MI N I S TE R O O 'EL LA D I FESA
STATO
MAOOIORE
___
DELL'ESERCITO
UFFICIO STORICO
LE OPERAZIONI DELLE --- - UNITÀ IT ITtANE -AL FRONTE RUSSO
----
_
(1941 � 1,943)
ROMA 1977
PROPRIETA' LETTERARIA Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale senza autorizzazione.
TIPOGRAFI ,\ Rl;GJONAI.E - ROMA -
r977
Le operazioni delle Unità italiane al fronte russo
(1941 - 1943) ERRATA CORRIGE Pag. 72? riga 4": - depennare « 13 e 14 )> e sostituire con « 7 e 8 ». Pag. 78, riga 22a : - depennare « 108 >> e sostituire con « 92 ». Pag. 78, riga 23• : - dopo la parola « Unità» aggiungere una virgola e « aumentati a 108 con l'arrivo della 272" compagnia cannoni c/ c da 47/32 (19 febbraio 1942) e poi della legione croata (fine didi marzo 1942) ». Pag. 81, riga 23• : - depennare
«
L/ 33 » e sostituire con
Pag. 159, riga 5•: - depennare la parola « con ».
«
L/3 ».
'
Pag. 163, riga 13": - depennare la parola « von Machkensen » e sostituirla con « von Mackensen ». Pag. 187, riga 5": - depennare « 297 » e sosti tu ire con « 278 ». Pag. 187, riga -
7":
aggiungere, dopo la parola « calibro » : « tenuto conto anche dei pezzi da 20 mm dei 31 carri L/6 del LXVII battaglione bersaglieri corazzato ».
Pag. 189, riga II" : - dopo la parola e< accompagnamento >> aggiungere un punto e « Il XXXV C.A. aveva perduto gli 8 pezzi della legione croata, sostituiti da altrettanti della 272• compagnia cannoni c/ c ed aveva ricevuto inoltre gli 8 pezzi del raggruppamento cc.no. "3 Gennaio " ». Pag. 189, riga 13a: - dopo la parola « alpine » aggiungere un punto e depennare la frase in parentesi.
Pag. 207, riga 2?3: - depennare la parola
«
agosto» e sostituirla con « luglio».
Pag. 286, riga 27"': - depennare la parola « della» e sostituirla con « la». Pag. 328, riga 25": - depennare « 75 » e sostituire con « J6 ». Pag. 329, riga 2": - depennare cc Disegno n. 32 » e sostituire con « Disegno n. 36 » . Pag. 457, ultima riga dell a nota (36): - depennare cc 1943 » e sostituire con « 1942 ». Pag. 496, tra le righe 29a e 30": - aggiungere « (3a Divisione Celere) Medaglia d'Argento al Valor Militare (Nipro - Uspenowka - Roiiaw - Dejewka Krivojtorez - Gorlowka - Samara, agosto 1941 - maggio . 1 942) )) . Pag. 508, riga 13": - depennare cc dell' » e sostituire con
«
sull' ».
Pag. 540, riga 7": - depennare « 94 » e sostituire con « 92 ». Pag. 592, Documento 51, ultima riga : - inserire nota (**); - aggiungere, a piè di pagina, la nota: (**) La sigla « 0.K.A. » riportata nel documento originale, è priva di significato. Potrebbe voler significare « O. K. W. » (Comando Supremo delle Forze Armate), oppure « O. K.H. >> (Comando Supremo dell'Esercito). Pag. 603, riga 9• : - depennare « 36 >> e sostituire con « 48 ». Pag. 618, riga II - depennare « 105/13 » e sostituire con « 105/32 ». 3
:
t:
Pag. 631, dopo la riga - aggiungere: cc Nel totale di 946 bocche da fuoco d'artiglieria non sono compresi i 31 pezzi da 20 mm del LXVII battaglione bersaglieri corazzato, né i 19 pezzi da 47 del XIII gruppo semoventi dei cavalleggeri di Alessandria» .
Il presente volume è stato realizzato, nel quadro dell'attività istituzionale dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, da un gruppo di lavoro composto dal Colonnello ( aus.) Costantino De Francese/ii, dal Ten. Col. t.SG ( ris.) Giorgio de Vecchi e dal Ten. Col. ( spe) Fabio Mantovani, con la collaborazione del Serg. Magg . Riccardo Graziosi e del Serg. Fernando Batti;ta.
AVVERTENZE
r. Per le parole russe, la translitterazione dalla grafia cirillica a quella latina è stata ottenuta tenendo presenti le caratteristiche fonetiche della lingua italiana è, solo in parte, la cosiddetta (( trascrizione scientifica ,>, in quanto questa presuppone, per una corretta pronuncia, la conoscenza sia dei suoni originali, sia cli alcuni particolari segni che li rappresentano. La trascrizione scientifica è stata poi del tutto abbandonata per quei nomi noti secondo una certa grafia ormai invalsa e ben conosciuta da tutti. Nei documenti posti a corredo del testo, si è preferito lasciare la grafia originale, senza alcuna variante.
2. Per evitare discordanze tra testo e documenti, sovente si è fatto uso delle abbreviazioni e dei segni convenzionali in vigore all'epoca dei fatti, riportati nelle pagine seguenti.
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI E DEI SEGNI CONVENZIONALI
SEGNI CONVENZIONALI E ABBREVIAZIONI IN USO NEL 1940 - 45
$
•
Battaglione di fonrcria
btg.
I.A.
[i
Battaglione di fa nteria meno una compagmJ
btg.
Comando corpo d'armata
C.A.
I
Battaglione bersaglieri
btg.b.
Comando corpo d'armata . au totrasportabile
C.A.at.
Comando armata (8°)
A.
Intendenza dell '8• armata.
---
'$
O
n P
Comando divisione fanteria
D.f.
3 Coma11do divisione celere (Y)
D.cl.
'•
Battaglione bersaglieri motociclisti btg.'b. rnotoc.
Battaglione genio
btg.g.
Il
Battaglione cam icie nere
btg.c.n.
D.al.
r
Comando battaglione fanteria
com. btg.f.
Comando fanteria divisionale
f.Df.
t
comando battaglione mortai
com . htg.m.
Comando reggimento di fanteria
rgt.
comando bauaglione. genio
com. btg.g.
Comando reggimenw di bersaglieri
rgt.h.
f
Comando reggimento di cavalleria
rgr.c.
r
Comando gruppo camicie nere
gr.c.n.
f:Z
~ Comando divisione alpina
p
r t
t-
r
r r
comando compagnia di fante.ria com.cp.f.
comando compagnia armi di accompagnamento
com. cp.acc.
comando compagnia mortai
com. .cp.n).
t
,,,
balleria c;rnnoni piccolo calibro di visionale
btr.
r
batteria
btr. cav.
CÌJ compagnia comando ·rcggimento cp.c.rgt .
f
batteria obici di visionale
btr.
•
1
batteria can noni corpo d 'armat:1
btr.
•
com.
comando compagnia cannoni con trocarro
cp.c.c.
compagnia fucilieri
cp.f.
compagnia bersag lieri motociclisti cp.h. motoc.
:1
c:ivallo
ci!S> compagnia carri L
cp.cr.L.
Ti
hmtnia c.annorn con trnaerei
btr.
r:i.'
s4uadronc cavnlieri
sqd.c.
~
fucile mitragliatore
f.m.
13
.
squadrone rn itraglicri
sqd. mrr.
+
mitragliatrice
mtr .
compagnia ge nio
cp.g.
~
111nrta io da 45
rn .a.
ii
compagnia movimento stradale
cp.rnvt. str.
*
mortaio da 81
rn .8 I
À
so.ione carabin ieri a piedi
SC:/,.CC.
.J.
cannone controcarro
e.e.e.
~
sezione carabinicri a cavallo
sez.cc.c .
i
staz ione fotoclcrtrica
sc.fe.
•
plotone fucilieri
pl.f.
Él
sezione sani th
J)lotonc c:1 rn icie nere
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sezione sussistenza
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au tnsezionc pesante
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PRESENT AZIONE
T
RA
i primi scritti pubblicati in Italia sulle operazioni del-
l'Esercito nella seconda guerra mondiale, sono da annoverare due studi monografici dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito. Uno di essi comparve nel 1946 sotto il ti tolo « L'8" Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (1 T dicembre 1941 - 31 gennaio 1943) >>; l'altro è del 1947 e riguarda « Le operazioni del CSIR e dell'ARMIR dal giugno 1941 all'ottobre 1942 >) . Elaborati e stampati sotto l'assillo dell'urgenza, nel proposito di riferire al Paese con sollecitudine sulle principali circostanze che avevano portato alla grave sconfitta dell'8" A.rmata e sugli avvenimenti che avevano caratterizzato l'attività operativa del CSIR, i due libri non avrebbero potuto essere né completi, né esaurienti. A quell'epoca, infatti, il materiale disponibiic in Archivio era scarso e mancavano, tra l'altro, molti Diari delle unità combattenti. Ancor oggi si trova qualche difficoltà a ricostruire una fedele cronologia dell'attività del Comando 8" Armata, del cui operato non esiste altro documento originale che una relaz ione compilata dal Generale Garibaldi dopo il suo ritorno in Italia. Le vicende dell'8 settembre 1943 e il proseguimento della guerra sino al r945, con la presenza di eserciti stranieri sul territorio nazionale, avevano causato vaste sottrazioni di prezioso materiale documentario, parzialmente restituitoci solo verso la fine degli anni sessanta. fnoltre erano praticamente inesistenti, o comunque inaccessibili , le testimonianze dell'ex alleato tedesco e dell'ex avversario sovietico. Tuttavia, anche se incomplete e pur nella loro modesta struttura - che conteneva peraltro, sia pure in riassunto, l'intero e fedele racconto dello svolgimento delle operazioni - le due monografie hanno rappresentato sino ad oggi, a giudizio di molti, una
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
delle basi indispensabili per un corretto studio della campagna di Russia. Durante i trentuno anni trascorsi dalla fine della guerra, la disponibilità di materiale di archivio e bibliografico è andata via via aumentando, cosl che ogni momento del grande conflitto, per tutti i fronti nei quali si è combattuto, può essere ora descritto con maggiori possibili tà documentali . Per le unità italiane operanti al fronte russo, pertanto, si è presentata l'opportunità non solo di completare ed an1pliare quanto di esse è stato scritto <( sul tamburo » nel 1946 e nel 1947, ma anche di riunire in unico volume la narrazione delle vicende del CSIR e dell '8a A rmata, dall a partenza dal] 'Italia, nel luglio 1q4r, sino al ritorno in Patria dell ' ultima tradotta con i resti del II Corpo d'Armata, nel maggio 1943. Di qui la realizzazione di quest'opera, la cui ragion d 'essere non trova, però, fondamento solo nei motivi che si sono detti . Essa è stata approntata principalmente col fi ducioso proposito di rispondere in modo appagante, per quan to possibile, all 'appassionato interesse col q uale il Paese ha sempre seguho, e segue tuttora, ogni manifestazi one rig uardante la presenza dei suoi soldati in terra di Russia . L'andamento delle operazioni , infatti , le vicende delle nostre dieci Divisioni , il loro ripiegamento dal Don, al Donez, a Gomel e, soprattutto, la sorte dei settantacinquemila uomini non più torn ati in Patria, sono tutti avvenimenti che incidono ancora oggi sulla sensibilità degli italiani. Ié ad attenuare il vivo interesse per tali fatti è bastato il gran numero di libri (oltre un centinaio), di memorie, inchieste, saggi, r acconti , articoli della stampa quotidiana e periodica pubblicati dopo la guerra. Comand anti e ufficiali dei vari gradi, sottufficiali, graduati e semplici soldati - nella loro qualità di partecipi e di testimoni di quegli even ti - studiosi, storici, giornalisti e pubblicisti, hanno analizzato sotto i più diversi angoli visuali tutti i momenti, si può dire, dell'attività italiana al fronte orientale, sviluppando in modo . particolare, e sovente esasperandolo, il risvolto umano di ogni realtà individuale. Si è scritto in Italia molto di più sulle vicende della campagna di Russia, specie su quelle posteriori all'autunno 1942, che non per le campagne di tutti gli altri fronti messi insieme sui quali combatté l'Esercito.
Presentazione
In così rilevante numero di opere e di scritti, tuttavia, la parte r.neno sviluppata e approfondita è proprio quella relativa allo svolgimento delle azioni di guerra vere e proprie, e dei diciassette mesi di effettive operazioni onorevolmente condotte dalle unità italiane, vengono generalmente ricordati solo i drammatici giorni, per nessun esercito esaltanti, della ritirata. La quale, giova affermarlo già in queste prime pagine, è stata provocata, tra l'altro, da un rapporto di forze a favore dei russi così schiacciante, come è documentato da fonte sovietica nel capitolo XV e nel Disegno n. 36, che nessun altro esercito avrebbe potuto resistere un'ora di più. Era perciò necessario colmare anche tale lacuna con la pubblicazione di un'opera ampia e documentata sulla condotta e sullo svolgimento di tutte le battaglie, piccole e grandi, alle quali parteciparono le unità italiane. Un'opera come la presente, appunto, avente anche lo scopo di rendere giustizia a tutti indistintamente i combattenti della campagna di Russia, a partire da coloro che erano presenti al primo fatto d'arme sul fiume Bug, nell'agosto 1941, a quelli che presero parte al forzamento del Dnieper nella battaglia di Petrikovka, alle operazioni per la conguista del bacino industriale del Donez, alla battaglia di Chazepetovka per l'assestamento invernale, alla battaglia difensiva del Natale r94r, alla manovra di Krasnyj Luch, alla battaglia di Serafìmovic, alla prima battaglia del Don e, infine, alla seconda, sfortunata battaglia difensiva sullo stesso fronte e alla conseguente ritirata. Un volume, insomma, contenente il fedele racconto delle azioni svolte da ciascuna delle Divisioni presenti in Russia, dalle tre veterane del CSIR - Pasubio, Torino e Celere - alle sette giunte sullo stesso fronte un anno dopo, vale a dire le Divisioni Sforzesca, Ravenna, Cosseria , Vicenza, Tridentina, Julia e Cuneense. L'ampliamento rispetto alle due vecchie monografie è rilevabile in ciascuna delle cinque parti nelle quali è articolata la presente pubblicazione. Alcuni capitoli di essa, infatti, sono del tutto nuovi, come ad esempio quello riguardante la sintesi delle operazioni al fronte russo, i preliminari della guerra e l'intervento italiano, la costituzione, il trasfer.imento e la radunata delle unità, l'attività svolta dai Tribu. nali Militari di Guerra. Ma anche la descrizione delle operazioni militari, per gli scopi che si sono detti, è qui notevolmente ampliata cd arricchita di par-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
ticolari finora inediti, specie per quanto riguarda l'attività dell'8" Armata, pur rimanendo invariato nella sostanza il discorso sullo svolgimento dei fatt i d 'arme. Il nuovo testo è stato altresì corredato, come è consuetudine dell'Ufficio Storico, da numerosi documenti : quadri di battaglia, ordini di operaz ione itali ani e tedeschi, situazioni operative, messaggi, grafici, ecc., pubblicati ora per la prima volta. Nella narrazione fi gurano inoltre le più importanti azioni delle unità dell'Aeronautica, poiché i due gruppi operan ti al fron te orientale, quello da Caccia e quello per l'Osservazione Aerea, facevano parte organica del CSIR, prima, e dell'8a Armata, poi (1). L'attività bellica delle formazioni dell a Marina, presenti dal m aggio r942 al maggio 1943 nel Mar N ero e sul L ago Ladoga, non era invece legata a quella delle unità italiane di terra e le relative azioni non sono state perciò descritte in questo volume (2). Circa la maggiore disponibilità di materiale documentario e bibliografico, essa comprende tra l'altro : per la parte documentaria : diari di reparti, relazioni di comandanti di grandi e minori unità e di Capi di Stato Maggiore, acquisiti all'archivio dell'Ufficio dopo il r946; documenti e carteggio sussidiario trasportati dopo le vicende dell '8 settembre 1943 dai tedeschi in Germania, colà recuperati dagli statunitensi ed avviati negli USA e infine restituiti, come si è detto, verso la fine degli anni sessanta; diario del Comando Supremo (Generale Cavallero) acquisito all'Archivio nel 1946 quando era già ultimata la stesura della seconda Monografia sulle operazioni in Russia (pubblicata nel 1947); « Fondo :.1arras » costituito da documentazione ceduta all'Ufficio nel novembre 1972 dal Generale Efisio Marras (1) L'attività operativa delle unirà dell'Aeronautica dislocare al fronte russo è più estesamente descritta nel volLJtne del Generale di Squadra Aerea C 1u s i;PPE SANTORo: « L ' Aeronautica italia na nella seconda gLJe rra mo ndiale », Roma, 1957. (2) Vcls. pubblicazione « La Marina italiana nella seconda guerra mondiale)), volume Xl, « Attivit~ della Ma rina i n Ma r Nero e sul Lago Ladoga », Roma, 1962.
Presentazione
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Addetto Militare a Berlino e, guerra durante, anche Generale italiano presso il Quartier Generale delle Forze Armate germaniche >); «
-
per la parte bibliografi:ca : . opera ufficiale sovietica in sei volu,ni (per complessive quattromila pagine), edita fra il r960 e il 1965, dal titolo « Storia della grande guerra patriottica dell 'Unione Sovietica, 1941 - 1945 » ((( Istorija Velikoj Otecestvennoj Vojny Sovietskogo Sojuza >> - abbreviazione << TVOVSS )), con la quale, per motivi di praticità sarà d'ora in poi citata nella presente monografia); opera ufficiale sovietica in dodici volumi (sei dei quali sono stati pubblicati dal r973 al 1976) dal titolo « Storia della seconda guerra mondiale, 1939 - 1945 >> (e( lstorija Vtoroj ìvfirovoj Vojny» - abbreviazione usata: <dVMV »); altre pubblicazioni sovietiche di minore importanza e riviste storiche edite in URSS; « Diario di guerra del Comando Supremo delle Forze Armate tedesche, r940 - 1945 » ( << Kriegstagebuch der Oberkommandos der Wehrmacht- \Vehrmachtfohrungsstab >> - Bernard & Graefe Verlag fi.ir Wehrwesen, Frankfurt am Main, 1965); materiale storico riguardante la campagna di Russia elencato nei sette volumi del « Saggio bibliografico sulla seconda guerra mondiale », pubblicato dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.
In merito alle fonti bibliografiche occorre precisare che né la IVOVSS né la IV:MV fanno menzione della presenza del Corpo di Spedizione in Russia (CSIR), men tre dedicano all'8' Armata solo poche pagine. Il diario di guerra del Comando Supremo tedesco annota solo lo svolgimento cronologico delle operazioni.
Con la presente monografia e con quella relativa al funz,ionarnento dei Servizi logistici (3), l'Ufficio Storico non ha la pretesa di aver esaurito e concluso l'argomento della campagna di Russia (3) UFFrcro SrnRrco DELLO STATO M ,\CCIORE DELL' Esrrncno: « [ Servizi logistici delle unità italiane al fronte russo ( r 941 - r943) », 1975.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (194 1 - 1943)
1941 - 1943, ma ritiene tuttavia di aver fornito abbondante materiale, tutto quello oggi disponibile, per la miglìore conoscenza di uno dei principali aspetti della presenza italiana in URSS durante il secondo conflitto mondiale, quello cioè riguardante le operazioni militari. Competerà poi agli storici fare opportuno uso cli tale materiale per collocarlo nel più ampio contesto della stor.ia del nostro tempo, insieme con gli aspetti politici, economici, sociali ed umani che compongono il complesso quadro della guerra. IL
CAPO DELL' UFFIC IO STORICO
INTRODUZIONE
2. -
u.s.
SINTESI DELLE OPERAZIONI AL FRONTE RUSSO
( 1941 - 1945)
Gli obiettivi strategici della Germania nella guerra da essa intrapresa contro l'URSS nel giugno 1941 erano i seguenti ( r) : « L 'obiettivo principale era Mosca. Per raggiungerlo bisognava eliminare ogni minaccia dal nord, occorreva cioè annientare le forze russe schierate nei Paesi Baltici, occupare Leningrado e Kronstadt privando così la Flotta russa del Baltico delle sue basi. Nel sud il primo obiettivo era l'Ucraina col Donbass (2), quindi, secondo il corso delle successive operazioni, il Caucaso con i suoi giacimenti petroli/eri (Disegno n. 1 ). << Nei piani dell'OKW (3) veniva attribuita importanza decisiva all'occupazione di Mosca . Questa però doveva essere preceduta dalla conquista di Leningrado. Con questa conquista venivano raggiunti numerosi e importantz scopi bellici: la Flotta russa del Baltico veniva privata delle sue principali basi; l'industria degli armamenti della cittù veniva paralizzata; L eningrado non poteva più servire come trampolino per una controffensiva che avrebbe potuto colpire il grosso delle forze tedesche dirette a Mosca. Soprattutto per quest'ultimo motivo Leningrado doveva esser conquistata per prima. « L'esecuzione delle operazioni previste doveva avvenire in più tappe. Primo obiettivo era il raggiungimento della linea: Kiev con una grande testa di ponte a est del Dnieper - Roslav - Smolensk, territorio a sud e ovest del Lago Jlmen . t< Le prime disp osizioni dell' OKH (4) riguardavano unicamente le operazioni necessarie a raggiun gere questa linea. Quindi era prevista una pausa per dare respiro alle truppe, per riordinare i reparti (1) Dal volume u Stalingrado)) ciel Gcn. F RIEDRICH P ,,uLus , pagg. 150 -1 5 1.
(2) Bacino del Donez. (3) Sigla del Comando Supremo delle Forze Armate tedesche (OberK.ommando der Wehrmacht). (4) Sigla del Comando Supremo dell'Esercito tedesco (OberKommando des Heeres).
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Le operazioni tielle unità italiane al fronte russo (1941 - r943)
e per riorganizzare i rifornimenti. Le ulteriori operazioni dovevano essere poi condotte a seconda della situazione. « Per il Gruppo di Esercito Nord era prevista soltanto una breve pausa. perché esso, insieme con la , 8" Armata e il 4" Gruppo corazzato da un lato e l'Esercito finlandese dall\altro, doveva cercare di occupare al più presto Leningrado. « In appoggio al Gruppo di Esercito Nord dovevano intervenire cospicue parti dei reparti motorizzati ( J° Gruppo corazzato) che agivano con il Gruppo di Esercito Centro. Questi. dopo aver raggiunto l'area di Smolensk, avevano il compito di divergere verso nord e, procedendo a est del Lago Ilmen, di contribuire alt' accerchiamento delle truppe russe impegnate nell'area di Leningrado e a sud - est di essa. « L'Esercito finlandese doveva in un primo tempo raggiungere la vecchia frontiera del Paese, e proseguire da questa linea soltanto al momento dell'attacco decisivo del Gruppo di Esercito Nord contro Leningrado. L'OKW voleva evitare che l'Armata finlandese, agendo da sola, potesse subire battute di arresto. « Era sottinteso che queste operazioni, oltre agli altri scopi, avessero quello di lanciare in profondità cunei corazzati" per annientare le forze russe ed impedire la ritirata dei reparti nemici ancora validi. Si calcolava che per raggiungere la linea sopra indicata occorressero da tre a quattro settimane. E si sperava di raggiungere Mosca entro l'autunno, prima del periodo di" cattivo tempo. « Rimaneva ancora da vedere quando sarebbe stato possibile arrivare al Caucaso. In ogni caso, con la tempestiva creazione di una testa di ponte a sud di Rostov. si doveva offrire alle truppe la possibz"lità di avanzare in quella direzione ».
Per l'URSS, invece, il problema strategico posto dall'attacco della Germania aveva due aspetti: il primo di essi riguarda il periodo anteriore alla acquisizione dei nuovi territori (parte della Finlandia, Stati Baltici, parte della Polonia, Bucovina settentrionale e Bessarabia), con una sistemazione difensiva permanente e campale organizzata entro i vecchi confini dell'URSS stessa; il secondo aspetto riguarda invece il periodo posteriore all'annessione dei citati territori (Disegno n. 2). Nel periodo anteriore si colloca come elemento essenziale del piano di difesa sovietico la « Linea Stalin))' sistema di fortificazioni che, partendo dal Golfo di Finlandia, toccava la sponda orientale del Lago Peipus e le paludi del Pripjat, per riannodarsi poi al corso
Sintesi delle opernzioni al fronte russo ( 1941 - 1945)
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del Dniester. La linea correva parallelamente ai confini, per una lunghezza di r.800 chilometri, tra il Mar Baltico e il Mar Nero . Essa non era continua come la Maginot, ma si adattava agli ostacoli naturali, specie ai .fiumi, alle paludi e ai boschi. Costituiva una fascia di copertura della profondità dai 30 ai I SO chilometri ; con essa facevano sistema i campi trincerati di Leningrado, Smolensk, Kiev e Odessa. Grande era la varietà delle opere ed il loro scaglionamento in profondi tà differiva a seconda dei tratti, risultando maggiore nel settore di Smolensk e in quello di Kiev. La linea Stalin era desti.nata ad assolvere un doppio compito: difensivo per proteggere le più importanti regioni della Russia occidentale; offensivo in quanto rappresentava una pedana di lancio ed una linea di partenza per eventuali attacchi ad occidente. A tergo di tale organizzazione non esistevano grandi linee naturali di ostacoli fino al Volga; al di là di questo .fiume erano le grandi catene montane degli Urali; a sud, il Caucaso. Ma un graduale arretramento su tali linee, che si sarebbe ispirato ai vecchi precetti di Kutuzov (logorare il nemico per poi attaccarlo con grandi masse quando fosse mol to lon tano dalle sue basi e con le forze sparpagliate), si opponevano valide ragioni di carattere militare ed economico, alle quali si aggiungevano, aggravandole, quelle di politica interna. Era facilmente prevedibile, infatti, che la perdita in tempi brevissimi di gran parte della Russia europea avrebbe inferto, in aggiunta alle inevi tabili ripercussioni morali sulle popolazioni, un gravissimo colpo al governo dell'URSS. Con l'annessione dei nuovi territori, ed ecco il secondo aspetto del problema strategico sovietico, la situazione cambiava sensibilmente poiché lo spostamento dei con.fini dell'URSS verso occidente creava davanti alla linea Stalin una vastissima regione scoperta e indifesa, profonda dai 300 ai 500 chilometri. Ciò portava sensibile turbamento al primitivo piano dello Stato Maggiore sovietico al quale si poneva una grave alternativa: schierare, cioè, la massa principale delle forze davanti alla linea Stalin, adottando un concetto decisamente offensivo; oppure dislocare la massa stessa a ridosso o dentro la fascia delle fortificazioni, abbandonando all'invasore tutti i territori di recente acquisizione . Si addivenne ad una soluzione di comoromesso. Infatti, mentre si confermava la validità della linea Stalin, proseguendo i lavori per il suo completamento, si spostarono ad occidente, sui nuovi confini, numerose Grandi Unità e si provvide nel contempo a coprire lo schieramento delle forze con fortini, trince.(
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo (1941 - 1943)
ramenti ed altre opere campali. Si veniva a costituire in tal modo una zona di copertura molto più avanzata rispetto a quella della linea Stalin, zona che doveva anch'essa rappresentare una posizione di difesa e al tempo stesso una vasta base di partenza per un'eventuale offensiva. Più particolarmente, nel caso che la Germania avesse preso l'iniziativa di una guerra, i sovietici intendevano assicurarsi le condizioni indispensabili per logorare e disorganizzare l'avanzata nemica e resistere poi ad oltranza sulla linea Stalin. In sostanza, nella zona sovietica ad occidente della linea Stalin si sarebbe dovuta condurre una specie di azione di frenaggio, diretta a logorare gli scaglioni avanzati nemici e ad infliggere un primo tasso di logoramento anche ai grossi in movimento od in spiegamento. Qualora la Russia avesse invece ritenuto conveniente agire offensivamen te, lo sviluppo di tale operazione poteva prevedersi tenendo presente il forte concentramento di unità sovietiche nei due sali.enti di Bialystok e di Leopoli e le linee di facilitazione ad occidente di esse. Tale era la situazione strategica della Russia, quando il 22 giugno 194 T venne attaccata dalla Germania. Le forze schierate a quella data sugli opposti fronti (Disegno n . 3) ammontavano a circa 7.750.000 uomini, dei quali 3.050.000 germamc1 e 4.700.000 russi. I tedeschi erano inquadrati in tre Gruppi di Armate e nell' Armata « Norvegia )>; in totale 12 Armate. Esse riunivano complessivamente 145 Divisioni, delle quali. 19 corazzate, 15 motorizzate, 6 di sicurezza e 2 da montagna. A .fianco dei tedeschi operavano inoltre le forze degli alleati finlandesi, slovacchi e rom.eni (circa 23 Divisioni, 3 Brigate di cavalleria, 3 Brigate da montagna e 1 Brigata motorizzata). I russi erano inquadrati in tre Gruppi di Armate che comprendevano 15 Armate. Esse erano dislocate poco prima del conflitto nei « Distretti Speciali » di Leningrado, del Baltico, Bielorusso, di Kiev e di Odessa. Complessivamente (è, questa, una valutazione approssimativa poiché non si hanno dati sicuri) n8 Divisioni di fanteria, 20 di cavalleria e 40 Brigate corazzate e motorizzate. In particolare lo schieramento germanico era così articolato: - all'estremo nord, l'Armata Norvegia, al comando del Generale N. von Falkenhorst, a sostegno ed in concorso con le forze .finlandesi, aveva il compito di occupare i porti di Murmansk, sull'Oceano Glaciale Artico, e di Kandalaksa, sul .tvfar Bianco, entram-
Sintesi delle operazioni al fronte russo ( 1941 • 1945)
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bi alla base della penisola di Kola, il primo libero da ghiacci anche durante la stagione invernale, il secondo collegato a Leningrado dalla ferrovia della Murmania. Inoltre forze finlandesi avrebbero cooperato alle azioni tedesche in Carelia; - nel territorio nazionale germanico, ai confini dell a Prussia Orientale, il Gruppo di Esercito Nord (5), comandato dal Maresciallo von Leeb, forte delle Armate 16• e 18" e del 4° Gruppo corazzato (6). Aveva i compiti di distruggere le forze sovietiche del Baltico e, attraversando la Lituania, l'Estonia e la Lettoni a, puntare su Novgorod, per giungere ad impadronirsi, con Leningrado (vds. Disegno n. 1 ), di tutta la costa orientale del Mar Baltico. La Flotta sovietica ivi stanziata sarebbe, pertanto, rimasta priva di ogni base. Lo stesso Gruppo avrebbe, poi, cooperato con le unità provenienti dalla Finlandia ed avrebbe ricevuto concorso dal Gruppo Centro, quando questo fosse pervenuto al possesso di Smolensk; - nel settore meridionale della Prussia Orientale e nella parte settentrionale del territorio del Governatorato Generale della Polonia, il Gruppo di Esercito Centro, attestato alla linea di demarcazione pattuita a Mosca nel 1939, comandato dal Maresciallo von Bock, costituito dalle Armate 4" e 9" e dai Gruppi corazzati 2° e 3°. Avrebbe operato su lla direttrice Bialystok. Minsk- Smolensk - Mosca (vds. Disegno n . 1), spingendo avanti le proprie ali per sbaragliare le forze avversarie dislocate nella Russia Bianca. Quando fosse pervenuto al possesso di Smolensk , avrebbe cooperato con il Gruppo ord, per conseguire la distruzione delle forze nemiche del Baltico e di Leningrado. Un eventuale successo di questa Grande Unità avrebbe potuto determinare effetti psicologici demoralizzanti su tutta la popolazione dell'URSS, per l'enorme valore politico ed emblematico della capitale, oltre tutto anche nodo di primaria importanza nel sistema delle comunicazioni ferrovi arie ; - dalla Galizia alle foci ciel Prut (in Romania), il Gruppo di Esercito Sud, comandato dal Maresciallo von Rundstcdt, era costituito dalle Armate 6", u • e r7" e dal J Gruppo corazzato. Le Armate 6" e 17", con il 1° Gruppo corazzato, avrebbero operato dalla Galizia verso Leopoli, Kiev e l'ansa del Dnieper (vds. Dlsegno n . 1). 0
(5) Cioè « frazion e dell 'esercito», intermedio tra l'esercito intero e la singola armata, equivalente al « G ruppo di Ar mate ». (6) « Panzergruppc » , equivalente ad una armata. I « gruppi corazzati >> furono poi denominati <• Armate corazzare ».
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Dalla parte sovietica erano sch ierati a difesa cinque <<Fronti » (7) così dislocati : - Fronte Settentrionale (Armate 14\ 1 e 23°), comandato dal Generale Popov, posto a copertura del settore Petsamo - fiume Narva. Il nucleo principale delle forze era ubicato nei salienti setlentrionali, verso Leningr2do ; - Fronie Nord - Occidentale (Armate 8", n • e 27°), comandato dal Generale Kuznetzov, presidiava i territori del\ 'Estonia, della Lettonia e della Lituania (repubbliche appartenenti all'URSS solo da l 1940 e per questo motivo la fortificazione permanente era appena agii inizi); - Fronte Occidentale (Armate 3", 10" e 4'), comandato dal Generale Pavlov, schierato a copertura della più importante direttrice strategica, cioè quella diretta contro Mosca, capitale dell'URSS e importantissimo nodo di comunicazioni; - Fronte Sud - Occidentale (Arm ate 5", 6'', 26" e 12°). comandato dal Generale Kirponos, posto a presidio del settore corrispondente alla linea di operazioni sud occidentale, dal fiume Pripjat a Belec; - Fronte M eridionale (Armate 18" e l), comandato dal Generale T julieniev, schierato a cavaliere della linea di operazioni per Odessa. Poco dopo l'inizio delle ostilità, per le difficoltà incontrate dallo Stato Maggiore Generale sovietico ad esercitare il comando diretto sui « Fronti» fu istituito un anello intermedio della catena di comando. Furono così costituiti gli Alti Comandi: « Nord - Ovest » (Voroscilov); << Ovest» (Timoscenko); e<Sud - Ovest n (Budiennj), tutti soppressi, peraltro, nell'estate 1942. Ed ecco, in sintesi, secondo il criterio adottato dall a storiografi.a sovietica, l'a ndamento delle operazioni sudd iviso in e< Campagne », o cicli operativi. C\J1.JPACNA DELL'ESTATE - AUT UNNO 194r. - Comprende il periodo che va dall ' inizio del conflitto ai primi di dicembre 1941, vale a dire sino all 'inizio della controffensiva sovietica presso Mosca che allontanò la minaccia tedesca dalla capitale.
(ì) Nella te rminologia militare sovietica, con il vocabolo cc Fronte >> si indica un complesso di forze, operanti sotto unico comando, corrispondente ad un gruppo di Armate.
Sintesi delle operazioni al fronte russo ( 1941 - 1945)
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Può essere suddivisa in due fasi: la prima, della durata di circa tre settimane, cioè fin verso la metà di luglio, durante le quali le unità sovietiche, sorprese e disorientate dall'irruenza dell'attacco tedesco, furono duramente sconfitte e dovettero ritirarsi profondamente con pesanti perdite. In tale fase i sovietici impressero eccezionale impulso alla trasformazione delle industrie e della economia, dalla produzione di pace alle esigenze della guerra, fu ultimata la mobilitazione e venne completato lo schieramento delle Armate nei Fronti prima citati; incominciò il trasferimento verso oriente delle fabbriche, delle industrie e dei depositi dalle regioni minacciate dall'attacco tedesco. Nella seconda fase (metà luglio-primi di dicembre) l'Esercito russo cominciò ad opporre all'urto delle colonne corazzate tedesche una più valida e organizzata resistenza delle sue unità, le quali tuttavia dovettero ancora arretrare per centinaia di chilometri, perdendo, oltre ai numerosi caduti, centinaia di migliaia di prigionieri, migliaia di carri, di cannoni, di aerei. Con tenaci battaglie difensive ed a prezzo di duri sacrifici, in questa seconda fase i soldati russi riuscirono cioè a frenare l'impeto degli attaccanti e ad imporre loro tempi di arresto, dando così modo al Comando Supremo sovietico di pianificare compiutamente la condotta della guerra ed i mezzi per operare validamente. Dopo circa sei mesi di aspra lotta e di azioni temporeggianti, le Armate sovietiche fermarono le colonne tedesche sotto Leningrado, davanti a Mosca e nel settore occidentale del Donez, creando le condizioni per il passaggio alla controffensiva nella zona della capitale. Durante questa campagna entra in azione nel mese di agosto r941 il Corpo di Spedizione Italiano in Russia, inquadrato nell' 11" Armata germanica appartenente al « Gruppo di Armate Sud)) e schierata lungo il corso inferiore del Dniester. Il CSIR partecipò inizialmente alle operazioni per l'accerchiamento delle unità russe rimaste tra il Dniester e il Bug nel corso del loro ripiegamento verso oriente; intervenne nella manovra di Petrikovl(a, facente parte della grande battaglia del Dnieper nella quale le Armate russe tentarono senza successo di arrestare sul fiume l'avanzata germanica; prese quindi parte alle operazioni offensive per la conquista del bacino industriale del Donez, sino alla occupazione dei distretti industriali cli Gorlovka e Rykovo, ove aveva termine il ciclo delle azioni di conquista del CSIR. Entrano in questo ciclo operativo anche i combattimenti difensivi di unità del CSIR a Nikitovka.
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CAMPAGNA DELL'INVERNO 1941 - 1942. - Riguarda principalmente l'offensiva invernale sovietica e comprende il periodo primi di dicembre 1941 - fine di aprile 1942. In tale offensiva, che si svolse su ottocento chilometri di fronte, da Kalinin ad Elez, i russi inflissero ai tedeschi pesanti sconfitte (particolarmente al Gruppo Armate Centro), avanzarono verso occidente per 150 - 4 00 chilometri; costrinsero l'avversario ad abbandonare le regioni di Mosca e di molti altri dipartimenti di Kalinin e di Leningrado, senza peraltro eliminare il blocco tedesco della città; iniziarono la riconquista delle regioni di Orel, Smolensk, della Crimea e dell'Ucraina, ricuperando molte città alla madrepatria tra le quali Kalinin, Kaluga, Kerc, Elez e altre. In Ucraina, dopo aver rotto lo schieramento della 17"' Armata tedesca, i sovietici crearono in gennaio - febbraio un ampio saliente profondo circa cento chilometri e ampio ottanta ad ovest di lzjum (sud - est di Karkov). Alla controffensiva delle unità germaniche per eliminare il saliente di lzjum, che minacciava la ferrovia Dniepropetrovsle - Statino e l'intero fronte meridionale fino al mare, parteciparono anche unità del CSIR. Precedentemente, nel mese di dicembre, il CSIR aveva sostenuto la battaglia offensiva di Cha:iepetovl(a e quella difensiva prima e poi controffensiva di Natale . CAMPAGNA ESTATE - AUTUNNO 1942. - Comprende il periodo primi di maggio - metà di novembre ed è suddivisa anch'essa in due fasi: la prima termina a fine giugno. In questa fase i sovietici condussero azioni offensive nei pressi di Karkov e Demjansk, senza peraltro pervenire ad alcun risultato positivo. Nella stessa fase i sovietici dovettero difendersi contro l'offensiva sferrata in Crimea dai tedeschi che conquistarono Kerc e Sebastopoli. Nella seconda fase, fine giugno - metà di novembre, l'iniziativa passò completamente nelle mani dei tedeschi, i guaii dilagarono verso est sino ad occupare l'ampia ansa del Don, superarono lo stesso fìume nel settore sud ed estesero il loro controllo nel Caucaso settentrionale. Qui il movimento delle unità germaniche dovette arrestarsi, senza raggiungere il Mar Caspio, per la debolezza del supporto logistico, per l'aspra natura del terreno e per la tenace resistenza dei sovietici. Scopo dei tedeschi in questa loro grande offensiva era di distruggere il << Fronte Sud - Occidentale)> e quello <<Meridionale)), occupare le sconfinate regioni del Don e ciel Kuban, in:ipadronirsi del Caucaso, forzare il Volga nella regione di Stalingrado e creare
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una situazione tale da rendere impossibile all'URSS, secondo i piani tedeschi, di continuare la guerra. Come era avvenuto un anno prima, nell'estate 1941, le unità sovietiche dovettero nuovamente ripiegare tra furiosi combattimenti sotto l'incalzante pressione avversaria. Ma, mentre proseguivano i combattimenti difensivi sotto Stalingrado e sulle pendici del Caucaso, i comandi sovietici prepararono i piani e le condizioni necessari per addivenire al capovolgimento delle sorti della guerra a loro favore e per passare quindi alla controffensiva generale. Tale controffensiva ebbe inizio il 19 novembre sul fronte di Stalingrado, ove furono attaccate e sconfitte le Armate romene :f e 4" e ove vennero completamente circondate la 6"' Armata tedesca e parte della 4" Armata corazzata tedesca, ad essa affiancata. In questa fase della guerra il Corpo di Spedizione italiano in Russia venne aumentato dalla forza di un Corpo d'Armata su tre Divisioni a quella di un'Armata, l'8", su tre Corpi d'Armata per complessive dieci Divisioni. Alle preesistenti Divisioni del CSIR, Pasubio, Torino e Celere. vennero cioè aggiunte le Divisioni di fanteria Sforzesca, Ravenna, Cosseria e Vicenza e le Divisioni alpine Tridentina, Julia e Cuneense. Alcune di dette unità ( 3'' Celere, Sforzesca e Pasubio) parteciparono alle operazioni· che portarono alla conquista del bacino carbonifero del Mius - Krasnyj Luch ( 11 - 22 luglio); alla battaglia ( combattuta tra il 30 luglio e il 21 agosto) per la eliminazione della testa di ponte sovietica cli Serafimovic ( 3" Celere); alla prima battaglia difensiva del Don, combattuta dal 20 agosto al 1° settembre, contro le unità sovietiche impegnate in azioni di alleggerimento delle operazioni in corso sul fronte di Stalingrado. Vi presero parte quasi tutte le unità dell' 8" Armata e, verso la conclusione della battaglia, anche due battaglioni della Divisione alpina Tridentina del Corpo d'Annata alpino in corso di afflitenza. L'attacco dei sovietici non ebbe pieno successo, ma con l'ampliamento delle teste cli ponte russe sulla sponda destra del Don furono create le premesse per l'ulteriore svolgimento delle azioni offensive dell'Armata Rossa nella successiva battaglia di dicembre. C.>\11PAGNA DELL'INVERNO r942 - 1943. - Durò circa quattro mesi e mezzo, esattamente dal 19 novembre T.942 alla lìne del mese di marzo 1943, e, come si è già detto, segnò l'inizio del capovolgimento delle sorti della guerra a favore dei russi. Nel corso di <1uesta campagna essi sconfissero e annientarono l'ala meridionale dello schieramento tedesco, travolgendo comples-
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sivamente sei Armate avversarie, tra le quali anche 1'8" Armata italiana; liberarono la zona a nord del Caucaso, Stalingrado, Rostov e una serie di altre regioni occupate dai tedeschi nell'estate 1941 e del J942; riuscirono anche a sbloccare in parte l'assedio di Leningrado. · Con lo svolgimento e l'esito di queste battaglie l'iniziativa delle operazioni passò definitivamente nelle m ani dei russi che la mar.tennero sino alla fine della guerra. Nel corso di questa campagna dell'inverno r.942 - 1943 il Comando Supremo sovietico decise di « accerchiare e distruggere l' 8" Armata italiana e il Gruppo Operativo tedesco H olliclt )) , schierati a difesa nel medio Don. L'offensiva sovietica. denominata « Operazione Piccolo Saturno », ebbe iniz'io l' 1 r dicembre, coinvolse le Divisioni italiane Cosseria, Ravenna, Pasubio, Torino, 3" Celere e Sforzesca, alle quali si aggiunse, chiamata combattimento durante, anche la Julia. Lo sviluppo di questa battaglia che fu decisiva per le sorti dell' 8" Armata e le vicende del Corpo d 'Armata alpino accerchiato il r 5 gennaio r.943 nell'« Operazione Ostrogozsk-Rossosc», sono particolarmente descritti nella parte terza, capitolo XV. Fra il 31 gennaio e il 2 febbraio capitolarono ie forze tedesche cli Paulus a Stalingrado. La resistenza delia 6" Armata e del Gruppo Armate Don permise alle Armate tedesche dislocate nel Caucaso settentrionale di sottrarsi all'accerchiamento tentato dai sovietici con la loro operaz ione su Rostov; l'obiettivo non poté essere realizzato dai russi « per l'indisponibilità delle for.ze e dei mezzi necessari>> (8). Sempre nel quadro della grande offensiva iniziata il 19 novembre 1942, i russi, proseguendo nella loro avanzata verso ovest, liberarono Kursk e Belgorod cadute per manovra, e il 16 febb~aio riconquistarono Karkov arrestandosi infine circa 70 chilometri ad ovest di questa città. A partire dal 29 gennaio l'offensiva sovietica si andò frattanto sviluppando nel bacino del Donez, dove le forze tedescbe furono respinte verso ovest di r30 - 230 chilometri. Le unità tedesche, ripiegate dal Caucaso e dall'alto corso del Donez, avevano formato nel corso settentrionale del Donez una concentrazione di forze per tentare una controffensiva che ebbe poi successo. Il Comando sovietico, infatti, aveva valutato erroneamente che g li hitleriani avrebbero ritirato le loro forze dal bacino del Donez per sistemarle a difesa lungo il Dnieper. Sicché la controffensiva tedesca (definita in Germania (8) « Velikaja Otecestvennaja Vojna Sovetskogo Sojuza (Kratkaja Isto-
rija) », pag.
221.
Sintesi delle operazioni al fronte russo ( 1941 - 1945)
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il « miracolo del Donez >> ), giunse del tutto imprevista per 1 sovietici che persero nuovamente, a metà marzo, Karkov, Belgorod e l'area nord - orientale del bacino del Donez. Nel settore centrale del fronte i sovietici eliminarono at prurn di marzo i salienti di Rzev e di Vjazma. L'intera linea si stabilizzò quindi temporaneamente. CAMPAGNA DELL'ESTATE - INVERNO 1943. - Si sviluppò dai prum di luglio a tutto il mese di dicembre. Il 5 luglio il Comando tedesco sferrò un'offensiva contro il saliente di Kursk che i sovietici assorbirono e contennero con tenaci resistenze. Essi passarono quindi anche qui alla controffensiva con una gigantesca battaglia iniziata il r2 luglio. Erano complessivamente schierati sugli opposti fronti oltre tre milioni di uomini e la battaglia si concluse con una pesante sconfitta per i tedeschi. L'offensiva russa si sviluppò su un fronte di circa r.500 chilometri, da Velikie Luki al Mar d'Azov. Fu forzato il Dnieper, ove i russi stabilirono sulla riva destra del fiume una importante testa di ponte, fu completata la rioccupazione del Caucaso settentrionale e furono iniziate le operazioni per l'allontanamento dei tedeschi dalla Bielorussia. Riassumendo, dal novembre 1942 al dicembre r943 l'Esercito sovietico aveva riconquistato oltre la metà del territorio occupato dai tedeschi nel 1941 e nel 1942. In attesa di riprendere l'offensiva, alla fine del 1943 le Armate russe si attestarono, all'incirca, sulla linea: ovest di Leningrado, Vitebsk, Mozyr, ovest di Kiev, Kirovograd, basso corso del Dnieper. Le forze tedesche della Crimea erano isolate. Con l'iniziativa strategica definitivamente nelle mani dei sovietici, ai tedeschi non rimaneva altra soluzione che quella di porsi sulla difensiva lungo il vasto fronte, su un esile « vallo orientale » appoggiato soprattutto ai corsi d'acqua. CAMPAGNA DELL'INVERNO 1943 - PRIMAVERA 1944. - Si svolse da gennaio a maggio. Comprende una grande offensiva durante la quale le unità dell'Annata Rossa riuscirono a respingere sino in Estonia le forze tedesche che da trenta mesi accerchiavano Lenine-rado. ~ Nella parte meridionale del fronte, dalle paludi del Pripjat al Mar Nero, l'azione coordinata di sforzi offensivi sovietici contro un'organizzazione difensiva invero poco profonda, eccessivamente
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Le operazioni delle unitiì italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
rigida e priva di adeguate riserve, permise alle unità russe di raggiungere j Carpazi a metà di aprile e di riconquistare completamente la Crimea. La nuova situazione mili tare ebbe incidenza in campo politico in quanto spinse Romania e Finlandia verso trattative annistiziali. Subito dopo, rispettivamente in agosto e in settembre, esse dichiareranno guerra alla Germania, loro alleata sino a qualche tempo prima. CAMPAGNA DELL'ESTATE - AUTUNNO 1944. - Abbraccia il periodo giugno - dicembre. Si completa, duran te questa campagna, la riconquista eia parte delle Armate sovietiche di tutto il territorio dell'URSS. Esse occupano altresì il nord della Norvegia, le regioni orientali della Polonia, parte della Cecoslovacchia, l'intera Romania e la Bulgaria. Ritenendo imminente il forzamento della Vistola, ove l'Armata Rossa si era arrestata nel mese di luglio, le formazioni partigiane dell.' Armija - Krajova (l'organizzazione clandestina della resistenza polacca facente capo a Londra), insorsero contro gli occupanti tedeschi e mantennero per breve tempo il controllo di Varsavia. Ma i sovietici non proseguirono subito nella loro avanzata e si fermarono circa sei mesi attestati sul fiume. Durante tale sosta ebbe luogo la repressione nazista nella capitale polacca. L'ampio movimento delle forze sovietiche sul resto del fronte proseguì quindi sino ad autunno, quando esse presero contatto con le formazioni partigiane jugoslave e raggiunsero altresì il cuore dell'Ungheria. I Comandi tedeschi furono costretti a progettare ed attuare una manovra ritardatrice intesa a consentire il lungo ripiegamento delle loro unità dislocate in Grecia e in Jugoslavia. CAMPAGNA DELL'INVERNO 1944 - PRIMAVERA 1945. - Dopo aver riorganizzato e potenziato i dispositivi di attacco e dopo aver rimesso a punto la funzionalità del sistema logistico, il 12 gennaio i sovietici ripresero l'azione offensiva, con un certo anticipo sulla data prevista in seguito alle pressioni degli alleati occidentali che avevano subito una battuta cli arresto nella loro avanzata dopo la controffensiva tedesca nelle Ardenne. Essi occuparono Varsavia il mese di gennaio, Budapest in febbraio e Vienna in aprile. Un'ultima spinta offensiva portò l'Armata Rossa in prossimità di Berlino che cadde il 2 maggio.
PARTE PRIMA
LA PRESENZA ITALIANA AL FRONTE RUSSO
CAPITOLO
[
PRELIMINARI DELLA GUERRA RUSSO - TEDESCA ED INTERVENTO ITALIANO
Una lettera diretta da Hitler a Mussolini, il 20 novembre 1940 da Vienna (1), confermava l'esistenza di una costante contrapposizione tra la Germania e l'URSS, contrapposizione che gli accordi dell'agosto 1939 sembravano aver fatto attenuare. Pur esprimendo la convinzione che il conflitto tra quelle due Potenze non fosse prossimo, Hitler affermava di considerare « necessaria, come premessa per una sicura conclusione di questa guerra (2), l'esistenza di un Esercito tedesco ... sufficientemente forte per andare incontro a qualsiasi eventualità all'est ... anche solamente possibile. Tanto più visibilmente potente è questa forza, tanto minore sarà la possibilità che essa debba entrare in azione per un simile caso imprevisto l>. Per disporre di quella forza la Germania andava concentrando sui confini dell'Unione Sovietica un sempre maggiore complesso di Grandi Unità. L'Unione Sovietica, di fronte a c.1uella minaccia, almeno potenziale, doveva rispondere in modo analogo e proporzionato. Gli Stati collegati con la Germania seguivano l'esempio del Paese guida della coalizione e, giorno per giorno, l'urto armato appariva sempre più inevitabile. Gli Addetti Militari italiani presenti nelle rappresentanze diplomatiche di quegli Stati segnalavano il progressivo aggravamento della situazione alle frontiere. L'Addetto Militare a Mosca, il 29 marzo 1941, riferiva lo spostamento di Grandi Unità sovietiche dall'Estn:mo Oriente verso l'Europa e segnalava le allusioni del Generale Tiulienev alla Germania come un eventuale nemico. Anche da Bucarest, come già da Mosca, tra il 18 aprile ed il 1° maggio, era segnalato il progressivo raffittì.mento degli schiera(1) cc Hitler e Mussolini: lettere e documenti)), Rizzoli, pag. 87. (2) In quel periodo condotta solamente contro la Gran Bretagna. 3. - U.S.
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo ( 194r - r 943)
menti militari sovietico e germanico, a cavallo della frontiera occidentale dell'URSS, l'uno e l'altro appoggiati a lavori di fortifìcazione e stradali in corso di esecuzione. Ne veniva dedotta la conclusione che si rendesse ognora più probabile lo scoppio delle ostilità (Documento n. 1). Il Ministero della Guerra italiano riceveva il 7 maggio dal1' Addetto Militare a Berlino un lungo rapporto telegrafico sulle probabili azioni di guerra della Germania, compresa quella contro l'Unione Sovietica, e sulla possibilità di coordinare questa con la guerra in corso in Africa Settentrionale. Le precisazioni sul piano di operazioni e sugli obiettivi erano presentate in forma piuttosto circostanziata, ma era evidente che la fonte informativa alla quale aveva attinto il Generale Marras aveva cercato di sviare su altre direzioni l'attenzione del suo interlocutore (Documento n. 2). Nuove notizie giunte da Bucarest il 21 maggio confermavano il continuo deterioramento della situazione che, nelle stesse intensificate predisposizioni militari sovietiche, trovava nuovi motivi di maggiore tensione. Un rapporto del Generale Marras, spedito da Berlino il 30 maggio, precisava che da lungo tempo era esaminata l'eventualità di un'azione di guerra tedesca contro l'URSS, con gli obiettivi essenziali di eliminare la minaccia ad oriente e di assicurarsi rifornimenti alimentari e materie prime. La Germania si riteneva giustificata a tanto dall'avvenuta annessione nell'Unione Sovietica degli Stati Baltici, della Bessarabia e della Bucovina Settentrionale, oltre che dall'incompleta esecuzione degli accordi sui rifornimenti pattuiti. Era prevista una durata delle operazioni contenibile in . tre mesi, e forse anche minore. La data iniziale era ritenuta imminente (Documento n. 3). Notizie analoghe provenivano da Bucarest. Sulla base di queste informazioni, alle ore 12 ciel 30 maggio in un colloquio con il Generale Cavallero (Capo dello Stato Maggiore Generale italiano), Mussolini decideva di predisporre la costituzione di un Corpo di Spedizione da inviare al fronte russo ed incaricava lo stesso Capo di Stato Maggiore Generale di dare esecuzione al suo ordine. Il 31 maggio da Mosca s'informava Roma che 129 D ivisioni di fanteria, 21 cli cavalleria, .:; Divisioni e 36 Brigate corazzate sovietiche si trovavano ai confini, raccolte in due masse principali intorno a Bialystok e a Leopoli, probabi lmente con intend imenti difensivi. · Il 2 giugno, un convegno tra Mussolini ed Hitler non apportava né nuove informazioni, né decisioni. Di quello stesso giorno
Prclimi11c11·i della guerra russo - tedesca ed intervento italiano
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era la notizia da Berlino della sospens10ne di alcune centinaia di convogli ferroviari e dello spostamento ad oriente di altre Divisioni tedesche, provenienti dalle zone del Mare del N ord e della Manica. Il 4 giugno l'Addetto Militare italiano a Bucarest informava che la Legazione sovietica in quella capitale, tenendosi in continuo contatto con Mosca, sgombrava una parte dei propri archivi e ne distruggeva il rimanente. Il rapporto ciel 5 giugno su « Forza ~ dislocazione dell'Esercito germanico)>, inviato a Roma dal Generale Marras, descrive la probabile ripartizione delle Divisioni tedesche, dislocate dalla Finlandia al Mar Nero, dalla Francia all'Africa Settentrionale italiana. Di tutta quella massa soltanto 62 Divisioni, pari ad ¼ del totale, non era in grado di partecipare, più o meno prontamente, ad operazioni contro l'Unione Sovietica. Una nuova informazione telegrafica da Berlino, giunta alla sera del 6 giugno, riconfermava che, mentre gli organi ufficiali tedeschi affettavano una grande calma, l'imponente schieramento di forze mirava ad ottenere la capitolazione sovietica in via politica. Frattanto, però, altre forze erano spostate ad oriente. N on era escluso che la situazione in atto potesse durare ancora per altre due o tre settimane. Il 9 giugno un telegramma da Bucarest segnalava a Roma che l'avvicinamento delle unità sovietiche alla frontiera ne consentiva la immediata entrata in azione ; segnalava inoltre il continuo esodo delle popolazioni, le ricognizioni aeree, la presenza di carri armati e riferiva inoltre di discorsi bellicosi di ufficiali sovietici. Nuove notizie da Berlino confermavano le precedenti ed indicavano perfino come probabile data iniziale delle operazioni un giorno tra il 20 giugno ed i primi di luglio (Documento n. 4). Sulla base di tante e così concordi informazioni provenienti da varia fonte, che gli giungevano sia come Comandante Supremo e Ministro per le tre Forze Armate, sia come Capo del Governo, Mussolini, alle ore 12 del 14 giugno conferendo con i] Generale Cavallero, gli esprimeva la convinzione della « inevitabilità di un conflitto tra Germania e Russia>). Lo stesso r4 giugno il Colonnello Valfré, Addetto Mili tare a Bucarest, preannunciava che il fronte romeno - tedesco sarebbe rimasto, presumibilmente, per le prime due o tre settimane, sulla difensiva e che l'inizio del conflitto era previsto tra il 20 cd il 25 giugno.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
Il 15 giugno, a Venezia, il Ministro per gli Esteri tedesco informava il suo collega italiano dell'intenzione germanica cli presentare all'Unione Sovietica richieste ultimative. In caso di rifiuto, la Germania avrebbe dato inizio aà operazioni di guerra. Nella medesima giornata, un telegramma dell'Ufficio delì'Adcletto Militare a Berlino informava che le ostilità tra Germania ed URSS avrebbero potuto essere aperte entro una settimana. Sempre nello stesso giorno il Generale Marras, in un colloquio a tre con Mussolini ed il Capo di Stato Maggiore Generale, confermava lo stato d'animo combattivo delle forze tedesche e indi.cava gli obiettivi strategici loro assegnati: Leningrado, Mosca, Odessa (vds. Disegno n. 1). Le notizie da Berlino si facevano sempre più circostanziate, così per le date come per i progetti operativi. Tra di esse, una riconfermava le intenzioni tedesche di ottenere un miglioramento della situazione mediterranea mediante accordi pacifìc( con la Turchia (Documento n. 5). Il 20 giugno il Generale Marras comunicava quale fosse la valutazione data dal Comando Supremo tedesco sulle forze sovietiche schierate di fronte a quelle geni1aniche: circa 192 Divisioni. Riepilogava inoltre l'entità degli apporti militari degli alleati finlandesi, ungheresi e romeni, e preannunziava che il Corpo di Spedizione Italiano sarebbe stato inserito tra le Grandi Unità ungheresi e quelle romene, per evitarne il diretto disagevole contatto (Documento n. 6). La sera del 21 giu_gno il Generale Marras, alle ore 18,30, telegrafava da Berlino che la fase decisiva della tensione tedesco - sovietica era giunta all'apice: Hitler stava per ricevere l'Ambasciatore dell'URSS. Esisteva ancora un filo di speranza per un'improbabile capitolazione sovietica, mal conciliabile con tutto l'apparato bellico delle due parti, schierato come fin qui è stato descritto, secondo le risultanze ufficiali di quel tempo. Alle ore 19,30 un nuovo telegramma da Berlino annunciava l'invio di una lettera di Hitler a Mussolini e l'accettazione tedesca della presenza di un Corpo di Spedizione a rappresentare l'Italia su quello che veniva già definito il << fronte russo >l . Alle ore 21 dello stesso giorno 21 giugno il Generale Marras telefonava al Capo di Gabinetto del Ministero della Guerra : « Est possibile sia domani ». All'alba di domenica 22 giugno, il Consigliere dell'Ambasciata di Germania a Roma consegnava al Ministro per gli Affari Esteri
Preliminari della guerra russo - tedesca ed i111erve11to italiano
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italiano l'annunciata lettera di Hitler a Mussolini , con la quale il primo partecipava ufficialmente al secondo l'inizio delle operazioni militari contro l'Unione Sovietica. In quel messaggio Hitler esprimeva anche il suo ringrazian1ento per l'invio del Corpo di Sped izione Italiano destinato ad operare contro l'URSS a fianco delle Armate tedesche. Se tale è la vostra intenzione, Duce - che io accolgo naturalm ente col cuore colmo di gratitudine - vi sarà abbastan za tem po per poterla realizzare, dato che in un teatro di guerra tanto vasto l'avanzata non potrà avtienire dappertutto contemporaneamente » (3). (<
E', questo, un riferimento al « piano Barbarossa », che prevedeva per un secondo tempo l'entrata in azione della n" Armata tedesca (nella quale fu poi inserito il CS IR) nel settore meridionale del fronte. Continuava : << L'aiuto decisivo. Duce, lo potrete però sempre fornire col rafforzare le vostre forze nel/' Africa Settentrionale . . . ». Concludeva : « Vi prego di far comunicare a me direttamente opp ure di far concordare a mezzo dei vostri uffici militari col mio II 11 Comando Supremo tutti i desiderata 1 i suggerimenti e gli aiuti che Voi, Duce . vorrete farmi pervenire nella presente circostanza» .
Anche a Mosca, in quella stessa mattina, l'Ambasciatore del Reich si era recato al Ministero degli Affari Esteri dell'URSS per notificare, da parte del suo governo, la dichiarazione di guerra. Così informava una comunicazione telegrafica dell'Addetto Militare italiano. Intanto le tre Divisioni italiane del Corpo di Spedizione stavano completando il loro approntamento presso i rispettivi centri d i mobilitazione.
(3)
«
Hitler e Mussolini )), op. cit., pag.
102 .
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li teatro di operazioni orientale nel quale, tra il 1941 ed il 1943, combatterono alcune Grandi. Unità italiane possiede come caratteristiche salienti quelle della particolare vastità, dell'uniformità e del1' assenza di rilievi montani. In esso le Grandi Unità italiane raggiunsero, come limite orientale della zona di operazioni, il corso del Don, dopo di avere attraversato la vasta distesa della pianura ucraina. La r ipercorsero durante il loro ripiegamento, deviando a nord - ovest nella Russia Bianca, nella zona di Gomel - Bobrujsk, donde furono rimpatriate. A sud giunsero fino quasi al Mar Nero ed al Mar d'Azov, a nord toccarono Minsk, sul 5r" parallelo. Tale ambiente era il solito caratteristico del tavolato meridionale russo, altopiano di debole elevazione media, che declina verso sud con quasi insensibile pendio, con limiti mal de.finiti ad occidente, come continuazione della zona pianeggiante dell'Europa centrale. Tuttavia l'assenza di rilievi montuosi non significa che quell'altopiano sia una pianura, poiché esso rivela tutta una serie di sia pu re deboli ondulazioni. Queste colline, poi, a loro volta sono soggette all'erosione delle acque piovane, che formano in esse forre talora ripide ed incassate, le « balche )) . Il tavolato è ricoperto da un profondo mantello di terra nera, formatosi per antica scomposizione di piante graminacee entro un sottosuolo costituito da finissima arena. E' , questo, il terreno tipico della Russia, dal Mar Nero al medio Volga, fino a Saratov ed agli Urali Centrali, vero paese delle coltivazioni cerealicole. Quel fertilissimo terreno, però, quando è inzuppato d'acqua per pioggia o disgelo, diventa vischioso e difficile al transito, non soltanto per i normali autoveicoli, ma anche per i mezzi cingolati, per i quadrupedi e per i pedoni. L'elemento più cospicuo del paesaggio naturale russo è dato dalla presenza dei corsi d'acqua, decisiva per gli insediamen ti demografici, per le comunicazioni, per lo sviluppo economico e che ha
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esercitato grande influenza sulla vita del popolo. Non meno importante fu per determinare l'andamento delle operazioni mi litari considerate. I principali fiumi incontrati dalle unità italiane durante il periodo della loro permanenza al fronte russo sono tra i maggiori d'Europa. Da ovest ad est furono: il Dniester ( 1), il Bug (2), il Dnieper (3)) il Donez (4) e il Don (5). Sono tutti tipici fiumi di pianura, con brevi piene primaverili causate dallo scioglimento delle nevi, con lunghi periodi di gelo. La debole pendenza, determinata dallo scarsissimo dislivello tra le sorgenti e la foce dei fiumi, è causa della lentezza delle correnti e della sinuosità dei lunghi percorsi. Ne deriva la facilità di congelamento della loro superficie, anche per considerevoli spessori, fino a diventare portante dell'autocarreggio e tale da far perdere a fiumi di tanta importanza ogni valore impeditivo. Altra caratteristica generale dei fiumi della Russia meridionale è quella di avere la sponda occidentale sovrastante, talora con strapiombi di un centinaio di metri, sulla riva opposta di levante. ( r) Sorgente nel versante settentrionale dei Carpazi, percorso di 1.352 km, foce nel Mar Nero ad est di Odessa, bacino di 80.000 km2, portata media 400 m'' a! secondo, navigabile. (2) Detto più propriamente Bug Meridionale, per distinguerlo dall'omonimo affluente della Vistola. Sorgente in Polonia, percorso di 750 km, foce nel Mar Nero ad est di Odessa, nav igabile per gli ultimi r30 chilometri. (3) T erzo fiume della Russia dopo il Volga e quarto in Europa. Sorgente nel Rialto del Valdai, percorso 2.201 km, foce nel Mar Nero, bacino di 5 04.000 km2 • Presenta diffìcoltà alla navigazione per il gelo, le rapide, i banchi di sabbia. (4) Sorgente presso Kursk, percorso d i 1.083 km, bacino di 38.138 km 2• Confluisce nel Don ad est di Rostov. Navigabile a valle di Izjum (quella zona fu la più settentrionale nella quale abbiano operaro unità italiane nel primo semestre 1942). (5) Quarto fiume della Russia e sesto in Europa. Sorgente nel Lago I van, presso Tuia, foce nel Mar d'Azov, presso Taganrog, percorso di 1.870 km, bacino di 422.000 k m2• Percorre un'ampia ansa con la convessità ad est, per mezzo della quale si avvicina al Volga fino alla distanza di sol i 60 km (tra Kalac e Stalingrado, oggi Volgograd). Il corso medio del fiu me attraversa una zcna di basse steppe, nelle quali il letto è profondamente scava.to in masse calcaree o cretacee, con rive rocciose e scoscese. In ques to tratto il Don ha una larghezza variabile eia 100 a 300 metri, fìno a massimi di 500. La portata media del fiume è d i 900 m'1 al secondo, con il minimo nel mese di agosto ed un altro nel periodo del gelo. E' navigabile da Kalac, nell'ansa verso est in cui più si avvicina al Volga, fino alla foce ed è soggetto al congelamento per circa 120 giorni all'anno.
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Le opem z ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Nella parte settentrionale del territorio percorso dalle unità italiane, verso Tcernigov, Konotop, Sumy e Karkov, il terreno si presenta riccamente vestito di foreste, a continuazione di quelle polacche. Esse pongono una nota particolare nel paesaggio e gli conferiscono anche la caratteristica operativa di facilitare le azioni di guerriglia e di sorpresa. N ella parte meridionale di quello stesso territorio, si stende la steppa, spoglia di vegetazione arborea, percorsa dai venti, impetuosi sempre, polverosi e ardenti durante la stagione calda, sferzanti durante i lunghi mesi di gelo, quando sollevano turbini di neve gelata, che ferisce come punture di spillo. Ampie zone di quel territorio, sottratte alle foreste od alla steppa, sono coltivate a cercali, a granturco, a girasole, con la caratteristica che gli alti steli di quest'ultimo coprono alla vista ampie zone di terreno. Gli abitati, in generale ampiamente intervallati in quel vasto lembo di paese, a qualunque livello d'importanza, possedevano un rilevante valore militare, tanto logistico, çiuanto tattico. La presenza delle nuove città industriali, particolarmente densa nel settore operativo ten uto dal CSIR nell'inverno r94.I - r942, offriva non solo appigli tattici per l'azione guerreggiata , ma anche riparo dalle intemperie, fabbricati idonei alle sedi degli stabilimenti logistici, nodi ferroviari per le comunicazioni a grande distanza. li complesso del distretto m inerario - industriale di Scalino (6), bacino minerario del Donez, o « Donbass », costituiva un piccolo mondo a parte per l'elevata densità de~li abitanti, per la fitta rete ferroviaria e stradale, per l'aspetto occidentale delle costruzioni, non accentrate in una sola metropoli, ma suddivise in un a costellazione di alcune città di media importanza demografi.ca, costituenti, nel loro insieme, un importante fenomeno umano ed economico. Elemento caratteristico del paesaggio di quella regione sono i cumuli form ati dallo sgom bro dei detriti delle miniere carbonifere, accumulati in elevati coni, eretti in prossim ità delle cave stesse . La ricchezza delle risorse carbonifere di quella zona rappresentava, allora, oltre la metà della produzione totale dell'URSS e s'integrava con la presenza dei giacimenti ferrosi di Krivoj Rog, situati alla non rilev~nte distanza di circa 300 chilometri. L'industria chi-
(6) Scalino, già denominata Jusovka quando era un villaggio agricolo, porta ora il nome di Donezk. Era già allora una grande ciuà di centinaia di migliaia di abitanti.
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mica era rappresentata da un vastissimo impianto per la produzione di azoto sintetico a Gorlovka e quella meccanico - siderurgica da una fabbrica di rotaie e locomotive ferroviarie a Rykovo (7). Il carattere di spiccata modernità industriale dell'intera zona del Donez, nella quale le unità italiane operarono tra il novembre 1941 ed il luglio 1942, era fortemente contrastante con quello agricolo tradizionale della zona del Don , nella quale si combatté dall'agosto 1942 al gennaio 1943. In questa plaga scarse erano le città, ricoprenti importanza puramente locale. Le loro costruzioni, ampiamente intervallate, erano rimaste quelle caratteristiche in legno, con uno o due piani, e vi spiccavano soltanto i moderni fabbricati scolastici, in gran parte adibiti ad ospedali militari o sedi di co1nandi. La popolazione agricola viveva raccolta in villaggi di varia importanza, disseminati nella steppa, proprio per facilitare gli abitanti nei quotidiani loro trasferimenti sul lavoro. Caratteristiche essenziali del clima russo sono le forti differenze tra le temperature invernali e quelle estive, e la relativa uniformità di esse su vaste distese di territorio, in evidente rapporto diretto con la monotonia delle sue forme. Se la Russ ia meridionale gode il beneficio di un'estate più precoce e più luni.;a, d'inverno è soggetta a temperature non meno basse di quelle delle regioni artiche (Voroscilovgrad : - 40,8; Poltava: - 31,4.). L'inverno russo è quasi dappertutto più ri 1òdo che nelle altre zone europee di pari latitudine per effetto dell'influenza esercitata dalle correnti fredde provenienti dall'interno del!' Asia. Le linee isoterme invernali seguono l'andamento dei meridiani, sì che in Ucraina, situata più a oriente, la temperatura media di gennaio è inferiore a quella riscon trata a Capo Nord. L'inizio della sta2;ione invernale è generalmente precoce. Le prime gelate incominciano a verificarsi verso la fine di settembre. Per effetto del gelo, quando il fe nom(:nO arriva a durare per intere giornate, l'atmosfera si fa asciutta. La frequenza di venti impetuosi e di bruschi sbalzi della temperatura sono le cause di ma~gior disagio di quella st«gione. Essa, però, è la più favorevole alle comu-
(7) La città contava quasi 100.000 abitanti. La sua denominazione preri voluziona ria di Jenakievo, mutata in Rykovo prima e Orclzo nikiclse poi, durante il periodo di occupazione era tornata a quella di R ykovo. Ora è stato ripristinato il primo nome. Si tratta di questo argomento in quanto sulle carte geog rafiche è possibile trovare qualunq ue <lei tre nomi.
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Le operazioni delle unittÌ italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
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nicazioni, per effetto del gelo, che rende compatto ed ovunque praticabile il terreno e che, congelando profondamente la superficie dei fi umi, li rende attraversabili in ogni punto. Allo sciogliersi delle nevi, nel periodo della « raspùtitza » o del fango, il terreno della Russia meridionale diventa tutto impercorribile, non escluse le strade, anche se acciottolate. L a sola autostrada allora esìstente (Kiev - Brjansk - Mosca) conservava la condizione di percorribili tà. U n breve intervallo dì primavera, solitamen te nel mese di aprile, segn a il periodo più asciutto dell'anno. Il d isgelo improvviso provoca nei fiu mi piene, talora rovinose . • Te\ mese di giugno, il rapido aumento della temperatura provoca una forte evaporazione delle acque su perficiali e perfi no l'abbassamento della fa lda freatica . La vegetazione si svilu ppa rapidissimamente ed ìl tepore dell'aria uguaglia quello dell'Europa occidentale. In q uel periodo sì verifica no freq uenti e violenti temporali e la pioggia che il terreno non ric:sce ad assorbire, agisce su di esso erodendone la superficie. Le temperature medie estive sono simi li a quelle dell a pianura padana, compresi i massimi di questa. Però, l'estate rimane il periodo più um ido dell'anno, in q u.anto le precipitazioni piovose oscillano tra 1 / 3 e 2 / 5 di quelle dell'intera annata. La popolazione era quasi tutta di ceppo slavo, salva la presenza di piccole minoranze di ebrei e di tedeschi; però in Ucraina la grande maggioranza (80~-~) era costituita da ucraini, che parlavano la loro lingua distinta, se pur simile, da quella russa. I tedeschi cercavano di favorire la ripresa di quell a nazionali tà, con evidenti scopi politici fu turi. T utte le attività ineren ti alla vita civile consociata apparivano in grandissi ma crisi o addirittura inesistenti. L 'autorità occupante era dotata di ogni potere, anche perché le autorità sovietiche centrali avevano fatto ritirare tutte le persone investite di cariche pubbliche, abbandonando a se stessa la popolazione civile. Gli occupanti dovevano fars i coadiuvare da elementi locali, compresi quelli arruolati in un corpo di polizia, molto screditato presso la popolazione che lo vedeva asservito agli stranieri . Questi, a loro volta, non lo tenevano ìn grande consi derazione, in quan to ne constatavano la scarsa fe deltà. Ad accentuare i disagi della popolazione si aggiungeva l'intervento dell'autorità tedesca di occupazione, che emetteva bandi di precettazione per l'invio al lavoro in Germania, al quale erano sog-
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getti uonum e donne, con scarse eccezioni. Non furono infrequenti le richieste di russi di essere assunti al servizio di unità italiane allo scopo di sottrarsi a quella forma di deportazione. Nei rapporti con gli occupanti italiani, ]a popolazione si comportava assai correttamente e rari furon o i casi di scontro diretto, anzi era piuttosto facile che si stabilissero termini cordiali, od almeno di reciproca sopportazione.
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L'AVVERSARIO: €ENNI SULL'ESERCITO SOVIETICO
(1941 - 1942)
I principi disciplinari che regolano la vita dell'Esercito sovietico durante la seconda guerra mondiale, non si discostano sostanzialmente da quelli in vigore negli eserciti delle altre N azioni in quanto le Forze Armate di ogni Paese hanno in cornune - indipendentemente dai rispettivi ordinamenti politici - gli stessi obblighi fondamentali connessi con la funzione militare, vale a dire la fedeltà alla Patria, secondo un impegno consacrato dal giuramento, la rigorosa osservanza dei doveri della subordinazione, che comporta la sottomissione di ciascun grado al grado superiore, il dovere del comando e il dovere dell'obbedienza esercitati ai vari livelli della g~rarchia nell'interesse comune del servizio. L'ordinamento dell'Esercito sovietico prevede l'esistenza di Grandi Unità regolari e Grandi Unità territoriali. Le prime, ad organici completi sono composte, oltre che dal quadro permanente, da personale di leva a reclutamento nazionale. Le seconde sono normalmente costituite dai soli quadri che in determinati periodi dell'anno ricevono, inquadrano e addestrano il personale iscritto ad una speciale ferma ridotta. L'obbligo militare è generale e personale, dal 19° al 50° anno di età, e va da un minimo di due anni (per l'Esercito) ad un massimo di cinque anni (per la Marina). L 'intero contingente di leva riceve l'istruzione premilitare. Per quanto riguarda le unità presenti all'inizio del conflitto non si hanno notizie sicure, data la tradizionale riservatezza dei russi sulle loro questioni militar.i . L 'ordinamento dell'Esercito sovietico d'anteguerra, secondo il Servizio Informazioni dell'Esercito italiano, era comunque il seguente : Corpi d'Armata 50 - 55, su 2, 3 o 4 Divisioni; Divisioni di fanteria da 170 a 200, tutte ternarie; Corpi d'Armata corazzati 9, su 2, .3 o 4 Divisioni corazzate; Division i di cavalleria 32, su 2 Brigate di cavalleria; Brigate corazzate 50,
L'avversario: cenni sull'E.;ercito sovietico (1941 - 1942)
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su 3 battaglioni carri; battaglioni paracadutisti 13 (aumentabili a 18); Divisioni di fanteria aviotrasportate r. Nell'Annesso 1 al presente capitolo (pag. 55) sono riportati i dati riguardanti le formazioni organiche di alcuni reggimenti e di alcune tra le principali Grandi Unità (anno 1941), sempre secondo dati del Servizio Informazioni dell'Esercito. Nel novembre 1942, quando cioè i sovietici passarono alla controffensiva dando inizio ad una serie di grandi operazioni il cui esito segnò il capovolgimento in loro favore delle sorti della guerra, la forza dell'Armata Rossa era la seguente (1) : n. 6.124.000 Combattenti nell'Armata Rossa . Artiglierie (esclusi i lanciarazzi multipli )} e i mortai da 50 mm) 77.734 )} 6.956 Carri armati e semoventi . )) Velivoli da combattimento 3·2 54 Inquadrati nei << Fronti>) vi erano : Divisioni Brigate fucilieri, Brigate corazzate e meccanizzate autonome Corpi corazzati e meccanizzati
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I sovietici suddividono l'arte militare in tre parti : la strategia, l'arte operativa e la tattica. Su tali basi essi codificano la loro dottrina militare, di cui si riportano qui alcuni principi fondamentali tra quelli adottati durante la seconda guerra mondiale (2). Tra le due tradizionali branche della scienza m ilitare, cioè la strategia che tratta dello studio della condotta della guerra sotto tutti gli aspetti (e non solamente di quello militare) e la tattica che riguarda invece solo il combattimento, i sovietici inseriscono l'arte operativa, vale a dire la « teoria e la pratica di organizzare e condurre le operazioni di un "Fronte" (gruppo di Armate) o di una Armata)). Secondo i sovietici la guerra moderna richiede che tutte le risorse della Nazione, materiali e morali, siano mobilitate. Naturalmente la (1) Secondo dati <lesunti dall' IVOVSS. (2) Bibliografia: IVOVSS; RAnCOND L. trine » , Washington D.C., 1952.
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Le operaz ioni delle unità italicme al fronte ru.<so ( r941 - 1943)
condotta della guerra non può, in tale situazione, essere compito esclusivo degli organi militari. Il carattere generale della guerra ha determinato una più stretta fusione delle attività direttive politiche, militari ed economiche. Questo tipo di direzione può realizzarsi positivamente soltanto nel caso in cui quelle attività siano accentrate nelle mani del supremo potere politico, in grado di organizzare ed impiegare tutte le energie del Paese per la condotta della guerra. La regolamentazione militare sovietica stabilisce che « il combattimento offensivo costituisce l'aspetto fondamentale delle operazioni dell'Annata Rossa >J . Ogni guerra, secondo i sovietici, sia essa offensiva che difensiva si propone di sconfiggere il ne~1ico, ma solo una travolgente offensiva lanciata con ùna ·sc11iacciante superiorità di forze e di mezzi nella direzione principale e portata avanti da un implacabile inseguimento può condurre all'annientamento totale delle forze e dei mezzi del nemico. L'offensiva strategica è perciò il fondamentale metodo operativo delle Forze Armate dell'URSS; essa è eseguita, di norma, mediante alcune grandi operazioni condotte da gruppi di « Fronti n. Durante l'ultima guerra i sovietici lanciarono importanti offensive articolate su due o tre operazioni strategiche, sia contemporanee che in successione. Le operazioni strategiche condotte dai sovietici furono di diversi tipi; le più frequenti furono le azioni di accerchiamento di grosse aliquote di forze nemiche. L'accerchiamento era realizzato con sforzi esercitati secondo direttrici convergenti, mediante lo sfondamento contemporaneo del fronte e il successivo sviluppo degli sforzi in profondità ed a tergo della principale aliquota cli forze nemiche; oppure con sforzi c01nbinati, frontali e avvolgenti, allo scopo di sospingere le forze avversarie verso zone di difficile percorribilità o verso il mare. I preparativi per la pianificazione delle offensive nelle quali sono impegnati Gruppi di Fronti richiedono normalmente circa due mesi di attività degli Stati .Maggiori. Dopo di che si effettua la riunione delle unità partecipanti all'attacco, che ha normalmente luogo 50 - 60 chilometri a tergo delle basi di partenza, per essere poi trasportate al fronte poco prima dell'inizio ciel.l'operazione. Nell'offensiva si pianificano quattro fasi: preparazione, assalto, consolidamento dell'offensiva, sfruttamento del successo. La durata della preparazione va da mezz'ora a sci ore. In essa si inquadra la « offensiva di artiglieria» che peraltro non è presente s0ltanto in fase cli preparazione, ove assume importanza determinante, ma in tutte le fasi dell'operazione, spostando il tiro in aderenza
L'<l1111ersario: ce1111i sull'Esercito sovietico ( 1941 - 1942)
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all'avanzata della fanteria e dei carri. Così nella « offensiva aerea » l'aviazione interviene sugli obiettivi situati al di là della gittata dei cannoni e sposta i propri bombardamenti in avanti in m isura che li sposta l'artiglieria. Per l'assalto, effettua to dall a fanteria sempre in cooperazione coi carri , i sovietici usano concentrare il maggior numero di forze per sferrare il colpo decisivo nella direzione ritenuta più valida, realizzando un urto di massa. In caso di tenace resistenza avversaria le posizioni vengono aggirate ad ondate successive sino a consolidare il successo della prima ondata. Durante la fase di consolidamento si respingono soprattutto i contrattacclù dell'avversario, si occupano punti importanti di difesa, mirando sempre all'annientamento sistematico dei resti del nemico. Si sfrutta il successo col mantenere attiva ed operante l'azione offensiva su tutta la profondità dello schieramento avversario, che deve essere sempre inseguito, accerchiato e distrutto. Il settore di attacco di una Divisione cli fanteria dell'Esercito sovietico ha normalmente un'ampiezza che va da 1,5 a 3 km , mentre per quanto ri~uarda il rapporto delle forze in campo la regolamentazione sovietica (d 'anteguerra) prescrive che le forze dell'attaccante debbano essere da quattro a se i volte superiori a quelle del nemico. Fino al 1942 l'ordine di combattimento comprende il « gruppo d'urto » incaricato di attaccare sull'asse principale e il « gruppo di fissaggio » che impegna il nemico con unità di assalto su una direzione secondaria per impedirgli di concentrare i suoi sforzi contro il gruppo d'urto. Nella Divisione il gruppo d 'urto comprende i due terz i o i tre quarti delle unità di fanteria (non meno di due reggimenti di fanteria), mentre il gruppo di fissaggio non comprende generalmente più di un reggimento. Questa ripartizione dell'ordine di combattimento viene modificata guerra durante, appunto nel r942. _ cl nuovo « Regolamento di combatti mento della fanteri a )> adottato in tale anno si afferm a che « la concezione dei gruppi d' urto e dei gruppi di fiss aggio così come risultava dal precedente regolamento portava all'inattività delle unità di .fissaggio nella battaglia. Il nuovo regol amento sopprime pertanto la suddivisione in unità d'urto e unità di fissaggio ed impone la concentrazione delle forze, della potenza di fuoco e degli altri mezzi bellici tutti nella direzione principale, con forze mi ni me nelle direzioni secondarie » (3). (3) Tale nuova conce7.ionc dell'ordine d i· comhattimcnto nell'attacco, i russi !o applicheranno nel d icembre IC.)4 2 nelki opera'l..io ne « P iccolo Saturno)> contro 1'8fi Armata italiana (vds. capitolo XV).
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L e operaz ioni delle unitcì italiane al fronte russo (1941 -1943)
Lo stesso nuovo regolamento del 1942 abolisce lo schieramento in profondità nel dispositivo di combattimento dal plotone alla Divisione compresa. Tale regolamento prescrive invece l'attuazione di una esigenza fondamentale e inderogabile, vale a dire la partecipazione simultanea al combattimento di tutti gli effettivi della Di.visione e della loro potenza di fuoco, dall'inizio sino alla fine della battaglia. Ciò non esclude la formazione di attacco per scaglioni, particolarmente al li.vello del Corpo d'Armata e dell'Armata, in cui vengono impiegati i secondi ed i terzi scaglioni (generalmente composti da Divisioni motorizzate, appoggiate dall'artiglieria e dall'aviazione). Pur prescrivendo che solo il combattimento offensivo può portare all'annientamento del nemico, la regolamentazione sovietica (« Regolamento di combattimento della fanteria>) del 1942) considera la di/t:sa come una delle forme di combattimento della guerra moderna (4.) a cui si può ricorrere per economizzare forze a favore di operazioni offensive su altro settore del fronte, per guadagnare tempo onde concentrare le forze necessarie all'offensiva, per mantenere il possesso di determinate zone importanti, per disorganizzare il nemico in fase offensiva prima che passi all'attacco. Tuttavia la dottrina sovietica prescrive, in ogni regolamento di campagna, che occorre passare comunque appena possibile alla controffensiva. Il <( Regolamento sul servizio di campagna >> del 1940 prevede due forme di difesa : una rigida e una mobile. La difesa rigida si propone di mantenere terreno con una tenace resistenza accompagnata sempre da contrattacchi. La difesa mobile si attua allo scopo di guadagnare tempo, indebolire il nemico, preservare le proprie forze anche perdendo terreno. L'organizzazione difensiva adottata dai russi nella seconda guerra mondiale non è sostanzialmente diversa da quella in vigore negli altri eserciti, pur con una diversa denominazione dei vari aspetti dell'organizzazione stessa. Così, ad esempio, un'Armata in difensiva è organizzata normalmente in due zone, una di avamposti ed una di difesa, nella quale sono fissate una zona di difesa principale ed una o più zone di difesa secondaria in relazione alla sensibilità delle posizioni da difendere.
(4) Anche prima del 1942 esisteva, ovviamente, una dottrina sovietica sulla difensiva ma non le si attribuiva eccessiva importanza tante; che i programmi addestrativi dell'Esercito erano sostanzialmente basati sull"offensiva.
L'avversario: cenni sull'Esercito sovietico ( 194 1 - 1942)
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Gli avamposti hanno una profondità di circa 20 - 25 km davanti alla posizione principale con la funzione di ritardare la progressione avversaria col concorso dell'artiglieria, dell'aviazione e dei campi minati. Spetta invece alla wna di difesa principale (profonda circa un chilometro e mezzo) il compito di arrestare l'avanzata nemica. E' caratterizzata da punti fortifi cati isolati che battono col fuoco l'intera zona, e da una robusta di fesa anticarro. Sia nella zona principale quanto nelle zone secondarie sono predisposte numerose posizioni di ripiegamento. Le unità corazzate sono sempre schierate a tergo per contrattaccare eventuali penetrazioni nemiche. La dottrina militare sovietica prevede l'esistenza di riserve strategiche nelle mani del Comando Supremo, dei Comandi di Gruppo di Armata e di Armata ; di risert e operative a disposizione dei Comandi di Corpo d'Ann ata; di riserve tattiche nei Comandi di Divi. . ' . . s10ne e unua rrn non. La regolamentazione adottata guerra durante prescrive che cc le riserve hanno la funzione di respingere gli attacchi di sorpresa del nemico soprattutto sui fianchi e nei punti di giunzione di due settori, di appoggiare le unità in combattimento ed an che di sviluppare e consolidare i successi ottenuti >l. 1
Circa i procedimenti tattici adottati dai russi nella realtà del campo di battaglia, una attendibile testimonianza diretta è quella dell'Addetto Militare italiano a Bucarest, che ha segu ito da vicino le operazioni dell'Esercito romeno contro le unità russe durante il primo mese di guerra. Tale testimonianza è contenuta in una serie di appunti annotati in pri ma linea (dal 2 2 giugno al 2 2 luglio 1941), e poi trascritti allo scopo di fornire al nostro Corpo di Spedizione in affluenza al fronte orientale utili notizie sull'avversario che i soldati italiani si accingevano a combattere. Essa assume particolare valore (e per questo la si pubblica integralmente nell'Annesso 2 al presente capitolo, pag. 58) non solamente per le valutazioni ed i m.olti dati che contiene sulle Forze Armate sovietiche, ma anche perché - dopo solo un mese di guerra, quando cioè le Forze Armate tedesche che avevano percorso l'Europa con folgoranti vittorie sembravano oramai imbattibili - l'Addetto Militare italiano a Bucarest esprime fondate perplessità sull'imminenza del collasso dell'Armata Rossa, previsto invece dal Comando Supremo tedesco. 4. - U .S.
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Le operazioni delle unit?J. italiane al fronte russo (1941 • 1943)
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In linea generale, per i sovietici le retrovie (« tyl )>) non coincidono solamente, come in altre dottrine militari, con la fascia posteriore dell'area della battaglia ove è schierato l'Esercito di campagna, ma con tutto il territorio n~zionale che in tempo di guerra deve essere riorganizzato su una base militare e posto al servizio del fronte. Il che coincide col già citato principio fondamentale di guerra sovietico secondo il quale durante un conflitto armato debbono essere mobilitate tutte le risorse materiali e morali della Nazione. In senso più limitato spetta alla catena dei Servizi combattenti dislocati nelle immediate retrovie del fronte fare in modo che in « ogni circostanza le retrovie soddisfino ai bisogni delle truppe». I Servizi delle retrovie sono posti sotto il comando di un capo delle retrovie che coordina l'attività dei capi servizio ai quali spetta dirigere e assicurare i rifornimenti della rispettiva branca. La pr~cedenza logistica nei rifornimenti è data alle munizioni e al carburante.
Nel mese di maggio 1942 il Comando del Fronte Ovest trasmetteva « A tutti i Comandanti delle Armate, ai Comandanti di Divisione e dei reggimenti >l dipendenti, una Direttiva contenente i « Principi dottrinali sovietici per l'azione offensiva)) nella quale era detto tra l'altro:
L'esperienza tratta dai combattimenti dimostra che il successo clell'attacco è possibile soltanto a condizione: di un'accurata ricognizione della difesa nemica. di un'accurata preparazione dei reparti al combattimento, cli un'ottima cooperazione fra tutte le Armi, di un'organizza.zione tale da assicurare la continuitù dell'azione di comando e del flusso logistico. « Per preparare accuratamente un attacco bisogna in primo luogo: conoscere bene il nemico e il suo sistema di difesa; scegliere esattamente la direttrice principale d'attacco e concentrare in segreto, in corrispondenza di essa, forze e mezzi; portare le truppe sulle basi di partenza al copei·to dell'osservazione avversaria e assicurare la sorpresa dell'attacco; curare nel dettaglio la cooperazione fra la fanteria, l'artiglieria, i carri armati, l'aviazione e i reparti speciali; pianificare il fuoco d'artiglieria e il sistema di fuoco della fanteria attaccante in modo continuo e massiccio; organizzare attentamente la difesa c / a e e/ c. «
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L'avversario: cenni sull'Esercito sovietico (1941 · 1942)
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L'artiglieria, i mortai e il fuoco dei lanciarazzi multipli hanno in attacco un'importanza decisiva. « li successo dell'intervento offensivo dell'artiglieria è possibile se la fanteria e i carri attaccano a loro volta insieme ali'artiglieria. « Il successo dell'attacco della fanteria dipende soprattutto dal/'impiego efficace deL!e armi in possesso alla stessa fanteria . « 2.
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« 3 . - L'attacco di nuclei di difesa e di capisaldi è impresa molto complessa che richiede, oltre a coraggio, un'ottima preparazione dei reparti . ..
« 4. - I contrattacchi del nemico sono di norma appoggiati da
carri armati. Pertanto bisogna aver speciale cura nell'assegnare armi per la difesa c/c ai dispositt't1i in attacco. Nelle mani del comandante di dit,isione e di reggimento deve esservi costantemente una aliquota di mezzi c / c. « 5 . - Appena si profila il successo del nostro attacco, il nemico impiega come contromisura la sua aviazione. Ciò richiede che si organizzi attentamente la difesa c/a.
« 6. - ... Nel corso dell'attacco, speciali gruppi cli ricognizione devo no essere distaccati con i primi scaglioni, per l'infiltrazione all'interno delle difese nemiche e la raccolta d'informazioni sul suo sistem a difensivo in profondità. « Sui fianchi scoperti devono essere distaccate pattuglie di ricognizione aventi il compito di individuare l'afflusso delle riserve nemiche. « Ai fini di una tempestiva trasmissione dei dati raccolti, questi gruppi ricognitivi devono essere muniti di radio , di telefoni e di razzi da segnalazione colorati. « Gli aerei da ricognizione e del!'artiglieria devono controllare di· continuo il campo di battaglia, lo spostamento di mezzi di fuoco, di carri, cli' artiglierie ed individuare l'afflusso delle riserve nemiche. I dati raccolti dalla ricognizione aerea vanno trasmessi per radio e comunicati mediante messaggi at•iolanciati sui posti d'osservazione o di comando. « Gli stati magRiori devono organizzare la raccolta dei dati raccolti dai vari tipi di ricerca compreso quello delle truppe speciali, elaborarli tempestivamente ed informare il comandante. Per i compiti ricognitivi sussidiari è sempre necessario avere una riserva di m ezzi di ricerca. « 7. - Il successo dell'attacco dipende in gran parte dalla sorpresa. Per ottenerla è necessario in primo luogo mantenere segreta
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) ;_
tutta la preparazione dell'attacco, celare i propri intendimenti ed ingannare l'avversario. « 8. - Se nella difesa nemica vi sono delle fortificazioni perma-
nenti, per non subire ingenti perdite nel tentativo di conquistarle, vanno impiegate 1 - 2 squadre d 'assalto per ogni battaglione fucilieri attaccante in primo scaglione. « Ciascuna squadra d'assalto consiste di: a) un nucleo per la distru.zione dei reticolati e lo sminamento dei varchi. Per ogni varco occorre un nucleo speciale; b) un nucleo di copertura. Nella squadra d'assalto è bene averne 2 - 3 di tali nuclei, ciascuno su 2 - 3 uomini armati di moschetti automatici o mitragliatori; c) un nucleo per la distruzione delle fortificazioni difensive. <e Ciascuna squadra d'assalto è appoggiata o rinforzata da 2 - 3 carri e da r - 2 pezzi c / c. e< Malgrado l'importanza decisiva dell'artiglieria , la fanteria deve cercare di farsi strada col fuoco dei mortai, delle mitragliatrici e dei fucili eliminando i centri di fuoco e di resistenza rimasti efficienti. « Di norma il fuoco della fanteria deve essere a massa; esso deve essere impz'egato non soltanto per distruggere obiettivi noti ma anche per battere aree in cui è probabile la presenza di centri di fuoco pericolosi per il successivo movimento in avanti. « Il comando dei mortai da I 20 è centralizzato nelle mani del comandante dell'artiglieria divisionale, quello dei mortai da 82 mm nelle mani dei com.andanti di reggimento. Ciò consente di avere una poderosa aliquota mortai e di portare i concentramenti di fuoco sugli obiettivi più importanti·. Nello sviluppo della fase di rottura il comandante cli divisione può passare una parte dei mortai da I 20 ai comandanti di reggimento, mentre questi ultimi possono a loro volta decentrare parte dei mortai da 82 mm ai dipendenti comandanti' di battaglione. e< Nell'impiego dei carri è necessario : I) utilizzarli sulla direttrice principale. L 'attacco corazzato deve essere improvviso e massiccio; 2) è categoricamente vietato lanciare i carri contro le difese senza prima aver accuratamente effettuato la ricognizione degli itinerari adducenti al margine anteriore e senza aver controllato che non vi siano ostacoli e/e. Per la ricognizione del terreno e della sua percorribilità, per accertare la presenza di campi minati vanno impiegati carri leggeri T - 60 e T - 26. Per una ricognizione profonda,
L'avversario: cenni sull'Esercito sovietico ( 1941 - 1942)
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per il controllo della presenza di artiglieria c / c nemica, devono essere impiegati carri T - 34 e KV; 3) l'attacco carrista deve essere accompagnato in tutta la sua profondità dall'aviazione e dall'artiglieria. Prima dell'inizio dell'attacco la difesa c / c del nemico deve essere neutralizzata. Tutto ciò che si rivela durante l'attacco carrista deve essere distrutto dai pezzi di accompagnamento, dal!' artiglieria, dai razzi multipli, dai mortai, dalle mitragliatrici e dall'aviazione. « Il dispositivo di combattimento carrista va scaglionato in profondità. Il primo scaglione è costituito di solito da carri pesanti. Compito principale di tale scaglione è quello d1: neutralizzare la difesa c / c rimasta e di sconvolgere il sistema di fuoco nemico. « Il secondo scaglione è formato da carri medi. Esso attacca direttamente dietro il primo scaglione. completa la neutralizzazione e l'annientamento della difesa c / c, elimina i centri di fuoco e la fanteria nemica. « Il terzo scaglione consta di carri leggeri. Esso segue il secondo scaglione e ha dietro di sé la fanteria, proseguendo l'azione di neutralizzazione ed annientamento. << La riserva corazzata è nelle mani del comandante che organizza l'attacco sulla direttrice principale. « Il primo scaglione attacca il margine anteriore quando la fanteria è pronta per l'attacco, mentre l'artiglieria trasporta per l'ultima volta il fuoco dal margine anteriore sulle difese più arretrate. « Nel caso che il margine anteriore della difesa sia a tergo di ostacoli c / c insormontabili e grandi ostacoli naturali . i carri attaccano dopo che la fanteria , in cooperazione con l'artiglieria e l'aviazione, ha forzato il margine anteriore e permette ai carri il superamento dell'ostacolo c / c. « Alcune questioni relative alla condotta del combattimento d'attacco. « L 'artiglieria, dopo la neutralizzazione deqli obiettivi individuati sul margine anteriore e sulle posizioni subito retrostanti, su segnale del comandante di divisione effettua alcuni falsi trasporti dì tiro verso il tergo. Al momento dell'ultimo ritorno di fuoco dal tergo sul margine anteriore il primo scaglione carri inizia il movimento dalle posizioni di partenza. « Il definitivo allungamento del tiro deve coincidere con il raggiungimento del margine anteriore da parte del primo scaglione carri. « Il secondo scaglione carri oltrepassa in quel mentre i dispositivi d'attacco dei battaglioni di fanteria retrostanti. La fanteria in-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
comincia il movimento per l'attacco dietro il secondo scaglione carri. « Il terzo scaglione carri supera la fanteria proprio davanti al margine anteriore della difesa nemica. « I primi scaglioni dei reggimenti fucilieri, senza sostare sul margine anteriore, contz"nuano il movimento in avanti. I comandanti· dei reggimenti devono cercare di far sì che i secondi scaglioni. senza indugio, muovano verso il margine anteriore. Essi entrano in combattimento nei seguenti casi: quando si profila l'esaurimento dell'azione degli scaglioni antistanti; se la resistenza del nemico si irrigidisce e i primi scaglioni non possono assolvere da soli il compito; per lo sfruttamento del successo sui fianchi; per sgominare il contrattacco nemico. « L'esperienza bellica dimostra che il nemico organizza il contrattacco ai primi successi delle truppe attaccanti. Perciò il consolidamento del successo e l'organizzazione difensiva sugli obiettivi· conquistati hanno un'importanza decisiva . . . « Appena la ricognizione accerta la minaccia di contrattacco, l'artiglieria e i mortai effettuano massicci interventi di fuoco sulle truppe contrattaccanti. I genieri creano subito ostacoli a/ u e c / c. La fanteria, incaricata di respingere il contrattacco, occupa la più vicina e favorevole posizione e interviene con il fuoco a massa di tutte le armi. · « Il nemico riporta perdite gravissime con i lanciarazzi multipli, specie se il loro fuoco è concentrato . .. )>.
L'avversario: cenni sull'E sercito sovietico (1941 - 1942)
55 A'.'11'ESS0 I .
FORMAZIONI ORGANIC IIE /~{'.ggimmto di fanteria. Comando: r se7.. anticarro su 3 cannoni da 45 mm. btr. d'accompagnamento su 6 pezzi da 76,2 mm. pi. difesa aerea su 3 mitragl. contraeree. 3 cp. f. di 3 pi. cli 3 sq. (totale <lella cp.: 9 sq. con r f . mtr. ciascuna e I sq. mtr. su 2 armi); 3 btg. su · ) r cp. mtr. su 3 pl. di 4 a rmi ciascu no; l I sz. anticarro di btg. su 2 cannoni anticarro da 45 mm. . . < 24 mortai da 50 mm; r btg. mortai su 3 cp. mortai > ., · I 24 morra,. ua 82 m m . I
~
Battaglione divisionale da ricogn izione. Comando: L
1 1
1 1 1
sq<l. cav. (3 pi. su 3 sq .). cp. autoblindo (3 pi.: totale 9 autoblindo leggere e 3 pesanti). cp. carri leggeri (3 pi. carri legger i T27A e anfibi). cp. f. autotrasportata. htr. aucocannoni da 76,2 mm. sz. mtr. c/a autoportata. reparto collegamenti.
Reggimento di cavalleria. Comando : 1 pi. collegamenti. 4 sqd. sciabole (2 pl. di 3 sq. c iascu na con I f. m tr.). 1 sqd. mitr. (4 pi. di 4 sq. ciascuna con I mitr.).
Artiglierict divisionale (prima del conflitto). Primo reggimento: 1 gr. su 3 btr. cannoni <la 76 mm 2 gr. su 1 btr. cannoni da 76 mm 2. roo uomini e 1.400 cavalli. Secondo reggimento: 1 gr. su 3 btr. obici da 122 mm. 1 gr. su 3 btr. obici da 152 mm. 1.500 uomini e 600 cavalli. Attualmente le Divisioni hanno un I gruppi obici da 152 mm sono stati d enze ciel Comando Supremo.
mocJ. 37. mod. 37 e
2
btr. obici da
122
mm.
solo rgt. d'artiglier ia su 2 g ruppi. accentrati alle Armate o alle dipen-
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Reggimento artiglieria C.A . (prima del conflitto). Comando : 3 gr. su 3 ber. (normalmente ippotrainati - in corso di motorizzazione). Materiale: - cannone da 107 mm; - obice da 152 mm mocl . 1914. Attualmente i rgt. d i C.A. sono stati sciolti e i gruppi, ri un1t1 rn raggrnppamenti di manovra, sono stati accentrati alle dipendenze del Comando Supremo.
Formazione di guerra ed armamento della Divisione di fanteria (organici di guerra) Fanlcria
I Cav.1Ar tiglieria I
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COSTITUZIONE ORGAN ICA DI ALCUNE GRANDI U N ITÀ
Divisione fanteria.
3 rgt. ftr. I rgt. artigl. cliv. 1 btg. da ricognizione. btg. artieri. btg. trasm1ss10ni. r cp. mtr. e/a. r cp. chimica. I btg. mortai da 120 mm. reparto :rnticarro.
Divisione cavalleria. Brigate cav. (ciascuna su 2 rgt. cav.). 1 rgt. fanteria motorizzato. I rgt. artiglieria su 4 gruppi. 1 btg. carri armati su 4 squadroni (32 carri). I cp. anticarro - reparti genio - servizi. 2
Alcune Divisioni sono su 3 rgt. cav., corazzati e anticarro.
1
rgt. artigl ieria e alcuni reparti
L'avversario: cenm sull'Esercito sovietico ( 1941 - 1942)
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Brigata corazzata. Coma ndo : 2 btg. carri leggeri (btg. su 3 cp. su 3 pl.) 1 btg. carri : su 2 cp. carri medi ed r cp. carri pesanti
totale carri
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to tale carri mcdi totale carri pesanti
22
7
Totale carri 93 gru ppo contraereo (3 btr. con 1 2 pezzi e r cp. mtr. e/a con 6 armi di 12,7 m m). 3 cp. mitraglicri; r cp. mortai con 12 armi; btg. fo . motocòz,ato J cp. anticarro con 8 pezzi; r cp. cacciatori carri con 16 lanciafiamme. 1 cp. esplorante (8 au toblindo medie e 7 leggere). reparti trasmissioni, riparazioni, servizi. 1
j
Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo (1941 · 1943) ANNESSO 2.
DOPO UN MESE DI GUERRA AL FRONTE ROMENO
Appunti del Col. Co1rado Valfré di Bonzo, Addetto Militare a Bucarest sui procedimenti tattici sovietici
PREMESSA.
Riassumo le mie personali osservazioni e quelle raccolte al Quartier Generale durante questo primo mese di guerra: - premetto che si tratta di appunti frammentari; - che si riferiscono esclusivamente al fronte romeno (in corrispondenza del quale, salvo una divisione motomeccanizzata romena, hanno operato solamente unità di fanteria, da montagna e di cavalleria); - che concernono essenzialmente il ristretto campo tattico; - che non rappresentano che la affrettata e disorganica raccolta quelle notizie che possono riuscire di qualche utilità al nostro Corpo cli spedizione.
MORALE DELLE TRUPPE E DEI QUADRI.
Per quanto concerne disciplina, mordente, coesione, cioè a dire morale, non v'è dubbio che il comportamento delle truppe e elci quadri sovietici abbia costituito una sorpresa per coloro che, ingannati da una propaganda che non sta a me di giudicare, oltre a giurare che il regime sovietico sarebbe crollato al primo rovescio, erano persuasi dell'incapacità delle truppe e degli ufficiali dell'armata rossa. Mi riferisco a quanto scrissi a Mosca nel 1939 in una monografia avente per titolo « Alla ribalta: il colosso dalla testa d 'argilla J). Della gioventù sovietica - e l'U.R.S.S. può armare oltre una decina cli milioni di uomini - quella che Stalin ha buttato in prima schiera, in questa g igantesca battaglia, rappresenta il fiore e per prestan:La e per fidatezza . E la gioventù sovietica che da 20 anni assorbe il verbo comunista attraverso una martellante intelligentissima propaganda, perché non conosce quanto accade oltre i confini clell'U.R.S.S. e non può quindi trovare termini di paragone all'infuori <lei proprio passato in cui le condizioni di vita materiale ed essenzialmente morali della ma~sa operaia e contadina erano inferiori a quelle create dal regime staliniano, è per Stalin. Distrutti gli altari, alle vecchie icone la gioventù ha sostituito l'effige del dittatore, alle vecchie liturgie il credo comunista. In nome del quale oggi si batte e muore. Per questo ideale muore e per la patria: ché Stalin, comprendendo quanto potessero riuscire astrusi per la gran massa i nuovi dogmi, da qualche anno a ,1uesti ha affiancato e direi quasi fuso l'ideale della patria, i cui confini e la cui stessa concc:Lione erano stati idealmente aboliti dalla terza internazionale.
L'avversario: cenni sull'Esercito sovietico (194, • 1942)
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La truppa si è dunque battuta e si batte ancora in terra cd in ciclo onorevolmente. Centri d i resistenza soverchiaci e oltrepassati continuano a lottare sino all'ultimo uomo, sino all'ultima cartuccia: con fanatismo. Frequenti suicidi per sottrarsi alla prigionia. Si sono verificati casi - a quanto si assicura - di casematte nelle quali i d ifensori sono stati rinchiusi dall'esterno, di opere nelle guaii i commissari politici che imponevano la lotta sino alla morte sono stati fucilati. N on contesto la veridicità di questa affermazione. Sarebbe comunque imprudente a mio subordinato parere trarre troppo facili illazioni da questi episodi sporadici. Sta di fatto che a tutto oggi sul fronte romeno si sono arresi solo quei reparti - reparti non un ità - cui la rapida cronometrica manovra tedesca non aveva lasciata altra via di scampo. Ma.lgrado la schiacciante superiorità della caccia tedesca, che unitamente alla D.C.A. abbatte sistematicamente la metà od i ¼ delle formazio ni attac· canti, gli aviatori sovietici continuano a buttarsi allo sbaraglio in condizioni tali in cui le possibilità d i poter far ritorno sono praticamente inesistenti.
CoMAND I.
Per quanto !"inatteso inizio delle ostilità abbia completamente sorpreso il comando sovietico - (Chisinau, Cernauci, Kiew, Nikolajew cd Odessa completamente illuminate durante la prima notte d i guerra stanno a dimostrarlo) non si può non riconoscere che la reazione dei vari comandi sia stata pronta cd effìcace. Gli attacchi delle truppe tedesco - romene hanno in contrato, là dove era stato deciso di abbandonare il territorio, seri ostacoli all'avanzata nell'azione abile, clastica, mobilissima ed ostinata delle retroguardie prevalentemente motorizzate e corazzate operanti in ritirata a colpi di sonda sul fronte e più frequentemente sui fianch i. Resistenza accanitissima là dove non si doveva cedere di un passo: nel ristretto campo tattico conLrattacchi ripetuti, efficaci, provenienti da direzioni diverse spesso impreviste, condotti con perizia ed ardimento. N el quadro piLl ampio di gruppi di grandi unid azioni di m asse motorizzate armonicamente operanti nel tempo e nello spazio e nelle direzioni più opportune e redditizie. Nella prima fase della battaglia che va dal 2 2 Giugno al 15 L uglio il comando sovietico è riuscito a sgombrare ordinatamente la Bucovina e la Bcssarabia settentrionale, subendo poche perdite ed infliggendone all'attaccante. Scarsissimo il numero dei prigionieri - (dal quale si debbono natu ralmente esclude re: i bessarabiani levati in massa dai sovicti ed anelanti quindi a congiungersi con la patria) - . Praticamente nullo il bottino di guerra. N ella seconda fase della g rande battaglia in iziata all'alba del 16 luglio e tuttora in pieno se pur contrastato sviluppo, (che ha portato allo sfondamento della linea Stalin fra Moghilew e Jampol ed alla riconquista di tutta la Bessarabia), il comando sovietico ha operato con metodo, energia e sopratutto con calma: alla resistenza sul Dnicster ai contrattacchi reiterati per contenere e ridurre le teste di ponte, hanno fatto seguito i contrattacchi sui fianchi delle colonne ormai in piena azione verso il Bug, malgrado la m inaccia sempre più vicina delle armate I7" e 1" corazzata tedesc he puntanti a sud - est. Abilis-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
sima è stata la manovra in ritirata che ha consentito alle unità sovietiche nella battaglia in corso di sfuggire ad accerchiamenti che sembravano inevitabili. Il comando ed i comandi di unità hanno quindi su questo fronte e sino ad oggi funzionato e funzionato bene. Egregiamente quelli dei corpi e dei minori reparti. La recente apparizione dei commissari politici, la cui autorità pare vada assumendo proporzioni sempre maggiori - superiori certamente a ,iuelle del passato - , ed il cui numero pare vada aumentando, è tornata però fortunatamente a costituire un elemento di disgregazione che distrugge praticamente l'unità cli comando, poiché sminuisce il senso della responsabilità - suddividendola e facendola sopratutto temere -, che crea un'atmosfera d i sospetti e di odii, un pesante ingombro di sovrastrutture e cli interferenze esiziali all'azione dei capi. TI servizio informazioni, malgrado le non lievi difficoltà, ha fu nzionato relativamente bene. Il Quartier Generale, malgrado i suoi molteplici spostamen ti, è sempre stato oggetto di bombardamenti; i più importanti contrattacchi sono stati sferrati contro quelle unità romene che, per essere di mobilitazione, hanno minor coesione delle altre. I trasporti, malgrado le pessime condizioni delle strade, peggiorate dal persistere delle piogge e dalla solerte aziooe degli Stukas, hanno assolco bene il loro compito, sia n.ella prima fase della guerra in cui l'esodo delle truppe e del materiale dalla Bucovina e dalla Bessarabia si è effettuato ordinatamente e totalitariamente; sia nella seconda, caratterizzata dalla mobilità delle masse operanti in azioni controffensive ed in ritirata. IMPIEGO TATTICO DELLE VARIE ARMI.
Fcmteria. Oltre alle qualità di carattere morale di cui ho detto genericamente, la fanteria sovietica ha dimostrato cli possedere un ottimo addestramento ed allenamento. Il giuoco della tattica minuta è preciso, tanto da dare l'impressione di essere istintivo. La manovra non è negletta neppure nelle minori umta, addestrate a sfru tta re la sorpresa, a ricercare il fianco ccl il tergo ciel nemico, a sfruttare al massimo il terreno, il mascheramento, il fuoco: la cui disciplina è risultata ottima ed i cui effetti sono stati sinora notevoli. Caratteristica della tattica della fanteria è l'estrema mobilità: a cominciare dalla compagnia in cui le armi automatiche, effettuate le prime raffiche redditizie, cambiano immediatamente posizione per sottrarsi alla reazione avversaria, alla squadra, e nell'ambito della stessa squadra, al tiratore singolo, sino ai corpi, alle unità, che sfruttano costantemente i mezzi motorizzati per manovrare. I reparti che si trovano in organizzazioni mascherate aprono il fuoco a brevissima distanza per sfruttare al massimo gli effetti della sorpresa; in terreno libero, allorché il mascheramento lo consente, lasciano parimenti avvicinare le formazioni avversarie per sfruttare gli effetti del fuoco scatenato a comando. La fanteria difende con accanimet1to i centri cli resistenza, anche se questi sono stati sorpassati. Spesso crea il vuoto innanzi al fronte delle unità attac-
L'avversario: ce1111i sull'Esercito sovietico (1941 - 1942 )
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canti. Non appena le formazioni si sono addentrate in profondità, i reparti che avevano sgo mbrato e si erano portati in posizioni laterali, scatena no violenti contrattacchi che hanno spesso sortito risultati concreti. E ' addestra ta a prendere di mira di prefere nza le uniformi che spiccano nella massa. Esistono gruppi di tiratori muni ti di fucil e a cannocchiale specialmente adibiti a questo com pito. Ecco perché è: indispensabile che l'ufficiale si mimetizzi il più possibile coffa truppa . La fa nteria sovietica si giova largamente delle imboscate e dei trucchi pili svariati: occorre diffidare delle bandiere bianche che quasi sempre nascondono un tranello; dei finti morti che risuscitano per aprire il fuoco alle spalle; essere cauti nell'attraversare terreni boscosi apparentemente sgombri. Si è dato il caso di battaglioni avan,ati in boschi in cui non v'era t raccia di nemico, presi alle spalle dal fuoco di interi reparti scesi silenziosamente dai loro nascondigli tra le fronde o fatti segno a fuoco nutrito di squadre di tiratori scelti appollaiati sugli alberi con armi automatiche. Frequente altresì lo sfruttamen to di uniformi tolte a prigionieri od a feriti per compiere colpi di ma no od assolvere compiti inform ati vi. [ collegamenti con l'artiglieria, assicurati da filo e da mezzi radio, si sono dimostra ti sinora buoni: di guisa che armonico è risultato l'i mpiego delle due armi esse11zialme11tc nel campo rÌ.itretto dei minori reparti. Abbondante l"artiglieria di accompagnamento, sfruttata largamente anche alle più brevi distanze. Efrìcacissimo centro il materiale ro meno il tiro anticarro. Nessuna economia di munizioni, sia delle armi portatili sia di quelle pesanti. Sono state impiegate largamente cartucce deformabili cd esplosive. Esistono altresì cartucce cariche di solo esplosivo che - a quanto affermano i prigionieri - dovrebbero essere impiegate per dilaniare la ferita nel precise momento in cui la baionetta è: entrata in giuoco. Ottimi l'equipaggiamento e l'ar mamento. Larga dotazione di armi aucomaciche, di fucili mun iti cli cannocchiale, di armi a tiro curvo, bombe a mano. A rtiglieria.
Le caratteristiche principali conce rnenti l'artiglieria sovietica ed il suo impiego sono le seguenti. Impiego irrazionale del fuoco : diluito, mai o quas i a massa. Il tiro più fre(1uentc e dirci normale è quello effettuato per batteria, raramente per gruppo. Frequentissimo quello d i sezione e del pezzo isolato: il che induce a supporre l'esistenza di un largo ed illogico decentramento. TI dispregio o l'ignoranza della manovra del fuoco ha, su questo fronte almeno, ridotti i risultati del tiro. Unico esempio di concentramento - se cale può delìnirsi la convergenza de] tiro di un reggimento divisionale - si è avuto in corrispondenza di una tes ta di ponte romena sul Pruth. Utilizzazio ne delle massime come delle minime gittate. A somiglianza di quanto fa la fanteria con le armi automatiche, l"artiglieria divisionale e di corpo d'ar mata per sottra rsi al tiro di controbatteria cambia spesso posizione: nell'ambito del gruppo, della batteria e sinanche della sezione.
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Le operazioni delle unità italiC/.ne al fronte russo ( 1941 - 1943)
li tiro è risultato in genere abbastanza preciso, malgrado che - forse per la non padronanza del cielo - le unità sovietiche non si siano servite che eccezionalmente dell'ausilio degli aerei per dirigerlo. Il concorso più efficace dato dall'aviazione all'artiglieria risulta per ora essere quello fornito <lagli apparecchi da caccia alle batterie contraeree. Allorché una formazione nemica è avvistata, alcuni cacciatori, tenendosene naturalmente a debita distanza, volando alla sua stessa quota e nella medesima direzione, comunicano alla difesa velocità, rotta, altezza. Q uesto sistema ha dato buoni risultati. L'artiglieria cli corpo d'armata è impiegata di preferenza per tiri di infilata. Il materiale d'armata, se ha effettuato tiri precisi ed efficaci nella prima fase della campagna - inquantoché ha potuto sfruttare una minuziosa preparazione - nel prosieguo delle operazioni ha ottenuto risultati mediocri, forse anche perché privo dell'ausilio aereo. Così come i vari organi della d ifesa contraerea, ottima si è di mostrata· l'artiglieria d i questa specialità. Il tiro più efficace è risultato essere quello ciel materiale da 47, dai 500 ai 4.000 metri. Personale vigile, pronto e bene addestrato: rapida entrata in azione, grande celerità di tiro. Le maglie della difesa, larghe sulle linee, si raffittiscono all'interno in corrispondenza dei punti sensibili. Le batterie avanzate entrano raramente in azione: aprono di preferenza il fuoco contro le formazioni che, dopo essere state sottoposte al tiro più nutrito delle batterie retrostanti, hanno preso la via del ritorno. Il metodo di tiro prevalentemente impiegato è quello degli sbarramenti a cortine di fuoco, fatto con abbondanza - direi quasi spreco - di munizioni. Largo è l'impiego dei proiettili traccianti. Molto elevato nei proiettili di tutte le specialità e <li tutti i calibri il percento dei colpi inesplosi. A tutt'oggi non sono stati impiegati dalrartiglicria proiettili a liquidi speciali. Da tener presente che molto spesso i sovietici fanno affluire le munizioni ai reparti con carri o autocarri agricoli apparentemente carichi d i fieno. Attaccati dalle formazioni aeree, più di una volta colonne simili hanno reagito aprendo un nutrito fuoco di mitragliatrici. Carri armati e c1,utoblindo.
Sul fronte romeno sono stati impiegati esclusivamente carri d i piccolo e medio tonnellaggio: da 7 a 20 tonnellate. Il loro impiego, sempre razionale e tempestivo, è stato - salvo casi eccezionali - quello classico, cioè a dire a massa (masse tuttavia non comparabili a quelle tedesche). C~li ufficiali carristi hanno dimostrato ardimento e ottime qualità manovriere. La manovra preferita è quella che ricerca il fianco del nemico. Nel primo periodo della campagna in corso talune teste di ponte romene sono state attaccate ed annientate esclusivamente da re parti carristi. I grandi contrattacchi nella Bessarabia centrale sono stati tutti preceduti da massicce formazioni carriste, le quali, unitamente a numerosissime autoblindo, manovrando con efficacia, mobilità ed elasticità, hanno assolto intelligentemente il non facile compito d.; coprire la ritirata oltre il Dniester.
L'auverJario: cenni sull'Esercito sovietico ( r941 • 1942)
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Gli Stukas si sono d imostrati il mezw piL1 efficace per annientarli. E' bene tener presente tuttavia che, anche sotto il pauroso bombardamento di (1uesti sibilanti aerei, le formazioni non si sono sbandate, ma hanno continuato, benché falcidiate, verso il loro obiettivo. I proiettili da 37 e da 47 hanno perforato facilmente la corazzatu ra e le torrette. Ottima prova hanno dato i proiettili incendiari. In un tiro sperimentale effettuato a Stefanes ti contro un carro di medio tonnellaggio catturato, uno speciale proiettile eia fucile ha perforato facilmente il blindamento laterale. Il terreno paludoso è esiziale per il carro sovietico. H o avu to campo di osservarne parecchi - leggeri - immobilizzati, pur non essendovi affondati più di una spanna, in terreni paludosi dai quali altri carri in analoghe condiz ioni si sarebbero potuti facilmente disimpascoiare. li materiale corazzato sovietico non può reggere neppure ad un lontano raffronto con guello tedesco in fatto d i resistenza, manovrabilità e capacità offensiva. I carri sovietici sono contrassegnati da una fascia bianca, larga circa ¼ metro, dipinta sulla parte superiore nel senso della lunghezza. Come le colonne munizioni, i reparti corazzati fa nno largo uso di tettoie di paglia o foraggio per sottrarsi alla visibilità dall'alto.
ORGANIZZAZ IONE DEL TERR ENO.
L'organizzazione del terreno è: risultata efficace là dove esistevano sistem i preorganizzati - come lungo il D niestcr - sia come effici enza delle singole casematte, sia come loro ubicazione ai fini del tiro e scaglionamento in profondità, sia come tracciato elci reticolati, apprestamenti anticarro, ecc. In corrispondenza delle linee di difesa è stata constatata la presenza di opere truccate, inesistenti, malamente camuffate ad arte per attirarvi il tiro delle artiglierie e degli aerei e consentire alle opere reali, ottimamente mascherate, di sfruttare al massimo gli effetti ciel fu oco e della sorpresa. Le opere campali si sono dimostrate scarsamente efficienti. A renderle tali hanno però contribuito anche le piogge che hanno prodotto smottamenti, fra ne ed allagamenti. N ella organizzazione speditiva del terreno, la fanteria non scava generalme nte trincee, ma profonde buche scaglionate a scacchiera: per tiratore singolo e per le armi automatiche. Di campi minaci non se ne sono sinora incontrati molti: tutti comunque in corrisponde nza delle fascic preorganizzate a difesa lungo il Pruth, il D anubio ed il Dniester. I genieri sovietici prescelgono generalme nte i te rreni nelle immediate vicinanze dei corsi d'acqua: e precisamente quei lratti in corrispondenza dei quali è prevedibile o il guado o il gittamento cli ponti. Non risulta a tutt'oggi che l'armata rossa in ritirata allestisca campi minati : è tuttavia probabile che altri se ne incontrino lungo il Bug e lungo il Dniester. E ' starn constatata la presenza di bombe a<l orologeria ed a percussione in taluni dei pochi depositi di munizioni o di viveri che sono stati abbandonati.
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Le operazioni delle unitcì italiane al fronte russo (1941 -1943 )
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A VIAZIONE.
Generalizzando si può affermare che, come quello dell'artiglieria campale, l'impiego dell'aviazione non è stato né organico né razionai~: e ciò sin dai primi giorni della campagna, allorché il comando sovietico, malgrado la falcidia del primo attacco di sorpresa e di quelli successivi, disponeva ancora cli una massa almeno tripla cli quella rimasta oggi in efficienza. L'aeronautica rossa ha dimostrato cli non possedere una dottrina di guerra; l'alto comando come pure quelli delle grandi unità, sono stati assolutamente impari al loro compito. Impiego a spizzico, azioni scucite mancanti di genialità e di efficacia, spesso cli logica. Rare le azioni che abbiano conseguito risultati concreti. Poche relativamente le azioni notturne: il che sta a dimostrare lo scarso livello di istruzione del personale e la sua affrettata preparazione tecnica. Ardimento e spesso temerarietà da parte degli equipaggi (quasi sempre costituiti da elementi eterogenei). Modestissime le loro qualità tattiche. Mediocri quelle di tiro e manovriere : sia per sfuggire agli attacchi dei caccia, sia all'azione della D .C.A. Per converso tutti i possibili accorgimenti e trucchi per trarre in inganno l'avversario : dalla scelta delle rotte più lunghe e più tortuose per giungere sull'obiettivo da direzioni impreviste, alle più volgari m istificazioni. Spesso si è verificato il caso di apparecchi sovietici che, sfruttando la rassomiglianza della sagoma con taluni similari avversari coloraci colla stessa vernice e contraddistinti dai contrassegni tedeschi o romeni, hanno potuto raggiungere gli obiettivi traendo in inganno la difesa. (La pili redditizia azione sulla zona petrolifera si è appunto effettuata in queste condizioni). Sfruttando lo stesso sleale trucco, formazioni da caccia hanno potuto avvicinare formazioni alleate ed ottenere qualcht'. successo iniziale. Molto in uso presso l'aeronautica sovietica è pure una speciale colorazione mimetica bicolore ed a disegni irregolari degli apparecchi che ricorda q uella impiegata dalle navi.
a) Ricognizione. La ricognizione, per espletare la quale manca un tipo d'apparecchio veloce cd a lunga autonomia, è effettuata o da vecchi bombardieri a scarsa velocità che operano a grande altezza isolati o in piccole formazioni lanciano talvolta bombe di piccolo calibro e spezzoni, o più frequentemente dalle stesse squadriglie eia bombardamento. La ricognizione sovietica, oltreché della radio, fa largo uso di razzi e di fumate. I reparti a terra corrispondono mediante segnalazioni con teli bianchi.
b) Bombardamento. Le azioni di bombardamento sono generalmente effettuate da grandi altezze e contro obiettivi di vasta superlìce. Il tiro è risultato quasi sempre disperso ed impreciso. Le formazioni giungono di preferenza - per non dire sistematicamente - da d irezioni inattese e sempre diverse per sorprendere la D .C.A.
L'avversario : ccnm sull'Esercito sovietico ( 1941 - 1942)
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Mai, come ho premesso, azioni a massa. Le incursioni sono effettuate ad ondate successive e distan7.iatc da form azioni di 3 - 5 o al massimo 7 apparecchi. Su guesto fronte le bombe impiegate - (di cui molto notevole è il percento di quelle inesplose) - non hanno mai superato i 250 kg: sia quelle dirompenti, sia quelle incendiarie. Delle prime, efficaci, il raggio utile d'azione si aggira sui 150 m, delle seconde il rendimento si è dimostrato scarso. Attaccati, i bombardieri sovietici si difendono oltreché colle armi di bordo normali, con petardi che esplodono roo m dopo il lancio e sì sono dimos trati abbastanza efficaci . Spesso, scaricate le bombe, gli apparecchi scendono a bassa quota per agire co!Ja mitragliatrice contro le colonne in marcia. G li effetti dei bombardamenti sovietici sono stati in complesso scarsi allorché le azioni si sono svolte di giorno, pressoché nulli du ran te le mcursioni notturne. La D .C.A. e la caccia hanno sempre aperte larghe brecce nelle formazioni attaccanti: più di una volta si è dato il caso che neppure un apparecchio abbia potuto far ritorno alla propria base.
c) Caccia e Assalto.
La caccia sovietica è (e meglio forse sarebbe ormai dire era) molto vigile, e.late le rapide e sem pre tempestive seg nalazion i e.lei posti ascolto. Usa di preferenza formazioni e.lì 3 - 5 aero plani che attaccano di sorpresa gli apparecchi isolati o le formazioni nem iche che, in seguito al tiro della difesa, hanno perso la loro compattezza. Non attacca mai le formaz ioni da bombardamento o da ricognizione allorch~ queste sono scortate. (li miglior metodo per sfuggire alla caccia è guindi quello <li procedere sempre scortati e di mantenere sopratutto la com pattezza della formazione). Attacca dì preferenza alle spalle o da sotto in su, aprendo il fuoco alle medie cd alle piccole distanze. Gli attacchi sono in genere singol i: eccezionalmente l'azione di più caccia persegue cioè lo stesso obiettivo. Fallito l'attacco del primo, entra immed iatamente in campo il secondo e quindi il terzo. Mentre l'azione del primo apparecchio è in atto, gli altri della stessa o di altre formazioni fanno intanto la ronda attorno agli apparecchi attaccati, per intercettare loro la fuga. Raramente - salvo in caso di assoluta necessità - a vittoria conseguita gli apparecch i rin novano l'attacco. Il cacciatore sfugge quasi sem pre al combattimento, anche se il duello è singolo. Spesso, fallito l'obiettivo, il pilota simula la fuga : per rip rendere quota e ritentare l'attacco. Nei combattimenti in cui entrano in giuoco molte unità, generalmente alcuni apparecchi sovietici evoluiscono in modo eia attir:ire l'avversario : per dar modo ai cacciatori che volano a quota superiore di agire in picchiata di sorpresa. La caccia sovietica fa largo uso di proiettili traccianti. Spesso nelle azioni di assalto i piloti hanno dato prova, piL1 che di temerarietà, di incoscienza. Su questo fronte hanno compiuto numerose imprese vocate alla sicura catastrofe sce;;ndendo isolati a me no cli 50 m a m itragliare apparecchi sul 5. -
u.s.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
campo, fanteria, postazioni di artiglieria mentre la caccia alleata già aveva iniziata la sua azione. Ma anche in questo campo tattico nel quale indiscutibilmente più attiva è apparsa l'aviazione sovietica, mai azioni razionali, ondate successive, ma azioni sporadiche : spesso eroiche, ma quasi sempre vane. I disastrosi effetti dell'azione audace, precisa e martellante degli Stukas e della D.C.A. si fanno di giorno in giorno più palesi. Il potenziale dell'aeronautica sovietica, in tutte le sue specialità, diminuisce con progressione geometrica. in questi giorni ad esempio, in cui è ancora in atto la crisi del passagg io del Dniester cd in cui conseguentemente sull'una e sull'altra sponda si addensano lunghe colonne, l'azione aerea sovietica è stata praticamente nulla. E la caccia si va facendo sempre meno attiva. L'impiego dei paracadutisti - lo sport nazionale sovietico - ha costituito una sorpresa negativa. Malgrado i luminosi esempi di razionale impiego a massa forniti dalla Germania, malgrado l'enorme numero di paracadutisti di cui dispone l'U.R.S.S., sino ad oggi, su questo fronte, anche questa specialità è stata im piegata a spizzico ed essenzialmente per compiti di sabotaggio ed informativo. In genere gli elementi lanciati col paracadute appartengono alle regioni in cui debbono operare. Per quanto concerne la Romania si può tuttavia affermare che, malgrado l'aiuto di qualche elemento ebraico, pochissimi sono a tutto oggi i paracadutisti che hanno potuto sfuggire alla cattura: e ciò anche mercé alla vigile e generosa collaborazione della popolazione civile. Non è tuttavia soverchia misura di prudenza quella di vigilare sui depositi di munizioni, di carburante e sui campi di aviazione.
CONCLUSION E.
(Se mai conclusioni si possono trarre allorché una battaglia - la più gigantesca che la storia ricordi - è ancora in pieno sviluppo). I punti fermi essenziali assodati in questo primo mese di campagna sul fronte romeno (ripeto: esclusivamente sul fronte romeno) sono i seguenti: - l'azione ciel comando sovietico e elci comandi di grandi unità è stata più agile e razionale di quanto non si prevedesse; - i comandanti dei minori reparti hanno dimostrato di possedere ottima preparazione tattica e ascendente sui loro dipendenti; - l'esperienza fatta in Finlandia t stata sfruttata largamente ed intelligentemente; - il comportamento dei quadri e deJla truppa è stato sino ad oggi buono malgrado la serie continua delle battaglie perdute. (Altri eserciti di ben più larga fama hanno capitolato in più breve tem po e dopo lotte assai meno cruente). Ciò non esclude che, continuando con lo stesso ritmo i colpi di maglio delle armate tedesche - ai guaii quanto prima si uniranno quelli inferti dal nostro magnifìco Corpo di spedizione in Russia - un collasso possa verificarsi. Sull'imminenza di questo collasso tuttavia i due anni passati a Mosca mi inducono ad essere alquanto scettico;
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L'avversario: ce11111 sidL'Esercito sovietico (1941 - 1942)
- l'impiego della motorizzazione, fatto su vast1ss11na scala, è stato razionale : ha consentito rapide manovre cli masse e ripiegamenti effettuati spesso in condizioni particolarmente difficili; - se l'aviazione e l'artiglieria - esclusa quella contraerea - sono state impiegate in modo irrazionale, la fanteria e le unità corazzate hanno saputo, nelle situazioni più disperate, manovrare razionalmente. L'esercito sovietico quindi si batte e sa battersi, la gioventù cli Stalin sa morire. Alla vigilia dell'entrata in azione delle nostre truppe, che affiancate ancora una volta a quelle tedesche, lottando eroicamente per un ideale di giustizia, sapranno vincere anche questa aspra e gigantesca battaglia, si riaffaccia alla mia men te una domanda che pii:1 cli una volta ufficiali romeni - (che certo meglio di mc sanno quante vite già abbia loro costato questa campagna) - dopo aver scorso le vistose intestazioni di taluni giornali, mi hanno rivolta: u Ma perché si continua a dipingere l'esercito sovietico come una armata di inetti, incapace di battersi, anelante solo alla fuga, alla controrivoluzione, allorché qui per avanzare si lotta, per vincere si muore? ». Quartier Generale,
22
luglio 1941.
li Regio Addetto Militare Colonnello CoRR,mo
VALFRÉ 01
Boi-:zo
PARTE SECONDA
LE OPERAZIONI DEL CSIR
CAPITOLO IV
COSTITUZIONE, TRASFERIMENTO E RADUNATA DEL CORPO DI SPEDIZION E ITALIANO IN RUSSIA (CSIR)
I . - COSTITUZIONE La costituzione di un Corpo di Spedizione, che rappresentasse l'Italia nella guerra intrapresa dalla Germania contro l'Unione Sovietica, si era andata perfezionando passo dopo passo nelle settimane che avevano preceduto lo scoppio del conflitto e corrispondeva ad un'antica intenzione di Mussolini, manifestata a Hitler fino dal 2 giugno 1940 ( 1), ripetu ta anche in tempo successivo. Nella prima enunciazione del proposito di .i ntervenire militarmente a fianco dei tedeschi contro i russi - espressa il 30 maggio 1941 dal Capo del Governo e Ministro della Guerra, Mussolini, al Capo dello Stato Maggiore Generale, Cavallero (Documento n . 7) l'en tità della p resenza italian a era stata fissata in tre Divisioni : una motorizzata, una corazzata e una di fanteria, la sola indicata nominativamen te nella D ivisione Granatieri di Sardegna . Nel corso cli gucl colloquio, il Generale Cavallero non suggerì a Mussolini che l'intervento italiano avrebbe assunto maggiore organicità , e m aggior peso, se alle tre Divisioni fosse stato preposto un Comando di Corpo d'Armata. Una tale opportunità emerse peraltro su bito dopo, in un colloquio del Capo di Stato Maggiore Generale con i suoi collaboratori del Comand o Suprem o. N on si parlava più, ormai, d i in viare singole Divisioni, ma prendeva rapida consistenza il progetto di costituire un Corpo di Spedizione con D ivisioni autotraspor tabili e celeri, come venne poi attuato con la sola d ifferenza che invece di destinarvi il Comando del Corpo d'Armata Speciale, come è detto nel
(1) Hitler e Mussolini, op. cit., pagg. 49 e 50.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Documento n. 8, vi fu preposto il Comando del Corpo d 'Annata Autotrasportabilc (2). Il « Diario Cavallero )J - dal guale provengono i Documenti n. r 3 e r 4 prima citati - nel riportare, alla data del r5 giugno 1941, indicazioni sugli obiettivi dell'Esercito tedesco nelle future operazioni contro l'URSS, conferma che la misura dell'intervento italiano al fronte orientale è fissata in un Corpo d'Armata (Documento n. 9). Il 17 giugno il Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Francesco Rossi, prospettava ancora al Generale Cavallero la possibilità di inserire elementi corazzati nella composizione del Corpo d 'Armata Speciale, se questo fosse stato inviato al fronte orientale (Documento n. ro). Dopo due giorni era infine maturata la soluzione che il Corpo di Spedizione sarebbe stato formato con due Divisioni « autotrasportabil i )J ed una Divisione celere, tutte e tre inquadrate nel Corpo d'Armata Autotrasportabilc (Documenti n . 11 e 12). Alla vigilia dell'attacco tedesco all'URSS, 22 giugno 1941, la Grande Unità italiana destinata ad operare con le Armate germaniche si stava perciò preparando per assumere l'ordinamento sopracitato ed il Generale Cavallero ne riferiva telefonicamente al Capo del Governo. Dal testo di quella comunicazione telefonica, riportato fedelmente nel Documento n. 13, possono ravvisarsi i seguenti concetti: che nella compos1z10ne del Corpo d'Armata destinato al fronte russo - tedesco, fosse rispettata la « organicità J) delle Unità, il che, invece, non avvenne; - che le tre denominazioni usate dal Generale Cavallero per indicare a Mussolini le Divisioni Pasubio e Torino - vale a dire
(2) Il Comando del Corpo d'Armata Speciale era stato costmuto in Padova, il 15 novembre 1940, traendo il Comandante e pochissimi altri elementi dal Comando del Corpo d'Armata Celere, e non gli erano state conferite speciali caratteristiche. Si trattava di un solo « Comando >l, senza Unità né Servizi, che avrebbe ricevuto al fronte albanese, dovendovi operare nella rr" Armata. Il 2 luglio 1941 era nuovamente a Padova, essendo rimpatriato soltanto con pochi reparti direttamente dipendenti, privo delle Divisioni rimaste oltremare. 1l Corpo d'Armata Autotrasportabile, terminate le operazioni dell'aprile 1941 contro la Jugoslavia, il 7 maggio era tornato nelle dislocazioni di pace ed era composto, in quel tempo, dalle D ivisioni Autotrasportabili Pcisubio e Piave e dalla Divisione Corazzata Littorio.
Costituzione, trasferimento e radunata del CSIR
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« Divisioni autoportate », « Divisioni motorizzate» e « Divisioni autotrasportabili » fossero termini equivalenti, il che non corrispondeva alla realtà in quanto: la locuzione « Divisioni autoportate J) è termine gener ico e non trova riscontro nelle tabelle organiche delle Divisioni di cui disponeva 1'Esercito all'epoca. N on esistevano, cioè, Divisioni « autoportate » (3); la Pasubio e la Torino non erano Divisioni motorizzate in quanto non disponevano in proprio dei mezzi necessari al loro trasporto; le stesse Grandi Unità erano Divisioni « autotrasportabili », con le caratteristiche indicate nella precedente ~1ota 3, ~aie a dire che non disponevano di autoreparti m propno ;
che bocche da fuoco di medio calibro, da 105 / 32, potessero essere qualificate come e< a lunga portata », mentre la loro gittata massima era di soli 14.000 metri (4), limi te che poneva quei pezzi tra le artiglierie a media gittata.
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Durante la stessa giornata del 2r giugno, altre comumcaz1om telefoniche del Capo di Stato Maggiore Generale confermavano
(3) Le Divisioni mobilitate per la guerra si distinguevano in: - Divisio11i di fa11te1·ia: aveva no salmerie, carrette e pochissimi automezzi; potevano essere del tipo normale e del tipo da mol1lagna, e differivano tra loro perché quelle da montagna avrebbero dovuto avere il reggimento di artiglieria someggiato o carrellato; - Divisioni alpine : avevano numerose salmerie e i'artiglicria tutta someggiata ; - Divisioni celeri: erano composte di cavalleria, bersaglieri ciclisti, artiglieria a cavallo e a traino meccanico, carri veloci; - Divùioni autotmsportabifi: erano come le Divisioni <li fanteria <lei tipo normale, con le sole salmerie cli combauimento ed i servizi motorizzati. L'artiglieria era a traino meccanico: potevano spostarsi in autocarro, ma non disponevano di unirà automobilistiche in proprio per il loro trasporto: - Divisioni motorizzate: erano composte di fanteria, bersaglieri e artiglieria a traino meccanico; disponevano in proprio degli automezzi necessari al loro trasporto; - Divisioni cornzzate : comprendevano reparti di bersaglieri autocarrati, unità carriste e artiglierie a traino meccanico_ (4) Si trattava di bocche da fuoco di preda bellica riadattate, piuttosto pesanti, poco maneggevoli, difficilme nte trainabili su strade non buone e che presentavano anche inconven ienti tecnici durante il tiro. Erano in totale tre gru ppi con 36 pezzi.
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Le opaazioni delle unità italiane al fronte russo (r94r - 1943)
quanto era stato detto in quella precedentemente avuta con Mussolini (Documento n. 14). Dalla lettura del Diario Cavallero dei giorni successivi, dal 22 al 29 giugno, si trae la chiara sensazione del notevole lavorio di carattere organico e logistico svolto dall'autorità centrale per dotare il Corpo d'Armata Autotrasportabile di tutte le armi e di tutti i mezzi disponibili, non solo per garantire l'efficienza operativa della Grande Unità, ma anche per farla comparire decorosamente agli occhi delle unità degli eserciti alleati con le quali il Corpo Italiano sarebbe venuto a confronto (Documenti n . 15, 16, 17, r8 e 19). Il 9 luglio veniva stabilito che il complesso di forze terrestri cd aeree, destinate ad operare al fronte orientale, assumesse la denomi/ nazione di « CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA (CSIR) ». La sua costituzione organica particolareggiata risulta dai / << quadri di battaglia >> riportati nei Documenti n. 20, 21 e 22. Sulla composizione del Corpo di Spedizione appaiono opportune le seguenti note. L'assegnazione di una Divisione celere al CSIR - composto da due sole Divisioni denominate « autotrasportabili l>, ma in effetti di fanteria - offre motivo per alcune considerazioni. La struttura delle Divisioni celeri (5) era stata studiata sotto il profilo organico per affidare alle stesse Grandi Unità (tre sole in tutto l'Esercito) principalmente il compito dell'esplorazione strategica sul fronte di un'Annata, su terreno di media montagna o collinare della zona alpina o ad essa adiacente. In quel tipo di terreno, e su quella rete stradale, avrebbero operato i reparti dotati di mezzi a ruota, mentre il terreno di più difficile percorribilità sarebbe stato battuto dai reparti a cavallo. L'artiglieria leggera, per ,½ ippotrainata e per ½ motorizzata, avrebbe potuto, a seconda delle esigenze, appoggiare i « distaccamenti esploranti J>, composti volta a volta in relazione ai compiti loro affidati (6). Ora, la forza delle Divisioni Pasubio e Torino non si poneva con la consistenza di un'Armata neppure ridotta, sicché la presenza di una Grande Unità celere per l'esplorazione strategica in favore delle due citate Divisioni appare eccessiva se messa in rapporto alla dottrina tattico - strategica di quel tempo. (5) Composte da un reggimento d i bersaglieri ciclisti, due reggimenti di cavalleria, un gruppo squadroni carri leggeri (3,5 tonn.), un reggimento di artiglieria con sei batterie di piccolo calibro. (6) L'artiglieria della 3;' Divisione Celere però era for mata dal reggimento di artiglieria a cavallo su 6 batterie.
Costituzione, trasferimento e radunata del CS!R
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L 'altro possibile im piego della Celere quale m assa d 'urto e di manovra nelle mani del comandante del Corpo d'Armata appariva invece carente e di non sicuro rendimento, priva come era la Grande Unità di consistenti unità corazzate capaci di decidere un'azione o di ristabilire un a situazione compromessa. Ion solo, m a in un terreno come q uello della Russia meridionale, ovunque percorribile fuori strada anche da carri armati medi e pesanti, la minaccia dei mezzi corazzati nemici sarebbe stata costante, limi tando perciò sensibilmente il proficuo impiego della Celere. Infine la velocità di movimento delle unità della D ivisione Celere destinate a precedere il grosso del Corpo d'Armata non era omogenea ed i tre battaglioni bersaglieri autoportati erano sempre destinati. a staccarsi dai più lenti dieci squadroni di cavalleria e da 11 'artiglieria. Per q uanto riguarda le d ue D ivisioni di fanteria « autotrasportabili >> c'è da dire non solo che la disponibilità degli automezz i, come si è già visto, non permetteva che il trasporto di una sola delle d ue Grandi Unità, ma tale disponibilità era altresì notevolmente al disotto delle estese necessità continge nti che le operazioni su q uel fronte, caratterizzate da celerità e profondità di movimenti, avrebbero inevitabilmente creato. Altra varian te organica era stata q uella dell'inclusione d i una legione dì camicie nere tra le un ità direttamente dipendenti dal Comando del Corpo d 'Arm ata. L 'organico delle Divisioni Pasubio, Torino e Celere in quanto Divisioni speciali non comprendeva, a differenza di quello delle altre Divisioni di fanteria, unità della Milizia Vo.lontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N .), ma l'aspetto ideologico della guerra e la necessità di dotare il Comando del Corpo d'Armata di qualche elemento per poter intervenire direttamente nella lotta, determin arono la variante. La legione venne inoltre rafforzata con un battaglione di armi di accom pagnamento (una compagnia mortai da 8r e una compagnia cannoni da 47/ 32), non previsto nelle legioni divisionali della milizia. Alle due Divisioni « autotrasportabilì », inoltre, era stato asseg nato, in più dell'organico, un battaglione mortai, per l'esperienza subita al fronte albanese, così che le possibilità di tiro con traiettoria curva nell'interno delle Divisioni erano praticamente raddoppiate. Era stata anche raddoppiata, e portata da una a d ue, la presenza dì compagnie can noni da 47 / 32 in fun zione controcarro (7) (7) 11 cannone da 47 / 32 poteva a11che svolgere azio ne d i accompagname nto ; gittata massima 3.500 metri.
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Le operazioni delle unità italian,~ al fronte russo ( L941 - 1943)
presso le Divisioni, mentre un intero battaglione degiì stessi cannoni da 47 / 32 era stato posto alle dirette dipendenze del Comando cli Corpo d'Armata. Occorre peraltro tener presente che l'assegnazione di altre unità, in aggiunta a quelle previste dalle tabelle organiche, conferiva certamente ai reparti ciel CSIR una maggiore efficienza operativa, ma per ottenerla si dovette procedere alla spoliazione di altre unità parimenti mobilitate, anche se dislocate in territorio nazionale, disponibili per altri impieghi di guerra. Ad esempio, il V ed il XXVI battaglione mortai divisionale, rispettivamente assegnati alle Divisioni Pasubio e Torino, erano stati sottratti alle Divisioni Cosseria ed Assietta, il CIV battaglione mitraglieri autocarrato, il II battaglione anticarro da 47 / 32 e la 1" compagnia bersaglieri motociclisti, tutti assegnati al Comando ciel Corpo d'Armata, erano stati ceduti rispettivamente dal IX Corpo d'Armata (Bari), dal II (Alessandria) impegnato, come le Divisioni Cosseria e Assietta per la << Esigenza O J> (eventuale occupazione dei dipartimenti orientali della Francia), divenuta reale nelJ'autunno 1942. Le compagnie anticarro 141", 171" e 172", assegnate alle Divisioni Pasubio, Torino e 3" Celere , provenivano dalle Divisioni Centauro (corazzata), r" e 2 " Celere, la prima destinata all'Africa Settentrionale, le altre due operativamente impegnate in Balcania. Per le artiglierie si può dire che la dotazione del CSIR era piuttosto scarsa, come risulta dal Documento n. 22. Infatti, nelle unità direttamente dipendenti dal Corpo cl' Armata esistevano - oltre ai tre gruppi da 105 / 32 (36 pezzi) già citati - soltanto due gruppi da 75/ 46 vincolati alJa difesa contraerea, ciascuno su due sole batterie, e altre due batterie ciascuna annata di otto cannoni - mitragliera da 20, pure con funzione contraerea. La dotazione di artiglierie delle Divisioni oltre ad essere scarsa era anche antiquata. Si trattava infatti di due gruppi (24 pezzi) di obici eia roo / 17, di preda bellica austroungarica della prima guerra mondiale (gittata massima 9.300 m) e df sette gruppi (72 pezzi) di cannoni da 75/27 (gittata massima 10.240 m) già veterani della guerra italo - turca 1911 - 12 e della prima guerra mondiale. Di questi ultimi cannoni i tre gruppi della Divisione Celere erano su due batterie « a cavallo>> (24 pezzi), cioè con le bocche da fuoco trainate da tre pariglie, con conducenti montati e con tutti i serventi parimenti montati a cavallo. Ancora tre caratteristiche distinguevano il CSIR dagli altri Corpi d'Armata ad ordinamento normale:
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Costituzione, trasferimento e radunata del CSIR
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una consistente assegnazione di unità del genio (dieci specialità), con una considerevole quantità di reparti pontieri; - l'assegnazione di reparti dell'aeronautica, con uni tà da osservazione e da caccia per complessivi 83 aerei; - l'esistenza di una Intendenza, anche se inizialmente prevista per assolvere compiti limitati, cd una maggiore dotazione di unità dei vari Servizi, che assimilavano logisticamente il CSIR ad una piccola Armata. Alle note formul ate sin qui, si possono ancora aggiungere le seguenti considerazioni in ordine alla struttura del Corpo di Spedizione. La sua struttura avrebbe dovuto essere adeguata ai compiti operativi che le unità italiane erano chiamate ad assolvere nel quadro della Direttiva n . 21 - nota in codice col nome di « Piano Barbarossa >) - che il Comando Supremo germanico aveva impartito alle sue Armate del fronte orientale, tra le quali il CSTR andava ad msenrs1. La Direttiva n. 21 prescriveva che la massa dell 'Esercito sovietico dovesse essere battuta in una rapida campagna, da concludersi entro l'au tunno 1941, con ardite operazioni e< spingendo ampiamente avanti cunei corazzati » e impedendo nel contempo la tradizionale manovra del nemico per sopperire con la ritirata su spazi immensi alla sua in izia le inferiorità. In siffatto genere di operazioni, svolte su un terreno che non opponeva al movimento ostacoli naturali, ad eccezione dei corsi d'acqua, mezzi corazzati e blindati trovavano condizioni ideali di proficuo impiego; così per le unità di fanteria motorizzate, alle quali poteva essere affidato il compito di ampliare l'azione di rottura dei corazzati con profonde avanzate per il raggiungimento di obiettivi posti a grandi distanze. Principalmente due erano, dunque, le esigenze che avrebbero dovu to determinare la struttura del CSIR: la prima consisteva in una adeguata disponibilità di unità corazzate; l'altra che le Divisioni di fante ria fossero interamente motorizzate. A tal i preminenti esigenze se ne aggiungeva poi una terza non meno rilevante e cioè una cospicua dotazione di effic aci cannoni per l'azione controcarro. Ma la composizione organica del CSIR non fu tale da rispondere pienamente alle citate esigenze. Per quanto riguarda infatti le unità corazzate, il Corpo di Spedizione disponeva di un solo gruppo di carri leggeri da 3 tonn.
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Le opemzioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
(inizialmente 60 carri, ripartiti in quattro squadroni), in organico alla Divisione Celere (8). Le altre due Divisioni non avevano uni tà di carri armati. Circa la necessità di assegnare al CSIR una più consistente forza carrista in relazione alle esigenze che si sono dette, occorre tener presente che delle tre Divisioni corazzate esistenti all'atto della costituzione del CSIR, una, l'Ariete, era in Africa Settentrionale. Le altre due, la Centauro e la Littorio, da poco rientrate dal fronte balcanico, si trovavano in Italia in via di riordina,nento per essere uitualmente trasferite in Africa Settentrionale. v In merito, poi, alla totale motorizzazione del Corpo di Spedizione, si è già detto come i mezzi in dotazione consentissero a mala pena il trasporto di una sola Divisione. Il Comandante del CSIR, Generale Messe, segnalò subito la grave deficienza al Comando Supremo, dal quale dipendeva direttamente, ma la situazione non migliorò a causa della indisponibilità di automezzi. Quanto è scritto in proposito nel Diario Cavallero del 25 luglio 1941 (Documento n . 23), e cioè « Manderemo presto in Russia gli automezzi che ancora mancano per una delle Divisioni già partite ))' ebbe limitata attuazione. L'armamento controcarro del CSIR era principalmente rappresentato dai 108 cannoni da 47 / 32 presenti nelle compagnie c / c della Grande Unità. Il pezzo da 47 / 32 era allora l'unico cannone leggero costruito e adottato per svolgere preminentemente azione controcarro. La sua efficacia contro i mezzi corazzati posti in campo dall'avversario può essere desunta raffrontandone i dati caratteristici con i dati relativi alla corazzatura del carro sovietico di più largo impiego nella seconda guerra mondiale, vale a dire del carro armato medio T 34. In particolare: - il pezzo controcarro italiano da 47 / 32 lanciava granate capaci di perforare ad una distanza di 500 m piastre di acciaio dello spessore di 43 mm, con impatto normale, cioè con un angolo di incidenza di 90°, oppure piastre di acciaio di 32 mm con impatto di 60°; - il carro armato sovietico T 34, del peso di 26 tonn., armato di un pezzo da 76 e da 2 mitragliatrici, aveva una corazzatura in (8) A causa delle cattive condizioni deJle strade, nella terza decade di agosto 1941 fu necessario eliminare 20 carri, dai quali furono ricuperate le parti cli ricambio indispensabili ad assicurare l'efficienza degli altri . 40 carri. D i conseguenza venne sciolto uno dei quattro squadroni che componevano il gruppo, che rimase perciò su tre stiuadroni.
Costituzione, trasferimento e radunata del CSIR
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torretta e sullo scafo, nelle parti maggiormente esposte al tiro avversario, cli 45 mm. Nell'intento di sopperire alla carenza di artiglierie (antiquate e di limitata potenza) fu assegnato a ciascuna delle due Divisioni autotrasportabili un secondo battaglione mortai, in aggiunta a quello previsto dagli organici oltre una compagnia al battaglione armi di accompagn amento della legione cc.nn. T agliamento, ma tal i provvedimenti furono potuti sopportare senza che altrove derivassero carenze di quelle armi. Più rilevante fu, invece, la dotazione supplementare di cannoni da 47 / 32 controcarro. La limitata prod uzione rendeva generalmente sentita la scarsità di tali armi, l'azione delle quali peraltro non risultava efficace contro tutti i carri medi nemici. Le formazioni organiche ordinarie prevedevano l'esistenza di una compagnia su 8 pezzi per ogni Divisione. La speciale dotazione conferita alJe Grandi Unità del CSIR divenne più che tripla, assegnando un battaglione alle dirette dipendenze del Corpo d'Armata ed un'altra compagnia al battaglione di armi d'accompagnamento dell a legione T agliamento. La dotazione iniziale di automezzi, pur essendo stata contenuta entro i limiti normali, risultò subito insufficiente al bisogno, pur avendo sottratto 4.600 autocarri alla disponibilità generale. Accresciuta a 5.500, migliorò di poco la disponibilità di mezzi al fronte russo, per l'alta incidenza dei guasti, ma rese ancor più pesante il sacrificio iniziale, essendo la produzione industriale italiana resa d ifficile dalla scars ità di materie prime.
2. - T RASFERIMENTO E RADUNAT A Il trasfer imento del CSIR ebbe inizio a scaglioni il Esso comportò:
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luglio 1941.
- un movimento per ferrovia da Roma (D ivisione Torino), da Verona (Divisioni Pasubio e Celere) e da Cremona (Comando CSIR) sino alla zona di scari·co situata nell'Ungheria orientale e compresa tra Marn1aros Sziget, Felsoviso, Borsa (Disegno n. 4); - un movimento per via ordinaria dalla zona di scarico alla zona di radunata (9) che venne /issata in Romania .nelle località di : (9) E' la zona nella quale una unità o un complesso d i forze, provenienti dalle zone di scarico o dalle stazioni ferroviarie terminali, si riunisce e si riordina in attesa di raggiungere la zona di schieramento sulla linea del fronte.
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Le opera:àoni delle unità italiane al fronte russo (194r - 1943)
Gura Hormolui- Falticeni - Suceava, per le Divisioni; Botosani, per il Comando del Corpo di Spedizione e per le Unità e Servizi del Comando stesso (Disegno n. 4). 11 movimento per trasportare l'intero Corpo di Spedizione durò ventisette giorni, richiese l'impiego di 216 treni, suddivisi in cinque blocchi, e si concluse il 5 agosto ( ro). La distanza dalla zona òi scarico dai treni, profonda 80 km, alla zona di radunata era di circa 280 km. La disponibilità di una sola rotabile per raggiungere la zona di radunata (rotabile che si snoda per oltre cento chilometri a cavallo dell'arco carpatico e éhe non possedeva sufficiente larghezza per consentire il doppio transito agli automezzi pesanti, quasi tutti Lancia 3 RO con rimorchio); la limitata disponibilità di automezzi; la natura montagnosa della regione attraversata, in aggiunta alla non trascurabile distanza da percorrere, crearono una serie di difficoltà che .furono peraltro superate con grande animo da tutti i componenti del CSIR. In pochi giorni si provvide: al completo autotrasporto delle due Divisioni e delle Unità e Servizi di Corpo d' Armata non motorizzati; all'assegnazione di mezzi di rinforzo alla Divisione Celere; al movimento di tutte le unità motorizzate del Corpo d'Annata e, infine, al trasporto in avanti dei magazzini e frazioni di magazzino degli stabilimenti di Intendenza, per la costituzione della base avanzata di Suceava, trasporto che doveva essere effettuato contemporaneamente alle unità in movimento, così da poter loro assicurare, subito, vettovagliamento e possibilità operative. Tra le difficoltà che si sono dette se ne ricorda una, in particolare, che poteva forse essere evitata e che generò qualche ritardo neila riunione di tutte le Unità del Corpo di Spedizione nella zona di radunata. Pur avendo, infatti, il Comando del CSIR insistito perché la parte montata a cavallo della Divisione Celere fosse fatta proseguire per ferrovia sino a Botosani, il Comando germanico non (10) Durante il trasferimento, il r3 luglio, il Comandante ciel Corpo cli Spedizione Generale Francesco Zingales fu costretto ad interrompere il viaggio e a farsi ricoverare in una clinica di Vienna perché affetto da grave forma influenzale con congestione polmonare e febbre alta. Sarà sostituito il successivo 17 luglio dal Generale Giovanni Messe, giunto direttamente a Marmaros Sziget. Il Generale Zingales tornerà al Comando del CSIR, divenuto nel frattempo XXXV Corpo d'Armata clell'8• Armata, il r 0 novembre 1942, data in cui il Generale Messe lascerà il fronte russo per avvicendamento. Il 25 gennaio 1943 egli assumerà in T unisia il Comando della r"' Armata (composta da unità italiane e tedesche).
Costituz ione, trasferimento e radunata del CSIR
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ritenne di aderire alla richiesta; dopo di che, due comandi di reggimento e tre gruppi squadroni di cavalleria, oltre ad un gruppo batterie di artiglieria a cavallo, dovettero portarsi in sella dall a zona di scarico dai treni, in Ungheria, sino a Gura H ormolui , in Romania. Così, quando le Divisioni Pasubio e Torino erano già giunte a destinazione, la Celere era ancora in marcia, a cavallo, attraverso i Carpazi. Complessivamente, il CSIR nun1va :
- Comando Corpo d'Armata autotrasportabile con le seguenti unità direttamente dipendenti : un battaglione mitraglieri; un battaglione cannoni controcarro; una compagnia bersaglieri motociclisti; un raggruppamento di artiglieria motorizzato su 3 gruppi; 2 gruppi di artiglieria contraerea; 4 battaglioni del genio, di cui due pontieri, uno artieri e uno collegamenti; un gruppo di osservazione aerea dell'Aeronautica, su tre squadriglie; un gruppo caccia, su quattro squadriglie; una legione cc.nn. su tre battaglioni; - due Divisioni autotrasportabili: la Pasubio, con i reggimenti di fanteria 79° e 80° Roma e 1'8° reggimento artiglieria divisionale; la Torino, con i reggimenti di fanteria 81° e 82° T orino e il 52° reggimento artiglieria divisionale; - una Divisione celere, la 3", Principe A medeo d'A osta (PADA), col 3° reggimento bersagiieri, i reggimenti Savoia caualleria e Lancieri di Novara, un gruppo carri L/33, il reggimento artiglieria a cavallo; -
nove autoreparti ripartiti fra tutte le unità del CS1R;
- una Intenden za Speciale Est comprendente i seguenti Serv1z1 logistici: di sanità, commissariato, amministrazione, artiglieria, genio, chimico, ippica e veterinaria, trasporti (1 autoraggruppamento per un totale di 12 autoreparti), automobilistico, tappe, postale e telegrafico; -
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6. -
dodici sezioni Carabinieri.
In totale : 62.ooo uomini; 17 battaglioni fucilieri (di cui: r2 di fanteria di linea, 3 di bersaglieri, 2 di cc.no.); 7 battaglioni armi òi accompagnamento; I battaglione guastatori; 14 compagnie autonome (di cui: 2 di motociclisti, 4 di mortai da 8r, 8 da 47 /32);
u.s.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
squadroni di cavalleria (di cui : 8 squadroni cavalieri e 2 squadroni mitraglieri); 4 squadroni carri « L >> (60 carri); r 4 gruppi di artiglieria (di cui: 3 da 105 / 32, per 9 batterie con 36 pezzi; 2 da roo/r7, per 6 batterie con 24 pezzi; 7 da 75/27, per r8 batterie con 72 pezzi; 2 da 75/46 contraerei, per 8 batterie con 32 pezzi); ro batterie autonome (di cui: 2 da 65 / r7 per 8 pezzi e 8 da 20 con traerci per 64 pezzi); 4 battaglioni del genio (di cui : r di artieri, I di collegamenti, 2 di pontieri); 6 compagnie autonome del genio (di cui: 3 di artieri e 3 di telemarconisti); r battaglione chimico.
IO
Così approntato, con armi, mezzi e possibilità operative che certo non esaltavano lo spirito combattivo degli uomini, il CSIR si accingeva nell'agosto r94r a schierarsi a fianco di un forte esercito, quello germanico, la cui potenza era stata portata ad un grado altissimo in funzione degli ambiziosi propositi dei suoi governanti, per combattere contro un esercito altrettanto potente, quello sovietico, animato dal convincimento cli battersi per una causa giusta quale è quella di difendere il proprio Paese. Il Corpo di Spedizione Italiano avanzerà combattendo fino al bacino minerario del Donez. Qui il 9 luglio 1942 sarà incorporato nell'8" Armata italiana col nome di XXXV Corpo d'Annata- CSIR. Una visione d'insieme delle operazioni svolte dal CSIR dall'agosto 194r alla fine di giugno 1942 è tracciata nel Disegno n. 5.
CAPITOLO V
LE OPERAZIONI SINO AL FORZAMENTO DEL DNIEPER
Q uando il Comandante dell' u " Armata germanica, alle cui dipendenze il CSIR era destinato ad operare, espresse il desiderio, verso la fine di luglio, di poter disporre immediatamente di almeno una Divisione itali ana, la situazione delle Grandi Unità del Corpo di Spedizione era la seguente: a. Divisioni Pasubio e Torino: avevano ultimato la radunata rispettivamente nella zon a di Suceava e di Falticeni; b. Divisione Celere: nonostante le insistenti richieste per ottenere lo scarico dai treni in Romania (zona Botosani - Suceava), anziché in Ungheria (zona Borsa - Marmaros Sziget) almeno delle unità a cavallo, il Comando germ anico responsabile aderì solo in parte a tale richiesta. Ne derivò una radunata disorganica della Celere, poiché i due reggimenti di cavalleria e il reggimento di artiglieria a cavallo rimasero frazionat i coi propri squ adroni e le proprie batterie in parte a Botosani e in parte a Borsa. Ciò produsse un sensibile ritardo nella disponibilità totale della Divisione e causò un eccezionale dispendio di energie per i cavalli ; c. Unità di Corpo d'Armata: per la maggior parte erano ancora in affluenza dall'Italia verso le stazioni di scar ico (cioè non ancora in zona di radunata); d. Servizi logistici: non ancora m condizioni di funzi onare compiutamente perché: -
tra la zona di sch ieramento dei centri di rifornimento e quella di radunata correvano dai 2 50 ai 300 chilometri e tale distanza, molto superiore alla mezza tappa automobilistica, ricb iedeva per i normali rifornimenti almeno un numero doppio degli automezzi disponi bili;
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l'insufficienza numerica degli automezzi impediva di pianificare l'importante problema dei rifornimenti il quale, dalla fase di precarietà su cui le imperiose esigenze lo impostavano, avrebbe dovuto essere stabilmente .fissato e risolto, soprattutto in vista del successivo sviluppo delle operazioni.
In sintesi, una radunata incompleta e lo schieramento logistico già arretrato e già in crisi, prima ancora che il CSIR muovesse dalla zona di radunata per la zona cli impiego operativo. La richiesta del Comandante tedesco di poter impiegare subito una Divisione del CSIR era peraltro giustificata dalla particolare situazione nella quale si trovava in quel momento 1'1 r" Ànnata. Essa era schierata sul corso meridionale del Dniester, fra la 17"' Armata germanica e la 4"' Armata romena ed inquadrava, da nord a sud, le seguenti Grandi Unità: Corpo un~herese, 3" Annata romena, XI Corpo d'Armata germanico, XXX Corpo d 'Armata german~co, IV Corpo d'Armata romeno, LIV Corpo d'Armata gennamco. L'Armata aveva forzato il Dniester in più punti e tentava di effettuare manovre in profondità per cbiudere in una sacca l'avversario ed annientarlo poi in un secondo tempo. Il concetto del Comandante germanico era quello di realizzare una manovra di avvolgimento tra Dniester e Bug, nella quale lo schieramen to settentrionale dell'Armata avrebbe dovuto costituire l'ala marciante. Nella sua prima fase un tale disegno operativo non poteva considerarsi riuscito. In alcuni punti gli elementi avanzati germanici erano stati decisamente respinti e la situazione permaneva assai fluida. Località importanti, il cui possesso poteva considerarsi determinante quali Balta e Krutyje, erano state conquistate e perdute con alterne vicende da ambo le parti. Ciò era da attribuire , oltre che alla tenace resistenza e ai rabbiosi contrattacchi dei sovietici (le cui unità anche se accerchiate finivano per porre in difficoltà col loro deciso comportamento le forze accerchianti), anche alla totale mancanza di unità corazzate. Questo, tra il Dniester e il Bug (metà luglio - primi di agosto), era dunque un momento non facile per l' n" Arm ata tedesca la quale, tra l'altro, era anche priva di riserve, fatta astrazione del Corpo di Spedizione Italiano che in quei giorni stava, come si è detto, completando la radunata e non era perciò nelle migliori condizioni per un impiego immediato.
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Le operazioni sino al forzamento del Dnieper
Tuttavia, il Comando dell'Armata con Ordine n. 3409/ 4r del luglio 1941 ordinava il concentramento del CSIR al Dniester verso Jampol , quale riserva di Armata. Tale concentramento però non poté aver luogo poiché il tumultuoso succedersi degli avvenimenti impose ai movimenti un ritmo talmente rapido cd incalzante che fi no al Dniepcr il Corpo Italiano non poté riunirsi. Il Comando del CSIR fissò la nuova zona di dislocazione a cavallo della rotabile Isvorj - Jampol, col criterio di schierare almeno una Divisione sulla sinistra del Dniester e ciò al duplice scopo di ridurre l'affluenza ai ponti di Jampol, quando l'intero CSIR avrebbe dovuto passare il .fiume, e di includere nella zona di dislocazione di ciascuna Divisione almeno una rotabile per le es1gcme di movimento. Il trasferimento delle unità avrebbe dovuto svolgersi per autotrasporti successivi, eseguiti dal solo XXIX autogruppo (il II autogruppo era impegnato al trasporto dei Servizi). Sulla base di tali concetti il Comandante del CSIR emanava l'Ordine di Operazione n. J (Documento n . 24) per l'autotrasporto dell a Divisione Pasubio che, rinforzata dalla 1" compagnia motoci_clisti, doveva raggiungere per prima il settore di probabile impiego. Il movimento ebbe inizio il 30 luglio, ma le abbondanti piogge di quei giorni resero malagevole, lento e faticoso il procedere della Divisione. Lungo l'unica pista Botosani - Belzy - Isvorj, ridotta ad un pantano impraticabile, le autocolonne furono spesso immobilizzate e costrette a sostare in attesa del prosciugamento. In questo autotrasporto, autoreparti e automezzi del CSIR facevano la loro prima dura esperienza al fronte orientale, una sofferta esperienza destinata a rinnovarsi poi costantemente, sino a costituire il motivo dominante delle difficoltà operative e logistiche delle unità del Corpo di Spedizione per la durata dell'intera campagna. Per avere il Corpo di Spedizione riunito e pronto all'impiego operativo entro il più breve tempo possibile, il Comandante del CSIR metteva contemporaneamente in marcia la Divisione Torino, che doveva trasferirsi a piedi nella zona di Stefanesti - Sagajacani per poi raggiungere, autotrasportata, una nuova località. Negli stessi giorni (3r luglio - 1° agosto), pervenivano al Comando del CSIR due richieste del Comando n" Armata. Con la prima di esse il Comando tedesco chiedeva di poter disporre di due gruppi di artiglieria italiani per appoggiare l'attacco 21
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
del suo XXX Corpo. Il Comand ante del CSIR, considerando la situazione ciel Comando germanico che non disponeva di artiglierie a lunga gittata e che aveva di fronte uno schieramento di ben ventisei batterie sovietiche neJla zona di Krutyje, aderì di buon grado alla richiesta. La seconda richiesta era in effetti un sollecito, un ordine di accelerare l'avanzata del Corpo di Spedizione così da poterne disporre entro breve tempo nella zona Goraba, Plot, Pisarevka, Studenoje, Sagnitkov per rastrellare il terreno tra il LIV e il XXX Corpo cl' Armata e ristabilire le comunicazioni tra le due Grandi Unità (Documento n. 2 5). Con un tale ordine, le Divisioni itali ane rischiavano di essere impiegate separatamente e per tempi successivi e ciò era in contrasto col concetto di impiego unitario del Corpo di Spedizione, contenuto nelle direttive del Comando Supremo italiano impartite al Generale Messe. Egli decise perciò di aderire all'ordine del Connndo d'Armata solo dopo aver raccolto almeno le Divisioni Pasubio e Torino e tutta l'artiglieria di C.A. nella zona di schieramento fissata dal Comando tedesco. Conseguentemente il Comandante del CSIR redige e dirama l'Ordine di Operazione n. 4 (Documento n. 26) in base al quale:
- la Divisione Pasubio avrebbe dovuto rinunciare all'autotrasporto nella zona di Scholkani- Sorokj (escluso) e proseguire il movimento a piedi fino ad Olschanka; - la Divisione Torino sarebbe stata caricata nella zona di Scholkani sugli automezzi resi disponibili dalla Divisione Pasubio; - la Divisione Celere, per la quale non era stata ancora fissata una zona di radunata e che solamente in guei giorni cominciava ad affluire nel territorio di Botosan i, avrebbe continuato il movimento per via ordinaria fino a Sorokj. Circa il previsto impiego del CSIR il Gener ale Messe faceva presente al Comando d'Armata che : il compito di rastrellamento e di collegamento in un settore privo di strade non era adeguato alle caratteristiche fond amentali del CSIR e che un simile impiego, oltre tutto, era anche antieconomico perché avrebbe costretto le unità italiane a lasciare inoperose le proprie artiglierie e ferm i i mezzi motorizzati, riducendo così la loro capacità di rendimento. In tal senso il Comandante del CSIR chiedeva al Comando dell' u" Armata di riesaminare la possibilità di un impiego più confacente delle proprie unità.
Le operazioni sino al forzamento del Dnieper
Il 6 agosto la Pasubio giungeva a Jampol ed il giorno successivo il Comando tattico del CSIR si spostava da Botosani a Olschanka. Nel frattempo la situazione dell'n • Armata e delle altre unità che operavano ai suoi .fianchi era andata evolvendosi, così che per l'annientamento dell'avversario tra Dniester e Dug esistevano oramai tre gruppi di forze in condizioni di agire in modo interdipendente. Esse erano (Disegno n . 6) : - il Gruppo corazzato von Kleìst, che con una avanzata in profondi tà nord - sud aveva raggiunto Pervomajsk poco a nord della confluenza del Kodjma col Bug; - la 17" Armata, che aveva allacciato collegamento presso Gaivoron con l'ala sinistra dell'na Armata; - l' 1 1" Armata che, come si è detto, era riuscita a forzare il Dniester in pit1 punti. Più in particolare sul fron te dell' n" Armata: - la 3• Armata romena era impegnata in azioni di rastrellamento ad est della linea Vechofa - Schakokr istische ; - l'XI Corpo, che avendo conseguito i maggiori risultati, si schierava sulla linea Savran - C haschetvots - Gaivoron; - il XXX Corpo, giun to sin dal 30 luglio sulla linea Fransuskaja - Slobodseja, non aveva potu to proseguire per i nu merosi contrattacchi e le pessime condizioni atmosferiche; - il IV Corpo romeno dopo aver forzato il Dniester a Paschkov, non era riuscito ad allargare la testa di ponte e rimaneva perciò schierato con la massa delle sue forze ad ovest del fiume; - il LIV Corpo che, avendo anch'esso forzato il Dniester mettendo piede a Dubossarj, poteva ampliare la propria testa di ponte giungendo il 1° agosto sulla linea Osipovka - Pavlovka, interrompendo coi suoi elementi avanzati la fe rrovi a Odessa - Balta presso Fatischin. Riassumendo la situazione operati va sulla fronte dell' u" Armata : le due ali (XI e LIV Corpo) avevano notevolmente progredito; il cen tro (XXX e IV Corpo romeno) rimaneva invece arretrato.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I 941 - r 943)
In una situazione siffatta il Comando tedesco decideva di sfruttare il vantaggio conseguito dall'ala sinistra, alle cui unità ordinava una conversione verso sud - sud-est allo scopo di rinserrare le unità sovietiche rimaste tra il Dniester e il Bug. La riuscita di un tale piano presupponeva la disponibilità di una massa di manovra capace di spostarsi rapidamente per impedire ogni possibilità di ritirata all'avversario e l'unica Grande Unità che in quel momento, secondo il Comando di Armata, era in condizioni di assolvere quel compito era la Divisione Pasubio. Il Comandante del CSIR, considerato il carattere di eccezionalità con cui si presentava la delicata situazione e tenuto soprattutto presente che alla Pasubio veniva riservata l'importante missione di realizzare l'avvolgimento delle unità nemiche sul Bug, e per ciò stesso dì provocare il crollo della resistenza avversaria tra i due fiumi, aderiva alla richiesta del Comando tedesco di impiegare la Pasubio in tale azione, col consenso del Comando Supremo italiano. Dopo aver orientato la Divisione sul suo nuovo impiego, il Generale Messe il 6 agosto trasmetteva alle altre unità dipendenti l'Ordine di Operazione n. 8 per far accelerare il movimento oltre il Dniester e serrare sulla Divisione Pasubio già lanciata ai ponti sul Bug presso Voznessensk. In quegli stessi giorni la Divisione Celere scavalcava nella zona di Botosani la Torino che, privata degli automezzi destinati. al trasporto della Pasubio, continuava i suoi trasferimenti a piedi.
1. - DAL DNIESTER AL BUG (BATTA GLIA TRA l DUE FIUMI) Nel quadro della battaglia intrapresa dai tedeschi per l' annientamento delle forze avversarie dislocate tra il Dniester e il Bug, la Divisione Pasubio, rinforzata dal 30° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata e dalla 1" compagnia motociclisti, aveva ricevuto il compito di raggiungere rapidamente il Bug a nord di Voznessensk e di procedere quindi lungo la riva destra del fiume sino a N ikolaiev per completare l'accerchiamento del nemico (Disegno n. 7) e per eliminare la testa di ponte russa in quella località. N onostante le molte difficoltà che fu costretta a superare a causa delle piste rese intransitabili dal maltempo e delle frequenti
Le operazioni sino al forzamento del Dnieper
interruzioni stradali operate dai sovietici in ritirata, il IO agosto la Divisione giungeva con l'avanguardia nei pressi di Voznesscnsk, da dove il mattino seguente riprendeva il movimento verso sud. Marcia durante, la colonna era colta da un violento temporale che, impedendo ogni ul teriore movi mento a causa delle condizioni delle strade, costringeva il grosso della Divisione ad arrestarsi . L 'avanguardia invece ( T) poteva proseguire e, dopo aver percorso circa 30 chilomei:ri , verso le ore 13 del giorno II agosto gli elementi avanzati della ra compagnia bersaglieri motocicl isti in esplorazione urtavano contro resistenze nemicbe. I combattimenti che seguirono a questo primo contatto tra le unità italiane in avanguardia e le uni tà russe di retroguardia a colonna in ripiegamento, furono due : uno avvenuto lo stesso giorno II a n ord dell'abitato di Pokrovskoje nel q uale fu principalmente impegnato il III battaglione dcll'8ofl fanteria (testa dell 'avanguardia); l'altro avvenuto il giorno 12 agosto nei pressi di Jasnaja Poljana, sostenu to dal I battaglione dello stesso reggimento (che nel frattempo aveva sostituito il IIT alla testa dell'avanguardia). Le due azioni, quella del giorno n e quella del r2, sono descritte in modo particolareggiato nella relazione redatta il successivo 19 agosto dal Comandante dell'avanguardia della Pasubio, Colonnello Epi fanio Chiaramon ti (Documento n . 27). In particolare : l'azione del giorno JI a Pokrovskoje non fu di grande rilievo e può considerarsi come l'avvisaglia del combattimento del giorno successivo a Jasnaja Poljana per la evidente intenzione ciel nemico cli svolgere solo azione di disturbo senza lasciarsi agganciare in un combattimento vero e proprio. L 'azione stessa tuttavia non fu incruenta poiché da parte italiana si dovettero lament~re 2 morti e 3 feriti; furono catturati 38 prigionieri sovietici, 2 m itragliatrici e altro materiale bellico. Più rilevante fu invece il combattimento di Jasnaja Poljana del giorno 12 a~osto fra il battaglione di testa dell'avanguardia della Parnbio (I /80" fanteria) e il 469° reggi mento di fanteria sovietico, rinforzato da tre batterie di artiglier ia in retroguardia.
( 1) Composta dall'8o" reggimento fanteria Roma, dal TII gruppo dell'8° reggimento artiglieria Pasubio, dalla 1• compagnia bersaglieri motociclisti, dal la 141" compag nia cannoni d a 47/32 a ntica rro, dalla 1" compag nia mo rtai da 81 del IX battaglione mortai divisionale Pasubio. daJJa 3' compagnia mortai da 81 del V battaglione morra i, da u na sezione della batccria cannoni - mitragiiera da 2 J div isionale, da un plotone genio - artieri d ivisionale.: e da d ue stazioni R.F . 3 A {totale circa 4.500 uomini).
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2_o_ _ ~pemzioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 • 1943)
11 combattimento tra le unità contrapposte durò alcune ore (dalle 15 alle r9,30), caratterizzato da intenso fooco di artiglieria e di mortai sino a quando i sovietici, minacciati sui fianchi e sul tergo, decidevano di ripiegare. Il calar della notte costringeva a sospendere l'azione. Allo sgombero della testa di ponte di ikolaiev - che toglieva ai russi ancora operanti tra i due fiumi l'ultima possibilità di sottrarsi all'accerch iamento - aveva certamente contribuito anche la minaccia della Pasubio. Il combattimento di Jasnaja Poljana era costato alle unità italiane impegnate nella lotta 15 morti, di cui 2 ufficiali, 82 fer iti, di cui 8 ufficiali. Il Comandante dell 'Armata, Generale Schobert, volle invi are al Comandante del CSIR una attestazione nella quale era detto, tra l'altro, che la Pasubio aveva « contribuito mol tissimo alla vittoriosa azione dell' n ~ Armata». Intanto la Divisione Celere era giunta con i propri mezzi, percorrendo 340 km in sette giorni, a Petschanka (sud di Oligopol); la Torin o, più arretrata, aveva continuato ad avanzare a piedi verso il Dniester; il Comando tattico del CSIR si era spostato da Olschanka ad Oligopol. 2. - DAL BUG AL DNIEPER Il ciclo di operazioni tra Dniester e Bug si era chiuso col raggiungimento di quest'ultimo fiume da parte delle unità della 11" Armata tedesca. Il Comando del Gruppo di Armate del sud decideva quindi il passaggio del Corpo di Spedizione Italiano alle dirette dipendenze del Gruppo corazzato von Kleist (a partire dal 14 agosto), col quale avrebbe operato per circa dieci mesi, sino a guando cioè, nel giugno 1942, sarebbe passato alle dipendenze della 17" Armata germanica. La dislocazione del CSIR alla data del 13 agosto, vale a dire al termine delle operazioni tra Dnicster e Bug, era la seguente (Disegno n. 8) : -
Comando : Oligopol;
- Divisione Pasubio : dalla zona di Pokrovskoic era stata avviata a Bratsko je oltre il Bug, attraverso i ponti di Voznessensk, in attesa di ordini per il concentramento di tutte le unità del CSIR al Dnieper;
Le operaz ioni sino al forzamento del D nieper
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- Divisione Celere: nella zona di Oligopol - Petschanka e m movi mento per Pervomaisk;
- Divisione Torino: nella zon a di Sagajacani ed in movimento per Sorokj - Jampol - Oligopol ; - Unità e Servizi di C.A . : nella zona di Botosani - Olschanka - Oligopol - Botosani. Il passaggio alle dipendenze del Gruppo corazzato tedesco von Klcist lasciava intravedere due possibi lità di impiego delle unità del CSIR : - in un primo tempo, un 'az ione a carattere difensivo a protezione del fianco sinistro del medesimo gruppo corazzato nella marcia che questi compiva dal Bug al Dnieper; - in un secondo tempo, azioni offensive in profondità oltre il Dnieper. L'assegnazione del CSTR ad una Grande Unità mobile e manovriera quale era il I gruppo corazzato - assegnazione che comportava, tra l'altro, un cambiamento della sua linea operativa da sud a nord - est - ed il futuro impiego del Corpo di Spedizione, caratterizzato da spiccata mobilità ad ampio raggio, con fermava come il Comando tedesco non tenesse conto del fatto che le unità italiane non erano totalmente motorizzate e non tenesse nemmeno conto della grave situazione logistica in cui esse si dibattevano. li Generale Messe rappresentò nuovamente tale situazione al Comando tedesco pur adoperandosi per fare comunque fronte agli impegni operativi che gli venivano richiesti (2). Il Generale Messe diramava quindi alle uni tà dipendenti, con Foglio 4288 del r4 agosto, le direttive orientative sul fu turo impiego delle unità dipendenti , direttive così concretate : - la Divisione Pasubio doveva concentrarsi in zona Annovka, Bratskoje e muovere successivamente per l'itinerario Kirovo Kre mcnciug ;
(2) Sin dall'rr agosto il Comandante del CSIR aveva richiesto al Comando Supremo l'assegnazione di almeno altri due autoreparti. Circa l'invio d i altre forze italiane al fronte russo il Generale Messe aveva così telegrafato a Roma: « Indispensabile che tutti reparti avviati questo fronte siano esclusivamente autoportati alt. Caso contrario est preferibile ri nunciare gualsiasi apporto forze poiché esse sarebbero destinate inevitabilmente rimanere centinaia di chilom etri indietro alt >L
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Le operazioni delle unità, italiane al fronte russo (1 941- 1943)
- la Divisione Torino, che per il momento continuava a marciare a piedi verso il Dniester, sarebbe stata autotrasportata non appena la Pasubio fosse giunta al Dnieper; - la Divisione Celere doveva concentrarsi al Bug, m zona Pervomajsk - Lissaja Gora per procedere successivamente verso il Dnieper; - aviazione del CSIR : si trasferiva sul campo di Kirovo a partire dal 22 agosto (tenendo disponibile una squadriglia da caccia) poiché il campo di Tudera risultava troppo arretrato per le nuove esigenze operative. Intanto il Gruppo corazzato von Kleist, in movimento con rapida marcia dal Bug al Dnieper, era prossimo alla conquista dei ponti di Dniepropetrovsk e di Zaporoje, sul Dnieper, i soli passaggi del corso meridionale di quel fiume. Scopo della sua azione era quello di tagliare la ritirata all'avversario ed assicurarsi la costituzione cli due teste di ponte per l'ulteriore sviluppo delle operazioni verso oriente. Di conseguenza, il movimento del Corpo di Spedizione non solo non poteva avere soluzioni di continuità, ma doveva ricercare nel massimo rendimento cli tutte le energie, umane e meccaniche, il ritmo adeguato alle straordinarie esigenze del momento ed una rapidità pari all'incalzare degli eventi . In particolare : a. Divisione Pasubio. - La manovra del Gruppo corazzato von Kleist si imperniava, oltre che sulla piena disponibilità delle forze , anche su una robusta protezione del proprio fianco sinistro ed a tale scopo il 15 agosto la Divisione, passata alle dipendenze del III Corpo germanico, veniva avviata d'urgenza nella zona di Tschigirin per schierarsi sulla riva destra del Dnieper, tra Topilovka e Kryukof, per sostituirvi la Divisione tedesca Wiking che doveva essere impiegata più a sud. La marcia della Pasubio dal Bug al Dnieper si svolse tra le più pesanti difficoltà, specialmente logistiche, e sotto bombardamenti aerei. Tuttavia in due giorni raggiungeva il .fiume, procedeva alia sostituzione della Wilting cd il giorno 18 agosto assumeva la responsabilità del settore difensivo affidatole. Tre giorni dopo, il 21 agosto, ricevuto il cambio da tre Di.visioni germaniche (97'", 125a e 257") si trasferiva, autotrasportata, più a sud, schierandosi tra Koluskino e Verhniednieprovsk, sostituendo di nuovo a sua volta
Le opera:::ioni sino al forzamento del D nieper ----- - -- -- - - -- --- - - - ----
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la Wikin g, ed altre truppe tedesche destinate alla manovra del III Corpo per la testa di ponte di Dniepropetrovsk. L'opera e il comportamento della Pasubio furono apprezzati dal Comandante del III Corpo tedesco, che volle citare l'unità italiana nel suo Ordine del Giorno del 21 agosto (Documento n . 28) e nel salu to che il Comandante stesso le inviò il 2 settembre quando la D ivisione venne restituita alle dipendenze del CSIR ; b. Dù·isione Torino. - L 'attività operativa alla quale aveva partecipato la Pasubio non aveva consentito la disponibilità dell'autogruppo per il trasporto della Torino. Essa, pertanto, aveva raggiunto il Dniester a piedi , nella zona di Sorokj ; c. Dù isione Celere. - Nell'intento di svincolare le proprie unità dalla difesa della linea del Dnieper per destinarle alla prevista manovra d i sfondamento del fron te avversario, il Comando dell'J 1" Armata chiedeva che il CSIR fosse presente sul fiume entro il 20 agosto con la massa delle sue fo rze, per assicurare l'integrità delle posizioni raggiunte. Era pertanto necessario disporre sul Dni eper entro quella data di almeno due Divisioni. Tenuto conto che la Pasubio era già in sito, le soluzioni che si presentavano al Comandante del CSIR erano due: o autotr asportare la Torino, o far avanzare coi suoi mezzi la Celere. Scartata la pri ma soluzione, data l'impossibilità di disporre di automezzi per il trasporto della D ivisione, il Generale Messe si attenne alla seconda; questa soluzione, peraltro, non avrebbe potuto avere attuazione integrale per non incidere sensibilmen te nell'efficienza delle unità a cavallo. Esse infatti avevano già coperto 750 chilometri a partire dalle zone di scarico in Ungheria ed ogni ulteriore sforzo fuori dalla norma ne avrebbe compromesso l'efficienza. Venne così deciso di trasferire immediatamente al Dnieper tutti i reparti motomeccanizzati della Celere, più il reggimento di artiglieria della Torino e le uni tà autocarrate di Corpo d 'Armata. Le truppe a cavallo intanto avrebbero proseguito a tappe normali. Il Comando del Gruppo corazzato von Kleist, però, era in penuria di carburanti e non fu in grado di provvedere al rifornimento degli scaglioni italiani, i guaii dovettero rimanere per più giorni inattivi e frazionati, senza nemmeno poter sfruttare quei giorni di sosta imprevista per ricuperare la T orino; 1
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d. Unità di Corpo d'Armata : -
l'aviazione, per sopravvenuta indisponibilità del campo di Kirovo, aveva raggiunto il 21 agosto Krivoj Rog, dal quale aveva subito iniziato la sua attività a protezione dei ponti e delle unità schierate sul Dnieper;
-
il I e il IX battaglione pontieri, su richiesta del Comando del I gruppo corazzato, erano stati inviati a Dniepropetrovsk per la costruzione di portiere sul fiume, destinate ad alimentare la lotta nella testa di ponte;
-- le ri manenti unità serravano sotto; -
il Comando tattico del CSIR si era trasferito a Pervoma jsk, sul Bug.
Ricevuto il carburante il 28 agosto, il movimento poté essere ripreso e il 3 settembre il CSIR giungeva al D nieper con due Divisioni, la Pasubio e la Celere, e parte delle unità di Corpo d'Armata, affiancandosi alle unità avanzate del Gruppo von Kleist. Intanto la Torino serrava anch'essa al fiume , compatibilmente con la disponibilità degli automezzi. Molte unità di Corpo d'Armata tuttavia, e soprattutto gli elementi della catena logistica, erano ancora sparpagliate su una linea profonda circa 300 chilometri. Ospedali, forni da campo, depositi di munizioni, materiali del genio, magazzini di vestiario ed equipaggiamento, delegazioni di intendenza, parchi, officine sostavano lungo la interminabile linea di comunicazione, privi di ogni possibi lità di spostamento per insufficienza di mezzi di trasporto. La stazione ferroviaria più avanzata era a Belzy, distante 380 chilometri dalla Delegazione di Intendenza più vicina alle unità operanti e solo ai primi di settembre si prevedeva di rimettere in esercizio qualche tronco ferroviario avanzato. Alle ore 8 del 5 settembre il CSIR assumeva la responsabilità del fronte assegnatogli schierandosi, in un settore ampio circa roo chilometri, tra il fiume Vorskla di Kobeljakj e Dniepropetrovsk (esclusa), con le Divisioni Pasubio e Celere in prima schiera, rinforzate, rispettivamente dalla 1"' compagnia motociclisti e dal 1I battaglione controcarro (meno una compagnia). L 'artigl ieria di Corpo d 'Armata agiva con un gruppo nel settore della Pasubio e con due gruppi in quello della Celere. In seconda schiera la compagnia dello stesso Il battagl ione controcarro e, al loro arrivo, la Divisione T orino e la legione cc.nn . Tagliamento (Ordine di Operazione n. 14 del 3 settembre).
Le operazioni .<Ìno al forzam ento d el Dnieper
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Intanto, approfittando della sosta che la resistenza avversaria imponeva allo sviluppo della manovra germanica, venivano impiegati gli autocarri, resi disponibili dalla Pasubio, per il trasporto della Torino . Nel medesimo tempo il Gruppo corazzato von Kleist chiedeva di poter disporre al più presto anche di tale Divisione, poiché ad essa era stata assegnata la difesa del settore a sud di Dniepropetrovsk. Non era possibile dare completa attuazione con l'urgenza voluta a tale richiesta, e il Comandante del CSIR disponeva allora che una colonna di due battaglioni dcll'81" reggimento fanteria precedesse intanto il grosso della propria Divisione usufruendo degli automezzi temporaneamente tratti da quelli della legione cc.nn. L'81° reggimento fanteria, rinforzato dal 52" artiglieria, assumeva così il 13 settembre la difesa del settore affidatogli, settore che il successivo giorno 15 poteva essere presidiato dall'intera Divisione Torino, finalmente ricongiunta, dopo circa cinquanta giorni di estenuanti marce a piedi, alle altre unità del Corpo di Spedizione.
L'opera del CSIR in questa fase delle operazioni si inquadra nella grande manovra tedesca iniziata il 14 agosto e conclusasi a Kiev il 19 settembre con la vittoria germanica. In tale manovra due gruppi corazzati, corrispondenti alla forza di due Armate, Guderian da nord e von Kleist da sud, dovevano aggirare le linee avversarie del Dnieper in corrispondenza di Kiev, per congiungersi alle spalle delle unità sovietiche schierate a difesa di quel settore, isolandole in una grande sacca. Nello stesso tempo le fanterie attestate al fiume dovevano agire fronta lmente sulle unità russe per romperne lo schieramento in sacche minori. Compito iniziale del CSIR era quello di assicurare la difesa della linea del Dnieper tra la 17" Armata e il III Corpo del gruppo von Kleist. Un settore, come si è detto, ampio oltre 100 chilometri e che con l'arrivo delle unità della Divisione Torino si ampliò di altri 50 chilometri a sud di Dniepropetrovsk, sino ad Augustinovka. La tenace resistenza dei sovietici non aveva consentito al III Corpo di sboccare dalla testa di ponte di Dniepropetrovsk, così che il gruppo corazzato von Kleist doveva iniziare il 12 settembre il passaggio del Dnieper a Kremenciug, lasciando la responsabilità della difesa del fiume al gruppo von Roques, alle cui dipendenze passava perciò temporaneamente anche il CSIR. L'attività svolta dal Corpo di Spedizione dal 5 settembre (data in cui assunse la responsabilità del settore sul Dnieper), sino al 18
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dello stesso mese (data nella quale lo schieramento del CSIR subiva una modifica con la partenza della Pasubio, chiamata ad operare altrove, come si vedrà più avanti), è caratterizzata da vivaci azioni di pattuglie, colpi di mano, intensa attività di artiglieria, azioni dimostrative varie. Di particolare ri lievo : - il concorso dato da due gruppi da 105/32 del 30" raggruppamento e da un gruppo da 100/ 17 della Torino alle operazioni del III Corpo per l'amp liamento della testa di ponte verso Kamenka (nord - ovest di Dniepropetrovsk), concorso che rappresentò un contributo efficaciss imo alla riuscita dell'azione. Lo attesta l'elogio rivolto ai tre gruppi operanti dal Comandante del III Corpo (Documento n. 29); - i combattimenti di reazione con cui 1'8r fanteria sventò più volte i propositi dell'avversario che insisteva nel voler mettere piede sulla riva destra, nel tratto cli fronte particolarmente delicato per la presenza di numerosi isolotti e per la confl uenza del Samara nel Dnieper. Ma l'opera svolta in questo periodo dal CSIR, oltre agli effetti immediati e diretti, determinava anche riflessi di più ampia portata nell 'economia generale delle operazioni nelle quali era impegnata l'Armata . Opponendosi, infatt i, con fermo impegno ai tentativi che l'avversario attuava per guadagnare la riva del fiume, contribuiva al fallimento dello sforzo che i sovietici svolgevano per alleggerire la pressione esercitata a nord dai gruppi corazzati germanici e cooperava al successo cli Kremenciug, dove la manovra del gruppo corazzato von Kleist permise di chiudere la branca meridionale della tenaglia Kleist - Guderian e di lanciare su Kobeljaki - Poltava la 17° Armata. Tutte le unità italiane, e in particolare, i reggimen ti di fanteria 79°, 80° e 81° si distinsero per la prontezza con cui stroncarono le azioni dell'avversario, l'accurata organizzazione e la brillante condotta dei colpi di mano. 0
3. - LA MANOVRA D I PETRIKOVKA A) LE AZ fONI PRELlMJNARI
La manovra italiana di Petrikovka si inquadra nella grande battaglia del Dnieper , durante la quale le forze sovietiche in ritirata tentarono di arrestare sul fiu me l'avanzata tedesca ed è la prima
Le opltrazioni sino al forzamento del Dn.ieper
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grande operazione m anovrata che il Corpo di Spedizione Italiano portò a compimento con le sue sole forze ed i suoi soli mezzi . Il 15 settembre il Comando tedesco comunicava al Comandante del CSIR c:he la Divisione Pasubio avrebbe dovuto passare il fiume il giorno r8, perché destinata a proteggere il .fianco destro della 17" Armata operante su Kobeljakj e Poltava. Verso la metà di settembre, .infatti, il Generale von Kleist, dopo le difficoltà incontrate dal III Corpo a sboccare oltre il Dnieper dalle teste di ponte di Dniepropetrovsk, aveva risalito con parte delle sue forze (XIV Corpo corazzato) la riva destra del fiume ed aveva superato il Dnieper a Kremenciug, conquistata il giorno 10. Da questa località aveva puntato verso nord accerchiando, insieme col 2 ° Gruppo corazzato, ingenti forze nemiche; aveva agevolato in tal modo l'avanzata della 17" Armata su Poltava, il cui fianco destro doveva essere protetto, appunto, dalla Pasubio. Il r6 settembre il Comandante del CSIR formulava l'Ordine di Operazione n . r6 (Documento n. 30) e ordinava che il settore presidiato dalla Pasubio fosse affidato ad un raggruppamento cli formazione della Celere (3). La Pasubio, posta temporaneamente alle dipendenze della r7"· Armata, passò il Dnieper a Derijevka il 18 settembre per attestarsi sull'Orelj , fronte sud - est, nel tratto tra la sua confluenza nel Dnieper e Voinovka. Intanto la situazione operativa andava maturandosi sempre più verso sbocchi risolutivi. Quattro giorni dopo il CSIR (meno la Pasubio) passava a costituire, insieme col III Corpo tedesco (Divisioni 6oa, 198" e S.S. Wilting), il gruppo Mackensen che aveva ricevuto il compito cli assicurare la difesa del Dnieper fra la foce dell'Orelj e quella del Mokraja Sura. Nella realtà si preparava in tal modo la massa di attacco destinata a sfruttare gli effetti della manovra delle Grandi Unità corazzate. Con tale concetto, la Divisione T orino, rinforzata dalla 63a legione cc.nn. Tagliamento e dal II battaglione controcarro, veniva immessa nella testa di ponte di Dniepropetrovsk per l'azione ormai imminente, ed il 21 settembre iniziava il passaggio del fiume. Così , quando la Pasubio (a nord) oltrepassò il fiume ai ponti di Derijevka per procedere sui propri obiettivi, la Celere (al centro) rimaneva a difesa del Dnieper e la Torino (a sud) si schierava sulla (3) Composto da: glieri, una compagnia compagnia controcarro assunse il comando il rientrerà alla Celere il
7. - U.S.
reggimento Lancieri di N ovara, un battaglione bersabersaglieri motociclisti, un battaglione mortai e una da 47, e rìnfor:wto da un gruppo da 100/17. Ne vice comandante della D ivisione. Il raggruppamento giorno 23.
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riva sinistra del fiume, venivano a crearsi finalmente le migliori condizioni perché il Corpo di Spedizione Italiano potesse operare a massa, con convergenza di obiettivi, in una battaglia che, impegnando l'avversario nella grande ansa del Dnieper fra l'Orelj e Dniepropetrovsk, provocasse l'accerchiamen to delle unità sovietiche e precludesse loro ogni possibilità di ritirata (Disegno n. 9). Lo schieramento sovietico correva lungo il corso del fiu me sino alla foce dell'Orelj e si appoggiava, pertanto, con l'ala destra, a questo stesso corso d 'acqua, che le unità corazzate tedesche dovevano oltrepassare per impadronirsi, sul tergo delle prime lince avversarie, del centro industriale di Novomoskovsk. La sera del 22 settembre la Pasubìo, rinforzata dalla 1" compagnia motociclisti, da uno squadrone carri « L » dell a Celere e dal gruppo tedesco Abraham (230° reggimento e aliquote di artiglieria), si schierava, come si è detto tra Voinovka e la confluenza dell'Orelj nel Dnieper; essa riceveva l'ordine di costituire a Z aritcianka una testa di ponte di ampiezza sufficiente a consentire lo sbocco delle unità corazzate germaniche. L'azione fu condotta dal 79° reggimen to fanteria Roma, sostenuto da due gruppi del1'8° artiglieria e dal gruppo Abraham, posto alle dipendenze del reggimento italiano, ed ebbe inizio alle ore 5 del 23. Nonostante la tenace resistenza dei russi, sorretta anche dal] 'intenso fuoco dei loro cannoni e dai mitragliamenti a bassa quota della loro aviazione, prima dell'imbrunire la testa di pon te poteva dirsi costituita su un'area di circa dieci chilometri quadrati saldamen te presidiata dalle unità italiane e tedesche. I russi contrattaccarono la testa di ponte per tre giorni consecutivi, il 24, 25 e 26 settembre, dando luogo ad una violenta lotta caratterizzata da una serie di scontri anche all'arma bianca, dove lo slancio e la tenacia dei russi erano validamente rintuzzati dalla orgogliosa aggressività degli italo - tedeschi. Questi tuttavia rimasero alla fine padroni della conquistata testa di ponte, dando così modo alle unità corazzate germaniche di sboccare oltre l'Orelj per il compimento della manovra. Più a nord, con azione di sorpresa, 1'8o0 fanteria Roma procedeva contemporaneamente alla ricostituzione della testa di ponte di Voinovka, ritirata dai tedeschi. Eliminate le vedette nemiche, i fanti dcll'80° si impossessavano degli obiettivi designati, che, nonostante i ritorni offensivi dell'avversario, poterono conservare fino all'arrivo delle unità corazzate tedesche, operanti in quel settore in concomitanza con quelle che erano già pronte a sboccare dalla testa di ponte di Zaritcianka.
Le operazioni sino al forzamento del Dnieper '
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Coi fatti d'anne di Zaritcianka e di Voinovka era dunque aperta la via di irruzione per l'intero contingente germanico corazzato che avrebbe obbligato le Divisioni sovietiche a retrocedere verso il fiume Voltsctja. Alla vigilia dell'azione su Petrikovka, cioè alla data del 27 settembre, la situazione operativa era dunque la seguente (vds. Disegno n. 9): - dietro l'Orelj, da Nechvoroshska a Zaritcianka, la Divisione Pasubio; - lungo la riva destra del Dnieper, fra le foci dell'Orelj e la testa di ponte dì Dniepropetrovsk (esclusa), la Celere; - nella testa di ponte di Dniepropetrovsk, il III Corpo tedesco con le Divisioni Wiking, 60" motorizzata e r98", schierate da s1111stra a destra. Dietro la Wif(ing, la Divisione Torino gìà tutta oltre il Dnieper. B) LA MANOVRA
Era intendimento del Comando tedesco di rompere la linea avversaria che serrava da presso la testa di ponte di Dniepropetrovsk ed effettuare il congiungimento, con le colonne provenienti da nord. Il XIV Corpo corazzato doveva pertanto sboccare dall'Orelj e puntare su Novornoskovsk dove si sarebbe congiunto col III Corpo che dalla testa di ponte di Dnìepropetrovsk doveva avanzare con le sue tre Divìsionì sullo stesso obiettivo per volgersi poi ad est ed attestarsi alla linea del fiume Samara. In tale piano operativo il Comandante del CSIR intendeva~ svolgere un'azione a tenaglia con la Pasubio da nord - ovest e con la Torino da sud - est, per chiudere ogni via di scampo alle forze sovietiche dislocate nell'ansa tra il Dnieper e l'Orelj. La località di Petrikovka era la porta da sprangare e, una volta chiusa, l'avversario non poteva più sfuggire alla sacca. Affinché la manovra potesse svolgersi compiutamente era però necessaria la piena disponibilità e la concomitante convergenza di sforzi di tutte e tre le Divisioni del CSIR, sicché il Generale Messe dovette chiedere al Comandante della 1"' Armata corazzata tedesca che la Pasubio rientrasse alle sue dirette dipendenze. Ottenuta la restituzione della Grande Unità, il Comandante del CSIR formulò gli ordini per l'attuazione del proprio concetto d'azione che doveva svilupparsi in tre tempi:
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L e operazioni delle unità italiane al fronte russo (1 941-1943)
- 28 settembre : attacco della Divisione Torino alle posizioni sovietiche che serravano la testa di ponte; - 29 settembre : azione convergente su Petrikovka delle Divisioni Pasubio (da nord) e Torino (da sud); - 30 settembre : cattura delle forze avversarie chiuse nella sacca, col concorso (da ovest) dell a Divisione Celere. Le operazioni del 1° tempo ebbero inizio alle 7,30 del 28 settembre, quando le unità di fan teria della Torino, dopo brevissima ma intensa preparazione dell'artiglieria, scattavano all'attacco per ricacciare l'avversario verso ovest, allargare la testa di ponte e raggiungere nella giornata la linea Obuskvsk je - Gorianovskije (vds. Disegno n . 9), e le Divisioni tedesche del III Corpo muovevano in direzione nord - nord-est. L'azione della Torino si svolse con slancio e decisione, nonostante la tenace resistenza dei russi e l'insidia di numerosi campi minati con cui i sovietici avevano sbarrato tutti i passaggi e le piste. Alle ore 16 la Divisione attuava il proprio schieramento sulla linea degli obiettivi assegnatile, dopo aver infl itto all'avversario sensibili perdite e dopo aver catturato qualche migliaio di prigionieri ed un cospicuo bottino di armi e materiali. L'azione fu tra l'altro caratterizzata da una perfetta cooperazione fanteria - artiglieria in cui ebbero rilievo gli interventi del 30" raggru ppamento artiglieria di Corpo d'Armata, che col razionale schieramento dei suoi gruppi poté battere d'infilata il terreno della battaglia. Anche le tre Divisioni tedesche avevano raggiunto i loro obiettivi e la sera del 28 il Generale Messe ordinava : - alla Divisione Torino di proseguire l'azione il giorno 29 muovendo su due colonne fi no alla linea Kurilovka - Petrikovka; - alla Divisione Pasubìo di muovere dalla zona di Z aritcianka verso sud ed attestarsi alla fronte Schu ligovka - Prodanovskije Galuschkovka - Petrikovka, per congiungersi con la Torino , impedendo così ogni possibilità di ritirata ai russi; - alla D ivisione Celere di far traghettare il fiume a due battaglioni bersaglieri i quali dovevano provvedere al rastrellamento della zona fra D nieper e Orelj e la congiungente Kurilovka Jelissavetovka. Queste operazioni del no 29 settembre.
2°
tempo ebbero inizio alle 5,30 del gior-
Le operazioni. sino al f01·zc1,me11to del Dnieper
I OI
La Divisione Torino avanzò, come previsto, su due colonne costituite da due battaglioni dell.'81° fanteria Torino e dalla legione cc.nn., a destra, e dall'82° fanteria Torino , a sinistra. La colonna di destra, proseguendo sul\' asse rotabile Kamenka Popovka - Petrikovka - Zaritcianka, scontratasi con notevoli masse russe, in disgregazione, che cercavano una via di scampo e che tentavano peraltro di aprirsi la strada con le armi, ne vinceva la residua resistenza ed avviava verso le retrovie lunghe colonne di prig1omen. Alle ore r8 il III battaglione dell'81", avanguardia della colonna, sgominati consistenti reparti russi che gli impedivano il passo, prendeva contatto in Petrikovka con le unità della Pasuhio. L'avanzata della colonna cli sinistra dovette procedere più a rilento perché ostacolata nel movimento non solo dall'avversario, ma soprattutto dalla n1ancanza di strade e da una lunga e non aggirabile palude, condizione che costrinse il Comandante della colonna a manovrare con le sole unità a piedi dopo aver lasciato autocarreggio e artiglierie motorizzate sulle posizioni raggiunte il giorno prima. Tuttavia la colonna occupava K.urilovka alle 17 e si collegava con i reparti della Divisione Celere (XXV battaglione bersaglieri). La Divisione Pasubio, muovendo con una colonna composta dal 79° reggimento fanteria Roma, rinforzato da due gruppi di artiglieria e da uno squadrone carri <' L » , entrava verso le 18 con. la sua avanguardia in Petrikovka ove incontrava i fanti della Torino che vi erano giunti da poco. La Divisione Celere, dopo aver traghettato nella sera del 28 il XX e il XXV battaglione bersaglieri, procedeva col XX al rastrell amento della zona fra la riva si nistra dell'Orelj e Varvarovka; col XXV ad analogo compito fra Dnieper e la linea Kurilovka - Jelissavetovka. A sera i due battaglioni raggiungevano rispettivamente Galuschkovka e Petrikovka unendosi alle unità della Pasubio e della Torino. Nelle operazioni del J° tempo, giorno 30 settembre, mentre i reparti dell'80° fanteria Roma si attestavano sulla linea Schul igovka Galuschkovka, le unità già in zona ultimavano il rastrellamento del terreno adiacente ed i due battaglioni bersaglieri riconvergevano al Dnieper (vds. Disegno n. 9). Nell'operazione i sovietici subirono notevoli perdite e lasciarono nelle nostre mani circa diecimila prigionieri, dopo aver abban-
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donato sul campo numerose armi, carriaggi, quadrupedi e materiali vari (4). Le perdite del CSIR ammontarono a 291 uomini fuori combattimento, dei quali 87 morti (6 ufficiali), 190 feriti ( 13 ufficiali) e 14 dispersi.
Con l'azione di Petrikovka si concludeva il primo ciclo operativo delle unità italiane al fronte russo e si concludeva in modo positivo, pur tra le non trascurabili difficoltà incontrate dal Corpo di Spedizione. L'impegno di cui diedero prova in questa azione fanti e artiglieri emerge dalle pagine precedenti. E' da ricordare, in particolare, anche l'opera dei reparti pontieri e dell'aviazione che all'esito dell'operazione portarono un notevole contributo. L'importanza dei ponti sul Dnieper non ha bisogno di particolari illustrazioni, quando si pensi che nella testa di ponte di Dniepropetrovsk erano schierate tre Divisioni. tedesche oltre alla Divisione Torino e che i combattimenti, accanitissimi e sanguinosi, non vi ebbero mai tregua. La regolare alimentazione della lotta era perciò una necessità vitale, anche perché nel concetto iniziale del Comando germanico quella testa di ponte rappresentava lo sbocco delle unità corazzate destinate ad operare su Karkov. Per circa un mese fatti segno alle con tinue azioni dell'artiglieria sovietica, che schierata sul Samara batteva d'infilata le acque del Dnieper, i battaglioni pontieri I e IX lottarono con ferma tenacia in un faticoso e rischioso lavoro che la violenza della reazione avversaria rendeva arduo e snervante. Sia durante la battaglia difensiva, sia nelle operazioni per il forzamento del fiume, che nella manovra di Petrikovka, i pontieri italiani ripararono instancabili giorno e notte i danni prodotti dai bombardamenti nemici, riuscendo a mantenere sempre il legame tra le due rive. L'aviazione, che già si era affermata nella battaglia difensiva con missioni esplorative e con crociere di protezione, partecipò con le colonne della Pasubio ai combattimenti di Zaritcianka e mantenne poi il dominio del cielo durante la battaglia di Petrikovka.
(4) Precisamente: 9 cannoni, 13 mortai, 186 armi automatiche, 4.500 fu cili, 51 autocarri, 7 trattori inefficienti, varie ton nellate di nafta, 450 carri, r.ooo cavalli e altro materiale.
CAPITOLO VI
LE OPERAZIONI PER LA CONQUISTA DEL BACINO INDUSTRIALE DEL DONEZ
Sino al Dnieper i sovietici tentarono di arginare l'avanzata tedesca con grandi battaglie d'arresto gettando senza risparmio nella grandiosa lotta enormi quantità di forze e di mezzi. Le sensibili perdite subite in questo sforzo, la capitolazione di Kiev con la cattura di oltre 600 mila prigionieri, le azioni tedesche su Karkov e su Poltava, le vicende tra l'Orelj e Dniepropetrovsk, erano gravissimi colpi inferti all'Armata Rossa, che già aveva lasciato in mani tedesche ingenti quantità di uomini e di materiali durante la battaglia di rottura della (< Linea Stalin)>. Il Comando Supremo sovietico orientò, pertanto, i propri piani operativi sulla condotta della guerra verso la tradizionale strategia della ritirata e dello spazio, strategia che, nell 'incipien te periodo delle piogge autunnali, avrebbe trovato le condizioni migliori per una proficua realizzazione. Da parte germanica, invece, il problema operativo si impostava sulla necessità di sfruttare al massimo i successi conseguiti e di procedere dunque rapidamente sui nuovi obiettivi, non soltanto per impedire all'avversario di riunirsi e di riorganizzarsi, ma anche per utilizzare al massimo lo scorcio favorevole della stagione. Alla sistematica ritirata delle unità sovietiche, protette da consistenti, ardite e manovriere retrOf,ruardie in tenace lotta per imporre ai tedeschi rallentamenti e tempi di arresto, dovevano contrapporsi da parte germanica operazioni basate sulla mobilità e la spregiudicatezza per neutralizzare o almeno ridurre gl i effetti che la strategia russa si proponeva con la sua manovra in ritirata. Per quanto riguarda lo scacchiere ove agiva il CSIR, gli obiettivi della nuova fase operativa si imperniavano sulla conquista del grande bacino industriale del Donez e della zona di Rostov, regione di notevole importanza economica e militare.
