RIVISTA DI MEDICINA VETERINARIA 8-94

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Comando del Corpo Veterinario dell'Esercito

Numero

8 RIVISTA MILITARE

Supplemento alla

~~

mMEDICINA VETERINARIA


l

1861, Ufficiale del Corpo Veterinario

.

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;

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J


INDICE

Numero

8

• La Riv ista ):JiJilare eli Medicina Velerinaria hit lo scopu d i consentire agli l) fficìali un cos1an1c a~giornameuto l eenìcu~professìonal e forneudo loro la pnssibilitù di divulgare le espe rienZe scientifiche mt1turare in ambito militare. Nel quadro dtUa collabor~u.ione Esercito· Paese la U i vi..~ tu si prcfi~gc l'nbicUivo di fadlilurc In s<·amhio di conosc:cnJt• ~ di è.Spericmw fra il JHOndu uctnd("Jnko t In vct<:rirmria mililurc.

2 QUA DRIMESTRALE

PPD).

Supplememo a l n" 6/ 1994 della Rivis ta Mili tare

Roberto Archilei, Luciano Rosso, Umberto Lusena

Direttore ResrJon sa b il e Tcn. C(>l. Ciiovanni Ccrbo

11

Su di un caso di neoplasie stromali, bilaterali e miste al testicolo del cane. Antonina Zanghl, Giuseppe Catone, Santo Cristarella

18

La tenerezza della carne in relazione ai principali fattori fisiologici e zootecnici ed ai fenomeni della frollatura. Andrea Vidoni, Pietro Rosa, Roberto Chizzolini

23

Ricostruzione di un tendine flessore superficiale delle falangi con l'impiego di una protesi di rinforzo sintetica. Marco Reitano, Luigi Mel/ano, Alfredo Schiavone Panni, Antonio Tuffi

33

Haemaphysalis iner~mis : caratteristiche morto-biologiche. Piervittorio Stefanone

39

La creatina come indice di proteine muscolari in miscele carne-soia: applicabilità e limiti. Vito Vittucci, Luigi Castiglione, Paolo Pi erri

44

Vita di Corpo: ieri e oggi

Direttore Editori ale ~lagg. Gcn. Domt:n i~.:o Ncs~.: i

Redattore Ca po Cap. Mass imil ia no Angelini

C omita to di Redaz ion e

R. Arc ilil .:i . L. B~ l l ani . 1.. Bignoui. G. Caputo. G. Catci Jani . A. Corri as . L. D'Espos ito . G. G em il e . A. G obe tto . G. B . Graglia. F. Guarda. D . Mi no ri. F. Monti. G. Mo r~ i . A. Roghcto. L. Rosso. A. Sala. A . Si h•est ri. A. Trian i, V. Vil tucc i.

Studio preliminare sull'efficacia diagnostica dell'estratto proteico purificato di pseudomonas mallei (malleina

Comitato Scien tifico

E. Arru. T. Balbn . B. 13atdc ll i. G. Ba l lari ni, G. Ca r d i ni. S. Ca ri i. L. Casaro~a. O . Catar~ ini . A . Cior ba. A . Co r ra d o . C . G irard i. A. Leo po ld. E. Mag li o ne, S. Malello, L. Masc u i. C . Mo111 e sissa. C. Pe ruc cio . G. P.:zzoli . A. Pil lon i. G. Po m pa. L. Po zz i, A. Romagno li . F. Scat07,./,a . F. Trclll i. F. Va ll'rè.

Fotolito : Studio Lodo li . Roma

La pubbl ic:t~ionc dci lavori è subordinai:! al la valutnzionc del Com itato d i Rt:daziom: cd i IC,ti c il mmcri:tlc il luslnuivo inviati non verran no restituiti. Le opinioni espresse dagli Autori non impegnano la responsabi lilà della Rivisia. l lavori inv iati per la pubblicazione dovranno e~sere inediti: le eventual i labelle, figure e grafici dovra nno essere numerati e corredati da una sintetica didascalia; la bibliogr-~fia tlovr:ì essere redalla cot-rcunmenw. Ciuscun arti colo. inoltre. dovrà essere accompagnato da un breve t·iassunto in italiano e in inglese. da una foto a colori fonnato tessera e da un curriculum vitae dell'Autore. l lavori. in duplice copia. nella ste~ura definitiva . corretti c firmat i dal l'Autore, dovmnno essere indiriz1~1ti a: Comando del Corpo Veterinario dell'Escrcilo. Pi:mm Maresciall o Cittrdino, 49 · 00 195 Ro ma.


STUDIO PRELIMINARE SULL'EFFICACIA DIAGNOSTICA DELL'ESTRATTO PROTEICO PURIFICATO DI PSEUDOMONAS MALLEI (MALLEINA PPD) Archilei R. (*), Rosso L. (**), Lusena U. (***)

2


RIASSUNTO

SUMMARY

Allo scopo di ottimizzare la diagnosi allergica della morva è stato prodotto, secondo la metodica di H. Huitema dell'lstituto Veterinario Centrale di Rotterdam, un limitato quautitativo di malleina PPD. Sono state effettuate in campa prove compamtive su animali sensibiliu.ati. La malleùw PPD ha dimostrato i seguenti vantaggi pratici nei confronti della malleina tradizio nale: f acilità di esecuzione, facilità di lettura e di iulerpretazione, inoculo ridotro. Gli aspetti positivi soprariportati sono tali da spingerei ad effettuare ulteriori verifiche.

In order to optimi<.e glander's allergie diaguosis, a liti/e amount o.f PPD mallein was produced according to H. Huilema (Centra/ lleteri nary l nsitu te - llolterdam). Comparative tests were performed on sensibi/ized animals, in the fie/d. PPD mallein showed the followi ng p ra ctical advantages: simple handling, reading antl e••aluation, minimal inoculation. The positive aspects above persuatled us lo get.furlher investigatiom.

LYf RODUZIONE I l Centro Stu di de l Corpo Veterinario M ili tare produ c~ Ja malleina necessaria alla pro va allergica per la diagnosi dell a Morva. L' allergene viene period icamente fornito all'Istituto Zooprofi lattico di Foggia che provvede alla d iluizione e alla distribuzione sul territorio nazionale agli Enti civili che ne fan no1i chiesta. La malleinizzazione viene effettuata negli equidi per via intra palpebrale sia ne l caso di un so~pctlo clin il:o. sia ne ll e imporrazion i da Pa esi a rischio. Pur essendo un test di provata efficacia (inoculazionc di 2.5 mi per via intrapalpebrale), se eiTetluto c valutato da personale poco esperto. può essere caratterizzato sia da clillicoltà esecutive sia da dubbi intcrprctat.ivi legati ad un ' edema più o meno accen tu a to da asc r iversi a l pu ro evento traumatico. Per quanto sopra, al fin e di fac ilitare l'esecuzione dell a pro va con un inoculo ridotto a 0. 1 mi, evi tando reazioni aspcci fiche cci agevolando la lettura. ci è sembrato oppo rtuno utilizzare ceppi vari d i Pseudom o nas mall ei, seco nd o la melodica seg uita da Hui te ma. ( l ) per produrre , parallelamente ad un lotto di malleina "tradizionale··. un pi ccol o q ua ntitati vo eli ma ll ein a PPD. Di tale produ;.t,ionc ~ stata saggiata. s u bo vini . !'·'efficacia" c la ·' pote nza·· mentre l'··i nn oc u itiì'. è stata saggiata s u equini. La cavi a. pur se s pecie rcccniva, è stata volutamente esclusa dalla sperimentazione perchè, in precedenti esperienze condotte da Piccininno (2), ha fornilo risulta! i non molto probanti .

MATEIUALl E METODI Preparazione PPD - Sono stati util ii'.l.ati i ceppi 325. MAN, MORVA. Le colture, arricchi te con passaggi successivi su Potato lnfusion Agar Glicerina. sono state semi nate in bottiglioni di brodo Sou lon. pn:-.ti ad incubare a 37°C per circa 50 giorni . Ottenuta una cresci ta abbondan te è stata effettuata una stcri lizzazionc a vapore rluentc per tre ore. Esegu ita la prova di sterili tà, è stato raccolto il surnatantc per s ifùna1t1cnto mentre il sedimento è stato conge lato per esse-. re utiliaato successivamente per la sensibilinazione dei bovini. Il sumatante. fil trato per carta e qu indi cen-

Cohurè di P~udomon.t') IIKtllci ulili l'ttttl: (">Cl la produ. zione di malleina. malleina ··nmw·· e malleina diluita. 1'\..:l la pagl!la :1 ri anc,l: mall t:ini.~z:lt.mw.; :>-L't:Uudo 11 rm:LL•do di Lanfrnnch1.

tri fugato l volte :1 -+.000 rpm per 20 minuti. portato il pH a 8,3 ± 0. 1 con NaOI-l 4 . è stato lasciato sed imentare a lempcralllra di refrigerazione per una notte; all ontanato il sed imento è srato aggiunto acido tricloroacel i co al -W% nel ra ppo rto l: l O aciclo/malleina. La miscela così ottenu ta è stat a lasc iata a tem perat ura ambiente una sellimana al fine di far prccipitnrc le· proteine. È stata effettuata qu ind i una centrifug azione a 5.000 rpm per 30 minuti: il sedimento. dopo ripetu[i lavagg i con NaCI 5<Jf-, è stato risospeso con una soJu-

3



~!.'1 1~1 p;~ginil 11<.: <.:

a fianco c .t dc!-.lra: r~ud t fet i:! prndul io

brudocolture di 1'. mal lei.

z io ne eli Na 2 H P0.1 2 aq/ 17,8 gr NaOH 45"ìU2 mi - H 10 disL a l 000 mi che ha solubilizzato di nuovo le protei ne ro rtan clo il pH a 6,7. Un'ulteriore cemrifugazione ha permesso di allontanare impuritù res idue. La concentrazione eli proteine, determinate con il metodo Kjcldhal. è risultata di 42 mg/ml. Dopo una SlCri li7.7.a%iOilC a vapOre J'lucnlc per 40 minuti è stata aggiunta un' eguale quantitìl di soluzione glucosata tampone in modo da ouenere una soluzione contenente 2 1 mg/inl di proteine. Tale soluzione. stoccata in congelatore. è stata ulteriormente d iluita. pri ma de ll 'utili zzazione. co n una soluzione gl ucosata al 7% con l' aggi unta di reno! o allo 0 . 5~ , in modo tale da oucncrc una soluzione contenente l mg/ml di rnalleoprotei na. IJrova di crticacia in campo ( l ) Sen sibili zzazi one : sono stati inocu lati nove bovin i l'risoni mas<..'hi. el i 12 mesi d'età e del peso di circa tn: yuintali. con l mi di una emulsione co ntenente eguali q ua nti ti1 d i sedimento e di paral'fin a liq uida. L' inoculazione è stata effettuata all a giogaia all'a ltezza della punta del petto. Si è vcri i'icata una rca1.ionc infiammatoria molto ev idente che. a distanza di qu indici giomi. ha lasciaLO una tumefazione della grandezza di un uovo di piccione riclouasi dopo un mese e mezzo all a grandezza di una noce. (2) Test eli "potenza.,. cl'fcuuato dopo due mesi dalla sensibi 1i7.7.azione: 5 bovini sono stati inocu lati sul lato sini st ro del col lo in q uallro di versi punti con O, l mi eli rnalleina PPD. come illustrato a fianco. a 4 bovini è stata inoculata la malleina. proclolla para llcla mcmc al PPD secondo il metodo tradizionale, nella quanlitù e secondo la metodica prevista (2.5 ml per via intrapalpebrale): 2 bov in i non sensibili z7.ati son o

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5


Ta hc lil· ri a~MIIlliVL' dci sq:uc111i pa1;11nL'tri: tempe rature. 'Pc,,nrc della cute nd punto th inoc.:ulo ( J>J>I)),carauc.:rislichc inoculati con il mctmlo Lanfranchi. caraucristichc dell'inoculo ùi scn~ibilìnaz i onc. Lcgenùa: G =gonfiore S ='colo cnngiunti,·alc C= congiuntiva L= h.!crima7ionc

dcll'o~.:~:hio

111.:i bovini

TabeUa l Bovim

l

TEMJ>ERATL:RA T. O

2-th

48 h

72h

37.82

37.68

37.87

37.87

U ! 1.4 2.3 2. 1 2.3 3.2

0.9

2.5 2.2 3.0

2.5

2.0

2.5

12

13

1.4

1.2

1.1

J8.24

38.47

4

5

.17.99

38.D7

38.40

JM. I9

38.02

38.45

7

38.15

38.48

38.00

:llU'l

1.3

1.2

37.67

37.RO

1.2

0.9 1.0 1.7 1.7 1.6

1.6

J.S 1.7

37.78 :l7.7K 0.9 0.8

1.6 1.7

1.8

1.8

1.8 L.6

0.9 0.8

l.7

J.4

J.S

1.6

1.9

1.7

0.8 0.8

1.6

1.3

1.7

1.5

2.3

1.5

0.9

2.0 2.1

1.8

1.8

2.1

2.0

38.22 31\.22

0.9

38.27 38.27 Il

:u

2.5

-

-

- -

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

3!1..1-1 38.44

38.05

- -

-

-

-

-

-

-

-

-

- - -

:\8.05

38. 17

38. 18

:18.1 8

-

CON1 38.35

CON3 38.43

6

38.60

38.66

-

-

- - -

-

N

-

-

T

R

0.7 0.9

1.1

l.O 0.8 0.8

0.7 0.9

l. l

1.3 0.9

0.4

0.3

0.6 0.5 0.6

0.4

0.4 0.5

0.4 0.4

0.5 0.6 0.5

0.5

O..l o.s

-

-

0.7 0.9

38.80 38.50 l.O 0.7 0.9

38.68 38.68

-

-

-

- -

-

-

-

-

-

-

Modct.to bpcssime nro de lla eu le.

-

-

-

-

T ume fazione gr ande;r,za noccinl a, rrcdù<~. li sci:~. mob ile . duro-d astica.

-

-

-

-

Tumefazione grande~za noce l iscia. fredda. duro -e lastic a. adercn1c cute mobile.

-

-

-

-

-

- -

-

nonnale G. -r+ S . ncg. C. nor nnrm~le

G.++ S. ncg.

-

- - - -

c o CON l 31\.45

-

- - - -

-

-

-

-

G.+++ S.

po~.

<.i. ++ S. ncg. C'. ncg.

o

L

L

grande~za nocciola. lbcia. fredda. mobile,

G. ++++ Tumefa:done Con g. i per

duro-ela~tica.

G.++++ S. pm•. lper

Rca~.ionc

G.++

Tumefaz ione g randezza nocciola. liscia, fredda, mob ile. cluru-c la,Lica. cute aderente.

G.++ S. TIC!(.

S. ncg.

G. ·I H S. ncg.

S. ncg.

C. nnr. nurm~lc

Tumcfationc grandctL:l nocciola. liscia. fredda. mobile. duro-cl:t~tica.

normale nonnale G.+++ S. neg.

- -

38.16

-

-

-

9

-

-

-

72h

1.8 2. 1 2. 1 2.3

38.20 38.20

8

1.2

48 h

1.1

1.2

1.0

6

1.4

24 h

Tumefazione grandezza uovo aderente. cute mobile, duroc l:htica. mobile fredd:t. liscia.

38.45 38.45

0.6 0.8

3

1.1

r. o

72h

1. 1 0.8

O.R 0.6 2

48h

24 h

T. O

CARA"rrERISTICHE INOCULO DI SENSIBILIZZAZIO:'-IE

C t\R \ TTERISTICIIE OCCHIO SX

SPESSORE CUTE

modcstis'i ma.

G. H++ Tumcfu'l ione g randezza noc-

l

ciola, liscia, fredda, mobi le, duro-c lastica cute aderente.

Tabella 2

-

-

-

-

NO.K lNOCùl.A TO

-

-

-

-

NON INOCULATO

normale G.++

L.

