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LE DIRETIIVE STRATEGICHE DEL DU CE DOPO LA RESA FRANCESE

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I DOCUMENTI 1943

I DOCUMENTI 1943

31 luglio 1940

Dopo la fine delle operazioni militari contro la Fran cia Mussolini parve orientarsi verso una attività bellica da realizzarsi specialmente attraverso La Marin a e l'Aeronautica. Qua nto all'esercito appare curioso, se non preoccupante la dislocazione decisa dal Du ce in qu es te su e direttiv e strategiche.

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FONTE: USSME -C IAF.

SU P ERESERCI TO SUPE RMARI NA

A SU PERAERE O SUPERCOMANDO A.S .l. EGEO MIL RODI e, per conoscen za:. SO TTOSE GRETARIO DI STATO ALLA GUERRA SUPERCOMA DO A.O. I.

Oggetto: Direttive s trategi c he

Concluso e d in via di esecuzione l'armistizio con la Francia, la no s tra situazione militare rima ne sos tanzialmente se mplificata. Gran parte dell'Ese rcito prima ope rante s ull e Alpi si s ta awiando nella p a rte centr ale dell a valle p a dana ove sarà in mi sura di essere solleci tamente diretto e conce ntrato tanto verso nord quanto ve rso est , second o che le es igenze potranno richiedere.

Per o ra, e non cons id era to l'Imp e ro c h e cos titujsce teatro di operaz ion e a sé, non ci rimane che una sola frontiera terres tre sulla quale agire: la Cirenaica. Il Gove rnatore Generale della Libia ha ricevuto da m e direttive precise ci rca la condotta da segujre. Non rim ane ora c h e invia rg li con og ni m ez zo tutti i mat e r iali ric hiesti affinché eg li pos s a essere al più presto in grado di svo lge re il co mpit o assegnatogli, compito di fondamentale importanza st rategica e politica.

Scomparsa la Ma1ina francese resta sola operante la Marina in glese - in due nuclei: q u ello più numeroso di Alessandria e l'altro c he si appoggia a Gibilterra.

La nostra marina occupando una pos izio n e centrale fra i due nuclei è in buone con di z ioni per sfruttare questa separazione delle fo rz e nemiche.

Occo rre p ertanto man tenere e sempre più sviluppare un largo servjzio di scoperta p er essere in grado di pote r interv e nire al momento opportuno.

Le nostre forze navali, comprese le due 35 mila che saranno in g rado fra po co di prendere parte all e operazioni at tive , so no LaJi da poter vantaggiosa m en t e affrontare sia l'uno che l'altro dei due gruppi avversa ri .

Anche per la Marina come per tutte le forze armate operanti, importa al massimo l a d ecisione e l'audacia, se nza di che l'azione rimarrebbe ste ril e o d addirittu ra n egativa.

La no s tra aviazione ha ora in Medite1Tan eo una decisa s uperi orità sulla a vversaria. A parte il servizio di avvistam en t o p er il quale come ho sopra detto devono essere dedicate tutte le cure, la nostra av iazi one h a tre obiettivi da battere: Ma lta - Alessandria - la fl otta n emi ca in mare.

Ma l'intervento c ontro questi obiettivi d eve esse r e fatto da masse di velivoli a o nd ate st1ccessive non da scarse aliquote ch e non possono produrre che minimi danni. * * -.'t

Informate a queste direttive la vos tra azione di comando.

I L Duce Del Fascismo

PRIMO MARESCIALLO DELL' IM PERO

COMANDANTE SU P REMO DELL E F ORZE ARMAT E

Mussolini

I TIMORI ITALIANI CIRCA L'ESECUZIONE DELL'ARMISTIZIO

7 agosto 1940

Fin dall'inizio della sua applicazione il trattato dì armistizio sollevò negli ambienti militari italiani alcune perplessità circa la sua elusione da parte delle autorità francesi. Il servizio segreto militare italiano (SIM) ne fece l'oggetto di questa speciale comunicazione.

FONTE: USSME -CIAF

Convenzione di armistizio italo- francese. Lavoro delle sezioni italiane di controllo.