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Sotto l'aspetto economico, infatti, il possesso della regione da parte dei tedeschi e dei loro alleati avrebbe sottratto all'avversario molte materie prime e avrebbe messo a loro disposizione grossi centri dell'industria bellica pesante russa. Sotto il profilo militare si aprivano al conflitto nuovi e redditizi orizzonti strategici e ciò indipendentemente dall'influenza che avrebbe esercitato la presenza degli eserciti alleati in prossimità delle regioni caucasico - asiatiche. L a condotta delle nuove operazioni, dunque, si prospettava in modo quanto mai impegnativo sia dal lato tattico che da quello logistico. Bisognava infatti affrontare non solo le difficoltà proprie di manovre su grandi spazi con obiettivi profondissimi, ma alimentare battaglie che avevano proporzioni geografiche e che esigevano un potenziale logistico veramente eccezionale. Restringendo l'angolo visuale alìa prossima attività operativa del CSIR, si possono intravedere a priori per le sue unità compiti ardui e non privi di incognite: la struttura organica delle tre Divisioni non del tutto adeguata a quel teatro di operazioni, la mancanza dei mezzi di trasporto, una situazione logistica resa difficile dal profondo balzo dall'Ungheria al Dnieper, costituivano seri vincoli all'impiego del Corpo di Spedizione, vincoli che erano resi più pesanti dal fatto che le unità .italiane dovevano agire inquadrate nel gruppo von Kleist, una delle più celeri e più moderne Grandi Unità corazzate germaniche.
Il ciclo operativo tra Dnieper e bacino del Do.nez si articola in due periodi netti e distinti. Il primo di essi riguarda le azioni svoltesi tra il Dnieper e il Voltsctja, con orientamento nord - sud, che portarono il gruppo corazzato von Kleist al Mar d'Azov (I), nella zona di Melitopol, e nelle quali il CSIR ebbe il comoito di schie, l rarsi su~ Voltsctja a protezione del fianco sinistro dello schieramento germatuco. Il secondo periodo riguarda le operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez, svoltesi in direzione ovest - est e nelle quali il CSIR costituì l'ala sinistra della r" Armata coràzzata tedesca (già 1" gruppo corazzato von Kleist), ove era inquadrato. (1) Compito del gruppo von Klcist era quello di accerchiare la 9" Armata russa che resisteva tenacemente sul basso Dniepcr alla pressione dell'1 r' Armata tedesca.
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1. - LE OPERAZION I DEL 1" PERIODO ( 1° - 12 OTTOBRE): DAL DNIEPER AL VOLTSCTJA E CONQUISTA DELLA TESTA DI PONTE DI PAVLOGRAD Dopo la conclusione della battaglia del Dnieper, la situazione nel settore ove agiva il CSIR era la seguente: -
il X IV Corpo corazzato, proveniente dall 'Orelj attraverso
le teste di ponte di Zaritcianka e di Voinovka, era riuscito ad occupare di sorpresa, ed intatti, i ponti di Novomoskovsk sul Samara; - il III Corpo, sfociato dalla testa di ponte di Dniepropetrovsk, si era attestato sul Samara, tra N ovomoskovsk e la confluenza col Dnieper; - il CSIR , ultimate le operazioni di rastrellamento nella sacca di Petrikovka, stava concentrandosi nella zona di Petrikovka Dniepropetrovsk. La dislocazione di tali unità è indicata nel Disegno n. 10. In base a tale dislocazione, ed in rapporto al tempo occorrente per la completa disponibilità dei reparti, il Comandante del gruppo corazzato von Kleist decise di: - procedere sollecitamente col XIV Corpo da nord a sud per raggiungere nel più breve tempo il parallelo di Orechov; - affidare la protezione del fianco esposto al III Corpo, il quale doveva muovere scaglionato in profondità cd a sinistra; - far avanzare il Corpo italiano al .fiume Voltsctja per schierarlo a sud di Pavlograd, sostituire con esso gradualmente il Ill Corpo nel compito di protezione d'ala, e prolungare il proprio intero schieramento sino al mare. Per l'esecuzione di tale piano, con Ordine n . 59, il Comando del I Corpo corazzato von Kleist ordinava al CSIR di dislocare, a partire dal 3 ottobre, una Divisione al di là del Samara così da assicurare immediatamente la protezione del fianco esposto. Il Comandante del CSIR decise di affidare tale compito alla Celere in quanto la Torino era sprovvista di automezzi e la Pasubio, autotrasportata, era impedita nei movimenti dalle piogge torrenziali di quei giorni che bloccavano gli automezzi nel fango. Il r ottobre il Generale Messe diramava pertanto il suo Ordine di Operazione n. 21 (Documento n. JI) col quale disponeva che la 0
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Celere iniziasse subito il passaggio del Dnieper a Dniepropetrovsk . Contrariamente alle previsioni, però, il passaggio del fiume da parte della Celere non poté procedere con la speditezza desiderata; poiché nel frattempo le strade si erano in buona parte prosciugate ed il Comando germanico aveva ritardato di un giorno il tempo stabilito per l'approntamento del fianco difensivo spostando la data dal 3 al 4 ottobre, il Generale Messe diede ordine di muoversi alla Pasubio, che sarebbe stata seguita immediatamente dalla Celere. Il 3 ottobre il Comando del CSIR si spostava a nord di Dniepropetrovsk ed il 4 il Generale Messe compendiava nell'Ordine di Operazione n. 22 (Documento n. 32) le disposizioni esecutive per il movimento oltre il Dnieper. Intanto, l'avanzata del gruppo von Kleist (2) verso sud era iniziata favorevol mente e lo stesso giorno 4 il XIV Corpo corazzato aveva raggiunto la regione di Orechov; il III Corpo aveva respinto attacchi sovietici al fi anco del XIV Corpo e con la 198~ Divisione aveva preso posizione nel settore di Pavlograd, a protezione del fi anco esposto. La 6oA Divisione motorizzata che operava a destra del Corpo corazzato aveva occupato Z aporoje. I movimenti delle unità italiane per portarsi sul Voltsctja ebbero inizio il giorno 5 ottobre e si svolsero, ostacolati dal maltempo, a scaglioni successivi a causa della m ancanza di automezzi. ll 6 ottobre la l'asubio era schierata tra Pavlograd (escluso) e Ulianovka; il successivo giorno 8 la Celere ne prolungava lo scllieramen to verso sud, sino a Jekaterinovka e la Torino si concentrava a Kamenka per apprestarsi a serrar sotto in seconda schiera. Il Comando del CSIR si spostava da Dniepropetrovsk a Sinclnikovo. La linea presidiata dalle unità italiane aveva una estensione di circa mo chilometri a ridosso delle rive occidentali del Voltsctja, tranne in corrispondenza dell'ala sinistra, nel settore del 79° reggimento fante ria Roma, dove la linea stessa correva più all'interno a causa della presenza della testa di ponte di Pavlograd, che i sovietici difendevano accanitamente con l'intento di inibi re il passaggio del fiume e sbarrare la via per Stalino. Pur senza dar vita ad azioni di gr ande rilievo, i russi svolsero qui una intensa attività operativa. Tiri di artiglieria, incursioni di treni blindati, frequenti colpi di mano ed azioni di pattuglie imposero ai reparti italiani numerosi combattimenti di reazione ed una
(2) Che il 5 ottobre avrebbe assunto la nuova denominazione di « 13 Armata cora7.zata » .
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estenuante vigilanza in un settore quanto mai ampio, come si è detto, rispetto alle forze che lo presidiavano. Il terreno insidioso, inoltre, aumentava le difficoltà mentre le pessime condizioni atmosferiche e le prime nevicate resero ancor più dura la sosta su quelle posizioni che il poco tempo a disposizione non consentì di organizzare e sulle quali le unità rimasero alla mercé delle intemperie oltre che delle offese nemiche. Per l'eliminazione della testa di ponte di Pavlograd, preludio dell'ulteriore avanzata verso est, il Comando germanico decise di attaccare le posizioni sovietiche in direzione di M. Baba e di M. Riasnaja - Pavlograd, con la propria 198'' Divisione, debitamente protetta sul fianco sinistro da unità italiane (vds. Disegno n. IO). Per l'assolvimento di tale compito il Comandante del CSIR ordinava il giorno 8 ottobre la costituzione di un apposito raggruppamento motorizzato di Corpo d'Armata con la 63" legione T agli'amento (meno un battaglione), un gruppo da 105/ 32 del 30° raggruppamento, una compagnia motociclisti. Gli altri gruppi da 105/ 32 del 30° raggruppamento appoggiarono invece l'azione della r98" Divisione. Parallelamente all'attacco della Divisione tedesca, si sarebbe mossa anche l'ala sinistra della Pasubio, vale a dire il 79° reggimento fanteria Roma per rettificare il proprio schieramento, portandolo a coincidere con la riva destra del Voltsctja. L'azione sulla testa di ponte sovietica, che occupò i giorni 9, 10 e 1 r ottobre, procedette in un primo tem po favorevolmente, ma i contrattacchi dei russi impedirono di progredire oltre :M. Baba. li Comando germanico decise allora di avvalersi del raggruppamento motorizzato italiano per avvolgere sulla sinistra le posizioni di Pavlograd. Primo obiettivo l'abitato di Miziritc che veniva espugnato dai reparti del raggruppamento italiano verso mezzogiorno del ro ottobre. Visto l'andamen to favorevole dell'operazione intrapresa dall 'unità italiana di formazione, il Comandante della Divisione tedesca ordinò al raggruppamento di proseguire nell'attacco e gli fissò per obiettivo l'abitato di Mavrina e, ove possibile, l'occupazione della ferrovia. Nonostante l'accanita resistenza, la colonna italiana - garantita sul fianco dalla compagnia motociclisti - penetrò nel dispositivo avversario superando anche un ampio e profondo sbarramento anticarro ed una linea di reticolati. I russi furono costretti a ripiegare dopo aver subito sensibili perdite tra morti e feriti, alcune centinaia di prigionieri e molto materiale bellico. L'azione, sospesa per il sopraggiungere della notte, venne ripresa il mattino seguente; le unità italiane si impadronirono del ponte
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ferroviario nel momento stesso che le unità tedesche giungevano al ponte rotabile che l'avversario aveva fatto sal tare. L'interruzione impedì sul momento di attuare l'occupazione di Pavlograd; immediatamente il I battaglione pontieri italiano gettava un ponte d'equipaggio e permetteva al raggruppamento di superare il fiume e di assumere la dislocazione ordinatagli sulla riva sinistra. I l comportamento delle uni tà italiane in questa azione venne elogiato dal Comandante della 198" Divisione tedesca (Docum ento 11 • 33). Eliminata la testa di ponte di Pavlograd, la Divisione Pasubio sostituiva la r98" Divisione tedesca, destinata ad altri compiti, cd estendeva a sinistra il proprio schieramento; la Divisione Celere dava il cambio in linea alla Divisione S.S. Wiking e prolungava anch'essa il proprio schieramento verso sud fino a Gulj aj Pole (vds. Disegno n . ro). In tal modo il CSIR assumeva la responsabilità di un fronte ampio oltre 150 chilometri. L'avanzata della r" Armata corazzata verso il Mar d'Azov aveva avuto sviluppi favorevol i. Le sue unità di testa avevano raggiunto Berestevoje e Mariupol e, in concorso con l'n~ Ann ata, aveva battuto la 9• Armata russa. Nel settore meridionale del fronte orientale in cui operava il CSIR si erano dunque maturate le concli:lioni per la conquista del ricco bacino industriale del Donez.
2. - LE OPERAZIONI DEL 2° PERIODO (l 3 - 29 OTTOBRE) : CO IQUISTA DEL BACINO IN DUSTRIALE DEL DONEZ
Anche negli altri settori del fronte la situazione d'insieme appariva del tutto favorevole per i tedeschi. Infatti: Leningrado accerchiata, Mosca seriamente minacciata dall'azione concentrica dei Corpi corazzati II, III e IV, il fronte occidentale sovietico in crisi dopo la caduta di Kiev, le Armate russe del fronte meridionale ormai costrette a combattere in ritirata allo scopo di guadagnare tempo per consentire lo sgombero degli impianti industrial i delle zone di Karkov e del Donez, erano tutte condizioni che autorizzavano il Comando tedesco alle più ottimistiche previsioni, dalle quali scaturiva la sensazione di eventi immediati e decisivi per le sorti della campagna. I pronostici favorevoli dei tedeschi trovavano fondamento anche nel fatto che non erano individuate riserve di qualche consistenza
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dalla parte dei russi; si riteneva inoltre che essi difettassero di materiali, delle armi e delle munizioni necessarie per ricostituire una solida linea difensiva. Il Comando germanico giudicava l'Annata Rossa orrnai in crisi irreparabile e riteneva di vincere entro il mese di ottobre la resistenza delle piazze di Leningrado e di Mosca e di occupare nel medesimo tempo la regione del Donez. Non escludeva nemmeno che, permettendolo la stagione, il successo potesse estendersi oltre il Donez, sino al Caucaso. E poiché in tale direzione si frapponeva il serio ostacolo della linea del Don, a nord - est di .Rostov, appariva indispensabile accelerare i tempi e prevenire comunque l'avversario nei probabili piani operativi che egli avrebbe studiato e attuato per costituirsi una nuova fronte difensiva. Nel settore meridionale il momento era dunque maturo per riprendere l'avanzata verso il Donez. Il Comando della 1" Armata corazzata, infatti, riceveva 1'8 ottobre l'ordine di puntare in direzione est con obiettivi Taganrog, Rostov, Stalino; la ripartizione dei compiti fra le Grandi Unità dipendenti era contenuta nell'Ordine di Operazione n . 2 . In sintesi: - III Corpo: occupare Taganrog e costituire una testa di ponte a Rostov; - XIV Corpo: protezione del fianco sinistro del III Corpo; -
XLIX Corpo alpino: investimento della zona di Stalino;
- CSIR: assicurare il fianco nord dell'Armata e « accompagnare il movimento del XLIX Corpo alpino >); - 198" Divisione di fanteria: dopo essere stata sostituita nei propri compiti di sicurezza dal CSIR sarà messa a disposizione del XLIX Corpo d'Armata alpino;
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Armata romena : rastrellare elementi nemici rimasti nell'attuale campo di battaglia fino alla linea Berdjansk- Berestevoje - Semionovka, tenendosi pronta a proseguire su Mariupol per assumere protezione della costa;
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60" Divisione motorizzata: riserva di Armata.
Il Corpo di Spedizione Italiano, pertanto, nell'Ordine di battaglia per l'avanzata verso est costituiva l'ala settentrionale della 1" Armata corazzata e doveva schierarsi fra il XLIX Corpo alpino tedesco a sud e la 17" Armata a nord. Quest'ultima, però, ancora notevolmente arretrata, non era in condizioni di assicurare protezione al fianco sinistro scoperto del Corpo italiano.
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Al CSIR era, come si è detto, affidato il duplice compito di proteggere il .fianco sinistro dell'Armata dalle offese provenienti da nord e di investire, in concorso col XLIX Corpo, la zona industriale di Stalino con primo obiettivo quell'importante nodo ferroviario e la sua grande stazione. Incomjnciava per il Corpo di Spedizione il secondo ciclo operativo al fronte orientale, durante il quale esso prenderà parte a due azioni di rilievo: la manovra di Stalino e la manovra di Gorlovka - Rykovo.
A) LA MANOVRA DI STALINO
Sulla base dei nuovi compiti il CSIR doveva passare dallo schieramento difensivo, quale è indicato nel Disegno n. r r, allo schieramento offensivo. E' chiara la situazione delle due Divisioni di prima schiera Pasubio e Celere. Merita invece una nota esplicativa la situazione della Torino ancora in crisi di trasferimento. Infatti, 1'82° fanteria, autotrasportato con automezzi sottratti alla Pasubio, ed il 52° artiglieria meno un gruppo, si trovavano impantanati nella zona di Tichonovcha; le rimanenti unità della Divisione, con faticose marce a piedi, tra fango, neve e pioggia si stavano allora attestando nella zona di Tatarka. La Divisione, inoltre, come anche la Pasubio, non disponeva delle saimerie, perché rimaste notevolmente indietro, e sulle quali perciò non si poteva per il momento contare. Anche se esaminato dal solo punto di vista tattico, il problema della immediata ripresa del movimento .i n avanti si presentava non privo di difficoltà. Si trattava, cioè, di concentrare in pochi punti di obbligato passaggio le unità del CSIR schierate lungo il .fiume Voltsctja su un fronte di 150 chilometri, in modo che tutti gli scaglioni potessero susseguirsi con la necessaria regolarità. Inoltre la distruzione dei ponti effettuata dai russi in ritirata, particolarmente nella zona di Pavlograd, lasciava poche possibilità al deflusso delle Divisioni; esisteva poi il pericolo dell'intasamento e del frammischia.mento delle colonne, dovuto anche alle indescrivibili condizioni delle strade, cui si aggiungeva l'insidia dei campi minati sommersi da uno spesso strato di melma. Le informazioni sul nemico non erano abbondanti né sicure. Risultava comunque che notevoli forze appartenenti a tre Divisioni sovietiche avrebbero ostacolato l'avanzata su Stalino. Le linee sulle quali si sarebbe incontrata la resistenza avversaria erano ben individuabili a sud perché costituite dai successivi corsi dei .fiumi
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Jantschal, Mokrjie Jaly, Suchije Jaly, mentre a nord il terreno più uniforme non presentava caratteristiche topografi.che tali da indurre alla formulazione di previsioni valide. Sulla base di una situazione siffatta poteva apparire conveniente manovrare esclusivamente da nord, ma un'azione da sud era altresì indispensabile all'Armata per gli immancabili riflessi che essa avrebbe prodotto nei riguardi della sicurezza immediata del suo fianco sin istro. Per tale ragione, tenuto conto dello schieramento delle Divisioni sul Voltsctja, delle caratteristiche del terreno e della viabilità ad est del fiume, il Comandante del CSIR decise di avviare a sud la Divisione Celere, particolarmente adatta alla esplorazione ed al combattimento anche in terreni rotti, e di operare con le forze motorizzate e autoportate a nord, dove il terreno si prestava maggiormente al movimento degli automezzi e faceva prevedere un minore numero di interruzioni. Il Generale Messe dispose pertanto di: raccogliere la Celere e la Pasubio sulle proprie ali esterne; lanciare la Celere contro Stalino col compito di investire la città in concorso col XLIX Corpo alpino; affidare alla Pasubio, scaglionata più indietro, la protezione del fianco nord ed il compito di ampìiare, se necessario, la manovra aggirante del CSIR; far muovere il più celermente possibile la Torino che, in seconda schiera, verso il centro, doveva mettersi in condizioni di intervenire in ogni circostanza, qualora la resistenza dei russi avesse imposto un tempo di arresto alla avanzata delle unità italiane. Questo dispositivo, mentre consentiva di muovere sull'obiettivo con le forze raccolte, risultava il più idoneo per opporsi a qualsiasi tentativo avversario contro il .fianco esposto del CSIR, marcia durante. A tali concetti si informano gli ordini esecutivi del Comandante del CSIR (Documenti n. 34 e 35). Le operazioni nel bacino del Donez fino alla conquista di Stalino sono graficamente tracciate nel Disegno n. I J. Il 13 ottobre la Divisione Celere iniziava a Guljaj Pole l'avanzata oltre il Voltsctja e dopo faticosa marcia raggiungeva fra il 13 e il 14 con i reggimenti di cavalleria Savoia e Novara il fiume Jantschal, impadronendosi dei passaggi e costituendovi due teste di ponte, una a Novo Uspenovka e l'altra a Turkenovka. 11 3° bersaglieri, appiedato, fu invece costretto a fermarsi al fiume Gaitschul a causa delle proibitive condizioni del terreno, mentre gli elementi motorizzati erano rimasti bloccati molto più ind ietro dalle impraticabili condizioni stradali. Il movimento della Pasubio dipendeva invece dalla transitabilità del ponte interrotto di Pavlograd. Dato però che il battaglione
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pontieri era già in affluenza, sì prevedeva che per il giorno 15 il passaggio sarebbe stato ripristinato. Pertanto, nell'intento di agire senza indugi non appena possibile anche con la I'asubio e di portare la Celere all'altezza del XLIX Corpo per assolvere in ogni modo il compito assunto dal CSIR nei riguardi della 1" Armata corazzata, la sera del r4 ottobre il Generale Messe diramava gli Ordini n. 68IO / Op. e 6816/0p. in ottemperanza dei c1uali la Celere riprendeva l'avanzata il giorno 15, pur tra notevoli difficoltà dovute allo sparpagliamento delle forze, alla indisponibilità degli elementi dei Servizi, che erano rimasti notevolmente arretrati, alla spossante fatica cui erano sottoposte tanto le unità a piedi quanto quelle a cavallo per giungere alle tappe entro il tempo previsto. Era oramai un dato accertato che la velocità oraria degli scaglioni a piedi non superasse i due chilometri e che, per coprire l'itinerario quotidiano, si dovesse impiegare l'intera giornata dall'alba al tramonto e spesso sino alle ore serali inoltrate. Purtuttavia, le località .fissate vennero raggiunte dalla Celere il giorno 16. Non altrettanto poté fare la Pasubio, ancora ferma a Pavlograd a causa della indisponibilità del ponte. Le condizioni proibitive delle piste avevano impedito l'arrivo dei carri- barca, aliquota che, soltanto in virtù della straordinaria abnegazione di tutti, poté .finalmente giungere in sito, così che il mattino del giorno 16 il ponte era rimesso in efficienza dai pontieri del I battaglione, ossia con un solo giorno di ritardo sul previsto. Ma il Comando della Pasubio, non potendo iniziare il giorno 15 i movimenti prescritti per la mancanza del ponte (disponibile, come si è detto, solo il mattino del 16), decise di valersi di mezzi di circostanza per superare il Voltsctja e nello stesso giorno 15 fece passare oltre il .fiume due battaglioni di fanteria, uno del 79° e uno dell'80° reggimento, agli ordini del Colonnello Chiaramonti (Comandante del1'80°). Nella previsione delle insuperabili difficoltà che avrebbero incontrato nel movimento i reparti autotrasportati e motorizzati, il Comando della Pasubio faceva seguire ai primi due, altri due battaglioni, a piedi, forniti dall'80° fanteria, col compito di raggiungerli e di unirsi a loro. Alla sera del 16 ottobre la situazione del CSIR era la seguente
(cfr. Disegno n. n): - la Divisione Celere aveva ra(Hriunto la linea Zg-1. Vassioo lievka Bol. Janisol; V
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- la Pasubio si trovava con la colonna Chiaramonti a Dmitrievka e Nikolaievka; e col Comando Divisione e due battaglioni del 79" fanteria a Pav logracl; - la Torino ancora in marcia e notevolmente arretrata spetto alle altre due Divisioni.
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Frattanto la situazione delle Grandi Unità germaniche operanti nello scacchiere meridionale era andata così delineandosi : - la 17" Armata (operante alla sinistra del CSIR) aveva raggiunto la linea N ikolaievka - Alexandrovka - Katerinovka (a nord est di Pavlograd); - il XLIX Corpo alpino s1 attestava con elementi avanzati al fiume Suchije Jaly; - il lll Corpo, sottoposto a violenti attacchi sov1etic1 appoggiati da artiglieria, mezzi corazzati e da ingenti formazioni aeree che ne spezzonavano e mitragliavano le colonne, era riuscito a costituire una testa cli ponte sul fiume Mius , dove però doveva arrestarsi a causa della forte resistenza incontrata e soprattutto per la penuria di r ifornimenti; - il Xl V Corpo proteggeva indietro e a sinistra il fianco del III Corpo.
In sostanza, l'ala meridionale dell'Armata cominciava a subire un notevole rallentamento nell'avanzata, mentre il concetto operativo del Comando germanico mirava tuttavia verso una manovra di avvolgimento per la sinistra alla difesa sovietica di Rostov. Il Generale Messe, nella tarda sera dello stesso giorno 16, diramava nuovi ordini per il proseguimento dell'avanzata del CSIR (Documento n. 36). Nel procedere secondo gli ordini ricevuti, la Celere, che avanzava coi soli reggimenti di cavalleria, veniva a contatto con consistenti retroguardie sovietiche, bene appoggiate dall'artiglieria, in prossimità della linea del fiume Suchije Jaly; ma impegnatele con decisione sul fronte e m inacciandole di aggiramento sulle ali, a Uspenovka col Novara ed Ulaklij e Jaly col Savoia, costringeva l'avversario a ripiegare dopo avergli inflitto notevoli perdite e catturato parecchi prigionieri. Questa azione assumeva particolare importanza non solo perché l'avversario era nuovamente agganciato dopo cinque giorni di durissime marce di inseguimento, ma anche perché la Celere 8. - U.S.
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aveva stabilito il contatto col XLIX Corpo tedesco. Ciò avrebbe consentito di organizzare nelle migliori condizioni l'attacco su Stalino, che era comune obiettivo della Divisione italiana e del Corpo cl' Armata germanico. La Pasubio intanto era giunta a Nikolaievka, ma vi doveva sostare a causa dell'impraticabile stato delle piste e dell'interruzione del ponte. La colonna Chiaramonti, invece, procedeva audacemente nello schieramento sovietico in ritirata, conferendo non solo maggiore sicurezza al fianco sinistro del CSIR ma rendendosi anche disponibile per il concorso che avrebbe potuto dare, in caso di bisogno, alla Celere nella prossima azione su Stalino. N ei giorni 18 e 19 si realizzarono soltanto progressi modesti, nonostante gli sforzi con cui le unità procurarono di raccogliersi e di ridurre il vasto sparpagliamento di forze e di mezzi. In relazione agli accordi intercorsi col XLIX Corpo, il Comandante del CSIR la sera del 18 ottobre diramava l'Ordine di Operazione n. 28 per l'attacco di Stalino da parte della Celere e per l'azione delle altre due Divisioni. Per l'attacco alla stazione di Stalino il Comando della Celere predispose due colonne: - una, di destra, costituita dal 3° bersaglieri, cui era assegnato in primo tempo l'obiettivo di Sofja e successivamente quello di Stalino; - una, di sinistra, costituita dal reggimento di cavalleria Novara che dalla stazione di Roja doveva puntare su Kurakovka e Mog. Pereskok con compito di .fiancheggiamento. Il 20 ottobre, con una faticosissima avanzata effettuata sotto una sferzante pioggia, il 3° bersaglieri occupava Sofja verso le II, dopo aver eliminato o catturato gli elementi della retroguardia avversaria che operavano nell'abitato. Il reggimento continuava quindi nell'inseguimento dei sovietici e verso le ore 20 si impadroniva di slancio, col XX battaglione, della stazione e del nodo ferroviario di Stalino, mentre serrava sotto il XXV battaglione. Le avanguardie del XLIX Corpo tedesco entravano contemporaneamente nella città di Stalino. Mentre si svolgevano tali avvenimenti sulla fronte della Celere, la colonna Chiaramonti della Divisione Pasubio si faceva largo anch'essa fra le retroguardie sovietiche e lo stesso giorno 20 vinceva forti resistenze russe che le si opponevano alla stazione di Griscino; verso sera raggiungeva Krasnoarmejskoje. Il raggruppamento motorizzato procedeva alla occupazione di Novo Pavlovka eia dove
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respingeva formazioni nemiche che, ripiegando, facevano saltare il ponte sul Voltsctja(cfr. Disegno n. 11). , La Divisioné Torino, per la quale tramontava ormai ogni possibili tà di autotrasporto, tra indicibili fatiche e privazioni si portava in prossimità del fiume Mokrjie Jaly, tra Fedorovka e Komar. Si concludeva con l'occupazione della città e della grande stazione di Stalino la prima fase delle operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez (3). Su tale fase si possono formulare le seguenti considerazion i. Caratterizzarono lo svolgimento della marcia al Donez principalmente tre aspetti: la profondità dello sbalzo, il carattere della resistenza opposta dai sovietici, l'atnbiente topografico e meteorologico. La notevole profondità dello sbalzo (oltre 200 chilometri), specie se posta in relazione alla necessità di giungere celermente sugli obiettivi, richiedeva che la condotta delle operazioni si basasse sul continuo ricorso alla manovra alla quale era necessario assicurare, in ogni momento della situazione, scioltezza e intraprendenza: manovrare per avanzare, per proteggere i .fianchi scoperti, per parare i tentativi dell'avversario che poteva attaccare da ogni direzione, in ciò ottimamente aiutato dal terreno che non frapponeva alcuna limitazione all'impiego più redditizio di ogni arma e di ogni mezzo e in particolar modo dei mezzi corazzati. Inoltre, le larghe soluzioni d1 continuità coi corpi contigui, in un settore d'avanzata la cui ampiezza superava i roo chilometri, creavano condizioni permanenti di crisi tattica. La lunghezza dello sbalzo e la profondità degli obiettivì imponevano poi un perfetto coordinamento neJl 'avanzata della Celere e della Pasubio, in modo che quest'ultima fosse costantemente in grado non soltanto di esercitare una efficace protezione al fianco esposto dello schieramento, ma, soprattutto, di intervenire con azione avvolgente da nord nell'attacco contro il centro industriale di Stalino. Tale necessità incontrava però notevoli difficoltà di realizzazione a causa delle diverse caratteristiche organiche delle due Divisioni. La Celere era infatti in grado di avanzare su qualungue terreno, almeno con le unità a cavallo, mentre l'avanzata della Pasubio era legata agli automezzi e perciò allo stato delle piste. Il Comando sovietico non svolse alcuna manovra attiva, e osservò tenacemente le regole dell'azione ritardatrice, ma ciò fece con (3) Perdite del CSIR: 61 morti, 143 feriti e 8 dispersi. Prigionieri catturati r .200.
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larghezza di vedute, abilità tattica e decisione. Le resistenze che egli oppose furono essenzialmente costituite dall'attività di consistenti retroguardie bene armate e abbondantemente rinforzate con artiglierie e mortai, che operarono con. fermezza, perizia e radicata consapevolezza del compito da svolgere. Così, il movimento verso il Donez delle unità del CSIR dovette svolgersi in una continua successione di combattimenti, anche di breve durata. La resistenza attiva delle unità era sempre abbinata alle difese passive: campi minati, mine sparse antiuomo e anticarro di sicuro funzionamento, interruzioni e distruzioni sistematiche di tutto quello che poteva facilitare il movimento degli avversari verso est (ponti di ogni tipo e dimensione, binari. ferroviari, ecc.). Anche l'ambiente topografico e meteorologico nel quale si svolsero le operazioni fu decisamente avverso. Esso fu il primo nemico contro il quale ii CSIR dovette misurarsi e che contese il passo alle colonne italiane non meno delle retroguardie russe. Neve, temporali, piste allagate che limitavano e rendevano faticosissimo tanto il movimento dei fanti a piedi quanto quello dei cavalli e degli automezzi. Le condizioni del tempo limitarono, fino a impedirla, l'attività della ricognizione aerea che avrebbe potuto rendere preziosi servizi. B) LA MANOVRA DI GORLOVKA
Con l'occupazione di Stalino, le operazioni per il possesso dell'intero bacino industriale del Donez non potevano dirsi esaurite. Stalino costituiva certamente il centro della grande zona mineraria che, con i giacimenti di carbon fossile e di ferro, i complessi industriali chimici e metallurgici, rivestiva grande importanza per le necessità della guerra. Ma occorreva garantirne la sicurezza con l'occupazione cli Gorlovka, di Rykovo e della stazione di Trudovaja. In questa si trovava lo sbocco dell'oleodotto del Caspio; Gorlovka e Rykovo non solo erano anch'essi centri industriali e minerari importanti, ma erano parimenti importanti anche sotto il pro.filo oper~1tivo appunto perché il loro possesso conferiva a Stalino maggior sicurezza. Il Comando della 1" Armata corazzata assegnava dunque le tre località al CSIR quali nuovi obiettivi da conquistare. Questo ulteriore impiego delle unità ital iane, con una parte così importante nella grande offensiva autunnale, costituiva un peso molto forte in relazione alle condizioni di stanchezza delle tre Divisioni; tuttavia, considerata la situazione generale e la convenienza tattica che giu-
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stificava la conquista di tali obiettivi, il Generale Messe chiese ai suoi combattenti un nuovo sforzo. Il Comandante del CSIR ordinava pertanto: alla Celere di occupare la zona di Rykovo - Gorlovka - Nikitovka e lo sbocco dell 'oleodotto di Trudovaja; alla Pasubio di continuare il movimento verso est e di attestarsi al più presto in zona Jekaterinovka, stazione Dylevka - Scelesnoje, a protezione del fianco sinistro e del tergo della Celere; alla Torino di proseguire a piedi verso Stalino. Nel contempo il Generale Messe ordinava la costituzione di distaccamenti di retrovia, for mati con elementi di Corpo d'Armata, destinati all a manutenzione delle strade e alla protezione delle linee di comunicazione da atti di sabotaggio dei partigiani; ordinava altresì lo scioglimento del raggruppamento motorizzato di Corpo d 'Armata, essendo superati i motivi per i quali era stato costitui to. Sul fronte delle unità tedesche con le quali operava il CSIR e, in particolare, nel settore del III Corpo, dopo l'accanita resistenza opposta dai russi ed i contrattacch i che essi continuavano a sviluppare intensi e decisi, si era delineata l'impossibilità, o quanto meno il gravoso dispendio, di conquistare Rostov con azione frontal e. Ii Comando della I'' Armata decideva allora di avvolgerne le difese per la sinistra e per l'attuazione di tale proposito ordin() al Ill Corpo di passare sulla difensiva e di ributtare ogni attacco nemico; al XIV Corpo di agire verso est con direzione Golodajcvka e Schachty e, successivamente, a sud per aggirare Rostov da es t; al XLIX Corpo di raggiungere la zona di Dmitrievka - Diakovo per garantire successivamente il tergo del XIV Corpo. In tal modo il XLfX Corpo era inevitabilmente portato a divergere verso sud per plasmare il proprio movimento su quello del XIV Corpo (Disegno 1,. 12). Conseguentemente il CSIR doveva affrontare da solo le forze nemiche dislocate a sud - ovest di Voroscilovgrad allo scopo di impedire la occupazione di Gorlovka e di minacciare fianco e tergo della 1 " Armata corazzata. La funzi one del CS IR, dunque, non solo non veniva a diminuire alcuna delle sue delicate attribuzioni , ma si accresceva anzi di tanta importanza quanta gliene aggiungeva la difficile tutela degli obiettivi assegnatigl i in rapporto ai compiti e agli obiettivi della r' Armata corazzata. Le Divisioni del CSIR si rimettevano perciò in movimento e la Celere, raggiunta il 22 ottobre la fronte Jassinovataia - Avdeicvka, rispettivamente coi reggimenti di cavalleria Savoia e No vara, dopo
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aver debellato, specie ad Avdeievka forti retroguardie nemiche, il successivo giorno 24 poteva investire la fronte Skotovatoie - Panteleimonovka, dove la reazione avversaria si manifestava sempre più consistente ed aggressiva. Esplorazioni effettuate il 25 dalla cavalleria e dal XX battaglione bersaglieri, e notizie fornite da prigionieri, permisero di accertare la presenza di un forte schieramento avversario composto da unità di tre Divisioni, rinforzate da molti mortai e da batterie da 76 e da 152. La sproporzione numerica delle forze e l'organizzazione di cui i russi apparivano dotati avrebbero potuto mettere in crisi le colonne italiane avanzate ed il Generale 1vfesse ordinò pertanto alla Celere di sostare temporaneamente sulle posizioni raggiunte e di intensificare l'attività esplorativa. Frattanto la colonna Chiaramonti della Pasubio, che il giorno 23 aveva superato Grìscino, proseguiva verso est ed il 25 occupava Scelesnoje, dopo aspro combattimento contro forze superiori. Contrattacchi sferrati dai sovietici il giorno 26 furono respinti. Anche i giorni 28 e 29 ottobre furono caratterizzati da attività combattiva poiché i quattro battaglioni della colonna Chiaramontì, passati dalla temporanea offensiva all'attacco risoluto, con ardita azione di sorpresa si impossessavano, dopo l'abitato di Scelesnoje, anche del centro minerario omonimo, costringendo l'avversario a ripiegare senza dargli tempo di distruggere le fabbriche e le distillerie che rimasero perciò intatte nelle mani degli uomini della
Pasubio (4). La decisa avanzata della Celere e della colonna Chiaramonti · della Pasubio aveva gettato le basi per l'investimento cli Gorlovka, basi che si consolidarono ancor più con l'arrivo degli altri due battaglioni del 79° fanter ia a Scelesnoje. Per l'attacco a Gorlovka, tuttavia, il Generale Messe non avrebbe potuto contare su alcun ap(4) La colonna Chiararnonti (composta, come si è detto, dai tre battaglioni dell'8o'' fanteria Roma, comandato dallo stesso Colonnello Chiaramonti, e da un battaglione del 79° fanteria Roma) aveva marciato e combattuto ininterrottamente per dodici giorni; aveva battuto ripetute volte un . avversario agguerrito e ben dotato di armi e di mezzi, aveva catturato un migliaio cli prigionieri e notevole cottino cli armi e di mortai; aveva occupato località di particolare importanza per lo sviluppo delle operazioni ed assolto il compito di protezione del fìanco della Celere. Il suo successo era il frutto dello slancio e dell'audacia con i quali operavano i suoi fanti, i quali disorientarono l'avversario dandogli la sensazione di trovarsi di fronte a forze soverchianti. Il suo comporta mento fu elogiato dal Comandante del CSIR.
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poggio delle unità laterali tedesche in quanto il XLIX Corpo aveva già iniziato la diversione verso i suoi nuovi obiettivi a sud e la 17° Armata era ancora troppo indietro per poter far sentire la sua presenza. Della Divisione Torino il Comandante del CSIR non avrebbe potuto disporre che di lì a qualche giorno perché ancora in movimento (5). Tl concetto di manovra del Generale Messe si proponeva dunque di attaccare e conquistare in un primo tempo l'obiettivo di Rykovo con la Divisione Celere e di investire successivamente l'abitato e il centro industriale di Gorlovka con azione fron tale da ovest da parte della Pasubio e con manovra avvolgente da est - sud-est con la stessa
Celere. l ell'attesa di far serrare le proprie artiglierie rimaste incagliate nel fango, ed allo scopo di mantenere il contatto con l'avversario e di individ uarne possibilmente le forze, le Divisioni Celere e Pasubio svolsero intensa attività esploraliva che consentì di accertare la presenza delle Divisioni russe 74", 262" e 296", nonché di altri reparti appartenenti ai reggimenti sovietici 55°, 56°, 62° e 105° L'attacco contro le posizioni occupate da tali unità venne iniziato il 1° novembre, giorno in cui il 3" bersaglieri con audace azione sorprendeva e travolgeva le difese russe del distretto industriale di Rykovo ed occupava la città alle nove (vds . Disegno n. 12 ). Nello stesso giorno la Torino si rimetteva in marcia e si attestava al fiume Krinka, in zona Tm. Karova - Korsuni, per proteggere il fianco meridionale della Celere. Più combattuta fu invece la lotta dei due reggimenti della Pasubio per la conquista di Gorlovka (vds. Disegno n. 1 2 ), investita da ovest dal1'80° fanteria e da sud dal 79°. I combattimenti, che ebbero inizio nei sobborghi della città, si svolsero nel dedalo delle vie, si sminuzzarono in scontri di casa in casa, contro regolari sovietici che sparavano con armi autornatiche dalle finestre e contro i partigiani che insidiavano le spalle dei reparti mano a mano che questi penetravano nell'abitato. Nondimeno la Pasubio il 2 novembre occupava con !'80° fanteria la parte nord della città e col 79° guell a sud , mentre una colonna della Celere (lancieri di Novara) concorreva all'azione da sud - ovest. (5) La Torino si concentrò, il giorno 30 ottobre, ndla zona di Jassinovataia, quale riserva Ji Corpo d'Armata. Essa aveva coperto dal D11icper in poi, nelle condizioni che si sono dette, oltre 300 chilometri a piedi; sommati a quelli delle tappe da Falticeni (Romania) al Dnieper, ammontano a circa r.400 chilometri.
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Espulsi da Gorlovka, i sovietici si accentravano a Novo Gorlovka e qui, asserragliati in robuste costruzioni, appoggiati da artiglierie dì piccolo e medio calibro, continuavano la loro tenace resistenza. Si rendeva perciò necessarjo eliminare ogni presenza avversaria in quella zona ed assicurarsene il possesso. L 'operazione venne affidata al 79° fanteria che, sboccato da Gorlovka, si era diretto senza indugi a vincere la reazione dei russi . Frattanto, il 2 novembre, il Comando della r• Armata corazzata aveva ordinato al CSIR di far avanzare una forte unità fino alla linea staz. Tschjstjakovo - Debalzevo - Armejskoje per proteggere il fianco sinistro del XLIX Corpo cl' Armata alpino orientato verso sud - est, nelle operazioni per la conquista di Rostov. Il CSIR, a questo punto, si trovava pertanto nella situazione di dover: - completare il raggiungimento dei suoi obiettivi, con l'occupazione dì Nikitovka (a nord di Gorlovka); -
assicurarsi il possesso delle zone fra R ykovo e Gorlovka;
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garantire la protezione dell'ala sinistra del XLIX Corpo.
Di fronte a tali esigenze stava la realtà contingente per cui: i reggimen ti di cavalleria erano stati ritirati dalla prima linea ed avviati in zona arretrata a causa del grave stato di deperimento e della moria dei quadrupedi; era indispensabile, inoltre, togliere al più presto dalla linea anche il 3" bersaglieri per costituire nn raggruppamento motorizzato a disposizione del Comando di Corpo d'Armata. Da un tale stato di fatto derivò la decisione del Comandante del CSIR di : - assegnare alla Celere un reggimento di fanteria della T orino, 1'81°, destinato a sostituire il 3" bersaglieri; - distaccare a Kol. Davido Orlovka 1'82" fanteria della stessa Torino per assicurare il fianco del XLIX Corpo tedesco; - conseguire il possesso dell'intera zona interposta tra Gorlovka e Rykovo con un'azione combinata da ovest e da est. Il 5 novembre (Disegno n. 1 3) 1'81° fanteria, postosi agli ordini del Comandante della Celere, raggiungeva con due battaglioni Rykovo, dislocando il III a Solievka, tra Rykovo e Gorlovka, a protezione dell'ampio spazio esistente tra la Pasubio e la Torino. Il 6 novembre 1'82° fanteria occupava Kol. Davide Orlovka e vi si schierava a protezione del fianco sinistro del XLIX Corpo alpino tedesco,
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minacciato da puntate di grosse unità di cavalleria russe provenienti da nord. Con deciso atteggiamento offensivo, 1'82° fanteria attirava su di sé l'attività di buona parte delle fonnazioni avversarie, alleggerendo in tal m odo la pressione che esse esercitavano al fianco sinistro del citato Corpo.
C) L'OFFENSIVA DI NIKITOVKA
L'operazione del 79° fanteria su Novo Gorlovka non poté invece avere sviluppo perché nuove esigenze da risolvere con carattere di priorità si erano nel frattempo manifestate sulla sinistra dello schieramento del CSIR. L'8o" fanteria, infatti, occupata Gorlovka, aveva proseguito direttamente verso nord per concludere l'azione sull'ultimo obiettivo assegnatogli, vale a dire Trudovaja, la stazione di sbocco terminale dell'oleodotto del Jvfar Caspio. Giunto però in prossimità di Nikitovka veniva attaccato sul fianco destro da forti unità avversarie. Si trattava dell'intera 74• Divisione russa che, individuata la larga soluzione di continuità (pari a 40 chilometri) esistente fra il Corpo italiano e la 17° Divisione tedesca, si gettava con rapidità e decisione sulla estrema ala sinistra del CSIR. Da questo inizio prende origine il combattimento di Nikitovka che, fra alterne vicende, si protrasse sino al 12 novembre. L'80° fanteria faceva fronte al minaccioso atteggiamento del1' avversario riuscendo ad avere ragione della sua intraprendenza ed a ricacciarlo. Insieme al fallimento del loro proposito, i russi dovevano accusare la distruzione di un intero battaglione e forti perdite per le altre forze immesse simultaneamente nella lotta. Così , ii 6 novembre, 1'80° entrava in Nikitovka, la occupava total mente e la apprestava a difesa. Da tutto l'insieme appariva però evidente che i russi sarebbero tornati presto all'attacco e, infatti, predisposte ingenti forze appoggiate da numerose artiglierie, si scagliavano nuovamente all'attacco investendo 1'8d' fanteria specialmente sulle ali. I russi volevano ad ogni costo avviluppare il reggimento italiano ed annientarlo. L'entità delle forze impiegate, l'attività svolta, l'aggressività con la quale i russi tentavano di attuare tale piano, davano la convinzione che essi avevano ormai assunto un atteggiamento difensivo controffensivo e da posizioni tatticamente favorevoli essi erano in grado cli contromanovrare efficacemente per aggirare l'ala sinistra del CSIR e cadergli sul tergo e sulle vie di comunicazione.
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La presenza delle Divisioni russe 74", 262"' e 296" era ormai confermata da varie fonti, come pure era accertato che le unità avversarie riunivano tre reggimenti di fanteria ciascuna, di fronte alla formazione binaria delle Divisioni del CSIR. Una delle Divisioni sovietiche, la 74", era notevolmente rinforzata e 1'80° fanteria veniva ad avere contro di sé forze più che triple, così che la situazione si faceva ogni momento più grave. L'esame obiettivo di tale situazione imponeva la necessità di ripristinare senza indugi la continuità dello schieramento e perciò di arretrare subito la colonna Chiaramonti sulla linea Gorlovka- Rykovo. La fermezza con la guale 1'80° fanteria conduceva la sua tenace resistenza non poteva tuttavia illudere che essa avrebbe potuto protrarsi molto più a lungo, tenuto anche conto della preponderanza di uomini e di mezzi dei russi . Inoltre il reggimento, ormai isolato, aveva le munizioni contate, cominciavano a scarseggiare i viveri, tanto da dover consumare la carne dei muli uccisi in combattimento, e mancava anche l'acqua. In tali condizioni, il reggimento tenne testa agli assedianti per cinque giorni. Il compito di sbloccare 1'80° dalla pericolosa situazione nella quale si trovava venne affidato alla Divisione Celere (il Comando della Pa.rubio non aveva ancora potuto collegarsi col suo reggimento) che agì immediatamente con le forze disponibili, vale a dire col 79° fanteria e aliquote del reggimento lancieri di Novara. Il I e II j 79" dovevano attaccare la rotabile Rykovo - Gorlovka verso la ferrovia, con obiettivo Mog. Dlinnaja - Mog. Gossuduref; il III/79° agire a cavallo della rotabile Gorlovka - Nikitovka per attuare il collegamento con 1'8o"; i lancieri di Novara costituire un fianco difensivo, fronte est, davanti a Novo Gorlovka. Ma i russi tennero duro e con violenta reazione di fuoco arrestarono l'attacco. Fu perciò deciso di mantenere le posizioni raggiunte e di rinforzare la massa d'attacco col 3° bersaglieri (meno il XXV battaglione impegnato sulle posizioni cli Rykovo) e il III/81". Dopo altri due tentativi per liberare 1'8o" dall'assedio dei sovietici, la sera dell'u novembre la situazione rimaneva ancora imm.utata. Ripresa il mattino del 12 con la partecipazione della 371" squadriglia da caccia dell'aviazione del CSIR che, trasferitasi .da Zaporojè al campo di Stalino, aveva già dato valido aiuto agli assediati, l'azione si sviluppò concorde e decisa. Ma lo slancio delle unità impegnate si infrangeva nuovamente di fronte al fuoco intenso delle numerose mitragliatrici dell'avversario, sistemate su posizioni dominanti. Nell'attacco si distinsero i battaglioni bersaglieri XVIII e XX i quali, però, nonostante l'appoggio dell'artiglieria e
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dell'aviazione non poterono raggiungere N ikitovka. A questo abitato giunsero soltanto alcune pattuglie del III/79° che riuscirono a prendere materiale contatto con 1'80°. T russi diminuirono la pressione e di questo approfittava il Comandante dell'80° per effettuare una sortita. Il tentativo falliva per le gravi perdite causate dalle armi automatiche dei russi che falciavano letteralmente la rotabile Nikitovka - Gorlovka. Ripetuto all'imbrunire, il tentativo conseguiva finalmente l'esito sperato; tutto j] reggimento poteva svincolarsi e rientrare, col favore dell'oscurità e senza danno, a Gorlovka portand o con sé tutti i feriti e ogni suo materiale. Le perdite furo no molto gravi: nelle operazioni per la conquista di Nikitovka si ebbero 68 morti (di cui 4 uffi ciali), 2o6 feriti (di cui r7 ufficiali) e 6 dispersi; nel le operazioni per lo sbloccamento dell'8o0 fanteria assediato in Nikitovka i morti fu rono 62 (di cui 5 ufficiali), 347 feriti (ro ufficiali) e 10 dispersi. Le perdite maggiori furono del 3" bersaglieri con 44 morti, 22 feriti e 10 dispersi.
*** Con l'occupazione dei distretti industriali di Gorlovka e Rykovo \ e con l'operazione di Nikitovka per io sbloccamento dell'80° fa nteria si chiudeva il ciclo estivo - autunnale delle operazioni del CSIR. Già dal mese di ottobre, sul Voltsctja, i] Generale Messe aveva rappresentato al Comando della 1' Armata corazzata, tramite ufficiale tedesco di collegamento, che una volta raggiunto Stalino il CSIR non sarebbe stato nelle condizioni di continuare lo sforzo operativo oltre il bacino del Donez. Il Generale Messe chiedeva perdò di conoscere quali erano le intenzioni del Comando stesso circa il futuro impiego delle unità italiane. Gli veniva risposto che il Corpo italiano era inquadrato in una unità superiore tedesca e che pertanto doveva obbedienza come un qualunque Corpo d'Armata dell'Esercito tedesco. Il Comandante del CSiR, a sua volta, rispose che era pienamente consapevole di essere un comandante di Corpo d'Armata alle dipendenze operative dei Comandi tedeschi, ma era anche rappresentante dell'Esercito italiano e naturale tutore dei suoi soldati, del cui impiego doveva rispondere lui solo al proprio Paese . Da questo suo dovere il Generale Messe non intendeva assol utamen te deflettere. Sempre tramite ufficiale di collegamento tedesco egli fece conoscere questi suoi intendimenti al Comando dell'Armata corazzata, cui indicò inoltre le condizioni alle quali il CSIR avrebbe potuto
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seguire lo sforzo tedesco. Tali condizioni furono comunicate anche, per iscritto, all'ufficiale italiano di collegamento presso il Comando della 1" Armata corazzata - Colonnello Chiusi - perché le sottoponesse all'esame dei tedeschi. li Generale Messe ritenne quindi opportuno mettere al corrente di tutto il Comando Supremo italiano e lo fece il 26 ottobre col seguente messaggio radio >l, che riassume chiaramente tutta la q uestione : « N . 7346 /Op. 26 ottobre. Séguito grave situazione logistica determinatasi per cattivo tempo et pessime condizioni strade, ma soprattutto per inadempienza germanica tradottasi mancato arrivo anche minimo treni et trascurabilissimo contributo diretto viveri ho chiesto at Armata sue intenzioni circa impiego CSIR dopo occupazione distretti industriali Stalino et Gorlovka. Avuto seguente ri"' sposta : "Concorso CSIR molto desiderato fino at raggiungimento meta finale Armata nelle due ipotesi: 1° obiettivo Stalingrado; 2 ° obiettivo pozzi Majkop " . Ho pertanto incaricato colonnello Chiusi rappresentante Armata considerazioni logistiche necessarie per consentire assolvimento nostro compito con "rad io " che riporto integralmente : •< "Colonnello Chiusi N. 7331/0p. - Precisa volontà mia et mie truppe est quella di continuare at dare tutta collaborazione at Annata. Però ulteriore contributo CSIR at operazioni oltre zona Stalino et zona Gorlovka est assolutamente subordinato soluzione pratica et immediata problema logistico che qui preciso: Primo immediata garantita affluenza treni Dniepropetrovsk con recupero quelli non giunti. Secondo - garanzia disponibilità treni Stalino appena tale linea sarà in funzione. Terzo - rifornimento temporaneo viveri C.S.I.R. presso deposito germanico Stalino finché sarà costituita colà nostra base avanzata. Quarto: disponibilità carburanti in Dniepropetrovsk per assicurare movimento autocolonne rifornimento. Quinto: disponibilità aviobenzina Zaporoje et Stalino per costituzione base avanzata mezzo aviotrasporti. Sesto: concedere sosta per far serrare sotto artiglierie, servizi, rifornimenti viveri, munizioni, corredo, indumenti lana, in parte già in movimento,. Per vostro orientamento aggiungo che battaglioni 'Pasubio' et molte truppe divisione 'Celere' pur di raggiungere obiettivi loro assegnati hanno marciato et combattuto con scarsi aut niente viveri et moltissimi soldati sono quasi senza scarpe. Queste condizioni evidentemente non possono continuare soprattutto per incipienti rigidità invernali " . (<
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« Tanto segnalo per doverosa informazione et per essere certo che linea scelta est conforme pensiero codesto Comando, in modo potermi regolare conseguenz a. Generale Messe,, .
La situazione aveva invece richiesto al CSIR uno sforzo che andava ben oltre le sue possibili tà, ma, alle esigenze inderogabili di un superiore _int~resse, le sue unità avevano obbedito senza riserve e senza eccez1on1. Dopo queste ultime operazioni su Rykovo - Gorlovka e Ni kitovka lo stato di efficienza del Corpo di Spedizione non era, perciò, né poteva essere, nelle migliori condizioni, sicché si imponevano immediati provvedimenti. Sulla pienezza delle risorse fis iche degli uomini del CSIR aveva influito la logorante avanzata dal Voltsctja al bacino industriale del Donez, non solamente per la profondi tà dello sbalzo e delle resistenze dei sovietici, m a p rincipalrnente dalle condizioni atmosferiche e di ambiente nelle quali si era svolta. La distanza, l'avversità degli elementi meteorologici, il terreno, la continuità e la intensità delle fatiche e dei disagi, avevano sottoposto uomini, q uadrupedi e macchine ad un tormen to elevatissimo in cui già da tempo era dato rilevare i sintomi della crisi. Questa assumeva carattere tanto più con tingente in qu anto, proprio in quel moff1ento, allo sforzo operativo si innestava quello logistico, per trasportare a piè d'opera le masse ingenti di derrate e di materiali che si stavano raccogliendo con ritardo, a causa del mancato arrivo dei treni a Dniepropetrovsk . Né l'avanzare del precoce inverno ammetteva dilazioni. Durante le fasi dell'avanzata si era dovuto perfino adattare sommariamente la linea ferroviaria per renderla percorribile agli automezzi, in mancanza di piste, e poi ricorrere all'aviotrasporto perché almeno le uni tà più esposte potessero avere un minimo di indumenti di lana. Spettava parimenti all'aviazione del CSIR il merito maggiore nel rifornimento dei viveri, delle munizioni e dei m aterial i di p iù .urgen te necessità, nonché dello sgombero dei feriti - nonostante le cond izioni di pessim a navigabilità - e della necessità di aggiungere all'impiego degli apparecchi da trasporto quello degli aerei da ricognizione. l servizi, le autocolonne, le artiglierie era no sparsi ovunque, disseminati per una profondi tà di 300 chilometri, incagliati nei banchi di mota o faticos amente arrancanti nel fa ngo per guadagnare sovente solo poche centinaia di metri al giorno; le basi logi-
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stiche distavano ormai ampiezze di itinerari gravosissime in condizioni di viabilità normali ed insuperabili allo stato pratico dei fatti. Non buono lo stato del corredo e delle calzature, inadeguato presso i reparti l'equipaggia1nento invernale (6), precario l'afflusso dei viveri e delle munizioni; allarmanti le condizioni dei quadrupedi, inadeguato il rendimento del traino animale di fronte all a mole dei trasporti; inferiore per numero, oltre che aleatorio per condizioni di ambiente, quello degli automezzi, già sensibilmente deteriorati e la cui usu ra aumentava in progressione geometrica. L 'avanzata dal Voltsctj a a Rykovo- Gorlovka era un esempio eloquente ed ammirevole di quanto possano fermezza di volontà, consapevole spregiudicatezza, abnegazione, sentimento dell'onore militare, spirito di emulazione. Al CSIR era però indispensabile un periodo di riposo, una sosta dell'attività operativa per poter ricuperare la sua capacità di penetrazione offensiva.
3. - LE OPERAZION[ PER IL CONSOLIDAMENTO DELLE POSIZIONI RAGGIUNTE L'attività operativa del CSIR nel periodo 15 novembre - 15 dicembre può suddividersi in due fas i, nella prima delle quali le unità del Corpo di Spedizione procedono al consolidamento delle posizioni raggiunte (15 novembre - 4 dicembre) cd in cui si colloca il combattimento di Ubescicce, mentre nella seconda fase (5 - r4 dicembre) le unità stesse vengono impegnate nella battaglia offensiva di Chazepetovka che si proponeva lo scopo di raccorciare la fronte e di saldare lo schieramento della 1• Armata corazzata con la rt Armata. Dopo lo sbloccamento del1'80° fanteria a N ikitovka, era intenzione del Comandante del CSIR procedere alla eliminazione del saliente tenuto dai russi tra Gorlovka e Rykovo, per una opportuna correzione e stabilizzazione del fronte, secondo qu anto l'interesse tattico ed una razionale economia delle forze imponevano in quel (6) La distribuzione dei capi di vestiario, necessari a completare la serie invernale, ebbe luogo dopo che fu raggiunta la zona mineraria e industriale del Donez (cfr. capitolo II, pag. 70 « Servizio di Commissariato» della Monografia dell 'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito << l Servizi logistici delle Unità italiane al fronte russo»).
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momento. Il Generale Messe prescrisse pertanto che le posizioni fossero m antenu te, m igliorate e consolidate, senza pregiudizio dell'attività esplorativa necessaria a sondare lo schieramento avversario, ad individuarne l'articolazione ed a mantenere in allarme continuo gli uomini dell'opposto schieramento sovietico per stancarli. N el relativo Ordine di Operazione (Documento n. 37) venivano anche fissate le responsabilità dei settori di competenza di ciascuna unità. Frattanto sul fronte della r" Armata corazzata, l'ala meridionale dei Corpi III e XV era attestata al Tuslov ed in procinto di investire Rostov da nord e da ovest. Il XLIX Corpo aveva superato il fiume Mius con la massa delle forze nell a zona di Diakovo ; a nord, la 9i Divisione aveva occupato Artemovsk . Fronteggiavano il CS[.R, su posizi oni tattiche robuste e redditizie, due Divisioni di fanteria su tre reggimenti ciascuna; artiglierie di piccolo e medio calibro valutate a cinque gruppi ; reparti di cavalleria della 38a Divisione. T ali forze tenevano contegno permanentemente aggressivo con nu merosi tentati vi di col pi di mano, azioni diurne e notturne in forza per saggiare la consistenza dello sch ieramento italiano, ripetute puntate per incunearsi sempre più nel vuoto tra il CSIR e la 17" Armata, col probabile intento di creare le basi per una manovra di avvolgimento. Il 17 novembre il Comand o della I " Armata corazzata ordina al Comando del CSIR di sfruttare il successo ottenuto dall'ala sud della r7" Armata nella zona di Artemovsk, per conti nuare l'avanvata verso est, con obiettivo Gorodicce - Scterovka, e di dislocare almeno una Divisione in zona stazione Rassipnaia per dare protezione al .fianco nord cieli ' Armata, da questa località alla zona di Gorlovka. L 'assegnazione di tali compiti al CSIR ribadiva nel Generale Messe il convi ncin1ento che lo sforzo compiuto dalle tre Divisioni italiane non era stato valutato dal Comando tedesco nelle sue reali proporzioni ed in ragione dei sacrifici che esso era costato. In sostanza, il Comando tedesco non considerava la grave situazione, principal mente sotto l'aspetto logistico, in cui si trovava il CSIR e dava l'impressione di non attribuire molta importanza alle ripetute segnalazioni che il Generale Messe aveva fatto al riguar do. Partire in tali condizioni per una nuova fase offensiva equivaleva, secondo il Comandante del CSIR , andare incontro ad un insuccesso o ad un vero e proprio rovescio. Per il Comandante del CSIR, in fatti, il quadro operativo si presentava con queste prospettive :
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- situazione tuttora fluida, su posizioni non perfettamente propizie che esigevano urgente consolidamento, contro un avversario forte, minaccioso e aggressivo; - unità notevolmente depauperate negli effettivi, sia a causa delle perdite in combattimento e per infermità, sia per il ripetuto, ininterrotto frazionarsi dei Serviz.i e il moltiplicarsi dei compiti secondari; - nessuna riserva efficiente aìla mano, giacché le sole unità non impegnate erano quelle della Celere, eccettuati però i reggimenti a cavallo, non impiegabili per il grave stato dei quadrupedi; - ampi varchi esistenti fra le ali della linea di schieramento italiana e le unità laterali germaniche, pari ad una cinquantina di chilometri su entrambi i lati; - gran parte dei mezzi meccanici, artiglierie e traini, trasporti e Servizi, di reparto e di Grande Unità, disseminati lungo centinaia di chilometri di profondità. 11 Comandante del CSIR informava perciò l'Armata che, in relazione agl i ordini ricevuti il giorno 17, poteva al massimo dislocare in zona Rassipnaia l'aliquota delle unità motorizzate della Celere e svolgere in direzione di Ubescicce, con forze del.la Divisione Torino, un attacco ad obiettivi limitati le cui eventuali ripercussioni favorevoli avrebbero potuto essere sfruttate per portare la linea di resistenza sulla displuviale di Chazepetovka cd eliminare così il saliente avversario tra Gorlov ka e R ykovo. Il I 8 novembre, dopo aver reso minutamente edotto il Comando dell'Armata sulle condizioni del CSIR, il Generale Messe decideva di dare attuazione al concorso proposto ai tedeschi nella misura sopraddetta. Egli ordinava perciò alla Divisione Torino cli attaccare alle ore 9 dell'indomani 19 novembre con la sua ala destra in direzione di Ubescicce, per cadere successivamente sul tergo delle posizioni avversarie. 11 Comandante della Torino formulava un piano d'attacco basato sul concetto di: - agganciare il nemico con l'ala sinistra, ossia con 1'81<· fanteria, e forzare l'antistante settore di Ubescicce con l'ala destra, vale a dire con 1'82" reggimento; - fare perno successivamente su q . 102,3 e, garantendosi il fianco verso est, cadere con lo stesso 82° fanteria sul tergo . dello schieramento avversano> fronteggiante 1'81··.
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A) IL COM!3ATTI MENTO Df UBESCfCCE
Nonostante le serie difficoltà che si presentavano per raccogliere nella notte e predisporre per J'attacco, fronte a nord , i battaglioni dell'82° cd i rispettivi gruppi del 52° artiglieria dislocati fronte ad est su 8 chilometri di linea, puntualmente all'ora fissata le colonne d'urto erano pronte a muovere; parimenti pronti erano i reparti dell'8r" incaricati della funzione dimostrati va di agganciamento. Agivano : - in primo scaglione, contro Ubcscicce, il I e il II/82° fanteria, appoggiati rispettivamente dai gruppi II e Ill del 52° artiglieria decentrati alle colonne; in secondo scaglione, a sinistra, il II /82°; - nel settore di Rykovo, unità dei battaglioni I e II/81", appoggiati dal I gruppo del reggimento artiglieria a cavallo e dalla 7" batteria del 52° artiglieria; - come artiglieria di manovra il III gruppo del reggimento artiglieria a cavallo ed il I/52° agli ordini del Comandante dell 'artiglieria divisionale. Sul Bulavin, corso d 'acqua che intercettava il transito alle artiglierie, il genio divisionale aveva costruito in poche ore un:1 passere! 1a speditiva. Nella notte la temperatura diurna, che dai primi di novembre oscillava sui 20 gradi sotto lo zero, ebbe un brusco abbassamento e alle prime ore dell' alba il terreno dell 'azione, già coperto di neve, fu invaso da estes i banchi di fittissima nebbia, che cancellarono ogni contorno. Senza poter osservare il tiro, le unità di artiglieria si trovarono nella imposs ibilità di sviluppare interventi efficaci e dovettero anzi sospendere ogni azione di fuoco nel timore di coloire le truppe amiche. Queste avevano lasciato con grande slancio le posizioni di partenza, benché del tutto prive di punti di r iferimento per mantenere la voluta direzione e per attuare il collegamento tattico. Le unità dell '81° fanteria prendevano contatto con l'avversario sistemato sul costone di q . r28,2, mentre reparti del\'82° eliminavano elementi avanzati della linea russa e serravano combattendo sui centri di resistenza di Ubescicce. Di fronte a tali posizioni , solidamente organizzate su tre costoni paralleli rispetto alla direzione di attacco e rinforzate con lar~o impiego di anni automatiche, mortai , pezzi di piccolo cal ibro, i reparti stessi erano costretti ad arre9· •
u.s.
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starsi. Il I e il III battaglione dell'82" attaccavano alla baionetta, espugnavano dopo aspra lotta le case marginali dell'abitato e si attestavano al Bulavin. Qui giunti, però, i reparti attaccanti erano arrestati nell'avanzata a causa della superficie gelata del lago che il fiume forma in prossimità del villaggio e la cui riva meridionale era dominata dai costoni della sponda opposta letteralmente gremiti di mitragliatrici e di mortai nemici. Tentativi per superare quella barriera, sia frontalrnente sia con manovra sui lati, non riuscirono per l'efficace difesa avversaria. Col cadere del giorno il combattimento si affievoliva, ma il fuoco di fucileria si protrasse tuttavia fino alle 20, ora in cui, considerata l'impossibilità di avere ragione dell'avversario, il reggimento veniva fatto rientrare sulle posizioni di partenza. Fatto audace dalla constatazione dello spazio libero innanzi a sé, il nemico spinse elementi a saggiare la consistenza dell'avversario non r isparmiando tentativi di attacco nel cuore della notte. Fu ovunque respinto con perdite e fra le 3 e le 6 del giorno 20 novembre il reggimento era nuovamente insediato sulla linea dalla quale era partito per l'attacco. Per ottemperare com unque all'ordine di dislocare alme.no una Divisione in zona stazione Rassipnaia, il Comandante del CSIR ordinò lo stesso giorno 20 al Comando della Divisione Celere di costituire una colonna motorizzata con : 3° bersaglieri, due compagnie da 47 / 32 anticarro, LXII gruppo da 105 / 32, III gruppo da 75/27 della Torino , due batterie di cannoni- mitragliera da 20 mm contraerei e di trasferirsi con essa, il giorno dopo, nella zona della stazione di Rassipnaia, appunto col compito, che si è detto, di proteggere, in costante contatto col XLIV Corpo, il fianco sinistro della r" Armata corazzata. Le unità a cavallo della Celere, invece, passavano alle dirette dipendenze del Comandante del CSIR che se ne valse per costituire, poco dopo, uno speciale raggruppamento di formazione. Esse, tuttavia, data la non buona condizione della maggior parte dei quadrupedi, erano disponibili solo per un impiego molto limitato. Mettendo perciò a disposizione dei tedeschi la colonna motorizzata della Celere, il Comandante del CSIR si privava anche dell'ultima modesta riserva che ancora gli rimaneva. Ma quanto l'opera del CSIR, ed i sacrifici compiuti, riuscissero utili alle contingenze di ordine generale del fronte in cui operava, è testimoniato dall'elogio (Documento n. 38) che il Comandante della 1" Armata corazzata indirizzava il 23 novembre, oltre che alle proprie unità, anche al Corpo italiano.
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Con l'inserimento in linea della colonna motorizzata della Celere, il Generale Messe poteva indicare alla Torino e alla Celere stessa le singole giurisdizioni e responsabilità. Egli ordinava alla Celere di porsi nelle condizioni di assumere le responsabilità del settore a partire dalle ore zero del 26 novembre e di attuare, data la vasta fronte, uno schieramento a blocchi, così da assicurare le migliori condizioni di vita e di ricovero dei reparti e garantire possibilità di manovra a tutti i blocchi che, all'occorrenza, avrebbero dovuto far massa su quello eventualmente impegnato. Per facilitare il collegamento fra la Torino e la colonna motorizzata della Celere, il Comandante del CSIR assegnava a quest'ultima uno squadrone a cavallo, da dislocare a Kol. Ivan Orlovka. In tutto il periodo l'attività operativa del CSIR si manifestò attraverso reazioni di fuoco e dì contrassalto ai ripetuti tentativi di infiltrazione attuati dai sovietici : con puntate esploranti volte non soltanto a riconoscere e controllare il dispositivo avversario, ma anche a mantenere su di esso .l'iniziativa, approfittando di ogni occasione per realizzare l'occupazione di località idonee a migliorare lo schieramento difensivo italiano, infliggere al nemico danno e disagio . costanti e fargli sentire l'assillo continuo dell'azione avversana. Ad una tale attività, intensa ed ininterrotta, erano da aggiungere i disagi causati dal freddo sempre più intenso e le spossanti fatiche cui erano soggetti tutti i reparti nel lavoro per l'organizzazione difensiva delle posizioni. Questo lavoro era poi reso più difficile dalla penuria degli attrezzi, dalla mancanza di materiali di rafforzamento e dall'assottigliamento dei reparti. E come da parte italiana veniva mantenuto contegno aggressivo verso lo schieramento avversario, così le unità sovietiche erano costantemente presenti con le loro azioni di disturbo. Queste azioni si rivelarono particolarmente attive sul fronte della Pasubio e lasciavano trapelare l'intento di avvolgere l'ala sinistra del CSIR, sempre scoperta a causa della larga breccia che la divideva dalla 17" Armata. Il 27 novembre, pertanto, il Generale Messe decideva di far ampliare alla Pasubio il suo schieramento verso ovest, assicurando così l'adeguata profondità al fianco difensivo mediante l'occupazione della stazione di Scelesnoje. Per tale scopo veniva costituito un raggruppamento tattico, posto alle dipendenze della Pasubio, con la 63" legione, già assegnata in rinforzo alla stessa Divisione e schierata a nord di Gorlovka, con uno squadrone del reggimento Lancieri di Novara e con una batteria del li gruppo artiglieria a
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cavallo. Lo schieramento di queste unità sul nuovo fronte avvenne il 28 novembre. Frattanto la situazione militare sul fronte della ra Armata corazzata subiva mutamenti sostanziali che giova riassumere come indispensabile premessa per l'ulteriore esposizione degli. avvenimenti. Dopo la conquista di Taganrog, l'avanzata dell'ala meridionale dell'Armata ( III e XIV Corpo), seppure attraverso alterne vicende causate dalla resistenza sempre più accanita dell'avversario e dalle crescenti difficoltà logistiche, aveva tuttavia proseguito verso l'obiettivo di Rostov. La manovra convergente dal Tuslov verso sud, da parte del XIV Corpo, e da ovest verso est, da parte del III Corpo, aveva alfine avuto ragione della tenaci a avversaria tanto che il 20 novembre il III Corpo ~-iusciva ad occupare la città. Ma fu un successo temporaneo. Cogliendo tempestivamente il momento di crisi logistica ed operativa nella quale si trovavano le Grandi Unità tedesche, i sovietici. organizzarono con rapidità, dovizia di uomini e di mezzi, una imponente controffensiva che costituì per i tedeschi una autentica sorpresa. I russi infatti sferrarono inaspettatamente il loro attacco lanciando nella battaglia undici Divi~ioni appoggiate da un gran numero di unità carriste e di artiglieria. Senza riserve da immettere nella lotta e privi di rifornimenti, i tedeschi furono duramente battuti; essi dovettero abbandonare la città e ritirarsi sulle posizioni del basso Mius ove si organizzarono a difesa. L'azione dei russi non si arrestò alla riconquista di Rostov (29 novembre), ma proseguì con una serie di attacchi che si estesero gradualmente da sud verso nord, investendo successivamente i fronti del III e del XIV Corpo, quello del XLIX e quindi del CSIR, nel tentativo di individuare un'agevole via di penetrazione per sfondare e dilagare. Pur senza ulteriori successi dei sovietici, la situazione sul fronte della 1" Armata corazzata si mantenne tuttavia incerta e preoccupante per qualche giorno, tanto da costringere lo stesso Hitler ad ispezionare la Grande Unità per rendersi conto della situ azione. Sotto l'influenza di tali avvenimenti, accantonati i propositi di altre azioni offensive, considerato che l'inverno era ormai incominciato, e con eccezionale rigore, il Comando tedesco decise finalmente di dar mano alla sistemazione delle Grandi Unità per la sosta invernale.
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Così, nel bacino del Donez fu costretto a fermarsi non solamente il CSIR, come un mese prima aveva proposto il Generale Messe, ma anche la stessa 1" Armata corazzata.
B) L'OFFENSIVA DT CHAZEPETOVKA
(vds. Disegno n. 14) SCHIERAMENTO J)EL
CSTR.
Alla data del 30 novembre il CSIR, inquadrato fra la 17" Armata, a nord, e il XLIX Corpo tedesco, a sud, era schierato dalla stazione di Scelesnoje alla stazione di Rassipnaia con: - la Divisione Pasubio, rinforzata dalla 63" legione, uno squadrone Lancieri di Novara , un gruppo da 105/ 32 ed una batteria da 75/ 27 del reggimento artiglieria a cavallo, dalla stazione di Scelesnoje a Mogila Pavlovskaja; - la Divisione Torino, meno il III gruppo da 75/27 del 52° artiglieria, rinforzata da un gruppo da 105 / 32 e da due gruppi del reggimento artiglieria a cavallo, da Mogila Pavlovskaja alla stazione Baskovski; - la colonna motorizzata della Celere, rinforzata da un gruppo da 105/32, dal III gruppo eia 75/27 della Torino e da uno squadrone del reggimento Savoia, dalla stazione cli Baskovski alla stazione Rassipnaia. L 'aviazione aveva ancora la massa dei suoi mezzi a Zaporoje, ad eccezione di una squadriglia da caccia, una squadriglia osservazione ed il Comando del LXXI gruppo dislocati a Stalino, dove si trovavano anche per la difesa contraerea il XIX gruppo eia 75/ 46 e la 97" batteria cannoni - mitragliere da 20. Il Comando tattico del CSIR, fin dal 18 novembre, aveva stabilito la sua sede in Jassinovataia, dove si sistemavano per la protezione del cielo il IV gruppo da 75/ 46 e la 95" batteria cannoni mitragliere da 20. Lo schieramento del CSIR in questa fase delle operazioni presentava aspetti poco favorevoli in quanto: il fronte aveva un'ampiezza di circa 50 km con una scarsa densità di forze; mancava un ostacolo naturale idoneo a potenziare lo schieramento stesso, come per il XLIX Corpo tedesco che era attestato al fiume Mius; la linea
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Le operazioni delle unità itallane al fronte russo (1941-1943)
del fronte correva all'interno della zona industriale Gorlovka - Rykovo fitta di centri abitati e di miniere, fatto che determinava una notevole dispersione di forze; tra l'ala sinistra del CSIR e la 17" Annata tedesca esisteva un vuoto di circa 20 km; non esistevano riserve da impiegare principalmente nelle direzioni di più probabile contromanovra avversaria (le due ali dello schieramento). Una situazione, dunque, per nulla rassicurante e pienamente in contrasto con le necessità della preventivata pausa, vale a dire il trasferimento del CSIR nelle retrovie, ormai indilazionabile e della quale i reparti accusavano sempre più il bisogno immediato. Invece, fu appunto questa stessa situazione ad imporre una nuova fase di operazioni offensive. Infatti, l'atteggiamento sempre più minaccioso dell'avversario, le notizie confermate di un suo progressivo rafforzamento con l'arrivo di cospicue unità nelìa zona, la pericolosa suddivisione dello scarso contingente del CSIR sul fronte troppo ampio, davano l'esatta misura della inderogabile necessità di realizzare uno schieramento più economico, più consistente e più sicuro per la sosta invernale. In sostanza, non esistevano le condizioni per l'arretramento del CSIR su posizioni di riposo, e le sue Divisioni dovevano perciò guadagnare con la forza delle anni, in avanti, le pit1 valide possibilità operative. La battaglia, che prese il nome di Chazepetovka, e alla quale concorse la III" Divisione germanica, ala destra della 17" Armata, durò dal 5 al 14 dicembre e fu l'ultima battaglia offensiva del1'anno 1941 intrapresa dal Corpo di Spedizione. Considerato che l'avanzata verso est avrebbe reso superflua la occupazione della stazione di Scelesnoje, il Generale Messe dispose subito il trasferimento della 63" legione e del II gruppo di artiglieria a cavallo nel settore della Celere, quale rinforzo per la sinistra del suo schieramento. SCOPO DELL'OFFENSIVA E SUE LINEE SCHEMATICHE.
L'offensiva si riprometteva, come si è detto, di raccorciare il fronte e di saldare, con le Divisioni del CSIR, lo schieramento della 1"' Armata corazzata con la 17" Armata. N elle sue linee generali essa era impostata su una azione a tenaglia dell'ala destra della 17' Armata, ossia della III" Divisione, e dell'ala sinistra della l "' Armata corazzata vale a dire del CSIR. L'una avrebbe mosso da nord - ovest a sud - est, l'altra da ovest verso
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est. Obiettivo comune era la zona di Debalzevo (nodo ferroviario e centro abitato erano assegnati alla 17° Armata). Al fi ne di armonizzare le singole operazioni e coordi nare gli sviluppi, la 17° Armata avrebbe iniziato l'offensiva con un giorno di anticipo sul Corpo italiano, il quale nello stesso giorno avrebbe concorso all'operazione : col fuoco delle artiglierie del Comando CSIR e della Pasubio; con azioni di mostrative della Pasubio stessa nel settore di Gorlovka e cli agganciamento da parte della Torino nel settore di R ykovo. CoNcETTO OPERATIVO.
Il proposito del Comandante del CSIR era di raggiungere, alla stazione di Chazepetovka, la clispluvi ale sulla quale corre la ferrovia Nikitovka - Debalzevo, con azione principale della Divisione Torino diretta da sud a nord e con azione concomitante di una colonna della Divisione Pasubio da ovest ad est ; procedere quindi, gravitando per l'alto, alla eliminazione delle resistenze tra la ferrovia e il medio Bulavin, fin o ad incamerare una valida linea del terreno in modo da garantire alle unità le migliori condizioni per lo svernamento. T ale proposito era sussidiato da previdenze atte ad impedire possibili contromanovre dell'avversario per cui: - la Divisione Pasubio doveva tenere il settore di Gorlovka, con 1'8on fanteria, in condizioni di approfittare di ogni occasione favo revole per estendere a nord l'occupazione; - la Divisione Torino doveva lasciare inizialmente a Rykovo due battaglioni di riserva col compito di contrapporsi ad eventuali minacce provenienti da ovest e da est. Quando fos se sopraggiunta la necessità di farli serrare sul grosso delle proprie unità operanti, detti battagl ioni sarebbero stati sostituiti da un gruppo di cavalleria appiedato del Savoia e da un battaglione della Pasubio. Gli ordini esecuti vi furono datì il 3 dicembre (Documento n. 39), seguiti ìl 4 dicembre da alcune direttive a titolo orientativo sull'azione (Documento n . 40 ). In esse veniva precisato che lo scopo dell'offensiva era quello di eliminare le forze nemiche antistanti e di portare lo schieramento della Torino fino alla linea denomin ata « Z », vale a dire sul costone fra balka Bolschik e balka Sorrotschja, saldandolo a nord con lo sch ieramento della 17" Armata in zona Debalzcvo e a sud con quello della Divisione Celere.
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L e operazioni delle u11ità italiane al fron te russo (1941- 1943)
CONDIZIONI D'AMB IENTE.
Le condizioni d'ambiente nelle quali si svolse la battaglia di Chazepetovka sono così descritte dal Generale Messe: « Dopo le abbondanti nevicate dei giorni precedenti era sopravvenuto il sereno. Il cielo era spazzato dalla tramontana che amrnulinava nuvole di minutissimi, impalpabili cristalli di ghiaccio. Il termometro neJle ore di luce oscillava sui meno 30° e calava sensibilmente all'approssimarsi della sera e più ancora nella notte. I motori dovevano essere tenuti accesi quasi in permanenza; le armi ad ogni pausa di fuoco si bloccavano; gli olii e i grassi anticongelanti non bastavano a proteggere né i congegni né gli uomini. « Sulla levigata crosta di gelo il passo era un continuo giuoco di equilibrio; i quadrupedi dovevano essere sostenuti dai conducenti; le ruote slittavano e nelle pendenze l'abbrivio diveniva infrenabile, i carichi si scomponevano e si rovesciavano, la fatica degenerava in spossatezza. « N egli avvallamenti si accumulavano masse non solidificate di neve nelle quali sprofondando fino al petto bisognava aprirsi la strada. Sul bianco e piatto paesaggio il colore cupo delle divise spiccava con il risalto dell'ebano sulla porcellana. La mancanza di indumenti mimetici rendeva oltremodo efficace il tiro dei difensori mentre obbligava i nostri reparti a lunghe immobilità, faccia a terra. « Le bevande di conforto distribuite bollenti, dovevano essere prontamente consumate prima che ghiacciassero; i viveri caldi si rapprendevano appena tolti dalle casse di cottura; la straordinaria secchezza e la rarefazione dell'aria congestionavano i polmoni; le mani si rattrappivano sui grilletti e sulle leve di sparo; il torpore del congelamento invadeva gli arti. « Le sofferenze cui soggiacquero le fanterie, nella maggior parte prive degli indumenti invernali indispensabili, possono essere più facilmente intese che non dette)) . SVOLGIMENTO DEL LE OPERAZIONI.
Il 5 dicembre, giorno x, mentre l'ala destra della 17"' Armata iniziava l'attacco con obiettivo, per la giornata, la fronte Luganskaja - Jekaterinovka, si metteva in movimento anche l'ala sinistra del CSIR. In particolare: - nel settore della Pasubio, consistenti pattuglie del 79° e del1'8o" fanteria e dello squadrone Novara, precedute cd appoggiate da nutrito fuoco di artiglieria, venivano lanciate in esplorazione
Le operazioni per la conquista del bacino industriale del Do11ez
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verso nord, a cavallo della ferrovia Gorlovka - Nikitovka. Esse si imbatterono ad oriente della fe rrovia in una intensa reazione di fuoco di mortai, armi automatiche ed artiglieria, che costò alcune perdite. Ad occidente della stessa linea invece le posizioni avversarie, lì.no allora molto attive, vennero trovate sgombre, tanto che un pattugliane del Novara poté spingersi indisturbato a Petrovka dove prese collegamento con elementi della r7" Armata; - nel settore della Ton·no, reparti dell'81° fanteria individuarono una consistente occupazione avversaria in corrispondenza di q. 128,2, con andamento testata della balka Oskad - N ekotimovka. A nche qui i difensori reagirono col nutrito fuoco di numerose armi automatiche e dell'artiglieria che produsse vuoti tra i reparti in azione. Sulla base di tali scandagli, vennero orientate le colonne d'attacco che alle ore 7 del giorno 6 avanzarono con decisione sui rispettivi obiettivi. Questi obiettivi furono raggiunti , in relazione alle difficoltà del terreno e alla reazione dell'avversario, in tre tempi successivi. 1°
tempo (6, 7, 8 dicembre) . Si riassume :
- nell'attacco della Divisione Torino lungo il costone Rykovo - Chazepetovka, a cavallo della ferrovia; - nel concorso della colonna della Divisione Pasubio, composta di due battaglioni del 79° e uno dell'8o<• fanteria, con attacco da ovest ad est; - nell'occupazione degli abitati di Sayzevo e Kalin insk da parte delle rimanenti forze della Pasubio. Per l'attacco della Torino, il Comandante dell a Divisione aveva deciso di agire con le forze riunite, per conservarsi, nel corso del!' azione, superiorità di fuoco e d'urto sull'avversario; intendeva, inoltre, raggiungere il costone di q . 128 12 e costituirvi base di partenza per la contin uazione dell'attacco fino all'obiettivo e garantire il dispositivo di attacco mediante adeguati fianchi difensivi arretrati. Di conseguenza ripartiva le sue forze in due colonne e una riserva:
- colonna di sinùtra : 81° fanteria, su due battagl ioni (T e Il), XXVI battaglione mortai, una compagnia anticarro, un gruppo di
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
artiglieria a cavallo, un plotone artieri e una squadra lanciafiamme. ~biettivo di attacco: abitato di Chazepetovka, ad ovest della stazione; - colonna di destra: 82° fanteria, su due battaglioni (I e II), III gruppo di artiglieria a cavallo, una compagnia anticarro, un plotone artieri, una squadra lanciafiamme. Obiettivo d'attacco: abitato di Chazepetovka, ad est della stazione. Della protezione dei fianchi e del tergo erano incaricati il I/ 79" ed un gruppo squadroni Savoia appiedato, che si trasferirono uno a Sofìevka e l'altro a q. 102,3; - riserva divisionale: costituita da tre battaglioni e un gruppo squadroni (Ill /81°, III/82°, un battaglione del 79° fanteria e un gruppo squadroni Savoia Cavalleria).
Quanto all'artiglieria, oltre ai due gruppi a cavallo decentrati, erano orientati a favore dell'8 1° e del1'82° fanteria rispettivamente il II e il I/52°. Il LX gruppo cannoni da 105/32 costituiva massa di manovra. Alle due colonne della Torino i russi avevano contrapposto il 95° reggimento sovietico Guardie, unità scelta e fresca (era giunta in linea pochi giorni prima), costituito da tre battaglioni, oltre a due o tre compagnie speciali e due squadroni di cavalleria. Questi reparti, bene equipaggiati, abbondantemente forniti di armi automatiche e mortai, si appoggiavano ad una sistemazione difensiva ottimamente organizzata e favorita dalla conformazione del terreno. Erano dunque nelle migliori condizioni per far fronte all'attacco delle unità italiane. I battaglioni in primo scaglione, I/81° e II/82°, ebbero in breve tempo bloccati dal freddo i congegni di quasi tutte le anni automatiche e dei mortai da 45 e poterono far fuoco solamente con i fucili ed i mortai da 81, uniche armi in grado di funzionare. Tuttavia la colonna di sinistra (81'' fanteria) pervenne ugualmente al costone di q . 129,8, ma fatta segno a raffiche convergenti provenienti dal costone di q. 128,2 e dell'abitato cli Nekotimovka, era costretta ad arrestarsi. Fu necessario imbastire una manovra che approdò al risultato voluto perché il II/ 81° superava l'ostacolo sulla sinistra e raggiungeva la testata dell'impluvio a nord di q. 128,2. In quel punto nuovi centri di fuoco nemici rivel atisi in profondità imponevano ai reparti già assai provati una nuova sosta. Di questa si approfittò per effettuare lo scavalcamento del battaglione di primo scaglione il quale, all'imbrunire, metteva piede su q. 135,7.
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La colonna di destra, invece, dopo aver reiteratamente tentato di aprirsi il passo sulla destra della citata q . 128,2 era obbligata a desistere e ad oppo:si agli insistenti contrattacch i dei sovietici. Il sopraggiungere dell'oscurità avrebbe costretto ì reparti a fermarsi prim a che avessero potuto raggiungere un abitato. Farli pernottare all'addiaccio, sulla neve e con quella temperatura, sarebbe stato un inutile sacrificio. Il Comandante del CSIR consigliò pertanto al Comandante della Divisione l'arretramento delle colon ne in zone ove fosse possibile alloggiare. Così, l '8 r" fanteria si sistemava nell'abitato di Verovka e 1'82" si collocava nella zona di Volinzievo, margine sud di Nekotimovka. Quantunque non fosse stato possibile conseguire gli obiettivi dell a giornata, l'azione aveva consentito di ind ividuare la direzione più redditizia per la penetrazione nel dispositivo avversario; ed essa si identificava con quella che 1'81° fanteria aveva seguito, ad occidente della ferrovia Rykovo - Chazepetovka. Il Comandante della Divisione decideva perciò di fa rvi avanzare entrambe le colonne, a stretto contatto fra loro; nello stesso tempo disponeva la sostituzione ciel II/8r" e del II/82n con i battaglioni dell a riserva divisionale. Nella stessa giornata: - la Pasubio aveva risolto a nord l'occu pazione degli abitati di Sayzevo col III/80°, di Kalininsk col III /79°, della stazione di Niki tovka col II / 80° e del costone di N ovo Kajuta col Il/79°; - la Celere, con ardite ricognizioni di grossi pattuglioni, e superando varie reazioni avversarie, aveva proceduto all'occupazione di Novo Petropavlovka col battaglione bersaglieri motociclisti, di Kol. Ivan Orlovka col LXIII battaglione della milizia e di Ivanovskij col XVIII battagl ione bersaglieri. Con gli ordini diramati dal Comandante del CSIR la sera del 6 dicembre: - alla Divisione Torin o fu assegnato il compito di riprendere l'attacco alle ore 7,30 con obiettivo la linea << Z l); - alla Divisione Pasubio vennero sottratti il Comando del 79° reggimento fanteria, due battaglioni, oltre a quello già toltole precedentemente, ed un gruppo da 75 / 27, col compito di mettersi a disposizione della Torino e di puntare decisamente sulla stazione di Chazepetovka per agire sul rovescio della posizione del nemico che fro nteggiava 1'81° fanteria; - le rim anenti forze della Pasubio dovevano tenersi in misura di essere sollecitamente impiegate;
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Le opemzioni delle unità italiane al fronte russo (1941 -1943)
- alla Celere fu affidato il compito di intensificare l'esplorazione sulla fronte Kumschazkij - Ploskij - Kurgan Ploskij. Alle 7,30 del giorno 7, 1'81° e 1'82° fanteria scattavano nuovamente all'attacco; procedendo affiancati e strettamente collegati su Balka Oskad, ricacciavano il nemico con ]'efficace appoggio del1'artiglieria ed effettuavano la conversione ad est verso Chazepetovka. Le ultime accanitissime resistenze avversarie venivano eliminate a sera inoltrata in due gruppi di case situate tre chilometri a sud - ovest di Chazepetovka, dove le colonne si sistemavano per trascorrere la notte. Il 79° fanteria, avuta ragione della resistenza di alcune unità regolari e di partigiani, occupava l'abitato di Novo Kajuta. Mentre era in corso la penetrazione verso Chazepetovka, una colonna mista di fanteria e genio, agl i ordini del Comandante del genio divisionale della Torino, si inoltrava sulla strada RykovoChazepetovka con lo scopo di liberare la rotabile dalle mine collocatevi dal nemico; però i difensori ancora solidi sulla destra del settore, e cioè sulla linea N ekotimovka - Sofjno Rajevka - Jelenovka, dirigevano sui drappelli un nutritissimo fuoco che obbligava a dilazionare lo sbloccamento di quella strada. Il giorno 8 venne ripreso su Chazepetovka il movimento che l'avversario cercava inutilmente di infrangere e rallentare. Soverchiandone la tenace resistenza, )'81° e ]'82° fanteria si congiungevano col 79° che, dopo aver sostenuto un vivace combattimento con le retroguardie avversarie, aveva occupato l'abitato due ore prima. A mezzo pattuglie veniva preso collegamento con la I I I ' Divisione germanica che aveva intanto occupato Debalzevo. Permaneva però fra Rykovo e Chazepetovka un complesso difensivo avversario facente capo agli abitati di N ekotimovka - Sofjno Rajevka - Jelenovka. Il congiungimento della Torino e del 79° fanteria nella zona di Chazepetovka concludeva il primo tempo dell'azione che si era protratta per tre giorni aspra e cruenta, contro posizioni difensive bene organizzate e protette e sulle quali, verosimilmente, i sovietici intendevano svernare. 2"
tempo (9,
10, II
dicembre).
Con la conquista di Chazepetovka, il centro di gravità dello schieramento si era spostato verso est e diveniva pertanto inutile l'occupazione di Gorlovka. Così, la stessa sera dell'8 il Generale Messe- ordinava:
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- alla Divisione Parnbio di trasferirsi a R ykovo, nella zona a sud - est della ferrovia; - allo squadrone Novara, in rinforzo alla Pasubio, di nentrare al proprio reggimento. Il Generale Messe disponeva inoltre che nella giornata del 9 la Divisione Torino completasse l'occupazione della linea « Z », eliminando le residue resistenze ancora esistenti nella zona di Rykovo. Il 79° fanteria doveva rimanere in Chazepetovka a disposizione della Torino, con vincolo d'impiego. 11 Comandante della Torino, sulla base degli ordin i ricevuti, progettava perciò di : - muovere con due battaglioni dell '81° fan teria verso la linea « Z », prendendo contatto con le unità germaniche presso la stazione Bulavin ; - eliminare il complesso difensivo avversario Tekoti movka Sofjno- Rajevka - Jclenovka med iante l'azione combinata di due colonne : una costituita da due battaglioni dell'82Q fan teria, procedente da nord; l'altra, agli ordini del Generale De Carolis, Comandante della fanteria divisionale, e composta dai battaglioni II / 81°, I/ 79°, due batterie del I/ 52° e del II/52° artiglieria, orientate a favore , e da un reparto lanciafiamme, da sud. Alle ore 8 del giorno 9 le colonne si m ettevano in movimento, ostacolate sin dall'inizio dalla violenta rea7.ione dei capisaldi presidiati dai sovietici. Con l'intervento dei lanciafiamme 1'8 r" respinse l'azione dell'avversario sistemandosi per la notte nella zona del casello ferroviario, due chilometri e mezzo ad est di Chazepetovka. Mentre 1'82° scendeva a Chazepetovka su Sofjno Rajevka, la colonna De Carolis investiva l'abitato di Volinzievo nord , lo superava e si lanciava verso la conca di Sofjno Rajevka e Jelenovka per occuparla in concorso con lo stesso 82°. Ma il suo slancio era ostacolato dalla efficace organizzazione nemica dei costoni che chiudono e dominano la conca e dalla tenace volontà dei difensori. Questi, fedeli alla consegna di resistere sino all'annientamento, riuscirono bensì a rallentare ed a rendere faticoso il movimento delle colonne italiane, non però ad arrestarlo. Snidando l'avversario casa per casa, pur pagando un elevato prezzo di sangue. i fanti del CSIR espugnarono gli abitati di Nekoti movka e di Sofjno Rajevka, dove poco prima del tramonto si sistemavano stabilmente. Al mattino seguente, ro dice mbre, la battaglia riprendeva nuovamente nel settore settentrionale dove 1'81° fanteria era violente-
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mente contrattaccato e minacciato sul fianco sinistro da robuste formazioni avversarie di fanteria; sul fianco destro da cariche impetuose di cavalleria, le une e le altre prontamente represse dal tempestivo intervento delle batterie e dei mortai. Non meno tenace divampava la lotta nella conca di Jelenovka dove era possibile realizzare soltanto scarsi progressi. Anche in quella zona i russi si difendevano con accanita tenacia. Mentre le operazioni offensive procedevano in tal senso, il Comandante del CSIR decise di apportare qualche modifica allo schieramento allo scopo di accrescerne la saldezza. Punto debole e particolarmente sensibile era quello costituito dall'ampia soluzione di continuità esistente fra l'ala sinistra della Divisione Celere e l'ala destra della Torino in attacco. Nello stesso giorno IO, perciò, un battaglione dell '80° fanteria, partito da Rykovo, occupava Vessie]i e vi si schierava prendendo collegamento con la Celere. Con tale provvedimento si esauriva il secondo tempo della offensiva. Il giorno TI le unità vennero fatte sostare sulle posizioni raggiunte-. L'azione sin qui svolta mostrava sviluppo unitario, sebbene faticoso e contrastante, nella zona settentrionale; sviluppo frammentario e maggiormente costoso in quella meridionale dove il terreno acquitrinoso, le numerose miniere, i molti abitati, trasformati dal1' avversario in centri di attivissima reazione, causavano alle unità in attacco difficoltà oltremodo gravi. Anche la nebbia di quei giorni ostacolò il tiro delle artiglierie e rese più arduo il compito delle fanterie. ]" tempo (r2, 13, r4 dicembre).
Allo scopo di assicurare alla fase conclusiva della battaglia il più energico impulso e di raccorciare i tempi per la soluzione della lotta, venne trasferita alla Divisione Torino la massa dell'artiglieria della Pasubio. Verso mezzogiorno dell'rr dicembre, il Comandante del CSIR diramava gli ordini per le operazioni del giorno 12, che prevedevano i seguenti compiti: - Divisione Torino, rinforzata dal 79° fanteria: riprendere l'attacco con obiettivo la linea « Z )>; -
Divisione Pasubio: . rinforzare in giornata, per l'azione del giorno successivo, il 79" fanteria col I gruppo da roo / r7 divisionale ed una batteria del gruppo da 105/ 32;
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assegnare un'aliquota di artiglieria al battaglione dislocato a Vessieli; schierare le rimanenti artiglierie in modo da poter efficacemente intervenire nel settore di Ubescicce-q. 296,6; - Divisione Celere: effettuare esplorazioni su tutta la fronte, intensificandola sull'ala destra; - Aviazione: proteggere con la caccia le colonne d'attacco della Torino e riconoscere le posizioni antistanti il settore della Celere. Si costituivano pertanto le seguenti colonne: a. colonna nord, agli ordini del Colonnello Biasioli, Comandante del 79" fanteria, formata da due battaglioni del 79°, da un battaglione dell'8o°, da due battaglioni dell'81°, dal XXVI battaglione mortai, da una batteria da ro5 / 32, un plotone artieri e una squadra lanciafiamme. Compito: sistemarsi saldamente sulla dorsale tra q. 144,2 e 187,9 (Mogila Ostraja) e prendere collegamento alla stazione Bulavin con le unità germaniche di Debalzevo; b. colonna centrale, agli ordini del Colonnello Fioravanti, Comandante del1'82° fanteria, composta da due battaglioni del1'82° fanteria, dal III gruppo artiglieria a cavallo, dal II gruppo del 52" artiglieria (meno una batteria) e da una squadra lanciafiamme. Compito: completare la conquista del costone nord della conca di Jelenovka e del tratto compreso tra il margine est del paese e q. II4,3 prendendo collegamento con la colonna nord a q. 187,9; c. colonna sud, agli ordini del Maggiore Buglione, Comandante del Il / 81°, costituita dallo stesso battaglione, dal II/82°, da una batteria del I/52° artiglieria e da una batteria del II/52°. Compito: completare la conquista del costone sud della conca di Jelenovka per raggiungere da sud - ovest l'abitato stesso sino al margine orientale. Al Generale De Carolis veniva affidato il coordinamento del1' azionc delle colonne centrale e meridionale. Lo schieramento delle forze avversarie contrapposte al giorno II comprendeva: - il 360" e il 76° reggimento fanteria, della 73'' Divisione, schierati sulla ferrovia fra Chazepetovka e Debalzevo; - il 95° reggimento Guardie dislocato nella zona di Grosnij Jelenovka.
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Nella stessa giornata dell'r r, però, il 360° veniva sostituito dal 261° fanteria, su tre battaglioni e con 4 pezzi di piccolo e medio
calibro. Nel settore di Jelenovka invece affluiva il 105" reggimento fanteria, rinforzato da uno squadrone di cavalleria. Il mattino del 12 dicembre le colonne mossero verso i rispettivi obiettivi, frenate da un fi tto sipario di nebbia che costringeva i comandanti ad avanzare con 1'ausi 1io della bussola. La colonna settentrionale aveva i battaglioni I/ 81° e Ili/ 79° in primo scag.lione; il III / 81° e II /79° in secondo scaglione. Riserva divisionale e di settore: il l/80° in Chazepetovka. Aprendosi faticosamente il passo sotto il violento fuoco di artiglieria e di mortai dei difensori, i battaglioni di primo scaglione raggiungevano la zona di Casello di Bulavin dove erano assaliti da due squadroni di cavalleria cosacca sbucati improvvisamente dalla nebbia. I fanti reagirono bene alla sorpresa e dopo cruenta mischia i due squadroni. erano sopraffatti. Intanto due compagnie del Il /79° si portavano verso Grosnij che trovavano però presidiata da forti unità avversarie ed erano costrette ad arrestarsi. Sulle citate posizioni la colonna predisponeva la sosta per la notte. In difficoltà anche maggiori urtavano le unità della colonna centrale tendenti alla occupazione di Jelenovka e non solo a causa della nebbia, che non permetteva visibilità alcuna oltre pochi metri, ma anche per la natura rotta del terreno e per l'allagamento della conca omon im a divenuta assolutamente impraticabile. Tali condizioni imped ivano del tutto il movimento della colonna sud. Per cui il Generale De Carolis decideva di spostarla a nord. Così la colonna del Maggiore Buglione, in concorso con quella centrale (che nel frattempo allargava con audaci colpi di mano la sua manovra) riusciva ad affermarsi sul costone e sulle miniere a nord di Jelenovka (7). La perdita delle importanti posizioni del Casello, della Stazione di Bulavin e di Jelenovka, poneva praticamente fine alla battaglia in quanto l'avversario, che accusava perdite rilevanti, rinunciava all'intero settore, arretrando la propria linea difensiva nella zona di Olkovatka. Dopo qualche altro piccolo scontro senza importanza, il 13 e il 14 dicembre la colonna nord occupava Grosnij e Savielevka e le colonne centrali e sud Jelenovka e Ubescicce. (7) In <1uesta azione, mentre coi reparti avanzf!ti organizzava la fase risolutiva della g iornata, cadeva colpito a morte il Generale Dc Carolis.
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Si concludeva così, dopo dieci giorni di durissima lotta (8), una delle operazioni di guerra più aspre e più complesse del CSIR, che ebbe come protagonisti principali la Divisione Torino e il 79" reggimento fanteria Roma della Pasubio. La loro combattività e perizia erano state ancora una volta sperimentate dal contegno irriducibile e dalla pervicace determinatezza di un avversario deciso, ottimamente armato ed abilissimo nello sfruttamento della sistemazione difensiva e delle organizzazioni campali. Gli scopi dell 'operazione erano stati raggiunti. Infatti, superati gli abitati industriali che facevano parte della linea di resistenza ed oramai inglobati nelle retrovie, si era conquistata una linea topograficamente e tatticamente forte - la linea e< Z ,, - capace di assicurare protezione e, dietro di essa, possibilità di ricovero al CSIR per tutta la durata dell'inverno. Si era inoltre raggiunto un altro obiettivo dell'azione, quello cioè di effettuare la saldatura con la 17" Armata tedesca nella zona di Debalzevo. Infine si era raccorciato il fronte di circa venti chilometri. SCHIERAMENTO DIFENSIVO DEL CSIR DOPO LA BATTAGLIA PETOVKA.
DI
CHAZE-
Le unità italiane sin qm impegnate nella battaglia stavano ancora ultimando le operazioni di rastrellamento, quando perveniva dal Comando della 1''· Annata corazzata un Ordine di Operazione (Documento n . 4r) col quale veniva disposto che il Corpo di Spedizione effettuasse un altro sbalzo verso est per abbreviare il fronte e per prendere contatto col IV Corpo tedesco nella zona di Debalzevo. Ad esso, il Comandante del CSIR oppose parere nettamente contrario, basandolo sulle seguenti considerazioni: - nessuna ulteriore azione offensiva era possibile in quella situazione cli forza, di inquadramento, di stanchezza delle truppe senza compromettere irrimediabilmente le scarse e preziose energie residue;
(8) L'asprezza della lotta è eloquentemente affermata dalle perdite subite dalle unità del CSIR: morti: 135 (n ufficiali); feriti: 523 (31 ufficiali); dispersi: 1o ( l ufficiale); congelati: 915 (17 ufficiai i). Tali perdite incisero per 9 / , sulla Divisione Torino. In particolare: Divisione Torino, morti 115, fe0 riti 435, dispersi 10, congelati 851; Divisione Pasubio, morti 15, feriti 48, congelati 6r; Divisione Celere, morti 5, feriti 40, congelati 3. to. -
U.S.
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- l'attacco, da svilupparsi in un terreno rotto e insidioso, avrebbe comunque urtato frontalmente contro posizioni tattiche salde, organizzate e dominanti, presidiate da numerose forze; - una offensiva effettuata nel senso voluto dalla 1 " Armata germanica non poteva prescindere da un concorso della r7'' Armata, che dalle proprie posizioni di Debalzevo era nelle migliori condizioni per manovrare sul fianco e sul tergo del nemico per sbloccare la clispluviale Debalzevo - Nikischin. - la fronte raggiunta dal CSIR era migliore, per la sosta invernale al riparo dalle intemperie, di quella indicata dall'Armata. In tale quadro, il Generale Messe fece ancora presente ai tedeschi che l'organizzazione tattico - logistica delle posizioni per lo svernamento in terreno aperto imponeva la disponibilità a piè d 'opera di una ingente quantità di materiale, quale legname, attrezzi, stufe per riscaldamento, ecc., e richiedeva altresì la costruzione di baracche, ricoveri, trincee, camminamenti, piste, idonei ad assicurare ai reparti possibilità di vita e di combattimento. La scelta delle posizioni invernali era perciò decisamente vincolata alla presenza e disponibilità di abitati che assicurassero alle unità confortevole ricovero e alla vicinanza di vie di comunicazione sicuramente idonee al transito degli automezzi anche durante il colmo della stagione invernale, per garantire la continuità dei rifornimenti. E' peraltro verosimile che il Comando germanico, nel prescrivere il raggiungimento della linea Debalzevo - N ikischin, avesse posto in secondo piano tali considerazioni ed esaminato il problema secondo una soluzione unilaterale e puramente tattica; vedendo cioè il problema solo dal lato del raccorciamento del fronte, che avrebbe avuto così una indubbia maggiore robustezza. Per contro, trascurava che la linea stessa: - si sviluppava in ambiente povero cli abitati e quindi con limitatissime possibilità di ricovero ; - mancava di rotabili a tergo e perciò trasferiva tutto il complesso lavoro dei rifornimenti lungo piste impraticabili cd esclusivamente a mezzo quadrupedi, dei quali v'era fra .l'altro forte deficienza; - avrebbe richiesto uno sforzo tattico sproporzionato all'importanza dell'obiettivo, con la pericolosa alea che le truppe vi sa-
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rebbero giunte, per la stanchezza, in condizioni di esaurita efficienza operativa. Sulla base di tali considerazioni il Coman dante del CSIR dichiarò al Comando tedesco di ravvisare nella raggiunta linea « Z » le condizioni di equilibrio ricercate e prospettò al Comando stesso la necessità di adottarla. Nel frattempo le unità del CSIR vi si insediavano con criteri di stabilità e la linea segnò l'asse della posizione di resistenza. Ci volle qualche tempo perché il Comando germanico si rendesse conto della validità della proposta del Generale Messe; alla fine, però, approvò le decisioni del Comandante del CSIR e non insisté ulteriormente nell'attuazione del suo ordine iniziale di spingere più avanti le Divisioni italiane. A conferma della validità della proposta di Messe, pochi giorni dopo una circolare del Comando Supremo germanico confermava la grande importanza degli abitati nella guerra invernale e ne ordinava l'occupazione e l'organizzazione a caposaldi. Avendo perciò ben presenti i requisiti tattici e logistici ai quali doveva rispondere la sistemazione invernale e considerato che per effetto dell'azione offensiva svolta le forze della Pajubio avevano finito per gravitare a cavallo della ferrovia di Chazepetovka, il Comandante del CSIR rimaneggiava lo schieramento del Corpo di Spedizione ed affidava: - alla Divisione Pasubio, rinforzata dal LXII gruppo da 105/ 32 e da un gruppo artiglieria a cavallo, il settore settentrionale; - alla Divisione Torino , rinforzata dal LX gruppo da 105/32, il settore centrale; - alla Divisione Celere, rinforzata dal LXI gruppo da ro5 / 32 e dal III gruppo del 52° artiglieria, il settore meridionale. L 'asse della posizione di resistenza aveva il seguente andamento: stazione Bulavin - Saviclcvka - Ubescicce - Junyj Kommunar Malo Orlovka - Ivanovskij - Petropavlovka - stazione Rassipnaia. Il Generale Messe disponeva inoltre che l'organizzazione difensiva fosse improntata al criterio di armonizzare il potenziamento della difesa con la necessità di dare ai reparti riparo nei caseggiati e stabiliva altresì il dosamento delle forze secondo il quale: - la Divisione Pasubio doveva gravitare principalmente sull'ala sinistra per assicurare il possesso del perno difensivo - controffensivo di Savielcvka - stazione di Bulavin e per garantire all'ala stessa un for te scaglionamento in profondità fino a Chazepetovka;
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- la Divisione Torino doveva assicurare la difesa del proprio settore con un solo reggimento, cedendo l'altro alla riserva di Corpo d'Armata; - la 1" compagnia motociclisti, già assegnata alla Pasubio, iì gruppo Savoia cavalleria, già assegnato alla Torino, e lo squadrone Savoia cavalleria, già assegnato alla Celere, ritornavano alle dipendenze organiche. Lo schieramento sopra indicato e 1a responsabilità dei singo.li settori entravano in vigore alle ore 16 del r8 dicembre 1941.
CAPITOLO VII
IL CICLO DIFENSIVO INVERNALE
La campagna estivo - autunnale r941 si era svolta per i tedeschi sotto il segno della migliore fortuna ed aveva rappresentato un periodo bellico brillante per la condotta delle operazioni, dove iniziativa e superiorità di mezzi erano stati altrettanti coefficienti di impulso per il rapido conseguimento del successo e il suo massimo sfruttamento. Sacrifici, disagi, pericoli, rischi e difficoltà di ogni genere, erano stati accettati ed affrontati da tutti con la serena certezza della vittoria ormai imminente. L'~.>ffensiva russa di Rostov delineò invece per la prima volta la situazione quale essa èra nella sostanza e quale scaturiva non più dalla volontà di un unico potenziale dominatore, quello tedesco, ma anche in rapporto ad una forza antagonista di insospettata solidità e che dimostrava di resistere, a qualunque costo, ad ogni urto e ad ogni insistente pressione. La sconfitta tedesca non aveva rivelato solamente la mancanza di riserve germaniche immediatamente disponibili, ma aveva anche dimostrato la indubbia capacità del Comando sovietico di condurre una campagna offensiva invernale, con masse sorprendentemente bene organizzate e bene annate. L'audacia con la quale i russi si ostinavano a lanciarsi nel grande duello e la risolutezza con cui avevano affrontato e portato felicemente a termine il primo atto di tale campagna, Rostov, offrivano la chiara sensazione che l'in verno si sarebbe presentato assai duro per i tedeschi e per i loro alleati . Essi, infatti, all'asprezza delJa stagione avrebbero dovuto aggiungere il tormento di una lotta sempre attivissima contro un avversario an imoso, ben deciso a sfruttare tutti gli effetti, morali, tattici e politico - strategici della lotta che stava combattendo, nonché la indiscutibile sua superiorità numerica e psicologica, quest'ultima insita nel fatto che esso operava per difendere il proprio Paese. Conseguentemente il CSIR non avrebbe potuto disporre di un periodo di tregua operativa, ma avrebbe invece dovuto rimanere in linea con le sue Divisioni ormai logorate dopo cinque mesi di marce
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e di combattimenti, in condizioni igienico - sanitarie preoccupanti e senza alcuna prospettiva di avvicendamento, dato che l'ampiezza della fronte presidiata dalle sue unità e la necessità di saldare gli schieramenti avevano assorbito tutte le forze, comprese quelle da tenere alla mano guali riserve. Una tale situazione era poi aggravata dalla incidenza logorante della terribile stagione invernale russa di quell'anno. La mancanza di fatti d'arme di grande rilievo potrebbe forse indurre ad attribuire al ciclo difensivo invernale una fisionomia incolore così da far ritenere che, a somiglianza della stessa fauna locale, totalmente scomparsa col graduale inasprirsi del gelo, anche il fronte fosse caduto in letargo. Al contrario, la lotta non ebbe tregua alcuna, e fu anzi caratterizzata, insieme con il prevalente interesse militare, dalla intransigente tutela di quel minimo di benessere materiale da cui dipendevano le condizioni elementari della vita fisica, minata da mille .insidie, rinunce, costrizioni e disagi. Basti pensare alle improvvise oscillazioni della temperatura, sia in rapporto alla differenza tra il calore interno dei ricoveri, intorno ai ro°, e quello esterno ordinariamente aggirantesi sui meno 30°, sia in ordine al valore assoluto delle punte termiche che toccarono i 47" sotto zero. A. tutto ciò sono da aggiungersi le accecanti bufere di neve, le precarie possibilità di ricovero, la pediculosi, la carenza vitaminica, gli estenuanti servizi di pattuglia e tutto il resto, insomma, che scavava con occulta ma inesorabile assiduità tanto l'organismo fisico, con gli inevitéibili riflessi cui soggiacevano polmoni, cuore e reni, quanto la vigoria morale. Ad incidere sull'animo dei combattenti erano poi le caratteristiche dell'ambiente nel quale essi operavano, vale a dire la sconfortante desolazione di un paesaggio piatto e immobile sotto la sconfinata distesa nevosa; le imponenti rovine mater.i ali provocate dal passaggio della guerra, le spaventose miserie umane generate dalla lotta armata, e infine il mistero stesso dell'animo russo e l'impossibilità di comprenderne almeno la parte superficiale. Aggravavano tali condizioni l'insopprimibile nostalgia della Patria e della famiglia, il pensiero della grande distanza che le separava dai combattenti, la mancanza di notizie quando il Servizio della Posta Militare non funzionava regolarmente. Sotto tutti gli aspetti, perciò, senza alcun riscontro neppure con gli inverni della guerra sulle Alpi del primo conflitto mondiale, l'inverno russo acquistò un primato di particolare durezza e severità, tale eia costi tuire un vaglio rigoroso per le energie umane,
li ciclo difensivo invernale
fisiche, morali e spirituali ed una indubbia prova di fermo carattere per chi lo ha superato. Nel suo complesso, la campagna invernale 194r - 1942 rappresenta una delle fasi più aspre e difficili d elle operazioni al fronte russo, anche se sotto un a veste dimessa e poco appariscente. Pur senza che nel settore del CSIR, come del resto in nessun altro settore del Gruppo d 'Armate, si verificassero avvenimenti decisivi, l'avversario non allentò mai la sua pressione, né noi la nostra. L'importanza militare ed il significato morale del contributo italiano al fronte russo, anche nel primo ciclo difensivo invernale, possono ravvisarsi interamente in tale constatazione.
Sistemato sulla posizione di resistenza, indicata nel precedente capitolo, il Corpo di Spedizione doveva ora affrontare vitali problemi di ord ine tattico e logistico. Per assicurare ai reparti condizioni di vita possibili, occorreva provvedere essenzialmente di: adeguato equipaggiamento invernale; una raz ione viveri idonea a compensare le dispersioni di calorie e a conservare al fisico le indispensabili energie; ricovero in edifici , anche per le unità più avanzate, essendo assolutamente impossibile la vita al di fuori di essi. Il problema della sistem azione invernale si era già imposto, in tutta la sua gravità e complessità, sin dai primi giorni di novembre, quando cioè il CSTR, con un profondo balzo di oltre duecento chilometri, dal Voltsctja era penetrato nella zona industriale di Gorlovka Rykovo. Allora la situazione tattica era in evoluzione e quella logistica in grave crisi poiché la base di Dniep ropetrovsk era eccessivamente arretrata, le piste del tutto impraticabili, il movimento di ogni tipo di automezzi totalmente inibito e la linea fe rrata sconvolta dall'opera di distruzione dei sovietici in ritirata. Permanevano, poi , motivi di con trasto, se non proprio di attrito, con le autorità germaniche, riguardo al n u mero dei treni in afflusso alla base di Dnicpropetrovsk, numero decisamente inferiore a quello convenuto e più che mai indispensabile alle più strette necessità del Corpo italiano. Per la completa risoluzione di tali problemi, il Comandante del CSIR impostò e mise in opera un piano organico che nel campo logistico interessava : l'immediato rifornimento delle dotazioni invernali a tutti i reparti, con precedenza a quelle dislocate in prima linea; l'urgente costituzione di una base avanzata nella zona di Stalino, così da ridurre al minimo le linee dei rifornimenti , i quali
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sarebbero stati seriamente ostacol ati dalla stagione invernale ; la costituzione di depositi avanzati di viveri, munizioni e carburanti presso le Divisioni, per assicurare la continuità dei rifornimenti quando le comunicazioni sarebbero state interrotte dalle bufere di neve; il completo rifornì mento delle derrate necessarie sino alla prima linea, poiché la zona era povera di risorse locali; il reintegro delle dotazioni di magazzino; lo sgombero delle frazioni di magazzino che erano rimaste disseminate dalla Romania sino a Dniepropetrovsk; la requisizione di tutte le slitte a traino animale che era possibile trovare, in modo da sostituire gli automezzi nei periodi di crisi del movimento. Nel campo tattico, invece, una volta conseguito, con l'occupazione dell a linea « Z », il possesso di posizioni del terreno naturalmente forti (che senza allontanare molto i reparti dalle loro basi consentivano di realizzare uno schieramento delle forze più economico, in saldatura con le Grandi Unità germaniche lateral i), si trattava di dar mano alla esecuzione di numerosi e complessi lavori difensivi, perché la linea di resistenza appoggiata agli abitati potesse assumere caratteristiche di consistenza e continuità. Alla soluzione di problemi tanto gravi vari e onerosi, così nel campo logistico come in quello tattico, si dedicarono con tenace volontà e unità di propositi tutti indistintamente gli uomini del CSIR. Essi non riuscirono tuttavia a crearsi una perfetta organizzazione difensiva, m a fecero tutto guanto il tempo e i mezzi a disposizione avevano loro consentito. La crisi per una valida sistemazione logistica del CSIR toccò il suo vertice nel mese di novembre allorché, per le note distanze dalle basi e per le condizioni delle piste, si dovette affida re l'enorme movimento dei trasporti ad uno scarso numero di automezzi, ai quali il gelo bloccava ordinariamente gli organi meccanici. Tra accorgimenti, ripieghi e fatiche di ogni sorta, verso lo scadere dello stesso mese. di novembre tutti i reparti in linea disponevano di una dotazione completa di indumenti invernali, limitata alla sola aliquota delle sentinelle, pattuglie e vedette ed a tutti quegli uomini che, per varie circostanze, dovevano maggiormente esporsi alle intemperie. Successivamente, il funzionamento della ferrovia Dniepropetrovsk - Griscino, assicurando una certa regolarità al flusso periodico dei rifornimenti, permise di attuare progressivamente il programma logistico previsto. Già verso la fine di dicembre tutti i soldati in linea e nelle retrovie disponevano della dotazione completa di oggetti invernali.
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Per quanto riguarda il campo operativo, l'organizzazione si plasmò sui seguenti concetti: -
basare l'ossatura della posizione di resistenza sugli abitati;
- trasformare gradualmente ciascun abitato in caposaldo, con riserve di viveri, munizioni, materiale sanitario, in modo da assicurare una propria autonomia logistica e operativa; - eseguire lavori difensivi fra un caposaldo e l'altro con opere di scavo, così da dare consistenza alla difesa ed evitare larghe soluzioni di continuità; - indicare con pali le piste di rifornimento, per assicurare la percorribilità anche durante le bufere di neve.
l. - LA BATTAGLIA DI NATALE A) SITUAZIONE E ORDINI
Il settore più sensibile del CSIR era quello tenuto dalla Divisione Celere e non soltanto perché costituiva zona di saldatura (col XLIX Corpo Alpino tedesco), ma anche, e principalmente, perché uno sfondamento in quella direzione avrebbe portato il nemico a dilagare sulla grande rotabile di Charzysk, con la possibilità di raggiungere per la via più breve l'importante obiettivo di Stalino e minacciare da tergo lo schieramento della 1" Armata corazzata. L'ampiezza della fronte del settore era inoltre sproporzionata per le scarse forze disponibili ed anche il rinforzo· della legione della milizia, assegnato alla Celere , non migliorava molto la situazione. In sostanza, con una massa costituita dal 3" reggimento bersaglieri (3 battaglioni), il quale era sensibilmente ridotto di forze, da due battaglioni della milizia e da 4 gruppi di artiglieria, bisognava garantire un fro nte di oltre venti chilometri. Il CSIR era in quel momento fronteggiato da due Divisioni di fanteria sovietiche, alcune unità non indivisionate, un numero imprecisato di pezzi dì artiglieria. Il 20 dicembre la nostra ricognizione aerea segnalava numerosi trasporti ferroviari provenienti da est e da sud - est, oltre a concentramenti di truppe nelle zone di Tcernukino - Nikischin, in corrispondenza del settore della Divi-
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s10ne Celere e del punto di sutura col XLIX Corpo. Le nuove forze segnalate dalla ricognizione aerea erano costituite da un'altra Divisione di fanteria ed un Corpo di cavalleria su tre Di.visioni. In sintesi: situazione immutata sulla fronte delle Divisioni Pasubio e Torino; tre Divisioni sovietiche di fanteria ed un Corpo di cavalleria su tre Divisioni, sul fronte della Celere. Il servizio informazioni dava come imminente un attacco nemico in direzione della saldatura tra il Corpo italiano e il XLIX Corpo Alpino tedesco. Infatti, come venne poi accertato dalla lettura di un ordine di operazione, trovato indosso, dopo la battaglia, ad un ufficiale fatto prigioniero, era nel concetto d'azione del Comando avversario di: impegnare fortemente la destra della Divisione Celere; sfondare al centro, tra Petropavlovka e Novo Orlovka, puntando decisamente su Alexievo Orlovka ; dilagare sulla sinistra del CSIR con la cavalleria fino alla linea del Krinka. Il Corpo italiano, come si è detto, era sprovvisto di riserve; però il Comando della 1" Armata corazzata aveva dislocato nel settme della Celere una massa di contrattacco costituita dal 318° reggimento fanteria, da un reggimento di paracadutisti e da un reparto corazzato di formazione con 75 carri. Il 23 dicembre il Comando della 1" Armata corazzata emanava l'Ordine di Operazione n. 63 col quale, in previsione dell'attacco nemico e nell'intento di poter imprimere al com battimento una condotta unitaria, costituiva: - un gruppo di difesa, agli ordini del Comandante del XLIX Corpo Alpino alle cui dipendenze venivano poste anche le forze schierate nel settore della Divisione Celere (che doveva resistere ad oltranza); - un gruppo di contrattacco, agli ordini del Comandante del CSIR, con le Divisioni Pasubio e Torino ed altre forze germaniche che, in effetti, non giunsero. In seguito a tali disposizioni, il Generale Messe il 24 dicembre diramava ai Comandanti delle Divisioni Pasubio e Torino alcuni orientamenti (Documento n. 42), richiamando principalmente la loro attenzione sulla eventualità che l'attacco nemico si estendesse anche in corrispondenza dei rispettivi settori e tracciando le linee sommarie per le singole azioni controffensive. Il gruppo di contrattacco era a sua volta diviso in due sottosettori: quello di destra, al comando del Colonnello Aminto Caretto; quello di sinistra, al comando del Colonnello Carlo Lombardi.
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(Disegno n.
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L'urto delle fanteri e sovietiche, appoggiate da carri armati, si scatenò alle 6,40, dopo 10 minuti di preparazione di artiglieria e mortai, sull'estrema sinistra del fronte della Celere, presidiata dalla 63' legione Tagliamento e, successivamente, sul centro e sulla destra tenuti dal 3° bersaglieri. Era il giorno di N atale e l'avversario profittava della festività per incidere più facilmente sull'animo dei soldati italiani. Contemporaneamente, a scopo dimostrativo - impegnativo, due squadroni di cavalleria ed una compagnia di fanteria attaccavano il caposal do avanzato di Vessieli, sul fronte della Torino. L'immediata reazione del presidio, il preciso fuoco di sbarramento dell'artiglieria cd il contrattacco di una compagnia, partito da Junyi Kommunar, valsero a frenare fi n da principio la spinta dell'avversario che fu poi costretto a ripiegare. Frattanto nel settore della Celere la lotta si faceva furi bonda. Superate le difese esterne, il nemico dilagava irrefrenabile nell'interno delle posizioni dove alcuni presidi, completamente aggirati, resistevano sino al totale annientamento. Frazionato in scontri di piccoli reparti, il combattimento si protraeva fino a sera in duelli che si concludevano all'arma bianca. Due battaglioni russi attaccavano Novo Orlovka, difesa da una compagnia rinforzata della 63" legione T agliamento, che doveva cedere dopo una strenua ed eroica resistenza e dopo che erano caduti o feriti tutti gli ufficiali. Occupata Novo Orlovka, l'avversario si dirigeva su Krestovka il cui presidio (Comando 63" legione con una compagnia del suo LXIIl battaglione ed una batteria a cavallo), per non essere totalmente distrutto, r ipiegava combattendo su Malo Orlovka, località che i russi consideravano come la <e prima tappa decisiva » della loro offensiva di Natale. Q ui pertanto essi si impegnavano in combattim ento con particolare violenza, ma non riuscivano ad avere ragione dei valorosi difensori, anche per il concorso dei contigui reparti della Torino. Il XVfII battaglione bersaglieri viene decisamente attaccato a I vanovskij da due reggimenti russ i e alcuni squadroni di cavalleria. Resiste in posto combattendo per circa dieci ore insieme alla 5" batteria a cavallo la quale, esaurite le munizioni, continua il combattimento all'arma bianca a fianco dei bersaglieri. Alle ore sedici i difensori . riescono ad aprirsi un varco attraverso le unità russe che li
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accerchiano ed a ripiegare su Michailovka, dove si svolse ancora un'asprissima lotta. Altre unità russe attaccano Stoschkovo; vengono respinte dal XX battaglione bersaglieri ( di riserva). Sulla destra sono investite Petropavlovka e Rassipnaia da parte dì un reggimento di fanteria della 136"· Divisione russa e da squadroni di cavalleria. Il caposaldo di Rassipnaia presidiato dal XXV battaglione bersaglieri non cede; dopo un acceso combattimento cade invece il caposaldo di Petropavlovka, perché investito da forze superiori; era difeso dal battaglione motociclisti che dopo strenua resistenza è costretto a ripiegare sul caposaldo di Rassipnaia. Mentre si svolgono tali combattimenti sul fronte della Celere , unità della Pasubio, e più particolannente della Torino, impegnano in combattimento la 74" Divisione di fanteria sovietica per impedirle di concorrere all'attacco contro Ja Celere. A mezzogiorno, finalmente, il Comando del XLIX Corpo Alpino tedesco ordina il contrattacco che deve avere inizio alle 13,30. Sarà sferrato dal 318" reggimento di fanteria tedesco e da un reparto del XVIII battaglione bersaglieri, appoggiati da aliquote di carri. Il contrattacco è articolato in due colonne: due battaglioni tedeschi e il reparto bersaglieri puntano su Ivanovskij; l'altro battaglione dello stesso 318" reggimento si dirige verso Petropavlovka. La colonna che punta su Ivanovskij riesce a raggiungere la parte orientale dell'abitato; quella invece che ha il compito di attaccare Petropavlovka, fortemente ostacolata dal nemico e dalla neve, dopo scarsi progressi deve tornare sulle basi di partenza. Al cadere della sera del giorno di Natale la situazione è, in sintesi, la seguente: caduti in mano ai russi i caposaldi di N ovo Orlovka, Krestovka e Petropavlovka; Ivanovskij per metà riconquistata; resistono ancora Rassipnaia e Michailovka. L'aviazione italiana e quella tedesca non hanno potuto svolgere alcuna attività a causa delle pessime condizioni meteorologiche. Al margine dell'abitato di Ivanovskij, ancora occupata da due battaglioni nemici, è appostata con indomabile volontà cli riscossa una retroguardia lasciatavi dal XVIII battaglione bersaglieri. L'azione dei russi, dunque, sebbene con duri sacriiìci era stata nel complesso contenuta ed aveva avuto inizio la reazione per ristabilire la situazione. Infatti, l'indomani 26 dicembre la Celere passava decisamente al contrattacco insieme con le unità germaniche di riserva con essa operanti. Nel contempo la Pasubio impegnava in combattimento le difese nemiche dell'alto Bulavin - Timofejevskij e si inseriva anch'essa nel vivo della battaglia, manovrando verso est, per cadere
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sul fianco delle colonne russe partite dalla zona di Olkovatka Kurgan Ploskij nell'intento di dilagare sull'ala sinistra della Celere, verso sud, in direzione del Krinka. Unità del 3r8° reggimento tedesco insieme col XVIII battaglione bersaglieri rioccupava Ivanovskij, tranne la parte nord del paese. I battaglioni della 63" legione, in movimento verso Novo Orlovka, venivano arrestati da un violento attacco nemico. Il II battaglione del reggimento tedesco cd il XX battaglione bersaglieri si impadronivano nuovamente di Petropavlovka, ma un contrattacco nemico li costrinse a ripiegare sulle posizioni di partenza. Anche a Rassipnaia il XXV battaglione bersaglieri respinse i reiterati attacchi dei russi. Tuttavia, dopo due giorni di combattimento, il poderoso sforzo offensivo sovietico si era frantumato nel durissimo urto contro i tenaci difensori e all'imbrunire del 26 dicembre la situazione poteva dirsi ristabilita. Il 27 dicembre, con pochi colpi bene assestati, le ultime unità avversarie venivano eliminate ed i reparti del CSIR potevano nuovamente consolidarsi sulle loro posizioni senza imminenti mmacce. C) LA CONTROFFENSIVA ITALIANA
(Disegno n. 16) Lo stesso giorno 27 dicembre, informato dell'esito favorevole del contrattacco, il Comando della 1" Armata corazzata ordinò: - al XLIX Corpo Alpino tedesco di inseguire il nemico lungo la direzione Ivanovskij - Nikitino, fino ad affermarsi sulla linea Grabova - Nikitino compreso; - al Corpo italiano di sostenere l'azione della Divisione Celere, in un primo tempo attaccando con obiettivo la linea V oroscilova - alture a sud - ovest di Olkovatka; poi approfondendo successivamente la penetrazione in armonia ai progressi della stessa Celere, fino ad affermarsi sulle alture ad ovest di Nikitino. In conseguenza, il Comandante del CSIR ordinava l'attacco per il giorno 28 assegnando: - alla Divisione Pasubio il settore d'attacco DebalzevoIlinskaia; - alla Divisione Torino il settore d'attacco q. 237-q. 290, gruppo di case senza nome a circa 2 km ad ovest della stazione di Kikiscin , con obiettivo intermedio Mogila Ostraja, a nord del medio Bulavin e il settore tra q. 301 e q. 3n ,7.
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Lo svolgimento della controffensiva fu caratterizzato da due fasi: - la prima, il giorno 28, nella quale l'impeto e lo slancio delle unità attaccanti riuscirono ad avere il sopravvento sull' avversano; - la seconda, sviluppatasi nei giorni 29 e 30, durante la quale la forte resistenza ed i violentissimi contrattacchi dei russi impedir~no di conseguire, dopo aspre ed alterne vicende, ulteriori progressi. La Divisione Celere, superando il giorno 28 la resistenza del nemico che si appoggiava su quelle stesse posizioni dalle quali era partito per l'attacco, occupava successivamente Rasinopnoj - Timofejevskij e la stazione 3 km a sud di Nikischin- Voroscilova. La Divisione Torino, articolata in due colonne, occupava con quella settentrionale, costituita dall'82° fanteria Kumschazkij, P]oskij e Mogila Ostraja e con quella meridionale, costituita dall'81° fanteria, si inoltrava fino alla zona di Kurgan Ploskij, imbattendosi in una ben munita linea di trinceroni gremiti di mitragliatrici, mortai e cannoni. Animosamente la colonna si scagliava alla conquista della postazione nemica, ma quando già ne aveva espugnata la maggior parte, un violentissimo contrattacco dell'avversario la coglieva sul fianco e la obbligava ad arrestarsi. Senza peraltro rinunciare al raggiungimento del difficile obiettivo - che l'intervento di un'aliquota di artiglieria russa rendeva sempre più precario - .i tenaci fanti protraevano il combattimento fino a tarda sera, allorché, per la necessità di darsi riparo durante la notte, dovevano arretrare su Novaja Orlovka. La Divisione Pasubio spalleggiava l'attacco della Torino e della Celere con azione dimostrativa, nonostante che sul terreno piatto e ricoperto di neve il movimento dei reparti e perfino degli uomini isolati fosse facilmente controllato dall'avversario che, di conseguenza, reagiva con la massima efficacia. Incassato il primo colpo, i sovietici tornarono all'attacco con l'intento di riprendere le posizioni perdute. Anche la giornata del 29 dicembre, perciò, fu contrassegnata da azioni violente in ogni direzione. Sulla fronte della Celere il nemico lanciò colonne di attacco da Striukovo, da Vessieli, da Nikitino e dalla balka Olkovatka, ma tutte dovettero tornare sulle posizioni di partenza. Una soltanto riuscì ad affermarsi su q. 33 r ,7, dove il reparto germanico che la presidiava fu costretto a ripiegare. Era, questa, un'altura di speciale
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importanza topografica e tattica, e ciò giustifica l'eccezionale accanimento col quale fu investita e l'ostinazione con cui fu difesa. 11 numero degli attaccanti, soprattutto, molto superiore a quello dei difensori, aveva avuto qui la supremazia. Il successo sovietico fu peraltro del tutto transitorio poiché il 31 dicembre con un colpo di mano del XVIII battaglione bersaglieri, sostenuto da carri armati germanici, restituiva integralmente la posizione al fronte italiano. Un altro obiettivo di attacco dei russi era rappresentato da Voroscilova, modesto gruppo di case, difeso con fermezza dal LXIII battaglione cc.nn. e poi anche dal LXXIX, accorso a rinforzarlo. Alla fi ne l'avversario desistette da ogni altro tentativo. Nel settore della Pasubio e della Torino non si verificarono fatti di particolare rilievo e l'attività delle due Divisioni, contro un avversario sempre vivace e deciso, si sviluppò attraverso numerose ricognizioni in forze che, vincendo la reazione delle pattuglie avversarie, poterono accertare la presenza di ottime basi di partenza per la manovra d'attacco dei russi. L'aviazione avversaria fu assente durante l'attacco delle proprie fanterie, ma intervenne nel corso della nostra fase controffensiva con una attivit~t intensissima per numero ed entità delle incursioni , con azioni di spezzonamento e mitragliamen to. La Cacci a italiana, misurandosi con formazioni nemiche più numerose, riuscì ad abbattere in tre giorni 15 apparecchi. Perdite: da parte sovietica: 2 .000 morti, 1.200 prigionieri, 24 cannoni da 76, 9 pezzi controcarro, 22 mitragliatrici, 100 moschetti automatici, centinaia di fucili, 12 autocarri, 4 autovetture, 200 veicoli a traino animale, notevole quantitativo di munizioni e altro materiale; da parte italiana: 168 mor ti (13 ufficiali), 715 feriti (14 ufficiali), 207 dispersi (9 ufficiali), 305 congelati (6 ufficiali) ( r). Domate le ultime sporadiche resistenze, poteva essere dato alla linea difensiva il definitivo riassetto. Pertanto, allo scopo di conferire un maggiore equilibrio allo schieramento venuto a determinarsi nei settori delle Divisioni Pasubio e Torino, il 30 dicembre il Generale Messe prescriveva : - asse della posizione di resistenza: linea Casello - stazione Savielevka - q. 277,4 - Ubescicce - Junyj Kommunar - Malo Orlovka Novo Orlovka;
(,) Le pere.lite sono così ripartite: Divisione Celere: 131 morti, 494 feriti, 199 dispersi; Di visione Torino: 14 morti, 170 feriti, 8 dispersi, 237 congelati; Divisione Pasubio : 2.3 morti, 47 feri ti, 68 congelati.
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- pos1z10n1 avanzate : Ploskij con le alture adiacenti a Vessieli; -
settori: per la Pasubio, dalla ferrovia Chazepetovka - Debalzevo al medio Bulavin compreso; per la Torino, dal medio Bulavin, escluso, alla linea di contatto con la Divisione Celere e con 1'82° fanteria dislocato in zona Vessieli- Junyj Kommunar. D) CONSIDERAZIONI
ln questa battaglia del Natale r94r, le unità italiane che presidiavano la linea di resistenza erano scarse, al disotto degli organici e diluite in villaggi largamente intervallati. Gli artiglieri erano in linea con i fanti, mancava ogni ostacolo passivo, gli apprestamenti difensivi erano ancora incompleti, la temperatura assiderante, la nebbia spessa e impenetrabile . . Non è perciò infondato affermare che essa fu vinta principalmente dalla tenace fermezza e dalla bravura dei nostri soldati. T u tti indistintamente lottarono con coraggio e impeto: fanti, bersaglieri, militi, artiglieri, genieri. Alla deficienza numerica dei reparti, essi seppero sopperire con le più alte doti morali e di perizia milit~re. Quanto all'avversario, egli aveva predisposto l'operazione con una schiacciante superiorità di forze per far massa in un delicato punto di giunzione del fronte opposto. Nella condotta dell'offensiva, egli dimostrò sensibilità tattica e competenza professionale e fu sostenuto nello sviluppo dell'azione dall'impegno e dalla decisione con cui operarono unità e uomini in sottordine. E' verosimile che gli obiettivi che i sovietici si erano proposti di raggiungere in questa battaglia non si limitassero al campo tattico, ma si estendessero più in profondità. Lo dimostrano la cura con la quale la battaglia stessa fu preparata, le ingenti forze che vi furono impegnate, la presenza di una grande massa di cavalleria destinata allo sfruttamento del successo e la stessa scelta de.Ila direzione di attacco verso Stalino. La battaglia di Natale, in sintesi, si concluse positivamente per le unità italiane. Infatti, da un attacco russo in forze, certamente pianificato per il raggiungimen to di obiettivi superiori a quelli tattici, i reparti del CSIR dimostrarono una forte capacità di resistenza nel fronteggiare con ferma tenacia la straripante massa dei sovietici attaccanti e sep-
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pero poi approfittare dell'arresto imposto alle unità nemiche per migliorare le proprie posizioni, portando più avanti il fro nte della Celere ed assicurando alla Torino, con l'occupazione di Ploskij, un importante altro elemento avanzato.
2. - GLI AVVENIMENTI DOPO LA BATTAGLIA D I KATALE Dopo la battaglia di I atalc l'avversario limitò per qualche tempo la sua attività ad azioni di disturbo e ad attacch i locali che, per quanto frequenti e molesti, non potevano tuttavia destare preoccupazioni sul suo atteggi amento e sui suoi propositi immediati. Qualcuno di tali attacchi, tuttavia, assunse particolare rilievo e fra essi meritano citazione i due fatti d'arme di Voroscilova. A) T COMBATTIMEKTI D[ VOROSCILOVA
La controffensiva di fin e d'anno aveva determinato, co1ne si è visto, lo spostamento delle posizioni della Celere su una linea più avanzata. Tale linea però non si prestava dappertutto per sistemarvi solidamen te la nuova posizione di resistenza, e particolarmente a Voroscilova, sia perché ubicata sulle basse propaggini settentrionali della displuviale Nikitino - Junyj Kommunar, sia perché totalmente dominata dalle alture di Molotova. Si poneva pertanto la necessità di rendere la linea stessa n aturalmente più sicura con opportune rettifiche. A tergo di Voroscilova il naturale pilastro sul quale la posizione di resistenza doveva appoggiarsi era la q . 331,7- Ma essa non offriva alcuna possibilità di ricovero per gli uomini che avrebbero dovuto presidiarla ed il Comando del XLIX Corpo Alpino tedesco, nel quale era inquadrata la Celere, diede perciò ordine di mantenere il possesso di Voroscilova sino a quando i lavori di scavo sulla quota non avessero raggiunto un grado di organizzazione tale da consentirne l'occupazione. Cl combattimento di Voroscilova era dunque vitale perché l'esecuzione dei lavori sulla q . 33r,7 potesse continuare regolarmente fuori dalla diretta pressione nemica; se la quota fosse caduta veniva ad essere compromesso l'intero settore della Celere che avrebbe dovuto, pertanto, arretrare. u. - U.S.
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Di ciò i russi erano ben consapevoli e dopo aver condotto per tutta la prima metà di gennaio una martellante azione di logoramento contro la 63• legione cc.nn. che presidiava Voroscilova, col fuoco ininterrotto di mortai e con violente incursioni di bombardamento e mitragliamento aereo, decisero un attacco in forze. I combattimenti si protrassero asprissimi per due giorni, il 18 e il 19 gennaio, ma alla fine l'avversario dovette desistere dal suo proposito. Fu così possibile il giorno 20 dare il cambio ai militi della legione che vennero sostituiti da un reparto del XVIII battaglione bersaglieri. La rinuncia dei russi a conquistare l'importante abitato era solo apparente, poiché appena rinsanguati i ranghi già impegnati nel1' azione con forze fresche e creatisi una buona massa d'urto, il 23 essi si lanciarono nuovamente contro Voroscilova. La linea di difesa si spezzò sotto il travolgente urto avversario ed i bersaglieri non riuscirono più a ricostituirla nonostante il disperato valore col quale si opposero al dilagare degli attaccanti. Dovettero perciò arretrare sulla retrostante q. 33 r ,7 dove l'impeto cieli ' avversario mirante ad ampliare il successo venne decisamente infranto. I sovietici ebbero peraltro agio di organizzarsi validamente a difesa in Voroscilova tanto che, quando il giorno 25 fu tentata la riconquista, i bersaglieri si imbatterono in barriere di fuoco insormontabili e, accusando sensibili perdite, dovettero sospendere l'attacco. Intanto i lavori di rafforzamento della q . 331,7 erano ormai giunti ad un grado soddisfacente, per cui sarebbe stato inutile insistere in una azione che aveva ormai perduto gran parte della sua primitiva importanza. L'operazione su Voroscilova venne quindi definitivamente sospesa. Le perdite subite dalla Celere furono complessivamente : caduti 24 (6 ufficiali), feriti 86 (2 ufficiali), dispersi 4-2 (r ufficiale), congelati 180 (4 ufficiali). B) L'OFFENSIVA RUSSA DI IZJUM
(Disegno n. r7) Nel frattempo il 21 gennaio, in Ucraina, aveva inizio la grande offensiva russa che sconvolgeva lo schieramento della 17" Armata tedesca e creava ad ovest di Izjum (sud - est di Karkov) un ampio saliente profondo circa roo chilometri e largo 80.
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Aperta la breccia, le Armate sovietiche avevano dilagato verso ovest, verso sud e verso nord - ovest, avendo come probabile obiettivo l'importante nodo di Dniepropetrovsk (che però non riuscirono a conqu istare). I tedeschi reagirono in un primo tempo organizzando una linea di caposaldi improvvisati nei quali combatterono con estrema decisione, per arrestare l'avversario prima che esso giungesse alla conquista di importanti nodi fe rroviari e stradali , la cui perdita avrebbe minacciato l'intero schieramento delle Armate meridionali. In un secondo tempo, stabilizzatasi sufficientemente la linea ed incapsulata in parte la minacciosa spinta dei sovietici, il Comando germanico passò alla controffensiva con due Grandi Unità di formazione: il gruppo von Machkensen, composto a sua volta da tre gruppi minori aventi il nome dei loro comandanti - Hube, Kohlermann e Sanne - e l'XI Corpo d'Armata, in affluenza dalla zona di Pavlograd . Al fine di assicurare alla battaglia uno sviluppo unitario, il 29 gennaio le A rmate 17" e 1" corazzata si fondevano in un Gruppo di Armate alle dipendenze del Gen. von Kleist. La controffensiva germanica si riprometteva di ricacciare il nemico attaccandolo col gruppo Hube da sud a nord, con obiettivo il nodo cli Alessandrovka sul fiu me Samara ; col gruppo Kohlerm ann che, procedendo da Petropavlovka lungo il corso dello stesso Samara, avrebbe dovuto investire l'avversario sul fianco sinistro puntando sul medesimo obiettivo. Al pericolo che l'avversario - il q uale, tra l'altro , disponeva di numerosa e ardita cavalleria e di formazioni corazzate - cadesse sulla ferrovia Stalino - Griscino - Dniepropetrovsk, interrompendo l'unica via di rifornimento della 1"· Armata e del CSIR, si faceva fronte mediante appositi « reparti di allarme )> . A tale scopo il Comando germanico, che pur conosceva l'assoluta mancanza di riserve del Corpo ital iano, rivolse al Gen. Messe pressanti richieste affinché le troppo esili forze dei reparti tedeschi di allarme fossero adeguatamente irrobustite col concorso di reparti leggeri italiani. Il Comandante del CSIR non aveva più nulla di cui poter disporre e non poteva d'altro canto sguarnire la propria linea di res istenza ed indebolire lo schieramento dei settori divisionali. Decise perciò di attingere alle uniche unità non impegnate, che erano la cavalleria ed il gruppo carri « L >> S. Giorgio. Ma la modestia numerica di tale aliquota, costrinse il Gen . Messe a decisioni radicali e così, il 28 gennaio, dopo aver fatto partire alla volta di Meschevaja Slavj anka un gruppo appiedato del reggimento N ovara, toglieva
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dal proprio schieramento anche il I battaglione pontieri, subito seguito dal gruppo appiedato di formazione S. Giorgio e dal IX battaglione pontieri. Per ultimo, sempre in forza delle sollecitazioni tedesche, venne anche sottratta alla Divisione Pasubio una batteria da 75/27. Complessivamente il CSlR cedeva al Comando germanico per la progettata azione: r.340 uomini, di cui 47 ufficiali, con 54 fucili mitragliatori e r 4 mitragliatrici. I reparti cui appartenevano tali forze si univano il 6 febbraio 1942 in un gruppo tattico agli ordini del Colonnello Giuseppe Musinu. Ad un gruppo tattico così eterogeneo, poco addestrato a combattere a piedi, muni to di armamento insufficiente per la mancanza assoluta di armi di accompagnamento non poteva essere affidata l'esecuzione di azioni di forza di qualche rilievo e del resto la loro stessa denominazione di « reparti di allarme >> ne indicava chiaramente i limiti d'impiego. Ad essi venne perciò affidato in primo tempo un compito adeguato alle loro possibilità operative, vale a dire la vigilanza di un tratto della ferrovia tra Dniepropetrovsk e Stalino (tra Ulianovka e Griscino). Ma la gravità della situazione costrinse i tedeschi ad impegnare in battaglia anche il gruppo tattico Musinu e poco tempo dopo la sua formazione esso si affiancava alle unità germaniche destinate alla conquista della linea del Samara. Dopo aver assolto per alcuni giorni il collegamento tra i due gruppi d'assalto Hube e Kohlermann, veniva poi impiegato come unità di prima linea nell'attacco delle posizioni nemiche di Sofievka, Tschervonnyi, Brodi, Nikolaievka, Petrovka, Snamenovka, in un settore al quale l'andamento delle operazioni aveva conferito particolare importanza. Infatti, l'iniziativa delle operazioni non aveva tardato a tornare nelle mani dei russi i quali, riorganizzate le proprie forze con l'immissione di unità fresche di fanteria, cavalleria e corazzate, presero di nuovo il sopravvento sui germanici e sui loro alleati assumendo atteggiamento offensivo. I loro sforzi gravitarono: sulla fronte della 17" Armata, a cavallo del Bachmur, dove la linea tedesca ebbe una nuova flessione profonda circa dieci chilometri; sull'ala destra ciel gruppo Machkensen ossia nel settore del gruppo Sanne, dove dopo violenti combattim enti i sovietici riuscirono a conquistare Otceretino; sull'ala sinistra dello stesso gruppo Machkensen, vale a dire nel settore del gruppo Kohlermann, dove le unità sovietiche si lanciarono al forzamento della linea del Samara. Antagonista diretto cli queste ultime colonne sovietiche era il gruppo Musinu i cui reparti, in.vestiti da forze pa-
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recchie volte superiori, dovettero difendersi con lotte violentissime . Battuti da intenso fuoco di mitragliatrici, cli artiglierie e di mortai, attaccati con estrema decisione nell'interno stesso degli abitati e costretti a scontri separati di casa in casa, circondati e ridotti in sparuti gruppi decimati dalle perdite (2), resistettero per tre giorni alla pressante marea avversaria. Sulla destra dell'Xl Corpo d 'Armata, intanto, forze corazzate russe spezzavano la linea tenuta da una Divisione romena, minacciando di coinvolgere l'ala sinistra ciel gru ppo Koh lermann. Per parare la minaccia e chiudere la falla il Comando tedesco inserì la D ivisione romena in un gruppo tedesco al quale affidò il compito di contenere a qualunque costo l'avanzata dei sovietici. Quindi costituì un altro gruppo di intervento tedesco e lo rinforzò con la batteria da 75/ 27 tolta alla Pasubio. Sempre per lo stesso scopo predispose la costituzione di un raggruppamento tattico, tenendolo in riserva, formato dal 6" reggimento bersaglieri e dal 120° reggimento artiglieria motorizzato, appena giunti dall'Italia a Dniepropetrovsk. Anziché farli proseguire per la zona di schieramento del CSIR (Divisione Celere cui erano destinati) erano stati invece dirottati su Pavlograd . Il comando del raggruppamento era stato affidato al Colonnello Lombardi. I tedeschi infine sottrassero al XLIX Corpo la 1" Divisione alpina e, con l'appoggio di carri armati, la lanciarono da Petrovka in direzione Dobrinka- Ossatschij, sul fianco delle forze russe che avanzavano fra il Samara e il Ternovka. Le azion i dei tedeschi ebbero successo; essi conquistarono Ossatschij, importante nodo di comunicazioni della zona tra i due fiumi , e costrinsero un Corpo di cavalleria nemico a ripiegare in disordine dopo aver subito molte perdite. Conseguenza immediata di tali operazioni fu una diminuita pressione sovietica su Pavlograd, Petropavlovka e Slavjan ka ed un sensibile miglioramento sia agli effetti locali , sia nel quadro generale delle operazioni, anche se il sal iente sovietico di lzju m non era stato ancora eliminato. Per quanto ri.guard a le uni tà italiane impegnate in queste operazioni, il Comand ante del CSIR era del parere che la cess ione dei due battaglioni pontieri l e IX per essere impiegati eccezionalmente come unità di fanteria di linea, pur se determinata da cause di fo rza
(2) Alla fine della battaglia si contarono: morti 101 (7 ufficiali), feriti 238 (7 ufficiali), dispers i 2r, congelati 7.
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maggiore, avrebbe alla lunga influito con grave danno sulla capacità e la perizia tecnica dei genieri che componevano le unità stesse. Il Generale Messe ne dispose perciò la sostituzione con un altro gruppo appiedato del Novara, il quale, insieme all'altro che aveva fatto parte del primo gruppo tattico, ricostituì sul posto l'unità reggimentale. Al reggimento Lancieri di Novara fu aggiunto un gruppo appiedato carri S. Giorgio ed entrambe le unità furon o debitamente rinforzate con vari reparti. La forza complessiva di questo nuovo gruppo tattico, formato il 28 febbraio, contava 28 ufficiali, 618 tra sottufficiali., graduati e soldati, due pezzi da 47 / 32, 2 mortai da 81, IO mitragliatrici e 35 fucili mitragliatori. N e assunse il comando il Colonnello Giusiana, comandante del Novara. ll rientro dei pontieri nell'ambito del CSTR e la formazione d.i questo secondo gruppo tattico aveva determinato lo scioglimento del gruppo comandato dal Colonnello Musinu. Già da una settimana, cioè il 21 febbraio, era giunto in zona anche il battaglione alpini Monte Cervino, su due compagnie, che si dislocava a Rykovo, alle dipendenze operative del Comando CSIR, ma praticamente destinato in rinforzo alle Divisioni Torino e Pasubio con compiti di ricognizione e pattugliamento sui fronti delle Divisioni stesse.
C) LE OPERAZIONI SUI DUE FRONT I
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RONTE DI lZJUM.
Per effetto della sacca di Izjum, il fronte del Gruppo Armate von Kleist aveva assunto un andamento a squadra, orientato a nord e ad est. Le operazioni sui due lati dell'angolo assunsero ben presto carattere di. stretta interdipendenza: da parte dei tedeschi e loro alleati per contenere con un minimo di forze la massiccia irruzione avversaria e realizzare il potenziale di manovra nel punto più vantaggioso; da parte dei russi per ampliare la conquista territoriale fino al successo strategico ed impegnare nello stesso tempo a fondo il settore orientale con azioni dimostrative, atte ad attrarre in quella direzione le riserve germaniche. Il Comando germanico aveva scarse riserve, come si è visto, e per crearsele non aveva altra possibilità che quella di sottrarre congrue unità dalla linea di schieramento orientale a vantaggio dello
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- ------------- - - - - - - schieramento settentrionale dove la battaglia rimaneva tuttora allo stato fluido e la situazione, rabberciata alla meglio, permaneva favorevole all'avversario. Conseguenza diretta di una tale situazione fu una intensificata attività da parte di tutte le unità schierate da Izjum al mare, e perciò anche del CSIR che fuse maggiormente le proprie energie a quelle dei Corpi limitrofi e che al comune intento offerse ognora generoso apporto. Ristabilitasi, con l'intervento della 1" Divisione alpina tedesca, la situazione fra il Samara e il T ernovka, l'avversario spostò il centro di gravità dei propri attacchi all'ala sinistra della r]° Armata e più propriamente sul fronte della 97" Divisione. Per parare la nuova m inaccia il Comando del Gruppo Armate von Kleist dispose il concentramento in quella zona della 60' Divisione motorizzata, ponendola alle dirette dipendenze del Comando G ruppo Mach kensen, e lo spostamento del raggruppamento Lombardi (6° bersaglieri e 120° artiglieria) verso est, da Pavlograd a Postiscevo. In tal modo, l'urto sferrato dai russi alla metà di marzo poté essere prontamente contenuto dal tempestivo intervento della 60" Divisione tedesca, né i successivi reiterati sforzi dell'avversario sortirono alcun risultato tangibile. Mentre si svolgevano queste operazion i, il gruppo tattico del Col. Giusiana era tenuto in riserva a disposizione del III Corpo d'Armata nella wna di Krivoroschije e, successivamente, con lo stesso compito, si poneva a fi anco del 93° reggimento alpini tedesco nella zona di Nova Snamenovka. Uno squadrone del Nova1"a Ca11alleric1, impiegato per rinforzare sulla linea unità alleate, si distinse il 27 marzo in un'azione di carattere locale . FRONTE DEL
CSIR.
IeJ frattempo, dall a fine di gennaio agli ulti mi giorni di febbraio, i sovietici mantennero sul fronte del CSIR una vivace, costante attività aggressiva, effettu ando continue azioni di sondaggio sulla linea difesa dagli italiani. Finalmente essi decisero di effettuare un attacco a fondo e come obiettivo scelsero il villag~io di Novaja Orlovka. Questa località, già situata nel territorio di giurisdizione della Celere, il 27 dicembre era passata nella sfera di responsabilità della Torino che con tale appendice aveva visto il proprio fronte assumere, in proporzioni ridotte, la stessa configurazione di quello del G ruppo d'Armate. Ad angolo, vale a dire, coi due lati rivolti ad oriente
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte rnsso ( 1941 - 1943)
ed a settentrione. Specialmente sull'estrema destra, guel settore divisionale presentava caratteristiche di particolare delicatezza, in quanto un attacco nemico in quella direzione avrebbe portato la minaccia per l'alto, e per la via più breve, direttamente ad obiettivi importanti quali Jassinovataia e Stalino. Un elemento di tale importanza aveva avuto il suo peso nella organizzazione della linea che era stata opportunamente potenziata. Verso la metà di gennaio, avendo il Comando della 1" Armata corazzata assegnato al CSIR il 525'' battaglione panzer - jager, su due compagnie, il Generale Messe destinava alla Torino una compagnia ed un plotone di tale battaglione, un altro plotone lo assegnava alla Pasubio ed il terzo lo teneva a disposizione del Comando CSIR dislocandolo a Rykovo così da essere pronto ad intervenire tempestivamente in entrambi i settori divisionali. Contro tali posizioni ormai solide si dirigeva all'al ba del 27 febbraio l'attacco nemico, dopo una massiccia preparazione di artiglieria di medio e piccolo calibro. Sulle unità russe avanzanti si abbatté il fuoco di tutte le armi del I /81° fanteria che presidiava Novaja Orlovka, quello dell'artiglieria divisionale, e anche il fuoco delle artiglierie della Celere e della Pasubio prontamente intervenute. Così i reparti russi attaccanti si scompaginarono prima ancora di giungere in prossimità del caposaldo e l'attacco si arenò senza speranza. L'avversario, tuttavia, non volle considerare perduta la partita e verso le 10,30 si gettava di nuovo con rabbiosa tenacia contro il tratto orientale del capos aldo stesso. Il combattimento, riaccesosi accanitissimo, imperversò sino al tardo pomeriggio concludendosi con la sconfitta dei russi che dovevano ripiegare sulle loro posizioni dopo aver lasciato sul terreno circa 700 uomini tra morti e feriti , tra i quali 9 ufficiali, oltre a numerose armi e altri materiali. Al I / 81° la strenua difesa era costata 5 morti e 12 feriti . In questa operazione i sovietici avevano impiegato l'intero 541'' reggimento fanteria e due battaglioni del 387", sostenuti da otto batterie di medio e piccolo calibro. A forze così soverchianti , 5 battaglioni contro I , si poté tener testa per la immediatezza con la quale il proposi':o nemico fu percepito dai difensori, sicché agli attaccanti vennero a m ancare il fattore sorpresa, e quello del fuoco micidiale di tutte le artiglierie del CSIR. Il nemico aveva subìto 1rravi perdite cd è verosimile ritenere che l'efficienza combattiva dei"' due reggimenti impiegati nell'azione fosse seriamente comprornessa. Tuttavia i russi non rallentarono l'abituale comportamento aggressivo nei riguardi delle unità che avevano di fronte. Infatti,
Il ciclo difensivo invernale
essi effettuarono un nuovo tentativo contro il caposaldo di Malo Orlovka, che era prontamen te sventato dalla vigilanza e dal contrattacco dei difensori, dell'8 1" fanteria; due giorni dopo, un colpo di mano proveniente dalla testata della balka Klinovaja e diretto sul caposaldo di N ovaja Orlovka sortiva uguale effetto. L a conquista di q uesto obiettivo sembrava premere in modo particolare ai russi, tanto che nella notte sul 6 marzo con forze valutate ad un battaglione, appoggiate da mortai e artiglieria, lo attaccavano nuovamente, estendendo l'azione da Novaja Orlovka all'attigua posizione di q . 298,3 . L'attacco veniva stroncato dal fuoco di sbarramento delle artiglierie e dei mortai e dai contrassalti di robusti reparti prima ancora che l'avversario raggiungesse i posti avanzati dei dife nsori. Alcuni giorni dopo, l'II marzo, l'azione nemica riprese sul fronte della Pasubio, dove nutrite formazioni avversarie attaccavano il caposal do di q. 277,4. I reparti del 79° fan teria che lo presidiavano riuscirono a fermare gl i attaccanti i quali dovevano ritornare sulle posizioni di partenza dopo aver lasciato in mano italiana alcuni prigionieri e alcune anni. Anche dalla parte del CSlR non si rimase inattivi e nel medesimo tempo in cui le unità sviluppavano ininterrotte azioni esplorative, furono effettuati molti attacchi locali col proposito di provocare la reazione nemica, costringerla a rivelarsi, accertarne la cons is tenza e tenere im pegnate al m assimo le forze che fro nteggiavano le posizioni italiane. Dì tali azioni la più importante (u q uella svolta nei settor i delle Divisioni Pasubio e Toriu o il 2 2 marzo, contemporaneamente ad operazioni analoghe dei Corpi d'Armata germanici XV e XLIX, per evitare che i sovietici alimentassero i loro attacchi nella sacca di Izjum con forze dei settori non impeg nati. Si trattò di un'operazione offensiva combinata delle due Divisioni contro Olkovatka, eseguita allo scopo d i dare al nemico la netta sensazione di una reale minaccia verso tale località, e per catturare prigionieri e armi . La Pasubio impiegava nell'azione (di rezione dì attacco Mi nieraMogila Ostraja - Olkovatka) il battaglione alpini Monte Cen 1ino, rinforzato da una compag nia mortai da 81 e da due plotoni mitraglieri dell'8o" fanteria, da elementi esploranti del 79° e del1'80° fanteria con l'appoggio del III gruppo del1 '8" artiglieria. La Torino partiva all 'attacco (di rezione d'attacco Vessielì q . 261,4) col I/82" fanteria rinforzato da un plotone mortai da 8r
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!.e operazioni del/e unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
e da un plotone da 47 / 32, con l'appoggio del II gruppo del 52" artiglieria. Allo scopo di assicurare il coordinamento delle due azioni, il battaglione Monte Cervino doveva attaccare di sorpresa al.le prime luci dell'alba e cioè non prima delle ore 5. Non appena manifestatasi la reazione avversaria, la Divisione T orino doveva battere per ro minuti col fuoco delle sue anni l'abitato di Olkovatka e quindi iniziare l'attacco con l'appoggio della propria artiglieria. L'aviazione doveva effettuare, a massa, non più tardi delle ore 7, lo spezzonamento e il mitragliamento dell'abitato di 0Ikovatka e di eventuali forze nemiche .in affluenza. L 'operazione si svolse secondo le modalità e nei tempi previsti. Nonostante l'asprezza della temperatura (30° sotto lo zero), i reparti superarono di slancio la zona di sicurezza avversaria, costringendo gli elementi avanzati nemici a ripiegare; affacciandosi da due direzioni convergenti sulla conca di Olkovatka, impegnavano decisamente la linea di resistenza nemica, sistemata in contropendenza. La minaccia ad un punto così delicato ed essenziale della organizzazione difensiva, l'impiego a massa delle nostre artiglierie, il ripetuto intervento della nostra aviazione realizzarono l'effetto voluto perché il nemico fu realmente inclouo, come era nello scopo dell'az ione, a supporre il peggio e, preoccupato dell'ulteriore più ampio sviluppo dell'attacco, mise in allarme rincalzi e riserve. Di ciò si ebbe una prova immediata poiché il Comando russo allo scopo di neutralizzare, o quanto meno alleggerire, l'azione cui era soggetto, impegnava in combattimento la Divisione Celere sul cui fronte nella stessa mattina sferrava ripetuti attacchi in corrispondenza delle nostre posizioni di q. 331,7, 3r6,6 e 301,0. Con particolare accanimento i russi attaccarono reiteratamente il XVIII battaglione bersaglieri che tuttavia seppe arginare validamente l'irruenza del nemico. Constatata l'impossibilità di conseguire esiti tattici di qualche rilievo, i sovietici decidevano di ripiegare. Anche le colonne della Pasubi; e 'della Torino, raggiunto l'obiettivo che aveva determinato la loro ooerazione, rientravano alle ' ' propne pos1z10n1. D) NUOVO ORDINAMENTO DEL CSIR
Considerata la necessità per il Corpo di Spedizione di presentarsi nelle migliori condizioni di efficienza operativa alla ripresa offensiva della prossima primavera, in una fase che si riteneva fosse
Il ciclo difen sivo hiuf'rnale
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conclusiva per le sorti della guerra al fro nte orientale, il Gen. Messe aveva inoltrato fin dal dicembre 1941 al Comando Supremo le seguenti proposte: - trasformazione della Divisione Celere in Divisione motorizzata; - assegnazione di due Divisioni , preferibilmente alpine, destinate a sostituire le due Divisioni autotrasportabili, per le quali veniva chiesta la tras form azione in Divisioni motorizzate o da montagna; - ripianamento delle perdite dei quadrupedi e costituzione di un raggruppamento truppe a cavallo, con artiglierie a cavallo, in considerazione delle spiccate caratteristiche di omogeneità di tali reparti e del fatto che le unità stesse avrebbero potuto trovare proficuo impiego in quel particolare ambiente topografico; - rinforzo delle un ità di Corpo d 'Armata mediante ]'assegnazione di unità carri « M », un secondo ra~gruppamento di artiglieria con materiale da 149/ 40 ed un battaglione guastatori; - sostituzione del gruppo da ricognizione « CA 31 r » con due squadriglie « BR 20 » e ulteriore assegnazione di due squadriglie da caccia, possibilmente dotate di apparecchi << MC 202 »; - ripianamento degli automezzi, motomczzi ed altri materiali vari per le Divisioni già in sito. D i tali proposte poté essere realizzata totalmente quella relativa alla trasformazione della Divisione Celere, che dal 15 marzo 1942 diviene Divisione motorizzata in quanto: - riceve: il 6° reggimento bersaglieri motorizzato, che si affianca al 3° già in sito cd al quale sono stati assegnati gli automezzi per l'autotrasporto; il XLVII battaglione bersaglieri motociclisti; il IC battaglione mortai e la 272 " compagnia cannoni da 47 / 32, entrambi motorizzati; il 120° reggimento artiglieria motorizzato (su un gruppo obici da roo / 17 e due gruppi cannoni da 75/ 27). Successivamente, nell'estate 1942, la Divisione riceverà inoltre il LXVII battaglione bersaglieri corazzato (carri L /6 - 40) e il XIII gruppo sernoventi da 47 / 32 Cavafleggeri di A 1essandria ; - perde: i reggimenti di cavalleria Savoia e Novara, che sotto la stessa data del 15 marzo formano il << Raggruppamento truppe a cavallo ,, agli ordini del Colonnello Barbò, già comandante del Savoia; il reggimento artiglieria a cavallo, passato ancl1'csso a far parte del raggruppamento a cavallo; il III gruppo carri <e L n (rimpatriato).
CA PITOLO Vlll
GLI AVVENIMENTI DALL'APRILE AL GIUGNO 1942. IL CONCORSO DEL CSIR ALLA CONTROFFENSIVA GERMANICA DI IZJUM
Lo sforzo offensivo nella sacca di Izjum si era ormai esaurito ed i sovietici si limitarono a svolgere attacchi talvolta consis tenti, ma a carattere parziale su ambedue i fronti del Gruppo d'Armate. Il settore del CSIR non ne rimase esente. Miglioratesi intanto le condizioni stagionali e venendo perciò a cessare gradualmente le ragioni che a sÌ.10 tempo avevano informato i criteri dell'organizzazione difensiva appoggiata agli abitati, veniva predisposta l'attuazione progressiva di un programma cli lavori tendente: a rivedere e correggere, se necessario, l'andamento della linea cli resistenza, nella considerazione che il -terreno riprendeva tutto il suo valore determinante; ad adeguare l'organizzazione campale al nuovo aspetto che l'ambiente asstuneva con lo scioglimento delle nevi; a riesaminare conseguentemente lo schieramento delle arti ofrlierie. Venne così rinforzata nel settore della Pasubio l'occupazione del costone Savielevka - Ubescicce; Ploskij , già caposaldo avanzato facente parte della posizione di resistenza, divenne un semplice posto di osservazione; fu stabilita la continuità della linea fra la Torino e la Pasubio con la costituzione di due nuovi caposaldi intermedi tra Ubescicce e Junyj Kommunar ; furono riuniti i due gruppi di artiglieria LX e LXI già assegnati alla Pasubio e alla Torino , per ricostituire la massa di manovra del Comando CSIR. Cominciavano anche ad affluire, con una certa regolarità e periodicità, i contingenti di complementi, che fin dal m ese di dicembre erano stati richiesti al Comando Supremo, per cui la cons.istenza numerica dei reparti andava migliorando. Venne inoltre preannunciata l'assegnazione al CSIR della Legione croata. Informato di ciò, ed in rapporto aìla preparazione della grande offensiva germanica per la eliminazione della sacca di Izjum, il Comandan te dell'Armata corazzata chiese al Gen. Messe
Gli avvenimenti dall'aprile al giugno 1942
di poterne disporre per destinarla a sch ierarsi tra le Divisioni alleate sul Samara. Il Comandante del CSIR rappresentò che tale movimento esulava dalle sue competenze, malgrado i giustificati motivi della richiesta. Metteva però a disposizione del Comando di Armata tutti i migliori cle menti direttamente dipendenti e precisamente: il battaglione alpini Monte Cen i11.o, rinforzato da una compagnia armi di accompagnamento e da due plotoni di formazione composti da artiglieri, dalla rn compagnia bersaglieri motociclisti, dalla 3° compagnia, meno un plotone, del LII battaglione mortai e dalla compagnia lanciafiamme del battaglione ch imico di Corpo d'Armata. Tali unità andarono ad aggiungersi al gruppo tattico formato il 28 febbraio al comando del Col. Giusiana, già in zona, e che si trasformava così in raggruppamento tattico al com ando del Col. Barbò. La forza di questo secondo raggruppamento tattico messo a disposizione dei tedeschi ammontava a 71 ufficiali e 1 .614 tra sottufficiali, graduati e soldati, con una dotazione complessiva di 83 fu cili mitragliatori, 16 mitragliatrici, 6 mortai da 81 e 6 cannoni da 47 / 32. Il raggruppamento, rinforzato da due battaglioni. tedeschi e dalla batteria da 75/ 27 della Pasubio già operante nell 'ambito delle unità germaniche fin dal mese di fe bbraio, si sch ierò all'ala sinistra del III Corpo corazzato tedesco, nel settore Verch. Samara - Lugovoj - Baschilovo. La Legione croata giungeva in zona il 19 aprile e veniva inquadrata nella Divisione Celere. Si rese così disponibile la legione cc.nn. che rientrò pertanto alle dirette dipendenze del Comando CSIR, dislocandosi a Makeievka dove attese al proprio riordin amento. In tutto questo periodo l'aviazione del CSIR svolse intensa attività specialmente quando, trasferitisi tutti gli equipaggi germ anici in Crimea per l'offensiva tedesca, le furono devolute la protezione del cielo del Gruppo d'Armate von Kleist e la scorta dei ricognitori . 1
I. - IL CO TCORSO DEL CSIR ALLA CONTROFFENSIVA GERMANICA N ELLA SACCA DI IZ JUM (Disegno n. 18)
Per creare le premesse indispensabili alla ripresa delle ~randi operazioni offensive della prossima stagione estiva e per rendere lo schieramento delle Armate più rispondente ad un positivo inizio
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Le operaz;oni delle unità italiane aì fronte russo ( 1941 - 1943)
della nuova avanzata verso est, il Comando Supremo tedesco decise di completare l'occupazione della Crimea e di eliminare la profonda sacca di Izjum. Le operazioni offensive in Crimea, iniziate nella prima decade di maggio, si conclusero dopo aspra lotta con la totale occupazione della penisola da parte dei tedeschi. Il mattino del r2 maggio, forse per rispondere all'offensiva germanica in Crimea, i russi sferrarono con ingenti forze un attacco concentrico su Karkov, prevenendo in tal modo l'offensiva che i tedeschi stavano approntando per la rescissione della sacca di Izjum. L'iniziativa russa non preoccupò il Comando germanico, per cui l'offensiva da esso pianificata ebbe regolarmente inizio il giorno stabilito, vale a dire all'alba del 17 . maggio, dalla fronte Miokj Alexandrovka sul Samara, ad opera della 17" Armata e del III Corpo corazzato. La 17" Armata ritornava combattendo sulla linea del Donez, fino alla confluenza col Bereka, fiume sul quale il III Corpo, superato Vell. Kamyschevaka, costituiva a Petroskaja una testa di ponte. In seguito a tali successi la pressione nemica verso nord, su Karkov, e verso est, su Krassnograd, si affievolì e, anzi, le forze russe iniziarono un movimento per defluire dalla sacca. Non vi riuscirono in guanto furono sopraffatte dal1a manovra concentrica dei Corpi III e XI germanici che, agendo rispettivamente da est e da sud ovest, tendevano alla eliminazione delle masse nemiche rimaste tra il Samara e il parallelo V ell. Kamyschevaka . ln questa fase della lotta entrava in azione il 18 maggio il raggruppamento tattico Barbò, estrema ala sinistra del III Corpo. Suo compito era di occupare le dorsali di :Mal Rastol, Klynovoj, Ivanovka, facendo perno a sinistra sulla posizione di Lugovoj , ove doveva essere assicurata la saldatura con la 20" Divisione romena. Per l'azione il raggruppamento fu rinforzato dal battaglione di formazione Kaus, della forza complessiva di 240 uomini, il guale, insieme con un altro battaglione tedesco, ne costituì l'ala marciante con obiettivo l'occupazione del costone di Mal Rastol. I due battaglioni ger manici il mattino del 18 avanzarono risolutamente verso il nemico, ma il loro impegno portò solo a risultati parziali perché la nutrita reazione dei difensori impedì la conquista dell'abitato di Mal Rastol. In collaborazione con tali unità, come colonna di centro, agivano il battaglione alpini Monte Cervino e la compagnia bersaglieri i quali, superate di slancio le resistenze che gli avversari opponevano
Gli avvenimenti dall'apri/e al giugno 1942
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sulle posizioni avanzate di q. 169,r, entrarono combattendo nell'abitato di Klynovoj del quale si impadronivano all'arma bianca. Senonché, quando il loro attacco aveva superato l'abitato e investiva un'altra quota che costituiva l'ultimo obiettivo della giornata, i sovietici tornavano all'attacco con forze preponderanti valutate a quattro battaglioni, minacciando di avviluppamento, da due diversi punti, alpini e bersaglieri. Non restava ai nostri reparti che retrocedere ordinatamente sulle posizioni di partenza. I russi tentarono di ampliare il loro successo ma, battuti dal violento tiro delle artiglierie, erano costretti a loro volta a ripiegare. Nonostante che gli abitati di Mal Rastol e Klynovoj fossero rimasti in mano sovietica, il consuntivo della giornata poteva dirsi favorevole ai reparti ital iani, anche nell'i nteresse complessivo dell'azione in quel settore, poiché forze minirne avevano tenuto impegnati cospicui contingenti nemici, distogliendoli dall'esercitare una seria pressione contro il fianco di un'altra unità tedesca (la 1° Divisione alpina). Intanto la manovra del II I e dell'Xl Corpo andava ormai delineandosi nella sua fase conclusiva. Le Di.visioni russe, irrimediabilmente avviluppate, affidavano la loro salvezza ad un supremo, disperato tentativo di uscire dall 'accerchiamento, senza peraltro riuscirvi. Tuttavia, esercitando urti contemporanei e concentrici dall'interno della sacca e della riva sinistra del Donez, impressero alla battaglia un ritmo così deciso ed intenso da mettere in gravi difficolt?1 il III Corpo ; il quale non solo dovette impegnare nell a lotta tutte le sue riserve, ma fu anche costretto a chiedere al Comandante del CSIR l'urgente intervento di altre unità italiane. Il Gen. Messe mise a disposizione dd Gruppo d'Armate von Kleist due gruppi tattici, uno della Pasubio (l/80° fanteria e II /8° artiglieria) ed uno della Tori110 (II/ 81° fanteria e II/52° artiglieria), che partivano il giorno 26 maggio per Barvenkovo. In relazione all'allontanamento dalle posizioni del CSIR dei due battaglioni, unità di secondo scaglione costituenti le uniche forze di contrattacco disponibili, il Gen. Messe ordinava al gruppo cc.on. Tagliamento, dislocato a Makeievka, di trasferirsi nella stessa giornata a Rykovo per un eventuale impiego nei settori della Pasubio e della T orino . La battaglia si concludeva il 28 maggio con l'annientamento di due Armate sovietiche. : ei loro bollettini i tedeschi comunicarono di aver catturato 240 mila uomini ed un ingente bottino di cannoni , armi varie e altro materiale.
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Le opera.z ioni delle unità italictne al fronte russo ( 194; - 1943) - - - - - -·-- -·-·-------·-··-··--- -~----- -
Le unità italiane, giunte quando la situazione era già risolta , furono impiegate m az10111 di rastrellamento della zona della battaglia. I due gruppi di artiglieria rientravano al CSIR il 7 giugno, mentre i due battaglioni potevano tornare ai loro reggimenti solo il 26 giugno dopo essere stati impiegati alle dipendenze di un gruppo tedesco per la protezione di un tratto di ferrovia. Il 26 maggio era intanto rientrato alle dipendenze del CSIR il raggruppamento tattico Barbò. Anche la Divisione Celere era tornata già da qualche giorno nell'ambito del CSIR, poiché col miglioramento della situazione sulla fronte del XLIX Corpo Alpino tedesco, nulla più giustificava la sua di pendenza extra organica. Il 3 giugno r942 il Corpo di Spedizione Italiano cambiava di- / pendenza di impiego e dalla 1"' Armata corazzata tedesca, con la Armata. j quale aveva operato per dieci mesi, passava alla L'attività difensiva sul fronte del CSIR si prolungò sino al 10 luglio poiché la ripresa delle operazioni offensive aveva inizio l'indomani II luglio con la manovra per la conquista dell'importante bacino carbonifero del Mius (Krasny Luch). Durante tutto il mese di giugno e nella prima decade di luglio non ebbero luogo sul fronte del CSIR fatti d'arme di qualche importanza. Le unità italiane infatti dovettero solo difendersi dai frequenti attacchi, peraltro di modesta portata, e dai colpi di mano dei sovietici, che non rinunciarono mai alla loro tradizionale attività di disturbo e di molestia. L 'attività dei russi si rivolse con particolare insistenza contro i fronti della Pasubio e della Celere. Fra tali azioni, la più rilevante fu quella portata il 27 giugno contro due caposaldi della Celere (Greco Timofejevskij e q. 3n,7), presidiati dal VI battaglione bersaglieri. Alle 3 del mattino si abbatteva improvvisamente sul caposaldo di q. 3II,7 il fuoco dell'artiglieria sovietica e dopo circa quaranta minuti di preparazione, forze valutate ad un battaglione fortemente rinforzato (appartenente al II49° reggimento espressamente portato in linea per l'azione), partivano all'attacco giungendo ad occupare due centri di fuoco dopo che i difensori erano caduti sulle proprie armi. Immediatamente contrassaltati da una compagnia di rincalzo, i russi erano costretti ad arretrare. Premuti poi da presso, specie sui .fianchi, da reparti della riserva, dovevano tornare sulle loro posizioni dopo aver lasciato sul terreno un centinaio di morti e alcuni . . . . png10nien.
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Gli avvenimenti dall'aprile al giugno 1942
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Le perdite del battaglione ammontarono a 15 morti ( r ufficiale) e 33 feriti (4 ufficiali).
Con questo combattimento, che cost1tmva anche il battesimo del fuoco del 6° bersaglieri al fronte russo, si concludeva l'attività operativa del Corpo di Spedizione, ma non quella delle sue unità, poiché dalle ore zero del 9 luglio, al Comando del CSIR subentrava il Comando dell'8" Armata italiana, agli ordini del Generale Italo Garibaldi. Per non turbare però i rapporti di dipendenza esistenti, mentre erano già in atto tutte le predisposizioni per la ripresa delle operazioni offensive, fu disposto che il CSIR rimanesse temporaneamente alle dipendenze della 1i' Armata germanica, la quale sotto la stessa data si costituiva in « Gruppo d'Armate Ruoff >> . Il Corpo di Spedizione Italiano assumeva l'ordinativo di XXXV Corpo d'Armata al quale, in segno di distinzione per le sue benemerenze, veniva aggiunta la sigla che fino allora lo aveva contraddistinto, cioè XXXV Corpo d'Armata - CSIR. Lo schieramento del XXXV Corpo d'Armata - CSIR, che fissa anche la situazione di base alla ripresa delle operazioni offensive, è indicato nel Disegno n. 19. Le nuove Divisioni ed unità, destinate a costituire 1'8" Armata italiana, stavano in quel periodo attuando la propria radunata nelle ~one_ arr~trate; alcune erano già in sito, altre sotto scarico o ancora m v1agg10. L'Armata, perciò, rimaneva per il momento virtualmente estranea ad ogni possibilità di impiego nel corso delle operazioni che si annunciavano imminenti. Di essa era soltanto disponibile il XXXV Corpo d'Armata - CSIR, al quale sarebbe rimasto per intero il compito di rappresentarla.
12 . -
U.S.
PARTE TERZA
LE OPERAZIONI DELL'8" ARMATA
CAPITOLO IX
COSTITUZIONE, TRASFERIMENTO E RADUNATA DELL'8 ARMATA 3
I. - COSTITUZION E
La radunata del Corpo di Spedizione Italiano in Russia non era stata ancora completata e già (13 luglio 1941), presso il Comando Supremo, che si adeguava ad una precisa volontà politica, era in corso lo studio per l'accrescimento del numero delle Grandi Unità inviate a combattere su quel teatro d'operazioni, poiché in sede competente veniva giudicato : 1< Non possiamo essere meno presenti della Slovacchia e bisogna sdebitarci verso l'alleato >l (1). Non solamente veniva progettato l'invio di un altro Corpo d'Armata, ma se ne precisava pure la costituzione su due o tre Divisioni, delle quali si facevano i nomi, completate da unità di camicie nere da comprendere tra i reparti a diretta disposizione del Comandante del Corpo d'Armata. L'analisi dei documenti del Comando Supremo fa ritenere che sola remora ad una pronta partenza di quella Grande Unità sia stata la mancanza degli automezzi necessari per la motorizzazione delle artiglierie e dei Servizi logistici. La scarsa produzione di mezzi automobilistici, derivata dalla penuria di m aterie prime, e la necessità di provvedere soprattutto al fabbisogno del fronte africano, avevano indotto il Comando Supremo italiano a richiedere a quello tedesco di provvedere gli automezzi occorrenti alla motorizzazione ridotta delle nuove Grandi Unità che si sarebbero affiancate a quelle germaniche (Documenti n. 43, 44, 45 e 46). Alla fine di luglio 1941 il Generale Giovanni Messe, Comandan te de] CSIR , apprendeva la notizia che in Italia era in corso di studio l'ampliamento del Corpo di Spedizione con l'approntamento di un
( 1) Dichiarazione fatta dal Capo del Governo.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (194, - 1943)
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altro Corpo d'Armata, com'è stato detto, con le fanterie a piedi e con la sola artiglieria ed i Servizi motorizzati. Ormai esperto delle difficoltà incontrate per l'insufficiente grado di motorizzazione del CSIR, il Generale Messe, valendosi di un ufficiale distaccato in missione dallo stesso Comando Supremo, si affrettava ad informare questo, dal quale dipendeva, che l'invio al fro nte russo di un altro Corpo d'Armata, dotato di tanto limitati mezzi automobilistici, avrebbe costituito un grave er rore e che, pertanto, ne era sconsigliabile la partenza (2). Il 25 agosto il Maresciallo Keitel precisava che, per le esigenze proprie delle Grandi Unità germaniche, non era possibile, da parte tedesca, la cessione di automezzi, neppure a favore di reparti destinati ad una stretta cooperazione. Inoltre invitava il Comando italiano a non trarre i mezz i da quelli destinati al rifornimento del fronte africano (Documento n. 47). L'invio di un altro Corpo d'Armata subiva, pertanto, un tempo d'arresto e, alla fine d'ottobre non era stata ancora presa nessuna decisione. Il « Diario Ciano » (3) riferisce l'intenzione di Mussolini di contribuire alle operazioni sul fronte russo con venti nuove Divisioni. Il Capo di Stato Maggiore Generale assecondava tali assurdi progetti , mentre il re Vittorio Emanuele III esprimeva, proprio con Ciano, . « la sua netta avversione a tali propositi », manifestando dubbi sulla possibilità dell'Esercito di approntare un così forte contingente. In pochi giorni l'entità veniva ridotta prima a quindici Divisioni , infine alle sei successivamente inviate. Lo stesso Generale Cavallero sosteneva « di avere risolto il problema della motorizzazione, non dando camion alla truppa, ma portando la tappa quotidiana di marcia della fanteria da diciotto a quaranta chilometri al giorno J> . Permanevano ancora difficoltà per la dotazione di automezzi, mentre ne erano insorte di nuove anche per fabbisogno di armi anticarro, mitragliatrici e fucili mitragliatori, difficoltà tutte che inducevano a ridurre la portata del progetto, fissando il contingente possibile in sole sei Divisioni (Documenti n. 48 e 49). Alla fine di novembre, nel corso di colloqui tra il Ministro per gli Affari Esteri, Galeazzo Ciano, ed il Fi.ihrer, questi giudicando come transitoria e superabile la crisi che aveva colpito fin dall'inizio
(2)
G10vA:-i~1
MESSE : « La guerra al fronte russo », E<l. giugno 1947,
pagg. 27 - 29. (:~) C 1t1NO:
«
Diario 1941 - 1943 », pagg. 71, 72, 73, 76, 77.
Costituzione, trasferimento e radunata del/' 8" Armata
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dell 'inverno le Armate germaniche, precisava gli obiettivi futuri nel raggiungimento della linea del Volga, nell'occupazione di Stalingrado e nell' « attacco al Caucaso e nell'in izio della grande marcia ad orien te, che attraverso l'Iran, l'Irak, la Siria e la Palestina dovrà condurre alla conquista di una delle posizioni chiave dell'Impero britannico : l'Egitto». In previsione di quelle operazioni, Hitler « accoglierebbe con favore la presenza di Divisioni alpine nel settore sud del fronte russo. Truppe alpine che sa essere ottime e che in collaborazione coi tedeschi e con le attuali forze italiane, per le quali ha ancora avuto parole di elogio, dovrebbero attaccare il Caucaso. Una volta superate le montagne ed iniziata l'azione in Oriente, la partecipazione italiana dovrà necessariamente assumere proporzioni di molto maggiore portata, soprattutto perché la lotta sarà trasportata in un settore destinato a far parte dello spazio vitale italiano » . Un a lettera di Mussolini ad H itler, scritta il 3 dicembre 1941, sembra spiegare la volontà italiana di accrescere il contributo per la guerra al fronte russo. Mentre da parte italiana si chiedeva che « al più presto almeno i materiali occorrenti per la Libia, ivi comprese le armi pesanti, cioè artiglierie e carri armati>> (con esclusione degli uom ini, trasportabili per via aerea) potessero essere avviati sulle rotte brevi di Biserta e di Tunisi (inibite a quel tempo a noi dalle intese dirette tra Germ ania e Francia), si offriva di triplicare la forza operante al fronte russo. Il rapporto tra richiesta ed offe rta è reso evidente non soltanto dall a consecutività dei due periodi della lettera, ma neJla frase iniziale del secondo: « Per questo sforzo comune sto provvedendo, in relazione al Vostro recente colloquio con il Con te Ciano, a predisporre un corpo d'armata alpino composto delle nostre migliori truppe, e un corpo d'armata di fanteria da montagna che insieme con il CSIR, pien amente ricostituito di uomini e di mezzi, potranno rappresentare un vigoroso apporto delle forze armate italiane al proseguimento della Vostra magnifica avanzata al Caucaso ed oltre ». Già alla fine di dicembre J94r, H itler << rin grazia dei corpi d'armata italiani (sei divisioni) che costiti-tiranno un'armata al cui comando saranno sottoposte anche forze germaniche» (Docum ento n. 50). Nella realtà le forze germaniche promesse fu rono dapprima assegnate con una certa larghezza, ma furono poi via via ridotte fino ad annullarsi.
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Nel gennaio 1942, presso il Comando Supremo, si andava precisando il concetto che, prima di avviare in zona di operazioni le Grandi Unità, fosse necessario assicurare il funzionamento dei Servizi logistici e che fosse compito preliminare quello di ultimare i tr asporti delle unità per il completamento del CSIR (tr asformazione della f Divisione Celere in unità motorizzata ed invio di complementi per tu tti gli altri reparti). Si poneva entro quel periodo anche il problema della costituzione del Comando di Armata e dell a scelta del Comandante (Documenti n. 51 e 52). Durante il m ese di febbraio, dovendosi procedere all 'effettivo approntamento delle unità, riapparve il problema dell'insufficiente disponibi lità di armi controcarro e contraeree, nonché di mez:ò automobilistici. Per potere raccogliere batterie contraeree da 75/ 46 fu necessario sottrarne alla difesa del territorio, sostituendole con altre dotate d i materiale meno valido. Le richieste di automezzi rivolte alla parte germanica rimanevano ancora inascoltate (Documento n. 53). Il 6 febbraio il Capo dell'O.K.W ., Feldmaresciallo Keitel, indicava i tempi d'inizio dei trasporti di radunata: - un Comando di Corpo d'Armata con tre Divisioni al r" magcrio · I:> ' - Comando di Armata ed un Com ando di Corpo d'Armata con tre Divisioni al 1° giugno.
Il Comando Supremo italiano accettava le date proposte, precisando che il Corpo d'Armata Alpino sarebbe partito per ultimo. Il 2 aprile il Comandante dell'8" Armata veniva scelto nella persona del Generale Italo Gariboldi, la sede temporanea del Com ando stabilita a Bologna e l'inizio del funzionamento di esso fiss ato al 1° maggio. Frattanto veniva previsto l'accantonamento delle dotazioni di equipaggiamen to per il fu turo inverno ed era p rescritto un periodo di addestramento dei reparti destinati ad operare in quel particolare ambiente. Nella prima decade di aprile lo Stato Maggiore dell'Esercito aveva definito la formazione organica dell'8" Armata. Rimaneva fermo il concetto dell a costituzione di essa su tre Corpi d'Armata (II, CSIR ed Alpino), con un considerevole complesso di unità direttamente dipendenti dal Comando d 'Armata. Attuata nel CSIR la trasformazione della 3• Divisione Celere, ne sarebbe stato poi ancora cresciuto l'armamento con l'assegnazione
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di elementi corazzati. Il raggruppamento a cavallo sarebbe rimasto al CSIR, anziché all'Armata, ed altrettanto il III gruppo carri « L » S. Giorgio, ridotto a due soli squadroni (che invece fu rimpatriato per le pessime condizioni del materiale). Il II Corpo d'Armata avrebbe dovuto ricevere un solo battaglione mitraglieri, invece dei due che poi ricevette, e fu questa la sola variante di quanto era stato progettato per quella Grande Unità. Il Corpo d 'Armata Alpino partì nella for mazione prevista, risultata più leggera di quella degli altri due, com'è indicato più avanti. Per le unità direttamente di pendenti dal Comando di Armata era stata progettata una formazione assai consistente, che poi non fu raggiunta, perché le necessità del fron te africano dovevano essere soddisfatte con precedenza e neppure potevano essere trascurate quelle dei territori balcanici e della frontiera alpina occidentale. Sebbene fossero stati compresi neJla fo rmazione progettata, non si recarono al fronte rnsso : - l'intero 20° raggruppamento sciatori al pini, formato dai battaglioni Monte Rosa, Val Toce e Val Cenischia, da una compagnia di pezzi controcarro, dal gruppo di artiglieria alpina Val d'Orco (tre batterie di obici da 75 / I 3) e da una compagnia del genio m arconisti. In Russia sarebbe rimasto soltanto il battaglione sciatori Monte Cert1ino; - il raggruppamento esplorante corazzato Cat1alleggeri di Lodi, costituito da tre gruppi di squadroni, con un totale di 26 autoblinde, 56 carri armati L /6 (con pezzo da 20), 8 pezzi da 20 contraerei, 9 semoventi da 47 / 32, 8 semoventi da 75/ r8, un plotone artieri - traghettatori; - il 10° raggruppamento semoventi, con i gruppi CLXI, CLXII, CLXIII, ciascuno su due batterie, armate di modernissimi cannoni da 90 / 53. Quest'u ltime unità corazzate dotate di pezzi da 75 / 18 e da 90/53 avrebbero potuto avere un importante compito da adempiere nella fase cruciale della seconda battaglia difensiva del Don. Fu inviato al fronte russo, in più delle unità previste, il CIX battaglione mitraglieri, assegnato al Comando d' Arn1ata. ron era stata esclusa l'ipotesi di sostituire il XXXIV gruppo cannoni da 149/ 40 del 9" raggruppamento arti glieria d'Armata con un altro di pari calibro, ma dotato di pezzi da 149/35, antiquato
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materiale su affusto rigido (4), che mai avrebbe potuto anche soltanto fornire prestazioni simili a quelle de.I moderno pezzo da 149/ 40. Nel periodo immediatamente anteriore all'inizio del funzionamento in Bologna del Comando dell'8" Armata, in un lungo colloquio del 29 aprile, nel castello di Klessheim tra il Generale Cavallero ed il Feldmaresciallo Keitel, quest'ultimo esprimeva un giudizio favorevolissimo sul comportamento del CSIR durante l'ormai conclusa campagna invernale e prometteva il futuro impiego unitario delle forze italiane dell'8" Armata.
Il Comando dell'8" Armata, costituitosi il 1° maggio 1942 in Bologna, era destinato ad esercitare la propria autorità gerarchica su tre Corpi d'Armata, ma in realtà, in quel momento, uno di essi era sottratto a qualunque azione diretta di Comandi italiani, in quanto si trovava da lungo tempo ad operare al fronte russo. Gli altri due, il II Corpo d'Armata, ad Alessandria, ed il Corpo d'Armata Alpino, a Bolzano, erano assai lontani dalla sede di Comando dell'Armata. Anche le Divisioni e le altre unità minori presenti in Italia erano dislocate in ampia zona rispetto ai Comandi dei due Corpi d'Armata che le inquadravano e si andavano lentamente rac:o&liendo nelle zone donde avrebbe avuto inizio il trasporto ferrov1ano. Fino al 10 maggio le unità erano ancora impegnate in serv1z1 territoriali e gerarchicamente dipendenti dai Comandi nel territorio dei quali erano dislocate. Soltanto dopo quella data furono alleggerite da incarichi non connessi al loro prossimo impiego di guerra. Inoltre sarebbero venute a dipendere direttamente dal Comando di Annata altre un ità suppletive, già operanti al fronte russo. L'Intendenza costituita per il CSIR, pur trovandosi in zona di guerra ed in piena attività, stava attuando la propria trasformazione per potere servire l'Annata (5). La costituzione delle Grandi Unità destinate ad operare nel1'8·· Armata, riportata dai rispettivi quadri di battaglia (Documenti n. 54 e 55), comprendeva, complessivamente: 122 battaglioni organici, o reparti corrispondenti delle varie Anni, e 50 compagnie autonome, od unità corrispondenti del-
(4) Gittata massima 17.500 metri. (5) Vds. monografia: <e I Servizi logistici delle Unità italiane al fronte russo (1941 - 1943) l>.
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le varie Armi, equivalenti alla forza di r6 battaglioni. e al tre unità minori, per un totale complessivo di 229.005 uomini ;
- 25.000 quadrupedi ; 16.700 automezzi e 4-470 motomezzi; - 2.657 fucili mitragliatori, 1.742 mitragliatrici, 423 mortai da 8J, 874 mortai da 45, 297 cannoni con trocarro da 47 / 32, 31 carri L / 6 (6,8 tonn.), 19 semoventi da 47/32 (6,5 tonn.); - 977 pezzi di artigl ieria di vario calibro ; - 23 aerei da r icogn izione del 71" Gruppo (16 Ca 31 1 7 Br 20); ~ J aerei da caccia del 2r'' G ruppo Aut. C.T. (30 MC 200 II MC 202).
Dall 'esame della form azione organJCa dell '8' Armata risulta evidente che la sua costituzione rappresentava un grande sforzo per l'Esercito e per l'intero Paese, ai quali incombeva l'onere di alimentare la guerra in atto od in potenza su tutti gli altri fronti, oltre che di provvedere all' immediata difesa del territorio metropolitano. Si rilevano, dunque, due contrastanti esigenze : dare tutto quanto fosse possibile, affinché k .finalità specifiche alle quali mirava il Comando Supremo fossero raggiunte; non incidere troppo su tutte le altre esigenze ad escl usivo incremento di un settore parziale. L'Armata non disponeva in proprio di Divisioni da dislocare in seconda schiera e da impiegare direttamente per sfru ttare con prontezza un eventuale successo o per rafforzare un tratto di fronte minacciato, né tanto meno per effet tuare avvicendamen ti su posizioni difensive. Infatti la Divisione Vicenza era stata costitu ita come « Divisione da occupazione », priva del reggimento di artiglieria e del battaglione mortai , dotata di una sola compagnia controcarro e di un battaglione mitraglieri. L'Armata non possedeva unità carriste atte allo sfondamento ed alla rapida penetrazione attraverso le breccie, non essendo idonea al primo compito ed alla fase iniziale del secondo la 3" Divisione Celere, costituita come Divisione motorizzata ed alla quale non era bastante la forza di penetrazione conferitale dai due modesti reparti corazzati successivamente giunti in Russia. Una nota particolare era data dall'inclusione della Legione croata, formata da un battaglione fucilieri, rinforzato da reparti di anni d'accompagnamento e da una compagnia di complementi.
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Quella unità avrebbe dovuto affermare sul campo di battaglia l'allineamento della Croazia indipendente con le Potenze « dell'Asse» e del « patto antikomintern )>.
In generale, l'aspetto organico dell'Armata era piuttosto quello di una Grande Unità formata per combattere .i n terreno montano, come sembrava essere destinata a fare, in conformità con le intese politiche assunte ancor prima della sua costituzione e come la tradizione militare italiana dimostra essere caratteristica positiva del combattente italiano, preparato a quel compito dalla co~formazione fisica del suo Paese. Su tre Corpi d'Armata, due (il II e l'Alpino) avevano la totalità delle fanterie destinate a muovere a piedi, mentre il XXXV - CSIR poteva autotrasportare soltanto due delle sue tre Divisioni (una autotrasportabile e la Celere). Derivava da questa situazione organica la conseguenza che l'Armata, se impiegata in zona pianeggiante, non sarebbe stata in grado di partecipare ad operazioni offensive a vasto raggio e sarebbe stata costretta in un impiego difensivo. Il Corpo d'Armata Alpino ripeteva l'inconveniente organico già notato presso l'Armata, di non disporre in proprio di una piccola massa di manovra. Il II ed il XXXV - CSIR avevano, almeno, i sei battaglioni del raggruppamento di camicie nere.
I mezzi di fuoco della fanteria erano organicamente ripartiti in modo alquanto disarmonico nei tre Corpi d'Armata, inconveniente tanto più grave se l'Armata avesse dovuto operare riunita. In tal modo, le Grandi Unità che la componevano, dovendo essere impiegate in settori contermini, si sarebbero trovate, probabilmente, a dover fronteggiare esigenze simili schierandosi o tutte in pianura, o tutte in ambiente montano. Infatti, il Corpo d'Armata Alpino disponeva in tutto di 72 mortai da 8r, contro i r53 del II Corpo d'Annata ed i r89 del XXXV-CSIR. Se poi si considera che le Divisioni di fanteria italiane operavano nel quadro di Grandi Unità superiori comprendenti anche Divisioni germaniche, la proporzionale esiguità di dotazione di mortai diviene ancora più sensibile, in quanto le Divisioni dell'Esercito alleato possedevano maggior quantità di tali armi.
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Quanto alla difesa controcarro affidata alle unità di fanteria, il limite dell'efficacia, più che nel numero delle armi , stava nelle loro prestazioni. Il pezzo da 47 / 32, pur essendo in sé arma di buone qualità balistiche, come è già stato detto, non riusciva a perforare le corazze della maggior parte dei carri armati sovietici. Anche per questo armamento il Corpo d'Armata Alpino risultava meno provvisto del Il e del XXXV - CSIR. La dotazione di pezzi da 47 / 32 del II Corpo d'Armata, destinati alla funzione controcarro, era di 72 (oltre a 22 in funzione prevalente di accoropagnan-i.ento) (6); quella del XXXV - CSIR era di 80 (oltre a 28 di accompagnamento). Invece quella del Corpo d'Armata Alpino era limitata ai soli 48 pezzi delle due compagnie controcarro assegnate a ciascuna delle tre Divisioni alpine (oltre ai 24 per ogni Divisione, assegnati alle compagnie armi di accompagn amento di battaglione). L 'assegnazione di pezzi da 47 controcarro alle unità direttamente dipendenti dal Comando di Armata, 28 in totale, dei quali soli 8 destinati alla difesa controcarro della Divisione Vicenza e 20 all'accompagnamento (12 per le due compagnie reggimentali della Vicenza ed 8 per la Legione croata) non farebbe mutare il ragionamento, neppure se si computassero gli altri 19 pezzi semoventi del XIII gruppo della 3" Divisione Celere, vincolati alla particolare azione del combattimento carrista. La struttura portante della difesa controcarro, però, risultava costituita dalle 90 bocche da fuoco d'artiglieria ad essa destinate, delle quali è detto più avanti e che, unite a quelle di fanteria, se schierate in settori di ampie7.za consona alle possibilità organiche delle Grandi Unità italiane ed alla loro dottrina tattica, avrebbero potuto conseguire risultati migliori (7).
(6) La differenza tra le due funzioni consisteva negli obiettivi del tiro che determinavano la scelta del tipo di munizionamento da impiegare. 11 tiro di accompagnamento, a granata normale, veniva effettuato normalmente contro bersagli situati entro due chilometri anche se la gittata massima era di 3.500 metri. Il tiro controcarro doveva essere effettuato a distanze ravvicinate inferiori ai r .ooo metri e la gittata massima di 7.000 metri ottenuta da quelle speciali granate era soltanto effetto della maggiore velocità iniziale del proietto. (7) I settori difensivi presidiati dalle Divisioni italiane sul D on ebbero ampiezze dell'ordine di una trentina di chilometri, mentre la dottrina tattica dell'epoca assegnava ad una Divisione di fanteria, in terreno pianeggiante, settori difensivi ampi dai tre ai cinque chilometri.
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Mentre le Grandi Unità dell'8" Armata stavano schierandosi sul Don, lo Stato Maggiore dell'Esercito tedesco (O.K.H.), in persona dell'Intendente Generale (Sottocapo di Stato Maggiore), Generale Blumentritt, faceva presente all'Addetto Militare a Berlino l'insufficienza dei pezzi da 47 contro i carri armati di medio tonnellaggio ed i buoni risultati ottenuti dai tedeschi impiegando contro di essi bocche da fuoco da 76 mm. Quando poi fu nota al Comando Supremo la scarsa densità dello schieramento italiano sul Don, a Roma sorse la giustificata preoccupazione che la difesa controcarro, pur se accresciuta da parte germanica con l'avvenuta cessione dei 54 pezzi da 75/ 39, risultasse ancora insufficiente. Il Comando Supremo si rivolse allo Stato Maggiore dell'Esercito, affinché la dotazione di idonee armi controcarro fosse accresciuta, purché non fossero ridotte quelle al fronte africano, ma nulla poté essere fatto. Anche eia questa circostanza risulta dimostrato come fosse difficile per l'Italia condurre una guerra moderna su più fronti . Per quanto riguard a l'artiglieria, il suo incremento quantitativo era collegato a quello stesso delle Grandi Unità presenti al fronte russo. La costituzione organica di un'Armata comportava l'assegnazione in proprio di reparti di artiglieria. Il 9° raggruppamento di artiglieria cl' Armata, formato da sei gruppi, dei qual i il LXXIII di obici da 2ro/22 (8), il XXXI, il XXXII ed il XXXIV di cannoni da 149 / 40 (9), ii XXIV ed il L di cannoni da r49/ 28 (ro), con il suo complesso di bocche da fuoco, rilevante per la potenza dei loro colpi e delle gittate, offriva al comandante la possibilità di un impiego a m assa o di assegnare consistenti rinforzi alle Grandi Unità dipenden ti, soprattutto nel caso in cui l'ampiezza dei fronti sui quali sarebbero stati chiamati ad operare avesse consentito la sovrapposizione dei settori d'azione dei vari gruppi (8) Su tre batterie. Gittata massima 15.400 metri. Arma di fabbricazione moderna, dotata <li forte potenza di colpo. Le sue batterie furono assegnate ai gruppi da r49/ 40, formandosi, in tal modo, gruppi pluricalibro che fu rono decentrati ai Corpi d'Armata. (9) Ciascuno su tre batterie, dotate <li armi pure moderne con la gittata massima di 23.700 metri, che fu raramente utilizzata appieno, per la difficoltà <li osservare da terra il tiro, e quindi efficacemente dirigerlo. Pochissime volte fu possibile attuare l'aerocooperazione per l'osser vazione aerea <lei tiri. (10) Armi <li fabbricazione Krupp, cedute dalla Germania. G ittata massima 13.300 metri .
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(anche con quelli dei Corpi d'Armata e delle Divisioni) e la manovra delle traiettorie. Per il 201° reggimento di artiglieria motorizzato, su tre gruppi (nove batterie) armati di modernissimi cannoni da 75/32, era previsto l'impiego frazionatissimo in fun zione controcarro (II). Anche il reggimento di artiglieria a cavallo, con tutte le sue contemporanee possibilità e limitazioni d'impiego, era passato a far parte delle unità di rettamente dipendenti dal Comando del!' Armata, unitamente al raggruppamento a cavallo del quale faceva parte. Il rafforzamento in batterie controaerei da 75/ 46, da 4 a 13 (cinque gruppi) era, all'incirca, proporzionale ali 'incremento generale della forza dell'Armata, mentre risultava relativamente scarsa l'assegnazione di sole 4 batterie controaerei da 20. Della dotazione di arti glieria del CSIR è stato detto, così per il Corpo d'Armata, come per le Divisioni, anche dopo che la 3" Celere fu organicamente trasform ata. Inquadratosi nell'8" Armata e divenuto il CSIR XXXV Corpo d'Armata, il Comando artiglieria d'Arm ata stabilì che i tre gruppi da 105/ 32 del 30° raggruppamento venissero rinforzati da un gruppo di obici da 149/ 13, parificando in tal modo fra i tre Corpi d'Armata la disponibili tà diretta di gruppi di ar tiglieria. Rimaneva nelle Divisioni del CSIR il punto debole di un armamento costituito da bocche da fuoco di modello antiquato. Il II Corpo d'Armata era il meglio provveduto quanto ad artiglierie organicamente assegnate. Il 2° raggruppamento, pur essendo stato ridotto dal trasferimento di un gruppo da 149/ 13 al 30° raggruppamento del CSIR , restava costituito da due gruppi da 105/28 (12) e due da 149/13 (r3). Nelie Divisioni i reggimenti d'artiglieria divisionale erano form ati da due gruppi di obici da 75/ r8 (14) ed un gruppo di cannoni da 105/28. Si può osservare che, tanto per il II Corpo d'Armata , quanto per gli altri due, non era stata assegnata in proprio, tra le artiglierie, alcuna batteria da 75 / 46 controaerei. La dotazione di due batterie da 20 al Corpo d 'Ar mata e di altre due ad ognuna delle Divisioni non costituiva garanzia che i sorvoli nemici potessero essere efficacemente contrastati. Il Corpo d'Armata Alpino, con l'n° ra~gruppamento d'artiglieria, aveva ricevuto tre gruppi di cannoni da ro5/32 (che ripete(u) Arma (12) Arma (13) Arma (14) Arma
di fabbricazione m oderna. Gittata massima 1 r.500 metri. di fabbricazione anteriore al 1915. Gittata massima 13.650 metri. di fabbricazione anteriore al 1915. G ittata massima 8.800 metri. di fabbricazione moderna. Gittata massima 9.500 metri.
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vano gli inconvenienti degli stessi pezzi assegnati al CSIR) ed un gruppo da 149 / 13. In ognuna delle tre Divisioni alpine, il materiale dei due gruppi di obici da 75/ r3 someggiati (15) rispondeva all'esigenza eventuale di cooperare con i battaglioni alpini in zone impervie, ma si trattava pur sempre di materiale antiquato. Il gruppo di obici da ro5/ rr someggiati (r6) del reggimento di artiglieria divisionale, dotato di armi ottime in sé, era, però, costituito su due sole batterie. Tutte le nove Divisioni dei Corpi d'Armata, appena giunte in Russia, erano state dotate di sei pezzi da 75/ 39 mod. 97- 38, di preda bellica francese, distribuiti dai tedeschi. Con quelle armi e con personale tratto dai reparti munizioni e viveri dei reggimenti di artiglieria divisionale, furono formate batterie destinate a svolgere soltanto azione controcarro, in modo analogo a quelle del 201° reggimento. La disponibilità di questi pezzi in funzione controcarro, aggiunta a quel.la delle anni del 201° reggimento, dava modo di rafforzare considerevolmen te l'azione limitata dei pezzi da 47 / 32. Esistevano ancora, nell'Armata, sette batterie di obici da 65/ 17 ( r7), assegnate come batterie di accompagnamento ai reggimenti di fanteria 37° (Divisione Ravenna), 53° e 54° (Divisione Sforzesca), 79° ed 80° (Divisione Pasubio ), 89° e 90° (Divisione Cosseria). Alla Divisione Vicenza, ultima giunta in territorio russo e destinata a svolgervi servizio di occupazione, non era stato assegnato alcun reparto di artiglieria, neppure armato con pezzi da 20 per la difesa controaerei. La forza complessiva delle bocche da fooco dell'W Armata risulta così ripartita per calibro: da 65/ 17 di accompagnamento, someggiati n 20 mm c/a (18) » 75/ 46 c/a » 75/32 motorizzati c/c n 75/39 c/c ( t5) Arma di fabbricazione anteriore al 1915, di preda bellica austro ungarica. G ittata massima 8.250 metri. (r6) Arma di fabbricazione moderna, di preda bellica francese. Gittata massima 7.250 metri. (17) Arma di fabbricazione anteriore al r9r5, distribuita a consumazione e da sostituire con il cannone da 47 / 32, assegnato alla fanteria. Gittata massima 6.500 metri. (r8) La 3a Divisione Celere metteva in linea, inoltre, i 3I pezzi <la 20 elci carri armati del LXVII battaglione corazzato, ma le caratteristiche d'impiego tattico di quelle armi fanno sì che non se ne possa tenere conto tra le unità di artiglieria.
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da 75/ 13 someggiati (Di visioni alpine) . . n. » 75/ 18 motorizzati (Divisioni di fanteria II C.A.) . )> » 75/27 mod. 19 rr mot. (Divisioni fan teria XXXV C.A.) . >> » 75/ 27 mod. 1912 a cavallo . . l> >> 100 / 17 motorizzati (Divisioni fanteria XXXV C.A.) . . . >) » to5/ II someggiati (Divisioni alpine) . » l> ro5/28 motorizzati (II C.A. e Divisioni) >> » 105/32 motorizzati (XXXV C.A . e C. A. Alpino) » >l r49/r3 motorizzati di Corpo d'Annata » » r49/28 motorizzati di Armata » » 149/ 40 motorizzati di Armata . » >> 210/22 motorizzati di Armata . )> per un totale di 946 pezzi, inquadrati in 204 batterie.
1 9 .:i
72 72 72 24
36 24
60 72 48
24 36 12
Ma, dell'insieme, 28 pezzi erano vincolati all'azione di accompagnamento di singoli reggimenti di fanteria, 276 all'azione controaerei (per la quale non risultavano neppure abbondanti), 90 all'azione controcarro (che li impegnava in uno schieramento frazionatissimo, più simile a quello delle armi di fanteria, che idoneo a svolgere anche azioni proprie dell 'artigl ieria). Per queste risultavano disponibili 552 bocche da fuoco , non tutte moderne, di munizionamento vario, ma che, se impiegate secondo la dottrina nomin almente in vigore (e tanto poco attuata al fronte russo), avrebbero potuto ugualmente offrire alle fan terie una efficace cooperazione ( 19). La ripartizione delle bocche da fuoco per calibri e per Grandi Unità risulta dal Documento n. 56. La dotazione di bocche da fuoco d 'artiglieria era stata considerevolmente accresciuta. In generale anche questo aumento era del 369%. Era stata inserita la nuova specialità dell'artiglieria controcarro e la dotazione delle bocche da fuoco di medio calibro (inusitatamente assegnate perfino ai reggimenti divisionali del Il Corpo d 'Armata e del Corpo d'Armata Alpino) ne aveva determinato un incremento specifico del 766%, ad evidente discapito cli altri fronti di guerra. (19) Vds. nota 6, pag. 189.
13. - U.S.
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I mezzi corazzati erano di tipo differente da quelli assegnati al CSIR. Se pure non si trattava più dei minuscoli carri L/ 3, il complesso dei non molto più potenti 31 carri L/6 e dei 19 semoventi da 47 / 32 era inferiore in numero ai 60 carri del CSIR. Anche la ripartizione delle truppe chimiche tra i Corpi d'Armata dell'8" Armata comprendeva una particolarità. Stabilito il criterio che la maggior partè di quei reparti fosse accentrata presso il Comando di Armata e che nei Corpi d'Armata fosse compresa una sola compagnia per eventuali, non verificate, esigenze difensive, risultava straordinaria l'assegnazione in blocco al II Corpo d'Armata delle sole due compagnie lanciafiamme inviate al fronte russo. Invece la dotazione di mezzi aeronautici risultava diminuita, non solamente in valore proporzionale, ma perfino in valore assoluto, essendo ridotta del 21 %. L'incremento percentuale della forza in uomini (Documento n. 57) risultava circa del 369%, ma la dotazione complessiva di anni della fan teria dell'8" Armata risultava inferiore a que1la del CSIR; infatti per tutti i tipi di armi della fanteria l'incremento non raggiungeva il 300%. Durante il periodo di approntamento in Italia, tra febbraio e maggio, tutti i reparti svolsero un addestramento inteso a dare allenamento a lunghe e prolungate marcie a piedi, a prendere in esame situazioni di guerra di movimento, di passaggio di corsi d'acqua, l'impiego di mezzi del combattimento d'arresto e l'intervento di mezzi corazzati. Peraltro l'aspetto fisico della regione ed il dovere di rispettare le esigenze delle fitte coltivazioni agricole esistenti nella valle padana, nella quale si trovavano quasi tutti i reparti destinati al fronte russo, ponevano forti limiti al realismo dell'addestramento. L'esperienza acquistata dall'Esercito tedesco nelle prime settimane di guerra, e della quale lo Stato Maggiore dell'Esercito italiano era stato informato, aveva dato luogo a norme addestrative emanate dagli uffici centrali, subito diramate fino alle minori unità (Docu. mento n. 58). La stagione invernale, la crisi subita dalle Grandi Unità germaniche, l'intervento del CSIR nel vivo delJe operazioni autunnali. ed invernali, avevano fornito altre esperienze, delle quali era stato parimenti tratto partito per fornire aggiornati orientamenti all'addestramento delle unità destinate al fronte russo. Altra esigenza fu quella profilattica delle vaccinazioni, fatte per conferire immunità contro il tetano e le più diffuse malattie infettive.
