato, ma si sarebbe trattato di un pr ovvedimento di attuazione pratica molto limitata. Il personale di ogni grad o che non avesse partecipato al ciclo operativo 1941- 1942 (e non si trattava di un rilevante numero) c che si trovasse in buone condizioni fisiche. sarebbe stato trasferito alle unità del Il Corpo destinate a rimanere, per colmare i vuoti determinatisi nell'organico di esse (Documento n . 12 5). In tale modo l'aWuenza di complementi dall'Italia sarebbe risultata minore, ma è facile intendere con quale animo restassero in quel teatro d'operazioni coloro che, scampati alla morte, alle ferite, ai congelamenti, vedevano tornare in Patria i loro compagni, ai quali
Riordinamento delle unità per il rimpatrio
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la selezione mt:dica aveva assegnato miglior sorte. Analogamente sarebbero stati trasferiti al Il Corpo anche i materiali ancora disponibili. In sostanza sarebbero partiti per il rimpatrio le Bandiere, i Comandi di Grande Unità ed il personale in condizioni fisiche menomate, anche se non tanto da esigere il ricovero in ospedale. Alle ore 24 del 25 marzo, il Comando dell'Sa Armata cedeva al Comando del II Corpo d'Armata la propria autorità sulle Forze Armate italiane in Russia. Entro il 27 marzo i provved imenti organici avevano avuto esecuzione e la forza del II Corpo d'Armata risultava così ripartita: Ufficiali
Comando, Truppe e Servizi di C.A. Divisione Rat'enna Divisione Cosseria Intendenza
Truppa JT ·500
<).6oo q.o5o 8-soo Totale
1.86o
ll 30 marzo il Comando dell'S" Armata si trasferiva a Karkov per rimpatriare. Alla fine di marzo la situazione dei trasporti ferroviari eseguiti od in corso per le unità destinate al rientro in Italia era: treni partlti trasportanti personale: 28; treni partiti trasportanti quadrupedi: 7; forza totale trasportata, circa uomini: 5o.ooo; totale quadrupedi trasportati : 2.ooo. Rimanevano da sgomberare dalle zone di Gomel, Pcrvomajsk e Stalino altri ro.ooo uomini e materiali dell'Intendenza. Le partenze effettuate dalla Russia Bianca erano state così articolate: da Klinzy : 1.500 uomini del raggruppamento cc. nn. 2 5 Marzo;
- dalla zona Shlobin- Buda - Usa: 16.ooo uomini c 1.000 quadrupedi del Corpo d'Armata Alpino; - dalla zona di Gomd : I).OOO uomini e 1.000 quadrupedi dei reparti a cavallo, gruppi d 'artiglieria e genio d'Armata; - dal la 7ona di Bobru isk- Talka Marmogorka : Jo.ooo uomini d~ l XXXV Corpo d'Armata;
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
- dalla zona di Gomel- Novo Beliva- Restsciza: 8.ooo uomini del l 'Intendenza; - dalla zona di Dniepropetrovsk- Pervomajsk: 9·500 uom•m dell'Intendenza; - dalla zona di Lcopoli: I.)OO uom1n1; - dalla zona di Kiev: 500 uomini delle Truppe d'Armata.
Il Comando Supremo italiano e lo Stato Maggiore dell'Esercito. per concordi informazioni ricevute, avevano determinato, frattanto, che pure il II Corpo d'Armata rientrasse in Italia. Presi i necessari accordi con il Comando Supremo tedesco, il J2 aprile il Capo di Stato Maggiore Generale dava notizia di tale deliberazione (Documento n. 126). Il 22 aprile erano emanate le disposizioni esecutive del trasporto ferroviario e stabiliva la data del 26 aprile per l'inizio del movimento. Le partenze da Gomel erano ultimate per l'intera Armata il 22 maggw.
PARTE QUARTA
ATTIVITA' DEI TRIBUNALI ED ASSISTENZA RELIGIOSA
,
C.\l'ITOLO X\'II
ATTIVITA' SVOLT A DAI TRIBUNALI MILITARI DI GUERRA AL SEGUITO DEL CSIR E DELL'8• ARMATA (r)
IL TRIBUNALE MILITARE J)l GUERRA DEL CSIR. Con bando del 30 giugno 194 T (in Gazzetta Ufficiale T r luglio 194 r, n. 102) venne costituito un tribun ale militare di guerra presso il Comando del Corpo d'Armata autotrasportabile che assunse, a decorrere dal 16 luglio H)41, la denominazione di cc Tribunale militare di guerra del Corpo di Spedizione in Russia (CSIR) >>. L'attività di questo tribunale durò per circa un anno, fino al j luglio 1942, data in cui venne tenuta l'ultima udienza. In tale periodo furono presentate 67r denunzie nei confronti dci militari appartenenti al CSIR (delle quali 635 a carico di graduati e militari di truppa, u a carico di sottufficiali c 24 a carico di ufficiali); nei relativi procedimenti furono emesse 439 sentenze di condanna (418 nei confronti di graduati c militari di truppa, 5 nei confronti di sottu(fìciali c r6 nei confronti di ufficiali). Le cond anne alla pena di morte furono due (una per il delitto di omicidio nei confronti di un suddito russo e l'altra per il delitto di sband amcnto), ma non vennero eseguite a causa della commutazione della pena capitale in pena detentiva. In num erose occasioni il Comandante del CSIR si avvalse del potere, attribuitogli dall'art. 245 del codice penale militare di guerra, di revocare l'azione penale già promossa: ciò avvenne in relazione a 23 procedimen ti, ed esclusivamente nei confronti di graduati e militari di truppa. Il tribunale militare di guerra del CSIR conobbe, in prevalenza, di reati di assenza dal servizio, mentre i reati contro la disciplina militare cornmessi nel periodo in esame (luglio 194T-luglio 1942) furono di scarsa entità numerica. ( 1) Testo redano dalla Procura Generale Militare della Repubblica presso il Tribunale Supremo Militare.
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Le operazioni delle unÌitÌ italiane al fronte ruHo ( 1941 - 194 3)
Tra i reati di assenza dal servizio l'ipotesi più frequente fu la diserzione fuori della presenza del nemico (82 procedimenti, di cui 76 a carico di graduati e militari di truppa, 5 a carico di sottufficiali, 1 a carico di ufficiale): e ciò dimostra che, nella maggior parte dei casi, la com missione dei reati militari non fu causata dal timore per il pericolo dello scontro col nemico o, comunque, dall'intenzione di sottrarsi al combattimento. Tale considerazione assume singolare rilievo, in ordine alla valutazione complessiva del comportamento delle truppe italiane in Russia, ovc si consideri che l'indice di delinquenza in relazione al contingente impiegato fu minimo e non superò mai l'r "~ .
IL TRIBuNALE MILITARE or GUERRA DELL'S' ARMATA. Con bando del 15 luglio 1<)42 (in Gazzetta Ufficiale 22 luglio 1942, n. r71) venne soppresso il tribunale militare di guerra del CSIR e fu contemporaneamente istituito il tribunale militare di guerra dell'S" Armata. I procedimenti pendenti -alla data di emanazione del bando davanti al tribunale militare di g uerra del CSIR furono devoluti al tribunale dell'S' Armata, con espressa previsione di validità degli atti di istruzione già compiuti e degli eventuali atti di rinvio a giudizio. Ferme restando le disposizioni concernenti la competenza dei tribunali militari d'Armata, al tribunale di guerra deii 'S• Armata fu attribuita la cognizione dei reati commessi fuori del territorio dello Stato - anche prima della costituzione dell'Armata medesima - da persone appartenenti a comandi, reparti o servizi di detta Gran de Unità, o da essa dipendenti. L'attività di questo tribunale durò fino al 30 aprile 1943, data di soppressione effettuata con bando del 24 aprile 1943 (in Gazzetta Ufficiale 6 maggio 1943, n. 105). In questo periodo eli tempo, inferiore dì circa due mesi rispetto al periodo di funzionamento del tribunale del CSIR, l'attività giudiziaria ebbe pressoché a triplicarsi (2). Vennero, infatti, presentate 1.8S9 denunzie nei confronti di militari appartenenti a11'8" Armata, di cui I .843 a carico di graduati c militari di truppa, 20 a carico di sottufficiali, 26 a carico di ufficiali. (2) Nota dell'Ufficio Storico di SME. - La forza presente al fronte russo era passata dai 62.000 uomini del CSIR a 229.005 uomini dell'8" Armata, con un incremento del 369 °'~ · Pertanto, l'attività g iudiziaria del periodo fu inferiore a quella del periodo precedente.
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A ttivitù dà tribunali mdllan del CSIR e de/1'8" Armata
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Nei relativi procedimenti furono emesse 743 sentenze di condanna (725 nei confronti di graduat1 e militari di truppa, 6 nei confronti di sottufficiali, 3 nei confronti di ufficiali). Le condanne della pena di morte furono tre, tutte per il reato di diserzione in presenza del nemico (art. T44 cod. pen. n1.il. guerra): ma non vennero eseg uite - come già nel periodo precedente - a causa della commutazione della pena capitale in pena detentiva. Il Comandante dell'8" Armata decise di avvalersi del potere di revoca dell'azione penale già promossa in relazione a 46 procedimenti, ed esclusivamente nei confronti di graduati e militari di truppa. D ei procedimenti pendenti 665 furono trasmessi, per competenza, ad altri tribunali. Tra i reati di assenza dal servizio l'ipotesi più frequente risultò ancora la diserzione fuor i della presenza del nemico, reato per il quale vennero iniziati 255 procedimenti, tutti a carico di graduati e militari di truppa (e ciò diversamente da quanto avvenne nel periodo di funzionamento del tribunale del CSIR, durante il quale il reato in questione fu contestato anche a 5 sottufficiali e ad 1 ufficiale). Mentre il tribunale del CSIR non inflisse alcuna condanna per il reato di diserzione in presenza del nemico, per tale reato vennero gtUdicati dal tribunale de11'8 Armata undici militari e furono inflitte sci condanne, di cui tre - come si è detto - alla pena di morte. Nel periodo in questione (luglio 1942- aprile 1943) il numero dei reati contro la disciplina militare subì un incremento anche a causa dell'accresciuto disag io c delle difficoltà derivanti dai noti eventi bellici; in tale periodo si verificarono anche manifestazioni delittuose pressoché inesistenti in passato, come episodi di procurata infermità, abbandono di posto, violata consegna, vilipendio alle Forze Annate, denigrazione della guerra. IL TRIBUNALE .\fiUTARE 01
cuF.RRA DEL H CoRPo n'ARMATA .
Con la soppressione del tribunale militare di guerra dell'Ba Armata, i procedimenti pendenti alla data del 1° maggio 1943 furono devoluti al tribunale militare di guerra del II Corpo d'Armata, istituito con il bando 24 aprile 1943 (in Gazzetta Uffìcia/e 6 maggio 1943, n. 105) a decorrere appunto dal 1° maggio 1943· Questo tribunale funzionò per appena un mese e fu soppresso con il bando 30 maggio 1943 (in Gazzetta Ufficiale 5 giugno 1943, n. 130) a decorrere dal 1° giugno 1943: i procedimenti pendenti a
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- '943)
tale data furono devoluti al tribunale militare territoriale di guerra di Torino. In questo periodo furono presentate 849 denunzie nei confronti dei militari appartenenti al 11 Corpo d'Armata, delle quali 768 a carico di graduati e militari di truppa, 42 a carico di sottu(fi.ciali e 39 a carico di ufficiali; nei relativi procedimenti furono emesse 125 sentenze di condanna (1 14 nei confronti di grad uati e militari di truppa, r T nei confronti di sottufficiali). Per quanto riguarda i reati di assenza dal servizio, il tribunale ini1-iò 176 procedimenti per la diserzione fuori della presenza del nemico (173 a carico di graduati e militari di truppa e 3 a carico di sottufficiali); nessuna condanna fu invece inflitta per il reato di diserzione in presenza del nemico. Un notevole incremento si verificò per il numero dei reati contro la disciplina militare c per quelli di disfattismo militare; e ciò a causa del permanente disagio c delle accresciute difficoltà connesse all'andamento delle ostilità. Al tribunale militare di guerra di Torino furono trasmessi, per competenza, 692 procedimenti: questo fenomeno è, ovviamente, dovuto alla circostanza che il tribunale del II Corpo d'Armata funzionò per un brevissimo periodo di tempo. ATTIVITÀ GIUOTZ I AR IA NEI CONFRONTI OELLA POPOLAZIONE LOCALE.
L'attività giudiziaria svolta nei confronti dei cittad ini russi dai tribunali militari di guerra del CSIR, dell'8• Armata e del II Corpo d'Armata fu, dal punto di vista quantitativo, assolutamente marginale rispetto all'attività complessiva svolta da questi tribunali. La tipologia dei reati commessi dai cittadini russi non è molto ampia. Le ipotesi più frequenti sono costituite dal reato di ricettazione (30 procedimenti, 26 condanne) e di concorso in furti a danno dell 'amministrazione militare (29 procedimenti, 20 condanne), mentre numericamente irrilevante risultano le altre ipotesi di reato: calunnia (un solo procedimento, definito con revoca dell'azione penale ex art. 245 cod. pen. mil. guerra); disfattismo politico (un solo procedimento, definito con assoluzione); concorso io illecito baratto (4 procedimenti, 2 condanne); minaccia (un solo procedimento, definito con sentenza di condanna); oltraggio a pubblico ufficiale (un solo procedimento, condanna); vilipendio alle Forze Armate (un solo proced imento, condanna). Le pene inflitte ai cittadini sovietici non furono mai superiori ai cinque anni di reclusione.
C.\PITOLO X\'111
L'ASSIST ENZA RELIGIOSA
Gli organici delle Forze Armate prevedono la presenza di ministri del cu1to nelle varie unità per l'esercizio dell'assistenza reJi. giosa ai militari che desiderino fruirne. Poiché la grande maggioranza della popolazione professa la religione cattolica, tali ministri appartengono al clero cattolico. Al fronte russo, il rapporto numerico tra la forza presente ed i Cappel lani militari era all'incirca dell'uno per mille, con una frequenza massima presso le unità sanitarie (sezioni di sanità, ospedali da campo, ospedali di riserva, convalescenziari, treni ospedale). Tra i reparti operanti disponevano di un Cappellano militare tutte le unità a livello di reggimento, ma era assegnato un Cappellano anche a taluni battaglioni chiamati ad operare isolati, come quelli alpini, oppure destinati a fornire rinforzi ad altre unità (battaglioni guastatori, del genio, mitraglieri). l Cappellani non facevan o propriamente parte del personale militare, ma avevano la qualifica di personale militarizzato, così come altre categorie ausiliarie presenti nei Comandi e reparti. Era attribuita l'equiparazione del grado di T enente per i Cappellani che prestavano la loro opera presso i reparti; al g rado di Capitano per quelli addetti ai Comandi di Grande Unità (Divisioni, Corpi d'Armata, Armate). Questi, non soltanto disimpegnavano le funzioni di assistenza religiosa per i minori reparti il cui organico non prevedeva la presenza del Cappellano, ma esercitavano anche una funzione diretti va sui loro confratelli operanti nei reparti inquadrati nella stessa Grande Unità. ll compito ordinario dei Cappellani mi litari consisteva nell'assicurare la pratica religiosa ai militari che intendevano seguirla, celebrando la M essa della domenica o delle altre feste di precetto, amministrando i Sacramenti, svolgendo anche pratiche personali in concorso con il clero delle parrocc hie del territorio nazionale. Durante la permanenza delle unità sulla linea di combattimento, i Cappellani si recavano a visitare i reparti che vi erano schierati , adattando alle circostanze la celebrazione delle funzioni religiose, a 31. - U.S.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
seconda delle facoltà ricevute dai loro superiori ecclesiastici, in armonia con le possibilità concesse dalla situazione operativa. Nelle giornate di più intensa attività combattiva, il Cappellano svolgeva la propria azione là dove ne ravvisasse maggiore necessità. Avveniva spesso che, per prestare prontamente l'assistenza a feriti e moribondi, il Cappellano, unico disarmato tra i combattenti, seguisse le ondate degli assaltatori, pronto a soccorrere i bisognosi senza distinzione di nazionalità, come espressione di un superstite sentimento di fratellanza tra i contendenti. Negli intervalli dell'azione, o dopo la fine di essa, il Cappellano, insieme con i portaferiti ed in cooperazione con essi, ripercorreva il campo di battaglia per la ricerca e la raccolta dci feriti che non fossero in grado di muoversi da soli , per l'identificazione ed il trasporto delle salme dci caduti, provvedendo poi alla loro tumulazione ed alla registrazione dci dati utili per la futura individuazione delle loro sepolture. Inoltre provvedeva alla raccolta degli effetti personali dei caduti, affinché potessero essere consegnati alle famiglie. Presso le unità sanitarie l'azione del Cappellano si svolgeva in forma simile a quella in uso negli altri ospedali, per quanto nelle giornate di più intensa attività operativa l'addensamento di feriti presso i posti di medicazione e la loro successiva affluenza nei luoghi di cura rendesse più ardua l'opera di assistenza. Erano presenti al fronte russo, nel periodo di forza massima (agosto - dicembre 1942), duecento Cappellani militari, essendo stati pressoché totalmente ricoperti i posti preveduti dagli organici. Cinquantasei di essi non fecero ritorno: - caduti in combattimento: 10; - dispersi : 20; - deceduti in prigionia di guerra: 23; - deceduti in luoghi di cura: 3· La percentuale di perdite risulta, pertanto, del 28°' . Molti Cappellani rimasero volontariamente a dividere la prigionia di guerra dei feriti intrasportabili non potuti sgomberare di fronte all'avanzata del nemico : di essi 24 appartenevano ad ospedali da campo, I I a sezioni di sanità , r ad un ospedale di riserva. Se si considera che, durante l'intera durata del secondo conflitto mondiale, l'Esercito perdette complessivamente su tutti i fronti di guerra r6o Cappellani militari, si deduce che i 56 Cappellani caduti al fronte russo costituiscono il 35o, del totale, vale a dire il più forte gruppo di perdite, a paragone di quel le subite su altri fronti dove più numerose erano le presenze.
L'assuun:::a religiosa
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11 primo a cadere in combattimento fu il Cappellano del 3" reggimento bersaglieri, durante la battaglia di Natale (26 dicembre 1941). Dopo aver diviso con i bersaglieri tutte le vicende della lotta, imziata il giorno precedente, accortosi che un ferito rimasto isolato fuori delle linee invocava aiuto, sebbene altri tentativi di trarlo a salvamento avessero già provocato perdite, correva a prestargli aiuto, continuando ad avanzare verso di lui, sebbene fosse stato colpito ad un fianco. Ferito mortalmente una seconda volta, riusciva a raggiungere l'agonizzante ed a spirare vicino a lui. Il valoroso Cappellano era il carmelitano Padre Giovanni Mazzoni, già Cappellano volontario della prima g uerra mondiale nel 226'' reggimento fanteria Arezzo, decorato di medaglia d'argento e di medaglia di bronzo al valor militare nel T9T6, di medaglia d'oro e di medaglia di bronzo nel T917. Alla sua memoria fu decretata una seconda medaglia d'oro. Gli succedette nell'incarico Don Giacomo Davoli, che cadde in combattimento dopo un solo mese (25 gennaio 1942). Fu decorato di medaglia d 'oro alla memoria anche Don Felice Stroppiana, Cappellano dell'81 ' reggimento fanteria Torino. Sebbene fosse privo di un occhio, era riuscito a farsi destinare ad unità combattenti e ad evitare il rimpatrio seguito da riforma causata dalla sua minorazione fisica. Durante la seconda battaglia difensiva del Don, il r6 dicembre 1942, si portava a cavallo fin sulle prime linee per incitare i fanti a compiere appieno il loro dovere, rimanendo in posizione esposta sebbene fosse stato ferito. V cnuto a conoscenza dell'urgente necessità di munizioni, rimontava a cavallo per recarsi a sollecitare i rifornimenti delle armi. ritornando subito sulla linea del fuoco. N uovamente colpito, rifiutava di essere trasportato in luogo di cura e, mentre si recava a soccorrere un ferito, un colpo di mortaio lo raggiungeva per la terza volta alla testa stroncandone la generosa esistenza. Questi valorosi Cappellani simboleggiano degnamente lo spirito di umana solidarietà e di carità cristiana che ha sempre animato tutti i loro confratelli, chiamati ad esercitare il ministero sacerdotale sm fronti della guerra ed a portare ai credenti il conforto della fede, ad aiutare i feriti doloranti sul campo di battaglia cd a somministrare il viatico a coloro ai quali la crudeltà della lotta armata toglieva il bene supremo della vita.
PARTE QUINTA
LE PERDITE. LE RICOMPENSE ALLE BANDIERE
C.\PITOLO XIX
L E PERDITE
Ferili t· congd;Hi
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V 111tù del CSI R, dal 5 agosto 1941 al 30 luglio 19.42 . . . .
97
Du•i.<ione Celeri', nella battaglia di Scrafimovic (30 luglio • q ago· sto 1942) . . . . . . . .
Il
1.69)
Unità dt'll' 8" Armata, nella r• battaglia difensiva del Don (20 agosto · 1" settembre 19.12)
207
Unità dell' 8 .. Armata, dal 2 settembre al 10 dicembre 1942 . . ...
30
Unità dell' s a Armata, nella 2 battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942- 20 febbraio 1943) . . . . . .
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Sulle graviSSime perdite della 2 ' battaglia difensiva del Don c della conseguente ritirata, SI possono form ulare le considerazioni che seguono.
488
Le opaazioni delle unitù italicme al fronte russo ( 1941 - 1943)
Le forze presenti cd operanti all'inizio della battaglia ammontavano complessivamente a 229.005 uomini. Detratto da tale cifra il numero dei feriti c dei congelati rimpatriati, pari a 29.6<)0 persone, restano 199.315 combattenti tra la linea del fronte e la zona delle retrovie. Alla conclusione della battaglia e dopo la ritirata delle unità dal D on al Donez a Gomel, nelle località di raccolta per il rimpatrio, mancavano complessivamente all'appello 84.830 uomini, vaie a dire oltre un terzo della forza totale dell'Armata. [ superstiti furono dunque H4-485. Ultimate entro il mese di maggio 1943 le operazioni di rimpatrio dei superstiti, rimanevano ancora in Polonia: la guarnigione italiana di Leopoli composta da un comando retrovie, con un proprio comando di tappa, che rientrava in Italia nel giugno successivo: un ufficio trasporti italiano di collegamento, con un d ipendente comando militare di stazione, sciolto il 22 agosto 1943. Degli 84.830 uomini mancanti all'appello, l'URSS ha restituito 10.030 prigionieri, come attesta l'Ufficio del Delegato italiano presso la Commissione Speciale dell'O~U per i prigionieri di guerra m un opuscolo pubblicato nel 1958 (1). Il numero dci combattenti dell'Sa Armata che non sono tornati m itali a dal fronte russo ammonta pertanto a 74.8oo. Nessuno, né da parte italiana né da parte sovietica, ha potuto indicare quale fosse, in questa cifra. il numero dei morti e quello det dispersi. Nemmeno i tedeschi, con i quali operarono le unità italiane, hanno mai fornito informazioni al riguardo. I diari storici, le relazioni, i rapporti dei comandi e dci reparti, compilati ripiegamento durante o subito dopo, non ne fanno cenno in maniera esplicita, ma sono peraltro tutti concordanti nell'indicare come elcvati5simo il numero dei caduti in combattimento sulla linea del Don nel la lotta sostenuta dall'II dicembre al 31 genn aio, prima nei combattimenti preliminari e di logoramento, poi durante la rottura del fronte e la pcnetrazione nemica in profondidt. D alla lettura complessiva di tali documenti risulta che le cause determinanti delle perdite furono: -
la resistenza in posto, che impose il sacrificio talvolta totale di caposal di, di reparti, di intere unità; - la violenza e la durata della battaglia, nonché la prevalenza delle forze nemiche; (r) Titolo dell"opuscolo ''Note e documenti riguardanti prigionieri e dispersi in Russia n.
militari italiani
U. p~rdite
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- le dure condizioni climatiche; - la mancanza di carburante che determinò l'abbandono di gran parte delle artiglierie, degli automezzi e dei materiali delle Grandi Unità. Ai caduti sulla linea del Don, vanno aggiunti i combattenti morti durante il ripiegamento per rompere gli accerchiamenti nemici e per la difesa arretrata al Donez, i morti di stenti e di fatiche e quanti hanno perduto la vita in prigionia. Indicazioni di carattere generale sulla gravità delle perdile subìte dalle unità italiane, sono riportate nella relazione ufficiale sovietica sull a seconda guerra mondiale (IVOVSS) ove è deuo che " nel corso dell'offensit•a sul medio Don le unità dei Fronti "SudOvest" e l'ala sinistra del Fronte "Voronez". inflissero una sconfitta disastrosa all' 8' Armata italiana e all'ala sinistra del Gruppo Armate Don. Dell's a Armata italiana furono distrutte cinque DiviStoni di fanteria ( ]" Celere, 5'' Cosseria. 2 ° Sforzesca, 9a Pasubio, )2 4 Torino ) e una Brigata di "Camicie Nere". Questa Armata, che aveva agli inizi dell'aututmo 1942 circa 2 50.000 soldati e uffictali, perse fra morti, feriti e prigionieri - la metà dei suot effettit•i. " Le truppe italiane furono definitivamente battute dopo aver subìto enormi perdite già nella battaglia del Volga. Il Corpo d'Armata Alpino e l'ala meridionale del Gruppo Armate "B" furono quasi del tutto eliminati n. Nella stessa IVOVSS, vengono respinte le affermazioni da parte italiana secondo le quali molte migliaia di uomini dell'S' Armata furono tenuti prigionieri in URSS, mentre in realtà, sostengono i russi, essi caddero in combattimento " e trovarono la loro tomba nelle steppe del Don li . << In verità, - afferma lo scrittore Alexander Werth nel suo libro "La Russia in guerra, 1941 - 1945" (2) - c'è un'altra spiegazione del mancato ritorno di tanti italiani dopo la guerra e se ne parlat•a molto, a Mosca, t•erso la fine del conflitto. Benché i manifestini lanciati dagli aerei per sollecitare gli italiani alla resa promettessero che sarebbero stati mandati "in un clima caldo", effettim mente molte migliaia di prigionieri italiani furono destinati ai campi della Russia settentrionale e centrale, dove morirono in gran numero di polmonite, di tubercolosi, eccetera>>. Nel numero del mese di maggio 1972 della Ritùta Storico Militare Sovietica, infine, è detto che " nel corso dell' of femit•a lanciata (2) AI. EXANDER vVERTII:
op. cil., nota I, pag. 50.
490
Le operazioni delle unità italiane al /l'onte russo { 1941- 1943)
dal Fronte Sud- Ovest e dalla sinistra del Pronte Voronez. nel dicembre 1942, le difese hitleriane furono infrante su una fronte di 540 chilometri, infliggendo grat'i perdite al nemico. Furono sbaragliate le forze principali dell' 8a Armata italiana, del gruppo operatit•o tedesco Hollidt e della 5" Armata romena. Tre Divisioni e tre Brigate italiane furono completamente distrutte)). Il governo deli'URSS ha più volte dichiarato di non avere più prigionieri italiani nelle sue mani, e dopo oltre trentatré anni da quegli avvenimenti non appare infondato ritenere che i 74.8oo uomini dell'S" Armata non rientrati in Patria sono tutti deceduti nelle circostanze che si sono dette.
Dei combattenti dell'S" Armata che non sono tornati dal fronte russo, si conoscono i nomi di 69.042. Essi sono elencati nei quattro volumi approntati a cura del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in guerra del Ministero delb Difesa, esposti dal r<) settembre T97I nella Cripta del Tempio Nazionale di Cargnacco. Da tali volumi sono stati tratti i dati numerici riportati nelle pagine seguenti circa le perdite subìte da ciascuna unità operante, si no a livello reggimento, e dalle unità minori, per Arma c Specialità.
DATI NUMERICI DELLE PERDITE SUDDIV ISI PER AR.\iA, SPECIALITÀ E SERVIZI
Carabinieri Fanteria: di linea . Granatieri Bersaglieri . Alpini . Cavalleria . Artiglieria di tutte le Special ità Genio . Reparti chimici Altre unità . Servizi . Camicie nere
473 22.083
88 3-022 r6.531 492 J2.648 4.281
41 5 3· 199 4-156 r.654 Totale
L~ perdit~
49 1
-------------------
D.HI :-lt:~IERICI DELLE PERDITE DELLE CNJT\ ORGA~ICJIE, S I NO A LlVELLO REGGIMENTO, E DELLE UNITÀ ì\HNORI, PER ARMA E SPECIALITÀ
Reparti dipeudenti dai Comandi di Grandi Unità: Fanteria di linea . Granatieri . Alpini Sa;•oia Cat•alleria Lancieri di Not'ara . Varie di Cavalleria . Artiglieria Chimici Varie 9" raggruppamento artiglieri a d'Armata .f raggruppamento artiglieria cfa . 3 reggimento artiglieria a cavallo . 201" reggimento artiglieria celere . 2 " raggruppamento artiglieria C.A . rr" raggruppamento artiglieria C.A. 30" raggruppamento artiglieria C .A. Camicie nere .
2.291 88 53°
182 1 97 II3
1.663
41 5 97
442 184 47° 251
400 834
480 r.6s4
Divisioni di fanteria: Sforzesca (2") : 53 reggimento fanteria Umbria 54" reggimento fanteria Umbria fi battaglione mortai 17' reggimento artiglieria . Ravenua (3~): 37" reggimento fanteria Rat'enna . 38" reggimento fanteria Ravenna . lfi battaglione mortai 121 reggimento artiglieria . Cosseria (5"): 89" reggimento fanteria Salemo 90" reggimento fanteria Salemo CV battaglione mortai ro8' reggimento artiglieria .
2.162
2.476 164 328 1.249 8II IT9
2r6
492
Le operazioni delle unitù italiane al fronte rus.co ( 1941- 1943)
Pasubio (9"): 79° reggimento fanteria Roma . Bo" reggimento fanteria Roma . V e IX battaglioni mortai 8" reggimento artiglieria .
1.778 1.755 309 6or
Tori11o (52"): 8r' reggimento fanteria Torino 82" reggimento fanteria Torino XXVI c LIJ battaglioni mortai . 52" reggimento artiglieria .
2.0o6 r.8oo 356 792
Vice7lza (156"): 277" reggimento fanteria T'icenza . 278' reggimento fanteria Vicenza .
1.722 r.663
Divisione Celere (3"): :f reggimento bersaglieri . 6 reggimento bersaglieri re battaglione mortai . 120" reggimento artiglieria
2.0)3
969 r r6
457
Divisioni Alpine: TridentÌ1Ja (2') : <;' regg1mento alpini 6" reggimento alpini 2 " reggimento artiglieria alpina . fu/ia (3a): 8" reggimento alpini 9" reggimento alpini 3" reggimento artiglieria alpina . Cuneense (4"): r' reggimento alpini 2" reggimento alpini 4 reggimento artiglieria alpina .
3-3°5
3·778 2.178
Carabinieri Unità non irreggimentate o autonome: Genio Varie o non specifìcate Servizi . . Totale
473 4·281 3·102 4·156
Ci\ PITOLO XX
RICOMPENSE AL VALOR MILITARE CONCESSE AD UNITA' COMBATTENTI AL FRONTE RUSSO DALL'AGOSTO 1941 AL FEBBRAIO 1943
Alle Bandiere di guerra delle unità del CSIR c clell'8' Armata operanti al fronte russo dalragosto 1941 al febbraio 1943, sono state concesse le ricompense al valor militare elencate nel le pagine seguenti. Poiché ~i tratta di ricompense tributate a reggimenti, raggruppamenti c battaglioni, ed hanno perciò carattere collettivo, esse premiano simbolicamen te tutti i combattenti che hanno preso parte con onore alla campagna di Russia.
ARMA DT fANTERIA.
37" reggimento Rat'e!ma (Divisione Rat'enua): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Don- Doncz, agosto 1942gennaio 1943). 38
reggimento Rat,enna (Divisione Rtwenna) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Don - Donez, agosto 1942gennaio 1943).
53" reggimento Umbria (Divisione Sforzesca) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Ob. T cirsky - Popovka Anncnsk ij - Krasnojarovk a, 18- 3' dice mbre 1942); Medaglia d 'Argento al Valor Militare (Riva destra del Don Jagodnyi, 17-31 agosto 1942). 54" reggimento Umbria (Divisione Sforzesca) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Don- Doncz, agosto 1942); Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Riva del Don - T cebotarcvski j- q . 228- q . 267,7, 17 - 3' agosto 1942).
494
!.e operazioni delle unità italiane a/fronte russo (194I-1943)
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79Q reggimento Roma (Divisione Pasubio): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte del Don: (TereskovoKrasnogorovka-Ogalev) - Getreide Svch - Scepilov - Sesepos Kievskoje - Belaja Kalitva - Arbusov - Tcerkovo, 1" dicembre 1942- 15 gennaio 1943); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Zaritcianka - Petrikovka - Gorlovka - Nikitovka - Chazepetovka - Bulavinksa - Vjolcvka, agosto 1941- maggio 1942); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Donez- Don, 12 luglio31 agosto 1942). 8o~
reggimento Roma (Divisione Pasubio): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Jasnaja Poljana - VionovkaScelesnoje - Gorlovka - Nikitovka - Chazepetovka - Ploskij, agosto 1941 -maggio 1942); Medaglia d'Oro al Valor Militare (Abrossimova - Monastirscina- Getreidc Svch - Arbusov - Tcerkovo, 1" dicembre 194215 gennaio 1943).
81" reggimento Torino (Divisione Torino): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Malo Orlovka - Novo Orlovka - Bog uciar - Monastirscina - Passcka - Merkulov - Arbusov - T cerkovo, luglio 1942- gennaio 1943); Medaglia d'Argento al Va lor Militare (Stakie - Kojadaki Kamenka - Gorianovskije - Petrikovka - Mogila P avlovskaja Sofjevka - Rykovo - Chazepetovka - Stazione Bulavin - Malo Orlovka - Novaja Orlovka, agosto 1941- maggio 1942). 82" reggimento Torino (Divisione Torino): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Junyi Kommunar - Demidov - Surrov - Arbusov - Tcerkovo, luglio 1942 - gennaio 1943); Medaglia d 'Argento al Valor Militare (Obuchovkije - Kurilovka - Kresovska - Ubescicce - Rykovo - Chazepetovka - Jelcnovka - Junyi Kommunar - Bosckovka, agosto 1941- maggio 1942)· 89 reggimento Salerno (Divisione Cosseria) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Don, 12- 17 dicembre 1942); Croce di Guerra al Valor Militare (q. 158- Don, 11- I2 settembre 1942).
Ricorn pense al va/or militare
495
90" reggimento Salerno (Divisione Cosseria): Medagl ia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, dicembre 1942); Medaglia di Bronzo al Valor Militare (q. 158,0- Deresovka, I 1- 12 settembre 1942).
277" reggimento Vicenza (Divisione l'icenza): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Gnjana Balka- Donez, 23 novembre 1942; Kuscin- Semejki- Don, 15 dicembre 194217 gennaio 1943; Kalitva, 23 gennaio 1943). 278" reggimento Vicenza (Divisione Vicenza): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Settore del Don- Fiume Kalitva, gennaio r943). 3' reggimento J3ersaglieri (3" Divisione Celere): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Nipro - Ulianovka - Maximiljanovka - Sofjevka - Stalino - Pantcleimonovka - Rassipnaja - Michailovka - Jvanovka - Stoshkovo, agosto 1941 - magt,rio r942); Medaglia d'Oro al Valor Militare (Rassipnaja - Stazione Fatschevka - Ivanovka - Serafimovic - Bobrovski - q. 224>4 - Jagodnyi, 1 I luglio- r" settembre 1942). 6'' reggimento Bersaglieri (3" Divisione Celere): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Orlovo lvanovka - Bokovo Antrazit- Bobrovski - Baskovski - q. 224>4 - Jagodnyi - q. 208,4, febbr aio- settembre 1942); Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fiume Don- Fiume Dnieper, 17 dicembre 1942-20 febbraio 1943). I''
2
reggimento alpini (Divisione Cuneeuse): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, 20 settembre 1942-28 gennaio 1943). reggimento alpini (Divisione Cut1eense): Med aglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, 20 settembre 1942- 28 gennaio 1943).
4" reggimento alpini, per il battaglione sciatori Monte Cervino (Comando 8• Armata): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Olkovatka - q. 176 - Klinoviy - Brodi - Jagodnyi - Ivanovka - q. 204 - Kolkos - Selcnj Jar - Rossosc - Ol kovatka, febbraio 1942- febbraio 1943).
496
!.e operazioni delle unità italiane al fronte russo { 194 1 - 1943)
5" reggimento ::tlpini (Divisione Tridentina): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Bassovka - Scororjb - Sceliakino - Nikitovka - Nikolaievka. agosto 1942 - febbraio 1943). 6" reggimento alpini (Divisione T ridentina): Medaglia d 'Oro al Valor Militare (Postojalyj - Sceliakino Malakeieva - Arnautovo - . rikolaievka, agosto 1942- febbraio 1 943); Medaglia di Bronzo al Valor Militare (per il battaglione alpini flestone) (q . T95,8 - q. 209,6 - q. 236,7 - Fiume Don , r• settembre 1942). 8" reggimento alpini (Divisione Julia) : Medaglia d 'Oro al Valor Militare (Fronte russo, rs settembre 1942- r" febbr::tio 1943). 9.. reggimento alpini (Divisione Julia) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, 15 ~ettembre 1942- 1 ' febbraio 1943).
ARMA DI CAVALLERIA.
Reggimento Savoia Cavalleria: (raggruppamento a cavallo) Medaglia d'Oro al Valor Militare (Bacino minerario di Krasnyi- Luch, luglio 1<)42; Simovskij q. 200,1 - q. 236,7- q. 209,9 di Val Krisaia - Ciglione di lsbusccnski - Bachmutkin- q. 226,7 di Jagodn yi, 2r- 30 agosto H)42); (3" Divisione Celere) Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Nipro - Stalino - Krivojtorez - Panteleimonovka - Gorlovka, agosto 1941 - maggio 1942). Reggimento Lancieri di Novara (raggruppamento a cavallo) : Medaglia d 'Oro al Valor Militare (Bacino minerario di Krasnyj- Luch, luglio 1942 ; q. 137,1 - q. r87,r - q. 200,1 di Cebotarevski - Jagodnyi - Deviatkin - Bolschoi, 21-30 agosto r942). Gruppo carri L San Giorgio (3" Divisione Celere): Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Fronte russo, agosto 1941 - maggio 1942).
Ricompense ul valor militare
497
AR~IA DI ARTIGLIERIA.
8' reggimento artiglieria divisionale (Divisione Pasubio): Yiedaglia d'Oro al Valor Militare (Tereskovo- KrasnohorovkaOgalev - Abrossimova - Monastirscina - Getreide Svch - Zehepilov - Leskos - Kievskoje - Belaja Kalitva - Arbusov - Tcerkovo, J'' dicembre 1942- 15 gennaio 1943); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Jasnaja - Poljaslazari Tciakavoinovka - Pctrikovka - Gorlovka - Nikitovka - Chazepetovka - Ploskoj. agosto r941 -maggio 1942). r7" reggimento artiglieria divisionale (Divisione Sforzesca): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Jagodnyi- Cebotarevski, r7- 31 agosto 1942); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Fronte russo. r8- 31 dicembre 1942). 52" reggimento artiglieria divisionale (Divisione T orino): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Malo e Novo Orlovka Boguciar - Diatcenkova - Monastirscina - Passeka - Merkulov Demidov - Surov - Arbusov - Tcerkov, luglio 1942- gennaio 1943); Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Starije - Koidaki - Obuskovskije - Gorianovskie - Sofjevka - Rykovo - Ubescicce Chazepetovka - Je\enovka - Stazione Bulavin - Junyj Kommunar - Boskovka - Malo Orlovka - Novaja Orlovka, agosto 1941 maggio 1942). w8" reggimento artiglieri a divisionale (Di visione Cosseria): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Novo Kalitva - Kosharnij - Samodurovka - Deresovka, 11 - 18 dicembre 1942); Croce di Guerra al Valor Militare (q. rs8 - Deresovka, II- 12 settembre 1942).
r2o" reggimento artiglieria divisionale (3" Divisione Celere): Medaglia d'Argento al Valor Militare (q. 331,7 - Nikitino Stazione Fatscevka - Ivanovka - Schterovka - Bokovo Antrazit - Battaglie del Don di Serafimovic e Jagodnyi, marzo- ottobre 1942). ~2. - U.S.
498
Le operazioni delle unitÌI italiane al fronte russo ( 1941 - '94 3)
121" reggimento artiglieria divisionale (Divisione Rat'enna): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Fiume Don- Fiume Donez, agosto 1942- gennaio 1943). 2'
reggimento artiglieria alpina (Divisione Tridentina): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Medio Don, agosto 1942febbraio 1 943).
3 reggimento artiglieria alpina (Divisione Julia): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, TS settembre 1942- 1° febbraio 1943). 4·· reggimento artiglieria alpina (Divisione Cuneense): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, 20 settembre 1942- 27 gennaio 1943). 2"
raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata (II Corpo d'Armata): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Colle d eli' Argentera, TO- 25 giugno 1940; Tobruk, ge nnaio r941; Ansa Don- q. 220, 2r- 25 agosto 1942; Krasno Orekovo - Sviniuka, 10- 12 settembre 1942; Fronte del Don, II- 19 dicembre 1942; Golubaja Kriniza - Selenj Jar , 19 dicembre 1942- 17 gennaio 1943).
11 "
raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata (Corpo d'Armata Alpino): Medagl ia d'Argento al Valor Militare ( Tovo Or1ovka - Belogorje - Novo Kalitva - Opyt - Vschijova - Nikitova - Nikolaievka, luglio 1942- febbraio 1943).
30" raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata (XXXV Corpo d'Armata- CSIR): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, dicembre 1942febbraio 1943); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Fronte russo, luglio settembre r942); Croce di Guerra al Valor Militare (Fronte russo, agosto 1941 maggio 1942). 9" raggruppamento artiglieria d'Armata (8" Armata): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Ansa di Verhnij Mamon - Gadjutcie - Boguciar - Tcerkovo - Krasnohorovka - Mo-
- -- --
Nicompense al valor militare
499
- - -- -
nastirscina - Bogomolof - Konovalof - Frolovskij - Novo Kriskoj - Verch. Singin - Jagodnyi - Novo Astachof - Kaschary, agosto 1942- r8 gennaio TCJ43)· 4' raggruppamento controaerci (8• Armata): Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Rossosc - Gadjutcie Kantemirovka - Mankovo Kalitvenskaja - Tcerkovo - Maltccvskaja- Millerovo - Voroscilovgrad, luglio 1942- gennaio 1943). 2or" reggimento artiglieria d'Armata (8" Annata): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Utkino - Scevtcenko Serafimovic - Jagodnyi - Cebotarev - Blinof - Samodurovka Deresovka - Krasnohorovka - Bclogoskoje, luglio 1942- I gennaio 1943). 0
Reggimento artiglieria a cavallo: (3a Divisione Celere) Medaglia d'Argento al Valor Militare (Nipro - Uspetovka - Rykovo - Gorlovka - Chazepetovka Michailovka - Ivanovka, agosto 1941- maggio 1942); (raggruppamento a cavallo) Medaglia d'Argento al Valor Militare (~ikitino - Sceterovskj, luglio 1942; Tonin - Simovskj Isbuscenski - Cebotarevski - Devjatkin - Bolschoi, 20- 30 agosto 1942); (raggruppamento a cavallo) Medaglia d'Argento al Valor Militare (Medio Don - Sceljakino - Tciuprinin, novembre 1942 gennaio 1943).
ARMA DEL GENIO.
4" reggimento artieri (per battaglione misto Divisione Trùlentina) :
Medaglia d'Argento al Valor Militare (Opyt - Nikolaievka, agosto 1942- febbraio 1943). 9'' reggimento (per XXVI battaglione artieri - XXXV Corpo d'Armata- CSIR): Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Fronte russo, novembre 1942 - gennaio 1943). 1" reggimento pontieri (per IX battaglione pontieri - XXXV Corpo d'Armata - CSIR):
500
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 194 r - '9-13 )
Medaglia d'Argento al Valor Militare (Dni<.:propetrovsk - Slavjanka, agosto 1941- maggio 19.p). 2"
reggimento pontieri: (per I battaglione pontieri - XXXV Corpo d'Armata- CSIR) Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Dniepropetrovsk - Slavjanka, agosto 1941- maggio J9,: P); (per 22" compagnia pontieri - 8" Armata) Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Fronte russo, '7- 19 dicembre 1942).
Reggimento ferrovieri (per X battaglione ferrovieri - 8 Armata): Croce di Guerra al Valor Militare (Zona di Krasnohorovka, dicembre 1942). 10" reggimento (per XL gruppo lavoratori - 8" Armata): Croce di Guerra al Valor Militare (Fronte russo, dicembre 1942- gennaio 1943). T1 '
reggimento (per battaglione misto Divisione Julia): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Fronte russo, T) settembre 1942- 1" febbraio 1943).
Suvrzr. Sanità Militare dell'Esercito ( r): Medaglia d 'Oro al Valor Militare (Africa Settentrionale ed Orientale - Albania - Fronte russo - Guerra di Liberazione. TO giugno 1940- 9 maggio 1945). Corpo Automobilistico (1): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Africa Settentrionale ed Orientale - Albania - Fronte russo - Guerra di Liberazione, 10 giugno 1940- 9 maggio 1945). Corpo di Commissariato Militare (1): Medaglia d'Argento al Valor Militare (10 giugno 1940-9 maggio 1945). Corpo di Amministrazione Militare ( 1): Medaglia di Bronzo al Valor Militare (ro giugno 1940-9 maggio 1945)· (r) Alla Bandiera del Corpo con motivazione comprensiva di tulla la durata della guerra c di tuni i fronti.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
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presenza di Grandi Unità italiane al fronte russo non era motivata, secondo i governanti dell'epoca. solamente dal contrasto ideologico esistente tra le forze politiche al potere nell'Unione Sovietica c quella al potere in Italia, ma principalmente da altre va lide ragioni . Si riteneva, infatti, che la tradizionale spinta russa verso gli stretti che pongono il Mar Nero in comunicazione col Mediterraneo, assumesse grande importanza per l'Italia, rinchiusa in un mare interno i cui sbocchi erano posseduti dalla Gran Bretagna, contro la quale l'Italia si trovava in guerra. Inoltre, l'interesse costante della Russia. antica c contemporanea, verso la regione balcanica, creava nuovi motivi di concorrenza tra Mosca c Roma, che allora cercava di ottenere nei Paesi balcanici maggior sicurezza per il suo confine nord -orientale c per tutta la lunga estensione della costa adriatica. Per di più, l'interesse dell'Italia di quel tempo per le questioni balcaniche risultava accresciuto dopo l'unione con l'Albania. L' Italia aveva fatto propri i problemi di quella Nazione. problemi spesso contrastanti con quelli dci Paesi contermini. L'approvvigionamento petrolifero dell'Italia, soprattutto durante la guerra che la isolava da altre fonti, dipendeva in gran parte dai pozzi petroliferi della Romania c la pressione sovietica su quel Paese costituiva un pericolo. L'andamento della guerra nel Mediterraneo. particolarmente sul fronte africano, aveva determ inato l'intervento di unità tedesche a fianco di quelle italiane ed era stato considerato già di grande rilievo il concorso dei primi reparti tedeschi giunti sul fronte della Sirte e subito contrapposti alle forze britanniche attestate alle soglie della Tripolitania. E' \ erosimile che da parte di Mussolini, accettando la previsione germa nica di una rapida e vittoriosa conclusione della guerra in territorio russo, venisse favorevo lmente considerata la possibilità
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Lt> opt>razJoni dt>llt> unità italuwt> al fronte russo ( 1941 • 1943)
di far concorrere forze italiane ad un successo di tanta importanza. Infatti, il 2 giugno 1942, al Generale Messe giunto apposta a Roma per cercare di impedire l'invio in Russia dell'Ba Armata, Mussolini rispondeva: '' Caro Messe, al tavolo della pace peseranno assai più i 200 mila dell'Armata che i 6o mila del CSTR '' · Si sapeva. infine, che il piano strategico dei tedeschi era configurato come una grande tenaglia destinata a rinchiudersi sul Medio Oriente, tale da lasciar intravvedere ampi orizzonti di carattere economico per l'esistenza dei noti campi petroliferi. La branca sudovest della tenaglia era rappresentata dal territorio libico soggetto all'Italia e dalle forze italo- tedesche in esso operanti. A Roma si riteneva perciò opportuno che nella branca tedesca della tenaglia operante a nord- est, fossero presenti anche unità italiane, parimenti interessate al raggiungimento degli orizzonti economici prima citati. Quando il 22 giugno 1941 la Germania attaccò l'Unione Sovietica, l'Italia era già in guerra da oltre un anno e vi era entrata nonostante il grave stato di impreparazione dell'Esercito. Infatti. nello stipulare nel 1939 l'alleanza con la Germania, il Governo italiano aveva molto insistito con i tedeschi affinché si evitasse qualsiasi conflitto prima di tre anni, cioè prima del 1943, in modo che l'Italia avesse almeno il tempo di approntare convenientemente le sue Forze Armate. L'impreparazione investiva le fondamenta stesse su cui si basa l'efficienza di un Esercito ed aveva radici profonde che si estendevano all'intero periodo che intercorse tra il primo c il secondo conflitto mondiale. Per oltre vent'anni, infatti, invece di rjconsolidarsi c progredire nella sua efficienza, l'Esercito dovette registrare carenze sempre più gravi, anche perché impegnato in una serie ininterrotta di operazioni africane c mediterranee in conseguenza delle quali non riuscì mai a riprendersi appieno. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale l'Esercito era in piena crisi di organizzazione: il nuovo ordinamento non era stato ancora raggiunto; quello precedente era invalidato tanto per effetto della nuova dottrina tattica che si basava sul più recente strumento organico (la Divisione binaria), quanto a modifiche inizialmente parziali già avvenute, o ancora in corso, nelle unità; l'armamento era in genere antiquato, essendo ancora in fase di studio o di progetto il suo ammodernamento. Le maggiori deficienze riguardavano i carri armati, i mortai, gli automezzi. le artiglierie controcarro c controaerei, il munlZIO-
Considaazioni conclusit'c
namcnto di tutta l'artiglieria e dci mortai. Le artiglierie di medio e grosso calibro, inoltre, erano interamente da rinnovare. La situazione degli armamenti era ben nota alle massime autorità politiche alle quali era stata ripetutamente rappresentata in tutta la sua gravità e lo stesso Ministro per gli Esteri ebbe a qualifi.carla, nel suo Diario, c< disastrosa». Se tale era la situazione nel 1940, decisamente peggiorata doveva inevitabilmente essere nei due anni successivi, quando cioè furono approntate le unità del CSIR e dell'Sa Armata, poiché notevoli forze in uomini, armi e mezzi erano già stati impegnati sui vari fronti e ciò non poteva non ripercuotersi sulla efficienza delle Divisioni destinate al fronte orientale. Così. come era accaduto negli altri scacchieri operativi, anche in quello russo le unità italiane furono chiamate ad assolvere compiti la cui portata era inversamente proporzionale alle loro deficitarie possibilità materiali, organiche ed operative. La presenza dell 'Italia in URSS, indipendentemente dal fatto che l'Esercito non era comunque in condizioni di portare avanti una guerra su più fronti, era, tra l'altro, in contrasto anche con l'antico principio della non ripartizione delle forze. Esso, infatti, avrebbe consigliato un pÌlJ deciso impegno in Africa Settentrionale piuttosto che un intervento in Russia, ove si contrapponevano su spazi immensi decine di Armate con milioni di uomini, mentre le unità del CSIR e dell'8" Armata, nella loro limitata potenza ed entità numerica, non potevano dare. come non hanno dato, alcun apporto determinante all'andamento generale delle operazioni. E' da ritenere, in vece, che se le dicci Divisioni del1'8 .. Armata, con T6.ooo automezzi e x.ooo cannoni, fossero state schierate. ad esempio nel settembre I942· in Africa Settentrionale - quando cioè le unità italo - tedesche erano giunte ad El Alamein, a poco più di cento chilometri da Alessandria - esse avrebbero potuto imprimere un diverso andamento alle operazioni della branca sud- ovest della tenaglia strategica. Le Nazioni dell'« Asse)) avrebbero ugualmente perduto la guerra, fronteggiate come erano dalle più Grandi Potenze del mondo, ma l'Italia non avrebbe forse lasciato nel deserto africano gli ottantamila uomini che non sono tornati dal fronte russo e le unità che vi combatterono non sarebbero state sottoposte a grandi disagi e ad inutili sacrifici per oltre diciassette mesi. All'invio di forze italiane al fronte russo si opponevano, dunque, importanti ragioni di incontcstabile validità. Dalla docu mentazione di archivio, tuttavia, non risulta che l'autorità militare compe-
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo (194r- 1943)
tente abbia mai manifestato al potere politico parere contrario alla presenza di un Corpo di Spedizione in quel teatro di guerra e la presenza stessa finì poi per trovare unica e assurda motivazione nella nota frase del Capo del Governo: (( Non possiamo essere da meno della Slovacc!Jia )) ,
Sull'attività del CSIR c dell'H" Armata, si possono ancora formulare alcune altre considerazioni, oltre a quelle che si sono via via esp.resse fin qui, in parallelo con la narrazione delle vicende operative. A fattor comune per le due Grandi Unità si pone innanzi tutto l'1solamcnto nel quale esse operarono. dovuto alla lontananza dal territorio nazionale che privava i reparti combattenti del sostegno diretto del Paese; al fatto di agire nel quadro di una guerra di coalizione, appoggiandosi a basi dislocate in zone sulle quali vigevano norme dettate da altre Potenze; alla discontinuità delle comunicazioni con la madrepatria c alla stessa ampiezza dello sterminato fronte, ove l'Esercito tedesco era impegnato a risolvere prima gli enormi problemi posti dall'attività dei suoi Gruppi di Armate c subordinatamcnte quelli giudicati meno importanti delle unità alleate. Ma. soprattutto, la causa fondamentale dell'isolamento stava ancora nel carattere dci due popoli, quello italiano e quello tedesco, c nelle tradizioni stesse dei due Eserciti, così diversi tra loro da non favorire sempre quella cordialità che deve informare i rapporti tra uomini e reparti in lotta fianco a fianco sul medesimo fronte. Per quanto riguarda l'attività del CSIR si è detto come esso dovette operare per lungo tempo inquadrato in una delle più moderne unità corazzate tedesche, senza disporre di unità carriste c con una dotazione di automezzi che consentiva l'autotrasporto di una sola delle sue tre Divisioni (c nemmeno al completo). Per tenere il passo con le potenti forze alleate in fase offensiva verso est, le unità italiane sostennero una serie di privazioni e di sforzi fisici particolarmente duri, in aggiunta al logorio dei combattimenti e alle perdite subite per avanzare. Sorretti da una eccezionale forza morale, g li uomini del CSlR hanno marciato nella polvere e nel fango per centinaia di chilometri, hanno sostenuto con tenace impeto decine di combattimenti cd hanno affrontato stoicamente disagi. fatiche e difficoltà d i ogni sorta senza manifestazioni di insofferenza o di indisciplina. Il capitolo XVII è al riguardo particolarmente significativo.
Considerazioni conclusive
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Sotto il profilo dell'impegno operativo, dello slancio e del coraggio in combattimento e, in sostanza, del valore militare, la campagna del CSIR può a giusto titolo collocarsi tra le vicende più onorevoli della storia militare italiana. Una condotta di vita al fronte e in combattimento di tutto rispetto, da attribuirsi non già al significato ideologico che poteva assumere la presenza italiana a fianco dci tedeschi, ma piuttosto al lo spirito militare che anima le Forze Armate di ogni Paese quando esse scendono in campo per mandato della Nazione e considerano loro irrinunciabile dovere, secondo giuramento. combattere con perizia, coraggio e tenacia per costringere alla resa quello che la Nazione stessa, attraverso i suoi organi costituzionali, ha indicato come avversario e nemico della Patri a. Artefice primo della compattezza morale e della efficienza combattiva degli uomini del CSIR fu il loro Comandante, il Generale Giovanni Messe, un Capo avveduto e deciso che alla collaudata esperienza d i combattente univa una profonda conoscenza dell'animo del soldato, nel quale sapeva immedesimarsi e del quale aveva il massimo rispetto, non solo formale ma anche nel costante proposito di !imitarne per quanto possibile i sacrifici c di tutelarne l'onore di combattente. Per la costante preoccupazione del Generale Messe di ridurre disagi e sacrifici ai reparti sotto il suo comando, valga, tra gli altri, resempio della inflessibile de~erminazione con cui si oppose all'ordine del Comando tedesco di spostare verso est le unità italiane giunte nel bacino del Donez, perché in questa zona potevano realizzarsi migliori condizioni di svernamcnto (soluzione alla quale dovettero poi pervenire gli stessi Comandi germanici per le loro unità). Non meno fermo fu il contegno del Comandante del CSIR nella tutela ddl'onor militare delle sue unità. Durante la prim a battaglia difensiva del Don, il parziale c limitato successo conseguito dai sovietici sul fronte del XXXV Corpo d'Armata- CSIR, fu ingiustamente attribuito dai tedeschi alla scarsa resistenza opposta dalla Divis ione Sjorzesca, piuttosto che alla sproporzionata vastità dci settori difensivi assegnati alle forze italiane. Quando in conseguenza di una tale e rrata valutazione, il Comando del Gruppo Armate « B 11 (26 agosto 1942) sottrasse al naturale Comando del XXXV Corpo d "Armata - CSIR tutte le unità italiane dislocate nel settore della Sforzesca per trasferirle alle dipendenze del contiguo XVII Corpo d'Armata germanico, il Generale Messe convocò l'Ufficiale di collegamento tedesco (~1aggiore S. ~1. Fellmer), per invitarlo ad ado-
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[.e opaa;;:;ioni delle unità italume al front(' russo ( 194r- '943)
perarsi onde far revocare l'inopportuna e ingiustificata disposizione. E per manifestare nel modo più eloquente possibile sdegno e protesta si levò dal collo le insegne di Cavaliere dell'Ordine della Croce di Ferro conferitegli poco tempo prima, dicendo a ll 'esterrefatto interlocutorc che avrebbe ripreso a fregiarsene solo quando il discusso ordine fosse stato revocato. L'opera del Generale Messe fu validamente e degnamente affiancata dalla instancabile attività del suo Capo di Stato Maggiore. il Colonnello Umberto Utili e le unità del Corpo di Spedizione ebbero sempre nel << Comando CSIR >> una illuminata e coerente guida di indiscusso prestigio morale e professionale, seguita da tutti con serena fiducia anche nei momenti più difficili (r). Il giudizio dell'opera del CSIR ad oltre trent'anni dai fatti, dunque, non può che essere positivo, specie se si considerano le deficitarie condizioni di struttura dci suoi reparti c le condizioni nelle quali ess i dovettero agire.
La vita e l'attività operativa dell'8 ' Armata fu meno fortunata e più complessa di quella del CSIR, anche perché la forza era più che triplicata ed i compiti eia assolvere non commisurati alle possibilità organiche. La valutazione dei risultati conseguiti dalla Grande Unit~ in sette mesi di operazioni, deve necessariamente comprendere, prima di ogni altro esame, quello della efficienza dello strumento che quei risultati avrebbe dovuto raggiungere. (r) Il Generale Messe, promosso per merito di guerra Generale d'Armata al suo rimpatrio dal fronte russo, fu destinato al Comando della 1" Armata operante in Tunisia. Il valoroso comportamento deUe unità ai suoi ordini ottenne il riconoscimento dello stesso avversario, che tributò agli sfortunati combattenti italiani l'onore delle armi all'ano della resa. L'opera del Comandante dell'Armata venne premiata con la sua promozione a Maresciallo d'Italia. Appena attuato il regime armisti7.iale, il Governo italiano ne ottenne la liberazione dalla prigionia di guerra, per affidargli nel novembre 1943 l'incarico di Capo di SM Generale conservato sino al termine della guerra. Il Col. Utili. promosso Generale di Brigata. dal gennaio 1944 comandb il l Raggruppamento Moton;;:;zato, prima unità dell'Esercito chiamata ad operare contro i tedeschi dopo le vicende dell'armistizio del settembre '943· Successivamente costituì c comandò il Corpo Italiano di Lrbn-a;;:;rone e con esso, dall'aprile alla fine di agosto 1944, risall la penisola combattendo contro i tedeschi da Lanciano a Urbino. Assunse poi il Comando del Gruppo di Combllttimento " Legnano» che tenne sino al 1ermine delb guerra. Generale di Divisione per merito di guerra, venne promosso c;eneralc di Corpo d'Armata nel 1949.
Consideru-::10ni concltun·e
Come era avvenuto per il CSIR, nemmeno l'Armata possedeva, in pratica, mezzi corazzati per condurre azioni offensive e neppure per contrastare le azioni avversarie; la dotazione di armi controcarro, appena bastan te numericamente, ma non tutte qualitativamente, ad opporsi alle formazioni carriste operanti a sostegno della fanteria sovietica, diveniva del tutto insufficiente a contrastare le ondate delle Rrigate corazzate del nemico. L'azione controcarro era così retrocessa dallo schieramento della fanteria a quello più arretrato dell'artiglieria. Superato questo, nell'assenza di consistenti formazioni carriste italiane. la lotta poteva essere proseguita soltanto da un intervento, che fu sempre tardivo c inadeguato, di Divisioni corazzate tedesche. Inoltre, come si è già detto, la vastità dei settori assegnati all'Armata poneva le unità italiane nelle condizioni di costituire solamente una debole catena difensiva facile da infrangere, totalmente sprovvista di unità da far accorrere dove si profilava l'attacco avversario, non tanto per rintuzzarlo con azioni controffensive. quanto per prolungare la durata della difesa e consentire l'affluenza delle riserve strategiche tedesche. In particolare, per quanto riguarda la prima battaglia difensiva del Don, sì può affermare che 1'8" Armata poté sostanzialmente adempiere al compito ricevuto, non solo conservando il proprio schieramento sul fiume, o modestamente arretrandolo in un tratto della linea, ma soprattutto garantendo da nord la sicurezza delle retrovie della 6a Armata tedesca, che dal Don operava in direzione del Volga presso Stalingrado. L'arretramento dell'estrema ala destra dell'8" Armata, nel settore dd XXXV Corpo d'Armata-CSIR, fu reso inevitabile tanto dalla immediata prevalenza del violento attacco sferrato contro la Divisione Sforzesca, quanto dallo scarso impegno posto dal contiguo XVri Corpo d'Armata tedesco non solamente nell'assicurare la saldatura tra le due Armate G" tedesca e ga italiana, in un momento nel quale le Armate sovietiche si trovavano in fase difensiva, ma perfino quando queste erano passate alla controffensiva. Infatti, durante questa battaglia spesse volte unità italiane dovettero accorrere a contrastare i russi nel settore del XVII Corpo d'Armata tedesco (raggruppamento a cavallo c Divisione Tridentma), perché la 79' Divisione germanica era presente nella zona soltanto con posti di osservazione non in grado di respingere i consistenti attacchi dell'avversario. Intervenute altre Grandi Unità italiane, la testa dì ponte costituita dai russi sulla sponda destra del Don venne immediatamente circoscritta e stabilizzata e sarebbe anche stata eliminata se il ne-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
cessario, e previsto, concorso di mezzi corazzati tedesch i avesse avuto luogo, per completare l'ardita azione condotta dagli al pini il r" settembre e che il mancato intervento dell'alleato rese vana. Iella seconda battaglia difensiva del Don, invece. quando 1'8" Armata venne privata di ogni unità di manO\'ra e si trovava tutta spiegata sul Don, esaurita la resistenza in posto delle unità direttamente investite dalle azioni preliminari di logoramento durate cinque giorni, l'offensiva sovietica del 16 dicembre poté in soli tre giorni conseguire il completamento dei successi strategici ottenuti alla fine di novembre sulle Armate romene. isolando le forze tedesche a Stalingrado. L'assenza di Grandi Unità corazzate, il minuto frazionamento sul terreno delle fanterie e delle artiglierie, la lenta affluenza degli inadeguati rinforzi tedeschi, non consentirono di arginare più a lungo l'impeto delle Armate sovietiche 6a e 1" Guardie. La prosecuzione della grande offensiva russa nel mese di gennaio con la 11 OperaziotJe Ostrogozsk- Rossosc >> contro le forze tedesche ed ungheresi, rinnovò il successo conseguito nel mese di dicembre con la '' Operazione Piccolo Satumo n, perché da parte germanica non aveva potuto essere rimossa la causa principale che l'aveva determinato, vale a dire la scarsezza delle forze in rapporto ai compiti da assolvere. L'azione di comando esercitata dal Comandante dell'Armata. ebbe sicuramente limiti molto ristretti. Non solamente venivano respinte dai Comandi tedeschi le obiezioni del Generale Gariboldi sulla sproporzione tra forze disponibili e compiti da assolvere, ma spesse volte il Comando del Gruppo di Armate intervenne direttamente a dare ordini ai Corpi d'Armata tedeschi e perfino a quelli italiani, scavalcando il Comando di Armata. Le rimostranze del Generale Gariboldi nei riguardi del Comando Superiore tedesco furono sempre ispirate alla più rigorosa correttezza militare, ma anche se fossero state espresse in maniera più vibrata per evitare che gli inopportuni interventi si rinnovassero, il Comando tedesco non avrebbe probabilmente mutato linea di condotta. L'azione di comando del Generale Gariboldi, in sostanza, era limitata da una parte dal Comando Gruppo Armate " B » e dall'altra dal Comando Supremo italiano, che al riguardo si era espresso con la frase « Lasciamo che il Comando faccia)), laddove il Comando per antonomasia era quello tedesco.
Constdt'raz10ni conclus/Vl'
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La condotta tenuta dai combattenti in tutte le az10nt dell'Armata è sempre stata, fatta eccezione dell'episodio di Kantemirovka, conforme alle tradizioni dell'Esercito, vale a dire corretta, onorevole e in linea coi principi del dovere militare. La forza morale degli uomini dell'Armata è emersa in modo particolare nella seconda battaglia difensiva del Don, quando cioè ognuno sapeva di combattere una lotta impari c senza speranza e purtuttavia ha lottato ugualmente con ferma tenacia. Sul morale dei combattenti, oltre a quanto si è già detto (capitolo XV), giova aggiungere una autorevole testimonianza, quella del Cappellano Capo dell'Armata, Don Arrigo Pintoncllo (2). Scrive, tra l'altro, il sacerdote in una Relazione del 1943= " La natura selvaggia del paese, la lontananza dalla Patria, la mancanza spesso della posta, il t•ivere in terra doppiamente straniera. sono altrettanti fattori elle poterono talora influire negatit,amente sull'animo del nostro soldato; mai però /anto profondamente da fiaccarne il morale e da minarne lo spirito. Anche nelle giornate più tragiche. il nostro soldato in terra di Russia ha sempre conserttato il suo naturale buon umore, la serenità, la fiducia dei forti. 11 Questo mi è stato facile constatare nelle continue peregrinazioni da un capo all'altro del settore assegnato alle nostre truppe; questo ho sempre constatato nei rapporti inviati dai Cappellani. « Era in tutti, anche nel più umile soldato. la sensazione che nulla t'eniva tralasciato dai nostri Coma11di superiori per assicurare al combattente il vettot,agliamento, l'equipaggiamento, il recapito della posta, ecc., mentre l'invio di i11dumenti e di doni dalla Patria lo toccava profondamente. « Non può però negarsi che esistessero insieme altri fattori atti ad incidere st-tl morale della truppa. Ed in primo luogo intendo riferirmi alla mancanza, nella maggioranza dei soldati, di una cosctenza chiara sulla necessità della campagna di Russia: essi riguardatlano la guerra antibolscevica piuttosto come la guerra dell'alleato, anziché come la propria. La persuasione generale poi che il nostro soldato fosse, per quanto riguarda l'armamento, in condizioni dt inferiorità rispetto al nemico, influì non indifferentemente sul suo spirito. Mi è accaduto spesso di sentirmi rispondere dai soldati, in pretùione dell'attacco generale russo, che essi avrebbero resistito ~ino all'ultimo, ma che contro i carri armati russi e il loro parabellum non t•i sarebbe stato nulla da fare. Era assai diffuso il timore
(2) Nominato nel 1953 Ordinario ( Vescovo) Militare per l'Italia.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte ruuo ( 194 r- 1943)
che, in una et'entuale offensiva at'Versaria, sarebbero Fenuti a mancare i mezzi adeguati da contrapporre. <<Non deve tacersi che un'intensa propaganda tedesca rappresentat'a alla mente del soldato la prigionia come 1'equivalente della morte stessa: di qui l'incubo, il terrore di cadere prigionieri del nemico. Ciò che lungi dall'accendere nel soldato lo spirito di combattività, lo turbava e lo rendet·a oltremodo inquieto >> . La con(erma dell'impegno col quale le unità dell'Ba Armata sostennero il possente urto delle Armate sovietiche 6 e 1 Guardie, inquadrate nella « Operazione Piccolo Saturno » viene ora dalla recente " Storia >> ufficiale sovietica sulla seconda guerra mondiale (3). Dalle pagine di tale relazione, riprodotte qui di seguito, emerge con chiarezza che non lascia dubbi il riconoscimento dei sovietici della tenacia con la quale si batterono le unità italiane. Ed è significativo il fatto che nella narrazione russa dell'intero ciclo controffensivo che va dal 19 novembre r942 ai primi di febbraio H)43• espressioni come « resistenza accanita, caparbia» (oi.estocennoe, upornoe soprotil'ienie ») ricorrono frequentemente solo in riferimento alle azioni dcll'8• Armata. Scrivono, dunque, i russi nella loro pubblicazione che le difficoltà incontrate dalle truppe ndla preparazione dell'attacco di metà dicembre contro le posizioni tenute dall'Ba Armata italiana, non ebbero riflessi negativi sullo spirito combattivo dei soldati. Prima di iniziare la (( Operazione Piccolo Saturno » fu svolta una intensa c capillare azione morale mirante ad incitare alla lotta le unità impegnate nell'operazione stessa; ai soldati venne spiegato che dal le loro azioni sarebbe dipeso, sotto molti aspetti, l'esito della nuova fase dell'offensiva sulla direttrice di Stalingrado. Alla vigilia dell'attacco venne consegnato ad ogni combattente un giornale con il testo dell'appello dci sovict militari dci Fronti interessati, col quale si esortavano gli uomini ad andare avanti, come nelle battaglie di Mosca, di Rostov e di Tihvin per liberare dal nemico le città, i villaggi, le famiglie. L'appello fu ::tnche letto ai reparti riuniti: uno dopo l'altro presero la parola soldati, comandanti e istruttori politici, i quali giurarono di eseguire fedelmente gli ordini della Patria e di accrescere con una nuova vittoria (\ il prestigio delle armi sovietiche n . (3) M!KISI'FRO DEt.t \ DI H.~\ DJ:.LL'URSS: « Storia della seconda guerra mondiale, 1939 · 1945 11, \' OI. VI (pubhl icato a :Mosca nel 1976), pagg. 6r;, 66, 68 e 69.
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Consid~razioni conclusiv~
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Durante i combattimenti, gli sforzi per mantenere sempre elevato il morale dei combattenti e il loro impeto offensivo, cc malgrado l'accanita resistenza del nemico », furo no concentrati particolarmente neHe compagnie e nelle batterie. La pubblicazione del Ministero della Difesa dell'URSS continua, testualmente, così: c< La matti11a del 16 dicembre, dopo la preparazione d'artiglieria. le unità d'attacco dei Fronti Sud- Ot,est e Voronez passarono all'azione. A causa della fitta nebbia, l'efficacia del fuoco d'artiglieria fu scarsa e gli aerei non poterono alzarsi in t'O/o. Di conseguenza la difesa 11emica risultò insufficientemente neutralizzata. Tutto ciò fece sì che le truppe in attacco i11contrarono ben presto la resistenza organizzata del nemico. cc La progressione dell'attacco si sviluppò a ritmo lento. Le Grandi Unità fucilieri della ~? Armata e della Armata Guardie riuscirono, dopo la prima mezza giornata. ad avanzare soltanto di 2-3 km. In tale situazione i Comandi dei Fronti decisero di immettere nella battaglia i Corpi corazzati allo scopo di realizzare la rottura della zona difemit'a tattica nemica. Tuttavia, nel tentativo di attaccare di slancio il nemico, i loro reparti at'anzati incapparono nei campi minati e, subendo perdite, furono costretti a desistere dall' attacco. L'apertura dei t'archi nei campi minati ritardò l' inserimento nella battaglia delle unitù corazzate sino al mattino del giorno seguente. << Nella seconda met~ del 16 dicembre, il tempo migliorò alquanto. L'artiglieria e l'aviazione dei Fronti intensificarono il sostegno alle truppe attaccanti. Aerei d'assalto e da bombardamento attaccarono gli schieramenti difensivi, i centri di resistenza, i Posti Comando e di osservazione del nemico. Sul cielo del campo di battaglia divamparono i combattimenti aerei. « Ciononostante le tmitù delle formazioni attaccanti non riuscirono ancora ad infrangere la zona difemiva tattica del nemico. Il nemico manovrava, aumenlat'a di forza, impiegava attivamente la sua af/laZJone. « In analoghe condizioni si wiluppm·ono i combattimenti a1zche nel settore della =?" Armata Guardie del Generale D . D. Leljuscenko, le cui Grandi Unità fucilieri incontrarono la ferma resistenza del nemico e non poterono assolt•ere il compito loro affidato per quel giorno. <l Il mattino del '7 dicembre, dopo la preparazione d'artiglieria e l'intervento dell'aviazione, le Grandi Unità della 6" Armata e della 1" Annata Guardie r;nnovarono l'attacco.
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Le operazioni d(•/le unitù italiane al fronte russo ( 194r - 1943)
cc In stretta cooperazione con esse attaccarono i Corpi corazzati, i quali si imerirono nella battaglia in successione: all'inizio. furono immessi i Corpi corazzati XXV e XVIII, quindi il XVII e XXI V. L'avanzata delle Grandi Uuità corazzate era appoggiata in profondità da un massiccio fuoco d'artiglieria ed anche dall'at'iazione, allora assai attit,a. cc Superata la caparbia resisteuza del nemico e respinti i suoi accaniti contrattacchi, le unità della 6" e 1" Armata Guardie infransero. al termine del secondo giomo, la zona difensit•a tattica e avanzarono per 20-2 5 km. u Il nemico oppose tma resistenza particolarmente ostinata il 18 dicembre sulla linea difensiva d'Armata la cui rottura aprì alle unità sovietiche la strada a tergo delle principali forze dell'Ba Armata italiana. " Le Grandi Unità italiane, e quelle tedesche con loro operanti, iniziarono a ripiegare verso sud e sud- est ».
Sui rapporti con i tedeschi si è già fatto qualche cenno nei precedenti capitoli. Vi furono momenti di crisi in tale campo, non tanto nel ciclo operativo del CSIR, ove pure si verificarono g li inconvenienti che si sono descritti, quanto nel corso delJe operazioni del!' Armata e in modo particolare nella preparazione c condotta della seconda battaglia difensiva del Don. Le unità italiane non eran o in perfetta efficienza operativa a causa delle precarie condizioni strutturali determinate, tra l'altro, dall'armamento inadeguato e dalla indisponibilità di unità corazzate e motorizzate. Esse si attendevano perciò un consistente aiuto dai tedeschi per ripianarc, almeno in parte, le loro deficienze. T ale aiuto, insieme con una più sentita cordialità di rapporti , avrebbe forse reso meno pesante l'impegno degli italiani sul campo di battaglia. Essi, invece, non ricevettero alcun concorso c si videro affidare compiti operativi che andavano ben oltre le possibilità dell' Armata, così come videro respingere tutte le proposte per migliorare l'organizzazione difensiva del Don, ripctutamente c pazientemente presentate dal Gen. Garibaldi. Tella relazione compilata nel dicembre 1946 (4), il Comandante del1'8" Armata così scrive, tra l'altro, in merito ai rapporti con i tedeschi: (4) Ad integrazione della monografia dell'UHICIO STORICO dello SME: Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (r t d icembre 1942-31 gennaio 1943) l> , Tip. Regionale, Roma, 1946.
c< L'8'
Con s1tlaazion i conclusive u .•• Quando però la situa-;;ione si è fatta decisamente gral'e, la pressione nemica evidente, minacciosa e tratti di fronte attiRui alla nostra sfondati, allota i tedeschi hanno cominciato a credere al pericolo ed a cercate i rimedi in ordit1i tardivi. e logici se predisposti in tempo, come giì proposto da noi. con adeguati mezzi, materiali, mano d'opera, che sono stati invece negati o al massimo concessi come una grazia, ma col contagocce. Allora, e solo allora, nell'imminenza dell'attacco nemico da tempo preannunciato dal nostro Comando e sempre messo in dubbio dai tedeschi sino alla vigilia, allora sono arrit•ati al Comando di Armata ordini pressanti per la costruzione di robuste linee arretrate di sicurezza, per permettere accorciamenti di fronte, parare et,entuali cedimenti. E' stato fatto presente che mancar•ano tempi, mezzi e mano d'opera. Hanno risposto col solito: "provvederemo noi", ma in pratica no11 hanno fatto nulla perclzé mancò il tempo e non arrit·arono né mezzi né mano d'opera.
