NOZIONI DI ARMI, TIRO E MATERIALI VARI

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STATO MAGGIORE REGIO ESERCITO

NOZIONI DI

ARlVll, TIRO E lVIATERIALI VARI .PER 1 CORSI ALLIEVI Ult E·ICIAL I DI COMPLEMENTO (ALLIEVI DELLE ARMI DI FANTERIA, CAVALLERIA E GENT0.1 CCN ANNESSO UN ATLANTE DI 49 'J:A VOLE

ROMA «LE FORZE ARMATE. Settembre 1942-XX

EDIZIONI DE


OAPI1'0LO I. GENEltAL ITÀ SULLE ARMI l) OR1l'A.TILI - ARMI DA 1r uoco (NON A U'l'Oll.fA TICHE ) - ARMI BIA N CHE BOl\IBE A ìllANO UESCIUUO.~I~ .E FU:XZlONAi\11•:~'1'0 Dli{fTTI RISER\.ATI

I. - Genornlità stille armi portatili.

Si chiamano anni J)Orlatil1; quelle che possono essere facilmente trasportate e,l impiegate da un solo uomo o da un gruppo di pochi uomini. E sse si distingaono in arrni offensive ccl anni difensive. Sono armi off-ensive quelle destinate aù ofTendere. Sono armi difensive quelle destinate a copr.ire le parti " più v ulnerabili del combattente, allo scopo di impedire o rendere meno letali gli effetti delle armi offensive (seud i, corazze, elmetti). Le ìLrmi offen::;ive comprendono : arm,i bianche ed armi cla f'noco . L e anni bianche vennero così chiarnate, nel passato, pe·r colore bianco m,etaUico che av&vano, (~ssenclo ben 17ulite e levigate. Oggi si conserva la dC1iorn-inazione tradizionale . per qi,arr1,to le . sciabole e le baionette .siano anche esse brunite. Nella, costituzione di. un'arma bianca va,nno considerati: il metallo più idoneo ( in genere è l'acciaio temperato); le varti 17rincipali, che pur variando di forma e di dimensioni a seconda della specie dell'arma bbnca,, sono : la ltvma, che offende; l'ùnpugnatiira, che è fis1mta alla la.ma e serve por

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SENATO

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DO'l"J', G!OVA NNI BARDI


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adopeni,re l'a,rma; il fode1·0, che se1·vc a l'ipal'are la, Jarna qua,nclo non si a.dopera; la fonn,a complessiva, che dipende dal modo col quale l'arma deve poter agire (da taglio, rla punta, da punt,t e taglio). Le armi da fu oco sono quelle che utilizzano la, forza espansiva dei ga,c, prodotti dalla comJ:>ust.ion<> delle poh-eri per lanciare a distanza vroiettili. Esse si distinguono, ri1;1petto ~tl ~ervizio cd all'w,o, in a.rrni individuali, portate ed impiegate da un solo uomo (fucili, moschetti e pistole) ed in armi collettive, portate cd impfr,gatc da più uomini (mitragliatrici); rispetto al fon11io 11a,mento: in a1·mi a r'i,petizione oràina1·ia, a ripetizfonc a1ttomatiea, a ripetizione sem,iau,tomatioa. L e armi a 1·i1Jetizione ordinaria sono quelle nelle qua.li, iutrodu11ione della cartuccfa, scatto ed espulsione clBl bossolo n vvei1gono ma,mrnlmente.

Le Hl'mi ::i, rivetizione automatioci sono quelle nelle quali, rtopo avere eseguito il caricamento, i:iver disposto i vari con gegni per b esecuzione del fuoco ed aver provocato lo scatto, le success ive opera.zioni pel' j.J. proseguimento del tiro (apert urn, della, culatta, estr azione ed espulsione del bossolo, intl"~duzione di una nuova cartuccia nella camera, chiusura della culatta, ~trmu.mento clel percussore, nuova percussione) n,vvengon o in tutto od in PRirto a,utomatica,ment;e senza l'intervento dell'azione diretta. del tiratore. Le armi a ripetizione smniautom.atioa son o quelle nelle qua.li l'introduzione della, ca,rtuccfa, l'estra,zione e l'espulsione del bossolo avvengono automa,tica,mente, ma il tiro si può effot,f,uare solo colpo per colpo . Fanno eccezione le pistole, che · essendo semia.utomatiche, conservano la qualifì<'a,, ent1:::i.t,~t 1t0ll 'uso, d i a,utomatiche . Le a,rrni sono c·ontr;:i ddist,inie di m:1:,;,ìimft c·on l'inclicA;1,ione del:

tivo: fucil(', ruitraglfotrke, ca.nnone, rnort,iio; ca.l'ib1·0, espr esso in mrn. ;

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· rien~ ,· ) (1) Zunghezza dell'anima (solo per le a.rt1g , i~ misuchiudalla faccia anterior e dell'otturatore (quan o e 1 . d.1 vola t a· essa si esprime in calibri; ' sma) a vivo r <lozione. moilello . e, goneralm<>nte, ::i,nno e i a rata

1T - Descrizioue e funzionamento delle arm! <~a fuoco ·,>0rtatili regolamentari italiane (non autorru1hche). , I ) Fu cile .L89t (Veili 'l'av. I).

. Carattoristiche del fucile . 91 · - È a ripetizione,·ordinaria; serm ento mul, ce di 6 cartucce; cauca batoio centrale, fiss_o: ca~a ,. , 1 ofrevole; appoggio t,iplo; otturatore c1lmdrico, scone, o e. e b Congegno di sicu. t . 0 r iga tura progressi va. anteriore rie ; ' . posizione l)ressocbè } s1mme tte la molla del percussore 1n . rezza c ie me . ' . .. ell'otturatore.Pesa kg. 3,900. di riposo e impedisce l ap~rt1:lia d rl 91 è <'Ofltituito dn,lle Nomenclatura. - Tl fnci e mo · · seguenti parti:

l

. . t· ù~l'e ri cr] il' mw . 6,8). 6 5 ( isut"tLO t ra i vuol .,, ,., , m ·'' · . · ·i · · t a destra · 4 ·i•Yhe volgentisi e a, Sl lllS ra ' ' tla 0 ! . '.101ir progxe. • • • iv·1 pan.o ehe va rigattim . · inclinaz s '' con 20. alla bocca. cm . 58 1n cnlatta a cm. ' . . ·1 )Otta i coutrnssegni dell'a1·1rn1 . r; faccette, cli cui un, I ' . fila ta s ulh ca 1rna· qlvicra, con ba.se, 111 " " • • ' . ' tll b· . , m:ir-ino: , ~resta incastrn,ta a coda. di romlt11c st !:~tas~. di li i . fii::.sa p er la, ......., an;;a, zoccol,o con tacca est xa o~ dcst1·0 per graduare 3 hm. e tacche anc . · , · hm sono ·1 ··tt Le corrispondenti distanze _m . . . . . ·~ r.1 o .q uelle 1 ·)a,ri a destra,, quelle d1span :1 i:;1111\ · . : 90 hm ·,· rncise, t •n Gi·ncluazione mr1ss1ma ~ . nlzo a qua. < s ,r,,,. Q d ò ahh:d,tuto corn1;po11tle 1lra11tc rill-0 con tacca. . na,n alla clistanza di m. 450; molla, per fissare il ritto; \ /Jotton~ (sonre 11er liborare la. molla).

' metallo : acciaio.

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(J) Sotto il nome ~i a r t11$hc11c,:n0I1~°rcfazione alla lunghezza delcali bro uguale o mag~1?re . a1 ,20 _n . fino a J .l calibri di lunghezza com·. l'anima VCDg"OUO il C·ll llBOJ)P rin IÌr, /J7), C(l/lM10?l,'I, presi, ohioi da _12 Slldrl1Y1S_Elb1·i:i:(;'. :1, 22 cali i 1 ,1.1.0ll?Cl~~zion<.' . .

oltrP i 22 cah h r1 .

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-8 foruw: cilinclric,i con p rolw1g·mne11to posteriore (oodctla).

apertura ~u~eriore_o inferiore d~ ca~·icame11~0; risalto eheo1dale interno, pe1· 11 cl1staeco iniziale . del bossolo; varti . . . . u·llla1·1, p·e r 1o scornmento . scanal a t ure 1011g1tu ddle aJette dell'ottUl'atore; \ taHoni, per nvvitan,i l e clue v.iti cli culatta. mobile .

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' <vpet'lurci inferiore; o \ ponticello; ~ ) fonde~lo con, 1nolla, ecl elevatore; ::J gcvncio cli dente; ~ arresto del bottone; m cMica,tore molla. 0

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cilindro .. ~

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1na,,nubrio ·

risalto se~icircolarC' con beccuccio· 2 a,Z-ette: quella di sinistra smus- ' sata per il distacco iniziale 1lel bossolo; spMco Cttrv-iùineo p rl' il donte tl<•l tubetto; incastro elicoidale p or i cau e; sc,111uila,·t ttm longitudinale per l'espulsore; incavo postel'iore; foro superiore. foro per l'asta e la p unta del per. _ . d \ 0,cuslso,re ; rnternnmeute s '<llna a ttr<t per 11 passaggio e1 dentino del tubetto· nella scom posfaione e r icomposizione. mod. 907, con dente e cocla, incastJ"ato attraverso l'aletta ùestra . Porta incisa uua, crocetta.; mod. 912, con dente ad arco di cerchio e coda incastrato a fianco dell'aletta destra. asta, con ri 0"a. (per la ricomposi:,;ione) e .1vvitn turn per i bottone;

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e1:1trritton.1 .

percussore .

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test.a;

coda sn cui si ·agisce col dito per scattare; tavohl con tre ~-0bbe, le prime ùue per lo scatto in clue to rnpi, la te:rna per estrnrre l'ottur?.t o rc; sprone per il ritegno dell'ottm:itor<'.

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griUet.to

ritegno deU'otttimtore; espulsore oon moUc, eticoi<l<•le.

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a.letta per l'tmione a.ila culatta mobile; ') braccio anteriore con ·foro per l'espnlsorC'; braccio posteriore con dent<' di s<'atto.

\ l I b-ilwneere

/usto cou lneassi Yari e ca nn le ·prr la bacchetta; CASSA DI Li~.:.o DI \ im71119na«ira; .:.OCE . . . , · · cltlcio con i con trassegni ùrll \ U'DJ ;),. test<i con feritoia pe1· la, lama del cacciavite; 1.1,1 mitati.111·r1, per assicm'arlà alla. cai"sa e per avviBA CCHJ~'l'TA . . , . tarvi lo scovolino.

l

bocehi'no: preserva l'cstron.iità €1-11teriore (kl ftH,to e t i<'ne unita, la canna aJla cassa; f ascettct con maglietta e sua 1r10UeUa ; copriC(l!Wltli; trciver.~ino: trasmetto dirrttaJ11cnte 111la cnssa il rnov.irnento di ri11culo; piastretta cou maglietta; calciolo: preserva l'estr emità ùol calcio; tubicini: prese.rvano il legno in corrispon<lell za dl'i fori per le viti; 'viti ·varie.

taglio e fa lso tnglio; \ dorso; tallone; ) co1lolo pei· l'unione all'impugnalura; sgusci di :illeggerirneHLo .

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' ·crociera con anl'llo - porta iucisi i cont.rassegni clell'anua; ca.ppuocio con incastro per il lCl'lDO ui . scio hola baionetta: piuolo !l'arresto e bottone; gnil>nce cli kgno.

panta, con risalto. molla eUcoiilaie: di acciaio temprllto.

dente; nasello di manovra con alia; riga per facilitare la 1·icompoisizio11C' . guida, con risalto elicoiclale e piuolo; CC/ille • • dente d'an·e;;to, pe1· contrastare col den te di scatto. bottone: tiene riunit e J.é piirti ù('Jl'otturntoré .

ttibelto ...

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foderi;, . . .

l

cappa. con bottone e ·bocchett.n; ptmtale.


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Funzionamento del fucile mod. ·91. - Passaggio dalla po~izio?'le ordinaria a quella di sparo e yiceversa. - Se dalJa posizione ordinaria si spinge innanzi il tubetto e lo si gira a destra .fino a che il suo dente non sia andato a

disporsi in corrispondenza dell'alloggiamento anteriore dello spacco curvilineo del cilindro, si vien~ a. comprimere la molla elicoidale fra la, testa del percussore e l'orlo ant erior e del tubetto che appoggia con la sua alia nell'apposito incastro di culatta mobile, e si ha l'arma pronta per lo sparo. In tale posizione i due p~nti d'appoggio· della molla elicoidale non sono più sullo stesso mezzo (percussore) ma bensl su due mezzi diversi (percussore e culatta mobile): le condizioni meccaniche dell'arma permetteranno perta,nto lo scatto. Per passare dalla posizione cli sparo a quella ordinaria o di sicurezza, si agisce col pollke della mano destra sul nasello del tubetto, spingendolo p1·ima innanzi per disimpegnare il dente del tubetto stesso dall'alloggiamento anteriore ·dello spacco curvilineo del cilindro, poi girandolo a sinistra e cedendo alla, spinta della molla del percussore fino a che il nasello del tubetto venga a,d appoggiare contro il cane. In questa seconda posizione, il dente del tubetto si trova iu corrispondenza dell 'alloggiamento posteriore dello spacco curvilineo del cilindro. Se si preme sul grilletto, il percussore, benchè a bbia la molla elicoidale non completamente distesa, non può avanzare in quanto la forza della molla non può esplicarsi percbè i due pun ti d'appoggio della molla stessa si trovano sullo stesso mez:r.o: il percussore. Caricarnento. - Disposta l'arma io posizione cli. sparo, col palmo della mano destra si solleva completamente il manubrio, si fa retrocedere l'otturatore e si carica il serbatoio introducendovi il caricatore e premeudo questo in basso, col pollice appoggiato in prossimità del fon dello della cartuccia superiore, fino a sentire lo scatto del gancio d'arresto. Durante tale operazione l'anello del ca.ricatore striscia sul dente del gancio d'arresto, che è a superficie convessa, e lo spinge

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indietro obbligandolo a comprimere la molla del gancio stesso. Non appenft l'anello· ha oltrepassato il dente, per reazione della molla predett,a il dente stesso rit orna innanzi dando luoO'o allo scatto cui si è accennato. Cessando allora la pressio;e del dito sulle cartucce, il caricatore si risolleva di qua.nto è lungo il becco del gancio d'arresto n. qu ale_ si aggancia all'anello, arrestando il movimento ascensional e del c:.nicatore impressogli indirettamente dall'elevatore per mezzo <lelle cartucce. Agendo sempre col palmo della mano e con energia, si r ichiude l'otturatore. La testa del cilindro urta contro hl, pa,rte di fondello della cartuccia che sporge dalle labbra d~l ca,ricatore e spinge innanzi la ca,rtuccia stessa fino a che 11 fondello viene preso da un lato da,l de:i;ite dell'estrat,tore e dall'altro dal beccuccio del risalto scmianulaTe; ciò costit uisce la cosidetta presa iniziale della cartuccia,. Continuando la spinta dell'otturatore, la cartuccia entra nella, ca.mera e quando la corsa è arrestata, . si gira ~b destra il manubrio: l'aletta. destra, risalendo il pi.ano egcoidale inferiore di culatta mobile ·fa a,vanzare ancora il cilindl·o con andamento elicoidale. In' questa nuov<1> avanzata la molla del percussore subisce un'altra compressione (dall'indietro all'avanti). L'alia del tubetto viene a colloca,rsi nell'apposito incastro di culatt a mobile e provoca una lieve avanzata del tub etto con nasello, sufficiente a disimpegnare il suo dentino da,l contra.sto con il cilindro. A rotazione compiuta, l'asse dell'in.castro elicoidale del cilindro e quello del risalto elicoidale del ca.ne sono .sullo stesso allineamento. Quando si introùuce uel Herbatoio lUl ea,r icatore con mono di (i cartueco, si deve avere l'fl.vvertenza, di mitntenere le C',trtucce premute contro le labbra snperiori del caricatoTe, Lenenò.ole n, flito col polli.ne o l'indiee. dellf~ mano destra . Scatto. - Se si preme sul grilletto, il dente di scatto si n.b bassa e lascia libero il dente <l 'arresto del cane, pel' cui


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cane, percussore e bot tone che fo rmano sistema rigiùo, sotto la spinta della molla del percussore balzano inna.nzi e la punta, del percussore determi11a la. detonazione della capsula. Lo s_catto avviene in due tempi: infatti dopo una prima prei:;sion e sulla cocla del gl'illetto, si av:verte un arresto provoca to dalla seconda gobba della t,a,v ola del grilletto ·venuta, 1~ contat to della culatta mobile; dopo di chei una ulteriore leggera pressione determina lo scatto. Quando eutra io funzio ne la, terza gobba si ha il totale rtbbassamento del ritegno dell'ott nratore che rende possibile l'estrazione dell'otturatore dalla cula.tta mobile. Estrazione etl espulsione del bossolo. - Col palmo della mano si' solleva il manubrio e si fa retrocedere l'otturatore usando moderata energia. Il cane, che sarebbe sollecitato a girare col cilindro, percbè ha il risalto della sua guida allogato nel corrispondente incastro del cilindro stesso, ·non può ruotar e essendo la sua guida trattenuta nella scanalatura longitudinale della cula,tta mobile, e, a causa del contrasto fra le super fici elicoidali (quella del risalto .della guida del cane e quella dell'incastro del cilindro ), il suo movimento è rettilineo e retrogrado, fino a che la punta del risalto del cane non abbandona l'incastro corrispondente per penetrare nell'incavo posteriore del cilindro, ove trova momentaneo appoggio. Col cane retrocede il bottone, e, in conseguenza, il percussore che comprime, dall'a,vn,nti all'indietro, la molla elicoidale fra la sua testa ed il t ubetto, che gira col cilindro, ma non retrocede. Inoltre il cane, retrocedendo, st riscia col dente d'arresto sul <~ente di ~catto e lo abbassa,, comprimendo la molla di espulsione e d1 scatto: la quale obbliga il dente di scatto a rialzarsi subito dopo che è stato ol trepassato dal dente d'arresto. ?ol soll~vamento del manubrio le alette del cilindro giungono lll corrispondenza dei piani elicoidali, di culatta mobile· l'alet ta di sinistra scorre, colla parte -smentata anteriore suÌ fia,nco elicoidale del risal.to determinando così il dist~cco iniziale del bossolo.

Tale di stacco è condizione indispensabil e per un 'arma ari. petizione: nel nostro fuci!e esso è facilitato dalla forma troncoconica del corpo del bossolo e della camera di cartuccia. Colla progressiva retrocessione dell 'otturatore e conseguentemente anche del bossolo, si ha l'emersione dell'espulsore nella scanalatura longitudinale del cilindro finchè avviene l'urto del bossolo contro l'espulsore. Allora il bossolo, sul quale agiscono due forze,. uguali, dirette in senso opposto, · viene espulso in alto a dest ra cou movimento rot atorio. E.caricare l'anna. - Si solleva il manubrio e lo si fa retrocedere lentamente; si mette il ·pollice della mano sinistra in corrispondenza dell'apertura di caricamento e si trac tùteriormente indietro l'otturatore fino ad espulsione avvenuta (il pollice della mano sinistra eviterà la caduta dellil, cartucci a che si trovava nella camera). Scar·ictire il serbatoio. - Si a,pre l'otturatore, si preme coll'indice cd il medio della mano dest,ra sul car.icatore abba,ssandolo fino it che il fluo anello si sia disimpegnato da,l becco del gancio d'arre, to; contemporanea,mente si preme con il pollice destro sul bottone del gancio stesso per farne ritrarre il becco; il caricatore, spin to dall'elevatore, sale nella culatta mobile. Il gancio d'arresto del nostro fucile è fatto a becco. Tale sistema impedisce al caricatore di uscire se, assieme alla pressione sul bottone del gancio d'arresto, che può essere accidentale, non vi è la contemporanea spinta in basso del caricatore stesso; esso presenta ancora il vantaggio di trattenere il caricatore allorquando questo tenderebbe a,d avanzare, per attrito, trascinato da una cartuccia spinta innanzi dall'otturatore per essere introdotta nella camera. Scomposizione e ricomposizione. - Scornposizione. - P er istruzio_ne, o per eseguire la pulitm·a, l'arma si scompone nel seguente ordine, con l'avvertenza di non deporre mai a tena i diversi pezzi, e di togliere e rimettere a sit o le parti senza mai forz arle.


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1° Togliere la bacchetta dal suo alloggiamento. 2° 1.'oglfore l'otturatore.

Lo si apre, si tira indietro e, premendo contemporaneamente sul grilletto, si toglie dalla culatta mobile; quindi si disarma il percussore sposta,ndo avanti il CMl,e finchè si arresti, girandolo a sinistra. 3° Sco1nporre l'ottu1·atore. S'impugna cou una mano l'ott1,1,ratore, e si preme col pollice sul piiwlo del cane; con l'altrn, mano si svita e si toglie il bottone; ·quindi si toglie il cane, poi il tubetto, facendo corrisp ondoro il suo dente alla scanalatura d'uscita del cilindro; indi il percussore con la molta a spirale ed intìne si sfila questa <l ai perc1.1ssore. L'estrattore non si deve mai t ogliere. Si può anche 1scomporre l'ottitratore in due parti soltanto, quando si voglia solamente ispezi.onare o pulire l'interno del cilindro e la pitnta del per01.tssore. Per far ciò, s'impugna l'otturatore con la mano sinistra, manubrio a destra; col pollice dell'altra mano si spingo a-vanti o si gira a sinistra, il na.sello, quindi, messo il dente del ·tubetto in corrisponden:i1a della scanalatiira d'uscita del cilindro, si estraggono insieme bottone, cane, t1.ibetto, permissore e molla spirale. Se, dopo scomposto l'ottiiratore in duo solo parti, si riconosce il bisogno di scomporlo totalmente, si rimettono prima nel cilindro le parti estra,tte, con l'avvertenza che la parte cilindricfl, del CCll/'bC sia contro il nasello clel tubetto, in modo che il suo dente va.da ad appoggiarsi nell'alloggiamento anteriore clel cilindro; àopo di cho si fa la, scomposizione totale. 4° Togliere la cinghia. 5° Disgiungere la oanna dalla cassa. Si svitar:o le due viti di 01.1,latta mobile e si toglie il serbatoio. Quindi: se si tratta del fucile o moschetto da t ruppe speciali, si tolgono la vite del bocchino e il bocchino senza, urtare il mirino, e1 premendo sulla molletta, si fa scorrere la fasoetta, lungo il fusto e la si toglie; poi si leva il cop1'icanna;

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se invece si tratta del mosclrntto M . 91 si inasta la baionetta, si toglie ht vite del bocc111ino e si stacca qu0sto dal f'nsto . I nfine si disgiunge la canna da.Ila cassa, allontana.nrlo Puna dall'altra senza strappi. eo Togliere U congegno cl-i scatto e di esptils,ione. Si toglie la copiglia del bilanciere facendo leva con la lama del cacciavite sotto la sua testa; separa,ndo poi il bila,1.eere dalla cula'tta mobile: ::;i disghwgono il ritegno c7cn'oUiiratore, l' esp1.ilsore e la ,molla llell' esp1dsore. 70 Scom,porre il serbatoio. Dal serbcitoio è permesso togliere soltc1 nto il fondello. Per far ciò si leva prima la vite, poi si preme sul fondello, servendosi della lama c1el oaooiavUe introdotta nell'apposito fo1·0 del serbatoio. Part,i, d'arma ohe non si devo·no rnai togliere.:- DalParrn,1, non si dovono mai togliere: il m1irino, .l'alzo o le sue pn,r ti, la culatta 1nobile, l'elevatore e la, sui:t m,olla da,l fondello, il dente cli scatto, il grilletto, il ganc'i,o d'ar1·esto e la sua molla, l'estrattore, la pwnta del percussore, il pfoolo del ccine, il traversino, j tubicini, la, 11ioUetta d ella, fascetta, la, viastretta, con maglietta, il calciolo. È vietato inol tre togliere qualsia.c;i parte. della sciabola baionetta. Ricomposizione. - Si ricongiungono e si l'imettono a sito le varie parti,,..p rocedendo neli'orcUne inver::;o a, quello indi cato per la scomposizione. Per ricomporre il . congegno cli scatto e di espulsione, disposta la canna con l'alzo in basso, si pone a sito l'espulsore con lo spigolo smussato dal lato opposto dell'apertura di caricamento e vi s'investe sopra, la sua molla; poi si colloca a posto il resto del congegno, ·clopo aver disposto il ritegno dell'otturatore sullo· sprone del g1'illetto con la faccia piana in fuori; infine si fissa il tutto con la copiglia del bilancere, avvertendo che, per facilitare l'introduzione· di essa, si deve tenor premuto il bilancere contro la milatta mobile.


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Nel mettere a post o il serbatoio, si deve curare che le viti. di culatta siano bene a,vvitate. Per ricomporre l'otturatore, preso con una ma,:p.o il o·ilindro, coll'a,ltra vi si introduce il percussore,. poi la 1nolla _ spirale, poi il titbetto, facendone entrare il clente nella ri~ spettiva scanalatura e girandolo a destra per fissarlo nel pr:ùno alloggiamento ; · si riprende poi a spingere il tubetto, · finchè il dente venga ad allogarsi nel secondo alloggiamento. Quindi si fa girare l'asta clel percussore, fino a far corrispo~dere la riga di questa con quella del t1tbetto : si colloca 11 cane a sito sull'asta, in modo che resti scoperta J'avvitatura del percussore; infine si avvita il bottone, avvertendo di pre. mere coll'unghfa, del pollice_ sul piuolo del cane, quando si avvitano le ultime spire, e di non arrestarsi se non quando il bottone sia completamente avvitato (il piolo elastico del cane risulterà abbassato nel proprio alloggiamento, pronto ad arrestare il bottone qualora questo cominciasse a svitarsi). Per rimettere l'otturatore,' si arma il percussore spostando indietro il cane e ,girandolo a destra finchè lo si sente anestato; quindi si introduce l' ott1,ratore nell'arma premendo sul grilletto per abbassare il ritegno; infine lo si mette in posizioµe ordinaria. Ricomposta l'arma, si verifica che essa fun zioni bene, · aprendo ·e richiudendo nuovamente l'otturatore e provando una volta lo scatto; poi si rirnette l'otturatore in posizione ordinarfa. B) Fucile 38. (Vcd . T(tv . I ). Ca.l. 7,35.

È derivato dal fucile 91 del quale conserva · tutti i pregi di robustezza, rustici~à, semplicit à, fa,cilità di smontaggio, sicurezza, e continuità di fuoco, intercambiabilità delle parti, mentre ne ha migliorato le qualità baUstiche, ridotto il peso, ,alleggerita la scia.bola. baionetta che è stata trasformata in pugnale, diminuito l'ingombro dell'arma, aumen-

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tato il calibro pur avendo alléggerito il proiettile e dato . Le differenze principali tra le due armi sono le seguenti: a) Lunghezza: senza baionetta cm. 102; b) Peso: senza baionetta kg. 3,400; con la baionett a ltg. 3,675 . . c) Canna: più corta, solcata internamente da, 4 r1gbe a p_asso costa~te (elicoidale); diametro (calibr~) 7,35'. senzft alzo, provV'ista di una sola tacca di mira fissa p er hL distanza fino a 300 tn.etri; d) Ijaionetta-pugnale: più corta, e più leggera, ripiegabile lungo il fusto; e) Munizioni: cartuccia più legge!a,, più corta, oou JProiettile di calibro maggiore. È in distribuzione ai reparti della G.I.L. (1). .ad esso un .maggior potere di. arresto.

0) InoschettQ 91.

Esistono due tipi di moschetto 91 : Il moschetto 91, di cui sono armati i reparti di cavalleria, -carabinieri Reali, ciclisti ecc. e il n:i,oschetto 91 per tr·upve .speciali, per le truppe del genio .e talune cariche speciali . II moschetto 91 differisce dal fucile 91 essenzialmente percbè: a) è più corto e più leggero; b) ha il manubrio ripiegato per facilità di trasporto; · c) ha l'alzo che si gradua solo sino- a lQ _h m.; d) ha una baionetta triangolare co?giunta al moschetto, ,e ripteghevole; . e) non ha copricanna; . • f) la bacchetta · è in due pezzi ed allogasi nel calcfo, per cui il calciolo ha uno sportello a scatto; · g) ha gli attacchi della cinghia sistemati sul fianco .della cassa. (1) Vi è, inoltre, il fucile mod. 38, oal. 6,5 in dii.trib,rnione ai N p ll.Ùii <del Genio. Anni, tire e ·m.a.,er'i-ali 11ari -

2


-

18 -

. 11 mo·schetto 91 . p&r truppe speciali è simile al preeedente ~erò ha il copricanna, la cassa è più lunga e la bacchetta d1 _u n sol pezzo. Inoltre ha una sciabola baionet'ta ~imile a quella del fucile, ma con la molla sotto il cappuccio mvece che di fianco. · Vi è pure un moschetto 91 per truppe speciali simile al precedente ma con gli attacchi della · cinghia sistemati sul · · fianco della cassa.

19

mollone con due brnnche, quella, superio1·~ lunga con appendice; 1 cresta; iucav,i; cane. tà<',C:t <li scatto; becco; \ appendice con molla.

l

CONGEGNO· DI ROTAZ10 NE E 8CAT1'0 • . . .

gri.Ll.etto . · bocciuÒlo.

D) Moschetto 38. Cal. 7,35.

È simile · al moschetto 91 dal quale differisce per possedere le caratteristiche già riscontrate nel fucile 38 nei confronti del fucile 9i. · In distribuzione ai reparti della G.I.L.

0

C.A.STELJ.0

•.... ·•

CARTELLA

l

presella per togliere il mollo.ne; vite .a gomito.

I

Ve ne sono di due specie: la più vecchia costituita da una molla .con 2 denti, unita alfa cartella;. la più recente, formata da una sprnn . ghetta cqn dente, imperniata nel boc·ciuolo. ·/

.

••.•

calibro 10,35; 4 righè elicoidali; ) porta, saldato, il mirino e la ghiera di sostegno della b~cchetta. . .

CANNA.

CILINDRO . • •

.

I /

ALB.c.R O DEL ClLJND.Ito .

l

\

a rotazione

89. - È a caricamento . e scaricamento successivo, .c on cilindro girevole capace di 6 · eartucce. · Consente due specie di tiro: conti~ nuo e interm,ittente. Pesa ·grammi 910. Nomenclatura . ....:... La pistola 89 consta delle se~u~nti_parti::

6 camere per Je cart;ucce, con risalti per l'orlo del bossolo; . . · 6 sgusci di alleggerimento; 6 incavi per limitare la rotazione del cilin ~~ . . porta il tubicino a dentiera con 6 denti e: {!ll fol'o per l'albero' di rotazione del cih ndro,. testa; gambo;. molla.

I

imp ug11atm·a; I sca.nalatura di mira; J sporteUo con molla e piuolo; j campanella; \ ponticello.

E) Pistol;t_89, (Ved. Tav. II).

Caratteristiche della .pistola

coda; · sporgenza ricurva; cresta leva.

I

(

Funzionamento. Owi·,icare il cilindro. Si fa ruotare indietro lo sportello il cui piuolo spostando l'appendi.ce èlel' cane rende questo completamente indipendente dal grilletto. Si introduce una cartuccia nella camera scoperta, quindi ·si preme . sul grilletto provocando così la rotazione del cilindro per un sesto di giro e si carica un'altra camera ripetendo l'oper~zione sino a completare ìl caricamento;. si .riporta poscia lo sportello in posizione normale. Tiro ti movi?nento· continuo: 1 ° Si preme sul grilletto determinando il sollevamento della sua parte posteriore nella quale è la cresta-leva ed è so.ppo!tato il bocciuolo. La cresta-leva, sollevandosi:;' urt~


,

'

-

20 -

sotto uno dei dent i del tubicino e fa . ruotare il cilindro di un sesto di giro. Le due lamine del. mollone si comprimono. Ca.ne e grilletto descrivono due archi di cerchio che, ad. un certo punto, s'intersecano; il cane allora si ab'batte spinto .dal beaccio corto del moilone. Quando il cane è giunto 11lla sua massima elevazione, il~cilindro rimane fermo per effetto della, sporgenza ric1reva del grilletto che entra· in uno degli incavi: del cilindro e della punta del bocciuolo che contrasta -0ontro ·uno dei denti del tubicino a den,tiera. Il dente inferiore della molla .di sicurezza; urtato dalla lamina . inferiore del mollone, obbliga la molla di sicurezza a scostarsi dal .castello. 2° A scatto avvenuto, si cessa la pressione del dito sulla coda del grilletto; la lamina inferiore del mollone distendendosi fa ritornare nella posizione ordinaria: grilletto, bocciuolo, cane e molla di sicurezza. Tiro a mov·imento intermittente: 1 ° Si arma ìl cane premendo col pollice sulla sua cresta; con ciò il cane fa ruotare il grilletto, e il boc·ciuolo, sollevandosi, fa eseguire al cilindro un sesto_di giro, mentre il mollone si comprime. La cresta-leva del grilletto va ad àiliogarsi nella 'tacca di scatto del cane che rimane così armato. La molla, di sicurc1,za, come nel caso .p recedente, -è a llontanata c. il cilindTo resta immobilizzato. 2° Premendo col dito sul · grilletto, la cresta-leva. si disimpegna dalla tacca di scatto e .il cane, per la pressione del mollone, si abbatte. Cessando la pressione sul gril.ietto t utte le pa1:ti ritornano a sito. Espnlsi.one dei bossoli. - Si apre lo sportello, si estr~e 1n. bacchetta dal sno canale, si gira la ghiera porta-bacchetta, quindi colln, bacchetta si provoca l'espulsione dei bossoli, facendo ruo tare il cilindro mediante pressione sul grilletto.

IJI.

Ar m i

bianeh e.

(Ve<li tav. III) .

Le armi bianche prendono il nome di sciabole, :c;cia,boleb,1ionette, baionette, baionette-coltello, pugrn1li, .la.ncc .. · La guerra 191':!- 1918 . ha conforrrrnto l'utilità pratica della sciabola-baionetta che qualche Nazione aveva conservato· esclusivamente per la, ~ua azioue morn,10, co ncoJll'endo essa a vivificare quello spirito aggressivo cui deve mirare l'-acldcstramento della fanteria,.. . · I)escri'vendo il fu cile 91 ·si è già fat1;à la nomcnclaLUra

della sciabola-baionetta e poichè le al!;re armi bianche offensive regolamentari.spno ormai ridotLe a pochi tipi (talune di modello antiquato sono conservate siuo a consumaziop.e) con differenze molto appariscenti, se ne descrivon o qui gli elementi comuni che le costituiscono allo scopo di evitai:,e ripetizioni, indicando poi, per ciascun'arma in uso, il tipo e le caratteristibhe principali. Un'arma bianca offensiva consta di tre parti essenziali: Lama, di a~ciaio· temi)~ato; in essa si distinguono: la punta, Ìl taglio, il tallone, iJ codolo e talvolta il dorso, il falso taglio e gli sgusci. L'impugnatura con . cappuccio, crociera oppure guardia -di protezione della. mano con umi o più else, guance e bottone del codolo. . Fodero di metallo ·o di cuoio con guamizioni metalliche. ' '\ . . . . In esso si notano: :il puntale, la cappa mumta d1 bocchetta per la lama, bottone o campanelle per appendete il fodero al cinturino. Le armi bianche regola.mentari sono le seguenti: . Sciabole per ufficiali con fodero di metallo nichelato. Sono diritte (cavalleria) o leggermente ricurve e con gua,rdia a tre o più else a seconda della specialità (quelle degli ufficiali dei bersaglieri hanno la guardia di metallo dorato).


-

.Seìabòle per maresefolli, sono simili a quelle per gli ufficiali ma con impugnatura diversa. · Sciabole per serg<fnti e sergenti maggfori mod. 1929 e 71- 29, <li forma analoga a quella pei marescialli ma con impugnatura e guardia diverse .. Sono di tre tipi: uno 'per armi a piedi (esclusi i bersaglieri.), uno per bersaglieri e uno per le armi a. cavallo. Sciabole baionette per fucili 91. Sciabole baionette per moschetto 91 /per· T. S. Baionetta pieghevole per moschetti 91 (già moschetto di cavalleria) .la qualeJ a differenza delle sciabole baionette è arma esclusiva.mente da punta,; è permanentemente unita a l moschett o mediante una a.nriatura detta braca che consente a Ua baionetta due posizioni: inasta,ta e ripiegata, lungo il fusto. · Baionettar-p u,gnale per fucile e. moschetto 38. Pugnali ver arditi. Baionette. coltello ver trupzJe coloniali. Sciabole per carcibin:ieri · a piedi. Sciabole varie in distribuzione sino a consumazione. Altra arma bianca,, molto diversa da,lle . precedenti, è la.· lancia da ca-va~leria. Essa è di difficile nrn.neggio, molto visi1

/

-

22 -

bile, ingombra11te nei terreni a.lberati, perciò non sen1pre pratica, cla.ti i molteplici compit i che la, cava,lleria deve esplicare in terreni i più svaria.ti. _Ha, però . indiscutibilmente un gran val.ore morale ed è })erta,nt o conser vata p_er ta,luhi .reggimenti. Oonst~L dell'asta di lamiera a,bbrunata con t re occhielli J >er la. banderuola:e una impugnatuTa fasciata di spago incatrama,to, della lamia di accia.io temprtLto, a forma piramidale e del calciolo di ferro: P esa kg. 2,300 eçl è lunga rn . 3,15. P er le trnppe di coìore l'asta è di bambù.

23 --

I V. - Bom·be a mano. (Vedi t av. · IV).

Un mezzo di offesa, vicina, a tiro curvo, di grande effica,cia per i suoi effetti materiali e mor::i,li, è la bomba a mano, che ha trovato larghissimo impiego in tutti gli eserciti bel.: ·l igeranti, sui campi della grande guerra e di quelle successive. Rispetto alle p·ossibilità di impiego, in relazione al raggio di azione delle schegge e della loi'o efficacia, le bombe si .s uddividono in: a,) difensive: raggio di a,zione superiore alla, distanza media di lan~io (15 m. circa); involucr<? in acciaio od in ghisa,;. scheggiatura, in genere prestabilita; frammenti piut1;osto grossi; b) oft.en sive: rRggio di a,zione inferiore alla distanza, media di lan~io·; involuero in l'amierino di ferro o di alluminio; scheggiatura molto minuta. Rispetto · al sistema di accensione le bombe si suddividono in: . . .. . A tempo - con

miccia, di ri-. tardo accesa,

t a, sfregamento b(c8,pocchia fosforosa; es. Sipe · 1915); b t d d 24) .a

str appo (es. oro

i.~

a mano ·e esca mo . ·

.

con spoletta tipo Olergon o Excelsior:. funzionano in genere sol<;> se urtano con la spoletta; · A' percussione . ) univexsale: funziona.no <)Omunque a,vvenga l'urto sul . terreno (bom be i-cgolamentari itali::i.ne). èon cassuletta che viene per<lossa direttamente. con-' tro un mezzo r esistente qualsia.si (es. bomb~ di· fensive B. P. D. mod.. 915); con percussore che fùnzio~a: al r~1omento .~el. lançi~ .h i,toma mi,to per effetto della for:-a _d1 lJ1C_rz1a o p er ~ a,z1one d.1 una molla , ed una m1ccrn. d1 n ta.rdo che viene accesa d.a apposita casstùa (es. bombe francesi rnod.. F 1 e D3;)·

. .

l

I I

Rispetto · al ca.ricamento interno te bombe si dist inguono fo: . Norma.li : .

. i· offensive; · difensive. ·


-:- 24 I nce_n diarie . .

i

-

a paste·:speciali; a liquidi.

fumogene; nebbiogene; a sola cassula attiva.; . inerti.

Sono inonre in uso bombe çontro carri armati. che vengono descritte a pag. 151. · In segwto agli studi e.d alle esperienze effettuate nel dopo guerra il nostro esercito è stato dotato dei seguem;i i;ipi, di bombe offensive, che si equivalgono per eccellent,i qualità d.i ·potenza e di sicurezza: BREDA, O. T. O., S. R. C. M. Esse appartengono al tipo di bomba a percussione a,, funzionamento universale; scoppiano, cioè, all'urto comun-· que . questo avvenga, contro un mezzo sufficientemente resi-stente. .Le bombe suddette, pur differendo in particolari costruttivi, hanno comuni le parti principali e gli organi essenziali di · funzionamento e · cioè: · a) un involucro esterno, costituito da due parti unite· . con a.vvita,tnra; b) due masse battenti interne, di cui una porta carica, ha anche H detonatore e la cassula, e l'altra porta spillo: Ee) uria, sicurezza ordinarfa,: d) una sicurezza automatica; e) una molla antagonista (1). Per cia,scuna delle suddette bç,mbe esiste: : un t ipo di bomba da guerra (a,ttiva), completa delle, pa,rti esplosive (cassula, detonatore e carica di scoppio ) 1

(1) La ·bomba, S. R.-C. M. è munita, anche di un con<>'e;,.no ~di disat. r,rv.a;;;one 11 ~quale d&l)rebbe impedire che una bomba ri~a~ta inesnlosa d<Ypo il lancio possa esplodere per un urto accidentale. Siccome il fun. zionamento di· taJe congegno non è assolutamente sicuro, si deve osservare anche con le bombe S. R. C. M. la prescrizione che vieta in modo assoluto di toccare le bombe iMsplose dopo il lancio. . :

25 -

un tipo . di bomba da esercitazione a, sola cassula (sino a consùmazione), simHe. a.Ila bomba .attiva, ma nella quale il detonatore e la carica, di scoppio sono costituiti da a,datto materiale inerte e l'unica pa,rte esplosiva .rim_ane la cassula;. u n. t ipo di bomba da ·i struzione, completa.mente inerte, eostituita solta,nto da un robusto involucro esterno (di forma, dimensioi1i e peso com~ quella da guerra), al quale sono àppliea,te le due sicurezze (quella ordinari:>" e quella a,utomatica). Si possono impiega.re in Ja,nci ripetuti per a,ddestra.re iÌ soldato a ben eseguire tutti i movimenti occorrent-i per il lancio · e p er colpire il bersaglio. Soltanto pEr il modcìlo S. R. C. 1\1. esiste un tipo di bomba da esercitazione a fumata., che presenta il . va,ntaggio di poter es&ere _impiega.t o più ·volte col cambio di a.Jc.uni elementi . Contrassegni. - I diversi tipi di bombe sopm indicati w no distinguibili a vfr,ta p ei seguenti contrassegni esterni: bomba a,tti.va : ha l'in-vo.lucro .esterno totalmente vernicfato in rosso; / ; bomba da esercitazione (con cassula): ha l'involucro estern o verniciato in bianco, èon fascia rossa; lJomba dn, istruzione (inerte): ha l'involucro esterno brunno o verniciato in 11.ero. La bomba S. R. C. 1VI. da estl'citazione a fumata ha l'involuào estern<! tota.Jmente verniciato fo gi~llo ed è facilmE=-nte · riconoscibile (anche qua,ndo la vernice sia stata asporta,ta) per . una serie di Ja,rghi :fori all'involucro stesso. B omba a mano « BREDA mod. 36 )>, - È costituita da u.n inv olucro esterno di lamierino . di alluminio, . a, forma . ciUndrica, con le due estrfmità tronco-coniche, che contfone nell'int erno una carica di scoppio di circa gi. 60 di t,ritolobinitronaf.ta.lina. La bomba comprende inoltre: il congegno di scoppio, costituito dal porta; carica, dal porta detonatore e cassula e dal porta spillo; i congegni di ·sicurezza, . costituiti da una sicurezza-


-

~6 -·-

..

ordinaria (lamina a · due branche e linguetta di gomma) e da una, sicurezza autom atica (cuflìa, travérsino e nastro ritardàtore ). Fu,nz,ionarnento (comune ai tre t ipi di bomba,). - Impugnata, la bomba, con la, mano destra, si sfila con la sinistra, o con i d'e nti la sicurezza ordinaria. _La· bomba è c9sì pronta per il lancio. Avvenuto il lancio, durante la tra,iettoria, la cuffia si rovescia,; p r crvoca lo SYolgirnento del nastro ritardatore e trascina il traversino dì sicurezza. La bomba r1llora è in condizione di funzionare all'urto essendo lo spillo e la cassula tenuti distanziat,i solo da una molla a,ntagonista. All'urto, comun que esso avvenga, lo scorrimento delle superfici curve tel'minali del porta spillo e del porta ca,rica sulle superfici interne terniinali dell'involucro, produce l'avanza. mento dello .spillo , il qua.le, vincendo la resist enza della .molla a,nta,g onista, pcl'cuote la cassu.la, determinando lo scoppio della bomba,. La bomba scoppia, con violenta, dctona,zione, produèendo fumo denso ed abbon<la.nte, e ilmncrose piccole schegge irradiantisi in tuttt i sensi. Il ra.ggio norma.le di azione, cq. il potere offensivo di esse sono contenuti entro m. 15, senza però escludere .che qualch~ scheggfrt · possa arriva.re a,nche oltre,· ma .con potere offensivo quasi nullo . . Sul terreno, l'esplosi.one produce .una piccola J;mca di ·cm . 10-20 di dia.metro e · di cm . 10- 15 di profondità,, Il peso d,ella bomba è di gr. 200. ' Boniba a 1iuino e< BREDA mod.' 40 ». Differisce dalla bomba, mod. 35 per le segucnt~ particol~rità: la, carica di scoppio anzichè di tritolo- binitronaftalina è costituita da,-un esplosivo a, base di nitra,to d'ammonio (a,u tarchi co) ; il porta carica è a tenuta sta,g na· a.llo scopo éli preservare il nitrato d'ammonio (molto igroscopico) dagli effetti dell'-urnidità.

-

2?

La bom,ba a mano cc S. R . O. ll1. mocl 35 )>. È molto simile nella forma alla. Breda, nrn. ha le du~ estremità quasi piane ed un'organizzazione interna, alquanto diversa. . · Pesa, gr. 200, con. mi.a, carica di gr . 4.3 <li tritolo- binitronaftalina. · La b01nba a m&no « O. '11. O. ,m,od 35 )>. - :È aJquanto più piccola della Breda. H a ·forma, cilindro-conica con una ba.se piana. Pesa gr. 2J O e contiene una ca,rica, di scoppio di gr. 70 di tritolo-binitronafta,lina.

. I


-

CAPITOLO I L

ARMI

AU'l'OMATICH:E

GENJU{.AL1'111 - UITRAOLIA'l.'RICl J:: F'UCJT,I ìUITRAGLIATOJU . M0SC1Ilfi"J'O A0'.l.'0:MA'l'ICO - l'IS'l..'OLA AU'.1.'0lUATICA - A'.r'.l'UAL. JUl~N'l.'E IN S.Jo:RVIZlO : m:scRJZIONE l~ l~UNZION Al\IBN'l'O

I. - Generalità. I va ntaggi cbe derivano ctalle armi automatiche sono essenzia,lmente tre: a) grande celerità di tiro; b) diminuzione di làvoro da parte del tiratore; e) possibilità di diradare gU iwmini dello scaglione di fuoco e co'Ylseguentemente dimiwuire .la vitlnerabilità dei 1·eparti. Fol'za motrice delle armi automatiche. - I gas che si sviluppano ~coli 'accensione della carica, esercitano la loro pressione in tutte le direzioni. La pressione sul fondello del proiettHe è detta forza · di proiezione, quella esercitata St}.lle paretj della camera chiamasi forza dilaniatrice e que11a che agisce sul fondello del bossolo, e conseguentemente sul congegno di chiusura, dicesi forza di rinc1tlo. Molte armi automatiche utilizzano questa forza di rinculo per il ·1oro funzionamento e cliconsi per tanto armi automatiche ad utilizzazione diretta dei gas de11a carica; altre invece u tilizzano una parte dei gas che si fanno deviare dall'anima. per mezzo ai un piccolo foro e diconsi ad azione indiretta. od a sottrazione .di gas. Parte dell'energia dei gas cosi utilizzati (direttamente o indirettamente) viene assorbita. da molle (generalmente una

29 -

molla elicoidale) che prendono il nome di riouperatori, la, cui funzione è quella di completare i movimenti automatici dell'arma. L'automatismo è stato applicato a t utte le anni portatili, e si hanno cosl le seguen,ti Bpecie di armi automatiche: pistole aittomatiche; · moschetti ai1,tomatici; fucili ai1,tomatiei.: fiicil.i mitragliatori; mitragliatric·i. · Classificitzione delle armi secondo il funzionamento. - A seconda del modo con il qnn,le lct pi·essione esercitata da,i gas, durante la loro espansione, interviene per proclune il funzionamento dei diversi meccanismi, la classifica1.ionc delle armi automa,tiche viene faLta in tre gruppi: 10 gruppo - .Armi a canna

a utilizzazione dirett a dei gas; a sottra,zione dei gas.

fissa.

I

canna e otturatore rinculanti per spazi

2° gruppo - Armi a canna uguali; rinculant e ( canna e otturatore r ;nculanti µe r sp,11..i

disuguali. · 3° gruppo - Armi a cànna scorrevole iu avanti ed otturatore fisso.

1° gruppo - Armi a c111nna fissa sono quelle in cui la, eanna è fissa e rincula il solo otturatore. Ciò può avvenire o per

utilizzazione diretta o per sottrazione dei gas. Nelle anni ad utilizzazione diretta dei gas l'ott ura.toro, spinto indietro dalla, pressio1te dei ga,s, ret.rocedc Mitraendo ed espeìlendo il bossolo e comprimendo una :rp.olla ricuperatrice. Esaurita la forza viva d i rinculo, l'otturatore viene sollecitato in avanti dalla molla ricuperatrice che tonde a ridistendersi, e in questo mo vimcnto introduce la cartuccia, n ella camera. È necessario che il movimento n,ll'indietro delPot.turatore • non si inizi prima che il ·p1·oi.ctto abbia lasciato la bocco,


-M . élelÌ'arma,: quindi è un sistema opportuno per le àrmi a ca,nna corta (pistola); diversamente, per le a,r mi-a canna lunga, oceorre rinforzare il sistema, di chiusura, con potenti molli ricuperatrici (e~. mitra.gliatrice Schwarzlose) o applicare qualche altro mezzo idoneo per rendere più lento il mo,~im0nto dell'ottura,tore (aumento del' peso della massa -rinculante ·lfoschetto mitr. Be:i:_etta 38 A.). N ell~ ar·mi a sottraz'ione dei gas è praticato nella canna, . a, 2 /3 circa, dalla bocca, un foro di presa dei gas. Esso .comunica con un tubo, pa,ralle.lo a.l la canna, nell'interno del quale scorre uno stantuffo che, media,n te un sistema di articolazioni, agisce sull'otturatore. Avvenut o lo spa,ro, appena il proiettile ha ottrepassato il foro ' di presa dei gas, una parte di questi, attraversando detto foro, a,gisce sullo stantuffo, obbligandolo a retro.cedere. Lo stantuffo, a sua volta, a mezzo delle articola,zioni, obbliga l'otturatore ad arretrar(·\ determirumdo l'estrazione e l'espul.sione del bossolo e la compressione della molla ricuperatrice. Esaùrita la, foria viva di rinculo, lo stantuffo - e con esso l'ottura.tore - vien.e sollecitato in avanti .dalla molla ricupera.trice che tende a ridistendersi ed il1 questo movimento si ha i'introduzi.one, da parte dell'otturatore stesso, di :3-na nuova cartuccia. in camera di ca,nna,. 20 gr1.ippo - Anwi a ca,nna .scorrevole indietro. - .A.p- . partengono a · questo gruppo le a,rmi nelle . quali si ve- . ri:fica, per effetto deUa, pressione esercitata dai gas sul fondello del bossolo, lo scorrimento all'indièt1:o della, canna e del congegno di chiusura. Lo scorrimento all'indietro di dette . · pa,rti può avvenire per s:pa,zi uguali o per spazi disuguali. Le lirmi ·ci canna ed otturàtore rinculanti per, spazi uguali (esempio: fucile mitr. 1\fadsen) sono costruite in modo che, per effetto della, forza di rinculo, canna ed otturatore retro. cedono e comprimono le relative molle ricµpera,trici. Cessata la forza v:fva di rinculo; la canna ritorna .subito in a._va!Ìti mentre FotturatoTe riµiane t1·attenu.to indietro.

-

31-

Appèna la canna è· tornata nell~ sua posizione normale, l'otturatore Yiene liberato e, spinto dalla sua molla ricuperatrice, torna a sua volta in a,,anti per chiudere la culatta,. Le armi a canna ed <?tturatore rinculativi per SJ)àzi disiiguali (esempio Fiat 35) sono costruite in modo che, per . effetto del rinculo, ca,n na ed ottur~tore compiono inizialmente assieme, riunite a sistema bloccato, un uguale pereorso retrogrado corrispondente al tempo occorrente alla paUottola per uscire dalla canna,. Successiva.mente, mentre la canna si anesta, l'otturatore prosegue la sua ·corsa indietro estraendo ed espellendo il bossolo. Nella loro corsa, retrograda canna, ed otturatore comprimono due diverse molle ricuperatrici oppure una sola . Ultimata la forza viva di rinculo, !'.o tturatore, solle.citato dalla sua,.molla ,ricupera.trice, riprende fa, corsa in avanti, afila una cùtuccia dal caricatore e l'introduce in canna. A questo puntò ca,nna ed otturat ore vengono bloccati e proseguono assieme la corsa in avanti. .3° Gruppo - · Arm,i a 'canna scorrevole in avanti. - In questo tipo di armi la canna, per effetto della resistenza che oppongono le righe a.I movimento della pallott ola,, viene spinta in avanti, effettuando l'estra,zione. e la, successiva espulsione del bossolo e compr·imendo la molJ a ricupera,t rice. Subito dopo l'uscita della pallottola, cfa,lla bocca dell'arma, la molla si ri(l.istende ~·iportando indietTO la ca.una che introduce una, cartuccia nella, camera. I~ queste armi l'ottura.tore è ridotto ~d una semplice piastra fissa con foro per il passaggio della, · ·punta, del percussore: sistema poc.hiss..imo usato. 4

II. - Descrizione delle anni automatiche.

· f) ·llitmglinf.rice

1''iat 85. (Ved. Tav . . V).

Caratte1istiche. - Utilizza la forza di rinculo. Canna e otturatore compiono una cors~ retrogTada disuguale. Cari-· '3ament o a nas~ro' metallico, normalmente di 50 elementi.


-

33 -

32,

Raffreddamento a,d aria. Rigatura della canna: elicoidalè destrorsa. Calibro 8 . Al,zo a rilito con cur1iore. Ritmo di tiro: 600 colpi al minuto primo; celerità di t.iro: 3 -;- 400 colpi · al l'. ·Gittata ma,ssima: metri 5200 al Ìivello de1 mare; 5900 :metri a 2000 metri cli quota. Velocità inizia,le: m/s . 750, Peso dell'arma,, kg. 17.200; del treppiede, kg. 23.

a svn-istm:

r

due numeri (450-225) per le posizioni dell'indice graduatore di cadenza·. a destra:

guide longitudinali per lo scorrimento della cartella,; · foro per piolo del bottone q.'arresto della cartella. , internamente:

Nomenclatura. -

.ARMA

Costituzione: arma e t reppiede.

castello; t estata con impugnatura; canna; culatta mo bile. chiusura; scatto è percussione; .( a,limentar.ione; , sicure:,;za; puntamento; · est~·azione ed espulsione; arresto dell'otturatore aperto; . 1 graduatore di cadenza. I ma,ni<:otto.

I""'' "'

CASTELLO ·

· •

I

inter11,amente:

supportino per , la leva di alirn€Iltazione; supporto per il tirante del blocco; perno su ctù ruota il grilletto; alloggiamento per .culatta mobile e asfa, di scatto.

I

·1

ammortizzatore del rincnlo; foro per alloggiau1ento dell'indice di tirq; incastro per il dentino della, leva di sparo: manopole impugnatura; , leva di sparo.

T BSTA'l'A CON IMPUGNATURA.

di acciaio al 1ùkel cromo. interna,mente: carnera, di cartuccia,; rigatur a elicoidale destrorsa .

a1iteriormente:

finestra J>er alloggiamento del martelletl;o; ap<~rtura quadrata p er 11.Uoggiamento ·telaio e bocchetto di alimentazione; due guide per scorrimento telaio.

ester1iamente: 4 risalti per l'unione alla cula,tta; nervature circolari di raffreddamento; ghiera con maniglia. di presa; 4 alette per l'appoggio anteriore; filettatura a.Ha quale si avvita .il .coprifiamm a,.

CANNA • • •

CASTELLO

due orecchioni. per il . perno eccentrico del blocco di chiusura; due orecchioni per il perno delle leve di scatto; suppe>rto per il perno eccentrico per spostatore..

I

in basso: for~ per valvola .co:uic~, del oongegno g1·aduat?re d1 ca,dcnza; fori per 11 perno per testata con impugna.tura; . in alto: fori p~r il chiavistello per testata;. finestre per passaggio della, chiavetta.

ai di. sop1·c.: apertura di espulsioue con sportello; zoccolo d'alzo e molla per il ritto d'alzo; foro per congegno d'arresto o·tttuatore aperto. al di so·tto:

tue zoccoli per l'uuio:ue dell'~rma a,l treppiede.

C UL ATTA BILE.

\

YO· /

1

camera · cilindrica per la rotazione dei 1·isalti di unione della canna,; a.lloggiamento per l'ottura.t<>.re; alloggiamento per il martelletto; scanalatura longitudinale per scorrimento coliltola dell'otturatore;

..irmi , tiro e materiali vari -

3


. -3!..:_

-

sagoma,tµra per il passa,ggio del na,stro; apertura di caricamento; · aJioggiamEn-,.1to a sguscio per l'espulsione; finestra. quadra per il passaggio- del dente del blocco; feritoia per il passaggio della controleva di alimentazione; spacco per il passaggio del cane del per cussore.. , foro per J' alloggiamento del percus/ sorè; · spacco r ettangolare p er l'avanzata, del cane del percussore; due branche per la ma.novra a mano; costola per il funzionamento della leva di alimentazione; alloggiamento per la leva· di sicurezza;, (nottolino};: · alloggiamento del fondello della car tuccia; foro pe-r il passaggio della punta del: I percussore; 1 finestrella per il passaggio dell'estrat." \ tore; · due ner vature (fra le quali passa l'espulsore) per lo sfilamento della. ca.rtuccia; incavo per il dent~ del blocco di chiu·. sura; alloggiamento dell'estra.t tore; spacco longitudinale per il passaggi<> della chiavetta; risalto per l' appoggio della rosett a d'arresto della molla del percussore (internamente); sgus~i di alleggerimento.

I

O tlJwmtore .

CoNGEGNO

D I C.1-UUSURA

\

Blocco di chiusura con dente, forchetta, codetta e foro centr ale. Tira,nte del blocco: · crociera, risalto semisferico, molla, dado e roset ta. · Perno eccentrico del blocco: due tratti cilindrici coassiali estremi; un t ratto cilindrico intermedio. eccentrico, codet ta di manovra. Chiavettà con t esta a forma quadrangolare, braccio, dente a molla azionato p er mezzo di una sporgenza '.&igrinata ..

I .r

1 CONGE GNO DI SCATTO {l li: PERCUSSIONE

leva di spa,ro non dentino; bottone di scatto (scorre nell'interno della testata posteriore); asta cli scatto con foro, per l'unione del grillet to, e molla spirale; · grilletto· con appendice, pa,r te cilindrica forata, . piolo per l'unione a,ll'asta di scatto; leva di scatto di sinist ra (due elementi riuniti a snodo) con: sagoma,tura per il contrasto con la codétta, clel bloc<;o di chiusurà; due risalti per l'appoggio della, molla a, lamina,; dente per i1 contrasto con il cane del percussore; a,p pendice · sagomata a, gradino per !;appoggio della molla a lamina; leva, di sca,tto di destrn con: dente elastico di richia,mo con molla; piolo elasti<;o; dente di con~ · trasto con il cane del percussore. ·

\ \ "'~""' · 1

CONGEGNO

Dl ALlMl!JNTAZIONE

35

testa esagona.Ie con punttt; asta; -rosetta, cl'arresto; molla di 52 spir e; tubetto; cane con dente di scatto: ·

leva. · di alimenta.zione con perno di rotazione; con·troleva di. alimentazione con · perno di rota. zione, gancio e rullo; molla, di alimenta,zionc con occhielli; spostatore con foro per perno. eccentrico: un bra.ccio con gancio; nn b_raccio con perno e nillo; · perno eccentrico per sposta.tore con braccio, dente cli a,rresto e molla; ca.r tclla di destra con: finestra per uscita del nastro e· appendice; finestra per passaggio della leva, cli disinnesto del nastro; foro sagomato per l'asticolo di richia,mo del carrello; perno dentato per fJ.Ssaggio della leva di rimando; molla a lamina di ritegno _d ella leva ausiliaria; · cartella di sinistra; leva di rimando pe.r leva cli disinnesto del nastro,


-

36 due nervatm·o di scorri mento sul ca-. stello; finestra per il braccio dello spostatore; : duo scanalature per il bocchetto di alimentazione; mensola con due ·nervature; earrollo di alimentazione con tallone. e due branche; ~ forcelli.L 0.01 congegno di alimentazione con molla eliistica; trc1 bràndtc pPr il trasporto cLcl nasLro; un perno di contrasto col br accio della lrva di disinnesto del nastro: leva di disinnesto del nastro.

telwio .

I

CONGEGNO DI ALT1lENTAZIONE

CONGEGNO DI ARRESTO DEL· L'OTTURATORE APERTO (1)

CON GEGNI D I SICUREZZA

CON GEGNO. DI l'UN'l'AM:EN'.l'O

/ auwma,tic-i .

\ ak, /

I \

CoNGEGNI D I ESTRAZION E ED ESPULS IONE

}

1 \

1° leva cli scat to di. sinistra; 2° nottolino o 111:uiell<'tto per

cilindretto con dente; a.ppend.icc laterale; molla a V. corpo di pompa, molla e la.m ina con 1 piolo; ' embolo con guarnizione di \ cuoio. pù;lone . )l molla, di espansione; rose tta di appoggio; dado e controdado; stelo sagom;.1to a gancio; Lappo a vite con 6 fori e reticella;

CONGEGNO GRADUATOltE t>I CAD)•:N½A

conic-a di rego- /' . ùrz-i01ie

MANlCO T'.l'O l'U -

finestre cli nlleggcrimcnto; fi lettatura, per a.ttaGcO al castello; ghiera, a,nterioTo di appoggio della canna; zoccolo con mirino; sede della leYa a gancio di arresto deJla canna.

la,tta.. . zoccolo; # molla per ri tt,o cl"alzo; ritto; cursore con ta.cca di rnirn e bottone elastico.

mirino, avvitato col suo zoccolo al manicotlo del cn,stcllo.

di estrazione: estr attore con molla, copiilia, testa ed unghia di presa; } di oRpnlsione: espulsore <:on vite di fer mo.

valYola propriamente detta con 2 in· cavi e 2 for i; perno con copiglia; indice di cadenza e freccia ;

bottone di arresto con molla a spirale cilindrica; hilancier e; 111011:l, sph:,1le cilindrica .

a nwmo: ~ndice di tiro:

• 1

37

I

a.stico lo clel canello di alimentazione con : tl'i;ta zigrina La, tuna, spina trasv<>rsale, nn dc11tino, molla!di contrasto, rosetta; bocchetto di alimentazione con: finestra longitu dinale, spacco per la presentazione della c:i rtuccia, cuneo a piano inclìnato, <ln<> gLtidc e tre ·spacchi per le branche della, forcella. \

l

·

-

Blocco

II

di bro2izo

TRErrrn 1>l~

Gambe con

tlue tronchi anteriori con 3 linee di feclc p er l'altezza, del ginocchiello e chiavistello; tronco posteriore con 2 tronchi di. cono ca vi e 1'or o p er il chiavist ello di bloccaggio del settore èlentato della piattaform::i; due ga.mbe anteriori ripiega.b ili, con testa articolata, munita cli 3 fori; gamba posteriore fissa;

.

(l) N elle armi s1ùle q.u,1.li non è sta.to monfaLto ancora, il congegno graduatore cli catleuza, il congegno di arresto dell'ottur11.to re aperto attr aversa il castello cd & cosLiLnito cla: nn asticolo con dente, una molla, una leva di manovra.


-

38

-

piattufo rn'la girevole, con ganascia mobile e ganascia fissa,; mensola, per la cas setta munizioni;~ Congegno\ congegno di bloccaggio; madi ( nnbrio; coperchietto a vit e; direzfone chiocciola; piattaforma con settore dentato con piastrina gradua,ta; Oongegrw settore di falciamento; 2 di cursori con bottoni e viti; pimte-ria

I

Congegno ( settore dentato;

T REPPIJmE

dii ~leva- /} alberello con v i t~) senza, fine

zione

con volantino; rocchetto elicoidale;

I

bottone di sgramtmento;

COl)Cl'Chietto; Congegno di sgra- J gambo à vite; 11.a?ll,l}/ltQ

I . . 1

I \

molla per rocchetto; piastri11a;

C,ongegno \

di bloccagg,iodel , chiavistello; settore / chioccioln con molht. dentato

I NASTRO

metallico. composto di <lomenti congiunaen tisi in . . b mrniet·o vana.bile (norrn~lmt'nte 50).

. ~ziona~ento .della 1nitragliatricc Fiat 35. - La mitra glia.tr1ce puo funz1onaro a tiro rapido e tt tiro lento: .il tiro :rapido può essere a. n vffiche (norma.le) e continuo; quello lento H, colpo con cadenze varie. F UNZIONAJ\lliN 'Ì'O A 'rIRo R APIDO.

Caricamento. - Si introduce il nastro uell'apertura di sinistra ~el bocchetto e lo si spinge verso l'interno fino a che non s1 s~nta lo scatto prodot to dalle branche della forcella che agganciano il priino elemento del nastro . Si tira indietro

39 -

l'otturatore, il qu~le, agendo con la sua costola contro la. cresta della leva di alimentazione, fa ruotare questa all'in. dietro: detta leva, a sua volta, st,risciando sul rullo della controleva, fa compiere a questa analogo movimento. Si determina cosi la trazione della molla di alimentazione che fa ruotare lo spostatore verso destra, il quale provoca un movimento di traslazione verso destra del canello) di alimentazi.one. Unitamente a,l carrello si sposta anche il nastro e. la prima carh~ccia viene presentata in corrispondenza delhl, finestra longitudinale situata nella parte superiore del bocchetto. Si abbandona l'otturatore che, spint o dalla molla. del percussore, va avanti e sfila una cartuccia. dal nastro e l'intr oduce in camera. Quando· l;arma è in chiusui:a, cartuccia in camera, la molla di alimentazione è t ornata in posizione normale; il carrello di alimentazione, spinto dalla molla di richiamo, si sposta verso sinistra, mentre la forcella si abba,ssa e scivola sotto il nastro andando ad a,ilogarsi contro il lato sinistro dell'elemento di nastro successivo . Il dente del blocco di chiusuxa, richiamato avanti dal tirante, si incastra t ra la relativa fi nestra della cuiat ta e l'incavo inferiore dell'otturatore, assicuxando cosi la. perfetta chiusura all'atto dello sparo. Il percussore rimane armato,· perchè t rattenuto dalla leva di scatto di _destra, il cui braccio posteriore è tenuto sollevato dalla sua molla, a lamina (o piolino ). Sparo. - Si porta l'indice di tiro alla t acca corrispondente (rapido) e si agisce quindi sulla. leva di sparo, la quale, per mezzo del bottone e dell'asta di scatto, fa agire il grilletto; questo, abbassando il braccio posteriore depa leva di scatto di destra. la.scia libero il percussore che provoca l'accensione della carica. Funzionamento automatico. - .Appena avvenuta la percussione, mentre la pressione dei gas fa rinculare ot t uratore,


-

40 -

culatta mobile e canna, il nottolino di sicurezza torna ad interporsi tra la testa dell'otturatore e quella del percussore. L'otturatore continua la . sua corsa · retrograda, completando il ribaltamento del blocco, · sino a che viene .anch'esso arrestato dalla compressione della molla del percussore oppure dall'urto contro l'ammortizzatore.. Nel suo rinculo l'otturat~re estrae, per mezzo dell'estrattore, il bossolo· e questo, urtando contro l'espulsore, viene proiettato fuori dell'arma in alto. Inoltre l'otturatore, agendo con la sua.costola contro la cresta della leva . di alimentazione, fa ruotare questa all'indietro; detta leva, a sua volta, strisciando sul rµllo della cçmtroleva, fa compiere a questa analogo movimento. Si determina così la trazione della molla di alimentazione che tende a far ruotare Io spostatore. Al termine del rinculo: la molla fÌ~l -uercussore' che è . _stata CQmpressa tra la testa del percussore e la chiavetta si ridistende e rimanda in -avanti il percussore il quale sping~ avanti l'ottm.·a.tore. Appena l'otturatore arriva col suo incavo in corrispondenza del dente del blocco, questo vi si incastra· ritornerà . ' . cdsì a s~abilirsi tra culatta e otturatore il sistema rigido, e la culatta, . con la canna, sarà riportata il'.1- avanti. Quando la chiusura _sarà completa, il nottolino, spinto · dalla testa del percussore, spinge il m.a rtelletto che, disponendosi nell'apposito foro del castello, permette al nottolino . di spostarsi per lasci.are libera la testa del percussore. Il braccio posteriore della leva di scatto di sinistra durante tutti i movimenti è rimasto sempre sollevato, per cui solo quando l'arma sarà in chiusura esso si abbasserà per l'azione della codetta del blocco contro il braccio ànteriore della leva e lascerà libero il percussore di andare avanti. . Per effett.o della disposizione dell'indice di tiro nella taeca corrispondente al tiro continuo, il dente di scatto della leva di destra viene tenuto costantemente abbassato. L'arma, perciò, ripeterà i suoi movimenti senza alcun arresto.

-

~1 -

F UNZION~IENTO A TIRO LEN'l'O.

Volendo eseguire il tiTo lento, basta, dopo che si sarà eseguito il caricamento, disporre il braccio dell'indice di tiTo . nella posizione orizzontale a sinistra (lento). Premendo allora sulla leva di sparo, il dente del grilletto abbassa la leva di scatto di destra, e partirà un colpo solo perchè detta leva, disimpegnandosi snbito dal grilletto, oppone il suo dente di sca,tto alla successiva avanzata del per: cussore. Ne deriva ché necessita, ad ogni colpo, abbandonare la leva di spa.ro, attinchè· il dente del grilletto, comprimendo il dentino elastico della leva di scatto· di destra, ritorni in posizione normale, pronto ad agire nuovamente sulla leva di scatto di destra, appena sarà ripetuta la pressione sulla leva di sparo. Scoi;nposiziòne e ricomposizione. · Scomvosiz·ione. - l ° Far ruotare indietro la. testa,ta . po. ste~·iore (estrarre verso sinistra il chiavist'ello), quindi togliere: 20 la, canna; 8° la cartella; 40 là chhvvetta; 5° la molla di. alimentazione; 6° _la controhwa di alimentazione; 7° il tirante del blocco; 8° il perno ed il'blocco di chiusura; · 9° l'otturatore e il percussore; 10° l'asticolo con la, molla di rièhiamo del carrello; 11° la cartella di destra del congegno di alimcntazi.one (disimpegna,r e prima la leYa, di rimando della leva di disinnesto del nastro) ; 12° il bocchetto; 13° lo spostatore; 14° il tehl,io con carrello di alimentazione e cartella di sinistra; 15° ln, culatta mobile; J.6° la, leva di alimentazio~e; 17° le leve di scatto; 18° il grilletto; 19° l'a,sta di scatto e la sua molla; 20° il cong(1gno gmdua,tore di ca,denza (eventlUtlmente). Ricomposizione. - Si rimettono a posto le singole pa,rti in ordine inverso a quelìo tenuto per la scomposizione. . . )Ianutenzione. - Le regole da osservare sono le seguenti: Prima dei tiro: . l O scomporre l'a,rma_ e . pulire le parti;


-

½2 -

2.0 verificare lo sta,to d'uso delle parti (la molla deli'estrat-

... tore abbia la voluta elasticità.); 3° lubrificare abbondantemente con olio di· oliva le singole parti, quindi, ricomposta l'arma,; lubrificare ancora l'otturatore, l'estrattore, la molla del percussore e quella di richiamo del carrello di alimenta,zione; 4° asciugare, pulire c scegliere le cartp.cce, lubrificandole abbondantemente prima di. introçlmle nei nastr~; 5° ispezionare e pulire i n~stri; 6° assicurarsi della buona stabilità del treppiede; 7° assicui·arsi che il perno dello spostatore sia girato r1 destra ·e che l'asticolo con molla di . richiamo del carrello sia nelb giusta posizione. Divrante il tiro: -1 ° eseguire . i movimenti con decisione (lo sportello sia sempre semi- aperto); 2° al minimo inconveniente cessare il fuoco e regolarsi comrò detto in appresso . , per· gli inconvenienti; 3° ogni 200 colpi comunque sparati, c11mbhre la canna; 4° se le condizioni del mo"mento lo .perinettono eseguire una rapida, pulitura dell'arma dopo ogni 1000 colp{; 5° tenere a,bbassate e ben strette le impugnatme. Dopo il tiro: 1 ° ispezionare subito l'arma ed eseguÌ1'8 la- pulit ura ordina.ria; 2° se il tiro deve essere sospeso per molti .giorni, togliere le ca,i·tucce dai nastri. Inconvenienti. - I più· comuni sono : 1 ° Scatto a vuoto: verificandosi uno scatto a, ·vuoto, occorre tirare immediata';nente indietro, e per tutta, la, sua corsa, l'otturatore, tenendo contemporanea.mente a,bbassa,ta la leva di rimando al fine di impedire l'avanzamento del' nastro . .Agganciare quindi l'ott;ura,tore e, successivamcntè: · ' qualora b cartuccia venga estratta (ca.so normale), toglierla, dall'a,pertura di caricamento, spingere (o trarre) verso destra il nastro in modo che la una nuova cartuccia si presenti davanti alla testa, dell'otturatore, abbandonare quindi . l'otturatore e riprendere il tiro; qualora invece la cartuccia non · ·venga estratta (caso eccezionale) abbandonare subito l'otturatore e riprendere

-

48

il tiro. In questo caso, verificandosi ancora lo scatto a vuoto, se l'arma ha sparato una serie di colpi 1naggio1·e rli 150 a tiro continuo o a ·brevi raffiche rapida11iente' susseguentisi, conviene attendere almeno un 1nfouto primo, prima -di riaprire l'otturatore. Se l'inconveni.e nte si ripete spesso, verificare

percussore e molla, sostituendo, se del caso, l'intero percussore. - 2° lJ1ancato caricwnento: verificato che la cr1m&a . è sgombra, riprendere il tiro, Se l'inconveniente si ripete · sostituire, nel caso, il nastro o eliminare gli" elementi deformati.. . . :. . _ 3° Incompleta chiusurà: verificandosi un'il1. completa chiusura, procedere come per lo scatto a vuoto tenendo però presente che, in questo caso, la cartuccia non verrà normalmente estratta. Se l'inconveniente' si ripete, verificare la, molla del tirante del blocco e sostituire il tira,nte (molla rotta) o avvitare il bottone (moll::i, indebolita). Osservare infine. se la molla del percussore è rotta (ca.mbiarc in ta,l caso il percnssore). - 4° Deficiente rinculo: si manifesta colla mancata espulsione del bossolo o colla, deforma,zione della, cartuccia-seguente. Tolta la cartuccia, lubrificare l'ott uratore. Se l'faconveniente si ripete spesso, regolare la posizione del perno del blocco o èa.mbiare la canna. - 5° Jltlancata espulsione: verificato-se l'espulsore è in buone condizioni, pulirè e lubrifica1;e là. camerl:I,. Se -l'inconveniente si ripete, dipende da deficiente rinculo.· - 6° · Ricacluta, del bossolo nell'apertura di esp1ilsione: togliere il bossolo con l'estrattore a mano e verificare che lo sportello sia rimesso in posizioM di seni.i- ap<~rto . - 7° 11:lanoata estrazione e mancato rinculo: estratto il bossolo sparato, pulire e lubrificare. la carnera e le cartucce e quindi verifica.re la elasticità della molla dell'estrattore. Se l'inconv(:miente si ripete, sostituiTe la canna. -

8° Inchiodamento dell'otturatore e scopl)io fuori camera:

inviare l'arma al capo armaiolo. - 9° Rottura del bossolo nel senso normale al suo asse: cambiare b canna. · - 10° Instabilità nella posiziori,e abbassata del dente dell'astioolo <lel con. gegno di arresto dell'otturatore aperto: accade ogni qualvolta


Hla leva di ma,novra del congegno rinane in falsa posizione e cioè qua.udo la si lascb a metà corsa,. L 'inconveniente si evita osservando le seguenti prescrizioni: a) la, leva di manovi·a del congegno di cui trattasi deve essere maneggiata con decisione: spingendola completamente inna,11Zi, per a,r restare l'otturatore in posizione di « aperto ii; tra.endola completamente indietro per ·t utta la corsa,, · per consentire all'otturatore di andare in chiusura; b) nel compiere l'opera,7,ionc di chiusun1, dell'ottura1;ore che sia stato traLtcnuto da,l congegno, si deve prima trarre indietro l'otturaitore stes~;o di tanto! qua,nto è necessario per disimpegna.r io dal d<mte dell'asticolo e, successivamente, agirc1 alla leva di JDH,novra nel modo succitato . Ciò perchè, qualor}li si .tziom~sse la leva cli manovra n, guisa di grilletto senza aYel' tmtto prima. indiet.ro l'ottura.toro, disimpegnandosi quest,o dal dente '.dell'asticolo prima che la leva abbia compiuto complrtamente t utta la sua corsa indietro, l'operatore potrebbe essere facilmente indott o a desistere a,nzitempo dall'a,girè sulla leva, stessa, la,s cjando quindi quest::ti in falsa posizio.11e n cioè cou il dente non completamente abbassa.io; c) te.nere pulito e èom·enicntemente lubrificato il congeg110 ; d) verificarne spesso il funzionamento l'icorren<lo all'opeTa dell'armaiuolo qualora i:;orga il clubbio che no11 funzioni regolarmente. l\fateriaU, accessori, ricambi. - Per il t rasporto e per l'impiego dei mH,teri:11i vari e <I.elle munizioni, s'i adoperano: cassette, armature a spal lacci, a,rma.t lirc da b~bsto . Cassette. - Sono munite di nrn.niglie per il trasporto r~ mano e vengono assicurate sulle a,ppositc armatm·(~ per il tra.sporto a spalla o a. SH,l ma. Ne esistono di 4 tipi : per caricatori,

per accessori e ricambi, per lubrificanti e attrezzi, per macchina carica.nastro. A rmature · a spallacci. - Sono costituit e da un telaio di la.miera, munit,o di cuscinetti, di sp allacci, di corregge. Vi sono: armature porta arnia, porta treppiede, vorta cass'ette. Armat,u1·e da basto. - Vi sono: tirniatitre ciiffìa porta arma; armature c1iffia porta treppiede; armatitre centrali; armature per cassette 111,unizioni. 11:iateriali per il tiro oontro aerei. - Per eseguire il tiro contro aerei, l'anrn~ vfone incava.nata sul treppiede per tiri terrestri munito di alcune parti aggiuntive e cioè: ga,mba aggiun,tiva,, affust ino, c:tlciolo (rtppoggio di spalla), congegno di puntamento costituito d~1, un reticolo mirino ~ da una mira. La mitragliatrice si dispone pé il ti~·o cont;ro aerei nel seguente modo: si blocca il settore dentato del treppiede nella posizione più ba,ssa, si fissa la gamba aggiuntiva sulla piattaforma girevole, si rovescia il treppiede in modo che risulti con la gamba poi:.toriore in alto e, sull'estremità di questa si fissa l'a.ffustino; sull'affustino si incavalca l'arma o si mùscono a, questa il reticolo (:fissandolo al manicotto presso il mirino) e la mira, (fisstmdolo al ritto d'alzo); si meUe infine, a sito il calciolo. È tuttora in servizio il supporto a colonna per tiri contr@ aerei costituito da.Ile seguenti p arti principali: mensola reggi arma; telaio; perno a forcella; manicotto; t,irauti. Il supporto si applica alfa, piaU,aform a girevole del trep-piede convenientemente disposto per il tiro terrestre. I tre tiranti no uniscouo rigida,mente il manicotto a,lle ialnbe del treppiede .


