RIVISTA DI MEDICINA VETERINARIA 1-91

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Comando del Corpo Veterinario dell'Esercito

GENNAIO APRILE Numero 1/91

iupplemento alla

F!U/RIVInA

miLITARE

RIVISTA MILITARE DI MEDICINA VETERINARIA


1861, Ufficiale del Corpo Veterinario.

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INDICE

Numero 1/91 GENNAIO-APRILE

La Ri vista Miliaarc di M~ di c ina Vc terinn ria ha lo scopo di consent ire agli Ufficiali un costanlc ag~iorn:uucnto tct·ni co · l>•·ofcssionnlc: fornendo toro la possibilità di divulgare le esperienze scìentìfìche maturate in ambito militare. Nel quadro della collaborazione Esercito-Paese la Rivist.a si prefigge l'obiettivo di fac.ilitare lo scamhio di conoscenze e di esperien:ze fra il mondo accaùemico e là \'eterìnaria militare.

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Presentazione. (Domenico Nesci)

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Arter iopatie da strongylus vulgaris nell'equino. (Franco Guarda, Etisia Arru, Antonello Leoni)

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Esperienze di embryo-transfer nel cavallo in Italia. (Nello Rizzi, Doriano Minori, Silvano Tamagna)

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Ricerche sulla presenza di virus influenzali e relativi anticorpi in cavalli importati dall'estero a scopo di macellazione. (Pietro Giorgio Tiscar, Rodo/fa Compagnucci, Fulvio Marsi/io, Domenico Buona voglia)

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l cani per la guerra. (Gian Franco Giannelli)

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Legislazione

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Vita di Corpo: ieri e oggi

QUADRIMESTRALE Sup plement o al n° 1/ 199 1 della Ri vista Mili tare Direttore Responsab ile Gen. B. Pier G iorgio Franzosi

Direttore Editoriale .Magg. Gen. Domeni co Nesci

Redatlo rc Ca po Cap. .Massimiliano Angelini

Comitat o di Redazione

R. Ar ch ilc i, L. Be llani , L. Big nozzi. G. Caputo. G. Catd -

Jani, A. Co rrias. L. D'Esposi to. G. Gent ile, A. Gobetto , G. B. G ragli a. P. Guarda, D. Minori, F. Monti, G. Mo rei, A . Rogheto, L Rosso, A. Sala, A. Silvestri, A. Triani. V. Vinucci.

Com itato Scientif'ico

E. Arru, T. Balbo, B. Baldelli, G. Ballarini. G. Cardin i. S . Cari i, L Casarosa, O. Catarsini, A . C iorba, A . Co rrado , C . Girardi. A. Leopold. E. Maglione . S. Mak:tto. L. Mase lli. C. M ontesissa, C. Perucc io. G . Pczzoli. A. Pilloni. G. Pompa. L Pozzi. A. Romagnoli, F. Scatozza, F. Trenti. F. Yalfrè.

f-otolito: S tud io Lodoli, Roma 199 1. S.P.E. pri med in ltaly

La pubblicazione dei lavori è subordinata alla valutazione del Comitato di Redazione ed i testi e il materiale illuslrativo inv iati non vcm1nno restituiti. Le opinio ni espresse dagli Auto ri non impegnano la responsabilità dcll:1 Rivista. l lavori inviati per la pubblicazione dovranno essere inediti; le eventuali tabelle, figure e grafici dovranno essere numerati e corredati da una sintetica didascalia: la bibliografia dovrà essere redatta correttamente. Ciascun articolo, inoltre. dovrà essere accompagnalo da un breve riassunto in italiano c in inglese, da una foto a colori formato tessera c da un curriculum vitac dell'Autore. l lavori, in d uplice copia. nella stesura definitiva, corretti e firmati dall'Autore, dovranno essere indirizzati a: Comando del Corpo Veterinario dell'Esercito, Piazza Maresciallo Giardino. 49 - 00195 Roma.



Questa ri vista è risorta per la tenace volontà del mio predecessore Ten. Gen. Francesco Ortu, cu i mi è gradito ri volgere, a nome eli tutti gli Uffic iali veterinari, il più vivo ringraziamento ed il beneaugurante saluto, certo della sua coll aborazione anche nell'attuale posizione di «ausiliaria». Un grazie eli cuore voglio al tresì rivolgere al Direttore Responsabile Gen. B. Pier Giorgio Franzosi ed al Capo Redattore Cap. Massimiliano Angelini che hanno dotato la rivista di una veste tipografica davvero ineccepibile. La mia nomin a a Capo del Corpo Veterinario del! ' Esercito mi porta a succedere al Gen. Ortu anche nelle funz ioni di Direttore editoriale del periodico. Tale responsabilità assumo con non poca trepidazione perché consapevole delle difficoltà che la «Rivista Militare di Medicina Veterinaria>> non mancherà di incontrare così come accaduto ad altre riviste, pur di alto contenuto scientifico. Detta apprensione, tuttavia, viene attenuata clall 'entusiasmo con il quale la rivista è stata acco lta neli 'ambito del Corpo e dalla disponibili tà alla collaborazione offerta da moltissimi docenti universitari che ringrazio vivamente. li periodico, quadrimestrale, non è diretto solamente agli Ufficiali veterinari in servizio ma anche a gran parte della classe veterinaria italiana costituita pure da un folto stuolo di Ufficiali veterinari di complemento in congedo. Per loro la riv ista, oltre che utile mezzo di aggiornamento, sarà la fiaccola che manterrà vivo il ricordo di quella breve parentes i di vita mili tare trascorsa presso la Scuola del Corpo Veterinario di Pinerolo come Allievi Ufficiali prima e nei vari Enti e Reparti come Sottotenenti, poi; essa ricorderà quel! 'esperienza che ha insegnato loro ad affrontare le prime difficoltà, ad assumere le prime responsabilità, a prendere le prime decisioni, ad allargare gli orizzonti professionali, sociali ed umani . Sarà un valido legame per rinsaldare e mantenere sempre più stretti i rapporti tra la classe veterinaria civile e que ll a militare. La riv ista è aperta al contributo di tutti. Saranno graditi lavori concernenti la patologia equina e canina, l'ispezione e il controllo degli alimenti di origine animale. le malattie infettive e la profilassi, la zootecnia, note legislative e quanto concerne le discipline veterinarie in senso lato. Verranno altresì accolti, fomiti di una adeguata documentazione fotografica, monografie e documenti da inserire nella rubrica «vita di corpo» creata con lo scopo non solo di diffondere notizie attua li ma anche di far riflettere sul «come eravamo» proponendo esperienze vissute. Alle Autorità Mi litari, che hanno consentito la rinascita della «Rivista Militare di Medicina Veterinaria», ai componenti del comitato scientifico e di redazione ed a quanti offriranno il loro contributo va il mio più caloroso e rispettoso saluto.

Ro ma, li 30 aprile 1991

el Corpo Veterinario


ARTERIOPATIE DA STRONGYLUS VULGARIS NELL'EQUINO Franco Guarda (*) Efisio Arru (**), Antonello Leoni (***)


PREM ESSA

OSSERVA ZIONI PERS ONALI

È noto che negli equin i l'infeslazione da Strongylus vulgaris è abbastanza rrequente e può assumere canlltere eli pa1ticolare gravità pc!J· le alteraz ioni che le larve provocan o ne lle varie locali zzazioni tessutali . ed in part icolare a livello vascolare, durante la migrazione nell'organismo.

Sono stati esaminati 5.038 cavalli rcgolaJmcntc macellati nel Pubblico Macello d i Torino ne l periodo compreso fra il 1984 ed il 1987 . Gli animali, di età variabile fra 6 mesi e l Oanni, erano per lo più di provenienza estera, importati dalla Francia. dalla Jugoslavia e dalla Polonia.

Fig. l .Aneri;i mesemerica con anerite lrombotica s~zi ona l a long itudinal menle: il lume e pral ir ameme occluso dalla massa trombotica.

Ali 'es ame an atomo-patolog ico delle arte rie mcscntc ri ciH.: in l. 3l:; l animali (27,4%) sono state osservate h;:;ioni parassitarie o loro conseguenze. In 6 12 cas i (12,1 %) sono stati ino ltre repenati parassiti nei vasi cd in 4 19 soggetti sono stati raccolti . :;tucliat i cci iden ti ficati.

Nell ' intento di portare un contributo a w le interess ante pro bl ema abbiamo ritenuto utile esegu ire uno stud io anatomo -isw p:uo log ico e parassitologico per verificare la preva lenza dell' infestazione e de i vari tipi di lesioni provocate da tale parassita nelle arterie mcscnteriche.

Sono c in apert ura. Figg. 3-4 Sacc he aneurisma l iche con feno meni trom boti c i nei qu al i si i nl raveclono l;~rve di S1rongylu;, vu lgaris.

RISULTATI

Dal punt.o di vista anatomo-patologico le alterazion i ri scontrate non er.ano unifonni ma variavano, da caso a caso . d i g ravità , a seco nda de l periodo evolutivo della lesione. della presenza o meno dei parassit i, delle

eventual i complicanze intervenute. l q uad ri anaromo - pat o logici osse rvati si pos. ono schemati zza re nel modo seguente: l ) arterite trombotica con o senza presenza di parassiti: presente in 402 anim ali dei l .3R l ri sco ntra ti co n lesioni e cioe' nel 29,2 l %; 2) a rt erit e co n fo rma z io ne eli ane uris mi. con o senza trombosi :

Fig.::! Arteria mesenterica con arterite 1rombotica ~.;7 iona1 a trasvcrs;tl mcmc : nel lume ~i O'S<!n'a un ~rombo. Anche la tonaca media risult:t iruercssma dal processo.

riscontrata in 192 casi, pari al 14%; ~) fibrosi della parete: osservata in 7S7 soggeui, equ ivalente al 56.9%. È ovvio che nella suddett<J classificaz ione si è fatto rife rimento alla les ione predominante . in quanto i lim iti fra un gruppo c l'a ltro non sempre erano così nett i. Analizzando i diversi tipi di lesioFig . .'i Arteri a mt:sernerica cnn aneurisma sczionaw 1ras,·ers"hnen1e: ~i osservano rassotti gliamcnto dd l~ parere.: plac.:hc fibrose "'11 · intima.


Fig. 6 Aneurisma della ancria mesenterica la cui parete risu lta cornp lctalllcnte a~souig lima c calcificata.

ne i risultati possono essere così sintetizzati: l) arterite trombotica: la superficie intimale era ricoperta in misura variabile da trombi fibrin osi intimamente adesi, che occludevano il lume vasale in ragione del 50-95% del suo diametro (Fig. 1). Neg li strati più profondi del trombo era già evidente un iniziale fe nomeno di organizzazione. con formazi one di tessu to connett ivo biancastro, che rendeva comparto e ispessito il tratto della parete arteriosa corrispondente (Fig. 2). In buona parte dei casi nella rete fibrinosa erano evidenti numerosi esempla ri d i parassiti; 2) arterite c on fo rm az ione di aneurismi: l' arteria presentava parete assortigliata e lume più o meno dilatato in re laz. ion e a ll a grav ità dell 'aneurisma. Nel 90% dei casi la

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superficie intimat e era ricoperta da formazioni trombotiche nelle quali, tal vol ta , e rano presenti parass iti (Figg. 3 e 4). Al taglio la parete stri deva costantemente a causa d i calci fi cazioni a foc ol ai biancastri , duri (Fig. 5). In generale il vaso era indurito. irregolare. anelastico. Più raramente la calcificazione era imponente, sotto forma di placche estese a tutta la circonferenza (Fig. 6). L'esame radio logico eseg uito sulle arterie calci fica te, pem1etteva di rilevare la presenza di numerosi trag itti serp iginosi comple tame nte radio-opachi, di volume diverso, che si ram ifi cavano in tutta la pa rete (Figg. 7 e 8); 3) arterite fi brosa : l' arteria era notevolmente ispessita, dura, anelastica, di colore bianco-madreperlaceo. La superficie intimate non presentava trombi né parassiti e si mostrava zigri nata a causa di rilevatezze parallele ali 'asse longitudinale. cli vi se da solchi di colore bianco; il lume arterioso era costantemente ridono rispet- to alla

Sopra e in basso a sinistra. Figg. 7-~ Esilmi rad iologici di ancric mcscntcri·

che nelle c ui pareti si notano numerosi tragiui scrpig inosi calcificati.

norma (Figg. 9 e l 0). In alcune arter ie la parte interna souoint imale aveva un aspetto t.raslucido ed edematoso. verosimilmente per la prol iferazione di tessuto connettivo giovane.

RICERCHE !STOPATOLOGICHE

Le anerie con lesioni macroscopiche ven ivano tagliate trasversalmente in sezioni seriate, fissate in formalina al l0%. incluse in paraffina, sezionate e colorate con le comuni metodiche iswpatolog ichc . l princ ipali q uadri osservati possono essere così riassunti : l ) arterite t rombotica :

l'av ventizia e la med ia presentavaFigg. 9- 10 Aspetti macroscopici dell" art.e rite fibros<t.


Fig. Il

no infiltrazioni flogis tiche a focolai oppure diffuse a larghi tratti che alteravano buona pane della loro strurrura (Fig. l l). Tra gli clementi infiammatori prevalevano i granulociti cosinofi li a ~soc i a ti a mononuc leati, molti dei quali ìstìociti. L' infiltrazione poteva essere talmente intensa da provocare non solo il divaricarnento delle fib re, ma addirittura la loro scomparsa . Le fibroce ll ule muscolari lisce presentavano fenom e ni regress ivi quali rigonfiamentO del citoplasma, omogeneizzazione c ialinizzazione. l vasa vasorum denotavano una rearrivit[t del l' intima con prol iferazi oni muscolo-elastico-fibrose che occludevano in parte il lume. Sparsi qua c là sì osservavano granuli di emosiderina in ptuic inglobati da istiociti. Le alteraz ion i più g rav i però erano a carico de ll'in t im a. Ques ta presenrava un'intensa infiltrazione nogistica a sfondo prevalentemente fìbrinoso-nccrotizzante che si trasformava. attraverso i vari gradi evolutivi, in un processo fi broso che ne alte-

rava completamente l'architettura. In ralune parti l' apposizione trombotica cancellava ogni strutt ura in tim ate (Fig. 12). Piu!losto f"requcnti erano i focolai eli calcifica;.ione delle parti andate incontro a necrosi. La membramt elastica interna poteva risu ltare scomparsa o raddoppiata o triplicata. Non sempre nel trombo era evidente la stratificaz ione concentri ca della fi brina. ma i vari strati si sovrapponeva no e s i agg rov ig liavano senza alcun particolare ordine. Numerose erano le colonie di germi presenti nel suo contesto, così come numerose risultavano le larve ing lobate nella rete fibrinosa o bloccate fra il trombo e la parete arteriosa. Talvolta si osservava una rigenerazione delle cellule endoteliali: 2) arteri te con formazione aneuri smatica: nel la fase aneurismatica la morfolog ia delle lesioni era prevalentemente !rornbotica nell"intima c atrofi ca per quel che riguarda la parete nel suo

Figg. 11-1 2 Sez ioni isw logic he trasversali di an c ric mcscntc ric hc ne lle q un i i Mluo cvidl' llt i fenomen i trombotici ~u ll" intirna e coinvolgim.::n10 della tonaca med ia. (E. E .. picco lo ingrand.).

comp les so (Fig. 13). La tonaca media si presentava rnass ivamente infiltrata da elemell!i infiammatori. soprattutto eosi nofil i. Nei casi più g ravi e ra comp letame nt e altera ta architettonicamente da formazioni tro mbo tiche c fenomeni ribrotiei e clistrofico-calcifici. In questo ambito si apprezzavano trag itt i parassitari caralteri zzati da una intensa infil trazione infiammatori a che circondava la zona centrale necrotica. In alcuni tratti della media si notavano focolai ben delimitati di flogos i senza zona cent rale nccrotica, evidente espressione di un più remoto passaggio di parassiti ; f-ig . 13 Sezione istotog ica trasversale d i arteri a mcscmcrica çon aneu ri, mn: $Ì os,erva trombosi intimak cci ;~;,sonigl iamcnto della parete in buona parte alterala. (E. E .. piccolo ingrand.).