" l tedeschi sono stati sorpresi dal nemico e, ciò che è pegr;io, traditi dalla inculcata fede incrollabile nella infallibilità dei loro metodi e in t'incibilità delle loro truppe. Questa fede voluta mantenere ad ogni costo li ha resi ciechi di fronte alla realtà e spinti all'irreparabile. " Si sono trot•ati in situazioni gravissime. seuza rùert'e, senza mezzi, senza rifornimenti, fra minacce crescenti da ogni lato e dilaganti Ì11 profondità. verso l'interno. c< Situazione certo esasperante, amaro rist'eglio dalle illusio11i accarezzate, lo si det'e ammettere, e ciò spiega diverse cose, dit'ersi atti, diverse disposizioni, ma non tutto. Noti la tenacia nel non vedere il pericolo, nel non ammettere di at;er sbagliato, 11el notJ t'oler decidere misure dolorose, ma necessarie perché capaci di sanare o almeno di migliorare la situazione rùta realisticamente, che comigliava di guadagnare tempo e spazio; c, soprattutto, non spiega e tanto meno giustifica la cattit•eria, l'ingiustizia, la falsità con le quali si è tentato di salvare se stessi ed i propri pregiudizi e di giudicare il comportamento degli italiani; non spiega la aude1tù antiumana con la quale hanno agito contro di noi Comandi e truppe tedesche )) ,
Il severo giudizio del Gcn. Garibaldi è, forse, permeato dall'amarezza del Comandante che ha visto la propria Grande Unità coinvolta senza colpa in una irreparabile sconfitta.
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Le operazioni delle unità italrane al fronte russo (1941- 1943)
Non v'ha dubbio, però, che quel giudizio era condiviso dalla grande maggioranza dei componenti di ogni grado dell'Armata, come risulta dalla voluminosa memorialistica pubblicata nel dopoguerra e come è anche attestato dalla documentazione di archivio. Al rientro in Patria, avendo ancor vivo nell'animo e nelle carni il tormento morale e fisico dei patimenti vissuti in una carnpa!!na di guerra della quale non avevano mai capito la necessità - ma che tuttavia avevano ugualmente affrontato con fedel tà e onore in obbedienza al mandato ricevuto dal Paese - , nei superstiù si radicò sempre più il convincimento di essere staù ingannati dal Governo nazionale, che li aveva immessi in una lotta armata perché i loro sacrifici cc pesassero sul tar•olo della pace)), e si era accentuato il risentimento per la condotta poco amichevole tenuta nei loro confronti dai tedeschi. Ad essi i soldaù italiani si erano affiancati con buona volontà per combattere una guerra che pur non sentivano. Nei diciassette mesi di durissime operazioni avevano però dovuto constatare, giorno dopo giorno, che non esisteva da parte dell'alleato alcuna fraternità d'armi, né identità di sentimenti, né il rispetto dovuto a chi lottava e moriva dalla medesima parte. Ma gli uomini del CSIR e dell'S'· Armata si batterono ugualmente - con la caparbietà ora riconosciuta dallo stesso avversario di quel tempo - pagando la loro fedeltà di soldati, malgrado tutto, col sacrificio della vita di un combattente su tre. L'inutile campagna, tuttavia, aveva almeno contribuito a svelare ai combattenti italiani il significato della loro presenza su quel teatro di operazioni. Partiti per la guerra poliùcamente sprovveduti, perché cresciuti in un'epoca durante la quale nel Paese non erano operanti le libertà fondamentali, la stessa guerra aveva conferito loro una sofferta maturità c li aveva resi consapevoli della vera essenza del fascismo e del nazismo. Con tali sentimenti i supersùti si reinserirono nella società nazionale e travasarono in essa la loro giusta ribellione verso lo straniero e verso la dittatura.
DOCUMENTI
D ocumento n. t.
TELEGRAMMA DELL'ADDETTO MILITARE A BUCAREST AL MIN ISTERO DELLA GUERR A - GABINETTO - RO MA (21
aprile 1941 - ore 21)
N. '697/363 alt - Unità romene et cor po d'a rmata cavalleria stanno spostandosi da B ucovina Moldavia sostituite da unità motorizzate et ordinarie tedesche che affluiscono getto continuo alt Convinzione che azione tedesco romena contro U.R.S.S. non sia lontana va ribadendosi alt Ciò anche perché noti ammassamenti truppe tedesche at frontiera ungherese- U.R.S.S. suscitano entusiasmo alt Questi ambienti militari ritengono che se Germania decider.ì attaccare u .R.S.S., Romania avrà anche tempo completare difensi,·a mentre tru p pc motorizzate tedesche provengono nord et centro Polonia a lt Colleghi tedeschi mantengono naturalmcme più assoluto riserbo a lt l ' alfré
D ocumento n.
2.
T ELEGRAMMA DELL'ADDETTO MILITARE A BERLIKO AL MIN ISTERO DELLA GUERRA - GABI NETTO ROMA (7 maggio 19·!1 - ore 18) 240/S, 24 r fS e 2~ 2 / S nlt - Sono a t conoscenza che giorno 8 aut 9 Fi.i h rcr partid1 con consueto treno speciale accompagnato dai suoi consiglieri mil itari deii'O.K.W. (Keitel compreso) alla ,·olta di Bcrghof alt Pare si tratterrà colà una diecina di giorni per discutere piani militari et politici prossima campagna alt D a con versa:.:.ion i con genera li et alt ri ufficiali che hanno conti nui contani con Fi.ihrer ho creduto ricavare che uno dci prossimi obiettivi sarebbe occupazione Gibilterra et e,·entualmente Portogallo alt Per Gibilterra si pe m:~ possa essere fatta cadere in pochi giorni alt Mi riservo verificare se predetta o perazione sia collegata come penso at a zione su opposta sponda africana alt Sarà esaminato anche problema passaggio aura,·erso Turchia per cventua~c azione verso lrak et verso Egitto alt Quest'ultimo problema est collegato con eventualità azione contro Russ ia che si sarebbe incerti se iniziare pross ima estate aut rinviare anno venturo alr Decisioni sarebbero prese probabilmeme durante riunione Berghof alt
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
Nel franempo est stata notevolmente rinforzata, in risposta si dice ad aumento forze russe at confine con Germania, copertura lungo frontiera con Russia inviandovi notevole parte delle divisioni corazzate et m otorizzate che hanno ultimato campagna contro Jugoslavia et Grecia alt Comunque piano contro Russia est già preparato et prevederebbe una campagna della durata di due mesi et mezzo alt Comprenderebbe occupazione Leningrado, Mosca et tutta Ucraina alt Operazione contro Russia sarebbe attuata tra luglio et settembre volendosi occupare Ucraina subito dopo mietitura grano et prima che questo sia distribuito in altre parti interne della Russia alt Azione tenderebbe oltre che migliorare situazione alimentare tedesca et europea at facilitare afflusso materie prime at frantumare futuro alleato potenze democratiche anglo americane et stroncare definitivamente pericolo idea comunista che at guerra finita, anche se vittoriosa per Germania, troverebbe facile via importazione non solo Reich ma anche Europa dopo una g uerra lunga durata alt Da notare che azione contro Russia est vecchio sogno di I litler sviluppato « Mein Kampf » che ha avuro solo inizio con occupazione Polonia et che poi dovette rinviarlo per inatteso intervento franco inglese alt In base notizie avute oggi da ufficiale di questo stato maggiore risultano nel complesso confermate possibilità et predisposizioni accennate alt Inoltre mi est stato aggiumo: 1' - che trasporti di C.C. tedesche sunt in corso verso fronte ovest et particolarmente at costa canale per riprendere lo schieramento dell'attacco contro Inghilterra che non est ancora deciso ma che sarebbe attuato verificandosi situazione favorevole alt Ciò si spera possa avvenire a t seguito quasi quotidiani attacchi contro centri industriali inglesi che dovrebbero scuotere morale et ridurre notevolmente produzione bellica interna alt Elimina zione Inghilterra verrebbe tentata non appena avuta sensazione che probabilità riuscita sono per quasi il 90 per cento favorevoli at Germania alt Si farà di tutto perché avvenga nel corrente anno prima che apporto Stati Uniti aut lo ro intervento rendano più aleatorio successo tedesco alt Una volta deciso sbarco successo sarà tentato con runi i mez1.i compresi at quanto ho capito gas asfissianti alt A t questo proposito ho notato presso O.K. \V. nuove distribuzioni et r ipresa addestramento maschere antigas da parre del personale in sen·izio presso uffici alt 2 " - Est stata notevolmente rinforzata 7' armata tedesca da tempo dislocata at confine franco- spagnolo alt 3" - Est stato rinfo rzato schieramento at confine orientale con l'invio divisioni di urto dietro la preesistente copertura alt 4" - Germania est in grado conservare contemporaneamente sch ieramento offensivo contro Ing hilte rra et contro Russia Cl a \·erc anche forze disponibili per azione su Gibilterra et Portogallo et per rinforzare aut mantenere at numero mezzi corazzati dati at generale Rommel alt Gen. E. L. Marras
Documenti
)21
D ocumento n. 3·
RAPPORTO DELL'ADDETTO MILITARE A BERLINO Berlino, li 30 maggio 1941
Oggetto: Tntendimenti della Gcrman ia ne1 riguardi della Russ ia.
Al .Winistero della Guerra - Gabinmo
Roma
Da molto tempo si parla dell'eventualità di una azione militare tedesca contro la Russ ia. E questa voce è alimentata in modo particolare dal concentramento crescente di forze terrestri cd aeree verso il confine sovietico. Altre voci hanno accennato nelle ultime settimane a trattative in corso ovvero imminenti che Berlino condurrebbe con Mosca, appoggiandole con l'efficace argomento d ì questo schieramento dì fo rze. Obiettivo essenziale della Germania sarebbe quello di eliminare definitivamente ogni minaccia da orieme e soprattutto di assicurarsi rifornimenti aÌ;.. mentari e di materie prime. Questo cbiettivo doncbbe essere raggiunto mettendo la mano, in un modo o nell'altro, sul ricco territorio delrUcraina e probabilmente anche sul bacino petrolifero del Caucaso, come pure assumendo il controllo delle comunicazioni russe, il cui riordinamento è indispensabile per assicurare l'afflusso dei rifornimenti. Il contegno della Russia nei riguardi della Germania si è dimostrato finora abbastanza equivoco, nonostante tutte le dich ia razioni e la indifferenza con la quale i Sovicti hanno incassato alcuni colpi recenti. In sostanza, peraltro, l'atteggiamento dei Sovicti è ostile e tale ostilit!ì si è manifestata soprattutto ogni qual volta la Russia ha poruto, pur tenendosi formalmente ai trattati, agire contro la Germania evitando un suo immediato intervento. Da buona fonte m i è sl:lto assicurato che il FLihre r è personalmente adirato nei riguardi della Russia e che tale suo sentimento si è accentuato dopo la reccnrc visita di Moloroff. Alla Russi:1 la Germania rimprovera essenzialmente: - l':1ssorbimento delle provincie baltiche, il quale non sarebbe stato contemplato ch iaramente negli accordi dell'agosto 1939; - l'annessione della Bessarabia c, soprattutto, i mancati rifornimenti, particolarmente sensibili nei riguardi dei cercali e di alcune materie prime. E' evidente che la evenwalità di un prolungamento della guerra oltre il 1941 mette in primo piano per la German ia il problema dci rifornimenti, a cominciare da q uello dei generi al imentari. La situazione :1l imentare dell 'Europa si prc~enta oggi deficitaria e questa deficienza sarà prevedibilmente ancora più sentita nell'anno prossimo. Per tale ragione diventa indispensabile per la Germania e per l'Asse garantirsi il possesso o il controllo di alcune zone di produzione della Russia. 11 Fuhrer si trattiene ormai da circa un mese a Bcrchtcsgaden, insieme con lo Stato Maggiore Generale. E' molto probabile che in questo periodo si stiano concretando le decisioni per l'ulteriore sviluppo delle operazioni nel corso di quest'anno. E' evideme da una parte che ranno in corso deve essere
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Le operazioni del/t· unitcì italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
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utilizzato dalla Germania per sfruttare al massimo l'attuale sua superiorità, allo scopo di determinare una decisione o quanto meno di creare le condizioni più favorevoli per affrontare una guerra di lunga durata. Le operazioni possibili, oltre quella contro la Russia, sono q uclle già note: Suez, Gibilterra c Isole Britanniche. 1 on entra nel quadro di guesw rapporto esam inare queste operazioni, ma occorre osservare che il controllo della Russia creerebbe delle condizioni ''antaggiose per determinare l'inrcn·ento della Spa gna, assicurando ad essa i rifornimenti di cui essa ha bisogno, c per piegare la Turchia. Per quanto riguarda la risoluzione della que~tione russa, clementi vari farebbero propendere verso una solu zione con la forza, la quale permetterebbe di risolvere il problema in modo più integrale, come è nelle direttive germaniche, assicurerebbe alle forze armate tedesche un nuovo strepitoso successo e liquiderebbe defìnitivameme il comunismo e le forze armate bolsceviche. Questa distruzione dd comunismo potrebbe rappresentare agli occhi dell'Europa cccidcntale c anche in America, particolarmente in quel la meridionale, un buon tirolo a favore del nazismo cd eliminerebbe i pericoli di una espansione del comuni~mo connessi con il prolungamento della guerra. Una considerazione che porrebbe opporsi a una soluzione di forza, sarebbe il desiderio di evirare, di fronte all'opinione mondiale, una nuo,·a violazione di un trattato di amicizia; ma non sar~ questa violazione a costituire un ostacolo grave per una soluzione di forza . Per le operazioni comro la Russia la Germania dispone gi~t attualmente in Polonia, nella Prussia orientale e nella Romania eli una massa valutata a 115 divisioni, le quali potrebbero essere rapidamente rinforzate con numerose altre divisioni provenienti dal territorio del Rcich. Alcuni mesi or sono presso lo Stato Maggiore Generale mi fu detto che per le operazioni contro la Russia era previsto un impiego iniziale di 130 divisioni; tale numero è oggi probabilmente aumentato, tenuto conto del numero crescente delle grandi unità mo bilitatc. Circa la durata delle operazioni l'opinione prevalcnre poneva a calcolo circa tre mesi, ma non mancano alcuni i quali ritengono che un mest.: possa essere sufficiente per determinare il crollo militare bolsce,·ico. Elemento essenziale per lo sviluppo rapido delle operazioni l'impiego di una grande massa di truppe corazzate c motorizzate e di una ,grande massa di aviazione. Elemento indispensabile è lo sfruttamento della stagione asciutta: pertanto l'epoca utile per l'attuazione di queste operazioni può estendersi dal la metà di giugno fino agli ultimi di settembre. Le decisioni al riguardo dovrebbero così essere anche prossime.
Il R• Addetto Militare Gen. E. L. Manas
Documenti Documento n. 4·
TELEGRAMMA DELL'UFFICIO DELL'ADDETTO MILITARE A BERLINO AL COMA='JDO Sl.JPRE:MO ITALIAJ'\0
(q giugno 1941 - ore 20,40) N. 338 !S alt - Seguito mio telegramma 334 IS del 12 corrente alt Da conversazione avuta oggi con ufficiale questo Stato Maggiore mi est stato per la prima volta ammesso che azione contro Russia se non forse imminente est molto prossima alt Credo poter ricavare che data sarebbe tra 20 corrente et primi luglio alt Circa forze da me già segnalate con mio foglio ~u f S del 5 corrente in centoquindici divi~ioni esse sono aumentate prevedibilmente fìno at 150 alt Tali aumenti sono stati ottenuti anche diradando grandi unità dislocate Francia alt Piano operativo prevede rottura in pochi punti et successiva pcnetrazionc grande profond iti'! unità corazzate et motorizzate alt Grosso forze punterebbe da Cracovia su Kiew per isolare Ucraina da provenienze nord alt Azioni concomitanti sarebbero dirette da Varsavia su Mosca et da Finlandia su Lcningrado alt Questo Stato Maggiore non prevede che resistenza russa possa arrestare travolgente avanzata alt Colonnello Hadini
Documento n. 5·
TELEGRAMMA DELL'ADDETTO MILITARE A BERLINO AL COMANDO SUPREMO l T ALIANO (•7 giugno 1941 - ore •3) 347 f S alt - Interpellato stamanc, questo O.K.. \V. mi ha dichiarato alt 1") - Azione contro Russia non est imminente :tlt 2°) - Questa notte secondo notizie gi unte da F inbndi:t ma non :tncora confermate russi avrebbe ro effettuato distruzioni ponti et strade nel territorio finlandese nord Ladoga alt 3") - Russi non hanno indetto mobilitazione generale ma sospeso licenze, ef. feuuati richiami et radunato massa esercito at frontiera ovest alt 4") - Trattative con Russ ia per soluzione pacifica sarebbero g ià da giorni finite con esito sfavorevole et non resta che ricorrere alla forza alt s") - Azione contro Russia permetterà regolare invece pacificamente questione passaggio attraverso Turchia et apertura Dardanelli alt Mas~a prodotti Ucraina et petroli russi dovranno essere trasportati per via mare in Romania et quindi Danubio et da mar Nero et Dardanelli nel Mediterraneo alt 6") - Mi sono state pro-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte ruuo ( 1941- 1943)
messe maggiori notizie tra due giorni alt Per conto mio confermo notizie inv iate con telegrammi 341 cl 344 aggiungendo che attualmente sunt Berlino Hitler, Ribbentrop, Keitcl et generale Jodl alt Gen. E. L. Marms
Documento n. 6. TELEGRAMMA DELL'ADDETTO MILITARE A BERLI NO AL COMANDO SUPREMO ITALIANO
(20 giugno 1941 - ore 13) 362, S, 363 1 S ah - O.K.\V. valuta forze russe frontiera tedesca circa 150 division i frontiera finlandese circa r2 frontiera ungherese circa 10 et front iera rumena circa 20 alt Riserva maggiori particolari ripartizione forze sovietiche alt O.K.W. conferma misure militari Finlandia che dispone 14 divisioni che sarebbero rinfor7.ate da 4 aut 5 divisioni tedesche alt Ungheria est stata semplicemente invitata rinforzare copertura frontiera sovietica che comprende ora cinque corpi armata su tre brigate miste alt Suo intervento est sicuro alt Romania dispone 27 divisioni alt Forze tedesche Romania comprenderebbero g divisioni cui una corazzata alt Generale Jodl est corrente nostra situazione concorrere con un corpo armata alt Egli ritiene che detto corpo armata potrebbe utilmente inserirsi fra forze rumene Cl forze ungheresi evitando così diretto contatto due nazionalità contrastanti alt 1 essuna precisazione circa entità forze tedesche che peraltro ritengo comprendano complessivamente almeno r6o divisioni alt Generale Jodl mi informa che operazioni tedesco- rumene verso Bessarabia verranno probabilmente iniziate con qualche ritardo rispetto operazioni altri settori alt Gen. E. L. Marras
STRALCI D IAR IO CAVALLERO
Documento n. 7· Dal Diario Cavallero, JO maggio 1941: Ore 12,00. Mi reco a conferire col Duce. Il Duce mi dice che prevede la possibilità di un conflitto tra Germa nia e Russia. A q uesto non possiamo essere estranei, perché si tratterebbe di lotta contro il comunismo. Pertanto è necessario predisporre la costituzione tra Lubiana e Zagabria di una divisione motorizzata e di una divisione corazzata più la Divisione << Granatieri >>.
Documenti
525 Documento n. 8.
Dal Diario Cavallero, 9 giugno 19.; 1: Ore 20,05 . Ricevo Fornara ("). Eventualità di una azione nei riguardi della Russ ia e lince più convenienti. Esaminate le direttrici possibili (da Ungheria a Romania) si conclude che la più redditizia ì: dalla Romania per valle Siret. Forze: 1 Corpo d'Armata Speciale con 1 di' isione celere e 2 autoportate.
D ocumento n. 9·
Dal Diario Cavallero,
15
giugno I 941:
Ore 9>30. Conferisco con Fornara circa grandi unità per scacchiere orien· tale. Rapporti fra Germania e Turchia. Ore 12,00. Mi reco dal Duce assieme a von Rintelen (..). Argomenti: -
approntamento del Corpo d'Armata per Russia.
Ore 18,35· Mi reco con Marras ("H) a conferire col Duce. Marras dice che l'esercito tedesco anela di battersi. Obiettivi: Leningrado · Mosca • Odessa.
D ocumento n.
10.
Dal Diario Cavallero, 17 giugno 1941: Ore 11,30- Ricevo Generale Rossi. Argomenti: - costituzione di un Corpo d'Armata Speciale. Rossi mi prospetta due soluz ioni: 2 divisioni celeri e T divisione corazzata; 1 divisione celere e 2 di,·isioni corazzate.
(*) Il Tenente Colnnncl lo di Statn M.•ggiorc D<)mìngo Fornara presta\'3 >ervizio presso il Comando Supremo, qua le Capo dell'Ufficio Ordin:mmllo. (**) Il Generale Enno von Rintckn cr;~ Addetto Milita re presso l' Amba•eiJta dì Ger· mani.1 a Roma. (• '") Il Generale dì Oi,·isionc F.fi,ìn Mo~rra~ era Addcuo ~lìlìtare prcs'o l'Ambasciata d'h.1IÌ.1 .1 Berlino.
520
Le operazioni delle unittÌ italwne al fronte russo ( '941 -_'943) _..;...;.._
__
Documento n. n.
Dal Diario Cavallero, 19 giugno 1941: Ore 8,45· Ricevo il r.c. Fornara. Argomenti: - grandi unità per la Russia: • 1 trasportabile e 2 celeri; . T celere e 2 trasportabili. Si propende per la seconda soluzione; invece del Corpo d'Armata Speciale sarebbe preferibile l"Autorrasportabile Zingales.
Documento n. r2.
Dal Diano Cavallero, 20 giugno r 941.· Ore 20,20. Telefono a Generale Rossi. Complesso Messe (•). La cosa può diventare reale. Qu indi dare sotto alla rapida costituzione. Vedere se ~ i può dare un po" di mortai da 81.
Documento n. q.
Dal Diario Cavallero, 2 r giUgno '94': Ore 12,;o. Mi telefona il Duce. Sempre pm vi ve sensazioni di movimento verso oriente. Pare sia pronto il treno speciale del Ftihrer. Intanto sto accelerando quel corpo cJ'arm:Ha. Le divisioni auroportare sono diventate due c sono rinforzate da un battaglione mortai in più per cia~cuna. Il tutto con massima celerità. Elemento meridionale non muoverebbe che in un seconrlo tempo (u'). Tutto è predisposto. Credo che ci vorranno quindici giorni. Ccrpo d'Armata Autotrasportabile. Il Ccrpo d'Armata di Mes~e che sta ,·encndo non era allestito come autotrasportabile e quindi s i muove il Corpo d'Armata Zingales. Sl, ha le due motoriz7,atc che sono la "Pasubio» e la « Torino>> cd ha anche le artiglierie motorizzate. Rispettiamo l"organicità delle unità.
(') Il (;çncrale di Corpo d"ArnlJt,t GiO\.tnni Mc''<= er.t il Com,tntbntc dd Corpo d' Ar mau Spe:ialt-. (' ') Si ri fcri.cc (vds. l)octtlllelllo 11. &) al C ruppo di i\nn:llc " Sud » . che non <1\rcbhc intr.tprcw azioni offcnsi\c 'c non lluakhc tempo dnpo )' .lj>erturot delk ostilit.ì.
Documenti Tutti i reparti rimangono nelle loro sedi pronti a partire. l n conclusione il Corpo d'Armata avrà le seguenti unità: I divisione celere (2 reggimenti di cavalleria c I reggimento bersaglieri), 2 autotrasportabili (cc Pasubio » c cc Torino )) ) rinforza te come ho detto, col Corpo d'Armata che ha le sue artiglierie tutte da ro;, cioè a lunga portata. li Duce approva.
Documento n. 14.
Dal Diario Cavallero, 21 giugno ' 94': Ore q,oo. Telefono a Scuero (•). Dò notizia di quanto sopra. O re 13, 15. Telefono a Generale Rossi circa la mia telefonata al Duce. Andrà il Corpo d'Armata Autotrasportabile con Zingales. Ho detto che fra qui n dici giorni sarà pronto. Ore 21 ;~o. Sulla base di una telefonata del Generale M:Jrras telefono al Duce. .\4arras ha telefonato che vi è possibtlità per domani \'erso oriente. Anche qualche :Jltra comunicazione, ma non importante che vi dirò poi. A\·ete convocato il Capo d i Stato Maggiore di quel Corpo d' Armata. Temo non sia orientato perché in questo momento stanno piuttosto preoccupandosi d i cambiare il piano da due divisioni celeri e una autotrasportabile a due autotrasportabili e una divisione celere.
Documento n.
1 ;.
Dal Diario Cat•allno , 2 2 giugno ICJ.JI: Ore 8.3o. Generale Magli (u) mi comunica che stamane :tll'alba le truppe tedesche han no iniziato le operazioni contro la Russia. Ore 8-3;. Convoco Gandin (u*') e lo incarico di studiare il modo (prendendo anche contatto con Rintelcn). Vedere inoltre ordine con chi si deve prendere accordi per il trasporto del nostro corpo d'armata (200 treni).
(•) Il G~ncr.tk di J)j, j,u>ne Antonio Scucro r icnpri'a la caric.1 d i Sotto>e;.:rct.l rÌo di St.•to alla Gun r.1. ('•) (ì cncralc d i Divi'" "'" Gim a nni .\1,1)-:li . .Hidcno .11lo S~l (,<. n<r.llc. ('"*) Grncrak d i Hnga1 .1 Anton io Gand in, addetto .d Com.1ndo Supre mo.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 194r - 1943)
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Ore 8,40. Telefono a Generale Rossi. Mi dice che per 200 treni occorrono 20 giorni.
Ore 8.45· M i telefona il Duce. Stamane faccio telefonare a Marras per sapere con chi dobbiamo prendere accordi per i trasporti e che cosa occorre per il trasporto del nostro corpo d'armata. Inoltre facciamo aWuire automezzi da varie direzioni e facciamo gruppi organici per dotare il Corpo d'Armata di un primo complesso. Poi gli daremo gli altri per il trasporto della fanteria e per i mezzi logistici. 700 vengono dalla 4" Armata. 1l trasporto dura venti giorni. E' vero che non siamo pronti, ma la organicid dei provvedimenti ci consente di fare partire qualche cosa molto prima dci quindici giorni previsti. I reparti possono avere com pletezza organica. Concentriamo i preparattVL sui primi. (Il Duce mi dice di far partire prima la 1• divisione, poi la 2', poi la 3•, poi il corpo d'armata).
Ore 9,25. Generale Rossi mi comunica che noto trasporto può iniziare il 27. Ore 9·35· Telefona il Duce al Generale Magli incaricandolo di studiare se si può mandare col noto Corpo d'Armata anche una cinquamina di caccia e un centinaio di bombardieri. Ore LO,oo. Telefono a Rossi chiedendo se è previsto per il corpo d'armata invio di ricognizione aerea. Risponde affermativamente: una trentina di apparecchi. Dico che se può aumenti. Ore 12,;o. Telefono a Pricolo (•) circa richieste del Duce in materia di assegnazione per oriente, oltre alla ricogni zione. Dice che può mandarne quaranta caccia senza pregiudizio per il Mediterraneo e per l'Adriatico. A mia richiesta aggiunge che occorrono un 400 persone e la costituzione di basi. Bombardamento non si può mandare. Ore t8,35· Partecipo a riunione con Generale Rossi ed Ecc. Scucro. Corpo d'Armata per oriente. Gruppi artiglieria contraerei. Generale Rossi dice che hisogna tenere presente la esigenza per la Corsica. Autorizzo a prendere la batteria da 20 della Divisione cc Granatieri ''· Squadriglie da ricognizione. Saranno scortare da caccia nostri provenienti da Alban ia. Intendenza - Tenere 111 sospeso.
(•) Il Gmcrale Francesco Pricolo era Sottosegr~ta rio di St.Ho c Capo di Staro M.lg· giorc dell' Aeronautic.l. Ministro dell' Acron.tutica era lo >tesso Muw>lini.
Documenti Località di riunione del Corpo d'Armata per l'oriente: Romania seuen· trionale. In Romania ,.i sono ~ià ono di,·isioni tedesche. Autocarri. Albania deve dare un autogruppo. Chiamo Fornara c dò ordine di disporre in proposito. Mie comunicazioni di stamanc a Marras: a) dove fare capo per la t]uestionc dei trasporti del nostro corpo d'ar mata; b) quale apporto logistico può dare la Germania.
Documento n. 16.
Dal Drarzo Cavall~o. 2-1 gwgno f(N 1: Ore 9·45· Telefona il Duce. Le divi~ioni sono la " Torino ., che t: pronta c la (( Pasubio n (tra Venezia e Mantova). La terza divisione è.: a Karlovac (*) e il comando del Corpo d'Armata è a Cremona. 1
otizic del fronte orientale. Pare yj sia una resistenza a cordone russa che ancora tiene. I progressi sarehbero limitari perché vi è.: fascia difensiva. l tedesc hi cercano di rom perla per poi lanciare le unità corazzate c motorizzate. Ritengono che appena sfondato avverrà il tracollo. Ore 10,35· Telefono a Ecc. Pricolo che il Duce giovedì ispezionerà la " Pasuhio ll. Ore 10,45· Telefono a Ecc. Scuero. Il Duce dopodomani passerà in ri\'ista la " Pasubio " a Verona. Ore T 1 ,40. Mi telefona Ecc. Ciano ch iedendo novtta. Rispondo che i tedeschi avrebbero incontrato a circa 15 km dalla frontiera linee resistenza profonde 3 - 4 km precedute da ''asti sbarramenti antrcarro. Cercano di rompere con la fanteria e i mezzi corazzati per poi dilagare, com·inti che dopo la cosa sa r~ facile .
.~4· - lJ.S.
530
L~ op~raziom d~/1~ unità italiane al fronte
russo (1941-194~)
Documento n. 17. Dal Diano Cavallero, 27 grugno 1941:
Ore q.15 ....... . Reparto camicie nere per il Corpo d'Armata in oriente. Rossi vedrebbe una legione presso il Corpo d'Armata come truppa suppletiva. Battaglione mitraglieri per il Corpo d'Armata. Approvo. Gruppo motorizzato in più. Approvo, ma per un secondo tempo. Situazione anticarri, produzione, ecc., ccc.. Desidero per domani dati esaurienti. Il Corpo d'Armata non passa da Romania, bensì da Ungheria per Budapcsr. Notizia avuta dalla Delegazione Trasporti. 7 blocchi eli treni. La linea ha 14 treni al giorno. Si richiede una seconda compagnia da 47· Anche il corpo d'armata ne ha bisogno. Dico che l'ideale sarebbe di darne 24 alla divisione e 24 al corpo d'annata. Aumento anticarro per l'oriente è giusto, ma non deve essere a scapito della Libia. Quindi mi accontento anche di 16 e 24.
Documento n. 18. Dal Diario Cavallero, 28 gJUgno 1941:
Ore 11,15. Telefono a Ecc. Favagrossa che vorrei esaminare in serata la questione automezzi. Data situazione odierna c necessità di un migliaio autocarri oltre quelli già richiesti, bisogna vedere se si può sottrarre ancora qualche cosa alle distribuzioni per le altre grandi unità. Bisogna avere qualche mese una produzione più eb·ata perché dobbiamo pensare a Russia e Libia contemporaneamente. Per domani ho promesso al Duce un guadro generale delle disponibilità e produzione. Ore 1 1 ,30. Telefono al Generale Rossi. Ho parlato al Generale Giannantoni ('~) sulla questione milizia per il corpo d'armata Russia. Bisogna renerla su come quadri e come materiali. Bisogna dare inoltre mitraglieri, qualche compagnia da 8r c qualche anticarro. Combinargli un battaglione arm i d'accompagnamento ('u). A loro ho detto che frattanto menano in approntamento un ·atrra legione.
(•) Si rr.ma del Luogotenente (;t•ncr.tlc delb M. V .S.N. Onorino (i-iannantoni. allor.1 '>ottocapo di SM di qucll.l formazione. ( .. ) Le C<•mpagnic mirr.1glieri (una per battaglione) furnno trauc eia altre unitl della mtlizia. Il h;maglione .trmi d'accomp;egnamento dc,unato a cmnplctare la lcgeone ddla meli-.ia per il C.S IR fu el LXIII form.eto dal dt'f><l\110 del T)1° reggimento Janrcria ed era quindi un batraglinnt' dt tanti dcll'l~,ercito.
Documenti
53 1 Documento n. 19.
Dal Diario Cnvallero, 29 giugno 1 Y4I: Ore ...... . Problema degli automezzi. ·e ho parlato stamane con il Duce. L"approntamento del corpo d'armata per oriente ci ha costretti a spogliare il fronte ovesr. Bisogna 'edere come è stabilita la distribuzione e fare 4ualche ritocco. Ecc. Pricolo mi comunica che sua esigenza è di un centi naio per il g ruppo da caccia che va in oriente.
Documento n.
QUADRO DI BATTAGLIA DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIA:\10 I:\" RUSSIA (CORPO D'ARMATA AUTOTRASPORTABTLE) alla data del 1" agosto 1941
CO,\4 A tv'D O Comandante: Gen. C.A. Gìo\'anni Messe. Capo dì S.M.: Col. Guido Piacenza. C.te dell'Artiglieria: Gen. B. France~co Dupont. C. te del Genio: Col. Mario Tirelli. QuARTll:.R GE:>JE RALE
Sezioni Motorizzate Carabinieri: 19)". 194"· 684'. 33' Sezione topocartogralìca. 3 ).) Sezione fotografica. 33' Sezione topografi per artiglieria. 88'' L'flìcio Posta Militare. Reparto fotocincma togralìco. Drappello automobilistico per Comanc!o d i C.A .. q'' Nucleo movimento stradale. r" Sezione carburanti.
Fanteria.
CIV Battaglione Mitraglieri d i C.A .. Il Battaglione Cannoni 47/32 controcarro. 1' Compagnia Bersaglieri Motociclisti.
20.
u operazioni dt'llt: unitù italtant: al fronu russo (1941- 1943)
532
Artiglieria. 30" Raggruppamento artiglieria di C.A. (C.te Col. Lorenzo Matiotti). con i Gruppi: LX, LXI c LXII cannoni da 105 / 32: Gruppi Autocampali: LV e XIX cannoni contraerei da 75 / 46; Batterie: 95~ e w" contraerei con cannoni - mitraglicra da 20 mm mod. 35·
Genio. IV Battaglione artieri, con: 1', 2 ' e 3" Compagnia artieri. l e IX Banaglione Genio pontieri. VIII Battaglione co!Jegamenti, con: 121• e 122" Compagnia telegrafisti: 102a Compagnia marconisti; 20.. Colombaia mobile. 19" Officina autocarreggiata per materiali di collegamento. 88& Se7ionc fotoelettricisti autocarrata.
Chimici. Battaglione chimico.
16• Compagnia truppe chimiche. M.V.S.N ..
63" Legione " Tagliamento)) (C.te Console Nicolò Nicchiarclli) con: LXIII e LXXIX Battaglione cc.nn.; LXIII Battaglione Armi d'Accompagnamento (dell'Esercito). AJ:.RONAUT ICA
C.te Col. Carlo Drago C.do LXI Gruppo di osservazione per l'Esercito, con: Squadriglie da osservazione .34", 119.., r28"; C.do XXII Gruppo da Caccia, con: Squadriglie da caccia 359"· 362", 369", 371' . SeRVIZI
d1 Sanitù: 14" Sezione di Sanità. c 2 a AU[oambulann radiologica. 14" Autoambulanza odontoiatrica. 2" c 25• Sezione disinfezione. Ospedali da Campo: 6o", 64°, 163°, 164", 235' , 2.~8, 239", 250·, 257", 820", 827'", 1
828, 829", 830°, 8~1 • , 837", 838", 8]3°. e 104• Sezione bonifica per gassati. Laboratorio chimico, baucriologico, tossicologico. 2'
di Commissariato:
87" Sezione sussistenza. 19• Sezione c 23" Squadra panettien con forni rotabili.
Documenti
533
di Veterinaria: 2"
e 6' infermeria quadrupedi.
Trarporti: 82" Reparto salmerie.
Autoraggruppamento di Armata (C.te Col. G inesio Ninchi) con: XXIX Autogruppo pesante, con gli: Autoreparti pesanti: 33"· 34"• if>", 9j": Il Autogruppo misto, con gli: Autoreparti pesanri: 26°, 32", 9r": Autoreparto leggero: II6° ; 228 AutOreparto misto: 51 ° Autoreparto autoambulanze. I)" Officina di autogruppo. ~·· Reparto Soccorso Stradale. r) Nucleo Soccorso Stradale. 2''
CSI R Col. G. Batt. Costa
TRIBUNALE MII. ITt\RE J>T Gt ' I. RRA DEL
Pre~idente:
DIV!SJO\'E AUTOTRASPORTARll.F: " PASUH/0 " (9') CoMANDO
Comandante: (~en. D. Vittorio Giovanclli. Capo di SM: Tcn. Col. Umberto Ricca. QuARTII:.R GE~i:.R.\LE
Sezioni Motorizzate Carabinieri: 25 e 26. 9" Drappello auromobili~tico per C.do D.f.. 9r" Sezione carburanti. 9' ucleo Soccorso Stradale. 8" t'\ ucleo movimento stradale. I c;ruppo foroc inematografìco. !!3" U(ficio Posta Militare.
C. te ranreria Divisionale: Cen. 1:3. Aldo Princivalle.
79'' Rgt .f. " Roma » (C.tc Col. Rocco Blasioli) \U: Comando e Compagnia Comando di Reggimento: Compagnia mortai da 8r; Ratteria cannoni d'accompagnamento da 6sfrj: Battaglioni (l, Il e III), ciascuno su: Comando c Compagnia Comando di Battaglione: tre compagnie fuci lieri; Compagnia armi d'accompagnamento (mitragliatrici e mortai da 81).
534
Le operazioni delle tmit!Ì italiane al fronte
russo ( 1941 - 1943)
Bo" Rgt.f. « Roma " (C.te Col. Epifanio Chiaramonti) su: Comando e Compagnia Comando di Reggimento; Compagnia mortai da 81: Ratteria cannoni d'accompagnamemo da 65, 17; Battaglioni (f, H e IIJ), ciascuno su: Comando e Compagnia Comando di Battaglione: . tre compagnie fucilieri: . Compagnia armi d'accompagnamento (mitragliatrici e mortai da 81).
V c IX Battaglione mortai da 81. 9 c 141" Compagnia cannont controcarro da 47,32. ARTICLIERI.\
8" Neggrmenlo Arrrglieria ,\loronzzato (C.te Col. Alfredo Reginella) su: Comando e Reparto Comando di Rgt.; r Gruppo motorizzato obici da 100/ I7: TI e Hl c;ruppo motorizzato cannoni da 75 / 27: Reparto munizioni e viveri. 85" c 309" Baueria contraerei con cannoni miuagliera da 20 mm mod. 35·
30" Compagnia gen1o artieri. 9 Compagnia gemo tclegralisti e radiotelegrafì~ti.
95' Sezione fotoelettricisti. S1 RVIZI
dr Sanità:
s" Sezione di Sanit:ì. Ospedali da Campo: 825', 826''. H36 • 874 . 25" :'\Tucleo chirurgico. di Commiuariato: 11 " Sezione sussistenza. 26" Squadra panenicri con forni rotabili.
DIVIS!ONF. .1UTOTRASPORTAB!Ui " TORI.V O » (52'j
Comandante: Gcn. D. Luigi Manzi. Capo di SM: Ten. Col. Umberto Scalcino. Q1:AR1'lt.R
GENt.R \I.F
Sezioni MotOrizzate Carabinieri: 56' e 66a. 52" Drappello automobilistico per C.oo D.f.. 52 Sezione carburanti. 52 K ucleo Soccor~o Stradale.
Documenti
----------------------- 535
5" Nucleo movimento strad:tle. fT Gruppo fotocincmatografìco. 152 Ufficio Posta .\lfilitare. F.\N'I'ERIA
C. te Fanteria Divisionale: Col. i.g.s. ligo De Carolis. 81" Rgt.f. <<Torino n (C.te Col. Carlo Piccinini) su: Comando e Compagnia Comando di Reggimento: Com pagnia mortai da 81: Compagnin cannoni d'accompagnamento c.Ia 47 l p: Battaglioni (I, Il c III), c•a~cuno su: Comando e Compagnia Comando di Battagl ione: . tre compagnie fucilieri: . Compagnia armi d'accompagnamento (mitragliatrici e mortai da 81 ).
82" Rgt.f. « T01·ino >> (C.te Col. Evaristo Fioravanti) ~u: Comando e Compagnia Comando di Rcg)!imento: Compagnia mortai da 81; Comragni:l cannoni d'accompagnamento c.Ia 47 'p : Battaglioni (I, Il c III), ciascuno su: Comando c Compagnia Comando di Battaglione: . tre compagnie fucilieri: . Compagnta armi d'accompagnamento (mitragliatrici c mortai da Ht). XXVI e UI Hauaglione mortai da 81. 171 Compagnia controcarro da 47 _)2.
')2' e
ARTIGLIE RI \
52'' Reggimento Artrg!terta Motorizzato (C.tc Col. Ciuseppc Ghiringhelli) w: Comando e Reparto Comando di Rgt. : l Cruppo motorizzato obici da 100 ;7; II c III c;ruppo motorizzato cannon i da 7'5, 27: Reparto mun iz ioni e viveri. ))2' c ~61" Batteria contraerei con cannoni - mitraglicra da 20 mm mod. ~5·
'57' Cc:mpagnia genio artieri . 52' Compagnia gemo tclegrafìs ti e radiotelegrafìs ti. 69" Se1ionc fotoelcttricisti. di Sanrf<Ì: 52" Sezione d i Sanità. Ospedali da Campo: llg", 90", 117", 578". 51' Kucleo chirurgico. di Commissariuto: 52 SeziOne di ~ussistenza . 6;" Sguadra pa nettieri con forni rotabili.
536 3~
Lf' operazioni delle unìttì italiane al fronte russo (1941 · 1943) DlVISIONE CELERE l< PRINCIPE AMEDEO DUCA D'AOSTA» CoMANDo
Comandante: Gen. B. Mario Marazzani. Vice Comandante: Gen. B. G ioacchino Solinas. Capo di SM: Ten. Col. Dandolo Battaglini. QUARTli:.R GE'-'tRAlE
355' c 356 Sezione Celere Carabinieri. 3" Drappello automobilistico. 7 · ~ucleo mo\ i mento stradale. Il I c;ruppo fotocincmatog ralico. 40'' UHìcio Posta Militare.
3'' Reggimento Rersaglien. Comandante: Col. Amtnto Careno. Comando c Compagnia Comando di Reggimento. Tre Battaglioni Bersaglteri autotrasportati (XVIII, XX. XXV). Due Compagnie Bersaglieri motociclisti (2" c 3"). 122" Autoreparto Leggero.
172" e 17 5'' Compagnia Cannoni Comrocarro. Reggnnenro 11 Savoia Cavalleria n . Comandante: Col. \Veiss Poccetti. Comando e Squadrone Comando di Reggimento. Due G ruppi Squadroni, su: Comando; due Squadroni Cavalieri (o Lancieri). 5" Squadrone mitraglieri.
Reggimento u Lancieri dì Novara >>. Comandante: Col. Egidio Giusiana. Comando c Squadrone Comando d i Reggimento. Due Gruppi Squadroni, su: Comando; due Squadroni Cavalieri (o Lancicri). 5 Squadrone mitraglieri.
93' e 101" Rarrcria contraet·e, con cannoni - rmtmghera da 20 m m mod. 55· 3" Reggimento Artiglieria a Cavallo. Comandante: Col. Cesare Colombo. Comando c Reparto Comando di Reggimento. Tre gruppi di artiglieria ippotrainata su due batterie cannoni 75 / 27 mod. 1912.
Il/ Gruppo Cam Veloo San G1orgio.
Documentt
537
Gtr-.w
105" Compagnia Genio artieri per Di,isionc Celere. 1 0~·· Compagnia
Genio radiotelegrafisti per Divisione Celere. SeRVIZI
di SanitcÌ: 73" Sezione di Sanit~. Ospedali da Campo: 46", 47°, r48", 1')9"'. 20 ' Nucleo ch irurgico.
dt Commissariato:
93" Sezione di sussisteJ17.a. 59' Squadra panettieri con forni rotabili. trasporti a trazione meccantca: 21 ~"
Autoreparto Misto.
Documento n.
21.
COMPOSIZIO. E DEL CORPO Dl SPEDIZIO~E ITALIA ·o lì": RUSSIA (CORPO D'ARMATA AUTOTRASPORTABILE) Lu1,dio
1941 - Mar:w 1942
Ul"ITÀ 01
~ sezioni
CoRPO o'AR~t\T\
Carabinieri motorizzare. battaglioni fucilieri (Camicie Nere). j battaglioni armi di accompagnamento. 1 battaglione di guastatori. 1 compagnia autonoma bersaglieri motociclisti. 5 gruppi di artiglieria (di cui: 3 da 105(32 per 9 baucrie e 36 pezzi, 2 da 75 /.~6 contraerei per 4 batterie c 16 pezzi). 2 batterie autonome da 20 contraerei per 16 pezzi. 4 battaglio ni del genio (di cui: 1 di artieri, 1 di collegamenti, 2 di ponticri). 1 battaglione chimico. 9 mortai dn 81 (della compagnia mortai del LXIII battaglione mortai armi di accompagnamento della Legione Tagliamento). p pezzi da 47/ 32 (24 del II banaglione c.c. + 8 della compagnia da 47 / 32 del LXIII battaglion~: armi di accompagnamento). 2
538
___
Le opmr:::ioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943) .:...._
Serz•i::i. 18 ospedali
da campo, 1 sezione di sanità, 2 ambulanze radiologiche, T ambulanza odomoiatrica, 1 sezione d isinfez ione, 2 sezioni bonifica gassati, t laboratorio chimico - batteriologico- wssicologico con centro antirabbico. 3 sezioni di sussistenza, 1 sezione panettieri con forni, 2 squadre panettieri con forni . 1 oftìcina per materia li di collegamento. 2 infermerie quadrupedi. I reparto salmerie, 14 autoreparti pesanti, 1 autoreparto leggero, 1 auroreparto misto, 1 autoreparto ambulanze, 2 officine mobili pesanti. 1 battaglione movimento stradale, T centuria di milizia della strada. 2 repani soccorso stradale con 5 nuclei. 1 C<.mando tappa speciale, 2 Comandi tappa principali, 3 Comandi tappa secondari, 6 Uffici tappa principal i, 3 battaglioni territoriali mobil i, 1 compagnia pre~idiaria, 1 gruppo lavoratori. 2 Uffici posta militare. DIVISIONF. (( P ASI.' Jl l() )\
2 se;ioni C:~rabinieri motorizzate. 6 b:~naglioni fucilieri. 2 battaglioni mortai. 4 compagnie autonome (di cui: 2 ec;mp:~gnic mortai da 81 reggimentali c 2 compagnie da 47 p c.c. Jj, isionali). 3 gruppi di artiglieria (di cui: I da IOO / I7 per 3 batterie e 12 pezzi, 2 da 75 / 27 mod. 191 T per 6 batterie c 24 pezzi). 4 batterie autonome (di cui: 2 di accompagnamento da 65 ' 17 per 8 pe7.7i c 2 contraerei da 20 di,·isionali per T6 pezzi). 2 compagnie autonomt: del genio (di cui: 1 di artieri c r di telemarconisti). 72 mortai da 8r (dellt: 6 compagnie dc i battaglioni divisionali c delle 2 compagnie reggimentali). 16 peui da 47 p delle 2 compagnie c.c. di\isionali.
Saz•izi. 4 ospedali da campo, I ~czione di sanJta, 1 nucleo chirurgico. 1 sezione di sussistenza, 1 squadra pancllicri con forni. 1 n ucleo soccorso stradale, 1 nucleo movimento stradale. 1 aurofficina. 1 Ufficio posta militare. Div I~IO'It. 2 ~ezioni
" ToRI1'0 "
Carabinieri motorizzate.:.
5 bauagl ioni ru cilieri. 2 b:ataglioni mortai. 6 compagme autonome (di cui: 2 da 47 p di accompagnamenro reggimentali, 2 dì mortai da 81 reggi menta l i, 2 da 47/ 32 c.c. divisionali). 3 g ruppi di artiblieria (di cui: 1 da 10o( r7 per 3 batterie c 12 pezzi, 2 da 75 / 27 mod. 1911 per 6 batterie c 24 pez:.:i).
Documenti
539
batterie autonome da 20 contraerei divisionali per 16 pezzi. compagnie autonome del genio (di cui: r di artieri c L dì telcmarconistì). 72 mortai da 8r (delle 6 compagn ie dci battaglioni divisionali e delle 2 com pagnìe reggim entali). 28 pezzi da 47 p (r6 delle 2 compagnie c.c. di,·isionali, 12 delle compagnie d! accompagnamento reggimentali). 2
2
Sen•izi. 4 ospedali da campo, 1 \elione dì sanrta, r nucleo chirurgico. 1 se7.Ìonc di sussistenza, 1 ~quadra panettieri con forn1. r nucleo soccorso st rada le. 1 nucleo movimento stradale. 1 autuflìcìna. 1 C'fficio posta militare.
3" Drvlsro'IE C~-.t.I:.RE "PR'''"'E AMI:.IlEO DL c\ t>'AosTA" 2
sczronì Carabinieri motorizzate.
3 battaglioni bersaglieri autoporratì. ) compagnie autonome (dì cui: 1 dì bersaglieri mowcìclìsti e 2 da 47 /32 c.c. dì,·isìonali). 2 reggimenti di cavalleria (4 gruppi squadroni ciascuno di 2 squadroni e 2 squadroni m itraglieri). 1 gruppo carri " L ) ) (da 3 tonn .. 61 carri in 4 sguadroni). 3 gruppi di artiglieria a cavallo (6 batterie da 75 27 moti. 1912 per 24 pezzr). 2 batterie autonome da 20 contraerei divisionali per 16 pezzi. 2 compagnie :lUtonomc de l genio (di cui: 1 d i art ieri cd t di re lcmarconìstì). ncs~un monaìo. 16 pevì da 47 p delle 2 cc;mp1gnìc c.c. dì,isionali.
Sen•izi. 4 ospedali da campo, 1 sezione di sanrta, 1 nucleo chirurgico. 1 sezione di sussistenza, 1 squadra panettieri con fornr. r nucleo soccorso strada le, 1 nucleo movimento stradale. 1 autoreparto misto, J autdfìcina. 1 Ufficio posta militare. ToTALI:. DeL CSIR 02.000 uomll11. 17 battaglioni fucilieri fanteria (di cui: 12 di fanteria di linea, .~ di bersaglieri, 2 d i cam icie nere). 7 battaglioni armi di accompagnamento. 1 battaglione di guastatori. '4 compagnie autonome (dr cui: 2 di morociclìsti, 4 di mortai da 8r, 8 da
47 /.p). sq uadroni d i cavalleria (d i cu i: H squadroni cavalieri c 2 squadroni mitraglieri). 4 squadroni carri " L •• (61 carri). 14 gruppi dì artiglieria (di cui: 3 da 105 / 32, per 9 batterie con 36 pezzi: 2 da 100/ 17, per 6 batterie con 24 pezzi: 7 da 75 / 27, per r8 batterie con 72 pezzi: 2 da 75 ' 46 contraerei. per 8 batterie con p pezzi). 10
540
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) __;_;;
autonome (di cui : 2 da 65 / 17 per 8 pezzi c 8 da 20 contraere i per 64 pezzi). 4 battaglioni del genio (di cui : I di artieri, I di collegamenti, 2 di pontieri). 6 compagnie autonome del genio (d i cui: 3 di artieri e 3 di telemarconi~ti). 1 battaglione chimico. IS3 mortai da 8 1. 94 pezzi da 47 1 p. 10 batterie
~o ospedali
da campo, 4 sezioni di sanità, 2 ambulanze radiologichc, T ambulanza odontoiatrica, 3 nuclei chirurgici, 2 ~ezioni bonifica gassati, I sezione disinfezione. 1 laboratorio chimico- batteriologico- tossicologico con centro antirabbico. (i sezioni di sussistenza, 1 sezione panettieri con forni, 5 squadre panettieri con forni . 2 infermerie quadrupedi. reparto salmcrie. q autoreparti pesanti, 2 autoreparti misti, 1 autoreparto leggero, 1 autoreparto ambulanze. 2 officine mobili pesanti, 5 nuclei soccorso stradale, I reparto soccor~o stradale. 1 battaglione movimento stradale, 1 centuria di milizia della strada, 3 nuclei movimento stradale, 3 autofficine. 1 Comando tappa speciale, 2 Comandi tappa principale, 3 Comandi tappa secondari, 6 Uffici tappa principali, ~ battagl ioni territoriali mobili, 1 compagnia presidiaria, 1 gruppo lavorawri. 5 Uffici posta militare.
Inoltre rintendcnza speciale del CSJR aveva al!estito in vari " Centri lo· gistici » magazzini (o frazioni di magazzino) per i Servizi di sanit~, di commissariato (uno per viveri, avena, foraggio, paglia, legna ed uno per vestiario ed equipaggiamento), di artiglieria. del gen1o (con officina semifissa e 12 officine mobili), automobilistico (con laboratorio).
D ocumento n.
RIPARTIZIONE PER CALIBRI DELLE BOCCHE DA FUOCO DI ARTIGLIERIA DIRETTAMENTE DIPENDENTI DA: Comando CS!R: Ca!. 20 mm c.a. Ca!. 75 f 46 c.a.
CaJ. IO) '32 . .
16 (2 batterie) I6 (2 gruppi su 2 batterie) 36 ( 3 gruppi su 3 batterie)
22.
Documenti Comando Dù,iston~ « Pambio 1 : Ca!. 20 mm c.a. Ca!. 65{17 . . Cal. 75 { 27 mod. 19II Ca!. I00/ 17 mod. 1914.
10 (2 batterie) 8 (2 batterie d'accompagnamento) 24 (2 gruppi su 3 batterie) 12 (r gruppo su -~ batterie)
Comando Divisione " Torino » : Ca!. 20 mm c.a. . . . Ca!. 75/27 mod. I9II . Ca l. TOO/I7 mod. 1914.
10 (2 batterie) (2 gruppi su -~ batterie) 12 ( 1 gruppo su ) batteri e)
24
Comando << Ja Du·tsion~ C~lere ,. : Cal. 20 mm c.a. Ca !. 75 / 27 mod. 1912 .
16 (2 batterie)
. ..
Total~ del CS!R
24
220
(3 gruppi su 2 batterie) bocche da fuoco
47 bauerie
Documento n. 23.
STRALCIO DIARIO CAVALLERO
Dal Diario Cavallero, 25 luglio 1941: Ore 9>35· Telefono all'Ecc. Scuero. Argomento: Corpo di Spedizione in Oriente: Una sola divisione ha gli automezzi; l'altra doveva averli dall'A lban ia, ma questi non a rrivano e ciò porterebbe acl impiegare la G.U. a spizzico. Bisogna mandarne un po' attingendo dalle riserve del Col. Girola ( •) presso le ditte. La cifra non è rib·ante perché buona pane della divisione è già motorizzata. Ore 1 1,05. Telefono all'Ecc. Scucro. Argomento: Mancano 400 autocarri e 150 rimorchi per il Corpo di Spedizione in Oriente. Ore 12,50. Telefono all'Ecc. Pre~tinari. TI Duce mi ha dato una sua lettera circa g li automezzi. Noi dobbiamo m andarne 6oo m Russia. Facevamo conto di prenderli dall'Albania ma non si pub. Tu de,·i dare una prova di buona ,-olontà. Si tratta di quei 5' che ha Agostini (**).
(") Il Colonnello di .\rt&Jo:hcri.t E•mco Guido G•rol.t era addetto al Str\lzio Tecmco J\utornohiil>tico. (' ' ) li Luogotcnt·ntc Gencr.tlc Augu'to ,\ gostini <'rJ il conwndanre dd ,. Raggruppamt·nto Ago>tini •, untt:. format.t <la rcp~rtt dell;t .\1ihz•a Fon:,t3k.
542
Le operazioni delle unità italiane al fronfl' russo ( 1941 - 1943)
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- -
Ore 17,45· Telefono all'Ecc. Scuero. Argomento: 400 autocarri arrivano dalla Germania. Con,·iene tenerli in Italia per le difficoltà eventuali delle parti di ricambio. Mandiamo in Onente guelli che abbiamo noi. Agostini dovrà dare i suoi. Manderemo presto m Rus~ia gli automezzi che ancora mancano per una delle divisioni gi~1 partite. Comun<Jue ricordo a von Rintelen che le loro divisioni hanno fatto a piedi anche so km al giorno caricando gli zai11i sugli autccarri.
Documento n. 24.
COMANDO DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA Segrrro! 0RmNE u'0PF.RAZIO~I N.
N. )797 di prot. Op.
I
P.M. 88f R, lì 26 luglio 194r. XIX
Oggetto: Autotrasporto della divisione " Pasubio » alla zona eli probabile impiego.
Carte top.: t :200 .000 - fogli: 4349 - 4449 - 4549 - 4649 4749 - 4348 - 4448 4)48 4648 - 4748 . 4848 - 4347 - 4447 - 4547 - 4647 - 4747 - 4847· Al Comando Dìvwone Fantena " Pasubio» Al Direi/ore dei Trasporti del C.S. Al Comando 2" Autoraggruppamento d'Armata Al Comando tn Cp. Ber.<. Motociclisti e, per conoscenza: Al Comando 11"' Annata Germanica Al Comando Divwone Fanteria " Tonno " Al Comando j" Divisione Celere "P.A.D.A. » Al Comando Artiglieria del C.S.I.R. Al Comando Gemo del C.S.J.R. All'Intendenza Speciale << Est » All'Ufficio Sm•izi del C.S.I.R. A1l'Ufficiale Superiore dei CCRI?.
l.
P.M. 83 / R Felso Viso P. Militare Salcea
P. Militare
P.M. 152/ R P.M. 40/ R Sede Sede P.M. 102 Sede Sede
- L ' n • A. Germanica operante all'estremo sud dello schieramento al-
leato, h::t rotto le resistenze avversarie sul Nistro e prosegue con successo la sua azione in profondità. II Corpo di Spedizione Italiano, i11 riserva di Armata, deve portarsi prossimamente al Nistro, in dire7ione Jampol.
Documenti II.
II I.
543
La di,·isione (( Pasubio "· autotrasportata. tniZierà per prima ravvicinamento, per raggiungere in primo tempo la zona lswory - Poi.
- Organi:::zazione del movimellfo. 1) ltìnmtrio: Suceava - Botosani - Stcfanesti - Sagajkany - Rischkanowka - Belzy - !swory - Poi. 2) Tappe: nr. 4• con le seguenti zone di sosta: 1 giorno: Rotosani T rusesti: 2 " giorno: Stefanesti - Sagajkany: - 3" giorno: Ritschi Relzy; - 4 giorno: hwory Poi.
3) Scaglioni: di reggimento con la seguente successione: un rgt. fanter ia e 1" cp. motocicl isti (che dal g iorno 27 pass:J alla dipendenza della divisione " Pasubio n) : - il reggimento artiglieria: T. e S. d ivisionali: - un rgt. fanteria. 4) Il XXIX autogruppo. incaricato dell'autotrasporto. do' rà dislocarsi nella zona di Capu Codruluni - Cornu Luncii per le ore r8 del giorno 28. Il Comandante delrautogruppo si presenterà, al più presto, al Comando divisione fanteria (( Pasubio » per ricevere ordini circa cantieri di carico e modalità esecutive del trasporto. 5) Il regolare svolgersi del movimento della colonna dovrà essere assicurato con il nucleo movimento Mradale divisionale. 6) Inizio dell' autotra.<porto: prime ore del g iorno 30. IV.
Orgamzzttz1one dt·g/, trmeran: a cura della Direzione Trasporti, la <lualc inse ridi gli elementi del btg. movimento stradale, nella organizzazione germanica in atto, previ accordi con la D irezione de i Trasporti delrJ Armata tedesca.
,a
V.
Sicurezza. Preminente importanza ha, nella situazione contingente, la difesa contraerea, che dev'essere scrupolosamente assicurata in marcia ed in sosta. Nelle località di sosta nouurna, predisporre adeguato serv1z10 di guardia c di protezione da eventuali infiltrazioni di clementi paracadutisti.
V I.
- Collegamenti. La divisione potrà appoggiarsi ai seguenti centri dell' 1r• Armata Ger m anica (AOK 11 ) Botosani - Stcfancsti - Sagajkany - Bclzy Soroki.
544
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1945)
VII. - A lfoggmme1111: t: consentito il solo accampamento; eccezionalmente si potrà usufruire di qualche lccale nei paesi della zona di sosta. VIII. - Duciplina d1 marcu1: occorre una severa disciplina di marcia, tenendo presente che sulle medesime strade si svolge il traffico dell'Armata. Anche durante le brevi soste le strade e ponti devono essere tenuti liberi, in modo da assicurare la continuità del transito nei due sensi.
lX.
- Set·vizi: ordini a parte.
X.
- Il Comando divisione " Pasubio " notifichi giornalmente a questo Comando: - ore di partenza; - ore di arrivo; - eventuali novità. Il Generale di Corpo d'Armata Comandante G10vanni Messe
Documento n. 25.
COMA
DO SUPERIORE l la ARMATA Q.G., lì 31 luglio 1941
Rif. A.O.K. 11 la K 3409/ 41 segr. del 21 luglio 1941. Al R. Corpo di Spedizione ltalwno
a mezzo Uff. Col!. tedesco 1. -
Lo n olgimento della situa:::ione richiede un anticipo dell'adunata del Corpo di Spedizione Italiano nella zona Goraba - Plot - Pisarewka • Studenoje - Sagnitkov. Il Corpo continua la sua marcia nella formazione: fin qui mantenuta nella zona di adunata. Ordine di marcia ed obiettivi giornalieri secondo disposizioni del Comando del Corpo. L'armata attende che il Corpo al pitl tardi il giorno 10 agosto 1941, possa iniziare il suo movimento nella zona di adunata con almeno due divisioni c: sufficienti truppe.
2. •
Primo compito del Corpo di Spedizione sarà presumibi lmente di rastrellare il terreno tra il LIV e XXX C.A. e di ristabilire le comunicazioni tra i due corpi.
3· - Per b marcia dal Dnjestr il Corpo user~ in un primo tempo la strada dei rifornimenti d'armata Jampol - Olschanka fino Dmitraschkowka c da qui si muo\·erà nella seguente striscia di mo\ imento:
Documenti
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confine a destra z•tno il IV C.A. rumeno: dal Dnjestr fino esclusa Raschkow, Ksendsokwka - molino ,·icinissimo a sud ovest Gorabb - Carschunowka (tutto al IV C.A. rumeno): confine sinistro verso il XXX C.A.: chiesa Dmitraschkowka - margine sud ovest di Beschpinkow - a nord Pisarewka - Labuschnaja Trutyie e margine nord Nowslobodseja (tutto al XXX C.A.). 4· - Per l'esecuzione della marcia in avanti ad est del Dnjestr viene disposto: La strada di marcia da Jampol fino a Dmitraschkowka inclusa può essere usata solo nelle ore dalle 6 alle 10 e dalle 16 alle 20 . .!':elle altre ore del giorno e della notte essa sta a disposizione del traffico dei rifornimenti. Detto orario deve essere mantenuto nel modo più preciso; liberare immediatamente la strada nelle ore ordinate anche in caso che non si fosse raggiunto l'obiettivo di marcia. Ciò è assolutamente necessario per assicurare i rifornimenti all' Armata. Per il resto vale quanto stabilito nelle disposizioni di riformmemo alle marce.
5· - Collegamenti. Il Corpo ha ad oriente del Dnjestr in un primo tempo collegamento con l'Armata per tramite delle sedi di collegamento c..lell'Armata a Jampol ed Olschanka. Oltre Olschanka il collegamento per mezzo dell'Armata. Collegamento radio cc. me finora. Durante la marcia le radio non devono funzionare nei limiti del Corpo. 6. - Degli avvenuti movimenti dev'essere data comunica1.ione, come ordinano le disposizioni di riferimento alle marce. Generale z•on Schobert
Documento n. 26.
COMA
·no
DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIA 'O 11:'-: RUSSIA UHICIO OPERAZIONI
Sl'greto! 0RDTNE v'OPERAZ IONI N.
N. 4000 di prot. Op.
4
P.M. 88 i R. lì 2 agosto 1941. XIX
Oggeuo: Schieramento del C.A .. C'..arta: 1:200.000 - fogli: Soroki - Balta - Bendery.
Al Comando Dit•u rone Fanter:a at. " Pasub:o ,, Al Comando Divwonl' Fanterra at. « Torino " Al Comando 1' Dit,isiou Celere " P .A .D .A. >>
35· - u.s.
P.M. 8) / R P.M. 152 / R P.M. 4o/ R
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l-e opaazioni dt'Ile unitù 1taliane al fronte russo ( ' 94 ' • 194 5)
---
Al Comando Artigliena del C.S. Al Comando Genio del C.S. c, per conoscenza: Al Comando ,,• Armata Germtlluca All'Ufficio Scrt tzi del C.S. Alla Direzione Trasport i del C.S. A.l Comando Aeronautica del C.S.
I.
Sede Sede P. Militare Sede Sede Sede
. L'azione dcii'J 1" Armata Ger manica, per quanto interessa il C.A., ha consegu ito i seguenti risultati: XXX C.A. : (agisce in direzione jampol • Dmirraschkowka · Krutyje) ha raggiunto Krutyje, superando forti resistenze a v\·ersarie. lV C.A. Rumeno: (agisce in direzione Raschkow • M olokisch) ha forzato il Nistro costituendo una testa di ponte a Raschkow; UV C.A.: (agisce in direzione Dubossary - Karmano"''a) ha raggiunto e oltrepassato, con gli elementi avanzati, Karmanowa.
IL - Lo sviluppo di tale situazione richiede, in anticipo, l'impiego del C.S. che deve raggiungere la zona di schieramento Goraba - Plot - Pisarewka - Studenoje - Sag nitkow, con gli elementi avanzati sulla linea Co· raba - Plot. Da tale linea il C.S. a,·anzerà inquadrato fra il XXX C.A. Germanico ed - in primo tempo - il IV C.A. Rumeno. III. • Il movimento avverrà: a) fino a Dmitrascllkowka, lungo la rotabile Jampol - DmitraschkO\\ ka (disponibile solamente dalle ore 6 alle 10 e dalle 16 alle 2o); b) oltre, nel settore delimitato: - a nord· esr dalla linea Dmitraschko\\'ka • margine sud . O\'C~t di Bcschtinkow - margine nord di 1\:owslobodseja (località al XXX
C.A.); -
a sud· ovest, dalla congiungente Dniestr fino a Raschkow (esclusa) - Kscndsokwka • molino a sud - ovest di Goraba - Gerschunowka (località al lV C.A. Rumeno).
IV. - Intendo raccogliere due divisioni di fanteria c l'artiglieria di C.A. nella zona di schieramcmo, per muovere al più presto con le forze riunite.
V. - l n con seguenza : dtt1isione Pasubio dopo aver scaricato nella zona bivio est Scholkani - Soroki (escluso) sosti nella giornata del 3 nella zona jampol Soroki (localitù escluse • rotabili sgombre). Riprenda, per v.o., il movimento all'alba del giorno 4• presentandosi con la testa ai ponti di Jampol alle ore 6. Ra)olgiunga in tappe normali Olschanka usufruendo dell'itinerario Jampol - Olschanka nelle ore stabi lite. La strada nelle ore non concesse (o - 6, 10- 16, 2 0 - 24), dou:1 essere lasciata libera, anche se
1" - f.-Jt
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l'obiettivo di marcia non sarà stato raggiunto. Ciò è assolutamente necessario per assicurare i rifornimenti dell'Armata. A sua disposizione per coMituire base: Jampol. Riserva d i ord ini per la prosecuzione del movimento oltre Olschanka. 2" •
La divisione Torino continui i movimenti per v.o. fino alla zona in cui sarà caricata. Scarico · sosta · ripresa del mo\·imenro per v.o. da Jampol: a suo tempo, come per la divisione Pasubio. Raggiungerà la zona di Olschanka. Riserva di ordini per la prose· cuzione del moùmcnro. A sua disposizione, per costituire base: Soroki.
3'' • La divisione Celere effettuerà al più presto il concentramento delle proprie unit~t nella zona a sud d i Sorok i e ad <.:St della rotabile bvory - Soroki (localit:ì escluse).
.f' - T. e S. di C.d' A.: ma n mano che affluiranno in zona Botosani, pr<,scguiranno il movimento per la zona di schieramenro. Seguiran no ordini particolareggia ti. )
0
6'
-
La Direzione Trasponi provveda: - all'autotrasporto della divisione " Torino "• ad effettuato trasporto della di\'isione " Pasubio ,. : - all'autotrasporto deg li elementi di C.A. non autccarrati, ad effettuato trasporto della divis ione " Torino >>. Comando Artiglieria: disponga che, ultimato il mm·imento della divisione " Torino >> , i gruppi contraerei prendano posizione a protez ione della zona d i schieramento del le G .U .. Riserva di ordini per la riunione del 30" raggruppamento artiglieria <.li C.A ..
7" • Comando Genio: effettui subito ricognizioni per riconoscere e compiere i la\·ori necessari e possibili onde gara ntire il traffico nel senore di movimento ti cl C.A. ; organizzi collcgamenri, tenendo presente che per il collegamento coll'armata, sono in atto centri a Jampol ed a Olschanka. Oltrepassato Olschanb, provvederà l'armata a collegarsi con il
c.s ..
Asse dci collegamenti : Botosani • Belzy - Jampol - Olschanka. Traffico radio: tassativamente \'Ìctato per tutta la durata dei trasferimenti fino alla zona di schieramemo. 8" • Se rvizi: ord ini a parte.
9· • Posto di comando : dalle ore 18 del giorno 9 a Olschanka. Il Generale di Corpo d'Armata Comandante
Giovanni Messe
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943) Documento n. 27.
COMA-"'DO 80' REGGIMENTO FANTERIA AT. «ROMA » cc Nel 11ome di Roma »
Tschigirin, 19 agosto 1941. XIX
N. 2160 di prot.fOp.
Oggetto: Relazione sui combanimenti svolti nei giorni ti e 12 agosto 1941. C'.artc:
1 : 100.000 L .~6 T Ost
c L 36 TV Ost.