-

-

.(6 -

forù di alloggio della canna con filetti a vite e appoggio dell'astuccio dell'estrattore; foro p or il p assaggio dell'asta del ric11peratore; d~t.e di con.trasto; . in.castri Ì)er l'mu.one della testata; foro per il chiavistello di fermo della testata; due orecchioni forati; finestr/:l. (alloggio blocco dell'ot-turatorc); piastrina, di appoggio del blocco; apertura di caricamento con scanalature; ccurteU,a, dell'apertura iu:feriore; I due guiclc cou zoc~oli per l'.u~one al _treppied~; J incavo per l'alloggio del cbiaV1stello di fissagglO ~.... . al treppiede; spacco longitudinale (per il passaggio del dente del carrello d'armamento) e due scanalature guida; risalto.cli contusto del ritegno del can ello d'arma-

B) Mitrngliatrioe Breda 37. (Ved. t av. VI).

·<.),I

Caratteristiche. - _Arma a sottrazione di gas. Canna :fissa. Caricament o con caricatore a piastrina capace di 20 cartucée. Bossolo cho viene riportato nel caricatore. 1-taffreddamento ad aria. Rigatura della canna a passo costante. Calibro: mm . 8. Celerità. teorica di tiro : 4-50 colpi al minuto p:r:imo; pratica: poco meno . Gittata massima: 5600 m. Velocità iniziale m/s. 780. SeLtore di direzione: 10000 (oltre 150°0 dati dal congegno per i piccoli spostamenti in direzione) settore di elevazione completo con i limitatori di elevazione: 736°0 (da, - 43500 a + 301°0). Peso dell'arma senza la m1nn·a : kg. 11,300; della canna: kg. 8,100 ; del treppiede: kg. 18,800. Nomenclatura. -

Costituzione: arma e treppiede.

mento;

\ C(J/Tl,na; A RM.A.

I -<

{7 -

. . . . . I Oastel7A>;

Meccamismi. camera di cartnccia; 4 righe destrorse a. passo costante; filetti a vite per l'unione al castello; incavo per l'estrattore; incastro per il dente doll'eet rattore a mano; intaglio per il dente del tassello cli fìesaggio della canna; piano di appoggio p er il livello; foro per la presa cli gas; mirvno; incavo. per il fissaggio del r eticolo mirino per tiri contraerei; filettatura per il coprifiamma; copr·ifiamma; toro presa dei gas; vite di chiusura; mawiootto . . i molla a lamina di ritegno della, ·( valvola· . testa con' incastri e graduazioni~! 'f.er, r·iouperatore valvola . . ) corpo con avvitatura e scanalature; a gas , parte tronco cronica con 3 finestre; fori di sfuggita· dei gas; . camera di espansione dei gas; dente di contTairto; asta del ricupera-tor•.

incastro per il supporto del cerchio di direzione; foro p er il pìo]o del perno del cop er chio; incastro per l'appoggio di spalla nel tiro oontraerei;. finestra per il c1ente della leva di arr esto dell'ot·turator e a.perto a ca1·tucce esaurite; due scanalature guida all'astuccio dell'estrattore e all'otturatore; due t i1sselli a dop1lia incli_nazione. J 2 scanalature verticali per l'unione l).l castello;

I

l

Testai.a i m' yugnatiura

\

chia11istelfo; incavo per il passaggio della ghiera dell'ammortizzatore; alloggio dell'estremità posteriore della leva di scatto e del suo piolo con molla; risalto di appoggio all'ammortizzatore; perno di un.fono della leva di scatto alla testata; incastro per il braccio della leva di sparo; foro trasversale; 2 impugnature con ,mc11nop0Ze e 1>erni a vite.

\


-

o ( Coperchio .

jEs

Il

(I)

-<I

-

7,e1·1w con botto·ne, piolo a 1J10lla e chiavetta con dente a copiglia; ehiavi11teUo centmle di clùus ura con 1n11 1ti 0o-lia " copiglia o sfer:i cl_i ritegno; chiavistello po.;terioro di chinsurn con 2 molle e cop'iglia,; alzo ,i ritto ocn cursore ~racluato <la 3 a 30 h m. (ritto abhitttuto hlll. 2), tacc,L di mira 1nobile e bottone éli svincok;

1

f'1

¼8-

sporleUi di pro te~ione con perno; m oll.e a l.lmina; M ensole (di \ clne guide per il caricatore; destra o di ' piano <li invito e dente di guid,1 drUa punta della sinii;tra) . pallottola (mensola di si nistra); leva di arrosto dP.11' ottmatore a,p ùrto ,1 cartucce esaurite (mensola di 1<iuisi,ra).

I

\ otturatore

,.~.. massa

1

alloggia mento del percussore; peretl,Ssorc con tesù~ e molla di ,·icltimne; ri~alto (la pa,l't-e antcrioro serve a r:ipinblocco del- \ gere 1:1 cartnccfa, in cumen.1); l' Otlt~r<t· , due scana.la.turc- per r ast1wcio dell'estrattore · to re; alette con guide pe r il blocco·; gran.o dcL pl/rc,iRsore. . moUa eU.coidalc; illib·i gtiida m,oitci (interno <'Ù estArno) con tirante di unione; molla am,11wrli::?atrice (investita :,,11 ili una glùeruì.

a.sta con manubrio; ritrg-110 c' last,iro e dente'.

CONGEGNO DI SPARO

~a di sparo (è!,.uo_br_a.cei; bott.one di sparo; piolo con molla di nchia,mo; due denti); leva di scatto (duo bracci.con dente; incastro piolo con molla).

CONGEGNO t>I 'ESTRAZIONE

estrattore con unglùa e due sporgenze; ast«cc:io dell' estr(ittore; m.olla dell'e11trattore; eopigLia cli 1·itegno; due tasselli a doppia. inelina.~one (sono nell'interno del castello).

CONGEGNO

DX SICU•

R.EZZA A MANO

!

nottolino di sicurezza; sfe:ra cli ritegno con rnolla.

\. .,cana.l atura a Z; ' piastra di ali- 1 finestra; piauo di iuvi.to per la chiavetta di presa deJl'ottumentazione r atore; 1 / linea di fede (facilita il montaggio};

Meccanismi. - Sono: , alloggio t ubo esterno guida molla del ricn1)era,t ore; , 'tallone dell'otturatore ccm ri;;alti a pia.ni inclina.ti ; \ chiavetta con molla ,L piolo; Mnt.e ili baUula contro il percussort>; 2 pbni inclino.ti interrotti; dne risa lti ,(rli destra e di sinistra);

49 -

~ I

Il Es

z

~

( sr1ostatore

, d&nte pris-rruitico; \ ri.'salto: Zeva a dti.e bracci (ogni brnccio è a do_()pio ilonte) con molla di torsione e perno di Ul.l.10ne; linea di fede (facilito. il montaggio);

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~

le-va <li arresto

l

8

dente di ritegno del ca,ricatore; molla.

leva di ritegno

e

' ONGEGNO DI ARRESTO DELL'OTTU'RATQRE APERTO A CARTUCCE RITE

due bracci (superiori) di a.rresto del caricatore; Uit braccio (inferiore) di contrasto; appondice per lo svincolo a mano del caricatore; molla ;

)

ESAU- .

braccio superioro; b . . . ra.ce10 .rnfenore con dente,; braccio posteriore per il comando a. mano; piolo éon molla; perno di unione alla me1iaola di siuii;trn .

.4.rmi, tiro e materiali vari -

4

~.

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'

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.

)


-

5Q

I

' i,iastra di direzione; . . . .. lastrina di direzione; · ·. · settore . di f l · to ·d.i co·ngegno a··· . , cu.rsor1 . . .1.rezwne · . . . a. cia,men . , . congegno per 1 p1ccoh spostamenti ·· .· · . . 1 ·, di direzione; · ·

I

..

congegno di pti11,tam,ento

..

A lii.

.... ~ ~

\

!

)

arco set'to:i;e di eleV'azione èon li· . . congegno mitatori di elevazione; · d_i elevazio1~e ·, congegno p er i piccoli spostamenti

I

/ ·'·\

di elevazione;

lii

·

p:; ,

8

gwrribe r•iori

a1ite-

tubo esterno con testa per l'unione ·a.na gamba posteriore; . · ·, · . , · · tubo interri.o con arpione; · . . · manicotto con cbiavistèllç a ga.Uetto ' ~ . ·da per impé.dire la rotazione; 1, \ tirante con dente di a.r resto, mclla e occ~1iello;

)

. \

tu.bo esterno con de11ti per fissare i tiranti ddle l<s gambe anteriori; .t ubo· interno con axpione; ma.iiicotto; ·. maniglia, di l>loccaggio; finestra pe1:' l'ar co dentato; chiavistello con V'ite e maniglia; mozzo. 20 finestre; · 20 denti centrali; CARICATORE

Funziona.mento. Oa1·ica,mento. Per mezzo del éarrello .d'a,rmamento si t ira indietro l'otturatore .finchè- resti agganciato dalla leva di sca,tto e successivamente da.Ila leva dì an~sto dell'otturatore aperto' a cartucce esauritè la leva di scatto ha un lieve fm1iìcipo sulla, lèva, di arresto . In ta.l · modo l'ottura,tore . abbassa il blocco, lo tràscina indietro e comprime la molla del ricuperatore. Si riporta in ava.liti il carrello d'armamento. Si introduce un caricatore nell'apertura di caricamento sino a, far contrastare i denti delle . due file esterne del carica;tore contro i denti della leva di arresto del congegno di al1menta,zione: Duran te questa, opèra;zione, costoll:I, posteriore del ca.ricator·e abbassa il braccio superiore del congegno ·di a,nesto . dell'ottura,tore aperto a · cartucce èsaurite, sgandando l'ottmatore; ' quesVliltirno a,va,nza per breve tratto sino ad a.gganciarsi dèriti della, leva, di scà.tto . · · Si mette n nottolino ·di sicurezza, sullà lettera << F » e l'arma è pronta per lo sparo. Sparo. ·- Si .preme il bottone dì sparo; l'otturatore, li.~ be~ato · dalla leva di scatto, è sp.i nto in avanti dalla ·molla ' d,i'ricu.pero. I)urante ta,le avanzata, avviene: ·. · · , . nel primo tratto, ).o sfi.lamènto dì una, cartuccia. . da,l èaricatore (risalto superiore del blocco);_ il sollevamento · dell'~strattore. (a,zione .della sua molla) non appena questo oltrepassato i cl1te ,abbia . . . tassellL del castello,. e l'impegno · dell'unghia, nella scanala,tur~ del fon.dello del bossolo; · nel sec9ndo tr?,tto, , l'astuccio dell'estrattore giunge <i'o.ùtro il suo puntò. di appoggio , e. si ferma, la ca,rtuccia _è penetrata compfotament c ,.nella èam·e ra; 'la massa battente, spinta dalla molla. di ricupero, prosegue la corsa, .mentre il blocco è' obbligato . a sollevars ed a, incastrarsi'liella finestra del èastello (bloccaggio relativo); nell'ultimo tratto la, massa battente avanza per altri 11 mni. (bloccaggio assoluto:), cioè per la lunghezza dei suoi gradini pia,ni; negli ultimi 3 mm. ·cÌI'ca di corsa, urta col suo· .

pi::u;io di ·appoggio con a,rC\> del settore di .eleva ziòne, la.r;trina graduata. di . direzione 'e due · . cursori, con 1riolla; tU direzione con settore dènt-ato,' congeg110 II piattafm:ma . piastra pièc~Ji . spostamenti in direzione e forcella di sostegno; · · . , i , ! , piastra ·p orta à,r ma con cl1ia".iste.llo semicilindrico e v_ite di. pr essione; · ·

t..

51 -

serie dì denti doppi laternli,; costola anteriore 'e costola posteriorC>; lamina elastica con 20 risalti; 20 pareti di alveolo.

la

ai

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-

52 -

dente di battuta, contro la testa del percussore, il quale . va a percuofere la capsula della cartuccia facendo partire il · colpo. Funzionarnento automatico. - Un'aliquota dei gas che· · spingono il proiettile viene sottratta attraverso il foro della, . canna non appena il proiettile lo abbia oltrapa,ssato, giungendo nella camera di espansione dove agisce sulla, testa dell'asta del ricuperatore, obbligandola a rétrocederc unita:mente all'otturatore. Durante tale retro·cessione avviene: nel primo tratto di mm . 11, la ma,ssa batten,te retr~cede e libera dai suoi gradini il blocc.o (sbloccàgg'io relativo), mentre il . percussore si ritrae per l'azione della molla di. . ' . richiamo; • I nel secondo tratto, la rrìassa battente obbliga il blocco ad. abbassarsi (sbloccaggio . assoluto); il bossolo è ancora nella camera della canna; · nell'ultimo tratto, là massa battente trascina indietro blocco ed estrattore; quest'ultimo, . sempre impegnato con l'unghia nella scanalatura del fondello; ·estrM il bossolo dalla camera riportandolo .nell'a.lveolo del caricatore, abl)assandosi subito dopo. per effetto dei due tasselli. L'otturatoTe 1 . prosegue. la corsa retrograta sin contro l'ammortizzatorè. Quivi, cessata l'azione dei gas, l'otturatore torna ad avanza,re perchè sollecitato daUa molla del ricu.peratore, introducendo nella, camera una, seconda cartuccia. Se il tira-· tore non desiste dal premere sul bottone di sparo,· si ripetono tutti i movimenti e lè operazioni sopradescritte fino ad esaurimento delle cartucce contenute nel caricatore. · Se invece il tiratore desiste dal premere sul bottone di sparo, la leva di scatto si abbassa ed aggancia: l'otturatore in posizfone arretrata (otturatore aperto), per riprendere il tiro basta ripetere la pressione sul bottone di sparo. Lo spostamento del caricatore ha luogo tra la ·fine della corsa r<1trograda dell'otturatore e l'inizio dèl successivo movimento di - avanzata,. Appena viene introdotta .nella

-

53 -

camera l'ultima cartuccja del carieatore, il dente del congegno ·di arresto dell'otturatore a cartµcce esaurite sporge entro la finestra. del castello perchè la . costola posteriore del caricatore ha oltrepassato il bra,ccio superiore del èongegno stesso; l'otturatore viene così agganciato e ma,ntenuto in. posizione .di aperto a,nche se il ·tira,tore continua a premere . . sul bottone di sparo. Per riprendere il tiro è sufficente introdurre un imovo caricatore. È possibile ottenere la continuità del tiro di più caricatori consecutivi, immettendoli in immediata successione l'uno dell'altro · e tenendo sempre premuto il bottone di sparo; in tal modo il bra,cèio superiore della leva di arresto dell'otturatore aperto a, ca,rtucce esaurite rima,ne sempre premuto in ba,sso dalla, costola, posterio!e del . carica,t ore. Scomposizione e ricomposizione. ·_ Scomposizione. Togliere la ÒOJ1inci: 1 ° armare, a mano, l'ottuxatore; 2° sbloccare la canna (far ruotare il perno del coperchio del castello); 3° fa\r ruotare la canna di 1/6 di giro verso dc1stra e sfilarla· (usare l'apposita chiave). 1'9-gZiere i congegni conten,uti nel castello: 1 ° aprire e riba,lta,re il coperchio del castello, dopo aver fatto scattare l'a,rma; 2° togliere ta testata (tenere leggermente compressa la molla del ricupera,tore); 3° toglierè il ricuperatore a molla, l'otturatore (agire al carrello d'a,rmamento) e il carrello stesso ·(sfila,rlo all'infuori); 4,0 scomporre l'ottura.tore in massa battente e blocco, e togliere l'estrattore con l'astuccio; 5° .·togliere il percussore (c.opiglia, pei·cussore e molla); 6° togliere l'estrattore (copiglia, estrattore, ·molla e guida moUa,); .7° togliere la· chiavetta, di pr~sa, della · piast.ra di a,limenta,zione e la, molla (abbassare ·prhna la chiavetta e sfilare il ritegno);. 8° togliere il congegno di alimentazion~; 9° togliere le mensole dal castello. · Ricomvosizione. - Si ricompongono e si mettono a sito le varie parti, procedendo nell'ordine inverso a quello indicato per la scomposizione, con le seguenti avvertenze:

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-

55-,-

54 -

le copiglie

del percussorè e dell'estra,ttore devono risultare perfettamente a s-i to; la canna cleve essere unita ril casteUo a.d ot;tu_ratore aperto; . per introdunc l'otturatore nel castello necessita che il dente della leva di arresto dell'o1;turatore ape1:to a cnirtucce esaurite, si~ riLfrato noll'intemo · del castello (àgire a mano sul braccio della leva stessa); . per mettere la piastra di alimentazione infilare la piastra uel coperchio del castello e spostare lo spostatore in modo che la :ma lino~ di fede coincida con quella della piastra; per montare il congegno di alimentazione, procedere nel seguente ordino: +eva di arrosto del caricatore; spostatore (~bbassare la ~eva di ritegno por permettere allo spostatore d1 avanzarc e impegnare il suo risalto sotto la, leva di arresto ). ' leva, di ritegllò; piastra di alimentazione· ' ' per monta,rc la mensola di sinistra: tenere premuto il co~1geg~o di anesto dell'otturatore apm~to a cartucce esaurite sino a quando, a montaggio completo, il dente di a~Testo dell'ottm·atore non p0n,mga :i penetrare nell';-;,_ppu. s11;,1 :finestra del castello. . ìU~~utonzione. - n regolare funzionamento dell'arma e ass~curat o _da leggera, lubrificazione dei vari congegni. E c~e¼lonalmente l'a.rma. può es~crc adoperata al tiro anche , a~c1utta,. In .tal caso è convenfonte chiudere la, valvola del ncupcratore. a, ga~ di una graùuazioue in meno di quella norm.>,l~ (oi:;s1a portare la valvola a una graduaziòne minore ) onde evitare deficienti rinculi. . - Prinia del tiro : verifica.re lo stato d'uso dello varie parti· specialmente: il percusso1'e e la sua molla ; la molla e l'ung4i; d~ll 'e~tra.ttore.; 1:1 molla della chfave di presa d·ella piastra d1 alimenra.zione; Ja chius ura del coperchio del castello;

la graduazione ·della valvola c!el ricuper~tore; i caricatori e l'esaha sistemazione in essi delle ca,rtucce. Durante il t iro: 1 ° eseguire i movimenti con decisione, specie quello por intl'odune il cal'icatore; 2° regolare la maggiore o minore apertura della ·valvola del ricuperatore, per evitare deficienti rinculi (vah-ola t roppo aperta) ovvero eccessivo tormento all'arma. (v~tlvola troppo chiusa). Dopo il tiro: ispezionarn e pulire l'arma . Di massima, l'arma dà g a.ranzia di regola.re funzionamento, anche. se non viene pulita, fino ad un massimo di 4000 colpi. · Tenere presenLe che dura,nte il combattimento, qualunque sifJ, il regimò di fuo co r.dottato, di:tta la resistenza del materiale non occorre, di massima, operare il cambio della ca,nrn1. Quando eécezionalmente necessario, il cambio della c-a,nna viene eseguito nelle pa,use del tiro e, po.ssibilmente, non sulla linea di fuoco. Per H cambio della ca,nna, t; i procede nel seguente modo: 1 ° Introdune completamente la, parte po's teriore della canna nel corrispondente foro del castello, e cioè fino a quando la faccia posteriore dEilla :fhingia portante l'intaglio per il dente del tassello di bloccaggio. combaci ,con il piano anteriore del castello. 2° Ruotare quindi la, ciuma a mezzo dell'apposita chià.ve di 1/6 di giro verso destra fluo a che, girando il perno del coperchio del castello, il dente del tassello , possa a,gevolmente allogarsi nell'intaglio della, c~i.nna,. · 3° Assicurarsi, infine, chf' il dente -del tassello si sia completamente allogato nel corrispondente intaglio delln, ffangia della canna, impedewlo qualsiasi movimouto di rota,zione della cann~ stessa .

Inconvenienti. - 1 ° Scatto a 1,-uoto. Armare a mano l'ottura,tore e riprendere immediatamente il tiro . Se l'inconvrniente si ripete, arrna,re nnova.ment;c l'otturatore, apri1·e


-

56 -

il coperchio del castello e so la cartuccia non sparata è rimasta

in camera, (caso eccezionale), estrarla con l'estrattore a mano; spingere quindi a, mano il ca,rica,tore e riprendere il tiro. Ripetendosi ancora lo scatto a vuoto, controllare la punta del percussore e l'estrattore. Nel caso eccezionalissimo di un fuoco continuo di 900-1000 colpi, verificandosi lo scatto a vuoto, si deve attendere un minuto prima di aprire l'ot turatore pet evitare la dcfia,grazione spontanea della carica. 2° JVIa,ncata alimentazione: a) se dipende da mancato spostamento del carica,tore origirnLto da deficiente rinculo; da rottura o logorio della molla dello spostatore; da logorio dei denti del caricatore; da pallottola sporgente dal caricatore, si rimedia, rispettivamente, chiudendo opportunamente la valvola del ricuperatore a gas; cambiando la molla, della leva dello spostatore (armare in ogni caso 1 a mano l'ottumtore), infine mettendo a posto la cartuccia; b) se per non avvenuto collegamento tra la piastra di alimentazione e la chiavetta dell'otturatore, dovuto a logorio o rottura della,molladellachiavetta, cambiare la molla ed armare a mano l'otturatore, spingendo contemporaneamente il caricatore ncll'apertw·a di caricamento. Può anche darsi che la pia.stra di alimentazione sia, stata posta a mano, più indietro della chiavetta di presa; in ta.l caso il caricatore, quando viene introdotto nel.l'arma, non è fermato dai denti della leva di a1·rcsto del congegno di alimentazione: senza togliere il carica,tore 1 eseguire lo scatto e t rarre poi completamente inclietro a mano l'otturatore (comprimendo quindi a,nche la molla ammortizzàtrice); e) se per movimento poco deciso nell'introdurre il caric::ttore, qua,ndo il th:a,t ore prema di gfa sul bottone di spa.ro, e quindi l'otturatore vada fo chiusura a vuoto o si fermi a. contra.sto contro il cariéatore non ancora completamente introd<5tto, trarre indietro a, ma.no l'ottura- • tore e spingere decisamente avanti il caricatore. 3° JJi~ata estrazione del bossow. Armare a _mano l'ott uratore, aprire il coperchio del castello, togliere il caricatore ed il bossolo

-

57 -

rimasto in cameta; se l'inconveniente si ripete, sostituire l'estrattore completo . 4° I nco11ipleta esflrazione del bossolo. Armare a mano l'otturatore, aprire il coperchio del castello, togliere il bossolo caduto e riprendere il tiro . Se l'inconveniente si ripete, sostituire l'estrattore completo od il caricatore . (deform.ato, alveoli troppo iltretti). r,o Imp erfetta presentazione della cart1t0cia. (Caricatori molto logori); aprire il coperchio dol castello, togliere la cartuccia e riprendere il tiro. 6° I rregola1·e funzionamento del congegno di arresto dell'ott11,rato,·e aperto a cart1woe esa1irite. Può avvenire che il dente di arresto , a.ll'atto dell'introduzione del caricatore, non sganci l'otturatore (braccio superiore del congegno logoro). Si rimedia provvisòriamente svincolando a mano l'otturatore agendo sul bra~cio posteriore della leva; occorre, poi, verificare e, ~1,ll'o ccorrenza,, cambiare il congegno. Se, per contro, il congegno a,ntidpasse H suo funzionamento (otturatore arrest ato dopo la. 19a cartuccia anzichè dopo la zoa}, si svincola i1 ma,no l'otturatore, ott;euendo l'introduzione in camera della 20a. cartuccia.. L 'inconveniente può essere originato da, logorio della molla del congegno o da fecce depositate nella sede della, molla stessa o da rit mo di tiro t roppo celere. Verìficare nell'ordine e rimediare. 7° Deficiente rinculo. Si rin1edia, provvisoriamente, a,rmando a mano l'otturat ore; occorre, poscja, chiuclere opportunamen te la valvola del ricuperatore. 8° Incompleta chius1ira. Se per: a) deformazione della cartuccia: a,rmare a ma.no l'otturatore e riprendere il tiro; b) logorio della molla dc~l ricupemtore: cambiare il ricuperatore a molla ; c) frammenti metallici frappo sti t ra le parti a contrasto dell'otturatore o dell'estratt ore od il cast ello (fermano l'otturatore) : a,prire il coperchio del castello e trane indietro l'otturatore, battendo opportunamente col martello di ra.me snl tallone della massa batl;ente. .Avvertenza. - La maggior parte degli inconvenienti è prontamente eliminabile armando a mano l'otturatore e riprendendo poi il tiro; tener pr~sente c.he, per il normale


58 -

funzionamiento dell'arma si dèv;~ mam,tene1·e wn ritmo di tiro mai superiore a quello normàfè (circa_ 450 colpi al minuto

1'ratoriali per tiro contraerei. - Per eseguire il tiro contraerei, l'arma viene incavalcata sul treppiede per tiri terre. stri munito di alcune parti aggiuntive: una doppia gamba e un afl:us.t ino . La doppia gam,ba è aggiunta al treppiede sprovvisto della piaptaforma· ed è fissata al mozzo della gamba posteriore. L'affus·tino aderisce inferioi:mente all'arpione della gamba alla· quale è fissato per mez½o di una piastrina con vite · a . galletto; ha superiormente la piastra d'appoggio dell'a1'.ma, girevole su di un perno a ·snodo che consente il movimento nei due settori orizzonta.le e verticale. Durante i~ tiro, l'arma è munita di. un appoggio di spalla (calciolo) per n1igliorarnè la stabilità. E sso è unito all'arma meq.iante l'apposito incastro esist011te sulla sinistra del castello . Il .congegno di puntamento è costituito da un reticolo mirin'o e i.la una mira. ·n reticolo m~rino viene fissato sullàr canna nell'apposita sed~ e la. mira sul coperchio del castello.

primo). . Materiali, accessori e ricambi.. -

Per il trasporto e l'uso dei materiali vari e dell~ munzioni, si adoperano càssette a zaino, cassette pel' macchine càrica caricatori, cuffie per cap.ne di r icambio; armature. · Cassette a zai~io . ~ Sono di t re specie:· JJ&r ·~aricatori (contengono 15 caricatori, pari a 300 colpi); per accessori e ricanibi · (contengono gli H,ccessori e ricambi in dotazione · a ciascuna arma); per lubrificanii ed attmizi da a1r11iaiolo (contengono gli accessori e · ricambi assegnati .agli ari;a'a ioli).

Con.tiene la ma,ccb.ina, per togliere i bossoli e introdurre . le cartucce nel .caricatore ed alcùni attre,.,,zi per eseguire piccole ripamz1oni ai caricatori. È, d1 norma., sempre someggfat9 o carreggiata e rimane, per l'uso, a,l posto munizioni di battaiglione. La·maèchina per c_aric}~re i caricait~oti, fissata a,l coperchio., ribaltabile, cl.ella cassetta, cori1prende: la tramoggia di caricam:entò, nella quale vengono introdotte le èai·tucce; · il piano di scorrùnento ,del caricatore; i 1neccanisrni (stantuffo, a,st~ di alimenta,zione, ·asta di espulsione). · Cassetta per macch(na: carica caricatori. -

È di tela olona , fode1· ata internamente di à,mian'to, con cinghia per il trasporto a spalla e due camerellé per il someggio. A.1·1nat,u:re: Sono: a1"r>ia-tiire a spallacci v orta ar,ma; armatura .a .spallacci p_orta treppÙde (servono ent1:ambe per lo spalleggio ed, il someggio); armatura, laterale tipo universale, 1nocl. 37 per il someggio delle cassette va.r ie).

59 -

C} l\litraglilitrico lkoda 38 por Carri Armn.ti ('ray-.· VII).

Carattetist:iche. - .Arma a sottrazione di gas con chi usura a blocco ascendente comandato da un pistone.

Raffredaniento ad aria,. Alimentazione con caricatore a.cl astucc;iio, capace di 24 cartucce.

<Juff'ia per trasporto cwnna iJJi ric®n.bio. -

f .

Dati relativi all'arnw,:

Lunghez½a complessiva, . . . , . . . . . Larghezza. m ~.ssimà . . . . . . . . . . · . Alte,.,,za massima con caricatore montato Peso senza la canna P eso della canna . . , . ..... . Calibro Lunghezza della ca.una

mm. ))

))

Ko· o· ))

897, q 91, 5 366,5 110,500 5JJ,50

mm.

8

cm.

60


·-

60 -

Nomenclatura. -

Dati relativi al collimatore: Peso del collimatore . . _. Lunghezza del collimatore . Campo visivo . Ingrandirne.o to

/ camera di cartuccia; 4 righe destrorse a passo costante; flangia con int.iglio per il dente di fissaggio della canna nel senso rotatorio; tre settori filettati per l'unione al castello; incavo per l'estrattore; incastro per il dente dell'estrat tore a mano; foro per la presa dei gas;

Kg. » ))

))

cm.

0,535 1,245 0,960

6,150

80 30°

mamoo,.. I I

vafoola : congeg·no per la

pre-sa, e la titibi'.z· za?ione de.i gas

] X1

cilindro

Dati relati·vi alla casamatta: Ampiezza ciel settor~ di direzione . . . . Ampiezza del settore di elevazione ( + 230 e -

. 7Jistone.

130) .. . . . . . . . .. .. . .. .

Dati relativi alla cart1;,ceia ordinaria: Velocità iniziale . Peso . . . . . . Peso çlella pallottola Lunghezza della cartuccia, Lunghezza della pallottola .

Costituzione: canna, castello, congegni.

(Tav. IX) . .

Numero delle righe: 4; Verso della rigatura: destrorso; Passo costante: mm. 240; Celerità teorica di tiro: 600 co·Ipi al l'· .· .C~lerità pratica di tiro: 350 colpi al / Durata media della canna: circa -16.000 colpi. Dati relativi a,gli accessori: · Peso del caricatore vuoto . . . Peso del caricatore pieno Peso della manica convoglìatrice

61 -

m/s. 775 gr. 29,9 )) 13,45 m/m. 82 » 33,8

Ga:;tello pro- . priamente ·

det·to

fo ro per il passaggio dei ga,s; tappo a vite; . molla a lamina di ritegno della valvola; ·

' testa con incastri ·e graduazioni; corpo con Mrvitatura e sca.nalature; estremiti'l tronco--conica con :3 fi. nestre; camera di espansione dei gas; fori <'li sfuggit.a dei gas; vite di fissa.ggio al manicotto; attacco a coda · cli rondine per l'unione alla canna;

·l' asta; testa.

foro superiore per 1.l dente di fissaggio della canna al castello; foro centrale con segmenti filettati · p er l'unione della canna; · furp inferiore per l'asta del pistone; ineastri per l'unione della testata.; sede per la molla, e il (lente di .fissaggio della canna; naselli di ma,novra del dente; traversino da infilare nel dente di fissaggio; sede per l'asticolo di arresto del coperchio del · castello in a.p erturn.; mòlla e pi:olo dell'astìcolo; foro trasversale per 'u perno del coperchio del castello con molla a lamina e dente di ritegno;

(


-

6~ (ì3

Segue: . CasteUo pro-· priamente detto

2 alie fora.te pel' il chiavisteHo del coperclùo; bottone clel chiavistello e-on' copiglia. e anello int~rotto; · molla con dente di ritegno (del chiavistello); piastrina.. di :fermo del chiavistello; . . risa.lto a.nteriore a coda di rondin_e sul quale si investe la piastra con appendice forata e ·b ullone per -l'unione dèll'a:ri:na aH'armatura . della casamatta del ·ca.no; finestra longitudina.le di rspulsione· dei bossoli; guide per ll'l, maniea, convoglia,trice clei bossoli; risalto posteriore a, coda di rondine per l'unione . al morsetto del s~ttore di direzione dell'arma; finestra longitudi.na,l e per lo scorrimento d,el car· rello cl'armam~nto dell'otturatore; incavi e fresature di aJleggerime.ni-0; 2 · guide . per l'impugnatura; guide per lo sporrimento clell'otttua.tore e della, massa, battente; · 2 tasselli di appoggio del blocco dell'ottiuatore.

Sono:

Congegni. -

·sede del percussore; . percussore e relativa copiglia,; . . . . scanalatura ·per . lo Morriinento deil'espulsore; in~avo per Ìl c'ònt.r asto della_leva, di ritegno dell'otturatore ad arma vuota,; · s~ana.làture pei' lo scorritnento sulle nervature del · castello; · .. . · . · alloggiamento per la sede dell'estrattore; r isalt-o p.er l'introcluzione della ca.rtuceia in carnera; vano per il Nocco cli chiusura,.

Ott,u,ra,.tore .

·1 2 alette cli appoggio. ai due tasselli del . castello;

Biocc'O .

. ·

·du~ s~an.alàtlU'è per lo ·seorrimer1to sulle nervature 1nchnate .della massa battente. . · .: '

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Testa.ta,

Del tip_o a p_is~ola. Contiene i:l congegno di scatto e quello éb s1ctu·ezza,; 2 guance di legno !fissate co11 viti e tubicini; ponticello del grilletto; · ' . sporgenza fora.fa, per l'a,ppoggio della ghie1·a del• l'asta. guidamolla di ricupeto; · 2 tasselli di appoggio contro la, testata; 2 nervature intenotte per r111ùone a.I ca.stello. 1

contiene il congegno di avviso armà vuota, el'espul\ sore; . ) 2 appendici fora.te per.il perno d'unione a.I castello; . G<Yperchio . dente di contrasto contro asticolo di arresto; sportello- con molla ii, la.mina e perno; · , foro per il cliia,visteUÒ . .·

I.

.

.

cavità cilh~driea il cui fondo dà appoggio al tirant.e della olla di ricupero; .incastro per l'appendice del percussore; due nervat1ll'e inclinate per lo scon;imento del blocco; · due superfici dÌ appoggio df>llè . alette del blocco; codolo; risalto che --contrastando con l'appendice dell'ot. turatoré; lo r ende . solidale con <:>ssa nella fase di aperttlra; .· . tale risalto serve anche di :pres:i, j>er il dente del . ca.rrello d'armamento; · · · dsalto contro il quale' contrasta. il dente di sca,tto ·sul suo · prolnngamento la ·-massa b_a ttente ha l'asta, · del pistone. ·

<F)

nervature verticali per l'unione aJ castello; sede dell'ammortizza,tore con molla e copiglia; incavo per il passaggio del codolo della massa · battente; 2 appendici p er il -fissaggio clell'impugna,tura al castello.

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8 . Congegno d·i

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ricti1jero . ;·

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molla elicoida.le; .tirante con · l'O~deÌla; asta, cava gtùda--molla con ghiera.. ·

/

asta con manub.1-io; · dente per l'impegno contro ll~lO . dei due risalti oà,rrei~o d'~i-- \ anteriori della, massa battente; · 1 n!aifie-nto · / riterno ela-stico con risalto per fissare il carrello iif avanti · nell'apposito incavo del castello . . \


64 Grilletto .

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65 _:_

èoda; braccio; piolo con molla· d.i richiamo.

Fnnziohamènto:

Caricatore . : .....

A

(Tav. XIII)

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estm-1

Co_ngegno di . Z'l.one (Tav. X) .

Congegno di sione (Tav.

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È costi tu.i to da un. astuccio sul. quale si notano: · 1 costola posteriore; 2 denti per hi prosa dèlla, leva di fissaggio del carica.tore; · . l dente anteriore P.er l'agganciamento del caricatore nell'apertura dl caricamento del coperchio; 1 molla dell'elevatore; l .elevatore; pi.a.strina per molla del caricatore; forid.ello dell'astuccio; den.te. che agisce stilla leva cli sganciamenio del caricatore; 2 finestre circolari; linea di riferi~ento per indicare che ·nel carica.toro s.ono state introdotte 24 ca,rtucèe. · · 2 fianchi;

arma. ·vtiota (1'av.

XIV).

.

'

a

estrattore terminante con un'unghia; molla con guida molla; . . copiglia. espulsore imperniato nel perno cavo della leva di T1.tegno del caricatore, è spinto in basso da un piolo con n~olla, a,ilogato nella leva suddettà. Il dente..puo scorrere nell'apposita scanalatura dell'otturatore. ·

asticolo . cU sicurezza; Congegno di sùJ"· \ molla per astieolo di sicurezza· rezza (1'av. XU). / leva di sicurezza; · ' perno per leva cli sicurezza.

Congegno di awiso

Otturatore , chiuso.

òattente e con essa l'otturafote (aperto{finch.è ··questo. si . . ' ' . - agganci alla leva di, ritegnù. D urante questo mo·v{mento,si àbbassa iJ ·blocco e si-com- · · . 1)TÌme la · molla di ricùpero. . . ·.. La màssa battente si aggancia, al à.ente .di'sca);to çon lieve· .anticip9 .rjspetto all'otturatore sulla leva di'Tit~gno, per cui ,BSSeil.do l'otturatore trattenuto , d:illa leva •cl.i ·~ ritegno, la massa battente .n on è impegnata nel dentè di scatto ... Arma carica. - . Si introduce il caricato1;è nell'apertmà . di caricamento, .. presentand9lo leggèrmente inclinat'o · ;in _arvanti e, facendolo ;i:uotare a.lqUarito all'indh=#o, io. si spinge · in basso.fino farlo agganciare :a,Ua,: leva dÙissaggio .. Durante qhesta, bp.èrazione, là leva di'ritegno dell 'otturatòre è obbligata . .a solle~arsi, liberando . l'otturat,orè, . il .quàl'e è· solidale con là màssa b~ttente ·clie va ad a.,ggàiilciarsi ai dente di sèatto. L'arma . è così 'prohtà pè~· lo . sparo. . . . ·· Si dispone')l bi'accio della sicurezza . in cÒrrisp'Ondenza :d(,l,lia parolà «lfuoco » (in aito). · . . .· · Si preme· il . grilletto,; · la . m,assa battente', liberata d:ai , dente · di scatto, è spinta in avanti dallà .molla· di ricupero;, Durante· l'avanzat.a avviéne:. . . ,. . . :ùèl primo tratto, lo sfilamento di una . cartuccia a:a.l caricatore · per opera del risalt·o · ·supériore dell'o.tturathre, -e Parrest'o dell'otturatore contro 1a. parte posteriore ·de;t1a: canna; . l'unghia' dell'estrattorè si impegna n~ll'orlo .del fondefrd· della caituèéia; · . nel seéondo tratto, di 20 mm. circa, so'ltanto· la massa . òàttente continua. ad avanzare, Obbligando i.l blocco soUe-· -varsi (bloccaggio) ed il percussore .ad avanzare sino a pèrciJ,otere .· la ·...capsula della cart:uccia. · . . . · · .. . ·. · Partito _il colpo; ùn.'-a.liquota dei gas che spìnge il pr'oièttHe; -viene sottratta attraverso il foro esistente. nella canna , non

Dente di \ ruota su. un p errto ed ha: scatto I un. piolo eon molla d.i richiamo. ,

Arm:a scarica:

A mezzb del càrrello d'armame,U:to si tira ìndiet.ro la mass~

l '

. È prote~tò (la, !,Ula sca.tola, . uni.ta al coperchio del caste~.o .medrn.nte attacco a contrasto di denti · e ch1aV1$tello; ncove.rto , da un coperchietto. Comprende: levn. di fìs;;_(l,ggio del carica.tore con a,ppendice a <ine denti e molla di richiamo · · leva cli ritegno dell'ottura.tore con,molla di richiàmo. !).Ottolino della leva di· ri.t egno ùell'otturatore; ' leva di sganciameu.to con molla. di richiamo.

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Armi, tiro e m.a~criali :Vari. -

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-

66 -

appena il proiettile àbbia oltrepassato il foro· steRso. I gas. giungendo nella camera di espansione attraverso il condotto del manicott o, agiscono sulla testa del pjstone, obbligandolo a ret~·ocedere unitamente alla massa battente. Durante la retrocessione avviene: nel primo tratto, di 20 mm. circa, la massa battente retrocede obbliga,ndo il percussore a ritrarsi e il blocco ad abbas_sarsi (sbloccag·gio ); nel secondo tratto, la massa battente trascina indietro, otturatore e blocco; Pestrattore, sempre impegnato con l'unghia nell'orlo del fondello, estra.e il bossolo dalla ca.mera, e lo .trascina, indietro fino a fa.rlo urtare contio l'espulsore, provocandone l'espulsione verso il basso attraverso l'a.pposita finestra. La parte posteriore della massa battente e dell'otturatore giungono fin contro l'ammortizzatore, comprimendo la molla di ricupero. . · Se si mantiene la pressione sul grilletto e se vi sono ~ltre cartucce nel càricatoro, la massa battente, sollecitata dalla molla di ricupero, torna ad avanza,rc, ripetendd le operazioni gjà descritte. Quando il · tiratore desisto dal premere sul grilletto, il dente di scatto si solleva e aggancia la roasRa battente trattenendola in posizione arretrata (ottura.toro a,perto ).Por ripre.nd:ere il .t iro è sufficiente ripetere la pressione sul · · · · grilletto. Con la retrocessione dell'otturatore, appena spa.rata l'ultima cartuccia del caricatore, il dente dell'elevatore,. spinto dalla, molla del caricat;ore, obbliga la leva _di _.sgan- . ciamerrto a ruotare, liberando tra loro la leva d1 ritegno dell'otturatore e quella di fissaggio del caricatore. La prima, . abbassandosi, trattiene l'otturatore .in posi-zione di aperto, anche se il tiratore continui la pressione sul grilletto. P er riprendere il tiro è necessa.rio introdillTe un nuovo, caricatore. j

-

67 -

Scomposizione. - Il soldato, per istruzione e per eseguire la pulizia dell'arma, può togliere le parti che sono indicate qui di seguito, avendo l'avvertenza di non a,ppoggiarle per terra _e di 1toglierlo e rimetterle senza forzarle. Le altre parti, che possono essere smontate esclusivamente dall'armaiuolo sono indicate successivamente. . ·Togliere la canna: armare, in precedenza, a mano l'otturatore, allo scopo di impedire che il pistone sporga dal castello; svincolare la canna dal dente di fissaggio, agendo sui due naselli e, a, mano oppure con l'apposita · chiave applicata sulle due facce piane della flangia della canna, far ruotare quest'ultima di 1/6 di giro verso destra e · sfilare. .Togliere i congegni contenuti nel castello: scattare in precedenza l'arma, allo scopo di avere la molla di ·ricupero non compressa; aprire il coperchio del castello; togliere la testata (spingendo in avanti l'impugnatura ); sfilare l'impugnatura e poscia la massa battente con l'ott uratore, il blocco ed il congegno di ricupero; togliere il carrello d'armamento, sfilandolo in fuori; scomporre dalla massa battente, l'otturatore ed il blocco; togliere il percussore sfilando la relativa copiglia con il cacciacopiglie; togliere il dente di scatto, dopo aver sfifato il relativo perno; togliere il grilletto, dopo aver sfilato il relativo perno; togliere il congegno di avviso arma vuota: sfilare il ·coperchietto e togliere con un caccia-copiglia il/ chiavistello che :fissa la scatola del congegno al coperchio del ca,stcllo; sfilare · all'indietro e alzare la scatola ; t ogliere il perno della leva di sganciamento del caricatore e la leva stessa; togliere il perno della leva di ritegno dell'otturatore cd il congegno completo di avviso arma vu'o ta. Scomposizione e ricompos1z1one. -


-

68

Rioom,posiz-ione. - Si riconipongono e si me'tt'ono a sito le varie parti, procedendo nell'ordine inverso a quello indicato per la scomposizione, con l'afvvèrtenza che, per avvitare la canna occorre armare in pree<·denza l'otturatore.

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.

Sono di compete~za esclusiva dell\1rmaiuolo: togliere l'estrattore sfilando la copiglia col cacciacopiglie; togliere la copiglia del piolo del dente di scatto; togliere la copiglia del piolo del grilletto; togliere la sicurezza: togliere il perno che llllface la leva del congegno alla parte posteriore dell'impugnatura ; sfilare . leva, molla e l:l,Sticolo della sicurezza. . smontare il congegno di avviso arma vuota: togbere il perno cavo e separare t1·a loro l'espulsore, la leva di ritegno dell'otturatore e la leva di fissaggio del caricatore; sfilare la copiglia per togliere il piolo con molla della leva di ritegno dell'otturatore; detta copiglia. fa anche da perno al nottolino; sfilare la copiglia per t ogliere il piolo con molla del notto~o; togliere il dente di fissaggio della canna al castello; togliere i due naselli col t raversino, il dent e di fissaggio e la molla; togliere il coperchio del castello: sfilare il pemo del coperchio da sinistra a destra, abbassando contempora,neamente il dente di ritegno; t ogliere l'asticolo di arresto del coperchio del C~ftello· in apertura: · spingero in avanti l'asticolo e conl,empora'lleamente sfilarlo di lato; toglie!e il piolo e la, molla; togliere il chiavistello di chiusura del coperchio del castello: spostare l'anello interrotto o poi sfilare la copiglia del bottone; togliere il chiavistello. Per invertire sul castello la posizione del chiavistello, occorre allogare in una delle due ,alie del castello la piastrina di fermo del. cµiavistello, in modo ébe essa risulti dalla stessa parte del bottone dol chiavistello (l'arma destra ha il bottone del c.hia,vistello sul lato destro del castello; viceversa per l'.axma di sinistra); '

-

69 -

1;ogliere il ritegno clastico del ca.rrello <l'armamento ruotarlo di 90° e sfilarlo da,l l'asta del carrello; togliere il congegno di prexa dei gas: togliere la, valvola svitandola; togliere il' cilindro, dopo. aver svitata la vite che lo fissa al manicotto, sfì.lii,ndolo dall'incastro della e;:1,nna; smonta.re l'<bmmortizz~~tore; sfilare la, copiglfa e quindi togliere 1'ammortizzatore e la molla ammortizzatrice>,; scomporre il caricatorn: premej;e il bo.tton e della. piast.rina. che sporge dal fondol1o del carica,tore; sfila,re il fondello ; t,ogliere . t~ 11101111 e l'oleva,torc. P er rimonta.re l~ sudde.tte parti si proccd<· nell'ordine jnvori:;o. :Manutenzione - J:Jri1na ,lel t,i ro. - Il. regol.1rn funz ionamento dell'arma è ,issicumto éla legge.ra lubri.ficauouo; essa funziona con sufficiente regobrit~L anche . cornpletament.e asciutta; in ta,L caso è conveniente chiudere ' la valvola di una o du.e graduazioni ris.petto a, quella norm a,le, per evitare mancati funzionamenti. )iei magazzini l'arma è mantenuta con una leggera, . S;_palmatura di vasdlina SLl tu.tt~ i congegni. . Prima del tiro, passa.re lo scovolo nella canna per togliere il li>o-tasso e l'olio che event1rnlmente vi fosseTo rimasti per ader~nza e verifica.re lo i,:t,a.to d'uso di tutti i congegni e(l ~n jspecie; la molla e l'u_nglthi, de-ll'estratLorc; il congegno di avviso n,rma V\lOtà,; la gra,duazione della valvola; . . i ca,rica,tori (deformazione dei fìancbi,I dQlla costola., dei bordi, usura• dei denti) e la sistemazion~ in essi delle ca,rt,rnc.e . Uswra della, canna. - La canna ha una. durata media, anche impiegando regimi. di fuo~o severj , di circa ;t6.000 colpi, dopo i quali la dispersione del tiro dh-ent.a eccessiw., e la canna è da considern,r si f110ri servizio .


70 -

L'usura, della canna si coutrolla: a) tenendo aggiornat_o il registro dei colpi sparati; b) col verificatore da mm. 8,15 (verifica fatta dal capo armaiuolo ). Durante il tiro. - E seguire i movimenti con decisione. L'arma richiede d(essere pulita, di norma, dopo aver sparàto un fort~ numero di colpi, circa 4.000. · Pone particolare attenzione nel regolare la maggiore o minore apertura della valvola per evita re deficienti rinculi (valvola troppo aperta.) ovvero eccessivo tormento all'arma (valvola chiusa o poco aperta). Dopo il tiro. - Ispezionare e poscia pulire bene l'arma.

Inconvenienti. - Sono i seguenti: 1° Scatto a viiotò. - Il colpo non parte nonostante che il percùssore abbia percosso la capsula della. cartuccia; togliere il caricatore, armare a map.o l 'otturatore e far scattal'0 l'arma. Se l'inconveniente si ripete aprire il coperchio del castello ed armare l'otturatore per controllare se la cart1;1ccia non sparata sia rim~tsta in camera. In tal caso detta cartuccia dovrà essere estratta con l' apposito estrattore a. mano. · Ripetendosi ancora l'inconveniente controllare il perQussore. · 2° .1l1ancata alimentazione. - È causata da mancato sfilamento della cartuccia dal caricatore durante il tiro od ' incompleto sfilamento della prima cartuccia. Quest'ultimo caso può essere originato dall'essere la punta della pallottola della seconda cartuccia un poco sporgente dal caricatore (maggiore attrito delle cartucce contro l'otturatore). L'incon· ·· veniente si elimina nelia maggioranza dei casi, armando l'otturatore col ca.rrello d'a.rmamen t o. 3° Imperfetta presentazione della cartuccia. - Si produce, in genere, impiegaudo caricatori molto logori o a-venti le labbra deformate; la cartuccia, non più guidata mentre è

-

71 -

:sfilata ·dal caricatore, si presenta c0n la punta della pallot-tola inclinata in basso, per cui non entra in camera. L'inconveniente si elimina armando l'otturatore col ca~·rello d'armamento · ò cambiando il caricatore. 40 Mancata estrazione <1el bossolo. Il bossolo non viene estratto e rimane nella camera della canna. È origi · -nato da roLtura dell'estrattore o da indebolimento <lolla molla -dell'estrattore. Si rimedia armando a mano l'otturatore ed -estraendo il bossolo con l'estrattore a mano. Cambiare quindi l'estrattore o la molla. ·50 Incompleta espulsione del bossolo. Il bossolo, ,dopo estratto, rimane a contrasto tra le pareti del castello ~ -quelle della finestra. di espulsione dell'asta del congegno d1 -ricupero, mentre Potturatore sta compien~o l_a nuov~ ~orsa in avanti. Si produce, in genere, quando 11 ritmo d1 tiro è lento o per- presa irregolare dell'unghia deU'estra~tor~ 1:ell'orlo del fondello del bossolo. Vinconveniente s1 elimina :armando l'otturatore col carrello d'armamento. 6? Sganciamento del ca1··icatore durante il tiro: - . È originato da eccessivo imbrattameni;o del congegno d1 avv1s~ :arma vuota ed, eccezionalmente, dal logorìo della leva di fi~sagg-io del èaricatore. Si rimerlia, durante il tiro, spingendo ·a mano -v-erso il basso il caricatore, sino ad agganci:l,rlo ·nuovan1e11t<>. Durante una sosta del tiro, controlla.re il congegno ,di a.vviso arma vuota; all'occorrenza, sostituirlo. 70 Deficiente rinciilo. L'otturatore non compie l'intera corsa di retrocession~; in conseguenza l'otturatore torna in chiusura, riportando il bossolo sparatQ in canna. È oriainato da eccessivo imbrattamento dell'arma, o da val·vola troppo aperta. Si rimedia, provvisoriamente, armando a mano l'otturatore; occorre poscia chiudere. opportunament,e la valvola con l'apposita chiave e, se occorre, pulil'e l'arma. Avvertenze. - La maggior parte degli inconvenienti sono prontamente eliminabili armando a mano l'otturatore.. ·Tenere presente che, per il _normale funzionamento dell'arma,


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. 17.)

73 .

il ritmo di ti.J.:o UQI;t dev.e. SCGJ'ldere a.l <'ti ·s otto d,ei 6.00 colpi al minuto primo. Oasseùa 1/ifwqM~çi cari.'ca-::cari~atori. - Conti~ne l'à · maccliina ·p er caricare le c?,~'t~,c~~ -nel ca;icator~ (T~.;. X V). · La !Jlac'china .è :f\s~m,ta sul copercl').ip ribaltabile delia ·ca.s- · . sè~ta. · .. · , · , ,C9inpr.en<ie: · . '. -la tràimoggi~ (li cariç~m~:qto; ·1a base; . la leva,, la quale, per mezzo di un praccip, ·~zio!l1;1, un . blcwchettp d'intro_éj.Ùg;ione del.le cartucce nel ·c aricatore. · ... La. tram?ggia .&i .inyé~t:e ~wia ba;e, fis;ata _d a ;.P,PQ.~itp\ . p.erno; ,s·u un fi.anèo ·4a m;io scuQtitoto dell~. ca,rtucc,e. · · . J:ia .l;>as.e riceve e d~ a,pp,òggio a;l ca,1,-ìcàtoré, ·~eµl!.to a, si~o_da un dente d.i ).1 itegtio; sul fondi:> della bl:l,.se può muov.ersi il ,blQ'c cbetto; u.nito .. al br,acçio d13Ua leva per me~zo qi UJl p.er.p.o .di rotaziq.Q.e , fissa:to . Sl.lllf.l, ba,se stessa. . . .· _ . . Per_Pimpi~go. si ,introducorJ.Q le cartucce n~lla tra~oggil:l;,, ·. .disponendole con l'ogiva çl.e:lla pallottol~ t ei:so lµ, Jeva come . .è. i?-0.i?àto d~_l pro.filo della c::i,rtucéia in,ciso sul}a trl:},mQggia;. .& m t r.0du.ce il .cartcJ!itore n E1ll'2ipposita apertura i;leUa base . . . . . . . . ... ' o-y.e ,':iene aggan,ci3tto .dal · d~nt~ di rit,egnQ; ,qµ~qi si agi~cesulla lev.a ,con mot0 di .,v-a . vi.eni. In taJ modçi le. cartucce: ve11g9,no dal nl.0cchetto : spinte . sucèessiv~i:m te · n~l ~;ri catore. . . · , . · . "Ogpi cassetta h.f1 alcune parti di ;ricimbio.pé:rJa ·p.1acchina,,._' .. sis,t.e:roate i-n ;un a~tQccio. _è .weèisamente: · · · . . . ;i, molle . dello. .scuotitoio; · .4, molle cl:èl denté di x:it~gno del .car,ici.tore. . La cas.s,et;t_a viene. tra,;<sport.at.à dagli .auto.c arri .deUa c,om~' pagnia: . , ... · · . . :Mani~~- ao:n,vogl~atric,e dei bps,$oli (:I:.av. ,XLII}. - 'J3} µ)1 t;ubo· · di .tela .olona e cµ<;1io, U-.q uale, n,er .mezzo di un· bocc)l.etto · . . . . . . '. ·. y1en.e m~.est1t.o sotto, al .cas,tello, · i;n .corr-ispoudenza dell!àper~ t-µIJ!a .di esp1,1,lsi.01+e;- in modo ghe- il rjvesti.JnE1nto j~ternp di

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·cuoio. risulti verso la parte anteriore !ÌeW~r):na. Vié!!,e fissapo al castello mediant e: l'apposita p iastdna situata sul · fianco pel boccb~tto. ..

Treppiei!,e (Ta:v. VIII). - Per .il t iro .pr~par.a tqrio , la mjtraglfo,trice Breda 38~ impiega' il trèl)pi~de deila mitra~ · gliatrice Fhtt 35 che. comprende: il blocc9 di . bronzo, _le gambe, il congegno punteria, con aggiunte le seguenti parti:

di

nna suola di racc<.H;do per ì'applicazione , dell'arma al. . tr~ppiede; una .ta,cca: d i ·mira con vité di fermos . . . .. un,·mirfoo con collare elasti.co . . . . . . . . . . ·'v ite di se~r~ggfo; applica:ti alJ'arma .. una lamina di p.rot~zione (acçor - ' cj.atf),): ' · ,\ ehiavist.ello .con r:ose1;ta e J:lOp1- J

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.

. La suola .di raccordo . vi.en.e fiss.ata sulla ,piattaforma del t r~ppiede: .\iella ·m itraglia.trice .Fi.a t ed ha sulla faciia ·supe- · .. riqrè ,d:q.e ip.ca.stri. per ricevere 1~ mitragliatrice Breda· 3,8, un perno semicilin drico p,e r fi'ssarè Parma.,e due v~ti eh~ dàn_n o il punto di appoggio dell'arina suUa. suola. Sul lato sinist,ro, la suola .ha ·u~1 piano. inclinato in corrispondenza . . 1 . ,, . d.ell'a. pertura di estmlsionc clei bos. s oli. Peso · della. suola: . . . i .. . . . Kg. 2,800. . La tacca di. mfra -è po1rtata da una piastrina che viene applicata sulla destra dell'arma . alla .estremità posteriore dello spacco longitudinale . del castello ner · il carrello di . " . .' .armame~to; una vite di fer.mo ne assicura la posir,ion e: · · II mirino è portato da· ti.n collare con un, dente ed una vite ; il collare viene applicato alla volata della · canna, in modo· Ù1e il dente penetri n ell'apposito incavo pr~ticato

"-·


-

-

74 -

-esulta sinistra della canna. La vite assicura il fissaggio del .collare. La lamina serve di protezione allo spacco longitudinale ,,del castello per il carrello di armamento. La linea di mira determinata dai segni di mira, risulta paralle;a all'asse della canna ed è sulla destra dell'arma; -,è lunga cm. 80,7. L'alzo dell'arma per il tiro a terra ha elevazione zero. Per Fimpiego, la vite di pressione del congegno di dire.zione del treppiede deve venire montata col braccio al di:sotto del settore di faJcia·mento.

"

spegnifiamma,; r adiatore; maniglia <li presa; tallone <li ritegno con tratto cilindrico; 2 denti che assicurr.no la canna al blocco- giunto; settore circolar o per impedire la, cliiusura del chiavistello di Jìf,saggio della c:inna, se quei,ta non si trova nella giust a posizione; .4 alette a croce p er l'appoggio al manicotto; 4 righe elicoidali; ca mera per Cal'l llCCC; inta,glio per la testa dell'estratton'.

:.CANNA

M"WOTTO D <PRO ·

D) J, ucilc mitrngliatoro Breda 80 (Ved. tavola XVI).

TEZIONE

..An~

I J t

ca11na; manicotto ùi protezione; castello; t estata,; meccanismi;

/

~

<CA!ITELLO

mirino; due a.ppen<lici p1} t' l'attacco delli.i ga,mba del bipiede; 4 finestre d'allcggrrimcnto; . fmestra per il dente della leva di a.nesto del ser• batoio; campa.n<•lla. pei- la cinghia; fìnei;tra per il chiavistello di fissaggio <ielh\ ca 110n.

I I

Caratteristiche. Arma leggera - Utilizza la forza di l'inculo. Canna e otturatore rinculanti con percorso di luo_ghezza disuguale. Raffreddamento della: c~nna a radiatore -inetallito ( alette trasver·sali). Rigatnra elicoidale - calibro 6.5. Limite· di riscaldamento della canna 300 colpi (15 chricatod). Lubrificazione automatica. Caricamento con caricatori di 20 cal'tucce. Sostegno a bi piede. Velocità iniziale : m/s 680 circa. Celerità di til'o teorica, 450-500 colpi al minuto primo; pratica, 120-150 colpi.

Nomenclatura. - 11 fu cile ruitragliatore Breda mod. 30 -si compone delle seguenti parti: aI'ma propriamente detta, _ cal-cio, sostegno a bipiede. ~-

75

,

,

·

a~itatura anteriore per l'unicue del ma,nicotto di protezione: t.iat1;o cilindrico con 9 dcmti per l'unione clellì\ testata; . 2 orecchioni forati per il chiavisteUo della scatola del lubriJìcaute; 2 iuhgli per l'allogg~amento clei clenti della piastrina cli blc,ccagg10; 2 fari trasversali corrisponden~i. per il chiavistello \ · della, piastrina di bloccaggio; 2 risalti la ter a li, di cui qne Ilo ~i destra poTta un foro per il p assaggio del lubrificante dal serbatoio alle cartucce; , mensola pc1· il pistonciuo di sicurezza e relativo t appo; zoccolo dell':tliw; alzo; .. 2 01·ccchiette zigrinate del dente clastico di nteguo della testat a; . finestra ad intagli per il bocchetto del ser batoio: foro ovalo per l'alloggiamento dell'espulsore; spacco longitudinnle per il passaggio del dente del carrello; . nervatura esterna per la guida del carrello;


-

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c,.,,,.Lo ..

j

-

76 -

_J

incavo pn il ga.ncio posteriore di arre..,to del carrello all'indietro; · clùavett a. forma hocchetto èd eRpuh,or e; aper tura di espulsiOM; :~ scana.latmc,. longitudi nali; tallone guida ottura l ore; 2 fori per il passaggio dei denti della leva tti rite"no· del blocco- giunto; .., 2 nen'.'a ture forate per fa, leva dei' blocco-giu11to: alloggiamento pt>r la molla di richiamo della le~a stessa.

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TESTA'rA . .

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ot1'11,mtore

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z?ccolo con molla a la mina. e de11 te Plastico; COH tacca fissa di mira a. gra.d.ua,z ìone in lirn. da 3 a I ~ · c1u·sore con tacca di mira t> bottone di manovra.

(

2 denti anterio1·i; 2 inca.vi semicircolari; tr11versa a p iani inclinati; cursor.e .. con intagli per In, graduazione del bloccaggio;· chiavetta assicmat& a coda di rondine nella tr a. versa.; chiavistello di fissaggio con braccio di ma,ncvra;

\

9 clen ti conl,rasta11ti con quelli clcl castello · int aglio per il dente e.las tico del castello; ' app~ri.tticc posteriore, attravel'Sa,ta clalla leva di sicurezza a m~.nc con bottone zigrinato; appendice inferiore, con 2 ali di attacco al calcio (serve per l'alloggio clella leva. di sparo); ' t,aUone p er la. ghiei·a, guida--:molla; l foro centrnle p er la. coda del percnssore; l foro superiore per l'asl·a di scatto: feritoia per l'alloggiamento dE>lla glùgliottina Còu molla.

• I

2 <lenti a pia,ni iucliùat i; sguscio peJ dente anteriore della leva di-I bloc,eo giunto; va.no :,agomato çon 2 dent i per uuiro la canna al blocco giunte.; risalto circola.r e cli appoggio dell'estremità posteriore della canna e della testa dell'ottur atore; fialette di contrasto per le alette dell'otturatore e fi vani p er dette;

2 clen ti · disuguali; · braccio -posteriore; l,eva cli r-ite - } gno <klbl-Oeco / perno; giumlo . inti1,glio per la molla di richiamo; ' cartella di protezione della leva;

r 1 Ho

l;r.sta con 5 alette; c~t,rattori-; i11taglio a pia no iucli 11a to per il passa~io dell'espulsore; . 2 d_e nti JlCl' i) tra.sporto 1leUa cartuccia; fi.nestra lon,g'itndinale pe r il passaggio del deute dd percuf>~Or<-: / tra~to pi3:no a rnmpa per il distacco del dente cld p1stGnmno da, quello del per cussore; spacco pt>l' il t allone- guida dell'ottm a tore; pia~o inclino.to p er il dente posteriore della lev11 di nteg1:o del blocco; <lonte per la, presa del rlente del carrello d'arm:.1mcuto; fo,ro cer~tral e ,p er il pa,;s,\ggi~- del per cussore; sCaHalatura circolare J>t' r l'a,ppoggio del mollone clell'ott,nratore.

77 -

· ·moUon.e delL'ott·W1:,it-0r11 con yhiera guidà

caxrello ~on dente di pr esa e due ner vature inter rotte da 4 intagli; carrello cl'ar- ( manubrio con dente a becco; mamerito

I

...

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o

z(!) ~ z

8

tallone portit gancio d'arresto dell'ot turatore;

{ leva di .sparo; leva dl sparo I ,A ) asta di scatto; a g'r-t·zzet.., molla elicoidale; foro per ht parte posteriore. del percussore; congeg,w a ) piastrina i ntaglio per la molla di ric~mo; ghigliottina intaglio per l'asta di scatto; mollq s pirale;

l

dente di pr eàa a piano inclinato; molla di r ichiamo; { coperchietto forato; perct':ssore con: p unta: t esta e.o n due denti, asta con piano a hoc· cuccio; molla del percussore (lunga cm. 20). pistoncino di sicul'ezza

}


I -

-

78 -

testa ovale; c.spttlsore • • } aS t a con molla elicoidale; porno <l'unione dell'asta alla testai ovale;

I

CONGEGNO DI ESPULSIONE

: . testata : già. desc:ritta.;

o ....

C.>

CoNGEGNO DI SI CU -/ REZZA

a ·ma;no: IP.va ~i sicurezza con alber o semicilin-dnco, braccio e bottone zigrinato; automatico: pistor1 c;' 110 ,u' SIQurezza · e cresta . del: percussore con 2. denti.

bocchetto .. .

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1apertura. C<m

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impugnatura.; ( in, ottone od , 2 giade terminanti con linguette di èhlusnra· in acciaio) trave1·sino éli appoggio clelJe cartucce· • (contiene 20 cartucce). ' (

i

superiore alla

armatura metallica; 2 g1iance cli legno; ponticello.

P:Eso ... .

linguetta;

appoggio

_ . . .,..I

I

norvatura a T per l'unione al boccbetto; leva ela!\tìca a dente; · gancio d'arre!\to a bilanciere con bottone . . nato e molla elicoidale di richiamo; z1gr1. Iova ud_angolo con gancio e bottone _d i mano·v ra;. serbatoio . . appendice con braccio di manovra e molla· dente del !er mo elastico · · ' ape!tura longitudinale p: r il passa 0rroio del d t d1 arresto; · o en & molla a lamin~ dell'elc,atore; , / , elevatore con 2 gradini e <rancio· · 1 car-icatore

j

) o,Joiolo m,tollioo; cal.cio propriamen-te cerniera con molla; piastra metallica di detto . spalla;

PIEDE . . . . • .

denti; litbbra ricurve di caricanwnto·1 1 braccio con molla e scanalatura a T p er l' · del serbatoio; umone· I fiuc,;tra i·ettangolare per il dente del . d' n,rrcsLo; . , ganmo 1.

. 2

scatola del lubrificante con tappo a due fori; corpo di pompa con p istoncino; , perno di unione anteriore al castello, con bottone·· zigrina to e linguott a clastica; ) p erno di u nione posterior e al castello con braccio zigrinato e piolo ela·stico.

CONGEGNO DI LU· 'BIUFICAZIONE AU· TO&IATICA

{ dente per: la presa dell'orlo della I cartuccia; . estrattore . · j for? p er il perno di fìssag<rio del-0 I l ottul'atore; piolo cou anello di richiamo.

79 -

2 gambe;

p erno snodo; .. j ghiern zigrinata per fìsmrè le gambe. a

\

,

dell'arma. del calcio . . .

I

Kg.

Totale

n

10,0_00 0,600

Kg.

10,600

l!'unzionamcnto. - Catica11nento. - Si dispo:11e il bottonedella leva di sicurezza a mano nella posizione di sparo;· si introduce, spingendolo a fondò, il caricatore nel scrbatoio (guida più coi·ta a sinistra) e lo si estrae con decisione; . si . preme con l'indice sul bottone della leva ad angolo e si trae decisamente all'indietro il serbatoio per innestarlo al bocchetto, quindi si tira indietro decisamente il carrello . di armamento. Con questo retrocedono otturatore e percussore, mentre il moµone dell'otturatore e la molla del percussore si comprimono. Intanto l'otturatore, · essendo impegnato con le suo a.lette contro quelle del blocco giuntò,.. trascina con sè blocco giunto e canna. rn·tale movimento, . i denti del blocco giunto scorrono sulla t raversa ·della piastrina di bloccaggio ed obbligano il blocco a ruotare sino · a ,


. ·: . ..

.. 80

'

t

:.

"

~he nel suo .sguscio non .si sia allogato il dente anteriore delfa leva, <'li ritegno .che ne fissa, la posizioi1e (alette dell'ottm:atore in corrispondenza .dei vuoti tra le. alette del blocco ·giunto) . .A corsa ultimata. il percussore si-aggànoia 'àlla ghigliottina. ..Abban~ona,ndo .il manubrio del carrello ' ..il mollone dell'ot. . turat9re riporta qù.esto innanzi col cièrello e una ·caTtuccia . ·vien.e iutl'odot~a nella camera dall'ott:U:ratore che nell'ultimo t ratto 9:ella sua corsa, appena le sue alet.tè' sono penetrate negli intagli dei l5locco, abbassa il dente posterfo1·e della-leva d~ ritegno e quindi anche quello :mteriore che (fissava la posizione .del blocco giunto. Qu.esto è peÌ'tanto obbligato a ruotare determinando la chiusui'a · completa, pèrchè otturatore, blocco e canna formano sistema. Il percussore rimane armato e l'arma è in posizione di pronti per lo sparQ'. Intanto il dente del pistoncino ·. di. sicurezza, CQ.mprimend_o la sua molla ~ iìa risalito il · pi~no . a i'ampà deWotturatore e non sa.rà pi~ .in .gra,do di opporsi all'avanzata ò.el pèrcussore. · · . . · . , . Sparo. ~ Si 'premè sul grilJétt o; .ii..èongegno a ghigliot. tma si abbassa lasciando libero . il percussòl'e che sollecitato da,lla ·sua molla -:va a percuotere la capsula della c;;trtuccia. .. lJ.711,nzionamento autonia_ticò. - La .forza di rinculo det~r. . rriina tratto ' . . . la retròc.e. ssione, contemporanea pei,, breve . · s1stem_~ canna-blocco-otturatore, quindi l 'otturatoi'e si. disim" . pegna,: dal filocco:...giunto. e continua la .sua corsa retrogra"'d à trasportando con sè il bossolo il quale, urtando conti'ò l'as.t a . dell'espulsore, viene proiettato fuori dall'arma. · Cessata l'à:zio~e _~el rinculo, le moÙc reagiscono e si ripe- · . tono :auto~atma.n:Yente i movimenti di chiµsura sopra indicati ,e ~0,1~.bà_ 11 pércussor~ non è più trattenuto dal · congegno a g'.hlgliott1,11~ ma solo dal piston:crno . di .sicurezza, . sino al. l'if;tante. dellà completa chiusura, si ha il tiro continuo. Per sospe1i~ere' . m~mén,taneamiente il tiro -si cessa la préssione .. . sul . grilletto e allora il congengo· a ,ghigliottina:, spinto .in alto, riaggancia il percussoi·e. Pé' cessàie il fuoco dono aver . toltò' la pressìone sul' grilletto, si· niette i''arma p~sizi~rfe

a.ei

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-

81 -

d i sicurezza e si estra,e la cartuccia dalla caniera (ciò è neces.sario per evitare, a causa, del forte calore della ca,n.n.a, la deflagrazione spontanea della, cartuccia) tra.endo indietro completamente il carrello sino ad assicurarlo al suo gancio d'arresto . Per sca1·icare l'a1:1na si ribalta il serbatoio, lo si toglie dall'arma, yoscia si levano anche le cartucce rimaste nel _bocche~to. . Bloccaggio dell' ar7!ia. - L'arma ha un bloccaggio massimo ·O minimo che à.ssicura il rinculo delle parti mobili, in relazione al grado di logoramento della canna (ma,ssimo colla -c anna n:uova; minimo · colla canna logora).

Scomposizione e ricomposizione. Scomposizione. - Si tolgono le seguenti parti: a,) il calcio completo; 'b) il mòllone dell'otfmratore, la ghiera guiclae la molla .ammortizzatrice del rin,culo; il carrello d'a,rmamento, 'il percussore con molla, l'otturatore; cl) . la scatol~ del. lubrificante; e) la chiavetta ferma bocchetto, il porta espulsore; f) il se'!:'batoio ed il bocchetto; g) la canna; h) .la piastrina di bloccaggio; i) Il blocco. giunto.

o)

Rie.om,posizione. ·_ Si rimettono a sito] le varie parti .seguendo l'ordlne inverso a quello della scomposizione e colle seguenti avvertenzè: a) blocco giunto: il vano sagomato per la canna deve -essere rivolto in avanti; · b) canna·: messa a sito devesi girare la maniglia verso ·destra; c) )e parti indicate alla lettera c) della scomposizione ,si ricongiungono all'arma nel_seguente ordine: carrello d'armamento, otturatore, percussore con molla. Armi, tiro e ,na.teriali 'Vari -

6


82 -

Manutenzione. - L'arma deve essere sempre unta, riparat~ dall'umidità, dalle intemperie e dalla polvere. È consentita la sostituzione delle parti di ricambio contenute nella, cassetta, ma l'arma va riparata solo presso la fabbrica d'armi.. . Sono da osservare le seguenti n.or1ne : Prima del tiro : 1° scomporre l'arma e ripulirne le parti ;. 2° verificare lo stato d'uso delle va1'ie parti, specie quelle· rinculanti (otturatore e suo mollone, percussore, ecc.); 30 assicul'arsi che la scatola sia piena di lubrificante; 4.0 lubrificare convcmienterrientc con olio Breda, le -vaTie parti delParma, in pa.rticolaxc l'otturatore; 5° se.a.rtarc i caricatori deformati. Durante il tiro: 1 ° eseguh'e i movimenti eon decisione, evitando eccessivi spostamenti del bipiedc; 2° ar minimo inconveniente, cessare il fuoco, aprire l'otturatore è ispczio-nare l'arma; 3° se la canna è arroventata, estrarre subito la cartuccia dalla camera, se ,i è rimasta: Ove la cartuccia sfugga all'azione dell'estrattore, aprire il serbatoio e -togliere le cartucce rimaste nel bocchétto, richiudere l'otturatore e attendere che la canna si raffreddi; 4° non spara.re più di 200 colpi consecutivi colla stessa canna., regolando in conseguenza la rotazione delle canne a corredo dell'arma (prima di staccare la canna dall'arma, assicurn.rsi che sia sgombra da car-tuccia); 5° t iro normale è quello « a raffiche» di 5-6 colpi,. il << tiro continuo » è eccezionale; 6° potendo, pulire e lubrificare l'arma, ogni 1000 colpi. Dopo il tiro: ispezionare l'arma e procedere alla pulitura ordinaria. Inconvenienti. - I più comuni sono: 1° scatto a vuoto: tirare indietro . il carrello d'armamento e abbandonarlo per la ripresa del tiro, oppure, secondo i casi, sostituire il percussore o la sua molla o ripulire l'otturatore ; 2° inco.m pleta chiusura della camera (il colpo non parte perchè la cartuccia. non è ben allogata nella camera): tirare indiet.ro il carrello,

-

83 -

·d'armamento, come si è testè detto, oppure, secondo i casi, sostituire o ripulire le parti logore o sporche. Se dipende da. frammenti di bossoli rimasti nella canna., si toglie la canna e si usa l'est rattore di bossoli rotti ; 3° imperfetta presentazione della cartuccia all'imbocco della . camera: si libera la. cartuccia. inceppata, usando l'estrattore a mano. Se l'inconveniente si ripete, secondo i casi, cambiare il bloccaggio o la canna, sostituire le. parti rotte o defOTmate, sistemare la, molla nel serbatoio, pulir:; questo ultimo o rettificarne la, posizione; 4° mancata espulsione del bossolo per insu.fficente urto contro l'espulsore e conseguente inceppamento di una seconda cartuccia: si aggancia all'indietro il carrello d'armamento, si elimina l'inceppamento (usare l'estrattore a mano) e si tfra indietro la canna per far ruotare il blocco verso sinistra. Se l'inconveniente si ripete, secondo i casi, sostituire l'espulsore o la sua m_olla, o l'estrattore o il bloc- . caggio, o la canna, ovvero pulire o lubrificare il meccanismo; 5° mancata estrazione del bossolo : si usHi il cilindretto di ottone avvitato alla bacchetta; 6° mancata preséntazione della · cartuccia all'otturatore: trarre indietro il carrello e a.hbandonarlo . Se l'inconv~nionte si Tipoto, Tego larsi come nel caso di imperfetta presentazioue della cartuccia ,lipendonte da irregolare funzionamento del serbatoio; 7° rottura del perc1+ssore: in tal caso verifteare che neli'Ìntcmo della testata non rimanga qualche frammento del percussore rotto; 8° soop17'i f'uori canna: verificandosi tali seopp.i, ·occorre provvedere ad una accurata verifica di tatti i pezzi sostituendo quelli deformati, ed in particolar modo .le molle, il ,pistoncino di sicurezza e gli orgn.ni di chiu -,ura. · E) Moschetto 1rntom,1tico Bt>rotta Mod. 38-A. (Vcd. t av. XVII ,,. XVIII).

Caratteristiche. - Arma ad utilizzazione diretta dei gas, a canna fissa ed otturatore rk<.:n lante - chiusura a, massa -


85

84- -

Peso Ynoto

gr. 145 con cart ucce Fiocchi . >> 386,6 P ~so pieno 1 » » Paràbellum >) 390

raffreddamento ad aria - alirn,c~tazione con car.foa.tore a,d · astuccio da 10- 20-40 colpi. Impiega cartucce tipo F.iocchi e Para,belium. Dati . n1.imerici: Relativi all'anna: Calibro . . . . . . Peso totale (senza cinghia) Lµnghezza totale . . . Lunghezza della canna. · Lunghezza della culatta (:orsa dell'otturatore Riga.tura elicoidale destrorsa N \lmero delle righe . · . .

mm . kg.

4:

cm. cm. cm. mm.

95 32 · 30 ]00

8,8

l

Nomenclatura. - Costituzione: canna, culatta, conge,gni, cassa, fornimenti vari. '

6 CANNA

Relativi a.l munizionamento:

gr. cm. m/s.

12,08 2,882

gr. cm.

12,25 2,953

m/s.

40Q

450 i

'

Peso pieno

CULATTA. ;

con ca1;tuc,çe Fioccl,\i,.. r con cart. Parl}.bellum

cm. gr.

8

gr.

100 ·2 20,8 22~,5

cm.

13

gr.

da 20 colpi:

lunghezzà

Wlt'terior·nu;nte: . apertura filotta,ta per l'unione ~i.Ila canna; stiperior,mente: risalto sul qnale è applicato lo zoccolo d'alzò; a destm:

da 10 colpi:

lunghezza. peso -v-uoto

1

I

Relativ'i, a,i car·icatoi·i:

antei:iorrnente: rompifiarnma, sul qua.le è incastrato il mirino; posteriòri1i,ente: camera, di ci,utuccia; intaglio per 1a testa clell'.estrattore; risalto contro il quale éontrasta l~ _sgusci~ anteriore clell'òttnr:i.tore nella, posizione · d1 chiusura; . avvitatura per l'unione alla culatta. •

I \

(investita in i.{n tubo protettore bucherellato)

a) ca,rtuccia, . a ' pallottola, Fiocchi

peso della cartuccia altezza . . . . . . velocità iniziale . . . b) cartuccia a pallottola, :i?àrabel.lum peso della cartuccia· . altezza. . . . · . · velocità iniziale .

da 40 colpi: Lunghezza . . . . . , cm. 2'1 Peso vuoto . . . . . gr. 245 con cartucce Fiocchi gr. 728,2 Peso pieno » )) . Para,bellum gr. 735

risalto _prismatico c~n fìn~stra lon~itudi~al~, scana,Jatura a T (m ctu scorre Il cartell!) tl'armamento) e molla a. Iamrna per fissare 11 oanello in posizione avanzata; ca.n ello d'armamento con bottone di manovra e piolo d'annarnenio; e~ sùvistra.: a1JOrtura di esp1ùsioJ1<~ ; . 2 incavi contrassegnati con la lettera S (sicur ezza) e F (fuoco) per il piolo della le'1a di sicmezza;


-

. --- 87

86

posterioré due. pia1Ìi ~igrinati . cli rife!il/ 'Htrte m uto di manovra per i~'rno~1taggiò e smontaggio;

infer,iorrnente:

Segue: ·CULATTA

appendice a · bocchetto cou incastro . posteriore per la leva d'arresto del caricatore; finest1·a longitudinale cli.· scorrimenti>· del dente . di arresto dell'otturiltor e; . . scatola prismatica per gli organi di scatto; · .posteriormente: risalto a,nula.re; scauaJatura 'circolare; quattro ·ri_salti prismatici · per il .fissaggio dei" tappo cli cJ1latta; · due fota.gli rettangolari in cui va.uno ad inca: strarsi le appen(lJci della rondella del tubo porta molla ricuperatrice; · -freccia di riferimento; tappo di culatta ~on: qùattro risalti interni .· per il suo fissaggio ; intaglio anteriore per l'asticolo .cbe impedisce il funzionamento dei . grilletti 9.uando il tappo non è avvitato; una 'freccia di riferimento per la giusta posizione di montaggio . · · .

anteriormente: foro per la· p unta del percussore; . incavo anulare per il fo!).dello della; cartuccia; incastro per l'estrattòi·e; · · sgu~oio con. due sca~a.}ature laterali peÌ· lo s-corn mento delle· la.b brn del caricatore ed una scanalatura. me<lia.na per lo scorr imento d.ell'espulsore;.. . . • 1 · scanalatura p er il piolo del ca,rrello d'armamento;

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r pad~ anteriore termin~i.nte a punta; .· 3

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p_e'fC'U,SSOre . .