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Fig. 14

Fig. 14 Strongyl us ''tl lg<~ri': t:'trcmit;t cef;t l ic<~ di I.-l.

arterite fib rosa: in quest'ultima fase. ancora più evolu la c di aspcuo lipicamcme cron ico. i trombi erano praticamente scompars i o rappresentava no una minima po rz ione de ll a les ione. L'intim a appariva n01evolmcn1c aumentala di spessore c costituita da una componente mista mu~colo-fibro -clasrica. nella quale la -;ostanza fondamenta le. a !ratti abbondan te. era ricoperltl da endotelio rigenerato. ln Laluni ca~ i predominava un t c~­ suto di granulat.ione piullosto giovane. di a~pet t o simil mixonHtto~o verso l'intima e quasi fibroso verso l'esterno. Altre volte si riscontravano aree di mcta plasia ossea circondare da macrofagi inglobanti emosiderina, eia depositi di cal cio o da liev i processi llogistici. Infine. in . cno alla proliferazione imimale. si notavano ancora fenomeni tromborici ormai calcificati. racchiusi cd inglobati ne l tess uto con3)

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nettivo. La les io ne po te va mostrarsi a diversi gradi di sviluppo. con prevalenza talvolta della componente clastica. ralalrnt della muscolare. ralaltra ancora della fibrosa. Le fibre e lu~ti ­ che erano pe r lo più fram mentat e. degenerate c a tralli necrotiche. mentre la lamina clastica interna risultava scomparsa, frantumata o dup lica ta. Nella tonaca media erano evidenti vasi neoformati, pervi o più o meno stenosati. mentre una proliferazione della tonaca media tendeva ad occludere il lum e de i vasa vasorum . l focolai flogistici costituiti da cellu le mononuclcare erano minimi.

RICERC HE PARASS ITOLOGICHE

Le osservazioni sono state effettua te . u 419 campion i di arterie mesemeriche craniali sede di lesioni. dalle quali è ~tai o possibile prelevare esemplari di S1rongylus spp. l parassi ti . studiati al micrmcop io

previa diafanizzazione in latrofenolo, venivano class if'icati in base ai caratteri morfolog ici come L4 cd L5 di Smmgylus mlgaris. Le L4, lunghe da 3 a 8 mm. erano eli colore ros-; iccio cd avevano cuticola liscia; l'orifizio buccalc risultava delimitato da 6 placcheue di sposte a rosetta. sott o le quali si apri va una piccola <.: avi t;, (Figg. 14 c 15): l'esofago appariva dotato di un· apertura ~ treua ma non di bulbo e d i dcnticoli: l'estremità caudale della femmi na era arrotondata c con ~pin a apicale (Fig. 16); l'apertura anale risulrava in posizione pre-tcrminale: i maschi aveva no borsa caudale non molto sviluppata e indivi~a. con cos\e dorsale cd esterno-dorsale derivami da un tronco comune. oltre a gubernacu lu m c s picoli sorr ili. subuguali , lun gh i 1.000-1.200 micron (Fig. 17). Le L5 ave va no caratteri s ti che mo ll o s imili a quelle de l parassita adulto: lunghezza di 8-15 mm: bocca con ampia c ~pes~a capsula glohm.a, a convessi1à dorsale molto pronunciata c provvista nel bordo anteriore


Fig. IS

Fig. 1.'\ Strong)IU~ vulgaris: particolare dcll'c,trcmità cefal ica L·l.

di una corona di denticoli (Fig. 18): in pross imità dello sbocco clell"esofago. erano inoltre presenti due denti arrotondati (caratrere di specie) c una sorta el i condotto sfociante su l bordo anteriore della capsul a (Fig. 19): le estrem ità caudali dei maschi e delle fe mmine mostravano le stesse caratteristiche rilevate nelle L4. Fig. 16 Strongylu' vulgaris: estremità caudale di L-1 femmina .

Complessivamente sono stati rcpcrtati 1.642 parassiti: più precisamente sono stare identificate 917 L4 pari al 55.8%- (d i cui 221 maschi e 696 femmine). contro 725 LS - pari al 4-L2% - (di cui 191 ma. chi e 534 femm in e); 467 L5 presentavano ancora la cuticola eli rivestimento del 4° stadio dì sv iluppo (1-'ig. 20). Da rilevare. infine, che le larve di Strongylus n dgaris erano presenti in notevole numero anche in piccoli tratti

di arteria: in 1-2 cm ne venivano repertate sino ad un massimo di 20.

CONSIDERAZIONI CO!\CL SJVE

Nel corso de ll ' indagine sono stati volutamcnte trascurati i moltepl ici aspetti epizootologici della parassitasi, non faci li pera ltro da definire in anima li importati. c si è cercato Fig. lì Strongylu~ Yulgari,: estremità caudale di L4 -L5 ma,chao.


l;'<!· l X Srrongyh" vu lgari': ,•,rr.:rnilfl cefalica dr L5.

i\ l c~ll ii'O.

l'i g. 19 Srrongy ll h

vulgari~:

capsu la hucca lc c

dcnu di L5.

Sopr-J. Fig. :!0 Srmngylth vu lg:1ri': LS con 'puglic dd quarro sradio.

IO

soprat tuuo di veri fi care l a prevalenza delle lesioni da l arve di S1rongylus l'lllgaris a live llo di arterie mescnteriche approfondendo lo studio delle caratteristiche anatomo-istopatolog iche. L o si è però voluto fare in u n arco di tempo abbas tanza ampio

n

anni) cd in un elc\'ato numero di ani mali (5.038 cavalli). in modo da conferire al campionamento una buona significatività statistica. Venend o all' obietJ i vo primari o dell' indagine. va rilevato che il rasso di preva lcni'.a. pur essendos i mantenuto su livelli elevati (27.4%). appare meno alto ri,pctto a quello ri:.contrato da altri autori e in parricolare da Colei la (6 J.7Cfr ) in una indagini.! condona abbastar11.a di recente su materiale ana logo. Riguardo alla qual ità delle infestaLioni. è da sottolineare che nella maggioranza dei casi queste erano ~os t enutc da l arve eli quarta ctft (55 .2~ ) . nonostante anche i preaclulti fossero re peri ti i n quanti t.ll notevole (44.8°k): sembra pertanto che le L4 abbiano maggiore importanza nella patogenesi delle lesioni arteriose. Di un certo interesse sono i dati relativi alle c l as ·i di lesioni: nel 56,9<~ elci ~ogge tti positivi cram, pr ~: ­ sent i fenom eni fibrotici della parete. 1111.!11 tre niè l 29.2% c nel 14% cki ca:;i si osservavano ri spettivame nte le arteri ti trombmichc e le arteriti aneurismatiche. In altre parole si è rcgi~ trata una netta prevale nza delle lesioni ad andamento cronico rispetto a q uel le acute. in rl.!l azionc all 'età avanzata del la magg ior part e degli equi ni esaminati . Le lesioni acute sono giustamente conside rate importanti in quanto causa di gravi manifestazioni cliniche !è talvolta tklla morte dell'an ima le: ma anche quelle <.:ronichc, per quanto meno ev identi. non sono da !-.Ottovalutare essendo generalmente respon ~abili di 1'\.!nomeni invalidanti (:.tcno~i delle arterie). Concluclendo. i rilievi scaturiti da q ucsta inclagi ne confermano 1· ampia diffusione c la pericolosi tà dcll'infcstazione da Stmngylus ''ulgaris nel cava llo in Europa. Evidenziano inoltre l'esigenza di meglio conoscerne la rrequenza è la distribuzione nel nostro Paese al fine d i poter applicare corrette misure di profi l as<::i c terapia.


IIIIILJO( ;R AFIA

i\VELLIN I G .. VITELLOI../..1 G . ( 1976):

Mo11~

di pu ledri per cmo1Tagia da rouu ra di aneuri.mi ve.nninosi mesenterici. Att i S.I. S. Vet. . 30. 35:!-

353.

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re at o in medi ci na ve terinar ia ne l 1954. Assistente ordinario nell' Istituto di Patolog ia Generale cd An;Hom iu Patol ogica Veterinari a di Torino dal 1962: Ai uto dal 1968: Libero docen te in Anatomia Patologica nel 1960 ed in Patologia Aviare nel 1966. Si è recato presso facoltà estere per periodi d i perrez ionamento : a Vienna nel 1957 e nel 1959. a Berna nel 196 1 a Philaclel ph ia nel l 964 c nel 1965. Professore straordinario dal 197 l cd ordin ario clu l 19 73 presso la Facoltit di Med ic ina Veterinaria di Torino. l s uoi i nt eressi sc ient ific i, nel campo della pato logia. s i sono ri volti verso la patologia aviare. la neuropatologia deg li animali c la pa tolog ia cardiovascolare comparata.

Abi lilato alla Li bera Docenza in Parassitologia, è professore Ordinario di Malal t ie Parassi tarie , discipl ina alla quale ha prevalentemente dedicalO l'a ui vi t~l d ida tt ica c sc ientifica. documentata da oltre 100 pubblicazione ricche di contributi utili anche all a soluzione di problem i di pra1ica auualità.

!'-igrl i ricartcc of parasi rit: erld arte riti ~ :uld t h ron t~ hos i~ in the ascend ing aorra o f rhc horse . Vct. Ree .. 66. 5:1-6 l. f-1\SSI -FEHRI N . et al. ( l !I~OJ: Aspects lesion· ne ls card i o -v asc ul aires c he7. les eq u i des ;~ u tvlaroc. Ree. Mcd. Vct .. / 56. 72 1-72X. LITf'LE P.B. el al. ( 1974): Vem1 inous encephal iris or ho rse,; t:., pc rimcn lal i nd uc li on w il ll Sl/'01/f:.l'{us l'ltigari.l' larv:te. Ann. .loum. Vcl. Re.~ .• 35. 1501 -15 10.

PANF.R l A N('O F. (I CJ63): O"c rv a1.ill ni

MI

(***) Il Prof. Anionio Leoni , laureatosi nel 1975 presso la Facolt ~t di Medic ina Veterinaria eli Sassari . ha ricoperto ne Ila med es ima Facoltà il posto di Assi stente alle Cattedre di Ispezione degli Ali menti di Origine An imale e di Anatomia Patologica Veterinaria. Dal 1985 è Professore Associ aro e dal 1990 Professore Straord inario di Patologia Generale Veterinaria. Larga parte della sua alti vitit SCCil tifica riguarda lo studio della patologia parassiwria.

un

caso di 1rombo:meri1e da Smmgylus !Dela]ìm dia) \'11/goris in un mulo. 7.oopro fil.. 8 . JJ:l-.ì-15.

(*) 11 Prof. Franco Guarda, nato a Torino il 18 gennaio 1932. si G lau-

(** ) Il Prof. Efisio Arru si è laurea to in Medicina Veterinaria presso l'Università degli Studi si Sassari nel 1956 dove ha ininlerrottamente svolto la sua attività ricoprendo. fra l'altro. l'in<.:arico di Dircltore del l'Istitu to di Patologia Generale e Anatomia Patologica c d i lspct'.ionc degli Alimenti di Origine Animale con annessa Cauedra el i Malauie Paras:-.itarie.

Gu autori ringraziano sentitamente il Prof. L. Pozzi della Università di Torino per l'esecuzione e l'interpretazione degli esami radiologici.

Il


ESPERIENZE DI EMBRYO-TRANSFER NEL CAVALLO IN ITALIA Nello Rizzi (*), Doriano Minori (**), Silvano Tamagna (***).

RIASSUNTO

SVMMA R Y

Gli autori descrivono, sulla base di precedenti esperienze, il prelevamento, trattamento e trasferimento di embrioni. Sono stati impiegati l O soggetti di età compresa f ra i quattro ed i dodici anni; cinque come donatrici e cinque come riceventi. Due embrioni sono stati prelevati e tra!>feriti; è stata portata a termine una gravidanza.

The authors showed, on the base of previous experiences, the drawùzg, treating and transferring embryons. A group of l O stud mares, age d between 4 an d 12 years, has been used: 5 were donors and 5 were receivers. Two embryons flave been drawn and tran·~ferred. One pregnance has !Jeen observed.

12


l ~TRODUZIONE

L'embrio-transfer (E.T.) vi ene considerata come una tecnica sofisticata di riprod uzione. Ne ll a caval la rE.T. presenta delle difficoltà tecn ico-realizzative maggiori rispetto alla specie bovina in quanto non è stato fi nora po ss ibile co n l' impiego el i ormoni gonadotropi eli origine esogena produtTC una supcrovulazione nel ·oggetto donatore. Il maggior ostacolo nella diffus ione clell·E.T. equino è la dimostrata diffico ltà acl ottenere una stretta sincro ni zzaz ione rra cavalle donatrici c riceventi (6, 7. 8, 13). I primi acl effettuare un trapianto eli embrione nel cavedio sono stati nel 1972. Oguri e Tsutsuni ( 14. 15, 16), Allcn nel 1982 ( 1). c dopo loro di versi altri autori in Europa e nel mondo. Riassumendo. i vantaggi di tale tecn ica consentono eli : - uti li zzare come donarrici de i soggeni in piena atti.vità agonistica, interrompendo solo per un periodo brevissimo l' impiego sportivo; - impiegare come donatrici anche cavalle con patologie che potrebbero dare problemi nel corso della gravidanza e al momemo del parto: - ottenere più eli un puled ro all ' anno da una determ inata fattrice

In apertura. A si n i.~lra la cavalla «donatric..:» con il pu kdro frullo di normale gestaz ione, a destra la caval l<J «TicevelliC» <:011 il [llliedro rrullO d i cmhryo-lntn·

sfer.


rrrr

accelerando così il piano di miglioramento genetico dell'allevamento.

MATERIALI E METODI Sinaoni::a::ione delle .fasi estrali.

Durante il periodo aprile-maggio 1989 dieci cavalle da sella di nt7,za anglo-a raba . el i età comp resa fra i 4uattro e i dodici anni , «vuote». clinicamente sane. sono state sottoposte a si ncronizzat.ione dei calori. In part icolare 5 cavalle sono stare trattate per via orale con 27 .5 mg/die di un progestinico orale a base di all iltrcmbolone (Regu-M atc) per un periodo di 8 giorni ( 17. 18) c con 2.5 mg di PGF 2a (Gabhrostim) in olia14

va giornata. Le rimanenti 5 cavalle sono stare trattate con 150 mgldie el i progesterone in olio i.m . per un ciclo di 8 giorni e con somministrazionc di 2 .5 mg di PGF 2a in ottava giornata (10. 20). Tuili i ~oggeui di emrambi i gruppi . dal giorno successivo al trattamento con le prostaglandine. sono stati saggiati con il cavallo «esploratore» a giorni alterni c sottoposti a valutazione manu ale cd ecog rafi ca dell 'apparato genit ale. La sincronizzazione ·i è avuta in 7 soggetti: -l appartenenti al gruppo trattato con allilrrcmbolone e 3 a quello trattato con progcsteronc. Tra queste 7 cavalle sono s tate selezionare 3 «donatrici» e ~ «riceventi». Come proposto da Yogelsang (2 l ) le cavalle donatrici in estro sono state

cope11e dallo stall one quando i rollico li ovari c i aveva no raggiunl'o le dimensioni di 35--W mm. da noi ritenuti prcovulatori. La monta è stata effettuata ogni 36 ore per tre volte; dopo !"u lt imo accoppiamento le cavalle sono state trattate con 3000 U.l. di H.C.G. in vena (Coriovis, Prochena) per ottenere le ov ul azioni intorno alle 24-36 ore successive (24). Preliem e tralfamento degli emhrirmi.

Tn due donatrici non sono stati rcpcriti embrioni mentre da un·unica cavalla sono stati prelevati in modo non cruento. il 7 giorno dopo l'ovuluzione. due embrioni con la seguente metodica: la donatrice è stata in11·o-


dotta in un travaglio, la coda protetta con un involucro di plastica e legata in posizione verticale (Fig. l ). Prev ia pulizia del peri neo con Betadine. è stata introdotta in vagina.. fin oltre la cervice. la sonda sterile con palloncino (Fig. 2). li palloncino è stato gonfiato con 50 rnl di aria insufflata tramite una siringa: è ~tato poi ritirmo il catetere fino ad onenere una perfetta ades ione del palloncino alla cervice. Sono stati effettuati consecutivamente tre lavaggi uterini (flushing) ciascuno con un litro di liqu ido P.B. S. (phosphate buffered Saline) <<Soluzione di Dulbecco» alla temperatura di 37° (Fig. 3). Il liquido reflu o è stato raccolto per si fon amento nello stesso cont en itore. ITtcsso in posi zione piì:1 bassa rispeno ali" utero. Dopo l'ultimo «flushing>> anche il liquido contenuto nella sonda è stato recuperato (Fig. 4).