Al Comando Dit,isione d1 Fanteria Pasubio c, per conoscenza: Al Comando dd/a Fanteria Divisionale della D1visione Pasubio Posta Militare 83/ R Alle ore rr ,30 del giorno I I c.m. la colonna ai mte t ordini, avanguardia della Divisione cc Pasubio », CClstituita dal reggimento organico. dal Il l Gruppo dell'S" Artiglieria « Pasubio l>, dalla I n compagnia bersaglieri motociclisti, dalla 141" compagnia cannoni da 47 j 32 anticarro, dalla r• compagnia mortai da 81 del IX banaglionc mortai divisionale cc Pasubio H , dalla 3• compagnia mortai da 81 del V battaglione mortai. da una sezione della baucria da 20 mm divisionale, da un plotone Genio artieri divisionale c da due stazioni R.F. 3 A, in toralc 4·500 uomini circa, riceveva ordine di muovere dai pressi di Wosnesscnsk, ove aveva sostato dal pomeriggio del giorno precc<.lcntc, per riprendere la marcia, sempre quale avanguardia della Divisione << Pasubio)), lungo l'itinerario Jastrebinovo - bivio a sud- ovest di Pokrowskojc - Jasnaja Poljiana Trichatj - Nikolajew. Comp:to: Portarsi rapidamente a Nikolajew per pararsi davanti al nemico che tenta fuggire oltre tale località. Formazioni: vedi allegato n. 1. Alle ore 13 il Ccmandanrc la r• Compagnia bersaglieri mmociclisti mi avveniva che i suoi elementi avan7.ati a\'e\·ano urtato contro resistenze nemiche d'imprecisabile entità :~ll':~ltezza della strada che da Rjurninskij passa dopo q. So, per cui aveva dispo~to i sondaggi del caso. Immediatamente dopo la colonna veniva fatta segno da colpi di artiglieria, e cominciavano a udirsi :1nche raffiche di m itragliatrici. Portatcmi immed iatamente avami, dall'ampiezza del frame d i fuoco, e dalle notizie che dai bersaglieri cominciavano già a raggiungermi, intuivo dovesse trattarsi di un reparto di non rilevante entità, una compagnia al massimo, mentre imprecisabile era :1ncora la consistenza del reparto di artiglieria. Decidevo pertanto di :1gire impegnando il solo batt:~glione testa di avanguardia, il III, con tutti i suoi elementi di rinforzo, memre ordinavo: - al secondo battaglione di formazione, il r, di tenersi pronto per ogni evenienza, autocarrato; - al Maggiore Ressi, Comandante del III Gruppo 75 127, di far schierare la batteria che era con la testa d'avanguardia;
Documenti
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al Tenente Grassi, Comandante la batteria da 65 / •7, di scavalcare tt•tti c portarsi immediatamente sulla destra dei pezzi da 47 della testa d'avanguardia. Pertanto, mentre il plotone esploratori, già appiedato, IniZiava il suo movimento per raggiungere le pattuglie bersaglieri, ed il Maggiore Minchiotti riordinava il wosso del battaglione, la to• compagnia, al comando del Tenente di compi. Martelli, punta della testa, veniva da me scnz'altro lanciata sulla sinistra della strada col compito di concorrere ad una manoua di accerchiamento di alcuni clementi avanzati nemici che il Comandante la compagnia, Capitano Dinali Leoni, aveva brillantemcncc iniziato sulla destra con i suoi bersaglieri. Nel frattempo serrava sotto il resto del battaglione. In quel momento apparivano ~ul fianco destro dci bersaglieri 7 carri armati. Dalla posizione in cui si trova,·ano i pezzi da 47• già promi a terra, non vedevano e quindi non potevano intervenire subito. Da,·o allora ordine al Capitano Caranci, comandante la compagnia cannoni, di portarsi ancora più avanti ed aprire scnz'altro, appena possibile, il fuoco coi suoi pezzi. L'avversario, nel frattempo, conti nuava a tirare alternando il fuoco della batteria su di noi e sul fianco destro d i una colonna ungherese che vedevamo nettamente, c che scendeva per la sinistra del Bug verso Nuova Odessa. Tale colonna, anzi, era intensamente bombardata dall'aviazione, mentre la mia era scttopoMa solo ad una incursione, con lancio di poche bombe ed a mitragliamento in ptcchiata nel settore della 4• compagnia, però senza conseguenze. Dai bersaglieri e dagli esploratori del battaglione veni,·ano intanto catturati alcuni prigionieri, fra i quali un sergente di artiglieria, i quali dichiaravano che vi erano avanti nuclei armati di m itragliatrici cd una batteria a cavallo ma che, sotto la nostra pressione, avrebbero ripiegato a scaglioni. Nel frattempo venivo a conoscenza di un grave particolare, e cio~ che il mio JI battaglione (terzo di formazione) ed il comando di Divisione erano impossibilitati a muovere dalla zona di partenza a causa di un impro,viso, ù clento acquazzone che li aveva impantanati, c si \'erilicava anche un incidente: un ponticello, sul guale avevano potuto transitare soltanto la compagnia di punta con i suoi elementi d i rinforzo, la batteria da 75 / 27 c la batteria da 65/17, si rom peva e tutto il grosso della colonna che era con mc restava tagliato fuori, impossibilitato a venire eventualmente avanti aurocarrato. La colonna, in quel momento, avc,·a una profondità di non meno di 5 -6 km. Il plotone genio artieri iniziava subito la costruzione di una deviazione di pista, non potendo riattare il ponte con i materiali leggeri di cui disponeva, lavoro che richiedeva circa due ore. L'azione continuava intanto con successo da parte degli elementi impegnati, e verso le ore 16 circa, la mia situazione veniva ad essere la seguente: la compagnia bersaglieri motocicl isti e la compagnia d i punta, con due plotoni 47/ 32, impegnate a cavaliere della strada, bersaglieri a destra, premevano ~ul nemico, che ripiegava; il resto del Ili battagliGne, appiedato. in movimento per serrare sotto, già riunito cd alla mano del suo comandante, una batteria 75 27 e la batteria da 65/17 già schierate e pronte sia per l'appoggio, sia per tiro anticarro: il l battaglione, autocarrato, pronto al di là della deviazione di pista, mentre il !1, come anzidetto, era rimasto impantanato nella zona di pancnza a circa 30 km. Nel complesso, ero rimasto con un battaglione cd una batteria d i meno, e senza alcuna possibilid di sostegno da parte del mio Generale o di altri
55 o
L~ op~razioni delle unitcì italiane al fronte rus.co ( 1941 - 1943)
ignorando la situazione genera 1e. Da tenere presente, anche, che il [ batta· glione era con una compagnia di meno, pcrch~ inviara precedentemente per incarico specia le altrove. In <]uCI momento, in quelle condizion i, isolato a quella d istanza, non mi restava che una sola decisione da prendere: sbaraz· zarmi al più presto degli elementi che a\·e,·o di fronte, raccogliere le mie forze c sostare in zona più adatta di quella in cui mi tro,·avo, in ancsa che la Divisione potesse riprendere il movimento. Davo pertanto ordine al Tenente Martelli di spingere più a fondo la sua azione, visto che il nemico ripiegava, senza far più sentire la sua batteria, e che i carri armati, dopo la fugacissima apparizione, si erano dileguati senza nep pure avere svolto azione di fuoco, mentre con tu ttO il g rosso serravo sotto, facendo avanzare a scaglioni le batterie già schierate. Percorsi in tal modo altri .~ hn circa, assicuratomi che l'abitato di Pokrowskoje era sgombro, come mi rifcri,·ano gli esploratori che lo a,·e,·ano raggiunto, decidevo senz'altro di fermarmi e ne davo partecipazione al co· mandante la Divisione con il biglietto allegato n. 2. Immediatamente dopo, però, dal S ignor Generale mi pcn cniva il biglietto allegato n. 3 che appro· vava la mia dec isione, pur non avendola ancora conosc iuta. Verso le ore 22 si presentava a me una pattuglia tedesca, comandata da un ufficiale. Questi mi diceva di appartenere al 47" fanteria, della 22" d ivisione, che aveva duramente combattuto nella zona a sud· ovest di \Vosncssensk e che il suo Reggimento anda,·a a riordinar~i a Dmitrjiewka, dove sa· rebbe giunto all'indomani \'erso le ore 10, e che altre unirà scendevano verso sud. La notte passava tranquilla, mentre il nemico rompeva il contatto. Si chiudeva così l'episodio del giorno I L, che può essere considerato come l'avvisaglia del comhattimento del 12, nei pressi di jnsnaja Poljian:l, essendo stata evidente intenzione del nemico di svolgere soltanto un'azione temporcg· giante e di disturbo, senz:1 lasciarsi agganciare in un combattimento \'ero c proprio, cosa che gli riusciva possibile scltanto a causa della rottura del pon· ticello che non mi a\·e,·a consentito di disporre pienamente e prontamente di tutti i miei mezzi e reparti. Sono st:lti C:ltrurati durante l'azione, .~R prigion ieri, 2 m itragliatrici c(fi. cientissimc, vari fucili mitragliaLOri e fucili, una stazione radio da campo portatile e numeroso altro materiale, fra c:.ti due avant reni con 5 cav:dli della batteria. Perdite nostre: 2 morti c .~ [cri ti. ·on ho idea esatta delle perdite subite dall'avversario: però il giorno dopo sono stati rinvenuti parecchi cadaveri, fra i quali quello d i un ufficiale di artiglieria. L 'azione tli questa giornata, se era stata modt:sla nella sua entità, mi con· fermava però l'ardore combattivo c lo spirito d i sacrificio dei miei reparti, dci bersaglieri motociclisti e degli artiglieri. Co~iBATTI:\I ENTO m
JAS:-\AJA PoLJTANA
(giorno 12 agosto 1941. XlX) Al mattino del gwrno 12. dopo una notte passa La tranquillamente sulle posizioni raggiunte la sera t Ld l' LI , mi perveniva dal S ignor Generale Ciova-
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nelli un biglietto, allegaw n. 4• dal c1uale apprendevo la situazione generale. Il grosso della Di,·isione era sempre impantanato oltre \Vosnessensk. Alle ore 10 circa, data la comunicazione avuta la sera precedente dalla pattuglia tedesca, e daro che nella mattinata avevo notato dietro a mc verso nord· nordo,·est movimenti di truppe germaniche, inviavo un ufficiale del mio comando a Dmitriewka per prendere contano col 47" fanteria tedesco che colà avrebbe dovuto già trovarsi. Ed inf::ttti, il mio uffic iale, T enente Fiorini, si abboccava col Colonnello Comandante il quale gli diceva che avrebbe mandato presto il suo Aiutante Maggiore in l a prendere diretto contatto con me. E verso le ere 11 veni,·a infatti a trovarmi un Capitano, di cui non ricordo il nome, dal quale ap pre nd evo la situazio ne del suo Regg imento, a Dmitriewka, gli comunicavo a mia volta la mia, e mi confermava quella generale datami prima dal mio comandante di Di,·isionc. Alle ore 10 ricevevo la comunicazione allegato n. 5 dal mio Generale e disponevo in conseguenza per muovere alle ore 16. Senonché, verso le o re 12, notavo su un costone alla mia dest ra, a 3 · 4 km di distanza, forti masse di cavalleria germaniche che scendevano verso ~ud convergendo sul mio stes~o itinerano. Da alcuni prigionieri, spontaneamente presentatisi, avevo saputo nel frattempo che i loro reparti tenta· vano disperatamente d i trag hettare il Bug verso !'\uova Odcssa, sebbene l'aviazione tedesca ostacolasse tali operazioni distruggendo ripetutamentc le loro numerose passerelle. Mi ~ i prospettava subito il q uadro esatto della nuova situazione, che il Signor Generale Giovanelli. ancora oltre Wosne~sensk, non poteva cenamcnte conoscere. né percepire e cioì:: se restavo fermo sino alle ore 16 i tedeschi mi avrebbero sopravanzato con la loro cavalleria c con il larghissimo margine di oltre quatt ro ore, c la D ivisione q uindi non sarebbe più arrivata in tempo, assolutamente, acl agganciare l'avversario. Era per me una questione di onore militare. Da 14 giorni eravamo stati lanciati in corsa disperata oltre il Dniester verso il Rug alla ricerca eli un nemico che non avevamo mai potuto afferrare. Pertanto. lasc i ar~i ora sfuggire dopo averne preso contatto ed averlo fugato. l'unica possibilità di combatterlo dopo tante fatiche c tante ansietà, perché le unit2t tedesche lo avrebbero sicuramente incontrato prima di noi, qualora avessi atteso il S ignor Generale sino alle ore 16, era cosa, a mio parere, che veniva anche a compromettere il buon nome dell'intero corpo di spedizione. Io non sape,·o contro chi sarei andato a sbattere, ~ 'ero, e le mie forze non erano eccessive; ma questo rientra in quel « quid » d i rischio che ogni comandante in guerra deve saper serenamente affrontare. Decidevo pertanto di portarmi senz"altro di mia iniziativa sino al quadrivio immed iatamente ad ovest di Korwalewka. almeno in un primo momento, per mettermi sotto il controllo il ponte di N"uova Odessa e ne davo partecipazione al Signor Cenerale con il bigl ietto allegato n. 6. Chiamati subito i comandanti di battaglione. del gruppo c dei reparti autonomi, davo gli ordini di partenza immediata, avendo però sostituito il III battaglione col l. sia perch~ quello era stato impegnato il giorno precedcntc, ma soprattutto perché ho voluto mettere in avanguardia il battaglione che aveva una compagnia fucilieri di meno, e quindi più snello, mentre tenevo in secondo scaglicnc il Ili battaglione, più forte perch~ organicamente completo. E così alle ore 13,30 circa in iziavo velocemente il movime nto, tagliando delle grosse punte di cava lleri::t tedesca che già a due km appena da me avevano raggiunto
552
Le operazioni delle unità italmne al fronte russo ( 1941 - 1943)
la strada proveniente da ovest e proseguivano verso il Bug, mentre altre grosse unità puntavano a sud - sud est, come mi informava un ufficiale interrogato. Alle ore 15, dopo circa ro km, il comandante la compagnia bersaglieri mi comunicava di avere urtato, poco a nord di Jasnaja P oljiana, e dopo rabitato di Pokrowskojc, a circa 5 km da esso, contro forti resistenze avversarie, d i avere giJ un ufficiale morto c di mandarg li una compagnia di rinforzo al più presto. In q uel momento, trovandomi in testa col comandante del gruppo e con il mio Aiutante Maggiore in l, davo ordine al Tenente Rota, comandante la compagnia d i punta, di sbarcare immediatamente dagli automezzi, di riordinare il reparto e portarsi avami sino a raggiungere la coda dei motociclisti, mentre facevo chiamare il Maggiore M oscardini, comandante del battaglione, per dargli g li ordini del caso in relazione alla situazione che nel frattempo ~i sarebbe venuta determinando. Intanto sulla colonna, che aveva assunto una grande profondit~t a causa del difficile guado di un corso d·acqua, cominciavano a giungere salve di artiglieria nemica, una delle quali col piva in pieno la batteria d·accompagnamcnto ferendo un ufficiale, S. Tenente Zacchi, tre militari di truppa ed uccidendo un quadrupede. Raggiunta, la 2 " compagnia Rota, la compagnia motociclisti, dal comandante eli questa veniva spostata sulla sin istra della strada verso un campo di granoturco, dal quale erano partiti colpi di fucile e raffiche d i mitragliatrici. ~i accendeva in tal modo un violentissimo combattimento durante il quale si svela va no con il loro tiro anche numerosi morta i da 81 c più intenso d iventava il tiro di artiglieria. 1 el (ranempo, memre il Maggiore Moscardini provvede,·a a far sbarcare tutto il battaglione per prendcrse!o alla mano e farlo serrare sotto, indicavo al comandante del gruppo la zona dove far schierare la batteria che, per fortuna, avevo spregiudicatamente schiacciato sulla testa della colonna, c non potendo ancora indicare obiettivi vicini, perché nessuna comunicazione mi era pervenuta dagli elementi avanzati già operanti. con felicissima iniziativa il Maggiore Rossi faceva concentrare il fuoco sulla zona di un punto trigonometrico dalla quale, senza veder le va mpe, si senti vano i colpi di artiglieria in partenza, e che sicuramente doveva costituire un osservatorio. Il terreno era difficile, più diflìcile ancora la situazione della colonna in quel mcmento di crisi, crisi dovuta alrcnorme lunghezza dei reparti cd allo sbarco di essi dagli automezzi, e che non si potrà mai evitare con l'au tocarramento e con le strade che percorriamo. Il combattimento, così, si accendeva con i soli elementi ava nza ti: unico elemento importante, che avevamo di fronte un nemico battuto cd in f.ase d i ritira ta e {JUindi con sole possibilità d i a7ion i protettive di rcuoguardia. La mia situazione, pertanto, in quel mc mento, era la seguente : - compagnia bersaglieri motociclisti , plotone esploratori e 2 " compag nia Rota, rinforzata da un plotone mitraglieri , da un plotone mortai da 45 e da un plotone mortai da 81, alla sinistra della strada, in azione violenta contro clementi avversari di rilevante entità muniti d i mitragliat rici e morrai; - tutto il g rosso del battaglione in mov imento per riordinars i dopo sceso dagli autome7zi: il resto della colonna, molto profonda e battuta dalraniglicria, fermo in attesa di o rdini ; - la 9" batteria, già in posizione avanzata e sch ierata; le rimanenti artiglierie con i loro reparti di assegnazione pronte ad e ntrare in azione.
Docrm1enti
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Al Maggiore Moscardini, dopo serrato sono, ordinavo di recarsi personalmente sulla sinistra, dove il fuoco era intensissimo, e da dove ancora nulla perveniva di preciso, per vedere quale era la situazione. !\"el frattempo ordinavo anche: - al Maggiore Minchiotti, di prendere il battaglione alla mano e muovere verso la zona de l combattimento, in attesa di miei ordini; -al Tenente Grassi, comandante la batteria d'accompagnamento 6) / IJ, di raggiungermi al più presto con i suoi pezzi. Dal Maggiore Rerlcttano, intanto, comandante del battaglione che era rimasto impantanato, ricevevo comunicazione che era in movimento per riunirsi al reggimento, e già vicino ad esso, ma sempre a chilometri di distanza. Dopo pochi momenti, vedevo avanzare dalle lince il Maggiore Moscardini, sorreno da due uomini, perché ferito gravemente da pallottola esp!osi,·a al braccio destro, subito sotto l'omero. La linea era da mc distante circa 300 metri, e d 'altra parte non potevo spostarmi perché non avrei visto più nulla. Il Maggiore, raggiuntomi, con una calma ed uno sroicismo ammirabili, mi orientava sulla situazione: - il nemico, molto forte, a suo giudizio due compagnie, era schierato in zona molto favorevole a cavallo di un grosso pagliaio distante dai nostri clementi avanzati circa 150 metri su un costoncino coperto di grano; - le perdite della compagnia erano gi~ semibili, cd era imrcssibilc a vanzare da quella pane sen7a enormi sacrifici. Dopo di che lo facevo pro:.cgùire per il posto di medicazione, 2ato che ~i ~ta,·a dissanguando. Nel battaglione non vi era alcun Capitano per soMituirlo, e ne prende'o io la guida. Chiamato il Tenente Gcno,•csi, comandante la 4" compa~nia a.a. del battaglione, e che era a mc vicino, gli ordinavo di recarsi con tutti i suoi uomini d isponibili, conducenti ccmpresi, a rinforzare la 2' ed assumere il comando di quel blocco d i reparti; ordinavo alla .)" compagnia, Tenente Mori, di anJare avanti sulla destra della strada, puntando su un costone antistante c irca 700- 8oo metri, in maniera da cercare di cadere sul fianco sinistro dell'av,·crsario e così auanagliarlo insieme ai reparti già combattenti; al Tenente Carbonati di riunire tulli i suoi uomini della compagnia comando di bauaglione, segnalatori, scritrurali, ecc.. costituendo con essi un reparto di rincal zo. 'el frattempo, mentre ordinavo al Maggiore Minchioui di serrare sempre più sotto col SL'o banaglione e con !a sua bancria eia 7'5 1 27, davo ordine al comandante del gruppo, Maggiore Ressi, di fare aprire il fuoco della 9a nella zona del pagl iaio, tenendo prcsen~e che gli elementi avan?.ati distavano da esso 100 metri appena. La balleria assclvcva il compito brillantemente, perché l'obiettivo veniva centrato alla prima salva, senza danno per i fanti. Con questo bel risultato, con l'intcnsifìcarsi del tiro dei nostri mortai c )O]'rattutto per l'avanzata veramente eroica, entusiasmante del Tenente Mori con la sua gloriosa 3 compagnia. che alla garibaldina si sbarazzava di ogni ostacolo, il nemico cominciava a cedere. Abbiamo visto 1oi che avanti a tale compagnia vi erano una decina di appostamenti per mitragliatrici. Intanto però restavano feriti anche il Tenente Genovesi, che aveva compiuto prodigi di valore, ed il Tenente Rota, comandante la 2•, sicché alla sinistra la situa1.ione potC\a, senza più capi, farsi minacciosa, tanto più che \'1 erano stati due- tre tentati\ i di accerchiamento da parte dell'avversario.
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Le operazioni delle zwit.ì iwliane al fronte ru.<So ( t941- 1943)
Ordin:I\'O allora al Tenente Carbonati di portarsi senz'altro sulla sinistra con tutti i suoi uomini, gli ultimi del battaglione, c cioè collegatori c personale del comando, una cin<JU::Intina, per proteggere il fianco sinistro, ed assumere il comando dei reparti, ed al Maggiore Minchiotti di raggiungcrmi senz'altro col suo battaglione, pronto ad essere lanciato a destra o a sinistra, a seconda dell'ulteriore cedimento dell'avversario. La compagnia Mori, intanto, era avanzata di oltre T km ricacciando sempre rutto ciò che incontrava, e resistendo anche a ripetute incursioni di autoblindo, apparse improvvisa mente sulla strada. Erano gi;Ì circa le 19 e si combaueva da parecchie ore, quando arriva il Capitano Tog11CLti con la sua •" compagnia, reduce dalla nota ricog nizio ne. Questo nuovo apporto che veniva a completare il T battaglione era da me tenuto alla mano, in un primo momento, essendosi determinato un faHo nu0\'0. All'orizzonte. sul costone che già avevano di parecchio scaYalcato, vedevo riapparire in piedi molti uomini della 3' compagnia. Preoccupato, invia\·o su una moto il Capitano Dc Rcnsis. ufficiale imerprete addcuo al mio comando. affinché vedesse e mi venisse a riferire. Poco dopo l'ufficiale tornava solo e feriw ad una spalla, mentre il motociclista, Sergente Errico, era stato ferito ass::i più gravemente, tutti e due presi da una bomba da mortaio, e mi riferiva che con la compagnia Mori si erano congiu11ti elementi avanzati di un reggimento di fanteria tedesco e che, fraternamente. sta\·ano combaucndo; si av\·era\ a quindi quanto a\'e\·o pre\·isto al mani no: se non mi fossi mosso non avremmo più avuto l'onore delle armi. L'arretramento era stato neces~ario per non farsi colpire da loro che erano in posizione un po' sfasata, avanzando da ovest verso est. Cominciavano poco dopo a calare le prime ombre della sera, mentre il nemico continuava ad arretrare sotto la nostra spinta. Non reputavo pertanto più il caso di impegnare altri clementi, perché avrei solo fatto un i11utile spreco di vite umane, ed alle ore 19,30 il combattimento si spegneva addirittura, restando solo qualche fucilata isolata centro i portaferiti che si recavano a raccogliere caduti e feriti gravi. Ma ~opratruno restava vivissima la luce della vittoria. Tutti i numerosi prigionieri catturati hanno dichiarato, allegato n. 7• di appartenere al 469'' reggi mento di fanteria, che era stato schierato avanti a noi, rinforzato da numerosissimi monai c da tre batterie a cavallo, a protezione delle unità che passavano il Bug. La lotta, quindi, si è .<t•olta a forze ed armi impari: un battaglione. una batteria cd una compagnia mortc11 da 81, contro un rt'ggimento, tre batterie, e chiSJtÌ quanti mortai! L'avversario si è bauuto con accanimento, e lo dimostrano le perdite. M:1 i fant i della « Pasubio >> non hanno mai avuto insegnato a contare l'avversario, fedeli al comandamento ricevuto : avanti, ad ogni costo. (( Nel nome di Roma >>, motto orgoglioso del mio 8o". Se grave è stato il tributo di sangue pagato dal Reggimento. il 50 degli ufficiali ed il ~5 dei sottuHicJali e militari di truppa dei reparti impegnati, quello del nemico, secondo <]UaJHO hanno dichiarato i numerosi prigionieri, ed abbiamo visto noi stessi, (: stato di ben altre proporzioni. A parte mi riservo di inoltrare le proposte di ricompense per i valorosi che maggiormente si sono distimi. Fra tutti, però, emerge la figura del S. Tenente Sansoni, già volontario di guer ra in Spagna, il quale, pur menomato
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nelle condizioni fisiche, volle seguire volontariamente il reggimento al momento della sua partenza da Manto,·a, lasciando il Deposito al quale era effetti,·o. Egli, comandante di un plotone mitraglieri, visto che non poteva agire data la copertura del terreno, si portava con le sue armi in linea coi fanti, e con riro aggiustatissimo e lancio personale di bombe a mano riduceva a silenzio centri di fuoco avversari finché, colpito alla testa da una fuci lata tiratagli da una \'entina di metri, chiudeva eroicamente la sua nobile esistenza. Esempio fulgid issimo di eccezionale ardimento e \'alore. Il morale del Reggimento, con questo primo episod io di eroismo, è più elevato che mai, e tuui i fanti dcll'8o0 << Roma '' sono lieti cd orgogliosi di avere avuto l'onore c l'orgoglio di fondare per primi, fraternamente uniti alla t • compagnia bersaglieri motociclisti, al III Gruppo dell'8 artiglieria cd alla 14 t" Compagni a da 47 f ~2, le tradi7.ioni di gloria della loro Divisione e del Corpo di Spedizione Italiano in Russia. A sera il Signor Generale mi faceva pervenire il biglietto allegato n. 8, ed io gli comunica\'O lo schieramento difcnsi,·o assunto. ·ella notte il nemico rompeva nuovamente il contatto. Le perdite accertate al mattino del I 3 e rano le seguenti: - Uffìciali caduti n. 2; - Sottuffìciali c Truppa caduti n. q; - lJffìciali feriti n. 8: - Sottuffìcial i c Truppa feriti n. 74, dci quali 4• per(,, raccolti monbond i. Agli eroici fratelli che abbiamo lasciato nel cimirerino di Pokrowskoje e che con il loro glorioso olocausto ci illuminano l'aspro cammino del dovere, il nostro dC\'Oto cd indimenticabile pensiero. Data la località in cui si è svolta l'azione, essa assume, ai fini dci diari storici, il nome di u Combattimento di Jasnaja Poljiana >>. Il Colonnello Comandante del Reggimento Epifanio Chiaramonti
Allegato n. J FoR.\f.\ZI ONE DELLA co LONNA n'.wA:--:GL.-\RI>L\
Esplorazione: 1" Compagnia Bersaglieri Morocicl isti; un plotone fucilieri autocarrato. Punta dell'amnguarclia: una compagn ia fucilie ri autocarrata; due plotoni de lla 14ra compagnia pc:~:z i da 47/32 c.c .. Te.</ a dell'avanguardia: Comando dell'Bo" Reggimento Fanteria Roma: lll Battaglione autocar rato dello stesso reggime nto ;
Le operazioni delle unit.ì italtane al fronte russo (1941- 1943)
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Batteria d'accompagnamento reggimentale da 65 / 17 id.; una batteria del III Gruppo da 75/ 27 dell'8• Reggimen to.
Grosso dell'avanguardia: un plotone della 141n Compagnia pezzi da 47/32 c.c.; una batteria del III Gruppo da 75 / 27; I Battaglione autocarrato dell'!lou Fanteria; una baneria del III Gruppo da 75 / 27: II Battaglione autocarrato dell'So" Reggimento. Nota Bene: I Ogni battaglione era rinforzato da una compagnia mortai da 81. 2 ' - Il giorno 12 agosto, data l'esperienza del giorno precedente, avevo apportato alla formaz ione della colonna una sola variante: quella di mettere addirittura in testa alla compagnia di punta la batteria da 75 / 27, la quale essendo motorizzata è di immediato impiego, mentre la batteria da 65 ' 17 ed il plotone da 47, 32 es~cndo autocarrati richiedono parecchio tempo prima di scaricare uomini e materiali e mettersi in condizioni di entrare in azione. 0
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Allegato n. 2 Trasmesso ore 16
11
agosto 194r. XIX
Dal Comando della Divisione « Pasubio >> Al Comando 8o0 Rt·ggimento Fanteria Comando divisione, battaglione Berlettano c batteria sono ancora posizioni di partenza impantanati c:lUsa violento temporale alt Non è possibile proseguire et appogg iarvi al t Quindi non avan7arc oltre per il momento alt Generale Giovanelli
Allegato n. 3
II
agosto 1941 - ore 17,45
Da/1'8o Reggimento Fanteria A l Generale Ciovanelli Vittorio 0
Poiché Vostra Signoria mi ha comunica to di essere impantanato al punto di partenza, io evidentemente non posso fare assegnamento che soltanto sui due battaglioni di cui dispongo. con due batterie che hanno munizionamento limitato. Pertanto mi fermo, trovandomi già troppo staccato da Voi.
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E' con rammarico VJVJSSJmo che prendo tale decisione perché l'azione era imbastita in modo da catturare una batteria a cavallo. Ma il dovere mi impone di non commettere avventatezze. Attendo Vostri ordini. Colonnello Chiaramonti
Allegato n. 4 12 ago~to 1941 -
ore 6,_30
Al Comandante 8o" Fanterw Situazione: 22~ Divisione (XI
C.A.): sud· ovest Moldawka punta verso Wosnessenk. XXX Corpo Armata: elemenri avanzati \Vaterloo punta verso est a contatto con l'avversario. LIV C.A.: elementi avanzati a Sulz - nem ico attacca da nord e da sud. Lindemann a 15 km ad ovest di Nikolajew. Ungheresi sulla riva sinistra del Bug sembra a sud di Novaja - Odessa m marcia verso Nikolajcw. Comando Divisione - Berlettano tutt'ora fermi in attesa poter partire. Generale Giovane/li
Allegato n. 5 N. 4788 di prot. Op.
P.M. 83 ( R. lì 12 agosto 1941
Al Signor Colonnello Clliammollfi Epifania Tenetevi pronto a muovere oggi ,·erso ore 16, non appena n avrò raggiunto. 11 Generale Coma ndante Vittorio Giovane/li
Allegato n. 6
12
agosro 1941 -ore 11,50
Dal Comando 8o" Reggimento Fanteria Al Generale Giovane/li Vittorio Data situazione trasmcssami circa nostri alleati, dato che elementi di un reggimento tedesco provenienti da ovest, probabilmente quelli con i quali ho preso contatto ieri sera m i hanno quasi ragg iu nto seguendo il m io stesso iti-
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Le operazioni delle tmtt.Ì ttaliane a/fronte russo ('94!·1941)
nerario, non intendo farmi scavalcare e quindi a'·anzo riprendendo la marcia in questo stesso momento. Prego preavvisare con urgenza coma ndo armata della mia presenza e del mio movime nto onde evitare che ci scambino per russi, come stava già succedendo stamattina con quelli proven ienti da ovest. Colonnello Chiaramonti
Allegato n. 7 12 agosto 19-41
Al Signor Comandunu l'Bo~ Reggimento Fanteria
Sede
TI sottoscritto S. Ten. Pavoni Vittorio, interprete di russo, dichiara quanto segue : a) dall' inrerroga torio dei prigionieri catturati nei combattimenti del giorno 1 1 corrente è risultato che nel settore di fronte assegnato al Reggimento, agiva un battaglione del 469' reggimento di fanteria russo, rin forzato da una batteria a cavallo, retroguardia di una divisione in ritirata verso ·uo,·a Odessa; b) dall'interrogatorio dci prigionieri catturati nel combattimento sostenuto dal nostro reggimento il giorno 12 corrente nei pressi di Jasnaja Poljiana, è stato acce rtato che t utti i prigionieri in parola appa rtenevano al 469" regg i· mento di fante ria russo lasciato q uale retrog ua rd ia di una divisio ne in ritirata verso sud -est. Il reggimento stesso era rinforzato da tre batterie. Gli stessi prigionieri hanno dichiarato che rib·anri sono state le perdite da parte del nemico in morti c feriti particolarmente in segu ito alle nostre azioni di artiglieria e morrai da 81. L'Ufficiale l ntcrprete S. T en. Pavoni Vi11orio
Allegato n. 8
P.M. 83 j 'R., 12 agosto ' 94'• ore 19 Caro Chiaramonti Va bene l'Ilo" come sempre.
E' un po' tardi per impegnarsi di p1u. Tenere contatto; precisare posizioni e postazioni nemiche (per quanto possibile). Faccio avanzare btg. Berlettano nel vallone ove prima doveva esserci Minch iotti, ma non per impegnarlo q uesta sera. Addio. (;enerale Giovane/li
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559 Documento n. 28.
LL GENERALE COMANDANTE DEL ITI C.A. Sede del C.d'A., 21 agosto 1941 0Ril1Nt;
eEL
CIORI'.O
Il III C.A. corazzato (; riuscito in questi ultimi g iorni con aspri combattimenti di attacco e di difesa, a ricacciare un nemico numericamente superiore, da una zona assai estesa in una testa di ponte a sud - ovcst di Dnjeproperrowsk. Finora: g.6oo prigionieri 98 carri armati 108 cannoni e pezzi anticarro come pure sei cannoni rappresentano il superbo botti no degl i ultimi 3 giorni. Mentre la 6o" divisione motorizzata rigettava in un primo tempo il nemico olrre la Mokraja Ssura, e re~pingeYa poi vittoriosamente tuni gli attacchi nemici apportati da forze corau:ne, la q • e r.j' di' isione corazzata, pro,·enienti da altri compiti, avanzavano ,·elocemente portandosi intorno all'ala della 6o' c in duri combattimenti chiude,·ano la testa di ponte nemica. Tutte le irruzioni nemiche vennero in breve tempo spazzare, dappertutto la situazione fu rapidamente ristabi lita. Si è particolarmente distinto in questa occasio ne anc he il 627" battaglione del (;enio del Corpo, che senza appoggio di artiglieria c di armi pesanti, seppe da solo, in combattimenti offensivi, conquistare circa 550 prigionieri. L'artiglieria del Corpo c la contraerea hanno ugualmente contribuito al successo, l'ultima panicolarmente col suo intervento nella battaglia terrestre. (;li esploratori 2erei apportarono sempre nuO\e comunicazioni fondamentali per le ulteriori decisioni. Il presupposto per la rapida avanzata, urgentemente necessaria, della 13" divisione corazzata, fu creato dalla divisione SS. Wicking e dalla d ivisione italiana Pa~ubio, le quali, nonostante le non favore\·oli condizioni di esercizio del comando, ed in parte anche la sfa,·orevole situazione del carburante, superarono con rapidità ,·eramcnte rallegrante tune le difficoltà. Anche queste due di' isioni hanno egualmente contribuito al successo del Corpo. A tutti gli appartenenti al 111 C.A. e non in ultimo luogo al 43" battaglione Collegamento c Direttore della sezione ri fornimenti del Corpo nr. 403 che hanno appoggiato in una maniera decisiva il Comando del Corpo stesso, io esprimo il mio ringraziamento c il mio riconoscimento. Ed ora avanti all'annientamento anche dell'ultimo soldato rosso, sulla ri\·a destra del Dnjepr! lndinz-:;1: Divisioni. Truppe dcll"Escrcito Truppe del Corpo Truppe aeree
von Mackensen Cenerate di Cavalleria
s6o
Le operaztont delle Ufl//_Ì t/altane al fron/t' russo (1941
1943)
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Documento n. 29.
IL GE, ERALE COMANDANTE DEL III C.A. 9 sctrembre 1941
Al Comandante del C.S.l.R. Ecc. Giovanni Messe Sig. Generale, sia per la diretta osservazione dall'osservatorio sia per i rapporti delle truppe che fecero l'attacco di ieri per l'allargamento della testa di por1te, io so con che grande successo ha combattuto l'artiglieria messami molto gentilmente a disposizione. Non vorrei perdere l'occasione, e mi è particolarmente gradito di comunicarvi quanto sopra. Spero che questi tre gloriosi reparti sosterranno nei prossimi giorni le mie truppe che !onano gravemente intorno alla testa di ponte. Vi sarei molto riconoscente se voleste emanare un apposito ord ine in tal senso alla Vostra artiglieria. Incaricherei in questo caso il mio Comandante d'artiglieria, di prendere contatto col V l Comandante d'artiglieria. l compiti di quest'artiglieria saranno in prima linea un fuoco di sbarramento davanti il fianco ovest della testa di ponte, poi l'annientamento dell'artiglieria nemica. Con saluti camerateschi V l von Mackensen Generale di Cavalleria
D ocumento n. 30-
COMAN D O DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSTA UFI-ICIO
0PER.\ZIONI
Segrno! ORDINE n'OPERAZIONI N . ;-.J, s6ool0p. di prot.
r6
Boshedarowka, lì 16 settembre 1941- XIX. Ore 8
Oggtllo: Avanzata divisione << Pasubio » oltre Dnjepr. Carta: 1: 100.ooo - fogli di: Krementschug Est (M. 36 XIV Ost - Krementschug); Satschepilowka Ovest ( M. 36 XV West - Satschepilowka).
Al Comando Divisione Fanteria « Pasubio 11 Katerinowka - t c. a
·~
mot.
Documenti Al Comando 5" Drvrsrone Celere u P.A.D.A. )) Mogila Osstraja - I c. a }~ m ot. Al Vice Comandali/e Divisione Celere Mogi la Osstraja - 1 c. a yi mot. e, per conoscenza: Al Comando R.H.G. Kriwoj Rog - 1 c. a 1 2 uf. col. Al Comando Divisrone Fanteria " Tor111o " PokrO\\ koje - I c. a 1 2 mor. Sede - 1 c. a mano Al Comando Artiglrerm del C.S.l.R. Al Comando Genio dt'l C.S.l.R. Sede - 1 c. a mano Sede - r c. a mano All'Ufficio Servizi del C.S.I.R.
1) - 17' Armata avanza verso Poltawa gravitando con forze ovest Worskla e facendo a\·anzarc fra \Vorskla e Orio! colonna eli destra formata da un Corpo d'Armata (due di\·isioni). Dietro ala destra avanzer:1 13~ divisione Panzcr. 2) - Divisione " Pasubio " autotrasportata e rinforzata dalla 1" c p. motociclisti c cb uno squadrone carri " L >l sarà impiegata o ltre Dn jepr a pro-
tezicnc fianco destro 17" Armata sull'Orio!. 3) - Di\·isione " Pasubio ,, pcnanto: -si orienti ad iniziare movimento \Crso ponte Derjewka appena :nrà in zona 370 automezzi del XXIX Amogruppo che metto a sua disposizione (presumibilmcntc movimento avrà inizio tardo 18 mattino; Uffìcia le Autogruppo si presenterà subiw a codesto Comando per accordi): - trasporti al seguito turri i reparti c servizi (quadrupedi ridotti) che sar;Ì possibile autotrasportare in relazione al numero di automezzi disponibili prevedendo, se la situazione lo consentirà, un succcssi\·o autorraspono dci rimanenti clementi: - la~ci i n posizione il gruppo da 100/ 17, che seguirà dopo brC\C tempo, ed un battagl ione mortai ; raccolga le unità schierate, man mano che esse saranno sostitu ite dal raggruppamento Solinas, cosl costituito: Reggimento Lancicri di « :\lovara 1> ; un btg. bersaglieri; 2 cp. motociclisti; c rinforzato da : un g ruppo da 100j 17 della divisione H Pa~ubio » (in 1'' tempo): un btg. mortai della divisione « Pasubio ll: eventuali elememi vari di tale divisione lasciati temporaneamente in rinforzo.
4) - Raggruppamento Solinas mizi ~ostituzionc al più presto cd in modo da assumere re~ponsabilità ~cuore " Pasubio "· a sostituzione avvenuta per ore o giorno 18. Compito: difesa del scuorc.
s) - All'atto della cessazione della rcspo nsabil it21 del settore, la divisione subio ,, passerà alla dipendcnn tattica della tj" Armata.
36. - U.S.
(C
Pa-
Le op"azioni delle unità ttaltane al fronte russo ( 1941- 1943)
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All'ano dell'assunzione della responsabilitil del settore, il raggruppamento Solinas passeril alle dipendenze dirette di questo Comando. 6) - A ssegno al raggruppamento Solinas una stazione radio A 310. 7) - Comandante delln divisione u Pasubio » si presenti oggi r6 al Comando della 17• Armata in Alexandrja. 8) - Servizi: ordini a pane. Il Generale di Corpo d'Armata Comandante Giovanni Messe
Documento n. 3 I.
COMANDO DEL CORPO DI SPEDIZIO~E ITALIANO l ' RUSSIA UH! CIO
OPERAZI0'-11
Segreto! 0RDI~E u'0PERAZIONI N. 21
Mogila Ssuriska, lì t'' ottobre 1941. XIX. Ore 24
Oggetto: Impiego del C.S.I.R. oltre il Ssamara. Carta:
1 : 300.000.
Al Comando Divisione Fanteria at. u Pasubio» Al Comando Divisione Fanteria at. « Torino '' Al Comando 3 .. Divisione Celere '' P.A.D.A. ,, Al Comando Artigli"ia del C.S.I.R. Al Comando Genio del C.S .l.R. Al Comando Aviazione del C.SJ.R. All'Ufficio Sm•izi del C.S.I.R. c, per conoscenza : Al Comando Panzergruppe 1 l.
a ~ motoc. a y. motoc. a ~2 motoc. a mano 3 mano a y. corriere a l 2 motoc. a V, uff. colleg.
- Il Panzergruppe 1 tende al pitl presto al Mare d 'Azow, in modo da accerchiare l'Armata rossa impegnata contro l'n a Armata germanica. Jl XlV Corpo d'Armata inizia oggi l'attacco verso sud muovendo nel settore Dnjepr - linea Pawlograd - Orechow, puntando alla zona a sud del Konskaja, fra le paludi del Dnjepr e le stazioni di Plawni e Orechow, per annientare in primo tempo le deboli divisioni rosse ad est del Dnjepr.
Docum~nti
- -- -
s63
In secondo tempo procederà verso sud o sud -est. Scaglionato indietro ed a sinistra avanza il liT Corpo d'Armata, incaricato d ella protezione del fianco. Il. - Compito del C.S.I.R.: sostituire si III Corpo d'Armata, man mano che esso avanza, nella protezione del fianco sinistro del Panzcrgruppe sulla Woltscja, da Pawlograd in poi. III. - Pertanto:
1) Division~ Cdere: muoverà per pnma: - inizi subito passaggio Dnjepr a Dnjepropetrowsk. Accordi con Comandante 511" Reggimento Genio germanico, come da preavviso telefonico; - si concentri entro il giorno 2 ottobre nella zona Mogila Welikaja Shiwotilowka - Alexandropoli - Majdan, pronta a muo\·ere verso Pawlograd.
2) Divisione Pasubio: si raccolga subito con gli clementi dì rinforzo nell'attuale zona, riconoscendo, come da preavviso, gli itinerari adducenti a Nowomoskowsk. 3) Divisione Torino: si concentri subito con gli attuali elementi di rinforzo nella zona di Kamenka. 4) Truppe e Servizi di C.A.: si dislochino, al più presto, come da precedente ordine 6170 in data 30 settembre c.a.. 5) Artiglima: il Comando Artiglieria provveda ad assegnare alla divisione Celere: - un gruppo da HYJ / 32; - una batteria da 75 / 46 c.a., nel caso possa essere sottratta alla difesa c.a. di Dnjepropetrowsk. 6) Genio: come da preavviso, disponga per il possibile aumento di traghetti a disposizione della Divisione Celere. Provveda ai collegamenti con le G.U. dipendenti. 7) Aviazione: riserva di ordini. 8) Servizi: ordini a parte. 9) Posto di Comando C.S.I.R.: a Dnjepropctrowsk nord, a partire dalle ore 12 del giorno 3 onobre p.v..
11 Generale di Corpo d'Armata Comandante
Giovanni Meu~
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Le opt>raz ioni delle unità italrane al fronte russo ( 194r- 1943)
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Documento n. 32.
COMANDO DEL CORPO D I SPED I Z IO ~E ITALIA~() T ' RUSSIA UFfiCIO OPERAZIONI
Segreto! Urgentt·! 0RDI:-IE o '0PERAZ10Kl N. 22
Manujlowb, lì 4 ottobre 1941. XIX. Ore 23
N . 6320/ 0p. di prot.
Oggetto: A ''anzata oltre il l i pro. Allegati: n. t. Carta:
1: 100.000.
Al Comando Drvrsionc Fanteria at. " Pa.<ubro » Al Comando Divisione Fanteria at. " Torin o 11 Al Comando 3.. DiviSione Celere " P.A .D .A. • Al Comando Artiglieria C.S.l.R. Al Comando Gemo C.S.l.R. Al Comando Aviazione C.S .l.R. All'Ufficio Sert'iz i C.S.l.R. e, per conoscenza: Al Comando 1 " Gruppo Corazzato Kleist I.
Forze corazzate del t Gruppo Kleist hanno già raggiunto la regione di Orcchow c pro~eguono. Situazione come da allegato n. 1.
II.
Il Corpo di Spedizione ha il compito di assicurare, lungo la linea della Woltschja a partire da Pawlograd, il fianco sinistro del l Gruppo coraz'l.alO procedendo da nord a sud a seconda dell'evolversi ddla s ituazione e con la progressione consentita dalla disponibilità delle G.U ..
III.
- Dispongo: - la divi~ione Pasubio, rinforzata dalla cp. bers. motociclisti e da uno squadrone carri « L n, attesti alla rotabile D njepropctrowsk ~owomoskowsk in modo da assicurare l'inizio del movimento su eletta rotabile per l'alba d i domani 5 corrente. Riserva di comunicare l'itinerario oltre ).fowomoskowsk cd ulteriori prccisazioni. Un ufficiale di questo Comando si troveriì domattina alle ore 5 al punto di confluenza della rotabile proveniente da Kamenka su quella di Dnjcpropctrowsk - ·owomoskowsk.
0
,a
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Divi~ionc Celere avanzi dopodomani, 6 corrente, con gl i elementi a cavallo raggiunge ndo la zo na Losowatka - Nadeshdino. G li clementi motorizzati serreranno sotto appena possibile.
Documenti -
l V.
Divisione Torino )i orienti a seguire al più prc)tO (ad ogm modo entro il giorno 7) le altre G.U .. Truppe di Corpo d'Armata: costituisco con un battaglione CC.NN., il Il battaglione anti· carro, il Il gruppo da 75 / 27 del 52" rgt. artiglieria, elementi del genio (a cura del Comando Genio C.S.T.R.), un nucleo motori:lzato di Corpo d'Armata agli ordini del Mnggiore Diana. Seguirà nel movimento la divisione Pnsubio, innestandosi sulla rotabile Dnjepropetrowsk - 1'\o\\'omoskowsk dnlle ore 10 in poi. Dovrà raggiungere la zona di Ssinelnik0\\0. La Legione CC.1 1'\. (meno l'aliquota assegn:lta al nucleo mo-torizzato) muoverà non appena avrà disponibili gli automezzi ed in seguito a mio ordine.
- Artiglieria. Assegno: - un gruppo della cli,·isione Torino al nucleo motorizzato di Corpo d'Armata;
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30" Raggr. art. di C.d'A. raggiunge il c·:orpo di Spedizione appena consentito dai passaggi del Dnjepr.
V.
• Difesa contraerei : - una batteria da 75 46 (già assegnara) alla d1' i~ione Pasubio: - una batteria da 75 46 schierata a difesa di DnJepropet.ro\\'sk: - due batterie da 75 46 restano a protezione dei ponti di l\'owomoskm\ sk: - due batterie da 20 di C.d'A . a difesa del ciclo del Comando.
V f.
- Sicurezza: siano intensificate le misure di vigila nz,a tenuto prrsente che, nell'attuale situazione, sono possibili infiltrazion i del nemico, particolarmente di carri armati. Speciale auenzione alle mine.
VI!. • Collegamenti: - a mezzo radio: come quelli g•a 10 ano: - a mezzo filo: ciascuna G.U. provveda ad allacciarsi ai centri di collegamento a filo del 1" Gruppo corazzato, g ià in atto. Asse dei ccllegamcnti de l 1° Gruppo corazzato: rotabile Nowomoskowsk • Ssinclnikowo • Saporoshje. V Il!. - Servizi: ordini a p:Hte. IX.
• Posto di Comando: zona di Annowka (sud di Ssinelnikowo) dalle ore 1 2 del giorno 6. Elementi del Comando tattico saranno in posto dalle ore 18 del giorno 5· Il Generale di Corpo d'Armata Comandante Ciot,anni Meue
s66
u operazioni delle unità italiane al fronte msso (194'- 1943) Allegato all'Ordine d'Operazioni n. 22 SITl.i:\ZIONE ALLA OATA DEL 3 OTTOBRE
T94I
t"- XIV Corpo Panzer ha raggiunto la regione di Orechow. Il III Corpo Panzer ha battuto il nemico che ha attaccato sul fianco. 2' -
Il Panzergruppe avanza ancora verso sud -est per annientare considerevoli forze nemiche che stanno davanti all'TJ• Armata.
3' - XIV Corpo si prepara per avanzare il mattino del 4 ottobre dalla regione di Orechow o sulla stazione di Tokmak o in direzione Alexejewka. La decisione in merito sarà data dalla situazione contingente. 4"- Il II1 Corpo Panzcr ha il compito di dare protezione al fianco sinistro del Panzergruppe lino a Pawlograd.
; · - La 198 Divisione di fanteria deve occupare il settore presso Pawlograd e dare colà protezione al fianco sinistro del Panzergruppe. 6" - La 6o" Divisione motorizzata muoverà il 4 ottobre per Nowomoskowsk fino ad A lexandropolj da do,•e sarà impiegata secondo la situazione.
7 - Il C.S.l.R. si tenga pronto a muovere con una divistonc il pomeriggio del 4 ottobre. In conclusione: il fianco difensi'o è formato: fino a Pawlograd incluso: dal Ili Corpo; . da Pawlograd verso sud: dal C.S.I.R ..
Docu mento n. 33·
19H" DIVISIONE DI FANTERIA
Il Comandame Comando della d ivisione,
12
ottobre 1941
Alla Colonna Gare/li e A l Reggimento Artiglieria del Col. Malliotti Il Signor Comandame della r·' Armata corazzata. Generale di Arma[3 \'On Kleist, a mezzo radio ha espresso alla ~~· divisione fanteria rinforzata, il suo riconoscimento.
Documenti Trasmeuo questo alto riconoscimento alle valorose truppe alleate dell'Esercito Italiano, che durante il combattimento erano a mia disposizione, la riconoscen7..a per il loro valido contributo. In tre giorni di duro combattimento, la colonna Garelli con la 63• Legione •< Tagliamento» al comando del Console Nicchiarelli e la 2" cp. bersaglieri motociclisti al comando del Capitano Tanganelli - spalla a spalla con le truppe della 1 S)S• divisione fanteria - ha spez7ata la ben fortificata e tenacemente difesa testa di ponte davanti a Pawlograd, espugnando le località di Mishirirsch c Mawrina c ricacciato il nemico oltre il settore del Woltschja. Le batterie del 30" raggruppamento artiglieria al comando del Colonnello Mattioni hanno assai efficacemente appoggiato tanto questa azione quanto !"attacco della fanteria tedesca c con il concorso del loro ottimo tiro contribuito alla vittoria. Esprimo ai suddetti Comandanti e alle loro valorose truppe il mio pieno riconoscimento e nello stesso tempo il cameratesco ringraziamento a nome della mia divisione e formulo i migliori auguri per nuova g loria militare fino alla comune vittoria finale.
Roetting Tenente Generale c Comandante la Divisione
Oocwnento n. 34·
FONOGRAMMA Ssinclnikowo, Il 12 ottohre 1941. XIX. Ore 14
Dal Comando C.S.f.R. Al Comando Otvisiont." Cdere « P.A.D.A. " Al Comando Divisione Ftr. at. <c Torino JJ Al Comando Divisione Ftr. at. cc Pasubio » Al Comando Artiglieria C.S.f.R. Al Comando Gmio C.S./.R. Al Comando Raggruppamento Tattico Gart."ltt All'Ufficio Servizi C.S.f.R. Al Comando Aviazione C.S.f.R. e, per conoscenza :
Al Comando 1" Armata Corazzata N. 6710 'Op. alt - A conferma ordini verbali g1a 1mpartit1 alt Nemico ripiega su tutta fronte protetto debolissime retroguardie alt C.S.I.R. deve oggi con 3" Divisione Celere assicurarsi passaggi fiume Iantschul costituendo due teste di ponte fra Turkcnowka et Nowo Uspcnowka et puntare giorno 13
s68
Le operazioni delle unità ira/tane al fr onte russo (1941 - 1943)
ponte Boljschaj janissol che risulta ~gomb ro. garantendone possesso alt Rimanenti G .U. seguiranno, scaglionate indietro et a sini~tra alt Obiettivo C.S.I.R. nodo ferroviario Stalino alt Per assolvimento detti compiti 3" Divisione Celere muoverà mattino 12 corrente con reggimenti Savoia et Iovara et reggimento artiglieria a cavallo alt Seguirà a piedi 3° reggimento bersaglieri meno XVII I battaglione che rima ne provvisoriamente schierato ~u lla Woltschja alt Raggiunti obiettivi di,·isionc sosterà attesa ordini alt Rimanenti elementi divisioni si riuniranno propria G.U. non appena consentito da condizio ni stradali alt Si soprassiede at costituzione raggruppamento motorizzato alt Leg ione Camicie :-.Jere raggiunga Ssinelnikowo alt Divisione Pasubio effettui nota sostituzione come da miei ordini telefonici alt Divisione si raccolga a blocchi di battaglioni pronta a muovere autotrasportata appena disponib ili automezzi et anche a piedi appena disposizione minimo indispensabile salmcrie alt Automezzi seguiranno appena p<.ssibilc alt Riconoscere sbocchi offensivi che dovranno essere in ogni caso creati guando C.S.T.R. avan ze rà anche se d iv isione non avrà rea lizzato suddette condizioni movimento alt D ivisione T orino si concentri zona Tichanowka stazione Pissimennaja - Martynoff alt Riconosca sbocchi offensivi fra Uljanowka e Bogodar per avanzare verso est ah Riserva di Corpo d'ArmatJ agli ordini colonnello Garelli costit uita da 63" Legione camicie nere. Comando secondo battaglione anticarro cd una com pagnia da 47 p; primo battaglione chimico; un gruppo da IO) / ~2; un plotone autocarrato si raccolga entro rnauinata domani q zona Ssinclnikowo - Luhianka alt Artiglieria due punti assegno un gruppo 105 p alla divisione Pasubio et un gruppo 105 p et un gruppo 75 27 del )2" artiglieria Torino alla divisione Celere alt Una batteria da 75 / 46 alle divisioni Pasubio c Celere alt Un g ruppo 75 / 46 protezione divisione seconda schiera et truppe Corpo Armata alt Una baueria da venti alla divisione Celere et una per protezione ù1visione seconda schiera et truppe Corpo Armata alt Genio : primo pont ieri si concentrerà zona Iwanowka (Panzerstrasse Ost sud stazione Pissimennaja) alt Comando Genio assegni at riserva Corpo Armata un plotone artieri autocarrato alt Rimanenti re pani battaglioni an ieri a S~ineln i kowo alt Aviazione: lim ite esplorazione ranica: <Jul iaj Polc - Ancl rcijcw ka (:;o km ovest di Stalino) - (; rischino - Alexandrowka (8o km est - nord-est di Pawlograd) - Lmowaja - Peretschepino alt Risultati ricognizioni oltre che a questo Comando saranno direttamente comunicati al Gruppo Eberth et 1<)8" divisione alt Caccia: ordin i di volta in volta alt Servizi: ordini a parte alt Generale M t·s..-e
;6g
Documenti
Documento n. 35·
ORDINE D'OPERAZIO ·r ~. 23 1 ~ ottobre 1941. Xl X. Ore 22,1 '5
Segreto! Dal Comando C.S.T.R. Al Comando DiviSione Pasubio Al Comando Divinone Tori!IO Al Comando Divisione Celere Al Comando Artiglieria C.S.l.R. Al Comando Genio C.S.I.R. Al Comando A~iaziont• C.S.I.R. All'Ufficio Servizi
fonogramma radio cifrato radio cifrato a mano a mano telescritto cifr. a mano
c, per conoscenza: Al Comando 1• ArmattJ Corn~zata Al Colonnello Chiu<i
tram ite ufficio di collegamento
N. 6772, Op. alt - Ordine operazione numero 2.3 alt Xcm1co in ripiega mento su tutta fronte alt Ordini per domani guauordici alt Divi~ione Pasubio rin(orzi clementi e~ploranti in modo che possano essere spinti pil1 avanti pos· sibile et solleciti apprestamenti per passaggio fiume intera divi~ione che de'e assolutamente av,·enire al più pre~to alt Pronte segnalazioni al riguardo alt Di,·isione Tor ino attesti at \Voh~chja et analogamente predi~ponga passaggi tìume segnalando a gucsro Comando ah Di~tacchi. se possibile giornata domani, elementi esploranti oltre fiume in direzione di Rhf. Tschaplin alt Divi sione Celere serri sotto propri elementi in modo da auestare appcna possibile at linea Zgl. \Vassiljewka - Hol. Janissol impadronendosi di sorpresa del ponte di Zgl. Wassilje" ka alt Gra,·ita:r.ione forze per ~inistra tenendo presente che inizialmente proprio fianco sinistro est scoperto et succes~ivamente asse prin cipale avanzata divisione sarà Zgl. Wassiljewka - Kostantinopoli - Golubowka alt Località Bol. ]anissol risulta sgombra nemico alt Insisto su necessitù massima attenzione campi minati sponda est Woltschja a lt Divisione Torino porti particolare attenzione su segnalazione fatta sramane questo Ufficio I per <juanto concerne abitato \VassiljkO\\ ka che risulta fortemente minato alt Generale Messe
570
IL operazioni delle unità 11ahane al fronte russo ( 1941 - 1943) Documento n. 36.
ORD INE D'OPERAZIONI N. 26
Segreto' Dal Comando C.S.I.R. Al Comando Divisione Fanteria lll. " Pasubio n Al Comando Dtvisione Fanteria at. " Torino > Al Comando Divisione Celere « P.A.D.A. H Al Comando Artiglieria C.S.l.R. Al Comando Genio C.S./.R. Al Comando Aviazione C.S.l.R. All'Ufficio Semzi C.S.f.R. e, per conoscenza : Al Comando In Armata Corazzata .11 Colonnello Chiusi
radio cifrato radio cifrato radio cifrato a mano a mano telescritto cifr. a mano
tram. uff. coli. germ . tram. uff. coli. germ.
N. 6932/ 0p. alt - Sedici ottobre ore 22 alt Ordine operazione n. 26 alt Situazione alt Diciassettesima armata a Nikolajewka - Alexandrowka - Katerinowka at nord- est Pawlograd alt Quarantano,·esimo Corpo con elementi avanzati linea Ssuchije laly grossi a Bogojawlcnskoje alt 'Jotizie nemico alt Un reggimento fanteria con artiglieria dietro fiume Ssuchije laly alt Resistenze Annowka Jelissawetowka g i:ì superate alt Ordini per domani <.liciassette alt Divisione Pasubio: attesti at Nikolajcwka et se possibile raggiunga ::-!owo Wessiolaja alt Distacchi raggruppamento di Corpo d 'Armata verso ~owo Pawlowka alt Guardi suo fianco sinistro per tutta profondità colonna alt Divisione Torino: inizi passaggio Gaitschur per dislocarsi fra Bogodar - Mogila Sadoroshnoja et Orestopoli alt In attesa proseguimento verso est riconosca passaggi Woltschja et Woronaja alt Divisione Celere: raggiunga linea Konstantina - Uspenowka et a,·vii forte distaccamento esplorante verso linea Hf. Haryschoff · Makssimilianowka esclusa alt (~enerale
Meu e
Documenti
57 1 Documento n. 37·
ORDINE TYOPERAZIONI K
38
Segreto! Dal Comando C.S.I.R. Al Comando Divisione Pasubio Al Comando Divisione Torino .11 Comando 3'' DiviSIOne Celere <.:, per conoscenza: Al Comando Artiglieria Al Comando Genio Al Comando A viaz1011e All'Ufficio St'J'vizi
radio ci fraro radio cifrato radio cifrato a mano a mano tram. uff. colleg.to a mano
ì". &>52 / 0p. alt - Quattordici novemhre ore 11 alt Ordine operazione numero trentotto alt Posizioni attualmente occupate devono essere mantenute tatticamemc migliorate et consolidate alt In prima schiera divisione Pasubio da :muale posizione estrema sinistra a Mogila Pawloskaja inclusa con costitu,o;ione fianco difensivo verso nord - nord-ovest alt Divisione Torino da Mogila Pawloskaja c~clusa a Kol. Dawido Orlowka incluso alt Linea contatto fra Pasubio e Torino due punti Mogila Pawloskaja impluvio Ralka Rassochowata alla Pasubio alt Lince contatto con unità germaniche immutate alt Ogni divi~ione riprenda proprie dipendenze propri elementi alt Assegnazione unità rinforzo come da ordine numero 80B questo Comando alt Gruppo 105 già assegnatO at Pasubio con radio 7615 est in marcia per raggiungere G.U. alt Divisione Celere in seconda schiera in zona stazione Hatmanka - Korssunj provveda at immediata rio rganizzazionc reggimento bersaglieri et compagnie motociclisti, per compiti che mi riservo di precisare alt Posti Comando divi)Ìoni due punti Pasubio (;orlowka - Torino Rykowo - Celere Korssunj alt Riordinamento di cui presente ordine est tassati\'O virgola habet carattere mas~ ima urgen za et non si deve perdere un minuto alt Generale Giovanelli est incaricato regolare et coordinare conseguenti movimenti dei reparti al t M i tenga informato alt Fino at ultimato riordinamento egli continueri1 tenere responsabilità due settori Pasubio et Celere alt Generale M~sse
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Le operaz10111 delle unittì italiane al fronte ruuo ( ' 94 ' - 1943) Documento n. 38.
COMA, DO DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA UFFICIO
0PER \ZIOXI
Segreto' ~. 83-B di prot.
P.M. ll8i R, lì 24 novembre 1941. XX
Oggetto: Ordine del giorno della t •' Armata corazzata . •11 Comando Divi.r10ne Ftr. at. "Pasubio » Al Comando Dit•isione Ftr. at. " Torino •· Al Comando 3" Dnuione Celere " P.A .D.A." e, per conoscenza: Al Comando Ar11gheria C.S./.R. Al Comando G('nlo C.S.!.R.
Loro Sedi Sono fiero di trasmettere il seguente ordine del giorno pervenuto ieri dal Comando 1a Armata corazzata col quale ancora una volta viene riconosciuto c altamente appreuato il contributo dd C.S.I.R. alle operazioni in corso: " Sebbene la battaglia ~ia ancora m corso, sento il bisogno di esprimere al le mie truppe i miei ringraziamenti e la mia piena riconoscenza, c precisamente al 111 Corpo per la coraggiosa puntata c la presa di Rostow, al XIV Corpo e al XLIX Corpo per la valorosa difesa contro i più forti attacchi nemici e per il ben eseguito, difficile ritiro del fronte, al Corpo di Spedizione Italiano pc.:r il camc.:raresco soccorso all'ala sinistra del XLIX Corpo. " In piena fiducia nell:! nostra superiori!;, f-iniremo la banaglia in,·crnale inizi:na. l ' On Kleùt " Il Generale di Corpo d'Armata Comandan te Giol'anni M esse
Documenti
573 D ocumento n. 39·
ORDINE D'OPERAZIONI
~-
41
Scgrt'fo. Dal Comando C.S.I.R. Al Comando Du•istone Pasubio Al Comando DiNstone Torino Al Comando J' Dic•i.Hone Celere Al Comando Arttg!teria C.S.l.R. Al Comando Cento C.S.I.R. Al Conumdo Avmzione C.S.l.R. All'Ufficio Servizi
c, per conosccm~a: Al Comando 1 7" Armata Germanica Al Comando 1" , /rmata Corazzata
a Y2 mot. a 'z mot. a '-> mot. a mano a mano tram. liff. Colleg. a mano
tram. Uff. Collcg.
N. 8)2o / Op. alt - Tre dicembre ore 19 alt Ordtnc o pt:razioni numero quarantuno alt Giorno '\ t 7" Armata attaccherà da fronte Karlowka • Kaganowitscha per portare propria ala destra a Bhf. Debalzc\\ o alt E' probabile che ~te~so giorno essa raggiunga zona Luganskoje - jekarerinowka et giorno x più uno azione prosegua ~u obiettivo Bhf. Debalzewo alt C.S.I.R. concorrerà ad attacco giorno x con azione di fuoco ed agganciamenw da parte divisione Pasubio (ordini a parte) et giorno x piLt uno come segue alt Divisione Torino attacchi con direzione Rykowo Mogila Chazepctowka et con obiettivo sta· zionc C haze petowka da cu i distaccherà fo rte elemento collegamen to con 17" Armata a Mogila Businow:aaja a lt 1\ ttuale schieramento sia sostituito d a due fianchi difensivi esterni da affidarsi a due battaglioni di ri~crva dislocati in partenza margini c~t et ovest Rykowo alt Divisione ha piena disponibilità tullc artiglierie schierate settore di,·i~ionale alt Auacco ~arà agevolato da azione un battaglione divisione Pasubio che dopo avere effettuato sorveglianza mobile tra linea contatto et R}kO\\O ~i di~locherà per le ore sedici in Ssofjewka ove resterà at dipendenze di' isione Torino alt Attacco pronto scattare da ore selle su mio ordine alt Divisione Pasubio sia in grado iniziare su mio ordine azione rastrellamento direzione che mi riservo indicare et agganci avver~ar io pronta ap profittare con decisione minima occasione favorevole per sfruttare nel suo settore r ipercussioni azioni la terali alt Divisione Celere intens ifich i esplorazione su tutta sua fronte et in particolare con squadrone Savoia da zona Hf. Baschkowskij cl con battaglione camicie nere da zona Kol. Da w ida Orlowka alt J\ via1.ione effettui protc;~:ione colonna attacco Torino et son·cgli et colpisca movimenti av\'ersari su settore Pa~ubio • Torino • Celere alt Richiedo massimo numero aerei in ,·olo alt Riserva precisare giorno x alt Assicurare citando protocollo ah Generale M esse
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Le operazioni delle unità 1taliane al fronte russo (1941 - 1943) Documento n. 40.
COMANDO DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIA~O
RUSSIA
UFFICIO 0PERAZ10Nl
Segreto. N. 8s67 f0p. di prot.
P.M. 88f R, lì 4 dicembre 1941. XX
Oggetto: Diretti\e per l"azione in corso. Al Comandante la Divisione Fanteria at. " Pasubio >> Al Comandantf! la Divisione Fanteria at. " Torino » Al Comandante la 3' Dit•tsione Celere << P .A .D .A." Loro Sedi 1. - Le pre~cnti direttive sono redatte a titolo puramente orientativo e di stretta collaborazione, allo scopo di tracciare un quadro sintetico dei tempi rn cu1 l'azione in corso potrebbe svilupparsi. 2. - Scopo dell'offensiva: eliminare le forze avver~ane che ci fronteggiano, avanzare lo ~chieramento della divisione Torino sulla linea « Z » (costone compreso fra Ralka Dolshil c Balka Sorrotschja) saldandolo a nord con lo schieramento della 17" Armata in zona Debalzcwo, ed a sud con quello attuale della ~· divisione Celere.
Tempi: Giorno 5: - attacco della 17' armata alle posizioni di Luganskoje Troizkoje; - concorso della divisione Pasubio con azione di fuoco c di agganciamento. Giorno 6: - prosecuzione offensi,·a 17• Armata su nodo ferro,·iario Debalzewo; - attacco divisione Torino su Bhf. Chazepetowka; - sorveglianza mobile un btg. divisione Pasubio che, alle ore 16, si dislocherà in Ssofjewka alle dipendenze della divisione Torino con compito fianco difensivo; - intensifìcazione esplorazione da parte della divisione Celere da Hf. Baschkowshij e da Kol. Dawida Orlowka. A sera del giorno 6 la situazione della divisione Torino si vedrebbe come segue: - un blocco di 3- 4 battaglioni e gruppi motorizzati divisionali in zona Chazepctowka; - un blocco di 2- 3 battaglioni con i gruppi a cavallo in zona . echotimowka; - gruppo 105 in auuale zona schiernmento; - un btg. 79" in zona Ssofjewka, fianco difensivo ovest - nord-ovest;
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-
un gruppo Savoia appiedato. margini est Rykowo, fianco difensivo est - sud-est. Giorno 7: L'azi011e si vedrebbe sviluppata come segue: - Divisione Torino, con azione interdipcndcntc e strettamente collegata dai due blocchi di battaglione esaminati, dovrebbe portarsi sulla linea « Z » nelle direzioni: a) blocco nord: cavallo ferrovia indi Swk. Ssawiolcwka - quota 277; b) blocco sud: Nechotimowka - Ssofjcwka Rojewka - Swk. Ssawiolcwka. - Divisione Pasubio: punterebbe sul villaggio di Carlo Marx cd, indi, alla ferrovia cd oltre in direzione csr Kalininsk per effettuare l'a?:ione di rastrellamento. - Dn·i.cione Celere: appena possibile prenderebbe collegamento con la di\ isione Torino sulla linea << Z » in zona Ploskij. Il presente quadro orientativo prescinde evidentemente dagli imprevisti del combattimento che possono variare le modalità dell'azione cd ai quali solo attraverso la d iretta sensazione del terreno, della situazione e del nemico far il ironte il Comandante di ùivisionc. Ripeto che la premessa dell'azione del C.S.I.R. sra naturalmente nella riuscita dell'offensi\·a da pane della 17" Armata. Il Generale di Corpo d'Armata Comandante Giovanni Messe
Documento n. 41.
ORDINE DEL COMANDO 1• ARMATA TEDESCA
Dal Comando l a Armata Corazzata Germanica Al Comando C.S.I.R. Panzerarmee la il 17 dicembre ore 17,55 trasmette il seguente telcscritto: «Ordine della Panzerarmec nr. 57· 1.
1) Compito della Panzerarmee ed incarichi dei Corpi rimangono gli stessi. Specialmente il Corpo Spedizione Italiano mantiene il compito di abbreviare il fronte portandolo ulteriormente \'Crso est e di prendere stretto contatto coll'ala sud del IV Corpo nella zona di Bhf. Debalze\\0. Le relative intenzioni devono essere comunicate.
2) Bisogna impedire a mezzo fuoco d'interdizione che il nemico faccia trincee vicinissime alla propria posizione. Il consumo di munizioni, specialmente da parte dell'artigl icria, dcv 'essere limitato.
576
Le operazioni delle unitcì ttahane al fronft" russo ( 1941- 194~)
3) Sposta menti: a) Il battaglione genio 666 ed il Comando del rcgg. fant. 318 c reparti ciclisti del regg. de,·ono essere messi in mama al IL Corpo verso Alexewo Orlowo non appena che la situazione stradale lo permcua e dopo l"accordo fra il IL ed il XIV Corpo. La messa in marcia dev'essere comunicata da parte del XIV Corpo. b) L'l compagnia Feldgendarmerie 68:; impiegata ancora presso il III Corpo dev'essere messa al più presto in marcia verso Mariupol, a disposizione dell'O.Qu. La Compagnia Feldgcndarmerie 682 passante alle dipendenze del IL Corpo dev'essere anche messa in marcia ivi, non appena la situazione stradale lo permetta. La messa in marcia dev'essere comunicata da parte del !Il Corpo. Lo spostamento del battaglione ciclisti di guardia 45 e la Feldgendarmerie 692 sarà ordinato a parte '' · Gen. vo11 Kll'i.<t
Documento n, 42.
COMANDO DEL CORPO DI SPEDIZTO.'IE ITALIAKO IK RUSSIA Ui'HCIO OPERAZIOJ\1
N. 9036/ 0p. di prot.
P.M. 88f R, lì 24 dicembre 19·P· XX
Oggetto: Orientamenti operativi.
Al Coma11do Divisione Fanteria al. « Pasubio >• Al Comando Divisione Fantaia tlf . « Torino » Il previsro attacco nemico contro la fronte Celere - 1 y8' Divisione germanica non esclude la possibilità che esso si estenda anche in corrispondenza dei settori Torino e Pasubio magari a semplice scopo di azione concomitante O\'\'ero per dare sicurezza e respiro al fianco esposto dell'azione principale. Le Di~ isioni Pasubio e Torino devono tenersi pronte a stroncare in primo rcmpo ogni eventuale tentativo in tal senso: poi, c su mio ordine, ad agire offensivamcnte verso est allo scopo di alleggerire la pressione contro la Celere. Durante lo sviluppo di tale a1.ione cd a garanzia della medesima, i battaglioni di primo scaglione oggi schierati sulla linea di resistenza debbono, in un primo rempo, rimanere in sito: così pure la massa delle artiglierie che tuttavia parteciperanno, con successive gradua li mod ifiche allo sch ieramento, alla preparazione ed all'appoggio dell'azione offensiva. Orientarsi pertanto: - :~Ila costituzione di due colonne d'attacco, una per divisione, della forza di tre battaglioni cd un gruppo di artiglieria assegnato; eventuale il con-
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corso di quattro carri '' L >> alla colonna '' Pasubio » c di una unità di carn germanici alla colonna '' Tori no »; - all'impiego di dette colonne rispettivamente in direzione: a) per la div. Pasubio: di Ilynkaja, scendendo lungo il contrafforte tra Balka Do1shik ed alto Bulawin; b) pn la div . Torino: di Ploskij ed O lichowatka manovrando a cavallo dell 'asse stradale Rykowo - T imofejewskij . 1l Generale d i Corpo d'Armata Comandante Giovanni Messe
Documento n. 43·
STRALCIO DAL DIARIO CAVALLERO ( r3 - 26 luglio
I 941)
13·7· 1 94 1 :
Ore 9·45. Telefono ali 'Ecc. Gal h iati . Argomenti: stiamo studiando formazione di un'altra unità per l'oriente. Naturalmente avrà le sue CC.NN. (1uesta volta dovrebhe essere il reggimento Galbiati (*) (come ha accennato il Duce). Ecc. Galbiati assicura che provvederà lui a motorizzarlo. Ore Il , 30. Ricevo il T. C. Fornara. Argomenti: -
C.A. per eventuale invio in oriente : Granatieri e Li vorno.
16.J.1941: Ore 19,1 5· Ricevo Ecc. Galbiati e Ecc. Roatta. Argomento: Battaglione CC.NN . per il secondo C.A. oriente (4- 3 armi pesanti). Mio criterio. Selezione accuratissima. Bisogna marciare con bandiere alte e spiegate.
17·7·1941: Ore 19,20. Telefono all'Ecc. Scuero. Ho convocato il Col. Girola (*'*) per sapere chiaramente quale è la situazione della produzione. Esercito può contare su 2.000 al mese. Riserva per arrivare ai 14.000 che occorrono nessuna. Volendo costitu ire il secondo C.A. per oriente abbiamo nulla. . .. A noi occorrono 2.ooo per il Messe n. 2 .. . Incremento riparazion i è d iffici le perché vi sono le ferie. Prego vedere se è il caso d i abolirle.
(•) Si tratt:JVa d i un " raggru ppamento di ba ttag lioni " di camicie nere, non di un reggimento, uni tà ch e non e>isreva nell a M. V .S.!'<.. Il raggru ppamento era cost iw ito da i baungl ioni VIII (di Varese), XVI (di Como) c XXIX (di Arona) . (••) Il Colonnello Enrico Guido Gi rola era il Capo del Servizio T ec nico Automobilistico.
37· - U.S.
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Le operazioni delle un1ttÌ 1tal1ane al fronte russo ( 1941- 1943)
Ore 19.25. Telefono all'Ecc. Favagrossa (•). Abbiamo dcno avere 2.000 automezzi per l'Esercito ma per fare fronte al fabbisogno della Libia la produzione è tutta assorbita per 3 mesi. Bisogna però fare un nuovo C.A. per l'oriente (4.000 auto). Qualche cosa possiamo avere dall"estero (4- soo) e dal Partito nonché dalla D.T.C.A.T. ('••) dando invece delle prolunghe (•·•). Ma ne occorrono sempre 3.000. Si può fare fronte con le riparazioni bloccando i primi 3.000 che saranno pronti in agosto. Scuero è d'accordo ma hisogna abolire le ferie di agosto. Quindi Col. Girola manderà l"elenco degli stabilimenti che non fanno ferie. Ore mezzi. 2
1 9,40.
Duce approva <]Uanto concordato col Col. G irola per auto-
3·7· 1 94 1 : Ore 9··15· Telefono all'Ecc. Roana. Il C.A. può andare con unità comuni motorizzando solo
servi7i e la
fanteria (•"' •).
Ore 9,50. Ricevo il T.C. Fornara. Argomenti: - Grandi Unità da inviare in Russia al seguito del C.A. motorizzato. Saranno comuni con servizi c artiglieria motorizzata. Ore J8.JO. Ricevo Ecc. Roana. Argomenti: - Autocarri. Produzione media su cui efferrivamentc si può fare conto ( 1.175)· Genito della Germania. Conclusione: le altre truppe destinate in oriente avranno eli motorizzato solo le artiglierie e i servizi. Ecc. Roana mi fa presente che le artiglierie motorizzate sono poche. Vi è in,·ece buona disponibilità di I0) / 28 c 149 13 ('""•·). 2 4·7· 1 94 1 :
Ore 9· Ricevo Ecc. Roatta. Argomenti: -
Divisioni per il secondo corpo di spedizione in Russia.
Ore '7·45· Telefono all'Ecc. Roana. Argomenti: - Per impiego Granatieri in oriente è opportuno a v\ isare il Principe di Piemonte (~).
(•) Il Generale di C.A. C.~rlo l'av:1gro"a era il Sotto"·grcwrio di Stato p<.·r le Fnhbricazion i d i G ucrra. (••) Si tr.ltl.l della .\lilizia pc:r 1.1 Difesa Contracrc.l Territoriale, form.1ta di \nlon· tari di cla"l anzi.1nc o gio,·anis,inll', alla quale era affidato imtuzionalmentc quel compito. (•••) frano così denominati crrr~ntl'mcntc 1 carri ba~a~ho m dotazione .11 reparti a cavallo. (..'') Nd tnto originale è "·ritto ''fanteria .. , ma ;i lr<ttt.l '"•identemcntc di una >Vl't<l. come il te>to cld colloquio subito 'ucce,;ivo (ore 9.50) confcru1.1. (•••••) Anche le batterie 'lrmatc cnn quc;tc bocche d.1 fuoco erano molorizzate. come wnc le anigli cric eli corpo d'armata. ("' ' ..) Era l' lspettore deii'Ann.l di Fanteria.
Documenti
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26.7.1941: Ore 9· Rice,·o il Gcn. \On Rintclcn. Argomenti:
-
Secondo C.A. per oriente. 11 Duce non ha ancora deciso. Ma noi già preparandolo, per ora su due divisioni, con una legione CC.NN. c armi speciali dell'Esercito. Calcolo che entro agosto sar;I pronto. Mancano gli automezzi quindi la fanteria sarà a piedi ma i servizi e le artiglierie saranno motori7.zate (Granatieri e Livorno). Manderemo presto gli automezzi che mancano per una delle divisioni già partite. ~tiarno
Documento n. 44·
IL DUCE DEL FASCISMO CAPO DEL GOVERNO 24 luglio 1941
St>greto.
ME\iORIA SULLA SITUAZIONE POLITICO- ~ULlTARE l.
Nel momento auuale estate del 1941 - !" Italia ha due fronti in atto c due fronti potenziali. Il primo fronte in ano ~ quello cirenaico. E' un (rome statico, nel quale non possiamo prendere l'iniziati\'a: a) perché Tobruck resiste; b) perché le nostre forze sono insufficienti: c) perché le forze nemiche sono in via di progressivo accrescimento. Solo una situazione politica nuova e precisamente una forte rettifica nell'atteggiamento della Turchia o altri impre,·edibili eventi possono permetterei di prendere !"iniziativa. Le forze che io considero indispensabili per la difensiva c !"eventuale offensiva sono: 2 divisioni motorizzate italiane, 6 divisioni normali, 2 divisioni tedesche; totale 10. Per essere tranquilli - relativamente occorre una massa di apparecchi italo- tedeschi non inferiore a 500. Non ritengo l'anuale comandante delle FF. Aeree all'altezza dei suoi compiti. 2.
Altro fronre in auo ~ quello orientale- russo. Daro quanto altri stati minori del nostro hanno fatto, bisogna preparare un secondo C.d.A. motorizzaro più o meno a seconda delle possibilità - oltre al Rrg. c;albiati. Non possiamo essere meno presenti della Slovacchia c bisogna sdebitarci verso l'Alleato.
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U operaztOI/1 del/e urlllà ttafta11e a/ frOIIIe russo (19-11 • 1943) Frollli pote11ziali
L'ambiguo o~ti l c atteggiamento della Francia già notato a Berlino impone di prendere le misure necessarie per fronteggiare ogni eventualità. Il fronte francese ha tre settori: alpino, corso, tunisino. Considero necessarie per il fronte alpino : r divisione corazzara, 1 motorizzata, 4 d i alpinj, 4 di fanteria no rmale. Per la Corsica ~ divisioni normali. Per la T unisia ~ divisioni normali e r motorizzata.
3· La fluidità de lla situazione croara impone b massima vigilan7.a . Per essere pro nti a tutte le esigen ze sul settore che va g rosso modo - d a lla Sava a Cattaro, occorrono non meno di 10 div isioni de lle quali almeno 2 corazzate e 2 motorizzate.
4· Un ultimo fronte potenziale può essere C] Uello del le nostre isole metropolita ne; occor ro no 4 div isioni per la Sicilia c 3 pc.:r la Sardegna. Tenuto conto de lle divisioni che presidiano l'Albania e la Grecia, risulta che non vi è nella valle del Po nessuna massa di manovra disponibile. Reputo nece~saria la costituzione di tale massa di almeno 20 divisioni. Nella primavera del '.p l'esercito deve avere non meno di 8o divisioni.
M usso/in i
D ocumento n. 45·
STRALCIO D AL D IAR IO CAVALLE RO ( 1 -
31 agosto)
L8.•9-P:
Ore 9,45· T elefono all'Ecc. Galbiati. Argomento : - P reparat ivi d ella Milizia per il n uovo C.A . per oriente. Ecc. Roana comun ica che le CC.NN. sarebbero comprese ne lla L ivorno che ì.: in approntamento. Ecc. Galbiati dice che c'è anche quella dei Gra natier i ( 4 ) . A mia \'Oita dico che dobbiamo prendere una legione, la migliore. tenendo presente che non sarà motorizzata. Passerà al C.A ..
