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IL MOVIMENTO ARABO IN MEDIO ORIENTE E LA SUA UTILIZZAZIONE
4 giugno 1941
Dopo lo scoppio della rivolta antinglese nell'Jrak ad opera del governo di Rashid Ali al-Ghailani la CJAF si trovò cointeressata a gestire attraverso il proprio delegato in Siria, gen. F. De Giorgis, le possibili vie di cooperazione dell'Italia e dell'Asse con il movimento arabo nell'Jrak. Proprio per fare il punto della situazione generale araba il delegato della CIAF scriveva il seguente rapporto al presidente.
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FONTE: USSME-CIAF, Racc. 75, fase. 10.
COMMJSSIONE ITALIANA DI ARMISTIZIO CON LA FRANCIA DELEGAZIONE MISTA PER LA SIRIA
Credo necessario attirare l'a ttenz ion e su un particolare aspetto della nostra attività in rapporto ai recenti avvenimenti dell'Irak.
In pratica la resistenza irakena non ha avuto qu ell'a ppoggio che poteva essergli forn ito sia da un'azione delle tribù del deserto s ull e comunicazioni della Transgiordania , sia da attentati di rivoluzionari palestinesi, che avrebbero potuto creare agli inglesi delle gra vi preoccupazioni in Pal est ina.
Queste due azioni non sono state svolte perché non preordinate tempestivamente: ques ta mancata organizzazione è dovuta alla carenza di tempestive direttive in proposito.
I miei telegrammi 1109, 1287, 1341 e 1362 del 12 e 27 arile e del 3 e 6 maggio sono stati accompagnati da analoghi te legrammi del Console Castellani a l Ministero degli Esteri, al quale era devoluta la d ecisione.
Solo il 30 maggio è arrivata al Conso le Castellani una risposta della quale allego copia. Ma gli awenimenti nel frattempo camminavano: tutto era ormai sorpassato ed il contenuto d e l telegramma in particolare; né era facile fosse diverso poiché detto telegramma rispondeva ad altro te legramma di quasi un mese prima.
Credo sia necessario stabilire tre punti su cui ritengo non si possa dissentire:
1) le azioni in grande stile di tribù beduin e o di rivoluzionari e terroristi. non possono che essere concomitanti o sussidiarie di una data situazione militare . In caso diverso si otteITà solo di far distrnggere separatamente e senza risultato e lementi che potrebbero invece riuscire preziosi se impiega ti tempestivamente. In altre parole queste azioni sono efficaci solo in dati momenti;
2) Le azioni di cui sopra devono quindi essere organizzate prevent ivamen te, poich é il momento favorevole può presentarsi improvvisamente. E p er organizzarle bene ci vogliono: tempo, mezzi e uomini capaci;
3) solo l'organizzazione preventiva permette di scatenare le azioni al momento giusto e so lo la tempestivi tà può assicurare il s u ccesso
Gli avvenimenti dell'Irak costituivano un'occasione quanto mai favorevole: si presentavano finalmente le condizioni ideali sia per una g u erriglia efficace sulle comunicazioni delle c olonn e avanzan t i dalla Transgiordania, sia per scatenare la rivolta in Palestina, base di partenza di tale colonne.
Ma tali avvenimenti, ~ome d el resto quasi sempre avviene, sono giunti di so rpresa.
E purtroppo dal punto di vista di organizzazione della rivolta ci hanno co lto impre parati; in rea ltà nulla era stato predisposto (e null a era stato possibile predispoITe) per fornire i mezzi occorrenti alle tribù ed ai rivoluzionari che da tem po li invocano.
Ora l'Irak ha dovuto sottomettersi ed è troppo tardi per quegli interventi che il telegramma allegato prospetta, interventi che sarebbero stati preziosi un mese fa .
La l.ez io n e che si può trarre dagli avvenim enti è chiara.
L'o ccasione s i ripresenterà e non dovrà co gl ierci nuovamente impreparati.
Propon go:
1) sia predisposta al più presto l'organizzazione di tutte le forze anti britannic h e del Levante, forze c he c hi edono so lo di essere impiegate.
2) L'organizzai.i one di tali forze dovrà essere affidata ad un solo individuo: ques t i dovrà essere un uomo d'azione, di p rovata ca paci tà e sopratutto di estre ma decisione; dovrà essere munito di pieni poteri per ag ire cnt ro vas ti limiti senza richiedere continu e autorizzazioni.
Disporrà di pochi collabora tori di prima scelta e sopratutto di sua scelta (sono n ecessari perché le tribù beduine h anno b isogno di essere seguite nell'azione)
3) Dovranno ess ere assegnat i senza lesinare i mezzi occorrenti (armi, muni zioni, esplosivi). N e i mezzi do vrà essere com preso il danaro; occorre che l'incaricato dell'impresa sapp ia su quali somme può contare e che ne possa disporre se nza formali tà superflu e .