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Le unità partenti furono visitate dalle massime autorità dello Stato, in occasione della consegna di ricompense conferite alle Bandi.ere ed a singoli militari per premiare attj di valore compiuti durante la precedente partecipazione ad operazioni su altri fronti. Infatti tutte le Divisioni non erano alla loro pri ma esperienza nella guerra in atto. Il 2 giugno 1942, quando erano imm inenti le prime partenze delle unità destinate a costituire l'8" Armata, il G enerale Messe veniva ricevuto da Mussolini, al quale manifestava l'opinione, gi à precedentemente espressa in via gerarchica, che l'invio di una intera Armata al fronte russo costituisse un errore. Il Comandante del CSIR riteneva che l'esperienza di quasi un anno di guerra al fronte russo avesse dimostrato come lo scarso ed antiquato armamento, l'assenza di idonei mezzi cor azzati, l'insufficiente quantità di automezzi, i gravi problemi logistici dipendenti dai rifornimenti e dai trasporti, soprattutto in relazione alle continue incomprensioni manifestate dalla parte germanica verso le nostre necessità, fossero tutte cause bastanti ad indurre a non accrescere il contingente italiano al fronte russo, specialmente per il pericolo che possibili. eventi negativi menomassero il buon nome del soldato italiano. Mussolini con fermava il proprio punto di vista che l'Italia non dovesse figurare da meno di altri minori alleati e che dovesse trovarsi a fianco della Germania su quel fronte, così come la Germania prestava la propria cooperazione in Africa, e perché, a suo avviso, i destini delle due Nazioni erano reciprocamente legati. Si riprometteva, infine, di trarre a vantaggio dell'Italia, all a conclusione della pace, maggiori benefici dalla presenza di un'Armata piuttosto che da quella di un solo Corpo d'Annata (20). Nella prima settimana di giugno ebbero inizio le partenze, frammiste per i reparti dipendenti direttamente dall'Armata, dal II Corpo d'Armata e dall'Intendenza. Fu stabilito che il Corpo d'Arm ata Alpino muovesse per ultimo.
2. - TRASFERIMEN TO
(Disegno n. 20) Nelle vicende dell'8" Armata, intermedia tra le fasi della costituzione e della radunata, è inserita quella del trasferimento delle Grandi Unità costituite in Italia e non ancora presenti al fronte (20) MESSE : op. cit., Ed. giugno 1947, pagg. r77 - 179.
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russo, come già si trovava il CSIR, che dell'8" Armata costituiva il primo blocco. Questa fu una delle particolarità nella costituzione dell'Armata che, mentre si formava nel territorio nazionale, aveva già una sua terza parte impegnata in guerra in un lontano teatro di operazioni. Tra gli Stati Maggiori centrali italiano e tedesco erano state convenute le modalità concernenti il trasporto ferroviario degli altri due Corpi d' Armata, oltre che delle unità direttamente dipendenti dal Comando di Armata e di quelle dell'Intendenza, e regolata la composizione dei convogli e la loro successione nel tempo. L'autorità germanica aveva, però, notificato a quella italiana, l'itinerario ferroviario solamente fino a Brest Litovsk (2r). Il riserbo era motivato dal fatto che l'organizzazione ferroviaria dei territori occupati si riservava di determinare il successivo istradamento dei convogli a seconda della situazione del momento, tenuto ormai conto anche delle esigenze operative (22). Un diverso blocco di convogli ferrovia ri, destinati al trasporto delle unità automobilistiche o motorizzate (circa 2.500 automezzi), avrebbe raggiunto la Slesia a T roppau (23), donde i reparti avrebbero proseguito il viaggio per via ordinaria per circa 1.500 chilometri, fino all'Ucraina (24). Soltanto quando i primi convogli erano partiti dall'Italia, all'inizio della seconda settimana di giugno, su insistenti richieste dell'Intendenza, che si stava preparando a funzionare a servizio del1'8" Armata, .i Comandi tedeschi comunicarono che il II Corpo d'Armata, con le truppe ed i Servizi cl' Ar mata, sarebbe stato scaricato nella zona a sud - ovest di Karkov, situata a circa 240 chilometri in linea d'aria a nord di Stalino e, quindi, completamente staccata dalla zona di operazioni del CSIR. Per il Corpo d 'Armata Alpino, destinato a partire dall'Italia alla metà di luglio, era prevista una terza (2,) Brennero - Innsbruck - Monaco di Baviera - Augusta - Norimberga . Halle - Kottbus - Sagan · Glogau - Lissa - Liet'.l.mannstadc - Varsavia - Siedlce Brest Litovs k. (22) Tn linea di massima risultò: Brest Litovsk - Baranoviczi - Stolpcje M insk - Ossipiovici - Shlobin - Gomel - Konotop - Sumy - Aktirka - Viri stazioni ferroviarie della zona a sud e sud - ovest cli Ka rkov. (23) Fu seguito l'itinerario: Postumia - Lubiana - Marburg - Graz Vienna - Lun<lenburg · Prerau - Troppau - Jagerndorf (per 800 chilometri). (24) Troppau - Jaroslav - Leopoli - Rovno - Zitomir - Darniza (presso Kiev) - Lubni · Polta va. Il 10° autoraggruppamento di Armata fu avviato, invece, sull'itinerario ferroviario attraverso la Romania, per Jasi - Kisinau, proseguendo per via ordinaria su Uman e Poltava.
Costituzione, tl'asfcrimc1Jto e ntduncua del/' 8" A1'mata
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zona di radunata a nord di Taganrog (Mar cl ' Azov) e ad ovest del .fiume Mius, in quanto quella Grande Unità sarebbe stata destinata ad operare nella zona caucasica. Per fronteggiare le necessità derivanti dal! 'imprevista situazione fu attuato un duplice ordine di provvedimenti. Innanzi tutto l'Intendenza provvide tempestivamente a ricevere i Reparti ed i Comandi che sbarcavano nelle stazioni fe rroviarie della periferia di Karkov e nelle località ad essa più vicine. Successivamente, il Comandante del] ' Arm ata svolse opportuna azione perché fossero mantenuti gli impegni assunti circa l'impiego unitario. Egli si adoperò affinché lo sforzo compiuto dall'Italia con l'approntamento di un 'Armata venisse convenientemente considerato e non finisse disperso in tre filoni mi nori, senza garanzia che non si sarebbero verificati ulteriori fraz ionamenti, come un fatto già lasciava prevedere : la Divisione Ravenna, prima giu nta del II Corpo d'Armata, era stata impiegata in seconda schiera, inserita in Grandi Unità tedesche, prendendo posizione nella zona a nord - ovest di Lozovaja. L'azione del Generale Gariboldi ottenne il desiderato successo, e non si parlò più di destinazioni al Caucaso e cli speranze future per .i l Medio Oriente. Invero la costituzione organica dell'Armata, il suo armamento, la scarsa motorizzazione delle sue unità combattenti , sarebbero stati tutti fattor i da considerare come positivi per l'impiego delle unità ital iane in zona montuosa. T ra il 17 giugno cd il 7 luglio, frattanto, affl uiva nell a zona di Karkov una rilevante frazione del II Corpo d 'Armata: il Comando, con la quasi totalità dei Reparti direttamente dipendenti (n .ooo uomini su J3.ooo) (25), l'intera Divisione Ravenna (13.000 uomini), circa metà della Divisione S forzesca (6.ooo uomini su r3.000) (26). In complesso 30.000 uomini dei 52.000 costituenti il Corpo d' Armata.
(25) Erano ancora in viaggio il II banaglione mi traglieri di C.A . someggiato, il II battaglione guastatori di fanteria , la 2 ° compagnia chimica, la 4• e la 5• compagnia lanciafiamme, la 411 compagnia ricuperi ed alcuni elementi dei Servi7.i. (26) Comando della fanteria divisionale, 5" sezio ne CC.RR., 54" reggimento di fante ria Umbria, aliquota del TI battaglione m ortai, 2• compagnia cannoni c/ c da 47/ 32, Il g ruppo obici da 75/ t8 del 17" reggimento artiglieria divisionale, 53"' batteria da 20 e / a, 6" sezione di sanità, 1" sezione cli sussistenza, 124" aurose7.ione pesante, aliquota della 192" autosezionc pt:sante, autoa mbula nze ed autobotti, aliquota della sguadra carburanti e lubrificanti.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Il 23 giugno veniva diramato il preavviso del trasferimento dalla zona di Karkov a quella di Stalino ed erano stabiliti gli itinerari per effettuarlo. Il Comandante dell'Armata aveva ottenuto che il II Corpo d'Armata in affluenza si avvicinasse, nella zona del Donez, al XXXV, già operante, affinché fosse reale la costituzione dell' Armata, della quale il Comandante non tardò ad assumere il Comando, ancor prima che la radunata di essa fosse stata completata. Infatti se i due Corpi d'Armata non si fossero riuniti per proseguire insieme le operazioni nel prossimo ciclo estivo, e se il Comandante di Armata non avesse effettivamente esercitato su di essi la propria autorità gerarchica e d'impiego, esso si sarebbe dovuto limitare a funzioni meramente ispettive su tre Corpi d'Armata isolati, inglobati in Armate germaniche, le quali li avrebbero impiegati a seconda delle loro rispettive necessità. Il Comando di Armata emanava un preavviso di trasferimento per le unità del 11 Corpo d'Armata giunte o in arrivo nella zona di Karkov, provvedendo contemporaneamente al dirottamento della maggior quantità possibile di convogli tuttora in viaggio, facendoli dirigere nella zona di Stalino - Gorlovka. Il movimento fu effettuato tra il 28 giugno ed il 6 luglio, su due diversi itinerari: a) itinerario occidentale per le unità motorizzate: Karkov Krasnograd - Novomoskovsk - Pavlograd - Petropavlovka - Mescevaja - Novo Pavlovka (oppure Griscino), con uno sviluppo di circa 500 chi.lometri. Su tale itinerario avrebbero dovuto essere immessi anche gli automezzi non strettamente necessari alle unità che effettuavano il trasferimento a piedi. Si sarebbe trattato di una massa complessiva di circa 6.000 automezzi. Inoltre quella strada sarebbe stata percorsa anche dalle unità motorizzate scaricate dai treni a Troppau e che, per Poltava, avevano compiuto il viaggio per via ordinaria; b) itinerario orientale per le unità a piedi: Karkov - Staroverovka - Jefremovka - Krasnopavlovka - Vesselaja - Lozovaja - Diakovo - Osidtschij - Petropavlovka - Mescevaja - Novo Pavlovka (oppure G riscino), con uno sviluppo di circa 330 chilometri. Tale itinerario fu percorso dalla intera Divisione Ravenna (che era stata schierata nella zona di Lozovaja), dalle salmerie di combattimento della Divisione Sforzesca e del gruppo 2 3 Marzo e dalle unità ciel genio di Corpo d'Armata non motorizzate.
Costituzio11e, tra.-ferimento e radunata de!/'8" Armata
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L'itinerario stabilito per le unità a piedi risultava più breve di quello assegnato alle unità motorizzate, ma presentava, per contro, l'inconveniente di attr aversare una zona ancor calda di combattimento e della quale quasi neppure era .finito il rastrellamento. Infatti le operazioni tedesche per l'elim inazione delle principali forze sovietiche rinchiuse nella sacca di Izjum (o di Lozovaja) erano durate dal 17 al 30 maggio ed il rastrellamento ne era stato completato soltanto il 26 giugno.
3. - RADUNATA L 'afflusso delle unità provenienti dalla zona di scarico ferroviario presso Karkov e quello dei treni ancora in arrivo dall'Italia che si andava gradualmente attuando nelle retrovie del CSIR, nella zona di Stalino - Gorlovka, determinava la fase di radunata della 8" Armata. In previsione dell'imminente ripresa offensiva, il Comandante dell'Armata provvedeva a rinforzare di artiglierie il CSIR, poiché l'intervento italiano in azioni di guerra sarebbe stato in quel momento limitato, come si è già detto, alla partecipazione del solo XXXV Corpo d'Armata. Contemporaneamente trasferiva dal II al XXXV Corpo d'Armata la Divisione Sforzesca, giunta fresca dall'Italia, pur se veterana di altre operazioni di guerra, in sostituzione di una delle due Divisioni autotrasportabili, che risultò poi essere la Torino. Infine, toglieva al CSIR il raggruppamento a cavallo (Savoia Cavalleria, Lancieri di' Novara e reggimento artiglieria a cavallo) ed il battaglione alpini sciatori Monte Cert1ino, e li passava alla diretta dipendenza del Comando di Armata. Al r5 luglio era in arrivo alla stazione ferroviaria di Gorlovka anche la Divisione Cosseria, che il Comando di Arn1ata tratteneva a propria disposizione. Il Corpo d 'Armata Alpino era ancora dislocato in Italia, tranne l'n° raggruppamento artiglieria che si era già trasferito in Russia ed era destinato all'impiego nella prossima operazione di rottura del fronte sovietico.
CAPITOLO X
LE OPERAZIONI NEL BACINO MIN ERARIO DEL MIUS (KRASNYI LUCH)
1. - LE PREDISPOSIZIONI La caduta di Sebastopoli in m ano tedesca (30 giugno) completava la conquista della Crimea e finiva di porre le premesse necessarie all 'offensiva d'estate germanica contro l'URSS. Frattanto, dalla seconda decade di giugno, si stava radunando al fronte russo l'8a Armata (I). L'assunzione di Comando dell'Armata da parte del Generale Gariboldi - anche se la Grande Unità non era ancora al completo - aveva lo scopo essenziale di proclamare ai locali Comandi tedeschi l'intenzione di esercitare un'effettiva azione sull'Armata riunita, così come gli era stato promesso da H itler in un colloquio avuto nel mese di aprile al Quartier Generale tedesco. Anche il II Corpo d' Armata si trovava in crisi di movimento, non soltanto dalla zona di Karkov, inizialmente prevista per la sua radunata, a quella nuova stabilita nel bacino minerario del Donez, ma perfino per non avere completato il movimento ferroviario della Divisione Cosseria dall'Italia e perché le uni tà della Sforzesca erano state scaricate dai treni parte in una e parte nell 'altra zona di radun ata. Pertanto il Il Corpo d 'Armata non era prontamente impiegabile, almeno per la sua maggior parte. In tale situazione il Comandante del!' Armata decideva che le prime operazioni della ripresa offensiva fossero condotte dal solo XXXV Corpo d 'Armata - CSIR , tuttora inserito nella 17"' Armata germanica, che, in vis ta dei propri futuri compiti strategici, si stava trasformando nel Gruppo di Armate « A », al Comando del Maresciallo List. ( 1) li trasporto ferro viario dal!' !calia <lei Corpo cl 'Arm ata Alpino ebbe inizio il , 4 luglio. Di quella Grande Unità era prcst:nte al fronte russo ai primi e.li luglio soltant0 1'11° raggruppamen to di artiglieria di Corpo d' Armata.
Le operazioni 11el bacino minerario del Mius ( Krasnyi Luch)
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Il XXXV Corpo d' Armata sarebbe stato convenientemente rinforzato dall'assegnazione di una Divisione di fan teria (la Sforzesca) appena giunta dall'Italia con le forze integre, dalla 1 n" Divisione di fanteria germanica e dalla costituzione di una forte massa di artiglieria di medio calibro, per facilitare una prevedibile azione di sfondamento, per mezzo della qu ale doveva essere raggiunto l'obiettivo della sponda destra del Donez. Inoltre riceveva anche il rinforzo del raggruppamento a cavallo (con vincolo d'impiego) e del battaglione alpini sciatori Monte Cervino. L 'offensiva tedesca d'estate, aperta all'ala settentrionale fino dal 28 giugno, andava estendendosi verso sud. La 4" Armata corazzata raggiungeva il Don nella zona di Voronez il 5 luglio e, scendendo lungo la sponda destra del fi ume, vi lasciava a difes a un'occupazione di presidi con forza ridotta, coordinando il proprio movimento con quello della 6" Armata, che lo effettuava su di un a direttrice lievemente spostata ad ovest. Era giunta l'ora dell'intervento anche per il Gruppo di Armate «A», destinato ad agire all'ala destra di tu tto lo schieramento nella zona caucasica. Il CS1R, con la 17" Ann ata, si trovava nell a condizione di riprendere le operazioni, esaminando le diverse possibilità che si prospettavano. Il favorevole andamento delle azioni tedesche fra Doncz e Don, nella zona di Karkov, poteva lasciar presagire che le unità sovietiche opposte a quelle italiane non volessero lasciarsi intrappolare alle spalle ed intendessero congiungersi ai loro grossi sulla sinistra del Don. Ma non poteva neppure venire esclusa la possibili tà contraria di una disperata resistenza russa sul posto, intesa a distrarre forze alla grande offensiva tedesca. Questa seconda ipotesi, come quell a cl1e si presentava più difficile per le Grandi Unità del CSIR, doveva essere convenientemente studiata e da quello studio dovevano derivare concrete disposizioni operative, affinché le intenzioni dell'avversario non ottenessero risultato positivo. Il Comando dell'8a Armata poteva intervenire soltanto rafforzando il XXXV Corpo d'Ar mata - CSIR e lo fece, come già è stato accennato, assegnandogl i in rinforzo la Divisione Sforzesca ed una considerevole massa d'artiglieria di medio calibro, che avrebbe vantaggiosamen te cooperato con le fanterie destinate ad attaccare le posizioni tenute dai sov ietici per tutto l'inverno.
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1',1entre le Divisioni italiane schierate sul fronte tenuto dal CSIR avrebbero conservato la disponibilità delle artiglierie divisionali e di quelle assegnate in rinforzo (in totale 18 gruppi, con 51 batterie e 204 pezzi di piccolo e medio calibro) il Comando d'Armata assegnava in rinforzo all'artiglieria del CSIR altre unità con le quali sarebbero state formate due masse di manovra per cooperare con le due ali. destinate all'attacco: - massa di manovra « nord» (2 gruppi di cannoni da 105/28 e 2 gruppi obici da 149 / 13 del 2° raggruppamento artiglieria del II Corpo d'Armata, per un totale di 12 batterie e 48 pezzi) agli ordini del Comandante del 2° raggruppamento, per sostenere l'azione della III" Divisione di fanteria tedesca, che conservava la disponibilità diretta de Il a sua artiglieria organica (3 gruppi da 105); - massa di manovra « sud>> (3 gruppi cannoni da 105/32 ed r gruppo obici da 149/13 dell'n" raggruppamento artiglieria del Corpo d'Armata Alpino, oltre un altro gruppo da 149 / 13 del 2° raggruppamento ed un gruppo cannoni da r 49 / 40 del 9° raggruppamento di Annata, per un totale di 18 batterie e 72 pezzi) agli ordini del Comandante dell'u raggruppamento. 0
Con l'azione di questo complesso di artiglieria avrebbe dovuto essere coordinata anche quella del.l'artiglieria organica ed assegnata in rinforzo alla 3" Divisione Celere ( r gruppo obici 'da 100 / 17 e 2 gruppi cannoni da 75 / 27 del 120° reggimento artiglieria motorizzato, I gruppo cannoni da 105/32 del 30° raggruppamento di C.A. ed I gruppo cannoni da 75/27 del reggimento artiglieria a cavallo, su 2 batterie), agli ordini del Comandante dell'artiglieria divisionale. Questo sarebbe stato detto « Raggruppamento leggero», per distinguerlo dal precedente << Raggruppamento di Corpo d'Armata>> . L'azione dell'uno e dell'altro sarebbe stata coordinata dal Comandante della massa di manovr a « sud )), Generale Adriano Perrod, addetto al Comando artiglieria dell'8" Armata. Una simile concentrazione di unità di artiglieria (31 gruppi, con 90 batterie e 360 bocche da fuoco) sulla fronte di un solo Corpo d 'Armata fu la più forte ottenuta al fronte russo dall'artiglieria italiana (Documento n. 59). Le due eventuaiità operative dello sfondamento della linea tenuta dai russi, oppure del volontario ripiegamento delle unità sovietiche, venivano considerate in due distinte direttive emanate dal Comandante del XXXV Corpo d'Arm ata - CSIR nei giorni 9 e 10 luglio (Documenti n. 60 e 61 ).
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Per effetto di quelle disposizioni: - la Divisione Sforzesca avrebbe sostituito, nella parte centrale dello schieramento, la Divisione Pasubio e parte della D ivisione Torino, mentre avrebbe rilevato g li elementi già assegnati in rinforzo alla Pasubio; - la Divisione Pasubio, serrando a sinistra, avrebbe parzialmente sostituito la 1 rr~ Divisione tedesca, destinata ad agire come branca sinistra della progettata tenaglia; - la 3"' Divisione Celere , già rinforzata dal gruppo cc.nn. Tagliamento e dalla Legione croata, avrebbe lasciato sulle posizioni invernali queste unità di rinforzo, che sarebbero passate, così, alla diretta dipendenza ciel Corpo d'Armata. L a Divisione Celere, con i propri reparti organici, avrebbe costituito la branca destra della tenaglia. E ra orientativamente previsto che il nuovo schieramento potesse venire attuato entro il 14 luglio. Il Comando del Corpo d'Armata si riservava l'emanazione di ulteriori e pi t1 precisi ordini. Il XXXV Corpo d'Armata- CSIR avrebbe operato inquadrato a sinistra (nord) d al LTI Corpo d'Armata tedesco e a destra (sud) dal XLIX Corpo d 'Armata Alpino ugualmente tedesco (198" Divisione d i fanteria).
2. - LE OPERAZIONI (Disegno n . 21) Al mattino dell'rr luglio, il Comando della 3" Divisione Celere dispone due puntate esplorative in forze, condotte la prim a dalla Legione croata, sul costone di q. 253,4 verso Vessieli, e la seconda dal LXIII battaglione cc.nn. (gruppo Tagliamento) sull'abitato di Nikitino, entrambe allo scopo di accertare la situazione e, vincendo la resistenza di eventuali elementi avanzati nemici , di assicurare buone basi di partenza al successivo sbalzo in avanti. Le due azioni, validamente appoggiate dall'artiglieria della Divisione, ottengono pieno e rapido successo e, nella sera stessa, possono essere diramati gli ordini per l'azione offensiva. A ll'alba (ore 3,30) del 12 lug lio, il 3° reggimento bersaglieri (colonna Caretta), rinforzato dalla 3" compagnia bersaglieri motociclisti e da un gruppo cannoni da 75/ 27 del 120° reggimento artiglieria, lasciando Nikitino e Vessieli occupate dalle forze che se ne
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erano impad ronite la vigilia, marcia su due colonne : a sinistra il XX battaglione e la 3" compagnia motociclisti sulla stazione fe rroviaria di Fatscevka, a destra il XVIII battaglione su q . 333,5 (Mogila Ostraja). 11 grosso della Divisione serra a breve distanza su quattro scaglioni, nelle due direzioni citate. Un violentissimo temporale, però, inzuppando profondamente il terreno, impedisce il movimento dei mezzi a motore e rallenta fortemente quello degli uomini a piedi . Resistenze di retroguardia ed ostacoli abilmente predisposti dal nemico, soprattutto campi minati, attardano ulteriormente l'avanzata, mentre la r iserva divisionale sosta nella zona di Krugli. Il Comandante della Divisione dispone che alle ore 18 una nuova formazione (colonna Salvatores: VI battaglione bersaglieri del 6° reggimento, XLVII battaglione bersaglieri motociclisti , I gruppo da roo/17 del 120° artiglieria) punti su Petrovenki, scavalcando gli elementi del 3" bers aglieri. All'imbrunire la nuova colonna viene arrestata da una forte resistenza avversaria all'altezza del quadr ivio di. Artema. L'azione non continua, pur essendo mantenuto il contatto con il nemico e stabilito il collegamento con le unità tedesche laterali, a sinistra a Utkino con il 308° reggimento di fanteria (1n" Divisione) e a destra con il 217° (198" Divisione). Per la giornata del r3 luglio, il Comandante del, Corpo cl ' Arm ata, in armonia con il piano della rJ3 Annata, ordina che la Celere punti su Scevscenko - Malaja N ikolaievka e su Ivanovka - Krasnaja Poljana, per impedire 21 nemico un ripiegamento ordinato ed una sua eventuale organizzazione a difesa sul fronte Voroscilovgrad (oggi Lugansk) - Krasnyj Luch. Le Divisioni Pasubio e Sforze.<ca, in seconda schiera, avrebbero seguito il movimento verso oriente. / Pertanto, il Comandante della Celere ordina che la colonna Salvatores, eliminando le resistenze del quadrivio di Artema, occupi la stazione ferroviaria di Petrovenki (occupata poi alle ore Il ) e punti su Krasnaja Poljana. Gli elementi esploranti riferiscono che Scevscenko, sulla sinistra, è fortemente occupato, mentre, sulla destra, a q. 367,1, forti retroguardie hanno arrestato unità della 198" D ivisione tedesca. Il Comandante germanico chiede il concorso italiano ed il VI battaglione bersaglieri conquista la quota . Alla sera, mentre le un ità ital iane sostano sulle posizioni conquistate, il grosso della Divisione si attesta su due colonne all'altezza della stazione fe rroviaria cli Kommendantski .
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Nella notte seguente forti reparti di cavalleria russa, appoggiati da intenso fuoco di arti glieria e di mortai, attaccano la q . 367,r. Il presidio italiano reagisce contrattaccando e respinge il nemico, che lascia sul terreno numerosi morti e feriti . Alle prime luci del 14 luglio è ripresa l'azione. La III" tedesca punta su Jelisabctovka e Malaja Nikolaievka. La Pasubio è sollecitata ad interporsi tra la IIIa e la Celere. Quest'ultima, alle ore 3 ,30, con il VI battaglione bersaglieri, appoggiato dal III gruppo artiglieria a cavallo, compiuto l'avvicinamento con il favore dell'oscurità, attacca di sorpresa la q. 360,2, posizione determinante per la successiva avanzata su Ivanovka. In mezz'ora conquista la quota di slancio subendo sensibili perdite, cattura oltre 200 prigionieri e molto bottino. Per proseguire l'azione, la 3• Divisione Celere attua questo dispositivo : - in primo scaglione : XI1I i6" (a sinistra) e XIX/6", appoggiati rispettivamente dal I e dal Il gruppo del r20° artiglieria; - in secondo scaglione: VI/ 6°; - in riserva cli visionale : 3° reggimento bersaglieri, con un battaglione a disposizione del 6°; - le restanti un ità di artiglieria (lll/ J20'' e IIl a cavallo, gruppo da ro5 e gruppo da r49/ 13) avrebbero spostato in avanti il loro schieramento; - XLVII battaglione bersaglieri motociclisti, a protezione del .fianco destro, a sud di Petrovenki. Alle ore 6 ha inizio l'attacco, for temente contrastato dalla fan teria sovietica, sostenuta da fuoco d'artiglieria, mortai e « katjusce », schierata su posizioni profonde, inframmezzate da reticolati, cam pi m inati e foss i anticarro. Le perdite degli attaccanti sono considerevoli. Il protrarsi della resistenza determi na la richiesta del concorso aereo dell'aviazione tedesca. Un eq uivoco nella determinazione degli obiettivi fa sì che una prima squadriglia di « stukas », tenendo in considerazione soltanto i teli gialli esposti su au tocarri tedeschi e non q uelli regolamentari italiani parimenti esposti, lasci cadere le proprie bombe sui bersaglieri. Questi si riparano nelle trincee nemiche già conquistate e le perdite sono limitate ad una ventina di feriti. Il fatto si ripete con la seconda squadriglia che provoca una nuova decina di feriti. L a terza squadriglia, potuta avvertire in tempo opportuno, colpisce Jì nalrnente le posizioni del nemico. Subentrano nell 'azione al Xlll/6" il XXV /3° ed al X IX/6" il VI/6°. Tra le ore 8 e le 9 lvanovk a è conquistata, dopo una lotta
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casa per casa. Il nemico si ritira sulle alture ad est dell'abitato e tiene questo sotto il fuoco di artiglieria, mortai e « katjusce >>, mentre nel paese scoppiano le consuete mine ad effetto ritardato. All'ala sinistra del XXXV Corpo, la III" Divisione tedesca aveva occupato 1vfal aja Nikolaievka, ma sull'ala destra la r98" Divisione (XLIX Corpo d'Armata germanico) era stata arrestata nel suo attacco, lasciando scoperto il fianco destro del XXXV Corpo d'Armata - CSIR. Frattanto, le Divisioni Pasubio e Sforzesca serravano sotto. Il complesso del XXXV Corpo d 'Armata era ormai penetrato nel sistema difensivo russo organizzato sulla linea Voroscilovgrad Kr asnyj Luch. Alla destra del Corpo d' Armata italiano, il XLIX Corpo d 'Armata tedesco, dovendo deviare verso sud - est, facendosi seguire dalla propria 198• Divisione, avrebbe lasciato scoperto il fianco del CSIR, esponendolo ad eventuali offese provenienti dall'intricata zona m ineraria di Krasnyj Luch. Pertanto il Comandante del XXXV Corpo dislocava, come copertura, il raggruppamento a cavallo. In un primo momento il Comando della 3" Divisione Celere aveva schierato, nel settore già occupato dalla 198" Divisione, il gruppo Tagliamento e la Legione croata. Queste due unità rimasero a presidio delle posizioni già occupate dalla 198'' Divisione e furono inglobate dalla Divisione Pasubio. Nelle giornate del 15 e 16 luglio, il movimento verso levante fu sospeso, affinché potessero essere eseguiti i movimenti di riordinamento del Corpo d'Armata. Sul terreno compreso nei due settori tenuti dalla Celere e dalla 198" tedesca, nella giornata del 17 si sarebbero schierate la Pasubìo e la Sforzesca, mentre le un ità che avevano sostituito ]a 198" avrebbero mutato dipendenza d 'impiego, r imanendo sulle posizioni occupate e passando alla Pasubio. Alle ore 7 del r7 luglio (Disegno n. 22) la responsabilità operativa del settore di Krasnyj Kut era assunta dal Comando della Divisione Sforzesca, che la rilevava dalla 198a Divisione tedesca. La 3" Divisione Celere veni.va in tal modo svincolata dalla responsabilità del settore e ripresa alla mano per essere prontamente impiegabile in un probabile sfruttamento del successo. Durante l'intera giornata del 17 l'esplorazione urtò sempre contro una for te reazione del nemico, anzi, questo, nel settore della II 1" Divisione, tentò un attacco con carri armati, che venne respinto. Era un'azione svolta per fac ilitare la rottura del contatto, come segnalavano la stessa 1 II" e la 3" Celere.
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Il Comando del Gruppo di Armate« A >> ordinava che nel giorno seguente il XXXV Corpo puntasse su Krasnaja Poljana e Rovcnki. Questi due obiettivi furono assegnati, rispettivamente, alla Pasubio ed alla Celere, mentre la Sforzesca, per il costone di Krasnyj Luch, sarebbe avanzata su Bokovo Platovo. Il raggruppamento a cavallo, aggirando da sud il centro minerario - industriale di Krasnyj Luch, avrebbe puntato su Bokovo Platovo. Il grosso delle forze sovietiche stava ripiegando verso il Donez, protetto da forti retroguardie. N ella giornata del 18 luglio, il maltempo ininterrotto rendeva disagevole il movimento delle unità a piedi cd impediva quello dei mezzi a motore. La III" Divisione, essendo stata trasferita alle dipendenze del III Corpo d 'Armata tedesco, lasciava il XXXV - CSIR. La J' Celere occupava Scterovka, Kolpakovo e Krasnaja Poljana, raggiuntavi in serata dalla Pasubio. La Sforzesca, superato Krustalinj, proseguiva su q. 347,5, a nord di Krasnyj Luch. Il raggruppamento a cavallo, con una marcia di oltre 60 chilometri resa più fati cosa dal fango e rallentata dalla presenza di campi minati raggiungeva, a sera, la zona di Krasnyj Luch, dopo avere compiuto un ampio movimento aggirante. In quella stessa serata il Comando germanico ordinava che il XXXV Corpo, anziché procedere su Rovenki e poi sulla foce del Don, come era stato precedentemente fatto intravvedere, si raccogliesse su Bokovo Platovo per rastrellare l'intricata zona mineraria. Nelle giornate del 19, 20, 21 e 22 agosto fu con tinuato il rastrellamento della zona, svolto senza incontrare importanti resistenze, concluso con la cattura di circa 4.000 prigionieri. La zona fu bonificata anche dai campi minati e si procedette al riordinamento delle unità. Esaurito il compito ricevuto, il 23 luglio, su ordine del Comando dell'8'' Armata, ormai pienamente entrato in funzione, il XXXV Corpo d'Armata - CSIR, puntando a nord - est, si dirigeva al ponte di Luganskaja, sul Donez, nei pressi di Voroscilovgrad. Mentre il CSIR mutava denominazione ed inquadramento, entrando a far parte anche operativa dell '8" Armata come XXXV Corpo d'Armata- CSIR, il Comando Supremo germanico esprimeva il proprio apprezzamento sulle qualità militari messe in luce dal Corpo di Spedizione Italiano durante undici mesi di guerra, anche nelle più difficili situazioni.
CAPITO LO XI
LA MARCIA AL DON. LE OPERAZIONI NELL'ANSA DI SERAFIMOVIC
1. - LA MARCIA AL DON
A) IL PASSAGGIO DEL DONEZ
Le colonne delle unità del XXXV Corpo d'Armata - CSIR e del II Corpo d'Armata, frammiste a quelle direttamente dipendenti dal Comando e dall'Intendenza dell'S" Armata, stavano confluendo su Voroscilovgrad appena conquistata da reparti germanici, provenendo rispettivamente da sud e da ovest. Nella zona adiacente a quella città si concentrava l'intera Armata italiana, per la prima volta divenuta concreta realtà. La Grande Unità, sebbene non fosse ancora completa in tutti gli elementi destinati a costituirla, era ormai diretta verso un ampio settore della sponda destra del Don, con il compito di dare solidità al velo di occupazione lasciato su quel fiume dalle Armate tedesche avviate verso Stalingrado e la zona caucasica. 11 Comando del Gruppo di Armate « A », il 23 luglio, aveva emanato un ordine che disponeva un rapido movimento delle unità italiane verso il Don, oltre che per il passaggio di dipendenze del1'8"' Armata dall'uno all'altro Gruppo di Armate, destinato a concludersi con l'inserimento nel Gruppo di Armate « B >J (Documento n . 62). Era necessario, quindi, che le Divisioni italiane più agili transitassero sollecitamente oltre il Donez, per prestare pronto aiuto alle Divisioni tedesche, impegnate ad assicurarsi il possesso della sponda destra del Don. I sovietici in ritirata avevano continuato a lasciare alle loro spalle tutti i ponti interrotti, le line ferroviarie sabotate e numerosissime mine di ogni tipo.
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Per riattivare il passaggio tra le due sponde del Donez fu stabilito il gi ttamento di ponti di equipaggio : - a Luganska ja, un a guindicina di chilometri a nord - ovest di Voroscilovgrad, poco a monte della confluenza del L ugan (affluente di destra del Donez), sulla strada per Bielovodsk - Kantemirovka - Rossosc ; - Veselaja Gora, a pari distanza a nord della città, poco a valle della confluenza dcli ' Aidàr (affluente di sinistra), sulla strada per Starobclsk - Valuijki. Il gittamen to del ponte a Luganskaja aveva carattere di grande urgenza, in guanto era collegato a necessità operative, oltre che a quelle logistiche. Il compito fu assegnato al I battaglione pon tieri , su due compagnie (tratto dalle unità d'Armata), che il 22 luglio si trovava dislocato a Vodjanoj (zona di Stalino). Al reparto venivano assegnate in rinforzo la 21" compagnia per ponti pesanti del IX battaglione pontieri, dislocata ad Ismajlovka (zona di Stalino) e la 2 compagnia del XV battaglione artieri (II Corpo d 'Armata), dislocata a Debalzevo, q uest'ultima con il compito di preparare le rampe di accesso al ponte di barche. Ogni compagnia pontieri era dotata di un equipaggio da ponte Mod. 2, tipo B, della portata di 14 tonnellate e della lunghezza di roo metri. Il movimento per via ordinaria avrebbe dovuto essere iniziato subito, affinché il ponte potesse essere transitabile entro il 25 luglio. Alla colonna era stata assegnata precedenza di transi to su qualunque altra. La partenza ebbe luogo alìe ore r2 dello stesso giorno, ma il movimento fu lento, in conseguenza del superamento delle molte interruzioni operate dal nemico in ritirata. l 220 chilometri tra le due zone poterono essere coperti soltanto in 24 ore, delle guaii 12 di m arcia effetti va, essendo la colonna giunta a destinazione alle 07e 12 del 23 luglio. Riconosciuta la necessità che il ponte misurasse r40 m, fu rono destinate alla costruzione di esso la r• compagnia e me~à della 2". Il lavoro dei pontieri, iniziato alle ore r5, era fi nito alle ore 18, mentre le adiacenze del ponte, il suo accesso cd il suo sbocco venivano accuratamente rastrellati dagli artieri, che rimuovevano numerose mine a pressione e ad orologeria. Il transito era aperto alle ore 18,30. Prime a transitare furono co.lonne tedesche. La rapidità di esecuzione del lavoro, pur se compiuto in assenza del nemico, dimostra l'alto grado cli . addestramento raggiunto dagli 3
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 • 1943)
equipaggi che, poco tempo prima, avevano saputo anche tanto valorosamente combattere. Il 24 luglio, per smaltire una parte dell'intenso traffico e per maggiore garanzia di continuità del passaggio, l'altra metà della 2 " compagni a del I battaglione e la 21"/ IX gittavano un secondo ponte, di pari lunghezza, circa 300 metri a monte del primo. Iniziato lo scarico dei materiali alle ore 14 ed intrapreso il gittamento alle ore 15,15, il ponte veniva aperto al traffico alle ore r9. Nelle giornate dal 23 luglio al r" settembre 1942 transitarono su quei due ponti otto Divisioni, Truppe e Servizi di due Corpi d'Armata e dell'Armata per 37.000 veicoli militari: autocarri (con e senza rimorchio), trattori di ogni tipo, autocarrette, autovetture, carrette a traino animale, oltre decine di migliaia di civili con il loro carreggio. La difesa controaerea dei due ponti era affidata al IV gruppo da 75/ 46. Nelle prime ore <lei mattino del 26 luglio ebbe inizio il passaggio delle unità dell'8" Armata sui ponti di Luganskaja. li movimento, previsto in linea di massima da una « tabella di traslocazione» redatta dal Comando di Armata, fu accuratamente studiato e particolareggiatamente organizzato da tutti i Comandi delle Grandi Unità chiamati ad effettuarlo. Quei Comandi, durante l'esecuzione dei movimenti delle unità che dagli stessi dipendevano, erano sempre rappresentati ai ponti da ufficiali appartenenti ai loro Stati Maggiori. Le difficoltà determinate dal fondo sabbioso esistente sui primi dieci chilometri della pista che si allontanava dalla riva sinistra del fiume, inizialmente reso quasi inconsistente da un temporale verificatosi nella notte sul 26 luglio, comportarono la conseguenza che il transito della 3.. Divisione Celere si protraesse per qualche ora in più. Tale ritardo si ripercosse sul movimento delle unità che seguivano. Anche se le condizioni del fondo si resero migl iori dopo l'evaporazione della pioggia, la natura sabbiosa di esso non cessò di provocare inconvenienti ed i ritardi nei tempi di sfilamento andarono sommandosi. Le Divisioni del XXXV Corpo d'Armata - CSIR transitarono con un intero g iorno di ritardo. Per ultima passò la Divisione Cosseria (allora temporaneamente alle dirette dipendenze del Comando di Armata), tra le ore 2 e le ore 8,30 del 3 r luglio. Entro quello stesso giorno il passaggio del Donez era stato eseguito, secondo le previsioni.
La marcia al Don . Le operazioni ne1l'a1,sa t!i Semfimovic
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II) LO SCHIERAMENTO SUL DON
Le intenzioni del Comando del G ruppo di Annate « B » circa l'impiego sul Don dell'8a Armala, con il compito non principale di costituire un fian co difensivo schierandosi su quel fiume, erano state esposte .fino dal 25 luglio al Generale Garibaldi. Egli non se ne era entusiasmato (Documento n. 63), anche se gli veniva offerto l' al- ' lettamento di inserire nell'Armata Grandi Unità tedesche, mentre gli sarebbe stato levato uno dei tre Corpi d'Armata italiani, quello Alpino, destinato a svolgere più importante compito nella zona caucasica, quando sarebbe stato logico che colà fosse inviata l'intera Armata. Il Generale Gariboldi aveva espresso in via gerarchica le sue rimostranze al Comando Supremo, ma questo aveva aderito alla visione espressa dal Capo del Governo : « lasciamo che il Comando faccia » (Documento n . 64). I percorsi compiuti dalle Grandi Unità e da tutti i reparti provenienti dai settori tenuti dal CSIR durante la campagna invernale, o dalla zona del Mius - Krasnyj Luch , dove si erano svolte le più recenti operazioni, od ancora dalle zone di radunata del II Corpo d'Armata e delle nuove forze del1'8"' Armata, si erano andati sempre più avvicinando a Vorosci]ovgrad, fino a riunirsi nell'unico breve tratto di afflusso ai ponti di Luganskaja e del deflusso da essi. T ornavano a divergere ad est del Donez, dirigendosi su Bielovodsk per il II Corpo d'Armata (Divisioni Ravenna e Torino), e su Millerovo per il XXXV - CSIR (Divisioni Sforzesca e Pasubio), mentre la 3• Celere, vera avanguardia dell'intera Armata, aveva bruciato le tappe e già stava combattend o sul Don, nell'ansa di Scrafimovic ( 1 ) . Una crisi del rifornimento dei carburanti fece ritardare tutti i movimenti e soltanto il 4 agosto i grossi dei due Corpi d'Armata erano attestati alla ferrovi a Rossosc - Millerovo, mentre il X XIX Corpo d'Armata tedesco, già schierato su Ila sponda destra del Don, attendeva le Grandi Unità italiane per inserirle sul fronte e per trasferire gradualmente ai sopraggiunti Corpi d'Armata italiani la responsabilità operativa dei settori laterali , conservando quella del settore centrale, a sua volta inserendosi nella costituzione dell'W Armata. (r) [ duri combattimenti sostenuti dalla 3• Divisione Celere nell'ansa di Scrafìmovic, a sostegno della 6~ Armata Lcclesca, fanno oggetto della parte finale di questo capitolo.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 -1 943)
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Per avere un'idea della densità media dello schieramento àel XXIX Corpo d'Armata sul Don, basta considerare che esso doveva controllare un settore ampio 270 chilometri con tre sole Divisioni (anche se ternarie). La fase di movimento, conosciuta sotto il nome riassuntivo di « marcia al Don» si stava sviluppando quale complessa operazione strategica. Nello svolgimento di essa nessun momento si presentò come atto puramente logistico, pur se le operazioni tattiche erano state limitate fino a guel momento alla partecipazione del solo XXXV Corpo d'Armata - CSIR, considerevolmente rinforzato, alla presa del bacino minerario del Mius - Krasnyj Luch. L 'attraversamento di territori di recentissima occupazione, che comportava la rimozione di interruzioni ed ostacoli attivi e passivi, la saltuaria azione di partigiani e cieli' aviazione avversaria incominciava a creare problemi tattici. Fin dal 27 luglio, il Comando dell'8" Armata orientava le Grandi Unità da esso direttamente dipendenti ed i Comandi d'Arma sullo schieramento che sarebbe stato assunto sulla linea del Don: - a nord il II Corpo d'Armata, che avrebbe compreso alla sua ala sinistra la 336a Divisione di fanteria tedesca, oltre la Ravenna e la Torino; - al centro il XXIX Corpo d'Armata tedesco, che avrebbe conservato le sue Divisioni 62" e 294", ricevendo la Divisione italiana Cosseria; - a sud il XXXV Corpo d'Armata - CSIR, con le Divisioni Pasubio e Sforzesca; - in riserva d'Annata una quarta Divisione tedesca e la 3" Celere (quando avesse terminato il ciclo di operazioni che era stata destinata a svolgere presso la 6" Annata tedesca) (Documento n.
65). L'Armata sarebbe risultata inquadrata: -
a sinistra: dalla
-
a destra: dalla 6" Armata tedesca.
2"
Armata ungherese;
L'avversario, secondo le informazioni raccolte alla stessa data del 27 luglio, avrebbe fronteggiato 1'8" Armata con la propria 63" Armata. Il 29 luglio il Comando del Gruppo di Armate « B )> revocava la disponibilità della quarta Divisione di fanteria tedesca destinata
La marcilf. al Don . Le opnaz ioni 11ell'a,ua di Sera(imovic
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in riserva, confer mando la temporanea assegnazione della 3" Divisione Celere alla 6" Armata tedesca. Il Comando d'Armata ne dava partecipazione ai Corpi d' Armata fornendo loro nuove notizie sulla situazione generale (terreno e nemico), nella q uale si sarebbero trovati al più presto (Documento n. 66) ed il 31 luglio, « per permettere alle truppe marce meno faticose e giungere in linea in m igliori condizion i l> , invitava i Comandi dipendenti a regolare il movimento « in modo da non addivenire alla sostituzione delle truppe in linea del XXIX Corpo d'Armata tedesco prima del giorno 8 agosto» . Se per il XXXV Corpo d 'Armata - CSIR lo schieramento sul Don cos tituiva solamente un mutamento dall' uno all'altro settore operativo, per il II Corpo d'Armata si trattava, invece, della ripresa dell'attività guerresca, dopo un lungo periodo trascorso in terri torio nazionale e dopo che i reparti erano stati riportati a numero con l'immissione di complementi forni ti da cl assi di leva sprovviste di esperienza bellica. Il Comandante del Corpo d' Armata, Generale Giovanni Z anghieri , orientava tutta la Grande Unità sulla situazione che sarebbe stata affron tata e sulle esigenze che da essa derivavano (Docum ento n. 67). Il 2 agosto, il Comando dell'8" Armata emanava i propri ordini per la sostituzione del XXIX Corpo d'Armata germanico sulla linea del Don, l'inserimento su di essa delle Divisioni italiane ad opera di quel Comando, destinato poi a far parte dell'Armata stessa. In sostituzione della Divisione tedesca sottratta alla riserva, il Com ando d'Armata ne abbozzava un rimpiazzo levando al 11 Corpo d'Ar mata il raggruppamento cc.nn. 23 Marzo e togliendo alla specifica funzione controcarro il 20 J reggimento artiglieria motorizzato, che era stato particolarmente armato ed addestrato per svolgere proprio quell'azione di fuoco. Contemporaneamente, lo stesso Comando d'Armata portava a conoscenza delle Grandi Unità dipendenti i criteri ai quali il Comando del Gruppo di Armate « B » intendeva che venisse informata la difesa del Don. Venivano considerati alcuni punti fondamentali (D ocumento n. 68): - la lunga durata della sosta, destinata a comprendere anche il cambio cl i stagione; - l'ampiezza delle fronti assegnate in rapporto alle forze della difesa e, di conseguenza, 0
-
la discontinuità delle opere campali, la scarsezza delle forze,
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Le operazioni delle unitcì italicme al fmnte ru.l'so (1941 - 1943)
- la proiezione in avanti di tutte le unità, tale da determinare rigidità nella condotta della difesa, -
l'esclusione della difesa manovrata.
In esecuzione degli ordini del Comando d'Armata, il 2 agosto, il Comando del XXIX Corpo d'Armata emanava disposizioni per la sostituzione dei reparti in linea. Già il 3 agosto, gli orientamenti germanici subivano una nuova variante, con il preannunciato ritiro dalla linea della 62" Divisione tedesca, sostituita sul Don dalla italiana Cosseria. Il 4 ago?to, il XXIX Corpo diramava il nuovo Ordine di Operazione n. 61, aggiungendo disposizioni a quelle impartite il 2 agosto. Il 7 agosto, il Comando del XXXV Corpo d'Armata - CSIR, pur non diramando ancora un vero e proprio Ordine di Operazione, forniva orientamenti alle unità poste alle sue dipendenze, non solamente sui rispettivi settori e sulla ripartizione delle forze, ma anche sulla situazione in atto al limite di settore con il XVII Corpo cl' Armata tedesco, dalla quale sarebbero derivate assai presto importanti conseguenze (Documento n. 69). Fino dall'8 agosto, il Comando del XXIX Corpo aveva segnalato l'importanza che la q . 220 dell'ansa di Verhnij Mamon rivestiva, tanto per l'una quanto per l'altra parte, e sul conseguente pericolo che i sovietici, ai quali era stata appena tolta, ne tentassero la riconquista. Lo stesso Comando germanico offriva, come fu accettato, cli lasciare per qualche tempo un battaglione di fanteria rinforzato della 294" Divisione a disposizione della Divisione Ravenna, destinata a subentrare in quel settore, affinché le forze italiane avessero il tempo di prendere buona conoscenza delle nuove posizioni e di completarne i lavori difensivi. Il IO agosto tutta l'organizzazione subiva una terza variante : veniva sottratta la 336" Divisione tedesca, chiamata ad operare altrove; la 62" Divisione sarebbe rimasta al XXIX Corpo, la 294" sarebbe passata al II Corpo italiano. Pertanto, in quel medesimo giorno, il Generale von Obstfelder, Comandante del XXIX Corpo d'Armata, emanava l'Ordine di Operazione n. 62 per far adottare il nuovo schieramento. Secondo le intenzioni manifestate in quel momento dai Comandi germanici, sarebbe stato possibile all'Ar~nata italiana fare assegnamento sulla presenza nelle proprie retrovie della 22" Divisione corazzata, destinata ad esservi dislocata, però a disposizione del Comando del Gruppo di Armate « B >>.
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In realtà, quella Divisione stazionò nel settore del II Corpo d' Armata nella valle de] Boguciar soltanto per pochi giorni del1' autunno avanzato, tra la ra e la 2 " battaglia difensiva del Don, subito richiamata a cooperare al tentativo di tamponare la falla determinatasi il 19 novembre, ad opera dei sovietici, nelle retrovie della 6· Armata tedesca . Era fondam entale concetto operativo quello di sviluppare una ri gida difesa sulla ri va del fiume, anziché sulle alture dominanti. Per la prin-1a volta per le unità italiane veniva contemplata la costituzione di << gruppi d'intervento », co me riserve mobili, tratti dalle unità di retrovia. Lo schieramento fu attuato tra il IO ed il 15 agos to, perché il cambio del settore affidato alla Cosseria dal settore di Stogovkoj Abrossimova alla zona di Novaja Kalitva - Zapkovo - Dubovikof comportò, per questa Divisione, un supplemento di tre giornate di marcia. Tutta l'operazione della marcia dal bacino del Donez alle sponde del Don si svolse in modo tale da meritare l'elogio del Maresciallo List, Comandante del Gruppo di Armate e< A », che aveva sovrainteso alla maggior parte dell'operazione stessa. Il 13 agosto, terminato tutto il complesso movimento, il Generale Italo Gariboldi assumeva la responsabilità operativa dell'intero settore dell 'W Armata, da Pavlovsk (Kolkoz Bugilovka) alla foce del Choper nel Don. Il 15 agosto il Comando del II Corpo d'Armata diramava il proprio ordine per la difesa del settore assegnatogli e, assumendone la responsabilità operativa dalle ore 8 del seguente giorno 16, completava lo schieramento sul Don dell'8" Armata italiana. Dal concetto d'azione al quale sarebbe stata improntata la difes a emerge come questa fosse prevista sulle alture che fiancheggiano il fiu me, anziché al margine del corso d'acqua, e come fos se preoccupaz ione dei Comandi italiani la costituzione di riserve mobili, allo scopo di fron teggiare improvvise necessità. Per le unità sbarcate dai convogli ferroviari nella zona di Karkov il percorso per arrivare al Don superò i mille chilometri : I. 100 per i reparti a piedi e r .200 per quelli motorizzati. Per i reparti provenienti dalla zona di Stalino, lo spostamento di 5 00 chilometri risultava comparativamen te dimezzato, m a pur sempre rilevante. In generale la fanteria aveva marciato a piedi , coprendo la distanza media giornaliera di 32 chilometri, assai superiore a q uella considerata normale. Poche tappe erano state limitate a 28 chilo-
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metri, frequenti erano state quelle superiori ai 35; una, compiuta il 27 luglio, aveva raggiunto i 40 chilometri. Durante tutta la lunga fase di movimento dell'8,. Armata, dalla zona di radunata nel bacino de.I Donez fino alla rìva destra del Don, le unità aeronautiche italiane da ricognizione avevano costantemente provveduto d'informazioni i Comandi dell'Esercito e spesso le unità da caccia avevano dovuto intervenire a difesa. Lo schieramento fu avanzato sui campi di Voroscilovgrad, Oblivskaja, Millerovo, Kantemirovka e Karinovskaja. Alla fine d 'agosto, anche il Comando dell'Aeronautica del Fronte Orientale si spostava da Stalino a Voroscilovgrad. La sistemazione definitiva dei passaggi sul Donez che avrebbero congiunto il Centro logistico di Voroscilovgrad, sede dell'Intendenza dell'8"· Armata, con lo schieramento delle Grandi Unità sul fronte del Don comportò un'intensa attività dei reparti del genio e soprattutto cli quelli del la specialità pontieri. In prossimità dei ponti di equipaggio di Luganskaja, il XLI battaglione pontieri germanico, il 23 luglio, aveva intrapreso la costruzione di un ponte stabile di circostanza su palafitte, ma ben presto aveva dovuto interrompere quel lavoro, lasciandolo appena iniziato. Il 29 luglio, il I battaglione pontieri italiano lo riprendeva, provvedendosi nel.la zona stessa di materiale recuperato, ed il 24 agosto il ponte poteva essere aperto al traffico, mentre si rendeva possibile il ripiegamento dei ponti di equipaggio. Frattanto, anche il IX battaglione, dopo avere ceduto la sua 21" compagnia in rinforzo al I battaglione, con le altre due (22" e 23" compagnia), il 29 luglio si trasferiva nella zona di Voroscilovgrad. Il 5 agosto costruiva un ponte n. 2, della portata di 14 tonnellate, sul corso del Lugan, entro il centro abitato della città di Voroscilovgrad, e, nella stessa giornata, gittava sul Donez, a Veselaja Gora, un ponte I / R su barche, della portata di 13 tonnellate. Entrambe le opere erano finite in giornata. L '8 agosto questo ponte di equipaggio, di minore portata, e perciò stesso limitativo del traffico, veniva ripiegato e sostituito da un altro ponte di equipaggio 1vfod. 3, di TJO m, della portata di 20 tonnellate, pure su barche, messo in opera dalla 41" compagnia del lI battaglione pontieri per ponti pesanti, giunto in zona il giorno precedente. Il 9 agosto, la 4.2• compagnia deJlo stesso battaglione, gittava un secondo ponte su cavalletti, di 54 m, per superare il corso della Luganka.
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L' r r agosto, a Veselaja Gora, venivano iniziati i lavori per ìa costruzione di un ponte su palafitte sul Donez, analogo a quello di Luganskaja, e tali lavori venivano ultin1 ati entro il mese di settembre. Durante la prima metà del mese di agosto ebbe inizio, nella zona di Gorlovka- rovo Gorlovka (bacino del Donez), l'arrivo al fronte russo della prima delle Divisioni alpine che vi erano state destinate : la Divisione Tridentina (2). Tl 16 agosto, stabilite le necessarie misure logistiche per il movimento, i primi reparti si avviavano a piedi su Armavir, distante oltre 400 chilometri in linea d'aria, ai piedi della catena caucasica. La maggior parte del Corpo d'Armata Alpino sarebbe giunta in tempi successivi. Il 19 agosto il Comando del Gruppo di Armate « A » (Caucaso), con il quale gli alpini sembravano avviati a cooperare, comunicava al Generale G abriele Nasci, Comandante del Corpo d'Armata, che la Grande Unità posta ai suoi ordini doveva rientrare a far parte dell'8" Armata, schierata sul Don. Si era affermato il criterio dell'impiego unitario della forza spedizionaria italiana, al fronte russo, criterio sempre sostenuto dal Comando Supremo, dal Comandante del CSIR, come dal Comandante dell 'Armata, per evitare lo smembramento delle unità italiane, più volte precedentemente tentato e quale poteva essere osservato in atto presso le unità romene.
2. - LE OPERAZIONI DELLA 3• DIVISIONE CELERE NELL'A~SA DI SERAFL'vfOVIC
(Disegno n.
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A) PRIMA FASE (24 LUGLIO - 2 AGOSTO 1942)
Il Gruppo di Armate « B » tedesco, raggiunta vittoriosamente la linea di os tacolo ciel Don, l'aveva discesa lungo la riva destra, e la 6· Armata (inquadrata in quel Gruppo), con il proprio XVll Corpo d'Armata, aveva occupato la zona di Serafimovic Kalac, dove il Don, descrivendo un'ampia curva convessa ad est, tocca il punto più orientale del suo corso. (2) Le vicende de ll'arrivo e dell' impiego delle uni tà alpine sono trattate nel capitolo XIII.
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Intanto la 4" Armata corazzata, passato il Don ad est di Ternovskaja, puntava su Stalingrado, dove pure era diretta la 6" Armata proveniente da Kalac. Questa mossa avvantaggiava il Gruppo di Armate << A ,, , che aveva intrapreso la marcia verso la regione caucasica. Diveniva necessario, quindi, che il tratto della linea fluviale del Don, posto a monte della congiungente Kalac - Stalingrado, non divenisse base di partenza per azioni manovrate, con le quali forze sovietiche potessero minacciare le retrovie delle Armate tedesche operanti in direzione di sud - est. Prima fase di tale azione difensiva doveva essere quella della eliminazione di qualunque testa di ponte dei sovietici sulla sponda destra del Don. Dall'8" Armata italiana, destinata a schierarsi. sul Don alla sinistra della 6" Armata tedesca (alla cui ala sinistra era il XVII Corpo d'Armata tedesco) anticipando di poco il passaggio di dipendenze dal Gruppo di Armate << A ,, al Gruppo « B l>, fu distaccata la 3" Divisione Celere Principe Amedeo Duca d'Aosta, in teramente motorizzata e, conseguentemente, idonea a coprire rapidamente la distanza di 400 chilometri circa, esistente tra la zona di dislocazione in quel momento e quella di previsto impiego. Il 24 luglio, la 3" Divisione Celere, che il Comando dell'8" Armata aveva preso alle proprie dirette dipendenze, si trovava ancora in sosta nel bacino minerario del Mius, 50 chilometri a sud - sud-est di Voroscilovgrad, ed in quello stesso giorno riceveva l'ordine di passare a disposizione della 6" Armata tedesca. TI Generale Paulus disponeva che la Divisione italiana, con veloce marcia per Voroscilovgrad - Millerovo - Bokovskaja, si recasse ad eliminare la testa di ponte stabilita dal nemico sulla destra del Don presso Serafimovic, che costituiva minaccia al fianco sinistro cieli' Armata. Nella giornata del 25, la Divisione si sposta nella zona dei sobborghi a sud - est della città di Voroscilovgrad; il 26, tra le ore 4, 10 e le ore 13,45, in formazione articolata su sette scaglioni di marcia (3), transita sul ponte di equipaggio gittato il 23 a Luganskaja e sul quale nessuna Grande Unità italiana era ancora transitata. Nel po(3) 1'') XLVII battaglione bersaglieri motocicl isti, II gruppo da 75 j 27 del 12:i" artiglieria; 2") 3" reggimento bersaglieri con rinforzi; 3'') Comando della D i visione, compagnia gcn io artieri e rinforzi; 4°) r2'.l 0 reggimento artiglieria motorizzato (meno il II gruppo); 5") 6'' reggimento bersaglieri con rinforzi; 6°) LXII gruppo artiglieria da 105/32 di C.A.; 7°) nucleo logistico (sezione di sanit2, 2 ospedali da campo, sezione di sussistenza, ecc.).
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meriggio raggiunge Millerovo, sebbene attardata nella prima parte del movimento dal cattivo stato della strada. Il 27, con un'altra tappa di mo chilometri , su strade polverosissimc, la Divisione arriva nella zona di Bokovskaja - Ponomarcvka Niznc Astakof, dove sosta e riceve l'ordine della 6" Armata di passare a disposizione del XVII Corpo d'Armata tedesco (Comandante: Generale Hollidt), destinato a rimanere schierato su ampio fr:onte del Don. Nella giornata del 28 luglio le unità rimangono in sosta nella raggiunta Valle Zariza, mentre il Comandante e il Vice Comandante, con i Comandanti dei reggimenti, effettuano ricognizioni nella zona di prossimo impiego. Alla sera dello stesso giorno perviene alla Divisione l'ordine del XVIl Corpo d'Armata (Documento n. 70) di raggiungere entro il giorno successivo la zona a sud di Seraiìmovic, tra Baskovski e Ribni, per prepararsi all 'attacco della testa di ponte tenuta dai sovietici e che risulta in continuo rafforzamento. Il 578° reggimento di fa nteria tedesco, già in posto, viene assegnato in rinforzo alla 3a Divisione Celere. Esso sorveglia il nemico su di un fronte cli circa 25 chilometri, con due soli battaglioni ridotti a 400 uomini ciascuno e con pochi pezzi di artiglieria. Il giorno 29, la Divisione, articolata per il combattimento, raggiungeva la zona alle ore 14, per Bokovskaja - Gorbatovo - BlinofVerhnij Zarizinskaja, avendo lo scaglione più avanzato a Verh . Fominski ed il Comando a Karaghiscef. Nella stessa giornata il Generale Holliclt si reca al Comando della Divisione a prendere di persona gli ultimi accordi per l'azione, mentre risulta che nella stessa mattina l'avversario ha ricacciato i deboli clementi del 578" fanteria tedesco che si trovavano a Baskovski e Bobrovski, occupando le due località. _1el pomeriggio una nuova azione dei sovietici obbliga gli elementi del 578°, che la occupano, a sgomberare anche la q. 207,9. Il Comandante della Divisione Celere si reca a q. 21 0, dove è stabilito il Posto di Comando del 578", e vi apprende che il reggimento è formato da due soli battaglioni. Alla destra esso è collegato, per mezzo di pattuglie, con la 79" Divisione di fanteria, pure facente parte del XVfl Corpo, ma sulla sinistra, in direzione di Ribni, esiste un vuoto di oltre 30 chilometri verso le unità del XXIX Corpo d 'Armata tedesco, ormai compreso nell'8" Armata ital iana. Quella zona al limite di settore è sorvegliata lun go la riva del Don soltanto da poche pattuglie di ciclisti.
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte ruSJo (1941 - 1943)
Il nemico occupa, con 3.000 uomini circa, tutte le località della testa di ponte, fino alla linea di base dell'ansa stessa, da Baskovski a Satonski (inclusi). Sono attese nella testa di ponte altre due o tre Divisioni, per condurre un'azione offensiva verso sud - sud-est, allo scopo di sbloccare unità sovietiche accerchiate da altre forze della 6'' Arm ata e di alleggerire la pressione dei tedeschi su Stalingrado (oggi Volgogracl). Pertanto, mentre la situazione generale si presenta come poco favorevole e poco chiara, le infiltrazioni di reparti russi sulla sponda destra ciel Don e nei boschi che la fiancheggiano sono assai frequenti, provenendo anche dal settore assegnato alJa 79" Divisione. Il terreno sul quale dovranno essere svolte le operazioni non differisce notevolmente dal consueto aspetto generale. In particolare: il Don, che nel tratto da Satonski a Serafìmovic scorre da ovest ad est, pochi chilometri ad est di questo abitato, prende andamento generale da nord a sud, disegnando, appunto, l'ansa che da Serafimovic prende nome. Il corso del fiu me ha una larghezza tra i 200 ed i 400 metri, piuttosto profondo, con rive poco elevate, sinuose e boscose. L 'abitato di Serafìmovic è un grosso borgo, situato in prevalenza a sud del fiume, con gruppi di case sulla riva settentrionale. Aci oriente dell'abitato un bosco occupa tutto il vertice settentrionale dell'ansa. Questa è delimitata a sud da una dorsale tra le alture delle q. 197,4 e 180, orientata da ovest ad est, ripidamente scoscesa verso nord e terrazzata verso sud, in modo eia offrire buoni appigli tattici alla difesa rivolta verso sud. Tra Bobrovski e Baskovski la sponda destra del Don, con andamento da nord - ovest a sud - est, è ricoperta eia un fitto bosco, esteso per circa 5 chilometri lungo il fiume e profondo per circa 3, rotto da canali ed acquitrini, dominato verso ovest dai gradini che dalle q. r2r,8, 176,7 e 122,7 scendono verso i due abitati. Nella stessa giornata del 29 luglio, il Comandante della Divisione ordina al 6° reggimento bersaglieri di riprendere la q. 207,9 e cli occupare le alture che fronteggiano Baskovski. All'alba del 30, il XIX/ 6° ricaccia l'a,wersario eia q. 207,9 e prosegue su q. 122,7; iI VI/ 6° si porta verso Baskovski, che non raggiunge, m,a occupa la q. 149,1, Bellosoin, Belonemuchin, dove sostituisce reparti tedeschi. Il XIII/ 6° serra verso la testata della « balka >) dì Verh. Fominsk i. Il 3" reggimento bersaglieri e l'artiglieria seguono il movimento. Il Comando tattico della Divisione è stabilito a q. 210, r presso quello del 578° reggimento di fanteria tedesco.
La marcia al Don. Le operazioni nell'ansa di Scrnfimovic
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Nella consapevolezza che il nemico ormai conosca l'arrivo della nuova Grande Uni tà, nella previsione di una sua reazione e dell'annunciato peggioramento delle condizioni atmosferiche, vengono accelerati i tempi dello schieramento dell'artiglieria e di tutte le unità di secondo scaglione. Verso le ore 14 dello stesso giorno 30, i sovietici lanciano un duplice attacco: da nord in direzione di q. 210,1 con 24 carri armati del modello T - 34 ed un altro da est, in direzione di q. 176,7 con 15 carri T - 18. I celeri della Divisione si trovano a fronteggiare per la prima volta un'azione di mezzi corazzati, m a sanno prontamente diradare le proprie formazioni e rivolgere l'azione delle loro armi, pur se ineffici enti contro le corazze dei carri, sui fanti russi che accompagnano i carri stessi. L'azione dell'artiglieria, comprese due sezioni dell a batteria da 75 /39 ultimamente assegnata, si rivela efficace alle brevissime distanze, ponendo fuori combattimento 12 dei carri attaccanti. 11 XIX/ 6° cd il Il/ 120", che stanno prendendo posizione, sono stati investiti in movimento ed hanno subito i più gravi danni. Alla fine dello scontro, le nostre perdite risultano sensibi li. Il XXV /3° raggiunge la propria zona di schieramento, il XIX/6° ha mantenuto il possesso della q. 207,9. Soltanto il II gruppo del 120° artiglieria direttamente investito dai carri ha subito la grave perdita cli rn_pezzi da 75/ 27 su 12, di 2 pezzi da 20, di 7 trattori e 13 automezzi. Il 31 luglio, alle ore 2,15, precedendo le altre forze italiane della Divisione, il 578° fanteria, alla sinistra, di sorpresa e con azione avvolgente, attacca le posizioni nemiche presso Satonsk i, le occupa ed alle 3,30 si attesta sulle pendici occidentali di q. 197,4A quella stessa ora, il 3" bersaglieri, con due battaglioni in primo scaglione ed uno in secondo, muove ali 'attacco delle pendici orientali, per puntare poi su Serafimovic. Supera il pr imo sistema difensivo e prende contatto con il secondo, ma la reazione nen1ica è tanto violenta che il reggimento deve inviare il proprio XXV battaglione di fronte a Bjelajevski, donde la reazione nemica appare più pericolosa. _Tra le IO e le r 2 i sovietici contrattaccano con l'appoggio di carn, ma senza successo. Alle 14, quando, a sinistra, il 578° è ormai entrato in Satonski ed il 3° bersaglieri, al centro, ha q uasi raggiunto le q. 197,4 e r8o, un nuovo contrattacco russo, sempre appoggiato da carri, è lanciato contro questi due reggimenti, a cavallo della direttrice Serafìmovic Popov . La resistenza degli italiani e dei tedeschi è tenace, ma i carri armati raggiungono lo schieramen to clell 'artiglieria, pu r essendone
t
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 -1943)
poi respinti e perdendo la quasi totalità dei fanti che seguivano l'azione dei corazzati. Sulla destra il 6° bersaglieri, al quale si è riunito il suo VI battaglione, sostituito da reparti tedeschi (305" Divisione), ha superato le resistenze avversarie ed ha raggiunto i coston i delle q. 176,7 e 122,7, dando protezione al fianco destro delle due colonne attaccanti . Contrattaccato con l'appoggio di carri a Bobrovski, ha resistito e respinto il nemico, infliggendogli gravi perdite, con il concorso del III/ 120" artiglieria e della batteria da 75 /39 controcarro. Alcuni carri insinuatisi attraverso le posizioni dell'artiglieria, mentre compivano una scorreria nel retrofronte, si sono portati alle brevi distanze dal Comando della D ivisione, venendo distrutti dal pronto interven to di una sezione cannoni controcarro da 75/39, appostata in un campo di girasoli. Alla sera tutti i contrattacchi sono stati respinti. Dai png10nieri catturati si apprende che il nemico faceva conto di iniziare tra il 30 e il 31 luglio la puntata offensiva sulle retrovie della 6" Armata tedesca a Kalac e che l'intervento delia 3a Celere lo ha, invece, prevenuto nella sua mossa e costretto all a difensiva. Risulta, inoltre, che i sovietici dispongono di forze considerevoli, ma imprecisate, sulla sinistra del Don, di due Divisioni sulla destra, rinforzate da una Brigata di 50 carri armati, per la maggior parte T - 34, appena usciti. dalle fabbriche di Stalingrado, e di carri veloci T - 18 . . Nel tardo pomeriggio, nell'intento di ottenere un effetto di sorpresa il Comandante del XVII Corpo d'Armata ordina di attaccare il nemico nella notte, mantenendo lo stesso dispositivo del giorno precedente. Alle ore 0,30 del r" agosto l'attacco è ripreso. Il 578° avanza da Satonski lungo la destra del Don. Il XX battaglione del 3° bersaglieri raggiunge di sorpresa le alture di q . 180. La reazione del nemico è molto forte , soprattutto in artiglieria e mortai. Alle prime luci dell'alba, il XX, sostenuto nell'azione da aerei tedeschi, ·attacca q. 197,4 e, superando tenaci resistenze, la conquista, facilitando l'azione del 578° che, alle 5,30, entra in Serafimovic da sud , mentre XX e XVIII vi entrano da est. Il XXV battaglione, che di fronte a Bjelajevski avrebbe dovuto collegarsi con il YI/6° verso Bobrovski, non trova il contatto, si sposta troppo verso sud - est, distaccandosi eccessivamente dagli altri battaglioni del reggimento. Il Comandante della Divisione colma il vuoto con il XLVII battaglione motociclisti, impegnando in tal modo quasi tutta la riserva divisionale, che resta ridotta alla sola 3" compagnia motociclisti. Il XLVII occupa Bjelajevski alle ore r8.
La marcia al Don . Le operazioni nell'ansa di Serafimovic
22 3
Il XIII /6°, frattanto, con un suo distaccamento, ha conquistato, dopo duri combattimenti, la q . 121 ,8 a nord di Baskovski cd altre alture fronteggianti questo paese e Bobrovski . Contrattaccato, ha resistito sulle posizion i raggiunte. Alla sera del
1°
agosto :
- Scrafimovic e Bjelajcvski sono occupate, ma nuclei nemici restano nel bosco ad est di Serafìmovic; - sul costone antistante gli abitati di Bobrovski e Bas kovski è attestato il 6° bersaglieri. Alle ore 2 del 2 agosto, l'azione viene ri presa. Il 3" bersaglieri (con i battaglion i XVl lI, XX e XLVII motociclisti) con il rastrellamento deve completare l'occupazione di Serafìmovic e di Bjelajevski. Il Vice Comandante della Divisione, per mezzo di una prima colonna di bersaglieri (XIII / 6'', XIX/6° e XXV /3°) e di una seconda (VI / 6° e 3" compagnia motociclisti) deve provvedere all'occupazione di Bobrovski e di Baskovski. La colonna del 3° bersaglieri (com andata dal Colonnello Caretto) rastrella il bosco ad est di Serafimovic, r aggiunge il Don nel settore assegnatole, respinge un forte contrattacco sovietico, ma non riesce a completare il rastrellamento. La colonna del 6" bersaglieri : XIII/ 6'', XIX/ 6" e XXV/ 3" (comandata dal Colonnel lo Salvatores) conquista Bobrovski alle ore 3 e, contrattaccata anch'essa, resiste e respinge l'avversario. La colonna del VI /6" (Ten. Col. Trevisani) attacca Baskovski, ma la resistenza nemica è molto tenace, appoggiata da violento fuoco d'artiglieria. Soltanto verso le ore 12 il paese può essere conquistato. Nel pomeriggio il nemico riesce a passare il Don con nuove forze e lancia ripetuti, infruttuosi attacchi, sostenuti da carri armati. A sud - est di. Baskovski viene preso il contatto con la 79" Divisione tedesca, che ha conquistato Raspopinskaja. Se il nemico ha subito nella giornata forti perdite in uomini , carri armati, armi e materiali vari, anche la Divisione si è ulteriormente ridotta numericamente. Q uanti sono tuttora presenti ai reparti combattono senza sosta da quattro giorni e tre notti. Il Comandante della Divisione chiede al Comando dell'8' Armata, dal quale non ha cessato la dipendenza organica e disciplinare, che gli siano assegnati rinforzi e sia data alla Celere una pausa per procedere al riordinamento dei reparti. Il Comandante del XVII Corpo tedesco, per parte su a, p romette rinforzi.
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L e operazioni delle unità italiane al fronte russo ( r94r - 1943)
Alla sera del giorno seguente:
2,
il Comandante della Divisione ordina che il
a) siano costituiti due settori: -
-
-
« Lombardi >), da Serafìmovic a Bjelajevski (incluso), con il 3° bersaglieri (meno il XXV battaglione), il XLVII motociclisti ed altri elementi di rinforzo; « Salvatores », da Bjelajevski (escluso) a Baskovski (compreso), con il 6° bersaglieri (meno il VI battaglione) ed elementi di rinforzo; riserva divisionale: VI e XXV battaglione, ad est di
g.
2IO,I;
b) siano spinti sulle rive del Don elementi di sorveglianza, che i grossi, tenuti sulle posizioni raggiunte, dovranno poter rinforzare prontamente;
e) sia completato, ad opera dei due settori, il rastrellamento ad est di Serafìmovic e del bosco tra Bobrovski e Baskovski. Al mattino del 3 agosto, il XVIII / 3°, un battaglione di fanteria tedesco e la 3a compagnia motociclisti, superando serie resistenze di nuclei nemici, per altro ricacciati poi oltre Don, rastrellano il bosco ad est di Serafìmovic. Nel settore del 6° l'avversario, che nella notte ha fatto passare il .fiume ad altri suoi rinforzi, alle ore 3, con le prime luci, prende, a sua volta l'iniziativa attaccando Bobrovski. Dopo lungo combattimento, il XIII bersaglieri deve ripiegare sul costone che da est domina il paese. Muove al contrattacco il VI / 6° e, dopo una lotta durata undici ore e dopo furibondi corpo a corpo, Bobrovski è riconquistato. Le perdite sono gravi da ambo le parti. Anche Baskovski, temporaneamente abbandonato, dopo d ura lotta, viene riconquistato. Alle ore 14,30, la situazione può dirsi ristabilita nel settore orientale della Divisione, ma resta tuttora in 111ano al nemico il bosco tra i due abitati. I prigionieri catturati segnalano l'arrivo cli nuove e notevoli forze a sostegno della loro parte.
Con queste cinque giornate di faticosa lotta, la 3" D ivisione Celere conclude una fase della battagli a, raggiungendo l'obiettivo di eliminare la minacciosa testa di ponte a sud ciel Don, strappata a forze superiori, che gliene hanno conteso il possesso.
La marcia al Don. Le operazioni nell'ansa di Serafimovic
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La testa di ponte, di grande importanza per l'avversario, natu· ralmcnte forte per l'esistenza di alture dominanti verso sud e di paesi ridotti a capisaldi, era stata munita di solide e complesse opere campali, specialmente nel vertice dell'ansa, sulle q . r97,4 e 180, conquistate dal 3° bersaglieri. Il 6" bersaglieri (con il concorso del XX/ 3n e dell a 3" compagnia motociclisti) aveva conquistato e difeso Bobrovski. Il X L VII battaglione motociclisti si era distinto nella presa di Bjelajevski. Il nemico aveva subito forti perdite in uomini e n1ezzi : dei o carri armati della Brigata corazzata, 47 e 2 autoblindo erano 1 stati eliminati: 35 distrutti, per la maggior parte dall'artiglieria, alcuni dai bersaglieri con bottiglie di benzi na; 12 erano stati obbligati alla sommersione nel Don (di quel totale: 31 carri e 2 autoblindo erano stati distrutti da reparti itaìiani e r6 da reparti tedeschi). In un sommario primo rastrellamento del campo di battaglia, sui cadaveri di ufficiali sovietici furono rinvenuti documenti e schizzi che confermavano l'intenzione del nemico di ammassare forze nella testa di ponte, per fare della zona Bobrovski - Baskovski la base di partenza di un attacco diretto verso sud, su Kalac (Documento n. 71). L ' intervento della 3" Celere determinò l'inversione della situaz ione, costringendo l'avversario, già pronto ad attaccare, alla difensiva e ad ammassare forze per mantenere il possesso dell 'ansa. Dichiarazioni concordi di prigionieri, confermate dai rilevamenti della ricognizione aerea, segn alarono l'affluenza di 5 Divisioni per tentare la riconquista della testa di ponte, il cui possesso era necessario per .il passaggio a sud del Don, preliminare a qualunque azione contro le retrovie germaniche. La cessazione, almeno temporanea, del perseguimento di quel progetto costituiva il risultato positivo dell'operazione condotta dalla Divisione Celere. Questa fase della battaglia, durata cinque giorni, cagionò la perdita cli circa r.ooo combattenti italiani (caduti, feriti , dispersi), mentre non è nota l'entità delle perdite dei reparti tedeschi assegnati in rin forzo.
R) SECONDA F ASE (3 - 2 1 AGOSTO 1942)
Alla fine della combattuta giornata del 3 agosto, il Comandante della 3" D ivisione Celere, certo di avere portato a termine il compito ricevuto, esponeva al Comandante del XVII Corpo di Armata te15. -
u.s.
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Le operazioni delle unità italiane al fr-onte russo ( r.941 - 1943)
desco l'opinione che non fosse necessaria la materiale occupazione di tutto il bosco tra Bobrovski e Baskovski, tra le le alture di q. 176,7 e quella di q. 121,8 in quanto che, acquistato il saldo possesso dei due paesi, si sarebbe conseguentemente disposto anche degli accessi al bosco. Il rastrellamento minuto di questo, tutto intersecato da canali ed acquitrini, avrebbe richiesto lo spiegamento di numerose forze, mentre i combattenti italiani e tedeschi agli ordini della Divisione si trovavano in condizioni di grande stanchezz a e ridotti nel numero, in conseguenza delle perdite recentemente subite. Il Generale Hollidt, Comandante del XVII Corpo, però, ordinava il giorno 4 che il bosco fosse ugualmente rastrellato e che il giorno 5 l'.occupazione italiana fosse portata oltre di esso, fino a raggiungere materialmente la sponda destra del Don. Inoltre, preoccupato dell'esistenza di un ampio spazio non occupato tra lo schieramento della 3" Celere e quello del XXIX Corpo d'Armata tedesco, lo stesso generale ordinava che, nella medesima giornata del 5 agosto, il XXV battaglione bersaglieri (3° reggimento), rinforzato dal I gruppo da 100/17 del 120° artiglieria, da mortai cl a 8 r e pezzi da 47 / 32 c / c, si portasse a Cebotarevski, per provvedere alla sorveglianza di un settore della sponda destra del Don , ampio 30 chilometri. Dall'esecuzione di tale ordine le forze disponibili per la Divisione sarebbero state ulteriormente ridotte. Tolte le forze destinate al rastrellamento del bosco, per la sorveglianza del fronte tra Satonski e Bobrovski (circa 20 chilometri), non rim anevano che il XVIII/ 3" ed il XX/3", i due battaglioni tedeschi del 578° rgt. ed il XL VII motociclisti, tutti con effettivi m olto ridotti dopo i combattimenti dei giorni precedenti. Per adempiere agli ordini ricevuti, il Comando della 3a Celere dispone .che; nella giornata del 5 agosto la « colonna Schuchard )) (dal nome de.I Maggiore tedesco, Comandante di un reggimento, investito del Comando direttamente dal XVII Corpo), costituita dai battaglioni bersaglieri XIII/ 6° e XIX/ 6°, dai battaglioni di fanteria tedeschi l/208° e lll/212° (79" Divisione), dal III gruppo del 120° artiglieria e dai resti del II (cannoni da 75/ 27\ dal LXII gruppo cannoni da 105/ 32, eseguisca il rastrellamento del bosco, appoggiata da un duplice intervento di « stukas >>. La reazione del nemico si sviluppa violenta, determinando molte perdite da ambo le parti, ma, alla sera, è stata raggiunta la sponda destra del Don.
La marcia al Don. L e operazioni nell'ansa di Serafimovic
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Frattanto il VI battaglione bersaglieri (6° reggimento), ancora rinforzato daJ1a 3" compagnia motociclisti, ha mantenuto l'occupazione delle q. 176,7 e r21,8. In quello stesso giorno il Comandante della 79a Divisione tedesca, mentre era accompagnato dal Comandante dell'artiglieria della stessa Divisione, incontrando all'osservatorio di q. 176,7 il Comandante del 6° reggimento bersaglieri (Col. Umberto Salvatores), gli dichiarava testualmente : « Voi bersaglieri siete meravigliosi. Pur senza mezzi adeguati, avete fermato i carri armati sovietici. Nelle vostre condizioni, noi stessi tedeschi non avremmo potuto combattere neppure un giorno di guerra». Nella notte stessa sul 6 agosto il nemico, ripassato silenziosamente il Don e valendosi della perfetta conoscenza dei luoghi , si infiltra nuovamente nel bosco per canali ed acquitrini, riuscendo ad attaccare sui fianchi e da tergo i reparti italo - tedeschi. I quattro battaglioni, .necessariamente fraz ionati nella zona boscosa e paludosa, sono costretti a ritornare su1le posizioni di partenza tenute il 4 agosto. Ma il Generale Hollidt, non ancora convinto dell'impossibilità di m antenere il controllo di quel terreno con forze stanche e decimate, ordina che nella giornata medesima del 6 il bosco sia riconquistato. I reparti muovono alle ore 16,30 ed alle ore 19, ripreso quanto era stato perduto, ritornano sulla sponda destra del Don. Negli altri settori deJla Divisione, nelle giornate del 5 e del 6, sono continuati i lavori di rafforzamento, mentre il movimento del distaccamento del XX battaglione bersaglieri rinforzato su Cebotarevski viene sospeso. In simile situazione il Generale Marazzani rappresenta al Comandante dell'8" Armata che : -
dal 12 luglio la Divisione marcia e combatte senza soste ;
-
da quel giorno a tutto il 5 agosto le perdite ammontano
a 1.550 uomini; - dal 30 luglio (inizio della battaglia) al 6 agosto la Divisione ha perduto più di un terzo degli effettivi: alcuni battaglioni sono ormai ridotti a circa 200 uomini; . riposo;
in otto giorni i reparti non hanno avuto un minuto di
- i reparti sono sfiniti e non pochi combattenti cadono svenuti per la grande stanchezza.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Pertanto sarebbe necessario ed urgente rinunciare all'invio nel settore di Cebotarevski dei battaglioni tratti dalla Divisione Celere, sostituendoli con altrettanti, meno logori, della Divisione Pasubio, come quella meno lontana dalla Celere, affinché le ridotte forze di quest'ultima non vengano sottratte dal settore di Serafìmovic. Ma la proposta non ottiene risultato positivo. Anche nella notte sul 7 agosto il nemico ripete nel bosco l'azione della notte precedente e, per tutta la giornata del 7, violenti e frazionati scontri si svolgono in tutto quel settore. Alla sera il nemico è quasi completamente respinto oltre il fiume. Il XIII battaglione del 6" bersaglieri, più logorato degli altri, veniva destinato a sostituire il XX/ 3°, recandosi in sua vece a Cebotarevski, dove si sarebbe trovato in situazione meno difficile. E' posto a disposizione della 3" Celere anche il II battaglione del 212° fanteria tedesco, che giunge il 7 a Verk Fominski. Alla sera del 7 il Generale Marazzani, riferendo in riepilogo al Comando d'Armata le operazioni del 5 e del 6, insiste sullo stato di logoramento dei reparti della Divisione Celere, precisando che su circa 6 .000 uomini della linea del fuoco ne sono stati perduti 1.082 (il 18%), tra i quali 58 ufficiali, oltre le perdite dei reparti tedeschi, proporzionalmente non meno gravi. Questo messaggio s'incrocia con un altro di elogio per tutti, rivolto alla 3" Celere dal Comandante dell'Armata. Per una terza volta, nella notte sull'8 agosto, malgrado le forti perdite subite nel giorno precedente, i sovietici s'infiltrano nel bosco, attaccano all'alba ed ottengono che i reparti italiani e tedeschi occupanti ancora una volta si ritirino sulle alture. Finalmente il Generale Hollidt ha raggiunto la persuasione che non sia possibile mantenere l'occupazione del bosco « data l'enorme stanchezza delle truppe l> - scrive - ed ordina di resistere ad oltranza sui rilievi dominanti. Ma la Divisione ha esaurito ogni riserva. Anche il II/212° tedesco ha dovuto entrare in linea. Nella mattina dell'8, dopo potente preparazione di fuoco, il nemico attacca in forze anche i tedeschi posti a difesa del settore di Satonski, obbligandoli a ripiegare. Il Comando della Divisione, rimasto privo di riserve, lancia al contrattacco una compagnia italiana di formazione, costituita da genieri ed un'altra tedesca, essa pure di formazione. Lo slancio dei genieri, non inferiore a quello dei bersaglieri, validamente sostenuto dall'artiglieria, ottiene la conservazione del costone che domina Satonski.
La marcia (ti Don . Ll' operazion i nell'ansa di Serafimovic
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Nel pomeriggio deì1'8, il Comandante del XVIT Corpo distrae dalla massa logorata della Celere anche il XXV battaglione del 3° bersaglieri, per trasferirlo nella zona di Cebotarevski, dove si deve unire al XIII/6° ed al l / 120° artiglieria. L'intero distaccamento è posto agli ordin i del Colonnello Felici, Comandan te del 3° reggimento bersaglieri (4). Inoltre destina alla di fes a del vertice nord - orientale dell 'ansa il resto dell a Divisione Celere (con il XVIII e XX/3°, il VI/ 6°, il XLVII motociclisti ed il I / 208° tedesco, con l'artiglieria) da Satonski a Bobrovski (inclusi). Da Bobrovski (escluso) a sud, deve subentrare la 79• Divisione pionieri tedesca, agli ordini della quale passa il XIX /6°. 11 XX battaglione bersaglieri, sostituito da un battaglione di fanteria della 79·' Divisione, passa in r iserva divisionale a Verh . Fominski. Ma già alla stessa sera dell'8, qu ando la situazione appare normalizzata, con l'ansa in possesso della Celere, eccetto il bosco tra J3obrovski e Baskovski, gli ordini sono nuovamente mutati dal Comando del XVII Corpo tedesco. Lo stesso Comandante della Divisione Celere è destinato a sostituire il Colonnello Felici nel Comando delle forze inviate a Cebotarevski, mentre i restanti due terzi della D ivisione, posti agli ordini del Vice Comandante, sono passati a disposiz ione della 79" Divisione tedesca. Il Generale Marazzani rifiuta nettamente di eseguire tali prescrizioni, poiché intende conservare il Comando del grosso della sua Divisione. Il mattino del 9 agosto, il Generale H olliclt, recatosi al Comando della 3" Celere, riconosce di avere dato un ordine ineseguibile , lo annu lla e se ne scusa. Pertanto, in vista della disponibil ità delle forze e della prossima sostituz ione dell a Celere con la 79,. Divisione tedesca, ri mangono alla Celere il settore di Cebotarevski, con i reparti sottoposti al Colonnello Felici, cd un altro settore non contiguo, da Serafimovic (escluso) a q. 12 0 di Bobrovski (incluso), con le restanti unità della Divisione (4 battaglioni bersaglieri, 1 tedesco, 2 g ruppi di artiglieria e reparti minori). Ad un a colonna della 79" Divisione è affidata la conservazione del collegamento tra i due settori. (4) TI Colonnello Aminto Caretto, ferito il 2 agosto, aveva dovuto lasciare il Comando del 3". Il 5 era deced uto per la cancrena gassosa provoca ta dalla ferita .
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Le ope1·azioni delfo unità italiane al fronte russo ( I 94 r - I 943)
Nella giornata del 9 agosto, il nemico attacca a Raspopinskaja la 79" Divisione (sulla destra della Celere), sempre nel probabile intento di alleggerire la pressione tedesca su Kalac. Il Comandante del Corpo d'Annata, nell'opinione che l'azione sia ripresa il giorno seguente ordina : - alla 22" Divisione corazzata tedesca di riconquistare l'altopiano di Raspopinskaja e di rastrellare il bosco di Baskovski; - alla 3a Divisione Celere di resistere ad oltranza sulle posizioni occupate e di trasferire a Karaghiscef il XIX/ 6° bersaglieri, come riserva di Corpo d'Armata. Ma il 10 agosto i sovietici si limitano ad attaccare da Satonski verso Serafimovic, prontamente respinti dai bersaglieri e dai genieri. La 22" Divisione corazzata non interviene. Dice, tra l'altro, il Diario di guerra (Kriegstagebuck) del Comando Supremo germanico (O.K.W.) alla data del 10 agosto r942 : « Sul fianco destro della Divisione Celere, per l'intervento della 22" ·Divisione corazzata, viene ristabilito il fronte sul Don. Il nemico qui si è ritirato JJ. L'errore proviene, sembra, dall'avere ritenuto che l'ordine emanato il 9 agosto dal Comandante del XVII Corpo fosse stato eseguito o non revocato. La giornata dell'n agosto trascorre senza che si verifichino particolari avvenimenti. Il 12 agosto il nemico attacca a Bobrovski ed il 13 nel bosco ad est di Serafimovic, venendo prontamente respinto l'una e l'altra volta. Il 13, il Comandante della Divisione Celere riceve l'ordine di cedere la responsabilità del settore alla 79• Divisione tedesca, cessando contemporaneamente la dipendenza operativa dal XVII Corpo. ln quello stesso giorno, il Comandante della (? Armata, Generale Paulus, esprimeva al XVII Corpo ed alle forze italiane con esso cooperanti il suo ringraziamento per quanto avevano compiuto nella « battaglia della sacca di Kalac >J (ansa di Serafimovic). A sua volta il Generale Hollidt, salutando la 3" Divisione Celere che lasciava il XVII Corpo, la ringraziava, ne ricapitolava le azioni di guerra, le riconosceva i meriti acquisiti nei prolungati combattimenti (Documento n. 72). La parte di settore tenuta dalla Celere e non ceduta alla 79" Divisione tedesca passava contemporaneamente alla Divisione Sforzesca, giunta ad assumere schieramento sul Don. Questa Divisione, ala destra dell 'intera Armata, subentrava in una situazione tattica non risolta, destinata a determinare nuove difficili circostanze.
La marcia al Don. Le operazioni nell'ansa di Serafimovic
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Sarebbe rimasto ancora in posto, su riclùesta del Comando del Gruppo di Armate « B » e con il consenso del Comando dell'8"' Armata, il raggruppamento Lombardi (2 battaglioni di bersaglieri, 2 gruppi di artiglieria ed elementi dei Servizi) (5), agli ordini del Vice Comandante della Divisione, continuando la precedente dipendenza. Le forze rese disponibili, nei giorni 14 e 15, si spostavano nella zona di Tarnoskaja-Diogtevo (80 chilometri a nord di Millerovo) per effettuarvi un periodo di riordinamento e di riposo. Il Comandante della Celere prospetta al Com ando dell'8° Armata, dal quale è tornato a dipendere anche per l'impiego, l'opportunità di estendere prontamente il ritiro ai reparti rimasti presso la 79"' Divisione, proponendo una loro eventuale sostituzione con altre unità italiane meno logore. Le esigenze difensive della linea del Don recentemente assunta non consen tono l'accoglimento della proposta ed i reparti del raggruppamento Lombardi debbono rimanere nella zona di Serafìmovic fino al 2r agosto, quando potranno riunirsi al grosso della Divisione, per continuare a combattere con esso. L a relazione del dirigente del Servizio sanitario del 6° reggimento bersaglieri (Documento n. 7 3) descrive la situazione fisica dei combattenti della Celere, risalendo alle cause di essa, e convalida tecnicamente le richieste del Comandante della Divisione. I vuoti determinati nei reparti dalle ultime perdite si sommavano a quelli appena lasciati dai caduti e dai feriti delle operazion i del bacino minerario del Mius - Krasnyj Luch, dagli assenti per la spossatezza e per le malattie. La forza presente dei vari battaglioni non superava i 300 - 400 uomini ognuno, il VI/ 6° allineava soltanto 1 50 bersaglieri. Le perdite sofferte dalla 3" Divisione Celere durante i combattimenti sostenuti nell'ansa di Serafimovic dal 30 luglio al 14 agosto furono considerevoli : 162 morti (rr ufficiali), 950 feriti (42 ufficiali), 89 dispersi, II pezzi di artiglieria ed altro materiale di armamento pesante e leggero erano andati distrutti. Per tutte queste cause, l'efficienza operativa della Divisione risultava fortemente ridotta e la Grande Unità necessitava di un periodo di riord ino e di completamento organico. (5) Costituito da: XVIIT battaglione bersaglieri del 3° reggimento, XLVII battaglione bersaglieri motociclisci, II gruppo da 75 / 27 del 120° artiglieria, LXII gruppo da 105 / 32 del 30° raggruppamento artiglieria e.li Corpo d'Armata, nucleo della 7311 sc7,ione di sanità, 46'' e 60° ospedale da campo, 20° nucleo chirurgico, nucleo della 93a se7.ione di sussistenza.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Se il grosso della 3" Celere, trasferendosi in riserva dell'8" Armata poteva sperare in un meritato riposo, e di goderne almeno per alcuni giorni, il raggruppamento Lombardi rimaneva inserito nella 79' Divisione tedesca, avendo tutte le unità schierate sulla linea del fu oco, quotidianamente impegnate in azione dal nemico, sempre attivo ed aggressivo. Continuava ad essere prospettata al Comando di Armata la necessità impellente di dare riposo a quei combattenti, che non soltanto erano in cattive condizioni fisiche, ma si trovavano anche in precaria situazione tattica. Il Comando della 79" Divisione, il r6 agosto, m anifes tava l'intenzione di scindere il raggruppamento Lombardi, passando i due battaglioni alle dipendenze dei settori e prendendo alle proprie i due gruppi di artiglieria, operazione che il Generale Marazzani faceva precisare di non poter accettare se non su autorizzazione del Comando dell'8" Armata. Questo, su richiesta del Gruppo di Armate « B », la concedeva il giorno 17, autorizzando la 6a Armata tedesca a trattenere quelle forze ancora per qualche tempo. Il ràggruppamento Lombardi veniva disciolto, i suoi reparti passavano alle dipendente dirette della Divisione tedesca, ma il Generale Lombardi continuava a rimanere vicino ai suoi uomin i condividendone la sorte. Il 19 agos to, il XVIII/ 3° passava in secondo scaglione, ma già il 20 ritornava in linea, per sostenere il XL VII motociclisti, violentemente attaccato. Il 2r agosto tutti i reparti che avevano costituito il raggruppamento Lombardi si spostavano, sotto la pioggia, dal settore della 79" Divisione tedesca a quello adiacente della Divisione Sforzesca , per tornare a combattere altre forze nemiche, che attaccavano dando inizio alla r" battaglia difensiva del Don.
I risultati ottenuti dall a 3a Divisione Celere nel settore di Serafìmovic non erano venuti meno. Quella testa di ponte, mantenuta dai sovietici nell'intento di agire da essa controffensivamente nelle retrovie della 6" Armata tedesca diretta a Stalingrado, era stata efoninata. T tentati.vi di ricostituirla erano stati sventati. L'armamento di una intera Brigata corazzata avversana era stato distrutto.
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La marcia al Don . Le operazioni nell'ansa di Serafimovic
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Erano state inflitte al nemico anche sanguinose perdite m uomini, morti e feriti, e la cattura di 1.600 prigionieri. Altre armi e materiali di ogni genere erano stati catturati o distrutti in combattimento. Il XVII Corpo d 'Armata, che non poteva ricevere concorso dalla rimanente parte della sua 6., Armata, avviata a ben altre prove, era stato validamente sostenuto dall'in tervento della 3"' Celere e, mentre questa ritornava alla propria 8" Armata, nel tratto di sponda destra del Don adiacente alla linea di contatto tra le due Armate, il XVII Corpo rilevava una situazione tattica ind ubbiamente migliore di quella esistente il 29 luglio.
CAPITOLO Xli
LA PRIMA BATTAGLIA DIFENSIVA DEL DON (20 AGOSTO- I° SETTEMBRE 1942)
La denominazione di « prima battaglia difensiva del Don >> comprende le operazioni condotte, nella seconda metà del mese di agosto 1942, dall.'8'' Annata italiana per opporsi all'offensiva diretta contro di essa dalla 63" Armata sovietica, in concomitanza con l'azione della 2r" Armata sovietica contro il XVII Corpo d'Armata tedesco (6" Armata), Grande Unità laterale di destra dell'Armata italiana. Le Grandi Unità sovietiche agivano nel più vasto quadro denominato dagli storici militari russi « battaglia sul Volga». Le dué denominazioni non possono coincidere, in quanto: - da parte italiana apparirebbe non conforme alla realtà non ricordare il compito difensivo assegnato all'8" Armata ed indicare con chiarezza le località nelle quali ebbero luogo i combattimenti; - da parte sovietica, invece, scopo essenziale della lotta era impedire ai tedeschi di raggiungere il Volga a Stalingrado (oggi Volgograd) perché non fosse interrotta la navigazione sulla via d'acqua del grande fiume e per mantenere il possesso della citt?1, non soltanto per il suo nome emblematico, ma soprattutto per conservare la disponibilità dei grandi impianti industriali che in quell'area avevano sede. In ottemperanza a questo compito essenziale le Forze Armate sovietiche, con le loro azioni offensive, miravano : - ad ottenere una penetrazione tale da rescindere la forza germanica operante su Stalingrado (6" Annata tedesca) dalle basi poste ad occidente del Don; - a far divergere dall'asse di sforzo di Stalingrado la maggior quantità possibile di forze germaniche e loro alleate o, quanto meno, ad impegnarle dove si trovavano per impedire che fossero spostate altrove.
La prima battaglit1 dife11siva del Don
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La prima battaglia difensiva del Don fu combattuta principalmente dalle unità del XXXV Corpo d'Armata - CSIR (Divisioni Sforzesca e Pasubio) il cui schieramento è indicato nel Disegno n . 24.
I. - IL TERRENO
Il settore nel quale si stava schierando 1'8" Armata italiana sulla riva destra del Don si estendeva dal kolkoz Bugilovka (locali tà della sponda destra, circa otto chilometri a sud di Pavlovsk) fino all 'altezza della confluenza del Choper (affluente di sinistra). L'ampiezza del settore misurava in linea d'aria 180 chilometri, che, seguendo il corso sinuoso del fiume, diventavano circa 270. L 'elemento naturale di maggiore importanza in quel vasto territori o era il corso del Don. Esso si presentava con un primo tratto di circa 65 chilometri ad andamento meridiano quasi rettilineo fino a Novaja Kalitva, dove riceveva da destra la confluenza della Tciornaja Kalitva. Qui il corso del fiume formava un angolo di guasi novanta gradi e, piegando in senso equatoriale da ovest ad est, procedeva in linea retta per circa trenta chilometri. Disegnava, poi, la caratteristica voluta dell'ansa che ha al suo vertice, in riva sinistra, il paese di Verhnij Mamon . L'ansa misurava alla base 5 ch ilometri e mezzo di corda e IO chilometri di saetta, dalla base al vertice. A valle del paese di Ossetrovka, al vertice nord - orientale dell'ansa, il Don assumeva andamento generale da nord - ovest a sud - est per una novantina di chi lometri, fin presso a Krasnojarski. Riceveva dalla destra come affluente anche il Boguciar, a valle del quale descriveva alcune anse, tra le qual i era caratteristica quella tra Krasnohorovka e Ogalev, designata dai Comandi italiani come <e il cappello frigio ». Q uesta minore ansa misurava sei chilometri di corda ed altrettanti di saetta. Invece, a valle della confluenza della Tihaja, l'andamento generale del Don ritornava ad essere equatoriale, da ovest ad est, pur ancora attardandosi in gomiti ccl anse per oltre settanta chilometri, fino all a foce del Chopcr. La larghezza dello specchio d'acqua, nel tratto considerato, variava dai 100 ai 400 metri ed in taluni punti poteva essere guadato nella stagione estiva.
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Le operazioni delle unitù itaiiane al fronte russo ( r941 - 1943)
Le piene, soprattutto quella del disgelo, determinavano straripamenti, che lasciavano, ai lati del fiume, acguitrini coperti di canne, specialmente sul.la riva sinistra, dove la sponda era più bassa. Nel tratto considerato esisteva la sola isola di Deresovka, poco a monte dell'ansa di Verhnij Mamon. Nella stagione estiva di magra, si formavano anche più o meno cospicui banchi di sabbia. Gli affluenti di riva destra - Tciornaja Kalitva, Boguciar, Tihaja - avevano modesta portata rispetto a quella del Don . Le loro foci erano contrassegnate da zone acquitrinose. Inoltre, nel tratto di terreno a sud ciel Don, al margine orientale del settore dell'Armata, esisteva il torrente Zuzkan, tributario del Tcir, che a sua volta confluiva più a valle nel Don, con un corso ad andamento generale da nord - ovest a sud - est, nelle retrovie dell'Armata. La plastica del terreno era la solita dell'ambiente della Russia meridionale, con ondulazioni comprese tra i 250 ed i 50 metri sul livello del mare. 11 corso del fiume era .fiancheggiato da una serie di alture, dalle quali si staccava verso nord la propaggine costituente l'ansa di Verhnij Mamon, che raggiungeva in essa l'altezza di 220 metri. Dalla sommità di quelle colline talora non era visibile lo specchio dell'acqua, perché, durante la magra estiva, la corrente risultava incassata rispetto alle sponde. Nel bastione dei rilievi esistenti nel tratto considerato e che dominava il .fiume, sulla sua riva destra, si notavano due interruzioni principali pianeggianti in corrispondenza delle confluenze della Tciornaja Kalitva e del Boguciar. Tali pianure erano in gran parte costituite dagli impaludamenti corrispondenti alle foci dei due fiumi. La pianura della Tciornaja Kalitva si andava rapidamente restringendo verso ovest, tra ]e colline che la serravano da nord e da sud e, pertanto, possedeva scarsa rilevanza tattica. La pianura del Boguciar, anch'essa con una palude alla foce del fiume, presso Saliman, si sviluppava in terreno asciutto ad ovest della zona pantanosa e restava, per tutto il suo andamento, un ampio corridoio con sbocco a Kantemirovka, dove transitavano la linea ferroviaria e la strada adducenti verso nord a Rossosc e Svoboda cd a sud verso Millerovo e Kamensk, sul corso del Donez. La via di accesso tattico della valle del Boguciar era individuata, non tanto nella zona della foce del fiume , pantanosa come è stato detto, ma nell'ansa di Verhnij Mamon, donde, scendendo a T vjerdoklebovka, si immetteva appunto nel corridoio del Boguciar.
La prima battt1glia difen.riva del Don
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Lo sbocco della Tihaja nel Don non dava luogo a r ilevanti interruzioni tra le colline della riva destra. La sponda sinistra si presentava piana e bassa. In secondo piano, alla distanza d i qualche chilometro dal fiume, il terreno risaliva in un gradino collinoso dominante la pianura. La sponda destra del Don, costituita prevalentemente da terreno calcareo - gessoso, si prestava bene alle opere di forti fìcazione campale e, in generale, aveva dominio sulla sponda sinistra. Dove confluivano nd Don corsi d'acqua più o m eno importanti, la sponda si abbassava al livello del fiume, perdendo la caratteristica di ostacolo anticarro, posseduta per un tratto di circa 14 0 chilometri più a valle; sarebbero occorsi lavori di sterro per accentuarne la ripidezza; nell'ultima cinquanti na di chilometri a monte della confluenza del Choper , la riva non aveva la caratteristica di ostacolo. Il Comando dell'8• Armata aveva derivato, da uno studio condotto dal Servizio Geologico Militare tedesco, una « Carta geologica della riva destra del Don », alla scala 1: 300.000, per far conoscere ai Comandi interessati le caratteristiche dei terreni e per orientarli sui lavori campali da condurre in essi (Disegno n. 2 5). La copertura della riva destra era rappresentata da boschi scarsi e di ampiezza assai modesta nel tratto settentrionale del settore, fin presso l'abitato di Svinjuka, sul tratto orientale dell'ansa di Verhnij Mamon. Qui, fino alla foce del Boguciar, il bosco era disposto quasi ininterrottamente sulle due rive; poi, fino al limite destro del settore, la sponda del fi ume si presentava quasi sempre scoperta. In profondità esistevano alcuni boschi, ma erano di limitata ampiezza, costituiti in prevalenza da quercie, che offrivano un'ottima copertura in estate e discreta anche in inverno. Assai più fitta si presentava la copertura della riva sinistra, per il bosco quasi conti nuo, interrotto soltanto dagli abitati e da pochi altri tratti di pianura spoglia. Qualche risorsa per la copertura, nella fascia a contatto con il nemico, era offerta anche dalle biche del grano m ietuto, accumulato ed abbandonato sul posto per le sopravvenute operazioni belliche. Gli abitati di riva destra del Don erano tutti di scarsa entità: villaggi di pescatori e di contadini, composti da « isbe ))' ottime per la protezione dalle intemperie, ma di limitatissima util ità per una organizzazione difens iva, essendo costruite in legname, prive di cantine e sempre minacciate e con tetti di paglia, pertanto soggette al pericolo d'incend io generato dalle azioni di fuoco del nemico. Nelle retrovie del settore ed in profondità, dietro lo schieramento delle Divisioni, esisteva una seconda serie di abitati di mag' ' .• .J _ f \' , .. .r,· '0 1
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Le operazioni delle unità italittne al fronte russo ( 1941 - 1943)
giore importanza, talora con caratteristiche quasi urbane: Rossosc, Kantemirovka, Bielovodsk, Millerovo e, quasi allo sbocco del Boguciar nel Don, la pressoché distrutta cittadina di Boguciar. Quei centri erano dotati di alcuni edifici in muratura, essenzialmente chiese sconsacrate e scuole . Sulla riva sinistra del Don, o nelle immediate vicinanze, gli abitati più importanti osservabili dalle posizioni italiane erano: Russkoje Buivolovo, Kasinka, Olikovatka, Gorohovka, Verhnij Mamon (Mamon Superiore), Nizne Gniluscia, N izne Mamon (Mamon Inferiore), Bitscek e Vescenskaja. I maggiori assi delle comunicazioni ordinarie, tutte a fondo naturale, erano: - la strada di arroccamento a tergo dello schieramento Jevdakovo - Podgornoe - Rossosc - Kantemirovka -Tcercovo - Millerovo; le radiali verso le posizioni occupate sul Don: di valle Boguciar, usata promiscuamente dai Corpi d'Armata II e XXIX tedesco; Millerovo - Diogtevo - Mescov, usata dal XXIX Corpo tedesco; Millerovo - Nizne Astakof- Bokovskaja, usata dal XXXV Corpo d'Annata - CSIR; -
le strade di retrovia : . Rossosc - Rovenki - valle Aidàr - Starobelsk - ponte di Veselaja Gora - Voroscilovgrad; Kantemirovka - Bielovodsk - Olkovaja - ponte di Luganskaja - Voroscilovgrad; . Millerovo - Olkovaja - ponte di Luganskaja - Voroscilovgrad.
A questa rete principale, mantenuta in parte dagli artieri del genio italiano ed in parte dalla Organizzazione Todt germanica, si collegava la rete stradale secondaria rdativa alle singole unità, grandi e minori, schierate nei vari settori difensivi. Le unità dovevano provvedere, in proprio, alla manutenzione e, talora, all'apertura delle strade, impiegando i reparti direttamente dipendenti. La percorribilità del terreno fuori -s trada non era difficile in quella zona e, per conseguenza, anche gli immediati rovesci della posizione di resistenza potevano essere facilmente raggiunti dagli autocarri addetti ai rifornimenti. In secondo tempo, quando fu attuata la riduzione dello scartamento dei binari, venne ripreso il servizio ferroviario sulla linea
La prima battaglia difen siva del Do11
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parallela all'andamento del fronte Jevdakovo - Rossosc - Kantemirovka - Millerovo - Staraja Staniza, dapprima collegata alla restante rete mediante trasbordi agli estremi, poi eliminata con l'opera del genio ferrovieri italiano ( r ).
2. - LA SITUAZIONE L'8" Armata era inquadrata nel Gruppo di Armate « B » tedesco ed aveva: -
a si nistra la
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Armata ungherese (VII Corpo d 'Armata -
23• Divisione); - a destra la 6" Annata tedesca (XVII Corpo d'Armata 79 Divisione). 3
Il Comando dell'Armata aveva ripartito il fronte da difendere in tre settori di Corpo d 'Armata, e precisamente, da sinistra a destra (Disegno n. 26) : -
II Corpo d'Armata, con: 294" Divisione di fanteria tedesca, 65 km, dal kolkoz Bugilovka al fiume Tciornaja Kalitva ; Divisione Cosseria, 34 km, dalla T ciornaja Kalitva al margine occidentale dell'ansa di Verhnij Mamon; Divisione Ravenna, 30 km, dal margine occidentale dell'ansa di Verhnij Mamon alla foce del Boguciar;
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XXIX Corpo d'Annata tedesco, con: . Divisione Torino, 35 km, dalla foce del Boguciar al paese di Suchoj Donez; . 62" Divisione di fanteria tedesca, 55 km, da Suchoj Donez al paese di Merkulov;
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XXXV Corpo d'Armata -CSIR, con : Divisione Pasubio, 30 k m, da Merkulov al paese di Rubescinski ; Divisione Sforzesca, 33 km, da Rubescinski alla foce del Choper.
(1) Vds. pubblicazione « I Servizi logistici delle Unità italiane al fronte russo (1 941 - 1943) >> dello STATO MAGGIORE EsERCl'fO - U FF1c10 S-roRrco, Roma, 1975.
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L e operazioni delle unità italiane al fronte
1'Usso (
1941 - 1943)
Il Comandante dell'Armata, non appena ricevuta notizia dell'impiego sul Don, quando ancora riteneva di avere disponibili nove Divisioni, anziché otto, da destinare in prima schiera, il 3r luglio faceva presente al Comando del Gruppo di Armate « B >> l'eccessiva ampiezza dei settori divisionali. Fatta esclusione della 294" Divisione tedesca (II Corpo d'Armata), alla quale era stato assegnato un tratto di fronte naturalmente forte, per le caratteristiche di ostacolo rappresentate dal Don, nella rimanente parte dello schieramento dell'8" Armata risultava che alle Divisioni era stata affidata la difesa di settori dell'ampiezza media di 34 chilometri, con evidente sproporzione tra fronte e forze a disposizione ed in contrasto con la dottrina. Anche destinando alla linea tutti i sei battaglioni di fanteria di ogni Divisione, a ciascuno di essi sarebbe spettato il compito di difenderne quasi sei chilometri, mentre il Comandante della Divisione sarebbe rimasto privo di una anche minima disponibilità di forze da far accorrere a sostegno di un punto minacciato. La costituzione cli una riserva divisionale unica risultava difficile, perché l'ampiezza dei settori rendeva meno sollecito l'intervento di essa. La ripartizione della riserva in due blocchi migliorava la soluzione ciel problema dei tempi d'intervento, ma complicava quella delle forze da destinare alla linea. In generale fu adottato lo schieramento di quattro battaglioni in primo scaglione e di due in secondo, m a in alcuni casi questi ultimi dovettero cedere una compagnia come unità di rincalzo per battaglioni che, avendo dovuto schierare le tre compagnie fucilieri avanzate, erano rimasti senza possibilità d'immediato intervento a sostegno dei punti eventualmente minacciati. A ciascuno dei quattro battaglioni assegnati al primo scaglione era affidata la difesa di un settore ampio circa sette chilometri. Le compagnie avanzate avrebbero dovuto costituire caposaldi, schierati a catena lungo la fronte e senza scaglionamento in profondità. L'azione cli fuoco di tutte le armi doveva inevitabilmente gravitare sul davanti per costituire una cortina della maggiore consistenza possibile, ma che risultava, per altro, discontinua a causa degli intervalli tra i caposaldi. La difesa controcarro attiva, anche se concentrata sui punti di più probabile irruzione dei mezzi corazzati nemici, era condizionata dalla vastità della fronte. Si doveva, pertanto, fare maggiore assegnamento sull'ostacolo passivo, dove poteva essere realizzato, o
La prima bC1ttaglia di/ensiva del Don
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sui campi minati, che la scarsa densità delle armi automatiche della difesa riusciva, però, a battere assai limitatamente. L'efficacia dell'azione dell'artiglieria risentiva ovviamente della situazione generale fin qui descritta. I gruppi assegnati ai settori reggimentali, per poter interven ire su tutto il loro fronte, dovevano assumere schieramenti avanzati che li esponevano alle vicende della lotta della fanteria. L'artigl ieria, massa di manovra divisionale, non poteva agire accentrata nelle mani del Comandante in quanto non possedeva gittate capaci di coprire l'intero fronte della Divisione. I Corpi d'Armata, non disponendo di Divisioni di seconda schiera, vedevano limitate le loro possibilità di manovra ai quattro battaglioni della Milizia rinforzati dalle loro armi d 'accompagnamento, ma non potevano intervenire con il fuoco d'artiglieria, in quanto anche le bocche da fuoco di maggiore gittata (r49/ 40) non possedevano braccio sufficiente per agire sul fronte dell 'intero settore. Il Comando artiglieria dell 'Armata aveva dovuto decentrare ai Corpi d'Armata tutte le artiglierie direttamente dipendenti, limitandosi ad esercitare su di esse e su quelle delle altre Grandi Unità un'azione ispettiva. Unica forza di manovra a disposizione del Comandante del1'Armata rimaneva la 3" Divisione Celere, che nel quadro generale trovava possibilità d i. vali do impiego, specie dopo la su a totale motorizzazione che l'aveva resa strumento omogeneo. Ma la repentin:i chiamata nel settore della 6"' Armata tedesca, i duri combattimenti sostenuti nell'ansa di Serafìmovic e nel bacino del Mius, ne avevano fortemente ridotto l'efficienza operativa. Inoltre, nel momento in cui l'Annata assumeva la responsabilità del settore, la Di visione doveva non soltanto provvedere al proprio r iordinamento, ma si trovava con le unità di fanteria ridotte di ½ e quelle di artiglieria dim ezzate, in quanto due battaglioni di bersaglieri e due gruppi di artiglieria erano rimasti ad operare con la 6' Armata, nel settore della 79"' Divisione. I Comandanti delle Grandi Unità italiane cercarono di dare alla posizione di resistenza del loro settore quel minimo di profondità compatibile con le forze disponibili, gravitando con queste sulle alture, piuttosto che sul pelo dell'acqua. Tale scelta risu ltava razionale anche per l'esigenza di porre la sistemazione delle opere campali al sicuro dalla pien a ciel fiume, in1mancabile principalmente dopo le pioggie autunnali. 16. - U.S.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 -1943)
In due punti del vasto settore dell'Annata, il corso del Don non avrebbe potuto comunque essere raggiunto: nell'ansa di Verhnij Mamon e nell'ansa di Krasnohorovka-Ogalev (il « berretto frigio»). Nell'ansa di Verhnij Mamon era rimasto in mano ai sovietici il margine settentrionale di essa, risalendo fino alle pendici della q. 220. Nei giorni 4, 5 e 6 agosto, la 294• Divisione tedesca aveva condotto un'azione offensiva per impadronirsene e l'aveva poi consegnata alla D ivisione Ravenna. Il Comando del II Corpo d'Armata, nel suo ordine per la difesa del settore, non aveva citato la q. 220, lasciando libero il Comando della Divisione Ravenna di precisare se intendesse conservarne il possesso. Il Generale Edoardo Nebbia, Comandante della Divisione, faceva subito presente che l'abbandono dell'altura avrebbe dato al nemico la possibilità di osservare entro le linee italiane mentre lo schieramento dell'artiglieria avrebbe dovuto essere arretrato, perdendosi la possibilità di b;lttere il paese di Ossetrovka ed il corrispondente traghetto. Pertanto il nemico avrebbe potuto facilmente raccogliersi per sferrare possibili attacchi da nord a sud. Anche la considerazione d'indole morale di non cedere quanto l'alleato aveva conquistato pochi giorni prima induceva alla conservazione del possesso. Il Comandante del Corpo d'Armata, pur non ignorando che la posizione sarebbe rimasta pressoché isolata, non disponendo di ostacoli protettivi, ed avrebbe richiesto molte forze per essere difesa, che se sistemata a caposaldo non avrebbe potuto fare sistema con i tratti laterali della linea e sarebbe stata faci lmente aggirabile da est e da nord - est, aderì alle considerazioni esposte dal Comando della Ravenna e decise di far comprendere q. 220 nella posizione di resistenza. Per l'ansa di Krasnohorovka - Ogalev non valevano considerazioni analoghe. La sua limitata ampiezza e la sua configurazione altimetrica la rendevano soggetta a.Ile inondazioni del Don ed il Comandante della Divisione Torino s'intese facilmente con il Comandante del XXIX Corpo d'Armata tedesco, per far occupare permanentemente con un forte presidio solo le quote dominanti, collocando entro l'ansa un posto di osservazione collegato telefonicamente, con l'unica funzione di dare tempestivo allarme. Il rimanente tratto dell'ansa doveva essere sorvegliato da pattuglie. Infine, all'estrema ala destra dell'Annata, al limite di settore con la 6" Armata, in corrispondenza della foce del Choper, esisteva una situazione poco chiara e comunque tale da destare preoccupaz1om.
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N el settore della 79• Divisione (XVII Corpo d ' Armata), per quanto vi avessero sanguinosamente operato la Grande Unità tedesca e la 3"' Divisione Celere, le forze del nemico avevano facile accesso e talora vi permanevano. Tale situazione non era stata risolta tanto che il XVII Corpo non aveva ancora posto in libertà i reparti costituenti il raggruppamento Lombardi (2), dopo che al grosso della Divisione Celere era subentrata la Sforzesca nel tratto di settore adiacen te agli abitati di Si movski (passato alla Sforzesca) e di Bobrovski (passato alla 79"), entrambi sulla riva del Don, ed alla testata del torrente Zuzkan, defluente da nord a sud. Ad est di Simovski esisteva uno spazio non occupato di oltre r 1 chilometri, .fino ad Isbuscenski , dove era dislocato il Gruppo Tattico Esplorante Knobloch (r squadrone di cavalleria, r squadrone di ciclisti, I compagnia pionieri, rinforzati da poche anni controcarro), articolato in posti di sbarramento alq uanto arretrati e largamente intervallati. I russi, che occupavano quasi tutta la fascia di abitati di riva destra del Don situata nel settore della 79" Divisione tedesca, estendevano l'occupazione in profondità, potendo disporre di una buona base di partenza per condurre operazioni offensive contro il XXXV Corpo d'Armata - CSTR e particolarmente contro la Sforzesca. Constatata una tale situazione, il Comandante della Divisione aveva informato il Comando superiore, che, a sua volta, aveva subito reso edotto il proprio ufficiale di coJlegamento germanico per le segnalazioni di su a competenza. Il Comando del XXXV Corpo d 'Armata, però, non aveva trascurato di prendere provvedimenti ed aveva ordinato al Com ando della Sforzesca, nel piano per la difesa del settore, un battaglione (1/ 54°) a protezione del proprio .fianco destro. 11 fronte sul quale si era schierato il l/54° aveva un'ampiezza di 15 chilometri (da Simovski a Devjatkin). Per estendere più a sud il fianco difensivo, aveva affidato un altro settore di 10 chilometri, da Deviatkin a Bolschoi, al raggruppamento della Milizia 3 Gennaio, ordinandogli di sistemarsi a difes a sulle alture di riva destra del torrente Zuzkan. Ancora più a sud, il raggruppamento a cavallo, muovendo dalla zona tra Bolschoi e Pronin, avrebbe dovuto impiegare il reggimento Savoia Cavalleria, il II gruppo artiglieria a cavallo ed una compagnia con trocarro (colonna Bettoni) per svolgere esplorazioni a largo rag-
(2) Vds. capitolo Xl.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( l 941 - 1943)
gio in direzione di nord - est, fino a prendere collegamento con gli elementi tedeschi della 79" Divisione. Per assicurare una migliore difesa della linea del Don, sarebbe stato necessario disporre al più presto cli ingenti quantità cli filo spinato, tanto in rotoli quanto in gabbioni, per stroncare, od almeno rendere disagevole, l'attività notturna di pattuglie russe attraverso il fiume, .la posa di vasti campi minati, antiuomo ed anticarro, ]o sgombero del campo di tiro da boschi e da cespugli, per assicurare un'efficace azione di fuoco di tutte le armi. Erano, inoltre, necessarie piccole azioni tendenti a migliorare il dispositivo di difesa, suggerite dalla conoscenza dei luoghi e dallo schieramento nemico. L'effettuazione di colpi di mano oltre il Don, infine, avrebbe risposto all'esigenza di tenere desto lo spirito combattivo dei reparti, di attrarre la maggior quantità possibile di forze avversarie, di scompaginarne gli apprestamenti difensivi e di distruggere le risorse logistiche . Fronteggiava 1'8'' Armata, la 6t Armata sovietica schierata, da nord a sud, con le seguenti unità (vcls. Disegno n. 26) : 127" Divisione fucilieri, da Pavlovsk alla Tciornaja Kalitva, di fronte alla 294" Di visione tedesca; 1" Divisione fucilieri, dalla Tciornaja Kalitva a Krasnojarski, di fronte alle Divisioni italiane Cosseria, Ravenna, '.Torino e parte della 62'' Divisione tedesca;
- r53'' Divisione fucilieri, da Krasnojarski a Vescenskaja, di fronte alla 62" Divisione tedesca ed alla Divisione Pasubio;
- 197" Divisione fucilieri, da Vescenskaja alla foce del Choper, di fronte alle Divisioni Pasubio e Sforzesca. La forza dei due opposti schieramenti, espressa in Divisioni, risultava di sette dalla parte italiana (8a Armata) e di quattro da quella della 63'' Armata sovietica. Considerando, per altro, i reggimenti di fanteria schierati _in linea, il divario risulta meno sensibile: 16 reggimenti all'B" Armata ed I I alla 6_f sovietica, senza considerare le riserve delle Grandi Unità e le artiglierie. I Comandi sovietici tentavano spesso, soprattutto di notte, il passaggio del fiume, con pattugl ie di varia consistenza, per individuare i punti cli più facile passaggio. Quei punti non erano stati sbarrati con reticolati posti in opera da parte dell'8' Armata, in quanto i materiali di rafforzamento erano tuttora in via di affluenza e·d il loro trasporto era reso più difficile dalle ricorrenti crisi nella distribuzione dei carburanti.
La prima battaglia difensiva del Don
Inoltre, la 63a Armata sovietica disponeva di altre due Divisioni in seconda schiera : la 14" G uardie e la 203", mentre 1'8" Armata disponeva della sola Celere, fatto che poneva i due schieramenti contrapposti in un rapporto di forze quasi equilibrato: otto Divisioni (delle quali sei binarie) dalla parte italiana e sei (delle quali una sola con due reggimenti) dalla parte sovietica.
3. - IL COMPITO Il Gruppo di Annate e< B )> tedesco aveva ricevuto dal proprio Comando Supremo il compito principale di raggiungere il Volga a Stalingrado con le Armate 6" e 4" corazzata, per poi assumere atteggiamento difensivo a garanzia del tergo del Gruppo di Armate « A ». Doveva, inoltre, difendere la linea fluviale del Don con la 2" Annata tedesca, la 2" ungherese e ]'8" Armata, alla quale era stato assegnato il noto settore. Il Generale Gariboldi aveva subito espresso il proprio disappunto perché l'Armata al suo comando era stata destinata a compito di secondaria importanza in un momento di generale ri presa offensiva. Aveva anche richiamato l'attenzione del Comando tedesco sulla sproporzione tra l'ampio fronte da di fendere e le esigue forze a disposizione. Il 9 agosto il Generale Gariboldi si era recato a Starobclsk, presso il Comando del Gruppo di Armate « B », per illustrare le ragioni del malcontento già manifestato, tanto sotto l'aspetto morale del non confacente impiego, quanto per l'inadeguatezza tra compito ricevuto e mezzi per realizzarlo. Aveva riassunto la questione prospettando che, se l'attacco sovietico non avesse avuto luogo, lo schieramento dell'8" Armata sul Don pareva come un.o spreco di forze, ma che gueste sarebbero risultate scarse a garantire la difesa della linea, qualora un'offensi va del nemico si fosse verificata. Il Comando del Gruppo di Armate aveva controbattuto che il compito difensivo sul Don era importantissimo, in quanto concorreva all'azione principale sul Caucaso, alla quale, in tal modo, si trovava associata l'Armata italiana. In caso di offensiva sovietica contro 1'8'1 Armata il Comandante del Gruppo di Armate << B i> avrebbe provveduto ad inviare i mezzi per fronteggiarla. Il Comandante dell'8" Armata aveva replicato prendendo atto delle promesse ed aveva aggiunto di non considerare ruolo piacevole queJ1o di essere destinato ad essere salvato.
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L e operazioni delle unitcì italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Infine, da Roma, il Comando Supremo, informato della destinazione sul Don e dell'impressione sgradevole che questa aveva provocato, aveva risposto che quanto era stato ordinato dai Comandi tedeschi rispondeva a preventivi accordi stabiliti tra i due Comandi Supremi alleati ed aveva invitato il Comandante dell'8" Armata ad esegmre gli ordini ricevuti.
4. - LE AZIONI PRELIMINARI Lo schieramento delle unità tedesche appena giunte sul Don, nella seconda decade d'agosto stava raffittendosi per l'arrivo in linea delle Divisioni italiane dell '8a Armata. Il Comando sovietico faceva eseguire una serie di azioni offensive contro le forze del Gruppo di Armate « B » , per saggiarne la consistenza e per determinare il punto nel quale avrebbe svolto la propria azione tendente ad arrestare l'avanzata germanica verso il Volga. 12
agosto.
Nel tardo pomeriggio, una pattuglia russa della forza di una squadra ed un pattuglione valutato ad una compagnia passavano il Don in corrispondenza dell'ansa di Krasnohorovka- Ogalev (III/82° fanteria). Venivano presi sotto il fuoco del gruppo del 52° artiglieria a difesa del settore, ma non si ritiravano. A tarda sera, il Comandante della Divisione ordinava che una compagnia del I / 82°, già in secondo scaglione, fosse autotrasportata in modo da poter intervenire alle prime luci del giorno successivo. 1
5 agosto.
Sul fronte del Gruppo di Armate « B >J a nord dell'8" Armata si svolgeva un'azione offensiva sovietica nella zona di Voronez (2" Armata ungherese). Notte sul
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agosto.
Contro l'estrema ala destra dell'W Annata (cfr. Disegno n. 24), presidiata dal II/54° fanteria (Divisione Sforzesca), subito ad ovest di Sirnovski, aveva luogo un colpo di mano contro un nostro centro
La prima battaglia difensiva del Don
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di fuoco, ma la pronta reazione della difesa lo sventava. Nostre pattuglie, spintesi appena oltre il limite di settore, al paese cli Bobrovski, udivano distintamente rumori di approdo di barche e di movimenti sulle due sponde del .fiume. I prigionieri catturati affermavano di appartenere ad un reparto di 70 uomini approdato il giorno precedente presso Bobrovski e che si era dislocato in una balka a sud di q uesto abitato. Nel settore di sinistra (53° fa nteria) pattuglie avversarie tentavano senza successo d'infil trarsi nel bosco di Plesciakovski, presso il limite sinistro del settore divisionale con la Pasubio.
16 agosto. A Korotoj ak le forze della contigua 2" Armata ungherese venivano attaccate ed avevano ristabilito la situazione solamente dopo due giorni di combattimenti.
Notte sul 17 agosto. Attacco contro la Sforzesca. Al li mite di settore tra i due reggimenti di fanteria 53° e 5f, consistenti forze nemiche passavano il Don presso q. 50,9 (nord di Tjukovnovski) ed altre ancora ad est di Simovski. Il Comando della Divisione, per meglio assicurare la saldatura tra i due reggimenti, inviava con autotrasporto un a compagnia del I/ 53", tratta dal battaglione di secondo scaglione, rinforzava il 54" fanteria co n una compagnia di mitraglieri di Corpo d'Armata, disponeva che il III gruppo artiglieria a cavallo, assegnato in rinforw dal XXXV Corpo, prendesse posizione nel settore per accrescere la consistenza del fianco difensivo verso est. Le azioni di attacco e di rastrellamento, durate per tutta la mattina del 18 agosto, si concludevano con la cattura di 68 prigionieri e di vario materiale bellico, ma erano costate la perdita di 23 morti (2 ufficiali) e di 49 feriti (4 ufficiali). L 'interrogatorio dei prigionieri confermava che l'operazione della notte precedente era stata condotta da due interi battaglioni sovietici.
17 agosto . Alle prime luci del giorno, un pattuglione sovietico di una quarantina d 'uomini, comandato da un ufficiale e da un commissario politico (politrùk ), parte in barca e parte a guado, passava il Don presso Abrossimova cd attaccava un caposaldo dell'81" fanteria, presidiato dalla 6" compagnia, venendo respinto. Nel successivo rastre l-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 194, - 1943)
lamento, 3 russi risultavano morti e 2 cadevano prigionieri. La difesa subiva la perdita di 2 morti e 2 dispersi . Alle ore 7 ,30, altri reparti sovietici ammontanti ad un paio di compagnie, dopo avere attraversato il Don , attaccavano e circondavano il villaggio di Satonski, presso il limite destro del settore della 62" Divisione di fanteria tedesca, tenuto da una compagnia. Un piccolo rincalzo, prontamente accorso per sbloccare le forze accerchiate, non riusciva neH'intento. Accorreva autotrasportata una compagnia dell'8o<) fanteria Roma che, giunta sul posto alle ore r3,r5, trovava la situazione già ristabilita da altre forze tedesche. Alle ore 20,30 il nemico tentava un nuovo passaggio del .fiume poco ad ovest di Simovski, prontamente respin to dalla reazione della difesa. In considerazione della frequenza delle azioni del nemico e della situazione locale, allo scopo di ottenere un raccorciamento ciel fronte, risparmiando forze a vantaggio del fianco sinistro della Divisione, su consenso ciel Comando del XXXV Corpo d'Armata, lo schieramento dell'ala destra della Divisione veniva arretrato sui contrafforti dominanti Simovski da sud, rinunciando alla materiale occupaz10ne dell'abitato. 18 agosto.
Alle ore 10,30 aveva luogo un tentativo di passaggio sulla sponda destra del Don sul fronte della Pasubio, nel settore del 79° fanteria. Nella zona a nord - est di Ribni il pronto intervento dei rincalzi e dell'artiglieria respingeva un pattu~lione di una sessantina d'uomini. Tre barche venivano affondate da un pezzo controcarro. Bilancio dell'azione: 4 morti russi e 18 prigionieri; da parte italiana 7 caduti e 39 feriti (2 ufficiali). Alle ore 14,30 altri elementi sovietici tentavano l'attraversamento del fiume nei pfrss i di Olscianski (settore II / 80°), ma erano respinti da un efficacè tiro d'artiglieria. Dall'interrogatorio di un disertore russo presentatosi alle linee della Divisione Ravenna, si apprendeva che il nemico aveva schierato sulle basse pendici settentrionali della q. 220 due battaglioni del 415° reggimento fuc ilieri ( 1" Divisione), rinforzandoli con armi di accompagnamento, essenzialmente mortai. 19 agosto. Sul fronte della Divisione Rai,enna era stata contrastata l'azione di. forti pattuglie avversarie.
La prima battaglice difensiva del Don
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Sul fronte della Divisione Torino, una compagnia fuci lieri russi (6 ufficiali ed 80 uom ini) attaccava il III / 82° presso Ogalev e veni va respinta, lasciando qu alche prigioniero. Nel rastrellamento venivano an che raccolti alcuni fucili cd un mortaio da 50 mm. L 'artiglieria della Sforzesca agiva contro elementi nemici (fanteria, artiglieria e carreggi) in m ovimento sulla riva destra del Don e sulla sinistra del Choper, da Satalovski verso il bosco di Simovski. Il Com andante del 11 / 54° aveva segnalato che in corrispondenza del paese di Simovski un ponte sommerso facilitava grandemente ai russi il transito del fiume .
Notte sul
20
agosto.
Alle ore 22,ro il nemico, dopo intensa p reparazione di fuoco d 'artig lieria e di armi p:::san ti di fanteria, passava il Don nella piccola ansa di Merkulov. L'attacco, eseguito da circa 250 uomini del1'8280 reggimento fuci lieri sovietico, era diretto contro le posizioni difese dalla Legione croata, assegnata in rinforzo alla Divisione Pasubio. Alle ore 0,45 l'attacco era arrestato dall a reazione cli fu oco della d ifesa. Alle ore 22,30, nel settore del -i.7° fan teri a Ra{lenna, aveva luoiso un tentativo d'infiltrazione proveniente dagli isolotti emergenti dal D on presso K us1nenkin, ccl un altro alle ore 22,45 nel tratto del 38° fanteria, presso G ruscevo; l'uno e l' altro prontamente respinti. Le operazioni condotte dall'avversario tra il 12 ed il 19 agosto, non solamente contro le unità dcll'8" Armata italiana, ma anche contro la 2 " Armata tedesca e la 2 a ungherese, avevano lo scopo, come si è g ià d etto, di sondare lo schieramen to sull a riva destra del D on, per poter individuare il pun to più debole nel q uale ripetere l'operazione a più largo raggio tentata con tro la 6" Armata tedesca alla fine di luglio . ln quell'operaz ione, il tempestivo intervento delJa 3" D ivisione Celere, rafforzando la resistenza del XVII Corpo d' Armata tedesco, aveva reso impossibile il successo sovietico. Ora l'avversario aveva analizzato la nuova situazione e, tratte le conseguenze, si preparava a vibrare un nuovo colpo. In alcun i casi l'attenzione dei russi era stata rivolta alle anse del fiu me, come già a Scrafì movic, in q uanto u n possibile successo avrebbe facilitato l'avvolgimento da nord dell'ala tedesca scoperta e le nuove forze affluite in q uel la breccia avrebbero potuto condurre su Kalac l'operazione strategica d i isolamento della 6' Armata (che puntava, verso il Volga, a Stalingrado).
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Le opern.zioni delle unitcì italiane al fronte russo (1941 - 1943)
5. - LA BATTAGLIA Esaminata con uno sguardo d'insieme, la prima battaglia difensiva del Don, combattuta principalmente dalle unità del XXXV Corpo d'Armata - CSIR, si svolse in quattro fasi: a. l'urto iniziale russo (20, 2r e 22 agosto); b. il contrattacco italiano (23 agosto); c. la ripresa dell'azione da parte dei russi (24 e 25 agosto); d. l'arresto dell'offensiva (26 agosto- 1° settembre). A) L'URTO INIZIALE RUSSO
(Disegno n. 27)
Il
20
agosto.
Alle ore 2,30, dopo brevissima preparazione d'artiglieria e di mortai, i russi passano il Don a guado e su traghetti ed investono il settore presidiato dalla Divisione Sforzesca. Essi attaccano: il II/ 54" sulle alture che da sud dominano Simovski, e nel tratto tra Simovski e Krutovski; il ITI/54° tra Satonski e Tjukovnovski, al limite di settore con il 53° fanteria. · Le forze della difesa, con violente reazioni di fuoco e di movimento, respingevano per due volte gli attacchi. Alle ore 4,30, l'azione si estendeva anche all'estrema sinistra del settore divisionale (53° fanteria), al limite con la Divisione Pasu.bio, presso Plesciakovski. D ai prigionieri catturati si apprendeva che le forze attaccanti appartenevano tutte alla 197" Divisione fucilieri (828'', 8fo e 889'' reggimento). L'azione avversaria si delineava in modo più incisivo contro il II /54°, schierato all'ala destra presso Simovski. In quel tratto di fronte, alle ore 5, l'attacco nemico, rinnovato con reparti freschi, riprendeva con violenza, provenendo anche dal paese di Bobrovski (settore 79" Divisione tedesca) e dalle balke risalenti dal Don verso nord e nord - ovest, parallelamente allo schieramento ciel fianco difensivo divisionale. In tal modo il II/ 54° veniva a trovarsi circondato. Il Comando della Divisione inviava a rinforzo del battaglione una compagnia del I/53°, tratta dalla riserva dislocata a Jagodnyi. Fino dalle ore 6,30 il Comando del Corpo d'Armata aveva richiesto al Comando d'Armata l'intervento dell'Aeronautica sul terreno adiacente alla foce del Choper « dove sono stati notati forti agglomeramenti di forze nemiche>>. 0
La prima bcittaglici difen.riva del D on
Alle ore 7,30 il Comando del XXXV Corpo inviava a rinforzo del 53" fanteria una compagnia controcarro e due plotoni lancia.fiamme; sosteneva il Il /54°, più gravemente minacciato, con il LXIII battaglione del gruppo cc.nn. Tagliamento. Il battaglione, schierandosi lungo la balka che da Krutovski risaliva dal Don verso sud - est, ristabiliva la continuità della linea, riallacciandosi a sinistra con il III/54°. Il I/ 54", già schierato fronte ad est, riceveva l'ordine di compiere una conversione a nord e di contrattaccare il nemico, puntando su q . 163,r e Simovski. Più a destr a era destinata ad operare la colonna Confor ti (3), con il compito di battere il terreno circostante, spingendosi a nord verso Bobrovski, a protezione del fianco destro lasciato scoperto dall'assenza di forze tedesche. Contemporaneamente il Comandante del Corpo d'Armata approvava le predisposizioni per il contrattacco e metteva a disposizione della Divisione anche il LXXIX battaglione cc.nn., rinforzato dalla .'i' batteria da 75 / 32 (201° reggimento artiglieria motor izzato c /c) ; richiamava l'attenzione sulla necessità di spingere a fondo il contrattacco della fan teria e l'azione concomitante della caval1eria; prescriveva che le restanti forze della D ivisione richiamassero su di sé l'attenzione del nemico. D all'interrogatorio di un ufficiale russo prigioniero, intanto, si era saputo che stava affluendo sulla destra della 19?3 Divisione fucilieri sovietica anche la 23" Divisione Guardie, destinata ad estendere l'azione della prima. Sembrava che due battaglioni di questa Divisione si trovassero già a nord - ovest di Jelanskoje, su lla pista per Vesccnskaja (cioè in corrispondenza del limite di settore tra le Divisioni Sforzesca e Pasubio). Lo stesso prigioniero aveva asserito che erano affluite in zona anche artiglieri a da r52 e la XIII Brigata corazzata (100 carri). Alle 15,30, il II / 54°, a colpi di bombe a mano, riusciva a sottrarsi all'accerchiamento. Oltre ai fanti del battaglione, avevano preso parte ai contrassalti continui , durati dodici ore, i componenti delle pattuglie O.e. (4) di artigl ieria, gli ufficial i medici, i portaferiti, i cucinieri. Dei 680 presenti all'alba, solo 72 poterono rien- , trare nello schieramento amico, portandosi a q. 163,1 sud di Dobrovski, mentre il nemico s'impadroniva della dorsale di q . r42,4. L 'azione dei russi era momentaneamente contenu ta. (1) Dal nome del Comandante del l gruppo di squadroni (I gruppo di squadroni e 2 plotoni mitraglieri Savoia Cavalleria, r plotone da 47 / 32 e / c, 3• batteria a cavallo). (4) Per l'osservazione ed il collegamento con lo schieramento di artigl ieria retrostante.
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Le operctzioni delle unità italiane al fronte russo (194r - 1943)
Alle ore 16, pur senza che avesse avuto ancora luogo il richiesto bombardamento aereo sull'opposta riva del fiu me, aveva inizio il contrattacco del I/ 54". L'avversario era respinto fino a q. 142,4, in vista del Don, mentre i.I gruppo Tagliamento e il reggimento Savoia Cavalleria gl.i proteggevano i fianchi. Poco dopo, però, si veniva a sapere che nessun intervento aereo avrebbe potuto aver luogo a favore del contrattacco in corso, in quanto i bombardieri tedeschi erano impegnati altrove e così i reparti da caccia italiani, mentre mancavano le bombe per gli altri aerei italiani. La reazione delle numerose armi già schierate dal nemico sulla riva destra, ove si era saldamente affer.r11ato, arrestava verso le ore 22 il contrattacco del I / 54° a circa 3 chilometri a sud di Simovski, alla testata della balka che scendeva sul paese. La colonna Conforti avanzava fino nei pressi di Bobrovski, ma anch'essa non poteva trattenervisi per l'arresto delle forze alla sua sinistra e perché presa sotto il fuoco della reazione nemica. Frattanto, al centro dello schieramento divisionale, al limite fra i due reggimenti, la situazione si era fatta pericolosa. Per parare quella minaccia, fin dalle ore 13 il Comando della Divisione aveva provveduto ad inviare in autocarro tutte le residue forze a disposizione: Comando I / 53" con una compagnia fucilieri, un plotone mortai da 81 ed una compagnia da 47 / 32, col compito di sbarrare le provenienze da Tjukovnovski e di occupare a caposaldo le posizioni delle q. 191,4 e 188,6. Anche l'estrema ala sinistra del settore della Divisione aveva bisogno di essere rinforzata; si dovettero impiegare tutti gli uomini disponibili dei servizi di retrovia, ufficiali e fanti del Comando fanteria divisionale e 2 plotoni con 62 genieri della compagnia artieri divisionale. Alla conclusione della giornata l'azione del nemico risultava essere stata condotta da 7 battaglioni. Le perdite italiane risultavano gravissime, soprattutto per il '14° fanteria, che aveva il II battaglione ridotto alla consistenza di due plotoni e gli altri due battaglioni fortemente provati. Però la continuità del fronte era stata mantenuta e si contava di ristabil.irne l'andamento originario, leggermente intaccato, mediante un nuovo contrattacco da condurre nella giornata successiva. A tal .fine il Comando del XXXV Corpo d 'Armata aveva posto a disposizione del Comando della Divisione anche il XV battaglione guastatori e la 16" compagnia chimica. Il raggruppamento a cavallo (meno la colonna Conforti) serrava da Bolschoi su Kotovski.
La prima battaglia difensiva del Don
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Sempre sul fronte del XXXV Corpo d 'Armata- CSIR, la Divisione Pasubio, durante la notte, provvedeva a proteggere il proprio fianco destro, spostando a destra il rincalzo del battaglione di ala e costituendo un fianco difensivo con un battaglione rinforzato tratto dal secondo scaglione. Sul fronte del XXIX Corpo d'Armata tedesco, soltanto la Divisione Torino aveva dovuto respingere a tarda sera (ore 20,30) un pattugliane che, passato il Don con barche, aveva preso terra presso Monastirscina. L'offensiva dell'avversario, pronunciatasi già tanto intensamente sul fronte del XXXV Corpo d'Armata - CSIR, mantenuta desta su quello del contiguo XVII Corpo tedesco (come segnalava dal settore della 79~ Divisione il Generale Lombardi), si era estesa nello stesso giorno 20 anche al fronte difeso dal II Corpo d'Arm ata. Alle ore 3,40 ed alle ore 4,30, nell'ansa di Verhnij Mamon, il nemico, preceduto da preparazione di fuoco d'artiglieria e di mortai, attaccava le posizioni affid ate al 37° fanteria Ravenna, ovunque respinto dalle azioni di fuoco e dai rincalzi della difesa (Disegno n. 28). Tornava all'attacco alle 5,30, intaccando la li nea di resistenza, ristabilita, però, entro le ore 7. Alla stessa ora, senza successo, tentava altra azione concomitante dall 'abi tato di Ossetrovka contro la q . 218,0 (parte orientale della base dell'ansa). Le azioni erano state condotte dal nemico con forze valutate a tre battaglioni. Il Comandante del II Corpo d'Armata disponeva un pronto avvicinamento delle unità a sua disposizione (gruppo tattico Valle Scrivia I: V battaglione cc.nn., rinforzato da armi di accompagnamento). Alle ore ro, anche con forze nuove traghettate ad Ossetrovka, l'attacco contro la q. 220 veniva rinnovato da ovest, da nord e da nord - est, con violenza tale da provocare lo spostamento di un battaglione della riserva divisionale verso il punto minacciato, poiché la linea, rimas ta ferma alle ali, aveva subito una lieve inflessione al centro (pendici meridionali di q . 220) . Conseguentemente, il Comandante del Corpo d'Armata disponeva che il gruppo tattico Valle Scrivia l passasse a disposizione della Divisione Ravenna, che lo faceva proseguire su Filonovo. Anche l'analogo gruppo Valle Scrivia il (XXXIV battaglione cc.nn. rinforzato) era fatto avvicinare alla zona di possibile impiego, rimanendo a disposizione del TI Corpo. La riserva del settore di destra della Divisione Cosseria (III/ 90") veniva spostata a Krasno Orechovo, a contatto con lo schieramen to della Ravenna.
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Alle 13,30 la situazione sulle posizioni di q. 220 era completamente ristabilita. Nei punti occupati per tanto poco tempo i sovietici avevano già posto in opera campi minati. Un quinto attacco era respinto nel pomeriggio (ore 16). L 'azione veniva ripetuta tra le 19 e le 20,30, ma dopo avere su bito gravi perdite in violenti scontri corpo a corpo, il nemico veniva respinto. I russi desistevano dal loro proposito, perseguito con tanta tenacia_
Il
21
agosto.
Per il 21 agosto il Comando della Sforzesca, proseguendo il contrattacco iniziato nel pomeriggio precedente, intendeva ristabilire sul Don la linea dì resistenza mediante tre azioni: - sulla destra, del I/ 54" (per quanto avesse subito perdite gravissime nella giornata del 20), con obiettivo Simovski; - al centro, del III/ 53° e del XV battaglione guastatori, dalla zona di q. 190,1, con obiettivi Nizne Matvejevski e Tjukovnovski, fiancheggiati a destra dal I/53° (che avrebbe agito dalle q. 191,4 e 188,6 verso Satonski); - a sinistra, del II/ 53° rinforzato dalla 16" compagnia chimica, con obiettivo Plesciakovski. Il nemico, però, dopo avere fatto passare il Don durante la notte a dieci altri battaglioni, alle prime luci dell'alba muoveva all'attacco, facendos i appoggiare da forti azioni d'artiglieria e, soprattutto, di mortai, prevenendo l'attacco italiano. Le nuove forze attaccanti sovietiche appartenevano alla rf Divisione Guardie (36° e 38" reggimento) ed alla 203" Divisione fucilieri (592° reggimento). La finalità strategica dell'attacco, mosso a ragion veduta dopo tanti sondaggi della settimana precedente, era nota ai reparti impiegati: un prigioniero, durante l'interrogatorio svolto nella notte sul 21, aveva dichiarato che obiettivo conclusivo dell'azione era la liberazione di Rostov. Fin dalle prime ore del mattino la situazione si presentava come assai grave. Se le ali erano ancora ferme sulle posizioni di partenza per il contrattacco, il centro era in difficoltà a resistere e sì stava profilando il pericolo dell'interruzione della continuità della linea. Lo sforzo maggiore del nernico era esercitato sul III/ 53°, ed il battaglione, sostenuto anche da due compagnie guastatori, manteneva a stento la posizione. Invece alla destra veniva iniziato il contrattacco previsto, ma, verso le ore 7, era già chiaro che l'azione non avrebbe raggiunto gli
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obiettivi; anche in questo tratto si stava provvedendo a resistere su Ile alture. 11 Comando del Corpo d'Armata decideva di rinunciare al contrattacco su Plcsciakovski e di dife ndere la linea delle alture dominanti il Don (Nizne Matvejevski - q. 140 - q . 19r,1 - q . 188,6 q . 142,4); ordinava pure al Comando della Sforzesca di operare per la conservaz ione di un .fianco difensivo a destra, a q. 163,1 (sud di Bobrovski). Verso le ore 10, il I gruppo da 105/28 del r7" artiglieria divisionale, che già aveva dovuto difend ersi sparando con alzo zero, protetto nel ripiegamento da una disperata resistenza del 111/53° e dei guastatori, si portava su posiz ioni più arretrate. Il successivo r arretramento dei due battaglioni e del l/ 53°, già schierato più a destra, determinava una vasta soluzione di continuità nello schie- ( ramento dei due reggimenti di fanteria della D ivisione. L 'interruzione delle linee telefoni che e la distruz ione delle stazioni radio per effetto del tiro avversario, la difficoltà di comunicare con altri mezzi meno rapidi determ inata dalle distanze esistenti in così vasto settore, oltre al ri tmo incalzante preso dall'attacco, avevano reso meno pronta l'azione del Comando della Divisione. Esso, però, non aveva mancato d'informare quello del Corpo d' Armata e, preoccupato della falla che si andava determinando tra i d ue reggimenti, come delle perdite già subite soprattutto dal 54°, aveva ordinato che il LXXIX battaglione cc.n n. (del gruppo Tagliamento), che era dislocato in secondo scaglione all'ala destra, si spostasse al centro, dove avrebbe occupato le posizioni tra q. 191,4 e q. 188,6, costituendovi un caposaldo, allo scopo di mantenere la saldatura tra i due reggimenti 53° e 54''. Ma il battaglione, d urante l'esecuzione del movi mento, giunto presso q . 232,2 incontrava il nemico avanzante che tendeva a circondarlo. Doveva prima contenerne l'attacco, poi ripiegare verso il settore di destra su q. 193,7. Afferma in proposito il Comandante del XX XV Corpo d'Armata (5) : « ... il battaglione affron tava eroicamente la critica situ azione : si deve al cosciente sacriJìcio dei suoi soldati se il nemico, in conseg uenza dell'arresto subito, n on riuscì a sopravvanzare l'ala destra dello schieramento che nel tardo pomeriggio>> . Frattanto, sempre al medesimo scopo di parare la minaccia al centro del settore Sforzesca, il Comandante del Corpo d' Armata poneva a disposizione della Divisione anche le forze ancora disponibili del raggruppamento a cavallo. (5)
M ESSE,
op. cit., pag.
206.
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I Lancieri di Novara, all'alba, si spostavano da Gorbatovo a Bakmutkin e a Jagodnyj, dove giungevano alle ore 12, rinforzati da mortai, pezzi controcarro ed un gruppo di batterie a cavallo. Venivano subito distaccati: - a sinistra, la colonna Morcaldi (II gruppo di squadroni rinforzato), diretta su q. 187,r (a nord dell'abitato). Una pattuglia del distaccamento, alle ore 12,30 incontrava sulle pendici orientali di q. 208,4, il Ill/53°, che stava ripiegando verso sud. Ad est della Krisaia non veniva rilevata la presenza di altri reparti. Il distaccamento, giunto a 4 chilometri a nord di Jagodnyj, incontrava forte reazione di fuoco del nemico avanzante in forze verso sud dalla dorsale di q. 224,4; - a destra, la colonna Del Re (r'' squadrone rinforzato), giunta a q. 232,2, incontrava forte reazione di fuoco che le impediva di proseguire. Il Comandante del reggimento ordinava ai distaccamenti esploranti di schierarsi dalle pendici nord di q. 187,1, collegandosi a sinistra con il III/ 53°, schierato ad ovest della Krisaia, alle pendici nord - nord-est di q. 2r8,9, collegandosi a destra con il reggimento Savoia Cavalleria. Il gruppo d'artiglieria a cavallo prendeva posizione a sud - est dell'abitato di Jagodnyj, nel quale si tratteneva il Comando del reggimento con le residue forze disponibili (colonna Pagliano). Il reggimento Savoia Cavalleria era orientato ad agire verso la destra della Divisione, nella valle dello Zuzkan. In quella zona già si trovava dal giorno precedente la colonna Conforti, che all'alba del 21 operava sempre in zona di q. 163,1 insieme al LXIII battaglione cc.nn. Il resto del reggimento, sotto il nome di colonna Bettoni (Comando di reggimento, II gruppo di squadroni e ¾ squadrone mitraglieri, 2 plotoni controcarro ed r batteria a cavallo) alle ore r3 muoveva da Kotovski su Cebotarevski. Alle ore 14 una pattuglia, inviata in esplorazione su q . 232,2, informava il Comando del raggruppamento a cavallo di avere trovato poco a sud di q. 236,7 un centinaio di fanti comandati da un capitano, pressoché sprovveduti di m unizioni ed in ripiegamento. Il Generale Barbò ordinava che si schierassero su posizioni adatte in quei pressi. La colonna Betton i, diretta da Cebotarevski su q. 232,2, si scontrava con il nemico e prendeva posizione, cooperando con unità di fanteria che si stavano schierando a difesa di Cebotarevski.
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Alle ore 16 il Comandante del Corpo d'Armata poneva il raggruppamento a cavallo a disposizione della Sforzesca, affinché, con azione convergente, coordinando l'intervento del LXXIX battaglione cc.nn. e di due compagnie del 53" fanteria, r aggiungesse le posizioni del fronte da q. 190,1 a q. 188,6. Anche a destra la colonna Confor ti riceveva ordine di ripiegare, pur sotto la pressione avversaria. Gli squadroni si prestavano reciproco appoggio durante gli sbalzi indietro per raggiungere i cavalli smontati. Il 1 ~ squadrone doveva combattere per ricuperare i suoi quadrupedi , già raggiunti dal nemico. Un pezzo del 17° artiglieria era salvato da un manipolo di cavalieri che caricavano con le sciabole alla mano. La batteria a cavallo appoggiava con fuoco efficace il movimento degli squadroni. 11 1" squadrone riunito doveva tornare alla carica nella notte per liberare dalla pressione nemica i pezzi di una batteria division ale. Alle ore 19 anche la colonna Conforti aveva raggiunto il proprio posto nello schieramento difensivo nuovamente assunto dalla
Sforzesca. Ormai, tanto il Comando del XXXV Corpo d'Armata - CSIR, quan to quello della Divisione Sforzesect avevano già impiegato tutte le scarse riserve inizialmente disponibili. Per il settore di sinistra (53° fanteria), raccordato più ad ovest all'in tatto schieramento della Pcisubio, minori erano le preoccupazioni, anche se il nemico, per l'intera giornata, aveva esercitato su di esso una for te pressione, respingendo il II/ 53° dalle posizioni di Nizne Krivskoj per cinque chilometri verso sud, fin o davanti a Verhnij Krivskoj , dove il battaglione resisteva efficacemente. La situazione al centro del settore divisionale, con la posizione di res istenza intaccata ed in via di ristabilimento, era, foor di dubbio, la più grave di tutto il fronte. L'ala destra di tale settore, già inizialmente isolata, fran tumata dagli attacchi nemici provenienti da nord e da est, si trovava essa pure in condizioni di estrema difficoltà. I reparti isolati, ridotti fortemente dalle perdite, cercavano di aprirsi il passo combattendo spesso in mischie corpo a corpo. La gravità della situazione induceva il Com andante del Corpo d'Armata a: - costituire due pilastri difensivi a Jagodnyj ed a Cebotarevski, ai qual.i veniva affidato altresì compito controffensivo; - a ritrarre l'ala destra della Divisione Pasubio, disponendola a guisa di fianco difensivo lungo l'allineamen to Ribni -g . 219,0 17. • U.S.
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ed in collegamento tattico col pilastro di Jagodnyj, in corrispondenza della testata della valle O.likovatka. I reggimenti di cavalleria Savoia e No vara dovevano sorvegliare l'intervallo tra i due pilastri difensivi di Jagodnyj e di Cebotarevski, ossia colmare alla meglio il varco, in attesa che nuove forze sbarrassero la falla. Il Comando dell'8" Armata, a sua volta, metteva a disposizione del XXXV Corpo d'Armata la 3" Divisione Celere ed il battaglione alpini Monte Cervino. Alle ore 22 il Comando della Sforzesca emanava il proprio Ordine di Operazione (Documento n. 74), che dava esecuzione al concetto difensivo ciel Comandante del Corpo d'Armata. \ Nella notte sul 22 si andava svolgendo una difficile operazione 1 1 per il ripiegamento dei reparti schierati da Simovski verso sud, ostacolata dagli attacchi del nemico provenienti da ovest e da nord - ovest: - la q. 232,2 risultava già fortemente occupata dal nemico; - infiltrazioni russe erano giunte a circa 2 km a sud di q. 163,1; - il I/ 54° stava combattendo durante il suo ripiegamento da Simovski a Cebotarevski; - il LXIII cc.nn., già schierato a nord della balka che si diramava da Krutovski verso sud - est, risultava ancora impegnato su quelle posizioni; - il LXXIX cc.nn., ridotto ad un centinaio di uomini, combatteva ancora poco ad est di g. 193,7Sul fronte del II Corpo d'Armata il nemico aveva ripreso la propria attività offensiva, attaccando le posizioni di q. 220 alle ore 5,15, alle 12,50 ed alle 23,30. Le forze della Ravenna avevano respinto i tre attacchi. La Divisione Cosseria non era stata attaccata.
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agosto.
Le ore della notte sul 22 agosto venivano impiegate alla raccolta dei reparti nei due caposaldi cli Jagodnyj e di Cebotarevski. Si sarebbe trattato, in ogni caso, di prendere posizione in aperta campagna, perché le strutture di legno delle case non avrebbero consentito di appogg.iare la difesa ai centri abitati. Alle prime luci del 22 agosto : - nel caposaldo di Jagodnyj si erano raccolti il 53" reggimento fanteria e parte del III/ 54°, i resti del XV battaglione gua-
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statori, la 3" compagnia lanciafiamme, con una forza totale di 3.500 uomini, 71 fucili mitragliatori, 30 mitragliatrici, 16 mortai da 81, 6 pezzi da 47 / 32, 3 r apparecchi lanciafiamme; - nel caposaldo di Cebotarevsk i stava ancora affluendo il l / 54'°, erano già schierati sul costone a nord del paese il II /54° e la parte del III non confluita su Jagodnyj (400 fanti tra i due battaglioni); il gruppo cc.nn . Tagliamento, in secondo scaglione en tro l'abitato (in tutto 200 uomini dei battaglioni LXIII, LXXIX e LXIII armi di accompagnamento, pri vi però delle armi pesanti) ed alcuni reparti di rinforzo. Nel complesso circa r.ooo uomini, 9 fucili mitragliatori, 21 mitragliatrici, 27 mortai da 8r, 2 pezzi da 47/32 ; - il Comando della Sforzesca si era stabilito a Gorbatovo; - tra Cebotarevski e Bolschoi si era determinato un ingorgo di salmerie, di carreggio ed autocarreggio, aggravato dalla presenza in Bolschoi delle salmerie di combattimento del 54° fanteria. La superiorità numerica del caposaldo di Jagodnyj aveva per immediata conseguenza maggiore possibilità di lavoro, diversamente da quanto si stava verificando a Cebotarevski, dove anche le sole energie umane erano di tre volte e mezzo inferiori. Un altro elemento rendeva più precaria la situazione del caposaldo orientale: quello di non poter fare sistema con la posizione di resistenza della Pasubio, dalla quale sarebbe potuto provenire qualche aiuto. Inoltre la dorsale tra Kriuscia e Zuzkan, percorsa ma non posseduta dal raggruppamento a cavallo e sulla quale il nemico aveva esercitato il maggiore sforzo del giorno precedente, separava Jagodnyj da Cebotarevski; questo secondo caposaldo rimaneva anche isolato a destra verso unità tedesche che non prestavano aiuto alla contigua Divisione italiana. Le ore antimeridiane erano impiegate in frettolosi lavori di rafforzamento che, per la limitatezza del tempo disponibile, potevano garantire ai fanti scarso riparo per le loro persone e non sempre assicuravano alle anni impiego razionale ed efficace. Alle ore 14 il caposaldo di Jagodnyj era violentemente attaccato dalle forze nemiche provenienti dal centro del settore (lato orientale del caposaldo) e nella stessa zona, nella direzione da q. 224,4 a q. 218,9 erano attaccati anche i Lancieri di Novara . L'azione combinata di uno squadrone appiedato, per impegnare frontalmente il nemico, con una carica a cavallo di un altro squadrone, respingeva momentaneamente l'attaccante che ritornava, però, con maggiori forze. La resistenza in questo punto doveva essere continuata poco a sud di q. 218,9, mentre il resto della linea manteneva le posi-
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zi.oni. Verso le ore 16 questo reggimento di cavalleria era battuto per errore da aerei alleati. Venivano colpiti particolarmente l'autocarreggio ed i cavalli che, in fuga , determinavano scompiglio nelle retrovie. Una puntata nemica infiltratasi nella balka della Krisaia stava raggiungendo il paese di Jagodnyj , ed era respinta dal pronto intervento personale del Colonnello comandante che, raccolto intorno a sé il personale del Comando di reggimento, alcuni elementi di cavalleria, di fanteria, dei guastatori e subito sostenuto dall'artiglieria, interveniva stroncando il tentativo. Alle ore r8 l'attacco, rimasto senza successo, veniva interrotto dal nemico, al quale venivano catturati un centinaio di prigionieri e numeroso botti no. Anche il caposaldo cli Cebotarevski era contemporaneamente attaccato per circa quattro ore, esso pure senza reale successo. I resti del II / 54°, dalle posizioni di q. 200, r (nord - ovest cli Cebotarevs ki), si spostavano su quelie di q. 209,6 (sud - ovest di Cebotarevski), continuandovi la resistenza. Il nemico aveva lasciato davanti alle posizioni oltre 400 cadaveri contati. Anche il raggruppamento a cavallo, ordinatamente, sotto la pressione nem ica, aveva dovuto spostare a sud la propria resistenza, sulle pendici nord delle q. 236,7 e 209,6. I reggimenti di cavalleria erano collegati fra di loro e con il 54° fanteria, protetti dalla cooperante artiglieria. Come i Lancieri di Novara avevano già operato a sinistra, Savoia Cavalleria lasciava la posizione staticamente occupata e, rimontato a cavallo, con un'ampia conversione intorno a Devjatkin, ristabiliva la situazione. Abbeverati i cavalli, i cavalieri riprendevano posto nello schieramento difensivo. Dalle prime ore del mattino era giunto in _zona il raggruppamento Lombardi, della 3" Divisione Celere. Nel pomeriggio la maggior parte della Divisione si trovava raccolta nella zona di Kruscilin (settore Pasubio). Il Comandante dell'Armata aveva disposto che, oltre alla Celere, passassero a disposizione del XXXV - CSIR anche il battaglione alpini sciatori Monte Cervino, il IX battaglione genio pontieri (dislocato in secondo scaglione) ed il 179° reggimento cli fanteria tedesco (su due soli incompleti battaglioni) raccolto dalla fo" Divisione. Affinché questa potesse prestare il proprio concorso alla Sforzesca, il Com.a ndo del XXIX Corpo tedesco disponeva che la Divisione Torino sostituisse due gruppi del Tfo artiglieria tedesco, con due del suo 52° artiglieria, seguiti ben presto anche dal I battaglione dell'81° fanteria. 0
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Il Comandante del Corpo d'Armata escludeva d'impiegare i rinforzi ricevuti per il raffi.ttimento dello schieramento difensivo, tanto più che, data l'arnpiezza del fronte, un a reale solidità delle posizioni non avrebbe potuto essere raggiunta. Un attacco che prendesse come elemento cli forza l'impeto dei bersaglieri e supplisse con esso aJla limitatezza della massa, avrebbe potuto far segnare un tempo d'arresto all'avanzata sovietica, dato respiro al consolidamento della difesa ed all 'assunzione dei provvedimenti che si fossero rivelati necessari.
Sul fronte della Divisione Pasubio, le operazioni per la rettifica dello schieramento al limite destro del settore, per mantenere il collegamento con quello della Sfo rzesca, erano svolte regolarmente nelle prime ore del mattino. Alle ore 13,30 il nemico attaccava con forze di fante ria le posizioni difese a q. 219 (III/79°) sulla nuova linea occupata, al limite di settore con la Sforzesca. I fanti contrattaccavano con impeto, lottando all'arma bianca, ed alle ore 19 avevano respinto l'attaccante, causandogli la perdita di 200 morti e catturandogli 45 prigionieri. Le perdite italiane erano state di 12 morti (2 ufficiali) e 40 feriti. Nel settore contiguo (II/ 79") un tentativo d'infiltrazione de Il'avversario era stato prontamente respinto con la perdita per il nemico di alcuni affogati nel Don e la cattura di 5 prigionieri.
Sul fronte del II Corpo d' Armata (Divisione Ravenna), verso le ore 3,ro il nemico riprendeva un forte attacco per il possesso cli q. 220. Riusciva ad impadron irsi di alcuni centri di fuoco. Per ricuperarli, il Comando della Divisione doveva impiegare un altro battaglione (Ill / 38°). La riserva divisionale si riduceva così ad un solo battaglione. Il Comandante del Corpo d 'Armata facev a serrare sotto i.I g ruppo tattico Valle Scrivia li, ma, così procedendo, si sarebbe privato in breve di ogni riserva per il settore delle due Divisioni. Pertanto il Generale Zanghieri, pure riconoscendo l'importanza di q. 220, invitava il Generale Nebbia a giudicare se la continuazione della lotta per il possesso di quella posizione venisse a determinare un eccessivo e troppo rapido logorio delle riserve. Il Comandante dell a Ravenna comunicava di essere costretto ad arretrare la difesa della linea di resistenza : Krasno Orekovo q. 150,2 - q. 2T8,o, disponendo un ordinato movi mento per la rot-
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tura del contatto, l'arretramento e l'assunzione delle n uove pos1z10m. Per meglio assicurare che la delicata operazione venisse eseguita in sicurezza, verso le ore 13, il Comandante del II Corpo disponeva anche l'avanzamento del gruppo tattico Leonessa II. Il movimento veniva eseguito con regolarità entro le ore serali. B) IL CONTRATT;-\CCO ITALIANO
(Disegno n. 29)
Il 2 3 agosto. La g iornata del 23 agosto è contraddistinta dal tentativo italiano di ristabilire la situazione iniziale sulla sponda destra del Don. Era stata dimostrata l'insufficienza quantitativa per questo compito delle sole unità della Divisione Sforzesca, anche se rinforzate da quelle suppletive del XXXV Corpo (raggruppamento a cavallo e gruppo Tagliamento). L'assegnazione della 3" D ivisione Celere, pure se diminuita nella sua efficienza dalla precedente lunga usura, offriva al Corpo d'Armata il mezzo per tentare il ritorno alla linea del fiume, alla quale il Comando Supremo tedesco ed il Comando del Gruppo di Armate « B » attribuivano tanta importanza. La notte sul 23 era passata tranquilla, ma già all'alba i caposaldi cli Jagodnyj e Cebotarevski erano di nuovo fortemente attaccati. Il nemico veniva respinto con molte perdite, dovute in gran parte all'efficace tiro del 17° artiglieria. Frattanto era in preparazione il contrattacco, dalla base di partenza sulla sinistra del settore Sforzesca ed in quello della Divisione
Pasubio. Il Generale Messe, che intendeva coordinare direttamente l'azione, aveva .fissato come obiettivo d'attacco il ciglio delle alture dominanti il Don. Per l'esecuzione venivano costituite: - una colonna di sinistra, agli ordini del Generale Roberto Olmi, Comandante della fanteria divisionale della Pasubio (con il III/ 80°, la Legione croata, il 179° reggimento fanteria tedesco e due gruppi di artiglieria tedeschi della 62" Divisione) operante dalla zona di q. 2r9 (ovest di Verhnij Krivskoj). Inoltre avrebbe cooperato il I/79°, attaccando q. 197,2, così come avrebbe fatto il Il/79° su q. r68,o; - una colonna di .destra, agli ordini del Generale Mario Marazzani, Comandante della Divisione Celere, costituita dall'in-
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tera Divisione, operante dalla zona ad ovest di Bachmutkin, in direzione di q. 208,4 - q. 188,6 - q. 191,4. Il caposaldo di Jagodn yj avrebbe concorso con la propria artiglieria ad appoggiare l'attacco della Celere. Il battaglione M onte Cervino, dislocato nell a zona dì Gorbatovo, doveva concorrere ad una eventuale ripresa controffensiva sulla destra. Il raggruppamento a cavallo sarebbe dovuto intervenire per lo sfruttam ento del successo, per l'esecuzione di una già delineata duplice azione avvolgente. Le forze di fanteria dei due caposaldi avrebbero svolto azioni di rastrell amento a breve raggio, ma dovevano, soprattutto, resistere ad oltranza nel caso che l'av versario avesse attaccato per primo. Inizio dell'attacco : ore 9,45. La colonna di si nistra alle ore 12, superata la balka Olkovatka, aveva occupato Verhnij Krivskoj, trovandola sgombra, e la q. r97,2 superando deboli resistenze, mentre il III/ 79° procedeva sul costone a sud - est di Rubcscinski. La colonna di destra aveva attuato un profondo dispositivo d'attacco con la colonna Felici: 3° bersaglieri rinforzato con i battaglioni XX/ 3° e XXV/ 3° in primo scaglione, seguiti da due battaglioni del 6° bersaglieri ed elementi di rinforzo in secondo scaglione. Riserva, a sua volta articolata: 1° scaglione (Salvatores) con i battaglioni bersaglieri XVIII / 3° e XIX/6", attestato al kolkoz Otbelaize; 2" scaglione (Rubini) costituito dal XLVII battaglione motociclisti, in attesa a Verhnij Krusci lin. La colonna Felici procedeva rapidamente fino a q. 208,4 (nord ovest di Jagodnyj), ma da quel punto, presa sotto sempre più intenso fuoco di artiglieria, cui presto si univa quello dei mortai, subiva crescenti perd ite e procedeva più lentamente. Alle ore 14,45, battuta anche da armi automatiche, postate a q. 224,4, compiva un movimento per aggirare la quota da oriente. Alle ore 15,30, accertato dall'esplorazione che la contigua q. 232,2 era sgombra, la colonna si portava tra questa e q. 224,A, mentre i due scaglion i della riserva avanzavano rispettivamente a q. 208,4 cd al kolkoz Otbelaize. Alle ore 16 i battaglioni XX e XXV / 3° muovevano da sud es t all 'attacco della q. 224,4, seguiti dal VI e dal XIII/ 6°. Il nemico sviluppava violentissi ma resistenza, concentrando sulle pendici meridionali della quota il fuoco d'artiglieria, mortai e mitragliatrici. Alle ore 17 era presa la sommità della collina, con un assalto alla
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baionetta e bombe a mano. 1 gruppi del 120" artiglieria assumevano schieramento più avanzato. La colonna Salvatores, appena giunta su q. 208,4, veniva attaccata ripetutamente, con gravi perdite per entrambe le parti. Più a nord era attaccata anche q. r97,2, tenuta dal 179° tedesco. Il nemico riusciva ad impadronirsene verso le ore 16, ma il 179° lo cacciava nuovamente e manteneva poi il possesso dell'altura. Si rendeva difficile conservare quanto era stato conquistato, perché il fuoco dei mortai russi apriva continui vuoti nelle file dei bersaglieri, mentre le ondate d'assalto venivano respinte senza interruzione. Alle ore 21,25 il Colonnello Felici, poiché la colonna ai suoi ordini si trovava con entrambi i fianchi scoperti, ordinava lo sganciamento dal nemico per prendere nuova posizione poco più a sud, sulla g . 218,9. Il movimento, effettuato dopo le ore r del 24 agosto, aveva pieno successo ed i reparti potevano intraprendere pronti lavori di rafforzamento e stabilire il collegamento con il caposaldo di Jagodnyj . Alla fine de.Ila giornata la 3"' Celere aveva perduto 28 uomini (2 ufficia li), 263 feriti (17 ufficiali). La Pasubio aveva avuto 31 morti, 213 feriti e 65 dispersi. li Comandante del XXXV Corpo d'Armata disponeva il passaggio del 179" reggimento tedesco (Colonnello von Alberti) alle dipendenze della Celere ed ordinava che nel successivo 24 agosto venisse ripreso l'attacco di g. 224,4 su tre colonne:
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179" fanteria, da q. 197,2; colonna Salvatores (6° bersaglieri), da q. 208,4.; colonna Felici (3° bersaglieri), da q . 218,9.
Mentre l'avanzata delle colonne d'attacco si stava sviluppando ancora senza gravi difficoltà, alle ore rr,45, il Generale Messe predisponeva lo sviluppo successivo dell'azione assegnando al raggruppamento a cavallo il compito di puntare sul fianco sinistro del nemico, portandosi a q. 213,5, passando a sud e sud - ovest di Cebotarevski, per concorrere con la 3" Celere alla conquista di q . 191,4 e, se possibile, agire su Krutovski. I Lancieri di Novara puntavano su q. 191,4, passando per q. 232,2, ma raggiungevano solamente q . 2u,8. Minacciati cli avvolgimento su cli questa, dovevano arretrare durante la notte fino a raggiungere la zona a nord - ovest di Cebotarevski. Il reggimento Savoia Cavalleria aveva il compito di raggiungere q. 213,5 e di puntare all'alba successiva su q. 193,7 per minacciare
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i rovesci dei reparti sovietici che premevano su Cebotarevsk i e per proteggere il fianco destro dello schieramento italiano. Per mezzo della propria esplorazione, accertava che le pendici nord - ovest di q. 2r3,5 erano occupate da consistenti reparti avversari. Sopraggiunta la notte, ritenuto non conveniente proseguire il movimento nel1'oscurità, il reggimento sostava sulle pendici sud - est della q. 213,5.
Sul fronte del XXIX Corpo tedesco, e particol armente nel settore della 62a Divisione, il nem ico aveva condotto due puntate dal bosco a nord - ovest di Merkulov, in direzione della q. 12 0,8, presso al limite di settore con la Pasu bio. Entrambe erano state respinte. Lo stesso Corpo d' Armata, in quell a medesirna giornata, aveva cooperato anche all 'azione del XXXV - CSIR inviando il 179° reggimento (2 battaglioni) rinforzato da 2 gruppi di artiglieria, traendoli tutti dalla 62" Divisione. La Divisione Torino, invece, pur non avendo inviato reparti nel settore del XXXV Corpo, aveva sostituito i gruppi di artiglieria tedeschi inviando in quel settore il III/ 52" artiglieria divisionale (da 75/27) ed il XXIII /2° di Corpo d'Armata (da ro5 /28) avuto in rinforzo dal II Corpo d'Armata.
N el settore del II Corpo d'Armata, la Divisione Ravenna procedeva all'organizzazione difensiva delle nuove pos izioni occupate, mentre il nemico non sviluppava azioni offensive né su q uesta Divisione, né sulla Cosseria, né sulla 294 Divisione tedesca . 3
La 79" Divisione tedesca, nel suo « rapportino intermedio», alle ore 17,20 aveva segnalato « circa mo russi con automezzi avanzanti dalla q. 163,1 (3 km a sud di Bobrovski) verso sud - ovest ». La notizia aveva dovuto seguire la trafil a dei Connndi cd era pervenuta all'Uffici o di Collegamento tedesco presso il XXXV Corpo fuori tempo utile per essere segnalata al raggruppamento a cavallo, e particolarmente al Comandante di Savoia Cavalleria : questo era diretto a q. 213,5, località sulla quale sarebbero dovuti giungere necessariamen te anche gli elementi autocarrati, i cui automezzi non potevano attraversare la balka sulla loro sinistra. La stessa Divisione tedesca segnalava inoltre la presenza di 5 carri armati sovietici a sud di Satonski e la presenza di forze a piedi nel frastagl iato terreno fra lsbuscenski e Sen jutkìn, cioè nella zona di pertinenza della G rande Unità tedesca.
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Il successo ricercato dal contrattacco del XXXV Corpo d'Armata non era stato ancora completo, anche se si era lottato generosamente per ottenerlo. La giornata del 24 agosto era aperta dalla prosecuzione delle azioni di cavalleria, tra le quali ha particolare rilievo la carica di Isbuscenski (6). La marcia della colonna Bettoni (Savoia Cavalleria, rinforzato dal II gruppo artiglieria a cavallo e da cannoni controcarro) su q. 21.3,5 era stata osservata dal nemico nella stessa sera del 23 agosto. Per parare quella minaccia il Comando sovietico rinforzava il proprio schieramento spostando un battaglione dalle posizioni a nord ovest di Cebotarevski, facendogli compiere un ampio giro lìno a Bobrovski, donde, per la balka con direzione nord - sud veniva guidato a nord - est di q. 2r3,5. Vi giungeva alle ore 2 ed alle ore 3,30 i suoi uomini si erano già scavate profonde buche. Altri due battaglioni dell'812° reggimento fuci lieri prendevano posizione con fronte a sud - est nei pressi della quota. Alle ore 3,30 elementi esploranti del reggimento Savoia Cavalleria, in movimento verso nord - ovest e nord, all'inizio della loro avanzata, erano presi sotto violenta reazione di fuoco di mortai e di anni automatiche completamente occultate dalla vegetazione. A questa azione di fuoco del nemico rispondeva immediata reazione dell'artiglieria, dei pezzi controcarro e delle mitragliatrici ancora in postazione dalla notte, mentre gli squadroni si stavano approntando a rnuovere. La subitanea e forte reazione italiana sconcertava l'avversario e ne faceva diminuire l'intensità del fuoco. Il Comandante di reggimento, visto che l'intensità del fuoco nemico non accennava a diminuire, decideva subito di contrattaccare frontalmente con il 4° squadrone, appiedato e rinforzato da mitragliatrici, puntando in direzione nord - ovest su q. 2 r3,5 per impegnare le forze nemiche ivi schierate. Il Colonnello Bettoni, quindi, per realizzare la sorpresa, lanciava il 2'' squadrone a cavallo sul fianco sinistro dello schieramento nemico. Compiuto un ampio giro, lo squadrone piombava sul battaglione, travolgendone i fanti a sciabolate e proseguendo il suo impeto anche contro gli altri due battaglioni. Poiché i nemici, abbassatisi nelle buche al passaggio della carica, avevano ripreso a sparare (6) La località presso la quale si svolsero le cariche degli squadroni di Savoùt Ccwalleria è segnata sulla carta topografica 1 : 100.000 allora in uso come (( q. 213,5 )), 7 chilometri a sud - ovest del centro abitato di Isbuscenski (settore della 79" Divisione tedesca).
La prima battaglia difensiva del Don
alle spalle dei cavalieri, lo squadrone compiva un'evoluz ione che lo riportava in senso inverso sullo stesso terreno, eseguendo una seconda carica, completata dal lancio di bombe a mano. Il battaglione di sinistra, primo a sostenere l'urto, rimaneva travolto. Suoi superstiti ripiegavano verso sud - est, catturati poi dai tedeschi della 79"' Divisione, ed altri ripiegavano verso nord e nord ovest. Gli altri due battaglioni, pur avendo subite perdite, reagivano con energia, e il Colonnello Bettoni decideva allora di far proseguire da una posizione più avanzata l'az ione di fissaggio condotta dal 4° squadrone appiedato e di reiterare la carica impiegando questa volta il 3" squadrone. A questo si univa anche il comando del II gruppo. La seconda carica del 3" squadrone travolgeva definitivamente anche i due battaglioni rimasti. Alle ore 6,30 lo scontro era finito, il reggimento restava padrone del terreno, che veniva rastrellato, mentre il nemico conduceva su di esso solamente più una sporadica azione d'artiglieria. L'azione, condotta con decisione e tempestività, era costata al nemico, dal punto di vista quantitativo, l'annientamento di oltre un battaglione (250 morti sul terreno, 300 prigionieri in mano italiana, oltre quelli catturati dalla 79" Divisione, numerose armi pesanti ed automatiche, armi leggere), e la grave disorganizzazione degli altri due. Le conseguenze tattiche consistevano nell'allentamento della pressione dei russi sul caposaldo di Cebotarevski e nella totale liberazione della posizione di Isbuscenski, occupata dai tedeschi, mentre continuava ad essere esercitata, da parte del reggimento, la minaccia sul fianco e sul tergo del nemico. Le perdite italiane, in relazione al risultato conseguito, non erano state molto gravi: 32 morti (3 ufficiali), 52 feriti (5 ufficiali), TOO cavalli fuori combattimento.
C) LA RIPRESA DELL'AZIONE DA PARTE DEI RUSSI
(Disegno
11.
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Il 24 agosto . Al mattino del 24 agosto le forze del XXXV Corpo d'Armata CSIR si trovavano schierate su lle alture della linea delle q. 197,2 208,4 - 218,9, che conferiva al caposaldo di Jagodnyj maggiore consistenza e più efficace capacità di reazione.
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Le opemzioni delle unitù italiane al fmnte russo ( 1941 - 1943)
Il possesso dell'altura di q. 213,5, assicurato dall'azione di Savoia Cavalleria, costituiva un altro elemento positivo nel quadro generale. Il Comandante del Corpo d'Armata non poteva trascurare, però, che non esisteva possibilità di rapido accrescimento delle forze a sua disposizione e che q uelle contrapposte risultavano in continuo aumento, mentre il precedente ed eccessivo logoramento dei battaglioni della Celere non avrebbe più potuto essere compensato dalle loro forze morali. Altrettanto, le esigue forze a cavallo non erano in grado, per loro natura, di durare lungamente in un'azione così dispendiosa di energie per gli uomini e per i cavalli. Fino dalla notte egii aveva deciso di limitarsi a conservare quanto era stato raggiunto nella giornata del 23 e nelle prime ore del 24. L'avversario, per il quale aveva grande impor tanza porre in crisi l'attacco su Stalingrado ed il Volga, condotto dalla 6" Armata, minacciandone le retrovie, nel pomeriggio del 24 riprendeva la propria offensiva, avendo esercitato durante la mattina una continua pressione su tutto il fronte impiegando nuovi reparti, mentre altri ne erano segnalati in affluenza, secondo le affermazioni dei prigionieri, confermate cl ali' osservazione aerea. Alle ore 13, con una forza valutata a 3 battaglion i (7), il nemico attaccava q. 208,4, provenendo da nord e da est, fortemente appoggiato dall'artiglieria e dai mortai . La reazione pronta ed efficace del XVIII/ 3° e del XIX/ 6'' respingeva il nemico, impedendogli di raggiungere il suo obiettivo. Ma esso ripeteva lo sforzo, e per oltre sei ore, intorno alla q . 208,4, si alternavano attacchi e contrattacchi, che provocavano forti perdite alle due parti. L'889" reggimento fucilieri (197" Divisione) risultava quasi distrutto. Verso le ore 21 l'azione si spostava all'ala destra della Celere. A ltre forze, pari a 3 battaglioni, attaccavano le posizioni di q. 219,9 oltre le quali, fino al caposaldo di Cebotarevski, non si trovavano forze italiane. Forti elementi nemici, con il favore dell'oscurità e dell'erba alta, s'infiltravano nel settore tenuto dal XIII/ 6° ed aprivano il fuoco alle spalle degli italiani. La crisi era aggravata anche dal fatto che il Comandante del ~ bersaglieri e due Comandan ti di J ' battaglione erano stati feriti. Il Comando passava al solo Comandante di battaglione incolume. L'azione avversari a investiva le posizioni del III/ 120° artiglieria e del I/ 20r artiglieria controcarro, che difendevano i propri pezzi a colpi di bombe a rnano. 0
0
(7) Appartenevano, probabilmente, al 216° reggimento fucilieri, <lei tlualc prigion ieri sovietici, fino dal ma ttino, avevano segnalato la presenza nella balka Olkovat ka, i nsieme ad altri tre battaglioni.
La prima battaglia difeJljiva del Don
Diveniva indispensabile ordinare l'arretramento, ordinatamente eseguito dai reparti, su q. 187,r, dove si sarebbero inseriti nella difesa del caposaldo di Jagodnyj. Nella giornata la Divisione Celere aveva subito perdite per 15 morti (3 ufficiali), 194 feriti ( Il ufficiali), 3 r dispersi ( r ufficiale). Nel settore del XXIX Corpo tedesco non si erano avute operaz10ni di rilievo. Nel settore del li Corpo, invece, verso le ore 8, forze nemiche attaccavano le posizioni di Krasno Orechovo, sul lato occidentale dell'ansa di Vcrhnij Mamon, presso il limite di settore con la Cosseria. Dopo due ore di lotta riuscivano a raggiungere il paese, contenute dal la difesa in sito e dall'intervento dei rincalz i. Il Comandante del Corpo d'Armata accoglieva la richiesta della Ravenna di far intervenire un battaglione di secondo scaglione della Cosseria, che destinava il III/ 89" Salerno. Alle ore 14 la situazione era ristabilita con la rioccupazione di Krasno Orechovo ed il ripiegamento del nemico oltre il Don. Le perdite della Ravenna, anche per le azioni delle precedenti giornate, erano state di 48 morti (rn ufficiali), 296 ferit i (13 ufficiali), 65 dispersi. Il nemico aveva condotto le operazioni con le forze della 1' Divisione fucilieri, che fronteggiava la Ravenna, rinforzate da un battaglione del 6r9° fucilieri (203" Divisione). Quella situazione poteva dirsi ristabilita, in quanto veniva affermato che q. 220 era stata ceduta e non conquistata. Ma, se non fosse stata ceduta, il nemico avrebbe trovato forze bastanti per conquistarla, mentre non soltanto il II Corpo d'Armata, ma la stessa 8" Armata, che vedeva in quel periodo fortemente impegnato anche il XXXV Corpo d'Armata, non avrebbe potu to trovare le forze occorrenti ad alimentare la difesa di quella posi zione. La perdita di q. 2 20 rappresentava un sensibile vantaggio per il nemico. L'arretramento delle artiglierie dallo schieramento inizi ale assunto poneva il vertice dell'ansa fuori tiro, non soltanto dei pezzi da 75/18, ma anche dei 105/28. I soli 149/40 sarebbero stati in grado di battere quell'obiettivo, ma il loro tiro non avrebbe potuto essere osservato e corretto da terra e si sarebbe dovuto ricorrere all'osservazione aerea, impossibile di notte, non sempre possibile di giorno, condotta da apparecchi da ricognizione che avrebbero dovuto essere scortati dai cacci.a e la cui disponibilità dipendeva da fattori estranei alla Grande Unità dalla quale dipendevano le batterie.
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Le operazioni delle unitrì italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
La quasi totale invulnerabilità del transito sul Don nelle zone adiacenti ad Ossetrovka poneva il nemico nella condizione di poter ammassare nell'ansa di Verhnij Mamon quante forze avesse giudicato necessarie a condurre un'azione offensiva, mentre la posizione di resistenza italiana alla corda dell'ansa non veniva a disporre di molte forze in più neppure dopo il breve raccorciamento del fronte , poiché i limiti di settore divisionali rimanevano sempre gli stessi.
Il 2 5 agosto. All'alba (ore 3,30) del 25 agosto l'azione dei nemico era ripresa su tutto il settore che la S/orzesca stava dividendo con la 3" Celere. Il massimo sforzo era esercitato sul punto più debole. Infatti la difesa del caposaldo di Cebotarevski e del collegato caposaldo di g . 209,6 disponeva inizialmente di 1.000 difensori e di una quantità cli armi di reparto assai minore di quella esistente a Jagodnyj. Inoltre Cebotarevski si trovava isolato a destra, per il vuoto mai colmato verso la 79" Divisione, ed a sinistra, per l'avvenuta infiltrazione sulla dorsale tra Zuzkan e Kriuscia, che lo isolava dal resto della Divisione. Inoltre, cinque giorni di lotta avevano ulteriormente ridotto le forze della difesa interne al caposaldo ed all'esterno il solo aiuto poteva essergli prestato dall'azione del raggruppamento a cavallo che, per quanto animosa, se condotta a cavallo non poteva essere costante, se condotta a piedi sarebbe stata svolta soltanto da esigue forze. Il caposaldo era investito contemporaneamente da nord, da ovest e da est, con l'evidente minacciosa intenzione di isolarlo. La reazione di fuoco e di contrassalto di tutti i difensori si delineava generosissima e conseguiva il risultato di far affievolire l'attacco. Lo schieramento dell'artiglieria risultava in gravissimo pericolo. Gli artiglieri erano ridotti a difendere i loro pezzi con le mitragliatrici, i moschetti, le bombe a mano, per eseguire l'ordine di spostarsi su posizioni più arretrate. Un solo pezzo del III gruppo artiglieria a cavallo andò perduto per la morte dei cavalli del traino sotto il fuoco nemico. Gli artiglieri del 17°, privi di carburante, facevano compiere a braccia il ripiegamento dei pezzi. Le forze dell'avversario irrompevano nell'abitato di Cebotarevski, contrastate di casa in casa, e la lotta proseguiva poco più a sud a Kotovski. Conducenti di 1mili, autieri, rancieri, staffette, tutti contribuivano con ogni energia per rallentare l'avanzata nemica. I Lancieri di Novara portavano aiuto volenteroso contro il nemico tendente al fondo valle Zuzkan, che appunto quel reggimento
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doveva sbarrare. Savoia Cavalleria, destinato ad agire da q. 213,5 sul fianco si nistro delle colonne attaccanti, isolato dall'irruzione dei russi, si era affiancato ai L ancieri di Novara nell'azione ritardatrice, alla quale tutti partecipavano. I difensori di q. 209,6 arretravano brevemente a sud - ovest fino a Ferma 4. In questa situazione il Comandante del XXXV Corpo, fino dalle ore 6,40, si era rivolto allo spirito di collaborazione del Generale von Hollidt, Comandante del XVII Corpo tedesco, a favore del quale, poche settimane prima, aveva tanto validamente operato la 3• Divisione Celere e che tanto poco aveva provveduto a mantenere sgombro da nemici il terreno sul suo fianco sinistro, donde continuava a provenire grave minaccia contro il XXXV Corpo. Il richiesto concorso della 79" Divisione mancò totalmente, perfino in modo simbolico, sebbene alle ore 8,IO fosse stata annunciata la preparazione di un gruppo d'intervento a Kalmikovski. Si andava aprendo, così, una pericolosa falla tra 1'8" Armata italiana e la 6'' Armata tedesca. Se il nemico si fosse impadronito cli Gorbatovo, avrebbe disposto , con quel nodo stradale, della direttrice della valle Kriuscia ed avrebbe potuto avvolgere da sud il caposaldo di Jagodnyj e l'ala destra del1'8" Armata. Occorreva evitare le conseguenze della manovra del nemico. N elle ore del mattino il Comando clell'8" Armata ritrasmetteva al Comandante del XXXV Corpo un ordine del Comando del Gruppo di Armate « B )), nel quale era, tra l'altro, detto che: « .. . nessuno deve arretrare dalle attuali posizioni alt Chiungue lo ordini è passibile di gravi sanzioni ... alt >> (Documento n . 7 5). Informato cli ogni cosa l'ufficiale di collegamento tedesco ed il Comando clell'8" Armata, che esprimeva il proprio consenso, il Generale Messe decideva di arretrare la difesa sul lato occidentale della valle Kriuscia e di costituire un nuovo caposaldo a Gorbatovo, a sud di quello di Jagodnyj, affinché, con l'esecuzione di questi provvedimenti potessero essere costituiti un fianco difensivo per tutta 1'8" Armata ed una base sicura dalla quale potesse partire una futura controffensiva per ritornare alla sponda destra del Don. 11 raggruppamento a cavallo sarebbe rimasto fuori di questa linea difensiva, sbarrando la valle Zuz kan a Bolschoi con Novara , opportunamente rinforzato da mezzi di fuoco , cercando di collegarsi verso est con il XVII Corpo tedesco. Savoia Cavalleria, invece, avrebbe svolto esplorazione a largo raggio a favore del caposaldo cli Gorbatovo.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I 941 - 1 94 J)
La maggiore preoccupazione veniva non tanto dalla situazione tattica, quanto dalla generale stanc.bezza fisica dei combattenti, dopo uno sforzo ininterrotto giunto ormai alla sesta giornata. In tal senso si esprimeva con il Maggiore Fellmer il Tenente Colonnelfo Elchlepp, dell'Ufficio Operazioni della 6., Armata, il quale vedeva il pericolo incombente sulla sua Grande Unità. Tutte le forze disponibili erano impegnate e non ne sarebbero giunte altre (i primi battaglioni alpini) fino al giorno 27. Anche le forze della 3'1 Divisione Celere erano state attaccate fino dalle ore 9. Dapprima era stato investito il XXV/ 3° sulle posizioni di q. 187,1, poco a nord - est di Jagodnyj, senza risultato. Poi il II/ 53" aveva respinto l'attacco. Il previsto arretramento del 179° tedesco da g. 197,2 a Verhnij Krivskoj aveva avuto luogo senza inconvenienti, sotto la protezione degli alpini del battaglione Monte Cervino. Ii XLVII motociclisti si era portato a Bachmutkin. Le perdite non erano state gravi (4 morti, 14 feriti, 2 dispersi). Verso la fine della giornata il Comandante del XXXV Corpo cl' Armata riferiva al Comando d'Armata (Documento n. 76) sull'esecuzione degli ordini impartiti e sulle prosp"ettive immediate dello svolgimento dell'azione. Nel settore Pasubio un tentativo di aggiramento notturno (ore 1) della q. 219,0 (III /79°) con un attacco muovente da q. 204,8 era stato sventato alle ore 5. I prigionieri catturati preannunciavano per il giorno seguente l'afflusso a Nizne Krivskoj di un loro nuovo reggimento. Un tentativo contro il II/ 79° era stato svolto con il favore di una fitta nebbia sul Don. 11 nemico aveva passato il fiume con barche, prendendo terra a Gromok, ma era stato respinto, perdendo un centinaio di morti (tra i quali un « politrùk JÌ - commissario politico), armi e munizioni. Altri minori tentativi erano stati sventati. Nel settore del XXIX Corpo d'Armata tedesco, la 62" Divisio-. ne conduceva l'azione di eliminazione delle forze nemiche infiltratesi il 23 agosto nell'ansa boscosa di Merkulov. Per questo il Generale von Obstfelder aveva stabilito che la Divisione Torino contribuisse all'operazione con un battaglione di fanteria (I/81°). Questo, durante lo svolgimento dell'azione sulle pendici settentrionali di q. 120,8, nel fitto del bosco, aveva · iniziato l'azione con grande slancio, ma, preso sotto il fuoco nemico frontale e d'infilata, dopo avere raggiunto il Don, si era trovato privo della quantità di armi di accompagnamento necessarie a controbatterlo ed aveva perduto il collegamento con i reparti laterali.
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Nel settore del II Corpo d'Armata non si erano verificati avvenimenti importanti, né in quel giorno> né in quelli seguenti.
D) L'ARREST O DELL'OFFENSIVA
(Disegno n. 31) Il 26 agosto. La decisione del Comando del XXXV Corpo di continuare la resistenza sulle posizioni ad ovest della balka Kriuscia> spostando, a difesa del nodo di Gorbatovo, i reparti che avevano presidiato il caposaldo di Cebotarevski, p rovocò un intervento del Com ando del Gruppo di Armate « B ». Fino dal pomeriggio del giorno 25 questo aveva fatto conoscere al Generale Messe il proprio disaccordo circa l'ordine di ripiegamento, ordine che lo stesso Generale aveva ritenuto di dover mantenere allo scopo di proteggere il proprio fìan co destro, conservando almeno la valle Kriuscia per sottrarre all'annientamento l'intero Corpo d'Armata. Nella medesima sera l'ufficiale di collegamento tedesco presso il Comando dell'8" Armata, Maggiore di Stato Maggiore von Gyldenfeldt, aveva comunicato al Maggiore Fellmer la probabilità che il tratto del settore nel quale si combatteva - in pratica il settore Sforzesca - fosse passato agli ordini del contiguo XVII Corpo d'Armata tedesco. Aggiungeva che difficilmen te sarebbero affluite n uove unità. Alle ore 20,15 il Capo di Stato Maggiore del XVII Corpo d 'Armata avvertiva il Maggiore Fellmer che il settore Sforzesca sarebbe passato dalla dipendenza italiana alla diretta dipendenza tedesca, mutando perfino di Armata. Era, questa, chiara manifestazione di sfiducia verso i Comandanti italiani. li Comando dell '8a Armat2, nella notte sul 26 agosto ne dava comunicazione al Generale Messe senza indicare i tempi di esecuzione dell'ordine stesso, che, pertanto, il Comando del XXXV non poteva diramare a sua volta alle unità dipendenti. Alle ore 2, il Colonnello Gschwandtner, del Comando del XVlI Corpo d'Armata tedesco, si presentava al Comando della Divisione Sforzesca per comunicare il mutamento di dipendenze. Di fronte a quest'ultimo intervento, ii Generale Messe, in una ampia conversazione con l'ufficiale di collegamento tedesco (ore 7,00) ricapitolava le sue intenzioni sulla condotta delle operazioni in corso, le sue disposizioni e l'esecuzione che le stesse avevano avuto. L'uffi18. - U.S.
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Le operazioni delle unità itcdiane al fronte russo (1941- 1943)
ciale germanico ammetteva lealmente che, nella situazione determinatasi, a suo avviso, gli ordini impartiti « erano da considerare pienamente soddisfacenti» (Documento n. 77). Subito dopo si rivolgeva al Comando d'Armata per conoscere le cause ciel provvedimento e comunicava di non avergli dato corso in quanto la disposizione ricevuta durante la notte non indicava modalità e tempi di esecuzione (Documenti n . 78 e 79). Alle ore 8,30 il Comando dell'Armata indicava i reparti che passavano agli ordini del XVII Corpo, il quale aveva avuto il compito dal Comando 6" Armata di impedire uno sfondamento nemico in direzione di Bokovskaja e cli « fermare a tutti i costi i movimenti di ripiegamento della Divisione Sforzesca)> (Documento n. 80). Con questo messaggio restava efficacemente completato e chiarito quello precedente, ma si attribuiva alla Sforzesca di avere messo in atto arbitrariamente un movimento in ritirata delle sue unità. Nel dare esecuzione all'ordine il Generale Messe esprimeva la sua protesta contro quanto era stato disposto dal Comando del Gruppo di Annate ed a lui ritrasmesso dal Comando dell'8" Armata, inviando al Generale Gariboldi il seguente messaggio: << Mi astengo dall'entrare nel merito delle ragioni tattiche che hanno suggerito all'Heeresgruppe « B JJ il cambio di dipendenza del settore già della Sforzesca. Ma osservo che nel secondo compito affidato al Comando del XVII Corpo d'Armata tedesco è implicita una valutazione ingenerosa e del tutto infondata sia dell'asprezza dei. combattimenti sia del contegno delle truppe che, ai miei ordini, hanno durissimamente, valorosamente e sanguinosamente contrastato per sei giorni un nemico soverchiante senza ricevere alcun aiuto esterno. Nel nome dei morti e dei vivi, come Comandante, come testimone diretto e come italiano debbo elevare la protesta più vibrata contro l'insinuazione che il ripiegamento di queste eroiche truppe spossate e decimate sia stato volontario e che occorra un Comandante tedesco per richiamarle al dovere. Chiedo di conferire personalmente con Vostra Eccellenza. Generale Messe JJ . Il Generale Gariboldi gli rispondeva: « Data la situazione non è conveniente a V.E. lasciare il posto di Comando per conferire. Ho già fatto osservazioni necessarie agli organi del Gruppo Armate. Ora importa vincere J>. Alle ore 8,15 il Comando del XVII Corpo d'Armata tedesco emanava il suo primo ordine alle unità italiane passate alle sue dipendenze. Intendeva far occupare da quelle una fronte da Jagodnyi a Bolschoi, modificando totalmente quanto era ormai in atto dal g10rno precedente ed assegnando compiti sproporzionati alle possi-
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bilìtà di esecuz ione. Il Generale G ug lielmo Barbò, Comandante del raggruppamento a cavallo, si recava a prendere contatto diretto con i Generali Conrad t (Comand ante del IL Corpo d ' Armata Alpi no) e van Blumcntritt e restava concordato di non spostare i reparti dallo schieramento in atto. D'altra parte l'azione o ffensiva ripresa dal nemico rendeva ancora più ineseguibile una modifica dello schieramento. Alle ore 8,30 del 26 agosto ingenti forze di fanteria attaccavano lo schieramento della 3• Celere da nord e poi da est, contenuti e respinti dalla tenacia d i tutti i cornbattenti, sostenuti validamente dall'artig lieria e dall'aviazione italiana e tedesca, che procuravano gravi perdite agli attaccanti. Gli assalti venivano a lungo ripetuti senza esito ed il nemico attuava un tentativo di aggiramento d a sud- est. Occupato alle ore TI circa l'abitato di Bachmutkin, gli assalitori proseguivano verso sud - ovest sulle pendici di q . 2 04,2, minacciando le posizioni di schieramento dell'artiglieria e lo stesso caposaldo di Jagodn yj. D alla posizione di q . 204,2, però, il XLVII battaglione motociclisti muoveva al contrattacco per la riconquista d i Bachmutkin, mentre il I gruppo di Savoia Cavalleria, con qu anto rim aneva del II/ 54° e la 1~ compag nia motociclisti, attaccavano da nord a sud . Il nemico, preso tra due fuochi, si ritirava dalla quota e poi anche da Bachmutkin, insegui to fino a q. 226,7, ad est di Bachmutki n, dal II gruppo di Savoia, intervenuto per iniziativa del suo Comandante. Nelle ore pomeridi ane e fino a notte avanzata, l'attacco nemico si spostava al tratto settentrionale delJa linea, su q. 204,8 (I/79°) e presso Ribni (III/79n), ma neppure in questo punto otteneva risultato. A conclusione di una dura giornata di combattimento, il Comandante della Celere riferiva al Comandante del XVII Corpo tedesco, che dopo un'in tera giornata di combatti mento, nella quale la D ivisione, in cooperaz ione con il 53° fanteria ed il 179° reggimento tedesco, era stata attaccata da cinque reggimenti sovietici di fanteria con organici al completo, appoggiati dalle artiglierie reggimen tali e divisionali , la linea difesa d alla Celere era intatta. L a D ivisione aveva sofferto circa 300 perdite, ma aveva catturato 500 prigion ieri e copioso botti no di armi pesanti e leggere . N el settore del XXIX Corpo d 'Armata, al limite tra la 62"' Divisione e la I'as ubio, continuava il rastrellamento dell'ansa di Merkulov, al quale partecipava il l /8r'' della Torino .
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Le operazioni delle umtà italiane al fro nte russo ( I 941 - I 943)
Il Comando di Armata poneva a disposizione del XXXV Corpo le poche altre forze che aveva disponibili in quel giorno : prima il IX battaglione pontieri, poi il battaglione alpini Morbegno (Divisione alpina Tridentina), dislocandoli a Singhin, nel settore Pasubio.
Il 27 agosto. La prima parte della notte sul 27 agosto passava calma. Alle ore r il caposaldo di Jagodnyj era vivacemente attaccato sulla parte orientale. Il nemico, respinto, ritentava da nord - est, ma non otteneva migliore successo contro il fronte difeso dal XXV/ 3° bersaglieri. L'azione, sostenuta dall'artiglieria, riceveva concorso dall'aviazione, apparsa fino dall'alba nel cielo del combattimento. Frattanto, all'inizio della giornata, doveva essere data esecuzione agli ordini del XVII Corpo, lasciati in sospeso per fronteggiare l'attacco del giorno precedente. Dal caposaldo di Gorbatovo i battaglioni del gruppo Tagliamento ed il I / 54° (8) sarebbero stati trasportati in autocarro fino alla zona di P.T.F ., per occupare poi il costone tra g . 226,7 e q . 200, sulla dorsale tra Kriuscia e Zuzkan. L'esplorazione accertava la presenza de] nemico su q. 228, 0 e quello con trastava l'avanzata, che alla sera aveva raggiunto la zona di q. 200. Alle ore 12, quando le forze frammiste della Sforzesca, della Celere e del raggruppamento a cavallo avevano respinto gli attacchi della mattina, il Comandante del XVII Corpo d'Armata, Generale von Hollidt, ordinava che i settori tenuti dalla Celere e dalla Sforzesca passassero agli ordini del Maggior Generale von Blumentritt, Intendente Generale del Comando Supremo tedesco, che si trovava in visita a quel tratto di fronte. In tale documento, mentre veniva dato atto che l'attacco sovietico era condotto con la forza cli 5 Divisioni, si asseriva in modo contraddittorio trattarsi di « deboli forze >> . Al Generale von Blumentritt, incaricato del Comando delle unità dislocate nel nuovo tratto cli settore rilevato dal XXXV Corpo italiano, venivano assegnati in rinforzo: il reggimento Lancieri di Novara (che già sarebbe stato ai suoi ordini), la promessa di impiego (con vincolo) cli un reggimento tedesco e due Comandi di artiglieria, senza batterie. Le forze tedesche passate alla nuova dipendenza era-
(8) L' intero 54° reggimento di fanteria era ridotto, in quei giorni, a 400 fa nti e tutto il gruppo Tagliamento (3 battaglioni) a 300 uomini, tutti esaEsti dalle lotte dei giorni precedenti.
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no costituite da] solo 179° reggimento già da alcuni g10rm cooperante con il XXXV Corpo. Per esercitare il Comando appena conferitogli, il Generale von nlumentritt si presentava al Comando della Celere, dove il Generale Marazzani , avendo constatato che si trattava di un ufficiale di grado inferiore al suo, rifiutava di passare agli ordini di questo cd informava il Generale von Hollidt del rifiuto opposto e del motivo di quella decisione, ottenendo l'annullamento dell'ordine precedente. Dopo un mese, a richiesta del Comando del XXXV Corpo, il Generale Marazzani ricapitolava (Documento n. 81) tutto l'episodio, precisando come la transitoria presenza dd Generale von Blumentritt non avesse dato luogo all'emanazione di alcun ordine per le unità italiane. Nel pomeriggio dello stesso giorno 27, la 3" Celere riceveva il LXVII battaglione bersaglieri corazzato, appena giunto in Russia, assegnatole dalla nuova costituzione organica. Il 5° reggimento alpini (Divisione Tridentina) si riuniva al completo in secondo scaglione in attesa di partecipare alla prossima controffensiva. Entro la sera del 27, il Comandante del Gruppo di Armate cc B » annullava il proprio ordine in base al q uale le unità del XXXV Corpo d'Armata - CSIR erano state passate alle dipendenze del XVII Corpo d'Armata tedesco. Era opera di semplice giustizia, perché in quelle due giornate di lotta nulla era stato fatto che mutasse le direttive del Comando al quale erano state sottratte le unità, non un uomo od un'arma erano stati assegnati dal Comando al quale quelle stesse unità erano state sottoposte. Era stato solamente adottato un provvedimento inutile per la condotta delle operazioni e capace di determinare dannosi stati d'animo tra alleati . Sul fronte della Pasubio erano stati respinti attacchi notturni contro il III /79°. Sul fronte del XXIX Corpo d'Armata, rientravano alla Torino i reparti inviati in rinforzo al I/81", che operava nel settore della 62a Divisione nell'ansa di Merkulov, dove il nemico, durante la notte, aveva abbandonato la sponda destra del Don, lasciando sul terreno più di 300 morti e perdendo 102 prigionieri, mentre considerevoli erano state anche le perdite del I/81". Questo battaglione, dopo il rientro dei reparti di rinforzo, rimaneva a presidio della zona rastrellata.
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Le operazioni delle unità italiane al fro nte russo (,941 - 1943)
Esso aveva subito la perdita di 31 morti, 71 feriti, 24 dispersi, avendo catturato 50 prigionieri, tra i quali un Comandante di battaglione. Il 28 agosto.
Alle ore 4,30 del 28 agosto, il Generale Messe riassumeva il Comando di. tutte le unità dislocate nel settore che era stato della Divisione Sforzesca e le operazioni erano aperte da un violento attacco portato da forze sovietiche contro il caposaldo di Ja1sodnyj . Si trattava dei due reggimenti fucilieri 6ro e 619", rinforzati da un battaglione mitraglieri e da un battaglione allievi sottufficiali della 213• Divisione fucilieri . Concorrevano all'azione dell'attacco da nord anche elementi dell'899° fucilieri. Il pilastro difensivo di J agodnyj veniva attaccato da tutti i lati, tranne che da quello meridioriale. N elle alterne vicende della lotta, sul fronte difeso dal XXV /3° ad est di q. 187,r, il nemico riusciva ad impadronirsi di qualche centro di fuoco. Battuto dall'artiglieria con un forte tiro di repressione, cedeva di fronte al contrattacco eseguito dai rincalzi, formati da clementi dei servizi del 3° bersaglieri. La situazione restava ristabilita. Gli attaccanti perdevano molti morti, 400 prigionieri ed abbondante materiale. Data la situazione di grande logoramento del XXV battaglione bersaglieri, questo era sostituito nella mattina stessa dal battaglione alpini sciatori Monte Cervino. In quelle azioni veniva ferito anche il Comandante interinale del 3° bersaglieri; il terzo Comandante colpito nel solo mese di agosto. Dal caposaldo di Gorbatovo, alle ore 4, muovevano i res ti del II/54° per recarsi su q. 226,7, non occupata dal II gruppo di Savoia , che la controllava da altre posizioni site a 3 chilometri più ad est, e la conquistavano ricacciandone notevoli forze nemiche. Alle ore 4,15, il II gruppo di Savoia interveniva contro il fianco sinistro ed il tergo di una colonna russa che puntava su Bachmu1kin. La pronta reazione faceva fallire la sorpresa del nemico e lo costringeva a rinunci'are all'attacco. Alle ore 6 comparivano nel cielo del settore formazioni aeree italiane e tedesche e vi permanevano a lungo, concorrendo alla battaglia terrestre. Alle ore 16,30 quanto rimaneva del gruppo Tagliamento occupava la q. 288,0, prendendo il nemico di sorpresa da tergo e ponendolo in fuga. Veniva subito sostituito dal I /54°, che iniziava prontamente lavori di rafforzamento, per fare sistema con la q. 226)7 e 0
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con la difesa di Bolschoi, tenuta da elementi di formazione del 54° fanteria e del reggimento Nouara. La sola Divisione Celere, in quell.a giornata, aveva sofferto la perdita di 36 uomini (2 ufficiali), 176 feriti (5 ufficiali), 16 dispersi. In quella giornata l'Ufficio Informazioni del Com ando del XXXV Corpo, attraverso l'interrogatorio comparato dei png10111en accertava che :
- le forze impiegate dal nemico dal 20 agosto a sud del Don ammontavano a 26 battaglioni appartenenti alla 197"' ed alla 203a Divisione fucilieri ed alla 14a Guardie, oltre a due battaglioni della 304", schierati sul fronte del XVII Corpo tedesco; - le perdite subite dai reparti sovietici erano state ingenti: tra i più logorati risultavano i reggimenti fucilieri 592", 862", 610", 819° ed 812"; - i sol dati russi avrebbero operato sotto la pressione dei « politrùk >> e che, per impedire r ipiegamenti o sbandamenti, alle spalle dei combattenti agivano i « reparti di sbar ramento», di recente costituzione ; - alcuni u fficiali avevano dato notizia dell'afflusso di alcune Divisioni asiatiche dirette nella w na a nord di Serafimovic. Nel settore Pasubio il nemico svolgeva due disti nte azioni : la prima alle prime luci del giorno contro il III /79Q nella zon a di q . r88,8, respinta nel pomeriggio, e la seconda, pure al mattino, con tro la q. 204,8, respinta all 'arma bianca dalla Legione croata. Giungeva nel settore anche il battaglione al pini Vestone, che si affiancava al Morbegno, entrambi a disposizione ciel Comando del XXXV Corpo. Era in preparazione un'azione controffensiva che, approfittando del rallentamento degli attacchi del nemico, migliorasse la situaz ione in atto, non escludendo che circostanze favorevoli concedessero anche la riconquista della sponda ciel Don. L 'arrivo in zona delle unità alpine della Tridentina veniva a costituire la massa d'attacco principale, che, unita al battaglione corazzato, con il concorso di tutte le altre unità presenti, avrebbe svolto quel compito. Il Com andante dell'Armata, subordinando l'i mpiego di quei reparti alpini e corazzati alla propria personale autorizzazione, vigilava affinché esigenze contingenti non distraessero q uelle forze dal compito principale loro assegnato.