AL MINISTERO DELLA GUERRA - Gabinetto - SEDE

AL COMANDO SUPREMO - Stato Maggiore Generale - POSTA MILITARE

ALLO STATO MAGGIORE R. ESERCITO POSTA MILITARE

Da informazioni pervenute da varie fonti si ha l'impressione che le autorità militari francesi, pur avendo applica to con ostenta ta sollecitudine t utte le clausole previste dalla commissione d'armistizio con l'Italia (costituzione di depositi di materiale bellico controllati, arretramento delle truppe già schierate alla frontiera alpina), possano essere riuscite ad eludere in parte talune garanzie implicite dai due provvedimenti.

Infatti:

- Non esiste alcuna certezza che le armi e le munizioni dei vari depositi siano le stesse che si trovavano nelle opere o presso le truppe già schierate presso la nostra frontiera; non si può pertanto esclude re che un certo numero di armi automatiche con le rela tive muniz ioni siano state nascoste nei casolari o nei boschi prossimi alle opere fortificate.

- I militari lasciati per vari motivi (tutti previsti dall e condizioni d'armistizio) a guardia delle opere, caserme, rifugi, centrali elet triche , magazzini, sono ancora numerosi e molto ben scelti qualitativamente; essi potrebbero costituire i nuclei per l'eventuale inquadramento dei militari appartene n t i alle unità da fortezza i quali, reclutati nelle valli alpine vi stanno rientrando per effetto della smobilitazione e stanno riprendendo le loro occupazioni nei centri abitati prossimi alle opere ne!Je quali hanno prestato servizio durante la guerra.

- Le nostre sezioni di controllo recentemente trasferitesi oltre la linea di demarca zione della zona smilitarizzata sono troppo lontane per esercitare sulle z one fortificate un'azione di controllo continua, insistente e tale da garantire una eventuale automatica ed indisturbata occ upa zione da parte nostra del territorio prossimo alla nostra frontiera.

- I militari dell'armata delle Alpi non si considerano battuti dagli italiani e tollerano, con atteggiamenti di sufficienza la presenza delle nostre commissioni in Francia.

L'ambiente militare francese con il qual e i nostri ufficiali sono a contatto non è con sc io della gravità d e lla situazione politica e militare in cui si trova la Francia e tende a trattare con noi da pari a pari.

Si direbbe che italiani e tedeschi siano dei collaboratori alla ricostruzione interna, più che vincitori che hanno la possibilità di imporre le loro determinazioni.

Contro tal e modo di vedere anche la Commissione tedesca d 'armistizio ha dovuto re agire.

Commissione itali ana armistizio informata.

PROCESSO VERBALE DELL'INCONTRO TRA L'AMM. DUPLAT ED IL GEN. PINTOR

29 agosto 1940

In uno dei primi incontri di Torino tra il capo della delegazione francese, amm. Duplat, ed il presidente della CIAF, gen Pintor venne evocata la vasta gamma dei problemi delle attività della CIAF e delle reticenze francesi riguardo ad una rigorosa applicazione delle disposizioni armistiziali. Interessante per questi motivi la versione che, dell'incontro, diede alle autorità di Vichy, l'amm. Duplat nel seguente processo verbale dell'incontro del 29 agosto 1940, al termine del quale fu deciso da parte italiana l'abolizione della stretta di mano che aveva causalo tra le due parti incidenti connessi al mancato scambio di saluto.

FONTE: DFCIA-SHAT, l/P/78

RESOCONTO SOMMARIO del colloquio svoltosi tra l'Ammiraglio Du plat e il Generale Pintor, Presidente della C.I.A., il giorno di giovedì 29 agosto 1940.

1° - Applicazione dell'armistizio nell'Africa del Nord.

L'Ammiraglio Duplat è sorpreso di fronte alle osservazioni formulate sulla maniera in cui è stato applicato l'armistizio nell'Africa del Nord. Da alcune informazioni ricevute dalla D.F .C.I.A . risulta che, nel corso di una conferenza ten uta si il 22 agosto, i Generali Lerecci e Boselli hanno riconosciuto che le domande fatte avevano ricevuto delle risposte adeguate, fatta eccezione per quella relativa agli effettivi alla quale, beninteso, si risponderà pross imamente .

