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STATO MAGGIORE REGJO ESER.OtTO
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NOZIONI PER L'ADDESTRAMENTO AL COMBATTIMENTO PER I CORSI ALLIEVI UFFICIALI DI COMPLEMENTO
PARTE I. (OOMUNE .A TUTTE LE .ARMI)
EDIZIONI DE •
Luglio 194.2..-XX
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ROMA LE FORZE ARMATE ,.
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Roma, Tipogralia d_el Senato del doU,. G. Bardi
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L'addestramento al comb::i,tt iment ha lo scopo di abilitar gli allievi. alle funzioni di comando dei repar ti della prop1fa arma. L'insegnàmento riveste l,~ maggiore importa.nza perchè è qu llo che - meglio di ogni a.ltro - giova a cr a.re e perfezionar la capacità tattica, a vi.luppare, nel campo operat ivo , l'abilità tecnica lo SJ?irito1 di organizzazione. Base dell addestramento a1 combattimento è : la conoscenza d i mezzi (reparti e lor costituzione organica - R,rmi) ; la conos enza d i proc iliment· tattici; la con oscenza d lla ter11iin,ologia, cioè delle denominazio~ con le quali si distinguono e si precisa 10 gli atti del combattimento e quanto h a n il combattimento attinenza. La termiÌLologia è ata a,l << .r omenclatore organicotatti o~logistico, ediz. 1942 >> che dev pertanto essere con-· sultato e tenuto presente.
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mate'ri.ali sono solo sussidio necessario all'azione del combat-· tente; la loro efficacia dipende soprattutto dal valore del-· l'uomo che li adopera e dell'uomo che li subisce. Truppe bene addestrate, nutrite di ardente spirito com battivo, possono .aver ragione di un avversario dotato df mezzi anche molto ·superiori. Perciò, nonostante i progressi. delParmamento, la figura del combattente primeggia, sul campo di battaglia; e segnatamente vi domina la figura dél Fante sosten_u to e sospinto soprattutto dalle sue forze morali, che l'armamento perfezionato int egra, ma non sosti1;uisce.. , b) La ma..<?sa, l'economia delle fo·rze e la combinazione·
degli sforzi.
.La ricerca .d} un risultato p~sitivo implica la superiorità momle e materiale delle proprie forze rispetto a quelle del . nep:iiCQ.; per conseguire questa superiorità occorre impiegare dette forze a massa, _occorre cioè tro,ra,rsi, là dove si intende impegua,r e e risolveTe la lòtta decisiva; più forti dell'avverS<-1-rio. . i1 principio della massa .è basilare. L'applicazione di esso può, ..t alvolta, consentire. di prendere l'iniziativa dell'azione taWca .e di procedere o.ffensivamente anche a chi disponga, nel complesso, di forze e di mezzi inferiori a . quelli dell'avversario . . :Poichè, di regolai non è possibile disporre di forze e di mezzi ~ali da poter ovunque effettuare azioni fondo, occorre, che lo sforzo venga concentrato su' un deterroinatot:1::atto, in guisa da conferirgli la necessaria capacitjl, di pre-' valenza sull'av-versario. .,. . Sui rimanenti tratti si imptegheranno forze e mezzi~ proporzionalmente minori1, aventi però intensit~ tale da ,fiss::i,re,, almèn!), i~ neµiico eh~ si 'ha di fronte, senza di che si f~ciliterebb~, aU'a.v versario la concentrazione del suo sforzocontro il trattò dove si svolge l'azione principale e decisiva_
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In tal guisa si tra.ducon.o in atto i principi d~Jla economiar, delle forze, e della combinazione degli sforzi, che consentono,
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ed integrano quello drlla massa. c) L a sorpresa.
Per trarre dall'azione a massa e dalla combinazione 'degli sforzi H massimo rendimento, bisogna cercare di sorprendere il nemico . La sorpresa è immanente in tutte le operazioni di guerra .. Il comandante deve pre9ccuparsi sempre di rc~alizzarla, ma. deve possedere ugualmente il coraggio .di giuocare tutto per· tutto, con lucida e pl'ecisa volontà di raggiungere i suoi obiettivi, qualora la sorpresa fallisse. Sorprendere non significa soltanto giungere inattesi sul nemico, ma anche dominarlo ·con una forza d'intensità insospettata, disorientarlo con la varietà d& procedimenti e. con. la inesorabile continuità delÌ'aziohe. · cl) La manovra:
È iJ coordinat o impiego; nella, direzione pm redclitiziae nel m?mento più favorevole, delle ma~se cli uomini e di fuoco a disposizione d~ un comandante ' per raggiungere l'obiettivo nel minor tempo e nelle migliori cond.iziònì possibili.
IL - I
:MEZZI DELL'AZIONE T ATTICA.
I mezz.i d'azione a disposizione di un comandante di · una data unità, per la risoluzione del problema tattico ' sono . quelli che fanno parte orgab.i ca dell'unità stessa più even. ' tualmeùte, quelli messi .all'uopo alla, sua diretta 'dipendenza, per tempo determina,to, da comandanti superiori. ·Ai suddettimezzi è da aggiungere il. concorso che egli, dura.ntè- il combattimènto, potrà ricevere dai comandi superiori e dalle unità. laterali.
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CAPITOLO , I.
M FANTERIA: · GENERALITÀ - CARA'rTEIUSTieHE - SPECIALITÀ - MEZZI D'A:ZIONE - ARMAMENTO
. . , I (~ tuttf:~:::; s! ::e~e;;:~ol':~~tv:i ~i~~!!:_:;~/~e;;,:;:t~; cedono. · I. - Generalità.
Soltanto la fanteria può; con 1a conquista, affermare 1a vittoria e, con la resistenz.a tenace, stroncare l'impeto offen. sivo dell'avversario. L'elemento fondamentale della fanteria è l'-iwmo; perciò il rendimento di una fanteria dipende dallo spirito di sacrificio, dalla combattività, dalla capacità a combattere; dal valore degli uomini che la costit uiscono. II. -;. Caratteristiche.
Alla fanteria toccano nella lotta le fatiche più aspre e le perdite pi.ù sanguinose. Conservare intatte in ogni momento .la sua energia morale la sua vigoria fisica è tra le responsabilità ardu:e del coman-. dante, quella che meglio rivela se egli possiede le qualità positive di un eapo. · -
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La. fiducia. reciproca tra capi e gregari, l'alto sentimento del dovere e la coscienza dell'elevatissimo compito che le · è affidato, devono fare della fanteria. un blocco di volontà e di energie. La fanteria può combattere in · qualsiasi terreno anche in condizioni meteorologiche sfavorevolissime. Il coneorso all'azione della fanteria è, per le altre armi, un dovere che si traduce nella ooopemziorie. l\fa una fanto1·ia agguerrita può e deve agire anche se, per cj.rcostanze imprevedibili, venisse, a nianeare tale concorso, poichè dispone in proprio di a.i·mi idonee ad impegnare, a condurre e, in determinati casi, a risolvere il · combattimento. L'azione della fanter.ia, si riassume in pochi concetti fondamentali:,1V • . andare av~111t1; . sorp~·endere; pers1store; /· • resistere. Il fante de~ considerare il movimento come l'espressione vit,ale l'lclla propria, v-olontà e della pl'oprfai forza. Anelare avanti con le minori perdite possibili e con la ma,s sima ostlna,zione costituisce, in sostanza, il segreto del successo sul campo di battaglia. Come ol'ganizza,zione, il movimento presuppone: orientamento sull'attività del nemico; predisposizioni per evit,ar~ s01:proso; adattamento delle forma,zion i alle caraLteristiche del teneno, ai fini di una minore visibilità o vulnera,bilità. · Il f~wco è il mozzo più efficace per animare il movimento quando questo enLra nel l'aggio d'a,zionc delle armi nemiche, a condizione però che sia sfr1.tttato · con i?nmiecliatezza. La so-rpresa, di cui si è fatto cenno iD; precedenza, consente di realizzare i maggiori successi · nel più breve tempo e con le mùtori pei·dite.
fas:
La fanteria deve prefigg~s: di realizzarla in tut te le dell'azione tattica, sia giungendo inaspettata sul nemico, sia sµperandolo in. velocità, attaccandolo quando e dove meno se lo aspetta. La continuità nello sforzo è la determinante più efficace · della rapida usura a.elle forze morali e materiali dell'avver: sario. Bisogna persistere per impedire che si determini uno sta'to di equilibrio capace di arrestare il movimento, annullando gli effetti della propria iniziativa. La resistenza ~enace deve essere effettuata ftno all'ultimo uomo e all'ultima cart uccia. Va condotta con ferma fede nella propria superiorit~ e con la fiducia che, più la resistenza è prolungata ed effica,cemente condotta, maggiori sono le possibilità che altri reparti intervengano nella lotta e riportino iJ successo su di un avversario logorato. Ciò impone alla fanteria uno sforzo morale e materiale, t alvolta superiore a quello richiesto nell'attacco. Non minore che in un riuscito attacco: è l'importanza del successo conseguito, quando il nemico attaccante sia costretto ad arrestarsi ed a ripiegare, subendo la superiorità del difensore e dando a questi la possibilità; di ottenere, con la controffensiva, successi che possono essere decisivi. ·
III. - S1>ecialità della fanteria.
Esigenze di impiego, imposte dallo speciale ambionte o da. -partieolari necessità e t radjz.ioni che non potevano andare ,disperse, hanno consigliato di creare o conservare alcune fanterie speciali. Cosi, accanto alla fa;nteria divisionale che costituisce la m assa dell'arma, inquadrata nelle nostro divisioni (o di cui una speçialità sono i granatieri, conservati a ricordo delle loro gloriosissime t radizioni), abbiamo le trwppe alpiri,e, i bersaglieri, i carristi, i guastatori, i battaglioni camicie nere.
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La fa'f!,teria delle divisioni normali muove e çombatte a piedi. La fanteria delle divisioni motorizzate muove su . automezzi in proprio alle unità e combatte a piedi .. La fanteria delle divisio_ni autotrasportabili muove su àutomezz.i forniti di volta in volta dalle autorità superiori . e combatte a piedi. La fanteria di divisione aviotrasportabile, è trasp.o rtata in aereo e combatte a piedi. La fanteria pa1·acadutista è trasportata in aerei dai quali discende con paracadute per combattere a piedi con particolari caratteristiche di ardimento e tenacia. Gli alpini, il cui n?Jmale terreno d'azione è rappresentato dalle zone montane più elevate ed impervie, devono avere maggiore autonomia t attica e logistica, con un maggior decentramento di mez.z.i, sopratutto di fuoco, perchè la montagna impone un grande fraz.io!1amento··della massa ed una grande attitudine alla manovra. I bersaglieri, truppe celeri, ·hanno per caratteristica la rapidità di movimento e di azione. Il compito esplorativo richiede poi un grande frazionamento. della massa ed una notevole autonomia d'azione delle singole frazioni. In como ·essenzialmente con la ~ ·a spiebattimento, a~ gando t utte le loro forze per ottenere S\lhltoÌl~pred0minio di fuoco sull'avversario, tendendo ad avvolgerlo. Se l'azione nori riesce, non insistono ma rompono il combattimento e · rinnovano il tentativo altrove. ' ;Le unità carriste, agiscono con Purto e col fuoco portato alle brevissime distanze, grazie alla protezio]J.e loro data dalla cora.zza. I battaglioni guastatori sono particolarmeJ:!.te addestrati per l'attacco ravvicinato di opere fortificate. Sono. ordi:qati · in 1pat~aglioni p.otati di cariche esplosive, pinze tagliafilir arn:µ. aµt omatiche, mortai da 45 e lanciafiamme. Il loro
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impiego è. caratterizzato da audacia, aggressività, tenacia~ tecnica e rapidità fulminea. Oondizioni indispensabili per la riuscita deli'azione dei guastatori sono: la sorpresa; la meticolosa organizzazione preventiva (operazioni preliminari - _operazioni preparatorie); la rapidità d'azione. La conquista delle opere ha lo scopo di crear-e nel si$teroa, ·fortificato avversario de.Ile brecde di penetrazione attraversole quali possano irrompere e dilagare le colonne d'attacco. 'I guastatori, pertanto, agiscono in stretta cooperazione con la fanteria e, quasi sempre, col concorso dell'artiglieria. Eventualmente, possono agire in concorso con t ruppe celeri p~r la rapida eliminazfone di sbarramenti .nemici. Le camicie nere sono t ruppe leggere, a carattere volontaristicò, che agiscono essenzialmente di slancio. I
IV. - Mezzi ~'azione.
I ~ez.zi .di ·azione .d(;llla fanteria sono it j ~ 0 1 Ji mento, l'urtq.._ · · - I ff'uoc; è indispensabile: .per consentire il movimento mediante il qu·ale Ìl fa.nte giunge alle minime distanze dalle . quali scatta per l'urto; per resistere su una· data posizione. , èompit o dei comandanti di ogni grado - dal reggimento alla squadra - è: ·· a) nell'attacco, di coordinare fuoco, movimento e urt<> degli elementi di fuoco e di movimento c.he d;a, ciascuno dipendono, in modo da: neutralizzare con il fuoco il nemico in mojio tale da impedirgli di reagire efficacemente .con le proprie armi cont.ro chi muove verso di lui; ,
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sfruttare . con immediatezza il fuoco per portarsi :avanti mentre il nemico è ne.utraliz.zato., evitando così le '1I)erdit.,e o, per lo meno, diminuendole; assaltarn con la bomba a mano e la baionetta (urto) ·prjma che il. nemico possa Tiaversi dagli effetti neutrali~.z.anti de 1 fuoco, e perciò inimediatamiente dopo che questo -è terminato. b) nella, resistenza, di organiz.z.are il fuoco in modo da ,conf~rirgli il maggfor valore impeditivo anche quando il nemico attaccasse col favore della notte o della nebbia. Mezzi nebbiogeni e fumogeni integrano gli effetti del fuoco e sono particolarmente utili alla fanteria, sia impiegati per mascherarne i movimenti, sia impiegati per accecare il nemico e quindi ·per diinimùrne la capacità di reazione. Per ott enere. il massimo rendimento dal fuoco, per agevo.lare il movimento, per diminuire le perdite di chi è costJetto .ad una sosta, si effettuano i lavori (costruzione di postazio.n i per le armi e appostamenti per gli uomini, di :ricoveri e ,osservatori, traccia.mento di. piste, riattamenti stradali, · ,distruzioni, costruzione 'a. difese accessorie, ecc.). V. - Armamento.
L'armamento èlella fanteria comprende: fucile o moschetto Armi individuali . per ia lotta { moschetto automatico · ravvicinata, per l'urto o por () pistola , baionettà la mischia. pugnale bombe a mano ordinarie e controcarro ..Armi di reparto: per la lotta / ravvicinata . fucile mitragliatore wer l'accompagnamento e . l'arresto --: .
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mitragliatrice mortaio da 45 mortaio da 8 L · cannone . 4a 47
-17 · { cannone da 47 - da 37 - da 25 per l'azione coritrocarro . . . ~. mitragliera da 20 I fucile controcarro da 20 mm. - « S •
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:per l'azione contraerea
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tnitra.gliem da . 20 mm. · mitragliatrice /~_,., .> ';I.
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I guastatori e le unità chimiche impiegano inoltre lanciafiamme · (per la lotta ravvicinafa). I carristi impiega.no i carri armati. I reparti esploranti, oltre ai carri armati, impiegn,no anche autoblinde. I fanti di ogni specialità impiegano inoltre mezzi oD:cn-. ~ivi quali: mine anticarro, c~riche esplosive (contro reticolati e opere), ccc. ·e mezzi difensivi quali: nebbiogeni e fumo .geni, ecc. AR MI INDIVIDUALI.
a) FucrLiD ò MOSCHETTO : an~a caratteristica . del fante, a
tiro teso. Nella lotta ravvicinata è efficace se impiegata alle piccole <listanz.e ,(non oltre i 200 :metri) con tiro mirato, colpo per colpo, contro bersagli - uomini - bcno individuati. Nell'urto e nella, mischia è l'insost'ituibile e prezioso so' ... .stegno ~ella' baionetta. , b) MOSCHETTO AUTOiVU'rICO: arma individuale a tiro ·teso, a ra:ffiça, efficace entro i 200 metri per difesa personale ·e per la lotta rav vicinata. Costituisce armamento individua.le degli ufficiali infc. riori di fanteria, dei comandanti di squadra e di speciali reparti (esploratori, guast atori, ecc.). Non è adatta per l'urto perchè non porta baio.netta. c) PISTOLA.: arma idonea, con tiro individuale e mirato, .alla sola difesa personale a distanza non superiore ai 30 metri. d) BAIONETTA E PUGNALE: armi individua.li caratteristiche del corpo a corpo e della mischia; sono le anni che ,decidono della vittoria. ,<J.ùilestramenlo, I. - 2.
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MANO: è l'arma che nell'assalto e nel contrassalto colpisce e stordisce il nemico immediatamente prima dell'urto e della mischia; è impiegata alle minime distanz.e, non oltre i 40 metri. · . La bomba a man.o fumogena svolge efficace azione di annebbiamento neU'imminenz.a dell'assalto. La bomba a mano controcarri ha effiéace azione incendiaria o a.istruttiva .contro mezzi coraz.zati. e) Bo:M:BA A
.ARl\:II DI REPARTO. a) FUCILE MITRAGLIATORE: arma per la lotta ravvicinata - a tiro teso - costituisce il mezzo di fuoco principale ·della squadra fucilieri, idonea a colpire entro i 400 metri bersagli· animati. Non è idonea al tiro al disopra di truppe amiche, a meno che .queste non siano molto in basso in relazione alla posizione dell'arma e del . bersaglio; è perciò impiegata di massima su di un fianco della squadra, in modo da avere ibero campo di tiro. b) MITRAGLIATRICE: arma a tiro teso, per l'accompagna mento, n~ttacco, ~.P.er l'arresto, nella resÌ\3tenza. Tiro per arma, per squadra o -per plotone, a puntamento diretto, entro i . 1.Q.9.0 metri, da postazioni possibilmente arretrate; tiro per compagn.ia o compagnie, a puntamento · · · indiretto, en.t..r_o-L-4_chilometri. · --......:.. Con supporto e congegn:i di puntamento speciali, agisce c_o ntro aerei fino ai 1000 metri (\i quota (1). Con cartucce perforanti può agire anche contro mezzi corazzati leggermente blindati. e) MORTAIO DA 45: arma a tiro curvo o relativamente teso . ' ' per · l'accompagnamento, nell'attacco, e per l'arresto nella resistenza. ,::;;::;=--===---
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(1) Vecli pubblica~ione 3983, ed1:&. 1940: Istruzion~ provvisoria pel tiro contro aerei con le armi di f lJ/11.teria.
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Il suo compito normale nell'attacco è quello di neutra lizzare il nemico nel momento che precede immediatamente l'assalto, per consentire ai fucilieri di giungere a distanza di lancio delle bombe a mano. Dista,nza pratica · di tiro: dai 100 ai 500 metri. ' Il raggio di az.ione ~effi.cas~ delle sue bombe è di circa · 20 metri. .:.Celerità di tiro normale: circa 8.- 10 c.Q!pi~(l'. Unità minima d'impiego: la, squaclra di 3 armi . .Agisce di norma da pos1zioni defilate e può battere obiettivi. in angolo morto rfa"petto alle a,rmi a tiro teso . Impiega, _oltre alle bombe normali, bombe F (fumogene) con le quali può svolgere efficace azione di accecamento. d) MOH.'fAIO D.A. 81 : arma a tiro molto curvo (solo : nel secondo arco), per lo sp~~~mento ~ l'accomJ?a~ a ~ ~ nell1attacco; l'arresto, lo s15arra,mento e la repressione, nella : ·--- resistenza. · Dà alla, fanteria un concorso di fuoco immediato, celere, preciso, potente, specie contro ,obiettivi non raggiungibili con altri mezzi, integrando l'azione delle armi a tiro teso ed in particolare quella dei cannoni per fanteria; è particolarmente efficace contro difese passive. . Distanzi:l, pratica di tiro: m. 150 -:- 4000 con bomba g. a. m. 300 -:-1500 com bomba a gr. ~ é g ~ e bombe F (fumogene) utili a svolgere a,zione di accecamento del nemico Àzione a massa (unità minima di impiego: il pl. di due armi), di sorpresa, di breve durata, per concentramenti successivi, efficace contro bersagli comunque defilati. e) CANNONE DA 47/32: arma a tiro teso: per l'accompagnamento, nell'attacco; l'arresto nella resistenza e per la lotta controcarro. Seguendo da vicino l'azione della fanteria ha compito di neutralizzare o distruggere le armi nemiche che ne ostacolano l'avanzata. Svolge azioni di arresto nella resist enza (con proietto da 47 mod. 35).
