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CAPITOLO VII. Frenastenie e frenopatie »

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N evrastenia

N evrastenia

Accesso epilettico vero Accesso epilettico sin1ulato

so ferite gravi e profonde non accompagnate da alcuna espressione di dolore. N el l'epilessia minore si ha, invece della caduta, vertigine, perdita della parola, re. spiro lento, leggieri tremori, pallore cadaverico del volto, polso piccolo, vuoto, mancante, sovente irregolare

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leggiere, tradiscot1o il dolore. Colorito naturale del volto: talora arrossato, ma non pallido : polso largo, frequente, precipitoso.

Quando i globi oculari non son ruotati molto in alto, s' osserva rigidità della pupilla (asset1za d' ogni reazione alla luce naturale e artificiale) Riflesso pupillare normale, salvo il caso d' i1tsti!lazione d' atropi1za a scopo fraudolento.

Insensibilità della pelle e clei muscoli

Scl1iun1a alla bocca (miscela di saliva, di sang-ue e di vescicole piene d'aria)

Convulsioni to1ziche spiccatissinle c o n cianosi del volto della pelle e dei muscoli.

Se v' è schiuma abbondante, verificare se è stato nascosto in bocca un pezzetto di sapone.

Convulsioni to1tiche mancanti, o mal simulate: volto arrossato o di colore norntale.

Ordinariamente le cot1vulsioni son più Convulsioni clo1ziche tumultuarie dai due Iati:

Accesso epilettico vero Accesso epilettico siruulato

forti in un lato del corpo: il capo è spesso rivolto da una parte per la contrazione d'un solo sterno-cleido-mastoideo

Flessione delle dita delle ma11i : il pollice è quasi sempre affondato nella palma e, se lo si estende, riman esteso, prendendo parte alle contrazioni fibrillari di tutti i muscoli

Breve durata del periodo convulsivo

Il termine del periodo convulsivo rappresenta una reazione dell' orga-

Ilismo ; quindi : volto inte11same11te arrossato, . cianotico, o livido ; respiro affannoso ; battiti cardiaci irregolari e freqt1e11ti polso piccolo.

En1issione involontaria di sperma, d' orit1a e di feci entrambi gli sterno-cleido-mastoidei son cotltratti; oer la qualcosa, il ' . . capo e portato In avant1 o in dietro.

Ordi11ariamente le dita non son flesse : se lo sono, e se si porta il pollice in estensior1e, il simt1latore s' affretta a fletterlo di nuovo.

Lunga durata del periodo convulsivo, essendo interesse del simulatore di colpire maggiormente l'attenzione colle grandi co11trazioni muscolari .

Colore del volto inalterato, o tutt' al più alqtlat1to arrossato : nessuna modificazione del tipo respiratorio e del ritmo cardiaco.

Stadio post-convulsivo o di stupore.

Accesso epilettico vero Accesso epilettico simulato

Il volto si rifà pallidissimo; la respirazione profonda; i muscoli si rilasciano, e il paziente cade i11 uno stato comatoso. Allo svegliarsi, esso rivolge lo sguardo attorno con un'espressione di stupore; accusa sensazioni dolorose generali; è profondamente abbattuto ; ha le idee confuse, e non conserva memoria alcuna dell'accaduto Mancano il pallore caratteristico del volto, l'abbattimento e la sonnolenza. L' individuo riprende subito la stia fisonomia normale.

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Ed ora ecco lo schema dell'esame somatico, funzionale e psichico, col quale il perito deve proporsi di giungere alla diagnosi d'una forma qtialttnque d'epilessia indipendentemente dall'accesso convulsivo: 1° Indagini ana1nnestiche famigliari e individuali complete per quant'è possibile; alle quali saran d'aiuto le informazioni e i documenti delle autorità di pubblica sicurezza, dei municipi, dei carabinieri, ecc., ricordando però che il loro valore è puramente indi• • ztario. 2° Esame somatico: accertamento delle note degenerative, di cui mi sono occupato a lt1ngo nella seconda parte. ·

3° Esame funziotzale, il quale comprend·e:

• a) l'esame della setzsibilità tattile e dolorifica, che son ottuse negli epilettici: (Roncoroni, Marro, Lombroso, Rossi); b) l'esame dei ?'"ijlessi, i quali, se son aboliti durante gli accessi, sono però esagerati fra un accesso e l'altro (Wassiliew); c) l'esame della pupilla: ricordando che l'anisocoria è frequentissima negli epilettici; d) l'esame del campo visivo, che è sempre ristretto e sovente limitato da una linea serpiginosa. Al restringimento del campo visivo s'associano talvolta scotomi periferici ed emia11opsia verticale eteronima ; e) lo studio degli equivalenti epilettici, i quali talora s'esauriscono nel periodo dell'aura, e si dividono in:

Equivalenti motori (motori proprian1ente detti, incoordinati e paralitici), che compre11dono: la tzictitalio spastica, gl'impulsi giratori, saltatori e ambulatori; le monoplegie, le paraplegie e le afasie transitorie. Di grand'importanza sono anche le contratture che seguono agli accessi e durano parecchio tempo (contratture post-epilettiche) . .fiquivaletzti vasomotori: come, ad es., il rapido passaggio dal pallore al rossore e viceversa.