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A nu lla sarebbe valsa, però, un'azione li mitata al XXXV Corpo, se il XVII tedesco, risolvendo la situazione che era alla base di quanto si era verificato dal 20 agosto in poi, non avesse prestato il proprio concorso, con forze di fanteria, ma soprattutto con forze corazzate, data la presenza nel suo settore della 22'' Divisione corazzata. L 'attacco era stato inizialmente progettato per il 29 agosto, ma alla sera del 28 il X VII Corpo tedesco comunicava di non poter agire a quella data, ma ad altra prossima che ancora non veniva precisata. Il tempo di momentaneo arresto sarebbe stato impiegato dalle unità italiane per mettere a punto il loro dispositivo logistico. Nel settore del XXIX Corpo d'Armata non si verificavano operazioni importanti.
Il 29 agosto. Nella giornata del 29 agosto, l'attività offensiva del nemico divenne ancor meno intensa che in quella precedente. Contro il caposaldo di Jagodnyj erano effettuate solamente azioni di fuoco e l'incursione di un aereo isolato, che non produceva danni. Un'azione dei sovietici contro le posizioni di q. 226,7 vemva respinta. La ·difesa di Bolschoi respmgeva un tentativo cotnpiuto contro il reparto del 54° fanteria. Le pattuglie esploranti della 3" Celere riuscivano a definire l' andamento delle posizioni nemiche : pendici nord di q. 197,2 - boschetto r km a nord di q. 208,4 - q. 218,9 - testata della balka ad est di Jagodnyj. L'attività delle Grandi Unità italiane del XXXV Corpo era ormai tutta rivolta alla prossima azione di contrattacco, che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto migliorare la situazione generale ancora alquanto precaria. Presso tutte le altre Grandi Unità dell'Armata non s1 erano veri ficati avvenimenti importanti. La preparazione dell'offensiva continuava a precisarsi nei contatti tra i Comandi dei Corpi d'Armata contigui. Il Generale Messe rappresentava al XVII Corpo che il concorso tedesco avrebbe potuto essere molto proficuo se fosse consistito in un'azione contro q . 232,2 (est - nord-est di Cebotarevski), in modo da minacciare lo schieramento delle artiglierie russe, per evitare che l'attacco italiano si riducesse ad un semplice sforzo frontale, con scarse possibilità di riuscita. ·
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La prima battaglia difemiva del Don
A tard a sera il XVII Corpo precisava che: - l'azione sarebbe stata svolta con forze della 22" Divisione corazzata e con un reggimento rinforzato della 79" Divisione; - la base di partenza sarebbe stata nella zona a nord - est di Kalmikovski (est di Kotovski), con lo scopo di riconquistare la linea delle q. 217,4 e 193,5, prendenào collegamento a Cebotarevski con le unità italiane ; - era desiderata una puntata del raggruppan1ento a cavallo da Bolschoi su Cebotarevski e che le forze ital iane assecondassero il movimento portandosi sulle alture ad ovest di Cebotarevski. In sostanza, se venivano assicurati l'intervento di carri armati di potenza superiore a quella degli L /6 (6,8 tonn.) dei bersaglieri, e la partecipazione di forze a piedi, veniva respinto il concetto di una azione convergente che, fa vorendo le unità .i taliane, avrebbe consenti to il crollo dello schieramento sovietico. Invece si voleva svolgere un 'azione parallela, non inutile per quella italiana , ma meno vantaggiosa di quell a rich iesta dal Comandante del XXXV Corpo d'Armata.
Il 30 agosto.
Il 30 agosto, nelle pri me ore del mattino, il nemico attaccava le posizioni di q. 228,0 e di q. 226,7, ma ne era prontamente respinto. Il collegamen to tatti.co tra queste due posizioni era meglio assicurato dalla dislocazione del Ill / 54° alla testata della balka a sud di q. 226,7. Nel pomeriggio, in vista dell'imminente offen siva, affluivano anche i battaglioni alpini Vestone e Val Chiese, dislocandosi rispettivamente sui rovesci cli q. 228,0 e nella zona di Bolschoi. Intanto procedeva l'organizzazione dell'azione offensiva . Il Comando del G ruppo di Armate « B » aveva m anifestato il proprio consenso alle intese stabilite tra i due Corpi d'Armata interessati. I reparti destinati a partecipare ail'attacco erano stati fatti avvicinare maggiormente alla zon a d 'impiego. Nella sera stessa, allo scopo d i assicurare al Comando del X XXV Corpo i! tempo di prendere tutte le necessarie predisposizioni, il Capo Ufficio Operazioni del XXXV Corpo ed il Capo Ufficio Operazioni dell'8" Armata prendevano le intese (Documento n . 82) per dare esecuzione ali' ordine del Gruppo di Armate << B » : << 1° set-
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tembre - ore 5 - Azione combinata tra il XXXV C.A. - CSIR e la 79" Divisione germanica ». Questa avrebbe avuto per obiettivo le alture di q. 220 e di q . 206,3. Assicuratosene il possesso, i carri armati avrebbero proseguito dalla q. 206,3 su Kotovski, per collegarsi con gli italiani . Il XXXV Corpo avrebbe avuto come obiettivo il costone da q. 226,7 a q. 228,0, fino all'abitato di Kotovski, per collegarsi con i carri tedeschi a nord dell'abitato. · L'aviazione tedesca avrebbe svolto azioni di bombardamento. L'attacco doveva agire con velocità per poter ottenere l'effetto della sorpresa.
Il JI agosto. Nella giornata del 31 agosto i sov1et1c1 non intrapresero azioni di rilievo né sul fronte del XXXV Corpo d'Armata, né su quello delle altre Divisioni italiane. Da parte italiana, invece, tutte le energie venivano rivolte all'azione stabilita per il giorno successivo, cioè l'occupazione, in concorso con il XVII Corpo cl' Armata tedesco, del costone che da q. 228,0 scende su Kotovski ( abitato compreso). Azione ad obiettivo limitato, almeno in un primo tempo, ma che la volontà italiana di ben figurare, dopo le critiche giornate precedenti, era portata a cercare di ampliare, se appena un successo iniziale ne avesse porto l'occasione. Il Gruppo dì Armate « B >) , fino dal 30 aveva diramato il suo brevissimo Ordine cli Operazioni. Anche il XVII Corpo d'Armata tedesco aveva ernanato il proprio nello stesso giorno 30 e lo integrava con le disposizioni esecutive per ottenere la migliore cooperazione con il XXXV Corpo italiano. Era la traduzione in ordini delle intese stabilite il giorno precedente con il Comando italiano destinato a cooperare. Il Comando del XXXV Corpo d'Armata - CSIR emanava, a sua volta, il proprio Ordine (Documento n . 83) che, mentre assegnava ai reparti destinati a condurre l'azione ( alpini, carri ed artiglieria) i rispettivi obiettivi, forniva una visione più ampia dell'azione, informando sull'intervento delle unità tedesche terrestri ed aeree, lasciava intravvedere più vaste possibilità di « qualora il nemico ripiegasse, sfruttare il successo sino all'occupazione delle alture a sud del Don>>. Con quel ritorno sarebbe stata ristabilita una situazione tattica, ma anche una situazione morale, specialmente dopo l'ingiusta affermazione del Comando del Gruppo di Armate.
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- - - --- - - ----- - - - - - ---- - Una conversazione telefonica tra il Capo di Stato Maggiore del XXXV Corpo ed il Comandante della Sforzesca indica con quanta cura fosse preparata l'azione ad ogni livello di Comando, anche se le forze di fanteria destinate ad eseguirla erano in tutto due battaglioni (Documento n. 84). Prima di sera anche il Comandante della Sforzesca diramava il proprio Ordine di Operazioni (Documento n. 8 5).
ll
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settembre.
Nel settore che la 3• Divisione Celere aveva ormai assunto, a sinistra di quello dell a Sforzesca, dove si sarebbe sviluppata l'azione principale del 1° settembre, venivano prese adeguate misure per assecondarla. Forti pattuglioni si sarebbero spinti verso le posizioni antistan ti, mentre una colonna agli ordini del Comandante del 5° reggimento alpini , formata dai battaglioni alpini Edolo e Tirano e dal LXVII battaglione bersaglieri corazzato (meno la compagnia impegnata con la Sforzesca) si sarebbe tenuta pronta a puntare su q. r97,2, per cadere sui rovesci di q. 224,4 . Anche durante la notte sul 1" settembre il nemico aveva svolto sul fronte del XXXV Corpo d'Armata (come del resto negli altri settori del1'8" Annata) un'attività ordinaria. Alle ore 5,10 il caposaldo di Bolschoi segnalava l'inizio del previsto bombardamento aereo, eseguito da unità aeronautiche tedesche (r2 bombardieri ed 8 caccia). Il ritardo del loro in tervento determinava un ritardo anche nell'inizio dell'attacco, che poteva muovere alle ore 5,35, preceduto da breve preparazione d'artiglieria. Il battaglione Vestone muoveva con la 54" compagnia a destra sull'obiettivo di q. 195,8, incontrando notevoli resistenze. La 55" compagnia, con l'appoggio della compagnia carri (meno un plotone), conquistava Ferma 4 alle ore 8, prendendo contatto sui rovesci di q. 195,8 con. clementi del battaglione Val Clziese, giunto presso Kotovski. La 55" compagnia si trovava in rincalzo. Avuta notizia dagli osservatori che il nemico ripiegava da q. 195,8 e che reparti tedeschi avevano occupato l'abi tato di Kalmikovski, il Colonnello Comandante del 6° reggimento alpini ordinava al battaglione Vestone di procedere sugli obiettivi di secondo tempo, assegnati dal Generale Barbò (incaricato di coordinare l'azione dei battagl ioni alpini con quella degli elementi di rincalzo) e cioè : - con 1a 55" compagnia, a sinistra, da Ferma 4 a q. 236,7; - con la 53" compagnia, a destra, su q. 209,6;
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- con la 54" compagnia in rincalzo (dopo essere stata scavalcata dalla 53", perché già fortemente provata dall'attacco su q. 195,8). Il Comandante del battaglione riuniva gli alpini del suo Comando per costituire il rincalzo con clementi freschi. L'ondata dei carri armati. L/6 del LXVII battaglione precedeva con troppo distacco la compagnia che attaccava q. 209,6. La forte reazione di fuoco del nemico diretta tutta contro i carri determinava un ripiegamento di questi, ma gli alpini riuscivano ad ottenere verso le ore 10,30, ed a mantenerlo poi, il possesso della quota, malgrado i violenti contrassalti del nemico. La 55" compagnia, alle ore ro,30, sorprendeva su q. 236,7 una batteria nemica, ne annientava i serventi, ne catturava i 4 pezzi da 76 mm, ma era fortemente contrattaccata sul fianco sinistro. La concomitante azione delle formazioni corazzate tedesche su Kotovski non si era ancora pronunciata. Alle ore II il Comando della Sforzesca, allo scopo di collegare l'occupazione di q. 236,7 con quella di q. 226,7, ordinava che il III/ 54° si portasse sulla sinistra del battaglione Vestone, rafforzando l'occupazione della q. 236,7 e prendendo contatto a sinistra con il II/54°, posto a presidio di q. 226,7. Mentre questo movimento stava per essere eseguito, giungeva notizia che reparti tedeschi. di fanteria e di carri, anziché occupare l'abitato di Kalmikovski, si erano fermati al margine orientale di esso. Pertanto la compagnia del battaglione Val Clziese che puntava su Kotovski, fortemente ostacolata, doveva ripiegare sulla base di partenza e l'altra compagnia dello stesso battaglione che già aveva occupato q. 178,r, contrattaccata anch'essa da forze preponderanti, aveva dovuto lasciare la posizione, ripiegando sulle pendici meridionali del costone. Intanto anche la compagnia del Vestone lasciata a presidio di q. 236,7 era violentemente contrattaccata. Era necessario impedire che la restante maggior parte del battaglione Vestone rimanesse tagliata fuori, ed alle ore r4,30 il Comando della Sforzesca ordinava il ripiegamento dalle g . 236,7 e 209,6 ed il successivo schieramento sul costone di Ferma 3, a destra del I/ 54". Il battaglione Val Chiese avrebbe tenuto le posizioni di Bolschoi. Anche la situazione dei mezzi corazzati della compagnia di carri L /6 del LXVII battaglione bersaglieri corazzato era piuttosto pesante: dei 14 impiegati con il battaglione Vestone, 6 risultavano inefficienti (1 incendiato, 2 forati , 1 con guasti. meccanici, 2 non
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rientrati); dei 7 impiegati con il battaglione Val Chiese, 2 erano inefficienti e gli altri 5 tutti con le armi inceppate. Il ripiegamento del Vestone, pur se compiuto sotto forte pressione del nemico, era effettuato con tanta regolarità da consentire al battaglione di portare entro le linee i prigionieri catturati ed uno solo dei 4 pezzi conquistati. 11 movimento era concluso entro le ore 20. Le perdite accertate sul campo risultarono di 443 alpini (4 ufficiali) tra morti e feriti del Vestone, 44 caduti (4 ufficiali ) e 146 fefri (3 ufficiali) del Tlal Chiese, 21 ferit i (r ufficiale) del 54" fanteria. Da p arte del nemico, respinto l'attacco italiano, non veniva presa alcuna iniziativa. Sul fronte del XVII Corpo tedesco (79• Divisione) la progettata azione di carri armati non si era verificata e le unità di fanteria erano rientrate alle basi di partenza (Documento n . 86). In tutta l'azione era venuta a mancare la cooperaz ione tattica del XVII Corpo tedesco. Durante tutto lo svolgimento della battaglia, così nel settore del XXXV Corpo - CS1R, come in q uello del II, i reparti aeronautici provvidero costantemente alla ricognizione, alla quale doveva essere data la protezione di reparti da caccia. Inoltre i reparti intervennero spesso nel combattimento terrestre, mitragliando concentramenti di truppe e colonne di automezzi, oppure eseguendo bombardamenti leggeri suìlc località nelle quali si riteneva fossero dislocate truppe sovietiche. Inoltre i reparti aeronautici prestarono servizio di aviotrasporto di feriti per i quali dovesse essere evitato il trasporto in autoambulanza su percorsi disagiati od occorresse una particolare prontezza d 'intervento di alta chirurgia in ambiente idoneo. Nel periodo dal 2~ al 31 agosto i fe riti aviotrasportati furono 530.
6. - CONSIDERAZIONI ~elle d ue Relazioni ufficiali sovietiche sulla seconda guerra mondiale (9) è detto che il Comando sovietico, oltre a rinforzare le unità direttamente interessate alla difesa di Stalingrado, pianificò
(9) IVOVSS, volume IV e IVMV, volume V.
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una serie di offensive sul Don e il Volga ad ovest di Stalingrado, con lo scopo di creare una seria minaccia sul .fianco sinistro delle unità tedesche attaccanti e di alleggerire, per conseguenza, la pressione che queste ultime stavano esercitando verso est. Descrivendo l'azione delle Armate 63''· (che operava come si è visto contro l'Armata italiana) e 21" ( che operava in concomitanza con la 63' contro il XVII Corpo d'Armata tedesco nell'ansa di Serafìmovic), la IVOVSS continua testualmente: « Nel corso dei combattimenti protrattisi sino al 30 agosto, le unità sovietiche forzarono il Don e occuparono sulla riva destra una testa di ponte che, essendo molto vantaggiosa dal punto di vista operativo, sarebbe stata in seguito sfruttata dalle nostre truppe nella fase controffensiva>>. Giova precisare al riguardo che prima del 20 agosto, vale a dire prima che avesse inizio la battaglia, i sovietici disponevano sulla riva destra del Don, nel settore dell'8" Armata, di due teste di ponte le quali, anche se di modesta superficie, erano tuttavia tali da evitare all'Armata Rossa, in una futura azione, di dover compiere un vero e proprio forzamento del fiume. Esse erano situate una nel margine settentrionale dell'ansa di Verhnij Mamon e l'altra nell'ansa di Ogalev - Abrossimova. I sovietici possedevano inoltre un'altra testa di ponte poco ad est della foce del Choper nel settore della 6"' Armata tedesca, al limite di settore con 1'8''· Armata italiana ed in prossimità dell'ala destra della Divisione Sforzesca. Nel corso della battaglia, i sovietici ampliarono la testa di ponte di Verhni.j Mamon in misura tale da porre il vertice dell'ansa fuori della portata del tiro delle artiglierie italiane di medio calibro, e lasciarono intatta quella di Ogalev - Abrossimova; della testa cli ponte presso il Choper, invece, era già talmente forte che da essa poterono muovere nella terza decade di novembre le unità sovietiche che, dopo aver battuto l'estrema destra della 3" Armata romena, isolarono da nord le forze tedesche operanti a Stalingrado. Sicché, con l'offensiva sferrata contro 1'8" Armata italiana nella terza decade cli agosto, i sovietici poterono conseguire vantaggi territoriali trascurabili, visti nel quadro generale della lotta, e a prezzo di perdite così rilevanti da esaurire la capacità offensiva di almeno tre Divisioni ternarie rinforzate (la 197'', la 203" e la 14:,. Guardie). L 'azione dei sovietici può invece dirsi riuscita nel campo tattico, poiché l'ampliamento della testa di ponte di Verhnij Mamon e la conservazione di quella di Ogalev - Abrossimova, consentì ai russi nel successivo dicembre di utilizzarle quali pedane di lancio delle Armate 6'' e r" Guardie nell'operazione « Piccolo Saturno>> che portò alla sconfitta dell'8' Armata italiana.
l.a prima battctglia difensiva del Don
Sullo svolgimento della battaglia dalla parte italiana, non può sorprendere che il primo urto dei sovietici contro la Divisione Sforzesca abbia guadagnato rapidamente terreno, perché l'attacco trovava davanti a sé soltanto un velo di copertura e l'iniziativa dell'avversario poteva assicurarsi una schiacciante superiorità locale nei punti d'irruzione accuratamente scelti. Nessuna dottrina tattica prevede che ad una Divisione binaria possano affidarsi compiti di resistenza ad oltranza su di un fronte di circa 35 chilometri, con l'aggravante di un'ala scoperta e direttamente minacciata. Le condizioni tattiche locali hanno aggravato il compito dell a difesa. 11 Don non è un ostacolo difficile a forzare anche in presenza di una linea difensiva efficiente. In ogni modo, data la impossibilità della difesa di vigilarlo e di batterlo in tutto il suo sviluppo, la limi.tata velocità della corrente, la facilità di occultare natanti sulla riva sinistra, il fiume costituiva per i sovietici soltanto un impaccio di carattere logistico e cioè ritardatore della speditezza della loro manovra. Inoltre l'avversario disponeva di una testa di ponte sulla riva meridionale, a contatto con lo schieramento d'ala della Sforzesca, in un settore non di pertinenza italiana (79" Divisione tedesca), contro cui l'avversario stesso poteva facilmente far massa al momento opportuno. Il netto dominio altimetrico della sponda destra sulla sinistra avrebbe potuto assicurare alla difesa un vantaggio considerevole se si fossero occupate quote di cresta e se si fosse organizzata una linea di solidi caposaldi sulla displuviale. Il Comandante del XXXV Corpo d'Armata prospettò ripetutamente il rischio cui esponeva quella sistemazione priva di profondità e di articolazione, senza peraltro che il Comando Gruppo Armate « B >> - che tale schieramento aveva imposto - concedesse l'autorizzazione a variarlo. Se lo schieramento della Sforzesca e della Pasubio avesse gravitato sulle alture, la battaglia difensiva forse avrebbe potuto essere governata più saldamente e più organicamente ed è perciò probabile che il suo and amento sarebbe stato diverso. Rinunciando al vantaggio della quota massima, e frazionate in piccoli blocchi e in modo lineare, le unità italiane rimasero interamente alla mercé dell'osservazione e dell'offesa dell'avversario, il quale, bene occultato dalla larga fascia boscosa dell'altra riva, si sottraeva ad ogni controllo da parte dei reparti italiani e ad ogm efficace reazione.
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La scarsità delle forze non consentiva di assicurare allo schieramento alcuna solidità e l'esile velo che si poté realizzare venne proiettato tutto sulla riva per potenziare col fuoco l'ostacolo del Don. Anche i villaggi affacciati sul fiume, sfruttati come appigli tattici, procurarono alla difesa più danno che protezione; in primo luogo perché localizzarono ed attirarono i tiri di preparazione delle artiglierie e dei mortai nemici, causando fin dall'inizio perdite sensibili; poi perché la loro notevole estensione agevolò le infiltrazioni delle colonne d'urto avversarie, ostacolando i contrattacchi della difesa. Se vi fosse stato il tempo di farlo si potevano correggere gradualmente tali condizioni di inferiorità e migliorare, con opportune modifiche, lo schieramento iniziale. Ma la vivace attività preliminare dell'avversario impedì il proficuo rafforzamento delle posizioni. Quando, il mattino del 20 agosto, i sovietici sferrarono il loro attacco era trascorsa poco più di una settimana dall'arrivo delle unità italiane sul Don. Ben poco si era potuto fare, dunque, specie se si tiene conto del fatto che l'avversario esercitava la sua molestia di preferenza nelle ore notturne, le uniche, cioè, che era possibi le sfruttare per l'attuazione dei lavori di fortificazione. Per di più mancavano anche gli. attrezzi da lavoro e di rafforzamento necessari. La Sforzesca, fin dal pritno giorno, fu costretta ad intensa attività difensiva e non ebbe perciò possibilità di orientarsi sulla situazione locale e su tutti gli elementi che la determinavano. Inoltre, essendo giunta da poco dal territorio nazionale, non si era ancora familiarizzata col caratteristico ambiente operativo dello scacchiere russo e coi procedimenti dell'avversario. Essà era composta per metà da uomini reduci dall'Albania e dal fronte occidentale ed ivi abituati a quel contatto di gomito che è caratteristico della guerra di trincea ed al quale il soldato italiano è particolarmente sensibile. Può darsi, perciò, che alla prima rivelazione delle insidie del nuovo tipo di guerra, dove lo spazio era elemento dominante, alcuni uomini non siano rimasti dappertutto indifferenti al pronunciarsi della minaccia ed alle offese provenienti da ogni parte su un'area di 360°. Fu però fenomeno di limitate proporzioni, che non ebbe estensione apprezzabile e peso di fattore decisivo. Nel complesso le unità si batterono con spirito e volontà di reazione e, nonostante la loro inferiorità numerica, costrinsero più volte l'avversario ad arrestarsi dopo averlo logorato. All'urto sulla linea del Don da parte dei sovietici, i Comandi delle unità italiane fecero immediatamente fronte con quel poco di
Le, prima battC1glic1 difensiva del Don
cui potevan o disporre. Con esito positivo il pomeriggio del giorno 20, con scarsi risultati il 21, quando cioè per la m aggiore immissione di contingenti avversari nella lotta (Documento n . 87) e l'accentuata sproporzione tra le forze, lo squilibrio tattico non poteva più essere riparato. r ulla da eccepire sull'impiego delle riserve, sia di quelle divisionali sia di quelle di ordine superiore. Bisogna tener conto che la situazione peggiorava con rapidità imprevedibile, che la nozione delle vicende fu acquisita generalmente in ritardo ed in modo confuso e contraddittorio, quale detenninavano l'imminenza di altre situazioni sempre in evoluzione, la penuria dei mezzi, le sensibili distanze, le complicazioni di ogni indole e specie. Per di più bisognava far fronte contemporaneamente a minacce multiple, nessuna seconda all'altra per urgenza ed entità; e ciò accrebbe gli effetti della inferiorità numerica. E ' quindi probabile che, comunque si fosse fatto, i risultati non avrebbero potuto essere sostanzialmente diversi. Fallito il tentativo di ristabilire la continuità della fronte , niente altro era possibile che indirizzare le unità in forzato ripiegamento verso le testate delle valli Kriuscia e Zuzkan e qui riannodarle ed organizzarle per la difesa ad oltranza, in attesa che la disponibilità di nuove forze permettesse di sferrare l'azione controffensiva. Per tenere in soggezione l'avversario sarebbe stato indispensabile l'intervento a massa dell'aviazione che, invece, soltanto nelle giornate successive poté coad iuvare le unità a terra e svolgere azione concorde al piano progressivo della resistenza. Ancor più gravi ed immediate furono le conseguenze causate dalla mancanza di carburante per effetto della quale si dovette rinunciare ad ogni intenzione di manovra delle artiglierie. Le stesse artiglierie del settore attaccato, che avevano dato e continuavano a dare prove eloquen ti di aggressività e di saldezza, furono costrette a trarre in salvo a braccia pezzi e trattori, sottraendoli alla cattura dopo aver protetto sino all'ultimo le proprie fanterie. L'azione controffensiva sferrata il 23 da\Ja Celere e dall'ala destra della Pasubio, contro il fi anco destro dell'avversario in movimento, dopo progressi iniziali si imbatté in una ferma resistenza ed infine dovette arrestarsi di fronte all a reazione violenta dell'avversario. Le unità italiane non riuscirono ad ottenere i risultati sperati, ma è da tener presente che a quell a data il nemico disponeva ormai di 23 battaglioni sul territorio di riva destra del Don e l'efficienza operativa della Celere non era più tale da imprimere alla lotta un 19.•
u.s.
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impulso risolutivo. Su di essa, infatti, aveva inciso il peso maggiore della manovra di Krasnyj Luch e degli aspri combattimenti ai quali aveva preso parte nell'ansa d i Serafìmovic. Chiamata nuovamente alla lotta in un momento critico per le unità italiane sul Don, non aveva tuttavia esitato a lanciarsi generosamente nella battaglia, secondo le migliori tradizioni dei reparti che la componevano, e se non poté portare a compimento per la prima volta il difficile compito che le era stato affidato ciò è dovuto esclusivamente a cause di forza maggiore. Il comportamento dei sovietici anche in questa battaglia non fu diverso d a quello tenuto contro le unità del CSIR nei precedenti dodici mesi di lotta. Operando in casa propria, e perciò a perfetta conoscenza del terreno e dell'ambiente, forte di una superiorità numerica in uomini, armi e mezzi, e facendo oculato impiego di unità corazzate che invece mancavano sul fronte opposto, l'avversario rinnovò con ostinazione e furore i propri attacchi fino al totale esaurimento della capacità offensiva dei suoi reparti. Uno degli aspetti più caratteristici di questa battaglia in merito al comportamen to dei sovietici, sta nel fatto che essi, aperta una breccia nello schieramento italiano tra le valli Zuzkan e Kriuscia - e perciò padroni della spaziosa dorsale che ne unisce le testate non ne approfittarono e, rinunciando ai vantaggi che una tale situazione poteva assicurar loro, i russi insistettero nel fare massa contro i caposaldi di Jagodnyj e di Tcebotarevskij, ricercandone l'avvolgimento a breve raggio. Ma soltanto a Tcebotarevskij gli sforzi dei russi furono coronati da successo al quale, peraltro, concorsero fattori estranei alla impostazione del disegno d'azione. Il presidio italiano, infatti, non aveva forze sufficienti per organizzare una difesa su posizioni favorevoli fuori dall'abitato. E quando fu premuto e spinto al margine del villaggio, dominato dalle alture circostanti, apparve vana ogni pur tenace volontà di resistenza. Eliminato il caposaldo di Tcebotarevskij, anziché entrare nella breccia e dilagare, i russi preferirono rivolgere il loro attacco, con accresciuta violenza, contro il caposaldo di Jagodnyj . Ma, come si è visto, questo caposaldo era molto più forte dell'altro ed i sovietici continuarono pervicacemente a cozzarvi contro sino a quando la loro forza d 'urto si infranse definitivamente. Questa ostinazione si spiega con l'importanza che assumeva quella posizione nei riguardi del fianco destro dello schieramento italiano, specie dopo che i tentativi di occupazione ne avevano dimostrato il valore difensivo.
La prima battaglia difensiva del Don
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Intanto l'arrivo a scaglioni della Divisione alpina Tridentina ( ristabiliva gradualmente l'equilibrio. Malgrado la tensione ed i peri- l coli non ancora scongiurati della delicata situazione, i battaglioni in l affluenza si dislocarono ordinatamente secondo il previsto, ma il Comandante dell'Armata e del XXXV Corpo si astennero dall'impiegarli subito, per servirsene invece al momento in cui l'iniziativa sarebbe passata in mani italiane. Così avvenne, infatti, e l'azione del 1 ° settembre lo dimostra. In quella circostanza si sarebbero raccolti i frutti che l'attesa aveva proficuamente maturato, se il Comando della 79" Divisione tedesca avesse potuto imprimere alla propria azione un impulso risolutivo. Invece i sovietici riuscirono a man tenere in quel settore la propria superiorità ed a limitare talmente l'efficacia dell'attacco germanico da neutralizzarne totalmente gli effetti ai fini del successo unitario. Il mancato intervento dell'aliquota dei carri armati tedeschi ebbe influenza particolare sullo sviluppo dell'azione e determinò la crisi per entrambi i battaglioni alpini i quali, nell'interesse generale dell'azione, si erano arditamente spinti fin quasi alle soglie dì Kotovski. Il fatto che la cooperazione tattica del XVII Corpo germanico sia completamente mancata può forse ascriversi a circostanze imprevedibili o non evitabili. Tuttavia, che il Comando tedesco non fos se bene orientato sull 'andamento dell'azione da parte delle proprie unità è dimostrato dalle comunicazioni che fece giungere alla Divisione Sforzesca, le quali erano non solo inesatte ma in parte anche infondate. Così il villaggio di Kalmikovski fu dato per occupato alle ore 6,30, mentre solo a mezzogiorno i tedeschi poterono impadronirsi della sua parte orientale. I carri armati destinati all'operazione inoltre non usc~rono ne1n meno dalle proprie linee dove effettuarono il ri fornimen to e.li acqua e di carburante per muovere su Kotovski non prima delle ore 16. A quell'ora, però, le sorti del combattimento erano già decise e per l'approssimarsi della sera fu necessario rinunciare all 'intento. Le unità italiane impegnate rientrarono nelle proprie linee in attesa delle decisioni sulla convenienza di ripetere l'azione. Questa però fu poi definitivamente annullata. Alla evidente sproporzione tra l'ampiezza del fronte assegnato all'8" Armata italiana e le esigue forze a sua disposizione per difendere il fronte stesso, alla delicatezza del settore e alla necessità che esso fosse sostenuto da unità carriste, rivolse la propria attenzione anche Hitler. Infatti, nel Diario del Comando Supremo della Wehr-
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macht ( 10) alla data del r6 agosto 1942 è scritto: « Il Fiihrer è preoccupato che Stalin possa ripetere il modello di attacco russo del 1920, cioè un attacco sul Don approssimativamente al disopra di Serafimovic, con direzione di attacco Rostov, come avevano intrapreso i bolscevichi nel r920 con grossi risultati contro l'Armata dei russi bianchi del Generale W rangel. Egli teme che 1'8"' Armata italiana, posta a difesa di questo settore del Don, non possa reggere ad un tale attacco e perciò gli sorge nuovamente il pensiero di sistemare la 22" Divisione corazzata dietro 1'8"· Armata ital iana, a suo sostegno». Ma la 22" Divisione corazzata, né alcuna frazione di essa, venne mai dislocata a sostegno cieli' Armata italiana. Impegnata sul fronte della 6" Armata del Generale Paulus, non si spostò in quel periodo di tempo se non per sostenere il XVII Corpo d'Armata tedesco a Serafìmovic ( 11 ). Solamente durante il periodo di calma sul fronte dell '8" Armata quella Grande Unità fece una fugace apparizione nella valle del Boguciar, nelle retrovie del II Corpo cl' Armata italiano, per essere però richiamata altrove pochi giorni dopo. In conclusione, se pure qualche unità italiana aveva dovuto arretrare il proprio schieramento difensivo di fronte alla schiacciante superiorità del!' avversario, la situazione fu ristabilita dalle sole forze dell'8" Annata pur nelle precarie condizioni che si sono dette. E fu principalmente la ritrovata tenacia degli uomini della Sforzesca, il valore dei combattenti della vecchia Pasubio ed il tradizionale impeto dei bersaglieri e dei cavalieri del raggruppamento a cavallo ad esaurire la spinta aggressiva dei sovietici. Nel consegnare il 28 settembre a Gorbatovo, sede della Sforzesca, alla presenza di rappresentanze italiane e tedesche 40 Croci di ferro sul campo ad altrettanti combattenti italiani distintisi nella battaglia, il Generale di Corpo d'Armata tedesco von Tippelskirch, parlando a nome del Comandante del Gruppo Armate « B l> disse tra l'altro : « La tenace resistenza delle unità italiane impegnate nella battaglia, ed operanti da sole, ha non soltanto frustrato le intenzioni del nemico di sfondare il fronte, ma ha anche reso vani i suoi immani sforzi per attrarre altre forze e per alleggerire il fronte di Stalingrado dalla incessante pressione germanica. Vi ringrazio a
(ro) « Kriegstagcbuk der Obcrkommandos dcr Wehrmacht - Wehrmacht fuhrungsstaab l), Bernard & Graefe Verlag fur \lVehrwesen, Frankfurt am Main, 1965. ( rr) Diario citato: 3 settembre 1942.
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nome dell'Esercito germanico, e di tutti i camerati. tedeschi impegnati davanti a Stalingrado, per il vostro spirito combattivo e per la vostra tenacia ». Il discorso del Generale tedesco conteneva l'espl icita ammissione che anche la Sforzesca, come tutte le altre unità italiane, aveva fatto il suo dovere e ritrattava pubblicamente l'ingiusta valutazione che il Comando Gruppo Armate « B » aveva espresso « ab irato » nei rirruardi della Grande Unità del CSIR, forse in un momento di te'i'.isione causata dalle tumultuose vicende della battaglia.
CAPITOLO XJIJ
LE OPERAZIONI NEL MESE DI SETTEMBRE 1942. INSERIMENTO IN LINEA DEL CORPO D'ARMATA ALPINO
I. - LE OPERAZIONI DEL MESE DI SETTEMBRE A) ASSESTAMENTO DEL FRONTE DEL XXXV CORPO D 'ARMATA-CSIR
L'azione svolta senza successo il 1° settembre era stata intrapresa per iniziativa del Comando del Gruppo di Armate << B )), allo scopo di assicurare la saldatura tra le Armate 8" italiana e 6" tedesca. Le due Grandi Unità avevano ricevuto due diversi compiti : 1'8" quello statico della difesa della linea del Don, la 6" c1uello dinamico di puntare dal Don sul Volga a Stalingrado. Perciò, anche il suo XVII Corpo d'Armata, schierato difensivamente sul Don, non poteva estraniarsi dal compito offensivo di tutta la rimanente parte dell'Armata e, per di più, era vivacemente impegnato a contrastare le puntate del nemico, tendenti ad ottenere la rescissione dalle basi del Don delle forze che minacciavano Stalingrado. Lo stesso XVII Corpo, pure concordando con il XXXV italiano nella valutazione dell'importanza della posizione della q. 188,0 per il mantenimento del contatto tra le due Grandi Unità, si dichiarava nell'impossibilità di assicurarne il possesso e chiedeva al Corpo d' Armata italiano di lasciare sulla posizione « almeno uno squadrone del reggimento N avara ». La stessa sera del 5 settembre si doveva constatare non soltanto che il XVII Corpo aveva dovuto chiedere di non allont~mare il presidio italiano dalla quota sjtuata fuori del suo settore, ma anche il ritiro di un battaglione e di una batteria tedeschi, schierati in zona di q. 219,5 - q. 223,0, lasciando un più ampio vuoto sulla destra italiana, peggiorando così la situazione del presidio di q . r88,o ed aumentando le possibilità di avvolgimento ad est del caposaldo di Bolschoi. Quella situazione determinava uno stato di maggiore pericolo per le retrovie della 6" Armata; preoccupato di questo, il Coman-
Le operazioni nel mese di settembre 1942
dante del XXXV Corpo emanava ordini per il rafforzamento di Bolschoi e di tutta la linea italiana verso ovest fino a Jagodnyj, inserendo in essa anche il battaglione alpini Verona appena giunto, tra i già provati Vestone e Val Chiese, rispettivamente a destra ed a sinistra (Documento n. 88). In una ~i mile situazione si potevano scorgere i segni premonitori di quella crisi di effettivi, divenuta poi evidente durante la seconda battaglia difensiva del Don, che erano già individuabili nella sproporzionata ampiezza dei settori da difendere rispetto alle esigue forze a disposizione. Come era stata lasciata cadere dal XVII Corpo la ricerca di stabilire una reale saldatura tra i due tratti dello schieramento difensivo delle contigue Grandi Unità, a maggi or ragione, da parte italiana, non fu presa in considerazione, almeno per il momento, la possibilità di ritentare l'azione fallita il 1 ° settembre, dalla quale sarebbero potuti derivare sicuri vantaggi tattici. Il 7 settembre il Comandante del XXXV Corpo rappresentava al Comando dell'8" Armata la delicatezza della situazione sulla linea di contatto con la 6" Armata, fatto da attribuirsi alle difficoltà intrinseche del terreno, alla forte presenza del nemico su g. r95,8, alla mancanza di collaborazione del XVII Corpo, all'esiguità dei mezzi a disposizione (Documento n. 89). Dalle ore 8 del 12 settembre, la responsabilità operativa del settore di ala destra dell'Armata, tra q. 228,0 e Bolschoi, ampio 15 chilometri, era assunta dalla Divisione alpina Tridentina, con i reparti alpini presenti in zona in quei momento, rinforzata dal raggruppamento a cavallo (meno un gruppo di artiglieria) e da una compagnia carri L/6. La Divisione si completava lo stesso giorno J2, ricevendo altri rinforzi di artiglieria di medio calibro e controcarro. Qualche giorno prima, il Comandante del XXXV Corpo aveva esposto (Documento n . 90) al Comando di Armata il sempre più grave stato di logoramento della Divisione Celere, perorando per essa la sollecita concessione di un periodo di riposo e di riordinamento, misura da estendere subito dopo anche alla Sforzesca, essa pure costretta a dover ripianare le molte perdite subite. Infatti , la forza combattente complessiva della Divisione Celere (sette battaglioni bersaglieri), dedotti i servizi vari, era ridotta a poco più di duemi la uomini (1), il personale d'inquadramento aveva su(1) Il 3• reggimento bersaglieri, rispetto alle tabelle organiche, aveva una deficienza di 38 ufficiali e 1.000 bersaglieri; il 6" reggimento 67 ufficiali e
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bito un'alta percentuale di perdite, gli uomini versavano in cattive condizioni di salute (2): pertanto si rendeva necessaria la sostituzione della Divisione, meiitre il suo r20° artiglieria avrebbe potuto rimanere in linea, in quanto i suoi uomini si trovavano in migliori condizioni. La situazione del personale era analoga nel raggruppamento a cavallo e la crisi si estendeva ai quadrupedi; in ciascuno dei tre reggimenti le perdite erano state di 100 - 200 cavalli e, dei rimasti, 200 - 300 ciascuno erano non impiegabili per cause varie. Il r2 settembre il fronte della Sforzesca rimaneva delimitato da q. 187,1 (esclusa) presso Jagodnyj, estendendosi per otto chilometri a sud - est .fin nei pressi di q. 228,0. A nord - ovest di questa linea il fronte era tenuto dalla 3" Divisione Celere, che si collegava a sinistra con la Divisione Pasubio. La sacca formata dall'offensiva nemica iniziata il 20 agosto era stata ormai circoscritta da una linea di fortificazioni campali, rese di gi.orno in giorno più consistenti da un generale intenso lavoro, in gran parte svolto nelle ore notturne. Un 'operazione di rottura di quella linea sarebbe stata rischiosa se effettuata dalle sole unità sovietiche già sul posto. In campo italiano, tuttavia, rimaneva sempre vivo il proposito che aveva determinato l'operazione del 1 ° settembre: ritornare sulla sponda del Don. Per quello scopo permanevano nel settore le Divisioni Celere, Sforzesca e Tridentina, anche se si trattava di Grandi Unità non in piena efficienza operativa, specialmente le prime due. Dopo l'esecuzione dell'auspicata controffensiva, le tre Divisioni sarebbero state sostituite dalla 298'' Divisione tedesca, che si stava spostando nella valle dello Zuzkan, tra Blinof e Varlamof (sud di Bolschoi). Sarebbe rimasta a disposizione del Gruppo di Armate per azioni di particolare importanza nella zona di sutura tra il XXXV Corpo d'Armata - CSIR ed il XVII tedesco. Nelle retrovie del Il Corpo d'Armata (zona di Poltavskaja- Radtscenskoje) nella terza r.500 bersaglieri; il XLVII battaglione motociclisti era ridotto a 300 uomini. 130 uffìciali e 3.200 uomini di truppa. (2) Da una relazione del Capo Ufficio Sanità Divisionale alla Direzione di Sanità del XXXV Corpo <l'Armata, si apprende che nei reparti il 60 - 70"1~ della forza era di « fortemente deperiti » (90% nei battaglioni bersaglieri VI, XVm e XX), il 70% affetto da diarrea, il 50% da reumatismi, il 30 - 40"~ da avitaminosi, il 20 <;,~ da nevrosi cardiache, il 100,; <la pediculosi, malgrado i provvedimenti preventivi e repressivi potuti adottare in rapporto alla situazione.
In complesso alla Divisione occorreva un rinsanguamento di
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decade di settembre, sempre a disposizione del Gruppo di Armate, si sarebbe dislocata la 22• Divisione corazzata tedesca. Il Comandante del XXXV Corpo d'Armata faceva presente al Comando di Armata che, disponendo la 298" Divisione di due soli battaglioni per ciascuno dei suoi tre reggimenti di fanteria, si trovava in condizioni di forza analoghe a quelle di una Divisione italiana (due reggimenti su tre battaglioni) e, pertanto, non possedeva degli effettivi sufficienti per garantire una solida occupazione sul Don in un settore di tanta ampiezza. Inoltre lo stato di usura delle Divisioni italiane operanti al fronte orientale era generalmente analogo a quello delle unità di supporto del XXXV Corpo d'Armata, tranne che del gruppo cc.nn. Montebello, recentemen te arrivato dall'Italia. Il Generale Messe proponeva, perciò, che per assegnare alle altre Divisioni settori meno ampi, tra la 298" (a destra) e la Pasubio rimasta sulle sue posizioni (a sinistra), fossero impiegate unità della Tridentina. Eventualmente, le forze dì questa Divisione, risultate esuberanti al compito ricevuto, avrebbero potuto concorrere alla ricostituzione di una riserva di Corpo cl' Armata.
R) NUOVO TENTATIVO RUSSO CONTRO IL II CORPO D'ARMATA ( I l E I 2 SETTEMBRE)
La battaglia condotta durante ìa terza decade di agosto sembrò riaccendersi su tre punti del fronte del II Corpo d'Armata nei giorni TT e r2 settembre, impegnando: tra Deresovka e q. 158,0 la Divisione Cosseria, tra Krasno Orekovo e q. 218,0 le Divisioni Cosseria e Ravenna, nell'ansa di Svinjuka la Divisione Ravenna (Disegno n. 32 e Documento n. 91 ). ZoNA DI DERESOVKA - Q.
158,0.
L' 11 settembre, alle ore 5, dopo mezz'ora di preparazione d'artiglieria e con il favore della nebbia, il nemico passava il fiume ed iniziava una decisa penetrazione in riva destra lungo gli incassati e ripidi canaloni adducenti alle pendici orientali di q. 158,0, presidiata dal I/90° fanteria, ala destra della Divisione Cosseria. Il fuoco deìle armi della fanteria e quello delle artigl ierie della difesa era reso impreciso dalla stessa nebbia che ne impediva l'osservazione. Alle ore 8 il nemico riusciva ad occupare il caposaldo di
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q. 158,0, minacciando la zona di schieramento delle più avanzate batterie della destra divisionale. Alle ore 7,30, secondo le direttive del Comando del II Corpo d'Armata, erano già state impiegate le compagnie di rincalzo del I/ 90', del contiguo II/90° ed il III/90" della riserva divisionale. Alle ore 8,30 il Comandante della Divisione, Generale Enrico Gazzale, ordinava il trasferimento a Dubovikof del III/89° (già in riserva divisionale a Zapkovo) e del CV battagìione mortai dì.visionale (con I compagnia mortai e I compagnia pezzi da 47/32) proveniente da Orobinski. Alle ore 8,40 si profilava un attacco in corrispondenza dell'abitato di Deresovka; per l'intenso fuoco di mortai e di armi automatiche, gli elementi avanzati della difesa erano costretti a ritirarsi di qualche centinaio di metri per evitare la distruzione. Alle ore 9,ro il III/90° contrattaccava su q. 158,0, la raggiungeva alle ore 9,45. Alle ore 1 r la destra del battaglione, procedendo oltre la quota, veniva impegnata fortemente nel movimento verso Krasno Orekovo, subendo gravi perdite. Alle 12,35 il Comandante del II Corpo metteva a disposizione della Cosseria il gruppo tattico Leonessa I, della riserva del Corpo d'Armata, dislocato a Dubovikof. Alle 12,50, mentre q. 158,0 e le sue pendici meridionali erano ritornate in saldo possesso italiano, il caposaldo di estrema destra sul pianoro ad ovest del vallone di Krasno Orekovo si difendeva tenacemente. Alle 14,40 il nemico ritentava di impadronirsi di q. 158,0, ma era validamente contrastato dall'azione dell'artiglieria. Il Comandante della Di visione chiamava la compagnia di rincalzo del II/ 90" ed una batteria del IV/ 108° a sostegno del ITI / 90°. Un nuovo tentativo (ore r5,55) d'infiltrazione a sud di Deresovka era ancora respinto. Alìe 16,10 era fatto avanzare da Kusmenkof a Dubovikof il gruppo tattico Leonessa I, tuttora con nserva d'impiego a favore del Corpo d'Armata. Alle 18 il III /89° muoveva al contrattacco per ristabilire totalmente la situazione a q. 158,0, ma doveva fermarsi per il sopraggiungere della notte. All'alba del 12 settembre il ne1nico compiva un terzo tentativo nella zona a sud di Deresovka, respinto dal fuoco e dai contrassalti del II / 90", che ristabilivano subito l'integrità della linea. Alle ore 5 il III / 89" riprendeva l'azione interrotta ed alle ore 8 aveva raggiunto la sponda del Don.
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Dagli interrogatori dei prigionieri e dal rastrellamento del campo di battaglia risultava che il nemico aveva condotto i suoi attacchi con il I ed il Il battaglione del 555° reggimento fucilieri (r27' Divisione), rinforzato da elementi del battaglione armi Ji accompagn amento reggimentale. ZoNA 1>1 KRASNO
0REKovo -
Q.
.218,0.
Alle prime luci dell'r r settembre il nemico 1mz1ava tentativi di infiltrazione con pattuglie sul fronte del 37" fanteria Ravenna, tra Krasno Orekovo e q. 218,0 (base dell'ansa di Verhnij Mamon). Alle 7,20 più consistenti elementi di fanteria nemica avanzavano a sud di q. 193,0 impegnando l'intero fronte dell'ansa. Durante la mattina tale azione si faceva più intensa ed i centri di fuoco del III/ 37° ad ovest di q. 2r8,o erano circondati. Alle 11 ,30 risultava accerchiata anche la compagnia di ri ncalzo dello stesso battaglione inviata a sbloccarl i. Alle 12, r5 erano attaccati il caposaldo di estrema destra della Cosseria e quello di estrema sinistra della Ravenna, il primo impegnato sulla fronte e sui fianchi , interamente circondato il secondo. Era attaccata anche la q. 2r8,o. Un contrassalto condotto da l rincalzo dell a stessa compagnia che presidiava il caposaldo otteneva lo sbloccamento di quello della Ravenna.
Alle 16,30 un contrassalto del III l?,7° liberava anche la compagnia di rincalzo accerchiata ad ovest di q. 218,0. Entro la stessa sera la situazione su quel tratto di fronte della Ravenna era stata ristabil ita. Alle ore 3 del 12 settembre, il nemico attaccava nuovamente il caposaldo di sinistra della Ravenna, ma il concentramento del fuoco della Ravenna e della Cosseria, davanti alla zona di saldatura tra le due Divisioni, stroncava il tentativo. L'azione del nemico era stata condotta dal 415° fucil ieri sovietico (r" Divisione). ZoKA D ELL' A::-.rSA m
Sv1NJlìKA.
Alle prime luci ddl' II settembre, nd tratto di settore difeso dal III/38", il nemico iniziava l'attraversamento del fiume con una decina di barconi. Alcuni venivano affondati dal tiro dell'artiglieria. mentre altri riuscivano ad approdare . Veniva anche sventato un altro tentativo di passagg10 più a valle, all'isolotto di Kusmenkin.
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Verso le ore 7 il nemico, che nel frattempo aveva traghettato altre forze, approfittando della copertura offerta da boschi e balke scendenti al Don, approfondiva la sua azione ed alle 8 s'impadroniva di Solonzi. Un contrattacco del III/ 38°, condotto alle ore 9, non risolveva la situazione. Alle ore r2 il Comandante del II Corpo, considerato il generale impegno sul fronte di tutta la Divisione Ravenna e su parte di quello della Cosseria e la necessi tà di ripristinare al più presto la linea, metteva a disposizione della Ravenna il gruppo tattico Valle Scrivia 1. Alle ore r5 un battaglione sovietico muoveva all'attacco del bosco di Solonzi. Contrattaccato dalle forze disponibili del Ili / 38°, ripiegava nel bosco, vi si riordinava e tornava all'attacco. Il IIl/38'' lo conteneva, ripiegando poco a sud del paese di Solonzi. Alle ore 16 il Comandante del Corpo d'Armata avvicinava anche il gruppo tattico Leonessa Il, ponendolo a disposizione della Ravenna, che lo spostava nella notte da Kusmenkof alla zona di Solonzi. Alle 6,30 del 12 settembre aveva inizio il contrattacco, al quale partecipavano, in primo scaglione, il III / 38" ed il gruppo Valle Scrivia, in secondo scaglione il gruppo tattico Leonessa II. Le unità sovietiche si ritiravano ed alle ore 8 la riva destra del Don era dovunque raggiunta. Dalla parte opposta era stato impiegato il 4J2'' reggimento fuci lieri (meno un battaglione), rinforzato dal battaglione - scuola divisionale e da un intero reggimento fucilieri della contigua 127"' Div1s10ne. Le perdite subite dalle unità del II Corpo d'Armata impegnate nelle due giornate di combattimento, tra morti, feriti e dispersi, furono 678_(39 ~1f~ciali). Le perdite del nemìco furono di 2-500 morti e 104 png10men.
2. - MODIFICHE ALLO SCHIERAMENTO DELL' 8" ARMATA Il fronte difeso dalle Divisioni italiane che circoscrivevano la testa di ponte formata dalle forze sovietiche a sud del Don, tra il 20 ed il 25 agosto, si era stabilizzato ed i reparti assegnati in rinforzo potevano rientrare alle loro unità di appartenenza. La validità delle considerazioni formulate dal Generale Messe aveva, intanto, indotto il Comando del G ruppo di Armate « B >) a
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destinare il 526° reggimento fanteria tedesco (298" D ivisione) al XXXV Corpo per rinforzare, con i suoi due battaglioni, lo schieramento italiano. Il 23 settembre il reggimento tedesco veniva messo a disoosizione della Divisione Trùlentma. Successivamente il Comando del Gruppo di Armate << B » aderì in parte alle valutazioni formulate dal Comando dell'8" Armata circa l'eccessiva ampiezza del settore assegnato alla Grande Unità italiana ed alla mancanza di Grandi Unità di seconda schiera. Furono, infatti, decisi : circa
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l'accorciamento del fronte dell'Armata per un tratto di chilometri (già occupati daìla Divisione Sforzesca);
- la ripartizione del fronte così accorciato tra i quattro Corpi d'Annata (da nord a sud) Alpino, II, XXXV - CSIR, XXIX tedesco; - la dislocazione in seconda schiera della 294"· Divisione tedesca (dopo la sua sostituzione in linea da parte del Corpo d'Armata Alpino), della Celere e della Sforzesca; - il mantenimento deJla 22" Divisione corazzata nella dislocazione assunta; - l'invio di altra non precisata Divisione corazzata in zona di Tcertkovo - Diogtevo, alle dipendenze del Gruppo di Armate, ma orientata ad intervenire a favore dell'8" Armata. Non fu accolta, invece, la richiesta di destinare in seconda schiera l'intero XXXV Corpo d'Armata - CSIR. Anche durante le restanti settimane del mese di settembre e nella prima decade di ottobre l'avversario, pur avendo desistito dall'intraprendere operazioni importanti su quel tratto di fronte, non aveva cessato dall'attivarlo con frequenti puntate offensive, lanciate dove era stata ottenuta la maggiore penetrazione nella sua battaglia cli agosto. In particolare : - un tentativo nella notte sul IO settembre, contro le posizioni di Bolschoi, tenute dal battaglione alpini Val Chiese; - un'azione nella notte sul 23 settembre, ancora contro Bolschoi e le posizioni di q. r88,o (battaglione Val Chiese); -
un attacco nella notte sul 30 settembre contro le posizioni
di q. 226,7. Il 9 ottobre, la Divisione Tridentina cedeva il proprio settore alla 9" Divisione romena per spostarsi di 400 chilometri, dall'estrema
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ala destra dell'Armata all'estrema ala sinistra, fino a Podgornoc. La Divisione avrebbe compiuto il trasferimento per via ordinaria a piedi, fino a Millerovo. Da questa località i battaglioni alpini sarebbero stati trasportati per ferrovia nella nuova zona cli schieramento; gli altri reparti e le salmerie degli stessi battaglioni avrebbero compiuto il trasferimento per via ordinaria sem pre a piedi . La Divisione si sarebbe ricongiunta il 30 ottobre a Podgornoe. La Sforzesca, lo stesso giorno 9, cedeva il settore alla 1 r" Divisione romena e passava alle dipendenze operative del XXIX Corpo d'Armata tedesco. Rilevava dall'80° fanteria (Divisione Pasubio) il settore compreso tra l'ansa di Merkulov e quella di Vescenskaja, per consentire lo spostamento della Pasubio sul tratto di fronte comprendente l'ansa di Krasnohorovka- Ogalev. La Sforzesca si sarebbe poi dislocata in seconda schiera nella zona di Meskov, quando fosse stata sostituita da altra Grande Unità romena. Quest'ultima eventualità era già superata il 27 ottobre, quando cioè alla Sforzesca giungeva l'ordine d'interrompere gli avviati lavori di sistemazione invernale nella zona prevista e di incrementare, invece, quelli sulla posizione di resistenza, dove si trovava schierata e che avrebbe conservato. Anche la Celere, il JO ottobre, cedeva il suo settore all'n" Divisione romena per assumere, il 12 ottobre, il tratto compreso tra la balka Popok e Verhnij Kr.ivskoj, sostituendo il 79° fanteria (Divisione Pasubio) ed affiancandosi a sinistra all'rr .. romena. Manteneva lo stesso schieramento fino al 1° novembre, cedendo poi il settore alla 7" Divisione romena, per passare in seconda schiera nella zona di Kusmenkof- Nikolskoje - Rudjenka. Frattanto, nella notte sul r2 ottobre, la 298" Divisione tedesca si era inserita ne1lo schieramento sul Don , sostituendo la Divisione Torino nel tratto compreso (approssimativamente) tra Krasnohorovka ed il fiume Boguciar, e la Divisione Ravenna (38° fanteria) dal Boguciar a Sciuravka. La Ravenna aveva spostato, contemporaneamente, il proprio settore verso sinistra, assumendo la difesa del tratto compreso tra Krasno Orekovo e q. 158,0 presso Deresovka, già presidiato dalla Divisione Cosseria. La parte del settore occupato dalla Torino, tra Krasnohorovka e Paseka, era stata assunta dalla Divisione Pasubio nella notte sul 24 ottobre. La Torino, r imasta dispon ibile , aveva sostituito, il 24 ottobre, la 62" Divisione tedesca nel settore tra Paseka e Satubjanski.
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La 62" si era spostata ancora più a destra, schierandosi tra Satubjanski e l'ansa di Merkulov, dove si era collegata con la Sforzesca. La nuova situazione risulta dal Disegno n. 3 3. L'esigenza di determinare con precisione sulle carte topografiche andamento delle posizioni, limiti di settore, obiettivi per il fuoco dell'artiglieria e delle anni pesanti della fanteria, aveva posto in evidenza, più ancora che durante le fasi di movimento, l'incompletezza dei dati contenuti nelle carte distribuite a comandi e reparti dalle autorità tedesche (3). Per sopperire in qualche modo a questo inconveniente, il Comando Aeronautica dell'8" Armata aveva fatto eseguire dal 71° gruppo osservazione aerea un rilevamento fotografico a mosaico del corso del Don per tutto il settore dell'Armata. La riuscita tecnica del lavoro era risultata ottima ed era costata numerosi voli di guerra e qualche combattimento con l'Aeronautica sovietica. Un settore di tale rilevamento fotografico è contenuto nel Documento n. 91. Esso riproduce il tratto dove era scbierato il II Corpo d'Armata durante le due battaglie difensive del Don. La perdita del possesso di q . 220 nel settore della Ravenna aveva privato l'artiglieria della possibilità di mantenere su di essa un osservatorio ed era conseguita una riduzione di efficacia dei tiri su obiettivi non osservabili da terra. Per colpire il sempre attivo· traghetto sovietico corrispondente al paese di Verhnij Mamon, fu richiesta la cooperazione di reparti aeronautici da osservazione, ma questa poté essere concessa una sola volta, alla metà di ottobre.
(3) Si trattava, essenzialmente, di due tipi: - carta 1 : 300.000, redatta a cura dello SM dell'Esercito tedesco; - carta I: 100.000, redatta a cura dello SM dell'Esercito tedesco; ricavate direttamente da carte militari russe, scritte i~ caratteri cir\llici, sovrastampate con la translitterazione dal russo al tedesco. I nomi russi scritti secondo la fonetica tedesca, con grande abbondanza di consonanti, diventavano quasi illeggibili ed im pronunziabili per gli italiani che non avessero qualche cognizione della lingua tedesca. L'uno e l'altro tipo <li carte risultavano poi anche troppo sintetici, nella rappresentazione del terreno, per i militari italiani (abituati a servirsi delle ottime carte r : 1.5.000 e J : 50.000 dell'I.G.M.), specialmente per quanto riguardava l'esatta determinazione dei punti del terreno dell'organizzazione difensiva.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
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Le direttive provenienti dai Comandi germanici, e la stessa esperienza tratta dalle operazioni della prin1a battaglia difensiva del Don, avevano di mostrato come fosse necessario impiegare forze tratte dai secondi scaglioni delle Divisioni contigue a quelle impegnate da un attacco avversario. Era stato, così, provveduto alla costituzione di due e< gruppi d'intervento » per ciascuna Divisione, destinati ad essere impiegati anche fuori de 1 settore divisionale o di Corpo d'Armata. L a forz a di ciascuno di essi constava di un battaglione di formazione (uno per reggimento di fanteria) rinforzato da un plotone mitraglieri di Corpo d'Armata, un plotone mortai da 8r, un plotone pezzi da 47/32 di Corpo d'Armata, una batteria da 75, aliquote di artieri e telegrafisti del genio. Ques te un ità sarebbero state dotate di mezzi per l'autotrasporto e per lo sgombero della neve. I reparti destinati a costituirle attendevano alla normale attività, poiché la loro riunione nel gruppo d'intervento sarebbe avvenuta automaticamen te solo in caso di necessità. Allo scopo di ridurre il tempo occorrente per la riunione dei gruppi erano stati predisposti collegamenti a filo con i reparti designati, mezzi di trasporto, punti di riunione di facile ritrovamento anche notturno, esercitazioni periodiche diurne e notturne. Lo svolgimento della prima battaglia difensiva del Don, che aveva impegnato quasi tutto il fronte dell'Armata e tutte le forze dei Corpi d'Armata, le giornate di settembre sul fronte del II Corpo d'Armata, gli spostamenti delle Divisioni dall'uno all'altro settore, non avevano permesso, fino all'autunno, che la sistemazione difensiva dei caposaldi assumesse tutto lo sviluppo che sarebbe stato necessario. Ancora alJa fine d'ottobre non tutti i caposaldi avevano potuto essere interamente recinti da reticolato ed il gr ave inconveniente era dovuto non soltanto alJa scarsità del materiale di rafforzamento, ma anche alle difficoltà ed alle discontinuità nell'approvvigionamento dei carburanti necessari ai relativi autotrasporti. Il Comando del Gruppo di Armate « B » aveva diramato un ordine del Comando Supremo dell'Esercito germanico (Documento n. 92 ), che, ricapitolando brevemente lo svolgimento della campagna estiva 1942, dava direttive per quella invernale 1942 - 1943. ìn quel documento erano affermati i criteri fondamentali di: - rinunciare, in linea di massima, ad operazioni offensive; - difendere ad oltr anza la linea raggiunta;
Le operaz ioni nel mese di settembre 1942
- eliminare prontamente le infiltrazioni nemiche eventualmente verificatesi; - limitare la possibile apertura di breccie da parte del nemico nelle posizioni assunte; - continuare la resistenza ad oltranza « fino alla liberazione », da parte delle unità che fossero rimaste circondate. Venivano emanate anche disposizioni esecutive, ma tutta l'i mpostazione dell'ordine tendeva ad infondere fiducia per gli avvicendamenti e per il tempestivo sostegno delle unità che le operazioni appena concluse, peraltro, autorizzavano a ritenere non interamente fondata.
3. - SCHIERAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO La destinazione al fronte russo del Corpo d'Armata Alpino fu stabilita il 2 marzo 19 42, in vista della possibile partecipazione di esso alle operazioni che, nella ripresa offensiva dell'estate, le Grandi Unità tedesche avrebbero affrontato per super are la fascia montuosa caucasica, per sboccare poi nella zona del Medio Oriente. Il Comando del Corpo d 'Armata aveva sede a Trento e le tre Divisioni erano dislocate in diverse zone dell'Italia Settentrionale. Esso sovrintendeva alla preparazione delle Grandi Unità, non trascurando di illustrare le particolari esigenze del tipico ambiente russo nel quale avrebbero dovu to operare. Nella successione dei trasporti il primo di essi fu destinato al1' II" raggruppamento artiglieria di Corpo d'Annata, giunto in zona d'operazioni ai primi di luglio. Le partenze delle Divisioni furono iniziate il r 4 luglio e gli arrivi in zona si succedettero: -
unità di Corpo d'Armata : 28 luglio- 4 agosto, a Gorlovka ;
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Divisione Tridentina: 3 - 17 agosto, a
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Divisione Cuneense: 8- 21 agosto, a Rykovo;
Tovo Gorlovka;
- Divisione f ulia : 17 agosto - 2 settembre, a Gorlovka e nella zona di Izjum. La iniziale incertezza sulla destinazione delle un ità italiane aveva lasciato in sospeso la formulazione di un preciso ordine per l'impiego del Corpo d 'Armata Alpino. 20. -
u.s.
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Le operazioni delle unità italiane al frnnte russo (1941 - 1943)
Il 6 agosto il Comando dell'8"· Armata annunci ava la destinazione di esso al Caucaso, secondo le intese intercorse tra i capi italiani e tedeschi ed adottava, in conseguenza, le predisposizioni di comando e logistiche per dare attuazione a tale provvedimento (Documento n . 93). Intanto le autorità ferroviarie tedesche concedevano uno sposta1nento delle zone di scarico verso sud, così eia ridurre al massimo il disagio dei lunghi percorsi per via ordinaria. Il 10 agosto, l'intero Corpo d'Armata Alpino passava alle dipendenze d'impiego del Comando della 17" Armata tedesca del Gruppo di Armate « A ,, e con tali Comandi prendeva personale contatto il Generale Gabriele Nasci, Comandante del Corpo d' Armata. In questa occasione veniva disposto che autobus tedeschi trasportassero gli alpini della T ridentina, prima avviata a destinazione, da Novo Gorlovka ad Uspenskaja, distante 330 chilometri. Le salmerie avrebbero dovuto compiere il trasferimento a piedi, poiché le Grandi Unità tedesche non disponevano degli automezzi occorrenti per l'autotrasporto dell'intera Divisione. Prima ancora che il movimento con gli autobus avesse inizio, il 14 agosto il Comando del Gruppo di Armate « A » annunciava di non avere più la possibilità di eseguirlo. Così i reparti dovevano effettuare lo spostamento a piedi, iniziandolo il giorno 16, preceduti dal 5~ reggimento alpini (battaglioni Edolo e T irano). Il 17 agosto giungeva l'ordine del Gruppo di Armate « A » di sospendere i movimenti predisposti. Il l9 agosto lo stesso Comando comunicava (Documento n . 94) che il Corpo d'Armata Alpino sarebbe rientrato nell'8" Armata, 1n quanto, si disse, mancava la possibilità d.i effettuarne il rapido autotrasporto con mezzi forniti dai tedeschi e l'arrivo nella zona d'impiego dell'intera Grande Unità (la Julia non era ancora giunta in zona di operazioni) sarebbe avvenuto fuori tempo utile per partecipare alle operazioni. La Divisione Tridentina, perciò, il 21 agosto si dirigeva su Millerovo e la Cuneense, il 2 2, si avviava su Starobelsk. Continuavano, fratta nto, gli arriv i della / ulia alle stazioni ferrovi arie della zona di Izjum. In considerazione dell'andamento delle operazioni della prima battaglia difensiva del Don, il Comando del Gruppo di Armate « B » disponeva, il 23 agosto, che i movimenti del Corpo d'Armata Alpino, per inseri rsi nello schieramento dell'8" Armata, fossero quanto più possibile accelerati, portando la media giornaliera delle
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Le operazioni nel mese di settembre 1942
- - ·-- -·------ ----- - - - - - - ·---tappe al minimo di 25 chilometri ed abolendo le giornate di sosta, quando non fossero assolutamente indispensabili. Il 25 agosto il Comando dell'8" Armata emanava disposizioni per lo schieramento in linea delle Divisioni alpine : - la Divisione Tridentina sarebbe stata impiegata temporaneamente nel settore del XXXV Corpo d'Armata. Gli alpini sarebbero stati subito autotraspor tati nella zona di Millerovo - Bokovskaja in ragione di un battaglione al giorno, mentre le salmerie ed il reggimento di artiglieria alpina avrebbero raggiunto a piedi la medesima destinazione; - la restante parte del Corpo d'Armata Alpino (Divisioni Cuneense e Julia) avrebbe preso posizione sul Don, tra kolkoz Bugilovka e Jovo Kalitva, in sostituzione della 294" Divisione tedesca. F ino dal 27 agos to, la Julia, prima ancora che il trasporto ferroviario delle sue unità fosse completo, iniziava il movimento per via ordinaria dalla zona di Izjum a guella di Rossosc. Quando fu nota l'entità delle perdite subite dai battaglioni Vestone e Val Clziese nel combattimento di Kotovski del r0 settembre, e che la Tridentina non sarebbe subito rientrata nei ranghi del Corpo d'Armata, il Generale Nasci indirizzò al Generale Garibaldi una lettera personale (Documento n . 9 5), tendente ad ottenere un più organico impiego delle unità alpine e ad evitare un loro prematuro logoramento, che avrebbe inciso negativamente su lle possibilità operatjve del Corpo d'Armata nel prossimo futuro. Gli rispondeva il 6 settembre il Generale Garibaldi (Docitmento n. 96) affermando di comprendere il desiderio espresso dal Comandante del Corpo d'Armata Alpino, ma che la sua responsabilità di Comandante del!' Armata gli imponeva di considerare anche altri clementi di giudizio. Il dispositivo che il Corpo d'Armata Alpino avrebbe assunto definitivamen te sul Don era già delineato negli. ordini emanati il 13 settembre (Documento n. 97) dal Comando di Armata : - temporaneo schieramento delle Divisioni Cuneense e / ulia in sostituzione della 294" Divisione tedesca (II Corpo d 'Armata); - successivo ampliamento verso nord e raffìttimento generale sulla linea difensiva, guando la Tridentina avesse raggiunto le Divisioni sorelle.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Pertanto la Julia, tra il 20 ed il 23 settembre, sostituiva sulle posizioni il 5r4° reggimento fa nteria tedesco (294" D ivisione); seguiva il 25 settembre la Cuneense sulle posizioni dei reggimenti 513° e 5r5° della stessa Divisione. Le posizioni assunte si presentavano naturalmente for ti, anche se le loro caratteristiche tattiche erano assai diverse da quelle familiari delle Alpi. Comunque risultavano pi ù forti di qualsiasi altra della steppa russa. Il Don , inguadabile in quel tratto, rappresentava un altro elemento di forza, costituen do ostacolo al nemico e facilitando osservazione e sicurezza per la difesa. I settori assegnati ai battaglioni di primo scaglione risultavano anche qui molto ampi, con centri di fuoco assai intervallati, fatto che rendeva più difficile .l 'azione di comando. r lavori campali eseguiti dai reparti tedeschi erano rilevanti, bene studiati e ben tenuti, facilmente completabili dai reparti alpini, numericamente più for ti, coadiuvati dal lavoro dei prigionieri di guerra lasciati in sito dalla Divisione cedente. L'avvenuta occupazione delle posizioni difens ive e l'ampiezza dei settori affidati ponevano in risalto la scarsa dotazione di reparti di mortai da 8r e di mitraglieri di Corpo d'Armata, caratteristica negativa della costituzione organica del Corpo d 'Armata Alpino (4). Il Comandante faceva espressa richiesta al Comando d'Armata affinché unità dotate di quelle armi fossero assegnate anche al Comando del Corpo d'Armata ed alle Divisioni alpine nella stessa misura che alle altre Grandi Unità clell'8" Armata. Il 31 ottobre la Divisione Tridentina si affiancava nella parte settentrion ale del settore del Corpo cl' Armata alle altre due Divisioni alpine. Il 6 novembre la stessa Divisione sostituiva la 2f Divisione ungherese (2" Armata ungherese) nel settore compreso tra la zona di Karabut e quella cli Bassovka, per un'ampiezza di fronte di circa 28 chilometri. Lo schieramento del Corpo d'Armata era completato da rinforzi di artiglieria di medio calibro (r gruppo da 105/32) e di piccolo calibro (3 gruppi da 75/27 del reggimento artiglieria a cavallo, con 6 batterie), oltre che dal battaglione alpini sciatori Monte Cervino e da un gruppo di squadroni appiedati, di formazione, dei due reggimenti di cavalleria.
(4) Vds. capitolo IX.
CAPITOLO Xl V
LA SISTEMAZIONE INVERNALE
I. - DISPOSIZIONI GENERALI T EDESCHE
ED ITALIANE Ai primi giorni di novembre era stata completata la modifica dello schieramento dell'8"· Armata, per adeguarlo alle deliberazioni adottate in previsione del periodo invernale. L'inverno si mani fes tò prontamente, preceduto, dapprima, soltanto da gelate notturne, iniziate alla fine di settembre. Il 7 novembre cadde la prima nevicata, non copiosissima, come trattenuta dal freddo già iniziato, e che portava il termometro alla temperatura massima di 0 ° ed alla m inima di -7". Già il 9 novembre, però, la temperatura era scesa rispettivamente a -8° ed a - 23°. La for mulazione dei criteri difensivi e l'enunciazione delle operazioni da compiere per tradurli in pratica aveva avuto luogo ad ogni livello. Se il Comando Supremo tedesco aveva fatto conoscere i suoi concetti nel mese di ottobre, già il 14 lu glio il Comando del Gruppo di Armate « B » aveva espresso il suo pensiero a proposito delle azioni da svolgere. Il Comand ante dell'8• Armata, a sua volta, aveva fatto seguito il 2 agosto. Le direttive dell'O.K.H. (Documento n . 92), dopo una breve introduzione riepilogativa dei successi d~lla campagna estiva, che aveva conseguito « nel complesso» la rescissione delle comunicazion i dei sovietici tra la Russia centrale e la zona caucasica, stabiliva il compito difensivo di tutto il fronte, l'urgenza dei lavori difensivi, la ricerca delle migliori possibi li condizioni di vita per i soldati, la rigidità della difesa ed enunciava i conseguenti criteri esecutivi per la sistemazione della linea di resistenza, la condotta delle operazioni, l'impiego dei reparti , ass icurando loro l'avvicendamento e ]'arrivo di complementi. Il Comandante del Gruppo di Armate 1( B » aveva diramato una sua istruzione sui concetti che avrebbero dovuto ispirare ogni azione :
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Le operazioni delle unità italiane al fronte ,-usso (1941 - 1943 )
- difesa rigida, proiettata in avanti, coincidente con la sponda destra del Don, salve poche eccezioni autorizzate; - sicurezza con tro i carri armati, utilizzando, possibilmente, le condizioni naturali del terreno, accentuandole artificialmente dove fossero meno spiccate, creando l'ostacolo qualora mancasse; - osservazione ininterrotta (ottenuta anche con l'impiego di artifìzi durante le ore di oscurità) della sponda sinistra del fiume; - continuità del reticolato, portato nelle nanze della sponda »;
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immediate vici-
- avv1.onamento dei rincalzi settoriali e rapido spostamento delle unità di secondo scaglione; -
forte saldatura tra settori contigui;
- organizzazione della difesa in profondità, mediante preparazione di opere campali arretrate a protezione dei cen tri logistici, guarnite da personale di retrovia, convenientemente inquadrato ed addestrato. Contemporaneamente il Capo di Stato Maggiore dello stesso Comando dava disposizioni in terpretative ed esecutive di quelle del Com andante. L'esperienza della precedente campagna invernale aveva dimostrato che: - non era stato possibile ridurre le forze impiegate sulla posizione di resistenza;
- le riser ve divisionali avevano dovuto rimanere in posto nel settore loro assegnato. Se la loro dislocazione non corrispondeva a cen tri abitati, le riserve avevano dovuto essere sistemate in ricoveri interrati o seminterrati . Inoltre era stato necessario costruire ricoveri per le riserve nelle zone di loro probabile impiego; - le artigl ierie erano state lasciate in posto, con gli uomini in ricoveri cd i pezzi riparati da baracchini con parete anteriore mobile. Prima di entrare in azione, i pezzi venivano « scongelati ». Le munizioni erano conservate in riservette a nicchia nel camminamento di unione tra la postazione del pezzo ed i ricoveri del person ale. Esse non avevano bisogno di essere conservate in ambiente riscaldato, bastava porle in poca paglia; - per le mitragliatrici si era proceduto come per i pezzi d'artiglieria; quelle che venivano portate fuori da locali riscaldati erano avvolte in coperte. Le feritoie avevano vetri scorrevoli. N es-
La sistemazione invernale
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suna miscela lubrificante anticongelante, nell'inverno r941 - r942, era dimostrata idonea;
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- era stata conseguita la con tinuità del reticolato : prima davanti alle opere, poi intorno ai caposaldi, infine intorno ai centri delle retrovie. Il tipo più idoneo si era rivelato quello a e< cavalli di Frisia », costruibili al coperto dall'offesa nemica, facilmente trasportabili, regolabi li e spostabili per evitarne l' innevamento. Il reticolato distava dalle opere una cinquantina di metri (distanza di lancio di bombe a mano). Avanti al reticolato erano costituite zone minate. Tra queste cd il reticolato erano postati (in bucl1e individuali senza ripari, profonde circa due metri e provviste di gradino per la rapida uscita) guastatori muniti di bottiglie incendiarie e mine controcarro; - il migliore ostacolo anticarro era il fosso a sezione a triangolo rettangolo con la parete verticale dalla parte amica, da indurire o sistemare per evitarne lo sgretolamento; - il nemico aveva svolto numerose puntate offensive con forza fin o a 2 - 3 battaglioni; aveva sempre attaccato ad ogni notevole abbassamento della temperatura, q uasi nulla aveva fatto come impiego di reparti sciator i. Il Comandante dell'8a Armata, tenuto conto delle esperienze acquisite nella precedente campagna, aveva portato a conoscenza dei Comandi direttamen.te dipendenti le istruzioni ricevute (D ocumento n. 68) confermando il compito di difesa ad oltranz a della linea del D on, definita dal tortuoso andamen to della riva, espresso dalla dizione « difesa dell'acqua », che imponeva : - una rigida difesa sul posto, con caposald i chiusi e, perciò, destinati a resistere anche se sorpassati , aven ti possibilità di d ifesa attiva a g iro d 'orizzonte; - assenza di manovra per i reparti m linea, in quanto compito dell'unità superiore, che l'avrebbe condotta con i « reparti di soccorso >> . Da questi concetti e da quel compito derivava l'esigenza d i attuare lavori non solo per i caposaldi , ma anche per i reparti di soccorso, da sistemare in alloggiamenti difendibili, che si sarebbero tramutati in elementi di raccordo (bretelle) od anche in u na vera seconda posizione. La rigidità di una difesa così concepita dava un'estrema chiarezza al com pito assegnato: resistere sul posto. Impediva, però, il
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Le operazioni delle unità iraliane al fronte russo (194 1-1943)
ricorso alla piccola manovra, alla cooperazione ed al concorso di altri mezzi dove la situazione del momento lo suggerisse. Si sarebbe, in sostanza, determinata un'estrema compartimentazione delle azion i anche tra reparti contigui. Esprimeva inoltre implicitamente l'invito a non recri minare sulla evidente sproporzione tra compito assegnato e forze disponibili e la previsione di una lunga durata del compito ricevuto, destinato a durare per alcuni mesi. Pertanto i lavori avrebbero dovuto rispondere, intanto, alle esigenze iniziali della stagione autunnale, e poi a quelle dell'inverno, non imminente, ma non remoto. Il Comando di Armata, nei propri ord ini, si sforzava di attenuare la rigidità delle disposizioni ricevute integrandole con direttive ed istruzioni per adattarle alla situazione particolare delle unità italiane : la traduzione del testo germanico non era limitata alla sola versione in lingua italiana, ma si cercava di renderla recepibile e compatibile allo spirito italiano. Per questa ragione venivano ammesse (e talora stimolate) le vari anti alla « linea dell'acqua», per meglio adattare la linea difensiva alle caratteristiche del terreno, era resa possibile la cooperazione manovrata fra reparti, era ordinata la costituzione dei « gruppi d'intervento » (1). Le unità tenute a disposizione dei comandanti (rincalzi, battaglioni di secondo scaglione, riserve di Corpo d'Armata) avrebbero dovuto essere dislocate in modo non solo di rispondere ad una esigenza operativa basata sulla immediatezza dell'intervento, ma anche sulla convenienza di ripristinare subito con le sole forze italiane un tratto di fronte eventualmente intaccato, senza aspettare che vi provvedessero i tedeschi. Era, insomma, un punto -d'onore degli italiani che rifiutavano, di norma, il detto corrente dei tedeschi « quando ci fosse bisogno arriveremo noi >> .
2. - ESECUZIONE DEI LAVORI Le disposizioni emanate in proposito, per essere tradotte in realtà sul campo di battagli a, dovevano essere adeguate alle possibilità concrete, intese queste come disponibilità di materiali, capacità di lavoro degli uom ini, tempo a disposizione. L'elemento difensivo spinto più avanti era rappresentato dai campi minati, anticarro ed antiuomo, ovunque utili, ma necessari (i) V ds. capitolo XII I.
La sistemaz ione invernale
soprattutto nei tratti nei guaii mancava l'ostacolo del fiume e sulle linee di facilitazione per l'avversario. Il rifornimento di mine veniva largamente assicurato dai magazzini del genio tedeschi. Venivano poi, verso l'interno delle posizioni, i reticolati. La disponibilità di rotoli di filo spinato era scarsa su tutto il fronte, tanto che non fu possibile ottenere la continuità del reticolato davanti a tutte le posizioni occupate. La recinzione dei caposaldi avanzati non poteva essere attuata sempre con una fascia profonda di filo spinato, ma spesso con u na sola siepe triangolare, facile ad essere interrotta dai tiri dei mortai e delle « katjusce ». Per i caposaldi arretrati dell'artiglieria e dei rincalzi, il solo tipo di difesa con reticolato potuto realizzare consisteva in quello a siepe semplice. Per sopperire all'insufficienza di tali ostacoli, i combattenti avevano escogitato il sistema di appendere ad essi bombe a mano pr ivate del congegno di sicurezza, affinché, esplodendo per urti anche leggeri , funzionassero almeno da segnale d'all arme. L'ostacolo anticarro era rappresentato, in molti tratti del fronte dell'Armata, dalla riva stessa del Don, fortemente scoscesa (2). Negli altri tratti , in cui sarebbe stato necessario effettuare movi,nenti di terra per accrescere la ripidezza dell'ostacolo, aveva fatto difetto la disponibilità del personale, trattenu to dalle esigenze operative dei combattimenti di agosto e di settembre. Inoltre si rendeva necessario assicurare turni di riposo diurno ai numerosi uomini impiegati durante la notte in servizi di pattuglia e di vegl ia. Le esigenze di I.avaro, per la costituzione dei caposaldi e dei ricoveri per il personale avevano avuto la precedenza, e la costruzione dell'ostacolo anticarro era stata rimandata, non essendo stata soddisfatta dai tedeschi la richiesta di assegnazione di prigionieri di guerra in qu antità proporzionata al lavoro da svolgere. In sostituzione i tedeschi suggerivano l'impiego di personale civile, ma il suggerimento non fu accolto anche perché, a parte ogni altra considerazione, nei paesi non erano presenti uomini validi. I Comandi delle Grandi Unità avevano, però, studiato i lavori da effettu are, tra i quali aveva grande importanza lo sbarramento della base dell'ansa di Verhnij Mamon, ottenuto mediante lo scavo di fosso anticarro. Questo si sarehhe esteso a tutta l'ala destra della Ravenna ed a quella sinistra della 298a tedesca, medi ante l'adattamento ad ostacolo anticarro della balka di Gruscevo. 11 genio - fortificazioni tedesco fornì il personale tecnico per la progettazione dei lavori e per la condotta delle scavatrici, che en(2) Vds. Disegno 11 . 25.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
- - --- - -- - -- - -- - - ---- -- - -- ---trarono in azione, coadiuvate da personale italiano delle unità di secondo scaglione di visionale e della riserva di Corpo d 'Armata. L 'inizio dei lavori fu tardivo perché, alla fi ne della prima decàde di dicembre, la profondità media dello scavo raggiungeva appena i trentacinque centimetri. Dietro gli ostacoli attivi e passivi esistevano le pojtazioni delle armi della fan teria, tutte interrate. Lo scavo era stato piuttosto facile, perché generalmente compiuto in zone scarsamente pietrose. Inizialmente si trattava di postazioni scoperte, al più difese dagli agenti atmosferici con qualche telo da tenda mimetico, capace di offrire riparo dall'umidità notturna o da qualche lieve pioggia, non dalle piogge autunnali ed assolutamente inadatti a difendere dal gelo. Per ovviare all'inconveniente fu necessario approfondire gli scavi, coprirli di travi e tavolati che sostenessero la terra battuta, costruire pavimenti di legno sollevati dal terreno, m unire gli ambienti di porte e di fines tre, che si sarebbero aperte soltanto per consentire il tiro delle armi. Quegli ambienti chiusi erano dotati di stufe (o i cosiddetti « porcellini » di lamierino metallico, o stufe di fabbricazione di for tuna) necessarie non soltanto per diminuire il disagio degli uomini o per dare loro la possibilità ~i sopravvivere, ma anche per evitare il congelamento dei congegni delle armi stesse che, non difese dal gelo nei periodi d'inattività, sarebbero rimaste bloccate dal!'olio rappreso nel congelamento, anche se della qualità detta << anticongelante» . Analogamente erano costruiti i ricoveri del penonale non impiegato al funzionamento delle armi, dotati d'incastellature in legno nelle quali i piani erano altrettanti posti - letto. L a costruzione dei ricoveri aveva luogo spesse volte secondo una tecnica industriale. Preparato lo scavo a ciclo scoperto, in esso veniva montata la baracca in legname, precostruita in laboratori di falegnameria delle compagnie artieri, che lavoravano in retrovia per la riproduzione in serie di modelli sempre uguali. La stasi dell'attività bellica e lo svolgimento di un mite autunno consentirono la completa attuazione di questo programma di lavoro. Una seconda posizione, scostata dal corso del Don, ad andamento più economico di quella sulla sponda del fiume, era stata studiata dai Comandi, sotto il punto di vista tattico e, parzialmente, sotto quello della progettazione tecnica. Sarebbero rimasti compresi in essa alcuni lavori già condotti intorno ad abitati discostati dal fiume, ma la deficienza di mano d'opera non aveva consentito di completare il program ma. I ricoveri per le riserve che sarebbero eventualmente affluite erano appena nella fase di studio.
La sistemaz ione invernale
3. - PREDISPOSIZIONI LOGISTICHE La transitabilità della rete stradale d'interesse generale doveva essere assicurata dall'autorità germanica, che allo scopo si valeva della Organizzazione Tod t (::~). Ulteriori provvedimenti erano stati presi dalle Grandi Unità italiane per assicurare il movimento automobilistico nelle loro retrovie in caso di nevicate. Per questo servizio sarebbe stato fatto ricorso alla popola7.ione civile, secondo assodate consuetudini locali, alle qual i faceva largo ricorso anche l'Esercito sovietico, qual ora alla manutenzione non fossero stati sufficienti i reparti m ilitari . Appena fu caduta la prima neve, si pose il problema della mimetizzazione invernale. Questa poté essere ottenuta in modo integrale solamente per gli automezzi, prontamente dipinti con vernice bi anca. I risultati non furono altrettanto completi per gli uom1111, essendo stata limitatissima la distribuzione degli indumenti mimetici bi anchi, in pratica attuata solamente per gli clementi sciatori. I fanti , per evitare che i loro elmetti grigioverdi, spuntando dalle opere difensive, servissero da bersagli ai colpi del nemico, spesso li ricoprivano con fode ri ne bianche << di fortuna ", per la maggior parte tratte dagli involucri di stoffa dei pacchi postali in arrivo dall'Italia. A proposito di mimetizzazione e di occultamento è anche da ricordare che, con la caduta della neve, le piste e le strade risultavano ugualmente visibili dall'osservazione aerea, in guanto il traffico sporcava e consumava la neve e, dallo stato di usura del manto nevoso, si poteva giudicare l'intensità dei movimenti svolti .
(3) Vds. (< I Servizi log istici delle Unità italiane al fronrc russo », SME UFF1c10 S-roR1co, Roma, 1975.
CAPITOLO XV
LA SECONDA BATTAGLIA DIFENSIVA DEL DON (11 DICEMBRE 1942-31 GENNAIO 1943)
1. - SITUAZIONE GEN ERALE ALL'INIZIO DELL'INVERNO 1942 - 1943
Le Grandi Unità combattenti al (ronte russo, tedesche ed alleate, avevano assunto lo schieramento invernale. Le operazioni svolte durante la stagione estiva avevano raggiunto solamente in parte gli obiettivi fissati dal Comando Supremo germanico. Infatti: - Leningrado non era stata conquistata e, pertanto, il fronte di quel settore non aveva potuto essere rettificato; - i vasti salienti sovietici di V elikie Luki e di Suhinici non erano stati eliminati, non avendo potuto essere svincolate le forze destinate alle due operazioni, tuttora impegnate all'espugnazione di Leningrado; - Mosca, prestigioso obiettivo quasi raggi unto nella campagna 1941, non figurava più, almeno per il momento, nei piani di conquista tedeschi; - Stalingrado rimaneva campo di cruenta lotta, diviso tra i due con tendenti, anche se, dalla fine di novembre, la 6.. Armata e unità della 4a Armata corazzata tedesche vi erano state isolate dalla controffensiva condotta da sette Armate sovietiche (di cui I cor.), appartenenti ai Fronti Sud - Ovest, Don e Stalingrado (Battaglia del Volga); - nella zona caucasica il Grnppo di Armate « A>> si era impadronito dei pozzi petroliferi di Majkop, aveva raggiunto le falde settentrionali del Caucaso, compiendo la prodezza alpin istica - non operativa - della scalata del Mon te Elbrus (5.633 m) e tendeva ad approfondire l'avanzata verso sud.
La seconda battaglia difensiva del Don
Però la resistenza opposta all'invasore dalle Armate sovietiche a Stalingrado e nel Caucaso era andata ben oltre le previsioni tedesche, ed aveva assorbito sempre maggiori forze germaniche, sottratte alle operazioni preventivate nei settori settentrionale e centrale dell'amplissimo fronte. Inoltre il Comando sovietico, per vincolare forze tedesche nei settori settentrionale e centrale, svolse contro di essi azioni a sud del Lago Ladoga, contro il saliente di Rzev e contro la testa dì ponte dì Voronez. Pertanto i successi conseguiti dai tedeschi al sud, con la completa conquista dell'Ucraina e le due puntate sul Volga e nel Caucaso, non avevano potuto essere completati fino al raggiungimento del loro pieno valore strategico, per la mancata conquista di tutte le sponde russe del Mar Nero, conquista che avrebbe avuto come conseguenza l'eliminazione della flotta sovietica ivi dislocata, e per la mancata penetrazione verso il Golfo Persico ed il Medio Oriente, che avrebbe, quanto meno, interrotto la via meridionale dei rifornimenti occidentali all'Unione Sovietica cd avrebbe anche influito sull'atteggiamento politico della Turchia. Nel settore meridionale del Mar Nero e del Caucaso, tuttavi a, il Comando Supremo tedesco giudicava di poter svolgere attività offensiva anche durante buona parte dell'inverno 1942 - 1943. Ma dopo circa un anno e mezzo di operazioni contro le agguerrite Armate sovietiche, le unità tedesche incominciavano a risentire l'incidenza dello sforzo fino allora compiuto e dei sacrifici sopportati. I combattenti italiani posti a contatto con elementi germanici, infatti, venivano a conoscenza di notizie dalle quali si poteva dedurre lo stato di diffìcolt?1 in cui versavano le Forze Armate germ aniche schierate sul vastissimo fronte, e che erano poi le stesse che caratterizzavano le condizioni dcll'8" Armata italiana. Cioè : ecces- l siva ampiezza dei settori difensivi; .scarso scaglionamento in profondi tà; mancanza di riserve a disposizione delle Grandi Unità; deficienza di materiali di rafforzamento; crisi ricorrenti nella disponibilità e nella distribuzione dei carburanti. Una recente circolare del Comando Supremo dell'Esercito tedesco (0.K.H.) lasciava intravvedere penuria di effettivi nella Wermacht, deficienza di munizioni e di carburanti, scarso benessere materiale del soldato, smembramento delle unità sotto la pressione dell'urgenza per tamponare falle negli schieramenti difensivi. Con tale circolare veniva istituita, tra l'altro, una speciale alimentazione per il « combatten te delle grandi battaglie ». Si. prescri-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
veva inoltre di evitare lo smembramento delle unità inviate in rinforzo in altri settori, riconoscendo esplicitam.entc che, a causa dell'ampli amento dei settori difens ivi e la mancanza di riserve, talune Divisioni risu ltavano spezzettate perfino tra altre cinque.
2. - SITUAZI ONE P ARTICOLARE SUL FROI -TE DELL' 8° ARMATA (Disegno n. 34)
L a « battaglia del Volga » ( 19 novembre) aveva m1z10 sul terreno dell'ansa di Serafi.movic, difesa dalia 3"' Armata romena. Profilatasi la rottura di quel fronte, il Comando del Gruppo di Armate (< B », per evitare l'isolamento delle forze di Stalingrado, decideva di spostare in quel settore le Divisioni tedesche inquadrate nel1'8• Armata : la 294•, in seconda schiera, all'ala sinistra, dietro il Corpo d'Armata Alpino nella zona di Rossosc; la 22"' corazzata, forte di circa 200 mezzi corazzati, dislocata alle spalle dei Corpi d'Armata XXXV italiano e XXIX tedesco; e per.fino la 623, schierata sul Don tra le Divisioni italiane Pasubio e S/orzesca, tra Satubjanski e l'ansa di Vescenskaja. Quest'ultima Divisione sarebbe stata sostituita dalla Celere, che doveva subito interrompere le operazioni di riordinamento, appena iniziate nella valle del Boguciar. La Divisione, inoltre, costituita da due reggimenti bersaglieri non a completo organico, e con gli uomini nelle condizioni .fisiche già descritte, rilevando il fro nte occupato dai tre reggimenti di fa nteria della fo• Divisione, veniva a trovarsi in condizioni sensibilmente più difficili di quelle della Grande U nità tedesca sostituita. L'8° Armata, pertanto, veniva ad essere privata delle Divisioni seconda schiera, le uniche forze che conferivano un minimo di di / \ profondità al suo sch ieramento sul vastissimo fronte di 270 chilometri. Il contributo dato dal1 '8" Armata alle Grandi Unità tedesche impegnate nella « battaglia del Volga » non fu solo ind iretto per l'allontanamento delle tre Divisioni germaniche, ma fu anche diretta partecipazione di unità italiane. Nella giornata del 22 novembre, reparti del 2 ° reggimento complementi assumevano la difesa di Karginskaja, a sbarramento della rotabile proveniente da Bokovskaja (sud - est).
t
Lo seconda bartaglia difensiva del Don
Nella sera stessa, una compagnia del II / 54° (Sforzesca) rinforzata da armi controcarro, si schierava presso Ciukarin per sbarrare, fronte a sud, la valle della T ciornaja. Nella giornata del 23, un gruppo d'intervento della Sforzesca, al comando del Generale Vaccaro (Comando e 6'' compagnia del II/ 54°, due compagnie del CIV battaglione mitraglieri di Corpo d'Armata, due compagnie cannoni controcarro da 47/ 32, due batterie da 75/ 32 del I/ 201°), veniva autotrasportato per schierarsi sulla destra della 9" Divis ione romena, che aveva dovuto ripiegare sulla destra del T cir, dalla confluenza della Tciornaja a Bokovskaja. Il 24 novembre, il gruppo d'intervento Sforz esca (Vaccaro) era raggiunto da altro analogo (Ross i) inviato dalla Divis ione Celere (1) a protezione del fianco destro dell'8" Armata. In quella mattina il gruppo Sforzesca contrastava una colonna sovietica diretta da Otbeleize a Verhnij Gruskij. Nella notte sul 25 il nemico attaccava anche la 7" Divisione romena (sulla destra della Sforzesca) e, mentre l'artiglieria italiana cooperava con il suo fuoco, forze del 54° fanteria erano spostate a protezione dell'ala destra divisionale. Nell a giornata del 25 l'artiglieria del gruppo Vaccaro appoggiava un contrattacco della sopraggiunta 62" Divisione tedesca, fortemente ostacolato dall'ostinata resistenza nemica. Il 28 novembre le forze italiane rientravano alle posizioni precedentemente occupate. Nella seconda metà di novembre, come si è già detto, lo schieramento sovietico assumeva un aspetto, di giorno in giorno, sempre meno difens ivo. La presenza dì unità corazzate, tanto nelle retrovie del settore di Boguciar, quanto di quello di Pavlovsk , avrebbe potuto lasciare in dubbio su quale dei due tratti di fronte si sarebbe manifestata l'offensiva. Il Comando dell'8" Armata poté rafforzare il II Corpo d' Arm ata soltanto con l'assegnazione del comando del 201° reggimento artiglieria motorizzato (che funzionò come com ando di raggruppamento) e del suo III gruppo cannoni da 75/32 (assegnandoli entrambi alla Divisione Cosseria). Vi destinò, inoltre, la 101" compagnia genio - traghettatori, tenuta momentaneamente in secondo scaglione nelle retrovie dell a Ravenna.
(1) LXVTI battaglione carn L / 6, Xllf gruppo semoventi 47/32, XLVII battaglione motociclisti.
32 o
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I 941 - 1943)
Il Comando tedesco che doveva provvedere al rafforzamento del Gruppo di Armate Don, di recente costituzione, per ricostituire la continuità del.la linea tra il Don e Stalingrado, era in gravi difficoltà di effettivi, e soltanto quando fu evidente il pericolo proveniente dalla direttrice operativa del Boguciar, decise di avviare nella zona qualche riserva. Il 9 dicembre veniva .inserito nel fronte della Divisione Cosseria il 318° reggimento granatieri tedesco (2), reparto d'istruzione, di non grande efficienza, che sostituiva il III/ 90°, al limite destro del settore, a contatto con la Ravenna, nella zona di Deresovka. Tra il 9 e il IO giungeva nel settore del II Corpo d'Armata la 27"' Divisione corazzata tedesca, con riserva d'impiego da parte del Comando di Gruppo d'Armate. Si dislocava nella zona di Kusmenkof - Zapkovo - Krasni, dietro la linea di contatto tra Cosseria e Ravenna. Ma la forza dell'intera Divisione non superava guella di un battaglione corazzato per di più costituito da mezzi noi1 omogenei. Inoltre furono inviate al II Corpo tre compagnie tedesche di cannoni controcarro, con un totale di 22 pezzi e furono schierate nel settore della Divisione Ravenna. In quegli stessi giorni era annunciato il movimento verso il settore del II Corpo, il più minacciato, della 385" Divisione tedesca, spostata dal fronte di Voronez. Questa sarebbe stata scaricata dai treni alla stazione ferroviaria di Mitrofanovka, nelle retrovie della Cosseria, restando alle dipendenze d'impiego dell'8" Armata. La modesta potenzialità della stazione ferroviaria di destinazione avrebbe fatto scaglìonare nel tempo gli arrivi di quella Grande Unità. Non era previsto, almeno per il momento, l'arrivo di altre consistenti unità tedesche per raffittire ed approfondire lo schieramento italiano minacciato dalla massa sovietica che aumentava di forze giorno per giorno. A tale massa di forze avrebbe dovuto essere opposta una resistenza rigida, la quale, anche quando fosse stata spezzata, avrebbe dovuto rimanere operante nei tronconi superstiti, per contenere quanto più a lungo possibile la penetrazione nemica. Né esisteva possibilità di difesa su posizioni arretrate, perché la seconda posizione non avrebbe potuto essere preparata e non erano mai esistite le forze per imbastire su di essa almeno un primo presidio difensivo. (2) Il 3r8° reggimento granatieri, comandato dal Colonnello Milkie, nella campagna 1941 - 1.942 aveva già cooperato con il CSIR . Esso era costituito da 3 battaglioni (ciascuno su 3 compagnie fucilieri ed 1 compagnia armi d'accompagnamento), r compagnia reggimentale armi d'accompagnamento e 1 compagnia pezzi controcarro. In tutto era armato con 105 mitragliatrici tra leggere e pesanti, 8 mortai pesanti, 6 pezzi da 75 e 12 da 37 controcarro.
La seconda battaglia difensiua del Don
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3. - NOT IZIE SUL NEMICO Il nemico, per parte sua, andava preparando la propria sistemazione invernale in modo analogo a quella degli italiani, ricavando materiali dai boschi e dalle abitazioni civili e sistemando nei ricoveri interrati perfino i quadrupedi . Assai rilevanti erano i lavori difensivi. La posizione di resistenza sovietica aveva una profondità variabile dai tre ai sei chilometri , basata anch'essa sulla costituzione di caposaldi, talora collegati da camminamenti e trincee rettilinee, con postazioni multiple per armi automatiche e per artiglierie. Abbondanti i campi minati sulle vie di facilitazione, specialmente posti a cavallo di. tutte le strade e piste , guarniti di ampie fascic di reticolato, disposte su più ordini e profonde da tre a quattro metri. I lavori difensivi avevano una particolare consistenza sulle posizioni dell'ansa di Verhnij Mamon. Tutta quell'attività lavorativa era stata svolta con il concorso d1 interi battaglioni lavoratori, costituiti da uomini appartenenti alle classi più anziane. Da molti canali informativi (osservazione terrestre cd aerea, rilevamenti ottici ed acustici delle artiglierie nemiche, informatori civili, interrogatori di prigionieri e di disertori), già alla fine di novembre si era appreso che la preparazione dell'offensiva era stata completata . Un disertore ne aveva dato conferma, annunciando come imminente un attacco sull 'ansa di Krasnohorovka - Ogalev (effe~tuato poi il r0 dicembre), in concomitanza di un'azione a largo raggio. Le frequenti azioni delle pattuglie russe erano sostenute anche dal fuoco d'artiglieria. La consistenza di tali pattuglie si era fatta più robusta, fino a comprendere reparti non inferiori alla forza di una compagnia. La possibilità dell'avversario di ottenere la sorpresa era ridotta dalla presenza del ghiaccio, che incominciava a coprire il fi ume e non consentiva il movimento silenzioso delle imbarcazioni, mentre non permetteva ancora il transito neppure ad uomini a piedi. Veniva segnalata la presenza sul fronte opposto anche di lanciarazzi multipli. Continuava l'arrivo di complementi alJe unità sovietiche. I movimenti diurni. nelle retrovie, osservati a vista da terra e dagli aerei, erano sempre più intensi, mentre sfuggivano guclli not2 1. -
U .S.
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo (1941 • 1943)
turni, dei q uali pure si aveva notizia da altre fonti. L'incremento del traffico automobilistico sembrava eccessivo per il fabbisogno delle unità presenti e, posto in relazione anche con l'aumentato traffico ferroviario, sottintendeva non soltanto la preparazione logistica della stagione invernale, ma anche l'accumulazione di scorte per azioni offensive . Erano giunte informazioni sulla presenza di reparti carristi nelle prossime retrovie. L o schieramento delle artiglierie risultava avanzato e raffittito. La maggiore densità di esso concordava con la maggiore densità di schieramento rilevata delle Grandi Unità sovietiche. In particolare il maggiore addensamento di batterie er a stato segnalato nelle zone: - ad est di Gorohovka (settore Cosseria); - controansa di Krasno Orekovo (limite di settore tra Cos-
ser1a
e
-
Ravenna) ; ansa di Verhnij Mamon (settore Ravenna).
Sulla sola fronte del II Corpo d'Armata, poco più estesa di (1uclla comprendente queste zone, era stata rilevata la presenza di 45 batterie, delle quali 15 di piccolo calibro, 5 di medio e 25 di calibro non precisato. Calcolando che ogni Divisione aveva in dotazione organica 18 batterie (12 del reggimento d'artiglieria della Divisione e 2 per ciascuno dei 3 reggimenti di fan teria) e che le Divisioni accertate in prima schiera sul fronte di quel Corpo d'Armata erano 7, è da concludere che le batterie nemiche rivelate non erano tutte quelle presenti e che il dato fornito dagli osservatori peccava per difetto. La scarsa attività di fuoco svolta fino al 10 dicembre (essenzialmente con tiri d'inquadramento) ed il maltempa delle ultime giornate di quel periodo possono giustificare l'incompletezza dei dati raccolti. Il traffico radiotelegrafico intercettato appariva in continuo aumento. L'impianto di un centro ospedaliero a Nizne Mamon, a pochi chilometri dalle posizioni tenute dalla Ravenna nell'ansa omonima, era notizia di grande rilievo, non sol amente sulle generiche intenzioni aggressive del nemico, ma anche sulla scelta di una sua direzione d'attacco. L'attività aerea sovietica si spingeva in profondità nelle retrovie italo - tedesche, su comandi, nodi ferroviari, centri logistici e si esplicava con frequenti azioni di bombardamento.
La seconda battaglia difensiva del Don
Era stata accresciuta la dotazione individuale di mu 111z1oni. L 'azione partigiana nelle retrovie si era fatta più intensa. Tanto i prigionieri catturati, quanto i disertori, erano piuttosto loquaci e l'accertamento delle loro affermazioni od ammissioni si concludeva positivamente. In.fine, altro punto che chi ariva le intenzioni di tutto lo schieramento sovietico, costantemente raffittito, e forniva anche clementi orientativi sui probabili obiettivi dell'azione imminen te era la costruzione di passaggi sul Don, che era stata iniz iata appena la consistenza del g hiaccio aveva consentito l' inizio dei lavori. Al 10 dicembre risultavano in atto (Disegno n. 35) : 1) passerella a sud di Pavlovsk (settore del Corpo d ' Armata Alpino); 2) passerella ad est di Kosciarni (settore del Il Corpo d' Armata - Divisione Cosseria) ; 3) passerella ad ovest di Samodurovka (settore del II Corpo d'Armata - Divisione Cosseria); 4) pon te tra la riva sinistra e l'isola del D on di fronte a D eresovka (settore del Il Corpo d 'Armata - Divisione Cosseria, al limite tra le Divisioni Cosseria e Ravenna); 5) passerella tra la riva sinistra e l'isola d i fronte a Deresovka ( come sopra); 6) ponte a doppio transito al paese di Verhnij Mamon (settore II Corpo d'Armata - Divisione Ravenna); 7) passerella I km a valle del paese di Verhnij Mamon (come sopra); 8) passerella all 'abitato d i Ossetrovka (come sopra); 9) passerella r km a valle dell 'abitato di Ossetrovka (come sopra); rn) passerella 300 metri a sud - est dell'isola del D on tra Ogalev ed Abrossimova (settore del XXXV Corpo d'Armata - Divisione
Pasubìo). Le passerelle erano costi tuite da un fondo d i travi, terriccio e fascine, poggiate direttamente sul ghiaccio, ricoperto da un tavolato come quello di un ponte. Inoltre erano segnalati reparti di pontieri nemici nella zona d i Gorokovka (Il Corpo d'Armata - Divisione Cosseria) e materiali d a ponte e graticci da gettare sul g hiaccio del fiume in altre varie località del fronte. La presenza di tanti passaggi sul fiume, addensati verso l'ansa di Verhnij Mamon, non poteva essere spiegata soltanto dall'inten-
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Le operazioni delle unità italici11e al fro nte russo ( 1941 - 1943)
zione di collegare meglio le unità sovietiche che occupavano l'ansa con quelle a presidio della riva sinistra. La costruzione di un ponte di tanta importanza a Deresovka e di un altro a Verhnij Mamon era la più chiara conferma delle intenzioni offensive da porre in atto a breve scadenza.
4. - LE FORZE CONTRAPPOSTE (Disegno n. 36) A) UNITA ITALIANE E TEDESCHE
Alla sera del 10 dicembre, vigilia dell'inizio della battaglia, le forze inquadrate nell '8" Annata italiana erano schierate sul Don nel seguente ordine (da nord a sud): CORPO D, ARMATA ALPINO :
Divisione alpina Tridentina, con i reggimenti alpini 6" e 5° ed il 2° reggimento di artiglieria alpina; Divisione alpina Julia, con i reggimenti alpini 9° ed 8° ed il 3° reggimento di artigìieria alpina; Divisione alpina Cuneense, con i reggimenti alpini 1° e 2 ° cd il 4° reggifoento di artiglieria alpina. Il Corpo d'Armata Alpino comprendeva organicamente anche l'u raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata e gli erano stati assegnati in rinforzo i seguenti reparti: battaglione alpini sciatori Monte Cervino; gruppo di squadroni appiedati, di formazione, del raggruppamento a cavallo (3); reggimento artiglieria a cavallo (4); XXXII gruppo cannoni da 149/ 40 del 9° raggruppamento artig licria d'Annata ; XXIV gruppo cannoni da 149/28 del 9° raggruppamento; 612° reggimento artiglieria pesante tedesco, su 2 gruppi. 0
(3) La restante forza <lei due reggimenti di cavalleria era stata dislocata in retrovia per il governo dei cavalli, non impiegabili nella stagione invernale. (4) Anch'esso privo dei cavalli, dislocati in retrovia.
La seconda battaglilt difensiva del Don
Infine, in seconda schiera, alle spalle del Corpo d'Armata, a disposizione del Comando d'Armata: la Divisione di fanteria Vicenza (priva di artiglierie). In totale: 26 battaglioni fu cilieri; 54 batterie con 2T6 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
II CoRPo n ' ARMATA: Divisione di fanteria Cosseria , con i reggimenti di fanteria 89° e 90° Salerno ed il 108n reggimento artiglieria divisionale, rinforzata dal 3r8" reggimento granatieri tedesco (3 battaglioni); Divisione di fanteria Ravenna, con i reggimenti di fa nteria 38° e 37° Ravenna ed il 121° reggimento artiglieri a divisionale, rinforzata da 3 compagnie controcarro tedesche (22 pezzi in totale). Il II Corpo d'Annata comprendeva anche organicamente : II battaglione guastatori ; 2 " raggruppamen to artiglieria di Corpo d'Armata; raggruppamento cc.nn. 2 3 Marzo ; e gli erano stati assegnati in rinforzo: III gruppo del 201° reggimento artiglieria motorizzato controcarro; XXXI gruppo cannoni da 149/ 40 del 9" raggruppamento artiglieri a d 'Armata; TO I''· compagnia genio - traghettatori. In totale: 20 battaglioni fu cilieri; 33 batterie con T32 bocche da fuoco d'artiglieria: nessun mezzo corazzato.
XXXV CORPO n' ARMATA - CS IR:
298·' Divisione di fa nteria tedesca, con i reggimenti 525", 526° e 527° granatieri, 298° artiglieria e 298'' gruppo caccia carn;
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo { 1941 - 1943)
Divisione autotrasportabile Pasubio, con i reggim enti di fa nteria 79° cd 80° Roma e 1'8° reggimento artiglieria divisionale. Il XXXV Corpo d'Armata comprendeva anche organicamente : XV battaglione guastatori; 30° raggruppamento artiglieria di Corpo d ' Armata; raggruppamento cc.nn . 3 Gennaio; e gli erano stati assegnati in rinfo rzo : XXXIV gruppo cannoni da r49/ 40 del 9" raggruppamento artiglieria d'Armata; L gruppo' cannoni da r49 / 28 del 9° raggruppamento. In totale : 20 battaglioni fuci lieri; 39 batterie con r56 bocche da fuoco d 'artiglieria ; nessun mezzo corazzato.
XXIX
CORPO
n' ARMATA
TEDESCO :
Divisione autotrasportabile Torino, con i reggimenti di fanteria 81" e 82° Torino cd il 52" reggi mento artiglieria divisionale; 3" Divisione Celere Principe Amedeo D uca d'Aosta, con i reggimenti bersaglieri, 3° e 6°, il 120" reggimento artiglieria motorizzato, il XL VII battaglione bersagli.eri motociclisti, il LXVII battaglione bersaglieri corazzato carri L / 6, il XIII gruppo semoventi da 47/ 32, rinforzata dalIa legione croata; Divisione di fanteria Sforzesca, con i reggimenti di fanteria 53° e 54" Umbria ed il r7" reggimento artiglieria divisionale. Al XXIX Corpo d' Armata era stato assegnato in rinforzo il LXXIII gruppo obici da 2 10/22 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata. In totale : 20 battaglioni fuci lieri; 30 batterie con 120 boccht da fu oco d'artiglieria ; 50 mezzi corazzati.
La seconda battaglia difensiva del Don
Complessivamente l'W ARMATA disponeva di : 86 battaglioni fuci lieri; 156 batterie con 624 bocche da fuoco d'artiglieria (5); 50 mezzi corazzati. Inoltre, nel suo settore era disìocata, con riserva d'impiego, la Divisione corazzata tedesca, dotata m tutto, in quel periodo, di 47 mezzi corazzati di vario tipo.
27"
R) UNIT A SOVIETICHE
Sul tratto di fronte dell'8" Armata affidato al II Corpo d'Armata, prescelto dal Comando sovietico per operare la rottura delle di fese italiane, erano schierate forze avversarie appartenenti a due diversi Fronti. In particolare : -
contro il settore della Divisione Cosseria era schierata la
6" Armata, del Fronte di Voronez, con : in prima schiera: XV Corpo d'Armata (Divisioni r72'", 267" e 350"); r27" Divisione fucilieri; CXV Brigata corazzata; reggimenti au tonomi fucilieri motorizzati 82" e 2 12''; in seconda schiera (6) : XVII Corpo d'Armata corazzato (Brigate corazzate LXVI, LXVII, CLXXV e XXXI Brigata fucilieri motorizzata); m riserva : 160" Divisione fucilieri.
ln totale: 45 battaglioni fucilieri; 7 battaglioni fucil ieri motorizzati; 839 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (343 pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre e 496 mortai da 82 e r20 mm, con una densità di 6,2 pezzi ogni 100 metri); 250 carri armati, dei quali T ro in appoggio diretto della fanteria; (5) Con esclusione di qudle di accompagnamento della fanteria , controcarro, montate sui mezzi corazzaci e controaerei. (6) Nella terminologia m ilitare sovietica detta u scaglione per lo sfruttamento del successo • aliquote mobili » .
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Le operazioni delle unit<Ì italiane al fronte russo ( 1941 - 1943 )
- contro il settore della Divisione Ravenna erano schierate unità appartenenti alla 1" Armata Guardie, del Fronte Sud - Ovest, con : in prima schiera: IV Corpo d'Armata G uardie (41" Divisione Guardie e 195 Divisione fucilieri) ; VI Corpo d 'Armata Guardie (44 Divisione Guardie e r" Divisione fucilieri); 3
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in seconda schiera: XV III Corpo d'Armata corazzato (Brigate corazzate CX, CLXX, CLXXX e XXXII Bri gata fucilieri motorizzata); XXIV Corpo d'Armata corazzato (IV Brigata corazzata Guardie, LIV e CXXX Brigata corazzata, XXIV Brigata fucilieri motorizzata); XXV Corpo d'Armata corazzato (CXI, CLXII, CLXXV Brigata corazzata e XVI Brigata fuc ilieri motorizzata); 1n nserva: 35" Divisione Guardie. ln totale: 45 battaglioni fucilieri; r8 battaglioni fuci lieri motorizzati; r.226 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (4.6-7 pezzi di artiglieria da 75 mm cd oltre e 759 mortai da 82 e 120 mm, con una densità di 4,2 pezzi per ogni roo metri); 504 carri armati dei quali 71 in appoggio diretto alla fanteria. Complessivamente. operavano contro il Il Corpo d'Armata italiano : 90 battaglioni fucilieri ; 25 battaglion i fuc ilieri motorizzati; 30 battaglioni carri armati con 754 carri in totale ; 2.065 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (r .255 mortai da 82 e da 120 mm e 8 10 pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre); 300 cannoni controcarro ; 200 lanciarazzi multipli.
l.,a seconda battaglia dìfensiva del Don
In sintesi, contro ie due Divisioni italiane Cosseria e Ravenna verranno lanciate, nella successione indicata nel Disegno n . 32, dieci Divisioni fucilieri, tredici Brigate corazzate, quattro Brigate fucilieri motorizzate, due reggimen ti corazzati autonomi, col rapporto numerico di forze, rispetto all'avversario tracciato nello specchio riportato più avanti. Esso è stato calcolato tenendo anche con to del piano sovietico dell'operazione << Piccolo Saturno » secondo il quale « realizzando un'audace concentrazione di forze sulle direttrici ' principali, il Comando sovietico seppe assicurare una superiorità decisiva sul nemico in corrispondenza dei tratti di sfondamento n (7). Altre due Divisioni fu cilieri (la 38'' e la r53") e due reggimenti di fanteria autonomi (il 126" e il 141°) operavano contro la Pasubio. Nel rapporto stesso perciò non vengono raffrontate le unità sovietiche prima elencate con le unità italiane schierate sull 'intero fronte , ampio 270 km , difeso da11'8" Armata, ma vengono invece considerate le sole unità schierate nel tratto di prevista rottura da parte dei sovietici. Secondo i precisi ordini del Comando Gruppo Armate <1 B ». la difesa doveva essere condotta ad oltranza sulle posizioni occupate, vale a dire che non ci si poteva allontanare da tali posizioni nemmeno per far luogo alla manovra. D 'altra parte la manovra delle forze non sarebbe stata possibile, sia perché spostando reparti da un settore all 'altro si venivano a sguarnire interi tratti della posizione difensiva , sia perché mancavano del tutto unità di riserva. In sostanza, il raffron to globale delle unità contrapposte, che comporta il computo di tutte le forze impiegate nell'attacco e di tutte le forze schierate a difesa, non risponde alla realtà dei fatti quando una rigida organizzazione difensiva si trovi nella m ateriale impossibilità di ricorrere alla manovra e alla reazione di movimento per inter venire con la massa delle proprie unità in corrispondenza del settore su cui gravita e incide lo sforzo principale dell'avversario. L'operazione sovietica « Piccolo Saturno » sfruttò appunto l'immobilismo della situazione strategica tedesco - alleata sul fronte del Gruppo Armate « B i>, conseguente agli insistenti e vani tentativi germ anici di sfondamento a Stalingrado. Sicché, la situazione dell'8" Annata che aveva tutte le forze schierate a cordone in prima linea, che non aveva riserve e che, (7) Col. V. Guiu;.ri-: (< Razgrom nemccsko - fascistskih vojsk na Srcdnem Dony i> (Sconfitta delle forze tedesco - fasci ste sul medio Don), in Voenno lstoriceskij Zurnal, n . 5, anno 1972 ( Rivista Storico - Militare).
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Le operazioni delle unità italiane al fronte i·usso ( 1941 - 1943)
comungue, doveva difendere ad oltranza il settore affidatole, ove ogni Divisione era schierata su un settore di 30 km, offriva ai sovietici la possibilità di scegliere dovunque il tratto di rottura e di rapida penetrazione, senza correre pericoli di sorta ed offriva altresì l'assoluta sicurezza che le altre unità italiane e tedesche dislocate su tutto il resto del fronte non avrebbero potuto concorrere all'azione di arresto in corrispondenza dello sforzo offensivo principale. Un attacco contro una difesa tanto precaria non presentava problemi particolarmente ardui. Il rapporto numerico delle forze contrapposte nel settore di rottura è indicato nella tabella alJa pagina seguente. I dati compresi nella stessa tabella pongono in rilievo .il fortissimo divario di potenza tra le forze contrapposte e consentono di stabilire anche come la capacità di. rottura e di penetrazione del dispositivo sovietico nell'organizzazione difensiva italiana, lineare e filiforme, fosse dovuta, in sostanza, a tre poderosi elementi : assoluta preponderanza numerica delle fanterie, schiacciante massa corazzata, imponente volume di fuoco (2.565 bocche da fuoco tra quelle di artiglieria, mortai, lanciarazzi e controcarro, contro 354, con un rapporto quasi di 7,2 a r). La preponderanza delle forze di fanteria sovietiche era notevolmente accentuata &11 fatto che queste disponevano di armi individuali automatiche e perciò di una massa di fuoco decisiva nella lotta ravvicinata. I moschetti automatici PPD 1934 / 38, PPD 1940, PPSh 1941, tutti di cal ibro 7,fo possedevano una celerità di tiro di 100 colpi al minuto primo. Di fronte a tale volume di fuoco, i reparti italiani dovevano difendersi con il fucile o con il moschetto mod. r89r (a ripetizione ordinaria, con la celerità di tiro di 8 colpi al minuto primo) in quanto non erano dotati di moschetti automatici (8). Dalla contrapposizione qualitativa dell'armamento per la lotta ravvicinata risulta evidente quale enorme vantaggio godessero i fucilieri sovietici nella fase cruciale del combattimento, cioè nell'assalto e, in particolare, quale impari lotta abbiano dovuto sostenere i fanti italiani. La schiacciante massa dei mezzi corazzati era costituita eia: - carri leggeri T - 70, con corazzatura di 35 - 40 mm; (8) A quell'epoca il moschetto automatico Beretta era stato distribuito solamente ad alcu ni reparti dell'Arma dei Carabinieri. Nella 8"' Armata erano in distribuzione in tutto 406 moschetti automatici.
La seconda battaglia difensiva del Don
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( 1) I.e cifre segnate in questa colonna ,-ono rratcc imer:un cncc dal citato ,irtieolo pubblica to nel n. 5, m nggio 1972. della Ri vista Storico· Mi litare d ell'URSS . Alcune prccis:1zio ni : "· battagl ion i di fanteri a: 9 b tg . per D ivisio ne, per 10 Divi sioni "" 90 in totale ; h. battaglioni fucilieri motorizzati: 3 per ci:1,-cuna d elle ~ llrigatc fuc. rnot. = 12, più I btg. in ogni Brigata cor . (che sono 13): towlc 25 btg. (uc. mot.; c. ba trng lio n i ca rri : secondo l' orga nico sare bbe ro 3 per ciascu na d elle , 3 Urig:uc CO · n1v.a1c 39, più 1 btg . ca rri pe r ciascu n.i Brigata i uc. rno c. (4), to tale 43 b:\lLaglio ni ca rri . Si ~ Len u Lù però prcsc111 c che le u n it,1 carri so\' ict ic he non era no a picn<> o rga nico, pe r cu i si :,0110 considcr:1ti soltanro 2 btg. carri per ciascuna Br igara cor. pi1'1 r btg. carri per ogni Llrigara fuc . mot .. Perran10 i battaglioni carri sm·ictici comro 1'8"' Armata italiana nd se ttore.: d i sfond:1mc nto e ra no : 2 btg. ca rri x 13 Brigatl.: cor . 26 battaglion i ca rri - , btg. carri x 4 Brig:1tc fuc . mot. _4. ba11agl ion i c:,m
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Totale 30 battaglion i carri. (2) 6 d ella Oiv isione Cow:rill, 3 del 318° reggime n to g rnnaricri tedesco, 6 d ella l)i visione Rt111e1111,t , 4 del raggruppame nto cc . nn . 23 M11rzo , l g uastatori di Corpo d 'Arma1:1. (3) Poiché le u nità cora;,.zatc sovietiche a ve van o mc<liamente circa 25 carri per batta· glionc, per a nalogi:i si sono ,•alut:iti a l b:1tt:iglioni i 47 c:i rri della 2 7a Divisione tt"tlc.ca. (4) Vds. nota precedente. (5) D ivisio ne Cosseria : 2,1 d :1 75/ 18 <· 12 da to5/ 28; Di visio ne Ra11e1111,1: 2,1 d a 75 / 18 e 12 da 105/28; 2° ra.~gru ppa mcnto di Co rpo d 'Armata : 36 da 105/28 e 1 2 d a 149/13; XXXI gruppo dd 9° r aggruppamento di Armara : 12 da 149/ 40. (6) Le uni tà italiane erano armate solo con morcai da 81 mm (mcdi). I 1o8 mortai schierati nel setto re p rescelto d ai sovietici per I' a tracco appa rteneva no: 5,1 alla Cosseria e 54 :1lb
Ra11e11 11<1. (7) Dei q uali 90 d a 47/32 (con lim it:11:1 d ficacia con tro ca rri mcd i) ripa rt iti : 16 d ell e 2 compagnie c/ c divisionali Cosw-ia. 16 ddle 2 cp. c/c divisionali Ra11e1111a, 6 dell a cp . accompagnamento 38° famc:ria Rn11e-n1111 , 16 delle 2 cp. ace. raggruppamen to 23 1\>fflrzo, 24 del XXX ll battagl io ne cic d i Corpo d ' Arm:11a. Sooo compu ta!<: anche le batterie cl i accompagn:unc:n to dei reggime n ti d i fan te ria 370 Raw 1111a , 89" e 90° St1lemo (Divisio ne Cosserit1), con 12 pc:zzi cin G5i 1i in tota le , poco idonei al riro con trocar ro. Le ciue Di vision i avev:1110 anche , b:itteria (ciascuna) su 6 pezzi da 75/ 39 (12 in totale). Il II Cor po d'Armata aveva ricevuto in rinforzo il JIJ gruppo dd 20 reggi memo :miglicria motorizzato e/e, con 12 pez7.i d:1 75/ 32.
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carn medi T - 34, con corazzatura di 45 mm (9); carri pesanti KV (Klim Voroscilov), con corazzatura di
7~ mm. Contro la massa di 754 carri sovietici (ro), le Divisioni italiane investite potevano opporre, in tutto, 114 cannoni controcarro, dei quali 90 da 47 / 32 (11 ). Quale efficacia potessero avere tali pezzi è dimostrato dalle caratteristiche del munizionamento che a 700 metri poteva perforare spessori di. appena 30 - 37 mm. Inoltre il cannone da 47 / 32 era privo di scudi protettivi e la sua mobilità in zona di combattimento era assicurata soltanto dal traino dei serventi o dal trasporto a braccia. I campi minati controcarro nel settore del II Corpo d'Armata avevano una densità media di una mina per metro lineare di fronte, ma il loro valore impeditivo era molto ridotto a causa dell'irrego(' lare funzionamento delle mine nel terreno coperto di neve. La rilevante superiorità sovietica nelle artiglierie (4,1 pezzi ogni i JOO metri), impiegate a massa nel settore di rottura, era moltipli- I,,\ cata dal potente apporto di fuoco dei lanciarazzi multipli, armi che " non avevano riscontro tra quelle di dotazione dell'8" Armata. Nel solo settore di sfondamento operavano da parte sovietica circa 80 complessi lanciarazzi multipli BM - 8 e BM - 13 ( denominati « lratjusce ») ed oltre roo lanciarazzi pesanti M - 30, da 300 mm ( denominati « vaniusci )>) ( 12). (9) In confronto ai carri armati medi contemporanei rappresentava un progresso sia nell'armamento, sia nella corazzatura e<l era superiore non solo al tedesco Pz. Kpvk III, medio - leggero, ma anche al carro tedesco più potente cli <.}uel tempo, il Pz. Kpfw IV ... una caratteristica che molto probabilmente era stata studiata con cura fu quella della corazzatura frontale molto inclinata (R. M. OcoRKIEw1cz: ,e I corazzati >i, Edizione italiana, 1964). Dello stesso parere sono i sovietici: « Risultò anche evidente la superiorità del carro T - 34 rispetto ai carri medi T - IlI e I - IV dell'esercito hitleriano » (eia Voenno lstoriceskij Zurnal, . n. 2, anno 1974, pag. 46). (rn) Venivano normalmente impiegati nella seguente successione: in primo scaglione i carri pesanti, per la neutralizzazione delle difese controcarro superstiti e per sconvolgere il sistema di fuoco nemico; i carri me<li in secondo scaglione, i carri leggeri in terzo. (n) Sull'efficienza dei cannoni da 47/32 lo storico m ilitare sovietico Filatov scrive: « l proiettili dei cannoni italiani lasciavano sulla corazzatura piccole ammaccatu1·e, oppure schizz avano con un sibilo verso il cùdo )) (D. S. FILATOV : « Krah italia nskogo fascizma »). (12) e, Dotati di un'enorme potenza distruttiva, erano impiegat.i in corrispondenza della. direttrice d'attacco principale, per la neutralizzazione di grossi centri di resÌJtenia nemici. Una salva di gruppo superava di oltre tre volte
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In sintesi, esisteva, sul piano qualitativo degli armamenti essenziali per l'azione di rottura (offesa) e di arresto (difesa), un sensibile squilibrio a vantaggio dei sovietici, già numericamente superiori, sia nella lotta ravvicinata delle fanteri e (assalto e contrassalto), sia nel duello tra mezzi corazzati e difesa controcarro (penetrazione in profondità, azione di arresto controcarro e contrattacco carrista), sia nel volume di fuoco di artiglieria (preparazione ed appoggio, interdizione vicina e lontana, sbarramento e con trobatteria).
Sul rapporto delle forze contrapposte incideva inoltre il morale dei combattenti. Formulare precise indicazioni al riguardo è impresa quanto mai aleatoria anche perché il mondo intimo di ogni singolo uomo, il suo modo di pensare e di giudicare, le sue condizioni di spirito e tutti i numerosi altri fattori psicologici dei sold ati in guerra, riflettono esclusivamente situazioni individuali talmente diverse da persona a persona, da escludere semplicistiche generalizzazioni. Lo stato morale e psicologico delle unità italiane prende rilievo, piuttosto che da generiche aggettivazioni, da alcuni obiettivi dati di fatto: - nella sua celebre opera « Della guerra », Clausewitz ha scritto che « La lotta fra gli uomini si fond a su due differen ti elementi: il sentimento ostile e l'intenzione ostile i> . Orbene, l'atteggiamento dei soldati italiani verso i russi non fu mai ispirato dall'odio. Mancava dunq ue il sentimento ostile. L 'intenzione ostile era implicita ovviamente nei piani operativi; - la sensazione che la campagna italiana di Russia fosse di esclusivo supporto agli obiettivi di Hitler, si radicò sempre più nell'animo dei combattenti italiani ; - la precaria organizzazione difensiva che si è descritta nelle pagine precedenti, molto diluita sulla fronte e 'priva di sostegni a tergo, determinava seri dubbi sulle possibilità di poter valid amente contrastare od arrestare le ondate delle fanterie e dei mezzi corazzati sovietici. Il crollo della 3" Armata romena avvenuto qualche settimana prima avvalorava tali dubbi; per poten za la sci/va di una analoga unità di" katiusce " . l colpi di alto esplosivo uccidevano il personale in tutti i ricoveri campali e provocavano non soltanto gravi danni, ma anche u11 notevole effetto psicologico sul nemico » (da Voe11no l storiàsf(ii Zumai, n. 2, anno 1973, pag. 67).
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I 941 - 1943)
- il clima invernale estremamente rigido era motivo di inquietudine e di assillante preoccupazione anche per l'inadeguatezza di qualche capo dell'equipaggiamento individuale. Ciononostante, se è vero, come è vero, che la combattività dei soldati è l'elemento più probante del grado cli saldezza morale elci reparti, si può obiettivamente ritenere che essa non facesse difetto alle unità dell'B3 Armata, e, in particolare, alle D ivisioni investite dal massiccio attacco dei russi.
In campo sovietico il morale dei combattenti era soprattutto sostenu:o e alimentato da un fattore potentissimo: la consapevolezza cioè di lottare per un fine nobile e sacro quale è la difesa della Patria. In vista della controffensiva invernale 1942 - 1943, fu svolta in seno alle unità dell'Armata Rossa un'intensa attività cli natura psicologica diretta a suscitare negli animi dei soldati, dopo mesi di battaglie difensive e di ripiegamenti, l'indispensabile spirito aggressivo (boevoj duh). Una tale attività mirava anche ad elevare lo spirito combattivo dei soldati di nazionalità non russa, che rappresentavano una parte ragguardevole in seno alle unità sovietiche (ad esempio, due Divisioni, la 4ra e la 44", schierate sul fronte della Ravenna, erano formate da siberiani). Ma al momento dell'offensiva contro 1'8" Armata il morale dei sovietici si era sensibilmente rafforzato, soprattutto per le vittoriose vicende che avevano portato l'Armata Rossa ad isolare le forze tedesche a Stalingrado, dopo la disfatta subita dalla 3 Armata romena schierata sulla destra dell'Armata italiana. Il Servizio Informazioni dell'8" Armata e delle altre Grandi Unità italiane aveva regolarmente tracciato un quadro di battaglia della forza avversaria schierata sulla fronte del Don in quanto l'ammassamento di così cospicua quantità di personale e di mezzi, realizzato giorno dopo giorno per oltre un mese, non era passato inosservato. I dati provenienti dalla raccolta di notizie e della loro elaborazione, posti a confronto con quelli fo rniti dopo la guerra dalle font i bibliografiche sovietiche, risultano pressoché esatti per le forze avversarie direttamente contrapposte mentre sono assai infenon alla quantità descritta dagli storici russi per le fo rze dislocate in seconda schiera ed in riserva. Queste, infatti, non erano 3
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osservabili a vista, erano occultate all'osservazione aerea e sconosciute ai prigionieri cd ai disertori, i quali provenivano soltanto dalle unità della prima linea e non da quelle che si trovavano scaglionate in profondità.
C) IL PIANO OPERATIVO SOVIETICO ( 13)
Nel dicembre 1942, il Comando Supremo sovietico aveva deciso di battere 1'8• Armata italiana ed il Gruppo operativo tedesco Hollidt, schierati in difesa sul medio Don, mentre altre forze sovietiche eliminavano quelle tedesche racchiuse nella sacca di Stalingrado, spostando verso ovest, per r50 - 200 chilometri, il fronte esterno di accerchiamento. Questi compiti furono affidati al Fronte Sud - Ovest ed all'ala sinistra del F ronte Voronez (6" Armata), mentre il coordinamento delle operazioni era assicurato dal rappresentante dello Stavka ( 14). Secondo il concetto d'azione iniziale (Disegno n. 37) erano previsti due attacchi aventi direttrici operative convergenti su Millerovo: da nord, dalla testa di ponte di Ossetrovka (detta dagli italiani di Verhnij Mamon, e difesa dalla Divisione Ravenna), con le forze della 1"· Armata Guardie, e da est, dalla zona di Cerniscevskaja, con le unità della 3" Armata Guardie. Per conferire sicurezza al fianco sud dell'offensiva era stato pianificato di lanciare un attacco, con la 5" Armata corazzata, dal basso corso del fiume Tcir, su Tazinskaja. L'operazione, fiss ata per il ro dicembre, era stata denominata convenzionalmente <( Saturno». Lo Stavka rinforzò i Fronti con molte unità tratte dalla sua riserva. Infa tti, nel novembre - dicembre 1942, furono assegnati al Comando del Fronte Sud - Ovest : J Comando a livello Armata, 2 Corpi meccanizzati, 3 Corpi corazzati, 5 Divisioni fucilieri e 6 reggimenti corazzati autonomi. La 6" Armata del Fronte Voronez fu rinforzata con I Corpo corazzato e 3 Divisioni fucilieri .
(13) otizie desunte dalla R ivisttl Storico - Militare Sovietica (n . 5 del luglio 1972). (14) << Stavka », nella terminologia militare russa, significa (( Quartier Generale ». A partire dall'agosto 1941, la denominazione completa fu: « Stavka Vcrhov navo Glavnogo Komandovanija ,,, ossia « Quartier Generale del Comando Supremo Sovietico,, . Anche nella storiografia russa l' uso della sola parola « Stavka » sottintende le altre.
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Ai primi di dicembre, i Comandi e le unità dei Fronti Sud Ovest e Voronez dettero avvio alla fase organizzativa dell' operazione. Al 10 dicembre, a causa della ridotta potenzialità della rete stradale e della scarsità di automezzi, l'afflusso delle forze e l'approntamento dei mezzi risultavano ancora incompleti, e fu necessario ritardare l'inizio dell'operazione. Il 12 dicembre, frattanto, massicce forze tedesche passavano alla offensiva, muovendo dalla zona di Kotelnikovskij e puntando su Stalingrado. Superiori quantitativamente, specie in carri armati, esse sfondavano le difese della 51" Armata del Fronte Stalingrado (già indebolite nei combattimenti di novem bre) e cominciavano a spingersi verso nord. Tenuto conto della delicata situazione che si era creata, lo Stavka decise di iniziare l'operazione Saturno il 16 dicembre, dopo avere mutato la direttrice operativa dello sforzo offensivo principale, da quella prevista nord - sud, nella nuova nord - sud-est, su Morozovsk. Si mirava con ciò a battere il nemico nella .zona del basso Don, ad attaccare da tergo le sue forze dislocate nella zona di Bokovskaja Morozovsk e ad annientarlo, quindi, con attacchi simultanei da est e da nord - ovest (vds. Disegno n. 37 ). La 1 " e la 3" Armata Guardie del Fronte Sud - Ovest dovevano accerchiare e distruggere rispettivamente 1'8" Annata italiana ed il Gruppo operativo Hollidt e muovere successivamente su Morozovsk. La 6" Armata del Fronte Voronez aveva il compito di conferire sicurezza all'offensiva del Fronte Sud - Ovest, attaccando dalla zona di Gorohovka (difesa dalla Divisione Cosseria), in direzione di Kantemirovka. La 5"· Armata corazzata, in cooperazione con la 5" Armata d'urto del Fronte Stalingrado, aveva l'ordine di eliminare il nemico situato nella zona di N izne Cirskaja e di Tormosin. Le unità terrestri erano appoggiate da due Armate aeree. Il piano completo dell'opernione fu denominato « Piccolo Saturno>) . In tal modo, mentre nel piano iniziale il compito di dare concorso alle operazioni dei Fronti Don e Stalingrado (impegnati nel.I' area di Stalingrado) era sussidiario e subordinato all'assolvimento del compito principale, nel piano definitivo, elaborato tenendo conto della mutata situazione, il compito del Fronte Sud - Ovest diventava prioritario. L'offensiva delle forze sovietiche sul medio Don doveva avere come risultato la disfatta delle forze nemiche che tentavano di congiungersi con le proprie unità assediate a Stalingrado e doveva
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creare una situazione che imped isse ogni possibilità di dare aiuto dall'esterno alle forze circondate. L 'operazione si basava sul concetto di ottenere un ampio e profondo accerchiamento delle forze nemiche schierate sulla linea del Don. La realizzazione di tale concetto era affidata alle possenti fo rmazioni costituite sui fianchi esterni delle Armate 1 a e 3" Guardie. Il compito principale era assegnato ai Corpi corazzati e meccanizzati. Questi, sfruttando il successo delle Divisioni fucilieri in prima schiera, dovevano raggiungere le retrovie del nemico, sconvolgere i Com~ndi e la rete dei collegamenti, impegnare a fondo e fissare le sue nserve. Tutte le misure connesse con la fase di approntamento dell'operazione e con il nuovo schieramento furono condotte nell'osservanza della più rigida segretezza. L 'afflusso delle unità nelle zone di raccolta e l'occupazione delle basi di partenza furono effettuati soltanto durante le ore notturne, per altro non sfuggendo completamente ai Comandi italiani.
5. - LA BATTAGLIA N egli ultimi giorni di novembre il Comando sovietico aveva fatto affluire sul fronte dell'8" Armata considerevoli forze, ma soltanto nella prima decade di dicembre, manifestatasi maggiormente la sua intenzione di sviluppare una grande offensiva, il Comando Gruppo di Ann ate <e 13 » aveva assegnato all'Armata tre unità tedesche: la 385" Divisione di fanteria, la Divisione corazzata, di consistenza molto limitata, e il 318'' reggimento granatieri. Contemporaneamente rinnovava l'ordine di resistere ad oltranza sulla linea del Don, assicurando i reparti, eventualmente rimasti isolati, che sarebbero stati « liberati dalle riserve d'intervento » (Documento n . 98). Frattan to i sovietici avevano svolto una serie di azioni locali per distrarre l'attenzione del Comando de1J'8'' Armata dal tratto cli fron te da essi prescelto per l'attacco. T ale attività era stata sviluppata principalmente contro la Pasubio, nell'ansa di Krasnohorovka- Ogalev (detta <e il berretto fo gio ») ed aveva indotto il Comando del XXXV Corpo d 'Armata CSIR a raffittire lo schieramento di quella Divisione con unità di fanteria e di artiglieria.
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U.S.
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Gli attacchi erano stati condotti, con forze di consistenza mai inferiore al battaglione, nei giorni r, 2 , 3, 4, 5, 8 e 9 dicembre, specialmente contro il 79° fanteria, ed erano stati sempre respinti con forti perdite dell'attaccante. Il Comando della Pasubio aveva effettuato, il 10 dicembre, una azione offensiva per eliminare gli elementi nemici insediati nelle posizioni della parte settentrionale del « berretto frigio », affidandone la esecuzione ad elementi della riserva di Corpo d 'Annata (XXX battaglione cc.un. rinforzato, una cori1pagnia del XV battaglione guastatori, plotone esploratori del 79" fanteria, un plotone lanciafiamme). La sorpresa aveva determinato la ritirata del nemico, la distruzione delle sue opere campali e la cattura di prigionieri, ma aveva anche provocato un nuovo suo attacco, ancora respinto. Il XXX battaglione cc.un. aveva avuto 130 uomini fuori combattimento.
A) FASE DI LOGORAMENTO (11 - 15 DICEMBRE)
(Disegno n . 38)
Per i sovietici la « Operazione Piccolo Saturno >i contro 1'8" Armata italiana ha inizio il 16 dicembre 1942, quando tutte le unità delle Armate 6" e r" Guardie muovono contemporaneamente all'attacco del II Corpo d'Armata italiano (Divisioni Cosseria e Ravenna), dopo una violenta preparazione di artiglieria e mortai. Per gli italiani, invece, la stessa operazione, denominata « Seconda battaglia difensiva del Don », ha inizio 1'1 r dicembre, quando cioè viene intrapresa da parte dei russi l'opera di « ammorbidimento >> delle opposte forze della difesa, esercitata principalmente nel settore da essi prescelto per la rottura della linea e la rapida penetrazione in profondità. L 'azione preliminare di logoramento durò cinque giorni, dall'r I al 15 dicembre, e fu condotta dalle unità sovietiche senza rispannio di uomini e con notevoli sacrifici. A questa prima fase della battaglia si è voluto lasciare la stessa narrazione particolareggiata della documentazione di archivio, per rendere più evidenti, attraverso lo scarno, ma non per questo inefficace linguaggio dei Diari delle unità, l'opera e il tormento dei reparti attaccati, impegnati in una estenuante lotta, che incideva ora per ora, si può dire, sulla loro efficienza operativa, cd il cui esito agevolò, pertanto, il successivo attacco avversario, sferrato e portato avanti con lo schiacciante rapporto di forze che si è descritto.
La seconda battaglia difensiva del Don
339
I T DICEMBRE FRONTE DEL
II
CoRPO
v' ARMATA.
Divisione Ravenna. Alle pri me luci del mattino, in una bal ka scendente al Don presso Krasno Orekovo (lato occidentale dell 'ansa di Verhnij Mamon), veniva notato un rilevante movimento di forze nemiche, indicante la preparazione di un attacco. Alle 6,40 l'aviazione sovietica interveniva contro i caposaldi del 38') fanteria dislocati in quella zona, che venivano subito attaccati, su di un fronte di circa due chilometri, da due battagl ioni del 604" fucil ieri (195" Divisione).
DON
11 Dic.
Altro contemporaneo attacco era condotto da un battaglione del 128° fuci lieri (44" Divisione Guardie) contro la q . 218 (lato orientale dell'ansa), mentre un battaglione del 412" fucilieri (1" Divisione) passava il Don in corrispondenza della piana di Svinjuka. Alle ore 8,30, su richiesta del Comando del II Corpo, una formazione di otto aerei tedeschi mitragliava e bombardava gli attaccanti, ripetendo l'azione alle ro,30. Non appena si era delineato l'attacco sul fronte della Ravenna, fatto un prudente calcolo delle forze che si presumeva il nemico potesse impiegare nello sviluppo dell 'azione, il Comandante del II Corpo d'Armata aveva valutato la pesantezza del compito da assolvere. Egli proponeva, perciò, al Comando dell'Arm ata che dal fronte del Corpo d'Armata Alpino fosse effettuata una puntata di
340
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
alleggerimento, avente come base di partenza la zona tra Staro Kalitva e N ovo Kalitva, per tendere al rovescio di Gorohovka. L'artiglieria della Cosseria, schierata fronte a nord, avrebbe potuto prestare efficace concorso. Il Comandante dell'Armata, pure valutando la proposta atta a conferire carattere di manovra alla difesa, non l'accoglieva in considerazione anche della consistenza delle forze nemiche contrapposte (dotate di riserve pronte ad ostacolare ogni iniziativa avversaria), dell'indisponibilità di reparti italiani e dell 'insufficienza di tempo per organizzare l'operazione. N elle ore pomeridiane il nemico tentava l'aggiramento del paese di Krasno Orekovo e continuava ad attaccare il caposaldo di q. 218,0, mantenendo la minaccia sulla piana di Svinjuka. La riserva divisionale di due battaglioni, non completi, era stata interamente impiegata. Il Comandante del Corpo d'Armata assegnava alla Ravenna, in temporaneo rinforzo, i due gruppi tattici Valle Scrivia, perché fossero impiegati il I in zona di Krasno Orekovo, il II in zona di q. 217,6 ed il Leonessa II su Svinjuka, raccomandandone il pronto · ricupero dopo l'azione. · Il Comando d'Armata non poteva accedere alla richiesta di spostamento in avanti della 27" Divisione corazzata, mentre accoglieva quella di spostare ad est elementi della 385" Divisione nelle retrovie della Cosseria, per sostituirvi il gruppo Leonessa Il. Le perdite della Divisione erano state di 50 mprti (6 ufficiali), 175 feriti (u ufficiali), 126 dispersi (4 ufficiali). I dispersi erano da considerare per la maggior parte caduti. Le perdite del nemico erano state ingenti. Prigionieri russi catturati dalla contigua 298" Divisione tedesca avevano rivelato che alcune compagnie della r" Divisione erano ridotte ad una decina d'uomini. La Divisione Cosseria non era stata direttamente attaccata, ma le sue artiglierie ed i mortai avevano prestato il loro concorso alle azioni della Ravenna. FRoNTE DEL
XXXV CoRPO o' ARMATA - CSIR.
Divisione Pasubio.
Gli attacchi della 38" Divisione Guardie venivano ripresi con due battaglioni presso Ogalev, contro il I/ 79", subito estesi a tutto il fronte dell'ansa, tenuto dallo stesso reggimento. L 'impiego del gruppo cc.nn. Tagliamento e del XXX battaglione ciel gruppo Montebello determinava entro la giornata il ristabilimento della situazione.
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La seconda battaglia di/ensiva del Don
- -- - - - -
La Divisione aveva ricevuto in rinforzo IO can noni controcarro tedeschi da 75 mm, I pezzo controaereo da 88 mm e 2 pezzi da 20 mm pure tedeschi. 12 DTCEMBRE
Il Comando del Gruppo di Armate « B >> , probabilmente ancora non convinto che l'attacco principale sovietico fosse in corso nel settore del II Corpo d'Armata italiano, disponeva l'affluenza della 387° Divisione di fanteria tedesca più a nord del settore nel quale si svolgevano le operazioni, vale a dire nel triangolo Podgornoe - Saguny - Gonciarovka, a cavallo del limite di settore tra il Corpo d'Armata Alpino e la 2 " Arm ata ungherese. FRONTE DEL
II
CORPO D 'ARMATA.
Divisione Cosseria. Alle ore 6,15 il fronte dell a Divisione tra Novo Kalitva e Koschiarni (II / 89'') era attaccato da due battaglioni della 127" Divisione, in direzione delJa q. r97. Altri due battaglioni della stessa Divisione (555° fucilieri) attaccavano tra Samodurovka e Deresovka (II/ 90°), in direzione della q. 192. Respinti dai rincalzi, persistevano nell'azione. Contro il settore affidato al 318° granatieri tedesco veniva sviluppata attività di pattuglioni della forza di una compagnia. Entro la sera la situazione era stata ristabilita, mentre aveva inizio il trasferimento ferroviario dei reparti della 385" Divisione, con arrivo a Mitrofanovka e dislocazione ad est di quel paese. La 27" Divisione corazzata stava predisponendosi ad avanzare il proprio schieramento.
Divisione Ravenna. La lotta per il possesso dei caposaldi di Krasno Orekovo e di q. 218, durata tutta la notte, proseguiva intensa nelle ore del mattino. Alle 7,30 intervenivano anche aerei sovietici con azioni di mitragliamento a terra. Le riserve si assottigliavano. I rincalzi dei battaglioni di primo scaglione erano esauri ti e venivano sostituiti da reparti tratti dai battaglioni di secondo scaglione, ai quali sarebbero subentrate le riserve
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (194r-r943)
di Corpo d'Armata, ma nulla era disponibile per la ricostituzione di queste ultime. Nelle ore pomeridiane, riconquistato dal 38° fanteria un caposaldo presso Krasno Orekovo, respinti elementi nemici dal 37° nella piana di Svinjuka, una nuova azione nemica nella prima località era contenuta dal V battaglione cc.nn. L'azione dell'avversario era subito integrata e rafforzata dalla esecuzion_e di opere di consolidamento e dal piazzamento di numerose artnt. Nuove forze sovietiche giungevano autotrasportate a Verhnij Mamon e perfino nei pressi del Don a Krasno Orekovo. Le perdite della giornata erano state 502: 80 morti (5 ufficiali), 283 fe riti (14 ufficiali), 139 dispersi (5 ufficial i).
12 Dic.
A
197
C O SS E RI A
FRONTE DEL
XXXV
GoRPo
n' ARMATA - CSIR.
Divisione Pasubio. La pressione nemica nell'ansa del « berretto frigio)> era incessante, mantenuta con azioni di pattuglie e di fuoco, su tutto il fronte del 79°. Per l'intera giornata duravano gli attacchi sovietici ed i contrattacchi italiani, questi eseguiti dal gruppo Tagliamento, dal VI battaglione cc.nn. e da due compagnie di formazione. Il paese di Ogalev era ormai distrutto. Nella giornata giungevano in rinforzo il gruppo d'intervento della 3" Divisione Celere (LXVII battaglione corazzato con 31 carri
La seconda battaglia di/ensiva del Don
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L /6, XIII gruppo di squadroni con 19 semoventi da 47/ 32, XLVII battaglione motocicl isti) e l'intero XV battaglione guas tatori, che si riuniva alla sua 3" compagnia già sul posto.
13 DTCEMBRE
FRONTE
DEL
II CoRro o ' ARMATA.
Dùùione Cosseria. Durante le ore della notte il 547° fucilieri sovietico attaccava a ~ovo Kalitva il II/89", che doveva essere sostenuto dal III/89", determinando il totale impiego dei rincalzi e del secondo scaglione. Interveniva anche l'artiglieria della contigua Divisione alpina Cuneense. Altro contemporaneo attacco era svolto dal 555° fucilieri contro la parte orientale dell'abitato di Samodurovka, difeso dal I/ 90°, contenuto dalle forze in sito. La puntata notturna di una grossa pattuglia del n80° fucilieri (~50" Divisione), diretta contro la parte occidentale cli Deresovka, aveva tenuto in allarme anche il 3r8° tedesco. Alle rn,30 la ripresa dell'attacco contro q. 192 provocava l'impiego del battaglione di secondo scaglione, dislocato ad Orobinski. L 'aviazione interveniva sulle posizioni nemiche, dove si ammassavano i reparti sovietici destinati a proseguire l'attacco su q. 192. Il Comando d'Armata, per alimentare la resistenza, concedeva l'impiego di un battaglione (III/ 537°) della 385~ Divisione tedesca, già dislocato a Zapkovo. Fin dal mattino il Comandante del II Corpo prospettava al Comandante dcli' Armata la situazione di logoramento delle r iserve ed il loro probabile rapido esauri mento. Richiedeva, perciò, la totale dispon ibilità della 385" Divisione, che avrebbe dato risultati migliori dell'iniziato impiego per aliquote. Verso le ore 12 l'abitato di Samodurovka (settore II/ 90°) era praticamente caduto, pur se qualche centro di fuoco continuava ancora a resistere . All 'imbrunire (ore r6,20) : presso N ovo Kalitva il nemico continu ava ad esercitare forte pressione, mentre si lottava accanitamente intorno ai centri attaccati e nelle balke ; presso Koscb iarnì era stata respinta un'intensa attività di pattuglie; a Samodurovka un contrattacco aveva raggiunto la sponda destra del Don ; da g. 192 i
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Le operazioni delle unità italiane al frnnte russo ( 1941 - 1943)
rnssi erano stati respinti fin oltre il fiume ed era in corso il rastrellamento della zona. Il gruppo tattico Leonessa I stava spostandosi ad Orobinski, mentre il III / 90° stava sostituendo in linea il II, duramente provato e ridotto a pochi uomini, ma un nuovo contrattacco aveva costretto i due reparti a restare in posto frammisti. A Deresovka il 3r8° aveva respinto un attacco contro la parte occidentale del paese. Alla fine della giornata a Novo Kalitva era entrato in azione il 537° granatieri tedesco che era passato alle dipendenze del II Corpo ed aveva conglobato le forze italiane (II e IIl/89°) già operanti nel settore. Il contrattacco aveva determinato la riconquista di un caposaldo perduto e lo sbloccamento di altri tre, che tuttora resistevano validamente. Intorno ad uno di essi erano stati contati r50 morti sovietici ed erano state rastrellate molte armi e munizioni, segni evidenti dell'asprezza della lotta. All'azione dei tedeschi avevano efficacemente concorso tutte le artiglierie della Divisione. La prova fornita dai battaglioni dell'89° fanteria, in trentasei ore ininterrotte di lotta contro forze costantemente r innovate, era stata esemplare. Nel corso della giornata, il nemico aveva impiegato contro la Cosseria da sei a sette battaglioni.
13 Oic .
.11/89 . . >\f 1/89 i 1/90H • · · 537'rgt.(385'0iv.Gl~ COSSERIA Divisione Ravenna.
Durante la notte sul 13 il nemico si era limitato ad ammassare forze di fronte alle posizioni del 38° fanteria ad ovest di Krasno Orekovo.
La seconda battaglia difen.riua del Don
- - ..
Alle prime luci del giorno erano stati bombardati dall'aeronautica la dorsale di q. 220 e l'abitato di Ossetrovk a, entrambi nell'ansa di Verhnij Mamon. L'aeronautica sovietica aveva risposto stab~lcndo in quello spazio aereo una crociera permanente della caccia. Nell'i ntento di ristabilire la situazione a Krasno Orekovo, dove alla .fine della mattina era in corso un nuovo attacco, il Comandante della Ravenna otteneva in temporaneo rinforzo il gruppo tattico Valle Scrivia li. Sul lato orientale dell'ansa (J7° fanteria) l'attività combattiva nemica segnava una temporanea pausa, ma era intensissima quella lavorativa, specialmente nella zona boscosa della piccola ansa di Svinjuka e sulle pendici nord e nord - ovest di q . 2 18. A quei lavori partecipavano anche don ne, presenti ovunque, perfino nei tratti battuti dal fuoco. L 'azione di contrattacco in zona di Krasno O rekovo aveva portato alla rioccupazione dei due caposaldi perduti ed all'isolamento di reparti nemici rinch iusi nelle balke per effetto dell'occupazione degli sbocchi di esse sul greto del Don. Alla .fine della giornata il Comando d'Armata disponeva che il gruppo H aempel della 27" Divisione corazzata ( 16 semoventi da 75 mm, un battaglione di fanteria e due compagnie pesanti controcarro, 600 uomini in totale) portasse avanti nella notte il proprio schieramento da Perescepni a Gadjucce, per respingere eventuali azioni di mezzi corazzati sovietici. FRONTE DEL
XXXV CoRro o'ARMATA - CSIR .
Divisione Pasubio. All'alba si presentava un gruppo d'intervento deJla 298" Divisione tedesca (526° granatieri ed un gruppo d'artiglieria) qualificandosi esecutore di ordini del Comando del Gruppo di Armate « B » per la rioccupazione di Ogalev. Ma il paese era già stato virtualmente rioccu pato dal gruppo Tagliamento, poi sostituito dal XV battaglione guastatori, che teneva le posiz ioni dominanti, in quanto l'abitato era ridotto in macerie. Il Com andante della Divisione tratteneva un solo battaglione di fanteria con artiglierie. 11 nemico, che aveva svolto d urante le ore diurne soltanto attività lavorativa, al l'imbrunire tentava tre contemporanei colpi di mano, subito stroncati dal fuoco della difesa .
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Le operazioni ddle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
14 DICEMBRE FRONTE DEL
II
CORPO D'ARMATA.
Divisione Cosseria.
Alle ore 8 veniva svolto un contrattacco nella zona di q. 192, impiegando il gruppo Leonessa II, ma l'azione .non aveva potuto essere appoggiata da carri armati della 27" Divisione, poiché il Comando del Corpo d'Armata non aveva la facoltà d'impiegarli. L'azione veniva contrastata dal 555° fucilieri sovietico, del quale era affluito anche il terzo battaglione, rinforzato dalla compagnia pistole - mitragliatrici del 747° fucilieri. Il contrattacco conseguiva il risultato di far ripiegare i reparti sovietici. Un contemporaneo attacco sovietico pronunciatosi contro il III/318°, al lato occidentale di Deresovka, veniva respinto, mentre un intenso fuoco nemico sembrava preludere ad una terza azione nella zona di Samodurovka. Prima del mezzpgiorno si riaccendeva la lotta su q. 192, portata da due battaglioni del 747" fucilieri sovietico. La Cosseria impiegava il gruppo tattico Leonessa II, sua ultima riserva. · Presso Samodurovka un'azione dell'avversario aveva tolto al 537° tedesco uno dei caposaldi ripresi il giorno precedente ed era in corso un contrattacco per tornarne in possesso. In vista della forte e rapida usura delle unità del II Corpo d'Armata, il Comando clell '8" Armata autorizzava l'impiego di un altro battaglione della 385" Divisione, appoggiato all'occorrenza da un gruppo d'artiglieria. Le restanti forze della Divisione tedesca dovevano spostarsi verso est con mezzi di trasporto e generi di vettovagliamento forniti dagli italiani. Alle 13,50, q. 192 era tornata in possesso italiano, ma dì fronte a Deresovka erano caduti alcuni centri di fuoco de] 318'" granatieri. Il reggimento, che aveva esaurito i propri rincalzi, aveva avuto l'ordine di tenere le posizioni a qualunque costo. Intanto l'avversario, pur se sottoposto al tiro di repressione dell'artiglieria italiana, si era rafforzato nell'abitato di Samodurovka. Alla sera risultava che contro la Cosseria avevano operato le Divisioni sovietiche 127", 172'' e 350", con non meno di dieci battaglioni, avendo subito gravi perdite (almeno pari a due battaglioni sulla sola q. 192). Dichiaravano alcuni prigionieri che la 127" Divisione, a causa delle forti perdite subite .negli attacchi, era stata sciolta.
La seconda battaglia difensiva del Don
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La Cosseria segnalava oltre m ille perdite proprie. Il gruppo tattico Leonessa II non poteva essere recuperato, perché impegnato a respingere il terzo attacco sovietico di quella giornata su q. 192, fortemente premuta da nord, da ovest e da est. I resti del II e del III/90" continuavano a combattere. Entrambi i reggimenti di fanteria della Cosseria avevano tutte le forze in linea. Il 318" granatieri, che aveva dovuto ritùare sulla linea di resistenza i propri reparti già dislocati in zona di sicurezza, per m antenere la saldatura a sinistra con il 90" fanteria a q. 192, non aveva più rincalzi disponibili. Il gruppo tattico Leonessa Il, dopo l'impiego nel settore Rat1enna, stava spostandosi ad Orobinski, ritornando alla Cosseria.
DON V. Mi mon •
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COSSE RIA
Divisione Ravenna. Durante la notte non avevano avuto luogo combattimenti. Alle ore 3,30 veniva segnalata l'affluenza di autocolonne sovietiche tra Verhnij Mamon e la riva sinistra del Don in corrispondenza del vallone di Krasno Orekovo. Alle 6 veniva ripreso l'attacco contro q . 218,0. Al pomeriggio (ore 17,30), approfittando del parziale successo ottenuto sul 318'' tedesco, il nemico attaccava in forze l'ala sinistra della Ra1,enna presso Krasno Orekovo, dove non erano più disponibili riserve della D ivisione. Per sopperire a tale mancanza, il Comandante del Corpo d'Armata au torizzava il trattenimento del gruppo tattico Leonessa I ed invitava la Di visione ad impiegare le
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
compagnie chimiche e guastatori, oltre gli elementi dei presidi arretrati, per alimentare la depauperata linea del fuoco. I caposaldi erano rimasti ai loro difensori, ma la pressione nemica si esercitava tuttora nella stessa zona e contro lo sperone ad ovest di g. 193,6. Alle ore 22 il nemico aveva rinnovato il proprio attacco, riuscendo a progredire da ovest in direzione dell'abitato di Krasno Orekovo. Raccolte tutte le forze disponibili, comprendenti anche reparti di formazione, i fanti della Ravenna tornavano al contratta~co; il nemico era costretto ad arretrare, ma non tanto da abbandonare i caposaldi contesi. FRONTE DEL
xxxv
CORPO
D'ARMATA -
CSIR.
Divisione Pasubio.
Alle ore 6 era attaccato violentemente il tratto di fronte difeso dal III/79°, che entro le ore 8,30, appoggiato validamente dall'artiglieria e dai mortai, aveva stroncato l'improvvisa azione avversaria. Anche il fronte ciel II/79° respingeva l'azione di pattuglioni sovietici che tentavano di spostare le proprie posizioni a più stretto contatto con quelle italiane. Nel corso della giornata era stato osservato, in corrispondenza dello sbocco della grande balka Gluboki Schlucht, il movimento cli numerosi gruppi di uomini (IO - r5 alla volta) affluenti da nord sulla riva sinistra del Don, che si dileguavano tra la vegetazione. La pressione avversaria rimaneva intensa su tutto il settore divisionale. Era stata attuata una diversa organizzazione delle forze, con il ricupero ed il concentramento a Getreide dei battaglioni del raggruppamento cc.nn. 3 Gennaio.
15 DICEMBRE
Gli attacchi sferrati dai sovietici nei quattro giorni precedenti erano serviti non soltanto a logorare le forze della difesa, ma anche a raccogliere valide informazioni sui tratti della fronte italiana più sensibili. Le azioni delle unità sovietiche si erano sviluppate con maggiore intensità contro la Divisione Cosseria, nella zona di q. 192, e contro la Ravenna nella zona di Krasno Orekovo. L 'attività offensiva contro la J>asubio continuava ad avere scopo diversivo.
La seconda battaglia difensiva del Don
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Contro le altre Grandi Unità dell'8" Armata non veniva svolta alcuna attività operativa avversaria, tranne la consueta azione delle pattuglie. Il Com andante del\' Armata prospettava la situazione al Comando del Gruppo d'Annata « B » (Documento n . 99), affinché questo potesse trovarsi in grado di prendere misure tempestive assegnando ri nforzi per l'alimentazione della battaglia. Il Comando del Gruppo d'Armate aderiva solo in parte alla richiesta del Generale Gariboldi, ponendo però vincoli e condizioni tali da ridurre la prontezza d'intervento delle unità assegnate (Documenti n . 100, 101, 10 2, 103 e 104). F1toNTE DE.L
TI
CoRPO n' A RMATA.
Divisione Cosseria.
Nella notte erano stati osservati movimenti di automezzi sovietici e transito di artiglierie nella zona di riva sinistra tra Koschiarni e Novo Kalitva. Forze di fanteria sovietiche si erano ammassate sulle pendici nord di q. 192 e nei canaloni adiacenti. All'alba queste unità avevano sferrato un nuovo attacco. Per poterlo contenere era stato predisposto l'impiego del gruppo tattico Leonessa I , ricuperato dal precedente impiego. Il nemico svolgeva l'azione con forze fresche, l'intero 514° fucilieri, fortemente appoggiato da fuoco d 'artiglieria e lanciarazzi. L'attacco, sferrato prima che giungesse sul posto il rinforzo del Leonessa I, aveva ottenuto il possesso della quota. Aerei nemici avevano compiuto azioni di spezzonamento su tutto il settore divis ionale. In una comunicazione telefonica con il Capo di Stato Maggiore dell'Armata, il Generale Zanghieri faceva presente il totale esaurimento delle riserve divisionali ed una situazione quasi uguale per quelle di Corpo d'Armata, mentre il nemico impiegava forze sempre rinnovate, possedendo a tergo altre Divisioni intatte ed intere Brigate corazzate. Era ormai necessario sostituire le unità in linea, fisicamente affaticate dalla durata della lotta e dall'asprezza di essa, congiunte all'ostilità del clima gelido, mentre la forza morale degli uomini era ancora intatta. Per concedere almeno una pausa di riposo sarebbe stato necessario il concorso della 385" Divisione. Inoltre, per prolungare la resistenza quanto più fosse possibile e per disporre di nuove masse di contrattacco e di forze per presidiare una seconda posizione, ben
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - ,943)
presto sarebbero occorse altre unità, che in quel momento non erano disponibili. La 27" Divisione corazzata, pur nella limitatezza dei suoi effettivi, avrebbe potuto solamente svolgere il suo compito contro altre forze corazzate. In questa situazione e con queste prospettive, il Comandante del II Corpo d'Armata proponeva: - un'azione dal fronte dell a Divisione alpina Cuneense, tendente al rovescio di Gorohovka, che, congiuntamente ai boschi di fronte a Deresovka, costituiva « polmone per il nemico>>; - la sostituzione dei reparti ital iani e tedeschi (537" granatieri) che combattevano nel settore del II/89°, con due battaglioni alpini, per ricuperare quelle unità; -
- l'assegnazione di alcuni battaglioni alpini da dislocare in secondo scaglione dietro le Divisioni Cosseria (a Orobinski o Dubovikof) e Ravenna (a Filonovo o Gadjucce), come riserve per contrattaccare, quando fosse venuto l'attacco decisivo del nemico. Si sarebbero dovuti dislocare, cioè, in ciascun settore divisionale due o tre battaglioni. Tuttavia, se fosse stata accolta la proposta di sostituzione in linea di un'aliquota della Cosseria, sarebbero stati sufficienti i battaglioni da destinare alla Ravenna. Si trattava, in sostanza, di una serie di proposte la cui validità doveva trovare concreta dimostrazione pochi giorni dopo, quando cioè dovette essere trasferita d'urgenza sul fronte del II Corpo, intaccato dal nemico, l'intera Divisione alpina Julia. Le proposte non furono accolte.
Un rinnovato contrattacco della Cosseria su q. 192, alle u,30, incontrava fortissima resistenza e le perdite erano gravissime da ambe le parti. Frattanto era stato deciso il trasferimento del gruppo controcarro B tedesco, forte di 22 complessi, dal Corpo d'Annata Alpino al settore Cosseria. Alla fine della mattina l'estrema ala destra del 318° granatieri era stata leggermente arretrata per evitarne l'aggiramento da parte delle forze della 195" Divisione sovietica operanti contro il 38° fanteria a q. 158. L'impiego delle forze della 385" tedesca a sostegno della Cosseria si era poi manifestato tanto opportuno che alle ore 14,30 l'Ufficiale di collegamento tedesco comunicava, al Comando del II Corpo cl' Armata, che veniva messo a disposizione della Divisione Cosseria
La seconda battaglia dife11si11a del Don
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1
anche il battaglione del 539° granatieri dislocato ad Orobinski, per la riconquista della q . 192 e per il raggiungimento della linea di resistenza a nord di essa . Il Comando dello stesso reggimento con un altro battaglione si sarebbero spostati nella notte da Zapkovo ad Orobinski, restandovi, però, a disposizione del Comando del G ruppo di Armate « B », insieme ad una compagnia di cacciatori controcarro, armata di IO pezzi da 105. Il consumo delle munizioni di tutte le armi era stato fortiss imo ed il posto di avvi amento munizioni del II Corpo trovava difficoltà nel soddisfare le richieste. A tarda sera (ore 20): - nella zona di Samodurovka s1 era accentuata la pressione nemica; - il Comando della Cosseria comunicava che, per il contrattacco del giorno successivo, il battaglione tedesco del 539" sarebbe passato alle dipendenze della 2i corazzata. Intanto, intorno alla q . 192 continuavano a combattere, sebbene fortemente logorati, li e IlI/90° cd i tre battaglioni del gruppo Leonessa. N ella zona di Deresovka era stata svolta limitata attività. Per rinforzare la saldatura tra il I /90'' e la zona di q. 192 erano stati inviati in linea reparti di formazione tratti dalle retrovie. Alle 20, 15, il Comando dell'8" Armata diramava le disposizioni ricevute dal Comando del Gruppo di Armate « B » : - la 385"· Divisione, con tutti i reparti presenti in zona (il 538° reggimento non ancora giunto sarebbe stato sostituito dal 14" reggimento polizia tedesco preannunciato in arri va) passava a disposizione del II Corpo per ristabilire la situazione nel settore Cosseria; - la Divisione Cosseria, che doveva essere sostituita entro la notte dalla 385', avrebbe ritirato i reggimenti di fanteria (comprese le batterie d'accompagnamento), ma avrebbe lasciato in posto le artiglierie divisionali e di rinforzo. 1 reparti italiani si sarebbero ritirati non appena ricevuta la sostituzione; - la responsabilità dell'intero settore Cosseria sarebbe passata al Comandante della 385" Divisione, estendendosi anche al 318" granatieri ed al gruppo controcarro B; - il Comando della Cosseria avrebbe provveduto a riun ire e riordinare in seconda linea i propri elementi di fanteria, in attesa di nuovi ord ini.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I 941 - 194J)
Era intenzione del Comandante del II Corpo d'Armata che le fanterie della Cosseria, appena sostituite, passassero invece a sostenere la Ravenna.
15 Oic.
Divisione Ravenna.
Alle ore 3,30 un caposaldo del 38° fanteria ad ovest di g . 158 era stato circondato e frazionato dalle infiltrazioni del nemico tra i suoi centri di fuoco; pertanto la saldatura verso sinistra, con il 318° granatieri tedesco (Divisione Cosseria), risultava compromessa. Per parare quella minaccia non era ormai più possibile impiegare offensivamente unità a livello battaglione. Era affluita soltanto una compagnia di rincalzo, insieme ad altri elementi tratti dalle retrovie, che poco si conoscevano tra loro ed erano privi dello specifico addestramento al combattimento e della pratica acquisita dai fanti dei battaglioni. Però l'azione notturna, pur se condotta con · mezzi limitati, aveva raggiunto il risultato · di far retrocedere l'attaccante, che lasciava sul posto morti, feriti ed armi ed al quale venivano anc.he catturati prigionieri. L'esame di documenti rinvenuti sul corpo di un ufficiale sovietico, caduto nel combattimento notturno, consentiva di stabilire che il nemico seguiva due direzioni d'attacco; la prima da Deresovka (limite di sinistra del settore Ravenna) e la seconda da Krasno Orekovo, entrambe aventi per obiettivo Tvjerdoklebovka (valle Boguciar). Respinto nella notte dalla q. 158, l'avversario rinnovava la propria azione da nord su Krasno Orekovo con il 122" fucilieri guardie,
La seconda bcttraglia difensiva del Don
per recidere i salienti che giungevano al Don a nord dell'abitato. Aveva anche ripreso l'azione su q . 158, dove il 318° granatieri tedesco era poco in grado di concorrere al mantenimento della saldatura. Frattanto la Ravenna ammassava in zon a di Krasno Orekovo le poche forze disponibili. Verso la .fine dell a mattina era stato inviato a Gadjucce il XLVII battaglione motociclisti , primo a giungere del gruppo d'intervento della Celere, spostato dal settore Pasubio. Le condizioni atmosferiche per tutta la matti na avevano reso impossibile l'intervento di qualunque tipo d 'aereo. A sera il 573° reggimento sovietico, dopo avere occupato nella notte il caposaldo posto a sinistra del settore, avendo raggiunto e superato il vallone al limite con il 318° granatieri, stava attaccando sul rovescio l'ala si nistra del 38° fanteria. Per fronteggiare la minacciosa situazione erano stati operati numerosi spostamenti di forze; il TI/ 37° aveva ceduto una compagnia rinforzata (per cos tituire rincalzo al 38°) sostituita dalla J a compagnia del IV battaglione artieri, tratta dalle retrovie; erano state chiamate in linea anche la r8" compagnia artieri divisionale, la 2a/ lI guastatori e la 2 " compagnia chimica di Corpo d'Armata. Ma alle ore 23 il nemico riusciva a superare il capos aldo che ancora assicurava la saJdatura con ]a Cosseria e dilagava a tergo della posizione, spingendo avanti nuove forze. Con l'impiego dei reparti fatti affluire sulla linea, il caposaldo veniva sbloccato ed era ristabilito il collegamento a sinis tra con il 318° tedesco, lungo la pista da q. 158 a Deresovka. Gli altri caposaldi dislocati lungo il .fiume avevano continuato la loro resistenza. FRoNT E DEL
XXXV
CoRPO
n'ARMATA-CSIR.
Divisione Pasubio. Per l'intera giornata l'attività nemica sul fronte della Divisione era limitata all'azione di forti pattuglioni ed alla continuazione dei lavori campali. I prigionieri catturati am mettevano che in quei giorni i reparti attaccanti avevano subito forti perdite, per un totale di alcune migliaia di uomini . Il gruppo d'intervento della Celere lasciava il settore perché destinato a quello del II Corpo d' Armata. 23. - U.S.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte i-usso ( 1941 - 194 5)
Dopo cinque giorni di continuo, e spesso aspro, combattimento, le forze dell'8a Armata avevano sostanzialmente conservato le loro pos1z1om. La generosa tenacia dei fanti , l'intensa e pronta azione degli artiglieri, l'efficace intervento dell 'arma aerea - quando le cond izioni meteorologiche lo avevano consentito - erano riusciti a contener: l'impeto del nemico, che aveva profuso nella lotta uomini e mezzi. Le ondate d'assalto si erano succedute, in certi casi perfino in ordine chiuso, sotto il fuoco delle ann i automatiche della di fesa. Il sangue era corso - letteralmente - fino ad arrossare il Don ghiacciato sotto la q . 218 (nord di Svinjuka). D agli altoparlanti i russi (in lingua italiana) avevano minacciato ritorsioni per le ingenti perdite subite. I corpi dei caduti si erano ammucch iati sotto le posizion i italiane, ingombrando il settore di tiro delle armi. Intanto il dispositivo di attacco avversario andava completandosi sull a opposta ri va del Don. Il Comandante dell'Armata poteva esprimere ai combattenti il suo elogio: · « Ai bravi del Il Corpo d'Armata. « Da cinque giorni combattete strenuamente ed avete gloriosamente fatto vostro il motto" Non si passa" . Bravi! Sono fiero di rioi. « Occorre insistere con tenacia, con fede incrollabile e vincerete guadagnando ammù-azione e riconoscenza della Patria nostra.
Gariboldi ». Lo scopo principale perseguito dai russi m questa prima fase della battaglia, quello cioè di logorare le forze della difesa per trovarle meno efficienti nell a successiva fase dell'offensiva, era stato raggiunto. In cinque giorni, le due Armate sovietiche 6"· e r" Guardie avevano lanciato contro le Division i Cosseria, Ravenna e Pasubio ventuno attacchi, impiegando da venùsei a ventotto dei loro centoquindici battaglioni.
B) FASE DI ROTTURA (16 - 19 DICEMBRE)
(Disegno n. 39) All'alba del 16 dicembre oltre duemilacinquecento bocche da fuoco iniziavano la ,, preparazione » contro le posizioni tenute dal
La seconda battaglia difensiva ciel Don
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II Corpo d'Armata italiano ( 15). Su di esse, malgrado il logoramen to subito nel le giornate precedenti, le forze della difesa, affermano i sovietici, « opposero accanita resistenza e spesso passarono al contrattacco. Per com pletare lo sfondam ento della difesa tattica fu necessario far intervenire sin dal primo giorno i Corpi corazzati. .Questo fatto determin ò la riduzione della loro efficienza com battiva per le successive azioni in profondità. Alla fine della giornata, le forze della 6" Armata erano avanzate di quattro - cinque chilometri e quelle della 1" Arm ata Guardie di clue - tre chilometri i> (16) rispettivamente contro la Divisione Cosseria e contro la Divisione Ravenna . La grande forza di penetrazione del dispositivo d'attacco portava lo scontro ravvicinato sulle postazioni dell'artiglieria i cui serventi, insieme con i resti delle unità di fante ria, contennero nella prima giornata l'avanzata dei fuci lieri e degli stessi carri armati sovietici. « Accaniti combattimenti continuarono il 17 ed il 18 dicembre >J (r7), essendo in quelle giornate ancora sviluppata azione di contrasto da parte delle unità battute, mentre l'attacco sovietico si estendeva anche ai fronti dei Corpi d 'Armata XX XV - CSIR e XXIX tedesco, contro le Division i Pasubio, Torino e 3" Celere. Conseguito dai sovietici il successo contro la posizione di resistenza, essendo mancato l'intervento di altre adeguate forze itali ane o tedesche, le Grandi Unità attaccanti penetrarono nella breccia per venti chilometri verso ovest, raggiungendo Novo Kalitva, per altrettanti chilometri verso sud - est giungendo al fiume Levaja; il 18 si spinsero in profondità per trenta chilometri fino a Taly e per altri venticinque, il 19, fi no a Kantemirovka, dove veni va interrotta la ferrov ia Rossosc - Millerovo. L 'avversario estendeva poi l'azione ancor più verso sud - est, contro l'ala meridionale dell'Armata. Le Grandi Unità che vi erano schierate, attaccate frontalmente e minacciate a tergo da elementi corazzati del nemico, poco dopo il mezzogiorno del 19 ricevevano l'ordine di arretrare.
( 15) li piano d i fuoco avversario comprendeva : la preparazione, della durata di 70 - 8o minuti e sino alla profondità di circa 6 km ; l'appoggio, sino alla profond ità di circa 1,5 - 2 km; l'accompag11c1m.ento della fanteria e dei carri durante i combattimenti all'interno delle difese nemiche (Gen. Prof. A . R,11)zIEVSK1) ; in Rivista Storico Milita.re Sovietica del m arzo 1973. (16) Dalla Rivista Storico Milita1·e Sovietica del maggio 1972. (17) D alla R ivista Storico Militare Sovietica del maggio 1972.
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Le openizioni delle unità italiane al fronte rus.rn (194 1 - 1943)
16 DICE!'v!RRE FRONTE DEL
II
CoRT'O n'ARMATA.
Divisione Cosseria e 385" Divisione tedesca. Al limite di settore con la Ravenna, durante l'intera notte, il nemico aveva svolto continui tentativi d'infiltrazione tra il ~18" tedesco ed il 38° fanteria. Per migliorare la situazione, dato ·il forte impegno della Divisione di destra, il Comandante del Corpo d'Armata ordinava l'attacco di un battaglione di polizia tedesco (sostenuto da una compagnia di carri L/6 del LXVII battaglione bersaglieri), agli ordini del Comandante del 318° tedesco. Alle ore 6 il Generale Gazzale, Comandante della Cosseria, aveva ceduto la responsabili tà operativa del settore al Comandante della 385" Divisione tedesca. I due Comandi erano rimasti nella stessa sede di Krasni, per assicurare il ricupero delle unità italiane. Alle ore 8 la situazione era ulteriormente aggravata : - lo schieramento del 318° era stato rotto in più punti e l'abitato di Deresovka veniva sgomberato dai tedeschi ; - su q. r92, contro l'attacco italiano sostenuto dai carri della 27" Divisione, si sviluppava una fortissima reazione d'artiglieria ed un intervento di aerei sovietici; - Samodurovka era assoggettata a fortissima pressione nemica; - Gorohovka brulicava di carri annati avversari. Il richiesto intervento del XXXI gruppo da 149/ 40 non poteva avere luogo in quanto, data la distanza, la dispersione naturale del tiro avrebbe troppo ridotto l'efficacia dell'azione. Alle ore 9 l'azione aerea sovietica si estendeva in profondità su. tutte le retrovie della Divisione, con diffusi mitragliamenti e spezzonamenti. A metà della mattina: - il contrattacco su q. 192 era parzialmente riuscito; - il I/90°, molto provato, nella zona di Samodurovka era pratica1nente circondato e si riteneva non potesse resistere a lun~o, men tre si cercava di sostenerlo dall'esterno con una compagnia italiana di formazione proveniente da Zapkovo; - il Comandante della 385' Divisione disponeva l'intervento di uno dei suoi battaglioni da Orobinski su Deresovka, per conservare la continuità della linea verso la Ravenna.
La seconda ba.tt11.glia difensiva del Don
·- - - - -
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Alle ore 12 la pressione nemica continuava fortiss ima su tutta la parte destra del settore e rendeva impossibile il ricupero di qualunque reparto italiano. Entro la mezzanotte il Comando d'Armata metteva a disposizione del II Corpo la 2t Divisione corazzata, con il compito di mantenere il contatto tra i settori 385" - Cosseria e Ravenna. La linea da difendere avrebbe dovuto seguire il corso del Don da Deresovka fin dove fosse possibile, contornare la sacca formatasi e ricollegarsi a Gadjucce - Filonovo, raggiungendo a destra il XXXV Corpo d'Annata (298" Divisione). La 385" Divisione avrebbe dovuto difendere il fronte nord , dalla Cernaja Kalitva a Deresovka. La Cosseria, ricuperando i propri reparti (18), rinforzata da quelli in affluenza (r9), era destinata a costituire una linea di sicurezza appoggiandosi agli abitati tra Dubovikof e Gadjucce, mentre la 27" corazzata doveva contrapporsi alle irruzioni dei mezzi corazzati nemici, compito di gran lunga superiore alle sue possibilità. Per ristabilire la situazione era prevista un'azione dell a Cosseria in direzione di nord - est, partente dall a zona di Goly (dove terminavano le posizioni della 385°), effettuabile soltanto il giorno successivo, perché le forze della Divisione non erano state ancora svincola:e e raccolte. Le Grandi Unità delle quali era annunciata l'assegnazione non erano ancora giunte nella zona destinata al loro impiego (20).
(18) I reparti organici della Divisione Co.<scria, o ad essa assegnati in rinforzo, trattenuti dalla 385• Divisione in ogn i punto del settore erano : - due battaglioni del 90° fanteria e l'intero gruppo cc.nn. Leonessa, uniti al 539" granatieri; - il « gruppo Colonnello Maggio», con il Comando dell'89" fanteria, il T ed il II / 89° ed un battaglione ciel 90°; - il III/ 89°, unito al 537° granatieri. L"artiglieria divisionale e di rinforzo sarebbe dovuta rimanere a cooperare con la 385" D ivisione. (19) Battaglione alpini sciatori Mon te Cervino e vari reparti d i ogni specialità del genio, tranne che delle trasmissioni. (20) Si sarebbe trattato, orientativamente, della Divisione / ulia, della 387'' Divisione cli fanteria tedesca, del gruppo corazzato SS Fegelein (l'una e l'altro in aféluenza per ferrovia a Mitrofanovka), del gruppo Schuldt (due battagl ioni d i polizia SS, un gruppo controcarro ed altre quamo compagnie, due gruppi d'artiglieria leggera, una batteria obici, un gruppo concroaerei dell'av iazione) in affluem:a per ferrovia a Cercovo.
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
16 Oic.
Div. COSS ERIA
Linea di difesa ••••• •••• ,, ,, ripiegamento del 16-XII ::::::=:::;:, Attacchi sovietici
Divisione Rat1enna.
Per l'intera notte era durato il combattimento al limite di settore con la 385" - Cosseria, con la q uale la Ravenna non riusciva a collegarsi. La pressione ne mica er a in continuo aumento, tendendo al tergo delle posizioni di q. 158, mentre continuava la resistenza dei caposaldi sulla r iva del Don. Alle prime luci (ore 6,20) gli osservatori , posti alla base dell'ansa di Verh nij Mamon, udivano tra la nebbia carri armati sovietici scendere da q . 193,6 ed altri dirigersi da Ossetrovka su q . 21:8. Tutte le artiglierie della difesa concentravano su di essi il loro fuoco. Contemporaneamen te il nemico attaccava in forze a nord cli Krasno Orekovo sull a fron te di un chilometro, tra Krasno Orekovo e q . 217,6, mentre tutte le posizioni erano sottoposte a violen tissime azioni di fuoco. 11 gruppo semoventi Haempcl era in allarme. I collegamenti telefonici con la linea erano inter rotti. Alle 7,15 due caposaldi del 38° fan teria ed uno del 318° granatieri, sulla linea di contatto, erano stati superati ed i carri armati da q . 193,0 ne avevano già infranto qualche altro. All'azione delle armi terrestri sovietiche, dalle ore 8, si sommava anche quella aerea contro il 38° fanteria, svolta anche se con visibilità scarsissima.
La seconda battaglie, difensiva del D on
359
Alle ore 9 le posizioni del lato occidentale dell'ansa di Verhnij Mamon erano infrante ed un'ondata di carri armati sovietici giungeva sugli abitati di Krasno Orekovo, Gadj ucce e Filonovo. Per sopperire in qualche modo alle necessità della Ravenna, il Comandante del II Corpo assegnava alla D ivisione il rinforzo del XLVII battaglione motociclisti, del LXVII battaglione corazzato (meno la compagnia data al 318°) e del XIII gruppo semoventi (entrambi con forza sensibilmente inferiore a quella organica). La prima ondata di circa cinquanta carri era stata quasi completamente distrutta dal fuoco delle artiglierie e dei semoventi del gruppo tedesco H aempel. Alle ore ro,30 la Ravenna era attaccata: - dalla 195a Divisione, nella controansa di Krasno Orekovo, dove la linea era stata rotta ed i caposaldi venivano circond ati e sopraffatti ad uno ad uno da unità carri o schiacciati sotto il peso di essi; - dalla 4.1• Divisione Guardie, nella parte occidentale dell'ansa, sull a direttrice della strada da q. 193,6 a (}, 150,2; - dalla 44• Divisione Guardie, nella parte orientale dell'ansa stessa, a cavallo d i q. 2r8, dove quel saliente era stato perduto. I carri armati avevano eliminato il caposaldo difeso da una compagnia del CII battaglione mitraglieri autocarrato di Corpo d'Armata, che aveva procurato alle fan terie attaccanti gravissime perdite, falciandole con il fuoco delle sue dodici mitragliatrici. Contro la Ravenna erano già intervenuti i cento carri che i prigionieri avevano segnalato presenti ad Ossetrovka il giorno precedente. Il Comandante della Ravenna (Gen. Dupont) con tava di portare la resistenza sulle posizioni di q. 204,2 - q. 217,6 (o pendici sud) - q. 196,3 (Solonz i) - Svinju ka, per coprire da nord gli abitati di Gadjucce e Filonovo, raccogliendo su di esse le forze ripiegate. Nella situazione descritta, il Comand ante del Corpo d'Annata non aveva disponibilità di altre forze per intervenire nel combattimento. Alle ore 12: · - l'aviazione sovietica era padrona del cielo della Ravenna; - il nemico stava procedendo ad allargare i varchi nei campi minati per dare più sicuro passaggio alle sue forze corazzate ; - la 27" Divisione corazzata disponeva nel settore di soli venti semoventi.
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Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - I 943)
Dall'analisi di questa situazione si poteva dedurre che in breve la Ravenna si sarebbe ridotta a Filonovo - Gad jucce, lasciando aperta la via ad un'irruzione a tergo dello schieramento, non direttamente attaccato, della 298" Divisione tedesca. Il Generale Zanghieri, anche d 'intesa con l'Ufficiale di collegamento tedesco, esponendo al Com ando di Armata la grave situazione nella q uale versava l'intera Grande Unità, proponeva di continuare la resistenza sulla linea Z apkovo - Orobinski - Dubovikof Goly - g. 179,2 - L ufitzk aja, che avrebbe coperto la valle Boguciar. li Comando del Gruppo di Armate « B » rispondeva alle ore 14,25 che nessun ripiegamento avrebbe potuto essere autorizzato e che la Divisione Rat enna sarebbe dovuta rimanere in posto. A lle ore 17 la Divisione aveva fatto fronte sulla linea g. 217,6 Filonovo - balk a di Gruscevo - q . 159, dove si collegava alla 298• tedesca, ritirando su di essa i fanti disponibili, schierati intorno alle arti glierie ed ai pochi carri armati tedeschi. Era un sottile velo di circa tremila uomini, stremati da sei giorni di combattimenti e frammi schiati fuori dei vincoli organici , in quanto l'incalzare degl i avvenimenti non ne aveva consentito il riordinamento. Quelle forze non erano in grado di disimpegnare un'apprezzabile azione difensiva, data l'estensione del fro nte in rapporto alla loro consistenza numerica ed alla mancanza di ogni apprestamento, che il terreno profonda mente gelato non permetteva di incominciare nemmeno in forrna rudimentale. Una valida azione di comando su quei soldati era praticamente impossibile, anche per la quasi totale mancanza di mezzi di collegamento con i reparti schierati. La situazione era fatta ancor più diffici le dalla violentissima azione dei lanciarazzi e dei numerosi aerei sovietici che procu rzvano continue perdite. Difettavano anche le munizioni per le armi del) a .fanteria. Alle ore r8 il Capo di Stato Maggiore dell'Armata comunicava al Comando del II Corpo che nel settore sar ebbe giunta la prima aliquota del gruppo d'intervento della Julia, seguita in breve dall'intera Divisione. Giungeva anche il battaglione alpini sciatori Monte Cervino. Alla mezzanotte il Comando d'Armata : 1
-
ribadi va il concetto generale della difesa ad oltranza;
- definiva essenziale che la 298"· Divisione mantenesse le proprie posizioni, per altro non attaccate direttamente; -
passava alle dipendenze della Rat 1enna il gruppo Haempel;
La seconda battaglia difensiva del D on
- - - - --·- - - - ---- - - - - - - - - -- metteva alla temporanea dipendenza del I.I Corpo d'Armata la 298" Divisione, disponendo che questa e la Ravenna dovessero « collaborare in stretta cooperazione >> ; - affidava al II Corpo la determinazione delle responsabilità e delle linee di contatto tra le due Grandi Unità.
FRONTE DEL
XXXV CoRro o' AR~ATA - CSIR.
Dit1isione Pasubio. Alle ore G, senza preparazione di artiglier.ia e di lanciarazzi, sostenuto soprattutto con mortai di ogni calibro, aveva inizio l'attacco diretto contro tutto il settore divisionale, particolarmente nel tratto Krasnogorovka - Abrossimova - Monastirsci na. Le forze della 38" D ivisione Guardie, infiltratesi nelle balke, tra le ore 9 e le 10, irrompevano nelle posizioni tenute dall'80° fanteria a sud - est di Abrossi mova e costringevano i difensori a ripiegare su di una linea più arretrata, quasi coincidente con quella della seconda posizione. L'attacco dilagava, faceva cadere Abrossimova e si dirigeva verso le q . 187,9 e 206,3 e più a sud, tagliando il vallone di Monastirscina ed isolando quell 'abitato dalle posizioni retrostanti. La r" batteria controcarro da 75/32 del I/ 201" che si opponeva all'avanzata nemica veniva interamen te distrutta sui pezzi, dal comandante all'ultimo artigliere. Dopo avere invano svolto alcuni con trassalti , i fanti del TI/ 80" e gli artiglieri di una sezione del I/ 201", attraverso il vallone di Artykulny Schlucht, ripiegavano sulle batterie del III /W, ormai esse stesse mi nacciate e costrette a difendersi sparando a zero. Dopo la fanteria ripiegava il personale degli osservatori di artiglieria. Ultimi tra di essi quelli della 7'' e della 9" batteria che, con i loro comandanti, dovevano aprirsi ripetutamente il varco tra i nemici che già li avevano superati ed isolati. Il nuovo e più arretrato schieramen to della fanteria detenninava l'esigenza di adeguare ad esso quello del 111/ 8°. I movimenti retrogradi erano compiuti in perfetto ordine a scaglioni di batteria, ultima 1'8" che, prima di ripiegare, infliggeva forti perdite al nemico che si affacciava al costone di q. 175,5. Il III/ 80° tentava una resistenza su q. 206,3.
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Le opera.zioni delle unità italiam: al fronte russo ( 194 1 -1 943)
I caposaldi della zona dell'ansa del « berretto frigio», investiti frontalmente resistevano ancora sul posto. I difensori del caposaldo Olimpo cadevano tutti nell'estrema difesa. La perdita di esso comprometteva la situazione del I/8°, schierato nel vallone sottostante, minacciato frontalmente e sul fianco destro. Il gruppo riceveva l'ordine di spostarsi su posizione arretrata, ma, sotto il fuoco delle armi automatiche dell'attaccante, l'intera linea dei pezzi e q uasi tutto il personale andavano perduti, insieme ad una sezione della 309" batteria controaerei e ad una sezione della 73" batteria controcarro divisionale. li gruppo cc.nn. Montebello contrattaccava il nemico sulle posizioni di q. 187,9 - q. 178,3 - q. 175, T, sovrastanti il vallone Artykulny Schlucht. Il Comando d'Armata ordinava che la Pasubio fosse sostenuta dalla 298" Divisione, con il 526° reggimento granatieri e dal XXIX Corpo d'Armata tedesco, con tutte le forze disponibili. 1el pomeriggio si presentava al Comando della Pasubio il gruppo d 'intervento della 298• Divisione tedesca (un battaglione deJ 526" granatieri ed un gruppo d'artiglieria da 150), che veniva riunito al battaglione del 525° gi à schierato a sbarrainento della base dell'ans a, da q . 201,1 a q . 156,0. Alla sera, la difesa della Divisione Pasubio si concretava : - a sinistra, sulla linea del 79° fanteri a, intatta fin o al margme sud di Kras nohorovka; - -al centro, da q. 156,0 a q. 201,1, affidata alle unità tedesche; -
a des tra, su di. una linea tenuta dal raggruppamento cc.nn.
3 Gennaio, da elementi superstiti dell '80° fanter ia, che aveva subito perdite del 50 - 60 °~ degli effettivi, e da un battaglione di formazione (sciatori, carabinieri, personale delle basi e del Quartier Generale). Il fronte tra questo battaglione ed il paese di Monastirscina ri maneva scoperto. A Monastirscina resisteva, asserragliato nella chiesa, il I/80'', non potuto raggiungere dal I/ 81'', che aveva dovuto ritirarsi con notevoli perdite, lasciando una più ampia falla tra le due Divisioni. A rinforzo del XXXV Corpo d' Armata , a tarda sera, giungevano, inviati dal Comando dell'8" Armata, un battaglione di ferrovieri, uno di pontieri, uno di artjeri (su due compagnie), da impiegare come fanteria, ma scarsamente dotati di armi di reparto.
La seconda battaglia difensiva del Don
17 DICEMBRE FRONTE DEL
II
CoRPO n 'ARMATA.
38 5" Divisione tedesca e Divisione Cosseria. Nella notte la tem peratu ra si era abbassata a - 30°, accrescendo le già gravi d ifficoltà di chi doveva combattere allo scoperto. Gli elementi dei serviz i del 318° granatieri abbandonavano Dubovikof incendiandolo. Alle ore 3 si pronunciava un nuovo attacco di mezz i corazzati contro Samodurovka e Deresovka, ponendo in più grave crisi il tentativo in corso di riall acciare il troncone della 385" Divisione con guello della Ravenna. Raggiungendo le posizioni dell'artiglieri a, i carri sovietici travolgevano la 1" e la 3• batteria del CXXIII gruppo da 149/ 13 d~I 2° raggruppamento. Alle ore 8 la rapida evoluzione dei fat ti induceva il Comandante del II Corpo a limitare il compito assegnato alla Cosseria di costituire « bretella l> tra la 385" e la R avenna, data la scarsità delle forze a disposizione. L a nuova linea da occupare sarebbe dovuta passare per Goly - Sovkos Boguciarski - q. 168 - q. 209,3 (sotto G adjucce), punto fin ale sul quale esisteva un elemento di resistenza. Alle ore 8,45 carri armati e fa nteria sovietica, da Dubovikof, si dirigevano su Orobinski, contrastati da pochi pezzi da 47 italiani e da 88 tedeschi, minacciando dappresso K rasni, sede di tre Comandi di D ivisione (385", Cosseria e 27" corazzata). Sulle strade, frattanto, venivano notati movimenti in ritirata. Si trattava di elementi di retrovia, che si erano accodati a quelli dei servizi tedeschi, il cui rip iegamento era stato disposto fi n daJla sera precedente. Alle 9,30 il Comandante della Cosseria esprimeva al Comando di Corpo d' Arm ata il convincimento che la situazione fosse mol to precaria, ma gli veniva risposto che, con le forze residue, avrebbe dovuto organizzare un raccordo arretrato tra lvanovka e Kusmenkof. La r icognizione aerea segnal ava l'esistenza, sul fronte della 385n Divisione, di nove passaggi sul Don: 5 passerelle e 4 ponti . Alle ore 10,15 il Comandante del li Corpo faceva presen te al Comando dell' Armata che, caduti Orobinski e Zapkovo, non sarebbe tardata la caduta di Krasni; pertanto, la nuova linea da presidiare, tra Zapkovo e Tvjerdoklebovka, si presentava come già superata. Si poneva la scelta tra la li nea Novo Kalitva - Ivanovk a -
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (, 941 - I 943)
Kusmenkof e quella Novo Kalitva - Deresovka - Kusmenkof. In entrambi i casi il Comando del II Corpo non avrebbe più potuto funzionare rimanendo a Taly, praticamente sulla linea del fuoco. Esso aveva scelto come nuova sede quella di :Mi trofanovka, che si presentava idonea anche quanto a collegamenti ed a comunicazioni. Mentre a Taly continuava a funzionare il Comando tattico, tutta la par te pes'a nte degli uffici del Comando, alle ore 12, era stata avviata a Mitrofahovka. Alle ore 13,50 il Capo di Stato Maggiore dell'Armata trasmetteva personalmente al Comandante de} II Corpo gli ordini del Comando Supremo tedesco: - alì'imbrunire le Divisioni tedesche 385" e 298", con le forze italiane in esse incorporate, sarebbero arretrate sulla linea Novo Kali tva - Zapkovo - Tvjerdoklebovka - Lufi.tzkaja - abitato di Boguciar, foce del fiume Boguciar nel Don, raccordandosi a sinistra con il Corpo d'Armata Alpino e a destra con la Divisione Pasubio, per formare un fronte compatto; -
linea di contatto tra i Corpi d'Armata II e XXXV: q. 182 - Vervekovka - Barsuki (detto anche Bursakof). Restava così confermato che la 298" Divisione passava alle dipendenze operative del II Corpo d'Armata; - le unità italiane in quel momento frammiste alle Divisioni tedesche avrebbero potuto, a giudizio del Comandante del Corpo cl' Armata, essere riunite in settore a parte, a seconda delle possibilità contingen ti; - le unità assegnate in rinforzo al II Corpo d 'Armata provenienti (e non ancora giunte) dal Corpo d'Armata Alpino avrebbero dovuto essere impiegate per rinforzare la linea. Le disposizioni del Comando Supremo tedesco non variavano praticamente quelle che erano state attuate fino allora dai Comandi italiani sul posto e neppure quelle che, poco prima, erano state impartite dal Comando del Gruppo di Armate. Si sarebbe potuto obiettare che l'ordine teneva scarso conto della situazione in atto, giacché prescriveva che - con reparti decimati nel numero e logorati da sette giorni di lotta senza interruzioni, con la 385" e la 298" Divisione prive di un reggimento ciascuna, con le due Divisioni italiane tanto malridotte - fosse formato « un fronte compatto », con uno sviluppo sul terreno di circa sessanta chilometri, senza poter scavare neppure una buca per uomo a terra, in
La seconda battaglia difensiva del D on
·- - --
un terreno che il gelo dei. - 27° in pieno giorno rendeva duro come pietra. Il Capo di Stato Maggiore dell'Armata aveva peraltro anche ind icato la possibilità di apportare varianti alla linea d ifensiva ordinata, se l'incalzare degli avvenimenti l'avesse fa tta apparire superata, e aveva accennato anche all'eventualità di arretrarla fino al meridiano di Kantemirovka. Al cadere della notte il Comando tattico del II Corpo d'Armata raggiungeva Mitrofanovka. All~ ore 2 0 il Comandan te della 385" Divisione riferiva al Comandante del II Corpo d'Armata la situazione del settore : - la linea occupata partiva dal Don presso Novo Kalitva con i due caposaldi K ed O, tenuti dal I/89", proseguiva per q . 221 (sud - est di Koschiarni) - Zapkovo - Sorkj - Dolgj - Kusmenkof. Tre battaglioni tedeschi erano in zona di q. 190 cd a Zapkovo, elementi della 27' corazzata presso Sorkj , forze italiane del genio e carri L /6 tra Sorkj e Dolgj. Tra Dolgj e Kusmen kof esisteva un tratto vuoto, che sarebbe stato affidato al battaglione Mon te Cervino, giunto nel frattempo; - l'ampio sviluppo della linea non ne aveva consentito l'integrale occupazione e, pertanto, erano stati trattenuti anche reparti italiani in transito, oltre quelli dell a Cosseria, che da diversi giorni non erano stati ancora sostituiti. Per tutta la giornata, sulle posizioni di g. J92,o si era protratta la resistenza dei superstiti frammisti del II e del III/ 90", del gruppo cc.nn. L eonessa e del III / 539° tedesco, respingendo continui attacchi dell'avversario. L 'irruzione dei carri armati sovietici provenienti da est (settori del 318° e della Ravenna), raggiun~endo Orobinski, alle spalle dei reparti, ne aveva determinato l'isolamento e l'esigenza che si rinchiudessero a caposaldo; il Comandante della 385" Divisione dava quindi l'ordine di ripie~are dopò la mezzanotte, rompendo l'accerchi amento nemico. Nel settore a sinistra (I/ 90°) i superstiti , con scarse armi automatiche efficienti, ripiegavano sulla posizione della batteria d'accompagnamento, rimasta con un solo pezzo, e poi su quell a della .3" batteria del I/ ro8°. Dopo lunga resistenza i repar ti ripie1ravano su Zapkovo, protetti dalla 3" compagnia mortai da 81 del CV battaglione divisionale, che si s.acrifìcava in un contrassalto per agevolare lo sganciamento del!a colonna.
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Le oper(lzioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Lo schierarnento delle artiglierie division ali e di rinforzo, investito direttamente dai carri armati, reagiva con il proprio fuoco. La 2 " batteria del CXXIII / 2 ° di Corpo d'Armata resisteva fino alla notte, ma era poi sopraffatta dalle ondate dell a fanteria r ussa. Sorte analoga subivano la 1" e la 2 " batteria da 75 / 18 del I / ro8°. Le batterie 2" e 3" da ro5/ 28 del IV/ 108" avevano potuto lasciare combattendo la zona di schieramento, ma sulla pista da Zapkovo ad lvanovka, per esau rimento del carburante, avevano dovuto distruggere due pezzi per ciascuna. La 1" batteria del gruppo era stata travolta dalle fanterie nemiche.
Divisione Ravenna. La caduta di q. 217,6, che dominava gli abitati di Gadjucce e Filonovo, rendeva indi fend ibili l'uno e l'altro e si profilava necessario un arretramento su Sovkos Boguciarski e su Perescepni. Le comunicazioni telefoniche tra il Comando del Corpo cl' Armata ed il Comando tattico della Ravenna, portatosi a Gadjucce, erano rese precarie dalle azioni di fuoco del nemico, che costringevano i guardafili della compagnia telegrafisti a continui riallacciamenti delle interruzioni , operati con tenace costanza ed ammirevole senso del dovere. N on tutte le unità della Ravenna erano affluite a Gadjucce ed a Filonovo. Un migliaio di elementi superstiti del 37° fanteria, rimasti privi di munizioni per prolungare la lotta, avevano proseguito la marcia dalle posizioni superate dalle fanterie od infrante dai carri armati sovietici, fino a raggiungere Perescepni ed il settore della 2q8" Divisione. Il collegamento tattico tra la Ravenna e la 385" sarebbe stato realizzato dall 'aliquota della 27" corazzata (gruppo Haempel) soltanto dopo aver tentato lo sbloccamento di Dubovikof. Il Comandante della Divisione, presentatosi al Comando del Corpo d'Armata alle ore 9,30, riceveva ordini perché: - le forze presenti a Perescepni appoggiassero il gruppo Haempel; - un nucleo fosse costituito a Sovkos Boguciarski, come elem ento della linea di raccordo fra 385" e Ravenna; - i restanti clementi si concentrassero a Tvjerdoklebovka, come caposaldo e serbatoio di alimentazione dei due blocchi precedenti, e che colà si stabilisse il Comando tattico della Divisione.
La seconda bat1aglia difensiva del Don
Intanto q uclla mattina, sul fronte della R avenna, risultavano in atto sei passaggi sul Don: 2 ponti e 4 passerelle. Oltre a questi ed a quelli citati sul fronte della 385" - Cosseria, risultavano in atto in quel giorno sul fronte dell'8" Armata: nel settore del Corpo d'Armata Alpino, un passaggio sul ghiaccio per veicoli leggeri presso Kulakovka e due passerelle sul ghiaccio a nord - ovest di Olkovatka; sul fronte ciel XXXV Corpo d'Armata (Divisione Pasubio) una passerella tra Ogalev ed Abrossimova ; nessuno sul fronte del XXIX Corpo cl ' Armata tedesco. Alle 10,30 giungeva a Perescepni anche il Generale Capizzi, Con1andante deJla fanteria divisionale della Rat·enna, portato fuori da Gadjucce con il carro dello stesso comandante del gruppo Haufmann. Egl i assumeva il comando di un gruppo italiano (formato intorno ad elementi del 37" fanteria), prendendo contatto con la 298" Divisione, per concorrere alla difesa ·del fianco sinistro di quella contro provenienza da nord. Il movimento di ripiegamento, reso inevitabile dall'impotenza dei fanti di fronte alle masse avanzanti dei carri , si svolgeva ordinatamente, dando la sensazione che si trattasse di elementi reimpiegabili in combattimento, purché ristorati e convenientemente armati. Per eseguire gli ordini del Comando Supremo tedesco, veniva disposto che il Comando della Ravenna, con il personale ed i mezzi che potevano essere raccolti (tra i quali due carri L /6 e tre semoventi da 47), organizzasse una difesa della zona di Kusmenkof, per impedire infiltrazioni nemiche nella valle del Boguciar e verso sud. Al mattino seguente la Divisione avrebbe ricevuto il rinforzo del battaglione Monte Cervino. Analoghe funzioni avrebbe assunto a Danzevo un gruppo con trocarro tedesco. Particolarmente difficile si presentava il salvataggio delle artiglierie, tutte motorizzate, ed, in generale, dei mezzi a motore, per la deficienza dei carburanti, più o meno sempre sentita, ma fattasi più grav~ in queg~i ultimi giorni, quando il rigidissimo clima faceva crescere 1 consumi. Alla fine della giornata. il Comando del G ruppo di Armate « B >J riassumeva in un proprio unico documento gli ordini che aveva impartito al Comando del1'8" Armata nelle ore precedenti (Documento n. 105). La nuova dipendenza della 298a Divisione tedesca dal Comando del II Corpo, però, sarebbe stata solamente nominale, poiché il documento citato costituiva vero comandante del II Corpo d' Ar-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
mata italiano l'Ufficiale di collegamento tedesco, Colonnello di Stato Maggiore Kinzel. L'affermazione che questo ufficiale avesse conservato la propria sede in Taly, dopo il tempestivo trasferimento ciel Comando tattico del II Corpo, non corrispondeva ai fatti, perché il Colonnello Kinzel, nello stesso pomeriggio del 17 dicembre, si era trasferito a Kantemirovka. Se egli fosse rimasto a Taly, avrebbe presto perduto ogni collegamento con le unità delle quali avrebbe dovuto dirigere le operazioni, poiché l'arrivo delle forze sovietiche avrebbe determinato l'interruzione almeno delle comunicazioni a .filo, del movimento delle staffette e di ogni altro contatto diretto con le unità schierate ed in affluenza. Anche la grave affermazione che il II Corpo d'Armata avesse « retroceduto innanzi tempo la sua sede di comando a Mitrofanovf(a >) poteva derivare soltanto dall'errata interpretazione dello spostamento degli uffici amministrativi e logistici. Il Comando d'Armata, però, non concedette particolari investiture al Colonnello Kinzel e nulla fu mutato nei rapporti tra il Comando del II Corpo e quelli delle Divisioni Ravenna, Cosseria e 385" tedesca.
298a Divisione tedesca. Questa Grande Unità, per conseguenza degli ordini citati, era stata trasferita dalla dipendenza del XXXV Corpo d'Armata a quella del II ma, invero, il suo Comando non se ne dimostrava convinto. Ricevuto rinforzo dal « gruppo Capizzi >) (come furono designate da allora in poi le unità della Ravenna passate a cooperare con la 298'\ il Comando della Divisione tedesca disponeva che i reparti italiani si schierassero a sua protezione, affidando loro la delicata funzione di scaglione di retroguardia. Frattanto la Divisione iniziava il ripiegamento ordinato dal Com ando Supremo per la sola ala sinistra, da schierare sul Boguciar. La stessa Divisione tedesca, però, pur senza essere premuta dai sovietici, anziché attestarsi sulla linea prevista, si portava molto più indietro: superava la dorsale tra le valli del Boguciar e della Levaja, superava anche lo stesso corso della Levaja e prendeva posizione sulla dorsale di riva destra del corso d'acqua, lasciando totalmente aperta all'avanzata sovietica la via principale del Boguciar e quella secondaria, ma non trascurabile, della Levaja. L'arretramento non previsto facilitava la manovra nemica di aggiramento a breve rag-
lì Dic.
ro RIN o q. ·"" - - -· Linea di di fesa .. ,. ripiegamento del 17- XII Attacch i sovietici
E
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
gio dell'ala destra dell'Armata (XXXV Corpo d'Armata) comprendente anche la stessa 298" Divisione e la Divisione Pasubio. FRONTE DEL XXXV CoitPO o'ARMATA -CSIR.
Divisione Pasubio. Durante la notte era organizzata la nuova linea difensiva che, conservando a sinistra le posizioni originarie sul Don (III/ 79"), escludeva ormai il possesso di Krasnohorovka e di tutta l'ansa del << berretto frigio ))' giungeva fino a 3.500 metri a sud - ovest di Abrossimova, dove si arrestava con l'ala destra non collegata (resti dell'80° fanteria), mentre a Monastirscina, fino a notte alta, resisteva ancora, isolato, il I/ 80°. ln conseguenza dell'arrivo nel settore del 526" granatieri tedesco, il Comando del XXXV Corpo disponeva che le forze italiane schierate a sinistra di quell'unità (Il e IIl/79°, II/8°, un battaglione genio ferrovieri e 23" compagnia pontieri) passassero alla dipendenza operativa del reggimento tedesco, collegato a sinistra a Tereskovo con le altre forze della 298"·. L'attacco sovietico riprendeva all'alba contro le posizioni a sud di Krasnohorovka. Dopo le ore 10 il nemico attaccava anche il fronte del IIl /79°. Respinto una prima volta, tornava all'attacco con rinnovata tenacia e violenza. Una falla aperta sul fronte del II/ 79° veniva chiusa dal battaglione ferrovieri, giunto la sera precedente a Getreide. Verso le ore 22, i superstiti del caposaldo 3 (III /79"), aprendosi un varco all'arma bianca, si riunivano alle altre forze del battaglione. Alla fine della giornata, malgrado l'attività svolta, il nemico non aveva conseguito risultati decisivi, ma continuava a sviluppare i suoi sforzi per infiltrarsi con forti pattuglie. FRONTE DEL XXIX CoRPO n'ARMATA TEDEsco.
Divisione Torino. I reparti della 153' Divisione sovietica, passati sulla destra del Don nella loro azione verso Monastirscina (settore Pasubio ), estendevano la loro azione verso sud, occupando anche q. 162,9 che dominava tutta l'ala sinistra dello schieramento della Divisione (III/ 81°).
La seco11dct battaglia difensiva del D on
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Il l/81°, già intervenuto il giorno precedente a Monastirscina, attaccava energicamente l'occupante senza riuscire a sloggi arlo. Per ristabilire la situazione, il Comandante del XXIX Corpo d ' Armata ordinava lo spostamento del IH/82°, in secondo scaglione, dal settore divisionale di destra a quello di sinistra, rinforzandolo con una compagn ia del CIV battaglione m itraglieri. La Divisione continuava anche la propria cooperazione con la Pasubio, rifornendo da Paseka il caposal do di Monastirscin a (I/80°), rimasto isolato.
'J°
Divisione Celere.
Dopo la rottura operata dai sovietici contro la 3"' Armata romena. (19 - 23 novem bre), all'inizio della battaglia del Volga, la Celere, dislocata in seconda schiera nella valle del Boguciar, aveva dovuto mutare impiego ed assumere il tratto di fronte di circa 50 chilometri, già occupato dalla 62" Divisione tedesca, per sostituirla, in quanto chiamata ad operare altrove. La Celere si era schierata a cavallo del basso corso dell a Tihaja, dove l'andamento del Don descrive una curva convessa verso sud, tra la Torino (a sinistra) e la Sforzesca. La differente costituzione organica tra le Divisioni italiane e quelle tedesche più forti aveva richiesto, per compensare la minore disponibilità di forze, che la Celere fosse rinforzata dalla Legione croata, alla quale era stato destinato un piccolo tratto di fronte, proporzionato alle sue modeste possibilità operative, all'estrema sinistra, a contatto con la Torino. Seguivano, da sin istra a destra, il 3° ed il 6° bersaglieri con tutte le forze proiettate in prima linea. Il secondo scaglione era cos6tuito dal solo X IX battaglione bersaglieri. Data l'ampiezza del fronte da difendere, la Divisione era stata rinforzata dal XXVI battaglione mortai della Torino (meno una compagnia), da una compagnia del CIV battaglione mitraglieri, dal LXXIII gruppo misto (r49/ 40 e 210/22) d 'Armata. Gli elementi mobili (XLVII battaglione motociclisti, LXVII battaglione corazzato e XIII gruppo semoventi) erano stati spostati nei settori del XXXV e del Il Corpo d'Armata, per le esigenze della battagli a in corso. Alle ore 7 la Divisione era attaccata violentemente sulla linea di con tatto tra il VI ed il X III battaglione (6° bersaglieri) e, dopo un'ora, l'attacco si estendeva a tutta la fronte del VI battaglione, poco ad est della confluenza della Tihaja nel Don, dove clementi avanzati sovietici penetravano in direzione di Tihovskoj.