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Contro i carri, agisce a distanze inferiori ai 600 metri (con proietto perforante). Distanza pratica di tiro: sino ai 1000 metri. Il tiro normale è per squadra, a puntamento diretto; eventuale, per il solo accompagnamento, per compagnia, a puntamento indiretto. • /) CANNONE MITRAGLIERA. DA 20 mm.: arma a tiro teso, per l'azione contraerei e controcarri, ed eventualment.e per l'accompagnamento e l'arresto; tiro per arma a puntamento dirotto; a,gisce con proietti traccii;l,nti e scoppianti, entro i 2000 metri contro gli aéroi e con proietti perforanti entro i GOO metri contro mezzi cora,zzati. g) F ucrr,E c. c. DA 20 mm. cc S >> (1): a.rma controcarro a tiro teso, con proietto perforante con tracciatore. Con apposito supporto, può effettuare anche tiro contro aerei. Distanza pratica cli tiro: sino a 600 met ri. h) LANCIAFIAMJlm : arma por la lotta ravvicinata, impiegata particolarmente dai guastatori nell'attacco ad opere per neutralizzare i difensori con azione contro le feritoiemolto idonea nell'a.zione difensiva. .Azione distruggitrice fino ai 20 metri; impossibilità di resi; stere al calore prodotto da..l liquido infiammato entro i 35 metl'i. __...i:;::
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( l) Oltre a,lle · armi controcarro regolamenta.ri, sono in distribu-
zione le seguenti: fiwile cont·rocarri 35 (P): calibro mm. 7,92; peso col bìpiode kg. 9,500, caricatore con 4 cartucce a P{OieLto perforante; ha azione efficace entro i 300 metri contro mezzi corazzati , leggerment e blindati.: ca111no1ie co,ntrocarr·i da 25 (llotchkiss): calibro mm. 25, peso in bo.tteria kg. 3 1,0, peso del cartoccio proietto perforante kg . 0,875; moùa'lità di impiego controcani analoghe a quelle del cannone da 47 /32; can1w11e da 37/15: calibro mm. 37; peso in baiteria kg. 444, peso del cartoccio proietto per forante kg. 1,430, IJeso del car t 1ceio 1)roiett) autodistrnggerite kg. 1,200; modalità di impiego per l'acco1r1• pagnamento, l'arresto od· il tiro controcarro, analoghe a quelle deÌ cannone da 47 /32.
OAPI'l'OLO II. LE 'J'ltUPPE ALPINE
Le truppe alpine sono truppe speciali che hanno reclutamento regionale, equipaggiamento ed organizzazione tali da consentire loro cli operare in zouc d'alta montagna ove le · dit1:ìcoltà, le fatiche ed i disagi mettono quotidianamente a dura prova le energie fisiche e morali. Pa.lcxtra di addestra.mento per cs:.o sono quinrli le zone più 3.spre o pericolose dei nostri monti. CJn mezzo importantissimo in distribuzione agli alpini e che consente loro la massima prontezza e celerità di movimento in montagna è costituito dallo sci. L'impiego degli sciatori ha 0~1rattere , spiccata,ment~ ardito, onde trarre da questi reparti tutto il rendimento pri1tico di cui essi sono capaci e che la guerra mobile richiede. Essi piombano improvvisi e rapidi su punti cli speciale importanza per -impadronirsene e sono utilissimi nella esplorazione e nel concorso alla sicurezza cli colonne in movimenl;o, cercando il nemico per impegnarlo e consentire ai grossi sopravvenienti di puntare sugli obiettivi con la, necessaria, .sic.urezza e libertà di azione. · Le nostre truppe alpine c~mprendono gli Alpini, ziArti- l \ / glieria alpina e il Genio alpino. Le armi di cui dispongono gli alpini sono identiche a queJle della fanteria. Però, in conseguenza delle forme del terreno che limita.no il movimento, impongono maggior. frazionamento dei
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reparti obbligandoli ad agire su più ampia. fronte e richie'dono maggiore autonomia tattico-logistica, le armi di accompagnamento che in fanteria dipendono dal comando di reggimento (batteria d'accompagnament;o, compagnia mortai da 81) e dal comando di battag·lione (compagnia mitraglieri con mortai da 45) ssmo, negli alpini, decentrate rispettivamente al battaglione e alle com:pft'gnie e cioè all'unità di ordine inferiore. Il battaglione alpini . è costituito da: 1 compa,g nià comando; 3 compagnie fucilieri che hanno in proprio mitragliatrici e mortai da 45; 1 compagnia armi di accompagnamento dotata di pezzi da 47 e' mortai da 81. L'artiglieria alpina è armata con obici da 75/13 ed ha pezzi e munizioni tutti someggiati. I ·reggimenti alpini sono raggruppati in divisioni alpine : ogni divisione comprende 1 comando, 2 reggimenti alpini ed 1 re~gimento artiglieria alpina, su 2 gruppi (1 per reggi·. mento alpini), . oltre ad aliquote di reparti genio e servizi. Ogni reggimento è su 3 battaglioni e, oltre a disporre del rispettivo gruppo del reggimento artiglieria, ha con sè aliquote di servizi (sanità, sussistenza, trasporti per via or<'E naria ed a traino meccanico). ·
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CAPITOLO IÌI. CENNI SULLE CARA'fTERI.STICHE E MEZZI D~AZIONE DELLE TRUPPE CELERI E DELLE UNITÀ CORAZZATE
I. - Le truppe celeri.
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Sono truppe che muovono a cavallo, in bicicletta o su automezzi. Comprendono: fanteria motorizzata; 1 1 bersaglieri; - - càvaìieri~ ' unità motoci~.§.tj. •
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1. - FANTERIA MOTORIZZATA. È fanteria che si serve dell'automezzo come mezzo celere di traslazione. È particolarmente idonea,: per l'occupazione preventiva di pos1z1oni; per sostenere l'azione di altre truppe celeri; :per mantenere il possesso di posizioni precedentemente occupate p.a altri elementi celeri. Sue caratteristiche salienti sono: molto · fuoco; limitata attitudine a persistere nello sforzo d'urt·o .
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2. - BERSAGLIERI.
Sono celeri che muovono in bicicletta, motocicletta, automezzo. I ciclisti ·t rovano impiego nell'esplorazione unitamente ai reparti di cavalleria di cui rappresentano l'elemento di forza. I bersaglieri autotrasportati hanno caratteristiche analoghe alla fanteria motorizzata. Impiegati nelle grandi unità corazzate, la loro azi.one si esplica nell'eliminare, essenzialmente per manovra, in concorso coll'artiglieria ed il genio, le resistenze avversario (specie di mezzi controcarri) che ostacolino -n moVJ.mento delle unità carristc; nell'assicurare il possesso del terreno; nel proteggere - in caso èccezionale i fianchi delle unità carriste in movimento; nel dar loro sicurezza nelle soste. I bersaglieri motociclisti impiegati n~lle unità esploranti hanno le caratteristiche esposte al successivo n. 4. I bersaglieri costituiscono anche unità esploranti corazzate simili a quelle costituite dalla cavalleria. 3. -:- CAVALLERIA.
La cavalleria è arma celere particolarmente adatta alla esplorazione. La maggior parte deUa cavalleria conserva la sua caratteristica di impiegare il cavallo come,principale mezzo di lotta. Le sue armi sono: moschetto _1891 con baionetta; sciabola; pistola; bombo a mano ordinarie e controcarro, fucile rnitragliatore; . mitragliatrice.
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.Alcune unità di cavalleria costituiscono: unità esploranti corazzate; unità esploranti miste con clementi a cavallo ed elementi corazzati e motociclisti; unità carriste. Queste ul time hanno le stesse caratteristiche delle unità carriste di fanteria. La Cavalleria che agisce a cavallo fa parte delle Divisioni celeri; a.lcuni reggimenti sono autonomi. Tale cavalleria muove a, cavallo, ma combatte normalmente a,ppiedata. Sue caratteristiGhe sono: notevole mobilità in terreni privi di vie di comunicazione; possibilità di conseguire, con l'urto, successi su truppe in crisi; possibilità di penetrare attraverso schieramenti discontinui; scarsa capacità a superare la resistenza nemica con azione di forz a; scarsa capacità a conservare il possesso del terreno. Di conseguenza la cavalleria, che diremo «normale», ha particolari attitudini all'esplorazione in terreni che offrono difficoltà al movimento di mozzi corazzati. .Essa combatte: a) a cavallo: contro unità similari o fanteria sorpresa o moralmente scossa; svolge azione, in genere, di piccoli reparti che tendono a sorprendere, e che agiscono con rapida decisione dei comandanti e spregiudicato ardimento; b) a piedi: di norma, con procedimenti analoghi a quelli della fanteria di cui tuttavia non possiede tutti i mezzi di fuoco, e t enuto presente che: nell'atta,cco, data la sua minore attitudine a, persistere nello sforzo e la normale maggioro ampiezza delle fronti, dovrà, sin dall'inizio, sviluppare la massima intensità
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di fuoco e tendere al raggiungimento dell'obiettivo con la.
manovra più che con l'ttzione di forza; nella resistenza, dato il carattere normalmente temporaneo dell'atteggiamento, dovrà tendere a minori profondità di schieramento e a sviluppare sin dall'inizio intensa · aziono di fuoco, il più lontano possibile. e) a cavallo cd a piedi: quando !'{~parti appiedati impegnano con il fuoco l'avversario che reparti a cava.Uo attaccano, sfr uttando la sorpresa. Le unità esploranti .corazzate costituite dalla cavalleria (1 ) sono: R. E . C. (Raggruppament o esplorante celere) cosfatuito da: un comando (di reggimento); unità carriste; unità autoblindo e motociclisti; unità controcarri (semoven1;i) e contraerei; unità di artiglieria (semoventi); unità del genio; servizi. Ha il compito di effettuare l'esplorazione nell'ambito, di norma, dei corpi d'armata normali e speciali. R. E . Co. (Raggruppamento esplorante cora,zzato) costituito da: un comando (di reggiment o o di gruppo ); unità carri leggeri; u.llità autoblinde e motociclisti; unità controcarri (semoventi) e contra.eroi; unità del genio; servizi. (1) Alcune, analoghe, sono costituite da bersaglieri. La. eavM\eri& ha inolt re costituito gruppi cli autoblinde.
(Vedasi: Unità, autoblinde, pag. 28).
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Ha il compito di ·effettuar~ l'e.splotazione nell'ambito delle divisioni corazzate, motorizzate, autotrasporta.bili. Tali unità- esploranti corazzate sfruttano la loro celerità di t raslazione sulle rotabili per prendere conta,tto con il nemico il più lontano possibile, e la loro capacità di fuoco e di urt o per superare lo resistenze e penetrare nel dispositivo dell'avversario. Ciascuno dei principali element i costitutivi (motociclisti, autoblindo, carri) agisce secondo le suo particolari caratteristiche (ved. in seg11ito) cooj)eraudo armonicamente ::1econdo gli intendimenti dol comandante dell'unità. Unità esplorante mista è il N. E. O. (Nucleo esplor ante oolere) costituito da: un comando (di gruppo); uno squadrone comando; uno squadrone a cavallo; uno squadrone autoblinde - motociclisti; uno squadrone controcarri (semoventi ). Ha il compito di effettuare l'esplorazione sulla fronte delle divisioni di fanteria normali . 4 .. -
U NIT À MOTOCICLISTI.
I motociclisti hanno p1·esso a poco la. stessa caratteristica
di celerità delle autoblinde; · sono meno vincolati a.ile buone condiziolli di percorribilità del terreno, ma più v ulnerabili, meno . idonei alPosservazione e dispongono inoltre di una minore potenza di fuoco. Situazione, compito, terreno, prevedibile durata <lella azione suggeriscono di volta in volta l'aliquota di motociclisti da assegnare in concorso alle urutà autoblinde. I motociclisti avanzano anch'essi a sbalzi, seguendo o precedendo le auto blinde ad u na distanza tale da assicurare il mutuo tempestivo intervento.
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Pr.ima del contatto ool n emico, i .motociclisti sono impiegati per: esplorazione preventiva di passaggi obbligati o di zone favorevoli all'imboscata· ' . co~~:etamen to dell'osservazione, da punti o località maccess1bili alle unità autoblinde; . . ~c~upazi?ne a difesa di località, quando si tratti di prevemr v1 11 n erruco e di resistervi fino all'arrivo di altre unità· sicurezza sui fianchi e a tergo delle unità autoblinde'. . A c~tatto. avvenuto: svolgono ~zione di fuoco per neutralizzare 1 centn nemici più attivi e permettere così lo sviluppo della manovTa da pa,Tte delle unità autoblinde (movimento r ~~~o~rado ,~ ~uccessiva puntata in altra direzione più redd1t1z1a) o ~ intervento del grosso dell'unità esplorante. Pat~uglie ~otociclisti possono altresì essere impiegate per assicurare 11 collegamento tattico latera.Ie in profondità.
H. - Le unità corazzate. Comprendono: .un:it-à autoblinde; unità carriste; artiglierie semoveilti.
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D eve essere perciò improntato alla sorpresa, conseguibile · soltanto con: orient,amento pel'fetto sulla, situazione e sul compito; prontezza di valutazione e decisione; perizia tecnica; collegamenti sicuri. ,È sopI'attutto il razionale sfruttamento delle · caratteristiche celerità - autonomia - collegamento, che pu ò rendere l'azione dell'aÙtoblinda insidiosa ed efficacissima. Le au toblinde agiscono n0rmalment e, nei terreni metropoliLani, a coppie o a plotoni. I n deter minate condizioni favorevoli di terreno, specie nell'ambiento coloniale tipo A. S., possono essere impiegate a squadrone riunito con compito unitario. Ad ~.sse deve essere assicurato, di norma, in terreno non desertico, il diretto concorso di a.U quote di motociclisti o di altri elementi aventi uguale velocità. In ogni caso, l'a1.ttoblincla non deve m,ai essere impiegata isolata. t1utoblinda 40 e 41 .
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1. - UNITÀ AUTOBLINDE .
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Le unità autoblinde trovano principa,l mente impiego nell'esplorazione: eventualmente n ello puntate offensive nella occupazione prevent iva di località, nel collegament~ tattico, nella sicurezza. L'impiego delle autoblindo è ca.n1tterizzato da: subit aneit à del con tatto tattico· rapidità dell'azione. '
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Caratteristiche tattiche. - Dotata di grande velocità su str11da cd atta a marciare anche fuori strad11 in terreni con sistenti, è part icolarmente idonea per la ricerca del contatto e per l'osservazione. Non viene impiegata mai sola , 'ma a coppia . Velocità : massima su strada Km/h 75 circa; media in terreno vario K m/h 20 circa. .Armamento (1): 1 cairnione mitra da 20; 2 mitragliatrici Breda caL 8, di cui 1 abbinat a in (1) L'autJbLlnda 40 ha 3 mitragliatrici Breda cal. 8.
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torretta col· cannone mitra da 20 e l'altra sistemata posteriormente per il tiro · in ritirata impiegabile .anche per il tiro c. a. Equipaggio: 1 capo autoblinda, tiratore; 2 piloti; l tiratore marconista. Autonomia: su strada Km. 400; in terreno vario ore 8.
Sl -
I carri medi sono particolarmente idonei: per avanzare attraverso zone di minor resistenza onde agire in profondità; per sfruttare il successo; per rompere organizzazioni difensivo campali. I carri la11ioiafia1nm,e trovano essenzialmente impiego por obbJio·are alfa resa o distruggere nuclei isolati in edifici, appo:tamenti, ·ricoveri, ca.verno (l'apparato per il l~n~io ~ol dardo di fiamma è insta,11::t,to su (li.un cn,rro leggero; 11 hqmdo infìammàbile ò contenuto o in rimorchio trainato dal carro stesso o in appositi recipienti_sistoma,ti sul ca.rro.).
2. - Ul\Tr.À CARRIS'l'E.
Carri L 6. Le uuità. carriste costitùiscono Pelemento fondamentale d·elle G. U. corazzate ·ed il loro principale mozzo di azione. Il ca.rro armato, protetto dalla ·.c orazzal nra contro le offese delle a,rmi individuali ed automatirho e contro le schegge dei proietti, agisce con il fuoco delle sue armi - cannoni e mitragliatrici - e con l'urto materiale della sua massa. Diversi sono i compiti che possono csscm affidati alle unità carriste nel campo tattico, ed è in "funzione di tali compiti che i carri hanno di1Ierent i caratteristich e tecniche, di armamento, di corazzat;ura,, vclociU1, cd autonomia. I carri armat i costituiscono arma spiccatamente offensiva. Comprendono: ca1'ri L (leggeri; peso non superiore alle 8 tonn.); carri M (medi; peso fra, le 8 o lo 15 tonn.); carti P (pesanti; peso oltre le 15· tonn.). I carri leggeri sono particolarmente idonei: per agevolare il compito degli elementi ospl9ranti e di sicurezza, appoggiando od estendendo l'azione .di detti olementi, quando l'attività esplorativa richieda qualche azione di forza; per cooperare allo sfruttamento del successo.
Caratteris·tiche tatt'iche. - Coleri, a,gili, maneggevoli, sono particolarmente idonei per: agevolare il ~ompito degli elementi esploranti e di sicur~zza e dare, vigore alla loro azione; cooperare allo sfruttamento del successo. Velocità: massima su lit.rada. Km/h 42 circa; massimtb in terreno vario K m/h 15 circa. Armamento: 1 Initragliatrice Breda 38 cal. 8, abbinata ad un can· none mi~,ragliera da 20 mm. Equipaggio: 1 capocarro; 1 pilota. Autonomia: su ~trada K m . 200; in terreno vario ore ~.
Garri
111[
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(13/40 e 14/41).
Ca:ratteristiohe tattiche. - Meno maneggevoli <lei carri L, ma più potent.i e meglio protetti, sono particolrumente idonei per: avanzare attravorso zoùe di minor resistenza per agire in profondità nel dispositivo nemico; sfruttare il successo; rompere organizzazioni difensive campali. VelociUt: massima su strada Km/h 32,500; massima su terreno vario Km/h 15 circa.
' L'ARTIGLIERIA - CARA'lvl'ERISTICHE - VARfE SPECIE DI .lRTIGLIERil} - UNITÀ DI ARTIGLIEltJA - CRITERI INF0Itl1ATORI DI IMPIEGO
I. - Caratteristiche. ·
Armamento: 1 cannone da 4 7 /32 in torretta girevole; 4 mitragliatrici Breda 38, cal. 8: 1 abbinata al cannone; 2 abbinate in casamatta,; 1 pe1· H tiro c. a. e di riserva. Equipaggio: 1 capocarro; 1 pilota; 1 tiratore marconista; 1 porgitore.
CAPITOLO IV.
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Autonomia:· su strada Km. 200; in terreno vario oro 8. 3. - ARTIGLIERIE SEMOVENTI.
Sono pezzi montati su scafi mobili, corrazzati e cingolati, impiegati in azione di a.ccompagnamento (a favore di unità c::m'i.ste, fan teria motorfazata, motociclisti o autoblinde) ed in azioni controcarro. •
L'artiglieria: è l'arma dell'azione lontana che agisce esclusivamente «ol fuoco; ---iion può da sola risolvere un combattimento, ma inLegra ed appoggia, coi suoi tiri, l'azione dell~~~1j_ è capace di produrre grandi J.!fettimateria1i e mor1:1.li: l'efficacia della sua azione è data dal numero e dalla ..-p<)tenza dei proietti che giungono sugli obiettivi e dalla t,empestività del suo intervento; quando muove è molt o ·-vulnerabile; manca di azione vicina: per difendersi eventualmente da àttacchi nemici a bre,,issima distanza ricorre ad armi più adatte del cannone, quali mitragliatrici, moschet ti, bombe; se è schierata, è però capace .di a,zione efficace alle minori distanze contro cani armati. L'intervent o dell'artiglieria nel combattimento avviene attra:verso le fasi seguenti : · ricognizione presa dì posizione; orgamzza,z1.one del, fuo.co. .Adàestra11,ento, I. - 3.