Equivaletzti viscerali: gastrici, cardiaci, respiratori (asma).

Equivalenti sensoriali, che si manifestano nei vari sensi specifici (scotoma scintillante, fosfeni, audizio11e di voci, di rumori, ecc.). f) Esame delle oritze. Iperazoturia e iperfosfaturia (soprattutto a carico dei fosfati terrosi) dopo gli accessi anche notturni e larvati: albuminuria post-parossistica; la quale s'osserva in tutte le forme d' epilessia e nella metà circa dei casi ; ma è fugacissima.

Il tasso dell'acido urico è diminuito, salvo rare ecceziot1i, prima dell'accesso, mentre è aumentato dopo. 4° Esame psichico. Sono da notarsi in special modo le deviazioni del carattet-e, lo studio delle quali è della più grand'importanza nelle forme larva te: tendenza alla menzogna (benchè meno spiccata che negli isterici), all'egoismo, alla malvagità; irascibilità grandissima alle n1inime cause (iracundia morbosa); insofferenza d'ogni freno disciplinare; offese contro gl'individui e contro la proprietà; reati sessuali. Quest'insieme d'alterazioni psichiche costituisce propriamente il così detto carattere epilettico, che giunge non di rado fino all'alterazione della personalità. ordinariamente è integra : tuttavia, e, secondo alcuni autori, nella metà circa degli epilettici, si va accentuando, nel decorso dell'affezione morbosa, un indebolimento intellettuale, che, nei casi gravissimi, termina nell'idiotismo completo. Qualche volta insorgono pure idee deliranti abbastanza sistematizzate e associate ad allucinazioni, le quali condt1cono a quella forma che il Buchholtz chiama paranoia a base epilettica.

Non dimentichi infine il perito che talvolta la simulazione dell'accesso convulsivo s'osserva in individui i quali, essendo affetti da una forma rudimentale d'epilessia, cercano d'imitarne la forma completa. In tali casi, prima di pronunziare un giudizio, bisognerà attendere nuovi accessi e sottoporre il paziente a una lttnga osservazione , tenendo presente, che anche qt1at1do la simt1lazione è n1essa fuori di dubbio, v'ha sempre qualche alterazione psichica deg·na di studio.

II. Isterismo. La simulazione dei piccoli accessi isterici è rarissima, e la si potrà sempre escludere secondo il Karplus se, dura11te l'accesso, si constata l'assenza del riflesso pu pillare alla lllce e del riflesso

corneale, e u11 certo grado d'insensibilità della pelle e delle mucose: oppure se si può provocare a volontà un accesso mediante la compressione d'una zona isterogena. Faccio osservare, però, che la mancanza del riflesso pupillare alla luce, la quale, nell'accesso isterico, dipende più che altro da uno spasn1o dello sfintere irideo, è un segno molto infido che potei constatare soltanto in un piccolissimo numero di casi; e che la provocazio11e d'un accesso colla compressione esercitata sopra una zona isterogena presuppone naturalmente che il perito abbia già accertata la presenza delle varie stimmate isteriche, le quali, non essendo simulabili, son quelle che debbono costituire da sole il fondamento della diagnosi tnedico-legale. (Cfr. p. II).

Lo stesso si dica del sontzambulismo, la cui simulazione è oggidì eccezionale, e che non si presenta mai all'osservatore senza il corteo di tutti gli altri sintomi isterici, i quali, quando siano ben accertati, rendono perfettamente inutili quei ridicQli mezzi di sorpresa ch'eran descritti con un gran lusso di particolari nei vecchi trattati di medicina legale.

Per quanto riguarda il così detto sonnambulismo natu1--ale, io confesso di non sentirmi disposto a consider·arlo quale una forma distinta dall'isterismo, come vorrebbero alcuni autori: lo ritengo piuttosto, col G-illes de la Tourette, una forma d'isterismo larvato, in cui ben raramente mancheranno le stimmate proprie di questa nevrosi. Qualora mancassero, non nego che la diagnosi differenziale tra la forma vera e la simulata si presenterebbe singolarmente difficile, e che il perito sarebbe costretto a raccogliere a uno a uno quei piccoli fatti che, pur non avendo un serio fondamento scientifico, sono meritevoli tuttavia dell'attenzione del medico legale, a cui nulla deve sfuggire, neppure ciò che sembra a prima vista i11significante. I veri son-

E. TROMBETTA. 22

nambuli teng·ono ordit1ariamente g·li occhi aperti, fissi, senz' espressione, colle pupille contratte come nel sonno, o midriatiche e insensibili alla luce : le sensibilità tattile, dolorifica e termica parrebbero costantemente molto diminuite e talvolta abolite: la percezione delle sensazioni è sospesa: la respirazione non è mai completamente normale: prima di lasciare il letto, essi attraversano quasi sempre un periodo d'irrequietezza e presentano perfino qualche fatto convulsivo: raramente sono silenziosi: per lo più si svegliano quando vengo110 chiamati per nome. Senza ch'io mi dilunghi a descrivere il sonnambulismo simulato, basterà il dire che i suoi caratteri sono precisamente opposti a quelli delle forme reali; e chi ha veduto e studiato un vero sonnambulo sulla scena della vita e non su quella di un teatro o d'un gabinetto magnetico, difficilmente potrà esser ingannato da quei grossolani tentativi d'imitazione, i quali han sempre un non so che d'esagerato e di burlesco che colpisce subito l'attenzione d'un osservatore anche non provetto.