.. . fun~ findest ra reetatau"olare ove alloo·a il dente m er1ore e11· a 1 ,,:· del perc'nssorè e ro~1deI1a semi:6.ssà per l'appoggio clellà molla ricupera.tricè; . · ·

,.ingrossa mento i11 cui è rica.vat9:

1

· l ·d ente zio-riiia,to per la manovra; ieva ifoi per- dente $:perior.e per la, spinta_del percusso~e;,.._ : cussorè / dente iufe"riore che alloga nella, finestra ricavata . · nell'ingrossamento del percussore; .

r

piastrìria di fo.isaggio della leva del -percussore cOJl- piÒlo el~stico; . molla elicoidale di rimballlo_·investita· nella parte antenore del lI percussore. .

,CONGEG1'10 ÒU'.PERO

o,

molla ricuperatrice: la pa.rte ante~iore s(investe sul p ercussore (~ quella postenore alloga. nel po:i;ta mol.la; . · rondella cori: appenclici p eriferiche che vanno. ad · incastra,rs.i ·neo-li intagli della p~rt~ poste~J-Ore , 0 della -culatta; dU:e risalti postN1on cbe a1log: giano .nei vani c1.el fondo. mterno · del tappo di cul,itt a; bottone; dentino cl;c i mp~disce la fupruscifo del . porta molJa dell'otturato1·e.

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due fori, uno per ii p_er~o ~i ~otazione e l'altro per la copiglia.· lmntat rice del moviment.o; dente di sicurezza; · · dente di .scattò automatico; in~astro per !'°alloggio. ·del nottolino di · sci1tto semiautoma,tico; . . · nottolino di scat to semiautomatico; ·foro anteriore per l'alloggiamento della. rnolla di riclù /imo ·e del guida molla;

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Otturawre : . ) nel corpo: . ·.. foro tl'aswii·sale per il pt'n:no di l'otazioue della·· · leva del ;perc~lSsore; fìnest;ra r ett imgolare ove si alloga. la leva· del ./ . percussor e; ... incastro rettilngolarn per la. -piastrina di . fis ·saggio della leva del percussore; den.t e di arresto;

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posterior1iiente: chiavetta. del porta molla ricupcratrk-<~.

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entrambi costituiti · da: una_ coaa·,. dtte fori (uno per il l?e1:no ~ l ylt3:zwne? l'altro per · la c<~p1gba hm1tatr1ce ~1 movjmento), un incavo per _l'~·PP?gg10 · dell'~sticolo guid!l mollai d~ richiamo, · due appen\lici: quella.. a.ntenore. per lo scatto, quella ·p osteriore per · 11 controllo dell'a,rvcnuta chiusura .del-tappo di culatta. · ·


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Il grillolito anteriore tlo!:\t1·0, brn11ito .(' ciue grilleUi (con con coda liscia, serve 1lc1· lo sca,tto senn·molla. ili riehùmw antomatico; quello posteriore sinistro. e asti.colo gui<la J10J1 brunito e con coda, .zigrinata, serV'e 11wlZc,) per lo scatto Mitomatico: leva di sicurezza costituita da 1111 JJ«'rno con incavo e da un braccio con bottouc zigrinato; parte postl'rio1·e cav~, muniti\ cli finestra o di tosta postenoro per 11 cOJ1trasto· con il tappo di cnlat.ta; asticolo di controllo \ parto m1teriore pieua, che si alloga nella dell<, chfomra (lcl · , llrocedento, nnuuta di in taglio per l'ap tappo di culatta pen<lice posteriore clel gi·iJle~o o foroper la copiglia di nttione alla culatta: molla a spirale.

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CONGEGNO D l STRAZI0.111: }~ F.SPULS IONE

J~ DI

estrn ttoro a gailcio; e~ptùsoro con zoccolo prismatico.

I corpo pri~matico, nt-1 quale si notauo:

CONGEGNO DI AL !· M:ENTAZIONE

CONGEGNO DI PUNTA· )l}~NTO

CASSA

l

due denti laterali , fori nnmeratiper Yerifìcare il nnmero delle cnrtucce coHtenute nel caricatore, clue labbra, l dente cli arresto; caric<itore piastrina di chiusura; snola cli appoggio della molla dell'elevatore; molla dell'elevatore; elevatore; leva cli arresto del c~11:icatore con coda zigrina t a. 1

I

mirino 1· al1.o a ritto· con cursore gradmiio cli 100 in 100 mctIL da 100 a, 500 metri.

.. ••. ..

alloggiamenti per le appendici :niteriorc· e posteriore di culatta; foro rettiingofare co11 piastrina sconcvole cli chiusura per l'introduzione cl<'I fusto. . . ca,rica.tore; pouticello di pl'otezioue dei due grilletti;. leva ili fermo del grilletto per lo scatto a utorm~tico, con bottoni laterali zigri. nati; i rnpngmi,tura; calcio con l'alloggiamento degli clementi di bacchettu .

-

FOR~ J)l.l,);TI V A.RI

89 -

fascetta di fiss:1ggio della canna al fosto; piolo .co11 maglietta. per la c;inghia cli trn sporto e ilaclo di fissaggio; ,\ spranghetta con tubicino per la cinghia di trasporto; calciolo munito di sportt>llo elìlstico cli chiusura <Lell'alloggiamento degli clrni<-nti di bacc)ietta; clnghia ili trasporto.

' Fnnziouamonto. - Sia l'a,rma chiusa (ottura,tore completamente avauti); con il bottone della le,a, (1i sicurezza in con'iilpond0n½a clolla lo!fora F (posizione d i sparo) e con un ra,rica,tore jntrodotto nel bocchetto. Tirana.o indietro il ca.nello di a.rrna.meuto si dete1mina,: la co1npressio11e della ·1nolla il-i riwpero J,·a la, rondella se1111ifissci ael peroitssore ed ·i l 1)0rta 1rwlla; l'arresto dell'ottw·atore in, 1)0sìzione cli aperto (da parte det hlocco cli SCflitto contrast~rnte co1i il don.te di arresto). Premendo allora, nno cle.i du~ grillett.i, il b locco di sca.tto :--i abbassa e si ::;vincola dal dente di arresto . L'o tturatore, spinto clnlla molla, di ricuper o, può compiere la sua corsa in avanti e quindi sfila.re dalle labbra del ca.ricatore una cart uccia., che introduce nell ,1 ca.mera di c~1,nn a. "ell'attimo in cui si completa la _chi usum, hi leva del percussore bat t e contro Jo .zoccolo dell 'espulsore prnvocando la spinta in avanti del percussore stesso e quincù la partenza del colpo. Pa.rtito il colpo, l'otturatore, per effetto dell'a,zio11e dei gas della carica di lan Jio, retrocede estraendo il b ossolo che viene esp ulso non a ppena incontra. l'espulsore. Tiro colpo per colpo. - Se si è premuto il grilletto ant eriore d~stro (per lo scatto semiautom,atioo), l'otturatore, terminaliR. la sua corsa indietro , si arrest a anc~e so pcrdm:a l'a,zione del t imtore sul grilletto, perchè il nottolino di scatto si svùlCola dall'appendice anteriore del grilletto ed 'H blocco può così riprendere la sua posizione di contr a.s to con il <lente di arresto dell'otturatore.


90 · :_

·

-

1'fro a ta;f!ìche o c01itinuo. - Se . in voce si ·è premuto il z:grilletto posteriore sinistro (per lo seatt() automatico), .il blocco . ili. scattò rimane . costantemente abbassato fin.chè. perdur1t . l'azione del tiratore . sul gri.l letto; .l 'otturatore può perciò · s~orrere a~anti ed indietro, ripetendo ·i movimenti ··sopra .,,descritti. Cessat1d0 la pressione sul grilletto, il blocco di scatto riprende.. la sua · pos.izione normale, arre.s tando l'ottu. ratore in posizione di aperto. . ·· ·

Punzionamento della . sicur.ezza. · Mettendo il bottone della leva di simtrezzà .in corrispon- · · ·. denz~ della lèttera S f incùm sul lato sinistro della ~mlattà, il . dènte di . sicurezza del blocco di scatto va ad,l)allogàrsi riel- · l'inca,vo · del perno .della leva; Si ottiene. cosi l'immobilizza- .

.zione delbl~·cco

e, cbnseguentemente,

dei due grilletti'.

j ll[ettendo iZ bottone · del.la leva di sicurezza irp corr,i,spon- . . de;,,,za della lettera F, in'ciisa anclÌ'éssa su( .Iato SiPistro della

. c'ùlatta, il dente . di sicurezza del blocco ·.df scatto si libora · blocco può perciò ruotare · . dri.ll'incavo del pemo della, leva. .sotto l'azione dei· due grilletti. . · Spi11,ge.ndo verso destra il fenno situato immediatamente \ .sopra, il ·pontièello, a con tra.sto éon la. cassa, si ha l'immol.>i~ lizzazione del ,g rilletto .a utomatico perchè la piastrina, · che . costituisce il fermo, si po:rta a contn1,st0. con la coda de~ gril- · ·1etto, iÌnpedèndone la, rotàz1one; spùigenclo ìr1;1>ece a s~nisflra·, jÌ grilletto è 11bero di ruota.re ·perchè il fe.rn10 viéllc a disporsi col . s1;10 intaglio in . corrispondenza .della cocla, del grìll~Uo: · ,.stesso.

n

Sc9inposizion.e e . ricomposiziohe. Per istruzione ·o per . Ja pulitura, l'arma, può .essère 8COIDposta nel. mode) e nell'ordh:t.B qui 'àppresso indica-ti. '.a) ·Scornposizfone e riconivosizione dell; otturatore: .

Scomposizione. _:, Occorre ailzitùtto toglierlo dalla culatta.

.All'uòpò:

·

·

91-

à.isporre'il bottone de,lla leva di sicu~·ezza sulla letter~ F {fuoco); . . _ . spingere· inna,nzi il .botto~e de~ porta, mo_lla ncup~ra- . ·trice contemporaneamente .sV1ta1re 11 t,appo d1 culatta, togliere dalla cula,tta, il gruppo porht molla ricupetric&-ottu:ratore ..

e

. Quindi:

.

.

.

.

.

.

disporre Pottmatore in posizione verticale e ~oggmrlo sil di un pezzo di legno, favolo od altro (testa rn ba:sso, ·· · · ·. · ·. sguscio in· fuori); · . · con la mano destra premere iri. basso 11 porta .molla:m modo da farlo entra:re alquan.1io nell'ot,turatòre e, contempo- .· Taneamente, apriJ.'(! con la sinistra la chia.vetta · del · porta . · molla sposta,1+dol3i verso desb.:a (aiut~u:si, · ove occorra,, con un . punteruolo o con un cacciavite); · · .. . . .. cedere lentamente alla pressi?:ne della molla (per 1m1)edire. che le singole parti ·vengario. 1:>roiettate lonb.J,no) e togliere molla è porta molla· dell'ottu~atore; . · . · spostare ind.~etro la pil'.l.,st:rina, d1 fissag~10 della leva · del percussore; togliere il perèussore. Nessun'altra parte può essere smontata, da chi h a in ,consegna l'arma. Riéomposizione. - Per la .ricomposizione si proee-de in · senso inverso e cioè:· · impugnare l'otturatore ·con .la mano sinfatra (dente d'arre~to verso l'alto); :disporre la leva del percussore con il dente zigrina~o verso \,àlto ed introduri'e il percussore nell'otturatore · m modo che una delle. due facce ·zigriJ1ate sia, in corrispondenza· del dente . di arresto; . tenere spinto col ·polliee della mano destra il · percu.s.sore mentre con quello della mano sinistra, agendo sul dente .

.


-

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'zigrina,to della l eva del percu.-sorei si fa ruotare indietro la leva stessa,; fissa.re la leva del percussore · portr.mdo ava.hti, col pollice della ma.no sinistra, la pia.s trina di fissaggio ; introdurre la molla di ricupero dell'otturatore ed investire su di essa il porta molla,; disporre l'ottura.tore in posi.zione verticale (come per lo smontaggio) e p:rcmere sul porta molla, fino a che il dente della .parte anteriore di questo abbia olt repassato la, chia.vetta.~ chiudere la, chiavetta spostandola verso sinistra. , P er rimettere l'ottura,tore così composto :nella sua sede occorre: introdtu'lo in culatta, in modo che il dente di· anesto risulti verso il basso e spin.gfll'lo .inna,nzi agendo su uno dei grillett,i per abbassare il blocco di sca,tto che · contrastando . ' con il dente di arresto, ne impedisce il totale scorrimento; montare H tappo di culatta disponendo la freccia incisa su di ·esso in corrispondenza della freccia esistente sulla parte posteriore della culattà; spingerlo quindi a f.ondo e ruotarlo verso destra.

Prirn.a, del tiro: a) procedere alla pulizia ordfoaria dell'arma e far -ca,de.re qualche goccia di olio sull'otturatore; b) verificare tut.t i i caricatori prima, di carica,rli e .controllare, in particolare, la scorrevolezza della molla clell'elevatorc1; · e) ispeziona.re l'arma,. Dm·wnte il tiro: a) ma,n.tenere it calcio ben aderente a,lla, spa,lla. destra fl l'arma, non inclinata nè a destra nè a sinistra; b) se avviene un inconveniente di qualsiasi natura, cessarn il fuoco e regola.rsi come indica,1io appresso; .' e) eseguire tiro colpo per colpo o a raffièhe brevi di 3-4 colpi; solo in casi eccezionali .sp~Lrare interi carica.fiori. Dovo il tiro: ispezionare l'arma e pl'oeedere alla sua pulitura, e lubrificazione; scarica.r e i caricatori qualora. non se, ne preveda l'impiego.

b) Disgiwngere la cassa clal griivpo canna-culatta. -

L'operazione può essere eseguita, solta,nto dalParmaiiuolo del. reparto. .All'uopo: s-vitare le viti di culatta; svita.re il claclo del piolo con mao·lietta,· . e , togliere il piolo con maglietta.; togliere la fascetta; . tli:sgiung<'1re la cassa da,l gruppo canna-culatta.. Per hi ricomposizione procedere ·in senso inverso.

Manutenzione. - Le regolè che occorre scrupolosamenteosservare per la nia,nutenzione e l'.impiego ilell'arma. sono, le scgu~nti:

Scatto a 'i>uoto. - Può verificarsi: per deforrriazione o rottura della punta del percussore; per incompleta. chiusura dell'ottumtore dipendente da indebolimento della molla ricuperatrice; per sgranatura d.ella leva del percussore e della sede della piastrina dl fissaggio di detta leva; per duetto, di ca,rtuccia . In ogni caso: armare l'otturatore tirando indietro il caJ.'rello di ::i.rma,mento. Se la cartuccia resta in carnera, to-· gliere il carica,t ore e ripetere lo scatto. Se .l'inconveniente si rinnova, espellere la cartuccia con la bacchetta e riprendere il tiro; in caso di un innovo scat to a vuoto, verificare le parti sopra indica,te, puliTle e pro·cedeFe alla eventuale sostituzione di quelle guaste. Inconvenienti. -


-

94

I ncompleta chi,u sura. - Può avvenire per indebolimento o rottura della molla ricupeÌ'atrice o perchè l'arma è sporca.

Scaricare l'arma, verificare la molla ricuperatrice e, ae · l_mperfetta presentazione della ca1tuecia. - Si ha quando la cartuccia resta inceppata .fra ht testa dell'ot t;uratore e l'orlo della camera. Togliere la, cartuccia e riprendere. il tiro. Se l 'inconv-eniento si rinnova, esaminare sé il ç;aricatore abbià subit o deformazioni e se in esso vi siano cartucce mal disposte; se .del caso, cambiare il caricatore. 11fancata alimentazione. - Si ha quando : la molla dell'elevatore è indebolita o deformata; il caricatore è deformato; . U funzi.onaroento della leva di arresto del caricatore è difettoso. Cambiare il caricatore, verificare la leva d i a,r resto e pr9vvedere, se del caso, alla sua sostituzione. · 1viancata espulsione. - Può avveµire per irregolare furizionamento dell'espulsore o dell'otturatore, oppure per defici~nte r:inèulo dell'ottura,tore dòvuto ad imbrattamento dell'arma ò del foro esistente a,l la base· opposta del .porta molla ricuperat,rict} .. Espellere il bossolo, verificare .le pa.r,t i sopra indicate, , pulire l'arma e, se occorre, sostituire le parti difettose. · Se il bossolo si incep:i;>a .tra l'otturato1'.e e la parte anteriore della cuhtta, tirai·e . indietro l'otturatore e · far cadere il bossolo e la cartuccia già sfilata dal caricatore. Doppio caricam,ento nel tiro colpo per colpo. - Può avvenire per defieiente rinculo o perch~ il tfratore agisce con scarsa energia sul grilletto. Canna ottiirata. - Un caso eccezionalissiluo cli otturazione della canna è quello provocato da una pa,llottola riroast~,vi ilentro per anormale funzio namento della cartaccia. Ta,Je ::i.normalit,à è annu ucia,ta al tiratore dn,Uà 1m1ncanza quasi .del caso, cambiarla; pulire e lubrificare l'a,rma.

~5

tòtale del rinculo e dalfa, piccole.zz:1 della detonazio:ue. ('Jue --· . st'ultima è però difficilmente avvertita; perciò . è essem;fa:l. mente dà.ila manéanza del rinculo che si deve · comprendere che ia pallottola è rimasta nella canna. . Quando il tiratore si accorge (od anche soltantò so~petta) J che si è verificato ta,lé inconveniente, deve cessa,re sen7,'a,ltro il tiro, t ogliere il ca:ricatorè, aprire' la culatta ed osserv~r.e se la canna è ot,t :urata. ()ve ciò si :verifichi, l'arma deYe essere . ' . i:o,viata all'armaiuolo. F) l\litr.Ìgliatrice SchwarzHis? (di preda. bellica) (Yed. tavola. XIX).

·. Arma apprez.i}1ta · per le :S~e qualità meccaniche e bali-stiche. Molto robusta,.. Utrnz~m.zione direttà dei gas. Canna · fissa. Il caricam9i:i.to si e.seguisce con nastri dell.a capacità di. .100 e 250 cart ucc-0. R a.' un mollone ,d 'a,rmameuto (mollone ricuperatore che a,gisce ànche sul peréuss·ore) robustissimo. È provvista di lubrificatore àutomaticò . Il raffredda- · . · . · . ment o è ad acqua. . . · ,L a ·mitragliatrice consta. di cluc v3:rti: a;_rrna e trepviede. . L'wrma si compone delle seguenti parti pi'i11.cipaJi: cantna, · manicotto refrige;ra;nte·, castello con coperchio, testata con imp1.f,gnatura . ~ congegni di: ohiusùra, scatto e perciissione, . alimentazione, lubrificazione, esvu-Lsione, sio'u,rezza, rafj1·edàa,. mento, puntamento. . . . Congegno di chi'lisii·ra.· - Si compone delle seguenti pa,rti: ·. ot turatore, ma1;1.ovella d.i armamento e chiusur·a , leva di arma-.· mento a mano, leva cli armamento automatico, .molla ricuperatrice. Congegno di scatto e per01.issione. - Comprende: leva di sparo asta di sci.t tto, leva cli scatto, ghiera posteriore, molla ~icup;ratricè; ghiera a,nteriore con piolo· a t;esta sfèrica ed . . . . appendice,.' .perc'ussor'e. · Congegno il{ aUm,entazione. - Còmprende: alimentatorè-,


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-

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con . pignone, nottolino di arresto, chiavistello di sgra.ua: mento, scatola con coperchio. Congegno di lubrificazione. - Comprende: pompa del lubrificatore con asta e stantuffo ca,o, spruzzatoio, tubo va,lvola, serbatoio del lubrificante. Congeg1w di esvulsione. - Comprende: espulsore, estrattore, molla dell'estrattore . Congegno_ d~ _sicwrezza. - L'arma ~a due $icurezze: una esterna che s1 d1smnesta a, volontà <lel tiratore, l'a.ltrn interna che funziona, indipendent(>mente dal tiratore. La sicurezza esterna consta di 1m a,sticolo di acciaio con pulsante zigrinato, molla e copiglia. La sicurezza. interna è data da un dente di sicurezza ricavato nell'orecchione sinistro della.leva di armamento automatica. Congegno di raffreddamento. - Comprende: manicotto refrigerante, asta cava per valvola di scarico del vapore, valvola di scarico del vapore, camera, della valvola, prnsa a i·ubinetto per scar1co del vapore, rubinetto di scarico dell'acqua,, bidone a pompa per l'acqua, tubo di gomma per l'acqua. Congegno di p14ntctmento. - Compreude: mmno con zoccolo, alzo a quadrante, punteria (due settori dentati ed un arco di falcil;l,mento ). Il trepviede si compone di: una gamba posteriore, due gambe anteriori, due tiranti, congegno di elevazione: congegno cli direzione.

Funzionamento. - Ga1·ica1nento. - Per caricare l'arma si procede nel seguente modo : Si jntroduce .Pestremità del nastro da destra verso sinistra. nell'apertura della scatola del congegno di alimentazione e quindi, per tre volte successive, si gita la leva di armftmento a mano dall'avanti aD 'indietro. In tal modo la prima cartuccia viene a trova,rsi nella camera della canna, il percussore è armato, la seconda cartuccia è a contatto

col d(h..te del trasportato:i;e, la ca.mera è chiusa e la molla ricupera.trico compressa. L'arma è in posizione di sicurezza e cioè: con percussore armato, asticolo di sicurezza in posizione normale. Sparo. - Si spinge a destra, l'asticolo .cl.i sicurezza e si preme contemporaneamente in avanti la Lesta della leva di. sparo. Con tale· mo,·i~1onto l'a,sti;i di scatto retl'ocede obbligando la omonima leva a sollevarsi disimpognanrlosi; il percussore, libero, Yiene spinto in avant.i e la sua punta batte sulla capsula della cartuccia provocando lo sparo. I gas agiscono con uguale intensità. sia, contro il fondello deUa pallot;tola, sia,, ])Cl' mezzo <lel bossolo, contro la testa dell'otturatore. Le. resistenze che questo deve vincere . per snodare il complesso leva di a,rrna,rricnt,o automatico ei manovella di a,rmamento e chiusura determinano un ritardo nell'apertura della Cc:~mcra, ritardo necessario affinchè la pa.Uottola abbia tempo di Mcire dalla ca.una, sonza di cho si avrebbe l'apc1rtura, a,nticipa,ta della camera con proiezione all'indietro · clel bossolo o dei suoi frammenti. Mediant~ l'ur~o dello zoccolo d.cli'espulsoJ'e coiit,ro l'estremità posteriore della corrispondente seanalatura del castello avviene l'espulsione . del bossolo. Per effetto dello scorrimento dei denti del pignone dell'alimentatore nella scanalatlll'a e nella nerva.tnra elicoidali esistenti nella faccia inferiore dell'ottura.toro, l'alimentatore stesso compie una parziale rota,zione e presenta la, ca,rtuccia successiva. In questo momento si snodano la mànovella di armamento e chiusura, e la leva, di armamento automatico. La leva di armamento automatko, durante il movimento retrogrado, allonta,na il percussore dall'ottura.tore agendo ~on il p:roprio braccio di leva sullo sperone di armamento del percussore stesso. Per effetto di tale aziono il dente cli arresto della leva <li scatto si impegna nella c01:rispò11dente tacca dell'otturat9re: si ha cosi la posizione di perc'ussore armato . · .1, r,1 •

1:,.,, e trwteriali

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98

Cessata l'a,zione dei gas, ia molla ricuperatrice tende a distendersi spingendo per mezzo della ghiera anteriore il percussore che, a sua voltai,. per mezzo della leva di scatto, spinge l'otturato1;e. La ma.novella di armamento e chiusura e la leva di armamento autÒmatico ritornano nella primitiva posizione; la seconda cartuccia viene introdotta, in camera :qi.entre il pignone compie una parziale rota,zioneinfaiando la, presenta,zione di una nuova cartuccia,. Mantenendo la pressione sulla testa della leva di sparo, la leva di scatto incontrerà il piano inclinato dell'asta di scatto, sollevandosi e disarmando il percussore . .. Avvenuta la part enza del colpo· si ripetono automatica.mente i movimenti descritti finchè viene mantenuta la pressione~sulla testa, della leva di sparo. Per sospendere il tiro si. interrompe la pressione esercitata sulla leva di sparo. Automaticamente. l'arma, non solo cessa il fuoco, ma ritorna anche in posizione di sicurezza. Con tale: movirnento però è rirn.asta nella camera una cartuccia ed· il nastro è ancora trattenuto nell'alimentatore. Manovrando .la, leva di armamento a mano, il tiratore estrae ·la cartuccia, rinia,sta in carnera e trattiene indi(:}tro la leva stessa .. Contemporaneamente il servente di destra preme con la ma,no: sinistra sul chiavistello di sgranamento dell'alimentatore, con la destra sfila il nastro e lo ripone nella cassetta. nuovamente scarica. Cosi abbiamo~l'arma . A . ' G) Pistola 34 (ved. tav. XX).

Caratteristiche. - Sistema a canna fissa e culatta-otturatore scorrevole. Caricatore capace di 7 cartucce. Caricamento e. scaricamento multiplo e successivo (eccezionale). Calibro mm. 9:. . Pesa·, senza fondina e senza caricatore1 gr. 688; con ca,r~catore e senza fondina, gr. 731.

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-

.

99 -

Nomenclatura. Costituzione; canna, culatt~ottnratore, castello, caricatore. 6 righe a passo elicoidale destrorso: CANNA

tallone sagomato;

..•.•

) intaglio JH~r l'estra,ttore. / . apert,ura espulsione bossolo; , apertura di caricamento; ·tacca di 1nira e mirino; cippenc/;ice cilrind1·ica (appogg io molla Ticuperat:riceì: u.icca per i l dente del chim;istello di sicu1·ezza,; scanalatura, alloggiamento ·estrattore; \ ung~iatura per il brace.io superiore rlella leva del grilletto; 2 scala.nature per unione al castello; otturatore con nervatiwe; percussore (punta, asta.::guida, gambo); molla del percussore; . estrattore (dente, coda, ingrossamento;;

CULATTAOTTURATORE

1

molla dell'estrattort.

/ 2 sca,nalature guida culatta-otturatore; alloo-<riarnent-o costole tallone della C[tnna; Ob , .

1

11·

~~ea~e;

CASTELLO . . . .

ponticeUo con _finestra; ciilla con foro; appendice; grilletto con for o per il perno, risalto per i_l cb:iavistello della sicurezza a mano; foro longitudinale per la molla di richiamo, fessura per la leva del grilletto; ) lev<.i del g1·-illetto con tre bracci; piastrina di scatto con incàstro; asta del ca,ne con testa e dado; leva d-i scatto (a squadra); cane con risa,lto e due denti; chiwi"Ì.stello di sicurezza; ganci-o di <vrresto qel caricatore; [ molla 1i.c1iveratrice con a.sta--guida; \ espiilsore con risa,Jto; \ giiam,ee.

·,


-100 ast-,wcio oon clue li~bbr:i CARIC.-\TORF: .

CARTUCCCA A l'ALLOTl''OLA

r.

horclo;

S'Uo/a, con piolo; cli elevatore; elevatore con inta,glio; fondello CDII. (\Ofl a i-.igri n'.a,ta,.

111 olla

!. bossolo di ottone; cass'ula; carica.; pa,llottola.

Fuuzionameuto. S'impugna l'arma con la destra tenendo l'indice disteso parallelamente alla culaUa e con la sinistra s'introduce il caricatore spingendolo 'fino a che sia trattenuto dal gancio di arresto. Disposto quindi il braccio del chiavistello di ·sicurèzza sulla lettera S, si afferra la culatta-otturatore per la parte zigrinata, la si t ira vivacemente indietro e la si abba,ndona d'un tratto. L'arma è carica e pronta per'. lo · sparo. Premendo allora sulla coda_ del grilletto, questo spiuge indietro la sua lev::.i, che, contrastando con la parte-inferiore della piastrina di scatto, obbliga detta piastrina a ruotare e a spingere·in avan~i la leva di scatto. Il cane, che col suo dente era impegnato nella leva di scatto, viene ad essere libero e, / sollecitaM dall'asta aventP. la molla compressa, ruoça in avanti battendo violentemente sul percussore e detei·minando lo sparo delParma. Avvenuto lo sparo, la pressione dei gas, agendo sul fon d ello del bossolo, obbliga questo e la cuh~tta-otturatore a ret-rocedere; però l'inerzia della massa rinculantè, l'opposizione del cane, la resistenza della molla recuperatrice o gli attriti vari sono tali che il movimento di rinculo si inizia soltanto · dopo che la pallottola è uscita dalla bocca dell'arma. Dura,nte il movimento di rinculo, oltre all'estrazione ed espulsione del bossolo, si determina la compressione della molla ricuperatrice. ContenipoTanoa!llent e il cane è obhli~ gato a ruotare indietro e ad impegnarsi col suo dente sulla leva di scatto, rimanendo armato. Ultimato il rinculo, l'azione della molla ricuperatrice riporta in avanti la culatta-ottma-

101

tore che sfila, ·una cartuccia dal caricatore e l'introduce nena camera. Inoltre, dtti'ante la retrocessione della culatta-otturatore, la leva del grilletto, obbligata a,d abbassarsi dalla costola della culatta, sfugge all'azione della piastrina di scatto che torna nella sua posizione normale. Resta così impedito lo sparo continuo anche se il tiratore conserva inavvertitamente la pressione sul .grilletto. . . Appena abbandonato il grilletto, la sua leva, so~eva~dos1~ va nuovamente a contrastare con il dente della piastrma d1 scatto: l'arma è nuovamente pronta, per lo sparo. • Cessando o rinnovando la pressione sul grilletto si riJ?etono tutte le oper;:i,zioni ed i movimenti anzidetti fino all'esaurimento delle cartucce .contenute nel caricatore. Partito l'ultimo colpo, la culatta-otturatore, contrastando contro l'elev.atore del caricatore, resta indietro dando avviso di caricatore vuoto. Per chiudere l'arma occorre abbassare o sfilare il caricatore. Fu1izionamento del'la sicurezza a mano ed automatica. Portando indietro il braccio del ·chiavistello di sicurezza a mano (lettera F coperta), l'arma è in sicura perchè la parte il.on sfaccettata del perno del chiavistello stesso, contrastando col risalto superiore del grilletto, immobilizza quest'tùtimo. La leva del grilletto, col braccio superiore, ba a,uche funzione di sicurezza automatica, in quanto viene a contrastare con la piastrina di scatto soltanto quando l'arma va in chiusura. Scompos.izione e. ricomposizione. - S composizione: 1 ° armare ·il cane; 20 girare il chiavistello di sicurezza a mano, cosi da coprire la lettera F; 3° tirare indietro la culatta.otturatore fino ad impegnarla col dente del braccio del chiavistello di sicurezza; 40 spingere indietro la canna e sfilarla; 5° riportare il braccio del chia,vistello di sicurezza in posi-


-102 -

zione ordinaria e sfilare la.culattar-otturatore, accompagnandola con· la mano; 6° togliere la molla ricuperatrice con la sua astar-guida; 7° togliere il chiavistello,di sicurezza a mano. R icomposizione. - E seguire in senso inverso .le operazioni indicate per la scomposizione. :Scomposizione e ricomposizione del percussore. - Per scomporlo: t ogliere l'estrattore (levare il perno che lo fissa) il cui ingrossa.mento fa .da ritegno del percussore; sfilare poscia il percussore. P er ricomporlo: t enere in pressione il percussore (incavo in ~to) ed applicare l'estrattore fissandolo alla culatta con il · perno. Scom,porre e ricomporre iy congegno di scatto. - P er scomporlo: I O togliere le guance (svitare le :viti); 2° togliere la pia.- · strina di scatto (svitare la vite); 3° togliere il perno per cane e il perno per leva di scatto. I n tal modo il congegno di scatto rimane libero. · , La molla del cane si smonta e si regola svitando od avvitando il relativo dado. ~ er ricomporlo: procedere in senso inverso. Tutti i perni si levano da destra ,verso sinistra riferendosi all'a1·ma tenuta in direzione di sparo. l\fanutenziono. ~ Le principali regole da osservarsi sono : 1 ° ispezionare, prima del tiro, l'interno della canna e verificare il funzionamento dei vari congegni; 2° badare che il caricatore non sia defoTmato e che la molla funzioni regolarmente; 3° se avviene un inconveniente ,qualsiasi, cessa1·e il fuoco, e regolarsi come è detto in appresso (vedi Inconvenienti); 40 a t'iro ultimato, ispezionare l'arma e pulirla.

Inconvenienti. - I principali sono: 1° S catto a vuoto. Può verificarsi per deformazione o rottura della punta del percussore, per indebolimento della molla del cane, per difetto .d i cartuccia, per olio disseccato o polvere od altro che osta-

-

103 _:_

colino lo scorrimento. del percussore:· riarmare il cane e ripetere la percussione. Se l'inco~veniente si ripete, anche dopo aver cambiato la cartuccia, verificare le parti indicate, pulil'le e sostituire quelle· deformate, logore o rotte. 2° I nco.m pleta· chiusura. - Può verificarsi pei" indebolimento o rottura della molla ricuperatrice o 'per olio disseccato, o polvere, od àltro interpostosi nelle scànalature di sconimento della culatta-otturatore: scaricare l'arma, verificare la molla, e, se del caso, cambiarla; se occorre, pulire le scanalature predette. 3° lrI ancata alimentazione . ..:. Si ha quando la molla di elevatore è indebolita o deformata, ovvero per deformazione dell'astuccio del caricatore o per funzionamento difettoso del gancio di arresto del caricatore: cambiare la molla o il caricatore; verificare e sostituire, se del ~aso, il gancio di arresto. 4° Inceppamento del bossolo. - P uò essere causato da. cattiva espulsione per b:regolare funzionamento dell'espulsore o dell'estrattore e della sua molla.o per inçompleta 1ietrocessione della culattaotturatore dovuta ad interposizione di materie .estranee tra le scanalature di scorrimento: togliere il caricaitore,. tìrare in' . . dietro la culatta : e far cadere il bossolo; verificare quindi . l'espulsore e fa sua molla e c.amb!arli se di fettosi; pulire, all'occorrenza, le scanalature p1:edette. 5° .Jnce-p1Janiento di cartuccia. - Togliere la' cai·tuccia incepµat;a . Se i'Lnconvcniente si ripete, assicurarsi che la molla di caricatore non sia indebolita e che le labbra del caricatore non siano contorte·' ca,mbiare., se del .caso, la .molla o il carica,tore. .Esami-. nare anche il gari.cio di arresto del caricatore. 6° JJl'ancato avviso èli caricatore vuoto. - Cambiare, se del caso, la molla di elevatore. J'<}saminare anche .il .gancio di arresto del caricatore.


-

]04 -

105

n1ozzo cilindrico; foro p~i: la punta del percussore; 3 segmenti filettati e 3 lisci; incavo per il passaggio del ma. .nicotto dello sportello; incastro ·per il ferma, vitone alloggiamen to deJ p ercuswre;

CAPITOLO .ÌII. Yiwne . . . .

I

. IL CANNONE DI .\:CCOMPAGN.UlENTO .DA 65/17 {l) IL CANNONE DA_ 47./32 -. lUORTAI 1

I

I. - Il cannone da ·65/17 (Ved. tavola XXI).

Caratteristiche. Cannone a deformazione, scomponibile, rigatura ad elica, chiusura ermetica data dal bossolo, caricamento con cartocci-graoata. Alzo parioramico che consente· di · scegliere il fa:Ì.sq sc0.po in _q~a-lsiasi dire~ioue.

. ·CONGEGNO .DI CHIUSURA

S1,1ortcllo (è un

a.nello con

braccio ripiegato ·s11l quale è incastrato

un urtatoio)

alloggiamen to. del tir ante per v1t one; inca.strò per il ferma manicotto . vitone; dente.cberegolail movimento del ,,itone;

I

incastro per il repulsor e -della, leva d'armamento; incastro del congegno di sicurezza,; a rresto dell'impugnatura, del manu brio (lell'ottura.t.ore;

Nomenclatura. - Costituzione: bocca da fuoco coi vari congegni e affusto scomponibile.

BOCCA DA FUOCO

· appendice cor~ ri tegno 1.t zampa. e con ailo!!'o-iamento del chiavis.telio d'1mione alla slitta; " 0 1 2 .nervature pel' l'unione alla. slitta; parte pia,na. .con 2 peduncoli per il someggio; fori a. chiocciola per il mirino e per la · tacca di mira. che. costituiscono la linea cU mira nat urale; p.ia.no per, livello a. doppia graduazione; 1 sporgenza con .ca-me1·;i pèr il de11te della. stanga. da , ba.tteria.; . .· foro p er il perno dell.a. le,~a di manovra. dell'otturatore; alloggia.mento del vitone con tr e segmenti a, vite e tre lisci; incastro per il dente dell'estrattore;

. I

a.-n-imti .

camera clel bòssolo; · · · · · •· J 24 righe clicoiclali si11istrpr sc ;

ma,n iglia . di spa~·o con impugnatura; . repulsore a mollà; ) appendice; . ' becco di scatto a molla;

leva d' arm,a-_\

C ONGEGNO DI SCATTO E PER· , CUSSIONE .

. mento .

Per provoca.re l'accensione della carica di . la.nolo D1.ecliante la percueeiono della capirnla.

.

punta; risalt o a e.ollare; dente di sòattq;

· percussore .•

mollone e molla anteriore del percussore. OoNGEGNI · · · ) DI SICUREZZA

tuiti.

:piii in distrib.uzioue al-

l'arnia di fanteria, se ne fa cenno in considerazione· che per !'·impiego le batterie d'.accompagnamento da 65/17 . sono parte iutegrante del reg. . gimcnto di fanteria. '

l

peri10 con dente; Leva · di 1nwho1;ra, / piolo·, . ·. irnpugna.t u:a riba.ltabile.

1 1

PeD evitare spari for-

· (1) Per quanto questo materiale non sia ora

~

CONGEGNO D I ESTRAZIONE Per estrarre il bossolo ·d alla camera ed espel-

lerlo dall'arma.

l I

\

a) contro lo sparo fortuito (appendice delÌa leva di armamento);

·

b) di sparo ·

I blocchetto a molia-;

.l

piolo . a molla.

estrattore a leva; urtatoio della ,leva di maneggio.


106 -

-

slitta; freno a culla; testata d'affusto con sala; coda d'affusto; 2 ruote d'affusto.

AFFUSTO

Per sostenere la bocca da fuoco, puntarla in elevazione e direzlo· ne, esegui.re Il tixo e facilitarne il traino.

I incastro a T per l'unione al freno a culla.; 2 alette laterali di .guida;

TESTATA • . ••

scanalature di guida; bocciolo d'unione aU'a:ffustino; 2 risalti per il pernq d'unione della vite di mira.; 2 sgusci di alleggerimento; 1 attacco d'alzo; appendice con occhio di ancoraggio; congegno d'unione del freno alla testata d'affusto; piolo con leva, del congegno di iocavalcamento; piolo del congegno di introduzione del chiavist~lio.

I 2

FRENO

'"ULLA . I

FRENO

Per limita.r e la corsa retrogra<ia della boooa da fuoco.

lI

SALA D'AFFUSTO

·

TA.MENTO IN ELE: VA.ZIONE.

.

stantuffo

)

vite maschia e vitè femmina; chiocciola oscillante con ruota dentata; ( manubrio d'élevazione che aziona due coppie di f I • l'UOte dentate; . . . 2 tiranti della suola di puntamento; \ 1 cuffia di protezione. fian chi;

2 incavi per la raila reggi culla,; \ AFFUSTO • .

I ritegno a molla del bocciolo del freno;

· 'ì dentiera per la vite ·perpetua dell'affusto; congegno d'ancoraggio dell 'affustino; \ volantino di direzione.

'

T E S'fATA D'AFFUSTO

delle funi di traino;

2 incavi per ritegni a molla.

2

2 cosciali;

'Per rimandare a sito la bocca da fuoco dopo lo sparo.

2 fusi di sala; 6 occhi per acciarini, arpioni dello scudo e ganci

I' vite doppia di punt eria;

BoNGEGNo DI l'UN·

tappo a vite, premistoppa, bocciolo; { embolo con 6 fori e 1 luce centrale; \ av vitatura per la testata d'unione; asta regolatrice con,valvola a molla; 3 scanalature per moderare il ritorno io batteria della massa rinculante.

)

·

I RIOUl'ERATORE . A MOLLA

/ 2 cosciali con calastrelli d'uniQne; · 2 ritegni a. molla.; · . ) 2 camere per gli arpioni degli sctidi tubo coprilaterali; · · sala. sostegno di culla con chiavistello e piolo; . I 2 camerelle per cinghie; 2 squadrette di sostegno per gli scudi, camera per il dente della stanga; manicotto per manovella di mira; · 4 ritegni di maneggio; 4 maniglie; \ 2 sedili di tiro con bracci girevoli e ritegni.

I

alloggiamento del ritegno a zampa; alloggiamento del chiavistello ,semicil.indrico (unisce la bocca da fuoco); rialzo perno con due spallette e guscio anteriore; 2 sporgenze laterali; 2 occhi di sospensione.

SLITTA

Per lo scorrimento della bocca da fuoco dopo · lo sparo.

107 -

6 molle che avvolgono il gambo dello stantuffo·

cassettino con nottolino di chiusura;

cuscinetto a sfere poggiato sul premist,oppa.

4 maniglie.;

testata; sala; congegno di puntamento in elevazione; a:ffustino con congegno di puntamento in dire~ zione.

ÙOJ:>:A D'AFFUSTO

2 camorelìe per cinghie; coda con dente di roccia e vomero ribaltabile; 2 piastre forate; camera per m anovella di mira; dente d'unione all'affusto; 2 a.lie ad occhio per chia visteHo chiavistello d'unione..


109 l08 ! èerchiom;; .

:a.,,O'l'E D'AFFUSTO

l

l

6 gavelli; . 12 razze; · mozzò a piaatra con contropi̵!tra; 12 staffe bicchiere per l'unione delle razze ai gavelli; .· l bronzitia:

a

~ ~

I:> ..... ,<;

.-

( cannoniera; . finestra pe~ 'l'alzo, con ! scudo centritsp_ortello,_ . .\ le pieghevole' ce~~{:;e e ritegni a ro-

Scudi d'affu-

· sto

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. I

·

~ sc•u,do per ·11btl·1i ·i z-io·ni-, ghevole ·

.e:::~ I · • 1

braccio d'al.2·0

I ~~ ~ ::a

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Il:: z. I:> E-

i

~

'

/ cùscinetti elastici e t al.

'

Ione d'arresto;

t 2 scudi late-( spa?co: per mote; rali ) arp1om e attacchi a , perno; ( · feritoia per funi;

. GEGNI PIÙ . DELI·/ ·

j ._ . ~

' !! ce.rnierc;

2 cuscinetti elàstici; . ' tallone d'arresto'.

SCana.latura C<)Il vi te di. ·pressione; piastra d 'attacco; · leva del braccio d'al~o.

vite di sba.ndamento; . galletto; . Ìi'V tllo del s;j;o; · ·livellett;a . di 'Sbaud~mcnto; vite tangcn?.iale de[ sito;· . cannocchiafo , tamburo ?,elle distanze con graduazi~ni in hm. ' panoramico . . · · . e mezzi hm.;· · . · 1 testa d'àlzo con tacche d i _parallelismo da O a 100; vite del paràllelism_o _èon rocchetto graduato; base del panoramico; oculare mobile; _v ite di direzione cou nasello e. rocchetto: , ghiera con, gradua.zione di clirezione e parallelismo; collimatore con rocchetto licercatore a _tacca di . mira.

I

·

v·ie,),2 giunti a robinetto; ·

1-~M

, cartoccio

I I

(i corona di forzamento; boi;solo; fascia di centramento; . ' · granata da 65/17; tappo di ogiva; ·carica di lancio; · ) . spoletta a percussione; ',

cartoccio granat,a per istruzione ·.. :

l

ogiva dipinta in verde chiàro; spol~tta con due o più cròci;

scatola m-itragUa. · cartoccio da salve con èarica di lancio ridotta e_proiettile di . !E>.gno dolce.

Funzionamento. - ·Oo,rùJam:enlo. ~ Si . fa r uotare all'i11_dietro la 1è,1a, di Inarieggfo dell'otturatore, il vitone si svita e, in un secondo tempo, l'otturatore si apre. Si introduce nella CÒ,mera, Ull cartoccio gmna,ttL. Quindi Si richiude l'ottutatore con lllovii1:1ento ìnve1·so al precedente . P er la sicurezza di spato Pottura.tore iimane bloccito sino ·alla partenza del col})O a meno di premere sulla, testa. zigÌ'inata del blocchetto di sicurezza. Sparo.. - · ~I:ira:ndo indietro l'ii'npug1rn(;ura della maniglia di spa,~'o, la. leva di a;rmamento ruota spingendo fodiètro il percussore e conwrimenà.o il mollone . Ad un dato istante,· il becco di scatto abb'ariclona il percnssorè il quale, per la ·reazione. . del mollone · ·precipitn, innanzi d~term inanc1o la partenza a'cl colpo. . · · A.bbàildona,ndo la maniglia di spa,ro fa. leva d'armamen~o · ritorna a, sito per e ffet to del repu.lso1;e_a molla,. ed il becco di scattò si · impegna nuovamente nel den:te del percussore lievemente balza,to indietro per l'aziol.le della sua molla . a,nteriore. · ·· Mentre la, granata percorre _la, bocca. · da fuoco, questa,, . per l'azione del rinculo, retroceqe colla slitta che a sua volta tira .i ndietro' l'a,s ta .. cavà del freno, il cui embolo comprime il liquido e, le molle dcnpera.trici. L'asta conica iegolatrice d:el freno non si muove 0- il liquido troV1:mào per ciò un ·passaggio che va gradatan1eilte r estringendosi, dà · luogo a.ll'azione frenante.


110 Terminato il rinculo, per la reazione delle . molle compresse, la massa rinculant@ , rit orna in batteria e tale movimento è opportunamente regolato da.lla valvola a molla dell'asta regolatrice . .Aprendo l'otturatore si ottiene l'estrazione . del bossolo e l'arma è pronta per il ricaricamento .

II. - li cannone da 47 / 32. Arma che può fare azione di accompagnamento o controcarro, impiegando per l'lwcompagnamento la granata ordina.ria (Kg. 2,370 - velocità inizia.le m. 260/1'') e per il ~n:o. controcarro la granat a perforan~e (Kg. 1,440 - velocità nnz1ale m . .630 a,l l''). A seconda dell'assegna,zione organica del reparto (compagnie armi di accompagn.amento e compagnie c. e:) i compiti di a,ccorripagnamento e controcarro sono rispettivamente normali ed. (wentuali o. Yiceversà. Nell'azione di accompa,gnamento agisce e~tro i 1000 metri; · in quella di controca,rro entro i 700 metri. . .A seconda del compito normf~le (ossia se di ac~ompagnamento o contr.ocarro ), varia, la dotazione di arma e di reparto delle granate ordinarie e di quelle perforanti, e cioè le compagnie armi di accompagnamento hanno una dotazione maggioie di granate otdinarie, Ù compagnie c. c. hanno invece una dotazione maggiore di gmnate pei·foranti. Per le ca,ratteristiche, nomenclatura ecc., vedi pag. 173.

III. - Lanciabombe o mortai·. Jl lanciabombe da fanteria deve essere ùn'~rma portatHe, pereiò di pesò limitato, per poter .essere facilmente trasportata al segui.to, specie ne11'offensiva. Essa deve coosen- · tire H lan ci.o di bombe di peso non eccessivo, per integrare

-

111 -

l'azione delle a:itre armi e sopra tutto battere bersagli in angolo morto, centri di fuoco, ecc. I lanciabombe usati durante la guerra . risentivano, in massima, deÙ'affrettata ad-0zione, perciò riuscirono utili nella difensiva, ma mancanti di praticità nell'offensiva. Studi ed esperienze eseguite nel dopo guerra, specie in questi tùtimi tempi, banno portato all'ado,zione di due mortai, · denominati : « mortaio da 45 mod. 35 » e « mortaio da 81 mod. 35 ». Mortaio da 45 mocl. 35 (Ved. t av. XXII).

Arma a tiro curvo e a tiro relativamente teso, di buona precisione, ad affustò ripiegabile. Trasportabile a soma, a .spalla, a braccia. Semplice e rustica. Caricamento· singolo per la bomba, multiplo per le cartucce. Chiusura e sparo determinati dal movimento contemporaneo, in senso opposto, della canna e dell'otturatore. Varia. zioni di gittata e curvatura della traiettoria ottenute rhediante la con{binazione dell'inclinazione dell'arma con l'apertura o chiusura di una valvola. Celerità di tiro: 25-30 colpi al l' senza rettifica di puntamentò; 8-10 colpi al l' con rettifica colpo per colpo. Gittata: minima m. 100, inassima rn. 500. Velocità: a valvola àperta m/s 59; chiusa m/s 83. Calibro mm. 45. Settore orizzontale : 200° verticale~ 10000 160000 • Peso della bomba: kg. 0,440 d~lla . . carica di scoppio kg. · 0,070. Caratteristiche. -

0

+

;


-

. Nomenclatura.

112

-

Costituzione: arma. e affusto . a)

canna (di acciaio)

..,

Segue:

anima foicia; I tori di valvola;

b) castello

perno per la biella per ta,tina,;

113 · ( ghteTa del ~astelio; . bottone a vite congegno direzione; tappo di· culatta; albero per vite senza fine e bottone di direzione, vite senza ·fme;

mascliio _ed appendice a . crociera;

espulsore,

fori di valvola;

intaglio per il dente posteriore . della leva armamento; appendice; pe-rno per bi~lla per otturatore; .

apertura carù:amento

e alloggiamento leva armamento e sca,tto; e)

· aperbura p_e r il caricatore · e ca11ièra per cartuccia.;

ottnra.tore

es-trattore; percussore

a pét~re (anteriore. e posteriore) di gttida del perno

Axma peso K~. 6.200

J

, h \ castello

I

per la bielh~ J)er canna e del ])EÌrno: per la biella per ott1uatore; risalto per unione de.I . ta1)po I di 0Ulatta, E) _d ella ghiera;' sc,itola dei' castello; p erno leva armamento-e scatto·; mollrr, dì htcgrìo ghiera. del castello; mirino; cdidada dì puntamento; cartella a.1loggi11mento . conge. ·. _gno scatto; perno per biella tentrale e manovella manovra e spa.ro; piolo clastìco cl.i rit<1gno della

m.olla per per.

Segue: Arma.

peso: Kg. 6.200

(

1

d)

congegno di alimentazione, armamento e scatto

!r .

ta1ipo. fo.rato per carnera di cart11 ceia;

e

cussore.

1 \

m,anòvclla di manovra e di sparo con impugnatura, ritegno, leva . di bloccaggio della manovella e bottone; biella per canna cnn eccentrico rcontrassegno .A.. e C.), oc~hio, bottone elastico e scanalatu1·a rettifica puntamento; bieila centrale con l alloggia. mento, 1 occhio, l perno, l finestra e una scanalatura., bi~lla per otturatore con perno e ma1iicotto; leva di armamento · e scatto con piolo a molla e 2 denti,

l~va p<ff cnia·vistello di sicue) congegno di si- ·~ rezza; chiav•istello di sicurezza: parte curezza piana e parte convessa.

I

~rmi, tiro e ·materiati iiari -

8


-114 -

I a) l

telaio anteriore

-

l. gambe

I

. munite traversa.

di

J1 5 -

arpione;

2 tubi; .arpione; 2 perni per tiranti snodati; . te . 2 tiranti snodati; b) tela,10 pos r1ore ). . . appendici del manicotto reggi vomero ribaltabile; manicotto reggi vomero ri bal1 tabile.

parte anteriore cilindrica con ca. lotta (di ferro}; a) lUYO1U· \ . ero I parte posteriore coJ nica, di aHnmi r nio, con 4 alette (governale}; b) bossoletto porta carica, . di ottone (contiene l'èsplosivo) e spirale di ferro;

I

I

bomba da 45 modello 39 (l} (raggio <1' azione:

e)

alloggiamento per il 'maschio del castello; appendice con settarµ dentato; piastrina g'l'aàuata per la direzione.

affustino

se'ttori di elevazione con dente di arresto; asta di blocc~g~i(> del congegno con maruglia; voùmtino;

/ 2

d)

Il

congegno di eleva.zione ·

m.anicotto di contrasto;

2 piastrine di acciaio o rame;

settore graduato; pendolo.

I

' cuscino

}

di appoggio e spaJ.

leggio; e) vomero ribalta.bile ( occhiello con maglietta; gancio per lo spallaccio; cerniera per piastra.

I

. } porta spillo; s,,.,.illo ·

" • pere n s- ( massa ba.ttente con sione cassula; 'llwlla a11 tag,misfa;

I due telai sono uniti t.ra loro mediante due perni cavi con dado.

Affusto peso: Kg. 9.300

m. 20) .

.

e) ?-ispos.1: t1vo d1

d) ~i1>pos!- \ turbina·

M\/N I¼TONI

(

t1vo s1' curez z a , pi;()Ù> d'arresw; tra.i et · / molla ad lette: tona a e) dispositivo di sicurezza per trasporto: trcwersino ao·n anello.

bomba, fumogena (v . per la, clescrizione pag. 303}; bomba fumogena incendia.ria (v. per la descrizione pag. 303) bomba cla 45 mo- \ differisce, claUa _prece~onte p~r dello 35 da eser- ( avere ia canea. d1 scoppiocitazione / composta da miscela fumo. gen a; bomba da 45 mo- ilello stesso peso delle precedenti, ma completamente dello 35 inerte (da istruzione): inerte; · hossol,0 di ottone; cartuccia di lancio cas~ul,a,; espLosivo (gr. · 1,55 di b~~listite). \

I

l l

(1) :È in distribuzione a consumazione aiiche la bomba mod. 35. Allo scopo di evitare scoppi prematuri alla partenza del colpo, la bomba mod. 39 differisce dalla precedenti) p er le seguenti rnodi fiche: - sistemazione di cassula su rondella di sugheriua e tappetto a vite; - sicurezza di cassula; - fissaggio del detonatore al tubo gtùda massa battente; - percussore di acciaio a punta piramidale. ramato e poi cromato.


-

116 -

Funzionamento. - 'rirato indietro il bra.ccio di ma,novra -Oel congegno di sicul'ezza ed introdotto il caricatore nella bocchetta, regolat~L la, valvola, si spinge decisament~ iu .avanti la manovella e si introduce la bomba nell'apertura ,di caricamento l'imasta u.per ta (1); nel coritompo, l'ottuTatore è retrocesso. Tirando indietro la manovella, la canna retrocede e si investe sulla bomba mentre l'otturatore scorre in av;;1inti sfibudo una, ca,rica di lancio . Nell'ultimo t ratto della corsa dell'otturatore, la leva di arman'lcnto e scatto si solleva ed il percussore, sollecitato dalla, sua molla, va a battere la cassuh~ che fa deflagrare la carica; i gas si trafilano attraveri,;o l'ugello e vengono a premere contro le pareti posteriori delh1 bomba, proiettandola fuori dell'arma. Avvenuta tale proiezione, il movimento in i.i enso inverso della manovella provoca l'apertura dell'arma, l'estrazione e la espulsione del boRsolo e il riarm·a,mento dol percussore. Scomposizione o ricomposizione. - Scomposizione. 1° togliere la ghiera (abbassare la molla di ritegno e girare la g·hiom fino a, che si può sfilare); 2° togliere il tappo di culatta (abba-s sare il ritegno a dent,i e girare il tappo fino a che si può sfilare); 3° porta.re in avanti la manovella di manovra e ·di sparo (le chia.vette dei. perni devono risultare in corrispondenza degli intagli dei rispettivi aUoggiamenti delle bielle); 4° togliere la m;111ovella di manovra, e di sparo (premere sul ritegno del denté}; 5° togliere la biella eentrale e poscia quelle per canna e per otturatore; 6° sfilare la cauua e l'otturatore; 7° togliere la leva di arma.mento e scatto (sfilare (1) Tenere presento che la bomba deve essere introdotta col dispositivo di peroussione in avanti e cioè verso la volata e con le alette .dol goyernale in<lietro e cioè v <'rso la culatta.

, -H7 -

parzialmcnte la, cf1 rtella., sollev~Lre la leva verticalmente e sfilare il perno della leva stessa); . . . 30 togliere il castello dall'affustmo (g1rnre 11 bottone di direiione fuJ.o a che l'appendice del ca.stello esca da?a sua guida, quindi disimpegna1·e il maschio del eastcllo dal suo alloggiamento). Per scomporre l'otturatore: . a) otturatore nella mano sinistra; chiave a f~rchetta nella destra. Introdurre i derrti delhL forchetta tra. 11 'corpo dell'otturatore e la testa del percussoro; b) tirare il percu.ssore fmo a che la cb.iaYC possa far ruotare il bottone per percussore; . e) impugnare con la mano destra. la testa d~l l'.e~·cussore e il relativo bottone; farli girare fino a che s1 d1smnestino da.ll'ot turatore (bada.re che il bottone del percussore , non stngga soUo la, spinta della molla,); (l) sfilare il ·perno dell'estmttore (usare h1, puuta del percussore) e toglie-re l'estrattore. Ricomposizione. - Eseguire, in ordine inverso, l<' operazioui indicate per la scomposizione. P er ricomporre l'otturatore occorre: a) rimettere l'estrattore; b) infilare la, molla, del percuss_ore e prepnira,re in posto il percussore e il suo bottone (si devono trovare· a. squadra con J'a,ppendice dell'otturat?re) ; o) pi:emere il percussore e 11 . suo bottone finchè siano in grado di ruotare (usa.re 1'li chiave dal lato opposto della forchetta) ; à) far girare il percussore e il suo bottone fino a, che scattino a.l loro posto. Manutenzione. - Nell'impiego dell'a,r ma occorre: Prima del tiro: 10 verificf~re che l'arma sia in perfett~ efficienza pulita, e lubrificata, liberandola dagli cventua,ll depositi '(1i lubrffìcante indurito, specialmente nell'!nterno


-118 -

della eanna; 2° assicurarsi che le bombe siano ben pulite e che abbiano il governale ben avvitato. Durante il tiro: 1° maneggiare la manovella di -manovra e .sparo . con energia e con movimenti riso1uti, senza però eccessiva forza per non ,variare 'il puntamento (l}; 20 evitare - quando 11011 è indispensabile - . tiri eccèssivameri.te celeri, che riscaldano l'arma · e. favoriscono ·incrostazioni ed erosioni nella, canna. Dopo il tiro: procedere ad una accurat::i, ispezione dell'arma· e poscia alla sua pulitura ordinaria. · Nei tfri sotto pioggia occorre: impiega,re bombe sempre asciutte; tenere aperte il minimo possibile le cassette porta- . munizioni; asciugare le . bombe bag!1ate; eseguire cele1·mente l'operazione di caricamento e, anche durante tale operazione, proteggere la bomba il · più possibile; evitare che l'anima e la canna si bagnino prima dell'impiego, usando la cuffia di protezione .e tenéndo il mortaio con la canna chius::i,; evitare il tiro al disopra di truppe arniche· · iniziare il tiro con alzo sicuramente lungo; ' tenere conto della maggiore dispersione del tiro in rela,zione all'efficacia ehe · si •vuole ottenere. Inconvenienti. .:_ I principali sono: 10 , InoeppaJJnento <J,ella canna, dovuto ad imperfetta introduzione à.ella bomba: riportare la, canna in avanti, assestate la bomba, assicurarsi ohe non sia. stato provoca.to in precedenza l'avanzamento di una, cartuccia di lancio. 2° _Scatto a vuoto a} mancata . àlimentazione della carica di lancio: dare un colpo col palmo (l} I brnschi movimenti p<>sson.o far impennare i'arma dando foogo, nel tiro curvo, a raccorciamenti rilevantissimi di gittata.

_:_ 119 · -

della mano sulla parte superiore del caricatore; b} difetto .della cassula d.ellf:1, cartuccia: espellere la cartuccia di lancio; e) difètto del percussore (ripètuti scatti a vuoto}: cambiare i.l pe:i;cussore. 3° JJfomcata ·espiilsioné . del bossolo:_·a) bossolo ,difettoso: toglierlo col caccia.bossoli; b} difetto dell'estrat. tore: cambiare ·l'estrattore; 4° _Resistenza alla chiusura della canna: pulire la, canna o farla raschiare dall'arma1uolo. 5° Indebolimento della '.molla del piolo di ritegno della canna: avvitare il dado superiore .o far cambiàre la molla, dall'armaiuolo. 6° Diminuzione di. gittata: · far sostituire dall'armaiuolò il ·tappo forato (logoro) per camera per cartu~cia di lancio·. · .

llfate1fali, accessori, ·ricambi . · - · Per

..

·u . trasporto, Pini-

. piego e la conservazione dei mateiiali e dèlle muuiiioni si adoperàno: .cassette a zaino porta bombe, borse per acces·. ·sori e part'.i di ricambio, spa.llà~ci, cuffie. Cassetta' a zciino . porta bMnbe. - . Oòn~iern~,.. in appositi .scompartimenti, $0 bombe, 3 ca.1:icatori per cartucce d.i . ·1ancio e un pacchetto di cartucce di lancio. È munita di . I . <Spallacci e cuscinetti per il trasporto a, spalla. Borsa per accessori e parti- di ricamibio; - È di ,cuoio e . viene portata a tracolla dal capo arma. ·· Spallacci per il trasporto de.l mortaio. Sono dì cuoio, ·provvisti di ga,nèi . . ffuf(ia per -arma . . - È di tela olona. Mortaio da 81 mod, 35,CVedi tav, XXIII e XXIV) , .

Caratteristiche. - . Arma tustica, abbastanza precisa, ·. -di facile montaggio e grande semplicità di funzionamento. Ad avancarica, con ·carica di lancio C<.nitenuta nel codolo ·della bomba. Percussione per caduta. :I'raiettoiia molto .curva. Calibro: mm. 81. Settore di ·tiro: orizzontalè, 15000; · verticale, da 45° a 90°. Gitt ata:. 4;000 metri còn .bomba g. a. ~ghisa acciaiosa); 1.500 metri con bomba, a gr. c. (gra,nde


-120 -

121

capacità). Celerità di tiro: normale, 18 colpi al l'; massima,

tubo &usto<lia; tappo a i,•ite; coperchio a vite con foro a chiocciola; .1,ite di elevazione con chiocciola; rocchetto conico con copetç.hio a vite; volantino · con perno, ma.novella e manubrio.

30-35 al l'. Scomponibile in tre carichi spal.leggiabi:li. Può

essere trasportata anche su autoveicoli o carrette od a someggio. congegno di.ele''a,z1one ·

b)

I

Nomenclatura. - Costituzione: mortaio, affusto, pi~stra di . appoggio e congegno di puntamento. ani?na liscia; ·, linea bianca (per il punta.menta approssimativo); 2 linee tiasversali; . / a) tubo di lancio { anello con m,aglietta {per la cinghi~ della cuffia di MORTAIO lata); (di acciaio: lunpiano cli a,ppoggio (per il qua. ghezza millinie. drn.n te a livello l. ' trill50,pesochi-1 · logrammi 20.400) · testa sferica con due facce . b) blocco di cupiane simmetriche; 1 !atta ) percussore, sporgente interna. mente di 15 millimetri.

I'

I

e) su,p porto

vo-

Segue: .AFFUSTO (peso kg. 18) d) co_ugeg no di di-

rez10ne

i,ostegno a bi. piede '

a) À.FFUSTO

(peso:

kg.

si-1 collare con· ganci<> a coda di porco;

1~)

congegno correzione sbandamento

fi let;tatura. tirante; collare ad· alie; collare scorrevole con 2 alie; manicotto .di bloccaggio; chiocciola di ma. novra. -·

I

'l

v-ite <li direzione; volantino con manubrio.

' t ' \t

gamba destra con collare ad anello e rnolla di tensione con catena, di apertùra. gamba . mstra: .

per

culla

.1

I

. 2 appendici con fori; livella per correzione sbandamento; 2 fori per le . yiti d~ fissaggio deo-li emboh degh ammortiz~atori del rinculo.

e)

culla

alloggiamenti l)ei . cilin~ri a1~mortizzaton del .rm-

~~f~~

collwre di unione · al tU?O di lancio con piastrina di ottone por_tant~ ir:tcisa.la tavola sommaria d1 tiro; I tirante a i,•ite di fissaggio del < collare. . . .

.I

arnmortiz' zatore del rincuio

1

· 1! :!:t:ti~on tappo di unione ·

a,l supporto di culla; 2 a.ste con tappo; 2 molle; 2.tubetti corti (po- . · steriori); . 2 tubetti lunghi (anteriori)


!

--- 122 -

-

3 alveoli con orecchiette per la testa del · blocco · · di culatta; 2 camerelle; (di acc1a10 peso I anello; kg. 20) ' 2 vomeri a denti, rafforzati 'da nervature; I maniglià.

123 blocchetto pr-i.~'mal!foo con indice; wllim,atore con ·.indice e perno; v.ite ~on testa zigrinata; · molla a spirale.

PIAS'.rR~ DI APPOG..GIO ' (l) . · _

l

l tallone con incastro a co.da di rondine; .arresto a molla; foréella;

a) zoccolo

piatto dii · sostegno· del co·rpo,

indice della graduazione de/ . gli angoij di tiro; perno a vite' e dado a gal. letto; scatola prismaUca con vit.e tangente, . moltiplicatore e indice . dei millesimi della direzione; { ,indice degli ettogradi; ·1 ·Uvella di elJvazione; dù;co aiùnutale con corona dentata; piatto di direz·ione gradua;to ! in ettogradi da zero a 64, con perno; piatto del paraZlelis'mo, graduato di 20° 0 , in 20°ò; vite cori dado · di . pressione_ I·

b) corpo .

i

lI

I

CONGEGNO . DI PUN'.l'AMENTO

e) te:'Jtfl.

periforme · ingrossamento (dia-. mètro .. mm. 80,6) su cui sono rica. vate 4 scanala ture; fondello con cavità cilindrica filettata . . corpo . .per l'unione del , di bomba \ codolo; oO'iva con . filetta~ . tura per l'un.ione a.) tappo ogiva; \ · coiltiène la carica di scoppio (fjr, 450 1

i.

appendice (braccio destro della forcella) . con settore angoli di tiro e graduazione in gradi sessagesimali da 40° a 90°.

I appendice con bracciò porta

CoNGEGNO DI PUN• . TAMENTO \

Seguè:

I'

I

"l ·.

.t

I

I

-

1w;mio i _;jlj,ta.o-di , · tritolo fuso); .

filettatura per av- · . vitatura ·custodia del detonatore · secondario (gr. 23 di.· . ' .o;ielirµte); cilindretto di act ciaio con bossolet·.·1. cui to di ottone entro sta, la c1mtodia del detonatore pri. ma.r io portato dala la spoletta; · ··1·.

bomba g. a. (ghisa accìaiosa,) da 81. · tappo ogiva (Peso Kg. 3 j,M. Raggio d'azione 20-30 metri: È il proietto nor- · male):

M:uNIZ(ONr • - ·· · ' a)

~

alloggia.mento per la cartuccia (càcodolo ' .rica tondaII\entavorf/i, \ le), forato per il cartuccia passaggio dei gas; { tr e coppie di alette .

l

I

• I

!

( l) Su roccia viene adoperata ap·posita piastra di apJ)oggi() piccola · eç( a un ·solo alveolo.

· d l...JWl'a to.;..d:~1'1:r~

spoletta: a percussione, fonzionamento istantaneo o ri I tar dato. (.

I


124

-

· corpo di bomba (dì acciaio): pa-rte cilindrica, ogiva, parte h conica; ingrossamento con 5 ) bomba gr.. ~· scanalature; 2 filettature; ca, nd (gra e capa.cita) ricadi scoppio (Kg. 2 tritolo); da 8] · I d' _ ,.. .· . custo ia del detonatore secon. (Peso Kg. 6.865. . dario; 1 Raggio d'a,zio~e / ·codolo porta carica: supporto 100- 120 metn). con 4 coppie di alette; molle ' a torsione; spoletta: è la stessa della bom . l)il. g. a.;

l I

bomba per istruzione ; inei'te (involucro con larghi fori): : . d) bom}>a fumogena (v. per la descrizione pag. 304); \ e) bomba fumogena incendia.r ia (v. per la, descri. zioue pag. 304); /) bomba da. esercitazione: è la stessa, bomba g. a.., senza, custodia detoua.tore secondario, senza carica interna e con falsa spoletta; · g) spoletta; costituita da: corpo di spoletta; congegno di percussione; massa battente; carica di in.tìarninazione; regolatore di spoletta; dispo. sitivo di sieurezza; cuffia di protezione; . h) cartucce: calibi·o 12; gr. 8 di balistite; i) cariche di lancio: la ca,rtuccia costituisce la carica « zero »; le altre (4 per ciascun tipo di bom'bà) si ottengono unendo alla carica zero · degli elementi aggiuntivi di gr. jl,5 ili balistite. Le . cariche 5a e oa sono state a.oolite; p ertaiito con esse non si deve effettua.r e il tiro. c)

Segue: MuNrzrONI '.

·,.

Fu nzionamco to. - Il 'naricamento si effettua dalla voJa.ta ·lasciando scivolare nel tiubo di lancìo la bomba munita della cartuccia di lancio. .Al termine della corsa la cassula della ,cartuccia batte sulla punta del percussore e provoca la deflagrazione dell~ cartuccia, mentre, attraverso i fori del codolo, l'a,ccensione viene comunicata alle cariche aggiuntive: i ga.s dell'intera carica di lancio, agendo contro la superficie po~te.riore della bomba, ne determinano la i)artenza.

125

Composizione e scompos1Z1one. - Composizione: 1 o postare ed assestare la piastra di appoggio; 20 posare a terra i puntali delle gambe del sostegnQ a bipiede ,e svolgere la catena; . . . . · 30 liberare la culla dalla manovella d1 elevazione (comprimere le molle degli ammortizzatori); 40 allargare le gambe del bipiede (circa un metro) e aggan~iare la catena per mantenere fissa l'apertura delle . . . gambe stesse; 50 dispofre l'a:ffusto con la manovella d1 elevazione indietro; . . eo serrar-e fortemente il manicotto di bloccaggio dopo aver centrata appros~imativamente la bolla di correzione dello sbandamento; 70 fare emergere la vite di elevazione di 10 o 15 centimetri, · agendo sulla manovella. di elevazione; . 30 introdurre Ja testa sferiça · del blocco d1 culatt a · nell'alveolo nrescelto della piastra ·di appoggiQ e far ruotare il mortaio di ~n . quarto di giro (presentare la testa sferica, del blocco di. cufatta davanti all'alveolo con le supel'fi.ci · piane in corrispondenza delle orecchiette dell'_alve~lo stesso_); 90 aprire il collare della culla, appoggiare 11 morta1_0 sul suo alloggiamento, chiudere il collare e fissarlo col t_1rante a vite dopo averlo :fatto scorrere. lungo il tubo di lanc10 ft,no al punto giusto; 100 applicare ll congegno di puntamento..

Soom1wsizio-ne: Si procede in ordine inverso, tenendo presente . che per .impegnare l'impugnatura della, manovella di ~leva.zione nell'alloggiamento p1:aticato all'estremità della culla, occorre spingere energicamente gli a:mmor_tizzatori contro la manovella stessa (impugnatura in basso). Manutenzione. - Nell'inipicgo dell'arma occorre: Prima ·del tiro: 1 ° contr0Ua1:e che l'interno del tubo


-

]26 -

di lancio non contenga, corpi estranei e non sia eccessivamente ingrassato; 2° controllare che il percussore sia completamente avvitato ed in buone condizioni; 3° esaminare ciagcuna bomba e le singole cariche di lancio, scartando quelle che presentassero tracce di ruggine o comunque risultassero alterate o manomesse; 4° non avvitare la spoletta che al momento del tiro. Durante il tiro: 1° verificare di tanto in tanto il serraggio del chiavistello della culla e quello del manicotto di bloccaggio del collare mobile del congegno per la correzione dello sbandamento; 2° verificare la posizione della piastra di appoggio; 3° alPatto di introdurre la bomba nella volata, assicurarsi della stabilità degli elementi aggiuntivi ·della carica :qei rispettivi alloggiamenti tra le alette; 4° non sparare, di norma,_più di 18 colpi al l'; 5° pulire l'interno del tubo con molta frequenza. Dopo il tiro: a.ss~curarsi del raffr~ddamcnto del tubo di lancio. Nei tiri sotto pioggia occorre: impiegare bombe sempre asciutte e in, special modo con cariche di lancio sicuramente asciutte; evitare, mediante la cuffia di volata, che l'anima del tubo di lancio del mortaio si bagni prima dell'impiego; · eseguire celermente le operazioni di caricamento; nell'intervallo tra due colpi successivi ricoprire la bocca del mortaio con la cuffia; impiegare le cariche minori (quella O dà i migliori risultati); evitare il tiro al disopra di truppe amiche; iniziare il tiro con· alzo sicuramente lungo; tenere conto della maggiore dispersione del tiro in relazione all'efficacia che si vuole ottenere. inconvenienti. - L'unico inconvenieute che può verificarsi durante il tiro è il colpo mancato che può essere imputato ad un.a delle seguenti cause:

-

127

prese~za di fecce sul percussore o logoramento del percussore stesso; · sporcizia od arrugginimento .del tubo di lancio o della bomba;

irregola,re posizione della cartuccia;_ . . c~tduta sul fondo del tu'bo. di lancio d1 elementi della oa.rica male fissati al codolo. · Potrà accadere : 1° che la bomba raggiunga il percussore; 20 che la bomba si soffermi in posizione più o meno profonda (anche se appena imboccata). . Nel 1 o caso occorre attendere 30", indi si battono alcuru colpi col martello di cuoio sulla parte mediana del . tub~. Se, malgrado ciò, il . colpo non parte, attendere altri 30 , dopo di che occo1Te procedere al rovescia~ento ~el t~bo di lancio. Disimpegnato il mortaio dalla piastra., 11 caricatore prende a piene mani il tubo un po' al disotto della bocca mentre il puntatore lo prende vicino alla culatta evitando di sta1·e sùl prolungamento del tubo stesso. Ciò fatto il caricatore raccoglie la bomba con la mano destra nel ~1omento in cui essa appare alla bocca del mortaio. Nel secQ'i'l,do caso: battere alcuni colpi sul tubo di lancio col martello di cuoio al fine di smuovere la bomba, ripetendo, eventualmente, la prova con qualche altro mezzo più energico, non metallico. Se ciò malgrado il colpo non parte e non si è ottenuto il completo assestamento della bomba nel fondo dei mortaio, si desista da qualsiasi ~ltra operazione, potendo . darsi il caso che, durante il rovesciamento del tubo, venga a prodursi un ulteriore scorri~ent~ dell~ bomba e la partenza del colpo. Solo dopo essersi a_ss1curati che entrd un determinato raggio di pericolosità non vi siano truppe amiche che possano essere danneggiate da un'eventuale fortui.ta partenza del colpo, si dovrà proce~er~ allo scaricament o del mortaio secondo le norme sopra mdicate. T(J/Yl,to nel primo caso qua.tnto nel secondo, le operazioni di sca.ricament.o devono essere sempre dirette da un uffi-


-128 -

eia.le ed eseguite da due soli serventi: il rimanènte person.ale dovrà portarsi indietro e ripararsi. Comunque, per evitare l'inconveniente occorre: curare in modo perfetto la pulitura del tJ1bo di lancio (ingrassarlo leggermen.te con olio fluido); pulire bene prima del tiro le bombe da impiegare, sgrassandole con uno straccio, specie nel corpo e nelle scanalature a dente di sega; assicurarsi, prima di introdurre la bomba, che questa, oltre ad essere perfettamente pulita, non presenti ammaccature o protuberanze nella fascia di centramento; scovolare frequentemente il tubo di lancio durante il tiro; applicare le cariche aggiuntive nel modo prescritto; assicurarsi che le cariche stesse si impegnino con sforzo negli alloggiamenti e scartare quelle che non corrispondano a questa condizione o che presentino bordi in parte non saldati. Estratta la bomba necessita: 1 ° passare lo scovolo nel tubo ed ingrassarlo leggermente; 2° pulir'e la punta del percussore ed assicurarsi che questo sia bene avvitato; 3° pulire la bomba, scartandola se arrugginita; 4° verificare la cartuccia di lancio (sostituirla se difett osa), controllare la sua regolare posizione e quella degli clementi aggiuntivi; 5° se il colpo mancato si ripete, cambiare la cartuccia e, perdurando l'inconveniente, cambiare il percussore. Materiali, accessori, ricambi e bardature da. basto. Per il trasporto, l'impiego e la conservazione dei materiali e deil e munir.ioni si adoperano cuffie, borse, tasche, scovoli, casseUe, cinghie o arma.ture per spalleggi.o, armature da basto e bardature da basto. Gitffie. - Sono di due specie: di volata per il mortaio e per ~nppotto di cnlla per l'affuS1to. Borsa. per attrezzi del vnntatore. - :& di cuoio e cont iene il congegno cli puntamento, il qua drante a livello il

'

-

129 -

•egolo _di direzione, cacciaviti, spa~zolini, :fi~o _a .piom~o, .aro.pollini, scovoletti, quaderni e due percussori di r1camb10. 'Pasca per attrezzi ed accessor-i. - Di tela verde, contiene gli attrezzi ed accessori per gararutire l'efficienza, la pulitura e la lubrificazione del mor!aio. Oasse-tte vorta rnunizioni. - Di due tipi: porta bombe _g. a. da 81 e porta bombe gr. -c. da 81. Contengono cia~cuna 3 bombe, 2 astucci i~ lanùera porta cariche aggiuntive e porta cartucce, 3 spolette complete. La prima è di lamiera stagnata e la seconda di legno con armature di ferro. · Cingl11ie o armciture per spalleggio. - .Sono di tre tipi: ·per spalleggio del mortaio o deH'affusto; per spalleggio ,deJla piastra di appo,ggio e per spalleggio delle munfaioni. Armature da basto. - Di quattro tipi : laterale porta mo~·taio; laterale porta affusto ; centrale porta piastra di appoggio · o porta munizioni e laterale porta munizioni. Bardatura da basta per 1norta.io da 81. .- Si compone ,di 1 ba$tÒ completo per mortaio da 81; 1 pettor!,tle; 1 braca; 1 groppiera ; 1 cinghia doppia; 1 briglia. ·

1

IV. - Bombardo.

Le bombarde sono bocche da fuoco destinate a lanciare, -con tiro molto curvo, proiettili di grande potenza, g-eneralmente cariclli di alto esplosivo, ·o pe1· effetti speciali. Sono di grande effetto materiale e morale, molto efficaci nella dtst1·uzione di ricove1·i, reticolati ecc. Hanno però una grande dispersione di til,o e riclliedono quindi un grande consumo di munizioni, ciò che le rende adatte solo in guerra <1.i posizione. · Si ilistiuguuno in bornbarcle leggere e pesanti) a second'a Armi, tit-o

6

ma.tcriali vari -

9


7 -

-130 -

dèl calibro, che varia da mm. 58 a mm. 400, con gittat~ massime da m. 450 a m. 4000 circa. Le bombarde sono raggruppate in batterie. V. - Lanciafiamme. I lanciafiamme sono ordigni che oonsentono di lanciare- . getti cli li.q uidi infiammabili contro le truppe; sia nella di{'ensi va., opportunamente installruti in posti di particolare· importanza, per arrestare l'impeto dell'attàccante giunto a breve distanza e particolarmente interdire il movimen.t o nei punti di ~ùbligato passaggip; sia nell~ offensiva, specialniente per snid°àre uomini appostati in ·trincee:. caverne, ricovel'i e contro ,nidi di mitragliatrici.. Sono costituiti da recipienti di metallo, contenenti tln liqi1ido, sotto pressi one, e che lan ciato nell'aria si infiamma. Si distinguono, a seconda del peso e capacità, in apparecchi da posizione e in apparecchi -pattatili. Da gittata varia da 15 a 20 metri per quelli portatili, da 20 a 70 circar per gli altri. . Inoltre, possono essere sistemati ' su appositi carri armati lanciafiamme i qua:li trasportano a rimorchio il reci-:piente conitenente il liquido.

]31 -

CAPITOLO l V.