Il Generale Pintor ha considerato cosa normale il fatto che le truppe siano rapidamente evacuate dalla zona demili tarizzata, purché restino nelle vicinanze della linea di d emarcazione .

Ora, il Generale Bumol ha risposto alla domanda fattagli in merito a l fatto di non sapere dove si trovassero tali truppe, il che ha provocato alcune rimostran~e da parte italiana. L'armamen to di tali effettivi costituiva in effetti l'unica prova a disposizione del Governo italiano, in caso di mancata applicazione delle clausole relative all'Armistizio in questa regione.

L'Ammiraglio Duplat rende noto che, a seguito de l ricorso for- mulato in merito alla mancanza di ord ini des tin ati al di sarmo e a ll o stoccaggio degli aere i in Africa Settentrionale, il Govern o francese ha d eciso di avviare una inchiesta tramite il Ge nerale Pica rd, Capo di Stato Magg iore d e ll'A e ron a u tic a Milita r e . Tal e inchi es ta non è anco ra t erminata, ma in Algeria, il Pres id ente della Del egazion e d e ll 'Aeronau t ica Milit are ha dichiara t o al Ge ne ra le Picard di non avere alcuna osservazione da fare.

Il Generale Pintor ha chiesto se fosse possi bil e ottenere la s tessa g aran zia per il Marocco .

L'Am miraglio Dup lat h a ri s posto c h e l'inchiesta n o n era stata ancora u lti mata in que sta region e.

2 ° - Misure cau telative in Siria

L'Ammiragli o Dup lat chiede a l Ge nerale Pin to r delle info rmazion i s ull 'arrivo dell a d e legazione italiana in Siria. Risp osta negativa

L'Ammiragli o n e approfitta p er rico rdare c h e, in conformi tà delle ist i t uzi o ni fornite d a l Ge n era le P intor, sarà richie sto a lla de l egaz ione di a tt eners i a ll e ra ccoma ndazi oni che le ve rranno fatte a l fine di ev itare ogni tipo di co ntratt e mp o.

3° - Funzioni attribuite alle delegazion i

Tornando su tali mansioni e sull' i nte resse a preci sarle, l'Ammiraglio Duplat segnala nuova mente il caso de gli ex- consoli app arte n e nti alle d elegazioni che h anno la naturale t en den za a riprendere le loro funzioni p r ecedenti e ad occ u p arsi di politica.

Tal e mani era di procedere ha già da t o luogo a diversi incidenti; l'Ammiraglio cita il caso del Sottotene nte Cam era n i, ex-co nsole ge n er aJe ita liano a Nizza, n onché qu ell o degli ex-co n so li di Aj accio e di Bastia.

Precisa e sottolinea in oltre che, al fi n e di evi t are event uali ri vo lte da parte d ell e popolaz ioni, g li ex-consoli non d evo no insediarsi ne i loro ex-co n solati, a n che privi dell a larga.

Infi n e, occupandosi attua lmente una Commi ss ione d e ll a Croce Ross a , delle q u es t ioni assi s t enziali r ela tive a gli italiani ind igen t i , - questione del tutto esterna alle clau so le d ell'Arm ist izio - se mbra che gli ex -conso li n on d e bbano più i nteressarsene

Il Generale Pinto r si è dichiarato d'accordo sulla questione dei c onso lati, precisando p e r ò c h e se quest i u ltimi non po tesse ro essere riaperti, il Governo Italiano provvederebbe a mette r e in contatto l'intermed iario d e ll e proprie d e leg a zi on i con i numerosi i tali ani r es identi in F r ancia. Gli ex-consoli erano partico larmente prepar ati a que sta a tti vi tà.

L'Ammiraglio ha reso noto ch e tali contatti potevano ormai essere presi - con vantaggio - tramite i delegati della Croce Rossa per tutte quelle questioni assistenziali che non hanno nulla in comune con le clausole dell'Armistizio.