1\onnal. ;-.!ormai. S. ncg. L.++

NON INOCU LATO


Tabella 3

Spessori cutanei ed aumenti medi nei punti l, Il , Ili e IV. T. O

24 h aumcmo

PPD l

0,97

lo;97

LO

2.47

1,50

2,50

PPD2

0,70

1, 17

0.47

1.30

0,6()

PPD 3

0,90

1,67

0.77

1.70

PPD4

0,82

1,50

0,68

PPD 5

0,97

2,22

CONTR l

0,80

CONTR 2

0,37

6 gg. aumento

9 gg. :tumentO

1,53

1.85

0,87

l,l!O

0.63

1,22

0,52

1.02

0.32

0 .95

0.25

0.80

1,73

0.83

1.55

0.65

1,38

OAl>

1,65

0.83

1.72

0,90

1,40

0.58

1,25

0,43

1,25

1.87

0,90

2, .1 2

1,15

1.72

0,75

1,40

0.43

1.13

0,33

0,90

0,10

0,80

0,0

0.80

0,0

0,80

0,0

0,55

0, 18

0.50

0, 13

0,42

0,05

0,37

0,0

0.37

0.0

48 h au mento

72 h aumemo

stati inoculati pe r via intradermica con PPD: l bovino non sensi bi lizzaw è stato inoculato per via intrapa lpcbrale con il merodo tradizionale.

Con1parazione

(3) Lettura

(a ) Tnocu lazione intrade rmi ca : dopo le prime 24 ore. nei bovi ni sensibi lizznti. in ogni punto di inoculo, si è verificata una .sensi bile tumefa7.ionc con un sign ificativo aumento dello spessore dcJla cute. come risulla dalle tabelle l. 2 e 3. Alla 72° ora la tume f'azione ha raggiu nto il mass im o sviluppo: la dimi nuzione riscontrata in un bovino a!l:J 48° è da auribuire, pres umibilrnente. ad un CJTorc di mi surazione. infatri a lla 72° ora la reazio ne era si mi le alle altre. Nei due bovi ni non sensi bi lizzat i 1' aumento di spessore è stato el i modesta entità e f ugace, infatti alla 72° ora si era già ridono a livelli non signi fica livi. La fi gura a fianco riassu me r incremento medio dello spessore cutaneo nei quattro punli: i ril evamenti sono stati effettuati fino al 9° giorno dall'i noculo: le due linee pitJ basse si riferiscono ai conlrolli. (b) lntrapalnebroreazione: i bovini sensibilizzati, inoculati per via intrapa lpcbralc. han no mani l'c staiO al la 48° ora un ' intensa reazione edematosa che ha raggiunto i rnassimi li velli

sette carnpioni

0,5 0,4

0..3 0.2

O,l

o~------~~~-=~========~==~ o .3 ;. 5 2 6 IO

7


8


t\ ~ini,lr.a. Rca1ionc intr.tdcrmica: C\ it.lcntc. reaL.so~ ~tu~tnca n~i quanro punti d• moculo. A li,·ello della giogaia è e\'i· dcmc l'c,no della inoculalione di scn,ibili77:~7innc. .:\ ,jm~•r~t m b:h~o. Contn.>llo: reazione imrapalpebralc clao~ica >U '0&·