DESCltlZIONE SOMMARIA DEI CARRI ARMATI • CENNO SULLE AUTOBLINDE · 1'IEZZI DI DIFÉSA ' CONTRO I MEZZI CORAZZATI.

I. - I carri armati. Generalità. -

Il carro armato è potente mezzo ausi-

liario della fanteria e dei celeri, ed elemento fondamentale delle grandi unità. corazzate. . Corazzato ed armato è capace di spostarsi e manovrare a.ncbe in terreno notevolmente accidentato: agisce con l'urto materiale della sua m~ssa e col fuoco deùe sué armi. II peso dei carri è stato preso quale base per la loro clas~ificazione in tte categorie: .c arri L: peso inferiore alle 8 tonnellate; carri M: peso tra le 8 e le 15 tonnellate; carri, P: peso oltre le 15 tonnellate.

A)

CAJtRI L.

CARRO L. 33 e 35 (v. fìg. 1, .tav. XXV) (1). Caratteristiche tecniche sommarie:

Lunghezza . . . . . 1 • • • m. Larghezza . . . . . . . . » .Altezza minima fondo scafo da terra » Peso del carro a. carico completo . . kg. (1)

a consumazione.

'

3.15 1.50 0.23 3.50<',.

,,


-

133 -

132 -

Velocità massima. su stra.da ordinaria » ,, in terreno vario . P ehdenza massima superabile . . . Altezza scalino superabile . . Trincea sorpassa.bile (larghezza massima). . . . . . . . . . . Profondità m assima di guado

km/ora 42 »

gradi m. » »

li>

40 0.60

1.45 0.65-0.70

Il carro è costituito dalle seguenti parti principali: scafo - armam'ento - motore - organi di trasmissione, ài locomozione e di comando. Scafo. - È formato da lamiere di acciaio· rigidamente connesse in modo da costituire un complesso indeformabile. La corazzatura assicura. un'efficace protezione dai proiettili comuni e perfoTanti di fucile e di mitragliatrice, dalle schegge di granata e dalle pallette delle artiglierie di piccolo calibro. Presenta due fiancate laterali, una parete anteriqre, una posteriore ed una superiore, un fondo ed una t orretta. D ue lamiere paratie suddividono l'interno dello scafo in tre camere che, procedendo dall'avanti all'indietro, assumono nomi di: camera di combattimento; del motore; degli organi di raffreddamento. Nella prima trovano posto: l'equipaggio, composto di due persone (capo carro e pilota), l'armamento, gli organi' di trasmissione e di comando e il serbatoio del carburante; nella seconda, il motore e, nella terza, il radiatore. La t orretta comprende diverse 'lamiere: in una delle anteriori · è praticato l'alloggiamento di una casa.matta per le armi e in un'altra un'apertura, 'chiusa da sportello, per la visuale in avanti del pi1ota; la superiore presenta due aperture - per l'entrata e l'uscita dell'equipaggio - chiudibili con appositi sportelli; in quella posteriore sono pure praticate due aperture, con sportelli, per la visuale poste-

riore. I più recenti carri sono p rovvisti anche di ferit oie per la visuale laterale. Armamento. - È . costituito da; due mitragliatrici Fiat ca.I. 8, abbinate, oppure di una mitragliatrice Fiat cal. 8 ed un lanciafiamme ( Oarro lf. fig. 2, tav. XXV) sistemate in casamatta mobile, a mezzo di un supporto con culla e perno di ritegno. Vengono caricate e manovrate dall'interno. L'installazione consente alle armi un settore orizzontale di tiro di 40° (20° a destra e 20° a sinistra); un tiro di 200 in depressione e di 20° in elevazione, rispetto al carro orizzontale. Motore. - È a quattro cilindri verticali, monoblocco, a quattro tempi e sviluppa a regime normale una potenza di 43 HP. che viene trasmessa. a. due r~ote motrici. È messo in mot o a mano, mediante manovella, sia dall'esterno che dall'interno del ca.rro. Organi di trasmissione. - Sono: albero di trnsmissione, frizione, cambio-riduttore, meccanismo di sterzo. L'albero di trasmissione collega l'albero di presa della . potenza (albero del motore) con la. frizione (a secco, a dischi multipli) e trasmette ~ moto al cambio-riduttore e quindi a.I meccanismo di sterzo. Il cambio-riduttore può fornire quattro velocità per la marcia in avanti ed una per la marcia indietro e, attraverso il riduttore, una seconda serie di velocità ridotte (quattro per la marcia in avanti ed una per la marcia indietro ). Organi di locomozione. - Oomprendono: ruote motrici, ruote di rinvio, cingoli, longarine reggi cingolo, rulli ausiliari, carrelli con rulli portanti. Le ruote motrici, di acciaio, sono situate nella parte anteriore del carro, una per fiancata. Ogni ruota è costituita da un disco dentato (15 denti) su cui ingrana uno dei cingoli. Le ruote di rinvio sono di bronzo, situate nella parte posteriore . del carro (una per :fiancata); esse girano in follé

··"


-

134

su cii' un perno e sono collegate coi rulli ausiliari. .L'azione ·. di un manièotto permette .di variare la po.s.izione del perno della . ruota di rinvio e quindi di aumentare o diminuire la tensione· del cingolo. I cingoli, in numero di due, uno per fiancata, sono composti. ciascuno di 72 _maglie p rincipali e 72.ausiliarie, di acciaio stampato, collegate dà perni e piastrine. Ogni maglia.principale presenta u:o.a finestra - n~lla <:J.uale penetran0 i denti della rùota motrice """ e due alette che servono di guida ai rulli portanti e ad impedire lo scingola.mento. Ciascuna maglia principale inoltre è munita di due nervature per l'aggrap71>amento del èingolo al te1'reno e, latéralmente, di tre appendici forate per il passaggio del perno d'unione. Le triaglie · ausiliarie son.o sprovviste delle nervature esterne e della :finestra. Le longarine reggi cingoio, di legno di ac?,cia, a sezione trape~oidale e destinate a sostenere superiormente il cingolo · sono pure in numero di due e disposte alle fianc~te del èarro. I carrelli portanti costituiscono, unitamente a delle molle balestre, la sospensione del carro e sono due per fiancata, collegati da longher0ni · rig1damente connessi ai fianchi del carro. Ogni carrello è munito di tre rulli, gommati, portanti. I çarrelli ripartiscono in modo sufficientemente unilorme iJ peso del carro sui rulli portanti; permettono inoltre la. sospensione elast~ca dello scafo e c~nsentono al cingolo di adattarsi alle ineguaglianze del terr.e no. Organi di comando. - I principali sono:' ,çlue leve di comando o di direzione. Situate interna-. mente allo scafo, a destra. ed a sinistra del pilota, comandano · ciascuna due ceppi di bloccaggio del meccanismo di sterzo; un pedale del fren,o che intensi.fica l'azione di b,loc. c~ggio dei ceppi ; un pedale e leve di comando della frizione. .,, Leve, pedali e ceppi, agenti sotto l'azio.ne del pilota con· · s'ent0no la marcia rettilinea, la rotazionf J. destra ed a sinistra e l'arresto del carro. · }

_, 135

La rotazione del carro è· ottenuta rallentando od :;i,rrè,.stando _il moto di uno dei cingoli mediante l'azione ·di una ,delle leve di comand·o o di direzi.oiie (il carro ruot'a · dalla ·parte dalla quale è avvenuto il frenaggio o il blo'CCaggio .del 'Cingolo); l'arresto è ottenuto in seguito al bloccaggio ~imultaneo dei due·. cingoli'. Equipaggio: l capocarro· e 1 pilota:

Carro L. 21 e 30' (ved·. ffg. 3, tav. XXV) (l) ,' - Oarq,tteristiohe tecniche sommarie: •

Lunghezza senza coda. m. 3,73 Lunghezza con coda . ... ' » 4,29 1 Larghezza , 1,67 · Altezza minima fondo scafo da , )) terra ' . .. . . . .. 0.35 Larghezza cingolo. . 0,2-8 Peso del carro a carico completo. kg. 5.900. VeloGità massima km/ora 20-21 » » in terreno vario » 10 Pendenza massima superabile gradi 41 Trincea sorpassabil~ (larghezz.a n;tassima) . : . .. . m. 1,50 Altezza scalino superabile » 0,60, Profondità · massima di · guado » 0,90 ))

(

l)

,

.Il carro è costituito dalle seguenti parti principali: sQafo, 4-0rr.etta, armamento, coda, motore, organi di tra,smi,s sione, di Jocomozìone e di comanclo. · Scafo. - Di ·lamiere di acciaio rigidament~ conn~sse, iorma un tutto indeformabile capl:l,ce' di assicurare una protezione dalle offese esterne ed u1;1a ·buona tènuta ,'a ll'acqua •durante i g11adi. ·---....

____ (1)

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a nonsuniazioue,

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r .


-136 -

/

I'

È formato da: due fianchi, testata anteriore, testata posteriore, garitta, sportello, soffitto, lanternino o cofano, fondo. Internamente è diviso in due camere: una (anteriore) detta cabina dèl personale e l'altm (posteriore) detta cabina delle macchine. Lo spor tello (anteriore) permette la vista del terreno al pilota e costituisce uscita di sicurezza; si può fissare variamente nella posfaione di aperto. A sportello chiuso la visibili,tà è consentita da tre feritoi~, una centrale e due laterali,, munite di otturatori scorrevoli. Il lanternino-cofano, che completa il soffitto dello scafo, è composto di lamiere, fisse e mobili per l'ispezione al motore. Il fondo della cabina del personale è provvisto di pavimento a elementi mobili che isola le trasmissioni di comando. del carro, comprese tra il pavimento e il fondo dello. scafo. · Torretta. - .Anch!essa di lamiere, poggia sul soffitto ed' è composta dalla parete con sportelli, dal tetto, dal fortino· con anello (girevole per 360°) e dal cappello del fortino. Essa è· montata mediante una ralla a sfere che ne agevola la rotazione. Se armata di mitragliatrici, la torretta è folle e la sua rotazione può essere frena,ta od arrestata mediante un freno a . :vite; se armata di cannone, la, rotazione ò comandata dal volantino di direzione dell'arma. Può però diventare folle previo. svincol'o del meccanismo dal volantino predetto. _ Gli sportelli della torretta sono muniti di feritoie con otturatore: ed altre tre feritoie, praticate nell'anello del' fortino,. permettono al capocarro la vista all'esterno e l'osservazione, del tiro. Il cappello del fortino porta nel culmine una feritoia con otturatore per l'impiego dei mezzi fii segnalazione e di avvistamento. i Armamento. - È costituito da due mitragliatrici Fiat 35,. cal. 8 abbinate. L 'installazione delle armi trova posto nella. torretta, il munizionamento nella cabina del personale.

-

137 -

La sistemazione delle mitragliatrici, indipendentemente dal brandeggio della torretta (360°), consente un settore di tiro orizzontale :di 48° ed uno verticale che va da - 26° a+ 170 semp~e rispetto al carro orizzontale. Coda. - Comprende, la suola e la gabbia ed è collegata alla testata posteriore con chiavistelli; può perciò essere distaccata prontamente e facilmente. Motore. - Monoblocco a qua.ttro cilindri verticali riunitì in gruppi di due. Sviluppa a regime normale una potenza di 60 cavalli. È messo in moto a mano sia dall'esterno che dall'interno del carro. Orgami di trasmissione. Comprendono: frizione, ca,m·bio di velocità, differenziale, riduttori di velocità. La frizione è del tipo a umido, con dischi multipli; il cambio di velocità è a pi;esa di:retta con tre-marce avanti e retromarcia. Orga;ni - di locomozione. - Sono: ruote motrici, , ruote tenditrici, longheroni, longherine, cingoli, carrelli con rulli. Le ruote motrici so.no situate nella parte posteriore del car!o, una per fia11;cata; sono provviste di denti sui quali ingranano i cingoli. Quelle 'tenditrici poste a.nteriorrnente (una per fiancata), girano in folle su di un asse spostabile per la registrazione della tensione dei cingoli. I longheroni fissati sotto e lungo i fianchi dello scafo, portano ciascuno due molle a balestra, ognuna delle quali è munita di due carrelli con due rulli ciascuno. I rulli hanno uno speciale profilo - a maschio l'uno, a femmina' l'altro - che limitano il più possibile la fuoriuscita del cingolo. Le longherine (una per :fiancata) portano .cinque rulli ciascuna e sostengono i cingoli conferendo ad essi la nece~earia elasticità in armonia al funzionamento delle sospensioni. • I cingoli, uno per ogni fianco, sono costituiti, ciascuno,. da 52 elementi, formanti una rotaia continua sulla quale scorrono i rulli. Ogni elemento presenta una suola con dueflange d'acciaio t erminanti ad una estr_e mftà con uno snodo


-138 -

-maschio ed all'altra con uno femmina per l'unione degli ele.m enti tra di loro. Organi di comwiào. - Sono costituiti da: due leve di dire:zione (ai lati del pilota) che azionano due potenti freni; leve .a pedale dell'accelerat,ore, del freno e della frizione (rispettivamente a d estra, al centro ed a sinistra dell'albero dei pedali postq sul fondo anteriore dello _scafo); leva del_cambio (a de.stra del pilota; leva, a mano dell'acceleratore (applicata alla pareto destra dello scafo). Gli organi cli comando age:q.ti sotto l'azione del pilota consentono la marcia rettilinea, la rotazione a destra ed a sinistra e l'arresto del carro. · La rotazione del carro è ottenuta rallentando od arrestando il moto di u no dei due cingoli mediante Pazione di una delle leve di direzione (il carro ruota dalla pa,rte dalla quale è avvenuto il frenaggio od il bloccaggio del cingolo); l'arresto si ottiene agendo simultaneamentè sui due freni mediante il pedale. Il carro è inoltre provvisto di ganci e catene di traino e di una ·pompa di prosciugamento per l'eliminazione dell'acqua -che eventualmente si infi1trasse nel carro durante i guadi. Il carro è trasportato per via ordina.ria su di un apposito carrello trainato da un autocarro.

Carro L. 40 (v. fig. 1, tav. XXVI). Oaratteristiche tecniche sommarie: Lungh ezza . . . . . . . . . . . m . 3,78 La,rghezza. . . . . . . . . . . . . 1,96 Altezza, minima del fondo dello scafo da terra . . . . . . . . . . . 0.35 Peso del carro a carico completo . Kg. 6.500 circa. Velocità massima su strada . . . Km. 35 e Velocità massima in terreno vario. 15 , Pendenza. massima, superabile. gradi 400 .Altezza scalino superabile: . . m. . 0,90 'Trincea supera,bile . . . . . . 1,30 Profondità massirnn, di gua~o. 0,90 ))

))

))

-

139 - -

Scafo. - È costituito da lamiere di acciaio speciale che ne formano la corazzatura indeformabile resistente agli :eforzi e agli urti più violenti. Il loro spessore assicura la. massima· protezione alle parti maggiormente esposte al tiro . All'interno lo scafo è diviso in due parti: una camera motore ed una camera di combattimento e guida. Motore. - È a carburazione del t-ipo già adottato sullo Spa 38 R. «dovunque» 35, trattore L. 37, ma a _regime maseim.o più elevato. A vviamento: elettrico integrato da quello meccanico interno e da quello a mano. . · Trasrnissione: organi . identici a quelli dell'L. 3- 33 e 35., ma migliorati con qualche modifica. M eccanismo di sterzo: quello dell'L. 3-33 e 35 migHorato meccanicamente in modo da ridurre l'ingombro eliminando fe due coppie di ingranaggio sempre in presa. Cabina di combattimento: in essa sono contenuti tutti gli -organi ,di comando del carro, l'a1'mamento e ·1e munizioni -e l'equipaggio (pilota e capoca.rro). Gli accessi alla due: uno ricavato nella flan' cabina sono . cata destra, l'altro nel ciclo della torretta. Sportelli: Ìa chiusura è e:fie~tuata mediante leve mano-vrabili sia dall'interno, sia dall'esterno. · · Propitlsione: sistema migliorato rispetto a quelli g1a m uso: rende la marcia del carro molto elastica e tale da evitare, anche nei terreni notevolmente accidenth.ti, lo scingoIamento. Rulli a grande diametro e accoppiati. Ruota. motrice . a doppia dentatura. Il cingolo è a maglia corta e con un solo perno · di guida. Questo sistema consente al carro di aliro.µt-are gli ostacoli ~ velocità relativa.mente elevata. Torretta: può ruotare di 360° e la manovra si effettua. mediante rotazione di un rocchetto che ingrana in una .corona dentata fissata al bordo inféripre della torretta..

\


140 -141 -

Mezzi di visibilità:

uno sportello ,con fessura per la guida del carro· un collimatore per il puntamento; ' un periscopio per l'osservazfone; un iposcopio per la guida del carro (da applicare allo sportello del pilota). ' À.rmamento (in torretta girevole): 1 mitragliatrice Breda 38 cal. 8 abbinata ad un cannone J:?itragliera da mm. 20. · Settori di tiro della :p:iitragliatrice: orizzontale: 360o; verticale: + 25° - 150, Settore orizzontale di tiro del cannone: 3600.

Profandità massima di guado . . . m. Velocità massima su strada . . . Km/ora Velocità massima in terreno vario. Km. Autonomia su strada Autonoµria su terreno vario ore

1,00 circa 30 » 13 200 • 10

\

Carro armato L. 40 lf. (lanciafia:111me). .

-

Identico al precedente. Differisce soler nell'arm~m.ento In quanto ha una mitragliatrice Breda 38, cd un lanciafiamme deJla capacità di litri 200 di liquido infirtmmabile.

.

I

Munizionamento: proietti per -cannone: n. 85 ·. cartu,cce per mitragliatrice: n. 3000' (contenute in n. 125 caricatori di 24 cartucce ognuno).

B) CARRI llf.

Ca.rro ì\'I. 40 (fig. 2, tav. XXVI). Caratteristiche tecniche sommarie: Lunghezza . . . · . , . . . . : . . m. Larghezza. . . . . . . . . . . . Altezza, coplpresa la torretta . ·. . ' Altezza minima fondo scafo da terra . . . . . . . . . _- . . Carreggiata . . . . . . . : . . . >> Peso del carro a carico completo . Kg. Pendenza massima superabile · a pieno carico . . . gradi Scalino superabile . m. Trincea superabile . i> ))

/

Armamento: 1 mitragliatrice Breda 38 cal. 8 abbinata ad 1 cannone da 47/32 in torretta girevole; . ' . 2 mitragliatrici Breda 38 caL 8 abbinate in_ casamatta; 1 mitragliatrice Breda 38 ca.I. 8 di riserva e per tiro contraer<'o. Settore di-tiro delle mitragliatrici: orizzontale: 30°; · verticale: + 200 - 1 oo. Settore di tiro del cannone: o:r:izzontal'e: 360°; verticale: .-+ 25° - 15°.

))

4,91 . 2,23 2,37

,

0,41 2,'15

13.500 40

0,80 2,10

circa ,

Equipaggio: · · 1 capocarro; .1 pilota; i tiratore marconista; 1 porgitore.

Scafo. - B costituito da lamiere di acciaio. speciale (costituenti la corazzatura) rigi<lnmcnte cotlegaJe a1l'interno da una robusta intelaiatm·a ,c,U: .profilati e rinforzate da tr·averse; così da ottenere una cnssa im.pcrmeaùile e resistente agli sforzi ed agli ur·ti pil\ vio'.cnti. Nella parte inferiore lo scafo è a tenuta stagna.


.

-142 :--

-

Le· laniiei·e costituenti la -corazzatura hanuo ,spessorii diversi e sono, distribuite in mo'dò da assicumi.re .la: massima. protezione alle parti maggiormente esposte al tiro. All'interno lo scafo è diviso in due parti da UI!-a pa1:atiai verticale così da formare una camera motore nella parteposteriore, ed una ·camera di combattimento in quella an- · , . ,. · ' teriore. La camera motore contiene, oltre· al ·motore ·<:on ventilatori ~· radiatori, i due serbatoi del gasoUo e le batterie· di accumulatori. La camera di c0mbattimento éomprende la parte centr~e e la parte anteriore dello scafo. In essa sono contenuti. tutti ·gli 01·gani di .guidà del cai:ro e quelli della trasmissione. · ·

/

.

:.. ~ell~ . came~·a dL combattimento trovano po~t~: l~equipaggH~! 1 cofani e gli scaffali per le munizion'i, la stazioneradiofonica e l'abbin~mento . di m;itragÙatrici in· casamatta cò.n il relativo . cannoccl.J.iale collimatore. Il tetto della camera di ~ombattimento -pì·esenta una~ grande apertura circolare. sulla quale è sistemata la torr~tta ed. una apertura rettangolare per il pa$saggio 'del-· 1'1poscop10. . · La t orretta è m0ntata sullo -scafo median,t e una· crema-gliera che le permette la~rotazion~ intorno ai proprio assedi 360'>. Il b~andeg~i.o della torretta può avvenire a mai:J.ò (a ~ez~o _d1 apposito volantino) o medi.ante l'apparecchio oleo-_dmam1co « Calzoni», .costituito da una pompa, un servomo~ore ed un di'.stributore. La pompa è azionata · da ·u:r;_ aiberino c-oJlegato all'albero. della trasmissione. · · . .. Nell~ t?rretta è_sistemato il c·a nnone da 47/3.2, ~nw · m1tragh~tr1ce, un. alzo a cannocchiale, due èannocch'iali: pa~or~anuci._.S ul cielo della torretta trovasi un supporto perla mstaUa~101:1e di una nìifr~glitarice J;)er tiro a. ·

c.

143

I

Accessi: uno sul fianco sinistre dello scafo per il mitra. gliei:e ed · il · pilota;_uno in torretta per il porgitore ~- il capocarro. Il portello di sinistra può essere te~~to parzial-.. 'mente apert o a mezzo· ·di un puntello; quello m t9rr1 ~a:. · diviso in due, 1rnò essére mantenuto aperto per .mezzo di. due puntem. . '. Portelli d1ispez10n.e_: due &nlla camera del motore e q-ue· in corrispondenza dei freni. ·, '· · ·) . · I du~ po,rtelli del cofano :inotore sonò fissati a~ ~ma cerniera cèntrale. La loro chi usùra dall'esterno ;viene effettuata _a mezzo. d( clt1e perni con dado a galletto; dall'interno· , a mezzo di apposita chiusura ·d i sicurezza. '. · . .I due portelli .anteriori :ver l'isp.ezi?~~ dei freni sono" apribili soltanto dall'interno del carro, a· mezzo òJ un ~ongegno comandato a mai:o dal pilota. Detto cong~gno .con-· sente di . mantenere i portelli pai·zialmente aperti durante· la marcia per il raffreddamento dei freni: . ., Rori di ·scarico. - Sul fondo dello scafo esistono: ,.,' . . quattro di scarico - sul lato destro '_ per fuorus6ita dell'acqua, olio e gasolio eventualmente accumu· latisi nello scafo del carro; quattro . forv per lo scarico dell'ac.qua dei radiatori,.. dell'olio del cambio, dell'olio clel motore e dell'olio del ponte,.. praticati in corrispondenza dei rispettivi tubi di scarico1;.. . u~ foro per lo scarico del g~solio del serbatoio principale situato·sul lato sinistno dello scafo in corrispondenza. 1 del serbato-io stesso. . . . • Tutti i fori sono chiusi 'da tappi ·filett~ti avvi_tati da,1-·· l'esteimo dello scaj o. ,. . Mezzi, di visibilità dalllintm·no dçl .carro. - Per ·Ja.. guida, iÌ pilota ·dispone di una :finesti'a rettangolare ·ri'ca-:.. .. v.ata nella latuiera frontale · della camera di comùattin~entor con un porteiUno incernierato all'esterùo e manovrabile~ con una leva dall'intern·o . .

.

fori.

I

la.

'


-

l45 -

'

-144 -

. Il . portellino può assumere una posizione di massima .apertura - rimanendo quasi o,rizzontale '_ è 't utte le altre posizioni intermedie fino alla completa ·chiusura. Con · portelli.no chiuso è possibile la visibilità · diretta .attraverso una feri_toia longitudinale, praticata in esso ·. .chi~dibile dall'in_terno medi.ante una ;piastra fissata al po/ tellu.10 ·e · manovrata con apposito perno. · Gli ·qc~hi del piJota sono protetti da eventuali scheggie <la un _cr~stallo contenuto in una scatola applicata alla piastra e :(acilmente smontabile. · . . Oltre ana visibilità diretta · il pilota ha .a . sua disposi.z10ne, per la guida, un mezzo di visibilità indiretta costi. tui_to da un iposcopio.' Questo apparecchio, che consente Ja ,<;ondotta del sarro quando sia necessario tenere chiuso il portellino di guida durante il combattimento, è essenzial-ll1~nte: c9111po~to· ~la due prismi, di cui un~ supériore· --,-0?ietti~o-- sporgente dal tetto dello scafo, ed uno· infer10re - oculare - ·sistemato nell'interno all'altezza deo'li -0cchi del pilota. · h

. ·, Per_ la vis_iùili~à _po,steriore e laterale, il ·capocarro ed 11 ~-org1tore dispongono di feritoie circolari praticate sullo '/3C'alo ( d.ue sulla piastra anteriore, una sulla fiancata destra · ,e~ una s~1llo. sportello di acc~sso del pilota) chiudibili da . · piastre g1revoJ1 manovrate dall'interno. ' ' ·. . Queste feritoie sono tali da permettere, oltre la visibil~tà, anclie il passaggio di canne di armi portatiH per la <lifesq vicina dnll'intemo del carro. · . J,a_v~sibiJità ,indjr_ett~ da parte del capocarro e d~l porgitore_ è esercitata· per mezzo di cannocchiali panoramici. ~l!esb ~Pparecch~ permettono la visione per 3G0°; sono .sistemati. 111 tbrretta, attraverso un colleg-qmento elastico d1e attutisce le vibrazioni e -gli urti durante la marcia. La p~rte ~l;l_Per-ior~ <li og,1i cannocchiale.è protetta dà un riparo di acc1a10 speeiale, dal quale esce il solo obiettivo; .

,Motore. --:- Del tipo Diesel veloce, ar quattro tempi, . a -gasoHo - 8 cilindri in blo-cco quattro p_er parte ,dispos_ti a 900, posizione a V.

·J\lesaggio -Oorsa Ciliri<,ntta totale ' } senza ventilatore Pote)1ia · i con >> ]{apporto compressione t

.

.

mm.

108

.152 3 11.140 ,cm. cv. 125 . cv.. 10~ 1 :17,6 »

. I

, Tale tipo di. motore differisce · fondamentalmente dal · mormale motore a scopp~o in quanto l'alimentazione e -l'accensione si svolgono in modo del tutto ~tfferente. Un altro -punto di questa differenza è dato dal moido cli svolgersi del -ciclo e,dal regime di pressione che si raggiunge nel funzio' cli. t-ale motore. , name:p.to . 1 Pe,,r· l'alimentazione, a difforpnza di .quanto avviene nei <normali .~10tori a · scoppio, ne~ motori ad iniezione no.n vi -ù il carburante che è ·destinato a preparare la miscela, di :.aria e benzina . fuori del cilindro'. · · · . In questo mot ore· Fa.s pirazione del cpindro, :iyvi~ne ,direttamente da.1l'~tmosfer a; · soltanto. si inserisce, all'estre,mitù. del cònilotto di aspiraztone, un filtro des tinato a trat:tenere le ev.entuali impurità e la polvere 0011tenuta nel"l'aria.· Alla fln~ dell'aspirazione viene introdotta nel cilin--Oro s<;>lta,ntt} aria sulla quale poi, nella corsa di salita dello :.stantu.ff.o, si esercita la normale pressione. L'introduzione del comhus tibi.le nel cilindro avviene ,soltanto verso la :fine del periodo di compressione, con · un certo anticipo rispetto al punto morto. superiore, anticipo sul.quale si può agire mediant.e la r egolazione degli oi·gani -del motore. Il combustibile per l'iniezione nei cilindri è fornito da :apposi~ pom_p ette ·çli iniezione, una: .per cilind·ro, raggrn_pAvmi tiro e molsriali 11ari -

'

.:.

10

I


-

pate in un solo complesso meccanico, comandato con op.Portuna trasmissione dal motore. Dalla pompa, per mezzo della quale è portato ad alta. pressione, il combustibile viene condotto. mediante tubazione di acciaio ad uno speciale organo, detto iniettore, che lo deve in.trodurre nella camera di combustione polverizzandolo minutamente, mettendolo cioè ,nelle coodizioni più adatte allo svolgimentò regolare e rapid'o, della combustione. L'accensione del combùstibile iniettato, avviene automaticamente (esclusione fatta per il primo avviamento a motore freddo che è facilitato dalle candele con filamento ad incandescenza; al~mentate da una corrente di 2 Volta) poichè l'aria aspirata è, durante la fase di compressione, portata ad alttssima pressione con contemporaneo forte innalzamento di temperatura. In tal modo, allorquando si inizia l'iniezione, il getto del combustibile ridotto in finissime goccioliné può, per effetto della g·rande pressione eon cui è spinto fu9ri dall'ugello iniettore, penetrare nell'arip, compressa che occupa la camera di combustione e, .pe:ri l'effetto combinato dell'alta temperatura di quest~aria .~· del forte attrito che il éombustibile in:e ontra a diffondersi ·in essa, si accende parzialmente in modo rapidissilno. . L'accensione di questa parte di combustibile iniettato ha •luogo con tali caratteristiche di rapidità da 'potersi più propriamente chiamare una vera esplosione parziale; - la forte elevazione di temperatura che essa provoca nella camera di combustione ed il vivace rimesc-0,lamento delÌa quan. tità. di aria,. ancora non interessata alla combustione' favoriscono l'accensione délla restante parte del combustibile che intanto continua ad affluire dall',i niettore dentro Ja camera di combustione. Dopo di che ha luogo la normale fase di scoppio . e -quindi quella di scarico, conclusiva .del ciclo di funzio -

H7

namen to, che s( rinnova per intero ad ogni due giri dell'al. bero a gomiti, come in tutti i normali motori a scoppio a quattro tempi. . Per impedire che il motore possa salire a regimi superiori a quelli prescritti per il suo normale funzionamento è pure <..lisposto un apposito regolatore del tipo a masse centrifughe, il quale agis<!e mediante un opportuno sistema di leve, sulla tiranteria di comando dell'asta di rei:?;olazion:e del gruppo po~npe, indipendentemente dal comando dell'accele1·atore. A.vvia.mento del motore :

l" - A. mcvno) sia clalFinterno che clall!esterno del carl'o1 a mezzo di un avviato,r e ad inerzia azionato ' da manovella e pro,;v~sto di bottone d'innesto. 2° - Elettrico) mediante due motorini di avviamento che agiscono su una ruota den.t ata applicata al v.o1ano. Lubrificcizione. - La ·circolazione dell'olio avviene per mezzo di tre pompe, . riunite in un sol corpo, di cui à.ue di ricupero. ed u·:ha di mandata. Le pompe di ricupero richiamano l'olio dai due pozzetti ricavati nella coppa mo,tore e lo invia·no al.la sottoçoppa. · La pompa di mandata richiama l'olio dalla sotto.coppa ( che funziona da serbatoio), lo convoglia al filtro e di qui aj perni di banco. Allo scopo cli diminuire la portata della pompa e provvedn·e al raffreddamento dell'olio in circolazione, ~ stata ridotta la lunghezza ct·eg1i ingranaggi conduttori ed inoltre è stato applicato, per il raffreddamento, un radiatore mu~ nHo di un elettroventilatore. Raffredda;mento. - È a circolazione d'acqµa forzata mediante poinpa ce11trifuga. La pompa è comandata da una doppia catenà e da un pignone inserito sull'albero motore. '

'


-

-

148

' Il raffreddamento dell'acqua è otten'u to a · mezzo di ventilatori che soffiano l'a~·ia a.ttravei·so :i due radiatori. · · Filtri dell'aria. - Sono qtiattro, applicati a:1 motore ,d ue per ciascun lat o; sono costituiti da un avvolgimento ,d i reticella metallica nel cui interno viene ~llogato un filtro di speciale tessuto,. Hanno il compito di filtrare l'aria prima .che essa.penetri nei cilindri durante la fase ~i aspirazione. Organi della ·¾trasmissione. F1rizione. ....: Incorporata nel volano motore, è composta da: I•

una scatola porta comando frizione;

· ' un an,ello spingidisco ;

un disco condotto, investit o snll'a:~berino della frizi!)ne.; dodici molle. Il distacco della frizione, avviene a:zionançlo il pedale; ,questi, con appositi tiranti e leve, comanda il manicotto distacco frizione, che a sua volta fa allontanare lo spingi- ' ,disco comprimendo maggiormente le molle. · Tra.snii ssione. - L'albero di trasmissione serve a tra, ·s mettere il movimento dell'albero motore al gruppo cambio ..ed epiciclo sistemati nella parte anteriore del carro. L'albero è protetto da . un tubo e da cuffia di protezione ed è munito di giunti cardanici. . Cambio di velocità. ~ It cambio .è del tipo a blocchi scoÌ'revoli, con ingra_n aggi sempre in presa e presa diretta; tre alberi: primari 6, ~ussidiario, secondario ed un albe- · 1·ino della retromarcia. , ,Nèlla scatofa, sepa1:ato da una paret e, · trovasi il ridut.tor~ dt velocità, c~e ~onsen~e . di apportare una riduzione alle marce normali. Pertanto si hanno quattro marce normali e quattro r·idotte. Un'apposita leva serve ad inserire tale riduzione ed a collegar-e direttau{ente l'albero sec:ond~rio del oambio con ·il ponte, cioè' il gruppo tronco-conico .e l'epiciclo.

149

, Organi della dìrezione e . deHa frenatura. -;-- F an.~ o parte di un ·complesim epicicloidale il quale è congegnato m modo .

.

'

,

da consentire: . Ja ·trasmissione del moto alle ruote; la clil'&t,ione; . la frenatura. Per il comando della guida del carro sono sistemate sulla sinistra due leve di direzione, poste ai latì del pi~ota. Manovrando queste leve, attraverso un èomplesso1 di tiranti, albeÌ:i ed' altre le-ye di rinvio., sj.. provoca ~a frenatura dei cing,o,1i e conseguentemente la sterzatura del cari'·o che fa perno sul cingolo frenato. · Nella posizione normale, in avanti, delle leve di direzione i due :freni di reazione so.no tenuti chiusi dalle risp~ttive ;nolle mentre i freni di sterzo sono aperti e quindi il moto può trasmettersi liberamente ad ambedue le ,ruote motrici. , I Tirando invece una delle due leve di direzione,. s.i annulla gradualmente l'azione della fuolla sul , freno di reazione, e si pi-o~oca contenip~l'aneamente la ·graduale chiusura del relativo freno. di sterzo. Di conseguenza H rispettivo dngolo diminuisce la sua velocità, e, se l'azione sulla leva è tale da bloccare il freno sJ.i sterzo, si ha l'axrMto dell cingolo. L'altro cingolo in.vece mantiene la sua velocità e su di esso va ad ao·ire tutta la pptenza del motore. F'reria·t1.wa del c:rro. rallentamen to e l'arresto del carro si ottengono agendo simultaneamente sulle due 1evé di direzione; per ·.avere una frenatura .più energica si ~reme contemporaneamente sul pedale del freno, il quale funziona perciò esclus~vamen_te in qualità. di int ensificatoi-e . dell'azione frenante. '

n

Organi di propulsione esterna e sospe11sioni. - Ruote motirfoi . ..,..... Sono poste ai lati dello scafo nella parte ante-

'


-

IEtO-

riore e ricevono il moto dai semiassi della trasmissione. E~se sono costituite da una ruot a con due flange alle quali sono fissati due anelli dentati per le trasmissioni del m-0to al cingolo. Alle flange interne delle ruote sono p ure :fissh.tc· le corone a dentatura interna che ingran ano con i pignoni che ricevono il moto dai semiassi e che sporgono dalle aperture ciroolari anteriori dello scafo. Oin90li. - Ciascun cingolo è costituito da 84 maglie uguali fra loro ed unite a cerniera mediante p~rni, il. cui sfilamento è impedito da nna parte da una battuta nel foro d ell'ultima cerniera e dall'altra da una pastiglia di arresto incastxata in una scanalatura delle maglie. Al centro ogni maglia porta · un'aletta. di guida e, . ai lati di. tale aletta, due fori rettangolari nei quali vanno ad introdursi i denti delle ruote motrici. R ,uote di 1-i,nvfo e gr·u,pp-i tendicingoli. - I due eingoli, che anteriormente si avvalgono sulle ruote motrici, appoggiano posteriormente su due ruote di rinvio, i cui perni sono portati da bracci tendicin,goli spostabili in senso ilongitudinale. Tale spostamento provo,ca l'aumento di tensione o l'allentamento <le] cingolo, poiehè la ruota di rinvio, su cui esso è avvolto, segue i movimenti del braccio. R1ulU di ·givida,. -'-- Ogni cingolo è guidato ed appoggi.a il s uo ramo super1ore sn tre rulli ·gommati, ruotanti su perni fissati ai fianchi dello scafo. Sospensione. - Carattel'istiche. - Il <'ano, attràverso i perni di quattro piastre inchiodate ai fianchi delio scafo, ,1ppoggia elasticamente su 'q ùattro canelli, due per lato. I carrelli, costituiti o~nuno da due ·coppie di rulli gom,, mati, sono dislocati sulle fiancate deUo scafo, in modo tale o da distdbuire uniformemente ii carico su ognuno di essi. Ogni Cal'rello è indipendente dagli a ltri ed ha la possibilità cli oscilJare attorno al perno della relativa piastra.

-151 -

Il sistema elastico formato da molle, leve e bilancieri ebe lo compongono, oltre ad assicurar~ la sosp~m~ione ,elastica del carro, permette al carrello d1 deformarsi ~osi da eonsentire al cingolo ·di adattarsi a qualunque a.s per1tà de~ terreno e di mantenersi costantemente a contatto con 1 rulli del carrello. Con ciò viene eliminata una delle cause principali dello scingolamento.

' Ga,rro 111. 41.' -

Il carro M. 41 differisce dall'M 40 per 1e seguenti principali caratteristiche : a) il motore è più potente (maggiorato) come risulta dalla seguente tabel~ina di confronto:

Alesaggio. ,Cilindrata totale "Potenza senza, ventilatore . )) con ventilàtore . Giri ma,ssimi del motore. · . Velocità massima .

m m. cm. a

cv.

cv. .,

'.

km.

lL 40

M:. 41

108 11140 125 105 1800 31,800

112 ll980 145 125 1900 35,500

b) l'olio è r icuperato attraverso iln piccolo radiat ore

posto nella cabina cli combattimento nella camera del pilota ·e, raffreddat o da un venti1atore, r icade nella sotto-coppa; e) l'impia~to elettrico è mu nito di un tappo - interruttore generale delÌ'impianto - che, quando è avvitat o permette l'isolamento completo dell'impianto stesso; d). mediante apposita sistemaziooe del foro di scat·ico, accessibilè dalla camera di c.o mbattimento, è' facilitata l'operazione di spurgo dell'acqua, olio e gasolio accumulatisi nello scafo del carro.

I


-152 -

-

;. 1 mitragliere marconista (capocarro ); 1 mitragliere. 1 R,a.d-io: l'autoblinda è fornita di una. stazione radio

II. - Le autoblinde.

'

. ~on~ automoùiJi blindate, armate di mHr <>'I"· t,. . m1 tragl1at:rici e cannoni dotate cli ,,. d ao ~~ uc-1 o d1 sn st1·ada. ' i:,ran e moùilità specie-

R.F.

N <> f n ostro esercito è in servizio:

È del tipo a telaio rigido, a sospensione indipendente ed

Oaratterisliche ~eoniche somm([!ri<> :

a m. 1> ))

T.

5,25 1,95,

2,30 6,5

Protezione: perimetrale ... . mm. 8,5 fondo e cielo .... Velocità (nei due sensi . c~n· d. . .. . : . . '. 6 . . ' oppia gmda ed inversore)Co n pneumat1c1 · con gommatura a· ·. · · · Kmh. 72 . 1 sicurezza diametro cli volta » 50 autonomia . . . m. 11,60 circa Km. 300 Prestazioni: velocità fuori strada circa Kmb. 20 guado . . : . . . . m. 0,70Armamento: 1 eannone miti-a da 20 mm . . l init1:agHatrice Brecht 38 'c, 1 8 . t vole . l 1. • • 1 1 a · ' lll orretta gire' d )ulna .a a can none mitra da 20. J niitrag·lintrice Bred·ct 38 cal

poppa).

Equipaggio: 2 piloti;

'

·

3 M. Descrizione dell'autoblinda. _

Fau,t oblvnda 41 (vecl. -tav. :X"XVI ).

Lunghez~a. . Larghezza . Altezza . . Peso . . . .

153 -

8 lll. .ca/Samatta

(in

4

ruote motrici e direttrici.

È provvista di guida ne"i due sensi, anteriore e posteriore_ Il motore è sistemato n ella parte· posteriore del telaio e t rasmette il moto attraverso la frizione, l'inversore ed il cambio, ad un gruppo differenziale centrale, dal quale partono 4-

·aiberi che trasmettono il movimento aDe quattro .ruote. a) Motore: è del tipo a carbu razione con 6 cilindri in linea; cilindrata totale: 5.000 eme. . Sviluppa una potenza, a regime massimo di 2700 giri, di circa·100 CV senza, ventilatore e di circa 80 QV con ventilatore. Avviamento: elettrico con batteria · d 'accumulatori · da 12 volta. Capa,cità t otale dei .serbatoi: 143 litri (118 quello princi- . pale, 25 quello di riserva). b) Organi ài trasmissione: Friz'ione: del tipo monodisco, incorporata nel v olano del motore. · · Cambio di velocità: è ·del tipo ad a,lberi scanailati; ·realizza sei rapporti v elocità per l_a marcia avanti e quattro per la marcia indietro. I nversione ài moto: è sistemata posteriormente al cambi<:> ' di velocit à. ed è comandata dR- due lev e a disposizione dei.... due piloti. (hwppo difterenziale: è sistemato nella par te centrale del telaio. Da esso ·partono quattro alberi che tr.asmettono il movimento alle quattro ruot e. '

ai


-

154 -

.

. c) Sospensione: è del tipo a ruote indipendenti. Le molle di reazione sono a spirale. d) Gommatura: dl:le tipi: pneumatica e di sicurezza. e) Dispositivi di aderenza: sono previste catene di açtè. renza a conchiglia. f) Sistema di ·illuminazione: è costituito da due fari ante. riori e da due fari posteriori allogati in speciali nicchie corazzate e protette anteriormente da una falsa griglia., che ·deve essere apel!ta durante il funzion~mento dei fari. · g) Dotazioni varie: sono -applicati i normali attrezzi da zappatore e un cavo rimorchio. . h) Freni: quello a pedale è del tipo meccanico ·con trasmissione idraulica e agi~ce su tutte e quattro le ruote; quello a mano agisce sulla trasmissione. i) Guida e sterzo: tutte e quattro le ruote sono sterzanti ed il comando può essere effettuato sia anteriormente che posteriormente; viene in tal modo realizzato il doppio senso di marcia con due piloti. . La sterzatura realizza~un raggio di volta minimo di m. 5, 70. I) Cabina di oombattimento: Vi' trova posto l'equipaggio. L'aerazione della cabina è attuata, mediante aspirazione d'aria provocata dal ventilatore per il raffredda.mento del radiatore. L'osservazione verso l'esterno viene effettuata mediante due sportelli di guida, due collima.tori per le armi, un peri-. scopio ed un iposcopio per la condotta dell'autoblinda, nel senso normale di marcfa, ·a sportelli chiusi.. Gli accessi a.Ila cabina di combattimento sono tre: due Jateralmente allo scafo, nella parte posteriore, ed uno nel· cielo della torrett,a. La chiusura degli sportelli di accesso è effettuata mediante chiav1stelli manovrabili sia dall'interno che dall'esterno. Nell'interno della cabin~ sono sis·temate scaffalature per le munizioni: 1992 <'artucce cal. 8 e 456 cal. 20.

-;----155 -

m) Torretta:· nella torretta sono installati il canilone mitra. l:>0 ·liera da 20 e una mi.tragliatrice Breda 38 abbinate. .• . Un periscopio di osservazione è sistemato sul cielo della torretta., La torretta può ruotare di 360° e la manovra si effettua mediante un rocchetto che ingrana in una corona dentata.

III. - Mezzi di difesa contro i mezzi ·corazzati.

Sono costit;uiti da: 1riezzi di fu.ooo e difese attù;e e passive. lO) MEZZI DI FUOCO.

I più efficaci per combatte.r e i mezzi corazzati sono evidentemente quelli capaci di perforare le corazzature, danneggiare gli organi di locomozione, i serbatoi e offendere l'equipaggio. Le artiglierie quindi sono i mezzi più indicati purchè opportunamente predispost e nella previsione di un attacco · oon carri armati. 1 Le armi controcarro (cannoni o mitragliere, fucili semiautomatici) capaci di lanciare proiettili perforanti o perforanti-esplodenti, sono particolarmente utili anche perchè la loro maggior mobilità consente una più favorevole distribuzione nelle località ove si presume possano essere impiegati i mezzi oorazzat,i. Fucile controcarro da 20

«

s·,,

(tav. XXVII-XXIX).

I. - Caratteristiche. Arma semi-automatica a co1:to rinculo ,di ·c anna

e ad utilizzazione diretta dei gas, con canna ed otturatore che retroèedono ·con percorso diverso. L'arma è ad otturatore chiuso. L'energia di rinculo viene diminuita da un freno di bocca. L'alimentazione è fatta mediante caricatore di 10 cartucce, con avviso· q.,i serbatoio vuoto.

.

\


-

-

156 -

JF,7 \

,~er il. trasporto, I'arma è montata su di un carrello che puQ s,erv;ire anche quale cavalletto di tiro. , ~er il trasporto a spalla, l'arma viene scomposta in due parti: c~a (Kg. 20,5); castello (Kg. 34,2). . .Serv1Z1~ ~ell'a,rma: 2 uomini: tiratore e caricato1·e (questo ultimo a s1mstra dell'arma).

II. -

Dati numerici -·riguardanti l'arma:

Oalibro

.

canna completa · j Kg. 20,500 . .

Peso complessivo dell 'arma,

1

I

mm.

casteHo completo seIJ.za bipiede ' Kg. r kg. 30,200 . . . ~ bipiede kg. 4 . J P eso dell'otturatore . . . . . D Numero del1e 11ighe della canna Il. Passo . mm. I della canna con freJ no di bocca . . . . . IQ. Lunghezza. / complessiva del1 l'arma . . . . . .

l

da

1 a, 12

m/s

832

Tensione della traiettoria di 500 m.: coordinate del vertice: y = m. O,H9 ; x =: m. 250 Precisione di tiro a 500 m.: stri-scie del 50 %: F': su bipiede E: · cm . 48 ginocchiello minimo . cm. 29,7; . » .massrmo n 53,7; • 44,6 su carrello cm. 34,7 cm. 36,6; ginocchiello minimo . )) 41,8; » massimo • 36,2

.

J

.A.lt~z~a consentita dal massima b1p1ede .. minima ma,s sima Elevazione minima . . . Settore orizzontale consentito dal bipiede . . . Congegno di puntamento a li:p.ea di mir.a. libera: lunghezza linea di mira graduazioni d'alzo in ettometri .

20

Congegno di puntamento ottico: graduazioni d'alzo in ettometri . . . . . . . . . graduazioni di scostamento ogni 5°0 sino a 25°0 . I ·velocità iniziale , . . . . . . . . .

))

))

))

+ +

54,700

3,lOò

Oelerità, di tiro mirato: da 10 a 20 colpi al l' a seconda della difficoltà del tiro.

8

724 1,42

2,16 0,4,2

0,34 192°0 500

III. -

Dati numerici riguardanti le munizioni :

Oartuccia cÒn proietto perforai,p.te, scoppiante e tracciante. Kg. 0,337 Peso di una cartuccia vuot o , )> 2,500 Peso di I un caricatore 5,880 pieno (10 colpi) 60 n. Oartucce caricate sul carrello

IV. -

Dati numerici relativi al carrello:

520

minimo Ginocchiello massimo.

m.

0,3<3· (i.a 1 a 15

m/m.

320

660


-

settore orizzontale consentito dal carrello . lunghezza totale con l'arma in posizione di tiro . . lunghezza totale con l'arma in posizione di traino . diametro delle ruote carreggiata . peso del carrello senza cassette porta caricatori . peso di una cassetta porta carica~ tori (vuota) . . . . peso di una cassetta porta caricatori (piena) . peso totale del carrello con l'arma e le due cassette porta caricatori (piene) . . V. -

Nomenclatura.

50°

m/m.

2700

circa

m/~.

2550 400 800

circa

» >)

Kg.

30

3,5

» »

20

»

124,7

Dati relativi al cannocchiale di puntamento:

Ingrandimento . Campo . . . . . VI. dell'arma:

-

158

2 e 3/4

120 m. alla distanza di 1000 m.

Dati relativi allo smontaggio e al montaggio

Tempo per: scomporre l'arma nelle parti principali (con 2 uomini) . . . . . . . ricomporre l'arma c. s. togliere la canna c. s. . mettere la canna c. s. caricare l' arma<' (compreso l'armamento dell'otturatore) . . . . . .

..

12" 15" 2" 4" 6"

]59 -

Costituzione: .Arma e bipiede.

canna con freno di bocca; castello, contenente i vari congegni; cartella; · testata- calcio; caricatore; congegno di puntamento: ottico e a linea di mira na,tura.Ie; sostegno dell'arma anteriol'C e posteriore; meccanismi. due scanalature longitudinali unite da una trasversale, per l'esatta introduzione e scorrimento nell'interno del castello; una scanalatura longitudinale in cui va ad allogarsi il dente di ritegno della canna (4); uno sguscio per l'abbassamento del dente di ritegno. all'atto dell'introduzione della canna; tre talloni per l'innesto al blocco giunto; un freno di. bocca (l); · due aste trasversali (dietro il freno di bocca) per fissare l'arma. alle code del carrello durante il traino e per ruotare la canna nel montaggio e smontaggio; un manicotto a forma di campana (3), per impedire la penetrazione di polvere nel castello.

Parte anteriore (6). Internamente: boccola di bronzo (bronzina); dente di guida per la introduzione esatta. della canna; tre finestre (una trasversale per lo snodo del bipiede, una anteriore longitudinale per il dente di ritegno della canna, una posteriore longitudinale per la leva di ritegno del mani, cotto del blocco giunto-culatta) (8). Esternamente: filettatura. p er il fissaggio dell'anello del bipiede. Supe1·iormente: mirino ribaltabile: due orecchioni per il chiavistello di fissaggio delle due parti del ca-stello; uno sguscio per permettere aJ!a. leva d'armamento (9) del percussore (10) di assumere la posizione corrispondente al percussore non armato (posizione ordinaria).


-

160

(

Inferiormente: due orecchioni per l'unione a snodo delle due parti del ca. stollo; leva di ri tegno (11) del manicotto del blocco-giunto; intaglio ad U per il -passaggio del tallone del manicotto. Parte posteriore (7): Internamente: guida prismatica a lisce per l'alloggiamento e la guida doll'otturatore (12); alloggiamento tubolare per le molle di ricupero ed il loro tubo di guida (13): tallone di arresto (parte interna anteriore), mnnit.o i nferiormente di un dente sagomato per la manovra automa1:;tica della leva d'armamento (9) del percussore. .Esternamente: a destra: finestra p er la cartella con dispositivo per l'armamento a mano; a sinistra : bocca con spo:vtello a molla per l'introduzione del caricatore, ,bocca che costitm.sce mensola per il congegno di p untamento (15). e per il congegno d'avviso di serbatoio vuoto (16). I n.feriormente: appendice per aumentare la superficie di appoggio della testata-calcio (17); articolazione per il puntalino di appoggio posteriore (44); impugnatura (18); ponte per il dispositivo di sparo e sicurezza a roano;. scatola prismatica contenente le leve di trasporto e di lancio; . ap_p~ndice anteriore munita di rullo (19) p er la rota1,ione del blocco-giunto e di due orecchioni per l'nnione della parte anteriore del castello.

Meccanismi.

Blocco giunto (per l'unione deUa ca,n,na all'otturatore)

e

O '.

~

t

~"- e ' e

Internamente: 4 settori inclinati per l'unione all'ot.t m·a,tore; 1 piastra smussata per la ueviazione delle. brnnche d el trasportatoro. ,

00 1

::., o J Esternamente: ~ ~ l scanalatura sagomata con un<>. t,ratti termi nali rettilinei ed irn =i tratt.o intermedio ad elica che ~erve per l'alloggiamcnt.o del u:; rullo (19) di guida ed arresto . ·

f

Nella. parte posteriore ha form,l prismatica, in q t1elfo anLeriore li:i forn1t~ cilindrica, e port.a due soli.ori filettati por l'nnion~ al I.Jlot•co giunto. Si notano: anteriormente: · grano tlel percussore (sost,ituibilc); ;,uperncie di cont;rasto con la lev:1 di l:.111cio;

i.;

z

o ;;;

superiormente: intaglio lougitudi nale per il pas,iaggio del dente sa.gornato sito nel castello posteriore; leva d'armnmento del p ercussore (O); i nta.glio trnsversa.le (23) ove s'incastra l'a ppendico del manicotLo scorrevole sul tul.Jo di guida delle molle di ricupero; lisce di guida p or lo scorrimento ncll'inLorno del ca.stello .

u, ;:,

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...

Ott1m1/or e

8

Sono: ghiera filettata (20): -porta internamente i tre risalti d'unione alla canna e anteriormente una leva di fissaggio a molla; manicotto posteriore a cui viene avvitata la ghie:fà., munito di tallon~21 }, per l'unione a.I sistema delle leve di ricupel'o; blocco giunt o propriamente detto (nell'il\terno del manicottot Presenta:

.\

\

A destra : estrattore a lamina (24); perno a ch iavetta, clella leva d'armainento del percussore; chiavetta di fermo della molla. dell'ammortizzatore di r iuculo: 2 svasature a piano inclina.to (25) per azion are lo s portello d'espulsio ne dei bossoli; dente cli presa per l'armamento a IIHlno del· l'otturntorc; pemo della. le\"ft di scatto.

Anu i, tiro t n,aunaU

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Foggiato: anteriormente ad asta con pnnta ; po· steriorrneote, a cilindro ·. cavo per l'alloggia.mento della sua niolla.

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P ercussore

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-

Inferiormente: intaglio longitudinale per lo sconirnento dell'asta ~i scatto; apertura per l'alloggiamento, in azione, delle leve d( lancio e trasportatrici; alloggiamento per la leva di sc~tto. A sinistra: trasportatore a · due bra.ncbe, con 1ùolla e chiavetta, per il trasporto della" cartncria nella ca.mera di scoppio; incavo sagomato contro cui Ya a contrastaro la leva d()l congegno d'avviso di serbatoio vuoto; scanalatura longitudinale, · centrale, per il passaggio dell'espulsore; due F;C:malatul'e la terali, per il passaggio c~<,l!r. labbra del per,mssore. Posteriormente: tappo a baionetta del percussore (26); testa cilindrica (27) dell'asta dcll'ammortizl;'atore. Internamente all'otturatore sono allogati il pcrcu~sore con molla e l'ammortizzatore di rincnlo con molla ed asta.

0

.,""

162

.r.i

I

(10)

Parte superiore cilindrica; finestra sagomata (29) per la leva di a.rma men o.

...

Parte posteriore (inferiormente): appendice per il contrasto con la leva di scatto (n ente di scat to) (30). Ammortizzatore. di rinculo (27): asta a testa cilindrica; molla i~vei:;tita Slùl'asta stessa.

Poggiata a forc:,etla: dente inferiore doppio: snodo con dne pistoncini elastici con pont,i . cello cli unione.

L eva di r i1Yt1 · però (3 1) .· .

Leva traspor- \. """'' (32) ·

1

Leva di lancio \ (~3}

163 -

ì

Rullo cli scorrimento con appoggio sulla leva. cli lancio; . superficie ricurva , per l'appoggio e l'incastro nel dente doppio della leva di ricupero; due pat tini (lateralmente) mUJ1iti di ·tamponi per la lubrificazione della leva di lancio. canna .1, superficie ricurv·a con scanalatura sago- · mata per · l'alloggiamento del rullo della leva trasportatrice; forchetta a tre branche; due pistoncini a molla muniti di ponticello d'unione.

S~no due, avvolte l'una in senso contrario all'aÌtra su di un cilindro cli ottone guida. Jl,[olle di rfou,. 1 Anteriormente, ha un manicotto scorrevole sul t ubo con appenùice i::agomata e porno · di cenpero (,34) .. tramento; posteriormente, un an;lllo di acciaio. [

. t

Le leve di ricupero, traspoi'tàtrici e di lancio, sono imperniate nella scatola prismatica inferiore del castello . ' Levit con appendice a grilletto e cerniera; sulla cerniera sono imperniate la molla di richiamo . e l'asta di sca,tto (35): \ leva òi scatto, eoil molla di richiamo, costituita da due branche, una delle quali serve di appogCongegno di scatto ! gio a.ll'estremità dell'asta di scatto, mentre l'a,Jtrn · ha .funzione cli siéurezza impedendo lo scatto prima che l'ottura.tore sia perfettamente · chiuso.

1

costituito da una leva (con molla <li richia.mo) di cui una ·b ranca è guidata dall'apposita. sca.na. Congegno di. espul· · } latura sa.goriiata dell'ottura.tore ment re l'alsione . . . . . . . . ( tra, ruotando, spinge violentemente il bossolo fuori dell'apertura cli espulsione. (3.8). 1


-

IG4 -

Ordiuari? (a ru_ano):. costituito da una leva (3G) la ctu_rotaz10ne,. mentr~ i~1pcdisce l 'appoggio ~aLenale delle d i ta sul grilletto, . spostt1 l'ast:i d1 scatto e hto,:ca la leva di scatto.

O.ongegni di rezia .

Automatico: costituito dalla branca inferioré della leva di scatto che impedisce lo sca.tto se l'ot,. t urato re non è ·completamente chiuso.

· ·1·

' Costituito da una gros.,a leva. con molle di ricbiai110 una deJJe cui estremità viene spinta. da 1111a costola del car icatore in s~to, obbligando l'al tra estrc.>mità ad assumere una posizione di sgombero in· modo da lasciare libero l'ottura.t.ore cli avanzare. ·

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Cm,g,go, di a~"'

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caricatore vuoto, l'elevatore del caricatore preme 11na srconda leva clie fa scattare le molfo di richiamo facendo assumere aJJa prima leva. una posizione tale p<'r cui tratt-iene l'ot turato:e nella posizione di fine corsa, spin . gendo conternporaneameute il serbatoio verso l'esterno . ·

investita. sull'apposita finestra del castello median te incastro multiplo a. baionetta. Ha uno g_portello a molla. (38) per l'espulsione dei bossoh (apertura comandata dal movimento dell'otturatore). c..,,,,,. "'" ,)~p, - \ Est-ernamen t,r: sitiuo ner t'a.rnia- 1 manovella con impugnatura · (39); menfo (37) In ternamen tè: dispositivo di sicurezza che assicura il bloccagdo •le ll'ott uratorc qnando la rna.novdla.. dopo aver tmtto in,lii•t.ro l'otturatore non è siata ripMlata nell::i. primitiva posizio'nc. Pias tra iii ncciaio sagomata con incastro a lisce ·e not.tolii10 cli ferm,, per l'unione a.Jl'arma; Te-stata calcio (40) tubo di gomma a /lezione quadrata per l'appoo- . gio ùi spalla,. ~ È

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1n la1'niera s tam pàt:a: ' Caricatore ( 4-1) ••. ;

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9 nervature: elevatore . con molla a,l eli02l ; clente fisso per azionare la leva di a vviso di serbatoio vuoto: . 0ostola (1nossit da,ll'cleva.tore) per il conh1,11Clo ,folle molle di ricl1iamo; nasello per l'irupernia.111ento nella bocca d.i alimentazione.

160 Ottir:o:

1mbo porta cannocchirtle con boccole snodabili prr'J'unione a ll'ar ma; lastrina di vet ro (nell'inter110 del ca,nnocchiale) con tacche di mira ed indice centrale p~r il pun tamento. Le t,~cC"i1e s ono 5 da. ciascuna. parte (ognu ua di 5°0 e numerate di°l0°0 in J Ooo a de;;t,ni, ed a sinist,ra dell'indice ceutrale); servono per lo :<costa.m ento; finestra per l'illuminazione nott urna del mi ·cromet.ro: tamburo .,,igrinato per lo spostamento ,·crticalc della lastrina. di vetro. Snl tam bnro Congegno cli pw,rta.- } sono inc.ise le distanze in hm , da 1 a 12; ·,nento \ g liien1. mobile con prisma per la rettifica in direzione (davanti a.U'obie ttiYo ); tappi à. molfa. riba.ltabili per bt prnter,ione dalla polve.re del congegno. Con rtlw a ritto: ritto con e urso re: s u di esso sono segn,ne le tacd1e d'alzo da J a J;'> hm. Al disopra, el ci rit te, vi è nn bot.tone zigriuat0 che comnnda lo ;:;costamc>11to della tacca. di mira di l".'i00 a destra è 15° 0 a sini1-;tra clE>lla pm,i1,ionc centrale. Lo scoòta mento è stgnato o.'.l:ni 5° 0 e numerat.o ogni 10°0 ; mi rino ri h:1ll;ahi!1i (a,pplica to a l castello).

\

Bipiedc con gambe a ca.nnocchiale (43}, rego la.bili a mezzo cl.i apposit:i. vite a galletto Sosteg110 rle' l'<irmn terminanti con piastra a vomero; /., punta.!ino rego labile in a.lte;,,za, media.ntc astucci o zigr :nato munito cli fi lettatura n vite. ,\.

Munizioni. Ca.1·tocc-io grana,ta, perf onin:t_e da 20 modello 35. con t1;acciatòre. - È composto della gra,1uita, perf 01·ante,. dal - bossolo in ottone, che porta sul fondello la capsula, e dalla ccirica d:i la,ncio. La granata pel'forimte consta : a ) del corpo, in acciaio; b) della cari ra cli scoppio; e) del detonatore; d) della spo-


-

letta; e) del tracciatore formato da un cilindretto in otto eontenen te un a miscela tracciante compr essa. ne

Cart·ucc-ia cla esercitazione• _ eonsis · te m . un ùossolo :omune vnoto ed in un corpo centrale di acciaio che nella sua part~ superiore riproduce esattamente il proietto da 20. <

Carrello di tiro· e traspor to· - Per il t rasport .o l'ar è montata su di un carrello che'(: uò· . ' ma cavalletto di tiro. (Ved. figure). "P serv1,rè anche~.quale Il carrello è costituit'o da un assale port ante d pneumatici e da due code. . . ue ruote a

. sist lSel centro dell'assale è fissato un tubo t ermmante in un €ma pantogr~fìco di aUrt tu bi cb~ permettono di re olare, a mezzo d1 un manubrio, l'alf,ezza dell' . g arma rispett o al terreno. l!'unziònamento dell'arma. _ Sia l'a t ore in chiusura. rma vuota e l'otturaPer spa,r are occorre: armare a mano l'otturatore· introdurre il caricatore. ' Varmamento. a ma.no dell'otturatore si effettua v~~ndo la manov~Jla d'armamento che, mediante ::~:; :1~1 seQnso ~ell~ lancette dell 'oi'o]ogio, aiioJJa la catena ' g e. uest ultima, col suo dente terminale ii> anci l otturatore ~ell'a,pposito risalto e lo trascina indie{~ fin~ a .·cho ~on viene fissato da.lla leva di avviso di serbat . :no~~ (11 r.umOJ e di u~o scatto avverte quando Potturat:~: au_tvato nella sua, gmsta posizione). Ciò sfatto, occone riportare nella · . . . . la manovella d.1 armamento . ua :pos1~1one d1 nposo (nella quale posizione rimane fil~sata da u n ~ 10 10 , (Oasl<iak al pcmo delJa lev a)· in tal mod otturatore viene disimpeO'nato dal gane·10 a'' o 0 cartell t · anesto della a con ·enente il dispositivo d ' armamen to e potrà po1· avanzare.

rm

167 -

166 -

L'otturatore, nella sua retrocessione: ha fatto ret rocedere per circa 90 )nm. , il sistem a canna-blocco giunt o (al quale è unito) ; con tale movimento il blocco-giunto è stato obbligato r uotare verso dest,rn, per effetto dello scorrim0nto, n ella scanalatura sagornnta, ad elica, del rullo di guida imperniato sulla parte anteriore ùel cast ello. Con questa manovra si è ot t enuto lo sbloccnggio tlol sisteron, rigido canna-blocco giunto- otturatore. Cnnnn. e blocco-giunto, sempre uniti, vengono fermatì. e tenuti in tale posizione arretrata dalla leva t rasportatrice, ment i'<~ l'ot,t u· rator-<', per fa rotazione del blocco-giunto, già svincolato da quest o, è lasciato libero di proseguire nella sua corsa, ,1 1-

a

l'indi et ro. Nella ulteriore corsa retrograda, l'otturatore: ba fat t o ruotare la leva di lancio mediante gli n,pposit i piani di contraiS°to esistenti sulla sua superficie infe riore;

ha fatto r uotare hL leva d'armament o d el percus- . sore (per contrasto con Papposito dente sagomato del t,n.Jlonc di arresto, sito interua,mente, nella parte posteriore clel castello); ha provocato l'apertura dell<:> sportello d'c=-pulsione dei bossoli; h a compresso le molle> di ricupero e quella ammort izzatrice del rinculo. Al termine della sua corsa all'indietro, l'otturatore viene trattenuto dall'avviso di serbatoio vuoto; il percussore (arm,1,to dalla leva di armamento) viene invece truttc•nn to dalla leva di scat to che contrasta col a·ent e di scatto del percussore stesso. Introducendo i l carica,tore nell'apposita bocca esistente sul lato sinistro del castello, il dente fisso portato dalla, costola del caricatore sposta la leva d'avviso di serbatoio n1oto, mentre il caricatore resta, frssato all'arma dall1apposito congegno.


16S 1G9 -

Votturatore, non più trattenuto indietro dalla leva ùi avviso di serbatoio vuoto, per effetto della distensione delle molle di ricupero, inizia, la sua corsa in avanti. sfila da,l caticatore e spinge in avanti; col t.r asporta.tore a ' due branche la ca,r tuccia che viene guidata nella, camera di canna a rnezz~ della superfìcje di invito esistente nel blocco giunt.o, s ·nccessivamente, la, leva di lancio, sotto l'azione delle sue molle n,gisce sulle apposite superfici di contrasto dell 'ot.tura.tor~ ·e dà a questo una ulteriore spint a in avanti, int,roducendolo ~el ~lo~cò g\unto, Detto blocco, sotto l'azione. della sp_int,a. IJcev uta, da.Il ott uratore, avanza n, sua volta, e, per effetto dell'azione_ di. scor~·imento, nella sua scanalatura n.d elica., sul rullo d1 gmd a s1to nel ca;stello, è costretto a ruotnre verso sinistra. Tale rotazione ricostit uisce il sistema rigido ott ura · tore-blocco giunt o-canna. ' Contemporaneamente, detto sistema rigid o riceve ulteriore impulso dalla leva. di ricupero, n,nmzando ancora per circa. 15 m/m. fino al suo completo ritorno nella posizione di sparo. ~gendo ora con due dita., sulla appendice a g.r illetto, 1,i ·provoca il sollevamento dell'asta di scatto, la quale, alza,ndo il bra,ccio ant eriore della leva di scatto ne fa abbassare quello posteriore, 10 svincola dal dente di scatto del percussore la~ciando quest 'ultimo libero di avanzare; il percussore è spmto dall a sua molla fino a fuori uscir e con la punta dalla t~st a dell'otturatore e a percuotere la, cass1.1Ja della cartuccia, produc<·mclo la deflagrazione della carica\ _. P artito il colpo, l'azione dei gas sul fondello del bossolo . e quindi sulla testa dell'otturatore, provoca la retrocessione del sistema canna-blocco giunt o-otturatore e si ripetono i movimenti sopra descritti. La, prima fase del rinculo del sistema è di entità ta.le (circa 15 m/m .) da lasciare sicuramente il .tempo, ~l proietto, di abbandonare l'arma ed alla pressione di ridursi a zero di rinculo prima che l'otturatore venga sbloccato. L'enerofa 0 è poi ridotta per cffet,t o del freno di bocca,.

L'otturatore, nella sua. corsa, retrograda, porta, indietro, a mezzo ·ctell'cstrat tore, il bossolo della cartuccia sparata che,

incontra,ndo la branca della leva di espulsione, viene violentemente spinto in fuori ecl a, destra attra,.verso lo sportello aperto, nel fra.ttcmpo, per l'azione delle svasa,tnre a piano inclinato dell'otturatore su ·a,p posito dente. Per lo sparo di colpi successivi · È NE CESSARIO a,gh\.: colpo per ~olpo sul grilletto. Mantenendo, invece, la p ressione snl grilletto, P.asta di scatto non viene a t,rovarsi in esn,tta po~izione per azionare la, leva di sca,t to ed il tiro si arresta. Ultimate le cartucce del caricatore, l'elevatore delle cartucce aziona la leva di sga,neiament o del carica.tore e la leva di avviso di serbatoio Yuoto; così, mentre quest'ultima a,r resta l'otturatore nella sua posizione arretrnta, la prima spinge in fuori il caricatore, facendolo distaccare dall'arma. La, sicurezza automatica è data, come già cl.ett o, dalla branca posteriore della leva di scatto che, col ~uo braccio inferiore, non permette a.l praçcio superiore di sganciarsi dal dente di scatto del percussore se detto braccio inferiore. non viene n· trovarsi in corrispondenza di u n apposi t o alloggiamento del e.a.stello. 'f a1e cond izione si verifica solo qua.udo l'otturatore ha, completa,ta, la sua, corsa in avanti ed è a.vvenuto il bloccaggio de!l'anna.. -Scomposizione e ricomposizione dell'arma. - Sco,nposizione. - Per la ma,nutenzione dell'arma e per la eventuale sostit uzione di parti deterio1;ate, vengono in a,ppresso elencate le parti d'arma che possono essere smontate e rimonta.te presso il reparto, dal persona.l e di servizio a,11' arma stessa. 1'ittte le ciltre parti non elenciitc non possono essere smon-

tate se n on àa personale spe"cializza.to (soUitffìciale armaiiwlo) . ·1 Ca.nna; 3 - 'restata-ca,lcio; 3 - Otturatore e molle di ricupero, percussore, ammortizzatore di rinculo;


4 -

5 6 -

170 - .

-

Blocco giunto e sue parti; Cartella -con disp(\sitivo d'armamento a mano; Sostegno a hipieoe.

.I. Smontaggio della canna:

abbassare il dente di ritegno della canna; ruotare verso la destra acU'arma (guardando · daJla. culatta verso la volata) la canna di 1/10 di giro, fino a quando non ne sia consentito lo sfilamento . . 2. Smontaggio della testata-calcio:

controllare che l'otturatore sfa, in chiusura, poi ruotare b tera,lmeute la chiavetta di formo della testata a.I castollo; spingere in basso la testata fino al suo completo sfi lamento. 3. Snwnta_qgio cletl'otturatore e sue parti:

togliere la testn.ta.-calcio 'come sopra detto; armare a mano l'otturatore, agendo sulla manovell a d'armamento e riporta.re qùesta in posizione di riposo; sfila.re il tubo di guida porta molle di ricupero; sfilare l'otturatore. Nota: per lo smontaggio del!'ott;uratore non è necessario togliere prima,· la, ca.una.. I)

S1nò11tagyio del percnssore:

disarmare il percussore, premendo sulla ~ra,nea a larga superficie delh:L leva di scatto dell'otturatore; sfilare il perno a chiavetta. della leva d'aTrnamento; togfom~ la, leva d'armament o; premere sul tappo del percussore e ruotarlo verso sinistra sino a consentire il disimpegno dall'incastro ·a baionetta; togliere molla, del percussore; sfilare il percussore ·dal suo alloggia.me.nto nell'otturatore, tenendo abbassa.ta la branca anteriore della leva· di' scatto.

la

171

In quest'ultim::i, operazione por.re attenzione a che non vada smarrita la molla di richiamo della leva di scatto, non tenuta più da alcun fermo. Smontaggio dell'ammortizzatore di rinculo: sfila.re il . perno a chiavetta che ferma l'asta all'am-

·mortiziatore; sfilare l'asta con la sua molla. 4. Smontagyio del blocco giunto · e sue parti:

togliere la canna come sopra detto; sfilare il chiavistello di unione delle due pa,rti d<'l castello; . ribaltare la parte anteriore del castello;· sfilare il blocco. Smontagg,io del blocco giunto nelle sue parti: disimpegna.re il dente elastico di ritegno della ~ghiera

l'ùettata; svitare la, ghiera filettata dal manicotto; e!'ltrarre il blocco giunto · propriamente dett o dal mà nicotto stesso. 5. Smontaggio della cartella con. dispositi'vo per ·l'arma- · rriento a mano: abbassare il dente elastico di ritegno della cartella;

tirare lindietro e poi in fuori la cartella stessa, disim pegnandola. dal suo incastro multiplo a baionetta. Nota: la cartella può essere s1:nontata anche con l'ottura-tore a sito nell'arma. 6. Smontaggio del sostegno a bipiede:

tirare in ba sso il piolo elastico di rotazione e contemporaneamente ruotare di 90° a destra o a sinistra t utto il bipiede; · sfilare in basso il .bipiede. Nota: .il bipiede deve essere sempre sfilato da.ll'al'ma per il . montaggio dell'an;na stessa sul carrello di tiro e . t rasporto. Occorre tenere presente che qualora . si sia effettuato lo smontaggio dell'arma senza togliere la canna, questa non può


-- 11:..! -

più c~sere sYincolata cla,l casteJ10 1 in quanto la sca.nala,t,ura, tmsversalc esistente sulla canmi. stessa non viene più a trovarsi in corrispondenza, del dente di scorrimento esistente nell'interno del lato sinistro del castello (riò percb è, per togliere l'otturatore, la canna ba dov uto e1fettuare la sua corsa, retrograda di 15 mm.).

JticomJlOsiziouc dclt':u~ma. - Effettuare - in ordine inverso - le operazioni menzionate per lo smontaggio . Tenere presente però che: per rimettere l'ottur:itore è necessario armare precedentemenLe a mano il percussore (spingendo in -avanti, media,ute l'apposita chiave, la leva di armamento) e togliere n, mano l'impedimento dato dalla leva di avviso di serbatoio vuoto, durante l'introduzione nel castello dell'otturatore stesso; per introdurre il hlocco giunto nella. sua t1ede occorre armare pl'ima hL lcv,L di ricupero. sph1gendone le branche con ca ceùwite Ycrso la testata ca.le io; per rimettere la canna, non oceorro abbassare il relativo dente di ritegno;_ · f-e l a canrm non è stat:L gira,tn, fluo a tronl,r&i nel propl'io nlloggia.monto, nou è, pos;-;ibil~} introdurre l'ut,Luratore ; per monta.re il blocco giunto nelle sue parti, dovrà, essere introdotto nel sno manicotto il blocco giunto propria· mente eletto, in modo che il piolino l'elastico da questo por· t,ato prenda alloggiamento nell'incavo ricavato sul manicotto stesso; in tcile vosizione la freccia ùicisci sul blocco gi1.tnto dere coincidere con la linea cli fede incisa, sul manicotto al clisottn dell'avpendice. ~ on osscrva,ndo questa ~orma si da,nneggia.no graYc·

mente gli organi di chiusurn dell'arma.

173 -

il montaggio della cartella con dispositivo d'arma~ mento a mano dovrà. essere effettuato dopo che tutte le parti dell'arma saranno state rimontate e sisternat~ nell'interno del castello. Cannone da 47/32 (,·ed. rn,·. XXX, .

Caratteristiche. - Bocca da. fuoco a deformazione: rigatura de~trorsa; ottumtore a.. cuneo con .movimento sversale· calibro mm. 47 : alzo a cannocchiale panoramico. Settore 'ai tiro orizzontale: 60°. Settore di tiro verticale: da _ 100 a + 560. Celeri tà. di tiro: 13-20 colpi al l'. Velocità iniziale m/s: 250 con la g-ra,nata per fant0ri:l.; 630 con la. gra,nata perfomnte. Tra.sporto del mat,eriale: someggiato, a · traino animale, aut otrasporta,to , trainato a. braccia, trasportato a spg,lla (eccezionale).

t:ra-

Costititziont : bocca da, f unco co n i suoi Nomcnclatllra. <'ongegni cd affusto. c::i.mern d el bossolo· 24 ri,rhe vo}rrnnti d:1 siui,,;tl'ìl a cle$tl'a: sporg~nim, co~ incavo p ~r il chiavistello di ·unione allu sli(t:1;

8 o

~ ~

8

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I ·' I

, apertura alloggiamento ottura t ore; apertura cli cal'iCR,mento; I foro per il perno della hiva ,li manovra dcll'ot \ turalore.; aJlog,!'l,'ianrnnt;o Jev,t di sca tto; occhio a vite per la maniglia cl.i sparo; Culatta · · . cinque frecce con indicazioni var ie; . cam,•rn di maneggio p er il dentt> tie lla 1;t,111p,n. d1 111:1novr a; 1 2 Hcrvatnre guida dell'otturatore; I g11ar,1b:ione cli bronr,o · con fauzrnne di para·fio mma; 2 alloggio111enLi ùcgli C'!\tr:1ltori.


-

-174 -

Cong~gni della bocca da fuoco:

Ottiiratore: è a cun eo con movimento trasversa.le; contiene, in n,pposit i alloggiamenti, i congegni di percu:s:si.one. di armamento è di scatto . ' Nella faccia anteriore è avvitato il grano a,UraYC'r~o il quale passa la .punta d<~l percussore.

'

I I

;'

J

cstrcmit.'t. forata p<r l'u. leva di nionc alla bidla ; arrru:mwnto ' estremi tà con pr.r!lo cavo; , dente cli armamento;

l

annamento

congegno di scalfo

,

a,sticolo con dent e di arresto del 1,c•rcussoro; molla. clell'asticolo; tappo, pei· l'a lloggiamento ùcll'aslicolo, con <'lne alette.laterali; una noce di scatto e riarmamenlo con camma di scatto e den te di .riarmame nto ; molla ùi 1ichiamo della noce; leva, di scatto o riarma rn C'J 1to con : impugHa t ura, occhiello a p <r l o . p t r Ja. mani~lia di spa1·0, u n cilindro, una appendice ; giunto d' lla leva ili scatto e i'iarrnam c- nto con di.sco m unito di ·ner vntLLre e cilindn, lto;

I i

·senta : una costola peri] dente d< Ila lt-vl! di armamento e p er qU< Ilo d< ll:1 noc~ di sca tto e r iar rn:.1m( nto; 2 cl<nt ini cb g~da_ nd mont aggio; uu _intai:rlil• !on· Oo-ngegno di \ , g1tudi nale che sbocca in un altro t rapero«,88ÙJ'M sversale; u11 dente di ritegno dd percussore ar ma to; tappo cavo con due alette lateral i per , l'unione aJl'ottnr:i tore ed una n<"rvat ura por il montaggio.

I

due estrattori: uno superiore ed uno inferiore, entrambi con estremità sagom ata per la presa dell'orlo cld bossolo.

CONGEGNO DI E· STRAZIONE

I

settore dentato portato dulia testata. di affusto; vite senza fine, portata dall'ailusLi no, che i ngrana col settor e dentato;

I

CONGEGNO D< D <· \

....... <···)

I

i percussore con p unt,::i, e co n moll:i. J' re-

sicm·ezza au to matica : è data dalla, nerv::rturn. del giunto della leva di scatto e riirmamfnto ed . impedisce la. r otazione ddla, noce quando l'otturat o.t e non ò complet:imcnte chiuso;

I

hiella con finestra qua dr a o piolo;

congegno di

sicurezza a mano: ù data dal chavi s1rllo con molla, clic i mpedisce la r otazione dell a leva di sca t to e rfa r mamento;

chiavistello di unione alln slitta: impedisce lo · sparo qua,ndo la bocca dn fuoco non ò pcrfetta,mente infilata all::1 slit-ta.

perno con ùente di fe rmo: leva iU m,a;novra ) b ra ccio con 'app endici; manubrio con asticolo e molla;

I

C ON GJ;;ONO DI SPARO

CONGEGNO Dl COREZZA

] 75 -

I

roccl1€tto cilindrico calettato stù l'albero della vi te senza fin e; rocch etto inter me dio; albero con rocchetto cilindrico p('r volantino di dire zione; volantino cli direzione con manubrio ribaltabile. settore dentato portato dalla :culla; al ber.i> a dentiern portato dall'affustino;

(- IO•

+ 06°)

ruota. clicoiùale calet tat a sull'albEro a dentiera;

I

Co'N ~EGNO DI ELE- 1 I VAZIONE

vite senza. fine con roecht t to;

albero con rocchetto conico per volantino di elevazione;

',

volantino con manul;>rio ribal tabile.