Le stesse considerazioni fatte per il sonnambulismo si potrebbero ripetere per la catalessia, la quale s'associa frequentemente all' isterismo ; ma siccome, pur non ammettendone una forma idiopatica, è indubitato che essa accompagna diverse affezioni morbose e talora perfino certi traumatismi, così, nell'incertezza della diagnosi medico-legale e di fronte a casi che potrebbero parere sospetti, raccomando al perito il mezzo proposto da Hunter e il metodo grafico del Charcot, i quali in specie il secondo dànno sempre un risultato positivo. a) Metodo di Hunter. Si sospende un peso a ciascun braccio e poi si taglia improvvisamente lo spago: il braccio del simulatore si solleva a motivo dello sforzo volontario che faceva per sostenere il peso:

la qual cosa naturalmente non avviene nel vero catalettico. b) Metodo del Cha1'cot. Ecco come Io descrive l'autore: « Si crede generalmente che, se in un catalettico, il braccio è steso in senso orizzontale, un tale atteggiamento possa essere mantenttto dal paziente per un tempo così lungo da escudere per il fatto solo della durata ogni sospetto di simulazione. Secondo le nostre osservazioni, ciò non sarebbe punto esatto : dopo ro-rs minuti, l'arto comincia ad abbassarsi, e, al termine di 20-25 minuti al massimo, è già ricaduto lungo il tronco. Ora, siccome codesti ljmiti possono essere raggiunti da un uomo robusto che s'ostini a conservare la stessa posizione, così è chiaro che bisogna cercare altrove u11 caratter.e distintivo. Tanto . nel simulatore quanto nel catalettico, un tamburo a reazione fissato all'estremità dell'arto esteso servirà a registrare, col metodo grafico, le oscillaziot1i dell'arto stesso, mentre che uno pneumografo applicato sul to- ' race darà la curva dei movimenti respiratori. Ora, ecco ciò che s' osserva in codesti tracciati : nel catalettico, per tutta la durata dell'osservaziot1e, la penna che corrisponde all'arto traccia una linea retta perfettamente regolare; nel simulatore, il tracciato rassomiglia in principio a quello del catalettico; ma, dopo alcuni minuti, si cominciano a notare delle differenze considerevoli: la linea retta si cambia in una li11ea spezzata molto irregolare e segnata di quando in quando da grandi oscillazioni disposte in serie. I tracciati formati dallo pneumografo non sono meno caratteristici. N el catalettico: respirazione rara, superficiale, il cui tracciato ha un inizio che rassomiglia al termine. Nel simulatore, il tracciato consta di due parti distinte: in principio, la respirazione è regolare e normale; nella seconda fase, corrisponde invece agl' indici di

fatica muscolare osservati sul tracciato dell'arto, vale a dire: irregolarità nel ritmo e nell'estensione dei movimenti respiratori; profonde e rapide depressioni, le quali indicano il disturbo respiratorio che accompagna il fenon1eno di sforzo. Riassumendo: il catalettico non risente punto la fatica, e i suoi muscoli cedono senza sforzo e senz' intervento della volontà; il simttlatore, · per contro, sottoposto alla duplice prova, vien tradito sin1ulta11eamente da entrambe le parti : r0 dal tracciato dell'arto, che accusa la fatica n1uscolare; 2° dal tracciato della respirazione, che indica lo sforzo fatto per n1ascherare gli effetti dello sforzo.

III. Nevrastenia. La simulazione di questa nevrosi è molto rara fra gl'inscritti e i militari; tanto rara, che io 11on 11e ricordo alcun caso nella mia lung·a carriera: e ciò perchè, in primo lt1ogo, i suoi sintomi veramente caratteristici non sono ben noti ai profani; in secondo luogo, perchè essa non offre, come l'epilessia e l'isterismo, l'opportunità di colpire l'attenzione dei periti e del personale di sorveglianza con manifestazioni accessionali clamorose. Dato un caso sospetto, • si sottoporrà l'individuo a una lunga e diligente osservaziot1e, rivolta soprattutto ad accertare le sti11t1nate nevrasteniche (cfr. Parte II) le quali si sottraggono a ogni tentativo di simulazione, ed a studiare a uno a uno i sintomi psichici, che, come s'è visto, son n1olto caratteristici; facendo un g·ratld' assegnamento sul metodo psicometrico per valutare la così detta curva del laV01'0 i1ztellettuale, e fissando in special modo l' attenzione sulle alterazioni cenestesiche, le quali come dice giustamente Hitzig non possono essere imitate per tanto tempo e in modo così perfetto da ingannare un abile osservatore.

IV. Nevrosi traumatiche. Le simulazioni di queste forme morbose si van facendo così frequenti anche

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