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Le operazioni delle unità, italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
A nord della Tihaja l'attacco si estendeva e si approfondiva su batq. 163,3, minacciando la rotabile Mrykin - Konovalof. La teria ciel II/ 120" era già stata travolta. Alle ore IO un contrattacco del XIX battaglione, in direzione della foce della Tihaja, non aveva successo. Alle ore 13 una forte colonna russa aggirava da sud il paese di Tihovskoj, ed il XIX battaglione doveva ritirarsi ad ovest per oltre un chilometro, a difesa dell'abitato di Batalsckof, ricevendo il rinforzo della 105" compagnia artieri divisionale e della 45" compagnia genio ferrovieri tedesca. 11 XVI gruppo da osservazione tedesco (200 uomini) affluiva alle ore 15, per contenere e respingere la penetrazione del nemico in valle Tihaja. Alle ore 16,30 un nuovo attacco in direzione di q. 163,3 minacciava la 3" batteria del I/ 120° e perfino l'abitato di Mrykin, sede del Comando del 120° artiglieria, che vi veniva accerchiato. Alla fine della giornata, il settore del 3° bersaglieri non aveva subito attacchi in forze ed era in corso la sostituzione della Legione croata. Però il nemico, da q. 163,3, tentava di aggirare da sud le posizioni tenute dal reggimento, già isolate sulla destra. Nel settore del 6° bersaglieri il nemico aveva operato una falla ampia circa 12 chilometri, penetrando per circa ro, contrastato dai resti dei battaglioni bersaglieri VI e XIX, dalla rn5''· compagnia artieri e dalla 45" compagnia ferrovieri tedesca. Il XIII battaglione manteneva le posizioni sul Don, isolato a sinistra dalla penetrazione nemica su Birjukof.
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Divisione Sforzesca. La Divisione era schierata all'estrema destra dell'Armata, a Divisione romena (XXIII Corpo d'Armata). contatto con la Nella: seconda decade di dicembre, questa era stata fortemcn'te attaccata da fanterie e carri armati sovietici, presso la linea di contatto con la Sforzesca. La situazione era stata mantenuta in termini tollerabil i, con parziali arretramenti della linea romena, ai quali si era adeguato lo schieramento italiano. Il 16 dicembre, la 7" Divisione era stata costretta ad arretrare per una decina di chilometri e, pur essendo mantenuto il contatto a Gromok, la Divisione itaiiana si trovava con il fianco destro scoperto. Per ordine del XXIX Corpo tedesco, la Sforzesca avrebbe dovuto inviare in giornata un gruppo d'intervento a sostegno della
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La seconda battaglia dife,uìva del Don
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contigua 3" Divisione Celere. Peggiorata la situazione presso questa Grande Unità, la composizione del gruppo d'interven to veniva accresciuta e risultava: III / 53°, II/54°, I/17° a. (meno una batteria), una compagnia del II battag lione mortai, agli ordini del Comandante della fanteria divisionale. Alla fine della giornata il Comando del Gruppo d'Armate ordinava un arretramento dell'ala destra del XXIX Corpo d'Armata, che sarebbe stato coordinato dal Comandante del gruppo H oll idt (già XVII Corpo d'Armata tedesco). Inoltre spostava a Meskof, nel settore della 3" Celere, due battaglioni g ià destinati al gruppo Schuld t.
18 D!CF,MRRE FRONTE DEL
II
CoRJ>o n'ARMATA .
l cl corso della notte le forze residue delle Divisioni 385' tedesca, Cosseria e Ravenna, oltre quelle intatte della 298" tedesca, avrebbero dovuto attuare il tentativo di ricostituire un fronte ,e compatto », innanzi tutto conservando le posizioni originarie dove fosse stato possibile (ala sinistra della 385", con frammiste le forze del « gruppo Colonnello Maggio » ed ala destra della 298", a sud - est della foce del Bog uciar) per limitare l'ampiezza della breccia praticata dal nemJCo. Per le forze che avrebbero potuto rimanere sulle vecchie posizioni il compito della resistenza era fac ilitato dalla disponibilità dell'organizzazione posta in opera da tempo per sopportare l'inclemenza dell'inverno. Più difficile per le altre, anz i arduo, ottemperare al compito ricevuto. l reparti si trovavano a dover affrontare il combatti mento su posizioni non organizzate, sprovviste di ricoveri, di reticolato, di ostacoli anticarro, senza l'armamento completo, con munizionamento scarso. Infine, non ultimo argomento negativo, con una forza moraic scossa, non soltanto dalla stanchezza fisica della lotta e della marcia, ma soprattutto dalla visi bile sconfitta, dalla sensazione di essere abban donati e di non ricevere rinforzi, dalla mancanza dei carburanti, dalla stessa temperatura ambien tale scesa a - 20'", - 30°. Alle ore 4 il Comando d'Armata diramava un ordine più circostan ziato di quello del Comando Supremo tedesco, per la ripartizione dei compiti tra le varie unità del Il Corpo d'Armata :
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Le operazioni delle u11itù ituìiane al /mnte russo (194 1 · 1943)
- la linea da di fende re si sarebbe sviluppata da Novo Kalitva a Zapkovo - Tvjerdoklebovka - Boguciar; - a sinistra, tra Novo Kalitva e Zapkovo, la 385' Divisione, rinforzata dalle unità disponibili della Cosseria; - a destra, da T vjerdoklebovka a Bog uciar e poi sul Don fino a Teresckova, la 298• Divisione, rinforzata dalle unità disponibi li de Ila Ra1 enna; 1
- nello spazio non occupato da fanterie tra Zapkovo e T vjerdoklebovka, la 27" Divisione corazzata (meno il gruppo H aempel, unito alla 298") avrebbe svolto azioni mobili tendenti a controllare il vuoto esistente; - le aliquote del Corpo d'Armata Alpino, destinate a comprendere l'intera Divisione Julia, avrebbero dovuto essere avviate all 'ala destra della 385', per colmare il citato vuoto esistente ed avrebbero dovuto assolvere il loro comoito eventualmente attacA cando il nemico; -
ogni palmo di terreno doveva essere difeso ad oltranza;
- nella zona di Taly, appoggiandosi al caposaldo costituito intorno alla vecchia sede del Comando del Il Corpo d'Armata, avrebbero dovuto essere impiegate tutte le unità in corso di riordinamento nella zona che era stata di retrovia del II Corpo d'Armata; - nuove forze erano in corso di affluenza : il gruppo SS Fegelein ( dal nome del comandante) di consistenza pari ad una Brigata (21) da impiegare in valle Boguciar per prolungare l'ala sinistra della 298", e la 387" Divisione di fanteria tedesca, che sarebbe stata scaricata dai treni nella zona a nord di Kantemirovka. L'irruz ione dei mezzi corazzati sovietici aveva consentito al nemico di raggiungere Ivanovka, sei chilometri a sud di . Iovo Kali tva, e pertanto il ripiegamento delle unità che avevano difeso la posizione di resistenza risultava arduo. Per esempio, i difensori di q. 192, superstiti di cinque battaglioni, giunti alle ore 5 a Zapkovo , avevano trovato le opere campali (costruite per la seconda posizione dal gruppo L eonessa) già occupate dal nemico e, per proseguire, avevano dovuto conquistarle. Divisi in due colonne, dopo averle attaccate, si erano aperta la via, ma si erano ridotti ad un totale di duecento uomini. (21) Due battaglioni SS, una batteria Sturm GeschLitsze, una compagnia controcarro, un gruppo d'artiglieria, una compagnia carri d ·assaho, rinforzato rial 15° reggimento polizia.
La seconda battaglia difensiva del Don
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Il Comandante del Corpo d'Armata, ritenendo in corso d'esecuzione gli ordini del Comando Supremo, intendeva rinforzare la di fesa di Taly, per sviluppare poi un'azione offensiva in valle Boguciar, fino a collegarla con la 298" Divisione a Tvjerdoklebovka. All 'alba il Comando del XXXV Corpo aveva informato che quella D ivisione, come si è già detto, aveva in corso i movimenti ordinati , senza precisare di quali movimenti si trattasse , né aveva risposto al quesito se fosse stata assicurata l'occupazione di Tvjerdoklebovka. In realtà la 298" Divisione, anziché schierarsi, ripiegando sulla sponda meridionale del 13oguciar la propria ala sinistra, sotto la protezione del gruppo Capizzi stava prendendo tutt'altra posizione, schierandosi sul costone situato sulla sponda destra della Levaja, a contatto con la Pasubio, lasciando aperta alla penetrazione del nemico la valle del Boguciar. Alle prime luci del giorno, il nemico, che già alle ore 2 vi aveva fatto una puntata con sette carri armati, iniziava l'investimento di T aly, caposaldo compreso in un'ansa del Boguciar, con postazioni e trincee coperte e ricoveri per il personale, difeso inizialmente da forze pari a due battaglioni e da una batteria italiani (22), parzialmente costi tuiti da reduci dalla linea e molto provati, con numerosi congelati. Il nemico sviluppava attacchi per l'intera giornata, sostenendo anche la fanteria con alcuni carri armati. Alle 7,30 incomi11ciava a giungere a Mitrofanovka l'autocolon na con i primi elementi del grnppo d'intervento Julia (23). Alle prime ore del mattino il nemico attaccava in fo rze la difesa di Novo Kalitva, tenuta ancora dai resti del I e del II /89°, che respingevano i russi, infliggendo loro gravi perdite e catt-urando prigionieri. L'azione era stata condotta con il concorso della contigua Divisione alpina Cuneense. Mentre il Comandante del II Corpo ne informava il Comando dell'Armata, non mancava di far notare che una linea continua esisteva soltanto a sud di l ovo Kalitva fino ad Ivanovka. Più a (22) Due compagnie del II battaglione guastatori, 1<>4" compag nia arnen (sen7.a armi automatiche), 23" compagnia pontieri (con due mitragliatrici), due ploton i del XXXII battaglione controcarro, un plotone lanciafiamme, 52• batteria controaerei da 20, una compagnia di formazione (senza armi automatiche), una batteria da 75/ 18 della Cosseria, una sezione da 75/32 del IIl /201°, 2" compagnia chimica. Si erano uniti. anche una compagnia pionieri tedesca ed il gruppo controcarro Anderscn con 18 complessi. (23) Battaglioni alpini L' Aquila e Tolmezzo, 83• com pagnia c/c da 47, 13• e 34• batteria da 75/ 13, 45.. batteria controaerci da 20, elementi del genio telegrafisti.
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Le operazioni de.Ile unità italiane al fronte russo ( 1941 • 1943 )
sud e nella valle del Boguciar la situazione era fluid a. Sola notizia certa era quella della resistenza di Taly. Per altro risultava molto difficile avviare dalla zona retrostante clementi di rinforzo, a causa della mancanza di carburante. Il Comando del Corpo d'Armata Alpino comunicava che, per accelerarne i tempi d'intervento, aveva disposto l'autotrasporto anche del battaglione Cividale, mentre la restante parte della / ulia avrebbe compiuto il previsto trasferimento a piedi. Incominciavano così ad intervenire nella battaglia anche le Grandi Unità alpine. Infatti alla sera (ore 20) del 16 dicembre il I Comando d'Armata aveva disposto il trasferimento al II Corpo 1 d'Armata dell'intera Divisione fulia , da sostituire in linea con la / Divisione Vicenza. L'operazione per il grosso della / ulia si presentava piuttosto complessa, in quanto il Comandante del Corpo d'Armata, conoscendo la limitata efficienza operativa della Divisione Vicenza (era tra I' altro priva di artiglieria), aveva prescritto che nel settore della D ivisione solamente uno dei suoi battaglioni (del 277°) prendesse posizione sul Don ed un altro dello stesso reggimento rimanesse in secondo scaglione. Un altro battaglione ( del 278'') sarebbe stato impiegato in secondo scaglione alla Divisione Cuneense, il terzo (del 277°) era destinato alla difesa di Rossosc, due del 278° erano assegnati in secondo scaglione alla Divisione Tridentina. Nel settore della Vicenza (già della fulia) sarebbero affluiti invece:
l
-
dalla Tridentina, i battaglioni alpini Vestone e Morbegno;
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dalla Cuneense, il battaglione alpini Pieve di Teco.
Per dotare la Divisione Vicenza dell'artiglieria di piccolo calibro, le venivano assegnati due gruppi da 75/ 27 (su due batterie) del reggimento artiglieria a cavallo, mentre rimanevano nel settore i rinforzi delle altre artiglierie di Corpo d'Armata e d'Armata. I provvedimenti adottati erano resi necessari non soltanto dall'esigenza di colmare le lacune organiche della Vicenza, ma anche perché la Divisione lasciava a desiderare perfino nell a stessa composizione dei suoi battaglioni, formati dai centri di mobilitaz ione in Italia con personale di troppo diverse origini (marinai , avieri , artiglieri), con un inquadramento non ciel tutto adatto ai compiti ultimamente ricevuti. Nel centro logistico di Kantemirovka si era determinata una situazione molto complessa. Per il continuo afflusso di personale, automezzi, salmerie, carreggio e slitte e per l'impossibilità del locale
La seconda battaglia difcnsiva del D on
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Comando di tappa d i dare ordine conveniente a tutto quel movimento straord inario, la cittadina era rimasta bloccata. Tutti cercavano ricovero, rancio caldo, viveri di conforto, mentre la possibilità di somministrarli era limitata e non poteva essere soddisfatta contemporaneamente. Q uegli uomini, del cui numero non si hanno dati precisi, ma che poteva variare da un minimo di 3 .000 ad un massimo di 6 .000, inquadrati dai loro di retti comandanti, a seconda del frazionamento nei caposalcli, avevano perduto l'abitudine a vivere nell'ambito dell'unità superiore e si erano mossi come si trovavano, raccolti in piccole unit~, non alla rinfusa. Una gran parte era giunta a Kantemirovka soltanto perché non aveva trovato ricetto nelle altre località, mentre cercava di sottrarsi alla rigidissima temperatura. Il Comandante del II Corpo d'Armata domandava al Comando d 'Armata la designazione di località idonee al decentramento di quella massa, anche per favorirne un primo conteggio, distinguendola per unità, facendo seguire il riordinamento organico. Aggiungeva il proprio parere che Kantem irovka non fosse idonea allo scopo, perché situata nelle retrovie del XXXV Corpo d'Armata e sede di base d'Intendenza. Infine, se T aly fosse caduta, la località sarebbe risultata ancor più inad atta. Prevedeva come possibile la ricostituzione di tre battaglioni fucilieri di circa 900 uomini l'uno con una trentina d'ufficiali: uno per ognuna delle Divisioni Ravenna e Cosseria, uno per le unità di Corpo d'Armata e di Armata, fo rmati su q uattro compagnie di quattro plotoni ciascuna, rispettando fino a che fosse possibile le provenienze organiche, affin ché fosse più agevole l'affi atamen to. Proponeva che i reparti approntati si tras fe rissero al più presto : - a Novo Markovka , la Divisione Ravenna, entro le ore 12 del giorno 19; - a Sofievka, la Divisione Cosseria, entro le ore r8 del giorno r9; - a Nikolskoje, le uni tà di Corpo d'Armata e d'Armata, entro le ore 18 del giorno 19. Le proposte erano tutte accolte dal Comando d'Armata, che insisteva sull 'urgenza di rimandare in linea i reparti appena ricostituiti. Sarebbe stato molto difficile, però, trovare reparti efficienti fra quelle truppe, presso le quali tutto faceva difetto, armi, dotazioni di reparto, mezzi di trasporto, equipaggiamen to e per.fino, in taluni casi, armamento individuale.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Alle ore 15 il Comando d'Armata disponeva la cessazione della dipendenza operativa della 298" Divisione dal II Corpo ed il suo ritorno al XXXV - CSIR. Nel pomeriggio si presentava al Comando del II Corpo d 'Armata il Comandante del gruppo tedesco Fegelein, giunto nel settore prima della sua unità. Il Generale Zanghieri lo orientava su un'ipotesi di impiego offensivo diretto a stabilire il contatto, attraverso la valle del Boguciar, con la 298" Divisione. 11 comandante tedesco accettava l'idea della cooperazione, purché fosse rispettata l'autonomia della sua unità. Alle 16,30 il Comandante dell'Armata avvertiva che, nella stessa giornata, si sarebbe stabilito a Kantemirovka il Comando del XXIV Corpo d'Annata corazzato tedesco per assumere i I comando sulla 298" Divisione e su tutte le altre unità tedesche impiegate nei settori dei Corpi d'Armata II ed Alpino, come di quelle in corso di affluenza. Riserva di ordin i per l'inserimento tattico. Il II Corpo perdeva così il comando non solo sulle unità tedesche, ma anche su quelle italiane, date in rinforzo ai tedeschi, pur conservando la responsabilità operativa del settore. Il Comando d'Annata poneva in stato d'allarme i presidi di Malcevskaja, T certkovo, Kantemirovka, Rossosc, Jevdakovo, Millcrovo, affinché attuassero i loro progetti di difesa, evitando di ricorrere alle unità in transito. Il presidio di Taly, a corto di munizioni , veniva attaccato nel pomeriggio, e più forte mente nelle prime ore della notte. Alla fine della giornata : - la 385" Divisione teneva la linea da Novo Kalitva ad lvanovka; - a Novo Kalitva la continua azione del nemico era stata sempre respinta dal fuoco e dai contrassal ti del I e del Il/ 89°, rinforzati dal battaglione alpini Mon dovì, inviato dalla Divisione Cuneense. Particolarmente violenti erano stati gli attacchi tra le ore 13 e
le 16;
- all'imbrunire una forte colonna sovietica di fanteria e corazzati era entrata a Z apkovo; - i reparti circondati a sud di Deresovka erano rientrati nelle linee combattendo e portando seco le armi pesanti ; - sulla destra della 385" operava una parte della razzata; -
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mancavano notizie sulla situazione d i Sorkj e Dolgj;
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La seconda bartaglia di/ensiva del D on
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- le perdite complessive erano state molto elevate; - era iniziato l'arrivo dei reparti della 387" Divisione e del gruppo Fegelein. r RO?\TE DEL
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CORPO n' ARMATA - C SIR.
298" Divisione tedesca.
Dopo aver lasciato le posizioni sul Don fuori del contatto col nemico ed avere ripiegato sulla sponda destra della Levaja, tra il Don e Racltscenskoje, nelle prime ore della sera era venuta in contatto con elementi di fanteria russa e di cavalleria mongola. Lo schieramento della Di visione si collegava a destra, per mezzo del gruppo Capizzi , con la Pasubio (III/79"). La valle della Levaja era ormai in possesso del nemico.
Dit isione Parnbio. Fino dall'alba la 38" Divisione Guardie riprendeva gli attacchi contro le posizioni di riva destra del Don, a cavallo del Gluboki Sch lucht (III / 79°). Gli attacchi, dieci nella giornata, malgrado alterne vicende , non ottenevano sostanziale successo, essendo stato perd uto un solo caposaldo. Una forte azione contro le posizioni centrali di q. 2 0J , 1 , tenute dal battaglione del 525° granatieri e dal raggruppamento 3 Gennaio, era stata nettamente respinta con gravissime perdite del nemico. Nel settore di destra (80° fanteria) gli attacchi erano stati stronca! i dall'artiglieria. A Monastirscina, il I/80", sempre accerchiato, continuava a resistere. Al margine di destra del settore era comparsa una unità di cavalleria sovietica. La Divisione aveva ricevuto in rinforzo un'altra compagnia artieri, la 16'' compagnia ch imica e la T~ compagnia motociclisti. 1
FRONTE T).EL
XXIX
CORPO n'ARMATA
TEOEsco.
Divisione Torino.
Per tutta la giornata durava il contrattacco per la riconquista della q. 162,9, al limite di settore di sinistra con la Pasubio . Jl trasferimento del III/82" all 'ala sinistra aveva aggravato la situazione. Il nemico era riuscito ad occupare alcuni centri di fuoco, ma un contrassalto aveva ristabilito la situazione.
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18 Dic.
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Unita' ancora sul DO N Linea di ripi egam. del 18-Xll Unita· in affl.ue~z.a Att acchi so v1et1c1
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Kantemirovka Meskof
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La seconda battaglia difensiva del Don
f Divisione Celere. Alle ore 3 aveva luogo un violento attacco al limite di settore divisionale con la Torino, mentre si verificava un forte bombardamento aereo su Meskof. Altri attacchi erano sviluppati e respinti nella notte, contro la destra del 3° bersaglieri cd in valle Tihaja. Il nemico faceva affluire nuove forze di fanteria, mortai ed artiglieria ed alle ore 7 riprendeva l'attacco su Birjukof e contro l'ala destra della Divisione, durato per l'intera giornata. Si del ineava lo sforzo per aggirare la destra del 3° bersaglieri, approfondire la penetrazione nella valle Tihaja e raggiungere Meskof. Verso mezzogiorno, nel settore di destra, il gruppo d'intervento Sforzesca (Vaccaro), con il III/ 53\ muovendo da Kalinovski , riconquistava le posizioni di q. 154,9, ma su di esse era subito contrattaccato, resistendovi per la restante parte dell a giornata. Divisione Sforzesca. Mentre le forze del gruppo d'intervento combattevano nel settore della Celere, il Comando del XXIX Corpo d'Armata emanava un ordine di ripiegamen to, da eseguire nella notte successiva, per schierarsi tra lo sbocco della Tihaja e la valle del T cir, raccordandosi a sinistra al gruppo Vaccaro, al quale era stato unito anche il XIII battaglione bersaglieri. Nella notte doveva essere raggiunta la linea da Merkulov a Verhnij Tokin, nella notte sul 20 la linea T ihaja - Tcir, fino a Gracev (escluso). 19 DICEMRl?Ii FR:oNTE DEL
Il CoRro o' ARMATA .
Durante la notte il Comando d'Armata rendeva formale il passaggio della responsabilità operativa dal Comando del II Cor po d'Armata italiano a quella del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco, stabili tosi a GoJaja, senza portar seco alcuna forza combattente. Con quell'ordine (Documento n. ro6) veniva .resa alle unita italiane non schierate la guida naturale per la ricostituzione, intesa quale mezzo per rendere loro le << caratteristiche di reparti combattenti)) , con lo scopo fi nale del reimpiego più sollecito possibile. Il Comando del XXIV Corpo si era immesso nelle funzioni senza formalità, anche contro le disposizioni dell'Armata, semplice-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 • 1943)
mente disinserendo i contatti telefonici tra il II Corpo e le Grandi Unità tedesche, con le qual i pure cooperavano unità italiane dello stesso II Corpo d 'Armata. I combattimen ti intorno a Taly proseguivano senza interruzioni. Il Generale Z angh ieri, in un colloquio telefonico con il Comandante del!' A rmata, ripeteva il concetto della non idoneità di Kantemirovka per il riorclinan,ento dei reparti, specialmente se fosse cessata la resistenza di T aly e prospettava l'eventualità di un trasferimento ad ovest, nella zon a d i Voroscilovgrad , oppure a nord , nelle retrovie de.I Corpo d'Armata Alpino. Il Generale Gariba ldi insisteva sull'urgente esigenza di alimentare i reparti in linea, da anteporre a q uella del riordinamento, anche se il provvedimento poteva essere attuato soltanto con drappelli eterogenei e raccogliticci. Comunq ue, a Kantemirovka erano in corso le operazioni per formare cd avviare nelle località e nei tempi previsti i tre blocchi stabiliti il giorno precedente. Tutti sapevano che i sovietici stavano avanzando, ma la precisa segnalazione che carri armati avversari si stavano dirigendo da Taly su Kantemirovka era giunta alle ore 8 circa del mattino. Quando le sagome dei carri arm ati sovietici si profilarono sulla collina sovrastante la stazione ferroviaria e si fermarono in osservazione, furono ritenute di mezzi tedeschi . M a le cannonate dirette su ll'abitato che brulicava di uomin i avevano subito ch iarito a tutti di chi si trattasse. Oltre ai numerosi soldati, sostavano nel vasto piazzale di Kantemirovka ci rca trecento automezzi pronti a partire e con i motori accesi a causa della temperatura bassissima. Le cannonate e le raffi.che di mitragliatrice dei carri provocarono sorpresa, disorientamento e panico. L a grande massa degli uomini sciamò velocemente dalla piazza, cercando scampo in ogni modo. Si verificò così una generale corsa agli automezzi, alcuni dei q uali partirono addirittura vuoti, per allontanarsi più in fretta. Abbandonarono caoticamen te Kantemirovka gruppi di automezzi stracarichi di uomini cd altri gruppi di soldati a piedi, che non avevano avuto modo di salire sugli autocarri. La disordin ata m assa si disperse successivamen te in rivoli verso Belovodsk, Starobelsk, Tcertkovo, Millerovo e su altri itinerari, in un generale framm ischiamento di miiitari di ogni provenienza, finiti poi nelle località e nei reparti più impensati. Fu abbandonato armamento, equipaggiamento ed ogn i cosa ingorn brante che avrebbe potuto rallentare il movimento.
La seconda battaglia difensiva del Do11
Analogo fen omeno era avvenuto alla stazione ferroviaria, ove erano in sosta treni già carichi di personale in attesa di partire. I pochi rimasti, in gran parte ufficiali, si aggiravano nell'abitato, nell'intento di portare ordine fra coloro che erano ancora incerti sul da farsi, fatti segno del fuoco di elementi nemici che ormai percorrevano le strade semideserte. Qualche ufficiale era riuscito a ricuperare un automezzo ed a superare la colonna degli uomini a piedi , per mettersene alla testa e riportarli nell'ambito disciplinare ed organico. A Belovodsk, parte dei fan ti del 38° era stata riportata all'ordi ne ed aveva preso posizione a difesa della base logistica. Il giorno successivo si era ordinatamente trasferita a Voroscilovgrad. Unità e personale rimasti in Kantemirovka, sotto la guida del Capo di Stato Maggiore dell'Intendenza, riprendevano la normale attività, prima fra tutte quella dello sgombero su Voroscilovgrad degli ospedali da campo e dei più uti li material i dei magazzini d'Intendenza. La vita dell 'abitato era resa più difficile dall'azione dei partigiani, operanti in nuclei. L 'episodio di Kantemirovka, che, nel rispetto della verità attestata da testimonianze dirette, si è qui narrato senza eufemismi e senza artifizi dialettici miranti a mascherare la poco edificante realtà della vicenda, è stato e resta un fatto isolato della campagna italiana in Russia. Esso non deve perciò portare a gratuite generalizzaz ioni, anche perché coinvolse meno del due per cento della forza complessiva impegnata nella seconda battaglia difensiva del Don. Senza indulgere per n ulla sul comportamento di quei soldati , occorre tuttavia considerare che provenivano tutti da una impari lotta durata circa dieci giorni, lotta che li aveva esauriti nel fisico e nel morale e li aveva resi ormai incapaci di ogni reazione. A ciò si aggiunga la chiara consapevolezza di ciascuno che nemmeno il sacrificio di tutti gli uomini dell' Armata sarebbe bastato ad arrestare la travolgente valanga di ferro e di fuoco, che poneva, tra l'altro, di fro nte ad ogni soldato italiano del settore investito non meno di cinque soldati russi. Per il Comando del II Corpo si riaffacciava in modo ancor più pressante il problema della riorganizzazione dei reparti e della loro ricostituzione, fatta seguire possibilmente da una fase di ripresa
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
morale e di efficienza operativa. Ma ogni proposito in tal senso sembrava urtare contro la volontà del Comando d' Armata, che richiedeva l'immediato reimpiego degli uomini. La situazione a Taly rirnaneva grave: le riserve di ogni genere andavano esaurendosi, gli attacchi continuavano, i reparti tedesch i poco si prestavano ormai alla cooperazione. Nelle ore pomeridiane il Comando d'Armata ordinava al Generale Dupont, Comandante della Ravenna, di farsi sostituire nel comando della difesa di Taly dai tedeschi e di rientrare con tutte le unità italiane. Verso la fine del pomeriggio era in atto presso il XXIV Corpo la seguente situazione : - il fronte della 385" Divisione era stato rotto, ma era tenuta la linea alture ad ovest di Novo Kalitva - q. 176 - q. 209 (sud - ovest di Ivanovka); - il gruppo Fegelein stava costituendo la linea : Deresovatka - Atamanski - Scclobok, per collegare la 385" con Taly, tuttora difesa.
11 XXIV Corpo intendeva conservarè quella linea, evidente1nente a copertura della ferrovia Rossosc - Millerovo. Frattanto la Cosseria raccoglieva a tergo della Cuneense i propri reparti ancora provenienti da est, attendeva il rientro del 90" fanteria defluito a Kantemirovka e si sarebbe dislocata nella zona di Pelagejevka. Tre battaglioni della Julia stavano per congiungersi con il gruppo d'intervento. FRONTE
DEL
XXXV CoRPO n' ARMATA - CSIR.
La situazione non aveva subito sensibili variazion i d urante la notte, essendo riconfermato l'ordine di resistenza in posto, per limitare la breccia al corso del Boguciar. Alle ore J2 il Comandante del Corpo d 'Armata apprendeva presso il Comando della 298''. Divisione tedesca che il. Comando cl ' Armata aveva disposto il trasferimento di questa agli ordini del XXIV Corpo corazzato tedesco ed il suo ripiegamento sulla sponda destra della Tiha ja. Al XXXV Corpo sarebbe ri masta la sola D ivisione Pasubio. l carri armati sovietici effettuavano una puntata anche su T certkovo, dove il presidio italiano (unità complementi per la 3" Celere appena giunte dall'Italia e servizi d'Intendenza) respingeva l'attac-
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La seconda battaglia difensiva del Don
------- - - - - - - - - - ------------ - 31 -1 co, dando inizio alla resistenza che, alimentata da forze italiane tedesche, sarebbe durata per q uasi un mese.
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298° Divisione tedesca. Non era stata attaccata sulle posizioni occupate il giorno precedente e continuava a disporre anche del gruppo Capizzi (circa due battaglioni della Rar1cnna, con elementi di rinforzo), di due battaglioni del 79° fanteri a e di un battaglione di formazione del genio . Alle ore 12 passava alle dipen denze del XXIV Cor po corazzato tedesco.
Divisione Pasubio. D urante la notte conteneva la forte pressione del nemico. L'usura dei reparti era tale che le forze congiunte del 79" fanteria e del IX battaglione mortai divisionale ammontavano complessivamente a 659 uomini, dei quali 38 ufficiali. Le restanti uni tà non erano in migliori condizioni. Alle ore 12,30 il Generale Zingales, Comandante del C'_.,0rpo d'Armata, recatosi presso il Comando della Divisione, comunicava l'ordine, poco prima ricevuto, di ripiegare verso sud, sulla spond a destra della Tihaja, tra Verchnjakovski e Nasarov. Sulla destra non era stato possibile stabilire il collegamento con la Torino . FROl\"TE DEL
XXIX
CoRPO o'AK\.fATA TEDESCO.
Anche per questa Grande Unità continuava a vigere l'ord ine di resistenza sul posto, sebbene gli avvenimenti della giornata precedente presso le tre Divisioni ne avessero infirmata la validità, ma alle ore 10 il Comando d' Armata ord inava l'arretramento sulla seconda posizione.
Divisione T orino. Rimaneva sul Don, anche se minacciata di aggiramento sulla destra, dove un attacco contro Surof era stato respinto; non aveva potuto collegarsi sulla sinistra con la J>asubio. Nelle retrovie divisionali, presso Kriniza, p-ià si combatteva contro infiltrazioni nemiche . l resti del III/82° dovevano ripiegare su Paseka, asserragliandovisi fronte a nord - ovest ; altro attacco era respinto a Suchoj Donez.
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Unita an.cor_a .sul 00~ I 19-XII Linea d1 rip1eg.a~. e Attacchi so-vlet1c1
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La seconda battaglia dife11.<iva del Don
J" Divisione Celere. Alle ore 6, non essendo giunti tutti gli attesi rinforzi, era stato preparato un contrattacco con le forze disponibili : il nemico, però, preveniva l'azione con forti attacchi sull a destra (6° bersaglieri) e nella zona a sud - ovest di Mrykin (3'' bersaglieri), con l'evidente scopo di progredire nella vaJle T ihaja, allargare la breccia tra i due reggimenti e cadere a tergo del 3° bersaglieri, puntando su Meskof. Alle ore 10 il 3° bersaglieri resisteva ancora sul Don, sebbene fortemente premuto di fron te e minacciato a tergo; i reparti posti a sbarramento della valle Tihaja stavano ripiegando da Birju kof su Mclovatyj , sotto la pressione nemica; Meskof era direttamente minacciata. Il Comando del XXIX Corpo d'Armata, alle ore 14, ordinava che tutte le unità ripiegassero sulla Tihaja, per assumere la difesa del settore Meskof - Provalsk ij , tra la Torino e la Sforzesca.
Divisione Sforzesca. I movimenti ordinati per raggiungere la linea intermedia di ripiegamento tra Merkulov e Verhnij Tokin e quella Tihaja - Tcir erano stati effettuati prima delle ore 4, realizzando il ricongiungimento con il gruppo Vaccaro. Questo, attaccato alle ore 5 da notevoli forze, resisteva sul posto fino alle ore 10 e si portava poi sulle alture a sud - est di Varvarin e ad est di Kalinovski.
C) RIPIEGAMENTO DEL CENTRO E DELLA DESTRA DELL' 8" ARMATA ( 19 -22 DICEMBRE)
(Disegno n. 40) Lo sfavorevole and amento assunto dalle operazion i sul fronte del II Corpo d'Armata, la ripresa offensiva contro il XXXV Corpo (Divisione Pasubio), l'estensione degli attacchi a tutto il fronte del XXIX Corpo d'Armata tedesco cd il peggioramento della situazione sul fronte della contigua 3" Armata romena avevano indotto il Generale Gariboldi a prospettare al Comando del Gruppo di Armate « B », fino dal 17 dicembre, la necessità di un sensibile arretramento dell a linea per ricostitu ire una nuova difesa continua. Il logoramento delle Divisioni itali ane di prima schiera aveva maggiormente ridotto le loro già limitate disponibilità organiche,
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L e operazioni delle unità italiane al fronte russo (1 941 - 1943)
.l'afflusso di unità fresche da tergo (385• Divisione tedesca e minori reparti italiani e tedeschi) era servito solamente ad alimentare la lotta nella prima fase della battaglia, l'arrivo di altre Grandi Unità (Divisione Julia e 387" Divisione tedesca) era preannunciato ed in corso cli esecuzione, ma non offriva possibilità di pronto intervento a massa. Pertanto, per la nuova linea di resistenza doveva essere studiato un andamento meno esteso del precedente, che seguiva il corso del Don in ogni sua tortuosità. Era stato orientativamente proposto cli seguire l'andamento della linea ferroviaria Rossosc Millerovo, lasciando invariato il fronte intatto del Corpo d'Armata Alpino e, proseguendolo verso sud, trovare il collegamento con il Gruppo Armate Don, che stava combattendo per congiungersi con la 6' Armata tedesca isolata da circa un mese presso Stalingrado. La proposta non era stata accettata, in quanto il Comando del Gruppo di Armate « B », in conformità alle disposizioni del Comando Supremo tedesco, aveva seguito il criterio di cedere terreno quanto meno fosse possibile. D 'altra parte l'interpretazione errata che il Comando della 298" Divisione aveva dato tra il 17 ed il r8 dicembre agli ordini di ritirare sul Boguciar la propria ala sinistra, lasciando invece aperta la valle, non potuta sbarrare dalla resistenza del modesto presidio cli Taly, aveva consentito alle forze corazzate sovietiche cli raggiungere ed interrompere a Kantemirovka la ferrovia che teoricamente si sarebbe voluto coprire. L'offensiva contro la Pasubio e contro il XXIX Corpo tedesco , specialmente contro la 3" Divisione Celere, stava conseguendo nuovi risultati. Il giorno r8 il Comando di Armata aveva di nuovo prospettato la necessità di un arretramento delle Grandi Unità, per impedire che la loro distruzione imminente giovasse al nemico per aprire una più vasta breccia. Ma la risposta « il Fiihrer vuole che si resista ad oltranza » portava i rapporti dal piano di una razionale discussione a quello fideistico. Solamente l'aggravamento della situazione - determinato congiuntamente dall'episodio di Kantemirovka, dall'ulteriore flessione della linea del XXIX Corpo tedesco e dai negativi avvenimenti verificatisi presso la 3" Armata romena - inducevano il Comando del Gruppo di Armate « B )> a disporre, alle ore 15 del 19 dicembre, il ripiegamento delle Grandi Unità operanti a sud del Corpo d'Armata Alpino, affinché fosse possibile costituire una linea arretrata sull'asse Tic.ho Sciuravskaja - Meskof - valle Tcir.
La seconda battaglia dife11siva del Don
19 DICEMBRE (ORE POMERIDIAN E) FRo><'TE DEL CoRPO n'AR)MTA ALrr::-.io
(24).
Si stava procedendo alla sostituzione della Divisione / ulia con I'inserimento al suo posto della Divisione Vicenza. Lo schieramento di estrema destra del Corpo d'Armata, e particolarmente le posizioni tenute a Staro Kalitva dalla Divisione Cuneense, subivano violenti bombardamen ti aerei. L'artiglieria controaerea abbatteva due apparecchi nemici e ne danneggiava gravemente altri quattro. Il battaglione Saluzzo (estrema destra del settore Cuneense) interveniva in un contrattacco al limite di settore, cooperando con i resti del II e III/89° fan teria (Divisione Cosseria), che tuttora resistevano nella zona di Novo Kalitva. Il gruppo d'intervento Ju!ict era impiegato dal XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco nella zon a di Kriniscnaja - Selenj Jar lvanovka.
II CORPO
D'ARMATA.
Aveva in corso il riordinamento delle unit~1 e non aveva responsabilità operative. FRONTE DEL
XXIV
CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO.
Il nemico continuava la propria pressione sul fronte tra Novo Kalitva ed Ivanovka, dove l'azione del) 'avversario era validamente contrastata dalla difesa, consolidata dall'affluenza del gruppo d'intervento Julia e del gruppo Fegelein. Continuava la resistenza di
Taly. Era stata assegnata al XXIV Corpo d'Armata la 298" Divisione, già inquadrata nel XXXV e nel II Corpo italiano. SqrnRE
DEL
XXXV CoRPo o'ARMATA - CSIR.
Era data esecuzione agl i ordini di ripiegamento, m a si profilava sempre più la minaccia sulle retrovie, portata da consistenti punte corazzate sovietiche nella valle Levaja. (24) Si continuerà a fare uso della dizione « fro nte » solamente quando le unità schierate mantengono una linea continua. Si userà la dizio ne << settore » quando le unità eseguono movimenti senza mantenere una linea conti nua.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
Durante l'esecuzione dell'ordine di ripiegamento sulla linea Radtscenskoje - Medova - Karasejev - Meskof - Provalski - Napolof Gracev, una puntata di mezzi corazzati sovietici, giunta fino a Kriniza, rendeva superato il provvedimento in atto. Alle ore r5, dopo nuovi ordini del Comando del Gruppo di Armate « B >i, il Comando dell'8" Armata disponeva per l'occupazione della nuova linea più arretrata : Ticho Sciuravskaja - Meskof - valle Tcir, intendendo costituire su di essa due pilastri, essenziali ai fini della difesa: -
a Ticho Sciuravskaja, con le unità dell'ala sinistra della
298' Divisione; -
a Meskof, con il gruppo Schuldt.
Inoltre, per colmare la falla determinatasi tra le ali interne dei Corpi cl' Armata XXXV - CSIR e XXIX tedesco, disponeva che il non ancora giunto terzo reggimento di fanteria della 385° Divisione venisse sbarcato dai treni alla stazione ferroviaria di Tcertkovo.
Divisione Pasubio. Verso le ore 13 riceveva l'ordine di ripiegare a sud e raggiungere la sponda destra della Tihaja, tra Verchnjakovski e N asarov, per prendervi posizione fronte a nord, passando per Karasejev e Michailovka. La stessa sera, verso le ore 21, l'ordine veniva mutato in quello dì radunarsi nella zona Arbusov - Abakusc n. 2 - Alexejevo Losovskaja, per organizzarvisi a caposaldo, con difesa particolarmente attiva verso ovest, soprattutto in funzione controcarro, così da proteggere il fianco sinistro delle Divisioni che, frattanto, dovevano schierarsi sulla Tihaja. La generale scarsità dei carburanti determinava l'ordine di abbandono di una parte dei restanti pezzi d 'artiglieria, previa inutilizzazione. Le difficoltà del percorso accrescevano le perdite ed alla sera rimanevano alla colonna solamente 4 pezzi da 75/27 dell'8° artiglieria. I serventi appiedati costituivano unità di formazione. SETTORE DEL
XXIX CoRPo D'ARMATA TEDESCO (unità in ripiegamento).
Divisione Torino. Aveva ricevuto l'ordine di schierarsi anch'essa sulla Tihaja, raggiungendo Meskof con movimento a scaglioni successivi, transi-
La seconda battaglia difensiva del Don
tando per K alminkof e trasmettendo l'ordine di ripiegamento anche al 3° reggimento bersaglieri, schierato alla sua des tra ed isolato dal Comando della 3"' Divisione Celere. Alle ore 2r ,30 l'ordine veniva m utato d al Comando del XXIX Corpo d'Armata tedesco in quello di proseguire il ri piegamento verso sud - ovest. Alle ore 24 il collegamento telefonico con il Comando del XXIX Corpo veniva interrotto, né poteva essere tenuto via radio, in quanto l'Uffici ale di collegamento tedesco, di propria iniziativa, per avere sentito che elementi nemici si trovavano alle spalle della Divisione, aveva arbitrariamente d istrutto la sola stazione abilitata a mantenere quel collegamen to. Le forze in ripiegamento distruggevano due carri armati avversari nella zona di Mankovo Ka] itvenskaja.
J°
Divisione Celere.
I reparti assegnati in rinforzo alla Divisione non erano giunti . All'alba il nemico attaccava in forze, prevenendo un contrattacco predisposto dal 6° bersag lieri. Le unità avversarie riuscivano a penetrare nella valle T ihaja, mentre il Comando del XXIX Corpo d 'Armata ordinava di continuare a tenere la linea del Don, quando, con fan teria e carri armati, il nemico attaccava ormai Meskof, nelle retrovie della Divisione. Veniva tentato uno sbarramento della valle Tihaja, ma i collegamenti con la sinistra della Divisione erano interrotti . Alle ore 14 il Comando del XXIX Corpo ordinava il ripiegamento sulla linea della Tihaja, tra Mcskof e Provalskij . L'ordine di r ipiegamento doveva essere trasmesso al 3° bersaglieri tramite il Comando della Divisione Torino, che assumeva il reggimento alle proprie dipendenze. Il 3° bersaglieri si trovava isolato dal resto della Divisione. Esso occupava sul Don un settore d i 22 chilometri e disponeva, come riserva settoriale, d i due sole compagnie di fo rmazione, delle quali una comprendeva perfino un plotone di soldati di sanità, e l'altra era croata. Nella notte aveva dovuto abbandonare la linea del Don sotto la protezione dello scaglione di retroguardia e schierarsi sulla Tihaja, prendendo contatto con la sinistra della Torino a Meskov. Scarseggiavano le anni, poste fuori combattimento nei giorni precedenti, e le m unizioni, non più rifornite d a tergo. L'artiglieria aveva dovuto distruggere i p ropri pezzi per mancanza di carburante. Nel pomeriggio il Comando della Divisione, la Sezione di sanità, due Ospedali da campo ed un Nucleo chirurgico, la Sezione
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte ru.cso ( 194, - 1943)
di sussistenza, la Squadra panettieri, il Posto di avviamento munizioni divisionale, gli autoreparti e la Sezione carburanti e lubrificanti erano stati pressoché interamente distrutti da due attacchi di carri armati sovietici. Alle ore 24 nessuna notizia era pervenuta ancora sul ripiegamento del 3~ bersaglieri e della Legione croata, mentre permaneva la minaccia dei mezzi corazzati nemici a tergo della D ivisione, con provenienza da nord e da ovest. Alla stessa ora giungeva l'ordine del XXIX Corpo tedesco di non fermarsi sulla linea della Tihaja, ma di proseguire verso sud, in direzione di Kasciari, perché la strada Meskof - Diogtevo era tenuta da due corpi corazzati sovietici. Dopo questa comunicazione, il collegamento con il Comando del XXIX Corpo d 'Armata era interrotto. L a colonna del 6° bersaglieri distruggeva quattro carri armati sovietici.
Divisione Sforzesca. Mentre venivano eseguiti gli ultimi movimenti del ripiegamento ord inato dal XXIX Corpo d'Armata fi n dal giorno precedente, alle ore 23 giungeva un altro ordine secondo il quale Ja Divisione, già sopravanzata alle ali da numerosi mezzi corazzati nemici, non avrebbe dovuto più sch ierarsi sul Tcir, ma sfondare in direzione sud , verso N izne Boliscinskoj, distante circa sessanta chilometri. La scarsità di carburante costringeva a rinunziare al traino delle artiglierie con i trattori, a causa del loro elevato consumo, sostituendoli con autocarri. Successivamente, per la mancanza ciel carburante nei serbatoi, molti pezzi furono distrutti prima di essere abbandonati.
20 DICEMBRE
Nel settore dell'Armata presidiato dai Corpi d'Armata Alpino e XXIV corazzato fino a Golaja, non si verificavano avvenimenti di rilievo. Nel settore meridionale si svolgevano i previsti movimenti di ripiegamento verso sud, per sottrarre la maggior quantità possibile di forze all'accerchiamento nemico. Il Comando del Gruppo di Armate e< B >l, probabilmente ancora animato dalla speranza di difendere la ferrovia Rossosc - Millerovo (che alimentava il Gruppo di Armate Don), intendeva attuare una difes a delle alte valli Losovenka, Losovaja e T cir, sulla linea
La secondtl battaglia di/ensiva del Don
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q. 230 (est di Tatarski) - q. 206 (10 km a sud di Meskof) - Verhnij Cirski - Napolof - Gracev. Pertanto annullava un ordine di ripiegamento impartito dal XXIX Corpo e faceva ritornare sui propri passi Grandi Unità che avevano oltrepassato quelle posizioni. Ma lo sfavorevole andamento delle operazioni sul fronte della 3" Armata romena rendeva il progetto inattuabile. Inoltre disponeva che la Divisione Pasubio, come già la 298\ passasse alle dipendenze del XXIX Corpo d'Armata tedesco. FRONTE DEL CORPO 11' AR:v!ATA ALPINO.
Nel settore di destra, tenuto dalla Divisione Cuneense, le ultime forze dell a Divisione Cosseria (Il e Ill / 89°), ridotte ad un pugno di uomini, prive di munizioni, con poche armi automatiche, giunte al nono giorno di combatti mento continuo, passate alle dipendenze della Divisione Cuneense, erano da q uesta fatte ripiegare su Loschtschina e Rossosc cd avvi ate a Lisinovka, dove si riunivano agli altri resti della Cosseria. FRoKTE DEL
XXIV
CoRPo o'An:viATA CORAZZATO T EDEsco.
A sud del Corpo d'Armata Alpino, tra Novo Kalitva e T aly, la linea era pressoché continua ed in corso di rafforzamento; su quel fronte non si erano svolte azioni di particolare rilievo. SETTORI UEL
J
XXXV
E DEL
XXIX CoRvo
n'AR:viATA
TEDEsco.
Era in corso il ripiegamento di tutte le unità, disposto il giorno precedente. Nella parte occidentale del settore, il nemico proseguiva il movimento verso sud, raggiungendo Diogtevo con le proprie formazioni corazzate. In questa local ità giungevano il giorno seguente le altre unità nemiche provenienti da sud (settore della 3"' Armata romena), lungo la linea Astakof - Kasciari - Olchovj Rog. Era in tal modo completato l'accerchiamento dei due Corpi d'Armata. I movimenti di ripiegamento delle Grandi Unità dalle posizjoni difensive sul Don erano eseguiti dapprima su larga fro nte, contrastando la corrispondente avanzata del nemico; successivamente avveniva in colonne, che si muovevano su uno o più itinerari, secondo quanto era consentito dalle vicende del combattimento tra le contrapposte fanterie e dalle azioni dei carri nemici agenti sul tergo.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - I 943)
Tale situazione determinava per ciascuna delle Divisioni battute una diversa forma di ripiegamento. Qualche colonna riusciva a rimanere unita, qualche altra era ostacolata dalle forti infiltrazioni del nemico e dalle difficoltà di movimento, altra ancora, nell'ansia di trovare vie più agevoli, veniva a? essere formata fortuitamente da uomini delle più svariate provemenze. Si formavano, in tal modo, due blocchi principali in ritirata: - blocco nord: 298'' Divisione tedesca, gruppo Capizzi (Divisione Ravenna), aliquota della Divisione Pasubio, Divisione Torino ; - blocco sud: Comando del XXIX Corpo d 'Armata tedesco, Comando del XXXV Corpo d'Armata, aliquota della Divisione Pasubio, elementi vari di Corpo d'Armata, aliquote della 3" Divisione Celere, Divisione Sforzesca. 298" Divisione e gruppo Capizzi.
Si spostavano dalla zona Radtscenskoje - Teresckova alla zona Popovka - Makarof. Divisione Pasubio.
Durante la notte, numerosi suoi elementi, in prevalenza dell '800 fanteria, confluivano presso Popovka, sulla Divisione Torino , seguendo poi le sorti di quella Grande Unità. La marcia condotta per Popovka, Posdnjakof e Smirnovski, si concludeva a Scepilof, dopo avere coperto un percorso di circa 40 chilometri. Con la forza complessiva ridotta a circa 600 uomini e 4 pezzi della 9" batteria dell'8° reggimento artiglieria, la Divisione avrebbe dovuto schierarsi a difesa presso Scepilof, essendo ormai praticamente circondata dal nemico. Con la Divisione marciava il Comando del XXXV Corpo d'Armata. Divisione Torino.
All'alba, a Makarof, 1'82° fanteria con i rinforzi assegnatigli quando era schierato sul Don, si riuniva alla colonna della Divis10ne. Le notizie pervenute segnalavano la presenza di forze corazzate del nemico sulle più vicine strade. Su quelle battute dalla colonna divisionale, gli ingorghi causati dagli elementi corazzati e
La seconda battaglia di/emiva del Don
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motorizzati tedeschi ostacolavano il movimento, per Karasejev, su Popovka. In questa località la Divisione raccoglieva anche la colonna dell'81° fanteria e, così for mata, si univa ad una forte aliquota della 298° Divisione, rinforzata dal gnippo corazzato Haufmann (27" Divisione corazzata). La presenza di questo gruppo costituiva garanzia di appoggio nel ripiegamento ed offriva possibilità di collegamenti radiotelegrafici; pertanto il Comandante della Divisione decideva di aderire alla richiesta tedesca di J .ooo litri di carburante, che veniva prelevato dai mezzi italiani, a costo di sacrificare ulteriormente autocarri cd artiglieri.e disponibili . Verso le ore II Popovka era attaccata da carri armati nemici, ma erano respinti. Alla Torino veniva affidato il compito di costituire scaglione di retroguardia. Tale compito aveva inizio alle ore 22,30, dopo lo sfilamento delle altre forze . La marcia aveva luogo con le ordinarie misure di sicurezza, m a era ostacolata dal disordine portato da elementi eterogenei, uom ini, automezzi, carreggi e slitte che non potevano essere arrestati mediante posti di blocco, data l'assenza di passaggi obbligati .
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Divisione Celere.
Durante l'intera giornata non era stato possibile ottenere il collegamento con il 3° bersaglieri, con il 120" artiglieria, con la Legione croata e con i mezzi di rinforzo assegnati a queste unità. N elle pri me ore della sera il Comando della Divisione riusciva a collegarsi con i resti del 6° bersaglieri e del II / 120° arti glieria, in movimento da Makeievka a Popovka. Il 3° bersaglieri, con le unità di rin forzo, trovava il nemico già for temente insed iato a Meskof. Per sloggiarlo dalle posizioni che: esso occupava, si impegnavano in com battimento la Legione croata cd i battaglioni bersaglieri XX e XVllI. Una im portante altura era più volte conquistata e perduta. All'inizio della notte l'attacco veniva sospeso e la colonna ripiegava su Kalmikof, per non trascorrere la notte gelida all'add iaccio.
Divisione Sforzesca. Nelle prime ore del mattino l'intera colonna divisionale raggiungeva la li nea del Tcir e proseguiva verso sud , secondo l'ordine ricevuto dal Comando del XXIX Corpo d'Armata. Un bombardamento aereo nemico cagionava perdite notevoli.
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Giunta alle ore ro a Popovka, la colonna veniva raggiunta da un ordine contrario del XXIX Corpo, per cui era costretta a tornare sul T cir e prendervi posizione, senza trovare collegamento laterale. A sera quello schieramento era attaccato sui due fianchi dal nem ico, che veniva respinto subendo forti perdite in uomini e la distruzione di quattro carri armati. Durante la notte un 'altra azione di unità corazzate dell'avversario sfondava il non lontano fron te della 62" Divisione tedesca (Gruppo di Armate Don), raggiungendo Kamenka, dove elementi dell 'artiglieria della S forzesca lo respingevano, distruggendo altri tre carri armati ed infliggendo perdi te di uomini . 2/ DICEMRRE
li Comando del Gruppo di Armate « B », di fronte all'eviden te impossibilità di esecuzione dell'ordine di resistenza sulla linea indicata il giorno precedente, impartiva nuove disposizioni intese a : - arretrare le unità sulla linea Kalitva (25) - Diogtevo Verhnij Makejevka - Verhnij Grekovo, ancora idonea a coprire il fianco sinistro del Gruppo di Armate Don; - eliminare, con reparti ripiegati ed altri in corso di affluenza a Millerovo, le unità nemiche giunte fino a Diogtevo. Lo schieramento dell'Armata, in quel giorno, a seconda delle diverse situazioni poteva essere considerato così articolato : - schieramento settentrionale, con un fronte pressoché continuo, tenuto da : Corpo d'Armata Alpino, sulle vecchie posizioni da Bielogorje a Staro Kalitva; XXIV Corpo d'Armata corazzato, da Novo Kalitva a Golaja, con: .. 385" Di visione, da 1ovo Kalitva a Kriniscnaja (compreso il gruppo d'intervento Jr,1/ia) ; gruppo Fegelein, da Pervomajsk ad Atamanski ; resti della 27" Divisione corazzata, in zona di Kosj; 387" Divisione, in affluenza tra Lissenkovo e Golaja; Divisione / ulia, in seconda schiera nella zona cli Poddubnovka - Grigorjevka; (25) Altro corso d'acqua di nome simile, ma da non confondere con la Tciornaja Kalitva, limite meridionale del settoré del Corpo d'Armata Alpino.
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- settore centrale, tra Kantemirovka e Diogtevo, difeso da forze interva1late di varia consistenza e di diversa nazionalità dislocate a Malcevskaja, Tcertkovo, Gartmiscevka, Buhaievka e, più arretrate, a Bclovodsk; - settore meridionale, tra Diogtevo e Verhnij Grekovo, nel quale si trovavano il Comando del XXXV Corpo d'Armata (senza unità ai suoi ordini) e le unità sottoposte al XXIX Corpo d 'Armata tedesco: Divisioni Pasubio, Torino, 3a Celere, Sforzesca e 298"· tedesca, tutte in corso di ripiegamento verso la zona di Tcertkovo Diogtevo - Verhnij Makejevka. A Millerovo, con altri reparti minori tedeschi, era in afflu enza la 3" Divisione alpin a tedesca, destinata ad agire in cooperazione con la 298", contro le forze sovietiche di Diogtevo. La pressione frontale esercitata dalle unità nemiche, specialmente nel corso della fase di rottura del fronte, era alquanto diminuita, a causa delle gravissime perdite loro inflitte dalla difesa nelle giornate precedenti. L'avversario tendeva ad esercitare la sua azione frapponendosi, con forze corazzate e motorizzate, tra le unità in ripiegamento, favorito dagl i ampi spazi determinatisi nello schieramento centrale ed in quello meridionale.
298" Divisione tedesca.
I
E ra rimasta sempre unita al g ruppo Capizzi, della Ravenna, ed aveva fatto blocco anche con la Divisione Torino. Dopo una fa ticosa marcia notturna, all 'alba aveva raggiunto i pressi di Posdnjakof, dove trovava resistenza per superare la Tihaja. In questa locali tà, verso le ore 7, la retroguardia della Torino veniva attaccata contemporaneamente da nord - ovest e da sud - est da due battaglioni appoggiati da carri armati. Verso le ore 9,30, ormai sulla sponda destra della Tihaja, la colonna era nuovamente attaccata da fanterie, mentre i carri armati ne circondavano i margini come in un movimento di carosello. N elle ore meridiane il nemico preveniva la colonna, facendos i trovare schierato sopra un'altura, che la 298~ doveva attaccare, con il concorso di reparti italiani. La Torino veniva, a sua volta, attaccata a tergo; superate le posizioni nemiche, la colonna giungeva ad Arbusov, sostandovi per la notte.
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Divisione Pambio. Nella notte sul 21, nell'intento di sottrarsi alle circostanti forze nemiche, veniva ripresa la marcia in direzione sud, preceduta dall'esplorazione, condotta da elementi a cavallo, con quadrupedi tratti dal carreggio. Il movimento era ostacolato da uno scontro con il nemico presso Olchovski (26). Un nuovo scontro alle ore 7 era sostenuto presso Tihomirovski, ove gli italiani avevano la meglio contro una colonna motorizzata russa, che si ritirava dopo avere subito considerevoli perdite. Verso le ore 8,30, la colonna giungeva a Verhnij Makejevka, congiungendovisi con la colonna della Divisione Sforzesca.
Divisione Torino. Nella notte i reparti procedevano in ordine su Posdnjakof. Le difficoltà dell 'itinerario, svolto parzialmente fuori delle piste, imponevano l'abbandono di parte degli automezzi e delle artiglierie. Verso le ore 7, circa due battaglioni sovietici, provenienti uno da nord - ovest ed uno da sud - est, attaccavano la colonna, che reagiva con l'artiglieria e con un violento contrattacco del III /81 • fanter ia. A questa mossa il nemico rispondeva con l'intervento di carri armati, provocando considerevoli perdite. Solamente alle ore 9 poteva essere ripreso il movimento, che proseguiva attraverso gli abitati di Posdnjakof e Ticho Sciuravskaja. Ad ovest di Smirnovskij un nuovo sbarramento nemico veniva rotto dopo un'ora e mezza di lotta, ma, mentre la testa della colonna combatteva per aprirsi la strada, era attaccata anche la retroguardia e la conca di Arbusov poteva essere raggiunta soltanto alle ore 20. In questa località la Torino giungeva disponendo in tutto di tre pezzi da 75/ 27 e di quattro autocarri. Tutto il rimanente armamento pesante e l'autocarreggio erano andati perduti per mancanza di carbmante e per le difficoltà della marcia sulla neve e sul ghiaccio. Doveva essere richiesto, via radio della 298' Divisione tedesca, un urgente rifornimento aereo di viveri .
3a Divisione Celere. Il Comando della Divisione rimaneva separato dai reparti dipendenti e, dopo due giorni durante i quali non era riuscito a collegarsi con alcuno di essi, raggiungeva Forschstadt, sul Donez, e successivamente Voroscilovgrad. (26) Periva in esso il Generale Adriano Perrod, Comandante dell'artiglieria del XXXV Corpo d'Armata - CSIR.
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All'alba il Comando del 3° bersaglieri decideva di organizzarsi a difesa nell'abitato di Kalmikof, dove aveva trascorso la notte. Prima che avesse dato inizio alla sistemazione, il reggimento veniva attaccato da est e da sud da fort i conti ngenti di fanteria con mortai ed artiglieria di piccolo calibro. La lotta risultava frazionata in brevi ed isolati scontri. Dopo aspro combattimento l'i ntera colonna veniva circondata e catturata. Il 6" bersaglieri si era invece unito alla colonna della Divisione Sforzesca, della quale divideva le sorti .
Divisione Sforzesca. Nella notte una quindicina di carri armati attaccava Popovka e sei di ess i erano distrutti, men tre un nucleo di carabinieri respingeva la fante ria che li accompagnava. Intanto i reggimenti di fanteria ricevevano l'ordine di radunarsi a Verhnìj Cirski per riprendere il ripiegamento verso sud, passando dalla valle del Tcir a quella della Jablonovaja. Durante l'esecuzione dei movimenti il fianco sinistro del 53° fanteria era fortemente attaccato da carri armati verso le 18,30. Il combattimento durava circa due ore, con gravi perdite da entrambe le parti. La marcia con le misure dì sicurezza aveva appena avuto inizio verso le ore 23, quando un nuovo e più forte attacco di mezzi corazzati, sulla testa e sui fianch i della colonna, separava l'avanguardia (I/ 53°), che poteva tuttavia uscire dall'accerchiamento, dopo aspra lotta e dopo aver distrutto 6 carri armati . Il grosso della colonna (54° fanteria) restava chiuso nella morsa nemica, né poteva essere soccorso dal 6" bersaglieri, che veniva attaccato e respinto dai carri armati russi . A Verhnij Make jevka, dove si trovava il Comando della Divisione, giungevano il Comandante del XXXV Corpo d'Armata, con elementi del suo Comando e il Comando della Divisione Pasubio, con elementi del 79° fanterja. N ella notte la colonna, sganciatasi combattendo dal nemico, s1 portava a K jevskoje.
2 I - 22 DICEM!JRE
N elle giornate del 21 e del 22 dicembre, mentre sul fronte settentrionale del1 '8" Armata (Corpi Alpino e XXIV corazzato) si verificava un allentamento della press ione del nemico, nel settore meri-
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opera zioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
dionale l'azione delle unità corazzate e motorizzate sovietiche rendeva impossibile ogni tentativo di ricostituzione di un fronte da parte delle unità dei Corpi d 'Annata XXXV - CSIR e XXIX tedesco. I movimenti delle due Grandi Unità cessavano così di avere scopi tattici per esaurimen to della capacità operativa dei reparti. Esse avevano subito gravissime perdite ed erano pressoché prive di armamento, di munizioni, di carburanti e poco rifornite di viveri, alcuni dei quali er ano aviolanciati soltanto per le più impellenti necessità.
D) RICOSTITUZIONE D I UNA LINEA DIFENSIVA (23 DICEMBRE - 8 GENNAIO)
(vds. Disegno n. 40) Il Comando del Gruppo di Armate « 13 », nella giornata del
23 dicembre, mutava lo schieramento della propria ala destra, assegnandone la parte meridionale al gruppo F retter Pico (XXX Corpo d ' Armata tedesco) e restringendo sensi bilmente l'ampiezza del settore affidato all '8" Annata italiana, dando a questa il compito pr incipale « di ostacolare e ritardare quanto possibile una avanzata di ulteriori forze nemiche oltre la linea ferroviaria » Rossosc - Millerovo e di e< difendere in modo decisivo » il fronte sul Don tenuto dal Corpo d'Armata Alpino italiano fino a N ovo Kalitva e quello del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco da Novo Kalitva a Golaja. Su questo tratto erano schierate da nord a sud la Divisione Julia, la 385" tedesca, il gruppo Fegelein , la 27" corazzata tedesca e la 387" tedesca. .... A sud di Golaja, però, non tutto il territorio era stato abbandonato al nemico, poiché nelle località di Bugajevka, Gartmiscevka e Tcertkovo, tre isolati presidi italiani erano rim asti operanti. a contrastare l'avanzata delle forze avversarie, dando copertura al fi anco sinistro del gruppo Fretter Pico impegnato in azioni offensive contro Diogtevo. TI Comando d'Armata doveva eseguire il compito ricevuto, pu r non disponendo più: - del II Corpo d'Armata, ritirato dal fronte ed in corso di riordinamento nelle zone di Voroscilovgrad (Divisione Ravenna) e di Rossosc (Divisione Cosseria); - del XXXV Corpo d'Armata -CSIR, con le Divisioni Sforzesca, Pasubio, Torino e 3" Celere, rimaste tutte fuor i del nuovo
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limite meridionale del settore e che stavano faticosamente ripiegando verso il Donez. Era, però, in via d 'affluenza la I9" Divisione corazzata tedesca, destinata a schierarsi sulla destra del XXIV Corpo corazzato, rimanendo alle dirette dipendenze del Cornando d 'Armata. Alcuni suoi elementi avevano costituito presidi sulla nota linea ferroviaria e, quando fosse stato completato l'arrivo delle altre forze, l'intera Grande Unità avrebbe cooper ato alla nuova avanzata verso est. A tutte le forze tedesche dipendenti il Comando d'Armata impartiva i propri ordini nella giornata del 23. L a Divisione alpina Julia - come si è detto - aveva inviato con autotrasporto dal 18 dicembre il proprio gruppo d'intervento nel settore del II Corpo d 'Armata. I due battaglioni L'Aquila e Tolm ezzo, con le unità di rinforzo, avevano preso posizione a sud della Tciornaja Kalitva, tra Tovo Melniza ed Ivanovka (esclusa), a prolungamento verso sud della linea tenuta dalla Cuneense, raccordandosi a destra con la 385" Divisione tedesca. Su quelle posizioni era stato affiancato anche il battaglione Monte Cervino, già molto logorato. Gli altri reparti dell a Julia, non appena sos tituiti nel precedente schieramento, durante le giornate del 19, 20 e 2 1 avevano compiuto il non facile trasferimento a piedi, m arciando a ridosso delle posizioni dell a Cuneense. Già ne lla giornata del 20 il battaglione L'Aquila, del gruppo di intervento, sch ierato tra il quadrivio di Sclenj Jar ed Ivanovka, aveva respinto elementi esploranti del nemico. Al mattino del 2r un attacco sferrato da due battaglioni della 352a Divisione sovietica era stato anche respinto dallo stesso battaglione L'Aquila. Con uguali forze, all'alba del 22, l'attacco veniva violentemente ripetuto. T utta la Divisione era ormai schierata e poteva lanciare un immed iato contrattacco, sostenuto da soli quattro carri arm ati tedeschi. Entro le ore 15 la situazione era stata ristabilita. Alle ore 10, poco più a nord, il nemico muoveva all'attacco contro il battaglione Tolmezzo. Respinto, rinnovava il tentativo dopo due ore, con due battaglioni della 16?3 Divisione. uovamente respinto, era costretto ad interrompere l'azione al.le ore 15 con perdite fortissime. Nella giornata del 23 dicembre non avevano luogo azioni importanti. Il 24 dicembre veniva sciolto il gruppo d'intervento della Julia. 26. - U.S.
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Alle ore 5,15 il nemico attaccava il battaglione ·v al Cismon che, con il concorso di cinque semoventi tedeschi, respingeva con un contrattacco l'avversario oltre le sue posizioni di partenza, catturando prigionieri, armi e materiali. Verso le ore 9,30 dello stesso giorno, il battaglione Vicenza, appoggiato da sei carri armati tedeschi, contrattaccava il fianco destro di un grosso reparto sovietico che min acciava K riniscnaja, nel settore della 385a Divisione tedesca. L'azione dei russi era stroncata con gravi perdite. Alle ore 19 il battaglione Tolmezzo era nuovamente attaccato da due battaglioni sovietici, dopo brevissima e violentissim a azione d i fuoco, durante una vorticosa bufera di neve che batteva di fron te g li alpini, riducendone la visuale. Veniva respinto anche questo attacco, con il concorso dell'ar tiglieria della Cuneense. I pri gionieri catturati asserivano che l'azione russa aveva per obiettivo l'abitato di Komarof. La giornata d i Natale trascorreva relativamente calma. Alle ore 3 del 26 dicembre i sovietici attaccavano il fronte dei battaglioni Tolm ezzo e Val Cismon . Verso le ore 7 accentuavano gli sforzi su l Val Cismon , ottenendo parziali successi, annullati da un immediato contrassalto sostenuto da un plotone di carri armati tedeschi. Il Comandante del XXIV Corpo tedesco, esprimendo il suo compiacimen to, esteso anche alle artig lierie che avevano appoggiato l'azione (gruppi Conegliano, Val Piave e XXIII / 2° da 105/ 28), definiva gli alpini « molto aggressivi nell'attacco ». Le perdite erano state ingenti dall'una e dall'altra parte, per quella italiana aggravate dai congelamenti (64 nella sola 59" compagnia del battaglione Vicenza) . La lotta si protraeva sullo stesso terreno nelle giornate del 27 e del 28, in una alternanza di perdite e di riconquiste di posizioni che, però, alla sera del 28 erano tutte in m ano italiana. Le sole perdite per congelamento nella giornata del 28 ammontavano a 103. Nell a notte sul 29 e nella giornata seguente le compagnie in linea ven ivano sostituite da altre dei battaglioni Vicenza e Val Cismon . Il valoroso com portamento delJ 'intera Divisione era citato dal bolletti no di guerra del Gran Quartier Generale tedesco : <e Nei combattimenti della grande ansa del Don si è particolarmente distinta la Divisione alpina Julia ». All'alba del 30 dicembre, dopo lunga preparazione d 'artiglieria e con l' appoggio di 25 carri armati, il nemico attaccava n uovamente il fronte del battaglione Tolmezzo (6a compagnia), puntando sulla rotabile Novo Kalitva - Komarof. Contenuto in primo tempo dal
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preciso fuoco delle arm i automatiche e dell'artiglieria, l'attacco veniva ripreso verso le 6,30 con largo appoggio d'artiglieria e a ondate successive sem pre respinte. Alle ore 8 i russi erano costretti a ripiegare in disord ine. Frattanto l'operazione avversaria si estendeva verso sud contro le posizioni tenute dalla 385" Divisione (quota Cividale). A ncora il battaglione T olmezzo e le artiglierie italiane concorrevano all'az ione difensiva dei tedeschi, ma il nemico riusciva a conq uistare la posiz ione. Interveniva allora un contrattacco del battaglione Gemona che ristabiliva la situazio ne. La lotta durava per l'intera giornata su posizioni conquistate e perdute più volte. Anche le posizioni del 9° alpini (battaglione Vicenza), a cavallo della strada Deresovatka - Selenj Jar, erano violentemente attaccate fino dalle prime ore del mattino, da circa due battaglioni sovietici. Alle 7,30 comparivano sul campo della lotta, in appoggio alla fanteria sovietica, anche carri armati, dei q uali alcuni pesanti. 1 ella lotta ravvicinata quattro di essi erano posti fu ori combattimento. Verso le ore 10, poiché la situazione si era fatta critica anche sul fronte della 385" Divisione, veniva richiesto l'intervento aereo tedesco, effettuato alle u,45 ad ondate successive di tre apparecchi, che spezzonavano e mitragliavano le forze avversarie. Un con trattacco svolto dalla 59" compagnia del battaglione Vicenza a sud del quadrivio di Selenj Jar, appoggiato da 4 semoventi e 6 carri armati tedeschi , riusciva a respingere il nemico dopo lunga lotta; alle ore T8 la situazione era ristabi lita. Sospesa per alcune ore nottu rne, la lotta si riaccendeva il 31 d icembre prima dell'alba, nella stessa direzione del giorno precedente, e il nemico attaccava su due colonne (ciascuna circa di un battaglione) appoggiate da 18 carri armati. La difesa , nella quale erano stati inseriti anche gli artieri del III battaglione misto genio divisionale, dopo un ·primo successo nemico, conteneva l'attacco e, con un pronto contrattacco, alle 8,4.0 ristabiliva la situazione, infliggendo al nemico gravi perdite in uomini e carri armati. Un ritorno offensivo sovietico alle 12,45 era nuovamente respinto. Nei giorni T, 2 e 3 gennaio non veniva svolta importante attività operativa. Intensissima l'attività log istica per sos tenere la resistenza fisica dei combatten ti mediante distribuzioni straordinarie di viveri di conforto, calze d i lana, cappotti con pelliccia, mantelli mimetici. I tedeschi concorrevano con la distribuzione di calzature di feltro, mandate a prelevare nelle lontane retrov ie di Karkov e di Poltava.
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L'attività degli alpini era dedicata, nelle giornate di sosta, anche al perfezionamento dei lavori difensivi e della rete dei collegamenti. Nei giorni 4, 5 e 6 gennaio il combattimento era condotto essenzialmente per il possesso della « quota Cividale>>, situata nel settore tedesco. Partecipavano alla lotta, nella giornata del 4, prima la 20" compagnia ciel battaglione Cividale, che muoveva al contrassalto di propria iniziativa ; poi la 16', che suscitava l'ammirato plauso dei tedeschi per lo sprezzo del pericolo dimostrato. Alle azioni intervenivano anche le artiglierie del]a Cuneense. Il 5, ore 8,30, infiltrazioni nemiche a tergo della quota costringevano ad un temporaneo abbandono di essa, ma la situazione era ristabilita in tre ore. Nuovo attacco nemico respinto alle r + Alle 17, dopo un nuovo attacco, la quota tornava in possesso del nemico. Alle 8,30 del 6, la 76" compagnia (battagl ione Cividale), in concorso con un plotone ed alcuni carri armati tedeschi, ritornava sulla posizione catturando 45 prigionieri. Il battaglione Cividale tra morti e feriti aveva perduto 300 uomini. li nemico, esso pure molto provato, sospendeva l'azione per alcuni g10rn1. Il Comando del Gruppo di Armate « B >> aveva confermato all'8• Armata l'ordine di resistere in ogni modo all'avanzata nemica, articolando le azioni in base alla situazione di ciascun tratto del fronte: - resistenza rigida sulle pos1z10ni intatte del Corpo d' Armata Alpino, fino a N ovo Kalitva, e su quelle, assai meno consistenti, del XXIV Corpo corazzato, tra Novo Kalitva e Golaja; - resistenza temporeggiante e ritardatrice a sud di Golaja fino a Michailo Aleksandrovskji, azione da rendere sempre più statica e consistente con il sopraggiungere di nuove forze (19" Divisione corazzata) nella zona di Starobelsk - Bdovodsk - Novo Markovka, iniziato il 24 dicembre. Le necessità di prendere contatto sulla destra con il gruppo Fretter Pico, di sbloccare le forze italiane e tedesche assediate a Tcei:tkovo e quella:, meno impellente, ma non remota, di respingere l'avversario verso il Don, non consentivano l'impiego della 19" Divisione anche per estendere l'occupazione, come sarebbe stato utile, verso nord, per allinearsi con l'ala destra del XXIV Corpo
La seconda battaglitt difensiva del Don
d'Armata e per colmare la falla tra Golaja e Novo Markovka, ampia circa 40 chilometri. Poiché il Comando tedesco giudicava necessaria la ricostituzione di una linea continua, il compito fu assunto dal XXIV Corpo. Questo, dopo l'arrivo della Julia, del gruppo Fegelein e della 387" Divisione, non aveva ricevuto nuove forze, mentre per opporsi all'avanzata sovietica aveva veduto ridursi quelle esistenti. Per poter prolungare a sud la propria linea doveva necessariamente assottigliare lo schieramento in atto. Nella giornata del 26 dicembre raggiungeva Michailovka, in quelle del 27 e ciel 28 si spingeva ancora fino a Vissotscinof, sul parallelo di Kantemirovka, dimezzando così la falla, che rimaneva pur sempre ampia circa 20 chilometri. Un simile vuoto nello schieramen to permetteva ancora al nemico di operare a tergo dei due tronconi, lasciando aperta a nord la via di Valuijki alle spalle del Corpa d'Armata Alpino, mentre a sud esisteva analoga minaccia per il gruppo Fretter Pico. Il Comando d'Armata prospettava la pericolosa situazione al Comando del Gruppo di Annate « B » (Documento n. 107) e provvedeva direttamente, nel modesto limite delle sue possibilità, spostando il 2 gennaio le forze residue della Cosseria, in corso di riordinamento, dalla zona a sud - ovest di Rossosc a q uella di Rovenki . Il Comando del Gruppo di Armate, però, fidando più sulle presunte intenzioni del nemico che sulle forze a propria disposizione, decideva di alleggerire ulteriormente lo schieramen to del XXIV Corpo, sottraendogli le modestissime forze residue della 27" corazzata (già ridotte dall'allontanamento del gruppo Haufmann con la 298"' Divisione). Questa Grande Unità, nominalmente « corazzat2 », cessava, in pratica, di essere tale, ricevendo in rinforzo due « reggimenti di addestramento », incompletì nella preparazione alla guerra e nelle dotazioni; essi inoltre avrebbero conservato la dipendenza organica dalla loro originaria « Divisione d'addestramento » (Documento n. 108). Era, lJuesto, un altro sintomo della grave situazione in cui versava l'Esercito tedesco. La 27" Divisione, così ricostituita, prendeva posizione a sud di Vissotscinof, mentre il limite destro del XXIV Corpo veniva spostato a sud, sulla linea Kriniza - Nikolskoje - Tisckovka - Peski. Il 28 dicembre il nuovo schieramento era in atto; il XXIV Corpo d'Annata corazzato aveva così assolto il compito ricevuto. Tuttavia le unità erano stanche, gli effettivi ridotti, l'occupazione a sud di Golaja realizzata soltanto con caposaldi troppo distanziati, mancavano le riserve . In sostanza, gli ordini superiori erano stati eseguiti ma la situazione su quel tratto di fronte risultava sempre precaria.
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A sud del XXIV Corpo, la r9" Divisione corazzata, in un primo tempo, rinforzava i caposaldi di Novo Markovka e di Belovodsk, estendeva poi il proprio controllo a sud, nella valle del Derkul, dando protezione alla linea del Donez e coprendo Voroscilovgrad insieme con la retrostante zona minerario - industriale. Il Comando del Gruppo d'Armate progettava, frattanto , una azione congiunta tra la 19" corazzata e le forze del presidio di Tcertkovo, per dare al nemico, penetrato nella zona di Voloscino (settore Fretter Pico), la sensazione di essere accerchiato. Il Comando d 'Armata prospettava le difficoltà dell'operazione,, ma l'attuazione del progetto era ugualmente tentata il 29 dicembre : - la 19a Divisione raggiungeva soltanto la zona di Strelzovka, nella valle Kamyscnaja, a circa 25 chilometri da T certkovo; - il presidio assediato compiva la sua puntata verso ovest, progredendo di poco; il collegamento diretto, il rifornimento di viveri e munizioni, lo sgombero di arng1alati e feriti non potevano avere luogo, né in quel giorno, né in b n secondo tentativo compiuto ·1 o . \ 1 r gennaio. ', Dal 29 dicembre all'8 gennaio, l'avversario conduceva consistenti attacchi contro la r9" Divisione nella valle Kamiscnaja, infligge ndole un forte logorio, mentre stringeva sempre più da vicino i presidi assediati di Gartmiscevka e T certkovo.
E) PROSECUZIONE DEL RIPIEGAMENTO (23 DICEMBRE - 16 GEKNAIO)
Le unità del l'8" Armata italiana, che dal 19 dicembre erano in ritirata dalla linea del Don, formavano due b·locchi di forze in ripiegamento su altrettanti itinerari principali: - blocco sud; - blocco nord. Le un ità del II Corpo d'Armata ebbero sorte diversa, come precisato più avanti.
Bwcco sun. Si era venuto costituendo a Ki jevskoj, durante la giornata del dicembre, con elemen ti delle più varie provenienze, confluiti attorno al maggiore nucleo omogeneo della Sforzesca.
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La seconda battaglia difensiva del Don
Il più importante reparto che si era unito a questa Divisione era il 6° reggimento bersaglieri. Invece, gli uomini provenienti dal II Corpo d'Armata, dal XXXV - CSIR e dalle altre Divisioni italiane del XXIX Corpo tedesco, si erano riuniti e avevano costituito un 1'eggimento di form azione, denominato « Mazzocchi » dal nome del Comandante del 79° fanteria che ne teneva il comando. Questa nuova uni tà era costitu ita su tre battaglioni, che prendevano il nome dalle D ivisioni dalle quali proveniva la maggior parte del personale inquadrato : il battaglione I'asubio ragw;ruppava appartenenti al 79° fanteria e ad altri ventuno reparti delle Divisioni T orino, Ravenna, Celere, del Comando del XXXV Corpo e di altre unità e servizi di Corpo d 'Armata e d'Armata; - il II battaglione Celere (meno il 6° bersaglieri) inquadrava elementi provenienti da trentatré reparti delle Divisioni Ravenna e T orino, del Comando del XXXV Corpo e di altre unità e servizi cli Corpo d'Armata e d'Armata; - il III battaglione Sforzesca comprendeva tutti gl i elementi appiedati appartenenti all'omonima Divisione, non inquadrati nel loro reggimento o negli altri minori reparti. I battaglioni, formati dapprima su tre compagnie di tre plotoni, dovettero essere portati a quattro compagnie ciascuno, facendosi distinzione tra il personale provvisto dell'armamen to individuale e quello che ne era sprovvisto. Il reggimento era dotato del solo pezzo da 75/ 27 potuto portare in salvo dall'8" reggimento artiglieria della Pasubio, che era stato prima affiancato ai pezzi superstiti del 17" artiglieria della Sforzesca e poi restituito alla sua Divisione. Durante la giornata erano state respinte puntate cli mezzi corazzati avversari provenienti da Nizne Astachof. D ue carri armati erano stati distrutti . Nella notte sul 23 dicembre, il 6° reggimento bersaglieri rinforzato dalle artiglierie disponibili, sostituiva un gruppo tedesco nello sbarramento dell a valle Nagolnaja ad ovest cli Kievskoj, rimanendo sulle posizioni fin o all'imbru nire del giorno seguente e combattendo per l'intera giornata. Le rimanen ti unità raggiungevano Annensk ij, dove, per ordine del Comando dd XXIX Corpo tedesco, si organizzavano a caposaldo per difendersi dalle forze avversarie che occupavano la valle Nagolnaja. Ad Annenskij potevano congiungersi ai superstiti del 53° fanteria.
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Alle ore 5 del 24 dicembre la colonna si poneva in marcia su Krasnojarovka, occupata di forza alle ore 20 dal 6° bersagl ieri, che ne scacciava le forze sovietiche occupanti. La temperatura era scesa a - 35", aggravata da forte bufera di vento. La marcia terminava alle ore 5 del giorno di Natale. Durante la sosta, vuotati i serbatoi dalla benzin a, venivano distrutti col fuoco tutti gli automezzi ormai inservibili; il carburante ricuperato veniva destinato agli automezzi impiegati per il traino delle poche artiglierie superstiti od al trasporto di feriti e congelati. Il movimento previsto su Nizne Patmos veniva disdetto in quanto la strada era sbarrata dal nemico. Occorreva, pertanto, allungare l'itinerario con un aggiramento ad est. La marcia era ripresa alle ore 3 del 26 dicembre, con la temperatura di - 38°. Alle ore 12, tre aerei tedeschi bombardavano per errore la colonna infliggendole forti perdite. La località di tappa, Nizne Petrovskij, era occupata alle r5, dopo due ore di combattimento. Nelle ore meridiane del 27 dicembre era compiuto un breve spostamento verso ovest, fino a Nikolajevskij, per migliorare ~li alloggiamenti, ma non appena i reparti stavano sistemandovisi, alle ore 22 un ordine del XXIX Corpo ordinava la ripresa del movimento su Bolscioj Ternovyi, in valle Gnilaja. A mezzanotte, nella tormenta, veniva ripresa la marcia: disturbata, in coda, da attacchi di partigian i e, sul fianco destro, alle ore 4 del 28 dicembre, da reparti regolari sovietici. Alle ore 5,30, quando Bolscioj Ternovyi distava ormai soltanto 3 chilometri, un aereo tedesco lanciava un messaggio sulla colonna. Era una carta 1: 300.000, con il segno di una forte occupazione nemica a Bolscioj T crnovyi e con l'indicazione di un nuovo itinerario fino a Skassirskaja, occupata da forze tedesche. Si sarebbe trattato, però, di coprire una nuova tappa di altri 40 chilometri, in aggiun ta ai 35 appena percors i, portando la distanza complessiva a 75 ch ilome tri senza soste intermed ie, fuori delle piste, nelle descritte condizioni ambientali. La mancanza assoluta di carburante determi nava un ulteriore sacrificio di automezzi e di bocche da fuoco. Carri armati sovietici attaccavano la colonna in testa ed in coda e tre di essi erano distrutti dalla poca artiglieria rimasta. Le perdite di uomini, per esaurimento e per congelamento, si moltiplicavano. Alla mezzanotte del 28 era final mente raggi unto lo schieramen to tedesco. L'affo llamento ai varchi per raggiungere più presto
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la salvezza ed il riposo, faceva sì che alcuni uomini uscissero dai limiti stabiliti e ri manessero vittime dei campi minati predisposti a difesa. I superstiti si raccoglievano nella zona Michajlovskij - Nadeshovka, e vi sostavano per l'intera giornata del 29 . Al mattino del 30 dicembre il movimento sembrava svolgersi regolarmente, quando una puntata di carri armati sovietici si abbatteva su unità romene unitesi alla colonna italiana. Le unità italiane non ancora incolonnate dovevano adottare misure di emergenza per arrestare il disordinato flusso del numeroso carreggio romeno e riuscivano anche a distrug~ere tre carri armati del nemico. li movimento veniva ripreso all'i mbruni re; verso le ore 22 la colonna, ormai composta di soli italiani, raggiungeva Gorodjanka e Tessa Ulof. In quest'ultima località il Comando dell a Sforzesca riconsegnava ai reggimenti le r ispettive bandiere, precedentemente ritirate per meglio assicurarne la conservazione. Inoltre il Comandante del XXIX Corpo d'Armata, Generale von Obstfelder, si recava a salutare i reparti italiani che lasciavano la Grande Unità tedesca ed crnanav~ un Ordine del Giorno di commiato e di ringraziamento (Documento n. 109). Il 1° gennaio la colonna si spostava ad Ust Provalsk ij, dove sostava per un giorno. Il 3 raggiungeva Forschstadt, sul Donez . Di là, .finalmente, i reparti erano trasportati per ferrovia a Rykovo, dove si raccoglievano il 5 gennaw. BLOCCO 1'0RD.
Per tutta la giornata del 22 dicembre, le un ità sovietiche, occupando le altu re circostanti, avevano accerchiato la conca di Arbusov, nella quale si erano raccolti i reparti italiani della Divisione Torino, del gruppo Capizzi, di un'aliquota della Pasubio e quelli tedeschi della 298" Divisione. Nella notte l'avversario premeva le unità assediate concentrando il fuoco di armi automatiche, mortai, lanciarazzi ed artiglierie sul facile bersaglio degli uomini all'addiaccio; le abitaz ioni erano state tutte occupate dai tedeschi, giunti per prim i. Sempre nel corso della notte si r iordinavano i reparti, raccogliendo coloro che erano in grado di combattere, mentre venivano condotti contrassalti, che smorzavano l'aggressività del nem ico. Il Comando tedesco decideva di effettuare alle ore 7 un 'azione tendente ad allontanare la stretta dell'avversario. Il grosso dei re-
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parti italiani sopravanzava nell'azione quelli tedeschi attaccanti, irrompeva nelle linee sovietiche e le respingeva, conseguendo lo scopo dell'operazione. Furono catturati molti prigionieri, armi e munizioni, ma molti furono tra gli attaccanti italiani i morti ed i feriti, questi ultimi dovuti tenere all'aperto per le difficoltà poste dai tedeschi della 298" a cedere, anche in parte, le costruzioni da essi occupate. L'azione di fuoco del nemico con ti nuava, provocando altre forti perdite. A sera il Comando tedesco ordinava l'abbandono delle lince raggiunte al mattino dagl i italiani. Il 2 3 dicembre, data la situazione, il Com andante della Torino ordinava l'incenerimento delle band iere reggimentali, per evitarne la possibile cattura. La violenza dell'azione di fuoco avvcrsana cresceva di giorno in giorno con l'impiego di bocche da fuoco di maggiore poten za. Le operazioni di riordinamento intese a conferire ai reparti di for mazione la maggiore possibile organici tà, e quindi un rendimento migliore, venivano turbare dalla perentoria richiesta tedesca tendente ad ottenere immed iatamente r4 reparti di formazione italiani di circa 100 uomini, da impiegare nella difesa dei settori comandati dai Generali italiani Ca pizzi (Ravenna) e Rossi (Torino). Alla sera tutti i comandanti italiani erano invitati a radunarsi al Comando della 298", per conferire maggiore prontezza di decisioni e di intervento alla loro azione di guida dei reparti. Nelle prime ore della notte v~nivano diramati gli ordini per la rottura dell'accerchiamento ed il trasferimento nel caposaldo di Tcertkovo. I feriti ed i congelati in grado di marciare seguivano la colonna, gli altri erano trasportati sulle slitte disponibili o sul solo autocarro per il quale era stata trovata benzina; gli intrasportabili venivano lasciati sul posto, affidati al senso di umana solidarietà dcll'avversano. Alle 23,30 aveva inizio il movimento. I sovietici attaccavano la retroguardia italiana, ma questa li tratteneva duran te tutto lo sfilamento della colonna. Il combattimento durava fino all'alba del 24 dicem bre ed alcuni reparti impegnati nella lotta non riuscivano più a raggiungere la colonna. La temperatura era scesa a -40° ed i soldati italiani marciavano un'altra volta digiuni, perché non era stato possibile ottenere gli aviorifornirnenti rich iesti, né il Com ando della 298" Divisione
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tedesca, a fianco della quale pure combattevano i reparti italjani, aveva ceduto una parte del proprio vettovagliamento. L a marcia notturna, per merito della retroguardia ital iana, consentiva alla colon na di sottrarsi al .nemico, seguend o un itinerario in aperta campagna. Alle ore 8 del 24 dicembre, era raggiunta Sidorovka, alle t r Gussev. A circa 5 ch ilometri da Mankovo Kalitvenskaj a, la colonna era deviata da forti resistenze nemiche non potute superare. La marcia doveva essere invertita verso sud per Poltavk a (ore r4) Ivanovka - Chodokov, avanzando nella neve alta, con temperatura rigidissima e nebbia. Molti i congelati che, sostando per riposarsi, passavano dal torpore alla morte per assideramento. Partigiani armati di armi automatiche e pezzi a tiro rapido tendevano frequenti agguati alla colonna. Alle ore 7 del 2 5 dicembre, a Sccptukovka la colonna oltrepassava la ferrovia sostando quindi fi no alle 13; era però disturbata da un bombardamento aereo. Alla ripresa del movimento la marcia si faceva sempre più penosa; molti militari restavano in dietro, alcuni davano segni di alienazione mentale, provocata dalla fati ca, dal fred do, dal biancore ossessionante del paesaggìo, dal prolungato digiuno. Alle ore 2 2 la testa della colonna raggiungeva Tcer tkovo, dove il comandante delle forze italiane della difesa faceva distribuire vettovaglie ed assicurava alloggiamenti al coperto. L'afflusso dei ritardatari continuava per l'intera giornata del 26 dicembre. Dall'esame della situa7,ione, subito condotto con il Comando locale e con quello tedesco, risultava che la via verso ovest, su Belovodsk, era in possesso del nemico e che il movimento non poteva essere proseguito. Il 27 dicembre venivano richiesti al Comando d'Armata, nuovamente per mezzo della radio della 298' Divisione, l'invio di medicinali, lo sgombero aereo dei feriti più gravi e con automezzi (non appena fosse stata aperta la strada) di. 2.000 feriti e congelati me.no gravi. Veniva anche richiesta la presenza di un ufficiale del Comando d'Armata per constatare la gravità della situazione e prendere accordi per lo sgombero di feriti ed ammalati. Il necessario riordinamento dei reparti si dimostrava impossibile, poiché il nemico sempre vigilante non consen tiva di effettuare adunate all'aperto. Il fuoco delle artiglierie, mortai e lanciarazzi provocava perdite tra gli uomini e la distruzione delle abitazioni.
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I repartj italiani erano as~egnati alla difesa del settore orientale, con tiguo ai loro alloggiamen ti. Il 28 dicembre un aereo italiano effettuava un lancio di viveri, medicinali e munizioni per armi leggere. Nel pomeri ggio del 29 dicem bre giun gevano in aereo il Comandante dell'aviazione dell'8a Armata, Generale Pezzi, ed il Colonnello medico Bacchetti, ai quali era esposta la situa:.òone in atto. Nel viaggio di ritorno l'aereo andava disperso. II 30 dicembre le forze nemiche assed ianti ricevevano rinforzi e rifornimenti. Il 31 dicembre veniva aperto l'ospedale italiano, nei locali di una scuol a. Vi erano ricoverati oltre 1.200 feriti più gravi, per i quali gli interventi operatori da compiere erano più di 700. La forz a italiana controllata presente in Tcertkovo era di 7.000 uomini, dei quali 3 .800 feriti e congelati . Il , gennaio continuavano i bombardamenti terrestri del nemico. I tedeschi restituivano al pres idio italiano i magazzini italiani di quel centro logistico, che avevano subito vaste asportazioni di generi alinientari. Venivano tuttavia reperiti galletta bastante per ~o giorni per l'intero blocco di m arcia, pasta e riso per 30, carne in scatola per 10; scarsissimi i grassi. Frattanto le forze della 19"' Divisione corazzata tedesca, inviate a sbloccare Tccrtkovo, erano state fermate a 14 chilometri da una consistente presenza del nemico, mentre il maltempo impediva l'interven to degli aerei tedeschi per rompere quella resistenza. N elle giorn ate del 2 e del 3 gennaio non si verificavano particolari avvenimenti . li 4 gennaio la 298• Divisione svolgeva un'azione per congiungersi alla 19" corazzata, giungeva fino in prossimità di essa, ma era respinta da un contrattacco dei russi, mentre le forze italiane, attaccate nelle loro posizioni, reagivano energicamente. Dopo un intenso bombardamento notturno, al mattino del 5 gennaio un attacco del nemico, diretto parzialmente contro il settore italiano, era respinto con forti perdite degli attaccanti. Proietti incendiari provocavano la distruzione di buona parte del m agazzino di vestiario ed equipaggiamento . Un aviorifornimento a fa. vore degli italiani andava perduto, perché sospinto dal vento entro le linee nemiche. Nuovo e vano attacco sovietico nella giornata del 7 gennaio; pattuglie nemiche, infil tratesi nell 'abitato, venivano eliminate. Durante un rapporto tenuto l' 8 gennaio dal Comandante della 298" Divisione risultava che : 0
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- il Comando dell'8a Armata aveva ribadito l'ordine di resistenza ad oltranza; - le perdite tedesche erano state considerevoli; - occorreva ai tedeschi il concorso di uomini mentre la mancanza di anni di reparto e di munizioni rendeva impossibile la riorganizzazione di molte unità italiane. Precedenti casi, sporadici, avevano già sortito risultati positivi e 300 soldati italiani accettavano la proposta di inserirsi nelle uni tà tedesche . Durante l'intera giornata del 9 gennaio, il nemico sviluppava continui attacchi, sostenuti da intensi bombardamenti e da 10 carri armati, dei quali 8 venivano distrutti. La distruzione sistematica delle abitazioni aggravava la possibilità di reperire idonei alloggiamenti. Elevate le perdite, critica la situazione degli infermi. Su 14.000 assediati (7.000 italiani ed altrettanti tedeschi), i combattenti erano ridotti a 2.500 in tutto, scarseggiavano le mun izioni, mentre era discreta la situazione al imentare. La forza del nemico risultava considerevolmente accresciuta. Le giornate dal 1 o al 1 3 gennaio trascorrevano senza particolari avvenimenti. Al mattino del , 4 gennaio giungeva notizia cbe la 19" Divisione corazzata avrebbe aperto un varco sulla strada di Strelzovka, per consentire il deflusso dell'autocolonna degli inferm i, seguita dall'intero presidio, ma già alle ore 13 essa veniva ridimensionata nel senso che la via verso la salvezza dovevano aprirla gli stessi assediati e che feriti e congelati non potuti caricare sulle slitte avrebbero dovuto essere abbandonati sul posto. I fe riti italiani erano in tutto 3.850, dei quali circa 1.000 non in grado di camminare; due soli gli autocarri disponibili, limitatissimo il numero delle slitte, tale da consentire il trasporto di un solo centin aio cl 'infermi. Nessun concorso poteva essere dato dai tedeschi e, pertanto, la maggior parte dei malati, feriti e congelati sarebbe rimasta a Tcertkovo. AJle ore 20 del 15 gennaio aveva luogo l'incolonnamento degli clementi validi: - Divisione Torino: 1.600 uomini; - Divisione Pasuhio: 2.000 uomini; :- Truppe e Servizi del XXXV Corpo d'Armata: 1.800 uomm1; - Nuclei Ravenna e Celere : 400 uomini; - Truppe della di fesa di Tcertkovo: 500 uomini.
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Precedeva la 298a Divisione, che riusciva a rompere l'accerchiamento, mentre la colonna italiana restava in retroguardia con l'appoggio di alcuni carri armati tedeschi. La neve recentemente caduta rendeva diffici le la marcia notturna. All'alba del 16 gennaio era raggiunta Losovskaja, a Beresovo aveva inizio una ininterrotta azione di carri armati sovietici, contrastati efficacemente e talora distrutti dalle armi controcarro tedesche. Aerei (< stukas » davano il loro concorso validissimo. Anche l'azione delle arm i pesanti terrestri dei russi procu rava altre difficoltà. Strelzovka doveva essere aggirata alle ore 16 per evitare forze sovietiche ed immettere la colonna sulla strada di Belovodsk, dove, cessata l'azione del nemico, rimanevano soltanto più da superare le generali difficoltà dell'ambiente. Alle ore 22 la testa della colonna italiana raggiungeva Belovodsk e subito aveva inizio lo sgo1nbero cori autoambulanze degli infermi su Starobelsk, per lo smistamento sugli stabilimenti sanitari di Voroscilovgrad e I< upjansk. L'arrivo degli isol ati durava per l'intera notte e buona parte della giornata del 17 gennaio.
II CoRPo
n' A RMATA.
Il Cornando del Corpo d'Armata, dal giorno r9 non aveva più responsabilità operative, dovendo provvedere alla ricostituzione delle proprie unità in zona diversa da quella di Mitrofanovka, nella quale era dislocato, troppo esposta alle vicende della lotta in corso. Il 17 dicem.bre era avvenuta la separazione di un primo blocco di forze della Divisione Ravenna (gruppo Capizzi), formato prevalentemente da reparti del 37° reggimento fanteria ed elementi di rinforzo, defluito verso sud - est e con~iuntosi alla 298" Divisione tedesca, della guale condivideva le sorti nel duplice assedio di Arbusov e di. Tcertkovo e nella sortita eia guest'ul timo. Gli avvenimenti del 19 dicembre a Kantemirovka determinavano, come si è visto, il deflusso disordinato da quella città della maggior parte della Divisione Ravenna, di gran parte del 90° reggimento fanteria della Cosseria, con i rispettivi clementi di rinforzo. L a più consistente parte di forze della Divisione Cosseria era stata raccolta a Sofjevka, poco ad ovest della ferrovia Rossosc - Millerovo m entre i resti dcll'89° fanteria, rimasti in linea fino al 2 0 dicembre a fianco della 385" Divisione tedesca, si raccoglievano a / Losctscina dietro l'ala destra della Divisione alpina Cuneense.
La .reconda battagfict difensivct del Do1?
In questa situazione il Comando d'Armata decideva che il Comando del II Corpo cl' Armata lasciasse Mitrofanovka e, transitando per Rossosc- Starobclsk, si trasferisse a Voroscilovgrad, raggiungendovi il nucleo maggiore delle sue unità e, appoggiandosi poi ai magazzini dell'Intendenza, si dedicasse alla ricostituzione dei reparti. Il movimento, iniziato nella tarda sera del 20 dicembre, era ultimato entro il 21 . Divisione Cosseria.
Raccolti a Sofjcvka il Comando della Divisione, una parte del 90° fanteria, il 108° artiglieria (meno un gruppo), i reparti del genio ed i servizi, dopo che i resti dell '89° fa nteria si erano raccolti a Losctscina e dopo aver combattuto fino al 20 a fianco della 385" Divisione, il 23 dicembre, tutta la Cosseria si trasferiva nella zona di Lisinovka - Jekaterinovka, in prossimità di Rossosc, dove sostava fino al 3r dicembre, passando a!Je dipendenze d'impiego del Corpo d 'Armata Alpino. Tra il 1'' ed il 5 gennaio, esigenze operative determinavano lo spostamento della Divisione nella zona di Rovenki - Beloluzkaja, a protezione del fian co destro del Corpo d 'Armata Alpino, continuando nella nuova dislocazione le operazioni di riordinamento, già iniziate. Da quella zona, per un aggravamento della situazione sul fronte del XXIV Corpo d'Annata corazzato tedesco, la Divisione, passata alle dipendenze dirette del Comando d'Armata, veniva avviata in direzione di sud - ovest fino a raggiungere Izjum. Da qui si diresse poi a nord - ovest, iniziando una lunga marcia a piedi di r. 300 chilometri, con temperature talora discese al di sotto dei - 40°, ed eseguita sempre nel rispetto dell'ordine e della disciplina. Fu percorso l'itinerario Karkov - Ahtyrka - Romny - Priluki - N eshin, fino a Novo Bcliza, nella zona di Gomel (Russia Bianca) raggiunta il 7 marzo . La Divisione si ricongiungeva così al Comando del II Corpo d'Armata ed alla Divisione Ravenna. Divisione Rat'enna.
I reparti della Divisione, giunti a Voroscilovgrad tra il 19 cd il 2r dicembre, vi venivano subito raccolti, sottoposti ad un primo riordinamento, forniti dell'equipaggiamento e dell 'armamento di reparto distrutto in combattimento o successivamente perduto, ed erano impiegati nella difesa dei ponti e della città, come sarà detto più avanti .
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L e operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Il Comandante della Divisione, dopo avere ced uto la difesa del caposaldo di Taly al gruppo tedesco Andersen, entro la sera del 19 dicembre aveva raccolto a Valcntinovka (4 chilometri a sud - est cli Mitrofanovka) i reparti che lo avevano seguito; in tutto r.200 uomini con 30 ufficiali, 2 pezzi da I05 / 28 e 20 autocarri. In quella località egli dedicava le giornate del 20 e del 2r dicembre ad una migl iore organizzazione dei reparti. Al mattino del 22 dicembre veniva avvertito, da elementi della 387" Divisione tedesca, che una ulteriore avanzata del nemico rendeva precaria la situazione e riceveva direttamente l'ordine dal Comando di Armata di trasferirsi a Voroscilovgrad con la colonna ai suoi ordini, transitando per Rossosc - Rovenki - Starobclsk - ponte di Vesselaja Gora.
F) DIFESA DI VOROSCILOVGRAD E DI UN ALTRO SETTORE SUL DONEZ (22 DICEMBRE - 24 GENNAIO)
(Disegno n . 41 ) Il Comando del II Corpo d'Armata, giunto a Voroscilovgrad nella notte sul 22 dicembre, durante la m attina, presa conoscenza de lla situazione locale, emanava i primi ordini per la difesa dei due ponti, del tratto di .fiume interposto ad essi e della città retrostante (Documento n. 110), precisando subito dopo che si sarebbe trattato cli una consegna da eseguire senza risparmio di energie e di sacrifici (Documento n. 11 1 ) . Frattanto, con l'affluenza a Voroscilovgrad dei reparti della Ravenna provenienti da Valentinovka, veniva assegnata al Comandante di questa la responsabilità della difesa della testa di ponte, separandola da quella della difesa della città. Alla Ravenna erano affidati i compiti di : - difesa ad oltranza dei ponti e del fiume da ogni infiltrazione nemica e, in linea subordinata, difesa della zona urbana di Voroscilovgrad e adiacenze; - alimentazione delle forze della difesa, innanzi tutto con i reparti della Divisione stessa, ma anche con altri, tratti da qualunque unità italiana; - ordinato sgombero a tergo dei reparti non prontamente reimpiegabili, coordinandone i movimenti con le esigenze dell'Intendenza.
La seconda battaglia difensiva del Don
Il Comando dell '8" Armata, nella giornata del 23 dicembre, stabiliva che la difesa deJla testa di ponte aveva grande importanza ai fini di future azioni controffensive e che quel compito era preminente sugli altri (Documento n. 112). Prescriveva, inoltre (Documento n. r I 3), che la difesa tenesse contegno aggressivo, spingendo le proprie punte contro le fanterie nemiche avanzanti. Il Comandante del II Corpo d'Armata, consapevole che il morale dei reparti avrebbe avuto importanza determinante negli scontri con un nemico imbaldanzito dal recente successo, il 24 dicembre invitava il Comandante della Ravenna a svolgere ogni possibile azione perché tutti i dipendenti di ogni grado si prodigassero nell'adempimento dei loro compiti, di mostrando che le traversie subite tra Don e Donez non avevano inciso sulla loro capacità combattiva. Il Comandante della Ravenna rispondeva assicurando che l'opera morale di comando era già stata svolta, precisando che nel negativo episodio di Kantemirovka non erano state coinvolte sol amente unità della Divisione, ma anche altri corpi e specialmente reparti dei servizi. Tella stessa giornata, il Comandan te del II Corpo poteva riferire al Comando dell'8" Armata (Documento n. 114) sulla consistenza della difesa della testa di ponte, nella quale erano impiegati 4.084 uomini (124 ufficiali) e 33 bocche da fuoco d'artiglieria di calibri varianti dai 20 ai 105 mm. Il Comando della Sezione di Gruppo d'Armate Fretter Pico, il 24 dicembre, comunicava al Comando del II Corpo la propria intenzione di tras ferire le forze italiane dalla difesa dei ponti di Voroscilovgrad a quella di altro settore del Donez. Il Generale Zanghieri rispondeva il 25 dicembre comunicando le limitate possibilità di quei reparti. Però, già il 27 dicembre il Generale Fretter Pico comunicava personalmente al Generale Zanghieri l'ordine di spostamento della Ravenna (Documento n. 11 5). Alla fine dello stesso giorno il Comando del Gruppo di Armate << B » emanava i propri ordini per la prosecuzione della battaglia tra Don e Donez (Documento n. r 16). Alla sera del 30 dicembre la Ravenna e le altre forze italiane ad essa unite venivano sostituite dal gruppo tedesco Schramm. La Divisione passava alle dipendenze operative della Sezione di Armata Fretter Pico, per assumere la difesa di un altro settore. T ra il 1° ed il 6 gennaio, la Ravenna eseguiva l'ordine e si schierava sulla sponda destra del Done;l, nel tratto compreso tra la confluenza del Derkul e l'abitato di Michajlovka. La fronte assegnata era ampia 45 chilometri. 27. -
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Alla Divisione erano stati assegnati i compiti di: - vigilare la sponda des tra, occupandone gli abitati e sorvegliando gli intervalli; - impedire infiltrazioni nemiche con az10m convergenti partenti dalle località occupate; - arrestare puntate di carri armati isolati; - dare profondità alla difesa, occupando centri abitati arretrati. Le forze combattenti disponibili constavano, in tutto, di tre battaglioni di fanteria, una batteria controaerei da 20 mm, una da 75/27, una da 100/17, due pezzi da rn5/28. Però, tranne queste due ultime bocche da fuoco reduci dal Don, le batterie, armate di materiali tratti da magazzini d 'Intendenza dislocati anche in lontane località, potevano prendere posizione soltanto il 13 gennaio. Lo schieramento veniva effettuato occupando i paesi di riva sinistra del Donez con una compagnia ciascuno: - II /38° : Makarof - Kruscilovka - Iljevka e Comando di battaglione a Iljevka; - III/ 38°: Davjdo Nicholskij - Bolscioj Suchodol - Petrovka e Comando di battaglione a Petrovka; - Comando del 38'' fanteria ad Ivanovka; - I / 37'' : Podgornoe - Popovka - Belenki - Malyi Suchodol e Comando di battaglione a Malyj Suchodol; - Comando del 37° fanteria a Voroscilov. L'artiglieria era assegnata per pezzi o per sezioni in rinforzo all'occupazione dei paesi di Makarof, Kruscilovka, Davjdo Nicholskij, Bolscioj Suchodol, Transiederei, Popovka. Al momento nel quale la D ivisione assumeva la responsabilità del settore i grossi del nemico si trovavano nella zona tra Millerovo cd il Donez, fronteggiati dalla 304" Divisione tedesca in ripiegamento. Però punte avanzate sovietiche si spingevano fino ai paesi della riva settentrionale e minacciavano anche località dell'altra sponda ad ovest di Kamensk, sulla destra del nuovo schieramento della Ravenna. Nel periodo tra il 6 ed il 19 gennaio, la Divisione inviava oltre il fiume consistenti elementi di ricognizione e dava inizio a lavori di rafforzamento nei vari abitati e di sbancamento della sponda del fiume stesso, in funzione anticarro. Dalle informazioni di varia provenienza appariva l'intenzione del nemico di attaccare la Ravenna nel tratto compreso tra la foce
La seconda bC1ttaglia difensiva del Don
del Derkul e Davjdo ~ icholskij , mentre sue forze di fanteria affluivano nell a zona di Dubovoj. Il collegamento a sinistra veniva stabilito, soltanto al mattino del 18 gennaio, da una compagnia tedesca proveniente dalla zona di Luganska ja - Nikolaievka, in segui to a ri mostranze mosse dal Comando della Ravenna presso il Comando della Sezione di Armata. Nelle pri me ore pomeridiane del 18 gennaio, un disertore russo, presentatosi a Makarof, segnalava che il complesso di fo rze nemiche esistenti a Dubovoj (r reggimento fucilieri rinforzato da r compagnia mortai, 1 compagnia mitraglieri, r compagnia fuciloni controcarro, r batteria da 152 , 1 batteria da 45 controcarro) sarebbe mosso all 'attacco di Kruscilovka il giorno successivo. Le ricognizioni invi ate confermavano la presenza del nemico ed il suo saldo possesso di tutti i paesi rivieraschi. La situazione della difesa, diluita su un fronte così ampio, non consentiva di concentrare forze sulla direttrice minacciata Kruscilovka - Ivanovka. Era solo possibile completare la distruzione dei ponti sul Donez , richiedendo alla Sezione di Armata l'assegnazione di reparti corazzati per una puntata sul maggior nucleo avversario o, quanto meno, per l'impiego come elemento di manovra. L a Sezione cli Armata (gruppo Fretter Pico) rispondeva che, essendo previsti l'inserimento della 304"· D ivisione nella difesa del Donez e la cessione a questa da parte della Ra11enna di un tratto di circa 7 chilometri di fronte, la Divisione italiana poteva raffittire con le forze sostituite il proprio schieramento. D urante le ore diurne del r9 gennaio il nemico svolgeva violente azioni d'artiglieria e mortai su Makarof, Kruscilovka e Iljevka. All 'imbrunire i presidi italiani di Makarof e di Kruscilovka erano attaccati ei a formazioni partigiane. Infine, alle ore 22,30 unid1 regolari sovietiche iniziavano l'attacco di Kruscilovka. Il presidio italiano (r compagnia fucilieri, r compagnia mortai, 1 sezione cannoni da 75 /27) resisteva tenacemente. I reparti italiani inviati a sostegno, a loro volta attaccati ed accerchiati durante la m arcia, riuscivano a liberarsi, contenendo l'attacco che da Krnscilovka tendeva ad lvanovka. Alle ore 4 del 20 gennaio i superstiti di Kruscilovka contrassaltavano le forze avversarie preponderanti, si liberavano e si aprivano il passaggio su lvanovka. Colà, riordin ati in una com pagnia cli due soli ploton i, erano avviati ad Iljevka per rinforzarvi il presidio. Durante l'intera giornata il nemico tentava cli dilagare da Kruscilovka verso sud e verso ovest, ma veniva contenuto, mentre i
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reparti lentamente sostituiti dalla 304" Divisione, insieme con altri di artiglieri appiedati, imbastivano una difesa arretrata. In seguito ad ordini superiori, veniva concordato un attacco con il 573" reggimento granatieri (304" Divisione tedesca), da svolgere il giorno 2r dalla fronte lvanovka - Davjdo Nicholskij in direzione di Kruscilovka. Da parte italiana vi era destinato il III / 38° rinforzato da artiglieria. Mentre erano in corso i preparativi per l'azione, alle ore 20 del 20 gennaio, il nemico attaccava Davjdo Nicholskij. Era contrattaccato e respinto oltre Donez durante la stessa notte dalle forze italiane e tedesche. Nel corso del combattimento a Davjdo Nicholskij , poco dopo la mezzanotte del 20 gennaio, il nemico, con il I ed il II/ 889°, rinforzati da partigiani, attaccava la compagnia italiana dislocata a Makarof ed entro le ore 7 la sommergeva totalmente. Soltanto pochi fanti riuscivano a ritirarsi su Iljevka. L'azione preparata su Kruscilovka veniva disdetta, per tentare la chiusura della breccia praticata e contrastare la minaccia di aggiramento delle altre forze schierate sul fiu me. Era intanto richiesto l'intervento di reparti tedeschi mentre la resistenza continuava su posizioni arretrate. Alle ore 4 del 22 gennaio il nemico attaccava da est, da nord e da ovest l'abitato di Iljevka, impiegando due battaglioni rinforzati da partigiani. Iljcvka veniva circondata e vi si sacrificavano la maggior parte del III/ 38°, compreso il suo comandante, e quasi tutti gli ufficiali. Alle ore 8 rimanevano disponibili solamente una compagnia, altri elementi superstiti, reparti di artiglieri e del III battaglione mortai divisionale, che stavano tentando d'impedire il dilagamento del nemico in direzione di Novo Svetlova e di Voroscilovgrad. Un battaglione sovietico e centinaia di partigiani attaccavano Ivanovka, arrestati dalle azioni di fuoco della difesa. Al Comando della Sezione d'Armata veniva segnalato l'assottigliamento numerico dei reparti e veniva anche rappresentata la situazione di spossatezza dei combattenti dopo tre giorni continui di lotta allo scoperto con temperature oscillanti intorno ai - 40°. Il Generale Fretter Pico invitava a fare ancora quanto era umanamente possibile, in attesa di unità corazzate. Queste giùngevano al.le ore 13,30 del 22 gennaio e da Ivanovka puntavano su Kruscilovka, seguite dai fanti della Ravenna, che rioccupavano quella località nella stessa serata.
La seconda battaglia difensiva del Don
4 2r
Il 23 gennaio proseguiva l'azione dei mezzi corazzati tedeschi su Makarof ed lljevka, appoggiata da un reparto italiano autocarrato, che, precedendo le unità tedesche, rioccupava Iljevka. Altri reparti italiani rioccupavano anche Makarof. Alla sera il Comandante dell'8a Armata faceva giungere alla Divisione un suo breve telegramma : << Brava Ravenna! 1> . Ancora in quella sera il Comando di Sezione d'Armata comunicava che la Divisione Ravenna, rimanendo alle sue dipendenze, sarebbe stata sostituita per riordinarsi. Il 24 gennaio le unità superstiti della Grande Unità si raccoglievano nella zona di Samsonof- Krasnodonskij , per spostarsi a scaglioni nella zona di Rovenki, raggiunta tra il 27 ed il 29 gennaio. Il 30 gennaio la Ravenna ritornava alla dipendenza organica del II Corpo d 'Armata.
C) ROTTURA DEL SETTORE TENUTO DAL XXIV CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO ED ISOLAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (9 - 31 GENNAIO)
La ripresa di operazioni offensive da parte sov1et1ca era stata preannunciata da un'accresciuta attività e dall'afflusso di n uove forze contro l'ala destra dell'8" Armata e contro la 2 ' Armata ungherese. Veniva, in tale modo, accennata una nuova manovra a ten aglia. Si trattava del} ' « Operazione Ostrogozsl( - Rossosc », lanciata dal Fronte Voronez tra il r3 e il 27 gennaio 1943 (Disegno n. 42). Detta operazione aveva i seguenti scopi : - accerchiare ed annientare le forze schierate nell'area Ostrogozs k - Rossosc; - raggiungere l'allineamento Repievka - Alekseievka - Valuijki - Urazovo onde acquisire il controllo della linea ferroviaria, avente orientamento meridiano, Svoboda (Liski) - Kantemirovka. L'offensiva, estesa su una fronte di alig uote di forze :
260
km, fu lanciata con tre
- a nord, la 40" Armata (cinque Divisioni e una Brigata fucilieri, un Corpo corazzato); - al centro, il XVIII Corpo fucilieri (tre Divisioni ed una Brigata fucil ieri, due Brigate ed un reggimento corazzati);
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
- a sud (cioè contro il fianco destro dell'8" Armata, costituito dal XXIV Corpo d'Armata cor. tedesco), la 3"' Armata cor.: due Corpi corazzati (XXII e XV), un Corpo di cavalleria (VII), tre Divisioni e una Brigata fucilieri. L'operazione riceveva concorso e sicurezza, a sud, dall'attacco condotto, con obiettivo Pokrovskoe, dall'ala destra della 6" Armata del Fronte Sud - Ovest. La 40" Armata doveva attaccare dall'area di Storozevoe r inizialmente verso ovest (in direzione di Repievka) e successivamente verso sud - ovest. li XVIII Corpo fucilieri aveva il compito di lanciare l'attacco dall'area di Sctiucie su Karpenkovo (cioè contro il VII Corpo d' Armata ungherese schierato sul fianco sinistro del Corpo d'Armata Alpino). La 3" Armata cor. doveva sferrare un profondo attacco, dal)' area a nord - ovest di Kantemirovka, verso Alekseievka, dove era previsto il congiungimento con la 40" Armata per chiudere in una sacca le forze italiane, ungheresi e tedesche. In particolare, il VII Corpo di cavalleria, operante sul fianco sinistro della 3" Armata cor., aveva il compito di occupare l'area compresa fra Valuijki e Urazovo allo scopo di recidere la via di comunicazione ferroviaria Kastornoe Kupjansk. Il Corpo di cavalleria era stato rinforzato con una Brigata corazzata, tre Brigate fucilieri sciatori, un reggimento artiglieria controcarro, un reggimento mortai, un reggimento di artiglieria controaerea e un gruppo lanciarazzi multipli. L'8" Armata italiana si trovava schierata nel settore d'azione della branca meridionale dell'operazione a tenaglia. L'ampiezza del fronte, il logoramento delle unità del XXIV Corpo corazzato tedesco, destinato ad essere direttamente investito dall'offensiva, l'incerta situazione delle unità a sud della Tciornaja Kalitva rendevano limitatissimi i mezzi a disposizione del]' Armata italiana per contrastare l'azione sovietica. Il Corpo d'Armata Alpino, sprovvisto di Grandi Unità di seconda schiera, era tutto impegnato a vigilare sulla sponda del Don. Il XXIV Corpo e la r9" Divisione corazzata tedesca, più direttamente minacciati, e che si erano fortemente logorati nei combattimenti sostenuti per arrestare l'avanzata verso ovest delle Armate sovietiche 6" e r" Guardie, si trovavano disseminati su amplissimo fronte, frazionati in occupazioni discontinue senza profondità, tesi alla costituzione di una valida posizione di resistenza. 0
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La seconda battaglia difensiva del Don
Tl Comando del Gruppo di Armate « B » : - segnalava come prossimo un attacco contro la 2" Arm ata ungherese, lungo la direttrice della ferrovia Svoboda - Rossosc; - ordinava di rafforzare la difesa controcarro del Corpo d'Armata Alpino, sottraendo armi agli altri settori dell 'Armata; - comunicava che nella zona di Podgornoe - Karpenkovo Jevdakovo era stato raccolto, alle dipendenze della 2"' Armata ungherese, il gruppo Cramer (2 Divisioni di fa nteri a tedesche ed 1 Divisione corazzata ungherese). Il Comando dell'8a Armata rispondeva: - attirando l'attenzione del Comando superiore sulla situazione dell 'ala meridionale del XXIV Corpo e sulla possibilità che azioni avversarie concomitanti a quella prevista sul fronte della 2 " Armata ungherese, fossero svolte contro il XXIV Corpo, anziché contro quello Alpino; - ch iedendo che non venisse alleggerito lo schieramento dei mezzi controcarro del XXIV Corpo d'Armata e della 19• Divisione corazzata e che fosse prevista l'azione del gruppo Cramer anche verso sud. Il Gruppo di Armate manteneva il proprio punto di vista ordinando il trasferimento al Corpo d'Armata Alpino dei mezzi controcarro tanto del XXIV Corpo quanto della 19" corazzata (trasferimento non effettuato per l'accentuarsi della minaccia sul fronte meri dionale dell'Armata). Inoltre assegnava al Corpo Alpino r8 pezzi controcarro da 50 mm, dei quali solamente sei venivano consegnati (27). N ull'altro di concreto era disposto per parare la crescente minaccia contro l'ala destra; anzi, si progettavano da parte tedesca (27) Sembra effettivamente che il Comando Gruppo Armate « B >> disponesse di una situazione informativa no n attendibile. Infatti, il Maresciallo dell'URSS F. Goli kov, a quell'epoca Comandante del Fronte Voronez, scrive sul Voenno - Istoriceskij Zunwl del gennaio 1973: « Sulla ca1·ta delle informazioni del XXI V Corpo tedesco, della quale si venne in possesso, erano riportate, nel settore principale d'attacco della 30. Armata cor., soltanto sei Divisioni f uci!ieri e due Brigate corazzate» (anziché tue te le G ra ndi Unit:i della stessa Armata). Invece, afferma ancora Golikov, di fronte al Corpo d'Armata Alpino era sch ierata, su u na fro nte di 65 km, <( u11a sola Divisione f uci!ieri ad organico ridotto, la 2700. ». Aveva visto giusto il Comando dell'8" Armata, come ha poi dimostrato lo svolgimento dell 'offensiva sovietica.
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azioni per portare più ad est lo schieramento della 19" Divisione corazzata. L'unico apporto di forze era dato dall'arrivo, iniziato il 10 ~ennaio, nella zona a nord - ovest di Starobelsk, della 320" Divisione di fanteria tedesca, della quale, però, era previsto solamente un " possi bile )> intervento nelle direzioni di Rossosc, Kantemirovka, Belovodsk, senza che le fosse tuttavia assegnato un preciso compito operativo. In totale le forze dell'Armata constavano di 6 Divisioni di fanteria e di 2 corazzate (delle quali la 21 or mai priva di carri ed in attesa di ricostituirsi con i 2 reggimenti d 'addestramento in corso d'affluenza). In particolare il XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco disponeva di 3 Divisioni di fa nteria (Ju/ia, 385", 381), delle quali due (!ulia e 385a) fortemente logorate dai combatti menti deL\a seconda metà di dicembre, e della 27" corazzata, con le limitazioni già dette.
(
Il r 3 gennaio, un giorno prima della data stabilita, l'aliquota nord del Fronte Voronez attaccava Storozcvoe 1°, conseguendo rapido successo. Il T 4 gennaio l'offensiva si estendeva verso sud. Nel settore del1'8" Armata, l'azione era diretta contro la parte più meridionale dell'ala destra del XXIV Corpo (gruppo Fegclein, battaglione guardia del Fiihrer, 21 corazzata) puntando verso ovest e nord - ovest su Kamenka e l'alta valle della Bielaja. « Nel primo giorno dell'offensiva, gli /J ù leriani opposero una resistenza abbastanza tenace nel settore della 3" Armata cor .. Per riuscire a sfondare la difesa tattica in tutta la sua profonditcì, il Gen . P. S. Rybalko (Com andante della 3• Armata cor.) dovette immettere nella battaglia entrambi i Corpi corazzati, dopo di che la situazione nel settore d'attacco dell'Armata cambiò radicalmente in nostro favore. I reparti del X XI V Corpo corazzato tedesco, in difesa nel tratto di sfondamento della f Armata cor., iniziarono il ripiegam ento verso nord e nord - ovest JJ (Mar. F. Golikov, nella citata rivista sovietica). F rattanto il XVIII Corpo fuci lieri sovietico, che stava travolgendo, dall'arca di Sctiucie, il VII Corpo d 'Armata ungherese, minacciava di avvolgere anche l'ala sinistra del1'8" Armata (Corpo d'Armata Alpino). Il Comando dell'Armata prospettava al Gruppo di Armate la necessità di:
La seconda batta.glia. difeiuiva del Don
- arretrare l'ala sinistra del XXIV Corpo d'Armata in corrispondenza della valle Kri nitscnaja, guadagnando con l'accorciamento del fronte la disponibilità della 385" Divisione; - disporre di un'aliquota del gruppo Cramer (per stroncare, in unione alle altre forze recuperate dall'accorciamento del fronte, l'azione avversaria tendente su Rossosc) e dell'aliquota della 320" Divisione già giunta in zona (per contenere, in unione alla 19" corazzata, la pressione avversaria verso ovest - sud-ovest). Il Gruppo di Armate « Bi> accoglieva due delle proposte, escludendo quella rel ativa al gruppo Cramer, già impegnato a nord. Pertanto veniva ordinato di ristabilire la linea dalle posizioni del Don fino a Novo Kalitva, proseguendo su Krinitscnaja - Mitrofanovka - Kulikovka - Bondarevo - Novo Markovka. Infine il Comandante dell'Armata faceva presente al Comando del Gruppo di Armate, tramite il Generale Capo del nucleo di collegamento tedesco, la necessità di prevedere tempestivamente il ri- \ piegamento del Corpo d'Armata Alpino, ricordandogli l'impeg no precedentemente assunto dai Comandi superiori tedeschi di evitarne \ a qualunque costo l'isolamento. La rottura della debole linea difensiva, il pressoché totale annullamento della capacità operativa delle unità attaccate, l'assenza di riserve e la minaccia da sud sul tergo delle residue forze del XXIV Corpo tedesco e del Corpo d'Armata Alpino, rendevano ancora molto grave la sih1azione dell'8a Armata. Nel]~ stessa giornata, sul fronte del Corpo d'Armata Alpino, nel settore della Divisione Vicenza, l'attacco portato da due battaglioni sovietici contro il battaglione alpini Vestone era nettamente respinto. Nella giornata del 1 5 gennaio, l'avversario, che aveva ripreso l'attacco immettendo nella lotta nuove unità corazzate, dopo avere annientato le forze residue del gruppo Fegelein e del « battaglione guardia del Fiihrer » e dopo aver inflitto gravi perdite alla 387" Divisione, raggiungeva con i grossi Michailovk a, Sci lino, Novo Belaja cd i pressi di Beloluzkaja. In seguito al cedimento dell'ala destra del XXIV Corpo nella zona di Mitrofanovka, la 385" Divisione tedesca e la Julia, che avevano i loro schieramenti frammisti, dovevano arretrare ad ovest, nell'intento di coprire la piazza di Rossosc con un velo di reparti. La Ju.lia r isultava schierata nella zona di Krinitscnaja.
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Peraltro consistenti reparti corazzati russi riuscivano a compiere puntate ad Olichovatka ed a Rossosc. Un reparto di una Brigata corazzata della J' Armata sovietica, formato da una ven tina di carri armati, che trasportavano anche dieci uomini ciascuno, alle ore 5,30 irrompeva in Rossosc. Quivi era la sede del Comando del Corpo d'Armata Alpino, che avendo inviato in linea le proprie armi controcarro, non disponeva di una efficiente difesa alla periferia dell 'abitato. La lotta si portava tra le case; ufficiali ed alpin i ed elemen ti dei vari comandi e servizi, il battaglione sciatori Monte Cervino, appoggiati da due semoventi tedeschi e poi anche da una squadri glia di « stukas », riuscivano a distruggere 12 carri, a catturare 40 prigionieri e ad eliminare la maggior p arte d e1la fanteria trasportata sui carri. Alle ore 16 i pochi russi superstiti lasciavano Rossosc. In questa situazione generale, aggravata dall'inizio del ripiegamento della 2" Armata ungherese, il Comando dell'8" Armata richiedeva autorizzazione ad arretrare lo schieramento, in armonia con i movimenti della stessa 2 °' Armata. La questione prospettata al Comando Supremo tedesco non otteneva il necessario consenso e pertanto il Corpo d'Armata Alpino doveva rimanere al Don. Neppure era stato accettato il parziale arretramento del XXIV Corpo sulla linea Ternovka - Grakof - nord Michailovka, per costituire un fianco difensivo a protezione dello schieramento degli alpini. Il Generale Gariboldi, invece, confermava questo ultimo suo ordine, facendo presente al Capo nucleo di collegamento che il provvedimento era imposto dalla situazione. Il Comando del Gruppo di Armate ne prendeva nota dichiarandosi dissenziente, ma entro la sera stessa gi ungeva dal Comando Supremo tedesco la ratifica dell'ordine dell'Armata. La rottura praticata dal nemico tra Michailovka e Kamenka era irreparabile, non esistendo per il Comando d'Armata alcuna disponibilità d i forze per chiudere la falla. A nord di essa rimanevano il Corpo d 'Armata Alpino e le unità superstiti del XXIV Corpo tedesco, tanto ridotte da potere essere subito dopo considerate solamente più un rinforzo per la Grande Unità italian a. A sud restavano, invece, la r9"' Divisione corazzata, i resti della 2?3 e quanto era giunto della 320... Il nem ico aveva già spinto forti aliquote di unità corazzate a nord , sul tergo del Corpo d'Annata Alpino, mentre la massa delle
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sue unità a piedi seguiva il movimento e lo estendeva in profondità verso nord - ovest, in direzione di Valujki. Il 16 gennaio, a nord della breccia, il XXIV Corpo, fortemente premuto, ripiegava sulla linea della Tciornaja Kalitva - Rossosc Olichovatka. Durante l'esecuzione del movimento, la fulia veniva attaccata dal nemico e subiva gravi perdite, specie nei battagl ioni Tolmezzo e Val Cismon, colti in fase di movimento. A sud della breccia, i resti della 27" corazzata resistevano sulla linea Iovo Bclinska ja - Donzovka - Tischof. La 19" corazzata resisteva sulle posizioni occupate e raccoglieva entro di esse j} presidio di Tcertkovo, del quale è già stato detto. Nella stessa giornata, il piccolo presidio italiano presso il campo di aviazione di Gartmiscevka - non potendo rompere il forte accerchiamento - veniva sgomberato con aerei da trasporto. Le forze sovietiche operanti contro la 2 " Ar mata ungherese ne avevano infranto lo schieramento ed erano penetrate verso Ostrogozsk per oltre 50 chilometri. In q uel giorno, malgrado gli avvenimenti precedenti e quelli tuttora in corso, sebbene non fosse ignoto lo stato di logoramento delle D ivisioni del XXIV Corpo (Tulia compresa), i] Comando del Gruppo di Armate << B >> emanava l'ineseguibile ordine (Documento n. r 17) che, nella notte sul 18, lo stesso Corpo d'Armata agisse verso sud - ovest in direzione di Rovenki, allo scopo di fermare l'avanzata nemica. Il Comando d'Armata prospettava nuovamente al Generale tedesco di collegamento che un'ulteriore permanenza sul Don, considerando la sYtuazione in atto, sarebbe ~5tata causa di g ravi conseguenze e che pertanto si rendeva inevitabile un ripiegamento. Il Comando del Corpo d'Armata Alpino, frattanto, decideva di trasfe rire subito la propria sede da Rossosc ( alla destra del settore) a Podgornoe (sinistra), lasciando la difesa della località al locale comando di zona ed ai reparti dislocativi. Inoltre stabiliva, per mezzo di un ufficiale del Comando, il collegamento diretto con il contiguo VII Corpo d 'Armata ungherese, il Comandante del quale escludeva in quel momento la possibilità di abbandonare la linea del Don. Infine ordinava il concentramento a Podgornoe di automezzi e magazzini, allo scopo di provvedere al loro successivo sgombero su Karpcnkovo e Nikolaievka. Il battaglione Edolo (Divisione Tridentina) respingeva ripetuti attacchi del nemico. Ancora nella giornata del 16, Rossosc era nuovamente attaccata da carri armati e da fanteria autotrasportata e cadeva per la maggior
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Le operazioni delle unittÌ italiane al fronte russo (1 941 - 1943)
parte in mano del nemico, pur prolungandosi la resistenza di alcuni nuclei alla periferia dell'abitato. Alle ore 17,30 il Comando d'Armata formulava l'assoluto divieto che le unità alpine lasciassero la linea del Don, facendo personalmente responsabili dell 'esecuzione dell'ordine i comandanti delle Grandi Unità (Documento n . 118). Alla sera, in un colloquio con il Generale Comandante del XXIV Corpo corazzato, il Comandante del Corpo Alpino sentiva riconfermare l'assai limitata capacità operativa di quella Grande Unità, i cui reparti erano ridottissimi nel nu mero di effettivi, fisicarnente esauriti e scarsamente provvisti di munizioni. Si rendeva impossibile eseguire l'ordine direttamente emanato dal Generale tedesco di collegamento al XXIV Corpo di sganciarsi dal nemico in stretto accordo con il Corpo d'Armata Alpino e di sfondare verso ovest o sud - ovest, spostando la resistenza nella zona d i Olchovatka e prendendovi collegamento con la 320a D ivisione . Nella notte sul 17 gennaio, forze nemiche valutate a due reggimenti attaccavano il fron te dell a D ivisione T ridentina, respi nte con loro forti perdite dai battaglioni Vestone, Morbegno cd Edolo . Durante la giornata il nemico approfondiva la propria penetrazione verso ovest. Le unità ungheresi, contrariamente alle opinioni espresse in precedenza, avevano lasciato le posizioni del Don e soltanto allora il Comando del Gruppo di Armate autorizzava il ripiegamento del Corpo cl' Armata Alpino. Di questo è trattato a parte in seguito. Dopo che la 3"' Armata corazzata sovietica aveva rotto lo schieramento del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco e con il suo VII Corpo di cavalleria procedeva su Valujki, le altre forze russe della 6" Armata operanti a sud del parallcllo cli Kantemirovka iniziavano una forte pressione sul fronte della 19" Divisione corazzata e successivamente sul fron te e sull'a.la sinistra della 320• Divisione. Questa, per le sue modeste forze in lento affluire, non poteva far sentire prontamente la propria azione. Si valu tava che il nemico avesse due obiettivi : - puntare per la direttrice Kupjansk - Karkov sul bacino minerario - industriale del Donez, tanto per toglierne la disponibilità ai tedeschi, quanto per ricuperarla nel proprio interesse; - avvolgere da nord il Gruppo di Armate Don, che stava rallentando l'avanzata sovietica nel settore meridionale del fronte, sia per tentare ancora il salvataggio della 6" Ann ata a Stalingrado,
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sia per consentire il ripiegamento dalla zona caucasica del G ru ppo di Armate « A ». L'8" Armata, con la 19• Divisione corazzata, i resti della 27" e g uanto era giunto delJa 320', sviluppava la propria azione in una difesa manovrata, attuando successivi sbalzi verso ovest, appoggiati alle linee fluviali, scendenti da nord a sud, tan to per coprire la direttrice Kupjansk - Karkov e l'ala sinistra del Gruppo di Armate Don, quanto per dare tempo alle unità tedesche (D ivisione Gross Deutschl and e Corpo corazzato SS) di affluire e svolgere poi la contromanovra che ristabilisse la situazione. Nella notte sul r8 gennaio il Comando del Gruppo di Armate B » emanava direttive intese a g uad agnare tempo ed a coprire il Gruppo di Armate Don: Valujki doveva essere tenuta a gualunq ue costo, occupan do e difendendo la linea alture ad est di Valujki Tikitovka - fiume Ajdar, mentre avrebbe dovuto essere tenuta più a I.ungo possibile I.a linea del fiume Derkul a sud di Novo Pskof. L'intenzione di far svolgere al XXIV Corpo un'azione su Rovcnki (della quale si è detto in precedenza) risultava inattuabile, in quanto Valujki era già minacciata . (<
Il 19 gennaio, lo stesso Comando insisteva perché fosse mantenuta ancora la linea del Derkul , ma, poiché si erano già verificate infiltrazioni nemiche ad ovest dell'Ajdar, q uell'intenzione risultava superata ed il Comando dell'8' Armata ordinava il ripiegamento sul!' Ajdar della 19• coraz zata. Nel medesimo giorno la caduta di Valujki e la minaccia che si profilava sulla sede del Comando d 'Arm ata a Kupjansk determinavano lo spostamento di esso a Tciugujev. Il 20 gennaio la 19a corazzata eseguiva il ripiegamento sull' Ajdar, mentre un reparto itali ano di bersaglieri motociclisti, rinforzato da due autobl indate, provvedeva a sbarrare la strada Kupjansk Valuj ki. Il 21 gennaio, per l'impossibilità di recidere un'infiltrazione del nemico su Belokurakino, lo schieramento doveva essere arretrato alla valle Belaja, a nord di Starobelsk. Il Comando del Gruppo di Armate mutava il limite meridionale dd settore dell 'Arm ata, che risultava ampliato. All'obiezione del Comando 3• Armata che le ridotte forze disponibili non ne avrebbero consentito neppure la vigilanza, praticamente facilitando le iniziative ciel nemico, il 2 3
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gennaio veniva fissato come nuovo limite di settore la linea Kantemirovka - Starobelsk - Liman - ansa del Donez 12 k m a nord di Slavjansk - Barvenkovo - Lozovaja. Però l' Armata doveva cedere la 19" Divisione corazzata al Gruppo di Armate Don. Le unità rimaste ripiegavano svolgendo azione ritardatrice. Il 2 5 gennaio il Comando del Gruppo di Armate precisava le proprie precedenti direttive di : - ritardare al massimo l'avanzata del nemico sulle direttrici Valu jki - Kupjansk e Starobelsk - Kup jansk, in contatto con il G ruppo di Armate Don; - sistemare Kupjansk a caposaldo da difendere ad oltranza; - svolgere azioni di ricognizione nella zona di Valujki, dove il nemico era poco attivo. Per eseguire questi compiti erano in affl uenza nel settore di Valujki la Divisione G ross Deutschl and e nella zona di Karkov un Corpo d'Arm ata SS (Divisioni Adolf Hitler e Reich). Il 27 gennaio il Comando del Gruppo di Arm ate assegnava alla 320n Divisione il compito principale di assicurare il fianco sinistro del Gruppo di Armate Don e pertanto questa, se costretta a retrocedere, avrebbe dovuto muovere verso sud - ovest. All'osservazione che in tal modo sarebbe risultata aperta al nemico la rotabile Starobelsk - Kupjansk - Karkov, veniva replicato che il compito assegn ato era da considerarsi più importante deJla difesa del bacino del Donez. N elle giornate seguenti la linea si infletteva gradatamente verso sud - ovest, tuttavia senza scoprire Kupjansk e la via su Karkov. Il 30 gennaio l'Ar mata sposta va la propria sede di comando nei sobborghi a sud - est di Karkov (Novo Bavaria). Il 31 gennaio, dopo che i resti del Corpo d' Armata Alpino erano rientrati nelle linee amiche a Scebekino, alle ore 24, il Comando dell'8" Annata cedeva al gruppo Lanz (tedesco) la responsabilità operativa del settore, per spostarsi nella zona a nord - est di Kiev a sopraintendere ai movimenti delle unità italiane dirette 1 alla zona di riordinamento. D uran te la fase di arretramento, fino alla fine di gennaio, sull'ala meridionale dell'Armata, unità italiane avevano operato alla difesa di alcune località importanti, ostacolando l'azione avversaria, come già avevano fa tto i presidi di Tcertkovo e di Gartmiscevka :
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- a Belovodsk il XXVI battaglione mobile carabinieri (Divisione Vicenza) , rinforzato da elementi minori, aveva tenuto la difesa della località che sbarrava la via di Starobelsk; - a Starobelsk il XXVII gruppo artiglieria complementi, il XXVI battaglione artieri, il 14° reparto specialisti di artiglieria, una compagnia del 450° battaglione territoriale mobile, una compagn ia lavoratori, una compagnia guastatori del genio, una compagnia idrici ed una compagnia artieri avevano provveduto alla di fesa della località ed alla protezione della linea ferroviaria; - a Kupjansk ancora elementi del XXVI battaglione carabinieri, un battaglione di formazione (complementi), il XXXVI gruppo artiglieria controaerei cd elementi minori avevano tenuto lo sbarramento della rotabile Valujki - Kupjansk e la difesa di questa città; - a Millcrovo, località rimasta fuori del settore dell'8a Armata, difesa da unità tedesche, erano rimasti consistenti nuclei di militari italiani della base logistica e se ne erano aggiunti altri delle unità già schierate sul Don, tutti in precarie condizioni fisiche. Un gruppo di più animosi, appartenenti a tutte le anni e servizi, il 27 dicembre si costituì volontariamente in reparto della consistenza di una compagnia, partecipando attivamente alla difesa ed alla sortita per il rientro nelle linee amiche avvenuto il 16 gennaio. Il compito affidato all'ala meridionale dell'8• Armata era stato assolto, superando gli ostacoli creati dall'esiguità delle forze impiegate in linea, dall'assenza di riserve, dalla lentezza nell'arrivo di nuovi reparti, dall'azione del nemico, superiore in mezzi ed effettivi. I combattimenti temporeggianti svolti nella seconda metà di gen naio avevano consentito la raccolta di una massa tedesca nella zona del Donez, destinata a svolgere successive operazioni controffensive. La principale carattenstica dell'operazione Ostrogozsk - Rossosc consisteva nel fatto che i sovietici avevano pianificato di effettuare contemporaneamente le fasi di avvolgimento e di eliminazione delle forze. Essi tendevano, in sostanza, ad annientare le unità nemiche prima ancora che fossero del tutto rinchiuse in sacca. D'altra parte, l'anello interno di accerchiamento non era continuo, giacché le forze sovietiche presidiavano staticamente sol tanto i nodi stradali ed i centri abitati situati sulle più probabili vie di ripiegamento. Allo scopo di conseguire un migliore successo nella predisposta operazione Ostrogozsk - Rossosc, il Comando sovietico aveva attuato
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un piano d'inganno, ovvero di << mascheramento operativo », secondo la sua terminologia militare (28), considerato di « notevole rilievo» dagli studiosi militari sovietici. La sua attuazione è stata descritta così : « Per ordine del Comando di Fronte, la 40" Armata, per trarre in inganno il nemico, doveva simulare, dal 7 al 20 dicem bre, una concentrazione di forze e una preparazione di attacco dalla testa di ponte di Storozevoe su Korotojal( e dalla zona della stazione ferroviaria di Svoboda (settore della 2" Armata ungherese). L'Armata doveva creare l'impressione di realizzare dei varchi nei reticolati, di sminare il falso tratto di rottura, di ammassare ingenti forze per l'offensiva. di effettuare le attività ricognitive con i gruppi di comando, di m igliorare la viabilità stradale, ecc .. I fatti successivi dimostrarono che il nemico fu effettù1amente tratto in inganno. Esso, ad esem pio, aprì spesso il fuoco contro i reparti dell'Annata, intensificò l'osservazione nella zona della testa di ponte di Storozevoe, invece di trasferire le riserve in corrispondenza del settore del Fronte Sud - Ovest che, passato all'offensiva il 16 dicem bre ,942. portò a termine con successo la sua operazione. « In seguito, il 12 gennaio, la 40" Armata del Fronte Voronez iniziò l'offensiva proprio dalla testa di ponte eh Storozevoe, fatto questo che fu del tutto inatteso per il nemico . Risultarono utili le misure di mascheramento operativo adottate sin dal 16 dicembre. Il nemico fu per la seconda volta tratto in inganno ritenendo che la 40° Armata fosse destinata ad attaccare non dalla testa di ponte di Storozevoe, ma nella zona di Voronez . Le istruzioni alle truppe furono date nelle steppe lontane dal fronte e soprattutto durante l'arco notturno. La nebbia notturna occultò i mot1Ùnenti dei convogli verso i·z fronte e tutte le altre attività relative alla preparazione dell' offensù,a. Di giorno, nella testa di ponte regnava la calma. (28) cc il m ascheramento operativo è costituito du un complesso di misure adottate da un Comando allo scopo di indurre in errore il nemico circa il tipo della imminente propria attività bellica, il concetto d'operazioni, la portata, il tempo scelto e altresì per nascondere al nemico le pmprie truppe e gli obiettivi m ilitari » (K ratkij slova r operat ivno - takticeskih i obscevoenny h slovtermi nov. M. r958, pag . 156; T olkovyi slovar voennyh termionov. M. 1966, pag. 228). L'espressione « operativ11aja maskirovka », qui tradotta con « mascheramento operativo i>, non trova esatta rispondenza in espressione a naloga della dott rina milita re italiana. La definizion e che il nome nclatore sovietico cEt per << operativnaja maskirovka » riportata dall'articolista corrisponde, in parte, ai concetti contenuti nel Nomenclatore Militare (Eserciro) alle voci « piano d'inganno » e « masche ramento ».
La sernnda battagliCt difensiva del Don
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« Nello stesso tempo, nella zona di Voronez fu ostentato un intenso movimento di truppe, specialmente di notte. Di tanto in tanto guizzavano i fari accesi delle macchine, si udiva il rumore dei motori di carri armati. venivano fatte scoppiare grosse cariche che sim ulavano l'artiglieria pesante. Furono costruiti guadi suppletivi sul ghiaccio del Don, ecc .. << La realizzazione di questo piano d'inganno, appositamente elaborato dal Comando di Armata. fu affidata ad un reggimento della riserva, ai secondi scaglioni delle Divisioni e alle riserve d' Armata. Non una sola volta queste unità mossero dì giorno verso il fronte , ma di notte, dimostrando che era in atto la concentrazione di ingenti forze. « Il nemico prestò fede all'inganno. Esso ritenne che nella testa di ponte di Storozevoe fossero dislocate due Divisiom· fucilieri, una Brigata fucilieri e una Brigata corazzata, cioè forze quasi tre volte inferiori a quelle che ,:n realtà vi erano. Inoltre non si aspettava in ta.le zona l'attacco principale. L'accurato m ascheramento operativo consentì di realizzare la sorpresa, che costituì un importante fattore di successo de!l' operazione >l (29). Al successo dell'operazione contribuì, ancora una volta, la condotta eccessivamente r igida della difesa, così che le forze schierate nei settori non direttamente investiti dall'offensiva sovietica, oltre a non concorrere in nessun modo all'azione di arresto, furono ben presto chiuse in varie sacche. Il Maresciallo Golikov scrive a tal proposito: « ... va osservato che l'ordine del Comando Supremo tedesco di battersi sulla linea del Don, sino ali' ultimo sangue, ebbe moltissimo peso sulle modalità dì azione delle truppe nemiche che si difendevano contro le nostre forze attaccanti e sui risultati complessivi dell'operazione Ostrogozsk - Rossosc » (citata Rivista Storico Militare Sovietica, pag. 65).
H)
RIPI EGAMENTO D EL CORPO D'ARMATA ALPINO ( 17 - 3 I GENNAIO)
(Disegno n . 43) Alle ore II del r7 gennaio il Comando del Corpo d'Armata Alpino trasmetteva verbalmente alle Divisioni dipendenti l'ordine di ripiegamento, subito confermato per iscritto, appena ricevuto dal (29) Magg. Gen. V. naio 1972.
28. - U .S.
M ATSUJ.ENKO,
in Vocnno lstoriceskij Zumai, gen-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 · 1943 )
Comando dell'8" Armata (Docum ento n. 119). Con esso si orientavano le Grandi Unità alpine a compiere i movimenti regoland oli sulle tre successive linee di attestamento (30) : -
ferrovia Jevdakovo - Rossosc;
-
valle Olchovatka;
-
valle Ajdar - Nikolaievka.
Nel corso della giornata il Comando del Corpo Alpino riceveva notizia che Postojalyi era stato attaccato ed occupato da carri armati e fanteria autocarrata, provenienti da sud. In tal modo rimanevano bloccati gli sgomberi predisposti da Podgornoe, poiché i sovietici, fin dal giorno 15, avevano interrotto la strada Rossosc - Olchovatka. L'isolamento, realizzato dalle unità corazzate e motorizzate \ avversarie alle spalle del Corpo d 'Annata Alpino, poneva questo nella necessità di operare da solo per aprirsi la strada verso ovest, al fine di raggiungere lo schieramento amico. Il Comando del Gruppo di Armate « B i> passava alle dipendenze del Corpo Alpino i modestissimi resti del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco. Di esso erano rimasti efficienti 4 carri armati, 2 semoventi, 5 pezzi d'artiglieria, una batteria di lanciarazzi. Le Di visioni 385" e 387", dopo un mese di combattimenti, erano praticamente distrutte ed i superstiti avevano formato drappelli che si erano uniti variamente alle colonne italiane in ripiegamento. Appesantivano il movimento delle quattro Divisioni italiane circa ro.ooo sbandati tedeschi e ungheresi, con innumerevoli slitte ed altre impedimenta, protesi piuttosto a cercare cibo e ricovero per la notte, che a prendere parte ai combattimenti sostenuti dagli italiani. La rottura ciel contatto col nemico avveniva conte mporaneamente su tutta la fronte del Corpo d'Armata aJl'imbrunire e si sviluppava durante la notte sul 18 gennaio. Nell'ambito delle singole Divisioni si formavano colonne, via via meno numerose e più consisten ti. L a Divisione Tridentina costituiva tre colonne, che iniziavano il movimento su Podgornoc protette da una retroguardia e raggiungevano nella notte stessa la linea di attestamento alla ferrovia, sulla qu ale si schieravano fronte ad est. Il Comando del Corpo d'Armata, tuttora dislocato a Podgornoe, si univa alla Tridentina, ponendo (30) Linea definita sul terreno da particolari topografici facilmente indivi· duabili, raggiunta la quale le unità sostano dandone avviso al Comando superiore. E' usata per coordinare il movimento o la manovra tattica nel senso della fro nte.
La seconda ha1taglia difensiva del Don
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alle dipendenze di essa una parte delle truppe e servizi del Corpo d' Armata. La Divisione Vicenza eseguiva il ripiegamento verso la hnea ferroviaria, articolata su due colonne . La colonna settentrionale si dirigeva su Podgornoe. Qui i battaglioni Morbegno e Vestone rientravano all a loro Divisione Tridentina . Questa, a sua volta, restituiva alla Vicenza i due battaglioni che aveva avuto alla fine di dicembre. La colonna meridionale si dirigeva su Popovka. A Pod gornoe il Comando del Corpo d'Armata stabiliva che 3.000 militari dei reparti e servizi da esso direttamente dipendenti effettuassero il ripiegamento con la Vicenza. L a Divisione Cuneense ripiegava in direzione di Popovka, su due colonne protette dal battaglione Saluzzo, lasciato in retroguardia in qu anto schierato all'estremo meridionale del Corpo d'Armata e che restava in stretto contatto con le avanguardie avversarie. Dopo aver iniziato il movimento, il Com ando dì Divisione perdeva il collegamento con il Comando del Corpo d'Annata. L a Divisione Julia, che nella precedente giornata del 16 gennaio aveva dovuto estendere per 25 chilometri il proprio settore difensivo per sostituire unità tedesche impiegate altrove, si era ritirata sulla sponda settentrionale della T ciornaja Kalitva. Conservava, però, una testa di ponte sulla riva meridionale:: di quel fiume presso Novo Melniza, difesa dal battaglione Tolmezzo. Su quelle posizioni il battaglione doveva sostenere violenti attacchi del nemico, che riusciva a circondarlo. Rotto l'accerchiamento in un assalto all a baionetta, il T olmezzo si ricongiungeva alla propria Divisione. Questa, all'imbrunire, riprendeva il movimento in ritirata su due colonne, orientate a proseguire rapidamente su Popovka - Lesnitscianskij . Durante la giornata del 18 gennaio l'accerchiamento nemico andava rinsaldandosi: consistenti unità sovietiche erano segnalate a Rossosc, Olchovatka e sulle rotabili che da queste località adducevano al bivio cli Postoj alyi. Inoltre carri armati nemici e fanterie erano segnalati anche nella zona di Opyt. Il Comando del Corpo d'Annata, con fermando gli ordini verbali già impartiti (Docu mento n . 1 2 0 ), precisava che i reparti avrebbero dovu to (( considerare di operare come in zona di alta montagna>) , sacrificando tutti i mezzi meccanici e face ndo affidamento soltanto su quelli trainati dai muli. L a Divisione T ridentina proseguiva la marcia su due sole colonne, iniziando il movimento all'imbrunire.
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La Divisione Vicenza muoveva dalla zona di Podgornoe - Popovka su Samojlenkof (Sematoevka). I reparti della Divisione Cuneense, duran te la notte sul 18 gennaio, effettuavano ordinatamente i movimenti per abbandonare le posizioni sul Don, fuori della pressione del nemico, tranne che nella zona di Annovka, dov'erano attaccati da forze regolari e partigiane, senza che le unità tedesche del XXIV Corpo fossero in grado di dare orotezione. La Divisione Julia ritornava al suo Corpo d'Armata. Essa risentiva pesantemente degli sforzi compiuti nel precedente periodo, che si sommavano ai generali disagi del clima, del cattivo stato delle piste, della insufficienza di quadrupedi e di carburante. Il battaglione Tolmezzo, che aveva perduto l'intera 12" compagnia in combattimento a Meshonki, sulla Tciornaja Kalitva, veniva rinforzato da 300 uomini dell'VIII battaglione complementi, giunto a Rossosc il 13 gennaio. L a Divisione, nel corso della giornata si trovava dislocata tra Popovka e Sotniskaja, con il Comando giunto a Podgornoc, via Kurenj - Sergejevka. Alla mezzanotte il 9° alpini, alla periferia di Popovka, subiva un attacco proveniente da Rossosc. L
11 19 gennaio il movimento proseguiva con lentezza, attardato dalle descritte difficoltà, secondo le prescrizioni impartite dal Comando del Corpo d'Armata. La Divisione Tridentina si scontrava con le forze del nemico che ostacolavano la sua marcia ad occidente. La colonna del 6° alpini (con i gruppi Bergamo e Vicenza, il II battaglione misto genio ed i servizi divisionali), d1e aveva anche il compito di proteggere il fianco destro scoperto del Corpo d'Armata, puntava per Repjevka su Postojalyi e trovava questa località occupata dai russi. Il battaglione Verona muoveva ail' attacco ma, dopo alterne vicende, non riusciva ad occupare l'abitato per il sopraggiungere di elementi corazzati russi. Il Verona doveva ripiegare su Repjevka, contenendo la pressione avversaria. Il 5° alpini (con il gruppo Val Camonica) puntava su Skororyb, donde muoveva per attaccarlo una colonna motorizzata nemica. Nel combattimento che ne seguiva gli alpini riuscivano ad occupare il paese, distruggendo alcuni carri armati, catturando prigionieri e materiali vari. Mentre il Verona era impegnato contro le forze nemiche di Postojalyi, il grosso della colonna raggiungeva Opyt (a sud - est di Repjevka). Di là il battaglione Val Chiese veniva avviato a sostegno del Verona che si era asserragliato a Repjevka.
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A Opyt erano già arrivati i Com andi dei Corpi d'Armata Alpino e XXIV tedesco, numerosi alpini della / ulia e circa mille sbandati ungheresi provenienti dalla 23• Divisione dislocata a sinistra della T ridentina e scompaginata dall'az ione del nemico. Durante le ore del m attino giungevano altri sbandati ungheresi ed i resti del XXIV Corpo tedesco, da inquadrare nella Tridentina . La situaz ione incerta, aggravata dal fatto che la destra del Corpo d'Armata rimaneva scoperta, e che la Tridentina si trovava in anticipo sul movimento delle altre Divisioni, induceva il Generale Nasci a sostare per l'intera giornata, per poi r iprendere l'attacco il giorno successivo nella zona di Posto jalyi. Fr attanto veniva rinforzata la difesa di Opyt, si riordinavano gli sbandati, per quanto possibile, in reparti di formazione, si concentravano a Repjevka l'intero 6° alpini (meno la 54" compagnia del Vestone) ed i reparti tedeschi. La Divisione Vicenza nelle ore del mattino occupava Samojlenkof dopo breve combattimen to. Alle ore 1 7 riceveva l'ordine del Comando di Corpo d'Armata di proseguire su Lesnitscianskij per concorrere nel giorno seguente con la Tridentina ad un'azione su Postojalyi. Nella notte ormai scesa, districatasi dalla confusione delle migliaia di sbandati stranieri e dei ritardatari, marci ava sull'obiettivo preceduta dall'avanguardia del battaglione Pieve di Teco (3r), ri nforzato da un g ruppo di artiglieria a cavallo. L'avanguardia, mal diretta da guide ed interpreti, anziché marciare su Postojalyi aveva deviato su Opyt; veniva perciò subito sostituita dal CLVI battaglione mitraglieri divisionale e dall'altro gruppo di artiglieria a cavallo. La Divisione Cuneense non era ancora riuscita a collegarsi con il Comando di Corpo d'Armata . 11 Comandante della Divisione aveva, a Popovka, un colloquio con il Generale tedesco Comandante del gruppo di combattimento Rhei ngold, il quale gli confermava che l'itinerario Rossosc - Olichovatka - Valuj ki era in m ano nemica; era invece controllato da unità tedesche l'itinerario Popovka - Kulascevka - Sccljakino (o Varvarovka) - Valujki. Pertanto, il Comandante della Cuneense decideva di deviare dall'itinerario assegnatogli dal Comando di Corpo d'Armata. D istrutti tutti gli automezzi e abbandonato il carreggio, la Cuneense marciava su due scaglioni , con il ITl/277" in retroguardia. Verso le ore 19 guesto reparto era attaccato e sopraffatto da reparti nemici in tuta mimetica bianca, scambiati per tedeschi. Erano anche attaccati e guasi distrutti la 14° compagnia de] battaglione alpini Borgo San Da/mazzo e la 72.. (31) li Ill /277" era rimasto con la Divisione Cuneense.
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Le operazioni delle unità italiane al f1·011te russo ( 194 1 - 1943)
batteria del gruppo Val Po. La 2 1" compag nia del battaglione Sa/uzzo, impegnandosi in ten ace combattimento, permetteva alla colonna di proseguire su Novo Postojalyi, dove raggiungeva la D ivisione Julia impeg nata in combattimento. La Dit'isione f ulia raggiungeva fa ticosamente la zona di Novo Postojalovka - Soloviev - Kopanki, trovandola fortemente occupata dai russi. Iniziava una lotta che durava per l'intera giornata. Sempre durante il giorno 19, il Comando d'Armata ord inava che i resti del XXIV Corpo tedesco puntassero da soli su Rovcnki, mentre il Corpo d'Armata Alpino avrebbe dovuto proseguire nel ripiegamen to previsto. Il Generale Nasci, in accordo con il Comandante del X XIV Corpo e con il Generale tedesco capo dell'Ufficio di collegamento, rispondeva che l'ordine era ineseguibile, date le condizioni della Grande Unità tedesca. Il Comando d'Armata accettava, ordinando di accelerare il movimento, puntando su Valujki. Ripetute richieste fatte dal Comandante del Corpo Alpino per ottenere l'intervento di aerei non potevano essere soddisfatte. Lo stesso Comandante sollecitava la Julia e la Cuneense affinché al più presto superassero il solco della valle Olchovatka. Il 2 0 gennaio il Comando di Corpo d'Armata sollecitava il movimento della Vicenza su Charkovka, affinché si portasse ad ovest della valle Olchovatka, ripetendo l'ordine anche alle altre Divisioni. Il Comandante del XXIV Corpa riceveva l'incarico di raccogliere nella zona di Skororyb tu tti gli sbandati tedeschi, per organizzare una difesa temporanea della zona, così da assicurare lo sfilamento verso occidente. Alle ore 7, carri armati ruSS1 e fanteria autotrasportata attaccavano Opyt, mentre ancora v1 si trovava il Comando del Corpo d'Armata Alpino. La difesa degli elementi in posto non riusciva a respingere l'attacco e veniva travolta, malgrado il sacrificio di alcuni reparti. Andavano perduti mezzi cli trasporto, carteggi del Comando, tutti i mezzi di collegamento. Si salvava una sola staz ione radio tedesca, montata su di un au tocarro semicingolato, valida per assicurare il collegamento con il Comando d'Armata, ma non con quelli delle Divisioni. Il Comando del Corpo d'Armata, passando per la sola via aperta a Skororyb, si spostava a N ovo Charkovka. ( La situazione generale aveva ormai dimostrato che l'offesa ne\ mica proveniva non tanto da est come azione d'inseguimento, ma si sarebbe manifestata in successivi sbarramenti, da rompere nella \ marcia verso ovest. Pertanto il Comandante del Corpo di Armata / decideva la costituz ione di una forte avangu ard ia.
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La Divisione Tridentina, alle ore 2 veniva attaccata da nord nella zona di Opyt, dove l'anticipato ripiegan~ento dell 'Armata ungherese aveva lasciato scoperto il fianco destro 'del Corpo d'Armata Alpino. Il battaglione Vestone respingeva l'attacco. All'alba, il movimento dei servizi, delle impedimenta e degli sbandati cadeva sotto un intenso fuoco d 'artiglieria, mortai cd anni automatiche del nemico che, nella notte, manovrando a largo raggio, aveva delineato un accerchiamento. Seguiva un deciso attacco nemico, a respingere il quale dovevano essere impegnati tutti i reparti. Un contrattacco del II battaglione genio divisionale risolveva favorevolmente la situazione, ma costava al battaglione il sacrificio di due terzi dei suoi uomm1. A Postojalyi il 6° alpini doveva combattere per alcune ore, anche all'arma bianca, per impossessarsi dell 'abitato. Dopo breve sosta in esso, proseguiva su N ovo Charkovka. Era così superato il primo accerchiamento. In esecuzione degli ordini del Comandante del Corpo d'Armata, il Comandante della T ridentina assumeva il comando dello scaglione d'avanguardia, cosùtuito dal 6° alpini (meno il battaglione Verona), rinforzato dai gruppi Bergamo e Vicenza, dall'artiglieria, dai lanciarazzi e dai carri armati tedeschi. Raggiunta Novo Charkovka alle ore 17, la località doveva essere tolta, combattendo, agli occupanti sovietici (due battaglioni rinforzati da artiglieria, mortai e carri armati). Puntate controffensive dell'avversario venivano sventate. Il battagl ione Verona, che aveva ricevuto il compito di proteggere il fianco destro scoperto, respingeva un attacco e proseguiva la marcia in cod a alla colonna divisionale. Il 5° alpini e le restanti unità raggiungevano Novo Charkovka superando il secondo sbarramento nemico. L 'avangu ardi a della Divisione Vicenza, nell a notte sul 2 0 > doveva attaccare Lesnitscianskij, dove l'azione del nemico era appoggiata anche da mezzi corazzati e da numerosi mortai. Un movimento ~ggirante del battaglione Pieve di T eco, riunitosi alla colonna, induceva l'avversario a ri tirarsi, lasciando sul terreno tre carri armati ed alcuni prigionieri. L a Divisione proseguiva su Postojalyi, agevolando l'azione intrapresavì dalla Tridentina. Per la rimanente parte della giornata i reparti sostavano sulle posizioni raggiunte. La Divisione Cuneense raggiungeva Novo Postojalovka verso le ore 2 , unendosi ad clementi della / ulia che combattevano per aprirsi la strada. Un primo intervento del battaglione Ceva>appoggiato dal gruppo Mondovì , costava ad entrambi gravissime perdite, ma senza
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fortuna. La successiva azione dei battaglioni Borgo San Dalmazzo e Saluzzo non otteneva miglior esito. Verso le 15 era anche attaccata la retroguardia; una batteria del gruppo Val Po andava perduta. Nella considerazione che più a sud altri elementi della Julia (9° alpini) combattevano senza successo, il Comand ante della Divisione decideva di cercare più a nord un punto di minore resistenza, dirigendosi su Postojalyi, salvo rientrare poi nel settore di ripiegamento assegnato. La Divisione Julia per l'intera giornata combatteva per aprirsi il passaggio attraverso le posizioni nemiche dì Novo Postojalovka, avendo ricevuto anche il concorso di unità della Cunee.nse. A sera, il Comando, 1'8" alpini ed il gruppo Conegliano si sganciavano dalla lotta e si univano all 'azione di aggi ramento da nord , operato dall a Cuneense, su Postojalyi. Il 9° alpini con i gruppi Udine e Val Piave, da Kopanki , dove erano stati fermati dal nemico per tutto il giorno, rompevano il contatto dirigendosi su Samojlenkof. L'azione congiunta della Julia e della Cuneense aveva fortemente contribuito alla salvezza della colonna settentrionale del Cor' po d 'Armata. Questa, già impegnata sulla fro nte e sul fi anco des tro, si sarebbe trovata in gravi difficoltà a sostenere anche un attacco da sud , parato, invece, dal le due Divisioni. Alla fine della giornata le forze del Corpo d ' Armata Alpino avevano perduto buona parte della loro efficienza operativa in q uanto : - i battaglion i della Ju!ia erano ridotti a meno di 150 uomini ognuno, appoggiati da pochi pezzi del gruppo Conegliano scarsamente provvisti di munizioni; - la Cuneense si trovava con tre battaglioni duramente provati e priva d'artiglieria ; - la Vicenza, già poco adatta ad operare per sua stessa costituzione organica, pure se rinforzata dal battaglione Pieve di Teco, si trovava in pessirne condizion i; - la Tridentina era in una situazione migliore e disponeva del r inforzo dei pochi, ma pur preziosi, mezzi corazzati tedeschi. Il 2 r gennaio il Comandante del Corpo d'Armata, tenuto conto della situazione generale, accertato che la Tridentina aveva sopravanzato le altre Divisioni di circa una tappa, e considerate le condizioni di sempre pit1 r idotta efficienza delle altre G randi U nità, decideva che la T ridentina assumesse la funzione di avanguardi a dell'intero Corpo d 'Armata sull'itineraric Kravzovka - Sceljakino - La-
La seconda battaglia dift·nsiva del Don
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domirovka - Sciabskojc - N icholajevka (32) - Valujki. Le altre Divisioni si sarebbero accodate muovendo a cavallo del medesimo itinerario, secondo l'ordine e le località di sbocco nella valle Olchovatka. Il movimento veniva ripreso dopo che era apparsa evidente l'intenz ione del nemico di opporre al movimento stesso successivi sbarramenti su Ile rotabili che tagliavano l'asse di marcia, facendo largo impiego di mezzi motorizzati. La Divisione Tridentina muoveva da Novo Charkovka su Lymarevka e Scel jaki no, con il proposito di marciare rapidamente, anche a costo di g ravi sacrifìci, per non dare tempo ai sovietici di organizzarsi su posizioni retrostanti . Inoltre: - eseguire le marcie durante le molte ore di oscurità, per sfuggire all 'osservazione del nemico, lasciandolo incerto sulla direzione seguita ; - evitare per quanto possibile di percorrere rotabili ed attraversare abitati ; - tenere distin ti i reparti in grado di combattere dalla massa degli sband ati di varie nazionalità, affinché non fosse rotta la compagine organica ed intralciata l'eventuale azione tattica ; - appoggiarsi agli abitati per dare ricovero agli uomini durante le ore di riposo cd attenuare in qualche modo le conseguenze negative della rigidissima temperatura. Il movimento era ripreso alle ore 2 e l'avanguardia occupava Lymarevka alle 8, togliendola a forze regolari e partigiane respinte il giorno precedente da N ovo Charkovka. Il freddo eccezionale della giornata imponeva di non procedere oltre, pur se la località non era in grado di dare ricovero a tutta la m assa presente. Dovevano essere abbandonate le ultime autocarrette, per impiegare lo scarsissimo carburante nel traino delle artiglierie. Feriti ed ammalati venivano trasportati a braccia e le slitte trai nate da uomini , in un'esemplare gara di solidarietà umana. L a Divisione Vicenza si muoveva ormai nella scia della T ridentina e non riusciva a stabilire il collegamento r adio con la Cuneense e la Julia, per sopperire alla perdita delle stazioni subita ad Opyt dal Comando di Corpo d'Armata e della Tridentina. (32) Il nome d i Nicholajcvka designa una borgata a sud d i Varvarovka, e non l'a ltra località om onima raggiunta poi dalla Tridentina e neppure una ter7.a situata pit1 a nord - est, non toccata dalle unità alpine.
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La colonna raggiungeva Lymarevka con una marcia lenta e faticosa che richiedeva assolutamente una sosta nell'abitato, dove per altro una parte degli uomini doveva rimanere all'aperto per 1'10sufficiente capienza delle abitazioni. Veniva costituita una specie di ospedale per il ricovero degli intrasportabili , affidandoli alle cure di personale volontario. Nella località erano sopraggiunti i Comandan ti della Cuneense e della Julia, che ricevevano verbalmente glì ordini del Comandante del Corpo d ' Armata. All'alba la Divisione Cuneense giungeva in zona di Postojalyi e verso le ore 12 il r" alpin i conquistava l'abitato con il concorso di un reparto tedesco. Proseguiva su Novo Charkovka, raggiungendola nelle prime ore d 'oscurità e sostandovi per la notte. La Divisione Julia da Samojlenkof proseguiva con 1'8° alpini ed il gruppo Conegliano su Novo Charkovka e la superava proseguendo verso ovest. Il Comando della Divisione ed il 9° alpini con i gruppi Udine e Val Piave raggiungevano Lesnitscianskij. Di qui il Comando proseguiva su Novo Charkovka, mentre i reparti si fermavano per riordinarsi e consumare il rancio. Attaccati da forti unità nemiche appoggiate da carri armati, venivano guasi totalmente annientati e solamente poch i elementi riuscivano a salvarsi. Il Comando della Divisione si univa ai Comandi della Cuneense e della Vicenza. Nella notte sul
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gennaio il Comando del Gruppo di Armate
« B >>, attraverso la radio del XXIV Corpo, indicava Nikitovka
quale punto di sbocco del Corpo d'Armata entro le linee amiche, fatto che richiedeva una parziale modifica dell'itinerario previsto. La via più breve da percorrere per raggiungere la località indicata sarebbe passata per Varvarovka, località che era ritenuta occupata, in quanto situata nella vaJle della Tciornaja Kalitva. Ma il breve tempo disponibile non consentiva di variare gli ordini precedentemente impartiti ed il Generale Nasci, pertanto, decideva di puntare ugualmente su Sceljakino, aggirando Varvarovka da sud. L 'avanguardia della Divisione Tridentina (6° alpini) raggiungeva alle ore IO una sella dominante l'abitato di Sceljakino, accolta da violento fuoco. I battaglioni alpini Vestone e Val Chiese ed i carri armati tedeschi, appoggiati dai gruppi Bergamo e Vicenza, muovevano all'attacco. Il battaglione Edolo (5° alpin i) svolgeva un'azione aggirante per la sinistra ; m a l'arrivo nel paese dei carri armati del nemico faceva temere un rovesciamento della situazione, che era tuttavia superata dalla ten acia e dalla saldezza cl' animo dei reparti.
La seconda ba11aglia di/ensiua del D on
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I mmobilizzata una parte dei carri del nemico, ridotta al silenzio la sua artiglieria, snidati i difensori sovietici dalle case, pronunciatasi l'azione aggirante dell ' Edo/o , il paese veniva sgomberato dall'avversario, che subiva gravi perdite, cd occupato dagli alpini. All'imbrunire la colonna proseguiva su Ladomirovka, raggiunta nell a notte. Durante la marcia nuove forze sovietiche, in parte corazzate, sopraggiungevano da sud, investendo la colonna sul fianco. Per non essere travolta, la colonna deviava su Varvarovka, dove il battaglione Morbegno , scontratosi con altri reparti nemici provenienti da nord , si impegnava in una cruenta lotta e si sacrificava per dare modo al resto della colon na di salvarsi deviando verso ovest. L a D ivisione Vicenza si rimetteva in marcia nella notte, con tre semoventi tedeschi , q uasi privi di munizioni. Giunta a Sceljakino, la trovava fortemente pres idiata da unità motocorazzate nemiche, ritorn ate a schierarsi sul poslo dopo essere state allontanate dall a Tridentina. Un primo attacco mosso dai resti del II/277° veniva respinto e doveva essere ripreso dall 'intera colonna, con l'appoggio dei semoventi tedeschi. La colonna italiana penetrava nell'abitato, immobilizzava i carri armati sovietici , sconvolgeva gli apprestamenti difensivi, ma nuove forze russe attaccavano la coda della colonna distruggendo il Quartier Generale della D ivisione cd una aliquota del CLVI battaglione mitraglieri divisionale. L 'azione della Vicenza era servita a svincolare reparti della T ridentina e tedeschi. Alle prime luci la Divisione Cuneense riprendeva la marcia su Lymarevka, raggiungendola alle ore 12. Il 1° alpini si univa alla colonna, ma veniva attaccato da tre carri armati russi . Superato l'attacco, il reggimento sostava a Lymarevka. Il resto della Divisione proseguiva su Novo Dmitrovka, che, occupata dal nemico, veniva conquistata dal battaglione Dronero e dal IV battaglione misto genio. La Divisione subiva la perd ita di centinaia di alpin i rimasti assiderati lungo l'itinerario. All a sera il Comand ante della D ivisione dava facoltà, a chi intendesse valersene, di lasciare la colonna per tentare di salvarsi isolatamente. 11 movimento della Divisione !ulia diven iva più faticoso e pesan te. Al mattino i resti del1 '8° alpini, nella zona di Novo Georgevskij, venivano raggiunti, ci rcondati e catturati dal nemico. Nella giornata il Comando della Divisione raggiungeva la zona di Sceljakino, dove anch'esso veniva circondato ed attaccato da forze nemiche .
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Alla fine della giornata, quan to rimaneva del Corpo d'Armata Aìpino si trovava incolonnato su di un solo itinerario. La situazione si presentava estremamente confusa per l'addensamento di parecchie migliaia di uomini, tra i quali numerosissimi sbandati tedeschi ed ungheresi. Slitte ed impedimcnta sostavano nell'abitato, parzialmente in fiamme e battuto dai cannoni dei carri armati nemici. I sovietici, sempre informati sulle dislocazioni e sulle direzioni di marcia dei vari scaglioni, consapevoli dell a necessità dei reparti avversari di sostare al coperto per attenuare le difficoltà climatoiogiche, impiegando reparti motorizzati precedevano le unità in ripiegamento nell'occupazione degli abitati ubicati sug.l i itinerari. La lotta per impossessarsi degli abitati stessi era necessità vitale per poter sopravvivere al riparo dal gelo. Altri reparti nemici attaccavano le colonne sui fianchi , cercavano di frazionare le code delle colonne, catturavano i ritardatari consegnandoli nelle mani dei partigiani. Il 2 J gennaio il Comando dell'8" Armata, valendosi dell'unica radio tedesca rimasta efficiente dopo l'incursione sovietica, informava il Comando del Corpo d 'Armata che Nikitovka era occupata dal nemico. Pertanto la colonna veniva fatta fermare nella località di Romachova, per sostarvi ed effettuare il riordinamento necessario per l'inevitabile combattimento. All'alba la Divisione Tridentina riprendeva il movimento, sforzandosi di imprimere alla marcia un ritmo veloce, per sfruttare il successo conseguito nella giornata precedente. A Nikolaievka (9 chilometri ad ovest di Sciabskoje) una formazione di partigiani, sostenuta eia 4 pezzi di medio calibro, veniva eliminata d'assalto dagli alpini e dai carri armati tedeschi. La tappa era conclusa a Kovalev. La Divisione Vicenza, priva di collegamento con il Comando superiore, all'alba muoveva verso Varvarovka, per effettu arvi una sosta, anche nella speranza di riunirsi con il 278° fanteria. Mentre lo stesso Comandante della Divisione cercava di riord inare gli elementi della colonna frammisti agli sbandati, una violenta azione di mortai e di aerei nemici scompigliava nuovamen te i reparti . Superata la crisi, una for mazione corazzata avversaria attaccava la colonna in varie on date, dopo che aveva distrutto il 278° fan teria. I resti della Divisione (Comando, 2 sezioni carabinieri, pochi fanti del 277", i resti del CLVI battaglione m itraglicri, il Comando del reggimento artiglieria a cavallo, qualche migliaio di uomini riuniti in poco efficienti reparti di formazione) si sistemavano a difesa attorno e dentro una fattoria presso Varvarovka. Alla sera il movimento veniva ripreso per Bolsce Lipyagi.
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Prima dell'alba la Divisione Cuneense si riuniva a Novo Dmitrovka e proseguiva su due scaglioni, marciando per l'intera giornata, diretta su Garbusovo e Rybalzin. Il 1° alpini superava un attacco di partigiani. Il nucleo della Divisione Julia, che ancora combatteva circon- 1 dato nella zona di Sceljakino, all'alba veniva sopraffatto. Il Generale Comandante con altri 4 ufficiali e circa 50 alpini nuscivano a sottrarsi alla cattura e si riunivano alla colonna della Cuneense. Nella giornata del 24 gennaio il Comando del Corpo d'Armata non aveva più notizie delle vicende delle Grandi Unità dipendenti, tranne che della Tridentina, della quale divideva la sorte. L'incertezza su tutta la situazione era resa più grave anche dalla mancanza di carte topografi.che della zona attraversata. I congelamenti e gli assideramenti continuavano a provocare ingenti perdite. Il Comandante del Corpo d 'Armata informava il Comando dell'8" Armata che, a causa delle gravissime perdite in uomini e materiali, la Grande Unità alpina non era più impiegabile. Le richieste di aviorifornimenti di viveri e cli medicinali non potevano essere soddisfatte. Dopo una marcia notturna, alle ore ro la Divisione Tridentina raggiungeva Malakijeva con l'avanguardia, sotto il fuoco cli artiglieria nemica. La rigidissima temperatura esigeva che l'azione per la conquista dell'abitato avesse rapido corso, per evitare agli uomini non impiegati in combattimento lunghe attese allo scoperto nella bufera di neve alla temperatura di -40°. L'artiglieria prendeva subito posizione, i carri armati tedeschi entravano in azione spalleggiati dai battaglioni Vestone e Val Chiese cd alle ore 12 il paese era conquistato. I russi perdevano 600 uomini contati sul terreno, copioso armamento di fanteria, leggero e pesante, e r2 pezzi di medio calibro. La marcia proseguiva su Romankovo ; per ingannare lo stimolo della fame, uomini e quadrupedi potevano solamente ingerire neve gelata. La località di tappa era raggiunta alle ore 16. Il battaglione Verona rientrava al suo 6° reggimento. La Divisione Vicenza proseguiva fino alle ore 4 la marcia notturna, ripresa dopo una sola ora cli sosta. Nelle ore meridiane raggiungeva un villaggio dal nome sconosciuto e vi si fermava per la notte. La Divisione Cuneense (Comando e 2 ° alpini), superato Garbusovo, raggiungeva Rybalzin alle ore 8 e vi sostava. Il 1° alpini, giunto all'alba a Garbusovo, attaccato da carri armati, subiva nuove forti
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 -1943)
perdite e, giunto a Rybalzin verso mezzogiorno, veniva colto da una bufera di neve che costringeva i reparti a sostare per 1'intera notte.
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Il 2 5 gennaio il Comando d'Armata, per mezzo di un aereo atterrato nei pressi della colonna, comunicava al Generale Nasci che il punto di sbocco era stabilito al bivio posto r6 chilometri a sud - est di Novi Oskol e che Nicholajevka, fortemente presidiata dal nemico, avrebbe dovuto essere attaccata per poter proseguire. La Divisione Tridentina riprendeva all'alba la marcia su Nikitovka, tolta a deboli resistenze di regolari e partigiani . Erano attraversati numerosi paesi, i cui abitanti rifornivano di viveri gli alpini affamati. I battaglioni Verona e Vestone, la 255a compagnia del Val Chiese, una batteria del gruppo Bergamo, con i carri armati tedeschi, che costituivano avanguardia, si spingevano in avanti per un paio d'ore di marcia, raggiungendo Arnautovo. Il Comando della Divisione ordinava per il giorno seguente : - la partenza contemporanea dell'avanguardia e della colonna, già distanziate nella presa degli alloggiamenti; - l'attacco di Nicholajevka da parte dell'avanguardia, sostenuta poi dalla restante parte delia colonna. La Divisione Vicenza riprendeva la marcia su Bolsce Lipjagi, che raggiungeva nella notte , sostandovi. Il battaglione Pieve di Teco, in avanguardia, colpito dal fuoco di mortai, attaccava i reparti nemici, riuscendo a liberare 100 militari italiani tenuti prigionieri. Le unità della Divisione Cuneense si dirigevano su Malakijeva. 11 battaglione Dronero, in avanguardia, per aprire il passo alla colonna, doveva iniziare un combattimento sostenuto dal Mondovì e da un gruppo di artiglieri. I! nemico ritirandosi rilasciava 200 prigionieri italiani. La colonna si frazionava: il Comando della Divisione ed il 2 ° alpini raggiungevano Malakijeva a.Ile ore 24; il 1 ° alpini sostava nel villaggio di Solonzy. La giornata del 26 gennaio appare decisiva per il np1egamento delle Grandi Unità alpine, che dovettero non soltanto infrangere lo sbarramento predisposto dal nemico, ma anche rintuzzarne l'aggressività, manifestata fino dalle ore della notte, in anticipo all a presa di contatto con le posizioni difensive.
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L'avanguardia della Divisione Tridentina, attestata allo sbocco ovest di Niki tovka, alle ore 2 era attaccata da forze regolari e partigiane russe. Dopo alcune ore di combattimento, il nemico era respinto. Nei pressi di Arnautovo consistenti unità sovietiche attaccavano la colonna appena postasi in movi mento, manifestando l'intenzione di isolarne l'avanguardia (battaglione Tirano e gruppo Val Camonica). Mentre la lotta si sviluppava con alterne vicende, per conseguire il proprio intento, il nemico faceva intervenire forze fresche (che avanzavano cantando). La pronta reazione del 5° alpini travolgeva gli attaccanti e riapriva il varco alla colonna e alla massa raccogliticcia, ormai priva di volontà combattiva, che la seguiva passivamente. La consistenza del nemico in questa azione era valutata a tre battaglioni. Il 6" alpini, giunto nei pressi di Nicholajevka, iniziava l'attacco dell'abitato presidiato dal ne mico. Sebbene l'efficienza dei reparti fosse diminuita a causa dei combattimenti fino allora sostenuti , delle durissime condizioni climatiche, delle privazioni alimentari e della scarsezza delle munizioni, vincendo la violenta reazione di fuoco dell'avversario, i reparti superavano il terrapieno fe rroviario situato al margine orientale di Nicholajevka , riuscendo a penetrare nel paese alle ore 1 r. Ma le forti perdite subite non permettevano di mantenervisi ed i reparti, per qu anto rin forzati da altri elementi volenterosi, dovevano retrocedere oltre la ferrov ia, conservando su d i essa il contatto con il nemico. Verso il mezzogiorno, giungeva il grosso della colonna che consentiva l'intervento del 5° alpini con l'appoggio di tutta l'artiglieria disponibile per la ripresa dell'attacco. Partecipavano ad esso anche reparti di formazione. Il nemico, la cui forza era valutata ad una Divisione, reagiva con il fu oco di tutte le sue unità e con l'intervento di numerosi aerei. L'azione avvers aria otteneva effetti gravissimi sulla massa della colonna, formata da slitte, quadrupedi, automezzi condotti da militari di varia nazionalità e di vario linguaggio, e, per ciò stesso, difficili da coordinare. L' attacco sferrato con estrema decisione, trascinato nella scia dei pochi carri armati tedeschi sui quali aveva preso posto il Comandante della Divisione, portava i reparti nuovamente oltre la ferrovia e alla seconda occupazione nell'abitato. T u ttavia, le gravissime perdite subite dagli attaccanti, soprattutto tra gli ufficiali, provocavano l'arresto temporaneo dell'opera-
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zione . La massa che seguiva avvertiva il pericolo e iniziava un movimento retrogrado. Il sopraggiungere del 5° alpini determinava ]a ripresa dell'avan7.ata e tutti gli uomini dell 'eterogenea colonna, armati e disarmati, s1 precipitavano in avanti a valan ga, travolgendo tumultuosamente ogni resistenza dell'avversario che subiva forti perdite in uomini , armi leggere e 24 pezzi d'artiglieria. 11 Coman dante ciel Corpo d'Armata, in considerazione delle precarie condizioni dei reparti, del loro ridotto armamento e munizionamento ed in previsione di un probabile ritorno offensivo dei russi, ordinava di proseguire il movimento dopo brevissima sosta sull'obiettivo conquistato, così da superare al più presto il solco cli Uspenskaja, favorevole al movimento di mezzi motorizzati. Un altro sbarramento veniva eliminato dal battaglione Edolo . La colonna della Divisione Vicenza riprendeva il movimento al l'alba, nell'intento di raggiungere Valujki , ma trovava i numeros i abitati della zona presidiati eia ele1nenti avversari. Questi si ritiravano ai primi colpi di mortaio, ma i ripetuti spiegamen ti dei reparti cagionavano ritardi nella marcia. La colonna era sovente sottoposta anche ad azioni di m itragliamento da parte di aerei nemici . Verso mezzogiorno la colonna veniva presa sotto il tiro di lanciarazzi , che non potevano essere controbattuti. Le azioni dei partigiani erano sempre più freq uenti ; le munizioni si stavano esaurendo. Alle ore r5, la colonna stessa, ridotta a circa 3 .000 uomini, era arrestata frontalmente dal fuoco di mitragli atrici, mentre reparti di cavalleria, sbucati da un vicino bosco, apparivano sul fianco sinistro. Il battaglione Pieve cli Teco prendeva posizione, m a la scarsità di munizioni gli consentiva solamente un'azione di temporaneo contenimento. Cavalleria cosacca, rinforzata da artiglieria e carri armati, si presentava anche sul tergo, completando così l'accerchiamento. Quando un par.lamentare avversari.o intimava la resa entro trenta minuti, m inacciando di non dare quartiere ai prigionieri, le possibilità non soltanto di proseguire la marcia, ma quelle stesse di resistere più a lungo, erano oramai praticamente annullate. 11 Comandante della Vicenza recandosi a parl amentare aveva modo di valutare la grande consistenza deile forze avversarie. Accettate le condizioni di resa, il Generale Pascolini rimaneva prigioniero, mentre gli ufficiali che lo avevano accompagnato r ientravano presso i reparti italiani per comunicare che era stata accettata la resa. Essi dovevano constatare che i sovietici avevano già catturato l'intera colonna.
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I due scaglioni della Di(Jisione Cuneense, appena postisi in m.ircia, erano sottoposti a mitragliamento aereo; si congiungevano quindi formando una sola colonna. Un attacco di reparti di cavalleria era respinto dal battaglione Dronero. Durante la marcia notturna, il 1° alpini perdeva il collegamento con il Comando della Divisione.
Il 27 gennaio i1 Comando del Corpo d'Armata Alpino nel movimento verso ovest si lasci ava superare dalla Tridentina e da tutta la restante colonna, lunga circa 30 chilometri. Su di essa con tinuava il mitragli amento a volo radente degli aerei avversari. La marcia era resa sempre più fati cosa dall'abbondanza e dallo stato della neve. I qu adrupedi , sfiniti, morivano in numero sempre crescente, provocando l'abbandono e la distruzione dei pezzi di artiglieria o degli altri carichi. Ufficiali e soldati al limite delle forze si fermavano nelle isbe, dove, sovente, finivano poi c.a tturati. 11 Comando della Divisione Tridentina, riordinati rapidamente i reparti nella sosta notturna, disponeva la ripresa del 111ovimento, mettendo in avanguardia il 5" alpini, i gruppi Bergamo e Vicenza, ed il solo carro armato tedesco rimasto, con i due pezzi d'artiglieria superstiti pure tedeschi . Con una fati cosissima tappa di oltre 40 chilometri, ancora sottoposta alle azioni aeree e funestata da nuove perdite per esaurimento, la colonna a notte inoltrata raggiungeva Uspenskaja e Lutovinovo. La Di(Jisione Cuneense, giunta presso Valujki, veniva attaccata di sorpresa e sopraffatta da un Corpo di cavalleria cosacca nascosto dietro l'alto terrapieno della linea avversaria. Il battaglione Mondovì rifiutava di arrendersi ed iniziava un combattimento che si prolungava per alcune ore. Ma la lotta era impari ed il battaglione alla fine dovette cedere . Il 28 gennaio i componenti del Comando di Corpo d'Armata erano attaccati da carri armati e fanterie. Insieme con le unità della Tridentina che li precedevano marciavano poi per raggiungere Novi Oskol. Giunta la colonna a 16 chilometri da tale locali tà, veniva a conoscere che era stata occupata dai russi fin dal m attino. Era perciò necessario cambiare itinerario e dirigersi su S1onovka. La fatica della marcia era superata sol amente per la volontà di tutti di raggiungere la meta. Con la temperatura a - 35°, - 40" il numero dei congelati aumentava di ora in ora. I pochi quadrupedi sopravvissuti trainavano le slitte per il trasporto dei feriti e dei congelati. 29. - U.S.
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Il 29 gennaio la colonna raggiungeva Bessarab. La sua forza era ridotta a 20.000 italiani, dei quali oltre 2.000 feriti e 5.000 congelati. Il numero dei tedeschi e degli ungheresi portati in salvo si era via via ridotto fino a 15 - 16.000 uomini. Il 30 gennaio veniva raggiunto Bolsce Troitzkoje, dove soldati e ufficiali degli altri eserciti si staccavano dalla colonna italiana. Lo stato morale degli italiani si sollevava sensibilmente nella constatazione che la fase critica dell'accerchiamento era stata superata e nella speranza di poter usufruire di un prossimo trasporto ferroviario. Nella località erano anche giunti i primi autocarri con i rifornimenti; con essi poteva avere inizio lo sgombero dei più gravi feriti e congelati. Il 31 gennaio la testa della colonna del Corpo d'Armata Alpino giungeva a Scebekino. Tutto il personale, mano a mano che arrivava, veniva sistemato in accantonamenti ove sostava per alcuni giorni, sia per un necessario periodo di riposo, sia per attendere l'arrivo dei ritardatari, protrattosi fino al 3 febbraio. I feriti ed i congelati pili gravi venivano sgomberati sull'ospedale militare italiano di Karkov. Gli altri erano ricoverati in una infermeria temporanea, in attesa di essere trasportati anch'essi a Karkov. Si dava quindi mano al riordinamento dei reparti e si faceva l'appello degli uomini, in attesa del trasferimento che avrebbe portato i resti dell'8" Armata nella zona di Cornei, donde sarebbero partiti in ferrovia per fare ritorno in Italia.
Con il 31 gennaio il Comando dell'8" Armata italiana, cedendo la responsabilità del settore al gruppo Lanz tedesco, concludeva ogni attività operativa sul fronte russo.
6. - CONSIDERAZIONI L'operazione condotta dai sovietici per l'isolamento delle forze tedesche tendenti al possesso di Stalingrado, fu la prima di una vasta offensiva che, estendendosi da sud verso nord a quasi tutto il teatro di guerra, avrebbe travolto, nel volgere di un trimestre,
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la resistenza di sei Armate, costringendole in varie sacche: la 6" e la 4" corazzata tedesche e la 3" romena; 1'8" italiana; la 2 .. ungherese; la 2 .. tedesca. Infatti: - nella terza decade di novembre, rotto contemporaneamente lo schieramento della 4" Armata corazzata tedesca e della 3" romena, rimanevano isolate la 6" Armata tedesca operante a Stalingrado, unità della 4" corazzata e l'ala destra della 3" romena; - alla metà di dicembre, rotto il centro e l'ala destra dd1'8" Armata italiana (Corpi d'Armata ital iani lI e XXXV e XXIX tedesco) e travolta la si nistra della 3"' romena, i due tronconi venivano rinchiusi in una nuova sacca, mentre ancora non era stata eliminata la precedente di Stalingrado; - nella seconda decade di gennaio, spezzato nuovamente l'appena ricostituito fronte dell '8'' Armata (XXIV Corpo d'Armata tedesco) ed infranto lo schieramento della 2" Armata ungherese, fu realizzata una terza sacca nella quale venne a trovarsi anche il Corpo d'Armata Alpino italiano (ala si nistra dell'Armata); - ai primi di febbraio, con azione a tenaglia analoga alle precedenti, veniva sconfitta ed accerchiata la 2" Armata tedesca (settore di Voronez). Solamente nella seconda decade di marzo le forze tedesche riuscirono ad arrestare l'avversario che, oltrepassata la linea Kursk, Belgorod, Karkov, era giunto con le sue punte più avanzate fin quasi al meridiano di Poltava. La sconfitta dell'8" Armata sul Don deve pertanto essere considerata non isolatamente, ma nel quadro complessivo di tale ciclo operativo e allo stesso piano delle altre Armate in esso coinvolte e battute dall'offensiva russa, tanto più che la sua organizzazione difensiva non era certamente migliore delle altre. Per la organizzazione difensiva della linea del Don, la « Direttiva 4r » (33) in data 5 aprile 1942 del Comando Supremo tedesco (33) La cc Direttiva 41 >> prescriveva testualmente: « Allo scopo di non dare la possibilità alla maggior parte delle forze sovietiche dislocate ti nord del Don di pt1ssare a sud del fiume, è importante che il com plesso delle forze in movimento dalla zona di Taganrog verso est, sia rafforzato sul suo fianco destro con aliquote corazzate e motorizzate; in caso di 11ecessitrì. è possibile che siano formati con esse gruppi mobili. « Durante l'effettuaz ione di queste operaz ioni bisogna 11011 soltanto tener conto della sicurezza del fianco nord orientale, ma va anche iniz iato subito l'allestimento di posizioni difensive sul Don. [mportanza particolarmente
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stabiliva che nel corso dell'offensiva nello scacchiere meridionale del fronte (ove era schierata l'Armata italiana): - il fianco nord offrisse sicura protezione alle forze operanti sulla direttrice principale; - fosse subito dato jnizio all'allestimento di posizioni difensive sul Don, attribuendo alle stesse notevole capacità controcarro e organizzandole in vista di un impiego nella stagione invernale. Sulla base di tale direttiva, il Comando Gruppo Armate « B », con una serie di disposizioni diramate dal luglio al dicembre 1942, fissò e ribadì i concetti basilari che dovevano informare l'organizzazione e la condotta della difesa, concetti che si possono così sintetizzare: - le forze debbono essere proiettate in avanti per la costituzione di una posizione di resistenza continua forte quanto più possibile. Le infiltrazioni nemiche, molto pericolose sia per il sistema di difesa lineare, sia per la grande abilità dell'avversario di consolidarsi immediatamente sul terreno occupato, debbono essere stroncate sul nascere lanciando tempestive reazioni di contrassalto e di contrattacco;
- la difesa del Don deve essere portata e condotta sulla sponda destra del .fiume, che deve costituire una linea di resistenza irrinunciabile. Viene escluso nel modo più assoluto ogni movimento tattico sia ai fini della manovra, sia per ottenere il raccorciamento del fronte ed una conseguente maggiore disponibilità di forze. Decisioni del genere possono essere prese soltanto dal Comando Gruppo Armate; - in caso di rottura i pilastri laterali non debbono ripiegare, per consentire adeguate contromisure che possono essere attuate da grande deve essere attribuita alla realizzazione di una possente difesa controcarro. Le posi.'<:ioni debbono essere approntate tenendo presente il loro eve11tuale impiego nella stagione invernale e pertanto devono essere provviste di tutti i dispositivi a tal fine necessm·i. « Il presidio delle posizioni su questa estesa fronte del Don, che si amplierà continuamente in relazione allo sviluppo delle operazioni, sarù in primo luogo affidato alle unità alleate allo scopo di impiegare le truppe tedesche per la creazione di una potente barriera fra Ore! e il Don nonché nell'istmo di Stalingmdo: talune Divisioni tedesche non impegnate debbono essere disposte, come riserva mobile, dietro la linea del fronte del Don. cc Le truppe alleate debbono essere sistemate sulle nostre posizioni in mct· niera tale che nella parte più a nord siano schierati gli ungheresi, poi gli ita/ia.11i e più lontani di tutti, a sud - est, i romeni >l.
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parte delle riserve operative, uniche ed impiegabili a tale scopo essendo le riserve local i ed i rincalzi generalmente già assorbiti per la difesa della linea prima della rottura. Gli elementi della difesa debbono restare in posto anche se superati dal nemico o in pericolo di essere accerchiati. L'applicazione dei concetti sopra indicati nell'ambito del1'8" Armata portava alla creazione di un a posizione di resistenza tale soltanto di nome, in quanto anche con la proiezione totale di tutte le forze in linea, i settori di battaglione sarebbero sempre stati di gran lunga superiori (circa 7 km per battaglione) a quelli previsti dalla dottrina italiana per la di fesa in terreni ovunque percorribili. In così precaria situazione, il Comando di Armata riteneva di dover tenere alla mano riserve di una certa consistenza (gruppi di intervento) per poter contrapporre una adeguata n1assa dove si fosse manifestato lo sforzo nemico. Ciò anche a costo di indebolire la posizione che in effetti altro non era che una linea di sicurezza rinforzata. A questo criterio si oppose il Comando Gruppo Armate « B n, che in sede di revisione del progetto di schieramento invernale ordinò esplicitamente di raffittire la linea di difesa utilizzando la esigua parte degl i elementi destinati ad essere tenuti alla mano. L '8• Armata ai primi di agosto 1942 aveva preso in consegna, dalle unità tedesche inviate sul fronte di Stalingrado, un settore ampio circa 3 00 chilometri, successivamen te ridotto a 270. Il 16 agosto, in particolare, il Il Corpo d' Armata rilevava le posizioni del XXIX Corpo d'Armata tedesco che comprendevano, sulla riva destra del Don, una testa di ponte sovietica (ampia circa II km e profonda ro km), nell'ansa tra Verhnij Mamon e Niznij Mamon, che i tedeschi non avevano eliminato durante la loro occupazione. Un'altra tes ta di ponte sovietica sulla destra del Don era situata circa 30 chilometri a sud - est della precedente, ne1I'ansa di Krasnohorovka - Ogalev . Il possesso di tali posizioni da parte dei russi, robustamente installati al di qua del fiume, sarebbe poi risultato utilissimo alle loro unità nell'offensiva del dicembre successivo contro l'Armata italiana. Nello schieramento dell'Armata esisteva, poi, un tratto particolarmente pericoloso per la difesa, a causa dell'andamento dell a linea, ed era il tratto Novo Kalitva - Krasno Orekovo, presidiato dal Il Corpo d'Armata (Divisioni Cosseria e Ravenna).
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Come dimostra lo schizzo seguente, infatti, un attacco in forze da nord a sud, in concomitanza con altra azione est - sud-ovest partente dalle posizioni del « berretto frigio », avrebbe spezzato il fronte dell'8" Armata ponendo in grave crisi anche l'ala destra dello schieramento (come in effetti è avvenuto con l'operazione sovietica « Piccolo Saturno»).
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Teste di ponte soviztiche
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I Comandi italiani non avevano mancato di proporre ai tedeschi dall'agosto 1942 di tagliare, tutto o in parte, il saliente Pavlovsk Mamon occupando con poche Grandi Unità una linea più avanzata. 11 p.ovvedimento avrebbe tolto all'avversario e passate all'8" Armata vaste zone e ottime pedane di partenza per recidere la controansa di Krasno - Orekovo e l'ansa di Mamon , 1na la proposta non ebbe alcun seguito. A indebolire la già precaria organizzazione difensiva italiana sul Don contribuì notevolmente anche l'allontanan1ento dclJe D ivisioni
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tedesche 62", 22" corazzata e 294" dislocate sul fronte dell'8" Armata. In seguito alla controffensiva sovietica contro la 3" Arm ata romena (che dal IO ottobre 1942 era schierata alla destra del settore italiano) le tre Grandi Unità tedesche vennero trasferite d'urgenza verso l'area minacciata. Così, il settore dell'Armata italiana, poco prima di essere a sua volta investito, non disponeva più di alcuna unità per la reazione di movimento.
2' A.(ungh.)
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Ai motivi di insufficienza difensiva sin qui indicati, se ne aggiungono altri due di incidenza determinante. li primo di essi riguarda l'ordine di difesa ad oltranza della « sponda del Don », per (\ cui 1'8" Ar mata fu costretta ad operare secondo uno schema che non consentiva alternative alla difesa statica lineare. L'altro motivo di / debolezza del fronte è insito nel « vincolo di impiego >> (34) posto \ dal Comando tedesco per le sue unità inviate nel settore dell'8" Ar(34) Limitazione alla disponibilità <li una unità (o complesso di forze e di mezzi) il cui impiego è subordinato al benestare dell'autorità superiore, oppure è fissato dall'autorità stessa per l'adempimento cli un compito specifico.
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mata poco priina che scattasse l'operazione « Piccolo Saturno » o durante lo svolgimento d i essa. Il vincolo di impiego riguardava la 385a Divisione, la 27"' D ivisione corazzata e il gruppo Fegelein. I m ezzi corazzati della 27° Divisione non solo non erano stati decentrati, ma era stata lasciata al Comandante della Grande Unit~1 piena libertà di azione. La sistemazione difensiva dell'Armata italiana sul D on costituì l'argomento p rincipale d i un colloquio avvenuto a Starobelsk il 4 ottobre 1942 tra il Comandante del Gruppo Armate « B », Generale von Weichs, e il rappresentante militare italiano presso il Comando Supremo germanico, Generale Efisio Marras . Durante il colloq uio il Comandante tedesco : - riconosce che 1'8" Annata italiana difende un settore molto ampio, ma che potrà venire ridotto con l'inserimento sulla fronte di nuovi reparti romeni (inserimento mai avvenuto); - si m ostra al corrente della situazione deficitaria dcli' Armata in arm i automatiche e pezzi controcarro e aderisce alla richiesta del Gen. Marras di procurare armi non appena ve ne sarà disponibilità. « E' prevedibile - afferma il Gen. von "\:Veichs - che a Stalingrado cadranno in nostre mani grossi depositi di armi; un considerevole quantitativo di armi è già stato catturato nel corso delle ultime operazioni» . Il Generale esprime inoltre proposito d i utilizzare quali fortini, come già fanno i russi , i carri immobilizzati, perché colpiti neg li organi di movimento, interrandoli lungo la fron te difensiva ed assicura di avere in animo d i assegnare a suo tempo all'8" Armata un adeguato numero di tali carri (assegnazione mai avvenuta).
li Geo. von Weichs afferma poi testualmente : « ... il Fiihrer ha particolare riguardo al settore de/1' B4 Armata come punto strategico molto delicato. Se noi fossimo i russi considereremmo quel settore come particolarmente adatto per un'azione sul nostro schieramento. Dopo la conclusione della lotta per Stalingrado, i russi cercheranno altri punti ove esercitare la loro pressione ed è possibde che du~ante l'inverno il settore del!' A rmata italiana sia teatro di importanti avvenimenti. Ma - soggiunge - i russi attaccano ora qua ora là. con strani criteri ». N onostante la « Direttiva 41 J> ed i convi ncimenti del Comand ante del Gruppo Armate « B JJ sulla importanza e la delicatezza della linea del Don, nessun provvedimento fu tuttavia adottato per potenziarne le difese.
La seconda battaglia difensiva del Don
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Sulle gravi condizioni di di fcndibilità nelle quali venne lasciato il fronte del Don , possono verosimilmente aver contribuito due valutazioni iniziali di valore strategico, rivelatesi poi inesatte, del Comando Supremo tedesco. Esso infatti aveva ritenuto che : - lo scacchiere più pericoloso fosse guello centrale. Ad avvalorare il convinci1nento dei tedeschi di un possi bile attacco invernale contro il Gruppo di Armate « Centro », era stata l'intensa attività operativa svolta dai Fronti sovietici « Kalinin JJ e « Ovest JJ nell'estate e nell'autunno 1942. I tedeschi, infatti, alla vigilia dell'offensiva sovietica nel settore meridionale, rafforzarono il settore « Centro J> con 12 Divisioni e varie unità di supporto (35) ; - le forze sovietiche non fossero comunque in grado di effettuare massicce operazioni offensive durante l'inverno 1942 1 943 (36). L'Esercito tedesco e, con esso, le Armate alleate ven nero inoltre a trovarsi alla fine dell'autunno in una situazione precaria derivante dal fatto che l'offe nsiva dell'estate non soltanto non aveva ottenuto risultati risolutivi , ma era rimasta incompiuta in quanto nessuno dei due grandi obiettivi propostisi, vale a dire la conquista di Stalin(35) Da TI oe11110 lstoricesl(ij Zumai, n. r, 1y72, che a pag. r5 cita l'opera di ZuRov <1 Vospominaoja i razm yslenija », ed . 15)69, ove a pag. 418 è detto : u A i Gruppi di ,frmate tedesche "R" ed "A" furono inviare, nell'ottobre novembre, soltanto I o Divisioni, me/lÌ, dei/e quali giunsero nell'ansa del Volga a controffe11siva iniziata. « Nel piano d'inganno sovietico 1·ientra invece l'ordine dato a met!Ì ottobre 1942 dallo Stavka ai "Fronti" meridionali di organ izzarsi a difesa ». (36) <e Il serviz io in.formazioni t edesco - scrivono i sovietici nella IVOVSS - così valutava la situazione al 28 011obre in corrispondenza dello scacchiere del Gruppo di Armate "B " , suìla direttrice di Stalingrado: " li nemico non ha intmz ione nel prossimo futuro di intraprendere massicce optTazioni of f ensive .cui fronte del Don" ». li r2 novembre successivo, cioè appe na selle giorni prima che i sovietici sferrassero l'offensiva che doveva dare inizio al capovolg imento delle sorti della guerra in loro favore, i tedeschi, è ancora detto nella lVOVSS, erano del parere che (( . .. La possibilit'l di un'offensiva neli'immediato fwuro non è .<tata accertata in modo sufficientemente sicuro. A causa di questa poco chiara situazione non è possibile determinare i concetti operativi generali del 11emico. Per sviluppare operazioni su vasta scala il nemico non dispo11e di forz e sufficienti». Di uguale, ma meno ottimistico, parere era il Ge11. Messe che in tal senso informò Ciano ((( Vedo itfesse di ritorno dalla Russia. Il suo giudizio è elle i bol.<eeviclii non han no forze per te11tC1re azioni in gmnde, ma sufficienti per i11chiodarc la quasi tot:t!iuì dell'Esercito germanico nella steppa >J, Diario 1939 - 1943, 14 nove mbre 1943).
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Le opera:::ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
grado e il dominio del Caucaso, era stato raggiunto e le forze del settore « Sud » erano rimaste, per così dire, « in aria >> . Il fronte, infatti, aveva assunto una estensione assolutamente sproporzionata alle forze disponibili, anche per effetto della irregolarità del suo andamento dovuto appunto all'arresto della offensiva germanica. Situazione molto diffi cile dunque non soltanto per la debolezza del fronte derivante dal suo sviluppo eccessivo in proporzione alle forze impegnate, ma anche e soprattutto perché il Comando tedesco disponeva di riserve in quantità assolutamente insufficiente. Si spiega così come, assunta dai sovietici l'iniziativa, esso non sia stato più in condizione di fronteggiare tempestivamente gli eventi. Non è nemmeno da escludere che il Comando tedesco sia stato sorpreso non solamente da una errata valutazione della situazione generale, ma anche dalla costante sottovalutazione dell'avversario. Da una parte la sua attenzione era attratta dalla minaccia di grandi operazioni di sbarco al fronte occidentale, dove furono immobilizzate fo rze notevoli (circa cinquanta Divisioni), anche per la sor presa subita in seguito allo sbarco nel nord Africa francese. Dall'altra parte, la sottovalutazione delle poss ibilità del nemico, dopo la pri ma fase dell'offensiva che pur aveva condotto all 'isolamento della 6" Armata, portò i tedeschi a ritenere che lo sforzo sovietico fosse prossimo all 'esaurimento. Essi giudicarono possibile sbloccare l'Armata di Stalingrado, escludendo attacchi importanti in altri settori, e non valutarono l'entità della minaccia nemica sul medio Don, che avrebbe quanto meno imposto di far affluire riserve, sia pure con qualche difficoltà, da altri punti (37). Il Comando sovietico, invece, stava già organizzando il dispositivo di attacco per la seconda fas e dell'offensiva iniziata il 19 novembre, vale a dire l'operazione « Piccolo Saturno ». Per affrontarla con la certezza del successo esso provvide tra l'altro : - a rinforzare i « Fronti >J impegn ati nell'operazione con un elevato numero di Grandi Unità di fanteri a, corazzate e meccanizzate 1\j~8)·' (37) « li Comando tedesco, e Hitler in particolar modo, erano talmente ossessionati dal prestigio della conquista di Stalin grado, che 11011 prestctrono abbastanza attenzione al raf forzame11to dei due fianchi>> ( A1.EX,\NDER WERTII : (( La Russia in guerra, 1941 - 1945 », pag. 49::i, Mondadori, Milano, 1<)66). (38) Da Tloenno l storicesf(ii Zumai, n. 12, 1972, pag. 52, ove in una nota a piè d i pagina è anc he scritto: ,cc Durante lo .wiluppo ddl' offensiva a Stai in grado in armonia con i concetti generali strategici della campagna invernale, furo no rinforzati con riserve tratte dal Comando Supremo (Stavka) anc/1e " Fronti" operanti in altri scacchieri del fronte russo - tedesco. In particolare, per l'ape-
l..a seconda battaglia difensiva del Don
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- a rinforzare il Fronte « Sud - Ovest », che aveva la sua r' Armata Guardie impegnata contro il II Corpo d'Armata italiano, con la m aggior parte delle riserve di artiglieria a disposizione del Comando Supremo sovietico e con varie unità cedute da altri « Fronti ,, , tra le quali: 26 reggimenti di artiglieria, 4 gruppi di artiglieria controaerei, varie unità mortai e ro gruppi di lanciarazzi multipli pesanti M-30. Nell'ambito dello stesso Fronte (( Sud - Ovest» venne inoltre effettuata la m anovra dei materiali alla quale furono interessati complessivamente 48 reggimenti di artiglieria; - a concentrare la massa delle unità corazzate in corrispondenza della direttrice principale di attacco (vds. Disegni n. 56 e n. 39) ; - ad appoggiare l'operazione con due Armate ae ree (la 2 .. e la 1f) che con 532 velivoli di vario tipo effettuarono 4.r77 sortite, 1'8o~~ delle quali in appoggio alle unità terrestri (39).
Con l'operazione <e Piccolo Saturno » i sovietici riuscirono a realizzare una sorpresa cli valore strategico, sferrando la loro offensiva in uno scacchiere, quello meridionale, e in un periodo, quello invern ale, che i tedeschi nelle loro previsioni avevano scartato, e poterono . concentrare grandi forze nel settore di rottura, scelto nel punto più debole del fronte contrapposto, dopo aver quasi del tutto sguarnito il resto della linea del Don. Ciononostante l'attacco non procedette così speditamente come era previsto nei piani operativi. Scrive, infatti , il Gen. d'Armata Radzievskij sulla Rivista Storico Militare Sovietica : <e In seguito ali'ordine 12 . 306 del Commissario del Popolo per la Difesa, L'adozione di un solo scaglione nei dispositivi di tutte le unità tattiche (40) creò momenti di crisi in alnmi tratti di sfondamento poiché né i reggimenti né le Divisioni avevano di che rinforzare o reiterare il primo urto iniziale. Ad esempio le Divisioni della f Armata corazzata non poterono ef/ettuare con le proprie forze la rottura della prim a
razione "Osrrogozsk - Rossosc" (cioè l'opera,:ione che con l'investimento della 2' Armata ungherese coinvolgerà in gennaio 1943 anc he il Corpo d'Armata Al pino italiano), il Frnnte "Voroncz" rìccv<·tte dallo Stavl(a la 3" Armat(I cora zzata, il IV cd il VII Corpo di cavalleria e molte altre 1111ità » . (39) Da Voenno lstorìceskii Zunwl, n. Il, HJ72, pag. 51. (40) Con tale espressione i sovietici intendo no le unità <lai plorone sino alla Divisione, compresi.
Le operazioni delle unità italiane al froilte rnsso (1941 • 1943)
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posizione e creare quindi le premesse favore voli all'inserimento dei Corpi corazzati nella battaglia. Simile inconveniente si verificò nella 6" e nella 1° Armata Guardie durante l'offensiva sul medio Don (41). « Il rallentamento delle fanterie costrinse i comandanti ad immettere anzitempo le aliquote mobili nella battaglia. Questo fatto provocò considerevoli perdite in carri armati» (42). Da tale ammissione si può dedurre che tutte e IO le Divisioni di fanteria sovietiche in 1 "' sch iera avevano subìto perdite così gravi da non essere più in grado di assolvere il loro compito offensivo, cioè la rottura delle difese del Il Corpo d'Armata, senza l'impiego dei 754 carri armati delle unità corazzate e motorizzate concentrate sullo stesso fronte. Ancora nella storiografia militare sov1et1ca si legge che (43) « ... alla fine della giornata - vale a dire del 16 dicembre 1942 le truppe della 6" Armata erano avanzate di 4 - 5 chilometri e quelle della 1" Armata Guardie di 2 -3 chilometri>> . Q ueste cifre vanno considerate in relazione a quelle della tabella n. 6 dello studio citato nella nota 43, che indica i dati relativi alla portata dell'operazione « Piccolo Saturno >i « secondo quanto nel piano era previsto e ciò che in realtà fu conseguito >>. Precisamente : AMPIEZZA PIANIF ICATA E PRATICA
DELL'OPERAZIONE
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(4 1) Cioè le d ue Armate che operarono conrro il fl Corpo d'Armata italiano.
(42) Gen. Pr9f. A.
R ADZI EVSKIJ, in Voe11110 l storiceskii Z umai, n. 3, 1973. (4.~) Da V oenno lstoriccskij Zurnal, n. 5, 1972, pag. 27.