Il Generale Pintor ha risposto che la Croce Rossa avendo solo un organo centrale, essa necessiterebbe di ramificazioni create da un contatto lra ex-consoli ed italiani provenienti da diverse regioni. Il Generale ha inoltre preso nota dei vari incidenti segnalati per r i badire ancora una volta ai Consoli - ha sostenuto, l'orientamento apolitico della loro missione .

4° - Caso Santa - Maria

L'Ammiraglio ha approfittato del carattere assunto dalla conversazione per comunicare i dati fomiti via radio in merito alla campagna intrapresa dal Sig. Santa-Maria sulle vessazioni subite dagli italiani in Tunisia .

Ha fatto notare, secondo la sua opinione, c h e la causa dei lievi incidenti recentemente verificatisi in T u nisia è da attribuirsi in gran parte ai fermenti prodotti da questa campagna che sarebbe invece opportuno mettere a tacere.

Il Generale Pintor ha dichiarato di conoscere q u esto giornalista, pur non essendo molto bene informato sulla sua campagna. Ha fatto richiesta delle notizie trasmesse via radio al fine di ottenere una precisa documenta zione per la sua prossima visita a Roma.

5° - Situazione dei france s i internati in Italia o costretti ad una residenza coatta

L'Ammiraglio rende nota la propria impossibilità a ricevere una risposta dalla sottocommissione degli Affari Generali in merito al suddetto quesito posto da oltre un mese!

Il Generale Pintor afferma d i non essere al corrente e ci chiede ciò che esattamente desideriamo. Nel caso in cui si tratti di ottenere una lista sulla quale figurino i nomi e la situazione dei Francesi in Italia, la risposta non può essere favorevole, poiché si tratterebbe di una sorta di indagine. Egli ritiene invece che ogni caso particolare possa essere segnalato e si dichiara convinto del fatto che le richieste di informazioni così formulate verranno soddisfatte.

6 ° - Applicazione dell'ordinanza del Duce relativa alla vita dei francesi in territorio occupato

L'Ammiraglio rammenta tutte le difficoltà segnalate da diverse lettere sul rientro di funzionari francesi nelle zone occupate e sul1'esistenza delle popolazioni residenti in tali zone.

Riguardo ai quindici funzionari che non sono stati ammessi m Tarantasca, il Generale Pintor riconosce che il Commissario Civile ha proceduto ad un'applicazione troppo ristretta del regolamento molto liberale del Duce. Questo tipo di atteggiamento si s piega con la raccomandazione fatta ai Commissari Civili di essere molto attenti sull'argomento dei maestri elementari francesi, molti dei quali vantano la sgradita reputazione di comunisti. In merito al divie to di gestire alcune fabbriche , ad esempio, il Generale Pintor precisa che non si tratta affatto di espropri, bens ì di una variazione da applicarsi a talune situazioni. Esaminerà il caso dei piccoli centri appartenenti alla zona libera sprow isti di alcune installazioni (elettricità, acqua, ecc.) presenti invece nella zona occupata. Per tutte le questioni relative alle difficoltà di sussistenza d elle popolazioni (prezzi delle derrate, cambi, salvacondotti, ecc.), sarebbe opportuno curare alcuni particolari di cui si occuperà a Roma con la massima attenzione al fine di evitare notevoli differenze tra le condizioni di vita dei francesi e quelle degli italiani residenti in questa zona. AJ co n trario, il Generale insiste sul fatto che non sarebbe assolutamente possibile introdurre gendarmi e doganieri, esercitando la potenza occupante il completo dominio dal punto di vista della polizia e della Pubblica Sicurezza.

7° - IJ Generale P intor aveva iniziato questo colloquio comunicando la sua decisione riguardo l'eliminazione della stretta di mano al fine di evitare nuovi incidenti simili a i due già verificatesi. A conclusione del nostro colloquio mi dice - in maniera tra l'altro molto gentile: "ci stringiamo la mano per l'ultima volta ".