gcltt> 'tll,ibi liuato. Sono. Prova di i11nocuitil: assenza di reazion i

~~~

Tabella 4

Prove di inocuilà: confron10 Ira PPD c PPD olandese.

RISPOSTA

TIPO DI ESTRATTO

24 h

48 h

72h

l

PPD

:t

-

-

2

PPD

-

-

-

3

PPD

:t

-

-

4

PPD

:t

±

-

5

PPD OLANDA

±

-

6

PPD OLANDA

+

:t

7

PPD OLANDA

:t

-

-

8

PPD OLANDA

:t

-

-

CAVALLO

N.

soggetto

no11 ~cn,ibi li tt:nu.

a lla 72° o ra pe r poi regred ire. Lo scolo oc.:u lo-congi unti valc è stato un ri lievo no n costante. Il bo\·i no non scns ibilizzato ha man ifes tato alla 24° o ra un modestissimo gonl'i orc regred ito alla 48° ora senza lasciare seg ni apprezzab ili . Nessuno deg li ani mali inoculati. sia per via intradcr mic a c he intrapa l pcb ral c. ha mani fes tato rialzo termico (vedi tab. l c 2).

* Il

Col.vet Roberto ARCHI-

LEI, pro ve nie nte dal 2° Co rso de ll 'Accade mi a di S a nit à MiHtru·e lnterforze. ha conseguito la laurea in Medicina Veterinaria a Torino nel 1973. Dopo un breve periodo presso la Direzione di Veterinaria della Regione M ilitare o rd-Ovest. è stato trasferi to al Cen tro Stud i de l Corpo Vete rin a ri o Mili tare o ve h a r icoperto l ' incarico d i Uffi c inle addetto al 2° Reparto. Dal 1978 al 1980 ha prestato servizio presso il Reggimento Carabinieri a cavallo in qualità di Dirigente del Servi.liO Veterinario Reggimentale. Assegnato n uovamen te a l Ce nt ro S tud i ha ricoperto g li

9


Prova di innocuità: è stata elleltuata inoculando O, l ml di PPD, contenente 2 mg/m l eli mal leoprote ina. ne lla pa lpebra inferiore dell ' occhio si nist ro di 4 ca valli. Para llelamente è stato inoculato per confronto O, l mi di est ratto prote ico purificato di R mallei prodotto dal Centrai Yete rinary I nstitutc di Ro ttcrdam ad altri 4 cavalli. Come risulta dalla tabella 4, tutli i soggelli hanno presentato dopo 24 ore una lieve reazione che, rapidamen te rcg re di ta, era scomparsa alla 48° ora. l cavalli n. 5 e 6 inoCliJati con PPD o la ndese hanno avuto una reazione leggermen te più intensa ma egw.J imentc rugacc.

incari chi di Capo del 2° Re parto, Di rettore Tnterin ale e Direttore in sede vacante. Ha fr eq uen tato il 3 ° co rso teorico-pratico su "La vigilanza ig ie nico sanitari a e annonaria dei prodotti alimentari della pesca" ed il corso di aggiornamento in "Tecnologia e controllo igienico-sanitario dci prodotti caseari". Specia lizzato in malattie de i piccoli animali è autore di pubblicazioni scientifiche riguardanti la cl inica, la microbiologia, .la parassitologia e l'ispeziobne degli alimenti. Ha partecipato, in qualità di deleg ato italia no , a numeros i congressi internazionali sul! ' igiene degli alimenti. Attualmente è Direttore del C e ntro S tud i del Co rpo Veterinario Militare.

10

CONSIDERAZIONI E

CONCLUSIONI La ridotta quantità di liquido da inocu lare, O, l m! ri spetto ai 2,5 ml della mallei na tradizionale, che conse nte un a maggiore prat ic itù ne ll e manualità operative ed un traumatismo inferiore re ndono la ma llcinizzazio ne con l'estratto proteico purificato di pi ù fac ile esecuzione c di piti facile lettura rispetto a quella condotta con la mallc ina classica la c ui c iTi cacia è stata pera ltro confermata. Le prove condotte s ui bovini hanno dimostrato l' efficacia del prodotto mentre ]c prove s ui caval li han no

(* *) Il Cap. v et. L uciano RO SSO ha freq uentato per tre anni l ' Istituto di Malattie Infettive dell ' Università di Perugia in qualità di allievo interno ed ha conseguito la laurea con lode nel !.984. Assegnato al Centro Studi del Corpo Veterina rio Mi li ta re nel 1987 si è dedicato. in qualità di laboratorista, sia alla microbiologia alimentare che clinica. Specializzato con lode in ispezione degli a limenti di origine animale presso l ' Università di Napoli ha eseguito ricerche riguardanti la microbiologia, la parassitologia e le malaltie infetti ve, divenute oggetto di comunicazioni nel le sedi congressuali della Società Italiana delle Scienze Veterinarie. Attualmente è Cap o del 2° Repa rto de l Centro Studi del Corpo Veterinario Militare.

permesso eli saggiare l' innocui tà dell'estratto proteico purificato da noi prodotto e l'assenz.a di reazioni aspec ifiche di rilievo. pur non sca1tando a priori la possibilità di reazioni "crociate'·. J 1isultati incoraggianti emersi da q uesta prima prova in campo ci spingono ad ulteriori verifiche.

BIBLIOGRAFIA: l ) Hu it crna Il. ( 1969). PPD M all e i ne, T ijdsch r. Diergeneesk .. deel 94. aft. l O. 2 ) Picl:ini nno G. e t coli. ( 1978). Indagini preliminari sulla purificazio ne e s w ndard izza zione della malle ina bruta a scopo d iag nostico, i\ui S ISYET 32.

(*"'*) Il Cap. vet. Umbeno LUSEN A ha freque ntato il 16° corso Accad em i a Sanità Militare Interfor ze, laureandos i in Me dicina Vete rin ar ia presso l'Università di Torino nell990. Dal 1991 presta servizio in qualità di Ufficiale addetto al l o Reparto presso il Centro Studi del Corpo Veterinario Militare. H a partecipato a l l o corso teoJicopratico s ulla " Patologia cardiovasco lare dei pi cco li a nimali" presso l'Università eli Torino e tuttora è specializzando in Ispezione degli alimenti di origine animale presso l'Università di Napoli .


SU DI UN CASO DI NEOPLASIE STROMALI, BILATERALI E MISTE AL TESTICOLO DEL CANE A. Zanghì (*), G. Catone (**), S. Cristarella (***)

lJ


RIASSUNTO

SUMMAR Y

Gli autori descrivono 1111 caso di neoplasie testico/ari miste bilaterali nel cane. L'aspetto più caratteristico è rappresentato dalla presenza di neoplasie e di cellule di Serto/i e di cellule di Leydig in entrambi i testicoli, ma altresì. di una neoplasia a celfule della granlllosa iu 11110 solo di essi. Quest'ultima risulta rammente osservaUt nella gonade maschile. Tutte e tre le f orme tu morali, ascritte al gruppo delle stromali gonadiche, sembra110 avere una origine comune.

The Authors describe a case of bilatera( mixed teslicular tumours in the dog. The most characteristic asp ect was the preseance of Sertoli-cell and Leydig-cell t umour in both testicles. H.owever a granulosa-celi tumour was also present in orte testicle and this is seldom observed in male gonads. The three t umour j orms, which al/ beltmg to the gonadal stroma group, seem to have a common origit1.

INTRODUZIONE

Le neoplasie testicolari del cane rapp rese ntano 1'85 -90% d i que ll e osservate nei mammi fe ri domestici ( N.ie lsen e Lein. 1974; McEn tee, 1990). La elevata incidenza è senza d ubbio legata, alme no in p arte. al fatto che nei maschi d i altre specie da redd ito (equ ini . ru minanti. suini ) la gonadectomia o r a bba ttimen to sottraggono ogn i po ssi bi lità di verifica con il progredire dell' età. Sotto il pro fi lo ctiopatogenetico sono stati ip otizzati vari fatt ori (ge netici, encloc ri n i, tra umatic i, e tc .) (Mostofi, 1973 ; Roberts, 1986), ma no n esistono. né per il cane né per altre specie. ricerche che comprovino tal i ipotesi. Fattori di rischio noti da tempo sono l 'età avanza ta , la ra".za. il criptorchicl ismo e le e rn ie ingu inali (Hayes e P end crgrass, 1976: Weavcr, 1983: Susa nec l e Withro w, 1986: Prange et al. ,l 987; Nie lsen e Ke nnedy. 1990).

Cane, meticcio, 8 anni. A NAMNESI- Libido norma le con accoppiamenti fertil i fino a ll'età d i 4 a nni ci rca : success ivame nte accop piame nti sterili. p ur con libido nella no rma.

Le ncoplasic tesLicolari piLI comuni sono i sertoliorni (TC S), i tumori a ce ll u le d i Leydig (T C L) e i seminomi. Nel cane esse p ossono riscontrarsi isolata mente o coesistere nel medesimo testicolo (tumori misti) (Nie lsen c Lc in . 1974; Susaneck c Withro w, 1986). Ne lla maggior parte dei cas i si tratta el i una associaz ione senù noma-T CL o sc mi noma-TCS ( Nie lsen e Le in, 1974; Prange et al. . 1987) . Meno freq ue ntemente i tumori misti s i riscontrano in e ntra mbi i testicoli (Madcwcll c Gordon, 1987).

ES AME O B IETTIV O PA RTIC O LARE - Notevole asimmetria della regio ne sc rotale p e r a ume nto eli volume dell' emiscroto dx. Alla palpazione il testicolo re lati vo appare eli forma ovoidale, legge rmente appiattito sulle due supe1f ic i, co n qualche piccola bozzellatura; la consistenza è dura. !ig nea; l' e pididi mo è p iccolo . apprezzabile con diffico ltà . Il testicolo sx è assai piccolo . el i fo r ma allunga ta e di con s iste nza flaccida, mentre l'epid id imo presenta dimensioni no rmali. persino superiori a quelle del d idi mo .

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C ASO C LINICO

Sopra: scrtoliom~ imratubulare. Evidente la fonnal.ionc di lobuli :ld opéra di grossi fasci connètlivn li. (EE. A .. x 48). In apertura: lcsticoli in sezione lf)ngirudinale. A sx

ilwmore a cellu le d i Se1toli occupa quasi per intero la superfice di sezione. A dx sono visibi li J>iccole arce rotondegghuH i od oval:ui cd Hrcc grigi:1 "trc.

Emessa diagnosi di neoplasia per il testicolo cix e di ipotro fia conseguente p er il testicolo sx, il soggetto vi ene sotto posto ad o rc h iecto mi a bi latera le. ESA ME A N ATOMO-PATO LOGIC O - L'organo ci x . regolarmen te rivestito dall' albuginea, è aumentato d i volu me (cm 4 x3x2,3) la forma è g ro ssol aname nte o voidale, con superfic i irregolari per la presenza el i piccole bozzellature che ne alterano il pro fil o; la con s is te n za è d ura . !igne a. La vaginale comune appare assottig liata.


Deuaglio. Fomwzioni simil-mbul ali in gran parl~ di motk ,rc <.: Olll<tk" llt i cel lule th Scrtùl i sol itamente dispost~ in unico strmo. <E.E.A .. •x 120). tl im~nsion i

Gran parte dell a superfic ie di taglio è occupata dal tessuto neofornuno (cm 3.5x2.6x2). irregolarmente lobulato c di colori to grigiobi ancastro. Il paren chirna testi colare, eli aspetto compatto e di colorito giallobruno, è fortemente compresso tra la test a cl cll' epi cl id im o e la massa neoforrnata (spessore massimo: 0,5 cm). L' epididimo. ridotto di volume. non contiene materiale seminalc. Il testicolo sx presenta dimensioni ridotte (cm 3x l,6xl), forma allungata e consistenza molle. llaccida, tanto da rendere difficoltoso il taglio. rn sezione. invece di un parenchima omogeneo. si evidenziano alcune forma"Lioni rolondeggianti od ovalari, giallastre, aventi dimensioni comprese fra 0.2 e 0,7 cm. intercalate ad aree grigiastre, irregolari, sparse fra le prime. L'epididimo è di volume ridotto e privo di materiale seminale. Frammenti di entrambi i testicoli sono fissa ti in formaiina tamponata al l 0% e in Bouin-Hollande e inclusi in paraffina; le sezioni di 4 um sono colorate con Ernatossilina Eosina-Arancio e PAS.

ESAME !STO-PATOLOGICO Tes ti co lo dx - Il parenchim a testicolare. ridottissimo, è costituito da tubuli seminiferi au·ofici. li tessuto neoplastico appare non uni fo rme riflettendo due di fferenri modalità strutturali. Qu e lla maggi ormente rappresemata è un TCS, costituito da form azioni similrubulari . che richiamano i tuhuli seminiferi. eli dimensioni variabi li (0 15-150 J.llll) e generalmente privi di lume. All'i nrerno sono presenti cellule avemi le caratteristiche delle Sertoli mature, solitamente disposte in unico strato addossato alla parete delle strurture similtubulari pii:• piccole ma che tendono a stratificarsi in quelle piLJ grandi. In quc te ultime si evidenzia spesso una parziale suddivisione ad opera di sottili fasci connettivali che dalla parelc si portano verso il centro. La nco pl as ia è de limitata. all a periferia, da grossi fasci connettivali ch e si affo ndan o ne l parc nch irna neofonnato con suddi visione in lobuli . Addossata al TCS si riscontra un ' arca ncoplaslica. ben deli mitata.

di fo rma sferiea, di ametro 0.5 cm circa, costituita da cellule di Leydig (TCL) . raggru ppate in picco li ammassi e da un abbondante stroma con nctlivale di supporlo riccamentt: vasco larizzato che conferisce all a neoplasia un aspello pseudoadcnomatoso. Le cellu le di Leydig: si di stinguono da quelle ordi narie per le dimens ion i variabi li . la fo rma policdtica o rotondeggiantc con limiti ce llul ari non sempre evidenti ; il c itoplasm a è eosi nofilo di aspelto laccato o granulare o, ancora, chiaro per la presenza di lipidi sotto forma di vacuoli otticamenre vuoti, talvolta particolarmen le numerosi (cellule schi umosc). Sono prese nti talvolta pi gmenti .lipocromici e granul i PAS pos itiv i. Anche i nucle i hanno di mensioni varia bil i, non d i rado assai cospicue. Testic o lo sx - Aspe tlo non uni forme per la presenza di arce di parcnch ima tcsticolare atrofico. locali zzate prevalentemente in sede periferica. sub-albuginea e di arce neopl astiche, di Ire differenti tipi, talvo lta delim itate da una sotti le capsula connetti vale discontinua. Il più ampiamente rappresentato è il TCL. costi tuito da noduli multipli. di piccole dimensioni, a struttura analoga a quella gi?t descritta per il testicolo dx. Una picco la area neo plastica a cellule di Sertoli (TCS ). anch"essa an aloga a quell a osservata a dx, è visibi le in stretta adiacenza con uno dei noduli del TCL e con una terza neoplasia, rappresemata da un gruppo di forma7.ioni tubulari. eli di mensioni va1iabili (0 150-600 !Jlll) le cui pare ti appai o no cos tit ui te da va ri strati di Ci brc connetti vali ricche eli fi brociti o. nelle formazioni tubulari più piccole, di fibroblasti. 11 lume è pi[J o meno compklamcntc occupato da cellule piccole, di forma poliedrica. co n c itop lasma eos in ofi lo c 13


Leydigom;l, con abbondante stroma V(bt·olo-t·onnetli valc. l.c cellule nct>(ll n>lichc hanno ciloplasma r icca rn eme ncuol i7.7.iltO ed evidente ()Ol i morfismo nuckarc. (E.E.A .. x 300).

nucleo rotondeggiante. di dimension i non uniform i con cromatina a blocc hi grossola ni. All a peri fe ria. tali cellu le sono disposte in uno strato continuo, addossato alla parete tubulare, mentre sono dist1ibuite disordinatamente verso il centro. La morfologia e la disposizione di tali cellule appaiono si mi li a quelle cleli a granulosa del foll icolo ovarico. La formazione el i cavitiJ anche grandi. simi l-

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antrali, talvolta occupate da materiale eos inofilo, di aspetto granu lare, rafforza tale analogia. Tranasi. con ogni verosimiglianza. eli un tumore a cell ule dell a gran ulosa (TCG).

CONSIDERAZIONI L'aspetto pii:1 caraucri stil:O del caso descritto è rappresentato dalla prcscn~a di ben tre d ifferenti forme neoplastiche (TCL, TCS. TCG). eli cui 2 (TCS +TCL) al testicolo dx e 3 (TCL + TCS + TCG) al testicolo sx. La neoplasia più grande, cliagno-

stienta in sede clinica al testicolo cix è un TCS. di tipo intratubulare, istologicamente si mile a quello descri tto nel bovino da Zanghi et al. ( 1992) e sostanzialmente costitu ito da strutture simi l-tuhu lari neoformate, di dimensioni estre mamente vari abili (015-250 1-1111). In questo caso, tuttavia. lo svi luppo dello stroma connettivale è tale da conferirgli un aspetto lobulato. l dati clinici posseduti escludono l'esis tenza d i segn i rif'cribi li all a «Sindrome femm i nil izz.antc» osservata sopraltutto in soggetti criptor-


Tumon: a •~lluk dcii:• granulo<a. Fonna7ioni lubulari <h lnnna' dimen,ioni 'ariabili ~<>n lume .-..:~u­ p;uo d;l cellule pkcole. delimitami ca\ilà comen..:nll malcri ale C<Nnotìlo. !E.E.A .. ' ~8).

<.: hidi (13roclcy c Mm1in. 195R; Rc if e Brodcy, 1969; Pulley, 1979: Susaneck e Wilhrow. 1986) e per masse ncoplastiche d i volume elevato ( ll aye~ e Pcndc rgras~ . 1976; Ladds. 1985 ). La mancata identificazione clinica del TCL. presente sollo forma di nodu li multipli al testi colo . x. è abbastan7a comune a causa de lle sue caratteristiche di mensionali. Non altrcllanto può dirsi per la mancata

identificazione anatomopatologica. solitamente resa po~s ibilc dalla inte ns ità della pi g mentazione. la quale mancava in questo caso. Relativamente alla diiTcrcnziazionc tra i pcrp las ia c neop las ia de lle cel lule di Leydig. spesso rea liuata arbi trari amente s ul la base de ll e dimensioni (lnnes. 1942: Scu lly e Coflìn. 1952; Cotchin , 1960) riteniamo che essa trovi maggiore aiTidabilità nel polimorfi ·mo cellulare e nuc leare. ben ev ide nte ne l nostro caso e nell'assenza di tubuli seminiferì. come riferi to da Symington e

Cameron ( 1976). come pure nell'abbondante stroma vascoloconneuivak (Panebiam:o. 1960). Poco po~. iamo dire sugli aspetti cli nic i e a na to mo- pat ologi c i del TCG in quanto nel maschio, e non solo nel cane. e~so è stato segnalato solo sporad icamente ( Lanza. 1980: Madewell c Gorclon. 1987). L' a petto isto logico da noi dcscriuo è simile a quello riportato da Mostofi et al. (1986). La prcscni'.a. ce rtamente non comune. di tre differenti forme neoplastiche nello stesso testicolo trova 15