4) Dipenderà direttamente dal comando supremo: ma - e questa sarà condizione indispensabile del s uccesso - dovrà esserg li lasciata la piena responsa b ilità dell'impres a affidatagli e, con la re s ponsabilità, l'iniziativa più amp ia .
Le proposte di cui sopra hanno il va lore che s i crederà di attri buire loro.
Ri tengo peraltro doveros o dichiarare che ad esse sono stato indotto dalla constatazione che il nos tro interessamento per il movime nto arabo si è ridotto praticamente in attività platonica; non avendo in sostanza cost itui to un incitamento ma un freno per gli antibrita n nici che volevano agire. Ed i l prestigio nostro non ne ha guadagnato certamente .
È per evi tare per quanto possibile il ripetersi d i una simile situazione che cred o m io dovere segnalare l a r ealtà d e i fat ti a codesta Pres id enza
Il Ge N Erale Di Divisione
Capo della De leg azione
F. De Giorgis
ORDINANZA DEL DUCE CON LA QUALE
VIENE NOMI NATO IL GE N. ART URO VACCA MAGGIOLINI PRESIDENTE DELLA CIAF
16 giugno 1941
Il secondo presidente d ella CIAF, gen. Camillo Grossi mori di malattia a Torino il 15 giugno 1941. Con la presente ordinanza il Duce chiamò a succedergli il gen. Arturo Va cca Maggiolini.
FONTE: USSME -CIAF, Racc. 1, fa se. 18.
Il Duc E
PRIMO MARESCIALLO DELL'IMPERO COMANDANTE DELLE TRUPPE OPERANTI SU TUTTE LE FRONTI
Visto l'arti colo XXIII della Conve n z ione di Armi s ti zi o del 24 i:fogno 1940-XVIII conclusa fra l1 talia e la Francia;
Visto l'articolo 17 della legge di guerra, approvata con R . Decr eto 8 lugli o 1938-XVI, n. 1415 ;
Visto il de creto 10 gi ugno 1940-XVIII, n. 566, che ord ina l'applicazione della legge predetta;
Vista l'ordinanza 27 giug n o 1940-XVIII co n la qual e vie n e costituita la commissione italiana di armis t izio;
Determina
Art. unico n Generale di Corpo d'Armata - con ran go di des ignato d 'Armata nell a riserva , Vac ca Ma gg iolini Arturo assume la carica di presi d e nt e della Commissio n e di arm is tizio co n la Francia in sostit u z ione d e l G e n era le d es ignat o d'Armata Grossi Camillo d eceduto.
Dal Quartier Genera le dell e Forze Armat e, lì 16 giugn o 1941XIX.
Mu sso lin i
LETTERE DENTZ - DE GIORGIS SUL RITIRO DELLA DELEGAZIONE ITALIANA D'ARMISTIZIO DALLA SIRIA
11 luglio 1941
Al momento di concludere l'accordo per il cessate il fuoco tra le forze armate francesi del Levante e l'Alto Comando britannico, l'Alto Commissario francese nel Levante gen. Dentz rivolse, l'J 1 luglio 1941 , al capo della Delega zione italiana d'armistizio in Siria, gen F De Giorgis, l'invito a lascia re la Siria per non dover essere consegnato aglì inglesi.
FONTE: Allegati n. 7 e 8 alla Relazione sul conflitto franco-inglese in Siria, in USSME-CIAF, Racc. 75, fase. 9.
A - LEITERA DEL GENERALE DENTZ AL GENERALE DE GIORGIS
Nota
Il Generale Dentz ha l'onore di rendere noto al Generale De Giorgis di essere stato autorizzato dal proprio Governo ad iniziare dei colloqui con il Comando britannico al fine di contribuire alla cessazione delle ostilità sulla base di un memorandum presentato dal Console degli U.S.A.
Di conseguenza, ha richiesto al Comando Britannico:
1) La sospensione delle ostilità il 12 luglio alle ore 0.00;
2) Il luogo in cui dovrà inviare i suoi rappresentanti.
Tramite una delle clausole del memorandum in base alla quale viene stipulata la consegna degli italiani che si trovano in Siria egli segnala al Generale De Giorgis l'interesse che vi sarebbe a lasciare il territorio siriano in modo tale da poter rispondere ai Britannici che la suddetta clausola non va esaminata.
È chiaro che il Conso le cercherà di fare in modo che i membri delle istituzioni religiose che si trovano in Oriente benefici no dello stesso trattamento riservato a coloro che sono rimasti in Palestina.