(') Nella Divi;ionl' l.i\'orno era comprr'a Ll l<J5" Lct:ionc CC.ì"\N. l'orm.tra dal LXXI (di Faenza) c dall'LXXXI (di R,ncnna). L.t Divi"onc Gran.Hiai di Sardcgn.t comprcndc,·a la ;s• Lcg10nc Alpin•• Friul.ma, di (;emnn.l, cosrirun.• dai h.maglioni 1.\'. th Gt·rnona, e LXXX. th P.1rrna. e ci.11Ll tlh" compagm.1 nutr3glieri. th Forlì. h.Hl.L~Iionc
Documenti Ore y,5o. Telefono al gen. Ros~i dello S.M .. Argomento: - CC.NN. per nuovo C.A. oriente. Non sono del parere di lasciare allr due divisioni le loro legioni, ben~ì di fare come si è fatto per il primo C.A. imiato, cioè u na sola legione e passarla al C.A .. Galbiati concorda e propone solo la Li\·orno, ben selezionata ed ordinata. Oppure si può fare un gruppo di legioni al C.A .. Ort· 9 ·55· Telefono all'Ecc. Galbiati informandolo che mandare una legione c non l 'altra si provoca malcontento e che le legioni sono molto attaccate alle loro divisioni. A mia volta ho deno che queste legioni divisionali sono armate come truppa d'assalw e quindi in misura non adeguata per una guerra del genere. Inoltre il C.A. non ha elementi di manovra. Quindi propongo un gruppo di legioni ben nrmato e bene e<Jui paggiato. Accordi diretti tra c;albiati e Rossi. Ore J8,]o. Ricevo il gen. von Rintelen. Argomenti: Situazione in Russia. Progressi notevoli a ~ud. Odessa sta per essere presa (•). - Secondo C.A. per b Russia. Occorrer:t tutto il mese di agosto per completarlo.
3·8· ' 941: Ore 1g.JO. Telefono al gen. Rossi de llo S.M .. Argomenti:
- Gen. Rossi mi parla poi del 2 C.A. per orienre. Affermo il princtptO che a prescindere dalla considerazione che il C.A. parta o non, deve avere la massa d i manovra e d ico di prendere contatti con Ecc. Galbiati per le CC.NN..
:;.8.1 941: Ore 11 .1 )· Ricevo l'Ecc. Galbiati. Argomenti: Progeno circa legioni CC. NN. per il secondo C.A. per l'oriente. E' del parere di farne un raggruppamento. Telefono al Gen . Rossi dello S.M. affìnch~ prenda con Ecc. Galbiati accordi diretti.
12.8.1c,l41: Ore CJ.JO. Ri cevo Ecc. Scuero. Divisione " Li,orno ha runi gli automezzi. - Divisioni " Piave ,, c " Linorio " sono quasi pronte. Truppe marciano a piedi con cartucce, viveri di riserva e coperta a tracolla.
(" ) Odt>\'-'1 acca chi ,tl,t ti 7 - 8 a~o-tr• cb cliciou n d l\ j,ioni tra lcclnchc conqut, l.ll,t il 1; ottohrt ' 'J·I'.
inla.om~nlt
t
romc:nc tu
- Stato Maggiore per il nuovo comando in Russ ia. Comandante. Bisogna parlarne alla Maestù del Re fmpcratore. Parlarne soltanto in via uffictostss•ma al gen. Sartoris (•). •3·8. 1941: Ore 1 1,1 5· Ricevo l'Ecc. Clerici (n) e il gen. Fassi (•"•) . .\rgomemi: - Comandante per !"Alto Comando che ~i costituirà in Russia all'arrim del secondo C.A .. 14.8.!941: Ore 12 ,-15· Rice-.o e conferisco col gen. Marras. Argomenti: - Appro ntamento nuovo C.A. per oriente c sua costituzione con particolare riguardo alle CC.NN .. -
Possibilità di marcia a piedi delle fantene alleggerite dello za1no.
Ore 12,50. Telefono a Ecc. Scuero. Argomento : - Indumenti invernali anche per il secondo C.A. per la Russia. ~1.8. 1 941:
Ore 20,10. Colloquio con Ecc. Roana. Argomenti : -
Secondo corpo per la Ru s~i a.
- Andamento operazioni in Russia; fronte invernale. Progetti di arrivo a l Caucaso.
(*) il G~rwra l c d i D iv i,iont: France,ro S.trtoris e r.t add.:uo a li '1-pl'llora to dd l' ArmJ di F:rmeria. (••) Il Generale di Corpo d' .\rmata (ri,erva) .\mbw~io Clerici. Sena tore dd Re::no. gi.ì Sonose):rct.trio di Stato per la Gucrr.t, era >lato rtchiamato a prc,tar c ..er\1/1<1 come membro dell.r Commissiom· Internazionale per i pngroni<·n di gu<·rr.t. (•••) Il (;t•m·r.rk d i Hri,~.:a ra Car lo F.l\\1 ('fJ a di;pmit.ionr· dd Comand o Supremo.
Documenti Documento n. 46.
LETTERA DEL MARESCIALLO KEITEL consegnata il 2 agosto 1941 al Generale Cavallero Ecc elle n za,
è g iusto che io Vi fornisca di nuovo un quadro sintetico della situazione ~ccondo
il mio attuale giudizio. N'onostante la tenace resistenza ed i numerosi contrauacchi del nemico le operazioni ad est si svolgono in conformità del piano prestahilito. Per quanto concerne il Gruppo d'Armate del Sud, fondate ragioni ci permettono di prevedere l'annientamento di importanti forze avversarie già sulla riva de~tra del Dnieper. faremo il possibile affinché il Corpo di Spedizione Italiano, che si sta ora trasportando verso l'Ungheria c sta già avanzando, possa ancora partecipare a queste operazioni. Sarà nostra cura che il Corpo Italiano venga im piegato compatto. Non è però escluso che si possano presentare situazioni nelle quali sarebbe contrario al senso della responsabilità rinunciare all'impiego di una o due di,·isioni già disponibili per il solo fano che le due altre divisioni, o la terza, non si trovassero ancora sul posto. Analogamente, a suo tempo, il Corpo Germanico in Africa' lancib immediatamente in combattimento pcrfì no piccoli reparti, dopo il loro sbarco. Il Fiihrer ha preso atto della magnanima offerta del Duce di concedere, in caso di necessità, un secondo Corpo italiano per il fronte Est, c ringrazia. li Gruppo d'Armate del Centro ha frantumato, colle sue formazioni celeri, importanti forze avversarie nella zona a nord- ovest d i Smolensk frazionandole in piccoli gruppi: ha pure respinto in sanguinosi combattimenti concomitanti attacchi diversi,·i dei Rossi ad Est c Sud -est. La vittoriosa conclusione della battaglia al centro del fronte orientale fornirà la base per le future operazioni. Dopo il vittorioso sfondamento che portò le sue formazioni celeri oltre la Luga, il Gruppo d'Armate del Nord attende l'arrivo delle divisioni di fanteria che permetteranno di completare con attacchi l'accerchiamento di Leningrado. Gli inglesi hanno finora trascurato di profìttare dell'inchiodamento del grosso dell'esercito germanico e dell'aeronautica germanica sul fronte orientale. 'eppure in avvenire essi oseranno tentati,·i di sbarco nei territori occidentali occupati; né credo che essi riusciranno a stabilirsi saldamente nella Penisola Iberica. E' tuttavia certo che gli inglesi hanno riconosciuto qual maggior pericolo minaccerà, al termine della campagna ad Est, le loro posizioni nel Medio Oriente. Se opereranno rettamente (come dobbiamo presupporre) essi saranno portati a ritentare, nei prossimi mesi, l'attacco contro la Cirenaica nel duplice intento di impossessarsi dell'Africa Settentrionale Italiana c di influire, conse· guentcmente, sul contegno dei francesi nell'Africa Nord Occidentale. E' perciò particolarmente confortante che il grande convoglio britannico che trasportava recentemente rinforzi ,·erso Oriente, seguendo il Canale di Sicilia, sia ~tato così efficacemente colpito dagli attacchi italiani. Anche per
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Le opera::.iol/1 delle U/1/tcl italiane al fronte msso (194' - '943)
l'audace c vittoriosa azione contro Malta debbo esprimerVi, Eccellenza, le mie congratulazioni. 1\'on l: tem pestivo stabilire, p ri ma che la campagna di R ussia sia conclusa. il comune piano di guerra delle potenze dell'Asse contro le posizioni inglesi del \.fediterraneo. Per q uanto concerne l'Africa Settentrionale, ecco il mio concetto:
1) I nostri sforzi devono essere diretti alla presa di Tobruk cd al conseguente annienta mento del le locali forze inglesi allo scopo di l ibera re c poter q ui nd i uti lizzare alla frontiera egiziana le unità allualmcnre impegnare nell'accerchiamento.
2) Il conseguimento di ta le obiettivo è però ostacolato dalle enormi diffi. colt21 dei rifornimenti per via d i mare. La perdita di artiglieria pesante e di altre unità destinate all'attacco contro Tobruk, in seguito al recente affondamento, è perciò particolarmente deplorevole perché non è prontamente r ipa· rab ilc. ~) Qualora gli inglesi dovessero attaccare con forze prepondcranti prima della presa di Tobruk, sarà necessar io, in caso em·emo, riti rare verso Ovest le forze dei fronti Soll u m e di T obruk: procedimento prcferibile in ogni caso ad una sconfitta alla frontiera egiziana.
4) li riconoscimento di tale eventualità e~ige che si facci:.~ il possibile per al meno approntare posiz ioni arretrate, decorrenti approssimativamente da Ain el Gazala in direzione Sud · Ovest. protette sui fianchi, dalla zona di El Mechili, mediante azioni offemive condotte da formazioni mobili. Tanto meglio se ta li posizioni non sarann o utilizzate.
s) Passando da tali concetti alla preparazione del successivo sbalzo contro il canale di Sucz, è stata p reveduta la partecipazione di un comando di gru ppi corazzati a lle dipendenze del gene rale Rommel che. a sua volta, è solloposto al Vostro comandante, generale Bastico. Come apprendo dal Generale von Rintelen Voi siete d'accordo che il fronte d i Tobru k rimanga, in un primo tempo, a lla d ipendenza del generale Rommel. Considerata l'intima connessione del tronco di Sollum con quello di T obruk, ritengo sia questa la soluzione migliore. Se particola ri morivi dovessero però ri chiedere pitl ta rd i che il fro nte d i Tobr u k passasse alla immediata dipendenza del Comando Superiore Italiano. il gruppo corazzato Rommel doHebbe poter almeno disporre, oltre che del Corpo di Spedizione africano come riserva mobile, anche di u n Cor po italiano (fronte d i Sollum): possibilmente anche di ulteriori formazioni celeri italiane. 6) La sicurez7~1 cd il miglioramento dei trasporti marittimi ccnsen·ano la loro decisiva importanza. A wle oggeno occorre tenere presente che noi continueremo a (are asseg namento pr incipal mente sui porti ital ian i di l'ripoli e Bengasi. 1\ion appena le o perazioni in oriente saranno giunte ad una conclusione provvisoria apprezzerò straordina riamente un incontro con Voi per fissare il piano delle ulteriori operazioni. Tale piano non verrà allora dettato dalla volontà di riposare sugli allori, bensì da q uella eli uti lizzare l'i nclusione della Russia come base d i operazioni in grande stile anche nel Medio Oriente, atte a migliorare decisamente la situazione ~trategica dell'Italia.
Documenti Con particolare riconoscenza ho accolto la deci~ionc del Duce di inserire nella compagine del Comando Italiano i. comandi dei collegamenti germanici per giungere ad una pill streua collaborazione a Roma. Vi prego valcrvi anche in avvenire del generale di divisione von Rintclcn per l'ordinario scambio di vedute tra Voi cd il 'Comando Supremo delle Forze Armate da mc dipendenti. Il Vostro desiderio nuovamente trasmessomi dal generale von Rimelen di concedere a fabbriche italiane la co~truzionc del carro III o IV, è attualmente m esame: esso verrà, per quanto possibile. soddisfatto. Con saluto di camerata rimango Vostro devoto Keitel
Documento n. 47·
COMA 'DO SUPREMO 25 agosto 1941 (mattino) VERBALE DEL COLLOQUIO TRA IL GENERALE CAVALLERO E() IL MARESCIALLO KETTEL
.\laresciallo Knrel. Tiene anzitutto a spiegare che la difficile situa;.ione logistica nella quale
è venuto a trovarsi il Corpo di Spedizione Italiano in Russia è stata una conseguenza del rapido sFostamcnto in avanti della fronte di bauaglia. Ora, però, la crisi (: su pc rata. Parla, poi, della situazione degli autocarri che giudica grave in considerazione della immensità della fronte russa. e delle distruzioni operate dall'avversario in ritirata sulle vie di comunicazioni rotabili c ferro\·iarie. Molte mite solo gli ::Jeroplani hanno potuto consentire di superare le crisi dei rifornimenti. La dclìciem:a, poi, rigu::~rci::J non soltanto gli ::Jutocarri, ma anche le gomme che non è possibile fornire in numero sufficiente ::1 tutti gli autocarri prodotti. La situazione della gomm::J si è altresì aggravata dopo la guerra con la Russia che ha preclusa la via di rifornimento dall'Estremo Oriente anra\crso la Russia stessa ed obbliga a ricorrere alla via marittima assai lunga c pericolosa. Già due delle tre navi cariche di gomme che \'eni\·ano dall'btrcmo Oriente sono state silurate (2.400 tonn. su 3.6oo circa). Un po· di gomma (: stata catturata a Nicolajew. ma ~i tratta di poca cos::J. E' pure formidabile il consumo di carburanti. Per difetto di vagoni- cisterna è venuto a soffrire anche il rifornimento di carburanti al l'Ttalia.
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Le operaziont delle unità ttaltane al fronte russo (1941-19-1])
- - -
In merito all'invio di un secondo corpo d'armata italiano alla fronte russa, ringrazia sinceramente da pane tedesca. E' però da tener presente che il ccmando tedesco non potrebbe dare alcun aiuto in fano di automezzi. Ve n'è già tanta penuria che il Maresciallo Brauchitsch ha chiesto e il Fuhrer ha concesso, sia pure a malincuore, di avviare senz'altro al fronte la produzione automezzi di luglio. ~é sarebbe prudente utilizzare per questo secondo corpo italiano automezzi destinati alla Libia. Di più ci si avvia verso !"inverno che può essere sopportato dagli italiani molto meno facilmente di quanto possono sopportare i tedeschi il caldo in Libia. Abbiamo stabilito di impiegare nel sud il corpo italiano appunto perché il clima è più favorevole. In conclusione sarebbe molto gradito che il comando italiano, prima di decidere l'invio di un secondo corpo d'armata in Russia, valutasse questo aspetto del problema (automezzi). ~i
Eccellenza Cat•allero.
E" chiarissimo. Noi non siamo in condizioni di dare al nostro secondo corpo d'armata tanti automezzi (4.6oo) quanti ne abbiamo dati al primo. Questo secondo corpo d'armata è di costituzione normale e ha motorizzati solo i servizi. Riferirò pertanto al Duce in argomento. Ad ogni modo informo che il secondo corpo d'armata, se dove~se essere imiato, sarebbe pronto a partire fin dai primi di seucmbrc.
Documento n. 48.
STRA LCIO DAL DIARIO CAVALLERO (5 settembre-~ ~ ottobre 1941)
5·9· 194 1 : Ore 9·'5· Telefono all'Ecc. Scuero. Argomenti: uove truppe per la Russia e loro compiti. Inopportunità di inviare la divisione Granatieri in vista di tali compiti. - l ndumenci invernali. 1!.9.1941:
Ore 19,30· Ricevo il gen. von Rintclen. Argomenti:
- Secondo corpo d'armata per la Russia. Difficoltà per gli automezzi c attuale impiego delle G.U. che ,.i erano predestinate per la difesa della penisola.
Documt"nti 22.10.1 941:
Ore 10,25. Mi reco a conferire con rEcc. C iano . Argomenti vari tra cui G .U. per la Russia. Ore
11.
Convoco il T. Colonnello Fornara (capo ufficio ordinamento).
Argomenti: Nuove unit;l per la Cermania per la primavera. Era stato fatto progerto per un massimo di 12 a condizione che vi fosse situaz ione tranquilla su tutte le altre fronti. Occorrerebbcro 7.000 automeni per il potcnziamemo dcl resercito di cui 3·000 da requisizione, 1.100 dai tedeschi, 6oo ricuperati dalle altre forze armate, 6oo ricuperati dalla produzione Libia (perché leggeri). Fino a pri mavera la produz ione (: ipotecata per la Libia. Quindi non è possi bi le dare g li automezzi alle unità per la Ru~si a. Mancano anche le armi anticarro, le mitragliatrici ed i fucili mitragliatori. Si 'potrebbero dare al massimo, in relazione alla situazione, 6 divisioni riducendo le truppe alla frontiera occidentale c della riserva centrale (supposto che \·i sia una situazione tranq uilla). Da tener presente che la Balcania d:1 ancora preoccupazioni e quindi impegna 4 divisioni.
Ore 11 .JO. Mi reco a c<..nferire col Duce. Argomenti vari tra cui G.U. per la Russia.
Ore 12 •.JO. Convoco il Gen. Candin, capo reparto ed il T. Col. Fornara, capo ufficio ordinamento. Argomenti: Conclusioni ci rca la possihil itZì di dare 6 divisioni per la Russia.
2-j.10.1941:
Ore 9·4 5· R icevo l'Ecc. Scucro. Argomenti:
G.LJ. per la Russia. Loro costituzione (motorizzazionc parziale dei sen·i7i).
3 1.1 0 . 1941:
Ore 17. Ri cevo rEcc. Roatta. Argomenti: - Invio truppe in Russia. Previsione di 6 di\·isioni più 2 comandi di CA. ed un comando di armata per primavera (automezzi a cura della German ia). Impiego dell'Ecc. Gariboldi (").
(') Il Gcner;llc dt\lgn.tto d',\ rnut.t h.olu G.lrihoi•Ji cr.o ,t.no rc~cntcmcntc <,mt ituito nelle <;onche di (~o\·crn.nort· Cencralc tldl.o Lohia e di CmlJndante;: Surxrinrc ddlc For7c .\rm.ott· on \frica Scut·nrnnnale c '' Irto\ a,,, a di'P'""ìnnr.
s88
Le operazioni delle unrrà italnme a/fronte I'UJ.CO (1941-/()43) - -- D ocume nto n. 49·
COMANDO SUPREMO
I Repano Ufficio Ordinamento e Addestramento 23 ottobre 1941 APPU'lTO CIRCA L'H\VIQ DI NUOVE U ITÀ PER LA l'IUMAVEHA
RGSSI \
1942
A,·endo il Duce espresso l orientamento ad inviare nuove unità sul fronte russo per la primavera 1942, il Capo d i S.M. Ge nerale ha esaminato b questione c, a rapporto del 22 ottobre. ha espresso al Duce le seguenti considerazioni c proposte: l'in\'io di uni d (; subordinaro: al completamento del programma di potenziamento dell'Esercito previsto per la primavera 1942; ad una situazione di tranquillit:\ sia nei Balcani, sia alla frontiera occidentale; ammessa quest'ultima ipotesi noi potremmo rendere disponibili 6 divisioni al massimo, sottraendole alle unid della frontiera occidenrale ed a tjuelle della riserva centrale; queste unità potrebbero essere fornite con organici al completo di uomini e mezzi. Esse però: non riceverebbero l'aliquora aggiu ntiva di armi contro carri e contraerei formte alle unità già in\'Ìate sul fronte russo; non riceverebbero automezzi per il loro autotrasporto; a tali autome7.7.i dovrebbero provvedere le autorit21 german iche.
Documento n. 50.
RIASSUl\'TO LETTERA DEL f-OHRF.R AL DUCE in data 30 dicembre 1941
Frol/le ruuo in genere. Hitler dice che m 6 mesi disponibi li, ~ sono stati di cattivo tempo e questo ha impedito le operazioni. 8- 10 giorni di più di bel tempo avrebbero assicurato risultati più progrediti. I n questi ultimi tempi 38·· rendendo impossibile impiego dei mezzi c prosela temperatura (; scesa a guimento delle opcra1.ioni. Di q ui la decisione d i scegliere una li nea più eco-
Docunu:nti
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nornica e meno lont::tna dai rifornimenti, in modo da prepararsi per la ripresa in primavera. l mezzi affluiscono al fronte in misura sufficiente per i bisogni invernali.
Fronte russo Xord. Hidcr dice che a qualunque costo impedirà ai russi di riprendere il collegamento con Lcningrado e che qui i russi avranno ceno una sconfitta sanguinosa. Fronte ru.rso Centro. Hitler dice che vengono prese le posizioni invernali con i criteri detti sopra.
Fronte rus.so Sud. Il Fiihrer dice che con l'arretramento alla linea del M iu~ il fronte è sistemato ed i tentativi russi sono stati stroncati da vigorosi con trattacchi degl i italiani di cui fa e logio. Ripresa di primavera. A questo riguardo Hitler dice che ringrazia dei C.A. italiani (6 dit•isioni) che costituiranno un 'armata al cui comando saranno sottoposte anche forze germaniche. Soggiungc che siccome egli vuole riprendere l'azione non appena \i offra la buona stagione sar,ì bene che le nuove unitcì affluiscano durante l'inverno (in un punto della lcnera accenna anche che le forze tedesc he 1n Finlandia sono normalmente sottoposte al comando finlandese). A questo riguardo dice di aver dato ordine perché Sinferopol sia presa ad ogni costo in modo che la Crimea costituisca un solido pilastro del fronte sud.
Documento n. 5 r.
STRA LCIO DA L DlARIO CAVALLERO (2 dicembre 19..p - 30 gennaio 1942)
2.!2. 1941:
Ore 19,15. Ricevo il Ten. Col. Fornara. Argomento: Grandi unità per la Russia e unità a rinforzo del Montenegro. 2. !.19-12:
Ore 17, 50. Ricevo l'Ecc. Roana. Argomenti: - Studlio dci trasporti che ci dovrebbero assicurare i tedeschi per le nuove truppe per lo CSIR. Tecessità di vedere d funzionamento dei serVIZI
di un primo C.A. pnma di ma ndame un secondo ed un terzo.
3·1. 194 2 : Ore 17,]0. Ricevo l'Ecc. Roaua ed gomenti:
Generali Rossi, Gandin c Fassi. Ar-
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Le operazioni del/t' unità italtane al fronte russo (1941- 1943)
- Orientar~i alla costituzione del C.A. e della Armata per lo CSIR. A proposito Ecc. Roana prospetta gravi difficoltà per i mezzi di collegamento.
!6. l. 1<}42 ; Ore '3·35· Conferisco con il Gen. von Rintelen. Argomenti: Nece~sità di finirt• i traJporti dei complementi per lo CSIR prima di im,iare altre truppe. Affermo che si fa più presro a mettere a posto lo CSI R che non ad in,·iare nuove unità. Fisso come data presumibile il 1" aprile. Chicdo però guando potremo avere i treni. Dopo questa spedizione penseremo al C.A. Alpino ma per questo bisogna esaminare assieme il problema Jella Balcania c la sicurezza delle nostre frontiere. Quello della Ralcania è un grosso problema e noi non abbiamo le forze necessarie per affrontarlo. lnoltre abbiamo una situazione preoccupante nel settore armi e munizioni. Affermo che ho la sensazione che si sta preparando una grossa rivoluzione in primavera c se si do,esse fare una vera campagna i consumi aumenterebbero molto. Bisogna che ,·ediamo bene il problema c che stabiliamo un piano. Questo è il pensiero del D uce. Per ora nulla si può fnre perché c'è la neve. Bisogna aspettare il successo che sta facendo ora la nostra divisione ma si può prevedere che non farà molto.
19.!.1942:
Ore 9.20. Ricevo l'Ecc. Roatta ( · ). Argomenti: - G.U. per lo CSJR e mia segnalazione ai tedeschi della impossibi/it,ì d1 111/Zitlre invu pnma del 1 ° aprile.
21.1.1942;
Ort' 18,30. Ricevo l'Ecc. Ambrosio (*"). Argomenti: - Impiego di G.U. per la Russia () divisioni). Nostra segnalazione alla Germania dell'impo.<nbilitù d1 dotarle di automezzi.
2j.Ll942;
Ore 9·]0. Ricevo l'Ecc. Scuero. Argomenti: -
Designazione del comanJante del Gruppo di Armata per la Rus) ia.
Ore 10,20. Rice,·o il (;cn. ,·on Rintelen. Argomenti:
( ' ) Il (;ener;lk .\lario RoJtta ces'a' J m qud j:inrno dalla C,lr ica di Capo di StJtu Maggiore ddi'E'>t'rcllo. per J\\Uillt're il Comando della 2" Armata, <ombianòo gli incarichi con il Generale Arnbro,io. (••) Il GencrJic de,ign,,to d'Arm.ll:l Viunrio 1\mhrmin cr.1 il Capo di Stato Maggiore ddl'f,amo d,,) 19 gennaio I ~.H2·
Documenti
59 1
Automezzi. Non ne abbiamo. Le unità che andranno in Russia saranno senza automezzi. Von Rintelen obietta che anche loro ne hanno pochi. Faccio prescnre che loro hanno i meni per i rifornimenti, mentre a noi mancano.
Ore 11,20. Riprendo il colloquio col Gen. 1•on Rintelen. Questo cluede not/;;;/e sull'approntamento delle du•fJIOIIÌ pt'1· la Russia. Rispondo che abbiamo ~ divisioni pronte e facciamo anche il comando di C.A .. Per marzo, se sono andati tutti i complementi, potranno a([)uirc le divisioni. Dopo di questi potranno andare gli alpini. Ma ripeto che non avranno automezzi. Ore 18.25. Ricevo l'Ecc. Ambrosio. Argomento: - Situazione divisioni a lpine. Aliquota di divisioni alpine per la Russia. Ecc. afferma di non avere mai avute direuive al riguardo. Conclusioni: le divisioni per la Russia sarebbero -~ di fanteria c 3 alpini. Informo che prima bisogna completare lo CSIR e occorrono 72 treni. Pertanto solo dopo il 15 marzo inizierà affluenza divisioni. Ogni divisione richiede 20 giorni. Quindi .~ mesi per portare le divisioni, più il comando di C.A.. Solo a metà giugno si potrà parlare degli alpini e intanto si delineerà la situazione. Il Duce ci tiene molto ma se la situazione non lo consigliasse faremo a meno di spedire le divisioni alpine. Informo che ho ordinato predisporre anche il comando C.A. c che ho insistito con von Rintelen nel precisare che non abbiamo assolutamente automezzi e se non possono darceli dovremo sospendere l'invio di truppe. Ecc. Ambrosia informa che le divisioni celeri 1• e 3" oggi sono incomplete (*). Le autotrasporrabili sono la Torino e Pasubio. Altre 3 (Piacenza, Veneto e Mantova) (*•) sono previste ma mancano g li automezzi. Successi\'ameme informo che bisognerà costituire il comando C.A. Alpino c anche il comando di Armata. A proposito di questo accenno anche alla figura del comandante c alle idee del Duce circa S.A.R. il Principe di Pie· monte..... . - Problema Gariboldi. Ha gi~ comandato un gruppo di armate. Albania è troppo piccola per lui ma porrebbe prendere una Armata .
.30- 1.1 942 :
Ore r8.1 )· Rice\'O l'Ecc. Ambrosia. Argomenti:
(..) Lo 't~lo d'incompk1cua delle divi,ioni celeri , al quale >i riftriva il Capo di StJto .\!Jggiorc dell'hercito, derivava da ,·arie catl\e organiche: la ,. e la .z• Divisione Cdere .wnano dovuto cc<kn: reparti Jlla 3" quJndo questa cr.1 in panen7a per il fronlt' rusw: la 2" era in pacn.• traofurm<azaonc in din,aonc cor.tzz.lt.l, la 3•. che cl.a un seme--tre opcr.ava al !rome ru"o· cr.a iawompleta non ;obmente per le numer"'c perdite sofferte in uomini. c.l\alli c mezzi v.~ri, ma st<l\',1 anche per trasfnrma"i in divisione motori,o;zara, t";1mhianuo i due reggimenti di ca valkria montati con uno di bcr..aglicri motorizzato c motorizzando quello che gi.'a .1\na e smlitul·nuo il reggimento di aniglit·ria a cavallo con uno mmoriz7.1ln. a~qui,tandn un ban.tglaonc morrai cd una ter/a compagnia c;mnnni da 4it32 controc.arro. ( ...} Erano grandi unu:'t in corso d a cmtnuzionc l'. perranro. non pron1.1mcnll impi<'gabili.
592
Le operazioni delle unità ira/rane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Armi anticarro e da 20 delle nuove G.U. per lo CSIR. Conseguenti fatte ai tedeschi unitamente a quelle degli autocarri per il servizio generale (*). Incarico avuto dal Duce per interpellare al ta personalità per assunzione del comando del CSI R c necessità che la situazione su quel fronte sia bene delineata. Dipendenza diretta dall'O.K.A .. richic~te
Documento n. 52.
COMA NDO SUPREMO l Reparto Ufficio Ordinamento c Addestramento
2H gennaio 1942 SINTESI DEL COLLOQuiO fRA IL CAPO D I S. E 1L C.I\PO DI
M. GENERALE
s. M. DELL'EsERCITO
:-fEL POMERIGGIO DEL
27 GE.SN.\10 1942 - XX
Ecc. Cavallero. L'invio delle tre di\'. di ftr. in Russia non potra tntZlarsi prima del I) marzo. Ho insistito presso i tedeschi affinché per tale data sia completato l'invio di complementi c rifornimenti al C.S.I.R .. Poiché l' in vio di una divisione impegna circa una ventina di g iorni, il trasporto delle ~ divisioni non potrà essere ultimato che a metà giugno. Solo per quclrepoca si potrà iniziare l'invio degli alpini. Av remo quindi il tempo necessario per deter minare in rapporto all'evolversi della situazione se l'invio delle unità a lpine sarà necessario.
Conclusione: predisponiamo un Comando di C.A. e ~ df. che certamenrc andranno. Predisponiamo anche le tre div. ::~ ] pine con 13 visione suaccennata.
Ecc. Ambrosio. Espone la situazione delle unità dell'Esercito.
D. alpir](•: per la primaver:J non saranno del Lutto complete ma impie gabili.
D. ce/en: la 2 ' si sta trasformando in corazzata, t" e 3" sono incomplete, la 3" sarà divisione bersaglieri. (") l.'c>crciw tcde-.co .olkn all'a"egnJziune cio .ormi controcarro poio potenti dci C<~n· noni d,1 47/32, wmcgnando nell'estate t().j2 l":mn .lln<·nto d i nove batteri<· d i sei pcz7.i da 7'5/~9 • mod. '17 · 38, d,·,Linalc ci:l\cun.o .1d una d ivisione. tr~nnc che p<·r la Divi\lonL « Viccni'~t \).
Documenti
593
D. autotrasportabilt: «Torino " e • Pasubio " allo C.S.I.R .. " Piacenza "• " Veneto», ''Mantova " incomplete. D. corazzate: 4• " Ariete ''· " Centauro "• " Littorio "· " 2' Celere l> . " Ariete >> (gen. De Stdanis) (•) ha preso i carri della Liuorio e sta completandosi. '' Littorio » (gcn. Bitossi) (**) con 12" bersaglieri, 1 btg. carri c con r btr. controcarri e con equipaggi senza carri sta rico~t i tuendosi. La '' Centauro>> sarà com pleta a fìne aprile. u 2 • Celere» incompleta.
D. rnot. tipo A.S.: u Lombardia», « Supcrga >>, u Piave », "Pistoia» pronte a fine aprile. u Savona '' (inesistente), " Brescia ''• " Trento», « Pavia l>, ' Bologna », '' Trieste "• " Sabrata » incomplete. D. paracadutisti: completa a fìne aprile.
D. aviotrasportabile: completa a fine giugno. Div. ftr. : 39• 2 complete («Granatieri >> e "Li,orno .. ) e 37 incomplete. A fine aprile le complete saranno 6. l!.cc. Cavallero. Afferma la necessità di (are ogni sforw perché B divisioni s1ano complete al 100 °~ a favore, in particolar modo, della riserva centrale.
Situazione in Croazia Ecc. Ambrosia. Prospetta la opponunità di un'azione coordinata e di direttive al comandante della 2• Armata circa l'azione da svolgere in primavera per la repressione della ribellione.
Ecc. Cavallero. Concorda su tali opportunità ma rileva la d ifficoltà, da parte ge rman ica, di previsioni circa la disponibilità d i forze a q uell'epoca. Aggiunge che il Duce ha già tracciato la direniva di tenere la linea delle Dinariche: che occorrerà comunque attenersi al concetto di presidi gros~i. collegati da colonne motorizzate e unità di autoblindo.
(") Il c;~nerale di Dtvh>onè Cou,eppc Dc Stct.tni, era il Cum.ondJntc della Di' j,inne cor.l//.ata • Ariete > • ( ..) Il Gcncr:•k di l)j,j,ionc Gl·r\',hio Hito>si era il Cont.llld.ontl" ddl.1 Divisione cor.nzata « Littorio '' .
:~8. - U.S.
Le operazioni dellt' unità 1tahane al fronu russo (194T-1943)
594
Documento n. 53·
STRALCIO DAL DIARIO CAVALLERO (5 - 28 febbraio 19.p) ).2.1942:
Ore 18,15. Ricevo il Generale von Rin telen. Argomenti: - Armi \·ecchie. Faremo ricerche ma non ne abbiamo, come non abbiamo amicarro, né autocarri da dare alle G.U. per la Russia. 8.2.I942:
Ore 18,25. Ricevo Il Ten. Col. Fornara. Argomenti: I
Trasporti G.U. in Rmsia. Sono differiti a maggio.
2.2.1942:
Ore 1J.JO. Ricevo il Generale von Rintelen. Argomenti: - Approntamento G .U. per la Russia. Nostra necessità di anticarro, contraerei ed autocarri almeno per i rifornimenti. Abbiamo dato 5.000 autocarri allo CSIR ma non possiamo rifornirli. Non è cattiva volontà ma non ci sono. Per rifornire lo CSIR dovrei proprio prendere gl i autocarri della Libia ..... . Ore r8,4o. Ricevo l'Ecc. Pietromarchi e !"Ecc. Ambrosio. Argomenti: - Nostre unità per la Russia. Incarico Ecc. Ambrosio di approntare ) divisioni alpine per il r' giugno. 14.2.1942:
Ore 10,15. Ricevo il Gen. von Rintelen. Argomenti: -
Data approntamento nuove G.U. per la Russia.
Ore 10,25. Telefono all'Ecc. Ambrosio. Argomento: - Impegno con OK W non solo per il secondo C.A. Zingales con 3 divisioni ma anche per tutte le unità della seconda. Chiedo se posso stabilire la data del I 0 giugno. Ore IO.JO. Riprende il colloquio con il Gen. von Rintelen. Argomenti: - Mezzi assolutamente occorrenti per le nuove G.U. per la Russia (anticarro, contraerei, automezzi). Prego far presente questa necessità perché le nostre unità non potrebbero muoversi né ri fornirsi.
Documenti
- - - - - - - - - - --- --·
595
- Comandante dell'Armata per la Russia. Augusta Persona (•). D o la notiZia in via riservatissima c raccomando non parlarnc e se mai dire la cosa aii'OK W in via segretissima. - Truppe tedesche agli o rdini dell'Armata che andrebbe in Russia e accenni del Fi.ihrer al riguardo. Dipendenza diretta dell'Armata dali'OK W.
Ore 17.05. Ricevo l'Ecc. Bergia ( ..) in separata sede. Argomenti: - Batterie da 75 /46 mobili che può mettere a disposizione della Russia (2 da Genova, 2 da Torino, 3 da Roma, 2 da Guidonia). Le sostituirà con banerie da 76/40 (*"*)da :~!tre localit3. Avrebbe intenzione di mandare anche pezzi da 20. Gli do come direttiva di preparare i tre gruppi per il 1" giugno (uno per l'Armata e 2 per i C.A.). Ore r8.J5· Rice,·o il Gen. \ "011 Rintelen . Argomenti: - Informo che il Duce pa chiedere all'alleato il meno poSSibile si è rivolto all'Ecc. Bergia cd /10 fallo togliere ba11e1·it• contraerei dalla difesa contraerei. Cerclu·rtì di rimediare per gli anticarro. Ma assolutamente non /roviamo gli aulocarn e il D uce spera che l'alleato in vista della nostra buona volontà pro\vcda al riguardo.
16.2.1942:
Ore J O.JO. Ricevo il Gen . von Rintelen. Argomenti: Approntamento comando armata c comando alpino. Telefono all'Ecc. Ambrosio e a vuto conferma della data 1 giugno ne do notizia al Generale von Rintelen facendogli presente che per anricarro e contraerei ridurremo l'armamento di alcune piazze e quindi potremo armare le G.U., ma rimane InSOlubile il problema degli automtzz i. 18.2.1 942:
Ore ro.JO. Ricevo il Generale von Rintelen. Argomenti: - Fabbisogno automezzi. Informo che non disponiamo più dei 500 a utomezzi che avevo accantonato a mia disposizione perché abbiamo dovuto distribuirli per ragioni urgemi. La Piave è motorizzata ma è già prenotata per la Libia ove lo stesso Rommel ha riconosciuto la necessità di unità motorizzata. Quindi I'OKW deve pensare lui a dare i mezzi necessari alle nostre unità nel numero che giudicherà opportuno in relazione :~Ila distanza delle ferro,·ie. ~on si può dare ad un comando la responsabilità di una Armata.
3 ( ) Si parl.w.t di affidare il com.mdo al Principe d1 Piemonte, lspntorc dell'A rma eli Fanteria. (**) Il (;cm:r.l lc el i Corpo d 'Arma t~ C:l.tudio Bergi:t cr.t il Sottocapo eli St~to Maggiort· dcii 'Esercito per la d ifesa del terriTorio. ('''") Gi u.ua mo~>~ima 7.900 mc t n.
596
Le operazioni delle unità italume al fronte russo ( 1941- 1945)
27.2.1942:
Ore t8,o5. Ricevo il Generale \'On Rintelen. Argomenti: - Impiego dei C.A. al fronte orientale. Generale voo Rintelen comunica che hanno perso molto materi:1le e quindi non sanno ancora cosa potranno darci in materia di autocarri. Bisognerà quindi stud ia re i nostri rifornimenti come un problema di assieme. Propone di utilizzare gli auwmezzi dello CSIR. Rispondo che di 4.000 (; ridotto a poche centinaia. Comunque assumerò maggiori informazioni al riguardo. Affermo però che il problema è molto grave. - Pensiero deli'OK \V circa nomina di Alta Personalità al Comando dell'Armata italiana in Russia. Difficoltà che si frappongono. Armata troppo inquadrata. Il Maresciallo non si (; ancora pronunciato circa la assegnazione di truppe tedesche a detta armata. Chiedo se sarebbe ben visto il Generale Gariboldi. Il Generale von Rintelen risponde affermativamente. Concordo. E' un uomo sul q uale si può conrarc anche se un po' stanco. ..... Gl i altri general i, Nasri (•) c Zanghicri (u). hanno onima preparazione. 28.2.1942:
Ore 9· Mi reco all'udienza di S. M. il Re Imperatore. Argomenti vari ... e informazioni avute dal Generale \'On Rintelen circa la fisionomia del nuovo comando in Russia (senza accenno alle intenzioni che si avevano circa il comandante). Ore t t ,30. Mi reco a conferire con il Duce ..... Argomenti vari tra cui designazione comandante Corpo Russia. Difficolt:Ì prospettate da von R intelcn . Ore IJ,t 5· Telefono all'Ecc. Scucro. Argomenti: - C.A . per la Russia.
(•) Il Ceneralc d i Corpo d' ,\rmatJ. (;.Ibride ::-:Jsca cr,a il Com.andante ùcl XXVI Corpo d'Armata. ( ..) Il Gcneralt• di Corpo d'Armata GiManni Zanghicri era il Comandante dd Il Corpo d' .\rmJtJ.
Documenti
597 Documento n. 54·
U 'ITA' DELLA 8• ARMATA UNITÀ DIRETTAMENTE DIPENDENTI
Carabinieri: Divisione " Vicenza >> :
Raggruppamento a cavallo: Fanteria: Aniglieria:
Genio:
Chimici: Aeronautica: Legione Croata su:
Sezione a ca\'allo, I Sezione motorizzata, R Se:Gioni miste. Sezioni Carabinieri, I Hattaglione Carabinieri, 2 Reggimenti di Fanteria (su ~ btg., I cp. da 47 / ~2 ace., 1 cp. mortai da !!t), 1 Battaglione Mitraglieri, 1 Compagnia da 47/32 c.c., 1 Battaglione misto genio, 1 Sezione di Sanità, 2 Ospedali da Campo, r Sezione di Sussistenza, 1 Squadra Panettieri con forni rotabili. 1 Autosezionc mista, 1 Ufficio di Posta Militare. 2 Reggimenti di Cavalleria (ciascuno 2 gr. di sq. e r ~q. mitraglieri), Reggimento Artiglieria a ca\'allo (3 gr. di 2 batterie). 1 Hattaglione Mitraglieri, 1 Battaglione Alpini sciatori. 1 Raggruppamento Artiglieria d'Armata (2 gr. da I49 28, ~ gr. da 149 ' 40, I gr. da 210 1 22), 1 Reggimento Artiglieria Mot. c.c. (3 gr. da 75 {32), I Raggruppamento Artiglieria c.a. (5 gr. da 75 f 46), 4 Batterie c.a. da 20, 1 Reparto Speciale, 1 Sezione fotoelettricisti. 1 Battaglione Artieri. 1 Raggruppamento trasmissioni (2 btg.), 1 Compagnia Telemarconisti, I Colombaia mobile. 2 Compagnie Idrici, I Compagnia Antincendi, 4 Battaglioni Pontieri, 1 Compagnia Traghettatori, 2 Hattaglio· ni Ferrovieri, 2 Battaglioni Lavoratori. 1 Raggruppamento Chimico (2 btg). 1 Gruppo di osservazione (2 squadriglie). 1 (iruppo Caccia Terrestre (4 squadriglie). 1 Battaglione Fucilieri, 1 Compagnia mortai da 8I. 1 Com pagnia da 47/32 c.c.. 1
2
RIF.PTlOGO
Carabinieri: 1 Battaglione e 12 Sezioni. Battaglioni: B (Battaglioni 29 + Compagnie Autonome 14). Mortai da 81: 27. 28. Pezzi da 47 f 32: Pezzi da 20: p. Pezzi da 75 1 27 mod. 1912: 2+ Pezzi da 75/.32 c.c.: 36. Pezzi da 75/46 c.a.: 52. Pezzi da I49( 28: 24. Pezzi da 149/ 40: 36. Pezzi da 2IO / 22: 12.
598
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 194r • 1943) Il CORPO D'ARMATA UNITÀ DIRETTAMENTE D IPE~DEN'TI
Carabinieri: Fanteria: Artiglieria: Genio:
Chimici: M.V.S. ·.:
Sezioni miste, 1 Sezione a cav:Jilo. Battaglioni mtr., T Battaglione c.c. da 47 /3 2. 1 Batta· glionc Guastatori. 1 Raggruppamento Artiglieria di C.A. (2 gr. ro:;128 e 2 gr. 149/ T3), 1 Reparto Specialisti, 2 Batterie c.a. da 20. T Battaglione Artieri, 2 Compagnie Telcgrafisti, 1 Com· pagnia Marconisti, r Colombaia Mobile, 1 Officina Riparazioni Materiale Colleg .. 1 Compagnia Chimica, 2 Compagnie Lanciafiamme. t Raggruppamento (4 Btg. fuc. c 2 Rtg. Armi Accompa· gnamento).
2 2
SER\'JZI
Sanità:
Commissariato: Trasporti: Automobilistico: Ricuperi:
Sezione di Sanità, 2 Ambulanze Radiologiche, 1 Amb. Oùont., 1 Se7. Disinfezione, 12 Ospeùal i da Campo. ~ 1'\uclci Chirurgici. 1 Sezione di Sussistenza. 1 Autoreparto Pesante (2 Sezioni Autoambulan7e c ~ Se/. miste), 6 Autosezioni Pesanti, ~ Officine mod. ~7· 1 Officina Mohilc Pesamc. 1 Compagnia Ricuperi. 1
Dr v rSION I " SFoRZESCA )) F. " CosSERIA J>
ctascuna
Carabinien: Fanteria:
Artiglieria :
Genio: Sanità: Commissariato: Trasporti:
1 Sezione Mista e 1 SeL. Motorizzata. Reggimenti ( 1 cp. comando, t cp. mort:li 81, 1 btr. ace. 6; / 17, ~ htg. su: 1 cp. comando. 3 cp. fuc., r cp. anni accomp.): 1 Battaglione mortai, 2 Compagnie da 47/ 32 c.c .. r Reggimento Motorizzato (r Rep. Comando, 1 Gr. LO) / 28 su 3 btr. c Rep. M. e V., 2 Gr. 75 ' r8 su 3 btr. c unico Rep. M. e V.), 2 Btr. c.a. d:J 20, 1 Btr. c.c. da 75 /39 (6 pezzi). 1 Compagnia Artieri. r Compagnia Tclemarconi~ti, 1 Sezione Fotoelcttricisti. r Sezione eli Sanità. 1 Sezione di Sussistenza. 1 Sezione Autocarrctte per btr. ace ..
2
DIVISIONE (( RAVENNA))
Carabinieri: Fanteria:
1 1
Sezione Mista c r Sezione Motorizzata. Reggimento (C p. Comando, Cp. Mortai 8r, Btr. 65 / r7 ace., 3 Btg. su Cp. Comando. ~ Cp. Fucilieri, 1 Cp. Armi Accompagnamento);
Documenti Fanteria:
Artiglieria:
c;enio: Sanità: ('.,ommissariato: Trasporti:
599
Reggimento (Cp. Comando, Cp. Mortai 81, Cp. 47/32 ace., 3 Brg. su Cp. Comando, 3 Cp. Fucilieri, I Cp. Armi Accompagnamento); 1 Brg. Mortai, 2 Compagnie c.c. 47 f.p. 1 Regg imento Motorizzato (Rep. Comando, 1 Gr. 105 / 28 su 3 btr. c Rep. M. c V., 2 Gr. 75 / 18 su 3 btr. c unico Rep. M. c V.), 2 Brr. c.a. da 20, r Btr. c.c. 75 39 (6 pezzi). 1 Compagnia Artieri, I Compagnia Tclcmarconisri, 1 Sezione Fotoclettricisti.
T
1 Sezione di Sanità. 1 Sezione di Sussistenza. 1 Sezione Autocarrettc per htr. accompagnamento.
RIEPILOGO
C:uabinieri: Battaglioni: Mortai da H1 : Pezzi da 47 l 32: Artiglierie:
y Sezioni. .p (p btg. ,. 2j c p. autonome). 153· 94 (c.c. e di ace.). da 20: pezzi 64 da 6s ' 17: pezzi 20 da 75 139: pezzi c.c. 18 da 75 / J8: pezzi ]2 da 75 / 27·11: pezzi da j) / 13: pezzi da IO() 17: pezzi da H>5 / I I : pezzi da l 05 / 28: pezzi 6o da ros / 32 : pcui >. da 14<) l .)• peni :q Totale:
258
Corazzati:
Sanità:
Commissariato : Trasporti:
Postale e Telegrafico:
4 Sezioni di Sanità. 2 Ambulanze Radiologichc, 1 Ambulanza Odontoiatrica, 1 Sezione Disinfezione, Nuclei Chirurgici, 12 Ospedali da Campo. 4 Sezioni di Sussistenza. 1 Autoreparto Pesante (con 2 Sezioni Ambulanze), 6 Autosezioni Pesanti, 3 Sezioni Autocarrette, 3 Officine mod. 37, 1 Reparto Carreggio c Slitte. 4 Uffici di Po~ta Militare.
6oo
Le operazio111 delle unt!IÌ italtaM al fronte russo ( 1941 - 1943)
XXXI' CORPO D 'ARMATA (CSIR) UNITÀ DIRETTAMENTE DIPENDENTI
Carabinieri: Fanteria: Artiglieria:
Chimici : M.V.S. ·.:
Sezioni motori1.zare. Battaglione mtr., r Bauaglionc c.c. da 47/ 32, 1 Compagnia Bersaglieri motociclisti, 1 Battaglione Guastatori. 1 Raggruppamclllo Artiglieria di C.A . (3 gr. 105 / 32 c 1 gr. 149/ 13), 2 Batterie c.a. da 20. 1 Battaglione Artieri, 1 Battaglione Collegamenti, r Officina Riparazioni Materiale Colleg., 1 Se.c:ione Fowelettricisti, r Colombaia Mobile. 1 Compagnia Chimica. 1 Raggruppamento (4 Btg. fuc. c 2 Btg. Armi Accompagnamento). 1
SERVIZI
Sanità:
Commissariato: Trasporti:
Automobilistico: Ricuperi:
1 Sezione d1 Sanità, 2 Amb. Radiologichc,
1 Amb. Odont., r Sez. Disinfc7.ionc, 12 Ospedali da Campo, 3 Nuclei Chirurgici. 1 Sezione di Sussistenza. 1 Autoreparto Pesante (4 Se1..), 1 Autoreparto Misto (1 Sez. mista, 1 Sez. Amb.. 2 Se1.. Autobotti), 2 Autoreparti Speciali, 2 Autoreparti Pesanti (ciascuno su 2 Sez.), r Reparto Salmerie. 1 Officina Mobile Pesante. 1 Compagnia Ricuperi. DIVISIONE (( P ASUBIO))
Carabinieri : Fanteria:
Artiglieria:
Genio: Sanità: Commissariato: Trasporti:
2 Sezioni Morori1.zatc. 2 Reggimenti ( r c p. comando, 1 cp. mortai 8 1, r h t r. ace. 65 / 17, 3 btg. su: 1 cp. comando, 3 cp. fucilieri, r cp. armi accompagnamento); 2 Battaglioni mortai, 2 Compagnie da 47/32 c.c .. 1 Reggimento Motorizzato (1 Rcp. Comando, I Gr. roof 17 su ~ btr., 2 Gr. 75 / 27 mod. 19II su 3 btr., 1 Rep. M. c V.), 2 Btr. c.a. da 20, 1 Btr. c.c. 75/39 (6 pezzi). 1 Compagnia Artieri, 1 Compagnia Telemarconisti, 1 Sezione Fotoelcttricisri. 1 Sezione di Sanità. 1 Sezione di Sussistenza. 1 Autofficina mcd. 37·
DiviSIONE (( ToRINO >>
Carabinieri: Fanteria :
2 Sezioni Motorizzate. 2 Reggimenti (Cp. Comando, Cp. Mortai 8 r, Cp. 47 f 32 ace., 3 Btg. su Cp. Comando, 3 Cp. Fucilieri, 1 Cp. Armi Accompagnamento): 2 Btg. Mortai, 2 Compagnie c.c. 47132.
Documenti Artiglieria:
Genio: Sanità: Commissariato: Trasponi:
6o1
Reggimento Motorizzato (Rep. Comando, t Gr. 100117 su 3 btr., 2 Gr. 75127 mod. H)II su 3 btr., Reparto M. e V.); 2 Htr. c.a. da 20, 1 Btr. c.c. 75/39 (6 pezzi). 1 Compagnia Artieri, r Compagnia Telemarconisti, 1 Se· zione Fotoelettricisti. I Sezione di Sanità. I Sezione di Sussistenza. 1 Officina mod. 37· 1
3" DrvrsroNE CELERE Carabinieri: Fanteria:
Corazzati: Artiglieria:
Genio: Sanità: Commissariato: Trasponi:
Sezioni Celeri. Reggimenti Bersaglieri (ciascuno: Cp. Comando, 3 Btg. su 1 Cp. Comando, 3 Cp. Ber~aglieri, I Cp. armi accompagnamento), I Btg. Mowciclisti (3 Cp.), 1 Btg. Mortai, 3 Cp. c.c. 47 l 32. 1 Btg. carri L/ 6 (2 Cp., 31 carri): I Gr. semovcnti da 47/ 32 (2 Squadr., 19 semoventi). 1 Reggimento Motorizzato (Rep. Comando, r Gr. 1oo/ r7 su 3 htr .. 2 Gr. 75 127 mod. 191 r su 3 btr., Reparto M. c V.): 2 Rtr. c.a. da 20. 1 Btr. c.c. da 7'>/ N (6 pezzi). 1 Cp. Artieri, 1 Cp. Telemarconisti. 1 Sezione di Sanit2J. 1 Sezione di Sussistenza. 1 Autogruppo Pesante C.t Autoreparti), 1 Officina mod. 37· 2 2
RiePILOGo
Carabinieri: Battaglioni: Mortai da 81: Pezzi da 47 l 32: Artiglierie:
Corazzati:
9 Sezioni. 44 (35 btg. -t 27 cp. autonome).
189. 108 (c.c. c di ace.). da 20: pezzi 64 da 6:; / I7: pezzi 8 da 75 39: pezzi c.c. 18 da 75 1I8: pezzi da 75/ 27·11: pezzi 72 da 751 I3: pezzi da 100 / 17: pezzi 36 da 10)/IT: pezzi pezzi da 105 / 28: da I05 /.)2: pezzi 36 pezzi 12 da 149 •3:
31 carri L/ 6 con pezzo da 20 mm: I9 semoventi con pezzo da 47/ 32.
602
u opc>raziom dc>//c> unità ttalianc> al fronft' russo ( 1941 - 1943)
Servizi: Sanità:
Commissariato: Trasporti:
4 Sezioni di Sanità, 2 Ambulanze Radiologiche, I Ambulanza Odontoiatrica, I Sezione Disinfezione, 3 Nuclei C hirurgici, 12 Ospedali da Campo. 4 Sezioni di Sussistenza. 7 Autoreparti Pcsami, I Autoreparto Misto (con 1 Sezione Ambulanze e 2 Sezioni Autobotti), 2 Autoreparti Speciali, 3 Autofficine mod. 37, 1 Reparto Salmcrie.
Postale
c T cl egra fico:
4 Uffici di Posta Militare.
CORPO D'ARMATA AI.PINO U:-<ITÀ DIRETTAMENTE DIPENDENTI
Carabinieri: Fanteria: Artiglieria: (;enio:
Chimici: M.V.S.K:
2
Sezioni Alpine.
105 /.32 e I gr. 149113), 1 Reparto Specialisti, 2 Batterie c.a. da 20. I Battaglione Artieri, 1 Battaglione Misto Colleg., 1 Colombaia Mobile, t Officina Rip. Mat. Colleg., 1 Battaglione Guastatori, 1 Compagnia Fotoelettricisti. 1 Compagnia Chimica. r Raggruppamento Artiglieria Ji C.A. (3 gr.
SERVIZI
Sanità :
Sezione di Sanità, 1 Ambulanza Odontoiatrica, 1 Sezione Disinfezione, 6 Ospedali da Campo. 1 ~czione di Sussistenza. I Autoreparto Misto (2 Sezioni Pesanti, 1 Sezione Lcg· gera, 1 Sezione Autocarrcttc). 1 Officina Mobile Pesante. 1 Compagnia Ricuperi. 1
Commissariato: Trasporti: Automobili~tico:
Ricuperi:
D t VISIONI " TRmEKTlNA )), '' JUl.IA >> E •· CuNEENSE )) ctascuna Carabinieri: Fanteria:
Artiglieria:
Genio:
Sezioni Alpine. Reggimenti Alpini (x cp. comando, 3 btg. su: 1 cp. comando, 3 cp.• r cp. armi ace., I scz. sanità, r ospedale da campo, I nucleo sussistenza, 1 scz.ione salmeric). 2 Compagnie da 47 f 32 c.c .. 1 Reggimento ( r Re p. Comando, 2 Gr. 75 f r3 su .3 btr. c Rep. M. e V., r Gr. 105 / 11 su 2 btr. c Rcp. M. c V.). 2 Btr. c.a. da 20, r Btr. c.c. 75/ 39 (6 pezzi). 1 Hanaglione Misto (1 Compagnia Artieri, 1 Compagma Tclemarconisti, r Sezione Fotoelettricisti). 2
2
Documenti Sanità: Commissariato: Trasporti:
Sezione di Sanità, 4 Ospedali da Campo. Sezione Ji Sussistenza. r Autoreparto Misro (5 Sezioni e 1 Sezione Autohoui), 1 Reparto Salmerie.
I
1
RIEPILOGO
Carabinieri: Battaglioni: Mortai da 81: Pezzi da 47 f p : Artiglierie:
8 Sezioni. 28 (24 htg.
+ 1) cp. autonome).
'5436. da 20: pezzi 64 da 65 ! rr pezzi da 75 3(): pezzi c.c. 18 da 75 ' I8: pezzi da 75 27·11: peui da 75 / n,: pezzi 72 da 1oo j 17: pezzi da 10) / IJ: pezzi 24 da 10) ,'28: pezzi da IO) 132: pezzi )6 da 1 49 q: peni 12 Totale: :226
Corazzati:
Servizi: Sanità:
CommissarialO: Trasporti: Postale e Telegrafico:
10 Sezioni di Sanità, o Ambulanze Radiologiche, 1 Ambu-
lanza Odontoiatrica, 1 Sezione Disinfezione, o Nuclei Chirurgici, 24 Ospedali da Campo. 4 Sezioni eli Sussistenza, 6 Nuclei di Sussistenza. 4 Autoreparti Misti (con 3 Sezioni Autobotti), ~ Reparti Salrnerie, 6 Sezioni Salrnerie. 4 Uffici di Posta Militare.
1:\'TFJVDF.NZA
Carabinieri: Sanità:
Commissariato:
sa ARM.-!T.-1
1 Compagnia e ~ Sezioni Miste. Direzione di Sanità, 1 Magazzino di Sanità, 36 Ospedali da Campo, 6 Ospedah di Riserva, 2 Convalescenziari, 2 Sezioni Bonifica Gassati, 2 Sezioni Disinfezione, 1 Laboratorio Chimico - Raneriologico - Tossicologico, 20 Treni- Ospedale. Direzione di Commissariato, 1 Magazzino Viveri c Avena, 1 Magazz ino Foraggi, Paglia e Legna, I Magauino Vestiario cd Equipaggiamento, 1 Compagnia Macellai,
604
Le operazioni del/(' unitù italiane al front(' russo (194r- 1943)
4 Sezioni Sussistenza, 4 Sezioni Panettieri con forni rotabili, T 1 Squadre Panettieri con forni rotabili, 1 Sezione Panettieri con forni carreggiabili, 6 Sezioni Panettieri senza forni mobili, 1 Squadra Mista Panettieri. Amministrazione: Direzione di Amministrazione. Direzione di Artiglieria, T Magazzino di Artiglieria. Artiglieria: Direzione del Genio, t Magazzino del c;enio, , Compagnia Genio: Artieri. Direzione Chimica, 1 Magazzino Chimico, 1 Laboratorio Chimico: Chimico <.la Campo. Ippica Direzione eli Ippica e Veteriuaria, 1 Magazzino di Veterie Veterinaria: naria e Mascalcia, 1 Parco quatlrupetli, Carreggio e Bartlacure, 7 ln(ermerie quadrupedi. Trasporti: Direzione Trasporti, 2 Banaglioni Movimento Stradale (6 Compagnie e 2 Reparti Soccorso Stradale), 2 Centurie Milizia della Strada. t Autoraggruppamcnti (in totale: 3~ Autoreparti Pesanti, 1 Autoreparto Misto, 2 Autoreparti Ambulanze, 1 Reparto Autobotti, 9 Autofficine). A utomohilistico: Direzione Automobilistica, 2 Parchi Automobilistici. 6 Auto(ficine di Autogruppo, 2 Officine Speciali FIA T. Tappe: Direzione delle Tappe, ~ Comandi di Tappa Principali, 6 Comandi di Tappa Secondari. 11 Comandi di Tappa Speciali. 4 Uffici Tappa Principali, 7 Battaglioni Territoriali Mobili, 8 Gruppi Appiedati di Artiglieria, 1 Compagnia Presidiaria. Postale e Telegrafico: Direzione Postale e Telegrafica, 7 Uffici di Posta Militare. Ricuperi: Direzione dci Ricuperi. 1 Compagnia Ricuperi. Strade: Direzione Strade. Economia Direzione Economia di (;uerra. di Guerra: Let: nami: Direzione Legnami, 2 Compagnie Forestali.
RIF.PTLOGO GESFRALF. sa ARMATA Carabinieri: Fanteria: Corazzati: Artiglieria:
r Battaglione, 1 Compagnia, 41 Sezioni. 164 Battaglioni, 423 Mortai da 81, 266 pezzi da 47 / 32. ~~ Carri Armati L '6 con cannone da 20, 19 Scmoventi con cannone da 47/ 32. 224 pezzi da 20 c.a., 28 pezzi da 6) l r7 d'accompagnamento. )4 pezzi da 75 / 39 c.c., 72 pezzi da 75 / r8, 72 pezzi da 75 / 27 mod. 1911 T.M., 24 pezzi da 75 / 27 mod. 1912 ippotrainati, 72 pezzi da 75 / •3 someggiati, 36 pezzi da 75/32 c.c., 52 pezzi da 75 / 46 c.a., 36 pezzi da 100/ 17, 24 pezzi da 10) / II carrellati. 6o pezzi da 105 / 28, 72 pcz7.i da 105/ 32, 48 pezzi da 149/ q, 24 pezzi da 149 / 28, 36 pezzi da 149/ 40, 12 pezzi da 21o j 22. In totale: 946 pezzi.
Documemi Aeronautica : Sanid:
Commissariato:
Artiglieria: Genio: Chimico: Ippica e Veterinaria: Trasporti:
Automobilistico: Tappe: Postale e Telegrafico: Ricuperi: Legnami:
2 Squadriglie d'osservazione, 4 Squadriglie caccia terrestre. 19 Sezioni di Sanità, 4 Ambulanze Radiologichc, 3 Ambulanze Odontoiatrichc, 5 Sezioni Disinfezione, 2 Sezioni Bonifica Gassati, 6 Nuclei Chirurgici, 84 Ospedali da Campo, 6 Ospedali di Riserva, 2 Convalescenziari, T Laboratorio Chimico - Batteriologico- Tossicologico, 20 Treni O~pcdale, 1 ~agazzino di Sanità. 17 Sezioni SussiMcnza, 6 Nuclei Sussistenza Alpini, 1 Magazzino Viveri cd A\'ena, 1 Magazzino Foraggio, Paglia e Legna, 1 Maga7.7.ino Vestiario ed Equipaggiamento, T Compagnia Macellai, 11 Sezioni Panettieri, 1 ~ Squadre Panettieri. Magazzino di Artiglieria. Magazzino del Genio. Magazzino Chimico, 1 Laboratorio Chimico da Campo.
Magazzino Veterinaria e Mascalcia, 1 Parco Quadrupedi, Carreggio e Bardature, 7 Infermerie Quadrupedi. 50 Autoreparri, 2 Reparti Autoambulanze, 2 Reparti Autobotti, 12 Autofficine, 7 Reparti Salmerie, 1 Reparto Carreggio e Slitte. 2 Parchi Automobilistici, 8 Officine. 24 Comandi di Tappa. 1
19 Uffici di Posta Militare. 4 Compagnie Ricuperi. 2 Compagnie Forestali.
Documento n. 55·
QUADRO DI BATTAGLIA DELL ' 8• ARMATA
8" ARMATA CoMANDO Comandante: Gen. cles. A. Italo Garibaldi. Capo di S.M.: c;cn. D. Bruno Malaguti. Comandante dell'Artiglieria: Gen. D. Mario Balotta. Comandante del Genio: Gen. D. Arnaldo Forgiero. Comandante delle Truppe Chimiche: Tcn. Col. Cesira Mischi. Comandante dell'Aeronautica: Gen. R.A. Enrico Pezzi.
6o6
Le operazioni delle unità italiane al fronte msso (1941 - 1943) Il CORPO D'ARMA T A CoMA~no
Comandante: Gen. C.A. Giovanni Zanghien. Capo di SM: Col. Ugo Almici. C.tc dell'Artiglieria: Gen. B. Mario Martorelli (1). C.tc del Genio: Gcn. B. Balilla Rima. Qt:ARTIER GEKERALE
Sezioni miste Carabinieri 1H)" e 204"· Sezione a c:wallo Carabinieri 362'. 9" Sezione topocartografica. 2• Squadra fotografica. 9" Squadra telefotografica. 20" Ufficio Posta Militare. 21" Autotreno Comando. 2 Drappello automobilistico rer Comando dt C.A .. UN ITÀ DIRETTAMENTE OIPENDENTJ
Fanteria. II Bauaglione Mitraglieri di C.A .. CII Bauaglione Mitraglieri autocarrato. XXXII Bauaglione controcarro da 47 132 Granatieri di Sardegna. II Battaglione Cuastatori di Fanteria.
Artiglieria.
2" Raggruppamento artiglieria di C.A. (C.te Col. Enrico Grimaldi) (2), con Gruppi: III e XXIrl cannoni da 105 1 28: CIII, CXXJII, CXXIV (~) gruppo obici da 149/ 13. 2" Reparto specialisti di Artiglieria. 52" e 54" Batteria contraerei da 20 mm.
Genio. XV Battaglione arucn, con: 1", 2"', 104.. Compagnia artieri. !hn e 84" Compagnia telegrafisti. 101• Compagnia marconisti. 6~ Colombaia mobile. 2" Officina autocarreg)!iata per materiali di collegamento.
(1) Fino .ti 30 novçmbre 1942. Dal 1° dicembre: Gen. Il. l taio Giglio. (2) Fino Jl 30 nO\cmbre 1942. Dal J 0 dicembn·: Ten. Otl. i.g.<. Liht:r.tto !ll;hcagn.t. (3) Trasfcnto al ~oo Rgpt. a. <h C.A. dal 26 luglio 19~ 2.
Documenti Clzimici. 2' Compagnia chimica « A >> . 4. e s· Compagnia lanciafiamme.
M.V.S.N .. Raggruppamento CC.NN. « 23 Mar;~o >> (C.tc Lgt. Gcn. Enrico Francisci) (1), con: Gruppo Battaglioni CC.NK " Valle Scrivia " (C.te Console Mario Bertoni) con: V e XXXIV Rtg. CC.t-:N.; XLI Btg. CC.NN. armi accompagnamento : Gruppo Battaglioni CC.NN. « Lt:onessa >> (C.te Console Craziano Sardu) con: XlV e XV Rtg. CC.NN.; XXXVIII Btg. CC. · .. armi accompagnamento. SERVIZi
di Sanitcì : 82" Sezione di Sanità. 27~ c 42 Ambulanza radiologica. 2' Ambulanza oclontoiatrica. Il a Sezione disinfezione. Ospedali da Campo: 5", 6", 7", '4", 15", 16", 1t8", 1'\1", r20°, 24~", 438", 8os''. Nuclei Chirurgici: 27", ~7", 105°.
d1 Commissariato: 70' Sezione Sussistenza. Trasporti: Autoreparto Pesante (con due sezioni autoambulanze e tre sezrom miste). 6 Autosezioni pesanti. ) Officine mod. 37· 2'
Automobilistico: 45.. Officina Mobile pesante.
Ricuperi: 4" Compagnia Ricuperi. Dl VISI O'!'\ E DI FAI':TERIA " SFORZESCA >> (2•) COM A)/DO
Comandante: Gen. D. Carlo Pellegrini. Capo di SM: Ten. Col. Giovanni Fiore. ( r ) Fi nu al n o\unhr'
·~H2 · Dal nO\cmbrc: 11:142 Luu~otl·nc:ntc: Gcn.
Lua!!i .\lartinc:~a.
6o8
Le operazioni delle unità itahane al fronte msso (194r -1945) Q uA RTIER G ENERA LE
4• Sezione mi~La C-arabinieri.
'5'' Sezione motorizzata Carabinieri. 2"
Drappello automobilistico per C.do D.f..
69° Ufficio Posta Militare. F ANTERIA
Comandante Fanteria D iv.le: Gen. B. Michele Vaccaro.
'53° Rgt.f. <( Umbria >> (C.te Col. Massimo Contini) su: Comando e cp. Comando di Rgt.; c p. mortai da 81; btr. cannoni accomp. da 6; 17: Rtg. ( l, lJ, III) ciascuno su: C.do c cp. C.do di Rtg.: tre c p. fucilieri; cp. armi accomp. (mitragliatrici e morrai da 45). '54° Rgt.f. u Umbria >> (C.te Col. Mario Viale) su: Comando c c p. Co mando di Rgt.: cp. mortai da 81; btr. cannoni accomp. da 6) / 17; Btg. (1, II, III) ciascuno su: C.do e cp. C.do di Btg.: tre cp. fucilieri; cp. armi accompagnamento (mitragliatrici e mortai da 45). II Battaglione mo rtai Divisionale (da 8r). 2 a c 121:\ Compagnia cannoni c.c. da 47/ 32. ARTIGLIER IA 1]0 Rgt. A rtiglieria Motori zzato (C.Lc Col. Achille T irin J elli) su :
C.do e Reparto C.do di Rgt.; Reparto Mu nizioni e Viveri Reg.le (per i Gruppi da 75 / 18); I Gruppo da 105 / 28 su tre btr. c Reparto Mu n. c Vi ve ri ; l e Il Gruppo obici da 75 / 18 ciascuno su tre btr .. 53a e 302• balleria cannoni contraerei da 20 mm. 70"' batteria cannoni controcarro da 75 / 39 (su sci pezzi). G EN IO
16,. Compagnia Artieri. 2" Compagnia Telegrafìs ti e Ma rconisti. 8• Sezione Fotoclettricisti.
S ERVIZI
di Sanità: 6" Sezione di S:1nità.
Documenti di Commissariato: 1• Sezione
di Sussistenza.
Trasporti: 2•
Sezione autocarrette (per htr. di accompagnamento). DlVISIOKE DI FANTERIA << RAVEN!'\A >> (3•) CoMANDO
Comandante: Gcn. D. Eduardo Nebbia ( 1). Capo di SM: Ten. Col. Paolo Ducros. Qt:ART!ER GENERALE
7a Sezione mista Carabinieri. ga Sezione motorizzata Carabin ieri. 3° Drappello automobilistico. 53° Ufficio Posta Militare. FAl-.'TERIA
Comandante Fanteria Di v.le: Gcn. B. Manlio Capizzi.
37° Rgt.f. (( Ravenna>> (C.te Col. Giovanni Naldoni) su: C.do c cp. Comando di Rgt.; cp. mortai da 81; btr. cannoni ace. da 65 / 17; Btg. (I, II, III) ciascuno su: C.do c cp. C.do di Btg.; tre cp. fu cii ieri: cp. armi accompagnamento (mitragl. e mortai da 45). 38° Rgt.f. u Ravenna >> (C.te Col. Mario Bianchi) su: C.do e c p. Comando di Rgt.; c p. mortai da 81; cp. cannoni da 47/ 32 di ace.; Btg. (l, II, III) ciascuno su: C.do c cp. C.do di Btg.: tre c p. fucilieri; cp. armi accompagnamento (mitragl. e mortai da 45). IJI Battaglione mortai D ivisionale (da 81). 3" e 154" Compagnia cannoni c.c. da 47/32. ARTIGLIERIA
121° Rgt. a. Motorizzato (C.te Col. Giacomo Manfredi) su: C.do c Reparto C.do di Rgt.; Reparto Mun. e Viveri Rcg.lc (per i Gruppi da 75/t8): (t) Fino al ~ ouobre 1942· 0.>1 3 ottobre 1<)~2 (~en. 13. i.g.~. France~co Dupont.
39· - U.S.
6 1o
!.e operazioni delle umtà italiane al fronte russo ( I 94 ' - 1943)
XXVIII Gruppo da I0) / 28 (su tre batterie e Reparto Mun izion i e Viveri); l e II Gruppo obici da 75/ 18 ciascuno su tre batterie. sr• e 303. batteria cannoni c.a. da 2 0 mm. 71 3 batteria cannoni c.c. da 75/ 39 (su sei pezzi). GENIO
18• compagnia a rtieri. )" compagnia rclegrafìsti e marconisri. fotoelettricisli.
1o• Sezione
SER\'lZI
di SantiÌJ : til" Sezione di Sanità.
di Commissariato:
7" Sezione di Sussistenza. Tmsporti: ~
Sezione autocarrette (per brr. di ace.). DIVISIONE DI FA::-.l"TERIA " COSSERIA '' (5") CoMANDO
Comandante: Gen. D. Enrico Gazza le. Capo di SM: Col. Giuseppe Srcfanelli (r). Q uARTIER GENERALE
13• Sezione mism Carabinieri. 14• Sezione motorizzata Carabinieri. s" Drappello a uto mobilistico. 42'" Uf(ìcio Posta Militare. FANTERIA
C<lma ndante Fanteria Di v.le: Gen. B. Vincenzo Robertiello. 89" Rgt.f. « Salerno>> (C.te Col. Paolino Maggio) su: C.do e cp. Comando di Rgr.; cp. mortai da 81; btr. cannon i ace. da 6s / •7; Btg. (!, II, lll) ciascuno su: C .Jo c cp. C.do di Btg.; tre c p. fucilieri; cp. armi ace. (mitragliatrici e mortai da 45). go'' Rgt.f. << Salerno >> (C. te Col. Aldo Guasconi) (2) su: C.do e cp. Com:~ndo di Rgt. ; ( 1) Fino al 1° novcmhre. Dal 2 novembre Tcn. (',ol. Giuseppe Massaioli.
(:z) Fino al 31 ottobre. Dal
1o
novembre T e n. Col. Ci;Jcomo La penna.
Documenti
611
cp. mortai da 8r; btr. cannoni ace. da 65 / 17; Btg. (T, 11, III) ciascuno su: C.do c cp. C.do di Btg.; tre cp. fucilieri; cp. armi ace. (mitragliatrici c mortai da 45). CV Battaglione Mortai Divi~ionalc (da 81). '35&e 355·' Compagnia Cannoni c.c. da 47{32. ARTIGLIERIA
108'' Rgt. a. Motorizzato (C. te Col. Ernesto Drammi) su:
C.do e Reparto C.do di Rgt.; Reparto M un. e Vi\•eri Reg.le (per i Gruppi da 75/ 18); IV Gruppo da 105/ 28 (su tre batterie e Reparto Munizioni e Viveri); I c II Gruppo obici da 75 / r8 ciascuno su tre batterie. 87" e 305" batteria cannoni c.c. d::t 20 mm . 72a batteri::t cannoni c.c. da 75 /39 (su sei pezzi). GENIO
23" Compagnia artieri.
s· Compagnia telegratìsti e marconisti.
53" Sezione (otoelettricisti. SERVIZI
di Sanitù: 47' Sezione d i Sanità.
di Commissariato:
48 3 Sezione di Sussistenza. Traspm·ti:
5a Sc:lione autocarrctte (per btr. di ace.).
XXXV CORPO D 'ARMATA (CSIR)
CoMANDO Comandante: Gcn. C.A. Giovanni Messe (1). Capo di SM: Col. Umberto Utili (2). C.te dell'Artiglieria: Gen. B. Francesco Dupont (3). C. te del Gen io: Gen. B. Mario Tirelli.
,o
( 1) Fino ~ l 31 o tto bre 1 ~)42, Dal novembre Ccn. C.A. Francesco Zingalc~. (2) Fino ~ l 3' ottobre 1942. Dal ' " novembre Col. C.Jt•tano Vargas. (3) Fino al 2 ottobre 1942. Dal 2 onobre 1942 Gt·n , Il, Adriano Perrod.
612
T.e operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943) QuARTIER GE:-.;ER'\LE
Sezioni Motorizzate Carabinieri 193\ 194•, 684"·
33a Sezione topocanogralìca. 33" Sezione fotografica. 33• Sezione topo~ralì per artiglieria. 88• Ufficio Post::t Militare. Reparto Eotoci nematografico. Drappello automobilistico per Comando di C.A. At.. q • 0Jucleo movimento stradale. 1• Se7.ionc carburanti. UNITÀ DIRETTAMENTE DIPENDENTI
Fanteria. ClV Battaglione Mitraglieri di C.A .. II Battaglione Cannoni 47 , 32 controcarro. XV Banaglionc Cuastatori di Fanteria. t• Compagnia Bersaglieri Motociclisti.
Artig!taia.
30° Raggruppamento Artiglieria di C.A. (Col. Lorenzo Matiotti) con: Gruppi: LX, LX[ c LXII cannoni da 105 ' 32; CXXIV ohici da 149/ 13 (1); Baucrie: 95" e 97" contraerei da 20 mm.
Genio. TV
Battaglione arucn, con: Compagnia artieri. VIII Battaglione collegamenti, con: 121 • e 122" Compagnia tclegra(ìsti; 1 02~ Compagnia marconisti; 20• Colombaia mobile. 19.. Officina autocarreggiata per materiali di collegamento. gga Sezione fotoelcttricisti autocarrata. 1", 2• e 3~
Chimici.