11 liquido di la vagg io è sta to fa tto sediment are per circa dieci minuti, ed in seguito il surnatante è stato fatto defluire tramite un tubicino (F igg. 5-6) lasciando s ul fondo di ognuno dci tre recipienti l 00 m l che sono stati poi versati in una piastra di Petri quadrettata di cm 14 di d iametro per la ricerca dell' embrione effettuata. secondo Flood (4), con l' ausi li o di uno stereo-mi croscopio a quindici ingrandim ent i (Fig. 7). Gl i embrioni repcriti, provenienti entrambi dalla stessa cavalla. sono stati due e sono stat i trasferiti per il lavaggio in due piastre a dodici pozzclti (Figg . 8-9) contenenti 20 ml di liquido P.B.S. e 2 ml el i ~ i e r o fe tal e bovino filtrat o . Il lavaggio degli embrioni attraverso questi pozzctti riduce al mass imo le contaminazioni.

Trasferimenlo deg li embrioni

Le cuvulle riceventi sono state pre parate con la stessa cu ra. dal punto eli vista igienico. de lle donatri ci: il metodo impiegato è stat:o quello non cruento uti lizzando una «pi s toletta» pe r insem inaz io ne st rumenta le. L·crnb ri onc è sta to posto all'interno di una pai lene e. sull a «pi srol ella», è stata in se rita una g uaina protett iva in modo da e vitare, co me co nsi g liat o da Lagneaux (9) possibi li contaminazioni esterne.

RISULTATI E CONCLUSIONI In una cavalla si è avuta la gravidanza che è proseguita regolarmente

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Gh ~le"' pul<:dn della foto di ::tpcnura a un annu di e1i1: a ;ini~lra il puledro frullo di normale j!C,Ia~ionc. in h.t"o il puledr~1 frullo di cmbi)O· tran;fcr.

rino al rano avvenulo il 12 apri le 1990, mentre per il secondo embrione non si è avuto l'attecchimento. Il pu ledro nato è sempre stato sano, hu un a crescita rego lare cd è vivace come gli altri pu ledri dell'allevamento. La donatrice dopo il prelievo degl i <.:mbrion i. al successivo c iclo estrale. è stata coperta da un altro sta ll one cd ha parlorito un pu ledro vivo e vitale trenta giorni dopo la nas<.:i ta del pu led ro l'rutto el i embryurransfer: anche questo puledro si presenta dd tutto normale (foto in apertura). Il presente lavoro è stato oggetto di rela7.ione alla tavola rotonda sul tema «Biotecnologie nella riproduzione e nella produ7ionc animale» tenurasi a Stresa il giorno 2g sctlcrnbre 1990 nell"ambito dd XLIV Convegno Nw.ionale della Socic1~ lwliana delle Scienze Veterinarie. Un pan icolare rin graz ia mcn 1o " l rror. Palmcr Enric lnra (Nouzil ly) Slalion dc Physiologic dc la Reproduc1ion, cd al Dr. Camillo Francesco dell" ls1i1u1o di Clinica Os1etrica della Facoltà di Medicina Yc1crinnria dcii"UnivcrsiiÌI di Pisa per la loro collaborazione c disponibi lil:t nei confronti degli autori.

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l'Università di Parma nel 1956. Ha frequentato il 18° Corso AUCV cd è stato nominato tenente in spe nel 1963. Ha ricoperto i seguenti incarichi: Ufficiale veterinario presso il «Gruppo Sq uadroni Carabinieri » di Roma, Diri gente de l Servizio Veterinario p re ss o J<l Legio ne Ca rab ini eri di Cagliari , presso il Gruppo Carabinieri eli Roma, presso il Centro Preolimp ion ico Ippico M ilita re di Passo Corese, presso il Gr.a.mon. «Belluno» in Tolmezzo cd ancora presso il Centro Prcolimp ionico Ippico Mili tare. in seg nan te presso la Sc uola de l Corpo Veterinario Militare in P inerolo, Di rigente del Servizio Veterinario presso la Scuola Mi li tare di Equitazione e presso il Posto Raccolta Quadrupedi di Grosseto, Vice Direttore pre~so il Centro Mil itnre di Allevamento e Rifornimento Quadrupedi di Grosseto di c.:u i è Dircuore da l 1989. Specializzato in «Ivlalattie dei piccoli animali» ha frequentato diversi corsi di aggiornamento e qualificazione sia

eli Equitazione el i Monlelibrelli e di Dirigente del Servizio Veterinario del Centro Mil it are eli All evame nto c Rifornimento Quadrupedi di Grosseto. Come Vice Dire ttore . incarico che attualmente ricopre. svolge anche qu e llo d i Dire ttore del la Razza Governativa di Persano. Specializzato in «Malaltic elc i piccoli animali» ha frequentato corsi di cli nica c hirurg ica ed ha conseg uito i l diploma di class ificatore di carcasse bovine. Ha frequentato in Francia un corso di perfezionamenlo sulle metod iche di prelievo embrionale ed embrio-transfer nella specie equ ina.

in aml.Jito tnilitarc cln: c ivile.

È autore di pubblicazioni scientifiche su argomenti eli zootecnia e ginecologia veterinaria.

(***) Il Magg. vet. Silvano Tamagna ha conseguito la laurea con lode nel

(**) Il Ten. Col. vet. Do1iano Minori , laureatosi nel 1975 presso l' Università

(*) Il Col. vet. Nello Rizzi si è laureato in medicina veteri naria presso

di Pisa. è stato nominato Tenente in spenell 977. Ha ricoperto 1' incarico di Ufficiale veterinari o presso la Scuola Mi litare

1979 a Parma. Tenente dal 198 1 ha svolto 1· incarico eli Dirigen1e del Servizio Veterinario presso il Reggimento Artiglieria a Cavallo di Milano e di Segretario presso il Centro Mi litare di Allevam ento c Ri fornimento Quadrupedi dì Grosseto. At tua lme nte rive ste l' incari co eli Di rigente del Se rviz io Veterinario presso il preclcuo Ente. Specializzato in «Malattie dei piccoli animali» ha frequento corsi eli clin ica chirurgica ed ha conseguito il diploma di classificatore di carcasse bovine. È au tore di pubbl icazion i scientifiche riguardanti prevalentemente la ginecologia equ ina. 17


RICERCHE SULLA PRESENZA DI VIRUS INFLUENZALI E RELATIVI ANTICORPI IN CAVALLI IMPORTATI DALL'ESTERO A SCOPO DI MACELLAZIONE P.G. Tiscar (*), S. Ten. vet. R. Compagnucci (**),F. Marsilio (***),D. Buonavoglia (****)

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RIASSUNTO

SUMMARY

Gli autori hanno ricercato virus influenzali in 420 cavalli e i relativi anticorpi in 1.661 equini importati dall' estero a scopo di macellazione. Dai tamponi nasali prelevati hanno isolato due agenti emagglutinanti. Tramite la ricerca sierologica svolta con tecnica dell' lEA hanno riscontrato positività del 50,39% nei confronti del virus A/Bangkok/l /79, del 29,68% nei cm~fronti del virus A/Philippine/2/82, dell,68o/o nei confronti del virus A/Brazil/11/78 e del 2,76% nei confronti del virus B/Singapore/222179. Per quanto riguarda, invece, i virus di origine equina le positività riscontrate sono state del 29,25% nei confronti del virus f11equi-2/Na/216167, del 13,00% nei confronti del virus A/Equi/Miami/1163 e del 9,33% nei confronti del virus A/Equi/Praga/1/56. Non hanno rilevato nessuna positività per il virus A/Duck/England/56, e solo lo 0,18 % p er il virus A/Swin.e/1owa/15/30.

One thousand six hundred and sixty on.e imported hon·es destin.ed f or slaughtering were tested for the presence of influenza viruses and Hl antibodies against hu.man, equine, avian. and swine influenza viruses. Two HA agents were isolated an d specific H l antibodies were eviden.ced in 50,39% of cases for the influenzai strain A/Bangkok/1/79, in 29,68% for the strain A/Philippine/2182, in l ,68% for the strain A/Brazil/11178, in 2,76% for t/re strain B/Singapore/222/79, in 29,25 % for the strain A/Equi2/Na/2 16167, in 13,00% for the strain A /Equi/Miami/1163 and in 9,33% for the strain 11/Equi/Praga/l /56. No antibodies were detected against the avian strain A/Duck/E ngland/56, wlzile 0,18% of samples were positive to A/Swinellowa/15130.

INTRODUZIONE

l viru s in fluenzali. Orthomixov irus a RNA monoc atenari o, sono responsabili eli si nclrorn i a caraucrc pre valente me nte res pirato ri o in diverse specie uni mali : uomo (lntrozzi, 1972). equin i (S ov inova et al. , 1958: Wadclel et al. , 1963: Compagnucci et al. , 1969; Martone et al.. 1979), uccelli ( Blaskovic et al.,1 959; Rinaldi et al.. 1968: Beard. 1984). suini (Sh ope, 193 1a- 1931 b- 1934 ; B1askovic et al. , 1970a-1970b- 1970c; Buonavoglia et al. , 1987). Antigenicamente sono suddivisibili in tre tipi sierologici: A. B e C. Que lli di tipo A sono a loro vo lta c la ss ifi cati in sortoti p i sulla base. delle loro glicoproteine superficiali: remoagglutinina (HA) e la ncuraminidasi (NA). Nell' anuale $istema cl i classi fi cazione dei virus A sono riconosciute l 3 diverse ernoagg luti nine e 9 neuraminidas i riscon trabili in natura in quasi tutte le combinazioni possibili. Data la struttura cleii'RKA virale dci virus inJìuenzali, che risulta segmentato in 8 t'rammenti. quando una cellula è infettata contemporaneamente da due differenti virus tipo A. i ri s ult anti 16 seg me nti di R NA si

ricom binano liberamente dando luogo così a nuove varianti. Questo l'enomeno di ri combi naz ionc , che è sta to clescJitto nei virus innuenzal i solo per quell i tipo A, prende nome di <<Shift». Queste ricombinazion i porterebbero alla comparsa eli varianti orig inates i da virus anche solitam ente patogcni per specie animali di verse; da ci ò deriva lo stretto rapporto es istente tra i vari virus influenzali degli animali , principalmente uccelli. suini e cavall i. c dell'uomo (Bonacluçe et al. , 197R: Kaplan. 1982; Easterday.

19g l a-1 98 1b: Bryans, 198 1; Ca m pbeli e Butterfield. 198 1). Oltre a queste variazioni maggiori , si ri scontrano variazioni minori che. attraverso mutazioni puntii'onni del genoma, con gradualità modificano la supcrfiç ie delle glicoprotei ne esterne: questo fenomeno, che si può ri scontrare anche ne i virus ti po B, prende il nome di «Drift» (Scholtissck. 19g7: Air e Laver. 1986; Klenk e Rott. 1988) . l primi virus influ enzali isolat i ne ll a spec ie equina vennero siglati

19


A/Equi l/Praga/56 (Sovinova et al. , 1958) e A/Equi 2/Miami/63 (Waddcl et al., 1963). Oltre a varianti tipicamente equine è poss ibil e isolare ne l cavall o, anche se raramente, virus di ti po B (Cornpagnucci et al. , 1969; Bonacluce et al. , 197 1). di tipo C (Ditchfi cld et al.. 1965) o di tipo A-2/Hong Kong (Mateev et al.. 1970). Questa in feLio ne produce nel cavallo una sindrome di tipo respiratorio caratterizzata da tosse secca c stizzosa, febbre, depressione, disoressia e mialgie. Si può notare. inoltre, uno scolo nasale dapprima sieroso ed in seguito di tipo catarrale. oltre a tumefazione dci linfonodi sottomandibolari. La prognosi è generalmente favorevole con guari gione entro l S giomi anche se sono possibili compl icazioni batt eric he che ne prol un ga no il decorso e la grav ità. È poss ibi le una profi lassi di tipo vaccinate con vaccini di vario tipo. ·emprc inatti vati c spesso associ:ui ad ad iu vanti, da somministrarsi 111

20

ge nere a tre mes i di vita. co n un secondo imervenro dopo 90 giomi e successivamente ogni anno (B ryan c Gerber. 1980). 1ell 'ambito deg li stud i relativ i alla diffusione dei virus innuen7.a li ne li ' equino. pe r ap p ro fon d ime nt i bibliografici si rimanda ai lavori di Compagnucci et al. , 1967; Bonaduce et al.. 1975: Bonaduce et aL 1978: Martone et al., 1980. Scopo del presente lavoro è que llo di ricercare l 'eventuale prese nza di anticorpi in ibenti l'emagglutinazione (lEA) negli equin i importati dali 'estero a scopo di macellazione. sia per i virus influenzali equini che per quell i di altre specie animali. uomo compreso, e co ntemporaneamente tcm are l'isolamento dai soggetti con sindromi respiratorie in auo.

MATER IALI E METODI Le ricerche sono state condotte ·u C l~\ c razze dive rse,

1.66 1 equini di

macellat i presso il Macello Comunale di Bari c l' lLCA di Modugno (BA) ne ll' a rco di te mpo compreso tra novembre 1987 e marzo 1988. Gli animali saggiati proveni vano dai seguenti Paesi: -733 Russia - 567 -233 - 46 - 46 15 7 7 7

equini dalla ))

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Polonia Jugoslavia Bulgaria Uruguay Ungheria Francia Romania Grecia.

A) - Ricerche rirologiche

Da 420 dci 1.661 equini sagg iati per la ricerca degli anticorpi, prima dell'abbattimento. sono stati prelevati tampon i n a~a l i in PBS antibiotato per la ricerca dci virus: questi sono ·tali congelati fino al momento dcll'inoculazione di ciascuno di essi in cavità all autOidea el i 5 uova embrion ale el i


pollo el i IO- l l giorn i di età. Per ogni tampone sono stati eseguiti con la stessa metodica 3 passaggi ciechi controllando sempre rattivitù cmagglutinantc clcljiquido allantoideo. B)- Ricerche sierologiche l 1.66 1 campioni el i sangue sono

ccntuali di positivitit. si può evidenziare la netta presenza di anticorpi IEA nei confront i elci virus in'lluenzali tipo A umani ed in particolare verso A/Bangkok/ 1/79 (50.39%) c A/Phil ippine/2/82 (29,68%). oltre la scarsa, ma pur presente, positiviti:t verso il tipo B (2.76%). Per quanto rigunrda i v iru~ equi ni .

gli an ima li un relativo alto ind ice percentuale degli anticorpi , particolarmente in quelli di origine polacca (50.97 9'o) , mentre risulta più basso quello dci soggelli russi ( I l ,45%). Per gli altri due virus umani presi in cons iderazione, A/Brazii/ I I/7R e B/ Si ngap ore/ 222/7 9, so no s tate acce rta te . a l contrar io. bass iss ime

in vece. è s t.ato poss ibile mettere in luce la maggiore presenza degli anticorpi anti-1-1 3 rispetto a que lli antiH7. Ne ss un ris u ltato po s itiv o s i è avuto, inoltre, per il ceppo aviare e solo lo 0.18%- per il ceppo innucnzale suino. Nel secondo is tOgramma s ono stati evidenziati gli indici eli positività rispello alla provenienza. tenendo conto che i dati pitl rappresentativi sono certamente quelli riguardanti gli animali russi. polacch i. j ugos lavi . bul gari ed urug ua yan i dato che il numero di cavalli esaminati per gli altri Paesi è stato insigni fi cante. In q uesto sens o il ceppo A/Bangkok/ l /79 sembrere bbe notevolmenre diffuso in tutti i Paes i presi in cons iderazione: sono infatti presenti elevate positività anticorpali sopratt.ullo nei cavalli russi (67.66%) e jugoslavi (54.93 %) . meno elevate invece in quelli bulgari (21,73%). A nche nei conf ront i del viru s A/Philippine/2/82 è visibile in tutti

pcrcc nlllali, fino a non riscontrare soggetti positivi tra i cavalli bulgari ed uruguayani. Sono da sonolineare. comunque, i valori relativi al virus tipo B lievemente superiori a quelli delt.ipo A. La diffusione elci virus equini utilizzati nel lavoro ricalca invece, per quas i tuttt: le provenienze. il medes imo andamento: ovvero una maggiore presc n:t.a de ii'A/Equi-2/ a/2 16/67 rispeu.o al A/Equi/M iami/1/63 e valori min o ri de l A/Equ i/Praga/1/5 6 rispetto ai due virus precedenti. Si può altresì notare come. olt.re a non essere presenti soggetti bulgari pos itivi per l'A/Equi/Praga/1 /56. le percentuali dei cavalli russi relative al A/Equ i/1 / Miami/6 3 c A/ Eq ui / Praga/1 /56 sono identiche. Come gin riferito preccdentcmenLe non sono state riscontrate posiLiv i t ~t ;mti<.:orpa li s igni fi cative relati ve al v iru s di tipo aviarc considerato . mentre per il virus di ti po suino sono stati registrati due animali positivi di origine jugoslava pari allo o,gs%.

stati prelevati prima clell 'abbattimento degli animali c i relativi sie ri sono stati rrattari con Periodato di Potassio (K 10 4) cd inattivati al calore (56C0 x 30' ). al l'ine di eliminare tutti gli inibit ori aspecifici. pri ma di essere sottoposti alla tecnica d ' lEA. I virus influenzali uti lizza ti sono stati numerosi e più precisamente: 4 di origine umana:

-

(H3,N2) A/Bangkok/l n 9 (I-13,N2) A/ Philippine/2/82 (H I.N l ) A/ Brazil/ 11/78 B/Singapore/222/79

3 -

di origine equina: (H7.N7) A/Equi/Praga/ 1/56 A/Equi/Miami/l/63 (H3.N8) A/Equi -2/Nn/ 216/67 (H3.N 8)

l eli origine su ina: - A/Swine/ Iowa/15/30 (H l. N l) l di origine aviare: - A/Duck/England/56 (H I l ,N6)

Il test di IEA è stato condotto su piastre microtiter a 96 pozzetti con fondo a U impiegando l ' apparecchio diluitore «Minidiluter 11» della PBI.