Ringrazia vivamente il Generale De Giorgis per l'abilità dimostrata nell'adempiere ad un difficile compito e nell'ottenere la fiducia del Comando Francese.
B - LETTERA DE L GE NERAL E DE G IORGIS AL GEN ERAL E D ENT Z
All 'E cc. l'Alto Comm issario Ge n era le Den tz Beiru t fL GENERA LE DI DIVISIONE
P rendo atto d e ll'odi erna c omuni cazion e di V.E. perve nutam i a T ripoli alle ore 21 .
Co n s idero anch' io assolutamen te indisp ensabile ch e nelle t ra ttative c o l comando ing l ese non s ia oggetto di dis c u ssio n e l a Del egazione itali ana di armi s t izio, tanto più c h e - data la s ituazi on e - tutta la De legazion e lascia stanotte la Siria . Sarò li e to se ques ta m i a deci sione potrà agevolare le prossime tra tt attiv e e ve nga co n s id e rata com e u n implicito omaggio al valor e e d a ll a l ea ltà dell'E se rcito d e l Leva n t e e d al s u o Coma nd ant e .
Capo della Delegazione
F. De Giorgis
Note
Le Général Dentz a l'honn e u r d e porter à la connaissance de M.l e Gé n éral Dc Giorgis q u ' il a été autorisé par son Gouvemement à entrer en con versation avec le Comm an d ement britannique e n vue de la cessatio n des hostilités sur Ics bases d 'un memo randum remi s par le Con s ul des U S.A.
Il a. e n conséqu e n ce. demandé au commandem ent britannique:
1) La s us pensi on des hostilités le 12 Juill et à O h eure;
2) L'c ndroit où il doit envoyer ses représe ntants.
Une des cla u scs du mem orandum s ti pu la nt la li vraison d es italiens qu i se trouvent e n Syrie , il s ignale au Gé néral De Gi orgis l'intére t qu ' il y aurait de quitter le territoire syrien de telle m ani ère qu' il p uissc etre ré pondu aux britanniques qu e cette clause n'a pas à ètre examinée.
Il est enten du qu'il s'efforcera d'obtenir que Ics membres des istitutions religieuses se trouvam au Levant béneficeront du mem e traitement que ceux qui sont restés en Pal es tine. Il tient à remercier le Gé n éral De Gior gis d e la large compréhension avec laqu ell e il a accompli une t~ che diffici le e i de la m ani è re do nt il a s u s'attirer l a confiance du Commandement Français.
PROCESSO VERBALE DEL COLLOQ UIO TRA IL DUCE ED IL GEN. VACCA MAGGIOLINI
12 luglio 1941
Dopo la nomina del gen. Vacca Maggiolini alla carica di presidente della CIAF, il Duce patve interessarsi maggiormente all'attività della Commissione stessa ed ai rapporti con la Francia . E proprio in ques to quadro iniziò una serie di colloqui con il nuovo presidente di cui quello del 12 luglio 1941 doveva essere il primo Il verbale del colloquio avvenuto alla presenza del capo di S.M gen Cavallero a Roma, venne redatto in due fasi e cioè l'indomani dell'incontro e molto più tardi, il 7 ottobre 1943 ne venne redatta un'appendice sui negoziati a proposito dell'art. X che il Vacca Maggiolini non aveva creduto opportuno allora di affidare alla prima stesura del documento.
FONTE: USSME-CIAF, racc. 51, fase 1/U
COLLOQUIO DEL 12 LUGLIO 1941-XIX TRA IL DUCE ED IL GENERALE ARTURO VACCA MAGGIOLINI ALLA PRESE NZA DELL'ECCEL LENZA CAVALLERO
Avendo letto il mio "Esame della situazione francese" - foglio 19500 del 9 luglio - il Du ce volle conferire in proposito con me Nel colloquio mi dichiarò di aver letto attentamente il mio scritto e di convenire in ogni suo punto. "Tu tte le Vostre affermazioni" - Egli ha detto - "corrispondono esattamente ad altrettante verità".
Mi ha però tranquillato circa il contegno e le intenzioni del F i.ihrer verso la Francia e verso di noi; necess it à contingenti inducono il Fi.ihrer a mantenere col governo di Vichy atteggiamento conciliante, ma si tratta, per l'appunto, di sempl ice necessità contingente: a guerra finita la Francia dovrà pregare duramente lo scotto della sua politica tenacemente e costantemente ostile all a Germ ania ed all'Italia. Se la Francia ritiene di p otersi rifare ora, a buon mercato, una verginità si sbaglia di grosso!