16• Compagnia truppe chimiche. A1. V.S.l'~/.. Raggruppamento CC.0JK << 3 Gennaio ll (C.tc Lgt. Gen. Filippo Diamanti) con: Gruppo Batt:~glioni CC.NN. << Tagliamento ll (C.te Console Nicolò .:-Jicchiare!Ji) (2), con: (1) Trasferito da l 2° Raggruppamento Artiglieri a di C.A. il 26 luglio 1942. (2) D.1ll'auwnno 1942 Con~olc Domenico .'.liuicJ.
Documenti LXIII c LXXIX Btg. CC.. N .; LXIII Btg. armi accompagnamento (dell'Esercito): Cruppo Battaglioni CC.NN. << Montebello >> (C.te Console ftalo Vianini) con: VI e XXX Btg. CC.N ' .; XII Rtg. CC.N . . armi accompagnamento. SERVIZI d i SafllttÌ:
r4" Sezione di Sanità. r• c 2' Ambulanza radiologica. 14a Ambulanza odontoiatrica. 25" Sezione disinfezione. Ospedali da Campo: 46", 47", 89", 90", rr7", 148", 159", 578", 825°, 826", 836", 874"· . ·uclei Chirurgici: 20", 25', 52''.
di Commissariato: 87& Sctione di Sussistenza.
Trasporti: 27" Autoreparto Pesante (su 4 Sezioni). 228" Autoreparto Misto (su 4 Sezioni di cu1: una mista, una autoambulanza c due autobotti). 1" c 2" Autoreparto Spcci::tle (per trasporto Raggruppamento CC.NN.). 185" c 190° Autorepano Pesante (ciascuno su due Sezioni). 82" Reparto salmerie.
Automobilistico: 15• Officina mobile pesante.
Ricuperi:
5a Compagnia ricuperi. DIVISIONE AUTOTRASPORTABILE << PASUBIO >> (9•)
Comandante: Gen. D. Vittorio Giovanelli (1). Capo di SM: Ten. Col. Umberto Ricca (2). Q uART tt::R GENERALE
25• e 26-' Sezione Motorizzata Carabinieri. 9° Drappello Automobilistico per C.do D.Al.. ( 1) l>.ll 4 dicembre 1942 G,·n. D. Guido Bosd li. (2) Fino al 3' ottobre ' !J4l. Dal 1° nonmbre 1942 Ten. Cnl. Giantil ippo C.lnJ,>ini.
614
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
91"' Sezione Carburanti. 9n Nucleo Soccorso Stradale. 8" ucleo Movimento Stradale. 83° Ufficio Posta Militare. FANTER IA
Comandante Fanteria Div.le: Gen. B. Roberto Olmi (1). 79° Rg t. f. '' Roma » (C.te Col. Rocco Blasioli) (2) su: C.do c cp. C.do di Rgt.; Cp. mortai da 81; Batteria canno ni ace. da 65/17; Brg. ( I, Il, II 1), ciascuno su: C.do e cp. C.do di Btg. ; tre c p. fucilieri; C p. armi ace. (mitragliatrici c mortai da 81 ). 8o" Rgt. f. '' Roma» (C.tc Ten. Col. i.g.s. G. B. Casassa) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; Cp. mortai da 81; Batteria cannoni ace. da 65 / 17 : Btg. ( I, Il, III), ciascuno su: C.do e c p. C.do d i Btg.: tre cp. fucilieri; Cp. a rmi ace. (mitragliatrici e mortai da 81). V e IX Battaglione morrai Div.le (da 81). 9" c 141a Compagn ia can noni c.c. da 47/32. ARTIGLIERI A
8" Rgt. a. Motorizzato (C.te Col. AHredo Regindla) su: C.do e Reparto C.do di Rgt.; l Gruppo motorizzato obici da roo/ 17: I e II Gruppo motorizzato cannoni da 75 / 27: Reparto munizioni e viveri. 73• Batteria cannoni c.c. da 75 ' 39 (6 pezzi). 85" c 309" Batteria cannoni c.a. da 20 mm. GENlO
30• Compagnia artieri. 9" Compagnia tclegrafisti e radiotelegrafisti. 95"' Sezione fotoelcttricisti. SERVIZI
di Sanità: 5" Sezione di Sanità .
(1) Fino 31 16 scutmbre 1942. DJ II '8 ouohre HJ F Gen. B. D."idc Borghini. (2) Fino Jll' 11 ottobre 1942 . Dal 12 ottobre 1942 Col. t\rm,lndo Mazzocchi.
Documenti di Comn11ssariato:
u• Sezione di Sussistenza. Trasporti : 9' Officina mod. 37·
DIVISIO ' E AUTOTRASPORTABILE " TORINO » (52•) CoMANDo
Comandante: G cn . D. Roberto Lerici. Capo di SM: Magg. Umberto Turrini. Q uARTIER GE)lERALE
56• c 66• Sezione Motorizzata Carabinieri. 52" Drappello Automobilistico per C.do D .Al.. 52" Sezione carburanti. 52" ;'\Jucleo Soccorso Stradale. 5" Nucleo Movi mento Stradale. 152'' Ufficio Posta Militare. FANTERIA
Comandante Fanteria Di,•.le: Gen. R. Ottorino Schreiber ( 1 ) . 81' Rgt. f. « T orino >• (Col. Biagio Santini) su: C.do e cp. C.do di Hgt.; c p. mortai da 81; cp. cannoni d'accompagnamento da 47 '32: Btg. (I, Jf, I Il), ciascuno su: C.do c cp. C.do di Btg .; tre c p. fucilieri: c p. :umi ace. (mitragliatrici e mortai da 81). 82" Rgt. f. ''Torino» (Col. Evaristo Fioravanti) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; cp. mortai da 81: c p. cann011i d'accompagnamento da 47/ _p : Btg. ( I, li, li I), ciascuno su: C.do e cp. C.do di Btg.: tre cp. fucilieri; cp. armi ace. ( mitragliatrici c mortai da 81). XXVI c LII Battaglione mortai Oi v.lc (da 81). 52' e 171' Compagnia cannoni c.c. da 47,'32.
(1) Fino 31 25 1111ohre I<J42. l hl 25 ouohrc ~~~l (;m. B. CnJrc Ros\i.
616
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (r941- 1943) ARTIGLIERIA
52" Rgt. a. Motorizzato (Col. Giuseppe Ghiringhelli) su: C.do c Reparto C.do di Rgt.; I Gruppo motorizzato obici da JOO/ t7; H e lll Grup po motorizzato cannoni da 75 / 27; Reparto munizioni e viveri. 352' e 361 • Batteria cannoni c.a. da 20 mm. 74" Batteria cannoni c.c. da 75 / 39· GENIO
57" Compagnia artieri. 52" Compagnia telegrafisti e radiotclegrafisti. 69• Sezione fotoelcuricisti. SERVIZI
di Sanità:
52" Sezione di Sanità. di Commis.cariato:
52" Sezione di Sussi ~tenza. Tra <porti:
52' Officina mod. 37· 3' DIVISIONE CELERE " PRINCIPE AMEDEO DUCA D 'AOSTA » CoMANDo
Comandante: Gen. D. Mario Maraz7.:li1Ì ( 1 ). Vice C.te: Gen. B. Carlo Lombardi (2). Capo di SM: Col. Dandolo Battaglini. QuARTIER GENERALE
355 e 356' Sezione Celere Carabinieri. 3' Drappello automobilistico. 1 Nucleo movimento stradale. 40° Ufficio Posta Militare. F ANTERIA
3'' Rgt. Bersaglieri (Col. Aminto Carretto) (3) ~u: C.do e cp. C.do di Rgt.; tre Btg. Bersaglieri autotrasportati (XVIII, XX, XXV). (•) rino al 1° no\l'lllbrc 1942. Dal > novembre 1942, Gen . D. Ettore de Bl,,,io. (2) Dal 13 clicembn· I<J-12, Gen. B. Anwnio Luridiana. (3) Fino .11 l ago,to "JF· D.1l 1 ago, tu . Col. Ercole Felici.
Documenti
6 17
- - -- -
6'' Rgt. Rersagl ieri (Col. Umberto Salvatores) (t) su: C.do e cp. C.do di Rgt.: tre Rtg. Bersaglieri autotrasportati (VI, XIII, XIX). X L VII Battaglione Bersaglieri motocicl isti su tre compagnie. LXVII Battaglione Bersaglieri corazzato su due cp. carri L 16. IC Battaglione mortai Divisionale (da 81). 172', 17~\ 272" Compagnia cannoni c.c. da 47 ( 32. XIII Gruppo Cavalleggeri di Alessandria su due squadroni semo\. da 47/ 32. ARTIGLIERIA
Rgt. a. Motoriz7.ato (T en . Col. Ugo dc Simone) su: C.do e Reparto C.do di Rgt.; I Gruppo obici da roo/ 17 su tre batterie: H, III Gruppo cannoni da 75/27 su tre batterie; Reparto munizioni e viveri reggimentale. 93' e ! 0 13 Batteria Motorizzata c.a. da 20 mm. 75' Balleria cannoni c.c. da 75/39 (6 pezzi).
! 20"
105a Compagnia
10~a Compagnia
artieri. tclegrahsti e marconisti. SERVIZI
di SanittÌ:
73 Sezione di Sanità. di Commissarialo:
93' Sezione di Sussistenza. Trasporti: X IV Autogruppo Pesante su 4 Autorepa rti (218" c 219"' Arp., 122 ' Ari., 213• Arm .). 3" Officina mod. 37·
CORPO D'ARA1ATA ALPI.\"0 C OM\NDO
Comandante: Gen. C.A. Gabriele Nasci. Capo di SM: Col. Giulio ~artinat. C.te dell'Artiglieria: Gen. B. Carlo Filippi. C. te del Genio: Gen. R. Cesare Tamassia.
(1) Fino al n o tto bre
1<)~2.
D.1l
12
Otll!h rc 1942. Col. M.trio Carloni.
618
Le operazioni delle umtù italiane al fronte russo ( ' 94 ' · ' 943) Q uA RTIER GENERALE
422a Se7.ione Alpina Carabinieri e 425" Sezione Alpina Carabinieri mista. 27" Sezione topocartografica. 20"' Se7.ione fotografica. 20~ Sezione tclefotografica. 108• Ufficio Posta Militare. Autodrappello per Comando C.A. Alpino. UNTTÀ OTRETTAMENTE DIPENDENTI
Artiglieria (C.te Col. Guglielmo Mai). Raggruppamento Artiglieria di C.A. su: LI, LI!, LIII Gruppo cannoni da 105 / 13: CXVTI Gruppo obici da '49/ ' 3· 11 " Reparto specialisti di artiglieria. 39" e 4r' batteria contraerea da 20 mm. 11 "
Genio. l IX
Battaglione anieri (su tre compagnie). Bauaglione misto (una compagnia telegrafisti, un3 ccmpagnia marconi· sti, una compagnia fotoclettricisti). XXX Bauaglione guastatori del genio. 21 .. Officina riparazion i materiali di collegamento. 19" Colombaia mobile.
Chimici. 1•
Compagnia chimica. SERVIZI
di Sauit,ì: ~07~ S~:zione Alpina di samta.
7'' Ambulanza odontoiatrica. Ospedali da C::~mpo: 2~", 24", 466'', 467 ', 483, 484". 9" Sezione disinfezione. di Comn11ssanato: 11 3~ Sezione
Alpina di Commissariato.
Trasporti: 200° Autoreparto
misto (su due sezioni pesanti, una leggera ed una :Jutocar·
reue).
Automobilistico: 57~ Officina mobile pesante.
Ricuperi: 6" Compagnia ricuperi.
Documenti DIVISIONE ALPINA << TRIDENTI1\'A >> (2•)
CoMANDO Comandante: Ccn. B. Luigi Reverberì. Capo di SM: Magg. Alessandro Ambrosiani. QuARTIER GE~ERALE
402• c 417' Sezione Carahinicri da montagna. 2 " Autodrappello per C.do D ivisione alpina. 201·' Ufficio Posta Militare. F ANTERIA
5" Rgr. Alpini (Col. Giuseppe Adami) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; tre Btg. A lpini: << Morbegno», << T irano >>, <<Edolo)); ciascuno su: cp. c.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamento: 5 Sezione alpina di Sanità: 618" Ospedale alpino da Campo: 5" Nucleo d i Sussistenza; 25• Sezione Salmerie. 6" Rgt. Alpi n i (Col. Paolo Signorìni) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; tre Btg. Alpini: «Vestone», <<Val Chiese», « Verona», ciascuno su: cp. c.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamento: 6~ Sezione alpina dì Sanità: 621" Ospedale :1lpino da Campo; 6" Nucleo di Sussistenza; 26• Sezione Salmerie. 82• e 216" Compagnia Alpini cannoni c.c. da 47132. ARTIGLIERIA
Rgr. a. Alpi nn (Col. Federico Moro) su: C.do e Rcp:1rto C.do di Rgt. ; Gruppo << Bergamo >> e Gruppo << Vicenza ll . ciascuno su: tre btr. obici da 75/ 13 e Reparto Munizioni e Viveri: Gruppo << Val Camonica>> su: d ue btr. ohici da 105 / I I e Reparto Munizio ni e Vive ri. ;6• c 59" Batteria c.a. da 20 mm. 76• Banerìa cannoni c.c. da 75/ 39 (6 pezzi). 2"
GENIO
Il Btg. misto genio su: cp. artieri; cp. telegrafisti e marcon isti: sezione fotoelcttricisti.
620
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (194r- 1943) SERVIZI
di Sanità: 302"· Sezione alpina di Sanità. Ospedali da Campo: 619", 620', 622' , 623".
di Commi.csariato: 110•
Sezione di Sussistenza.
Trasporti: 206" Autoreparto Misto (su 5 Sezioni c una Sezione autobotti). 5° Reparto Salmerie.
DIVISIONE ALPINA cc JULIA » (3•) CoMANDO
Comandante: Gen. B. Umberto Ricagno. Capo di SM: Col. Giuseppe Molinari.
QuARTIER GENERALE
415' e 416• Sezione Carabinieri da montagna.
3'' Autodroppello per C.do Divisione alpina. 202' Ufficio Posta Militore. FANTERIA
8" Rgt. Alpini (C'..ol. Armando Cimolino) su: C.do c cp. C.do di Rgr.; tre Btg. Alpini: cc Tolmezzo ». « Gemona », cc Cividale », c~ascuno su: cp. c.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamento; 308" Sezione alpina di Sanità; 814' Ospedale alpino da Campo; 8" Nucleo d i Sussistenza; 28' Sezione Salmcric. 9" Rgt. Alpini (Col. Fausto Lavizzari) su: C.do e c p. C.do di Rgt.; tre Btg. Alpini: << Vicenza )), << L'Aquila )), << Val Cismon n, ctascuno su: cp. c.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnomcnto; ~og• Sezione alpina di Sanità; 630° Ospedale alpino da Campo; 9° ucleo i Sussistenza; 29a Sezione Salmerie.
o
4' a e 83a Compagnia Alpini cannoni c.c. da 47/ 32.
Documenti
62 1
ARTIGLIERIA
3" Rgt. a. Alpina (Col. Pietro Gay) su: C.do c Reparto C.do di Rgt.; Gruppi « Conegliano» c cc Udine >>, ciascuno su: tre btr. obici da 75 /13 e Reparto Muniz. e Viveri; Gruppo cc Val Pia,·e >> su: due btr. obici da 105 / JI e Reparto Munizioni e Viveri. 45' c 47(1, Baueria c.a. da 20 mm. 77" Baueria cannoni c.c. da 75/ 39 (6 pezzi). GENIO
III Btg. misto Genio su: cp. artieri: c p. telegrafìsti e marcon isti: sezione fotoelenricisti. SERVIZI
di Sanità: 303' Sezione alpina di Sanità; Ospedali da Campo: 628°, 629°, 633", 813°.
di Commisscmato: 111 •
Sezione di Sussistenza.
Trasporti: 207" Autoreparto
Misto (su 5 Sezioni e una Sezione autoboui). 8' Reparto Salmerie.
DIVISIOJ\'E ALPI. A cc CU1 EE SE , (4") COMANDO
Comandante: Gen. D. Emilio Battisti. Capo di SM: Ten. Col. Lmcnzo Navone. QuARTIER GENERALE
413• e 414• Sezione Carabinieri da montagna. 4" Autodrappello per C.do DiYisione alpina. Militare.
20J' Ufficio Posta
FANTERIA 1"
Rgt. Alpini (Col. Luigi Manfredi) su: C. do e c p. C. do di Rgt.; tre Btg. Alpini: << Ceva >•, cc Pieve di Teco n, « Mondovì n, ciascuno su:
622
Le opera-zioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
cp. c.do. tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamenw; r• Sezione alpina di Sanità; 612" Ospedale alpino da Campo; 1' ~ucleo di Sussistenza; 21 ~ Sezione Salmerie. 2 ' Rgt. Alpini (Col. Luigi Scrimin) su: C.do c cp. C.do di Rgt.; tre Btg. Alpini: « Borgo S. Dalmazzo u, cc Dronero », " Saluzzo », ciascuno su : cp. c.do, tre cp. alpini, una cp. arm1 accomp.; 2" Sezione alpina di Sanità; 615' Ospedale alpino da Campo; 2" Nucleo di Sussistenza ; 22" Sezione Salmerie. 14" e 84" Compagnia Alpini cannoni c.c. da 47/32. ARTIGLIERIA
4" Rgt. a. Alpina (Col. Enrico Orlandi) su: C.do e Reparto C.do di Rgr.; (;ruppi « Pinerolo >> c « Mondovì » ciascuno su: tre btr. obici da 75 / 13 c Reparto Muniz. e Vi,·eri; Gruppo « Val Po » su: due btr. obici da 105 i l l e Reparto Munizioni c Viveri. 64" e 1r6' Balleria c.a. da 20 mm. 78• Batteria cannoni c.c. da 75 / 39 (6 pezzi). GENIO
IV Btg. misto genio su: cp. artieri; cp. tclegrafisti e marconisti; sezione fotoclettricisti. SERVIZI
di Sanittì: 306a Sezione alpina di Sanità. Ospedali da campo: 613", 614", 6t6", 6r]".
di Commissariuto: 107" Sezione di Sussistenza.
Trasporti: 201 " Autoreparto Misto (su 5 Sezioni ed una Sezione auwboui). 2" Reparto Salmeric.
Documenti DIVISIONE DI FANTERIA «V ICENZA )) (156') COMANDO
Comandante: Gen. B. i.g.s. Etelvoldo Pascolini. Capo di SM: Ten. Col. Agostino Ubeni. Q uA RTIER GENERALE
136" e 137' Sezione mi~t:l Carabinieri. 156' Ufficio Post:J \>filitare. CARAlllNIERI
XXVI Btg. Carabinieri (su due cp.). FANTERIA
277 Rgt. f. (C.te Col. Ciulio Cesare Salvi) su: Comando e cp. Com:Jndo di Rgt.; Compagnia mortai da 81; Compagnia ca n non i accompagnamento da 47 /_p; Battaglioni (1, Il, Ili), ciascuno su: Comando e cp. Comando di Btg.; tre compagnie fucilieri: Compagnia urmi uccompagnumento (mitrugliatrici c mortai). 278'' Rgt. f. (C.te Col. Gaetano Romeres) su: Comando e cp. Comando di Rgt.: Compagnia mortai da 81 : Compagnia cannoni accompagnamento da 47 / 32; Battaglioni (1, Il, TI !), ciascuno su: Comando e cp. Comando di Btg.; tre compagnie fucilieri; Compagnia armi accompagnamento (mitragliatrici e mortai).
CLVI Battaglione mitragl ieri. 256' Compagnia conrrocarro da 47 ' P · GENIO
Battaglione misto su: 156.. c p. aruen; 256• cp. tele marconisti. SERVI ZI
di Sanità: 156" Sezione di Sanità. 161" e 162" Ospedale da Campo.
624
Le operazioni delle unit.ì italiane al fronte russo (19-11- 19-13)
di Commissariato:
156• Sezione di Sussisten7a. 256• Squadra panettieri con forni. Trasporti:
1121• Autosezione Mista.
U.YlTA' DIRETTAME.VTE DIPE.\'DEXTI DAL COMANDO B• ARMATA CAlli\BINIERI
373" Sezione a ca,·allo Carabinieri. 175" Sezione motorizzata Carabinieri. 236", 237", 2~8'", 239", 243\ 244'. 245", 283a Sezione mista Carabinieri.
F...:-iTERL\ CIX Battaglione mitraglieri autocarrato. Bauaglionc alpino sciatori << Monte Cervino >> (su tre compagnie e due plotoni mitraglieri). CAVALLERIA
Raggruppamento a cavallo (C.te Gen. B. Guglielmo Barbò di Casal Morano): Reggimento << Savoia Cavalleria » (C.te Col. Alessandro Bettoni Ca1.zago): C'-<>mando e squadrone Comando di Reggimento; I c I l Gruppo squadroni su: Comando e due squadroni Cavalieri; 5" Squadrone mitraglieri. Reggimento << Lancieri di 'ovara » (C.te Col. Carlo Pagliano): Comando c squadrone Comando di Reggimento; T e IJ Gruppo squadroni su: Comando e due squadroni Cavalieri: 5u Squadrone mitraglieri. ARTIGLIERIA
9° Raggruppamento Artiglieria d'Armata con i Gruppi: XXIV e L cannoni da 149/ 28; XXXI, XXXlf, XXXIV cannoni da 149/ 40; LXXIII obici da 2roj22. Reggimento Artiglieria a cavallo (C. te Col. Domenico Montella) su: Comando e reparto C.do di Reggimento; I, Il, III Gruppo su due batterie ippotrainate cannoni 75 / 27 mod. 1912: Reparto munizioni c viveri reggimentale.
Documenti 201'' Reggimento Artiglieria Mororiaato (C. te Col. Enrico Altavilla) su: Comando e reparto C.do di Reggimemo; I, JJ, III Gruppo di tre batterie cannoni da 75/~2. 4° Raggruppamento Artiglieria contraerei (C.tc Col. Giuseppe di Martino) su: IV e XIX Gruppo su due batterie cannoni da 75 46; XXXVI, XXXVII, JL'{XVIII Gruppo su tre batterie cannoni da 75 46. 14° Reparto ~pecialisti di Artiglieria. 86& Sezione fotoelettricisti. 3r", 40", 42", 65" Batteria contraerei da 20 mm.
XXVI Battaglione artieri. 5" Raggruppamento trasmissioni su: I Battaglione telegrafisti (su quattro compagnie): V Battaglione misto (su una compagnia mista collegamenti e una compagnia mista specialisti); rs6~ Compagnia telemarcon isti. g• Colombaia mobile. ga e 9 Compagnia idrici. 6' Compagnia antincendi. I, II, IX, XXXIV Battaglione pontieri. ror' Compagnia traghertatori. IX e X Battaglione ferrovieri. XVII I Battaglione lavoratori (su quattro compagnie). XL Battaglione lavoratori (su tre compagnie).
CHn.HCT
8" Raggruppamento chimico d 'Armata su: I c IV Battaglione chimico. AERO:\'AUTICA
LXXI Gruppo di osservazione per l'Esercito con le Squadriglie 38a e 1r6•. XXT Gruppo da caccia terrestre con le Squadriglie ~56", 36 1", 382", 386". LEGIOl'E CROAT.\
su: Comando Legione: Battaglione fucilieri: Compagnia mortai da 8 r ; Compagrtia pezzi da 47/ 32 controcarro. 40. - U.S.
626
Le operazio111 delle unità italtane al fronte russo ( 1941 - 1943) - -INTENDENZA DELL'8"' ARMATA
lntendcmc: Gen. B. Carlo Biglino. Capo di S~: Ten. Col. Luigi De Michclis.
SANITÀ Direzione di Sanitù. Direttore: Col. med. Dott. Nicola Maugeri. 8" Magazzino di Sanità. Ospedali da Campo: 25", 32~, 40". 44~. 6o', 64", 163", 164°, 235, 238, 239', 2;6", 257", 820", 827'', 828 ', 1129·, s)o' , sy., 832 ·, s3r, 873 ·, 24 9··, 250°, 2S I", 2II " , 20 1", 202", 203", 2I r, Sl 2", 5 13", 514", 515". Ospedali di Riserva: 1", 2", 3", 6", 7'', 8". Convalescenziari: t " c 2 ". Sezioni Bonifica Gassati: 2 • e 104' . Sezioni Disinfezione: 22' c 31•. Laboratorio Chimico - Batteriologico Tossicologico. Treni Ospedale: RE: 3··, s", 6", 7'', •o", 12", 23", 24", 34", 35", 36", 41"; CRI: 13", 14". •s'', 160, •7', t8"; SMOM: 1", 4". Co~tMJSS :\RIA1o
Direzione di Commissariato. Direttore: Col. Commiss. Felice Pirro. 8" Magazzino Viveri cd Avena. 8 Magazzino Foraggi, Paglia e Legna. 8" Magazzino Vestiario cd Equipaggiamento. Sezioni di Sussistenza: 57", 84", 9(5•, 97"· 3 1 Compagnia Macellai. Sezioni Panettieri con forni rotabili: 28', 8", •9'. 6'. Squadre Panettieri con forni rotabili: 23", 104". 2". 49". 53"· 26", 6)", 59'', 61•, 62"', 63a. Sezione Panettieri con forni carreggiabili: 175". Sezioni Panettieri senza forni mobili: 166"', 169", IJI", 176•, 181 ·', 191 ". t • Squadra mista Pn nctticri. A~Bi l~ ISTRA2IONE
Direzione di Amministrazione. ArnTGLIERlA
Direzione di Artiglieria. Direttore: Col. Giovanni Rottari. 8" Magazzino di Artiglieria. GENIO
Direzione del Genio. Direttore: Col. Vincenzo Caniglia. 8" Yfagazzino del Genio. 33• Compagnia Genio Artieri.
Documenti CHI~liCO
Direzione Chimica. Direttore : Magg. Giovanni Rosa. 8" Magazzino Chimico. Laboratorio chimico da campo. IPP ICA E VETERINARIA
Direzione di l ppica c Veterinaria.
s·· Magazzino eli Veterinaria c Mascalcia. s·· Parco quadrupedi carreggio e bardature. Infermerie quadrupedi:
2,
3''• 6", 13', 17', 120•, 121 ". TRASPORTI
Direzione Trasporti. Direttore: Tcn. Col. S.M. Antonio Gualano. VI e XXVI Battaglione Movimento Stradale (ciascuno su tre compagnie c un reparto socc. stradale). o" e ga Centuria milizia della strada. 2" Autoraggruppamento di Armata (C.te Col. Gine~io Ninchi) su: II Autogruppo misto con: due autoreparti pesanti: un autoreparto ambulanze: un autoreparto autobotti: una autofficina. XXIX Autogruppo pc~antc con: tre autoreparti pesanti; un autoreparto mi~to; due auwfficinc; duecento rimorchi; duecento attrezzature per trasporto quadrupedi. LI Auto gruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti: due autofficine. 46• Officina. 8" Reparto soccorso ~tradale. 7" Autoraggruppamento di Armata (C.te Col. Achille P:10lini) su: XVIII Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti. XXX Autogruppo pesante con: tre autoreparti pesanti; un autoreparto ambulanze. 7" Officina. 8" Autoraggruppamenro di Armata su: LVII Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti. L VI II Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti. 8" Officina.
628
Le operazioni delle umtà italiane al fronte russo (1941- 1943)
Autoraggruppamcnlo di Armata (C.tc Col. Gimeppe Papi) su: LX Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti. LXI Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti. 10" Officina. 350" Autoreparto pesante. 10'
AUTOMOBILISTICO
Direzione automobilistica. 6 e 7" Parco automobilistico. Sci officine di autogruppo. Due officine speciali FIA T. TAPPE
Direzione delle Tappe. Direttore: Gen. B. Giuseppe Mus111u. Tre Comandi Tappa Principale. Sci Comandi Tappa Secondaria. Undici Comandi Tappa Speciale. Quauro Uffici Tappa Principale. CCXV, CCXVIT, CCXLVll, CDXU Btg. Territoriale mobile (su quattro compagnie). CCXVIII, COL, CDLTV Btg. Territoriale mobile (su tre compagnie). 63" Compagnia presidiaria. CCIX, CDXLIX, COLI, COLli, CDLIIT, CDLV, CDLVI, CDLVII Gruppo appiedato di Artiglieria (ciascuno su quattro batterie). PosTALE E TELEGRAFico
Direzione Postale c Telegrafica. Dirctrore: Magg. (milit.) Angelo Zocchi. Uffici Posta Militare: 6", 102n, 122", 126°, 127", 128", 129". RICUPERI
Direzione Ricuperi. Direttore: Col. Ferdinando Graziani ( 1 ). 7' Compagnia Ricuperi. STRADE
Direzione Strade. Direttore: Magg. Aleramo Perdomo. EcoNOMIA o r GuERRA
Direzione Economia di Guerra. LEGNAMI
Direzione Legnami. Direttore: Sen. M.F. O. Vecchioli. 9•" e 131• Compagnia forestale. ( 1) Dll dicembre 1~141 Col. N1cuiJ Ruffo.
Documenti
Documento n. 56.
RIPARTIZI ONE PER CALIBRI ED IMPIEGHI DELLE BOCCHE DA FUOCO D'ARTIGLIERIA DELL'S• AR MATA Direttamente dtpendentt dal Comando di Armata:
Cal. 2o c.a. Cal. 75/46 c.a. Ca l. 75 l 32 c.c. Cal. 75/ 27 mod. 1912 Cal. 149/ 28 Cal. •49/4<> Cal. 210 /22
32 (4 batterie) l 52 (2 gruppi su 2 htr., 3 gr. su 3 btr.) \ 84 ~6 (3 gruppi di 3 btr. del 201° Rg~.) 24 (3 gruppi di 2 brr. del Rgr. Art. Cav.) 24 (2 gruppi di 3 btr.) j6 (3 gruppi di 3 htr.) 12 (1 gruppo di ~ btr.) 2 16
(5o batterie)
D n-ettamente dtpendentt dal Comando Il C.A.:
Cal. 20 c.a. Cal. 105 / 28 Cal. 149 ' q
16 (2 batterie) 24 (2 gruppi di 3 htr.) 24 {2 gruppi di ) btr.) 64 (14 batterie)
Du·tnOnt « Sforzesca >> e • Cosserta "· ciascuna:
c.a. Cal. 20 Cal. 75/ 39 c.c. Cal. 65/ 17 accomp. Cal. 75/18 Cal. ro5{28
6 (2 batterie) 6 {r barreria) 8 (2 bauerie) 24 (2 gruppi di :; btr.) 12 (r gruppo d i ) btr.) t
66 (14 batterie) Divisione " Ratlt'IIIJa >> :
C'..al. 20 c.a. Cal. 75 / 39 c.c. Cal. 65/17 accomp. Cal. 75 / 18 Cal. 105 / 28
16 (2 batterie) 6 (r batteria) 4 (1 batteria) 24 (2 gruppi di ) btr.) 12 (1 gruppo di ~ brr.) 62 (q bauerie) l?tepilogo Il Corpo d'Armata
258 bocche da fuoco (55 batterie)
630
Le operazioni delle unità italiane al fronte rus.;o ( 1941- 1943)
Direttamente dipendenti dal Comando XXX l" C.A. - CSI R: Ca!. 20 c.a. Ca!. 105 ' p Ca!. 149/ q
16 (2 batterie) 36 (3 gruppi di 3 btr.) 12 ( 1 gruppo di 3 hrr.)
64 (q batterie) Divicione " Pasubio »: Ca!. 20 c.a. Ca!. 75 ,'39 c.c. Ca l. 65 / 17 accomp. Ca!. 75 '27 mod. 1911 Cal. 100 1 17 mod. 1914
16 (2 batterie)
6 ( 1 batteria) 8 (2 batterie) 24 (2 gruppi di 3 brr.) 12 (r gru ppo di 3 btr.) 66 (q b::ttterie)
D111isioni '' Torino >> e '' ?" Celere " ' c iascu n::!: Ca!. 2 0 c.a. Cal. 75 / 39 c.c. Cal. 75 / 27 mod. 191 1 Cal. 100 ' 17 mod. 1914
t6 (2 banerie) 6 ( r batteria) 24 (2 g rupp i J i ) btr.) 12 ( l wuppo di 3 br r.) <;8 ( 12 batterie)
Rieptlogo XXXI ' C.A. - CSIR
246 bocche da fuoco (52 batterie)
Diretta m m/t' diperzdt·nti dal Comando C.A. Alpino: Ca!. 20 c.a. C:1l. t05/.P
Cal. 149 / 1 ~
r6 (2 batterie) ~6 (~ gr uppi d i 3 btr.) 12 (t gruppo di ~ brr.)
Din.ctoni " Tridentma n , " fu/m " e " Cunecn.<t' "· cia~cuna: Cal. 2 0 c.a . Cal. 75 / 39 c.c.
Cal. 75/ ' .3 C:1l. 105/11
t6 (2 batterie) 6 (t batteria) 24 (2 gruppi di 3 btr.)
8 ( 1 gruppo d i 2 btr.) 54 (n batterie) Riepilogo C.A. Alpino 226
bocche da fuoco (47 batterie)
Documenti RIEPILOGO GENERALE
w ARMATA hucdtt• dJ fuoco
h.m cn c
Direttamente dipendenti Il Corpo d'Armata XXXV Corpo d'Armata - CS!R Corpo d'Arm:.tta Alpino
so
55 52 47
Totale 8• Armata
Documento n. 57·
VAR IA 1T! ALLA COSTITUZIO:-JE DELLE C."ITA' ITALIANE COMBATTEKTT AL FRONTE RUSSO CSIR (furmaz . 1 94~)
uomini f-ucili mitragliatori Mitr:tgl iatrici Mortai da 81 Mortai da 45 Cannoni da 47/ 32 Mezzi corazz.ati Bocche da fuoco d'arti~lieria: m t orale
~;l
,\rm<ll'l
O!
lo
62.000
229.005
3~
866
2.657
s8r 189 292
I.J42 423
306 299
l08
874 297
223 299 275
6o
so
- r6
2)6
946
369
220
)6
670 2]6
304 766
8o
276
345
83
90 66
- 21
delle quali: piccoli calibri medi calibri Uocche da fuoco contraerei Bocche da fuoco controcarro Aerei Quadrupedi Automezzi Motomezzi
4·6oo 5 ·500 1.))0
25.000 t6.700 4·47°
543 303 288
632
L e operazioni delle unità ital;ane al fronte russo (1941 __c:._:_::...:.._ - 1943) _ _ Documento n. 58.
STATO MAGGIORE R. ESERCITO Unrcro
AnDESTRAMF.l''TO
4a Se7.ione Rt<en•ato.
P.M. 9, 21 settembre 1941 · XIX
N. r890o di prot.
Dtrama-::ionr estese/ fino a; comandt dt reggnnento. Oggetto: Procedimenti d'impiego alla fronte russa. Analogamenre :l quanto è stato faLLo in merito alle caratte ristiche di talun i procedimenti offensivi adottati dalle truppe germaniche in Polonia ed alla fronte occidentale (circolare 8900, del 25 ottobre 1940- XVIII). vengono qui sintetizzate le pn me esperienze dedotte dallo sviluppo de Ile operazioni in Oriente. on si tratta. quindi. di esperienze conclusive. Ad attendere queste si finirebbe per non utilizzarle mai o troppo tardi. La nostra partecipazione alle operazioni in Russia impone a tutti di seguire, con particolare intento istruttivo, quanto avviene in quello scacchiere.
l. - CARATTER ISTICHE GENERALI DELLA LOTl'A Possono essere così riassume: - vartità dello scacchiere; fronti discontinue, in misura anche p1u accentuata delle campagne precedenti (ad e~. Polonia); entità degli effettivi c dei mezzi in campo. l fattori della guerra: uomo- m:Jcchina -spazio- tempo risultano enormemente ingranditi. L1 preminenza contingente dell'uno o dell'altro di essi pub a,·cr pesaro sullo sviluppo delle operazioni senza nuocere tullavia - da parre germ::~nica a ll'unità di concello, di comando, di esecuzione; - loca!t-::zaztofle dello .<forzo offensit•o a cavaliere delle vie di comunica<~.ione di maggior rendimento. Le battaglie finora combattute hanno tutte il nome di località da cui passano o s'irradiano tali vie;
- tmponente .<forzo logtJtico da parte dell'attaccante. Il principio della conn~mone logistico- operativa ha avuto, fin dall'inizio di questa campagna, la sua più difficile ed ampia applicazione. Il logorio dei mezzi è stato più accentuato che nelle campagne precedenti. Indipendentemente dalla lunghezza dei percorsi e dal ritmo delle operazion i, lo stesso ambiente potrebbe determinare al riguardo delle gravi sorprese, ogni qualvolta facesse difetto lo spirito di previden7a c la costame cura del materiale;
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Documenti
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- accanita resrstenza del nemrco, anche nelle circostan7.e tatticamente nelle precedenti campiù sfavorevol i; fatto non verifica tosi - norm::tlmente pagne. Pur non pesando in modo determinante sullo sviluppo delle operazioni da parte germanica cd alleata, in quanto queste sono state e sono condotte con inesorabile continuità, tale resistenza ha tuttavia determinaro una minore speditezza complessi,·a dell'azione.
II. - PRocEDI~iENTI OHEXS I\' 1 GERMANICI (r) a) Impiego delle G .U .. E' stato ispirato ai principf seguiti nelle precedenti campagne, ma - giova ripeterlo - in condizioni ambientali e in rapporto di forze assai differenti. L'avversario, d'altra parte, sembra abbia tratto buon insegnamento dai rovesci altrui e dai proprf (Finlandia). Localizzata, come già si t: detto, la possibilità di determinare la rottura alle zone di buona percorribilità c diretto lo sforzo sui pochi obiettivi di importanza vitale per il nemico, le divisioni corazzate germaniche conseguito il successo iniziale, non hanno sempre potUto 4ruttarlo a fondo, secondo i procedimenti noti. Ciò (; dovuto al fatto che le grandi unità sovietiche hanno lasciato " pas~are " sulle Mrade le unità corazzate germaniche, mantenendo l'occupazione delle zone interposte tra i grandi itinerari, e talvolta sbarrando nuovamente gli stessi itinerari alle grand i unità di fanteria sopraggiungenti. Le di,·isioni corazzate hanno dovuto quindi rinun1iare ad una più decisa spinta in profondità cd iniziare, invece, !"accerchiamento delle masse nemiche, che divisioni di fanteria impegnavano frontalmente: così si formarono le «sacche >• sovietiche, che, mediante un'azione coordinata sulla fronte e sul tergo, furono (rammentate cd alla fine eliminate. Tutto ciò è riuscito, ma ha imposto un notevole mllentamcnto dell'azione in profondit:a. Se ne deduce che la spcclitezza c la continuità dclrazionc in profondità sono una conseguenza della possibilit:a di coordinare l'azione delle G.U. coraz7.ate con yuella delle G.U. di fanteria retrostanri. Ciò è do' uto, principalmente, alla differente attitudine di esse ad una rapida progressione in avanti. Se il Comando german ico ha potuto ugualmente far serrart' .<otto, in tempi straordinariamente brevi, le forze occorrenti per superare la crisi dcii 'inizia!t" distacco, ciò si deve soprattutto al perfetto allenamento alla marcia delle fanterie (2). Tappe successi"e di 40- 50 chilometri costituiscono la normalità, senza incidere sulle condizioni fisiche delle truppe. sulla coesione dea reparti, sulla possibilità di un pronto impiego di essi.
( 1) Per <Jli,IIHO non lrova conHlWnto in (]llt:Sl<l cirwla rc, vcda~i la Syoo, già cit;Jta.
(2) \'ecl,"i circok1ri S.M.R.E.: dd 20 g1ugno HJ.lO- XVlll, ('.n.), all'oggetto: ""iorme fX·r il movimento per viJ onhn.lrtl c n . 1 C.S.:-.t.. 10 data .zS luj!'lio •· 1~•. XIX . .1ll'og· getto: (( Addc,tr~tmento t· oper~Lt.innl •·
634
Le operazioni delle unità italiane al fronte nwo (1941- 1943)
E' evidente che mediante l'autotrasporto delle fanterie tale cooperazione sarebbe meglio realizzabile, ma una soluzione del genere non può essere adottata oltre un determinato limite anche per ovvie ragioni tecnico- produttive. Jl procedimento german ico d i applicare nel campo strategico come in quello tattico il " centro di gravità )) dello sforzo sui punti di minor resistenza nemica ha condotto per lo più ad una frammentazione delle " sacche u in altre minori, con il conseguente spezzettamento dell'azione. A questa la resistenza delle unitù russe ha dato un carattere di particolare accanimento. Ne ì: derivata la difficolttÌ di coordinare queste operazioni e ind irizzarlc al raggiungimento di uno scopo unitario. bsa è stata superata dall'iniziatil'a dei comandanti delle unità di ogni grado. Combattimenti di minor portata si sono svolti altre~ì nelle immediate retro\·ie germaniche, per Stroncare J"atrività di distaccamenti nemici, annidati nei boschi, contro reparti in marcia e colonne di rifornimento. L'azione di rastrellamento è stata per lo più condotta da distaccamenti di fanteria (battaglioni rinforzati con armi d'accompagnamento e controcarri). Jl servizio di sicurezza ha assunto una particolare importanza. Vigilanza, ardimento, <-llimo funzionamento dci collegamenti sono \tati gl i elementi fondamentali per il buon esito di queste operazioni. h) Occupazione di loctdilà importami da parll' di ;peciali dùtaccaml'llti.
La ccstituzione di raggruppamenti tattici con elementi delle \'arie armi, lanciati anche a forti distanze dai gro~si, per la ricerca del contatto con il nemico c per consentire alle truppe rctrostanti un rapido intervento sul punto più debole del nuo\·o schieramento della difesa, è procedimemo frequentemente attuato da i germanici in tutte le recenti campagne. !\'ello scacchiere orientale ne è stata confermata l'utilità, specialmente dato l'effettivo \'alore che una sollecita c preventiva occupazione di località importanti (ponti o nodi di comunicazioni) poteva avere sull'ulteriore sviluppo delle operazioni. Questi distaccamenti sono stati CO)tituiti dalle G.U. di prima schiera, normali o speciali che fossero. Talvolta. come è a\venuto a Riga, sono stati riuniti in un " raggruppamento avanzato ))' e ~otto comando unico, distaccamenti di più divisioni di fanter ia, for mati ciascuno, di massima, da un battaglione autoportato, reparti contrccarri, contraerei, artiglieria e genio (tutti motorizzati). Un'unità di formazione di questo genere, che aveva il compito di occupare due ponti sulla Dvina, lo ha assolto. sebbene in difficil i circostanze, spingendosi a 120 km dai grossi. E' da rilevare che l'azione di questi distaccamenti (: nettamente distinta da quella dei gruppi esploranti di cia)cuna G.U .. Potrebbe, in sostanza, identificarsi in (jUella di un'avanguardia motoriz7ata che, con le sue azioni prelim inari, consenta al grosso di muovere c di agire nelle condizioni più favorevoli. Oziose sarebbero le discu)sioni circa l'opportunità di lanciare in avanti due elementi dis tinti (distaccamenti avanzati e gruppi esploranti), pur considerando che il più delle volte basterebbe un adeguato rinfor70 al gruppo esplorante per mettere questo in condizioni di assolvere, temporaneamente, anche il compito di occupa zione delle loca litù cui si è accennato.
Documenti Come in ogni altro problema operati,·o si tratta, in definiti,·a, di adattare lo strumento allo scopo spccilico che si vuoi ragg iungere c al pn.:sunto grado della resisten7a che si de,·e vincere.
c) Cenni particolari m/l'impiego delle vane arm1. Fanteria. - Si è tro,·ata di frequente nella necessità di attaccare po~izioni difemive organizzate con lavori campali. l procedimenti adottati sono stati pressoché simili a quelli ben noti della fine della Guerra mondiale (procedimenti ai quali abbiamo dol!uto ricorrere anche noi, in taluni settori della no.rtra fronte). C iò vuoi di re che non vi può es~ere, almeno anualmente, una guerra meccanizzata al cento per cento. La fanteria deve e dovrà ancora ~aper combattere anche con la .rolu tradizionale cooperazione della sua artigl icria. I battaglioni germanici iniziano, in genere, l'attacco con una breve preparazione di art iglieria (2o'- w'). della quale approfinano per serrar sotto il più possibile. Artiglienu. - Da rib·are il frequente decentramento alle C.U. di prima schiera di artiglierie dci maggiori calibri (in particolare il 210). spinti in avanti con le avanguardie, c l'impiego delle artiglierie contraerei contro obiettivi terrestri. Tempe~ti' ità d'inten·ento cd efticacia del fuoco condizionano sempre l'azione dell'artiglieria. ron c'è 5chieramenro avanzato o arretrato che conti, né spccializzazione che valga contro tale elementare principio. Cwalleria . - La sola di visio ne esistente nell'esercito germanico è stata impiegata nella cla~sica " protezione di un'ala scoperta dello schieramento» di un gruppo di armate. Ila agito là dove i mezzi meccanizzati avrebbero inconrralO condizioni proibitive di movimento ed ha agito, come sempre, con ottimo rendimento tattico, segnalandosi per la lunghezn delle tappe compiute, ciè> che ha permesso ad essa di intervenire tempc~tiva mentc. Genio. Aliquote delle sue specialità sono presenti, come si (; avuto già di far notare, in tutte le fasi dell'azione tatt1ca e con gli clementi p iLI avanz:ni d i ogni dispositi vo. In tlUCsta prima fase della campagna, pontieri - artieri - guastatori hanno gareggiato in sprezzo del pericolo e abilità tecnica per eliminare, nel più hre,·e tempo possibile, ogni o.<tacolo al movimento. acca~ione
d) St'rvizi. Il funzionamento è stam organiuato ~fruttando <1uasi esclusivamente i grand i itinerari auwrnohilistici ed ha a~su nto proporzioni i mponenti, data la mancanza quasi assoluta di ogni risorsa prontamente utilizzabile sul posto. Si sono creati co~l dei veri " canali di rifornimento " :mi ahresl a facilitare le misure di sicurezza contro la g uerriglia ed i colpi di mano ( 1).
( 1) \'ed:hi. 111 analogi.1. qu.101u ndl.1 •ire . 10000 - cJp. \'111 - n . Ì Ì · p.1g. )l·
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Le operazioni delle unìttì italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
La disciplina del movimento stradale ~ stata, come sempre, perfetta. Di particolare rilievo la sistematica utilizzazione di tutti gli automezzi di ritorno per gli sgomberi (feriti e materiali). Particolare importanza ha avuto, com 'è intuitivo, il rifornimento dei carburanti e dci pneumatici (il cui logoramento è stato enorme), nonché quello dei ricuperi.
III. - PROCEDI~{EN'II DIFF.NSIVI DEI RUS~I c) Impiego della fo1'tificaziont•. Tanto l'organizzat.ione difensiva di confine, quanto la cosiddetta lmea Sta/in, si prc~cntavano come un complesso fortifìcatorio di valore assai disuguale nei vari settori. E' risultato che vere opere permanenti moderne, organizzate in profondità, erano state costruite soltanto in pochi settori, mentre sui rimanenti, specialmente in corrispondenza di grandi corsi d'acqua, l'organizzazione difensiva aveva una semplice struttura campale. quando non mancava del tutto. l n qualche caso, i russi sono ricorsi :1 opere semipermanenti sfruttando largamente coperture con grossi tronchi d'albero. come del resto è stato attuaro su larga scala dai finlandesi. Per quanto riguarda i lavori campali, i russi hanno confermato la loro tradizionale attitudine a siffani lavori. Le trincee si presentano per lo più come un complesso di scavi molto ristretti, a pareti verticali, cosicché i carri possono oltrepassarle senza materiale danno per i difensori. Da queste trincee. le quali \i prestano soltanto all'impiego di fucili c degli abbondanti moschetti automatici, partono alcuni cunicoli che conducono alle postazioni delle mitragliatrici c delle armi di accompagnamento. Talvolta la posizione è difesa da un fosso anticarro a sezione triangolare, con la parete rivolta al nemico dell'altezza di circa tre metri.
f) Condotta della difem. Si \: basata, generalmen te, su questi e lemcnt:~ri criteri : resistenza ad oltran7a su di una determinata posizione: posizioni successive, da difendersi con lo stesso accanimenro; numerosi contrattacchi, senza risparmio di uomini: - azioni controffensive, condotte con ostinata 'iolenza, ma con scarsa perizia. Circa queste ultime è da rilevare l'impiego prevalente di unir:t corazzate. In merito ad esse. occorre ricordare che il comando sovietico aveva riposto sulle sue unità corazzate assoluta fiducia . Dai carri leggeri eli 2 T. (Tankcne) a quelli pesanti di 52 T .. esisteva all'inizio delle ostilità una varietà di macchine adeguata, negli intendimenti del comando, a tutte le necessità della lotta (dall'esplorazione alla rottura di fronti fortificate). In pratica, il rendimento ~ stato molto inferiore all'attesa e gravissime le perdite subìte. Poiché è accertato che ta luni tipi di carri (ad es. quelli di peso medio) sono tecnicamente ottimi, bene armati c veloci, i: certo che hanno influito negati,·amente sul rendimento di essi lo scarso addt'stramt'nto e la deficiente organizzazione dei rifornimenti e ricuperi.
Documenti IN CO:-.ICLL"SIONf.
Da parte gt>rmanica, meticolosa preparazione della campagna c, nella sua prima fase, pronto adattamento dci procedimenti d'azione ai sistemi di lotta del nemico. La maggiore capacità di " manovrare >l nel campo tattico e in quello straogni temporanea c locale tegico ha compensato - ovunque con succes~o inferiorità di forze - e mlvolta anche di mezzi - da parte dell'attacco. Tale capacità ha avuto il suo fondamento più saldo nel migliore addt'stramento dei quadri e delle truppe. Il possedere a fondo la tecnica, il sapere c il saper fare, insomma, stanno a base di ogni rendimento operativo. L'iniziativa c l'audacia fanno il resto: nel quadro generale dell'azione, ogni comandante, senza attendere ordini e senza invocare soccorsi, sa porsi il problema contingente c risolverlo. Da parte russa, accanita ostinazione nel resistere, scn ita da un copiosissimo materiale: tattica elementare che va dal muro di fuoco alla guerriglia. Si è tuttavia rilevato, in più occasioni, che il soldato sovietico ha una singolare abilità nei lavori spcJitivi del campo di battaglia (trincee, postazioni, fossi anticarro), nelle distruzioni e nella lotta contro carri. Infcriorid palesi cd incolmabili sono, invece, l'inquadramento e l'adù· (/ramento. Il Capo di S.M. dell'Esercito Roalta
Documento n. 59·
SCHIERAMENTO Dl ARTIGLIERIA
PREVISTO DALLE DIRETTIVE EMAl'ATE DAL COMANDO XXXV CORPO D'ARMATA - CSIR IL 9 LUGLIO 1942 Massa th manovra Nord (con la 11 1" Divisione di fanteria tedesca) schierata nella zona a nord -est di Debalizewo. Comandante: Colonnello Enrico Grimaldi.
Ili /2° da 105 / 28 XXIII / 2 • da 105 / 28
CUif 2" da 149/ •3 CXXIV j 2" da 149/ 13
638
Le operazioni delle umtà italiane a/fronte russo (1941- 1943)
Massa di manovra Sud (con la 3' Divisione Celere). Comandante: Generale di Brigata Adriano Perrod. Raggruppamento Artiglieria di Corpo d'Armata (all'ab interna della Divisione Celere). Comandante: Colonnello Mai.
U f rr '' LITf rr " LIII j 11
da 105/32 da •05/ 32 da 105 / 32
CXXVIIf rr " da 149/ 13 CXXIII / 2• da 149 ' •3 XXX/ 9° da 149/ 40
Raggruppamento Leggero (artiglierie organiche c di rinforzo alla 3 Divisione Celere). Comandante: Tcn. Col. Ugo De Simone. l j 120"
III a cavallo da 75/ 27 LXII j 3o• da 105 / 32
da 100/ 17
rr; 120° da 75 / 27 III f 120" da 75 127 l n oltre il CSIR schierava:
LX j3o", LXI j3oo da ros / 32 l, Il, TII j 2o1" da 75 / 32 I e Il a cavallo da 75 27
l f8"
da too/ •7
TI/ 8" c III / 8" da 75 / 27
Documento n. 6o.
COMANDO XXXV CORPO D'ARMATA (C.S. I.R.) UFFICIO 0PERAZ10:-JI
St'greto.
P.M. 88, lì 9 luglio 1942. XX . 7050 f Op. di prot. Oggt·tto: Direttive per le future operazioni con la r]" Armata germanica. Al Comando I 1 I" Divisione Germanica Al Comando Divisione Fanteria Pasubio Al Comando Divisione Fanteria Torino Al Comando Dit,isione Fanteria Sforzesca Al Comando 3" Dtvisione Celere " P.A.D.A. )) Al Comando Artiglieria di C.A. Al Comando Genio di C.A.
Documenti e, per conoscenza: Al Comando 8" Armata Al Comando 1 7.. Armata Germanica Al Comando XLIX Corpo d'Armata Gamanico Al Comando L/1 Corpo d'Armata GermaniCO Al Comando Aviazione 8n Armata Loro Sedi 1. -
:\lostre operaziont fra Donez c Don continuano a svolgersi favore\'01mente: si deve contare che nemico nello sviluppo azione ripieghi su larga fronte iniziando da nord.
2. -
Compiti del Corpo d'Armata. Sono previste due ipotesi: a ) che nemico ripieghi ed allora bisogna renergli subito dietro con le forze riunite (Celere - Torino - Sforzesca - Pasubio) mantenendo contatto con esso per Fatschtschewka- lwanowka in direzione nord di Sswerdlowsk; h) occorre sloggiar<.: il nemico con un 'azione di ,-i va forza ed a tal lì ne valgono gli ordini del presente foglio considerando che, poiché la data di inizio non può ancora essere stabilita, d potenziamento dell'azione si realizzertÌ gradualmente.
~· - Il XXXV C.A. (C.S.l.R.), a disposizione del quale passa la
111 " divisione germanica, assume il settore compreso fra i seguenti limiti: a nord col LI l C.A.: 1'\ikito\\ ka (XXXV C.A.) - Luganskoje (XXXV C.A.) - alture owcst Dolgji (XXXV C.A.) - Almasnoje (Lll C.A.) Sserge ( Lll C.A.) - Tscherkaskoje (LI! C.A.): a sud col XLIX C.A.: quello attuale lì no a ratschrschewka, successivamente Artema - Petrowenki - Malaja - Nikolajewka (abitati al XLIX C.A.). Il Corpo d'Armata deve conquistare in un primo tempo con azione convergente delle forze le alture a nord di Fatschtschewka (paese) c Gorodischtsche c poi proseguire con tutte le forze in direzione generale di Illiria (Pangrazewka) evitando i distretti industriali della zona di Woroschilowsk fino a raggiungere la fronte Tscherkasskoje - Michailowka Baschtewtsch - altura _p 1 a sud-est di Artema. Agiscono: alla sua destra il XLIX C.A. alpino, il quale, collaborando strettamente con il XXXV C.A . (C.S.I.R.) farà massa all'ala sinistra per conquistare le alture che domina no da est a nord-est Fatschtschew ka; alla sua sinistra il LII C.A. il quale farà massa sulla sua sinistra per conquistare le alture a nord di T scherkasskoic.
4· - Intendo: affermarmi saldamente, in un primo tempo, sulle alture che dominano da owest Goroditschtsche c da sud-est la stazione Fatschtschewka con azione a tenaglia partente rispetti,·amente dalla zona di Debalizewo Oktjabrskij c dalla zona q. 316,3:
640
Le operazioni del/t' unità italiane al fronte russo ( T94I- 1943)
~::....:..__
__
svolgere contemporanea azione delle truppe di collegamento tra le due branche della tenaglia per agevolare l'azione deci~iva frontalmente. 5· - Le branche della tenaglia saranno costituite: a nord: dalla I l i divisione germanica; . a sud: dalle divisioni Celere c Torino. Di conseguenza la ttt • Divisione germanica farà massa sulla propria destra, gradualmente sostituita, lungo il fronte difensivo più a nord, dalla di,·. Pasubio. Quest"ultima, a sua ,·olta, verrà gradualmente sostituita nelle attuali posizioni dalla Divisione Sforzesca che appena possibile assumerà anche il Settore dell'82" Reggimento Fanteria. La Divisione Celere serrerà sulla propria destra ed analogamente la Di' isione Torino.
6. - J'vfodalità per l'attacco. Obiettivi di attacco (carta t: too.ooo l.G.M.): 111 ~ divisione germanica: alture di q. p 6,2- 349, 1 - 328,; : divisione Celere: alture tra q. 347,6 e sbocco owcst stazione Fatschtschewka c successivamente q. 333·5· Le due divisioni prenderanno collegamento nella zona di q. 328;;. La divisione Torino agirà per la direttrice Kurgan Ploskij - q. ~ · o317,2 accompagnando il movimento della divisione Celere. Si raccoglierà nella zona di q. 317,2 per poi concorrere con la Sforzesca al rastrellamento della conca di Olichowatka. Unità di rinforzo: a) Truppe di fanteria. Il Gruppo CC.NN. « Tag liamento » c la Legione Croa ta già destinati a sostituire prima dell'azione unità del 3° e 6" rgt. bersaglieri in linea, dopo l'inizio dell'attacco rimarranno in posto a mia disposizione. b) Artiglieria. Verranno costituiti due raggruppamenti di medio calibro rispettivamente formati: quello nord: 2 gruppi da 105 e 2 gruppi da 149/ 13; . quello sud: ~ gruppi da 105, 2 gruppi da 149/ 13 cd un gruppo da 149/ 40. Agiranno: . quello nord a favore della 1T t a Divisione germanica; . quello sud a favore delle div. Celere e Torino. Il Ili gruppo a cavallo torna alle direne dipendenze della div. Celere. Il T gruppo 12o1" è messo a disposizione della div. T orino che lo schiererà in zona sud di Nowaja O rlowka.
7. - A1odalitù pn· la sostituzione. Saranno presi dircni accordi fra divisioni interessate sulla base delle seguenti direttive: a) La divisione Sforzesca dovrà in definitiva sostituire la div. Pasubio nel proprio settore ed allargare successi,·amente la propria fronte fino all'attuale limite d i settore fra 81" c !h" rgt. fanLeria . Gli clementi attualmente assegnati in rinforzo alla div. Pasubio rimarranno in posto passando alle dipendenze della div. Sforzcsca. Nella
Docum~nti
6 .11
notte ~ul 10 luglio la Sforzesca disimpegnerà almeno 1'8oo rgt. fanteria ed il III gruppo 18" rgt. artiglieria. b) La div. Pasubio prenderà immediati accordi con la t t t" div. germanica per sostituire prima con 1"80° rgt. fa nteria e reggimento artiglieria e successivamente con il resto della divisione le truppe in linea della II r' div isione dal limite nord fino al limite d i contatto Verchne LoZO\\ ij - 'Verghcljewk - Komissarowka. A tal fine sono subito messi a disposizione della Pasubio il Comando reggimento Artiglieria a cavallo con i gruppi l e II che rileveranno nell'attuale schiera mento i gruppi I e TI / 8" rgt. artiglieria c passeranno successivamente a disposizione della div. Sforzesca. Lo schieramento della Pasubio nel nuovo settore dovrà avere inizio possibil mente nella notte sul giorno 1 t e conseguentemente (Ìn dal mattino del to lug lio dovranno essere inviati presso la ur" Divisione i nuc!ci dei vari reparti incaricati di riconoscere lo schieramento da rilevare. c) La t t t• div. germanica lascerà in posto i collegamenti a filo necessari. Nelle sostituzio nt parziali c totali dci settori difensivi è assolutamente i ndispcnsabile mantenere in posto i collegamenti a fi lo più imporranti. Il Comandante Genio XXXV C.A. (C.S.J.R.) regolerà tale questione direttamcmc con i Ccmandi Pasubio- Torino e t ti" div. germantca. d) Mi riscr\"O di precisare la data di assunzione della responsabilità dei settori difensivi da parte delle divisioni Pa~ubio e Sforzesca. A titolo orientativo: alle ore o del 1 5 la d ivisione Sforzesca; alle ore o del 14 la divisione Pasubio.
8. - Coll~gammti. Il Comando Genio provvederà ad assicurare la rete dci collegamenti dalla sede del Comando tattico secondo ordini a parte.
9· - Posto Comando. Per l'azione, Comando divisione T orino scelga un posto Ccmando nella zona dell"81" rgt. fante ria. Questo Ccmando stabilirà sua sede comando presso attuale Comando Torino a Rykowo con osservatorio principale presso piramide Juni Kommunar.
Srgnare ricrvuta. Il Genera le di Corpo d" Armata Coma ndante Giovanni M~su
4'- - U.S.
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Le operazioni delle tm rt?i italrane al /t'Onte russo ( 194 r - f()4 ~) Documento n. 6r.
COMANDO XXXV CORPO D'ARMATA (C.S.I.R.) UFFICIO OPERAZIONI
Segreto.
P.M. 88. lì 10 luglio I9·F XX N. 7141 / 0p. di prot. Oggetto: Direttive per le future operazioni nel caso di ripiega mento nemico. Al Comando Dtt'isione Fanteria at. u Pasubio >> Al Comando Divisione Fantet·ia al. << Torino >> Al Comando Dit istone Fanteria '' Sforzesca >> Al Comando 3" Dhtsione Celere cc P.A.D.A. >> Al Comando Artiglieria di C.A . Al Comando Genio di C.A . c, per conoscenza: Al Comando 8" Armata Al Comando 17" Armata Germanica Al Comando XUX C.A. Germanico Al Comando LI/ C.A. Germanico Al Comando Aviazione 8" Armata Loro Sedi Fa seguito al foglio 7050/ 0p. del 9 luglio 1942 e scioglie la riserva di cui al n. t 1. 1. -
2. -
1el caso che il nemico ripieghi \olontariamente il XXXV C.A. (C.S.J.R.) deve premer lo ed in~eguirlo nella direzione genera le nord Swerdlow~k per Fatschtschewka e Iwanowka, men t re alla sua sin istra la ru • d iv. germanica (che in tale ipotesi r imane alle dipendenze del Lll C.A.) avanza per Gorodischtsche - Orechowa in direzione generale Krasnodonskij c alla destra il XLIX C.A. con direzione generale sud Swercllowsk.
Per l'assolvimento eli tale compito è mia intenzione di impiegare la 3" div. Celere come avanguardia generale per il fascio itinerario che, s,·iluppanclosi a cavallo della ferrovia da Fatschtschewka fino a Schtschetowo, prosegue poi per l'obiettivo, e di seguire colla massa delle rimanenti forze nel dispositivo eli manovra che al momento risultcr:1 più opportuno.
3· - Valgono in proposito le seguen ti eli retti ve: a) le d ivision i Celere, Torino c Pasubio (poi Sforzcsca) intensifich ino l'esplorazione sul proprio fronte per avere la sensazione immediata di ogni indizio di ripiegamento nemico c in tal caso mantengano il contatto con forze all'uopo tenute alla mano; gli attuali limiti di contatto sono a tal fine così prolungati: . tra Celere e Torino: Nikitino c Fatschtschewka (locali t?. alla Celere);
Documentr tra Tori no c Pasubio (poi Sforzcsca): corso del Bulavin . Balka Jcfimiewka - Stazione Reùkodub (alla Torino); tra Pasubio (poi Sforzesca) e I 1 1a div. germanica: Mogila Leniwaja Mogila Goroznaja · q. 347,2 (alla Pasubio, poi S(orzesca); b) la Celere si tenga pronta a muo\'ere colla massa delle sue forze al massimo in 24 ore dalla prima segnalazione di un ripiegamcnto nemico; c) le dh·isioni Torino, Sforzesca c Pasubio raccolgano al più presto in atresa d'ordini la massa delle proprie forze rispettivamente nelle zone di Olichowatka · Tm. Molotowa; di nord stazione Bulawin ed owest Dcbalizewo; e di Werchne Losowij e . owo Grigorjewka. Superfluo sottolineare la superiore nccessit~1 di concentrarsi nel più bre,·c tempo possibile. 4· - Nel movimento in avanti le divisioni e soprattutto la .$" Celere dovranno far gravitare con le avanguardie turti gli elementi guastatori ed artieri di cui dispongono per la rimozione dci campi minati ed il riattamento delle interruzioni. Allo stesso scopo il Comando Genio preceda l'inserimento del battag lione artieri e del reparto guastatori tra la 3" Celere c la massa del Corpo d'Armata. Raccomando un giudizioso dosamento d'armi anticarro in testa e nel corpo delle colonne. La 3 Celere avanzando si guardi particolarmente il fianco destro.
5· · Accusare ricet uta. 1
Il c;eneralc di Corpo d'Armata Comandan te Giol'anni .\feue
Documento n. 62.
COMAt'DO DI COLLEGAME;"\ITO TEDESCO Segreto! 2)
luglio 1942
N. 53/ 42 di prot. Al Comando 8"' Armata Ufficio Operazioni Da pane del Comantlo Superiore del gruppo d 'armate «A», è pervenuto il seguente ordine: la n. 464 (~2 segreto: 1' -
L'8' Armata ltaliana ùcvc avanzare al più presto possibile - auraversando il Doncz - \Crso la linea Millcrowo - Mankowo Kalitwenska)3, per essere in seguito impiegata sul fronte del Don a Sud- Est di Pawlowsk.
044 2" -
/~operazioni ùllt' unità italiant' al frofllt' russo
(1941- 1943)
A tal fìnc - mediante marce (orzate - deve attraversare il D oncz a nord- est di Woroschilowgrad al più tardi il mattino del 26 luglio ed arrivare con i reparti veloci, avanzanti via Belowodsk entro il 27 luglio 1942 nella zona di Kantemirowka, e con la testa dei reparti rimanenti, il giorn o 30 luglio sulla linea Millcrowo - Mankowo Ka litwenskaja.
3" - L'Sa Armata italiana, attraversando con gli ultimi reparti il Donez, esce dalla dipendenza del Gruppo Armate Ruoff ed entra alle immediate dipendenze del gruppo armate « A '' · Attraversando poi con gli ultimi reparti la linea Millerowo - Belowodsk, passa alle dipendenze del gruppo armate '' B '' (Starobelsk). 4 • - Circa l'approvvigionamento seguono ordini a parte.
Il capo de l Comando tedesco di collegamento Gyndmfeld Magg. di S.M.
Documento n. 63.
COMANDO SUPREMO UFFI CIO Or>ERi\ZIONI
3 agosto 1942. XX
Per Generale Mm·ras Berlino N. 228rs j Op. f ./ Generale Ga riboldi informa che giorno 25 luglio recatosi suo comando colonnello stato maggiore Hax del Gruppo Armate « B '' per esporgli intendimcmi su nuovo schieramento et sui compiti che saranno affidati s• Armata f .f Si tratta fronte sul Don da Pawlowsk (escluso) alla foce del Chopcr f.f Tre settori di corpo armata /-/ due italiani alle ali et uno tedesco al centro /-/ due divisio ni tedesche in riserva f .f Però il corpo armata italiano di sinistra ( II) avrebbe due divisioni italiane et una tedesca · ;/ il corpo tedesco centrale (X XIX) due divisioni italiane et una tedesca /-/ quello italiano di destra (XXXV) due divisioni italiane f ./ Generale Gariboldi ha espresso desiderio avere corpo armata tedesco costituito da due divisioni tedesche et una divisione italiana et in riserva una d ivisione tedesca et una divisione italiana f .f P regasi interessare O . K. \V. perché desideri espressi vengano accolti particolarmente q uello riguardante costituzione riserve con una divisione tedesca ed una d ivisione italiana f.f Ugo Cavallero J.f
Documenti Documento n. 64.
STRALCIO DAL DIARIO CAVALLERO
Ore 8,45· Telefono al Duce. Argomenti: - Al fronte russo avanzata prosegue. Si nl!ene che 1'8" Armata sarà dislocata al Don per formare frome difensivo memre le unità corazzate proseguono. - Pare che 1'8" Armata non sia molto sodd isfatta ma non credo si possa fare nulla al rigua rdo come Voi stesso avete detto a Magli giorni fa. Magli ha telefonato a Marras per precisare le cose, ma in sostanza si farà come avete detto: «lasciamo che il comando faccia >>. - Insisteremo perché gli alpmi siano impiegati nel Caucaso. Sarebbe assurdo che Cossero impiegati in pianura. Del resto anche i tedeschi fa nno importante assegnamento su di essi.
Documento n. 65.
COMANDO 8" ARMA T A ST.\TO MAGGIORE -
UniCIO
Prol. n. 02 / r905
OPF.RAZI0:-11
P.M. 6, lì 27 luglio 1942. XX
Oggetto: Schieramento dell'Armata sul Don. Ai Comandi di C.A. ( Il C.A.) Ai Comandi d'A rma Al Comando Divisione cc Cosseria >> Al Comando Divisione Celere Al Generale Ispettore CC.R.R.. Al Luogotenente Generale M. V .S.N. All'Intendenza e, per conoscenza : Al Comando lleeresgruppe << H>> Al Comando XXIX C.A. Germanico
tramite nucleo collegamento germanico presso comando 8" Armata.
L'8• Armata deve schierarsi sul Don nel senore compreso tra PawlO\\Sk (escluso) e confluenza fiume Choper.
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Le operazioni delle unità itaftane al fronte russo (1941- 1943)
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Lo schieramento sulla fronte sarà il segucatc (cominciando dalla sinistra: vedi lucido annesso): - II C.A.: con una divisione tedesca - sulla sinistra - e divisioni Torino e Ra venna : tra Pawlowsk (escluso) c Bogutschar (compreso); - XXfX C.A. tedesco: con una divisione italiana (Cosseria) - sulla sinistra - e due divisioni tedesche: tra Bogut•char e \Verch. Wodjanskij (esclusi); - XXXV C.A.: con divisioni Pasubio e Sforzcsca: tra Wcrch. Wodjanskij e confluenza Choper (compresi). Definizione dci limiti di settore divisionali: a cura dei comandi di C.A .. Grandi unirà in riscn·a: - una divisione tedesca nella zona Ssmaglcjcwka - Taly; - divisione Celere nella zona Sstrakowskij - Olchowskij. Detta divisione trovasi per ora a temporanea d isposizione del comando 6" Armata tedesca, dal quale è stata impiegata per guarnire un tratto del Donez a destra cd a sinistra di jelanskojc. In conseguenza di quanto sopra i comandi dci C.A. Il c XXXV cd il comando divisione Cosseria: - prenderanno subito contatto con il comando del XXIX C.A. tedesco (che trovasi a Schirino" ka - sud di Bogutsch:tr - e che ha per or:J la responsabilità dell'intero settore destinato all'Armata) onde definire le modalità per la sostitu7.ionc delle truppe in linea, assun7.ionc della rcsponsabilit2t del fronte assegnato ed avere notizie sulla s ituazione, nemico, terreno, itinerari e risorse; - impartiranno disposizioni per l"av\·iamento nella zona di impiego dellr unità dipendenti tenendo presente la necessità di accelerare la sostituzione. Mi siano trasmesse al piLt presro le tabelle eli traslocazio ne riferentisi ai movimenti delle singole G.U. e comunicata la data sotto la quale i comandi di C.A. assumeranno la responsabilità del re!ati\O settore e la ~cde del relativo comando. La divisione Cosseria, che rimane alle mie dirette dipendenze opc.:rative fi no a che non passcd sotto a quelle del comando XXIX C.A. tedesco, seguirà nel movimento la direttrice Belowodsk - Strei70•\ ka - Nikolskoje - sud Klubkowka - Schirinowka, colle seguenti modalità: 31 luglio: tappa ad Olchowo; t agosto: tappa a Tschuginka; 2 agosto: tappa a Gorodischtsche; 3 agosto: mppa a BelO\\ odsk; 4 agosto: n poso; 5 agosto: tappa a Strclzowka; 6 agosro: tappa a N ikolskoje; 7 agosto: tappa a Filipjew; 8 agosto: riposo; 9 agosto: Schirinowka. Per norma notifico che il comando tattico d 'Armata si stabilirà (si riserva di precisare la data) a Nikolskoje: sede logistica a Millerowo. 0
Il Generale designato d 'Armata Comandante Ira/o Gariboldi
Docum~nti
D ocumento n. 66.
COMANDO 8" ARMATA SrATO M AGGIORE -
UFFICIO OrERAZIOKI
P.M. 6, H 29 lug lio 1942. XX Prot. n. 02 11 1940 Ogg~tto:
Situazione nuovo fronte dell'Armata.
Ai Comandi di Corpo d'Armata ( Il e XXXV) Loro Sedi A seguito foglio 02 11940 in data 7 corr., trasmetto !"unito ordine in data
28 corr. del comando Gruppo Armate " R », conteneme indicazioni circa l"inyuadramento de ll"armata, consistenza c compiti del XXIX C.A. ge rmanico. l n C<..oseguenza della riduzione delle divisioni del XXIX C.A. da 4 a 3, resta soppressa la divisione germanica di riserva. A ccmplemento comunico: - la linea corre lungo il Don (riva destra nostra, riva sinistra russa) salvo in corrispondenza dcll"ansa d i \Vcrch . Manon, che è tutta m mano russa (la linea corre alla hase dclransa); - cl"ambo le parti iniziati pochi (a,·ori di rafforzamento: - il Don non costituisce ostacolo intransitahile, essendo quasi ovunque guadabile anche a ricdi. La riva destra è dominame, ma offre al nemico angoli morti che possono essere utilizzati. Occorre quindi attenta vigilanza; - le forze nt:miche contrapposte sembra ammonuno, per ora, a 4 divisioni di fanteria , appartenenti alla 63" armata: divisioni ternarie e ad effettivi completi (compa_~.;nie su 180 uomini): - fi no acl ora atti v ità operativa limitata d"ambo le pani a quella di p:>ttuglie, specie di notte; - attivir:t aerea nemica ridotta (apparecchi isolati): - nessuna attivit?t di partigiani ndle rctrovic; si aggirano nella zona molti disertori c fuggiaschi russi che tornano alle loro case. Nessuno ha manifestato finora imcnzion i ostili; - risorse abbondanti di gra no c bestiame. Discrete, ma localizzate, di legna. Acqua scarsa e da potabilizzare.
li Generale des ignato d"Armata Comandante !taio Gariholdi
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Le operazioni delle unità italiane al fronte msso ( 1941 - 1943) Documento n. 67.
COMANDO II CORPO D'ARMATA UFFICIO OPERAZIONI
Segreto.
P.M. 2:>, lì 1° agosto 1942. XX X
20t0/02
di prot.
Oggetto: Occupazione della linea di combattimento c contegno comandi e truppa.
Ai Comandanti di Divisione, d'Arma e di Raggruppamento e, per conoscenza:
Al Comando d'Armata Fra pochi giorni le truppe del C.A. avranno l'onore di occupare sul Don la linea di combattimento. Io sono cerro che tutti sapranno far vibrare d'orgoglio l'animo dei dipendenti nel momento in cui il cuore della Patria lontana deve pulsare più che mai vivo in noi nel pensiero che i suoi occhi su noi si affisano orgogliosi e fidenti. A questo g rande palpito morale deve unirsi una oculata previggenza intesa ad impostare, sin dall'inizio, l'azione dei nostri comandi e quella delle nostre truppe. Il fronte viene occupato per sostituzione ed essendo amplissimo (da 2) a 30 km per divisione) richiede, come è già in ano, vigilanza (linea di sicurezza) sul fiume ed occupazione a nuclei ed a scacchiera (con riserve di settore) in profondit;t. La sponda in nostra mano domina quella avversaria che però, specie nel saliente che il Don forma ovc riceve il Tschcrnaja Kalitwa, offre al nemico: boschi ed abitati lungo il fiume: guadabilità del fiume stesso (in mo~ti punti anche a piedi) e possibilità di impiego di carri armati (è segnalata la presenza anche di 1 brigata corazzata). Richiamo in partico!ar modo l'attenzione di tutti i comandanti di reparto sul fatto che nello scambio delle consegne essi rice,·eranno l'impressione che il frome sia per così dire cc pacifico» in quanto, sinora, solo azioni di pattuglie si sono veri fica te. Così è infatti per il momento, ma così non sarù appena la ~ostituzione sia avvenuta in quanto con tutta pro:1abilità (per non dire con certezza) il nemico attaccherà nella spcratna eli un successo su truppe che egli ritiene (c in parte sono) nuove al comhanimenlO. Così ha fatto proprio ieri l'altro con la nostra di \ isione Celere in movimenLO che ha valorosamente respinto l'attacco. Occorre perciò reagire con tutti i mezzi all'impressione " pacifica >> c mantenere, e più 2ccentuatameme i primi giorni (per dir meglio ancor più le
Documenti
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prime notti, poiché i Russi preferiscono l'attacco notturno) la vigilanza c pronti i mezzi di reazione. Particolare cura dovrà essere posta nel disporre i me1.zi anticarro (artiglierie in genere) che, nel limite del possibile, questo comando integrerà colle proprie artiglierie ove se ne manifesti maggiore la necessità. Materiale d i raHorzamcnto e difesa (mine, reticolati, razzi illuminanti, c.stacoli comrocarro) sono stati richiesti e giungeranno presto. Jn tanto i comandi comino sui propri mezzi e studino il loro scnore anche per il piLI oculato impiego dei mezzi d i rinforzo che metterò senz 'altro a loro disposizione (cp. controcarro da 47• cp. lanciafiamme, cp. mitraglieri, ccc.).