RISULTATI A) - lsolamelllo dei l'irus

Su lle uova embrionale sono stati isolati due agenti emagglutinanti: uno da un cavallo di provenienza russa, evidenziato al te rzo passagg io: un altro da un cavallo polacco, evidenziato al .secondo passaggio. B) - Ricerca degli anticorpi IEA

l risultati delle ricerche sono stati riassunti negli istogramrn i acclusi. Dal primo istogranm1a, che rappresenta lo schema riassuntivo delle per-

21


CONCLUS ION I E COJ\SIDERAZIONI Al fine di meglio comprendere i conseguiti nel nostro lavoro conviene. innanzi tutto. considerare le carat teristiche deg li an imal i ~ui sieri dei qual i sono state effettuate le prove di l EA. L'allevamento di questi avv iene per lo più in fo•ma semi-brada. senza vaccinazioni anti-influenzali c. verso il secondo anno di vita sono avviati alla maccllazione. Ciò co mporta c he la memo ria immunologica è limitata ai due anni c. di conseguenza, è poss ibile correlare. con sufficiente approssimazione, i dati sierologici con la diffu sione dei virus pre:si in esame entro tale periodo. Dall"analisi dci d ati re lativi al virus suino ed aviarc impiegati risulterebbe confennata la quasi assente receui vità dei cavalli nei confronti di queste due sierotipi. Per quanto riguarda invece i virus ri ~ ullati

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equini, s i potrebbe supporre un a maggiore ci rcolazione. nei Paesi di origine dci cavalli. delle varianti H3 ri spetto a que ll e H7 utilizzate nel lavoro. I valori ottenuti nelle prove di l EA uti lizzando i v ir us umani appaiono elevati: sono note. a questo proposito, le intcrrclai'.ioni tra i viru<; inlluenzali umani e quelli animali. 1 fenomeni di «Shift» antigenico sono infatti modulati da tre meccanismi: la ricombinat.ionc di segmenti genomici. la ricomparsa di un vecchio ant igene e la mutazione dire tta del virus che può così alterare la specificità d'ospi te. Gli animali possono partecipare in vario grado a questi rncccani. mi fornendo anti geni di virus propri, fungendo da serbatoio temporaneo di antigeni o essere sed i di ricombinat.ioni virati (Air c Lavcr. 1986: Bonaduce et al., 1978: Kaplan. 1982). l rapporti tra v iru ~ influ enza li umani e d equini. so prattulto tra A/Equi/2 e A/l lo ng Kong/68 sono

ben noti da tempo (Davcnport et al., 1967: Styk et al.. 1970). così come è nota la po~s i bilc patogcnicità dc i ceppi equ ini nei confronti delruomo, anche se in na tu ra non è frequen te (Domrac hev a, 1961 : Kasel et a l. , 1965 ; Kascl c Couch, 1969: Couch et al.. 1969) . Al co ntrario è stata acce rt ata l'ampia recettività del cavallo verso i virus inrtucnzali umani (Bia. kovic et al.. 1969; Kasel et al.. 1969: Mateev et al:.l970). Ne ll"ambit o dell'ep idemiologia inrluen1.alc dell"uomo. il cavall o può quindi essere un fattore di diffusione de lle malatt ie infl uenzali. soprattutto quando si infetta con ceppi umani .

Si ringra1.ia per la collaborazione tecnica il Sig. D. Narcisi.

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Coautore di cinque lavori ·cientifici. frequenta il 3° anno del Dottoi·aro di Ricerca in ··zoonosi e Sanitft Pubblica Veterinaria" presso l'l)niversità di Bari, intercssanùosi delle paiologic speci Il che dei molluschi eduli lamellibranch.i.

Equ ine in fluenza c;lllsed by A2/Hong Kong ,·irus in B ulg;tri:t Vet. Shir.. 67. J . Rli\'ALDT A .. NARDELLI L.. PEREJR;\ H.G., MANDEL LI G .. CERV IO C .. VA LE R! A. ( 1968) - Isolamento di ''Ì ru~ del tipo in fluenzale A dal pollo - Alli S ISVET. 22. 782. o

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(* ) li dott. Pietro-Giorgi o Tiscar, nato a Bari il 25 marzo 1960, ùopo aver frequentato per due anni in qualità di allievo interno l'lstilllto di Malattie Infettive e Parassitari.e degli Animali Domestici della Facoltù di Medicina Veterinaria di Bari, ha conseguito la laurea nel 1986.

(**) li dott. Rodolfo Compagnucci ha freq uentato per tre anni l'istituto di Malaltic Infetti ve dell'Uni versità d i Messina in qualità di allievo intemo ecl ha con seg uito la laurea ne l l ~~8 8. . Attualmente come S. Ten. di complemento presta servizio al Centro Studi del Corpo Veterinario in qualità di Ufficiale Addeuo. Aurore di cinque lavori scentific i è iscritto al primo anno del la Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e San ità animale pres~->o l'U niversità di Napoli.·

C""*) Il doli. Fu lvio Marsi lio. naro

a Bari il 20 dicembre 1960. ha conseguito nel 1985 la laurea in JVledicina Vete rinaria presso J' Universi1à degli Studi di Bari. Vincitore eli una Borsa d i Swcl io ha frequentato nel 1986 la Scuola per la Ricerca Scientifica di Brescia, conseguendo il relativo dip loma con voti l 00/l 00. Ne l 1989 ha vi nto anche una Borsa per il Dottorato di Ricerca in << Parassitologia e Malallic Parassitar ic» pre sso J 'U niversit~l deg li Siucl i eli Bari c. dopo tre anni di frequenza, ha conseguiro il titolo discu tendo la tesi su «Ep idemiol og ia della lei shmaniosi nel Bacino del 1\tledi terranm>. CoautOre di 15 lavori scientifici, è attualmente Co llaboratore Tecn ico presso il Laboratorio dell'Uni tà di Virolog ia del l'Ist ituto d i Pa1olog ia delle Malattie I nfettive ~ Par:~ssitarie della Facoltà di Med icina . Veterinaria dell 'un iv ers it à degl i Studi di Bari.

(** ** ) Il dott. Domenico Buonavoglia è nalo ad Acerenza (PZ) il 19 aprile 5~. Laureato in Med ic in a Vet erinaria . presta servizio dal 1983 presso l'Istituto eli Patologia delle Malat tie Infettive e Parassitarie degli animali domestici. Facol tà eli Medicina Veterinaria, della Università eli Bari. È il responsabile cie l laboratori o di Batteriologia ed è coautore di 17 pubblicazioni sc ientifiche.

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I CANI PER LA GUERRA Gian Franco Giannelli (*) I l cane prima cci il cava llo po i sono se mpre stati utilizzati come «ausiliari» in lLitte le atti vitù umane, guerra c om pre sa , sin dalla loro domesticazione. Seg uendo l ' e volu zion e de ll a nostra c iviilù il cane . in izia lmente preda e rivale dell' uomo cacciatOre, div enne success ivamente prezioso ausiliario come guida degli armenti, come guardiano cci in l'inc, come ani male da compagnia; viene atlualmente anche impiegato in programm i di recupero sociale per p011atori di handicap~

(pcHhcrapy).

Un tempo il cane rivestì pure il ruolo el i combauente e ta le ri mase fino a quando l' uomo fu vulnerabile per le .sue zanne; il suo impiego trovava però limi tazioni oggettive in q uanto, ne ll ' impdo de ll a lotta, il cane, addestrato ed incitato ad aggredire l'uomo, non .sempre era in condizione eli disting uere l'amico dal nemico. La comparsa sul campo el i battaglia di uomini e cavalli catafratti rese ancor meno utile il suo impiego. Infine l'in venzione della polvere da sparo c delle armi da fuoco, con il conseguente lento processo di diradamento delle formazioni combauenti , tolse definitivamente al cane il suo ruolo nella lona ravvicinata e lo confinò in quello eli ausiliario. Di tutt'o ciò abbiamo innumerevoli documentazioni storiche auestanti che roman i c grec i ebbero i cani a fianco nelle loro guerre. e che a Rodi Pauugli:t sciatori con cane da Guerra bardalo per traspono a someggio. li ma1eriaJe sci-alpinistico, k buffcneric c l'annamenlo datano la fotografia all'ultimo conJl iuo mondiale.

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furon o largamen te uti li zza ti da i Cavalieri di S. Giovanni. Durante la Guerra de i Ce nt·o Anni una massa molto consistente. si narra di 4.000 soggcui , ru impiegata cl<).gli inglesi . Si racconta inoltre che un cane di nome Mou stache si sia coperto el i gloria battendosi sui campi di Austerlitz nei ranghi dell a Grande Armée; è probabile però che questi fatti siano gi unti a noi ingigantiti clul tempo c dalla leggenda perdendo in tal modo il vero valore episod ico avuto nel la realtà. Gl i ulti mi esem pi doc ument ati . sia pure framment ariamente, si riferiscono all'impiego dei cani. agli inizi di questo secolo. nella guerra angloboera c russo-g i appo n e~e con compiti diversificati quali la ricerca di feriti , il servizio di porta-ordini, la integrazione del servizio di scolta ed infine nella guerra firmo-russa del 1939-40 come cani da traino e portaordini: come riportato da una corri spondenza di Montanelli, apparsa sul Corriere della Sera il 6 marzo 1940, i finlan desi impiegarono 625 cani di cui 36 caddero sul campo.

Inutile infatti sarebbe stato impiegare il cane per la integrazione del servi zio di vedetta essendo il suo visus largamente inferiore a que llo dell ' uomo: molto valido è risultato invece il suo impiego a favore delle scolte per la finezza del suo udito. di gran lunga superiore a quello umano. Come comballente, ausiliario o come compagno il cane è sem pre stat o e sarà vicino ali ' uomo perché questi ha l'inconscio cd inconfcs<>ato bisogno di avere vicino qualcosa di vivente che Io ami senza riserve. ·Molti eserciti sul finire del secolo scorso cffcuuarono sperimentazioni e studi nelle più diverse direzioni, coronate da maggiore o minore successo, volti a definire il ruolo che il cane avrebbe potuto svolgere in guerra, ma probabilmente niente vi fu di organi zzato né eli organico. Nel nostro Esercito fi n dal 1893 si incom inciò acl utilizzare il cane presso il 7° Bersaglieri ed il 71" Fanteria, prima e prcs~ o il 6° e 36° Fanteria , poi. Ne l l 900 cani da pastore erano

l n alto. 1\ttacchi d i pariglie a timo neIla ruo te (A lto lsonzo)

st l

carrettini a due

Sopra.

Atta<:c.:h i di <.:arrettini a quallro ruote cnn tre pa,·iglie di cani

uti li zzati a guardia di al cuni fo rti della piazza di Verona. Ne l l 902 un 3° reggim en to eli Artiglieria (non è stato possibile indiv icluarne la .(;pecialità) sperimentava un sistema di sorveglianza di alcune infrastrutture del Presidio di Bologna utilizzando i cosiddetti «grandi danesi». La Brigata cani aveva un organi co di un Capitano. un furiere maggiore c tre piantoni , 6 danesi c 4 pastori; il «Canjle» doveva provvedere in proprio alle rimonte utilizzando quanto

riproduceva. A Roma , ne lla zo na eli Po rta Furba. esisteva un altro canile militare dove si allevavano pastori scozzes i che venivano addestrati al servizio di ricognizione, scolLa. staffella, riforni mento munizioni e soprattutto ricerca di l'criti. Sul periodico «Il cane» comparve all'epoca, a l'irma de l Ten. Ferl iga, una lunga e circonstanziata relazione che esaminava tutte le possibili t ~l d.i impiego facendo previsioni negative proprio per quel servizio rifornimenti che fu invece l'unico svolto brillantemente 15 anni dopo. Allo scoppio della guerra italoturca del 19 11 mancava però un ser27


. lir

....

..,

re in occasione delle grandi manovre del 191 3, dovevano aver datO risultati tali da indurre il Ministero de lla Guerra belga ad emanare un abbozzo di org.ani<:o d i un iti't ci nofile inqua drate nelle compagnie mitraglieri de i reggimenti di Fanteria. In Italia alla data dell915 le uni che esperient.c direlle potevano riferirsi ·olamente ai 121 cani approvvigionati nel 1900 per la marcia del comandante Umberto Cagni verso il Polo J orci in occas ione della ~pedi ­ zionc polare del Duca degli Abrun.i cd a Ile modeste esperienze maturate durante il conflitto italo-w rco del 19 11 - 12. Ancora una notizia riferibile al nostro esercito, riportata da A. Vecchio. riferisce che i cani «sarebbero utili ·simi per portare carichi. come g ià !>C ne fecero prove nella annata italiana. ma non hanno poi la ncce~~nria re~istenza» . Probabi lmente la fonte i riferisce a quanto sperimentato nella campagna di Libia . È comunque ceno il fa no che . all'epoca, la cinofilia ita liana viveva la propria «primissima infanz.ia» e poteva perciò offri re ben poco. Tutlo

In allo. Cani <<domenicani » bardati con ba,telli per il someggio. Sopra. Ancor:• nd probabile quadro dt ~cambi di inform:uioni con gli alleati. traino '" 'lilla cml lcrt.iglie d i cani (ind iv idua bili 2 uftìcial i stmnieri prnbabi lmcm.- ing lc'i 3° c ~o da ~ini,tra).

vizio organizzaJo di cani da guerra c si provvide a dotarne il corpo di spedilionc per la Libia ripiegando su di un ceno numero di cani a11in1o al momento dal p<~rco della Guardia di Finanza: scarso il numero. inadegua10 il livel lo adclestrativo. rrammcntario !"impiego, inevitabilmente mode:;ti i risultati.