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La seconda battaglia difensiva del Don
Da parte italiana, la condotta della difesa appare, ad ogni livello di comando, fortemente condizionata dalla scarsità delle forze. L'ampiezza dei settori da difendere, eccessiva, come si è visto, per l'esiguità dei reparti destinati a presidiarli, comportò lo schieramento in linea di tutti gli effettivi delle unità, che vennero così a trovarsi sprovviste anche dei rincalzi. Delineatosi l'attacco, l'assenza del rincalzo determinava l'intervento dei reparti in secondo scaglione, spesso incompleti per avere fornito aliquote di sostegno alla prima linea. Né l'i mpiego di tali unità poteva essere ritardato, in quanto i settori non attaccati non potevano inviare forze sul punto investito dall'avversario perché ciò era tassativamente vietato dal Comando tedesco del G ruppo Armate « B ». La costituzione di « gruppi di intervento>,, basata sull'impiego dei battaglioni di secondo scaglione rinforzati da anni di accompagnamento, artiglieria e m ezzi del gen io, poté rispondere alle esigenze derivate da attacchi locali. Quando, invece, l'attacco coinvolse un tratto di fronte difeso da più Grandi Uni tà, l'impiego dei gruppi di intervento fu praticamente trascurabile non solo perché le unità di secondo scaglione sovente non esistevano in quanto già assorbite dalle esigenze del combattimento, ma anche per la naturale riluttanza dei com andi a privarsi delle già esigue forze disponibili offensiva durante. L'impiego, nella loro interezza, delle unità tedesche di seconda schiera, inizialmente inesistenti , assegnate in ritardo, giunte ad attacchi iniziati, assorbite per aliquote dalle necessità contingenti di alimentazione della lotta, reparto per reparto, non poté mai essere attu ato, sicché la potenza totale delle unità stesse venne di fatto annullata. A condizionare for temente la condotta della difesa fu anche il « vincolo di impiego» posto dai tedeschi alle loro unità, poiché per poter impiegare le unità stesse il Com andan te italiano doveva chiedere e ottenere il preventivo consenso del Comando Gruppo Armate « B ,, e quando il consenso giungeva i reparti interessati non erano più in grado di assolvere i compiti loro affidati in quanto ormai superati dalla nuova situazione. Nella fase di rottura del centro e della destra dell'Armata, in sostanza, non fu possibile opporre all'attaccante l'azione organica e manovrata di alcuna Grande Unità, né di fanteria, né corazzata, così che l'avversario poté ampliare, senza essere validamente ostacolato, le brecce che aveva aperto nella linea difensiva. <,
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 · 1943)
L a costituz ione successiva di una nuova linea più arretrata risultò ardua per il logoramento subìto nelle precedenti azioni, per l'insufficienza de lle unità di nuova assegnazione e per lo scaglionamento nel tempo dei loro arrivi nella zona di impiego. Le forze della difesa, tuttavia, pur nelle precarie condizioni nelle quali vennero a trovarsi per la intrinseca debolezza della linea del Don e per la violenza deJl'attacco avversario, sferrato e portato avanti con una superiorità in uomini e mezzi che lasciava ad esse, nel tempo e nello spazio, ben poche possibilità di resistenza, seppero ugualmente imporre ai sovietici durante il ripiegamento un tasso di logoramento che valse a ridurre l'iniziale dislivello di potenza tra attacco e difesa. li rallentamento della penetrazione s_ovietica, determinato dalla tenacia della difesa, ebbe come conseguenza la possibilità di reimpiegare una parte delle unità italiane superstiti: - a di fesa del .fianco destro dell 'ala settentrionale italiana rimasta su l Don: Divisione Cosseria nel settore del Corpo d'Armata Alpino ; - a raffittimen to delle unità tedesche in affluenza per la ricostituzione di una linea arretrata continua ad ovest del Don: Divisione Julia nel settore del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco; - a rinforzo delle isole di resistenza costituite a sud del XXIV Corpo tedesco: Divisione Torino ed elementi della Ravenna a T certkovo, elementi dell'Aeronautica a Gartmiccvska, elementi volontari a Millerovo ; - a protezione del centro logistico di Voroscilovgrad e dei ponti sul Donez e, successivamente, di un altro settore sul Donez (Divisione Ravenna). Il ripiegamento del Corpo d'Armata Alpino, lasciato senza un plausibile motivo sull a linea del Don non solamente quando era stato isolato a sud, ma per.fino quando la rottura ottenuta dai sovietici contro la 2 " Armata ungherese lo aveva isolato a nord, fu operazione troppo tardivamente autorizzata dal Comando tedesco. La ritirata degli alpini avvenne perciò in cond izioni difficilissime, con le unità a piedi costantemente sopravanzate da guelle motorizzate sovietiche, opponentisi in una serie di sbarramenti soltanto in parte potuti rompere. Infatti, le Divisioni Julia, Cuneense e Vicenza rimasero quasi totalmente in mano dell'avversario, mentre la sola Divisione Tridentina riuscì a sottrarsi agli accerchiamenti.
Lt1 seco11dt1 bt1tu1glia difensiva del Don
Le cause della sconfitta dell '8a Armata, in relazione a quanto si è detto, sono d unque principalmen te quattro : l'eccessiva ampiezza, in rapporto alle forze dispon ibili, del settore da difendere; la totale assenza di riserve; l'ord ine che imponeva la difesa rigida della linea del Don; il rapporto delle forze e dei mezzi in campo, decisamente a favore dei sovietici. L 'ampiezza del settore d a difendere, 270 km da Kamilschova a Vescenskaja, era eccessiva si.a in senso assoluto, riferita cioè all'intera Grande Unità che poteva schierare in media una Divisione ogni 30 km di fronte, sia in senso relativo se si considera che il solo settore del II Corpo d'Armata (Divisioni Cosseria e Ravenna), prescelto dai sovietici per l'attacco, aveva un'ampiezza _persino superiore ai 60 km. Dal raffron to di tali ampiezze con q uelle indicate .nella dottrina militare italiana dell'epoca, che stabiliva in 3 - 5 km il settore da affidare alla difesa di una Divisione di fanteria, risulta in qu ali difficili cond izioni l'Armata abbia affrontato la battaglia. La totale mancanza d i riserve, dopo l'allontanamento delle Divisioni tedesche 294", 22• corazzata e fo\ rese inevitabile la profonda penetrazione delle unità corazzate sovietiche e l'avvol gimento dell'ala destra. L'ordine tedesco dell a difesa rigida del D on costrinse l'Armata ad operare secondo uno schema che, escludendo ogni alternativa alla difesa statica lineare, non solo offriva all'avversario la possibilità di scegliere dovunque il tratto di settore in corrispondenza del q uale sferrare il proprio attacco, ma impediva soprattutto alle unità schierate nei settori laterali d i concorrere all'azione d i arresto. Elemento fondamentale della difesa, secondo gl i ordini del G ruppo Armate « B », era la resistenza in posto sulla riva del D on, così da d ar tempo ai tedesch i di accorrere per condurre il cosiddetto << contrattacco liberatore >> . Lo svolgimento dei fatti dimostrò invece come le unità italiane, dislocate a cordone sul fiume, finissero logorate e d istrutte dalla preponderanza delle fo rze sovietiche concentrate contro di esse. L'arrivo dei repar ti tedeschi per il contrattacco liberatore mancò nella maggior parte dei casi, o fu del tutto insuffi ciente e, comunque, tard ivo. Il rapporto delle forze in campo, quale è tracciato nello specchio a pag. 33J, è g ià di per se stesso eloquente, nella evidenza delle cifre, per affermare la schiacci ante superiorità degli attaccanti sovietici sui difensori italiani . Occorre tuttavia soggiungere che se alcuni rapporti di forza - come per i battaglioni di fanteria (5,75 a r) e per le artiglierie
Le operaz ioni delle unità italiane cd fronte 1·usso (1941 - 1943)
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(6, I 3 a 1) - entrano nella norma della dottrina bellica sovietica che vuole una superiorità per i suoi dispositivi di attacco di 4- 6 a I (superiorità che, peraltro, è sempre maggiore di quella tradizionale del 3 a 1 ), per le altre forze attaccanti - come per i battaglioni carri (15 a 1), i carri armati (15,51 a r), i lanciarazzi multipli (200 a zero) ed i mortai medi e pesanti ( 11 ,6 a I) - il rapporto a favore dei sovietici appare di entità così elevata da trovare raro riscontro in altre battaglie. Se si valuta, ad esempio, la sola potenza distruttiva (vds. nota 12) dei lanciarazzi multipli schierati sul fronte d'attacco, senza considerare il fuoco dei mortai, delle artiglierie e degli aerei, si può meglio valutare il disperato impegno combattivo dei reparti italiani sia nei cinque giorni della fase di logoramento, II - 15 dicembre, sia, soprattutto, nei giorni 16, 17 e 18 della fase di rottura del fronte, quando cioè .il sacrificio in posto, secondo la consegna, di interi reparti assunse gli aspetti drammatici dell'olocausto consapevole, consumato stoicamente senza speranza di vittoria. Gravissime le perdite in uomini, armi e mezzi (vds. capitolo
XIX): - caduti e dispersi: 3.010 ufficiali su 7.130; 81.820 tra sottufficiali, graduati e soldati, su 22r.875; -
feriti e congelati: complessivamente, 29.690; quadrupedi: 1'8o';'~ ;
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automezzi: il 70%;
-
motomezzi: 1'87% ;
-
armamento di reparto: il 76% (circa);
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artiglierie di vario calibro : il 97%.
L'attacco sovietico non impegnò, con schiacciante superiorità di forze e di mezzi, solamente la prima linea, i cui difensori avevano la consegna di resistere in posto e di non arretrare, ma sconvolse la intera area della battaglia con azioni aeree, di artiglieria, ' mortai e lanciarazzi pesanti, distruggendo comandi, reti di collegamento, unità automobilistiche e ogni forma di attività operativa e logistica. In tale situazione non poté essere effettuata la rottura del contatto con l'incalzante avversario e non fu possibile organizzare autocolonne per il movimento retrogrado, anche perché gran parte degli automezzi non si trovava a ridosso della prima linea. Il ripiegamento delle unità sotto la pressione nemica fu influenzato dalla precarietà della situazione, dalle difficoltà o impossibilità di collegamento con comandi superiori o laterali, dalla conseguente carenza d i ordini e di notizie.
La seconda battaglia difensiva del Don
Né gli autogruppi dell'Intendenza ebbero tempo e modo di accorrere e rilevare le unità ripieganti, in quanto si sarebbe trattato di movimenti dell'ordine di centinaia di chilometri, eseguiti in una situazione fluid a (che non escludeva la totale o parzi ale cattura delle autocolonne) e senza un preciso piano riguardante gli itinerari e la desti nazione. Dei 15.750 automezzi presenti nell'Armata alla vigilia della battaglia, ne andarono perduti n .J39, dei quali 9.818 delle unità operanti e r-321 degli autogruppi dell'Intendenza. Andarono inoltre perduti 4.243 motomezzi sui 4.851 esistenti . Le ingenti perdite sono da attribuirsi a : distruzione o cattura battaglia durante; distruzione ad opera delle stesse unità che avevano in dotazione gli automezzi per non farli cadere in mano avversaria; abbandonati perché guasti; abbandonati per mancanza di carburan te (causa principale delle perdite).
30. - U.S.
CAPITOLO XVI
RIORDINAMENTO DELLE UNITA' E TRASFERIMENTO NELLE ZONE DI RACCOLTA
PER IL RIMPATRIO
11 problema del riordinamento delle unità logorate durante la battaglia difensiva del dicembre 1942 e del successivo ripiegamento si era posto subito, dopo la constatazione dell'alta percentuale di perdite subite dalle Divisioni. Il Comando dell'8" Armata, fin dal 19 dicembre, destinava a quella funzione il Comando del II Corpo cl' Armata, non appena questo fu sostituito nella responsabilità operativa dal Comando del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco. Le operazioni di riordinamento possono essere distinte in due periodi:
r" - dal 20 al 31 dicembre, con l'orientamento di riportare al più presto unità in linea, svolte subito a tergo delle unità operanti, essenzialmente dal II Corpo d'Armata; 2 ° - dal r'' gennaio in poi, quando, dopo il deflusso delle unità costituenti l'ala destra dell'Armata (XXXV Corpo d'Armata CSIR ed unità italiane del XXIX Corpo cl' Armata tedesco) e successivamente del Corpo cl' Armata Alpino, furono palesi le gravi perdite di personale e di materiali, che rendevano impossibile un pronto riordinamento.
Lo sfavorevole andamento della situazione generale sul fronte russo, imponendo successivi spostamenti verso ovest della zona di riordinamento e degli stabilimenti d'Intendenza, rese sempre più lente e complesse le operazioni intraprese. 0
T
PERIODO.
I reparti ritirati dalla zona di combattimento per l'andamento assunto dalle operazioni, si trovavano divisi in due blocchi (Documento n. I 21) :
Riordinamento delle unità per il rimpatrio
- zona di T! oroscilovgntd: Comando del II Corpo d'Armata, Divisione Ravenna (tranne il gruppo Capizzi, confluito sulla 298" Divisione tedesca), elementi della Divisione Cosseria, Truppe e Servizi di Corpo d'Armata e cl ' Armata. Inoltre erano presenti nella zona anche nuclei di appartenenti al XXXV Corpo d' Armata -CSIR ; - zona di Rossosc: Divisione Cosseria (tranne gli elementi del 90° fanteria confluiti a Voroscilovgrad), un nucleo della Rat 1erma ed unità precedentemente assegnate in rinforzo. Consistenza dei due blocchi:
Truppe e Servizi cl' Armata . Truppe e Serviz i II Corpo . T ruppe e Servizi XXXV Corpo
Ravenna Cosseria Sforzesca Pasubio Torino 3" Celere
uom ini )) ))
)) )) ))
))
)) ))
CC.nn.
))
Totale
uom1111
Zona
Zona
Vorosc ilovgrad
Rossosc
2.800 6.400 4.200 6.300 3.300 r.700 T .200 400 2.TOO 2.000
500 800
30.400
r.ooo 4.300
6.600
Quanto all'armamento le defìcienze erano gravi per quello di reparto della fanteria (fucil i mitragliatori , mitragliatrici, mortai da 45 e da 8r , pezzi da 47 / 32), quasi totali per l'artiglieria divisionale, totali per le artiglierie di Corpo cl' Annata e cl' Armata. l quadrupedi delle salmerie di combatti mento mancavano quasi del tutto. Gli automezzi erano ridotti ad un limitato numero. Il 26 dicembre il Comando d 'Armata impartiva le prime disposizioni per il riordinamento dei reparti (Documento n. I 22). La Divisione Ravenna, fin dal 24 dicembre, aveva assunto la difesa dei ponti sul Donez presso Voroscilovgrad , pur disponendo di un armamento ridotto, con forte deficienza di armi pesanti . La Divisione Cosseria, negli ultimi giorni di dicembre, prendeva posizione in seconda schiera nella zona tra Rovenki e Beloluzkaja, per integrare il rado schieramento del XXIV Corpo tedesco e dare sicurezza al fianco destro del Corpo d'Armata Alpino.
468
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Il 30 dicembre, in considerazione delle difficoltà di accantonamento in Voroscilovgrad, il Comando d'Armata decideva di: lasciare in quella città soltanto i reparti che avrebbero poh1to essere prontamente reimpiegati in compiti operativi (un battaglione bersaglieri, un reparto motorizzato speciale, reparti di artiglieria, genio e chimici d'Armata, due battaglioni di cc.nn.); sgomberare a tergo le unità per le quali sarebbe stato necessario un più lungo tempo di riordinamento (Truppe e Servizi del II Corpo d'Annata e Divisione Sforzesca a Rykovo; Truppe e Servizi del XXXV Corpo d'Armata, Divisioni Pasubio, Torino e 3" Celere, a Gorlovka). Le Divisioni Ravenna e Cosseria, pur rimanendo nelle citate zone di schieramento con compiti operativi, avrebbero proseguito le operazioni di riordinamento. 2 ° PERI'ODO.
Il rientro nelle linee delle unità ripiegate con il blocco sud (vds. capitolo XV: Comando del XXXV Corpo d'Armata-CSIR, Divisione Sforzesca, parte delle Divisioni Pasubio e 3"' Celere) rendeva più complesso il problema del riordinamento, che sarebbe stato proseguito nelle dislocazioni previste nella zona del Donez. L'accertamento delle perdite subite da queste Grandi Unità e la situazione d'isolamen to nella quale si trovavano le forze tuttora assediate a Tcertkovo, induceva il Comando d'Armata a disporre, fin dal 9 gennaio, che soltanto le Divisioni Ravenna e Cosseria riassumessero formazioni organiche idonee all'impiego operativo (due reggimenti di fanteria su due soli battaglioni, oltre un battaglione mitraglieri di rinforzo). Le operazioni di riordinamento, però, venivano interrotte dall'ordine del Comando del Gruppo di Armate « B >> di spostare le unità dalla zona del Donez a quella di lzjum - Lozovaja - Merefa, situata circa 2 50 chilometri a nord - ovest, non lontana dalla città di Karkov. Il Comando d'Armata, il r5 gennaio, impartiva le disposizioni esecutive, escludendo da esse la Divisione Ravenna, che si trovava ancora impegnata in operazioni sul Donez. Il 16 gennaio però il Comando del Gruppo di Armate « B >> disponeva un nuovo trasferimento dalla zona precedentemente indicata, a quella di Neshin - Tcernigov - Bachmatc, situata altri 400 chilometri più a nord - ovest. Il movimento avrebbe dovuto essere eseguito per ferrovia, con treni vuoti di ritorno, in tegrandosi con quello di com plementi in
Riordinamento delle unità per il rimpatrio
arrivo dall 'Itali a e con il trasferimento di ali.quote dell'Intendenza del Comando d'Armata, ancora impegn ato a K upjansk in opcraz1om. Il Comando d'Armata affidava al Comando del II Corpo, rimasto nella zona del Donez, l'incarico di organ izzare e disporre il movimento delle unità e impartiva al Comando del XXXV CSIR l'ordine di spostarsi nella zon a di destinazione per disciplinare l'affluenza delle unità e provvedere alla loro dislocazione e sistem azione, d'accordo con le autorità locali tedesche. Provvedeva, inoltre, alla cos tituzione di una Delegazione d'Intendenza con un Comando di T appa per l'organizzazione ed il funzionamento dei Servizi. 11 differimento dei trasporti che si verificava di giorno in giorno nella vana attesa dell'assegnazione dei mezzi ferroviari da parte dell'autorità tedesca, a causa dell'aggravamento della situaz ione operativa nel bacino del Donez, dove ì'offensiva sovietica minacciava ormai direttamente Voroscilovgrad e Izj um, costringeva il Comando del II Corpo d'Armata a prendere misure idonee ad evitare che fossero coinvolte le unità raccolte nell a zona di Rykovo - Gor.lovka (circa 30.000 uomini). Il 2 2 genn aio era iniziato lo spostamento per via ordinaria su Dnicpropetrovsk, nell'intento di attuare il trasporto ferroviario da stazioni più arretrate. Lo stesso giorno il Con1ando del g ruppo di Armate « B » comunicava che i previsti trasporti ferrov iari erano aboliti e stabiliva di effettuare i movimenti per via ord inaria sull'itinerario passante per Karkov - Ahtyrka - Romny, che nella prima parte rasentava, tra l'altro, la linea di combattimento. Inoltre si sarebbe trattato di effettuare uno spostamento di circa 800 chilometri, per via ordinaria , che avrebbe richiesto, anche a cau~a della stagione, da 40 a 50 giorni di marcia. Nell'intento di risparmiare ad almeno una parte delle unità un così lungo e pesante trasferimento, il Comando d'Armata richiedeva ai tedeschi l'assegnazione di un trasporto ferroviario: e
- per la Divisione Ravenna, disimpegnata dai compiti operativi soltanto il 23 gennaio ed in mov.imento su Rykovo ; - per la Divisione Cosseria ed il raggruppamento a cavaJlo, giunti nella zona di Izjum dopo aver percorso 250 chilometri per via ordinaria; -
per le unità di complementi raccolte ad Tzjum.
11 27 gennaio il Comando del Gruppo di Armate « B » rispondeva negativamente, ma l'Armata insisteva per ottenere almeno
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l'effettuazione del trasporto ferroviario da zona più arretrata. In attesa della risposta, il 28 gennaio le unità iniziavano il movimento su Karkov. Frattanto le unità che avevano intrapreso il movimento su Dniepropctrovsk, superando la difficoltà di muovere su di un solo itinerario, con scarsissimi mezzi automobilistici e deficienti assegnazioni di carburante, ottenevano la concessione di alcuni treni vuoti di ritor no. La mancanza di un piano organico per ques ti spostamenti, saltuariamente concessi e comunicati nell'imminenza della loro effettuazione, determinava frammischiamento tra le unità e nuove difficoltà nell'opera di r iordinamento. Alla fine di gennaio, rientrati i resti òella Divisione Torino, con altri nuclei ad essa uniti, e quelli del Corpo d'Armata Alpino, ceduta ai tedeschi la responsabilità operativa del settore, 1'8" Armata si trovava così articolata : - blocco nord : resti del Corpo d'Armata Alpino (essenzialmente Divisione Tridentina ed unità di Corpo d'Armata e d'Intendenza) con circa r6.ooo uomini e 2.500 guadrupedi;
- blocco centrale : Divisione Cosseria, raggruppamento a cavallo, complementi alpini , unità d'Intendenza, con circa 9 .000 uomini, 2.500 quadrupedi, 130 autospeciali; - blocco sud: Divisioni Sforzesca, Rat,cnna, Pasubio, T orino, 3" Celere, parte della Cosseria, Truppe e Servizi dei Corpi d'Armata II e XXXV, un ità d'Intendenza, con circa 65.000 uomini, .~oo quadrupedi, 1.500 automezzi, fraz ionato in ampia zona dal bacino m inerario del Donez a Dniepropetrovsk. Secondo la richiesta <lell' Annata al Comando del Gruppo di Armate « B >), il movimento avrebbe dovuto essere effettuato per fer rovia dai blocchi nord e centrale, per via ordinaria dal blocco sud. Per altro i treni non furono assegnati ed i sovietici, superate le difese tedesche sul fiume Oskol, minacciavano di avvolgere da nord tutto il bacino del Donez, trovandosi fin dal 1° fe bbraio sulla strada Iz jum- Slavjansk. Contemporaneamente, con una tenaglia a nord e a sud della rotabile K upjansk - Karkov, minacciavano questa città. Tenuto conto della situazione, al Comando dcll'8" Armata non rim aneva altro da fare che disporre l'immed iato spostamento dei tre blocchi verso ovest, con esecuzione del movimento per via ordinaria.
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Niordi1111mento delle unità per il rimpatrio
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Il 5 febbraio il Gruppo cli Armate « n » disponeva che le unità del blocco sud muovessero sull'itinerario Iovo Moskovsk - Krasnograd - Pol tava - Senkof - Petski - Romny - Priluki - Neshin, ubicato ad occidente di quello precedentemente previsto. Ma l'avanzata delle forze sovietiche rendeva insicuro anche questo e, pertanto, il movimento veniva eseguito sull'itinerario Dniepropetrovsk - Kremenciug - Pirjatin - Priluki, anche se il percorso risultava ulteriormente allungato. Mentre era in corso il movimento verso ovest del blocco sud, l'ultimo scaglione di esso, interamente motorizzato, costitui to da varie unità intorno al Comando del 6" reggimento bersaglieri, detto anche << colonna Carloni ,l (1), il giorno 8 febbraio rimaneva sprovvisto di carburante a Pavlograd. Il Comando del II Corpo d'Armata, da Dniepropetrovsk, non era in grado di rifornirlo prontamente affinché potesse proseguire. Il giorno TO , in seguito alla notizia della caduta di Lozovaja in mano sovietica e dell 'avanzare verso sud di elementi avversari, nella città di Pavlog rad l'autorità militare locale tedesca procl amava lo stato di allar me. 11 Comandante del 6" bersaglieri, con tutta la colonna ai suoi ordini, passava alle dipendenze del Comando tedesco di Dniepropetrovsk, assumendo il comando delle forze italiane e tedesche dislocate a Pavlograd, per la difesa della località e delle vie di comunicazione ad essa adducenti. Dal ro al 20 febbraio, operando isolatamente o in concorso a forze tedesche, la « colonna Carloni » sosteneva scontri con forze motorizzate e corazzate sovietiche, oltre che contro partigiani nella stessa città di Pavlograd. Nella zona di Pavlograd for7.e italiane prestavano l'ultimo concorso ai tedeschi sul fronte russo; il Comando d'Armata, venuto a conoscenza che la zona di riordinamento sarebbe stata spostata di 200 .chilometri a nord , a vantaggio delle unità ungheresi, segnalava al Comando del Gruppo di Armate e< B » i sacrifici che .ne sarebbero derivati ai reparti e gli inconvenienti per l'organizzazione ed il funzionamento dei serviz i (Documento n. 1 2 3) ; ma nu Ila poteva ottenere, essendo confermata la destinazione nella zona di Gomel Klinzy - Sh lobin. (t) Comando e ccmpagnia comando del 6° bersaglieri, un battaglione di formazione ciel 6" bersaglieri, un battaglione bersaglieri di formazione Cosentino, I! gruppo del 1; reggimento artiglieria della Divisione Sforzesca, XIX g rup po artiglieria controae rei. Armamento co mplessivo : 35 Eucili mitragliatori, 2 2 mitragliatrici, 3 mortai da 81, 2 cannoni controcarro da 47 / 32, 11 cannoni controaerei da 2 0, 5 obic i <la 75 / 18, 5 cannoni controaerei da 75 / 46. Armamen to individuale al completo, forte scorta d i munizioni.
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Emanati il IO febbraio gli ordini esecutivi, il Comando d' Armata si adoperava presso le autorità tedesche per ottenere treni, carb1,1ranti, viveri e migliori condizioni di accantonamento. Frattanto o~teneva dal Com ando Supremo italiano di trattenere alcune tradotte p~r effettuare il trasporto ferroviario delle unità. Per parte loro i Comandi del II e del XXXV Corpo d'Armata, con gli automezzi disponibili, organizzavano il trasfer imento di reparù e, dopo pressanti richieste e laboriosi contatti, ottenevano l'assegnazione di trasporti ferroviari (frequentemente formati da carri non riscaldati o perfino da pianali) e di carburanti. In tal modo il movimento a piedi veniva alleggerito a vantaggio della maggior parte delle unità rimaste. Soltanto il raggruppamento a cavallo e le salmerie della Divisione Cosseria dovettero compiere per via ordinari a l'intero movimento. li 6 marzo quanto era restato dell'8" Armata era praticamente raccolto nella nuova w na, eccettuate aliquote d'Intendenza e le unità dotate di quadrupedi. La zona di Gomcl presentava difficoltà di sistemazione dei reparti per l'insufficiente capacità di alloggiamenti e per le distruzioni sofferte dalla città. La presenza di comandi ed unità tedeschi , sistemati con larghezza nei migliori fabbricati, complicava la soluzione del problema. Potevano finalmente essere riprese le operazion i di riordinamento, ormai orientate all'ulteriore permanenza su quel teatro d'operazioni de I solo II Corpo d'Ann ata su due Di visioni (Documento 11. . 124). Non appena le unità del Corpo d'Armata Alpino ebbero raggiunto la zona di Gomel, fu iniziato il loro rimpatrio. Le partenze durarono dal 6 al 15 marzo e gìi arrivi in Italia erano terminati il 24 dello stesso mese. Anche il XXXV Corpo d'Armata- CSIR era destinato ad essere interamente rimpatriato, ma si sarebbe trattato di un provvedimento di attuazione pratica molto limitata. Il personale di ogni grado che non avesse par tecipato al ciclo operativo 1941 - 1942 (e non si trattava di un rilevante numero) e che si trovasse in buone condizioni fisiche, sarebbe stato trasferito alle unità del II Corpo destinate a rimanere, per colmare i vuoti determinatisi nell'organico di esse (Documento 12 . 125). In tale modo ·l'affluenza di complementi dall'Italia sarebbe risultata minore, ma è facile i~tendere con quale animo restassero in quel teatro d'operazioni coloro che, scampati alla morte, alle ferite, ai congelamenti, vedevano tornare in Patria i loro compagni, ai quali
Riordinamento delle unità per il rimpatrio
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la selezione medica aveva assegnato miglior sorte. Analogamente sarebbero stati trasferiti al II Corpo anche i materiali ancora disponibili. In sostanza sarebbero partiti per il rimpatrio le Bandiere, i Comandi di Grande Unità ed il personale in condizioni fisiche menomate, anche se non tanto da esigere il ricovero in ospedale. Alle ore 24 del 25 marzo, il Comando de11'8" Armata cedeva al Comando del II Corpo d'Armata la propria autorità sulle Forze Armate italiane in Russia. Entro il 27 marzo i provvedimenti organici avevano avuto esecuzione e la fo rza del II Corpo d'Armata risultava così ripartita: Ufficiali
Comando, Truppe e Servizi di C.A. Divisione Ravenna Divisione Cosseria Intendenza
Truppa II.500 9 .600 9.050 8.500
T otale
r.860
Il 30 marzo il Comando dell'8' Armata s1 trasferiva a Karkov per rimpatriare. Alla fine di marzo la situazione dei trasporti ferroviari esegui ti od in corso per le unità destinate al rientro in Italia era : - treni part1t1 trasportanti personale: 28; - treni partiti trasportanti quadrupedi: 7; - forza totale trasportata, circa uon1ini : 50.000; - totale quadrupedi trasportati: 2.000. Rimanevano da sgomberare dalle zone di Gomel , Pervomajsk e Stalino altri 10.000 uomini e materiali dell'Intendenza. Le partenze effettuate dalla Russia Bianca erano state così articolate: - da Klinzy: r .500 uomini del raggruppamento cc.nn. 2 ~ Marzo; - dalla zona Sh lobin - Buda - Usa : 16.000 uomini e r .ooo quadrupedi del Corpo d'Armata Alpino; - dalla zona di Gomcl : 15.000 uomini e r.ooo quadrupedi dei reparti a cavallo, gruppi d'artiglieria e genio d'Armata; - dall a zona di Bobruisk - Talka Marmogorka: 10.000 uomini del XXXV Corpo d'Armata ;
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- dalla zon a di Gomel - Novo Beli va - Restsciza: 8.000 uomini dell'Intendenza; - dalla zona di Dniepropetrovsk - Pervomajsk: 9 .500 uornim dell'Intendenza; - dalla zona di Leopoli: r .500 uorrnm; - dalla zona di Kiev: 500 uomini delJe T ruppe d'Armata .
li Comando Supremo italiano e lo Stato Maggiore dell'Esercito, per concordi informazioni ricevute, avevano determinato, frattanto, che pure il II Corpo d'Armata rientrasse in Italia. Presi i necessari accordi con il Comando Supremo tedesco, il 12 aprile il Capo di Stato Maggiore Generale dava notizia di tale deliberazione (Documento n. 126). Il 22 aprile erano emanate le disposizioni esecutive del tr asporto ferroviario e stabiliva la data del 26 aprile per l'inizio del movimento. Le partenze da Gomel erano ul ti1nate per l'intera Armata il 22 magg10.
PARTE QUARTA
ATTIVITA' DEI TRIBUNALI ED ASSISTENZA RELIGIOSA
CAPITOLO XVlf
ATTIVITA' SVOLTA DAI TRIBUNALI MILITARI DI GUERRA AL SEGUITO DEL CSIR E DELL'8" ARMATA (1)
IL
TRIBUNAL E MILITARE DI GUERRA DEL
CSIR.
Con bando del 30 giugno 1941 (in Gazzetta Ufficiale I r luglio 1941, n . 162) venne costituito un tribunale militare di guerra presso il Comando del Corpo d'Armata autotrasportabile che assunse, a decorrere dal 16 luglio 1941, la denominazione di « Tribunale militare di guerra del Corpo di Spedizione in Russia (CSIR) ». L'attività di q uesto tribunale durò per circa un anno, fino al ,1 luglio 1942, data in cui venne tenuta l'ultima udienza. In tale periodo furono presentate 671 denunzie nei confronti dei militari appartenenti al CSIR (delle quali 635 a carico di graduati e militari di truppa, 12 a carico di sottufficiali e 24 a carico di ufficiali); nei relativi procedimenti furono emesse 439 sentenze di cond anna (418 nei confronti di graduati e militari di truppa, 5 nei confronti di sottufficiali e 16 nei confronti di ufficiali). Le condanne alla pena di morte furono due (una per il delitto di omicidio nei confronti di un suddito russo e l'altra per il delitto di sband amento), ma non vennero eseguite a causa della commutazione della pena capitale in pena detentiva. In numerose occasioni il Comandante del CSIR si avvalse del potere, attribuitogli dall'art. 245 del codice penale militare di guerra, di revocare l'azione penale già promossa : ciò avvenne in relazione a 23 procedimenti, ed esclusivamente nei con fronti di graduati e m ilitari di tru ppa. Il tribunale militare di guerra del CSIR conobbe, in prevalenza, di reati di assenza dal servizio, mentre i reati contro la disciplina militare commessi nel periodo in esame (luglio 1941 - luglio 1942) fu rono di scarsa entità numerica. (1) T esto redatto dalla Procura Generale Militare della Repubblica presso il T ribunale Supremo Militare.
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Le operazioni delle unit!Ì italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Tra i reati di assenza dal servizio l'ipotes i più frequente fu la diserzione fuori della presenza del nemico (82 procedimenti, di cui 76 a carico di graduati e militari di truppa, 5 a carico di sottufficiali, I a carico di u fficiale) : e ciò dimostra che, nella maggior parte dei casi, la commissione dei reati militari non fu causata dal timore per il pericolo dello scontro col nemico o, comunque, dall'intenzione di sottrarsi al combattimento. Tale considerazione assume singolare rilievo, in ordine alla valutazione complessiva del comportan1ento delle truppe italiane in Russ ia, ove si consideri che l'indi ce di delinquenza in relazione al contingente impiegato fu m inimo e non superò m ai J'y 0/,, .
lt
TRTB UNALE Ml L_ITARE DI GU ERRA DELt'8" ARMATA.
Con bando del 15 luglio 1942 (in Gazzetta Ufficiale 22 luglio 1942, n. r7r) venne soppresso il tribunale militare di guerra del CSIR e fu contemporaneamente istituito il tribunale militare di g uerra dell'8" Armata. I procedimenti pendenti - alla data di emanazione del bando davanti al tribunale militare di guerra del CSIR furono devoluti al tribunale dell'S" Armata, con espressa previsione di validità degli atti di istruzione già compiuti e degli eventuali atti di rinvio a giudizio. Ferme restando le disposizioni concernenti la competenza dei tribunali militari d'Armata, al tribunale dì g uerra dell'8" A rmata fu attribuita la cognizione dei reati commessi fuori del territorio dello Stato - anche prima della costituzione dell'Armata medesima - da persone appartenenti a comandi, repar ti o servizi di detta Grande Unità, o da essa dipendenti. L 'attività di q uesto tribunale durò fino al 30 aprile r943, data di soppressione effettuata con bando del 24 aprile 1943 (in Gazzetta Ufficiale 6 maggio 1943, n. 105). In questo periodo di tempo, infe riore di circa due mesi rispetto al periodo di funzionamento del tribunale del CSIR, l'attività giudiziaria ebbe pressoché a triplicarsi (2). Vennero, infatti, presentate 1.889 denunzie nei confronti cli militari appartenenti all'8° Armata, di cui 1.843 a carico di graduati e militari di_truppa, 20 a carico di sottufficiali , 26 a carico di uffic iali. (2) Nota dell'Ufficio Storico di SME. - La forza presemc al fronte russo era passala dai 62.000 uomini del CSIR a 229.005 uomi ni dell'8a Armala, con un incremento <lei 369% . Pertanto, l'auività giudiziaria del periodo fu inferiore a quella del periodo precedente.
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A ttività dei tribunali militari del CS!R e dell'Ba. Armata
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1 ci relativi procedimenti furono emesse 74.3 sentenze di condan na (725 nei confronti di graduati e militari di truppa, 6 nei confronti di sottufficiali, 3 nei confronti di ufficiali). Le condanne della pena di morte fu rono tre, tutte per il reato di diserzione in presenza del nemico (art. 144 cocl. pen. mii. guerra) : ma non vennero eseguite - come già nel periodo precedente - a causa della commutazione della pena capitale in pena detentiva. Il Comandante dcll'8" Armata decise di avvalersi del potere di revoca dell'azione penale già promossa in relazione a 46 procedimenti, cd esclusivamente nei confronti di graduati e militari di truppa. Dei procedimenti pendenti 665 furono trasmessi, per com petenza, ad altri tribunali. Tra i reati di assenza dal servizio l'ipotesi più frequen te ò sultò ancora la diserzione fuori della presenza del nemico, reato per il qu ale vennero iniziati 255 procedimenti, tutti a carico di graduati e militari di truppa (e ciò diversamente da quanto avvenne nel periodo di funzionamento del tribunale del CSIR, durante il quale il reato in questione fu contestato anche a 5 sottufficiali e ad 1 ufficiale). Mentre il tribunale del CSIR non inflisse alcuna condanna per il reato di diserzione in presenza del nemico, per tale reato vennero giudicati dal tribunale dell 'W Armata undici militari e fu rono infl itte sei con danne, di cui tre - come si è detto - alla pena di morte. Nel periodo in questione (luglio 1942 - aprile 1943) il numero dei reati contro la disciplina militare subì un incremento anche a causa dell'accresciuto disagio e delle difficoltà derivanti dai noti eventi bellici; in tale periodo si verificarono anche manifestazioni delittuose pressoché inesistenti in passato, come episodi di procurata infermità, abbandono di posto, violata consegna, vilipendio alle Forze Armate, denigrazione della guerra.
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TRIB UNALE M ILITARE 0 1 GUERRA oEL
II CoRPo n' ARMATA.
Con la soppressione del tribunale militare di guerra del1'8° Armata, i procedimenti pendenti all a data del 1° maggio 1943 fu rono devoluti al tribunale mili tare di guerra del II Corpo d'Armata, istituito con il bando 24 aprile 1943 (in Gazzetta Ufficiale 6 maggio 1943, n. 105) a decorrere appunto dal 1° maggio 1943. Questo tribunale funzionò per appena un mese e fu soppresso con il bando 30 maggio r943 (in Gazzetta Ufficiale 5 giugno 1943, n. 130) a decorrere dal r" giugno 1943 : i procedimenti pendenti a
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
tale data furono devoluti al tribunale militare territoriale di guerra di Torino. ln questo periodo furono presentate 849 denunzie nei confronti dei militari appartenenti al II Corpo d'Armata, delle quali 768 a carico di graduati e militari di truppa, 42 a carico di sottufficiali e 39 a carico di ufficiali; nei relativi procedimenti furono emesse 125 sentenze di condanna (rr4 nei confronti di graduati e militari di truppa, II nei confronti d.i sottufficiali). Per quanto riguarda i reati di assenza dal servizio, il tribunale iniziò 176 procedimenti per la diserzione fuori della presenza del nemico ( 173 a carico di graduati e militari di truppa e 3 a carico cli sottufficiali); nessuna condanna fu invece inflitta per il reato di diserzione in presenza del nemico. Un notevole incremento si verificò per il numero dei reati contro la disciplina militare e per quelli di disfattismo militare; e ciò a causa del permanente disagio e delle accresciute difficoltà connesse ali' andamento delle ostilità. Al tribunale militare di guerra di Torino furono trasmessi, per competenza, 692 procedimenti: questo fenomeno è, ovviamente, dovuto alla circostanza che il tribunale del II Corpo d'Armata funzionò per un brevissimo periodo di tempo. ATTIVIT,\ GIUDIZIARIA NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE LOCALE.
L'attività giudiziaria svolta nei confronti dei cittadini russi dai tribunali militari di guerra del CSIR, clell'8a Armata e del II Corpo d'Armata fu, dal punto di vista quantitativo, assolutamente marginale rispetto all'attività complessiva svolta da questi tribunali. La tipologia dei reati commessi dai cittadini russi noll' è molto ampia. Le ipotesi più frequenti sono costituite dal reato di ricettazione (30 procedimenti, 26 condanne) e di concorso in furti a danno dell'amministrazione militare (29 procedimenti, 20 condanne), mentre numericamente irrilevante risultano le altre ipotesi di reato: calunnia (un solo procedimento, definito con revoca dell'azione penale ex art. 245 cod. pen. mil. guerra); disfattismo politico (un solo procedimento, definito con assoluzione); concorso in illecito baratto (4 procedimenti, 2 condanne); minaccia (un solo procedimento, definito con sentenza di condanna); oltraggio a pubblico ufficiale (un solo procedimento, condanna); vilipendio alle Forze Armate (un solo procedimento, condanna). Le perie inflitte ai cittadini sovietici non furono mai superio;i ai cinque anni di reclusione.
CAPITOLO XVIII
L'ASSIST ENZA RELIGIOSA
Gli organici delle Forze Armate prevedono la presenza di ministri del cu ito nelle varie unità per l'esercizio dell'assistenza religiosa ai militari che desiderino fru irne. Poiché la grande maggioranza della popolazione professa la religione cattolica, tali ministri appartengono al clero cattolico. Al fronte russo, il rapporto numerico tra la forza presente ed i Cappellani militari er a all'incirca dell'uno per mille, con una frequenza massima presso le unità sanitarie (sezioni di sanità, ospedali da campo, ospedali di riserva, convalescenziari, treni ospedale). T ra i reparti operanti disponevano di un Cappellano militare tutte le unità a livello di reggi mento, ma era assegnato un Cappell ano anche a taluni battaglioni chiamati ad operare isolati, come quelli alpini, oppure destinati a fo rnire rinforzi ad altre unità (battaglioni guastatori, del genio, mitraglieri). I Cappellani non facevano propriamente parte del personale militare, ma avevano la qualifica di personale militarizzato, così come altre categorie ausiliarie presenti nei Comandi e reparti. Era attribuita l'equiparazione del grado di T enente per i Cappellani che prestavano la loro opera presso i reparti; al grado di Capitano per quelli addetti ai Comandi di Grande Unità (Divisioni, Corpi d 'Armata, Armate). Questi , non soltanto disimpegnavano le funzioni di assistenza religiosa per i minori reparti il cui organico non prevedeva la presenza del Cappellano, ma esercitavano anche una funzione direttiva sui loro confra tell i operanti nei reparti inqu adrati nella stessa Grande Unità. Il compito ordinario dei Cappellani militari consisteva nell'assicurare la pratica religiosa ai militari che intendevano seguirla, celebrando la Messa della domenica o delle altre feste di precetto, amministrando i Sacramenti, svolgendo anche pratiche personali in concorso con il clero delle parrocchie del territorio nazionale. Durante la permanenza delle unità sulla linea di combattimento, i Cappellani si recavano a visitare i reparti che vi erano schierati, adattando alle circostanze la celebrazione delle funzioni religiose, a 31. -
u.s.
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Le opemzioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
seconda delle facoltà ricevute dai loro superiori ecclesiastici, in armonia con le possibilità concesse dalla situazione operativa. Nelle giornate di più intensa attività combattiva, il Cappellano svolgeva la propria azione là dove ne ravvisasse maggiore necessità. Avveniva spesso che, per prestare prontamente l'assistenza a feriti e moribondi, il Cappellano, unico disarmato tra i combattenti, seguisse le ondate degli assaltatori, pronto a soccorrere i bisognosi senza distinzione di nazionalità, come espressione di un superstite sentimento di fratellanza tra i contendenti. N egli intervalli dell'azione, o dopo la fine di essa, il Cappellano, insieme con i portaferiti ed in cooperazione con essi, ripercorreva il campo di battaglia per la ricerca e la raccolta dei feriti che non fossero in grado di muoversi da soli, per l'identificazione ed il trasporto delle salme dei caduti, provvedendo poi alla loro tumulazione ed alla registrazione dei dati utili per la futura individuazione delle loro sepolture. Inoltre provvedeva alla raccolta degli effetti personali dei caduti, affinché potessero essere consegnati alle famiglie. Presso le unità sanitarie l'azione del Cappellano si svolgeva in forma simile a quella in uso negli altri ospedali, per quanto nelle giornate di più intensa attività operativa l'addensamento di feriti presso i posti di medicazione e la loro successiva affluenza nei luoghi di cura rendesse più ardua l'opera di assistenza. Erano presenti al fronte russo, nel periodo di forza massima (agosto-dicembre 1942), duecento Cappellani militari, essendo statì pressoché totalmente ricoperti i posti preveduti dagli organici. Cinquantasei di essi non fecero ritorno : - caduti in combattimento: ro; - dispersi: 20; - deceduti in prigionia di guerra: 23; - deceduti in luoghi di cura: 3. La percentuale di perdite risulta, pertanto, del 28%. Molti Cappellani rimasero volontariamente a dividere la prigionia di guerra dei feriti intrasportabili non potuti sgomberare di fronte all'avanzata del nemico: di essi 24 appartenevano ad ospedali da campo, II a sezioni di sanità, I ad un ospedale di riserva. Se si considera che, durante l'intera durata del secondo conflitto mondiale, l'Esercito perdette complessivamente su tutti i fronti di guerra 160 Cappellani militari, si deduce che i 56 Cappellani caduti al fronte russo costituiscono il 35 % del totale, vale a dire i.I più forte gruppo di perdite, a paragone di quelle subite su altri fronti dove più numerose erano le presenze.
L'assistenza religiosa
Il primo a cadere in combattimento fu il Cappellano del 3° reggimento bersaglieri , durante la battaglia di Natale (26 dicembre 1941 ). Dopo aver diviso con i bersaglieri tutte le vicende della lotta, iniziata il giorno precedente, accortosi che un feri to rimasto isolato fuori delle linee invocava aiuto, sebbene altri tentativi di trarlo a salvamento avessero già provocato perdite, correva a prestargli aiuto, continuando ad avanzare verso di lui, sebbene fosse stato colpito ad un fianco. Ferito mortalmente una seconda volta, riusciva a raggiungere l'agonizzante ed a spirare vicino a lui. Il valoroso Cappellano era il carmelitano Padre Giovanni Mazzoni, già Cappellano volontario della prima guerra mondiale nel 226" reggimento fanteria Arezzo, decorato di medagl ia d'argento e di medaglia di bronzo al valor militare nel 1916, di medaglia d'oro e di medaglia di bronzo nel 1917. Alla sua memoria fu decretata una seconda medaglia d'oro. Gli succedette nell'incarico Don Giacomo Davoli, che cadde in combattimento dopo un solo mese (25 gennaio r942). Fu decorato di medaglia d'oro alla memoria anche Don Felice Stroppiana, Cappellano dell'81° reggimento fa nteria Torino. Sebbene fosse privo di un occhio, era riuscito a farsi destinare ad unità combattenti e ad evitare il rimpatrio seguito da riforma causata dalla sua minorazione fisica. Durante la seconda battaglia difensiva del Don, il 16 dicembre 1942, si portava a cavallo fin sulle prime linee per incitare i fanti a compiere appieno il loro dovere, ri manendo in posizione esposta sebbene fosse stato fe rito. Venuto a conoscenza dell'urgente necessità di munizioni, rimontava a cavallo per recarsi a sollecitare i rifornimenti delle armi, ritornando subito sulla linea del fuoco. N uovamente colpito, rifiutava di essere trasportato in luogo di cura e, mentre si recava a soccorrere un fe rito, un colpo di mortaio lo raggiungeva per la terza volta alla testa stroncandone la generosa esistenza. Questi valorosi Cappellani simboleggiano degnamente lo spirito di umana solidarietà e di carità cristiana che ha sempre animato tutti i loro confratelli, chiamati ad esercitare il ministero sacerdotale sui fronti della guerra ed a portare ai credenti il conforto della fede, ad aiutare i ferì.ti doloranti sul campo di battaglia cd a somministrare il viatico a coloro ai quali la crudeltà della lotta arm ata toglieva il bene supremo della vita.
PARTE QUINTA
LE PERDITE. LE RICOMPENSE ALLE BANDIERE
CAPITOLO XIX
LE PERDITE
Caduti e dispersi
Feriti e congelati
I·- - - -
Un ità e fo:,c npcr;1ci\'n
I I
I
I
Sottuffici ali Ufficiali G r:, d uau. , Totale
___ __
I
1
j 97 j 1.695
Divisione Celere, nella battaglia di Sera fimovie (30 luglio - 13 agosto r942)
11
. .. .. . .. I
Unità d{d/' 8"· Armata, nella 1• battaglia difensiva del Don (20 agosto - 1° settembre 1942)
UnittÌ del/'
s•
Annata, dal 2 settembre al 10 dicembre ;942 . . ...
240
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348
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Soldati
Unità del CSIR, dal 5 / agosto 194r al 30 luglio 1942 . ... . ... /
1
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I 2.704
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542
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4 .212
572
Unità del/' 8" Armata, : nella 2" battagl ia difensiva del Don ( 1r dicem bre 1942 - 20 Eebbraio 1943) .. ....
3.orn
'I 81.820 I 84.830 I
I
I
1.290 : 28-400 1 29.690
Sulle grav,smne perdite della 2" battaglia difensiva del Don e della conseguente ritirata, si possono formulare le considerazioni che seguono.
488
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943 )
Le forze presenti ed operanti all'inizio della battaglia ammontavano complessivamente a 229.005 uomini. Detratto da tale cifra il numero dei ferit i e dei congelati rimpatriati, pari a 29.690 persone, restano 199.315 combattenti tra la linea del fronte e la zona delle retrovie. Alla conclusione della battaglia e dopo la ritirata delle unità dal Don al Donez a Gomcl , nelle località di raccolta per il rimpatrio, mancavano complessivamente all'appello 84.830 uomini, vale a di re oltre un terzo della forza totale dell'Armata. I superstiti fo. rono dunque II4.485. Ultimate entro il mese di maggio 1943 le operazioni di rimpatrio dei superstiti, rimanevano ancora in Polonia: la guarnigione italiana di Leopoli composta da un comando retrovie, con un proprio comando di tappa, che rientrava in Italia nel giugno successivo; un ufficio trasporti italiano di collegamento, con un dipendente comando militare di stazione, sciolto il 22 agosto 1943. Degli 84.830 uomini mancanti all'appel lo, l'URSS ha restituito ro.030 prigionieri, come attesta l'Uffi cio del Delegato ital iano presso la Commissione Speciale dell'ONU per i prigionieri di guerra • in un opuscolo pubblicato nel 1958 (1). Il numero dei combattenti dell'8'' Armata che non sono tornati in Ital ia dal fronte russo ammonta per tanto a 74.800. Nessuno, né da parte italiana né da parte sovietica, ha potuto indicare quale fosse, in questa cifra, il numero dei morti e quello dei dispersi. N emmeno .i tedesch i, con i quali operarono le unità italiane, hanno mai fornito informazioni al riguardo. I diari storici, le relazioni, i rapporti dei comandi e dei reparti , compilati ripiegamento durante o subito dopo, non ne fanno cenno in maniera esplicita, m a sono peraltro tutti concordanti nell'indicare come elevatissimo il numero dei caduti in combattimento sulla linea del Don nella lotta sostenuta dall'u dicembre al 31 gennaio, prima nei combattimenti preliminari e di logoramento, poi durante la rottura del fro nte e la penetrazione nemica in profondità. Dalla lettura complessiva di tali documenti risulta che le cause determinanti delle perdite furono : - la resistenza in posto, che impose il sacrificio talvolta totale di caposaldi, di reparti, di intere unità; - la violenza e la durata della battaglia, nonché la prevalenza delle forze nemiche; (1) Titolo dell'opuscolo << Noce e documenti riguardanti prigionieri e dispersi in Russia ,, .
militari italiani
L e perdit(r
- le dure condizioni clim atiche ; - la mancanza di carburante cJ1e determinò l'abbandono di gran parte delle artiglierie, degli automezzi e dei materiali delle Grandi Unità. Ai caduti sulla linea del Don, vanno aggiunti i combattenti 1norti durante il ripiegamento per rompere gli accerchiamenti nemici e per la difesa arretrata al Donez, i morti dì stenti e di fatiche e quanti hanno perduto la vìta ìn prigionia. Indicazioni di carattere generale sulla gravità delle perdite subì te dalle unità italiane, sono riportate nella relazione ufficiale sovietica sulla seconda guerra mondiale (fVOVSS) ove è detto che « nel corso dell'offensiva sul medio Don le unità dei Fronti "Sud Ovest" e l'ala sinistra del Fronte "Voronez", inflissero una sconfitta disastrosa all' 8" Armata italiana e ali'ala sinistra del Gruppo Armate Don . D ell' 8" Arm ata italiana furono distrutte cinque Divisioni di fan teria ( J" Celere, 5° Cosseria, 2 ° Sforzesca, 9° Pasubio, 52 11 T orino ) e una Brigata di "Camicie Nere " . Questa Armata, che aveva agli inizi dell'autunno 194 2 circa 2 5 0 .0 0 0 soldati e ufficiali, perse - fra morti, feriti e prigionieri - la metà dei suoi effettivi. << L e truppe italiane furono definitivamente battute do po aver subìto enormi perdite già nella battaglia del Volga. Il Corpo d' Armata Alpino e l'ala m erid,:onafe del Gruppo A rmate " B" furono quasi del tutto eliminati» . Nella stessa IVOVSS, vengono respinte le afferm azioni da parte italiana secondo le quali molte migliaia di uomini dell '8" Armata furono tenuti prigionieri in URSS, mentre in realtà, sostengono i russi, essi caddero in combattimento « e trovarono la loro tomba nelle steppe del Don » . .« In verità, - afferma lo scrittore Alexandcr Werth nel suo libro " La Russi a in guerra, 1941 - 1945" (2) - c'è un'altra spiegazione del mancato ritorno di tantì italianì dopo la guerra e se ne parlava m olto, a Mosca, verso la fine del conflitto. Benché i manifestini lanciati dagli aerei per sollecitare gli italiani alla resa promettessero che sarebbero stati mandati "in un clima caldo", effettivamente molte migliaia di prigionierì ìtaliani furono destinati ai campi della R ussia settentrionale e centrale, dove morirono in gran numero di polmonite, di tubercolosi. eccetera» . Nel numero del mese di maggio 1972 della Rivista Storico Militare Sovietica, infi ne, è detto che « nei corso del!' offensiva lanciata (2) A LEXA:-.IDER W ERT H:
op. cit., nota
1,
pag. 50.
490
Le operazioni delle unitlÌ italiane al fronte russo ( 194 1 - 1943)
dal Fronte Sud - Ovest e dalla sinistra del Fronte Voronez, nel dicembre 1942, le difese hitleriane furono infrante su una fronte di 140 chilometri, infliggendo gravi perdite al nemico. Furono sbaragliate le forze principali dell' 8" Armata italiana, del gruppo operatit•o tedesco H ollidt e della l Armata romena. Tre Divisioni e tre Brigate italiane furono completamente distrutte ». Il governo dell'URSS ha più volte dichiarato di non avere più prigionieri italiani nelle sue mani, e dopo oltre tren tatré anni da quegli avvenimenti non appare infondato ritenere che i 74.800 uomin i dell'8" Armata non rientrati in Patria sono tutti deceduti nelle c1rcostanze che si sono dette.
I
Dei combattenti dcll'8" Armata che non sono tornati dal fronte russo, si conoscono i nomi di 69.042. Essi sono elencati nei quattro volumi approntati a cura del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in guerra del Ministero della Difesa, esposti dal 19 settembre 1971 nella Cripta i del Tempio Nazionale di Cargnacco. '--Da tali volumi sono stati tratti i dati numerici riportati nelle pagine seguenti circa le perdite subÌte da ciascuna unità operante, sino a livello reggimento, e dalle unità minori, per Arma e Specialità. DATI K UMERICt DEL LE PERDITE S UDDIV IS I PER ARMA, SPECIA LITÀ E SERVIZ I
Carabinieri Fan teria: di linea . Granatieri Bersaglieri Alpin i . Cavalleria . Artiglieria di tutte le Speciali tà Genio . Reparti chimici Altre unità . Servizi . Camicie nere
473 22.083 88 3.022 16.531
492
12.648 4.281 415
3· 1 99 4.156 r.654 Totale
L e perdite
49 1
D .HI NUM ERIC I PELLE PEIUH TE DELLE UNITÀ ORGAN ICH E, SINO A LI VELLO REGGIMENTO , E D ELLE UNITÀ MINORI, PER ARMA E SPECIALITÀ
Reparti dipendenti dai Comandi di Grandi Unità :
Fanteria di linea . Granatieri . Alpini. .
2 .29 1
88
Sa~oia Ca11al/eria Lancieri cli Novara .
Varie di Cavalleria . Artiglieria Chimici Varie 9° raggruppamento artiglieria d'Armata 4° raggruppamento artiglieria e/ a . 3" reggimento artiglieria a cavallo . 2or'' reggimento artigl ieria celere . 2 • raggruppamento artiglieria C.A. J 1" raggruppamento artiglieria C.A. 30° raggruppamento artigl ieria C.A. Camicie nere .
53°
182
197
II3 1.663 41 5 97
442 184
47° 25 1
400 834 480 r.654
Divisioni di fanteria : Sforzesca (2"):
53° 54" II r7"
reggimento reggimen to battaglione reggimento
fanteria Umbria fanteri a Umbria mortai artiglieria .
2.rfo
2-476
164 328
Ravenna (3") :
37"
reggimento 38° reggimento III battaglione 121° reggimento
fanteria Ravenna . fanteria R avenna . mortai artigl ieria .
e osseria (5") : 89° 90° CV 108"
reggimen to reggi mento battaglione reggimento
fanteria Salerno fanteria Salerno mortai artiglieria .
1.2
49
8rr 119 216
49 2
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1 94, - 1943)
Pasubio (9") : 79° reggimento fanteria Roma . 80° reggimento fanteria Roma . V e IX battaglioni mortai
1.778 r.755 3o9
8'' reggimento artiglieria . .
601
Torino (52") : 81° reggimento fan te ria Torino 82" reggimento fanteria Torino XXVI e LII battaglioni mortai . 52" reggimento artiglieria . . Vicenza (156") : 277° reggimento fanteria Vicenza . 278° reggimento fanteria Vicenza . Diuisione Celere (3") : 3° reggin.Ìento bersaglieri . 6" reggimento bersaglieri IC battaglione mortai . 120° reggimento artiglieria
2.006 1.800
356 792 1.722 r.663 2.053
969 IJ6 457
Diuisioni Alpine: Tridentina (2"·) : 5° reggimento alpini 6" reggimento alpini 2° reggimento artiglieria alpina .
2.253 1.646 r.024
Julia (f) : 8" reggimento alpini .
2
9v reggimento alpini 3° reggimento artiglieria alpina .
·577
2.442 2.26r
Cuneense (4") : I'' reggimento alpini 2 '' reggimento alpini 4° reggimento artiglieria alpina .
3-3o5 3.778 2.178
Carabinieri
473
Unità non irreggimentate o autonome: Genio Varie o non specificate
4.28r 3.102
Servizi .
4.156 Totale
CAPITOLO XX
RICOMPENSE AL V ALOR MILITARE CONCESSE AD UNITA' COMBATTENTI AL FRONTE RUSSO D ALL'AGOSTO 1941 AL FEBBRAIO 1943
Alle Bandiere di guerra delle unità del CSIR e dell'8" Armata operanti al fronte russo dall'agosto I94r al febbraio 1943, sono state concesse le ricompense al valor militare elencate nelle pagine se· guenti. Poiché si tratta di ricompense tributate a reggimenti , raggruppamenti e battaglioni , ed hanno perciò carattere collettivo, esse premiano simbolicamente tutti i combattenti che hanno preso parte con onore alla campagna di Russia.
AR.\{A DI FANTERIA.
37° reggimento Ra11enna (Divisione Ravenna) : Medaglia d 'Oro al Valor Mil itare (Don - Donez, agosto 1942 gennaio 1943). 38° reggimento Ravenna (Divisione Ravenna) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Don - Donez, agosto 1942 · gennaio 1943). 53" reggimento Umbria (Divisione Sforzesca): Medaglia d'O ro al Valor Militare (Ob. Tcirsky - Popovka Annenskij - Krasnojarovka, r8 - 3r dicembre 1942); Medaglia d 'Argento al Valor Militare (Riva destra del Don Jagodnyi, 17- 31 agosto 1942). 54° reggimento Um bria (Divisione Sforzesca) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Don - Donez, agosto 1942); Medaglia di Bronzo al Valor Mili tare (Riva ciel Don - Tcebotarevskij - q. 228 - q. 267,7, 17 - 31 agosto 1942).
49 4
Le opaazioni delle unitù italiant· al fronte russo ( I 941 - I 94 J)
79° reggimento Roma (Divisione Pasubio): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte del Don: (TereskovoKrasnogorovka-Ogalev) - Gctreide Svch - Scepilov - Sesepos Kievskoje - Belaja Kalitva - Arbusov - Tcerkovo, 1° dicembre 1942 - 15 gennaio 1943); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Zaritcianka - Petrikov-
ka - Gorlovka - Nikitovka - Chazepetovka - Bulavinksa - Vjolevka, agosto 1941 - maggio 1942); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Donez- Don, 12 luglio 31 agosto 1942).
80° reggimento Roma (Divisione Pasubio): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Jasnaja Poljana - Vionovka Scelesnoje - Gorlovka - Nikitovka - Chazepetovka - Ploskij , agosto 1941 - maggio 1942) ; Medaglia d'Oro al Valor :Militare (Abrossimova - Monastirscina - Getreide Svch - Arbusov - Tcerkovo, 1° dicembre 1942 15 gennaio 1943).
81" reggimento Torino (Divisione Torino): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Malo Orlovka - N ovo Orlovka - Boguciar - Monastirscina - Passeka - Merkulov - Arbusov - Tcerkovo, luglio 1942 - gennaio 1943); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Stakie - Kojadaki Kamenka - Gorianovskije - Petrikovka - Mogila Pavlovskaja Sofjevka - Rykovo - Chazepetovka - Stazione Bulavin - Malo Orlovka - Novaja Orlovka, agosto 1941 - maggio 1942).
82° reggimento Torino (Divisione Torino): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Junyi Kommunar, - Demidov - Surrov - Arbusov - Tcerkovo, luglio 1942 - gennaio 1943); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Obuchovkije - Kurilovka - Kresovska - Ubescicce - Rykovo - Chazepetovka - Jelenovka - Junyi Kommunar - Bosckovka, agosto 1941 - maggio
1942). 89° reggimento Salerno (Divisione Cosseria): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Don, 12 - 17 dicembre 1942); Croce di Guerra al Valor Militare (q. r58- Don, II - 12 settembre 1942).
Ricompense al va/or militare
49 5
90° reggimento Salerno (Divisione Cosseria) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, dicembre 1942); Medaglia di Bronzo al Valor Militare (q . 158,0 - Deresovka, 1 I - 12 settembre 1942).
277° reggimento Vicenza (Divisione Vicenza) : Medaglia d'Argento al Valor Militare (Gnjana Balka - Donez,
23 novembre 1942; Kuscin - Semejki - Don , 15 dicembre 1942 17 gennaio 1943; Kalitva, 23 gennaio 1943). 278° reggimen to Vicenza (D ivisione Vicenza) : Medaglia d'Argento al Valor Militare (Settore del Don - Fi ume Kal itva, gennaio 1943). 3<• reggimento Bersaglieri (3" Divisione Celere) : Medaglia d'Oro al Va]or Militare (Nipro - Ulianovka - Maxirniljanovka - Sofjevka - Stalino - Panteleimonovka - Rassipnaja - Mich ailovka - Jvanovka - Stoshkovo, agosto 1941 - maggio 1942); Medaglia d'Oro al Valor Militare (Rassipnaja - Stazione Fatschevka - lvanovka - jerafi.movic - Bobrovski - q . 224,4 - Jagodnyi, 1 r luglio - I 0 settembre 1942).
6" reggimento Bersaglieri (3° Divisione Celere): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Orlavo Ivanovka - Bokovo Antrazit - Bobrovski - Baskovski - q . 224,4 - Jagodnyi - q . 208,4, febbraio - settembre 1942); Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fiume Don - Fiume Dnieper, 17 dicembre 1942 - 20 febbraio 1943). 1" .
2°
4"
reggimento alpini (Divisione Cuneense) : Medaglia d'Oro al Valor Mil itare (Fronte russo, 1942 - 28 gennaio r943).
20
settembre
reggimento alpini (Divisione Cuneense) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, 1942 - 28 gennaio 1943).
20
settembre
reggimento alpini, per il battaglione sciatori Monte Cervino (Comando 8" Armata): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Olkovatka - q . 176 - Klinoviy - Brodi - Jagodnyi - Ivanovka - q . 204 - Kolkos - Selenj Jar - Rossosc - Olkovatka, febbraio 1942 - febbraio 1943).
49 6
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - I 94 3)
5° reggimento alpini (Divisione Tridentina): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Bassovka - Scororjb - Sccliakino - Nikitovka - Nikolaievka, agosto 1942 - febbraio 1943). 6° reggimento alpini (Divisione Tridentina): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Postojalyj - Scelìakino Malakeicva - Arnautovo - Nìkolaìevka, agosto 1942 - febbraio
r943); Medaglia di Bronzo al Valor Militare (per il battaglione alpini Vestone) (q. 195,8 - q. 209,6 - q . 236,7 - Fiume Don, I settembre 1942). 0
8'' reggimento alpini (Divisione 1ulia): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, T.5 settembre 1942 - 1° febbraio 1943). 9'; reggimento alpini (Divisione
1ulia):
Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1 ° febbraio 1943).
ARMA DI CAVALLERIA.
Reggimento Savoia Cavalleria: (raggruppamento a cavallo) Medaglia d'Oro al Valor Militare (Bacino minerario di Krasnyi- Luch, luglio 1942; Simovskij q. 200,1 - q. 236,7 - q. 209,9 di Val Krisaia - Ciglione di Isbuscenskì - Bachmutkin - q . 226,7 di Jagodnyi, 21 - 30 agosto 1942); (3" Divisione Celere) Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Nìpro - Stalìno - Krivojtoréz - Panteleìmonovka - Gorlovka, agosto 1941 - maggio 1942). Reggimento Lancieri di Novara (raggruppamento a cavallo): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Bacino minerario di Krasnyj - Luch, luglio 1942; q . 137,1 - q. 187,1 - q. 200,r di Cebotarevski - Jagodnyi - Deviatkin - Bolschoi, 21 - 30 agosto 1942). Gruppo carri L San Giorgio (3" Divisione Celere): Medaglia dì Bronzo al Valor Militare (Fronte russo, agosto 1941 - maggio 1942).
Ricompense al va/or militare
497
ARMA OT ARTIGLIERIA.
8u reggimento artiglieria di visionale (Di visione Pas ubio) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Tereskovo - Krasno horovka Ogalev - Abrossimova - Monastirscina - Getreide Svch - Zehepilov - Leskos - Kievskoje - Bclaja Kalitva - Arbusov - Tcerkovo, 1 " dicembre 1942 - 15 gennaio 1943); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Jasnaj a - Poljaslazari T ciakavoinovka - Petrikovka - Gorlovka - N ikitovka - Chazepetovka - Ploskoj, agosto 1941 - maggio r942).
T7"'
reggimento artiglieria divisionale (Divisione Sforzesca) : Medaglia d'A rgento al Valor Mili tare (Jagodnyi - Cebotarevski, 17- 31 agosto r942) ; Medaglia d'Argento al Valor Mili tare (Fronte russo, 18 - 31 dicembre 1942).
52" reggimento artiglieria divisionale (Divisione Torino ): Medaglia d 'Oro al Valor Mili tare (Malo e N ovo Orlovka Boguciar - Diatcenkova - Monastirscina - Passeka - Merkulov Demidov - Surov - Arbusov - T ccrkov, luglio 1942 - gennaio 1 943);
Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Starije - Koidaki - Obuskovskije - Gorianovs kie - Sofjevka - Rykovo - Ubescicce Chazepetovka - Jelenovka - Stazione Bulavin - Junyj Kommun ar - Boskovka - Malo O rlovka - rovaja Orlovka, agosto 1941 maggio 1942). 108° reggimento artiglieria divisionale (Divisione Cosseria):
Medaglia d'A rgento al Valor Militare (Novo KaJitva - Kosharnij - Samodurovka - Deresovka, 1I - 18 dicembre 1942); Croce di Guerra al Valor Militare (q. 158 - Deresovka , settembre r942). r20°
1r
- 12
reggimento artiglieria divisionale (3" Di visione Celere) : \ifedaglia d ' Argento al Valor Militare (q. 33r,7 - Nikitino Stazione Fatscevka - Ivanovka - Schterovka - Bokovo An trazit - Battaglie del Don di Serafimovic e Jagod nyi, marzo - ottobre 1942).
32. - U.S.
49 8
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943 )
121° reggimento artiglieria di.visionale (Divisione Ravenna):
Medaglia d'Argento al Valor Militare (Fiume Don - Fiume Donez, agosto 1942 - gennaio 1943). 2° reggimento artiglieria alpina (Divisione Tridentina ):
Medaglia d'Oro al Valor Militare (Medio Don, agosto 1942 febbraio 1943). 3° reggimento artiglieria alpina (Divisione / ulia): ìvfedaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, 15 settembre 1942 - 1° febbraio 1943).
4'' reggimento artiglieria alpina (Divisione Cuneense): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fron te russo, 20 settembre r942 - 27 gennaio 1943). 2° raggruppamento artiglieria d i Corpo d'Armata
(II Corpo d'Ar-
mata): Medaglia cl' Argento al Valor Militare (Colle dell' Argentera, ro -25 giugno 1940; Tobruk, gennaio 194r; Ansa Don -g. 220, 21 - 25 agosto 1942; Krasno O rekovo - Sviniuka, IO - r2 settembre 1942; Fronte del Don, II - 19 dicembre 1942; Golubaja Kriniza - Selenj Jar, 19 dicembre r942- 17 gennaio 1943). II"
raggruppamento artiglieria di Corpo d'Arm ata (Corpo d'Armata Alpino): Medaglia d 'Argento al Valor Militare (Novo Orlovka - Belogorje - Novo Kalitva - Opyt - Vschijova - Nikitova - Nikolaievka, luglio 1942 - febbraio 1943).
30° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata (XXXV Corpo d'Armata- CSIR): Medaglia d'Oro al Valor Militare (Fronte russo, dicembre 1942 febbraio 1943); Medaglia d'Argento al Valor Militare (Fronte russo, luglio settembre 1942); Croce di Guerra al Valor Militare (Fronte russo, agosto 194r maggio 1942). 9° raggruppamento artiglieria d'Armata (8" Armata) :
Medaglia d 'Argento al Valor Militare (Ansa di Verhnij Mamon - Gadjutcie - Boguciar - T cerkovo - Krasnohorovka - Mo-
Ricompense al va/or militare
499
nastirscina - Bogomolof - Konovalof - Frolovskij - Novo Kriskoj - Verch. Singin - Jagodnyi - Novo Astachof - Kaschary, agosto 1942 - 18 gennaio 1943).
4° raggruppamento controaerci (8" Armata) : Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Rossosc - Gad jutcie Kantemirovka - Mankovo Kalitvenskaja - Tcerkovo - Maltcevskaja - Millerovo - Voroscilovgrad, luglio 1942 - gennaio 1943). 2 oy ''
reggimento artiglieria d'Armata (8" Armata): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Utk ino - Scevtcenko Scrafimovic - Jagodnyi - Cebotarev - Blinof - Samodurovka Deresovka - Krasnohorovka - Delogoskoje, lu glio 1942 - 1" gennaio 1943).
Reggimento artiglieria a cavallo: (3"' Divisione Celere) Medaglia d 'Argento al Valor Militare (Nipro - Uspetovka - Rykovo - Gorlovka - Chazepetovka Michailovka - Ivanovka, agosto 1941 - maggio 1942); (raggruppamento a cavallo) Medaglia d'Argento al Valor Militare (Nikitino - Sceterovskj, luglio 1942; Tonin - Simovskj Isbuscenski - Cebotarevski - Devjatkin - Bolschoi, 20 - 30 agosto 1942); (raggruppamento a cavallo) Medaglia d'Argento al Valor Militare (Medio Don - Sceljakino - Tciuprinin, novembre 1942 gennaio 1943).
ARMA DEL G ENl O.
4°
reggimento artieri (per battaglione misto Divisione Tridentina) : Medaglia d'Argento al Valor Militare (Opyt - Nikolaievka, agosto 1942 - febbraio 1943).
9" reggimento (per XXVI battaglione artieri - XXXV Corpo d'Armata - CSIR) : Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Fronte russo, novembre 1942- gennaio 1943). 1"
reggimento pontieri (per IX battaglione pontieri - XXXV Corpo d'Armata- CSTR):
500
Le operaz ioni delle unità italiau al fronte russo ( 1941 - 1943 )
Medaglia d'Argento al Valor Militare (Dniepropetrovsk - Slavjanka, agosto 1941 - maggio 1942). 2 ''
reggimento pontieri: (per I battaglione pontieri - XXXV Corpo d'Armata - CSIR) Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Dniepropetrovsk - Slavjanka, agosto 1941 - maggio 1942); (per 22" compagnia pontieri - 8" Armata) Medaglia di Bronzo al Valor .Militare (Fronte russo, 17 - 19 dicembre 1942).
Reggimento ferrovieri (per X battaglione ferrovieri - 8" Armata) : Croce di Guerra al Valor Militare (Zona di Krasnohorovka, dicembre 1942). 10'' reggimento (per XL gruppo lavoratori - 8" Armata): Croce di Guerra al Valor Militare (Fronte russo, dicembre 1942 - gennaio 1943). II"
reggimento (per battaglione misto Divisione f ulia): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Fronte russo, 15 settembre 1942 - I febbraio 1943). 0
SERVIZI.
Sanità Militare dell'Esercito ( r) : Medaglia d'Oro al Valor Militare (Africa Settentrionale ed Orientale - Albania - Fronte russo - Guerra di Liberazione, 10 giugno 1940 - 9 maggio 1945). Corpo Automobilistico (1): Medaglia d'Argento al Valor Militare (Africa Settentrionale ed Orientale - Albania - Fronte russo - Guerra di Liberazione, ro giugno 1940 - 9 maggio 1945). Corpo di Commissariato Militare (r): Medaglia d'Argento al Valor Militare (10 giugno 1940-9 maggio 1945). Corpo di Amministrazione Militare (r) : Medaglia di Bronzo al Valor Mili tare (ro giugno 1940 - 9 maggio 1945). ( r) Alla Bandiera del Corpo con motivazione comprensiva di tutta la durata della guerra e cli tutti i fronti.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
presenza di G randi Unità italiane al fronte russo non era motivata, secondo i governanti dell'epoca, solamente dal contrasto ideologico esistente tra le forze politiche al potere nell'Unione Sovietica e quella al potere in Italia, ma principalmente da altre valide ragioni. Si riteneva, infatti, che la tradizionale spinta russa verso gli stretti che pongono il Mar Iero in comunicazione col Mediterraneo, assumesse grande importanza per l'Italia, rinchiusa in un mare interno i cui sbocch i erano posseduti dalla G ran Bretagna, contro la quale l'Italia si trovava in guerra . Inoltre, l'interesse costante della Russia, antica e contemporanea, verso la regione balcanica, creava nuovi motivi di concorrenza tra \fosca e Roma, che allora cercava di ottenere nei Paesi balcanici m aggior sicurezza per il suo confin e nord - orientale e per tutta la lunga estensione della costa adriatica. Per di più, l'interesse dcl1'Italia di quel tempo per le questioni balcaniche risultava accresciuto dopo l'unione con l'Albania. L'Italia aveva fatto propri i problemi di quell a Nazione, problemi spesso contrastanti con quelli dei Paesi contermini . . L 'approvvigionamento petrolifero dell'Italia, soprattutto durante la guerra che la isolava da altre fonti , dipendeva in gran parte dai pozzi petroliferi della Romania e la pressione sovietica su quel Paese costituiva un pericolo. L 'andamento della guerra nel Mediterraneo, particolarmente sul fronte africano, aveva determinato l'intervento di unità tedesche a fianco di quelle italiane ed era stato considerato già di grande r ilievo il concorso dei primi reparti tedeschi giunti sul fronte della Sirte e subito contrapposti a lle forze br itanniche attestate alle soglie della T ripol itania. E' verosimile che da parte di Mussolini, accettando la previsione germanica di una rapida e vittoriosa conclusione della guerra in territorio russo, venisse favorevol mente considerata la possibilità A
L
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Le operazioni delle unità italiane al fronte 1·usso (1941 • 1943)
di far concorrere forze italiane ad un successo d i tanta importanza. Infatti, il 2 giugno 1942, al Generale Messe giunto apposta a Roma per cercare di impedire l'invio in Russia dell'8"· Arm ata, Mussolini rispondeva: « Caro Messe, al tavolo della pace peseran no assai più i 200 mila dell'Armata che i 60 mila del CSIR ». Si sapeva, infine, che il piano strategico dei tedeschi era con figurato come una grande ten aglia destinata a rinchiudersi sul Medio Oriente, tale d a lasciar intravvedere ampi orizzon ti di carattere economico per l'esistenza dei noti campi petroliferi . L a branca sud ovest della tenaglia era rappresentata dal territorio li bico soggetto all'Italia e dalle forze italo - tedesche in esso operanti. A Roma si riteneva perciò opportuno che nella branca tedesca della tenaglia operante a nord - est, fossero presenti anche unità ital iane, parimenti interessate al raggiungimento degli orizzonti economici prima citati. Quando il 22 gi ugno 1941 la Germania attaccò l'Unione Sovietica, l'Italia era già in guerra da oltre un anno e vi era entrata nonostante il grave stato di impreparazione dell'Esercito. Infatti, nello stipulare n el 1939 l'alleanza con la Germania, il Governo italiano aveva molto insistito con i tedeschi affinché si evitasse qualsiasi confli tto prima di tre anni, cioè prima del 1943, in modo che l'Italia avesse almeno il tempo di approntare convenientemente le sue Forze Armate. L'impreparazione investiva le fondamenta stesse su cui si basa l'efficienza d i un Esercito ed aveva radici profonde che si estendevano ali ' intero periodo che intercorse tra il primo e il secondo conflitto mondiale. Per oltre vent'anni , infatti, invece di riconsolidarsi e progredire nella sua efficienza, ] 'Esercito dovette registrare carenze sempre più gravi, anche perché impegnato in u na serie ininterrotta di operazioni africane e mediterranee in conseguenza delle quali non riuscì mai a riprendersi appieno. Allo scoppio del secondo conflitto mondiale l' Esercito era in piena crisi di organizzazione: il nuovo ordinamento non era stato ancora raggiunto; quello precedente era invalidato tanto per effetto de lla nuova dottrina tattica che si basava sul più recente strumento organico (la Divisione binari a), quanto a modifiche inizialmente parziali già avvenute, o ancora in corso, n elJe unità; l'armam.en to era in genere antiquato, essendo ancora in fase di studio o di progetto il suo ammodernamento. Le maggiori deficienze riguardav,rno i carri armati, i mortai, g li automezzi, le artiglierie controcarro e con troaerci, il muni zio-
Comiderazioni co11clwi11e
na1nento di tutta l'artiglieria e dei mortai. Le artiglierie di medio e grosso calibro, inoltre, erano interamen te da rinnovare. La situazione degli armamenti era ben nota alle massime autorità politiche alle quali era stata ripetutamente rappresentata in tutta la sua gravità e lo stesso Ministro per gli Esteri ebbe a qualificarla, ne I suo Diario, « disastrosa ». Se tale era la situaz.ione nel J940, decisamente peggiorata doveva inevi tabilmente essere nei due anni successivi, quando cioè furono approntate le unità del CSJR e dell'8" Armata, poiché notevoli forze in uomini, armi e mezzi erano già stati impegnati sui vari fronti e ciò non poteva non ripercuotersi sulla efficienza delle Divisioni destinate al fronte orientale. Così, come era accaduto negli altri scacchieri operativi, anche in quello russo le unità italiane furono chiamate ad assolvere com- · piti la cui portata era inversamente proporzionale alle loro deficitarie possibilità material i, organiche ed operative . La presenza dell'Italia in URSS, indipendentemente dal fatto che l'Esercito non era comunque in condizioni di portare avanti una guerra su più fronti , era, tra l'altro, in contrasto anche con l'antico principio della non ripartizione delle forze . Esso, infatti, avrebbe consigliato un più deciso impegno in Africa Setten trionale piuttosto che un intervento in Russia, ove si contrapponevano su spazi immensi decine di Armate con mil ioni di uomini , mentre le unità del CSIR e dell'8" Armata, nella loro limi tata potenza ed entità numerica, non potevano dare, come non hanno dato, alcun apporto determinante all'andamento generale delle operazioni. E' da ritenere, invece, che se le dieci Divisioni dell '8" Armata, con 16.000 automezzi e r .ooo cannoni, fossero state schierate, ad esempio nel settembre 1942, in Africa Settentrionale - quando cioè le unità italo - tedesche erano giunte ad El Alamein, a poco più di cento chilometri da Alessandria - esse avrebbero potuto imprimere un diverso andamento alle operazioni della branca sud - ovest della tenaglia strategica. Le ;-Jazioni dcll' « Asse» avrebbero ug-ualmente perduto la guerra, fronteggiate come erano dalle più Grandi Potenze del mondo, ma l'Italia non avrebbe forse lasciato nel deserto afr icano gl i ottantam ila uomini che non sono tornati dal fronte russo e le uni tà che vi co,nbatterono non sarebbero state sottoposte a grand i disagi e ad inutil i sacrifici per oltre diciassette mesi. All'invio di forze italiane al fronte russo si opponevano. dunque, importanti ragioni di incontestabile validi tà. Dalla documentazione di archivio, tuttavia, non risulta che l'au torità mil itare compe-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)
tente abbìa mai manifestato al potere politico parere contrarjo alla presenza di un Corpo di Spedizione ìn quel teatro di guerra e la presenza stessa finì poi per trovare unica e assurda motìvazione nella nota frase del Capo del Governo: « Non possiamo essere da meno della Slovacchia ».
Sull'attività del CSIR e dell'8" Armata, si possono ancora formulare alcune altre considerazionì, oltre a quelle che si sono via via espresse fin qui, in parallelo con la narrazione delle vìcende operatìve. A fattor comune per le due Grandi Unità si pone innanzi tutto l'isolamento nel quale esse operarono, dovuto alla lontananza dal territorio nazionale che privava i reparti combattenti del sostegno diretto del Paese; al fatto di agire nel quadro di una guerra di coalizione, appoggiandosì a basi dislocate ìn zone sulle quali vigevano norme dettate da altre Potenze; alla discontinuità delle comunicazioni con la madrepatria e alla stessa ampiezza dello sterminato fronte, ove l'Esercito tedesco era impegnato a risolvere prima glì enonni problemì posti dall'attìvità dei suoi Gruppì di Armate e subordinata1nente quelli giudicati meno importanti delle unità alleate. Ma, soprattutto, la causa fondamentale dell'isolamento stava ancora nel carattere deì due popolì, quello italiano e c1uello tedesco, e nelle tradìzìoni stesse dei due Esercìti, così diversi tra loro da non favorire sempre quella cordialità che deve informare i rapporti tra uomini e reparti ìn lotta fianco a lìanco sul medesimo fronte. Per quanto riguarda l'attività del CSIR si è eletto come esso dovette operare per lungo tempo inquadrato in una delle più moderne unità corazzate tedesche, senza disporre di unità carriste e con una dotazione dì automezzi che consentiva l'autotrasporto di una sola delle sue tre Divisioni (e nemmeno al completo). ' Per tenere ìl passo con le potenti forze alleate in fase offensiva verso est, le unità italiane sostennero una serie di privazioni e di sforzi fisici particolarmente duri, in aggiunta al logorio dei combattimenti e alle perdite subite per avanzare. Sorretti da una eccezionale forza morale, gli uominì del CSIR hanno marciato nella polvere e nel fango per centinaia di chilometri, hanno sostenuto con tenace impeto decine di combattimentì ed hanno affrontato stoicamente disagi, fatìche e difficoltà dì ogni sorta senza m anifestazioni dì insofferenza o di indìsciplina. 11 capitolo XVII è al riguardo particolarmente significativo.
Consideraz ioni conc/u;-ivc
Sotto il profilo dell'impegno operativo, dello slancio e del coraggio in combattimento e, in sostanza, del valore mi litare, la campagna del CSIR può a giusto titolo collocarsi tra le vicende più onorevoli della storia militare italiana. Una condotta di vita al fronte e in combattimento di tutto rispetto, da attribuirsi non già al significato ideologico che poteva assumere la presen:c,a italiana a fianco dei tedeschi, ma piuttosto allo spirito militare che anima le Forze Armate di ogni Paese guando esse scendono in campo per mandato della N azione e considerano loro irrinunciabile dovere, secondo giuramento, combattere con perizia, coraggio e tenacia per costri ngere alla resa quello che la Nazione stessa, attraverso i suoi organi costituzionali, l1a indicato come avversario e nemico della Patria. A rtefìce primo della compatte:c,za n10rale e de11 a effi cienza combattiva degli uomini del CSIR fu il loro Comandante, il Generale Giovanni Messe, un Capo avveduto e deciso che alla collaudata esperienza di combattente univa una profond a conoscenza dell'animo del soldato, nel quale sapeva immedesimarsi e del quale aveva il massimo rispetto, non solo formale ma anche nel costan te proposito di limitarne per quanto possibile i sacri fici e di tutelarne l'onore cli combattente. Per la costante preoccupazione del Generale \.1esse di ridurre disagi e sacrifici ai reparti sotto il suo comando, val ga, tra gli altri, l'esempio della inflessibile determinazione con cui si oppose all'ordine del Com ando tedesco di spostare verso est le unità italiane giunte nel bacino del Donez, perché in q uesta zona potevano realizzarsi migliori condizioni di svernamento (soluzione alla quale dovettero poi pervenire gli stessi Comand i germanici per le loro unità) . . N on meno fermo fu il contegno del Comandante del CSIR nella tutela dell'onor militare delle sue un ità. Durante la prima battaglia difensiva del Don, il parziale e li mitato successo conseguito dai sovietici sul fro nte del XXXV Corpo d' Armata - CSIR, fu ingiustamente attribuito dai tedeschi alla scarsa resistenza opposta dalla Divisione Sforzesca, piutto,s to che alla sproporzionata vastità dei settori difensivi assegnati alle forze italiane. Quando in conseguenza di un a tale errata valutazione, il Comando del Gruppo Armate « B >> (26 agosto 1942) sottrasse a l naturale Comando del XXXV Corpo d'Armata - CSIR tutte le unità italiane dislocate nel settore della Sforzesca per trasferi rle alle dipenden:c,e del contiguo XVII Corpo d'Armata germanico, il Generale Messe convocò l'Ufficiale di collegamento tedesco (Maggiore S. M . Fell mer), per invitarlo ad ader
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Le operaz ioni delle unitù italiane al fronte russo { 1941 - 1943)
perarsi onde fa r revocare .l'inopportuna e ingiustificata disposizione. E per manifestare nel modo più eloquente possibile sdegno e protesta si levò dal collo le insegne di Cavaliere dell'Ordine della Croce di Ferro con fer itegli poco tem po prima, dicendo all'esterrefatto interlocutore che avrebbe r ipreso a fregiarsene solo quando il discusso ord ine fosse stato revocato. L'opera del Generale Messe fu validamente e degnamente affiancata dalla instancabile attività del suo Capo di Stato Maggiore, il Colonnello Um.berto Utili e le unità del Corpo di Spedizione ebb::ro sempre nel « Comando CSIR » una illuminata e coerente guida di indiscusso prestigio morale e professionale, seguita da tutti con serena fiducia anche nei momenti più diffic ili ( r). Il giudizio dell'opera del CSIR ad oltre trent'anni dai fatti, dunque, non può che essere positivo, specie se si considerano le deficitarie condizioni di struttura dei suoi reparti e le condizioni nelle quali essi dovettero agire.
La vi ta e ]'attività operativa dcll'8" Armata fu meno fortunata e più complessa di quella del CSIR, anche perché la forza era più che triplicata ed i compiti da assolvere non com misurati alle possibilità organiche. La valutazione dei risultati conseguiti dalla Grande Unità in sette mesi di operazioni, deve necessariamente comprendere, prima di ogni altro esame, quello della efficienza dello strumento che quei risultati avrebbe dovuto raggiungere. ( r) ll c;enernle Messe, promosso per me rito di g uerra Generale d'Armata al suo rimpatrio dal fronte russo, fu destinato al Comando della r' Armata operante in Tunisia. li valoroso componamemo delle unità ai suoi ordini ottenne il riconoscimento dello stesso avversario, che trihutò agli sfortunati comhattcnti italia ni l'onore delle armi all'alto della resa. L 'opera del Comandante de ll' Armata venne prem iata con la sua prom ozione a Ma resciallo d'Italia. Appena actuato il regime armistiziale, il Governo italiano ne ottenne la liberazione dalla prigionia di guerra, per affidargli nel novembre 1943 l'incarico d i Capo d i SM Ge nerale conservato sino al termi ne della g uerra. Il Col. Utili, promosso Generale di Brigata, dal gennaio 1944 comandò il I Raggrnppamcnto Motorizzato, prima unità dell'Esercito ch iam:ita ad operare contro i tedeschi dopo le vicende dell'armistizio del settembre 1943. Successivamente costitul e comandò il Corpo Italiano di Liberazione e con esso, dall'aprile alla fine cli agosto 1944, risalì la penisola comba ttendo cont ro i tedeschi da Lanciano a Urbino. Assunse poi il Comando ciel Gruppo di Combattimento <( Legnano » che tenne sino al term ine della g uerra. Generale di Divisione per merito di guerra, venne promosso Generale di Corpo d'Armata nel 1949.
Considerazioni conclusive
Come era avvenuto per il CSIR, nemmeno l'Armata possedeva, in pratica, mezzi corazzati per condurre azioni offensive e neppure per contrastare le azioni avversarie; la dotazione di armi controcarro, appena bastante numericamente, ma non tutte qualitativamente, ad opporsi alle formazion i carriste operanti a sostegno della fanteria sovietica, diveniva del tutto insufficiente a contrastare le ondate delle Brigate corazzate del nemico. L'azione controcarro era così retrocessa dalJo schieramento della fanteria a quello più arretrato dell'artiglieri a. Superato questo, nell'assenza di consistenti formazioni carriste italiane, la lotta poteva essere proseguita soltanto da un intervento, che fu sempre tardivo e inadeguato, cli Divisioni corazzate tedesche. Inoltre, come si è già detto, la vastità dei settori assegnati al1' Armata poneva le unità italiane nelle condizioni cli costituire solamente una debole catena difensiva facile da infrangere, totalmente sprovvista di unità da far accorrere dove si profilava l'attacco avversario, non tanto per rintuzzarlo con azioni controffensive, quanto per prolungare la durata della difesa e consentire l'affluenza delle riserve strategiche tedesche. In particolare, per quanto riguarda la prima battaglia difensiva del Don, si può affermare che 1'8" Annata poté sostanzialmente adempiere al compito ricevuto, non solo conservando il proprio schieramento sul fiume, o modestamente arretrandolo in un tratto della linea, ma soprattutto garantendo da nord la sicurezza delle retrovie della 6" Armata tedesca, che dal Don operava in direzione del Volga presso Stalingrado. L 'arretramento dell'estrema ala destra dell '8a Armata, nel settore del XXXV Corpo d'Armata - CSIR, fu reso inevitabile tanto dall a immediata prevalenza ciel violento attacco sferrato contro la Divisione Sforzesca, quanto dallo scarso impegno posto dal contiguo XVII Corpo d'Armata tedesco non solamente nell'assicurare la saldatura tra le due Armate 6" tedesca e 8~ italiana, in un momento nel quale le Armate sovietiche si trovavano in fase di fensiva, ma perfi no quando queste erano passate alla controffensiva. Infatti, durante questa battaglia spesse volte unità italiane dovettero accorrere a contrastare i russi nel settore del XVII Corpo d'Armata tedesco (raggruppamento a cavallo e Divisione Trùlentina), perché la 79" Divisione germanica era presente nella zona soltanto con posti di osservazione non in grado di respingere i consistenti attacchi dcli ' avversario. Intervenute altre Grandi Unità italiane, la testa di ponte costituita dai russi sulla sponda destra del Don venne immediatamente circoscritta e stabilizzata e sarebbe anche stata elimi nata se il ne-
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Le operazioni tielle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
cessario, e previsto, concorso di mezzi corazzati tedeschi avesse avuto luogo, per completare l'ardita azione condotta dagli alpini il 1° settembre e che il mancato intervento dell'alleato rese vana. N ella seconda battaglia difensiva del Don, invece, quando 1'8" Armata venne privata di ogni unità di manovra e si trovava tutta spiegata sul Don , esaurita la resistenza in posto delle unità direttamente investite dalle azioni preliminari di logoramento durate cinque giorni, l'offensiva sovietica del r6 dicembre poté in soli tre giorni conseguire il completamento dei successi strategici ottenuti alla fine di novembre sulle Armate romene, isolando le forze tedesche a Stalingrado. L'assenza di Grandi Unità corazzate, il minuto frazionamento sul terreno delle fanterie e delle artigl ierie, la lenta affluenza degli inadeguati rinforzi tedeschi, non consentirono di arginare più a lungo l'impeto delle Armate sovietiche 6" e r" G uardie. L a prosecuzione della grande offensiva russa neì mese di gennaio con la '< Operazione Ostrogozsk - Rossosc » contro le forze tedesche ed ungheresi, rinnovò il successo conseguito nel mese di dicembre con la << Operazione Piccolo Saturno », perché da parte germanica non aveva potuto essere rimossa la causa principale che l'aveva determinato, vale a dire la scarsezza delle forze in rapporto ai compiti da assolvere. L 'azione di comando esercitata dal Comandante dell' Armata, ebbe sicuramente limiti molto ristretti. Jon solamente venivano respinte dai Comandi tedeschi le obiezioni del Generale Gariboldi sulla sproporzione tra forze disponibili e compiti da assolvere, ma spesse volte il Comando del Gruppo di Armate intervenne direttamente a dare ordini ai Corpi d'Armata tedeschi e perfino a quelli italiani, scavalcando il Comando di Armata. Le rimostranze del Generale Gariboldi nei riguardi del Comando Superiore tedesco furono sempre ispirate alla più rigorosa correttezza militare, ma anche se fossero state espresse in maniera più vibrata per evitare che gli inopportuni interventi si rinnovassero, il Comando tedesco non avrebbe probabilmente mutato linea di condotta. L 'azione dì comando del Generale Gariboldi, in sostanza, era limitata da una parte dal Co.mando Gru ppo Armate « B » e dall'altra dal Comando Supremo ital iano, che al riguardo si era espresso con la frase « Lasciamo che il Comando faccia», laddove il Comando per antonomasia era quello tedesco.
Considerazioni conclusive
5 Il
La condotta tenuta dai combattenti in tu tte le az1om dell' Armata è sempre stata, fatta eccezione dell'episodio di K antemirovka, conforme alle tradizioni dell'Esercito, vale a dire corretta, onorevole e in linea coi princi pi del dovere militare. La forza morale degli uomini dell'Armata è emersa in modo particolare nella seconda battaglia difensiva del Don, quando cioè ognuno sapeva di combattere una lotta impar.i e senza speranza e purtuttavia ha lottato ugualmente con ferma tenacia. Sul morale dei combattenti, oltre a quanto si è già detto (capitolo XV), giova aggiungere una autorevole testimonianza, quella del Cappell ano Capo del! ' Armata, D on Arrigo Pintoncllo (2). Scrive, tra l'altro, il sacerdote in una Relazione del 1943: << La natura selvaggia del paese, la lontananza dalla Patria, la mancanza spesso della posta, il vivere in terra doppiamente straniera, sono altrettanti fattori che poterono talora influire negati(lamente sull'animo del nostro soldato; mai però tanto profondamente da fiaccarne il morale e da minarne lo spirito. Anche nelle giornate più tragiche, il nostro soldato in terra cli Russia ha sempre conservato il suo naturale buon umore, la serenità, la fiducia dei forti. « Questo mi è stato facile constatare nelle continue peregrinazioni da un capo all'altro del settore assegnato alle nostre truppe; questo ho sempre constatato nei rapporti inviati dai Cappellani. « Era in tutti, anche nel più umile soldato, la sensazione che nu!La veniva trctlasciato dai nostri Comandi superiori per assicurare al combattente il vettovagliamento, l'equipaggiamento, il recapito della posta, ecc., mentre l'invio di indumenti e cli dom: dalla Patria lo toccava profondamente. « Non può però negarsi che esistessero insieme altri fattori att, ad incidere sul morale della truppa. Ed in primo luogo intendo riferirmi alla mancanza, nella maggioranza dei soldati, di una coscienza chiara sulla necessità della campagna di Russia: essi riguardavano la guerra antibolscevica piuttosto come la guerra dell'alleato, anziché come la propria. La persuasione generale poi che il nostro soldato fosse, per quanto riguarda l'armamento, in condizioni di inferiorità rispetto al nemico, influì non indifferentemente sul suo spirito. Mi è accaduto spesso di sentirmi rispondere dai soldati, in previsione dell'attacco generale russo, che essi avrebbero resistito sino all'ultim o, ma che contro i carri armati russi e il loro parabellum non vi sarebbe stato nulla da fare. Era assai diffuso il timore
(2) Nominato nel 1953 Ordinario (Vescovo) Militare per l'Italia.
5 12
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
che, in una even tuale offensiva avversaria, sarebbero venuti a mancare i mezzi adeguati da contrapporre. « Non deve tacersi che un'intensa propaganda tedesca rappresentava alla mente del soldato la prigionia come l'equivalente della morte stessa: cli qui l'incubo, il terrore di cadere prigionieri del nemico. Ciò clze lungi dall'accendere nel soldato lo spirito di combattività, lo turbava e lo re11det1a oltremodo inquieto » .
La conferma dell'impegno col quale le uni tà dell'8"· Armata sostennero il possente urto delle Armate sovietiche 6a e 1" Guardie, inquadrate nella « Operazione Piccolo Saturno » viene ora dalla recente <e Storia )> ufficiale sovietica sulla seconda guerra mondiale (3). Dalle pagine di tale relazione, riprodotte qui di seguito, emerge con ch iarezza che non lascia dubbi il riconoscimento dei sovietici della tenacia con la quale si batterono le unità italiane. Ed è significativo il fat to che nella narrazione russa dell'intero ciclo controffensivo che va dal 19 novembre 1942 ai primi di febbraio 1943, espressioni come « resistenza accanita, caparbia » ( ozestocennoe, upornoe soprotivlenie ») ricorrono frequentemente solo in riferimento alle azioni dell'8" Armata. Scrivono, dunque, i russi nell a loro pubblicazione che le difficoltà incontrate dalle truppe nella preparazione dell'attacco di metà dicembre contro le posizioni tenute dall'8" Armata italiana, non ebbero riflessi negativi su Ilo spiri to combattivo dei soldati.. Prima di iniziare la « Operazione Piccolo Saturno » fu svolta una intensa e capillare azione morale mirante ad incitare alla lotta le unità impegnate nell'operazione stessa ; ai soldati venne spiegato che dalle loro azioni sarebbe dipeso, sotto molti aspetti, l'esito della nuova fase dell'offensiva sulla direttrice di Stalingrado. Alla vigilia dell'attacco venne consegnato ad ogni combattente un giornale con il testo dell'appello dei soviet militari dei Fronti interessati, col quale si esortavano gli uomini ad andare avanti, come nelle battaglie di Mosca, di Rostov e di T ihvin per liberare dal nemico le città, i villaggi, le famigl ie. L'appello fu anche letto ai reparti riuniti: uno dopo l'altro presero la parol a soldati , comandanti e istruttori politici, i quali giurarono di eseguire fe delmente gli ordini della Patria e di accrescere con una nuova vittoria << il prestigio delle armi sovietiche» . (3) MrNlS'l'ERO DELLA D1FEM DELL'URSS: (< Scoria della seconda guerra mondiale, 1939 - 1945 », voi. VI (pubblicato a Mosca nel 1<p6), pagg. 65, 66,
68 e 69.
Considerazioni conclusive
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D urante i combattimenti, gli sforzi per mantenere sempre elevato il morale dei combattenti e il loro impeto offe nsivo, « malgrado l'accanita resistenza del nemico», furono concentrati particolarmente nelle compagnie e nelle batterie . La pubblicazione del Ministero della Di fes a dell 'URSS continua, testualmente, così : <( L a mattina del 16 dicembre, dopo la preparazione d' artiglieria. le unità d'attacco dei Fronti Sud- Ovest e Tloronez passarono all'azione. A causa della fitta nebbia, l'efficacia del fuoco d'artiglieria fu scarsa e gli aerei non poterono alzarsi in volo. Di conseguen za la difesa nemica risultò insufficientemente neutralizzata . Tutto ciò fece sì che le truppe in attacco incontrarono ben presto la resistenza organizzata del nemico. « L a progressione dell'attacco si sviluppò a ritmo lento. Le Grandi Unità fucilieri della (? Armata e della 1° Armata Guardie riuscirono, dopo la prima mezza giornata. ad avanzare soltanto di 2 - 3 km. In tale situazione i Comandi dei Fronti decisero di immettere nella battaglia i Corpi corazzati allo scopo di realizzare la rottura della zona difensiva tattica nemica. T uttavia, nel tentativo di attaccare di slancio il nemico, i loro ,·eparti avanzati incapparono nei campi minati e, subendo perdite, furono costretti a desistere dall'attacco. L'apertura dei 11archi nei campi minati ritardò l'inserimento nella battaglia delle uniti corazzate sino al matti.no del giorno seguente. « Nella seconda metà del 16 dicembre, il tempo migliorò alquanto. L'artiglieria e l'aviazione dà Fronti' intensificarono il sostegno alle truppe attaccanti. Aerei d'assalto e da bombardamento attaccarono gli schieramenti difensivi, i centri di resistenza, i Posti Comando e di osservazione del nemico. Sul cielo del cam po di battaglia diva mparono i combattimenti aerei. <( Ciononostante le unità delle form azioni attaccanti non riuscirono ancora ad infrangere la zona difensiva tattica del nemico. Il nemico manovrava, aum entava di forza, imp iegava attivamente la sua at11az10ne. « In analoghe condizioni si svilupparono i com battim enti anche nel settore della :t Armata Guardie del Generale D. D . L eljuscenko, le cui Grandi Unità fucilieri incontrarono la ferma resistenza del nemico e non poterono assolvere il compito loro affidato per quel giorno. <e IL mattino del 17 dicembre, do po la preparazione d'artiglieria e l'intervento dell'aviazione, le Grandi Unità della 6" Arm ata e della 1° Armata Guardi'e rinnovarono l'attacco. 33 . -
u.s..
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
« In stretta cooperazione con esse attaccarono i Corpi corazzati, i quali si inserirono nella battaglia in successione: all'inizio, furon o
immessi i Corpi corazzati XXV e XVIII, quindi il XVII e XXIV. L 'auanzata delle Grandi Unità corazzate era appoggiata in profòndità da un massiccio fuoco d'artiglieria ed anche dall'aviazione, allora assai attiva. << Superata la caparbia resistenza del nemico e respinti i suoi accaniti contrattacchi, le unità della 6" e 1" Armata Guardie infransero, al termine del secondo giorno, la zona difensiva tattica e avanzarono per 20 - 2 5 km. « 11 nemico oppose una resistenza particolarmente ostinata il 18 dicem bre sulla linea difensi11a d'Armata la cui rottura aprì alle unità sovietiche la strada a tergo delle principali forze dell' 8" Armata italiana. « Le Grandi Unità italiane, e quelle tedesche con loro operanti, iniziarono a ripiegare 11erso sud e sud - est )> .
Sui rapporti con i tedeschi si è già fatto qualche cenno nei precedenti capitoli. Vi furono momenti di crisi in tale campo, non tanto nel ciclo operativo del CSIR, ove pure si verificarono gli inconvenienti che si sono descritti, quanto nel corso delle operazioni dell'Armata e in modo particolare nella preparazione e condotta della sèconda battaglia d ife nsiva del Don. Le unità italiane non erano in perfetta efficienza operativa a causa delle precarie condizioni strutturali determinate, tra l'altro, dall'armamento inadeguato e dalla indisponibilità di unità corazzate e motorizzate. Esse si attendevano perciò un consistente aiuto dai tedeschi per ripianare, almeno in parte, le loro deficienze. Tale aiuto, insieme con una più sentita cordialità di rapporti, avrebbe forse reso meno pesante l'impegno degli italiani sul campo di battaglia. Essi, invece, non ricevettero alcun concorso e si videro affidare compiti operativi che andavano ben oltre le possibilità del!' Armata, così come videro respingere tutte le proposte per migliorare l'organizzazione difensiva del Don, ripetutamente e pazientemente presentate dal Gen. Gariboldi. Tella relazione compilata nel dicembre 1946 (4), il Comandante dell'8• Armata così scrive, tra l'altro, in merito ai rapporti con i tedeschi: (4) Ad integrazione della monografia dell'Uri:1c10 STORICO dello SME: cc L'811 Armata italiana nella seconda baccaglia difensiva del Don ( 11 dicembre 1942 - 31 gen naio 1943) », Tip. Regionale, Roma, 1946.
Considerazioni co11clusi11c « . .. Quando però la situazione si
è fatta decisamente grave,
la pressione nemica evidente, minacciosa e tratti di fronte attigui alla nostra sfondati, allora i tedeschi hanno cominciato a credere al pericolo ed a cercare i rimedi· in ordini tardivi. e logici se predisposti in tempo, come già proposto da noi, con adeguati mezzi, materiali, mano d' opera, che sono stati invece negati o al massimo concessi come una grazia, ma col contagocce. Allora, e solo allora, nell'imm inenza dell'attacco nemico da tempo preannunciato dal nostro Comando e sempre messo in dubbio dai tedeschi sino alla vigilia . allora sono ar1'Ìvati al Comando di Armata ordini pressanti per la costruzione di robuste linee arretrate di sicurezza, per permettere accorciamenti di fronte, parare eventuali cedimenti·. E' stato fatto presente che mancat ano tempi, m ezzi e mano d'opera. H anno risposto col solito: " provvederemo noi", ma in pratica non hanno fatto nulla perché mancò il tempo e non arrivarono né mezzi né mano d'opera. 1
« I tedeschi sono stati sorpresi dal nemico e, ciò che è peg~io, traditi dalla inculcata fede incrollabile nella infallibilità dei loro metodi e invincibilità delle loro truppe. Questa fede voluta mantenere ad ogni costo li ha resi ciechi di fronte alla realtà e spinti all'irreparabile. << Si sono trovati in situazioni gravissime, senza riserve, senza mezzi, senza rifornimenti, fra minacce crescenti da ogni lato e dilaganti in profondità . verso l'interno. « Situazione certo esasperante, amaro risveglio dalle illusioni accarezzate. lo si deve ammettere, e ciò spiega diverse cose, diversi atti, diverse disposizioni, ma non tutto. Non la tenacia nel non ve· dere il pericolo, nel non ammettere di aver sbagliato, nel non voler decidere misure dolorose, m a necessarie perché capaci di sanare o almeno cli migliorare la situazione vista realisticamente, che consigliava di guadagnare tempo e spazio; e, soprattutto, non spiega e tanto meno giustiftca la cattù1eria, l'ingiustizia, la falsità con le quali si è tentato cli salvare se stessi ed i· propri pregiudizi e di giudicare il comportamento degli italiani; non spiega la crudeltà anti· umana con la quale hanno agito contro di noi Comandi e truppe tedesche ».
Il severo giudizio del Gcn. Gariboldi è, forse, permeato dall'amarezza del Comand ante che ha visto la propria Grande Unità coinvolta senza colpa in una ir reparabi le sconfitta.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
N on v'ha dubbio, però, che quel giudizio era condiviso dall a grande maggioranza dei componenti di ogni grado dell'Armata, come risulta dalla voluminosa memorialistica pubblicata nel dopoguerra e come è anche attestato dalla documentazione di archivio. Al rientro in Patria, avendo ancor vivo nell'animo e nelle carn i il tormento morale e fisico dei patimenti vissuti in una campagna di guerra della quale non avevano mai capito la necessità - ma che tuttavia avevano ugualmente affrontato con fedeltà e onore in obbedienza al mandato ricevuto dal Paese - , nei superstiti si radicò sempre più il convincimento di essere stati ingannati dal Governo nazionale, che li aveva immessi in una lotta armata perché i loro sacrifici « pesassero sul tavolo de!la pace », e si era accentuato il risentimento per la condotta poco amichevole tenuta nei loro confronti dai tedeschi. Ad essi i soldati italiani si erano affiancati con buona volontà per combattere una guerra che pur non sentivano. Nei diciassette mesi. di durissime operazion i avevano però dovuto constatare, giorno dopo giorno, che non esisteva da parte dell'alleato alcuna fraternità d'armi, né identità di sentimenti, né il rispetto dovuto a chi lottava e moriva dalla medesima parte. Ma gli uomini del CSIR e del1'8" Armata si batterono ugualmente - con la caparbietà ora riconosciuta dallo stesso avversario di quel tempo - pagando la loro fedeltà di soldati, malgrado tutto, col sacrificio della vita di un combattente su tre. L'inutile campagna, tuttavia, aveva almeno contribuito a svelare ai combattenti italiani il significato della loro presenza su que l teatro di operazioni. Partiti per la guerra politicamente sprovveduti, perché cresciuti in un'epoca durante la quale nel Paese non erano operanti le libertà fond amentali, la stessa guerra aveva conferito loro una sofferta maturità e li aveva resi consapevoli della vera essenza del fascis1no e del nazismo. Con tali sentimenti i superstiti si reinserirono nella società nazi onale e travasarono in essa la loro giusta ribellione verso lo straniero e verso la dittatura.
DOC U MENTI
Documento n.
1.
T ELEGRAMMA DELL'ADDETTO MILITARE A BUCAREST AL MINISTERO DELLA GUERRA - GABINETTO - ROMA (21 aprile 1941 - ore
21)
N. 897/ 363 alt - Unità romene et corpo d'armata cavalleria stanno spostandosi eia Bucovina Moldavia sostituite da unità motorizzate et ordinarie tedesche che affluiscono getto continuo alt Convinzione che azione tedesco romena contro U .R.S.S. non sia lontana va ribadendosi alt Ciò anche perché noti ammassamenti truppe tedesche at frontiera ungherese - U.R.S.S. suscitano entusiasmo alt Questi ambienti miliLari ritengono che se Germania deciderà attaccare U.R.S.S., Romania avrà anche tempo completare difensiva mentre truppe motorizzate tedesche provengono nord et centro Polonia alt Colleghi tedeschi mantengono naturalmente più assoluto riserbo alt Valfré
Documento n. 2.
T ELEGRAMMA DELL'ADDETTO MILITARE A BERLINO AL MINISTERO D ELLA GUERRA - GABINETTO - ROMA (7 maggio 1941 - ore 18) 240/ S, 241 / S e 242/ S alt - Sono at conoscenza che giorno 8 aut 9 Fuhrer partir21 con consl!eto treno speciale accompagnato dai suoi consiglieri militari dell'O.K.W. (Keitel compreso) alla volta di Berghof alt Pare si tratterrà colà una diecina di giorni per discutere piani militari et politici prossima campagna alt Da conversazioni con generali et al tri ufficiali che hanno continui contatti con Fuhrer ho creduto ricavare che uno dei prossimi obiettivi sarebbe occupazione Gibilterra et eventualmente Portogallo alt Per Gibilterra si pensa possa essere fatta cadere in pochi giorni alt Mi riservo verifìcare se predetta operazione sia collegata come penso at azione su opposta sponda africana alt Sarà esaminato anche problema passaggio attraverso Turchia per eventuale azione verso Irak et verso Egitto alt Quest'ultimo problema est collegato con eventualità azione contro Russia che si sarebbe incerti se iniziare prossima estate aut rinviare anno venturo alt Decisioni sarebbero prese probabilmentt: duran te riunione Berghof alt
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L e operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 • 1943)
Nel frattempo est stata notevolmente rinforzata, in risposta si dice ad aumento forze russe at confine con Germania, copertura lungo frontiera con Russia inviandovi norevole parre delle divisioni corazzate et motorizzale che hanno ultimato campag na contro Jugoslavia et G recia alt Comunque piano contro Russia est gi~ preparato cc prevederebbe una campagna della durata di due mesi et mezzo alt Comprenderebbe occupazione Leningrado, Mosca et turra Ucraina alt Operazione contro Russia sarebbe attuata tra luglio et settembre volendosi occupare Ucraina subito dopo mietitura grano et prima che CJUesco sia distribuito in altre parti interne della Russia alt Azione tenderebbe oltre che migliorare situazione alimentare tedesca et europea at facilitare afflusso materie prime at frantumare futuro alleato potenze democratiche anglo americane et stroncare definitivamente pericolo idea comunista che at g uerra finita, anche se vittoriosa per Germania, troverebbe facile via importazione non solo Reich ma anche Europa dopo una g uerra lunga durata alt Da notare che azione contro Russia est vecchio sogno di Hitler sviluppato cc Mcin Kampf >) che ha avuto solo iniz io con occupazione Polonia et che poi dovette rinv iarlo per inatteso intervento franco inglese alt In base notizie avute oggi da ufficiale di questo staro maggiore risultano nel complesso confermate possibilità et predisposi7.ioni accennate alt Inoltre mi est stato aggiunto: t" - che trasporti di G. U. tedesche sunt in corso verso fronte ovest et particolarmente ac costa canale per riprendere lo schieramento delrattacco contro Inghilterra che non est ancora deciso ma che sarebbe attuato verificandosi situazione favorevole alt Ciò si spera possa avve nire a t seguito t1uasi q uotidiani attacchi contro centri industriali inglesi che dov rebbero scuotere morale et ridurre notevolmente produzione bellica interna alt Eliminazione Inghilterra verrebbe tentata non appena avuta sensazione che probabilità riuscita sono per q uasi il 90 per cento fa vorevoli at Germania alt Si fa rà <li tutto perché avvenga nel corrente anno prima che apporto Stati Uniti aut loro intervento rendano più aleatorio successo tedesco alt Una volta deciso st arco successo sarà tentato con turti i mezzi compresi at quanto ho capito gas asfissianti alt At q uesto proposito ho notato presso O.K.W . nuove distribuzioni et r ipresa addestramento maschere antigas da parte del personale in servizio presso uffici alt 2 " - Est stata notevol menlC rinforzata 1" armata tedesca da tempo dislocata at confine franco - spagnolo alt 3" - Est stato rinforzato schieramen to at conhnc orientale con l'inv io divisioni di ureo dietro la preesistente copertura alt 4" - Germania est in grado conservare contemporaneamente schieramen to offensivo contro Inghilterra et contro Russia et avere anche forze disponibili per azione su G ibilterra et Portogallo et per rinforzare aut mantenere a t numero mezzi coraz:i:ali dati at generale Rommel alt Gcn. E. L. Marras
Documenti
52 1 D ocumento n. 3.
RAPPORTO D ELL'ADD ETTO MILITARE A BERLINO Berlino, li 30 magg io 194 r
Oggetto: Intendimenti della Ge rman ia nei r iguardi della Russia.
Al Ministero della Guerra - Gabinetto
Roma
D a mo lto tem po si pa rl a dell'eventua lità d i una a zione m ilitare tedesca contro la Russia. E questa voce è alimentata in mo<lo particolare dal concentramento crescen te di for ze terrestr i ed aeree verso il confine sovietico. Altre voci han no accennato nelle ulti me settimane a trattat ive in corso ovvero imminenti che Berlino condurrebbe con Mosca, appoggiandole con l 'effìcace a rgomento di questo schieramento d i forze. O biettivo essenziale d ella Germa nia sarebbe g ue llo d i eli m inare definiti,. va mente ogni m inaccia da oriente e soprattutto di assicurarsi riforn imenti ai,imentari e di materie prime. Questo obiettivo dovrebbe essere raggiunto mettendo la m ano, in un m odo o n ell'altro, su l ricco terr itorio dell'Ucraina e probabilmente anch e sul bacino petrolifero elci Caucaso, come pure assumendo il controllo delle comunicazioni russe, il cui riordinamento è indispensabile per assicurare l'affl usso dei rifornimenti. li conteg no d ella R ussia nei r ig uard i della Germa nia si è d imostrata 11nora abbastanza equivoco, nonostante tutte le dichiarazioni e la indifferenza con la quale i Sovieti hanno incassato alcuni colpi recenti. In sostanza , peraltro, l'attegg iamento elci Sovieti è ostile e ta le ostilità si è m anifestata soprattu tto ogni qual volta la Russia ha potuto, pur tenendosi formalmente a i trattati, agire cont ro la Germania evitando un suo immediato intervento. Da buona fonte mi è stato assicu rato ch e il Fi.i hrer è personalm ente a d irato nei r ig uardi della R ussia e che tale suo sentim ento si è accen tuato dopo la recente visita d i Molotoff. Alla Russia la Germania rimprovera essenzialmente: - l'assorbi me nto d elle provincie baltiche, il q uale non sarebbe stato contemplato ch iaramente neg li accord i dell'agosto 1939; - l'annessione della Bessarabia e, soprattutto, i mancati rifornimenti, particolarm ente sensibili nei rig uard i dei cercali e d i alcune mater ie prim e. E' evidente che la eventualità cli u n prolunga mento della guerra oltre il 1941 mette in primo piano per la Germania il problema dei rifornimenti, a cominciare eia q uello de i gene ri alimenta ri . La situazione alimentare dell' Europa si Fresenta ogg i d eficitaria e questa deficienz a sarà prevedibilmente ancora più sentita nell 'anno prossimo. Per tale ragione diventa indispensabile pe r la Ccrma nia e per l'Asse garanti rsi il possesso o il controllo cl i alcune zo ne d i produzione della R ussia . Il Fiihrer si trattiene ormai da circa un mese a Berchtcsgadcn, insieme con lo Stato Maggiore Generale . E' molto probabile che in questo periodo si stiano concretando le decisioni per l' ul ter io re sviluppo d elle opern ion i nel corso di qu est'anno. E' evidente da una parte che l'anno in corso deve essere
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
utilizzato dalla Germania per sfruttare al massimo l'attuale sua superiorità, allo scopo di determinare una decisione o quanto meno cli creare le condizioni più favorevoli per affrontare una guerra di lunga durata. Le operazioni possibili, oltre quella contro la Russia, sono quelle già note : Suez, G ibilterra e Isole Britanniche. Non entra nel quadro di questo rapporto esaminare queste operazioni, ma occorre osservare che il controllo della Russia creerebbe delle condizioni vantaggiose per determinare l'intervento della Spagna, assicurando ad essa i rifornimenti di cui essa ha bisogno, e per piegare la Turchia. Per g,uanto riguarda la risoluzione della questione russa, elementi vari farebbero propendere verso una soluz ione con la forza, la quale permetterebbe di risolvere il problema in modo più integrale, come è nelle direttive germaniche, assicurerebbe alle forze armate tedesche un nuovo strepitoso successo e liquiderebbe definitivamente il comunismo e le forze armate bolsceviche. Questa distruz ione ciel comunismo potrebbe rappresentare agli occhi dell'Eu ropa occidentale e anche in America, particolarmente in quella meridionale, un buon titolo a favore del nazismo ed eliminerebbe i pericoli cli una espansione ciel comunismo connessi con il prolungamento della guerra. Una considerazione che potrebbe opporsi a una soluzione cli forza, sarebbe il desiderio di evitare, dì fronte all'opinione mondiale, una nuova violazione di un trattato di amicizia; ma non sarà questa violazione a costituire un ostacolo grave per una soluzione di forza. Per lè operazioni contro la Russia la Germania dispone già attualmente in Polonia, nella Prussia orientale e nella Romania cli una massa valutata a IIS divisioni, le quali potrebbero essere rapidamente rinforzate con numerose altre divisioni provenienti dal territorio ciel Reich. Alcuni mesi or sono presso lo Stato Maggiore Generale mi fu detto che per le operazioni contro la Russia era previsto un impiego iniziale di 130 divisioni; tale numero è oggi probabilmente aumentato, tenuto conto del numero crescente deJle grandi unità mobilitate. Circa la durata delle operazioni l'opinione prevalente poneva a calcolo circa tre mesi, ma non mancano alcuni i quali ritengono che un mese possa essere sufficiente per determinare il crollo militare bolscevico. E lemento essenziale per lo sviluppo rapido delle operazioni l'impiego di una grande massa di truppe corazzate e motorizzate e di una grande massa di aviazione. Elemento indispensabile è lo sfruttamento della stagione asciutta; pertan to l'epoca utile per l'attuaz ione di queste operazioni può estendersi dalla metà dì giugno fino agli ultimi dì settembre. Le decisioni al riguardo dovrebbero così essere anche prossime. Il R0 Addetto Militare Gen. E. L. Marras
Documenti Documento n. 4.
TELEGRAMMA DELL'UFFICIO DELL'ADDETTO MILITARE A BERLINO A L COMANDO SUPREMO lTA LIANO ( 13 giugno 194 r - ore 20,40) N. 338/S alt - Segu ito mio telegramma 334/ S del 12 corrente alt D a conversazione avuta oggi con Ufficiale questo Stato Maggiore mi est stato per la prima volta ammesso che azione contro Russia se non forse imminente est molto prossima alt Credo poter ricavare che data sarebbe tra 20 corrente et primi luglio alt Circa forze da me già segnalate con mio fogl io 3 r r /S del 5 corrente in centoquindici divisioni esse sono aumentate prevedibil mente fino at 150 alt Tali aumenti sono stati ottenuti anche diradando grandi unità dislocate Francia alt Piano operativo prevede rottura in pochi punti et successiva penetrazione grande profondità unità corazzate et motorizzate alt Grosso forze punterebbe da Cracovia su Kiew per isolare Ucraina da provenienze nord alt Azioni concomitanti sarebbero dirette da Varsavia su Mosca et da Finlandia su Leningrado alt Questo Stato Maggiore non prevede che resistenza russa possa arrestare travolgente avanzata alt Colonnello Badini
Documento n. 5.
TELEGRAMMA DELL'A DDETTO MILITARE A BERLINO A L COMANDO SUPREMO ITALIANO
(17 giugno 1941 - ore 13) 347 / S alt • Interpellato stamane, questo O .K.\V. m i ha dichiarato alt
1°) - Azione contro Russia non est imminente alt 2°) - Questa notte secondo notizie giunte da Fin landia ma non ancora confermate russi avrebbero effettuato d istruzioni ponti et strade nel territorio fin landese nord Ladoga alt 3°) - Russi non hanno indetto mobilitazione generale ma sospeso licenze, ef. fettuati richiami et radunato massa esercito at frontiera ovest alt 4°) - Trattative con Russia per soluzione pacifica sarebbero già da g iorni finite con esito sfavorevole et non resta che ricorrere alla forza alt 5°) - A zione contro Russia permetterà regolare invece pacilìcamente questione passaggio attraverso Turchia et apertura Dardanelli alt Massa prodotti Ucraina et petroli russi dovranno essere trasportati per via mare in Romania et qui ndi D anubio et da mar Nero et Dardanelli nel Mediterraneo alt 6°) - Mi sono state pro-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte rus.ro ( 1941 - 1943)
messe maggiori notizie tra due giorni alt Per como mio confermo notizie inviate con cclegrarnmi 341 et 344 aggiungendo che attualmente sunt Berlino Hitler, Ribbentrop, Keitel et generale Jodl alt Gen. E. L. Marras
Documento n. 6. TELEGRAMMA DELL.ADDETTO MILITARE A BERLINO AL COMANDO SUPREMO ITALIANO (2 0
gillg no 1941 - ore 13)
362/ S, 363/ S alt - O.K.W. valuta forze russe frontiera tedesca circa 150 d ivisioni frontiera finlandese circa 12 fron tiera ungherese circa ro et frontiera rumena circa 20 alt Riserva maggiori particolari ripartizione forze sovietiche alt O.K.W. conferma m isure militari F inlandia che dispone 14 divisioni che sarebbero rinforzate da 4 aut 5 divisioni Lcdesche ah Ungheria est stala semplicemente in vitata rinforzare copertura frontiera sovietica che com prende ora cingue corpi armata su tre brigate miste alt Suo irttervcnto est sicuro alt Rcman ia dispone 27 divisioni all Forze Ledesche Romania comprenderebbero 8 divisioni cui una corazzata alr (;enerale Jodl est corrente nostra situazione concorrere con un corpo armata alt Egli ritiene che detto corpo annata potrebbe utilme nte inserirs i fra forze rumene et forze u ngheresi evitando così diretto contatto due nazionalilà contrastanti alt Nessuna precisazione circa entità forze tedesche che peraltro ritengo comprendano complessivamente almeno r6::J div isioni alt Generale Jodl m i informa che operazio ni tedesco - rumene verso Bessarabia verranno probabilmente iniziate con qualche ritardo rispetto operazioni altri settori aie Gen. E. L. MaJTas
STRALCI DIARIO CAVALLERO D ocumento n. 7.
Dal Diario Cavallero, 30 maggio 1941: Ore 12,00. Mi reco a conferire col Duce. Il Duce m i dice che prevede la possibilità cli un conflitto tra Germa nia e Russ ia. A questo nun possiamo essere estranei, perché si tratterebbe di lotta contro il comunismo. Pertanto è necessario predisporre la costiruzione tra Lubiana e Zagabria di una d ivisio ne motorizzata e cli una d ivisione corazzata più la D ivisione « G ranatieri JJ.
Doc1,1111e11ti Documento n. 8.
Dal Dù1rio Cav<illero, 9 giugno 1941: Ore
20,05.
Ricevo Fornara (*).
Eventualità di una azione nei riguardi della Russia e linee più convenienti. Esaminate le direttrici possibili (da Ungheria a Romania) si conclude che la pit1 redditizia è dalla Romania per valle S iret. Forze: 1 Corpo d 'Armata Speciale con 1 divisione celere e 2 autoportate.
Documento n. 9.
Dal Diario Ca11a/lcro, 15 giugno 19,11: /
Ore 9,30 . Conferisco con Fornara circa grandi unirà per scacchiere orientale. Rapporti fra Germania e Turchia. Ore -
12,00.
Mi reco dal Duce assieme a von Ri ntelen ( 0
).
Argomen ti:
approntamento del Corpo d"Armata per Russia.
Ore r8,.~5 · Mi reco con Marras ( 0 *) a co nferire col Duce. Marras dice che l'esercito tedesco anela di battersi. Obiettivi: Leningrado Mosca - Odessa.
Documento n.
10.
Dal Diario Cavallero, 17 giugno 194 1: Ore
11,30.
Ricevo Generale Rossi. A rgomenti:
- costituzione di un Corpo d'Ar mata Speciale. Rossi soluzioni: 2 divisioni celeri e 1 divisione corazzata; r d ivisione celere e 2 divisioni corazzate.
mt
prospetta due
("') li T enente Colonn ello d i Slato Maggiore Domingo Fornara prcsmva scr\'i7.Ìo presso il Com:u1do Supremo, gualc Capo <lell' Uffìcio Or<linamcnw . ('"•) Il Gcncrah: Enno von Rintelcn era Addetto Militare presso l'Amba!ciaca di (;ermania a Rom a. ('H) Il Generale di Divisione Elisio Marras era Addcllo ~liii tare prcsw l'Ambasciata d ')(;ilia a Dcrl ino.
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Le operazioni delle unitù italiane al fro nte russo (1941 - 1943) Documento n.
II.
Dal Diario Cavallern, 19 giugno 1941: Ore 8,45. Ricevo il t.c. Fornara. Argomenti: - grandi unità per la Russia: • 1. trasportabile e 2 celeri; . r celere e 2 trasportabili. Si propende per la seconda soluzione; invece del Corpo <l'Armata Speciale sarebbe preferibile l'Autotrasportabile Zingales.
Documento n. Dal Diario Cavallero,
20
12.
giugno 1941:
Ore 20,20. Telefono a Generale Rossi. Complesso Messe (*). La cosa può diventare reale. Quindi dare sotto alla rapida costituzione. Vedere se si può dare un po' cli mortai da 81.
Documento n.
I 3.
Dal Diario Cavallero, 21 giugno 1941: Ore 12,50. Mi telefona il Duce. Sempre p1u vive sensazioni di movimento verso oriente. Pare sia pronto il treno speciale del Fuhrer. lr1tanto sto accelerando quel corpo d'armata. Le divisioni autoportate sono diventate due e sono rinforzate eia un battaglione mortai in più per ciascuna. Il tutto con massima celerid. Elemento meridionale non muoverebbe che in un secondo tempo (**). Tutto è predispcsto. Credo che ci vorranno quir1clici giorni. Corpo d'Armata Autotrasportabile. Il Corpo d 'Armata <li Messe che sta venendo non era allestito come autotrasportabile e guindi si muove il Corpo d'Armata Zingales. Sl, ha le due motorizzate che sono la (< Pasubio )> e la «Torino )> ed ha anche le artiglierie motorizzate. Rispettiamo l'organicità delle unità.
(•') Il Generale d i Corpo <l'Armarn Giovanni Messe era il Co mandante del Corpo d'Arnrnra Spc, iale. (H ) Si ri ferisce (vds. Documento 11 . 6) al Gruppo di Armate « Sud », che non avrebbe intrapreso :17.Ìn ni offensive se no n qualche tempo dopo l'apenun1 delle ostil ità.
Documenti Tutti reparti rimangono 11elle loro sedi pronti a partire. In conclusione il Corpo d'Armata avrà le seguenti unit.ì : I divisione celere (2 reggimenti di cavalleria e r reggimento bersaglieri), 2 autotrasportabili (« Pasubio » e « Torino ») rinforzate come ho detto, col Corpo d 'Armata che ha le sue artiglierie tutte da 105, cioè a lunga portata. Il Duce approva .
Documento n. 14.
Dal Diario Cavallero,
21
giugno 1941:
Ore 13,00. T elefono a Scuero ('*'). D ò notizia d i guanto sopra. Ore 13,15. T elefono a Generale Rossi circa la m ia telefonata al Duce. Andrà il Corpo d 'Armata Autotrasportabile con Zingales. Ho <lecco che fra quindici giorni sarà pronto. Ore 21,30. Sulla base di una telefonata del Generale Marras telefono al Duce. Marras ha telefonato che vi è possibilità per domani verso oriente. Anche qualche altra comunicazione, ma 110n importante che vi dirò poi. A vete convocato il Capo di Stato Maggiore cli quel Corpo d'Armata. T emo non sia orientato perché in questo momento stanno piuttosto preoccupandosi di cambiare il piano eia due divisioni celeri e una autotrasporcabile a due autotrasportabili e una divisione celere.
Documento n. 15.
Dal Diario Cava/foro,
22
giugno 194 1:
Ore 8,30. Generale Magli ( 0 ) mi comunica che stamane all'alba le truppe tedesche ha,1110 iniziato le operazioni contro la Russia. Ore 8,35. Convoco Gandin (***) e lo incarico cli studiare il modo (pre11dendo anche contatto con Rintclen). Vedere inoltre ordine con chi si deve prendere accordi per il trasporto del nostro corpo d 'armata (200 treni).
(•) 11 Generale di Divisione Antonio Scucro ricopri\'a la carica di Souc»egretario di Stato alla Gucrr:1. (") (ìcncralc d i Divisione Giovanni t-.fag li, addétto all o S.'v[ Ccncrnlc . ( .. ·) Grnéni lc d i Brig:n~ ,~111onio C:rndin, adde1to a l Comando Supremo.
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Le operazioni delle
tmÌIIÌ
italiane al fronte russo (1941- 1943)
Ore 8,40. Telefono a Generale Rossi. Mi dice che per 200 tren i occorrono 20 g iorni. Ore 8,45. Mi telefon a il Duce. Stamane facci o telefonare a Marras per sa pere con chi dobb iamo pren dere accordi per i trasporti e che cosa occorre per il trasporto del nostro corpo d'armata. Inoltre facciamo affluire automezzi da varie direzioni e facciamo gruppi organici per dotare il Corpo d'Armata di un primo complesso. P oi gli daremo gli altri per il trasporto della fanteria e per i mezzi logistici. 700 vengono da lla 411 Armata. Il trasporto dura venti g iorni. E ' vero che non siamo pronti, ma la organici tà de i provvedimenti ci consente cli fare partire qualche cosa m olto prima dei qu indici giorni previsti. I repart i possono avere completezza organica. Concentr iamo i preparall v1 sui primi. (li Duce mi d ice di far partire prima la t" divisione, poi la 2", poi la 3", poi il corpo d'armata).
Ore 9,25. Generale Rossi mi comunica che noto trasporto può iniz ia re il 27. Ore 9,35. T elefona il Duce al Generale Mag li incaricandolo di studiare se si può ma ndare col noto Corpo d'Annata anche una cinquantina cli caccia e un centinaio di bombardieri. Ore 10,00. Telefono a R ossi chiedendo se è previsto per il corpo d 'armata invio d i ricogni:Gione aerea. Risponde affermativa mente: una trentina di apparecchi. Dico che se può aumenti. Ore 12,50. Telefono a Pricolo (*) circa richieste del Duce in materia d i asseg nazione per oriente, oltre alla ricognizione. Dice che può mandarne quaranta caccia senza preg iudizio per il Mediterraneo e per l'Adriatico. A mia richiesta aggiunge che cccorro no un 400 persone e la ccstituzio ne di bas i. Bom bardamento non si può mandare. Ore r8,35. Partecipo a riunio ne con Ge nerale Rossi ed Ecc. Scuero. Corpo d 'Armata per oriente. G ruppi artiglieria contraerei. G enerale Rossi dice che bisogna tenere presente la esig enza per la Corsica. Au torizzo a prendere la batteria da 2'.l della D ivisione « G ranatieri ». Squadriglie da ricognizione. Saranno scortate da caccia nostri provenienti da Albania. Intendenza • Tenere 111 sospeso.
(•) Il Ceneralc Francesco Pricolo era Sollo>egrctario di Stato e Capo di Stato Ma,i:giorc dell'Aeronautica. Mi nistro ddl 'AcronauLi c:, era lo stesso Mussolini .
Documenti Località di riunione del Corpo d'Armata per l'oriente : Romania setten-· trionalc. Tn Romania vi sono g ià otto divisioni tedesche. Autocarri. Albania deve dare un autogruppo. Chiamo Fornara e dò ordine di disporre in proposito. Mie comunicazioni di stamane a Marras: a) dove fare capo per la questione dei trasporti <lei nostro corpo d'armata; b) quale apporto logistico può da re la Germania.
Documento n. 16.
Dal Diario Cavallero, 24 giugno 1941: O re 9,45. Telefona il Duce. Le d ivisioni sono la << T orino,> che ì: pronta e la « Pasubio >> (tra Venezia e Mantova). La terza d ivisione è a Ka rlovac (il'!) e il comando del Corpo d' Armata è a Cremona. Notizie del fron te orienta le. Pare vi sia una resistenza a cordone russa che ancora tiene. T progressi sarebbero limitati perché vi è fascia difensiva. [ tedeschi cercano di ro mperla per poi lanciare le uni tà corazzate e motorizzat(:. Ritengono che appena sfondato avverrà il tracollo.
«
O re 10,35. Telefono a Ecc. Pricolo che il Duce giovedì ispezionerà la Pasubio ». Ore 10,45. Telefono a Ecc. Scucro. li Duce dopodomani passeri\ in ri vis ta la ,, Pasubio
>>
a Verona.
O re r r ,40. Mi telefona Ecc. Ciano chiedendo novità. Rispondo che i tedeschi avrebbero incontrato a circa 15 km dalla fronti era lince resistenza profonde 3 - 4 km precedute da vasti sbarramenti anticarro. Cercano di rompere con la fanteria e i mezzi cor:izzati per poi dilaga re, convinti che dopo la cosa sarà facile.
e•) l.ocalit:1 34· • U .S.
della Croazia. <lo,·c si trol'a\"a la 3" Oi,·isionc Cdcrc.
530
Le operazioni ddle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) Documento n. 17.
Dal Diario Cavallero, 27 giugno 1941: Ore 13,15....... . Reparto camicie nere per il Corpo d'Armata in oriente. Rossi vedrebbe una legione presso il Corpo d'Armata come truppa suppletiva. Battaglione mitraglieri per il Corpo d'Armata. Approvo. Gruppo motorizzato in più. Approvo, ma per un secondo tempo. Situazione anticarci, produzione, ecc., ecc.. Desidero per do mani dati esaurienti. Il Corpo d'Armata non passa da Romania, bensì da Ungheria per Budapest. Notizia avuta dalla Delegazione Trasporci. 7 blocchi cli treni. La linea ha 14 treni al giorno. Si richiede una seconda compagnia eia 47. Anche il corpo d'armata ne ha bisogno. Dico che l'ideale sarebbe cli da rne 24 alla divisione e 24 al corpo d'armata. Aumento anticarro per l'oriente è giusto, ma non deve essere a scapito della L ibia. Quindi mi accontento anche di 16 e 24.
Documento n. r 8.
Dal Diario Cavallero, 28 giugno 1941: Ore n, 15. Telefono a Ecc. Favagrossa che vorrei esaminare in serata la questione automezzi. Data situazione odierna e necessità cli un migliaio autocarri oltre quelli già richiesti, bisogna vedere se si può sottrarre ancora qualche cosa alle distribuzioni per le altre grandi unità. Bisogna avere qualche mese una produzione più elevata perché dobbiamo pensare a Russia e Libia contemporaneamente. Per domani ho promesso al Duce un quadro generale delle disponibilità e produzione. Ore r 1,30. Telefono al Generale Rossi. Ho parlato al Generale Giannanconi (*) sulla questione milizia per il corpo d'annata Russia. Bisogna tenerla su come quadri e come materiali. Bisogna dare inoltre mitraglieri, qualche compagnia da 81 e qualche anticarro. Combinargli un battaglione armi d 'accompagnamento (*'~). A loro ho detto che frattanto mettano in approntamento un'altra legione.
(*) Si trana del Luogotcacntc Generale del la M .V.S.N . Ottorino G iannantoni, allora Sottocapo di SM di quella formazione. Le compagnie m itraglieri (una per battagl ione) furono u-atte da altre u niti, della mi lizia. Il bat taglione ann i d'accompagnamen to destinato a completare la legione della mili?.ia per il CSIR fu il LXIII for mato da l deposito del 151° reggimento fanteria ed cm quindi un battaglione di fanti dell' Eserc ito.
e••)
Documenti
53 1 Documento n. 19.
Dal Diario Cavallero, 29 giugno 1941: O re Problema degli automezz i. Ne ho parlato stamane con il D uce. L 'approntamento ciel corpo d'armata per oriente ci ha costretti a spogliare il fronte ovest. Bisogna vedere come è stabilita la distribu:t,ione e fare qualche ritocco. Ecc. Pricolo mi comunica che sua esigenza è di un centinaio per il gruppo da caccia che va in oriente.
Documento n.
QUADRO DI BATTAGLIA DEL CORPO DI SPEDIZION'E ITALIANO IN RUSSIA (CORPO D 'ARMATA AUTOTRASPORTABTLE) alla data del
1°
agosto 1941
COMAND O Comanda nte: Gen. C.A. Giovanni Messe. Capo di S.M.: Col. (;uido Piacenza. C.te dell'Artiglieria: Gen. B. Francesco Dupont. C.te del Genio : Col. Mario Tirelli. QUARTIER GE:-JERALE
Sezioni Motorizzate Carahinieri: 193", 194", 684" . 33"' -Sezione topocartografica. 33• Sezione fotografica . 33" Sezione topografi per artiglieria. 88'' UEfìcio Posta Militare. Reparto fotocinematografico. Drappello automobilistico per Comando di C.A .. 13° N ucleo movimento stradale. r" Sezione carburanti. 0 1"JTi\ D IRETTAMENT E
Dll'E1"DEN'J'!
Fanteria.
CIV Battaglione Mitraglieri cli C.A .. Il Battaglione Cannoni 47 / 32 controcarro. 1"
Compagnia Bersaglieri Morocìclisti.
20.
53 2
Le opcmzioni delle unità italiane al fronte russo (, 941 - 1943)
Artiglieria. 30'' Raggruppamento artiglieria cli C.A. (C.te Coi. Lorenzo Matiotti),
con i Gruppi: LX, LXI e LXII cannoni da 105/32; Gruppi Autocampali : IV e XIX cannoni contraerei da 75/ 46; Batterie : 95" e 97" contraerei con cannoni - mitragliera da 20 mm mod. 35.
Genio. IV Battaglione artieri, con: 1", 2" e 3" Compagnia artieri.
l e IX Battaglione Genio pontieri. VIII Battaglione collegamenti, con: 121" e 1 22" Compagnia telegrafisti; 102n Compagnia marcon isti; 20" Colombaia mobile. 19" Officina autocarreggiara per materiali di collegamento. 88" Sezione fotoelettricisti autocarrata. Chimici. Battaglione chimico.
16" Compagnia truppe chimiche. M .V.S.N ..
63• Legione « Tagliame nto J) (C.te Console Nicolò Nicchiarelli) con : LXIII e LXXIX Battaglione cc.nn.; LXIII Battaglione Armi d'Accompagnamento (dell'Esercito). AERON,IUTICA
C.te Col. Carlo Drago C.do LXf Gruppo d i osservazione per l'Esercito, con : Squadriglie da osservazione 34", u9", 128"; C.clo XXII Gruppo da Caccia, con : Squadriglie eia caccia 359", .162'' , 369", 371". SERVIZI
di Sanità: 14" Sezione di Sanitù. r" e 2" Autoambulanza radiologica. 14" Autoam bulanza odontoiatrica. 2• e 25" Sezione disinfezione. Ospedali da Campo : 60°, 64°, 163°, 164°, 235°, 238", 239", 256"', 257", 820°, 827'', 828°, 829°, 830°, 831°, 837°, 838n, 87.3'". 2 " e 104" Sezione bonifica per gassati. Laboratorio chimico, batteriologico, tossicologico.
di Commissariato: 87'' Sezione sussistenza.
19' Sezione e 23" S<1 uaclra panettieri con forn i rotabili.
Documenti
533
di Veterinaria: 2"
e 6" infermeria quadrupedi.
Trasporti:
82° Reparto salme rie. Autoraggr up pamento di Ar mata (C.te Col. (;inesio Ninchi) con: XX I X Autogruppo pesante, con gli: Autoreparti pesanti : .33'', 34°, 96°, 97''; II Autogruppo misto, con gli : Autoreparti pesanti: 26n, 32", 91"; 1\ucoreparto leggero: 116"; 228" Autoreparto misto; 51° Autoreparto autoambulan1.e. 15 n Officina di autogru ppo. 8° Repa rto Soccorso St radale. 1J' Nucleo Soccorso Stradale. 2r.
CSIR Presidente : Col. G. 13att. Costa
T1uBUNAL1, M1uTARE 01 GUERRA uEL
DIVISIONE AUTOTRASPORTA BILE
(<
PASUB!O » ( 9")
Comandante: Gen. D. Viccorio Giovanelli. Capo d i SM: Ten. Col. Umberto Ricca. Qt:,\RTIF.R GEXl, RALE
Se1.ioni Motorizzate Carabinieri: 25" e 26" . 9" Drappello automobilistico per C.clo D.f.. 91" Sezione carburanti. 9" N ucleo Soccorso Stradale. 8" N ucleo movimento stradale. I Gruppo fotocinematografico. 83° Ufficio Posta Militare. FAK"fERIA
C.tc: Fanteria Divisionale: Gen. B. Aldo Princivallc.
79° Rgt.f. << Roma » (C.cc Col. Rocco Blasioli) su: Comando e Compagnia Comando di Reggimento; Compagnia m ortai da 8 1; Batteria cannoni d'accompagnamento da 65/ 17; 13attaglioni (I, Il e ITI), ciascuno su: Comando e Compagnia Comando di Battaglione; tre compagnie fuc ilieri ; Compagnia armi d'accompagnamento (mitragliatrici e mortai <la 81).
534
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - ,943)
80° Rgt.f.
cc Roma » (C.te Col. E pifanio Chiaramonti) su : C,0mando e Compagnia Comando di Reggi mento; Compag nia mortai eia 81 ; Batteria cannoni d'accompag namento da 65 / 17; Battaglion i (I, II e Hl), ciascuno su: Comando e Compagnia Comando di Battaglione; . tre compagnie fucilieri; . Compag nia armi d'accompagnamento (mitrag liatrici e mortai eia 81).
V e IX Battaglione mortai da 81. 9• e , 41" Compagnia cannoni controcarro da 47 / 32. ARTIGJ.I ER!A
8" Reggimento Artiglieria Motorizzato (C.te Col. Alfredo Rcginella) su : Comando e Reparto Comando di Rgt. ; I Gruppo motorizzato obici da 100/ 17; li e III Gruppo motorizzato cannoni da 75/ 27; Reparto munizioni e viveri. 85" e 309• Batteria contraerei con cannon i - mitragliera eia 20 mm mod. 35.
GE:-10
30" Compag nia genio a rtieri. 9" Compagnia genio telcgrafoti e radiotelegrafisti. 95• Sezione fotoclettricisri. SERVIZI
di Sanità: 5" Sezione di Sanità. Ospedali da Campo: 825°, 826", 836°, 874°. 25° Nucleo chirurg ico.
di Commissariato : Il " Sezione sussistenza. 261' Squadra panettieri con forni rotabili.
DIVISIONE A UTOTRASPORTA 8 TLE CoM ANl>O
Comanda nte : Ge n. D. Luigi Manzi. Capo di SM : Ten. Col. Umberto Scalcino. Q UARTIER G t:N ERALE
Sezioni Motorizzate Carabinieri: 56~ e 66a. 52° D rappello automobilistico per C.do D.f.. 52" Sezione carburanti. 52'' N ucleo Soccorso Stradale.
cc
TORTNO » ( 52")
Documenti
535
5'' Nucleo movimento stradale. II Gru ppo fotocinemacografico. 152" Ufficio PosLa Militare. F ANTERI A
C.te Fanteria Divisionale: Col. i.g.s. Ugo De Carolis. 81" Rgt.f. « T orino
ì> (C.ce Col. Carlo Picci nini) su: Comando e Compagnia Comando di Regg imento; Compagnia mortai e.la 81; Compagnia cannoni d'accompag name nto da 47 / 32; Battaglioni (I, II e III), ciascuno su: Comando e Compagnia Comando di Battaglione: . tre compag nie fucilieri; . Compag nia a rmi d'accompagnamento (mitragliatrici e mortai e.la 8r).
82° Rgt.f. « T orino » (C.te Col. Evaristo Fioravanti) su : Comando e Compagnia Comanc.lo d i Reggime nto; Compagnia mortai da 81; Compagnia cannoni e.l'accompagna mento da 47/32; Battaglioni (1, II e III), ciascuno su: Comando e Compagnia Comando e.li Battaglione; . tre com pagnie fucil ieri; Compagnia armi d'accompagnamento (m iLragliatrici e mortai da 81). XXVI e LIT Banaglione mortai da 81.
52"· e 171' Compagnia controcarro eia 47 /32. 1
ARTI C LIER (I\
52° l<eggimento Artiglieria Motorizzato (C.te Col. Giuseppe Ghiringhelli) su: Comando e Reparto Comando e.li Rgt. ; I Gruppo motori7.zato obici da 100 / 17; II e III Gru ppo motori,,zato cannoni da 75 /27; Reparto munizioni e viveri. 352'' e 361" RaLte ria contraerei con cannon i - mit ragliera da 20 mm moc.l. 35 . G1l NI0
57" Compag nia genio artieri.
52a Compagnia genio telegrafisti 69" Se7.ione fotoelettricisti.
e rad iotelegrafisti.
SERVIZI
di. Sanità:
52° Sezione di Sanità. Ospec.lali e.la Cam po: 89°, 90·',
t1 7", 578".
51° Nucleo chirurgico. di Commissariato:
52• Se7.ione di sussistenza. 65" Squad ra panettie ri con forn i rotabili .
Le operazioni delle ufJiià italiane al f,·onte russo (1941 - 1943)
3' DIVISION E CELERE •< PRINCIPE AMEDEO DUCA D' AOST A » CoMA:-.iuo
Comandante: Gen. B. Mario Marazzanì. Vice Comandante: Ge n. B. Gioacchino Solinas. Capo cli SM: Ten. Col. Dandolo Banaglini. Qt:ARTIER
GE.NliRAI.E
355·• e 356" Sezione Celere Carabinieri . 3" Drappello automobilistico. 7'' Nucleo movimento stradale. III Gruppo fotocinemacogra(Ìco. 40° Ufl-icio Posta Militare. 3" Reggimento Hersaglien Comandante: Col. Aminto Caretto. Comando e Compagnia Comando di Reggimento. Tre Battaglioni Bersaglieri autotrasportati (XVIII, XX, XXV). Due Compagnie Bersaglieri motociclisti {2;• e 3•). 1 22" A utoreparto Leggero. 172~
e
173•
Compagnia Cannoni Controcarro .
Reggim ento « Savoia Cavalleria
>i.
Comandante: Col. Weiss Poccetti. Coman<lo e Sq ua<lrone Comando cli Regg imento. Due Gruppi Squadroni, su : Comando; due Squadroni Cavalieri (o Lancieri). 5° Squadrone mitraglieri.
Reggimento « Lancieri di Novara ». Comandante: Col. Egidio Giusiana. Comando e Squadrone Comando di Reggimento. Due Gruppi Squad roni, su: Comando; due Squadro ni Cavalieri (o Lancieri). 5" Squadrone mitraglieri.
93"' e
101 "
Ratteria co11traerc·i con cannoni · mitragliera da
20
mm moti. 35.
J" Reggimento A rtiglieria a Cavallo . Comandante: Col. Cesare Colombo. Comando e Reparto Comando di Reggi mento. T re gruppi di artiglieria ippotra inata su dU<.: batterit: cannoni 75 /27 mocl.
Ili Gruppo Carri Veloci San Cio,·gio.
191 2.
Documenti
537
J05 1 Compagnia Genio aruen per Divisione Celere. 10:f Com pagnia Genio radiotelegrafisti per Divisione Celere. SERVIZI
di Sanir1ì. :
73" Sezione di Sanità. Ospedali da Campo: 46°, 47°, 148'·, 159' . 20° Nucleo chirurgico.
di Commissariato:
93" Sezione di sussistenza. 59" Squadra panettieri con forni rotabi li. trasporti a trazione meccanica: 213''
Autoreparto Misto.
Documento n. 2r .
COMPOSIZIONE DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO TN RUSSIA (CORPO D 'ARMATA J\UTOTRASPORTAJ31LE) Luglio 1941 - Marzo 1942 lJNrrÀ c1 CoRJ>O n'ARMATA
3 sezioni Carabinieri motorizzate. 2
battaglioni fuc ilieri (Camicie Nere).
3 battaglioni armi di accompagnamento. 1
1
5 2
4 1
9
32
battaglione di g uastatori. compagnia autonoma bersaglieri motociclisti. gruppi di artiglieria (di cui: 3 da 105 /32 per 9 batterie e 36 pezzi, 2 da 75 / 46 contraerei per 4 batterie e 16 pezzi). batterie aut0nome da 20 contraerei per 16 pezzi. battaglioni del genio (di cui : 1 di artieri, 1 di collegamenci, 2 di pontieri). battaglione chimico. mortai da 81 (della compagnia mortai del LXITI bauaglione mortai arm i di accompagnamento della Legione Tagliamento). pezzi da 47/ 32 (24 del II battaglione e.e. .,.. 8 della compagnia da 47/ 32 del LXfII battaglione a rmi di accom pagnamento).
538
Le operazioni delle unità italie1ne al fronte russo (1941-1943)
Servizi.
i8 ospedali da campo, r sezione di sanità,
2 ambulanze radiologiche, r ambulanza odontoiatrica, 1 sezione disinfezione, 2 sezioni bonifica gassati, 1 laboratorio chimico - batteriologico - tossicologico con centro antirabbico. 3 sezioni di sussistenza, 1 sezione panettieri con forni , 2 squadre panettieri con forn i. 1 officina per materiali di collegamento. 2 infermerie quadrupedi. reparto salmerie, 14 autoreparti pesanti, r autoreparto leggero, r autoreparto m isto, r autoreparto ambulanze, 2 officine mobili pesanti. 1 battaglione movimento stradale, 1 centuria cli milizia della strada, 2 reparti soccorso stradale con 5 nuclei. 1 Comando tappa speciale, 2 Comandi tap pa principali, .1 Comandi tappa secondari, 6 Uffici tappa principali, 3 battaglioni territoriali mobili, 1 compagnia presicliaria, 1 gruppo lavoratori. 2 Uffici posta militare.
DIVISION E (( PASUBIO )) 2 sezioni Carabinieri motorizzare. 6 battaglioni fucilieri . 2 battaglioni mortai. 4 compagnie autonome (di cui: 2 compagnie mortai da 8r reggimentali e 2 compagnie da 47 / 32 e.e. divisionali). 3 gruppi di artiglieria (cli cui: r da 100/17 per 3 batterie e 12 pezzi, 2 da 75/ 27 mod. 19rr per 6 batterie e 24 pezzi). 4 batterie autonome ( di cui: 2 di accompagnamento da 65 / 17 per 8 pezzi e 2 contraerei da 20 divisionali per 16 pezzi). 2 compagnie autonome ciel genio (di cui: 1 di artieri e 1 di telemarconisti). 72 mortai da 8r (delle 6 compagnie dei battaglioni divisionali e delle 2 compagnie reggimentali). 16 pezzi eia 47 / 32 delle 2 compagnie e.e. divisionali.
Servizi. 4 ospedali eia campo, 1 sezione di sanit;i, 1 nucleo chirurgico. 1 se:.oione di sussistenza, r squadra panettieri con forni. 1 nucleo soccorso stradale, T nucleo movimento stradale. 1 autofficina. r Ufficio posta m ilitare. D 1v1srONE « To 1uNO >i 2
sezioni Carabinieri motorizzate.
S battaglioni fucil ieri. 2 b:ittagJioni mortai. 6 compagnie autonome (di cui: 2 da 47 / 32 d i accompagnamento reggimentali, 2 di mortai da 81 reggimentali, 2 da 47 / 32 e.e. divisionali). 3 gruppi di arci,çlieria (di cui: 1 da 100/ 17 per .3 batterie e 12 pezzi, 2 da 75/27 mod. 1911 per 6 batterie e 24 pezzi).
Documenti
539
baccerie autonome da 20 contraerei divisionaii per 16 pezzi. compagnie auto nome d el genio (di cui: r di artieri e r di telemarconisti). 72 m ortai da 81 (delle 6 compagnie dei battaglioni d ivisionali e delle 2 compagnie reggi mentali). 28 pezzi da 47 /32 (r6 delle 2 compagnie e.e. divisionali, 12 delle compag nie d; accom pagnamento reggimentali). 2
2
Servizi. 4 ospedali da campo,
sezione di sanità, r nucleo chirurgico. 1 sq uadra panettieri con forni. 1 nucleo soccorso stradale, r nucleo movime;:nto stradale. 1 aurofficina. r U fficio p osta mili tare. 1
t sezione cli sussistenza,
3" D1v1sroNE
CELER" « PRDICIPE AMEDEO
D i:cA n'AoSTA »
2 sez ioni Carabinieri motori zzate. 3 baccaglioni bersaglieri aucoportati. 3 com pagn ie autonome (di cui: r d i bersaglieri motociclisti e 2 da 47 / 32 e.e. divisionali). 2 reggimenti cli cavalleria (4 g rup pi squadron i ciascuno di 2 squadroni e 2 squadroni mitrag lieri). r gruppo carri « L » (da 3 tonn., 61 carri in 4 squadroni). 3 gruppi d i artiglieria a cavallo (6 batterie da 75/ 27 mod. 1912 per 24 pcz1.i). 2 batterie au tonome da 20 contraere i d ivisionali per 16 p ezzi. 2 compagnie autonome del genio (di cui: , di artie ri ed I d i tclemarconisti). ness un m ortaio. 16 pezzi da 47 /32 delle 2 compagnie e.e. di visionali .
Servizi. 4 ospedali da campo, 1 sezione di sanità, 1 nucleo chirurg ico. 1 sezione di sussistenza, 1 squadra panettieri con forni. 1 nucleo soccorso stradale, r nucleo movime nto stradale. 1 autoreparto misto, 1 autofficina. , Uffic io posta militare. Tonu; l>EL CSTR uomm1. battaglio ni fucilieri fanteria (di cui: 12 d i fanteria di linea, 3 di bersaglieri, 2 di camicie nere). battaglioni armi d i accompagnamento. battaglione di g uastatori. compagn ie autonome (di cui : 2 di motociclisti, 4 di mortai da 81, 8 da 47 /32). squadroni di cavalleria (di cui : 8 squadron i cavalieri e 2 squadroni micraglieri). squadron i carri « L >> (61 car r i). gruppi di artiglieria (di cui: 3 eia 105 /32, per 9 batterie con 36 pezzi; 2 da 100/ 17, per 6 batterie con 24 pezzi : 7 da 75 / 27, per 18 batterie con 72 pezzi; 2 eia 75 / 46 contrae rei, pe r 8 batterie con 32 pezzi).
62 .000
17 7 r 14 10
4 14
5 40
Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo (1941 - 1943)
10 batterie autonome (di cui :
4 6 1
153 94
2 da 65/17 per 8 pezzi e 8 da 20 contraerei per 64 pezzi). battaglioni del genio (di cui: 1 d i artieri, 1 di collegament i, 2 cli pontieri). compagnie autonome del genio (di cui: .1 di artieri e 3 di Lclemarconisti). battaglione chimico. mortai da 81. pezzi da 47/ 32.
Servizi .
30 ospedali da campo, 4 sezioni di sanirà, 2 ambulan:le radiologiche, 1 ambulanza odontoiat ri ca, 3 nuclei chirurg ici, 2 sezioni bonifica gassati, r sezione disinfezione, I laboratorio chimico - batter iologico - Lossicologico con centro antirabbico. 6 sezioni di sussisLcnza, 1 sezione pancLtieri con forni, 5 squadre panettieri rnn forni. 2 in fermerie quadru pedi. reparto salmerie, 14 aucoreparLi pesami, 2 a utoreparti m1su , 1 autoreparto leggero, r autoreparto ambu la nze, 2 offìcine mobili pesanti, 5 nuclei soccorso stradale, 1 reparto soccorso stradale. r battaglione movime nto stradale, 1 centuria di miliz ia della strada, 3 nuclei movimento stradale, 3 autofficine. 1 C omando cappa speciale, 2 Comandi cappa principale, 3 Comandi tappa secondar i, 6 Uffici tappa principali, 3 battag lio ni terri toriali mobili, 1 compagnia presidiaria, 1 gruppo lavoratori. 5 Uffici posta militare. Inoltre l'lncenclem.a speciale del CSlR aveva allestito in vari « Centri logistici » magazzini (o frazioni cli magazzino) per i Ser vizi cli sanità, cli commissariato (u no per viveri, avena, foraggio, paglia, leg na cd uno per vestiario cd equipaggiamento), di artiglieria, del genio (con officina semifìssa e 12 officine mobili), automobilistico (co n laborato rio).
Documento n.
RIPARTIZIONE PER CALIBRI DELLE BOCCHE DA FUOCO DI ARTIGLIER IA DIRETTAMENT E DIPENDENTI DA: Com ando CSIR: Cal. 20 mm e.a. Cal. 75/ 46 e.a. Cal. 105/32 . .
16 (2 batterie) 16 (2 gruppi su 2 batte rie) 36 (3 g ruppi su 3 bamrie)
2:.1,.
Docume11ti
54 1
Coma11do Divisione « Pasubio » :
Cal. 20 mm e.a. Ca!. 65 / 17 . . Ca!. 75/ 27 mod. 1911 Cal. 100/ 17 mod. 1914 . Comando Divisio11e
<<
Torino » :
Cal. 20 mm e.a. . . . Cal. 75 /27 mod. r9u . Ca!. 100/ 17 mod. 1914.
Comando
(<
6 (2 batterie) 8 (2 barterie d·accompagnamento) 24 (2 gruppi su 3 batterie) 12 (1 gruppo su 3 batterie) 1
16 (2 batterie) 3 batterie) gruppo su 3 batterie)
24 (2 gruppi su 12 (1
3" Divisione Cdere » :
Cal. 20 mm e.a. Cal. 75 /27 mod. r912 . Tot.aie del CSIR
16 (2 batterie) (3 gruppi su 2 batterie)
24
220
bocche da fuoco
47 batterie
D ocumen to n.
2
3.
STRALCIO DIARIO CAVALLERO Dal Diario Cavallero, 25 luglio 1941: Ore 9,35. Telefono all 'Ecc. Scuero. Argomento: Corpo di Spedi:t.ione in O riente: Una sola divisione ha g li automez:t.i; !"altra doveva averli dall.Albania, ma questi non arrivano e ciò porterebbe ad impiegare la G.U. a spizzico. Bisogna mandarne un po' attingendo dalle riserv<:, del Col. Girola (*) presso le di tte. La cifra non ~ rilevante perch( buona parte della divisione ~ già motorizzata. Ore J1 ,05. Telefono all'Ecc. Scuero. Argomento: Mancano e 150 rimorchi per il Corpo di Spedizione in Oriente.
400
autocani
Ore 12,50. Telefono alrEcc. Prcscinari. Il Duce mi ha dato una sua lettera circa gli automezzi. Noi dobbiamo mandarne 600 in Russia. Facevamo conto di prenderli dall'Albania ma non si può. Tu dcvi dare una prova di buona volontà. Si tratta di quei 53 che ha Agostini ('*''~).
(•) Il Colnnndlo di Artiglieria En rico Gu ido Girola era :1dcletto :11 Servizio Tecnico Automobilistico. (..~) Il Luogotencn1c Gcmn lc Augusto A1:osti ni l·r;, il coma ndante dd « Rai:g ruppa rncmo ,\gostini H, unii,, formata cl., reparti della Mili:e,ia Fon;,t"3le.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I 941 - 1943)
5 42
Ore 17,45. Telefono all'Ecc. Scuew . Argomento: 400 autocarri arrivano dalla Germania. Conviene tenerli in Italia per le difficoltà eventuali delle parti di ricambio. Mandiamo in Oriente quelli che abbiamo noi. Agostini dovrà dare i suoi . Manderemo presto in Russia gli aucornezzi che ancora mancano per una delle divisioni g ià partite. Comunq ue ricordo a von Rintelen che le loro divisioni hanno fatto a piedi anche 50 km al giorno caricando gli zaini sugli autocarri.
Documento n. 24.
COMANDO
DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIAN O IN RUSSIA UFFICIO 0JJERAZIONI
Segreto! ORDINE o'OPERAZlONI N . 1
N. 3797 di prot. Op.
P.M. 88/ R, lì 26 luglio 1941. XIX
Oggetto: Autotrasporto della divisione ,< Pasuhio » alla w na <li probabile 1mp1ego. Carte top.: I :200.000 - fogli: 4349 - 4449 - 4549 - 4649 - 4749 - 4348 - 4448 4548 - 4648 - 4748 - 4848 - 4347 - 4447 - 4547 - 4647 - 4747 - 4847.
Al AL Al Al
Comando D ivisione Fanteria « Pasubio >> Direttore dei Trasporti del C.S. Comando 2 ° Autoraggruppamento d'Armata Comando 1"· Cp. Bers. Motociclisti
e, per conoscenza : Al Comando 1 , .. Armata Germanica Al Comando Divisione Fanteria «Torino ,, Al Comando J'' Divisione Celere << P.A .D .A. Al Comando Artiglieria del C.S.I.R. Al Comando Genio del C.S.l.R. All'Intendenza Speciale « Est >) All'Ufficio Servizi del C.S.l.R. All'Ufficiale Superiore dei CC.RR.
I.
>>
P.M. 83/R Felso Viso P. M ilitare Salcea P. Militare P~M. 152/R P.M. 40/ R Sede Sede P.M. 102 Sede Sede
- L'u• A . Germanica operante all 'estremo sud dello schieramento alleato, ha rotto le resistenze av versarie sul Nistro e prosegue con successo la sua azione in profondità. Il Corpo di Spedizione Italiano, in riserva di Armata, deve portarsi prossimamente al Nistro, in direzione Jampol.
Documenti II.
III.
543
L1 di visione
<< Pasubio », autotrasportata, m1z1era per prima l'avvicinamento, per raggiungere in primo tempo la zona lswory - Poi.
- Orga11izzazio11e del movimcnlo.
1) /tineral'io : Suceava - Botosani - Stcfanesti - Sagajkany • Rischkanowka - Belzy • Tswory • Poi.
2) T appe: nr. 4, con le seguenti zo ne di sosta: -
-
giorno : giorno: 3" giorno: 4" g iorno: 1°
2°
Borosani - Truscsti; Stefanesti - Sagajkany; Ritschi • Bel7,y; Tswory • Pol.
3) Srnglioni : di reggimento con la seguente successione : -
un rgt. fanteria e 1 a cp. motociclisti (che <lai giorno 27 passa alla dipenden za della <l ivisione <e Pasubio »); il reggimento artiglieria ; T. e S. divisionali; un rgt. fanteria.
4) Il XXIX autogruppo, incaricato dell'autotrasporto, <lovrà dislocarsi nella zona di Capu Codruluni • Cornu Luncii per le ore 18 del g iorno 28. Il Comandante <lcll'autogru ppo si presenterà, al più presto, a l Comando divisione fanteria « P asubio » per ricevere ordini circa ca ntieri di carico e modalità esecutive del trasporto .
5) Il regolare svolgersi <lei movimen to <lella colo nna dovrà essere assicurato con il nucleo movime nto stradale divisionale.
G) Iniz io dcll'autotra.,porto: prime ore de l giorno 30. IV.
- Orga11izzazio11e degli itinernri: a cura della Direzione Trasporti, la qua le inserirà gli elemenci del btg. movi mento stradale, nella organizzaz ione germanica in atto, previ accord i con la Direzione dei T rasporti dell'n" A rmata tedesca.
V.
· Sicurezza. Preminente importanza ha, nella situazione contingente, la d ifesa contraerea, che dev'essere scrupolosam ente assicurata in marcia cd in sosta. N elle località di sosta notturna, predis porre adeguato serv 1zw di guard ia e di p rotezione da eventuali infiltrazion i di elementi paracadutisti.
VI.
· Collegamenti. La d ivisione potrà appoggiarsi ai seguenti centri dcli' n • Armata Germanica (AOK 11) Botosani - Stefanesti - Sagajkan y - Belzy Soroki.
544
VTT.
Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943) Alloggiamenti: è consentito il solo accampamento; eccezionalmente si potrà usufruire cli qualche lccale nei paesi della zo na di sosta.
VIII. - Disciplina di marcia: occorre una severa disciplina di marcia, tene ndo presente che sulle medesime strade si svolge il traffico dell'A rmata. A nche durante le brevi soste le strade e ponci devono essere tenuti liberi, in modo da assicurare la continuità del transito nei due sensi.
IX. - Servizi: ord ini a parte. X.
11 Comando divisione
« Pasubio
>>
notific hi g iornalmente
a
questo
Comando : - ore di partenza; - ore cli arr ivo; - eventuali novità.
Il Ge nerale di Corpo d'Armata Comandante Giovanni Messe
Documento n. 25.
COMANDO SUPERIORE I I" A RMATA
Sezione 1" N. 3487 / 41 segr. Rif. A.O.K .
11
la N . 3409/ 41 segr. del
Q .G ., lì 31 luglio 1941 21
luglio 1941.
A l R. Corpo di Spedizione ltalicmo
a mezzo Uff. Coll. tedesco 1. -
L o svolgimento della situazione richiede un antici po dell'ad unata del Corpo d i Spedi zione Italiano nella zona Goraba - Plot - P isarewka - Stuclenoje - Sagnitkov.' Il Corpo contin ua la sua ma rcia nella formazione fìn qui mante nuta nella zo na cli adunata. O rdine cli marcia ed obiettivi giornalieri secondo disposizioni del Comando del Corpo. L'armata a ttende che il Corpo al più tardi il giorno ro agosto r94r, possa iniziare il suo movime nto nella zo na cli adunata con almeno due divisioni e sufficienti truppe.
2. -
Primo compito del Corpo di Spedizione sarà presum ibilmente cli rastrellare il terreno tra il LIV e XXX C.i\. e di ristabil ire le comu nicazioni tra i due corpi.
3. - Per la marcia <lai D11jestr il Corpo userà in un primo tempo la strada dei rifornimenti d'ann ata Jampol - Olschanka fino Dmitraschkowka e da qui si muoverà nella seguente striscia cli movimento :
Ir
Documenti
545
confine a de.etra verso il IV C.A . rumeno: dal Dn jcsLr fino esclusa Raschkow, Ksendsokwka - molino vicinissimo a sud ovest Gorabba - Carschunowka (rutto al IV C.A. rumeno); confine sinistro verso il X X X CA .: chiesa Dmitraschko wka - ma rg ine sud ovest di Beschpinkow - a nord Pisarewka - Labuscb naja Trutyie e margine nord Nowslobodseja (tullo al XXX C.A.). 4. - P er l'esecu7,ione della marcia in a vanti ad est del Dn jestr viene disposLo: La strada cli marcia da Ja mpol fì no a DmiLraschkowka inclusa può essere usata solo nelle ore dalle 6 alle 10 e daJle 16 alle 20. Nelle altre ore del giorno e della notte essa sta a dis posizione del traffìco dei rifornimenti. Detto ora rio de ve essere mantenuto nel modo pit1 preciso ; libe rare immediaLamente la strada nelle ore ordinate anche in caso che non si fosse raggiunto l'obiettivo dì marcia. Ciò è assolutamente necessario per assicurare i rifornimenti all' Armata . Per il resto vale guanto sta bilito nelle disposizion i cli rifornunento a lle marce.
5. - Collegamenti. Il Corpo ha ad oriente del Dnjestr in un primo tempo collegamento con l'Armata per tramite delle sedi di collegamento dc1l ' Armata a Jampol ccl Olschanka. Oltre Olschanka iJ collegamento per mezzo dell' Armata . Co!legammto radio ccme finora. Durante la marc ia le rad io non devono funzionare nei limiti del Cor po.
6. - Degli avvenuti movimenti dev'essere data comunica7.ione, come ordinano le disposizioni di riferimento alle marce. Generale von Schobert
Documento n. 26.
COMAND O
DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIA>TO IN RUSSIA U FF1c 10 O r ERAZJO Nl
Srgreto! 1
0ROI~E D 0PERAZTONJ N .
N.
4 000
dì
p rot.
Op.
4
P.M. 88 i R, Il
2
agosto 1941. XIX
Oggetto: Schieramento èel C.A .. Carta:
1 : 200 .000 -
fogli: Soroki - Balta - Rendcry.
Al Comando Divisione Fa11tena at. « Pasubio ,, Al r:omando Di11is;011c Fcmtena clt. u Torino >> A l Coirumdo 3" Divisione Celere « P.A.D.A. l>
35· - U.S.
P .M . 83/ R
P.M. 152/R P.M. 40/ R
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1 94 l
Al Comando Artiglieria del C.S. Al Comando Genio del C.S. e, per conoscem:a : Al Comando 11" Armata Germanica All'Ufficio Servizi del C.S . Alla Direzione Trasporti del C.S. Al Comando Aeronautica del C.S.
I.
- I
94 3) Sede Sede P . Militare Sede Sede Sede
L'azione <lell'u• Armata Germanica, per quanto interessa il C.A., ha conseguito i seguenti risultati:
XXX C.A.: (agisce in direzione Jampol - Dmitraschkowka - Krutyje) ha raggiunto Krutyje, superando forti resistenze avversarie. IV C.A. Rumeno: (agisce in direzione Raschkow - Molokisch) ha forzato il Nistro costituendo una testa di ponte a Raschkow; LIV C.A. : (agisce in direzion e Dubossary - Kannanowa) ha ragg iunto e oltrepassato, con gli elementi avanzati, Karmanowa.
rr. -
Lo sviluppo di tale situazione richiede, in anticipo, l'impiego del C.S. che deve raggiungere la zona di schieramento Goraba - P lot - Pisarewka - Studenoje - Sagnitkow, con g li elementi avanzati sulla l inea Coraba - Plot. Da tale linea il C.S. avanzerà inquadrato fra il XXX C.A. Germanico ed - in primo tempo - il IV C.A. Rumeno.
IIT. - Il movimento avverrà:
a) fino a Dmitrasclikowl(a, lungo la rotabile Jampol - Dmitraschkowka (disponibile solamente dalle ore 6 alle 10 e dalle 16 alle 20); b) oltre, nel settore delimitato: -
ce nord - est dalla l inea Dmitraschkowka - ma rgine sud - ovest cli Beschtinkow - margine nord cli N owslobodseja (località al XXX C.A.);
-
a sud - ovest, dalla congiungente Dniestr fino a Raschkow (esclusa) - Ksendsokwka - molino a sud - ovest cli Goraba - Gerschunowka (località al IV C .A. Rumeno).
IV. - Intendo raccog liere due divisioni cli fanteria e l'artiglieria di C.A. nella zona <li schieramen.to, per muovere al più presto con le forze riunite.
V. - ln conseguenza : r" - La divisione Pasubio dopo aver scaricato nella zona bivio est Scholkani - Soroki (escluso) sosti nella giornata ciel 3 nella zona Jampol Soroki (località escluse - rotab ili sgombre). Ripren<la, per v.o., il movimento all'alba del g iorno 4, presenta ndosi con la testa ai ponti di Jampol alle ore 6. Raggiu nga in tappe normali Olschanka usufruendo dell'itinerario Jarnpol - Olschanka nelle ore stabilite. La strada nelle ore non concesse (o - 6, IO - r6, 20 - 24), dovrà essere lasciata libera, anche se
Documenti
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l'obiettivo di marcia non sarà stato ragg iunto. C iò è assol utamente necessario per assicurare i rifornimenti dell'Armata. A sua disposizione per costituire base: Jampol. Riserva di ordini per la prosecuzione ciel movimento oltre Olschanka. 2" •
Lc1. divisione T orino conti nui i movimenti per v.o. fino alla zona in cui sarà caricata. Scarico - sosta - ripresa del movimento per v.o. da Jampol: a suo cempo, come per la divisione Pasubio. Raggiu ngerà la zo na di Olschanka. Riserva di ordini per la prosecuzione del movimento. A sua disposizione, per costituire base: Soroki.
3° · La divisione Celere effettuerà al più presto il concentramento delle proprie unità nella zona a sud di Soroki e ad est della rotabile fsvory - Soroki (locai ità escluse). 4° - T. e S. di C.d'A .: man mano che affluiranno in zona Botosani, proseguiranno il movimento per la zona di schieramento. Seguira nno ordini particolareggiati. 5° - La Direzione Trasporti provveda : - all'autotrasporto della divisione << Torino », a<l effettuato trasporto della divisione « Pasubio »; - all'autotrasporto degli elementi d i C.A . non autccarraci, ad effettuato trasporto del la divisione cc Torino ». 6° - Comando Artiglieria: disponga che, ultimato il movimento della divisione « Torino », i gruppi contraerei prendano posizione a protezione della zona di schieramento delle G.U .. Riserva di ordini per la riunione del 30" raggruppame nto artiglieria d i C.A .. 7" • Comando Genio : - effettui subito ricognizioni per riconoscere e compiere i lavori necessari e possibili onde garantire il traffìco nel settore di movimento ciel C.A.; - organizzi collegamenti, tenendo presente che per il collegamento coll"armata, sono in a tto centri a Jampol ccl a Olschanka. Oltrepassato Olschanka, provvederà l'armata a collegarsi con il
c.s ..
Asse dei collegamenti: Botosa ni - Bclzy • Jampol • Olschanka. Traffico radio: tassativamente vietato per tutta la durata dei trasferimenti fino alla zona di schieramento. 8° • Servizi: ordini a parte.
9° • Posto d i comando : dalle ore 18 del giorno 9 a Olschan ka. Il Generale cli Corpo d'Armata Comandante Giovanni Messe
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1 941 - 19.43) Documento n. 27.
COMANDO 80° REGGIMENTO FANTERIA AT.
cc
ROMA ))
« Nel nome di Roma ))
N.
2160
di prot. / Op.
Tschigirin, 19 agosto 1941. XIX
Oggetto: Relazione sui combattimenti svolti nei giorni rr e Carte:
1 : 100.000
12
agosto 1941.
L 36 I Ost e L 36 IV Ost.
Al Comcmdo Divisione di Fanteria Pasubio e, per conoscenza: Al Comando della Fanteria Divisionale della Divisione Pasubio Posta Militare 83/ R Alle ore n ,30 del giorno n c.m. la colonna ai miei ordini, avanguardia della D ivisione cc Pasubio )>, ccstituita dal reggimento organico, dal III Gruppo dell'8° Artiglieria « Pasuhio », dalla 1" compagnia hersaglieri motociclisti, dalla 141a. compagnia cannoni da 47/ 32 anticarro, dalla 1" compagnia mortai da 8r del IX battaglione mortai divisionale « Pasubio i>, dalla 3• compagnia mortai eia 81 <le! V battaglione mortai, da una sezione della batteria da 20 mm divisionale, eia un plotone Genio artieri divisionale e da due stazioni R .F. 3 A, in totale 4.5co uomini circa, riceveva ordine di muovere dai pressi di \.Vosnessensk, ove aveva sostato dal pomeriggio del giorno precedente, per riprendere la marcia, sempre qua!e avanguardia della Divisione << Pasubio )), lungo l'itinerario Jastrebinovo - bivio a sud - ovest di Pohowskoje - Jasnaja Poljiana Trichatj - Nikolajew. Com p:"to: Portarsi rapidamente a Nikolajew per pararsi davanti al nemico che tenta fuggire oltre tale località. Formazioni: vedi allegato n. r. Alle ore 13 il Comandante la r" Compagnia bersaglieri motociclisti m1 avvertiva che i suoi elementi avanzati avevano urtato contro resistenze nemiche d'imprecisabile entità all'altezza della strada che da Rjumins kij passa dopo q. 80, per cui aveva disposto i sondaggi del caso. Immediatamente dopo la colonna veniva fatta segno da colpi di artiglieria, e cominciavano a udirsi anche raffiche cli mitragliatrici. Portatomi immediatamente avanti, dall'ampiezza del fronte cli fuoco, e dalle notizie che dai bersaglieri cominciavano g ià a raggiungermi, intuivo dovesse trattarsi di un reparto di non rilevante entità, una compagnia al massimo, mentre imprecisabile era ancora la consistenza del reparto di artiglieria. Decidevo pertanto di agire impeg nando il solo battaglione testa di avanguardia, il III, con tutti i suoi elementi di rinforzo, mentre ordinavo: - al secondo battaglione di formazione, il I, cli tenersi pronto per ogni evenienza, autccarrato; - al Maggiore Ressi, Comandante del III Gruppo 75 / 27, di far schierare la batteria che era con la testa d 'avanguardia;
Documenti
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- al T enente Grassi, Comandante la batteria da 65/ 17, di scavalcare tutti e portarsi immediatamente sulla destra dei pezzi da 47 della testa d'avanguardia. Pertanto, men tre il plotone esploratori, già appiedato, rnn.1ava il suo movimento per raggiungere le pattuglie bersaglieri, e<l il Maggiore Minchiotti riordinava il grosso cleJ battaglione, ]a JO" compagnia, al comando del Tenente di compi. Martelli, punta della testa, veniva da me senz'altro lanciata sulla sinistra della strada col compito di concorrere ad una manovra di accerchiamento cli alcuni elementi avanzati nemici che il Comandante la compagnia, Capitano Dinal i Leoni, aveva brillantemente iniziato sulla destra con i suoi bersaglieri. Nel frattempo serra va sotto il resto del battaglione. In quel momento apparivano sul fianco destro dei bersaglieri 7 carri armati. Dalla posi7.ionc in cui si trovavano i pezzi da 47, già pronti a terra, non vedevano e qui ndi non potevano intervenire subito. Davo allora ordine al Capitano Caranci, comandante la compagnia cannoni, di portarsi ancora più avanti ed a prire senz'altro, appena possibile, il fuoco coi suoi pezzi. L'av versario, nel frattempo, continuava a tirare alternando il fuoco della batteria su di noi e sul fian co destro d i una colonna ungherese che vedevamo nettamente, e che scendeva per la sinistra del Bug verso N uova Odessa. Tale colonna, an7.i, era intensamente bombardata dall'aviazione, mentre la mia era sottoposta solo ad una incursione, con lancio cli poche bombe ed a mitragliamento in picchiata nel settore della 4" compagnia, però senza conseguenze. Dai bersaglieri e dagli esploratori del battaglione venivano intanto catturati alcuni prigionieri, fra i quali un sergente di artiglieria, i quali dichiaravano che vi erano avan ti nuclei armati di mitragliatrici cd u na batteria a cavallo ma che, sotto la nostra pressione, avrebbero ripiegato a scaglioni. Nel frattempo venivo a conoscenza di un grave particolare, e cioè che il mio II battaglione (terzo d i form a7.ione) cd il comando di Divisione erano impossibilitati a muovere dalla zona di partenza a causa d i un improvviso, violento acquazzone che li aveva impantanati, e si verifica va anche un incidente: un ponticello, sul quale avevano potuto transitare soltanto la compagnia di punta con i suoi elementi di rinforzo, la batteria da 75/27 e la batteria da 65/ 17, si rompeva e rutto il grosso della colon na che era con mc restava tagliato fu ori, impossibilitato a ven ire eventualmente avanti autocar rato. La colonna, in quel momento, aveva una profondità di non meno di 5 • 6 km. li plotone genio artieri iniziava subito la costruzione di una deviazione di pista, non potendo riattare il ponte con i materiali leggeri di cui dispone va, lavoro che richiedeva circa due ore. L'azione continuava intanto con successo da parte degli elementi impegnati, e verso le ore 16 circa, la mia situazione veniva ad essere la seguente : la compagnia bersaglieri motociclisti e la compagnia di punta, con due plotoni 47 / 32, impegnate a cavaliere della strada, bersaglieri a destra, premevano sul nemico, che ripiegava; il resto del III battaglione, appiedato, in movimento per serrare sotto, già riunito ed alla mano del suo comandante, una batteria 75 / 27 e la batteria da 65 / 17 già sch ieratc e pronte sia per l'appoggio, sia per tiro anticarro; il I battaglione, autocar rato, pronto al di là della deviazione <li pista, mentre il II, come anzidetto, era ri masto impantanato nella zona cli partenza a circa 30 km. Nel complesso, ero rimasto con un battaglione cd una batteria di meno, e senza alcuna possibilità di sostegno da parte del mio Generale o di altri
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
ignorando la situazione generale. Da tene re presen te, anche, che il l batta· g lione era con una compagnia di meno, perché inviata precedentemente pc: r incarico speciale altrove. In quel momento, in quelle condizioni, isolato a quella distanza, non mi restava che una sola decisione da prendere: sbarazzarmi al più presto degli elementi che avevo di fronte, raccogliere le mie fone e sost:ire in zon:i più adatrn di quella in cui mi tro vavo, in :ittcsa che la Divisione potesse riprendere il movimento. Davo pertanto ordine al Tenente Martelli di spingere più a fondo la sua ~zione, visto che il nemico ripiegava, senza far più sentire la su:i batteria, e che i carri armati, dopo la fugacissima apparizione, s i erano dileguati senza neppure avere svolto azione di fuoco, mentre con tutto il grosso serravo sotto, facendo avanzare a scaglioni le batterie già schierate. Percorsi in tal modo altri 3 km circa, assicuratom i che l'abitato di Pokrowskoje era sgombro, come mi riferivano gli esploratori che lo avevano raggiunto, decidevo senz'altro di ferm armi e ne davo partecipazione al comandante la Divisione con il biglietto allegato n. 2. Immediatamente dopo, però, dal Signor Generale mi perYeniva il biglietto allegato n. 3 che approvava la mia decisione, pur non avendola ancora conosciuta. Verso le ore 22 si presentava a mc una pattuglia tedesca, comandata da un ufficiale. Questi mi diceva di appartenere al 47" fanteria, della 22• divisione, che aveva duramente combattuto nella zona a sud - ovest cli \:Vosnessensk e che il suo Reggimento anela va a riordinarsi a Dmitrjiewka, dove sarebbe g iunto all'indomani verso le ore 10, e che a ltre unità scendevano verso sud. La notte passava tranquilla, mentre il nemico rompeva il contatto. Si chiudeva così l'episodio del gicrno Il, che può essere considerato come l'avvisaglia del combatcirnenLO del 12, nei pressi di Jas naja Poljiana, essendo stata evidente irttenzione del nemico di svolgere soltanto un 'azione temporeggiante e cli disturbo, senza lasciarsi agganciare in un combattimento vero e proprio, cosa che gli riusciva possibile soltanto a causa della rottura ciel ponticello che non mi aveva consentito di disporre pienamente e prontamente di tutti i miei mezzi e reparti. Sono stati catturati d ura nte l'az.ione, 38 prigionieri, 2 m itragliatrici effì. cientissime, vari fucili m itrag liatori e fucili, una stazione radio eia cam po portatile e numeroso aìtro materia!c, fra cui due avantreni con 5 cavalli della batteria. Perd ite nostre: 2 morti e 3 feriti . Non ho idea esatta delle perdite subite dall'avversario; però il g iorno dopo sono stati rin venuti parecchi cadaveri, fra i quali quello dì un ufficiale di artiglieria. L'azione di questa giornata, se era stata modesta nella sua entit~, mi con, fermava però l':irdore combattivo e lo spiriro d i sacrificio dei mie i reparti, dei bersaglieri motociclisti e degli artiglieri. COMBATTIMENTO Dl JASNAJA P OLJTANA
(giorno
12
agosto 194r. XIX)
Al mattino del giorno 12, dopo una notte passata tranquillamente sulle posizioni raggiu nte la sera dcll'1 r, mi perveniva dal S ignor Generale Giova-
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nelli un biglietto, allegato n. 4, dal quale apprendevo la situazione generale. Il grosso della Divisione era sempre impantanato oltre vVosncssensk. Alle ore ro circa, data la comunicazione avuta la sera precedente dalla pattuglia tedesca, e dato che nella mattinata avevo notato dietro a me verso nord - nordovest movimenti di truppe germaniche, inviavo un ufficiale del mio comando a Dmitriewka per prendere contatto col 47° fanteria tedesco che colà avrebbe dovuto già trovarsi. Ed infatti, il mio ufficiale, Tenente Fiorini, si abboccava col Colonnello Comanda nte il quale gli diceva che avrebbe mandato presto il suo Aiutante Maggiore in I a prendere diretto contatto con me. E verso le ere 11 veniva infatti a trovarmi un Capitano, di cui non ricordo il nome, dal quale apprendevo la situazione ciel suo Reggimento, a Dmitriewka, gli comunicavo a mia volta la mia, e mi confermava quella generale datami prima dal mio comandante di Divisione. Alle ore ro ricevevo la comunicazione allegato n. 5 dal mio Generale e disponevo in conseguenza per muovere alle ore 16. Senonché, verso le ore r2, notavo su un costone alla m ia destra, a 3 - 4 km <li distanza, forti masse di cavalleria germa niche che scendevano verso sud convergendo sul mio stesso iti nerario. Da alcu ni prigionieri, spontaneamente presentatisi, avevo saputo nel frattempo che i loro reparti tentavano disperatamente di trag hettare il Bug verso Nuova Odessa, sebbene l'aviaz.ione tedesca ostacolasse tali opernioni distruggendo ripetutamente le loro numerose passerelle. Mi si prospettava subito il quadro esatto della nuova situaz ione, che il Signor Generale Giovanelli, ancora oltre \1/osnessensk, non poteva certamente conoscere, né percepire e cioè: se restavo fermo sino alle ore 16 i tedeschi m i avrebbero sopravanzato con la loro cavalleria e con il larghissimo margine di oltre quattro ore, e la Divisione q uindi non sarebbe più arrivata in tempo, assolutamente, ad agganciare l'avversario. Era per me una questione di onore militare. Da 14 giorni eravamo stati lanciati in corsa disperata oltre il D niester verso il Bug alla ricerca di un nemico che non avevamo mai potuto afferrare. Pertanto, lasciarsi ora sfuggire ùopo averne preso contatto cd averlo fugato, l'unica possibilità di combatterlo dopo tante fatiche e tante ansietà, perché le unità tedesche lo avrebbero sicuramente incontrato pri ma di noi, qualora avessi atteso il Signor Generale sino alle ore 16, era cosa, a mio parere, che veniva anche a comprcmettere il buon nome dell'intero corpo di spedizione . . Io no n sapevo contro chi sarei andato a sbattere, è vero, e le m ie forze non erano eccessive; ma questo rientra in quel « quid » di rischio che ogni comandante in guerra deve saper serenamente affrontare. Decidevo pertanto di portarmi senz'altro di mia iniziativa sino al quadriv io im mediatamente ad ovest di Korwalewka, almeno in un primo momento, per mettermi sorto il controllo il ponte di Nuova Odessa e ne davo partecipazione al Signor Generale con il biglietto allegato n. 6. Chiamati subito i comandanti di battaglione, del gruppo e dei reparti au tonomi, davo gli ordini di partenza immediata, ave ndo però sostituito il III battaglione col l, sia perché quello era sr.ato impegnato il giorno precedente, ma soprattutto perché ho voluto mettere in avanguardia il battaglione che aveva una compagnia fucilieri cli meno, e qu indi più snello, mentre tenevo in secondo scaglione il III batraglione, più forte perché organicamente completo. E così alle ore 13,30 circa iniziavo velocemente il mo vime nto, tagliando delle grosse punte di cavalleria tedesca che già a due km appena da me avevano raggiunto
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la strada proveniente da ovest e prosegui vano verso il Bug, mentre altre grosse unità puntavano a sud - sud-est, come mi informava un ufficiale interrogato. Alle ore 15, dopo circa IO km, il comandante la compagnia bersaglieri mi comunicava di avere urtato, poco a nord di Jasnaja Poljiana, e dopo l'abitato di Pokrowskoje, a circa 5 km da esso, contro forti resistenze avversarie, di avere già un ufficiale morto e d i mandargli una compagnia di ri nforzo al più presto. In quel momento, trovandomi in testa col comandante ciel gru ppo e con il mio Aiutante Maggiore in I, clavo ordine al Tenente Rota, comandante la compagnia di punta, di sbarcare immediatamente dagli automezz i, di riordinare il re parto e portarsi ava nti sino a raggiungere la coda dei motociclisti, mentre facevo chiamare il Maggiore Moscardini, comandante del battaglione, per dargli gli ordini del caso in relazione alla situazione che nel frattempo si sarebbe venuta determi nando. Intanto sulla colonna, che aveva assunto una grande profondità a causa del difficile guado di un corso d'acqua, cominciavano a giungere salve di artiglieria nemica, una delle quali colpiva in pieno la l:atteria d'accompagnamento ferendo un ufficiale, S. T enente Zacchi, tre militari d i trup pa ed uccidendo un quadrupede. Raggiunta, la 2 " compagnia Rora, la compagnia motociclisti, dal comanda nte di questa ve niva spostata sulla sinistra della strada ve rso un campo di gra noturco, dal quale erano partiti colpi d i fucile e raffiche di mitragliatrici. Si accendeva in ca! modo un violentissimo combattimento durante il quale si svelavano con il loro tiro anche numerosi mortai da 8r e più intenso diventava il tiro di artig lieria. Nel frattempo, mentre il Maggiore Moscardini provvedeva a far sbarcare tutto il battaglione per prenderselo alla mano e fa rlo serrare sotto, indicavo al comanda nte del gruppo la zona <love fa r schierare la batteria che, per fortuna, avevo spregiudicatamente schiacciato sulla testa della colonna, e non potendo ancora indicare obiettivi vicini, perché nessuna comunicazione mi era pervenuta dagli clementi avanzati già operanti, con fe licissima iniziativa il Maggiore Rossi faceva concentrare il fuoco sulla zona di un punto trigonometrico dalla quale, sen7.a veder le vampe, si sentivano i colpi di artiglieria in partenza, e che sicuramente doveva costituire lll1 osservatorio. Il terre no era difficile, più diHìcile ancora la situazione della colonna in quel memento di crisi, crisi dovuta all"enorme lunghezza dei reparti ed allo sbarco di essi dagli automezzi, e che non si potrà mai evitare con l'autocarramento e ccn le strade che percorriamo. Il combattimento, così, si accendeva con i soli elementi avanzati : unico elemento importante, che avevamo di fron te un nem ico battuto ed in fase d i ritirata e quindi con sole possibilit~ di azioni protettive d i retroguardia. La mia situa7.ione, pertanto, in quel meme nto, era la seguente: - compagnia bersaglieri motociclisti, plotone esploratori e 2" compagnia Ro ta, rinforzata da un plotone mitraglieri, da un plotone mortai eia 45 e da un plotone mo rtai da 8r , alla sinistra della strada, in azione violenta contro elementi avversari di rilevante entità muniti di mitragliatrici e mortai; - tutto il grosso del battaglione in movimento per riordinarsi dopo sceso dagli automezzi; - il resto della colonna, molto profonda e battuta dall'artiglieria, ferm o in attesa di ord ini; - la 9" batteria, g ià in posizione avanzata e sch ierata; le rimanen ti artiglierie con i loro repa rti di assegna:t:ionc pronte ad entrare in azione.
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Al Maggiore Moscardini, dopo serrato sotto, ordinavo di recarsi personalmente sulla sinistra, dove il fuoco era i ntensissimo, e da dove ancora nulla perveniva di preciso, per vedere quale era la situa:i:ione. Nel frattempo ordinavo anche: - al Maggiore Minchiotti, di prendere il battaglione alla mano e muovere verso la zona del comhattimento, in attesa di miei ordini; - al Tenente Grassi, comandante la batteria d"accompagnamento 65 / 17, di raggiungermi al più presto con i suo i pezzi. Dal Maggiore Berlettano, intanto, comandante del battaglione che era rimasto impanta nato, ricevevo comunicazione che era in movimento per riunirsi al regg imento, e già vicino ad esso, ma sempre a chilometri di distanza. Dopo pochi momenti, vedevo avanza re dalle linee il Maggiore Moscard ini, sorretto da due uomini, perché ferito g ravemente da pallottola esplosiva al braccio destro, subito sotto l'omero. La linea era da me distante circa 300 meLri, e <l"altra parte non poLevo spostarmi perché non av rei visto pi11 n ulla. Il Maggiore, raggiuntomi, con una calma ccl uno stoicismo am mirabili, mi orientava sulla situazione : - il nemico, molto forte, a suo g iudizio due compagn ie, era schierato in zona molto favorevole a cavallo di un g rosso pagliaio d istante dai nostri elementi avanzati circa 150 metri su un costoncino coperto di grano; - le perdite della com pagnia erano già sensibili, ed era impossibile avanzare da quella parte senza enormi sacrilìci . Dopo di che lo facevo pro:;eguire per il posto d i medicazione, c'ato che si stava dissangua ndo. Nel battaglione non vi era alcun CapiLano per sostituirlo, e ne prendevo io la guida. Chiamato il Tenente Genovesi, comandante la 4• compagnia a.a. del battaglione, e che era a me vicino, g li ordinavo d i recarsi con tutti i suoi uomini disponibili, conducenti ccmpresi, a rinforzare la 2~ ed assumere il coma ndo di quel blocco di reparti; ordi navo alla 3" compagnia, T enente Mori, d i an::lare avanti sulla destra della strada, puntando su u n costone antistante c irca 700 - 8:10 metri, in maniera da cercare di cadere sul fianco sinistro delJ"avversario e così attanagliarlo insieme ai reparti già combatte nti ; al Tenente Carbonaci di riunire ru tti i suoi uomini della compagnia comanèo d i battaglicne, segnalatori, scritturali, ecc., costituendo con essi un reparto di rincalzo. Nel· fratte mpo, ment re ordi navo al Maggiore Minchiotti cl i serrare sempre più sotto col SL1 0 battaglione e con la sua batteria da 75 /27, davo ordine al comandante del g ruppo, Maggiore Rossi, di fare aprire il fuoco della <f nella zo na del pagliaio, tenendo presente che gli cle menti ava nzati d istavano da esso 100 metri appena. La batteria assdveva il compito brillantemente, perché l'obiettivo veniva centrato a lla prima salva, senza danno per i fanti. Con q uesto bel risultato, con l'intensificarsi del tiro dei nostri mortai e SCffartutto per l'avan1.ata veramente eroica, entusiasmante del Tenente Mori con )a sua g loriosa 3• compagnia, che alla garibaldin:i si sbarazzava di ogni ostacolo, il nem ico cominciava a cedere. Abbiamo visto fOi che ava nti a tale compagnia vi erano una decina di appostamenti per mitragliatrici. Inta nto però restavano feriti a nche il Tenente Genovesi, che aveva compiuto prodigi di valore, ed il Tenente Rota, comandante la 2", sicché alla sinistra la situazione poteva, senza più capi, farsi minacciosa, tanto più che v1 erano stati due - tre tentativi d i accerchiamento da parte dcll"avvcrsario.
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Ordinavo allora al Tenente Carbonati di portarsi senz'altro sulla sinistra con tutti i suoi uomini, gli ultimi ciel battaglione, e cioè collegatori e personale <lei comando, una cinguanrina, per proteggere il fianco sinistro, ed assumere il comando dei reparli, ed al Maggiore Minchiotti di ragg iungermi senz'altro col suo battaglione, pronto ad essere lanciato a destra o a sinistra, a seconda dell'ulteriore cedimento dell 'avversario. La compagnia Mori, intanto, era avanzata di oltre I km ricacciando sempre tutto ciò che incontrava, e resistendo anche a ripetute incursioni di autoblindo, apparse improvvisamente sulla strada. Erano già circa le 19 e si combatteva da parecchie ore, quando arriva il Capita no Tognetci con la sua compagnia, reduce dalla nota ricognizione. Questo nuovo apporto che veniva a completare il I battaglione era <la mc tenuto alla mano, in un primo momcnlo, essendosi <leterminaLO un fauo nuovo. All'orizzonte, sul costone che già avevano di parecchio scavalcato, vedevo riapparire in piedi molti uomin i della 3" compagnia. Preoccupato, inviavo su una moto il Capitano De Rensis, ufficiale interprete addetto al mio comando, affinché vedesse e mi venisse a riferire. Poco dopo l'ufficiale tornava solo e ferito ad una spalla, mentre il motociclista, Sergente Errico, era stato ferito assai più gravemen te, tutti e due presi da una bomba da mortaio, e m i riferiva che con la compagnia Mori si erano congiunti elementi avanzati di un reggimento di fanteria tedesco e che, fraternamenle, stavano combaltendo; si avverava quindi guanto avevo previsto al rnauino: se non m i fossi mosso non avremmo più avuto l'onore delle armi. L'arretramen to era stato necessario per non farsi colpire da loro che erano in pcsizione un po' sfasata, avanzando eia ovest verso est. Cominciavano poco dopo a calare le prime ombre della sera, menlre il nemico continuava ad arretrare sotto la nostra spinta. Non reputavo pertanto più il caso di impegnare altri elementi, perché avrei solo fatto un inutile spreco cli vite umane, cd alle ore 19,30 il combattimento si spegneva addirittura, restando solo qualche fucilata isolata contro i portaferiti che si recavano a raccogliere caduti e feriti gravi. Ma soprattutto restava vivissima la luce della vittoria. Tutti i numerosi prigionieri catturati han no dichiarato, allegato n. 7, <li appartenere al 469" reggimento cli fanteria , che era stato schierato avanti a noi, rinforzato da numerosissimi mortai e da tre batterie a cavallo, a protezione delle unil~ che passavano il Bug. La lotta, quindi, si è svolra a for2;e ed armi impari: un bmtaglione, una batteria ed una compagnia mortai da 81, contro un reggimento. tre batterie, e chissà quanti mortai! L'avversario si è battuto con accanimento, e lo dimostrano le perdite. M:i i fanti della « Pasubio )) non hanno mai avuto insegnato a contare l'avversario, fedeli al comandamento ricevuto: avanti, ad ogni costo, « N el nome di Roma )), motto orgoglioso del mio 80°. Se grave è stato il tribulo cli sangue pagato dal Reggimento, il 50" ~ degli ufficiali ed il 35° 0 dei sottufficiali e militari di truppa dei reparti impegnaci, quello del nemico, secondo quanto hanno dichiarato i numerosi prigionieri, ed abbiamo visto noi stessi , è stato <li ben altre proporzioni. A parte mi riservo di inoltrare le proposte <li ricompense per i valorosi che maggiormente si sono distinti. Fra tutti, però, emerge la figura del S. Ten~nte Sansoni, già volontario <li guerra in Spagna, il quale, pur menomato
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nelle condizioni fisiche, volle seguire volontariamente il reggimento al momento della sua parten1.a da Mantova, lasciando il Deposito al quale era effettivo. Egli, comandante di un plotone mitraglieri, visto che non poteva agire data la copertura <lel terreno, si portava con le sue armi in linea coi fanti, e con tiro agg iustatissimo e lancio personale d i bombe a mano riduceva a silenzio centri di fuoco avversari finché, colpito alla testa eia una fuci lata tiratagli da una ventina di metri, chiudeva eroicamente la sua nobile esistenza. Esempio fulgidissimo d i eccez ionale ardimento e valore. Il morale del Reggimento, con questo primo episodio cli eroismo, è più elevato che mai, e tutti i fanti clell'8o" « Roma » sono lieti ed orgogliosi di avere avuto l'onore e l'orgoglio cli fondare per primi, fraternamente uni ti alla 1.. compagnia bersaglieri motociclisti, al III Gruppo dell'8° artiglieria ed alla r4 1" Compagnia da 47/32, le tradizioni di gloria della loro Divisione e del Corpo di Spedizione Italiano in Russia. A sera il Signor Generale mi faceva pervenire il biglietto allegato n. 8, ccl io gli comunicavo lo schieramento difensivo assunto. Nella notte il nemico rompeva nuovamente il contatto. Le perdite accertate al mauino del 13 erano le seguenti: - Ufficial i caduti n. 2; - Sottufficiali e Truppa caduti n. 13; - Ufficiali feriti n . 8; - Sottufficiali e T ru ppa feri ti n. 74, dei quali 4, però, raccolti m oribondi. Agli eroici fratelli che abbiamo lasciato nel cimiterino cli Pokrowskoje e che con il loro glorioso olocausto ci illumi nano l'aspro cammino ciel dovere, il nostro devoto ed indimenticabile pensiero. Data la località in cui si è svolta l'azione, essa assume, ai fini dei diari storici, il nome d i « Combattimento di Jasnaja Poljiana ,,. TI Colonnello Comandante del Reggimento Epifanio Chiammonti
Allegato n. F oR~AZ IONE DELLA COLO).'NA n'AVANGUARDIA
Esplorazione: 1" Compagnia Bersaglieri Motociclisti; un plotone fuci lieri aut0carrato. Punta dell'avanguardia : una compagnia fucil ieri autocarrata; due plotoni della 141 a compagnia pezzi da 47/ 32 e.e.. Te sta del!' avan guardict:
Comando dell'8o0 Reggimento Fanteria Roma; 111 Battaglione autocarrato dello stesso reggimento;
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Le operazioni delle unità italiane al fro11te rnsso ( 1941 - 1943)
Batteria d'accompagnamento reggimentale da 65/ 17 id.; una batteria ciel III c;ruppo da 75/ 27 dell'8° Reggimen to. Grosso dell'ava11guardia :
un plotone della 141" Compagnia pezzi da 47/32 e.e.; u1ia batteria del III Gruppo da 75/27; l Battaglione autocarrato dell'8o° Fanteria; una batteria del Ili Gruppo da 75 /27; Il Battaglione autocarrato deir8o0 Reggimen to. Nota Bene: 1" - Ogni bauaglione era rinforzato da una compagnia mortai da 81. 2 " - Il giorno 12 agosto, data l'esperienza del giorno precedente, avevo apportato alla formazione della colonna una sola variante: quella di mettere addirittura in testa alla compagnia di punta la batteria da 75/27, la quale essendo motorizzata è di immediato impiego, mentre la batteria da 65/17 ed il plotone da 47 /32 essendo autocarrati richiedono parecchio tempo prima di scaricare uomini e materiali e mettersi in condizioni di entrare in azione.
Allegato n. T rasmesso ore 16
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agosto 1941. XIX
Ricevuto ore 17,40 Dal Comando della Divisione « Pasubio i> Al Comando 80" Reggimento Fa11teria
Comando divisione, battaglione Berlettano e batteria sono ancora posizioni di partenza impantanati causa violento temporale al t Non è possibile proseguire et a ppoggiarvi alt Quindi non avanzare oltre per il momento alt Generale Giovane/li
Allegato n. 3
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agosto
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941 · ore 17,45
D ,dl'80" Reggimento Fan teria Al Generale Giovane/li Viuorio
Poiché Vostra Signoria m i ha comunicato di essere impantanato al punto di partenza, io evidentemente non posso fare assegnamento che soltanto sui due battaglioni di cui dispongo, con due batterie che hanno munizionamento limitato. Pertanto mi fe rmo, trovandomi già troppo staccato da Voi.
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E' con rammarico vivissimo che prendo tale decisione perché l'azione era imbastita in modo da caLturare una baL tcria a cavallo. Ma il dovere mi impone di non commettere avventatezze. Attendo Vostri ordini. Colonnello Chiaramonti
Allegato n. 4
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agosto
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- ore 6,30
Al Comandt/.llte 80°' Fan teria Situazione: 22a Divisione (XI C.A.): sue.I - ovest Moldawka punta verso Wosnessenk. X XX Corpo Armata : elementi avanzati \oVaterloo punta verso est a contaLto con l'avversario. LIV C.A.: elementi ava nzati a Sulz - nemico attacca da nord e da sud. Lin<lemann a 15 km ad ovest di Nikolajew. Ungheresi sulla riva sinistra del Bug sembra a sud <li Novaja - Odessa in marcia verso Nikolajew. Coman<lo Divisione - Bcrlettano tutt'ora fermi in attesa poter partire. Generale Giovcmelli
Allegato n. 5
N . 4788 cli prot. Op.
P.M. 83/ R. lì
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agosto r941
Al Signor Colonnelfo Chiaramonti Epifanio
Tenetevi pronto a muovere oggi verso ore 16, non appena vi avrò raggiunto. Il Ge nerale Comandante Vittorio Giovanelli
Allegato n. 6
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agosto 194r - ore rr,50
Dal Comando 80° Reggimento Fanteria Al Gencmle Giovane/li Vittorio Data situazio ne trasmessami circa nostri alleati, dato che elementi di un reggimento tedesco provenienti da ovest, probabilmente quelli con i guaii ho preso contatto ieri sera mi hanno quasi raggiu nto seguendo il mio stesso ici-
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
nerario, non intendo farmi scavalcare e quindi avanzo riprendendo la marcia in questo stesso momento. Prego preavvisare con urgenza comando armata della mia presenza e dei mio movimento onde evitare che ci scambino per russi, come stava già succedendo stamattina con quelli provenienti da ovest. Colonnello C/iiaramonti
Allegato n. ì 12
Al Signor Comandante l' 80° Reggimento Fanteria
agosto 1941 Sede
Il sottoscritto S. Ten. Pavo ni Vittorio, interprete di russo, dichiara quanto segue :
a) dall'interrogatorio dei prigionieri catturati nei combattimenti <lei giorno II corrente è risultato che nel settore di fronte assegnato al Reggimento, agiva un battaglione del 469°' reggimento di fanteria russo, rinforzato da una batteria a cavallo, retroguardia di una divisione in ritirata verso Nuova Odessa; b) dall'interrogatorio dei prigionieri catturati nel combattimento sostemito dal nostro reggimento il giorno 12 corrente nei pressi cli Jasnaja Poljiana, è stato accertato che tutti i prigionieri in parola appartenevano al 469° reggimento <li. fanteria russo lasciato quale retroguard ia di una divisione in ritirata verso sud - est. Il reggimento stesso era rinforzato da tre batterie. Gli stessi prigionieri hanno dichiarato che rilevanti sono state le perdite da parte del nemico in morti e feriti particolarmente in seguito alle nostre azioni di artiglieria e mortai da 81. L'Ufficiale Jnterprete S. Ten. Pavoni Vittorio
Allegato n. 8
P.M. 83/R.,
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agosto 1941, ore 19
Caro Chiaramonti Va bene 1'80" come sempre. E' un po' tardi per impegnarsi di p1 u. Tenere contatto; precisare posizioni e postazioni nemiche (per ,1uanto possibile). Faccio avanzare btg. Berlettano nel vallone ove prima doveva esserci M inchiotti, ma non per impegnarlo questa sera. Addio. Generale Giovanelli
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559 Documento n. 28.
IL GENERALE COMANDA N T E DEL Il[ C .A. Sede del C.d'A., 2r agosto 1941 ORDINE m,L CIOR:-10
li III C.A. corazzato è riuscito in questi ultimi giorni con aspri combattimenti di auacco e di difesa, a ricacciare un nemico numericamente superiore, da una zona assai estesa in una testa di ponte a sud - ovest di Dnjepropetrowsk . F inora : 9.600 prig ionieri 98 carri armati 108 cannoni e pezzi anticarro ccme pure sei cannoni ra ppresentano il superbo bottino degli ultimi 3 giorni. Mentre la 60" d ivisione motori zzata rigetta va in un primo tempo il nem ico oltre la Mokraja Ssura, e respi ngeva poi virtoriosamente tutti gli attacchi nem ici apportati e.la forze corazzate, la 13" e 14• divisione corazzata, provenienti da altri compiti, avanzavano velocemente portandosi i ntorno all'ala della 60" e in du ri combattimenti chiudevano la Lesta di ponte nemica. Tutte le irruzioni nemiche vennero in breve tempo spazzate, dappertutto la situazione fu rapidamente ristabilita. Si è particolarmen te distinto in questa occasione anche il 621' bauaglione del Genio del Corpo, che senza appoggio di artiglieria e di armi pesanti, seppe da solo, in combattimen ti offensivi, conquistare circa 550 prigionieri. L'artiglieria del Corpo e la contraerea hanno ugualmente contribui to al successo, l'ultima particolarmente col suo intervento nella battaglia terrestre. Gli esploratori aerei apportarono sempre nuove comunicazioni fondamentali per le ul te riori decision i. li presupposto per ]a rapida ava nza ta, urgentemente necessaria, della q• divisione corazzata, fu creato dalla divisione SS. Wicking e dalla divisione italia na Pasubio, le guaii, nonostante le non favorevoli condizioni di esercizio ciel ·comando, ed in parte anche la sfavorevole situazione del carbura nte, superarono con rapidità ve ramente rallegrante tu tte le difficoltà. A nche <1ueste due di.vision i hanno egualmente contribuito al successo del Corpo. A tuui gli appartenenti al IlT C.A. e non in ultimo luogo al 43° battagl ione Collegamento e Direttore della sezione rifornimenti del Corpo nr. 403 che hanno appoggiato in una maniera decisiva il Comando e.lei Corpo stesso, io esprimo il mio ringraziamento e il mio riconoscimento. Ed ora avanti all'annientamento anche dell'ultimo sole.lato rosso, sulla riva destra <lei Dnjepr ! von Mackensen T11dirizzi: Generale di Cavalleria Divisioni T ruppe dell'Esercito Truppe del Corpo Truppe aeree
560 L e operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) - -- Documento n. 29.
IL GENERALE COMANDANTE DEL III C.A. 9 settembre 194r
Al Comandante del C.S.l.R. Ecc. Giovanni Messe Sig. Generale, sia per la diretta osservazione dall'osservatorio sia per i rapporti delle trnp pe che fecero l'attacco di ieri per l'allargamento della testa di ponte, io so con che grande successo ha combattuto l'artiglieria messami molto gentilmente a disposizione. Non vorrei perdere l'occasione, e mi è particolarmente grad ito d i comunicarvi quanto sopra. Spero che ques ti tre gloriosi reparti sosterranno nei prossimi giorni le mie truppe che lottano gravemente intorno alla testa di ponte. Vi sarei molto riconoscente se voleste emanare un apposito ordine in tal senso alla Vostra artiglieria. Incaricherei in questo caso il m io Comandante d'artiglieria, di prendere contatto col V/ Comandante d'artiglieria. I compiti di quest'artiglieria saranno in prima linea un fuoco di sbarramento dava nti il fian co ovest della testa di ponte, poi l'annientamento dell'artiglieria nemica. Con saluti camerateschi V/ von }v!acl(ensen Generale di Cavalleria
Documento n. 30.
COMAN D O DEL CORPO D I SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA U FFI ClO
0PERJ\Z I0Nl
Segreto! ORDINE u 'OPERAZIONI N.
N . 5600/ 0p. di prot.
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Boshedarowka, lì 16 settembre 194r. XIX. Ore 8
Ogg, tto: Avanzata divisione cc Pasubio >J oltre Dnjcpr. Carta: 1: H)c>.ooo - fogli di: K rementschug Est (M. 36 XIV Ost - Krementschug); Satschepilowka Ovest (M. 36 XV West - Satschepilowka).