una sua spiegazione sotto il profi lo s truuurale . Secondo la classificazione della World Health Organi 7.ation, in fatti, le tre fo rme neop lastic he appartengono a llo stesso g ruppo (tumori stramali gonadic i o dci cordoni sessuali) ed al lo stesso sottogruppo (tu mori ben di ffcrenziati). A nche per Mos tofi e Price ( 197 3), del resto, queste fonn e tumorali deriverebbero da cellule stromal i de lla gonade c he no r ma lme nte hanno la capacità dì differenziarsi nel maschi o in cellu le eli Leydi g e cellule di Sertoli e nella femmina in cellule dell a granulosa. de lla teca e lutei niche.

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(*) Il prof. Antonina ZANGHJ' si è laureata presso l'Università degli Studi di Messina nel 1975. Ha svo lto la s ua attività di ricerca presso la Cattedra di Oncologia Comparala degli animali domestici e successivamente presso !"Istituto di Ostetricia e Ginecologia della Facol tà di Medicina Veterinaria. Professore Associata di Patologia della Riproduzione e Fecondazione Artificiale presso la medesima facoltà. Socio di alcune Società Scientifiche nazionali

18 ) ROB ERl'S S .J.: Veterinary obstetrics nnd genit;tl discas<.! s. (T heriogenology ). Pubi. Author, Woodstock, Vcrmont. 19R6. 19) SCULLY R.E.. COFFlN D.L. Cani ne testicu lar tumors •vith special rcfcrcncc to thc:ir histogenesis, comparative morphology. endocrinology. Cancer, 5. 592-605, l 952. 20) SUSANECK S.J. , WITHR OW S .J .: Turn ors o r the cani ne male

(**) Il dott. Giuseppe CATONE, nato a S. Teresa di Riva (ME)

il 30/10/56, ha conseguito la laurea in Medicina Veterinari a presso l' Università di Messina nel 1982. Dal 1987 è ricercatore presso l' Istituto di Ostetricia e Ginecologia Veterinaria di Messina. Incaricato del l' insegnamento di Andrologi a Veterinaria per l' anno accademico 1992/93.

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(***) li dott. Santo CRISTARE LLA, nato a Bova lino (RC) 1' 8111/57, ha conseguito la laurea i n Medicin a Veterinaria presso L' Uni versità di Messina nel 1983. Ha usufrulto di un assegno di ricerca sanitaria fin alizzata a tempo pieno (progetto 14/M) su: « L' ipofertilità del maschio dei picco li ruminanti domes tic i ». Dal l 990 è ricercatore presso l'Tstimto di Ostetricia e Ginecologia Veterinaria di Messina.

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LA TENEREZZA DELLA CARNE IN RELAZIONE AI PRINCIPALI FATTORI FISIOLOGICI E ZOOTECNICI ED AI FENOMENI DELLA FROLLATURA Vidoni A. (*), Rosa P. (**), Chizzolini R. (***)

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INTRODUZIONE

TI concetto di qualitù della carne è comprensivo di numerose caratte-

ristiche la cui importanza varia in funzione delle esigen;e specifiche delle singo le rasi di produzione, lavorazione e consumo. Il consumatore, raggiunto un soddi sfacente li vello di disponi bilità della derrata, ha mmurato una sens ibilità nuova verso i vari aspetti della qualittl di tale alimento c si presenta ora su l mercato con esigenze più sp.iccatc in tal se n ~o . Le caratteri stiche qualitative più ricercate per quanto concerne la carne, specie se desti nata al commercio allo stato frcsw, sono quelle legate agli aspetti della tenerezza u consistenza. della succos ità e del colore. Da parte de l co nsumatore. al momento del consumo vero e proprio, la consistenza è. al presente. considerata la piLl importante componente quali tati va ed è p referita alla succosità ed al colore. La consistenza della carne è il risultato di un insieme di caratteri in cui le singole componenti del muscolo giocano ruol i diversi e tra esse le proteine del tessuto connettivo e delle miofibrille sono i principali determinanti. Le prote ine miofibril lari influ iscono su tale carattere tramite il loro grado di contrazione (durezza actomiosi nica) e di ciò l'esempio pitt ch iaro è costituito da l fenomeno della contrattura da freddo. TI tessuto connettivo. poiché costituisce la impalcatura di sostegno delle singole libroccllu le muscolari e dei fasci derivati dalla loro aggregazione, è responsabile di quella che viene definj ta durezza di base o di fondo, a sua volta in relazione con il grado di maturazione fis iologica (in vecchi amento) del collageno. La carne suina non presenta problemi di durezza analogh i a quelli che tal volta si verificano con la carne bovina dovuti a un eccessivo grado di contrazione miofibrillare o ad una marcata stabilizzazione del

tessuto connettivo. Il comin uo abbassarsi deli ' età di macellazione. c qu indi del grado di maturazione del tessuto con nen ivo potrebbero, in vece. essere all a base d i alc uni problemi di insufficiente consistenza che tal vo lra si osservano in proclol!i di salumeria (Chizzolini R. et al.. 1987).

LA STllVIA DELLA TENEREZZA DELLA CARNE IN FUNZIONE DI: TIPO, ETA', SESSO, CONFORMAZIONE E D ALIMENTAZIO NE DEGLl ANIMALI MACELLATI

La tcncrena corrisponde ad una somma d i sensazioni percepite durante la masticazione. Nessun metodo di misura è capace di liprodurre un tale i nsieme di percezioni. Diversi me todi strumentali di valutazione della tenerezza sono utili zzati a scopo speri mentale. So lamente allraverso gruppi di assaggiatori si possono valutare le clifi'erenze di tenerezza come vengono percepite d.ai consumatori. La degustazione cl'fcttuata da una comm issione a llenata permette di confrontare con molta precisione l' effetto sull a tenerezza dell a carne determinato dal tipo di allevamento degli animali e dal trattamento subito dalle carcasse. Alcuni degli apparecch i eli sti ma diretta della tenerezza (misure meccaniche) non danno risultati interamente soddisfacenti. Questi apparecchi misurano solo uno o due parametri dell'insieme dei fattor i meccanici che intervengono nella masticazione: questi apparecchi deforman o la carne ad una velocità mol to infe riore a quella della masticazione: infine la misura ottenuta dipende molto dalle caratteristiche del campione restato. I metodi indiretti (determinazioni biochimiche) sono utili negli stuùi sperimentali poichè essi permettono di apprezzare finemente, in maniera

ri producib il e. singoli as pet ti della tenerezza. La scel ta di un anima le di un particolare tipo commerciale non garanti sce affatto che la carne ottenu ta sarà tenera. Pertanto, da una categori:1 di animali ali ' altra. si sono constatate difrercnze. ma esse suno solo valutabili quando è considerata la tenerezza media delle carni degli ani mali di ciascuna categoria commerciale. Il sesso e l'età imcrvengono nella determinazione della tenerezza della carne, infalli le i'cmminc forniscono una carne pitl tene ra dei maschi mentre i maschi castrali occupano una posizione intermedia. Per quanto riguarda l' e t~\ c la precoci ti.\ (età alla quale l'animale diventa ad ulto) la tenerezza elci muscoli diminuisce con l'approssi marsi del l'età adulta: questa tendenza si evidenzia particolarmente a li vello elci muscoli classificati come duri . Le manze. in media. fornisco no una carne pi ù tenera delle vacche: inoltre gli scarti di tenerezza sono maggiori per i muscoli mediamenle teneri quali il girello c la spall a. La confo rmazione infl uisce sulla resa in carne delle carcasse, con pcuticolarc riferimento alla camc a cottura rapida. Gli ani mali classificati nella grigli a EUROP (classe U+. E) offron o un rendimento in carne netta commerciali zzabile di molto superiore alla media; inoltre, la proporzione di carne a cottura rapida è piì:1 elevata. Ciò risulta dal fatto che, a parità di peso della carcassa, i tagli mediogrossi del posteriore sono più svilu ppati. Così, per una stessa resa in carne netta com mercializ7.abile. ceni tagli risultano più pesanri, come lo scamonc, la sotlofcsn c la resa interna. Gli ani mali classificati con S ed E+ nella griglia EUROP presentano le caratteristiche proprie degli animali eli eccelle nte conformazione. La maggiore tenerezza delle carni derivate da quc:;;li an imali è dovuta al la maggior proporzione di fibre bianche da una parte e ùa un tasso 19


di collageno piì:t basso dall'altra. Tra l'insieme dei fattori di allevamento. solo la condotta alimentare è in grado di inll uenzare. benchè l i lll i1a tamcn te, la tencn.:t.t.a del l<l carne. L'a litncn ta:r.ione può interveni re su llo . tato del collageno e sullo stato di ingrassamento. La formazione di nuovo collageno aumenta proporzionalmente al ritmo di crescita di un animale. La carne prodotta da animali aventi un aecre. cimento elevato nella rase di fi ni ~sagg i o (c resc ita compensativa) sarebbe leggermente piì:t tenera . Mentre una restrizione ali mentare in fi nissaggio. mirante a controllare lo ~ l a t o di ingrassa mento, potrebbe ridutTe il grado di tenerezza. Il grasso di copertura c il grasso intramuscolare rallemano la velociti1 di raffreddamento delle carcasse: ciò è in gmdo di prevenire le contrazioni da freddo c dunque di preservare la tenere7.z.a. Inoltre. la percezione della tenerezza si accresce leggermente quando esiste un determinato livello di lipidi imramuscolari. Nelle carni grasse. il grasso diluisce i costituenti deJia durezza della ca rne: tessu to connettivo e fibre muscolari: perciò, soli tamente. le carni giudicate pitt tenere sono anche pitt grasse.

LA FROLLATUR A E L'I NT ENR-

RIMENTO MECCANICO La fro ll atu ra costituisce un mezzo naturale eli intenerimento della carne. 11 miglioramemo dell a tenercn.a è dovuto alla rottura dci legami stabilitisi con il rigor-mortis all' interno de lle fi bre muscolari . Que lO effetto risulta dall' azione di diver'i cn7im i e principalmente dalle proreasi muscolari. Per contro. la frollatura non modifica significativamente la durezza di base della carne dovuta al collageno. Per i tag li da griglia, l'ottimo di tenerezza vie ne ottenut o dopo 14

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giomi di frollatura. La conservatione sotto-\·uoto permette di prolungare nettameme la durata di conservazione e dunque di t'rollawra migl iorando così la te nerezza. Tuttavia, i diffe rent i muscoli non maturano alla stessa maniera: inoltre la velocità di frollatura varia considerevolmente per un dato muscolo da una carcassa acl un'altra. Secondo una ricerca (E. Leroux, 1988). il miglioramento della tenerezza evolve regolarnwntc in runzione del tempo per certi muscoli come la lomhata o la spa lla; per altri muscoli quali la sottofesa o la fesa interna, il mi gliommento dell a tcncreua si realizza pri ncipalmente entro la 711 e la 1411 giornata di frollatura, senza seguire andamenti regolari . Inoltre, il miglioramento della tenerezza dovuto alla frollatura non è della medesima entitit nei diversi muscoli : così la froll atura è pii:• efficace a li vello di lombata che non a carico della spalla. Fra due categorie commerciali di animali come le manze e le vacche. l'evoluzione della tenerezza dovuta alla frollatura non differisce o varia di poco nei diversi muscoli fatta eccezione per il girello dove la frol latura migliora la LcnereZI.a nel caso dei giovan i bovin i, ma non per le vacche. La velocità di fro ll atura è lenta alle basse temperaLU re; per esempio essa è 2.5 volte piì:t lenta a 0-2°C che a !0°C. L' intenerirncnto meccanico delle carni è correnrememe praticato in certi paesi, specialmente negli U.S.A ..

Gli inteneritori a lame sono costi tuiti da un insieme d i lame sollil.i cd affilate che. penetrando nel muscolo. sezionano una parte degli elelllcnti connetti vali rc~ pon sab il i della durezza di base della carne. Il miglioramento di tenerezza ollenuto dipende non solamente dal numero. dalla dimensioni c ùalla disposizione delle lame. ma anche dal numero di passaggi dell a carne ne llo strumento. Il numero deg li impall i sul pezzo

di carne condi7iona inoltre l'aspetto della sres. a. A tale proposito viene consig liata l'utiliz7at.ione eli lame di 3 mm di larghezzza mantenendo un nu mero eli impatti che va da 7 a IO per cm2 • Oltre i IO impatti per cml l' aspetto della carne si altera cd il miglioramento della tenerezza diventa scarso. In que. te condizioni di utilizzazione l'intcnerimento meccanico non modifica praticamente l'aspetto della carne; inoltre non determina un aumento delle perdite per essudazione n(: una di minu7.ione della succosità durante la degustazione. Gli inteneritori a ru lli non vengono raccomandati in quanto no n danno grossi miglioramenti in tenercua ccl alterano r aspello della carne. Rcaliuato con un imeneritorc a lame. il processo migliora significativamente la tenerezza qualunque sia il tagli o considerato; anche se il miglioramento in tenerezza è maggiore per muscoli mediamente duri come il gi rello. che non per muscoli teneri come la lombata. Questo è in di retto rapporto con il rauo che l' inteneri mento meccanico agisce sulla componente connettivale. L'inrenerimento non modifica affatto r eterogeneità della tenerezza iniziale nei diversi muscoli, ossia. non permerte di trasformare un taglio mediamente duro come il girello in un taglio tenero, ma permette di conferire ad un gire ll o un livell o di tenerezza equivalente a quello eli una lombata che non ha subito il processo di frollatura. Il miglioramento. dopo l' intcncrimento meccanico. equivale a quel lo ottenuto dopo 14 giorn i di frollatura; questo per i tagli: lombata. fesa interna. e girell o. L' intencri mcnto meccanico non mod ifica la qualitì1 ig ienica della carne a condizione di lavorare su pezzaturc igienicamente ineccepibil i e di eiJcuuare una pulizia completa dell'apparecchio c delle lame almeno due volte al giorno. La carne intenerita si conserva al pari di quella non trattata. s ia che si tratti di museo!i intçri, cond i7.io nati sotto-


BTBUOGRAFTA

vuoto o di fette cond izio nale sollo film plastico o in atmosfera modific ata; tuttavia la durata della vita commerciale della carne intenerita è ridotta all'i ncirca d i una giornata.

CONCLUSIONI Come si è visto i fattori fisio logici c he determi nano la quantità e la q ualità del tessuto connelli vo nella carne sono l' età, il sesso, la razza. il tipo di muscolo ed il tasso eli crescita. 1nentre i fatto ri post mo rtai i sono rappresentati dalla Ji-ollatura c da mclodi di inte ne rimento artific iali. La quantità di collageno presente nel muscolo è ge neticame nte predetermi nata . ma è di pendente anche dal suo turno vcr c dall a velocità eli crescita dell' ani male. Le fasi di crescita dell'animale possono essere controllate per mezzo cieli" a l irnentazione ed attraverso l'impiego d i "stimolatori della crescita·'. E' stato dimostrato che una cresc ita rapida nelle ultime fasi di ingrasso. prima di procedere alla mace lla zione dell" anirnale , inc rementa la sintesi di nuovo collageno e qui ndi la tene rezza de lla ca rne .

Per quanto rig uarda gli ..stimo latori di crescita" occorre dire c he danno orig ine a deg li e ffelli mollO variabili sulla tenerez za della carne. L'età fisiologica dell'animale rappresenta i l maggior fa no re che in fluenza la struttura del tessuto conne nivo intramuscolare, infatti q uest' ultima è principal mente do vuta alla maturazio ne delle fibre di collageno. Al prese nte so no ancora sconosciuti dei mez zi in g rado eli prevenire la maturazione delle fibre di collageno. Il conci iz io namento del prodotto del la mace ll a z ione rappre1ie nla il pu111o cruciale ciel processo d i trasfo rrnazione d e l muscolo in carne al fine el i ottenere carni piit tenere e quindi di mig liore q ualità. Durante il processo di fro llatura il ruolo principale viene svolto dagli e nzim i protco litici fra i quali si annoverano le catepsine muscolari: tuttavia non vanno dimenticali tut.t i quei metodi che tendono ad accelerare il processo sopra me nzionato e quindi i tempi di condizionamento. F ra questi am10veriamo la stimolazione elettrica delle carcasse, l' impiego el i e n7.imi proteoli tic i inte nerìtori e, non ultimo in ordine di importanza. r intcnc rimento meccanico.

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21


(*) Il Magg.Co.vet.spe Andrea VlDONI si è laureato, co.n lode. in Medicina Veterinaria presso l'Università degli Studi di Panna nell'anno 1981; ha frequentato il 71° corso AUCV ed è stato nominato Tenente in spe nell983. Da tale data ha ricoperto i seguenti incarichi: - Direttore dell'Infermeria Quadrupedi della B.Alp. "Julia" di Udine; - Dirigente del Servizio Vetetinario del Gr.a.mom. "Udine" di Tolmezzo; - Ufficiale Addetto con fu nzioni di Capo Servizio Veterinario della B.Alp. "Cadore'' (di Belluno); - Ufficiale Addetto con funzioni di Capo Sezione Tecnica del Comando del Servizio Veterinario della RMNE. Attualmente è Capo Servizio Veterinario della B. Mec. "Gorizia" (di Gorizia). H a frequentato il 9° Corso annuale teorico-pratico su "La vigilanza igien ico-sanitaria ed annonaria dei prodotti alimentari della pesca" presso l' 1s t. Zoopr. Sperim. dell'Abruzzo e Molise, ed i corsi di perfezionamento in "Legislazione sanitaria degli alimenti eli origine animale" e "Legislazione s a.n.itaria: la catena alimentare" presso l'Università degli Studi di Parma.