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Nonostante ciò si ritenne cotwcniente insistere nei tentati,·i per la loro utilizza1.ionc prcs~o l'c~erc i to di campagna anche se allo scoppio del 1° conflit to mondiale non esisteva altro che il già citato Canile Presidiario eli Bologna presso il quale era in forza «un numero esiguo di elementi rappresentati per la maggior pan e eia cani-lupi e cani da pastore». In Belgio, ove già il cane veniva usato per il traino di carrettini di lattai e ,·erdurai. vennero compiute !>perimemazioni per il traino di carrettini adibiti al trasporto di mitragliatrici c del relativo muni zionamento. Tali esperimenti. ripetuti su scala maggio-

doveva e ·sere fatto iniziando «ab ovo» come il reclutamento c la formazione di cinieri appassionati , capaci c dotati di qualche esperienza: il reperimento e l'incetta di soggetti per la formazione del parco can ino: la proge ttazio ne e l 'allestimento d i materiali per il traino ecl il trasporto come bastell i per il someggio. carrettini a due ed a quallro ruote. slitte per il traino su terreni innevati. materiali di selleria per gli auacchi. Il Comando Supremo del Regio Esercito quindi. nella cvenwalitÌI di dover ricorrere alla utilizzazione del cane per la so lu zione di problemi logistici parti colari. doveva tutt o app ro n t<~rc uJ il izzanclo co me unico elemento di partenza le modeste po~­ s ibil itù del Can il e Presicliari o d i Bologna, né poteva avvalersi di una pos~ibile intelaiatura ci nofila offerta dali 'ambiente civile. l particolari problemi da affrontare si riferivano al sostegno logistico della lotta in montagna in pro~simatà della lin ea eli contallo ove il terreno è più aspro c la rete viaria esposta alla vista ed al tiro


Gruppo d i pas10ri marcmm;tno·abru n es i riprc, i nei pressi della loro base. Visibile in pri mo piano a destra un carretti no con timonclla a giogo per pariglia di cani.

avversario: tali problematiche rendevano proficuo un siste ma di traspo1to con mezzi quamo più po ss ibil e d i modesto ingombro . poco rumo ros i c relativamente veloci. In dife tto dei mezzi motorizzati e anche miniatlJrizzati ora esistenti si pensò di aggiungere al mulo cci all'uomo. c.:he in montagna erano di casa. anche il cane in una guerra le cui forme di lotla assunsero dali ' inizio fino all ' ottobre 19 17 la !ìsionomia del la guerra di assedio. l te mpi imposti dalle ne cessità de lla mobi litazi o ne c dell'impiego erano com prensibilmente ris tretti e non era pogsibile pensare eli approvvigionare cani delle razze specializzate uti lizzate ne l Grande Nord, in l'alti i procedimenti di incetta e trasp01to in Itali a sare bbero ri sulta ti pa rti colarmente complessi ed onerosi. Si ricorse pertanto a quanto o ffri va il patrimonio

canino naziona le scartando a prio ri l'idea dell'allevamento sia per i tempi necessariame nte lunghi che avrebbe comportato sia per gl i alti costi dei sogge tt i prodotti sia infine pe r la immobilizzazione di personale. Per soddisfare le esigenze incombenti al cane si richiedevano solamente requisiti d i g rande rusticità, forza fis ica e resistenza. Inoltre i criteri da seguire per la scelta dc i soggelt i do vevano tener conto di alcuni fattori indesiderabili quali il pelo raso per la sua scarsa capacità di tollerare condizioni climatiche avverse ed il pelo lungo che tende a raccogliere ed accumulare la neve mantenendo a contatlO de l corpo il freddo e l ' umidità. Come risulta dalla docurnenl a7.ione fotogratìca, ideale fu considerato il mante llo semilungo-lisc io poiché la camera d 'aria creata dal suo spessore è suffic iente me nte prote tti va sia ne i confront i del caldo che de l freddo : sotlo la pioggia. anche prolungata. la embricatura del pelo fornisce protezione con la sua azione eli gronda ed

infine, su neve. non favo risce la fo rmazione di zolle appese ad esso. Le fot ografie raccolte, qui presentate solo in piccola parte. testimoniano che furo no utilizzati mo lti meticci ma che predominò, per il traino . un Lipo c he incontrovcrtibilmcntc può essere considerato l'attuale p astore maremmano-abruzzese pur con q ue lle differenze che la selezione ha successivamente apportalo. Limitatameme al someggio, inve ce. a lta fu la percentuale d i soggetl i conosciuti ne li ' Italia centro-meridionale con il nome el i «do menicani». Le tecniche di trasporto utilizzate erano «a soma» ed «a tntino». La soma consentiva carichi modest.i per ingombro e peso ma risultava utile per percorrere velocemente sentieri parti<:ol:trmen lc aspri cd e sposti al tiro avver:-.;IIH' . Inoltre il movimento delle colonn(.:, risultando pii:t silenzioso. pote va essere attuato di notte. li traino, sia a mezzo el i s litte su terreni innevati. sia a mezzo di carre ttini a due o quattro ruo te . veniva

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da adibire al servizio di collegamento. Con un organico di 160 soggetti , cui andavano aggiunti i cuccioli prodotti . il Centro era a11c dipendenze disciplinari cd addes tra t ivc de l Comando dd Corpo d'Armata di C dine mentre amrnini!>trativamente dipendeva dal 2° reggimento di Fanteria. La ut iliz..:azionc d i quanto approntato in uomini. cani e materiali prevedeva l'aggregazione temporanea di mute addestrate presso i Reparti durante le c~crcitazioni c tivc cd invernali ed il successivo rientro al Corpo «in modo da alternare i periodi di pennanenza presso le Unità stesse con periodi di addestramento presso il Centro». Era in sostanza semita l'esigenza d i un «addestramento permanente» al fine di C\'itare la diminuzione di rendimento del binomio uomocane. Il Comandn del Corpo d· Armata di Udine emanò nel 1934 una Istruzione provvisoria che, abrogata due anni dopo, fu sostituita dalla circolare 3061 del Comando del Corpo di Stato Maggiore con cui il servizio ve ni va d cfi nitn vnmc nte sa n c.; it o c lJna tlimu,tr:tt. IOil<' p~r 1111 u l'l'k tak fr;llu:c>~.: (vi" bile chino su l secondo auaccoj nel quadro degli ' c:n11bi di infonn:mon~ l'llll gli alleali. Da una serie di clemcnu mdividuati nel gntppo d t foto di cui questa pane. ~i desume che siano ~tal \! scaliate nel '-Ctlo rc della Brigata « f'i~tola .. (36° e 37c fanteria).

ra

c!Jcnuato da cani singoli. da pariglie di cani con anacco «a timonella», da tcrziglie di cani dci quali il centrale «di stanga» e gli c temi attaccati con il sistema «a bilancino». Come appare dalla documentazione fotografica tutte queste soluzion i furono utilizzate e fu promosso lo scambio di esperienze e notizie fra alleati. Quanto detto dimostra che il cane nel primo co nflitt o mondi ale fu impiegato come «ausialiario logi:sti co» a causa del tipo eli lotta. del terreno sul quale essa si svo lse c della lunga stabil ità dci fronti. La densità degli schierament i. molto aJta anche nc11e zone impervie, imponeva un peso logisLico che doveva essere sup-

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portato da tutta una catena di Sl..!rv IL.l composta nelle più diverse maniere. La stessa diversitìt dc11c tecniche usate per lo sfruttamento dell'opera dci cani e la rrammistione dei tipi di questi testimonia come ni en te vi fosse di codificato c sistematico. Pertanto, nonostante l'impiego di uom ini animali c mcZI.i !>ia stato notevo le, nel 1916 infatti erano in servizio 4 78 cani, 26 carrcuini. 110 fitte c l 82 bastelli, può essere considerato un episodio che si aprì c si chiuse con il pri mo conflitto mondiale. Nel periodo post-bellico un anicolo apparso su lla Rivista di Artiglieria c Genio prevedeva un proficuo impiego del cane nel servizio di collegamento come portaordini: non era possibile infatti prevedere il grande svi luppo della tecnica ratlioclettrica che in epoche successive ha reso dispo ni b ili apparati radio utiliuati per ogni tipo di collegamento. Fu costituito infatti ad Cdinc un Centro Mil itare Cani da Guerra al quale fu affidato il compito di produrre. allevare cd addestrare cani

codificato. Tale pubblicazione non mostra molte «rug he» pur e~se n do vecchia di olt re 50 anni. Nella premessa. con evidente riferimento ai mezzi di collegamento a filo e proponendo il cane come portamcssaggi e guida. si fa riferimento alla vulnerabilit;l e alla fragilità dei collegamenti cd alla loro complessità di impianto. La parte riguardante la cinognostica è ancora attuale mentre l'alimentaLione. la cura. il governo e la profilassi pu r se non più attuali per gli enormi prog re ss i compiuti dalla medicina veterinaria negli specifici settori. rimangono curios ità storiche degne di menzione. L'addestramento, che in questi ultimi anni ha fallo passi enormi per le tecniche addestrative molto raffinate a\lualmente in uso. si basava su nonne i cui pre~ uppo s ti sono ancora valid i per u 11 perfe tto re nd ime nto uom o-cane. Esso prevedeva comandi in lingua italiana {l'autarchia imperava nonos ta nt e le allcan1.C po l itiche dell'epoca) mentre oggi in cinofilia si usa il tedesco.


TESTI CONSU LTATI

Cani c gatti , Fe rruccio Facil i - Hoepii. 1907: Il tane. Angelo Vecc hi o- ll oc pli . 1912: Ri vista eli Arti glie ria e Ge nio: Vol. III. 1913; l. 191 4; Il. 1916; IIL 1918: IV, l91H : Circ. 3061-Istruzioni sui cani da guerra pe r il servizio di collegamento Ministero della Guerra. 1936: Cronache di gue rra- lndro Montanelli -De Agostinì, l 978; Il cane da combauimc nt o - Ri vista Mi litare n. 3. 1980: Cane da gue rra - Enciclopedia Militare.

In alt o. Soldalo ~~ mascuue? U\ rrica ScllCIII l"io nak:).

Sopra. Africa Settentrionale. Can i da Guerra prodoni dal Cenl ro Can i da Guerra di Udine.

Ai cani prodorti dal Centro veniva imposto un nome preceduto dal suJTisso «Rivolto» e venivano assunti in forza solamente al 40° giorno di vita. Non s i s ono potute rintracciare mo lte noti zie riguardan ti !"impiego nel 2° conflitto mondiale dei cani prodotti cd adele. trati dal Centro. La documentazione fotografica raccolta, molto modesta, clirnostra che furono utilizzati probabilmente in Africa sette ntrionale c forse presso le truppe alpine. 11 particolare tipo di addestramento indicato dal la circolare 306 1

ne aveva indirizzata !"utilizzazione verso scopi non più in li nea con le mutate condizioni belliche caratterizzate da grande dinamicit ~l. Presso altri belligeranti risulta che i cani furono utilizzati per la ricerca di feriti, di ordigni inesplos i. per l'ape1tura di varchi ne i ca mpi mina ti , per la ricerca di trappole esplosive c nell a lotta controcarri. Attualmente il cane «da combattimento» trova impiego nel <;ervizio eli polizia in llltti i poliedrici aspetti che tale servizio richiede per la loua contro qualsiasi tipo di criminalità e. contro llato. guidato e seg uit o dal conduttore esprime appieno le s ue capacità.

('" ) Il Co l. a .mon. Gian Franco Gianne!Ii ha frequenralo il 6° Corso dell'Accademia Militare di Modena. Ultimata la Scuola di Applicazione di Artiglieria ha servito dal 1953 nel 3° Rgt.a.mon. «Julia» nei ranghi della 24:1 Batte ria ciel Gruppo «Belluno» c dal 1968 al 197 1 ha comandato il Gruppo «Osoppo». Dal 1971 , trasreriro alla Scuo la Al lie vi Ufficia li Artiglie ria eli Fo ligno. ha svolto l' incarico di insegnante. Nel 1979, a domanda, è stato collocato nella .riserva. Cinofilo miliwntc. è alle vatore eli «Bo lognesi » e d i ca ni da Pastore marcmmano-abruzzese. Dal 19H2 è giudice imemazionale di esposizione dell' Ente Nazionale Cinofilia Italiana. Si ringrazia !"Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito per la documen tazione fotografica. 31


LEGISLAZIONE

Sull a Gazzetta Ufficiale n. 57 del 30 agos to 1990 è stata pubb licata l 'ord in anza mini ste ri a lc de l 18 lug lio 1990 relati va all e «Quantit à mass ime di residu i delle sostan~c alli vc dl.! i presid i sanitari tolle rat e ne i prodotti destinate all'al imenta-

zione>>. Tale ordinanza. recependo n umerose d irett ive co mun ita ri e. modifica quell a del 6 gi ugno 1985 aggiorn andola cd adeg uando la i n relazione a ll' o rdinan~a mi ni stcri alc 2 1 marzo 1990. L' articolo unico dell 'ordinanza di

Sostanza attiva

prodotto alimentare

quantità max mg/kg

Asulame 2,4D tri fenmorf tri fenmorf

latte latte - uova - carne ca mc latte

0.02 0,05 0, 10 0,05

cui trauasi dispone che: l. sono approvati i limiti di tolle ranza di res idu i ri portati neg li e le nc hi el i cu i ag li allegati l e 2 de ll a presente ordi nanza, i quali sos t it ui sco no g l i al legati l c 2 dell 'ordinanza ministeriale 6 giugno 1985; 2 .. ono approvati i limiti di tolleran za di res idui di antiparassitari riport ati ncll" allegato l bis della presente ordinanza riferiti ai prodott i di origine animale specificati neli ' allegato l ter; 3. sono approvati per le sostante att ive autori zza te a ll ' im pi ego ne i

ALLEGATO l BIS Quantità massime in mglkg (ppm)

Residui di antiparassitari

di grassi delle carni delle preparazioni di carni. delle franaglic c dci grassi :mimnli e le ncali nell'allegato l 02.02, 02.03, ex 02.04, ex 02.05.

per il lane di vacca crudo c il lan e di vacca intero della voce 04.0 l dell'allegato l; per gli a luri prodotti alimcnt:lri delle voci 04.01. 04.02,

02.06. 16.0 l. 16.02( ll

04.03, 04.04 conft11111Cmcnlc n (2)

0,2

0,006

3. clordano (somma degli isomcri cis e Lrans e dell'ossiclordano espressi in clordano

0.05

0,002

4. DDT (somma degli isomeri del DDT. del TDE e del ODE espressi in DDT)

l

0,04

5. endrin

0,05

0,0008

6. cptacloro (somma dell'eptacloro c dc11'cptacloro-epo~sido espressi in eptacloro)

0,2

0.004

7. esaclorobenzene (HCB)

0,2

0,0 1

0,2 0, 1 2 ex 02,0 1 carni ovine l altri prodoui

0,004 0,003 0,008

2. dieldrin

isolawmente o assieme, espressi in dieldrin

(HEOD)

(HEOD)

l. aldrin

di uova fresche sgusciate, per k uova di volatili c il giallo di uova elencmi ne ll"allegato I nllu voce ex 04.05

8. csaclorocicloesano (HCH) 8. 1. isomero alfa 8.2 isomero beta 8.3 isomero gamma (lindano)

(l) Per i prodotti alimentari con renon: di gras~i pari o inferiore al l 0% in pt:so, la quantità di re~idui si rifcri~cc al peso complt:s. ivo del prodouo disossalO. In tal caso. il valore massimo è pari a l/IO del valore riferi to al tenore di grassi, ma non può essere inferiore a 0,01 mg/kg. (2) Per determinare i residui relativi al latte di vacca crudo c al latte di vacca imero si deve prendere in t:on~idcra~:ionc. per il calcolo. una quantità di grassi del 4% in peso. Per il lane crudo e il lane intero di altra origine ani male. i residui sono espressi in base ai grassi. Per gli altri prodolli enumcr:lli ncll"allegato l alle voci 04.0 l. O-l.02. 04.03. - aventi tenore di grassi inferiore al 2% in pe~o. il valore massimo\: pari alla metà di quello fissato per il lauc crudo c il latte intero: -aventi tenore di grassi pari o superiore al 2% in peso. il valore massimo è espresso in mg/kg di grassi. In tal caso. il valore massimo è pari a 25 volte quello fissato per il lauc crudo c il lalle intero.

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LEGISLAZIONE ALLEGATO l TER

.