-

176

/ inte1··11am c·nle:

/ ' /

e.~ternmnente: rite,~;no cbe impedisce lo sfilamento della !1:va ·d1 manovra dell'ottunttore aper to; due pattini p er l'appoggio ai rnlli dell'aff;1stiuo : una. p.i astrina a squadra, per l'appoggio del livrllo: tacca di mira o mirino riba ltal)ile ; itlloggiamento tlel chiavistello di bloccaggio; cluc !ori ciechi per il piolo del chiavistello di lllilone della bocca da fuoco alla slitta,; una..camera. di maneggio per il den te della. sta1wa - (h manovra,; . 0 sei lubrificatori a pisto1teino;

8lilla

-177 -

suola p er facilitare l 1introduzione della bocca da fuoco; leva per il bloccaggio alla cuUa; chia;vistello di unione della bocca da. fuoco all a ;;htta con braccio munito di manubrio con unpugnatura e_piolo a molla;

J .Segue

internamente: 3 segmenti circolari per l'anello di iippoggio clel manicotto con camma del regolatore di r,inculo; risalto contro cui contrasta l'estremità. posteriore della molla esterna del ricuperatore:

,1

[ I

I

alla testata.; I È 2imperniato aloni, con orecchioniere e

I \

. . . 1,

(guid. slitta · con alala bocc,, d(t fuoco nel movimento di rinculo e nel r itorno in b,:ittèria)

1

piastra. di base con due g~1ide ed un mas('hio con collare per l'unione all1t t rstata,; superiormente 11ort:1 un piolo con molla <"he limita la rotazione dell'agu,.~tino nei grandi anyoli di elevazione imv eden<to così che la ctilla, 'Wrli conto le code; stù htto sinistro porta saldati,. la, scatola del congegno di direzione; maschio con intaglio p er il piolo a molla, portato d:.illa t estata che limita la rotazione dell'aOtiS'tino nei piceoU angoli di elei·azione. ·

, swpel"iormente: 2 lisce per ra gL1ida a zampa dell'afil).stino; un risalto anulare; diie pioli cli limitazione dei sel'lori <l-i elevazione e di direzione; ·

esten1C11ne·nte: ·

2 liscic p er lo scorrimento delle guide della slitta; 2 frcccie indica11 t i la posizionP. per il s'ome<TO'io. ? h' . , b o , ~ ?recc 10m: su quello di sinistra. ò applicato il supporto d'alzo a cannocebiale; g11i~la gradua,ta del- congegno misuratore ,.lei nnculo; ìndicatoTe ·del rinculo; settore dentato del congegno di elevazione; 4 camerdle di guida dell'asta del con."'e"'uO rc·~o lat;ore d!:'l rinculo; "' "' "'

sopraorecchioniere,

2 bracci ricurvi con rulli;

,o.."- . . 1

(porta il corn· 11lcs~o <:1111,1. sliUa, - bocca. du. fuoco)

Contiene il freno, di sp aro idraulico ed i l ricup, ra . tore a. molla.. E 1mper!1iata, sull'affnstino.

J

Cu,lla

Culla.

I

-inferiormente: due guiél? lougitudi1ta li. a zamJ)a per gnidlll'c 11 roov1mento della shtta nel rinculo; appendice circolare forata ; una. vi te cava con testa esarrona le per la, leva 0 · di bJocc:1ggio allà culla; <lue denti di contrasto con le alette dell'indi. catore di r inculo .

I

1 coperehio con 2 denti ed alia.; appendice ad alla, per l'unione del tirante per puntello; appendice per il chia,vistcllo di bloccaggio; camera di maneggio 'per il dente della stanga . di manovra;

Testata <li aff'u,.'-fn (i-ost.itnlto

l

.. I

dn.

un hlo,,-.o di {'11 ;1:iÙiu CO I) fo·

rn , ·c.11l.1':1 le ,,cr il nw:-:d1io del·

l'a.O:ustiuoJ

lateralmente: 4 bulloni per l'unione della parto fissa, dell'? code; sett9re dentato del congrgno di direzione; anteriormente: 3 appendici ad alia per il puntello e relativo · tirante; posteriormente: f) io/o a m.oll11, con 11,nelln rl i limitazione del settore <li direzione de/l'r10u~tino:

pun ~Plln con <lnr> br,1cr.in. converp:enti impr'rni:ite acl al ie o termiu[l.11ti con un viatto a superficie convessa. J\rmi. lit·o e malcrial-i vari -

12


178 ' ·O

8 Cl)

;:,

~ parte fissa con appendice, a cui sono fissate costi·

Code

(ogoumt t uita da: una parte fissit àlla , testata ed una, parte mobile imperniata alla preceùentc)

k,

baJestre; parte mobile: due chiàvistclli per l'unione ai vomeri, un anello per le funi di ·traino; una stanga. . di -ferro.

l

l due a.ppendici aventi il porta fu·so; i pe-i'ìii dfl i

Assale ·

(costituito da ) un tubo sul ( quale so no saldtite)

tir anti di rinforzo delle molle a balestra; d1w casse :i.d alie alle quali sono imperniate le molle a, balestra.

cerchioni di gomrna, sernipucnrriatici; 6 for i · pel someggio; , mozzo entro cui ruota su c11;;<1inetti a sfuc il fuso, c:1vo.

l Freno <li sparo

(assorbe parte delht forza. di r inculo permettendo lo sp ost1i· t.r,er,to i ndietro della l>vccn da fuoco in dipendentemen te da ll'aflusto)

Ricitperatore

Regolatore cli .rinculo

Gor-po d'alzo (si p er il impiega punta.mento in e levazione)

I

) cilindro; miscela. liquida,; asta; scatola di t enuta .

( due molle: un a esterna a pa$SO destro eù terna a passo siui.strn; (ha Io scopo di ripot·· , tubo compressore clelle molle; tare la bocca eh• !uoco i n posizione di sparo t ubo interrneùìo ddle molle. a .rinculo ultimato) ,

a molla

.i'

I

trn it

i 11 -

I

ma.uicotto con camma; asta. con rullo (pa.rtfl p ost~r:orej e deut,, ( p ;ut.n· (regola li• corsa di t·in- ' anteriore); cu lo a sccond,i dell'in-, { clinazio ne della boccà <là fuoco) · . camma a canale .

\

I base con indica.zioni di

I

,e

volata» e «culatta. ,,;:

se.ttorc dentato con livello; congegno . di elevazionè con vite ta.ngeùziale, un mpltiplicatore a tam buro, 11ft anello porta ' '.Livello a doppia\ indice dei millesimi di elcvazion~; ,m porta-· graduazione mod. indice degli ettogradi di elevazione; Righi a. millesimi , congegno di sito con vite ta.ngenziale, moltipli oonvep,;onoli catore :,1 t amburo; anelJo porta, indice -0.ei mil· simi di sito; piastri na graduata con doppia graduazione in ettogra.cli: la superior e per gli angoli (li.sito, l'inI I feriore per l'elevazione.

I

\

179 -

attacco a T p er l'un.ione <lell'alzo al supporto della culla; · tamburo di elev:1zione gra<luato in millesimi . da O a 10'0; galletto di bloccaggio del congegno ùi elev~zione; a.nello con gradazioni in ettogradi (elevazione e sito); due indici di lettura degli flttogradi di elevazione e sito; moltiplicatore a tamburo m.illesimale per il sito; livella del sito; vite di sbandamento con gaUetto e livella; gnaina con asticolo a molla e ga.Jletto. I' o"ambo con obiettivo; . ' oc,ù,ne; . appendice- per l'unione alla guaina del corpo d'alzo; base cilinùrica con congegno di direzione con moltiplicatore a tamburo millesimale e due indici; Corpo <lello tamburo girevole, sovrapposto alla stru,,rie-nt,0 base munito di anello con graduazioni da, O a 64 ettogradi (direzione); .congegno di parallelismo co~ m.ol_ti.plica.tore a tamburo e dne md1c1; .__,, oopérchiodel 'tamburo girevole con I a.nello cion graclua,zioni di parallelismo; ·

I

Gawnocchiale ,

panora11iico (ai impiega per il puutnment-o iù direzione)

inter1w·mente: prisma cl1e raccoglie i raigi attraverso una finestra, protetta. da_pa,r asole;

esternamente: Testa qire- \ collima.tor~ girevole in senso zenitale; ·11ole < vite con moìtiplicatorca tamburo, p er

(è u n itii

rigi·/

i movimenti zenitali del prisma.; -'.;S1 2. indici ùi .lettura degli ,, , . ettogradi e, dei rnillesim1 d1 inchnaz1one del prisma, e del collimatore; ',I lastrina, graduata (sotto il collimatore).

dnmcntcl ,al coperc1.o del t amburo girevole I


-181-180 -

Alzo ottico mod. 42 por cannone da 47 /32. È in corso di distribuzione u n nuovo alzo per cannone da 47 /32 destinato a sostit uire gradualmente l'at t uale alzo panoramico che, per la sua complessità, non risponde appieno ai requisiti di praticità richiesti ad un alzo per cannone la cui cara tteristica preminente è l'immediatezza dell'intervento. L'alzo mod. 42 è costit uito da un cannocchiale ad asse spezzat o con obiettivo speciale (con parasole) e con ~culare (con paraocchio di gomma) che permette l'uso degli occhiali o della maschera antigas. Nel piano fo cale dell'oculare possono essere inclusi a volontà due reticoli montati su un disco eccentrico. Tali reticoli, contrassegnati con le lettere P e G. O., servono rispettivamente per il t iro con granat a perforante e con granata d'accompagnamento . n reticolo P (perforante) ha tina linea vert icale graduata in ettometri, da O ad 8 (alzo), cd una orizzontale con tre t acche a sinistra della mezzeria ed altrettante a dest ra (senza, numerazione), tacche che servono per dare la necessaria correzione di seostamento a seconda del mot o del bersaglio. Tale moto è stiLto calcolato per velocit~1 di 4,6 ed 8 metri al secondo o per una distanza medfa di 400 met ri. Il reticolo G. O. (grarwta ordinaria) ha una graduazione d'alzo, in hm., fmo a,ll:1 distanza di 1700 metri. Ta.lo graùuazione non è esat ta.mente vorti<'ale, ma è deviata ver:30 destra d i una quantità pari al valore della deriva.zionc alle diverse distanze. In tal modo, portando il tratto di gra,d uaziono corrispondente a.Ila distanza di tiro a coincidere col bersaglio, viene automat,ica.mento introdotta la correzione per la derivazione. I n ~a.le reticolo si nota inoltre u na gra,d uaziono orizzontalo (80°0 por parte) post a in corrispondenza della distanza di 1 3 hm. Serve a stimare ra,pidarne:o.te gli errori in direzione del tiro.

L'attacco del cannocchiale all'affust o permette un rapido livellamento por correggere lo sbandamento (livella fulcrata alla staffa di sost egno); l'asse ottico può essere reso parallelo all'asse della bocca da fuoco con due movimenti di rettifica: uno nel piano orizzontale cd uno nel piano verticale, Impiego (si consideri l'arma livellata e l'alzo rettificato). 1 ° Per il tiro di accomvagnamento il puntatore manovrando l'a.pposito bottone inferiore include nella :finestra che si trova a, sinistra dell'oculare il vetrino contrassegnat o con la sigla G. O. e pun t a al bersaglio facendolo coincidero con la graduazione corrispondente alla distanza stimata. Le eventuali ._correzioni per l'aggiustamento del t iro vengono facilmente stimàte con fa, grn,cluazione orizzontale in millesimi. 2° Per il tiro controcarro il puntatore inserisce il vetrino cont rassegnato con la sigla P e successivamente: a) se il carro si muove nel piano di tiro, punta facendo coincidere la parte inferiore del ca,rro stesso alla tacca della corrispondente distanza st imata; b) se il carro si muove in senso trasversale, da sinistra a destra o viceversa, pu nta facendo coincidere il bersaglio alla tacca corrispondente alla distanz.L :3timata e dando la correzione di scostamento con la graduazione orizzontale secondo la velocitii, stimata. Esempio: carro in moto da destra verso sinistra . Velocità stimata m /s 8 - dista.nza m. 700. Puntare come indicat o nella tavola XXXI. E ssendo lo scostament o per il mot o del bersaglio calcolato per le velocità dt 4,6 ed 8 m/s. e per la djstanza modia di 400 metri occorre tener presente la seguente norma : puntare alla part e anteriore del carro so la, distanza è inferiore ai 4.00 metri' puntare alla parto' posteriore ùel carro se la distanza è superiore ai 400 metri.

(


- · 182 Cartoccio grana.. ; ta da47 mod. 351 bossolo con cannello; per il tiro di ac- granata àa 4'! mcd. 35 con . . com pagnamen" spoletta a erouss . can ea d1 scoppio; t? (~a.nata or4 7 mod.p35. ione mcd. 3 9 per granata. da dmar1a) . . ' canea d1. lancio (gr. 52).

l

. Cartoccio grannta perforante da 47 mod. 39 per i l tiro controcarro

J

bossolo con cann~lJo· . grai~ata pe~/urante 47 mod 39 · d1 _.scoppio e t racciatore (è ~unit°ona/f11ca og1va); a a sa _ spoletta a percussfone mod o ,. 9 ~erforante da 47 mod. 35_ per granata car,u,a di lancfo (gr. 179). '

I '

da

Cartoccio granata I eia.toro per orante da 47 'mod 39 . t · ' .· , mcr e, con tra-0. Cart occio granata da 4"' m 0 d 3 . Cartoccio "'ranata pe I . . • n da istruzione. Cartoccio ;roietto da rs o; autle d: 47 mod. 39 da istr uzione. a ve ca 4 , mod. 35 _

. Funzionamento. - Si suppone che il c . . .ria. Facendo ruotare di 1/4 di :ir , annone sia in battenovra., si produce lo .· g O veiso destra la leva di ma. scornmento trasversa! d Il' e qmndi l'apertura della culatta e l' , ·.e e otturatore C?~temporaneamcntc si p roduce l'arinest1az1one del bossolo. S1 mtroduce auindi . ament o del percussore . un cartoccio e-ranata Il . richiude l'ott ui·atore- l'ar , b ne a camera e si Facendo ruotare ' la 1:a eairont~ per _lo sparo. l'hnvugnatura della m _v~ .scatto (tll'are verso destra il giunto e la noce ct· . an1~ a d1 ~paro), questa fa ruotare 1 scatto la CUI cam di verso destra l'asticolo· 1.1 ma scatto spinge · . · percussore rimast lib spmto m avanti dalJa sua ll ' o ero, viene del bossolo provocando Imo a e va a percuotere il cannello a partenza del colpo. Sc~mposizione e ricomposizione. , . . maten ale viene scomposto uell P~1 il someggio il fuo co, slitta, culla testata d'aff e tegueut1 parti: bocca da . Scomposizione ' a) t 1· usl o, code, .ruote. l' tL . og 1c1·e a bocca da fu ( . o uratore, apri.re il chiavistello di uni , . oco a.prue la bocca da f1.1.oco dalla ·t . d il one alla slitta e sfila1·e < • pm e e a culatta); b) togliere la

183

,culla con la slitta (portare la, culla in depressione poi in leggera elevazione, aprire le orecchionerie n sollevare la culla,); o) togliere l'affustino: d) togli.ere le ruote; e) togli.ere ,le <:ode mobili; f) togliere i vomeri. Rioomposizion,e. - Eseguire, in senso inverso, le predette operazioni. L'o ttura tore, primr1 si toglie e poi si scompone. Il percussore si può sostit,uire senza scomporre l'otturatore. :Manutenzione. __.:.. Le regole per la manutenzione del materiale, sono le seguenti: Prima del tiro. - A,ssicurarsi~ 1 ° del buon funzionamento dell'otturatore e del congegno di scatto; 2° che la composizione del materiale sia stata eseguita bene e che tutti i chiavistelli e ritegni siano ben chiusi e completamente introdotti nei rispettivi alloggiamenti; 3° che il puntello sia fissato al su.o chiavistello; 4° che la bocca da fuoco non sia otturata o ingombra da fecce od altro; 5° chA i cartocci granata non abbiano le corone di forzamento e i bossoli deformati; o0 che gli inneschi dei bossoli non sporgano dai fondelli. Diirante 'il tiro. - 1 ° non fap subire urti alle granate (cambiare il cartoccio piuttosto che forzarlo); 2° maneggiare con delicatezza gli strumenti di p untamento; 3° evitare che l'alzo subisca urti; 4° u,prire e chiudere la culatta senza violenza; 5° agire . alla maniglia di sparo senza dare strappi violenti. Dopo il tiro. - Procedere ad una accurata ispezione del materiale e alla sua pulitura. La composizione del cartoccio deve esse-re fatta prima di portare le rnunizioni s11,lla linea di fitooo. Inconvenienti. - I più comuni sono: 1° I nceppamento nell'introdi,zione delle m11,n.izioni. E strarre il cartoccio granata con la mano o· col cn,cciaproietti e so~titui.rlo con altro, ispezionare la bocC[L dn. f.uoco cèl cventualment,e scovolaifa; 2° .111ancata estrazione del bossolo. Estrarlo con lo scovolo o con un cacciavite e, se necessario, cambia.re gli estrattori. ..3o Scatto a v1.wto. Riarmare a mano il percussore agendo sulla

)

I

'


-184 -

leva di scatto. Ripetendosi più volte uno scatto a vuoto· con lo stesso cartoccio, aprire rapidamente l'otturatore . ?adando .che il ca~toccio non cada a te~·ra, ricevere quindi. 11 cartocc10 stesso m mano e sostituirlo con altro cartocc.· I t d' IO. n. empo i pa.ce, pero~ itn eccesso di sicurezza . consiglia di fa1 all~nta1:are. i .~erventi e di aprire l'otturatore dopo trascorsi due minuti primi: se l'inconveniente si ripete ancora, verificare e cambiare, se del caso, la punta del percussore, la molla del percussore ~ pulire l'interno dell'alloggiamento del perc~s.sore; 4° Irregolare f'unzionamento dei meccanismi conte~uti nell'otturatore. Sostituire le parti non efficienti. ~e s mcontrano difficoltà nell'apertura dell'otturatore, ve~ificare la molla della noce di scatto, il grano del percussore,· il cannello . del bossolo; 5° Irregolare funzionamento del fren~ e. del rw~pe!·atore. Esaminare le lisce della culla (sporche od as~mtte ), 11 ricuperatore (guasto), le varie parti del freno (de~er10ra~e) e, se del caso, far scomporre il freno dall'armarnol?, limare.le bavature, ungere e ricomporre cambiando le part~ guaste. Verificare il congegno regolatore e metterlo a pun~o. Verificare il liquido del freno e controllare i pi'emiguarmtura; 6° Difficoltà nel _dare l'inclinazione o· la direzione al ?annone. ~erificare se i settori aentati sono puliti O se i ncuperaton sono deformati. . Materiali ~ccessori. - Per l'impiego, il maneggio, il t~aino, e 11 so~eggro del cannoue, si usano i seguenti materiali accessori: casse~te per miinizioni (ciascuna con 4 cartocci granata), cofani .per materiali accessori e parti di ricambio, scov.olo'., st~n~a di .man~vra, cuffie ~arie, coperta per cannone, funi dt trnino, bilancitw per traino, armatitre centrali da basto, armature laterali 'ttniversali cla basto rnod. 37 e attrezzi da zappatore. !iro ridotto. - Per l'addestramento del J:,drsonale è stata :realizzata una speciale attrezzatura che consente di eseguir&

-

185 -

il tiro col cannone da 47 /32, adoperando cartucce calibro 8,.

per mitragliatrici, .traccianti-perforanti. B) Cannone mitragliera da 20 mod. 35. (Ved . .tav. XXXIII).

Il cannone 11titragliera, da 20 m,illim,etri controaereò è un'arma a pl'esa di gas regolabile, alimentato per mezzo· di cadcatori a piastrina, capaci di 12 cartucce. La raffica può prolungarsi pon endo a contatto di un caricatore, il successivo. L'arma in dotazione ai ·reggimenti di artiglieria divi~;ionale, e assegnata. anche a talun~ unità (li fanteria, viene· impiegata con compito normale in azione controaerea alle basse quote (sotto i m. 2000), e con compito eventuale in. azione cotroCClrro alle distanze minori. Il cannone spara due tipi di proiettili e cioè 1.1rn,a granata perforante del veso cli gr. 150 ed ima granata controaerei del peso di gr. 135. La granata contro aerei è anche autodistruggente studiata in modo, cioè, che al termin~ della traccia luminosa venga provocata l'esplosione del proiettile, per evitare che esso ~coppi per effetto dell'urto contro il terreno. La gittata della bocca da fuoco è di m. 3500 all'orizzonte. e di m. 2500 in altezza nel tiro antiaereo. La. celeri tà di tiro è di 220 colpi al minnto. BOl\:IBE CON'l'ROCARRO BOMBA A :MANO DffiOl\'IPEN'l'E CONTROCARRO BREDA.

Caratteristiche. - La bomba a mano dirompente controcarro << Breda, » è un potent e ordigno costituito da una ordi-naria bomba a mano «Breda» mod . 35! allr~ quale è stat o· solidamente applica,to nella pa,rte superi9re un manico in bakelite od in logno, mentre alla pa,rte inferiore, e precisa-mento sulla filettatura del fo ndello, è a.vvitata una sfera.


186 -

:metallica contenente la carica di scoppio (circa gra,rnmi 575 ~di speciale esplosivo ad alto· potere dirompente). ~a bomba a mano, che ha la funzione di spoletta, facendo -da, mnesco alla carica di . scoppio contenuta nella sfera, è .-analoga p~r costituzione e funzionamento alla bomba a ma~o <'.Breda» ~od. 35. Differenzia da questa per leggere · vanant1 co:::;truttrve agli organi della sicurezza automatiea. · La spoletta ha, _la sicUTezza: ordinaria, ugna.le a quella della, bomba, « Breda, » mod. 35; autom,atica, a,naloga nel principio cinematico· a queUa -della, e< Breda,, rnod, 35, costituita, da_: a) im traversino o tegolino meta,lli.co che si inter·porn~ fra la crLssuhl, ed il pecussore; b) 'ML nastro rita.rilatore costituito da due ;triseie · -di ottone collegate :fra di loro mediante una maglietta; c) unçi micchiaia (che ba la funzione della cuffia -della bomba regolamenta.re) in lamiera stampata. Fimzionmne-nto della spoletta. - Tolta la sicurezza ordina.ria ed effettuato il lancio, hL cucchiaia, della sicurezza :automatica si sta,c ca dalla boniba, il nastro ritardatore si .spiega ed il traversi.no esce dal proprio alloggiamento trascinato dal peso della cuffia. Lo sfila.mento della, sicurezza a.utomatiea avviene normn.lmcnte entro gli 8_- 10 met.ri. .ilfodalità di lancio. - Le operazioni che si devono compiere prima di lancfal'(' la, bomba sono praticamente le stesse prescritte por il la,neio delle bombe a mano . Il la.ncio v ie.ne effettuato normalmente dalla posizione di « in piedi,,, ecceziom1.Iment;c da lla posizione di «in irinocchio >>. Solo in part icohni circo81ianze, lanciatori bene · ·addestrati potranno lancfa,1·c la born ha dalla posizione,.di '< a terra ,,. · Lei llistanza dalla, qiiale si tleve effettua.reil lancio èontro ·.il ea:rro deve essere tale che lei bomba arrivi sul bersaglio priva

-

187 -

.della si<Yurezza aiitornat'ica e pertanto n.on dovrà essere ·inferiore .agii 8-1O rnetri. . . . . · Effettuato il lancio, il lanciatore dovrà ripa,rarsi o but tarsi a terra per ripararsi. <la,lle scheggie e dagli effetti. dell'onda esplosiva,. Dati nimieri<Yi,.

Peso Peso Peso Peso

della, born ba ,ruota. . . . . . . . . . della sfora porta, carica, di scoppio vuoLa, della carica di scoppio . . . . . · . . . totale della bomba prontrt per il lancio

BOMBA A l.\:IAN O I NCENDIARIA 00:N'l'ROCA.HlW

280 60 660

gr. )) )) ))

1.000

0. '1~. 0.

Caratteristiche. - Ln, bomba i.t nmno contTOca1To incendia.ria O. T. O. è un ordigno costituit o da,: una spoletta.; un ma,nicot to . di alluminio; un corpo di bomb.-ì, (una comune bottiglia) contenente circa, 600 cm:i di sostanza iucenclia,ria (rnìscela. liquida -o pastn; incendiaria,). Spolettci. - È una, bomba a 111.ano O. 'f. O. che differisce dalle a,naloghe bombe mod. ~15 -per le seguenti ca,ratteristiche: è senza ca,rica di scoppio; il fondello del cartoccere è forato inferjormente; l'involucro .inferiore è -fon1to e mùnito di urnt filettatura per avvit a.re la spolet ta al rrnm icot to; il tubetto porta d.etona,tore è ap~rto inferiormente. Nel complesso della, bombr1 incendiaria funziona da spoletta univer1mle facenélo da innesco della sostanza incendiaria.

Analogo a quello della normale bomba. a, man.o O. 'J'. O. mod. 35. Punzion ciniento della s17olctta. -


-188 -

All'urto contro un ostacolo si ha la :fra.ntuma,zione della bottiglia ed il funzionamento della spoletta: il cu~ ~etonatore provoca l'infiammazione della sostanza mce_nclla~1a. . L a sicUTezza si sfila in genere a distanza non in:fonore agh 8 -=- 10 metri. La dur::1,t a della combustione della sostanza incendiaria varia d.a .4 a 6 secondi. J11odalità c1i lancio. - Valgono le stesso norme fissate per la bomba a, Ina,no dirompente controca,rro Breda. 2 0) D IFESE ATTIVE ANTICARRO.

l?ra i vari ostaco li i.~tti ~1 fermare o quanto meno ad arrostare l'avanza,ta. dell'aL~acc~n~e, ~ono particolarmente efficaci le mine ant~ca~·ro 11 ctu 11~p1?g?, nolla guerra attuale, ha assunto vast1ss1Ine proporzroru. 1n conseguenza dirotta della grande importanza che hanno nel combattimento moderno i carri armati. . Le mino sono costituite, in genere, da un recipiente meta.1lico di convenionte capacità e forma, (parallepipede, circol~re, tubola.re) contenente una carica, esplosiva cd.un dispositivo di accensione. A seconda, del si5terru1, di a,coonsione lo mine si su ddivi · dono in: a,) mine a pressione. Contengono un ùispositivo prcventiv[1mente tarato in modo cho funzioni quando su di esse venga esercitata una, determinata. pressione (p_u ò ?ioè es: sere regolato sì che funz ioni so lo n,l passaggio d 1 me?' pesanti - carri armati, automezzi - ocl anche al pasl'!aggio di uomini , di ciclisti o di motociclisti). Del t ipo a pressione sono le M. K. int;lesi (vedi t,wola. XXXTI) costituite d[t una scatob metallica cilindrica del diametro esterno di cm . 19,5, altezza oro. 7.5, ca,riche con Kg. 1,800 cli c8plosivo; peso totnJc K g. 3,600. 1viine

wntioarro. -

-189 -

Sul lato interno del coperchio vi è una molla a balestra. con la convessità disposta sopra un percussore ma,ntenuto distanziato dalla cassula per mezzo di uno spinotto. La. resistenza di detto spinotto è oppor tuna.mente calcolata a seconda che la mina debba funzionare al passaggio dei soli carri armati od anche a,l passa,ggio di uomini. Quando sul coperchio viene esercitata una data pressione, la molla a balestra si abbassa, il percussore viene spinto in basso o, dopo . aver trascinato lo spinotto di sicurezza,, percuote il detonatore determinando la defla.g mzione della cassula. ·Gli inglesi usano 4 tipi di mino a pressione, tutte analoghe a quella descritta, con cariche variabili uno ad un massimo di Kg. 3,800 di esplosivo; b ) mine a strappo (più frequentemente..,... usate contro uomini). Sono costituite da recipient;i contenenti una carica esplosiva, la cui accensione è determim1ta da un percussore azionato da una funicella stesa in modo da essere strappata dai :passaggio di uomini od automezzi; e) 1nine elettriche. Vengono generalmente impiegate .per sbarrare a comando zono ò.i particolare interesse. Tali zone devono essere sempre diretta1nento ossorva,to cla. nna posizione retrostante, nella quale è disposto un generatore elettrico collegato con i dctorn1tori (a .scintilla o ad incandescenza) delle mine ste.seo. L'immissione della eor'l'ente nel circuito provoca la deflagra;done dello caricbe esplosivo. Gli ingiesi dispongono le mine: a s7Ja2io chi1,so, por bloccare strade o passa.ggi di ecceziQnalo import.anzn; le mine vengono dispo~to su due o tre righe a scacchiera a circa 90 cm. di int ervallo e di distanza una dall\tltm; a spazio averto per·ostaco lare il tmusito su va,ste zone; le mine ven gono disposte, sempre tL scacchiera, su diverse righe (lino a 10,) a 9 ..,.- 10 rr..etri di intervallo c di distanza una dall'altra.


-

-191 -

190 -

APPARECCHI CERCAMINE.

Allo scopo di i.ndiviclua,r e le mine per potel'lcpoi di::itiruo-gèro o neutralizzare, si usano dogli appositi apparecchi el<~tromagnetici costituiti, in genere, da un co1n.plesso oercarnineformato da: un telaio cli 'ricerca ché è l'organo di $;ensihilità;. un appa,r ato contenente i. circuiti oscillanti occonenti per creare _nella cuffia i segna.li acnstict rivcla,t ori delle mine; un oofa;no di ali1nentazione contenente la cuffia telefonica o le batterie di alimenta,zione. La presenza di una mina, anche se interrata, determina nel4i, cuffia una nota tanto ·più acuta quanto più la mimi è· vicina· a l t elaio. 3°) D IFESE PASSIVE.

Le difese passive contro i carri consistono essen~iaÌme11 te· in ostacoli non superabili ·da essi. Possono esser~ ,.;iaturali' ( corsi d'acqua, terreni paludosi o rocciosi boschi fitti ter· . ' sbarramen ' ti rem. m pendenza 45°) ò (trtificiali (fossati . a· , sperom 1 r otaie o travi a 1' in colate di ce1uento e rivolti' verso H nemico, trabocchetti, cavi nfolto resistenti campi .' mina-ti). _ ~a difesa 1·ichiede lo studio cÌel terreno per dedun e· quali possono essere i luoghi più probabili di raccolta e lev!e di accesso, sia per la più adatta. postazione delle armi, sia per organi?.za.re il terreno con mine, trabocchetti ecc. nelle località dove si ritenga possibile m1 attacco di ca rri armaO.

CAPITOLO V. GENERALITÀ SUGLI ESPLOSIVI REGOLAlUENTAIU:: DESCRIZIONE S01\UUARIA - CENNI SULL'IMPIE -GO, SULLA CONSE RVAZIONE, SUL TRASPORTO. - CENNI. SUI ;CANNELLI, I NNESCHI. MICCE ED· ESPLODITORI. I. - Esplosivi. A ) Generalità.

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Gli esplosivi sono quelle sostanze che ha,uno la pro-· prietà - _in determinate circostanze - di trasformarsi rapi-· damente, per reazione chimica trn, i loro clementi costitutivi, in un grande volume 'di gas, ad elevatili temperatura~ Il fenomeno, cui dà il nome generico di esplosiq.ne, può-, essere provocato da ut'ti, da sfregamenti, dall'elettricità; dal calore, dalla luce·o da spontanea decomposizi one dell'esplosivo •. Gli esplosivi possono essere solidi, liquidi, gassosi. Per gli. usi militari si impiegano generalmente quelli allo stato solido. Sono costituiti da sostanze inorganiche (zolfo, carbone, acido· nitrico, · carbonati, clorati, ecc.) o da sostanze organiche e cioè idrocarburi (che trovansi nel petrolio e nelle sostanze · bituminose naturali) e idrati di carbonio (cellulose, glucosio, sostanze amidacee). Gli ~ffetti dell'esplosione dipendono essenzialmente da trefattori: forza, potenza, rapidità. La forza è caratterizzata da1la pressione unitaria dei gas prodotti dall'esplosivo e dipende dalla loro qualità, quantità, e temperatura. La potenza o energia potenzia,!<~ è il lavoro di cui è capacC'l'esplosivo éd è dipendente dalle calorie che sviluppa (equivalente meccanico della grande caloria è di Kgm 425).

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La :rapidità di' reazio.ne, cioè la maggiore o minore celerit à di trasformazione dell'esplosivo, ha influenza sugli effetti ..perchè varia la pressione sulle pareti del recipiente entro .cui è racchiuso. D ensità di caricamento è il rapporto tra il peso dell 'esplosivo (in kg.) e il volume (in litri) del recipiente entro cui avviene l'esplosione. · . Per stabilità di un esplosivo si intende la sua resistenza, senza alterarsi, ad una data temperatura. .Allorquando l'esplosione avviene nelle armi da fuoco, i gas esercitano una forte pressione, sia sul fondello del proiettile che sull'otturatore e s1ùle pareti della canna, si determinano cicè tre forze: · a) quella esercitata sul proiettile che prende il nome di forza di proiezione, che è la potenza balistica . dell'esplosivo; b) quella esercitata sulle pareti della canna detta forza

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,caricamento, pressione, resistenza del -mezz_o ~cc.) possoi~o influire sulla. rapidità della combustione e quindi _sulla specie del fenomeno (defl_agrazione esplosione, d~tonaz1on~)Secondo l'impiego gli esplosivi si distmguo~o .lll esplosivi di propulsione (cariche ·di proiezione es: ?a~istite, so~enite, polvere pirica, ecc.), di scoppio (_alti esplos:vi es: yert1te .0 trin.itrofenolo e la gelatina esplosrva ), per inneschi ( deto. . . . nanti, es.: fulminato di mercurio). Secondo la loro costituzione si classificano m: miscugli'. ,esplosivi chimici, miscele esplodenti. I miscugli sono ottenuti ·eon una mescolanza meccanica di sostanze che da sole non hanno proprietà esplosive (esempio: polvere.~irica); gliesplo-sivi chimici sono composti chimici ben defimti e che nella m~lecola contengono l'elemento combuente e quello combust11bile; le misc;le esplodenti sono cos.tituite da mescolanza :intima di composti chimici. .

dilaniatrice; c) quella che si manifesta in direzione opposta al proiettile è la forza di rinculo. Le reazion.i esplosive possono' essere éosì èbssificate: 1° Deflàgrazione. Quando la: trasformazione dello esplosivo avviene con limi tata rapidità. Gli C'splosivi vengono allora chiamati comunemente poliìeri, le quali debbono essere caratterizzate da grande forza ba,li5tica, da ppca forza dilaniatrice, da minima azione corrosiva e da minima produzione di fecce e fumo; . 2° Esplosione. - Quando la trasformazione dell'esplosivo avviene rapidamente. Gli esplosivi chiam,aosi iu tal caso esplosivi rapidi o alti esplosù:i, i quali sono caratterizzati da grande forza, dila11iatrice; · 3° Detonazirn, f}. - Quando la trasformazione dell'esplosivo è rn.pidi$Siurn.. Gli e:;plosivi sono detti allora detonanti, i quali lianuo per carattere la violenza e la grande Lnstabilità, Oltre al!a uatunt dc!l'r.splosivo, anche le speciali cirrostanze nelle quali avvieue 2 reazione esplosiva (densità di

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Principali esplosivi in uso nell'Esercito.

Gli esplosivi più importanti di uso militare so~o: la pol~ere ·pirica, la gelatina ~splosiva, la balistite, la_ solenite, 1~ ult1m~ :tre a base di nitrocellulosa e di nitroglicerma, la. pertite ~ trinitrofenolo, il trinitrotoluene o tritolo, nonchè 11 f'ulminato ,di mercurio. Polveri piriche. La polvere pirica è un miscuglio :intimo di salnitro carbone e zolfo, generalmente nella seguente proporzione (dos~mento inglese): 75 di salnitro, 15 di carbone ,e 10 di zolfo. · L'ossigeriq, reso libero dal salnitro, ~ ~'elemento com•burente· il carbonio è l'elemento combustibile, lo zolfo age. ' ·vola· l'infìammaz.ione della polvere. La polvere pirica, detta comunemente polv_ere nera, ha .i seguenti difetti: grande produzione-di fu~o e .di fecce, . poca . ·i)otenza balistica, forza dilaniatrice relativamente grande. Armi., tir.o • ~,ateriali vari -

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grande igroscopicità, difficoltà di conservazione, poca rego larit à di effetti. Per questi motivi, oggi, la polvere nera non viene quasi . più impiegata come carica di proiezione; il suo uso è per lo più limitato alle cariche di scoppio degli shrapnels, ad alcuni inneschi e artifici di guerra. Stante il diYerso peso specifico dei tre co11)i suindicati, per evita.re che nei trasporti avvenga la separazione di essi, giacchè il più pesante t enderebbe a portarsi in basso, dapprima si riducono in polvere impalpabile per ottenere il miscuglio intimo dei tre corpi, poi si riduce la polvere in granj, variabili a secondo dell'uso cui deve servire. La polvere pirica presenta quindi caratteri fisici diversi, riguardanti la forma, grossezza, consistenza, densità e lisciamento dei grani. La forma può essere rotonda, lamellare, poliedrica. La forma rotonda è di più difficile lavorazione, presenta. minor facilità di infiammazione e maggior regolarità di effetti. La forma lamellare presenta maggior superficie di infiammazione ma,, mentre ogni granello brucia più celermente, le cariche presentano per l'irregolarità e la diminuzione degli interstizi tra grano e grano1 irregolarità e minor facilità nella circolazione della fiamma. La fo1·ma poliedrica tiene il posto di mez7,o tra le altre due forme. La grossezza influisce sulla durata della combustione completa di ciascun grano. · La consistenza deve essere tale da conservare la forma ai grani senza rompersi nei trasporti. La densità, cioè il rapporto tra il peso di un grano e il suo volume, influisce sulla rapidità della combustione (a maggior densità corrisponde minor rapidità di combustione). Il lisciamento ha lo scopo di togliere le asperità esterne per diminuire la produzione del polverino .e rendere la polvere meno atta ad assorbire l'umidità.

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· Nitrati. - Generalità. Gli esplosivi. nitrati rappresentano un notevolissimo progress(? nella fabbricazione delle moderne polveri infumi. E ssi hanno maggior energia potenziale della polvere pirica e non producono fecce percbè tanto l'acido nitrico quanto i composti organici co u cui è combinato, (ossigeno, idrogeno, carbonio puro) si trasformano completamente in sostanze gassose e l'idrogeno sviluppa maggior calore del carbonio. Gli esplosivi nitrati sono costituiti o da combit1azi.ot1i chimiche (esplosivi chimici) o da miscugli di sostanze azot ate (miscugli esplodenti) .

Esplosivi chimici. - Comprenclono gli esplosivi pi~ important i di uso militare quali la nitrocell'l,tlosa, la nitroglicerina, la pertite (o trinitrofenolo) e il trotyl (o trinitrotol'iiene). Nitrocellulose. - La cellulosa delle pi.ante, combinata con l'acido nitrico, dà. luogo alla nitrocellulosa. ~ .A seconda del titolo azotometrico o gra.do di nitrazione, si ha il cotone collodio (tit olo da 11 a 12 %) o il fulmicotone (titolo da 12 a 13,4 %). Il fulmicotone può assorbire l'acqua, per cui si ha il fulmicotone secco e il fulmicotone umido, il -primo contiene al massimo iI'2 % d'acqua: il second o ne con tiene circa H 20 %Il fulmi cotone secco è sensibile agli urti e agli attriti, ha grande velocità di combustione, grande potenza balistica e grande forza dilaniatrice. Sciolto nell'acetone di.venta più stabile ed ha azione più moderata. Infiamma a 170°, si decompone lentamente a 50°. Il fulmicotone umido è insensibile agli urti ed è poco sensibile anche alle variazioni. di temperatura. Ha potenza balistica e forza dilauiatrice pressocbè uguali a qu elle del fulmicot one secco. Il cotone collodio è meno potente del fulmicotone, è solubile nella glicerina. Serve a preparare unitament e a.Ila nitroglicerina I.a. gelatina esplosiva, la balistite e la solenite. ~ elle industrie si usa. per la fabbricazione della celluloide e della seta. artificiale.


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Esplodente molto energico che . si ottiene facendo reagire l'acido nitrico sulla glicerina. È assai velenosa, i suoi vapori provocano mal di eapo. Poco stabile . per le inevitabili tracce di impurezza. Sensibile agli urti .all'umidità e alle variazioni di temperatura. · . ' Per. renderla più stabile, la si associa a so~tanze assorbenti e si hanno così le dinamiti che debbono però essere conservate . e impiegate con precauzione.

Solenite. È costituita da un terzo di nitroglicerina 1 un quinto di fulmicotone, due quinti di cotone collodio e da -0Iio minerale in piccola dose. Assomigli.a per colore alla balistite, ma la si usa sotto forma di piccoli tubi (solenoide) per ottenere una combustione più progressiva. È più stabile della balistite, ha minor forza dilaniatrice, ma anche minor potenza balistica, sviluppa minor calore ed ha un'azione.corrosiva inferiore alla balistite. Non si congela.

Derh•11ti 1Iella nitrocellnlosa e 11itrogliccriua.

Pertite (trinitrofenolo). È acido picrico costitui to da acido fe nico e acido nitrico nella proporzione di 1 a 3.

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Nitroglicerina. -

Gelatina esplosiva. È costituita da nitroglicerina con l'aggiunta di cotone collodio nella proporzione di circa 93 parti di nitroglicerina e circa 7 di cotone collodio. È velenosa, seusfbile alle variazioni di t emperatura. È un esplosivo molto potent~ con grande velocità di combustione. Inadatto per ~e armi, è 'effic~ce invece nei lavori di mina. Nou è igro scopica e conserva le sue proprietà anche nèll'acqua. La si usa in forma di cilindretti del peso di grammi 100, con innesco di fulmicotone secco e con una capsula fulmin ante che si collega a una miccia a lenta combustione . . Vi sono gelatine esplosive mescolate ad altri elementi. Balistite. È costituita da nitroglicerina e cotone c?Uodio, in parti uguali. È una so~tanza cornea di color biancastro e alla quale si dà forma varia a seconda degli usi. È poco sensibile agli urti, poco igroscopica. Riscaldata si rammollisce. · Non compressa (poca densità di caricamento) deflagra dando luogo a notevole potenza balistica; compressa manife· sta grande forza dilaniatrice. · Veniva impiegata nelle cartucce a pallottole del fucile mod. 91, per le quali ora si adopera la solenite per evitare le forti pressioni della balist ite che si usa ancora per le cartucce che richiedono cariche minod e per Ie artiglierie.

Ha poca potenza balistica e gran de forza dilaniatrice . . Molto stabile agli urti: ma a contatto dei metalli, specialmente del ferro e del piombo, forma dei picrati sensibilissimi agli urti e quindi molto pericolosi. Impiegato per le cariche di scoppio de.t pi:9ietti d),rtiglieria richiede d'essere isolato verniciando le pareti in ternedel proiettile o avvolgendo la carica nel cartone. Trotyl o tritolo (trinitrotoluene). È costituito da. acido nitrico e toluene (1) nella proporzion e di 3 a 1. Ha forza dilaniatrice e potenza balistica quasi come la pertite, ma ha su questa il vantaggio di non intaccare i metalli: presenta perciò maggior stabilità. Si usa nelle cariche di scoppio colandolo generalment& nei proietti per avere cariche più omogenee e più dense. Si usa anche polverizzato. Miscugli esplod-0nti. - Questi esplosh·i, a base di nitrato d'ammonio cui si a.ggiunge uua sostanza organica, sviluppano grande forza dilaniatrice e vengono generalmente, (1) Carburo, affine alla ben1.ina, che si ottiene di1:1tillando gli oli leggeri del catr;i,me.


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usati come cariche di scoppio dei proietti e delle bom be. (Verli specchio esplosivi).

Clorati e fulminati. - Sono detonanti mo.lto instabi li; si impiegano perciò (da soli, o mescolati insieme) in piccolissime dosi, come inneschi ctelle cartucce e delle cariche ùi lancio delle bocche da fuoco. Il fulminato di mercuriò si ottiepe facendo rea,gire u na soluzione nitrica di mercurio con alcool etilico. Detoua, colla massima. violenza e rapidità. È sensibilissimo anche agli . ur ti moderati perciò generalmente lo si mescola col clorato di potassio, solfuro di antimonfo o altre l:!OStanze; ma tuttavia deve essere usa,to con molte precauzioni. Lo si deve conservare in luoghi asciutti perchè l'umidità ne diminuisce la potenza. L'ossigeno liquido come esplosivo. - Le proprietà esplosive dell'ossigeno liquido associato al carbonio, conosciute alla fine del àècofo passato, furono utilizzate industrialmente dai Tedeschi durante la grandh guerra. L'ossigeno liquido che. si ricava dall'aria con mezzi oggidl perfezionati, è un liquido di colore azzurrognolo con temperatura di-181° e il gas che si produce colla sua evaporazione raggiunge un volume 800 volte maggiore. Per conservarlo occorrono recipienti di metallo ad alto isolamento termico eppertanto si impiegano bottiglie di tombak a doppia parete col vuot.o nell'intercapedine e racchiuse in custodie di làmiera zincata a forma. di piccole damigiane. · Per usare l'ossigeno liquido come esplosivo lo si fa assorbire da sostanze che hanno molta affinità per l'ossigeno e dànno luogo a reazioni ben definité, come ad esempio, la polvere di carbone di legna. Con maggior vaataggio della polvere di carbone si usa il « Guprene >> più comunemente detto « carbene » (ricavato dall'acetilene) il quale ha grande affinità per l'ossigeno e dà luogo a combustioni i'apidissime con sviluppo di 2500 calorie ogni 250 grammi di carbene associato con 750 di ossigeno. Detta sostanza si confeziona in cilindri

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variabile (gene. (patrone) lunghi 300 mm. e . co.n d.iam etro lmente da 30 a 45 mm.) . lè ra S da preferirsi le patrone di diametro grande pere l · ono . . , . , porzione del quadrato !'ossigeno da,lle stesse assorbito e m pro ' . .. . è del diametro mentre la superficie esterna di d1spers10ne . , ·.gione diretta del diametro. . l' 10 ra . . a dell'assorbimento dell'ossigeno iLe « patrone ))' prim . · diminuire .d vengono avvolte in cartocci doppi per . . 1u1 o, . dell'ossiO'eno che si fa assorbire poco prima O · l'evaporaz10ne • ' essere .a·e n'uso. Si hanno così le cartucce _la c~ esp1os10ne p~o .f 11 . ola miccia ordmar1a o con capsu e l u pr_ovocat~ con a ~o a miccia o a innesco elettrico. Però, il mmato di mercur d. 30 ' poco sen· 1: 1m· ·,to di mercurio, alla temperatura i 1 e . ; . u ma . l sule alla resorcma. . d l 30 sibile per cui si preferiscono e cap ' L;esplosivo ad ossigeno liquido è economico (costa a t . . :al 50 o1 meno della dinamite) ed oltre ~d _avere grandll~ po ere 10 d. · · di sicurezza ne uso. ,d irompente offre ~uo~e con iz_1onrudo opportunamente l 'ele·c0 ll'ossigeno liqwdo ' . varia . . 0 ottenere cartucce di ,mento che lo deve assorbue, ::;1 posson . a alla dinamite ,diversa potenzialità, dana polvere da f)ÌÙ potente.

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C) Conservazione e trasporto degli esplosivi.

. Gli esplosiyj debbono essere conConservaz1one. . r · t . ,.,ervati in luoghi asciutti ben aerati. Le casse che l con enè ""O'oilo debbono essere sollevate d a t erra, tra cassa e. cassa . d l 'O • • , di azio per la circolaz1one e -Opportuno che vi sia un po sp . . i se arati. Nella P . . . I detonanti vanno allogati m luogh l ' aria. . · a -stagione estiva occorre magg10re v1g11anz .

. Norme per il trasporto. Le polveri,. racc~iu~e in i!!acchi debbono essere allogate in casse ben c~mse; l o~s1g:no . .. ' . ositi reci ienti ad elevato iaolamen o . erhquido negli app . P b r t·te nelie stesse casse mico; la gelatina, il fulmicotone, 1a a is i '


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che si usano .per la conservazione nelle polveriere. Il, peso di ciascun colld non deve superare i 50 kg. La loro disposizione sui veicoÌi deve essere fatta 1n modò da farli appoggiare su strati di paglia o fieno che si deve frapporre anche tr a

cassa e cassa : Le cassette delle· capsule fulminanti si trasportano separatamente. Tele impermeabili, . preferibilment e bianche: debbono proteggere gli esplosivi dalle intemperie e dal sole. I carri si dispongono su una soià fila; l'andatura deve essere al passo; le soste debbono essere fatte fuori dall 'abitato. Nei trasporti per ferrovia assicurarsi che i vagoni sieno distanti dalla locomotiva, sieno bene impiombati e senza freno; le fermate debbono farsi · iu località dove non vi siano possìbilità di urti. Occorre la scorta e massima vigilanza come da apposite norme.

D) Cannelli, inneschi, micce, capsule.

I cannelli si impiegano nelle artiglierie per l'accensione delle cariche di proiezione. Constano di un tubet to di rame o di ottone contenente una mistura. fulminante 'e polvere nera, nonchè una seghetta, e diconsi cannelli a frizione. Le artiglierie moderne però impiegan,o invece i cannelli a percussione o elettrici, ed inneschi uniti al bossolo . . Gli inneschi sòiio costituiti da un piccolissimo involucro, generalmente di ottone o t ombac, contenente una n1iscela fulminante e talvolta anche del polverino· compresso. Sono destinati a provocare la deflagrazione o l'esplosione delle cariche, mediante l'urt o di un percuotitoio, o l'azione della miccia accesa; si chiamano anche detonatori. Cannelli e inneschi. -

l\'licce. - Servono per comunicare il fuoco agli inneschi o direttamente alla polvere pirica nei lavori di Ìnina. Sono · èos·t ituite da polvere nera o altro esplosivo allogato in tubi

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sottili, o da fili di cotone impast ati da polverino e protetti da. copert ura per lo più impermeabile. Possono essere a nombustione lenta o rapida oppure detonante. La miccia a lenta combustione è costituita da un tubicino di stagno t rafilato contenente una miscela di clorato di pota.si,io e solfuro di antimonio impastati con glutine di lino. Il tubicino è rivest ito. da un nastro di gomma e questo è ricoperto da fili di cotone intrecciato. La sua velocità di combustione è di un metro in 4'. · La miccia detonante consta di un tubett o di stagno t rafilato riempito di acido picrico o di trot yl con velocità di detonazione, a seconda dell'esplosivo, di m. 5000 o più al minuto secondo.

Capsule. - Per l'innescamento si adoperano diversi tipi cli capsule. Sono costituite da cilindretti di ì·ame chiusi da un fondello, aperti dalla parte opposta e contenenti una miscela a base di. fulminato di mercurio, ovvero delh1 resorcina (quest'ultima per le cartucce di ossigeno liquido). · Le capsule maggiormente in uso nel nostro esercito sono: a) capsula fulminante ordinaria speciale formata da due tubetti di rame stagnati e innestat i uno sull'altro e contenenti gr. 1,2 <li rciscela fulminante; · b) capsula elettrica a incanllescenza che contiene gr. 1 di fulminato òj mercurio, del polverino esplodente e una spirale di filo sottile di platino le cui estremità sono saldate ai due reofori di rame che attraversano il tappo isolant e che chiude la capsula. Si inserisce nei circuiti elettrici quando Bi usa l'esploditore. II. - Esploditori. Sono i congegni destinati a genera.re la corrente elettrica per provocare l'accensione delle capsule elettriche, c9rrente ohe dalle macchine generatrici a mezzo di apposito circuito


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ordinario o in derivazione va alle c . . peratura del filo cli 1 t· d a~sule, ne eleva la tem. . P a mo etermmando l'a . po1vermo e conseauente ccens10ne del o rneo t e la deto · t ·t . nazione del fulminato di mercurio Il circuito è duttori preferibilment ~. ~os l m'..o da fili metallici con ,e <.1I rame rivestito. , .. Esplodito1·e Cantano . ..:_ È c t· . contenente una dinamo lt" l os itmto d~ una cassettina un galva,nometro, ipt otare autoecc1tat:içe in serie, ·t· mu a ore per la ver1fi . d .. . cm ,1, serrafili e funiceUe e l' ca e1 c1rè situat~ nel mezzo mentfl r . ~so dello _strumento. La dinamo , ' re i rimanenti oo·gett· t . m corrispondenza, degli 'tugol · •h. . . "" .. I rovano posto siti sportelli a c~rnie1,' Pi, cl ms1 superiormente da appo1 di . a. er a manovra dell' v1 è una puleaofa protett d ·· esp o ·tore . riore della cass;t;a ' A" 1· ,afi a, cuffia, nella parete supe1 < ue anchi sono fìs t . ·. · . . 1 a fibbrn. per assicurarvi d ue manubri , . di lern i sa e e crnghie ' . sporto a· mano dell'esploditore L' . . o o per il trasenta il vantagofo di e, tt ." . esplo~itore Oantono preP ime_ er~ la venfica dei circuiti e delle eapsule. 0

OAPI'COLO V1.

MUNIZIONI Pl!;R ARMI PORTATILI (J) ~ · AH.'J'lFIZI

DI GUERRA.

uu co!t

OoH'eRploditore occorrono i cir 't"1 . . . . cm elettnc1 metallici. preferibilmente d · , · 1 rame r1vest1to e eassett· c1·1 per collegare il eircuito principale ~l' \ne . . de~ivazione e esp od1tore, a1 circui ti .secondari per ottenere il b ·11 ' ri amento contemp . cessrvo di val'i fornelli di mina. oraneo o sue-

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. I. - l\'lun~zioni per armi portat.ili. Cartuccia. - Le munizioni che si i~piegano nelle armi da fuoco portatili chiamansi cartucce. Esse sono costituite dai cguenti clementi: bossolo, caps,ula, .carfoa,., proiett·ilB. Sono fa · genere spalma.te di lu brifìcan1;e. Bossolo. - Serve a riunire i tre elementi principali della cartuccia (carica, ca,p sula, proiettile) ed assicurare la .chiusura ermetica della culatta all'atto dello sparo. Ha forma generale tronco-conica per facilitare il distacco iniziale del bossolo, ba un fondelJo con orlo sporgente alla periferia o una scanalatura, per la presa dell'estrattore, e un incavo porta.-capsula al cen~ro con fori per comunicare l'accens.i one :alla cttrica. Il bossolo è di ottone o di acciaio. Si sono sperimenta.ti bossoli combustibili con esito non buono. Capsiila. - La capsula è una minuscola coppa che con~iene l'innesco costituito da un miscuglio di .fulminato di iµercurio, clora,to di . potassio e solfuro d'ant imonio. . Si alloga nel fondèllo e serve a produrre l'accensione della carica, detonando in seguito all'urto del percussore. Carica. - È . costituita dall'esplosi;vo destinato con la forza dei gas sviluppati dalla sua deflagrazione a imprimere :al proiettile il movimento cli traslazione. Per le cartucce, oggi si adoperano solamente le polveri

infumi.

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(1) Le muni:bioni del mortaio da. 4:5, del mortaio da 81, del fucile • da 20 " S ", ·del cannone da 47 /32 e del ca.rrnone 111itragliora da 20 sono state trattate con le. rela.tive armi.


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Proiettile.. È la I)art . e eles t·rnata a produrre le offes Deve avere forma d. . . e consistenza- tali da e. . . ' peso, 1mens10m render~ mtn1m~ la resistenza delParia e penetrare facilmente ~el mezzo _colpito, deve avete cioè velocità di traslazion forz~ d 'urto e _potenza di penetrazione sufficienti per met te; , f~on combattu~e.nto bersagli auirnati ~ituati a determinat: distanze e poss1b1lm.ente attraversare i mezzi . , . . rot . · · - . Plll comum di P ez1oue mc1iv1duale, conservando ancora note l t . vulneraute. . vo e po ere ·. · (proiettile . .Le .forme .p·' ~u t~sat e sono: la cilindro-ogivale lt~liano ); la_ oil_indrioa appimtita (proiettile tedesco); la biogivale (proiettile franceseì. La lunghezza deve oscillare fra i 3 calibri e r.: libri · d mezzo e ,) ca. '. cui eve c?rrispond ere un adeguato movimento di : otaz1one per a~s1curare la stabilità del roiettilc . durant" 11 suo percorso. P " Il rapporto tra peso del proiettile e il calibro de per quanto , ·b·l ve essere , . ; ~ossi i e grande, perchè sia attenuata la r~si. ste~za che I aria oppone al moto dei proiettili. Per ùesto essi sono generalmente costituiti dal piombo dato 1·1 qt 1' peso s ·fì d. , no evo e . . peci ?o l questo metallo; ma poichè il piombo non ha molta cons1steum e, stante Fattrito e il f · rio·lie d bb orza.mento nelle t> ' are _e 1uogo all'impiombamento delle caune ed ancora potrebbe fac1~mente deformarsi diminuendo la sua attitudine alla ~enetr~z10n_e, esso costituisce il nocciolo del proiettile c~e v1~11e rivestito con una incamiciatura di metallo o leo-a 0 più resistente del piombo, e non ossidabile. · La pallottola del nostro fucile mod 91 è . . . ma ·u z ,, ·(t , . . . ,· , rivestita d1 . i ec io1 ~ ega d1 rame e nichel); at tualmente ìl l'l. ··,t · ment . , d. . . .. :ve.s ,10 e. i a,cc1aio dolce placmtto al tpmbacco. Lub,·ificante. - Il proiettile viene spalmato uclla parte . esterna al .bossolo, con un leo-g·ero strato d1· s os t anze O'rasse . "' pure e neutre (generalmente un miscuglio d.i vasellina. ~e par8'!fi~~): H~ vlo scopo.~ .d~minuire l'attrito tra pr~ie::1: e auuna, con 20 m/ s. . c10 la veloc1ta m1ziale aumenta di circa .

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Proiettili a punta o affusolati. - La forma a punta o .affusolati). del proiettile, aumenta notevolmente le qualità balistiche delle armi. Di tale vantaggio hanno approfittato le nazioni ·che hanno un calibro superiore al nostro. Così la Germania impiega ora ·il proiettile SS (iniziale -della parola spitz, punta) a punta molto acuminata; alquanto · .Più leggero del precedente cilindro-ogivale (gr. 12,8 invece di 14, 8), costituito da piombo con rivestimento di a,cciaio plac-cato di ma,iUèohort. Con ta.le proiettile, la velocità. iniziale Tisulta, di m /s. 785 (mentr<1 col proiettile ordinario cilindro- ogivr1le, era di m/s. 630) per cmi si ha grande t ensione di trafottoria. · Proiettili a punta del tipo SS, sono stati adottàti da diversi Stati. La Francia ha scelto il proiettile tipo D (iniziale del -nome dell'inventore, generale Defoye), detto anche proiettile biogivale . . Ha forma simile a quella di un sigaro avana, con punta meri.o acuminata del proiettile SS. È costituito di una lega di rame (t ombaéco) e non ha incamiciatura. La velocità iniziale ottenuta col fucile Lébel, impiegando il proiettile è di circa m/s. 700 (come col fucile nostro mod. 91 · e -proiettile cilindro- ogivale), mentre la velocità iniziale era di m/s. 650 circa col proiettile precedente cilindro-ogivale. L'Italia ha esperimentato anch'essa per le sue armi calibro 6,5 un proiettile affusolato, del tipo S, del peso di gr. 8 (quello ordinario pesa gr. 10,45) ottenendo una velocità iniziale di circa 860 m/s., ma non è stato adottato, per deficienza di alt re qualità balistiche, dovute specialmente al piccolo peso, e non consentendo il piccolo calibro di aumentare il peso coll'eccedere nella lunghezza della pallottola. Con la t rasformazione invece della mitragliatrice mod. .14 al calibro 8 è stato possibile adottare per essa una cartuccia con proiettile a punta ed a fondello rastremato. La pal-

D;


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lottola da 8 mod. 35 peim gr. 13,40; il nucleo è una lega di diomho ed a.ntirnonio rh,e8tito di accia.io placcato a,l tombacco. Proiettili spnciali . - Proiettili perforanti: hanno lo scopo di perforare alle piccole distanze gli scudi d'acciaio o le eorazze di limitato spessore. Sono generalmente costituiti da un nucleo interno appuntito, di acciaio t emprato, da una piccola parte di piombo per completare il nocciolo, e da un rivestimento. Sono di normale impiego contro bersagli a leggera corazzatura. Pro,iettili cl'aggi'ustarnento. - Segna,no il punto cli arrivo e perciò facilitano l'osscrva.zionc e l'a,ggiust11mento del tiro. Contengono, in ogiva, una speciale miscela che esce dall'incamiciatura per effetto dell'urto della pallot tola sul terreno e produce una nuvoletta bianco- azzurrina facilmente visibilil fino a 1500-2000 metri. Proiettili traccianti-perforanti. - Servono per il tiro controaerei, consentendo di dirigere agevolmente il tiro mediante l'osservazione. Possono essere utilmente impiegati anche contro bersagli terrestri in movimento, alternandoli con quelli perforanti · oppure ordinari. Proiettili es1>lodenti. - Sono proiettili ché scoppiano in seguito ad urto. Benchè proscritti dalla Convenzione di Ginevra, sono stati adoperati dall'Austria nella guerra europea. Anche nell'ultima guerra in A. O. gli abissini fecero uso di tali proiettili contro i nostri soldati. Uno di tali tipi consta di un bossoletto cilindro-oo-ivale che forma l'incamiciatura della pallottola, la quale ;'resenta due nuclei di -piombo a,lle due · estremità (base e punta). Nel mezzo del proiettile, verso la parte anteriore, Vi è Ull eUin<J.re'ttO contenente l'esplosivo (polvere nera compressa con un po' d'allumin.iq) nel fondo del cilindretto è collocato l'innesco di fulmi nato di mercurio. Dietro questo cilindretto ed a con-

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tatto di esso ve ne ~ un secondo più piccolo, riel quale è allogato il percuotitoio di acciaio, impegnato in una guida elastica che lo mantiene in posizione arretrata permettandone lo scorrìmento innanzi .all'atto dell'urto, e conseguentemente la percussione dell'innesco e lo scoppio del proiettile. Durnnte l'ultima guerra furono altresì adoperate pallot.tole esplodenti a tempo (a circa 200-300 metri dall'~rme), nonchè pallottole luminose, incendiarie o fwmo~ene-incendiarie. Le cartuece con tali proiettili, venivano mtercalare tra le cartucce comuni, nei caricatori o nastri delle mitragliatrici e servivano per orientare il tiro con~ro gli aerei, o determinare l'incendio nei serbatoi della benzma. Cenni sulle munizioni regolamentari p_er le armi portatili italiane. - Classificazione. - Le cartucce in uso ·nel nostro esercito si distinguono in: a) oartiwce a pallottofa: ordinari.e; traccianti- perforanti· perforanti; d'aggiustamento; · 'b) cartucce a mitraglia (per servizi di guardia e di pub· blica sicurezza)· · · c) cartuoo~ a pallottola frangibile (per tiri al bersaglio in poligoni chiusi); . . . . d) cartucce ridotte (cartucce econorruche adott ate specialmente per le società di tiro a segno); e) ccirtucce da sa}ve (per esercitazioni tattiche); f) ccirtucce da esercitazione (per l'addestramento preliminare· del soldato); g) oartucce per il tiro ridotto. Le ·cartucce prendono speciali denominazioni corrisporrdentemente all'arma cui sono destinate. . CARTUCCE PT.m ARJ\'.[I M.OD. 9,1.

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(Ved. tav. X,"'{XIV).

f)artucc'ia a pallottola. - Consta delle segueuti parti: il bossolo di ottone o d'acciaio a forma generale leggermente t ronco-conica, con scanalatura, per la presa dell'estrat-


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tore. !Ja pa,r te chiusa prende il nome di fondello· su di e8s0 s?no ~mpres.se le iniziali del capotecnico col1aud~.torc, . l'ini:z1.ale ~ella citt à. ?ve risiede il laborat orio pirot ecnico, nonchè le ultimo due cifre dell'anno di fa bbricazione. Al centro del fondello trovasi una cavità detta portacapsula.

parte centrale di limatura di piombo grafitata; nell'ogivf1 è inserita una ogivetta di piombo pllrO . La punta dell'ogiva non è coperta di niailléchort e lascia vedere il piombo dell' iuterno. La pallottol~ presenta due ;,1canalature anulari, una verso lai base e l'altra quasi · alla base dell'ogiva.

la pallottola di forma cilindro-ogivale const a di un nucleo di piombo trafilàto e di _un rivestimento di mai llechort (lega di r ame e nje.hel) e di àeclaio pficcatò ~Ll tornba,cco . ~ sternamen~e la p allottola è spa,l ma,t~ di uno speciale grasso lubrificante; I.a carica di solenite (gr. 2,28); la capsula fulminante, di ottone, contenente un a miscela di fulmint:'to di mercurio, clorato di potassio e solfuro d'antimonio.

Cartuccia ridotta per tiro a segno nazionale. - Assume questo nome percbè, mentre il bossolo e la capsula sono eguali a quelli delJa cartuccia da guerra, la carica è notevolmente diminuita, e il proiettile è costituito da un bossoletto di maillechort, verniciato in verde, che contiene sul fondo della sabbia compressa a scopo di alleggerimento e sopra di essa un nucleo di piombo terminante a,d ogiva.

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Cart1.iécia a mitraglia. -

Consta:

d~l bossolo (poco dissimile dal precedente); . d1 ~na ~allot~ola, costituita da una pallottoli.na di piombo r1vest1t~ d1 maillechort e da dieci segmenti di piombo tra.fi 1,ato avvolti da un bossoletto di ottone che lascia scoper ta la punta della pallottolina. All'atto dello sparo, l'involucro, ·~he ~r~senta tre spaccature longitudinali, si sfascia hLsciando 1iber1 1 segmenti in esso contenuti· ' idrofilo; della. carica e bioccolo di cotone della capsula fulminante. · ?ar~uccia. a pallottola frangibile. - Serve per tiro al bcrsagllo m poligono chiuso. Consta di :

un bossolo e una cassula eguali a quelli della cartuccia a pallottola; . . yna pallottola: frangibile (mod. l\fagistri) costituita da ·un ~oss.o letto di maillech01t intero nel fondello e chiuso per r~strmg1mento dalla parte dell'ogiva. Il bossoletto è riem_pito per un terzo circa, verso il fondello, cli sabbia e n elfa,

Cartuccia da salve per fucili e 11ioschetti . - Ha il bossolo e la capsula come quelli della cartuccia, a pallottola, ha, una carica di balistite in truccioli, un bioccolo di cotone idrofilo è· una pallottola di legno (vuota) verniciata di rosso aran· cio. La pallott ola appena fuori della canna va in frantumi. Cartuccia da esÙcitazione. - Consta del bossolo, e (lj una falsa -pallottola costituita da_ uu bossoletto di ot,tone (con scanalature longitudinali) verniciato di nero. Internamente vi è un'anima di faggio che va dal fondello del bossolo all'ogiva della pallottola. Ha un tacco di cuoio al posto della, capsula. . Cartuccia per il (iro ridotto. _: È eostitui ta da: a) un bossolo comune di ottone;

b) un bossoletto, pure di ottone, unito a.I colletto del bossolo da una scanalatura circolare; c) un'ogiva di piombo indurito, forzata nel bossoletto; d) una carica di lancio; · e) una capsula fulrninante. Le cartucce per tiro ridotto sono sistemate in ca,ricatori di ferro brunito. rh·mi, tir o e m ater iali 1:a ri -

14


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CARTUCCE .P1m. FUCILE E j)fOSCRE',rTO MO.O.

38 - GAL. 7,3:,.

{Ved. tav. XXXIV). Cartiwcia a pallottola. - È costituita da: il bossolo di ottone, simile a quello della cartuccia a pallottola per armi mod. 91 (ha il colletto leggermente più sottileì: la pailottola di forma cilindro-ogivale ad ogiva a:ffo solat a, leggermente più corta e di minor peso della pallotto L, per armi mod. 91 ; pesa gr. 8,40 circa,; la carica, di nitrocellulosa (gr. 2,62); la capsula fulminante, uguale a quella delle cartucef• per armi mod. 91. Cartuccia (1, mitraglia. - Differisce dalla cartuccia a pallottola per avere una carica minore e la pallottola costituita da 10 segmenti semicilindrici ed una pallottolina ogivale (all'estremità superiore) contenuti in un bossoletto di ottonP che presenta tre incisioni longitudin ali che facilitano la frat tura del proiettile. Il bossoletto, forzato nel bossolo, lascia scoperta la pal lottolina per un diametro di tre mm. Cartuccia a pallottola frangibile. - È simile all'analoga cartuccia per armi mod. 91 dalla quale differisce per essere del calibro 7,35. Cartuccia per tiro ridotto. - È Gimile ,alla cartuccia per tiro ridotto per armi mod. 91 dalla quale di.ff erisce per essere del calibro 7,35. Cartuccia da salve. - È simile a quella per armi mod. 91 , dalla quale differisce per il calibro (7,35), per la forma e per la lunghez~n, della pallottola. 0ARTUC0E PER FUCILE MITR AGLIATORE BREDA

Cartuccia a pallottola. mod. 91.

30.

È uguale a quella per arm i

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Cartuccia da salve (tipo Magistri). - È simile a quella a pallottola. Il proiettile però ~ formato da un, in:7olucro ~i lamierino d'ottone molto sottile che avvolge 1 aruma, costituita da una polvel'ina inerte e compressa (piombo e grafite). Quésto proiettile, uscendo dalla bocca dell'arma, si fran tuma. CARTUCCE PER mTRAGLIATRICI. (Ved.

tav. X..~XV).

Oartucoia a pallottola ila 8 mod. 35. - È costituita ~a: il bossolo, di ottone o d'a,cci.aio, a forma tronco- con1ea più accentuata, che nella car tuccia calibro 6,5 con scanala tura per la presa dell'estrattore; la pallottola, affusolata, con fondello rastr~mat~, co~ stituit~L di un nucleo cli piombo e antimonio e rivestita d1 maillechor t, o d'n,cciaio pl::i.,cca,to al tombH cco. Pesa gr. 13,40; 1~ carica di lancio di nitrocellulosa pura, del peso di gr. 3,10 circa,; la capsula fulminante, contenente unn: miscela alquanto ò.iversa da quella della cartuccia 6,5. Oartuccia a pallottola perforante da 8 mod. 39. tiri -contro bersagli a leggera corazzatura.

Per

Oartuccia a pallottola tracciante-perforante da 8. tiri contraerei e bersagli terrestri in movimento.

Per

Oartuaaia a pallottola di aggvustamento da 8. - Il proiettile di questa cartuccia, percuotendo il suolo, provoca una nuvoletta, hianco-a.zr.urrinn,. Cartuccia da salve da 8 (t.ipo Magistri). - È simile alla ca.rtuccia da salve per fucile mitragliatore Breda 30, dalla quale differisce per il maggior calibro e per la forma troncoconica del bossolo più accentuata.


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ÙAliTUCCE PER PISTOLE.

Cartuccia a pallottola moil. 90-99 ver pistole mocl. 89 È costituita da: (1 ).

un bossolo di ottone; una capsula fulminante; una pallottola di piombo rivestita di ot ton e: una carica di balistite· ' un bioccolo di cqtone idrofilo. Cartucce a pallottola per pistola 34. - È costituita d a : un bossolo di ottone o d'~tcciaio; una capsula fulminante· . ' una pallottola, di piombo rivestitn. di mailleohort 0 d'acciaio; una, ca.rica, cli ba,lis1iite in dischi ·

'

IL - Artifizi di guerra .

Sono cono'egm pirotccr~ici, impiegati su ·vasta scafa, o per illumina.r;, il terreno a.nt1staute alle trincee (razzi a luce bianca.) oppun· per fare segnalazioni, sia, di giorno che di. not;te. Di :io{-110 ;,;i adoper~no a,nche ra,zzi S\Tiluppa,nti fumate variamei:tc colol'ate; d1 notte invece quelli producenti una, o molteplici stelle ~trgentec o colorate, con significato stabilito convenzional mente e frequentemonte modificat;o per ra.gfone di segretezza. Talvolta, per rendere più persistente la visibilit''"' de1 se. . _ 1 · . . g?-a e, 1 1~~zz1 sono prov'7isti di paracadute, per cui la lu<'C' Tm1ane pm a lungo sospesa nell'a.ria. · · Inoltr~, _vi sono rn.z.zi speciali, detti sibib nti, i qnali, ~ol loro s1b1lo acuto e prolungato servono a dare l'allarrn~ . R~zzi illuminanti e por segnalazioni. -

(l) Per le pfa;tolo mocl. 89 esiste ~1ic.he la. cart1H·cia, da salv<.' .

21:3 -

quando le vedett;e vedono delinearsi l'a,tta,cco con ga,s .asfissianti. Cartu.ccc por . }listola Very .. - J 1'1 pi.stola Very è uno strumento cla segnalazione avente forma e funzionarnento analogo a quello delle comuni pistole. Si usa con cartucce specia.li che banno il bossolo in parte di ottone ed in parte di cartone di colore bianco, rosso, o v~rde, che corrisponde al colore della stella luminosa che viene lanciata impic~gando quella data cartuccia. La stella può raggiungere circa m. 100· di altezza, e in condizioni favorevoli dì visibilità, può e.ssere scorta d.i giorno, fino alla, clista,nza dì 1000-1.500 met,ri circa,; di notte, fino n,d una dìecina di chilometri. Durata dello splençloTe 5".


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:Jl4 -

Di cesi piano di p1·oiezione, il piano verticale (immaginario) che passa per la linea di proiezione; generalmente coincide col piano di tiro; cvngolo di vrotezione quello formato dalla ~inea di proiezione co ll'orizzonte di tiro POX (f). Se si congiunge l'origine del tiro col bersaglio, si avrà una linea che chiamasi linea di sito. L'angolo (e) formato dalla linea di sito coll'orizzonte di tiro, è detto angolo di sito (per semplicità. denominasi solamen te sito). E sso può essere positivo o negativo secondocbè il bersaglio è situato sopra o sotto l'orizzonte di tiro. L'angolo acuto formato dalla linea ùi tiro colla linea di :;ito chiam~Ls i angolo di elevazionr (cx.) oc! a l7.o. 1

CAP ITOLO VII.

GENERA.LI'.rÀ SUL TIRO - TRAIET'fORI A - DISPERS IO NE - QUALITÀ BALIS'rICHE DI UN'ARM A 1. - Definizioni principali. (Ved. ta.vv. XXXVI- XXXVII- XXXVIII).

Disponendo un'arma da fuoco (fig. 1) per lo sparo, avremo in O il centro della bocca della canna. I vi il proiet tile lascia la canna per iniziare il moto esterno. Tale punto, prende la denominazione di origine di tiro. Se noi prolunghiamo l'asse della canna A.O, ad esempio sino i11 T, il tratto OT è det t o linea di tiro, e piano di tiro sarà il piano verticale (.immaginar.io) che passa per la linea di . tiro. Orizzonte di tiro è il piauo orizzontale (immaginario) che passa per l'origine di tiro. OX ò la traccia delPorizzonte di tiro: rappresenta cioè l'int,ersezione del piano di tiro, co11 l'orizzonte di tiro. Linea di tiro e orizzonte di tiro, formano un angolo acuto TOX, che chiamasi angolo di tiro (o inclinc+zione dell'arma) (i}. Al momento dello sparo, per effetto delle vibrazioni delln c;1nna, e per altre cause dipendenti dalla forma dell'arma, dal sostegno ere., l'a.5se della canna si sposta, ed il proiet tile esce dall'arma con una direzione diversa dalla linea di tiro. Il prolungamento dell'asse della canna in dét to istante è denominato linea di proiezione OP, e l'angolo che essa fa, colla linea di tiro, dicesi an golo di rilev amento POT (p), che può essere positivo o negativo secondochè la linea di proiezione risulta sopra o sotto quella di tiro. Nella pra.tica del t iro a, punta,ment,o cliret to cou a,rm i portatili, non ~i tiene cont o dell'angolo cli rilevamento .

II. - 'l'raicttoria. Traiettoria è la linea curva percorsa dal centro di gra-

vità del proiettile, fuori della canua OVC (fig. 1). Allorquando, in un fucile, si determina l' a-cceosione della carica, il proiettile, vinta. l'inerzia e altre resistenze, avanza nell'interno della canna con mot o rapidamente accelerato percorrendo l'anima in circa, 2 millesimi di minuto secondo. Se il proiettile, uscendo dalla bocca dell'arma, si muovesse nel vuoto, e non andasse sQggctto all'azione della gravità, contiuuerebbe il suo cammino con moto uniforme, seguendo la linea di proiezione; vale a dire, che la traiettoria sarebbe una retta. Invece la traiettoria è una curva non piana . Sulla, sua forma ·e posiziono nello spazio influiscono i seguenti principali elementi di tiro: velocità iniziale (forza viva di proiezione); gravità; resistenza dell'aria; velocità di rotazione del proietto; angolo di proiezione.


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2.1.6 217 -

Velocità inizia.le. - Una parte dell'en.e rgia prodol t a dai gas della carica viene trasmessa al proiettile, il qua.Jp . esce dalla canna, animat o da una veloci.t à detta velocitù iniz·i ale, che è tauto più grande quanto più intensa è Pazior11· propulsiva dei gas. La velocità inizia.le ('V0 ) si in<'l.i.ca, in metri al minuto secondo (esempio per il fu cile mod. 91 = m/s. 700 opp nru m. 700/1" ) e rappresenta ln, velocità che ha il proictliile id rn·omento in cui esce dalla, bocca dell'arma. La ·velo cità iniziale influisce sulla git,ta,ta e perciò, :1. parità di arnrn, di- carica, di proiettile, di inclinazione e tli condizioni n,mbiente a maggiore Yelocità .i niziale conispon<'l<· una ma.ggiore gittrLttL. Gravità. - Come su quàlunque altro grave, anch e sul proiettile agisce la gravità, perciò esso nel suo percorso si abbassa continuamente rispetto alla linea cli proiezione, con un moto che può ritenersi uniformemente accelerato. Per effetto quindi ·a clla forza di traslazione e della o-ravità, il proietto percorre u n.a linea curva. la. qnale, uel vu~to, sa.rebbe simmetrica, cioè una parabola. Resistenza (lelJ'aria. Il proiettile muovendosi nel · l'aria, deve vincern·e la resistenza, deve spostarne le molecol€' per aprirsi il cammino. Tale spostamento molecolare genera una /orza ritcwdatr·ice, detta resistenza dell'aria. Ne consegue che il proiettile impiegando maggior tempo a percorrere un determinato spazio, · e rimanendo più a lungo soggetto all'azione della . gravità, subisce una diminuzione di gitta.tu ed un più Rensibile abbassamento. Tale diminuzione di gitt,ata ed il maggior abbassamento , modificano evidentemente la forma della traiettoria, la quale non può essere simmetricn, perchè il proietto, nelle successive unità di tempo, percorre spazi sempre rofoori. La traiettoria è quindi as-irnmetrica, e la curvatura è maggiore là dove il proiettile impiega più tempo a percorrere

un determinato spàzio orizzontale, 1rnrchè i vi !'ab bassa- · mento prodotto dalla gravità sarà maggiore . Il puuto più alto della traiettoria, chiamasi vertice ( v); il tratto fra origine e vertice: ramo ascendente (Ov) ; quello dopo il vertice: ramo discendente (vC). C Il ramo discendente, per ciò che si <! detto sopra, è più curvo di quello ascendente e il vertice riesce spostato olt1:e la metà della gittata, intendendosi per gitf.ata, la distanza tra l'origine di tiro e il punto in cmi la tr::i'ettoria inter~eca l'orizzonte di tiro, detto pimto di caduta C. La resistenza dell'aria dipende dalla sua densità e dal pi'oiettile (forma, diametro, peso e velocità). · La resistenza può essere diretta o obliqua. Dicesi diretta 1 quando si riduce a nna forza che si esercita in direzione opposta al moto. del proietto, ed è appli,!ata al suo centro di gravità (come nei proiettili sferici). Dicesi obliqiia, quando la risultante della resistenza 0.on . è direttamente opposta al moto del proietto e non è applicata al suo centro .di graYità (come nei proiettili oblunghi). La resistenza ohliqua,, la quale cresce col crescere dell'a,ngolo che l'asse del proietto fa con la ·a.irezionc del moto, produce i seguenti effetti: 1 ° a,umento della ritardazione; 2° capoyolgimento del proietto.