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L~ico[!!!:f:z12!,ii hanno lo scopo di: detormiuare. gli elementi r<•J' ,..i, .a,v . ·. 1·...,,• 1· H,1lo a l la, preparazione dol tfro·
_SCh ÌOl'H,rnenl o e
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sceglie~'e itin~rari, vie d'accesso alle posizioni, 8tabilire gli eventua,h lavori da effettuaJ'e le modalità l' · ' · per occupazione de11a posizione; . . esamina.re la zona di azione e scegliere la località on m1p1antare posti di comàndo e osservatori. Le ricognizioni dovono essere compiute i. . d d e . . . d. ' . n mo o a -noti. ausa1e ntar i all entrata in azione dell'artiglieria, p .· , comand"'nti · 1· · orcio "' e ufil c1a l che devono compiere l" r1·coo·u· . . preced 1 . "' b iz1om . on? a propria unità muovendo con i reparti avanza,ti d1 f~nt~r1a, accompa~nati dal Il.orsonale stretta,mente indispe~_ab1le e pe1· assicurare la trasmfasione di ordini e di notizie e per agire in primo tempo. La presa a·i posizione, ·· · , . si svolge di norma, sotto la "dfrez1one del sottocomandante di batteria L'attit di fT tuare tal · · u ne a e et,d e operaz1ono nel più breve tempo (in relazione ben s m en e alle caratteristiche del materiale) deve essere comune a tutt~ le specialità dell'arma, ma per le artio·lierie leg~ere ac~u1sta _importanza dominanto pe~ la necessità di assicurare m ogm cucostanza il pronto intervento. L'orgwnizza.zione del fuoco comprende: la preparazione del tho· ' • l'organizzazione dell'osserva.zionel'organizzazione dei collegament/ , La ~reparazio~.e del .tiro è il_complesso di operazioni che comandi_ e reparti devo_no ~ompiere per battere gli obiettivi compres1 . nel ca,mpo d1 a,z1one dei pezzi. Dette oper}1zioni hanno sv1luppo diverso a seconda del tempo a di . . spo1,az1one . 1 .A riguardo si tenga presente:
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a) norma fondamentale ~ tassativa per le batterie è procedere rapidamente alla . esecuzione delle operazioni di
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puntamento in direzione e in elevazione per intervenire con prontezza o cioè appena i pezzi hanno occupato le posizioni e messo le code a terra (preparaziono per l'azione immediata); b) spetta al gruw, effettuare le operazioni di prepar.~zione del tiro per potel' determina1·e obiettivi, closignal'li alle batterié e porta.r vi il fuoco contemporaneameute delle ·batterie stesse (prep ~ n e di qru7?.1!.Q)~. e) spetta ai comandi di ~ig~ria ~s~~l'i al gruppo provvedere alle operazioni di preparazione topografica per poter designare gli obiettivi con rapidità e pl'ecisioue che consentano alle batterie di ricercare pure con rapidità e precisione i dati di tiro di efficacia senz.a che sia necessario regolare il fuo co con l'osservazione (preparazione per la manovra del fuoco). L'osservazione è elemento éssenziale per il rendimento del fuoco e per l'intervento di iniziativa delle unità. Essa ò orga,nizzata in base ai seguenti criteri: - ogni comando di artiglieria deve poter sorvegliare I 'intera zona di az.ione che gli è stata assegnata per: determinare obiettivi; controll1;1,re, sul complesso, i 1;iri eseguiti per concentramento; concorrere, eventualmente, all'osservazione del. tiro di unità chiamate ad agil·e fuori del proprio settore nor~le; - ogni batteria deve essere in grado di agire con tiro osservato entro il settore d'azione che le è stato assegnato. I
L'org(J/Yl,izzazione dei collegamenti è compiuta col criterio che ogni comando provvede con. i propri mezzi a collegarsi col comando irrvmediatamene superiore, oltre a p1·ovvedere ai collegamenti con la fanteria ed ai collegamenti nell'interno dell'nnità e cçm le unità di artiglieria vicine.
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. ~li ?1·ga~ yr~posti all'impianto dei collegamenti nelle umta. d1 art1glier1a sono le pattuglie comando e le pattuglie O. C. (1). . . L'organizzazione delle tmsmissioni deve éssere attuata con progres~ione nello sviluppo e nell'impiego dei mezzi. N~ll_o ~viluppo:_ _Provvedendo innanzi tutto ai collegame~t~ md1spensab1~ p~r immedia.ta trasmissione f degli ordm1 e delle comumcaz1om m modo da non ritardare l'intervento delle artiglierie; completando poi tale ossatura in relazione alle necessità e alla istruzione. _ Nell'impiego dei mezzi: facendo largo uso nell.a, fase <li ma,ggi~r. movimento . dei mezzi radio; impiegando quelli telefomc1 quando la. situazione comporta una certa stabilità.
scoppio. Dà anche un'idea approssimata della celerità di tiro, perchè questa diminuisce, in linea generale, con l'aumentare del .calibro. Considerando la lunghezza della bocca da fuoco ·in rapporto al calibro, le artiglierie si dividono, in ordine decrescente di lunghezza, in cannoni, obici e mortai. Di massima, diminuendo la lunghezzai relativa. della ~ bocca da. fuoco, aumenta la curvatura della traiettoria che il proietto percorre nello spazio: si accentua pertanto l'attitudine dell'artiglieria a ·scava.lcare col tiro ostacoli che si frappongono fra le posizioni e gli obiettivi appostati dietro ripari. Con le bocch~ da fuoco più lunghe si ha poi, in generale, oltre che una maggiore tensione della traiettoria, una più ·grande velocità d_el proietto e quindi una maggiore forza di urto contro bersagli. Secondo i mezzi di traino o di trasporto impiegati, le artiglierie si· distinguono in someggiate, ippotrainate, motorizzate (a traino meccanico o autoportate), .'le?rwve;;,ti, su installazione ferroviaria. Il mezzo di traino dà un'idea approssimata della mobilità del materiale, Le artiglierie someggiate che vengono trasportate, scomposte, su muli hanno la massima mobilità, possono percorrer" mulattiere e muoversi in terreni difficili; sono le più adatte per seguire e appoggiare da vicino la fanteria. Le artiglierie ippotrainate seguono normalmente le strade-, ma possono pure, in terreni non troppo difficili, muoversi fuori strada; ad alcuni materiali (1) è a.nelle possibile, mediante opportuni ripieghi, percorrere !buone e<l ampie ~mulattiere. · Le artiglierie motorizzate, che si servono di trattori, hanno una mobilità relativamente considerevole, limitata essenzialmente dalla necessità di trovare carreggiate abbastanza ampie; come le artiglierie ippotrainate, possono anche compiere~ percorsi fuori strada,, in 1ierreno v~.rio,
!a:
II. - Varie specie di artiglierie.
Le artiglierie possono essere classificate in diversi modi secondo il punto di vista sotto cui si considerano. Le clas~ sificazioni in uso vengono più particolarmente esposte nel c~rso di armi portatili, esplosivi, artiglierie e tiro: qui sono ricordate brevemente per maggior chiarezza di quanto sarà detto in seguito . Prendendo a base della classificazione il calibro si banno artiglierie di gros:so, di medio e di piooo'lo calibr~. Questa cla.ssificazion~ dà subito un'idea della potenza della bocca da fuoco, perchè, quanto maggiore è il calibro, tanto più srrosso iJ proietto impiegato, maggiore la quantità, di esplosivo 1D esso contenuta e quindi più considerevoli gli effetti di
?
. (l!
Ciascuna_ pattng~a O. C. viene costituita, con il pers~nale ed
~ mezzi occonenh per assJCm·are un determinato collegamento, mettendo 10 ~pera _più mezzi di trfl.S?1l·issi.o1w, e perciò con vari nuclei di specializ-
zati (ottico, radio, telefonico) ciascuno dei quali deve provvedere in ;°lodo completo a i?npiantwre, jm· fwnzionare e mantenere in efficienza 11 collegamento.
(I)
...
Obice da 100/lì mod. l6 e obice da 100/17 mod. 14 .
·- 38
Le artiglierie motorizzate, che si servono pel traino di autocarri, e quelle autoportato sono invece, . di massima, vincolate alle rotabili: le autoportate possono eseguire moviroentj più lu,ng·hi e più Qelefi, e in questo senso sono molto più mobil.i. Delle -artiglierie semoventi occorre distinguere quelle desLinate ad agi.re in acçompagna1mento delle unità carristi e quelle che. oltre a svolgere l'azione controcarro sono anche ~dcmee aJJe altre a,zioni di fuoco (interdizione, controbatteri a ecc.). Oa.ratteristiche delle prime: gran.de m~bili!!_à analoga a quelb dei can i armati; gr::mde protezione, a,naloga a quella dei carri armati che consente di far muovere i pezzi molto ava.nti a dir~tto• conLatto del nemico; capacità di aprirn il fuoco istantaneamente appena, ferme, a puntamento diretto e di esegufre eventualmente i I puntamento indiretto come qualunque altra, a.r tiglieria. Le artiglierie semoventi del secondo tipo, .sono più potenti (maggior calibro, velocità iniziale, gittata) delle prime· e destinate all'azione contro mezzi fortemente corazzati. 1uoltre sono organizzate per agi.re come le norma li a.rtiglierie motorizzate col va,ntaggio rispetto a queste ultime di un pi ù pront o e rapido passaggio dal movimento al fuoco . .Le artiglierie su installazione ferroviaria sono legate alle linee ferroviarie: si tratta in generP- ·di qualche pezzo di grandissima potenza di uso limitato a pochi casi speciali. Torna qui opportuno rilevare che la mobilità d_ei materia.li di artiglieria è, in linea generale, tanto minore quanto più grandi ne sono la mole ed il peso e quindi la potenza .. Ne consegue che· il mezzo di tr-aino è in relazione, oltre che con la mobilità, con la potenza delle art iglierie. · La classificazione regolamentare e più importante, che definisce le varie specialità dell'arma,, è la segu ente:
~/
-:;t 19 -
artiglieria per divisione di f:3>nteria, (ippotraina,ta, motori zzata. carrellata e someggiata); al't/c,Jicria pet divisione motorizzata( (motorizz~ta); a.l'ti~lieria per divisione autotrasporta.bile (m~tor1zzata); artiglieria per divisione corazzata (motorizzata, semovente); air tiglieria alpina (someggiata); . artiglieria per divisione celere (a cav~ll~ e mot_orizzata); aetiglieria per divisione paracadut1st1 e av1otraspor,a.bile ; artiglieria di corpo d'armata (motorizzata); artiglieria d'armata (motorizzata e semovente); :1rtigli eria controaerei (motorizz~ta). . L'artiglieria per divisione dì fanteria fa. ? arte ~t~grante . delle divisioni ed è chiamat a a cooperare prn da v1cm_o con l fanteria sia nell'attacco che nella difesa. 1È caratterizzata : buona ~obilità. anche nel campo tattico, ?uon~ potenza, t:aiet t orie tese e curve per esegui.re tiri in sv_ar~at~ m:r~os_tanze di terreno e di situazione. Comprende artiglieri~ d1 p1~col~ ealibro : cannoni da 75/27 e obici da, 100/17, 1ppotramat1 motorizzati O ::,a.n':èll,'tti; o bici da, 7 5 / 13 e da, 7 ~ soO , ,_. 1i10ggiati. L'artiglieria, per clivisione -~o·t01·izzata e ~ii~o~ra~p01.'tabile bi1 caratteristiche .1,naloghe a qu~ll~ de~e dr~s10m_ d~ fa~. · . 'd dell" esio-enze d1 tiro. È per o motorizzata t,orrn nei· nguar " "' . · t · 1 per permettere r apidi spostamenti. C?mprende ma eria e da, Ù)/27, da 75/18 e da 100.G:1 mot~zzato. . I 'nirti o·lieria per divisione corazzata,, comprende gruppi gem~;rent'.i e gmppi motorizzati da 75/27, da~~/53, d~J.2.~:= I.ì'artigli·e :ia aLpina è destinata ad agi.re con_ 1~ unità alpine in terreni di alta e media montagna e!'! è qumd1 carat~ terizzata da mobilità adeguata a tale impiego, _da buona potenza e da t.raiettorie curve per superare ostacoli e battere
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bersagli defilati. Comprende obici da 75/1._3 e da 105/11 someggiati. L'artiglieria per divisione celere fa. parte integrante delle divisioni celeri, e sue caratteristiche principa,li sono quindi la notevole ra;pidità di spostamento, traiettorie tese - dati i normali terreni d'azione dei celeri - possibilità di es·eguire con i propri mezzi la controbatteria, o di sfrutta.re lunghe gittate per colpire l'avversario da grandi distanze. Ogni reggimento di .artiglieria celere coni.prende : un gruppo a cavallo armato con cannoni da 75/27, uno o due gruppi motorizzati leggeri armati con cannoni da 75/27. L'artiglieria per divisione pa1'aoadutisti è costituita da. pezzi leggeri per poter essere carfoati sull'aereo e lanciaV'i col paracadute. Quelia per divisione aviotrasportabile, pur non richiedend.o analoghi r~quisiti d.i leggerezza, inquantochè non viene lancia~a a mezzo· di pa.r a.cadute, deve essere anche essa costituita da materiali di peso non eccessivo e poòo ingombranti, per poter essere caricata sugli aerei. · Entrambe le predette ar~iglierie, una volta a terra, no.tt dispongono di mezzi di traino e debbono quindi essere trainate o trasportate dall'uomc,). L'artiglieria di corpo d'armata ha il còmpito della cori.t:r.:p batteria nonchè quello di integrare l'azione delJe artiglierie <li~ ali, prendendo sotto iC-s,uo fuoco gli.obiettivi più r~sistenti o lontani. È caratterizz~ta da grande potenza; grande mobilità su strada, mobilità media sul campo tattico, traiettorie tese e curve. ' L'artigUeri.a d'armata ha il còmpito di rinforzare Paz.ione dei corpi d'armata intervenendo là dovo o~ ottenere effetti materiali e morali particolarmente importanti e dove occorre b.a ttere obiettivi molto resistenti, molto . lontani, defilati o protetti. Ad essa è particolarmente affidato il còmpito dell~ii:t~er~~ lon~ a. È caratterizzata da grande potenza, grandi gittate, notevole mobilità su strada, mobi-
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lità tattica in relazione al peso dei vari materiali. Questi sono tutti motorizzati, eccezionalmente su installazione ferroviaria. L'artiglieria contraerei concorre con l'aviazione da caccia alla difesa contro gli aerei nemici, cercando di colpire questi ultimi oppure di interdire ad essi determinate zone di cielo. È caratterizzata da grande celerità e precisione · di tiro, grandi gittate. Comprende cannoni di piccolo calibro. Per proteggere località si usano artiglierie contraerei da posi.r ~ione, su installn,zioni fisse affidate aJla M. D. I.,. O. .A. T. Per proteggere ·1e truppe, occorrendo grande rapidità di spostamenti, si impiegan,o artiglierie contraerei autoportate normalmente assegnate ~Ile divisioni ed ai corpi d'armata.
HI. - Unifa di artiglieria. Pezzo è -l'unità elernentare di tiro ed agisce di norma riunito ~atteria; a,gisce isola,to soltanto in casi speciali del combattimento' (tiri per pezzo contro mezzi cora.zzati, tiri. per pezzo contro opere di fortiftca.zione ). Sempre che poss.ibilè, in questi casi~ il pezzo viene posto agli ordini di un ufficiale. Con la denominazione pezzo si intendé non solo il mate-· riale che lo costituisce (1) ma, anche il persona.le cd i mezzi di traino assegnati in organjco. Batt'eria è l'unità di tiro dell'artiglieria: si compone di un determinato numero di unità elementa,ri di tiro (2) cosi (l) :Vettura cannone (òd obice) e vettura cassone per le batterie ippotrainate; le varie vetture in cui si sqompono il materiale e i relativi carri munizioni per le ba,tterie motorizzate; i vari elementi in cui si scompone il materiale di un pezzo ed i relativi mezzi porta, munizioni per lo artiglierie someggiato e carrellate. (2) La batteria comprende genora.lmento 4 pezzi, fanno eccezione le batterie ù1grosso calibro clie sono su 'due pezzie le l)atterie da 20 mod. 35 che l)Ossono essere anche su ·spezzi.
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da. rù,pondere ad esigenze di cornandabilità e n1a,110vrabilita e da, esplicare da sola sufficiente azione di fuoco. La batteria comprende: ·il comando di batteria, i pezzi, lo scaglione munizioni (sqltanto le batterie a,lpine, someggiate, semoventi), l'autocarreggio. n comando, oltre il com.:1,ndante, compre.ude il personal<.-i specializzato ed i materiali necessari per impiant~ire, collegfl,re, far funzionare _il posto di comando e un osservatorio. Il personale specializzato ser ve per la costituzione di una pa,ttuglia comando e di una pattuglia O. O. coma~1dat a da sottufficiale. Lo scaglione pezzi comp·rende, oUre il sottocornandante gli ufficia.li subalterni, una prima aliquota di munizioni, il persorl.a,le, i mezzi di traino o di trasporto, i materiali per il servizio e le armi per la difesa vicina dei pezzi. "' L'autocarreggio comprende personale e mozzi per la contahilità, il vettovagliamento ed i servizi in genere di batteria. Gruppo è l'unità organica e tattica fondamentale dell'artiglieria ; l'unità di ba.se por l'organizzazione e l'impieo-o del b fuoco. Il , gruppo dispone di orga,ni e mezzi per organizzare e svolger<' azioni di fuoco in cooperazione con le altre armi e per provvedere ai rifornimenti dello dipendonti batterie. Oomprnnde: il comando, le batterie, il R. l\lI. V. IL coma.ndo, oltre - al comandant e,. còìnp1·ende il per. sona,le occorrente per le ricognizioni, per il funzionamento rlel posto di comando, dogli osservatori, dei collegamenti e per la preparazione del tiro . Tra questo personale rivestono pa.rticolau importanza gli specializzati riuniti in una pattuglia comando o due patt uglie O. O. comandate da ufficiali. Il R M. V. è cosntuito da un comamdo di reparto e da ta.nt e squadre m-unizioni e VÌ'Veri quante sono le batterie d<-'l gruppo (1). ( l) [11 alcune unità di artiglieria moto rizzata il R. ~l. V. auzic-bè assegna to al gruppo è unico per t u t to il reggimento .
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,.,--Rer1gùnento -· raggn1-7>paniento - sono le unità di impiego] . con le quali viene att1,1,ata la manovra del fuoco. _.,,, Il reggimento è la riunione stabile di più gruppi.; risponde a esigenze tattiche, disciplinari, amministrative. Il raggruppamento è la riunione di più gruppi fa.t,ta in vista, di un determinato scopo ta1;tico: ba perciò costitu zione va.ria.bilo secondo i compiti e le necessità.
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l V. - Crite1·i inf orma tori dell' impiego 1lell'artiglicria.
Còmpito dell'ar.t iglieria è cooperare con la fanteria per ,agevolarne il movimento. n~lliat,tacco e per ostacolai~ l'azione dell'avversario nella difes~. • , A1l'u0po esS'a si vate del suo unico mezzo di azione: i1.f1.t.Q20. [ criteri cui deve informarsi l'impiego doll'artiglieTia, sono: il pronto intervento, la massa, la -manovra, la sorpresa. I ~ -·.......,,. a) Il pronto intervento, cio~ la capacità ~1 pa,ssare rapi damente dall'ordnÌeai marcia a quello di combattimento, ad a,p rire immediatamente il fuoco non appenav enga ordinato o richiesto, ad agire con tiri direttament e osserva.ti dai .comandanti di ba,tteria, · e con· t iri per pezzo a puntamento di.retto alle brevi distanze contro mezzi corazzati, rappresenta requisito fondamentale per, le batterie division ali. P er le battei ie delle altre specialità la possibilità di att uare quanto sopra è subordinata alle caratteristiche di manona,b ilità e di tiro del mai<:rialo. Comunque l'aM,ituc1ine al pronto intervento deve es~ere sviluppa.fa, per t utte le a,rti". g11.er1e. · ' b) La massa è ottenuta per mezzo di concentramenti, e cioè con la sovrapposizione -sullo stesso obi<1tt.ivo, e per il teIDJ)O necess:nio: di l1Ulll6l~0S°i ,...pl'Oietti~ La carntt cristica e8SÒnz1aTeclell"azione lontana coll sen tl3 all 'mtiglieria di concentrare il fuoco sopra un solo obh•tf;ivo
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sparando da cbversi punti, anche lontaru gli ..uni d~li altri, Percjò non è n.e<;essario, per ottenere la massa di fuoco, ch6 le batterie siano in posfaioni vicine tra loro: questa condizione è anzi da evitarsi, non solo per non accrescere la, vul- . nerabili tà delle batterie, ma anche, ed essenzialmente, perchè i concentramenti risultano ta,nto più efficaci quanto più diverse, entro i limit,i di gittata utile, sono le· p1'ovonienze dei tiri. e) L a m anovra di fuoco dell'artiglieria consiste nell'applicazione tempestiva di convenienti masse di proietti su questo o su quell'obiettivo che interessa, maggiorme~te di bat tere. d) La sorpresa consiste uell'nprire il ·1uo2,o im.]_)rovvi-~ garncnte o quando il nemico meno se lo aspett a. Il tiro assume allora la massima efficacia. La sot1>resa è quindi condizione important e di successo.
CAPITOLO V .