Nu mero tariffa doganale comune ex

Designazio ne delle merci

02.0 1

Cani c frattaglie. co mmestibili. degli animali delle specie equi na. as inina. mulesca. bovina, suin a. ovina c caprina, fresche, refrigerare o co nge lare

02 .02

Carni di volat ili da cortile e lo ro frattaglie. commestibil i (esclusi i fegati). fresche. re frigerate o congelate

02.03

Fegati di volatili. freschi, refrigerati. congelati , salati o in sal amoia

ex

02.04

A ltre carni e frattaglie, commestibili, refrigerate o congelate, di piccion i domestici, di conigli domestici e di seivaggina ·

ex

02.05

Lardo, grasso di maiale e grasso di volati li, freschi, refrigerati, co ngelati , sal ati o in salamoia, secc hi o affumicati

ex

04.0 1

Laue e crema di latt e, freschi, non concentrati né zuccherati

04.02

Latte e crema di lane. co nservati. concentrati o zuccherati

04.03

Burro

04.04

Fo rmaggi e latt ici ni

04.05

Uova d i volatili e giallo d'uo va, freschi, essiccati o altrimenti co nservat i. zuccherati o non, esclusi le uova da cova nonché le uova no n dcs1inati ad usi ali mentari

16.0 1

Sal sicce. sa lam i e sim il i. di carn i. di frattaglie o di sangue

16.02

Altre preparazi oni e conserve di carni o di frattaglie

presidi sani tari. g li intervall i eli sicurezza riportati nell'allegato 3 de lla presente o rd inanza , il q uale sostit uisce l'a llegato 3 deli ' ordi nanza ministe ria le 6 giugno 1985: 4 . re stano ferm e tutte le ahre d is p o s iz io ni di c ui a li 'o rd in a nza ministeriale 6 giugno 1985. R ite niamo ut ile soffermarc i sugli ali-

menti di orig ine anim a le ri po rtando le quantità di sostanze atti ve ammesse espresse in mg/kg (pprn ) desun te dali ' allegato l. R iportiamo per intero g li allegati l bis ed l ter che s i rife ri scon o a lle quantità massime eli residui anti parassitari ammesse in came, preparazioni carnee varie . g rassi animal i. latte ed

all a designazione de lle merci secondo il numero della tarilf a doganale. N eli 'alleg ato 2 so ttori pon ato ve ngono indicati i limiti d i tOlleranza di res idui di sostanze c lo rorganiche nei prodotti desti nati ali ' alime ntazione non indicati neg li a llegati l e l bis . l dati sono espress i in mg/ kg e sono riferi ti a ll 'al imento come tale .

ALLEGATO 2 LiMITI DI TOLLERANZA DI RES iDUI Dl SOSTANZE CLORO-ORGANICHE NEI PRODOTil DEST INATI ALL'ALIM E NTAZ IONE NON INDICATI NEGLI ALLEGATI l E 1 BIS - DATI E..<ìPRESSI IN MC/KG (=PPM) E RIFERITI ALL'AUME NTO COME TALE % Sostanza g.rassa

Gruppo

nel prodo110 destinato alla alimentazione

Aldrin c/o Dicldrin

Eptacloro c/o Eptacloro eposs ido

Esaclorobenzene

Clordmto (isomcri e mcwboliti)

HCH tsomrna degli

Linciano (gamma-

altri isomcri

IICH)

diversi dallo isomcro gamma)

DDT (isomeri e mctabo lili compreso ii DDD espressi come DDT

Endrin

l

>

0.005

0.005

0.0 10

0.005

0,010

0.025

0.050

zero(*)

2

>5 - 20

0,0 10

0,0 10

0,020

0,010

0,020

0,050

0.100

zero(*}

3

>20 - 40

O,o20

0,020

0.040

0,020

0,080

0,100

0,150

z:ero (*}

4

>40

0,040

0,040

0.080

0.040

0,080

0,100

0,500

zero(*)

(*) zero: residui trascurabi li che non superino il lim ite infe ri ore el i sensibilità del metodo eli detcm1inazionc.

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IERI

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VITA DI CORPO

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VITA DI CORPO: IERI E OGGI Il Genera le vet. Mari o Ru ssi , allora Capitano in servi zio presso «i" Arrice lerc>> così ricorda le vicissitudini della «sua>>campagna di Russia. La Divisione Celere, inquadrata nel C.S .I.R. (Corpo di Spedi zione Ital iano in Russia). al rientro dall a .Jugos lavia dove era stata impiegata per un breve periodo nelle operazioni belliche, ru inviata con urgenza al fronte russo. l nostri stru tcg hi infatti e ran o convinti che l'Italia avrebbe tratto vantaggio dalla immancabile villoria del Reich con la guerra lampo. Nel luglio l ':!4 1 mi ritrovai quindi s ull a tra do tta c he attravers ò l" Austria, l'Ungheria c la Romania prima di giungere in tenit.orio russo. Facevo parte del 3° reggimento Aniglieria a Cavallo costituito dalla truppa in servizio da oltre Ire anni. da sottufficia li di caniera - ossatura solida delle batterie - e da uffic iali. molti dei quali blasonati, tenacemente legati alle gloriose tradizioni delle «Voloire». Nelle menti degli uffi ciali dello Stato Maggiore era tanto sal da la certezza di un a rupida conclusione della guerra comballuta con criminosa baldanza da Hitler che ritenevano prossima la sfilata delle truppe vittoriose per le vie di Mosca. Ordinarono quindi che fossero riverniciati i nostri pezzi da 75 ed il materiale rotabile e che fosse rinnovato l'equipaggiament o per be n fi gurare nel giomo della sfilata. Tra noi uffic iali serpeggiav ano commenti per tant a assurda incoscienza. Gu ardando dal fin es trin o d el vagone le sconfinate distese di terra straniera pensammo all'avventura ru s~ a el i Napoleone conclusasi così tragicamente e presentimmo che stavamo andando incontro all o stesso dramma. Dnpo lung hi giorni d i viagg io 34

Fronte Rus, o - 194 1. Cm none da 75/2o del t..: batteri.: a cJvallo.

giungemmo in terra romena. Di la procedemmo a marce forzate eli 5060 Km al giorno per raggiungere il 20 agosto l 'Ucraina. Di giorno il sole arro ventava g li el me tt i. nu vo le d i polvere soffocavano il respiro. l ' a~·su­ ra essiccava la gola. i cavalli <>pruz.zavano fiato dalle froge. Qu ando abbui ava si sos tava per riposare un poco ma non prima di aver asci ugato c governato i cavalli . Si dormiva sul la nud a terra appoggiati al l' arco della sella. c. nei casi più fortunati , nelle is be. ospitati dai contadini prcc;i dallo smarrimento per i dramm atici avvenimenri dc i quali non sapevano rendersi conto quas i appartene ssero ad un al tro mondo. Eppure avevano giovani congiunti al fro nt e e di q ues ti no n sapc -

vano che le notizie diffuse dalla propagan da bo lscevica attraverso gl i altoparlanti di Stato. A parte il loro fa taiismo c~u·atte­ riale accogl ievano no i itali ani con pass iva ra s ~eg n az i o ne ma con un certo senso di ospitalità fino a dividere con no i la loro zuppa d i lat te . cavoli e patate che ci procurava ristoro. Di giorno. vasti campi di girasol i si alternavano ad un paesaggio sconfinato di terra e cielo, senza orizzonte; el i notte il cielo velato di cobalto si riempiva di stelle. Ma non era sempre così: improvvisi temporali rendevano le piste un mare di fango che intonacava la panc ia dci cavalli, faceva affondare. fino ai mozzi, le ruote elci carriaggi. Ognuno di noi si senti va sempre pitr legato alla sorte del suo cavallo. Questi quadrupedi dotati di una naturale gcnc ros it ~l procedevano in qualunque condizione fi no all 'estremo delle forze.


ERI

IERI

«Avanti voloire!» era l' imperativo. ·on di men ticherò mai il mio cavallo Irlandese di nome <<Bailon», il quale nelle notti in cui la pioggia scrosc iava violenta e noi eravamo costrett i a fe rmarci fino alle pri me luci dell' alba, piantava nel rango i quattro arti. come colonne. e rimaneva immobile offrendo un riparo a me che rni appoggiavo al suo fianco. Bai lon mi era staLO assegnato l'i n da quando lo <tvevo preso in cura per una anrite tarsic a in segu ito alla quale gli era resicluato un difetto es tetico nell'andat ura al passo. il cos idetto <<arpeggio» che non inficiava minimamente la capacit à di sopportare tutte le fatiche. Il mio attendente, proveilo cavaliere. lo accudiva con amore e gli procurava ogni sorta di cibo quando scarsegg iavan o i rifo rn imenti . Tut to. accetLava Bailon: grano bruc iato e semi di girasole: una volta il mio soldato. non so come a vesse f'auo a procurarseli, gl i propinò perfino dei fi chi secchi. menendo a dura prova l'appanno masticatore del quadrupede. Percorremmo 400 Km circa senza agganciare le retroguardie russe. Trovammo cumuli di grano bruciato. montagne di carbon fossile, Kolkoz vuoti , scheletri di macchinari agricoli e fu neree altane. Gi ungemmo infin e alla periferia di Dniepropetrovsk, città industriale completamente distruua, sulle rive del Dnieper e lì prendemmo contauto con il <<nemico>>. Il geni o mi litare aveva gettato per l'attraversamento del fi ume un ponte di barche più vol te danneggiato dall'artigl ieria russa e piLa vo lte aiatti vato. Lo attraversammo di notte con molta apprensione per l' instabilit~\ della pia ttaforma che. a causa del le oscil lazioni, avrebbe potuto in nervos ire i cavalli : qu esti pe rò avevano imparato acl obbed ire ai nostri richiami: si erano uman izzati. l cannoni ed i mortai tuonavano, le mitragliere crepitavano. Ci f'urono i primi morti ed i primi fe riti.

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VITA DI CORPO

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IERI

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Il compilo della Di visione «Celere» era quell o eli procedere speditamente per neutralizzure le retroguardie che si ritiravano rapide lasciandosi dietro la terra bruciata. In ottobre cadde la prima neve e c ii:) rese anc.:ora piLa problcrna tici i

marmitta. al imentata continuamente con il carbone trovato . i cucin ieri boll ivano le carni degli animali che riuscivamo a cal\urare in marci a: si trattava eli pollame, eli oche. eli maiali dei Kolkoz. sfuggiti ai rastrel lamenti dei russi in ritirata.

Fronte russo - movimenti di an igJicric italiane

lon mancava. a volte, la c.:arnc di qualche cavallo . che sfini to dalle l'at.i che oppure gravemen te fe rito, veniva pie tosa mente ahhattuto. E cosl alla tappa dì riposo, era pronLO un brodo ristoratore ed una porzione di secondo di cui ignoravamo la provenienza. In novembre, l' avanza ta de llo «C.S.T.R.» proseguì in un cli ma geli do che rendeva penosa la marcia e con scontri che diven ivano sempre pill rabbiosi. La mone era in agguato. Colpiva le nostre ardimentose pattuglie esploranti o quei generosi m1ìglieri che in c.:erca eli foraggi per i cavalli deperiti s i spin gevano in tutt e le direzioni nella steppa ricoperta di una spessa lastra eli gh iaccio. scontrandosi con reparti russi c franchi Iiratori. ln dicembre a 30-40 gradi sottozero le unità si attestarono nel l'ansa ciel Donetz per la stagione invernale. Gl i uomini trovarono riparo nelle

ippotrainatc nell'ansa de l Don.

rifornimenti di viveri per gli uoma na ed i quadrupedi. Gli automezzi non riusciv ano a mantenere il contatto con i reparti a cavallo a causa delle piste divenu te impraticabili. Con immani fa tiche. ri uscivamo ad avanzare ne l fan go appiccicoso che serrava gli arti dei cavall i strappando a loro i ferri, menlrc a no i, appiedati sfilava g. li stiva!i. Si marciava lentamente e fati cosamente tra carcasse eli automezzi e residui di materiali vari. Tra g li altri re litt i trova mmo una cuc ina semovente dell 'esercito russo in perfe tte cond izioni che per noi costituì una vera prov videnza. Gl i arti glieri le auaccarono. per trainarla. un cavallo russo che vagava nella steppa e la mise ro in funzi one al nos1ro seguito. In que lla grossa

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Fronte ru,,o - un rc panll 1tal ;.,,,., di anigtiL·na ippo1rain:11a raggiunge nuove pn,i;ioni ;1\'anzalc.

isbc. i cavalli nel Kolkoz. in qualc he chiesa . consacrata c tra. formata dai russi in deposito. nelk: aule eli scuole diroc ca te e ne i teatrin i scm icli strutl i. Terribile fu la battaglia del ~ara­ le del •.ti quando i russi con un forti.! sc hie ra men to eli uomin i c me zzi sferrarono una controffensiva cs t c~a a rurro il fronte sicuri el i fiaccare la res istent.a dei nostri soldati inchiodati sul le « Bal che>> in quel gelido.infini to biancore. Ril eva nti furono le perdite dei russi i quali combatterono incurant i del micidiale fuoco della cavalleria e della fanteria che operavano a fianco dei nostri cannoni ad alzo zero. Finchè dopo due giorn i di in ut ili tentati v i i sov ieti ci s i ritiraron o verso le basi di partenza ta llonati dai bersaglieri da loro particolarmente temuti per aver sperimentato in ripctllli scontri l'audacia c il valore dei piumctti neri . Non mancarono dolorose perdite c fe rit i o congelati anche tra le nostre truppe proprio nel giomo consacrato alla nasc i~:~ del Reclcntorc.

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VITA DI CORPO

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Ho ''ol uto introdurre questo prelud io pe r inquadra re c iò c he m i riservò la so11e alla quale devo gratitudine per averm i risparmiato il calvario della ritirata di Harco'' nella quale tan ti nostri uomini affamati. di sorientati . conge lati e vittime d i imbosca te pe rse ro le lo ro gio vani vite. Verso la fine del gennaio del ·42 mi trovavo con i cavalli del Reggimento ricoverati in un Kolkoz presso tJuella ghiacciaia denominata Worosch ilowka con il compito di rimettere in sesto i quadrupedi sfiancati dalle fatiche e quel li ammalati hi!;Og no. i altresì dell'opera dei man iscalchi. Una mattina si presentò un milit are tedesco alla guida di una slitta trainata da due magnifici cava lli russi chiedendomi di seguirlo perché avrei dovu to presta re la mia opera in un reparto ippotrainato schierato a fianco de lla nostra artiglieria. Sulla slitta salì con me l'aiuto infermiere e part immo. Era una gio rnata sere na. senza nuvole. ma così gelida che, per quanto ben protetti . avevamo il viso ornato di ghiaccioli. La slitta scivolava sulla confinata ri l uce n te dis tesa di g hi accio .