Al Comando Divisione Fanteria
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Pasubio )> Katerinowka - r c. a
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Documenti At Comando
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Divisione Celere « P.A.D.A. >> Mogila Osstraja • 1 c. Al Vice Comandante D ivisione Celere Mog ila Osstraja • 1 c. e, per conoscenza: AL Coma11do R.H.G. Kriwoj Rog - 1 c. a Al Comando Divisione Fanteria « Torino » Pokrowkoje - 1 c. Al Comando Artiglieria del C.S.l.R. Sede - 1 Al Comando Genio del C.S .I.R. Sede - J All'Ufficio Servizi del C.S.l.R . Sede - 1
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1) . 17" Armata avanza verso Poltawa gravitando con forze ovest W orskla e facendo avanzare fra Worskla e Oriol colonna d i destra formata <la un Corpo <l'Armata (due divisioni). Dietro ala destra avanzerà 13• divisione Panzer.
2) - Divisione u Pasubio
» autotrasportata e rinforzata dalla 1• cp. motociclisti e da uno squadrone carri u L » sar?i impiegata oltre Dn jepr a protezione fianco destro 17" Armata sull'Orio!.
3) - Divisione ,, Pasubio » pertanto: - si orienti ad iniziare mo vimento verso ponte Derjewka appena avrà in zo na 370 automezzi del XXIX Aurogruppo che me tto a sua d isposizione (presumibilmente movimento avrà inizio tardo 18 mattino; Ufficiale Autog ruppo si presenterà subito a codesto Comando per accordi); - trasporti al seguilo tutti i re parti e serv izi (quadrupedi ridotti) che sarà possibile autotrasportare in relazione al numero di automezzi disponibili prevedendo, se la situazione lo consentirà, un successivo aucotrasporto dei rimanenti elementi; - lasci in posizione il gruppo da roo / 17, che seguirà dopo breve tempo, ed un battaglione mortai; raccolga le unità schierate, man mano che esse saranno sostituite dal raggruppamento Solinas, così costituito : Reggimento Lancieri di « Novara >> : un btg. bersaglieri; 2 " cp. motociclisti; e rinfor zato da: un gruppo da rno / 17 della divisione ci Pasubio >, (in 1., tem po): un btg. mortai della divisione <• Pasubio » ; eventuali elementi vari di tale d ivisione lasciali te mporanea mente in rinforzo. 4) - Raggruppamento Solinas inizi sostituzione al più presto ed in modo da assumere responsabilità settore 11 Pasubio )), a sostituzione av venuta per ore o giorno 18. Compito : difesa del settore. 5) • All'atto della cessazione della responsabilità del settore, la divisione « Pasubio » passer~c alla dipendenza tattica della 17' Armata.
~G. - U.S.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
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All'atto dell'assunzione della responsabilità del settore, il raggruppamento Solinas passerà alle dipendenze dirette di questo Comando. 6) - Assegno al raggruppamento Solinas una stazione radio A 310.
7) - Comandante della divisione « Pasubio )) si presenti oggi 16 al Comando della 17" Armata in Alexandrja.
8) - Servizi: ordini a parte.
li Generale di Corpo d'Armata Comandante Giovanni 1'1esse
Documento n. 3 r.
COMANDO DEL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA
0 Fl'ICIO
0PERA1/.I0Ni
Segreto! ORDINE D'0PERAZIONI N . 2I
Mogila Ssuriska, lì
1°
ottobre 1941. XIX. Ore 24
Oggetto: Impiego del C.S.l.R. oltre il Ssamara. Carta : r :300.000.
Al Comando Divisione Fanteria at. cc Pasubio >) Al Comando Divisione Fanteria ctt. <<Torino» Al Comando 3;' Divisione Celere « P.A.D.A. )l Al Comando Artiglieria del C.S.l.R. Al Comando Genio del C.S.l.R. Al Comando Aviazione del C.S.l.R . All'Ufficio Servizi del C.S.!.R. e, per conoscenza : Al Comando Panzergruppe
I.
1
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moroc. motoc. Yz motoc. a mano , a mano a Yz corriere a Yz motoc. a
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uff. colleg.
- 11 Panzergruppe r tende al più presto al Mare d'Azow, in modo da accerchiare l'Armata rossa impegnata contro l' 1 ca. Armata germanica. Il XIV Corpo d'Armata inizia oggi l'attacco verso sud muovendo nel settore Dnjepr - linea Pawlograd - Orechow, puntando alla zona a sud del Konskaja, fra le paludi del Dnjepr e le stazioni di Plawni e Orechow, per annientare in primo tempo le deboli divisioni rosse ad est del Dnjepr.
Documenti In secondo tempo proceder~ verso sud o sud - est. Scaglionato indietro ed a sinistra avanza il III Corpo d'Armata, incaricato della protezione del fianco. Il. - Compito del C. S .l .R.: sostituire il III Corpo d'Armata, man mano che esso nvanza, nella protezione del fianco sinistro del Pa nzergru ppe sulla Woltscja, da Pawlograd in poi. Tlf. - Pertanto:
1) Divisione Celere : muoverà per prima: -
-
inizi subito passaggio Dnjepr a Dnjepropetrowsk. Accordi con Comandante 5u 0 Reggimento Genio germanico, come da preavviso telefonico; si concentri entro il giorno 2 ottobre nella zona Mogila Wclikaja Shi wotilowka - Alexandropoli - Majdan, pro nta a muovere verso Pa wlograd.
2) Divisione Pasubio : si raccolga subito con gli elementi d i rinforzo nell'attuale zona, riconoscendo, come da preavviso, gli itinerari adducenti a Nowomoskowsk. 3) Divisione Torino: si concentri subito con gli attuali clementi di rinforzo nella zona di Kamenka. 4) Truppe e Serviz i di C.A. : si dislochino, al più presto, come da precedente ordine 6170 in <lata 30 settembre e.a .. 5) Artiglieria : il Comando Artiglieria provveda ad assegnare alla divis ione Celere: - un gruppo <la 105/32; - una batteria da 75 / 46 e.a., nel caso possa essere sottratta alla difesa e.a. di Dnjepropetrowsk. 6) Genio : come da preavviso, d isponga per il possibile aumento di traghetti a disposizione della Divisione Celere. Provveda ai collegamenti con le G .U. dipendenti. 7) Aviazione : riserva di ordini. 8) Servizi : ordini a parte. 9) Posto di Com ando C.S.l .R.: a Dnjepropctrowsk nord, a partire dalle ore 12 del giorno 3 ottobre p .v..
li Generale di Corpo d'Armata Comandante Giovanni Messe
564
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) Documento n. 32. COMANDO D EL CORPO D I SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA
Ur l'ICIO
OPERAZIONI
Segreto! Urgente! O RDINE n'OPERAZIONI N . 22
Manujlowka, lì 4 ottobre r94L XIX. O re 23
N . 6320/0p. di prot.
Oggetto : Avanzata oltre il Nipro. Allegati: n. r. Carta :
1:
100.000. Al Comando Divisione Fanteria at. « Pasubio » A l Coman do Divisione Fanteria at. <(Torino » Al Comando 3"' Divisione Celere (< P.A .D .A. ,> Al Comando Artiglieria C.S.IR. Al Comando Genio C.S.l.R. A l Comando Aviazione C.S.I.R. All'Ufficio Servizi C.S.l.R . e, per conoscenza :
Al Comando
1°
Gruppo Corazzato Kleisr
I.
Forze corazzate del 1 ° Gruppo K leist hanno già raggiunto la reg ione di Orechow e proseguono. Situazione come da allegato n. 1.
11.
Il Corpo di Spedizio ne ha il compito di assicurare, lungo la linea della W oltschja a partire da Pawlograd, il fia nco sinistro del I Gruppo corazzato procedendo da nord a sud a seconda dell'evolversi della situazione e con la progressione consentita dalla disponibilità delle G.U..
Il L
Dispongo : - la divisione Pasubio, rinforzata dalla r 3 cp. bers. motociclisti e da uno squadrone carri « L », attesti alla rotabile Dnjepropetrowsk Nowomoskowsk in modo da assicurare l'inizio del movi mento su detta rotabile per l'alba cli domani 5 corrente. Riserva di comunicare l'itinerario oltre Nowomoskowsk ed ulteriori precisazioni. Un ufficiale di questo Comando si troverà domattina alle ore 5 al punto di confluenza della rotabile proven iente <la Kamen ka su quella di Dnjepropetrowsk - Nowomoskowsk. - D ivisione Celere avanzi dopodomani, 6 corrente, con gli elementi a cavallo raggiungendo la zona Losowatka - Nadeshdino. Gli clementi motorizzati serreranno sotto appena possibile.
Documenti -
D ivisione T orino si orienti a seguire a l più presto (ad og ni modo entro il giorno 7) le altre G .U ..
-
Truppe di Corpo d'Armata: costituisco con un battaglione CC.NN., il TJ battaglione anticarro, il II gruppo da 75/27 del 52" rgt. artiglieria, elementi ciel genio (a cura del Comando Genio C.S.I.R.), un nucleo motorizzaro di Corpo d'Armata agli ordùù del Maggiore Diana. Seguirà nel movimento la divisione Pasubio, innestandosi sulla rotabile Dnjepropetrowsk - Nowomoskowsk dalle ore 10 in poi. Dovrà ragg iungere la zona di Ssindnikowo. La Legione CC.NN. (meno l'aliquota assegnata al nucleo motorizzato) muoverà non appena avr:ì disponibili gli automezzi cd in seguito a mio ordine.
IV.
- Artiglieria. Assegno : - un gruppo della divisione Torino al nucleo motorizzato di Corpo d'Ar mata; - 30" Raggr. art. di C.d'A. ragg iunge il Corpo d i Spedizione a ppena consentito dai passaggi del Dnjepr.
V.
- Difesa contraerei: - una batteria da 75 / 46 (già assegnata) alla div isione Pasubio; - una batteria da 75/ 46 schierata a difesa d i Dnjepropetrowsk; - due batterie da 75/ 46 restano a protezione dei ponti di Nowomoskowsk; -
V I.
d ue bancric da
20
d i C.cl·A. a d ifesa del cielo ciel Comando.
- Sicurezza : siano intensificate le misure di vigilanza tenuto presente che, nelI'attuale situazione, sono possibili infiltrazion i del nemico, particolarmente d i carri arma ti. Speciale attenzione a lle m ine.
Vlf. - Collegamenti: -
a mezzo radio : come <]udii g 1a rn atto; a mezzo fi lo : ciascuna G .U. provveda ad allacciarsi ai centri d i collegamento a fìlo del 1° Gruppo corazzato, già in atto. Asse dei collegamenti del 1° Gruppo corazzato: rotabile Nowomoskowsk Ssinelnikowo - Saporoshje.
VIII. - Servizi : ordini a parte. IX.
- Posto di Comando: zona di Annowka (sud di Ssinelnikowo) dalle ore 12 del giorno 6. E lementi del Comando tattico saranno in posto dalle ore 18 del giorno 5. Il Generale di Corpo d'Armata Comandante
Giovanni Messe
566
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943) Allegato all'Ordine cl'Operazioni n. S ITUAZIONE AL LA DATA DEL
3
OTTOBRE
22
1941
1° - XIV Corpo Panzer ha raggiunto la regione di Orechow. Il Ili Corpo Panzer ha battuto il nemico che ha attaccato sul fianco. 2° -
Il Panzergruppe avanza ancora verso sud - est per annientare considerevoli forze nemiche che stanno davanti all'rr" Armata.
3" - XIV Corpo si prepara per avanzare il mattino ciel 4 ottobre dalla regione di Orechow o sulla stazione cli Tokmak o in direzione A lexejewka. La decisione in merito sarà data dalla situazione contingente. 4" - li III Corpo Panzer ha il compito cli dare protezio11e al fianco sinistro del Panzergruppe fino a Pawlograd . 5° - La 198" D ivisione <li fanteria deve occupare il settore presso Pawlograd e dare colà protezione al fianco sinistro del Panzergruppe.
6'' - La 60" D ivisione motorizzata muoverà il 4 ottobre per Nowomoskowsk fi no ad Alcxandropolj da dove sarà impiegata secondo la situazione. 7° - Il C.S.T.R. si tenga pronto a muovere con una div isione il pomeriggio ciel 4 ottobre.
In conclusione : il fianco difensivo è formato: fino a Pawlograd incluso: dal III Corpo; . da Pawlograd verso sud : dal C.S.I.R ..
Documento n. 33 .
198" D IVISIONE DI FANT ER IA Il Comandante Comando della <livisione, 12 ottobre 1941
Alla Colonna Garelli e
Al Regg1:mento Artiglieria del Col . Mattiotti
11 Signor Comandante della 1a Armata corazzata, Generale di Armata von K leist, a mezzo radio ha espresso alla 198" divisione fanteria rinforzata, il suo riconoscimento.
Documenti Trasmetto questo alto riconoscimento alle valorose truppe alleate dell'Esercito Italiano, che durante il combattimento era no a mia disposizione, la riconoscenza per il loro valido contributo. In tre giorni di duro combattimento, la colonna Garelli con la 63" Legione « Tagliamento,, al comando del Console Nicchiarelli e la 2" cp. bersaglieri motociclisti al comando del Capitano Tanganelli - spalla a spalla con le truppe della 198• divisione fanteria - ha spezzata la ben fortificata e tenacemente difesa tes ta di ponte da vanti a Pawlograd, espug nando le località di Mishiritsch e Yiawrina e ricacciato il nemico oltre il setto re del Woltschja. Le batterie del 30° raggruppamento artiglieria al comando del Colonnello Mattiotti hanno assai efficacemente appoggiato ta nto gucsta a;e,ione guanto l'attacco della fanteria tedesca e con il concorso del loro ottimo tiro contribuito alla vittoria. Esprimo ai suddetti Comandanti e alle loro valorose tn1ppe il mio pieno riconoscimento e nello stesso tempo il cameratesco ringraziamento a nome della mia divisione e formulo i migliori auguri per nuova g loria militare fi no alla comune vittoria fi nale.
Roetting Tenente Generale e Comandante la Divisione
Documento n. 3.4.
FONOGR AMM A
Segreto!
Ssinelnikowo, lì
12
ottobre 1941. XIX. Ore 14
Dal Comando C.S.l.R. Al Comando Divisione Celere 11 P.A .D .A. » Al Comando Divisione Ftr. at. « Torino l> Al Coma11do D ivisione Ft,·. at. u Pasubio >, Al Comando Artiglieria C.S.l.R. Al Comando Genio C.S.l.R. Al Comando Raggruppamento Tattico Gare/li Al/'Uffìcio Servizi C.S.l.R. Al Comando Aviazione C.S .l.R . e, per conoscenza : Al Comando 1 .. Annata Corazzt1ta N. 6710 / 0 p. alt · A conferma ordini verbali già impartiti alt Nemico ripiega su tutta fronte protetto debol issime retroguardie alt C.S.LR. deve oggi con 3" Divisione Celere assicurarsi passagg i fiume Iantschul costituendo due teste d i ponte fra Turkenowka et Nowo Uspenowka et puntare giorno 13
568
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
ponte Boljschaj Janissol che risulta sgombro, garantendone possesso alt Rimanenti G.U. seguiranno, scaglionate indietro et a sinistra alt ObicLtivo C.S.I.R. nodo ferroviario Stalino alt Per assolvimento detti compiti 3" Divisione Celere muoverà mattino 12 corrente con reggimenti Savoia et Novara et reggimento artiglieria a cavallo alt Seguirà a piedi 3'' reggimento bersaglieri meno XVIII battaglione che ri ma ne provvisoriamente schierato sulla W oltschja alt Raggiunti obiettivi d ivisione sosterà attesa ordini alt Rimanenti elementi divisioni si riuniranno propria G.U. non appena consentito da condizioni stradali alt Si soprassiede at costitu7.ionc raggruppamento motorizzato alt Legione Camicie Nere raggiunga Ssinelnikowo alt Divisione Pasubio effettui nota sosLituzione come da miei ordini telefonici aie Divisione si raccolga a blocchi di battaglioni pronLa a muovere autotrasportata appena disponibili automezzi et anche a piedi appena disposizione minimo indispensabile salmerie alt Aucomezzi seguiranno appena possibile alt Riconoscere sbocchi offensivi che dovranno essere in ogni caso creati quando C.S.I.R. avanzerà anche se divisione non avrà realizzato suddette condizioni movimento alt D ivisione Torino si concentri zona Tichanow ka - stazione Pissimcnnaja - Martynoff alt Riconosca sbocchi offensivi fra Uljanowka e Rogodar per avanzare verso est alt Riserva di Corpo d'Arma ta agli o rdini colonnello Garelli costitui ta da 63" Legione camicie nere, Comando secondo battaglione anticarro ed una compagnia da 47 / 32: primo battaglione chimico; un gruppo da 105 / 32; un plotone autocarrato si raccolga entro mattinata domani 13 zona Ssinelnikowo - Lubianka alt Artigl ieria due punti assegno un g ruppo ro5/32 alla divisione Pasubio et un gruppo 105 / 32 et un gruppo 75 / 27 del 52° artiglieria Torino alla divisione Celere alt Una baneria da 75 / 46 alle divisioni Pasubio e Celere alt Un gruppo 75 / 46 protezione divisione seconda schiera et truppe Corpo Armata alt Una batteria da venti alla divisione Celere et una per protezione divisione seconda schiera et truppe Corpo Armata alt Genio: primo pontieri si concentrerà zona lwanowka (Panzerstrassc Ost - sud stazione P issimcnnaja) alt Comando Gen io assegni al riserva Corpo Armata un plotone artieri autocarrato alt RimanenLi reparti battaglioni artieri a Ssinclnikowo alt A viazionc: Iimite esplorazione tattica: n uliaj Pole - Andreijcwka (50 km ovest di Scalino) - Grischino - Alcxanclrowka (80 km est - nord-est di Pawlograd) - Losowaja - Pcretschepino alr Risultati ricognizioni oltre che a questo Comando saranno direttamente comunicati at Gruppo Ebcrth et 198a divisione alt Caccia: ordini di volta in volta alt Serviz i: o rdini a parte alt Generale Mesg
Documenti
569 Documento n. 35.
ORD INE D'OPERAZION I N. 23
13 ottobre 1941. X I X. Ore
Segreto!
22,15
Dal Comando C.S.! .R. Al Comando Divisione Pasubio Al Comando Divisione Torino Al Comando Divisione Celere Al Comando Artiglia-io C.S.!.R. Al Comando Genio C.S.!.R. Al Comando A vicizione CS I.R. All'Ufficio Servizi e, per conoscenza : Al Comando 1 " Arm ala Corazzata Al Colo1111ello C/1iusi
fonogramma radio cifrato radio cifrato a mano a mano Lelescritto cifr. a mano tramite ufficio d i collegamenLo
N. 6772/ 0p. alt - Ordine operazione numero 23 alt >!emico in ripiegame nto su tutta fronle alt Ordini per domani quattordici alt D ivisione Pasubio ri nforzi elementi esploranti in modo che possano essere spinti più avanti possibile et solleciti apprestamenti per passaggio fiume intera divisione che de'"e assolutame nte avvenire al più presto alt Pronte.: segnalazioni al riguardo alt D ivisione Torino attesti at Woltsch ja et ana logamente predisponga passaggi fiume segnalando a questo Comando alt Distacchi, se possibile giornata domani, elementi esploranti oltre fiume in d irezione di Bhf. Tschaplin alt Divisione Celere serri sotto propri elementi in modo da am:stare appena possibile at linea Zgl. Wassiljewka · Bol. Janissol impadro nendosi d i sorpresa del ponte di Zgl. Wassiljewka alt Gravitazione forze per sinistra tenendo presente che inizialmente proprio fianco sinistro est scoperto et successivamente asse principale ava nzata divisione sarù Zgl. Wassiljewka - Kostantinopoli • Golubowka alt Località Bol. Janissol risulta sgombra ne mico alt lnsisro su neccssit:1 massima attenzione campi minati sponda est Woltschja alt D ivisione Torino porti particolare attenzione su segnalazione facta stamane questo Ufficio I per yuanto concerne abitato Wassiljkowka che risulta fortemente minato alt c;eneralc Messe
570
Le operct:::ioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 • 1943)
Documento n. 36.
ORD INE D'OPERAZIONI N. 26 Segreto! Dal Comando C.S .I.N. Al Comando Divisione Fa11t,•ria at. cc Pasubio >) Al Com,mdo Divisione Fanteria at . « T orino» Al Comando Divisione Celere << P.A.D .A. » Al Comando Aniglieria C.S.l.R. Al Comando Genio C.S.l.R. Al Comando Aviazione C.S.l.R. All'Uffìcio Servizi C.S.l.R. e, per conoscenza : Al Conumdo 1 " Armata Corazzata Al Colo11n el!o Chiusi
radio cifrato radio cifrato radio cifrato a mano a mano Lclescritto cifr. a mano
tram. uff. coli. germ. tram. uff. coli. gcrm.
N . 6932/ 0p. alt - Sedici ottobre ore 22 aie Ordine operazione n. 26 alt S itua7.ionc alt D iciassettesima ann ata a N ikolajewka - Alexandrowka - Katerinowka at nord - est Pawlogracl alt Q uarantanovesimo Corpo con eleme nti avanzaci linea Ssuchije Taly grossi a Bogojawle nskoje alt Notizie nemico alt Un reggi mento fanteria con artiglieria dietro fiume Ssuchije Ialy alt Resistenze Annowka Jelissawecowka già superate alt Ordini per domani d iciassette alt Divisione Pasubio: attesti at N ikolajewka et se possibile raggiunga Nowo Wessiolaja alt Distacch i raggruppamento di Corpo d'Armata verso Nowo Pawlowka alt Guardi suo fianco sinistro per tutta profondità colonna alt Divisione T orino: inizi passaggio Gaitschur per dislocarsi fra Bogodar - Mogila Sadoroshnoja et Orcstopoli alt In attesa proseg ui me nto verso est riconosca passaggi Woltschja et \Voronaja alt Divisione Celere: raggiunga linea Konstantina - Uspenow ka et avvii forte distaccamento esplo ran te verso linea llf. Haryschoff - Makssimilianowka esclusa alt Generale Messe
Documenti
57 1 Documento n. 37.
ORDINE D'OPERAZIONl N. 38 Segre10! Dal Comando C.S.l.R. Al Com ando Divisione Pasubio Al Comando Divisione Torino Al Comando 3" Divisione Celere
e, per conoscenza: Al Comando ,frriglicrùi Al Com ando Genio Al Comando Aviazione All'Ufficio Servizi
radio cifrato rad io cifrato radio cifrato a mano a mano trarn. uff. colleg.to a mano
N . 8052/ 0 p. alt - Quatto rd ici novembre or<.: r 1 alt Ordine opera:t.ione numero trentotto alt Posizioni attualmente occupate devono essere mantenure tatticamente m igliorate et consoiidate al t In prima schiera divisione Pasubio da attuale posizione estrema sinistra a Mogila Pawloskaja inclusa con costituzione fianco difensivo verso nord - nord-ovest alt Divisione Torino da Mogila Pawloskaja esclusa a Kol. Dawido Orlowka incluso alt Linea contatto fra Pas ubio e Torino due punti Mogila Pawloskaja - impluvio Balka Rassochowata alla Pasubio alt Linee contatto con unità germaniche immutate alt Ogni divisione riprenda proprie dipendenze propri elementi alt Assegnazione unità rin fo rzo comt: da ordine numero 80:B questo Comando alt Gruppo 105 già assegnato at Pasubio con radio 7615 est in marcia per raggiungere G .U . alt Divisione Celere in seconda schiera in zona stazione Ratmanka - Korssunj provveda at immed iata riorgan izzazione reggimento bersaglieri et compagnie motociclisti, per compiti che m i riservo cli precisare alt Posti Comando divisioni due punti Pasubio Gorlowka - T orino Rykowo - Celere Korssunj alt R iordinamento di cui presente ordine est tassativo virgola habet carattere massim:i urgenza et noi, si deve perdere u n mi nuto alt Generale c;iovanelli est incaricato regolare et coordinare conseguenti movimenti dei reparti alt M i tenga informato alt Fino at ultimato riordinamento egl i continuerà tenere responsabilità due settori Pasubio et Celere alt Generale Messe
572
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 194, - 1943) D ocumento n. 38.
C OMANDO
DEL CORPO DI SPEDIZIOKE ITALIA>IO 1:-.J RUSSIA UFF ICIO 01•1, RAZION J
Segret o!
P.M. 88/ R, li 24 novembre 1941. XX
N. 8343 di prot.
Oggetto: Ordine del giorno della
1a
Armata cora7.Zata.
Al Comando Divisione Ft1·. at. cc Pasubio >> Al Comando Divisione Ftr. 11t. (( T orino » Al Comando J" Divisione Celere ,, P.A.D.A.
I)
e, per conoscenza : Al Comando Artiglieria C.S.l.R. Al Com{lndo Genio C.S.I.R. Loro Sedi Sono fiero di trasmettere il seguente ordine del g iorno pervenuto ieri dal Comando 1" Armata corazzata col quale ancora una volta viene riconosciuto e altamen te a ppreaato il contributo del C .S.I.R. alle operazioni in corso: « Sebbene la battaglia sia ancora in corso, sento il bisog no di esprimere alle mie truppe i miei ringraziamenti e la mia piena riconoscenza, e precisamente al III Corpo per la coraggiosa puntata e la presa e.li Rostow, al XIV Corpo e al XLIX Corpo per la valo rosa c.lifesa contro i più fo rti attacchi nemici e per il ben eseguito, d ifrìcilc ritiro del fronte, al Corpo di Spedizione Italiano per il camer:ucsco soccorso all'ala sinistra del XLIX Corpo. (( Tn piena fiducia nella nostra superiorità finiremo la battaglia invernale iniziata. von Kleist >) li Generale e.li Corpo d'{\rmata Comandante Giovanni Messe
Documenti
573 Documento n. 39.
ORDINE D 'OPERAZION[ N. 4 1 Segreto . Dal Comando C.S.l.R . Al Com(f.ndo Divisione Pasttbio Al Comando Divisione Torino Al Comando 3"' Divisione Celere Al Comando Artiglieria C.S.I .R. Al Comando Genio C.S.l.R. Al Comando Aviaz ione C.S.I.R . Al1'Ufficio Servizi e, per conoscenza: Al Comando 17"· Armata Germanica Al Comando 1 " Armata Corazzata
a
a a
¼ mot. ¼ mot. ¼ mot.
a mano a mano tram. Uff. Colleg. a mano
tram . UH. Colleg .
N. 8520/ 0p. alt - T re d icembre ore 19 alt Ordine operazioni numero quarantuno alt Giorno x 17a Annata attaccherà da fronte Karlowka - Kaganowitscha per portare propria ala destra a Bhf. Debalzewo alt E' probabile che stesso giorno essa raggiunga zona Luganskojc - Jekaterinowka et g iorno x più uno a'.l,ione prosegua su obiettivo Bhf.' Debalzewo alt C.S.l.R. concorrerà ad attacco giorno x con azione di fuoco e<l agganciamento <la parte divisione Pasubio (ordini a parte) cc giorno x più uno come segue alt Divisione Torino attacchi con direzione Rykowo - Mogila Cha'.l,cpetowka et con obietti vo stazione Chazcpetow ka da cui distaccherà forte elemento collegamento con 17" Arm ata a Mogila Businowataja alt Attuale schieramento sia sostituito da due iìanchi difensivi esterni <la affidarsi a due battaglioni di riserva dislocati in partenza marg ini est et ovest Rykowo alt Divisione ha piena disponibilità tutte artiglierie schierate settore divisionale alt Attacco sarà agevolato da azione un battaglione divisione Pasubio che dopo avere effettuato sorveglianza mobile tra linea contatto et Rykowo si dislocherà per le ore sedici in Ssofjewka ove resterà at dipendenze divisione Torino alt Attacco pronto scattare da ore sette su mio ordine alt Divisione Pasubio sia in grado iniziare su m io ordine azione rastrellamento direzione che mi riservo indicare et agga nci avversario pronta approfittare con decisione m inima occasione favoievole per sfruttare nel suo settore ripercussioni azioni laterali alt Divisione Celere intensifichi esplorazione su tutta sua fronte et in particolare con squadrone Savoia da zona Hf. Baschkowskij et con battaglione camicie nere da zona Kol. Dawicla Orlowka alt Aviazione effettui protezione colonna attacco Torino et sorvegli et colpisca movimenti avversari su settore Pasubio - Torino - Celere alt Richiedo massimo numero aerei in volo alt Riserva precisare giorno x alt Assicurare citando protocollo alt Generale Messe
574
Le operazioni delle unità it.aliane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Documento n. 40.
C OMA N DO
DEL CORPO DI SPEDIZI ONE 1TALIANO IK RUSSIA U FFI CIO 0J>ERAZIONl
Segreto. N . 8567 / Op. d i prot.
P .M. 88/ R, lì 4 dicembre 1941. XX
Oggetto: D iretti ve per l'azione in corso. Al Comandante la Divisione Fanteria m. « Pasubio )> Al Comandante la Divisione Fanteria at. « Torin o >J Al Comandante la 3• Divisione Celere « P.A .D .A. » Loro Sedi 1. - Le presenti direttive sono redatte a titolo puramente orientativo e di stretta collaborazione, allo scopo di tracciare un CJUadro sintetico dei tempi m cui l'azione in corso potrebbe svilupparsi.
2. - Scopo dell' offensiva: eliminare le forze av versarie che ci fronteggiano, avanzare lo schieramento della d ivisione T orino sulla linea « Z JJ (costone compreso fra Balka Dolshil e I3alka Sorrotschja) saldandolo a nord con lo schieramento della 17" Armata in zona D ebahewo, ed a sud con quello attuale della 3" divisione Celere.
Tempi : Giorno 5: - attacco della 17.. armata alle posizioni d i Luganskoje - T roizkoje: - concorso della divisione Pasubio con azione di fuoco e di agganciamento. Giorno 6 : - prosecuzione offensiva r7.. Armata su nodo fe rroviario D ebalzewo; - attacco divisione Torino su Bhf. Chazepetowka; - sorveglianza mobile un btg. divisione Pasubio che, alle ore 16, si dislocherà in Ssofjewka alle dipendenze della divisione Torino con compito fianco difensivo; - intensificazione esplorazione <la parte della divisione Celere da Hf. Baschkowshij e eia Kol. Dawida Orlowka. A sera del g iorno 6 la situazione della div isione Torino si ved rebbe come segue: - u n blocco di 3 - 4 battaglioni e gruppi motorizzati divisionali in zona Chazepetowka; - un blocco di 2 - 3 battaglioni con i gruppi a cavallo in zona Nechotim owka; - gruppo 105 in attuale zona schieramento; - un btg. 79'' in zona Ssofje wka, fianco difensivo ovest - nord-ovest;
Docum enti -
575
un gru ppo Savoia appiedalO, margini est Rykowo, fianco d ifensivo est - sud-est.
Giorno 7 : L'azione si ved rebbe sviluppata come segue : - Divù ione Torino, con az ione interdipendente e st rettame nte collegata dai due blocchi d i battaglione esaminati, dovrebbe portarsi sulla linea << Z >> nelle dire7.ioni: a) blocco nord: cavallo ferrovia indi Swk. Ssawiolewka - q uota 277; b) blocco sud : Nechotimowka - Ssofjewka Rojewka - Swk. Ssaw iolewka. - Divisione Pasubio: punterebbe sul villaggio di Carlo Marx ed, indi, alla ferrovia ed oltre in dire1,ione est Kalininsk per effettuare l'az ione cli rastrellamento. - Divisione Celere : appena possibile prenderebbe collegamento con la d ivisione T orino sulla linea « Z » in zona Ploskij. Il presente q uad ro orienta tivo prescinde evidentemente dagli imprevisti del combattimento che possono variare le modalità dell'azione ed ai q uali solo :ittra verso la diretta sensazione del terre no, della situazione e del nemico farà fronte il Comandante di divisione. Ripeto che la premessa dell'azione del C.S.I.R. sta naturalmente nella riuscita dell'offensiva da parte della 17• Armata .
li Generale di Corpo d 'Armata Coma ndante Giovanni Messe
Documento n. 41.
ORDINE DEL COMANDO l" ARMATA TEDESCA Dal Comando 1" Armata Corazzata Germanica Al Comando C.SJ. R. 1.
Panzerarmee la il 17 dicembre ore 17,55 trasmette il seg uente telescritto :
« O rd ine della Panzerarmee nr. 57.
, ) Compito della Pa nzerarmee cd incarichi dei Corpi rimangono gli stessi. Specialmente il Corpo Spedizione Italiano mantiene il compito di abbreviare il fronte portandolo ulteriormente verso est e di prendere stretto contatto coll'ala sud del IV Corpo nella zona di Bhf. D ebalzewo. Le relative intenzioni devono essere comunicate.
2) 13isogna impedi re a m ezzo fuoco d'interdizione che il nemico faccia trincee vici nissime alla propria posizione. Il consumo di mu nizioni, specialmente da parte dell'artiglieria, dev'essere limitato.
576
Le operazioni delle unità italiane al fronte nmo (1941 - 1943)
3) Spostamenti : a) Il battaglione genio 666 e<l il Coma ndo del regg. fant. 318 e reparti ciclisti del regg. devono essere messi in marcia al IL C orpo verso Alexewo O rlowo non appena che la situazione stradale lo permetta e dopo l'accordo fra il IL ed il XIV Corpo. La messa in marcia dev'essere comunicata da parte del XIV Corpo. b) La compagn ia Feldgendarmerie 685 impiegata ancora presso il III Corpo dev'essere messa al più presto in marcia verso Mariupol, a disposizione dell'O.Qu . L a Compagnia F eldgend armcrie 682 passante a lle dipendenze del IL Corpo dev'essere anche messa in m a rcia ivi, non a ppena la situazio ne stradale lo permetta. La messa in marcia dev'essere comunicata da parte del III Corpo. Lo spostamen to del bat taglione ciclisti di guardia 45 e la Fel<lg endarmerie 692 sarà ord ina to a parte ». Gen. von Kleist
Docum ento n. 42.
CO M ANDO DEL CORPO DC SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA UFFI CIO 0J>F.Ri\ZIONI
N. 9036/ 0p. di prnt.
P.M. 88 / R, Il 24 d icembre 1941. XX
Ogge110: Orientamenti operativi.
Al Comando Divisione Fanteria at . « Pasubio » Al Comando Divisione Fanteria at. « Torino » Il previsto attacco nemico contro la fro nte Celere - 198" D ivisio ne germanica non esclude la possibilità che esso si estenda anche in corrispondenza dei settori Torino e Pasubio magari a semplice scopo di azione concomitante ovvero per dare sicurezza e resp iro al fianco esposto dell'azio ne pri ncipale. Le D ivisioni Pasubio e T orino devono tenersi pronte a stroncare in primo tempo ogni eventuale tentativo in tal senso; poi, e su mio ordine, ad agire offensivamente verso est allo scopo di alleggerire la pressione contro la Celere . Durante lo sv iluppo di tale azione ed a garanzia della medesima, i battaglioni di primo scaglione oggi schierati sulla linea di resistenza debbono, in un primo tempo, r imanere in sito; così pure la massa delle a rtig lierie che t uttavia parteciperann o, con successive graduali modifiche allo schieramento, alla preparazione ed all'appoggio dell'azione offensiva. Orientarsi pertanto: - alla cost ituzione cli <luc colonne d 'attacco, una per di visione, della forza di tre battaglioni cd un gru ppo di artiglieria assegnato; eventuale il con-
Documenti
57ì
corso di guattro carr i << L ,, alla colo nna « P asub io ,> e cli una unità d i ca rri germ anici alla colon na « T orino J>; - all'impiego di <lcuc colonne rispettivamente in direzione : a) p~· la div. Pasubio: d i Tl ynkaja, scendendo lun go il contrafforte tra Balka Dolshik ccl a lto Bulawin; b) per la div . To,ùzo: di Ploskij ed O lichowat ka ma novrando a cavallo dell'asse stradale Rykowo - Timofejewskij. li Generale <li Corpo <l'Armata Comandante Giovanni Messe
D ocumento n . 43.
STRALCIO DAL DIARIO C AVALLERO (I3 - 26 luglio
1941)
J3·7· 1 94 1 : Ore 9,45. T elefono all'Ecc. Cralbiati. A rgomenti : stiamo studia ndo formazione d i un'altra unità per l'oriente. Naturalmente avrà le sue CC.NN. questa volta dov rebbe essere il reggimento Galbiati (*) (come ha accennato il D uce). Ecc. Galbia t i assicura che provvederà lui a m otor izzar lo. Ore
Jf , 5o.
-
Ricevo il T.C. f'or na ra . Argo menti:
C.A . per eventuale invio in oriente: Granatieri e Livorno.
16.7.1941: Ore 19, 1 5. Ricevo Ecc. c;albiati e Ecc. Roatta. Argomento : Battaglione CC.f\:N . per il secondo C.A . oriente (4 - 3 armi pesanti). Mio criterio. Selezione accuratissima. Bisogna marciare con bandiere alte e spiegate.
t7.7.,94 1 : Ore 19,20. Telefono all'Ecc. Scuero. Ho convocato il Col. G irola ( 0 ) per sapere ch iaramente quale è la situazione della produzione . Esercito può contare su 2 .000 al mese. Riserva per arrivare a i 1 4 .000 che c:ccorrono nessuna. Volen do costituire il secondo C .A. per oriente.: abb ia mo nul la . ... A noi occorrono 2 .000 per il Messe n. 2 . . . Incremento riparazioni è dif ficile perché vi sono le ferie. Prego vedere se è il caso di abolirle.
(~) Si crattav:i di u11 re raggrupp.imcnco di battag liolìi » d i cam1 c1c nere , non di un reggimento, unii,, che llc)n ~,istcva nella ~.V.S.1' .. Il r:iggruppamcmo era costicuito cfai battaglioni VIII (di Varese). XVI (di Corno) e XXIX (di Arona). (*•) Il Colonnello Enrico Gu ido Girob era il Capo del Servizio T ecnico Automobil istico .
.~7- - U .S.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 194, - 1943)
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Ore 19,25. Telefono all'Ecc. Favag rossa ('-~). Abbiamo detto avere 2.000 automezzi per l'Esercito ma per fare fronte al fabbisogno della Libia la produzione è tutta assorbita per 3 mesi. Bisogna però fare un nuovo C.A. per l'oriente (4.000 auto). Qualche cosa possia mo avere da ll 'estero (4 - 500) e dal Partito nonché dalla D.I.C.A.T. ('**) dando invece delle prolung he (*'**). Ma ne occorrono sempre 3.000. Si può fare fronte con le riparazioni bloccando i primi 3.000 che saranno pronti in agosLo. Scuero è d'accordo ma bisogna abolire le ferie di agosto. Quindi Col. G irola manderà l'elenco degli stabilimenti che non fan no ferie. Ore 19.,40. D uce approva quanto concordato col Col. Girola per autom ezzi. 2 3·7· 1 94 1 :
Ore 9,45. Telefono all'Ecc. Roatta. li C.A. può a ndare con L111it~t comuni motorizzando solo fanteria (**~·*).
serviz t e la
Ore 9,50. Ricevo il T.C. Fornara. A rgomenti: - Grandi U nità eia inviare in Russia al segu ito del C.A. motorizza to. Sara nno comuni con servizi e artiglieria motorizzala. Ore 18,30. Ricevo Ecc. Roatta. Argomenti : - Autocarri. Produz io ne media su cui effettivamente si può fare conto ( r.1 75). Gettito della Germania. Conclusione : le altre truppe destinate in oriente avranno d i motorizzato solo le artiglierie e 1 serv1z1. Ecc. Roatta mi fa presente che le artiglierie motorizzate sono poche. Vi i'.: invece buona disponibilità di 105/28 e 149/ 13 (it"H). 2
4·7·1 94T: Ore 9. Ricevo Ecc. Roatta. ArgomcnLi: -
Divisioni per il secondo corpo di spedizione m Russia.
Ore 17,45. Telefono all 'Ecc. Roatta. Argomenti: - Per impiego Granatieri in oriente è opportuno avvisare il Principe di Piemonte (H*H*).
("') Il Gencr:1k di C.A. C:1rlo Favagr()ssa era il Sottosegretario di Stato pl'r le Fnl, , brica7.ioni di e; uerra. (•") Si tratta della .'vlilizia per la Difel>:I Contracre;, Territoriale, formata di volontari di classi anziane o giovanissime, alla qu:, le era affidato isriruzionalmcmc qud compito. ('""'"') Erano così dt'llomina!Ì ccrrcntemenlc i carri bagaglio in clorazione ai r eparti a cavallo . (.. ••) Nel testo originale.: t: scritto « fontcri:1 ", ma si tratta cv ickntcmentc di un a sv ista. come il testo del colloquio subito successivo (ore 9,50) conferma . (" ....) Anche le batterie armate con qucMc bocche eia fuoco erano mo1orizzatc, come tutte le aniglitTic cli corpo d'armata. ('"u*"') Er:1 l' Ispettore dcll 'A rma di Fan1cria .
Documenti
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26.7.1 941 : Ore 9 . Ricevo il Gen. ,·on Rintelen. Argomenti :
- Secondo C.A . per oriente. Il Duce non ha ancora deciso. Ma noi stiamo già preparandolo, per ora su due divisioni, con una legione CC. N. e arm i speciali dell'Esercito. Calcolo che entro agosto sar:i pronto. Ma nca no gli automen i quindi la fanteri a sarà a pied i ma i servizi e le artiglierie saranno motori:tzate (Granatieri e Livorno). Manderemo presto gli automezzi che mancano per una delle divisioni gi:i partite.
D ocumento n. 44.
IL D UCE D EL F ASCISMO CAPO DEL GOVERNO Segreto.
24 luglio 1941 M EMORIA
SULLA SIT UAZIONE
POLITICO - Yl lLITARE
I.
N el momento attuale - estate del 1941 - l' Italia ha due fro nti in atto e due front i potenziali. Il pri mo fronte in atto è quello cirenaico. E' u n fronte statico, nel quale non possiamo prendere l'iniziativa: a) perché Tobruck resiste; b) perché le nostre forze sono insufficienti; e) perché le forze nemiche sono in via di progressivo accrescimento. Solo una situazione politica nuova e precisamente una forte rettifica nell'atteggiamento della T u rch ia o altri imprevedibili eventi possono permetterci di prendere l'iniziativa. Le fo rze che io conside ro indispensabili per la difensiva e l'eventuale offensiva sono: 2 divisioni motorizzate italiane, 6 d ivisioni normali, 2 divisioni tedesche; totale 10 . Per essere tranquill i - relativamente occorre una massa di apparecchi italo - tedeschi non inferiore a 500. Non ; itengo l'attuale comandante delle F F. Aeree all'alte7.za dei suoi compiti. 2.
Altro fronte in atto è quello orientale - russo. Dato quanto altri stati minori del nostro hanno fatto, bisogna preparare un secondo C.d'A. motorizzato più o meno a seconda delle possibil ic:i - oltre al Rtg. Galbiati. N on possiamo essere meno prese nti della Slovacchia e bisog na sdebi tarci verso l'Alleato.
580
Le operazioni delle unità iudiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Fronti potenziali L'ambiguo ostile atteggiamento della Francia già notato a Berlino impone d i prend ere le misure necessarie per fron tegg iare ogni event ualità. Il fronte fra ncese ha t re settori: alpino, corso, tu n isino. Considero necessarie per il fronte alpino: 1 divisione corazzata, 1 mocorizzata, 4 di alpini, 4 di fanteria normale. Per la Corsica 3 d ivisioni normali. Per la Tunisia .) divisioni normal i e r motorizzata.
3· La fluidi tà della situazione croata im pone la mass ima vig ila nza . P er essere pronti a tutte le esigenze sul settore che va - grosso modo - dalla Sava a Cattaro, occorrono non meno di rn divisioni delle quali almeno 2 coraz1,ace e 2 motorizzate.
4· U n ultimo fronte potenziale può essere quello delle nostre isole metropol ita ne; occorrono 4 div isioni per la Sicilia e 3 per la Sardegna. Tenuto conto de lle division i che p residiano l'Albania e la G recia, r isulta che non vi è nella valle del Po nessuna massa di manovra disponibile. Rep uto necessa ria la costituzione di tale massa d i almeno 2 0 divisioni. N ella primavera del '42 l'esercito deve avere no n me no di 80 divisioni.
Mussolini
D ocumento n. 45.
STRALCIO DAL DJARIO CAVALLERO (r - 31 agosto)
1.8. t 941: Ore 9,45. Telefono all' Ecc. Galbiati. Argomento : - Prepa1:acivi della M ilizia per il nuovo e.A. per oriente. Ecc. Roatta comunica che le CC.NN . sarebbero comprese nella L ivorno che è in a pprontamen to. Ecc. Galbiati dice che c'è a nche q uella dei Granatieri (*). A mia volta dico che dobbiamo prendere una legione, la migliore, tenendo presente che non sarà m ororizzata. Passer~ al e .A ..
(• ) :-Sella Divisione Livorno era comprc;a la ">5a Legione CC.NN. formata dal LXXI hauaglionc (di Faenza) e dall'LXXXI (di ll;,vcnna). La Divisione (;r:matieri di Sardegna cùrn prcn<lcv:i h, 55• Legione Alpin a F riu lan:1, di Gcm ona, costituita dn i battaglioni l.V , di Gemo na, e LXXX, di Pann a, e d:dl a 182" co mpagnia micrngl icri, di Forlì.
Documenti Ore 9,50. Telefono al gen. Rossi dello S.M .. Argomento: - CC.NN. per nuo vo C.A. oriente. Non sono del parere d i lasciare alle due divisioni le loro legioni, bensì di fare come si è fatto per il primo C.A. inv iato, cioè una sola legione e passarla al C.A .. Galbiati concorda e propone solo la Livorno, ben seleziona ta cd ord inata. Oppure si può fare un g ruppo di legioni al C.A ..
Ore 9,55. Telefono all 'Ecc. Galbiati informa ndolo che ma ndare una legione e non l'altra si provoca malcontento e che le leg ioni sono molto attaccate alle loro div isioni . A mia volta ho detto che queste legioni divisionali sono armate come t ruppa d'assalto e q uindi in misura non adeguata per una g uerra del genere. Inoltre il C.A. non ha elementi di manovra. Quindi propongo un gruppo di legioni ben armato e bene equipaggiato. Accordi diretli tra Galbiati e Rossi. Ore 18,30. Ricevo il gen . von Rintclen. Argomenti: - Situazione in Russin. Progressi notevoli a sud . Odessa sta per essere presa ('•). - Secondo C .A. per la R ussia. Occorrerà Lutto il mese di agosto per complclarlo.
3.8.1941: Ore 19,30. T elefono al gcn. Rossi dello S.M.. Argomenti:
Gen. Rossi mi parla poi del 2° C.A. per oriente. Affermo il prine1p10 che a prescindere dnlla considerazione che il C .A. parta o non, deve ave re la massa di manovra e dico di prendere conLatti con Ecc. Galbiati per le CC.NN ..
5.8.1 941: Ore 11 ,15. Ricevo !"Ecc. Galbiati. Argomenti: Progetto circa legioni CC. N1'. per il secondo C.A . per l'oriente. E' del parere d i farne un raggruppamento. Telefono al Cìen. Rossi dello S.M. affi nché pre nda con Ecc. Galbiati accordi diretti. 12.8.1941:
Ore 9,30. R icevo Ecc. Scuero. -- Divisione 1< Livorno » ha tulli gli automezzi. - Divis ioni (< Piave » e « Littorio » sono quasi pronte. Truppe marciano a piedi con cartucce, viveri di riserva e coperta a tracolla.
t•) Odessa accerchi:na il i · 8 agosto da diciouo d i,·isioni i n tcr:1m c ntc conq uirnna il I ì orrnhrc 1~J4I.
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Le operaz ioni delle unitrì italiane al fronte russo (194 1 - 1943)
582
- Stato Maggiore per il nuovo comando in Russia. Comandante. Bisogna parlarne alla Maestà del Re Imperatore. Parlarne soltanto in via ufFiciosissima al gen. Sartoris (*). 13.8.1941:
Ore , 1 , I 5. Ricevo l' Ecc. Clerici (**) e il gen. fassi (*"'~*). Argomenti: - Comandante per l'Alto Comando che si costituirà in Russia all'arrivo del secondo C.A .. 14.8.1941:
Ore 12,45. Ricevo e conferisco col gen . Marras. Argomenti :
- Approntamento nuovo C.A. per oriente e sua costituzione con particolare riguardo alle CC.NN.. -
Possibilità di marcia a piedi delle fanterie alleggerite dello zaino.
Ore 12 ,50. Telefono a Ecc. Scuero. Argomento: - Indumenti invernali anche per il secondo C.A. per la Russia . 31.8.1941:
Ore
-
20,10.
Colloquio con Ecc. Roatta. Argomenti:
Secondo corpo per la Russ ia.
- Andamento operazioni in Russia; fronte invernale. Progetti di arrivo al Caucaso.
(*) Il Gcn,:ralc: di Divisione Francese" St1 rtoris era ;,ddcno :ill'Ispcttor;tto <lei!" Anna cli
Fa meri;,. (") li Generale di Corpo d "Arn1 ata (riserv:i) Ambrogio Clcrici , Senatore dd Regno, gii\ Sottosegretario di Stato per la Gucrr:1, era srnto rich iamato a prcsrn re ,crviz io come membro dell:t Comm issione l11 ter nazionalc per i prigionieri cl i gut·rra . (_,.) Il Cencra lc di Brigata Carlo F:issi era :1 disposizione del C(lmanclo Supremo.
Documenti Docume nto n. 46.
LETT ERA DEL MARESCIALLO KEITEL consegnata il
2
agosto 1941 al Generale Cavallero
Eccellenza, è: giusto che io Vi fornisca cli nuovo un quadro sintetico della situazione secondo il mio attuale gi udizio. Nonostante la tenace resistenza ccl i numerosi cont rattacchi del nemico le operazioni ad est si svolgono in conformità del piano prestabilito. Per quanto concerne il Grn ppo d 'Armate del Sud, fondate ragioni ci permettono di prevedere l'annientamento di importanti forze avversarie già sulla riva destra ciel Dnieper. Faremo il possibile affinché il Corpo di Spedizione Italiano, che si sta ora trasportando verso l'Ungher ia e sta già ava nzando, possa ancora partecipare a gucste operazioni. Sarà nostra cura che il Corpo Italiano venga impiegato compatto. N on è però escluso che si possano presentare situazioni nelle guaii sarebbe contrario al senso della responsabilità r inunciare all'impiego di una o due divisioni già disponibili per il solo fatto che le due altre divisioni, o la terza, non si tro vassero ancora sul posto. Analogamente, a suo tem po, il Corpo Germanico in Africa lanciò immediatamente in combattimento perfino piccoli reparti, dopo il loro sbarco. Il Fuhrer ha preso atto della magna ni ma offerta del D uce di concedere, in caso di 11ecessità, un secondo Corpo italiano per il fronte Est, e ringrazia. li Gruppo d'Armate del Centro ha fra ntumato, colle sue form azioni celeri, importanti for1.e avversarie nella zona a nord - ovest cli Smolensk frazionandole in piccol i grup pi : ha pure respinto in sanguinosi combanimenti concom itanti attacchi di versivi <lei Rossi ad Est e Sud - est. La vittoriosa conclusione della battaglia al centro del &onte orientale forn irà la base per le future operazion i. Dopo il vittorioso sfondamento che portò le sue formazioni celeri oltre la Luga, il Gruppo cl' Armate del Nord attende l'arrivo delle di visioni di fanteria che permettera nno d i completare con attacch i l'accerchiamento d i Leningrado. Gli inglesi ha nno fin ora trascurato di profi ttare dell' inchiodamento del grosso dell'esercito germanico e dell'aeronautica germanica sul fronte orientale. Neppure in avvenire essi osera nno tentativi di sbarco nei territori occi· dentali occupati ; né credo che essi ri usciranno a stabilirsi saldamente nella Penisola Iberica. E' tuttav ia certo che gli inglesi han no riconosciuto guai maggior pericolo minaccerà, al termine della campagna ad Est, le loro posizion i nel Medio Oriente. Se opereranno rettamente (come dobbiamo presu pporre) essi saranno portati a ritentare, nei prossimi mesi, l'attacco contro la Cirena ica nel d uplice intento cli impossessarsi dell'Africa Settentrionale Italiana e di influire, conseguente mente, sul contegno dei francesi nell'Africa Nord Occidentale. E' perciò particolarmente confortante che il grande convoglio britan nico che trasportava recentemente rinforzi verso Oriente, seguendo il Canale di Sici lia, sia slato così efficace mente colpito dagli attacchi italiani. Anc he per
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Le opcrazio11i d elle unitù italiane al front e russo (1941 - 1943)
l'audace e viuoriosa azione contro Malta debbo esprimerVi, Eccellenza, le mie congraculazicrni. No n è tempestivo stabilire, prima che la campagna di Russia sia conclusa, il comune piano di guerra delle potenze dell'Asse contro le posizioni inglesi del Mediterraneo. Per quanto concerne l'Africa Settentrionale, ecco il mio concetto:
1) I nostri sforzi devono essere diretti alia presa di Tobruk ed al conseg uente annientamento delle locali forze inglesi allo scopo di liberare e poter quindi utilizzare alla frontiera egiziana le unità attualmente impegnate nell'accerchiamento.
2) li conseguimento di tale obiettivo è però ostacolato da lle enormi difficoltà dei rifornimenti per via di mare. La perdita di artiglieria pesante e di altre unit~t destinate all'attacco contro Tobruk, in seguito al recente affondame nto, è perciò particolarmente deplorevole perché non è prontamente riparabile. 3) Qualora gli inglesi dovessero attaccare con forze preponderanti prima della presa <li Tobruk, sarà necessario, in caso estremo, ritirare verso Ovest le forze dei fronti Sollum e di T obruk: procedimento preferibile in ogn i caso ad una sconfitta alla frontiera egizia na. 4) Il riconoscimento <li cale eventualità esige che si faccia il possibile per almeno approntare posizioni a rret ra te, decorrenti approssimativamente da Ain el Gazala in direzione Sud - Ovest, protette sui fianchi, dalla zona di El Mechili, mediante azioni offensive condotte da formazioni mobili. T anto meglio se tali posizioni non saranno utilizzate. 5) Passando da tali concetti alla preparazione del successivo sbalzo contro il canale di Suez, è stata preved uta la partecipazione <li un comando di g ruppi corazzati alle dipendenze del generale Rommel che, a sua volta, è sottoposto al Vostro comandante, generale Hastico. Come apprendo dal c;e nerale von Rintelen Voi siete d'accordo che il fro nte di Tobruk ri manga, in un primo tempo, alla dipendenza del generale Rommel. Considerata l'intima connessione del tronco di Sollum con q uello d i Tohruk, ri tengo sia questa la soluzione miglio re. Se particolari motivi dovessero però richiedere più tardi che il fronte di Tobruk passasse alla immediata dipendenza del Comando Su periore Tcaliano, il gruppo corazzato Rommel dovrebbe poter almeno disporre, oltre che del Corpo di Spedizione africano come riserva mobile, anche di un Corpo italiano (fronte di Sollum); possibilmente anche di ulteriori formazioni celeri italiane. 6) La sicurezza ed il miglioramento dei trasporti marittimi ccnservano la loro decisiva importanza. A tale oggetto occorre tenere presente che noi continueremo a fare assegnamento principalme nte sui porti ita liani d i Tripoli e Bengasi. Non appena le operazioni in oriente saranno gi un te ad una conclusione provvisoria apprezzerò straordinaria mente un incontro con Voi per fissare il piano delle ulteriori operazioni. Tale piano non verr;1 allora dettato dalla volo ntà di riposare sugli allori, bensl da quella cli utilizzare l'inclusione della Russia come base di operazioni in grande stile anche nel Medio Oriente, atte a migliorare decisamente la situazione strategica dell'Italia.
Documenti Con particolare riconoscenza ho accolto la decisione del D uce di inserire nella com pagine del Comando Italiano i comandi dei collegamenli german ici per g iungere ad una piL1 stretta collaborazione a Roma. Vi prego valervi anche in avvenire del generale di divisione von Rintelen per l'ordinario scambio d i vedute tra Voi ed il Comando Supremo delle Forze Armate da me dipendenti.
Il Vostro des iderio nuovamente trasmessomi dal generale von Rintelcn di concedere a fabbriche italiane la coslruz ione del carro Ili o IV, è attualmente m esame: esso verrà, per q uanto possibile, soddisfatto. Con saluto di camerata rima ngo Voslro devoto Keitel
D ocumento n. 47.
COMANDO SUPREMO
25 agosto 1941 (mani no) V ERBALE DEL COLLOQUIO TRA IL GENERAL E CAVAULERO ED IL M ARESC IALLO KEITEL
Maresciallo Keitel. T iene anz itutto a spiegare che la d ifficile situazione log istica nella quale
è venuto a trovarsi il Cor po di Spedizione Italiano i n Russia è stata unn conseguenza del rapido sµos tamento in avanti della fronte di battaglia. Ora, però. In crisi è superata. Parla, poi, della situazione deg li a utoca rri che giud ica g rave in considerazione della immensità della fronte russa, e delle distruzioni o perale dall'avversa rio in ritirata sulle vie di comunicazioni rotabili e ferroviarie. Molte volte solo g li aeroplani ha nno potuto consentire d i su perare le crisi dei rifornimenti. La deficienza, po i, riguarda non soltanto gli autocarri, ma anche le gomme che non è possibile forni re in nu mero sufficiente a lutti gli a utoca rri pro<loui. La situazione della gomma si è a ltresì aggravata dopo ln g uerra con la Russia che ha preclusa la via di rifornimento dall'fatremo Oriente attraverso la Russ ia stessa ed obbliga a ricorrere alla via marittima assai lunga e pericolosa. Già due delle tre navi cariche cli gomme che venivano da ll'Estre mo Oriente sono state silurate (2.400 ronn. su 3.6oo circa). Un po· di gomma è starn catturata a N icolajew, ma si tratta di poca cosa. E. pure fo rmidabile il consumo dì carburnnci. Per d ifetto di vagoni · cistern a è venuto a soffrire anche il rifornimento <li carburanti all'Italia.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
In merito all'invio di un secondo corpo d 'armata italiano alla fronte russa, si ringrazia sinceramente da parte tedesca. E' però da tener presente che il comando tedesco non potrebbe dare alcun aiuto in fatto di automezzi. Ve n'è g ià tanta penuria che il Marescia llo Brauchitscb ha chiesto e il Fi.ihrer ha concesso, sia pure a malincuore, di avviare senz'altro al fronte la produzione automezzi di luglio. Né sarebbe prudente utilizzare per questo secondo corpo italiano automezzi des tinati alla Libia. Di più ci si av via ve rso l'inverno che può essere sopportato dagli italiani molto meno facilmente di quanto possono sopportare ; tedeschi il caldo in Libia. Abbiamo stabilito di impiegare nel sud il corpo italiano appunto perché il clima i; più favorevole . In conclusione sarebbe molto gradito che il comando italiano, prima cli decidere l'invio di un secondo corpo d'armata in Russia, val utasse questo aspetto del problema (automezzi).
Eccellenza Cavallero . E' chiarissimo. 1oi non siamo in condizioni e.li dare al nostro secondo corpo d'armata tanti automezzi (4.600) quanti ne abbiamo dati al primo. Q uesto secondo corpo d 'armata è cli costituzione normale e ha motorizzaci solo i servizi. Riferirò pertanto al Duce in argomento. Ad ogni modo informo che il secondo corpo d'armata, se dovesse essere inviato, sarebbe pronto a partire Jin dai primi di settembre.
Documento n. 48.
STRALCIO DAL DIARIO CAVALLERO (5 settembre - 31 ottobre 1941)
5·9· 1 94 1 : Ore 9,1 5. Telefono all'Ecc. Scuero. Argomen ti: - Nuove truppe per la Russia e loro compiti. Inopporruni tà di rnv 1are la d ivisione Granatieri in vista di tali compiti. - Indumenti invernali. 11.9.1941 :
Ore 19,30. Rice vo il gen. von Rintclen. Argomenti:
- Secondo corpo d'armata per la Russia. Difficoltà per gli au tomezzi e attuale impiego delle G .U. che vi erano predestinate per la difesa dclL1 penisola.
Documenti 22.10.1941:
01·e 1 o ,2 5. Mi reco a conferire con f Ecc. Cia no. Argomenti van tra cui G .U. per la Russia.
Ore 1,. Convoco il T. Colonnello Fornara (capo ufficio ordinamento). A rgomenti: - Nuove unità per la Germania per la primavera. Era stato fatto progetto per un massimo di 12 a condizione che vi fosse situazione tranquilla su tu tte le alt re fronti . Occorrerebbero 7.000 automezzi per il potenziamento dell'esercito di cui 3.000 da requisizione, r.100 dai tedeschi, 600 ricuperati dalle altre forze armate, 600 ricuperati dalla produzione Libia (perché leggeri). t::ino a primavera la produzione è ipotecata per la Libia. Quindi non è possibile dare gli automezzi alle uni tà per la Russia. Mancano anche le anni anticarro, le mitragliatrici ed i fucili mitragliatori. Si potrebbero dare al massimo, i n relazione alla situazione, 6 divisioni rid ucendo le truppe alla frontiera occidentale e della riserva centrale (supposto che vi sia una situazio ne tranquilla). Da tener presente che la Balcania dà ancora preoccupazioni e quindi impegna 4 division i. Ore
11 ,30.
Mi reco a ccnferire col Duce. Argomenti vari t ra cui G.U.
per la Russia.
Ore 1 2,40 . Convoco il Gcn. Ganclin, capo re parto ed il T. Col. Fornara, capo ufficio ordinamento. Argomenti: - Conclusioni circa la possibilità di dare 6 divisioni per la Russia.
24.10.1941:
Ore 9,45. Ricevo l' Ecc. Scue ro. Argomen ti : - G.U. per la Russia. Loro costituzione (motorizzazione parziale <lei serviz i).
3 I. I () . 1941 : Ore 17. Ricevo rEcc. Roana. Argomenti: - Invio truppe in Russia. Previsione cli 6 divisioni più 2 comandi cli C.A. ed un comando di armata per primavera (automezzi a cura della Germania). -
Impiego dell'Ecc. Garibaldi (•).
(") 11 Gcnc:ralc des ignato d ',\rmata Ita lo G:,ribold i cr:1 ,t ato rcccntcmcnce sostituito nell e c.iriche di Governatore Ccnt·ra lc della Li bia e di Co111and,11uc: Suprriorc delle For7,c !-\rm:11c: in .\fric.i Senc:ntrionale t· ,i 1ro,·;1,·~ ., dispo,izinne.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - r943)
588
D ocumento n. 49.
COMANDO SUPREMO J Reparto Ufficio Ordinamento e Addestramento
23 ottobre 1941 APPUNTO CIRCA L'INVIO DI NGOVE UN IT.\ IN RvSSIA PER LA PRlMAVE RA
1942
Avendo il Duce espresso l'orientamento ad inviare nuove unità sul fronte russo per la primavera 1942, il Capo di S.M. c;encrale ha esaminato la guestione e, a rapporto del 22 ottobre, ha espresso al Duce le seguenti considerazioni e proposte: -
l'invio di uni tà i::, subordinato: al completamento del programma di potenziamento dell'Esercito previsto per la primavera 1942; ad una s ituaz ione cli tranquilli t~1 sia ne i Balca ni, sia alla fronti era occidentale;
- ammessa quest'ultima ipotesi noi potremmo rendere disponibili 6 division i al massimo, sottraendole aìte unità della frontiera occidentale cd a yuelle della riserva centrale; yuescc unità potrebbero essere fornite con organici al completo di uomini e mezzi. Esse però: non riceverebbero l'aliyuota aggiuntiva di armi contro carri e contraerei fornite alle unità già inviate sul fronte russo; non riceverebbero auLomeui per il loro autot rasporto; a tali automcz7.j dovrebbero provvedere le autorità germaniche.
Documento n. 50.
RI ASSUNTO LETTERA DEL FDHRER AL DUCE in data 30 dicembre 1941 Fronte russo i11 genere. H itler dice che su 6 mesi dis ponibili, 3 sono stati di cattivo tempo e questo ha impedito le operazioni. 8 - 10 giorni di più di hel tempo avrebbero assicurato risultati più progrediti. In questi ulLimi tempi la tem peratura ~ scesa a 38° rendendo impossibile impiego dei me::7.zi e proseguimento delle operazioni. Di qui la decisione di scegliere una linea più eco-
Documenti
nomica e meno lontana dai riforni menti, in modo da prepararsi per la ripresa in primavera. I mezzi affl uiscono al fro nte in misura sufficiente per i bisogni invernali. Fronte russo N ord. H itler dice che a qualunque costo impedirà ai russi
di riprendere il collegamenro con Leningrado e che qui i russi avranno certo una sconfitta sanguinosa. Fronte russo Centro . Hitler dice che vengono prese le posizioni invernali con i criteri detti sopra. Fronte russo Sud. JI Fiihrer d ice che con l'arretramento alla linea del Mius il fronte è sistemato ed i ten tativi russi sono stati stroncati da vigorosi contrattacchi degli italiani di cui fa elogio. Ripresa di primavera. A questo riguardo Hitler d ice che ringrazia dei C.A . italiani (6 divisioni) che costituiranno un'armata al cui comando saranno sottoposte anche forze germaniche. Soggiunge che siccome egli vuole ripre ndere l'azione non appena si offra la buona stagione sarà bene eh.e le nuove unità affluiscano durante /' invemo (in un punto della lettera accenna anche che le forze tedesche in Finlandia sono normalmente sottoposte al comando finlandese) . A questo riguardo dice di aver dato ordine perché Sinkropol sia presa ad ogni costo in modo che la Crimea costituisca un solido pilastro del fronte sud.
Documento n. 5 1.
STRALCIO DAL D IARIO CAVALLERO
(2 dicembre 1941 - 30 gennaio 1942) 2.12.1941:
Ore 19,15. Ricevo il Ten. Col. Fornara. Argomento: - Grandi unità per la Russia e unità a rinforzo del Montenegro. 2. 1.1942:
Ore 17,50. Ricevo l'Ecc. Roatta. Argomenti: - Studio dei trasporti che ci dovrebbero assicurare i tedeschi per le nuove truppe per lo CS!R. Necessità di vedere il funzionamento dei serv,z, di un primo C.A . pl'irnu di mandarne un secondo ed trn terzo.
3· t.!94 2
:
Ore 17,30. R icevo l'Ecc. Roatta cd i Generali Rossi, nandin e F assi. Argomenti :
590
Le operazioni delle unità iraliane al fronte russo (1941 - 1943)
- Orientarsi alla costituzione del C.A. e della Armata per lo CSIR. A proposit0 Ecc. Roatta prospetta gravi difficoltà per i m ezzi di collegamento. 16.1.1942 :
Ore
1
5,35. Conferisco con il Gen. von Rintelen. Argomenti:
- N'ecessità di finire i trasporti dei complementi per lo CSIR prima di inviare altre truppe. Affermo che: si fa pitt presto a mettere a posto lo CSTH. che non ad inv iare nuove unità. .Fisso come data presumibile il 1° aprile. Chiedo però quando potremo avere i treni. Dopo questa spedizione penseremo al C.A. Alpino ma per questo bisogna esaminare assieme il problema della Balcania e la sicurezza delle nostre frontiere. Quello della Balcania è un grosso problema e noi non abbiamo le forze necessar ie per affrontarlo. Inoltre abbiamo una situazione preoccupante nel settore armi e munizioni. Affermo che ho la sensazione che si sta preparando una grossa rivoluzione in pri mavera e se si dovesse fare una vera campagna i consumi aumenterebbero molto. Bisogna che vediamo bene il problema e che stabiliamo un piano. Questo è il pensiero del Duce. Per ora nulla si può fare perché c'è la neve. Bisogna aspettare il successo che sta facendo ora la nostra d ivisione ma si può prevedere che non farà molto.
19.1.1942:
Ore 9,20. Ricevo l'Ecc. Roatta (*). Argomenti: - G.U. per lo CSIR e mia segnalazione ai tedeschi della impossibilità di iniziare invii prima del 1 ° aprile.
21.1.1942:
Ore 18,30. Ricevo l'Ecc. Ambrosio ( 0
).
Argome nti:
- Impiego di G.U. per la Russia (3 divisioni). Kostra segnalazione alla Germania dcll'impo.r.ribilitiÌ di dotarle di automezz i.
27.r.1 942:
Ore 9,30 . Ricevo l'Ecc. Scuero. Argomenti: Ort
Designazione del comandante del c;ruppo di Armata per la Russia. 10,20.
Ricevo il Gen. von Rintelen. Argomenti:
(•) li Gcncrnlc :Vforio Roana ces~, a in quel giorno clalla carica di C.1µ0 di Smo Maggiore dell'Esrrcito, per assumere il Com~ndo della 2" Armata, scambiando gli inca· richi con il Generale Ambro,io. (..) li General e designato ti• Armata Vittorio i\mhro,io cr:1 il Capo di Stato Mag.1;iorc dell'Esercito dal 19 geno:,io 19-12.
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59 1
Au tomezzi. Non ne abbiamo. Le unità che andranno in Russia saranno senza automezzi. Von Rintelcn obietta che anche loro ne hanno pochi. Faccio presente che loro hanno i mezzi per i riforn ime nti, mentre a noi mancano.
O,·e 1, ,20. R ipre ndo il colloquio col Gen. von N.i11tele11 . Questo chiede notizie sull'approntamento delle divisioni per la Russia. Rispondo che abbiamo 3 divisioni pronte e facciamo a nche il comando di C.A .. Per marzo, se sono anda ti tutti i complementi, potra nno affl uire le d ivision i. Dopo di questi potranno andare gli alpini. Ma ri peto che no n avranno automezzi. Ore 18,25. Ricevo l'Ecc. Ambrosio. A rgome nto: - Situazione divisioni alpine. Aliquota d i divisioni alpine per la Russia. Ecc. afferma di non avere mai avute direttive al riguardo. Conclusioni : le divisioni per la Russia sarebbero 3 d i fanteri a e 3 alpini. Informo che prima bisogna completare lo CSIR e occorrono 72 treni. Pertanto solo dopo il 15 marzo inizierà affl uenza d ivisioni. Ogni divisione richiede 20 giorni. Quindi 3 mesi per portare le d ivisioni, più il comando di C.A.. Solo a metà g iug no si potrà parlare degli alpini e intanto si delineerà la situazione. Il D uce ci tiene molto ma se la situazione non lo consigliasse faremo a meno di spedire le divisioni alpine. lnformo che ho o rdinato predisporre anche il comando C.A. e che ho insistito con voo Rintelen nel precisare che non abbiamo assolutamente automezzi e se no n possono darceli dovremo so~pendere l' invio cli truppe. Ecc. Ambrosio infor ma che le d ivisioni celeri 1" e 3" oggi sono incomplete (*). Le autotrasportabil i sono la T orino e Pasubio. Altre 3 (Piacenza, Veneto c Mantova) (••) sono previste ma mancano gli automezzi.
Successivamente informo che bisognerà costituire il comando C .A. Alpino e anche il comando di Armata. A proposito di questo accenno anche alla figura del coma ndante e alle idee del Duce circa S.A.R. il Principe di Piemonte. . .. . . - Problema Gariboldi. Ha già comandato un gruppo di armate. Alban ia è troppo piccola per lui ma potrebbe prendere una Armata.
3o. 1.i942: Ore 18,15 . Ricevo l'Ecc. Ambrosio. Argomenti:
(") Lo srnto cl 'incompletczz~ de lle divisioni cd cri , ~l q ua le ,i riferiv:1 il Capo di Stato ~fagg iore dell 'Esercito, dcriv:iva d a va rie cause o rglniche, la 1:0, e la z" Divisione Celere avevano dovuto cedere rq,arti alla 3" quamJo questa er~ in pa rtenza per il fronte russo; la 2• era in piena trasformazione in divisione contzzata, la 3", che da un semc,;trc operava al fronlc ru sso, era inco mpl eta no n sol:trnen{e per k numer ose perdite sofferte io uo min i, cavall i e Jl'IC7,Zi vari , ma sta va anche per trasfo rmarsi in d ivisione mororizznta, cambia ndo i due reggimenti di cavalleria montati co n uno di bersaglieri motori zzato e motorizz:,ndo t111cllo che già a,·cva e sostituendo il reggimento di artiglieria a cavallo con uno motorizzato, acquistando un battagli one mnrrai cd una tcrz:, compai:nia cannoni d:1 47 / 3~ co ntroc:1rro. (..) Er:1110 g randi unità in corso di costiwzi onc c. pcrt:lllto. non prontamente im picgahili .
59 2
Le operazioni delfe imità italiane al fronte russo (194 1 - 1943)
- Armi anticarro e da 20 delle nuove G.U. per lo CSIR. Conseguenti richieste fatte ai tedeschi unitamente a quelle degli autocarri per il servizio generale (*). I ncarico avuto dal D uce per interpellare alta personalità per assun zione del comando del CSIR e necessità che la situazione su quel fronte sia bene delineata. D ipendenza diretta dall'O.K.A ..
Documento n. 52.
COMANDO SUPREMO I Reparto Ufficio Ordinamento e Addestramento
28 gennaio 1942
s. M. GENERALE S. M. DELL'ESERCITO DEL 27 GENNAIO 1942 - XX
S I NTESI DEL COLLOQUIO FRA IL CAPO DI E lL C APO D1 NEL POM ER IGGIO
Ecc. Cavallero . L'invio delle tre div. di ftr. in Russia non potra m1z.1arsi prima del 15 marzo. Ho insistito presso i tedeschi affinché per tale data sia completato l'invio di complementi e rifornimenti al C.S.I.R .. Poiché l'invio di una divisione impegna circa una venti na di giorni, il trasporto delle 3 divisioni non potrà essere ultimato che a metà giugno. Solo per quell'epoca si potrù iniziare l'invio degli alpini. Avremo quindi il tempo necessario per determinare in rapporto alrevolversi della situazione se l'invio delle unità al pine sarà necessario.
Conclusion e : predisponiamo un Comando di C.A. e 3 clf. che certamente andra nno. Predisponiamo anche le tre div. alpine con la visione suaccennata . .Ecc. Ambrosio. Espone la situazione delle unità dell'Esercito.
D. alpine: per la primavera non saranno del tutto complete ma impiegabili .
D. celeri : la 2• si sta trasformando m corazzata, la 3" sarà divisione bersaglieri.
1..
e 3" sono incomplete,
('·) L ·csercito tedesco :1dcrì all'a,scgn:11.ionc di arm i conrrocarro più poten ti d ei can noni cb 47/.P, conscgnandv ncll" esratc 1942 1·:1rinamcnto d i nove ba tteri e di sci pe?.·1,i da 75/39 · mod. ':i7 - 38, de,tina tc c iascuna ad un:1 division,·. tranne che per la Di,·isionc « Viccm::1 » .
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c1
D. autotrasportabili : u Torino >J e Veneto>>, 11 Mantova » incomplete.
cc
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Pasubio » allo C.S.LR., u Piaccn7.a
J),
D. corazzate: 4, cc Ariete», <e Centau ro ,>, u Littorio>>, « 2 • Celere». Ariete » (gen. D c Stefanis) (*) ha preso i carri della L ittor io e sta completandosi. cc Littorio >> (gen. Bitossi) ( 0 ) con 12° bersaglieri, 1 brg. carr i e con 1 btr. controcarri e con equipaggi senza carri sta ricostituendosi. La cc Centauro » sarà completa a fine aprile. « 2 • Celere » incompleta.
11
D. mot. tipo A.S .: « Lombardia », « S uperga JJ, <<Piave », <<Pistoia )) pronte a fine aprile. « Savona J> (inesistente), 11 Brescia >J, « Trento », c1 Pavia 1, , ,, Bologna J>, « Trieste)>, 11 Sabraca >) incomplete. D. paracadutisti: completa a fine aprile.
D. aviotrasporta bile: completa a fi ne g iugno. Div. ftr.: 39, 2 complete (<1 Granatieri » e « Li vorno ») e 37 incomplete. A fin e aprile le complete sara nno 6. Ecc . Cavallero. Afferma la necessit à di fare ogn i sforzo perché 33 divisioni siano complete al rno ~~ a favore, in particolar modo, della riserva centrale.
Situazione in Croaz ia Ecc. A mbrosio . Prospetta la opportuntta di un'azione coordinata e <li direttive al comanda nte de lla 2 " Armata circa l'azione eia svolgere in primavera per la repressione della ribellione.
Ecc. Cavallero. Concorda su cali opportunità ma rileva la difficoltà, da parte germanica, di previsioni circa la disponibilità di forze a quell'epoca. Agg iunge che il D uce ha già tracciato la direttiva <l i tenere la linea delle Dinarichc: che occorrerà comunque attenersi al concetto di presidi grossi, collegati da colonne motorizzate e unità di autoblindo.
(') li Ge nc r.ilc dì Divisione Giu :.cpp: Dc Stdani, cm il Com a ndante della Divisione corazzata «Ariete» . (..) Il Gen era le d i Div isione Gervasio Bito,si c r:1 il Com;rncl:tntc della D ivisione corazzarn « Littorio " ·
38. -
u.s.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
594
D ocumento n. 53.
STRALCIO DAL DIARIO CAVALLERO (5 - 28 febbraio 1942) 5.2.1942:
Ore 18,15. Ricevo il Generale von Rintelen . Argomenti: - Armi vecchie. F aremo ricerche ma non ne abbiamo, come non abbiamo anticarro, né autocarri da dare alle n .U. per la Russia. 8.2.1 942:
Ore
18,25.
-
Ricevo il Ten. Col. Fornara. A rgomenti:
Trasporti G .U. in Russia . Sono differiti a magg io.
12.2.1942:
Ore 13,30. Ricevo il Generale von Rintelen. Argomenti: - Approntamento G.U. per la Russia. Nostra necessità di anticarro, contraerei ed autoca rri almeno per i riforni menti. Abbiamo dato 5.000 autocarri allo CSIR ma non possiamo rifornirli. Non è cattiva volon tà ma non ci sono. Per rifornire lo CSIR dovrei proprio prendere gli autocarri della Libia. . . ...
Ore 18,40. Ricevo l'Ecc. Pietromarchi e l'Ecc. Ambrosia. Argomenti: - Nostre unità per la Russia. Incarico Ecc. Ambrosia di approntare 3 divisioni alpine per il 1° giugno. 14.2.1942:
Ore -
10,1
5. Ricevo il Gen. von Rintelen. Argomenti:
Data approntamento nuove G.U. per la Russia.
Ore 10,25. T elt!fono all'Ecc. Ambrosie. Argomento: - Impegno con OK\V non solo per il secondo C .A. Zingales con 3 divisioni ma anche per tutte le unità della seconda. Chiedo se posso stabilire la data del 1° giugno.
01·e 10,30. Riprende il colloquio con il Gen. von Ri ntclen . Argomenti: - Mezzi assolutamente occorrenti per le nuove G .U. per la Russia (anticarro, conLrae rei, automezzi). Prego fa r presente questa necessità perché le nostre unità non potrebbero muoversi né rifornirsi .
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595
- Comandante dcli ' Armata per la Russ ia. Augusta Persona (•). Do la notizia in via riservatissima e raccomando non parlarne e se mai dire la cosa all'OKW in via segretissima. - Truppe tedesche agli ordini dell'Armata che and rebbe in Russia e accenni del fLihrer al riguardo. - Dipendenza diretta dell'Armata dall'OK W.
Ore 17,05. Ricevo l'Ecc. Bergia ('*'~) in separata sede. Argomenti: - Batterie da 75/ 46 mobili che può mettere a disposizione della Russia (2 da Genova, 2 da Torino, 3 da Roma, 2 da Guùlonia). Le sostituirà con batterie da 76/ 40 (0 *) da altre località. Avrebbe intenzione di mandare anche pezzi da 20. Gli do come direttiva di preparare i tre gruppi per il 1" giugno (uno per l'Armata e 2 per i C.A.). Ore 18,35. Ricevo il Gen. von Rintelen. Argomenti: - Informo che il Duce per chiedere all'alleato il mmo possibile si è rivolto all'Ecc. Bergia cd ha fatto togliere batterie contraerei dalla difesa co11tmcrei. Cercherà di rim ediare per gli anticarro. Ma assolutamente non troviamo gli autornrri e il Duce spera che ("alleato in vista della nostra buona volontà provveda al riguardo.
16.2.1942:
Ore 10,30. Ricevo il Gen. von Rintelen. Argomenti : - Approntamento comando armata e comando alpino. Telefono all'Ecc. Ambrosio e avuto conferma della data I" giugno ne do notizia a] Generale von Rintelen facendogli presente che pa a11ticc1rro e contraerei 1·idurremo l' armamento di alcune pictzze e guin<li potremo armare le G.U., m a. rimm11: insolubile il problema degli automezzi. 18.2.1942:
Ore 10,30 . Ricevo il Generale von Rintele n. A rgomen ti: - Fabbisogno automezzi. Informo che non disponiamo più dei 500 automezzi che avevo accantonato a mia disposizione perché abbiamo dovuto distribuirli per ragioni urgenti. La Piave è motori;c.zata ma è già prenota ta per la Libia ove lo stesso Rommel ha riconosciuto la necessità di unità motorizzata. Q uindi l' OKW deve penmre lui a dare i mezzi necessari alle nostre unità nel numero che giudicherà opportuno in relazione alla distanza delle ferrovie. Non si può dare ad u n coma ndo la responsabilità di una Armata.
(~) Si parl.1va di ~fiidarc il co,n:indo nl Principe di Piemonte, Ispettore dell'Arma di Fanteria. (••) li Generale di Corpo <l'Armata Claudio lkrgi3 era il Sottocapo <li Stato Maggiore dell'Esercito per In cli(csa del territorio . ('~~) Girtat:1 ma,,irna 7. 900 mt:tri.
59 6
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
27.2. 1942 :
Ore 18,05. R icevo il Generale von Rin tclen. i\.rg ome nLi: - Impiego d ei C.A. al fronte or iencale. ( ,cnerale vo n Rintelen comun ica che hanno perso molto materiale e quindi 11011 sanno ancora cosa potran110 darci in materia di ttutoca1Ti. Bisognerà quind i studiare i nostri rifornimenti come un problema cli ass ieme. Propone di uti lizzare g li automezz i dello CSfR. Rispondo che di 4.000 è ridotto a poche centinaia. Comunque assumerò maggiori informazioni al riguardo. Affermo però che il problema è molto grave. - P ensiero dell 'OKW circa nomina cli Alta Personalità al Comando del!' Armata italiana in Russia. Difficoltà che si frappongono. Armata troppo inquadrata. 11 Maresciallo non si è ancora pronun ciato circa la assegnazione di truppe tedesche a d etta armata. Chiedo se sarebbe ben visto il Generale G ariboldi. li Generale von Rin telen risponde affermativamente. Concordo. E' un uomo sul quale si pub contare anche se un po· stanco ... . .. Gli altri generali, N asci (*) e Zanghieri (**), hanno ottima p repa razione. 28.2.1942:
Ore 9. Mi reco all' udienza di S. M. il Re Imperatore. Argomenti vari ... e informazioni avute dal Generale von Rin tclen circa la lìsionomia <lei n uovo comando in R ussia (se nza acce r1110 alle inte nzioni che si avevano circa il comandante). Q,.c 11,30. Mi reco a conferire con il Duce ..... Argomenci vari era cui des ignazione comandante Corpo Russia. D ifficoltà prospettate da von Rintelcn.
Ore 17,15. Telefono all'Ecc. Scuero. Argomenti : - C.A. per la Russia.
(") Il Gent.:rn lc rii Corpo <l'Annata c; abricle Nasci era il Co111:1udanre del XXVI Corpo <l'Armnla. (..) li Gener:ik di Corpo cl' Armata Gio\"anni Zanghicri cr,i il Corn:indantc clel Il Corpo d"Arnut:i.
Documenti
597 Documento n. 54·
UNITA" DELLA
U:-rIT.\ Carabinieri : D ivisione •< Vicenza ,, :
Raggruppamento a cavallo : Fanteria : Artiglieria:
Genio:
Chimici: Aeronautica: Legione Croata su:
sn ARMATA
D lRJ::'lT/\MENTE DIPENDENTI
1 Sezione a cavallo, 1 Sezione motorizzata, 8 Sezioni miste. 2 Sezioni Carabinieri, L Battaglione Carabinieri, 2 Reggimenti cli Fanteria (su 3 btg., 1 cp. da 47 /32 ace., 1 cp. mortai <la 81), r Battaglione Mitraglieri, 1 Compagnia da 4i /32 e.e., I Battagl ione misto genio, 1 Sezione di Sanità, 2 Ospedali da Campo, r Sezione di Sussistenza, r Squadra Panettieri con forni rotabili, 1 Autosezione mista, 1 Ufficio di Posta Militare. 2 Reggimenti di Caval leria (ciascuno 2 gr. di SCJ· e 1 sq . mitraglieri), Reggimento Artiglieria a cavallo (3 gr. di 2 batte rie). 1 Battaglione Mitragl ieri, 1 Battaglione Alpi ni sciatori. 1 Raggruppamento Artiglieria d'Armata (2 gr. da 149/ 28, 3 gr. da 149/40, r gr. da 2w/ 22), r Reggimento Artiglieria Mot. e.e. (3 gr. da 75/32), 1 Raggruppamento Artiglieria e.a. (5 gr. eia 75/ 46), 4 Batterie e.a. da 20, 1 Repa rto Speciale, 1 Sezione fotoelettricisti. 1 Battaglione Artieri, 1 Raggruppamento trasmissioni (2 btg.), e Compagnia Telemarconisti, 1 Colombaia mobile, 2 Com pagnie Idrici, t Compagnia Anti ncend i, 4 Battaglioni Pontieri. J Compagnia Traghettatori, 2 Battaglioni Ferrovieri, 2 Battagl ioni Lavoratori. 1 Raggruppa mento Chimico (2 btg). 1 Gruppo di osservazione (2 squadriglie), r Gruppo Caccia Terrestre (4 squadriglie). 1 Battaglione Fucilieri, 1 Compagnia m ortai da 8J, r Compagnia da 47/ 32 e.e..
R IEPILOGO
Carabinieri: Battaglio ni: Mortai da 8r: Pezzi da 47/32: Pezzi da 20: Pezz i da 75/ 27 mod. 1912: Pezzi da 75 / 32 e.e.: Pezzi da 75 / 46 e.a. : Pezzi da 149/28: Pezzi da 149/40 : Pezzicla2ro /22 :
1 Battaglione e 12 Sezioni. 33 (Battaglioni 29 + Compagnie Autonome 14).
27. 28. 32.
2,1. 36. 52. 24. 36. 12.
598
Le operazioni delle unità italiane al fronte msso (1941 · 194?)
li CORPO D'ARMATA U NJTÀ DIRETTAMENTE DfPENUENTI
Carabinieri: F anteria: Artiglieria: ( ,cnio:
Chimici: M.V.S.N.:
2
Sezioni miste,
1
Sezione a cavallo.
2 Battaglioni mtr., 1 Battaglione e.e. da 47 /32, I Battaglione Guastatori. Raggruppamento Artiglieria <li C.A. (2 gr. ro5 / 28 e 2 gr. 149/ q), 1 Reparto Specialisti, 2 Batterie e.a. da 20. r Battaglione Artieri, 2 Compagnie Tclegrafìsti, 1 Compagnia Marconisti, 1 Colombaia Mobile, r Officina Riparazioni Materiale Colleg .. 1 Compagnia Chimica, 2 Compagnie Lanciafiamme. 1 Raggruppamento (4 Btg. fuc. e 2 Btg. Armi Accompagnamento). l
SERVIZI
Sanità:
Commissariato : T raspor ti: Automobilistico: Ricuperi:
Sezione di Sanità, 2 Ambulanze Radiologiche, 1 Amb. Odone., r Sez. Disinfezione, 12 Ospedali da Campo, 3 >!uclei Chirurgici. , Sezione di Sussistenza. 1 Autoreparto Pesante (2 Sezioni Autoambulanze e -~ Sez. miste), 6 Autosezioni Pesanti, 3 Officine mod. 37. I Officina Mobile Pesante. l Compagnia Ricuperi. 1
D t V ISIONI (( SFORZESCA )} F, (( COSSERIA ))
ciascuna
Carabinieri: Fanteria :
2
Artiglieria :
, r
Gen io:
r
Sanità: Commissariaco : Trasporti:
I
1
1
,
Sezione Mista e I Sez. Motorizzata. Reggimenti ( 1 cp. comando, 1 cp. mortai 81, 1 htr. ace. 65 / 17, 3 htg. su : 1 cp. comando,-~ cp. fuc., I cp. armi accomp.): Battaglione mortai, 2 Compagnie <la 47 / 32 e.e.. Reggimento Motorizzato (1 Rep. Comando, 1 G r. 105/ 28 su 3 ber. e Rep. M. e V., 2 Gr. 75/18 su 3 ber. e unico Rep. M. e V .), 2 lltr. e.a. da 20, , Ber. e.e. da 75 / 39 (6 pezzi). Compagnia Artieri, t Compagn ia Tclcmarconisti, , Sezione Fotoelettricisti. Sezione di Sanità. Se7.ione di Sussistenza. Sezione Autocarrclle per btr. ace.. D 1v1s10NE
Carabinieri: fanteria:
« RAVENNA
>>
r Se7.ione Mista e 1 Sezione Motorizzata. 1 Reggimento (Cp. Comando, Cp. Mortai 81., Btr. 65 / 17 ace., 3 Btg. su Cp. Comando, 3 Cp. Fucilieri, I Cp. Armi Accompagnamento);
Documenti Fanteria :
Artiglieria:
Genio: Sanità: Commissariato: T rasporti :
599
81 , Cp. 47/ 32 ace., 3 Btg. su C p. Comando, 3 Cp. Fucilieri, 1 Cp. Arm i Accompagnamento); , Btg. Morrai, 2 Compagnie e.e. 47/32. 1 Reggimento Motorizzato (Rep. Comando, r Gr. 105 / 28 su 3 btr. e Rep. Y.f. e V., 2 Gr. 75/ 18 su 3 ber. e unico Rep. M. e V.), 2 Ber. e.a. <la 2 0 , L Rtr. e.e. 75/39 (6 pezzi). 1 Compagnia Artieri, 1 Compagnia Telcmarconisti, 1 Sezione Fotoelettricisti. 1 Sezione di Sanità. e Sezione di Sussistenza. J Sezione Autocarretrc per ber. accompagnamento. 1 Reggimento (Cp. Comando, Cp. Mortai
RIEPILOGO
Carabinieri: Battaglioni: Mortai <la 8 1: Pezzi da 47 /V: Artiglierie:
9 Sezioni.
+ 27
41 (32 hcg.
cp. autonome).
153·
94 (e.e. e di ace.). da da da da da da eia da
20 :
65/ 17: 75/ 39: 75 / 18: 75/ 27-1I 75/ 13: 100/ 17: 105 / 1 L:
da ro5 / 28: da 105 / 32: da 1 49/ 1 3:
:
pezzi 64 pezzi 20 pezzi e.e. i8 pezzi 72 pezzi pezzi pezzi pezzi pezzi 60 pezzi pezzi 24
Totale:
258
Corazzati :
Servizi: Sanità:
Commissariato: Trasporti:
Posta le e T elegrafico:
4 Sezioni di Sanit,ì. 2 Ambulanze Radiologiche, 1 Ambulanza Odontoiatrica, J Sezione D isinfez ione, 3 Nuclei Chirurgici, 12 Ospedali da Campo. 4 Sezioni di Sussistenza. 1 Autoreparto Pesante (con 2 Sezioni Ambulanze), 6 Autosezioni Pesanti, 3 Sezioni Autocarrette, 3 Officine mod. 37, J Reparto Carreggio e Slitte. 4 Uffici di Posta Mil itare.
600
Le operazioni delle unità italiane al frnnte rnsso ( 194l - 1943)
XXXV CORPO D'ARMATA (CSIR)
U:-ttTA l)lllETfA.MENTE Carabinieri: Fanteria: Artiglieria: Genio :
Chimici: M.V.S.K.:
DIPENDENTI
3 Se:Lioni motori:Lzate. 1 Battaglione mtr., 1 Battaglione e.e. da 47 / 32, 1 Compagnia Bersag lieri motociclisti, 1 Battaglione G uastatori. 1 Raggruppamento Artiglieria di C.A. (3 g r. 105/ 32 e 1 g r. 149/ 13), 2 Batterie e.a. da 2 0. 1 Battaglione Artieri, I Battag lione Collegamenti, r Officina Riparazioni Materiale Colleg., 1 Sezione Fotoelettricisti, 1 Colombaia Mobile. 1 Compagnia C himica. I Raggruppamento (4 Btg. fuc. e 2 Btg. Armi Acco mpag namento). S E RVIZI
Sanit;1:
Commissariato: Tras porti:
Automobilistico: Ricuperi :
Sezione e.li Sanità, 2 Amb. Radiologiche, 1 Amb. Odone., r Se:L. Disinfezione, 12 Ospedali da Ca mpo, 3 Nuclei Chirurg ici. 1 Sezione d i Sussisten7,a . r Autoreparto Pesante (4 Scz.). 1 Autorepa rto Misto (r Sez. mista, 1 Sez. Amb., 2 Sez. Autobotti), 2 Autoreparti Speciali, 2 Autoreparti PesanLi (ciascuno su 2 Sez.), , Reparto Salmerie. 1 Officina Mobile PesanLe. r Com pag nia Ricuperi. 1
D1 v1s10NE
Carabinieri: Fanteria :
Artiglieria:
Genio : Sanità: Comm issariato : Trasporti:
Sezioni Motorizza te. Reggimenti (1 cp. comando, 1 cp. mortai 81, 1 htr. ace. 65/1i, 3 btg . su : I cp. coman<lo, 3 cp. fucili eri, 1 cp. a rmi accompag namento); 2 Battaglioni mortai, 2 Compagnie da 4ì /32 e.e .. 1 Reggimento Motorizzato ( , Rep. Comando, r Gr. 100/ 17 su 3 btr., 2 Gr. ìs/27 mo<l. 1911 su 3 btr., l Rcp. M. e V.), 2 Btr. e.a. da 20, I Btr. e.e. 75/39 (6 pezzi). 1 Compag nia Artieri, I Compagnia Telemarconisti, 1 Sezione Potoelcttricisti. 1 Sezione di Sanità. r Sezione di Sussistenza. 1 Autofficina mccl . 37. 2
2
D1v1sroNE
Carabin ieri : Fanteria:
« P ASUBJO »
2 2
2
« TotUNO »
Sezioni Motorizzate. Reggimenti (C p. Coman<lo, Cp. Mortai 8r, Cp. 47 /32 ace., 3 Btg. su Cp. Comanc.lo, 3 Cp. F ucilie ri, 1 Cp. Armi Accompagnamento); Btg. Mortai, 2 Compagnie e.e. 47 /32.
Documenti Artiglieria:
1
60 1
Reggimento Motorizzato (Rep. Comando, 1 Gr. 100/ 17 su 3 btr., 2 Gr. 75 /27 mod. J 91 r su 3 htr., Reparto
M. e V.) ; Genio:
Btr. e.a. <la 20, 1 Btr. e.e. 75 / 39 (6 peui). r Com pagnia Ar tie ri, r Compag nia T elemarconisti,
Sanità: Commissariato: Trasporti:
z ione F otoelettricisti. r Sezione di Sanità. 1 Sezione d i Sussistenza. 1 Officina mod. 37.
2
3" Carabin ieri : Fanteria:
Corazzati: Artig lieria :
Sezioni Celeri. 2 Reggimenti Bersaglieri (ciascuno : Cp. Comando, 3 Btg. su 1 Cp. Comando, 3 Cp. Bersaglieri, 1 Cp. arm i accompagname nlo), J Btg. Motociclisti (3 C p.), 1 Btg . Mortai, 3 Cp. e.e. 47 / 32. I Btg . carri L / 6 (2 Cp., 3 r carri); 1 G r. semo ve nti da 47 /32 (2 Sq uadr., t9 semoventi). r Reggimento Motorizzato (Rep. Comando, 1 G r. 100/ i7 su 3 btr., 2 Cir. 75 / 27 mod . 19n su 3 btr., Reparto
2
2 r , 1 1
·
Btr. e.a. da 20, 1 Btr. e.e. da 75/39 (6 pezzi). Cp. Artieri, 1 Cp. T clemarconisti. Sezione d i Sanit~. Sezione cli Sussistenza. Autogruppo Pesante (~. Autoreparti). 1 Offici na mod. )7. R IEPILOGO
Carabinie ri : Battaglioni : Mortai da 8 1: Pezzi da 47/32: Artiglierie:
Corazzati:
Se-
D 1vJS10N.t: C ELERE
M. e V.); Genio: Sa nità: Commissariato : Trasporti :
1
9 Sezioni. 44 (35 btg. + 27 cp. autonome). 189. 108 (e.e. e cl i ace.). da 20 : pezzi 64 pezzi 8 da 6-),/ 1,.,: I pezzi e.e. 18 da 75/39 : da 75/ 18: pezzi da 75/27•1 I: pezzi 72 da 75 / 1 3: pezzi pezzi da 100/ r7 : 36 pezz i da 105/ u: pezzi da rn5 / 28: da ro5 / 32: pezzi 36 da 149/13: pezz i I2
31 carri L / 6 con pezzo da 20 mm: 19 semoventi con pezzo da 47 /32.
602
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Servizi : Sanità:
Commissariato: T rasporti :
Postale e Telegra fico:
4 Sezioni di Sanità, 2 Ambulanze Radiologiche, r Ambulanza Odontoiatrica, , Sezione Disinfezione, 3 :\luclei Chirurgici, 12 Ospedali da Cam po. 4 Sezioni d i Sussistenza. 7 Autoreparti Pesanti, , Autoreparto Misto (con r Sezione Ambulanze e 2 Sezioni Autobotti), 2 Autoreparti Speciali, 3 Autoflìcine mod. 37, r Reparto Salmerie. 4 Uffici d i Posta Militare.
CON.PO D'ARMATA ALPINO UNIT1' nTRETTAMENTE DIPENDENTI
Carabinieri : Fanteria : Artig lieria: Genio:
Chimici: M.V.S.N.:
2
Sezioni Alpine.
r Raggruppamento Artiglieria di C.A . (3 gr. 105/32 e 1 gr. 149/ 13), r Reparto Specialisti, 2 Batterie e.a. da 20. r Battaglione Artieri, 1 Battaglione Misto Colleg., 1 Colombaia Mobile, 1 Officina Rip. Mat. Colleg., 1 Battag lione G uastatori, I Compagnia Fotoelcttricisti. r Compagnia Chimica.
SERVIZI
Sanità :
Sezione di Sanità, r Ambulanza Odontoiatrica, 1 Sezione Disinfezione, 6 Ospedali da Campo. 1 Sezione di Sussislcnza. , Au torepa rto M isto (2 Sezioni Pesanti, 1 Sezione Lcg· gera, r Sezione Autocarrette). r Officina Mobile Pesante. r Compagnia Ricuperi. 1
Commissariato: Trasporti: Automobilistico: Ricuperi:
Drv rsroN1 « TR IUENTINA J>, «
JuuA ,,
.t:: '< CuNEENSJ:: >>
CtaSCUf/(t
Carabinieri : Fantcria:
2 2
2
Artiglieria:
T
Genio:
1
Sezioni Alpine. Reggi menti Alpini ( r cp. comando, 3 btg. su: r cp. comando, 3 cp., r cp. armi ace., r sez. sanicà, r ospedale da campo, r nucleo sussistenza, r sezione salmerie). Compagnie da 47 /32 e.e.. Reggimento (1 Rep. Comando, 2 Gr. 75/13 su 3 btr. e Rep. M. e V., I Gr. 105/11 su 2 btr. e Rcp. M. e V.), 2 Btr. e.a. da 20, r Btr. e.e. 75 /39 (6 pezzi). Battaglione Misto (r Compagnia Artieri, 1 Compagnia T elemarconisti, r Sezione Fotoclcttricisti).
Documenti
Sanità : Commissariato: Trasporti :
1
1 1
Sezione di Sanità, 4 Ospedali da Campo. Sezione di Sussistenza. Autoreparto Misto (5 Sezioni e I Sezione Autohotti), Reparto Salmerie.
1
RIEP!L.OGO
Carabinieri: Battaglioni: Mortai da 81: Pezzi da 47 / 32: Artiglierie :
8 Sezioni. 28 (24 btg.
+ 13
cp. autonome).
54. 36. da 20: da 65/ 17= da 75 / 39 : da 75 / 18: da 75/ 27-1 I: da 75 / 13 : da 100/ 17 : da 105 / 1[: da 105/ 28 : da 105/32: da 149/13 :
pezzi 64 pezzi pezzi e.e. 18 pezzi pezzi pezzi 72 pezzi pezzi 24 pezzi pezzi 36 pezzi J2 Totahr:
226
Corazzati: Servizi :
Sanità :
Commissariato: Trasporti: Postale e Telegrafico:
Sezioni di Sanità. o Ambulanze Radiolog iche, 1 Ambulanza Odontoiatrica, 1 Sezione Disinfezione, o Nuclei Chirurgici, 24 Ospedali da Campo. 4 Sezioni di Sussistenza, 6 Nuclei di Sussistenza. 4 Autoreparti Misti (con 3 Sezioni Autobotti), 3 Reparti Salmerie, 6 Sezioni Sal merie.
10
4 Uffici di Posta Militare.
INTEND ENZA 8" ARMATA Carabinieri: Sanità :
Commissariato:
1 Compagnia e 3 Sezioni Miste. Direzione di Sanità, 1 tvfagazzino di Sanità, 36 Ospedali da Campo, 6 Ospedali di Riserva, 2 Convalescenziari, 2 Sezioni Bonifica Gassati, 2 Sezioni Disinfezione, 1 Laboratorio Chimico - Batteriologico - Tossicologico, 20 Treni - Ospedale. Direzione di Commissar iato, r Magaz1.ino Viveri e A vena, 1 Magazzino Foraggi, Paglia e Legna, 1 Magazzino Vestiario ed Equipaggiamento, I Compagnia Macellai.
604
Le operazioni delle u11ità italiane 11! fronte rnsso ( 1941-1943 )
4 Sezioni Sussistenza, 4 Sezioni Panettieri con forni rotabili, II Squadre Panettieri con forni rotabili, , Sezione Panettie ri con forni carreggiabili, 6 Sezioni Panettieri senza forni mobili, 1 Sq uadra M ista Panettieri. Am m inistraz ione: Direzione cli Amministraz ione. Artiglieria: D irezione d i Artiglie ria, I Magazzino di Artiglieria. Direzione del Ge nio. t Maga zzino del Genio, 1 Com pagnia Genio : Artieri. Chimico : D irezione Chimica, 1 Magazzino Chimico, 1 Laboratorio C h imico da Campo. Ippica e Veterinaria: Direzione d i Ippica e Veterinaria, r Magazzino di Veterinaria e Mascalcia, r Parco quadrupedi, Carreggio e Barda ture, 7 Infermerie q uadruped i. T rasporti: Direzione Trasporti, 2 Battaglioni Movimento Stradale (6 C om pagnie e 2 Reparti Soccorso Stradale), 2 Centurie Milizia d ella Strada, ~ Auto raggruppamenti ( in totale : 33 Autoreparci Pesanti, r Autoreparto Misto, 2 Autorepa rti Amb ulan ze, 1 Repa rto Au tobotti, 9 A utofficine). Au tomobilistico : D irezione A utomobilistica, 2 Parchi Automobilistici, 6 Aut officine di Autogruppo, 2 Officine Speciali FIA T. T appe : D irezione cleJle T appe, 3 Coma nd i di T appa P r incipali, 6 Comandi di T appa Secondari, 11 Comandi di Tappa Speciali, 4 Uffici Ta ppa Principal i, 7 Battaglioni Territoriali M obili. 8 ( ; rupp i Appied ati cli Artig lieria, r Compagnia Presidiaria. Postale e Telegra fi co : D irezione Postale e T elegrafica, 7 Uffic i cli P osta M ilitare. Ricuperi: Direzione dei Ricuperi, 1 Compagnia Ricuperi. Strade: Direzione Strade. Economia d i G uerra: D irezione Economia di Guerra. Legnami: D irez ione Legnami, 2 Compagn ie F oresrnli.
RIEPILOGO GENERALE 8" A RMATA C arabinieri: Fanteria : Corazzati : Artig lieria :
, Rattaglione, , Compagn ia, 41 Sezioni. 164 Battaglioni, 423 Mortai eia 81, 266 pezzi da 47/:P· 31 Ca rri Armati L/ 6 con cannone da 20, 19 Semoventi con cannone da 47 / 32. 224 pezzi da 20 e.a., 28 pezzi da 65/17 d 'acco mpag name nto , 54 pezzi d a 75 / 39 e.e., 72 pezzi da 75 / 18, 72 pezzi da 75 / 27 mod. 1911 T.M., 24 pez zi d a 75/27 mod . 1912 ip potrainati, 72 pezzi da 75/ 13 someggia ti, :16 pezzi da 75/ 32 e.e.. 52 pezzi eia 75/ 46 e.a., 36 pezzi d a 100/ 17, 24 pezzi da 105/n carrellati, 60 pezzi da 105/28, 72 pezzi da J05/32, 48 pe:l.zi da 149/ 13, 24 pezzi da 149/ 28, 36 pezzi da 149/ 40, 12 pezzi da 210 / 2 2 .
In totale: 94G pezzi.
Documenti
Aeronautica: Sanit~t:
Commissariato:
Artiglieria: Genio: Chimico: Ippica e Veterinaria : Trasporti:
Automobilistico : Tappe: Postale e Telegrafico: Ricuperi: legnami:
605
2 Squadriglie d 'osservazione, 4 Squadriglie caccia terrestre. 19 Sezioni di Sanid, 4 Ambulanze Radiologiche, 3 Ambulanze Odontoiatriche, 5 Sezioni Disinfezione, 2 Sezioni Bonifica Gassati, 6 Nuclei Chirurgici, 84 Ospedali da Campo, 6 Ospedali di Riserva, 2 Convalescenziari, I Laboratorio Chimico - Batteriologico - Tossicolog ico, 20 Treni Ospedale, 1 Magazzino di Sanità. 17 Sezioni Sussistenza, 6 N uclei Sussistenza Al pini, r Magazzino Viveri cd A ve na, 1 ~agazzino Foraggio, Paglia e Legna, 1 Magazzino V estiario ed Equipaggiamento, r Compagnia Macellai, , 1 Sezioni Panettieri, 13 Squadre Panettieri. Magazzino di Artiglieria. Magnzino <lei Genio. Magazzino Chim ico, r Laboratorio Chimico da Campo.
Magazzino Veterinaria e Mascalcia, r Parco Quadrupedi, Carreggio e Bardature, 7 Infermerie Quadrupedi. 50 Autoreparti, 2 Reparti Autoambulanze, 2 Reparti Autobotti, 12 Autofficine, 7 Reparti Salmerie, 1 Reparto Carreggio e Slitte. 2 Parchi Automobilistici, 8 Officine. 24 Comandi <li Tappa. t
19 Uffici di Posta Militare. 4 Compag nie R icuperi. 2 Compagnie Forestali .
Documento n. 55.
QU ADRO DI B ATTAGLI A DE L L '8• ARMATA
8" ARMATA CmfANDO
Comandante : Gen. des. A. Italo C ariboldi. Capo <li S.M.: Gen. D. Bruno Malaguti. Comandante <lc]J'Artiglieria: Gen. D. Mario Balotta. Comandante ciel Genio: Gcn. D. Arnaldo Forgiero. Comandante delle T ruppe Chimiche: Ten . Col. Cesiro Mischi. Comanda nte dell'Aeronautica: Gen. B.A. Enrico Pezzi.
60 6
Le operaz ioni delle unità italiane al fronte russo (1941 • 1943)
Il CORPO D'ARMATA Co.\fANDo
Comandante: Geo . C.A. G iovann i Zangh ierì. Capo di SM: Col. Ugo A lmici. C.te dell'Artiglieria: Gen. B. Mario Martorelli (1). C.te del Genio: Gen. B. Balilla Rima. QUA RTI ER G ENERAL E
Sez.ion i miste Carabinieri 183" e 204• . Sez.ione a ca vallo Carabinieri 362". 9• Sezione topocartogranca. 2• Squadra fotografica. 9" Squadra telefotografica. 2 0° Ufficio Posta Militare. 21 ° Autotreno Comando. 2 " Drappello automobilistico per Comando di C.A ..
UNITÀ DIRETTAMENT E DIP ENDENTI
Fanteria. II Cli
Battaglione Battaglione XXXII Battaglione rr Battaglione
Mitraglicri di C.A .. Mitraglieri autocarrato. controcarro da 47 / 32 G ranatieri di Sa rdegna. Guastatori <li f anteria.
A rtiglieria.
2° Raggru ppamen to artiglieria di C.A . (C.te Col. Enrico Grimaldi) (2), con Grup pi : llI e XXIII cannoni da ro5 /28 ; CIII, CXXIII, CXXlV ( 5) gruppo obici da 149/ 13. 2 ° Reparto specialisti di A rtiglieria. 52" e 54• Batteria contraerei da 20 mm.
Genio. XV Battaglione artieri, con : 14, 2 a, 104 a Compagnia artieri. 82" e 84" Compagnia telegrafisti. 101" Compagn ia marconisti. 6" Colombaia mobile. 2 • Officina autocarreggiata per materiali di collegamento.
(1) Fino :,1 30 novembre 191 2. Dal , 0 dicembre: Gen. B. Italo Giglio.
(:2) Fino al 30 novembre 191 2. Dal 1° dicembre : Tcn. Col. i.g.~. Liberato M:1scagn<1. (3) T rasicrito al 30° Rgpl. a . di C.A. dal 26 luglio 194~.
Documenti Chimici. Compagnia chimica ,, A ». 4• e 5" Compagnia lanciafiamme.
2"·
M.V.S.N .. Raggruppamento CC.N N . « 23 Marzo >l (C.tt: Lgt. Gen. Enrico Prancisci) (r), con : Gruppo Battaglion i CC.NN. « Valle Scrivia i> (C.te Console Mario Bertoni) con: V e X XXIV Btg. CC.NN .; XLI Btg. CC.NN. armi accompagnamento; Gruppo Battaglioni CC.NN. « Leonessa ii (C.tc Console Graziano Sardu) con: XIV e XV Btg. CC.NN.; XXXVIfl Btg . CC.NN. armi accompagnamento. SERVIZI
di Sanità : 82• Sezione di Sanità. 27" e 42" Ambulanza radiologica. 2 3 Ambulanza odontoiatrica. 11" Sezione disinfozione. Ospedali da Campo: 5°, 6u, 7°, 14°, 15°, 16°, u8°, u9°, 120°, 243°, 438'', 805°. N uclei Chirurgici: 27°, 37°, Jo5".
di Co mmissariato: 70" Sezione Sussistenza.
Trasporti : 2° Autoreparto Pesante (con due sezioni au toambulanze e tre sezioni miste). 6 Autose?:ioni pesanti. 3 Offic ine mod. 37.
Automobilistico : 45 3 Officina Mobile pesante.
Ricuperi: 4" Compagnia Ricuperi. DIVISIONE DI FA T ERlA
<<
SFORZESCA » (2")
COMANDO
Comandante : Geo. D. Carlo Pellegrini. Capo di SM: Ten. Col. G iovanni F iore. ( t ) Fino al novem bre r942. Dal novembre 1942 Luogott·ncnte Gcn. luigi lvfartincsi.
608
Le operazioni delle u11ità italiane al fronte russo (1941 - 1943) Q UARTIER GENERALE
4" Sezione mista Carabinieri.
5• Sezione motorizzata Carabinieri. 2 " Drappello automobilistico per C.do D.f.. 69<• Uffic io Posta Militare.
FA:KTERlA
Comandante Fanteria Div.le: Gen. B. M ichele Vaccaro. 11 Umbria » (C.te Col. Massimo Contini) su : Comando e cp. Comando di Rgt.; cp. mo rtai da 8 r; btr. cannoni accomp. <la 65 / 17; Btg. (l, II, Ili) ciascuno su : C.do e cp. C.do di Bcg.; tre cp. fucilieri : cp. armi accomp. (mitragliatrici e mortai da 45). 54" Rgt.f. « Umbria ii (C.te Col. Mario Viale) su : Comando e cp. Comando di Rgt.; cp. mortai da 8r; btr. cannoni accomp. da 65 / 17; Btg. (I, IT, II!) ciascuno su: C.do e cp. C.do di Btg.; tre cp. fucilieri; cp. armi accompagnamenco (mitragliatrici e mortai da 45). ll Battaglione mortai Divisionale (da 8r). 2" e 121" Compag nia cannoni e.e. da 47/32.
53° Rgt.f.
ARTIGLIER IA
17° Rgt. Artiglieria Motorizzato (C.te Col. Achille Tirindelli) su: C.do e Reparto C.do di Rgt.; Reparto Munizioni e Viveri Reg.le (per i Gruppi da 75/ r8); I G ruppo da 105 /28 su tre ber. e Reparto Mun. e Viveri; I e H Gruppo obici da 75/ 18 ciascuno su tre btr.. 53•· e 302~ batteria cannoni contraerei da 20 mm. 70• batteria cannoni controcarro da 75 /39 (su sei pezzi). GENIO
16" Compagnia Artieri . 2• Compagnia Telegrafisti e Marconisti. 8" Sezione Fotoclctt ricisti.
SERVI ZI
di Sanità: 6• Sezione di Sanità.
Documenti
609
di Commissat·iato : 1•
Sezione di Sussistenza.
Trasporti: 2"·
Sezione autocarrette (per btr. di accompag namento). DIVISIONE D I FANT ER IA
«
RAVENN A)) (3")
Co:\.f ANDo
Comandante : Gen. D. Eduardo N ebbia (1). Capo di SM: Ten. Col. Paolo Ducros. Qt:ARTI.ER GENERALE
f Sezione mista Carabinieri. 8• Sezione motorizzala Carabinieri. 3° Drappello automobilistico. 53° Ufficio Posta Mililare. FANTERIA
Comandan te Fanteria Div.le : Gen. B. Manlio Ca pizzi. 37° Rgt.f. « Ravenna )> (C.tc Col. Giovanni l\'aldoni) su: C.do e cp. Com ando di Rgt.; cp. mortai da 81; btr. cannoni ace. da 65/ r7; Btg . (T, II, IJI) ciascuno su : C.do e cp. C.do di Btg.: tre cp. fucilieri; cp. armi accompagnamen to (mitragl. e mortai da 45). 38" Rgd. « Rave nna )> (C.ce Col. Mario Bianch i) su: C .do e cp. Comando di Rgr.; cp. mortai da 81; cp. cannoni da 47 / 32 di ace. ; Btg. (I, II, III) ciascuno su: C.do e cp. C.do di Btg.; tre cp. fucilieri ; cp. armi accompag namento (m itragl. e mortai da 45). TII Battaglione mortai Divisionale (e.la 81). 3" e r54• Compagnia cannoni e.e. da 47 / 32. ARTIGLIERIA 121 °
Rgt. a. Motorizzato (C.tc Col. Giacomo Manfredi) su : C.do e Reparto C.do di Rgt.; Reparto Mun. e Viveri Reg.le (per i Gruppi da 75/1 8);
(r) Fino al 3 ottobre
39· -
u.s.
19~2.
Dal 3 otcobrc
19<12
Ccn. 11. i.g.s. Francesco Duponc.
61 o
Le opemzioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943 )
XXVIII Gruppo da 105/ 28 (su tre batterie e Reparto Munizioni e Viveri); I e II Gruppo obici da 75/18 ciascuno su tre batterie. 51" e 303" batteria cannoni e.a. da 20 mm. 71" batteria cannoni e.e. da 75 / 39 (su sei pezzi). GENIO
18" compagnia artieri. 3" com pagnia telegrafisti e marconisti. Sezione focoelettricisti.
10"
SERVIZI
di Sanità:
18" Sezione di Sanità. di Commissariato:
7" Sezione di Sussistenza. Trasporti :
3• Sezione autocarrecte (per btr. di ace.). DIVISIONE D I FANTERIA «COSSERIA >> (5") COMANDO
Comandante: Gen. D. Enricc> Gazza le. Capo d i SM: Col. Giuseppe Stefanelli (1). QUA RTIER GENERALE
13• Sezione mista Carabinieri. Sezione motorizzata Carabinieri. 5° D rappello automobilistico. 42" Ufficio Posta Militare. 14a
f.>\NTERIA
Comandante Fanteria Div.le : Gen. B. Vincenzo Robertiello. 89° Rgt.f. «Salerno» (C.te Col. Paoli no Maggio) su: C.<lo e cp. Comando di Rgt.; cp. mortai da 81; btr. cannoni ace. da 65 / 17; Btg. (I, II, III) ciascuno su : C.do e cp. C.do di Btg.; tre cp. fucilieri; cp. armi ace. (mitragliatrici e mortai eia 45). 90" Rgr.f. «Saler no» (C.te Col. Aldo Guasconi) (2) su: C.do e cp. Comando cli Rgt. ; (1) Fino al
1° novtmbre. D :il 2 novembre Ten. Co l. Giuseppe i\fassaioli. (2) Fino al 31 ottobre,. Dal 1° novembre Tcn. Col. Giacomo Lapcnna.
Docu·m enti
6I r
cp. mortai da 81; ber. cannoni ace. eia 65 /17; Btg. (I, II, III) ciascuno su : C.do e cp. C.do di Btg.; tre cp. fucilieri; cp. armi ace. (mitragliatrici e mortai da 45). CV Battaglione Mortai Divisionale (da 81). 135" e 355" Compagnia Cannoni e.e. da 47/32. ARTIGLIERI A
108., Rgt. a. Motorizzato (C.te Col. Ernesto Drammi) su: C.do e Reparto C.clo di Rgt.; Reparto Mun. e Viveri Reg.le (per i Gruppi cla 75 / 18); IV Gruppo da 105/ 28 (su tre batterie e Reparto Munizioni e Viveri); I e II G mppo obici da 75 / 18 ciascuno su tre batterie. 87' e 305a batteria cannoni e.e. da 20 mm. 72• batteria cannoni e.e. da 75/39 (su sei pezzi).
23" Compagnia artieri. 53 Compagnia telegrafisti e marconisti. 533 Sezione focoel ettricisti. SERVIZI
di San ità: 47" Sezione di Sanità.
di Commissariato: 48a. Sezione di Sussisten7.a.
Trasporti: 5• Sezione autocarreuc (per btr. <li ace.).
XXXV CORPO D'ARMATA (CS!R) CO.\'!Al\T>O
Comandante: Gen. C.A. Giova nni Messe (1). Capo <li SM: Col. Umberto Utili (2). C.te dell'Artiglieria: Gcn. B. Francesco Dupont (3). C.cc del Genio: Gcn. B. Mario Tirelli.
(1) Fino al 31 ottobre 1942. D:1l 1° llO\'cmhrc Grn. C.A . Francesco Zingalcs. (2) Fino al 31 ottobre 1942. Oal 1° non:mbre Col. G:icrano Varg;,s. (3) f ino al 2 ottohrc 1942 . Dal 2 ottobre 19,12 Gen. Il. Adriano Perrod .
612
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943)
) QUARTIER GENERALE
Sezioni Motorizzate Carabinieri 193", 194", 684". 33" Sezione topocartografìca. 33• Sezione fotografica. 33" Sezione topografi per artiglieria. 88° Ufficio Posta Militare. Reparto fotocinematografico. Drappello automobilistico per Comando di C.A. At.. 13° Nucleo movimento stradale. 1 a Sezione carburanti.
UNIT,\
DIRETTAMENTE DIPENDENTI
Fanteria. CIV Battaglione U Battaglione XV Battaglione 1" Compagnia
Mitraglieri di C.A .. Cannoni 47 /32 controcarro. G uastatori di Fanteria. Bersaglieri Motociclisti.
Artiglieria.
30° Raggruppamento Artiglieria di C.A. (Col. Lorenzo Matiotti) con: Gruppi : LX, LXI e LXII cannoni da 105/32; CXXIV obici da 149/13 (1); Batterie: 95" e 97'' contraerei da 20 mm. Genio. IV
Battaglione artJcn, con: r", 2 " e 3" Compagnia artieri. VIII Battaglione collegamenti, con : 1 21 " e 122"' Compagnia telegrafisti; 102~ Compagnia marconisti; 20" Colombaia mobile. r9" Officina autocarreggiata per materiali di collegamento. 88" Sezione fotoelettricisti autocarrata.
Chimici. 16'
Compagnia truppe chimiche.
M .V.S.N .. Raggruppamento CC.NN. « 3 Gennaio» (C.te Lgt. Gen. Filippo Diamanti) con: Gruppo Battaglioni CC.NN. << Tagliamento >> (C.te Con.sole Nicolò Nicchiarclli) (2), con : (J) Tr,1sforito d,,I 2° Raggru ppamento Artiglieria di C. A. il 26 luglio x942. (2) Dnll ';iuwnno 1942 Console Domenico Minica.
Documenti
LXlll e LXXIX Btg. CC.NN .; LXlII Btg. armi accompagnamento (dell'Esercito); Gruppo Battaglioni CC.KN. « Moncebello » (C.te Console Italo Via11ini) con: Vf e XXX Btg. CC.NN.; XII Btg. CC.NN. armi accompagnamento. SERVIZI
di Sanità :
14" Sezione cli Sanità. e
1·'
2"
Ambulanza rad iologica.
14" Ambulanza odontoiatrica. 251' Se:àone disinfezione. Ospedali da Campo : 46", 47°, 89°, 90", 117°, r48°, 159°, 578", 825°, 826", 836'', 87,~o. Nuclei Chirurgici: 20°, 25°, 52°. di Commissariato:
87~ Seàone di Sussistenza. Trasporti:
27" Autoreparto Pesante (su 4 Sezioni). 228° Autoreparto Misto (su 4 Sezioni di cui: una mista, una autoambulanza e due autobotti). e 2 ° Autoreparto Speciale ( per trasporto Raggruppamento CC.NN.). 185" e 190" Autoreparto Pesante (ciascuno su due Sezioni). 82" Reparto salmerie. 1°
Automobilistico :
15'' Officina mobile pesante. Rict1peri :
5a Compag nia ricu peri. DIVISIONE AUTOTRASPORTAI3ILE « PASUBlO ,, (9") COMANDO Comandante : Gen. D. Vittorio G iovanelli (1). Capo cli SM: T cn. Col. Umberto Ricca (2). Q UARTIER GENERALE
25" e 26• Sezione Motorizzata Carabinieri . 9" Drappello Automobilistico per C.do D.At.. ( 1) D:11 4 dicembre 1942 Gen. D . Guid o Bosdl i . (2) Fino al 31 Oltobre 19.p. D :11 1° novembre 1942 T cn. Col. G ianfi lippo Cnng ini.
6 14 9r" 9° 8° 83°
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I 94 r - 194J) Sezione Carburanti. Nucleo Soccorso Stradale. Nucleo Movimento Stradale. Ufficio Posta Militare. FANTERIA
Comandante Fanteria Div.le: Gen. B. Roberto Olmi (1). 79° Rgt. f. « Roma » (C.te Col. Rocco Blasioli) (2) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; Cp. mortai da 8r; Batteria cannoni ace. da 65 / 17; Btg. (I, IJ, Ill), ciascuno su: C.do e cp. C.do di Btg.; tre cp. fucilieri; Cp. armi ace. (mitragliatrici e mortai da 81). 80° Rgt. f. u Roma)> (C.te Tcn. Col. i.g.s. G. B. Casassa) su: C.do e cp. C.do cli Rgt.; Cp. mortai da 81; Batteria cannoni ace. da 65 /17; Btg. (I, II, III), ciascuno su : C.do e cp. C.do di Btg.; tre cp. fucilieri; Cp. armi ace. (mitragliatrici e mortai da 81). V e IX Battaglione mortai Div.le (da 8r). 9• e 141" Compagnia cannoni e.e. da 47 /32. ARTIGLIERIA
8° Rgt. a. Motorizzato (C.te Col. Alfredo Reginella) su: C.do e Reparto C.do di Rgt.; I Gruppo motorizzato obici da 100/ 17; I e II Gruppo motorizzato cannoni da 75/27; Reparto munizioni e viveri. 73" Batteria cannoni e.e. da 75/39 (6 pezzi). 85" e 309" Batteria cannoni e.a. da 20 mm. G ENIO
30" Compagnia arnen. 9• Compagnia telegrafisti e radiotelegrafisti. 95• Sezione fotoelettricisti. SERVIZI
di Sanità : 5" Sezione di Sanità.
(x) Fino al 16 settembre 1942. Dall '8 ottobre 1942 Gen. B. Davide Borg hini. (2) Fino all"rx ottobre 1942. Dal 12 ottobre 1942 Col. Armando Mazzocc hi.
Documenti
- ---------- - - -di Commissariato :
n • Sezione di Sussistenza. Trasporti: 9" Officina mod. 37.
D IVISIONE AUTOTRASPORTABILE « TORINO >> (52") COMANDO
Comandante: Gen. D. Roberto Lerici. Capo di SM: Magg. Umberto Turrini. Qi.;ARTIER GENERALE
56• e 66~ Sezione Motorizzata Carabi nieri. 52'-' Drappello Automobilistico per C.do D.At.. 52a Sezione carburanti. 52° Nucleo Soccorso Stradale. 5° Nucleo Movimento Stradale. 152~ Ufficio Posta M il itare. FANTERIA
Comandante Fanteria D iv.le: Gen. H. Ottorino Schreiber (1). (< Torino >l (Col. Biagio Santini) su: C.do e cp. C .do di Rgt.; cp. mortai da 81; cp. cannoni d'accompag namento da 47 /32; Btg. (I, Il, III), ciascuno su: C.do e cp. C.do di Btg.; tre cp. fucilieri; cp. armi ace. (mitragliatrici e mortai da 81). 82° Rgt. f. « Torino i i (Col. Evaristo f ioravanti) SLI: C.do e cp. e.do di Rgt.; cp. mortai da 8r; cp. cannoni d'accompagnamento da 47 / 32; Btg. (I, II, III), ciascuno su : C.do e cp. C.do cli 13tg.; tre cp. fucil ieri; cp. armi ace. (mitragliatrici e morrai da 81). XXVI e LII llattaglione mortai Div.le (da 81). 52"' e 171 " Compagnia cannoni e.e. da 47 / 32.
81° Rgt. f.
(1) Fino al 25 ottobre 19.p. Dal 25 ottobre 19~2 Gen. B. Ccs:1re Ro~si.
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Le operazioni delle uniuì italiane al fronte msso (1941-1943) ARTIGLIERIA
52° Rgt. a. Motorizzato (Col. Giuseppe Ghiringhelli) su : C.do e Reparto C.do di Rgt.; I Gruppo motorizzato obici da 100/ 17; II e III Gr uppo motorizzato cannoni da 75 /27; Reparto munizioni e viveri. 352• e 36( ' Batteria cannoni e.a. da 20 mm. 74" Batteria cannoni e.e. da 75 / 39. GE NIO
57• Compagnia artieri. 52a Compagnia telegrafisti e radiotelegrafisti. 69" Sezione fotoclettricisti. SERVIZI
di Sanità :
52~ Se1,ione di Sanità. di Commissariato:
52a Se1.ione cli Sussistenza. T rnsporti :
52" Officina mod. 37. 3• DIVISIONE CELERE (( P RINCIPE AM EDEO DUCA D 'AOSTA»
CoMANno Comandante : Gen. D . Mario Marazzani (1). Vice C.te : Gen. B. Carlo Lombardi (2). Capo d i SM: Col. Dandolo Battaglini. QUARTIER GENERA LE
355" e 356• Sezione Celere Carabi nieri. 3° D rappello au tomobiìistico.
1' Nucleo movimento stradale. 40° Ufficio Posta Militare. FANTER IA
3° Rgt. Bersaglieri (Col. Aminto Carretto) (3) su: C.do e cp. C.do di Rgt. ; tre Btg. Bersaglieri autotrasportati (XVIII, XX, XXV). (1) Fino al 1° novembre r94z. Dal 3 non·mbre 1942, Gcn. D. Ettore <le Blasio. (2) Dal 13 dicembre 1942, Grn. D. Amonio Lu ri<liana . (3) Fino al 2 agosto 19~2. Dal 4 agosto, Col. Ercole Fel ici.
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Documenti
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6" Rgt. Bersaglieri (Col. Umberto Salvatores) (1) su: C.do e cp. C.do cli Rgt.; tre Btg. Bersaglieri autotrasportati (VI, X 11 l, XIX). XL VII Battaglione Bersaglieri motociclisti su tre compagnie. LXVII Battag lione Bersaglieri corazzato su due cp. carri L / 6. IC Battaglione mortai Divisionale (da 81). 172", 173°, 272• Compag nia cannoni e.e. da 47/32. XIII Gruppo Cavallegge ri cli Alessandria su due squadroni scmov. da 47 /32. J\.RTI GLTERIA
Rgc. a. Motorizzato (Ten. Col. Ugo dc Simone) su: C.<lo e Reparto C.do di Rgt.; I Gruppo obici da 100/ 17 su tre batterie; II, III Gruppo cannoni da 75/27 su tre batterie; Reparto munizio ni e viveri reggimentale. 93" e 101" Batteria Motorizzata e.a. da 2 '.l mm. 75" Batte ria cannoni e.e. da 75/39 (6 pezzi).
: 20°
G ENIO ro5" Compagnia artieri. 103" Compagnia telegrafisti e marconisti. S ERVIZ I
di Sanità :
73" Sezione di Sanit~. di Commissariato :
93" Sezione di Sussistenza. Trasporti :
XIV Autogruppo Pesante
su
4 Autoreparti (218° e 219'' Arp., 122'' Arl., 213"
Arm.). 3• Officina mod. 37.
CORPO D'ARMA T A A LPINO C OMANDO Comandante : Gen. C.A. Gab riele Nasci. Capo cli SM: Col. Giul io Ma rtinat. C.te dell'Artiglieria : Gen. B. Carlo Filippi. C.te del Genio: Gen. B. Cesare Tamassia.
(1 ) Pino al 22 ottobre l ~J-1.'.! . D:11 2 2 ottobre 19 4 2, Col. M~rio Carloni.
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943) QUARTIER GENERALE
422" Sezione Alpina Carabinieri e 425• Sezione Alpina Carabinieri mista. 27" Sezione topocartografìca. Sezione fotografica . Sezione telefotografica. ro8° Ufficio Posta Militare. Autodrappello per Comando C.A. Alpi110. 20"
20"
UNITÀ DIRETTAMENTE DIPENDENTI Artiglieria (C.te Col. Guglielmo Mai).
u" Raggrnppamento Artiglieria cli C.A. su: LI, Lif, LIII Gruppo cannoni eia 105/13; CXVII Gruppo obici eia 149/q. 11° Reparto specialisti di artiglieria. 39" e 41 " batteria contraerea da 20 mrn. Genio.
I IX
Battaglione artieri (su tre compagnie). Battaglione misto (una compagnia telegrafisti, una compagnia marconisti, una compagnia fotoclettricisti). XXX Battaglione guastatori del genio. 21" Offic ina riparazioni materiali di collegamento. I 9a Colombaia mobile.
Chimici. r" Compagnia chimica. SERVIZI
di Sanità:
307"' Sezione Alpina di san1ta. 7" Ambulanza odontoiatrica. Ospedali da Campo: 23°, 24°, 466", 467°, 48_1°, 484°. 9" Sezione disinfezione. di Commissariuto:
u3" Sezione Alpina di Commissariato. Trasporti: 200°
Autoreparto misto (su due sezioni pesanti, una leggera ed una autocar· retee).
Automobilistico: 57" Officina mobile pesante. Ricuperi: 6" Compagnia ricuperi.
Documenti
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DIVISIONE ALPINA « TRIDENTINA » (2") COMANDO
Comandante: Gen. B. Luigi Reverberi. Capo cli SM: Magg. A.lessandro Ambrosiani. Q UARTI ER G ENERALE 402a 2° 201 °
e 417a Sezione Carabinieri da montagna. Autocl rap pello per C.clo Divisione alpina. Ufficio Posta Militare. FANTERIA
5° Rgt. Al pini (Col. Giuseppe Adami) su: C.do e cp. C.clo di Rgt.; Lre Btg. Alpini : « Morbegno », << Tirano », « Edolo »; ciascuno su: cp. e.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamento; 5" Sezione alpina di Sa11ità; 618° Ospedale alpino da Campo; 5° Nucleo di Sussistenza; 25• Sezione Salmerie. 6° Rgt. Alpini (Col. Paolo Signorin i) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; tre Bcg. Alpini: «Vestone», « Val Chiese», «Verona », ciascuno su: cp. e.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamento; 6" Sezione alpina di Sanità; 621° Ospedale alpino da Campo; 6° Nucleo di Sussistenza; 26" Sezione Salmerie. 82" e 216" Compagnia Alp ini cannoni e.e. da 47/32. ARTIGLIERIA
Rgt. a. Alpina (Col. Federico Moro) su: C.do e Reparto C.do di Rgt.; Gruppo << Bergamo » e Gruppo « Vicenza », ciascuno su : tre btr. obici da 75 / 13 e Reparto Munizioni e Viveri; Gruppo « Val Camonica » su : due btr. obici da 10.5/ rr e Reparto Munizioni e Viveri. 56• e 59" Baueria e.a. da 20 mm. 76• Batteria cannoni e.e. da 75/ 39 (6 pezzi). 2' '
GENIO
II Btg. misto genio su: cp. artieri; cp. telegrafisti e marcon isti; sezione fotoelettricisti.
620
Le opera.zioni delle unità italiane al fron!.e russo (1941 - 1943) SERVIZI
di Sanità :
302" Sezione alpina di Sanità. Ospedali da Campo: 619°, 620°, 622", 623°. di Commissariato : r ro•
Sezione di Sussistenza.
Trasporti:
206° Autoreparto Misto (su 5 Sezioni e una Sezione autobotti). 5° Reparto Salmerie.
DIVISIONE ALPINA u JULIA )) (3°) COMANDO
Comandante: Gen. B. Umberto .Ricagno. Capo di SM: Col. Giuseppe Molinari. QUARTIER GENERALE
415' e 416• Sezione Carahinieri da montagna. 3'' Autodrappello per C.do Divisione alpina. 202° Ufficio Posta Militare. FANTERIA
8" Rgt. A lpini (Col. Armando Cimolino) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; tre Btg. Alpini: ((Tolmezzo)), << Gemona )), " Cividale)), ciascuno su : cp. e.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamento; 308" Sezione alpina di Sanità; 814" Ospedale alpino da Campo; 8" Nucleo di Sussistenza; 28" Sezione Salmerie. 9" Rgt. Alpini (Col. Fausto Lavizzari) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; tre Btg. Alpini : ((Vicenza», « L'Aquila », « Val Cismon )), ciascuno su: cp. e.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamento; 309"· Sezione alpina di Sanità; 63(J 0 Ospedale alpino da Campo; 9° Nucleo di Sussistenza; 29" Sezione Salmerie. 41"· e 83" Compagnia Alpini cannoni e.e. da 47 / 32.
Documenti
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ARTI GLIERI A
3" Rgt. a. Alpina (Col. Pietro Gay) su: C.do e Reparto C.do cli Rgt.; Gruppi « Conegliano 1> e « Udine », ciascuno su: tre btr. obici da 75 / 13 e Reparto Muniz. e Viveri: Gruppo « Val Piave l> su : due btr. obici da 105 / 11 e Reparto Munizioni e Viveri. 45a e 47" Batteria e.a. da 20 mm. 77" Batteria can noni e.e. da 75 /39 (6 pezzi). G ENIO
IlI Btg. misto Genio su: cp. artieri; cp. telegrafisti e marcon1st1; sezione fotoelettricisti. SERVIZI
di Sanità :
303" Sezione alpina di Sanità; Cspcdali da Campo: 628", 629°, 633'', 813". di Commissariato : 111•
Sezione di Sussistenza.
Ti-asporti : 2 07"
Autoreparto Misto (su 5 Sezioni e una Sezione autobotti).
8" Reparto Salmerie. DIVISIONE ALPINA
cc CUNEEKSE
» ( 4")
Co.MANDO
Comandante: Gcn. D . Emilio Battisti. Capo di SM: Ten. Col. Lorenzo Kavone. QUARTIER GENERALE
413" e 414" Sezione Carabinieri da montagna. 4° Autodrappello per C.do Divisione alpina. Ufficio Posta Militare.
203"·
FANTERIA 1°
Rgt. Al pini (Col. Luigi Manfredi) su: C.do e cp. C.do di Rgt.; tre Btg. Alpini: « Ceva », « Pieve di Tcco
ll,
cc Mondovì », ciascuno su :
622
2°
Le operazioni delle unità italiane al fmnte russo (1941 -1943) cp. e.do, tre cp. alpini, una cp. armi accompagnamento; r" Sezione alpina di Sanità; 6 12 ° Ospedale alpino da Campo; 1° Nucleo cli Sussistenza; 21" Sezione Salmerie. Rgt. Alpini (Col. Luigi Scrimin) su : C.do e cp. C.do cli Rgt.; tre Btg. Alpini: « Borgo S. Dalmazzo », « Dronero))' « Saluzzo >i, ciascuno su: cp. e.do, tre cp. alpini, una cp. armi accomp.; 2" Sezione alpina cli Sanità ; 615" Ospedale alpino eia Campo; 2 ° Nucleo <li Sussistenza; 22• Sezione Salmerie.
14" e 84" Compagnia Alpini cannoni e.e. da 47 / 32. ARTIGLIERIA
4'' Rgt. a. Alpina (Col. Enrico Orlandi) su: C.do e Reparto C.clo di Rgt.; Gruppi « Pinerolo >l e « Mondovì >> ciascuno su : tre btr. obici da 75/ 13 e Reparto Muniz. e Viveri; Gruppo « Val Po>> su: due btr. obici da ro5 / 11 e Repa rto Munizioni e Viveri. 64• e 1c6' Batteria e.a. da 20 mm. 78" Batteria cannoni e.e. da 75/39 (6 pezzi). GENIO
IV Btg. misto genio su: ep. artieri; cp. telegrafisti e marconisti; sezione fotoelcttricisti. SERVIZI
di Sanitù: 306" Sezione alpina di Sanità. Ospedali da campo: 613°, 614°, 616°, 617°.
di Commissariato : 107• Se:i.ÌOne di Sussistenza.
Trasporti: 201° Autoreparto Misto (su 5 Sezioni ed una Sezione autobotti). 2° Reparto Salmerie.
Documenti
DIVISIONE DI FANTERIA « VICENZA » ( 1563 ) C o~IAKDO
Comanda nte: Gen. B. i.g.s. Etclvoldo Pascoli ni. Capo d i SM : Ten. Col. Agostino Uberti. Q UARTIER GENERALE
136" e 137" Sezione mista Carabinieri. 156ry Ufficio Posta Militare. C.-\RABINIERI
XXVI Btg. Carabinieri (su due cp.). F ANTERIA
277° Rgt. f. (C.te Col. G iulio Cesare Salvi) su: Comando e cp. Comando di Rgt.; Compagnia mortai da 81; Compagnia can noni accompagnamento da 47 /32; Battaglioni (I, II, lll), ciascuno su : Coma ndo e cp. Comando di Btg.; tre compagnie fucilieri; Compagnia armi accompagnamento (mitragliatrici e m ortai). 278° Rgt. f. (C.te Col. Gaetano Rorn eres) su : Comando e cp. C'..omando di Rgt.; Compagnia mortai da 8r; Compagnia cannoni accom pagnamento da 47 /32; Bactaglioni (I, II, III), ciascuno su : Comando e cp. Comando cli Btg. ; tre compagnie fucilieri; Compagnia armi accompagnamento (mitragliatrici e mortai). CLVI Battaglione mitraglicri.
256'' Compagnia controcarro da 47 / 32. G ENIO
Battag lione misto su: 156"· cp. arllen; 256• cp. telemarconisti. SERVIZI
di Sanità :
156., Sezione di Sanic:ì. 16r e 162° Ospedale da Campo. 0
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Le opera.zioni delle unit,ì italiane al fronte russo (194 1 - 1943)
di Commissariato:
156" Sezione <li Sussistenza. 256" Squadra panettieri con forni . Trasporti.:
1121" Autosezione Mista.
UN ITA' DIRETTAMEl\lTE DZPENDENTI DAL COMANDO 8" ARMATA CAllABINIERI
373'' Sezione a cavallo Carabinieri. r75• Sezione motorizzata Carabinieri.
236", 237", 238", 239\ 243", 244", 245", 283'' Sezione mista Carabinieri. F ANTERIA
CIX Battaglione mitraglieri autocarrato. Battaglione alpino sciatori « Monte Cervino mitraglieri).
>l
(su tre compagnie e due plotoni
CAVALLERIA
Raggruppamento a cavallo (C.re Gen. B. Guglielmo Barbò di Casa! Morano): Reggimento e< Savoia Cavalleria >l (C.te Col. Alessandro Betton i Cazzago): Comando e squadrone Comando di Reggimento; I e If Gruppo squadroni su: Comando e due squadroni Cavalieri; 5° Squadrone mitraglieri. Reggimento « Lancieri di Novara )> (C.te Col. Carlo Pagliano): Comando e squadrone Comando di Reggimento; I e II Gruppo squadroni su: Comando e due squadroni Cavalieri; 5° Squadrone mitraglieri. ARTIGLIERIA
9° Raggruppamento Artiglieria d'Armata con i Gruppi: XXIV e L cannoni da 149/ 28; XXXI, XXXIT, XXXIV cannoni da 149/ 40; LXXIII obici da 210 / 22. Reggimento Artiglieria a cavallo (C.te Col. Domenico Montella) su: Comando e reparto C.do cli Reggimento; I, II, III Gruppo su due batterie ippotrainate cannoni 75/27 mod. Reparto munizioni e viveri reggimentale.
1912;
Documenti Reggimento Artiglieria Motorizzalo (C.te Col. Enrico Altavilla) su: Comando e reparto C.do di Regg imento; I, H, III Gruppo di tre batterie cannoni da 75 / 32. 4° Raggruppamento Artigl ieria contraerei (C.te Col. Giusep pe di Martino) su: IV e XIX Gruppo su due batterie cannoni da 75/ 46; XXXVI, XXXVIT, XXXVlll Gruppo su tre batterie can non i da 75 / 46. 14° Reparto specialisti di Artiglieria. 86a Sezione foroclettricisti. 31", 40", 42', 65° Batteria contraerei da 20 mm.
201"
GENIO
XXVI Battaglione artieri. 5° Raggruppamento trasmissioni su: I Battaglione telegrafisti (su quattro compagnie); V Battaglione misto (su una compagnia mista collegamenti e una compagnia mista specialisti); r56" Compagnia telemarconisti. ga Colombaia mobile. 8• e 9" Compagnia idrici. 6° Compagnia anti ncendi. I, II, IX, XXXIV Battaglione pontieri. 101' Compagnia traghettatori. IX e X Battaglione ferrovie ri. XVIII Battaglione lavoratori (su quattro compagnie). XL Battaglione lavoratori (su tre compagnie).
CHI:MICI
8" Raggruppamento chimico <l'Armata su : I e TV Battaglione chimico. AERONAUTICA
LXXI Gruppo di osservazione per l'Esercito con le Squadriglie 38" e 116•. XXI c;ruppo da caccia terrestre con le Squadriglie 356", 361', 382", 386'. LEGIO::>IE CROATA
su: Comando Legione; Battaglione fucilieri; Compagnia mortai da 8c; Compagnia pe1.zi eia 47 /32 cont rocarro. 40. - U.S.
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) ·- -- -
INTENDENZA DELL'8"' ARMATA Intendente: Gen. B. Carlo Biglino. Capo di SM: Ten. Col. Luigi De Michelis. SANITÀ Direzione cli Sanità. Direttore: Col. mecl . Dott. Nicola Maugeri. 8° Magazzino di Sanità. Ospedali eia Campo: 25°, 32°, 40°, 44°, 60°, 64°, 163°, 164°, 235°, 238\ 239°, 256", 257'', 820°, 827°, 828°, 829°, 830", 831°, 832"', 837°, 873°, 249°, 250°, 251", 2rr", 2or", 202°, 20.3°, 213", 512°, 513°, 5r4°, 5r5°. Ospedali di Riserva: 1", 2°, 3°, 60, 7°, 8°. Convalescen<éiari : 1') e 2°. Sezioni Bonifica Gassati : 2• e 104". Sezioni Disinfezione: 22" e 31 •. Laboratorio Chimico - Batteriologico - Tossicologico. Treni Ospedale: RE: 3", 5'', 6", 7", ro", 12", 23", 240, 340, 35", 36", 41"; CRI: 13", 14°, 15°, 16", 17'', 18°; SMOM: 1", 4°. COMM ISSARIATO
Direzione di Commissariato. D irettore: Col. Commiss. Felice Pirro. 8" Magazzino Viveri ed Avena. 8° Magazzino F oraggi, Paglia e Legna. 8° Magazzino Vestiario ed Equipaggiamento. Sezioni di Sussistenza: 57•, 84", 96"', 97•. 1"' Compagnia Macellai. Sezioni Panettieri con forni rotabili: 28", 8", 19", 6''. Squadre Panettieri con forni rotabili: 23", 104\ 2"', 49\ 53", 26"', 65", 59", 61", 62"', 63". Sezione Panettieri con forni carreggiabili: 175". Sezioni Panettieri senza forni mobili : 166", 169", r71', 176'', r81", 191". 1" Squadra mista Panettieri. Aj\,L\.fINISTRi\ZlONE
D irezione di A mministrazione. ARTIGLIERIA
D irezione di Artiglieria. Direttore: Col. Giovanni Bottari. 8° Magazzino di Artiglieria. GENIO
D irezione del Genio. Direttore: Col. Vincenzo Caniglia. 8° Magazzino ciel Genio. 33"· Compagnia Genio Artieri.
Documenti CHIMICO
Direzione Chimica. Direttore : Magg. Giovanni Rosa. 8° Magazzino Chimico. Laboratorio chimico da campo. IPPICA E VETERINAR IA
D irezione di Ippica e Veterinaria. 8° Magazzino di Veterinaria e Mascalcia. 8° Parco quadrupedi carreggio e bardature. Infermerie quadrupedi: 2", 3", 6', 13'', l7", 120", 12r". TRASPORTI
Direzione Trasporti. Direttore: Ten. Col. S.M. Antonio Gualano. VI e XXVI Battaglione Movimento Stradale (ciascuno su tre compagnie e un reparto socc. stradale). 6" e 8" Centuria milizia della strada. 2 ° Amoraggruppamento d i Armata (C.te Col. Ginesio Ninchi) su: II Autogruppo misto con: due autoreparti pesanti; un autoreparto ambulanze; un autoreparto autobotti; una autofficina. XXIX Autogruppo pesante con: tre autoreparti pesanti; un autoreparto misto; due autofficine; duecento rimorchi; duecento attrezzature per trasporto guadrupedi. L1 Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti ; due autofficine. 4fr• Officina. 8° Reparto soccorso stradale. 7° Autoraggruppamento d i Armata (C.te Col. Achille Paolini) su: XVlll Autogruppo pesante con : quattro autoreparti pesanti. XXX Autogruppo pesante con: tre autoreparti pesanti; un autoreparto ambulanze. 7" Officina. 8° Autoraggruppamento di Armata su : LVII Autogruppo pesante con: guattro autoreparti pesanti. LVlll Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti. 8• Offici na .
628
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
ro" Autoraggruppamento di Armata (C.te Col. Giuseppe Papi) su: LX Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti. LXI Autogruppo pesante con: quattro autoreparti pesanti. 10" Officina. 350'' Autoreparto pesante. AUTOMOB ILISTICO
Direzione automobilistica. 6" e 7° Parco automobilistico. Sci officine di autogruppo. Due officine speciali F IA T. TAPPE
Direzione delle Tappe. Direttore: Gen . B. (;iuseppe Musi nu. Tre Comandi Tappa Principale. Sei Comandi Tappa Secondaria. Undici Comandi Tappa Speciale. Quattro Uffici Tappa Principale. CCXV, CCXVII, CCXLVII, CDXLI Btg. Territoriale mobile (su quattro compagnie). CCXVIII, CDL, CDLIV Btg. Territoriale mobile (su tre compagnie). 63" Compagnia presidiaria. CCIX, CDXLIX, CDLI, CDLII, CDLIII, CDLV, CDLVI, CDLVII c;ruppo appiedato di Artiglieria (ciascuno su quattro batterie). POSTALE E T ELEGRAFICO
Direzione Postale e Telegrafica. Direttore: Magg. (milit.) Angelo Zocchi. Uffici Posta Militare: 6°, 102° , 122°, 126°, 127°, 128°, 129''. RICUPERI
Direzione Ricuperi. Direttore: Col. Ferdinando Graziani (1 ). Compagnia Ricuperi.
7''
STRADE
D irezione Strade. Direttore : Magg. Aleramo Perdomo. ECONOMIA DI GUERRA
Direzione Economia <li Guerra. LEGNAMI
Direzione Legnami. Direttore: Sen. M.F. O. Vecchioli. 9t" e 131" Compagnia forestale. (1) Dal dicembre 1942 Col. N icola Ruffo.
Documenti
Documento n. 56.
RIPARTIZIONE PER CALIBRI ED IMPIEGHI DELLE BOCCHE DA FUOCO D 'ARTIGLIERIA DELL'8a ARMATA Direttamente clipe11de11ti dal Comando di Armata :
Cal. Cal. Ca!. Ca!. Cal. Ca!. Ca!.
32 (4 batterie) l 52 (2 gruppi su 2 btr., _, gr. su .3 btr.) ~ 84 36 (3 gru ppi di 3 htr. del 201 " Rgt.) 24 (3 gruppi di 2 btr. del Rgr. Art. Cav.) 24 (2 gruppi di 3 btr.) 36 (3 gruppi di 3 btr.) r2 ( 1 gruppo cli 3 btr.)
20 e.a. 75/46 e.a. 75/32 e.e. 75/27 mod. 1912 149/ 28 149/ 40 2rn/22
2r6 (50 batterie) Dire/la111e11te dipendenti dal Comando Il C.A.:
16 (2 batterie) 24 (2 gruppi di 3 btr.) 24 (2 gruppi di 3 ber.)
Cal. 20 e.a. Cal. 105/28 Ca!. 149/ 13
Divisioni " Sfo1·zesca » e
Ca!. 20 e.a. Cal. 75/39 e.e. Ca!. 65/17 accomp. Cal. 75/18
Cal. 105/28
<<
Cosseria », ciascuna:
.16 (2 batterie) 6 (1 batte ria) 8 (2 batterie) 24 (2 gruppi di 3 btr.) 12 (1 gruppo di 3 btr.) 66 (14 batterie)
Division(' Ca!. Cal. Cal. Ca!. Ca!.
20
«
Ravt,11nr1.
11 :
e.a.
75/39 e.e. 65/ 17 accomp. 75/18 io5/28
16 6 4 24 12
(2 batterie;;) ( I batteria) ( 1 batteria) (2 gru ppi d i 3 btr.) ( 1 gruppo di 3 btr.)
62 ( 13 batterie) Riepilogo li Corpo d' A rmuta
258 bocche da fuoco (55 batterie)
63o
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( I 941 - 1943)
Direttamente dipendenti dal Comando XXXV C.A. - CSI R:
16 (2 batterie) 36 (3 gruppi di 3 btr.) 12 (1 gruppo di 3 btr.)
Cal. 20 e.a. Cal. 105/32 Cal. 149/ 13
64 (14 batterie)
Divisione Cal. Ca!. Cal. Cal. Ca!.
<<
Pasubio J>:
16 (2 batterie) 6 (1 batteria) 8 (2 batterie)
20 e.a. 75 / 39 e.e. 65 / 17 accomp. 75 / 27 mod. 19u roo / 17 mod. 1914
24 (2 gruppi di 3 btr.) gruppo di 3 bt r.)
12 ( 1
66 ( r4 batterie) Divisioni « Toi·in o » e
cc
3" Celere », ciascuna:
16 (2 batterie) 6 ( 1 batteria) 24 (2 gruppi d i 3 ber.) 12 ( r. gruppo d i 3 btr.)
Cal. 20 e.a. Cal. 75/39 e.e. Cal. 75/ 27 rn od. 1911 Cal. 100 / 17 mod. 19q
58
(12
batterie)
Riepilogo XXXV C.A. - CSIR 246 bocche da fuoco (52 batterie)
Dire1tame11tc dipendenti dal Comando C ..1.. A lpino: Ca!. 20 e.a. Cal. 105 / 32 Cal. 149/ 13
16 (2 batterie) 36 (3 gruppi di 3 btr.) 12 ( r g ruppo di 3 btr.) 64 ( 14 batterie)
Divisioni cc Tridentina )> , Cal. 20 e.a. Cal. 75/ 39 e.e. Cal. 75/13 Cal. 105 / u
<<
Julia
)>
e « Cuneense l>, ciascuna:
16 (2 batterie) 6 (r batteria) 24 (2 gruppi di 3 btr.) 8 (1 g ruppo cli 2 btr.) 54 (n batterie)
Riepilogo C.A. Alpino 226 bocche da fuoco (47 batterie)
\
Documenti RIEPILOGO GENE RALE
8°
ARMATA
bocche da fuoco
batterie
50 55 52 47
Direttamente dipende nti II Corpo d'Armata XXXV Corpo d'Armata · CS lR Corpo d'Armata A lpino Totale 3a Armata
204
Documento n. 57·
VARIANTI ALLA COSTITUZIONE DELLE UNITA' ITALIANE COMBATTENTI AL F RONTE RUSSO 8" Ann ata
%
369 306 2 99
6o
229.005 2.657 1.742 423 874 2 97 50
- 16
256
946
369
220 36
670 276 276
3o4 766 345
CS!R
(fo rmaz. 19~2)
Uomini Fucili mitragliatori Mitragliatrici Mortai da 8r Mortai da 45 Cannoni da 47/3 2 Mezzi corazzati Bocche da fuoco d'artigl ieria : 111 totale
62.000 866 581 189
292 108
223
299 275
delle ciuali: piccoli calibri mcdi calibri Bocche da fuoco contraerei Bocche da fuoco controcarro Aerei Quadrupedi Automezzi Motomczzi
8o
90
83 4.6oo 5.500 1.55o
66 25.000 16.700
4.470
- 2t 543 3°3 288
6 32
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
D ocumento n. 58.
STATO MAGGIORE R. ESERCITO UFFICIO AnnESTRAMENTO
4• Sezione P.M . 9,
Ri.<<:r//CltO.
21
settembre 194r - X IX
N. 18900 di prot. DiramC1zio11e estesa fino ai comandi di reggimento.
Oggct10: Proced imenti <l'impiego alla frome russa. Analogamente a quanto è stato fatto in merito alle caratteristiche di taluni procedimenti offensivi adottati dalle truppe germaniche in Polonia ed alla fronte occidentale (circolare 8900, del 25 ottobre 1940 - XVIII), vengono qui sintetizzate le prime esperienze dedotte dallo sviluppo delle operazioni in Oriente. Non si tratta, quindi, di esperienze conclusive. Ad attendere queste si finirebbe per non utilizzarle mai o troppo tardi. La nostra partecipazione alle operazioni in Russia impone a tutti d i seguire, con particolare intento istruttivo, quanto avviene io quello scacchiere.
I. ·
C ARATTERISTICHE GENERALI DELLA I;OTTA
Possono essere così riassunte: - vastità dello scacchiere; fronti discontinue, in misura anche pili accentuata delle campagne precedenti (ad es. Polonia); entità degli effettivi e dei mezzi in campo. J fattori della guerra : uomo - macchina - spazio - tempo risultano enormemente ingranditi. La preminenza contingente dell'uno o dell'altro d i essi può aver pesato sullo sviluppo delle operazioni senza nuocere tuttavia - da parte german ica all'unità dì concetto, cli comando, di esecuzione; - localizzazione dello sfQrzo offensivo a cavaliere delle vie di comunicazione di maggior rendimento. Le bauaglie finora combattute hanno tutte il nome di localit~ da cui passano o s'irradiano tali vie; - imponente sforzo logistico da parte dell'attaccante . Il principio della co1111essio11e logistico - opemtiva ha avuto, fin dall'inizio di questa campagna, la sua più difficile ed ampia applicazione. Il logorio <.lei mezzi è stato più accentuato che nelle campagne precedenti. fod ipendentc me nte dalla !un.g hezza dei percorsi e dal ritmo delle operazioni, lo stesso ambiente potrebbe determinare al riguardo delle gravi sorprese, ogoi qualvolta facesse difcuo lo spirito di previdenza e la costante cura del materiale;
Documenti - accanita resistenza del nemico, anche nelle circostanze tatticamente più sfavorevoli; fatto non verificatosi - normalmente - nelle precedenti campagne. Pur non pesando in modo determina nte sullo sviluppo clcl1c operazioni da parte germanica ed al\eata, in quanto queste sono state e sono condotte con inesorabile continuità, tale resistenza ha tuttavia determinato una minore speditezza complessiva dcli 'azione.
f f. ·
PROCED IMEKTI OFFENS I VI GERMANICI (I)
a) lmpir:go delle C .U .. E' stato ispirato ai principì seguiti nelle precedenti campagne, ma - giova ripeterlo - in condizioni ambientali e in rapporto di for7.e assai differenti. L'avversario, d'altra parte, sembra abbia tratto buon insegnamento dai rovesci altrui e dai proprì (Finlandia). Localizzata, come già si è detto, la possibilità di determinare la rottura alle zone di buona percorribilità e diretto lo sforzo sui pochi obicuivi di importanza vitale per il nemico, le d ivisioni corazzate germaniche conseguito il successo iniz iale, no n hanno sempre potuto Jjruttarlo a fondo, secondo i procedimenti noti. Ciò è dovuto al fatto che le grandi unità sovietiche hanno lasciato « passare » sulle strade le unità corazzate germaniche, m antenendo l'occupazione delle zone interposte tra i grandi itinerari, e talvolta sbarrando nuovamente gli stessi itinerari alle grandi unità di fanteria sopraggiungenti. Le divisioni corazzate hanno dovuto quindi rinunziare ad una più decisa spinta in profond ità ed iniz iare, invece, l'accerchiamento delle masse nemiche, che divisioni di fanteria impegnavano frontalmente; così si formarono le « sacche » sovietiche, che, mediante un·azionc coordinata sulla fronte e sul tergo, furon o fra mmentate ed alla fine eliminate. T utto ciò è riuscito, ma ha imposto un notevole ra llentamento dell'azione in profondità. Se ne deduce che la speditezza e la continuità dell'azione in profondit?t sono una conseguenza della possibilità di coord inare l'azione delle G.U. corazzate con quella delle G.U. cli fanteria retrostanti. Ciò è dovuto, principalmente, alla differente attitudine di esse ad una rapida progressione in a vanti. Se il Comando germanico ha potuto ugualmente far serrare sotto, in tempi straordinariamente brevi, le forze occorrenti per superare la crisi dell'ù,iziale distacco, ciò si deve soprattutto al perfetto allenamento alla marcia delle fanterie (2). Tappe successive di 40 · 50 chilometri costituiscono la normalità, senza incidere sulle condizioni fisiche delle truppe, sulla coesione dei reparti, sulla possibilità di un pronco impiego di essi.
( 1) Pc:r (111anro non tro,·a co mmento in questa circola«·. vedasi la 89()0, già citata. (2) Vedasi circo hiri S .\I.R.E.: del 20 giugno 19-10 • XVIII, (s.n.), ;111'oggctto: « Norme per il mov imento per vin ordi nari a » t n. 1 C.S.lvl., in data 2S luglio 19 ~ 1 • XIX, all" og getto: « 1\ddestrarncnto e oµcraz ion i » .
634
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
E' evidente che mediante l'autotrasporto delle fanterie tale cooperazione sarebbe meglio realizzabile, ma una soluzione ciel genere non può essere adottata oltre un determinato limite anche per ovvie ragioni tecnico - produttive. JI prcce<limento germanico di applicare nel campo strategico come in quello tattico il e< centro di gravità>> dello sforzo sui punti <li minor resistenza nemica ha condotto per lo più ad una frammentazione delle «sacche » in altre · minori, con il conseguente spezzettamento dell'azione. A questa la resistenza delle uni tà russe ha dato un carattere cli particolare accanimento. Ne è derivata la difficoltà di coordinare queste operazioni e indirizzarle al raggiungimento cli uno scopo unitario. Essa è stata superata dall'iniziativa dei comandanti delle unità di ogni grado. Combattimenti di minor portata si sono svolti altresì nelle immediate retrovie germaniche, per stroncare l'attività di distaccamenti nemici, annidati nei boschi, contro reparti in marcia e colonne di rifornimento. L'azione di rastrellamento è stata per lo più condotta da distaccamenti cli fanteria (battaglioni rinforzati con armi d'accompagnamento e controcarri). Il servizio di sicurezza ha assunto una particolare importanza. Vigilanza, ardimento, ottimo funzionamento dei collegamenti sono stati gli elementi fondamentali per il buon esito cli queste operazioni.
b) Occupazione di località importanti da parte di speciali dùtacccimenti. La costituzione <li raggruppamenti tattici con elementi delle varie armi, lanciati anche a forti distanze dai grossi, per la ricerca del contatto con il nemico e per consentire alle truppe retrostanti un rapido intervento sul punto più debole del nuovo schieramento della difesa, è procedimento frequentemente attuato dai germanici in tutte le recenti campagne. Nello scacchiere orientale ne è stata confermata l'utilità, specialmente dato l'effettivo valore che una sollecita e preventiva occupazione di località importanti (ponti o nodi di comunicazioni) poteva avere sull'ulteriore sviluppo delle operazioni. Questi distaccamenti sono stati costituiti dalle G.U. cli prima schiera, normali o speciali che fossero. Talvolta, come è avvenuto a Riga, sono stati riuniti in un « raggruppamento avanzato )), e sotto comando unico, distaccamenti <li più divisioni di fanteria, formati ciascuno, di massima, da un battaglione autoportato, reparti controcarri, contraerei, artiglieria e genio (tutti motorizzati). Un 'unità di formazione di questo genere, che aveva il compito <li occupare due ponti sulla Dvina, lo ha assolto, sebbene in difficili circostanze, spingendosi a 1 2 0 km dai grossi. E' da rilevare che l'azione cli questi distaccamenti è nettamen te distinta da quella dei gruppi esploranti di ciascuna G.U .. Potrebbe, in sostanza, identificarsi in q uella di un'avanguardia motorizzata che, con le sue azioni preliminari, consenta al grosso di muovere e <li agire nelle condizioni più favorevoli. Oziose sarebbero le d iscussion i circa l'opportunità <li lanciare in avanti due elementi distinti (distaccamenti avan:.:ati e gruppi esploranti), pur considerando che il più delle volte basterebbe un adeguato rinforzo al gru ppo esplorante per mettere questo in condizioni di assolvere, temporaneamente, anche il compito di occupa:.:ione delle località cui si è accennato.
Documenti Come in ogni altro probh:ma operativo si tratta, in definitiva, d i adattare lo strumento allo scopo specifico che si vuol raggiungere e al presunto grado della resistenza che si de ve vincere.
c) Cen11i particolari sull'impiego delle vane
armi.
Fanteria. - Si è trovata di &equente nella necessità di actaccare posizioni d ifensive organizzate con lavori campali. I procedimenti adottati sono stati pressoché sim ili a quelli ben noti della fine della Guerra mondiale (procedimenti ai (1uali abbiamo dovuto ricorrere anche noi, in taluni settori della nostra fronte). C iò vuol dire che non vi può essere, alme no attualmente, una guerra meccanizzata al cento per cento. La fanteria deve e dovrà ancora saper combattere anche con la sola tradizionale cooperazione della sua artiglieria. I battaglioni germa nici iniziano, in genere, l'attacco con una breve preparazione di artiglieria (20' - 30'), della quale approfitta no per serrar sotto il più possibile. Artiglieria. - Da rilevare il frequente decentramento alle G .U . d i prima schiera di artiglierie dei maggiori calibri (i n particolare il 210), spinti in avanti con le avanguardie, e l'impiego delle artiglierie contraerei contro obiettivi terrestri. T empestività d 'intervento ccl efficacia del fuoco condizionano sempre l'azione dell'artiglieria. Non c'è schieramento avanzato o arretrato che conti, né specializzazione che valga contro tale elementare principio. Cavalleria. - La sola divisione esistente nell'esercito german ico è stata impiegata nella classica " protezione di un'ala scoperta dello schieramento » di un gruppo di armate. H a agito là dove i m ezzi meccanizzati av rebbero incontrato condizioni proibitive di movimento ed ha agito, come sempre, con ottimo rendimento tattico, segnalandosi per la lunghezza delle tappe compiute, ciò che ha permesso ad essa d i intervenire tempestivamente. Genio. - Aliquote delle sue specialità sono presenti, come si è avuto già occasione di far notare, in tutte le fas i dell'azione tattica e con gli elementi pitt avanzati d i ogni dispositivo. In questa prima fase della campagna, pontieri - artieri - guastatori han no gareggiato in sprezzo del pericolo e abilità tecnica per eliminare, nel più breve tem po possibile, ogni ostacolo al movimento.
d) Servizi. li funz ionamento è stato organizzato sfruttando quasi esclusivamente i grandi itinerari automobilistici cd ha assunto proporzioni imponenti, data la mancanza quasi assoluta di ogni risorsa pront:imente utilizzabile sul posto. Si sono creati così dei ve ri (( canali di rifornimento ll atti altresì a fac ilitare le misure di sicurezza contro la guerriglia ed i colpi di mano (r).
(1)
v..dasi,
in :rn:dogia. q u:rnto nell a circ
18000 • 1::1p. Vili · n. i7. P~.:.:. 53 .
636
Le operazioni de/Le unità italiane al fronte russo (1941-1943) ' - --
--
La disciplina del movimento stradale è stata, come sempre, perfetta. Di particolare rilievo la sistematica utilizzazione di tutti gli automezzi cli ritorno per gli sgomberi (feriti e materiali). Particolare importanza ha avuto, com'è intuitivo, il rifornimen to dei carburanti e dei pneumatici (il cui logoramento è stato enorme), nonché quello dei ricuperi.
III. -
PRocEDL\1E NTI DTFENS1v1 DEI RUSSI
e) lmpiego della fortifica.zione. Tanto .l'organizzazione d ifensiva di confine, q uanto la cosiddetta linea Stalin, si presentavano come uo complesso fortificatorio di valore assai disuguale nei vari settori. E' r isultato che vere opere permanenti moderne, organizzate in profondità, erano state costruite soltanto in pochi settori, mentre sui rimanenti, specialmente in corrispondenza di grandi corsi d'acqua, l'organizzazione difensiva aveva una semplice struttura campale, quando non mancava del tutto. In qualche caso, i russi sono ricorsi a opere semipermanenti sfruttando largamente coperture con grossi tronchi d 'albero, come ciel resto è stato attuato su larga scala dai finlandesi. Per guanto riguarda i lavori campali, i russi ha11110 confermato la loro tradizionale attitudine a siffatti lavori. Le trincee si presentano per lo più come un complesso di scavi molto ristretti, a pareti verticali, cosicché i carri possono oltrepassarle senza materiale danno per i difensori. Da queste trincee, le quali si prestano soltanto all'impiego di fucili e degli abbondanti moschetti automatici, partono alcuni cunicoli che conducono alle postazioni delle mitragliatrici e delle armi di accompagnamento. Talvolta la posizione è d ifesa eia un fosso an ticarro a sezio11e triangolare, con la parete rivolta al nemico dell'altezza di circa tre metri.
f) Co11dotta della difesa . Si è basata, generalmente, su lp1esti elementari criteri: - resistenza a<l oltranza su di una determinata posizione; - posizioni successive, da d ifendersi con lo stesso accanimento; - numerosi contrattacchi, senza risparmio di uom1111; - azioni controffensive, condotte con ostinata violenza, ma con scarsa perizia. Circa t1ueste ultime è da rilevare l'impiego prevalente cli unità corazzate. In merito a<l esse, occorre ricordare che il comando sovietico aveva riposto sulle sue uni.tà corazzate assoluta fiducia. Dai carri leggeri di 2 T. (Tankette) a quelli pesanti di 52 T., esisteva all'inizio delle ostilità una variet;à di macchine adeguata, negli intendimenti del comando, a tutte le necessit~t della lotta (dall'esplorazione alla rottura di fronti fortificate). In pratica, il rendimento è stato molto inferiore all'attesa e gravissime le perdite subìte. Poiché è accertato che taluni tipi <li ca rri (ad es. quelli cli peso medio) sono tecnicamente ottimi, bene armati e veloci, è certo che hanno influito negativamente sul rendimento cli essi lo scarso addestramento e la deficiente orga nizzazione dei rifornimenti e ricuperi.
Documenti
lN
CONCLUSIONE
Da parte germanica, meticolosa preparazione della campagna e, nella sua prima fase, pronto adattamento dei procedimenti d'azione ai sistemi di lotta del nem ico. La m aggiore capacit:1 di (( manovrare >l nel cam po tattico e in quello strategico ha compensato - ovunque con successo - ogni temporanea e locale inferiorità di forze - e talvolta anche di mezzi - da parte dell'attacco. Tale capacità ha avuto il suo fondamento più saldo nel migliore addeslram.cnto de i q uadri e delle truppe. Il possedere a fond o la tecnica, il sapere e il saper fare, insomma, stanno a base di ogni rendimento operativo. L'iniziativa e l'audacia fa1u10 il resto; nel quadro generale dell'azione, ogni comandante, senza attendere ordini e senza invoca re soccorsi, sa porsi il problema contingente e risolverlo. Da parte russa, accanita ostinazione nel resistere, servita da un copiosissimo materiale: tattica elementare che va dal muro di fuoco alla guerriglia. Si è tuttavia rilevato, in più occasioni, che il soldato sovietico ha una singolare abilitù nei lavori speditivi de l cam po di battaglia (trincee, postazioni, foss i anticarro), nelle d istruzioni e nella lotta contro carri. Inferiorità palesi cd incolmabili sono, invece, l'i11quadra111e11to e l'adde<tramento.
Il Capo d i S.M. dell'Esercito Roatta
Documento n. 59.
SCHIERAMENTO Dl ARTIGLIERIA PREVISTO DALLE DTRETrIVE EMANA TE DAL COMANDO XXXV CORPO D'ARMATA - CSIR IL 9 LUGLIO 1942 Massa di ma11011m /\°orti (con la 111" Divisione di fanteria tedesca) schierata nella zona a nord - est cli Debalizcwo. Comandante: Colo nnello Enrico (;rimald i.
Ill / 2° da 105/ 28 XXIIl/ 2" da 105/ 28
CIII/ 2'' da 149/ 13 CXXIV /2~ da 149/ 13
638
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Massa di mcmovrci Sud (con la 3" D ivisione Celere). Comandante : Generale di Brigata Adriano Perro<l. Raggruppamento Artiglieria cli Corpo cl' Armata (all'ala interna della Divisione Celere). Comandante: Colonnello Mai.
CXXVII/n° da r49/ 13 CXXIII/2" da r49/ q XXX/9° eia 149/ 40
LI/ u 0 eia 105/32 Lil/11° da 105i.32 LlU/u 0 da 105/32
Raggruppamento Leggero (artiglierie organiche e di rinforzo alla 3• Divisione Celere). Comandante: Ten. Col. Ugo De Simone.
I/r20° eia 100/17 fI / 120° da 75/27 III/ 120" da 75 /27
III a cavallo da 75 / 27 LXTT/30°
da 105 / 32
Inoltre il CSIR schierava:
LX/30°, LXI/30° da 105/32 I, Il, UI/201" da 75/32 I e II a cavallo eia 75 / 27
l/8° da 100/17 II/ 8° e III/8° eia 75/27
Documento n. 60.
COMANDO XXXV CORPO D 'ARMATA (C.S.I.R.)
U Fl'[CIO
0PER,\ZIONl
Segreto .
P.M. 88, lì 9 luglio 1942. XX N . 7050/ 0p. cli prot. Oggrtto: Direttive per le future operazioni con la 17" Armata germanica. Al Al Al Al Al Al Al
Comando Comando Comando Comando Comcmdo Comando Comando
111" Divisione Germanica Divisione Fanteria Pasubio Divisione Fanteria Torino Divisione Fanteria Sforzesca 3'' Divisione Cele1·e « P.A.D.A . » Artiglieria di C.A . Genio di C.A.
Documenti
Al Al Al Al Al
e, per conoscenza: Comando Armata Comando 17" Armata Germcmicr1 Comando XLI X Corpo d'A rmata Germanico Comando Lll Corpo d'Armata Germanico Comando Aviazione 8" Armata
s~
Loro Sedi 1. -
Nostre opera1.ioni fra Donez e Don continuano a svolgersi favorevolmente; si deve contare che nemico nello sviluppo azione ripieghi su larga fronte iniziando <la nord.
2. •
Compiti del C01·po d'Armata . Sono previste due ipotesi : a) che nemico ripieghi cd allora bisogna tenergli subito dietro con le forze riunite (Celere - Torino· Sforzesca. Pasubio) mantenendo contatto con esso per Fatschtschcwka - lwanowka in direzione nord di Sswerdlowsk; b) occorre sloggiare il nemico con un'azione di viva forza cd a tal fine valgono gli ordini del presente foglio considerando che, poiché la data di inizio non può ancora essere stabilita, i/ potenziamento del 'azione si reali.zzerù gradualm.ente.
3. - Il XXXV C.A. (C.S.l.R.), a disposizione del q uale passa la 1u" divisione germanica, assume il scnore compreso fra i seguenti limiti: a nord col LII C.A.: Nikitowka (XXXV C.A.) - Luganskoje (XXXV C.A.) - alture owest Dolgji (XX XV C.A.) - Almas noje (LII C.A.) • Sserge (LII C.A .) • Tscherkaskoje (LII C.A.); a sud col XLIX C .l\.: quello attuale fino a Fatschtschewka, successivamente Artema - Petrowenki • Malaja - Nikolajewka (abitati al XLIX C.A.). li Corpo d'Armata deve conquistare in un primo tempo con azione convergente delle forze le alture a nord di Fatschtschewka (paese) e Goroclischtsche e poi proseguire con tutte le forze in direzione generale di llliria (Pangrazewka) evitando i distretti industriali clella zona di W oroschilowsk fino a raggiungere la fronte Tscherkasskoje - Michailowka • Baschtewtsch - altura 32 1 a sud-est di Artema. Agiscono: alla sua destra il XLIX C.A. alpino, il quale, collaborando strettamente con il XXXV C.A. (C.S.I.R.) farà massa all'ala sinistra per conquistare le alture che dominano da est a nord-est Fatschtschewka; alla sua sinistra il LI I C.A. il quale farà massa sulla sua sinistra per conquistare le alture a nord di T scherkasskoje. 4. - Intendo: affermarmi saldamente, in un primo tempo, sulle alture che dominano da owest Goroditschtsche e da sud-est la stazione Fatschtschewka con azione a tenagl ia partente rispettivamente dalla zona dì Debalizewo Oktjabrskij e <lalla 7,ona q. 316,3;
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
svolgere contemporanea a:i:ione delle truppe di collegamento tra le due branche della tenaglia per agevolare l'azione decisiva fro ntalmente. 5. - Le branche della tenaglia saran no costituite: a nord: dalla 1II" divisione germanica; . a sud : dalle divisioni Celere e Torino. Di conseguenza la rn" Divisione germanica farà massa sulla propria destra, gradualmente sostituita, lungo il fronte difensivo pii:, a nord, dalla div. Pasubio. Quest'ultima, a sua volta, verrà gradualmente sostituita nelle attuali posizioni dalla Divisione Sforzesca che appena possibile assumerà anche il Settore dell'82° Reggimento Fanteria. La D ivisione Celere serrerà sulla propria destra ed analogamente la Divisione Torino. 6. - Modalità per l'attacco. Obiettivi di attacco (carta 1: 100.000 I.G.M.): 111." divisione germanica : alture di q. 326,2 - 349,1 - 328,5; divisione Celere: alture tra q . 347,6 e sbocco owest stazione Fatschtschewka e successivamente q . 333,5. Le due divisioni prenderanno collegamento nella zona di q. 328,5. La divisione Torino agirà per la direttrice Kurgan Ploskij - q. 310 317,2 accompagnando il movimento della divisione Celere. Si raccoglierà nella zona di CJ· 317,2 per poi concorrere con la Sforzesca al rastrellamento della conca di Olichowatka. Unità di rinforzo: a) Truppe di fanteria. Il Gruppo CC.NN. « Tagliamento)) e la Legione Croata già destinati a sostituire prima dell'azione unità del 3° e 6° rgt. bersaglieri in linea, dopo l'inizio dell'attacco rimarranno in posto a mia disposizione. b) Artiglieria. Verranno costituiti due raggruppamenti di medio calibro rispettivamente formati : quello nord: 2 gruppi da 105 e 2 gruppi da 149/ 13; . quello sud: 3 gruppi da 105, 2 gruppi da 149/ 13 ed un gruppo da 149/ 40. Agiranno: . quello nord a favore della r rr" Divisione germanica; . quello sud a favore delle div. Celere e Torino. Il III gruppo a cavallo torna alle dirette dipendenze della div. Celere. Il I gruppo / 201° è messo a disposizione della div. Torino che lo schiererà in zona sud di Nowaja Orlowka. 7. - Modalità per la sostit uzione.
Saranno presi diretti accordi fra divisioni interessate sulla base delle seguenti direttive: a) La divisione Sforzesca dovrà in defìnitiva sostituire la div. Pasubio nel proprio settore ccl allargare successivamente la propria fronte fino all'attuale limite di settore fra 81" e 82° rgt. fanteria. Gli elementi attualmente assegnati in rinforzo alla div. Pasubio rimarranno in posto passando alle d ipendenze della div. Sforzesca. Nella
Documenti notte sul ro luglio la Sforzesca disimpegnerà almeno 1'80° rgt. fanteria cd il III gruppo/8° rgt. artiglieria. b) La di v. Pasubio prenderà immediati accordi con la 1 u• div. germanica per sostituire prima con 1'80° rgt. fa nteria e reggimento artiglieria e successiva mente con il resto della divisione le truppe in linea della JII" divisione dal limite nord fino al limite cli contatto Verchne Lozow ij - Wergheljewk - Kom issarowka. A tal fine sono subito messi a d isposizione della Pasubio il Comando reggimento Artiglieria a cavallo con i gruppi I e II che rileveranno nell'attuale schieramento i g ruppi I e 11 / 8° rgt. artiglieria e passeranno successivamente a disposizione della div. Sforzesca. Lo schieramento della Pasubio nel nuovo settore dovrà avere inizio possibilmente nella notte sul giorno II e conseguentemente fin dal mattino del ro luglio dovranno essere inviati presso la JI 1" Divisione i nuclei dei vari reparti incaricati di riconoscere lo schieramento da rilevare. e) La ru" cliv. germa nica lascerà in posto i collegamenti a filo necessari. Nelle sostituzioni parziali e totali dei settori difensivi è assclucamen te ind ispensabile mantenere in posto i collegamenti a (ilo più importa nti. Il Comandante Genio XXXV C.A. (C.S.l.R.) regolerà tale ques::ione direttamente con i Ccmandi Pasubio - Torino · e 1 11 " d iv. germanica. d) Mi riseno cli precisare la data di assunzione della responsabilità dei 1:ettori difensivi da parte delle divisioni Pasubio e Sforzesca. A titolo orientativo: alle ore o de! I 3 la di visione Sforzesca; alle 01·e o del 14 la divisione Pasubio.
8. - Colìega·m enti. TI Comando Genio provvederà ad assicurare la rete dei collegamenti dalla sede del Comando tattico secondo ordini a parte.
9. - Posto Comando. Per l'azione, Comando divisione Torino scelga un posto Comando nella zona de\1 '81" rgt. fanteria. Questo Comando stabilirà sua sede comando presso attuale Comando Torino a Rykowo con osservatorio principale presso piramide Juni Komrnunar. Segnare ricevuta. Il Generale d i Corpo d'Armarn Comandante Giovanni Messe
,,r. -U .S.
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Le operazioni delle unittl italiane al fronte rusJO (1 941 - 1943) Documento n. 61.
COMANDO XXXV CORPO D"ARMAT A (C.S.I.R.) UFFICIO OPERAZIONI
Segreto.
P.M. 88, lì 10 luglio 1942. XX N. 7141 / Op. di prot.
Oggetto: D irettive per le future operazioni nel caso di ripiegamento nemico. Divisione Fanteria at. << Pasubio » Divisione Fanteria at. u Torino >J Divisione Fanteria u Sforzesca)) 3" Divisione Celere « P.A.D.A. >) Artiglieria di C.A . Genio di C.A .
Al Al Al Al Al Al
Comando Comando Coman do Comando Comando Comtmdo
Al Al Al Al Al
e, per conoscenza: Comando 8" Armata Comando 17" Armata Gennanica Comando XLIX CA. Germanico Comando Lll C.A . Germanico Comando Aviazione 8• Armatu Loro Sedi
Fa seguito al foglio 7050 /Op. del 9 luglio 1942 e scioglie la riserva di cui al n. Ì1. 1. -
Nel caso che il nemico ripieghi volontariamente il XXXV C.A. (C.S.I.R.) deve premerlo ed inseguirlo nella direzione generale nord Swerdlowsk per Fatschtschewka e lwanowka, mentre alla sua sinistra la 111'' div. germanica (che in tale ipotesi rimane alle dipendenze del LII C.A.) avanza per Goroclischtsche - Orechowa in direzione generale K.rasnodonskij e alla destra il XLIX C.A. con direzione generale sud Swerdlowsk.
2. -
Per l'assolvimento di tale compito è mia intenzione di impiègare la 3" div. Celere come avanguardia generale per il fascio itinerario che, sviluppandosi a cavallo della ferrovia da Fatschtschewka fi no a Schtschetowo, prcsegue poi per l'obiettivo, e di segui.re colla massa delle rimanenti forze nel dispositivo di manovra che al momento risulterà più opportuno.
3. - Valgono in proposito !e seguenti direttive: a) le divisioni Ccicre, Tc;rino e Pasubio (poi Sforzesca) intensifichino l'esplorazione sul proprio fronte per avere la sensazione immediata di ogni indizio di ripiegamento nemico e in tal caso mantengano il contatto con forze ail'uopo tenute alla mano; gli attuali limiti di contatto sono a tal fine così prolungati: . tra Celere e Torino: N ikitino e Fatschtschewka (località alla Celere);
Docitment1 - - - - ·--- ----- ------- -·-·
tra Torino e Pasubio (poi Sforzesca): corso del Bulavin . Balka Jefimiewka • Stazione Redkodub (alla Torino); tra Pasubio (poi Sforzesca) e 1 n " div. germanica : Mogila Leniwaja Mogila Goroznaja - q. 347,2 (alla Pasubio, poi Sforzesca); b) la Celere si tenga pronta a muovere colla massa delle sue forze al massimo in 24 ore dalla prima segnalazione cli un ripiegamento nemico; e) le division i Torino, Sforzesca e Pasubio raccolgano al più presto in attesa cl' ordini la massa delle proprie forze rispettivamente nelle zone di Olichowatka - lm. Molotowa; di nord stazione Bulawi n ed owest Debalizewo; e di Werchne Losowij e Nowo Grigorjewka. Superfluo sottolineare la superiore necessità cli concentrarsi nel più breve tempo possibile.
4. · Nel movimento in avanti le d ivisioni e soprattutto la 3" Celere dovranno far gravitare con le avanguardie tutti gli elementi guastatori ed artieri di cui dispongono per la rimozione dei campi minati ed il riattamento delle interruzioni. Allo stesso scopo il Comando Genio preceda l'inserimento del battaglione artieri e del reparto guastatori tra la 3" Celere e !a massa del Corpo d'Armata. Raccomando un giudizioso dosamento d 'armi anticarro in testa e nel corpo delle colonne. La 3" Celere avanzando si guardi particolarmente il fianco destro.
5. · Accusare ricevuta. Il Generale d i Corpo d'Armata Comandante Giovanni Messe
Documento n. 62.
COMANDO DI COLLEGAMENTO T EDESCO Segreto!
23 luglio 1942
N. 53/ ,p di prot. Al Comando 3a. Armata
Ufficio Opemzioni Da parte del Comando Superiore del gruppo <l'armate
e<
A
il,
è pervenuto
il seguente ordine: fa n. 464/ 42 segreto: 1" •
L'8" Armata Italiana deve avanzare al più presto possibile - attraversando il Donez - verso la linea Millerowo - Mankowo Kalitwenskaja, per essere in seguito impiegata sul fronte del Don a Sud · Est di Pawlowsk.
b4 4
Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
2° - A tal fine - mediante marce forzate - deve attraversare il Donez a nord - est di Worosehilowgrad al più tardi il mattino del 26 luglio ed arri vare con i reparti veloci, avanzanti via Belowoclsk entro il 27 luglio 1942 nella zona di Kantemirowka, e con la testa dei reparti rimanenti, il giorno 30 luglio sulla linea Millerowo - Mankowo Kalitwenskaja.
3° - L'8' Armata italiana, attraversando con gli ultimi reparti il Donez, esce dalla dipendenza del Gruppo Armate Ruoff ed entra alle immediate dipendenze del gruppo armate «A)>. Attraversando poi con gli ultimi reparti la linea Millerowo - Belowodsk, passa alle dipendenze del gruppo armate « B » (Starobelsk). 4° - Circa l'approvvigionamento seguono ordini a parte.
Il capo ciel Comando tedesco cli collegamento Gyndenfeld Magg. cli S.M.
Documento n. 63.
COMANDO SUPREMO Uw1c10
OPERAZIONI
3 agosto 1942. XX Per Generale Marras Berlino N. 22815/0p. / ./ Generale Gariboldì informa che giorno 25 luglio recatosi suo comando colonnello stato maggiore Hax del Gruppo Armate « B >> per esporgli intendimenti su nuovo schieramento et sui compiti cne saranno affidati 8" Armata / ./ Si tratta fronte sul Don da Pawlowsk (escluso) alla foce ciel Choper / ./ Tre settori di corpo armata / - / due italiani alle ali et uno tedesco al centro / - / due divisioni tedesche in riserva /./ Però il corpo armata italiano di sinistra (II) avrebbe due divisioni italiane et una tedesca / ;/ il corpo tedesco centrale (XXIX) due divisioni italiane et una tedesca / - / quello italiano cli destra (XXXV) due divisioni italiane / . / Generale Garibo!di ha espresso desiderio avere corpo armata tedesco costituito da due divisioni tedesche et una divisione italiana et in riserva una divisione tedesca et una divisione italiana /. / Pregasi interessare 0.K.Vv. perché desideri espressi vengano accolti particolarmente quello riguardante costituzione riserve con una divisione tedesca ed una divisione italiana / ./ Ugo Cavallero f./
Documenti Documento n. 64.
STRALC IO D AL DIARIO CAVALLERO
25 .7.1942: Ore 8,45. Telefono al Duce. Argomenti : - Al fronte russo avanzata prosegue. Si ntiene che 1'8" Armata sarà dislocata al Don per formare fronte difensivo mentre le unità corazzate proseguono. - Pare che 1'8" Armata non sia molto soddisfatta ma non credo si possa fare nulla al riguardo come Voi stesso avete detto a Magli giorni fa. Magli ha telefonato a Ma rras per precisare le: cose, ma in sostanza si farà come avete <letto: (( lasciamo che il comando faccia >l . - Insisteremo perché gli alpini siano impiegati nel Caucaso. Sarebbe assurdo che fossero impiegati i n pianura. Del resto anche i tedeschi fanno i mportante assegna mento su di essi.
D ocumento n. 65.
COMANDO 8" ARMATA STATO M AGGIORE • UFFICIO
OPERAZIONI
P.M. 6, Il 27 luglio 1942. XX
Oggmo: Schieramento dell'Armata sul Don.
Ai Comandi di C.A. (ll C.A.) Ai Comandi d'Arma
Al Comando Divisione « Cosseria » Al Comando Divisione Celere Al Generale lspmore CC.RR. Al Luogotenente Generale M.V.S.N. All'Intendenza e, per conoscenza :
Al Comando Heeresgruppe « il,, Al Comando X XIX C.A. Germanico
tramite nucleo collegamento germanico presso comando 8" Armata.
L'8:1 Armata deve sch ierarsi sul Don nel settore compreso tra Pawlowsk (escluso) e confluenza fiu me Choper.
646
Le operazioni delle unìtù italiam'. al fronte
l'USSO
(1941 - 1943)
Lo schieramento sulla fronte sarà il segl!ente (comi nciando da!Ia sinistra : vedi lucido annesso): - II C.A. : con una d ivisione tedesca - sulla s1n1stra - e divisioni Torino e Ravenna: tra Pawlowsk (escluso) e Bogutschar (ccmpreso); - XXIX C.A. tedesco : con una div isione italiana (Cosseria) - sulla sinistra - e due divisioni tedesche : tra Bogutschar e Werch. Vlocl janskij (esclusi); - XXXV C.A . : con d ivisioni Pasubio e Sfor:t.esca: tra Werch. Wodjanskij e conflue nza Choper (com presi). Definizione dei limiti di settore divisionali: a cura dei comand i di C.A .. Gra ndi unità in riserva : - una d ivisione tedesca nella zona Ssmag!ejewka - Taly; - divisione Celere nella zona Sstrakowskij - Olchowskij. Detta divisione trovasi per ora a temporanea d isposizione del comando fr' Annata tedesca, dal quale è stata impiegata per guarnire un tratto del Donez a dest ra ccl a sinistra di Jelanskoje. In conseguenza di qua nto sopra i comandi dei C.A . II e XXXV ed il comando divisione Cosseria : - prendera n110 subito contatto con il comando ciel XXIX C.A. tedesco (che trovasi a Schirinowka - sud di Bogutschar - e che ha per ora la responsabilità dell'intero settore destinato all 'Armata) onde definire le modalit~i per la sostituzione delle truppe in li11ea, assunzione della responsabilità de l fronte assegnato ed avere notizie sulla situazione, nemico, terreno, iti nerari e risorse; - impartiranno <lisposà.ioni per l'avviamento nella zo na di impiego delle uni tà dipenden ti tenendo presente la necessità di accelerare la sostituzione. Mi siano trasmesse a l più presto le tabelle di traslocazione riferentisi ai movimenti delle singole G.U. e comunicata la data sotto la q uale i comandi di C.A. assumeranno la responsab ilità del relativo settore e la sede del relativo comando. La divisione Cosseria, che rimane alle mie dirette d ipendenze operative fìno a che non passerà sotto a q uelle del comando XXIX C.J\. tedesco, seguirà nel movimento la d irettrice Belowodsk - Strdzowka - Nikolskoje - sud Klubkowka - Schirinowka, colle seguenti modalità : 31 luglio : tappa ad Olchowo; 1 ° agosto: tappa a Tschuginka; 2 agosto : tappa a Gorodisch tsche; 3 agosto: tappa a Belowodsk ; 4 agosto : n poso; 5 agosto : tappa a Strelzowka; 6 agosto: tappa a N ikolskoje; 7 agosto : tappa a Filipjcw; 8 agosto: riposo; 9 agosto : Schirinowka. Per nor ma noci.fico che il comando tattico d 'Armata si stabilirà (si riserva di precisare la data) a N ikolskoje; sede logistica a Millero·.vo. Il Generale designato d'Armata Comandante
ltalo Garibo!di
I)
Documenti
6.p Documento n. 66.
COMANDO 8" ARMATA STATO M .~GGIORE -
U1,r1c10 OPE.RAz101sr
P.M. 6,
n 29
lug lio 1942. XX
Oggetto: Situazio ne nuovo fronte dcli' Armata.
Ai Comandi di Corpo d'Armata (Il e XXXV) Loro Sedi A seguito foglio 02/ 1940 in <lata 7 corr., tras metto l'unito online in data 28 corr. <lei comando Gruppo Armate « B », contenente indicazioni circa J"inquad ramento dell'armata, consistenza e compici del XXIX C.A. germanico.
In ccnsegucnza della riduz ione delle di visioni del XXIX C.A. eia 4 a 3, resta scppressa la divisio ne germanica d i riserva. A complemento comunico: - la linea corre lungo il Don (riva destra nostra, r iva s111 1stra russa) salvo in corris pondenza dell'ansa di \ Verch. M anon, ch e è tutta in mano russa (la linea corre alla base dell"ansa); - d"ambo le parti iniziati pochi lavori di rafforzamento; - il Don non costituisce ostacolo intransitabile, essendo qu as i ovunque g uadabile anche a p iedi. La riva destra è dominante, m a offre al nemico angoli morti che possono essere uriiizzati. Occorre quindi attenta vig ilanza; - le forze nemiche contrapposte sembra am monti no, per ora, a 4 divisioni d i fanteria, appartenenti alla 63• armata: divis ioni ternarie e ad effettivi com pleti (compag nie su r8o ucmini); - fino ad ora attività operativa limitata d'ambo le parti a quella di p~muglie, specie d i notte; - a ttivit ~, aerea nemica r idon a (a pparecch i isolati); . - nessuna attività di partigiani nelle retrovie; si aggirano nella zona mclti disertori e fuggiaschi russi che tornano alle loro case. Nessuno ha manifestato finora in tenzioni ostili; - risorse abbondanti d i g ran o e bestiame . D iscrete, ma loca liz zate, dì legna. Acqua scarsa e da potabilizzare. Il Gene rale designato e.l'Armata Coman dante ltaio Guriboldi
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Le operazioni delle unità italiane al j,·onte russo (1941 - 1943) - - - Documento n. 67.
COMANDO II CORPO D 'ARMATA UFFICIO O J>El\J\ZIONI
Segreto. P.M. N.
2010 /02
2 :,,
lì
1°
agosto
1942 .
XX
cli prot.
Oggetto : Occupazione della linea di combattimento e contegno comandi e truppa. Ai Com andanti di Divisione, d'Arma
e
di Raggruppamento
e, per conoscenza: Al Comando d'Armata Fra pochi giorni le truppe del C.A. avran no l'onore di occupare sul Don la linea <li combattimen to. Io sono certo che tutti sapranno far vibrare d'orgoglio l'animo dei dipendenti nel momento in cui il cuore della Patria lontana deve pulsare più che mai vivo in noi nel pensiero che i suoi occhi su noi si affisano orgogliosi e fidenti. A questo grande palpito morale deve unirsi una cculata previggenza intesa ad impostare, sin dall'inizio, l'azione dei nostri comandi e quella delle nostre truppe. Il fronte viene occupato per sostituzione ed essendo amplissimo (eia 25 a 30 km per divisione) richiede, come è già in atto, vigilan~a (linea di sicurezza) sul fiume ed occupazione a nuclei ed a scacchiera (con rise,ve di settore) in profondit:i. La sponda in nost ra mano domina qudla avversaria che però, specie nel saliente che il Don forma ove riceve il Tschernaja Ka litwa, offre al nem ico: boschi ed abitati lungo il fiume; guaclabilità del fiume stesso (in mo!ti punti anche a piedi) e possibilità di impiego d i carri armati (è segnalata la presenza anche d i I brigata corazzata). Richiamo in particolar modo l'attenzione di tutti i comandan ti e.li reparto sul farro che nello scambio delle consegne essi riceveranno l'impressione che il fronte sia per così dire « pacifico» in quanto, sinora, solo azioni cli pattuglie si sono ve rificate. Così è infatti per il momento, ma così non sarù appena la sostituzione sia avvenuta in quanto con tutta pro:,abilità (per non e.lire con certezza) il nemico attaccherà nella speranza di un successo su truppe che egli ritiene (e in pane sono) nuove al combattimento. Così ha fatto proprio ieri l'altro con la nostra divisione Celere in movimento che ha valorosamente respinto l'attacco. Occorre perciò reagire con tutti i mezzi all'im pressione « pacifica » e mantenere, e più accentuatamente i primi g iorni (per dir meglio ancor più le
,.
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prime notti, poiché i Russi preferiscono l'attacco notturno) la vigilanza e pronti i mezzi di reazione. Particolare cura dovrà essere posta nel disporre i mezzi anticarro (artigl ierie in genere) che, nel limite del possibile, questo comando integrerà colle proprie artiglierie ove se ne manifesti maggiore la necessità. Materiale d i rafforzame nto e difesa (mine, reticolati, razzi illuminanti, cstacoli controcarro) sono stati richiesti e giungeranno presto. Intanto ì comandi contino sui propri mezzi e studino il loro settore anche per il piL1 oculato impiego dei mezzi di rinforzo che metterò senz'altro a loro disposizione (cp. controcarro da 47, cp. lanciafiamme, cp. mìtraglicri, ecc.).
Ricevuta.
Il Generale dì C..A. Comandante C . Zcmgh ieri
Documento n. 68.
COMANDO DELL'8" ARMATA STATO MAGGIORE - UFFICI O 0PERAZ!Oè\:(
Prot. n .
02/20r2 -
Allegati n.
2.
P .M. 6, lì
2
agosto 1942. XX
Oggetto : Difesa del Don .
. . . indù·ù::zi omessi . .. Unisco, per l'esecuz ione, due ord ini pervenutimi dal Comando G ruppo Armate « B », uno tattico l'altro tecnico che trattano della sist::rnaz ione difensiva della frcnte assegnataci. Altro tecnico più dettagliato è in corso di d iramazione. Per qua nto ì documenti siano chiarì ed esaurienti, vi aggiungo poche considerazion i e norme per la realizzazione di quanto prescritto. 1" - La /,·onte assegnata all'8" armata è nota. Deve essere inviolabile ccl inviolata dal nemico. Fronte ampia con ostacolo frontale (Don) d i poca efficienza; guadabile quasi ovunque; spenda nostra dominante il che è bene, ma sìcccme cade spesso ripida sul fiume, provoca molti angoli morti; conseguente fa cilit:: dì sorprese nemiche e necessità attiva vigilanza nostra.
2'' -
Ci fronteggiano attualmen te, pare, 4 divisioni ternarie.
3" - N ostre forze disponibili, note. Non sono molte, lo so, ma il discutere non le aumenterebbe <li un uomo, né climinuirebhe di un mcao la fronte. Occorre invece provvedere.
4" - C i è prospettata lunga sosta; è quindi necessario provvedere sia alla sistemazione difensiva, come alla organizzazione degli alloggiamenti.
650
Le operaziolli delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
5° - A) Sistemazione difensiva : fronte e profondità. Fronte. Data la situazione d i forze e mezzi, è ovvio non essere possibile, né conveniente una linea di opera continua. Occorre invece sistemazione a punti, nuclei (caposaldi, centri, nidi, ecc.) bene scelti ed opportunamente dosati, sempre che possibiie a scacchiera (scaglionamento) ma non rigida, né geometrica, bensì adattata al terreno, atta a dare forza ed appoggio alla nostra azione e<l m:tacolare invece quella avversaria. Prevalente atte nzione alle linee di facilitazione per il nemico, ma non trascurare il resto : è là do ve più facili sono le sorprese. In sintesi : ai punti sistemati, per sé statici, unire il movimento vigilante di elementi leggeri e rapid i; preparare la reazione mobile (contrattacco v. n. 8), osservazione continua ccl oculata; collegamenti multipli e sicuri. 6° - Oswcolo materiale. E ' bene illustrato negl i ordini superiori come entità ed ubicazione : - fa re della sponda del Don un ostacolo antica rro adattando il terreno o creando il fosso. Altri elementi cli fosso dove necessario per dare profondità alla difesa. Completare con mine; - reticolato continuo su.I fronte; - cingere a giro d'orizzonte i pun ti fortificati e tutte le località sedi cli truppe, comandi e servizi. 7° - Fuoçhi. Oltre alle solite disposizioni massima cura alle possibilità contro carri. Concorso dei diversi mezzi. 8° - Profondùà. . I diversi comandi, dai più modesti a queJJi di G.U., dcveno avere a d isposiz ione aliquote dispo nibili alla mano per intervenire nell'azione (modo più efficace per fare sentire la propria autorità). Perché questi elementi possano gi-.rngere tempestivamente occorre posseggano una celerità proporzionata alla fronte del reparto al q uale servono. Sarà quindi necessario che i ccman.di di G.U., quando non al, biano dei reparti specialmente idonei, studino il modo cl i costituirsi colonne dotate di celerità cd abbondanti mezzi cli fucco (massi mo àelìe bocche che sparano col minimo di quelle che ma ngiano). Non siamo ricchi di m1.tomezzi, lo so. Si faccia con quanto si ha, sfruttandolo e.ca opportu ne manovre. Non devono essere formazioni fisiche che ipotechino mezzi ed a rmi, ma nuclei eia impiegare con i mezzi che a volta a volta si hanno a disposizione. Difficile? Lo so, è per questo che ne affido lo studio ad alte autorità. ' Nello studio della profondità è cli g ra nde importanza la sistemazio ne sopra accennata della regione retrcstante alla li nea per i reparti comandi e servizi, eh completare con l'organizzazione cli quelle accidentalità (gangli cli comunicazione - punti dominanti) che pur non essendo luoghi cli alloggiamento, han no importanza tattica emergente. 9° - Iniziare subito i lavori senza perdere una giornata. Studiare il piano completo a larga visione e da esso orientare ogni colpo di vanga o <li piccone per evitare il fa re e disfare (perd ita d i tempo, sciupio di energie). Calcolare e chiedere l'occorrente in materiale, ma non attenderne l'arrivo, cominciare con q uello che si ha o che si trova sul posto.
Documenti Sistemare comunicazioni ciascuno nel suo ambito, per facilita re l'arrivo tem pestivo di ciò che occorre ed il regolare svolgersi del t raffico. Curare i collegamenti multipl i che diano assoluta sicurezza di continuità. Lavorare di lena senza essere legati al proprio ccnfìne. C li enti più elevati siano sempre cli aiuto pratico ai più modesti. 10" - B) Organizzazione alloggiamenti. Data la previsione di lunga sosta occorre prepa ra rs i a nche per il cambiamento di stagione. Stud io guindi di ricoveri che - data la scarsic~ di abitati e l'andamento della l inea - dovra nno in buona parte essere ricavati dal te rreno (esperienza dello C.S.I.R. conforta a ritenerli idonei). Se poi verranno altri mezzi (baraccamenti od a ltro) Lanto meglio, ma bisogna prepararsi anche a farne a meno. Anche qui non perdere tempo. Studiare il probl.cma nella sua vastità in modo organico, armonico e completo e riassumendolo in rich ieste; ma incan to ini:.!:iare, sarà tanto d i g uadagnato.
II'' - Tutte le rich ieste del fabbisog no per sistcma:ào11e difensiva cd alloggiamenti siano subito co ncretare e comunicate, sia pure in primo momento con cifre approssimative, per orientamento di ch i deve provvedere. Mi saranno trasmesse assieme ai progetti di lavori dai Corpi d'A rmata, comando genio ed Intendenza, per la parte che a ciascuno interessa. 12° - Comando Genio, tenendo conto di guanto prescritto dal Genio del Comando Gruppo Arma te e servend osi della prezicsa esperien7.a del nostro XXXV (C.S.I.R.) ccmpili norme pratiche atee a facil itare il compito dei d ipendenti specie per i più piccoli reparti.
Il Gene rale designato cl' Armata Comandante I. Gcr.ribo!di
Allegato n. C OMANDO GRUPPO ARMATE ((
1
al f. n.
02 / 2012
B))
Ufficio Operazioni - Generale del Genio
N.
2091 / 42
segr.
Q.G., lì
14
luglio
1942.
XX
Oggetto: Organizzazione di posizioni. A.I Comando 6''· Annata Gruppo Armate von Weichs (con cdleg. per la gherese)
2"
A nnata Un -
A) Le nuove prescrizioni (istruzioni) e< Generalità sui servizi del genio m m vemo >l saranno pronte per la scampa in u no o più fascicoli per il 1 5 agosto 1942. 1-'ra l'altro esse conterranno pure una parte dedicata ai « Lavori campali in inverno».
L('. operazioni delle unit}i italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
- - --
Per la ricognizione e l'adattamento (preparazione) del terreno vengono date le seguenti direttive. Esse sono basate sull'esperienza fatta nel passato inverno.
B) Ostacoli e mme. r0
- a) L' ostctcolo ininterrotto, davanti a tutta la fronte della posizione è di importanza decisiva . Nei singoli settori può ad esempio essere sufficiente un ostacolo ini nterrotto costituito da gabbioni di filo spinato, messi sulla neve uno vicino all'altro e legaci fra loro con del filo spinato in modo che il russo sia costretto a fermarsi e possa venire abbattuto con il fuoco. L'ostacolo frontale viene generalmente eseguito con predisposto lavoro notturno. Reparti di artieri appena addestrati nei rgt., btg. o cp. possono in particolari condizioni invernali, accelerare la costruzione, curare la manutenzione degli ostacoli, e provvedere rapidamente alla chiusura di qualche falla. Per le pattuglie esploranti, si rendono necessari dei passaggi nascosti. b) D i m inore urge nza è la creazione di ostacoli singoli (interrotti) (formati con istrici e filo spinato), a seconda ciel tempo, della forza e dei mezzi che si hanno a disposizione, e del collegamento (comunicazion i) fra loro. I sopraddetti ostacoli hanno solo il compito di tratte nere gli attacchi di sorpresa del nemico in modo di dare la possibilità agli occupanti la località, di prendere disposizioni per la difesa. In ciò sta la differenza con il paragrafo B) 1." - a) che dispone per gli ostacoli ininterrotti frontali.
2° - L'impiego della pregiata mina T quale elemento foss'anche conti nv.ativo - dell'ostacolo frontale è sconsigliabile. Le mine T servono per combattere i carri armati nemici. L 'effetto contro fanterie - soprattutto delle m ine gelate - è scarso. Bisogmi pu1·e op-porsi all'inutile, e privo di rendimento, s-parpc1,gliame11to delle singole mine sul terren o. Un tale impiego delle mine T è speditivo ma inganna pure nell'effetto e non può in nessun caso sostituire un ostacolo frontale ininterrotto. Le m ine T vanno acce ntrate e ammassate nei passaggi transitabili da carri armati, in modo che costituiscano una reale difesa (con mine). Con un tale impiego delle m ine si liberano delle armi a.e. che possono così venire impiegate per il concentramento del fuoco in altri punti di possibile transito per , i carri armati. Un chiaro giudizio ed una ricognizio ne attenta e profonda sono la naturale premessa a quanto sopra. L'impiego delle mine T deve essere diretto dai comandi superiori - div., rgt . - che damnno Le opportune disposizioni .
.3" - Generalità. a) La manutenzione e la costruzion('. di ostacoli di qualsiasi tipo m m verno richiede fatica non indifferente. Più saranno fìn da ora preparati, tanto maggiore potrà esserne l'utilità che ne deriverà alla truppa. b) Per ragioni di economia il ccmando superiore dell'Esercito ha ordinato che la costruzione degli ostacoli avvenga nel modo misto (filo spinato e fi lo di ferro normale).
Documenti
C) La posiz ione. 1 ° . L 'intenzione cli adottare una di fesa di movimento per consentire alle truppe di accantonarsi nelle località abitate, ha di frequente permesso delle invasioni del nem ico. Il respingere dette invasioni con il contrattacco - ammesso che questo fosse ancora possibile - è sempre costato g ra vi perdite. 2 ·• • La difesa organi2:zaia su capisaldi fra loro più o meno distai/ti dimo.ctrò il difetto clie il russo riusciva sempre a penetrare attraverso qualche fr1lla. una completa chiusura, per mancanza di forza o di mezzi non era spesso possibile. La mancan~a di un ostacolo ininterrotto favoriva il metodo cli combattimento del nemico. 3° - La difesa ai margini delle località abitate portava generalmente a combattimenti locali, nei quali dapprima il russo aveva il sopravvento (superiori tà). L'allarme agli occupanti la local ità durava troppo tempo. Ciò era dovuto soprattu tto all'ord ine sparso delle costru zioni. Ostacoli e posiz ioni di difesa devono essere m essi a dovuta di.ctanza dai margini delle località abitate. Lo sbarramento e la difesa delle località nelle profondità del campo di battaglia conservano completamente il suo valore. La disposizione di ben organizwte 11osizioni di difesa co11 centri di fuoco spostati in profondità ha dato un buo n rendimento agli effetti della difesa . Il largo uso di finti impian ti, anche in profondità della pos1z1one, contemporanea a postazioni intercambiabili ingannano il nemico sulle nostre intenzio ni e forza . 4" - N ella realizz az ione di posti di comando (ricoveri) e fortini è da tener sempre presente che la costruzione deve corrispondere alle esigenze dell'inverno. A detta realizzazione, fra l'alcro vi concorre : a) creazione delle necessarie condiz ioni di combattimento (ostacoli, settori di tiro, postazioni per le armi pesanti e leggere della fan teria, e per l'artiglic-ria, schizzi panoramici); b) creazione delle necessm·ie condizioni di vita (riscaldamento, illuminazione, luog hi e.li riposo); c) costruzioni robuste e solide, a nche se le fondamen ta richiedono pili trmpo e fatica. Per la costruzione delle postazioni d'a1·tiglieria valgono gli stessi punti di vista . M eta. Gli occupa nti ed i serventi della postazione devono poter vive re a nche a lungo nei ricoveri e combatte re mantene ndo intatta la loro dfìcienza al combattimento. 5° . Le, necessità ed i vantaggi t!i un abile maschernmel!lo devono sempre ve nire raccoma ndati e ri petuti. 6° - L e particolarità tecniche per la costru zione delle posi~ioni invernali ed i tipi di tali posizioni (postazioni) sara nno contenute nelle « Disposizioni per l'inverno » di cui al comma A.
D) Comu11ictizio11i. L 'inverno 1941 - 42, ricco di nevicate, ha ch iaramente dimostrato l'importanza dell'efficacia delle comunicazioni. Si raccomanda ancora (partico~armcnte) :
6 54 Le opera.àoni delle unit:1 italiane al fro nte russo ( 1 941 - 194 3) - -- - ·-- - - a) immagazzinaggio di tutti gli approvvigionamenti: va fatto in modo che siano accessibili anche durante l'inverno, quindi sulle o nelle vicinanze delle strade, che si man terranno aperte al traffico e non in posizion i t roppo isolate; b) installazioni di ferro vie da campo ( Decauville) : può essere cli grande utilità; e) tempestiva p1·eparazione o alfostimento delle pali.z zate f ermaneve: (vedi disposizioni f. n. 1980 / 42 del 3 luglio 1942 del comando Gruppo Armate Sud); cl) prétparazione di slitte, pattini per slitte ed animali da tiro; e) addestramento e preparazione di reprtrti spalatori cli neve (reparti per lo sgombero della neve) compresi i mezzi necessari.
E) Dotazioni. La tempestiva prepcm1zione e dotaz ione di magazzini o parchi del genio (corpi d'armata e div.) così come l'istituzione di magazzini avanz2ti, risparmiano in inverno tanta strada e tanto tempo. La transitabilità delle strade per l'accesso a questi magazzini deve essere assicurata. Sì deve tendere a portare la truppa in una sola volta al suo posto d'impiego in modo di evitare tutto il lavoro di carico e scarico dei mezzi di traspcrto e conseguente immagazzinaggio e smagazzinaggio.
F) Generalità.
a) Si lascia alle Armate, anche per quanto riguarda l'artiglieria, cli approfondire, con brevi corsi e lezioni, le cognizioni del loro personale istruttore, sugli ostacol i e le costruzioni di posizioni. b) Inoltre ai primi di settembre l'O.K,H. ha intenzione cli organiuare un corso per la preparazione invernale, con il concorso cli ufficiali finlandesi e da effettuarsi in località Arys. Ordini relativi seguiranno, Si prega voler comunicare brevemente le disposizioni che si sono impartite i11 seguito al parag rafo F) a). Per il Comando Gruppo Armate B il Capo di Stato Maggiore
Allegato n. ISTRUZION I PER LA DIFESA DEL
Vv OLGA
2
E DEL
al f. n.
02/ 2012
DoN
Segreto. Forti aliquote del Gruppo d 'Armate e< B J) durante questo inverno saranno impiegate per la difesa del \Volga e del Don. Indico perciò i seguenti principi per la difesa dei fiu mi : J. - La difesa dei fi umi non viene fatta in modo elastico ma bensì in modo 1·igido. Si tratta anzirnrrn di impedire al nemico nel modo più assoluto cli attraversare, anche temporaneamente, l'ostacolo del fiume. Attacchi nemici devono
Documenti essere annientati davanti alla linea di <lifesa e ciò con il fu oco concentrato di tu tte le armi. La linea di difesa viene rapprese11tc1ta dalla sponda da noi occupata. Eccezioni a tale principio richiedono il consenso da parte del Comando Superiore del Gruppo d'Armate e dovranno essere propcste su carta topo-grafica 1 : 100.000 . 2. - In primo luogo è indispensabile la Jicurezza contro i carri annati. Sul Dcn - il quale durante la stagione estiva porta poca acqua e può quindi facil mente essere attraversato da uomini appiedati e da carri armati - la sicurezza è data dalla mtu ra solo dove la sponda di difesa cade verticalmente verso il letto de l fiu me. Anche in questi punti si renderanno necessari lavori cli difesa. 3. - Dato che la sponda sud - o\"est del Don, quasi per tutta la lunghezza del fronte è più alta dell"altra sponda, nei punti ove la sponda non cade con suffic iente ripidezza, si può ottenere la sicurezza mediante svaso di terra formando così una sponda perpendicolare. Ove ciò non è possibile devono essere costruiti dei fossi anticarro completati cli campi minati. Le armi anticarro devono essere poste in modo che il concentrame nto elci fu.eco graviti nei punti meno protetti dalla natura, in modo che la massa dei carri nem ici attaccanti possa ven ir presa sotto il fuoco prima dell'ostacolo anticarro. 4. - L"csscrvazione ininterrotta dell'intera sponda nemica, anche mcJiante numerosi osservatori avanzati dell'artigl ieria, è assolutamen te indispensabile. De::ve;: essere pure:: preparata /' ili um inazione de/ fium e e sono da tenersi pronte a disposizione delle mine galleggianti e zattere ardenti. L"ostacolo per fanteria (reticolato e filo spinato) deve essere eretto nelle immediate vicinanze della sponda.