· IL GENIO SUE SPECIALITÀ E CARA'lvl'ERIS'l'ICHE D'IMPIEGO 0
L'a,rma del genio agisce nel campo tat tico e nel camp@ logistico. Nel campo tattico assicura, attraverso i collegar:i:1enti, l'esercizio del comando nelle grandi unità; agevola,, con l'organizzazione offensiva o difensiva del ·terreno, l'aziona delle altre armi; ostacola, con intènuzioru, dist;ruzjoni e mascheramenti, l'azione del nemico . Contro opere fortificate permanenti, il gonio agisce impiegando battaglioni g~astatori cho hanno costi1;uzione analoga a quelli di fanteria. In particolari atti tattici, qua.li il combattimento di arregto, la guerra di mine ed il forzamento di corsi d'acqua, la su a azione ha importanz~ preminente. Ove lo circo.s ta,nze lo impongono,. i reparti del genio intervengono nel combat. timento con le proprie armi. Nel campo logistico l'arma. del genio facilita i movimenti, i rifornimenti e la vita, delle truppe, costruendo e ripristinando strade, ferrovie, teleferiche, impianti idrici ed elettrici, alloggiamenti, mascheramenti; provvedendo al rifornimento di cletnrminati materiali ed all'esercizio di ferrovie, t,eleferiche, impianti vari. I reparti del genio usano materia.li ed attrezzi regolamentari aventi' come peculiare caratteristica la celerità di impiego, imposta, oggi più che mai, dal ritmo delle opera.zioni belliche. Usano altresì materiali ed att.rezzi di circostanza, \
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sempre secondo crifori e procedimenti improntat,i alla suaccennata, ca,ra.tteristica della celerit à. . caratteristica, che deriva dalla neces'l'ale fondamentale sità di stretta e costante aderenzri s,l.le esigenze tattico-locri stiche, il particolare ambiente di azione e . la mole dei cò~- · piti richiedono ai repart,i del genio urnt organizzazione ed una preparazione' c.h è non sarebbe possibile trovare in elementi civili, anche se dotati di elevata, prepa,ra,zione tecnica . . ' o m reparti delle altre armi per i qua,li tale particolare attività deve ovvia.mente limitarsi alle immedfa,te necessità interne. La molteplicità dei còmpiti ha condotto alla suddivisione dell'arma .in nu.mèrose specialità: a,rtieri, pont ieri., telegrafisti e marconisti, minatori, ferrovieri, - aerostieri, fot~elet- ' tricisti, teleferisti, mascheratori, idrici, meccanici-elettricisti, pontieri, fotografi, cinematografisti, guastatori. I reparti del genio (battaglioni e compagnie) compren.dono una unica specialità ovvero pi-ù specialità; notevoli son.o i reparti misti per grandi unità alpine che, per la particolare organizzazi.o ne ed il particolare addestramento alpinistico, possono considerarsi, a prescindere dalle specialità d.' arma che li ~ompongono, una vera e propria specialità alpina de 1 genio . · · , I reparti del genio alpino. oltre a tutti i mezzi comuni a,i rep,a rti · per le Divisioni di fanteria, dispongono di ~ttrezzi meccanici, pneumeccanici e macchinari someggiati o trasportati su autocarrette. La loro qpera è caratterizzata ,da fronti vaste e discontinue, con elementi delle G. U. molt o fraziona.ti, dal t en-end · montano ritardatore dei movimenti, dal fattore tempo, u,t numero lini.ita,to di dir~ttrici di movimento, dalla, forte in. fluenza del c1Jma. I reparti alpini devono essere speciaUzzati per aprire i~ terren9 montano mulat tiere speditive,' per 1.ll_,sistema,zione d1 quelle esistenti e di queUe da,nneggiate dal t~iro avversario,
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4.7
per l'impù:1,n to di sbarrament,i con elementi attivi e pass1 v1 sia sulle pendici delle montagne che nei fondovalle, contro infiltrazioni di repf1rti celeri dell'avversario, per il passaggio di corsi d'acqua a regime torrentizio e di burroni profond:i, per l'impiant~ di telefori_regolamentari e di circostan za per . notevoli distanze e dislivelli. Alle grandi unità celeri, corazr,até e mot orizzate sono assegnati reparti misti del genio (i reparti di· corpo, d'armata comprendono genera.lmente telegrafisti e marconist i; i reparti delle divisioni : artieri, telegra.fisti. e marconist i). l. - ARTIERI.
È la specialità che, in campo limitato, riassume quasi . tutte le attività dell'arma, escluse le trasmissioni e, nell'àmbito operat ivo delle unità più avanzate, provvede oltre ·che ai lavori ed operazioni' caratteristici della specialità (lavori d.el campo di. battagli.a, difesa collettiva antigas, prepa,raiione di alloggiamenti e di °Qaraccamenti, lavori stradali, impiego d.i mezzi vari per guerra da mina, èostruzione ed. e~ercizio di telefoni, combattimento d.' arresto) anche a quelli propri di altre specialità (passaggi di piccoli corsi d'acqua, lavori ·da, mina, bvoÌ·i idrici, maschera.menti). È ordina,ta in batta.glioni di corpo d'armata (su 2 o più compagnie, ognuna su 1 plotone operai, 3 plotoni arti.eri, 1 parco) ed in compagnie divisionali (di eguale formazione). Plotoni operai sono compresi nelle compagnie operai fotoelettricisti di corpo d'armata, compagnie .e plotoni arti'eri sono comprese nei reparti misti pe:r gr'andi unità s,pe_cjali. I parchi artieri sono ordinati in sezioni (per comando di compagnia e per plotoni) e comprendono attrezzi di lavoro, strument;i yari, esplosivi, materiali di lavoro di ·uso più frequente. Sono t rasporti1ti su automezzi, su carrette o su muli. Reparti artieri (plotoni, compa,gnie, battaglioni) possono inquadrare repa,rti di alt re armi ne1la esecuzione di Ja,vori.
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A tale scopo nel parco_artieri vi sono dotazioni di attrezzi
per far lavorare circa 250 ausiliari. Ai battaglioni ed alle compagnie artieri posson,o essere assegnati per l'impiego: ponti di equipaggio, p asserelle, passerelle alpine, gruppi di attrezzi meccanici, telefori, materiali · ed attrezzi vari. La, compagnia artieri della Div. or. _d eve assolvere anche compiti di guastatori ed è dotata di l sezione di t raghettamento e di 10 battelli pneumatici per il traspor to di 120 uomini. 2. - PO N'rIERI.
Costruiscono, mantengono e np1cgano passaggi (ponti, porti, tra,ghettamcnti) con materiali di equipaggio e costruì · scono ponti di circostanza su grandi e medi corsi d'acqua. " .Ai pontieri sono devolut-i la disciplina e l'esercizio del tra.ffico sui passaggi, la protezione contro le offese per via acquea . . I pontieri svolgono azione preminente nel forzamento. <lei corsi d'acqua. Sono ordinati in battaglioni per ponti di equipaggio pesa.nti, costituiti su due compagnie pontieri e due ponti di eqlùpaggio pesanti; battaglioÙi per ponti di equipaggio leggeri. normalmente costituiti su: una compagnia pontieri, un ponte di equipaggio, due reparti pontieri, ovvero su due compa,gnie e due ponti di equipaggio. · È inoltre previsto l'impiego di compagnie di tTaghettamento. 3. - TELEGRAFISTI.
P rovvedono all'impianto, esercizio e ripiegamento di reti t elegrafiche (cassettino telegrafiche, apparati celeri e mult ipli, t.elescriventi), telefoniche, fot otelegrafiche e foto.foniche nell'ambito delle G. U . (fino ai comandi di reggimento ) ed all'impiant o, esercizio •e r ipiegamento delle ~ti a filo per
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il collegamento delle G. U. (c. d'a . e su periori) con le unità dell'aeronautjca ad esse a,ssegnate.
Con apparecchiature speciali possono aumentare (apparati ·a correnti vettrici con due o più canali, separatori, ecc.) e rendere possibile o migliora.re il traffico (amplificatori intermedi e terminali) su linee a filo (tolcgrnficbe o telefoniche) . . L a, specialità è ordinata in ba,ttaglioni e compa.gnie (confronta.re numero successivo: marconisti). Le compaguie t . e misto hanno in dotazione parchi o sezioni di parco (telefonici e t clegra,:fìci: con appa.rati telefo nici, telegrafici, centralini, ·cordoncino, filo, ])ali, attre1,1,i), stazioni fototelegra,fiche e fototelefonicl}.e. 4. - MARCONISTI. '
Provvedono l"tll'impiauto ed esercizio delle reti radiotelegrafiche delle G. U. (fino ai coma.udi di reggimento), ::i,ll'impianto ed ei:;ercizio delle reti r . t . pe-r· il eollogarncnto dei com·andi deile G. U. (c. d 'a. e superiori) con le unità della ·aeronnutica acl essi assegnate, e cogli a<:'rei in volo, a.gli speciali servizi d 'intercettn,zione (radio, telefonica e telegrafica) delle trn,smissioni nemiche, allo speciR.lc 8ervizio d i radiogo·niomeLrazione delle stazioni radio ·nemiche. La r-:pcciaìità è ordinata in hattaglioni, ba,ttagLloni i:;pe-: ciali (compa,gnic collega.monto e compu.gnic speciali), com pagnlc o sezioui. Vi sono, inol tre, hatf.aglioni misti e cow p agnfo miste (Lelcgrafist.i e marconisti). Ai vri. ri reparti sono assegnati i materi ali necessari .a,l loro fum.ionnmcnto: stazioni radio di va.rio tipo e di diversa portata, posti. d'int0rcettazione, posti d 'ascoH.o ra.dio, ra,diogoniometri, posti d 'intercettazione telefonica e telegrafica. Il laboratorio di corpo d'armata è att.rezza,to per la riparazione degli B,ppara.ti telefoni ci, telcgi:a.fici, radio, fototelegrafici e fotofonici dello varie nnit,à delle v a,rio armi del cor po d'armata. ~ .Jdà(st.r a=nto,
I. - 4.
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51 -
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!>. - COLOMBIERI.
. La specialità è ordinata in colombaie mobili dotate di gpeciali carri, comandate da sottufflcialJ ed assegnate alle grandj unità~ (c. d'a. e a.).
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6. - 1VIINA.TORI.
Provvedono essenzialmente al servizio delle interruzioni e delle distruzioni e, quando occorre, alla guerra. sotterranea • · o di mina. Sono imp°iegati altresì nena· guerra e nel combaÙimento di arrest o; eventualmente concorrono a quei lavori tattici ·e. logistici di spettanza degli artieri che più ~i adattano alla attrezzatura .ed alla preparazione della specialit à (la,vori in ' terreno roccioso ), Sono ordinati in batta,glioni di armata su 2 7 4 compagnie dotate di parco (con attrezzi, gruppi di attrezzi pneu maticì ed esplosivi). · 7. -
seziom eserc1z10 linea che provvedono all'esercizio di particolari tratti di ferrovia a scartamento normale, ed al movimento di treni armat.i , · di artiglierie su affusto ferroviario ecc.; battaglioni per ponti met~llici stradali che prnvvedono montaggio dei ponti metallici n. 1 (a via ordinaria). · È inoltre pre-visto l'impiego di compagme autoblinde · ferroviarie.
FERROVIERI.
Sono ordinati in un reggimento assegnato allo Stato . ~aggiore R. E. (1) costituito da: · battaglioni ferrovieri dl lavoro (su 3 cp. con parco} che provvedono a tutti i lavori ferroviari, èompresi il mon.taggio dei ponti metallici (a via ferroviaria) n. 2 e n. 3, il montaggio dei piam caricatori scomponibili e di circostanza · e la costruzione di ponti ferrovi~ri di circostanza,; battaglioni ferrovieri Decauville che provvedono alfimpianto ed all'esercizio delle ferrovie a scartamento ri- · dotto (scartamento 75 e 60 cm.); (
(1) Con recente disposizione il reggimento ferrovieri è fJtato sdopJ)Ìato in due raggruppamenti ferrovieri ed un deposito.
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8.
AEROSTIERI.
Sono ordinati in compagme per I'osservazione aerea e compa,g nie per sba,rramenti aerni. 9. - °FOTOELETTRICIS'l'I.
Provvedono all'illumina,zione del terreno per sorveglia,nza, per tiri notturni di artiglieria, per accecamento di osservatori nemici, per sbarramento luminoso all'osservazione nemica. Sono ordinati in sezioni di corpo d'armata, sezioni incluse nelle comp?,gnie' operai fotoelettricisti di corpo d'armata.. 10. - TELEFERISTI.
. Provvedono a,l l'impianto, all'esercizio ed allo spianto di teleferiche regolamentari e di circostanza. Sono ordinati in battaglioni di a.rmata su 2· 7 4 c9mpagnie (ognuna su 1 plotone montaggio a, 3 plotoni esercizi.o e manutenzione) .. .. e · I plotoni montaggio provvedono al montaggio e smontaggio dei vari tipi di teleferiche militari; per lo stendimento delle funi ed il trasporto dei vàri ma,t eriali teleferici sono normalmente aiutati da ausiliari. I plotoni di esercizio provvedono alla manutenzione ·ed all'esercizio delle teleferiche.
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n- persornl,le
per il carico e lo scarico dei materiali t ra sportati è fornito dal comando della G. U . per la . quale la teleferica presta servizio. 1] . - lVf.ASCHÉRATORI.
Provvedono a lavori di mascheramento che per impor tanza, difficoltà e mole non possono essere a,ffidati agli a,rtieri o alle altre arini. Il personale specializza,to è costituito essenzialmente da pittori, decoratori, scenografi ecc. e da falegnami, carpent ieri, ecc. Sono ordinati in 'ccmpagnie di itrmata. ciascuna su 1 plotone o~erai, 3 plotioni masc.heratori, 1 pa.rco. 12. -
Sono dotati di appropriata ·attrezzat ura campale, per il caso in cui manchino o facciano difetto impianti perman.e nti. Ha,nno còrnpiti ess(mz~almente logistici; concorrono · nel campo tattico con Felettrifi.cazione del t;erreno e dei . , reticolat,L Sono oTdinati iU: compagnie, a,sscgna.tc allo Sta.tu Ma,ggiore _ R,. R., ciascuna, su 1 plotone opern,i, B plot;oni rn . e., 1 parco. H. -
P0i\1PIE1n.
Pro,rvedono al servjzio est,inzione incendi di campagna; sono ordinat,i in compagnie dì aTma,ta, su 'J. plotone opcra,i e ~ sezioP.i pompi.eri (ciascuna con 1. pompe) . .
IDRICI.
Provve.dono a tutti i lavori inerenti al serv1z10 di rifornimento idrfoo (ricerca, raccolta ed utilizzazione delle acque, impia.nti di potabilizzazione) che per hnporiia,nza e cornples- · sità non possono essere eseguiti da,i reparti ·a.rtie1:i. Il parco ha due complessi idrici di sòllevamehto di. media potenza, uno al comando di compagnia ed uno al plotone , operai. Ogni coni.plesso ~ forrnato da motopompe, tubi, serbatoi, pezzi specia,li, filtri; materiali .vari, ecc. 1 plotone operai, Sono ordjna,ti in con~p~~gnie d'armata 3 plo,toni idrici e 1 parco.
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13. ,_
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MECCANICI ELE'l'TIUCISTI.
Provvedono alPimpianto, al riattamento, all'eserci.7.io e, ove occorra, alfa distruzione di centrali genern,t rici di energia clet1ìrica, e delle relative lince di trasporto.' Ogni plotone meccanici eletricisti può far funz\onare due centrnli elettriche di media irnportanzà e potenza.
15. - FOTOGRAFI.
Provvedono ai TiJfod fotografici e telefotografici a scopo operativo ed a scopo documenta,rio. Sono ordinati in sezioni fotografi dello Sta,to Maggiore R. E . e di atma,t a ed in squadre fotografi (~ telefotografi di corpo cl 'a,rmata. 16. - 0INEMATOGRAFISTI.
Provvedono alle riprese cinematogra.fìchc a, scopo essenzialmente document a.rio (storico ed addestrat ivo ). Sono ordinati in compa,gnie e plotoni. I plotoni possono essere dj ripresa, e di proiezione. 17 . - G UASTNl'ORI.
,Sono una specialità del genio, cosl come lo sono aeµa fanteria. e sono impiegat i per la eouquista di opere permanenti.
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Sono ordinati in battaglioni e dotati di armi individuali, cariche esplosivo, armi automatiche, mortai da 45, lanciafiammo. Caratteristica saliente dj queste truppe è l'audacia e la aggressività. CAPITOLO Vl. 18. -
SERVIZIO DEL GENIO.
L' AVUZI01'1E PER L' ESERCITO
Provvede al rifomimouto, ricupero e riparazioni di mate- · riali del genio (attrez.zi, materiali vari, mozzi di trasmissione) per tutte le armi o comprende il deposito centrale, magazzini avanzati di armata, officine mobili di c. d'a. per materiali di trasmissioni, posti di distribuzione di corpo d'armata e cli divisione (dì costituzione· eventuale). Il servizio funziona a,lle dipendenze operative dei vari comandanti gcrarchlci, od alle dipendenze tecniche degli iritendent,i e dei comandanti del genio delle va.rie G. U.
I. - Còmpiti dell'aviazione.
Allo Stato Maggioro· R E. e ad ogni grande unità co~plessa (Armata e Corpo d'Armata) s~no a~se~nate squadriglie O gruppi di squadriglie aeroplam (aviazione. da osser~ vazione per il Regio Esercit9) che assolvono 1 seguent1 ·compitt,:_ esplorazione aerea; servizio aereo di artiglieria; rilev~.mento aereo; collegam_ento aereo. L'esplorazione aerea si distingue in esplora1~ne straw.gica ed in esplorazione tattica. . . , · La prima ha lo scopo di det'erminare dislocaz1on~i enti~a, movimenti delle masse nemiche e fornire notizie cbe val~ano a. svelare le intenzioni dell'avversario. . È effettuata dai gruppi di squadriglie da osservaz1on~ .alle dipendenze dello Stato 'Maggiore R. E . e dei comandi ,di Armata. -La seconda ha lo scopo di determinare, a fini dell'impiego del~e grandi unità di primai schie~·a,, l'entità, ladislo·cazione e l'atteggiamento· delle forze nemiche contrapposte. È effettuata da unità aeree da osservazione, che agiscono, -0.i norma, alle dipendenze dei comandi di Corpo d'Armata..
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fl servizio aereo per l'artiglieria ha per còmpiti:
la ricerca ed individua,ziono degli obieWvi; l'osservazione del t iro (aggiustamento, accertameuto, controllo dell'andamento generale del t iro di effièacia); il ri_lievo fotografico dei risultati ottenuti dai tiri (di distruzione, di. controbatteria, <1cc.). L'osservazione aerea dei tiri di artiglieria si impiega di preferenza per le batterie di grosso e medio calibro, eccezionalmente per le batterie di piccolo calibro. Nella designai.ione degU obiettivi si fa riferimento a : ca,rte topografiche quadretta.te; punti di riferimento prestabiliti (quando non esiste lfl quadretta.tura della carta,) (1); . fotografie aeree (con rifedmento a quadrettatura convenziona.le o ad un prestabilito punto di ess~.). ' L'obiettivo può essere determinato a, vista o a rne.zzo di fotografie. I rilievi fotografie.i sono corredati da.Ile necessarie note , illustrative e trasmessi sollecitamente al comando interessato . 11 ri1evarnento aereo ha per obiettivo principale i! terreno, e per scopo il ri1cvamento a vista e fo togra,fico · del terreno, per forn.i!e, in relazione allo esigenze operal;ive, notizie su particolarità t opografiche. Molto utile, inoltre, può risultare, sulla zona in cui viene organizzata la propria difei:.a, il controllo dei progressi dei lavori e dell'efficacia dell'occultamento e del mascheramento. L'aeoplano viene impiegato nel oollegamenJ,o aereo soltanto quando venga a ma,ncare il sicuro e pronto• impiego dei mezzi di collegamento terrestre ed è urgente conoscere (1) Per mezzo di assi ortogonali passanti per · il 1mnto di riferimento, orie~t a.ti NS-EO. I quadr:rnti sono contr~ddistinti dalle lett9re KOSR (letti nel senso_ dello .lance: te del!'orolog~o a 13artire dal quadrante NE). Le coordinate SI ospnmono rn docametn qualunque sia il documento a cui ci si riferisce e si enunciano: prima l'ascissa, poi il quadrante e poi l'ordinata..
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l'nbicazion..e degli elementi terrestri avanzati o stabilire un collegamen,t;o che non si potrebbe in. altro modo prontamente ottenere. I còmpit i dell'aeroplano in collegamento sono: rilevare la situazione dei propri elementi a,vanzati (i reparti indicano all'aeroplano le posizioni raggiunte a · mezzo dei teli individuali ); collegare i comandi con le t ruppe più avanzate. Per la trasmissione dall'aeroplano e viceversa si impiegano mezzi radio, i messaggi e gli artifìzi, secondo le norme indicate nell'allegat o 18. L'aviazione da osservazione può eccezfona.Zmente intervenire nella lotta terrestro con azioni· di piccolo bombardamento (lancio di spezzoni e di bombe ·di piccolo calibro) da bassa quota contro avversario in crisi (nello sfruttamento del successo e nell'inseguimento) oppure quando occorra proteggere con ogni mezzo il ripiegamento delle proprie truppe. È da escludersi, di norma, l'impiego di aeroplani da osservazione per azioni di mitragliamento a te:.ra e per irrorazioni nebbiogene. Non è invece da scartarsi il lancio di rifornimenti (munizioni e viveri) a reparti isolati o tagliati fuori , quando non vi sia possibilità di provvedere altrimenti. 1 L - Gli aerosta.ti.
Gli aerostati rappresenta.no il più antico mezzo aereo per la osservazione. .A 1500 metri di altezza possono osservare sino a 12-14 chilometri ma con molta obliquità, il che deterrninà forti angoli morti. Nei confronti con l'aeroplano hanno il vantaggio .di un'osservazione pi11 stabile e di più sicul'i collegamenti. · Sono molto vulnerabHi e facilmente distruggibili: devono quindi essere tenuti rustanti dalle linee avversarie (5-6 chilometri).