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~cgucndo il solco tracciato da altri veicoli. Ri co rd o c he ne ll a v is io ne di quel!" aUucinantc biancore e neli ' ottundimento dei sensi dovuto al gelo si percepiva soltamo lo scricch iolio dci panin i ed il ritmo degl i ;occoli della pariglia: eravamo assolutamente ig nari del pericolo c he s tava venendo dal cielo. o·improvviso udimmo il fragore di un aereo che scendeva in picchiata sopra di noi . un punto nero ~ ul tniUHO bianco. Ci ru un crepitare di mi tragliera. po i la s litta sbandò e dopo una breve corsa si rovesciò liberando i cavalli imbizzarriti che si dettero alla fu ga. Il pa ram ano de l mio pastrano . ·impigliò in un ferro della slitta. si strappò e mi fece rotolare nel ghiaccio . Persi conoscenza e non so pe r quanto tempo rimasi in quelle condi;ioni. né seppi mai quale sorte fosse toccata ai due uomini che erano con mc. Nelle retrovic s i incontravano . pesso lunghe fi le di profughi russi che si srrasferivano dal fronte verso rintcmo portando sulle sl itte ciò che avevano potuto salvare dalle isbc abbandonate. Qualcuno appartenuto a queste carovane deve aver notato il mio corpo immobile ed aver provato un senso di umana pietà quando . ·accorse che respiravo. Mi carica rono su di un a slitta dopo avermi fregato il viso congelato e proseguirono. Ricordo di aver aperto gli occhi. di aver visto l 'azzurro del cielo in uno stato di semincoscienza ben lontano dal comprendere ciò che mi era accadu to . Avvertii però un ac ut o dolore al braccio destro rimasto inerte sotto il dor~o. Mi resi conto di essere stato raccolto da un gruppo eli profughi allorché questi ultimi mi consegnarono ai sanitari che operavano in uno ospedale da campo italiano. Questo gesto fu certo dettato eia un senso di pietà


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religiosa ben rad icato nell' animo di quei bravi ucrai ni c mai cancellato dali' ateismo imperante. L' ospeda letto du campo era in fase di arretramento e si stava prov vedendo a caricare !lilla l' aurezzatura sug li auto mezz i con i moto ri accesi a ca usa del gelo, in attesa dell 'ordine di partenza. E per me si verificò un' altra fort unata coinc idenza: il sanitario dirigente era un capitano medico richiamato. esperto chiru rgo il quale diagnosticò l'entità della mia lesione con il solo esame obiellivo, perché non disponeva più dell'a usi lio racliologico. Egli mi sott opose acl anestes ia totale servendosi dell 'etere cd avendo l'accortezza di farmi ripel·ere. a breve intervall i una serie di numeri fino alla completa ipnosi e mi operò in stato el i emergenza. Io sentivo la mente vacillare come se una cagna randagia si aggirasse tra le circonvoluzioni ciel mio cervello, poi entrai nella nullità esistenziale non senza aver creduto in quell' attimo che mi si stesse svelando il mistero della morte. Mi sveg liai con il bracc io e la spalla in gessati ed in tem po per essere trasportato insieme agli al tri ricoverati nei pressi di una stazione ferroviaria capol inea dei treni-ospedale con i quali veni vano rimpatriati i militari irrecuperabili. F urono giorni d i patiment.i per tutti noi che vivevamo tra l' incertezza di salire su quel treno della speran:w ed il rischio di essere travolti, nelle nostre precarie condi zioni risiche, in una disastrosa ritirata a pi ù di 35 gradi sottozero. Per una tcr?,a volta la sorte mi favorì : fui dichiarato rimpatriabile insieme a feriti gravi. congelali ed ammalati . Alla fine eli gennaio '42 salimmo su quell'u lti mo convoglio in partenza da Jcssi nowataia senza conoscere l' itinerario che av remmo seg uit o. Per die ci lun ghi giorni vedemm o attrave rso i fini stri ni appa1mati dal gelo bianche e stenninate pi anure cd avem mo la sensa-

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zione di viaggiare in un a immensa . candida nuvola verso l'eternità. Un soldato dis te~o su di un leuino accanto al mio aveva un polmone trapassato da un proiettile ed ansimava. ma a tratti sorrideva al pens iero el i tornare in fa miglia: non si rendeva como che la sua vita era legata acl un esile filo. Più in là sedu to sul suo leuo un caporale louava con il dolore per i pied i ampu tati e tutti. pu r ne l dubbio . speravano ne l ritorno. Un giovane ufficiale eli cavalleria, apparentemcme indenne, che ven iva rimpll tr ia to fo rse per l' in terven to d i un' alra personalità, era cons iderato un inv iato della provvidenza tanto vivo e ra il buonumore che sapeva tras f'onclere nell' animo di tutti, dando vigore al s uo innato umorismo a volte condito con ges tual i t~l clownesche co sì com ic he da pro voca re l'ottimismo in tan to dolore. La speranza del ritOrno si ravvivò qu ando il convoglio, che non si era mai fe rmato, iniziò a fare sosta in alcune stazioni dall'aspetto consueto: ciò denotava il graduale allom aname nto d ag li orro ri de ll a lin ea di fuoco. Permaneva in tutti noi, unitamente agli incubi onirici, la tristezza per i compagni che erano 1i masti bloccati sul fronte a consumare la loro giovinezza nel corpo e nello spirito. IntanlO nel vagone del dolore il soldato con il polmone trafitto si staccava lentamente dalla vita. Con un a 1.11lli10 afferrata alla mia e con l' al tra posata su un a piccola icone raffi gurante la «Vergine delle tenereu.e», presa forse in una di quelle isbe abbandonate, invocava la misericord ia della Madre Celes te perché gl i concedesse eli conoscere l' ult ima sua fig liolcLta nata mentre sul fro nte si compiva il suo dramma. «Tonino». così si chiamava quel giovan e . s i spe nse prop ri o qu and o f'urnmo al confine della nostra Italia. Non potrò mai cancellare dal mio ricordo le sue ultime flebil i paro le soffuse di una commovente serenità

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che gli veniva forse dalla misericordiosa immagine sacra. 1 ·on potetti fare altro per lu i che regalargli lacri me eli profonda commozione.

Il Maggio r Genera le Mar io R11s:.•. lau rcatosi in medici na veterinaria a Napoli nel 19 11 ha frequentalo nel 1935 il Curw Allievi Ufficiali di complemento presso la Scuola di Applic;~ z i o n e di Cav alle ria di Pinerolo. Nomi nato Tenente in spc. ha prestato servizio presso il l-1° Ani gl ieria della Divisione f-anteria <<Murge>>. Trasferito nel 1937 al Presidio Mili tare di Lero e. nell'anno succe$sivo. a quello di Coo. ha assicurato. per ordine del Governo di Rodi. il servizio veterinario anche in ambi to civile per le comunità locali greca. tu rca cd israeli tica. Con il grad o di Capi1a1lo. trasfcriw al Reggimento Art iglieria <• Celere». panì ne l luglio 1941 con il Corpo di Spediziune llaliano i n Russia. Ri mpatriato nel gen naio 1942 per lesione ri ponata in zona di guerra i: staiO trasferi to. con il grado di 1vtaggiore. al Comando Divi· sionc <<Granatieri ùi Sardegna » qua le Dircuore <i i Veterinaria cd ha partec ipato nel settembre '-13 alla difesa eli Roma a Porta S . Paolo. Do po 1'8 settembre ha fallo pan e della formazione partigiana <<Caruso» <:ome combauenle volontari o della guerra di liberazio· ne. Ne l periodo post-bcllic:o è swto Direllore di Ippica e Ve terina ri a presso il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri. Direuorc del Posto Raccoha Quadrupedi di Persano, Direttore del Servizio Ve1erinario presso il V Comili!Cr de lla Regione Noni-Est. Promosso rvtaggior Generale il 2 settembre l')71 ha ricoperto l'incarico di lspellore c Capo del Servi;do Ve1erinario dal 2 1 seuembrc 1971 al l O dicembre 1973.

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ATTIVITÀ VETERINARIA NELL'AMBITO DI UNA ESERCITAZIO NE NATO IN TURCHIA Ispezione, vigilanza e controllo deg1i alimenti di origine animale. Piervittorio Stefanone (*)

RIASSUNTO

SUMMARY

L'autore, nel considerare il lavoro svolto durante un'esercitazione militare NATO tenutasi in Turchia, descrive l' attività relativa all'approvvigionamento del bestiame in vita, le motivazioni che hanno determinato la scelta della struttura di macellazione e le lesioni a natomo patologiche riscontrate durante L'attività ispettiva post-mortem.

The A uthor, considering the work do ne during a

Ne l presente lavoro viene il lustrata l' allività Veterinaria svolta in un Paese extracom unita ri o cd in condizioni non ollimali. durante lo svolgimento di normali c~c rc ita L i oni di pronteaa operativa di un contingente mili1are. Oggetto deU 'attivirà è stato il controllo di tuili gli alimenti di origi ne an imale come pollame, uova. latte. pesce. formaggi, ma particolare risalto è stato dato all a ispez ione de lle carn i perché avvemua in un contc:sto del tutto pm1icolare dal punto di vista igien ico-sani tario qua le pui:l es~crc l'ambito di una manovra deli'AIIied Command Europe Mobile Forcc: AMF- nel Sud Europa, in Turchia. La Forza Vlobi le de l Comando Alleato in Europa è una delle forze ùi reazione immediata ck lla NATO

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In aliti. Reparto di

N ;\TO militury exen:ise in Tu rckey, describes th.e

activity concerning victualling on-in life cattle, the reasons with determined the choice of the slaugllter structure and what has bee n found during supervisiug aclivity post-mortem.

Sani1 ~1.

destinata a dimostrare la solidarietà. l'unitù d'intent i c la determinazione dell· Alleanza. Il suo primo compito è la deterrenza. alluata col suo pronto schieramento. in periodi di tensione in determ inate arce di con tingenza che potrebbero essere minacciate da infiltrazioni. in c ur~ioni o altre azioni ost il i locali . La Forza. el i limitati.! dimens ioni. è dotata di supporto aereo ed è formata da reparti di otto Na;.ioni appartenenti ali' Ali enza: Belgio, Canada. Germania. Ita l ia. Lu~~cmburgo . Regno Unito. Stati Un iti e Olanda. Le unit~t provenendo da diverse Nazioni sono caratterizzate da equipaggiamenti e proced ure dillcrenli c

devono affrontare: c risolvere problemi connessi al rapido dispiegamento in arce lo nt ane cd in condiz io ni «estreme» per ciò che concerne il clima cd iltern.:no. L' AM F fa largo uso delle esperienze proven ienti da ese rcitazioni congiunte per poter mantenere la propria c iTicic:n;a operativa. contrapponendo efficaci soluzioni alle notevoli problcmatiche di ordine: pratico. Una eli queste problematiche è. certamente. il rirnrnirnento dci generi alimentari che deve soddisfare le c~ igcn ;.c d i circa 5.000 uomini pa un periodo di un mese. L'AMr: in un·ollica di impiego reale. nella quale non si hanno precisi limiti di tempo c dove vengono acutizzati i problemi di tipo logisrico. prevede l'utili7.zaz ione di prodotti


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reperibi li in loco acl opera di un battaglione logistico eli naztonalità britannica, neli 'ambi to del quale sono integrati i vari Nuclei eli Supporto Nazionale (NSE), tant i quanti sono le Nazioni costituenti la Forza. A corollario eli ciò bisogna considerare che. solto l'aspeuo economico, l'eventuale trasporto, gestione, conservazione e distribuzione dei vive1i dalle sedi di provenienza. rappresenterebbe uno spreco ingi ustificato. L'ufficiale veterinario, in questo contesto, pur facendo parte cieli' organico del Reparto eli Sanità AviotraspOJtato della Brigata Alpina «Tauri nense». presta la sua opera presso il battaglione logistico britannico quale «Force Yeterinary Officer» con attribuzioni specifiche in campo igienicosanitario e con mansion i art icolare secondo due direttrici: l. Controllo degli alimemi di orig in e animale ne ll e var ie fasi d i approvigìonamanto, lavoraz ione, conservazione c distribuzione. 2. Vigilanza e accertamento delle condizioni ig ieniche genera li dei magazzini, delle cucine. degli apparati frigori ferì, dei contenitori etc . dei vari NSE, nonchè de i singol i reparti in esercitazione. Particolare inreresse riveste la fornitura di carne fresca, sia bovina che ovina, nelle aree di contingenza, in quanto riassume in sè t.ullc le fasi ispettive : ricognizione, operazioni pre-macellazione. visita ante- mortem e maccllazione, operazioni postrnacellazione, ulteriore sorvegl ianza sulle lavorazioni e sulle successive operazioni.

Ricognizione La ricognizione viene effettuata diversi mesi prima dall'ini zio dell'esercitazione vera c propria. Durante questa fase vengono visitati i macelli, rienrranri nelrarea di esercitazione. gestiti da veterinari di stato.

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l parametri di scelta per l' adozione di un impianto di mace llazione sono molteplici c tengono conto , o ltre che delle condi zioni di viabilità e dei mezzi di trasporto in periodo 1nvernale, dell'igiene e della funzional ità dello stabi limento. Si possono considerare, a grandi linee. due tipi di macelli: - a sv iluppo verticale, che si presta ad una netta separazione tra le sale di macell azione. scuoia mento, eviscerazione, preparazione, refrigerazione (poste in posizione sopraclcvata) e le tripperie, poste nei locali :sottostanti e comun icanti con la sala di macellazione soltanto tramite uno s civolo affiorante dal pavimento, dove avviene la completa asportazione dei visceri: - a sviluppo orizzontale. dove le tripperie, che rappresentano una delle princi pali fonti d 'inq uin ame nto , hanno una coll ocazione topografica tale da contrastare con un razionale quadro igienico del complesso. Tuni i macelli visi tati in un 'area s uffic ie nt e me nte vas ta at torn o a quella cieli ' e se rcitazion e erano costruiti su pi anta a <<sviluppo oriz-

zomale» , seguendo schemi. purtroppo, ormai superati cd erano inoltre sprovvisti di sardigna. Esternamente la carente recinzione degli stabilimenti permetteva l'ingresso di an imali (cani randagi, etc.) durante la notte e di giorno la presenza di persone estranee in sala di macellazionc. Per ovviare a questi inconvenienti, previ accordi con il direttore del macell o, peraltro sempre sensibile e di sponibi le ad ogni richi esta, si è stabilito che: - il bestiame bovino c ovino doveva essere scelto. visitato e marchiato personalmente dall ' ufficiale veterinario dell a Forza; - gli operatori turchi (personale civi le) dovevano incari ca rsi cic lI'abbattimento con metodo islamico e delle operazioni di scuoiamento, eviscerazione c sezionamento in mezzene della carcassa: - la pelle, i visceri, la testa e la parte terminale degli arti dovevano essere escissi immediatamente dopo i l dissanguamento: - ne ss un visc ere o fratta g lia (cuore, fegato. rene. mil za , trippa, cervello, lingua, mammella etc.). pur essendo oggcllo di visita anatomopatologica. veniva acquisito dal battaglione logistico.

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Oper azion i pre-macellazione Già in sçdc di ricognizione erano stati presi in considerazione alcuni allevamemi di bovini cd ovini c he . sia per metodo di conduzione, sia per qualitù di bestiame. rispondevano ai requisiti c alle garanzie richieste. lnformazioni inerenti alla profi lassi contro TBC. brucellosi, leuco-

si . distomatos i ed echinococcosi sono state, tuttavia, piu ttosto nebulose. così da non poter dare con sicurezza l'c ·atto quadro della situazione sanitaria locale (Tracia). Si rendeva così obbligatorio limitare i parametri d i sce lta del l'animale vivo alle condiz ioni generali dell'allevamento (sistemazione topografica, tipo di al imcn tazio nc . igiene. etc.) ed allo stato sanitario e di nutrizione del l 'animali.!. A cura dell ' allevatore il bestiame , scelto c c ontras seg nato dal l'ufficiale veterinario, veniva convogliato al macello. L'uffic iale veterinario. per poter pre di spo rre di un q u ant itati vo di carne fro ll ata tale da soddisfare le ncccs!>i!Ìl della forta AMF sin dall'inizio dell'esercitazione. doveva giungere nell'arca operazioni con

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c irca una settimana d'anticipo rispetto al grosso dei vari contingenti.

Visita antc-mortern e

maccll ~1zion e

La visita ante-mortcm. e ffettuata dali' ufficiale veterinario in sede d i macello. mira ad escludere ~ i a la presenza di sintomi rifcribili a malattie

13ovini macdlati con melodo islamico.

trasmissibili all"uomo o agli animali sia di malattie o turbe generali che possano rendere nocive le c arni . La macell azione è una de lle fasi piLI clelicatç in quanto l'inte ra operazione è devoluta a personale civile turco il quale -;i occupa dell"abbaii imento. dello scuoiamento, dell'eviscerazione c de l sez ionamcn to in mczzene dell 'animale. L'abbattime nt o è effettuato con metodo islamico, che prevede la reci!.ione dci gro:.~ i vasi del collo. senza il preventivo stordimento con proie ttile captivo. È intere ssan te. a questo punto. soffermarci un attimo su c iò che definiamo « mewdo islamico» . mol t o s imile. peraltro . al «metodo ebraico »

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come manualit ;, c praticamente in uso in tutti i Paesi medio-orie nta li . La nccessitìl eli tipo squis itamçn te profilanica di evitare problemi di ordi ne sanitario in un'epoca storica cd in un contesto geografico nei quali la conse rvai'.ione de lle carni era press oché impossib ile ven iva recepita dalle leggi. Il «metodo islamico» di macellazionc trova appunto nel Corano le sue orig ini : infatti, la Sura Il , o «S unl della Vacca>>, nel capovçrso: «Esortazione c Prescrizioni ai Credenti >>. al ver~ctto 173 reci ta: « Egli vi proibisce di cibarvi di carni di animali morri. eli sang ue. di carnç di maiale c di animali macellati senza aver invocato il Suo Nome. Ma chi vi sarà costrcuo non commetterà alcun peccato. poic hé Dio è il Clemente cd il Misericordioso» . Secondo tale me todo l 'animale viene agganciato ed appeso per un ano po~teriorc in modo tale da essere sollevato da terra di circa 70 cm. L' ope rato re . <1 questo punto. facendo presa s ulle narici dell 'animale. così da estendergli la testa, esegue la jugulazione oucnendo un dissanguamento pressoché completo. L'animale. quindi. posto su carrelli d'acciaio subisce le operazioni preliminari eli scuoiamento e di apertura della parere addominale (tutte eseguite a mano da personale e.<;peno), per poi essere sollevato nuovamente in posizione verticale mediante allacciamentn dei due art i posteriori prima di essere s istemato s u guidovic alte. dove viene completato lo scuoiamcnto e dove si procede alla completa ape rtura dell e g randi cavi tà con l' asportazione dc i visceri che vengono dirottati in un locale laterale. contiguo alla sala di macellazione. Si provvede quindi alla collocat io ne dei visceri s u appositi ganci numerati per l' ispczione ;matomopatologica, mentTe le tri ppe vengono subito lavorate. ln modo analogo vengono preparate le carni ovine, ~empre in accordo


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con il rito mussulmano. anche con l'ausilio di «giovanissimi macellai».