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(**) Il Dott. Pietro ROSA si è laureato, con lode, nel J990, presso l'Università degli Studi di Parma discute ndo la tesi sperimentale "Somministrazione di Beta-agonisti e quaJità della carne suina". Per un anno è stato f;equentatore prima dell' Istituto di Ispezione degli alime nti di origine animale quindi dell'Istituto di Scienza e Tecnologia degli alime nti. Dottorando di ricerca dal 1.11 .91 , dopo aver vinto il concorso relativo al VII ciclo del Dottorato di ri.cerca in Chimica, Igiene e Tecnologia degli .alimenti.

(***) Il Prof. Roberto CHIZZOLINl si è laureato in Medicina Veterinaria, con lode, presso l'Università degli Studi eli Parma nel 1970, ha frequentato il 46° Corso AUCV presso la Scuola del Servizio Vete1inario Militare di Pinerolo ed ha espletato il servizio di 1" nomina al Btg.Alp. "Bassano" di S.Candiclo (BZ). Nel 1972 ha iniziato la car-riera universitaria freque ntando il Corso eli Ph.D. presso il Foocl Science Departeme nt dell 'Università di Nottingham (G.B.). Nel 1975 diventa Ass istente di ruolo ed assume l'incarico di "Lavori pratici nei macelli ". Nel 1979 è Professore Inca1icato Stabili zzato. Nel l 980 è Professore Associato per la stessa materia. Ha fatto parte eli vari e prestigiosi Organismi Scientifici di Comitati Ministeriali e Comunitari e nell'arco della ventennale attività ha pubblicato moltissimi lavori tecnici e scientifici su riviste nazionali ed internazionali. Nel 1992 è stato il rappresentante italiano in seno al Comitato eli gestione cle1la carne suina presso la CEE. Docente qualificato in molti Corsi: nel 1991, presso l'Università di Caceres (Spagna), docente nel M aster in "Tecnologia del le carni" ; negli anni 199 I/92/93 docente ai Corsi per classificatori di carcasse bovine organizzati dal Ministero delJ ·Agricoltura. Dal 1991 è Direttore deli"Istituto di Scienza e Tecnologia degli Alimenti della Facoltà di Medicina Veterinaria de1la Un iversità degli Studi di Parma nonché Professore Associato di "Ispezione I" e Supplente di "Lavori pratici nei macelli" .


RICOSTRUZIONE DI UN TENDINE FLESSORE SUPERFICIALE DELLE FALANGI CON L'IMPIEGO DI UNA PROTESI DI RINFORZO SINTETICA M.Reitano (*), L.Mellano (**), A.Schiavone (***),A. Tuili (****)

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INTRODUZIO NE Tra le paloiogic dell'a ppa ra to loco n1otore del caval lo spo rti vo. quelle a carico dei tendin i occupano, corn 'è noto. una posiz ione eli parti co lare importanza. La g rande attualità di tale settore c linico è eiettata da ll a rrcqucnza dl!i lc lesioni in sede rendinea e dall' assenza. ancor oggi . di mezzi terapeu tici capaci di garantire il sicuro rccupero dei paziemi nù addirittura la riduzio ne del lungo periodo di convalescenza. Molto è slalo l'atto c scri tto sull' argomento. Sull a base de i numeros i stuui effe ttuati ~ stata piLI volle c da più pani denunciata l'i nutilità eli a lc uni interventi tc rapcutic i mo llo impiegati 111 passato quali: l' ap pli utzione di po mate vesc icanti sulla parte: la cauterizzazione; le in fi ltrazioni intra c pcri-tendineee con corticoslcroidi; l' impianto eli f ibre di ca rbon io nella compagine lendinea. Paralle lamente si è sviluppato un unanime pens iero sulla uti li tà d i li mi tare gli interventi terapcutici a: intensa terapia antiin fi ammato ria nella fase acuta. bandaggi compresSI V I ;

lungo periodo di riposo (6 mesil anno) . tenclon splitting nei casi di canalizzazioni senza c ioè lesione del le pareti: Recentemente poi a nc he g razie ali ' introcluzione nella prassi veterinaria dell' ecogral'ia diagnostica si è ri usciti ad effettuare diagnosi molto p iLI pree ise ed atte nti m o n itoraggi dell' evoluzione dell a lesione. Tale fatto ha permesso di e vide nziare la grande uti lità di una precoce ried ucaz io ne fisiot e rapica dei tessuti Jcsionati ottenibile con un grad uale aumento eli un lavoro a bassa ime nsità (passo e trotto) a partire da l mese dopo i l l rau ma. ll trattamento delle gravi lesioni tencl incc del cava llo sportivo res ta comunque un pro blema per il clinico spesso inquadrabi le in una logi24

Kennedy LAD™ Protesi di rinforzo per legamenti Descrizione Il 3M Kennedy LADH1 Ligament Augroentation Device (LAD) è costiUiito da una treccia di fili di polipropilene ad alta tenacità. Ha larghezza di 6 mm o di 8 mm. uno spessore di l ,5 mm ed è fornito in lunghezza da 6 cm a 25 cm. con incrementi di l cm. La treccia è termosaldata alle due estremità per evitare lo scioglimento dell.e numerose fibre singole. Il prodotto è fornito sterile.

Indicazioni Il Kennedy LADTM è indicato per i1Tobustire c rin forzare i trapianti di tessuto autogeno, impiegati nelle ricostruzioni dci legamenti nelle lesioni del ginocchio. Controindicazioni L' uso del prodono è controindicato in pazienti con chi usura incompleta del piatto epifisiario. È controindicato anche in pazienti con infezione al ginocchio interessato o con Jlrecedenti danni al tessuto che dovrebbe essere utilizzato nella ricostruzione chirurgica del legamento crociato anteriore. Note 11 chirurgo deve. per quanto possibile, ricopri re la porzione del Kennedy LADTM che si trova all' interno della capsula articolare, con il tessuto trapiantato. ll chirurgo deve, per quanto possibile, smussare gli spigoli ossei taglienti per rendere minimo l'effetto delle alte concentrazioni degli sforzi sul tessuto trapiantato e Kennecly LADTM. Il chirurgo deve assicurarsi che il trapianto composito non entri in contatto con superrici ossee, nel passaggio attraverso la gola intercondiloiclea. Il cont.alto con una superficie ossea è causa potenziale di abrasione del tessuto trapiantato e del KennedyTM. Per garantire l'adeguato spazio, può rendersi necessaria una plastica della gola. Il risullato della ricostruzione del ginocchio non dipende solo dalla procedura chirurgica, ma anche dal programma di riabilitazione. l pazienti devono perciò essere al corrente del programma eli riabilitazione, per raggiungere i risultati pr~fissati. Sterilità Il Kennedy LADTM è fornito sterile e deve essere tolto dalla sua confezione protettiva solo dopo aver clererrnù1ato cocreuamente la lunghezza da usare. Non si tleve tentare di pulire e risterilizzare il prodotto, se aperto e contaminato.


superficiale delle fala ngi durante la partecipazione al Grande Steeple eli Roma il giorno 16.1.93. Vengono di seguito descritti: le procedure diagnostiche e terapcutichc immediate: r intervcnto chirurg ico eli ricostruzione del tendine con l'i mpiego di una treccia di fiLi di polipropilcne ad alla tcnacità le cui caratteristiche sono di seguito specifi cate in Fig. l; l'immediato posioperatorio; l'evoluzione della fase eli con valescenza; g li esiti del controllo ecog ra fico e ffettualo il g iorn o 29.3.93: la ri ed ucaz ione e la s itua zion e attuale.

l

r

ca di tipo spe1imentale, alla ricerca cioè <.li interventi terapeutici sempre piì:1 ciTicaci. In questo co nt~s to si inserisce l'obiettivo dell a presente descrizione clinica che è unicamente quello di offrire un contributo pratico nello specifico settore cl inico-terapemico.

MATERIALI E METODI Il caso in esame si ri ferisce all a stori a clin ica de l cav all o SWEEPBAK. P.s.i. di anni 6, effettivo alla Sezione Corse della Scuola di Cavalleri a che s i procurava una grave lacerazione del tendine fle ssore

STORIA CLINICA Procedure diniche immediate

Immediatamente dopo il trau ma, nellu sit uazione descritti ven iva effettuato u n

uvq:nuto nei tempi c

/\'J'k'llll p:ul k~ • IH I\'

dt..•lla Je,HUH'.


Fig. 4

Aspe no particolare della lesione .

Sulllra tipn Jocking-Joop.

primo intervento clinico alla fine del qu al e : s i e me tteva la diagnos i eli "lacerazione incompleta del tendine flessore s uperfici a le delle fa la ngi ante riore destro": si iniettava una soluzione eli amibiotico (Gentamici na 25 mg) e cortisonico (Meti lpred-

ni solon e acetato mg 5 0 ) sottocute ne ll'area della lesione; si applica va un bendaggio elastico compressivo. Il giorno 18 .1.93 veniva rimosso il bendaggio e veniva effe ttuato un nuovo e piĂš accurato esame:

l'esame particolare della parte evidenziava una discesu del nodello rispetto a l conrrolaterale ed un profil o a nomalo del tendine interessato: questo appariva "concavo" nella sua porzione pal mare con vistOsi rigonfi arne nti a monte ed a vall e della concavitĂ (fig.2); '"-..

la palpazione permetteva di percep ire un'evidente m anca nza eli sostanza del i1essore delle falangi in tutta l'area concava; nel terzo med io dello stinco, medialmente, si avvertiva la presenza di una parte del tendine quantificabile in circa .l /3 delle normali dimensioni : l'esame ecogrt{{ico e videnziava

26


Applicazione della protesi , irnctica.

Aspello <.Iella lì:rita dopo

~4

t.>r.: uall'irncrvcnto.

l' assenza dell'immagi ne del flessore superficiale in tutta J"area. Si confermava la di ag nos i el i lacerazione co mpleta del tendine flessore superficiale dt:!Jc falangi cd in considerazione del valore del soggetto e della sua giovane età si decideva di tentare una ricostruzione chirurgica. L'intervento chir urgico In consideraz ione degl i scarsi risu ltati offert i dall'impi ego delle fibre di carbonio nello specifico settore ippiatrico si decideva di impiantare la protesi già descritta, normalmente impiegata in ortopedia umana per la ricostruzione di legamemi. Posto il soggetto in anestes ia generale gassosa (decubito latera le sinistro) ve niva effettuata un' incisione di circa 20 ce ntimetri in corrispondenza del tratto tendineo lesionato.

Inc isi la cu te, il sottoc ute e la guaina tendinea si es teriorizzava i l tendine nessore supelficiale. Questo si presentava completamente lacerato nel terzo medio (f'i g.3 c 4). Si procedeva alla ri costru zio ne tramite: sutura tipo ··1ocking-l oop" atta a

ristabilire una continu ità tra coni in senso longituclinale;

mon-

suture complementari atte a ricomporre il tratto in senso trasversale. Ultimata la ricostruzione si applicava la protesi che. lunga 20 centi27


Fig. 7

ZONA l

metri. ven iv a fissala sul tendine ricomposto con 15 punti s taccati. (fi g.S).

tati i punti cutanei e veniva riapplicato un nuovo gesso che veniva tenuto fino a l 30° g iorno dall ' intervento.

Risuturata la guaina tend inea de l tendine 11essore superficiale si procedeva a ll a sutura de ll a c ute e s i applicava un gambaletto gessato.

Controllo ecografico dopo 70 giorni

L'immediato post-operatorio

zona l (fig.7) scansione longitudinale: - evidente ingrossamento del tendine ricostruito: - presenza di aree ipoecogene nella sua compagine: scansione trasversale: - ingrossamento del tendine l'l essare

Il giorno dopo l'intervento veniva rimosso il gambalctlo gessato (fig.6) e dopo accurata medicazione della ferita s i effettuava una nuova e pi tl consisteme ingessatura. Dopo dicci giorni venivano aspor-

2R

L'esame evidenziava:

sup. che appare dislocato late ralmente: w na 2 (11 g.8) scansione longit.udina le: - evide nte aumento eli vo lume de l tendine con presenza di aree ane<.:ogene d i grosse d imensioni: scansione trasversale: - si not a l'aume nto di dime nsioni del tendine secondo i due assi trasversali: - si aggiungono aree anecogene toncleggianti : zona 3 (fig.9) scansione longitudinale: - tendine aumen tato d i volume


Fig. 8

ZON/\ 2

poco cli sri ng ui bil e da l fl esso re profondo con irregolare ecogenicità; scansionc trasversa le: scompaginamento de ll a struuura te ndinea superfi<.:ialc: prc-;<.:ni'a di connessioni tra flessore up. c strutture vicine. In sintesi l'area an al iz:wtu prc enta un decorso caraucri7.7.ato da: iper-reazione del tessuto connettivo sotlocutaneo: presenza di adcrcnt.e tra i due tendini fl essori .

vento chirurgico il cava llo è stato sottoposto ad una ginnastica fun zionale al passo di durata crescente su lreadmjll. Al settimo mese il lavoro giornaliero consisteva in: movimento al passo per 60' su treadmill: nuoto in piscina (da l minuto a 7 ripetute di 2 minuti con imervalli di 3 minuti): il cavallo presentaYa una deambulazione norma le anche al trotto.

La rieducazionc

Situazione attuale

A partire dal 4° mcsl: dall'intcr-

Attualmente il cava iiCl è in pi<.: no

allenamento incondizionato da circa 4 mesi ed è in preparazione per il ri entro in attività agonistica che a vverrà pres umibilmente tra un mese. Vengono eli seguito descrini l'aspello clinico ed ecografico dell' arca desunt i da attento esame cli ni co effettuato in data 18.3.94: Esame obietti1•o particolare

Tendin i flessor i delle falangi aume ntati d i volume di circa il 60% .c onsistcnza al la palpazione aument ata c temperatura locale nor-

29


Fig. 9

• ZONA 3

mal e. fa tta eccezione per un'a rea ristretta d i circa 2 centi metri al di sol! o del l. osso accessorio del carpo che si presenta piLt calda e cedevole alla palpazione.

Esame ecogn~fico Sezione trasversale: Tendine fl essore superfic iale dell e fal angi di dimensioni pi tt che raddoppiate ed eeogenicamente non del tutto uni forme ,lo ~;paz io che lo separa da l flessore profondo risulta fo1t emente iperecogeno (fi g. l 0) . Orientando oppor30

lunamente la sonda s i può evidenziare il cono d'ombra originantesi dalla protes i e seguire così la stessa per tu tta la sua estensione. (fig . l l) Sezione longiludinale: Si conferma la disomogeneità e la presenza di una zona tperecogena intertendinea. (fig.l 2). E' evidente la presenza di un· arca ipoecogena soll ocutanea due centi metri al di sotto deli" osso accessorio del carpo. Il fle ssore pro fo ndo appare di dimensioni ed ecogenicità normali .

CONCLUSIONI L'esperienza clinica descritta non permette di trarre delle conclusioni in senso assoluto tntll.andosi di un caso singolo e non essendosi ancora rea li zzato il recupero agonistico conti nuativo del cavallo. La soluzione terapeutica uti lizzata ci permette però, a distanza di un anno c pi l! dal trauma. di fare alcune considerazioni: l) cJ caso di una lesione sovrapponibile a quella descritta si può ipo-


Fig. IO

Fig. Il

Fig. 12

31


tizzare l' utilità di operare una ricos tru zione ch irurgica d el ten dine lcsionalo e l'i mpianto d i un a protesi a llo scopo di dare un immediato ausi lio meccanico al la sospensione del nodello corrispondente evitando ulteriori peggioramenti e di fa vori re una cicatrizzazi one più ordinata del tendine le!i ionato offrendo una struttura base. 2 ) Si conferma la necess ità di attuare un post-operatorio fondato su un adeguaro periodo d i assol uta immobili a1 (gesso e riposo in box) e su un precoce e lungo periodo di rieducazione. l tempi e le intensità di ques te attività non possono essere stabiliti a priori ma costantemente dimensionati alrevoluzione clinica della lesione.

3) S i conferma la tendenza dei tessuti del ca va llo a granu lcggiarc molto intensamente du rante la cicatrizzazione cd in risposta alla presenza di un "corpo estraneo'' quale è la protesi impiegata. Al momento se mbra co munq ue che il recupero funzionale della parte sia stato ottenuto ind ipendentemente dal suo aspetto clinico. 4 ) Resta l'interrogati vo de lla "tenuta" meccanica del nuovo tendine durante sforzi massimali ripetuti nel tempo e la impossibilità di disporre di un caso identico "di confronto" trattato non chirurgicamente. Tn quest' ambito può essere azzardata solo la considerazione del rutto personale che la lacerazione completa del tendine fl essore superficiale delle falangi in un cavallo impegn ato nelle corse acl ostacoli porti a Ila forrnazione di un vistoso e disordinato tenonco cicatri zia le c conseguente impossibilità di riutilizzare il soggetto nella stessa specialiti1anche una volta recuperata la fun zionalitù della pm-re.

In sintesi la via chirurgica impiegata off'rc degli spu nti di rifless ione degni di nota. La valutazione della sua validitù restn.da un punto di vista puramente scientifico, im possibile per ovv i motivi statistici. 32

(*) Teo. Col. Ve!. t. SG Marco REITANO

Nato a Ronw il 19/6/1 956. Ha fretjuent~Hl l'l$" Corso dell 'Accademia d i Sanità Mil itare in l'inerolo laureandosi in Medicina Veterin<Jri;l nel 1980 presso la faco111s di Tnrino. O:tl 19$1 al 1984 ha llTe>llliO scr. iziu presso il Centro Allevnmcnto e Rifornimento Quadrupedi di