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CAPITOLO . VIT. GLI AGGRESSIVI CHIMICI
I. - Generalità.
I
Convenzioni internazionali, cui ha,nno aderit~ gran parte degli Stati, compresa l'Italia e gli Stati con essa confinanti, vietano l'impiego degli aggressivi chimici in guerra. Non si 1 può tuttavia escludere che qualche Stato contravvenga ,a questo divieto; onde sussiste la necessità di preparare la ,difesa contro gli aggressivi chimici, delle forze armate, del territorio e della popolazione civile. È anche possibile che una prima contravvenzione al divieto provochi - per ritorsione il generalizzarsi dell'impiego degli aggressivi chimici. · L'impiego sul campo · di battaglia dei mezzi chimici ·_ aggressivi o non - è devoluto ai reparti chimici e, oltre il · raggio di azione di detti reparti, alle artiglierie (proietti +) ed. agli a.crei. · Sono ·« aggresaj,ve >> tutte quelle sostanze capaci di produrre / .a,ll'organismoumano lesioru tali da provocarne la morte o,; quanto meno, d_a metterlo fuoi'i comba}timento per un tempo più o meno ~ungo. Sono <e non aggressive n tutte quelle sostanze -nebbiogene ·O fumogene destinate a speciali compiti d'accecamento (offesa) o di mascheramel'.\to (difesa). Secondo il criterio tattico (durata dell'aggressività sul ·campo di battaglia) gli aggr~ssivi chimici possono venire .raggruppati in: I
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fugaci, quelli cl;le permangono sul terreno pochi minuti; semipersiste1iti, quelli che permangono sul terreno · poche ore; - · ptYr§i§_tenti, quelli che ;l'imangono sul terreno da qualche -0ra ad un giorno e, in condizioni ~tmosferiche favorevoli, . .alcuni giorni. Secondo il criterio fisiop~tologico gli aggressivi chimici _posson,o essere classificati in: .so·o ocanti.
{ Vengono assorbiti dall'organis mo umano attraverso le vio respiratorie alterandone · la funziono in I modo ·che si ha la morte per soffocazione . .Esempio: fosgene. difosgene, cloropicrina.
1
/ Lacrirnngm1i
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./.'l"fitanti . . .
\
I
I Starn11t,atori
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'"""'° "'"'"'
A c,onta1t-0 ; ,11, producono viva irritazione e lac>rirnazione. Non so110 irt genere mortali . Nei casi lievi cessa l'effetto eliminando la causa. Rsempio: cloroa:ce.t,ofonone, bromoa,cet one. \
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· A contatto della mucosa iiasale . o ~folle prime vie respira,torie proclncono una irrita,zione che provoca s1;arnu tazione, cefalea., vomito ecc. Possono avere effett( rncondari di intossica' zione, per :issorbimento , più \-,,_ ~, o meno gravi {fino alla ròorte) / a seconda della quant ità as-.· ,,_ sorbita. ·'1 Esempio: difenilcloroarsina. /
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I
( A co;1tatto della pcl1e del corpo urnauo producono
l. l
l"{&Cieal-0ri .
vesciche come cfa scotta.ture, che guariscono lentamente. -Respirati allo stato di vapore o di aero{ sole procl!-lcono )P;sioni alle vie respiratorie: Producono effetti se.'.onda,ri di intossicazione per . · assorbimento . ( Esempio: i,Prite.
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' Vengono assorbiti da.ll'organismo umano principaJ. rn C\nto n,ttraverso Jo vie respiratorie . Agiscono 'l'os.,ici. . . . sui te,;suti i.utorni o rnl sangue provocando la morte JJer asJl.ssia,. Esempio: ossido d i carl)onio, a.cido cianidrico.
La classificazione riportata non è rigorosa. Alcuni aggressivi infatti esercitano azione multipla cosi, ad esempio, la cloropicrina, classificata tra i soffocanti, espìica anche azione lacrimogena. · Dal punto di vista fisic~, gli aggressivi chimici possono pres(lntarsi allo stato solido, liquido o gassoso. Così, ad esempio, a temperatura e pressione or:dinarie, il cloroacetofenone è una polvere cr:istallina,; l'ipritè, 1a cloropicrina e H difosgenc sono liquidi; il fosgene è gassoso .
IL - Carattedstiche dei vari aggressivi. Allo scopo di a~evolame la conoscenza, si riportano qui d i seguito, in sintesi per ogni aggressivo, quelle indicazioni che in pn1,tica potr~ essere più utile di conoscere. 1 ° SOFFOCANTI.
F osgene,. Stato fisico: gfLssoso· a, pressione e t emperatura ordinaria. Si conserva sotto pressione allo stato liquido in bombol-e: P erm anenza siil terreno: fugace. Appena aperto il recipiente che lo contiene il fosgene liquido passa più o meno rapid amente, a seconda della temperatura ambiente, allo et ato di gas e si disperde nell 'aria. Il cald o e il vento n~ favoriscono la diffusione.
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Come agisce suZZ'orga;nis1no umano: allo .s tat o . di g~s viene respirato e.on Paria _e a contatto ~elle pn mo vie respirat orie e dei polmoni esplica la sua azione. Dovo quanto t<mipo agisce: esercita ~ubito _un'azione. soffo~ cante e dopo un periodo di latenza s; marufestano srntom1 gravi di edema polmonare. E ffetti fisiopatolo gici: irrjtazione alla gola. Attacca ~rofondamente i polmoni; soffocante; mortale. A concentrazioni molto eleva.te ha anche azi one lacrimogena. Oo'/11,e pitò essere v,npiegato: in proietti d'a.rtiglieria, in bombe da ~10reo, emesso cli1 bombole. Come si riconosce: odore di erba o di fieno ~n pt~t refa: zione. Una conferma della segnalazione òlfat~rva s1 puo avere mediant e l'impiego di apposi.t i rivelatori. Modo di proteggersi: indossare la maschem. In mancanza di questa portarsi poi:isibilmente, se'!1'za_correre, sopra vento rispetto a,lla sorgente tossica (proieU,1le o bombni). ·.Difosge-ne. Stato fis~ioo : liquido a ternper a,tura ordina.ria. Per1na1ienza s1"l terreno: semipcrsistent;e. Come agisce sull'orga1iismo uniamo: l'u.ggressivo li~uido passa, allo stato di v~,pore ~ vie~e resp~rato co~'aria . . A cont atto delle prime vie respiratorie e dei polmom esplica la sua azione. ' E fjetti fisio1Jatologioi : analoghi a quelli del fo sgene; mor -
tale. oo1ne p 1,ò essere vnipiegato: in proietti d'artiglieria., in bombe da aereo.
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Come si riconosce: odore particolare, simile a quello .'del
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fosgene. 2° IRRITANTI.
Modo di proteggeisi: indossare la maschera. In mancanza. .d i questa portarsi possibilmente, senza correre, sopra vento
a) La cri m o g e n i .
rispetto_alla sorgente tossica.
Cloroa_cetofenone. Gloropicrina. Stato fisico: liquida
~t
temperatura ordinaria.
Permanenza sul ten·eno: semipersistcnte. Oome agisce sull'organismo umano: l'aggressivo liquido a contatto dell'aria evapora più o . meno rapidamente ed i_
vapori mescolati all'aria, venendo respfrati, esplicano azione tossica sull'apparato respiratorio. La cloropicrina ha anche azione lacrimogena già a concentra;zioni relativamente basse. Dopo quanto tempo agisce: l'effetto lacrimogeno si ris_ e nte
~ubito. Quello soffocante un po' in rita.rdo. Effetti fisiopatologici: soffocante; agisce sulle vie respi-
ratorie e · sui polmon( La:crimogQno; provoca irritazione alle ·m11cose oculari. L'effetto soffocante può essere mortale, l'e:ffj,tto lacrimogeno è t ransitorio. Spesso può provocare il vomito. Come può essere impiegato: in proietti di artiglieria, in
· Stato fisico : solido a temperatura ordinaria. Permanenza sul terreno: persistente o fugace a seconda del
sistema di impiego. Come agisce sull'organismo umano: diffuso nell'a,ria, allo
o
stato di vapore di aerosole, agisr,e irritando fortemente le mucose oculari. Dopo quanto tempo agisce: istantaneamente. Eftetti fisiopatologici: provoca forte irrita,zione alle mucose oculari con conseguente intensa lacrimazione. Non mortale. Come può ~ssere i1npiegato: in proietti d' artiglieria, in
bombe da aereo, in speciali artifiz1 detti candele. Come s·i r-iconosce: odore aromatico caratteristico.
Modo di proteggersi: indossare la maschera: I n mancanza di questa cercare di tenere gli occhi chiusi il più possibile e
portarsi sopra vento rispetto alla sor gente tossica.
bombe da aereo. b) Starnutatori.
Come si riéonosce: odore caratteristico. 1
JLodo di proteggersi: indossare la maschera. In mancanza di questa por tarsi possibilmente, senza corrC1:e, sopra vento
rispetto alfa sorgente tossica.
Di fenilcloroarsina.
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Stato fitico: si presenta sotto _ f orma solida o liquida a seconda del grado di purezza e della temperatura ambiente. Permanenza sul terreno: come per il clotoacetofenone.
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Oorne agisce sull'organismo 'Umano:· diffuso allo stato di
Perm anenza sul terreno: persistente. Come agisce sull'organismo umano: sia allo stato di vapore
vapore o di aerosole nell'aria. viene respirato con questa. e venendo . a contatto con le vie. respiratorie le irrita.
,che aìlo stato liquido, a,gisce su tutta la superficie del corpo ,e particolarmente sugli organi del.la, vista e della respirazione . .Agisce anche attraverso i comuni vestiti e le calzature. Dopo qi1;anto iernvo ag·isoe: l'azione dell'iprite si manifest a, dopo una o più ore; ment re non si avverte ini.7,ialrnente 8,lcuna irritazione o sensazione partico.lare, tanto che la presenza, .,del.l'aggressivo, se non rivelata d~ll'olfatto, può passare inosserva,tti,. . Effetti fisiovatologio·i : irritazione alle mucose ed' nilie vie respiratori.e; congiunt ivite; fotofobia. Sulla pelle venut a a contat1;o con l'aggressivo si manifestano, prima arrossamento, poi vescicazioni più o meno estese, corne da scottature. Le lesioni sono lente a gu:1rire. Pf~r vescicazioni limitate non si hanno effetti letali. Se invece k ve.scicaziotii intei·essano una -estesa, superficie del corpo, si possono avere effetti mortali. Come vuò essere 'impiegc~ta: in proietti d'artiglieria., ili bompe da, 11ereo, per irrorazioni da, aereo, o da automezzL )l,ppositamente attrezzati (liipo irmaffiatrice stradale). GMne si riconosce: odo1'e leggero di a,glio o. di mostu,rda,. 11:l odo di proteggersi: con uno speciale vestiario antipri ·tico o con mascherài. · . Bonifica del terremo: si. effettua con eloruro di calcio .ad :opera di squftdre specializzate: ·
Dopo quanto te1npo agisce: dopo uno o due minuti primi. Effetti fisiopatologici: irrita le mucose nasa,li e le a,lt:re vie respiratorie, provocando violenti starnuti, tosse, dispnea. È anche uu vomitivo. Può avere inoltre azione tossica secondaria per t1issorbimento di arsènico (a1;vele~a11iento ) e, in questo caso, può essere mortale. Come vuò essere irnpiegato: in proietti d'a,rtiglieria, in bombe da aereo, in speciali artifizi detti candele.
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Come si riconosce: odore n,rornati.co. Irritazione nasale. Jlilodo ili proteggersi: indossa,r e la maschera. In mancanza di questa, _porta,rsì possibilmente, senza correre, sopra vento rispetto a,lla sorgente tossica. Difenilcianoarsina. Stato fisico: si presenta sotto forma solida o liquida a
seconda del grado di purezza e della temperaturtt, ambiente. Si riconosce per l'odore a,gliaceo. Ha caratteri analoghi a,lia · difenilcloroarsina . Adanisite. Stato fisico : soli<la, crista.llina, · di color verde- scuro. Ha
caratteri ::ma.loghi a,l la difenilc!Qroa,rsina,. Lewisite. /
\ Ivrite. Stato fisico:- liquida in estate, solida ·in inverno. (Solidifica a 13° O. circa).
Stato fisico: liquida a temperatura ordinaria. Per-man&nza i;iil terreno: persi~tente. • Come agisce sull'organismo imi.ano: allo sti1to liquido o di
·vapore per contatto con la pelle, con le mucose oculari e con Je vie respiÌ'atorie; agisc<~ anche attraverso i connmi vestiti ,e le calzatùre. \
4 ddeslramenf,o, I. - 5.
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Dopo quanto tempo agisce: quasi subito provoca arrosl')amento della pelle. Dopo una o due ore cominciano a comparire le vescicazioni, come da ustioni. Effetti fisiopatologici: irritazione alle mucose. Vescicatorio della pelle (vedi iprite). Intossicazione per assorbimèn1;o di. a,rsenico: in questo caso pu ò avere effetto letale. Come può essere im1,iegata: in proietti d'ar tiglieria,, in.
bombe da aereo, per irrorazione da a,ereo. Come si riconosce: odore di ger}.1,uio . Modo di proteggersi: come per l'iprite. B onifica deZ terreno: coròe per l'iprite. ' 4° 'UOSSICI.
I più comunemente noti sono l'acido cianidrico e l'ossido, di carboni'o . ·
Per le loro carattm:ist.iche tossiche ::;i presume che tali aggressivi saranno difficilmente .impiega.ti in ,campo a11erto per la qm1si impossibilità- <li raggiu ng<-m~ le concentJ'ti,zioni necessarie per ottenere e.ffetti efficaci. Sebbene si presuma difficile l'impiego dell'ossido di carbonio come aggressivo, tuttavia è da tener presente che in alcuni particolari casi - quali si verificano, ad esempio , in postazioni chiuse per armi autom,atiché - si possono raggiungere concentrazioni dannose ed anche letali di ossido di carbonio proveni enti dai gas di combùstione delle caridhe di lanci.o. I n questi casi la difesa è data dall'impiego di uno speciale filtro che può essere impiC>gato da solo (protezione specìfica contro l'ossido di carbonio) o in unione al :filtro comune T 35 (protezione contro l'ossido di carbonio . e contro gli aggressivi di comune impiego).
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III. - Sostanzo nebbiogene, fumogeno ed incendiarie. Lanciafiamme. NE13.BIE E FUMI.
Sotto t ale nome generico devono essere considerate tutte quelle sostanze capaci di creare annebbiamenti arWì.ciali att i ad: . occultare alla vista, del nenlico nostre truppe in movimento od in sosta; accecare osservat,ori o elementi attivi nemici. Le sost anze nebbiogene e fmy1ogenc impiegate più comunement e sono: il fosforo bianco che, a conta,tto dell'aria, brucia rapidamente (è quindi anche incendia,rio ), genera,ndo un fu mo bianco, denso, leggermente irritante; · il liquido nebbiogeno che viene emesso (polverizzato) sotto forma di minutissime goccioline le quali, condensando l'umidità dell'aria, creano unanebbi:::l, a.rti:ficiale, densa, bianca, leggermente irritante; le mi_scele fumogene (solide) che opportunamente innescate si accendono, generando un fumo bianco grigio innocuo. Le sost an'ze nebbiogene e fumogene costituiscono un importante mezzo di at t acco o di difesa. Esse creano una zona di visibilità ridotta per cui l'osservazione e quindi il t iro mirato ed osservato - tranne alle piccolissime distanze - è reso impossibile o per lo meno molt o difficile. O.teano al tresi uno st ato di incertezza assai import ante agli effetti t attici immediati, poichè ingenerano dubbio sulla reale costitu~ zione della nube (se aggres~iva o solo oscUTante) ed obbligano ail'uso della maschera. Chi produce la nebbia, invece, conosce la reale portata della nube e sa se può combattere senza maschera.
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1 mezzi adoperati per la produzione di nebbie e fumi sono: · mezzi di la,ncio: bombe a mano, bombe da mortaio proietti di artiglieria., bombe da aereo; · ' . mez~i di nebulizzazione: candele fumogene, appareechi nebb10gern, ,1ttrezz~1t ure nebbiogene per a,utomezzi 0 per aerei . Le nobbie rLr1;ifìcia,li ed i fumi ::,ono soggetti a lle S1i(~sse influcn1.e che le condi½ioni mctcoTòlogiche e le condizioni del terreno 11npongo.no a,g1i aggrcfl,iivi chimici.
Così: a,limosfcra umida,, pioggia rninnta, aria in lento movimento, fo,voriscono la formaz:ione e la densità delhL nube prodott ::i, da liquido · nebbiogeno (principa,lc mezzo di produzione della nebbia,); · atmos:fera calma,, forma nubi a pennacchio cl;e poi si abba,ttono mtorno alle sorgenti di omissione, favorendo la persistenza della nube; a,tmosfera, calda, produce corr'1nt:i a,scensioiiali che solleva.no le nubi; vento in cont inuo mutamento di direzione rende ·a1Y1· . , ~, G~ 1 ,e ffetti t attici, pericolosa la nube i n quanto può r itorcersi a nostro da,nno; . vento fortissimo· con direzione conveniente, strappa, · larmna a, t erra la n ube che non riesce a, prendere consi.stouza. La nebbia si rn,ccoglie e si adde~sa negli a,vvallmnent i e nelle buche che trova !ungo il suo cammino cd è in esse compressa . dal vento che v1 scorre velocemente sopra. Agli effetti dell,1 dislocazione della sorgente nebbiogena: · ,.tria in movimento consente di tci1ere « fi,ssa >> la soi·geute, p erchè saeà. il vento a convogliare la n ebbia artificiale nella direzione voluta (oculata scelta, delle p9stazioni della sorgente). Naturh.lmente l'alimentazione della nube dovrà
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essere ,tànto più intensa, quanto più grande sarà ht velocità del vento, quanto più' lontano si intende convogHare la nube, qtianto più l'atmosfera è secca, ecc.; aria ferma o quasi obbliga l'frnpiego della sorgente marcia,nte lungo il fronte d11 mttschera.re o più sorgenti fisse dislocate su tutto H fronte. Le nebbie cd i · fumi vengono irnpieg~.t ti p er: impedire al ne1r1ico di ,1.edere, puntare, tirare cd osservare i. risultati. del tiro diretto s1_1 nost;ri reparti a,vanzati o in azione su zone scoperte (avanzata di rincalzi; gettmnento o passaggio di passerelle 1 ponti ecc.; spost:unento di ~trrni, specje di artiglierie; operazioni di c11,rjco e scn,rico di autocolonne di t ruppe, di rnateri::~le, di munizioni; truppe a lavori di rafforzamenti, n iccolta, e fff: i,nz:ì.ta, di ti'uppe per - l'a,tta,cco, ripiegamento, ee~. ); mascherare colpi di ma.no, movimenti di avangrn,1rdia,, truppe celeri, cec.; ~10cecare elementi attivi non neut ralizzabili con mezzi di fuoco (postazionj di mitrnglfatrici, ogservatori, armi pesanti, ba,tter:ie, ccc.); ma,scherare operazioni di. bonifica,; disori<~n tare, di giorno e di not;te, il moviment o, ren• dendo difficili i collegamentì.; · ingamiare l'avvei;sa,rio sulla enti Ut delle nostre forze: in rnovih1cnto; aumentare Fefhca.cia delle proprio ar mi éontro l'atta.ccante che, costretto ad attraversare la, nebbia per far uso delle proprie armi, viene a. proiettarsi sullo sfondo della nube stessa,; dissimula.re localit à a,lla ,1 ista ed a,l tiro degli a<~rei . Le nebbia, in genere, favorisce la sorpresa, perchè ·non permette di sn,pere qurrnto avviene entro o dietro di . essa.. Occorre t ener presente però che:
ess~ mn,schera, più da t erra, che non da.Il'àho;
• e
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~l vento vi forma degli squarci , che ((scoprono)) improvvisamente e, quando esso è mutevoJ...e, può essere più dannoso che ..vantaggioso. . . .
·miscela di liquido infiammabile (nafta, petrolio, benzina, ecc.) ,che può essere i..:mciato ad una certa dist.anza. . . .Al di là del dar<lo ardente (circa m. 20-24) 11 lanciafiamme produce una zona di ca.lore insopportabile cd ustionante, la cui lunghezza è circa. la met à di qµcìla del dar~o. Il Janciafia.mme del tipo portatile può effettuare una d1e-, cina di colpì successivi - nella stessa, direzione o in. direzio~i diverse - entro il limite di tempo di un minuto pnmo. Po1, esaurito, va ricaricato o sostituito. Le unità lànciaflamme hanno lo scopo di integrare la '. '<tziÒnc delle fanterie: durante l'assalto; contro mezzi corazza,ti e blindati; in azioni notturne (specialmente colpi di ma,no); in ,combattimenti di locabtà; per arrestare, sui tratt,i più importanti di u~a posi zione l'avversario lanciato all'assa.lto; . 'per sba,rrare, con cortine di fiamma, 13assaggi ob.bligati ed importanti o varchi aperti nelle difese a.cce~s?rie; . . pe1· obbligare alla resa; o distruggere, nuclei isolati m .a.ppostamenti, ricoveri, cavernè . Di norma l'unità, d'impiego è b , squa,dra, composta da 'lanciatori armati di lanciaflamm(\ e da serventi armati di moschet to. · · I repà.rti di fanteria che cooperano con reparti lancia:fia.mme devono: coprire il movimento dei lanciafia,mme, :fianche~giarli <D.ell'attacco e accompagnarne Fazione con· le arrrii; .attirare l'attenzione del nemico su di un punto diverso .da quello dal quale essi agiranno; essere pronti a completare l'azione dei lanciafiamme pr,endendo sotto il fuoco (mitragliatrici, bombe a mano) :i nuclei avversari eh~, sorpresi dal getto di fi~mma, tentassero di porsi. in salvo;
La nebbia viene anche impiegata per mascherare cose 0 località. .In questi casi l'annebbiamento deve . esserè assai più _v~,sto. delle cose o località da · occultare, per non attirarvi 11 tiro; le zone coperte devono risultare eccentriche all'obiettivo da mascherare; i punti di riferimento - vicini all'o~iettivo da mascherare - devono essere coperti dalla nebbia, perchè altrimenti faciliterebbero l'individ~rnzione dell'obiettivo. · . Il. r~as~heramento impedisce l'esatto puntamento (aerei o art1gher1e) e . la _-visione dei risultati, ma non impedisce naturalmente, il tiro che potrà essere sempre effettuato ~ .zona. SOSTANZE INCENDIAH,IE.