Yelocità di rotazione. - Per impedire che i proiettili oblunghi si capoYolgauo, · si imprime loro un rapidissimo movimento di rotazione attorno all'asse longitudinale, mediante la rigatura deÌle canne. Si genera così un piccolo movimento conico dell'asse del . proiettile attorno alle dire- . zioni del moto, che dà <:1tabilità al proiettile stesso; per cui la sua punta resta sempre rivolta in avanti (1). (1)

Un esempio di tale movimento conico, lo si riscontra nella trot..

tola quando il suo asse è disposto obliquamente rispetto alla verticaJ<',


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'

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Il numero dei giri che il proiettile del fucile mod. 91

compie in un minuto secondo attorno al suo asse maggiore (velocità di rotazione) è di 3500, e si ottiene dividendo la, velo~ità iniziale per il passo della rigatura a.Ila bocca (esempi.o fuc. 91 = V 0 = m /s. 700 - passo rigatura alla bocca, mm. 200; . d" 700 CJlllU 1: 02 = 3500) .

' Per effetto del movimento di rotazione, il proiettile no11 si mantiene nel piano di proiezione, ma si sposta dalla parte• vnrso cui ruota. Questo · spostamento, prende il nome ai rlerivazio?'fe· La traiettoria pertanto non giace tutta n el piano di proiezione; la velocità di r ota.zione influisce quind i sulla forma della traiettoria la qua,l e non è una curva piana, bensì una curva sghemba. . Nelle armi da fuoco portatili itn,lia.ne, la derivazione è a destra. I valori della de;d vazione sono molto piccoli alle brevi distanze per cui vengono praticamente trascur ati nel tiro con le armi portatili. Occorre però tenerne conto alle grandi dista.nze e cioè nel tiro indiretto colle mitragliatrici t~ nel tiro con le artiglierie. ;Angolo di proiezione. - La traiettoria è situata sotto la linea di proiezione . di pr oiezione, perciò col variare dell'anO'olo o varia anche la forma della; traiettoria e la gittat_a (fig. 2 ). Se l'angolo di proiezione è di 0° (linea di proiezione ori½zontale), la g"itta,ta orizzontale è zero; se la linea di proiezione è vertica,le (angolo di proiezione di 90°) la gittata orizzontalP è pure zero. . Nel vuoto si ha. la gittata ma.ssima con angoli di proiezione di 45°. Nell'aria i fucili dànno la massima gittata con angoli di 30° /li 350. . La gittata massima del fucile mod. 91 (3200 m.), si ot,t iene con angoli di 32° circa.

Elementi della t.raiettoria. - La distanza di un dat o punto della traiettoria dall'orizzonte di tiro chiamasi ordinata (fig,. 2), la quale può essere positiva (a a') o negativa (b b') 1 secondochè il punto che si considera ò situato sopra o sotto l'orizzonte di tiro. L'ordinata del vertice della traiettoria è detta ordinata massima (v v'). Abbiamo già definito il punto di caduta, cioè l' intersezione della traiettoria coll'orizzonte di tiro; ora, se tracciamo una tangent e alla traiettoria in tale punt o, l 'angolo acuto che essa fa coll'<?rizzonte di tiro, chiamasi angolo di caduta (fig. 3) RCO (w); quello formato dalla linea di sito e dalla t angente alla t raiettoria nel punt o di incontro di questa col terreno (punto <li arrivo) dicesi angolo di arrivo (w' ); quello formato dalla ta.ngente alla trai~ttoria nel punto di arrivo e dalla superficie del terreno, dicesi angolo d'incidenza o d'i1wpatto. Rigidità della traiettoria. - Con dislivelli tra tirat ore e bersaglio, limit ati . ad angoli di sito compr esi tra + 100 e - 5°, si considera la traiettoria di una determinata gittata come una curva rigida, avente ìe due estremit à all'origz;e di tiro e al punto i-n bianco, cioè al punt o cui si mira con l'elevazione corrispondente a quella determinata gittata. Si ammette cioè il principio della rigidità della traiettoria. In base a tale principio e considerando linea di mira e linea cU sito come praticamente coincidenti, traiettoria e linea di mira formano un sistema rigido, vale a dire che i vari punti della t raiettoria hanno una posizione cost ante rispettc, alla linea di mira, indipendente dalla inclinazione. di detta linea · sull'orizzonte e. semprecbè tale inclinazione non oltre. passi i limiti indicati ( + 10°, - 5°). Perciò la traiettoria · passerà nel punto mirato, anche se il segno, invece cU trovarsi sull'orizzonte di tiro, sarà situato un po' al disopra o un po' al disotto di questo. Alt ra conseguenza di t ale principio: il valore . dei vari elementi della traiettoria (ordina_ta, angolo di caduta) può


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essere incl.if'ferentemente riferito sia all'orizzonte di tiro che a,lla linea di mira o linea di sito, quando esse non coincidano con l'orizzonte stesso (sempre però entro i limiti indicati) In tal caso l'angolo di caduta è uguale all'angolo d i arrivo Il principio enunciato agevola di i:nolto le operazioni di riro e conferisce al tiro di guerra la semplicità e pra.tici t:1 richicst,<' dalle esigenze del combattimento. Contro bersagli aerei, dat,a la notevole altezza e la grand i:' \·eloeità dell'obbiettivo, servono speciali norme di puntfb· mento.

III. - Dispersione del tiro. Dispersione. - In un tiro più o meno prolungato, sp arancln con u na data arma e con lo stesso alzo, anche se il tiraton· è provetto, ogni proiettile descrive una traiettoria proprb, un po' diversa l'una dall'altl'a, ed incontra il bersaglio non nel medesimo punto. Le cause che producono queste ùispel'sioni sono dipendenti: a) dall'arma; b) dalle cartucce; c) dalle oonrlizion-i at1nosfericbe; d) dal tiratore (causa principa!c). i\l algr.a do la perfezione raggiunta nella fabbricazionP delle armi e delle munizioni , e ad onta dei limiti minimi di tolleranza per la loro accettazione, è evidente che anche• le minime differenze negli elementi cos_tituenti la cartuccia {peso, dimensioni, forma esterna del .proiettile, peso della polvere, densità di caricamento, stato di conservazione e velocità di combustione della carica, elasticità e capacit:\ del bossolo, forzament o della pallot tola ecc\ come pun· lo stato di conservazione dell'arma, riscaJdamento, lubri Jì cazione ecc., esercitano una certa influenza sul modo di comportarsi del proietLile nel suo cammino.

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Anche le condizioni atmosferiche (tempcwa,tm',~, igrometricità, sta,to di calma, intensità e direzione del vento) concorrono a determinare variazioni più o meno piccole al percorso rlella ·pallottola,. Le Ji1a0'00 (,.iori cause cli dispersione sono però dovute al . , eirato re spccialmen te se è poco abile (errore di collunaz1one nel pu~taroent,o, inclinazione dell'arma, modo di far agire lo scatto, reazione al rinc11lo ecc.). È naturale che ad ogni colpo, si farà sentire l'azione del tiratore, per cui si avranno differenti traiettorie, tra loro più o meno vicine, a seconda della abilità ùi chi spara. Fascio di traiettorie. - Per i suesposti motivi, in un tiro prolungato, i proiettili descriveranno generalmente traiettorie di verse l'una dall'altra. L 'insieme di queste traiettorie chiamasi fascio di traiettorie, ed ha la forma di un cono ricun7o, il cui vertice trovasi all'origin~ di tiro e la convessità in alto. Questo cono, che è quasi retto nel primo tratto data \a tensio ne delle traiettorie, accentua la curvatura con . l'au mentare della distanza (fì.g. 5). Si dice traiettoria media OD , quella (reale o immaginaria) che rappresenta l'asse del cono. Essa divide il fascio .in due falde: falda sitperiore DOA., costituita. . da.U'insie-1?e ~elle traiettorie , ituate sopra In, traiettoria media; e falrlo. i1ifenore, l'insieme delle a,ltre, D OB..

Rose di tiro. ~ Se il fascio <.li traiettorh1 viene tagliato con un piano qualunque, su questo piano f.:i ottengono tant~ punti quante sono le traiettorie del fa.5cio . IL comple~so di questi punti. costituisco la rosa cli tiro. Normalrnc1:te s1 consideraino due piani: quello verticale (cioè pcrpend1eolare a.1l'o·rizzonte del tiro), e in t~1l caso si h a la. rosa verticale di tiro . (fig. 6}, e quello orir.zontaJ.e ehe (là la rosa orizzonta.le cli M ,ro. Sup1)oncndo di circoscrivere con un rettangolo una ros~ vertica,le od. mu1 ro::;a orizzontale, i h1ti di quest i rettangoli


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rappresentano le dimensioni delle rose e costituiscono - le misure delle dispersioni nel tÌl'o, rispettivamente nel . senso verticale ed in ·quello longitudinale. L'altezza della rosa verticale si dice dispersione verticale del tiro; la profondità delJa rosa oriw;ontale si dice dispersione longitudinale del tiro. La, larghezza, delle due rose si dice dispersione iatera.le del tfro. La forma della rosa è determinata dalla curva regolare chiusa che contiene tutti i punti colpiti(esclusi quelli anomali). Le rose verticali hanno forma quasi circolare alle piccolissime distanze, mentre col crescere di queste assumono form a ellittica sempre più allungata nel senso verticale. Le rose orizzontali hanno la forma ellittica. II centro della rosa è il punto d'incontro della traiettoria media col piano di sezione. Per trovarlo graficamente; si trac·· ciano sul bersaglio due rette, _una orizzontale, l'altra perpendicolare, in modo che ciascuna s·epari, in part.i uguali, il .11umero dei fori della rosa. Il punto .di intersezione delle due rette, sarà il centro della rosa, e le due rette costituiranno gli assi di simmetr.ia della rosa a a', b b'. Deviazione. - Si .chiama deviazione, la distanza di un punto della rosa dall'asse di simmetria della rosa stessa. Si considerano pertanto due specie di deviazioni. Deviazione laterale, di un punto della rosa verticale, è la distanza del punto stesso dall'asse verticale di. simmetria. Deviazione verticale, la distanza del punto dall'asse orizzontale di simmetria. Le dev_iazioni laterali di destra· hanno segno positivo, quelle di sinistra negativo; similmente le devia,zioni verticali della mèzza ros~ superiore si iudicano -eol segri.o positivo, e con quello negativo le deviazioni verti.cali della metà inferiore.

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IV. - Qualità balistiche· di un'arma.

Precisione. - In un tiro mol~o prolungato i colpi tendono distribuirsi nella rosa con una certa regolarità rispetto agli assi di simmetria ed a raggrupparsi tanto maggiormente quanto :più si avvicinano al suo centro (traiettoria media o asse del cono). Dicesi precisione di tiro di un'arma la proprietà che essa ha di raggruppare i suoi colpi attorno al centro della rosa . Poichè questa, con le sue dimensioni, dà una chiara idea della deviazione dei colpi rispetto al centro della_rosa, essa indica, la precisione di tiro dell'arma stessa in misuri:i, sufficienteme1+te approssimativa. Quando però si voglia un'idea pii1 esatta della precisione di tiro di un'arma (specie nei confronti tra armi diverse) conviene limitarsi a considerare le dimensioni · delle strisce · contenenti solamente il 50 % dei colpi. Questo perchè le rose sono in genere ricavate con un limitato numero di colpi, e quindi pochi colpi irregolari o anomali possono dare alla rosa dimensioni eccessive. Per determina.re graficamente t[tli strisce si traccia da una pa.rte e dall'a.ltra degli assi di simmetria (verticale ed orizzontàle) delfa rosa;, una parallela agli assi stessi che lasci in fuori la _metà dei colpi contenuti nella mezza rosa (verticale o orizzontale) (figura 8). Le due rette verticali vengono allora a delimitare la, str-iscia. laterale del 50 % (valore della dispersione laterale o in direzione), e si indica con la lettera E; quelle orizzontali la striscia verticale o longitudinale del 50 % (a seconda che si consideri la rosa verticale o quella orizzontale) ·(valore della dispersione in altezza o in profondità o gittata) e si indica, nei due casi, cqn le lettere JJ'' o F. a

Giustezza di tiro. - La giustezza di un tiro dipende dalla distanza maggiore o minore del centro della rosa dal

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punt:o mirato. È dovuta solo in parte alle qualità dell'arma o delle mtmizioni (tolleranze nella fabbricazione). Dipende invece essenzialmente dall'abilità del tfratore. È quin di una vroprietà tecnica, che può essere conetta dal t iratore stesso. Il tiro diccsi centrato quando il cent ro della rosa coincide col punto mirato.

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CAPITOLO VIII. NOZIONI DI PUNTAMENTO. - S'l'lìUA DELLE DIS'l'A.NZE. - TIRO DELLE lUI'l'ltAGLIATRICI: TlltO A PUNTAMENTO INDIUE'l'TO, 'l'IH.O AL DI SOPRA DELLE 'l'RUPPE O NEGLI INTERVALLI. - GENERA.L ITA SU I CONGEGNI RD A'fTREZZI DI PUN'L'AiU ENTO. -THtO DEI l\10R'l'AI.

I. - Nozioni di 1rnntamen to. Puntare un'arma. - Vuol dire disporla in modo che, sparando, la traiettoria v_e nga a passare per il punto che si vuol colpire. Se si spara con l'asse della canna. (linea di tfro) diretta al segno, evidentemente, per quello che già è sta,to esposto (la traiettoria si svolge sotto la linea di proiezi.onc che in pratica può considerarsi coincidente con quella di tiro) non si colpis:e il punto voluto. Così, per colpire il punto O (fìg. 4) non do bbfamo dirigere l'asse della caona in C ,giacchè il proiettile sarebbe al disotto di O di una quantità 00' ugua.le all'abbassamento corrispondente alla distanza alla qunilo trovrtsi il segno; perciò è necflssario che la linea di tiro abbia la direzione 00" in modo da iocontrare il piano verticale del bersaglio, al disopra di O, di una quantità uguale all'abbassamento 00' . L'asse della canna deve quindi fare colla linea di sito un determinato angolo di elévazione (v. Cap. VII - Generalità) in relazione alla distanza in cui trovasi il bersaglio . . · Per ottenere tale angolo, a seconda della maggiore o minore lontananza. del bersaglio, si ricorre alle così dette linee Ann i, tir o

e

moteriali oo,..i -

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di mira, cioè a visuali fatte passare p er due punti dell 'arma di cui uno è fisso (mirino) e l 'altro mobile (tacca ili mira). L e djverse posizioni che può assumere la tacca di mira ri.spetto al midno determinano le diverse lin ee di mira e permettono di disporr e l'asse della canna (o linea. di tiro) ju modo <la ottenere l'angolo di elevazione ,oluto. Di cesi alzo il congPgno applicato· all'arma che porta il pun to di mira mobi le e che consen te di fissar lo nelle posizioni corrispondenti a determinate distanze. Dicesi linea cli 'tnira -nctturale quella individuata dal CO ll · ~ gogno di puntamento quando si trova nella posjr.fone illir.hle; <'Ssa è parnllela a !Passe della canna. Si chbmni 7nt1tfo in bicvnco quollo in cui il ramo discendente- della tra,i ctt oria incontra, la liuc·a tli mil'n, con la, quale essa è stata ottenut:1. e distanza di 1nrn:to in bianco la distanza di tale punto <.1,1 l'arma. Quando si spa,ra all e grandi distanze (per esempio tiro ,L puntament o indiretto con le :mitragliatrici) occorre te11cr conto anche de]]a derivazione, spostan do lateralmente dalla parte opposta della derivazjone la t acca di mira, oppure punt ando da detta parte di una quantità corrispond ente alla entità della derivazione per qnclla di1ta' distanza: questa correzione si chiam;:i, scostamento.

l:

Alzo delle pistole. - D ata la posizioner dell'impugnatura delle pistole, a ll'atto dello sp aro si ha l!n forte angolo di ri levamento, per cui generahncn.te la, tacca di mira è più bassa del mirino; così puntando; l'asse della canna risulta diretto al disotto del segno, per compen sare il movimento di rotazion e della bocç·a della canna, att"èlrno al pugno del tiratore, all'at Lo dello sparo. Siccome le pistole hanno normalmente la tacca di mira bassa., n ecessita spost are il p unta mento in r elazione alla distanza alla quale t rovasi il segno, basandosi sui risultat i ottenuti dai tirat ori stessi nei vari esercizi di tirò.

H.egole di puntamento del [ucile e del moschetto 91. Il criterio ùi b~Lse per l'uso del fucile o del moschett o è il sco-ucntc: il soldat o faola,to deve regola,rc da sè il proprfo 0 tir o r icorrendo al tuocò soltanLo quando, per l'abilità acquisita' nel periodo di addent,r,tmento e di cui egli ha coscienza , por le eon dizioni cli distan za,, di di1~1ensi~ni ~,} di v~Ribilità del bersnglio, ha la, quasi cer tezza d1 colpire 11 nemico . Un til'a,tore di m edia abilità non dovrebbe escg-uire il Liro con.t,ro gli usua,l i bersagli di guerra, a dixtanza supcrio~·c ~-i. 300 metri, dato clrn esso snirebbe pn1frnoc1tè inefficace o s1 l'l(Lurrebhe acl un inutile sciupìo cli muni:tioni . Le regole di puntamento prescri vono inol tre che, contro uomo isolato a terra (o coutro uomo in parte nascosto da ripnro o da vegetazione), si deve pr endere d i mir a il punto _che più si avvicina a lla metà del tronco, cioè il_ limi~e. infer10re 1 vi.si.bile del bersaglio; contro un gruppo d ·uomnn, 1 uomo che è al cen r,ro; contro cavalieri; il tronco del cavall o. Col -puntamento al cent ro dell'obbiettivo, la traiettoria media passa ( a distanza esat ta d 'alzo) per il mezzo .clel bersaglio: perciò questo rimn,ne in vesti lo dalla, parte p i ù den sa, del fascio, coincidendo il centro clella r osa con qu ello del bersaglio. T ale puntamento è il più istiutiv? . _Co1_1t,ro _bersacrli molto b~1ssi. convieue i1 p untamento al l1mtte w fenore, co~c queìlo che dà maggiori probabiiità <li colpirli: 1° percb è si viene i1 correggere l'<~rrore dato dalla tenden za a vecle1 ·e un po' di mir ino anzicbè sfiorarne la cresta ; 2° ~er~hè,_ pu11 tando ai piedi nella parte visibile, non si punta ai. p1ed! della parte vulnerabile; 3° per ch è si eoITegge l'erro1:e d i p~o tamento che si avrebbe per il bersaglio che, trovandosi a meno di 300 metri non corrispourle alla distanza di punto ' . . . to bianco, per l'alzo rovesciato. La, somma d1. q~1.est1 errori, per un bersaglio piccolo , dar ~bbe un risul tato d1 tno scadeut e se si puntasse al r.entro. Col puntamento al piede: u na ? arte del fascio iu contrerà il terreno prima del bersaglio, e, rn ta,l cc:1,so, possono riuscire utili anche aJ.cun.i colpi di rimbn lzo,


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Quando si deve sparare contro bersaglio che si muové di traverso (cavalieri, motociclisti, automezzi) si punta più o m eno davant i a.I bersaglio a seconda della distanza a cui il bcrsa,glio si trova e della, velocità con la qua le si muove. Esempfo - alla distanza di 300 metri: contro autocarro cbe si muove alla _velocità di 40 km/h, . puntare cfrca una lunghezza davant i; contro motociclisti1 che si muove a.Ila velocità di 50 k m/h, puntare circa 4 lunghezze davanti; contro uomo o cavo,llo a passo; contro uomo di corsa o cavallo a trotto, contro ca.vallo al galoppo, puntare rispet tivamente uno, due o tr e passi avanti. Ci ò per tener conto del tempo che il proiett.ile impiega per arrivare a l bers&.glio e d_ello spazio che questo, nel frat.. tempo, avrà percorso, spostandosi trasvers?'lmente alla direttrice del tiro. I fucili (e i moschetti) possono esser e impiegati iu casi eccezionali e &oltauto dai reparti, nel tiro contro aerei che volano a bassa q uota, seguendo nel pun tamento, la rotta dell'aereo come per i bersagli mobili terrestri, e dirigendo la linea di mira avanti al bersaglio di una quantità variabile a seconda della velocità., della distanza e della direzione del movimento.

II. - Stima delle distanze. L'addestramento alla stima delle distanze ·r appresenta il necessario eà importante completamento dell'addestramento degli esploratori, osserva.Lori, informatori, e, in modo particolare, dell'istruzione sul puntamento e tiro, poichè l'efficacia del fuoco è in rela,zionc a lla esattezza dell'a lzo impiegato . L'abilità a stimare lo distanze a ;rista si fonda, essen:iialmente: sull'attitudine a considera.re uomini qua drupedi O""· . ' ' b getti di determiuate form.e e dimensioni, accidentt1lità topografiche, a distanz~ conosciute ed iJ.1 circostanze normali·

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, ss1· one conservata 1,.unpre ·n di raffrontare . sulla. car~ac1 ~ . . "tidezza dei contor ni) ed rn . tal· ,ro~tl1 ( dimens10m, m tt· l d1 l o~o h . ha cli an al o(}"hi ogge i a . c1·· ·oni con qu ella c e s.1 "' . d 11 tall con iz1 . t . do conto ùell'influenza . e e mento della stima, enen ) mo . . . . am . 1uien , . . . tali ( Iuce, terteno, sfondo, ecc .. C'ond1z1on1 .

Genernlmente S"I,· st·11na

corto : . · · sopra superfici iiniformi ( d1s t ese ai acqua, di. neve, troJ?pn

di pratj di sabbia, ecc.); <lepi·essione del ' a:ttraverso un b uri.on e O una forte terreno; . . col so le alle spalle; . quando la luce è molto_ v1v~; quando lo sfondo_è ~h1aro' . . . quanclo l'aria è limpida e fredda' dal basso in alto ; . nell'eino:t.ione del combattimento.

Si stim,a irwece troppo fongo: in t cneno collinoso; ·n terreno coperto; . . ) J superfici oscure ( boschi, terr eni paludosi ecc. sopra · d o quanùo lo sfou o è oscur~; · (valli, strade lunghe attraverso sp3:zi lungln e stretti e strette, ecc.); col sole in faccia; n ell'otl'a del tramonto; dall'alto in basso; . <uan do l'aria è caliginosa e nebb1_o~a_; .. 1 d . t· a la d1·stanza di uomnu m p art(I coper ti, qua,n · o s1 s 1 111 : • .• • •• . dall a posizione di in ginocchio e d1 a, t~1 ~ a,. , . . , ·ò ln necessaria capacita alla Sbm a Ad acq mstare pe1CJ. "" esatta occorre; . · li 300 500 10 fissare bene in mente le d1stan~e ~1po e '. .' 1.000, 1.500 metri per mezzo di osservazLOrn fatte o s u mdi ·


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canti, e su accidentalità del suolo (rialzi del terreno, c:tse. alberi ecc.), che si trovassero a quelle distanze· . ' 2° stimare distanze ignote avendo contempora.ne·a mente sott'occhjo Je distanze tipo sudde.t,te, indicate da g-nippi di uomini, da bersagli sagomati o da ostacoli ben appariscenti sul terreno. Successivamente: eseguire stime su grup.pi di uomini o su accidentalità del terreno, senza~ I'ausilio cli distanze note segnate, eseguire stime di una data fronte alle: scopo dj apprezzarne l'ampiezza con sufficiente esattezz[t, stimare distanze éLi bersagli aerei fino ai 1.000 metri. · Perchè l'addestramento alla stima delle di.stanze possa conseguire appieno lo scopo, occorre che siacurato éon continuità, in modo cioè, che quasi ogni giorno, a,pprofittando di tutte le occasioni, siano eseguiti alcuni esercizi di stima. III. -

n _tiro

delle mitragliatrici.

Caratteristiche. - Il . tiro delle mitraaliatrici forma un b fascio più o meno profondo e anche denso e ·ristretto se non si ricorre al falciamento. Tale fascio si abbassa sensibilmente col prolungarsi deJ fuoco . a c2msa del prooTe;;. . b s1vo riscaldamento deUe canne e anche per 1ì loro logorio. ciò che determina, una diminuzione di vefocità infaiale e conseguente diminuzione di gittata. Da ciò emerge la necP:ssità <li una costant e osservazioDe degli effetti del ·tiro per concggerc Pangolo di elevazione dell'arma in quella misura che ::;arà ricbiesta daU'ent;ità dell'abbassa;mento del fascio nel tiro prolungato.

Roso di tiro. - Le rose c4e si ottengono col · tiro di una mitràgliatrice (tiro bloccato) ~-ono ristrctt~; alqumuo alte queJle verticali, e notevolmente profonde quelle oriz zontali. Se il t iro è di breve durata, cd ò fatto accuratamente. i colpi risultano ben raggruppati attorno a.l centro della, ro:;a: specialmente alle piccole distanze.

..

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DeYiazioni. - Le deviazioni che si verificano nel tiro della. mitragliatrice possono essere in gittata e in d~rezione. Di esse devèsi tener conto particolarmente nel tno alle grandi dista nze. · Le devia7.ioni in gittata possono essere causate: a) dalla. te1nperatitra; b) dalla pressione at,nosf erioa: c) dal r·i soalda.,nento delle oanne; d) dal _logoramento delle. canne; e) dal vento. f) da variazioni ilell'cmgolo di proiezione per effetto clel traballamento dell'arma diirnnte il tiro. L o deviazioni in direzione sono causate dalla àeri'Vazìo'lie ed, · eventualrneute, dal vento spirante trasversalmente alla direzione di tiro. · 1 dati forniti dalle tavole cli tuo delle mitragliatrici sono dtati ricavati tenendo conto della resistenza opposta da,l~>a~·ia a.lla temperntura di 150 ceo tigr;:1,di e alla pressione atmos~e:lC~ di m m. 750. Perciò, se il tiro viene eseguito io con~lz10~1 diverse da quelle test?} accennate, si avrà, ~econdo 1_ cas~, un a ll unga mento O un ra0corniamento in gitt~ta1 e moè, ~l tiro rist1lt~rà più lungo con t empera,turn maggioro o con minore pressione barometrica, e più corto con temp~ratura inferiore ai 150 o con p ressione barometrica superiore ai mm. 750. . . . l' Le tavole ùi tiro indicano l' entità- delle vanaziom o {!ittata cor:·ispoudenti alle v,a ria,zioni di tcmperat~ra. o di pressione barometrica. I n mancanza delle _ta,~ole d1 tiro, si tr~ver,inno le varia,zioni approssimative d1 gittata, col seguente i~empli ci.ssimo calcolo (1).

da

( 1) Lo ·due va,ria.l>ioui si somro;,uo, qua,nùo risult,a,n~ prodott~ cause di segno contrario (aumento di tempora.tura e d1m1uuz1oue d1 pressione, 0 viceversa.); si sottraggono se sono dello stesso sogno.


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Per lo variazioni di temperatura:

Si moltiplica la distanza di tiro esp~essa. in ettometri, per 0,18 ed il prodotto, per il n umero dei gradi di temperatura, in più o in meno, di 15°. P er le variazioni di pressione atinosferica: Si moltiplica J.a distanza di. tiro, espressa in ettometri, per 0,07 ed il prodotto per il n umero di millimetri di prc8· sione atmosferica, in meno o in più, di 750 (1).

Deviazioni dovuto a l logoram ento delle canne. - Il logoramento delle canne diminuisce la veloci1tà iniziale e conseguentemente la gittata, mentre aumenta la dispersione dei colpi. Di qui la necessità di tener conto dei colpi sparati ·complessivamente da ciascuna canna. Le t avole di tiro danno Je vaTiazioni di gittata corrispondenti alle dimin uzioni di velocità iniziale. Per la mitragliatrice Fiat mod. 35 si ha all'incirca: Pe~ ogni 1000 colpi e fino a 10.000 colpi, una diminuzione· di velocità iniziale di m. l; oltre i 10.000 colpi e fi no ai 12·.000 (vita della canna), una diminuzione di m. 10 per ogni 1000 colpi sparati. Analoghe variazioni si hanno per b canna della mitra gliatrice Breda 37 la cui efficienza deve però essere considerata fino ai 16.000 colpi. Deviazioni di gittata dovute a1 vento. - Il vento che spira in dir ezione del tiro o in direzione contraria ad esso in.fluisce sulla gittata, allungandola od accorciandola più o me.no a seconda della. velocità del vento stesso e ·della di(J) Alle grandi altitudin i, il tiro si allunga, stant.o la m inor densità dell'riria. Di ciò devesi teuer couto quando si spara da posizioni, la cui quota superi i 700 m. Praticamente si trova, con sufficiente approssimazione, l'alluugamento di gittar.a, moltù>lica~o per 0,4 il Jltodotto della distanza di tiro per l'a.ltitudiue, espresse entrambe in ettom:-etri.

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stanza di tiro . L 1azione del vento è più sensibile alle grn,nùi distanze. Deviazioni laterali dovuto a.I vonto. - Il vento che spirn. in sen~o normale alla direzione del tiro, sposta lateru.1 mente il t iro (deviazioni laterali) spostamento che è'. nR.t n · ralmente, in rapporto alla velocità del vento e all.a dis_ta.~z~ di tiro. Se spira invece obliquamente, il gr~do ~1 ~~hqmta e la d.irezione del vento deteTminano_effetti variabili ta nto in direzione che in gittata. Nel tiro col incile e col moschetto non si tiene cou.to dellà derinazion e t rattanèlosi cli uno spostamento trascurabtl (.' alla distanza del tiro pru.tico cou dette armi; inv~ce. deve~1 t enerne conto nel tiro colle mitragliatrici alle grandi d1s~anze: le tavole di tfro indicano le variazioni da ~pport,ars1 .a.Ila direzione, per correggere la derivazione, nel tu o colla m1 trngliatrice Fiat mod. 35. 'l'iro a puntamento indiretto. (Ved . tu.vole XXXIX-XL- XLI- XLII-XLIII) .

Con ls mitragliatrici si può eseguire · il tiro puntanrlo direttamente al bersaglio, oppure a un falso. s~opo : nel primo ca.so si ha il t'iro diretto, nel secondo 11 tiro a puntamento indiretto . . n tiro a puntamento indiretto, m passato, non aveva trovato pratica applicazione per la fanteria, e pertanto gli studi relativi a detto t iro non avevano per e~sa eh: scarsa ""'e1·1·a si e mau1festata importanza; ma duran te 1ia gr~ncte "' , 6.... . , . . Popportunità di sfruttare la grande g1t,ta.ta .dell o m1~1_ik gliatrici per ·eseguire il tiro a ~untament?, mdll'c~to: ut1~1Zzando cosl le armi scaglionate m profond1ta, senz,1 :)vela1.ne_ prematlll'amentc le postazioni. Da ciò la necessità dello studio relativo a tr1le specie di tiro.

...


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Essen do il bersaglio . nascosto alla vista del tiratore, il puntamento viene fatto a un falso scopo (nat urale o artificiale) e si dà all'arma la necessaria inclinazione perchè il fa.scio delle traiettorie, superando . eventualmente l'ostacolo interposto fra, tiratori e bersaglio, vada a, cadere dove trova.si quest'ultimo . Le operazioni rela,tive a tale ·tiro, per quanto semplici, esigono capacità professionale d;1 parte degli nfficiali affinchè esse riescano spedite e d,iano modo di conseg11ire dal tiro stesso, che comporta un maggior consumo (li munizioni e logorìo delle canne, risultati soddisfacenti. · Per l' esecuzione del tiro a p un t amento indir~ttò necessita conoscere i seguenti elementi: posizione .dell'arma; posizione clcl bersaglio; posizione delle T . A.; diretJrù;e del tirtJ; distanza, fra stazione e bersaglio; altezza, del bersaglio sull'orizzonte di tiro; g) altezza clella sommità dell'ostcwolo e sua distan.za dal bersaglio. a) b) c) d) e) f)

A) Materiali occorrenti 11er iJ tiro a punt.amenl:o indiretto

doJie mitrngliiitrici.

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a} Lastrina gradiwta (in millesinii conv&:J:zionali) (1 ) (fig. 16) _applicata al sostegno della mitragliatrice. Serve. unitamente all'indice (inciso in corrispondenza del piano (1) Misure angolari. - Per le mitragliatrici si considerano due unit à ·cti misura angolare: il grado sessagesirnale e i l millesimo. Il grado sessagesimale corrisponde ad una lunghezza d'arco di cir· con ferenza uguale alla 360° parte della stessa circonferenza. Con strumenti aventi graduazione sessagesimale, occorre consultare apposita . tabella per avere il valore della 1unghezza dell'arco corrispondente; perciò, allo scopo di rendere il calcolo più semplice, si ricorre al graclo millesimale.

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verticale con tenente l'a,'lse della canna), a dare all 'a,rma la direzione voluta; b) Quadrante a livello (fìg. 1 7).' Ser ve particolarmonte per dar~ all'arma il voluto angolo di t iro, o per misurare detto angolo ' e anche per verificare l'orizzon talità del piano d 'ap poggfo dell'arma; c) Bussola goniometrica (l;ìg. 18). Serve per la soluzione di taluni problemi riguardanti il tiro colle mitragliatrici. come ad esempio: misurazione delFangolo cbe una det:rminata dir~zione fa con quella del nord magi1etico; determinazione della declinazione magnetica di un dato pun to individuato sulla ca,rt,a topografica; determinazione snl terreno, di una direzione corrispondente a quella stabilita sulla carta topografica o viceversa ecc. ; d) Cerchio di clirezione (f1g. 20), che serve pc~r effettuare la misurazione di angoli di direzione e per determinare la posizione di p unti visibili: obiettivi, punti di riferimento, pnnti che (fovranno servire di stazione, nonchè per determinare (approssimativamente) 1a distanza fra due punti; <~) Telem etro per mi,mra,re le distarn1e; f) Rapporta,tor6 Zu.cirlo d,i direzione (fig. 19) . Applicato -alle carte topografiche o schizzi niauimetrici, serve per la, preparazione del tiro; come ad esempio, determinare la direNoi $appiamo elle la circonferenza è uguale"' 2 n r = 2.x 3,1415 x r oioè, approssima.ti\ amcnte, è uguale a 6,253 voi(;e il raggio, perciò l'arco eorrispondeute a un determinato augoìo, s.i può misurare riferendoci al raggio o ad una sua frazione. P0r gli angoli piccoli si è _p~esa come unità di' misura, la millesima parte clel raggio, e si è rnddiv1sa la cireonfereuza in 6283 parti, ciascuna delle quali riimlta e g na.lP a.Ila milie sima p4 te dd raggio . . . Gli strumenti cof<Ì graduati diconsi a. graduazione ·,nillr:sùnale, o a millesirn1 tsaUo. Il ca.lcolo ri s::e ancora più speditivo, so si suddivirle la circonforenza in 6400 parti (quindi · ogni quadrauf.e in 1600 parti). 'l'ale graduazione rhìa:nasi a millesimo convenzionale, o a. millesimo prnti1:o o semplicement e millesimale. Il grado millesimale si esprime con l 0 0 . 0


-

236 -

zione da dare all'asse della canna, perchè sia diretta al berRa,glio: determinare la direzione del piano di base ecc.; g) Tavola, del!e traiettorie grafiche (fig. 22). Serve p er det erminare: quale angolo di tiro devesi dare all'arma, per baLt er~ un bersaglio posto ad· una determinata distanza e quota; . se. dato il terreno, il tiro indir etto è praticamente eseguibile, tenuto conto dell'altezza, dell'ost acolo e della sua dista.nza del bersaglìo; ovvero a quale distanza dovranno spost arsi le armi per potere eseguire il tiro; · se il tiro passa a convenjente distanza (sìa in altezza che in direzione) dalle r.iostre truppe avanzate; h) Croce di appoggio. Pe.r dare maggiore stabilità all'ar ma i)i;,Btaàia con 0 u,rsore (fìg. 23). Serve per il punta m ento in direzione, quan(lo manca la lastr ina graduata; 1) Strumenti z)er misura,re distlinze; m ) Binoooolo1 paline, filo a piombo ecc.; n) Carta topografioa a.l 25000 o al 50000. Serve per determina.re la dista,nza, e l'altezza del bersaglio quando la su.a posizione e_,quella dell'arma siano sulla ca,rta, stessa ben_individuate. Serve per la prepara.zione del puntamento sia in direzione elrn in elevazione. . ) 1

B ) Preparazione ed esccuziono del f.iro.

f

Le operazioni principali, necessarie per l'esecuzione de1 tiro punta.mento indiretto colle,mitragliatrici, sono di g.ue specie: a) Operaz:ionì relative al puntamento in d'irezione: 1 o Determinare ]a direttrice del tiro; 2° Disporre le armi in fascio parallelo. b) Operazioni relative al pimtwrnento in elevJti;;'te: 1 o Determinare l'angolo di tiro; 2° Ca,lcola.re l'altezza di sicure.zza necessaria p er le truppe antistanti.

a,

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237 -

OPERAZIONI RELATIVE AL PUNTAMENTO IN DIREZIONE

I.

DETERMINA.RE LA D lltETTR ICE Df~L TlltO :

a) per mezzo del falso scopo; b) ·per mezzo della bussofa,. a) Procedimento per m ezzo del falso soopo.

Si sceglie un falso scopo (naturale o artificiale) ben v isibile _dalla stazione di tiro (spigolo di casa, cocuzzolo, fumaiolo, antenna, paline ecc.) e la cui posizione sia esattamente individuabile sulle carte topografiche. Se il falso scopo trovasi sull'allineamento: stazione di tiro, bersaglio, la direzione del tiro resta già determinata; in caso contrario si segnano con precisione, sulla carta topo.grafica, 1e tre posizioni: centro della stazione di tiro, A; centro dell'obiettivo, B; falso scopo, F (vedi fig. 24). L'angolo F AB, sarà l'angolo di direzfone. L'angolo può essere misul'ato rnlla carta mediante il rapportMore lncido di direzione, · -Oppure si determina nel modo seguente: se il falso scopo è più lontano del bersaglio, si divide .B C (vedi fig. 21) espresso in metri (essendo A B = A C), per A B, espresso in chilometrì;se il falso scopo -è più vicino del bersaglio, il ·procedimento è analogo: cioè si divide F C (vedi fìg 25) espresso fa met~'i (A F = A C) per A F , espresso in chilometri. Per .avere la mitragliatrice di base (1) puntata in <lirczione del bersaglio, si fa segnare a questa l'angolo misurato con uno ·dei mod.i. anzidetti.dopo averlo sommato o sottmtto a 800°0 a seconèla che il falso scopo prescelto trovasi a destra o a sinistr a ·della dirett rice di tiro; si punta l'arma al falso scopo mnoveudo ·u treppiede; quindi la si sblocca e la si riporta a soooo (2). (1) Si chiama arm a di base quella e.be sorve di base nelle opua.zioni prepa.rat,otie per il tiro i ndiretto (ordinariamente quella centrale o immcdiataq,;en te a destra del cen.tro). (2) Se l'angolo di direzione risulta troppo grande, rispetto alla gra-du:~z·one della lastrina cli direzione, si cambia falso scopo. .

I


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:338 -

b) Proceclimcnto per mezzo df'lla bussola. La <lcterc:ùnazione della direttrice del tiro colla busso li~ e la carta, topografica, si fa nei terreni coperti, quando vi è nebbia, oppure di notte. Il procedimento è il segue11te: si misura. con el)attezza, sulla carta, l'::tugolo che la r<'I ta congiungente la stazione di tiro col bersaglio, fa colla, direzione ùel nord magnetico (può servire il rapportatore lucido); quindi, mediante la bussola goniometrica, tenuta in modo che non venga influenzata per la vicinanza cli' oggetti cli ferro o di acciaio"ecc., si traccia sul terreno un alliueamento che fa ccia colla din~zionc del nord magnetico, un angolo eguale a qn cllo misurato sulla cartn. L'allineamento tr:wciato, indicherà la direttrice del tiro.

II. DISPORRli: LE ARMI IN FASCIO PARALLJ,;Lo . - B o. lo 1>Copo di ottenere la ripi1rtizione del fuoco 1;111 bersag·lio. Il paralloli.smo dei piani di tiro delle armi, si ottiene pri11 ·ipalmcnte in duo modi: · a) procedimento dell'angolo di p,;,rallelisnio; b} 1n-ocrJdim,ento della bussola.. e) 1mntarnen.to acl 1mo falso scopo lontano. Procedimento dell'angolo . di parallelismo. - Se il fal so scopo prescelto per la determinazione clell~ direttrice di tiro è sulla dii ~ttrice di tiro ("rnd. fig. 26 ), tlisposta l'arma di base sulla direttrice di tjro, come precedentemente in di· cato, per orientare le armi A.'l e A,1: si fa prima sognare nJ· l'indiee di direzione la graduazione corrisponàc1r~lj a..U'.1n· golo di parallelismo p (che si ottiene dividendo l'intervallo delle armi, espresso in metri, per la distanza del falso scopo, espresso io chilometri). Tale a..ngolo va aggiunto o sottra,t.to alla graduazione 800 a seconda che l'arma si tr~ nella sinistr~ o ~ella destra dell'arma base. Si blo7cano qui ndi le arnn e s1 puntano al falso scopo, muovendo il t reppiede. Sbloccandole poi e riportandole alla graduazione 800 esse risultano parallele a quella base. Analogamente si procede

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2J9 -

per le altre arrru, tenendo presente che, se l'intervallo fra le armi è uguale, alle armi A 1 e A.5 bisognerà far segnare l'angolo di parallelismo moltiplicato per 2 (essendo doppio l'intervallo); e all'arma A 6 , lo stesso angolo moltiplicato per 3. Se il falso scopo non è sulla direttrice di tiro (v. fig. 27 ), disposta l' arma di base sulla clil'ettrice di tiro, come precedentemente indicato, si fa segnare alle altre armi l'angolo di dire;,;ione D aumentato o diminuito dell'angolo di parallelismo p secondo quanto è stato detto precedentemente; si bloccano e si :punLa,no, muovendo il treppiede, al falso scopo. Si riportano quindi, sùloccandole, alla graduazione 800. Tutte le armi risultano così parallele a quella di base (1). Procedimento aella b1.1ssola. - Si fa ~t~zio11e al posto dell'a,rma ,u base e si misura colla bussola l'angolo che la direttrice del tiro 1'a col rnnd magnetico; quindj si orientano le alt.re arrri, portanc1os1 suecessivamente alle loro nostazioni, e disponendole in, rnoùo che l'nsse di cia,seuna. canna faccia, colla direzione dP] nord magnetico, un angolo c~a-le a quello dell'arma di baso. Procedimento del i,wntam,cnto ,il falso scopo lontano. Questo sif;tcma permette di cosLituire con grande rapiditi1 e sufficiente e attezza un fascio parallelo senza a,lcun calcolo o senza l\111silio della, carta topografica. Si sceglie come obiettivo un qua,lsia,si ·elemento topogra,fico (non importa so rappresentato o meno sulla, ca,rta topogra.fica) élistantc non meno di 8-10 km. èall'arma base e su di esso si puntano direttamente tutto le armi. Il fascio che ne risulta pnò essere considerato parallelo in qua.nto, essendo minimo l'angolo di convergenza, l'erro~·o (l} Per far convergere o divergere i tiri, si determinerà l'angolo, di oonvergonza o divel'genza con procedimonto analogo a quello 1-<egu1to por l'angolo di direzione o di parallelismo.


-MO -

che si commette ò del t utto trascurabile agli effetti pratici del tiro poichè è largamente contenuto nei limiti di tollcra.nza degli strumenti di puntamento. OPERAZIONI RELATIVE AL PUNTAMENTO IN ELEVAZIONE

Per remtare le mitragliatrici in elevazione occorre det er minare l'angolo di tiro, che, come sappiamo, è la somm a algebrica dell 'angolo di elevazione e del sito. Per la determinazione dell'angolo di tiro ci si può avvalere: a) delle tavole numeriche di tfro; b) delle traiettorie grafiche.

Tavoie numeriche di t·iro. - :.Misurata la distanza del bersaglio sulla carta topograHca a piccolo denominatore (25.000 o 50.000), dalla 1;avola di t iro si ricava il corrispondente angolo ·di elevazione. L'angolo di sito viene determinato col calcolo ricavando dalla carta t opografica il dislivello arma-bersa,glio in metri e dividendolo per la distanza in chilometri. La somma algebrica dei due angoli d arà l'an golo di tiro ricerca,to. A questo d~vranno essere apportat<i le correzioni dovute alla temperatura, pressione, vento, logorìo e riscaldlLmento delle canne. 1 ~ Se t ra l'arma ed il bersaglio esistono ostacoli o trup1)e amiche, occorre verifìcaro se le traiettorie inferiori del faRcio corrispondente a.lJ' angolo di t iro caI.colato siano intercettate da.Il' ostacolo o sia.no pericolose per le truppo ~ntistanti. ·Nel primo caso, il mezzo più semplice è di confrontare l'angolo di t iro relativo al bersaglio con quell o'relati vo allo ostacolo, aumentato del valore di 4 F' alla distanza dell'ostacolo stesso (espresso in millesimi). Se l'angc/10 di tiro necessario per colpire il bersaglio è maggiore o ug.uale di quello necessario per colpire l'osta.colo, il tiro è possibile.

...

24-1 -

Nel secondo caso il tiro potrà essere eseguito quando tra, la. traiet toria media del fascio diretto al bersaglio e le truppe si abbia una distanrn verticale (aitezza . rli sicurezza) almeno uguale a quella. mirùma neeessaria perchè nessuna pallottola possa colpire le truppe, come è detto in seguito parlando del tiro al disopra delle truppe amiche. E precisam ent e: si confronta l'angolo di tiro relativo al bersaglio con l'angolo di tiro relativo all'alzo di sicurezza per la posi· zione delle truppe amiche. Se l'angolo di tiro relativo al bersaglio è maggiore o uguale all'angolo di sicurezza relativo alla posizione delle truppe amiche, il tiro è possibile, altrimenti non è possibile. 'l.'avoLa delle trawtt<>rie grafiche. - La determinaziont dell'a.ngolo di tiro può essere fatta, in modo più spediti vo, i!ervendosi della tavola delle traiettorie grafiche ed operando .nel seguent e modo (v. fig. 22). Supponiamo che su ssistano le ,seguenti condizioni: distanza del bersaglio m. ?400; altezza d6l bersagli.o sull'orizzonte di tiro, m . 40i distanza dell'ostacolo dell'arma m. 1200; altezza dell'ostacolo sull'orizirnntc di tiro m 60. Nelle tavole delle traiettorie grafiche, si peL·corre la verti. ·cale di m. 2400, sino ad incontrare l'orizzontale di m. 40 (sopra l'orizzonte di tiro) .. La traiettoria che passa per detto punto (e quindi per il bersaglio) indicherà, col numero che essa porta, la graduazione da darsi all'arma per avere la voluta inclina· zione. Occorre però vedere altresi se ~etta traiettoria passa al .disopra dell'ostacolo di uua quantità almeno uguale alla dispersione verticale (4 F'), per conseguenza si deve trovare la differenza tra la. quota dell'ostacolo (nel caso suindicato 60) e la quota del punt o di intersezione fra la traiettoria determinata per il tiro e la verticale passante per l'osta·colo (nell'esempio dat o la verticale innalzata da m. 1200). Nel caso che sull'ostacolo vi siano truppe amiche il 1t iro sarà possibile solo quando la traiettoria che passa per .d.rmi, tiro e materiali vari -

lG


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24~ -

il bersaglio venga a risultare al disopra della quota delle

truppe amiche aumentata dell'ordinata dell'alzo di sicurezza misurata alla distanza delle truppe amiche dalle am ti. 'firo al disopra o negli intervalli delle truppe amiche.

Abbiamo già detto che p1 t iro al disopra delle truppe am.icheQ_)uò essere eseguito quando tra la traiettoria mcclia del fascio diTetto· al bersaglio e le truppe vi sia una dista ma verticale almeno uguale a quella minima necessaria percJ1è nessuna pallottola. possa colpiJ:e le t ruppe. Tale distanza minima diccsi altezza di sicitrezza, e corrisponde alla somma dei ~eguenti valori: dispersione nat urale del fascio, abbassamento minimo che può subire la traiettoria media uer enetto del traballamento dell'arma, margiue di alcuni metl'i determinato dalla convenienza che le traiet,torie più basse passino sempre ad una certa altezza d<·lle truppe. Dicesi alzo di sicurezza l'alzo al quale coreisponde Ja traJettoria media del fascio che passa al disopra delle truppe di una quantità pari all'altezza di Ricurezza. .Altezza di sicurezza ed alzo di sicurezza varia,no colla, distanza dello truppe amiche dell'arma. Gli alzi di sicurezza corrispondenti alle varie distanzi, delle truppe amich e dall'arma, in terreno pianeggiante, sono : ~

--==---=- = = =

Dista,nza. 1,rnpf)c amiche dall'ar ma

Alzi di .sicurezz,i corrispondenti

m. 100

rn . 2200

m. 200

m. 2100

da m. 300 a m . 1200

m. 2000

oltr e i rn. 1200

dista 11za dalle truppe amiche aumentata di 800 metri.

Tali alzi di sicurezza si riferiscono n, distanze valutate con molta approssimazione e sono sta.ti determinati tenendo conto per la mitra,glia,t ricc Fia,t mocl. 35 di un traballamento massimo ili 6 millesimi. Quando avc.ssero un ~ingoio di ·t ra., ballamento maggioro~ o ciò risulta dal libret,to di tiro di d ascùna arma, gli alzi di sicurezza :,;uindicati andranno aumentati. Quando arma, truppe amiche e bersaglio si trovano sul la stessa linea di sito, la distanza di sicurezza è uguale alla differenza fra l'alzo di sicurezza e la distanza dall'arma (ved. fig. 28). In pratica dunque, in t ali condizioni, le mitragliatrici hanno scarse possibilit à d'impiego si}t a causa della distanza, sia per il rilevante valore della distanz,L di sicurezza, che rende il loro fuoco ·assai poco a,clcrente al movimento degli Plementi avanzati. Il tiro quindi, n.l disopra _di truppe amiche, i o. terreno pianeggiante e parallelo alla linea cli mira, teoricamente possibile, in pr11tica ha, da proscriversi, perchè donebbe essere eseguit o in condizioni sfavorevoli. Quando invece le truppe amiche si trovano al di sotto della linea. di sito armar-bersaglio, la dista,nza di sicurezza varia da caso a caso, riducendosi anche notevolmente in relazione all'angolo di incidenza del la linea di mira col terreno e corrisponde alla distanza compresa fra il bersaglio ed il punto nel quale la linea di mira corrispondente all'alzo di sicurezza incontra il terreno (Ved. fig. 29). Praticamente, per constatare se il tiro si può eseguire o no, si userà il seguente procedimento: puntare l'arma al bersaglio coll'alzo corrispondente alla distanza del bersaglio medesimo; fissare l'arma; segnare l'alzo di siclll'ezza che corrisponde alla distanza delle truppe amiche dall'a.r'ma e t1·ag~ardare: se la linea di mira couispondente all'alzo di sicurezza passa al disopra delle truppe amiche, il tiJ·o può essere eseguito; in caso contrario no.


-2'!4 -

.

Qualora tra le truppe avanzate e l'arma siano interposte altre ttuppe (rincalzi-riserve, ecc.), al disopra ictelle quaii si voglia far fuoco , dcvr~,uno, per la,&determinazione della possibilità del tiro, essere considerate quelle truppe per le quali occorre l'alzo di sicurezza maggiore. Esempio: se tra arma e truppe più avanzate vi sono 400 metri e invece a 200 metri dall'arma vi sono rincalzi, l'alzo di sicur0z~a da adottare sarà quello di 2100 metri corrispondente alla distanza di 200 metri e non quello di 2000 corrispondente alla distanza di 400 metri. Dicesi distanza di sicurezza la distanza minima alla qua.I.e possono spingersi i reparti àvanzati dal bersaglio senza pericolo di essere colpiti dal tiro delle mitragliatrici che fanno fuoco al disopra di essi. Qualora la distanza di sicurezza risulti tanto grande da non consentire alle mitragliatrici di appoggiare con venientemente il movimento dei reparti avanzati col tiro al disopra di esai~ le .mitragliatrici suddette debbono serrare sotto a questi ultimi reparti per agire attraverso gli intervalli.

'.l'iro attraverso gli . intervalli di truppe amiche. - Perchè possa essere eseguito dalle mitragliatrici occorre che siano contemporaueament<~ assicurate, una sùw,rezza in altezza (che ga1;antisca che n.essun colpo venga a cadere al di qua dell'ìntervallo, dando luogo a rimbalzi pericolosi), ed una sicurezza in dire.!ione. Per constatare se l'altezza di sicurezza esiste e se quindi è possibile eseguire il tiro in corrispondenza dell'intervallo, si ricorre al procedimento già noto e cioè: puntare l'arma · al bersaglio con l'alzo corrispondente alla distanza del bersaglio, fissare l'arma, segnare sul cursore l'alzo di sicurezza che, per l4 rnitragliatrioe Fiat rnod. 35 è ugiiale alla distanza dell'arma dall'intervallo attraverso il quale si deve sparare aumentata di: 1000 metri se l'intervallo è a 100 metri dall'armi1;

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245

900 metri se Pintervallo è da 100 a 600 metri dal-

l'arma; 800 metri se l'intervallo è da 600 o più metri dall'arma. . Se la linea di mira dell'alzo di sicurezza passa al disopra dell'intervallo il tiro può essere eseguito, altrimenti no'. Gli alzi di sicurezr.a vanno pure aumentati quando le distanze sono v alutate con poca, a,pprossimazione o le mitr~gliatricì abbìa,no un tra,ballamento maggion~ dì 6 mil~e~im1. La sicurezza in direzione, tanto a destra che a s1mstra della direttrice del tiro può limitarsi a corrispondere alla metà (destra o sinistra) delle dispersioni orizzontali del fascio delle tra,iettorie, aiumentata alquanto per ot tenere che le traiettorie passino alla distanza di alcuni metri dall'elemento più vicino delle truppe a,miche. . . 'l'ale sicurezza si ott ie1ie quando tra la dh·ettnce del tuo e l'elemento delle truppe amiche più vicino ad esse vi sia un settore libero dell'ampiezza di 50 millesimi, se Fintervallo dista dall'arma più di 100 met ri: <t 100 mili.esimi $C l'intervallo dista dall'arma meno di 100 mc . i. (Ved. fig. 30). Per det erminare praticament e se in corr11:,pondenza del, l'intervallo si abbia la sicurezza laterale voluta, si punta l'arma al bersaglio, e successivamente all'estremità ~ell'intervallo e col settore di falciamento si controlla se 1·1spetto a.Ila direzione del tiro si abbia, oppure no, il settore laterale soprndet to di 50 millesimi, oppure di 100. Quando occorra lasciare alla mitragliatrice un certo settore di a,zione, le operazioni anzidette dovranno essere . eseguite btisandosi s:.ine direttrici di tiro .otte~ute pun~ando l'arma ai punti estremi del settore d1 az10ne anzidetto (fig. 31).


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IV· -

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U6 -

Il tiro <lei mortaio tla 45 mod. 35. _(Tavv. XLIY- XLV-XLVI) .

del tiro del mort' 1,io è b ·asa. t·a essenzialmente . s 11L'efficacia . i':, . ' · .11u fuo a 801~re " s,t,. E nc_ c essario . quindi l)rer)arà,re ed . .1: c,seguire ,co con ia massima celerità, po 3Sibilt'. L a,rmn, deve avere solido a•)rJoo·o· Sll1 t . . • • • . 1 t """' 10 ,. -cucno e i due ~rp10m ,~n!;er1on devono essere allo stesso livello. Sem ,. r~he pos::;1b1le, occorre defilare e ma , .e 1a posta · z10ne. . p.e ' s·cb.crai

Pun ta1Uento in direzione.

Se . l'obiettivo è v·i sibile dall'arma. una volta· or1· t t ·1 morta10 · 1io e data all'arma · . .versO i·1 b ersag l'inc11·n, en . a ,ouf1 ficiente · 1- · , . az10ne s . ' s1 e mge ia, lmea di mira sull'obiettivo . tt·fi . 11 punt' t . re 1 cando ~ ,<~men o con piccoli spostamenti d · 11' ff t botto ne ct·I d.1rez10ne. · e a us o e col Per ano-oli di sito ·t · . '. . . si p , d " .· . _ ? · posi ,1v1 molto for Li uo iugero 1ìt lmea d1 nnra ad un punto· d l t . ' . e er1eno che si tro"r1· n li d" . , '. e a ll'ezwne del bersaglio. Se ;nvece l'obiett'i'vo non è visibile dall'a;rma (cas . 1' si poss )no ifi · o norma e, . · •• • ' 1 ver ca,re tre cn,si. ·' . 1 o ; CASO . - L'obiett,iv o è 'ois·ibile dalla JJOS'izione llel mortaio, stando totalmente o parzialmente in pieà . standosi indietro d,i q·nalohe pas: , ,Il , . . 't, opp·i~re spu, • .· • . · · • /!O . puntamento m dir~zwne · puo essere eseguito in modi diversi x re "l . l 1· · · · .i.~ " encl. narno a lc um e 1e meg 10 nspondono a,lla biso.o·na • ;L} Gol filo a piom,bo. _ Il ca O ~'1r~a " . .. . il mortaio col filo .· b . ~ ·, yo:stos1 diet ro a p10m o dn,vant1 all occh10 destro tr·i g uarda, attraverso di esso l\trrna e l'obi•tt· . f . , . ' ,. l'a,ff -t . ' e rvo, a dispone , us o m modo elle ftlo a, piombo n,rrna ed ob1· tt· , gano t· · • ' e no ven.. a, ,tovars1 nelli1 stessa direzione . e con d ·· 1· wehc.,. · d lt . ne pa me o ,, .• 1 o a n mezzi di circostanza fa seo-na ., 1 t. . P remo' dava t· 1 1' ' . ' ' "" re isu , ,n i a . a.rma, l allmeameuto così determ· t e1S tale a.111·11 . t · , · 1na o. ,._ u . ,. en,men ·o t1ovra essere diretta hl, li.nea di mira. Jì;

i l. metodo da preferirsi nel caso in esame.

.,

247 -

b) Con sole pciline, spostandosi indietro di qiialohe 7Jasso. 11 capo ;1rma si sposta indietro fino a vedere l'obiettivo r , dispostosi in modo da risultare lungo la direzione postazione.obiettivo, fa segnare l'allineamento con due paline (o pic-

-chetti, sassi, ecc.) disponendole avanti · o dietro all'arma., -oppure una antistante e l'altra retrostante al mort aio. 2° CASO. - L'obiettiv o è visibile da wna posizione retrostante ai mortaio. - Il capo arma si porta dietro al mortaio

nel punto da cui si scorgono arma e obiet tivo e si regola :analogamente a quant o è detto ài comm}1 a) e b) del caso precedente.. 30 CASO. :- L'obiettivo è visibile dei 'una posizione anti .stante al rnortaio. 1° m,etodo. - Partendo dal mortaio si determina, con pafoie, un allineamento approssimat ivamente· diretto all'obiet-

tivo. Giunti alla sommità dell'ostacolo, qua.lora l'allineamento risulti errato, si valuta l'eiTore, si tolgono le paline e si ripete l'operazione; in due o tre tentativi si riuscirà ad oLtenere un allineamento sufficientemente approssimato. 20 rnetodo. - Se l'ostacolo è tale che vi si possano collocare due operatori, muniti di paline, in modo che il più lontano dall'arma veda il mortaio e l'altro veda l'obiettivo, essi, spostandosi opportunamente, si possono collocare in modo che il più lontano veda sullo stesso allineamento la, palina dell'altro operatore ed il mortaio, ed il più vicino all'a,rma veda sullo stesso allineament_o la palina del più lontano e l'obiettivo. Determinato così il piano di tiro lo si rende visibile al t iratore con paline. 30 rnetod-o. - Il capo arma, munito di paline, si porti . presso la sommità dell'ostacolo fino a vedere l'obiettivo dalla posizione di << a terra >>. Piantata qui una palìila, si sposti indietro, fermandosi nel punto in cui . l'obiettivo è ancora visibile dalla posizione di << in ginocchio >i ( o di « in . piedi>i) e pianti in quest o punto la seconda pa,l ina in modo . <::he risulti nella clirezione prim~Ì. pa.lina.- obic-ttirn. Ciò fatto


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248 -

sarà possibile dirigere la linea di · mira . all'allineament o· · traccia1iO. È il metodo da preferirsi nèl caso in esame. Si tenga però presente che in caso di estrema urO'enza e di situa.zio.ne ~i speciale delica,tezza sarà sufficiente° punta1:e a!)Jtì·oss~~at rvamente i mortai in direzione e correggere poi gh Cl'l'Or1 m seguito ai risultati ottenu ti coi primi colpi..

Puntamento in elevazione.

P er il puntament o in elevazione l'arma è prov vista del settore graduato sul quale il pendolo seo·na l'elevazione. Le gra,duazioni sono in ettometri e inezzi ertornet:·i; quelle minori si ottengono per in1;erpolazione. L'elevar,wne: a parità di distanza orizzontale, è diversa a seconda <lclla valvola usata: nel tiro teso a valvola aperta l'ai'ma assume u~'inclinazione maggiore di quella a vàlvoln. chiu sa.; minore nel t iro curvo. Nel tiro t eso la git tata aumenta con l'inclinazione dell'arma; nel tiro cm·vo accade l'inverso. Le traiettorie a tiro curvo banno ordinate fortement e· maggiori di quelle a tiro. t eso; le ordinate a tiro curvo con valvola, aper ta sono minori di guelle a tfro curvo con valvola ~hi~s~; le ordinate a tiro t eso con valvola aperta sono maggion d1 quelle a tiro t eso con valvola chiusa. Ne · consegue che col mortaio d'assalto si possono otte~e_r~ due ~asci di tra,iettorie: uno corrispÒndente. alla velocit à mizrn.lc d1 m/s S3 ottenuta a valvola chiusa· l'altro alla vcloc! t.à, inizial_e òi m /s 59 ottenutil, a valvola~ aperta. Ciascuno d1 detti fasci . ammette un inviluppo che è la ourva che circoscrive le traiettorie di ciascun fa~~io. che le comprende t utte e a tutte è· tangente. punto di tangenza diV:ide ciascuna traiettoria in due part.1: una compresa tra l'origine ed il punto di tangenza, Gei!eralità. -

l!

-

249 -

detta 1° arco, l'altra di1l punto di tangenza in poi detta 2° arco (tav. XLIV) . Dall'esame della t avola risulta che nei due fasci vi sono: punti che si possono battere con una traiettoria a, tiro curvo e U!la a t iro teso; due zone iion battibili col secondo a.reo: una inviluppata dalla ·traiettoria più alta a valvola a,perta; l'altra compresa tra l'inviluppo delle traiettorie a Yalvola, ape'.l:ta e la traiettoria più alta a valvola chiusa. Questo secondo fàtto potrà imporre lo spostf1mento del morta.io al fine di reudere possibile il tiro col secondo a.reo . È da tener presente infmc~ che se l'angolo di :incidenza col terreno è tale da, determinare lo scoppio della bomba, le zone predette sono battibili col primo arco. Tra le traiettorie dei fasci (tav. XL V) figurano anche le t,raie.ttorie di m. 322 a v. a,. e di m. 536 a v. cb. (traiett orie di gittata massima sull'orizzonte delra,rma), che si ottengono facend o corrispondere il 'pendolo a.lla, TH)sizione intci'media tra le tacche del tiro teso e del tiro curvo più prossime alla scanalaturf1 del settore gradw1to con la dicitura, « valvola A. C. i>. Esse dividono il fascio in due grnppi: uno delle traiettorie ottenute con un angolo di proiezione maggiore ~ quello relativo alla traiettoria di gittata, massima, l'altro delle traiettorie ottenute con un angolo di proiezione minore. Col primo gruppo si esegue tiro eurvo, col secondo t iro teso . Esecuzione del puntamento in elevazione.

Se l'obiettivo è sull'orizzonte deU'arnia, si punta il mortaio in direzione, si agisce al volantino fino a che il pendolo venga a cadere sulla tacca corrispondente alla, distanza del-l'obiettivo da battere. alla valvola da usare. alla specie di tiro che si vuolP- eseguire e si blocca l'arma.


-

250 -

251 -

Se invece l'obiettivo è fuori dell'orizzonte dell'arma, lo graduazioni del settore graduato non corrispondono più alla distanza reale poichè l'inclinazione è anche in funzion e delPangolo <ij sito. Volendo perciò determinare con esattezza la graduazio ne in distanza da impfogare è necessario ricorrere alie traiet · tox:ie grafiche (tav. XLV), operando nel seguerÌte. modo : misurata esattamente la distanza reale e l'angolo - di sito. segnare sulla tavola la posfaione dell'obiettivo e individuare la traiettoria .a tiro te~o o a tiro curvo del faséio a valvola aperta o a valvola chiusa che passa per l'obiettivo stesso. La graduazione è quella segnata sulla traiettoria indivi duata. Qualo1:a l'obiettivo non · venga a risultare su un:1 delle traiettorie, . la graduazione si dovrà ricavare per- inter · polazione. · . Nella considerazione però che le operazioni da compiere non sono sempre di facile attuazione sul campo di battaglia . · dianio alcune regole le quali forniscono approssimazioni sufficienti e possono facilmente essere applicate in qualsia~i contingenza. Esse però devono essere applioatB non oltre i 11alori angolari e di distanza ai qital·i corrispondono le _gradua . zioni 8egnate 8Ulle tabelle di oui alla tavola X L V I. · .

Stimata la distanza .sulla ·linea di sito (distanza reale) e misurato l'angolo di sito in millesimi (1): A) 'l'iro teso.

Regofa.

Tmo A VALVOLA CHIUSA. - La grad'l.1,azione da impùgare è · pcvri alla so1nma algebrica della distanza, in metri e dell'anr1olo di 8ito in 1nillesi1n1:. P er la distanza di 100 metri

· posi·tivi, · · fi·no a 200°0 , cilla ·somma amzidetta, e <ljngol·i di· s·ito aggiungere 2,5 (1) .

Tmo A VALVOLA APBRTA. - La graditazione da impiegare è pari alla so1nma alge~rioa . dell_a _distanzlt in metri e di metà dell'angolo di s'ito in millesimi. Esempi: TIRO A VALVOLA CHIUSA.

Distanza reale, m. i50. - Angolo di si!;o, 150° 0 . Gracluazione da impiegare, 150 + 150 = 300 (3). 00 20 Distanza reale, m. 350. - Angolo di sito, - 100_ • Graduazione cla impiegare, 350 - 100 = 250 (2.o) . 0 30 Distanza reale, rn . 100. -- Angolo di sito, 100° • Gradua.zione da impiegare, 100 + 100 + 25 = 22r, (2.26).

10

Tmo

A

VALVOLA APERTA,

lo Distanza reale, m. 150. ,. Angolo di sito, 100°

0

Graduazione da impiegare, 150 + 50 = 200 (2) . 0 20 Distanza rea.le, m . 300. - Angolo cli sito, - 100° • Graduazione da impiegare, 300 - 50 = 250 (2.5).

B) Tiro curvo. - R egola.

Tmo

La graduazione da impiega1:e è pari alla distanza reaie aumenta~a ~ di-:ninu~t~ del 10 % della distanza stes8a 8eoondo ohe il · 81,to e positivo ·negativo. Però per i siti minori in v~loreas8~litto lìi 200° 0 ( e~olusi ~ .su di8tanze 'Y(l,inori d·i 400 metri (esclusi), la grad1tazione e vari alla· cìi8tanza reale. . . . . . . . . Si tenga presente ohe per siti positi'Vi la gitt,ita n~ass~m~ .raggiungibile è ug·uale a q1tella sull'orizzonte (500 metri) dtmi.nuita di oO m etri ogni 2000° di sito. QUESTA VERIFICA DOVltA A VALVOLA CHIUSA. -

?

ESSERE SEMPRE

FATTA E

DOVRÀ SE:l\'IPRE

PRECEDE RE LA

DETERMINAZIO NE DELLA GRADUAZIO NE DA Ii\IPDi:GARE. ?A

(1) L'angolo di sito si può misurare speditamente ~ con buona,·

approssirriazioue con un sitometro di circosta,pza di facile costruzion<".

(1) Le, graduazioni maggiori di 4, ottenute con angoli di sito posi-

tivi, sono alquanto abbondanti.


-

2f>2 -

Trno A VALVOLA APERTA. - La gradiiazione da impiegare è pari alla distanza realP, a1imentata o diminuita del 1O % della d'istanza stessa secondo ohe il sito è positivo o negati1;0. Però per sit't positiv'i, e fino alla distanza di 150 metri inclusa ' la graduazione da impiegare è pari alla distanza reale. Si tenga presente ohe per siti positivi la gittata massima, raggi'ungibile è iwuale a quella s1ill'orùizonte (300 metri) dimimiita di 30 metri ogni 200°0 di sito. QUES'l'A VERIFICA DOVRÀ SEl\'IPRE

l~SSERIJ:° FATTA E

DOVRÀ SEl\'fPRE

PRECEDERE

LA

DE'l'ER}IINAZIONE DELLA GRADUAZIONE DA DCPIEGARE.

Esempi: 'l'nto

A VALVOLA CHIUSA,

1° Di;.t,auz:t reitle m . 350. - Angolo di sito, 200°•1• Verifica possibilità, di t iro: gittata massima, 500 - 50 = 450 (il tiro è possibi'lel. · Grad uazione da. impiegare, 350 + 35 = 385 (3.85). 2° Distanza. i'eale, m . 400. - Angolo di sito, 50000. Verifica pos.c;ibilità. di tiro: gittata rna:<sima, rn. 500 - 125 = 375 (il ti.ro uon ò possibile) 3° Dist.a.n,,a, retLle, m. 300. - Angolo di sito, J 0000. Ve rifica pos"ibilità di tiro: gitt,ita m:lSsima., 500 - 25 = 475 (il t.iro è possibile). Grntl uazio ue da impiegare, 300 (3). 4° Di1;tanz:i reale, m. 450. - Angolo di sito ·_ 3000°. Graduazione da impiegare, 450 - -~5 = 405 (4.05). 5° Difltanz,t rnale, m . 350. - Angolo di sito, - 10000. . G:md ua.zione ùa. im piega.re, 350 (3.o). T!RO A VALVOLA APERTA. O

Dio1tanza reale, m. 250. - Angolo di sito, 300°0 • Verifica possibilità di t iro: gittata m?issimii, 300 - 45 = 255 (il ti!'o ò pos;;ibile). Graduazione da impiegare, 250 + 25 = 275 !2.75). 2° Distanza reale, m. 200. - Angolo di sito, soo 00 . Ve rifica possibWtà d i tiro: gittata massima, m . 300 - 120 = 180 (il tiro uon è possibile). I

253 -

3° Distanza reale, m. 150. - Angolo di sito, 500°0 • Verific:a possibilità di tiro: gittata massima, :300 - 75 = 225 (il tiro è possibile). Grail.ua,iione il.a impiegare, 150 (1.5). 4o Distan,,a reale-, m. 300. - Angolo di sito, - 300°0 • Gradu1tiione da irnpie~rirn. 300 - 30 = 270 (2.7).

'l'iro al di so1>ra delle truppe amiche. Al di sopra di truppe amiche si tira norma,lmente a tiro curvo; solo in casi favorevoli di terreno si può far nso del tiro teso. Il tiro va iniziato con una graduazione in distanza. sicuramonte lu0-ga; lo si aggiusterà poi. gt·11datamentc fino a rag giungere l'obiettiYo. I n ogni caso uon si deve ma.i aprire il fuoco fino a che le truppe amiche non siano almeno n, 100 metr.i dall'arma e lo si deve cessare qu.nindo esse giungono a distanza di sicurezza (1). Nel tiro al di sopra tleUe tntppe amiche, ha, 1;mportrmw particolare l'-tiso esatto della 1;a'/;vola e il maneggio 'regolwre della manovella di manovra perchè, nel tiro oiwvo, i bri"sohi movimenti possono prowoare l'impenn,am e11,to dell'arma e un conseguente raccorciamento notevolissimo della gittata,. frnpiego del tiro teso e del tit·o curvo.

Le due sp·ecie di tiro hanno caratteristiche notevolmente <liverse che comportano vantaggi e inconvenienti; occorro pert anto sfruttare gli uni cd evitare gli altri.

..

( L) Dist1mza di sic1irezza fa tempo di pace: tiro front.a.le m. lOy sino a 300 met,ri cli gittata, m 200 oltre i 30Q metri di gittata.; tiro d.i infilata m . lòO. Distanza di sicurezza in te,npo di guerra: tiro fron tale m. 80; siro

d'infilata m. 50.


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254 -

A) Tiro teso. - V (1/Yl,taggi:

maggiore precisione nel tiro in direzione; minore dispersione nel tiro in gittata nel caso che il terreno int.srno all'obbiettivo sa,lgà nel verso del tiro; minore durata della traiettoria e quindi minore influenza del vento sul tiro. Inconvenienti:

ma,ggiore dispersione, in genere, in gittata salvo nel caso sopra citato; maggiore influenza dell'angolo di sito dell'obiettivo sulla graduazione in distanza (minore rispondenza a~la distanza reale) e necessità, di variazioni di graduazione tra le armi nel ca,so cbe esse si trovino a quote tra loro diverse; urto della bomba non esattamente di punta (maggiori probabilità di deformazione e di mancati scoppi); minore efficacia dell'azione di scoppio (una .notevole parte delle scnegge viene proiettata in alto e nel terreno); minore de:filamento del mortaio e del personale; minore possibilità di tiro al di sopra delle truppe amiche. B) Til'O curvo. - . Vantaggi:

minore dispersione, in genere, in gittata, specialmente se il terreno scende nel verso del tiro; minore influenza dell'angolo di sito dell'obiettivo sulla gradua,zione in distanza e trascurabile Peffetto d<1lla differenza di quota tra i mortai; urto pressochè di punta della bomba (minore probabilitfl, di scoppi mancati); maggiore efficacia dell'azione di scoppio (la bomba cade quasi a . piombo e le schegge vengono lanciate in tutte le direzioni pressochè orizzontalment;e);

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255 -

possibilità di forte defilamento del mortaio e del personale; massima possibilità di tiro a,l di sopra delle truppe amiche; possibilità di a,gire contro bersadi a,uche molto defilati. Inconvenienti: minore precisione di tiro in_direzione; . maggiore durata della traiettoria (fort~ rnfluenz~, de~ vento sul tiro e, in caso di obiettivo mobile, necessita d1 a,o'ire con conveniente anticipo). o Esaminati i pro e i contro, possiamo concludere .che _è da preferirsi il tiro curvo ad eccezione dei seguenti . casi: forte vento (specie se diretto in senso contrano al tiro); terreno intorno all'obiettivo in forte sa.lita nel verso del tiro; obiettiYo mobile e mina,ccioso. Aggiustamento e tiro di efficacia.

Generalità. - La maggior efficacia del tiro si esplica allorchè il centro della rosa di tiro di ogni mortaio coincide col centro dell'obiettivo (sovTapposi.zione delle rose). .Al raggiungimento di tale risultato, di ,difficil~ _attuazione pratica, occorre tendere per quanto e · poss1b~le, ad evitare che il fuoco si disperda anzichè concentrarsi. Pa,r ticolare importanza acquistano in tale campo la profonda conoscenza del comportamento delle armi al tiro, in quanto noJ1 tutti i mort a.i dàilllo _git~ate reali che ~orrispondano con esattezza alle gradua~10m del_s~ttore ~1 . elevazione; l'osservazione, indispensabile per mJglio~are i _nsul. tati ottenuti; la perfetta padrona,nza dei procedimenti relativi al tiro e la loro rapida applicazione, tenuto conto, al riguardo, che il fattore tempo riveste un valore immenso .


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256 -

.A.ffinchè le rose di tiro si sovrappongano, occorre tener presente che necessitano parecchi colpi per avere un'idea approssimativa della posizione del centro della rosa; che una variazione non grande di graduazione in distanza, se sposta il centro della rosa, mostra il suo elfotto solo dopo più colpi (non correre quindi dietro a,l risultato qi ciascun ·colpo e non ·app!kare ogni volta la correzione corrispondente); che la graduazione in distanza più idonea è quella che dà un eguale numero di colpi lunghi e corti rispetto al l 'obiettivo. Aggi1"8tamento in distanza . - È fatto con un solo mortaio. Eseguito un gruppo di 3-4 colpi in successione rapida, so i colpi risultano tutti corti o tutti lunghi rispetto all'obbiettivo, si determina la nuova graduazione correggendo dell'errore modio commesso o si ripete il gruppo. Se questo .cade a cavallo, si passa senz'altro al tiro di efficacia con tutte le armi e con gli stessi dati. In caso contrario si ripeto il gruppo con una n uova gradna,zione determinata come sopra. Se la diversa posizione dei mortai è tale da dare notevoli differenze in gittata, si apportano per gli altri le correzioni -Opportune e si esegue il t iro intervallando i col.pi in modo da poter osservare il risultato di ogni singolo mortaio per R>ccertare se occorrono altro correzioni. Ottenuta la sovrapposi.zione approssimativa delle rose, si continuerà Ìl t iro co» tutti i mortai simultaneamente. Se durante il tiro di efficacia la massa dei colpi venisse .a risultare sensibilmente lunga o cor ta, si interrompe il tiro , e si correggono i dati. Aggiustamento in direzione. - Se uno dei gruppi di colpi risultasse tutto a destra o a sinistra dell'obiettivo, si appor· 'terà una correzione in direzione equivalente alla distanza stimata a vista in millesimi dal centro dell'obiettivo stesso, tenendo presente che nel tiro curvo la correzione da apportare ,dovrà essere metà di quella stimata.

257

v. - Il tiro del mortaio da 81 moù. 35. Generali fa. - L'efficacia del tiro del mortaio da 81 non -è solo basata sulla potenza e precisione dei colpi, ma anche sulla rapida entrata in aziono dell'arma. Da tale. premessa conseaue che il fattore tempo ha grande valore circa presa o . di posizione e aggiustn.mento del tuo. . . Di norma il tiro si osegne a puntamento mdll'etto; solo condizioni eccezionali possono giustiftcare quello a pu~ta~ mento diretto. La sua preparazione comprendo le operaz1om relative a.lh1 determina,zioue dei dati di direzione e di elevazione necessari; metodi e modalità cla s-eguiro differiscono :tra di loro a seconda degli strumenti di cui si dispone. Preparazione del tiro in dirczioue: :L'iro a pu.n'tcimento diretto. - Ciascun ca.po. ar~a si ass~,cura che il piatto di parallelism9, quello d1 d1rezwne ed 11 tamburo moltiplica.tore di direzione siano graduati a O e eh.e 1a bolla dì sbandamento si.a centrata; indi fa collimare 1_1 "Cono•eo·no di pnutamento direttamente all'obiettivo. j_,,i;o a p1tntamento indiretto. - Qualo1:a si dis~JOl~ga di goniometro, occorro compiere le . seguenti operazioni: dare il parallelismo alle armi; dirigere il goniometro parallelamente alla direzione base (oong'iungente arma base- falso scopo); detel'minare l'a.ngolo cli direzione occorrente per dirigero il fascio parallelo delle armi sull'obiettivo.

Dare il parallelis'l'no alle armi. a) Situato il gonio.m etro su di un punto dal quale si

:possa ossorvu,l'e il tiro, si sceglie u.n falso. ~coi:o naturale, ·visibile dal goniometro e dn.lle arm1 e lo s1 rnd1ca ad esse. .d.rm.i, tiro e rnaleriali vari -

17


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258 -

Se il falso scopo è lontano almeno 10 chilometri, oppuresi trova an.che a poche centinaia di metri ma in posizione laterale e plesso a poco sull'allineamento dei mortai in postazione, puntando ad esso le armi col piatto del parallelismo a O esse vengono a. risultare coi loro assi disposti in modo da poterli considerare paralleli. In caso contrario si sceglierà un falso scopo distante almeno un chilometro. In tal caso si farà segnare << pa:rnllelismo O>> al congegno di mira del mortaio designato di base; agli altri si farà segnai e il numero di millesimi ricavato dalla divisione della dìstauza (d) in metri di ciascuna arma dalla direzione base per la distanza (D) del falso scopo in chilometri; ta,le numero ,·a dato in più od in meno a seconda che i mortai (fronte al falso scopo) si trovano a sinistra o n, destra dell'arma base. b) Se non si trova un falso scopo na,tmale a.datto, si aclopera, quale falso scopo il goniorncLro clrn deve però essen• visto da t utte le armi e tTOvarsi· a non meno di 100 mcli i dalle loro postazioni. Questo è. il sistema più sicuro e rapidu. Otientato il diam etro principale del goniometro (0-3~J ad un caposald o qualsiasi, che può auc·be essere il congegno di pun tamento del mortaio base, si fissa in tale direzione, si collima ai congeg-ni di mira dei singoli mo1·tai e si comunica a dascuno di essi l'angolo opposto cioè quello letto in coI'l'isponclenza dell'indice secondario (1) : ogni mortaio (1) I valori opposti cli1Ierisco110 cli 32 ettogra·cli cln. quelli che seµ:11;1 !'.indice principale. A.cl esempio: se l'angolo IX ò minore di 3200, il valore dell'a ngolo opposto 1 sarà,: tX' = tX + 3200; se l'angolo IX ò maggiore di 3200, 1X s :uà, evidentemente maggior<' di 6400, per cui, volendosi far segnare allo strunwnto il valore 'di a.' , occorre togliere_6400 o cioè: 1

(CY.