5. - Piani di fuoco, con i guaii si coordina il fuoco combinato dell'artiglieria, delle anni anticarro e de lle armi pesanti della fanteria, devono ga rantire una completa protezione di fuoco davanti e sull'ostacolo anticarro e consentire il concentramento del fuoco in centri di gravità. L'impiego sui fianchi può sovente portare dei vantaggi. 6. - Posizioni defilate nascondono il pericolo che l'allarme venga dato in ritardo. 7. - Eventuali infiltrazioni nemiche devono essere fermate dai centri di sbarrcimento e centri d'appoggio, posti in profo ndità della linea d i difesa, m modo da consentire il contrattacco. 8. - Le riserve locali (per il contrattacco) devono essere ten ute possibilmente vicine alla linea di difesa. Alle riserve di seconda linea (per !"attacco) deve essere data sufficiente possibilità di un rapido spostamento nei settori pa rticola rmente minacciaci. La protezione dei limiti di settore deve essere garantita mediante opportuna ripartizione delle riserve.
9. - T utti i reparti combattenti e logistici, i comandi ed enti trovantisi in profondità della linea di difesa e dietro la medesi ma, debbono organizzarsi in modo per poter difendersi con mezzi propri formando dei centri d i resisLenza. L'occupazione delle pcsizioni di difesa in caso di allarme dovrà essere predisposta e sperimentata in precedenza e periodicamente a titolo d'addestramento.
6.56
Le opemzioni delle u.nit!Ì italiane cd fronte russo (1941 • l.943)
Nei centri abitati nei quali si trovano diversi reparti, dovrà essere assicurata l'unità di comando (nomina di un comandante della difesa). 10. - Della massima importanza è lo sviluppo della rete di collegamento ivi compresa quella tra settore e settore.
rr. - Delle esigenze particolari dell'autunno (periodo del fango) e dell'inv<:rno deve essere tenuto debito conto in tutti i lavo ri. Fhr. v. Weichs Generaloberst
Documento n- 69_
COMANDO XXXV CORPO D'ARMATA (C.S.I.R.) UFFICIO OPERAZIONI
Urgentissimo.
P.M. 88, lì 7 agosto r942. XX
N. 8630/0p. di prot. Oggetto: Schieramento del XXXV C.A. (C.S.LR.) sul Don. Al Al Al Al Al Al
Comando Comando Comando Comando Comando Comando
Divisione Fantaia Pa.rubio Divisione Fanteria Sforzesca Raggruppamento Truppe a Cavallo Raggruppamento CC.NN. t< 3 Gennaio)> Artiglieria di C.d'A. Genio di C.d'A.
e, per conoscenza: Al Comando 8<> Armata Loro Sedi
r. - Il settore difensivo sul Don assegnato al C.d'A. ha un'ampiezza in linea d'aria di oltre 52 km <la Kumokowskij escluso alle foci del Choper. I limiti di contatto con le G.U. laterali sono stabiliti come segue : - a sinistra (col XXIX C.A. Germanico) - Losscn (al XXIX) - Dubrowskoj (al XXIX) - Kumokowskij (al XXIX) - q. 2.31 (10 km sud di Kumokowskij) - Kosyrik (al XXIX) , lwanowskij (al XXIX) - Kamenka (al XXIX) - corso della Jablonowaja; - a destra con la 79" div. del XVII C.d' A. (6• armata): Kumylshenskaja (al XXXV) - corso del Choper sino alla foce - corso del Zuzkan fino alla foce - corso del Beresow ka.
Documenti 2. -
La situazione actuale è approssimativamente nota ai dipendenti Comandi di di visione; le ricognizioni che essi stanno compiendo debbono completare e tenere aggiornata la nozione di essa. ln sintesi: la sponda destra ciel Don è completamente in nostro possesso da Kumokowskij ad Jelanskoje, con forze nemiche antistanti abbastanza consistenti; da Jelanskoje verso est, la nostra occupazione della sponda destra è invece precaria, affidata a debolissime forze di sorveglianza tra le quali sussistono infiltra:t,ioni nemiche; in compenso risultano non molto consistenti le opposte forze avversarie. Da ciò deriva: - per la Div. Pasubio, la quale dovà schierarsi a sinistra, il problema dell'inserimento in linea coincide con quello di una semplice sostituzione salvo la necessità cli rivedere dove necessario lo schieramento attuale per adattarlo alla situazione del momento ccl alla d isponibilità d i forza e di me:t,zi; - per la Div. « Sforzesca l), la quale dovrà schierarsi a destra, lo stesso problema presenta i nvece fin dall'i nizio spiccati caratteri cli indeterminatezza i quali potranno costringerla a misure più delicate e complesse ricorrendo, se del caso, ad atti parziali di combattimento per raggiu ngere la sponda destra ciel Don.
3.
Nel realizzare lo schieramento sul Don il C.d'A. ed in particolare la divisione Sforzesca dovranno tener conto che il contatto tattico con la G.U. laterale della 6" Armata potrà presentare, almeno in primo tempo, qualche elemento cli incertezza. In conseguenza: - la divisione Sforzesca dovrà costituire un robusto fianco difensivo fronte ad est fra le foci del Choper e la testata del torrente Zuzkan; - il raggruppamento CC.NN. « 3 Gennaio ll (compresa la Legione Croata) dovrà prolungare a sud detto fianco difensivo lungo il corso del Z uzkan fìno a Blinoff compreso.
+ - La
linea cli contatto fra le divisioni Pasubio e Sforzesca è provvisoriamente stabilita lungo il meridiano passante per q. 2ro (12 km a sud - sudovest cli Jelanskoje). La linea di contatto fra la divisione Sforzesca e Raggruppamento CC.NN. (( 3 Gennaio >i è provvisoriamente stabilita lungo la pista orientale Gorbatowo - Krurowskoj sino all'incrocio con la pista Blinoff - Jagodnyi; successivamente lungo la congiungente cale quadrivio con la cresta della dorsale di riva destra del Don nel punto in cui essa è attraversata dalla pista Tschebotarew - Simowskij. li settore « Zuzkan )> affidato al Raggruppamento CC.NN. e< 3 Gennaio l> sarà compreso fra tale linea di contatto e la pista Blinoff - Belawinskij ( valle Kriuscha).
5. - Le divisioni Pasubio e Sforzesca raggiunta Bokowskaja alle date previste dalla tabella di marcia già d iramata, dovranno divergere per il proprio settore risalendo rispettivamente il corso del Tschi r e della Tschernaja (divisione Pasubio) e il corso delJa Kriuscha (divisione Sforzesca). Le modalità di marcia e cli schieramento saranno fissate dai comandanti di divisione in base ai seguenti concetti:
42. - U .S.
658
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 -1943)
a) eventuali giornate di sosta devono essere previste al di là di Bokow-
b)
e) d)
e)
skaja, densamente occupata da truppe e servizi delJa 6• Armata ed obiettivo cli attacchi aerei nemici; l'attestamento al Don ed il cambio delle truppe in li nea deve essere effettuato non più tardi della notte dal 13 al 14 agosto per la divisione Pasubio e della notte dal r4 al 15 agosto per la divisione Sforzesca; potrà però essere anticipato, a giudizio dei comandanti di divisione, qualora precarie condizioni di alloggiamento lungo gli itinerari da percorrere facessero ritenere preferibile tale anticipo; far precedere le compagnie artieri e collegamenti per il riattamento delle com un icazioni e la presa in consegna delle reti telefoniche; accordi diretti coi comandanti in sito per le modalità di affluen:,:a dei reparti in linea (ricognizioni, guide, ecc.); comunicare con 24 ore di anticipo giorno ed ora prevista per l'assunzione della responsabilità del settore di visionale (non più tardi delle ore 8 del giorno 14 agosto per la d ivisione Pasubio e delle ore 8 del g iorno 15 agosto per la divisione Sforzesca).
6. - A titolo di orientamento m i propongo di assegnare in primo tempo ai due settori le seguenti unità di rinforzo: divisione Pasuhio: T compagnia mitraglieri di C.d 'A.; 1 gruppo da 105/ 32; - divisione Sforzesca : CIV btg. mitraglieri di C.cl'A. (meno 2 com pagnie); 1 gruppo da 105/ 32; r batteria da 75 / 32. Ordini a parte per l'afflusso di tali unità. Decisioni per le rimanenti unità a mia disposizione saranno prese a situazione chiarita. 7. - In attesa che Bokowskaja, scelta come sede defin itiva del Comando, sia evacuata da truppe e servizi germanici, il Comando tattico del XXXV C .A. (C.S.I.R.) verrà stabilito provvisoriamente in località Karinowskaja (valle Tschir) circa a metà strada fra Archipowski e Latischenskij. Data da precisare. 8. - Appena giunte in linea, le truppe dovranno dare immediato ed intenso inizio ai lavori di rafforzamento, secondo un programma sommario tempestivamente concretato e sfruttando pel momento materiali e mezzi di cui dispongono o che sussistono in sito. Il Generale di Corpo d' Armata Comandante Ciovcmni Messe
Documenti Documento n. 70.
COMANDO XVII C.A.
28 luglio r942 Al Comando della Divisione Celere Ordine del Corpo d'Armata per il 29 luglio 1942 - XX. 1° -
Attività nemica sul Don è invariabile; dalla testa <li ponte a Serafìmowitsch il nemico ha fatto nd giorno di ieri e di oggi deboli attacchi, che wno stati respinti.
2" -
li XVII C.cl' A. prende il giorno 29 luglio alle ore 20 il comando nel settore cli Baskowski - Jelanskoje (escluso). Il Corpo d'Armata protegge il settore del Don e si mette in possesso della riva meridionale presso Serafimowitsch tenuta finora dal nemico.
3" - incarichi: a) La Divisione Celere raggiu nge lo spazio a Sud - Ovest di Serafimowitsch, la Divisione protegge il settore Baskowski (incluso) - Rybny (escluso) e fa con acceleramento massimo la preparazione per la presa della testa cli ponte di Serafimowitsch. E' necessario eseguire l'attacco al più presto possibile, perché il nemico si rinforza sulla riva meridionale del Don. Alla Divisione viene sottoposto un reggimento di fanteria T.R . 578 (senza un battaglione). b) La divisione 79"· (meno ½) si raccoglie nello spazio a Nord cli Blinof e prende con forze avanzate la sicurezza nel settore Rybny (incluso) Jelanskoje (escluso). Disposizioni immediate di esplorazioni in collegamento col rgt. fanteria l.R. 578. e) Rinforzato I.R. 578 (senza un btg.) attua le sicurezze impiegate sul Don a ovest della testa cli ponte a Serafimowitsch senza riguardo di un eventuale cambio da parte della divisione 79" nello spazio a S.O. Serafimowitsch. TI rgt. viene sottoposto il giorno 27 alle ore 20 alla Div. Celere per mezzo radiogramma.
4° - Linee separazione: a) Destra verso il C.d 'A. XVII P .K. Karagitschew - Nemuchin - Baskowskij (località alla Celere). b) Fra Div. Celere e Div. 79"': Kotorowskij (79") - Niskin Kalmikowskij (Celere) - Isbuscenskj i (79•) - Rybny (79"). e) Per C.cl'A. XXIX A.K. via Bokowskaja, Jelanskoje (verso XXIX A.K.). 5° - Collegamenti, informazioni: con le due div. per via telefonica e radiogramma. 6° - Posto di com.battimento del Corpo d'Armata: da mezzogiorno ciel 29 luglio Warlamoff (27 km verso l'oriente Seskowkaja).
Hollidt Generale cli fanteria
Documento n. 7 r.
SCHIZZO TROVATO SU UN UFFICIALE RUSSO A BOBRO\VSK IJ il 3 agosto 1942
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forze tedesche SCALA app. 1; 200.000
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Documenti
66r
Documento n. 72.
IL GENERALE COMANDANTE DEL XVII C.d'A.
14 agosto r942 ORDINE DEL CtoRNO D I, L CORPO
Col giorno 14 agosto la 3" Divisione Celere si separa dalle unità del Corpo d 'Armata e si prepara a nuovi compiti. Io sento l'impulso più vivo d i esprimere a questa valorosa divisione italiana il mio sincero ringraziamento per il suo rendimento combattivo. L1 Divisione, sotto guida magnifica del suo Comandante, il generale di divisione Marazzani, in unione con le truppe tedesche, ha conquistato con travolgente attacco la testa cli ponte d i Serafimow itsch saldamente fortificata e tenacemente difesa. Nonostante l'impiego di numerosi carri armati il nemico non ha potuto contenere l'attacco della divisione. In tenace difesa ed in molti contrattacchi, la divisione, spalla a spalla con le truppe tedesche, ha stroncato i ripetuti attacchi che i sovietici hanno sferrato per conquistare la sponda ovest del Don. Il mio pensiero va ai valorosi Eroi che hanno dato la vita ed il sangue per la comune vittoria e per la loro Patria. E' stato per mc un onore di aver avuto sotto il mio comando la magnifica divisione. Le dure battaglie dell'ansa del Don hanno nuovamente rafforzato la fedele fratellanza d'armi fra le truppe italiane e tedesche. Il mio ringraziamento spetta anche al puro spirito cameratesco ed alla costante collaborazione che le truppe italiane in ogni momento hanno dimostrato verso i camerati tedeschi e lo hanno confermato coi fatti. Con questo spirito valoroso e con l'indissolubile alleanza raggiungeremo la vittoria finale. La 3" Divisione Celere, durante la battaglia del Don ha aggiunto nuovi allori alle sue bandiere. Sulla via della vittoria possa raccogliere nuovi superbi successi. Hollidt
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Le operazioni delle unitù italiane al fronte russo (1941 - 1943) Documento n. 73.
RELAZIONE AL COLONNELLO COMANDANTE DEL 6° REGGIMENTO BERSAGLIERI (presentata il 19 agosto 1942 dal dirigente del Servizio Sanitario Reggimentale Capitano medico (s.p.e.) Dott. Carlo E lisei) Dalla visita medica passata in questi giorni a tutti ì militari del Reggimento si è rilevato che 350 m ilitari presentano uno stato cli deperimento ed anemia piuttosto notevole. Circa il 30% dei componenti il Reggimento accusano disturbi gastroenterici consistenti in inappetenza, difficile digestione, dolori epigastrici, labilità intestinale in conseguenza cl i sbalzi di temperatura, di eccessive fatiche fisiche e di errori dietetici. Il 40% circa dei militari è sofferente per il cattivo stato della dentatura; e non pochi cli essi, a causa cli carie diffusa e di alveoliti, particolarmente freguenti in Russia per il clima e la scarsità di vitamine, perderanno in hreve l'idoneità al servizio militare. Bisogna riconoscere che il problema della cura odontoiatrica, specialmente conservativa, non è stato seriamente considerato; mentre la lunga permanenza degli uomini alle armi, l'età non più giovanissima cli molti dì essi e le difficili condizioni di clima e di alimentazione imposte dalle zone cli operazioni dell'attuale guerra, avrebhero richiesto una cura costante ed assidua allo scopo principale di no n perdere uomini validi. Circa 50 militari necessitano di provvedimenti medico - legali per cause varie (mancanza di denti, malattie gastriche di sospetta natura ulcerosa, ernie, varicoceli, ecc.). Tali soggetti fin qui trattenuti per le speciali circostanze di c1uesto ultimo periodo di tempo, necessitano di urgente eliminazione in guanto, incapaci di fare servizio, costituiscono un peso inutile per i reparti. Complemrnti. T 260 complementi affluiti in questi giorni sono di massima in condizioni generali discrete; fra essi vi sono 26 feriti (per la maggior parte del fronte greco), 24 cx - congelati e 13 ex - malarici. Per quanto sopra le condizioni sanitarie del Reggimento al momento attuale non possono dirsi buone. E ciò non sorprende chi abbia seguito tutta l'attività del Reggìmeì1to dalla primavera del 1939, epoca in cui il 6" Bersaglieri venne approntato, ad oggi. I lunghi periodi di campo in Italia, ove i reparti furono sottoposti ad un superallenamento, il faticoso periodo trascorso in Sicilia, la campagna jugoslava ed i successivi cicli operativi in Dalmazia e Bosnia hanno profondamente inciso sul fisico dei bersaglieri. Al rientro dalla Balcania, ove, pur non avendo subito perdite sensibili, il Reggimento aveva profuso le sue mig liori energie spostandosi continuamente, soggiornando nelle località più inospitali, sacrificandosi sempre in attesa di un periodo di riposo molte voite promesso, mai concesso; al rientro dalla Balcania, ripeto, il Reggimento avrebbe avuto necessità di una lunga tranquilla permanenza in Patria per rafforzarsi, el iminare tutte le scorie e prepararsi serenamen te a nuovi cimenti.
Documenti Invece dopo un brevissimo intenso perio<lo si partì per la Russia. E fu necessario fare appello per necessità d'organico anche ad uomini inetti fisicamente alle eccezionali fatiche del fronte russo, ed essi risposero ed hanno risposto fino ad ogg i sostenuti dalla loro volontà e dall'azione morale dei coman<lanti. Come è già fatto noto, l'inverno russo fu sopportato dal Reggimento in una marcia durata o ltre un mese; ugualmente troppo noti sono i duri period i d i linea e tutte le attività posteriori fino ad oggi. A questo complesso di attività di pace e cli guerra, che non hanno mai conosciuto soste, sono dovute le attuali condizioni di salute ciel Reggimento. In conclusione: ritengo che soltanto un lungo perio<lo cli riposo in località confortevole, che non è senza dubbio quella attuale, cd una severa eliminazione degli uomini non idonei, oltre a tutte le altre provv idenze accessorie (buona alimen tazione, adatto accantonamento, d istrazione spirituale della truppa sotto for ma di spettacoli, g iochi, ecc.) potrà r idare al Regg imento l'efficienza fisica a cui è strettamente legata la saldezza morale.
Documento n. 74.
COMANDO D[VISIONE DJ FANTERIA SFORZESCA (2") VFr:IcJO nEL
N. I i 825/ 0p. d i prot.
Cwo
DI
S.M. - SEz. OP. P .M. 69, li
21
E
S1mv.
agosto
1942.
XX - ore
22
Oggetto: Costituzio ne nuova linea difensiva. Al Al Al Al
Comando Comando Comando Comando
Settore di sinistra Settore di destra Artiglieria div .le Raggruppamento Barbò
Seguito ordini superiori questa divisione con tu tte sue forze disponibili deve costituire due pilastri d ifensivi uno a Jagodnij et uno a Tschebotarewsk ij con com pito di resistenza ad oltranza ed il cui possesso segna onore d ivisione alt. Dispongo: 1" -
Pilastro <lifensivo di Jagocl nij sarà costituito dal 53° fanteria rinforzato dalla compagnia lanciafia mme, dalla 121' cp. cannoni da 47/ 32 e eia 1 cp. mor tai da 81 div isionale e da r plotone artier i <lei genio. Comandcmte: Col. Contini. Artiglieria : il caposaldo d isporrà ciel I / 17° in posizione a nord - ovest di Jagodnij, di una batteria da 75 /32 in posizione a sud di Jagodnij e di u na btr. da ro5 / 32 del LX g ruppo portata a fìanco della precedente.
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Le opernzioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) Il caposaldo dovrà avere uno sviluppo proporzionato alla forza disponibile. Comunque per avere una certa sicurezza dovrà avere un diametro di 4 - 5 km tenendo ben presente che dovrà prendere collegamento con divisione Pasubio alla testata balka Olchowatka.
2° -
Pilastro difensivo di Tschebotarewskij: sarà zato eia tutti gli elementi attualmente avmi in Comandante: Generale Vaccaro. Artiglieria: II/ 17° rgt.a.df.; m / 17° rgt.a.df.; gruppo art. a cavallo Borghini. Il caposaldo deve avere come il precedente alla forza disponibile ed essere costituito con
costituito dal 54° ftr. rinforrinforzo e dal 63° btg. cc.nn ..
uno sviluppo proporzionato gli stessi criteri.
3" - Il raggruppamento
cc Barbò >> rinforzato dal 79" btg. cc.nn. ha il compito di sorveglianza e difesa intervallo tra i due capisaldi. Rimane inteso che il 1° gruppo Savoia con la btr. a cavallo rientrano al raggruppamento « Barbò i>.
Servizi: restano in atto i nuclei di servizio attuali con unica differenza che sezione sanità ec reparto detta sez. si sposteranno rispettivamente a Gorbatowo e Bolschoj.
Il Generale Comandante Carlo Pellegrini
Docmnento n. 75.
FONOGRAMMA
' 25 agosto 1942 Dal Comando 8" ARMATA
Al Comando XXXV C.A. (C.S.!.R.) N. 02/ 2896/ 0p. del 25 agosto aie Prendo atto della comunicazione che le truppe dipendenti non hanno ricevuto ordine cli ripiegamento alt Comando Gruppo Armate ordina: 1°) Nessuno deve arretrare dalle posizioni arretrate; chiunque lo ordini è passibile di gravi sanzioni; 2°) Il terreno compreso tra il limite destro dell'8" Armata italiana e la strada Bokowskaja - Jelanskoje colle truppe in esso dislocate passa alle dipendenze del XVII Corpo d'Armata germanico alt Riserva d i precisazioni alt Generale Gariboldi
Documenti
665 Documento n. 76.
FONOGRAMMA 25 agosto 1942 Dal Comando XXXV C.A. (C.S.l.R.) Al Comttndo 8"· Armata
N . 9594/ 0p. alt 25 agosto ore r6,~o alt ln dipendenza della nuo va situazione, è in atto, per completarsi all'imbrunire con lo sganciamento dei minori reparti in linea, il ripiegamento dell 'ala destra del C.A. sulla fronte q. 2r9 riva destra di val K riutscha fino all'altezza di Gorbatowo dove si tenterà cli costituire con elementi cli sicurezza una testa di ponte a protezione cli quel nodo stradale alt Su tale linea ho ordinato di t esistere a<l oltranza fìno all'ultimo uomo alt A prescindere dalle incogn ite di tale delicata manovra di sganciamento, rappresento fin d'ora la mancanza di ogni appoggio d'ala, la tenuissima densità di schieramento che si potrà realizzare, l'assoluta mancanza di rincalzi e di ogni più piccolo elemento di secondo scaglione e soprattutto il fatto che le scarse truppe sono cltremodo stanche e logoratissime alt In tali condizioni non sono assolutamente in grado di provvedere alla difesa del nodo di Bokowskaja alt Decisioni circa l'impiego delle riserve di prossima affluenza sono necessariamente subordinate alla situazione che si sarà maturata al momento del loro arrivo alt Mi è anche assolutamente impossibile distrarre elementi delle mie scarsissime truppe nella zona di Bolschoj col compito di agire sulla sinistra della 79' divisione per sbarrare quella direttrice verso sud alt Generale Messe
Documento n. 77.
VERBALIZZAZIONE DI CONVERSAZlONE TRA IL GENERALE M1, SSE
Comandante XXXV C.A. (C.S.I.R.) J!I) IL MAGGIORE DI S.M. FELL~lER Capo nucleo collegamento germanico presso il XXXV C.A. (C.S.I.R.) avvenuta stamani alle ore 6.45 P.M. 88, lì 26 agosto - ore
7 .00
1 ° - Voi sapete, perché ve l'ho già com unicata, che la mia intenzione, in base alla situazione che si era venuta a determinare il mattino del giorno 25 agosto, era quella di rettificare il fìanco difensivo sulla destra del C.A . facen-
666
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 · 1943)
dolo passare sul costone ad ovest di Valle Kr iuscha per creare uno sbarramento a protezione ala destra dcli' Armata e per sbarrare altresl il nodo cl i Gorbacowskij. 2" - Dato che il caposaldo di Tschebotarewskij, mi risultava prem uto da forze nemiche prepo nderanti e nell'impossibilità di costituire un contatto apprezzabile con l'ala sinistra del XVII C.A. germanico, avevo disposto, considerate anche le pochissime forze dispon ibili, di farle scendere lentamente - fronteggiando il nemico - lungo la linea di ripiegamento Tschebotarewskij - Gorbatowskij, per riunirsi in q uest'ultima località ove io avevo dato ordine di costituire un pilastro d ifensivo. fn tali circostanze il Reggimento Novara doveva trattenere il nemico avanzante su Bolschoj e, oltrepassata tale località, piegare verso Gorbatowskij. 11 Reggimento Savoia era invece incaricato di trattenere il nemico tra Va1!e K riuscha e Valle Zuzka n facendo fronte a nord · est.
3° • A questo punto il Maggiore Fellmer mi ha fono presente che l'intenzione dell'Heeresgruppe << B » era di non rettificare il saliente di Jagodnyi e d i fare tutto il possibile pt:r trattenere il nemico che da Tschebotarewskij scendeva verso Bolschoj . Ho risposto al predetto ufficiale che non avevo truppe sufficienti per cenere così com 'era tale fianco difensivo e per oppormi, contemporaneamente, al nemico sulla direttrice T schebotarewskij · Bolschoj. Comu nque, ho ripreso in esame la q uestione mentre ho conformato l'ordine ai d ue reggime nti di cavalleria cli assolvere il com pito loro affidato in precedenza. T enuto presente il desiderio dell'Heeresgruppe « B » e del facto che i movimenti avrebbero dovuto essere compiuti di notte e quindi in condizioni piuttosto dif ficili, e dato inoltre che il nemico aveva rallentato la sua pressione, bo sospeso l'esecuzione della rettifica . Nello scc::sso tempo, per andare incontro al desiderio espresso dal predetto Heeresgruppe, ho disposto che il Reggimento Novara, rinforzato da una batteria, rimanesse a fronteggiare il nemico scendente da nord lungo la valle Zuzkan, appoggiandosi eventualmente ad elementi cli sinistra del XVII C.A. german ico. Contemporaneamente, ho confermato l'ordine al Reggimento Savoia d i opporsi all'avanzaca di elementi nemici fra le due balke Kriuscha e Zuzkan. I pochi clementi di fanteria e di artiglieria erano intanto defluiti verso Gorbatowskij per ivi costituire un caposaldo. L'ord ine di continuare a trattenere il nemico ripiegando lungo l'asse nord - sud (Val Zuzkan), portalo dal c;enerale Barbò, ha raggiunto il Novara quando questi si trovava già a circa metà strada fra Bolschoj e Gorbatowskij, mentre uno dei suoi squadroni era ancora seriamente impegnato verso Bolschoj. Il Ge nerale Barbò, visto le precarie condizioni degli uomini e dei cavalli, ha ritenuto opportu no di far proseguire il regg imento ve rso Gorbatowskij per poter ristorare gli uomini ed abbeverare i cavalli con l'intenzione, dopo qualchr ora di sesta, di fargli riprendere la marcia per Val Zuzkan per l'assolvimento del compito aflìdatogli. Infatti il Novara, alle ore 23 circa, ha invertito la marcia nonos tante la visibile stanchezza degli uom ini e dei q uadrupedi , verso Val Zuzkan. Di culto questo, a mano a mano che gli avvenimenti si svolgevano, è stato tenuto costantemente informato il Maggiore Fellmer il quale, a sua volta,
Documenti h:i tenuto informato il Comando del XVII C.A. germanico ed il Maggiore di S.M. Gyldenfel<l - Ufficiale di collegamento presso il Comando dell '8" Armata. Lo stesso Maggiore Fellmer mi ha comunicato che le disposizioni da me impartite, data la situazione determinatasi, erano da considerarsi pienamente soddisfacenti.
Documento n. 78.
F ONOGRAMMA
26 agosto 1942 Dai Comando XXXV C.A . (C .S.l.R.) Al Comando 8., Armata N. 9627 / Op. alt 26 agosto ore 7.00 alt Riferimento vostro n. 02/ 28g6 del 25 agosto alt Chiedo di conoscere le ragioni del passaggio di dipendenza del settore g ià della Sforzesca al XVII C.A. germanico alt Faccio a questo riguardo prese nte che nel suddetto settore oltre a quanto rimane della divisione Sforzesca e della divisione Celere si trova attualmente la totalità o quasi delle truppe cli C.A. alt Generale Messe
Documento n. 79.
FONOGRAMMA
26 agosto 1942 Da./ Comando XXXV C.A. (C.S.l.R.) Al Comando 8"' Armaw N. 9628/ 0p. alt 26 agosto ore 7 .00 alt Vengo informato che stanotte alle ore 2 si è presentato al Comando divisione Sforzesca un colonnello ciel XVII C.A. affermando di precedere il Comandante del C.A. il quale si sarebbe recato sul posto entro poche ore alt Detto colonnello ha di rettamente comunicato il passaggio di d ipendenza del settore dall'uno all'altro dei C.A. attribuendogli effetti immediati, ha esposto il punto di vista del proprio Comando circa l'impiego delle tru ppe della divisione e della Celere ed ha sollecitato disposizioni esecutive a carattere immediato alt Faccio presente che il fonogra mma 02 j 2896 di codesto Comando fa riserva di precisazioni e soprattutto omette di indicare il g iorno e l'ora del passaggio di responsabilità del settore già Sforzesca dall'uno all'altro C.A. alt In attesa di ciò considero tutte le truppe del settore come ancora ai miei ordini al t Generale Messe
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943) Documento n. 80.
FONOGRAMMA
26 agosto 1942 • ore 8.30 Da Comando 8" Armata At Comando XXXV Corpo d'Armata · CSIR Con decorrenza imme<liata, passano alle dipendenze del XVII Corpo tutti i reparti dislocati tra l'attuale limite di settore tra 8" et 63 Armata et strada Bokovskaja - Jelanskoje. Tali reparti sono: Divisione Sforzesca, Divisione Celere, nonché truppe di Armata et di Corpo d 'Armata italiane et truppe tedesche (179" Reggimento d i Fanteria). Compito del XVII Corpo ~ impedire, come da ordini del Comando 6" Armata, uno sfondamento nemico in dire2.ione Perelasovski • Bokovskaja et di fermare a tull1 1 costi i movimenti di rip iegamento della Divisione Sforzesca. Generale Cariboldi
Documc:nto n. 8 r.
COMANDO 3" DIVISIONE CELERE « PR INCIPE AMEDEO DUCA D 'AOSTA >> Ur:F1ct0 On;RAZIONI
N . 2f.7,937/0p. di prot.
P.M. 40, lì 27 settembre 1942. XX
Oggetto: Dipendenza della Divisione. Al Comando del XXXTI C.A. (C.S .l .R.) Seguito richiesta ve rbale, fornisco i seguenti chiarimenti circa la mia linea di condotta in seguito all'ordine del XVII C.A. in data 27 agosto u.s. trasmesso a codesto comando con foglio 2/3675 del 6 settembre. Ricevuto l'ordine <li operazione secondo il quale la Divisione Celere sarebbe dovuta passare agli ordini del Gruppo Generale Bh:imentritt m i riservavo di esam inare la mia posi7,ione in relazione al grado ed anzianità del Generale suddetto. Il giorno 27 neJle ore pomeridiane il (;·enerale Bli.imentritr veniva alla se<le di q uesto Comando per prendere contatto e doma ndare notizie sulla situazione. N otato che si trattava di un Generale di brigata, gli feci subito notare - prima che entrasse in argomento - che essendo io Generale di divisione
Documenti l'ordine dato dal XVii C.A. non poteva avere attuazione e che io non intendevo dipendere da lui. li Generale mi disse che egli aveva ricevuto ordini dai suoi superiori e che comunque egli avrebbe subito prospettato al Comandante del XVII C.A. la questione perché venisse chiarita. Chiedeva però d i poter essere informato sulla situazione tattica del momento. L'Ufficiale i nterprete che lo accompagnava chiarì che il c;enerale Bli.imentritt si doveva considerare il portavoce del Generale Hollidt e che gli ordini venivano quindi dati in nome dell'Eccellenza il Comandante ciel C.A.. Risposi che prendevo atto di questo chiarimento, ma desideravo che la situazione della dipendenza venisse chiaramente specificata in un ordine. Ciò detto, non mi opposi che egli prendesse visione della nostra situazione. Avuta notizia sulla situazio11e, il Generale Bli.imentritt andò ali' osservatorio divisionale e poi rientrò in serata a Gorbatowo dove aveva impiantato il suo posto di Comando. Nessun ordine emanò né in suo nome né in nome del XVII C.A .. Alle ore 21 inviai al Comando del XVII C.A. il fonogramma che allego i11 copia col quale chiedevo che ve nisse ufficialmente sancito che la divisione d ipendeva d irettamence dal Comando del C.A. e che il Generale Bli.imentritt doveva solo considerarsi ufficiale d i collegamento. La questione non ebbe seguito perché alle ore 5,30 del 28 agosto pervenne l'ordine d i codesto comando col quale veniva data notizia che il settore della d ivisione tornava immediatamente agli ordini del XXXV C .A. (C.S.I.R.). Il Generale di Divisione Comandante Mario Mamz.zan i
Documento n. 82.
VERBALIZZAZIONE DI COMUNICAZIONE TELEFONICA FM T. CoL. CoNTI Capo Ufficio Operazioni elci XXXV C.A. (C.S.I.R.) E T. CoL. BoNZANI del Comando 8• Armata
P.M . 88, lì 30 agosto
1942.
XX - ore
20.00
Occorre il I 0 settembre fare una azio11e con lo scopo cli prendere piò sicuro collegamento coi germanici (79" divisione germanica sulla destra). Gli ordini dati dal Comando Gruppo (( B ì> sono i seguenti: 1° settembre ore 5: azione combi11ata tra XXXV C.A. (C.S.l.R.) e la 79• divisione germanica.
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Le operflzioni delle unità italiane
tl!
fronte russo ( 1941 - 1943)
La 79" divisione germanica ha per obiettivo le alture di quota 220 e quota 206.3: una volta prese le quote i germanici continuano coi carri armati e vanno verso Kotowskij (da quota 2o6.3). Il XXXV C.A. (C.S.I.R.) ha come obiecrivo il costone che parte da quote 226.7 e 228.0 e v:i a collegarsi con paese di Kotowskij (prendere collegamento a K.otowskij - parte nord quota + 2.0); il paese cli Kotowskij è a noi compreso. Tutta l'azione sarà preceduta da bombardamento dell'aviazione germanica. Occorre al riguardo che il XXXV C.A. (C.S.I.R.) dica all'Armata oppure direttamente al XVII C.A. (tramite Ufficio collegamento germanico) le zone cd obiettivi da battere e la linea da cui partiamo (indicare bene dementi avanz:ici coi ccli gialli). L'azione deve cominciare ore 5 (ora radio) per sfruttare l'azione del bombardamento aereo fatta prima. La nostra avanzata da Bolschoj verso Kotowskij può essere ritardata per dare tempo all'azione germanica sulla destra cli far sentire il suo peso. Quello che conta è che l'azione da sinistra a destra sia appoggiata da una forte massa di artiglieria. L 'Armata dà la disponibilid di tutto il btg. corazzato che può essere impiegato a massa per risparmiare vite umane. L'essenziale <; agire cli velocità e sorpresa. Quanto sopra è un preavviso per dare te mpo al XXXV C.A. (C.S.I.R.) di prendere tutte le predisposizioni.
Documento n . 83.
FONOG RAMMA
3, agosto 1942 Dal Comando XXXV Corpo d'Armata - CSJR At Comando Divisione Pasubio Comando Divisione Celere Comando D ivisione Sforzesca e, per conoscenza: At Comando 8• Annata Comtmdo Raggruppamento CC.NN. 3 Gennaio Comando Rllggruppamento tl Cavallo Comtlndo Artiglieria di C.A. Comando Genio di C.A. N. 10 .000/ 0p. giorno 31 agosto 1942 - ore 15 alt Scopo migliorare et consolidare nostre posizioni in corrispondenza limiti contatto con XVII Corpo Armata germanico sarà effettuata domani 1 ° settembre azione combinata per assicurare possesso q. 22617 - 228 - margine nord abitato Kotovski - q. 206,3 - q. 217,4 alt Divisione Sforzesca con Raggruppamento a Cavallo et rinforzata da 6" Alpini (meno un battaglione) - una compagnia carri « L » (meno un plotone) -
Documenti un plotone lanciafiamme, con azione convergente q. 226,7 et da Bolscioi, dovrà impossessarsi del costone q. 228,0 - Kotovski (abitato compreso) c.ostituendo base fuoco su sperone sud - est q. 226,7 per proteggere fianco sinistro colonna attacco alt Contemporaneamente XVII Corpo Armata germanico attaccherà da sud - est at nord - ovest per impossessarsi dapprima delle alture di q. 217,4 et 206,3 et successivamente puntare con formazioni corazzate da nord - est su Kotovski alt Inizio attacco ore 5 alt Azione diretta da Holscioi su I(otovski sarà agevolata da minaccia di rovescio su Kotovski esercitata da suddette formazioni alt Divisione Sforzesca manterrà collegamento col XVII Corpo Armata germanico lungo linea q. 188,0 + 1,6 - + 2,0 alt Attacco sarà preceduto da bombardamento aereo che batterà obiettivi prestabiliti alt Azione dovrà avere carattere decisione et so1:presa et dovrà essere appogg iata da maggior numero possibile di batterie alt Linea nostri elementi avanzati dovrà essere segnata con teli gialli aut teli bianchi disposti forma lettera (( T » alt Tutte altre truppe schierate et non direttamente interessate azio ne svilupperan no intensa esplorazione con robusti paccuglioni et si manterranno in condizione, qualora nemico ripiegasse, di sfruttare successo sino alla occupazione delle alture sud Don alt Divisione Sforzesca premerà avversario con tutte sue forze fino at raggiungere la fron te pendici est q. 232,2 - quadrivio est q. 193,7 et note alture nord - ovest g. 213,3 alt L'azione deve procedere in piena armonia et collegamento con sinistra XVII Corpo Armata germanico alt Divisione Celere farà altrettanto per direzione Jagodni - q. 2u,8 et per q. 208,4 q. I9ì,2 gravitando con forze per propria sinistra con obiettivo linea cresta compresa fra quadrivio at nord q. 232,2 - quadrivio q. 197,2 et sperone che scende verso nord - ovest su Nizne Krivskoi alt Ala destra Pasubio accompagnerà movimenti sinistra Celere per realizzare rettifica fronte su linea q. 168,0 - abitato Nizne Krivskoi (compreso) alt Limite di settore tra XVII Corpo Armata germa nico et XXXV Corpo Armata - CSIR: Blinoff. - Kotovski - Deviatkin - Cebotarevski (abitati al XXXV) - confluenza Koper alt Raccomando esposizione teli alt Assicurare alt Generale Messe
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Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943) Documento n. 84.
VER BALIZZAZIONE D I CONVERSAZIONE TELEFONICA TRA CoL. UT11.1 E GE:-,1. PELLEGRINI
P.M. 88, li 31 agosto 1942. XX Bcg. Alpini « Vcswne » guardandosi fianco con puntata verso Scach n. 4 con altra compagnia sul rovescio della 195,8 non preoccupandosi degli elementi di Scach n. 3. Azione appoggiata da 7 batterie (I / 17" - II / 17° et ber. 75 / 32). Btg. Alpini « Val Chiese» con una compagnia dalla balchetta a nord ovest su q. 195,8 - altra compagnia da 188 su 1,8 et Kotowskij. Alla Fine coliegamcnto a mezw strada era Kotowskij e l<. ulmykowskij e occupazione c.lalla 228,0 alle case nord d i Kotowskij alla testata delle balke che scendono su balka Scach n. 4. Azione del btg. u Val Chiese» sostenuta da III/ 17') e da Gruppo Borgbini (una ber. a Ro lschoj) 2 pezzi a tj . 1,8. Dislocazione carri: 2 pi. più 2 carri riserva a <J · 228,0 a disposizione del Col. Signorini Comandante 6° Alpini; r pi. più 1 carro riserva a Rolschoj a disposizione di Pagl iano, com pito far massima resistenza e sfruttamento successo; 1 cp. mot. a disposizione Barbò, compito collegamento tattico e sfruttamento successo.
L'Eccellenza informato di quanto sopra osserva: 1° -
Reggimento Cavalleria Novara tenuto pronto per compiere rastrellamento su fondo valle.
2" -
Rastrellamento paese Kotowskij può essere fatto a nche senza carri.
3'' - Desidera conoscere posto comando divis ione Sforzesca, Gen. Vaccaro e Geo. Barbò. 4" - Il fianco dife nsivo deve essere fatto con il lll/54•. N ulla vieta di mandare verso Ferma n. 4 un plotone del btg. u Vestone».
T utte le pre<lette osservazioni sono state comunicate personalmente al Gen . Pellegrin i da parte del Capo di S.M. alle ore r5.oo.
Documenti ------- - -- ---- - -·-- - - - -- - - - · -- -- -Documento n. 85. COMANDO DIVISIONE DI FANTERIA SFORZESCA (2•) Ur,r-1crn DEL
Cwo DI S.M. - SEz. OP. E SERV,
Urgente. Segreto.
P.M. 69, lì 3I agosto 1942. XX - ore 17.30 Oggetto: Occupazione <lei costone che da q. 228.0 scende su Kctowsk ij (abitato compreso). Al Al Al Al Al
Comandante Raggruppamento Truppe a Cavallo Comandante Fanteria Divisionale Sforzesca Comcmdcmte 6" Reggimento Alpini Comandante Artiglieria Divisionale Comandante Genio Divisionale e, per conoscenza: Al Comandante XXXV CA. - C.S.l.R . Al Comandante 79" Divisione Germanica ORDINE
m
OPERAZIO NI N.
5
Demani, 1° settembre, alle ore 5 avrà luogo, in concorso con il XVII C.A. germanico, l'azione per l'occupazione del costone che da quota 228.0 scende su Kotowskij (abitato compreso). A conferma accordi verbali e in seguito precisi ordini ciel comando XXXV C.A. - C.S.I.R., dispongo : 1" -
2° -
Battaglione alpini Vestone, rinforza to da 1 plotone lanciafiamme, partendo da q. 228.0 punti sui rovesci cli q. 195.8 e occupi lo sperone che domina eia ovest l'abitato di Kotowskij. Battaglione alpini « Val Chiese ll muovendo dalle posizioni di q. 188.0 punti su Kotowskij e occupi lo sperone che dom ina da nord - ovest tale abitato; con altri elementi muovendo da Bolschoj in d irezione <li g. 195.8 prenda contatto col battaglione alpini e< Vestone Jl che aggira da nord eletta q ucta.
3° - L'azione dei due battaglioni alpini e degli elementi <li rinforzo sarà coordinata dal Generale Barbò. 4° - Artiglieria : - agiranno in appoggio del battaglione alpini u Vestone ll il I e II gruppo del 17° rgt.art.<lf.. Richieste di fuoco direttamente dal comandante del btg. alpini e< Vestone l> ai comandanti di gruppo; - agiranno in appoggio al btg. « Val Chiese ll il grup po a cavallo « Borghini >J e il III / r7'' rgt.a.df.. Richieste di fuoco tramite comandante reggimento lancieri e< Nova ra l>.
5° - Cat'l'i armati: -
pl. e due carri di riserva nella zona cli q. mandante 6° rgt. al pini ;
2
43· - U.S.
228.0
a disp:isizione co-
Le opemzioni delle unit?i italiane al fronte russo ( 194 1 - 1943)
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-
1 pi. e due carri di riserva nella zona d i Bolschoj a disposizione del comandante il reggimento lancieri « Novara ». Compito: sfondamento eventuali resistenze; sfruttamemo del successo.
fr' - Cp. bersaglieri motociclisti a disposizione G ene rale Barbò col compi to cli collegamento armato e di sfruttamento del successo. 7" • Il 54° rgt.ftr . con co11corso di clemen ti del btg. alpini u Vestone J> provveda ad assicurare il fianco sin istro del btg. stesso costituendo base di fuoco sullo sperone immediatamente a nord di q . 228.0. Assegno per tale compito ,½ compagnia anticarro da 47 /32 che rag· giungerà la zona III /54° entro questa sera.
8" - L'azione sarà preceduta da bombardamento aereo in quota. La base di partenza per l'attacco e le successive linee raggiunte dovra nno essere indica te a mezzo teli gialli o bianchi disposti in modo da formare la lettera << T » col lato trasversale parallelo alla linea. Ricordo l'assoluta necessid che i teli siano esposti soltanto dalle truppe piL1 avanzate.
9•· - Tutte le altre truppe del settore rimangono in posto pronte a muoversi con direzione nord · est per eventuale sfruttamento del successo. Inviino forti pattuglie per saggiare atteggiamento av versario. 10" • 1t"
Collegame nti a filo e rad io: quelli in atto.
- Posto di comando : Gorbatowo.
Il Generale Comandante Carlo Pelleg1·i11i
Documento n. 86.
VERBALIZZAZIONE P.M. 88, lì
2
scuembre 1942. XX
Comando Raggruppamen to a cavallo comunica alle ore 7.50' : Il Col. Pagliano ha inviato stamattina un suo Ufficiale a prendere collegamento con le truppe germaniche; detto Ufficiale ha constatato che i tedeschi sono ritorna ti sulle posizioni <li partenza ossia non occupano più q. 206,3 e probabilmente nemmeno q . 220,0. Si è anche chiarito che contraria mente alle informazio ni date nella giorna ta di ieri ripetute volte, il paese cli Kalmykowskij non (dico non) è stato mai occupato dalle truppe germaniche le quali sono penetrate soltanto nelle prime case a nord - est di detto paese. Attualmente la q. 188,0 è presidiata dal N ova ra e sulla stessa quota vi è un elemento germa nico che fa da collegamento con la destra ossia con q . 219,5 alt Generale Barbò
DOCUM ENTO N. 87
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Documenti
Documento n. 88.
FONOGRAMMA 5 settembre 1942 Dal Comando XXXV C.A. (C .S.l.R.) Al Comando Divisione Sforzesca Al Comando Divisione Tridentina e, per conoscenza: Al Comando Raggruppamento a Cavallo
N. 103.38 / Op. alt 5 settembre - ore 17,00 alt Scopo coprire strada alimentazione 6• Armata preciso mie direttive difesa settore Sforzesca alt 1'') Organizzare difesa Bolschoj con carattere caposaldo capace sostenersi con propri mezzi che dovranno essere poten:.:.iati misura massima praticamente realizzabile alt 2") Attribuire rimanente tratto funzioni cortine difensive tra Bolschoj et Jago<lnyi da mantenersi pure essa ad oltranza sia per assicurare fianco sinistro caposaldo Bolschoj sia per valersene come base partenza azione contrattacco fianco nemico che attaccasse Bolschoj alt At conferma quanto clefìnito verbalmente con Generale Barbò et Capo Stato Maggiore Sforzesca dispongo: comando caposaldo Bolschoj sia assunto da Generale Barbò; presidio sia subito rinforzato da 1" compagnia motociclisti et da una batteria da 75 / 32; divisione Tridentina tragga da salmerie 6° alpini almeno 50 uomini da assegnare come complementi at compagnia btg. alpini « Val Chiese» maggiormente provata; btg. « Verona » prenderà materiale contatto con truppe presidio Bolschoj schierando due compagnie in linea alt Generale Messe
Documento n. 89.
COMANDO XXXV CORPO D 'ARMATA (C.S.I.R.) U FFICIO 0PERA:CI0Nl
N. 10451 /Op. cli prot.
P.M. 88, lì 7 settembre 1942. XX
Oggetto: Difesa settore Rolschoj . Al Comando 8" Armata Ufficio Operazioni
P.M. 6
Riferimento fonogranuna 02/.3242 in data 5 corrente, ritengo doveroso rappresentare quanto segue circa la delicatezza della zona di Bolschoj, di sutura tra 8"' e 6"' Armata, e le possibilità di creare in corrispondenza di <letta zona un forte caposaldo capace di sostenersi con i propri mezzi:
676
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 • 1943)
r. · la località in questione è tatticamente la più inadatta ad noma ad oltranza per l'ampiezza della Valle Z uzkan, dell'abitato, per la lontanan7.a reciproca e la intrinseca appigli topogra fìci circostanti cui dovrebbe a ppoggiarsi difesa;
una d ifesa autoper l'estensione debolezza degl i l'ossatura della
2. - il pit1 importante degli appoggi na turali è la not:1 q. 193,8 fortemente presidiata dal nem ico, il cui possesso migliorerebbe molto la situazione tattica, però come già hanno dim ostralo i combanimenti del 1° settembre, tale occupazione ccmporta un'azione combinata da est coi germanici con l'impiego di mezzi corazzati per il sostegno delle fanterie;
3. . ad est d i Bolschoj il XVII C.A., oltre a non aderire alla mia esplicita richiesta d i occupare con proprie truppe q. 188 che fa parte del suo settore, è stato costretto a trasferire in altro settore il TI[ battaglione del 212" ed una batteria pesante dislocati in zona q. 219.5 e sud q. 223 . Questo Comando ha dovuto, suo malgrado, mantenere su q. 188 uno squad rone rinforzato da 1 plotone m itraglieri ed 1 plotone anticarro. N elle attuali con<lizion i per assicurare a Bolschoj le funzioni assegnate, occorrerebbe impiegarvi, e quanto me no intaccare fortemente i due battaglioni ancora disponibili del 5° reggimento alpini che costituiscono l'unica riserva a disposizione del C.A . per contromanovrare su oltre 60 km di fronte. Considerata la situazio ne generale, allo scopo di dare maggiore consistenza alla difesa d i Bolschoj, ho disposto : - il rinforzo di quel presidio con 1 compagnia motociclisti ed I batteria da 75/ 32; - un magg ior collegam ento tra la cortina difensiva di Jago<lnyj - Bolschoj e la difesa di Bolschoj ; - un rinforzo d i uomini alla compagnia già provata <lei battagl ione u Val Chiese »; - infine che il comando delle forze a Bolschoj sia assunto <lai Generale Barbò. No nostante tali provvedi menti è certo che !a d ifesa di Bolschoj non risulta tale da garantirla di fronte ad un anacco sferrato dal nemico con forze prepondera nti. Debbo inoltre insistere sul fatto che la debole occupazione d i q. t 88.o, la sottrazione di forze dall'estrema sinistra da parte del XVII C.A. creano un vuoto assai pericoloso ad est di Bolschoj che ne aumenta le possibilità di avvolgimento.
li Generale <li Corpo d'Armata Comandan te Giovanni Messe
Documenti Documento n. 90.
COMANDO XXXV CORPO D 'ARMATA
(C.S.I.R.) UFFI CIO OPER:\ZI0:-11
N . ro602 /0p. cli prot.
P.M. 88, lì 9 settembre 1942. XX
0ggetto : 3• divisione Celere « P.A.D.A. ». Al Comando dell' 8" Armata
Ufficio Operazioni
P.M. 6
La divisione Celere dopo quasi due mesi di ininterrolli combattimenti, ha praticamente esaurito (salvo il Comando e l'artiglieria) ogni sua capacità combattiva. La forza complessiva <lei sette battaglioni bersaglieri supera di poco i duemila uomini; dedotti i servizi indispensabili e le attività accessorie, ben poco rimane - numericamente - di forza combattente. Ma non è q uesto il problema più grave. Per effetto dell'alta percentuale di perdite in combattimento l'inquadramento ha perduto sostanzialmente ogni vigore, mentre nelle attuali circostanze, esso sarebbe più che mai indispensabile. La truppa, febbricitante e spossata, accusa un vero tracollo delle energ ie muscolari e soprattutto nervose; impegnatasi più volte di seguito con impareggiabile generosità ha dato fondo alle sue ultime riserve e non vi è assolutamente da attendersi un rapido ricupero. E' mia opinione che occorra prendere atto apertamente di questo stato <li fatto, accettandone tutte le conseguenze.
I,,a divisione non è più impiegabile né per la difensi va né tanto meno per l'offensiva. Bisogna che i battaglioni venga no allontanati dalla fronte, anche per il nostro prest1g10 perché fanno numero senza corrispondente rendimento ; possono aumen tare l'entità delle perdite ma senza alcuna efficacia dal punto di vista operativo. Non è invece il caso di rinunciare, per il momento, al concorso dell'artiglieria, ottima e<l assai meno provata. D 'altro canto la situa?:ione generale sulla fronte del C.A. non consente di ricuperare da altro settore forze corrispondenti alle esigenze della lacuna che si verrebbe a creare con l'arretramento elci battaglioni della Celere; tanto meno poi in vista <li una prossima operazione controffensiva per ricacciare il nemico oltre il Don, operazione che per dare affidamento di successo non può prescindere dall 'impiego di forze fresche.
678
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
Questo premesso, non vedo altra soluzione se non quella <li chiedere la disponibilità della divisio ne A lpina « Cuneense »; un reggimento alpini potrebbe essere pel momento sufficiente; ma la soluzione integrale sarebbe più razionale, più organ ica e sopraLtutto definitiva in rapporto a tutte le possibili evenienze. Essa potrebbe anche preludere al tem poraneo ritiro della divisione Sforzesca che nell'interesse generale è urgente d i riordinare al più presto e che nell'attuale siLuaziont: non è in grado cli compiere effìcacemcnte tale delicato e complesso lavoro. Il Generale di Corpo d 'Armata Comandante Giovanni Messe
Docurnenti Documento n. 92.
OKH - c;EN. ST D H - OP ABT (l) Segreto. N. 420 8r7 / 42 g. Kdos.
14 ottobre 1942
Zu H eeresgruppt! R/ la N . 3418/42 g. Kdos . ORDINE n' O PERAZIONI N . r
La campagna estiva ed autunnale dell'anno 1942 è fin ita. E' tuttora in corso qualche azione. Altre di carattere locale ancora previste, seguira nno. Grandi successi sono stati raggiunti. Con una formidabile offensiva il nemico è stato ricacciato sul Caucaso e sul D on ed i collegamenti terrestri fra la Russia centrale e la zona del Caucaso d 'importanza vitale per l'ulteriore condotta della guerra, sono stati nel complesso recisi. Sul resto del fronte tutte le offensive di alleggerimento russe sono state stroncate con un mi nimo di nostre forze, infliggendo gravi, sanguinose perdite al nemico. Le prove date da Comandi e truppe nelle lotte di quest'estate e dell"autunno si ricollegano degnamente alle campagne degli anni di guerra già trascorsi. Esse ci danno la sicura garanzia che il popolo tedesco potrà fidarsi anche in avven ire ed in ogni evenienza del suo Esercito. La campag na invernale è alle porte. Al fronte orientale spetta il compito, eccezione fatta per le operazioni tutt'ora in corso o previste, di difendere a qualunque costo le linee raggiunte contro ogni tentativo di sfondamento dell'avversario. I preparativi per la campagna invernale ~ono in pieno corso. Il secondo inverno russo ci troverà già pronti e meglio preparati. f russi, le cui for7.e risultano assai scem ate dagli ul tim i combatti menti, non potranno più m etLcre i n linea nel corso dell' inverno 1942 / 43 gli effettivi che avevano mobilitato nella precedente campagna invernale. Qualunque cosa avvenga, un inverno più duro e diffìcile non potrà passare. Faccio obbligo a tutti i Comandi e Comandanti di ultimare al più presto possibile, curando ogni particolare, i preparativi invernali per dare così alla truppa non solo le basi e le premesse per l'adempimento dei suoi doveri, ma anche per offrire ai soldati le migliori possibili cond izioni di vita durante il periodo invernale. All'uopo giova tener presente che non basta aver provveduto all'inoltro delle necessarie richieste ai Comandi S uperiori; ogni Comandante dovrà invece fare del suo meglio per aiutarsi egli stesso con improvvisazion i e mezzi di circostan.:a atti a dotare la sua truppa d i tutte le possibili agevolazioni. Io stesso, con vas te ed opportune misure, provvederò di far giungere alla truppa combattente i rinforzi necessari perché nel prossimo inverno i soldati, che si trovano ininterrottamente da oltre un an no e mezzo in li nea, possano avvicendarsi per godere un temporaneo riposo. Attendo da Comandi e truppe che essi affrontino la campagna invernale 1942/ 43 con piena fiducia nelle proprie forze e che essi, consci delle vittorie
680
Le operazioni delle unità italiane al f1·011te russo (1941 • 1943)
conquistate, sappiano battere e distruggere con indomita volontà a nche in questa campagna invernale il nemico, ogni qual volta egli dovesse tentare cli attaccare il nostro fronte. Dovranno valere le seguen ti massime : 1. - La linea di difesa invernale dovrà essere te nuta in ogni caso. 2. - Dappertutto si praticherà una difesa attiva che non lascerà tregua al nemico per tra rlo in inganno sulle nostre intenzioni. 3 . . Ad attacchi nemici non si potrà reagire sottraendosi all 'azione od attuando ripiegamenti operativi. 4. . Infiltrazioni di carattere lccale siano eliminate prontamen te in contrassalti o con azioni di contraJtacco. 5 . . Breccie aperte siano contenute, mentre le posizioni del nostro fronte rimaste intatte dovranno essere difese a qualunque costo per servire quali punti cli partenza alle contromisure da attuare. 6. - Formazioni rimaste staccate o circondate si difenderanno ad oltranza fino alla loro liberazione. I Comanda nti mi risponderanno personalmente dell'esecuzione di questi ordini. In particolare dispongo :
1) Decan·o della linea di resistenza invernale definitivci. Heeresgruppe B: Jaschkul (2:io km ad ovest di Astrac han) . lungo le al ture verso nord fino al Volga - Scalingrad - attuale fronte della 6a Armata . 8" Armata italiana · 2" Armata ungherese e 2'' Armata germanica. Anche i punti, dai q uali sono previsti spostamenti in avanti di carattere locale per migliorare le nostre posizioni, dovranno essere subito sistemati a difesa. Essi serviranno pii'.1 ta rdi quali posizioni di seconda linea.
Il) Sistemazione della linea di resistenza. a) I lavori di sistemazione dovranno essere ultimati, nel complesso, prima dell'inizio del gelo. Tutti i mezzi siano impiegati per raggiungere tale mèta anche Ei ove poco è stato fatto finora. La truppa in linea dovrà essere appoggiata largamente da mano d 'opera reclutata dai servizi. Senza alcun rig ua rdo dovranno essere utilizzati prigionieri di guerra, clementi locali ed anche donne per adibirli ai lavori previsti a tergo. Lo spirito inventivo e l'improvvisazione da parte della truppa siano valorizzati con ogni mezzo dai superiori comandi. Particolari esperienze fatte su singoli settori del fronte dovranno essere portate immediatamente a conoscenza degli altri settori. Ognuno deve sforzarsi di fare del suo meglio, senza attendere speciali ordini o d isposizioni dall'alto.
b) I coma ndi della linea di resistenza tengano presente che i fiumi, i laghi e le paludi non costituiscono ostacoli durante il periodo invernale e che essi facili ta no anzi il nemico nelle sue intenzioni aggressive. A causa della migliorata transitabilitù di terreni cli solito intransitabili , fo creazione e l'occupazione di ima i11interrotta li11ea di resistenza è ancora più importante che nell'estate. All'uopo si dovrà provvedere in tempo ad approntare e co· strui re accantoname nti riscaldabili situaci al di fuori delle località abita te. Non si dovrà ripetere l'inconveniente dovuto alla necessità per la truppa di difendersi dal freddo accavallandosi nei singoli abi tati.
Documenti.
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e) L'esperienza fatta nell'inverno scorso dimostra che le posizioni costruite nella neve si sono rese spesso molto utili. Trattasi di facili apprestamenti che servono per rafforzare le posizioni nel terreno predisposte prima del1'inizio del gelo. d) L'uso di mine davanti alla linea dovrà essere notevolmente intensificato. Si tenga tuttavia presente che il gelo e la neve rendono presto inefficaci i campi minati, ed essi dovranno pertanto essere attuati e realizzati in maniera da permettere un costante controllo della loro efficienza. Si predispongano inoltre altri sbarramenti di mine suppletivi che dovranno essere costruiti dopo l'inizio del gelo o la caduta della neve. Anche alla costruzione cli campi minati a tergo della linea di resistenza va attribuita particolare importanza. Tali campi mi nati, se ben d isposti, offrono la possibilità di localizzare infiltrazioni nemiche, rende ndo i noltre più efficace i'azione deile nostre armi cli reazione.
e) Quando la sicurezza contro attacchi con carri armati non potrà essere realizzata da un conveniente tracciato della linea di resistenza, dovranno essere costruiti, oltre a campi minati, altri ostacoli a.e. di q ualunque genere. Particolarmente adatti si sono dimostrati in taluni punti del fro nte pendii gelati artificialmente. In breve tempo si potrà cosl disporre di un ottimo ostacolo a.e .. f) Speciale cura ed attenzione va prestata agli attrezzi sgombraneve clisponihili affinché sia possibile mantenere sgombre non solo le principali strade ma anche quelle vie di comunicazione che garantiscono ai comandi la mobilità delle truppe e delle sue armi pesanti come per es. carri armati, peui d'assalto, pezzi e.e., ccc..
Ili) Condotta di guerra ed impiego delle truppe . a) Astrazione fatta per alcune determinate eccezioni, l'esercito del fronte orientale svolgerà nel corso dell'inverno compiti puramente difensivi, ma ciò non vuol dire che essi siano di carattere passivo. La reazione dovrà anzi essere assai attiva ed esplicarsi in continue azioni di pattuglioni nello sfruttamento offensivo di favorevoli occasioni e negli sforzi di non dar tregua al nemico infliggendogli sempre nuove perdite. Solo con un simile sistema cli difesa attiva si riuscirà a vivificare sempre nuovamente lo slancio offe'nsivo nonché il senso di superiorità sul russo cli cui è imbevuto il soldato germanico, rafforzando cosl anche la fiducia nella nostra propria truppa. Contemporaneamente si impedirà al nemico o gli si renderà difficile cli passare all'azione prendendo l'iniziativa. b) In relazione a quanto detto si dovrà far svolgere attività esplorante con tutti i mezzi a disposizione. Solo attraverso i risultati forniti dall'esplorazione che si interesserà cli quanto avviene non solo sulle linee nemiche ma anche nel retroterra avversario si potrà disporre di un quadro aggiornato della situazione nemica rilevando tempestivamente intenzioni offensive nemiche che provocheranno corrispondenti contromisure.
e) Di rnrattere decisivo 2gli effetti dell'impiego delle truppe sono le questioni inerenti alla conservazione della forza combattiva degli uomini in linea nei mesi invernali nonché uno schieramento che dovrà rendere impossibile qualunque tentativo russo di infrangere la nostra linea cli resistenza.
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L e operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
d) Si sottolinea ancora u na volta l'importa nza che va attribuita ad di resistenza ininterrotta. Solo in tal modo si potrà evitare che riesca ad insinuarsi da prima con deboli forze nel nostro fronte lirvisi subito con rinforzi che egli, come si sa per esperienza, affluire sul posto.
---una linea il nemico per stabifa subito
e) Come è g ià stato più volte disposto, le riserve dovra nno essere distribuite in maniera da trovarsi nelle immediate vicina nze della linea di resistenza affinché esse possano, in caso di infiltraz ioni nem iche, passare prontam ente al contrattacco. D 'inverno ciò sarà possibile solo nel caso che !e riserve potranno dis porre sulle presumibili direttrici cli azione dei necessa ri mezzi di trasporto che dovranno essere ten uti costantemente in piena efficienza.
f) Particolare importanza va anche attribuita alla dis ponibilità di arm i anticarro rese mobili durante l'inverno (già disposta). g) Fonnando reparti m obili d'inverno, in ottern peram:a agli ordini già emanati in proposito, si tenga presente, che è meglio attrezzare modeste formazioni bene addestrate all'uso degli sci piuttosto di costituire formazioni numericamente fo rti ii cui addest ramen to nel combatti me nto sugli sci non sia sufficientemente progredito. h) La sostituzione delle formazioni in linea dovrà essere resa possibile anche là ove non si dispone di unità di qualche importam:a per facilitare 1'avvice11damento. All'uopo si provveda a schierare le Alarmeinheiten (una specie di reparti d'intervento) di cu i al « grundl. Befehl Nro 1 », impiegandole tem poraneamente sul fro nte. Anche se ciò dovesse rendere possibile solo la sostituzione di piccoli con· tingenti, la truppa non mancherà di mostrarsi riconoscente, mentre d'altra parte si potrà in tal modo rendere più stretti i legami fra la fronte e le unità arretrate. Altri espedienti per sostituire soltanto piccoli contingenti di combattenti al fronte saranno trovati facilmente . Oltre a ciò si provvederà largamente ad avvice nda re intere divisioni attualmente schierate su particolari settori del fronte con altre in linea su settori rimasti più calmi.
1) L e form azioni provenienti d'inverno dal territorio m etropolitano o dall'ovest, nonché i complementi giunri in inverno non dovranno essere impiegati, se la situazione lo permettedt, subito sulla linea del fronte. Sarà invece necessario dare :id essi la possibilit:ì di acclimatizzarsi all'inverno russo e di abituarsi alle condizioni particolari del combattimento ad esso connesse.
k) Durante i mesi invernali ogni superiore è doppiameme obbligato di interessarsi dell'assistenza spirituale e m ataiah'. delle sue truppe. Eventuali proposte di miglioramento cd iniziative in tale senso dovranno essere rappresentate al piì1 presto possihile e senza laboriosa trattnione da parte di comandi superio ri, al Comando Supremo dell'Esercito, perché un utile aiuto sarà efficace solo nel caso che esso possa giungere subito e non do po . alcu ni m esi. /) Particolare attenzione va prestata alla conservazione dei p1·eziosi quadrupedi e degli automezzi. Nelle vicinanze della fronte dovrà essere trattenuto il numero di quadrupedi strettamente necessario nell'interesse delle operazioni. Tutti gli altri siano ritirati cd accanto nati in zone ove es.si possano essere meglio curati e riforniti.
Documenti
683
IV) Disposizioni già emanate alla condotta della guerra invernale. T rattasi cli: a) Gruclsiiczlicher Hihrerbefeh l i.ibcr die Aufgaben der Verteidugung (OKH / Gen. St.d.H./ Op.abr.(f) Nr. rr 153/42 g.K.vom 11.9.42). b) Ausbau <ler Winterstellungen (OKH / Gcn. St.d.H/ Op.abc.(Ia) Nr. 420 587 / 42 g. K . Ch. vom 9.8.42). Seweit clie dari n genanncc Winterscellung von Ziffcr r.) ab wecht, ist Ziffer
1.) mabgebend. e) Ausbau vo n Riegelstellungen und befestigten Raumen imruckwar tigen Gebiet (OKH / Gen. St.<l.H/Op.abt.(la) Nr. 420 210/ 42 g.K. Ch. vom 26-4-42). d) Einsatz der Z i11ilbevolkcru11g zum Stellungsbau (OKH /Gen. St.d.H.Op. abc. (I) Nr. 11 051.42 g.K. vom 30.8.42). e) Schaffung Ferzbarer U11terstellmoglic/1keite11 for Panzer und Kraftfahrzeuge (OKH/Gen. St.d.H./ Op. Abt. (I) N r. Il 208/42 g.K. vom 18.9.42).
f) Schaffu ng von Abstellr~umcn fiir Kraftfahrzeuge (OKH /Cc n. St.d.H. / Op. Abt. (I) Nr. n 289/ 42 g.K. vom 30.9.42). g) Richtlinien fi.ir Wi.ntervorbereitungen (Anlage 3 zu OKH/Gen. Sc.d.H/ Gen. Qu. / Op. Abt. (V) Nr. 50 213/42 g.K. vom 9.9-42). /i) Ahwehr fein<llichcr Luftla11duge11 (OKH/ Gcn. St.d .H ./ Op.Abt. (I) Nr. II 302/ 42 g.K. vom 1.10.42). i) Bildung von wincerbewcglichen Jagdkommandos (OKH / Gen. Sc.d.H./ Op.Abt. (l) Nr. 11 058/ .q2 gch.v. 31.8.42).
j) Richtli nicn hir <lie A usbildung im Winter i942/43 (OKH/(;cn. St.cl.H.Abt. (la) Nr. 3000/ 42 geh. vom 21.9.42).
V) Segnalazioni. Oltre alle segnalazioni di cui al punto IV), chiederò di volta in volta altre segnalazioni rifJeuenri i progressi fatti nei lavori <li sistemazione, l'impiego delle truppe, le riserve ecc., su singoli settori divisionali. Se per ora si rinu ncia alla presentazione mensile di carte r: 100.000 relative ai settori divisionali lo si fa fidando nell'opera incessante di tutti i comandi tendente ad ottemperare a tutti g li ordini e disposizioni emanati mettendo al servizio tutti i mezzi disponibili. Adolf Hitler
684
Le operazioni delle unitù italiane al fronl e russo ( 1941 • ,943) D ocumento n. 93.
COMANDO 8° ARMATA
Sr,\'ro
M AGCIORE - UFFI CJO Ov ERJ\ZION I
Prot. n. 02/ 2086.
P.M. 6, lì 6 agosto 1942. XX
Oggrtto: Impiego del C.d"A. Alpino. Al Comando del C.d'A. Alpino All'lntcnde11:::a 8" Armata Al Nucleo Colleg(lmento ltalia110 presso il Comando Gruppo Armate « B » Loro Sed i Accordi intervenuti tra il Duce ed il Fi.ihrer porteranno il Corpo d'Armala Al pino ad essere impiegato, fuori dell'ambito dell'Armata, nella zona del Caucaso. Mancano tult'ora precisazioni al riguardo. li Corpo d'Armata Alpino continua la radunata nella zona assegnatagli alle dipendenze dell'Heeresgruppe « A>> (Maresciallo von Lise, con sede a Slalino). Da parte del Nucleo ital iano di collegamento presso il comando gruppo Armate (< A >> sono state ottenute stazioni di scarico più a sud (Amvrosiewka · Uspenskaja) dell'attuale zona di radunata, in modo da avvicinare quest'ultima a quella d'impiego. Approvo la costituzione e.la parte dell'Intendenza d'Armata della Delegazione da inviare al seguito del Corpo d'Armata Alpino; essa dovrà essere commisurata come composizione e dotazione e.li mezzi alle necessità dei rifornimenti speciali ai quali no n può provvedere direttamente l'Inte ndenza tedesca. Approvo pure la costituzione da parte del Nucleo di collegamenLO Cavallero di un scttonucleo per il collegamento tra il Corpo d'Armata Alpino ed il Comando Tedesco alle cui dipendenze il Corpo d'Armata A lpino opererà. li Comando del Corpo d 'Armala Alpino mi terrà al corrente direttamente degli ordini che riceve e dello svolgersi delle operazioni, m entre la D elegazione dell'Intendenza ed il sottonucleo di collegamento terranno contatto r ispettivamente con l'Intendenza d'Armata, ed il Nucleo Cavallero. Prescindendo dalle informazioni che mi darà direttamente il Comandante del Corpo d'Armata Al pino, l' Intendenza ed il Nucleo Cavallero m i comunicheranno le notizie di una cerLa importanza che loro pervenissero in modo che io possa essere semp re al corrente dei bisogni del Corpo d 'Armata Alpino e dello svolgersi delle operazioni. Il comunicato giornaliero al Comando Supremo anche per le operazioni del Corpo d'Armata Al pino sarà fatto da questo Coma ndo, al quale il Corpo d 'Armata Alpino farà pervenire le novità per le ore 8 e le ore 18 di ciascun giorno.
Documenti
68 ,;
In conclusione, mentre vedo con dolore allontanarsi territorialmente dal\'~" Armata il bel Corpo d 'Armata Alpino e faccio i migliori voti per le sue immancabili glorie, desidero tenerlo allacciato m oralmente all'B" Armata come pane integrante delle Forze Armate Italiane in Russia. Il Generale designato d"Armata Comandante Italo Gariboldi
D ocumento n. 94.
FONOGR AMM A
Segretissimo. la n. 737 / 42 ordine segreto. Al Coma ndo C.A. A lpino e, per conoscenza : Gruppo eserciti « R » I°' Annata corazzata 17• Armata J. -
Il C.A. ital iano Alpino ritorna nuo\'arncnte sotto il Comando dell'8" Armata italiana.
2. -
Sono perciò da mettere in marcia dalle zone attualmente raggiun te: Div. « Tridentina i, a Millcrowo; Div. «Cuneense » a Starobielsk.
3. - li giorno cli sosta ordinato per il giorno 19 agosto 1942 viene a ma ncare. 4. - Ulteriori ordini dal gruppo eserciti « B C.A. A lp ino all'8" Armata italiana.
>i
(Starobielsk) che conduce il Comando Superiore del Gruppo Eserciti « A »
686
Le opemzioni delle unitù italiane al /tonte russo (1941 -1943) D ocumento n. 95.
PROMEMORIA DEL COMANDANTE DEL CORPO D'ARMATA ALPINO AL COMANDANT E DELL'8• ARMATA
P.M . 108, lì 4 settembre 1942. XX
Eccellenza, a seguito ciel colloquio avuto il 30 agosto con l'Eccellenza Vostra e i11 base alle prime notiz ie indirette che mi sono pervenute dalla linea, ritengo doveroso esporVi il m io pensiero quale Comandante del Corpo d'Armata Alpino e più ancora quale Ispettore della specialità. Il Corpo d'Armata Alpino fu costituito per soddisfare da parte dello S.M. Italiano ad una specifica richiesta dello S.M. Germanico e la sua venuta ìn Russia va pertanto messa in relazione ad un impiego come unità d ì Corpo d 'Armata e non come Divisioni e tanto meno come Battaglioni. Per c1uesto scopo con grande sacrificio fu privato l'Esercito in patria delle tre Divisioni Alpine e fu costituita l'unità maggiore per poterla far funzionare qui come tale. Invece i Battaglioni Vestone e Val Chiese della T ridentina parteciparono il giorno r, isolati, ad una azione di parziale rettilìca, incuneati fra truppe di diversa possibilità e senza l'abituale e indispensabile appoggio della loro artigliC:'ria. Il Vestone isolato si spinse (a quanto m i è stato riferito) tanto avanti eia giungere sulle artiglierie nemiche e ripiegò in seguito ad ordine superiore. Praticamente l'azione si chiuse con scarsi risultati, mentre si sono avuti fra i due battaglioni le seguenti ingenti perdite: Uflìciali 23, Sottufficiali una ventina, Alpini circa 500. Senza tener conto della ripercussione morale negativa che può avere avuto sugli alpini in questo primo contatto con il nemico l'abbandono delle posizioni raggiunte, è evidente che con il ripetersi di un tale impiego di Battaglioni isolati si andrebbe incontro : 11) al logorio dei Battaglioni e con questo al logorio delle D ivisioni e dì conseguenza ciel Corpo d'Armata Alpino senza che, come tale, abbia mai funzionato; b) al pericolo di una depressione morale dei reparti che trovano già inspiegabile la loro destinazione in zona non adatta alla loro particolare attrezzatura di specialità. Tutto questo, a mio modo cli vedere, oltreché rappresentare oggi una dannosa rinuncia alle possibilità del Corpo d'Armata Alpino, finirà per compromettere la sua efficienza per l'avvenire. Mi permetto pertanto pregare l'Eccellenza Vostra cli voler evitare un simile impiego dei Reparti. Generale Gabriele Nasci
Documenti Documento n. 96.
CO MAND O
sn
ARMATA
S T,1To M ,1cc10RE - U FF ICIO O r1m,1z10'.'l1
Prot. n. 02/ 3285 .
P.M. 6, Il 6 settembre
1942.
XX
Oggetto : Impiego unità del C.A. Alpino. All'Eccellenza il Comandante del Corpo d'Armata Alpino Rispondo al prcmemoria del 4 settembre. Comprendo il desiderio dei Coma ndante ciel C.ct·A . A!oino d'avere con sé tutte le sue truppe; è naturale. Ma comprendo e molto b~ne anche la m ia responsabilità di Coma nda nte d'Armata. '.\fon conosco nessuna disposizione che vi ncoli l'impiego del Corpo d'Armata Alpino, le sue divisioni, i suoi elementi. Anzi ritengo che proprio le truppe al pine siano le meglio adatte all'im piego per singole unità. Ad ogni modo quando la siLuazione lo richiedè ritengo fermamente non solo potere ma d i dovere impiegare;: q uanto ho sottoma no. Q uesto è appu nto il caso verificatosi. I battaglioni alpini del 6"', im piegati, si sono comportati bene ed il loro mcrale è altissimo. Q uando la u T ridentina » sarà tutta riunita tornerà sotto il suo comando organico. Il Generale: designato d'Armata Comandante Italo Garibaldi
D ocumento n. 97.
CO MANDO 8" A RMATA ST/\TO MAGGIORE - UFFI CIO 0PERAZI0:sll
Pror. n. 02/ J522.
P .M . 6, lì 13 settembre 1942. XX
Oggetto : Schieramenlo e compiti C.A. alpino. A l Comando Corpo d 'A1'ma/a Alpino Al Comando li Corpo d'Arnuua
I. - li C.A. alpino deve schierarsi in primo tempo con le divisioni « Julia » e u Cunee nse ,, in prima sch iera, nel settore ora te nuto dalla 294~ di visione germanica che passerà in seco11da schiera a disposizione dell'Ann ata, racco-
688
Le operazioni delle unit?t italiane al fronte russo ( 1941 • 1943)
gliendosi nella zo na di Ssudcwka - Nikolajewka - Poclgornoje e località v1cm10n. Verso la metà di ottobre è presumibile che il limite del settore dell'Armata verrà portato alle foci del fiume Bitiug ccl allora il C.A. alpino dovrà presid iare il settore rnmpreso fra il nuovo limite nord dell'Armata e l'abitato di St. Kalitwa inserendo in linea anche la d ivisione «Tridentina» che nel frattempo sarà fatta affluire in zona. E' necessario che comando C.A. alpino, nello schierare le divisioni « Julia » e u Cuneense», tenga presente lo schieramento finale che il C.A. alpino dovrà assumere, in modo eia ridurre al minimo gli spostamenti di unità che si dovranno fare all'atto del cambiamento dei limiti di settore.
II. - L'inserimento in linea delle G.U. dovr:1 avvenire al più presto per d ivisione singola. Non appena ulti mate le ricognizioni dovrà schierarsi nel proprio settore la divisione cc Julia », seguita, non appena g iunta in zo na, dalla divisione « Cuneense ». Le truppe germaniche verranno ritirate man mano che saranno sostituite dalle truppe delle due divisioni alpine. Per facilitare le operazioni di inserimento il comando del C.A. alpino assumerà la responsabilità del settore dal momento in cui le prime unità muoveranno per sostituire le truppe germaniche in linea prendendo alle sue dipenden ze sino ad operazioni ultimate la 294a divisione germanica. Il comando del C.A. alpino, in accordo con il comando del li Corpo d'Armata, darà comunicazione del giorno e dell'ora in cui assumerà il settore.
Il Generale designato d 'Armata Comandante Italo Gariboldi
Documento n. 98.
COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B
Ia n. 4468i 42 g.Kdos.
6 dicembre 1942
Al Comando 8"' A rm.ata 1. • Un riuscito attacco nemico contro la fronte delle Armate Italiana e Ungherese potrebbe avere delle gravissime conseguenze o perative. Mi è noto che da parte del Comando 8• Armata Italiana sono state prese tutte le misure per effettua re una conti nua ricognizione della situaz io ne nemica e per rafforzare per quanto possibile il potenziale difensivo del!a fronte . Inoltre il Comando Supremo dell'Esercito ed il Comando Superiore del Gruppo d'Armate hanno disposto l'invio di parecchi reparti tedeschi quale
Documenti rinforzo per 1'8" Armata Italiana. Qut:ste formazioni che arrivate risul tano elencate nel foglio allegato.
1ll
parte sono già
2. - L'impiego di una parte di cali formazioni di rinforzo è stato già da me ordinato in particolare conformemente a direttive impartitemi dal Coma ndo Supremo dell'Esercito. Le rimanenti uni tà dovranno essere - per cura del Comandante dell'Armata e dei Comandanti locali - impiegate o tenute pronte per l'impiego in modo di ottenere il massimo e più rapido effecro possibile. All'uopo Ì; necessario : a) il g rosso delle armi e.e. a disposizione dovrà trovarsi nella fronte o nelle immediate vicinanze. L1 difesa e.e. dovrà essere rinforzata in tempo utile ed a svantaggio di altri seuori non appena si delineeranno degli indizi per l'imminente attacco di carri armati nemici ; b) tutte le riserve d'intervento dovranno essere tenute nelle immediate vicinanze della fronte per possibilitare il loro immediato intervento; e) per tutte le riserve d'intervento dovranno essere predisposti tutti i casi possibili e ciò non solo studiando le varie possibilità ma anche mediante lavoro pratico (tenere le strade sgombere dalla neve, assicurare il fun zionamento dei collegamenti, invio di ufficiali di collegamento in prima linea, ecc.) e provvedendo affinché in caso di attacchi nemici non si debba riflettere a lungo ma agire immediatamente e con prontezza; d) emanazione di ordini inequivocabili. I reparti impiegati in prima linea dovranno resistere in ogni caso anche se dovessero essere accerchiati od aggirati. Essi saranno liberati dalle riserve d'intervento. Ognuno deve sapere che l'abbandono della propria posizione significa la morte o la prigionia e cioè pure la morte sicura. L reparti di riserva dovran no partire al contrattacco al più presto possibile. Dovrà essere assicurato che le riser ve in caso cli attacchi nemici e cli au mentato fuoco di artiglieria al fronte siano prontamente allarmate ed immediatamente approntate per poter partire all'attacco; e) ogni comandante deve sapere che dipenderà dal proprio agire rapido ed energico se un'irruzione nemica potrà essere stroncata nel nascere o se si sviluppa in una rottura la quale poi potrà essere eliminata diffici lmente od affatto. Ogni comandante deve essere conscio di avere la piena responsabilità per il proprio settore; . /) ogni coma ndante deve sapere che non è sufficiente di avere respinto il primo attacco. Come è noto i russi ripetono i loro attacchi con persistenza e per dei g iorni senza riguardo a perdite uma ne. Sarà q uindi di massima importanza che la truppa mantenga le forze morali e fisiche per poter sopportare durante più giorni consecutivi degli sforzi straordinari. Dovrà farsi di tutto per il loro approvvigionamento in ispecie anche con generi ricostituenti.
3. - Prego di voler ribadi re continuamente le nonne suesposte ai comandanti dipendenti. F reiherr von W eiclu
44· - U.S.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
690
Allegato al f. n. Ta /4468/ 42 g.Kdos.
CoMANDO S UPERIORE G RUPPO ARMATE
B
Stmleio. la n. 4448 / 42 g.Kdos.
5 dicembre 1942
Al Comando 8., Armata
1) Il Comando Supremo dell'Esercito ha emesso il seguente ordine. 3. - Aggiunta al!' ordine operativo
11.
, .
L'ordine contenu to nell'ordine operativo n . 1 di mantenere ad ogni costo tutte le posizioni anche se quescc dovessero essere aggirate cd in pericolo di essere accerchiate, avrà e potrà avere quasi sempre per conseguenza il formarsi cli caposaldi isolati i q uali per un periodo più o meno lungo rimangono abbandonati a se stessi fino a che vengono liberati. Tali caposaldi esistono già ora in tutti quei punti della fronte nei quali non vi è ancora una continua posizione di difesa. Inoltre tutti gli abitati situati nd/a /i-onte o nell'immediato retrofro nte - in caso di attacchi nem ici - potranno facilmente essere tagliati dalle loro comunica1;ioni con le retrovie assumendo così la caratteristica di caposaldo. Per mantenere tali caposaldi è di importanza decisiva una adeguata scorta di viveri e di materiali di ogni genere. Non è sufficiente se questi caposaldi dispongono di una scorta per 8 - 10 giorni. Allora, in caso di accerchiamemo, si verificherà ben presto una situazione critica ed il mantenimento ciel caposaldo dipenderà in gran parte dal rifornimento per via aerea che ben presto vie.ne richiesto. Questo approvvigionamento per via aerea - specie d'inverno - incontra grandi difficoltà specialmente se entro il raggio del caposaldo non vi è la possibilità di atterraggio. Inoltre tali caposalcli debbono essere sempre in grado di difendersi in tutte le direzioni. Gli apprestamenti all'uopo necessari dovranno essere sistemati in precedenza e non quando il caposaldo è g ià accerchiato. Si ordina q uindi: 1) tutti gli abitati di qual unque importanza - ma non solo abitati bensì pure alture clominaoti, tratti di posizioni, ecc., i quali g ià ora possono essere consideraci quali caposalcli o i tJuali in caso di azioni nemiche possono dive nire caposaldi accerchiati - debbono essere forn iti di una scorta di almeno 8 settimane in relazione alla forza del presidio; 2) tutti questi caposaldi dovranno essere sistemati in modo da potersi difendere in tutte le direzioni e per un periodo alquanto lungo.
Il) III) Comando Superiore Grup po Annate 13
Documenti Documento n. 99.
COMANDO 8• ARMATA STATO MAG GIORE - UFFICIO 01>1UUZI0NI
N. 02/ 71 14.
P.M. 6, lì 15 dicembre 1942. XXI
Oggetto: Situazione operativa. Al Coma11tlo tld Gruppo d'Armate B (tramite ufficio del Generale tedesco di collegamento presso Comando 8• Armata) Da cinque giorni il nemico attacca insistentemente. E' da prevedere che questi attacchi continueranno e si intensificheranno. Le tru ppe resistono e si comportano bene. Ne sono prova la linea di resistenza intatta e le sensibili perdite. Data l'eslensione della fronte e l'entità delle forze e il logorio dato dal nemico e dalla stagione, le riserve si esauriscono. Devo anche aggiungere che scarsità di carburante compromette tempestività spostamenti e rifornimenti munizioni che non sono abbondanti. Quanto sopra prospetto perché codesto Comando, conoscendo la esatta siluazione di oggi e la prevedibile di domani, possa prendere le decisioni che crederà del caso perché la lotta sia sufficientemente alimentata. Il Generale d'Armata Comandante Italo Garibaldi
Documento n.
100.
FONOGRAMMA COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B la n. 4502/ 42 g.Kdos.
8 dicembre 1942 - ore r8,25
Al Comando 8" Armata i. - Revocando l'ordine precedenLe, la 385A Div.ftr. all'arrivo passerà alle dipendenze dell'8• Armala Italiana. Essa dovrà essere riunita quale riserva d'intervento in zona poco a Sud e Sudovest di Nowo Kalitwa.
692
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943)
2 . - La divisione dovrà ivi essere tenuta pronta in modo che possa essere impiegata per il controurto - in caso di un attacco nemico contro il settore del TI C.A. nonché in wna ed a nord della confluenza della Tschernaja Kalitwa - nel punto ove comincerà a delinearsi una irruzione nemica di una cerca entità. L'ordine per una tale a1.ione impartir:ì, senza perde re ciel tempo per chiedere autorizzazione, il Com.do 8" Armata con immediata segnalazione al Comando Superiore Gr. Armate B. In caso di interruzione dei collegamenti il Comandante la 385a div.ftr. è responsabile che la sua divisione - di propria iniziativa - venga impiegata rapida mente e nel punto più importante. A tale uopo dovr:ì mantenere un permanente stretto contatto con la 27• div.cor., col II C.A. e col Corpo Alpino (tramite i Comand i di Collegamento tedeschi), nonché con le divisioni Cosseria e Cuneense. Aumentando gli ind izi di intenzioni d'attacco nemiche dov rà iniziare in tempo utile la propria ricognizione.
3. - Le probabili direzioni d'impiego dovranno essere fissate da parte del Com.do 8" Armata. Esse dovranno essere studiate teoricamente e praticameme sul terreno da parte della 385" div.ftr. con tutti i q uadri. E' possibile un contrattacco in comune con la 27a div.cor .. Per tale caso il Com.do 8" Armata impartirà ulteriori istruzioni. 4. - Il Com.do &a. Armata è responsabile che le strade che dovranno essere percorse dalla divisione nell'adempimento del proprio compito siano continuamer1tc tenute sgombere di neve e che per un eventuale impiego a Nord della Tschc:rnaja Kalitwa venga creato un passaggio sul fiume vicino al fronte. Oltre a ciò l'&a Armata provvederà - concentrando ed arretrando i carreggi delle divisioni in posizione - a cenere disponibili gli accantonamenti necessari per i nume rosi cavalli, in ispecie dell'artiglieria ippotrainata, i quali in seguito della necessaria rapida prontezza per la marcia della divisione, debbono essere accantonati molto in avanti. Mitrofanowka dovrà essere largamente messa a disposi zione per le necessità della divisione. 5. - Dovrà essere assicurato l' immed iato allarme della divisione anche in caso di aurnental<> fuoco d'artiglieria al fronte . 6. - Dovranno essere segnalaci l'approntamento e l'effettuazione delle preparazioni nonché le istruzioni ed ordini emanati da parte dell'8" Annata per un contemporaneo o comune impiego della 385° div.ftr. e della 27• div.cor.. Comando Superiore Gruppo Armate B
Documenti
Documento n.
101.
TELESCRITTO CIFRATO N. 02/ 6849.
9 dicembre 1942
Da ComC111do 8"' Armata At Comando Il Corpannata. Comando Corparmata Alpino Com ando 385• D iv. Germanica (tra mite uffìcio <lei Generale tedesco di collegamento presso Comando 8° Armata)
385" di visione fanteria passa alle dipendenze cli questo comando e si deve dislocare nella zona sud e suc.l - ovest di N owo Kalitwa in modo da poter rapidamen te accorrere nel settore del I[ C.A. e del C.A. Alpino. Comando II C.A. deve assicurare sistemazione di visione nella zona stabilita. Dare possibilic:ì costituzione base a Mitrofanowka. Comando C.A. in collaborazione con comando divisione dovra nno prestudiare azione divisione nella piana del T schernaja Kalitwa cd inoltre in corrispondenza dei settori delle divisioni Cosseria e Cuneense. Successivamente swdio dovrà essere esteso a nche a settore divisione Raven na. Studi impiego dovranno essere convalidati da ricognizioni ed esercitazion i con i quadri sul terreno. Strade interessate per le esigenze operative della divisione dovranno essere tenute sgombere dalla neve. C.A. Alpino cercherà inoltre un passaggio su T schernaja Kalitwa in corrispondenza zona alloggiamenti divisione. Impiego divisione o sue aliquote de ve essere ordinato da g uesto comando. Soltanto in caso di interru zione dei collegamenti comandante divisione est autorizzato ad agire di iniziativa; a tal fine deve tenersi collegato con comandi Corparmata Il e ;\ lpino e con divisione Cosseria e Cuneense. 385" di visione deve meLtersi in allarme appena aumenta attività nemica sul fronte anche se di sola artiglieria. Deve essere tenuta al corrente di ogni nuo vo av venime nto dai comandi Corparmata I[ et Alpino.
Guribofdi
694
Le operazioni delle unit?r italiane al fronte russo (1941 - 1943) Documento n.
102.
FONO G RAMMA COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B la
11.
4480/ 42 g.Kdos.
8 dicembre 1942 - ore 16,20
Al Comando 8·' Armata La 27'' Div.Cor. a partire dal 9 dicembre 1942 passa alle dipendenze del1'8• Armata e sarà fatta affluire in zona Bogutschar - Bclikolodes - K usmenkoff. Essa dovrà essere pronta per poter - in caso di un attacco nemico nei settori del li e XXXV C.A. - essere immediatamente impiegata per il controurco in quel punto nel quale si delinea una irruzione nemica di una certa entità. L'ord ine d 'intervento dovrà essere dato senza perdere tempo per chiedere autorizzazione direttame nte d a parte dell'8° Annata con contemporanea segnalazione al Ccmando Superiore Gruppo Armale B. In caso di interruz ioni delle comunicazioni telefoniche, il comandante la 27" Div.Cor. è pienamente responsabile di impiegare la sua divisione di propria iniziativa e rapidamente nel punto più im portante. A tale uopo mant iene contatto con il Il ed il XXXV C .A. e con i nuclei di collegamento tedeschi presso le divisioni da esse dipendenti e provvede, coll'aumentare d egli indizi di un attacco nemico, tempestivamente di effettuare proprie ricog nizioni. Le più probab ili direzioni di impiego dovra nno essere fissate e trattate teoricamente e praticamente sul terreno con tutti i quadri. Dovrà essere provveduto alla percorribilità delle vie più importanti e dei ponti sul Bog utschar. Dovrà essere assicurato il pronto allarme della divisione anche in caso di aumentato fuoco d 'artiglieria al fronte. Segnalare al più presto possibile l'effettuato approntamento e l'esecuzione dei preparativi necessari. Frhr. v . W eichs
Documenti D ocumento n.
10 3 .
TELESCRITT O CIFRAT O 9 dicembre 1942 Da Comando 8' Annata At Com ando ll Corparmata
Comando XXXV Corparmata Comando Genio Armata Comando 27 Divùione Corazzata 11
(tramite ufficio del Generale tedesco di collegamento presso Comando ga Armata) et, per conoscenza : At Comando Co,-parmata Alpino
27" divisione cora zzata passa dipendenze questo coma ndo e deve spostarsi immediatamente per itinerario Rossosch - Kantemirowka - Bytschek, nella zona Bogutschar - Bel ikolodes - Kusmenkoff. C.A. interessati ne assicurino sistemazione. Comandi C.A. in collaborazione con comando divisione vorranno prestucliare azione divisione sulle direttrici Deresowka, W erch. Mamon, Rogut· schar, Ogalew. Successivamente studio dovrà essere esteso a tutto il settore dei C.A . II e XXXV. Scudi impiego dovranno essere convalidati ricognizioni cc esercita7.ioni quadri sul terreno. N ecessita tenere sgombere strade che di visione deve percorrere per esigenze operative. A tal fine Comando Genio Armata sposti immediatamente una squadra sgom braneve presso II e XX XV C.A.. Impiego divisione o sue aliquote dovrà essere ordinato da questo comando. Soltanto caso interruzione collegamenti comandante divisione est autorizzato ad agire di iniziativa; a tal fine deve te nere stretto collegamento con CO· mandi e uni tà II e XXXV C .A .. Divisione deve m ettersi in allarme appena aumentata attività sul fronte, anche se di sola artiglieria. Deve essere tenuta al corrente di ogni nuovo avvenimento da comando II e XXXV C.A .. Garìboldi
696
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 · 1943) D ocumento n. t o4.
COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B fa n. 4577 / 42 g. Kdos.
15 dicembre 1942 • ore ro-30
Al Comando 8' Armata
r. · In caso cli irruzione nemica presso la divisione Cosseria attraverso quota 190,7 verso sud, la quale non potesse essere rastrellala in controurto con le forze proprie, dovrà essere impiegata per il contra ttacco la 27" divisione corazzata. L'ora dell'inizio dell'attacco nonché la forza delle truppe da impiegarsi dovrà essere stabilita dal comandante la divisione d'accordo con il comando II C.A. e l'Uffìciale di collegamento tedesco Col. di S.M. K inzel. 2 . • Dopo effettuazione di contrattacchi si dovrà tendere per massima di riunire tulte le riserve tedesche e specialmente la 385" divisione fanteria e la 27" divisione corazzata dietro la fronte per averle disponibili al più presto possibile.
3. • Il 14" reggimento polizia dovrà essere avviato immediatame nte alla
385" divisione fante ria ed entred alle dipendenze della medesima. L'impiego del reggimento potrà avvenire solamente d'accordo con il Comando Superiore Gruppo Armate B. p. Coma ndo Sup. Gruppo d'Armate B 11 Capo di Stato Maggiore von Sode11ster11
Documento n.
105 .
COMANDO SUPERIORE GRUPPO ARMATE B la n. 4615 / 42 scgr.
17 dicembre 1942
Al Comando 8" Armata
Con la presente riassumo tutte le decisioni prese durante la giornata del
17 dicembre sull'ulteriore condotta delle azio ni presso il XXXV e II C.A. italiani: 1. •
Ripeto che tutte le unità italiane dovranno essere obbligate a difendere ogni palmo di terreno e che le formazioni italia ne d isperse, appartenenti al H C.A., dov ranno essere al più presto radu nate, riorganizzate e fatte affluire a Taly a disposizione del Col. S.M. Kinzel.
Documenti 2. -
Dette forze dovranno essere schierate sulla linea Bog utschar - Twjerdoklebowka - Zapkowo - Nowo Kalitwa, disposte per l' ulteriore difesa nel modo seguente : a) a destra, nel settore Bogutschar - T wjerdoklebowka inclusa, la 29811 Divisione Fanteria rinforzata di tutte le aliguote disponibili della D iv. Ravenna; b) a sinistra, nel settore a sud di Zapkowo s ino a Nowo Kalitwa, la 385' Divisione F a nteria ri nforzata da tutte le forze dis ponibili della Di v. Cosseria.
3. - Sar~1 compito della 27• Divisione Corazzata (meno le aliquote aggregate alla 298° D iv. Ftr.) cli coprire con azioni operative mobili il vuoto esistente tra la 298"' D iv. e la 385" Div.. 4. - Le aliquote del Corpo d'Armata Alpino che dov ranno essere fatte affluire con a uto mezzi nel modo più rapido possibile, e prossimamente tutta la D ivisione Julia, do vra nno essere avviate via Sorkij sino all'ala sud della 385• Div. Ftr. in modo tale da poter chiudere il vuoto esistente tra T wjerdoklebowka e Relj Kolo<les. Per poter assolvere al compito ad esse asseg nato esse dovranno, occorrendo, attaccare. 5. - li gru ppo SS oberfohrer Fegelein ( rinforzato dal 15° rgt. polizia motorizzato) dovrà essere avviato via Kantemirovka - Taly, nella valle del Bog utschar sino all' ul timo limite possibile in direzione est. Suo com pito sarà di chiudere per ora la valle Bog utschar al nemico infiltratosi all'i ncirca presso ed a nord di Twjerdoklebowka e di attaccare, successivamente, a seconda lo sviluppo della situazione, da solo od unitamente alle aliquote del Corpo d'Ar mata A lpino giu nte per prime per impossessarsi della linc:t difensiva fissata al punto 2 . , resistendo poi su g uesta linea formando contatto con l'ala sinistra della 298• Div. Ftr.. 6. - Il comando su t utto il settore t ra la foce del Bogu tschar e la foce del Kalitwa rester~ affidato al Comando II Corpo d 'Armata. Poiché q uesto h:t retroceduto innanzitempo la sua sede di comando a Mitrofanowka, il Comando 8• Armata dovrà investire il Col. Kinzel, rimasto tuttora a Taly, immediatamente d i tutti i poteri necessari affinché questi possa dirigere sul luogo stesso l'impiego e lo schieramento di tutte le forze nuove in arrivo, in conformità dei presenti ordini. 7. - Sull'impiego della 387" Div. Ftr. in arrivo e gli ulteriori rinforzi saranno emanati tempestivi ord ini. 8. - Sarà dovere della D iv. Pasubio (XXXV Corpo d'Armata italiano) di mantenere ad ogni costo le sue attuali posizioni, perché da segnalazioni gcrman iche inequivocabili risulta che esse non sono state attaccate seria mente in nessun punto. All'uopo rimarrà alle dipendenze della D ivisione il 526" Regg. ftr. rinforzato.
F rh r. v . Weichs
698
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( ,941 - 1943 ) D ocumento n.
106.
FONOGRAMMA N. 02/ 7266.
19 dicembre 1942
Da Com,mdo 8" A1'1naw At Comando li Corparmata Dopo le magnifiche prove date dalle unità cli codesto Corpo d'A rmata nei giorni scorsi è di capitale importanza poter riordinare i reparti sotto la guida naturale del proprio comando di Corpo d'Armata. A tale scopo, e considerando anche che le uni tà che combattono e che affluiranno nella zona dell'attuale settore ciel Il Corpo d'Armata saranno nella maggior parte germ aniche, il Comando del Gruppo d'Armate è venuto nella determinazione di affidare l'attuale settore del II Corpo d'Armata con tutte le truppe in esso contenute al Comando del XXIV Corpo d'Armata Corazzato germanico. Passeranno quindi alle dipendenze del XXIV Corpo d'Armata con effetto immediato: - tutte le formazioni germaniche finora alle dipe ndenze <lei II Corpo di Armata e tutte le truppe italiane ancora in linea in quanto non combattono con la 298" Di"isione; - il gruppo Fegelein; - la Divisione Julia ; - la 387• Divisione cli Fanteria germanica. Co<lesto Comando dovrà iniziare senz'altro il riordinamento di tutti i propri elementi che non sono attualmente schierati in modo da dare ad essi al piL1 presto le caratteristiche di reparti combattenti. Riserva di ordini in dettaglio per l'impiego dei reparti riordinati. Prego pren<lere contatto con il Comando XXIV C',0rpo d'Armata m Golaja per cessione settore comunicandomi data ed ora cessione stessa.
Garibaldi
Documenti
699
- - - ----- - --- - - - - - - - - - - ---- - - -- - - --'Documento n.
107.
COMANDO 8" ARMATA STATO M AGGIORE. - U FFI CIO OPERAZION I
P.M. 6,
1°
gennaio 1943. XX[
Oggetto: Situazione nel settore dell'8" Armata. Al Comando Heeresgruppe B (tramite ufficio del Generale tedesco di collegamento presso Comando 8" Armata) e, per conoscenza: Al Nucleo Italiano di Collegamento presso H. Gr. B A) Col contim10 logora mento del XXIV Corpo d'Armata e della 19" divisione corazzata si giu ngerà fatalmente al momento nel quale la capacità di resistenza di tali grandi unità sarà esaurita o almeno compromessa. B) Il vuoto esistente fra il XXIV C.A. e 19" divisione corazzata è sempre pericoloso e può costituire facile via a forti infiltrazioni nemiche. C) A vverandosi quanto sopra si apre al nemico la via Starobelsk - Woroschilowgrad che porta sul tergo del Gruppo Fretter - Pico. Ritengo doveroso far presenti tali considerazioni che rispecchiano serenamente la situazione deprecabile ma possibile perché codesto comando abbia reali elementi per i provvedimenti del caso essendo noto che io non ho nulla di efficiente a mia disposizione. li Generale d'Armata Comandante Italo Gariboldi
Documento n.
108.
COMANDO SUPER IORE GRUPPO ARMATE B la n. 5/ 43 g .Kdos.
2
gennaio 1943
Al Com ando 8" Armata x. • Il nemico finora ha oltrepassato la linea Strclzowka - Kantemirowka verso
ovest solamenLc con forze esploranti e di sicurezza. Non vi sono indizi che esso intenda pertanto di cambiare il suo atteggiamento.
f,e operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943j
700
- --
Proprie for:t,e tengono tuttora i capisaldi <li Tschertkowo cd il cam po d'aviaz ione a nord - est di Nikolskoje. Ad ovest d i questi caposalcli si trova la Hf div. cor. sulla linea Strclwwka - Nowo Markowka, più a nord dell'ala destra del XX IV C.A. germanico cor., tiene gli abitati ad ovest di Golaja. 2. -
L'8" Armala dovrà ch iudere il vuoto attualmente esistente tra Nowo Markowka e Paszjukow (sud - ovest ( ìolaja) impiegando la 27• div. cor. che dovrà essere tolta dalla fronte del XXIV C.A. Corazzato. Per rafforzare tali divisioni saranno avviati all'8" Armata i reggimenti di addestramento 6r7° e 619" che arriveranno in zona di scarico Starobelsk Belo Kurakino.
3. - L'impiego cli questi reggimenti d 'addestramento non completamente addestrati e insufficientemente eguipagg iati dovò avvenire con le dovute precauzioni. Particolarmente 1'8" Armata dovr~ aver cura che:
a) ... . . b) . .. . . e) I reggimenti d'addestramento frammischiati con aliquote della 27• div. cor. in gruppi di combattimento dov ranno essere portati da tergo nelle loro zone d' impiego.
d)
4. - Con il loro arrivo in zona di scarico i reggimenti cl'addestramento entreranno alle dipendenze tattic he dell '8" Ar ma ta per la 27" div. cor.. Per il normale servizio e l' ulteriore addestramento essi continueranno a dipendere dalla 382" divisione d'addestramento al comandante della quale spetta il diritto d'ispezione. Comando Superiore G ruppo Armate B
_D ocumento n.
109.
TL COMANDANTE DEL XX IX C.A. K.Gef.St. , 30 dicembre 19-42. XXI
Alla Di11isio11e Sforzesca Dopo che io ebbi l'ono.-e di avere al mio comando, dal 1° novembre 1942, la fiera Divisione Sforzesca, essa esce dalle file del XXIX Corpo d'Armata oggi. Per tutto quello che durante questo periodo la divisione ha compiuto, esprimo il mio profondo ringrazia mento ed il mio particolare elog io. Con lavoro instancabile, la divisione, ha costrui to le postazioni affidatele e le ha difese valorosamente. Durante il ripiegamento di fronte al nemico imposto dalle circostanze essa ha eseguito i compiti affidati nel migliore dei modi.
Documenti
701
Rivolgo il mio pensiero reverente ai camerati valorosi che hanno suggellato col loro sacrificio la propria fedeltà. Il loro sacrificio non de ve essere vano. N oi siamo legati dalla forte volo ntà cli vittoria e dall'incrollabile fede nel successo delle armi alleate. Fedeli in cameratismo d 'armi rafforzato da tempi duri noi staremo stretti fianco a fianco, sino a che la vittoria rinale non sarà raggiunta, anche se ora le nostre vie ci separano. I miei m igliori auguri e voci accompagnano la divisione. Il Generale Comandante vo11 Obstfelder
Documento n.
II O.
COMANDO II CORPO D'ARMATA U FFICIO 0l'tRAZIONI
N.
5000 /02
di prot.
P.M.
20,
lì
22
dicembre
1942.
XXI - ore
11
Oggetto: Difesa di Woroschilowgrad. Al Comando della Divisione t< Ravenna i> All'Intendenza o'" Armma A l Generale Musinu, Comando Presidio Woroschilowgrad Al Generale Rima, Comandante Genio li C.A . Al Colonnello i.g .s. Giglio, Comandante Artiglieria Il C.A. A l Direttore Artiglieria Intendenza Al Direttore Genio Tntendenza Al Direttore Tap pe Intendenza e, per conoscenza : Al Com,mdo 8" Armata Occorre provvedere d'urgenza alla difesa dei due ponti <lei Donez, del tratto di fiume inte rposto, del terreno ai lati e contiguo, e del centro d i \Voroschilowgrad. Il Generale Musinu assume il comando della difesa in parola. Avrà a sua d ipendenza per la difesa dei ponti: - a destra Luganskaja (Gari boldi): il Colonnello Biandrate; - a sinistra Wesselaja Gora : il Colonnello Russo; - al centro : il Colonnello Moricca; - comandante artiglieria: Maggiore Pennella; - comandante genio : Maggiore Mamoni.
702
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
Mezzi necessari: - lavori e collegamenti saranno diretti dal comandante genio del TI C.A. in stretto contatto col direttore genio d'Intendenza per mezzi e conoscenza località; strumenti da fornire dall'Intendenza; - personale di lavoro: guello forn ito dalla direzione genio e dalle altre già sul posto e guello che il Colonnello Moricca potrà subito trarre dalle tr uppe comunque affl uite dall'avanti. Personale presidio postazioni (fanteria, genio, ccc.) : da trarre come sopra ed armare col concorso d' Intendenza dal Comando Difesa. Artiglieria: provvede a schierare i mezzi il comando artiglieria II C.A. traendo i mezzi da q uello della piazza valendosi anche delle btr. controae rce da 75/ 46 già schierate. Jl Comando « Ravenna " appena giunto, e per ora il Colonnello Moricca e il Colonnello Manfredi, concorrerà nella scelta degli uomini e assumendo lo smistamento provvederà anche ad avviare e sistemare a \Voroschilowsk il personale me no efficiente. Accordi col Com . piazza tedesco per il suo concorso saranno presi dal comando delta difesa. Il Generale di C.A. Comandante G. Zanghieri
Documento n.
1 11.
COMANDO T1 CORPO D 'ARMATA UFFICIO OPERAZIONI
~- 49n/02 di prot.
P.M.
20,
lì
22
dicembre
Al Comandante Di/ esc1, di Woroschilowgrad e, per conoscenza : Al Comando del/' 8" Armata All'lntendente 8" A rnmta
1942.
XXI - ore
14
Sede
P.M.
6
P.M. 102
La difesa <lei due ponti sul Donez e <lei terreno contiguo intermedio deve, per esigenze superiori di grandissi ma importanza in questo momento, essere fatta ad oltranza e subito, in modo da assicurare che nessuna infiltrazione di mezzi nemici possa venire se non dopo che sia stato sacrificato sul posto l'ultimo mezzo e l'ultimo uomo. Tutti lo devono sapere e Voi disporrete coi mezzi più acconci, anche estremi, perché la consegna sia eseguita sino in fondo. Uomini e mezzi devono affluire senz.,a discontinuità da questo momento, sia di giorno che di notte, sino a raggiungere la piena efficienza della difesa. E poi continuare ancora. Di tutto ciò mc ne risponderete sino in fondo. Ricevuta. li Generale di C.A. Comandante G. Zanghicri
- - - - - - - --- - - - -
Documenti
7o 3 Documento n. u2.
TELESCRITTO CIFRATO 23 dicembre 1942. XXI - ore 16,35 Da Com ru1do 8"' Armata At Comando li Corpo Armata Prot. n. 02/7393 alt Conferma ordini verbali at nor<l - est Woroschilowgrad dovrà essere formata testa di ponte per proteggere passaggio sul Donez da strada Belowodsk - Woroschilowgrad nonché stazione ferroviaria Kondraschowka contro azioni nemiche alt Est di importanza decisiva per sviluppo azioni future che due predetti punti per nessun motivo cadano mano nemica alt Preponderare quindi con mez1.i disponibili at organizzazione at difesa testa di ponte alt Segnalare im mediatamente armi mezzi attrezzi et mine antica rro occorrenti nonché quanto habet in animo fare codesto comando per organizzazione testa di ponte alt Cariboldi
Documento n. II3.
TELESCRITTO CIFRATO 23 dicembre 1942. XXI - ore 18,40 Da Comando 8" Armata At Comando Il C.A. Comando C.A . Alpino Comando XXXV C.A. Intendenza Prot. n. 02/ 7373 alt Vi sono sintomi che i gruppi nemici infiltratisi si trovino ostacolati nella loro azione da difficoltà di rifornimento alt E ' pertanto necessario che la lotta sia condotta da parte degli clementi sia schierati sia che si trovino nella zona di infiltrazione nemica in forma offensiva colpendo i rifornimen ti dell'avversario ed in specie quelli dei gruppi ne mici avan1.ati in profond itù interrompendo e chiudendo gli itinerari di rifornimento aie Ardite puntate di pattuglioni bene armati dovranno avere compito di fermare la fanteria che segue l'avanguardia nemica motorizzata alt In conseguenza tutti gli abitati dovranno essere difesi e tenuti sbarrando in modo particolare tutte le comunicazioni con andamento nord - sud nei punti più imprevisti impiegando ove sia possibile armi controcarro e m ine alt I ponti a tergo delle truppe nemiche infiltratesi dovranno essere fatti saltare alt Solo con tale condotta delle operazioni sarà possibile imped ire al nemico con dei rinforzi germanici in arrivo l'allargamento della breccia e creare la premessa per la ripresa offensiva delle operazioni alt Ordini in tale senso dovra nno essere immediatamente impartiti a tutte le unit;i dipendenti sino al più piccolo gruppo o capsula autonomo alt Garibaldi
704
Le opera zioni delle unità italiane al fronte russo (194 1 • 1943)
- - --
Docwnento n.
I
c4.
COMA DO II CORPO D 'ARMATA
U FFlCI() N. 49<f:,/ 02 di prot.
0PJ1 Ri\ZIONI
P.M. 20, lì 24 dicembre 1942. XXI
Oggetto: Difes:i ceste cl i ponte di Worosc hilowgrad. Al Comando 8• llrmata Stato Maggiore - Uff. Operazioni
Posta Militare 6
Le forze che presidiano alle ore 24 di oggi le tes te di ponte di Luganskaja e Wesselaja Gora risultano dall'allegato 1. Tutti i reparti di formazione sono armati con fucile o moschetto; è in corso, in relazione al materiale disponibile presso l'I ntenclenza, il loro parziale armamento con mitragliat rici, fucili mtr., ecc.. Nella giornata di domani 25 corrente: - alla testa di ponte di Luganskaja verrà ritirala la cp. cc.nn. di form azione per completarne il riordinamento (forza ufficiali 3 - truppa 1u) cd invece vi affluiranno il comando del 38" rgt. f., il III /38" f . di formazione, una cp. mortai da 8r , una cp. armi ace. e da 47 / 32 cli for mazione dello stesso regg imento (forza complessiva uff. 41, tru ppa r.n4); - alla testa di ponte di Wesselaja Gora affluiranno il btg. cli formazione del 37" rgt.f. e reparti minori vari dello stesso rgt. (forza 24 ufficiali e 5 40 trup pa) e due cp. ferrovi eri (forza 4 uff. e 200 truppa). Per le artigl ierie i dati risultano dall'allegato 2 . Della difesa della piazza di Woroschilowgrad (comandante, generale di Blasio) è incaricato per ora un btg. di formazione tratto da un gruppo artiglieria appiedato, della forza cli circa Goo u .. Giorno per giorno tutte le difese saranno incrementate con i re parti d i formazione che si verranno man mano a costituire. Si tratta : - per la fanteria di reparti che se hanno una certa consistenza numerica, manca no in gran parte delle armi di reparto e che perciò non possono avere l'efficienza elci normali reparti, anche perché ancora alquanto scossi; - per l'artiglieria di pezzi isolali senza collegamenti che non possono fare, per ora, che puntamento diretto e senza proietti e.p. e e.e. da 75. In complesso un insieme non ancora adatto ad una salda difesa, specie se l'azione nemica venisse appoggiata anche da carri armati. . Tessuna previsione si può, per ora, fare sulla riorganizzazione dei reparti anche perché l'armamento che è possibile ottenere deve essere speso a completare i reparti già messi a difesa della testa di ponte. Ad ogni modo sarà racimolato tutto il disponibile ed attuato tutto il possibile per far fronte al compito affidatomi. Il Generale di C.A. Comandante G. Z anghieri
Documenti Allegato n.
1
al foglio 4996/02 11 o r za
Reparto
- - -- - - ---
Uffici:1li
--
- -----
Ponte di Luga11skaja I btg. pontieri IX btg. pontieri . II btg. del 38° rgt. ftr.
Tru1~E
8
320 320 704 2c5 180 193 189
8 24 7 9
Compagnia di formazione del 37° rgt. ftr. Compagnia di formazione della d ivisione Celere Compagnia di formazione della divisione « Cosseria » Compagnia di formazione d i reparti vari Compagnia di formazione cc.nn. . Plotone comando del 2 17° btg. T.M. Plotone mitraglieri di C.A. Truppe d'artiglieria
6
7 3 7 2
Totale
III
35
6
43 200
87
2 .510
Fo r zo
R e porto
Ufficia li
- - - - -- -- --
~
p~_
Ponte di W esselaja Gora
2:t
cp. ferrovieri Bcg. formazione del 37° Btg. formazione di cc.nn. Cp. formazione di bersaglieri N. 2 carri armati L/6 Truppe cl ·artiglieria
Not ~: (1) li 25/ Xll. (l) Di cui :! il l5 / XII cd
45· - U.S.
37
1.370
2
al foglio 4996 / c2
Luga nskoja
Wcssela jo Gora
J
8
2
4
4
2
2
2
2
+ 2 (1)
+ 3 (2)
I
roo
10
Allegato n.
2 0/35 47/3 2 75/ 18 75 / z7 75/ 46 I'J0/ 17 ro5 tedesco
5
IO
T otale
Pezzi d:1
3
200 580 400 80
4 14
probabi lmente pronto per il 25/ Xll.
70 6
Le operazioni delle unità itct!iane al fro nte russo ( 1941 - 1.943)
- --
Documento n.
115.
COMANDO H CORPO D 'A RMAT A UFFICIO
OrERAz to Nr
Segreto.
N . 5053/02 di prot.
P.M. 2:>, lì 27 dicembre 1942. XXI
Oggetto : Difesa del Donez. Al Comando tic//' 8" Armata
Posta Militare 6
Informo che stamane il Gen. F retter Pico m i ha comunicato che le eruppe italiane ai ponti saranno sostituite e che esse dovranno in.v ece assumere il fronte sul Donez tra la foce del Derkul e M ichailovka (foce Boslokaja Kamenska). Ho fatto osservare che colle scarse trup pe disponibili (soltan to un reggi· mento ricostituito rinforzato della << Ravenna ») il fronte d i oltre 50 k m non era difen dibile e che mancando mezzi di lavo ro il problema si rendeva pii;1 difficile. Egli ha precisato il compito nella costituzio ne di una linea di sicurezza idonea però a sbarrare il passo ai carri armati e alle pattuglie al loro seguito, integrata da esplorazione oltre D onez. Se ntito anche il Gen. Dupont sulla consistenza delle sue t ruppe riterrei che il compito sia eccessivamente gravoso e difficilmente assolvibile. Ho dis posto per immediate ricognizio ni eia parte del Gen. Dupont e del Com.ce del Genio d i C.A. per avere più completo elemento specie per le pos· sibilità di accesso da parte cl i carri armati nemici. Tutto il possibile sarà fatto per mettere il reggimento di formazione nella migliore efficienza. Anche questo raggiu nto il fronte assegnato è sempre sproporzionato a lla forza disponibile (circa 3 .000 u. e 2 0 cannoni su 50 km con una dcnsit;1 lineare media cli r uomo ogni r8 m e r cannone ogni 2,5 km). Sono perfettamente convinto della necessità di impiegare in questo momen to le tru ppe italiane efficienti, ma non nascondo però che per le suesposte circostanze, un attacco nemico anche m odesto riuscirebbe certamente ad avere ragione della nostra difesa con le conseguenze che no n occorre accennare. Poiché il Gen. Fretter P ico mi ha comunicato essere quel tracto d i fronte stabilito dalle superiori autorità chiedo, per il buon nome delle truppe italiane, che c:sso s ia ridotto in proporzione delle forze stesse, che per le condizioni attuali rite ngo dovrebbe essere: cong rua me nte limitato e comunque non superiore ai 2 ....;-3 km per hnnaglic ne, purché i btg. stessi ricevano ri nforzo di armi controcarro. Snrebhe stato anche stabilito che tra ttandosi di un solo reggime nto esso costituirebbe settore o gruppo alle dirette dipendenze della sezione gr. armate Fretter Pico e che presso cli esso sarebbe distaccato per gli ordini alle t rup pe italiane un ufficiale italiano d i collegamento.
Documenti
Riserva di comunicare il comandante del gruppo italiano. E' mia opinione personale che: - le trup pe attualmente disponibili non sono adallc per armamento e altro a fare difesa c011trocaiTo; - assegnare a 3 btg. con qualche pezzo da 47 o 65 o 75 o 105 50 km d i dife.<a controcarro è voler far fare sicuramente una figura disastrosa alle trnppe italiane. Atte ndo comunicazion i di codesto comando prima di dare ord ini esecutivi che però sono urgenti. Il Generale di C .A. Comandante
G. Zanghierì
Documento n. n 6.
COYiANDO SUPER IORE GRUPPO ARMATE B Riservar issimo!
27 dicembre 1942 - ore 20.00 Al Comando 8" Armata DISPOSIZIOKE N. l PER LA CONDOTTA nr c oMM1Tnm NTo TRA D oNEz E DoN 1. -
li Gruppo d'Armate 13 lia il compito cli coprire con azioni offensive il fianco nord e le spalle del Gruppo d'Armate D on. A tal uopo è anzit utto necessario di tentare rispettivamente riconquistare la linea generale: settore Kalitwa a nord - ovest Tazinskaja - Millerowo _linea ferroviaria Millerowo - Kantemirowka - D on.
2. - Il G ruppo d'Armate B intende pertanto : a) d i attaccare ed annienta re con le for7,e avanzanti oltre la linea D onzkoj - Belowodsk il gruppo nemico (XVII C.A. cor.) trovantesi in zona ad ovest di Millerowo ed attorno a \1/oloschi no onde liberare il fianco nord del Gruppo P retter. Tale attacco dovrà essere effettuato al pii:1 presto possibile; b) di attacca re in seguito - con forze possibilmente concentrate - le forze nemiche (specialmente il XVIII C .A. cor.) trovantisi attorno ed a sud di Millerowo e precisamente ad ovest del fiu me Kalitv.ra, ricacciandole oltre raie fiume verso est. Questo attacco dovrà alleggerire il fronte nord del Gruppo d'Armate D on. A favore della formazione di un forte centro di gravita lll zona di Millerowo si dovrà assumere il g rande rischio a sfavore del vuoto di Kantem irow ka.
708
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
3- • Primi compiti : a) il Gruppo F1·etter - Pico dovrà far avanza re in d irezione nord - est la 304~ d iv. ftr. in modo che essa in seguito possa attacca re uni tamente al gruppo Kreising e<l alla 19" div. cor. il nemico tro vantesi a sud est ed a est di Millerowo, ricacciandolo oltre il fiume Kalitwa. Dovrà essere tentato il continuo molestamento dei rifornimenti nem ici nella valle Kalitwa i quali dovranno essere tagliati al più presto possibile. Mediante ricog nizione forzata dovrà essere preso e mantenuto contatto con l'ala ovest del G ruppo d' Armate Don (Gruppo Hollidt) avanzante da Skassyrskaja verso la foce Beresowka. Millerowo dovrà essere tenuto ad ogni costo. I rinforzi del g ruppo Kreising in arrivo via Kondraschowka dovranno essere riuni ti sollecitamente sotto un comando unico in zona d i D onzkoj ed in seguito impiegati - in streua collaborazione con la 19• d iv. cor. r inforzata che avanza da Belowodsk (vedasi cifra 3. b) - per l'attacco contro il gruppo nemico ad ovest di Millerowo. Il presidio di Millerowo dovrà - per quanto sarà possibile - collaborare in tale azione mediante puntate in direzione nord - ovest. La 19" <liv. cor. parti rà all'attacco per la conquista della valle K amischnaja prevedibilme nte il g iorno 29 d icembre. U na ulteriore avanzata in tale punto è prevista per il giorno 31 dicembre. Il Donez dovrà essere assicurato nel settore Ka rnensk (incluso, ivi contatto con zona di sicurezza della 3• Armata Rumena - H.Qu. Schachty) - foce Aidar . La difesa dovrà essere organizzata con centri di gravità presso Kamensk, Kondraschowka e \Vessclaja Gora. I ponti dovra nno essere sistemati a teste di ponte con sufficiente profondità e difesa in tu tte le direzioni;
b) 1'8a Armata Italiana dovrà -
mantenendo ad ogni costo i caposalcli di Tschertkowo e Campo d 'Aviazione a sud Kantemirowka - al più presto possibile, unitamente alla 19• di v. cor. rafforzata, partire all'attacco dalla zona di Bclowodsk con l'obiettivo di annientare - pertanto in collaborazione con il gruppo Kreising (vedasi cifra 3. a) - le forze nemiche in zona ad ovest di Millerowo. In segu ito - secondo lo sviluppo della situazione presso Tschertkowo sarà compito della 19" div. cor. rafforzata di punta re, in seno del Gr. Fretter Pico, fino al fiume Kalit wa ad ovest di Djogtewo e cli battere le fo rze nemiche a nord - est di Millerowo. Il presidio del caposaldo T schertkowo dov rà - se possibile - prendere in tempo utile contatto con l'ala nord della 19" div. cor. rafforzata mediante continua e ripetuta ricognizione forzata verso sud . T utte le forze che potran no essere rese libere nel settore dell'8" Armata italiana dovranno essere immediatamente impiegate per rafforzare la 19" <liv. cor.. Il fianco nord della 19" div. cor. nonché il vuoto fra Belowodsk e Michailowka dovra nno essere assicurati con l'impiego di un minimo d i forze - possibilmente mobili - da prendere dal XXIV C.A. cor., fino a che sarà possibile l'interve nw della 26• div. ftr. in arri vo (circa 15 gennaio 1943).
Documenti 4. - Variazioni dipendenze. Ccn decorrenza immediata il XXIX C.A. passa alle dipendenze del Gr. d"Armate Don. La 298" d ivisione fanteria passa i mmediatamente alle dipendenze ciel Comando ga Armata. Essa rimarrà a Tschertkowo ove sarà riordinata. Segue ordine al riguardo.
5. - La 26" divisione fanteria dovrà essere pertanto riunita in zona Starobelsk No,vo Pskow a disposizione ciel Gruppo d'Armate 13.
6. - Condotta di combattimento. I ccm battimcnti nella fro nte d'irruzione negli ultimi giorni han no dimostrato nuovamente che le azioni nemicbe sono coronate da successo quando può irrompere in massa con unità corazzate o quando può marciare con la fan teria attraverso i vuoti esistenti, aggirare ed accerchiare le deboli sicurezze tedesche cd attaccarle alle spalle. D 'altra parte la fanteria nemica ha potuto resistere in nessun posto all'attacco della fanteria tedesca anche se questo venne effettuato con debolissimi nuclei di combattimento. Ora si tratta anzitutto cli attaccare sempre ed ovunque in tutte le dire1.ioni, adottare u na condotta d i combattimento agile, avere a c.lisposizione dappertutto armi e.e. e di tentare sempre e dovunque e e.on tutti i mezzi a disposizione di stroncare i rifornimenti (carburante) per i reparti motorizzati del nemico. Si richiama nuovamente l'attenzione sull'ordine <lei Coman<lo Superiore Gruppo Armate B la n. 4686/ ~2 g.Kdos.
7. - Il Gruppo Fretter - Pico ed il Comando 8• Armata segnaleranno immediatamente le loro intenzioni in base alla presente disposizione. Frhr. v. Weichs
Allegato al f. Ia n . 4695/ 42 g. Kdos. C OMA NDO SUPERIORE GRU PPO ARMATE
Ia
n. 4800/ 42
g.Kdos.
B
29 dicembre 1942 • ore 10,50
Al Comando 8• Armata
In aggiunta a!Ja disposizione n. 1 in data 27 dicembre 1942 ordino: r. - D 'importanza decisiva per le ulteriori operazioni di combattimento <le! Gruppo Armate Don è che esso possa mantenere la propria ala sinistra in zona Skassyrskaja - foce Beresowka. Si dovrà impedire ad ogni e.osto che il nemico riesca ad irrompere nel punto di saldatura tra i due Gruppi d'Armate nella valle del Kalitwa. 2 . - Il Gruppo d'Armate B ha il compito di chiudere la fronte verso il Gruppo Armate Don. Esso è responsabile per il contatto con il Gruppo H ollidc. 3. - I! Gruppo Fretter · Pico dovrà quindi spostare immediatamente le proprie forze ve rso il settore Kalitwa e creare un sicuro contatto con il Gruppo
7 10
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1 941- 1943) Hollidc. A q uesto compito dovranno essere subordinate tutte le altre m isure tattiche nel settore dell'Arm ata.
4. - L'8" Armatt1 italiana dovrà im piegare la 19" divisione cora7.zata rafforzata in direzione sud - est (ala nord - circa Michailowo Alcxandrowskij) in modo che essa possa al più presto possibile ed in diretta collaboraz ione con il Gruppo Lanc ken attaccare e bauere le aliquote nemiche ad ovest di Millerowo. A tal uopo si dovrà assumere l'estrem o risch io a riguardo della zona Tschertkowo - Ka ntemirowka. Frhr. v . Weichs
Documento n. I 17.
COMAN D O SUPERIORE GRU PPO A RMA TE B
17 gennaio 1943 - ore 23.15
Ia n. 223/ 43 g.Kdos. Chef/
O RDINE DEL C OMAN DO SU PER IORE GRUPPO A RMATE
B
a) 8"' Armata Italiana : Il XXIV C.A. cor. (inclusa la div. Julia) dovrà dirigersi su Rovenki ingaggiando la lotta col nem ico per battere ivi le forze avversarie in cooperazione con la 320" div. fcr .. La massa del C.A. A lpino dovrà coprire il tergo del XXIV C.A. cor.. Il C.A. Alpino - solo però quando lo sganciamento dfil Don sarà approvato dal F1~h1·er - dovrà essere fatto seguire al XXIV C.A. cor. scaglionato nel tergo a destra, nelJa zona ad est di W alui ki. Frhr. v . Weichs
Documento n. u8. FO N OG RAM M A
N . 02/ 300.
16 gennaio 1943 - ore 17,30
Da Comando 8" A rmata At Comando d'Arm ata A lpino Lasciare la linea del D on senza preciso ordine dell 'Armata è assolutamente proibito alt Vi faccio responsabile personalmente della esecuzione alt Garibaldi
Nota : Fra le ore 7 e 7,45 comu nicato telefoni camente questo ordine ai tre Comandanti di D ivisione all Martinat
Documenti Documento n.
I
19.
FONOGRAMMA
17 gennaio 1943 - ore r2,30 Da Comando Corpo d'Annata Alpino At Comandi Divisioni Tridentina, Vicenza , Cuneense N. 363. Seguito comunicazione telefonica fatta oggi fra ore II et r r,30 confermo: r. - In conseguenza ripiegamento grandi unità ungheresi anche Corpo Armata Alpino deve iniziare stasera all'imbrunire noto movimento. 2. -
Linee ·successive :
a) ferrovia Rossosc - Ostrogozsk; b) valle Olchovatka; c) alta valle Ajdar - valle lvjany - Alexejevka. 3. - Settori movimento limitati: per Tridentina: a nord: dai limiti con grandi unità ungheresi; a sud: Bassovka - Seyejevka - fabb rica cemento Podgornoje - Postojalyi - Charkovka - Kavalen; per Vicenza: a sud: Dukovoje - Arkangelskoje - Popovka - Sabolotovka K ras noje; per Cuneense: a sud : Lotscina - Put Lenina - Olichovatka - Charkovskoja - N icholajev ka. 4. - Ogni grande unità mantenga stretto contatto con grandi unità contig ue. 5. - Movimento deve essere protetto da retroguardie. 6. - Portare al seguito quanto più possibile di viveri et munizioni. 7. - Ciò che non può seguire sia distrutto. 8. - Appuntamento radio ogni tre ore a partire dalle 18 di oggi. Ascolto obbligatorio nelle soste. Generale Nasci
712
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941- 1943) Documento n.
1 2 0.
COMAND O CORPO D'ARMATA ALPINO
Unrcro N.
501 /
P.M.
Op. di prot.
Rifer imento carte
OPERAZIONI
108,
lì
18
gennaio 1943 - ore
10,00
1 : 300.000
A tutti i Comandi dipendenti Al N ucfeo di Collegamento Germanico presso il C.A. A. 0 RUlNE
J)l
OPERAZIONI N . 2
A conferma disposizioni verbali im partite in riunio ne odierna dispongo : 1. -
2. -
Primo tempo, giorno 19 gennaio: a) XXIV Corpo Armata Corazzato sbarri all"altezza di Natschalo K . Lenina le provenienze da Rossosc verso Podgornoje et Saprina; b) D ivisione Julia 1" schiera dalle attuali posizioni si spinga sullo sperone a nord - ovest di Rossosc in modo da sbarrare la rotabile Rossosc Karpenkovo, fronte ovest e sud; e) Divisione Cuneense serri dietro la Julia in seconda schiera; d) D ivisione Vicenza punti su Samojlenkov; e) Divisione Tridentina punti su Postojalyi. Secondo tempo, giorno 20 gennaio: a) Divisione Julia riprenda movimento per occupare sperone nord - est di Olchovatka in modo da sbarrare le provenienze da sud e le rotabili di Olchovatka - Postojalyi e quella di valle Olchovatka; b) Divisione Cuneense sfili sulla sua destra con obiettivo Kilschenkov (Kulesciovka) valle Olchovatka; e) Divisione T ridentina punti su Karaitscnik et Charkovskaja (N. Charkovka); d) Divisione Vicenza segua il movimento della Tridentina, di cui costituisce retroguardia; e) XXIV Corpo Armata Corazzato segua il movimento della Julia, di cui costituisce retroguardia.
3. - Terzo tem po, giorno 21 gennaio : Prevedere di raggiungere la linea Luzenkovo - Sceljakino. Da oggi il Corpo d 'Armata Alpino dovrà considera re di operare come in zona d 'alta montagna. Sia abbandonato cucco J'aucoca rreggio e si faccia affidamento solo su slitte e salmerie caricando su di esse il massimo poy sibile di viveri e munizion i. Siano fatti tutti gli sforzi per porcare al seguito pezzi controcarro da 75/ 97 /38 et munizioni usufruenJo dei trattori dcll' u " Raggruppamento d i Corpo d 'Armata. Il Generale di Corpo d' Armata Comandante
G. N asci
Documenti D ocumento n.
1 21.
COMANDO 8" ARMATA ST:ITO MAGGIORE - UFFICIO 0PERAZ!ON1
N. 02/7391 di prot.
P.M. 6, lì 23 dicembre 1942. XXI
°oggetto: Riorganizzazione. Al Comando Il Corpo d'A nnata Al Comando Divisione « Cosseria » e, per conoscenza : Al Co1'po d'Armata Alpino All'Intendenza 8 .. Armata E' debito d'onore provvedere al più presto alla riorganizzazione dei reparti ed isolati provenienti dal campo di battaglia. - Zon e raccolta due: V·loroschilowgrad; Rossosch. Intese come orientamento di direzione. Saranno nei partkolari specificate dai comandi responsabili tenendo presente necessità che reparti siano staccati da altre tru ppe e comandi per rifornimento. 2, -
Comandi riorganizzatori. Per la massa d i Wo roschilowgracl: il Comando ciel lf Corpo d'Armata. Per la massa cli Rossosch: il Comando divisione « Cosseria ll.
3. - Compiti. Tenendo presente lo scopo, da raggiungere al più presto, occorre progressivamente: a) provvedere all'alloggio, vitto, serv1z10 sanitario; b) accertare consistenza numerica suddivisa per arma, corpo e servi zio e tenerla presente seguendo le fluttuaz ioni; e) sgomberare i menomati; d) organizzare ed inquadrare i reparti tenendo presente opportun ità d i mantenere fi nché possibile, i vincoli organici precedenti; e) arma re cd equ ipaggiare i reparti chiedendo quanto è necessario all'Intendenza che darà nei limiti del possibile; f) fare costante opera morale accompagnata da una rigida riprern disciplinare da ottenere con ogni mezzo. Badare in questo molto alla forma. Speciale cura ed attenzione ai t1uadri specie ufficiali. Nel complesso è opera diffic ile che richiede massima energia ed attività , da parte dei comandanti ed ufficiali impiegati. Il risultato merita la fati ca. Comunicarmi (da parte II C .A . e e.liv. «Cosseria ») giornalmente la forza (esistenza - aumenti - dimi nuzioni) ccl il progetto dell'organizzazione. li Generale d'Armata Comandante I. Gciriboldi
7 14
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943) D ocumento n.
122 .
COMAND O DELL'8" ARMATA S TATO M AGGIORE
N. 019/135 d i prot.
P.M. 6, lì 26 dicembre 1942. XXI
Oggetto : Riordinamento reparti. Al Comando ll Corpo Armatci e, per conoscenza: A l Comando Genio d'A rmceta All'Intendenza d'Armata
P.M.
20
P remetto che la clifes:i dei ponti sul Donez costituisce il compico principale affidato al comando del II corpo d'a rmata che deve dedicarvi ogni disponibilità di uomini (sufficientemente efficienti moralmente e fisicamente) e di materiali. E ' però necessario che contemporaneame nte prosegua il riordinamento dei reparti, cosa questa da portarsi a termine nel più breve tempo. Pertanto, in relazione all'efficienza morale e fis ica delle tru ppe, alla disi;onibilità e qualità dei quad1:i; all 'armamento ed al le dotazioni individuali e di reparlo di cui attualmente dispongono le unità in corso di riordinamento e disponibili presso l'intendenza, prego esaminare la possibilità di costituire: a) u nità di fa nteria e di artiglieria che potranno essere impiegate in linea e che ora devono essere impiegate alla difesa dei ponti. Ad esse verrà distribuito l'armamento disponibile presso J'I ntendcnza; b) unità di fa nteria e di artiglieria (battaglioni di circa 500 uomini) con il personale meno efficiente e da impiegare in zona arretrata e per la difesa contro i paracadutisti ed i partigiani. Per questi reparti i mezzi di lrasporlo sarebbero ridotti al mi nimo indispensabile per la loro vita ed i materiali di cucina sostituiti da ma teriali cli circostanza utilizzando anche le cucine delle abitazioni esistenti nella località ove i reparli saranno dislocati. Armamento individuale e le dis pcnihili poche armi automatiche; e) re parti del genio che possono essere utilizzati come tali o da impiegare, invece, nei lavori di manutenzione stradale. Per le unità del genio d'armata provvederà il d ipende nte comando ciel genio; cl) unità dei servizi cli cui è possibile l'utiliz7,azionc; uomini dei serviz i che rimarrebbero inutilizzati. Allo scopo di decongestionare al più presto Woroschilowgrad, tutto il personale che non può essere utilizzato per la costituzione di unità da impiegare nella difesa dei ponti, dovrà essere avviato in zona di Rikowo - Gorlowka. L'avviamcnlo dovrà essere effettuato nel massimo ordine e per reparti organici inquad ra ti : accordi con l' Intendenza per il trasporco cd il funzionamento dei servizi nella predetta zona. Il colonnello Dragoni, latore della presente al comando del II C.A ., preciserà meglio il mio pensiero. Il Generale d 'Armata Comandante / . Gariboldi
Documenti Documento n.
123.
RADIO CIFRATO 8 febbraio 1943
Da Comando 8., Armata At Comando Gruppo Armate B (tramite Nucleo I taliano di collegamento presso Comando Gruppo Armate B) Sono ven uto ind irettamente a conoscenza dell'ordine d i spostamento dell'Armata nella zona di Gomel. Esso non è assoluta mente eseguibile perché: r. - Le truppe che si muovono per via ordinaria, e che dubito possano raggiun-
gere l'attuale zona di riordinamento, non potrebbero assolutamente allungare il percorso di altri 200 chìlometri. Non arriverebbe nessuno ancora valido. 2. -
L'Armata si sposterebbe dalla sua naturale linea di rifornimento e sgombero, Leopoli - Kiew e dagli stabilimenti d 'Intendenza, con grave pregiudizio della riorganizzazione.
3. - Il Comando dell'A rma ta si sposterebbe dall'asse dei collegamenti che lo unisce a Roma e t a Berlino, la cui necessità est essenziale nel complesso lavoro che si deve affrontare. 4. - Est in contrasto con quanto mi risulta sia stato chiesto dal mio Comando Supremo a quello tedesco. Per conseguenza, data anche la distanza alla quale sono ancora le colonne affluenti in zona di riordinamento, sospendo per ora i movimenti dell'aliquota re parti già giunti in attesa di una modi fica cli decisioni che prego vivamente provocare anche nel la considerazione che le truppe dislocate a sud e con lungo tragitto a piedi dovrebbero allunga re muovendo verso nord per far posto agli ung heresi ai quali compete un modesto tragitto. Gariboldi
716
L e operazioni delle unità italiane nl fronte russo ( 1941 • 1943)
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D ocumento n.
124.
COMANDO SUPREMO
N. 207 17/ 0p.
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febbraio 1943 • ore 22,15
At Superescrcito At Comando 8" Armata At Generale Marras 1. -
In relazione attuale situazione 8" Armata questo Comando Supremo habet deciso che truppe, mezzi disponibili in zona riord inamento venga costituito soltanto II Corparmaca su due divisioni et corrispondenti aliquote truppe et servizi et adeguata Intendenza. OKW habet già preso atto delle decisioni questo Comando Supremo.
2. -
Per ricostituzio ne predetto Corpo Armata dovrà essere utilizzato quanto est disponibile in posto escluso personale Corpo Armata Alpino. Riserva comunicazioni circa concessione da pane germa nica artiglierie, mezzi controcarro et automezzi già richiesti <la questo Comando Supremo. Est escluso in ogni caso invio da Italia di mezzi et mate riali.
3. - Ccmando ga Armata et Corpi Armata XXXV et Alpino, sottratto quanto occorre per II Corpo Armata, devono rientrare in Italia compatibilmente con disponibilità trasporti ferro viari. Dovranno pure rie ntrare elementi Intende nza esuberanti at nuovo ordinamento. Ordine successione da fissa rsi comando Armata 111 relazione situazione generale. 4. • Supcrtrasporti et Generale Marras interessino competenti organi germanici scopo ottenere per intanto aumenco numero tradotte per iniziare rimpatrio. P iano organico dei trasporti occorrenti per rientro sarà com pilato da Supertrasporti d'accordo con corris pondenti organi germanici sulla base dei dati che 1'8" Arma ta g li fornirà, al più presto. Itinerario da prendersi in considerazione passa per Varsavia - Brest Litowsk - Cornei. Generale Amb,.osio
Documenti Documento n.
125.
COMANDO 8" ARMATA UFFICIO SERVIZI
N . 016/ 915 di pror.
P.M. 6, lì
2
marzo 1943. XXI
Oggetto : Utilizzaz ione quadrupedi, automezzi e materiali delle unità destinate a rimpatriare. A l Comando Il Corpo d'Armata Al Comando XXXV Corpo d'Armata Al Comando Corpo d'A rmata Alpino A l Com rmdo N.aggruppam ento a Cavallo Al Comando Artiglieria d'Armata Al Comando Genio d'Armata A l Comando CC .N.R. d'Armata Alf'lnte11dc11za 8" Annata Loro Sedi Il Comando Supremo ha disposto che alla ricostituzione del II C .A. si provveda, fi n che possibile, con perso nale e materiale già esistente in Russia. Perta nto, a complemento delle disposizioni già date con f. 05/377 in data 24 feb braio, marconigram mi 016/ 851, 016/ 852 e 016/ 853 del 27 febbraio e marconigramma 05 / 405 del 1 ° marzo si dispone: J. -
Quadrupedi, carreggio e bardature. Jl C.A. Alpi110 rientrerà in Italia coi soli 1.000 muli già scelti, il raggruppamento a cavallo coi soli cavalli nazionali. T utti i ri ma nenti quadrupedi (nazionali e russi), tutto il carreggio (regolamentare e russo), tutte le slitte e relativi finimenti e bardature tanto del C.A. Alpino quanto del XXXV C.A., del rgpt. a cavallo e delle unità di artiglieria e genio d'Armata dovran no essere versati al II C.A. : i comandi interessati segnakranno al II C.A., e per conoscenza a questo comando, il numero dei quadrupedi, carri, slitte e finimenti che vengono ceduti. 11 lf C.A. provveda alla sostituzione dei conducenti alpini e di cavalleria con personale da trarsi dalle dipendenti unità. Accordi diretti tra comando II C.A. e comandi i nteressati, circa la sostituzione dei conducenti e l'avviamento del carreggio e quad rupedi.
2. -
Cucine mobili, casse di cottura e materiali di cucina in genere. Non dovranno essere portati i n Italia dai reparti che rimpatriano, rna lasciati in zona a d isposizione del li C .A .. I comandi di C.A., raggruppamento a cavallo, artiglieria e genio d'Armata provvedano ad avviare senz'altro al II C.A., previ accordi diretti, il mate riale di cucina no n strettamente indispensabile alla vita dei
718
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 • 1943) reparti fi no al momento della partenza ; il rimane nte verrà versa to a par tenza avvenuta.
3. - A1ateriale armamemo di reparto d i cui alla lettera B com ma 3" del citato fogl io 05/377 (artiglieria, fucili mitra, m itragliatrici, mortai da 45 e 8T, armi controca rro) dovrà essere ceduto al II C.A . solo se si tra tta di materiale efficiente e con relativi accessori e parti d i r icambio. I materiali non efficienti, o comunc1ue non util izzabili, siano acca ntonati in centri di raccolta, d i cui sarà detto nel n. 4 seguente.
i reparti che rimpatriano. Questo comando non conosce quale sarà la precisa costituzione dei treni destinati a t rasportare in Italia i reparti che rim patriano. E ' prevedibile che si a vrà un tre no tipo ada tto piì:1 che al tro al trasporto di personale, di qualche automezzo e cli poco materiale. li materiale che non trova posto su tali treni verrà avvia to in Italia con treni successivi, a cura dell' Intendenza. Occorre perta nto che i comandi di C.A. (XXXV e Alpino), raggru ppamenco a ca vallo e di a rtiglieria e genio d'Armata stabiliscano fin d'ora, una o più località nella propria zona ove costituire ce11t1·i di raccoltci; ai quali fara nno affluire, in un primo tempo i materiali J1o n indispensabili al fu nzio namento ccl alla vita dei repa rti e, successivamen te, all'atto della partenza, i rima nenti materiali. A capo cli ciascun centro devono essere posti ufficiali attivi ed energici, coadiuvati da adeg ua to numero cli personale, che risponderà della custodia prima, della scorta e della conseg na, poi, dei materiali in Patria alle rispettive unità. Gli automezzi debbono affluire e rima nere ai centri cli raccolta coi r ispettivi condut tori. Ind ipenden temente da q uanto sopra, a questo comando interessa conoscere subito la consistenza dei principali materiali in possesso di ciascuna unità, per la eventuale assegnazione al 11 C.A . di q uelli ma ncanti al completa mento delle sue do tazioni. Pertanto i comandi di C.A., raggruppamento a cavallo, a rtiglieria e genio d 'Armata, ciascuno per le unità da essi di pendenti, sono pregati di segnala re con cortese urgenza a questo comando, e per conoscènza all'Intendenza, oltre alle località scelte per ceneri raccolta, i principali m ate riali attualmente i n loro possesso (autovetture, autocarri, trattori, a utooffìcine, autotreni, autocarri speciali, carri rimorchio, motociclette, stufe di disinfezione, cofani cl i sanitù, tende ospedali, forni Weiss, cofani <li veterinaria, stazioni radio, mate riali telefonici, mate riali chim ici, ecc.). A suo tempo comunicheranno all'Intendenza il materiale che concent reranno ai va ri centri di raccolta.
4. - Rimanwti materiali ed autom e:zz i in dotazione o esistenti presso
li Generale Capo cli Stato Maggiore 81·u110 Malaguti
Documenti
Documento n.
126.
TELESCRITTO CIFRATO 12
aprile 1943. XXI - ore 21,30
Da Con1a11do Suprl'mo At Generale Ma.rras e, per conoscenza : At Comando ll C.A. A t Superesercito Prot. 21739 alt A seguito recenti conversazioni con OK.vV questo Comando Supremo habet ancora attentamente esaminato possibilità ricostituzione II C.A. et habet concluso che condizioni migliori per rapida rimessa in efficienza detta unità sono offerte da Madre Patria alt Comunicate pertanto at OKW decisione questo Comando Supremo di provvedere at riorganizzazione II C.A. in Italia et prendete accordi con competenti organi germanici et con Superesercito per modalità rientro et concessione mezzi trasporto necessari alt Generale Amb1wio
FOTOGRAFIE
Fanti lungo una ferrovia. Visibile in primo piano la rotaia interrotta dalla macchina apposita posseduta dai sovietici.
Il Generale Messe decora al valor milìtare un fante della Pasubio.
Combattenti del CSIR decorati al valor militare.
Un pezzo da 75/27 dell'8" regg imento artiglieria della Divisione Pasubio nel bacino minerario del Donez.
Il Generale Messe impartisce ordini ad ufficiali per la conquista d i Pavlograd. Ottobre 1941.
Centro di collegamenti avanzato· zona del Donez. 1941 - 1942.
Difficoltà di marcia degli automezzi sulle vie di comun icazi one impantanate. Autunno 1941.
Osservatorio dell'8 · reggimento artiglieria divisionale Pasubio durante Il combattimento di Zaritcianka. Setlembre 1941 .
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Fanti in azione su d ,' un corso d'acqu a gelato.
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Postazione protetta co n tronch .i d'albero. Inverno 1941 . 1942.
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' Cavalleria in azion·e tra le macerie.
Alp ini del battaglione sciatori Monte Cervino.
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Lanciafi amme sul ghiaccio.
Pezzo controca rro da 47/32 in azione sulla neve.
Mortaio da 81
in azione.
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Vedetta
in equipaggiamento
invernale.
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Fan ti in trin cea.
Azione di pattuglie in un abitato.
Stamperia del giornale del CSIR « Dovunque ».
Ingresso ad un elemen10 di caposaldo.
Il reggimento artiglieria a cavallo transita sul ponte d i equipaggio sul Donez. a Luganska ja. Luglio 1942.
I fanti della Divisione Torino dividono il rancio con i bambini russi.
. f,·ant·, nel c entro di Voroscilovgra d. Colonna d1 Luglio 1942
Targhe stradali i taliane e tedesch e.
Il Comandante del1'8" Armata, Generale Gariboldi, a colloqu io con il Comandante del Il Corpo d'Armata, Genera le Zanghieri, ed il Capo di S.M. della Divisione Sforzesca, Ten. Colonnello Fiore. Ponte di Luganskaja, fine luglio 1942.
Osservatorio di artiglieria in un molino a vento della zona del Don.
Il corso del Don nel settore della Divi sione Torino.
Paese della sponda destra del Don.
Linea pezzi della 1" ba tteria di canno ni controcarro da 75/ 32 (mod. 37) del I gruppo del 201" reggimento artiglieria.
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Posto comando del battaglione alpini Gemona (Divisione Julia). Dicembre 1942.
Riunione di un reparto sovietico per l'orientamento sull'offensiva contro 1'8" Arm ata italiana, nel dicembre 1942.
Fanteria sovietica in combattimento per la conquista di Tcertkovo. Dicembre 1942 - gennaio 1943.
INDICI
46. - U .S.
INDICE DEI DOCUMENTI (I nurnerì in cor~ivo e tra p~rcntcsì imlìcano le pagine del testo dove ì documenti sono ci1ati)
Doc. n.
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Telegramma (21 aprile 1941) dell"Addetto Militare a Bucarest (14) Telegramma (7 maggio 1941) dell 'Addetto Militare a Berlino (34) . Rapporto (30 maggio 1941) dell'Addetto Militare a Berlino sull'eventualità di un'azione militare tedesca contro l'URSS (34) Telegramma (13 giugno 1941) dell'Ufficio dell'Addetto Mililare a Berlino (35) . Telegramma (!7 giugno 1941) dell'Addetto Militare a Berlino (36) T elegramma (20 giugno 1941) dell'Addetto Militare a Berlino (36) Stralcio Diario Cavallero, 30 maggio 1941 (7,) Stralcio Diario Cavallero, 9 giugno 1941 (72) . Stralcio Diario Cavallero, r5 g iugno 1941 (72) . Stralcio Diario Cavallero, 17 giugno 1941 (72). Stralcio Diario Cavallero, 19 giugno 1941 (72). Stralcio D iario Cavallero, 20 giugno 1941 (72) . Stralcio Diario Cavallero, 21 giugno 1941 (72) . Stralcio Diario Cavallero, 21 giugno 1941 (74) . Stralcio Diario Cavallero, 22 giugno r94r (74) . Stralcio Diario Cavallero, 24 giugno 1941 (74) . Stralcio Diario Cavallero, 27 giugno 1941 (74) . Stralcio Diario Cavallero, 28 giugno 1941 (74) . Stralcio Diario Cavallero, 29 giugno 1941 (74) . Quadro di battaglia dd CSIR al r'' agosto 1941 (74) Composiz ione del CSIR (luglio 1941 - marzo 1942) (74) Ripartizione per calibri delle bocche da fuoco di artiglieria del CSIR (74) · Stralcio Diario Cavallero, 25 luglio 1941 (78) . Ordine per l'autotrasporto della Divisione Pambio (26 luglio 1941) (85) .
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Le operazioni delle unùà italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
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Doc. n. 25 - Ordine (31 luglio 1941) del Comando II" Armata tedesca per accelerazione dell'avan'.l.ata del CSIR (86) » » 26 - Ordine d'Operazion i n. 4 (2 agosto 1941) del Comando CSIR (86) » » 27 - Relazione sui combattimenti sostenuti dall'8o" reggimento fanteria Roma(; 1 - 12 agosto 1941) (89). >> >> 28 - Ordine del giorno (21 agosto 1941) del Comandante del 1II Corpo d'Armata tedesco (93) . » » 29 - Lettera (9 settembre 1941) del Comandante del III Corpo d'Armata tedesco al Comandante del CSIR
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30 - Ordine d'Operazioni n. 16 (16 settembre 1941.) ciel Comando CSIR (97)
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31 - Ordine d'Operazioni n. 21 (1° ottobre 1941) del Comando CSIR (105)
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32 - Ordine cl'Operazioni n. 22 (4 ottobre 1941) del Comando CSIR (106)
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33 - Elogio del Comandante della 198a Divisione tedesca alle Unità italiane partecipanti all'occupazione di Pawlograd (108)
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.34 - Fonogramma (12 ottobre 1941) del Comando CSIR (1u)
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35 - Ordine d'Operazioni n. 23 (13 ottobre 1941) del Comando CSIR (1 11)
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36 - Ordine cl'Operazioni n. 26 (16 ottobre 1941) del Comando CSIR (n 3)
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37 - Ordine d'Operazioni n. 38 (14 novembre 1941) del Comando CSIR (127)
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38 - Ordine del giorno (24 novembre 1941) del Comando 1" Armata corazzata tedesca (130) .
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39 - Ordine d'Operazioni n. 41 (3 dicembre 1941) del Comando CSIR (135)
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40 - Direttive ciel Comando CSIR (4 dicembre 1941) per l'offensiva cli Chazepetowka (135)
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41 - Ordine del 17 dicembre 1941 del Comando 1"' Armata corazzata tedesca (145)
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42 - Orientamenti operativi (24 dicembre 1941) del Comando CSIR (I 54) 4.3 - Stralcio Diario Cavallero, 13 - 26 luglio 1941 (181) 44 - Memoria ciel Capo del Governo sulla situazione politico - militare (24 luglio 1941) (181) .
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45 - Stralcio Diario Cavallero, 1 ° - 3t agosto 1941 (181) 46 - Lettera (2 agosto 1941) del Maresciallo Keitel al Generale Cavallero ( 181)
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Indice dei documenti Doc. n. 47 - Verbale di colloquio (25 agosto 1941) tra il Generale Cavallero ed il Maresciallo Keitel (182) . n
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48 - Stralcio D iario Cavallero, 5 settembre - 3r ottobre
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49 - Appunto (23 ottobre 1941) dell'Ufficio Ordinamento del Comando Supremo sull' invio di nuove Unità al fronte russo ( 182) . 50 - Riassunto di lettera (30 dicembre 1941) diretta da Hitler a Mussolini (183) 5r - Stralcio Diario Cavallero, 2 dicembre 1941 - 30 gennaio r942 (184)
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52 - Sintesi d i colloquio (27 gennaio 1942) tra il Capo di Stato Maggiore Generale ed il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito (184) 53 - Stralcio Diario Cavallero, 5 - 28 febbraio 1942 (184)
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54 - Unità comprese nell'8" Armata (186) .
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55 - Quadro di battaglia dell'8"' Armata (186) .
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56 - Ripartizione per calibri deI!e bocche da fuoco di artiglieria dell'8• Armata (193) 57 - Varianti alla costituzione delle Unità italiane combattenti al fronte russo (luglio 1942) (194) . 58 - Circolare n. 18900 (21 settembre c941) dello S.M. R.E. - Procedimenti d'impiego alla fronte russa (194) 59 - Schieramento d'artiglieria attuato per l'azione nel bacino mi nerario del Mius (9 luglio 1942) (202) . 60 - Direttive operative ciel Comando CSIR per l'azione nel hacino minerario del Mius (9 luglio 1942) (202) 61 - Direttive operative ciel Comando CSIR per l'azione nel bacino minerario del Mius (rn luglio 1942) (202) 62 - O rdine del Comando del Gruppo di Armate e< A >) tedesco per l'avanzata clell'8• Armata al Don (23 luglio 1942) (208) . Telegramma del Capo di Stato Maggiore Generale all'Addetto Militare a Berlino per Unità tedesche in rinforzo all'8"· Armata (3 agosto 1942) (211)
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64 - Stralcio D iario Cavallero, 25 luglio 1942 (211) .
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65 - Ordine di Operazioni (27 luglio 1942) dell'8'' Armata per lo schieramento sul Don (212)
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66 - Disposizioni particolareggiate (29 luglio 1942) del Comando 8' Armata per lo schieramento sul Don ))
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67 - Disposizioni (t agosto 1942) del lf Corpo d'Armata 0
per l'occupazione della linea di combattimento sul Don (213)
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L e operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
D oc. n. 68 - Disposizioni (2 agosto 1942) del Comando 8• Armata per la difesa del Don (due allegati) (213, p ,) JJ J> 69 - Disposizioni (7 agosto 1942) del XXXV Corpo d 'Armata - CSIR per l'occupazione della linea di combattimento sul Don ( 21 4) . » » 70 - Ordine d i Operazioni (28 luglio r942) del Comando XVJI Corpo cl' Armata tedesco per operazioni nell'ansa di Serafìmowitsch (219) »
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XVII Corpo d'Armata tedesco per salutare la 3" Divisione Celere (2 30)
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71 - Schizzo topografico rinvenuto a Bobrowskij (3 agosto 1942) sul cadavere di un ufficiale russo (225) . 72 - Ordine del giorno (14 agosto 1942) del Comando
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73 - Relazione (19 agosto 1942) del Dirigente del Servizio Sanitario ciel 6° reggimento bersaglieri sulle condizioni fisiche dei militari ( 2 Jl)
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74 - Ordine di Operazioni (2r agosto 1942) del Comando Divisione Sforzesca (258) . 75 - Ordine (25 agosto 1942) del Comando 8" Armata al
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Comando XXXV Corpo d'Armata - CSIR per proibire arretramenti della linea (27,) . » »
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76 - Telegramma (25 agosto 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata - CSIR al Com ando 8• Armata (272) J) 77 - Verbale di conversazione (26 agosto 1942) tra il Coma ndante del XXXV Corpo d 'Armata - CSIR e l'ufficiale capo nucleo di collegamento tedesco (274) » 78 - Telegramma (26 agosto 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata-CSIR al Comando 8;' Armata (274) » 79 - Telegram ma (26 agosto 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata-CSIR al Comando 8" Armata (274) J> 80 - Ordine (26 agosto r942) del Comando 8" Armata per mutamento cli dipendem:.e di Grandi Unità (274) J> 81 - Rapporto (27 setcembre 1942) del Comandante della 3" D ivisione Celere sul passaggio di dipende11ze della D ivisione (277) » 82 - Verbale di comunicazione telefonica (30 agosto 1942) tra il Capo Ufficio Operazioni Comando XXXV Corpo d'Armata e il Capo Uffìcio Operazioni Comando 8" Armata (281) >> 83 - Ordine (31 agosto 1942) del Comando XXXV Corpo d 'Armata per esecuzione cli azione controffensiva
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84 - Verbale di comunicazione telefonica (3r agosto 1942) tra il Capo di Stato Maggiore Comando XXXV Corpo d'Armata e il Comandante della Divisione Sforzesca ( 28 3)
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Indice dei documenti
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Doc. n. 85 - Ordine di Operazioni n. 5 (31 agosto 1942) del Comando Divisione Sforzesca per azione controffensiva (283) . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 673 >> » 86 - Comunicaz ione (2 settembre r942) del Comando raggruppamento a cavallo circa svolgimento azione )) 1" settembre (285) . . . . . . . . · · · · >> >> 87 - Grafico dell'afflusso in linea dei battaglioni sovietici contro le Unità del XXXV Corpo d'Armata nella 1., battaglia difensiva del Don (289) . . Fra le pagg. 674 • 675 » » 88 - fonogramma (5 settembre r942) del Comando XXXV Corpo d 'Armata - CSlR ai Comand i delle Divisioni dipendenti per il rafforzamento delle posizioni difensive (295) . . . . . . . . . . . Pag. 675 i> » 89 - Rapporto (7 settembre 1942) del Comando XXXV Corpo d'Armata - CSIR al Comando 8" Armata )) sulla difesa del settore Bolschoj (295) . . . . . » » 90 - Rapporto (9 settembre 1942) del Comando XX.XV Corpo cl'i\rrnara - CSIR al Comando g,, Armata sulla )) capacità combattiva della 3"· Divisione Celere (295) 677 >• >> 91 - Fotografia aerea dell'ansa di Vcrhnij Mamon (297, 303) . . . . . . . . . . . . . Fra le pagg . 678 -679 » » 92 - Ordine di Operazioni n. 1 (14 ottobre r942) del Comando Supremo dell'Esercito tedesco per la condotta della campagna invernale 1942 - 1943 (304, 309) Pag. 679 » >1 93 - Ordi ni (6 agosto 1942) del Comando 8"' Armata sul)) l'impiego del Corpo d 'Armata Alpino (306) . . . >> 11 94 - Ordine (19 agosto 1942) del Comando Gruppo Armate « A » tedesco per lo spostamento del Corpo )) d'Annata Alpino (306) . . . . . . . . . . » » 95 - Promemoria (4 settembre 1942) del Comandante del Corpo d'Armata Alpino aJ Comandante dell'8• Ar)) 686 mata (307) . . . . . . . . . . . . . . . >J » 96 - Risposta del Coma ndante dell'8" Armata (6 settem)) 687 bre 1942) (307) · · · · · · · · · · · · · >J » 97 - Ordini (13 settembre 1942) del Comando 8" Ar mata per schieramento e compiti del Corpo d 'Armata )) Alpino (307) . . . . . . . . . . . . . . >> » 98 - Disposizioni operative (6 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate cc 13 » tedesco con allegato ordi)) 688 ne del Comando Supremo dell'Esercito tedesco (337) » " 99 - Comunicazione (15 dicembre 1942) del Comando 3a Armata al Comando Gruppo Armate « B » tedc)) sec> sulla situazione operativa (349) . . . . . . » » 100 - Ord ine (8 dicembre 1942) del Comando c;ruppo Armate << B » tedesco al Comando 8• A rmata per assegnazione cd impiego della 385' Divisione tedesca
(349)
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Le opemzioni delle u111tà italiane al fronte rnsso ( 1941 • 1943)
Doc. n. 101 · Ordine (9 dicem bre 1942) del Comando 8" Armata per assegnazione della 385" Divisione al Comando del Corpo d'Armata Alpino (349) . » )> 102 · Ordine (8 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate « B » tedesco al Comando 8• A rmata per assegnazione ed im piego della 27• D ivisione corazzata tedesc:i (349) » » 103 • Ordine (9 dicembre 1942) del Comando 8"' Armata per assegnazione della 2t ' Divisione corazzata tedesca al li Corpo d'Ar mata (349) . » » ro4 • Ordine (15 dicembre 1942) del Comando G ruppo Armace « B ii tedesco per impiego delle D ivisioni tedesche 385• e 21' corazzata (349) . » H 105 · Ordine (17 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate << B >l tedesco al Comando 8" Armata per riepilogare le decisioni delJa g iornata (367) » 1> ro6 · Ordine (19 dicembre 1942) del Comando ga Armata al Comando II Corpo d'Armata per sostituzione nella responsabilità operativa (3 81) n 11 107 · Rapporto (1° gennaio 1943) del Comando sa. Armata al Comando <lei Gruppo Armate « B » tedesco sulla situazione nel settore (405) )> " 108 - Ordini (2 gennaio 1943) del Comando Gru ppo Armate « B >1 tedesco per assegnare compiti operativi all'8" Armata (405) » ,, L09 • Ordine del giorno (30 dicembre 1942) del Comando XXIX Corpo d'Armata tedesco. per salutare la Divisione Sforzesca (409) » >J 11 0 • Ordini (22 dicembre 1942) del Comando II Corpo d'Armata per la difesa della testa di ponte di Voroscilovgrad (416) » » 111 · Ordin i (22 dicembre 1942) del Comando II Corpo d'Armata per la d ifesa della resta dì ponte di Voroscilovgrad (416) » » 112 · Ordini (23 dicemb re 1942) del Comando sa Armata al Comando Il Corpo d'Armata per difesa testa cli ponte d i Voroscilovgracl (417) » » 113 - Ordini (23 dicembre 1942) del Comando ga Armata al Comando Il Corpo d'Armata per d ifesa testa cli ponce di Voroscilovgrad (417) . » " 114 • Rapporto (24 dicembre 1942) del Comando TI Corpo d'Armata al Comando ga A rmata sulla difesa della testa di ponte di Voroscilovgrad (417) . >> >1 e 15 • Rapporto (27 dicembre 1942) del Comando 1T Corpo d'Armata al Comando 8" Armata sulla sostituzione del tratto di sponda del Donez difeso dalla D ivisione Ravt'.nlla
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Indice dei documenti Doc. n. rr6 · Ordine (27 dicembre 1942) del Comando Gruppo Armate << B » tedesco per la condotta dei combattimenti tra Donez e Don (417) . >> » n7 • Ordine (17 gennaio 1943) del Comando Gruppo Armate (( B >> tedesco per l'impiego del XXIV Corpo d'Armata corazzato tedesco (427) . » >> 118 • Ordine (16 gennaio 1943) del Comando 8• Armata al Comando Corpo d 'Armata Alpino per la prosecuzione della difesa della linea del Don (428) . » >i 11 9 • Ordine (17 gennaio 1943) del Comando del Corpo d'Armata Alpino per il ripiegamento delle Divisioni dipendenti (434) ,, >> 120 • Confcrmn ordini verbali (18 gennaio 1943) del Comando Corpo d'Armata Alpino per il ripiegamento dalla linea del Don (435) . J> » 121 - Ordini (23 dicembre 1942) del Comando 8• Armata per il riordinamento delle Unità (466) . » >> 122 - Ordini (26 dicembre r942) del Comando 8" Armata per il riordinamento delle Unità (467) . " >> 123 • Rapporto (8 febbra io 1943) del Comando 3a Armata al Comando del Gruppo Armate « B J> tedesco sullo spostamento delle Unità nella zona di riordinamento (471) » » 124 - Ordine (20 febbraio 1943) del Comando Supremo Italiano per il riordinamento e la permanenza del II Corpo d 'Ar mata al fronte russo (472) >• n 125 - Ordine (2 marzo 1943) del Comando 8" Armata Uff. Servizi - per la utilizzazione di quadrupedi, automezzi e materiali delle Unità desti nate al rimpatrio (472) ,> >> 126 - Ordine ( c2 aprile 1943) del Comando Supremo Italiano per il rimpatrio del II Corpo d'Armata dal fronte russo (474)
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INDICE DEI DISEGNI (a fine volume) ([ numeri in corsivo e trn parentesi ind ic:,no le pagine riel testo dove i documenti sono citati)
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1 - Obicuivi delle forze tedesche (19, 23, 36). 2 - Confini clell' U.R.S.S. (1938 - 1941) e cc Linea Stalin» (20). 3 - Le forze contra pposte al 22 g iugno 1941 (22). 4 - Zone di scarico e di raccolta delle wiità del CSIR per l'avvio alla zona di schieramento (79, 80). 5 - Il CSIR da lla zona di raduna ta (Moldavia Romena) a l bacino minerario <lei Doncz (12 luglio 1941 - 8 luglio 1942) (82). 6 - Situazione delle forze alleate era Dnicstr e Bug (6 agosto 1941) (87). 7 - Mov imento della cc Pasubio >) era Dniester e Bug (88). 8 - D islocazione del CSIR alla data 13 agosto 1941 (90). 9 - La manovra d i Petrikovka (28 - 30 settembre 1941) (98, 99, 101). 10 - L'avanzata e lo schieramento al Voltsccja dopo la manovra di Perrikovka (105, 107, rn8). 1 r - Le operazioni per la conquista del bacino industriale del Donez (110,1 11 ,112, 115). 12 - Le operazioni per la conq uista di Ry kovo - Gorlovka (1 - 2 nc vembre 1941), Ni kito vka (6 - 12 novembre 1941) (I 17, 11 9). 13 - Le operazioni dopo la conquista di Gorlovka e Rykovo (120) . 14 - L'offensi,·a di Chazepetovka (6 - 14 dicembre 1941) (r 33). 15 - La battaglia di Natale - L'attacco russo: 25 - 27 d icembre
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u 16 - L-i battaglia d i Natale - La controffensiva italiana: 28 - 31 dicembre 1941 (157). » 17 - O ffe nsiva russa di lzjum e controffensiva germa nica (gennaio - febbraio 1942) ( 162). » 18 - Ccnlroffensiva germanica per la rescissione della sacca di Izjum {17-28 maggio 1942) (1 73). i> 19 - Situazio ne del CSIR ore O dell '8 luglio 1942 (,77). i, 20 • Itinerari di t rasfe ri mento dell '8" Armata (g iugno - a gosto 1942) (196). >> 21 . Operazioni per la conquista del bacino minerario del Mius Krasnyi L uch ( 1 1 - r6 lugìio 1942) (203).
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Le operazio11i delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
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Disegno n. 22 - La conquista del bacino minerario del Mius - K.rasnyj Luch (17 - 20 luglio 1942) (206). >> » 23 - Operazioni nell'ansa cli Serafimovic (31 luglio - 1° agosto 1942) 1>
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(217). 24 - Schieramento sul Don <le[ XXXV Corpo cl' Armata - CS!R alle ore 18 del 13 agosto 1942 (235, 247). >> 25 - Comando 8' Armata - Carta geologica m ilitare della riva ovest del Don (237, p3). » 26 - L '8• Armata italiana nella 1' battaglia difensiva del Don (20 agosto - 1° settembre) - Le forze contrapposte (2 39, 244). » 27 - La 1" battaglia difensiva del Don 1'' fase (20 - 22 agosto 1942) - L'ureo iniziale russo (250). » 28 - Prima battaglia difensiva del Don - Operazioni sul fronte della Divisione << Ravenna >J (II C.A.) (20 - 24 agosto 1942) ( 2 53). >> 29 - Prima battaglia difensiva del Don - Il contrattacco italiano (23 - 24 agosto 1942) (262). >i 30 - La 1"· battaglia difensiva del Don - 2• fase (25 - 31 agosto) Ripresa dell'azione russa (267). >>
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.11 - Situazione del XXXV Corpo <l'Armata - CSIR alla conclusione della 1" battaglia difensiva del Don (t" settembre r942) L'arresto dell'offensiva (273). 32 - I combattimenti cieli' 11 e del 12 settembre 1942 sul fronte del II Corpo d'Armata (297). J"~ - Articolazione dello schieramento dell'8' Armata (1° novembre 1942) (303). 34 - Situazione dell'8" Armata al ro dicembre 1942 (]18). 35 - Passaggi sul fiume Don costrui ti dai sov ietici (alla data del 10 dicembre 1942) (323). 36 - Seconda battaglia difensiva del Don (dicembre 1942) - Le forze contrapposte nel settore di rottura (, 3, 324, 459). 37 - Schema <lei piani operativi sovietici " Saturno >J e « Piccolo Saturno l> (dicembre 1942) (335, 336). 38 - Seconda battaglia difensiva del Don - « Fase di logoramento » (n - 15 dicembre 1942) (338). 39 - Seconda battaglia dife nsiva del Don - <e Fase di rottura » (16 - 19 dicembre 1942) (354, 459). 40 - Ripiegamento <lei centro e della destra (19 - 2 2 dicembre 1942) - Ricostituzione cli una linea difensiva (23 dicembre - 8 gennaio 1943) (387, 400). 41 - La Divisione «Ravenna » alla difesa di Voroscilovgrad e di .1 ,1 settore del Donez (22 <licembre 1942 - 24 gennaio 1943) (416). 42 - Schema dell'Operazione sov1et1Ca « Ostrogozsk - Rossosc >> (13 - 2j gennaio 1943) (421). 43 - Il ripiegamento del Corpo d 'Armata Alpi no e i combattimenti per uscire dalla sacca (16 - 26 gennaio 1943) (433).
INDICE DELLE UNITA' E DEI REPART I ITALIANI CITATI NEL TESTO
Comando Supremo, pagg.: 71, 78, 86, 88, 91, 124, 171 , 172, 181, 182, 184 , 187, 190, 2ll, 217, 246, 472, 474, 510. 8" Armata, pagg.: II, 12, 14, 15, 24, 27, 28, 187, 188, 189, 190, 191, 192, 193, 194, 195, 208, 21r, 212, 213, 215, 216, 217, 218, 219, 234, 235, 237, 239, 240, 241, 242, 244, 245, 273, 274, 280, 283, 286, 291, 292, 294, 295, 308, 309, 3n, 312, 317, 318, 319, 320, 324, 334, 335, 336, 337, 338, 339, 34o, 343, 345, 363, 364, 367, 368, 373, 375, 376, 377, 378, 396, 399, 400, 404, 405, 406, 41 r, 412, 413, 425, 426, 427, 428, 429, 43o, 431, 434, 445, 461, 463, 465, 466, 467, 468, 469, 470, 47r, 488, 489, 49°, 493, 495, 498, 5°4, 5o5, 5o6, 516.
80, 82, 177, 181 , 184, 185, 196, 197, 199, 200, 201, 202, 223, 227, 228, 230, 231, 232, 246, 249, 250, 258, 269, 271, 300, 301, 302, 303, 304, 306, 325, 326, 327, 329, 330, 331, 346, 349, 351, 354, 357, 360, 381, 382, 383, 384, 387, 388, 415, 416, 417, 421, 422, 423, 446, 45o, 45 1, 453, 454, 455, 472, 473, 474, 478, 479, 480, 5o8, 5°9, 5ro, 511, 512, 514,
186, 207, 233, 272, 307, 332, 362, 390, 424, 456, 487, 515,
U KITÀ D IRET'l'AMENTE D ll!llNDEN'J'l
Divisione di fanteria Vicenza (156•), pagg. : 13, 27, 187, 189,192,325,376, 389, 425, 431, 435 , 436, 437, 438, 439, 440, 44 1, 44 2, 443, 444, 445, 446, 448, 46 2, 492, 495: XXVI battaglione carabinieri, pag. 43r. · 277° reggimento fanceria, pagg.: 376, 437, 443, 444, 492, 495: TT battaglione, pag. 443. III battaglione, pag. 437· 278° reggimento fanteria, pagg.: 376, 444, 492, 495. CLVI battag lione mitraglieri, pagg. : 437, 443, 444. CIX battaglione mitraglieri, pag. 185. battaglione alpini sciatori (< M. Cervino >J, pagg. : 166, 169, 170, 173, 174, 185, 199, 201, 258, 26o, 263, 272, 278, 308, 324, 357, 36o, 365, 367, 401, 426, 495 · ,luucrtc11:::a. • I.e uniià citate nel testo sono raggruppate secondo la loro dipendenza orga· nic3 , seguendo l'ordine del « quadro di blt1lg lia dell'Sa Armata,. (Documcmo n. 55), al di
fuo ri d i ogn i concing<:ntc d ipendenza tattica. I riferime nti ai comandanti od ai comandi delle
unirà sono compresi nclh, voce r·cl,n iva all 'uni tà stessa.
734
Le operazioni delle unità itcdùme al fronte russo ( 1941 - 1943)
raggruppamento a cavallo, pagg.: 171, 173, 174, 176, 185, 199, 201, 207, 244, 254, 2.56, 257, 259, 260, 262, 263, 266, 270, 271, 275, 276, 283, 292, 295, 296, 324, 469, 470, 472, 496, 499, 5o9: reggimento cc Savoia Cavalleria ))' pagg.: 81 , 11 1, 113, u7, 13,, 138, 148, 171, r99, 243, 25r, 2.52, 256, 257, 258, 260, 264, 265, 267, 268, 271, 275, 278, 308, 491, 496. reggimento (( Lancieri di Novara>), pagg.: 81, 97, III, 113, u 4, rr9, 122, 131, 133, 136, 137, 141, r63, 166, 167, 171, 199, 256, 259, 260, 264, 270, 27 1, 276, 279, 294, 308, 491, 496. 9° raggruppamento artiglieria d'Armata, pagg. : 185, 190, 202, 324, 326, 33 1, 491, 498: XXIV gruppo cannoni da 149/28, pagg.: 190, 'P . 4· L gruppo cannoni da 149/28, pagg.: 190, 326. XXXI gruppo cannoni <la 149/ 40, pagg.: 190, 325, 331, 356. XXXII gruppo cannoni eia r49/40, pagg.: 190, 324. XXXIV gruppo cannoni da 149/ 40, pagg.: 185, 190, 326. LXXIII gruppo obici eia 210/ 22, pagg.: 190, 326, 371. 14" reparto specialisti di artiglieria, pag. 431. reggimento artiglieria a cavallo, pagg.: 81, 129, 133, 134, 138, 143, 171, 191, 199, 202, 205, 2.55, 256, 257, 308, 324, 376, 437, 444, 491, I gruppo cannoni eia 75/27, pagg. : 251, 308. II gruppo cannoni da 75/27, pagg.: 134, 243, 266, .,08. III gruppo cannoni da 75/ 27, pagg.: 138, 143, 205, 247, 270, 308. 201" reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: 191, 192, 213, 251, 268, .3 25, 3V, 491, 499: I gruppo cannoni da 75/ 32, pagg.: 268, 319, 361. III gruppo cannoni da 75 /32, pagg.: .319, 325, 3.31, 375· 4° raggruppamento artiglieria contraerei, pagg.: 491, 499 : IV gruppo cannoni da 75 / 46, pagg.: 133, 210. XIX gruppo cannoni da 75 / 46, pagg.: 133, 471. XXXVI gruppo cannoni da 75 / 46, pag. 431. XXVI battaglione artieri, pagg.: 431, 499. I battaglione pontieri, pagg.: 94, 102, ro8, n 2, 164, 165, 209, 210, 216, II battaglione pontieri, pag. 216. IX battaglione pontieri, pagg.: 94, 102, 164, 165, 209, 210, 216, 260, 37o, 375, 499, 500. 101" compagnia traghettatori, pagg.: 319, 325. X battaglione ferrovieri, pag. 500. XL battaglione lavoratori, pag. 500. II Corpo d'Armata, pagg.: 12, 197, 198, 199, 200, 202, 208, 2.53, 258, 261, 262, 265, 269, 307, 319, 320, 322 , 32.3, .325, 349, 350, 351, 352 , 353, 354, 367, 368, 371, 373, 374, 375, 4o7, 4 1 4, 415, 416, 417, 421, 47o, 471 , 472, 473, 474, 479,
1.84, 209, 273, 327, 355, 376, 45 1 , 48o,
185, 2n, 285, 328, 356, 377, 453, 498.
186, 212, 292, 33 1, 357, 378, 454,
188, 213, 296, 33 2, 359, 38 1, 459,
189, 214, 297, 338, 360, 382, 46o,
191, 215, 298, 339, 361, 383, 463,
193, 238, 300, 341, 363, 389, 466,
194, 239, 301; 343, 364, 400, 467,
195, 240, 303, 344, 365, 401, 468,
206, 28 1, 135, 266, 117, 258, 325,
147, 499:
319,
490. 276,
196, 242, 304, 346, 366, 406, 469,
Indice delle unità e dei reparti italiani citati nel testo UNtT.Ì,.
735
DIRETTAMENT E nll'ENOENTI
Il battaglione mitraglieri, pag. 197. CII battaglione mitraglieri, pag. 359. XXXII battaglione controcarro da 47 / 32, pagg.: 33 1, 375 . II battaglione guastatori di fanteria , pagg.: 197, 325, 353, 375· 2" raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata, pagg.: 191, 32 5, 33 1 , 363, 49 1 , 4~ : XXIII gruppo cannoni da J05/28, pagg.: 265, 402. cxxm gruppo obici da 149/13, pagg.: 363, 366. 52• batteria cannoni controaerei da 20 mm, pag. 375. XV bauaglione arcieri, pagg.: 209, 375. 2a compagnia chimica, pagg.: L97, 353, 375 · 4"' compagnia lanciafiamme, pag. 197. 5.. compagnia lanciafiamme, pag. 197. raggruppamento camicie nere« 23 Marzo», pagg.: 198, 213, 325, gruppo battaglioni cc. nn. « Valle Scrivia », pagg.: 253, 26r, 345 : V battaglione cc.nn., pagg. : 253, 300, 340, 342. XXXIV battaglione cc.nn., pagg.: 253, 261, 340, 345. gruppo battaglioni cc.nn. ,, Leonessa », pagg. : 262, 298, 300, 346, 347, 349, 35 1, 357, 365, 374 : XIV baccaglicrne cc.nn., pagg. : 298, 344, 347, 349· XV battaglione cc.nn., pagg.: 262, 300, 340, 346, 347. 4• compagnia ricu peri. pag. 197. Divisione di fanteria Sforzesca (2°), pagg. : 13, 27, 28, 192, 197, 200, 201, 203, 204, 206, 207, 211, 212, 230, 232, 235, 239, 243, 247, 249, 250, 251 , 252, 254, 255, 257, 258, 259, 26o, 261, 262, 274, 276, 278, 283. 284, 286, 287, 288, 291, 292, 293, 295, 2g6, 303, 3r8, 319, 326, 369, 37 1, 372, 38o, 381, 387, 392, 394, 395, 399, 400, 406, 4o7, 4o9, 467, 468, 47o, 47 1, 489, 49 1, 493, 497, 511 sezione motorizzata carabinieri, pag. 197. 53° reggimento fanteria « Umbria », pagg.: 192, 247, 250, 254, 255, 256, 257, 258, 275, 326, 399, 49r, 493: l battaglione::, pagg.: 247, 250, 252, 254, 255, 399. I I battaglione, pagg.: 254, 257, 272. III battaglione, pagg.: 254, 255, 256, 373, 381. 54" reggimento fanteria cc Umbria », pagg.: r92, 19'1, 246, 250, 251, 252, 254, 255, 259, 260, 276, 279, 280, 319, 326, 493 : I battaglione, pagg. : 243, 251, 252, 254, 258, 259, 276, li battaglione, pagg.: 246, 249, 250, 251, 252, 259, 26o, 284, 319, 373. llI battaglione, pagg. : 250, 251 , 258, 259, 281, 284. II battaglione mortai da 8r, pagg .: J 97, 373, 491. 2" compagnia cannoni controcarro da 47/32, pag. 197. 11· reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: f9'J, 255, 257, 326, 407, 47 1 , 49 1 , 497:
202, 265,
331, 473: 300, 340,
340, 344,
198, 244, 270, 3or, 396, 5o7,
199, 246, 273, 302, 398, 509:
251, 252,
247, 249, 399, 491, 278, 284 . 275, 278,
262, 270,
736
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1943)
53" 6" 1"
124" 192"
I gruppo cannoni da 105/ 28, pagg. : 255, 373 . Il gruppo obici da 75 / 18, pagg.: 197, 471. batteria cannoni controacrei da 20 mm, pag. 197. sezione di sanità, pag. 197. sezione di sussistenza, pag. 197. autosezione pesante, pag. 197. autosezione pesante, pag. 197.
Divisione di fanteria Ravenna ( ]''), pagg.: 13, 27, 28, r92, 197, 198, 212, 2r4, 239, 242, 244, 248, 249, 253, 258, 261, 265, 269, 297, 299, 3°2, 3o3, 313, 3 19, 320, 322, 323, 325, 328, 329, 33I, 334, 335, 338, 34o, 34 1, 342, 344, 345, 347, 348, 350, 35 2, 353, 354, 355, 356, 357, 359, 360, 36 1, 363, 365, 366, 367, 368, 369, 373, 374, 377, 384, 385, 397, 4oo, 4°7, 4ro, 4 13, 414, 415, 416, 417, 418, 4 19, 420, 421, 453, 462, 463, 467, 468, 469, 470, 473, 491, 493, 498: 37° reggimento fanteria e< Ravenna ll, pagg.: 192, 249, 253, 299, 331, 34 2, 345, 366, 367, 414, 418, 454, 49 1 , 493= I battaglione, pag. 418. II battaglione, pag. 353. III battaglione, pag. 299. 38·· reggimento fanteria « Ravenna )), pagg.: 249, 302, 325, 331, 342, 344, 350, 352, 353, 356, 358, 383, 418, 454, 491, 493: II battaglione, pag. 418. III battaglione, pagg.: 261, 299, 300, 418, 420. III battaglione mortai da 81, pagg.: 420, 49r. 121" reggimento artiglieria motorizzato, pagg. : 325, 491, 498. 18"' compagnia artieri, pag. 353. Divisione di fanteria Cosseria (5"), pagg.: 13, 27, 28, 76, 192, 199, 2IO, 212, 214, 215, 239, 244, 253, 258, 265, 269, 297, 298, 299, 300, 3r9, 320, 322, 323, 325, 327, 329, 33 1, 336, 338, 34°, 341, 342, 343, 346, 347, 348, 349, 350, 351, 352, 353, 354, 355, 356, 357, 358, 363, 367, 368, 369, 373, 374, 375, 377, 384, 389, 393, 400, 405, 41 4, 415, 454, 462 , 463, 467, 468, 469, 470, 472, 473, 491, 494, 495, 497: 89° reggimento fanteria « Salerno l>, pagg.: r92, 269, 325, 331, 357, 41 4, 415, 454, 491, 494 : I battaglione, pagg.: 357, 365, 375, 378. II · battaglione, pagg.: 341, 343, 344, 350, 357, 375, 378, 389, III battaglione, pagg.: 269, 298, 343, 344, 357, 389, 393· 90'' reggimento fanteria << Salerno ll, pagg.: 192, 325, 331, 347, 384, 414, 415, 454, 467, 49 1, 495: I battaglione, pagg.: 297, 298, 343, 351, 356, 365. II battaglione, pagg. : 298, 341, 343, 344, 347, 351, 365. III battaglione, pagg.: 253, 298, 320, 344, 347, 35r, 365. CV battaglione mortai da 8r, pagg.: 298, 365, 491. 108° reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: 298, 325, 415, 491, IV gruppo cannoni eia 105/28, pagg.: 298, 366. I gruppo obici eia 75/18, pagg.: 365, 366.
2II, 300, 339, 358, 394, 454, 325,
339,
200, 302, 344, 365, 453, 344,
393· 357,
49?:
Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.), pagg. : 11, 12, 13, r4, 15, 25, 2 6, 2 7, 36, 37, 4o, 49, 71, 72, 74, 75, 76, 77, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 84,
7 37
Indice delle unità e dei reparti italiani citati 11el testo 85, 86, 87, 88, 90, 91 , 92, 93, 94, 107, 108, 109, no, III, II2, II3, 123, 124, 125, 126, 127, 128, 130, 145, 146, 147, 149, 151, 152, 153, 169, 170, 172, 173, 175, 176, 177, 194, 1 95, 196, 199, 207, 2II, 218, 5°5, 506, 507, 508, 509, 514, 516. XXXV 198, 238, 265, 285, 345, 384, 467,
Corpo d'Armata - CSIR, pagg. : 199, 200, 201, 202, 203, 204, 206, 239, 243, 247, 248, 250, 251, 252, 266, 267, 268, 269, 271 , 272, 273, 287, 291, 294, 295, 296, 297, 301, 348, 353, 355, 357, 361, 362, 364, 385, 387, 389, 390, 393, 394, 397, 468, 469, 470, 472, 473, 498, 5o7,
UNIT.~
ro4, 120, 139, 166, 187, 487,
105, 121, 141 , 167, 191, 493,
106, 122, 142, 168, 192, 5o4,
80, 82, 177, 188, 189, 191, 207, 208, 210, 2II, 212, 213, 253, 255, 257, 258, 260, 261' 276, 277, 278, 279, 280, 281, 307, 318, 323, 325, 326, 337, 367, 368, 370, 37 1, 375, 377, 398, 399, 4oo, 407, 4 13, 45 1, 5o9.
192, 214, 262, 282, 340, 378, 454,
193, 235, 264, 283, 342, 379, 466.
95, 96, 97, 98, 99, ll4, rr5, n6, 117, 131, 132, 133, 134, 1 54, 157, 160, 163, 181, 182, 183, 184, 290, 320 , 477, 478,
102, 118, 135, 164, 185, 479,
103, n9, 136, 165, 186, 480,
DlRETT,\MENTE DI PENDENTI
CIV battagl ione mitraglieri, pagg. : 76, 319, 371. II battaglione cannoni controcarro eia 47 / 32, pagg. : 76, 94, 97. XV battaglione guastatori di fanteria, pagg.: 252, 254, 258, 326, 338, 343, 345· r" compagnia bersaglieri motociclisti, pagg.: 76, 85, 88, 89, 94, 98, 148, 173, 174, 275, 379· 30° raggruppamento artiglieria cli Corpo d'Armata, pagg.: 88, 96, 100, 107, 191, 202, 231, 326, 491, 498: LX gruppo cannoni da 105/32, pagg. : 138, 147, 172. LXI gruppo cannoni da 105/32, pagg.: 133, 147, 172. LXII gruppo cannoni eia 105/32, pagg. : 130, 147, 218, 226, 23 r. 95" batteria cannoni controaerei da 20 mm, pag. 133. 97"· batteria cannoni controaerei eia 20 mm, pag. 133. TV battaglione artieri, pag. 353· 16" compagnia chimica, pagg.: 252, 254, 379. r~ggruppamento camicie nere « 3 Gennaio », pagg. : 243, 326, 348, 362, 379: 63" Legione cc.nn. « Tagliamento i i (poi gruppo battaglioni cc.nn. (( Tagliamento J)), pagg. : 79, 94, 95, 97, ror, ro7, 131, 133, 134, 155, 157, 162, 173, 175, 203, 206, 25 1: LXIII battaglione cc.nn., pagg. : 139, 155, 159, 203, 251, 256, 258, 2 59· LXXIX battaglione cc.nn., pagg.: 159, 251, 255, 257, 258, 259. LXTII battaglione armi accompagnamento, pag. 259. gruppo battaglioni cc.nn. « Montebello ii , pagg.: 297, 340, .362: vr battaglione cc.nn., pag. 342. XXX battaglione cc.nn., pagg.: .I~8, 340. Divisione di fanteria autotrasportabile Pasubio ( 9"), pagg.: 13, 27, 28, 72, ?.?, 74, 75, 76, 79, 81, 83, 85, 86, 87, 88, 89, 90, 9r, 92, 93, 94, 95, 96, 97, 98, 99, 100, 101, 102, ro5, 106, 107, 108, no, nr, rr2, 113, 1r4, n5,
Le operazioni delle unitù italiane cd fronte russo ( 1941 - 1943) n7, 147, !J3, 247, 277, 342, 379, 467, 79°
80°
V
IX 141• 8°
73" 309"
n8, 119, 120, 122, r24, 131, 132, 135, 136, 137, r39, 141, 142, 148, 154, r56, 157, 158, 159, 160, 164, 165, 166, 168, 169, 170, 175, 176, I 92, 203, 204, 205, 206, 207, 2II, 212, 228, 235, 239, 248, 249, 250, 251, 253, 257, 259, 260, 261, 262, 264, 265, 272, 279, 287, 289, 292, 2()6, 297, 302, 318, 323, 326, 329, 337, 338, 345, 348, 353, 354, 355, 358, 361, 362, 364, 367, 369, 370, 371, 384, 385, 387, 388, 390, 393, 394, 397, 398, :{99, 4oo, 4o7, 409, 468, 470, 489, 492, 494, 497 : reggimento fanteria << Roma)), pagg.: 81, 96, 98, ror, 106, n2, n3, n8, n9, 120, 121, 122, 123, 136, 137, r38, 139, 140, 142, 143, 144, 145, r69, 192, 248, 302, 326, 338, 342, 362, 385, 4o7, 492, 494: I battaglione, pagg.: 122, 138, 141, 262, 275, 340. II battaglione, pagg.: 122, 139, 144, 261, 262, 272, 348, 37o. II! battaglione, pagg.: 122, 123, 139, 144, 26 I , 263, 272, 275, 279, 348, 370, 379· reggimento fanteria « Roma ))' pagg.: 81, 89, 96, 98, ro1, II2, 119, 121, 122, 123, 126, 135, 136, 137, 1.39, 142, 143, 144, 169, 192, 248, 302, 326, 361, 362, 370, 379, 394, 492, 494: I battaglione, pagg.: 89, 144, 175, 362, 370, 371, 379. II battaglione, pagg.: 139, 248, 361. III battaglione, pagg.: 89, 139, 262, 361. battaglione mortai da 8r, pagg.: 76, 89, 492. battaglione mortai da 81, pagg.: 89, 385, 492. compagnia cannoni controcarro da 47 / 32, pagg.: 76, 89. reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: 81, 89, g8, 169, 175, 36r, 390, 3% 4o7, 492, 497: f gruppo obici da I00/ 17, pagg.: 142, 362. II gruppo cannoni da 75 / 27, pagg. : 175, 370. m gruppo cannoni da 75/27, pagg.: 89, 169, 361 394· batteria cannoni controcarro da 75 /39, pag. 362. batteria cannoni controaerei da 20 mm, pag. 362.
145, 172, 244, 275, 340, 375, 413, ro7, 141, 399,
277, n8, 175,
326,
Divisiom'. di fanteria atttotrasportabile Torino ( 52") , pagg. : 13, 27, 28, 72, 73, 74, 75, 76, 79, 81, 83, 85, 86, 88, 90, 9r, 92, 93, 94, 95, 96, 97, 99, roo, 101, ro2, ro5, 106, rro, rn, 113, 115, n7, ir9, 120, 128, 130, 131, 133, 135, 137, 138, 139, 14°, 141, 142, 143, 1 45, 147, r48, 154, 155, 156, 157, 158, 159, 160, 161, 166, 167, 168, 169, 170, 172, 175, 199, 203, 211., 212, 239, 242, 244, 246, 249, 253, 260, 265, 272, 277, 302, 326, 355, 369, 37o, 371, 379, 380, 381, 385, 386, 387, 390, 391, 394, 395, 397, 398, 400, 407, 409, 410, 413, 462, 467, 468, 470, 483, 489, 49 2, 494, 497: 81° reggimento fanteria «Torino», pagg.: 81 , 95, 96, ro1, 120, J22, 128, 129, 137, r38, 139, 140, 141, 143, 144, 158, 168, 169, 175, 247, 260, 32 6, 395, 483, 492, 494: I battaglione, pagg.: 129, 1.37, 138, 144, 168, 260, 272, 275, 277, 362 , 371. II battaglio11e, pagg.: 129, 137, 138, 139, 141, 143, 175. III battaglione, pagg.: 10 1, 122, 138, 144, 370, 398. 82" reggimento fanteria (<Torino >>, pagg.: 81, ro1, r 10, 120, r21, 128, 129, 130, 138, 139, 140, 141, t43, 158, 160, 169, 326, 394, 492, 494:
- - -- -
Indice delle un.itcì e dei reparti italiani citati nel testo
7 39
battaglione, pagg.: 129, 130, 138, 169, 246. r38, 139, 143. 138, 246, 249, 371, 379, 385 . pagg.: 76, 137, 143, 371, 492. pagg.: 173, 492. r71" compagnia cannoni controcarro da 47 / 32, pag. 76. 52° reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: 81, 95, no, 129, 133, 138, 141, 143, 147, 170, 175, 246, 260, 265, 326, 492, 497: l gruppo obici da 100/ 17, pagg. : 129, 138, 141, 143. II gruppo cannoni da 75/ 27, pagg.: 129, 138, 141, 143, 170, 175. m gruppo cannoni da 75 / 27, pagg. : 129, 130, 13.3, 147, 265. 1
lì hattaglione, pagg.: 129, III battaglione, pagg.: 130, XXVI battaglione mortai da 81, LII battaglione mortai da 81,
3" Divisione Celere Principe ,1medeo Duca d'Aosta, pagg.: 13, 27, 28, 74, 75, 76, 78, 79, 80, 81, 83, 84, 86, 88, 90, 91, 92, 93, 94, 97, 98, 99, 100, 101, 105, ro6, 108, uo, rrr, u2, 113, rc4, n5, 117, u8, n9, 120, 122, 124, !28, J3<>, T3 I , 133, 134, 135, 139, l40, 142, 1-43, 145, 147, 148, 153, 154, 155, 156, r57, 158, 160, 161, 162, 165, 167, 168, 170, 171, r73, 176, 184, 185, 187, 189, 191, 192, 200, 202, 203, 204, 205, 206, 207, 210, 2!1, 212, 213, 218, 219, 22I, 222, 223, 224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232, 233, 241, 243, 245, 249, 258, 260, 262, 263, 264, 268, 269, 270, 271, 272, 275, 276, 277, 279, 280, 283, 289, 295, 296, 301, 302, 318, 319, 326, 342, 353, 355, 369, 371, 373, 380, 38r, 384, 386, 387, 388, 391, 392, 394, 395, 397, 398, 400, 407, 413, 455, 467, 468, 47o, 487, 489, 49 2, 495, 496, 497, 499: 3° reggimento bersaglieri, pagg.: 81, Il 1 , 114, rr9, 120, 122, 123, 130, 153, 155, I7 1, 203, 204, 205, 218, 220, 22I, 222, 224, 225, 226, 228, 229, 231, 232, 263, 264, 268, 278, 295, 326, 371, 372, 381, 387, 391, 392, 395, 399, 483, ~92, 495: XVIIl battagl ione bersaglieri, pagg.: 122, 139, 155, r56, 157, 159, 162, 170, 204, 222, 223, 224, 226, 229, 231, 232, 263, 268, 296, 395· XX battaglione bersaglieri, pagg.: ro1, rr4, n8, 122, 156, r57, 204, 222, 223, 225, 226, 227, 228, 229, 263, 2~, 395· XXV hattaglione bersaglieri, pagg.: 101, u4, 122, 156, 157, 205, 221, 222, 223, 224, 226, 229, 263, 272, 276, 278. 6° reggimento bersaglieri, pagg.: 165, 167, 171, 204, 205, 218, 220, 221, 222, 223, 224, 225, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 263, 264, 295, 326, 37r, 372, 387, 391, 392, 395, 399, 4o7, 408, 471 , 492, 495 : VI battaglione bersaglieri, pagg.: 176, 177, 204, 205, 220, 222, 223, 224, 227, 229, 231, 263, 296, 371, 372. Xlll battaglione bersaglieri, pagg.: 205, 220, 223, 224, 226, 228, 229, 263, 268, 37r, 372, 38 r. XJX battaglione bersagl ieri, pagg. : 205, 220, 221 , 223, 226, 229, 230, 263, 268, 371, 372. XLVII battaglione bersaglieri motociclisti, pagg.: 171, 203, 204, 205, 218, 222, 223, 224, 225, 226, 227, 229, 231, 232, 263, 272, 275, 296, 319, 326, 343, 353, 359, 37 1 · IC battaglione mortai da 8r, pagg. : 171, 492. 172• compagnia bersaglieri cannoni controcarro da 47 /32, pag. 76. 272« compagnia bersaglieri cannoni controcarro da 47 / 32, pag. 17r.
47· -
u.s.
Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941 • 1943)
740
LXVII battaglione bersaglieri corazzato, pagg.: 171, 192, 277, 283, 3 19, 326, 342, 356, 359, 371. XIII gruppo corazzato « Cavalleggeri di Alessandria », pagg. : 171, 319, 326, )43, 359, 371. III gruppo caui L/3 « San Giorgio,,, pagg.: 81, 163, 166, 171, 496. , 20° reggimento artiglieria motorizzato, pagg.: 165, 167, 171, 202, 2-04, 205, 21 8, 221, 222, 226, 229, 231, 264, 296, 326, 372 , 395, 497: I gruppo obici da roo / 17, pagg.: 204, 205, 226, 229, 372. II gruppo cannoni da 75/ 27, pagg.: 205, 218, 221 , 226, 231 , 395· III gruppo cannoni da 75/27, pagg.: 205, 222, 226, 268. 105" compagnia artieri, pag. 372. 73" sezione d i sanità, pagg.: 218, 231, 391. 46° ospedale da campo, pagg.: 218, 231, 391. 60° ospedale da campo, pagg. : 218, 23 1, 391. 20° nucleo chirurgico, pagg.: 218, 23 e, 391. 93" sezione sussistenza, pagg. : 218, 23 1, 391. Corpo d'Armata 195, 196, 199, 339, 341, 350, 4o4, 405, 415, 437, 438, 439, 467, 470, 472,
Alpino, pagg. : 27, 28, 200, 202, 2 I T, 217, 294, 364, 367, 374, 376, 378, 421, 422, 423, 424, 425, 440, 44 T, 44 2, 444, 445, 473, 489, 4g8.
183, 184, 30 1, 305, 382, 388, 426, 427, 446, 448,
185, 306, 389, 428, 449,
186, 307, .192, 43o, 450,
188, 308, 393, 433, 45 1 ,
189, 318, 3g6, 434, 454,
191, 323, 399, 435, 462,
284, 189, 185, 203, 492 ,
372,
193, 324, 400, 436, 466,
U NITÀ DI RETTAMENTE DlPENDEN'fl ll
0
raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata, pagg.: 191, 199, 200, 202, 305, 324, 491, 498.
Divisione alpina Tridentina ( 2•) , pagg .: 13, 27, 217, 276, 277, 279, 295, 296, 297, 3o1, 305, 3o6, 3o7, 308, 32 4, 376, 427, 428, 434, 435, 437, 439, 440, 441, 44 2, 443, 444, 445, 446, 447, 449, 462, 47o, 492, 4g8, 5o9: 5" reggimento alpini, pagg. : 277, 283, 306, 324, 436, 439, 442, 448, 492, 496: battaglione alpini cc Morbegno», pagg.: 276, 279, 376, 428, 443· battaglione alpini « Tirano », pagg.: 283, .106, 447. battaglione alpini « Edolo », pagg.: 283, 306, 427, 428, 442, 448. 6° reggimento alpini, pagg.: 283, 324, 436, 437, 439, 442, 445, 492 , 4g6: battag lione alpin i « Vestone », pagg. : 279, 281, 283, 284, 285, 307, 376, 425, 428, 435, 437, 439, 442, 445, 446, 496. battaglione alpini <1 Val Chiese», pagg. : 281, 283, 284, 285, 30 1, 307, 436, 442, 445, 446. battaglione alpini « Verona >), pagg.: 295, 436, 439, 445, 446.
29,, 436, 4g6, 447, 435,
443, 447, 295, 295,
Indice delle unità e dei reparti italiani citati nel testo 2•>
7 41
reggimento artiglieria alpina, pagg.: 324~ 436, 492, 498:
gruppo « Bergamo » obici da 75 / r3, pagg.: 436, 439, 442, 446, 449· gruppo << Vice11za » obici da 75/ 13, pagg.: 436, 439, 44 2, 449· gruppo « Val Camonica i> obici da 105/u , pagg. : 436, 447. lT battaglione misto genio, pagg .: 436, 439, 499· Divisione alpina fulia ( J'' ), pagg.: 13, 27, 28, 305, 306, 307, 308, 324, 350, 357, 36o, 374, 375, 376, 384, 388, 389, 396, 400, 40 I , 40 2, 405, 424, 425, 427, 435, 436, 437, 438, 439, 440, 441, 442, 443, 445, 462, 492, 496, 498: 8° reggimento alpini, pagg.: 324, 440, 442, 443, 492, 496 : battaglione alpini << Tolmezzo i>, pagg.: 375, 4or, 402, 403, 427, 435, 436. battaglione alpini « Cividale >i, pagg.: 376, 404battaglione alpini « Gemona », pag. 403. 9'' reggimento alpini, pagg.: 324, 403, 436, 440, 442, 492, 496 : battaglione alpini « V icenza l> , pagg.: 402, 403. battaglione alpini « L'Aquila », pagg.: 375, 401. battaglione alpini « Val Cismon >J, pagg.: 402, 427. 83'' compagnia alpini cannoni controcarro da 47 / 32, pag. 375. 3" regg imento artiglieria alpina, pagg.: 324, 375, 402, 492, 498 : gruppo cc Udine)> obici da 75 / 13, pagg. : 440, 442. gruppo<<Conegliano», obici da 75 / 13, pagg . : 402, 440, 442. gruppo « Val Piave >), obici da 105 / n, pagg.: 402, 440, 442. 45" batteria cannoni controaerei eia 20 mm, pag. 375. IiI battaglione misto genio, pagg.: 403, 500. Divisione alpina Cuneen se ( 4"), pagg.: 13, 27, 305, 306, 307, 308, 324, 343, 350, 375, 376, 378, 384, 389, 393, 4o1, 402, 404, 4 14, 435, 436, 437, 438, 439, 440, 441, 442 , 44.1, 445, 446, 449, 462, 492, 495, 498 : 1" reggimento alpini, pagg .: 324, 442, 443, 445, 446, 449, 492, 495: battaglione alpini <t Ceva ,, , pag. 439. battaglione al pini cc Pieve di Teco >) , pagg.: 376, 437, 439, 440, 446, 448. battaglione alpini « Mondovì ,,, pagg.: 378, 446, 449. 2 ''
reggimento alpini, pagg.: 3 2 4, 445, 446, 492 , 495: battaglione alpini (< Borgo San Dalmazzo », pagg.: 437, 440.
battaglione alpini cc Dronero>), pagg.: 443, 446, 449. battaglione alpini cc Saluzzo », pagg. : 389, 435, 438, 440. reggimento artiglieria alpina, pagg.: 324, 437, 492, 498 : ,, 4 gruppo « Mondovì )> obici da 75 / 13, pag. 439. gruppo « Val Po» obici da ro5 /n, pagg.: 438, 440. IV battaglione misto gen io, pag. 443. Aeronautica, pagg.: 77, 92, 94, 102, 1 r6, 122, 125, 133, 153, 154, 156, 159, 170, 17r , 173, 187, 216, 275, 285, 303, 343, 412, 462. Intendenza, pagg.: 77, 81 , 94, 186, 196, 197, 208, 216, 377, 383, 384, 415, 416, 465, 466, 469, 470, 472, 473, 474· Servizi, pagg. : 77, 79, 80, 81., 83, 84, 91, 94, 125, 128, 151, 152, 181, 182, 184, 218, 407, 413, 4r5, 435, 439, 467, 468, 469, 470, 471, 473, 500.
INDICE GENERALE
Presentazione .
.
.
.
Pag .
9
INTRODUZIONE Sintesi delle opera7.ioni al fronte russo (1941 · 1945)
Pag .
P/\RTJ1 PRIMA
LA PRESEKZA ITALIANA AL FRONTE RUSSO G\P.
I.
- Preliminari d ella guerra russo - tedesca cd intervento italiano . .
C\l'. IL
- L'ambientc
C..\P. I I I.
• L 'avversario: cenni sull'Esercito sovietico (194.r r94 2)
P ARTE
Pag .
33
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38
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44
S ECON DA
LE OPERAZIONI DEL CSIR C..\P . .
CAP.
IV.
V.
• Cost ituzione, trasferimento e radunata del Corpo di Spedizinne Italiano in Russia (CSIR) 1.
Costituzione .
.
. .
.
2.
T rasferimento e rad unata . .
.
.
. Le opcrazioni sino al forza men to del Dnieper . 1.
Dal Dnicster al Bug (battaglia tra i du e fìumi)
2.
Dal Bug al D nieper . .
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3. La manovra d i Pctrikovka
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A) Le azioni preliminari R) La manovra . . . . CA'r.
Pag.
. Le operazioni per la conquista del bacino industriale . . . . . . del Donez . . . . .
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96 9(5
99
744
Le opernzioni delle unità italiane al fronte russo (1941 - 1943) Le operazioni del 1° periodo ( r 0 - 12 ottobre): dal Dnieper al Voltsctja e com1uista della testa <li ponte di Pavlogracl 2. Le operazioni ciel 2° periodo ( r3 - 29 ottobre): conquista del bacino industriale ciel Doncz A) La manovra <li Stalino B) La manovra di Gorlovka C) L 'offensiva di Nikitovka .3. Le operazioni per il consolidamento delle posiz10m raggiunte A) Il combattimento cli Ubescicce IJ) L'offensiva cli Chazepctovka J.
Cw. VII.
- Il ciclo difensivo invernale I.
2.
C\P. VIII.
La battaglia di Natale . A) S~~uyione e ordini B) .liattacco russo C) La co1ùroffensiva italiana D) Con~iderazioni Gli avvenimenti dopo la battaglia di Natale A) T combattimenti cli Voroscilova /3) L'offensiva russa cli Izjum . C) Le operazioni sui due fronti D) Nuovo ordinamento del CSIR
Pag.
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r72
- Gli avvenimenti dall'aprile al giugno 1942. Il concorso del CSIR alla controffensiva germanica di
Izjum Il concorso del CSIR alla controffensiva germanica nella sacca di Izjum
P ARTE
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TERZA
LE OPERAZIONI DELL'8"' ARMATA
Cw. IX.
C.w. X.
- Costituzione, trasferimento e radunata dcll'8'' Armata 1. Costituzione . 2. Trasferimento 3. Radunata . - Le operazioni nel bacino minerario del Mius (Krasnyi Luch) r. Le predisposizioni 2 . Le operazioni . .
Pag.
181
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181
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195 1 99
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200
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20.~
lndice generale
- --- - --------- - - - --- - --- ----- - -745 Cw. XI.
C AP.
x rr.
Cw. XIII.
C.-\P.
- La marcia al D on. Le operazioni nell'ansa d i Serafìmovic . r. La marcia al Don A) Il passaggio del Donez R) Lo schieramento sul Don 2. Le operazioni della 3" Divisione Celere nell'ansa cli Serafìmovic . A) Prima fase (24 luglio - 2 agosto 1942) B) Seconda fase (3 - 2r agosto 1942) . · La prima hattaglia difensiva del Don (20 agosto 1 ° settembre 1942) I. li terreno . 2. La situazione 3. 11 compito 4. Le azioni preliminari 5. La battaglia A) L'uno iniziale russo B) Il contrattacco italiano C) La ripresa dell'azione da part~. dei russi . D) L'arresto dell'offensiva 6. Considerazioni - Le operazioni nel mese di settembre 1942. Inserimento in linea del Corpo d'Armata Alpino . 1. Le operazioni del mese di settembre . A) Assestamento del fronte del XXXV Corpo <l'Armata - CSIR B) Nuovo tentativo russo contro il H Corpo d'Armala (u e 12 settembre) . 2. Modifiche allo schieramento clell'8"' Armata 3. Schieramento del Corpo d 'Armata Alpino .
XIV. - La sistemazione invernale i. D isposiz ioni generali tedesche ed italiane 2. Esecuzione dei lavori 3. Predisposizioni logistiche
C.w. XV.
. L a seconda hattaglia difensiva del Don (II dicembre 1942 -31 gennaio 1943) 1. Situazione generale all'inizio dell'inverno 1942 1943 2 . Situazione particolare sul fronte del! '8" Armata 3. Notizie sul nemico 4. Le forze contrapposte A) Unità italiane e tedesche
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746
Le opernzioni delle unità italiane al fronte russo (194 1 -1943 ) B) Unità sovietiche . C) Il piano operativo sovietico .
C,.,.p, XVI.
Pag.
327
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335
» )j
337 338
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354
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400
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406
5. La battaglia . A) fase di logoramento (.11 - 15 dicembre) B) Fase d i rottura (16 - 19 dicembre) C) Ripiegamento del centro e della destra dell'8" Armata (19 - 22 dicembre) D) Ricostituzione di una linea d ifensiva (23 d icembre - 8 gennaio) E) Prosecuzione del ripiegamento (2.3 dicembre r6 gennaio) F) D ifesa di Vo roscilovgrad e di u n altro settore sul Donez (22 dicembre - 24 gennaio) . G) Rottura del settore tenuto dal XXIV Corpo d 'Armata corazzato tedesco ed isolamento de! Corpo d'Armata Alpino (9 - 31 gennaio) . I-I) Ripiegamento del Corpo d'Armata Alpino (17 - 31 gennaio)
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6. Considerazioni
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45°
- Riordinamento delle unità e trasferimen to nelle zone di raccolta per il rim patrio .
P ARTE
.......--------------..
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Q UARTA
ATTIVITA' DEI TRIBUNALI ED ASSISTENZA RELIGIOSA CAP.
CAP.
X VII. - Attività svolta dai Tribunali Militari di guerra al seguito del CSIR e dell'8'' Armata .
XVIII. - L'assistenza religiosa . . . . . . . . . . .
P ARTE
Pag.
477
.,,
481
Q urN'l'A
L E PERDITE. LE RICOMPENSE ALL E BANDIERE C\P. X IX.
. Le perdite .
C1r. XX.
- Ricompense al valor milita re concesse ad Unità combattenti al fronte russo dall'agosto 1941 al febbraio 1943 . . . . . . . . . . . . .
Considerazioni conclusive
j)
Pag.
493
501
Indice generale Fotografie
747 Fra le pagg. 516 - 517
Documenti
Pagg. 5r7 - 720
.
A fine volume
Disegni
INDICI Indice dei documenti
Pag.
723
Indice dei disegni .
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73 1
Indice delle unità e dei reparti italiani citati nel testo
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733
))
743
Indice generale . . .