Ricet'uta. Il Generale di C.A. Comandante G. Zanghieri
Documento n. 68.
COMANDO DEIL8• ARMATA STATO M AGG IORE -
Prot. n. o2 / 2012 - Allegati n. 2.
UFFICIO
OI•I;R\ZIONI
P.M. 6, lì 2 agosto 1942. XX
Oggello: Difesa del Don . . . . indirizzi omessi . .. Cnisco, per l'esecuzione, due ordini penenutimi dal Comando Gruppo Armate « B ))' uno tattico l'altro tecnico che trattano della sistemazione d ifen~iva della fronte assel!nataci. Altro tecnico più dettagliato ì: in corso di diramazione. Per <]Uamo i documenti siano chiari cd esaurienti, vi aggiungo poche considerazioni c norme per la realizzazione di quanto prescritto. 1" • La fronte assegnata all'H~ armata è nota. Deve essere in ;:iolabile ed inviolata dal nemico. Fronte ampia con ostacolo frontale (Don) di poca cffì. cienza; guadabile quasi ovunque; spenda nostra dominante il che è l;cne, ma siccome cade spesso ripida sul fiu me, provoca molti angoli morti; conseguente r~cilitJ di sorprese nemiche e necc~sità atti,·a vigilanza nostra.
2" •
Ci fronteggtano attualmente, pare, 4 div isio ni ternarie.
)" - Xo.are forze disponibili, note. Ì'{on sono molte. lo so, ma il discutere non le aumcmerebbc di un uomo, né diminuirebbe di un metro la fro nte. Cccorre invece proHedcrc. 4" - Ci è prospettata lunga ~osta; t' quindi necessario provvdcre sia alla .<l.'temazione difensit•a, ccme alla organizzazione degli alloggiam('nfi.
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Le operazioni delle twità italiane al fronte r:.uso ( 1941- 'Y43)
5' - A) Sistemazione difensiva: fronte c profondità. Fronte. Data la situazione d i forze e mezzi, è ovvio non essere possibile, né conveniente una linea di opera continua. Occorre invece sùtemazrone a puntr, nuclei (caposaiJi, centri, nidi, ecc.) bene scelti cd opportunamente dosati, sempre che possibile a scacchiera (scaglionamento) ma non ri gida, né geometrica, bensl adattata al terreno, alta a dare forza cd appoggio alla nostra azione cd ostacolare invece quella av\·ersaria. Prevalente attenzione alle linee di facilitazione per il nemico, ma non trascurare il resto: è là dove più facili sono le sor prese. In sintesi: ai punti sistemati, per sé statici, unire il movimento vigilante di elementi leggeri e rapidi; preparare la reazione mobile (contrattacco v. n. 8), osservazione continua cd oculata; collegamenti multipli e sicuri. 6 - Ostacolo materiale. E' bene illustrato negli ordini superiori come entità ed uhicazione : - fare della sponda del Don un ostacolo anticarro adattando il terreno o creando il fosso. Altri clementi di fosso dove necessario per dare profondità alla difesa. Completare con mine; - reticolato continuo sul fronte; - cingere a giro d'ori77onte i punti fortificati e tutte le località sedi di truppe, comandi c servizi.
7" - Fuocl1i. Oltre alle solite disposizioni massima cura alle pmsibilità centro carri. Concorso dci diversi meu.i. 8" - Profondità. l d iversi comand i, dai più modesti a quelli di c; .U., devono avere a disposi7ione aliquote disponibili alla mano per intervenire nell'azione (modo più efficace per fare sentire la propria autorità). Perché questi elementi possano gil'ngere tempestivamente occorre posseggano una celerità proporzionata alla fronte del reparto al quale servono. Sarà quindi ncce~sario che i comandi di G.U., quando non aLbiano dci reparti specialmente idonei, studino il modo di cmtituini colonne dotate di celerit~ ed abbondanti mezzi d i fuoco (ma~simo delle bocche che sparano col minimo d i quelle che mangiano). 1\:on siamo ricchi di automezzi, lo so. Si faccia con quanto si ha, s(ruttandolo con opportune manovre. Non devono essere for mazion i fìsich e che ipotechino mezzi ed armi. ma nuclei da impiegare con i meui che a volta a volta si hanno a disposizione. Difficile? Lo so, è per questo che ne affido lo studio ad alte autorit2t. Nello studio della profondità è di grande imrortanza la sistemazione ~opra accennata della regione rctrostante alla linea per i reparti comandi c servizi, eh completare con l'organi zzazione di q uelle accidentalità (gangli di comunicazione - punti dominanti) che pur non essendo luoghi di alloggiamento, han no importanza tattica emergente.
9" - l niziare subito i lavorr senza perdere una giornata. Studiare il piano completo a larga \'isionc e da esso orientare ogni colpo di vanga o di piccone per evitare il fare e disfare (perdita di tempo, sciupio di energie). Calcolare e chiedere l'occorrente in materiale, ma non attenderne l'crrril'o, cominciare con quello che si ha o che si trova sul posto.
Docum~nt i
Sistemare comunicazioni ciascuno nel suo ambito, per fac ilitare l'arrivo tempestivo di ciò c he occorre cd il regolare svolgersi del traffico. Curare i collegamenti multipli che diano assoluta sicurezza di continuitù. Lavorare di lena senza essere legati al proprio cc rtfine. ( li enti pi~ elevati siano sempre di aiuto pratico ai più modesti. ro" - B) Organizzazione alloggiam enti. Data la previsione di lunga sosta occorre prepararsi anche per il cambiamento di stagione. Studio qu indi di ricoveri che - data la scarsa;! di abitati c l'anda mento della linea - dovranno in buona parte essere ricavati dal terreno (esperienza dello C .S.I. R. conforta a ritenerli idonei). Se poi verranno altri mezzi (baraccamenti od a'r:·o) tanto meglio, ma bisogna prepararsi anche a farne a meno. Anche qui non perdere tempo. Studiare il problema nella sua vastità in modo organico, armonico e completo e riassumendolo in richieste: ma intanto iniziare, sarà tanto di g uadagnato.
le richieste del fabbisogno per ststemazionc difenm·a ~d allogsiano subito concretate e comunicate, s;a pure in primo momento con cifre approssimative, per orientamento di chi deve pron-edere. Mi saranno trasmc~se assieme ai progetti tli lavori dai Corpi d 'A rmata, comando genio ed Intendenza, per la parte che a ciascuno interessa. 11 '' - Tutte
giam~nti
12" - Comando Genio, tenendo conto di quanto prescritto da l Genio del Comando G ruppo Armate c senendosi della preziosa csrerienn del nostro XXXV (C.S.T.R. ) ccmpili norme pratiche atte a facilita re il compito <ki dipendenti specie per i più piccoli reparti.
Il Generale designato d'Armata Comandame l. Garibofdi
Allegato n.
1
al L n. 02 f 20 I 2
CO.\ (AN'DO GRUPPO A RMATE (( E ))
Ufficio Operazioni - Generale del Genio Q.G., lì 14 luglio 1942 . XX
Oggetto: Organizzazione d i posizioni . Al Comando 6" Armata Gruppo A nnilfe von Weicils (con alleg. per la 2" A rm ata Un gherese) A) Le nuove prescrizioni (istruzioni) « Ceneralitù sui servizi del gmio 111 m verno » saranno pronte per la stampa in uno o più fasc icoli per il 15 agosto 1942. Fra l'altro esse conterranno pure una parte dedicata ai " Lavori campali in inverno )) .
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Le operaz ioni dc/le unit:ì italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
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Per la ricogmzione e l'adattamento (preparazione) del terreno vengono date le seguenti direttive. Esse sono basate sull'esperienza (atta nel passato inverno.
B) Ostacoli e mme. I 0 - a) L'ostacolo mmterrotro, davanti a tutta la fronte de!la poSIZIOne è di importanza decùiva . Nei singoli settori può ad esempio essere sufficiente un ostacolo inimerrotto costituito da gabbioni di filo spinato, messi sulla neve uno vicino all'altro e legati fra loro con del filo spinato in modo che il russo sia costretto a fermarsi e possa venire abbattuto con il fuoco. L'ostacolo frolllale viene gencralmeme eseguito con predisposto lavoro notturno. Reparti di artieri appena addestrati nei rgt., btg. o cp. possono in particolari condizioni invernali, accelerare la costruzione, curare la manutenzione degli ostacol i, c provvedere rapidamente alla chiusura di qualche falla. Per le pattuglie esploranti, si rendono necessari dci passaggi nascosti. b) Di minore urgenza è b creazione di ostacoli singoli (interrotti) (formati con istrici c filo spinato), a seconda del tempo, della forza e dei mezzi che si hanno a disposizione, e del collegamento (comunicazion i) fra loro. I sopraddetti ostacoli hanno solo il compito di trattenere gli attacchi di sorpresa del nemico in modo di dare la possibilità agli occupanti la località, di prendere disposizioni per la difesa. In ciò ~ta la differenza con il paragrafo B) I " - a) che dispone per gli ostacoli ininterrotti frontali.
2 ' - L'impiego della pregiata mina T quale elemento foss·anche continuativo - dell'ostacolo frontale è sconsigliabile. Le m ine T servono per combattere i carri armati nemici. L'effetto contro fanterie - soprattutto delle mine gelate - è scarso. Bisogna pure opporsi all'inutile, e privo di rendimento, sparpagliamento delle singole mine sul terreno. Un tale impiego delle mine T è speditivo ma inganna pure nell"effetto e non può in nessun caso sostituire un ostacolo frontale ininterrotto. Le mine T vanno accentrate e ammassate nei passaggi transitabili Ja carri armati, in modo che costituiscano una reale difesa (con mine). Con un tale impiego delle mine si libernno delle armi a.c. che possono così venire impiegate per il concentramento del fuoco in altri punti di possibile transito per i carri armati. Un chiaro g iudi zio ed una ricogni7.ionc attenta c profonda sono la naturale premessa a quanto sopra. L'impiego delle mine T deve essere diretto dai comandi supe1·iori - dtv., rgt . - che daranno le opportune disposizioni.
3° - Genera!ttà. a) La manutenzione t: la costruzione di ostacoli di qualsiasi tipo 111 interno richiede fatica non indifferente. Più saranno fin da ora preparati, tanto maggiore potrà e~serne !"utilità che ne deriverà alla truppa.
b) Per ragioni di economia il ccmando superiore dell'Esercito ha ordinato che la costruzione degli ostacoli avvenga nel modo misto (filo spinato e filo di ferro normale).
Documenti
C) La posizione. 1° - L'inrcn1.ionc di adottare una dtfrsa di movimmto per consentire alle truppe di accantonarsi nelle localit~l abitate, ha di frequente permesso delle invasioni del nemico. Il respingere dette in\·asioni con il contrattacco - ammesso che questo fosse ancora possibile - è sempre costato gra\·i perdite. 2 ·• - La difesa organizzata su capisaldi fra loro più o meno dtstant: dimostrò t! difetto che t! russo riusctt·a sem pre a pennrare attraverso qualche jfll!a. Una completa chiusura, per mancanza di forza o d i mez7.i non era spesso possibile. La mancanza di un ostacolo ininterrotto favoriva il metodo di combattimento del nemico. 3" - !..a difesa ai margini delle località abitate porta\'a generalmente a combanimcnti locali , nei quali dapprima il russo ave\'a il sopravvento (superiorità). L'allarme agli occupanti la località durava troppo tempo. C iò era dovuto soprattutto all'ordine sparso delle costruzioni. Ostacoli e posizioni di difesa dt'vono essere messi a dovuta distanza dai margini delle localttcì abitate. Lo sbarramento e la difesa delle località nelle profondità del campo di battaglia conservano completamente il suo valore. La disposizione di ben organizzate posizioni di difesa con centri di fuoco spostatt m profondit,ì ha dato un buon rendimento agli effeni della difesa. TI largo uso di ftnti impianti, anche in profondità della postztone, contemporanea a postazioni intcrcambiabili ingannano il nemico sulle nostre 111· tcnzioni c forza. 4" - N ella realizzazione d i posti di comando (ricoveri) c forti n i è da tener sempre presente che la costruzione deve corrispondere alle esigenze dell'inverno. A detta realizzazione, fra l'altro vi concorre: a) creazione delle necessarie condizioni dt comb,wimento (ostacoli, settori di tiro, postazioni per le armi pesanti e leggere delh fanteria, c per l'artiglieria, schizzi panoramici): b) creazione delle necessarie condizioni di vita (riscaldamento, illuminazione, luoghi di riposo): c) costruzioni robuste e so!tde, anche se le fondamenta richiedono più tempo c fatica. Per la costruzione delle postazioni d'artiglieria \'algono gli stessi punti di vista. Meta. Gli occupanti ed i serventi della postazione devono poter vivere anche a lungo nei ricoveri c combattere mantenendo intatta la loro efficienza al combattimento. 5" - La necessità ed i vantaggi di un abile maschaamento devono sempre venire raccomandati c ripetuti. 6° - 1~ part;colarirà tecniche per la costruzione delle posizioni invernali cd i ripi di tali posizio ni (postazioni) saranno contenute nelle « Disposi1.ioni per l'inverno>> di cui :1! comma A.
D) Comunicazioni. L'inverno 1941-42, ricco di nevicare, ha chiaramente dimostrato l'importanza dell'efficacia delle com unicazioni. Si raccomanda ancora ( partico~ar mente):
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Lt' operazioni delle r~mtÀ italume al fronte russo ( 194 1 • 1943) ;..:_
a) immagazzinaggio di tutti glr approvvrgionamenti: ,.a fatto in modo che siano accessibili anche durante l'inverno, quindi sulle o nelle vicinanze delle strade, che si manterranno aperte al traflìco e non in posizioni troppo isolate; b) installazioni di ferrOl'te da campo (Dt'ccmville): può essere di grande utilità; c) tempestiva preparazione o allestimento delle palizzate fermaneve: (ved i disposizioni f. n. 198oj 42 del ) luglio 1942 del comando Gruppo Armate Sud); d) preparazione di slille, pallini per slille t'd animal1 da tiro; e) addestramento e preparazione eli 1·eparti spala/ori di nevt• (reparti per lo sgombero della ne"c) compresi i mezzi necessari.
E) Dotazioni. !.a tempestiva preparazione e dowzione di magazzini o parchi del genio (corpi d'armata c div.) così come l'istituzione di magazzini avanzati, risparmiano in in\'erno tanta strada e tanto tempo. La transitabilit~ delle strade per l'accesso a questi magazzini deve essere assicurata. Si deve tendere a portare la truppa in una sola ,·olta al suo posto d'impiego in modo di evitare tutto il lavoro di carico e scarico dei mezzi d i trasporto c conseguente immagazzinaggio c smaga7.zinaggio.
F) Genaal iuì. a) Si lascia alle Armate, anche per quanto rigua rda l'artiglieria, di appro foncl ire, con brevi corsi c lezioni, le cognizioni del loro personale istruttore, sugli ostacoli e le costruzioni di posizioni. b) Inoltre ai primi di settembre I'O.K.H. ha intenzione di organizzare un corso per la preparazione in vernale, con il concorso d ì ufficiali finlandc~ i c da effettuarsi in località Arys. Ordini rclati\' i seguiranno. Si prega voler comunicare brevcmcme le disposizioni che si sono impartite in seguito al paragrafo F) a). Per il Comando Gruppo Armate R l/ Capo di Stato Maggiore
Allegato n. 2 al f. n. 02/ 2012 IsTRUZIONI PER LA DIFESA DEL W OLGA E nEL DoN
Segreto. Forti aliquote del Gruppo d'Armate " B >> durante questo inverno saranno impiegate per la difesa del Wolga e del Don. Indico perci-1 i seguenti principi per la dift'sa dei fiumi: 1. - La difesa dci fiumi non viene (atta in modo elastico ma bensì in modo rigido. Si t ratta anzit utto di impedire al nemico nel modo p iù assol uto d ì attraversare, anche temporaneamente, l'ostacolo del fiume. Attacchi nemici devono
Documenti essere annientati davanti alla linea di difesa e ciù con il fuoco concentrato di tutte le armi. La linea di difesa l'lene rappresentata dalla sponda da noi occupata. Eccezioni a rale principio richiedono il comenso da pane del Comando Superiore del Gruppo d'Armate e dovranno essere proposte su carta topografica 1: 100.000. 2. - In primo luogo è indispensabile la SJCUrczc;a contro 1 carri armati. Sul Don - il quale durante la stagione estiva porta poca acqua e può quindi facilmente e)sere attraversato da uomini appiedati e da carri armati - la sicurena è data dalla natura solo do\·e la sponda di difesa cade \'erticalmente verso il letto del fiume. Anche in questi punti si renderanno necessari lavori di difesa. 3· - Dato che la sponda sud -ovest del Don, quasi per tutta la lunghezza del fronte è più alta dell'altra sponda. nei punti ove la sponda non cade con sufficiente ripidezza, si può otrcnere la sicurezza mediante svtuo di ferra formando così una sponda perpendicolare. Ove ciò non è possibile de\·ono essere costruiti dci fossi anticarro completati di campi minati. Le armi anticarro de\·ono essere poste in modo che il concentramento del fucco graviti nei punti meno protctti dalla natura, in moJo che la massa dci carri nemici attaccanti possa \'Cnir presa sotto il fuoco prima dell'ostacolo anticarro. 4· - L 'osservazione ininterrotta dell'intera sponda nemica, anche mediante numerosi ossen·atori a\'an;ati dcll'aniglieria. è assolutamente indispensabile. Deve essere pure preparata /'i/lummazione del fiume c sono da tenersi pronte a di~posizionc delle mine galleggianti e zattere ardenti. L'ostacolo per fantena (reticolato c filo spinato) de\·e essere eretto nelle imml:diate vicina rue della sponda. 5· - Piani di fuoco, con i quali si coordina il fuoco combinato dell'aniglicria, delle armi anticarro e delle armi pe~anti della fanteria, devono garantire una completa protezione di fuoco davanti c sull'ostacolo anticarro e consentire il conccntramcmo del fuoco in centri di gravit:ì. L'impiego sui fianchi può ~ovente portare dei \'antaggi. 6. - Po.cizioni defilate nascondono il pericolo che l'allarme venga dato 111 ritardo. 7· - Eventuali infìltrazioni nemiche devono essere fermate dai centri di sbamuncnto e cellfn d'aproggio, posti in profondità della linea di difesa, in modo da consentire il contrattacco. !!. - Le riser~~e locali (per i l contrattacco) devono essere tenute possibilmente \·icine alla linea di difesa. Alle ri~cn·e di seconda linea (per l'attacco) clevc essere data sufficiente possibilità di un rapido spostamento nei settori particolarmente minacciati. La protezione dei limiti di settore deve essere garantit:t mediame opportuna ripanizionc delle risen•e. 9· - Tutti i reparti combattenti e logistici, i comand i ed enti trovantisi in profondlfcì della linea di difesa e dietro la medesima, debbono organizzarsi in modo per poter difendersi con mezzi propri formando dei centri di resistenza. L'occupazione delle posizioni di difesa in caso di allarme dovrà essere predisposta c sperimemata in precedenza e periodicamente a titolo d'addestramento.
656
Le op~razioni d~ll~ unit) itafmn~ al front( russo (1941- 1943)
Nei centri abimti nei quali si trovano diversi reparti, dovrà essere assicurata l'unità di comando (nomina di un comandame della difesa). 10. - Della massima importanza è lo sviluppo della rete di cofl~gamenro ivi compresa quella tra settore e settore. 11. - Delle esigenze particolari dell'autunno (periodo dd fango) e dell'inl'emo deve essere tenuto debito conto in tutti i la,·ori.
Fhr. v. Weic/1s Generaloberst
Documento n. 69.
COMAl\'DO XXXV CORPO D'ARMATA (C.S. l.R.) UFFICIO OPERAZIONI
Urgentissimo.
P.M. 88, H 7 agosto 1942. XX
N. 8630/ 0p. di prot.
Oggetto: Schieramento del XXXV C.A. (C.S.T.R.) sul Don. Al Comando Dtvisione Fanuria Pasubio Al Comando Divisione Fanteria Sforzesca Al Comando Raggruppamento Truppe a Cavaflo Al Comando Raggruppamento CC.NN. << 3 Gennaio >l Al Comando Artiglieria dt C.d'A. Al Comando G~nto di C.d'A. e, per conoscenza: Al Comando 8" Armata Loro Sedi 1. -
Il senore difensivo sul Don assegnato al C.d'A. ha un 'a mpiezza in linea d'aria di oltre 52 km da Kumokowskij escluso alle foci del Chopcr. l limiti di contano con le G.U. laterali sono stabiliti come segue: - a sinistra (col XXIX C.A. Germanico) - Lossen (al XXIX) - Dubrowskoj (al XXIX) - Kumokowskij (al XXIX) - q. 23I (IO km sud di Kumokowskij) - Kosyrik (al XXIX) - lwanowskij (al XX IX) - Kamenka (al XXIX) - corso della Jablonowaja; - a destra con la 79• div. del XVII C.d'A. (6• armata): Kumylshcnskaja (al XXXV) - corso del Choper sino alla foce - corso del Zuzkan fino alla foce - corso del Beresowka.
Docunun1i
- - - ------------
2. - La situazione attuale è approssimativamenre nota ai dipendenti Comandi di divisione; le ricognizioni che essi stanno compiendo debbono completare e tenere aggiornata la nozione di essa. In sintesi: la sponda destra del Don è completamente in no~tro possesso da Kumokowskij ad Jelanskoje, con forze nemiche antistanti abbastanza consistenti: da Jelanskoje verso est, la nostra occupazione della sponda destra è invece precaria, affidata a debolissime forze di sorveglianza tra le quali sussistono infiltrazioni nemiche: in compenso risultano non molto consistenti le opposte forze avversarie. Da ciò deriva: per la Div. Pasubio, la quale dovrà schierarsi a sm1stra, il problema dell'inserimento in linea coincide con quello eli una semplice sostituzione sa!Yo la necessità di rivedere do,·e necessario lo schieramento attuale per adattarlo alla situazione del momento ed alla disponibilità di forza e di mezzi; per la Div. 11 Sforzesca », la (1uale ùovrà schierarsi a destra, lo stesso problema presenta invece fin dall'inizio spiccati caratteri di indeterminatezza i quali potranno costringerla a misure più delicate c complesse ricorrendo, se del caso, ad aui parziali di combattimento per raggiungere la sponda destra del Don.
{·
1'\cl realizzare lo schieramento sul Don il C.d' A. ed in particolare la divisione Sforzcsca dovranno tener conto che il contatto tattico con la G.U. laterale della 6• Armata potrà presentare, almeno in primo tempo, qualche elemento di incertezza. In conseguenza: - la divisione Sforzesca dovrà costituire un robusto fianco difensi,·o fronte ad est fra le foci del Choper e la testata del torrente Zuzkan; il raggruppamento CC.NN. « 3 Gennaio » (compresa la Legione Croata) dovrà prolungare a sud detto fianco difensivo lungo il corso del Zuzkan lino a Blinoff compreso.
4· - La linea di contatto fra le divisioni Pasubio c Sfof2'esca è provvisoriamente stabilita lungo il meridiano passante per q. 210 ( 12 km a sud- sudovest di Jclanskoje). La linea di contatto fra la divisione Sforzesca e Raggruppamento CC.Nl". « 3 Gennaio >l è provvisoriamente stabilita lungo la pista orientale Gorbatowo - Krutowskoj sino all'incrocio con la pista Blinoff - Jagodnyi: successivamente lungo la congiungente tale quadrivio con la cresta della dorsale di riva destra del Don nel punto in cui essa è attraversata dalla pista Tschebot::~rew - Simowskij. Il settore << Zuzkan " affidato al Raggruppamento CC.NN. << 3 Gennaio )) sarà compreso fra tale linea di contatto e la pista Blinoff - Bclawinskij (valle Kriuscha). 5· - Le divisioni Pasubio e Sforzesca raggiunta Bokowskaja alle date previste dalla tabella di marcia gi~ diramata, dovranno divergere per il proprio settore risalendo rispettÌ\amentc il corso del Tschir e della Tschcrnaja (divisione Pasubio) c il corso della Kriuscha (divisione S(orzesca). Le modalità di marcia e di schieramento saranno fissate dai comandanti di divisione in base ai seguenti concetti: 42. - l.J.S.
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Le operazioni del/~ unità itahane al fronte russo (1941- 1943) a) cvcmuali giornate di sosta devono essere previste al di là di Bokowskaja, densamente occupata da truppe e servizi della 6• Armata ed obicui,·o di attacchi aerei nemici; b) rattcstamcnto al Don cd il cambio delle truppe in linea deve essere effettuato non più tardi della notte dal 13 al '4 agosto per la divisione Pasubio e della nelle dal 14 al '5 agosto per la divisione Sforzesca; potrà però essere anticipato, a giudizio dei comandanti di di,·isione, qualora precarie condizioni di alloggiamento lungo gli itinerari da percorrere facessero ritenere preferibile tale anticipo; c) far precedere le cc,mpagnie artieri e collegamenti per il riattamcnto delle cvmunicazioni c la presa in consegna delle reti telefoniche; d) accordi diretti coi comandanti in sito per le modalità di affluenza dci reparti in linea (ricognizioni, guide, ecc.); c) comunicare con 24 ore di anticipo giorno cd ora prevista per rassunzionc della responsabilità del settore divisionale (non pitl tardi delle ore 8 del giorno 14 agosto per la divisione Pasubio c delle ore 8 del giorno 15 agosto per la divisione Sforzesca).
6.
A titolo di orientamento mi propongo di assegnare 111 primo tempo ai due settori le seguenti unità di rinforzo: - divisione Pasubio: 1 comp::tgnia mitraglieri di C.d'A.; 1 gruppo da 105 /32; - divisione Sforzcsca: CIV btg. mitraglieri di C.crA. (meno 2 compagnie); 1 gruppo da 105/32; 1 batteria da 75 :32. Ordini a parte per rafflusso di tali unità. Decisioni per le rimanenti unità a mia disposizione saranno prese a situazione chiarita.
7· - In attesa che Bokowskaja, scelta come sede definitiva del Comando, sia evacuata da truppe e servizi germanici, il Comando tauico del XXXV C.A. (C.S.I.R.) verrà stabiliro provvisoriamente in località Karinowskaja (valle T~chir) circa a mcd strada fra Archipowski e Latischcnskij. Data da precisare. 8. - Appena giunte in linea, le truppe do\'fanno dare immediato ed intenso inizio ai lavori di rafforzamento, secondo un programma sommario tempestivamente concretato e sfruttando pel momento materiali e mezzi di cui dispongono o che sussistono in sito. Il Generale di Corpo d'Armata Comandante Giovanni M~sse
Documenti Documento n. 70.
COMANDO XVII C.A. 2~
luglio 1942
Al Comando della Divisrone Celere Ordine dd Corpo d'Armata per il 29 luglio 1942 - XX. 1' -
AttiYitù nemica sul Don è invariabile: dalla testa di ponte a Scrafimowitsch il nemico ha fatto nel giorno di ieri c di oggi debo li attacchi, che sono stati respinti.
2
Il XVII C.d'A. prende il giorno 29 luglio alle ore 20 il comando nel setrore di Basko wski - Jelanskoje (escluso). Il C..orpo d 'Armata protegge il settore del Don e si mette in possesso della riva meridionale presso Serafimowitsch tenuta finora dal nemico.
-
3' - Incarichi: a) La Divisione Celere raggiunge lo spaz1o a Sud· Ovest di Serafimo wirsch. la Divisione protegge il settore Baskowski (incluso) - Rybny (escluso) c fa con acceleramento massimo la preparazione per la presa della testa d i ponte di Serafimowirsch. E' necessario eseguire l'attacco al più presto possibile. pcrch.: il nemico si rinforza sulla riva meridionale del Don. Alla Divisione viene sottoposto un reggimento di bnteria f.R. 578 (senza un battaglione). b) La divisione 79' (meno 73 ) si raccoglie nello spazio a Nord di Blinof c prende con forze avanzate la sicurezza nel settore Rybny ( incluso) Jelanskojc (escluso). Disposizioni immediate di esplorazioni in colle gam<.:nto col rgt. fanteria I.R. 578. c) Rinforzato I.R. 578 (senza un btg.) attua le sicurezze impiegate sul Don a ovest della testa di ponte a Serafimowitsch senza riguardo di un eventuale cambio da parte della divisione 79~ nello spazio a S.O. Serafimowitsch. Il rgt. viene sottoposto il giorno 27 alle ore 20 alla Div. Celere per mezzo radiogramma.
4"
Linee separazione: a) Destra verso il C.d.A. XVII P.K. Karagitschcw - Nemuchin - Baskowskij (località alla Celere). b) Fra Div. Celere c Div. 79": Kotorowskij (79") - Niskin Kalmikowskij (Celere) - Isbuscenskji (79a) - Rybny (79' ). c) Per C.d'A. XXIX A.K. via Hokowskaja, Jelanskojc (verso XXIX A.K.).
5" - Collegamenti, informazioni : con le due div. per via telefonica c radiogramma. 6" - Posto di combattimento del Corpo d'At·mata: da mezzogiorno del 29 luglio Warlamoff (27 km verso l'oriente Seskowkaja).
Ho!/ idt Generale di fanteria
Documento n. 71.
SCHIZZO TROVATO SU C .
UFFIC IALE RUSSO A BOBRO\VSKlj
il .~ agosto 1942
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LEG ENOA
- - - - ~ dirutont d ai!Jcro russe , • ,1. •• forze tedesche
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SCALA • pp 1:200.000
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K ALA C..
Documt'nti
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Documento n. 72.
IL c;E "ERALE COMA DA:--1TE DEL XVII C.d'A. 14 agosto 1942 0RDIN'I:. DEL GIORNO DEl. CoRI'O
Col giorno 14 ago~to la 3a Divisione Celere si separa dalle unità del Corpo d'Armata c si prepara a nuo,·i compiti. To sento l'impulso più vivo di esprimere a gucsta valorosa divisione italiana il mio sincero ringraziamento per i! suo rendimenro combattivo. La Divisione, sotto guida magnifica del suo Comandante, il generale di divisione Marazzani, in unione con le truppe tedesche. ha conquistato con travolgente attacco la testa d i ponte di Scralìmowitsch ~aldame ntc fortificata e tenacemente difesa. Nonostante l'impiego di numerosi carri armati il nemico non ha potuto contenere l'attacco della divisione. In tenace difesa ed in molti contrattacchi. la divisione, spalla a spalla con le truppe tedesche, ha stroncato i ripetuti attacchi che i sovietici hanno sferrato per conquistare la sponda ovest del Don. Il mio pensiero va ai valorosi Eroi che hanno dato la vita cd il sangue per la comune vittoria e per la loro Patria. E' stato per mc un onore di aver avuto sotto il mio comando la magnifica divisione. Le dure battaglie dell'ansa del Don hanno nuovamente rafforz:uo la fedele fratellanza d'armi fra le truppe italiane e tedesche. TI mio ringraziamento spetta anche al puro spirito cameratesco ed alla costanre collaborazione che le truppe itali:.ne in ogni momento hanno dimostrato verso i camerati tedeschi c lo hanno confermato coi fatti. Con questo spirito valoroso c con l'indissolubile alleanza raggiungeremo la vittoria finale. La 3" Divisione Celere, durante la battaglia del Don ha aggiunto nuo vi allori alle sue bandiere. Sulla via della ,·ittoria possa raccogliere nuovi superbi successi. Holhdt
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Le opt>razìonì dt>lle unùcì itahant' al fronte rusco ( 1941- F943)
D ocumento n. 73·
RELAZIONE AL COLONNELLO COMANDANTE DEL c,o REGGTMEI:\'TO BERSAGLIE.Rr {presentata il 19 agosto 1942 dal dirigente del Sen·izio Sanitario Reggimentale Capitano medico (s.p.e.) Dott. Carlo Elisei) Dalla VJSJta medica passata in questi giorni a tutti i militari del Reggi mento si è rilevato che 350 militari presentano uno stato di deperimento cd anemia piuttosto notevole. Circa il 30 , dei componenti il Reggimemo accusano disturbi gastroenterici consistenti in inappetenza, difficile digestione, dolori epigastrici, labilit:. intestinale in conseguenza di sbalzi di temperatura, di eccessive fatiche fisiche c di errori dietetici. Jl 40° ~ circa dei militari (; sofferente per il cattivo stato della dentatura; c non pochi di essi, a causa di carie di(fusa e di alveoliti, particolarmente frequenti in Russia per il clima e la scarsità di vitamine, perderanno in breve l'idoneità al servizio militare. Bisogna riconoscere che il problema della cura odontoiatrica, specialmente conservativa, non è staw seriamente considerato; mentre la lunga permanenza degli uomini alle armi, l'età non più giovanissima di molti di essi e le difficili condizioni di clima c di alimentazione imposte dalle zone di operazioni dell'attuale g uerra, avrebbero richiesto una cura costante ed assidua allo scopo principale di non perdere uomini v:~lidi. Circa 50 militari necessitano di provvedimenti medico- legali per cause varie (mancanza di denti, malattie gastriche di sospetta natura ulcerosa. ernie, varicoceli, ecc.). Tali soggetti fin qui trancnuti per le speciali circostanze di questo ultimo periodo di tem po, necessitano di urgente eliminazione in quan lO, incapaci di fare servizio, costituiscono un peso inutile per i repar ti. Complementi. l 260 complementi affluiti in questi giorni sono di massima in condiz ion i generali d iscrete; fra essi vi sono 26 feriti (pe r la maggior p:trtc del fronte greco), 24 ex- congelati c 13 ex - malarici. Per quanto sopra le condizioni sanitarie del Reggimento al momento attuale non possono dirsi buone. E ciò non :.orprendc chi abbia seguito tutta l'attività del Reggimento dalla primavera del 1939, epoca in cui il 6" Bersaglieri venne approntato, ad oggi. I lung hi periodi di campo in Ita lia, ove i reparti furono sottoposti ad un supe rallenamento, il faticoso periotlo trascorso in Sici lia, la campagna jugoslava ed i successivi cicli operativ i in Dalmazia e Bosnia hanno profondamemc inciso sul fisico dci bersaglieri. Al rientro dalla Balcania, ove, pur non avendo subito perdite sensibili, il Reggimento a\e\'a profuso le sue migliori energie spostandosi contin uamente, soggiornando nelle località più inospitali, sacrificandosi sempre in attesa di un periodo di r iposo molte volte promesso, mai concesso; :1l rientro dalla Balcania, ripeto, il Reggimento avrebbe avuto necessità di una lung:1 tra nquilla perma nenza in Patria per rafforzarsi, eliminare tutte le scorie c prepararsi serenamente a nuovi cimenti.
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Invece dopo un brevissimo intenso periodo si partì per la Russia. E fu necessario fare appello per necessità d'organico anche ad uomini inerti fisicamente alle eccezionali fatiche del fronte russo, ed essi risposero ed hanno risposto fino ad oggi sostenuti dalla loro volontà c dall'azione morale dei co· mandanti. Come è già fatto noto, l'inverno russo fu sopportato dal Reggimento in una marcia durata oltre un mese: ugualmente troppo noti sono i duri periodi di linea e tutte le attivit~ posteriori fino ad oggi. A questo complesso di attivit~ di pace e di guerra, che non hanno mai conosciuto soste, sono dovute le attuali condizioni di salute del Reggimento. l n conclusione: ritengo che soltanto un lungo periodo di riposo in località confortevole, che non è senza dubbio quella attuale, cd una severa eliminazione degli uomini non idonei, oltre a tutte le altre provvidenze accessorie (buona alimentazione, adatto accantonamento, distrazione spirituale della truppa sotto for ma eli spettacoli, giochi, ecc.) potrà ridare al Reggimento l'efficienza fisica a cui è strettamente legata la saldezza morale.
Documento n. 74·
COMANDO D IVISIONE D I FANTERIA SFORZESCA (2·') UH t CI O DEL c.~ro DI
'.
1
825 IQp. di prot.
S.M. - St::z. Or. E SERv. P.M. 69, lì 21 agosto 1942. XX · ore 22
Oggeuo: Costituzione nuo,·a linea difensiva. Al Comando Settore d1 SIIJJstra Al Comando Seuore di destra Al Comando Artiglieria div.le Al Comando Raggruppammto Barbò Seguito ordini superiori questa divisione con tutte sue forze disponibili deve costituire due pilastri difensivi uno a Jagodnij et uno a T schebotarewskij con compito di resistenza ad oltranza ed il cui possesso sc!o(na onore divisione alt. Dispongo: I'
-
Pilastro difensivo di Jagodnij sarà cosrituito da l 53° fanteria rinforzato dalla compagnia lanciafiamme, dalla 121 ·' cp. cannoni da 47 1 32 e da 1 cp. mortai da 81 di,·isionale e da 1 plotone artieri del genio. Comandante : Col. Contini. Artiglieria: il capo~aldo disporrà del l , 17' in posi1.ione a nord - ovest di jagodnij. di una batteria da 75 / p in posiz ione a sud di Jagodnij c di una btr. da 105 / 32 del LX gruppo portata a fianco della precedente.
664
Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo ( 1941 - HJ43) Il caposaldo dovrà avere uno sviluppo proporzionato alla forza disponibile. Comunque per avere una certa sicurezza dovd avere un diametro di 4 - 5 km tenendo ben presente che dovrà prendere collegamento con di,•isione Pasubio alla restata balka Olchowatka.
2" -
Pilastro difensivo d i Tschebotarewskij: sarà costituito clal 54" ftr. rinforzato da tutti gli elementi attualmente avuti in rinforzo e dal 63" brg. cc.nn .. Comandanu:: Generale Vaccaro. Artiglieria: Il f 17" rgt.a.df.; Ill / 17' rgt.a.df.; gruppo art. a cavallo Borghini. Il caposaldo deve avere come il precedentc uno sviluppo proporzionato alla forza disponibile ed essere costituito con gli stessi criteri.
f' - Il raggruppamento u Barbò » rinfor1.ato dal 79'' btg. cc.nn. ha il compito di sorveglianza e difesa intervallo tra i due capisaldi. Rimane inteso che il 1' gruppo Sa,·oia con la brr. a cavallo rientrano al raggruppamenro " Barbò >>.
Serviz i: restano in atto i nuclei di sen·izio attuali con unica differenza che sezione sanità et reparto detta sez. si sposteranno rispettivamente a Gorbatowo e Rolschoj. Il Generale Comandante Carlo Pellegrini
Documento n. 75·
FONOGRAMMA
25 a,gosto J 942 Dal Comando 8" ARMATA Al Comando XXXV C.A. (C.S.I.R.) 02 1 2896 1 Op. del 25 agosto alt Prendo allo della comunicazione che le truppe dipendenti non hanno ricevuto ordine di ripiegamento alr Comando Gruppo Armare ordina: r") Nessuno deve arretrare dalle posizioni arretrate: chiunque lo ordini è passibile dr gravi sanzioni: 2°) Il terreno compreso tra il limite destro dell'8"' Armata rtaliana c la strada Bokowskaja - Jelanskoje colle truppe in esso dislocare passa alle dipendenze del XVII Corpo d'Armata germanico alt Riserva di precisazioni alt Generale Garibaldi
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Documenti
66s - - -----------------=Documento n. 76.
FONOGRAMMA
Dal Comando XXXV C.A. (C.S.I.R.) Al Comando 8"- Armata N. 9594/ 0p. alt 25 agosto ore 16>30 alt In dipendenza della nuova situazione, è in atto, per completarsi all'imbrunire con lo sganciamento dei minori reparti in linea, il ripiegamento dell'ala destra del C.A. sulla fronte q. 219 riva destra di val Kriutscha fino all'altezza di Gorbatowo dove si tenterà di costituire con elementi di sicurezza una testa di ponte a protezione di qud nodo stradale alt Su tale linea ho ordinato di resistere ad oltranza fino all'ultimo uomo alt A prescindere dalle incognite di tale delicata manovra di sganciamento, rappresento fin d'ora la mancanza di ogni appoggio d'ala, la tc:nuissima densità di schieramento che si potrà reali:tzare, l'assoluta mancanza di rincalzi c di ogni più piccolo elemento di secondo scaglione c soprattutto il fatto che le scarse truppe sono oltremodo stanche e logoratissime alt In tali condizioni non sono assolutamente in grado di provvedere alla difesa del nodo di Bokowskaja alt Decisioni circa l'impiego delle riserve di prossima aHluenza sono necessariamente subordinate alla situazione che si sarà maturata al momento del loro arrivo alt Mi è anche assolutamente impossibile distrarre elementi delle mie scarsissimc truppe nella zona di Bolschoj col compito di agire sulla sinistra della 79" divisione per sbarrare quella direttrice verso sud alt Generale Messe
Documento n. 77·
VERRALIZZAZIONE DI CO.:-.IVERSAZIONE TRA Il. GE .... ER.\LE M ESSI:.
Comandante XXXV C.A. (C.S.l.R.) ED Il. M AGGIORE DI S.M. fELLMER
Capo nucleo collegamento germanico presso il XXXV C.A. (C.S.l.R.) avvenuta stamani alle ore 6.45 P.M. 88, lì 26 agosto - ore 7.00 1 - Voi sapete. perché ve l'ho già comunicata, che la mia intenzione, in base alla situazione che si era venuta a determinare il mattino del giorno 25 agosto, era quella di rettilìcare il fianco difensivo sulla destra del C.A. (accn-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
uolo passare sul costone ad ovest di Valle Kriuscha per creare uno sbarramento a protezione ala destra dell'Armata c per sbarrare altresì il nodo di Gorbatowskij. 2 " - Dal<> che il caposaldo di T schcbotarewskij , mi risultava premuto da forze nemiche preponderanti e nell'impossibilità di costituire un contatto apprezzabile con l'ala sinistra del XVII C.A. germanico, a,•evo disposto, considerate anche le pochissime forze disponibili, di farle scendere lentameme - fronteggiando il nemico - lu ngo la linea di rip iegamcnto Tschebotarewskij - Gorbatowskij, per r iu nirsi in quest' ultim:t località ove io avevo dato ordine di costituire un pilastro difensivo. In tali circostanze il Reggimento 'ovara do,cva trattenere il nemico avant.ante su Bolschoj e, oltrepassata tale località, piegare verso Gorbatowskij. Il Reggimento Savoia era invece incaricato d i trattenere il nemico tra Valle Kriuscha c Valle Zuzkan facend o fronte a nord- est.
3 - A que~lo punto il Maggiore Fellmer mi ha fatto presente che l'intcnziMc dcll'Heercsgruppe " B )) e ra di non rettificare il saliemc d i Jagodnyi e di fare tullo il possibile per trattenere il nemico che da Tschebotarewsk ij scendeva veno Holschoj. Ho risposto al predetro ufficiale che non avevo truppe sufficienti per tenere così com 'era tale fianco difensivo c per oppormi, contemporaneamente, al nemico sulla dircnrice Tschebotarewski j - Bohchoj. Comunque, ho ripreso in esame la questione mentre ho confermato l'ordine ai due reggimenti di cavalleria di assolvere il compiLO loro affidato in precedenza. Tenuto pre~ente il desiderio dell'Hecrcsgruppe " B '' c del fatto che i movimemi avrebbero dovuto essere compiuti di notte e quindi in condizioni piuuosto d ifficili, e dato inolt re che il nemico aveva rallen tato la sua prcs~ione, ho sospeso l'esecuzione della rcuifica. Nello stesso tempo, per andare incontro al desiderio espresso dal predetto Heeresgruppe, ho disposto che il Reggimento J\'ovara, rinforzato da una batteria, rimanesse a fronreggiarc il nemico scendente da nord lungo la valle Zuzkan, appoggiandosi eventualmente ad elementi di sinistra del XV II C.A . germanico. Contemporaneamente, ho confermato l'ordine al Reggimento Savoia di opporsi all'avanzata di elementi nemici fra le due balke Kriuscha e Zuzkan. l pochi elementi di fanteria e di arriglieria erano intanto defluiti verso Gorbatowsk ij per ivi costituire un caposaldo. L'ordine d i continuare a t rattenere il nemico r ipiegando lungo l'asse nord- sud (Val Zuzkan), portato dal Generale Barbè>, ha raJ!giunto il Novara quando questi si trovava già a circa metà strada fra Bolschoj c GorbatO\\Skij, mentre uno dei :.uoi sq uadroni era ancora seriamente impegna to ve rso Bolschoj. Il Generale Ra rbò, visto le precarie condizioni degl i uomi ni e dei cavalli, h1 ritenuto opportuno di [ar proseguire il reggimento verso Gorbatowskij per pott•r ristorare gli uomini ed abbeverare i cavalli con l'intenzione, dopo qualchr ora di sosta, di fargli riprendere la marcia per Val Zuzkan per l'a~sol\' i mento elci compito affidatogli. Infatti il Novara, ::tlle ore 23 c irca, ha invertito la marcia nonostante la vi~ibile stanchezza degli uomini c dei quadrupedi. \t:rso Val Zuzkan. Di tutto qucsw, a mano a mano che gli avvenimenti si svolgevano, è staro tenu to co~ta ntem ente in fo rmato il Magg iore Fcllmer il qua le, a sua volta,
- - - - - - ----- ---
Docum~nti
h:~ tenuto informato il Comando del XVII C.A. germanico ed il Maggiore di S.M. Gyldenfcld - Ufficiale di collegamento presso il Comando dell'8" Armata. Lo stesso Maggiore Fcllmcr mi ha comunicato cht' le disposiz ioni da mc impartite, data la situazione determinatasi, erano da considerarsi pienamente sode! isfacent i.
Documento n. 78.
FONOGRAMMA 26 agosto 1942
Dal Comando XXXI ' C.A. (C.S.I.R.) .-11 Comando 8"- Armata K 9lJ27; Op. alr 26 ago~ro ore 7-00 alt Riferimento vostro n. 02 2896 del 25 agosto alt Chiedo di conoscere le ragioni del passaggio di d ipendenza del settore già della Sforzesca al XVII C.A. germanico alt faccio a questo riguardo presente che nel suddetto settore oltre a quanto rimane della divisione Sforzesca e della d ivisione Celere si trova attualmente la totalità o quasi delle truppe di C.A. alt Generale Me.ue
Documento n. 19·
FO~OC R A MM A
26 agosto 1942
Dal Co mando XXXV C.A. (C.S.IR.) Al Comando 8" Armma
>J. 9l)28 1 Op. alt 26 ago~to ore 7 .oo alt Ve ngo informato che stanotte alle ore 2 si è presentato al Comando divisione Sforzesca un colon nello del XV II C.A. affermando di precedere il Comandante del C.A. il quale si sarebbe rec:no sul posto enrro poche ore alt Detto colonnello ha dircrta mcnte comunicato il passaggio di dipendenza del senore dalruno all'altro dei C.A. anribuendogli effetti immediari, ha espoMo il punto di vista del proprio Comando circa l' impiego delle tru ppe della divisione e della Celere ed ha sollecitato d!sposi.tioni esecuti,·e a carattere immediato alt Faccio presente che il fonogramma o2 j 28r;fi d i codesto Comando fa riserva di precisazioni e soprattutto omette di indicare il giorno e l'ora del passaggio di responsahilid del settore g ià Sforzesca dall' uno all'altro C.A. alt In attesa di ciò considero tutte le truppe del settore come ancora ai miei ordini alt Generale Messe
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Le opaazioni dellt~ unità itahane al fronte rus.ro ( 1941- 1943) D ocumento n. So.
rONOCRAMMA
26 agosto 1942 - ore 8.30 Da Comando 6"' Armata A t Comando XXXV Corpo d'Armata- CSIR Con decorrenza immediata, passano alle dipendenze del XVII Corpo tutri i reparti dislocati tra l'attuale limite di settore tra 8• et 6" Armata et strada Bokovskaja - Jelanskoje. Tali reparti sono: Divisione Sforzesca, Divisione Celere, nonch~ t ru ppe eli A rmata et di Corpo d'Armata italiane et truppe tedesche (•79" Reggimento di Fanteria). Compito del XVII Corpo è impedire, come da ordini del Comando 6a Armata, uno sfondamento nemico in direlione Perelasovski - Bokov)kaja et di fermare a tunt 1 costi i movimenti di ripicgamento della D ivisione Sforzesc<J. Generale Garibaldi
Docume nto n . 8 1.
COMANDO 3• D IV ISJONE CELERE " PRINCIPE AMEDEO DUCA D'AOSTA ,, UFFICIO OPERAZI0:-:1
N. 2/ 3937/ 0p. di prot.
P.M. 40, lì 27 serrembre 1942. XX
Oggello: Dipendenza della Oivisione. Al Comando dd XXXV C.A. (C.S .I .R.) Seguito richiesta 'erbale, fornisco i ~eguenti chiarimenti circa la mia linea di condona in seguito all'ordine del XVII C.A. in dam 27 agosto u.s. trasmesso a codesto comando con foglio 2j 3675 del 6 settembre. Ricevuto l'ordine d i operazione secondo il quale la D ivisione Celere sarebbe dovuta passare agli o rdini del Gruppo Generale Blumenrritt mi riservavo di esaminare la mia posizione in relazione al grado ed a nzianità del Generale suddetto. Jl g iorno 27 nel le ore pomeridiane il Ge nerale Blumemritt veniva alla sede di questo Comando per prendere contatto c domandare notizie sulla situazione. '\lotato che si tratta\a di un Generale di brigata, gli feci subito notare prima che cnrrasse in argomento che essendo io Generale d i divisione
Documenti
------------- -- - - - l'ordine dato dal XVII C.A. non poteva a\ere auuazione e che io non intendevo dipendere da lui. Il Generale mi disse che egli avc,·a ricevuto ordini dai suoi superiori c che comunque egli avrebbe subito prospettato al Comandante del XVII C.A. la questione perché venisse chiarita. Chiede,·a però di poter essere informato sulla situazione tauica del momento. L'Ufficiale interprete che lo accompagnava chiarì che il Generale Blumentritt si doveva considerare il portavoce del Generale Hollidt c che gli o rdini venivano quindi dati in no me dell'Eccellenza il Comandante del C.A .. Risposi che prendevo atto di questo chiarimento, ma desideravo che la situazione della dipendenza venisse chiaramente specificata in un ordine. Ciò deno, non mi opposi che egli prendesse visione della nostra situazione. A v uta notizia sulla situazione, il Generale BlU mentritt andò all"osservatorio divisionale e poi rientrò in serata a Gorbatowo dove aveva impiantato il suo posto di Comando. l\'essun ordine emanò né in suo nome né 111 nome del XVII C.A .. Alle ore 21 inviai al Comando del XVII C.A. il fonogramma che allego in copia col quale chiede,·o che ,·enisse ufficialmente sancito che la divisione dipendeva direttamente dal Comando del C.A. e che il Generale Bhimentritt doveva solo considerarsi ufficiale di collegamento. La questione non ebbe ~cguito perché alle ore 5· ~o del 28 agosto pervenne l'ordine di codesto comando col quale ,·cni,·a data notizia che il settore della di,·isione tornava immediatamente agli ord ini del XXXV C.A. (C.S.l.R.).
Il Generale di Divisione Comandante Mario Marazzani
Documento n. 82.
VERBALIZZAZIO?-JF: DI COMUNICAZIONE TELEFONICA FRA T. CoL. CoNn Capo Ufficio O perazioni del XXXV C.A. (C.S.I.R.) E
T. CoL.
Bo:-~z \N t
del Comando H• Armata P.M. 88, lì ~o agosto 1942 . XX • ore 20.00 Occorre il 1" settembre fare una az ione con lo scopo di prendere più sicuro collegamento coi germanici (79.. divisione germanica sulla destra). Gli ordini dati dal Comando Gruppo « H 11 sono i seguenti: 1° settembre ore 5: azione combmata tra XXXV C.A. (C.S./.1?.) e la 79' dit1isiont' gt'rmanica.
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Le opaa::ioni delle umtà italtane al fronte russo (1941 - 1943)
La 79" divisione germanica ha per obiettivo le alture di quota 220 e quota una volta prese le quote i germanici continuano coi carri armati e vanno verso Kotowskij (da quota 206.3). Il XXXV C.A. (C.S.l.R.) ha come obiettivo il costone che parre da quote 226.7 e 228.0 e va a collegarsi con paese di Kotowskij (prendere collegamento a Kotowskij - parte nord quota + 2.o); il paese di Kotowskij è a noi compreso. Tutta razione sarà preceduta da bombardamento delra,·iazione germanica. Occorre 31 riguardo che il XXXV C.A. (C.S.l.R.) dica all'Armata oppure direttamente 31 XVII C.A. (tra mite Ufficio collegamento germanico) le zone ed obiettivi da bauere e 13 linea da cui partiamo (indicare bene clementi avanzati coi teli gialli). L'azione de'c cominciare ore 5 (ora radio) per sfruttare l'azione del bombardamento aereo fatta prima. La nostra avanzata da 13olschoj 'erso Kotowskij può essere ritardata per dare tempo all'nione germanica sulla destra di far sentire il suo peso. Quello che conta è che l'azione da sinistra a destra sia appoggiata da una forte massa di artiglieria. L 'Armata dà la disponibilità di tutto il btg. corazzato che può essere impiegato a massa per risparmiare vite umane. L'essenzi::de è agire di velocità c sorpresa. Quanto sopra è un prcawiso per dare tempo al XXXV C.A. (C.S.l.R.) di prendere tutre le predisposizioni. 206.3;
Documento n. 83.
PONOGRAMMA 31 agosto 1942
Dal Comando XXXV Corpo d'At·mata- CS!R At Comando Dit,isione Pasubio Comando D1visione Celere Comando D1t•isione Sforzcsca c, per conoscenza: At Comando 8~ Armata Comando Raggruppammto CC.,\'.\'. 3 Gennaio Comando Raggruppamento a Cavallo Comando Artiglieria di C.A. Comando Genio di C.A. 1 . 10.000JOp. giorno 3• agosto 1942 - ore 15 alt Scopo migliorare et consolidare nostre posizioni in corrispondenza limiti contatto con XV II Corpo Armata germanico sar2t effettuata domani I 0 settembre azione combinata per assicurare possesso q. 226,7 - 228 • margine nord abitato Kotovski - q. 200,3 - q. 217,4 alt Divisione Sforzesca con Raggruppamento a Cavallo et rinforzata da 6" . Alpini (meno un battaglione) - una compagnia carri « L » (meno un plotone) -
Documenti un plotone lanciafiamme, con azione convergente q . 226,7 et da Rolscioi, dovrà impossc~~arsi del costone q. 228,0 - Koto\·ski (abitato compreso) costituendo h:m: fuoco su ~pe ro n e sud- est q . 226,7 per proteggere fianco sinistro colonna attacco a lt Contemporaneamente XVII Corpo Armata germanico attaccherà cb sud- est at nord- O\'est per impo~sessarsi dapprima delle alture di q . 217,4 er 206,3 et successivamente puntar(; con forma zioni corazzate da nord - est su Kotovski alt Inizio attacco ore 5 alt Azione diretta da Holscioi su Kotovski sar:ì agevolata da minaccia di rovescio su Kotovsk i esercitata da suddette formazioni a lt Divisione Sforzc~ca manterrJ collegamento col XVII Corpo Armata germanico lungo linea q. 188,01 1,6 - + 2,0 alt Attacco sar:1 preceduto da bombardamento aereo che batter:• obiettivi prestahiliti alt Azione dmrà avere carattere decisione et sorpresa et doHà essere appoggiata da maggior numero possibile di batterie alt Linea nostri elementi avanz:tti dovrJ essere segnata con teli gialli aut teli bianchi dispo~ti forma lettera " T » alt Tutte altre truppe schierate et non direttamente interessate azione svilupperanno intensa esplorazione con robusti pattuglioni et si manterranno in condizione, qualora nemico ripiegasse, di sfruttare successo sino alla occupazione delle alture sud Don alt Divisione Sfo rusca premerà avversario con tulte sue forze fino ar raggiungere la fronte pendici est q. 232.2 - quadrivio est q. 193,7 et note alture nord - ovest q. 213,3 alt L'azione deve procedere in piena armonia et collegamento con ~i nistra XVII Corpo Armata german ico alt Divisione Celere farà altrettanto per direzione Jagodni - q. 211,8 et per q . 2o8,4 q. 197,2 g ravitanc.lo con forze per propria sJnJ>tra con obiettivo linea cresta compresa fra quadrivio at nord q. 232.2 - quadrivio q. 197,2 et sperone che scende verso nord- ovest su Nizne Krivskoi alt Ala destra Pasubio accompagnerà movimenti sinistra Celere per realizzare rettifica fronte su linea q. r68,o - abitato , izne Krivskoi (compreso) alt Limite eli settore tra X VII Corpo Armata germanico et XXXV Corpo Armata - CSIR: Blinoff - Kotovski - Deviatkin - Cehotarevski (abitati al XXXV) - confluenza Koper alt Raccomando esposizione tel i alt Assicurare alt Generale ,\1 esse
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943) Documento n. 84.
VERBALIZZAZIONE D I CONVERSAZIONE TELEFONICA TRA CoL. UTJJ.T E GEN. PELLEGRINI
P.M. 88, lì 31 agosto 1942. XX Btg. Alpini " Vestone >> guardandosi fìanco con puntata verso Scach n. 4 con altra compagnia sul rovescio della 195,8 non preoccupandosi degli elementi di Scach n. 3· Azione appoggiata da 7 batterie (l/ 17"- Ilf r7'' et btr. 75 (32). Btg. Alpini «Val Chiese» con una compagnia dalla balchetta a nordovest su q. 19),8 - altra compagnia da 188 su r,8 et Korowskij . Alla fine collegamento a mezzo strada tra Kotowskij e Kulmykowskij c occupazione dalla 228,0 alle case nord di Kotowskij alla testata delle balke che scendono su balka Scach n. 4· Azione del btg. « Val Chiese » sostenuta da III j r7'' e da Gruppo Borg hi n i (una btr. a Bolschoj) 2 pezzi a q. 1,8. D islocazione carri: 2 pl. più 2 carri riserva a q . 228,0 a disposizione del Col. Signorini Comandante 6° Alpini; 1 pl. più r carro riserva a Bolschoj a disposizione di Pagliano, compito far massima resistenza e sfruttamento successo; 1 cp. mot. a disposizione Barbò, compito collegamento tattico e sfrutta· mento successo.
L'Eccellenza informato di quanto sopra osserva: 1" - Reggimento
Cavalleria Novara tenuto pronto per compiere ras trellamento su fondo valle.
2" -
Rastrellamento paese Kotowski j può essere fatto anche senza carri .
.3" - Desidera conoscere posto comando d ivisione Sforzesca, Gen. Vaccaro c Gen. Barbò. 4" - Il fianco difensivo deve essere fatto con il Ill/ 54°. Nulla vieta di mandare verso Ferma n. 4 un plotone del btg. « Vestone ».
Tutte le predette osservazioni sono state comunicate personalmente al Gen. Pellegrini da parte del Capo d i S.M. alle ore L) .OO.
Documenti Documento n. 85. COMA NDO DIVISIONE DI FANTERIA SFORZESCA (2•)
UFncw DEL c... r•o m S.M. - SEz. OP. E SERV. Urgente. Segreto. P.M. Gg, lì 31 agosto 1942. XX - ore I7.30
Oggeuo: Occupazjone del costone che da <]. 228.o scende su Kctm\Skij (abitato compreso).
Al Comandante Raggruppamento Truppe a Cavallo Al Comandante Fanteria Divisionale Sforusca Al Comandante 6" Reggimemo Alpini Al Comandante Artiglieria Divisionale Al Comandante Genio Divisionale e, per conoscenza:
Al Comandante XXXV C.A.- C.S.I.R. Al Comandante 79a Divisione Gernumica ORDINE DI OPERAZIOI\1 N.
5
Demani, 1" settembre, alle ore 5 avrà luogo, in concorso con il XVII C.A. germanico, l'azione per l'occupazione del costone che da quota 228.o scende su Kotowsk ij (abitato compreso). A conferma accordi \'erbali e in seguito precisi ordini del comando XXXV C.A.- C.S.I.R., dispongo: t " - Battaglione
alpini Vestone, rinforzato da 1 plotone lanciafiamme, partendo da q . 228.0 punti sui rovesci di q . 195·8 c occupi lo sperone che domina d:1 ovest l'abitato di Kotowsk ij.
2'' - Battaglione alpini « Val Chiese » muo,·endo dalle posizioni di q. 188.? pu nti su Kotowskij e occupi lo sperone che domina da nord - ovest tale abitato; con altri elementi muovendo da Bolschoj in direzione di q. 195.8 prenda contatto col b:~ttaglione alpini << Vestone , che aggira da nord· detta qucta .
3" - L'azione dci due battaglioni alpini e degli clementi di rinforzo sarà coordinata dal Generale Barbò.
4" - Artiglieria: -
-
agiranno in appoggio del battaglione alpini <<Vestone>> il l c II gruppo del 11' rgt.art.df.. Richieste di fuoco di:-cnamentc dal comandante del btg. alpini « Vestone >> ai comanèanti di gruppo; agiranno in appoggio al btg. « Val Chiese» il gruppo a cavallo « Bo~ g hini >> e il Ili 17 • rgt.a.df.. Richieste di fuoco tramite comandante reggimento lancieri « Nov:1ra >>.
5" - Carri armati : -
2 pl. c due carri d i riserva nelb zona di q. 22!l.o a disposizione comandante 6" rgt. alpini:
4.3· - U.S.
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Le operazioni delle unit.} italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
'---- -
-
-
1 pl. e due carri di riserva nella zona di Bolschoj a disposizione del comandante il reggimento lancieri « ovara >>. Compito: sfondamento eventuali resistenze; sfruttamento del successo.
o" - Cp. bersaglieri motocicl isti a disposizione Generale Barbèl col compito di collegamento armato c di sfruttamento del successo.
7'' - Il 54° rgt.ftr. con concorso di clementi del btg. alpini « Vestone>> provveda ad assicurare il fianco sinistro del btg. stesso costituendo base di fuoco sullo sperone immediatamente a nord di q. 228.0. Assegno per tale compito ' 2 compagnia anticarro da 47/ 32 che raggiungerà la zona Ili / 54° entro questa sera. 8 ' - L'azione sarà preceduta da bombardamento aereo in quota. La base di
partenza per l'attacco e le successive linee raggiunte dov ranno essere indicate a mezzo teli gialli o bianchi disposti in modo da formare la lettera ((T» col lato trasversale parallelo alla linea. Ricordo l'assoluta necessità che i tcli siano esposti soltanto dalle truppe più avanzate.
9' - Tutte le altre truppe del settore rimangono in posto pronte a muoversi con direzione nord - est per eventuale sfruttamento del successo. Inviino foni pattuglie per saggiare atteggiamento avversario. 10" -
Collegamenti a filo e radio: quelli m atto.
11" -
Posto di comando : Gorbatowo.
11 Generale C',omandante Carlo Pellegrini
Documento n. 86. VER BA LIZZAZIONE P.M. 88, lì 2 settembre 1942. XX Comando Raggruppamento a cavallo comunica alle ore 7.50': Il Col. Pagliano ha inviato stamattina un suo Uffìciale a prendere colle· ~a me nto con le truppe germaniche; detto Ufficiale ha constatato che i tedeschi
sono ritornati sulle posizioni di partenza ossia non occupano più q. 206,3 c probabilmente nemmeno q. 220,0. Si è anche chiarito che contrariamente alle informazioni date nella giornata di ieri ripetute volte, il paese di Kalmykowskij non (dico non) è stato mai occupato dalle truppe germaniche le quali sono penetrate soltanto nelle prime case a nord· est di detto paese. Attualmente la q. 188,0 è presidiata dal Novara e sulla stessa quota vi è un elemento germanico che fa da collegamento con la destra ossia con q. 219,5 alt Generale Harbò
Documenti Documento n. 88.
FONOGRAMMA 5 settembre 1942
Dal Comando XXXV C.A. (C.S.!.R.) Al Comando Divisione Sforzesca Al Comando Divisione Tridentina e, per conoscenza: Al Comando Raggruppamento a Cavallo N. 10338/ 0p. alt 5 settembre - ore 17,00 alt Scopo coprire strada alimentazione 6" Armata preciso mie direttive difesa settore Sforzesca alt 1") Organizzare difes:t Bolschoj con carattere caposaldo capace sostenersi con propri mezzi che do,•ranno essere potenziati misura massima praticamente realizzabile alt 2") Attribuire rimanente trano funzion i cortine difensive tra Bolschoj et Jagodnyi da man tenersi pure essa :td oltranza sia per assicurare fianco sinistro caposa ldo Bolschoj sia per valersene come base partenza azione contrattacco fianco nemico che attaccasse Bolschoj alt At conferma quanto definito verbalmente con Generale Barbò et Capo Stato Maggiore Sforzesca dispongo: comando ca posa ldo Bolschoj sia assunto da Generale Barbò; presidio sia subito rinforzato da 1" compagnia motociclisti et da una batteria da 75 .'32 ; d ivisione Tridentina t ragga da salmerie 6" alpini almeno 50 uomini da assegnare come complementi at compagnia btg. alpini cc Val Chiese >> maggiormente provata ; btg. cc Verona >> prenderà materiale contatto con truppe presidio Bolschoj schierando due compagnie in linea alt Generale Messe
Documento n. 89.
COMANDO XXXV CORPO D'ARMATA (C.S.I.R.) UFFICIO 01'FRAZIONI
N. 10451 / Op. di prot.
P.M. 88, Il 7 settembre 1942. XX
Oggetto: Di Cesa settore Bolschoj. Al Comando 8' Armata Ufficio Operazioni
P.M. 6
Riferimento fon.ogramma o2 j 3242 in data 5 corrente, ritengo doveroso rappresentare quanto segue circa la delicatezza della zona di Bolschoj, di sutura tra 8• c 6a Armata, e le possibilità di creare in corrispondenza di detta zona un forte caposaldo capace di sostenersi con i propri mezzi:
67 6
Le operazioni delle unittÌ italiane al fronte russo ( 194 1 - 1943)
1. - la località in questione i: tauicamente la più inadatta ad una difesa autonoma ad oltranza per ]'ampiezza della Valle Zuzkan, per l'estensione dell'abitato, per la lontananza reciproca e la intrinseca debolezza degli appigli topografici circostanti cui dovrebbe appoggiarsi l'ossatura della difesa; 2. - il più importante degli appoggi naturali è la nota q. 195,8 forte mente presidiata dal nemico, il cui possesso m igliorerebbe molto la situazione tattica, però come già hanno dimostrato i combattimenti del 1" settembre, tale occupazione comporta un'azione combinata da est coi germanici con l'impiego di mezzi corazzati per il sostegno delle fanterie; 3· - ad est di Bolschoj il XVII C.A., oltre a non aderi~e alla mia esplicita richiesta di occupare con proprie truppe q. 188 che fa parre del suo settore, è stato costretto a trasferire in altro settore il 111 battaglione del 212' ed una batteria pesante dislocati in zona q. 219.5 e sud q. 223. Questo Comando ha dovuto, suo malgrado, mantenere su q. 188 uno squadrone rinforzato da r plotone mitraglieri ed 1 plotone anticarro. Nelle attuali condizioni per assicurare a Bolschoj le funzioni assegnate. occorrerebbe impiegarvi, c quanto meno intaccare fortemente i due battaglioni ancora disponibili del 5" reggimento alpini che costituiscono l'u11ica riserva a disposizione del C.A. per contromanovrare su oltre 6~> km di fronte. Considerata la situazione generale, allo scopo di dare maggiore consistenza alla difesa di Bolschoj, ho disposto: - il rinforzo di quel presidio con 1 compagnia motociclisti ed 1 batteria da 75 / 32; - un maggior collegamento tra la cortina difensiva di jagoclnyj - Bolschoj e la difesa d i Bolschoj; - un rinforzo eli uomini alla compagnia g ià provata del battaglione «Val Chiese»; - infine che il comando delle forze a Bolschoj sia assunto dal Generale Barbò. l'\onostante tali provvedimcmi è certo che la difesa di Bolschoj non ri~ulm tale da garantirla di fronte ad un anacco sferrato dal nemico con forze preponderanti. Debbo inoltre insistere sul fatto che la debole occupazione di q. 188.o, la sottrazione di forze dairemema sinistra da parte del XVII C.A. creano un vuoto assai pericoloso ad est di Bolschoj che ne aumenta le possibilità di avvolgimento.
ri Generale di Corpo d'Armata Comandante Giovanni Messe
Documenti Documento n. 90.
COMANDO XXXV CORPO D'ARMATA
(C.S.I.R.) UFIICIO 0PER.\ZIO:"I
N. 106o2j Op. di prot.
P.M. S!l, Il 9 settembre 1942. XX
r>ggello: ~· divisione Celere « P.A.D.A. ». Al Comando de/1'8• Armata
Ufficio Operazioni
P.M. 6
La divisione Celere dopo quasi due mesi di ininterrotti combattimenti, ha praticamente esaurito (salvo il Comando c l'artiglieria) ogni sua capacità combauiva.
La forza complessiva dei sette battaglioni bersaglieri supera di poco i duemila uom ini: dedoni i servizi indispensabili c le attività acce~sorie, ben poco rimane numericamente - di forza combattente. Ma non è questo il problema più grave. Per effetto dell'alta percentuale di perdite in combattimento l'inquadramento ha perduto sostanzialmente ogni vigore, mentre nelle attuali circostanze, esso sarebbe più che mai indispensabile.
La truppa, febbricitante e spossata, accusa un vero tracollo delle energie muscolari c soprattutto nervose; imregnatasi più 'olte di seguito con impareggiabile generosità ha dato fondo alle sue ultime riserve c non vi è assolutamente da attendersi un rapido ricupero. E' mia opinione che occorra prendere atto apertamente d i questo stato di fatto, accettando ne tutte le conseguenze. La divisione non è più impiegabile né per la difensiva né tanto meno per l 'offensiva. Bisogna che i battaglioni vengano allontanati dalla fronte, anche per il nostro prest1g1o perché fanno numero senza corrispondente rendimento; possono aumentare l'entità delle perdite ma senza alcuna efficacia dal punto di vista operati vo. Non è i11vece il caso di rinunciare, per il momento, al concorso dell'artiglieria, onimn cd assai meno provata. D'altro canto la situazione generale sulla fronte del C.A. non consente di ricuperare da altro settore forze corrispondenti alle esigenze della lacuna che si verrebbe a creare con l'arretramento dei battaglioni della Celere; tanto meno poi in vista di una prossima o perazione controffensiva per ricacciare il nemico oltre il Don, operazione che per dare affidamento di successo non può prescindere dall'impiego di forze fresche.
678
Le operazioni del/t' unittÌ italiane al fronte russo ( ICJ4I- 1943)
Questo premesso, non vedo altra soluz1one se non quella di chiedere la disponibilità della divisione Alpina « Cuneense »; un re~gimento alpini potrebbe essere pcl momento sufficiente; ma la soluzione integrale sarebbe più razionale, più organica e soprauuuo definitiva in rapporto a tuue le possibili evenienze. Essa potrebbe anche preludere al temporaneo ritiro della divisione Sforzcsca che nell"interessc generale è urgente di riordinare al più presto c che nell'attuale situazione non è in grado di compiere efficacemente tale delicato c complesso lavoro. TI Generale di Corpo d"Armata Comandante Giot1anni Mt'SS<'
RILEVAMENTO AEROFOTOGRAFICO DE !Eseguito nell 'estate 1942 da
LL'ANSA DEL DON, TRA DERESOVKA E SVINJUKA
71 • Gruppo Osservazione Aerea Italiano)
DOCUMENTO N. 91
-~
Documenti Documento n. 92.
OKH - GEN. ST D H - OP ABT (l) Segreto. N. 420 8r7 (42 g. K dos.
14 ottobre 1942
Zu Heeresgruppe B f la N. 3418( 42 g. Kdos. 0RUJXE n'OPERAZIONI N . I
La campagna esti\·a cd autunnale dell"anno 1942 è finita. E' tuttora m corso qualche azione. Altre <ii carattere locale ancora previste, seguiranno. Crandi successi sono stati raggiunti. Con una formidabile offensiva il nemico è staro ricacciato sul Caucaso c sul Don ed i collegamenti terrestri fra la Russ ia centrale e la zona del Caucaso d' importanza vitale per l'ulteriore condotta della guerra, sono stati nel complesso recisi. Sul resto del fronte tutte le offensive di alleggerimento russe sono state stroncate con un minimo di nostre forze, infliggendo gravi, sanguinose perdite al nemico. Le prove date da Comandi e truppe nelle lotte di quest'estate e dell'autunno si ricollegano degnamente alle campagne degli anni di guerra già tra· scorsi. Esse ci danno la sicura garanzia che il popolo tedesco potrà fidarsi anche in aV\'enire ed in ogni e\·enienza del suo Esercito. La campagna invernale è alle porte. Al fronte orientale sperra il compito, eccezione fatta per le operazioni tutt'ora in corso o previste, di difendere a qualunque costo le linee raggiunte contro ogni tentativo di sfondamento del· l'avversario. T preparativi per la campagna invernale sono in pieno corso. Il secondo inverno russo ci troverà giù pronti c meglio preparati. I russi, le cui forze risult:mo assai scemate dagli ultimi combattimenti, non potranno più mettere in linea nel corso dell'inverno 1942/ 43 gli effettivi che avevano mobilitato nella precedente campagna invernale. Qualunque cosa avvenga, un inverno più duro c difficile non potrà passare. Faccio obbligo a tutti i Comandi c Comandanti di ultimare al più presto possibile, curando ogni particolare, i preparativi invernali per dare così alla truppa non solo le basi e le.: premesse per l'adempimento dei suoi doveri, ma anche per offrire ai soldati le migliori possibili cond izioni di vita du rante il periodo invernale. A ll' uopo giova tener presente che non basta aver provveduto all' inoltro delle necessarie richieste ai Comand i Superiori; ogni Comandante dovrà invece fare del suo megl io per aiutarsi egli st~:sso con improvvisazioni c mezzi di circostanza atti a dotare la sua t ruppa di tutte le possibili agevolazioni. Io stesso, con vaste ed opportune misure, provvederò di far giungere alla truppa combattente i rinforzi necessari perché nel prossimo in vcrno i soldati, che si trovano ininterrottamente da oltre un anno e mezzo in linea, possano aV\'icendarsi per godere un temporaneo riposo. Attendo da Com andi c truppe che essi affrontino la campagna invernale 1942 f 43 con piena fiducia nelle proprie forze c che essi, consci delle vittorie
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Le opt'razioni del/t' un1t.ì italiane al f,·ontt' russo ( 1941 • 1943)
conquistate, sappia no battere e distruggere con indomita volontà anche 111 questa campagna invernale il nemico, ogni qual volta egli dovesse tentare di attaccare il nostro fronte. Dovranno valere le seguenti massime: x. • La linea di difesa invernale dovrà essere tenuta in ogni caso. 2 . • Dappertutto si praticherà una difesa attiva che non lascerà tregua al nemico per trarlo in inganno sulle nostre intenzioni. 3· • Ad attacchi nemici non si potrà reagire sottraendosi all'azione od attuando ripicgamenti operativi. 4· • Infilt razioni di carattere locale siano el imina te prontamente in contrassalti o con azioni di contrattacco. 5· • Breccie aperte siano contenute, mentre le posizioni del nostro fronte rimaste intatte dovranno essere difese a qualunque costo per servire quali punti di partenza alle contromisure da attuare. 6 . . Formazioni rimaste staccate o circondate si difenderanno ad oltranza fino alla loro liberazione. l Comandanti mi risponderanno personalmente dell'esecuzione di questi ordini. l n particolare dispongo:
I) Dt'corso dt'lla linea d1 rt'sistenza llll't'rnale defimtÌt•a. Heeresgruppe B : Jasch kul (2:)0 km ad ovest di Amachan) • lungo le alture verso nord fino al Volga • Sralingrad · attuale fronte della 6• Armata • 8' Armata italiana • 2• Armata ungherese e 2" Armata germanica. Anche i punti, dai quali sono previsti spostamenti in avanti di carattere locale per migliorare le nostre posizioni, dovranno essere subito sistemati a difesa. Essi serviranno più tard i quali posizion i di seconda linea.
Il) Sistemazione della linea di resistenza. a) l ]a,·ori di sistemazione dovranno essere ultimati, nel complesso, prima dell'inizio del gelo. Tutti i mezzi siano impiegati per raggiungere tale mèta anche l:ì ove poco è stato fallo finora. La truppa in linea dovrà essere appoggiata largamente da mano d'opera reclutata dai servizi. Senza alcun riguardo dovranno essere utilizzati prigionieri di guerra, elementi locali cd anche donne per adibirli ai lavori previsti a tergo. Lo spirito inventivo e I'i mprovv isnione da parte della tru ppa siano valorizzati con ogni mezzo dai superiori comand i. Particolari esperienze fatte su singoli settori del fronte dovranno essere portate immediatamente a conoscenza degli altri settori. Ognuno de,·e sforzarsi di fare del suo meglio, senza attendere speciali ordini o disposizioni dall'alto. b) l coma ndi della linea di resistenza tengano presente che i fi u m i, i lag hi c le paludi non costituiscono ostacoli durante il periodo invernale e che essi facilitano anzi il nemico nelle sue intenzioni aggressive. A causa della migliorata transitabilitJ di terreni di solito intransitabili, la creazione e l'occupazione di una inmlerrotta linea di resisu:nza è ancora più imporrante che nell'estate. All'uopo si dovrà provvedere in tempo ad approntare c costruire accantonamenti riscaldabili situati al di fuori delle località abitate. on si do,·rà ripetere l'inconveniente dovuto alla necessita per la truppa di difendersi dal freddo accavallandosi nei singoli abitati.