+ 3200) _.-6400

= e(- 3200

_ Di qui la regola generale che stabilisco per a' un valore uguale :ul a. più o mono 3200 secondo che a. è minore o maggiore di 3200; ossiil: CY.'

=

o:

±

3200 ( + so

o:

< 3200; - so (X> 3200).

259-'-

fa seo·nare sul piatto del parallelismo del proprio congegno cl i mrra i I valore comunicatogli ( dato di parallelismo).

D·isporre il ·gonioìnetro parallew aUa direzio1~e base: Nel caso di falso scopo naturale lontano (10 ch1lometr1_ almeno) basta collimare ad esso il goniometro col cannocchiale fisso al diametro principale. Negli alt-ri casi: a) Se il goniometro è vicino ),lle armi si fa segnare ~ a.Ue sue graduazioni o, muovendono la base e ~er".'e~do~1 della, lastrina del ca,nnocchiale del goniometro, si dirige il cannocchiale di tanto a destra (o sinistm) del falso scopo di quanto il goniometro si trova a destra (o sinistra) della direzione base. b) Se invece il o·oniometro non è vicino alle armi, si calcola l'angolo armt base-falso scopo- goniometro e _si fa segnare a,l goniometro, in più o in mono a s?conda se 11 goniometro si trovi a sinistra o a destra dell'allineamento ar~a base-falso scopo, il valore dell'angolo ottenuto. Muovendo oi tutto il corpo del goniometro, ma lasciando immutata ia graduazione segnata, si dirige il ca,n nocc~ial_e al falso scopo: flid operazione ultimata il dia_me~ro prmc1pale dello strumento risulterà parallelo alla duez1one base. Volendosi una maggiore esattezza, si dirige l'arma base al falso scopo (graduazioni a O), si gira .la testa d?l congegno di puntamento fino a collimare col goruometro; s1 fa segnare _ a questo (indice secondario) la differenza .tra .6~00° 0 e, l'angolo comunicato e, muovendo 1~ ba.se, s1 colh~a. allarma base: a collimazione avvenuta 11 diametro pnnc1pale del goniometro risulta parallelo · a,lla direzione bas.e. _ . Dare la direzione. - La direzione può essere data m due modi: 1 o fer~a la base del goniometro, dirigere il cannoc:, chiale tanto a destra (o &inistra) del bersagli~ di quanto s1 trova sp9stato a de:Jtra (o sinistra) da.ll'arma d1 base e comunfoare ai comandanti di squadra l'angolo letto.


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260 -

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2° Puntare col cannocchiale direttan:iente al bet'saglio e, letto l'angolo di direzione, aggiungere o sottrarre adesso (a seconda che il goniometro si trovi · a destra o a sinistra dell'a.llinearnento arma base- obiettivo) l'angolo di convergenza ricavato con la formula

<< ~ -

= angolo di convel'-

genza >> nella quale d è la distanza arma base- goniometro in metri o D la distanza arma base-obiettivo in chilometri. Ogni tiratore, fatto segnare al congegno di puntamento l'angolo di direzione, punta al falso scopo muovendo l'arma,: a operazione ultimata le armi risulteranno in fascio parallelo e dirette all'obbiettivo. Qualora inv0ce non si disponga di' goniometro, si pu ò eseguire il puntamento in direzione avva,lendosi: a) di un'arma- collocata provvisoriamente in posizione tale da vedere l'obiettivo - che funzionerà da falso scopo per le altre e da goniometro per chi dirige il · tiro. 1.'ale arma, una volta puntata' all'obiettivo (pamllelismo e direzione O), co1limerà a.i congegrli di puntamento degli altri mortai e comunicherà a ciascnno di essi l'angolo opposto a quello letto sulla gradnazione di direzione (3200°0 pii1 o meno l'angolo letto), dopo di che ogni mortaio farà segnare tale angolo al suo piàtto di direziouc (lasciando il parallelismo a O), e, a,gcndo al volantino di direzione, punterà al congegno di mira . dell,arma base; " b) del binocolo con micrometro o del regoletto di dire· zione. Dato il parnllelismQ al!~ armi si sceglie un falso ;copo naturale nclht direzione stessa, se possibile, dell'obiett;i vo o poco discosto da questa, oppure in direzione 6pposta nlFobiettivo, e si misura l'angolo di direzione col micl'oinetr:.o del binocolo o col regoktto di direzione. 'l'ale angolo sarà, per ciaseuna arma., in più od in meno, a seconda. eh,~ l'0biettivo risulti a destra od a sinistra del falso scopo; Si punta ' quindi al fal:,w scopo e, ad opera,zione 1lltimata, tutte le armi .risulteranno in fascio parallelo e dirette all'obiettivo.

261 -

Altri sistemi semplici e speditivi che - pur <~ssendo meno esatti dei precedenti - rispondono bene nella ~ratica, sono quelli rappresentati dal<< puntamento ~ol ~10 _~1, p10m~o ~ e dal << puntamento con paline >> analog~1 a1 g:a de~critt1 per il puntamento in direzione del morta10 da 4o mod. 3~. · Allo scopo poi di dare modo di controlla~e durante 11 , 0 i·1 puntamento dell'arma·: di elirnii19,re. palme tIT . . . , eventual, - •, mente troppo visibili al nemico; eh .rendere _poss1b1le 1.1 tno di notte O con .nebbia, si esegue il riporto di puntamento ad un falso scopo naturale od artifi.ciale, procedendo come segue. · . " · Scelto il falso scopo e fermo restando l'arma gia puntata si disimpegna il piatto di parallelismo, si collima al nuo;o falso scopo e si prende nota della graduazione che ne risulta. , _ ,, , Da tale momento tutti i success1v1 puntf1ment1 dell arma al primo obiettivo o ad altri, saranno eseguiti collimando al nuovo falso scopo. Sempre che non si tratti di effettuare tiri notturni o con .nebbia, è da preferire un falso scopo naturale posto a _note,vole distanza in qualsiasi direzione; in mancanza, si fara uso di un falso scopo artificiale, posto, di preferenza, lateralmente, a qualche centinaio di metri dalParma. , Nel caso che il bersaglio non sia stato ancor.a precisato i le opera,zioni di prepa,razione del tiro in direzione poss?n~ · essere effettuate indirizzando la mira ad un punto qualsiasi del terreno, preferibilmente nella direzione mediana del ~ro: babile settore di tiro assegnato all'arma. Detto punto viene chiamato punto di riferirnento. . Le successive direzioni di tiro saranno poi date dal comandante di squadra mediante misurazioni di angoli visuali tra ·eletto punto di riferimento e l'obiettivo da battere, tenendo presente che le variazioni di direzione a. ~estra del punto di riferimento sono positive e quelle a sm1stra, negative,


262 -

Coi sistemi fin qui enunciati il fuoco dei mortai viene distribuito su di un fronte pari all'ampiezza della postazione delle armi, aumentato della dispersione laterale relativa alla distanza a cui si trova l'obiettivo. Potrà invece occorrere di dover concentrare il tiro su fronte più ristretta (apertura varchi nei reticolati distruzione di un'arma o di un centro di piccole dimensioni). In tal caso necessita convergere il fuoco delle armi sul bersao-Iio mediante l1angolo di convergenza. Il problema si risoive eon facilità, per ciascuna arma, con la nota formula .!:.._ nella . D quale d è la distanza in metri dell'arma considerata da quella di base e D la distanza in chilometri postazioneobiettivo. L'angolo di convergenza sarà aggiunto o sottratto a quello già segnato da,l piatto di parallelismo a seconda che l'arma considerata si trovi a sinistra o a destra di quella di base: Preparazione del tiro in elevazione. .

La preparazione del tiro in elevazione oltrechè della distanza e del sito dell'obiettivo, deve anche tener conto della na~ura dell'obiettivo (per la scelta del proiettile) e degli ostacoli che defilano l'arma e l'obiettivo e delle forme del tera reno tra e4\si interposto (per la scelta della carica). . A tale proposi to si osserva che è bene scegliere la carica in modo da aver - possibilmente - buoni margini di tiro p~r non correre il rischio di dovmfa cambiare dnrante l'aggiustamento, tenendo a,ltresì presente che, a parità delle altre condizionì, è sempre preferibile usare le cariche minori (minor tormento dell'arrna, maggior pre~jsione di tiro e minor durata delle traiettorie). · Sappiamo che il mortaio da 81 ha un solo congegno ed una sola graduazione per il puntamento in elevazione· da tale particolarità consegue che H puntamento stesso deve

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263 -

..esi;ere eseguito sulla base del solo angolo di tir o per detenninare il quale si può procedere in due modi. 10 Uso delle tm;ole di tiro. - Scelta la carica, si ricerca ,s ulle tavole l'angolo di tiro che corrisponde alla distanza topografica dell'.obiettivo, aumentata o diminuita - a se-conda che l'obiettivo è più in alto o più in basso dell'ar:r:p.a :della metà del dislivello arma-obiettivo, espresso in metri. 2° Uso delle tra,iettorie grafiche. - Scelta, anche in ,questo caso, la carica, sulla base della distanza topÒgra:fica, ,dell'obiettivo e del suo sito rispetto all'arma, si cerca la ,corrispondente traiettoria grafica sulla tavola relativa alla ,carica, prescelta, opera,ndo, se necess::J,rio, per interpolazione. Tiro al di sopra di ostacoli.

I proiettili lanciati dal mortaio seguono traiettorie molto ,curve che r aggiungono ordinate di notevole altezza, per cui il tiro al di sopra di ostacoli · non prese.nta particolari diffi·Coltà. Per il controllo delle possibilità ci si vale delle traiettorie grafiche. Di particolare interesse è la verifLca dell'angolo di caduta d(~lle singole traiettorie, specie nei casi nei quali· i bersagli .da colpire siano molto defila,ti. 'l'iro al di sopra deJle truppo amiohe.

Per i motivi sopra accennati anche ~l tiro al di sopra delle ·truppe amiche è molto facilitato. Comunque, tutte le volte che lo si esegue occorre ·assi-cura,r si a mezzo delle traiettorie grafiche che vi sia l'altezza di sicurezza (20 metri circa), specie quando le truppe amiche si · trovano su di un terreno più elevato della congiungente arma-bersaglio. ~ inoltre necess.ario assicurarsi che sussista la distanza di sicurezza tra gli elementi più avanzati ed il -bersaglio, distanza che è la seguente:


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264 --

ùi tempo di pace: tiro frontale, bomba ·g. a. m. 300v bomba a gr. e; m. 600; tiro d'infilata, bomba g. a. m. 200, bomba a gr. c. m. 300;

in tempo di g1.térra: tiro frontale, bomba g. a. m . 150; bomba a gr. c. m. 300; tiro d'infilata, bomba g. a. m. 100, bomba a, gr. c. m . 150.

Condotta del fuoco. La condotta del fuoco si prefigge il raggiungimento dell'effetto voluto il più rapidamente e col minor dispendio possibile di munizioni. A tale scopo il mortaio da 81 esegue due specie di tiro: di ne'lttralizza.z,ione e di distr,uzione. 'l'iro cU neutralizzazione. - È diretto esclusivamellt\3 contro mezzi animati o contro sorgenti di fuoco ed è carat terizzato dalla sorpresa, dalla rapidità di esecuzione e dalla violenza e brevità della, durata. Di norma è eseguito da,lla . squadra, eccezionalmente dal ·plotone. Tiro di distr1,1,z,ione. - Ha il fine di eliminare definitivamente il bersaglio. Richiede quindi grande accuratezza di esecuzione perchè deve essere della massima precisione. Può essere eseguito anche da morta,i isolati. In entrambi i casi Pesecuzione pa,ssa per· le fasi di aggiustamento e di tiro di efficacia,, pur avendo esse caratteristiche e modalità di" esecuzione diverse.. a seconda sf tratti di tiri di neutralizzazione o di distru;;;ione. Agg,iiistamento. - L'approssimazione da ragg"iungere è in funzione do.lFesatteùa di tiro che si vuole ottc>.nere; ad essa si giunge per gradi a ciascuno dei quali corrisponde un periodo di aggiustamento: col 1° periodo si raggitmge l'approssimazione a ½ ettometro e col 2° quella a ¼ di ettometro. Si considera conseguito l'aggiusta,rncn_to allorchè, sparando con lo stesso alzo un certo numero di colpi, si otterrà pa,rte dei colpi lunghi e pa,rte corti rispetto al bersaglio.

265 _:

A.ggùtstamento nel tiro di neiitrah,zzazion e. - Si inizia ìl tiro sparando successivamente con Io stesso alzo un ~olp~ per arma a ini;ervallo tale da poter distinguere all'arrrvo 1 colpi di e-iascun mortaio. In base ai risultati si varia, l'a,lzo e si cerca coi colpi successivi di fare pronta.mente forcella (1) per la qual cosa è bene adottare inizi.almente correzioni grandi (multipli p ari cli 50 metri). Dimezzando in seguito la forcella fino a raggiungere l'approssimazione di ½ ett;ometro, si passa al tiro di efficacia. . È bene tener presente che dovendo sparare su hersagb molto prossimi alle tnwpe amich,~, conviene iniziare il ~ir_o con un primo gruppo di colpi sicurament e lungo e avv~c1narsi graclata,mente al bersaglio con .(;Onezioni successivedi ½ ettometro. Naturalmente i colpi del t iro di a,gginstamento servono anche per il controllo della direzione; se i colpi risultano spostati a destra o a sinistra del bersaglio di una. quantit à maggiore di quattro volte l'ampiezza, della striscia later~leè necessa,rio apport~ire subito le correzioni; in caso contrario, conviene attendere il risultato di quattro cplP.i per arma, per correggere il tiro in base alla media .delle devia½ioni misurate. A.ggiiistamento nel Uro di dist1:'uzione. - A clifferen~a _di quanto avviene nel tiro di nentrali7,zazione, nel ca.so d1 tiro di distruàone l'aggiustamento si esegue con una sola arma. Fatta la forcella se ne riduce l'ampiezza fino àll'approssima,zione di ½ ett ometro. Ottenuto tale risulta.to, si verifica. la forcella, sp arando .nuovamente un colpo con ciascuno deg:i alzi limit i e: se i risultati sono concordi ai primi, la forcella, si · considera oonferm,ata; se invece nel verificare uno dei limiti si ottiene risultato discorde, si è avuta forcella zm·o; {l) Si dice di avere fatto forcella, qua11do si è co1~1 preso l'o~ic~tiv~. tra due colpi sparati con a.Jzo differente. jf numero ?J ettornet;n eh cui differiscono i due alzi rappresenta l'ampiezza, della forcella.


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se nel fare o nel verifi.Qare la forcella di ½ ettomietro, si ottiene un colpo giusto, l'alzo corrispondente · a · ..eletto colpo si pup ritenere equivalente, in a,pprossimazione, . all'al7,o intermedio di una forcella di ½ ettometro confermata. In tutti e t re i casi si considera ultimato il primo periodo ,-dell'aggiustamento e si passa al secondo, tendente a realiz.zare l'approssimazione di, ¼ di ettometro. A tale scopo, con l'alzo intermedio della forcella di ½ et tometro confermata, o con l'alzo della forcella zero, o con quello di un colpo giusto, si esegue con la stessa arma impiegata per effettuare il primo periodo, un ·gruppo di quattro -colpi, dett o gr·uppo di prova; se i colpi cadono a cavallo del ·fronte di osservazione (o del bersaglio) l'alzo del gruppo di prova è il più conveniente per .il tiro di efficacia; se in vece i colpi. cadono tutti dalla stessa parte, l'alzo più conveniente ·è quello di prova corretto di ¼ di ettometro, in più o in meno, a seconda che il gruppo risulti corto o lungo. Con l'esecuzione del gruppo di prova è ultimato il secondo periodo di aggiustamento e si passa senz'altro al tiro ,di efficacia dando alle armi l'alzo ricavato da tale a,ggiustamento previe, per ciascun mortaio, le correzioni conseguenti .al suo stato d'uso e a.Ile particola,r i condizioni di ciascuna postazione. :l.'iro di efficacia. .,.__ Al suo inizio, in base al risultato di una prima serie di colpi per ciascuna arma, si apportano ;(per le sole :.\ ~:mi per le quali s1 rendono necessarie) le cor· rezioni corrispondenti ad ¼ di ettometro e si prosegue il tiro fi no alla distruzione del bersaglio . Osservàzione del tiro.

· Il 1iiro del mortaio rn, osservato. L'osservazione darà -ott imi risultati se effettuata da posizione poco discosta dal ,dia.no di direzione del tiro .

267 -

Talvolta però sarà necessario spostarsi lateralmente; in questo caso l'osservazione risulterà meno esatt a per quanto

riguarda la direzione, ma sufficien te per rilevare l'entità degli errori in ·gittat a. Lo studio accurato del t erreno, delle sue forme e delle accident alità della zona di arrivo dei colpi, danno spesso preziosi elementi per valut are il senso delle deviazioni e talvolta anche per apprezzarne l'entit à. Quando l 'osservazione è fatta da posizione poco discosta · {}al piano di tiro, se il fumo dello scop pio o la terra sollevata dal colpo coprono il bersaglio si giudicherà con certezza che il tiro è corto; se viceversa lo la.sciano scoperto è segno che il tiro è risultat o lungo. I colpi che si vedono distintamente sul bersaglio si dicono giusti. L'osservazione deve essere mpida e pronta e cioè il colpo va osservato appena la bomba seoppia, perchè ogni ritardo · al riguardo, specialmente se il vento è forte nella direzione del tiro, oppure obliquo a,d essa, può portare a falsi apprezzamenti. Solo se l'osservazione è fatta st ando vicino alle armi e pressochè sul piano di tiro, le devia,zioni laterali possono essere bene · apprezzate e misurate. Tale misurazione · in · genern, si fa col micrometro del goniornetro o del binocolo o con il regoletto di direzione; in mancanza di strumenti adatt i si stima a vista.


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268

C.APITOLO IX.

EFFICACIA DEL FUOCO E VULNERABILITA D BU , E FORlUAZIONI. - .PENETitAZIONE.

I. - Efficacia del fuoco. Il tiro della fanteria dicesi efficace quando, mercè la disorganizzazione materiale e morale ch)esso ha prodotto nel nemico, consente di conseguire un determinato scopo tatti.co . L'efficacia del fuoco dipende pertanto: a) dal numero · dei colpiti in rapporto alla entità del bèrsaglio· ' ' b)' dalla brevità del tempo in cui. si producono le perdite, derivandone effetti morali. più sensibili; c) dalla importanza dell'obiettivo che si batte e dalle (!Onseguenze che sul campo tattico hanno · p~·oclotto gli efletf.i materiali e morali del fuoco. La fanteri~ dispone cli vari mezzi d'offesa, che occorre far entrare in' azione a momento opportuno: alla moltep licità o bontà di tali mezzi deve corrispondere una intelligente direzione, una razionale condotta del fuoco e una scrupolosa disciplina del fiioco. Per ottenère dal tiro il voluto rendimento, si _d ovrà: a) non far uso del fuoco se non quando cio sia 1·iece8sario per danneggiare mater'ialmente e mortilmente il nmnico che ostacola la nostra avanzata o che ci attacca; b) dare. al f1.w.co durata e intensità proporzionate allo scopo che si vitol consegitire; e) nell'impiego, tener ben presenti le caratteristiche del fuoco delle varie armi (mitragliatrici, fucili mitragliatori, fucili, moschetti automatici, mortai).

269 -

Efficacia del fuoco di fucileria e <lei moschetti. - Il fuoco dei fucili e dei ~oschetti non dà, di massima, risultati soddisfacenti che alle piccole distanze, perchè, più che quello deJle altre armi, risente dello stato d'animo e dell'abilità del tiratore. Esso inteJYra il tiro dei fucili mitragliatori e concorre alle brevi dista.nze, cioè nel momento critico che precede e prepara l'urto, ad ottenere la indispensabile s11periorità di fuoco sul nemico . Il fuoèo dei fucili aumenta di valore e diventa veramente prezioso là dove condizioni di terreno o di copertura non f\onsent ono di sfrutta,re tutta la potenza di fuoco delle mitragliatrici. ~

Efficacia del fuoco delle mitragliatrir.i e dei fucili mitragliatori. - Le mitragliatrici ed i fucili mitragliatori consentono il concentramento degli effetti del fuo.co nello spazio e nel tempo, nonchè, entro certi limiti, di spostare il tiro da un punto all'altro del fronte di eomba1itimento, con sufficiente facilità e prontezza. Per aver norma, nel valutare l'efficacia del tiro di queste armi, oecorre tener presente qm1nto segue: a) la dispersione dei proiettili in profondità. è di gran lunga superiore a quella trasversale; b) 1a dispersione trasversale, alìe piccole distanze, è molto ristretta, a meno di ricorrere al tiro falciante; cJ col prolungarsi del tiro la gitt:-ita si raceorcia sensibilmente, specie nelle armi con radiatore ·metallico; d) la densità. del tìl'o diminuisce col crescere delle distanze; · e) alle minori distanze, la zona clmninatci è maggiore che alle grandi distanze; f) il tiro delle mitragliatrici è effica.ce soltanto contro bersagli animati. D,1 qua,nt.o sopra,, emerge che, contro le linee sottili del combattimento odierno, si ottengono maggiori risultati ese-


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270 -

guendo il tiro d'infilata, oppU1'e, sebbene in grado minore, col tiro obliquo; perciò il ~iro ln direzione normale alla frontedel bersaglio, di massima,, viene impiega,to solo per colpire raggruppamenti di uomini, per battere punti di obbligatopassaggio, per colpire importanti obiettivi di limitata e;,::t,ensione. Dovendosi eseguire il fuoco contro linee sottili c he si presentino frontalmente, si ricorre generalm ente al tiro falcìante 1 ricordando che q nesta specie cli tiro contro siffatti bersagli, è tanto più conveniente quanto più piccole/,sono le distanze. , Il t iro dei fucili mitragliatori deve essere limitato a,lle piccole distanze; quello delle mitragliatrici può t orna,re utile anche alle medie distanze, in condizioni favorevoli per visibilit à ed estensione del bersaglio; e tal"volta altresì alle grandi distanze, per utilizzare, specie nel tiro indirett,o le armi scaglionate in profondità e per eseguire oppor tuni concentramenti di.;fuoco con buoni effetti materiali e morali.

II. - Vulnerabilità dello divet"se forrnaz1·on1· <lcll a fan tcna. · Si dice che un bersaglio è vulnera,bile · quando può essere colpito.! La vulnerabilità si esprime indicando il per cento dei colpi utili rispett o a quelli sparati e cioè, se: Nu - è il numero dei colpi utili; N s - il numero dei· oolpi sparati; V - . la vulnerabilità; si avrà: V : 100

=

:N u : N s

V = lOONit Ns

-

271

La vulner abilità delle varie formazioni dipende: a) .dalle dimensioni e dalla densità. del bersaglio; b) dalla distanza e dalla visibilità; e) dall'alzo impiegato - da.J.la durata. del :fuoco - dalla:,,

abilità dei tiratori; d) dalla specie delle a,r mi e dalle loro qualità balistiche;:.. e) dalla pendenza del terreno.

Le formazioni d i combattim.'e nto hanno una discreta., vulnerabilità solamente alle minime distanze se il tiro è· eseguito con fucili o moschetti: alle brevi distanze od anchealle medie quando il tiro è eseguito colle mitragliatrici. Ricordare: a) che i bersagli sottili disposti frontalmente (es.: squa- ·

dre distese) sono più vulnerabili al tiro dei fucili - quelli che si presentano in profondit à nella direzione del fuoco (es.: squa-· dra serrata o in fila) od obliqmi,i nente sono più vulnerabili al tiro delle mitragliatrici e dei fucili mitragliatori; b) che la vulnerabilità dei bersagli frontali .soggetti al tiro delle mitragliatrici e fucili mitragliatori aumenta facendo · il tiro falciante; e) che ie raffiche brevi convengono più delle raffich0"' lunghe; d) che reparti in formazione profonda sono molto vulnerabili al t iro d 'artiglieria eseguito con shrapnels, eppèr-tauto se si è soggetti a tale fuoco convengoùÒ formazioni' aperte con elementi larga.mente intervallati e disposti a, scacchiera. III. - PenetraÌione dei proietti.

. (Non devesi confondere i ulneraMlità èon efffoacia. Si dice che un tiro è efficace quando mediau te i suoi effet t i materiali e morali fa conseguire lo scopo per cui esso è s taLo, eseguito). 1

La penetmzione dei proietti dipende: a) dalla forza viva restante al proietto nel momento-·· dell'urto: cioè dalla velocità del proietto nell'istante in curi


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272

:avviene l'urto .(i proietti moderni, avendo maggior forza viv2 , banno più grande penetrazione, a parità di distanza) (1); b) dall'inclinazione secondo cui il proietto urta il ber.. saglio. Data la maggior tensione delle tmiettorie odierne, i proietti urtano i bersagli vert icali in dir,ezione più prossima alla ·normale T'ispetto alla superficie del bersaglio, ciò che dà. una penetrazione maggiore. Per bersagli orizzontali avviene il contrario,. ciò che pro<luce più numerosi rimbalzi; · e) dalla forma e dalla durezza del proietto: i proietti moderni hanno forma più atta H,lla, penetrazione (percllè più piccoli e percot enti il bC!rs:n.glio coll'ogiva) e _una durezza maggiore perchè incaaniciat,i con metalli moìto rc.s istenti; d) dalla forza viva di ro tazione: i proietti odierni, n,nimat i da un moto rotatorio velocissimo, agiscono a ·mo' di trapano, ciò èhe concorre ad anmentare · fa penetrazione; e) dalla resistenza del bersaglio e dal peso del prÒiet t,o. Concludendo, circa la penetrazione: maggiore forza viva,, forma più atta a vincére le rc~istenzc, maggior durczzrL del metallo, il moto rotatorio intorno al propl'io asse, aumenta,:w la forza di penetrazione dei proietti moderni. Il minor angolo d'incidcnz:1, 1>cr i bcr:,;ac,li verticali con" ' r ~orre ad aumen tare questa forz:1 di penetrazione: il maggio angolo d'incidenza per i bers:1gli orizzontali accresce in vero 1a pro b:1bilità di rimbalzi.

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273 -

.La penetrazione nei bersagli inanima ti. - Le penetrazioni mà>ggiori col fucile mod. 91 si ottengono t ra i 100 e 300 metri

più particolarmente : a 100 metri contro il ferro ed il legno dolce; a 200 metri contro l'acciaio, la terra vegetale; a 300 metri contro il legno forte, la ghiaia. I)a ciò si rileva che, sebbene la ,penetrazione dei proietti sia in ragione della sua forza viva., la penetrazione maggiore in taluni corpi non si ba subito all'uscita del proietto dalla bocca dell'arma, ma alquanto dopo, e a seconda del mezzo urtato. Ciò si spiega considerando che, alle minoÌ'i distanze, il proietto ha tale forza viva che quando incontra un ostacolo si deforma e la penetra:,;ione è quindi minore. Riportiamo qui di seguito la penetmzionc della palloUola lanciata dal fucile mod. 91: e

( l) Se F' è la forza d'urfo; m la massa; v .la velocità residua; v il peso del proietWe; e g b. g ravi tà; avremo: · . l 1 F = mvi = · - L v2 2 2 g

.,/

/

cfoè, la forza d'uÙo dip,ende dalla velocità che a nima il proiett.ile o dal pt so.

.iSUO

Armi, tiro e m<1l erfoli

1Jflri -

]

8


\

I

-

..

- --------·--··-

.

.

·-· ---

~

ME7.Z.O RES ISTEN~'B

____ ·- -·Penetrazione 1n 1n. a.ne dist anze di

.,

I

100 I I m.

200 m.

I

1.-

300 m. I

I

Terra comune asciutta

l'ena comune bagnata. . 1'erra comune asciutta e pa,Jcggiata Terra comun~ bagnata. e }}'igia.ta s"abbia viva asciutta. . sabbia viva, bagnata e pigiat..'t . . ("'TI lHa.la,

.

.

L egno dolce (1) Legno fort;e (l) . j\i{uri IJamiera acciaio viene fora ~a se di spessore Lamiera, ferro viene forata se di spessore Nreve caduta, di recente ~ ove battuta e gelata. .

500 m.

I

I

I

1

700 j m.

I

I

...

-

.. .

2000

m.

1500 m.

0,57

0,45

0,25

0,75

0,65

0,60

1000

m.

0,33

0,98 ,

o,~o

0,68

0,39

2,30

1,62

0,95

0,60 0,87

0,27

0,97

0,60

0,52

0,50

0,46

0,42

o, 1,5

0,32

2,46

1,30

J ,10

1,00

0,82

0,70

0,63

0,34

0,29

0,24

0,72

0,65

0,48

0,42

0,30

0:25 0,13

0,64

0,73

0,64

0,60

0,56

0,46

0,35

0,14

o, l 5

0,16

0,14

0,13

0,09

0,08

0,749

0,533

0,385

0,317

o,167

0,091

0,34-2

0,264

o, 181

0,122

0,070

0,051

1, 106 1 0,985 0, 175 0,31 1

-

! I

mm. 6 lmm. 2 mm. 14mm. 12 mm. 8 mm. 6 mm.

-

3,75

2,75

1,40

1,30

I

(1) Con tiro in direzione uormale alle fibre.

Cu1i clire.zione para.Jlela a.ne fibre aumento <li 1/:i.

0,20

1

I

0,08

2,50

2,30

-

-

1,05

-

-

-

4 mm. 2

-. -

-

-


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Azione vulnerante del proiettile di fucile. - Empiricamente si può ritenere che per mettere fuori combattimento un bersaglio animato, occorra una forza viva d'urto conjspondente ad 1/10 del suo peso. I proietti clel fucile hanno una forza viva d'urto esuberante a tale scopo fino alle massime <listanze cui il tiro è possibile.


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:?76 -

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La necessità di assicurarli in ogni circostanza di tempo e di luogo consiglia di non valersi di un solo mezzo e perciò, CAPfTOl.iO X.

(ìENERALIT1 SUl COLLEGA.1\IEN'rI - VA,RJE SPEC IE DI COLLEGAMENTI: TELEFONICI, RADIO'l'EL EGRAFICI, OTTICI, ACUSTICI, ANIMATI.

I. - Generalità. In ogni or,ganismo complesso è indispensabile ch e g li organi centr.aLi siano legati a quelli periferici da un dop1;-io legame che assicuri lo scambio reciproco del pensiero com·rt·t ato sotto forma di relazioni o di 01:dini. ~el corso dell'azione queste due correnti che dalla peri Jm·ia afflu_is~ono al 'èentro e da questo si irradiano alla peri[ eria, costituiscono il collegamento. La .mole degli eserciti moderni, la vastità - delle fron1i ' la possibilità di rapidi spostamenti di grandi masse di uomin i, rendono il problema del collegamento molto più difficile che nel passato Il collegamento per potersi realizzare si vale dei me.::zi di trasmissione i quali debbono essere cons'iclerati come elemento di 1orza, così come i 1·eparti e le anni, ed impiegati e sfritttat-i secondo le loro ~ossibilità, ca~atteristiche ed esigenze. Il loro fuuz10uamento è condizione indisvensabile /)l'r l 'azione di comando. · Scopo dei collegament i è quello di assicurare e facilitar e, in qualsiasi evenienza: · a) l'azione di comando· ' v,a ne b) la &S-Ctp e-1·azt·on-::."' delle · a t·m1· e ,l e Il e s1ngo · Je

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unità;

e) il funzionamen to dei ser vizi.

in guerra, i molt eplici mezzi di trasmjssione che la tecnica. può metter e a disposizione vengouo contemporaneamente messi in opera, salvo ad impiegarli a seconda della situazione. Ogni r~ezzo di trasmissione, però, compatibilmente alle sue caratteristiche tecniche t~ di impiego, deve essere organizzat o come se dovesse, da solo, assicurare il servizio. 1 mezzi <li trasmfasione ed il p ersonale addet,tovi sono di due categorie: a) mezzi delle truppe, cioè facenti parte integrante dei rep arti delle varie armi; b) mezzi dei grandi comandi, ossia costituenti unit à a parte, specializzate. I collegamenti fra le minori unit à delle singole armi sono effettuati direttamente dalle t ruppe stesse con i m ezzi d i trasmissione che hanno in dotazione. .A.i· reparti del genio spetta invece: a,) la dir~zione ed organizzazione dei ,1nezzi dei grand·i cornandi; b) l'impiant o ed il funzionamento di quei mezzi di trasmissione che per le loro · caratteristiche tecniche non possono essere affidati alle truppe delle altre armi; o) in casi eccezionali, l'impiant o e il funzionamento temporaneo di mezzi di trasmissione fra le unità minori delle altre armi (dì compèteuza normale di queste). La organizzazione dei collegamenti prevista p er una da,t a opemzione o per un dato periodo di operazioni viene illustrat a e diramata in uno schema per i collegamenti, la cui compilazione competH ad ogni comando di grande unità. Lo schema dei collegament i ha carattere informativo e generale affinchè ognuno conosca gli impianti in atto per poterli utilizzare ,quando possibile e per pot ere in essi in quadrare il funziona.mento dei mezzi di collegament o di cui dispone.


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Presso le minori unità il progetto dei collegamenti non avrà la vera forma di schema; verrà concretato in una serie di prescrizioni e di norme comprese negli ordini di operazioni o emanate a part.e. · II. - Vari mezzi di trasmissione.

I mezzi di trasmissione in dotazione a,lle varie armi possono essere cosi raggruppati: mezzi animati: sta.ffette (a piedi, a cavallo, in biciclett,a, su motociclette, motocarrozzette o . comunque su automezzi), . colombi viaggiatori, cani da guerra; mezzi aoustioi: fischietti, cornette, trombe, clackson. sirene, razzi; · niezzi ottici: apparat{ ottici, apparati fo tofonici, pist0le da segna.lazione, razzi, dischi, bandiere da segnalazione o a lampo di colore, t.eli per la segnala,zione da terra agli aerei;. mezzi elettrici: apparati telegrafici, telefonici, radiotelegrafi.ci, radiotelegrafonici e radiofonici; mezzi balistici: lauciamessaggi. III. - Doscrizionc sommaria dei principali mezzi di trasmissione. a.) 11 elefo·n ia:

~

Il sistema telefonico comp~ende là linea e gh apparati di stazione (appara.ti telefonici .e centrnlini telefonici). L'apparato telefonico comprende una parte ricevente (telefono), una parte trasmittente (microfono) ed organi di chiamata. Il centralino telefonico permette di collegare una linea telefonica con altre che fanno capo al centralino stesso; ne consegue che il commutatore aumenta notevolmentè l'elasticità, e il rendimento della organizzazione telefonica.

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Il microfono è costituito essenzialmente, da una capsula contenente granuli di carbone speciale (i quali variano la .loro resistenza elettrica secondo che sono più o meno compressi) ricoperta da una lamina meta,llica capace di vibrare per effetto delle vibrazioni sonore. Il microfono è inserito in un circuito percorso da corrente continua (prodotta da una pila); quando, per effetto dellà voce di chi parla, la lamina vibra, la corrente, trovando più o meno resistenza nella capsula microfonica, varia di intensità con la stessa legge con la quale variano le vibrazioni della voce e, mantenendosi unidirezionale, diventa pulsante. Detta corrente, per facilita.re la trasmissibilitì1 a distanza e per altre ragioni di organizzazione elettrica degli apparati viene trasferita sulla linea per mezzo di un trasformatore statico (rocchetto o bobina di induzione), sotto forma di corrente alternata, con legge di variabilità uguale a quella del1~1 corrente pulsante che l'ha originata. . · All'altro capo ùella linea è inserito un telefono costituito da un elettromagnete il quale, per effetto della corrente alternata predetta che lo percorre con lo stesso variabile ritmo, attira o respinge una lamina ·di ferro ad esso . a:ffaccia,ta, determinando nella lamina stessr1 delle vibrazioni che riproducono il suono delfa, voce che colpisce la lamina microfonica. Gli organi di chiamata comprendono, generalmente, una, macchina ma,gneto-elettrica (trasmittente) ed una suoneria (ricevente). La telefonia consente la conversaziotle diretta tra i co-. manda,n ti ed è di facile uso; onde richiede personale specializzato solo presso le centrali di commutazione. Presenta però' a,lcuni inconvenienti in quanto: non consente documentazione scritta della corrispondenza, la quale può esse.re, per giunta, con relativa facilità intercettata, specie se i circuiti di linea sono rniati (p~Lrte metallici e parte per il imolo);


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facilita le inùfacrezioni; offre possibilità di confusione nella trasmissione dc· i fonogrammi cifrati; risente delJ>infJuenza nociva dei <list,urbi causati cb manifestazioni elettriche nella vicinanza dei conduttori· il suo rendimento è molto diminuito nel cas~ d i offesa chimica. · Quando due apparati t rovansi abbinati per corl'ispoudere tra loro si ha la trasmissione diretta; quando corrispondon o tra loro pel tramite di un centralino si ha la trasmissione indiretta. La trasmissione telefonica direUa si ha sempre nell'in terno del battaglione di f auteria, il quale non ha in dot,1zione centralino. Le rnti telefoniche costit uiscono la parte più importante delle trasmissioni militari ed alfa, organizzazione di esse si deve provvedere appena possibile. Per rendere più difficili le int ercettazioni si isolano i ~o~du~t?ri .d~l terreno e si evitano, per quanto è possibile 1 c1rcmt1 misti, cos truendo linee a circuito metallico. · I~ rendimento della telefonia alle brevi distanze è pressoche· uguale a quello della comunicazione verbale diretta. L'impianto di una stazione telefonica richiede da 1 a 2 minuti primi: queilo di un ,centralino da 8 a 6 minuti primi. La velocità Pratica di stendimento si.. aggira sui 2 chi lometri all'ora; quella di ripiegamento può essere rn:1ggiorc. La corrispondenza telefonica delle truppe amiche può essere sorvegliata me,ìiantc appositi apparati di intercettazione telefonica, i quali servono anche per la inte~·cettazione telefonica della corrispondenza nemica, quando la cattiva costruzione dello linee avversarie la renda possibile. b) Telegrafia.

L'apparato telegrafico in dotazione ai nostri reparti trasmissioni è costituito dalla cassettina telegrafica.

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Nella comunicazione tolegrafic2. ogni elemento della parola è rappresentato da un compl esso di punti e di linee secondo

un apposito codice convenzionale (Morse). Col tasto manivolatore, che è un vcl'o interruttore di corrente, si lanciano sulla linea emissioni di corrente per un tempo minore o maggiore a seconda che si voglia rappresentare il punt o o la linP.a . All'arrivo, la, corrente ma,gnetizza un nucleo di ferro dolce per un tempo equivalente alla su a durata; per effetto ~ella magnetizzazione una laminetta viene attratt_a per un tempo _uguale a quelJ o della magnetizzazione stessa e spinge di conseguenza una · zona di carta scorrevole contro la penna scri vente che I.asci a su di ess~i impressi i segni di punti e linee. La telegrafia consente grande regolarità di corrispondenza, lascia documentazione scritta,, limita le intercettazioni e le indiscrezioni e consente l'impiego di linee a circuito misto. Richiede però personale specializzato . Il molto tempo richiesto per le operazioni di ::.cccttazione, trasmissione, eollazionamento, registrazione, recapito dei telegrammi l'ende la telegrafia meno adatta della telefonia alle esigenze dei reparti avanzati. Le ret,i telegrafiche sono quindi, per le loro caratteristiche, utilizzabili solo nelle zone arretrate, eccezionalmente oltre il comando di Divisione. L'impiant o di una. stazione telegrafica richiede pochi minuti.

c) Lince miWari · telefoniche e telegrafiche. Possono essere: volanti (d'impiego nella zona piit ~vanzata) : sono costruite con cordoncino di Yarie specie in dotazione ai parchi telefonici del genio e a,lle truppe delle di verse armi; pesamti ( d'impiego nelle zone meno soggette ai tiri avversari): sono costruite con materiale dei parchi telegrafici <leJ genio e cioè con filo di ferro zincato, su isolatori da campo fissati a pali e pal e( ii scomponibili;


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semipermanenti: . le quali_ hanno caratteristiche analoghe alle precedenti, ma sono attuate con materiale di circostanza; permanenti ·(d'impiego nelle zone arretrate e sottra.tte ai · tiri delle artiglierie avversarie); hanno le medesime caratteristiche' delle linee permanenti del tempo di pace. . Ad eccezione delle linee volanti, il cui conduttore è appoggiato comunque su paletti, alberi, siepi, ecc., od anche semplicemente a terra, tutte le altre linee sono costituite da una palificazione su cui, mediante isolatori fissati' con opportuni ferri o traverse, si appoggia il filo metallico che forma i l conduttore elettrico. Poichè nelle linee volanti non si adoperano isolatori, per evitare il disperdimento della corrente, si rende necessario che il conduttore metallico sia rivestito per tutta la sua lunghezza di sostanza isolante: si hanno così -i cordoncini telefonici e telegrafici dei vari tipi per fanteria. per artiglieria e · per il genio. d) Radiotelegrafia e radiotelefonia.

Ne~l'apparato radiotelegrafico t rasmittente si genera una corrente elettrica 3:lternata con elevatissima frequenza - corrente oscillante - · la quale ha la proprietà di creare un particolare fenomeno nello spazio, detto campo tlettromagnetico, capace di produrre in qualsivoglia circuito elettrico, in -condizioni di accordo elettrico col primo, una corrent e elettrica di uguale natura di quella esistente nel trasmittente E> rilevabile nell'apparato ricevente con opportuni dispositivi. Secondo le ipotesi Più accreditate il campo elettromagnetico consisterebbe in un moto ondoso delPetere, avente uguale frequenza delle correnti oscillanti che lo oo-enerano' e propa. gantesi con velocità grandissima, pari a quella della luce. La trasmissione nell'apparato si ottiene mantenendo nell'apparato trasmittente la corrente oscillante per tempi su e-

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cessivi lunghi o corti corrispondenti alle linee o ai punti del codice Morse e creando, in tal modo, delle emissioni di mag giore o minore durata (radiotelegrafia), ovvero immettendo una corrente oscillante modulata_con un microfono (radiotelefonia). Due campi generati da due apparati vicini .~i disturbano reciprocamente, cioè interferiscono. se le frequenze che li diversificano non sono distanziate tra loro di un certo valore minimo. La necessita di accordo elettrico tra i due circuiti, trasmittente e ricevente, viene appunto sfruttata per selezio ,, uare le comunicazioni, assegnando di volta in volta, ad ogni gruppo di sta,zioni intercorrispondenti una certa caratteristica di circuito, che si traduce in una frequenza determin~Lta. Tale frequenza .può essere assegnata ad altri gruppi di stazioni purchè situati a distanze superiori alla portata degÌi[ apparati, in guisa da eliminare il reciproco disturbo. Ogni apparato è organi1,za,t o in modo da poter assumere, con manovra semplice, varie . caratteristiche di circuito, quindi varie frequenze, le quali costituiscono nel loro com. plesso la gam,ma di frequenze dell'apparato. Un gruppo di stazioni intercorrispondenti (da, due a quattro) costituisce una rnaglia; l'insieme delle maglie costituisce la rete. Le stazioni radio (formate dall'apparato e dal persona,le) impiegabili in una determinata zona non possono cs,sern numerose, dato il numero limitato delle frequenze disponibili. La distribuzione delle frequenze deve essere fatta con opportune regole e ca11tcle dai comandi superiori per evitare In interferenze. Ogni st azione radio è indicata in modo convenzionale d~ un gruppo di lettere o di numeri e di lettere, detto indi· 0

oa livo.

Le stazioni radio possono essere assegnate ai comandi varii e l'assegnazione deve essere accompagnata sempre


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cfalla determinazione della frcq uenza per il loro funziona mento. Il tempo per l'impianto delle stnizioni è di pochi minui i primi. Le stazioni in dotazione ai comandi delle varie anni \ di reggiqiento, di bat,t aglione, di gruppo, di nucleo esplon1nte) sono le seguenti: Stazi one R. F. 1 portata, normale di km. 2-3 in telefonia e 8-10 in radiotelegrafia; Stazione R. F , 2 portata normale di km. 8 in telefonia, e 20 in radiotelegrafia; Stazione C. R. 2-3 portata norma.le di km. 20-24 iH radiotelegrafia.; Stazione R. F. 3 C portata n ormale di km. 30 in Lekfoni11 e 60 in radiotelegrafia (l); ~t azione H. F . 3 lV[ portata normale km. 40 in telefoni;1 con antenna cor ta e km. GO con antenna lunga; in tele· grafia cfrca 1; g in più. . Posto R. A. 1 (solo ricevente) per il collega,mento con gli aerei. Le po1tate dell e sta:àoni radio non sono assolute, wa !'elative a.l la forma e st1;nttura del terreno interposto 11';1 le stazioni corrispopdenti ·ed a molti ttltri fattori rntia· bilissimi col tempo e colle stagioni. Quelle sopraindicate si riferiscono a terreni pianeggianti. La n tdiotelef.onia ha il ])l'egio di consentire la con,·ersa zi.oue verha.le dil·etta. Essa riesce particolarmente uti le nelFinten,o, delle minori unità di fa nteria, di celeri e il i artiglieri a. Le stazioni R. F. 1 sono usate nell'interno dei reggiment i di fanteria; quelle R. F. 2 nelPinterno dei reggimenti d i artiglieria; le stazioni C. R. 2-3 trovano impiego nell'inter110 (1) Sono, inoltr.:,, iu tsp: rim·•nto, akup.i t ipi di sta.,,ion i pH i! (·<> llcgamento per i carri armati.

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dei reggimenti alpini, oltre che nei collegamenti tra il comando della grande unità ed i comandi dipendent i; quelle R. F. 3 C. nell'interno delle di visioni e dei reggimenti celeri. Ln 1·nc1iotelefonia uon consente normalmente la corrispoll(lenza in duplite, (:hc è stata regolarizzata solo per . . qualche apparato, per cui la trasmissione ini,ziata non può Yen ire interrotta. dal corr-ispondente; c'iò limita grandemente il rendimento della radiotelefonia e impone che le eom uni eazioni siano brevi e concise. Poichè ]e trasmissioni radiotelegrafiehe o radiotelefoniche possono essere facilmente intercettate dal nemico, .. occone evitate le corrnmicazioni in chiaro, impiegando messaggi cifrati. I posti R. A. consentono 'la so,l a ricezione e servono per 1'a1:;colto degli aerei e per l'intercettazione, e)

1Wezzi ottici.

I mezzi ottici non sempre entrano in funzione con pront ezza. Non consentono una trasmissione rapida, eccezione fatta per le segnalazion i con venzionali. Il terreno collinoso e di mont agna favorisce l'impiego di detti mezzi, i quali restano pur sempre. soggetti a interruzioni o perturb ament i per nebbia, pioggia, nevicate. La necessità di occultare al nemico le stazioni ed i loro segnali, costituisce altra limitazione al loro impiego. II loro rendimento è meno pronto tra elementi in moto: la loro entratn, in funzione presuppone la preven tiva intesa sulla ubi.cnizione delle stazioni, la loro individuazione reciproca ed il controllo mediante scambio degli indicativi.

La portata dei principali mez:d ottici è la seguente: Stazione ottica da 45 mm. senza eliografo: di giorno km. 2 7 4 ; di notte km. 8 710.


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Apparato ottico da mm. 80: di giorno a luce solare km. 25 circa; di giorno a luce artificiale km. 8 ciroa; di notte km. 25 circa. Apparato fotofonico con cell11la fotoelettrica; di giorno con luce artificiale km. 8 circa; di notte km. 25 circa in telefonia (trasformazione della luce in suono) km 6-;-12. Bandiere a lampo di colore 'o di segnalazione: ricezione ad occhio n.ndo km. 1 circa; ricezione col binoccolo km. 2 circa. Razzi: di giorno km. 2 a 3; di notte km. 6 circa. f) J.11ezzi aoiistici.

I mezzi acustici hanno portata variabile a seconda df'I mezzo e dell'ambiente.

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all'uopo lo speciale senso di orientamento particola,rmente sviluppato in alcune rnzzc). Il servizio è diretto in una sola direzione e richiede, olt re ad un congruo periodo di internamento di colombi nella, colombaia mo bile, una minima permanenza di questa (5 o 6 giorni) nelle località successive dove viene impiantata al seguito dei comandi. I colombi possono permanere fuori della colombaia per un tempo massimo di ,1 o 5 giorni. I cani da guerra. - Sono particolarmente utili nelle zone boscose, in montagna, nei tratti battuti e, in generale, ovunque l'orientamento o il passaggio siano difficili. Per il servizio di collegamento i cani sono impiegati come porta messaggi e come guida. Possono anche, eccezional · mente, portare piccoli colli (colombi viaggiatori, munizioni,. materiale sanitario, ecc.). Il raggio d'azione normale di 'un cane che operi solo a vista o per memoria locale è di km. 2; se lo si aiuta con una. traccia artificiale (liquido odoroso lasciato cadere lungo il percorso) si possono raggiungére km. 7.

g) .lv!ezzi anima·ti.

Le staffette, specie quelle a piedi, sono sempre in grado di sostituire gli altri mezzi di collegamento, ma il loro servizio è lento e malsicuro quando n.on siano stati organizzati in un sistema di posti di o<Jrrispondenz·a riparati e colleoati "' con itinerari coperti. Il loro .servizio deve essere p1:edisposto sempre, .almeno in prof~ndità, indipendentemente dalla ,d isponibilit à degli altri · mezzi. La composizione dei posti di corrispondenza e la loro distanza varia a seconda della situazione; percorribilità delterreno, importanza del compito. I colombi viaggiatori servono per il collegamento dei comandi fra di loro e con le unità dipendenti (sfruttando

IV. - L'asse dei collegamenti. L'as~e dei collegamenti è rappresentato dalla direzione lungo la ·quale i vari comandi trovansì scaglionati ·fn profondità e lungo la quale la maggior part e di essi si sposta. Lungo l'asse dei collegamenti, sviluppandosi la massima azione di comando, dovrà essere organizzato il maggior numero delle trasmissioni. Lungo un asse dei collegamenti completamente organizzato si troverà la rete dei mezzi a filo col numero dei circuiti necessari a far fronte ai presumibili bisogni; da questi circuiti . saranno st accati gli apparati e le irradiazioni secondarie; lungo di essi saranno scaglionati, per la disciplina e la efficienza delle tra;smisdoni, i posti di controllo 1 i posti di gu~ndafili e gli organi di commutazione. ·


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_Ifaggrup~ati nei centri di colleg::uncnto si avranno. o!.. ac,,J1 app·:i.rat t l f · · · , Lrc :' .< • "t. t·· ZIO 1· li ·e ·e ornc1 e<l a1 centralini sopra acc'enri ' , '·" ,1, S .,tr_ac IOC Cttr1cbr, Stn,zioni O gruppi di stazioni ottich conispoi . a prn · di a cavallo s·u c1·c10 o inot· · . le, posti . - . . d1 . 1 d,enza . · . ' i · OCIC O, su autovet.tura. . , .A questi ,c entri fanno capo tutti gli elementi che ao-· ,, a cav·1,JI d 11 ,. . . .,,1scono . ' . o t> Hmerar10 e tutti quelli che sì muovono latera,l:13-cnte ad es~o, q~ando ùebbano collcgar8i ad altri elementi 111 aHaloga s1tuaz10ne. ·

n~

eh, Qu~s~i ?0 llegamenti ~a,~ per Passe è bene siano limitati, fine poss1b1le, a portatori d1 messaggi, evitando lo sten 1· delle lin fil e nnento ,. . . . e~ a_ o o 1 nnp1anto delle staz10ni radioelettriche. m Gh · as.s1 d1 collegamento tra due oO'rand1· 11n1·ta' co nt·1gue coumcano tra loro o per mezzo di una trasversale di base o pn mezzo dell~ ccn~rale ~cl comando immediatamente superior~. . .p~~ce~c.~do li mov~mentoi l'asse viene prolungato in avanti vengono dpieg·ati o sost1·t m·t·1 con mezzi. cd i t1att1.. prn arretrati . . . de11a gmnde unita superiore. rnin . ·t' · · Nelle - . ori uru a non si costituisce l'asse dei collcO'arncnt1, ma il criterio del!· d. · ·o' .• , • ~. · .' cl, irczionc per il coll egamento pu mane, ~1a per il. bn.t;tao-lione sia P"I' i' l reggimento. . ,,, i . " • Al comando d1 regg·iment f· . . . . ' mterm che 81 , · , .Id . O anno · cano 1 colleg<• 1·1· 1(·',Jltl sa a.no e-on 1 1rn~zzi divisiona11· ' t l ·1·t·,1 (1·<1 J genio. ,, sa.}11 0

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CAPITOLO Xl.

,CENNI SUI PRINCIPALI AGGRESSIVI CHIMICI E S-UL l\1ATERIALE DI BONIFICA CHUHCA - DESCRIZIONE DELLA MASCHERA ANTIGAS· CENNI SOl\11\IARI SUI NEBBIOGENI - CANDELE FUMOGENE· CANDELOTTI FUMOGENI- l\'IEZZI INCENDIARI E FUMOGENO-INCENDIARI. I. - Generalità. A differenza delle altre armi, che banno azione quasi ,,esclus.ivamente traumatica, gli aggressivi chimici, agendo chimicamente sui tessuti degli esseri viventi, ed in specie sui più delicati, ne alterano la composizione, provocando t urbament i nelle funzioni degli organi. I primi aggressivi chimici impiegati in gnerra furono ,costituiti da nubi di gas tossico: di qui le denominazioni correnti di << gas tossici i>, << gas velenosi >>, <1 gas di guerra » ed altre non sempre . propriamente impiegate. Oggi però la maggior parte degli aggressivi chimici è costituit a da sostanze :liquide, più o meno facilmente volatili. Co:n.venzioni internazionali, cui hanno aderito gran parte degli Stati, compresa l'Italia e gli Stati con essa confinanti, vietano l'impiego degli aggressivi chimici in gnerra. 1-iJ tutta·via possibile che in un conflitto avvenire si contravvenga a · questo divieto: onde sussist e per ogni Stato la nece~sità di preparare la difesa, contro gli aggressivi chimici, delle forze ,armate, del t erritorio e della popolazion.e civile. È anche ·possibile che· una prima contravvenzione al divieto provochi ·.p er r itorsione, il generalizzarsi dell'impiego degli aggressivi ,chimici, come è avvenuto nella grande guerra.. Arm i, tiro e materiali vari -

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L'eventuale impiego di aggressivi chimici in guerra appare più p1·obabile da parte dj Stati a ricca industria chimica: infatti la p iù gran parte degli aggressivi chimici oggi conoscint i sono o prodotti largamente ut ilizzati nel!a industria chimica di pace o prodotb che facilmente si ottengono da essa,. 'l'utti gli Stati esteri dedicano considerevole attività militare allo studio dell'impiego di aggressivi chimici e delia difesa contl'o di essi. In tutti gli Stati è notevofo l'interesse pùbblico a,lle questioni della difesa _c himiea del territorio, con speciale riguardo · alla difesa chimica dèlle popolazioni civrn. Ovunque gli studi il! parola sono cond0tti con grande riserbo. La massima riservatez~a deve essere quindi mantenuta sull'a,rgomento. I requisiti ·degli aggressivi ehiiuici sono: a ) l'efficacia, misurata dall'alterazione prodotta negli orgàni colpiti; b) l'immediatezza e la persistenza dell'azione, che sono in reJazione con la volatilità dell'aggressivo; e) la facilità di produzione economica su larga scala; d) Ja facilità di impiego.

II. - Classificazione degli agg~essi ri chimici. Lè classificazioni degli aggressivi chimici rispondono al concetto della preponderante loro azione fisiologica o a, quello delrimpiego tattico . , A seconda della loro preponderànte azione fisiologica gli aggressivi chimici si classificano in: . _ tossici: agiscono sui centri nervosi o sui globuli rossi del sangue o attaccano un organo principale, arrestandono la, funzione; esempi: acido cianidrico e ossido di carbonio; soffocanti: agiscono di preferenza sulle . vie respiratorie producendo lesioni ai polmon.i; esempi: cloro, fosgene, di fosgene;

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· degli lacrim,oge,ni:. agiscono er1 Preferenza ·. ' . suÌle . mucose i : cloro, i . rovocaudo abbondant·c Jacrnuaz10ne, ~semp . o~c ~1 p . . . tone, cloroacetone,. cloxoacetofe.no_ne, il Picnna b1omoace ' . ag1sc .· ono di -preferenza starniitatori o tonnentanti: . . . . su . e . : respna ·.-· ...torio I)roduccnclo stal'nntaz10m, cefalea, prime vie , . vomito; esernpi: arsmc; . ' . . . 'd . .·. ·, 'Ono di preferenza sull cp1de1m1 e e vescicato11,. agi::;c. . . · l l lor·ose e prng 16 e0 , do 1,;, 'austicaz10rn • ' .• 11 roucoseproa.uccn su e . . , ;. · ··t lev1s1te. e di cLiffi.cile cicatnzzar,1~ne; e~em.p1.. ip~l ~' . . ,; . . fattico dègli ac1gress1v1 chm11c1 valla molto a , , L'11np~~f1:, im.mediatezza ~~ del riU1,rcl~ delìa loro ,a:~one f a' •·t·' , ncr::;istcnza • dcll azione :;econda . . .1 seconda della uo,1u él 0 x • • oppmo [' \ ase n.ll'impicgo tat.tico1 pn.rt,anto, gli aggressivi ste88a,. . n Chl·m;,.i "Ì classifirnno in: , ,.,, " · no ,nc:.sere . . ad aéone ·irmnediata, i· qua,1·I posso ._., · , se1ni aogressiv·i ·• ." . . il cloro il fosgene, 1e arsme;; . fugaci (qua.li ad c~emp10 . , ~lche ora (quali la cloro. t· t · ehe agiscono pe1 q,1"' persis en i, , ·. · ., . t nt-i che a,O'iscono per picrina e il bromo~c.etone) e pm;;is e ' ,., . . · q ualche giorno (lev1S1te); aggrcs,c;ivi ad azfone ritar da ta, I quali sono anche per-

°· '

.

sist;enti (iprite). . III. - Principali aggressivi chimici conosciu ti. A·

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oi ·

. t·,1. Questc cianiclrico ·e derrva , sostanze ' , '

·

·

.

sebbene

· aate pc~chè essendo t roppo

molto tossiche, sono poco u~1pie"" , ll'ar:a ;cende presto al . , troppo fuaaci. volat ili, la loro concentrazione ne . di '"to della dose minima letale: sono c1oe . o. SOt. . È . . 1 ro e inodoro, toss1cor ,. ia, Ossià~) d·i carbonio. ,., un gas mco O . . sua merz • h . difficilmente si neut.ralrnza a C<ausa della . , e e . . . l 11' ia non s1 presta ad esseie chimica. Essendo più leg·gero < e ar. '· d però t alvolta, utilizzat o come aggressivo: esso Sl ?I'O uce nella espìosione dei proietti e delle mme. L


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Glor~. È un_gas giallo verdastro, di odore irrit ante. È più

P~5ante dell 1ana e produce nubi soffocanti di azione imme. ~ata _e fuga_ce. È facilmente neutralizzato dall'iposolfito di sodi o. Fosgene (ossicloruro di carbonio). È un gas incoloro di odo!·e _penetrante che ricorda il cloroformio. È più pesante dell arla ~ produce n ubi soffocanti di azione immediata e fugac~. Viene decomposto dalla mot l'Opina. · . J?i fo~gene (cloroformiato di metile triclorumto ). È un 1iqmdo 11:1coloro. Vaporizzato dalla esplosione dei proietti svol_ge azione soffocante immediata e semipersistente. È neu'. trahzzato dalle sostanze alcaline. Olo:opic,_·in_a. È un liquido oleoso, di odore pungente. Ha azione .irritante ...ico1are su . su tutte le mucos"v e 1.·n par11 que le ~egh occhi. Ha azione immediata semipersistente. . Ar~ine. _So~o sostanze, generalmente solide, che allo scop p~o d~i ~r0Jett1 che le contengono si dividono in particelle piccolissn:~e che producono forti iITitaiioni al naso, alla gola ed all~. vie respirn.~ori~. H~nno azione immediata e fugace. lpnte (solfuro d1 etile b1clorurato). È un liquido oleoso di color bruno ~iallognolo, di odore agliaceo, che ricorda la senape. Ha azione vescicatoria: rital'data molto persistente (anche molti giorni). ' . Levisite _(clorovinildiclorarsina) . È un liquido incoloro o giallas~ro di ~dore pungente e sgradevole. H a azione vescicante'. immediata o persistente. Non è stata ancora sperimen tata m guerra.

IV. - Impiego <legli aggrossìvi chimici. ~'i~piego degli aggressivi cbi~ici può avvenire mediante 1 1 emissione, il lancio, lo spruzzament o. L' . . _'e~ni~sion~ si. ~t~ua mcchiudendo l'aggressivo (che ni coutliziom ordmane si presenta sotto forma gassosa) ad alt o

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grado di pressione (che traflforma l'aggressivo . allo stato liquido), in bombole, munite di ca.nnule di emissione e di rubinetti . Disposte lo bombole in nnmcro sufficiente nelle posizioni più a,vanzate e diret;te le cannule verso il nemico, Ri aprono i rubinetti in momenti in cni spiri un òcbole vento verso i1 nemico. L'aggressivo forma co~ì nna nube che il vento trascina sull'avversario. È un sistema che può ritenersi ormai abbanclona.to . il lancio si attua chiudendo l'aggressivo (sia ga.ssoso, sia. !.iquido, sia solido) entro bombe o proietti che vengono lanciati su l nemico ed il cui involucro viene rotto da una piccola carica di scoppio. Per il lancio delle bombe cariche di aggressivi chimici sono stati lo,rga.mente usati speciali lanciabomb<' detti proiettori Livens, la, cui accensione elettrica permetteva la simul taneità d'a:done. Part icolare importanza riveste l'impiego di aggressivi chimici mediante proietti di artiglieria., impiego oho ebbe. larghissima diffusione nella grande guerra e cbe in avvenire si presenta possibile sfa per la guerra, sta· bilizzata, sia per quella in terreno libero. Notevolmente importante appare anche il possibile impiego di aggressivi chimici mediante bombe lanciate da aerei, eventualmente su obbièttivi a considerevole distanza dalla fronte di combattimento.

Lo sprnzzarnento può essere solo at.t.uato con aggressivi chimici liquidi o polverulenti. È stato recentemente sperimen-· tato con a.erei negli S. U. ò.' A:meticfl per l'iprite e da esso pare pos ano attendersi risn ltati efficae.i. Gli aggressivi chimici non a,giscono solament.o per mezzo dell'aria respirata dal comba.Uente. SpecialmentP gli r~ggressivi chimici persistenti sono pericolosi perchè infettano il terreno che dovrà. essere percorso dalle truppe, gli oggetti di mù le truppe devono ser virsi, i cibi che debbono essere ingeriti da esse.


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infottaLi da aggress1v1 chimici o ~1ttraversarc terreno egualmente infettato (telefonisti, alcuni serventi cli artiglie-

V. - La difesa chimica..

.La ùi!'eJ-rn, chimica i11teress,1 non solo i , . ·. ed i sc1·vtzi degli eserciti mobTt t· com,Lnd1, le truIJJH: t orio ove 80 110 possibT . ~ 1 ·~ 1, ma anche t,utto il teni•. •. I i mcur~1om aeree nemiche. Ei-sa si attua per mezzo di: . a) })J'Ovvedimenti di indole tatt1·c·a· z10ne d J1 t · , ' , · qmLli la, dispo.si . e e ruppe, l'organizztLzione degli n,llarmi, la segnalazwne delle zone infot te· b) protezione indi~dnalc'; o) pro L.ezi one colletti va,; d) bomfiea chimica. Il mezzo di protezione individ·ual 1. . . respira.tore cfoscritto uell . e P _n importante è il . · · e pngme segucn1,i È q t . parecch10 che serve a cli fendu• .e, co,"~ . <rl1.' ,1o·o-i·e,;"L' ne~ l un -1 . ,,10 h. ap. . 1 viso e Je vie respiratorie. :::, • bo , ,., ,· e 1rn11\1

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Un buon respiratore deve avere un completamen te il vis~ dall'oi,Lerno a n:1asch<'ra 'Cl1e isoli rapicbmontc che ·1.bbi·,., h: . .. ' che 81 pos~H, applira,·e ' ' ''" 0 cc Hlo11 mft·aurr'bT 1 1 :l • . essere impedit o l'appannamen1 o Il· fil! b J e u qnall rl.ev,• ,0 <l . la respirazione senza ec , · f. . J cv0 as:,H't11·a,1·. cess1va at1ca dc\T a, . g li aggres~ivi chimic' <l . ' : , ssor1)tre tuni uso . . i e cvc a,;-;s1c:ma.1·c posxibilitù, di lun,.'.•t . A tn.l uopo ii fil tro è cos1itui1o d• a· .. neutralizzanti mescolati a , rI . ,1, " 1a nuli d1 mat<:ri facTt 1 . gin,nu dl crwbone poroso ( li 1 i .a a ncutrah)'.;zn.zione) e da <lia,frn,mn. :r l: <· ccllulo~;;1, _d1e __assorbono le a1·si11c. . 11 e i cotone o ,li . I fiJ.tr~ d_~1 ~ o<1~· rni n~:,ìJinì't ori a,sicurano la 1-o:1 p1u diecmc di ore. n1.mtralia:~

z1on('.

:11.r_i n~czzi dell a p1·otezio1 w individuUilb sono i . .· e J <'alzari di ,~ppfr,11· t l''liciui1 ,. ,. · impt'rmcab . . . « ·1· Evestrn.11, . YOUO essc11zia,lmcnl e a ct1·f en d me . da.,h. n,,,...,., ,cs' · . · i.i . 'ss1 · :,er. 0 0 "' 1 • til\ 1 vt'seicaton. I guanti e i e 1,,, ,· , . . _a Zwll sono parti colarm ent e inclica(i .. . sonale cm pn o occonorc più . . pc1 11 p01. cli f.ie quent,e maneggmre oggel.li - o·

1 bu,.. ll d.

295 -

ria, ecc.). La protezione collettiva avviene prin.cipalmcnLe con mezzi at,ti a impedire che gli aggrest-ii vi chimici penetrino nei ricoveri; il che si attua. munendone gli ingressi di diaframmi (in generale doppi) impermeabili o neutralizzanti, fatti, per esempio, di stoffe di lana imbevute di sosta,nze neutralizzanti. Nel caso in cui sia possibile, è opportuna l'instn.llazion e nel ricovero di una pompa ad aria, munita di filtro simile a quello delle maschere, che crei una leggera sovrapressione rispetto all'ambiento esterno. Il ·calore, che una volta era ritenuto utile quale mezzo di difesa collettiva, è valido solo contro gas fugaci: (avorisce invece l'n,zione d ei gas persistenti, specie dell'iprite. La bonifica chimica consiste nel rendere aJ1cora percorribile il terreno, maneggiabili gli. oggetti e abitabili i locali che erano stati infettati da aggressivi chimici persistenU. Viene compiuta goneralmenLe con sostanze neutralizzanti sparse da pompe irroratrici. Fra le sostanze più comunemente usate vi è il cloruro di calce e il carbonato di sodio. In tutt.i gli eserciti si provvede alla difesa chimica con apposita organizzazione, i cni elementi fanno parte dei comandi1 delle truppe e dei servizi. Nel nostro E sercito, presso ogni reggimento, battaglione od unità ~iroìlari, un ufficiale è particolarmente a,ddet,to alla difesr1 chimica. Questi ufficiali ùehbono coadiuvare il proprio comarnla..nte in tutte le questioni cli difesa chimica1 sia per quanto ha. tra.tto agli allarmi, sia p er quanto riguarda le informazioni sugli aggressivi e sul relativo materiale usaLo dal nemico, sia per quanto riguarda la difesa chimica dei reparti, con speciale riguardo alla sorveglianza sul materiale relativo ed in ispecie sui respira.tori.

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VI. - Il respiratore antigas (Ved. t av. XLVII).

Il respiratore, comprende: . a) la maschera propriarnente detta (parte che si adatta, al viso e al capo); b) il bocchettone; e) il tubo corrugato; d) la scatola- filtro· ' e) la borsa; f) la val:vola e i dischi a,ntiappannanti di ricambio. . ~a maschera comprende il facciale, parte che aclerisc~ alla facma, e la bardat ura, che jnvest;e il capo ed è destinata a, tener fermo e ben aderente il facciale. . Il faccia~e è formato da un foglio di gomma, sagomato sec?ndo la_forma: della faccia e nel quale sono praticati tre fori: . 111:-0 m cornsp?ndenza ·del bocchettone e due per gli ?cchia_h ,. eh~ sono d1 vetro specfale (poco frangibile), contro 1 quali s_1 dispongono dalla parte intérna due dischi antiappannant1. . La bardatura è costituita da cinque tiranti: uno (cinghia~ fro~tale, anelasticò, fissato alla fronte del facciale e ~umt_o .di un~ lunga lingua con fori per regolarlo; e quattro t~ra~t1 gna1~crn,li, rego!abili ed elastici, che da una parte si rm~1scono m ~n . cusc1~etto nucale, mentre dall'altra pMte p_ossono fissarsi a1 _corrispondenti riscontri del facciale. J 'insiem~ della bardaturn può pertanto adattarsi completamente· alla ~orma, del capo,. mentre la JHl,rte di essa che più fal '·'Ìme:1te p~o gua~tars1, p~rcbè comprende i tiranti elastìei, puo senz altro distaccarsi dal facciale ed essere immediatamente rfoambiata dallo stesso soldato. Il bocchettone, di alluminio, mediante legatura è fissato da una pa.rte al corrispondente foro del facciale -e dall'altra-. all'estremità superiore del tubo corrugato. È chiuso anteriormente da un coperchio forato che si avvita al corpo del boe-

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chettone stesso. Nell'interno sono allogate la valvola di aspirazione (o di entrata) e la valvola di espirazione (o d i uscita)~ La valvola d·i r1spirazione è nn semplice disco di gomma. e può aprirsi solo dall'indietro ali 'ava,ntì, permettendo all'al'ia che sale dal tubo corrugato di entrare nel bocchettone. e di essere quindi a,c;pirata; ma non permette all'aria respirata di ritornare nel tubo corrugat,o. La val,vola di espirazione è formata di un portavalvola (dischetto metallico. forato e rivestito di gomma), su cui si innest~~ ht valvola formata da duo fogli di gomma combacianti, fissa.ti tra loro ~olo in alcune sporgenze dell'orlo steRso;. di tali fogli uno (esterno) è a disco pieno, mentre l'altro {interno) ba un foro centra-le in corrispondenza del for-o del port,avn.lvob. I due dischi possono distaccarsi alqua,nt o tra loro, creando così va,rie aperture marginali , attraverso le quali l'aria può uscire. Il port avalvola è fissato nel bocchett;one dalla pressione dell'orlo del coperchio (corn.plet:~mente rtvvit;ato ) contro u.n risalto del bocchettone stesso; e può faeiJmcnte essere sosti tuito, insieme alla corrispondente valvola. Una leggera pressione esercitata nell'interno della valvola di espirazione Dostringe il disco esterno a distaccarsi. e lasciai uscire ì'aria espirata, ment1:e invece la depressione (succhiamento) che si verifica nell'interno del bocchettone durante l 'aspirazione, fa aderire l'uno contro l'altro i due disch( della val vol n,, che, così chiusi , impediscono l'ingresso dell'aria esterna (a.ria gassata). Ogni respiratore è munito di una valvola di espirazione di ricambio, che, racchiusa in una scatoletta di a,lluminio, è conservata nella borsa. Il tubo corrugato risulta flessibile ed assicura la condot;ta dell'aria anche se sia piegato; è ::'-',:,ato da una. parte al bocchettone del facciale e df1ll'alt ra al collare della scatolafiltro. La scatolar-filtro, metallica, verniciata est,ernamente e internamente, contiene le sostanze neutralizzanti, che attra-


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versate dall'aria gassata la purificano e la rendono respirabile. Con il collare essa. è uni La in alLo al tubo corruga.t,o, ment;re il basso presenta un foro di entrata, per l'immissiou<· dell'aria esterna. Questo foro è normalmente chiuso da u 1t tappo m oti~Uico, che si toglie e si ripone nella borsa quand, i 1 respiratore deve essere adoperato . In caso di smanimento il tappo deve essere so:-tituito a,ltrimenti, per esempio, con un . comune tappo di sughero. All'esterno la scatola-filtro port,a. in vernice, lettere o n.llri segni perchè ne s ia riconoscibile il oonte.nuto e la fabbricazione. I princiv~li di tali i:;cgni sono E per i filtri <l.a, cserci1tazionc; una, stella bianca con la lettera R -por :filtri cho possono servire promiscuamenLe per guerra e per esercitazione; una lettera (ohe indica, l'anno di fabbricar.ione) pe1 i filtri da guerra. La borsa in tessuto protctl;ivo: ~erve i~ contenere ecl a portare il respiratore in marcia e durante~ l'uso. È divisa in duc scompartimenti, in uno dei qun.li, con fondo bucherellato tprov-visLo di un dista11ziatorc metallico, è conscrva,to il flltro, mcnt1'c nc!Pa.ltro è riposta la maschera. La borsa è provvist a di un na."l,ro-cingbia con corsoio, per portarla a tracolla, o a spalla. If nastro-cinghia ha un bottone metallico, cd u rn1 lingueU:1 con uno o più occhielli, p er po1;crlo aceorciare 1·apidamente, quando si 'èlehba disporre la borsa sul petto 1wr impiegare il respiratore. Taglie. Il facciale del respiratore è cost,ruito in tre di ffl' renti taglie, clistintc (dalla iruiggiore all.1 minore) con i numeri romani I , II, III, stampati in rilievo sulla parte esterna del facciale, cli fianco all'occhi ale sinistro. Le m aschC'rc che :-.: adattano alla maggioranza dei militari sono quelle di II taglia. Mat1ricolaziono e <lati relaUvi all'uso del respiratore. Sulla faccia interna del tirante frontale (oppure sulla rivestitun1 interna clel cuscinetto nucale) è segnato, per ogni maschera, un nnme1'o di m atricola. Ciò facili ta il rispetto dell'asseqna· zione incl-ividuale <folla maschern,.

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Ogni respirntore è munito di un f{)glio- ìndioatore sul quale sono riportati i dati relati vi itlla rna~chcra, e t utte le altre inclirazioni in detto foglio specificate.

VII. - Cenni sulla nebbia artificiale.

L'impiego della nebbia artificit~le 1;enrle a sottrarre in determinate circostanze, truppe o località all'osservazione nemica; ciò disorienta l'avvcr:;ario sulle nostre intenzioni favorendo la sorpresa, e menoma la tempestività e l'esR.ttezza' del suo fuoco, riducendone no1;evolmente gli effetti. Gli scopi anzidetti possono es::.cre raggiunti: a) meél.iaute ·mascheramento, quando la nebbia viene ditiusa attorno oppUl'e sopra le proprie t,ruppe o determinate località sHe entro le proprie lince; b) m edin,nte aoòeoamento, quando la nrbbia è prodotta sul nemico. La forma ùi annchhiamento a cui conviene ricorrere più spesso è quella d.ell'accecarnento, specie durante il combattimento, in quanto, essa, oltre ad ostacolare l'osservazione del nemico ed a diminuire l'efficacia del fuoco, ritarda il movimenLo ed intmlcifli il collegamento dei suoi reparti. 'M EZZI Pli:R. LA PRODUZIONE DELLA NEBBIA AR'.rIFICIALE. -

Tutte le arrui possono dispori·o di mezzi per la produzione d ella nebbia e più propriamen: e : l'artigUeria: proietti fumogeni p er le bocche da fuoco fino 1Ll ct1nnonc <.la 105/28: la fanteria e le truppe celeri: bombe fumogene o fumogeno-incentlfaric da. l:tucia,rsi si a col lanciabombe che a mn,uo, nonchè le cn,n<lelc e i candi~lotti f.u mogcmi. Questo possono esscl'c adopernLe da tutte le armi e dalFaviazione. Le trnppo chimiche dispongono di speciali apvarati l'.leb· biogeni che eccezionalmente possono essere n,dopcrn.t",i anche <dallo altre armi.


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Candelo Ùo fumogèuo.

Candela fumogona.

Costituzione. - I nvolucro cilindrico di latta, nell'interno del · quale trovasi la miscela fumogena. Nella parte superiore del cilindro: coperchio di latta saldato, avente un foro centrale neì quale è applicato .un candelotto, che serve da tappo, e contiene l'innesco co:n la miccia. Sul conerchio, un controcoperchio tenuto a posto da un nastro gommato. Tra il coperchio ed il controcoperchio: ca,rtina él 'accensìone. L'innesco con miccia, .formato da un cilindretto cli ca,rta e:ommata e para:ffi.nata del peso di gr. 4, di miscela per l'accensione. Nella parte superiore dell'innesco: miccia munita di capocchia di accensione mediante sfregamento. La miscela fumogena (gr. 400 ) è fatta di vari ingredienti; in essa -prevale o il tetracloruro di carbonio: o l'esacloretano o altre miscele di segatura di -legno, nitrato di sodio ecc. Peso. - Il ca,ndelotto pesa circa gr. 500. Contrassegni. - È verniciato in tinta g. v. Sullà parte

Costititzione. - Ha la stessa costituzione d~l ca~del~tto fumogeno, soltanto Pinvolucro è più gra,nde circa 11 tnplo di a.ltezza e di maggiore diametro. Per la miscela fumogena, circa Kg. 2, vale qua,nto detto per il candelotto. · . Peso. _ II peso della candela è di circa Kg. 2,300. Se ne possono fare anche di pesi diversi. Contrassegni. _ Sulla candela è incollata un'etichetta ·d ove è scritto in grossi caratteri: <, candela, fumo1rnna C. C. M. .35 » ~ vi sono indicate le norme per l'impiego. · delia candela avviene Funzionamento. - L'accensione ~on le stesse modalità descritte per il candelotto. Durata di funzionamento: da 2'' a 3'. Effetti. _ La candela emette una n?be c~e _dop~ circa 2, con vento di 2 m/s, ba le seguenti ~1mens10m: la,1gbezza 20; alter,za m. 25; profondità m. 150 circa.

cilindrica sono stampigliate in nero le lettere Z~ · Funzionamento. - Si toglie il nastro di tela gomma,t a; is solleva il controcoperchio e si accende l'innesco strofinando sulla capocchia la ca-r tina di accensione. A.ppena, acceso, si può collocàre a terra (meglio in posizione verticale) oppure si lancia come una bomba a mano. Durata• çl.i funzionamento: cil'ca l'. l Jfodalità d'i1npiego: 'T!,ì,:d a,rtilìcio fa una piccola nribe e può .essere adoperato come elemento molto ausiliario e non intcgra.tivo delle candele. Può servire inoltre per sondare l'atmosfera specialmenteper qua.nto rir, •:a.rda la direzione del vento.

rd.

VIII. - Mezzi inccndial'i e fumogeni- incendiari. a) uo,~be a mano fumoge_ ne e hniiogenc inMndiarie.

Sono state adottate in servizio bombe a mano furnog:ne e fumogene incendia.rie di forma e dimensioni uguali a que1le scoppianti. . · La struÙura inter.1).a di queste bombe è analoga a qne11_11 delle homhe incendiarie; ne differiscono pe~· non avere 11 bossolctto porta carica e la carica di scopp10: . . Quest i elementi nel loro insieme sono sostitu1ti da una custodia di ferrò che contiene !a sostanza fumogena o fumoo·ena incendiaria. Il detonatore funziona da carica di scoppio.