Operazioni post-macellazione Per ciò che riguarda l' ispezione posrmortem, che assume in queste particolari condizioni un signifi ca to decisamente preminenre, ci si è regolati seguendo le di spos izioni impa rtite da l D.P.R . n. 1311 del 25-9-69, apportante modifi che all'art. 12 del Regolamento sulla Vigilanza Sanitaria delle Carni del 20- 12-28 n. 3298. Durante le operazioni sono stati riscontrati molti casi eli Echinococcosi, alcuni di Distomatosi e Pseudotubercolosi (ovini) ed uno solo di Tubercolosi. Negli animali selezionati per I' AMF la Echinococcos i ha avuto la seguente incidenza: OVINI

BOVINI

fegato omento

25%

polmone fegato cuore

l 5% l O% 1%

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La bollatu ra da parte del veterinario ispettore delle carni licenziate al cons umo è una prati ca rara1n ente seguita in Turchia dove, in linea di massima . si appone sull a carcassa il solo numero di codice di riconoscimento del proprietario che non riveste qu indi alcun significato sanitario. La boll atura comunque è sta ta effettuata, oltre che per soddisfare le

due tedeschi cd uno belga. Questo nucleo era posto sotto la direzio ne d i un Capo Mace ll aio ing lese, co n i l g rado di Warre nt Officer ed al la supe rv is io ne dell'uW.cialc veterinario. TI sezionamcnto veniva effettuato sfruttando i locali del macello stesso, al termine dell'ora rio di lavoro del personale civile (ore 17.00 ciJca), e si

Esterno dd macello di Corlu con: U fficiale Veterinario CITA) Sou urficia lc Igienista (USA ) W<tn·e.n l Offic ier (G.B.J

protraeva sino al termine delle operazioni, talvolta in piena nouc. La effettuazione del sezionamento d irettamente presso il battagl ione Logistico è stata scartata pur presentando il vantaggio di poter far fronte ad eventuali richieste straordinarie, sia per l'inadeguatezza cieli" approvvigionamento idrico sia per il rischio di una maggiore contaminazione delle carni da prute di anropocli.

5%

Nei confronti delle altre patolog ie si è potuto rilevare q uanto segue: - la distornatosi è stata rilevata nel 4% dei bov ini e neJI'R% degli ovini: tuttavia tale percentuale si innalza nel periodo invernale. per la popolai-ione ovina sino al 35-40%, in relazione al ciclo biologico della Limnea: - la Pseudot.ubercolosi, sostenuta dal Corynebacterium uvis. cost ituisce un repeno anatomo-patalogit:o eccezionale, infal:ti sono stati ev idenziati soltanto 2 casi su l 72 ovini ispezionati; - nei riguardi della Tubercolosi, il cui risanamento non è obbligatorio, la percentuale di animali infetti è decisamente mol to bassa; nell' arco di un me/:iC. in fatti . è stato osservmo un solo caso in una bovina che presentava un"infezione pri maria allo stato di generalizzazione di tipo precoce protratta (risi perlacea).

nostre es igenze ispettive, per poter procedere acl un agevole riconosc imento de lle carcasse eli proprietà de ll' A MF ne i co nfronti di qu e lle des tinate all'u so civi le, una volt a depositate nelle celle fri gorifere del macello per il tempo necessario alla f rollatura (2-4 giorni). Ulteriore lavorazione

Operazioni com plementari

Le carcasse . d ivi se in mezzenc dagli operatori civili turchi, venivano ulteriormente sez ionate secondo le esigenze dei vari NSE, da personale AMFdcl Supply Coy Class l (U K). Tale personale era composto da quattro macell ai inglesi. uno ita liano.

Le carn i così lavorate. tra~ po rta­ te su carri frigo della Supply Coy britann ici dal macello al battaglione Logistico AMF, veni vano consegnate ai vari NSE che provvedevano a distribuirle ai Reparti in esercitazione secondo le loro esigenze. 41


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OGGI OGGI OGG re. s i è avut a l ' impress ione che g.li scambi d'op ini one con i sanitari locali possano. in un prossimo futu ro. dare buoni risultati in una Nazione ovc l'atti vità relativa al l' ispe:r.ione delle carni è regolamentata in maniera diffom1c da quella italiana. La uti lità dell'ufficiale veterinario, nella tutela della comunità militare per quamo concerne la salubrità degli aliment i eli o rigine anima le acqui s ta ti sul pos to. è ri s ultata incontrovertibilc tanto che i responsabili dell'esercitazione. tramite il Comandante del battaglione Logistico inglese, ne hanno confennato. a posteriori. la insosti tuibile validit;l.

La vigilanza sanitaria a questo punlll si riduceva al quotidiano control lo della tempe ratu ra dci carri fri go e della app li ca z ion e de l le norme igieniche nella lavorazione delle carn i.

Conclusioni L'ufficiale veterinario, nonostan-

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l.:tH>razione cami ovine.

te le difficoltà incontrate nelresplctamcnto del servizio. ha portato a termine il suo compiro anche grazie alla disponibilitìl del collega civile turco che ha offerto la sua co llaborazione incondizionata. Nonostante il lavoro si sia svolto in un contesto squis itamente milita-

(*) Cap. vct. spe Stcfan onc dott. Piervittor io, laurcatosi press o la Facolt à di M edi c ina Vet erinaria dell' Cnivcrsità degli Studi di Torino. ha prestato servizio quale Dirigen te del Servizio Veterinario presso il Gruppo artiglieria da mon tagna «Pinerolo» in Susa cd è attualmente Capo Servizio Veterinario di Grande Unità presso la Brigata alpina «Taurinen~C» .

Quale «Force Vetcrinarian Officer>> ha partecipato a diverse esercita z ioni della Forza ~1obil e de l Comando Alleato in Europa svohesi in Norvegia. Danimarca e Turchia. È autore di pubblicazioni scientifiche.


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Il giorno 22 dicembre l ()90 in un incidente stradale ha trovalo la mone il Cap. vet. Marco Tanzii destando nel Corpo Veterinario immenso dolore. Il Cap. vct. Adriano Felli, suo amico e compagno di Corso presso l'Accademia di Pinero lo, così lo ricorda:

«Sono lontani g li anni in cui assieme a Marco affimuai le prime asperità della vita, 0\'endo /ascimo a casa le nostre certe::e e la noslra adolescenza.

Imparai a conoscerlo tra un esame e /'altro, tra l !IlO scrmforlo ed una gioia, nello scorrere delle lunghe giomale dell' iJn·erno pinerolese. Turti coloro che lo hanno frequenlato lo ricordano imel/igen/e, m/i1iro e sensibile. capace di permeare di bo111à ogni 11/0fl/enlo della sua l'ila. Celava col suo essere riservaro e a volte schii'O ww soprendeJIIefor:a derira111e da una fede cristallina e da un profondo amore per la libenà. Gra:ie soprauu11o a queste due componenti della sua persona!iiCì ha sapwo essere sempre se s/esso e coltivare con intima dedi: irme i suoi sogni e i suoi p roponimenti. Pane di que.l'li sono ancora oggi realtà come possono teslimoniare i successi ouenuli in ('Ompo professionale. i numerosi riconosciment i di stima e la cate::a che

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I'ÌI'I'Ò .1empre Ira i ricordi pilì cari di nati quelli che, come me. sono stati suoi amici. »

S i è svolto da l l) a l 13 oltobre a G iardini Naxos pre~so il Palm Beac h Ilote l il l o Congresso Nazionale di Chimica degli Alime nt i. organ izzato dall' Lin ivcr, ità degli Studi di Messina in co llaborazione con la Società C himica Italian a (gruppo inte rdi vis ionale di chim ica deg li alimenti ). Folta è stata la partec ipazione eli congressisti, valutabili in c irca seicentO persone. intervenut i sia come uditori che come oratori. Questi ultimi hanno relazionato su lavori da loro condotti nei diversi campi del settore alimentare . così suddi viso: - latte e prodotti caseari: - v ini c loro deri vati ; - came e prodotti illici: - inquinamen to del '>llolo c de ll'acqua da fitofannaci. J umerosi lavori presentati ~.:ome poster sono stati oggcu o eli discussione susc it·ando il v ivo inte resse de i partecipanti. Molto segu ite sono state le tavole rotonde aventi come argomento temi di g rande auuali tì1 nel campo a limentare come quella riguardante il nuovo a s pe tt o no rrnati vo c leg is lativo in v ista del mercato unico in vigore dal

1992. ln sintesi questo primo congresso, c urato in maniera impeccabile d al pro f. Dugo dell'Universi tà di

Messina. è perfeuamcnte riu ·cito sia dal punto di vista puramente scientifico. per l ' elevata qualificazione deg li o rato ri int e rven u ti. che da quell o organizzativo.

Il g io rno 7 gennaio 199 l è stata tipulata tra Esercito c C.O . .I. e firmata dal Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, Gen. C.A. Luig i Federic i. c dal Segretario Generale del C.O .N.I., Don. Mario Pescante, una convenzione c he defin isce i rapporti riguardami la comune attività tccn ico-scientifica relat iva a studi e ricerche sui cavalli da competizione olim pica. Alla cerimonia della fi nna erano presenti. oltre alle due c itate personal ità, il Gen. D. Rola ndo Mo sca Moschini , Capo de l l l l Reparto dello S ME. il G en. D. Angelo Bonizi, rcsponsabi le del l' U ffi cio Collegamento C.O.N .I. - Forze Annate. il Magg . Gen. Domenico Nesci, Capo del Corpo Veterinario dell' Esercito, i l Gen. B. Francesco Rome res, coord inat o re dell'atti v it à sport i va dc li 'Esercito. il Ten. Gcn. Francesco Onu. g ià Capo del Corpo Vete rinario, il Dott. Roberto Contento. Capo Servizio Scuola dello Sport. M.d.S. G iuseppe Brunel!i , Segre tario Generale della F.I.S.E. La com·cnLionc: stipulata tra bcrciw e C.0.'-1.1. defini»ee i rapporti riguardanti l:t oomune ani' ità tccnÌCII·,cicntifica rcl:uiva :t 'tudi c ricerche ,ui c:tvnlli da competizione olimpica.

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La convenzione Esercito - C.O.KI. pre,•ede la co,ri rut.ionc d i un Comirato Tecnico Scicnrilico che dovrà. fr.1 l'ahro. svol!!ere azion i di mdirit.zo e di contro llo <ul progressivo avantamc nto dc1 progcnr.

La convenzione prevede la costituzione di un Comitato Tecnico Scientil'ico composto da: 2 rappresentarll"i clelia Scuola dello Sport, l rappresentant e delrlstituto di Sci cm.a de llo Sp011, 2 rappresentami della P.l.S.E., l rappresentante della F.I.P.M.. l rappresentante del Corpo Ve te ri nario dell'Esercito. 2 rappresentanti della Scuola Militare di Equitazione. l compiti de l Co mitato sono i seguenti : - elaborare programmi eli ricerca e vagliare proposte provenienti dalle fede razioni interessate, Enti o privali ; - proporre allo SME ed al CONi la costituzione di gruppi di ricerca per i singoli progeni; valutare la congruità dei costi c proporne il fmanziamento al CONI e ad altri Organismi interessati: - svolgere azione di indirizzo e di controllo sul progressivo avanzamento dei progetti; - d ec idere l 'oppo rtunittl ed i lcmpi delle pubblicazioni dci risultati delle ricerche. CONGEOAMENTI 19'.10

Il 24 maggio, per sopraggi unti limiti eli età, è stato posto in «ausiliaria» il Col. Ugo Bernardini , già Capo 44

Servizio e Dirett ore di Veterinaria della Regione \ltilitare ord-Ovest. Quali vincitori di concorso sono transitati nella USL i seguenti Ufficiali: Ten. Col. Vincenzo f-ede le, già Direllore deli 'Infermeria Quadrupedi Presidiaria di Pinerolo; Cap. Gianni Maz7.a. già Ufficiale Addetto presso il Comando del Servizio Veterinario della Regione Mil itare orci-Est: Cap. Vincenzo Appicciutoli. già Capo Sezione Addestramento presso il Comando del Corpo Veterinario dell'Eserciro.

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TRASFERIMENTI1990

- Cap. Guido Castellano: dal reggimento Carabinieri a Cavallo alla Brigara Corazzala «Pozzuolo del Friuli». in dala 15.01.1990: - Ten. Col. Alberto Casamanti: dal Comando Brigata Corazwta «Pozzuolo del Friuli» al Comando Serv. Veterinario RMN E. in data 20.01.1990; - Te n. G iu se pp e Zamrnut.o : dal Gruppo Artigli eria Montagna «Pinerolo» al Comando Serv.Veterìnario RMSI. in data 19.02.1990: - Te n. Col. Luigi Asprea: da l Comando Serv.Vcterinario RMCE al Comando Scrv. Veterinario RMSA, in dala 20.03.1990; - Cap. Andrea Vidoni: dal Comando

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Brigata Alpi na «Cadore» al Comando Scrv. Veterinario RMN E. in data 27 .04. 1990; Cap. Davide Carella: dalla Brigata Meccani zzata «Goito» al Comando Serv. Veterinario RMCE, in data 30.04.1990: Cap. Pier Paolo Pettinati: dal battaglione Motorizzato «Cremona» alla Scuola del Corpo Veterinario Milit are. in data 30.04.1990: Cap. Alessandro Scricola: dal reggimento Artiglieria a Cavallo al Comando Brigata Meccani zzata «Goito», in data 30.04.1990: Magg. Roberto Moreui: dal reggimento Carab inieri a Cavallo al Comando del Corpo Veterinario dell'Esercilo. in data 12.7. 1990: Ten. Co l. Oscar Benone : dalla Scuola de l Corpo Ve terina ri o Militare al Comando Serv. Veterinario RMNO. in data 17.08.1 990 Ten. Col. Arnaldo Triani: dal Centro Studi de l Corpo Veterinari o Militare al Comando del Corpo Vclerinario dell'Esercito, in data 08.10. 1990: Ten. Fabrit.io Grifoni: dal Gruppo Artiglieria da Momagna «Udine» al Comando del Serv.Veterinario RMM E, in clara 10.11.1990: Cap.Wallcr Di Mari: dalla Brigata Meccanizzata «Granatieri di Sardegna)) al Comando Serv. Veterinario RMCE, in data 12.11.1990: Cap. Robe rlo Giovag no li : dal Comando del Servizio Veterinario della RMME al Comando del 4° Corpo d'Armata Alpino, in data 12. 11. 1990: Ten. Claudio Cammeresi : dall a Scuola de l Corpo Veterinari o Mili1are al reggimento Artiglieria a Cavallo, in data 13.11.1990; Ten. Domen ico Multari: dall a Scuola Corpo Veterinario Militare al Reparto Comando RMNE Padova in data 13.11.1990: Ten.Coi.Armando Lanzoni: dal Comando IV C.d .A. Alpino al Comando Serv. Veterinario della RM NE, in data 19.11.1990.


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1861, Ufficiale del Corpo Veterinario.



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