Quanto all'Italia, non v'è da dubitare delle lealtà del Fi.ihrer il quale - anche nel suo ultimo incontro col Duce al Brennero - ha fatto notare su l posto l'evidenza delle forze geografiche che al B rennero separano nettamente il mondo tedesco da quello latino.
Eventuali atteggiamenti particolari di singoli individui non contano e non devono perciò impressionarci.
Il Duce mi chiede poi quali siano i miei rapporti personali cogli ufficiali della Delegazione francese.
Gli rispondo che coll'Ammiraglio Duplat ho stabilito rapporti di leale cameratismo militare e me ne trovo contento. Più difficili sono stati i miei primi rapporti col generale Parisot che è, più che un soldato, un raffinato leguleio .
Il Duce mi congeda poi dichiarando di approvare la linea di condotta che mi propongo di seguire, quale l'ho esposta nella mia lettera del 9 luglio.
Firmato
Gen. A. Vacca Maggiolini
Nota Bene: Questo verbale del mio colloquio col Duce del 12 luglio 1941 è incompleto, poiché vi si tratt ò anche - come risulta esplicitamente da successivi documenti - dell'intenzione della CIAF di svolgere trattative colla Francia per ottenerne, in compenso di una nostra rinuncia all'applicazione dell'art. X della Convenzion e d'armistizio , un versamento di alcuni miliardi di franchi, di cui l'Italia aveva , a breve scadenza, una necessità assoluta. Ed il Duce - dopo essersi fatto spiegare in che cosa praticamente consisteva la rinuncia all'art. X - mi autorizzò a trattare sulla base di una apertura di credito di 5 miliardi di franchi. Mombercelli, 7 ottobre 1943
Firmato
Gen. A. Vacca Maggiolini C)
(") Questa aggiunta appare manoscritta nel testo originale.
PROC ESS O VERBALE DEL COLLOQUIO TRA IL DUCE ED IL GEN. VACCA MAGGIOLINI
15 agos lo l 941
Dopo gli incontri di Monaco di Baviera tra le preside nze della CIAF e della CTA, Mu sso lini sempre alla presenza del gen. Cavallero, ricevette in colloq uio il gen. Vacca Maggiolin i, il 15 agosto 1941, allo scopo di illustrargli il proprio pensiero sulla politica da tenersi nei confronti della Francia con speciale riguardo al Nuovo Ordine Europeo ed ai compensi territoriali dell'Italia
FONTE: USSME-CIAF, Rac c . 51. fase. 1/U
COLLOQUIO DEL 15 AGOS T0 1941-XIX TRA IL DUCE E L'ECCELLENZA VACCA MAGGIOLINI ALLA PRESENZA DELL'ECC. CAVALLERO
Udita la mia esposizione sommaria (conforme alla memoria sc ritta che gli consegno) il Duce dichiara che concorda completamen t e n el ritenere l'attuale si tuazion e co n la Francia illogica ed insostenibil e .
Quanto alla soluzione de l problema il Duce afferm a che occorre scinderla in due:
Franc ia metropolitana; Colonia.
P er le colonie ogn i decisione può esse re 1inviata a ll a fin e della guerra.
Vi saranno allora sulle s poglie de ll 'Inghil terra, larghe possibilità di accontentare la Francia in compenso alle nostre es igenze.
P er la Francia metropolitana, invece, il problema non si può dilazionare. La Francia ha pure il dititto di sapere, appoggiando la politica dell 'Asse , quale sarà l'avvenire di talune sue pro vi nce. Occorre, pertanto, sistemare su b ito definitivame nt e l'Europa Occid enta le.
Belgio ed Olanda nella loro costituzione attuale rappresentano elementi non bene sistemati.
In Be lgio tra Fiamminghi e Valloni esisto n o disparità nette di razza, di lingua, di cos tumi , di religione che giungono fino all'avversione.
Re Leopo ldo ha dichiarato che non inlende più regnare su due popoli così disparati.
Occorre quindi ingrandire l'Olanda assegnandole tutti i Fiamminghi: assegnare alla Francia tutta la Vallonia, che sotto certi riguardi è più francese de lla Bretagna e di qualche altra regione francese.
Grazie a tale ingrandimento a no rd-es t la Francia potrebbe accettare di cedere all1talia la Contea di Ni zza e la Corsica.
P er vastità di territorio e di popolazione lo scambio potrebbe essere all'incirca equivalente.
I] Du ce soggiun ge c h e per Nizza si potrebbe ad ottare qualche temperamento analogo a quello deciso per Lubiana.
Per la Corsica - itali a nissim a geograficamente ed etnograficamente - no. Al più si potrà co n ce der e l'opzione per quegli iso lani che, sentendosi francesi, vogliano abbandonare la Corsica.