Documenti c) L'espcricnn fatta nell"inverno scorso dimostra che le posizioni costrtme nella neve si sono rese spesso molto utili. Trattasi di facili apprestamenti che servono per rafforzare le posizioni nel terreno predisposte prima dell'in izio del gelo. d) L'uso di m in e dava mi alla li nea dovrà essere notevolmente intensificato. Si tenga tuttavia presente che il gelo c la neve rendono presto incflìcaci i campi minati. ed essi donanno pertanto essere attuati e realizzati in maniera da permettere un costante controllo della loro efficienza. Si predispongano inoltre altri sbarramenti di mine suppletivi che do\·ranno essere costruiti dopo l'inizio del gelo o la caduta della neve. Anche alla costruzione eli campi m inati a tergo della linea d i resistenza va artribuita particolare importanza. Tali campi mi nati, se ben disposti, offrono la possibilità di localizzare infiltrazioni nemiche, rendendo inoltre più efficace l'azione delle nostre armi di reazione.
t") Quando la :.icurezza contro attacchi con carri armati non po:rà essere realizzata da un conveniente tracciato della linea di resistenza, dovranno essere costruiti, oltre a campi minati, altri ostacoli a.c. di qualunque ge nere. Particolarmente adatti si sono dimostrati in taluni punti del fronte pendii gelati artificialmente. In breve tempo si potr~l cosl disporre di un o~timo ostacolo a.c ..
f) Speciale cura cd attenzione va prestata agli attrezzi sgombraneve disponibili affinché sia possibile mantenere sgombre non solo le principali strade ma anche quelle vie di comunicazione che garantiscono ai comandi la mobilità delle truppe e delle sue armi pcsami come per es. carri armati, pezzi d'assalto, pezzi c.c., ccc .. III) Condotra di guerra ed impiego delle truppe.
a) Astrazione fatta per alcune determinate eccezioni, l'esercito del fronte orientale svolgerà nel corso dell'inverno compiti puramente difensivi, ma ciò non vuoi dire che essi siano di carattere passivo. La reazione dovrà anzi essere a.csai attiva ed esplicarsi in continue azioni di pattuglioni nello sfr uttamento offensivo di favorevoli occasion i e negli sforzi di non dar t regua al nemico infl iggcndogl i sem pre nuove perdite. Solo con un simile sistema di difesa attiva si riuscirà a vivifica re sempre nuovamente lo slancio offensivo nonché il senso di superiorità sul russo di cui è imbevuto il soldato germanico, rafforzando così anche la fiducia nella nostra propria truppa. Contemporaneamente si impedirà al nemico o gli si renderà difficile di passare all'azione prendendo l'iniziativa.
b) In relazione a quanto detto si dovrà far svolgere attività esplorante con tutti i mezzi a dispos izione. Solo a ttraverso i ris ul tati fo rn iti dall'esplorazione che si interesserà di quanto avviene non solo sulle linee nemiche ma anche nel retroterra avversario si potrà disporre di un quadro aggiornato della situazione nemica rilevando tempestivamente intenzioni offensive nemiche che provocheranno corrispondenti contromisure. c) Di caratll'rt' decisivo agli effetti dell'impiego delle truppe sono le questioni inerenti alla conservazione della forza combattiva degli uomini in linea nei mesi in vt:rnali nonché uno schieramen to che dovrà rendere impossibile qualunque tentati vo russo di infrangere la nostra linea di resistenza.
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Le op~razioni d~/1~ unit} italtan~ al fronte rus.co ( H)41 - 1943)
d) Si sottolinea ancora una volta l'importanza che va attribuita ad una linea di re.cistenza ininterrotta. Sdo in tal modo si potrà evitare che il nemico riesca ad insinuarsi da prima con deboli forze nel nostro fronte per stabilirvisi subito con rinforzi che egli, come si sa per esperienza, fa subito :tffluire su 1 posto. e) Come è già stato più volte disposto, le risen•e dovranno essere distribuite in maniera da trovarsi nelle immediate vicinanze della linea di resistenza affinché esse pessano, in caso di infiltrazioni nemiche, passare prontamente al contrattacco. D'inverno ciò sarà possibile solo nel caso che le riserve potranno disporre sulle presumibili direttrici di azione dc i necessari mezzi di trasporto che dovranno essere tenuti costantemente in piena efficienza.
f) Particclarc importanza va anche attribuita alla disponibilità di armi anticarro rese mobili durante l'inverno (già disposta). g) Formando reparti mobili d'invemo, in ottemperanza agli ordini già emanati in proposito, si tenga presente, che è meglio anrezzare modeste formazioni bene addestrate all'uso degli sci piunosto di costituire formazioni numericamente fcrti il cui addestramento nel combattimento sugli sci non sia sufficientemente progredito. h) La sost1tu-::ione delle formazioni in linea dovrà essere resa possibile anche là ove non si dispone d1 unità di qualche importanza per facilitare !"avvicendamento. All'uopo si provveda a schierare le Alarmeinheiten (una specie di reparti d'in tervento) di cui al "grundl. 13dehl Nro r », impiegandole tcmporaneameme sul fronte. Anche se ciò dovesse rendere possibile solo la sostituzione di piccoli con· tingenti, la truppa non mancherà di mostrarsi riconoscente, mentre d'altra parte si potr:ì in tal modo rendere più stretti i legami fra la fronte c le unità arretrate. Altri espedienti per sostituire soltanto piccoli contingenti di combattenti al fronte saranno trovati facilmente. Oltre a ciò si provvederà largamente ad avvicendare intere dh•isioni attualmente schierate su particolari settori del fronte con altre in linea su scnori rimasti più calmi. i) Le formazioni provenienti d'inverno dal territorio metropolitano o dall'ovest, nonché i compl~mentl giunti in inverno non dovranno essere impiegati, se la situazione lo permetterà, subito sulla linea del fronte. Sarà invece necessario dare ad essi la possibilirà di acclimatizzarsi all'inverno russo c di abituarsi alle condizion i particolari de l combattimento ad esso connesse.
k) Durante i mesi in\·ernali cgni superiore è doppiamente obbligato di interessarsi d~l/'assist~nza .rpirituale e materiale delle sue truppe. Eventuali proposte di miglioramento ed iniziative in tale senso dovranno essere rappresentate al più pesto possibile c senza laboriosa trattazione da parte di comandi superio:i, al Comando Supremo deii"Esercito. perché un utile aiuro sar:l efficace solo nel caso che esso possa giungere subito e non dopo alcuni mesi.
l) Particolare attenzione va prestata alla conservazione dei preziosi quadrupedi e degli automezzi. Nelle vicinanze della fronte dovrà essere trattenuto il numero di quadrupedi strettamente necessario nell'interesse delle operazioni. Tutti gli altri siano ritirati cd accantonati in zone ove es~i possano essere meglio curati c riforniti.
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Documenti
IV) DisposizÌ011i gicì emanate alla condoua della guerra invernale. Trattasi di:
a) Grudsatzlicher FLihrerbefehl ubcr die Aufgaben der Verteidugung (OKH f Gcn. St.d.H .,'Op.abr.(I) Nr.
ti
153( 42 g.K .vom I 1.9.42).
b) Ausbau der Winterstellungen (OKH f Gen. St.d.H f Op.abt.(la) N r. 420 587 42 g. K. Ch. vom 9.8.42). Seweit clic darin genannte Wintcrstellung von Ziffer r.) abwecht, ist Ziffer r.) mabgebend. c) Ausbau von Riegelstellungen und befestigten Riiumen imruckwar tigen Gebiet (OKH Gen. St.d.II j Op.abt.(la) Nr. 420 210/ 42 g.K. Ch. vom 26+42).
d) Einsatz der Zwilbevolkerung zum Stellungsbau (OKHf Gen. St.d.ll.Op. abt. (I) N r. 11 051.42 g.K. vom 30.8.42).
e) Schaffung Ferzbarer Unterstellm oglichkelten fi.ir Panzcr und Kra ftfahrzcuge (OKH 1 Gen. St.d.H. , Op. Abt. (I) . r. 11 208 / 42 g.K. \Otn 18.9.42). f) Schaffung von Abstellraumcn fur Kraftfahrzeuge (OKHf C:en. St.d.li. j Op. Abt. ( l) Nr. I I 289/ 42 g.K. vom 30.9.42).
g) Richtlinien fur Wintervorbereitungen (An lage 3 zu OKH f Gcn. St.cl.ll / Gen. Qu. 'Op. Abt. (V) N r. 50 213 / 42 g.K. vom 9·9·42).
h) Abwehr fe incllicher Luftlandugen (OKHJGen. St.d .l I. 'Op.Abt. (l) l': r. I l 302 42 g.K. \ ' Oill 1.10.42).
t) Bildung von wintcrbeweglichen Jagdkommandos (OKH f Gcn. St.d.H. ' Op.Abt. (l) t\r. 11 o;8 ' 42 gch.v. 31.8.42). j) Richtl inicn flir die Ausbildung im W inter 1942/ 43 (OKH f Gen. St.d.H.Abt. (la) Nr. ~ooo j 42 geh. vom 21.9.42).
V) Segnalaz 1oni. Oltre alle scgnalazioni di cui al punto IV), chiederò di volta in volta altre scgnalaztoni riflettenti i progressi fatti nei lavori di sistemazione, l' impiego delle truppe, le riserve ecc .. su singoli settori divisionali. Se per ora si rin u ncia alla presentazione mensile d i cane 1 : roo.ooo relative ai settori div isionali lo si fa fidando nell'opera incessante di tutti i comandi tendente ad ottemperare a tutti g li ord ini e disposizion i emanati mettendo al servizio tutti i mezzi disponibili.
Adolf H itler
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Le opaazioni delle unit!Ì Italiane al fronu russo ( '94' · 1943) Documento n. 93·
COMANDO 8" ARMATA STATO MACCIORF. • UFFICIO OPERAZIONI
Prot. n. 02/ 2086.
P.M. 6, lì 6 agosto 1942. XX
Oggetto: Impiego del C.crA. Alpino. Al Comando del C.d'A. Alpino A/1'/mendenza 8" Armata Al .\'ucleo Collegamelllo Italiano presso d Comando Gruppo Armate cc B >> Loro Sedi Accordi intervenuti tra il Duce cd il Ftihrer porteranno il Corpo d'Armata Alpino ad essere impiegato, fuori dell'ambito dell'Armata, nella zona del Caucaso. Mancano tun'ora precis:tzioni al riguardo. Il Corpo d'Armata Alpino continua la radunata nella zona assegn:tragli alle dipendenze deii'Heeresgruppe << A >> (Maresciallo von List, con se<.le a St:tlino). Da parte del Nucleo italiano di coHcg:tmcnto presso il comando gruppo Armate << A » sono state ottenute stazioni di scarico più a sud (Amvrosiewka Uspenskaja) dell'anuale zona di radunata, in modo da avvicinare quest'ultima a quella d'impiego. Approvo la costituzione da parte dell'Intendenza d'Armata della Delegazione da inviare al seguito del Corpo d'Armata Alpino; essa dovrà essere commisurata come composizione c dotazione di mezzi :tllc necessità dei rifornime nti speciali ai quali non può provvedere direttamente l' Intendenza tedesca. Approvo pure la costituzione da parte del Nucleo di collegamento Cavallero di un souonucleo per il collegamento tra il Corpo d'Armata Alpino cd il Comando Tedesco alle cui dipendenze il Corpo d'Armata Alpino opererà. il Comando del Corpo d'Armata Alpino mi terrà al corrente direttamente degli ordini che riceve e dello svolgersi delle operazioni, mentre la Delegazione dell'Intendenza ed il souonucleo di collegamento terranno contatto rispettivamente con l'Intendenza d'Armata, ed il Nucleo Cavallero . Prescindendo dalle informazioni che mi darà d ireuamen te il Comandante del Corpo d'Armata Alpino, l'Intendenza ed il Nucleo Cavallero mi comunicheranno le notizie di una certa importanza che loro pervenissero in modo che io possa essere sempre al corrente dei bisogni del Corpo d'Armata Alpino e dello s,·olgersi delle operazioni. Il comunicato giornaliero al Comando Supremo anche per le operazioni del Corpo d'Armata Alpino sarà fatto da questo Comando, al quale il Corpo d'A rmata Alpino farà perven ire le novità per le ore 8 c le ore r8 di ciascun giorno.
Docume1111
68;
In conclusione, mentre vedo con dolore allontanarsi territorialmentc dal· il bel Corpo d'Armata Alpino c faccio i migliori voti per le sue immancabili glorie, desidero tenerlo allacciato moralmente all'8• Armata come parte integrante delle Forze Armate Italiane in Russia. !'~a Armata
Il Generale designato d'Armata Comandante
Ira/o Garibaldi
D ocumento n. 94·
FONOGRAMMA
Segretissimo. la n. 737 / 42 ordine segreto.
Al Comando C.A. Alpmo e, per conoscenza:
Gruppo eserciti « 13 >> , ~ Armata corazzata 17• Armata 1. •
Il C.A. italiano Alpino ritorna nuo,·arnentc sorto il Comando dell'8• Armata italiana.
2 . . Sono
perciò da mettere in marcia dalle zone attualmente raggiunte: Div. << Tridentina » a Millcrowo; Div. << Cuneense >> a Starobielsk.
3· • Il giorno di sosta ordinato per il giorno '9 agosto 1942 viene a mancare. 4· • Ulteriori ordini dal gruppo eserciti « B » (Starobielsk) che conduce il C.A. Alpino all"8• Armata italiana. Comando Superiore del Gruppo Eserciti « A »
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Le operazioni delle unitiÌ italwne al fronte russo ( {()41- H).- IJ) Documento n. 95·
PROMEMORIA DEL COMANDANTE DEL CORPO D'ARMATA ALPINO AL COMANDANTE DELL'8" ARMATA P.M. 108, lì 4 scuembre 1942. XX
Eccellenza , a seguito del colloquio avuto il 30 agosto con l"Eccellen7a Vostra e in base alle prime notizie indirette che mi sono pen·enute dalla linea, ritengo doYeroso esporVi il mio pensiero quale Comandante del C-orpo d'Armata Alpino e più ancora quale Ispeltore della specialità. Il Corpo d'Armata Alpino fu costituito per soddisfare da parte dello S.M. Italiano ad una specifica richiesta dello S.M. Germanico c la sua venuta in Russia va pertanto messa in relazione ad un impiego come unità di Corpo d'Armata e non come Divisioni e tanto meno come Battaglioni. Per questo scopo con grande sacrificio fu privato !"Esercito in patria delle tre Divisioni Alpine e fu costituita l'unità maggiore per potcrla far funzionare qui come tale. Invece i Battaglioni VestOne e Val Chiese della Tridcntina parteciparono il giorno r, isolati, ad una az1one di parziale rettifica, incuneati fra truppe di di,·ersa possibilità e ~enza !"abituale e indispensabile appoggio della loro artiglieria. Il Vestone isolato si spin~e (a quanto mi è stato riferito) tanto avanti da giungere sulle artiglierie nemiche e ripieg<'> in seguito ad ordine superiore. Praticamente l'azione si chiuse con scarsi risultati, mentre si sono avuti fra i due battaglioni le seguenti ingenti perdite: Ufficiali 23, Sottuffìciali una ventina, Alpini circa 500. Senza tener conto della ripercussione morale negativa che può avere avuto sugli alpini in questo primo contatto con il nemico !"abbandono delle posizioni raggiunte, è evidente che con il ripetersi di un tale impiego di Battaglioni isolati si andrebbe incontro: a) al logorio dei Bauaglioni c con questo al logorio delle Divisioni e di conseguenza del Corpo d'Armata Alpino senza che, come tale, abbia mai funzionato; b) al pericolo di una depressione morale dei reparti che trovano già inspiegabile la loro destinazione in zona non adatta alla loro particolare attrezzatura di specialità. Tutto questo, a mio modo di vedere, oltrcché rappresentare oggi una dannosa rinuncia alle possibilità del Corpo d'Armata Alpino, finirà per compromettere la sua efficienza per l'avvenire. Mi permetto pertanto pregare l'Eccellenza Vostra di voler evitare un simile impiego dei Reparti. Generale Gabriele .\'asci
Documenti
Documento n. 96.
COMANDO 8a ARMATA STATO M AGC IORE - UFFICIO OPERAZIONI
P.M. 6, Il 6 settembre 1942. XX Oggetto : Impiego unirà del C.A. Alpino. Alf'Eccellen:::a d Comandante del Corpo d'Armata 11p1110
Rispondo al promemoria del 4 settembre. Comprendo il desiderio del Comandante del C.(rA. Aloino d·a,·ere con sé tutte le sue truppe; è naturale. Ma comprendo e molto b~nc anche la mia responsabilità di Comandante d'Ar mata. Non conosco nessuna d isposizione che vincoli l' impiego del Corpo d' Armata Alpino, le sue di visioni, i suoi elementi. An zi ritengo che proprio le truppe alpine siano le meglio adatte all'impiego per singole unità. Ad ogni modo quando la situazione lo richiede ritengo fermamente non solo potere ma dì dovere impiegare quanto ho sonomano. Que~to è appunto il caso verifìcatosi. I battaglioni alpini del 6", impiegati. si sono comportati bene ed il loro morale è altissimo. Quando la " Tridentina , sarà tutta riunita torncr:1 sotto il suo comando organico. Il Generale designato d'Armata Comandante ltalo Garibaldi
Documento n. 97·
COMANDO
aa ARMATA
STATO MACCIORE - UFFICIO Orr:R!IZIONI
Prot. n. 02/3522.
P.M. 6, Il 13 settembre 1942. XX
Ogge11o: Schieramento c com piti C.A. alpino. Al Comando Corpo d'Armata Alpino Al Comando TI Corpo d'Armata
l. - Il C.A. alpino deve schierarsi in primo tempo con le divisioni « Julia 11 e c< Cuneense » in prima schiera, nel settore ora tenuto dalla 294a divisione germanica che passerà in seconda schiera a disposizione dclrArmata, racco-
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Le operazioni delle unità italiane al fr·onte russo ( 1941 - 1943)
gliendosi nella zona di Ssudewka - Nikolajewka - Podgornoje e località vtctmon. Verso la metà di ottobre è presum ibile che il limite del settore dell'Armata verrà portaw alle foci del fiume Bitiug cd allora il C.A. alpino dovrà presid iare il settore compreso fra il nuovo lim ite nord dell'Armata e l'abitato di St. Kalitwa inserendo in linea anche la divisione « Tridentina )) che nel fratte mpo sarà fatta affluire in zona. E' necessario che comando C .A. alpino, nello schierare le divisioni '' Julia » e « Cuneense », tenga presente lo schieram ento finale che in C.A. alpino dovrà assumere, in modo da ridurre al minimo gli spostamenti di unità che si dovranno fare all'atto del cambiamento dei limiti di settore.
IL - L'inserimento in linea delle G .U . dovrù avvenire al più presto per divisione singola. Non appena ultimate le ricognizion i dovrà schierarsi nel propr io settore la divisione « Julia )), seguita, non appena giunta in zona, dalla di visione << Cuneense ». Le t ruppe germaniche verran no ritirate man mano che saranno sostituite dalle truppe delle due divisioni alpine. Per faci litare le operazioni di inserimento il comando del C.A. alpino assumerà la responsabilità del settore dal momento in cui le prime unità muoveranno per sostitui re le truppe germaniche in linea prendendo alle sue dipendenze sino ad operazioni ulti mate la 294"' divisione germanica. Il comando del C.A. alpino, in accordo con il comando del II Corpo d'Armata, darà comunicazione del giorno c dell'ora i n cui assumerà il settore. Il Generale designato d'A rmata Comandante !taio Can.boldi
Documento n. 98.
COMAND O SUPERIORE GRUPPO ARMAT E B fa n . 4468/ 42 g.Kdos.
6 d icembre 1942
Al Comando 8" Armata 1 . - Un riuscito attacco nemico contro la fronte delle Armate Ital iana e Unghe rese potrebbe avere delle gravissime conseguenze operative. Mi è noto che da parte del Comando 8a Armata Italiana sono state prese tutte le misure per effettuare una conti nua ricognizione della situazione nemica c per rafforzare per quanto possibile il potenziale difensivo della fronte. Inoltre il Comando Supremo dell'Esercito ed il Ccmando S uperiore del Gruppo d'Armate hanno disposto l'inv io di parecchi reparti tedesch i quale
Documenti nnforzo per 1'8 Armata Italiana. Queste formazioni che m parte sono già arri' ate risultano elencate nel foglio allegato. 2. - L'impiego di una parte di tali formazioni di nnforzo è stato già da mc ordinato in particolare conformemente a direttive impartitemi dal Comando Supremo dell'Esercito. Le rimanenti unità dovranno essere - per cura del Comandante dell'Armata e dei Comandanti locali - impiegate o tenute prome per l'impiego in modo di oucnere il massimo c piLt rapido effetto possibile. All'uopo è necessario: a) il grosso delle armi c.c. a disposizione dovr:'t trovarsi nella fronte o nelle immediate vicinanze. La difesa c.c. dovrà essere rinforzata in tempo utile ed a svantaggio di altri settori non appena si dclmecranno degli indizi per !"imminente attacco di carri armati nemici: b) tutte le risen·e d'intervento dovranno essere tenute nelle immediate vicinanze della fronte per rossibilitare il loro immediato intervento; c) per tutte le rise n c d'intervento dovranno essere predisposti tutti i casi possibili c ciò non solo studiando le varie possibilit:'t ma anche mediante lavoro pratico (tenere le strade sgombcre dalla neve, assicurare il funzionamento dci collegamenti, invio di ufficiali di collegamcnto in prima linea, ecc.) c provvedendo affinché in caso di attacchi nemici non si dchba riflettere a lungo ma agire irnm~.:diatamentc e con prontezza; d) emanazione di ordini incquivocabili. I reparti impiegati in prima linea dowanno resistere in ogni caso anche se dovessero essere accerchiati od aggirati. Essi saranno liberati dalle riserve d'intervento. Ognuno deve sapere che !"abbandono della propria posizione significa la morte o la prigionia e cioè pure la morte sicura. l reparti di riserva dovranno partire al contrattacco al più presto possibile. Dovrà essere assicurato che le riserve in caso di attacchi nemici e di aumentato fuoco di artiglieria al fronte siano prontamente allarmare cd immediatamente approntate per poter partire all'a uacco: e) ogni comandante deve sapere che dipenderà dal proprio agire rapido cd energico se un"irruzione nemica potrà essere stroncata nel nascere o se si S\ iluppa in una rottura la quale poi potrà essere eliminata difficilmente od affatto. Ogni comandante de'c essere conscio di avere la piena responsabilità per il proprio settore: /) ogni comandante dc\c sapere che non è suffìcieme di a\'Cre respinto il primo attacco. Come ì: noto i russi ripetono i loro attacchi con persistenza e per dci giorni sen7a riguardo a perdite umane. Sarà quindi di massima importanza che la truppa mantenga le forze morali c fisiche per poter sopportare durante più giorni consecutivi degli sforzi straordinari. Dovrà farsi di tutto per il loro approvvigionamento in ispecie anche con generi ricostituenti.
3· - Prego di voler ribadire continuamente le norme sucsposte ai comandanti dipendenti. frciherr t•on W eichs
44 · - u.s.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) Allegato al f. n. la l 4468 f 42 g.Kdos. CoMANDO SuPERIORE GRUPPO ARMATE B
Stra/cio. la n. 4448 l 42 g.Kdos.
Al Comando
5 dicembre 1942
sa Armata
I) l! Comando Supremo dell'Esercito ha emesso il seguente ordine. 3· - Aggiunta all'ordine operativo n. r. L'ordine contenuto nell'ordine operativo n. I di mantenere ad ogni costo tutte le posizioni anche se queste dovessero essere aggirate ed in pericolo di essere accerchiate, avrà e potrà avere quasi sempre per conseguenza il formarsi di caposaldi isolati i quali per un periodo più o meno lungo rimangono abbandonati a se stessi Fino a che vengono liberati. Tali caposaldi esistono già ora in tutti quei punti della fronte nei quali non vi è ancora una continua posizione di difesa. Inoltre tutti gli abitati situati nella fronte o nell'immediato retrofrotlte - in caso eli attacchi nemici - potranno facilmente essere tagliati dalle loro comunicazioni con le retrovie assumendo così la caratteristica eli caposaldo. Per mantenere tali caposaldi è di importanza decisiva una adeguata scorta eli viveri e di materiali di ogni genere. Non è sufficiente se questi caposaldi dispongono di una scorta per 8 - IO giorni. Allora, in caso di accerchiamento, si verificherà ben presto una situazione critica ed il mantenimento del caposaldo dipenderà in gran parte dal rifornimento per via aerea che ben presto viene richiesto. Questo approvvigionamento per via aerea - specie d'inverno - incontra grandi difficoltà specialmente se entro il raggio del caposaldo non vi è la possibilità di atterraggio. Inoltre tali caposaldi debbono essere sempre in grado di difendersi in tutte le direzioni. G li apprestamenti all'uopo necessari dovranno essere sistemati in precedenza e non quando il caposaldo è già accerchiato. Si ordina quindi: x) tutti gli abitati di qualunque importanza - ma non solo abitati bensì pure alture dominanti, tratti di posizioni, ecc., i quali già ora possono essere considerati quali caposaldi o i quali in caso di azioni nemiche possono divenire caposaldi accerchiati - debbono essere forniti di una scorta di almeno 8 settimane in relazione alla forza del presidio; 2) tutti questi caposaldi dovranno essere sistemati in modo da potersi difendere in tutte le direzioni e per un periodo alquanto lungo.
II) III)
Comando Superiore Gruppo Armate B
Documenti Documento n. 99·
COMANDO sa ARMATA STATO MAGGIORE - UFFI CIO OPERAZIONI
P.M. 6, H 15 dicembre 1942. XXI
N. o2{7r ' 4·
Oggetto: Situazione operativa. Al Comando del Gruppo d'Armate B (tramite ufficio del Generale tedesco di collegamento presso Comando ga. Armata) Da cinque giorni il nemico attacca insistentemente. E' da prevedere che questi attacchi continueranno e si intensificheranno. Le truppe resistono e si comportano bene. Ne sono prova la linea di resistenza intatta e le sensibili perdite. Data l'estensione della fronte e l'entità delle forze e il logorio dato dal nemico e dalla stagione, le riserve si esauriscono. Devo anche aggiungere che scarsità di carburante compromette tempestività spostamcnti e rifornimenti munizioni che non sono abbondanti. Quanto sopra prospetto perché codesto Comando, conoscendo la esatta situazione di oggi c la prevedibile d i domani, possa prendere le decisioni che crederà del caso perché la lotta sia sufficientemente alimentata.
Il Generale d' Armata Comandante
ltalo Garibaldi
Documento n. roo.
FONOGRAMMA COMAJ\JDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B la n. 4502 {42 g.Kdos.
8 dicembre 1942 - ore 18,25
Al Comando 8.. Armata 1. - Revocando l'ordine precedente, la 385.. Div.ftr. all'arrivo passerà alle dipendenze dell'Ba Armata Italiana. Essa dovrà essere riunita quale riserva d'intervento in zona poco a Sud e Sudovest di Nowo Kalitwa.
69 2
Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo (I 94 I - 194 3)
2. - La divisione dovrà ivi essere tenuta pronta in modo che possa essere impiegata per il controurto - in caso di un attacco nemico contro il settore del H C.A. nonché in zona ed a nord della confluenza della Tschernaja Kalitwa - nel punto ove comincerà a delinearsi una irruzione nemica di una certa entità. L'ordine per una tale azione impartirà, senza perdere del tempo per chiedere autorizzazione, il Com.do 8" Armata con immediata segnalazione al Comando Superiore Gr. Armate B. ln caso di interruzione dei collegamenti il Comandante la 385' cliv.ftr. è responsabile che la sua divisione - di propria iniziativa - venga impiegata rapidamente e nel punto più importante. A tale uopo dovrà mantenere un permanente stretto contatto con la 27" div.cor., col IT C.A. c col Corpo Alpino (tramite i Comandi di Collegamento tedeschi), nonché con le divisioni Cosseria e Cuneense. Aumentando gli indizi di intenzioni d'attacco nemiche dovrà iniziare in tempo utile la propria ricognizione.
3· - Le probabili direzioni d 'impiego dovranno essere fissate da parte del Com.do 8" Armata. Esse dovranno essere studiate teoricamente e praticamente sul terreno da pane della 385" div.ftr. con tutti i quadri. E' possibile un contrattacco in comune con la 27' div.cor.. Per tale caso il Com.do 8' Armata impartirà ulteriori istruzioni. 4· - Il Com.do 8• Armata è responsabile che le strade che dovranno essere percorse dalla divisione nell'adempimento del proprio compito siano continuamente tenute sgombere di neve e che per un eventuale impiego a Nord della Tschernaja Kalitwa venga crearo un passaggio sul fiume vicino al fronte. Oltre a ciò 1'8" Armata provvederà - concentrando ed arretrando i carreggi delle divisioni in posizione - a tenere disponibili gli accantonamenti necessari per i numerosi cavalli, in ispecie dell'artiglieria ippotrainata, i quali in seguito della necessaria rapida prontezza per la marcia della divisione, debbono essere accantonati molto in avanti. Mitrofanowka dovrà essere largamente messa a disposizione per le necessità della divisione. 5· - Dovrà essere assicurato l'immediato allarme della divisione anche in caso di aumentato fuoco d'artiglieria al fronte. 6. - Dovranno essere segnalati l'approntamento e l'effettuazione delle preparazioni nonché le istruzioni ed ordini emanati da parte dell'S" Armata per un contemporaneo o comune impiego della 385" div.ftr. e della 27" cliv.cor.. Comando Superiore Gruppo Armate l3
Documenti Documento n.
101.
TELESCRITTO CIFRATO i\. 02 j 6!l49·
9 dicembre 1942
sa
Da Comando Armata At Comando l! C01parmata Comando C01parmata Alpino Comando 385"' Div. Germanica (tramite ufficio del Generale tedesco di collegamento presso Comando 8" Armata) 385" divisione fanteria passa alle dipendenze di questo comando e si deve dislocare nella zona sud e sud -ovest di Nowo Kalitwa in modo da poter rapidamente accorrere nel settore del II C.A. c del C.A. Alpino. Comando Il C.A. deve assicurare sistemazione divisione nella zona stabilita. Dare possibilità costituzione base a Mitrofanowka. Comando C.A. in collaborazione con comando divisione dovranno prestudiare azione divisione nella piana del Tschernaja Kalitwa ed inoltre in corrispondenza dei settori delle divisioni Cosseria e Cuneense. Successivamente studio dovrà essere esteso anche a settore divisione Ravenna. Studi impiego dovranno essere convalidati da ricognizioni ed esercitazioni con i quadri sul terreno. Strade interessate per le e~igenze operative della divisione dovranno essere tenute sgombere dalla neve. C.A. Alpino cercherà inoltre un passaggio su Tschernaja Kal itwa in corrispondenza zona alloggiamenti divisione. Impiego divisione o sue aliquote deve essere ord inato da <JUesto comando. Soltan to in caso d i interruzione dei collegamenti comandante divisione est autorizzato ad agire di iniziativa; a tal fine de\·e tenersi collegato con comandi Corparmata I l e Alpino e con divisione Cosseria e Cuneense. -385" divisione deve mettersi in allarme appena aumenta attività nemica sul fron te anche se di sola artiglieria. Deve essere tenuta al corrente d i ogni nuovo avvenimento dai comandi Corparmata n et Al pino.
Cat'iboldi
694
Le op"azìonì delle tmìt.ì ìtaltane al fronte russo ( '9-1'- 1943) Documento n.
102.
FONOGRAMMA COMANDO SUPERIORE G RUPPO ARMATE B la n. 4480{42 g.Kdos.
8 dicembre 1942 - ore 16,20
Al Comando /f' Armata La 27" Div.Cor. a partire dal 9 dicembre 19.p passa alle dipendenze del1'8" Armata e sarà fatta affluire in zona Bogutschar - Belikolodcs · Kusmenkoff. Essa dovrà essere pronta per poter - in caso di un attacco nemico nei settori del II e XXXV C.A. - essere immediatamente impicgam per il controurto in quel punto nel quale si delinea una irruzione nemica di una certa entità. L'ordine d'intervento dovr?t essere dato senza perdere tempo per ch iedere autorizzazione direttamente da parte dell'8a Armata con contempora nea segnalazione al Comando Superiore Gruppo Armate B. In caso di interruzioni delle comunicazioni telefoniche, il comandante la 27' Div.Cor. (: pienamente responsabile di impiegare la sua divisione di propria iniziativa e rapidamente nel punto più importante. A tale uopo man· tiene contatto con il 1l ed il XXXV C.A. e con i nuclei di collegamento te· deschi presso le divisioni da esse dipendenti e provvede, coli 'aumenta re degli indi1i di un attacco nemico, tempestivamente di effeuuare proprie ricognizioni. Le più probabil i direzioni di impiego dovranno essere fissate c trattate teoricamente e praticamente sul terreno con tutti i quadri. Dovrà essere provveduto alla percorribilità delle vie più importanti e dci ponti sul Bogutschar. Dovrà essere assicurato il pronto allarme della divisione anc he in caso di aumentato fuoco d'artiglieria al frome. Segnalare al più presto possibile l'effettuaw approntamento e l'esecuzione dei preparativi necessari.
Frhr. t •. Weìchs
Documenti Documento n.
103.
TELESCRTTTO C IFRATO
Da Comando 8' Armata At Comando l! Corparmata Comando XXXV Corparmata Comando Gmio Armata Comando 27' Dit,isione Corazzata {tramite ufficio del Generale tedesco di collegamento presso Comando 8• Armata) et, per cono~cenza: A t Comando r:orparmata Alpino 27" divisione corazzata passa dipendenze questo comando e deve ~postarsi immediatamente per itinerario Rossosch - Kantemirowka - Bytschek, nella zona Bogutschar - Belikolodes - Kusmenkoff. C.A. interessati ne assicurino sistemazione. Comandi C.A. in collaborazione con comando di,·isione vorranno prestudiare azione d ivisione sulle direttrici Deresowka, Werch. Mamon, Bogut· schar, Ogalcw. Successivamente studio dovrà essere esteso a tutto il settore dei C.A. II e XXXV. Studi impiego dovranno essere convalidati ricognizioni et esercitazioni quadri sul terreno. Kecessita tenere sgomherc strade che divisione deve percorrere per esigenze operative. A tal fine Comando Genio Armata sposti immediatamente una squadra sgombraneve presso II c XXXV C.A .. Impiego divisione o sue aliquote dovrà essere ordinato da questo coman· do. Soltanw caso interruzione collegamenti comandante divisione est autoriz. zato ad agire di iniziativa; a tal fine deve tenere stretto collegamento con comandi c unit?l Il e XXXV C.A .. Divisione deve mettersi in allarme appena aumentata attività sul fronte, anche se di sola artiglieria. Deve essere tenuta al corrente di ogni nuovo avvenimento da comando II c XXXV C.A ..
Gariboldt
696
Le op~razioni d~/1~ unità italtane al fronu russo ( HJ-11- 1943) Documento n. 104.
COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B la n. 4577/ 42 g.Kdos.
15 dicembre 1942 - ore 10.30
Al Comando lf Armata 1. - Jn caso di irruzione nemica presso la divisione Cosseria attraverso quota 1 90·7 verso sud, la quale non potesse essere rastrellata in controurto con le forze proprie, dovrà essere impiegata per il contrattacco la 27" divisione corazzata. L 'ora dell'inizio dell'attacco nonché la forza delle truppe da impiegarsi dovrà essere stabilita dal comandante la divisione d'accordo con il comando Il C.A. e l'Ufficiale di collegamento tedesco Col. di S.M. Kinzel.
2. - Dopo effettuazione di contrattacchi si dovrà tendere per massima di riunire tutte le riserve tedesche e specialmente la ig5a d ivisione fanteria e la 27• d ivisione corazzata dietro la fronte per averle disponibili al più presto possibile.
3· - TI 14" reggimento polizia do\rà essere a'' iato immediatamente alla ~H5
divisione fanteria ed entrerà alle dipendenze del la medesima. L'impiego de l reggime nto potrà avvenire solamente d'accordo con il Comando Superiore (;ruppo Armate R. p. Comando Sup. Gruppo d'Armate B TI Capo di Stato Mag_~;iore 1'011
Soderutem
D ocumento n.
105.
COMANDO SUPER TORE G RUPPO ARMATE B 17 dicembre ltJ42
Al Comando 8" A rmata Con la presente riassumo tutte le decisioni prese durante la giornata del il XXXV e Jl C.A. italiani: 17 dicembre sulruheriore condotta delle azioni presso
r. - Ripeto che tutte le unità italiane dovranno essere obbligate a difendere
ogni palmo di terreno e che le formazioni italiane disperse, appartenenti al JJ C.A., dovranno essere al più presto radunate, riorganizzate e fatte affluire a Taly a dispos izione del Col. S.M. Kinzel.
Documenti 2. -
Dette forze dovranno essere schierate sulla linea Bogutschar - Twjerdoklebowka - Zapkowo - Nowo Kalitwa. disposte per l'ulteriore difesa nel modo seguente: a) a destra, nel settore Bogutschar - Twjerdoklebowka inclusa, la 298" Divisione Fanteria rinforzata di tutte le aliquote disponibili della Div. Ravenna; h) a sinistra, nel settore a sud di Zapkowo sino a Nowo Kalitwa, la 385" Divisione Fanteria rinforzata da tutte le forze disponibili della Div. Cosseria.
3· - Sarà compito de!la 27" Divisione Corazzata (meno le aliquote aggregate alla 298' Div. Ftr.) di coprire con azioni operative mobili il vuoto esistente tra la 29B" Div. e la 385" Div ..
4· - Le aliquote del Corpo d'Armata Alpino che dovranno essere fatte affluire con automezzi nel modo più rapido possibile, e prossimamente tutta la Divisione Julia, dovranno essere avv iate via Sorkij sino all'ala sud della 385" Div. Ftr. in modo tale da poter chiudere il vuoto esistente tra Twjerdoklebowka e Belj Kolodes. Per poter assolvere al compito ad esse assegnato esse dovranno, occorrendo, attaccare.
5· - Il grup po SS oberfiihrer Fegelein (rinforzato dal 15" rgt. polizia motorizzato) dovrà essere avviato via Kantemirovka - Taly, nella valle del Bogutschar sino all'ultimo limite possibile in direzione est. Suo compito sarà di chiudere per ora la valle Bogutschar al nemico infiltratosi all'incirca presso ed a nord di Twjerdoklebowka e di attaccare. successivamente, a seconda lo sviluppo della situazione, da solo od unitamente alle aliquote del Corpo d'Armata Alpino g iunte per prime per impossessarsi della linea difensiva fissata al punto 2 . , resistendo poi su questa linea formando contatto con l'ala sinistra della 298• Div. Ftr..
6. - Il ccmando su tutto il settore tra la foce del Bogutschar e la foce del Kalitwa resterà affidato al Comando Il Corpo d'Armata. Poiché questo ha retroceduto innanzirempo la sua sede di comando a Mitrofanowka, il Comando 8~ Armata dovrà investire il Col. Kinzel, rimasto tuttora a Taly, immediatamente eli tutti i poteri necessari affinché questi possa dirigere sul luogo stesso l'impiego c lo schieramento di tutte le forze nuove tn arrivo, in conformità dei presenti ordini.
7· - Sull'impiego della 387' Div. Ftr. in arrivo e gl i ulteriori rinforzi saranno emanati tempestivi ordini. 8.. Sarà dovere della Div. Pasubio (XXXV Corpo d'Armata italiano) di mantenere ad ogni costo le sue attuali posizioni, perché da segnalazioni germaniche inequivocabili risulta che esse non sono state attaccate seriamente in nessun punto. All'uopo rimarrà alle dipendenze della Divisione il 526" Regg. ftr. rinforzato. Frhr. v. W eichs
698
Le operazioni delle unità italiane al fronte ruuo (1941- 1943)
- - --
D ocumento n.
1 06.
FONOGRAMMA
N. 02 172(,6.
19 dicembre 1942
Da Comando 8' Armate~ At Comando Il Corparmata Dopo le magnifiche prove date dalle unità di codesto Corpo d'Armata nei giorni scorsi ~ di capitale importanza poter riordinare i reparti sotto la guida naturale del proprio comando di Corpo d'Armata. A tale scopo, c considerando anche che le unità che combattono e che affluiranno nella zona dell'attuale settore del Il Corpo d'Armata saranno nella maggior parte germaniche, il Comando del Gruppo d'Armate ì: venuto nella determinazione di affidare l'attuale settore del li Corpo d'Armala con tutte le truppe in esso contenute al Comando del XXIV Corpo d'Armata Corazzato german ico. Passeranno quindi alle dipendenze del XXIV Corpo d'Armata con effetto immediato: - cune le formazioni germaniche finora alle dipendenze del Il Corpo di Armata c tutte le truppe italiane ancora in linea in quanto non combattono con la 298" Divisione: - il gruppo Fegelein; - la Divisione Julia: - la 3874 Divisione di Famcria germanica. Codesto Comando dovrà iniziare senz'altro il riordinamento di tutti i propri clementi che non sono attualmente schierati in modo da dare ad essi al pitt presto le caratteristiche di reparti ccmbancnti. Riserva di ordini in denaglio per l'impiego dei reparti riordinati. Prego prendere comatto con il Comando XXIV Corpo d'Armata in Go· bja per cessione settore comunicandomi data ed or:J cessione stess:J.
Garibaldi
Documenti Documento n.
107.
COMANDO g• ARMATA ST\TO MAGGIORE - UF~ICJO 0PERAZIOI"I
P.M. 6, In gennaio 1943· XXI
Oggello: Situazione nel seuore detr8• Armata. Al Comando Huresgruppe B {tramite uft1cio del Generale tedesco di collegamento presso Comando 8• Armata) e, per conoscenza: Al !\'uclco Italiano di Collegamento presso l/. Gr. 13
A) Col continuo logoramento del XXIV Corpo d'Armata e della r9" divisione corazzata si giunger~ fatalmente al momento nel quale la capacità di resistenza di tali grandi unità sarà esaurita o almeno compromessa. R) [] vuoto esistente fra il XXIV C.A. e 19" divisione corazzata è sempre pericoloso e può costituire facile via a forti infihrazioni nemiche. C) Avverandosi quanto sopra si apre al nemico la ,·ia Starobelsk - V..'oroschilowgrad che porta sul tergo del Gruppo Frcncr - Pico. Ritengo doveroso far presenti tali considerazioni che rispccchiano serenamente b s ituazione dcprecahi le ma possibile perché codesto comando abbia reali clementi per i provvedimenti del caso essendo noto che io no n ho nulla di efficiente a m ia disposi'l.ione. Il Generale d'Armata Comandante /taio Garibaldi
Documento n. 108.
COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B
la n. 5/ 43 g.Kdos.
2
gennaio 1943
Al Comando 8' Armutu I. ·
Il nemico finora ha oltrepassato la linea Strelzowka · Kantemirowka verso ovest solamente con forze esploranti c di sicurezza. Non vi sono indizi che esso intenda pertanto di cambia re il suo atteggiamento.
Le opt>razioni delle unJIÌJ italiane al fronlt> russo ( 1941- IQ4J}
700
Proprie forze tengono tuttora i capisaldi di Tschertkowo cd il campo d'aviazione a nord -est di Nikolskoje. Ad ovest di questi caposaldi si trova la 19"' div. cor. sulla linea Strelzowka - Nowo Markowka, più a nord d ell'ala destra del XX IV C.A. germanico cor., tiene g li abitati ad ovest di Golaja. 2. -
L'8• Armata dovrà chiudere il vuoto attualmente esistente tra owo Markowka e Paszjukow (sud- ovest Golaja) impiegando la 27" div. cor. che dovrà essere toha Jalla fronte del XXIV C.A. Corazzato. Per rafforzare tali divisioni saranno avviati all'8" Armata i reggimenti di addestramento 6r7° e 6r9" che arriveranno in zona di scarico StarobelskHelo Kurakino.
~· - L'impiego
d i questi reggimenti d'addestramento non completamente adJestrati c insufficientemente equipaggiati dovr;Ì av\enire con le dovute precau1.ioni. Particolarmente 1'8 Armata dovrà aver cura che:
a) b) c) T reggimenti d'addestramento frommischiati con aliquote Jella 27" di\'. cor. in gruppi di combanimcnto òovranno essere portati da tergo nelle loro zone d'impiego. d)
+ - Con il loro arrivo in zona di scarico i reggimenti d'addestramento entre ranno alle dipendenze tattiche dell'!:!• Armata per la 2'ja di''· cor.. Per il normale servizio e l'ulteriore addest ramento essi continueranno a dipcn dere dal la 3!h" divisione d'addestramento a l comandante della quale spetta il diritto d'ispezione. Comando Superiore (; ruppo Armate B
Documento n. r 09.
IL COMA01DA:--.ITE DEL XXIX C.A. K.Gef.S1.,
)O
dicembre ry.p. XXI
Alla Divisione Sforzesca
Dopo che io ebbi l'onore d i :l\'ere al mio comondo, dal r" novembre 1942, la fiera Divisione Sforzesca. essa esce dalle file del XXIX Corpo d'Armata oggi. Per tutto quello che d ura nte questo periodo la divisione ha compiuto, esprimo il mio profondo ringraziamento ed il mio particolare elogio. Con lavoro instancabile, la divisione, ha costruito le postazioni affidatele e le ha difese valorosamente. Durante il ripiegamento di fro nte al nemico imposto dalle circostanze essa ha eseguito i compiti aflìdati nel migliore dci modi.
Documenti
701
Rivolgo il m io pensiero reverente ai camerati valorosi che hanno suggellato col loro sacrificio la propria fedeltà. Il loro sacrificio non deve essere vano. Noi siamo legati dalla forte volontà d i vittoria e dall'incrollabile fede nel successo delle a rmi alleate. Fedeli in cameratismo d 'armi rafforzato da tempi duri noi staremo stretti fianco a fia nco, sino a che la vittoria finale non sarà raggiunta, anche se ora le nostre vie ci separano. r miei m igliori auguri e voti accompagnano la divisione.
li Generale Comandante von Obstfelder
Documento n.
t r o.
COMANDO Il CORPO D'ARMATA UFFICIO OPERAZI0!'\1
K sooo i 02 cl i pror.
P.M. 2 0, lì 22 dicembre 1942. XXI • ore TI
Oggetlo: Difesa di Woroschilowgrad. Al Comando della Divisione « Ravenna >l A Il' I ntendenza 8" Armata Al Generale l14usinu, Comando Presidio W orosc!Jilowgrad Al Generale Rima, Comandank Genio TT C.A. Al Colonnello i.g ..>. Giglio, Comandante A1·tiglieria Il C.A. Al Direttore Artiglieria Intendenza Al Direttore Genio l ntendenza Al Diretlore Tappe Intendenza e, per conoscenza: Al Comando 8" Armata Occorre provvedere d'urgenza alla difesa dei due ponti del Donez, del tratto di fìume interposto, del terre no ai lati c contiguo, e del centro di vVoroschilowgrad. Il Generale Musinu assume il comando della difesa in parola. Avrà a sua dipende nza per la d ifesa dei ponti: - a destra Luganskaja (Garibald i) : il Colonnello Biand rate; - a sinistra Wcsselaja Gora : il Colonnello Russo; - al centro : il Colonnello Moricca; - comandante artigl ieria: Maggiore Pennella; - coma ndante genio : Maggio re Mamoni.
702
Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo (1941 -1943)
Mezzi necessari : - lavori e collegamenti saranno diretti dal comandante genio del II C.A. in stretto contatto col direttore gen io d'Intendenza per mezzi e conoscenza località; strumenti da fornire dall'Intendenza; - personale di lavoro: quello fornito dalla direzione genio e dalle altre già sul posto e quello che il Colonnello Moricca potrà subito trarre dalle truppe comunque affluite dall'avanti. Pet·sonale presidio postazioni (fanteria, genio, ccc.): da trarre come sopra ed armare col concorso d'Intendenza dal Comando Difesa. At·tiglieria: provvede a schierare i mezzi il comando artiglieria Il C.A. traendo i mezzi da quello della piazza valendosi anche delle btr. controacrec da 75 / 46 già schierate. 11 Comando << Ravenna >> appena g iunto, c per ora il Colonnello Moricca c il Colonnello Manfredi, concorrerà nella scelta degli uomini e assumendo lo smistamento provvederà anche ad avviare c sistemare a Woroschilowsk il personale meno efficiente. Accordi col Com. piazza tedesco per il suo concorso saranno presi dal comando della difesa. Il Generale di C.A. Comandante C. Zan ghie-ri
Docwnento n.
I I 1.
COMANDO TI CORPO D 'ARMA T A UFFICIO OPERAZI0:-.11
N. 4977/ 02 di prot.
P.M. 20, Il 22 dicembre 1942. XXT - ore 14
Al Comandante Difesa di W oroschilowgrad e, per conoscenza: Al Comando dell'S"' At·mata All'Intendente 8' Armata
Sede
P.M. 6 P.M. 102
La difesa dei due ponti sul Donez e del terreno contiguo intermedio deve, per esigenze superiori di grandissima importanza in questo momento, essere fatta ad oltranza e subito, in modo da assicurare che nessuna infiltrazione di mezzi nemici possa venire se non dopo che sia stato sacrificato sul posto l'ultimo mezzo e l'ultimo uomo. Tutti lo devono sapere e Voi disporrete coi mezzi più acconci, anche estremi, perché la consegna sia eseguita sino in fondo. Uomini e mezzi devorw affluire senza discontinuità da questo momento, sia di giorno che di notte, sino a raggiungere la piena efficienza della difesa. E poi continuare ancora. Di tutto ciò me ne risponderete sino in fondo. Ricevuta. Il Generale di C.A. Comandante G. Zanghieri
Documenti Documento n.
112.
TELESCRITTO CIFRATO
23 dicembre 1942. XXI - ore 16,35
sa
Da Comando Armata At Comando Il Corpo Armata Pror. n. 02/ 739.) alt Conferma ordini verbali at nord - est Woroschilowgrad dovrà essere formata testa di ponte per proteggere passaggio sul Donez da strada Belowodsk - Woroschilowgrad nonché stazione ferroviaria Kondraschowka contro azioni nemiche alt Est di importanza decisiva per sviluppo azioni future che due predetti punti per nessun motivo cadano mano nemica alt Preponderare quindi con mezzi disponibili at organizzazione at difesa testa di ponte alt Segnalare immediatamente armi mezzi attrezzi et mine anticarro occorrenti nonché quanto habet in animo fare codesto comando per organizzazione testa di ponte alt Gat·iboldi
Documento n. II3· TELESCRITTO CIFRATO
23 dicembre 1942. XXI - ore 18,40 Da Comando 8"' Armata At Comando li C.A. Comando C.A. Alpino Comando XXXV C.A. Intendenza Prot. n. 02/ 7373 alt Vi sono sintomi che i gruppi nemici infiltratisi si trovino ostacolati nella loro azione da difficoltà di rifornimento alt E' pertanto necessario che la lotta sia condotta da parte degli elementi sia schierati sia che si trovino nella zona di infiltrazione nemica in forma offensiva colpendo i rifom imenti dell'avversario ed in specie quelli dei grupp i nemici avanzati in profondità interrompendo e chiudendo gli itinerari di rifornimento alt Ardite puntate di pattuglioni bene armati dovranno avere compito di fermare la fanteria che segue l'avanguardia nemica motorizzata alt Tn conseguenza tutti gli abitati dovranno essere difesi c tenuti sbarrando in modo particolare tu ne le comunicazioni con andamento nord - sud nei punti più imprevisti imp iegando ove sia possibile armi controcarro e m ine alt I ponti a tergo delle truppe nemiche infiltratesi dovranno essere fatti saltare alt Solo con tale condotta delle operazioni sarà possibile impedire al nemico con dei rinforzi germanici in arrivo l'allargamento della breccia e creare la pre messa per la ripresa offensiva delle operazioni alt Ordini in tale senso dovranno essere immediatamente impartiti a tutte le unità dipenden ti sino al più piccolo gruppo o capsula autonomo alt Garibaldi
704
i-l' operazioni delle untl<Ì italiane al fronte rusro { 1941- I9.J3) Documento n.
''4·
COMANDO fl CORPO D'ARMATA u~••c•o OPERAZIONI
. . 4996 02 di prot.
P.M. 20, lì 24 dicembre 1942. XXI
Oggello: Difesa teste di ponte di Woroschilowgratl.
Al Comando 8" Armata Stato Maggiore · Uff. Operaztoni
Posta Militare 6
Le forze che presidiano alle ore 24 di oggi le teste di ponte di Luganskaja e Wesselaja Gora risultano dall'allegato t. Tutti i reparti di formazione sono armati con fuci le o moschetto; è in corso, in re lazione al materiale disponibile presso [' [ntendenza, il loro parziale armamento con mitragliatrici. fuci li mtr., ccc.. Nella giornata di domani 25 corrente: - alla testa di ponte di Luganskaja verrà ritirata la cp. cc.nn. di forma zione per cc:-mplctarne il riordinamento (forza ufficiali 3 - truppa ''') cd invece ,.i affluiranno il comando del 38" rgr. f., il III 1 ~!l"' f. di formazione, una cp. mortai da 81, una cp. arm1 ace. c da 47 i.P di formazione dello ~tesso reggimento (for7.a complessiva uff. 41, truppa 1.114); - alla testa di ponte d i Wcssclaja Gora affluiranno il btg. di formazione del ~7' rgt.f. e reparti minori vari dello stesso rgt. (forza 24 ufficiali e 540 truppa) c due cp. ferrovieri (forza 4 uff. e 200 truppa). Per le aniglicrie i dati risultano dall'allegato 2. Della difesa della piazza di \Voroschilowgrad (comandante, generale di BJasio) è incaricato per ora un btg. di formazione trarto da un gruppo artiglieria appicdaw, della forza di circa 6oo u .. Giorno per giorno tutte le difese saranno incrementate con i reparti di formazione che si verranno man mano a costitu ire. Si tratta: - per la fanteria di reparri che se hanno una certa consistenza numerica, mancano in gran parte delle armi di reparto e che perciò non possono avere l'cfficicn7.a dei normali rcpani, anche perché ancora alquanto scossi; - per l'artiglieria di pezzi isolati senza collegamenti che non possono fare, per ora, che puntamcnto dircno e senza proietti c.p. e c.c. da 75· In complesso un insieme non ancora adatto ad una salda d ifesa, specie se l'azione nemica venisse appoggiata anche da carri armati. :-.Tessuna previsione si può, per ora, fare sulla riorganizzazione dei reparti anche perché l'armamento che è possibile ottenere deve essere speso a completare i reparti già messi a difesa della testa di ponte. Ad ogni modo sarà racimobto tuno il disponibile ed attuato tutto il possibile per far fronte al compito affidatomi. Il Gene rale di C .A. Comandante C. Zanghieri
Documenti Allegato n. 1 al foglio 495/>/ 02 F o r za
R epa rt o
Ufficiali
Ponte di Luganskaja I btg. ponticri IX btg. pontieri . Il btg. del 38" rgt. ftr. Compagnia di formazione del 37° rgt. ftr. Compagnia di formazione della divisione Celere Compagnia di formaz ione della divisione « Cosseria » Compagnia d i formazione di reparti vari Compagnia di formazione cc.nn. Plotone comando del 217° btg. T.M. Plotone mitraglieri di C.A. Truppe d'artiglieria
Truppa
8
8 24
7 9 6 7 3 7
35
2
43
6
2 00
Totale
2.510
l
R epa r to
J
Fo rz a Ufficiali
Trupr~
4 14
s8o
lO
400
3
8o
Ponte di Wesselaja Gora 25" cp. ferrovieri Btg . formazione del 37° Btg. formazione di cc.nn. Cp. formazione di bersaglieri N. 2 carri armati L f 6 Truppe d'artiglieria
200
IO 100
5 T otale
37 Allegato n. 2 al fogl io 4996 jo2
Luganskaja
Wessdaj a Gora
20/35
8
2
47 /32
4
Pezzi da
75/ t8
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45· - U.S.
706
Le operazioni delle unittÌ italiane al fronte russo ( 194r- 1943) Documento n.
1 1 5.
COMA JDO II CORPO D 'ARMA T A UFFICIO
Ot>ERAZlONl
Segreto . N. 5053/ 02 di prot.
P.M. 2:>, Il 27 dicembre 1942. XXI
Oggmo: Difesa del D onez. Al Comando del/'8.. Armata
Posta Militare 6
Informo che stam:Jne il Cìcn. Fretter Pico mi h:~ comunicato che le truppe italiane ai ponti saranno sostiLUite e che esse dovranno invece assumere il fronte sul Donez tra la foce del Derkul e Michailovka (foce Boslokaja Kamenska). Ho fatto osservare che colle scarse truppe disponibili (soltanto un reggimento ricostituito rinforzato della « Ravenna )) ) il fronte di oltre so km non era difendibile e che mancando mezzi di lavoro il problema si rendeva più difficile. Egli ha precisato il compim nella costituzione di una linea di sicurezza idonea però a sbarrare il passo ai carri armati e alle pattuglie al loro seguito, integrata da esplorazione oltre Donez. Sentito anche il Gen. Dupom sulla consistenza delle sue truppe riterrei che il compito sia eccessivamente gravoso c difficilmente assolvibile. Ho disposto per immediate ricognizion i da parte del Gen. Dupont e del Com.te del Genio di C.A. per avere più completo elemento specie per le possibilità di accesso da parte di carri a rmati nem ici. Tutto il possibile sarà fano per mettere il reggimento di formazione nella migliore efficienza. Anche questo raggiunto il fronte assegnato ~ sempre sproporzionato alla forza disponibile (circa 3.000 u. e 20 cannoni su 50 km con una densità lineare media di t uomo ogni 18 m c t cannone ogni 2,5 km). Sono perfettamente convinto della necessità di impiegare in questo momento le truppe italiane efficienti, ma non nascondo però che per le suesposte circostanze, un attacco nemico anche modesto riuscirebbe certamente ad avere rag ione della nostra d ifesa con le conseguenze che non occorre accennare. Poiché il Gen. Frcttcr Pico mi ha comunicato essere quel tratto di fronte stabilito dalle superiori auwrità chiedo, per il buon nome delle truppe italiane, che esso sia ridotto in proporzione delle forze stesse, che per le condizioni attuali ritengo dovrebbe essere congruamente limitato c comunque non superiore ai 2-:-3 km per battaglione, purché i btg. stessi ricevano rinforzo di armi controcarro. Sarebbe stato anche stabilito che trattandosi di un solo reggimento esso costituirebbe settore o gruppo alle dirette dipendenze della sezione gr. armate Fretter Pico e che presso di esso sarebbe distaccato per gli ordini alle truppe italiane un ufficiale italiano di collegamento.
Documenti Riserva di comunicare il comandante del gruppo italiano. E' mia opi n ione personale che: - le tmppe attualmente disponibili non sono adatte per armamento e altro a fare difesa controcarro; - assegnare a 3 btg. con qualche pezzo da 47 o 65 o 75 o 105 so km di difesa controcarro è voler far fare sicuramente una figura disastrosa alle truppe italian.e. Ancndo comunicazioni di codesto comando prima di dare ordini esccutivi che però sono urgenti. Il Generale di C.A. Comandante G. Zanghieri
Documento n. n6.
COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B
Riservatissimo!
27 dicembre 1942 - ore 20.00 Al Comando 8" Armata DrsPosrzro~'<c N. PER LA coNDOTTA m
r
coMBATTIMENTo TRA DoNEz E DoN
r. - Il Gruppo d'Armate B ha il compito di coprire con azioni offensive il fianco nord e le spalle del Gruppo d'Armate Don. A tal uopo è anzitutto necessario di tentare rispettivamente riconquistare la linea generale: settore Kalitwa a nord- ovest Tazinskaja - Millerowo linea ferroviaria Millerowo - Kantemirowka - Don. 2. -
Il Gruppo d'Armate B intende pertanto:
a) di attaccare ed annientare con le forze avanzanti oltre la linea Donzkoj - Belowoclsk il gruppo nemico (XVII C.A. cor.) trovantesi in zona ad ovest eli Millerowo cd attorno a vVoloschino onde liberare il fianco nord del Gruppo Fretter. Tale attacco dovrà essere effettuato al più presto possibile; b) eli attaccare in seguito - con forze possibilmente concentrate - le forze nemiche (specialmente il XVIII C.A. cor.) trovantisi attorno ed a sud di Millerowo e precisamente ad ovest del fiume Kalitwa, ricacciandole oltre tale fiume verso est. Quesro attacco dovrà alleggerire il fronte nord del Gruppo d'Armate Don. A favore della formazione eli un forte centro di gravtta tn zona d i Millerowo si dovrà assumere il grande rischio a sfavore del vuoto di Kantemirowka.
708
Lt' operazioni del/t' unità italiant' al fronlt' russo (1941- 1943)
3· -Primi compiti: a) il Gruppo Fretter- Pico dovrà far avanzare in direzione nord -est la 304fi div. ftr. in modo che essa in seKuito possa ::maccare unitamente al gruppo Kreising ed alla 19" div. cor. il nemico trovantesi a sud est ed a est di MiUerowo, ricacciandolo oltre il fiume Kalitwa. Dovrà essere tentato il continuo molestamento dei rifornimenti nemici nella valle Kalitwa i quali dovranno essere tagliati al più presto possibile. Mediante ricognizione forzata dovrà essere preso e mantenuto contatto con l'ala ovest del Gruppo d'Armate Don (Gruppo Hollidt) avanzante da Skassyrskaja verso la foce Beresowka. Millerowo dovrà essere tenuto ad ogni costo. l rinforzi del gruppo Kreising in arrivo via Kondraschowka dovranno essere riuniti sollecitamente: sotto un comando unico in zona di Donzkoj ed in seguito impiegati - in stretta collaborazione con la 19" div. cor. rinforzata che avanza da Bclowodsk (vedasi cifra 3· b) - per l'attacco contro il gruppo nemico ad ovest di Millcrowo. Il presidio di Millcrowo dovrà - per quanto sarà possibile - collaborare in mie azione mediante puntate in direzione nord- ovest. La J 9.. div. cor. partirà all'attacco per la conquista della valle Kamischnaja prevedibilmcnte il giorno 29 dicembre. Una ulteriore avanzata in tale pumo è prevista per il giorno 31 dicembre.
Il Doncz dovrà essere assicurato nel settore Kamensk (incluso, ivi contatto con zona di sicurezza della 3" Armata Rumena - H.Qu. Schachty) - foce Aidar. La difesa dovrà essere organizzata con centri di gravità presso Kamensk, Kondraschowka e Wesselaja Gora. I ponti dovranno essere sistemati a teste di ponte con sufficiente profondità e difesa m tutte le direzioni;
b) 1'8• Armata Italiana dovrà -
mantenendo ad ogni costo i caposaldi di Tschertkowo e Campo d'Aviazione a sud Kantemirowka - al più presto possibile, unitamente alla 1<j' div. cor. rafforzata, partire all'auacco dalla zona eli Belowodsk con l'obiettivo di annientare - pertanto in collaborazione con il gruppo Kreising (vedasi cifra 3· a) - le forze nemiche in zona ad ovest di Millerowo. In seguito - secondo lo sviluppo della situazione presso Tschertkowo sarà compito della 19• div. cor. rafforzata di puntare, in seno del Gr. Fretter Pico, fino al fiume Kalitwa ad ovest di Djogtewo e di battere le forze nemiche a nord - est di Millerowo. Il presidio del caposaldo Tschertkowo dovrà - se possibile - prendere in tempo utile contatto con l'ala nord della 19' div. cor. rafforzata mediante continua e ripetuta ricognizione forzata verso sud. Tutre le forze che potranno essere rese libere nel seuore dcll'8• Armata iraliana dovranno essere immcdiaramente impiegate per rafforzare la 19' div. cor.. Il fianco nord della 19' div. cor. nonché il vuoto fra Belowodsk c Michailowka dovranno essere assicurati con l'impiego di un minimo di forze - possibilmente mobili - da prendere dal XXIV C.A. cor., fino a che sarà possibile l'intervento della 26• div. ftr. in arrivo (circa 15 gennaio 1943).
Documenti
4· - Tl ariazioni dipendenze. Ccn decorrenza immediata il XXIX C.A. passa alle dipendenze del Gr. d'Armate Don. La 298" divisione fanteria passa immediatamente alle d ipendenze del Comando 8• Armata. Essa rimarrà a Tschertkowo ove sarà riordinata. Segue ordine al riguardo. 5· - La 26" d ivisione fanteria dovrà essere pertanto riunita in zona Starobelsk Nowo Pskow a disposizione del Gruppo d'Armate B. 6. - Condotta di combattimento. l combatrimcnti nella fronte d'irruzione negli ultimi giorni hanno dimostrato nuovamente che le azioni nemiche sono coronate da successo quando può nrrompere in massa con unità corazzate o quando può marciare con la fanteria attraverso i vuoti esistenti, aggirare ed accerchiare le deboli sicurezze tedesche cd attaccarle alle spalle. D'altra parte la fanteria nemica ha potuto resistere in nessun posto all'attacco della fanteria tedesca anche se questo venne effettuato con debolissimi nuclei di combattimento. Ora si tratta anzitutto di attaccare sempre ed ovunque in tutte le d irezioni, adottare una condotta di combattimento agile, avere a disposizione dappertutto armi c.c. e di tentare sempre e dovunque c con tutti i mezzi a disposizione di stroncare i rifornimenti (carburante) per i reparti motorizzati del nemico. Si richiama nuovamente l'attenzione sull'ordine del Comando Superiore Gruppo Armate B fa n. 4686 l 42 g.Kdos. 7· - Il Gruppo Fretter - Pico ed il Comando ga. Armata segnaleranno immediatamwte le loro intenzioni in base alla presente disposizione. Frhr. v. Weichs
Allegato al f. Ia n. 4693 l 42 g.Kdos. CoMANDO SuPERIORE GRuPPo ARMATE B
la n. 48oo 142 g.Kdos.
29 dicembre 1942 - ore IO,)O
Al Comando 8"' Armata I n aggiunta alla disposizione n. 1 in data 27 dicembre 1942 ordino: r. - D'importanza decisiva per le ulteriori operazioni di combattimento del
Gruppo At·mate Don è che esso possa mantenere la propria ala sinistra in zona Skassyrskaja - foce Beresowka. Si dovrà imped ire ad ogni costo che il nemico riesca ad irrompere nel punto di saldatura tra i due Gruppi d'Armate nella valle del Kalitwa. 2. - Il Gru ppo d'Armate B ha il compito di chiudere la fronte verso il Gruppo Armate Don. Esso è responsabile per il contatto con il Gruppo Hollidt. 3· - l! Gruppo Fretter- Pico dovrà quindi spostare immediatamente le proprie forze verso il settore Kalitwa e creare un sicuro contatto con il Gruppo
710
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 -1943) Hollidt. A questo compito dovranno essere subordinate tutte le altre misure tattiche nel senore dell'Armata.
4· - L'8"- Armata italiana dovrà impiegare la 193 divisione corazzata raffor7..ata in direzione sud- est (ala nord - circa Michailowo Alexandrowskij) in modo che essa possa al più presto possibile ed in diretta collaborazione con il Gruppo Lancken attaccare e battere le aliquote nemiche ad ovest di Millerowo. A tal uopo si dovrà assumere l'estremo risch io a riguardo della zona Tschertkowo - Kantemirowka. Frhr. v. Weichs
Documento n.
I
17.
COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B
17 gennaio 1943 - ore 23.15
la n. 223 {43 g.Kdos. Chef(
0 RmNE DEL CoMANDO SuJ>ERIORE GRt;PPO ARMATE
B
a) 8.. Armata Italiana: Il XXIV C.A. cor. (inclusa la div. Julia) dovrà dirigersi su Rovenki ingaggiando la lotta col nemico per battere ivi le forze avversarie in cooperazione con la 320& div. ftr .. La massa del C.A. Alpino dovrà coprire il tergo del XXIV C.A. cor.. Il C.A. Alpino - solo però quando lo sganciamento dal Don sarà approvato dal Fiihrer - dovd essere fatto seguire al XXIV C.A. cor. scaglionato nel tergo a destra, nella zona ad est di Walu iki. Frhr. v. Weiclzs
Documento n.
I
x8.
FONOGRA MM A
16 gennaio 1943 - ore 17,30 Da Comando 8"" Armata At Comando d'Armata Alpino Lasciare la linea del Don senza preciso ordine dell'Armata è assolutamente proibito alt Vi faccio responsabile personalmente della esecuzione alt Gariboldi
Nota: Fra le ore 7 e 7•45 comunicato telefonicamente questo ordine ai tre Comandanti di Divisione alt Martinat
Documenti
------- ---------------- -------------------------------Documento n.
7l l 1
19.
FONOGRAMMA
17 gennaio 1943 - ore 12,30 Da Com ando Corpo d'Armata Alpino At Comandi D1visioni Tridentina, Vicenza, Cunu:nse N . 365. Seguito comunicazione telefonica fatta oggi fra ore I I et u,30 confermo : 1. - In conseguenza ripiegamento grandi unità ungheresi anche Corpo Armata Alpino deve iniziare stasera all'imbrunire noto movimento. 2. -
Linee SUCCeSSi\•e:
a) ferrovia Rossosc - Ostrogozsk; b) valle Olchovatka; c) alta '·alle Ajdar - valle lvjany - Alexejevka. 3·
Settori movimento limitati:
per Tridmtina: a nord: dai limiti con grandi unità ungheresi; a sud: Bassovka - Seyejevka - fabbrica cemento Podgornoje - Postojalyi - Charkovka - Kavalen; pet· Vicl'nza : a sud: Dukovoje - Arkangelskoje - Popovka - Sabolotovka Krasnoje; per Cuneense: a sud: Lotscina Put Lcnina - Olichovatka - Charkovskoja - Nicholajcvka. 4· - Ogni grande unità mantenga stretto contatto con grandi unità contigue. 5· - Movimento deve essere protetto da retroguardie. 6. - Portare al seguito quanto più possibile di viveri et munizioni. 7· - Ciò che non può seguire sia distrutto. 8. - Ap puntamento radio ogni tre ore a partire dalle 18 di oggi. Ascolto obbl igatorio nelle soste. Generale Nasci
7I 2
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 194r - 1943) Documento n.
120.
COMANDO CORPO D'ARMATA ALPINO UFFICIO OPERAZIONI
P.M. 108, lì 18 gennaio r943 - ore to,oo
N. 501 1 Op. di prot. Riferimento carte 1 :300.000
A tutti i Comandi dipendenti Al N uclco di Collegamento Germanico presso il C.A. A. 0ROINE DI 0J>ERAZIONf N. 2
A conferma disposizioni verbali impartite in riunione odierna dispongo: 1. -
Primo tempo, giorno rg gennaio:
a) XXIV Corpo Armata Corazzato sbarri all'altezza di • atschalo K. Lcnina le provenienze da Rossosc verso Podgornoje et Saprina; h) Divisione Julia I ~ schiera dalle attuali posi7ioni si spinga sullo sperone a nord- ovest di Rossosc in modo da sbarrare la rotabile Rossosc · Karpcnkovo, fronte ovest e sud; c) Divisione Cuneense serri dietro la Julia in seconda schiera; d) Divisione Vicenza punti su Samojlenkov: e) Divisione Tridentina punti su Postojalyi. 2. - Secondo tempo,
giorno 20 gennaio:
a) Divisione Julia riprenda movimento per occupare sperone nord -est di Olchovatb in modo da sbarrare le provenienze da sud c le rotabili di Olchovatka · Postojalyi e quella di valle Olchovatka; b) Divisione Cuneense sfili sulla sua destra con obiettivo Kilschenkov (Kulesciovka) valle Olchovatka; c) Divisione Tridentina punti su Karaitscnik et Charkovskaja (N. Charkovka); d) Divisione Vicenza segua il movimento della Tridentina, di cui costituisce retroguardia; e) XXIV Corpo Armata Corazzato segua il movimento della Julia, di cui costituisce retroguardia.
3· - Terzo tempo, giorno 21 gennaio: Prevedere di raggiungere la linea Luzenkovo - Sceljakino. Da oggi il Corpo d'Armata Alpino dovrà considerare di operare come in zona d'alta montagna. Sia abbandonato tullo l'autocarrcggio e si faccia affidamento solo su sline e salmerie caricando su di esse il massimo possibile di viveri c munizioni. Siano fatti tutti gli sforzi per portare al seguito pezzi controcarro da 75 197 f 38 et munizioni usufrucndo dei trattori dell' 11° Raggruppamento di Corpo d'Armata. Il Generale di Corpo d'Armata Comandante G. .\'asci
7 13
Documenti
-------------------------------------
Documento n.
121.
COMANDO 8• ARMATA STATO MAGGIORE -
N. o2 j 7391 di prot.
UFFICIO
OPERAZIONI
P.M. 6, lì 23 dicembre 1942. XXI
Oggetto: Riorganizzazione. Al Comando l! Corpo d'Armata Al Comando Divisione cc Cosse1·ia >> e, per conoscenza: Al Corpo d' Armata Alpino All'Intendenza 8" Armata
E' debito d'onore provvedere al più presro alla riorganizzazione dei reparti ed isolati provenienti dal campo di battaglia. r . - Zone raccolta due:
Woroschilowgrad; Rossosch. Intese come orientamento di direzione. Saranno nei particolari specificate dai comandi responsabili tenendo presente necessità che reparti siano staccati da altre truppe e comandi per rifornimento. 2. -
Comandi riorganizza/ori. Per la massa di Woroschilowgrad: il Co.{llando del II Corpo d 'Armata. Per la massa di Rossosch: il Comando divisione « Cosseria».
3· - Compiti. Tenendo presente lo scopo, da raggiungere al più presto, occorre progressivamente: a) provvedere all'alloggio, vitto, servtziO samtario; b) accertare consistenza numerica suddivisa per arma, corpo e serviZIO e tener la presente seguendo le fluttuazioni; c) sgomberare i menomati; d) organizzare ed inquadrare i reparti tenendo presente opportunità di mantenere finché possibile, i vincoli organici precedenti; e) armare ed equipaggiare i reparti chiedendo quanto è necessario all'Intendenza che darà nei limiti del possibile; f) fare costante opera morale accompagnata da una rigida rip1·esa disciplinare da ottenere con ogni mezzo. Badare in questo molto alla forma. Speciale cura ed attenzione ai quadri specie ufficiali. Nel complesso è opera difficile che richiede massima energia ed attività, da parte dei comandanti ed ufficiali impiegati. Il risultato merita la fatica. Comunicarmi (da parte II C.A. e div. « Cosseria>>) giornalmente la forza (esistenza - aumenti - d iminuzioni) ed il progetto dell'organizzazione. Il Generale d'Armata Comandante I. Garibaldi
7 '4
l-e operazioni delle unità ttaliau al fronte russo ( H)4I - 1()43)
--'- - - -
D ocumento n.
1 22.
COM ANDO DELL'S" ARMATA STATO MACCIORE
P.M. 6, lì 26 dice mbre 1942. XX!
Oggetto: Riordinamento reparti. Al Comando l! Corpo Armata e, per conoscenza: Al Comando Genio d'Armata All'Intendenza d'Armata
P.M. 20
Premetto che la difesa dci ponti sul D onez costituisce il compito principale affidato al comando del II corpo d'armata che deve dedicarvi ogni disponibilità di uomini (sufficientemente efficienti moralmente e fisicamente) e di materiali. E ' però necessario che contemporaneamente prosegua il riordinamento dei reparti, cosa questa da portarsi a termine nel più breve tem po. Pertanto, in relazione all"efficienza morale c fisica delle truppe, alla disponibilità ·e qualit2t dei quad ri, all 'armamento cd alle dotazioni individuali c di reparto di cui attualmente dispongono le unità in corso di riordinamento e disponibili presso !"intendenza, prego esaminare la possibilità di costituire: a) unità di fanteria c di a rtigl ieria che potranno essere impiegate in linea e che ora devono essere impiegate alla difesa dci ponti. Ad esse verrà distribuito !"armamento disponibile presso l"lntendenza: b) unità di fanteria e di artiglieria (battaglioni di circa 500 uomini) con il personale meno efficiente c da impiegare in zona arretrata e per la difesa contro i paracadutisti ed i partigiani. Per questi reparti i mezzi di trasporto sarebbero ridotti al minimo indispensabile per la loro \ita ed i materiali di cucina sostituiti da materiali di circostanza utilizzando anche le cucine delle abitazioni esistenti nella località ovc i reparti saran no d islocati. Armamento individuale e le dispcnibili poche armi auromatiche: c) reparti del genio che possono essere utilizzati come tali o da impiegare, invece, nei lavori di manutenzione stradale. Per le unità del genio d ':Jrmata provveder:t il dipendente comando del genio; d) unità dci servizi di cui è possibile !"utilizzazione : uomini dei sen·izi che rimarrebbero inutilizzati. Allo scopo di decongestionare al più presto Woroschilowgrad, tutto il personale che non può essere utilizzato per la costituzione di unità da impiegare nella difesa dci ponti, dovrà essere avviato in zona di Rikowo - Gorlowka. L'avviamento dovrà essere effettuato nel massimo ordine e per reparti organici inquadrati: accord i con l'Intendenza per il trasporto cd il funzionamcMo dei servizi nella predetta zona. Il colonnello Dragoni, latore della presente al comando del II C.A., preciserà meglio il mio pensiero. Il Generale d'Armata Coma ndante l. Garibaldi
Documenti
/l'i
Documento n. 123.