Gros.•cto. Nel 1984 ha consegui1o lo spccialiuat,lonc in Malattie dei Piccoli Animali presso la facoltà di Medicina Veteritwria di Pisa. Nel 1984 è stato traslè 1i1o alln Scuola Mililal'c di equitazione dove ha l'iCOp<'I'IO l'i 11C31iCO di Uffi · ciale Addetto all'lnfemleria. Nel 1986 ha aS>tmto l'incarico di Oirigeme del Servizio Vctcrinal'it.> presso lo stesso Ente.

Nel 1988, in qualità di Medico Ve1erioario Ufficiale della Fedemzionc Italia na di Penlathlon M oderno, è

St:Ht~

il \'clcrinario l'esponsabilc durante

l;l panccipazione ai giochi olimpici di Seoul. Dal 1991 al 1992 ha frequema1o il Corso Superiore di Stato Ma~giore (3 1° Corso Spt.-cialc) presso la Scuola di Gucm• di Civimvecchia. Nel lugUo L992 ba assumo l'incarico di Diretto· re dell'Infermeria Quadrupedi P•·èsidiaria, incarict> che ancorn rivè~t~.

È coordinatore del Centro Studi Veterinario della Fedcmzione Italiana S(>On Equestri c 111cmbro del Comitmo Tecnico Sciontilico SMc-C:ONI.

(**) Il Cap. vct. Luig i MELLANO ha conseguito la laurea in Medicina Veterinaria nel 1985 a Perugia c, nello stesso anno, l'<lbi· litazione <ùl'cscrcizio professionale. Ha frequentato 1'85" Corso A.U.C. V. ed è stato nomim1to T enente in s.p.c. nel 1987. Dal 1986 ha ricoperto l'incarico di Ufticiale addettO al Servizi o Veterinario della Scuola Militare di Equ ita zione. Attualmente è Dirigente del Servizio Veterinario dello stesso Ente.

(***} Dott. Alfredo SCH !A YONE PANNI Nato a Roma il 26/1 1/1 951 si è laureato in Medicina il 2617/1976 presso I'Universitù degli Studi La "Sapienza" di Roma. È specialista in onopeclia e traumatologia, in fisiokinesiterapia, in chi rurgia della mano, del ginocchio ed artroscopia. È ricercatore confcnnat.o presso l'Istitu to eli Cl ini c~ Ortopedica del l'Università Caitolica del S. Cuore nella quale è anche docente della scuola di specializzazione.

Si occupa principalmente di Lrau matologia dello Spon cd ha effettuato numerosi soggiorni di aggiornamento all'estero. È componente della Comm issione Medica della Federazione Italiana Spo1t Equestri.

(****) Oou. An1onio T ULLI Nato a Pescara il 7/411 9.56. si è lauceato in medi· cina c chirurgi;;~ pre..~so l'Universial Cnttolica del S.

Cunro nel 1 9~0. Ha operaio presso la Clinica Onopedica deU'lJ. niversità Cauo~ca del Sacro Cuore dal 1977 al 1980. Si è .SJ>CCiali'I.Z.:uo in OrtQpct1ia e tr~mmatoh.1giu

nd 1985.

È s~110 :~ssislente presso la Cli11ica Ortopedica della stessa clinica ol'lopedica dal 199(1 al 199:1. OiMacc:~to

pres!\o Jn Sezione di ('hi1,1rgi;1 c mic.:rt,chi·

rurgia della mano presso la clinica S. Giuseppe dal 1986.


HAEMAPHYSALIS INERMIS: CARATTERISTICHE MORFO-BIOLOGICHE P. Stefanone

Fig. l

RIASSUNTO

SUMMARY

L'autore, nel presente lavoro, illustra alcune caratteristiche morfologiche e biologiche di Haemaphysalis inermis, zecca rinvenuta recentemente in Italia. L'importanza di questa Haemaphysalis è dovuta al fatto che gli adulti sono attivi anche nel periodo invernale, fungendo da vettori per il1>ÌI'US T.E. (Ticks Encephalitis) dell'Europa centrale.

The Author in the prese11t work, shows some of the morphological and biologica! charatteristics of «Haemaphysalis Jnermis», a tick recently .fowul in ltaly. 11te importance o.f this Haemaphysalis is due to th e fact thet the adults are active a/so in winter, working as trailers for the Centrai Europe T.E. virus.

33


L' Hae ma ph ysali s in e rmi s ha un ' importanza rile vante nell a trasmi ssion e cle lia Ti cks E nce phal it is (T.E. o me ningo encefalite viralc) , un itame nte a d iverse altre specie eli zecche (lxodes ricinus, l. g ibbosus, I. triang ulice ps, l. vesperstil ionis. Hacmaphysalis concinna. H. inermis, H. marg inat us c R h ipi ceph alus tu ra ni cus). La T.E. è un·antropozoonos i. c he detem1ìna nell ' uomo. dopo un' incuba zi o ne d i c irca du e se tt imane, la comparsa di una fase virernica caratte ri zzata da febbre. ce fa lea , d o lori articolari , astenia e debo lezz a che preludono ad una mc ningo-encefali te di tipo linfocitario. In re laz io ne a l c ic lo b iol og ico delle zecc he elenca te pre cedentemente, la comparsa de lla mal a ttia

a v v ie ne ne l pe ri od o co mpre so tra aprile e no vembre, con un p ic c o durante i mesi esti vi (g iug no-lug lio). Essendo l' H. inennis, l' uni co vettore che. nella stagio ne fredda. tras me tte la « me ning o -ence l"a lite d a zecche» si deve rico noscere l' importanza de l ruo lo s volto da tale a rtropode nell' ez iopatogenes i d i tal e mala llia . Sco po del p resente lavoro è quello di desc rivere ed illu strare alcu ne caratte ris tiche mo rfo bio logiche. sino ad ora soJLanto segnalate. de ll' H.ine nnis. A tale proposito è necessa rio co nsiderare alcuni caraneri d ifferenz iali tra le varie spec ie. pe r la compre nsione dei q uali si timanda agli schemi gene raii di segui t o riportati.

- Episcopia ingr. 6.4 - Mm•çhio veduta vcntra· le. Si notino le due an::c ch itluo~...: c1rcum-anali nella metà posteriore c he rarpresemano le placce ventrali chitinose. Pcril rcmi a virgol:t . - Epi>copia ingr. 6 .4 - Ma~chio vcd 11ta rtorsa· le. Si lllll ino i palpi d :IViformi .: r :"'CI11.:1 di sok(l l;ucr~ loò. La femmi na: scudo dorsale rolo ndcggiame ~l contorni irregnl;1ri piì1 largo che lun~o. ricopcJJo

d:) puntcggi:nure !\Uperl'k iali

nu1ncro~t·

c provv i\ 10

di solchi cerv icali lung hi ma poco pro fo ndi: i peri· 11·cmi sonv pi1if<wmi: la l>:"c <Id capitulnm è nccu· pata da <lree poro~~ gra11lli e profonde, c· è presenza di spi ne sulla supe1iìcie inferiore del terzo >egmclllO dci p:t iJ>i: la fnnnu la dcmana <: 31.' onmdomc.

SCHEMI In Italia es is tono se i specie del genere Hae maphysalis: H. conc inna. H. parva (od o t.Ophila), H. punctata. H. sulcata. 1-1. erinacei ed H. inc rmis. Po merantzev distingue due sottogencri eli 1-lacmaphysalis:

F ig. 2

34


IXOOIOAE

MASCHIO

. -- - - ---\{3 i - - --

- - {i4

~~----------~~

®-------'r-1©---------->.~J

vQd uta

ventrale

veduta

3) p:llpi. Formati da tre segmenti:

dorsale

l inserito alla base del rostro (prossimale) II mediano; 111 dbt:tlè.

-1J

base del rostro solco cervicale 6) t">Cchi 7 ) solto l mera le 5)

o

"'d

R)

punh:ggiatura. Put\ essere: diffusa. uniforme, irrq;ol<trc

solco poslero-mcdbno l 0) solco postero laterale

9)

I l) festoni.

In num..;-ro di Il . pos:-.ono CS!'iCn :: 9 (l ku;::maph)~ ali s ntophi la). oppure confluemi c genere- llyalonun:.lJ

12) ani.

Sono suddiv isi in 5 ~'-l:gmenti (dal pro"simalc al di!-:talc:}: troc:Hllt:I'C - rl.!lneln.! • lihi :1 - pn:t:U1'H - I!I I'SH

Gli arti terminano negli ~m igli ,~~ volle provvisti di cuscinello amhulaçralc. l J) iplhtoma (vedwa 0 .60

lh iU

G

A: ~cmJo dorsale con fcsl<.mi

B: capitulum.

A ~pcuo

do,-,;alc (sx) e ,·onlr:1lt (dx)

C: pcrÌlrt.·mi a "vii',;!Oia"

IXODIDAE 1\"IASCI!IO l) capitulum o rostro o idiosonw 2)

iJX1SLom:t: urgano anwrlon: Ucl ro:-.1.ru r~tn:hiu'o tra i palpi. Pr~:-.L'nt3:- ~ulla .. upcrlicic clurxah: i chèlkcrì (2 l:ìmin~.: vu lncr:uu i)

-sulla supe1ticie ,·entrale la fonnula dentaria costituita da denticoli a fo nna di o,pinc di:.:;po..,tc in serie lungiltnli nali, in nunu:ro varia· hih.: fJiilt uu nu.:rC~si n~lla tnçl!l di~tak ri'fl-CUn 3 qudla pro:-.sima·

le. oppure in numero di serie uguale per tulla la lunghezza dello i po~toma

o, ~mcora , appena accennati).

vent r~l iCI

14) co.xa o anca. Base dell'ano aderente a lla superficie •·entrale in posizione

laterale indic~Ha con il numern ronHHl O 15) !l...:uJo vcntralc J)fl:·gc:nitall: 16) apertura genitale 17 ) '-tud• • vcutralc

g...:nit••·.aualc 18) 'cudo vcntralc t!pimcrn k 19) ano 20) scudo ventrol.; adanalo 21J scudo vemrale anale 22) parma. Festone mediano ri levato

~d

isolato dag li ahri. presente in alcune

:-.pccic dd genere lly:tlonuua. Gli st udi v..:ntrali del gcncn.: lxodc~ sont) scuc. In alt ri t:cm:ri sono limii:Hi ;1ll:t rc!!it.mc an:tlc:

23) scudi adanali

J

gen. Rhi pichcphalu; e gen. Boophilus ] gen. lly<1lomma

:!..1) scudi 25) ~cudi

acce~:-.ori ~ub-anal i

35


IXODIDAE

FEMMINA

veduta ventr al e

v ed uta dorsale

lXODIDAE FEMMINA

-~

!

w .

-

'B

l)

capitulum o rus1ro o idiowma

2)

aree porose. Sull a superficie dorsa le della base del rostro.

3)

~oleo cerYicale

-l)

scudo dorsale o scutum

5)

zam pe

6)

coxa l (mun ita o me no di spina} apertu ra genitale

7) 8}

3110

9)

solco gcni10 an ale

IO) solco anale. Prostriata: circonda anteriormente l' ano

.. ..' . • .. o :

I l)

c

~o no in rvid...:.ni"..:l le arct: pnro~l!. Aspeno ventrale (dx) è in c vidcnt.a l'apparato boccale;

A: c.:lpitulum . .:·\ sperw dorsak (sx }:

D: scudo dorsale con solchi cervicali poco profondi.

36

T

idem nel maschio

D

B: appara1u boccale 311 OIIIOO<mlc: C: p~.:ri l r~mi piri form i;

l,

Metastrial a: circonda poslerionnente l'ano J

12) peritre mi: ide m nel maschio

13) alloscultlm. Pane resta mc del corpo (gnatostoma)


Fig. 3

Fig. 4

Fig. 3. Epi,copiu lllj!r. 25(o. :\!:"ehm c f.:uunina in veduta dor~ale. Ma.,ch1o u ~x: asseOLa del solco Ime· rale. Femmina a ux: 'cutum 'ubovalare.

f ig. -1. Diascopi:t ingr. 6.4 • Lurvc in di versi periodi di Milupp\t,

- k ni nfe ,; po"ono rinvenire sulle stesse spe· cic animali para~<itate dalle larve e/o :.t• quelle ospi· tanti le tèormc Juultc c " nutrono in 1.5-2-1 ore: - gli adulti pn:dlligono una ,·asta gamma d1 mammiferi di media c !!ro<sa taglia. La femmina rim::mc ;lll:tccata nii'H,pih.- per ~cuimanc in auc'a cld maschio. In >Uu prc:.ctwt. >pccic dopo la fecondaz ione. cont inu3 n ~u~gcre il s angue abbandonando l" o;pitc dnpll cir~a mm ginm1. P'-" on1ziarc nd l' am h ieme e sterno l 'ovodcpu>tLton~ . dopo c inque -sci

settimane. Una car:Htcl·i, ti cn

Hacmaphysa lis propri a me nt e detla Koch, l 844 ed Allocerca (Sh ulze) Pospelova - Shtro m, l 939.

roto ndeggianti . con appendice cauda le corto.

l e spec ie del genere Haemaphys ali s studiate in Italia presentano come <.:arattcri s tiche fondam e ntali differenziali:

L'Haemaph ysa li s (A II occrea) inermis si presenta atipico ri spetto all e a ltre s pec ie, pe r le seg ue nt i caratteristiche morfologi<.:he:

- il secondo articolo dei palp i debordant i ri spetto a i marg ini late rali de lla base del capitulum:

- palpi claviformi il cui secondo articolo, quasi fuso con il te rzo. non deborda dai margini late rali della base del capitulum (sia nel maschio che nella femmina):

- assenz a di scudi ventrali nel maschio: -

peritre mi a forma di goccia .

- presenza di placche ventrali <.: hitinosc nel maschio:

c d ai:Hlll!

di

qu~sl a ~pc~.: i c

..:

rapprese ntata dallo scarsissimo numero ùi uova pro· dotte. c i rea 200 (700 ·' 500). D;oll~ uov:t l~ ktr\ c schindo)ol<' rl(lp<' d rea 'e lle· otto settimane. n seconda della temperatura mnbicntale. Le ninfe e mergono dopo circa 2().25 giorni acl una tcmr>cr:ttur:t d1 25•c. D.1l1C'1 'tndio di ninfa • qudlo di adulto il tempo di muta è ecrezlonalmcnt.: lungo: ~ei me~i alla temperatura di 15-20,C. tal volla :mchc l() rnc'1 c. ,._. le ninfe non '""o sufficiente· mente nutrite. restano alli\ e anche oltre i 16 mesi. Gli adulti. di con<eguen1.a. risultano atti' i. :1lle no<trc latitudini. da nuvc mbrc :o m:tr7V. mentre le forme immature sono lltti' c nel periodo primaveraestate.

- pcritrcmi con appendice caudale allungata. a virgola. nel maschio. Ino ltre i due sessi presentano il seguente aspetto: il maschio: scudo o vale. glossil'o r-

37


Fig. 5

1-ig. 5. IJta;,<:Opla ingr. ~ . l. L: l .)\ a e La f\t: di H.iucrmis. Da sx a dx: uovo: larva subito dopo la schiusa (s<'m <> visibili. in altu, i rl'sidui delle membrane dcl-

r uovo): 3 larve..

me, di colorito sc uro. ricoperto da numerose punteggiature e sprovvisto dei solchi cervicali e laterali : undici festoni ben e videnti; tarso lV sprovvisto di spina ap icale; a ssenza di s pine s ulla superficie ventra le del terzo s egmento di palpi ; formula dentaria 2/2 omodonlc.

BIBLIOGRFJA l) NUTTAL G.N.F. e WARBURTON C.: Ixodidae Part. HL the genus Haemaphisalis, 1915.

Italia na Scienze Veterin a ri e, 33, 1979. 5 ) MANILLA M. , SOBRERO L.: Aggiornamenti sulle zecche d'Italia. Boni fica, 1988.

6 ) ROSSI L.. M ENEGUZ P.G .: Fauna ixodologica in ruminanti selvali c i de l Piemon re. Atti della Faco ltà di Med icina Veterinaria di Torino, Vol. XX XIJl- 1988- 1989. 7) VE RANl P.. C l U FOLINl M.G .. NICOLETTI L .. LEONCTNI F., BALDERESCHI M., BALDUCCI M.: S tu di su lla d iffu s ione del virus dc li ' Encefalite vira!e trasmessa

2) POl\tlERANTZEV B.I.: Fauna of U.S .S.R. Arachnida IV, 2. lxodid Ticks (ix odidee) . The American Histitute of Biologica! S ciencies, Washington. 1950. 3) DOSS M.A. , FARR M.M ., RAUCH K.F, ANASTOS G.: Catalogu e of Medi ca i and Yete rin a ry Zoology. Special Publication N . 3. Ticks and Te ackborne Di scases. U. PartI - 2. UA. Governernent Printing Office. Washington, 1974. 4) BATTELLI C., SOB RERO L.: Haemaphisalis (Allocerea) inermis BTRULA, 1985 in Itali a. Atti Soc i et~t

38

Il Magg. Co. Vet. spe Stefanone Piervittorio, laureatosi presso la

da zecche in Ita lia. Convegno lnternl.l zio nale di Ca stel rotto eli S iu si (BZ) 1988.

RINGRAZIAMENTI L' Autore ringra7.ia i Professori L SOBRERO, A. BARASA c T. BALBO per il prezioso apporto a lla stesura del presente articolo.

ACKNOWLEGMETS The au thor thanks Profcssors L SOBRERO , A . B ARAS A and T. BALBO for thcir precious contribution to drawing up thc article.

Facoltà dì M edicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Torino, ha prestato servizio· quale Dirigente de l Serviz io Veterinario presso il Gruppo Artiglieria da Montagna «Pinerolo» in Susa ed è attualmente Capo Servizio Veterinario di G rande Un ità presso la Brigata Alpina «Taurinense». Quale «Force Veterinarìan Officen> ha partecipato a d iverse eserci tazioni della Forza Mobile del Comando Alleato in Europa svoltesi in Norvegia, Danimarca e Turchia. È autore di n. 7 pubblicazioni scientifiche.


LA CREATINA COME INDICE DI . PROTEINE MUSCOLARI IN MISCELE CARNE-SOIA: APPLICABILITA' E LIMITI V. Vittucci. (*), L. Castiglione. (**), P. Pierri (***)

39


PREMESSA

tabella 2. Tab. l

La convenie nza economica derivante dalla sostituzione di proteine carnee con proteine vegetali potrebbe incentivare la produzione di alime nti carnei che, presentando la componente muscolare totalmente o parzialmente sost ituita da proteinevegetali, risultano qualitativamente inferiori a quanto dichiarato. La legislazione italiana (D.M . 24.2 .1 988, n. l 06) ammcLte l'impi e go de ll a soia entro i seguenti limiti massimi: 15% in alimenti p luricomponenti, 30% in alimenti carnei "di fantasia", 2% in insaccati cotti , spalle e prosciutti cotti, nonchè in conserve di carne. L'util izzazione della soia (D.M . l3 .7.1989 .n.270) è espressamente vietata in insaccati e carni crude, fresche, stagionate, salate c affumicate. Il problema della determinazio ne delle proteine di origine muscolare in miscela con proteine estranee ha da tempo impegnato molti ricercatori che si sono avvalsi di varie tecniche ch imi co- fi siche o biologiche: dall'elettroforesi su gel eli acrilammideproposta da Lee ( l), alle colorazioni istoch imiche (Flint - 2), alla s ierologia (Hargrcaves- 3), alla microscopia (Jewelle-4). Tutti questi metodi però trovano una serie eli limitazioni nel fatt.o che i procedimenti indust1iali basati sul calore, pressione, trattame nti con acidi o alcali, ecc .,denaturando in modo diverso ma comunque considerevole i vari tipi di proteine, compromettono la loro ri sposta alle tecniche sopra citate. Altre vie possono essere la deterrninazione di amminoacidi '·marker" come la Me ti l-isticlina. proposta da W.R.D. Rangeley (5), c he è caratteristica delle fibre muscolari ,o l' analisi dei peptidi che si originano per azione de lla tripsina sulle prote ine in esame (6), ma a tutt'oggi i risultati sono controvers i. TI metodo colorimetrico seguito da A. Waheed Khann (7), basato sulla presenza di fosfocreatina nelle proteine miofibrillari, pur non esente 40

umidità

.1 3

protidi s.s.

46,7

lipidi s.s.

l ,7

fibra s.s.

8,6

ceneri s.s.

6,9

esu-. inaz. s.s.

33,5

Tab. 2 umidità

4,5

protidi s.s.

26

lipidi s.s.

18

fibra s.s.

0,5

ceneri s.s.

8,5

estr. inaz. s.s.

47

da alcuni difetti, ha il pregio di essere rapido.semplice ed adatto alle analisi di routine. Abbiamo voluto ripercorrere il lavoro degli Autori citali indagando su alcuni e nzimi che potenzialme nte potrebbero essere assunti come indicatmi di tessuto muscolare.

MATERIALI E i'VJETODI Le de te rminn io ni sono state effettuate su carni congelate di bovino adulto e d i su ino. proven iemi da vari tagli anatomici,scongelate prima de lle analisi e su carne re frigerata. Per le miscele è stata usata farina di so ia. avente la composizione centesimale riportata in tabella l. e farina lattea a base di latte magro(60% ) avente come costituenti grasso bovino e suino, siero eli latte , amido pregelatinizzato di mais, farina di fru me nto tenero,lievito lattico e fosfato bicalcico biidrato, la cui composi z ion e centes im a le è ripo rtata in