Alla mia osservazione circa la convenie n za, di sorpassare subito l a Germania nelle concessioni alla Francia, il Du ce oppone le diffidenze tedesche n ei nos t ri riguard i. Occo rre tenerne conto . Pertanto, a conclus ione, il D uce mi prescrive di vedere l'Ammiraglio Duplat e dirgli che, ne i colloqui avuti con qualche persona del mondo politico, ho avuto l'im pressione, mia perso nal e, c he a Roma si sarebbe disposti ad addivenire fin d'ora ad una definitiva s istemazione dell'Europa Occidentale co n reciproche concessioni e scambi di territori, da cui la Francia nulla forse avrebbe, in complesso, da perdere.
Firm ato
Gen. A. Vacca Maggiolini
NOTA VERBALE DEL GEN. VACCA MAGGIOLINI ALL'AMM. DUPLAT
23 agosto 1941
Dopo varie incertezze circa la sua concreta realizzazione, la nuova politica di apertura dell'Italia vittoriosa nei confronti del governo di Vichy ebbe, con la seguente nota verbale del 23 agosto 1941 del gen . Vacca Maggiolini al capo della Delegazione francese a Torino, amm . Duplat, la sua formulazione ufficiale specie per quanto riguardava la rinuncia italiana all 'art. X dell'armistizio.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 1/E .
NOTA VERBALE PER L'ECCELLE NZA L'AMMIRAGLIO DUPLAT
Come ho già, Eccellenza, avuto l'occasione di dirVi più volte e di co nfermarvi esplicitamente nel nostro colloquio del 17 agosto, l'Italia si rende ragione della non facile situazione della Francia ed è perciò disposta, in i nt imo accordo colla alleata Germania, ad aiutare il Governo francese ed a facilitare e preparare quel riavvicinamento tra Francia ed Italia, indispensabile per un nuovo razionale assestamento dell'Europa occidentale, che è sta to auspicato dal Maresciallo Pétain nel suo recente radiodiscorso.
Ciò però non può farsi che grad ualm ente e tenendo - per l'oggi - stretto conto delle possibilità consentite dalle presenti circostanze, mentre, cioè, la guerra è in pieno sviluppo e minaccia sempre nuove complicazioni e mentre correnti notevoli dell'opinione pubblica francese - ivi compresa qualche autorità - dimostrano le loro vivaci simpatie pei nostri awersari, pel degollismo e persino pel bolscevismo. Questo duplice ordine di considerazioni di fatto spiega come, pel momento almeno, l'Italia non possa far tutto quanto, in circostanze più favorevoli, sarebbe disposta a fare.
Tuttavia le concessioni che l'Italia è pronta, anche nel momento attuale, ad accordare, in aggiunta a quelle numerosissime già concesse in fatto di armamenti - per terra, per mare e per ariasono assai notevoli, talché mentre per l'Italia potrebbero costituire - in determinate event uali tà - un grave rischio, offrono invece alla Francia - e speci~mente al suo Governo - vantaggi considerevolissimi.
Occorre però, naturalmente, che a sua volta il Governo d e l Maresciallo Pétain venga incontro all'Italia e dimostri la sua leal e buona volontà, accedendo alle nostre richieste di un'adeguata contropartita, la quale - per esse r e di carattere esclusivamente finanziario - non lede per nulla l'autorità ed il prestigio del Governo francese, il quale verrà anzi ad avvantaggiarsi nell'opinione pubblica per le importanti concess ioni - di carattere queste militare e politico - ottenute dall'Italia.
Prima concessione che l'Italia è disposta a fare alla Francia è la rinuncia all'applicazione dell'art. X della Convenzione d'Armistizio, la rinuncia cioè a farsi consegnare ed a portare in Italia - come già in parte è stato fatto - i materi ali bellici tuttora raccolti in appositi depositi (tipo "b"). Con ciò tali materiali verranno a trovarsi senz'altro nelle condizioni di quelli conservati nei depositi tipo "c" . Gli uni e gli altri continueranno ad essere sotto controllo italiano, ma questo si limiterà ad impedire che tali materiali vengano utili zz ati - finché duri l'armistizio - ad aumentare abusivamente iJ potenziale bellico della Francia. L'Italia sarà perciò larga nel concedere lo svincolo a tutti quei materiali che venissero destinati a necessità estranee ad un impiego militare, nonché a quelli che occorressero per ulteriori riarmi accordati dall'Asse alla F r ancia.