COMPTE RENDU SOMMAIRE d e l'entretie n entre l'Amiral DUPLAT et le Général PINTOR, Président de la e.I.A. le J eudi 29 Aoflt 1940

1° - Application de l'Armistice en Afrique du Nord.

L'Amiral Duplat s 'étonne des observations formulées sur l a rnanière dont l'Arrnistice est appliqué en Afrique du Nord. Des renseignernents reçus par la D.F.C.I.A., il r ésulte qu'au cou rs d'une confét-ence t e nue l e 22 Aoilt, les Généraux Lerecci et Boselli ont reconnu que !es questions posées avaient reçu satisfaction, sauf celle des effectifs à laquelle il est entendu qu 'on répon drait prochainernent.

Le Général Pintor a reconnu que pour la zone dérnilitarisée, i.I était normai que les troupes aient été rapidernent évacuées d e cette zone, mais à condition de se tenir ensuite au voisinage de la ligne de dérnarcatio n.

Or, le Général Burnol a répondu à la question qui lui était posée à ce sujet qu'il ne savait pas où se trouvaient ces troupes, ce qui a rnotivé la r éclarnation italienne.

L'annement de ces effectifs constituait en effet Je seul gage à la disposition du Gouvernement italien, pour le cas de non exécution de clauses de l'Armistice dans cette région.

L'Amiral Duplat fait connatrre qu 'à la suite de la plainte formulée au sujet du manque d'ordres pour le désarrnement et le stockage aérien en Afrique du Nord , le Gouvernement français a prescrit une enquéte qui a été confiée au Général Picard, Chef d 'Etat-Major de l'Armée de l'Air. Cette enquèt e n'est pas encore terminée, mais en Algérie , le Président de la Délégation Aéronautique ltalienne a déclaré au Général Picard qu'il n'avait aucune observation à formuler.

Le GénéraJ Pintor a demandé si la mème assurance pou vait etre donnée pour le Maroc.

L'AmiraJ Duplat a répondu que l'enquète n'était pa s encore terminée dans cette région.

2

° - Précautions en Syrie

L'Amiral Duplat demande au Général Pintor s'il a des renseignements sur l'arrivée de la délégation italienne en Syrie. Réponse négative.

L'Am iral en pronte pour rappeler que, conforrnément aux instructions données par le Général Pintor, il sera hautement désirable que la délégation se conforme aux recommandations qui lu.i seront faites pour éviter t0ut in cident.

3° - Attributions des délégations

L'AmiraJ Duplat r evenant sur ces at tributions et l'intérèt qu'il y aurait à !es bien préciser, signale à nouveau le cas des ex -consuls faisan t partie des délégations qui ont une tendance naturelle à reprendre leurs fonctions antérieures, et à s'occuper de politique. Cette manière d e faire à déjà donn é lieu à plusieurs incidents, et J'AmiraJ cite le cas du Sous-L ieutenant Camerani, ancien consul général d'ltalie à Nice, et celui des anciens consuls d'Ajaccio et d e Bastia. Il précise d'une façon très nette que pour éviter t oute confusion de la part des populations, !es anciens consuls ne d oivent pas s'installer dans Jeurs anciens consulats, m ème démunis de leur plaque. Enfin, une Commissio n d e la Croix-Rouge s'occupa n t maintenan t des questions de l'Assistance aux indigents italiens, question complètement en dehors des clauses d e l'Armistice, il semble que les anciens consuls ne devraien t pas désormais avoir à s 'en occuper.

Le GénéraJ Pi ntor s'est déclaré d'accord sur la question des Consulats, mais a précisé que si les Consulats n e pouvaient évidemment étre r éouverts, le Gouvernernent italien étai t fondé à faire prendre contact, par l'interrnédiaire de ses délégations, avec ]es nombreux Itali.ens r ésidant en France. Les anc i.ens consuls étaien t particuli.èrement qualifiés pour cette besogne.