Come sostanze incendiarie v.engono .impiegate: il fosforo; la termite (miscela di ossido di ferro e di° alluminio in polvere); che vengono impiegate · in · bomoe a mano, proietti <l'artiglieria, bombe da aereo-.
LANCIAFIAMME.
• r
Armi di modesta, gittata, visibili e vulnèrabili. . Per contro armi terrificanti per Ì'effetto morale e decisivo e :per la distruzione che esse sono capaci di produrre · sulle persone e sulle cose, sulle quali riescono a far giungere i dardi di liquido acceso. Generalmente un Iancia,fiamme (del ·t ipo spalleggiato) è costituito da un recipiente nel quale viene immessa una
72 ..:....
sfrnttare tempestivamente, con l'assalto, ·l'effetto mo-rale e materia.le ottenuto dai lanciafiamme. I repa.rti lanciafiamme a, loro volta devono: svolgere un 'azione che sia costantemente aderente a. quella della, unità fucilieri con la qua.le cooperano; ent ra.re in azione con le proprie· armi ~l momento giusto: qualunque indecisione o intempestività ne frustrerehbe· irrimediabilmente l'effetto; investire a distanza efficace di lancio (sot,to ai '.30 metri) · gli obiettivi : i Ja.nci a di.stanzamaggiore servono soltanto ad esporre lanciafiamme e fanti a,Ua reazione del nemico. · , N ell'irnpiego ,dei reparti lap,ciafiamrne, la « sorpre.sa » è· elem.ent.o base per il successo.
MJ];ZZI D'IMPIEGO.
Gli a,ggreRsivi chimici possono impiegarsi mediante: a) mezzi ad emissione; b) mezzi di irrorn,zione; o) mezzi di lancio. Ve1nissione si fa, determinando dalle proprie posizioni la,.
formazione, di nubi aggréssive che, convoglin.te dal vento, port;ano l'offesa sul.le posizioni avversarie. L'emissione viene ottenuta sia a,. mezzo di speciali bombole dalle qi:tali l'aggressivo esce· a.Uo stato gassosq, oppuremediante Puf':o · di sp3cia,li a,rtifizi, d.ctti candele, dalla cui combustione si ottiene una. nube aggressiva che il vento- . convoglia v~rso il nemico . L'-irrorà.zione viene effettuata con aggressivi persistenti (specie vescica.tori). Si attua generalmente in difensiva, creando delle zone· j nquinate di aggressivo - sbanamenti chimici - che costrin~ gono l'avver. ario a,d .un tempo d'arresto. Tali zone devono,
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essere scelte in modo che gli sharra:r:nenti chimici possanoessere pot~riziati dal fuoco delle arnii automatiche della ·difesa. Speciah attrezzature (irroratrici) montate su aut.ocarri o .speciaìì recipienti (bidoncini) pieni dell'a,ggressivo e preven,t ivamente collocati sul posto in cui si fanno esplodere (a,ccensione elet;trica o a miccia) servono per creare lo sbarra.ment o chimico. Il la-ncio si ot;tiene mediante proietti (di artiglieria o di mortafo) o mediante hombe.1da, aereo, pieni dell'aggrnssivo che sj. vuole lanciare· sul nemico . 'J'alc specie d'impiego, che p uò essere effettna,to indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, non è vincola1',o a limitazioni di spa.ifo. Esso infatti consente d i portare l'offesa sia nell'interno delle posizioni avversarje (artiglieria, e mortai) sia. nelle lontano retrovie (a0reo). . Analogamente anche le sostanze nebhiog(me possono esse1:e impiegrLte còn mezzi a,d emissione (candiite o apparecchi nebbiogeni) o di bncio (proietti d'a,rtiglicria, bombe). IV. - 'fruppe chimiche.
Le truppe chimiche sono costituite dai ]?atta.glioni.chimici di Armàta, ·dalle compa,gnie chimiche ~:i,ssegnate ai Corpi d'Armata, t~ da,i plotoni chimici autonomi. Queste t ruppe dispongono di mezzi idond pei· attuare sul campo tattico i provvedimenti intesi. a limitare le offese chimiche che il nemico potrebbe porre in atto, ed impiega.re i . mezzi idonei a ritorcere ai suoi danni l'offesa chimica. · Alle unità chimiche a,ssegria1;e all'Esercito operante fannoriscolÌtro speciali reparti nebhi.ogeni territoriali che hftnn o iJ: · compito di proteggere a mezzo di nebbie artificiali obiettivi importanti quali: porti, na.vi alla fonda, o in 11avigazione, zone: . . industriali, fe:rrovie ecc.
•
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Il reggimento chimico - con sede in Rom.a - ha· funzione di centro di mobilitazione per unità di u;uova . costituzione; centro per la formazione dei quadri ufficiali e sottuffi-. ,d ali (Scuola) e centro studi ed ·esperienze.
V. - Difesa dagli aggressivi chimici. - Maschera antjgas.
Il facciale è munito di ooohiali [2] di vetro . infrangibile. · Per ~vitare Pa,ppa,nnamont;o degli occhiali si applicano ad essi, internamente, dej dischi antiappannanti costituiti da lastr ine di celluloide ricoperte di speciale gela,tina, e tenuti in sito da mollet te fcrmadischi. (€! Al facciale è inoltre applicato il bocchettone [3] che: contiene la valvola di iùspirR,zione e la ,, a.lvola di espirazione e
Costituisce. mezzo di difesa tutto ciò che mira a riconoscere, attenuare od annullare l'effetto degli aggressivi -chimici. La visibilità degli aggressivi chimici, il loro odore caratteristico, i primi sintomi sull'uomo e la possibilità di reagire chimicamente permettono di a,ccertare un'offesa .chimica fo atto. Si può ricorrerè a seconda dei casi alla protezione. individuale o collettiva, alla protezion e ta,ttica, o ricorrere alla bonifica.
,
Protezione individuale. È data dalla maschera antigas (1). La ma,schera àntigas è costit11ità da tre parti principali ,(fig. 1): •
F ig. l. - Maschera mod . 33. 1. F:1.cch,le. - 2. Occhiali. - 3. Bocchettone. - 4. 'l'ubo ccH·rng,,/o.
5. Bard,,tura. - 6. F i\t1·0 . - 7. B01'8" .
a) facciale; b) bardatura; e) filtro.
.)
'..
Il facciale [l) costituito da un foglio di ·gomma stamp~to, ·è· sagomato in modo tale da co,nsentire una, ){erfetta tenuta ··adattando.si al viso. (1) Cfr. la pubblica.zione: «'Norme per l'impiego, la manutenzione b conservazione delle maschere antigas in uso presso il Regio Eser.cito », n. 3931, ediz. · 1940. , · , e
(
r
eonsente l'unione del filtro al faccia.le a mezzo dì un tubo -0orrugato [4] comè nella maschera, mod. 33 (fig. l). In qualche tipo di maschera, (ei::L : mod. « T. ;35 i1 fl g. 2) il filtro viene avvitato diretta.monte al faccia,le. La bardatiwa [5) ha lo <icopo di adattare il .f acciale al ,'viso in modo da assicurnre la perfetta. tenuta. È costituita da un cuscinetto nucftlo e cinqu e t,iranti; uno front ale non elastico; -due tèmporf1li e due gun.nèia,li, el:-:1stici r egola.bili a mezzo di -cinghiette. '
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I .
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.
76 i '
I l filt1:o [6] co.stituit.o da, un invplucro mef.allico; di forma. e dimensioni v1.trie, contiene le sost::i,nzè assorbent~ e neutralizzanti deg_li aggressivi. In genere un filt ro rnoderno contiene: una. niassa, antifumo che trattiene gli aggressivi allo stato di a,erowli; uno strato di carbone attivo che ha funzione fisicochimìc:1 d ì assorbimento di n.ggressivi allo stato gassoso;. un eventuale stro,to di sostanze neutra,lizzanti che ha azìone chimica di neutralizzazione dei vapori a cidi. <..:;.),uesto strato è in genere costituito da un sup1>orto (es.: poniice, polvere di carbone) tra.ttato con sostm1ze chimfohe.
. .,
Il filtro ha due fori: uno . superior e con r a,cco.r do per l'unione a.l facciale ed uno inferiore per l'entr ata dell'aria . . La, nmschera, per il ti·asporto , viene conservata in una borsa rU canapa [7].
Ai reparti d i. a,r tiglierù.i, ò anche distribuita la, maschera o.tticf~ mod. <1 O. 39 » (fig. 3) spccia,Jmente adatta per l'uso . degli strurnenti ottici (telernetrj, goniometri, cainn.occhiali j, dato che gli occlria li sono in essfu disposti paralle!a,mentc 111 pìa?-o facci a le o r.i:vvicinah a.gli occhi. Difesa ooUetiiva. Si ottiene con l'orga,nizza,r,ione di appositi loc~~li - d etti ricoveri - a,1;ti a proteggere , più persone · (coma.'n di, uffici, centra.lint tdefonici) dagli aggressivi chimici. I ricoveri più comuncmentè usn.ti sono di tre tipi: , Riaove;:i ennetioi: sono corntrn i loca li resi ermet;ici con la chiusu:m di ogni comunicazione cor\ . 1;esterno (fossure, porte, fine1>tre, ecc.) e neì quali le persone 1'icoveratc fruiscono· per la respirazione dell'aria ambi ent e. La ca.pa.cità protettiva del ricovero è data, dalla sua cubatura, tenendo presente ehe il fabb isogno min imo di a.ria, è di un metro cubo p~)r persona/ora,. Fig. 3. - MascbNà mod. I
« O.
39» ·(0ttica).
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Le pattuglie riunite per battaglione marciano ~i norm_ai col plotone esploratori con compiti di « csplor~z10ne c~1~ mica » segnalando temp~stivamcnto la presenz::L d1 U:ggrcssJv1 chimici; 20) ufficiale per 1~ difesa chimica, del battagliouo; 30) ufficiale per la difesa chimica del reggim ento; 40) u.fficiale per la difesa chimica .della d.ivisione; 50) 1,J.fficiale per la difesa chimica del corpo d'armata; 60) ufficiale per la difesa chimica dell'armata. Gli u fficiali per la difesa chimica presso i corpi e presso · Le grandi unità hanno il compito ùi assicurare la di~esa c~mica delle truppe - ciaseu.uo ncll'a.mbito delle proprie a,ttnbuzioni - curando: la n1,ccolta, il vaglio (1) e la tr-asmissione di tutte le notizie riflettenti la guerra chimica; l'efficienza dei materiali di difesa (individua.le e collettiva) in · distribuzione a lle truppe.
Ricover1: filtranti: sono loc~Lli crmct.ici che com1micano con l'esterno a mezzo di una presa d'aria. L'aria gassata. è
aspirata dall'esterno a mezzo di un ventilatore atLraverso un filtro antigas di costituzione analoga a quella del filtro individualo e cli adeguate dimensioni. Ricover'i a rigenerazione cl'aria: sono locali èrmetici nei qu~Lli l'aria ambient;e viene rjgenerata e cioè arricchita dell'ossigeno consumato nella respirazione e depauperata dell'anidride carbonica prodotta nella rosph'azione. 1
A tale i:;copo l'aria ambiente aspiratt1, a mezzo dj un venti-. latore si fa passare attraverso scatole metalliche contenenti una sostanza fì.ss:itrice dell'anidride carbonica . (idrato di sodio) e: prima <li essere restiL11ita a,ll'ambiente, viene arricchita ùi o.;sigeuo erogato da una o più bombole di ossigeno compresso .
VI. - Org,inizza.zione della difesa chimica 1,rcsso le truppe. Og uì combattente può facilnient,e' ricon9scere con l'ausilio
dei sensi (specie dell'olfatto) un'11ggrnssione chi.mica, in corso e ricor'l'ere ai mezzi di protczionn individuale a sua disposizione. Poichè però la sicurezza delle truppe dalle aggressioni chimiche non può essere affidata soltanto alle facoltà sensorie dei singoli, è necessario organjzzare presso le truppe stesse i mezzi ed il personale idonei a riconoscere gli a,ggressivi chimici eventualmente diffusi nellìaria ò ,~parsi sul terreno e ad indiv.idun,re e delimitare un ostacolo chimico creato dal ' . nemico. Il compleB:::o di tali mezzi costituisce la difesa chimica presso le truppe, che dall'avanti all'indietro comprende: . . 1 °) pattuglia di difesa chimica presso ogni compagnia di fanterfa, o nuità ~quivalente.
•
VII. -- Bonifica .
Per bonifica s'intende quel complesso di operazioni ten-· denti ad eliminare o distruggere o comunque rendere innocui gli aggressivi chimici. Per gli aggressivi fugaci o semipersistonti in genere non 11i procede alla bonifica in qua,nto essa è ottenuta naturalmente dao-li stessi agenti atmosferici (ven~o, sole, acqua, ecc.). Per gli aggressivi chimici persistenti ed in specie per quelli vescicatori occorre procedere alla b·onifica · che può essere naturale, fisica, chimica. (1) Particolare attenzione deve porsi nella v~1Juhtz!one delle aoti~ie aull'eventua.le attacco chimico evititndo ogni esagerazione ed ecccfs1vodilagamento di comunica.zioni di aliarroe e di pericolo le cui conseguenzesono di gran lunga più perico_lose dell'attacco chimico stesso.
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81 -
80
È naturale quando la distruzione degli ·aggressivi è affidata ugli agenti atmosferici. . È fisica q nando si. procede i~ll'asporta.zione superficiale del terreno ipritato; qua.ndo si sparge su di esso, sempre per un tl'afto couveuiente, terra non infettata, fascine, paglia; qu ando si fa uso di teloni o di alt ro materia,le d i circosta.nza che consenta. il superamento dclh1, zona _ipritata; oppure: infine, qua.n<lo ·la, distruzione dell'aggressivo si fa a. mezzo del fooeo. È chiniioa quando si procede a.lla. distruzione o ne.utralizzu,zionc doll'aggret-;si.vo a mezzo di sostanr.e chimiche, . come, n,d esempio, por gli aggressivi vesc~catori (iprite, lewisi tc) il cloruro di ca lcio·.
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•
CAPrrOLO V 11 I. COMBATTUI E N 'l' U
I . - Gcnel'alità.
La lotta terrei,;tre si s viln ppa attrnven;o una serie \ di azioni offen sive e difensive. · Ch i intende a8snmere l'iÌ1izi at.iva dell'azione ed imporre al nemico la propria. volontà , assume atteggi amento offensivo. Obi è costretto a subire l'azione del nemico e deve limi~arsi ad impeilire che questa si svilnppi, ass ume atteggiamento di/en-sivo. Questa distinzione è pel'ò molto · semplicistica:· poichè è nuemalc che anche l'esercito che a.-sume atteggiament o offonsi rn dcbba, per realizzare }~t superiorità delle forze nella direzione più redditiiia, a,ssumere su tratti r:tn ehe am pi della fron te atteggiamento difensivo; del pari, un esercito che sia c:ostrntto ad assumere in linea generale un atteggiamento difensivo, è sovente in grado cl i sviluppare su alcuni trat t i della fronte azioni offensive. • Quind i offensiva e il.i /ensfoa si rtlte1:nano uon solta,nto nd tempo, ma anche nello spazio. Soltanto l'offensiva p%Ò dare la vittor i,a, perciò la difensiva deve essere sempre considerata ·r.ra.nsit oria e contingente, e deve essere utilizzata per risparmiare, mediant e un a.ccm·a,to sfruttamento del terreno, forze e mezzi atti a, svi-· luppm·e s uccessivament e o conJ;emporaneam ente su · altro tratto di fro nte l'azione offensiva. .J.d<le#ramento, I. - fi .
I
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82 -
In altri termini, la difensi'va non può essere fine a sè stessa, rna deve rispondere allo scopo di ristabilire a proprio vantaggio una, situazione sfavorevole e di consentire la riunion~ delle forze per l'offensiva, in un secondo tempo o in altro settore. Grandi unita che rnuov9no vffensi'VCimente: a) marciano a,1 nemico; 1 b) prend.ono contatto con il nemico; e) lo attaccano. Quando il successo si delinea: d) ampliano e eompletano il successo; e) Io sfruttano cou l'inseguimento ad oltranza. Grandi unità che a.<;s1ttmono àtteggiO/tnento difensivo, orga·nizzano e conducono la resistenza in relazione allo scopo · {dalla conservazione di obiettivi raggiunti in attesa di poter riprendere l'at1i.acco, alla resistenza contro una 'offensiva avversaria), al tempo ed allo spazio disponibile. Qualunque siano crue$ti elementi (scopo, tempo, spazio) la re$istenza deve ..essere organizzat;a e condotta sfruttando al massimo il fuoco; il ·terreno; l'ostacolo.
I
Sia nell'pffensiva che nella difensiva le grandi unità devono: . a) sapere ciò .che fa il nemico, medfante l'espiorazione; b) garantirsi dalle s'orprese nemiqhe e perciò assicurarsi li bertà d'azione, mediant,e la s1:curezza.
•
83 -
,.J...
a,ttività essenzialmente i'n diretta a raccogliere nel campo strategico e nel campo tattico tutti gli elementi positivi e negativi della situazione nemica allo .scopo cli orientare l'azion(\ cli eoma,ndo. È
formwtiva
-
È 01:iontata a.I nemico, cioè
si sviluppa i~ modo da prendere al più presto e il più lontano possibile c~nt:l,tto con le truppe avversa,rie, senza, e~sere vincolata da ciò che brino le p~·oprie;
È n,ttività essenzialmente pro- .
'lettiva diretta a gara,ntire dall e
sorprese nemiche unità che muove, sosta o combatte.
Ol'ierrtata alle proprie ti;uppe, cioè si sviluppa in armonia con 1'1tzione da esse svolta, con la sola preoc~mpazione di ga. rantirle dalle sorprese del )_lemico;. 1-;:
non ricerca, il nemico,. - ricerca il nemico per consta.tare dove è, ·cosa fa, e quale è la ·ma ne segna.la in t empo la pre. senza ft !'.attività.: s1,1a forza ;
- impegna combattimento, - .ricerca il combattimento sol- . tanto se necessario . per portare a. sia per aprirn la via al grosso, sia termine il suo manda.to esplo - per trattenere il nemico prima .che giunga sul · grosso stesso. rativo;
II. - Esplorazione e sicurezza. Espwrazione e sicurezza sono attività che si sviluppati,, dall'inizio al t ermine delle ostilità1 senza,: soste nè lacune. Vediamo Je differenze sostanziali fra le due attività:
- non dà sicurezza aUe unità retf"ostanti; vi concorre solt:tnto .i ndirettament e, per effetto dei risultati della s,ua, azione esplo rativa ed informati·v11,.
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~~ s~ < ~ ~/
Esr!,OR,IZIONE.
Si dist iuguc in: \ . lta _lo i.co1lo di cf,eiermiHin·c <ff.;io, c.iz~onc, en_tità. movimenti delle ~,n~se uem1che . e fornirl' notizfo u~e . va,I gauo a, svelare 11, intc>nz101u clell'avver.sario;
--
I
<1tra/egfr11
ten<'stt·o (0o-ra ndi ) in~:grn_ i compiti dell'esplorazio11e unitfl c·r.Jeri ) (1) s~t,, tof{1ca aerea e inizia la pt·esa di contatto con l'avversario.
I
· _aer~a (squadl'i- \ ha_ 10 ~_c:o1,~, <li detl'tmina.r e, ai ba"ehroe~)1 oi:;se1·vazio. ne) im1>1cgo ùcllr grandi uniti, ,. ~ _i ., ~c?1cra, ~'entità. la. disloca.. z1011~ e l att(>trgiamento drlle for:r.e n e rn,clrn co11trn1lposto; '
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R .E. Co (:3) :f • • .E • C• (4. 'I ~- E. f<'. (5)
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sco,f!_~ di ~1·rcis;1,r r com1>leU;:;ultati dell C'iplorazione tattica ner e11 prendendo nel p ., lwenc teui7>0, contatto con i· "ro ls,i, ' delle unità <li 1a !\Chi"ct··' ,·· "'"' ;.t' i··\la.t,a s iùla. fronte · '"· ,, Co e.uerp idei tl .A_rmata, clelle clivi<iioni cli l" ~?hrnra, dello coloimc di l'Og-pnH•1tto operanti' isolato. .