Tale concessione ha un triplice grande valore, mili tare, morale e politico, in quanto l'Italia viene con questo a rinunciare ad una delle più solide garanzie che essa possegga circa la esecuz ione della Conve n zione di Armistizio. Si può anzi affermare che l'integrale applicazione dell'articolo X costituisca ormai pressoché l'unica garanzia che l'Italia abbia nelle mani. E ciò perché l'altra, ancor più solida garanzia armistiziale - la r iduzione cioè delle forze militari francesi ad un'entità ragguagliata unicamente, a tenore dell'art. IV d e ll a Convenzione, alla loro attitudine "al mantenimento dell'ordine pubblico" - già ha perso gran parte del suo v alore e lo va sempre più perdendo, colle successive forti concessioni di ingenti riarmi, accordati anche, e specialmente, in un territorio, quale è quello dell 'Africa Settentrionale, ch e n e l presente periodo della guerra è, per l'Italia, tra i più importanti.
Né valgono ta lune recenti affermazio ni della Vostra Delegazione che mirano a svalutare l'importanza dell'art. X , poiché la logica, il buon senso e precedenti ammiss ioni di fatto della stessa Francia sia nei riguardi de ll a Germania sia nei riguardi della stessa Italia
( la quale ha infatti già portato n el proprio territorio una parte dei materiali sotto controllo per l'art. X) comprovano largamente: a) che l'art. X non ha limitazione alcuna di spazio e località; b) che sul materiale anzidetto esiste un diritto italiano di p rop rietà ormai incontestabile; c) che per l'applicazione dell'art. X non occorre l'inadempienza a lle clausole armistiziali, perché l'articolo stesso costituisce una generica garanzia, che è tanto più necessaria quanto maggior i sono state e sono le concessioni fatte in d eroga alla Convenzione nel campo degli armamenti, in quelli del traffico marittimo, etc
L a rinuncia all'art. X dunque, mentre è di innegabile intrinseco valore , è altresì un'evidente prova della fiducia concessa dall1talia al Governo francese e costituisce anzi un sostanziale e generoso apporto al rafforzamento del prestigio del Go verno stesso nell'opinione pubblica francese . Voi, Eccellenza, ricordate infalti come abbiate, poco tempo addietro, considerata grave umiliazi one per la Francia e, perciò, grave attentato al prestigio del Governo i l temuto trasporto in Italia di altre ingen ti quantità di materiali tenuti nei depositi a senso dell'art. X: la nostra rinuncia toglie dunque a Voi ed al Vostro Governo ogni preoccupazione al riguardo.
E neppure bisogna poi dimenticare - sebbene questa considerazione abbia un'importanza semplicemente finanziaria - che gli anzidetti materiali, che avrebbero potuto o potrebbero, quando si sia ed a nostro beneplacito, essere trasportati in Italia, rappresentano un valore vena le non inferiore a 3 miliardi di lire italiane. Né varrebbe l'affermare che sarebbe ingenuo, da parte francese, pagare materiali di cui già si è richiesta -e in parte ottenuta - la restituzione, poiché , per l'appunto , è invece vero che la richiesta potrà, o meno, essere accolta, a seconda della buona vo lontà dimostrata dalla Francia nell'accogliere la presente richiesta italiana. * * *
Circa quei materiali, considerati dall'art. X, che già vennero trasportati in Italia, il Governo di Roma non ha difficoltà - aderendo al desid erio da Voi, Eccellenza, espressomi - a trattarne la parziale restituzione, limitatamente però a quelle specie ed a quelle quantità dei materiali stessi che l'It alia non ab b ia ut ilizzati o non intenda ut i lizzare. P er tali materiali saranno corrisposte dalla Francia somme adeguate al loro valore ed alle spese sosten ute pel loro trasporto . * * *
L'Italia è altresì disposta a prendere in benevola considerazione "desiderata" francesi relativi alla attenuazione del rigore con cui vie ne attualmente eseguito il controllo militare ed economico da parte degli organi armistiziali italiani.
Vi faccio a tal riguardo notare, Eccellen za, che specialmente l'attenuazione del controllo sul traffico marittimo e sulle industrie belliche potrebbe assumere un notevole valore nei riguardi della libertà dei commerci e della vita economica francese e costituisca perciò, nel campo pratico, una concessione di cui apprezzerete certamente la grande imp ortanza. Né minor va lore avrebbe , nel campo morale, l'attenuazione dei controlli militari.
La rinuncia all'applicazione delJ'art. X, l'attenuazione nei controlli e le già accennate num erose importanti concessioni di riarmo fatte in questi ultimi mesi non possono mettersi in relazione, da parte francese, a contropartite di carattere militare e politico, a meno di ricorrere a misure che potrebbero essere penose alla Francia e lesive per l'autorità del suo Governo (1). Contropartite militari e politiche andrebbero esaminate eventualmente in altro quadro ben più ampio di quello che qui si tratta.