L'Amiral a fait valoir que ce contact pouvait ètre avantageusement pris désormais par les délégués d e la Croix-Rouge, pour toutes ces questions d ' assistance qui n'ont rien à voir avec !es clauses de l'Armistice

Le Général Pintor ' a répondu que la Croix-Rouge n'avait en France qu'un organe central qui aurait besoin de rarnifications constituées tout naturelleme nt par les anciens consuls en contac t avec les Italiens des différentes régions. Il a pris note des incidents signalés pour faire rappeler, une fois de plus, at-il <lit, aux Consuls que leur mission n e comporte aucun caractère politique.

4°- Af/aire Santa-Maria

L'Arniral a pro fité d e cette orientation d e la conversation pour communiquer les relevés de la radio concernant la campagne faite par M. Santa-Maria sur !es vexations subie par les ltaliens en Tunisie. Il a signalé qu'à so n avis )es légers incidents survenu s récemment en Tunisie étaient en gran d e partie dus à l'excitation produite par cette camp agne qu'il y a aurait intérèt à supprimer.

Le Général Pintor a dit co nnaitre ce journaliste sans paraitre exacteme nt informé de sa campagne. fJ a demandé la communication des relevés de la radio pour faire part de la d émarche faiLe, quand il irai t prochainement à Rome.

5° - Situat ion des francais intemés en ltalie ou astreints a une residence forcée L' AmiraJ fait part de l'impossibilité où il se trouve de recevoir une réponse de la Sous-Commission des Affaires Général au sujet de certe question posée depuis plu s d ' un m o is!

Le Général Pintor di t qu'il n'est pas au cow-ant e t demande ce que no us d ésirons exactement S'il s'agit d'obtenir une liste donnant les noms et la situation des F rançais en Italie, la réponse ne peut etre favorable puisqu'il s'a girai! alors d'une sorte d'e nqu ete. Par conlre, il pense que t out cas parti c uli er peul etre signalé et se d éclare convainc u que les demande s de rensei gnements a in s i présenlées s er o n t sati sfai tes.

6° - Application de l'arrété du Duce pour la vie des français en territoire occ11 pé L' Amiral rappelJe toutes les difficultés signalée par différe ntes le ttres au s uj c:-1 du retour des fonctionn aires françai s e n zone occupée et de l'ex.istence des populations dans ceue zone.

Au sujet des 15 fonctionnaires qui n'onl pas été admi s en Tarentaise, le Général Pintor reconn ait que le Comrnissaire Civil a appUqu é le règlement très libéra l du Du ce d'une manière étroite. Cell e attitud e doit s'expliquer par le fait qu e les Commissaires Civil s ont été prévenus d'etre très attentifs au sujet des instituteurs Erançais qui ont la racheuse réputation d'etre, pour beaucoup d 'entre eux, communi stes.

Au suje t d e l'interdi ctio n d'exp loite r ce rtaines usines par exemple, le Gé néral Pintor préci se qu'il ne s'agit pas du tout d'expropriation , mais d'une substitution dans certaines con diti ons à régler. D étudiera le cas des vill ages de la zone libre d ésservis par certain es instaUations (é lectricité, eau, et c.) s ituées e n zo ne occ upée. Pour toutes les questions touchant aux diffi cu ltés d 'ex.istence des population s ( prLx des d e nrées, changes , sauf-con duits, etc.), il co nvi ent qu'il y a là certains détails à régler, et dont il s'occupera à Rome, en y apportant toute la bienveillance possible p our ne pas créer de différenc.es appréciables entr e les c.o nditi ons de vie des Français et dc s ltaliens dans cett e zo n e. Il ins iste par co ntre sur le fait qu ' il ne saurait etre qu es tion d'y introduire ge ndarmes e t douani ers, la pui ssance occupante ayant tout pou voir au point de vue police et sécurité.

7° - Le Gé n éral P intor avait com men cé cet entre ti e n en faisant part de sa d écis io n au sujet d e la s uppression du serrement de main s pour éviter d ésormais tout nouvel in cide nt aussi regrettabl e que )es deux qui se sont produits.

En terminant notre entretien , il me dit, très aimablement d ' ailleurs: "Nous nous serrons la main pour la dernière fois".

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