DETERM IN AZ IONE CREATI NA

DELLA

2.5 g. di campione omogeneizzato vengono estratti a freddo per 30" con agitatore magnetico in una beuta da c irca 200 mi. con 12 mi. di acido tric loroacetico al l O%. Si trasferisce il tullo in un provettone di plastica. lavando la beuta due volte con 12 mi. eli solut.ionc di acido tricloroacetico riunendo poi il liquido di lavaggio e centrifugando il tutto a 3000 rpm per 20'. Si filtra e si porta a volume di 50 mi. con acido tricloroacetico,(sol.A). Ta le so luzione si pu() conse rvare in frigo per 24 h. l passaggi segue nti prevedono: sedimcntazionc per un'ora, filtrag gio, aggiunta dei rcattivi e lettura a 520 nm., dopo aver fatto riposare la soluzione per 15' esatti. La soluzione da sottoporre ad analisi risulta così composta : I .O di so luz ion e A , 5 ml. di sol uz ione NaOH + Na2C03, 3 rnl. di so luzione eli naftolo, 2 ml.di soluzione di diace ti lc (solu zioni da preparars i al momento), 1-1 2 0 fino al volume di 25 mi. Bianco: l ,O mi. di soluzione di acido tricloracetico al l 0% + reattivi di cui sopra. Standard: 1,0% mi. eli soluz.io ne standard + reattivi di cui sopra . Soluzioni Standard di creatina ottenuta da un a soluzione madre conte nente 20 mg. di creatina (22,75 se monoidrata) in 50 mi. di acido tric loroacetico al lO% (0.4 mg./ml.); per diluizione preparare 0,2 mg./ml.- O, l mg./ mi. 0,05 mg./ml. Soluzione di acido tricloroacctico al l 0% (peso/volume).


g. di NaOH + 16 g. di Na 2CO/ IOO mi..

Tab. 3 proteine connettivo creatinina creatininalprot. LDH/prot. totali% % mg./g. totali mg./g. totali U/g.

Soluzione di naftolo: O, l g. + 9,9 d i m l. de lla soluz io ne p r~ececlente. S ol ul ionc d i d iacetile: 0,0 l mi. + 1O mi. di HP d istillata. Si. costruisce la curva di taratura con g li standars e da q uesta si ricava la concentrazione del campione (mg. d i creatin ina pe r g ram mo di campione).

DETERMINAZIONE DELLE

l) bovino (noce)

23,0

9,9

4,4

19, 1

465

2) bovino (noce)

23,8

9,3

4,2

17,6

651

3) bovino (lomabata)

17,8

12.0

2,5

14,0

562

3,2

14,0

786 48

4) bovino (noce)

22,9

13,9

5) bovino (scamone)

15,0

13,0

2,7

18,0 .

6) bovino (lonnbata)

21,0

l 1,5

3,5

16,7

733

7) vitello (pancia)

20,2

1,8

8,9

1015

8) suino cong. (carrè)

20,9

5,2

3,8

18,1

735

9) suino cong. (carrè)

l7,9

4,0

3,2

17,8

517

4,6

19,1

lO) suino refrig. (prosciutto) 24, l

PROTEINE TOTALI Le proteine tota li sono state determinate secondo il me todo Kjelclahl ed espresse in percentuale in peso (N = 6,25).

Tab. 4 proteine

creatina

creati nalprot.

LDH/prot.

totali%

mg./g.

totali mg./g.

totali U/g.

21,5

4,03

18,7 (l J,0)

628

Miscela n.2

23,0

3,1

13,5 (12,1)

396

Miscela n. 3

26,2

1,9

7,2 (6)

347

Miscela n. 4

35,2

1,3

3,7 (3,9)

646

* DETERMll"'AZIONE DEL CONNETTIVO

Sg. di ca mpio ne o mogeneizzato vengo no esu-<ttti a freddo per agitaz ione c on 20 ml. d i so lu z ion e eli Guba-S tra uss per a lmen o 15 '; s i centri fuga e s i scarta il ~ urnatant e ripete ndo r operazione un paio di volte. Il precipitato si estrae con soluzione di ATP agitando a freddo per 30' , si centrifuga e s i scarta il surnatante. Il precipitato vi ene success ivamente addizionato con l 00 mi. di acqua dist ill ata, portato ad ebo lli zione per 2'. filtrato c lavato s u filtro con 20 ml.cli eta nolo. q uindi estratto a freddo sotto agitazione per 30' con 6 0 rnl. eli m isce la di ace to ne/c loroformio l: l .

Miscela n.l bovino n. 6,7% farina lattea 30%

suino n. 10,50% soia 50%

I valo1i riguardanti il rapporto creatina/proteine totali posti sotto 'l'asterisco si riferiscono a quelli presunti con calcolo matematico.

to, si pesa e si esprime i l ri sultato come per cento in peso.

REATTTVI: S i filtra su fi ltro s tandard e s i in stura a l 00 "C per l h. insieme ad un filtro standard identico; qu ind i, a raffreddamento avve nue~~ i cca

Soluzione Guba-Strauss: in KCl 0, 1 M in KH 2 PO.

0.3 M

O,OSM 4 mM

in K2h PO. in K 4 P2 O, pH = 6,5.

Soluzione di A.T.P. : 0,2 mM in ATP (Na 2) 0,2 mM in CaC12 2 rnM inTris-iclrossime tilamino metano 0,5 mM in Di -Thiotreilo lo.

41


DETERMI AZIONE DELLH ATTI V ITÀ ENZIMATICHE

5 g. di campione omogeneizzato, be n sc o lat i d ai liq ui di , ve ngo no estratti a fre dd o e sotto agi tni onc pe r circa l h. con 50 mi. di acqua distillata. Si centrifuga e si recupera il surnatante. Questo, dilu ito l : 100 con solu zione fisiologica. viene sottopo.,to alle detcrmìna1.ìonì c.:ìnctìchl! delle att ività enzimatiche (temperatura ambicnll! 25°C) usando i ''Kits" Ll)l l. CPK cd Aldolasi della Boehringcr Bioch. Robin. Dalle unità enzimatiche si ricavano, con calcolo, i gramm i di prtHei nl! totali presenti nel campione.

fig. A

<

z

-

o

l l

~,

l

5

IO o

RISlìi:fATI Dall'c~amc della tabella 3 ri~ulta ev idente come i musco li poveri el i connettivo abbiano un pi LI dcvato conten uto di creatina; interessante ri :\ul w il rapporto creatin a/protcinl! totali : ta le rappo rto. cspre:\sO in mg./g .. li mi tatamente a i campio ni esaminati. è compreso in un range da l~ a 19. Fra gli enzimi I' aldolasi c la CP K -;i sono ri ve lati. per le forti oscì lla7ionì . pri,·i di significato. mentre piLI interessante si è dimostrata la LDII con valori compresi tra 465 c 7R6 unità /grammo di proteine totali. Degna di nota la carne di vitello (camp. n. 7) per il basso comcnmo di creatina c l'alto va lore di LDH.

Nella tabella n. ~ sono riportati dati rei ati,.i ad alcune miscele. l va lori riguardanti il rapporto creati na/proteine totali posti sotto l' asteri sco si ril'eriscono a que lli presunti con calcolo matematico. Si vede chiaramente come le att ività enzima tiche non siano idonee ad essere assunte come base per determinare quantitativamente i componenti delle miscele. Gli alti valori eli LOH riscontrati nella miscela n. 4 sono probabi lme nte da met tere in relazione al la utilizzazione di carne fresca con alti quantitativi di enzima. ~2

o

5o 0t

0

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• •o HONE

cARN EE

La c reatina , acl cccc,- io ne delle mis<.:clc con farina lattea (mi scela n.l ). in cui so no sta ti riscomrati va lori insp iegabilm cn tc molto pitJ alti di quelli attesi. addi rittura superiori a quelli della sola carne. è risultata essere un buon indice.

CONCLUSIONl Il rapporto creatina/proteine totali espresso in mg./g. ha una sua validiti'l anali tica, almeno per il numero di campioni da noi e. ami nati, tenendo conto che si riferisce a campioni ricavati da diverse parti anatomiche c di different i soggett i: il suo rangc và da 14 a 19 mg./g. per bovino e suino adulti ma non sembra applicabile al vitello. Il valore de ll'atti v iti'l elli:imatica deli'LOH non è di util it~l ai fi ni quantitat iv i. ma pu ò essere preso come indice qualitativo di freschez;a. Le miscele bovino-soia e suinosoia. a causa della naturale osci llaL-ione del rapporto c reatina/protei ne totali . posso no css<.:re do.: tcrmi natc

su • • otfiH<

f01 Alf

con un errore mass imo de l 25%. Osservando in fatti la fi gura A. :; i notano due rette eli taratura relative a miscele di soia l! carne: la più alta è una estrnpola7.ione teorica dei risultati c he ~i avre bbero mescolando protei ne di ~oia c carne (bovina o suina) aven te il valore li mite pitl alto re lativo al rapporto sopracitato mentre la pitl bassa si riferisce a misce le nelle quali la componente carnea ha il valore li mite piì:1 basso. Si vede chi aramente che il l 00% di protc ino.: carnee sull a retta più ba ssa corri sponde a circa il 75f'h sulla retta pitl alta. In altre parole si può accertare una frode solo per valori del rapporto in feriori a 14. cioè per adulterazioni. nel caso pitl sfavorevole,con proLCinc est ran ee 111agg iuri de l 25% de ll a quota proteica totale. Quanto sopra risulta meno evidente per valori più bassi del rapporto. Se, ad c~cmpio. si è trovato un valore uguale a l O si può desumere la prt:senza di proteine estranee da un minimo ciel 30% ad un massimo del 45%- ~ ulla quota proteica totale. Vlantene ndo tutte le riserve de l caso circa la poss ibili tù di determina-


re le pc rccn lll ali li mite con~cnti t c dalla legge.il rapporto c rearina/protc inc tolill i può c~sc re rite nuto valido a i fini d i un g iudizio qualitutivo. Nei casi a no ma li dc~i v a nti da lla util ia a;.ionc di farinalattea il .rapporto crea ti na/prote ine total i (rnist.:c la n. l ) può essere utilmen te integ rato dall a dctcn nina; ione del lat tosio.

(*) Il Dotl. Vito VlTT UCCf ha cnnscguiw la laurea in Ch imica Pura presso l' Università di Roma nel 1969. Dopo aver assolto agli obblighi di leva in qualità di ufficiale di Artiglieria, dal 1972 al 1980 ha prestato servizio presso i laboratori del Centro Tecnico Chi micoF isico-B io iQgico prim a come ad dett o di Sezion e, po i come Direttore della Sezione di C hi mica, con il compito di coordinare i collaudi dei material i protett ivi, mettere a punto le apparecchiature. organizzare r attività di laboratorio. Durante questo periodo ha seguito vari ''stages·· d i perfezionamento in Ing hilterra , Francia, Olanda. Dal 1980 è in servizio presso il Centro Studi del Corpo Vete ri nari o Mil itare dedicandosi a l controllo degli alimenti e alla ricerca applicata nel settore alimentare. Autore d i numerose pubblicazioni, ha partecipato quale delegato ita liano a vari congressi internazionali relativi alla tecnologia c all 'ioic nc degli a lime nti .

RIBLrOGRAFIA l J Lcc c t. :rl: J . Foo d Re~ .. -W. 380. ( 1975 ): 2) Fli nt and Lcwin: J. Fond Tcchnol 11. 137 ( 19 76); :n Harg rca vcs et a l: Th ~ 13ri ti~ h b'ood .i\·1anifacturers Industriai R c~c arc h A ~s., l'. K.R. Rcpo rt n.206. ( 197-l); -t) .J cwc llc. G. C T hc Bri t is h

(**) Il Do tt. L uca Ni cola Luigi CASTIG LI ONE. lau reatosi con lode a Perugia nel 1985, ha frequentato. in qualità di 'incitare di borsa di studio. il Caldwell Animai Hospital - Lcnoir- North Carolina. U.S.A.. Vincitore di concorso per l'ammissione a ll '85° Corso A.U.C.V. ha successivamente prestato serviz io aJ Ce ntro S tudi d e l Corpo Veterinario. Nel 1990 ha consegu ito il titolo di Dottore di Ricerca in " I ncremento, Igiene. Qualità e Salubrità delle P roduzioni Animali". Attualmente, alle dipendenze della U.S.L. di Terni. presta la sua opera in quali tà di Ispettore degli Alimenti di O rigine Ani male. È autore di numerose pub blicaz ioni scie ntifiche rigua rdan ti l'Ispezione degli Alimenti e l'Endoc rinologia degli animali da reddito.

Food Manifacturcr~ Industria i Research Ass .. U .K.R . Re pon n. 57 1. (1 97-ll: 5) W.R.O. Rangeley a mi R.A. L t\Hic: .1 . Fnod Tcchnol Il. l-l5-59 ( 1976); () ) lrc na H. /\g ate r e t.a l: J. S<.: i Food Agric :n. 71)5 - 80 l. (} 986): 7) /\ . Wahcccl Kha nn. Do nna C. Cowcn: J. Agric r ood Chem 25 (2). 236-8.

(***) Il Capo Tecnico Paolo PIERRI. dopo u na breve esperienza nel l'industria chimica privata in qualità di responsabile del controllo qualità della linea di produzione. dal 1973 è in servizio al Ministero della Difesa., dapprima al Laboratorio Chimico dellaDirezione Generale AMAT, dove s i è occupato d i analis i chimic he di prodotti esplodenti e chim ica inorganica nel campo delle leghe metalliche e non metalliche e d i "anali si strumentale moderna"; poi, dal 1988 presso il Laboratorio di Chimica del Centro Studi del Corpo Veterinar io Mi litare quale ''Capo Laboratorio Ch imico". d ove si dedica a l contro ll o qualità dci prodotti alimentari di origine a nimale ap provvigio nati dall' A.D. E' stato, ino ltre. mem bro d i Commissione in esami di concorso per l'amm issione di Periti c Operai Chimici.

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OGG

OGGI OGGI VITA DI CORPO OGGI OGGI OGGI

Riportiamo l'intera esposizione del Gen. Francesco ORTU, Coordinatore del Comitato Tecnico Scient~fico costituito per l'attuazione della convenzione tra lo Stato Maggiore dell'Esercito e il CONI, al Seminario organizzato e condotto il 9 luglio 1993 dal Dottor Pasquale Bellotti Responsabile della Scuola dello Sport-CONI con la partecipazione dei responsabili dell'Ufficio Preparazione Olimpica del CONI. Rin graz io il Dou. Bcllott i per aver preso l'iniziativa di organizzare questo incontro nel quale sono rappresentate le componenti, militare e sportiva. dell a Convenzione stipulata il 7 gennaio 199 1 tra l'allora Segretario Generale del CONI, Dott. Mario Pescante e il Sottocapo di Stato Maggiore dell"Esercito, Gen. L uigi Federici, attualmente Comandante General e del l' A rma

dei Carabinieri. Nel rivolgere un pensiero riconoscente ai due fi rmatari della Conven7.ionc. oggi investiti el i altissime responsabilità. mi sembra opportuno fare un breve sommario dei punti salienti della Convenzione. Lo scopo fon damentale che ha mosso il CONI e lo SME a redigere e ratificare questo documento è quel lo di approfondire e integrare gli stretti rapporti di collaborazione da sempre esistenti tra i due Organismi con l'accentuazione in sede teorica e pratica, della comune attività tecnico-scientifica relativa a studi e ricerche sui cavalli da competizione olimpica. 1n simesi si tratta di approfondire le conoscenze sul ca vallo sportivo riguardo a: la valutazione fi siologica in funzione della prestazione, dell' allenamento, della selezione geneti ca e attitudinale; la diagnosti ca, la cura e la pre-

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venzione delle patologie locomotorie; lo stud io biom eccan ico del movimento in piano e su ostaco li del cavallo nonche ' del binom io cavaliere/cavallo; conoscenze tutte finali zzate a sa lvag1.1ardare l'ill[egrità fisica del cavallo ed ouimizzare le prestazioni agonistiche. La Convenzione affida la definizione c lo sviluppo dell'attività a un Comi tato Tecnico - Scientifico cost ituito da rappresentanti dello SME e del CONI, i c ui compiti sono: - elaborazione programmi di ricerca; - nomina gruppi di Ricerca o di lavoro per lo sviluppo c la condotta degli studi e delle ricerche da esegu ire: - valutazione d i proposte di studio e ricerca. provenienti dalle Federazioni interessate, da Enti o dn Privati: - va lutazione del la congruità dei costi e delle spese; - elaborazione proposte di fin anziamento al CON I e acl aliri Organismi interessati; - azione eli indirizzo e di controllo sulla realizzazione dei progelli; - pubbli cazio ne dei risultati clelle ricerche su lla Rivista Scuola dell o Sport o altre riviste del CONI, del le Federa7.ioni Sport ive Nazionali e delle Fmze Armate. Questi compiti fanno emergere i l CTS quale organo propulsore di tutte le attività e lo pongo no in grado di adempiere al clcuato della Convenzione promuovendo l' impegno delle due parti a fornire: loS ME: - personale; - supporto logistico: - mezzi e strutture: il CONI - personale e attrezzature; - finanziamento studi e ricerche;

- e ventuale acqu isto apparec.:chiamre. Lo scenm·io disegnato dalla Convenzione per svi luppare r opcratività è. rapresentato dal comprensorio sede della Scuola di Cavalleria a Montelibretti. Scuola indubbiamente protagonista e suppono indisp ensa bile di tutte le iniziative legntc all'attunzionc della Convenzione, già dotata di mezzi e attrezzature in grado di soddisfare le esigenze connesse al conetto sviluppo deli ' attività. Nello stesso scenario opera l'Inferm e ri a Quadrupedi del Corpo Veterinario dell 'Esercì t.o, struttura altamente s pecializzata con carnnetisliche di vero ospedale veterinario che ha assun to ormai la fi sionomia di Centro di Ricerca. voluto dalla Convenzione. in quanto dotato eli personale e mezzi in linea con le più recenti acquis i ~ i oni ~cicnt il'i chc e tecno logiche, attrezzato quindi per curare c svil uppare. armonicamente, la branca ippìatrica e la medicina veteri naria sportiva. Essa dipende dal Comando del Corpo Veterinario tkii'Escrc ito, altro protago nista c he impeg na a l massimo le proprie risorse di personale veterinario speciali zzato e di cavalli prodotti nel Cent.ro Mi litare eli Allevamento e Riforn imento Quadrupedi Grosseto. Per la componente CONl la Sc uola dello· Sport e merge quale colonna portante della variata organi7.zazionc. tìnalizzata ali 'attuazione della Convenzione. dimostrando altissi me capacità real izzatrici, vero punto di riferimento per tutti gli operato ri del lo Sport Eq uestre attrave rso il feco ndo lavoro dei suoi rappresentanti. impegnati assiduamente nel raccogliere una gran massa di dati sulle espressioni atletiche del cavallo per una utile e proficua comparazione con le disci-