L'Italia si limita perciò a chiedere, in compenso alle sue generose e pericolose rinuncie, una contropartita fin an ziaria, da concretare in una adeguata somma.
Tal e contropartita, se pure ristretta al campo finanziario, vaiTà a fornire all'Italia una prova concreta del buon volere del Governo francese e sarà perciò anche, per l'Italia, efficace mezzo di persuasione a continuare l'opera di avvicinamento al Governo del Maresciallo Pétain.
A riguardo dell a somma richiesta occorre però che io Vi ricordi, Eccellenza, che l'Italia - contrariamente a quanto ha fatto la Germania - non ha incluso nella Convinzione di Armisti zio alcuna clausola economica talché mentre la Francia ha pagato alla Ger- mania in 14 mesi d'armistizio, forse più di 150 miliardi di franchi, l'Italia nulla ha riscosso per le spese di occupazione, le quali ammontano a circa 15 milioni di franchi al giorno e sommano perciò già, oggi, a poco meno di 6 miliardi di franchi.
(') L'Italia protrebbe infatti, in complesso della rinuncia all'art. X, chiedere un ampliamento della zona occupata dalle nostre truppe in Francia meridionale (di Mentone, sen za Niz.z.a).
In totale pertanto, tra rimborso delle spese di occupazione a tutto agosto corrente e compenso alle varie concessioni già accennate, l'Italia chiede alla Francia una apertura di credito in franchi francesi pari a 10 miliardi di lire italiane, somma da computare secondo l'attuale cambio e modificabile in relazione alla eventuale diminuita capacità di acquisto del franco francese .
Tale apertura di credito sarà esaurita:
- parte in materiali, macchinari, mezzi navali, derrate, etc .;
- parte in materie prime;
- parte in prestazioni (trasporti marittimi e ferroviari);
- parte in franc hi francesi od in valuta es tera pregiata.
Il governo italiano chiede inoltre che - a partire dal 1° settembre p.v. - le spese pel mantenim ento delle truppe di occupazione italiane in F r ancia siano a carico del Go verno francese nella misura già accennata di 15 milioni di franchi al giorno, modificabile come sopra.
Una speciale commissione di uffici ali e funzionari italiani e francesi , designati nel seno della C.I.A.F. e della D.F.A. , fisserà nel dettaglio i particolari dei nostri accordi nel campo economicofi nanziario. * * *
Nel nuovo ambiente più sereno che indubbiamente verrà formandosi tra Italia e Francia in seguito alla conclusione degli accordi di cui, EcceJJenza, Vi sto intrattenendo, sarà certo possibile, e fors 'anc h e facile, addivenire, nel comune interesse, alla stip ulazione di altre più ampie e più vantaggiose convenzioni.
E sarà allora possibile arrivare a quel generale e desiderabile riesame dei singoli articoli della Convenzione d 'Armistizio a cui Voi, Eccellenza, avete più accennato nei nostri frequenti colloqui.
Ma senza attendere quel momento, io spero che - allo sco po di predisporre un ambiente adatto ad una più cordiale collaborazione - voi persuaderete, Eccellenza , il Vostro Governo ad agire fin d'ora onde:
1°) creare nell'opinfone pubblica francese quella comprensione del punto dì vista italiano che valga a scemare l'ingiusta animosità contro di noi e perciò a far diminuire - se non a far cessare - i continui spiacevoli incidenti che awelenano la comune atmosfera;
2°) impedire o reprimere i troppi numerosi atti di sopraffazione che da agenti governativi di grado inferiore sono compiuti specialmente in A.F.N., contro cittadini italiani;
3°) estendere aU'A.F.N. e specialmente alla Tunisia le opportune disposizioni già impartite n ella Madrepa tria per la tutela degli interessi dei cittadini italiani e per un loro equo trattamento: resti tuzione perciò delle armi ai coloni; ammissione in colonia delle famiglie dei maestri italiani; e liminazione dei processi e procedimenti di polizia di carattere poUtico, ecc.;
4°) ammettere la riapertura, ovunque, dei vecchi locali consolari i taliani;
5°) astenersi da misure giudiziarie e fiscali contro i pescherecci italiani che si avvicinano alla Corsica;
6°) concedere la riattivazione dei pubblici servizi in M en tone. Va da sé che analogo spirito sarà dimostrato dall'Italia nei confronti della Francia. Per darne una prova concreta io non esiterei, per esempio, a troncare senz'altro la sgradita polemica sull'incidente del "Florida II" e su altre analoghe vertenze
NOTA VERBALE DELL'AMM. DUPLAT AL GEN. VACCA MAGGIOLINI
30 Agosto 1941
Dopo l'offerta italiana, la reazione francese fu quella di insistere per ottenere in cambio di ogni evoluzione dei rapporti franco-italiani, sostanziosi compensi immediati ed impegni per il futuro. Di queste esigenze fu testimonianza la seguente nota verbale del 30 agosto 1941 che l'amm. Duplat consegnò al presidente della CIAF.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 1/E.