1
I
(I) G'randc unit,, celere Devo i· nt l . cnc ci-s1 ccrt·t ·t · 1 cava.Ilo come <la unità ntoto· .·.. t <> m a, sia di unit:ì. a ') · rrnza e e corazzate (.) R. E. O. (Rauo-rnppamento es l t . mente costituita: coi;bunita' , .· . P o~·.in 6 celere). Uniti\ organioaca1n, autoblfade mot . li t · con traerei e artiglieria semov t • ocw s 1, controcarri ·1 . • en e, a 11a quale è 'lo. I ' J compito dell'esplora.zione nell'ambit < cl . . ima mente affidato 0 01 Corpi d'Am1ata normali e · .speciali. (3/ R. tJ. f'o (P·tr•o-rnp t . . . "'"'"' J>amen cot··.. . o1·0·1. ntc,im,~ute cosl·ihùh co . à o ,·,;plorant<' . ,tzzato ) . 1·Jlllt:l 0 • ' " n ur_ut carr, Jeo-,...0 · t . controcarl"i scmovrnii e t . .,,, r1, ;i u o11lirule, motoci<.' lisl i uon raero1 1>cr l'csplor· . · , '· . . . . l, 1v1l!.!l.ill..Jìora.z~,,~,., .... t .·,,, azione nc,JI ambito clell<• ~ ) ot u1z,,tc, auto tra sportn IJ1'li (·.l) ,.V. E . r. (XuclC'o esplor t ' • ,nica nwutc cosl,i t,1ùta da . ~n -e celere) . IJnità èSplornute orga. motoc,ic•Jist,i O Ao , uno squadrone a c:n-aUo. reparti autob1i·nc1A, · , noroca.rro. ,(~J ·s. B./!'. (Nucleo esplorante ,occasrnuaJr• formata •• d a, un fanteria? . Unità cli costituzion<' · · 1,1 genere battaglione f:mtcl'ia. rinforzato.
--
TllV!'iCi 11t!!a
......- 10, lo scopo di indi vid uar,·: µrescnz11, forza, att wriarnento dt'l ., .. . . . nemico, ai (ini clrll'irnpiego del\ tcu_esLrn (t?pa,r to l'avwngul111·cUa, dei bcbtlagUoni di 1° esp~otantc di fan-· scaglio-ne, dei b:: tt11glioni in avamterin,) ( l ) posti o f acenti pari e rli uno scaglione cli sicurezza o s:<·hifl·:iti in resis Lenza .
I
l>) L'espìorrui'ione stmtegica terrestre è effetL uatlt a, cura I 1lell'alto comando delPEsel'cito, o dei gruppi d:arm~Lte o delle à.rmate quand·o le ma,sse avversarie sono l,ra loro separate da grande spa,zio (supcrforo a, 50 km .). Sono impicg:1te a questo scopo le clhiidoni relcri, motorfazate <' corltzz~Lte. 11 complesso delle grandi unità incaricate dell'esplorazione strategica· costituisce lo scaglione di espwrazione strategica.
e) L'esvlora?ione lctttica terrestre è <>ffettuata, anche qua,ndo gfa è in atto l'esplorazione strategica t'crrcstre delle grandi · unità di 1 11 sehiera, sempre quando non esista ancora il contatto con gli elementi più avanzati del nemico. Le unità che ne sono inca.r iC'ate banno il compito ùi: a) prendere e conserval'e il contatto cvn il grosso del dispositivo· di. sicurezza nemico per pl'ecisarne entità, com posizione, dislocazione e atteggiamen to; b) assicurare, tomporaneamèn te, il p ossesso di posizioni ili particolare importa,nza,, ai fini del successivo :volgimenl;o delle operazioni. P!.'ovvedono all'esplorazione tattica terrestre: i coma néli di Corpo d'Armata impiegando il .Raggruppamento esplorante celere (R. E. 0.) o, in manca,nza cU esso, uno o più N ucl ei esploranti celeri (K. E . O.); ( 1) Repcirlo esvloranite di j<wterici. Dcuomi.uazionc gennica di uri ropa.rt,o e1:1plorante di fanteria, <li non gr,ìnde e ntità, costituito, tli ,oltu
in volta, e di forza adeguata. n.llc necessità contingont,i (di norru:i: due plotoni o fucilieri o esploratori). \
I
-
i comandi di divisione di fanteria normale impiegando il N. E . O. o, in sua assenza, un Nucleo esplorante di fanteria ' (N. R. F .); . · i comandi di divisione corazzata, motorizzalia o auto1,rasportabUe impiegando un R. E . Co.; · i comandi di colonna o di reggimento di. fanteria norrn al~ isolato, impiegando un N . E . F .
2. -
che differisce per ccms1stenza, comp1t1, a tergo, sui. fì1 anchi . , . . . . . . tt i amento secondo se l'unita mteressata è in :11'a~ eia o a, egg ' . . ·t:.. che muove a p1ed1 o su staziona e se tra,ttiLSl d1 uni è,t, automezzi.
. I
ri:pa,rto esplorwnte incaricato dell~ esplorii.zione ravvicinata
1
pa,ttuglie esploranti; distaccamenti esploranti; grosso.
pattuglie di sÌ<.,'WT8Zza, verso il ne' mico: ara n - 1 punte rli sicurezza
La pattv,glia esplorante muove in una dfrez'ione raggiungendo successivi obiettivi; incontrando i1 nemico ne segnala, forza, c0mposizione, atteggiamento. Il distaccamento esplorante fornisce .Le pattuglie esploranti, le sostiene,, agisce di forza, se necessario, per assicurare la continuità dell'esplorazione; riceve e controlla le notizie fornite .dalle pattuglie e 1·iferisce. Il grosso fornisce i distaccamenti esploranti, li sostiene, agisce di forza per superare le resistenze che ne ostacolano l'azione; raccoglie le notizie fornite dai di1;taecamenti e riferisce.
SICUREZZA..
a) È data da un dispositi-vo di protezi?ne sulla fron~~'
Un'unilià esplorante si articola, di norma, in:
guarilia
siourey,:1,;1
marcin
J
I
tes'Ui (quando l'~vaugnardia è di forza superior~ al btg.)
1
ff'l'OR!l0
( a1:a1ngw1,ulia, (coane sopra)
ue-J
verso il mico.in t~_r-t . · ritono ostile · retroguarilùi
\
a,1;c11ng'tUml-ia
~
d) Uesplorazionc ravvicinata è effettuata anche quando
con il nemico a te1·go ) ,
.
\
allarme
, puntn, di si-, cutezz::t
distacca11ie·nti fian-
chegg'iamti
I
(so necrssaria) \ pattuglie di allarme
l?·etroguaràia
È mez:w d'i.nformazione del comandante di a~~i,nguardia o del battaglione di l O scaglione, in sca,glione di sicurezza,
in avamposti, in resistenza, che vi provvede impiegando ai suoi ordini diretti un reparto esplomnte (di norma due plo. toni fucilieri o esplorato1·i) cL.e a sua volta distacca. pattuglie
, pa,ttuglie di
gros.'>O
è in rr.tto l'esplorazione tattica.
esploranti.
8'i -
86 -
punkt di sicu rezza
grosso . repu:rlo
esplm·ante
(esplorazione
\ nata,) sicure zza in\, (Jll)amposti ) posti di sorveglianze, e segnalaz·ione
stazione
/
I posti ·di
sbarranwn~o \ grosso di cwamvposti
l'avvici-
• ·- 88 -
-
b) Sicurezza in mar~ia. 1
° Ava,nguardia.
J<} costituita <la:
- 13:fl, iJ compito ci i:
assicurare la con!.inuità e la speditezza del movimento dei gr~ssi, ~rovvedendo alla loro diretta sicul'ezza; 1~ped1re lo sviluppo dell 'esplor·azione terrestre nernic;t; riconoscere il terreno e rimuovere eventuali ostacoli. SCHEMA DEL DISPOSITIVO DI UNA GRANDE UNITÀ IN MARCIA VERSO Il NEMICO
Esplorazione strategica terrestre
~
Scaglione di esplorazione strategiCà
1
l
Avanguardia .{_ •.
-
R.E.C. di C.A. 0
.: .
o
o
•
••
I
I
N.E.C. o N.E.F.
di divisione di fanteria Reparti esploranti in
Esplorazione ravvicinat.. Punte di sicurezza Grossi di.avanguardia
"'
( preceduti d.a una testa di avangvard1a se di forza ,superiore al blg.)
( ciascuna colonna provvede al prop,:io fiancheggiamen. lo con d1s1accamenti fìan. -cneggian1i)
Gròssì
delle colonne
Retroguardia
I
I
I
....__.._ 1 divi s ione
reparto inca1·icldO rlell'esvlorazione ravvicinata, (lJ; p<illuglie di siou,r ezza: hanno il compito essen½iale di im pe.èliee. che la punta cli sicnrcz½a che le distacca sia. sorpresa da elementi nemi ci; 1nmta di sic1,rezza: muove sulla· direttrice a.sscg'natalc; inc:ontrando elementi nemici li impegna con il fuoco o li atl,acca ::i, seconda della loro Corza; Hell'incertezza,: A'l'TAC· CARE;
testci cl'a·vang1iarclici e g1·os.cw: sostengo.po l'a,zione delle punte éti sicurezza agendo risolutamente a massa.
oltre SO Km.
Esplorazione r lattica terrestre !Zl
89 -
1 div
2° Piancheggianienlo. - Provvede alla sicurezza, dei fia,nchi di una colonna in movimento od in sosta; è altl'ettan_to indispensabile quanto la sicurezza sulla, fronte. La sicnl'ezza sui fianchi, o fia,ncheggiamento, è data o meéliante distaceamenti ma,rcianti su itinefi~ri laterali ,1, quello seguìto dalla colonna (fiancheggiamento mobile) o mediante distaccamenti inviati ad occupare località, nodi stradali, ecc. i.l cui possesso dia sic.urer,?.a alla colonna (fiwncheggiatnento fisso) . · Cia.scuno di questi distaccamenti, la cui forza varia, sec<,ndo l'òntit~i, della unità da proteggere, si comp orta come una, punta di sicurezza, protegg1:mdosi a, sna, volta con patt uglie di sicurezza . Un distaccamento llancheggiante si fn:tziona, perciò in un grosso e . pattuglie di sicurezza. 3° R etroguardia. - Quando si marcia verso il nemiM in ter ritorio ostile o quando si marcia con il nemico a tel'go, le colon,ne sono protette iu coda da una retrognarrlia. La retroguardia assume un dispositivo simile a quello di uua avanguardia rovesciata, e cioè1 daH'indietrn all'avanti: (1) a piH<li .
olt:rnto se si tratt,a rli anl ng ua rdia di unità di fa uteria
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90 ..-
91
pattitglie di allarme: incaricate di dare l'allarme quando si precisa.no minacce da tergo; p1.mta di si01.t,rezza: ha il compito di sbanare il passo al nemico; grosso di retrogrardia: ha il compito di rinforzar~ I'a7,ione della punta o <lelle puI\te e a,rrestare il nemico.
SCHEMA DEL DISPOSITIVO DI UNA GRANDE UNITA IN STAZIONE
~ e) Sicurezza, in stazio1ie.
Ha il compito di permettere alle truppe retrostanti di ripo sare, preservandole dallo sorprese, e di dare loro il tempo di prt>tlispon;i o sottrarsi al combattimento se il nemico attacca. Alla sicmezza in stazione provvedono gli avamposti (1). Dall'av~tnti all'indietro sono costituiti da: 1° vosti di sor·veglian,za e segnalazione (p. s. s.) incaricati di segnala.re l'avvicinarsi del nemico; sono spinl;i nelle direzioni di p iù facile penetrazione dei mezzi celeri nemici, tanto più lontano quanf;o è consentito dalla portata dei mezzi .di collegamento che sono loro assegnati (non devono infatti soltanto vedere, ma segnalar6 con immediatezza); 2° posti di sbarramento (p. sb.): hanno il compito. di resistere il più a lungo possibHe, anche se sorpassati; sono organizzati nelle località, che meglio si prestano alla resistenr-a, a cavaliere delle vie di più facile penetr0,iione (strette, colli, ponti, abitati); 3° grosso di avarn,posti: ha, il compito di resisLonza, ad oltranza; fornisce i p. sb. cd i p. s. s. e staziona nelle vicinanze della poNizione prescelta per il sno schieramento.
(1) È da t ener µreseute cl.le davan.ti agli avamposti qua:<i sompre dispositivo di esviora.~io1ie; Z'esplm·azione ra·w icinau, è f'ffettuata a cura. dei com:inclanti di battaglione in avamè opportn110 sia, in atto il
osti.
Avamposti
Qross, òi avamposti
-
SCHEMA DELLO SVILUPPO 01 UNA AZIONE OFFENSIVA
I
'i-.-. III. - Azione offensiva.
J,e grandi unità maroian,<> al nem,ico per prendere o ripl'cndcwe il conl;atto con l'avversario. Muovono precedute dal <lispositivo cli rsplorazione e sicurezza che è stato descritto nel precc<lent;e capo. La presa di contatto può avvenire contro nemico fermo od in movimento. Dapprima le unità, in e.~vtorazione strategica prendono contatto con le unità similari dell'av versario ed effett uano puntate offensive per raggiungere, attraverso i ,P\lnti di minore resistenza, lo schieramento del grosso nemico. Quindi le unità in esplorazione tattièa prendono contatto con il dispositivo cli esplorazione e sicurezza nemico, mentre le a·vanui,ardie av~nzano seguite dai grossi e, con un.a serie cli com battimenti parziali, lo rendono più stret;to . Infine i battaglioni di .1° scaglione, da ambo le parti, prendono a loro volta contatto, passando dalla Jo1·mazione ,li marcia su strada allo schieramento pe,· il combattimento, ed effettuando così l'avvicinamento, cioè ' porta,n dosi a dista,nza, utile per attaccare il· nemico. Infatti l'avvicinamento lrn termine quando i batta.glioru cli 1° scaglione raggiungono la ba.';e di partenea per l'attacco (1), dalla qua,le cioè si m trnve per effettuare l'attacco vero e proprio. Talvolta alPavvicinamento segue immodiatamonte l'attacco; in tali casi la base di pa,rtenz,L corrispondo alla ·ba,se più avanzata raggiuuta. da.l grosso con l'avvicinamento. La presa. di contatto e l'avvicinamento si sviluppano attravet·so ad una serie cli combattimenti .parziali, ai quali t utte le armi o le loro specialità concorrono con azione coordinata.
L Azione del N.E.C. o NE.F.
( (gcosso) -
l. -
(1) Quando 1'11,ttacco ò effettuato ù.a unit,à carristè, quE-ste ini1.iano l',1 tk1cco ila una posiz ione d i, 71art.enza . ·
93
( ~
Nem ico L
(NE.C.o N . E F[2'.J )y
(1!'.N.E.C. o N.Efdel ia G.U. cne ,1gisce offe nsiva men. te cerca d• giungere a confallo con il grosso nem ico)
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N E.C. o N.E.f.
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. - - -- -- - - -- - -- - - -- -·--------·· ILAZions dell'avang~ardia Nem ico
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. elementi del N E.C.o N EF. a co~ tallo con 11nem ico
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Avanguardia s i s chiera e altasca ner nénetrare nel dispcs,t1vo nemico
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94 -
Un solo pensiero deve guida,re l'a7,ione: 1:1,ndare avanti, superare rapidamente le resistemi:e opposte dal nemico, penetrare il più a fondo possibile, per impone fin dal primo mto la propria volontà al nemico e costringerlo a combattere senza concedergli il tempo di organi7,zare una solida resis1ion7.a. 2. - L'attacco è la fase più importante dell'azione offensiva~ percbè ha carattere risolutivo, ed in esso è richiesto a, tutte le armi il massimo sfor7.0. Ogni attacco, anche'-q_uando seguo immedi atamente a ll'a,vvicinc1,mento, deve essere organiz,rn,to, e sarà grande il vantaggio di chi saprà non soltanto orga,nfa7,arlo bene, ma presto, per affrontare i1 nemico qua,ndo l'orgaui7,za,zione dellfl, resistenza non è ancora, completa. · L 'attacco ha inizio nel moment;o nel quale l'artiglieria apre il fuoco per preparare l'attacco, e éioè per spianare le urga,ni7,zazioni difensive nemiche e per nc_utralizza1·e i loro rlifensori. La fanteria sfrutta questa azione di preparaz'ione che mette .l'avversario in condizioni di non poter veder bene e di sparare male: per muovere dalla base di pa,rtenza e portarsi alla m'invrna distanza di sicurezza (l ). La distanza di sicurezza dn.gli obiettivi del fuoco della airtiglieria, è segnata da una linea idea.le, oltrepassando la quale si può essere colpiti dai propri proiettili o dai loro effetti (schegge); ciascun tipo di bocca da fuoco ha una di stanza di sicurezza, la quale però' diminuisce od at1roenta iu relazione alla distanza a1la quale il tiro è effett:uato ed alle forme del terreno .. Quando, in luogo della fauteria, agiscono u1ùtà carriat..e, qneate si comportano analogamente, muovendo dalla, posizùme di partenza, dopo aver sostato, in precedenza, in una posizione d'attesa, dove sono , tato scaricate dagli automezzi che le hanno trasportate. ( 1)
-
95 -
. SCHEMA DI ATTAC CO DI UNA DIVISIONE FANTERIA
--~ iv~
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~I I~
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Lin ea di resistenza del nemico
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@/4 Base za perd1_parten. I attacco
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Btg.
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di 1·scaglione
Btg ..
di 2·scagllone
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d1 3'scagltone
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Art. di vis. , e di ri nforze
J Art.di C.A
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96 -
La distanza di. sicurezza non è perciò praticament e pre cisa,bile: essa dipencle so1Jrattutto dal valore versonale ' degli 1iom ini ohe attaooano e dalla loro capacità a comprendere che è meglio correre il rischio di· subire gli effetti di qualche' raro colpo co1'1io, che avanzare, a preparazione ultimata., in terreno efiicaçemente battuto dalle armi della fanteria nemica. Mentre l'attacco della fanteria si sviluppa, l'artiglieria. p·assa gradnalmen.1;e a svolgere azione di appoggio, e cio è neutralizza; le superstjti resistenze nemiche mentre I.a fanteria, facendo uso, quando occorra, delle st1e a,rmi che svolgono azione di acoompagnà!rnento, avanza fino a portarsi ·a distanza d'assg,lto. L'assalto è la fase suprema dell'at;tacco, nella quale i fanti si lanciano sul nemico gettando bombe a mano e quindi affrontandolo a corpo ib corpo con la, haionelita e<1 il pnguale.
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97 . -
1
\ IV. -
Aziono difensiva.
1: - Le grandi unità che assumono atteggiamento difen ,sivo agiscono in base al concetto: re,sistere in pochi contro molti ,e perciò devono sfruttare al massimo il tetreno ed il fuoco Q?er ris:parmiare gli uomini, pur assicurando il st1ccesso che -si concreta nel1'ar1'estare il nemico e ricacciarlo. Ohi si difende organiz.~a la rf.sistenza, appoggiandosi a.d una organizzazione difensiva che il difensore stesso deve ·realizzare, salvo in quei rari cai,i ne~ quali la resistenza ..si effettua su di una, linea di fo1·tificazioni permanenti pree.sistenti. ·
2 . - L'organizzazione difensiva comprende:
3 . - Ottenut o un successo, se ne inizia subito Pamv1ia1nento ed il co1'(1,pleta,mento e cioè la penetrazione in profonditi1 ;nello schieramen{;o nemico e il dila.gamento sui lati dolJa dirett;rice di a,7 anzata.
In questa fase l'iniziativa dei coman<lant;i dej minori reparti assume importanza decisiva; essi solo sono in grado di individuare le direzioni nelle quali vi è la possibilità di penet;rare con prospettive di risultati immcdia(;i: prontezza nello .-fruttare le situazioni favorevoli e ardimento individuale sono gli elementi det;erminauti di successi gra.ndiosi.
' 4.. - 11 success@ viene infìne sfruttato (sfruttamento del s1.tooesso) dai comandi superiori che: impiegando grandi unità celeri, provv:edono all'inseguimento .del nemico per daJ'e alla ·
vittoria ca,ra.ttere decisivo .
una, posizione · di resistenza (P. R.) e cioè · una fascia -di t erreno che deve essere difesa ad oltranza; una zona di siourez.za '(Z. S.) antistame, e cioè nna 1:ascia di terreI).o suna quale agiscono gli elementi · avanzati -con il compito di impedire la sorpresa, .raJlentare il ·movimento del nemico , mascherare la esatta ubicazione . della, posi~ione di resistenza. · Elemento marginale avanzato della Z. S. è la li:n,ea di .sioiwezza (L. S .) e della P. R. la linea di resistenza (L. R.). I
.
3. - Fino a quando il nemico non ha preso contatt o ,con la linea cli sicurezza, davanti a questa agiscono: a) le unità esplo~anti (N. E. O. o N. E. F.); b) 'uno scaglione di sicurezza costituito da reparti che )hanno il compito di resistere 3- 4 km. davanti alla linea di ,sicurezza per dar tempo ad ~rganizzare e presidiare la Z. ·S. ·e la P . R. ·
Lo scaglione di sicurezza provvede alla esplorazione ra'I - . -.,;icinata davanti alla propria fronte. 4àdeslramento, I. - 7,
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SCHEMA DI UNA ORGANIZZAZIONE DIFENSIVA
Nemico che agisce offensivamente:
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N.E.C.oN.E.F.