l OGGI OGGI OGGI VITA DI CORPO OGGI OGGI OGGI

pline sportive umane in ,·ista de ll'appl icaz ione dell a 1~1etodolog ia dell"all ename nto. Le espression i dell a loro esperienza e competenza in materia di biodinamica. di fisiologi a e di fisiopato logia , le lo ro os ser va7.io ni sul mov im e nto del cavallo stanno di venendo per noi fonte di apprendin1emo c di allargam en to d e lle nostre conoscenz e scientifiche. Delineati così smrunariamente i punti salie nti dell a Convenzione e gli a mbienti operati vi, mi s i consenta un accenno alle aUi vi t~l svolte e programmate. Nei te mpi immediatame nte successivi alla st ipula della Convenz io ne è s tato dato un notevole impulso al monitoraggio della lattac ide mia du rante a lle na me nti c competizioni di spon equestre, ma un reale e s ignificativo sviluppo si è avuto nell'anno in corso con l'insediamento u ffi c i ale el c i CTS e

soprattutto con l'avvio di uno stretto rapporto dialogico nell 'ambito di una serie eli attività, svolte in sinerg ia tra metoclologi dell'alle name nto in campo umano, medici sportivi e ve terinw·i un it i a <.:aval icri c tecnic i, militari e civili. In effetti g li studi e le ricerche da realizzare erano e sono in sintonia con lo scopo d i approfondi re le conoscenze medico sportive e di me to dolog ia dc Il ' alle na mc n to del cavallo attraverso l'utilizzazione dopo accurata filtrazione tecnica e scientifica delle più mocleme acquis izion i de ll' a mbien te s portivo um<mo, in linea peraltro con analoghi studi compiuti presso Scuole e Istituti Veterinari. italiani e stranieri. Le attività in via di svolgimento o irnposta t<.: in vi a pre limin a re. comunque indirizzate a verificare alcune caratteristiche specifiche de l cavallo, comprendono: -

la rilevazione dati sulla pro-

duzio ne di acido lattico dopo sforzi di di versa natura ed entità - l' ind ividuazione di un test di controllo a ve locità differenziate basaw sempre s ul dosaggio del l. ac ido lattico prodotto, con lo scopo di evidenziare a lcune potenzia lità fisiche dci soggetti esam inati - la tip izzazione dell e fi b re muscolari e l'analisi della loro attività enzimatica c he potrebbe risultare di importa nza rile vame nella valuLal',ionc dell'attitudine. Questa ricerca potrà essere e stesa successivamente anche a g i<.lVanissimi soggetti del Centro Militare di Alle vamento e R ifornime nto Quadrupedi di Grosseto. Le relative analisi iswchimiche sono affidare al Laboratorio di Neurofisiologia del Policlinico "Gemelli " di Roma - lo studio del la biomeccanica e l' analisi del la v oro in piscina e s u trcadmill (tapis-roulant) a mbedue disponibili presso l' Infermeria Quadrupedi de l Corpo Ve te rinario del! 'Esercito - la termometria superficiale per lo studio di a lcu ni parametri 1iferiti alla fu nzionalità locomotoria - l'inl1uenza delle catecolamine sul rendimento :Sporti vo del cavallo affidata all ' Istituto di Clinica Medic a Veterinaria de ll'Unive rs ità di Bologna. A queste serie di rice rch e si aggiungono g li s tudi di caratte re tecnologico indirizzati alla - realizzazione, presso l'Istituto d i Scienze dello Sport, Dipartimento d i Fisiologia e Biomeccani ca , diretto dal Prof. An tonio Dal Monte, di una maschera speciale per il cavallo, che pel'mellerù l'uso di una apparecchiatura finalizzata

alla acquisizione dei valori relativi al consumo di ossigeno e alla ventilazione. Pémunetri questi che, integrando que lli relativi a lle ricerche s opra indi cate , co nsentiranno di comporre un quadro piu' completo del me tabo li smo energetico del cavallo sportivo - realiaazionc di partico lari "so lerte a co nta tto" (già adottate per gli sciatori con ris ultati molto s ignificati vi), adattate al cavallo per m isurare i tempi eli appoggio e di s pinta dei quattro arti . Detto materiale sarà prodotto , a cura della Scuola dello Sport Di visione Ricerca e Sperimentazione, in piu' esemplari unilamcntc a un c ronometro a q uaru·o canal i ed un softwar per l'acqu isiz ione e l'elaborazio ne dei dati. Infine su questo co mplesso di studi e ricerche è stata inserita la componente essenziale per lo sviluppo delle atti vità scientifiche e s portive: il " mal·eria le cavalli'' quale oggetto di sperimcntazione. el mese di giugno u.s. è stata, infatti , costituita la "Sezione Sperimentale per la metoclologia de ll' allenamento" con u n organico di l O cavalli eli 4 anni, pro ve nie nt i dal Centro di Grosseto, in preparazione per fornire le prime prestazioni agonistiche della loro carriera sportiva. Questi cavalli sono stati se lezionati da parte eli un Gruppo di Lavoro, nominato dal CIS in base a valutazioni morfo logiche, genealogiche e attitudinali e attu almente sono sottoposti a una serie di " test" sulla potenzialità fisica. Lo ~tesso Gruppo di Lavoro sta ora curando le fasi organizzativc della Sezio ne in te ma d i persona le per l' im piego e il governo dei c aval li , di regime alimentare. di programma di lavoro, di e lahoraz ione dati riferiti a lle caratte ristiche essenziali di ogni cavallo da assu-

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OGGI OGGI VITA DI CORPO OGGI OGGI mere come parametri comparativ i nello sviluppo successivo deJJa sperimcnlazione. Tra l'altro sta individuando ta lune esigenze condiz ionant i la raziona li tà del lavoro da programmare, quali que ll a di di sporre di un im pianto dotalO di terreno idoneo allo sviluppo della potcnzi alit~t del cavallo senza porne a rischio l' ineolum.ità. In quest'ultimo contesto e' sorta la m:cessitìt, non prorogabile, di un progetto el i bo nifi ca c success iva irrigazio ne del terreno destinato aJJa Sezione. progello avviato all a soJJecita realizzazione con il contributo degli Emi Mi litari e del Centro Studi del CONI in virtù della pron ta d isponib ili tà, dimostrata an che in questa occ asione dallo SME nell'a ss ic urare il sost eg no finanziario alr iniziati va. Tn merito al lo stesso argomento Il ·<rr~admill " (T:qli,·roul~lll) pcnncue di ~'nlge­ rc ~tudi sulla loc~1moz i one l' hiom~L't'ani l'~l de l

cavallo.

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ritengo doveroso esprimere tutta la gratitudine del CTS al Gen. Giannat icmpo. Comandante dellu Scuola d i Cava ll eria c he non potevu meglio rappresentare la componente militare dell a Convenzione. in qua nto so lo a lui dobbiam o lu nasci ta della Sezione Sperimentale c de ll a relativa di sponib ilità di cavall i, di personale. eli infrastruuure, di mezzi c malerial i. E solo a lui devo la possibilità di fa re l' importa nte considerazione che la Sezione Sperimentale è a completa disposiz ione del CTS c de l Gruppo d i Lavoro sopracitato per programmare l'al ti vitù dc i cava lli su lla b a ~e de lle indicazion i del McLOdologo dell'a ll ena men to e del Tecni co Federale per la parte tecnica. realizzando così la parte piì1 innovativa del la sperimentazi one informata aJJ' applicazione dei canon i deJJ' allenamcnw atletico per una giusta

l'addestra mento propria mente tecnico. Peraltro a rendere ancor pill avvincente la pw1e assolutamente innovativa della sperimentazione sono stati assegnati alla Sezione Sperimentale n. l puledro di due ann i c n. l puledro di un anno per la realizzazione dell'allenamento precoce e dei relat ivi studi, tcndcnLi ad <.lcccnru·e gli cffcui dell'esercizio fisico su llo svi luppo scheletrico e muscolm·e dei giov<mi soggelli c ad approfon dire la comparazione uomo-eavaJJo sono il protìlo atletico. L'opera finora svolta ha quindi messo in evidenza l' uti lità del la Convenzione con l' apertura a una sintesi concreta di sinergie tra la Scuola ddlo Sport CON I c la componente militare. Nel qu adro co mpkssivo che fa in travvcclerc lu possibilità di raggiu ngere dci traguardi significativi, è da ritenere fon data l'ipotesi che

prcpara?.-ione fi ~ ica del cava llo su ll a

queste atti vi tà sper i mentali. scienti -

quale sovrapporre e amalgamare

fiche e sportive. possano costitui re


la base per lo sv il uppo di attiv ità forma ti ve del personale quali: - la specializ.z.azione in "rnetndologia delrallena men 10'' per i caval ieri impiega ti nel lavoro dci cavalli del la Sezione Sperimentale; - la specializzazione in "medicina veterinari a dello spon applicata ai cavalli da competizione'· per Ufficiali del Corpo Veterinario dell'Esercito. impiegati anch'essi nell' assistenza ai caval i i della stessa Sezione. Questa ipotesi è particolarmente suggesti va per noi vete r int~ri ma potrebbe essere non lontana dalla realltt c dalla sua rcaliz~:a zi o nc. dato il grande interesse per la nostra iniziativa dimostrato da ambienti accadenùci qualificati come le Facoltà di Medicina Veterinaria di diverse Università italiane,talune Facoltìt di Medicina c Chirurgia i cui speciali sti offrono la loro opera per interve nti ch irurg ic i sul c avallo o per ricerche di laborat01io. il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano rappresentato da un profondo cu ltore ùcl metabolismo energetico ùcl cavallo, iJ Prof. Saibene, che ha tinnovato recentemente l'offerta della sua collaborazione alle injziative del CTS. Vorrei concl udere con la speranza di trasmettere la mia convinzione che stiamo vivendo un momento magico nel quale si possono imravvedcrc delle innovaz ion i assolute nella conoscenza del caval lo e nel le modalità di rargli espri mere la sua reale potenzialità fisica nel campo de llo sport equestre. In linea con questo entus iasmo mi sia <.:Onsemita una nota eli compiac imento nel vedere. oggi. appagate le ansie e realizzato il sogno di noi veterinari, allorchè da giovani inseguivamo il miraggio di emu lare il medico sportivo, facendo med icina dello sport sul cavallo affida to alle nostre cure. Ansi e e aspirazioni che mi hanno

impegnato in te nsament e allorchè, giunto al vertice dell'organ izzazione vete rin ari a mil itare, ho potuto avere la possibilità di sensibili z.zare lo Stato Magg iore de ll 'Eserc ito a li · assoluta necessi t~t di una nuova apert ura ai rap porti con il CONT per d are spazi e vision i nu o ve a ll'impiego de l parco cavalli de ll' Esercito.

NOTIZIARIO Sono giunte a conlusionc le missioni PELLICANO e lBlS, che hanno vist o l'a vvicenda rsi d i nume ros i Ufficia li veteri nari sia nel campo zooiatrico che di Ispezione e controllo degli alimenti eli origine anirnale.

Nell' ambito della Missione ALBATROS il servizio veterinario è stato assicuraLO dal Cap.VENI R Enrico effettivo al Comando Brigata alpina ·'Julia".

PROMOZIONI

li Gen. Francesco ORTU, Iaureatosi nell950 presso l'Università di Bologna, è stato nominato Tenente i11 spe nel 1952. Uffici ale Veterinario di Gruppo Artiglieria da Montagna nella B. Julia fino al l958, Diligente del Servizio Veterinario del Centro Preolimpionico - Ufficio Militare (poi Scuola Militare di Equitazione) dal 1960 al 1968, anno in cui ha conseguito il titolo di Scuola di Guerra. Direttore deJ!a Sezione di Posto Raccolta Quadrupedi di Persano, ha successivamente ricoperto la carica di Capo Sezione al Comando del Corpo Veterinario Esercito. poi di Direttore di Veterinaria alla l~egione Militare Nord-Est e Direttore del Centro Studi del Corpo Veterinario Militare. Capo del Corpo dal 1988 al 07.1 0. 1990. Attualmente è il Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico per l'attuazione della Convenzione tra lo Stato Maggiore Esercito e il CONI.

Sono stati promossi al grado superiore. con anzianità a fianco ri portata. i seguenti Ufficiali: Col. Enrico Gigantino 29. 12.93 31.12.93 Ten. Coi.Adriano Sala 18.03 .93 Ten. D:trHe Delle Rose Ten. Antonio Lombardo 18.03.93 Tcn. Giovanni Munaò 18.03.93 Ten. Paolo Cerreta 06.08.93 Ten. Luca Virgilio 12.10.93 12.10.93 Ten. Umberto Lusena 12.10.93 Ten. Stel'ano Gall i 12.1 0.93 Ten. Luigi Frare

NOMINE Hanno ricevuto la nom ina a Tenenti in spe, con anziani tit a fianco riportata i seguenti Aspiranti Ufficiali: Mario Marchisio O1. 12.92 Carlo Alberto Minniti 01 .1 2.92 Enrico Mancini O1. 12.92 Manfredo Capone 01 .1 2.93

CORSI ULTIJVIAl'l S i è conc lu so il 17o Corso d i Aggiornamento per Uffic iali de i Corpi Tecnico e Logisti ci che ha visto la partecipazione dei seguen ti UfficiaLi: Cap. Picrpaolo Petti nati Cap. Antonel lo Lommito

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OGGI OGGI VITA DI CORPO OGGI OGGI OGGI

Cap. Franco Medori Cap. Attilio Longo Cap. Luciano Rosso Cap. Gian Raffaele Magnani Cap. Pie tro Sale rno Cap. Roberto Giovagnoli

Si è conclu s o il 35° Corso Applicati vo per Tenenti veterina ri in s pe cui hanno partec ipato segue nti Ufl"iciali: Ten. Mario Marchisio Tcn. Carlo Alberto Minniti Ten. Enrico Mancini

TR ASFERIM E NTI E N UO VE ASSEGNAZIONI

11 Col. Adriano Sala è stato trasferito dal

Comand o

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C orp o

M r\tl\tiO RP r>tl l 'ESER<TrO tiii<... W ~ I CJR ICO

IIJ\iU t<·c·u •uonJ

DEI.I

L A LOGJSTJCA l'O ITA LI A NO

'l~.SF RCI

( 1S ll · l9 8 1)

«La logistica dell'Esercì t o Italiano (1831-1891)» di cui sono stati pubblicati i primi due volumi (fino al 1915-1918), opera di storiagrafia militare del Col. Ferruccio Botti sullo sviluppo dottrinario e appJjcativo della logistica in centocinquant'anni di s roria italiana, merita l ' ampio risalto tipografico dato a questo lavoro dall'Ufficio Storico dallo Stato Maggiore dell'Esercito.

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Ve tc ri n ari o de ll ' Eser c ito a l Comando de l Servizio Veterinario dell a RMTE dal 29.03.94. 11 Col.spad Mario BA RTOLOMEI è t rans itato al N uc leo Tspctt ivo Cenu·ale dal 01.04.94. 11 Ten. Col. Vilardo è stato trasferito da l Co m ando del Servi zio Ve te rin ar io de l la RMSA a l Comando Generale della Guardia di Finanza in qualità Capo Servizio Veterinario e Cinofili dal 20.0 l. 92. 11 Magg. Giovanni Roppolo è stato trasferito dalla Brigata paracadutisti " Folgore" al Comando del Servizio Veterinario della RMSA con decorrenza 11.05.94. Il Cap. S imone Siena è stato trasferito dalla Brigata mec. "Granatie ri d i Sardeg na" a l Co ma ndo de l

Il Magg. Gen.Enrico GIG ANT INO è transitato i n ausiliaria con decorrenza 30.12.93.

L'autore ha rivolto l'attenzione all'analisi dettagliata e precisa dell'organizzazione e del funzionamento dei diversi Servizi Logisticì, offrendo anche anche un 'ampia panoramica del graduale sviluppo dell 'o rganizzaz.i one del Servizio Veterinario e della sua costante presenza in rutte le guerre risorgimentali e nella spedizione in Crimea. [n tale contesto i Quadri del Corpo Veterinario de1l' Esercito possono approfondire le conoscenze della storia tracciata dai loro predecessori nell'assolvimento del compito logistico della conservazione del patrimonio equino deiJ 'Esercito, compito essenziale, in quel tempo, per la condotta delle operazioni anche in relazione alle carenze nella consistenza e nella produzione di cavalli idonei per le esigenze militari. Altri spunti inter.essanti offerti dall a pubblicazione sono anche i punti salienti dello sviluppo cronologico delle vicende storiche dei veterinari militari quali ~a costituzione della Scuola Veterinaria nel 18"18; la

nomina del primo vertice dell'organizzazione veterinaria militare, nel 1850, ne lla veste di «Ispettore aggiunto per la Veteri-naria»; l a crea zione del Corpo Veterinario Militare con R.D. 27 giugno 1861 in riconoscimento del contributo militare e professionale fornito dai veterinari in sede logisti.ca; la normativa, emanata nello stesso anno, che prevede il ruolo di perito veterinario nelle commissioni preposte a risolvere le «Contestazioni sulla fornitura della carne da macello ». Quest'ultima nota segna l'ini zio di quell'attività igienico-sanitaria di controllo degli alimenti di ori gine animale che porta gradualmente i veterinari militari ad assume re il ruolo atl11ale nel campo della protez ione della sa lute de ll ' uomo e La conseguente loro presenza in tutte Le Unità dell'Esercito. Infine è doveroso aggiungere una nota di gratitudine per la sensibi lità del Col. Botti che ha voluto dare al Corpo Veterinario una sua autonoma collocazione nel contesto storico della logistica in Italia.

Corpo Veterinario. Il Tcn. Mario M archisio è staro asseg nato alla Br igata pa r. " Folgore" dal 30.4.94. Il Ten. Carlo Albe rto Minni ti è stato assegnato a ll a Bri gata mec . "Gran at ier i d i Sardegna•· con decorrenza 30.4.94. 11 Ten. Enrico Mancini è stato asseg na to al Co man d o del Se rvi zio Veterinario della RMME d al 30.4.94. Jl Tcn. Man frcd o Capone ha assunto servizio a lla Scuola del Corpo Ve te ri nari o M ilit a re in Pinero lo dal 28.04.93.

CONGEDA.MENTI


1861, Ufficiale del Corpo Veterinario. J

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