RADIO CIFRATO 8 febbraio •943
Da Comando 8"' Armata At Comando Gruppo Armate B (tramite Nucleo Italiano di collegamento presso Comando Gruppo Armate H) Sono venuto indirettamente a conoscenza dell'ordine di spostamento dell'Armata nella zona di Gomel. Esso non è assolutamente eseguibile perché: -
Le truppe che si muovono per via ordinaria, c che dubito possano raggiungere l'attuale zona di riordinamento, non potrebbero assolutamente allungare il percorso di altri 2 00 chilometri. Non arriverebbe nessuno ancora valido.
2. -
L'Armata si sposterebbe dalla sua naturale linea di rifornimento c sgombero, Leopoli - Kiew e dagli stabilimenti d'Intendenza, con grave pregiudizio della riorganizzazione.
L
3· - Il Comando dell'Armata si sposterebbe dall'asse dei collegamenti che lo unisce a Roma et a Berlino, la cui necessità est essenziale nel complesso lavoro che si deve affroorare. 4· - Est in contrasto con quanto mi risulta sia stato chiesto dal mio Comando Supremo a quello tedesco. Per conseguenza, data anche la distanza alla gualc sono ancora le colonne affluenti in zona di riordinamento, sospendo per ora i movimenti dell'aliquota reparci già giunti in attesa di una modifica di decisioni che prego vivamente provocare anche nella considerazione che le truppe dislocate a sud e con lungo tragitto a piedi dovrebbero allungare muovendo verso nord per far posto agli ungheresi ai quali compere un modesto tragitto. Cariboldi
7 16
Le operazioni delle unità italiane al fronte ru.c.co ( 194' - 194 3) Documento n.
124.
COMANDO SUPREMO
N. 20717 / Op.
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febbraio 1943 - ore 22,15
At Superesercito At Comando 8.. Armata At Generale Marras 1. -
In relazione attuale situazione ga Armata questo Comando Supremo habet deciso che truppe, mezzi disponibili in zona riordinamento venga costituito soltanto Il Corparmata su due divisioni et corrispondenti aliquote truppe et servizi et adeguata Intendenza. OK W habet già preso atto delle decisioni questo Comando Supremo.
2. -
Per ricostituzione predeno Corpo Armata dovr~t essere uLilizzato quanto est disponibile in posto escluso personale Corpo Armata Alpino. Riserva comunicazioni circa concessione da parte germanica artiglierie, mezzi controcarro et automezzi già richiesti da questo Comando Supremo. Est escluso in ogni caso invio da Italia di mezzi et materiali.
3· - Comando sa Armata et Corpi Armata XXXV et Alpino, sottratto quanto occorre per Il Corpo Armata, devono rientrare in Italia compatibilmente con disponibilità trasporti ferroviari. Dovranno pure rientrare elementi Intendenza esuberanti at nuovo ordinamento. Ordine successione da fissarsi comando Armata in relazione si· tuazione generale. ~ · - Supertrasporti
et Generale Marras interessino competenti organi germanici scopo ottenere per intanto aumento numero tradotte per iniziare rim· patrio. Piano organico dci trasporti occorrenti per rientro sarà compilato da Supertrasporti d'accordo con corrispondenti organi germanici sulla base dei dati che 1'8" Armata gli fornirà, al più presto. Itinerario da prendersi in considerazione passa per Varsavia - Brest Litowsk - Gomel. Generale Ambrosìo
Documenti Documento n. 125.
COMANDO g• ARMATA UFFICIO
N. 016 ,' 915 di prot.
SERVIZI P.M. 6, lì 2 marzo I943· XXI
Oggetto: Util izzazione quadrupedi, automezzi c materiali delle un ità destinate a rimpatriare.
Al Comando Il Corpo d'Armata Al Comando XXXV Corpo d'Armata Al Comando Corpo d'Armata Alpino Al Comando Raggruppamento a Cavallo Al Comando Artiglieria d'Armata Al Comando Genio d'Armata Al Comando CC.RR. d'Armata All'Intendenza 8"- Armata Loro Sedi
Il Comando Supremo ha disposto che alla ricostituzione del H C.A. si provveda, fin che possibile, con personale e materiale già esistente in Russia. Perta nto, a complemento delle disposi zioni g ià date con f. 05/377 in data 24 febbraio, marconigrammi OJ6j8; 1, 016/852 e or6 j 853 del 27 febbra io e marconigramma 05 l 405 del 1 ' marzo si dispone: 1. -
Quadrupedi, can-eggio e bardature. Il C.A. Alpino rientrerà in Italia coi soli 1.000 muli già scelti, il raggruppamento a cavallo coi soli cavalli nazionali. Tutti i rimanenti quad rupedi (nazionali e russi), tutto il carreggio (regolamentare e russo), tutte le slitte e relativi finimenti c bardature tanto del C.A. Alpino quanto del XXXV C.A., del rgpt. a cavallo e delle unità di artiglieri:\ e genio d'Armata dovranno essere versati al II C.A.: i comandi interessati segnaleranno al Il C.A., e per conoscenza a questo comando, il numero dci quadrupedi, carri, sline c finimenti che vengono ceduti. Il Il C.A. provveda alla sostituzione dei conducenti alpini e di cava lleria con personale da trarsi dalle dipendenti unità. Accordi diretti tra comando Il C.A. e comandi interessati, circa la sostituzione dei conducenti e l'avviamento del carreggio e quadrupedi.
2. -
Cucine mobili, casse di cottura e materiali di cucina in genere . • on dovranno essere portati in Italia dai reparti che rimpatriano, ma lasciati in zo na a disposizione del II C.A.. I comandi di C.A., raggruppamento a cavallo, artiglieria e genio d'Armata provvedano ad avv iare scnz'altro al Il C.A., previ accordi diretti, il materiale di cucina non strettamente indispensabile alla vita dei
718
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
- - -
reparti fino al momento della partenza; il rimanente verrà versato a par tenza avvenuta. _3. - Materiale armamento di reparto
di cui alla lettera B comma )" del citato foglio os /377 (artiglieria, fu· ciii mitra, mitragliatrici, mortai da 45 e 81, armi controcarro) dovrà essere ceduto al II C.A. solo se si tratta di materiale efficiente e con relativi accessori e pani di ricambio. l materiali non efficienti, o comunque non utilizzabili, siano accan· tonati in centri di raccolta, di cui sarà detto nel n. 4 seguente. 4· - Rimanenti matf'riali ed automezzi in dotazione o esistenti presso i reparti che rimpatriano. Questo comando non conosce quale sarà la precisa costituzione dei treni destinati a trasportare in Italia i reparti che rimpatriano. E ' prevedibile che si avrà un treno tipo adatto più che altro a l trasporto di personale, di qualche autometzo e di poco materiale. Il materiale che non trova posto su tali treni verrà avviato in Italia con treni successivi, a cura dell'Intendenza. Occorre pertanto che i comandi di C.A. ( XXXV e Alpino), raggrup· pamento a cavallo e di artiglieria e genio d'Armata stabiliscano fin d'ora, una o più località nella propria zona ovc costituire centri di raccolta; ai quali faranno aHluire, in un primo tempo i materiali non indispensabili al funzionamento ed alla vita dci reparti c, successivamente, all'atto della partenza, i rimanenti materiali. A capo di ciascun centro devono essere posti ufficiali attivi ed energici, coadiuvati da adeguato numero di personale, che risponderà della custodia prima, della scorta e della consegna, poi, dci materiali in Patria alle rispettive unità. Gli automezzi debbono aHiuire e rimanere ai centri di raccolta co1 rispettivi conduttori. Indipendentemente da quanto sopra, a questo comando interessa conoscere subito la consistenza dei principali materiali in possesso di ciascuna unità, per la eventuale assegnazione al Il C.A. di quelli mancanti al com plctamento delle sue dotazioni. Pertanto i comandi di C.A., raggruppamento a cavallo, artiglieria e genio d'Armata, ciascuno per le unità da essi dipendenti, sono pregati di segnalare con cortese urgenza a questo comando, e per conoscenza all'In. tendenza, oltre alle località scelte per centri raccolta, i principali materiali attualmente in loro possesso (autovetture, autocarri, trattori, autoofficine, autotreni, autocarri speciali, carri rimorchio, motociclette, stufe di disio· fezione, cofani di sanitn, tende ospedali, forni Weiss, cofani di veteri· naria, stazioni radio, materiali telefonici, materiali chimici, ecc.). A suo tempo comunicheranno all'Intendenza il materiale che concentreranno ai vari centri di raccolta. Il Generale Capo di Stato Maggiore Bruno Malaguti
Documenti Documento n. 126.
T ELESCRITTO CIFRATO 12
aprile 1943. XXI - ore 21,30
Da Comando Supremo A t Generale Marras e, per conoscenza: A t Comando l l C.A. A 1 Supere.<ercito Pror. 217)9 alt A seguito recenti conversazioni con OK W questo Comando Supremo habet ancora attentamente esaminato possibil id ricostituzione II C.A. et habet concluso che condizioni migliori per rapida rimessa in efficienza detta unità sono offerte da Madre Patria alt Comunicate pertanto at OK W decisione ques to Comando Supremo di provvedere at riorganizzazione l[ C.A. in Ital ia et prendete accordi con competenti organi germanici et con Superesercito per modalità rientro et concessione mezzi trasporto necessari alt Generale Ambrosio
FOTOGRAFIE
Fanti lungo una ferrovia . V1s1b1le in primo piano la rota1a Interrotta dalla macchina appos1ta posseduta dai sovietiCI.
Il Generale Messe decora al valor militare un fan te della Pasubio.
Combattenti del CSIR decorati al valer militare.
Un pezzo da 75/ 27 dell'S" regg1mento artigliena della Divisione Pasubto nel bacmo minerario del Donez.
Il Generale Messe impart1sce ord1n1 ad ufhc1ali per la conquista d1 Pavlograd. Ottobre 1941 .
Centro d1 collegamenti avanzato zona del Donez. 1941 - 1942.
Difficoltà di marcia degl1 automezzi sulle vie d1 comuniCazione impantanate. Autunno 1941 .
Osservatorio deii'B · reggimento artiglieria divisionale Pasubio durante il combattimento d1 Zaritc1anka. Settembre 1941 .
Fanti in azione su di un corso d 'acqua gelato.
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Postazione protetta con tronchi d'albero. Inverno 1941 - 1942.
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Cavalleria in azione tra le macerie.
Alpini del battaglione sciatori Monte Cervino.
Lanciafiamme sul ghiaccio.
Pezzo controcarro da 47/32 .n azione sulla neve.
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Mortaio da 81 in azione.
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Fant1 in trincea.
AZIOne d1 pattuglie m un abitato.
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Stamperia del giornale del CSIR « Dovunque».
Ingresso ad un elemento d1 caposaldo.
Il regg1mento artiglieria a cavallo trans1ta sul ponte d1 equ1paggio sul Donez. a Luganskaja. Luglio 1942.
l fanti della Divisione Torino dividono il rancio con
bambini russi.
Colonna d1 tant1 nel centro di Voroscilovgrad Luglio 1942.
Targhe stradali italiane e tedesche.
Il Comandante deii'S• Armata. Generale Ganboldr, a colloquio con il Comandante del Il Corpo d'Armata. Generale Zanghieri, ed ìl Ca po di S.M. della Divisione Storzesca. Ten. Colonnello Flore. Ponte di Luganskaja . fine luglio 1942.
Osservatorio di artiglieria '" un molrno a vento della zona del Don.
Il corso del Don nel settore della DiviSione Tonno.
Paese della sponda destra del Don.
Ltnea pezz1 della 1·' battena d1 cannon1 controcarro da 75/ 32 (mod. 37) del l gruppo del 201" reggimento artiglieria.
Posto comando del battaglione alp1ni Gemona (Divisione Julia) . Dicembre 1942.
Riunione d1 un reparto sov1etico per l'orientamento sull'offensiva contro 1'8• Armata italiana, nel dicembre 1942.
Fanteria soviet1ca in combattimento per la conquista di Tcertkovo. Dicembre 1942 - gennaio 1943.
INDICI
46. - U.S.
INDICE DEI DOCUMENTI (l numeri in con i vo < trJ parente; i indicano le pagine del testo dove i documenti w no citati)
Doc. n.
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Telegramma (21 aprile 1941) deii'Addeuo Militare a Bucarest (34) 2 - Telegramma (7 maggio 1941) delJ'Addetto Militare a Hcrlino (34) . Rapporto (30 maggio 1941) dell'Addcuo Militare a ) Berlino sull'eventual ità di un'azione militare tedesca contro I"URSS (34) 4 - Telegramma (•3 giugno 1941) dell'Ufficio dell'Addetto Militare a Berlino (]5) . Telegramma (• 7 giugno 1941) dell'Addetto Militare 5. a Berlino (36) 6 • Telegramma (20 giugno 1941) dell'Addetto Militare a Hcrlino (36) . Stralcio Diario Cavallero, 30 maggio 1941 (71) 7 8 . Stralcio Diario Cavallero, 9 giugno 1941 (72) . 9 - Stralcio Diario Cavallero, 15 giugno 1941 (72) . IO • Stralcio Diario Cavallero, 17 giugno 1941 (72) . l l • Stralcio Diario Cavallero, 19 giugno '94' (72) . 12 • Stralcio Diario Cavallero, 20 giugno 1941 (72). I3 • Stralcio Diario Cavallero, 21 giugno 1941 (72) . I 4 • Stralcio Diario Cavallero, 21 giugno 1941 (74) . 15 Stralcio Diario Cavallero, 22 giugno 1941 (74) . t6 • Stralcio Diario Ca'allero, 24 giugno 1941 {74) . 17 Stralcio Diario Cavallero, 27 giugno 1941 {74) . 18 • Stralcio Diario Cavallero, 28 giugno 1941 (74). '9 • Stralcio Diario Cavallero, 29 giugno 1941 (74) . 20 - Quadro di battaglia del CSIR al r 0 agosto 1941 (74) 21 • Composizione del CSIR (luglio 1941 · marzo 1942) (74) 22 . Ripartizione per calibri delle bocche da fuoco di arti· glieria del CSlR (74) . . . . . . . . . . . . 23 • Stralcio Diario Cavallero, 25 luglio 1941 (78) . 24 • Ordine per l'autotrasporto della Divisione Pasubio (26 luglio 1941) (85) . l
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(1941 -1941)
25 - Ordine (31 luglio 1941) del Comando 11a Armata tedesca per accelerazione delravanzata del CSIR (86) 26 - Ordine d'Operazioni n. 4 (2 agosto 1941) del Comando CSTR (86) 27 - Relazione sui combattimenti sostenuti dall'So" reggimento fanteria Roma (1 1- 12 a~osto 1941) (89). 28 - Ordine del giorno (21 agosto 1941) del Comandante del m Corpo d 'Armata tedesco (93) . 29 - Lettera (9 settembre 1941) del Comandante del III Corpo d'Armata tedesco al Comandante del CSIR {96) 30- Ordine d'Operazioni n. 16 (16 settembre 1941) del Comando CSIR (97) 31 - Ordine d'Operazioni n. 21 (1" ottobre 1941) del Comando CSIR (Io5) p - Ordine d'Operazioni n. 22 (4 ottobre 1941) Jcl Comando CSIR ( 1 o6) B - Elogio del Comandante della 1<}8'' Divisione tedesca alle Unità italiane partecipanti all'occupazione di Pawlograd ( 108) H - Fonogramma (r2 ottobre 1941) del Comando CSIR (l II) 35 - Ordine d'Operazioni n. 23 (13 ottobre 1941) del Comando CSTR (ui) 36- Ordine d'Operazioni n. 26 ( 16 ottobre 1941) del Comando CSIR (I I 3) 37 - Ordine d'Operazioni n. 38 ( 14 novembre 1941) del Comando CSIR (127) 38 - OrJine del giorno (24 novembre 1941) del Comando T" Armata corazzata tedesca (I JO) . .39- Ordine d'Operazioni n. 41 {3 dicembre 1941) del Comando CSIR (135) 40 - Direttive del Comando CSIR (4 dicembre 1941) per l'offensiva di Chazepetowka (135)
41 - Ordine del 17 dicembre 1941 del Comando 1" Armata coraz7.ata tedesca (I45) 42 - Orientamenti operativi (24 dicembre 1941) del Comando CSlR (154) 4i - Stralcio Diario Cavallero, 13 - 26 luglio 1941 (181) 44 - Memoria del Capo del Governo sulla situazione politico - mi litare (24 lu~l io 1941) (I BI) . 45 - Stralcio Diario Cavallero, 1" - 31 agosw 1941 (181) 46 - Lettera (2 a~osto 1941) del Maresciallo Keitel al Generale Ca va Il ero ( 18 1)
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41! - Stralcio Diario Cavallero, 5 senembre- 31 ottobre '94' ( 182) 49 - Appunto (23 ottobre 1941) dell'Uffìcio Ordinamento del Comando Supremo sull'invio di nuove Unità al fronte russo (182) .
50 - Riassunto di lettera (30 dicembre 1941) diretta da Hitler a Musso! in i ( 183) 51 - Stralcio Diario Cavallero, 2 dicembre 1941 - 30 gennaio 1942 (184) )2 - Sintesi di colloquio (27 gennaio 1942) tra il Capo di Stato Maggiore Generale ed il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito (184)
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53 Stralcio Diario Cavallero, 5-28 febbraio 1942 (184) 54 - Unità comprese nell 'S" Armata (186) .
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56 - Ripartizione per calibri delle bocche da fuoco di artiglieria delr8• Armata (193)
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47 - Verbale di colloquio (25 agosto 1941) tra il Generale Cavallero ed il Maresciallo Keitel (182) .
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Quadro di battaglia dell'S" Armata (186) .
57 - Varianti alla costituzione delle Unità italiane combattenti al fronte russo (luglio 1942) (194) .
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s8 - Circolare n. r8goo (21 settembre 1941) dello S.M. R.E.- Procc.:dimenti d'impiego alla fronte russa (194)
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59 - Schieramento d'artiglieria attuato per l'azione nel bacino minerario del Mius (9 luglio 1942) (202) .
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6o - Diretti\e operative del Comando CSIR per l'azione nel bacino minerario del Mius (9 luglio 1942) (2o2) 6r - Direttive opc.:rative del Comando CSIR per l'azione nel bacino minerario dci Mius (10 luglio 1942) (202) 62 - Ordine del Comando del Gruppo di Armate " A " tedesco per l'avanzata dciJ'S• Armata al Don (23 luglio HJ42) (2o8) .
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Telegramma del Capo di Stato Maggiore Generale all'Addetto Militare a Berlino per Unità tedesche in rinforzo ali'S• Armata (3 agosto 1942) (211) .
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64 - Stralcio Diario Cavallero, 25 luglio 1942 (211) .
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65 - Ordine di Operazioni (27 luglio 1942) dell'8• Armata per lo schieramento sul Don (21 2)
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66 - Dispo~izioni panicolareggiate (29 luglio 1942) del Comando 8" Armata per lo schieramento sul Don (21 j) 67 - Disposizioni (r o agosto 1942) del Il Corpo d'Armata per l'occupazione della linea di combattimento sul Don (21~)
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Le operazioni delle unità ita!tane al fronte russo (1941- 1943)
726
Doc. n. 68 - Disposizioni (2 agosto 1942) del Comando S• Armata per la difesa del Don (due allegati) (213, JI 1) H » 69- Disposizioni (7 agosto 1942) del XXXV Corpo d'Armata- CSIR per l"occupazione della linea di combanimento sul Don (214) . "
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70 - Ordine di Operazioni (28 luglio 1942) del Comando XVII Corpo d'Armata tedesco per operazioni nell"ansa di Serafimowitsch (219) .
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71 -Schizzo topografico rinvenuto a Bobrowskij (3 agosto 1942) sul cadavere di un ufficiale russo (225).
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72 - Ordine del giorno (14 agosto 1942) del Comando XVII Corpo d'Armata tedesco per salutare la 3• D ivisione Celere (230) .
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75 - Relazione (19 agosto 1942) de l Dirigente del Servizio Sanitario del 6' reggimento bersaglieri sulle condizioni fisiche dei militari (2p) .
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74 - Ordine di Operazion i (21 agosto 1942) del Comandlo Divisione Sforzesca (2 58) . 75 - Ordine (25 agosto 1942) del Comando 8• Armata al Comando XXXV Corpo d'Armata - CSIR per proibire arretramenti della linea (271) .
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76 - Telegramma (25 agosto 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata- CSIR al Comando 8• Armata (272)
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77 - Verbale di conversazione (26 agosto 1942) tra il Comandante del XXXV Corpo d'Armata- CSIR e !'ufficiale capo nucleo di collegamento tedesco (274)
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78 - Telegramma (26 agosto 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata-CSIR al Comando 8" Armata (274)
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79 - Telegramma (26 agosto 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata-CSIR al Comando 8• Armata (274)
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Ho - Ordine (26 agosto r942) del Comando 8• Armata per mutamento di dipendenze di (;randi Unità (274)
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H1 - Rapporto (27 settembre 1942) del Comandante della 3" D ivisione Celere sul passaggio di dipendenze della Divisione (277) 82 - Verbale di comunicazione telefonica (3o agosto 1942) tra il Capo Ufficio Operazioni Comando XXXV Corpo d'Armat:.t e il Capo Uflìcio Operazion i Comando 8• Armata (281)
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83 - Ordine (31 agosto 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata per esecuzione di azione controffensiva ~8~ 84 - Verbale di comunicazione telefonica (31 ago~to 1942) tra il Capo di Stato Maggiore Comando XXXV Corpo d'Armata c il Comandante de lla Divisione Sforzesca (283)
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Doc. n. 85 - Ordine di Operazioni n. 5 (31 agosto 1942) del Comando Divisione Sforusca per azione controffensiva (283) . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 673 " " 86 • Comunicazione (2 settembre 1942) del (:Qmando raggruppamento a cavallo circa svolgimento azione r" settembre (285) . . . . . . . . . . . . >> 674 >> >> 87 - Cralrco dell'afflusso in linea dei battaglioni sovietici contro le Unità del XXXV (:Qrpo d'Armata nella la battaglia difensiva del Don (289) . . Fra le pagg. 674 • 675 >> " 88 · !Fonogramma (5 settembre 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata· CSIR ai Comandi delle Divisioni dipendenti per il rafforzamento delle posizioni difensive (295) . . . . . . . . . . . Pag. 675 " " 89 • Rapporto (7 settembre 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata- CSIR al (:Qmando ga Armata sulla difesa del settore Bolschoj (295) . . . . . » 675 " " 90 • Rapporto (9 settembre 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata · CSIR al Comando 8" Armata sulla capacità combattiva della 3"' Divisione Celere (295) >J 677 ,, 91 - Fotografia aerea dell'ansa di Vcrhnij Mamon (297, 30 3) . . . . . . . . . . . . . Fra le pagg. 6]8 · 679 " " 92 • Ordine di Operazioni n. r (14 ottobre 1942) del (:Q. mando Supremo dell'Esercito tedesco per la condOlta della campagna invernale 1942 · 1943 (304, 309) Pag. 679 )) " 93 • Ordini (6 agosto 1942) del Comando 8a Armata sull'impiego del Corpo d'Armata Alpino (Jo6) . . . » 684 » " 94 - Ordine (19 ago~to 1942) del (:Qmando Gruppo Armate « A >> tedesco per lo spostamento del Corpo d'Armata Alpino (Jo6) . . . . . . . . . . n 685 >• " 95 - Promemoria (4 settembre 1942) del (:Qmandante del Corpo d'Armata Alpino al Comandante dell'8• Ar>> 686 mata (307) . . . . . . . . . . . . . . . >• , r:f> • Risposta del Comandante dell'Sa Armata (6 settem" 61!7 bre 1942) (;cq) . . . . . . . . . . . . . >• " 97 - Ordini (13 settembre 1942) del Comando sa Armata per schieramento e compiti del (:Qrpo d'Armata Alpino (307) . . . . . . . . . . . . . . " 687 ,, 98 - Disposizioni operative (6 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate « B >> tedesco con allegato ordi» 688 ne del Comando Supremo dell'Esercito tedesco (337) >• >• 99 • Comunicazione (15 dicembre 1942) del Comando 8• Armata al Comando Gruppo Armate « 13 >> tede» 691 sco sulla situazione operativa (349) . . . . . . " , 100 - Ordine (8 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate cc B ,, tedesco al Comando 8• Armata per assegnazione cd impiego della 385a Divisione tedesca (349) - · · · · · . . . . . . . . . . . >• G91
Le Ofl{Tazioni delle unJIIÌ italiane al fronte russo { 1941 - 1943)
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Doc. n. 101 - Ordine (9 dicembre 1942) del Comando 8" Armata per assegnazione della 385a Divisione al Comando del Corpo d'Armata Alpino (349) . " " 102 - Ordine (8 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate << B >> tedesco al Comando 8a Armata per assegnazione cd impiego della 27" Divisione corazzata tedesca (349) " ,, 103 - Ordine (9 dicembre 1942) del Comando 8" Armata per assegnazione della 27"' Divisione corazzata tede· sca al II Corpo d'Armata (349) .
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Armate << B » tedesco per impiego delle Divisioni tedesche 385• e 27• corazzata (349) . •• 105 - Ordine (17 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate " B » tedesco al Comando 8' Armata per riepilogare le decisioni della giornata (367) . " 106 - Ordine (19 dicembre 19~2) del Comando 8' Armata al Comando II Corpo d'Armata per sostituzione nella responsabilità operati,·a ( ?81)
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al Comando del Gruppo Armate " B n tedesco sul la situazione nel settore (405) . " 108 - Ordini (2 gennaio 1943) del Comando Gruppo Armate « B » tedesco per assegnare compiti operativi all'8• Armata (405)
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" 109 - Ordine del giorno (30 dicembre 1942) del Comando
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XXIX Corpo d'Armata tedesco per salutare la Div isione Sforzesca (409) " 110 - Ordini (22 dicembre 1942) del Comando 11 Corpo d'Armata per la d ifesa della testa di ponte di Voroscilovgrad (41 6)
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111 - Ordini (22 d icembre 1942) del Comando Il Corpo d'Armata per la difesa della testa di ponte di Voroscilovgrad (416) 112 - Ordini (23 dicembre 1942) del Comando 8' Armat:J al Comando Il Corpo d'Armata per difesa testa di ponte di Voroscilovgrad (417) 11 ~ - Ordini (23 dicembre 1942) del Comando ga Armat::t al Comando Il Corpo d'Armata per d ifesa testa di ponte di Voroscilovgrad (417) .
" 114 - Rapporto (24 dicembre 1942) del Comando Il Corpo d'Armata al Comando 8• Armata sulla difesa della testa di ponte di Voroscilovgrad (417) . "
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107 - Rapporto ( 1" gennaio 1943) del Comando 8• Armata
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" 104 - Ordine (15 dicembre 1942) del Comando Gruppo
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1rs - Rapporto (27 dicembre 1942) del Comando 11 Corpo d'Armata al Comando 8 Armata sulla sosti[Uzione del tratto di sponda del Donez d ifeso dalla Divisione
Ravenna (417) .
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Indice dei documenti
729
Doc. n. 116 - Ordine (27 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate « B » tedesco per la condotta dci combattim enti tra Done7. e Don (417) . >• » 117 - Ordine (17 gennaio 1943) del Comando Gruppo Armate " B >> tedesco per l' impiego del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco (427) . )) )) II8 - Ordine (16 gennaio 1943) del Comando Armata al Comando Corpo d 'Armata Alpino per la prosec uzione della difesa della linea del Don (428) . » " 119 - Ordine (17 gennaio 1943) del Comando del Corpo d'Armata Alpino per il ripiegamenro delle Divisioni dipendenti (4 ]4) 120- Conferma ordini verbali (18 gennaio 1943) del Comando Corpo d'Armata Alpino per il ripicgamenro dalla linea del Don (435) . >o » 121 - Ordini (2~ dicl•mbre 1942) del Comando gn Armata per il riordinamento delle Uni tà (466) . " " 122 - Ordini (26 dicembre 1942) del Comando 8"' Armata per il riordinamento delle Unità (467) . " " 123 - Rapporto (!l febbraio 1943) del Comando !l" Armata al Comando del Gruppo Armate 11 B » tedesco sullo spostamenro delle Unità nella zona di riordinamen to (471) >o " 124 - Ordine (20 febbraio 1943) del Comando Supremo italiano per il riordinamento e la permanenza del II Corpo d'Armata al fronte russo (472) , 125 - Ordine (2 marzo 1943) del Comando 8• Armata Uff. Servizi - per la uti lizzaziOne d 1 quadrupedi, autome:.:::zi c materiali Jeìle Unità desti n<Jte al rimpatrio (472) . " " 126 - Ordine (12 aprile 1943) del Comando Supremo Italiano per il rimpatrio del II Corpo d'Armata dal fronte rus~o (·17-1)
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INDICE DEI DISEGNI (a fwe <olume)
(l numeri in cor>i' o ~ trJ parcnlc'i indictmo le pagine del tt·, to dove i documenti sono cit.lll)
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t - Obiettivi delle forze tedesche (19, 23, 36). 2 - Confini dell'U.R.S.S. (1938- 1941) e " Linea StaJin " (20). 3 - Le forze contrapposte al 22 giugno 1941 (22). 4 - Zone di ~carico c di raccolta delle unid del CSIR per l'avvio alla zona di schieramento (79, 8o). 5 - Il CSTR dalla zona di radunata (Moldavia Romena) al bacino minerario del Donez (12 luglio 1941 - 8 luglio 1942) (82). 6 - Situazione delle forze alleate tra Oniestr e Bug (6 agosto
' 9·P) (87). Mo,·imento ddla " Pasubio >> tra Dniester e Bug (88). 8 - Dislocazione del CSIR alla data 13 agosto 194r (90). 9 - La manovra di Petrikovka (28 - 30 settembre 1941) (98, 99, 7
/01 ).
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L'avanzata c lo schieramento al Volrsctja dopo la manovra di Petrikovb (105, 107, 108). Il - Le operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez ( I l O, I l / ' l l 2, l I s). 12 - Le operazioni per la conquista di Rykovo- Gorlovka (t - 2 novembre 194 1), Nikitovka (6- 12 novembre 1941) ( 1 '7, 119). Le operazioni dopo la conquista di Gorlovka e Rykovo (120). q Il L'offensiva di Chazepetovka (6- 14 dicembre 1941) ('JJ). '4 La battaglia eh 'a tale - L 'attacco russo: 25 - 27 dicembre l') 1941 ( l jj). t6 - La battaglia di Natale - La controffensiva italiana: 28 ~ r dice mbre t94' (157). n 17 - Offensiva russa di lz jum e controffensiva germanica (gctlnaio-febbraio 1942) (162). >1 t~ - Controffensiva germanica per la re~cissione della ~acca d i lzjum (17 - 28 magg io 1942) ( 173). " 19 - Situazione del CS!R ore O dell'8 luglio 1942 (177). » 20 - Itinerari di trasferimento dell'Sa Armata (giugno- agosto 1942) ( 196). ,, 21 - Operazioni per la conquista del bacino m inerario del MiusKrasnyj Luch (t t - 16 luglio 1942) (20j). )l
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10 -
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( '94'- 1943)
Disegno n. 22 - La conquista del bacino minerario del Mius - Krasnyj Luch (17 · 20 luglio 1942) (2o6). " " 23 - Operazioni nell'ansa di Serafimovic (_~1 luglio - 1° agosto 1942)
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(217)'' 24 - Schieramento sul Don del XXXV Corpo d'Armata· CSIR alle ore 18 del 13 :lgosto 1942 (235, 247). " 25 - Comando 8' Armata - Carta geologica militare della riva ovest del Don (237, 513). " 26 - L'S·• Armata italiana nella , .• battaglia difensiva del Don (20 agosto- 1 " settembre) - Le forze contrapposte (239, 244). " 27 - La 1" b:~nagl ia d ifens iva del Don - 1• fase (2o · 22 agosto 1942) - L'urto iniziale russo (250). " 28 - Prima bauaglia difensiva del Don - Operazioni sul fronte della Divisione (( Ravenna >> ( Il C./\.) (20 - 24 agosto 1942) (25J). " 29 - Prima battaglia difensi\·a del Don - Il contrattacco italiano (2~ - 24 agosto 1942) (262). >• 30 - La r• battaglia difensiva del Don - 2'' fase ( 25- 31 agosto) Ripresa dell'azione russa (267). del XXXV Corpo d'Armata - CSTR alla conclusione della r• battaglia difensiva del Don (1" settembre 1942) L'arresto dell'offensiva (27J). " 32 - l combattimenti del l' 1 1 c del 12 scltcmbre 1942 sul fronte del Il Corpo d'Armata (297). " B - Articolazione dello schicramenco dell'!!' Armata (1" novem brc 1942) (~OJ). " 34 - Situazione deli'S• Armata al ro dicembre 1942 (JI8). " r; - Passaggi sul fiume Don costruiti dai sovietici (alla data del 10 d icembre 1942) (]2 3). " 36 - Seconda battaglia difensiva del Don (dicembre 1942) - Le forze contrapposte nel settore di rottura (13. J24• 459). " {7 - Schema dci piani operativi sovietici « Saturno 11 e " Piccolo Saturno '' (dicembre 1942) (]3), JJ6). " 38 - Seconda battaglia difensiva del Don <( Fase d i logoramenro 11 ( 11 - 15 dicem bre 1942) (nB). " 39 - Seconda battaglia difensiva del Don - « Fase di rottura " (16- 19 dicembre 1942) (554, 459). " 40 - Ripiega mento del centro e della destra (19 - 22 d icembre 1942) - Ricostituzione di una linea difensiva (23 dicembre - 8 gen naio 1943) (387. 4oo). u 41 - La D ivisione " Rave nna l> alla d ifesa di Voroscilovgrad c di U•l settore del Doncz (22 dicemhre t9f2 24 gennaio 1943) (416). •• 42 - Schema dell'Operazione sovretrca " Ostrogozsk - Rossosc " (13 - 27 gennaio 1943) (421 ). " 43 - Il ripiegamento del Corpo d'Armata Alpino e i combattimenti per uscire dalla sacca ( 16 - 26 gennaio 1943) (433). "
)1 - Situazione
INDICE DELLE UNITA' E DEI REPARTI ITALIANI CITATI NEL TESTO
Comando Supremo, pagg.: 7'· 78, 86, 88. gr, 124, '7'· 172, 181. 182, 184, 187, rgo, 2t r , 217, 246, 472, 474· sro. 8" Armata, pagg.: n, 12. q, 15, 2.h 27, 28, llo, 82, 177, 18r, r84, 185, 186, 187, r88, 189, rgo, 191, 192, 193, 194, 195, 19(5, 197, 199, 200, 201, 202, 20], 208, 21 l , 2!2, 21), 215, 216, 21], 218, 219, 223, 227, 228, 230, 231, 232, 233· 234, 235, 237, 239, 240. 241, 242, 244, 245, 246, 249, 250, 258, 269, 271, 272, 273· 274· 280, 28~. 286, 291, 292, 294, 29), 300, 301, 302, 303, 304, 300, 307· 308, 309, 311, 312, 317, Jdl, 319, 320, 324, 32), 326, 327, 329, 330, 33T, 332, B4· 335, 336, 337• 338, .B9· 340, 343• 345, 346, 349• 351, 354, 357, 300, 362, 363, 364, 367, 368, 373• 3]'), 376, 3i7• 378, 381, 382, 383, 384, 387, 388, 390, 396· 399· 400, 4<>4· 40), 406, 411, 4 12, 413, 41), 416, 4'7• 421, 42 2• 423· 424· 42), 426, 427, 428, 429, 430, 431, 434· 445· 446, 450, 45'· 453· 454· 455· 456, 461, 463, 465. 466, 467. 468, 469, 470, 471, 472, 473· 474· 478, 479· 480, 487, 488, 489, 490· 49~· 495· 491!· 504, SO), so6, 508, 509, )IO, 511, )12, 514, 515, 5 16. U:-.rTÀ mRETTi\~rF;o.;TE mPE~DEl"TI
Divisione di falllena Vicen~a (156"), pagg.: 13, 27, r87, 189, 192, 325, 376, 389, 42). 43'· 4~'i· 4~6. 437· 438, 439· 440, 44'· 442, 443· 444> 445· 446, 448, 462, 492, 495= XXV! battaglione carabinieri , pag. 431. 277" reggimento fanteria, pagg.: 376, 437· 443, 444• 492, 495: TI battaglione, pag. 443· lll battagl ione, pag. 437· 278• reggimento fanteria, pagg.: 376, 444• 492, 495· CLVI battaglione mitraglieri, pagg. : 437, 443, 444· CIX battaglione mitraglieri, pag. 185. battaglione alpini ~ciatori M. Cer\'ino », pagg.: 166, r69, 170, 173, ' 74• r85, T99, 201, 2)8, 260, 263, 272, 278, 308, 324, 357, 300, 365, 367, 40 l, 426, 495· Avt,.erJen::::a. • r.e u11i1à citate nd testo >ono raggruppate secondo la loro dipcndcnz.• orga· nica. 'eguendo l'ordim· dd « qu;lclro di hatt.lglia ddl'k" Armata " (Documento n. 55), al di funn di ogni cunting<·mc dipcndcnzJ ~:mica. l ri(erimcnu ;li comandanti od ai comandi delle un1t.'1 'ono compcc~i ndl.• voce rciJtl\a all'urm:, stessa.
7 34
Le operazioni delle unità italtane al fronte russo ( 1941- 1 943) _.:...=..:..____
_
raggruppamento a cavallo, pagg.: 171, 173, 174, 176, r8;, 199, 201, 206, 207, 244· 254· 256, 257· 2)9> 26o, 262, 263, 266, 270, 271, 275· 276, 28!, 283, 292, 29), 2g6, 324, 469> 470, 472, 496, 499· 509: reggimen to « Savoia Cavalleria l>, pagg.: 81, 111, 113, u7, 13.3, 135, 138, 148, 171, 199, 243, 2)T, 252, 2)6, 257, 258, 26o, 264, 265, 266, 267, 268, 271, 275· 278, 308, 491, 496· reggimento « Lancieri di Nova ra», pagg. : 8r, 97, rrr, 113, I1 4, 117, 119, 122, 131, 133, 136, 137. 141, 163, r66, r6], 171, 199, 256, 258, 259· 26o, 264, 270, 271, 276, 279· 294, 308, 491, 496· 9" raggruppamento artiglieria d'Armata, pagg.: r85, 1()0, 202, 324, .P5· )26, 331, 491, 498: XXIV gruppo cannoni da 149/ 28, pagg.: 190, 324. L gruppo cannoni da 149/ 28, pagg. : 190, 326. XXXI gruppo cannoni da 149 ' 40, pagg.: '90• 325, .H I, 356. XXXII gruppo cannoni da 149/40, pagg.: 190, 324. XXXIV gruppo cannoni da 149/ 40, pagg.: 185, 190, p6. LXXIII gruppo obici da 210, 22, pagg.: 190, _326, 371. 14" re parto specialisti di artiglieria, pag. 43 r. reggimento artiglieria a cavallo, pagg.: 81, 129, 133, 134, 138, 143. 147, 171, 191, 199, 202, 20), 255· 256, 257· 308, 324, 376, 437· 444> 491, 499= l gruppo cannoni da 75/27, pagg.: 25 1, 308. II gruppo cannoni da 75/ 27, pagg.: 134, 2..1), 266, 308. II I gruppo cannoni da 75/ 27, pagg.: 138, 143, 20), 247, 270, 308. 201" reggimento artiglieria motorizzato, pagg. : 191, 192, 213, 251, 268, 319,
32 5· 33 1 • 491 • 499= l gruppo cannoni da 75/32, pagg.: 268, 319, 361. II I gruppo cannoni da 75/ 32, pagg.: 319, 325, 331. 375· 4'' raggruppamento artiglieria contraerei, pagg.: 491, 499: IV g ruppo cannoni da 75 / 46, pagg.: 133, 210. XIX gruppo cannoni da 75 ' 46, pagg.: 13.3• 47 r. XXXV l gruppo cannoni da 75 1 ~6, pag. 431. XXVI battagl ione artieri, pagg.: 431, 499· I battaglione pontieri, pagg.: 94, 102,108, 112, 164, r65. 209,210,216, 490· H battagl ione ponticri, pag. 216. IX battaglione pontieri, pagg.: 94• 102, 164, r6;, 209, 210, 216, 26o, 276, 370, 375• 499· 500. 101"' compagnia traghettatori, pagg.: 319, 325. X battaglione ferrovieri, pag. 500. XL battaglione lavoratori, pag. 500. II Co rpo d'Armata, pagg.: 12, 184, 185, 186, 188, 189, 191, 193, 194, 195, 1g6, IfJl, 198, 199· 200, 202, 208, 209, 211, 212, 213, 214, 215, 238, 239· 240, 242, 253· 258, 26 1, 262, 26), 26g, 273· 285, 292, 29(}, 297· 298, 300, 301, 303, 304, 307, 319, 320, 322• 323· 325, 327· p8, 331, 332• J)8, 339> 341, 343· 344· 346, 349· 350, 351, 352, 353· 354· 355· 356, 357· 359· 360, 361' 363, 364, 365, 366, 367, 368, 371' 373· 374· 375· 376, 377· 378, 381' 382, 383, 389, 400, 401, 406, 407, 414, 415, 416, 417, 421, 451, 453· 454· 459· 46o, 463, 466, 467, 468, 469, 470, 47 1, 472, 473· 474· 479· 480, 498.
lndiu de/le unità e Ù1 reparti italiani citati nel testo
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U-:1TÀ DIRETT\\IE::-:TE DIPE:-;o~::::-:n
[[ battaglione mitraglieri, pag. '97· CII battaglione mitraglieri, pag. 359· XXXII battaglione controcarro da 47/ 32, pagg.: 33 ' • 375· II battaglione guastatori di fanteria, pagg.: 197, 325, 353• 375· 2° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata, pagg.: 191, 202, 265, 325, 331, 363, 49'· 498: XXIII gruppo cannoni da 105 / 28, pagg.: 265, 402. CXXIll wuppo obici da 149/ 13, pagg.: 363, 366. 52" batteria cannoni controaerei da 20 mm, pag. 375· XV battaglione anieri, pagg.: 209, 375· 2a compagnia chimica, pagg.: 197, 353, 375· 4" compagnia lanciafiamme, pag. 197. :;• compagnia lanciafiamme, pag. 197. raggruppamento camicie nere « 23 Marzo H , pagg.: 198, 213, 325, 331, 473: gruppo battaglioni cc. nn. « Valle Scrivia », pagg.: 253, 261, 300, 340, 345= V battaglione cc. nn., pagg.: 253• 300, 340, 342· XXXIV battaglione cc.nn., pagg.: 253, 26r, 340, 345· gruppo battaglioni cc.nn. « Leonessa », pagg.: 262, 298, 300, 340, 344• 346, 347· 349· 3)1. ~57· 365, 374= XIV battaglione cc.nn .. pagg.: 298, 344• 347• 349· XV battaglione cc.nn., pagg.: 262, 300, 340, 346, 347· 4a compagnia ricuperi, pag. 197.
Dwuione di fanteria Sforzesca ( 2a), pagg.: 13, 27, 28, 192, 197, 198, 199, 200, 201, 203, 204, 206, 207, 211, 212, 230, 232, 235· 239· 243· 244· 246, 247, 249, 250, 25t, 252, 254, 255, 257, 258, 259, 260, 261, 262, 270, 273, 274· 276, 278, 283, 284. 286. 287. 288, 291, 292, 293· 295· 296, 301, 302, 303, 318, 319, J26. 369, 371, 372• 38o, 3!h, 387, 392, 394> 395· 396· 398· 399· 400, 406, 407, 409, 467, 468, 47°· 47 1 • 489. 49 1• 493· 497· 507· 509: 5" sezione motori7.zata carabinieri, pag. 197. 53" reggimento fanteria (( Umbria », pagg.: 192, 247, 250, 251, 252, 254· 255· 2)6, 257· 2)8, 275· 326, 399· 491, 493= l battaglione, pagg.: 247, 250, 252, 254, 255, 399· II battaglione, pagg.: 254, 257, 272. III battaglione, pagg.: 254, 255, 256, 373, 381. 54" reggimento fanteria << Umbria n, pagg.: 192, 197, 246, 247, 249, 250, 251, 252, 254· 255· 259· 260, 276, 279· 280, 319, 326, 399· 491, 493= l battaglione, pagg.: 243, 251, 252, 254, 258, 259, 276, 278, 284. TI battaglione, pagg.: 246, 249, 250, 251, 252, 259, 26o, 275, 278, 284, 319, 373· III battaglione, pagg.: 250, 251, 258, 259, 281, 284. Il battaglione mortai da 81, pagg.: 197, 373• 491. 2 a compagnia cannoni controcarro da 47/ 32, pag. 197. 1 7" reggimento artiglieria motorizzato, pagg. : 197, 255, 257, 262, 270, 326, 407, 471' 491' 497:
736
Le operazioni delle unittÌ italiane al frontt' russo ( 1941 - 1943) l gruppo cannoni da 105 / 28, pagg.: 255, 373· II gruppo obici da 75 / I'd, pagg.: 197, 471. 53" batteria cannoni controacrei da 20 mm, pag. 197. 6a sezione di sanità, pag. 197. 1 a sezione di sussistenza, pag. 1 97· 124' autosezione pesante, pag. 197. 192• autosezione pesante, pag. 197.
Divi.<iont' di famt"ria Ravenna ( 3• ), pagg.: 13, 27, 28, 192, 197, 198, 211, 212, 214, 2_39, 242, 244· 248, 249> 25)· 258, 26 1, 265, 269, 297· 299· 300, ~02, 303, 3'3· .V9· 320, 3 22· 323· 325· _328, 3 29· 331, H4· 335· 331l, 339· 340, .W ' 342, 344• 345· 347, 348, 350, 352, 353, 354, 355, 356, 357• 35!l, $59· 36o, 36r, 363, 36), 366, 367, 368, 369, 373• 374• 377> 31l4, 385, 394· 397· 400, 407, 410, 413, 4'4· 415, 4 16, 417, 418, 419, 420, 421 • 453· 454> 462, 46), 467, 46!l, 469, 470, 473· 491' 493· 4g8: 37'' reggimento fanteria cc Ravenna », pagg.: 192, 249, 253, 299, 325, 3.F• 342, 345· 366, 367, 4'4• 418, 454• 49'· 49J: I battaglione, pag. 418. Il battagl ione, pag. 353· 111 battaglione. pag. 299. 38" reggimento fanteria «Ravenna H, pagg.: 249, 302, 325, 33 1. 339· )42, 344· 350, 35 2• $53· 356, 358, 383· 418, 4'54> 491 ' 493: II battaglione, pag. 418. lll battaglione, pagg.: 261, 299, 300, 418, 420. l il banaglione mortai da 81, pagg.: 420, 491. r21° reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: 325, 491, 498. 18" compagnia artieri, pa~. 353· Divisione di fanteria Cosseria (5•), pagg.: 13, 27, 28, 76, 192, 199, 200, 210, 212, 214, 2!), 239· 244> 253· 258, 265, 269, 297· 2ryB, 299, 300, 302, 3' 9· _po, 322, 323, i25, 327, 329, 1V. 336, 338, 'HO, 34 r, 342, 343, 344• 346, 347· 348, 349· 350, 351, 352• 353· 354· .355· 356, 357· 358, 36), 36), 367, 368, 369, 373> 374· 375· 377· 384, 389, 393· 400, 405, 4'4· 415, 453· 454> 462, 463, 467, 468, 469, 470, 472, 473· 491, 49-h 495> 497= 89° reggimento fanteri:J cc Salerno ,, pagg.: 192, 269, 325, 33', 344, 357· 4 14· 4 15· 454· 49 1• 494= 1 batt:Jglione, pagg.: 357, 365, 375• 378. 11 battaglione, pagg.: W, 343· 344• 350, 357, 375, 378, 389, 393· l H battaglione, pagg.: 269, 298, 343, .H4• 357· 389, 393· <)O" reggimento bnteria <<Salerno », pagg.: 192, 325, 331, 347, 357, )84, 4'4· 415, 454· 467, 491, 495= 1 bauaglione, pagg.: 297, 298, 343, 351, 356, 365. Il battaglione, pagg.: 2g8, 341, 343· 344,347,351,365. 111 battaglione, pagg.: 253, 298, 320, 344, 347, 351, 365. CV b:Jnaglione mortai c.Ia 81, pagg.: 2g8, 36), 491. toSo reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: 298, 325, 415, 491, 497: I V gruppo cannoni da 105 / 28, pagg.: 298, 366. l gruppo obici da 75 / IS, pagg.: 365, 366.
Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.), pagg.: 11, 12, 13, 14, •5· 25, 26, 27, 36, 37, 40, 49, 7'• 72, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 8o, 81, 82, 83, 84,
Indice delle unità e dei reparti italiani citati nel testo
737
8;, 86, 87, 88, go, 9•' 92, 93· 94· 95· g6, 97· g8, 99· 102, 103, 104, IO), 106. 107, 108, 109, 110, I l i , 112, 113, l 14, I I), n6, l 17, n8, 119, 120, 121, 122. 123, 124, 12), 126, 127, !28, 130, '3'· 132, 133· 134· 135· 136, 139· 14 T, 142, 145· 146, 147· 149· 151, 152, 153· 154· 157· r6o, 163, 164, r6;, 166, 167, r68, 169, 170, 172, 173· •75· I76, 177> !81 , 182, 183, 184, 185, 186, 187, rgr, 192, 194, 195· 19(5, 199, 207, 211, 218, 290, 320, 477· 478, 479· 480, 487, 493· 504, ;o:;. ;o6. 507. ;o8, 509. 514, 516. XXXV Corpo d'Armata -CSIR, pagg.: Bo, 82, 177, 188, 189, 191 , 192, •93· 198, 199, 200, 20 1, 202, 203, 204, 206, 207, 208, 210, 2IJ , 212, 213, 214, 235· 238, 239, 243, 247, 248, 250, 251, 252, 253, 255, 257, 258, 200, 261, 262, 264, 26), 266, 267, 268, 26<;. 271, 272, 273· 276, 277, 278, 279· 28o, 281, 282, 283, 28), 287, 291' 294· 29). 2g6, 297· 30 1' 307, 318, 323, 325, 326, 337· 340, 342· 345· 348, 35~· 355· 3'57· ~61, 362, 364, 36?, 368, 370, 37 •· 375· 377· 378, 379· .384, 385, 387, 389. .wo. 393· 394· 397· 3gB, 399· 400, 407, 4•3· 451' 454· 466. 467, 468, 469. 470, 472, 473· 4g8. 507, 509.
U 'IITÀ DIRETTAMENTE 01 PENDENTI CIV battaglione mitraglieri, pagg.: 76, 319, 371.
Il battaglione cannoni controcarro da 47/ 32, pagg.: 76, 94, 97· XV battaglione guastatori di fanter ia, pagg.: 252, 254, 258, 326, 338, 343, 345· compagnia bersaglieri motociclisti, pagg.: 76, ss. 88, 89, 94> g8, 148. 173· 174· 275· 379· ~o" raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata, pagg.: 88, g6, 100, 107, 191' 202, 23!, ~26, 491' 4g8: LX gruppo cannoni da 105 / 32, pagg.: 138, 1 47· 172. LXI gruppo cannoni da IO) ! 32, pagg.: 133· 147· 172. LXII gruppo cannoni da 105 / 32, pagg.: q o, 147· 218. 226, 2_3J. <:15'' batteria cannoni controaerei da 20 mm, pag. 133. 97" batteria cannoni controaerei da 20 mm, pag. 133. IV battaglione artieri, pag. 353· 16• compagnia chimica, pagg.: 252, 254, 379· raggruppamt:nto camicie nere « 3 Gennaio », pagg.: 243, p6, 348, 362, ~79 : 63" Legione cc.nn. " Tagliamento >> (poi gruppo battaglioni cc.nn . << Tagliamento»), pagg.: 79· 94• 95• 97• 101, 107, !jl, 133, ' 34• 155, '57· 162, 17.3· '75· 203, 200, 2)1: LXIII battaglione cc. nn., pagg.: 139, •55• 159, 203, 25 1, 256, 258, 259· LXXIX bauaglione cc.nn., pagg.: •59• 251, 255, 257, 258, 259. LXIII bauaglione armi accompagnamento, pag. 259. gruppo battagliom cc.nn. " Montebello>>, pagg.: 297, 340, 362: vr battaglione cc.nn., pag. 342. XXX battaglione cc.nn., pagg.: 338, 340.
,.
Divisione d1 fa mena autotrasportabJ!e Pasub1o ( 9" ), pagg.: 13, 27, 28, 72· 73· 74· 75· 76, 79· H,, 83, 85, 86, 87, 88, 89, go, gr, 92, 93· 94, 95, g6, 97, 9H, 99, 100, Wl, 102, 105, 106,107, 108, 110, III, 112, 113, 11 4, ti),
47 - u.s.
738
u operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943) 117, II8, II9, 120, I22, 124, Iji, I32, 135, 136, I37• 139, I4I, 1,p, I.JS• 147, 148, 154, 156, 157• 158, 159, t6o, 164, 165, 166, 168, 169, 170, 172, 173, 175, I76, 192, 203, 204, 205, 206, 207, 211, 212, 228, 235, 239, 244, 247, 24H, 249, 250, 2)I, 253, 257, 259, 260, 261 , 262, 264, 265, 272, 275, 277, 279· 287, 289. 292, 25)6, 297, 302, 3t8, 323, ~26, 329, 337· 338, 340, )42, 345· 348, 353· 354· 355· 358, 361' 362, 364, 367, 369, 370, 37I' 375· 379, 384, 385, 387, 388, 390, W3• 394> ~97· 39R, W9· 400, 407, 409, 413, 467, 468, 470, 489, 49 2• 494· 497: 79° reggimento f:lnteria " Roma n, pagg.: 8I, 5)6, g8, 101, Io6, 107, 112, u3, II8, 119, I20, 121, 122, 123, 136, 137, 138, 139, 140, I4'· 142, l 43· 144· '45· 169, 192, 248, )02, 326, 3)8, 342, 362, 38s. 399· 407, 492, 494: l battaglione, pagg.: 122, 138, 141,262,275,340. II battaglione, pagg.: 122, 139, 144, 261, 262, 272, ~48, 370. III battaglione, pagg.: 122, 123, •39• 144, 261, 263, 272, 275, 277, 279· 348, ~70, 379· 8on reggimento fanteria << Roma », pagg.: 8I, 89, 5)6, 98, 101, II2, 118, 119, 12I, 122, 123, 126, I3S• 136, 137, 139, 142, 143, 144, 169, 175, 192, 248, 302, p6, 36 1, 362, 370, 37<), 3% 492, 494: l battaglione, pagg.: 89, I44• 175, 362, 370, 371, ~79· II battaglione, pagg.: 139, 248, 36I . lii battaglione, pagg.: 89, 139, 262, 36r. V b:maglione mortai da 81, pagg.: 76, 8g, 492. IX bauaglione morrai da 81, pagg.: 89, 385, 492· I4I• compagnia cannoni controcarro da 47(32, pagg.: 76, 89. 8° reggimento artiglieria moto rizzato, pagg.: 81, 89, 98, 169, 175, 326, 36I, 390· 394> 407, 492· 497: l gruppo obici da 100( r7, pagg.: 142, _362. II gruppo cannoni da 75/ 27, pagg.: 175, 370. III gruppo cannoni da 75/27, pagg.: 89, r69, 361 394· 73a batteria cannoni controcarro da 75/ 39• pag. 362. 309• batteria cannoni controaerei da 20 mm, pag. 362.
Divisione di fanteria autotrasportabile Torino (p"), pagg.: 13, 27, 28, 72, 73· 74• 75· 76, 79· 81, 83, 85, 86, 88, go, 91, 92, 93· 94> 95· 5)6, 97· 99· 100, 101, 102, IO), Io6, IlO, III, 113, I I), II7, I I<), 120, I28, I30, 13I, 133· 135· 137· I38, 1 39· 140, 14 I, 142, 143· 145· 147· 148, 154· 155· •56, 157· ' 58, 159· 16o, r6r, !66, 167, 168, 169, 170, 172, 175· 199· 203, 211 , 212, 239· 242, 244· 246, 249· 253· 200, 26), 272, 2 77· 302, 326, 355· 369, 370, 371, 379, 380, 38I, 38;, 386, 387, 390· 39I, 394· 395· 397· 398. 400, 407, 409, 410, 4 ' 3· 462, 467, 468, 470, 483, 489, 492, 494· 497: 81° reggimento fanter ia " Torino ll, pagg.: 8 r, 95· rfi, IO I, 120, 122, 128, 129, 137· 138, 139· 140, 141, 143· 144· rs8, r68, I6g, 175· 247· 200, 326, 395· 483, 492• 494: I battaglione, pagg.: 129, 1 37· lJ8, 144· r68, 260, 272, 275· 277, )62, 371. Il battaglione, pagg.: 129, I37• I38, 139· 141, 143· 175· III battaglione, pagg.: TOT, 122, 138, 144· 37°· 3g8. 82° reggimento fanteria ((Torino », pagg. : 81, 101, IlO, 120, 121, 128, 129, 130, 138, T39• 140, 141, 143, I)8, 16o. r69, 326, 394· 492, 494:
- -- --
Indice delle un1tà e dez reparti 1taha111 citati nel testo
7 39
l battaglione, pagg.: 129, 130, 138, 169, 246. 11 bauaglione, pagg.: 129, 138, •39• 143· III battaglione, pagg.: 130, 138, 246, 249, 371, 379, 385. XXVI battaglione mortai da 8r, pagg.: 76, 137, 143, 371, 492. Li l bauaglione mortai da 8r, pagg.: 173, 492. 171 ' compagnia cannoni controcarro da 47/ 32, pag. 76. 52" reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: 81, 95, 110, 129, 133· 138, 141, 14~, 147, 170, 175, 246, 260, 265, 326, 492, 497: T gruppo obici da 100 /17, pagg.: 129, 138, 141, L43· Il gruppo cannoni da 75 / 27, pagg.: 129, 138, 141, 143, 170, 175. Hl gruppo cannoni da 75 / 27, pagg.: 129, 130, q3, 147, 265.
3a Dit•ISIOI/e Ce!ert: J>nncipe Amedeo Duca d'Aosta, pagg.: 13, 27, 28, 74, 75, 76, 78, 79, So, 81, 83, 84, 86, 88, 90, gt, 92, 93, 94, 97, gS, 99, 100, 101, 10), 106. 10!!, IIO, ll1, 112, II3 1 114, Il), II7, 118, 119, 120, 122, 124, 128, 130, q•. 133· •34· •35· 139· 140, 142, 143· •45· 147· 148, 153· 154, 155, 156, •57· •:;8. r6o, 161, 162, 16), 167, 168, 170, 171, 173, 176, 184, 185. 187, 189. 191, 192, 200, 202, 203, 204, 205, 206, 207, 210, 211, 212, 21), 218, 2 19, 221, 222, 223, 224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232, 233. 241, 2.13, 245, 249, 258, 26o, 262, 263, 264, 268, 269, 270, 271, 272, 275. 276. 277. 279. 28o, 283, 289, 295, 2g6, 301, 302, 318, 319> 326, 342, )5). 355· 369, 371, 373· 380, 381, 384, 386, 38], )88, 391, 392, 394> 395· 397· 398, 400, 407, 41 3, 455· 467, 468, 470, 487, 489, 492, 495· 4g6, 497· 499: 3° reggimento bersaglieri, pagg.: 81, I l i , 114, 119, 120, 122, 123, 130, ''53· 155· 171, 2<-3, 204, 20), 218, 220, 22!, 222, 224, 225, 226, 228, 229, 231, 2.P• 263, 264, 2f.8, 278, 293, 326, 371, 372, 381, 387, 391, 392, 395· 3<J9· 483, 49 2• 495: x v lii battaglione bersaglieri, pagg.. 122, 139· l 55· l 56, 157· 159· 162, 170, 204, 222, 223, 224, 226, 229> 231, 232, 26.3, 268. 2g6, W5· XX bauaglione bersaglieri, pagg.: 101, 114, T 18, 122, 156, 157, 204, 222, 223, 225, 226, 227, 228, 229, 263, 2g6, 395· XXV banaglione bersaglieri, pagg.: 101, II4, 122, 156, 157, 20), 221, 222, 223, 224, 226, 229, 263, 272, 276, 2]8. 6° rcggimenw bersaglieri, pagg.: 165, 167, 171, 204, 205, 218, 220, 221, 222, 223, 224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 263, 204, 295, 326, 371, 372, 387, 39 1• 392, 395· 399· 407, 408, 471, 492, 495: 220, 222, V l banaglione bersaglieri, pagg.: 176, 177, 204, 223, 224, 227, 229, 231, 263, 2g6, 371, 372. xur battaglione bersaglieri, pagg.: 205, 220, 223, 224, 226, 228, 229, 26~. 268, 37 1, 372, 381. XIX battaglione bersaglieri, pagg.: 20), 220, 221, 223, 226, 229, 230, 263, 268, 371, 372. XL V I l battaglione bersaglieri motociclisti, pagg.: 171, 203, 204, 205, 218, 222, 22~, 224, 225, 226, 227, 229, 231' 232, 263, 272, 275· 29(5, 3 19, 326, 343· 353· 359· 371. IC battaglione mortai da 8r, pagg.: 171, 492. 172" compagnia ber~aglieri cannoni controcarro da 471p, pag. 76. 272' compagnia bersaglieri cannoni controcarro da 47 /_32, pag. 171.
zos,
4/· - U.S.
740
Le Oflerazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941- 1943)
LXVII battaglione bersaglieri corazzato, pagg.: 171, 192, 277, 283, 284, :~ry, 326, ~42, 356, 359, 371. XIII gruppo corazzato " Cavalleggeri di Alessandria u, pagg.: 171, 189, 3 19, 326, 343· 359· 371. JII gruppo carri L ' ~ .. san Giorgio », pagg.: 81, 163, r66, 17r, 185, 4<J6· 120" reggi mento artiglieria motorizz:no, pagg.: 165, r67, 171, 202, 203, 204, 2:>5, 218, 221, 222, 226, 229, 231. 264, 25)6, 326, 372, 395, 492, 497= l gruppo obici da wo / 17, pagg.: 204, 205, 226, 229, 372. Il gruppo cannoni da 75/ 27, pagg.: 20), 218, 221, 226, 231, 372. 395· Il! gruppo cannoni da 75 / 27, pagg.: 205, 222, 226, 268. 105' compagnia artieri, pag. 372. 73~ sezione di sanit~, pagg.: 218, 231, 39 1. 46'' ospedale da campo, pagg.: 218, 231. 391. 6o' ospedale da campo, pagg.: 218, 231, 391. 20° nucleo chirurgico, pagg.: 218, 231, 391. 93a sezione sussistenza, pagg.: 218, 231, 391. Corpo d'Armata Alpino, pagg.: 27, 28, 183, 184, 185, 186, 188, J!l9, 191, 193, 195, 1g6, 199, 200, 202, 211, 217. 294, 301, 305, 306, 307, 308, 318, 323, 324. .H9· 341, 350, 364, 367, 374• 376, 378, 3lh, 388, 389, 392, 393· 396, 399· 4oo, 404, 40), 4 1 5· 421 ' 422, 42), 424, 425· 426, 427, 428, 430, 433· 434· 435· 436, 437· 438, 439· 440, 441, 442, 444· 4-15· 446, 448, 449· 450, 451, 454· 462, 466. 467, 470, '172, 473> 489, 491l· UI\IT\ DIRI:.TT\\IEI\Tt. I>IPE:-;OJ:.l\TI
rr'' raggruppamenw artiglieria di Corpo d'Armata, pagg.: 191, 199, 200, 202, 305, 324, 491, 4y8. DtvisJOne alpina Tridentma ( 2"), pagg.: 13, 27, 217, 276, 277, 279, 291,
29), 2g6, 2fJ7. )01, 30), 306, ~07, 308, 324, 376, 427, '!28, 434· 435· 436, 437· 439· 440, 441, 442, 443· 444· 445· 446, 447• 449· 462, 470, 492, 496, 498, 509: 5° reggimento alpini, pagg.: 277, 283, 306, 324• 436. 439· 442• 447, 448, 492, 4<J6: bauaglione alpini " Morbegno », pagg.: 276, 279, 376, 428, 435· 443· battaglione alpini << Tirano », pagg.: 283, 306, 447. battaglione alpini «Edolo))' pagg.: 283, 306, 427, 428, 442, 443· 448. 6" reggimento alpini, pagg.: 283, .P4• 436, 437• 439, 442, 445, 447, 492, 4g6: bauaglionc alpini << Vestone », pagg.: 279, 281, 283, 284, 285, 295, 307, .376, 42), 428, 435· 437· 439· 442, 445· 446, 496. battaglione alpini « Val Chiese n , pagg.: 281, 283. 284, 285. 295. 301, 307, 436, 442· 445· 446. battaglione alpini « Verona >>, pagg.: 295, 436, 439, 445, 446.
Indice delle umtà e dn reparti rtalùwi citati nel testo
741
2" reggimento artiglieria alpina, pagg.: 324, 436, 492, 49B: gruppo Bergamo >> ob1ci da 75 l 13, pagg.: 436, 439, 442, 446, 449· gruppo • Vicenza >> obici da 75 1 13, pagg.: 436, 439, 442> 449· gruppo "Val Camonica» obici da •osi n, pagg.: 436, 447· Il battaglione misto genio, pagg.: 436, 439, 499·
Dit•rsione alpina fu/111 ( 3a ), pagg.: 13, 27, 28, 305, 3o6, 307, 308, 324, 350, 357· 36<>, 374· 375· 376. 384, 388, 389, 396· 400, 401' 402, 405, 424, 425· 427· 435· 436, 437· 438, 439· 440, 441, 442, 443· 445· 462, 492, 496· 498: 8" reggimento :tlpini, pagg.: 324, 440, 442, 443, 492, 496: b:tttaglione alpini " Tolmezzo», pagg.: 375, 401, 402, 403, 427, 435, 436. battaglione alpini « Cividale >•, pagg.: 376, 404. battaglione alpini «Gemona », pag. 403. 9' reggimento alpini, pagg.: 324, 403, 4.36, 440, 442, 492, 496: battaglione alpini (( Vicen?a " • pagg.: 402, 403. battaglione alpini •• L'Aquila >>, pagg.: 375• 401. battaglione alpini ''Val Cismon "• pagg.: 402, 427. 8)" compagnia alpini cannoni controcarro da 47/32, pag. 375· 3° reggimento artiglieria alpina, pagg.: 324, 375• 402, 492, 49B: gruppo •• l:dme " obici da 75/ 13, pagg.: 440, 442· gruppo ( c Conegliano 11 , obtci da 75 l 13, pagg.: 402, 440, 442. gruppo ((Val Piave», oh ici da 105/1 1, pagg.: 402, 440, 442. 45" batteria cannoni controaerei da 20 mm, pag. 375· Ili battaglione misto genio, pagg.: 40), 500. Divisrone alpina l.uneense (4' ), pagg.: 13, 27, 305, 3o6, 307, 308, 324, 343· 350, 375· 376, 378, 384, 389, 393· 401, 402, 404, 414, 435· 436, 437· 438, 439· 440, 441, 442, 443· 445· 446, 449· 462, 492, 495· 49B: 1 ' reggimento alpini, pagg.: 324• 442, 44_3, 445, 446, 449• 492• 495: battaglione alpini " Ce,·a "• pag. 439· battaglione :~ l pini " Pieve di Teco», pagg : 376, 437• 439· 440, 446, 448. battaglione alpini '' Mondovì >>, pagg.: 378, 446, 449· 2 ' reggimemo alpini, pagg.: 324, 445• 446, 492, 495: battaglione alpini " Borgo San Dalmazzo >>, pagg.: 437• 440. battaglione alpini "Dronero>>, p:~gg.: 443, 446, 449· battaglione alpini '' Sal u zzo~>, pagg.: 389, 435, 438, 440. 4 ' reggimento artiglieria alpina, pagg.: 324, 437• 492, 49B: gruppo " Mondovì >> obici da 75 t 13, pag. 439· gru ppo " Val Po >> obici da IO)/ 11, pagg.: 438, 440. TV battaglione misto geJIIo, pag. 443· Aeronautica, pagg.: 77• 92, 94, 102, 116, 122, 12'), ' 33· t'53· 1)4, 156, •59• 170, 17I, '7.~· r87. 216, 275, 285, 303, 343• 412, 462. Intendenza, pagg. : 77• 81, 94• t86, t<}(>, 197, 208, 216, 377• 383, 384, 415, 4 16, 46), 466, 469, 470, 472, 473· 474· Servizi, pagg.: 77· 79• 8o. 8r, 83, 84, 91, 94, 125, 128, 151 , 152, 181, 182, 184, 218, 407, 41 -;, 41'5, H5· 439· 467, 468, 469, 470, 471, 473, ;oo.
INDICE GENERALE
Presentazione
Pa g.
9
Pag.
19
Pag.
33
))
38
))
44
Pag. )) ))
71 71
INTRODUZIONE Sintesi delle operazioni al fronte russo (1941- 1945) PARTE
PRIMA
LA PRESENZA ITALIANA AL FRONTE RUSSO CAP. I.
- Preliminari della guerra russo- tedesca ed intervento italiano .
CAP. II.
- L'ambiente
CAP. Il!.
- L'avversario: cenni suli 'Esercito sovietico ( 1941 1942) PARTE
SECONDA
LE OPERAZIONI DEL CSIR CAl'. IV.
CAP. V.
C\P. vr.
- Costituzione, trasferimento e radunata del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSJR) . I. Costituzione . . . . . 2. Trasferi mento e radunata . . . . . Le operazioni sino al forzamento del Dnieper . 1. Dal Dniestcr al Bug (battaglia tra i due fiumi) 2 . Dal Bug al Dnieper . . . 3· La manovra di Petrikovka A) Le azioni preliminari B) La manovra . . . . . Le operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez . . . . . . . . . . . . . . .
>> >>
79 83 88
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96 96
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99
''
103
744
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( '941 • 1943) 1.
1 periodo (1" • 12 ottobre): dal Dnieper a l Voltsctja e conquista della testa eli ponte di Pavlograd .
Pag.
105
2.
Le operazioni del 2' periodo ( r 3 - 29 ottobre): conquista del bacino industriale del Done;o;
n
108
Le operazioni del
A) La manovra di Stalino
R) La manovra di Gorlovka C) L'offensiva di Nik itovka 3· Le opera;o;ioni per il consolidamento delle posi-
I IO
"
116
"
121
zioni raggiunte
126
A) Il combattimento di Ubescicce R) L'offensiva di Chazepetovka Cw. vrr.
- Il ciclo difensivo invernale 1.
La battaglia di !':naie . A) Situa;o;ione e ordini B) L'attacco russo C)
2.
La conrroffensi,·a italiana
I)3 1
49
53 153
1 ))
.. )l
1)5
57 I6o
I
D) Considerazioni
))
G li avvenimenti dopo la battaglia di Natale
)l
r6I
)l
J6J
)l
162
))
166
Il
170
)l
I72
"
1
A) T combattimenti di Voroscilova B) L'offensiva russa di lzjum .
C) Le operazioni sui due fronti . D) · uovo ordinamenro del CSIR CAP. VIII.
..
- Gli avvenimenti dall'aprile al giugno 1942. Il concorso del CSIR alla controffensiva germanica di Izjum
Il concorso del CSIR alla controffensiva gcrmanica nella sacca di Izjum
P .\Ril
73
TERZ.\
LE OPERAZIONI DELL' s• ARMA T A
Cw. IX.
- Costituzione, trasferimento e radunata dell'8• Armata
I8 t
1.
Costituzione .
Il
181
2.
Trasferimento
))
I95
)l
199
)>
200
3· Rad u nata . C\P. X.
Pag.
- L e operazion i nel baci no mmcra no del Mius (Kr asnyi Luch) 1. 2.
Le predisposizioni Le operazioni
)l
2 '>0
)>
20' .)
Indice generale Cw. XI.
Cw. XII.
C.\P. XIII.
- La marcia al Don. Le operazioni nell'ansa di Seralìmovic . 1. La marcia al Don A) Il passaggio del Donez R) Lo schieramento sul Don 2. Le operazioni della 3" Divisione Celere nel l'ansa di Seranmovic . A) Prima fase (24 luglio- 2 agosto 1942) H) Seconda fase (3 - 21 agosto 1942) . - La prima battaglia difensiva del Don (zo agosto• settembre 1942) 1. Il terreno . 2. La situattone
2o8
))
208
))
208
))
211
)) ))
2!7 217
))
22')
))
))
)) ))
5· La battaglia . A) L'urto iniziale russo B) 11 contrattacco italiano C) L1 ripresa delrazione da parte dei russt D) L'arre\to dell'offensiva
))
6. Comidera1ioni
)l
- Le operazioni nd mese di settembre 1942. Inserimento in linea del Corpo d'Armata Alpino . t. Le operazioni del mese di settembre . A) Assestamento del fronte del XXXV Corpo d 'Armnta- CS!R H) 1'\uovo tentativo russo contro il 11 Corpo d'Armata (1 1 e 12 senembre). 2. Modilìchc allo schieramento dell'S' Armata
- La sistemazione invernale . r. Dispositioni generali tedesche ed italiane
)l
)) )) )) ))
)) ))
))
))
)) ))
)) ))
Esecuzione dei lavori
))
~· Prcd isposizioni logistiche
))
2.
CAt•. xv.
Pag.
3· Il compito 4· Le aziont preliminari
3· Schieramento del Corpo d'Armata Alpino .
Cw. XIV.
745
- La seconda battaglia difensiva del Don ( 1 J dicembre 1942- 3' gennaio 1943) 1. Situazione generale all'inizio dell'inverno 19421
2.
94)
Situazione particolare sul frome dell'8• Armata
3· 'otizie sul nemico 4· Le forze contrapposte A) Unità italiane e tedesche
))
)) ))
)) )) ))
746
Le operaz1oni del/t unità italiane al fronte russo ( 1941 • 1943) Unità sovietiche . C) Il piano operativo sovietico .
B)
5· L'l battaglia .
»
6. Considerazioni . - Riordinamento delle unità e trasfe rimento nelle zone di raccolta per il rimpatrio .
PARTE
327 HS
»
337 uS
»
354
»
3S7
»
400
»
4o6
»
416
»
421
»
43.3
»
450
>>
A) Fase di logoramento (t t • 15 dicembre) B) Fa~c di rottura (16- 19 dicembre) C) Ripicgamen to del centro c della destra dell'S" Armata (19- 22 dicembre) D) Ricosriruzione di una linea difensiva (23 dicembre· 8 gennaio) E) Prosecuzione del ripiegamento (23 dicembre· 16 gennaio) F) Difesa di Voroscilovgrad e di un altro settore sul Donez (22 d icembre · 24 gennaio) . G) Rottura del scuore tenuto dal XXIV Corpo d'Armata cora1.zaro tedesco cd isolamento del Corpo d'Armata Alpino (y • 3I gennaio) . H) Ripiegamenco del Corpo d'Armata Alpino (17·31 gennaio)
Cw. XVL
Pag.
))
Qt...-\Rl.\
ATTIVITA' DEI TRIBUNALI ED ASSIST ENZA RELIGIOSA
C.\P. XVII. • Attività svolta dai Tribunali Militari di guerra al seguito del CSIR e dell'S" Armata .
Pag.
477
C..\P. XV fff. - L'assistenza religiosa . . . . . . . . . . .
.,
481
))
493
PARTE
Qut NTA
LE PERDITE. LE RICOMPENSE ALLE BAN DIERE CAP. XIX.
• Le perdite .
CAP. XX.
- Ricompense al valor militare concesse ad Unità combattenti al fronte russo dall'agosto 194 r al febbraio 1943 . . . . . . . . . . . . . . .
Considerazioni conclusive
Pag.
so•
l ndice generale
747
Fotografie
Fra le pagg. 516-517
Documenti
Pagg. 517 - 720
Disegni .
A fine volume
I NDIC I Indice dei documenti
Pag.
72-3
Indice dei disegni .
))
731
Indice delle unità c dri reparti italiani citati nel testo
))
733
Indice generale . . .
743