I

\


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-

302 --

Coilf, ·asscgni :

rm-tnno ,-ta111pigliut,1 este1:nm11c:11te la sigla: F: <ruellc fumogen e ; 1"..l. qnclle fnmog(~De incendiarie. Impiego:

Le bombe ~nddette si. irnpieguno in modo analogo alle bombe ordinai-ic. · All'atto dello scoppio producono: le l'.om be fumogene: una nube larga ccl. alta circa 3 rn .. con pe1·srnteuza di circa l:2" (l); . · Jc hornhe fumogene incern,liari<' : , una nub_e lal'gn eh-ca. lì m. e<1 alta e11·ca ::; 111. con persistenza cl.ai 1.5" ai ,:2;_f

(1) .

] )i mn ssima uon è consigliabile J'imjliego cli bombe a. mano F . ecl P .L con Yento snperio1·e ai 3 m/s. b) Bomba a. m an o inecndilnia, ·a. termiti!.

. Gostit1,1,zione., - Invoìucro cilindrico di I.atta sul coperc~10 del ~~ale ~. sa,ldata una ghiera filettata, per l'app1icaz10ne dell mcend1vo a miccia o spoletta,. . ~el~ ,interno dell'involucro trova, sede la sostanza incend1~r~a l compress~ cilindrica di termite- ossido di ferro-allu~ mm10_granulare limpastato con nitrocellulosa) con innesco del dia.metro cli mm. 6. L?ncendiv_o è costituit~ da una, miccia avvolta a spira.le dentro una piccola custocha; m.etallica. L'estremo della miccia, sporgente dalla parte superiore . della custodia,, porta un::( capocchia, per l'accensione a sfregamento cou cartina al fosfo1·0. Durata della. miccia drca 8" . Peso . P ront a per il lancio: !.!.T. 65r_) ~ ~ e,1·rea. (l) La P'"rsi:;i;cnza è al secoJl/lo,

;,t;1La

ri.~co11t1·< ·"'(·,·1 .,

<'·OH

· ,·e11 t o e1·1 cHca m. 0,5

30.3 -

Oontrrrnsegn..i. L'involucro è .-e1·niciato con tinta gi-igio-vcnle; s ulfa: pM-te cilinch-ica porta stampigliata in ne1·0 l::i. sigla lT (iucendiaria-tennitc) e sul fondo il- nome della ditta. costrutti-ice, il mese (nnme1·0 romauo) e Vanno prnme1·0 arabo) cli fal>lH·icazione. JJ'unzionMnento. La bomba viene approntata per l'impiego, avvita,ndovi l'incendivo a miccia,. Al momento .dell'uso, si sfrega la, cartina al fosforo contro la capocchia della miccia ed immediatamente dopo avvenuta l'accensione si la,ncia sul bersaglio. Se la capocchia no:o. si accende, occorre usa~·e un fiammifero o portafuoco, oppure sostituire l'incendivo. Effetti. ~ Molto a,l;ta ad innescare il [fuoco anche ai sostanze rion facilmente infiammabili. È capace di perforare la.miere di gualche millimetro di spessore poichè si ha, sviluppo di una elevata températnra (circa quella della fìamma. ossidrica); si ha, pefò; completa r,nanca,nza di fìa.mma. Inconvenienti. In caso di ma,ncatRi accensione della capocchia,, pro-voca,rla con altro mezzo già acceso (a,nche una comune sigaretta accestt). In càso di mancata accensione della bomba, provocarne il funzionamento collocandone . vicina un'altra,. Bo.mbc .fmnogtimi e fum ogene ineelHliaric per mort:1io eia 45.

L'ot·ganizzazio ne inle1·1w.· della bomba fumogena, e cle1la ùomha fumogena incen<liaria per mortaio da 45 è analoga a quella ilel1a bomba da guerra. Differisce pet J1on aver h piastl'ina di feno, il bossoletto porta carica e la rnl'ica di scoppio. (~uesti e]ementi nel loro insieme sono stati sostitu.i ti da unà custodia éli ferro o di alluminio la quale contiene la sostanztL fumogena o fnmogena incendiaria . Detta custodia è munita di un codolo destinato a con. tenere il detonatore, la cassula. e le Yarie parti del sistema di accensione. La chiusura ermetica viene assicurata meCosf;-ituzione. -


\!

) (

-

....,_ 304 -

<el iante nna guarnizione di piombo che viene ad essere compressa avvitando al disopra del codolo un'apposita ghiera filettata. 0011-.trasser;n:i, - Le bombe fumogene e fumogene incendiarie sono verniciate tutte in nero e portano st ampigliata estcrnmnente la sigla : F = quelle fumogene; . F .I. = quelle fumogene incendiarie. Norme e da# cli ùnpiego. - Le bombe suddette im piegano la stessa cartuccia d i. lancio dellà bomba ordinal'ia; balistica mente' si comportan o all'incirca .come quest'ultima ; ·1a cele1:W1 di tito è la stessa ; il detonatore funziona da -carica di scoppio. A ·11 1 atto dclJo scoppio producono: le bombe fumogene : una nube di circa 2 m. di larghezza e m. 2 di altezza. Di massimà si · può ritenere che con .20 bombe, a tiro celere (30 bombe al minuto), impiegando un solo mortaio, si realizza una cortina di nebbia, di m. 25 di fronte e m. 6 di altezza, che dura un minuto primo; le bombe fumogene incendiarie : una nube . bianca di cii-ca 4-5 m. di lai:·ghezza e 3-4 di altezza . Di massima si può ritenere che con 10 bombe, a ti ro -ee]ere (30 hombe al l ') impiegando un solo nlo1•taio, si può realizzare una cortina di · nebbia di ID. 25-30 di .fronte e m. 6 di altezza, che dura 5 ll'\_inuti, quando il vento ha una 'telocità inferiore ai 2 m/s. Non è consigUabl.le in genere l'impiego delle bombe con ,,ento superiore ai 3 . m/s. Bombe fumogeM e furn ogcnl! incell(liaric\ per mortaio da 81.

Oostituzfone. -- Sono costituit e da: · 1 bicchiere o corpo di bomba (identico a quello ,del] a bomba cFacciaio da 81 ad esplosivo);

305 -

1 tappo a todolo (destinato a contenere la carica di scoppio e ad assicurare la chiusura del bicchiere) _; l guarnizione di piombo (destinata alla chrnsura ermetica fra il bicchiere ed il tappo a codolo);

1 carita di 1 spoletta esplosivo); la sostanza Impiegano le bomba da 81.

scoppio;

(è la stessa della bomba da 81 ad fumoo·ena o fumogena incendiaria. ::, . stesse cariche cli lancio, della normale

()ontrnssegni. - P Ù clis tinguel'l e, . le bombe · hanno l'ogiva verniciata: in nero ( bombe fumogene); in nero con striscia di rosso ca1·minio (bomba fumo gena incendiaria). ~ .Rom,be ìn se,1·vùzio. Bombci da 8 1 a piccolci ca paciti1, (~) - -

Prornta per lo

sparo pesa kg. 3,435. l:'rodu·ce una cortina cli nebbia, di di-ca 7-8 m . t1i la1·ghezza, e m. 5 cli altezza,, che si mantiene abbastanza densa per cin.: it 15" cou vento di 1 m/s). F

·

Bomba cln 8.1 ci 1nediia capacdù . ( 0-). - P.rocluee una cortina di. nebbia, di cirea m. ~O di larghezza e m. 8 di itltezza, ehe si mantiene abbastanza de1is,i per circa 30" con vento cli 1 m. al seeoudo. Bomba, da 8.l

(i

F-

gr. ·c. (O) . -

.

Proùnce una cùrtm a

a·l

uebbia cli eirca m. ;30 cli larghezza e m. 10 di altezza. Peesistenza ùi circn. 50 "·, · · F .I. - ì",, l)om b· a f·umoJJomba, da, S,1 (t, J) , e, d'acc:rn10

0

gena e incendiaria. Pronta pel' lo sparo pesa kg. H,430. A,rmi tiro e m a /6ria.l i vari - 20


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306 -

Appron,tam(mto per il tiro. - Le bombe suddette vengono conservate e trasportate senza cariclle di scoppio C(l incendivi. L'approntamento delle bombe per il tfro è fatto nei depositi più avanzati quando se ne pre,vede prossimo Vimp·iego. Conservare le bombe lungo tempo con ,Ja cal'ica di scoppio non è conveniente e deve essere, per quanto possibil e, evitato. Alle bombe gitt approU"tate per il tiro e ùeUc quali non si prevede · prossimo l'impiego converrà, se possibile, togliere la carica di scoppio. L'approntamento delle bombe per il · tiro, consistente nell'applicazione de11a carica di .scoppio e dèlla spo:Jetta, e tutte le eventuali opera7.ioni di scaricamento, dovranno essere eseguite da artificieri.

APPENDICE Llb r,ui,J.e?··ia contemita. nei capiloU seyrie11,ti non è vrescritia. .dal ~r~· t a pnr eventuale cons1./.tazi.one .da tJMte degli <illicvi. gramnui, mci si. ripor v


·-

.'. () \) -·-

OA.PI'rOLO xn. GENERALITÀ SULLE ARTIGLIERIE - CENNI SO iH· MARI SULLE CÀRATTERIS'rICHE DEI MATE· RIALI DELL' AR'l'IGLIERIA • CENNI SULLE VARIE SPECIE DI PROIE'l'TI E SUL LORO IMPIEGO.

I. - Classificazione e ~aratteristiche clelle artiglierie.

Si chiamano artie'lierie le a.rmi destinate a lanciare a grandi dista,nze. proietti scoppianti. Esse richiedono speciali installazioni ~ia per il tiro che per H ù·asporto. Le artiglierie vengono classificate_ in base ai seguenti crit eri: a,) calibro;

b) ca:rattetistiche della traiettoria; e) impiego.

Rispetto al calibro, si distinguono in artiglierie di piccolo, medio, grosso calibro. Rispetto alle caratteristiche della traiettoria, si distinguono in cannoni, obici e mortai. I cannmii consentono un tiro teso, perciò le granate hanno maggior forza viva orizzontale e lo. spazio battuto dalle pallette della granata , a pallettie è più profondo. Sono adatti per battere bersagli scoperti, vert icali. · I cannoni hanno generalmente una lunghezza d'anima da 22 a 50 calibri. . Gli obici dànno luogo a mi tiro meno teso di quello del cannone. Hanno generalmente una lunghezza d'anima da 12 a 22 calibri.


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l ni~rta:i, c~nsen tono un tiro mono curvo e sono special - .. mente 1nclicat1 per battere bersagli orizzontali addo~sati a~ ostacoli, o per tirare da postazioni situate in prossimit à d1 forti elevazioni del suolo. Hanno una lu nghezza d 'a nima non superiore agli 11 calibri. Rispet to al servizio, le artiglierie si classificano in : a) artiglierie cti divisione (alpina, di fanteria, celere, cora zzata ); b) artiglierie di corpo d'annata; e) artiglierie di armata; d) (l!rtiylierie da costa; e) artiglierie controaerei. Le artiglierie di divisfone sono· dotate di molta m obilità per potere agìre in più stretta cooperazione colJe altre 3.l'lni e, a sec~oda della spccialità 1 souo someggiate, ippotr,lina1;e: autotra.,na.tc, n.utoporta,t e.

Le artiglierie di corpo d'armata sono dotate di minor mohilità delle legger e, mu. sono lJiù p oten ti. Sono costitni~o da cannoni e da obici.

Lo artiglietie di armata ba.nno grande potenza ,e limitat.a, mobiliLà. Sono costi t uite da calllloni, obici e mortai. Por le art,iglierie d i corpo d'a1·mata o d'ai1rnata si adopera la trazione meccauica.

Le artiglierie da costa hanno obiettivi va1·i: m:wi cora:aszate: siluranti, e possono agire per contrastare gli sbarchi. D~bbono_ avc1:e: grnnùc potcn;1,a., grn.nde teni;ione O grande ct~rv~cura d1 Lra1er.toria; massima celerità di tiro. Sono cos~JLmte _da cannoni o obici molto potenti, e eia cn.nnoni a tiro rapido.

. . Le adiglie~·ie cont,·oae,·ei sono destinate a colpire dirigi-

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e aer?plam, o .sb,trrarc loro il cammino per obbligarli ad rnnalzars1 o <·:1mb1are r otta, ostacolando cosi i ~oro compiti. D ebbono pertanto consentire rapidità di manovra e di tiro eù avere gran<le tensione di traiettoria. Si impiegano cannon i

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a d a nima lunga, in genere di piccolo calibro, aventi speciali installazioni e congegni ili punta.mento. Negìi stnui relativi alle moderne ar t iglierie si tende al conseguimento <lei seg11enti r eq uisiti: a) m:1ssima gittata compatibilmente coll a necessaria mobilità della bocca da fuoco; b) massima potenza in trinseca del proietto; o) sfru ttf~mento a l massi~o della trazione meccanica; d ) alin:3to con aJ11pi settori di tiro.

Strntturn delle boccho da fuoco e dogli aIYusti. - L e artiglierie constano delle seguenti parti principali (facendo astra½ione degli organi necessari per il tra,sporto): a) bor,ca, dn f noao; b) congegni di oMttsiwa e di sparo; e) aflusto; d) stritrn(mti di puntamento. J ,e bocche da fuo co moderne sono di a,cciaio speciale. l.t esse si distinguono: a) il calibro, cioè il d iametro dell'anima m isurato tra due pieni opposLi delle righe; . b) l' am,irna, cioè il vnoto interno cilindrico, la. cui lunghezY.a si esprime in calibri: o) l:l rigaturn, destinata ad imprimere il movimento di rota½ionc a l proietto perchè non si capovolga durante il suo lrn;gitto nell'aria . Essa può essere elicoidn,le o mista: generalmente è elicoidale; d) la camera, per contenere la caricn, di proiezione ed il proietto; . e) ìa. mortii:a, parte posteriore della bocca da fuoco dove trova posto l~otturatore; f) organi di unione della bocca da fuoco all'affusto. I congegni ili chius11ra prendon0 il nome cli ottmatori; sono di va.rio tipo e cioè: a cnneo, a vite, a blocco; quelli a cu·


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1~:'o possono essere prismatici o cilindro- prismatici; quelli a. vite possono essere a vite centrale o eccentrica (tipq, NordeD felt). Gli otturatori a -vite centrale sono costituiti con spire segmentate per accelerare le operazioni di chiusura e di apertura della culatta. · Gli otturatori debbono garentire la chiusura. ermetica all'atto dello sparo o mediante pa,rti speciali annesse all'otturatore (anelli plastici o coppe ottura.trici) o mediante il bos solo che si appoggia contro la faccia anteriore dell'otturatore stesso. · Le artiglierie sono fornite di speci'all congegni di sparo che _s~no a percussione, come per le armi portatili, oppure a frizione od elettrio1:. Vi sono inoltre particolari dispositivi di sicurezza destinati a impedire gli spari fortuiti, l'apertura accidentaJe della culatta durante il tiro ed a dare garanzia in caso di ritardi nell'accensione della carica. Le artiglierie che impiegan~ i bossoli hanno l'estrattore c_he provoca l'estrazione automatica del bossoìo stesso quando si apre la culatta. . Gli affusti si possono distinguere, rispetto al modo ct.i comportarsi nel tiro, in due gruppi: a,) ciffusti rigidi; b) af/itstì lt deforma zio ne. Ooll'atfitsto rigiclo la bocca da fuoco è rigidamente unita all'affusto che rincu1a durante lo sparp unitamente al cannone cosicchè, ad ogni colpo, occorre riportare il pezzo in batterin, e rettificare il punta.mento. ' L'affusto rigido ormai è sorpassato e sopravvive solo in qualche tipo antiquato ancora in servizio. Cogli affusti a cleforrnazione l'affusto non retròcede rincula . . ' mvece 11 cannone, il quale scorrendo su una parte detta òulla, annessa all'affosto, fa agire un freno che neutralizza la massim~ -parte della forza viva di rinculo, meilire la rimanent;e viene a,,soll; ì(n, i1n. nr: r fr11perf1.fort!, il quale, oltre a contribuire

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e frenare la corsa, ultimato il rinculo , riporta, la bocca da fuoco nella primitiva posizione di sparo. Sono in uso anche speciali affusti detti a lanciata o a rinculo differenziale perchè quando devesi sparare si mette in libertà la bocca da fuoeo già in posizione arretrata; essa, per l'azione del ricuperatore è spinta innanzi e prima che sia completata la corsa in avanti avviene automatica~e~te lo sparo seguito dal rinculo, che è ridotto, dovendosi vmcere l'inerzia . . Talune artiglierie di divisione hanno l'affusto scompo. nibile ·per il someggio. Accennato cosi sommariamente alle principali caratteristiche dei due tipi di affusto, daremo una.succinta descrizione dell'a,ffusto da 75 mod. 911, da cui si rileva quali sono le parti essenziali costituenti un affusto. L'affusto da 75 mod. 911 consta di due parti principa.li ('ravola XLVIII). .titfiisto inferiore - affusto. superiore. . L'aff'listo inferiore è costituito da due cosce indipendenti'. unite a snodo alla sala per cui consentono una llnga base di ancoraggio potendosi divaricare le code delle cosce e fissarle al suolo anche con disuguaglianze di làello 1 agendo con pochi colpi di ma,z za sui vomeri scorrevoli. Una delle cosce ha l'ooohione per l'attacco dell'avantreno. Completano l'affusto inforiore, le dwJ mote {I), i seggioli e due sc1uli laterali. L'affusto superiore è ·costituitO da: . lt) culla aff'u,sto e c1tl.lo, della slUta imperniat~~ al centro della sala,. Può subire movimenti sia in sS;nso verticale che orizzontale. Contiene il freno e il · ricuperator(; della slitta. b) la .~Utta che può scorrere nella sua culla: ha posteriormente due ali terrninà,nti a<l orecchioniere, per la culla d·el cannone; (1) Jn esse si distinguono: il mozzo, le razze, i ga,•elli, )I cerchione.


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e) la culla del cannone con due orecchioni per i'nnion& alla slitta e che. consentono alla culla di ruotare nel p iano verticale indipendentemente daUa slitta, oltrechè as8ccondare i snoi mov imenti, sostiene il cannone cho può scorrere nella culla, la quale 8uperiormcute porta il freno e il ricuperatore del canu one; d) lo scuélo centrale unito alla culla del ca11none. Allorquando si spara, l'affusto inferiore sta fermo; prima retrocedono cannone e culla m ercè lo scorrimento della slitta nella rispettiva culla, poi il cannone r etrocede nella propria culla. In eutrambi i mo,1i.menti entrano in funzione i corrispondenti freni e dopo completato il ri nculo mcreè i ri cupe ratori; cannoue con cnlla e slitta, ritoruano in batteria. I movimenti retrogradi avvengono: il primo in direzione della slitta, il secondo in di rnzionc dell'asse del p ezzo. Qnesto materiale consente cli far assumere a,l ea,n11one una fol'te jncliuazione (circa. 60°) inclinando 8Ìa la ~litttt, che la bo0crt da, fu0eo. Gli strumenti di zmntamento eh~ si impiegar10 nelle artiglierie souo gli alzi, i quacll'a.nti a livello, i cerchi di direzion.e, ecc. Va11taggio~i Rono gli o.lzi a r:anocchiale panora1nico, che consentono a.l. puntatore di dirigere la visuale in qualunque direzione, pur rima.nendo in una posizione fissa. Si im1ifoga, inoltre uno strumento di preci sione per la misurazione degli angoli detto goniometro. R otaie a cingolo modello Bona,gente. - Pel' facilitare i · traino dciie art.iglforie pe1<a,nt.i e rendere pìù sollecite le opern.zioni i)or dispo:r!o iu batte1·ia, evitando la costmzione di speciali piazzuole (paiuoli), si sono. adottate presso di noi delle rotaie costituite a.a segmenti snoda.ti molto resistenti, aventi ampia base ed avvolgenti nel loro insieme, mediante apposite guide, i cerchioni delle ruote. Tali congegni si chiamano cfagoli Bona,gente, dal nome dell'inventore, e sono applicati alle i-uote di alcuno artiglierie e dì alcuni tipi di carreU! per il traino in mont agna.

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II. - JUunizioni d'artiglieria (Ved, tav:ola XL1X). Vm·ie s pecie di proiettili d' artiglieria e loro i_mpiego. . I proiettili impiegati dall'artiglieria prendono li norne_ di grana.te, che possono esser~, ad azi~ne. espluden~e, ad a:o·n_" perforante, ad azione speciale (pro1ett1 veneftc1, fumobem, incendiari), a pallette. .. .. Le granate ad azio1ie esplorlente possono e.sscre di v~:1~ tipo con cariche interne più o meno potenti e con pa1et1 più ~ meno grosse. Esplodono in seguiLo ~d urtoi no 11 ~p~~~a, arrivano al segqo o dopo lieve penet raz1on? o a~1.che 1~ ,Lll~. Possono avere per obiettivo, bersagli res1stent1 o a111~1.at1. ('ontro o-li aerei è stat a adottata una gl'anata <1 11:om.~ta di spoletta ·t lempo ( pirica e meccamca). peu t e mum • . < • , .• . • ,., .,, _ 0 Sono inoltre in uso, s pecie pe1· J pH:co l1 ca l1h11, de11 e_ ':l<L naJe pet u1-i c. a. n percussione (spoletta ulli-a seus1b_1l~) aulodistrug:genli. L':iutodii:>ln1zionc, comandi~ta clH nna mi cc ia a telllpo che s i acce11<1e alla partenza del_colpo, ha lo Sl:opo di p,·itai·P che le granate l'icaclano rnteg1·c al •mo lo. Le oraunLe JJerforanti. c:sploclenli sono irnpiegat~ genei-almenfe n el 'liro controcano o conlro oi,ere hl melate; sono organi7.,,:ate iu modo che esplodano nc Jl'jntetno del can D, 0 dc~ll'open1., tlopo avel'ne perfol'ata l a eorazzatnra. 8ono in acciaio speciale, trattato; lrnnno I~ spolett~ posh'i·iore cd in genei-e sono munite dei seguenti elementi ca1,aUel'isU ci : . . , falsa. oui-l;a. (o t agliarento) iu lami ern. di a_cc1~1~, i u leO'a lerro-era od in resina sintetica : ha .lo scopo ;e, .-r. t eh d1m1. . uui1.0 la re::;istenza clcll'at.ia in moclo che 11 pro:,et ,o nn1v1 811 t uersaglio con una maggiore fol'za viva l'Csiclua (es, grauata perfonmte da J 7 mod. 3!.l); capzn1 ccio in aceiaio dlll'o: è sotto la falsa ogiva; e nell'urlo oh1iquo radptotegge 1a pnn t ".., clcll .,...., ~,·anata ~


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drizza in un,1 cc1:ta misui-a il pi-oietto facil itando· così 1,1 sna peuetrazione nella coi-azza. Quanto maggiore è la massa del cappuc-cio tanto maggiore è l'effettp cli raddt-iz:rnmento ( es. granata perforante moll . 36 del cannone da ·. 47 .mod. 37 p. b. ) ; . . t;rc~ccùit01·e : sostanza· a base di nitrato di stronzi 0 o eh bar10 oppo1·t 1mamente collocata. nel fonddlo; produce 1 .u ~1a J. Ll tC 1:os.sa o ver de che penneble l'osservazione e l'i:lO'grnstamcnt.o del tiro». · ~

· Le m:anate ad azione venefica, cont~ngono liquidi speciali la.. m~gg101: ?arte a base di cloro1 e possono determinar; eflet~1 to~~ic1, a~fi~si~nti o irritanti. Il loro impiego richiede part1colau cond1z1om atmosferiche e topografiche (1). , Le granate fitrno_gene, contengono sostanze liquide che, 1 a.I atto dello scopp10 . del proietto, si trasformano in una densa nebbia più o meno persisi;ente. Servono specialmente per accecare osservatori nemici ed anche per occultare movin~euti di truppe o lascia.re incerto l'avversario s.ulht direzione · d attacco. .. . Le granate incendiarie, contengo no sostanr,e infiammao~lt e servono per. incendiare depositi, .fa.bbricati ecc. La granata a pallette è costituit a da un bossolo di a,cciaio cont enente, nella_ parte posteriore, la carica di scoppio, e nell~ ·p~rte anteriore, le pallette sferiche di piombo .e antimoruo, rn numero variabile a seconda del calibro. Il bossolo agisce come un cannoncino, proiett ando innanzi le ualiette a forma di cono. Lo scoppio avviene in aria, dopo u~ tempo prestabilito, graduando . apposita spoletta. Può agire anche all'urto sul iierreno, ma con effetti molto scarsi. Ha eftìcacia solamente contro bersagli ·animati. ( l) Le gra.nate ad azione venefica sono vietate dalle convenzioni internazionaJi: si adopereranno perciò solo per ritorsione, in caso che l'avversario ne dia l'esempio.

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Cenno sugli elemonti costituenti il munizionamento delle artigl\crie. - Le munizioni d'artiglieria constano dei seguenti elementi: proietti; spolette; cariche lii lancio; bossoli. I 1Jroietti hanno forma cilindro-ogivale, molt o allungata; sono muniti di corone di forzam~nto, le quali incastrandosi fra le righe consentono ai proietti di assumere il movi · mento di rotazione ed impediscono la sfuggitn, dei gas. Vi è la tendenza a costruire proiettili con fondello rastremato (cioè con calibro che verso il fondello diminuisce gradatamente) per diminuì.re. il valore dell_a resistenza dell'aria ed ottenere maggiori gittate. . Spolette. - Per provocare lo scoppio dei proietti, questi verwono munifii di speciali congegni detti spolette. . o I principali tipi di spolette sono (1): a) a percu8sione: funzionano nel momento in cui urtano contro -µn ostacolo; b) a ternpo: destinate a far scoppiare il proietto in un punt o determinato della sua traiettoria; c) a doppio effetto: destinate a funzionare a tempo, ed anche a percussione quando venga a mancare il funzionamento a t empo, o si voglia, far scoppiare il proietto all'urto. Le spoktte differiscono nei particolari di costruzione, ma sommariamente sono cosl' costituite: Le spolette a percussione hanno una massa ba,tteute mobile, munita di uno spillo, la quale per inerzia, all'at to dell'urto del J)roicttile, provoca l'accensione di una capsula e · determina quindi lo scoppio del proiettile. Per evitare che ciò accada casualmente, fra il percuotitoio e la capsula si inter(1) I Tedeschi impiegarono pure spolette ad azione differita, per ottenere l'esplosione a distanza dì qualche ora e anche di alcuni giorni.


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pone una molla elicoidale o altro elemento elastico, e un con . gegno di sicurezza che .viene tolto automaticamente all'atto della partenza del colpo. Le spolette a tempo contengono una miccia la cui combustione ~i inizia a.Ila partenza del colpo. Regvla;1do opportunam~nte 11 tratto di miccia che deve bruciare, prima di deter~n~are lo scoppio del proietto, si ottiene l'effetto nel pun t o ctes1derato della traiettoria. Le spolette a doppio effettq sono costituite dall'insieme dei congegni delle due precedenti spolette. . Cariche di lancio. - Sono destinate a dare a,l proietto, 11 v_o luto _movi~et1to <li traslazione. D ebbono avere, come 1~ canche d1 la.umo delle armi portatili, grande potenza balisti ca e poca forza dilaniatrfoe. Si impiegano diversi esplosivi a s~c~ada d~ile b~ccbe da fuoco. Anche per le artiglierie, le cariche d1 lancio sono oggi tutte costituite da polveri infumi. . -~ ~econda dell'involucro che contiene le cariche, queste drntrn_guo~o in cariche a sacchetto, costituite da un9 0 più elementi, e 1n cariche a bossolo metallico. Per comun.icare il fuoeo alle c.ariche, si impiegano o-enera.1me~t~: _i canuelli a frizione e le cartucce innesco~ ver le art1ghene che non adoperano bossoli metallici; 1 cannelli per bossoli, nelle artiglierie che usano il bossolo. · lI bossolo rnetallico ha il vantaggio di consentire una 1~aggi?re _ce:erità di tiro e di rendere più semplice e per fetto 11 sistema di.· chiusura ermetica della culatta che avviene per l'espansione del bossolo stesso all'atto 'dello sparo. Come per le arlJ/.i portatili, il metallo comunemente a?~perato. è l'ottone; attualmente si impiega anche l'acciaio, per 1 piccoli calibri. s1

CAPITOLO XITI .

ME ZZ I DI T RAINO A) 'l'raino 1rnimale.

Generalità. - Accenneremo anzitutto alla costituzione generale dei carri in servizio militare. Ogni carro è costituit o dalle rn,ote (che possono essere due o quattro) clalla sala, dal portacarico, dalZ'attq,oco del q1.tadrupede, dal freno di via. • I

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LE rrnoTE. - Hanno lo scopo di diminuire, col loro rotolamento sul t erreno, lo sforzo per il trasport o del carico. Devono essere perfettamente circolari e leggere. Ogni ruota è composta da un mozzo, da· un certo r11Umero di razze e d:i ga'relli e dct wn c.erchione. Il · mozzo può essere di legno, a forma di barile opportunamente sagomato"per il passaggio delta sala e per l'incastro delle razze; generalmente però è di metallo, ed ha forma di tubo tronco conico con due piastre discoidali di cui una è fissa e l'altra è mobile, serrate l'una all'altra mediante chiavarde. L'occhio del mor.zo, dove passa la sala, porta sempre una bronzina, scanalata all'interno pel passaggio del lubrificante e che ha lo scopo cli rinforzare il mozzo e di impedirne il rapido logoramento. · Le razze, che servono ad unire i gavelli al mozzo, sono di legno . resistente, generalmente in numero di 12, talvolta rinforzate da tiranti di .ferro. In ogni raz:ra si distingue il piede di forma troncopiramidale, ii co-rpo a sezione ovale, ed il dente per l'unione .ai gavelli, unione che preferibilmente viene effettuata con bicchiere di , ferro a staffa per facilitare il ricambio delle razze.


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. .1 gavelli, disposti a corona circolare, costituiscono la peri-

fena della ruota, sono_di legno di noce o di olmo, con le fibre nel senso della curvatura: H anno sezione trapezoidale. Il n.umero dei gavelli è in genere di tre, u1ùti fra loro da apposite bandelle fermate con éhiavarde o chiodi ribaditi. 1Z cerchione, che rinforza e protegge i gavelli è di ferro 0 di acciaio ed è applicato sui gavelli con forzam'ento a caldo ed assicurato mediante chiavarde che attraversano tutto il gav.ell?. Il suo spessore varia da cm. 1 a 3, la sua larghezza varia m base al carico ed in relazione alla conservazione delle strade. In a.lcnni materiali, si hanno le ruote completamente metalliche. Trattando delle ruote conviene accennare alla cam,panatura, cioè all'incUnazione che hanno le razze rispetto alfa. perpendicolare alla sala, vassante per il centro del mozzo; essa ha lo scopo di migliorare le condizioni di resistenza della ruota contro gli urti, e sul terreno quando, per effetto dell'inclinazione della strada il peso del veicolo grava maggiormente /SU una ruota. L'angolo di ·campanatur~ varia dai 5° ai 100 ed è generalmente adottato in tutti i veicoli modei-ni, specie in quelli pesanti. . LA SAL 4.. - Serve ad unire le ruote ed a sostenere il pes~ d~ trasportarsi. Ìi} in generale di ac~iaio in un sol pezzo, eost1tmto da un corpo centrale a sezione circolare o rettangolare, con intagli, .staffe ecc., per fissare il porta carichi. Ha gli estremi tronco conici, di diametro inferiore al corpo, detti fusi di sala, su cui viene investito il mozzo delle, ruote che sono tenute a posto mediante acciarini. . Sui fusi di sala si pratica la vncavallatura (angolo dell'asse dei.fusi con l'asse della sala), allo scopo di evitare che la carnpanaturà discosti troppo le razze inferiori delle ruote dalla- · verticale, in terreno orizzontale, cioè nelle migliori condizioni di resistenza. . ·

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L'angolo di incavallatura deve essere alquanto inferion:e· <dell'angolo di campanatura; la differenza fra i due angoli ,,è detta strapiombo. In alcuni veicoli molto pesanti le ruote li.anno doppia, ·-Campanatura, cioè le razze' hanno alternativamente campa.natura diversa. La distanza fra le ruote, misurata a terra alla, metà dei cerchioni, dicesi carreggiata.

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POR'r A CARICO. Assumi? forme diverse, dipendenti di1l :.genere di_ veicolo al quale è applicato. Nei carri a due ruote è costituito: da due stanghe, . dal · telaio cbe appoggia sulla sala direttamente o mediante molle :·a balestra, dall'impalcata con o senza fiancate. . Nei carri a quattro Ù1ote si hanno due treni: retrot1·eno, · di costituzione analoga a quella di un cari'o ~a 2 ruot e. senza stanghe; avantreno, . costituito da una sala con due ruote sulla quale appoggia.no i cosciali che sorreggono gli organi di at·tacco ·del qu adrupede, ed un perno a,l quale viene unito il retro treno. Condizione importa,nte è l'indipendenza dei treni; dalla . posizione e conformazione dell'unione di essi, dipendono la pressione d~l timone sui cavalli, l'ampiezza di volta, -la facilità . d.i separazione, ecc. .ATTACCO DEL QUADltUP:GDJ]J, -

È costituito dal modo di

:..attacco dei quadrupedi. Nei carri a due ruote, le stanghe vengono fermate per mezzo cli reggi-stanghe, al ba8tello del finiment o del quadru. pede, il quale è attaceato al carro mediante tirélle fissate anteriormente ad un pettorale o collare e post eriormente ,.:alle stanghe. In alcuni ·carri pesanti, oltre al quadrupede attaccato _alle stanghe, se ne attaccano altri lateralmeµ.te ad appositi ,bilancini, come rinforzo. Rara.mente si ricorre all'attacco .tJ.rini, ti·ro e materiali vari - 2-1


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di rinforzo di punta pcrchè allunga _le colonne e non si presta al trotto. Nei carri a . 4 ruote Pattacco del motore - è in genc1:e a. pariglie, ra,ramente · a tre o quatt J:O ca:~lli di front e; viene fatto mediante timoni, bilance, b1la,nc1m. . Il timone è generalmente di legno, qualche ·volta a~che, di lamiera tubolare; in esso si notano: la testata .che viene fissata all'avantreno mediante due cosciali di lamiera attraversati da un chiavist ello; il fiis'to e la punta, in genere fer rata, con ca.mera ad occhio ove vengono assicurate le catene . dei collari dei quadrupedi, per la ritenuta. La bilaiioi-a è una traversa di legno o di metallo, alle cui estremiUt si agga,nciano i bilançini; è generalmente imper· niata mediante un gancio a snodo, posto nel suo punto c~ntrale, al punto medio de1l'avantrnno. P_uò essere fissa o m~bik" quella mobile facilita la volta del veicolo e segu~ me~l10 ~e variazioni di andatura del quadrupede; quella nssa, e però preferita nelle vetture di _artiglie1'ia, perchè risulta più robu~ta, · essendo in genere costituita dalla stessa traversa anter10re dell'avantreno. . · I bilanc-ini sono delle piccole traverse di legno o di metallo , çon estrernità affusolate, muniti di ganci spec!~li, uno centrale per l'attacco a.lla bilancia, altri dne la,t erah per l'att.acco delle tirelle. · Nelle vetture cli arliiglieria (pezzi e cassoni) le pari~li~ sono in genere tre: di timone, di m,ezzo e di voZ~ta: Pe~· carichi non molto pesanti può essere eliminat,a la pariglia d1 mezzo. La pariglia di timone serve a dirÌgere il _carro, ttattenerlo, farlo rinc1ùare; le pariglie · ùi mezzo e di vo~ata ~anno lo . scopo di aiutare quella di timone ~ello sforzo d1 tramo. La pariglia di timone ha il finim~n~o _a coll~re con _brac~, le tirelle clie sono attaccate a~ bilanc1m e questi alla b1lanc1a dell'avantreno· iJ timone è· unito anteriormente ai collari m ediante cate~e, per contribuire allo sforzo di ritenuta eserc1tato dai cavalli per mezzo della braca.

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Le pariglie di mezzo e di volata sono ,attaccate, rn.edianle tirelle e fal1:1c tirelle, rispcttiva.ment;c ai bilancini dell'avantreno ed alla pariglia di mezzo. Nell'al'.tacco a t re quadrupedi <li fronte (quello generai- · mente usato per i CMri bagaglio di artiglieria) il mwa,l lo r;cntrale è attac0ato con t imouclla, quelli laternli con bi l:lncini. I qua,clrnpedi at,taccaJi alle vetlure po~sono ess<'re guidat.i a redini lung he, opp ure n, redini C'-ortc e c:onducente montato sul quadrupede di sini.stra; quest'ul t imo sistema è prcforito per il t l'a.ino dei pezzi e dei cassoni di artiglieria; nc gl i al tr i carri si impiega anche il -Si1'tcma a rediui lunghe. Volta - Angolo di ,volta. ~ Nei veicoli fL due l'Uote la volta è rappresentata dalla mi11ima ln.rgltezza di ~t;rada o di terreno che con::;ente il dietro fronte del ca,rro; essa è _uguale a,lla lunghezza del carro, comprese le strn1ghe, au~1cnt at a di quanto il quadrupede sporge anteriormente a queste. Per evit are il dietro fronte si possono fare le stanghe _amovibili (nostre carrette da batt~lionc: leggere per truppe alpine) o ribaltabili (uostri carrettini mod. 15 in dotazione alle bat t,erie di obici da 100 /17 mod. J6), in modo cbe vo.lendo cambiare direzione di marcia, basta togliera le staingbe ed applicarle nel verso vohlto, oppure ribaltarle. Angolo di -volta è l'angolo massimo che possono formare tra di loro le due sal e dei veicoli a 4 ruote. Ha grande importanza a que~to riguardo il modo di unione dell'avant reno al retrotreno, unione che può essere: libera, l i oontrasto verticale, a oontrasto orizzontale. N ell',unione _libera il retrotreno è appeso mediante un occhione acl un gancio oppure ad un ma~chio dell'avantreno. È il sistema generalmente usato nelle artiglierie cn,mpali. Nell',nnio-ne a oontrasto verticale, il mnischio dell'avantreno è verticale e l'occhione appoggia su di esso contrastando con le superfici della coda del retrotreno . Nell'imione a contrasto orizzontale, il contrast o è tlat o da un maschio applicato all\1,vantreno, e da una pial)tra a tondo 0


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orizzonta,le, applicata al retrotreno. Questo sistema, che è quello generalmente usato, ha il vantaggio di permettere una. maggiore ampiezza del porta.carico e un grande angolo di volta. Freno di v'ia. - Ha lo scopo di sviluppare resistenze al movimento del carro~ in modo da vincere l'azione acceleratrice nelle discese,· o la forza viva residua del carro quando deve essere arrestato in breve :::pazio, in concorso all'azione di ritenut a che può esercitare il quadrupede. Nei carri a duè ruote il freno di via è fissato al corpo del carro ed agisce 8tti cerchioni delle ruote; introducendo così una resistenza al movimento: nei carri a quattro ruote, è applicato invece al retrotreno. al fine di ottenere la maggiore azione frenante sulla parte del carro che è più gravata clel carico. I freni. delle vetture a t razione animale possono essere a scarpa o ad att,·ito. Nel fr~mo a scarpa, ormai antiquato, la scarpa o suola, che calza il cerchione, è collegata alla impalcata del èarro mediante una catena o una· corda che, convenientemente accorciata, fa aderire. la scarpa al cerchione, arrestando completam~nte la ruota; volendo cessaTe l'azione del freno, si allunga la catena e la scarpa è superata dalla ruota. Nel freno ad attrito, generalmente usato; le s,iole di fLttrito, di legno o di ferro, possono, medi~nte tiranti a leva collegati all'impalcatura del carro, agire gradat,amente contro il cerchione di ciascuna ruot.a. '

Vetture d'artiglieria.

Le vet,ture d'artiglieria ham10 .caratterist~ch~ pa.rticolari che variano secondo il calibro della bocca da fuoco per cui debbono servire e secondo lo scopo speciale per cui sono destinate.

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Art?:glieria divisione cli fwnteria • - La bo· cca • • < d'd, f uoco - ~elle art1gherie i?potrainate è trasportata incavalcata sul1 affusto · c~1e, uruto a,d un avantreno costituisce b, vettura pezzo; fa .m0ltre . parte del carreggio cli combattimento il car:o munizi~ni (.1) costituito pure da, due treni sep,arabili facilmente, d1 CUI uno, l'avcmtreno, è perfettamente uguale

a quello della vettura pezzo. L,'unione ~~i treni è a ~ancio, libera a bilico, oppure a cont1~st? ,~ext1calc snodabile, elastico. Gli avantreni sono provvist,1 d1 cofano per munizioni che serve anche da sedile ai serv(mti. , L'~ffus_to in genere non subisce alcuna modificazione :per 1 1 tramo; 111 qualche caso si ba il ribaltamento del vomero sopra la coda. Nelle cost~uzioni modeme si. ha, ,c,empre l 'anooraggio della culla, per cui questa viene 'bloccata. e fissata rigidamente all'aff~sto: all~) sc?po di evitare che i congegni ·di punteria, in altezza e.!n ch~ez1one possano essere soggetti a urti e Bcosse durante 11 tramo. , Gli affusti sono pro·vvisti di seggioli, s0ve.ntc s10ne elastica. a sospen. Il r:'tr~treno pe~· carri nuini~ioni lta, un · cofano, di grandi dimenswm, .metallico; la sa.la ati;raversa il cofano t,rasvenmlment e e .a l ~li sotto di questo è .imperniata una stanga t ubola.r~' che cost1t111sce la coda, e.on occhione pe.r l'unione ali'a,vantreno: Tale retrotreno può anche essere disposto in hatterifu v~~mo al pezzo, S\3parato dal suo avantreno e riba,ltato indietro; . la coda, ripiegabile, costituisce puntello del cofano. esso, <1uando è ribaltato, si apre a guisa di armadio; il fondò del cofano e la parete anteriore sono corazzati. . L'ava,nt,;:eno è a cassone; la sala attraversa il cofano met.filh~o eh'.' e s1st.emato per il tra8porto delle munizioni ·· un tnbo d1 lamiera, al quale è fissato anteriormente il timo~<' e pn( l) Dotto normalmente ·«cassone»


-;- 32(ì -

steriormeute il gancio il' unione, attravel'sa longituilinalmcnte il cofano normalmente alla sala. A rtiglierie di Corpo d'Armata.·- È stato del tutto abbandonato il traino animalo. Le artiglierie di Corpo d'Armata sono ora trninaLe mediante speciali trattori, e con l'ausilio di carrelli elastici. La bocca da fuo co può assumere sul proprio affusto due posizioni: di via - cioè arretrata sulla culla, - e di tiro - cioè in po~iziono normale per lo sparo; il carrello può anch'esso assumere due posizioni: portante, cioè disposto al disotto della sala jn modo da solleyare completamente il pezzo dal terreno, o avantreno, cioè disposto in modo da sollevare solo la coda del pezzo, che continua; a poggiare sul terreno con le proprie ruote. P er il t raino su strada il pezzo viene agganciato al trattore con carrello portante, sicchè esso viene sost enuto dalle sole ruote del carrello, ciò che permette anche elevate velocità; per il traino in terreno vario il pezzo viene disposto con carrello .avantr'en o, in modo che il pezzo poggi su quattro r uote: le proprie e quelle del carrello; ciò agevola il movimento del pezzo stesso. Tale organizzazione però veni1 moùificat:1, poichè sono in a,ttuazionc delle ruote gommn.té, che - sostitu endo lé attuali ruote degli affusti - permetteranno l'abolizione dei carrelli elastici, ottenendo cosi maggiori facilitazioni . e speditezza nei movimenti del pezzo. Carri mimizioni. -Generalmente sono speciali carri rimorchio a sospensione elastica, atti ad essere trainati dai trattor1. ..frtiglierie di annata. - L:1 bocca qa fuoeo viene generalme.ntc i:rasportata scpu,rata dall'a,ffusto su appositi carri a ·ruote; talvolta fii applica una sala e nn avantreno alla boe<a .d a fuoco stessa, che viene munita di staffe e stanghe di train o adatte. Gl i n.ffm;1,i n. rn olic !'-Ono trainati applicfmdovi un avantrer o <Con unione n, contrasto orizzontale.

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827

GLi affusti a cassa possono talvolta· esi-cre trasformati in retrotreno di vettura a quattro mote, con l'applicazione di sala e ruote. In genere con questi materiali è previsLo il t.raino meccanico. Le ruote sono gelieralmente munite di .rotaie a cingolo. Le munizioni sono trasport ate in carri trasporlo ~pe,ciali. Gli avantreni sono generalmente metallici e di confor mazione variabile, secondo la. particolarità di ciascun materiale: in genere sono sistemati principalmente per il t,rai.no meccanico, adattabili al traino animale; l' unione dei treni <è .a contrasto ol'izzontale.

B) Trnino meccanico.

Prima di entrare in merito all'argomento del traino mec<ea.nico è opportuno premettere il significato dn. attribu ire ai .seguenti vocaboli inerenti all'impiego nell'esercit o dei mezzi meccanici: motorizzazione, allorchè l'arma, portata o rimorchiat,a dal mezzo meccanico, agisce in combattimento separata dal veicolo automobile (es.: artiglieria di corpo d' arma.La e ·d'armata); meccanizzazione, allorchè l' arma fa parte integrale del mezzo meccanico, ed agisce in combattimento senza disgiungersi dal veicolo automobile (es.: carri armati, autob lind<', semoventi); autotraino od autotrasporto, allorchè si tratta di traino ,o rli trasporto con mez;r,i m eccauici cli materiali di serv izio generale. L'impi ego del traino meccanico, va man mano generalizzandosi, nell'artiglieria (motorizzazione) perchè offre iu confronto al traino animale consi<lerevoli vantaggi, qua.li: .aumento della mo bilità strat,egica. delle artiglierie; sforzo


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328 -

di tra,done a.15sai maggiore, che c(lnsente il traino cli artiglieri e di grosso C<'l>libro e cli grande potenza; economia di. p ersonale; ra.pidità cli rifornimenti dei mezzi cli consumo ccc.. Ciò ha portato ano studio cd a lla int;rod.uzione in servizio di un complessò cli veicoli automobili rispondenti a-. determinate condizioni, principali fra esse: attitudine al percorso sia sulle strarle ~ia iu terrenovario ed accidentato; att.itudine a supera.re osta.coli, non inferiore a.·quella dei-. mezzi anin1ali; adattamento alfa piccola velocit.à sn strada in colonna, con la fanterfa,; capacità di superare guadi di determinata entità; con-· di:'lioni queste che l'indust1:ia ha realizzato sufficien1 emen1;e nell o ,:recenti costruzioni dei mezzi automobili. Per effettuare il traino delle art,iglforie sono attualmcm:.e iJppiegat i trattrici e trattori; tali autoveicoli hanno particolare attitudine a marciare fuori strada e realizzano un notevole sforzo di trazione per ln. grande aderenza. d<.!lle ruote motrici (4 in ve.ce di 2) al- terreno, aumentata con l'applicazione di appositi cingoli o palette. Le t,rattrici ed i t,rattori att,ualmente in servizio n el nostro Bsercito sono : le trattrici Fiat 20, Pavesi-Tolotti tipo B, D aimler da 80 e da 100 RP. e la Breda (pesante 32), per il trainodelle artiglierie d'armata; il trattore pesante campale 26 e 30 per lo artiglieriecli corpo d'armata; il t rattore leggero 31 ed il tra,ttore leggero 37 (destinato a sostituire il precedente), p er le artiglierie clelle D. O. e-motorizzate. P er le artiglierie leggere è pure in servizio un tipo df trattore a cingoli di carreggiata stretta, denominato trattore da montagna O. C. I. 708 C. 1VI.

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329 -

Si riporlnuo qui <ii segni lo le camt tcristicbc principali" dei piì, mo<lerni frn gli a,utomt'zzi di <'ui sopra, recenfementea<io tl ttt.i. 'l'raltr fre pc8an!'3 -32. -

:V[otoro a 4 cilindr i cbr. svilu.ppa. una potenza massima effettiva di 80 HP a 1450 giri; trasmissione a carda110; -1 ruoto motrici; carico u tile 5.000 chilogrammi, velocità massimr~ su strada 30 km /ora; sforzo di t razione 5.000. cll ilogrammi. Trattore pesante campale 30. - Deriva <lai successivi perfezionamenti in trndotti ai t.rattori Pavesi mod. 1925 e mod. 1926 (tuttora, i n servizio con la, denominazione regolamentare rispetti vamcnLc di trattote pesante campale 26 e 26) tra i quali di particola.re impol'lan1,a quello relativo al comando del freno a pedale, in modo da impc-· dire che, per falsa, manovra, in lu.ogo ùclla frenatura venga effettuata In, sc~mpensaziono dei freni elrn comporterebbe la, rapida virata a destra od a sinistra del t,ra.tt-ore. È un veicolo snoùaLO che ha la po::ixibilit:\ di adel'i1·e con le quattro ruote al teneno allche se qu.csto è notevolmente accidentato. H a quaLtro mote motrici di uguale diametro, gom.mat e, cho possono e-ssere munii e ,li speciali palette pera,umentarne l'aderenza. H a un motore a 4 cilindd chcj sviluppa una po teu za massima effettiva cli 50 HP circa; trasmissione ad ingranaggi;. carico u tile 1000 chilogi'ammi; velocità su stmda 20 chilometri all'ora; sforzo di t razione al gancio (in prima velocità) di 3800 chilogrammi; è muni l,o di verri.cello con cavo della. lunghezza di 30 metri che consente uno sforzo di trazione di 4000 chilogrammi. Tratt,ore leggero 31. - Ha costituzione a,naloga al t rat-· tore ·pesante campal e; motore L/140 a 4 cilin dri che sviluppa una·potenza ma8sima effettiva di 32 Rl? a 2200 giri ; tra.c;missione ad ingranaggi; -1. r uote motrici; carico u tile 600 chi,logrammi; velocità massima su strada 38 chilometl'i n,ll'ora~ sfon:o cli trn.zione 2200 chiloinammi.


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3:10 -

. Trattore leggero 37. - Del tipo a telaio rigido con le quattro ruote indipendenti, motrici e sterzanti. Trasmissione media.nte 4 alberi n, giunto cardanico colleganti le ruote col gruppo differenziale in posizione centrale e facente blocco unico col cambio. Motore di potenza massima di 50 HP. a 2000 giri eh<~ consente una velocità massima di 40 chilometri all'ora. Sforzo massimo al gancio, kg. 2800; sforzo di t razione, kg. 2000. Può supera,re pendenze :massime del 50 % con traino e del 60. % senza trnino. Carrelli elastici. - Data la velocità su strada che possono · ;,aggiungere i moderni trat,tori, il materiale mal resisterebbe ai sobbalzi del traino alle celeri andature. Sono stati ideati, per ciò, speciali carrelli elastici (art iglierie .da ,campagna e pesanti campali) costituiti da d).le ruote gommate e da una sala con molle a balestre su cui con facile manovra si sovrappone il complesso bocca . da fuoco-affust o (1). In tal modo, detto complesso viene solleva.to alcuni centimetri da terra, sicchè ncH,raino su strada in luogo delle ruote dell'affusto.funzionano quelle gomrn:,,te del carrello. Per il traino fuori strada, imrcce, . lo stesso can·f:llo viene spostat o sott o la coda e funzi~na da . avantreno. Affusti semoventi. ·

Risultano daH'uuione, in modo fisso, del pezzo all'autoveicolo così che ·l 'insieme costituisce un complesso insci.nd ibile. 'l semoventi, nel passato, erano impiegati solamente per il tiro c. a. Ora hanno largo impiego anche nel .tiro contro carri e sono, per quest'ultimo scopo, installati su .s cafi per carri. a.rmati, privati della col'azzat1u·a supe1'ior.e ed appositament e adattati. (1) Il carrello elasUco è stato ide(tf.O per rendere possibile il traino a cele rè andatura dei materiali precedentemente esistenti, :t i:,ospensione ,igida. Per le pÌÌl moderne artiglierie che possono essere costruite gia -0011 sosper~~ioni E'llastiche. il ea.rrelln d a!: ti<'o oon sn,rà piì1 nece~sa.rio.

-3:31 -

Attualmente abbiamo i u servizio i cann oni da 90/53 e d a 75/18, mon taiti rispettivamente sugli scafi M. 14/ 41 ed 1L 13/ 40. Le nostre artiglierie controaeréi autocampali da 75 /27 OK. sono att ualmente incavalcate su autocarri << Ceirano 50 C. M: . .A.. >>, i quali hanno le seguenti caratteristiche principali: motore a 4 cilindri che sviluppa una poten za massima effettiva di 53 HP a 1 750 giri; trasmissione a cardano con riduttore; quattro ruote gommate di cui due motrici;. velocit à massima su strada 25 chilometri alJ>ora. Esistono tuttavia sino a consuma2:ionc alcuni esemplari di antocannoni su autocarri «Hala 10 >>: motore a 4 cilindri da 45 HP a 1200 giri, trasmissione a catena, 4 ruote gommate di cui 2' motrici, velocit à massima su strada 25 chilometri all'ora. Treno bonzo-elettrico.

Serve per il traino di artiglieria di grande potenza. È un sistema di aut otrazione basato sull'impiego di un carro genera,tore di energ,ia elet trica, che alimenta i motori delle vetture alle quali è collegato. Le vetture trasport ano il peso diviso in più carichi e sono dotate di ruote ferroviari e éhe possono facilmente, con semplice manovra, essere sostituite da ruote a largo cerchione per il percorso su stradà ordinar ia. Il cano generatore è munito di un motore a benzina a 6 cilindri e serve soltanto a fornire. l'energia ner.e1,saria ad azionare gli elettromotori di cui sono provviste le ruote pòste.r iori clel carro generatore stesso e que.lle delle vetture da carico. I tipi di tt'cno henzo-clettrico da no: attcia,lmentc usati sono: il ireno B, che è costitui to da lin generat ore benzoelettrico Skoda-Daimlcr tipo . B e da più rimorchi (da 5. a 10) a, dut~ assi c;iascuno, con Llnc o qu attro elC'tlromotori. Può marcia.re su via ordina.ria e su ferrovia;


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332 -

il treno O, che P costit,uito da nn general ore bcnzoelel trico Skoda-Daimler tipo C e da un rimorchio pesante a 4 assi (2 carrelli) con i:l elettromotori. Può marciare im v ia orò.inat'ia e su forrovia. Trasport-0 in montagna.

Per il trasporto in montagna i materiali d'artiglieria debbono es~ere scomposti in parti che. permettano il someggio o il tramo sulle mulat tiere. Traino. - I1 traino si eseguisce in generale con carreO'g~ata molto ridotta, circa cm. 90, e con ruote di piccolo diametro per avere il centro di gravità del carico molto ba~so. . . .n ~atcrfa~e ~eve essere facilm ente e rapidamente fH.:ompo .. m btle m parti eh peso limitate (sempre in rela7,ione al calibro). Per tuLti i carichi, meno l'affusto, si ùanno in genere carrelli speciali per la sistemazione del carico· l'aff~sto invece costituisce carrello per se stesso, con l'ap~licazioue dj una, sala ridotta in luogo cli quella ordinaria. Le vetture possono essere a due ruote ed equilibrate sulla. sala; es$e ì"engono trainate a bracci.a· e guidate con stanO'he assicurate al carico, oppu l'e può essere applicato al carr:110 . uu .piccol? a:antreuo a rotella con ganci a cui si applicano· f11111 per 11 tiro a braccia o timonelle pAr l'att ac.co di quadrupedi di p unta. Per i mat;eriali più pesanti, le ruote dei canelli sono· anC'he munite di rotaie a cingolo. Soméggio. - Il someggio obbliga. alla scomposizione del materiale in carichi che non superino il peso di 100-120 chilogrammi, potendosi calcolare il carico complessivo che pu ò trasr~or~are un ~uon mulo a circa 180 chilogrammi 0 d~,·endos1 1~1scrv~re 01rca. .Go chilogrammi per la bardatura, ~li access~n e gli at.lirezz1, ehe Jìrcndono complessivamente, 11 nome d1 carico oom,une.

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;3:33 -

Il basto deve essere molto robusto, con ampia ·superficie di appoggio snl dorso e sui fianchi <l ei quadrupede, con pet· t,oralo e braca per impediro spostam~nti nelle salite e nelle disceso. Le p arti del materiale possono essere sistemate come aarico centrale sopra il bn.slo o come carichi laterali. Il ca rico cent·,r ale è il meno vantaggioso, perchè il contro di gr:avità del carico stesso viene a trovarsi mo_lto iu alto e il quadrupede è tormentato e disturbato dalle continue scosse del carico; richiede inoltre quadrupedi molto robusti e di grossa taglia. È bene quindi, come si è già detto, che i carichi centrali siano i.n numero minimo. I carichi laterali sono in,·ecc più equilibrati e permettono di Taggiungere il massimo <li ca1foo utile, anche con quadrupedi cli taglia 110n molto grnsi::a; ver questi carichi p<>rò è neoossario che le part.i in cui è scomponibile il materiale non sinno di peso superiore a 60-70 chilogrammi e non apbiano lunghezza superlol'c :1 m. 1,00 circa, perchè altriment,i riuscirebbero squili brat,i e disLui·bcrcbhèro il quadrn. pedc colle forti oscillazioni, oltre a.d CRSer<>, eventualmente, perfoolosi sulle mulatt.iere a mezza costa. Di solito sono someggia.ti come carico conl,ralc: la bocca da fuoco, la testa(,n, clell'affusto, la coda; talvolLa anche la culla contenente il freno cd il ricuperatore ; sono invece sempre si~temati come· carico laterale, le ruote, gli scuili, i cofani per munizioni. Le rnwn-izioni pct il s-omeggio sono sistemate in cofani per munizioni, di lego.o o di la,miera d i ferro, muniti internamento di t,Mselli, listelli o altro mezzo per tenerle bone assest;atc ed evit;arc gli sbattimenti, ed esternamente di maniglie pe1: il mn.ueggio. Tal volto. si ut,ili½r.ano per il Fomcggio anche le cassette cVim/.,allo, contenenti cia:icllfia due o tre colpi, e che s i as;-;icurnno m1.: cl.iantc corregge su H.rmature .sospese ai lat,i ùel basto.


-- · :134

~

335 -

_eont,ro i bersagli · animati, in :1zioni di fuoco che n,ssumono le Regucnti denominazioni: CAPITOLO XIV. DA'l'I S0ll.l\1AUI SUL 'l'IltO D' AR'l1 IGLIEitIA - D.A1.'l DI EF]?ICACJA. Lo.no INFLUE'NZA NEI RIGUARDI DE.LLA FOl-tTH'ICAZIONE

1. - Generalit.lt.

Le resistenze opposte dal nemico sul campo lii lmu~tglia possono essere attive (mezzi di fuoco) e passive ( ostacoli materiali). In relazione agli effetti da r;i,ggiLtngerc, il tiro dd l'ltrtiglieria si chiamerà: a) tiro di llistruzione, quello ~be si prefigge di eli minare definitivamente un determinato bersaglio; richiede grande esattezz<lJ di liiro, grande consumo di munizioni; · b) tiro di neiitra~izza,zione, qu~llo che si prefigge di rendere inoffensiva una data resistenza, nel tempo. e nello spazio che a noi interessano per superarla. . Ragioni di economia di munizioni e di tempo com,igliano di limitare il tiro di distruzione a quelle resiste11zo tLttive, che è indispensab-ile eliminare definitiyamente, e :1, quelle .resistenzE} passive che la fanteria è costretta ad attra.versare nell'attacco. Per ottenere gli scopi sudcic-\tti, distruzione o neutralizzazione, vengono impiegati adatti proiettili e cioè gr,1nate ,, di , arie .specie contro i bersagli resistenti e granate a JYl llette 7

spianamento; · concorso all'accatn,iJagnamento; appoggio; appoggio specifìco; sbarramento; · arresto (contro ca,rri arnmti); repress·ione; interdizione (vicina e lontana); controbatteria.

. .A) JJ!l assa. L'idea dell'impiego a massa dell'artiglieria è antica quanto l'introduzione delle artiglierie stesse. Essa, attraverso i1 tempo, imbì variazioni ed anche deformazioni, a seconda dei mezzi e delle idee nel momen.to prevalenti. Fu portata a forma per quei tempi perfetta e perfettamente adeguata alle condizioni dei materiali, da Napoleone I, che in molte delle sue memorabili battaglie ne fece applicazione redditizia. L'impiego a massa dell'artiglieria di Napoleone consist,eva nella riunione rapidissima, di sorpresa, nell'ultima fase della battaglia, di . una ingente massa di bocche da f'noco, in corrispondenza del tratto di fronte sul quale si svolgeva l'att,acco principale, massa che con a.zione di fuoco breve e violenta preparava in modo· irresistibile l'a.ss((,lto ,lei battaglioni. · .Aumentando successivamente h1 gittotrt delle artiglierie e perfezionandosi i mezzi di puntamento, rn relazione anche all'aumenta.ta estensione dei campi di battaglia, si passò gradatamente dall'.impiego a massa, ottenuto col concentramento delle bocche da fuoco, all'impiego a massa dei proietti, ottenuto facendo convergere le traiettorie sugli o biettivi. Le ma,sse singole di faoco, provenienti da diverse parti e da di verse direzioni, si vengono così a 8ovrapporre rapidamente, costituendo un·a massa, unic.t, densa, compatta, · che


-

337

336 -

:produce effetti incomparabilmente superiori a quelli che .si ,otterrebbero con un'azione frammentaria o -eon masse assai meno dense quali, ad esempio, si ave.vano nel periodo che precedette l'ultima guerra, quando si ricercava la· potenza dell'effetto nella eQeesssiva celerità di tiro delle singole b0cche -da fuoco, im f'Ce che in un adeguato aumento delle iùti-· .glierie. 7

B) .k fonovra del fuoco.

La manovra del fuoco collsiste. nell'applicazione tempestiva e con caratterè di. sorpresa, di masse di fuoco (cioè di - proietti) aggiustate, precise -e giustamente dosate nel tempo -e nello spazio per qualità, estènsfone e densità, sopra i vari bersagli, secondo il disegno di manovra del comandante e lo svolgersi del combattimento. Essa quindi richiede il coordinamento dell'azione delle varie unit à di artiglieria, in relazione alio scopo concreto di battere al momento opportuno gli obietti~i assegnati. 0011 la manovra del fuoco il comandante della grande unità mira a conseguire la preponderanza sul nemico, nel punto e nel momento voli1to, con criterio di economia, vale a dire con l'azione in ogni istante commisurata agli effetti che egli ·vuole ottenere. C) La sorpresa.

La sorpresa è uno degli asp~tti caratteristici della manovm ,di fuoco, e dovrà essere ricercata, sempre che possibile evitando di . eseguire aggiustamenti preventivi sull'obiettivo, ma utilizzando l'aggiustamento eseguito su punti adatti -detti obietti vi ausiliari. L'approssimazione conseguente è compensata dal concent ramento del fuoco di più batterie o più gruppi e dall 'ese·Cuzione del tiro stesso con più alzi e con dati di direzione "opportunamente varia,ti per comprendere con certezza il ·,bersaglio. ·

H.

1'iri di . distruzione;

Il t iro di distruzione è normalmente còmpito delle aÌ-tiglierie di medio calibro ·e .delle bombarde. Anche. in questì tiri, comé in quelli su bersagli animati, lo scopo si raggiunge ,p iù facilment e quando è possibile battere. il bersaglio con tiro d'infilata. ·

.Dish·ÙZiono di retieÙJati.

li CirO contro i .reticolati è un tiro di precù;iorJ,è che deve essere . eostantemente ·osservato. ·Dati d,i efficacia. .

./

' l

'=~ . -._·_ - --=====!========;,========= !

Bocche da fuoco

.

I:

i I.

Proietto

• I

Distanza Q.i, tiro ·

. - -,;,--'-':--:--'-'--- - - - ' -- - - -- --

• 'l .

.

:

I

I .

Bombarda da 240/12' Bom,ba orùin .. 1.000 + 2.000 Cannone da 76/27 , ·Obice da ]()0/17 Obice da 149/12

.

. Gra.n. da. 10() (a) ·

'Sk Gra.~. da 149 (a)

2.500

Ìn "---

Ir

.

.metri ~

-,--

.

?01 10 X 26 .( 1.)

. i

2.500

J

; ,000 + 4.0001 t

-

1 I. 1.3001 10 X 25 (2) .

,

G:ran . da 75 (ci)

Ampiezza distruzione · ·

N. di colpi

500 10 X 25 . (3)

200 20' X 20 (4) . '

. .

. (a) Con proietti muniti di spoJetta istantanea.. (1) La profondi~à del xetico!ato è di m. 10. Con una batteria occorre

circa.·mez2/òia. (2) La prof~mlità .del reticolato è di m. 10. Con una batteria occor-

. rono circa 2 ·o~e e mezzo.· · ,· (3) .La prof~nnità d,e l retic,o lato è di rri. lo. Con una batteria occorre circa un'ora. (4) Con una batte1·ia. occorr~ m1·ora e mezzo:

'

I


-

-

338 -

I medi calibri a tiro curvo e, per gli obiettivi cU maggiore consistenza, i grossi calibri, sono i più adatti per tiri del ge1iere.

Distruzione di trincee e camminamenti.

I cannoni da 75 e .da 105 hanno scarso effetto se battono .e trincee frontalmente, buono se .invece battono d'infilata > in obliquo. I · mortai di medio e grosso calibro si impiegano ~ontro elemènti di part icolare tesist.enza. Dati di e'Uica,cia. ,

I I

Bocche da fuoco

Proietto

II Ncolpi . di I '

..

~

m. 100 dist.r. oompl. (l )

~annone da 75/27 . Granata da 7 5

20

per metro lin·e are (2J

id.

da 149/35 id. ace. o gh. ace.

400

m. 100 distr. compi. (3} m. 100 distr. compl. (3 )

id. da 100

600

id.

id. ,da 149

200

da 149/12

Tiro cl'imbocco alle feritoie : un centinaio di colpi p er avere due colpi giusti all'interno.

Cannoni etl obici da, 149, 152 Mortai da 210

Basta.no due colpi giust.i, cioò occorrono 80-;- 100 colpi. (Oltre i 5000 metri aumentare di 1/ 5 il fabbisogno).

,',

l -;- 2 colpi giusti, cioè

40-;- 80 col.pi.

. I

Occorre tiro più che possibile d'infilata, con medie e grosse. - artiglierie a lunga gittata e con proietti a forte carica interna. Data la facilità, con cui i i nemico può riparare i da.uni prodotti dal tiro sulle ferro vie, 'riesce spe.sso più convenient e int;erdire l'uso con tiro irregolare e continuo d i granate e granate a P.allette di piccolo e medio calibro.

( 1) Occorrono 1 -;- 2 colpi per metro lineare. (2) Tiro d'infilata od almeno obliquo.

(3) Tiro d'infilata. Oltre i 5000 metri aumenta,re di

Bastano

Distruzione dì opero d' arte o dl ferrovie.

8-;,-10 pèr metro lineare (2),

)bice da 100/17

Cannoni da 65, 75, 105

· Bombarde da 240 - Mortai da, 210, 260 - Obici da 305

150

da ' 105/23 Granata .

Dati di e'(/icacia .

Lunghezza della distruzione

3Òmbarda da . Bomba ordinaria . 240/12 .

id.

339 -

Dati di efficacia.

½ -;- ½ il

abbisogno.

Obiettivi

Distanza

Calibri

km.

Numero dei colpi

Note

)istruzione di ap1iostamenti per mitragliatrici e bombarde, osservatori, blin1Iamenti vari.

I cannoni di piccolo calibro e quelli da .106 non riescono, n genere a sfondare i blindament i, ma solo a sconnetterli. J}ssi perciò devono di solito proporsi di raggiungere l'intento 10n colpi d'imbocco attraverso alle feritoie od aperture:

100 -;- 200

Opere d'arte .

210 , 260, 305 ; 381

6 -;- 12

T ratti di binario in rialzo

260 , 210,

8 "7' 10

400 -;- 600

Stazioni, · ecc.

210 ,· 149

6 -;- 10

200 -;- 400

scambi,

secondo il calibro

149

Armi, tiro e materiali vari -

22*

Questi consumi si rife riscono al tiro di infilata.. Se si t irafrontalment e , quadruplicadi.


-

340 -

-341-

Distruzioni varie.

'.Per la distruzione deì fabbricati si impiegane> artiglierie pesanti campali e pesanti. Dati d•i efficacia.

Obiettivo

-

Calibri

- - - - · 1---- -

• · · • · · , , •

'

1

l

149, 2JO, 260

I I

14,

-

I

I

Note

--

I

di cui 111~er ogni 100 ms di

incendiario

, 'I I

Sfondamento di volte sot-( 210 260 305 {a) • tornrnee

Numero dei colpi

· !Ci. a

area fabbricata.

1

"d l • (a) Spolette a fon-

zionam.e1,to ritardato.

III. - Influenza del tiro dell'artiglieria nei riguardi della fortifleaziorie.

Lo sviluppo numerico e di potenza e la possibilità di far concorrere sul campo di battaglia, anche nelle fasi più movimontate, quasi tutti i tipi di artiglierie ormai trainate da mezzi meccanici sufficientemente veloci, ham10 una influenza profonda nei riguardi della fortificazione. Tale influenza è resa evidente dr1ll'esn,me delle: t;a,belle dei dati di efficacia già riportati. La fortifica;~ione deve quindi tener conto di tali dati e studiandoli deve potersi adattare alla nuovn situazione per' raggi.ungere lo scopo proprio. ' · Dalle tabelle si rileva che fa percentu~le çlei colpi utili, su un bersaglio, dipende dalle dimensioni del bersaglio stesso. Quanto più esso è, piccolo tanto minore è la proba,bilità di colpirlo. Da tale constatazione emergono le conseguenze: 1 ° opportunità di ridurre le dimensioni d '{i bersao-li· o ' 2° convenienza di non ricercm,re la ptotezione con le grandi masse coprenti . 0

i-l •..,.,,. ! ..

Inoltre, poicbè quando una bocca da fuoco esegue un tiro centrato i proiettili si disp~rdono stÌ .una zona meno ampia ma di màggiore dimensione nel senso della profondità., se gli elementi fortificatori si t rovano nella stessa zona cli dispersione dei proiettili, la probabilità di essere colpiti risulta ma.ggiore; mentre scaglionandoli in profondità tale probabilità diminuisce sensibilmente. N·a turalmente lo scaglionamento ha e deve avere un. limite, oltre il quale si incorrerebbe nell'inconveniente o-rnvis"' simo della diluizione delle proprie forze. Come norma teorica si può ritenere che la distanza n~ciproca dei vari organi fortificatori debba essere di: m. 25 lateralmente, m. 120 in profondiLà, essendo tali le dimensioni. approssimative del rettango lo contenente il 50 % d.ei colpi. In linea teor~ca, a, parità di colpi sparati, se gli n bersagli invece di essere situati nella stessa rosa, di tiro vengono disseminat;i all e distanze suddette, in modo quindi che la, loro distruzione richieda n tiri centrati, la vulnerabilità di ciaRcuno risulterà uguale ad 1/ ,, . In conseguenza, poichè la possibilità di sforzo delrartiglieria dipende da molti fattori, come disponibilità di munizioni, possibilità di trasporto ecc., si obbliga l'attaccante a diluire il suo fuoco o a ridurre il fronte d'attacco . _Tale con.elusione è della maggiore importanza sia per. quanto riguarda l'influenza del tiro sulla fortificazione, sia, per l'influenza inversa della fortificazione sull'artiglieria. Un'altra importante relazione tra riparo e fuo co è determinata dalla precisione del tiro d'artiglieria, talchè si può affermare che 1m bersaglio visto è senz'altro distrut,to. Occorrerà quindi ricorrere nei lavori di ·fortificazione al mcisoheramento e all'oooulta1nento alla vista degli osservatori terrestri ed aerei.


INDICR .....

(

CAPITOLO I. Goncra.IHiì sulle armi portatili. - At'mi <la fuoco (non automatfohe) Armi bianche - no1ulJc à mano. Descrizione e funzionamento.

I. Generalità sullo armi portatili . . . . Pag. II . Descrizione e fun,,iona,mento <lelle an ni da fuoco j, orta1ili re , gola,mei.1tari italiane (non ant ourn,i iche) A) Fucile 1891 . B) Fucile 38 . . 0) }foschetto 91 D) Moschetto 38 E) Pistola 89. III. Armi bianche. . IV. Bombe a mano . .

5 7 7

16 ]7

18 18 21

23

C,APitOLO JJ . Armi autom:ttiche . .' Generalità. - l.Uitrnglia.trici e fucili m itragliatori • l\loschctto autornatièo - Pistola automatica attnalrncutc io servizio: descrizione e funzionamonto.

-.

I. Generalità . . . . . . . . . . II. Descrizione delle armi automatiche: A ) lVIitragliatrice Fiat 35 . . B) 1'fitragliatrice Bredr. 37. . O) lVIitragliatricò Breda 38 per Carri Armati. D) Fucile mitragliatore Breda 30. . . . . . . E) 1'1oschctto automi~tico Bcretta. Mod. 38-A JJ') :Mitragliatrice Schwarzlpse (di preda bellica) G) Pistola 34 . .. . . . . . . . . : . . . . .

Pag:

28 31

46 59

74 83 .95

98


-

344.

345 -

C) Conservazione e trasporto degli e::,plo,-iYi . C'APITOLO II I.

TT . l~sploclitori . . . . . . . . . . .

li cnnuoue di 11c1;ompagn11111cnto do 65 /17. - 11 on.nnonc da -!7 /!I!. ì\Tortni. l. Il cann one da 65 / 17 . II. Il cannone ùa 47 / 32 .. III . Lan ciabombe u mortai Mortaio da 45 mocl. 35 :Mortaio d:1 81 mod. 3n . I \7. Bombarde . . V . Ln.11ciafìam1tw.

Pct!l·

T. )l unizioni I)Cr iu·mi portatili ll. Ar ti:fì zi di ~11erra .

203

212

1'.\ 1'1 '1'111,n Yll.

1. Detìuizioui principali U . Traict,t ori n . . . . . 111 . Di.spersio11c d el t.iro. TV. Qna,lit à ba.li;.tirh c· di nn ·a rn,:1.

i

152 L55

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l8n 18 5 187

l 8S 190

CAPlTUU>. \' . Genol'u.litiì su gli esplosh ·i 1·egol1unon tnri: llosorizione s o1nu1 uria. • Ceuni s ull'impiego, s ulla. couservaziouc, sul trns11orto. - Ccm1i sui r uuu lllli• inneschi. micec cd CSJ)l oditori. .1::'ay.

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' AP JT() J,t 1, \' t 11 .

'l'il'o ilei m ort11 i.

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\Jannone d a 47 / 32. . . . . . . . Ca,nuoue mi tragliera, ti.a. 20 1110 d . 35. Bomba, n, uia.11·0 (li1·01upenk <.: ontrocarro B rerla,. .Bomba a m ano i 111·endi ar ia, <.:ontr ocarro O. 'I'. () .. :? 0) Difese attiYe autirn1To - )f ine a n ticarro . B0) Difese p11,-évf' . . . . . . . . . . . . . .

21 + 215 220 22:.l

Xozioui cli JJ1111liw1 «>nto. - Stima tl«>lle distanze. - 'l 'iro: clelle miti-agitat rici: tiro a 1n111tn mcnfo in dire tto. ti ro al disopra dolio tru1111e o negli intet· va.Lli, • Gencrn.li lù. sui cougcl!'ui ecl nttrr r,zi di puntamento••

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10) Mezzi di fuoco . . . . . FL1cile cont.rocarr o da :W • :-- • . .

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131

1:-ll 1,4.n

E) P1·incipali esplosiri in uso Jlcll'E sercito

Pay.

Ge11 orul itìt s ul li ro. - 'l' ruil•l t ori a . - Uis p!'rl:> i0111• . - t!u111iliì balis tfolt l• ili u n'nnnn .

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T. E Rplosiv i . . . . . . , . . . . . . . . . . · . A. ) Geuoralit à . . . . . . . . . . . . . .

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1"1.nnizioni -pc11· ar mi 11nd 11til i. - Art.ilizi di g-nrtTa .

lU4 ' 110 LlO 111 11 9 129 130

J)csol'izlomi somm nria dei u1uTi ai·m11 t.i. - Cc11110 w ll e anto hlindé. - M.cz1.i <li tl itesa co u tro i rn ez;:i l'orazzat i. T. l carri arma,Li . A. ) Car r i L . B ) Ca rri ) 'I.

199 200 201

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l l. L e auto blinde . lTl. Mezzi di cli.fesa, co nt ro u11•7,;,;Ì

P<ig.

D ) Cnnn clli, iuileschi. m foce . caps nl f'

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I. '.\07,ion i d i punta 111c-11111 . . Pag . LI . :-\t.ima d e lle rlist anz1·. . . . · 11 I. U tiro <'ihll<· mit l'aglia t ri ci . T iro a pun ta,UH"llto inclire!to. ,L) :.\fatc ria li Otcorrenti J)N il riro :t 1mnta 111c1110 inclin: 11 11 rlelle mit raglia tr ic,i. . . . . . . . . . . B) P r eparazione ed e;;!l1·11 1.iu11e ,lr-1 . l iro . . . . . Tiro a l di.sopra o negli in1errn.lli delle l rupp,' :1111id1e . f\'. Il biro de l mortaio da. <bò rnod. 3ii . P unta m en t o in d ireziono. . Punta.m en to in elevazione Esecuzione clel pm1tamcnto in elev11zio11,• . Tiro al cl isopra cle llf' truppe a mieh c .. ) ntpicgo del t,iro i,o;:;o " d el t,iro C1urv<> Ag-::i:insta mcnto e I iro fli cffi<-11ei11 . . .

2:25

228 230

J33 ì34 236

242 246 246

248 249 253 253 255


-

346 -

V. Il tiro del mortaio da 81 mod. 35 Preparazione dol tiro in diro1.ione. . Preparaziono del tiro in elevazione . Tiro al di sopra di oslacoli . . . . Tiro al di sopra delle truppe amiche . Condotta del fuoco . Osservazione del tiro . . . . . . . .

Pag.

257 257 262 263 263 264 266

347 -

AP P EN DI C E CAP ITOLO XII. Uouor,ilità s ulle artiglierie. • Couni sommari s ulle oara t toristieho el ci rua te riali dell'artiglieria. - Ce uni sulle varie s pecie di proietli e

CAPITOLO IX.

sul loro impiego.

Efficacia del fuoco e vùl11er11biliti\ delle formazioni. • P enetrazione. I. Efficacia del fuoco . . . . . . . . II . Vtdne rabilità dello diverso formazioni della fanteria . III. P enetrazione dei proietti . . . . . . . . . . .

Pag.

268 270 27 l

I. Classiflcaziono o carat,toristicho delle ariiglierie H. Munir,ioni d'artiglieria . . . . . . . . . . .

.Pag.

30!1 31~

Pag.

319

CAPITOI,O XI l r. ~fozzi !li traino.

UAPlTOLO X. Generalità s ui collegamenti. • Varie. specie di colleg11menti: telefonici, radiotelegrafici, ottici, acustici, animati. l. Generalità . . .

Pag.

lI. Vari mezzi di trasmissione. . . . . . . . III. Descrizione somm·aria dei princiJJali mezzi di trasmissione . IV. L'asse dei collegamenti . . . . . . . . . . . . .

276 278 278 28i

Cenni .sui princi1H1Li aggressivi ch imici c sul matorialo di bonifica chi· mica. • Descrizione tlclla muscl,cm antigas. • Conni sommari sui nebbiogeni. • Candele fumogene • Cnudelotti fumogeni • l\Iezzi . incendiari e fumogeno-incendiari.

I. Generalità . . . . . III. IV. Y. YI.

Principali aggressivi chimici conosciuti. I mpiego degli aggressivi cl1imiéi L a difesa chimica . . . . . . Il respiratore antigas . . . . VII . Cenni s ulla nebbia artificiale . VIII. Mezzi inconcliari e :fumogeuo-incencliari

,.. '

3:32

'l'raspo r1,I'

Pag.

289 290 291 292 294 296 299 301

1. Genem lità . . , II. Tiri di distruzio1 JII. Influenza del Li. eazione. . . . .

324 :127

330 331

Da ti somma ri sul ti, nei ri~uarcli del

CAPITOLO XI.

II-. Classificazione degli aggressivi chimici.

A ) Traiuo animale VotLure di a rtiglieri.i H) Traino ., ' Affusti se Treno bei

(


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