DELEGAZIONE FRANC E S E ALLA COMMISSIO NE ITALIANA DI ARMISTIZIO
Nota Verbale
Con i du e documenti citati in riferimento mi ha richiesto, Eccellenza, di so llecitare il Governo Francese a concedere l'autorizzazione, ad alcuni aerei italiani, di sorvolare - in determinate circostanze - le acque territoriali di Tu nisia ed Algeria e di trasmettere al mio Governo una proposta italiana concreta al fine di pervenire ad un accordo che consenta un ravvicinamento italofrancese prima che avvenga la riorganizzazione e uropea .
Queste due comunicazioni sono s t ate oggetto, da parte del Governo Francese, di un esame particolarm en te attento , corrispondente alla importanza che è stata loro attribuita.
li Go verno Francese riconosce, così come il Governo Italiano, che è interesse di entrambe le nazioni preparare tra Francia e Italia un ravvicinamento finali zz ato ad una nuova sistemazione razionale dell'Europa Si augura inoltre che ta l e interesse comune possa permettere di trovare dell e basi concrete per una tale riconciliazione, in modo da migliorare l'attuale situazione delle due nazioni e da preparare un terreno favorevole al futuro sviluppo dei loro rappo rti.
Tuttavia, al Governo F rancese è sembrato che, per loro natura ed importanza, le richieste o i suggerimenti formulati nella nota di Sua Eccellenza oltrepassino notoriamente i limiti stabiliti dalle clausole dell'attuale Convenzione di Armistizio.
Quest'ultima, sancita per porre fine alle ostilità, non abbraccia c he un aspe tto molto ristretto dei rapport i tra l e due nazioni e non potrebbe quindi servire da base per un accordo finalizzato ad armonizzare i loro diversi interessi in comune. La prepa razione del ravvicinamento auspicato dai due Governi richiede necessariamente l a sos titu zio ne della Convenzione di Armistizio c on un nuovo strumento cfj più ampia portata e capace di co ntenere le relazioni attuali e future tra le due nazioni . È nel quadro di un a convenzione maggiormente estesa c h e potrebbero esse r e esaminate le proposte italiane.
Nell'intento di pervenire ad un simile accordo, la Francia potrebbe prendere in considerazion e la necessità di fare ulteriori offerte. In particolare, non dovrebbe essere esclusa a priori una contropartita finanziaria. Ciononos tante il Governo Francese non intravede nell'attuale situazione alcuna possibilità di concedere il proprio beneplacito ad una maggiore r estrizione delle clausole relative alla Convenzione di Armistizio, assumendosi ad esemp io gli oneri di occupazione.
Pur riconoscendo l'intenzione de l Governo Francese ru fornire un attivo contributo affinché possano instau rarsi, tra le due nazioni, dei rapporti di fiducia basati su un interesse comune, il Governo Italiano non può ignorare le notevoli difficoltà in cui versa l'attuale situazione economico-finanziaria francese.
I nuovi contributi che la Francia sareb be disposta ad offrire al fin e di facilitare il riavvicinamento italo-francese e ru preparare il terreno al nuovo allineamento europeo dovrebbero dunque avere come co ntroparti la dei vantaggi concreti per il presente e delle garanzie per il futuro.
Senza parlare della fedeltà con la quale le clausole cfj Armistizio son o state applicate negli ultimi quattordici mes i, né della buona volo ntà d i mostrata nel riso lvere gli ultimi incidenti avvenuti, i rapporti economici favorevoli per entrambe l e parti, già instamatisi parallel amente a quelli di armistiz i o, e che la Francia ha cercato r ece ntemente - soprattutto in Nord Africa - di svilu ppare in conformità con le richieste italiane, so no altrettante prove del desiderio che il Governo Francese ha di vedere un miglioramento ed un ulteriore svi luppo dei rapporti tra le due nazioni nel loro interesse comune.
È con l o stesso s pirito d i co mpre n s ione e di r ealis mo c h e il mio Governo si dimostra disposto ad accogliere i suggerimenti che Lei, Eccelle n za, riterrà di dover form ul are alla lu ce de lle osservazioni sinora addotte sui suoi effett ivi propositi.
M. D up lat