Scaglione di sicurezza
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·• Linea di sicurezLct
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Centri di fuoco P. R... Caposaldi
r - -- ----- ---.- btg.per .11 conrrarracco . I Setrore di batta9Ji9ne ! I
i Settore di battaglione i Settore di reggimento
I
Linea } di resistenza
l
'
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La profondità della -Z. S., organizza,t a fuori del contatto con il nemico, è; di massi,rna, di ?-3 km .. In essa agiscono piccoli elementi di fanteria; quando però si vuole svolgere una forte· azione di logoraniento del nemico e specialmente se sono possibili attacchi di _carri armati, si organizzano pos·izioni di arresto. .. Queste sono elen1enti difensivi organizzati in località naturalmente forti; presidiati da reparti di fanteria (mitraglieri rinforzati da unità controca,rro ). La profondità della P. R. varia in relazione al terreno ed alle forze disponibili, da un centinaio a più centinaia di metri. 4. - La P. R . è costituita da: (1) cen1;ri di fnoco avanzati; 1 contri di fuoco arretrati; capo saldi. L'oi·ganizzazione dei centri di fuoco e dei caposaldi deve realizzare una disposizione a scacchiera, non uniforme, di elementi attivi_con possibilità di reciproco :fiancheggiamento mediante il ~uoco. Nella P. R. sono dislocati i rèpart;i mobili per il co.ntrassalto (2) e' 'i-1.. . _contrattacco (3'). · (l) Per la descrizione particolareggiata della P. R. veda.si: e< Nozioni per l'addestrament o a,l combattimento, ' pa~·t,e II ». (2) Oontrn,ssaUo: ~-e~izioJ:.e di movimento immediatamente esplicat a dagli elementi in posto e dai rinca.Jzi per respingere infilt~·azioni nemiche, dopo averle a.nesta.te col fuoco . · (3) Oontrattaeco: è la reazione offensiva tempestiva, cli sorp1·esa e decisa, esplicata: - in àijens-iva, da,i battaglioni di 2° e, eventua.Imente, di. 3° scaglione, oppure da t:r;,uppe di Corpo d'Armata per 1;icacciare i.I nemico che a,bbia occupato un tratto sensibilmente a.mpio della posizione di.resistenza; l'artiglieria vi concorre eon tiri di interdizione, di repressione, di appoggio; - nelle az-iond di ritirata, (lai battaglioni a, più diretto contatto col nemico, qua.ndo questi minacci clàppresso; l'artiglie~fa vi concorre. • con azioni ·di interdizione e di appoggio.
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5. - L'artiglieria . organizza sulla fronte della P . .R. lo
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sbarnmiento. Il genio concorre effettuando lavori, e assicurando i collega-menti. 6. - Nel senso della fronte, un'organizzazione difensiva. è ripa,rf;ita in:
OAPI'J' OLO IX.
settori di divisione, reggimento e battaglione (eccezionaln1ente di compagnia, in monta.gna); -t;.atti di compagnia e di plotone.
GENERALI'rl SULLA GUERRA IN MON'rAGNA : CA.RATTERIS'l'ICHE DELLE SINGOLE :FASI DEL C01UBA'1"l'Il\'IEN'l'O, DIFFICOLTÀ DA SUPERARE - IL COtUUATI'IMEN'l'O SULLA MONTAGNA COPEUJI'A DI NEVE
7. - Quando il nemico muove offensivamente, la battaglia difensiva si sviluppa nelle seguenti fasi: a) .N. E. C. o il N. E. F ., ripiega sotto la pressione del nemico, mantenendo con esso contatto, e, superato lo scaglione di sicurezza, si raccoglio in una località indicatagli dal coma.udo dal quaJe dipende; b) lo scaglione di sicurezza resiste per il tempo stabilito e quindi ripiega nella località indicatagli; o) i reparti di Z. S. svolgono azione ritardatrice . e logoratrice basata essenzialmente sul fuoco; d) i reparti che presidiano la P,. R. resistono ad ol · tranza con il- compito di arrestare il nemico sulla linea di resistenza e contenerne le eventuali infiltrazioni. A. tutte q1:1este azioni concorre l'artiglieria con il suo fuoco.
La condotta del comhatiiment.o in montagna. J. - GENRMLI'.rA.
L'impo,i·tanza che Ila per noi la guerra di montagna alla qùale doYranno partecipare anche divisioni di fante1·ia - impone di studiarD e e t·enderne famUiari a tutti le caratteris ticb e. I.o. tencno montano i princìpi fondamentali della lotta non variano; variano invece i procedimenti di azione i quali debbono adattarsi allo special e ambiente. Sn tali procedimenti esercitano influenza determinante i I clima ed il terreno. Il clima infinisce sull'impiego dei reparti, in quanto nel>bi e e<l intemperie 1·endono difficile l'orientam ento, rallentano il movimento, limitano l'osserva:ilione, neutralizzano in parte i vantaggi del dominio e facilitano le sor· prese. La neve, per parecchi mesi dell'anno, impone alle ope1·azioni èOn grandi masse fotzate limitazioni ma offre possibilità -particolari all'azione ardita di piccoli. reparti di sciatori. Inoltre freddo e fo1·ti sbalzi di temperatura richie· dono l'allenamento delle truppe alla montagna. Il terreno influisce, per la sua scarsa praticabilità, in quanto porta: separazione delle forze, lentezza delle ope-
J02 .
1·azioni, 'difficoltà di coll egamento, limitazioni all'azione delle varie armi, difficoltà. dei rifornimenti (necessità di 111ao·o'io1' dece11tramcut o dei servizi),, difficoltà dell'azion.e di ::,n comando, r apido esaurimento della forza fisica specialmente per truppe n on allenate. Det.te diffico'ltà aumentano sensiJJihnent e quando all'influen:i:a intrinseca del terreno si unisce quella della neve. La fanteria è l'arma che 1·isentc meno di ogni al tra delle limitazioni imposte dal te1·reno mont ano. In montagna, come in pianura, la fantel'ia combatte per mezzo del movimento, del f uoco e clell'urto: . Il moviment o (manovra ) ba impor tanza ·maggiore che uon in pianura e può essere mer,zo decisivo di azione. La manona, anzi, è l'essen za della guerra. alpina. Il fu oco delle armi a tiro teso può subire limitazioni per i. numerosi angoli mor ti che l'aspel'ità del_teneno produce ; in com.penso, saranno pHt f_!:f,JJ.u.enti l e occasioni favorevoli per tiri aJ disopra delle truppe avanzate. Gt·,mde l'enclimento può dare l'impiego delle armi. a tiro cm-vo (mortai). La m:anovra tender,\ quasi sempre a ginngere ·sni fiauclti o sul tergo del nemico e, pos~ibi1mente, dall'alto,. Il . - ] L
COi\>.lHA'l''l'Ii\:rHNTO LN M ONTAGN.1..
Le ope1·a:,,;i oni. in rnonta~na clebL1011 0 èssere impron tate a semplicitù. <li. concezione e di attu azione (1). (1) Sono òp er a.zion i. in monta.r1na q nelle che° Si svolgc;mo nelle 1,egioni più facili e tendono a gravitai-e lungo le val_li. Possou2 effettuarsi anche con forze considerevoli e di ogni anna. As sumono inYccc la caratteristica di Ot>ern.zioni <il pine quelle che si svolgono nella parte più alfn. cd impervia della montagna e che r ichie- . dono l'impiego di truppe ordinate ed equipaggiate in modo s peciale. Fissare un limite di al titudine dove cessano lè prime ed .hanno i nizio le seconde non è possibile, poichè le caratt~risti<:he del terreno dr mon-
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Sono element\ fondamentali e caratteristici di ogni ~zione: accurata. organizzazione, sia dal punto di vjsta t at' .t ico, sia da quello logistico; esatta valutazione d.ci t empi occorrenti per lo sviluppo .d ell'azione di colonne concorrenti su uno st esso obiett ivo; sviluppo della mano vra che cerchi· il successo nell o sfruttam.ento· della sorpresa e nella opportuna scelta della ,d irezione; gar·anzia di riuscita, che deriva, sia dall'attento esame -dell'azfone t attica da sYolgere e del t erreno, sia da un con~'eniente scaglionamento in profondità cbe ·consenta di far . ·fronte all'imprevisto; ·necessità, dop·o aver predjsposta e preparat a accuratamente una o,pera:;,;ione, di condurla a t ermine con la mas·sima decisione. In montagna, · infatti, .s ono djfficili ad a t tuarsi j mutamenti ad un· prestabilito disegno di manovra ,e gli a t ti relativi alla prima · imbastitura dell 'oper azione ,ese1~citano decisiva iufl.uen:i;a sul suo intero sviluppo. a) Avvioina·rnen to.
.Le disposizioni pel' Favvicinamento dovranno · di mas.sima corrispondere il più possibile a quell e progettate per l'esecuzione dell'attacco e ciò in relazione alle difficoltà che . la mont agna presenta ai graduali successivi cambiamenti cli f:or.mazione. t:agna variano, e talvolta sensibilmente, ·da zona a zona. Oon . molta approssimazione si può dire che le operazioni in montagna si svolgono nella. !Yassa e media montagna, vale a dire ad altitudine inferiore ai :2000 metri, m_e ntre -le operazioni alpine si svolgono nella zona di alt3. ,inontagna.
-.-- 104 Nell'avvicinamen to occorre : sfruttare nel modo migliore ogni itinerario pratiC'abile; aver cura di non impiegare in una determinata dire-zione forze superiol'i a quelle che il ter reno, ,consente d i utilizzare con p1·ofitto (saturazione logistica e "ta;ttica ); valutare attentamente il tempo che i vari reparti dov1·anno impiegare per effettuare il percorso stabilito ; tener conto della necessità elle ogni colonna disponga sin dall'inizio dell'avvicinamento dei mezzi occorrenti per i l 1·ag~iungimento dello scopo prefisso ; tenei· presente che fronti, sbalr,i, distanze e intervalli, debbono rnria1'.e a seconda dell'andamento del tei-reno ; fa r riconoscere preventivamente il terreno d'avvicinamento, anche se conosciuto, sempre che. però non si pregiu' <lichi la sorpresa; . considel'are Ja necessità che l'artiglieria sia scaglionatn. nelle colonne in base al concetto d'azione prestabilito per ]'attacco ed al conseguente concol'SO di fuoco che/ ad essa sarà richiesto. Pet' quanto si riferisce al disposi tivo di sicurezza è da t orter presente :
che la suà. distanza ùal grosso pnò scostarsi da quanto stabilito per i tcneni pianeggianti (più che la distanza in sè, in montagna va considerato il tempo necessal'io a per<:orrel'1a.; per esempio: per attraversare un vallone gli elèmen t.i di sicurezza devono giungei-e sulla dorsale opposta pdma che il repart o entri nel vallone stesso); che non deve subord inare la ,sua avanzata alla possi bi.litìi di i.ntervento dell'art igliel'ia del grosso sull a propl'ia fron te, ma deve aprirsi ]a via coi pr opri mezzi ; che spesso deve prevenire l'avversario su _d eterminate posizioni, poichè il grosso non deve p rocedere, esponendosi;
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a possibili offese partenti da contra ffor ti .dominanti, prima:, che gli elementi di sicurezza ne abbiano sicuro possesso ;, · che il l'eparto esplorante deve non soltanto vedere _ma fol'zare e sop1·attutto teuere, contro le reazioni del 1.1em1co,. le posizioni ra ggi.unte. Lo i-tesso dicasi pe1· le punte di sicui.·ezza. l>) Attacco.
Nelle loro lin ee fonùn.rnentaJi, le modalità. con le quali< si svolge un attacco in montagna non differiscono sensibilmente da quelle c.:ou le quaU si svolge un attacco in ter reno pianeggiante; tuttavia è da tener i presente: il l'Om hattiment o, anche pe1· i mi.noti r eparti, sarà.o svo lto ' in oo·enere., da colonne d'attacco intervallate fra di . toro ecl agenti ìu 11 go di1:t~zioni ben definite; h• l'ronli d'a ttacco anmente1·nnno in ragione dellaimpr &ticabilità del t e1:reno; il comhattimento assumerà, t ranne che per le minori \l nità., la fisionomia non già di un'azi one d 'insieme, ma di un'azione frazi onata -nello spazio e nel tempo: nn'azione a[1·ettat:1 può portare alle più disastr ose· conseguenze; purtnttavia, perdere tempo e lasciarsi prevenh-e dal nemico, vuole spesso dir e farsi batt ere; non si deve contare sulla nebbia ·per operazioni che richiedano un certo· tempo, potendo essa, specialmente alle· quote più · alte, diradarsi e scòmparire d'un tratto; rincahd e riserve parzitt1i di. ogui colonna dovranno mantenersi ben collegati· con te truppe ant istant i. ed a diatanza tale, e prefcribi1mente sull'alto, da poter intervenir e a tempo, impegnandosi se necessario, di pr opria iniziat~va; le anni di accompagnamento debbono essere spmte molto avanti sin dill'inizio perchè possano svol gere azione efficace il più a lungo possibile, perchè gli spost amenti t·ichiedono t empo considerevole ;
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i forti disliv.el1i, la scarsa viabilità, le pèndenze ecces-si ve e le asperità <lel terreno J-imitano la disponibilità dello spazio e fanno, sì che occorra maggior tempo per attuar e
lo scllie1·amento delle artiglierie. Le posizioni. cla. occupare sono, di co.nseguenza, sovente imposte dal terreno e la loro assegnazione strettaniente legata alla mobilità delle singol e artigfierie. Occorre, allora, cercare un compenso a <1uesti vincoli .con lo sfruttamento, spinto al massim<? grado, ,delle caratteristiche balistiche dei vari materiali e con l'ac: cur ata organizzazione cle1le dipendenze, dei collegamenti, della osservazione. /
e) Resisten.,za.
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l/01·ganizzazione di una pos1~10ne acquista particolare importanza in mon tagna perchè qu esta, per quanto ricca -di appigli fortissimi, costitnisce pm semp1·e l'ambiente tipico della so,rpresa. · Leute~za dei movimenti da pai-te dell'attaccante, fa.ci lità clcll'osser-h zione, minore dHncoltà dei rifo{·niment4 rispetto all'offensh ra costitujscono c@dizioni cli fatto indnhbi.amente favorevoli al difensore. Q·i.iesto, però, doYrù t ener hen presente che l'atteggiamento difensivo non è fine a se st esso, ma mer,zo per l'offensiva da condurre in altre dfrezi.oni o, più tardi, nella ·stessa con maggiori mezzi. Il difensore cercher·à. costantemente di costringere l'avYersal'io all'attacco frontale contenibile con un minimo di fo1·ze, in modo da po,t er destinare la maggior parte déi mezzi disponibili ad azio31i <li contrattacco. Spesso in montagna. il terrepo impedisce l'organfazar,ione profonda, quindi, . talvolta, zona .di sicurezza e posizione di l'esistenza si fondono. Però il dominio, le di.fncoltà del terr eno, ecc., compe'!lsa no ad nsul'a lo svantaggio della li1inore profon<lità ·compl essiva.
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Comunque, la scelta dell e posizioni doyrà essere subor dinata ai seguenti criteri : assicura.re il dominio e · garantire buoni appoggi d'ala; . sfruttare le difficoltà del terreno per avere una organizzazione difensiva solida, non continua, ma a caposaldi, sui punti vitali, inframmezzati da tratti sguerniti ma tnt ti vigilati ; consentire al difensore effi.cace azione di fuo<;o,; permettere faci li sbocchi controffensivi; assicurare buoni arroccamenti sul 1·ovescio per facilitare la manovra controffensiva. Di massima : le posizfo.nj di fondo valle consentouo di da.re profondità alla difesa ma sono difficili. a rifornirsi ; le posi.zioni in cresta sono g·eneralmente forti, ma poco profonde ; · le posizioni sui nodi montani assicnl'ano il dominio, facilitano l'azione controffensiva; le posizioni in contropendenza possono essere assai · utiU percllè sono mascherate · all'osservazion e terrestre e f~voriscono la sorpresa. ln montagna le fronti .sono1 in ·genere, prn ampie per l'esistenza di tratti prahcabili alternati con tratti impervi; ma questi sono assai spesso scelti dall'attaccante per effettuare la sorpresa e perciò devono essere sorvegliati. L'organizzazione dei fuochi pr~'3enta difficoltà parti colari per· la presenza di numerosi angoli n1orti difficilment e battibili. • J,e mitragliatrici saranno messe spesso a disposizione dei comandanti minori, anche di quelli di plotone avanzato. Per contro, l'interdizione potrà esereitarsi con grande · · efficacia su passaggi obbligati.
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~o sc11iera.me11to delFa1·tiglieria si troverà so/)'()' tt sel'v1tù anal I ,,,.,,,e o a . og ie a qnelle già. viste pe1· l'attacco . l'ol'@n. zaz1on<~ del f , i:, iz . . , . uoco presentel'it anche per l'al'tiglieria diffi. coJtà. ~al'~1c?la1·_e, per la presenza di numerosi angoli morti. Le a~ t1glie~:1e nconeranno ia;pesso ad azioni fiancbe.,.ofanti . :-,::, . : spostaudos1 lateru lmen te. Frequenti sar . anno 1 tratti ne1 qu.1.ri l'ar t· .1ghel'ia non potrà intei-venir e e eh . ... , ffi . e r1mal'!'anno pe1 <.:10, a dat1 alla sola azione delle a1·mi d f ' fan terfa. a uoco della La clisJor;azionc delle l'i:servc . . .. . 1· . saril, come in p1anu1·a su ore rnata al critel'io che esse , . . ,. . . . possano 1nterveml'e nel combattimento <.:on prontezza e nelle dil' . . . . . mente più utili. ezwm p1esum1b1lb
Date le clifficoltù d I . , . e muvim e11to e la faciliti\. cli so1·p1esa, s:u à necessario tn-e1·e ris<'ITe frazio t l \7icinate 11· r . . e ' na e, 1110 to rav. a_ . u inea d1 resistenza e postate s ull'alt . :~ pote'.· intc1·venh·e tempestivamente nell'azioneo ~a ~:~o· 10 1slocazrone dov1·ù sempt·e l'ii-;ponder·" · . 1· r non n<l un ·cl'iteri.o ] t 1 e 1stanzu. ma di tempo.
I nse91.t'Ìl1nento e ripiegarnento. Nell'ìnseo·uim t . en o uo11 convtclle mettersi dir tt alle calcagna del nemico dato eh l· . .. e au1ente· O'h . ' e a mont<1gna offrp con la, "' ez7.a ottlD~C posizioai. <lifem:ive alle ret1·00'u ·d:, I· sa.rie · 1..,, 11 · · . o ar 1e avver~ . :, ccess~u·10 rnvece do1nin·11·e ·1,. . • • , avversal'lo il più 1 oun.,,,o, poss1b1le col fuoco e lan ciare reparti ·d· t· a numerosi b · . . ai .1 I . poco ' eu provv1st1 eh mn11izjonarnento in quell, r, ,. . ztoru cù e consen t,rno di s . , ' ' e t u e. di o1,1,1·10.. t . op1avanza1·e I avve1·sa1·io a punti uu ,~ o JlassaO'Q'lo a·l p1omba1·e · . Ionue . ':'In r1. t1rata. . "'o ' o sui fianchi deJl e, co ,
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L'azione dell'artiglieria nell'inseguimento diventa alea· toria date Je difficoltà di collegamento con i reparti avanzati di fanteria. Talvolta, specialmente nei terreni più accidentati, il suo concorso sarà ridotto a quello d~lle batterie alpine. Il l'ipiegamento in montagna si effettuerà. normalmente di notte e comunque sotto la protezione dell'artiglie1·ia, delle rnilragliat1·jei e dei repart i meno provati che oppor.ranno successiva e tenace resistenza. La geande capacità difensiva: delle. posi?:ioni montane Jiruiterà. consiòerevolmente il Yalol'e ùe11u pressione avversal'ia e darà modo di effettuare 1·esisl-enze più. p1·olungate.
Il comlJattimcnto sulla montagna co1>crta di neve. Sulla montagna innevata il movimento uolla zona battuta dal fuoco avversario subisce gravissimo limitazioni; non è per esempio concepibile un att,acco condotto con squadre aperte e tanto meno spiegate, dove· si affonda. fino al ginocchio; nè sarebbe logico andare all'assalto con le ra,ccll.ette ai pi.cdi. Del pari, è difficile immaginare, per esempio, elementi con facchetto ai piedi chn danno sicurezza sui fianchi di un repartc;, in marcia. Rirnarr<'bbero ben presto troppo indietro. Sulla montagna. coperta di neve la sosta notturna diventa un problema grave: rare sono le abitazioni; il valore di esse dal punto di vista logistico assume Ùna irnportanz~ eccezionale: possedere o lasciare al nemico un villa,ggio, un rifugio, uri gruppo di baite, significa domina.re o perdere il dominio di una testata di valle, di una valle intera. La marcia del mulo subisce difficoltà notevoli, sovente è resa impossibile con gravi ripercussioni sui rifornimenti; spesso questi devono essere fatti a spalle d'uomo; di qui la. •
• -llO-
•
necessità di avere reparti, · anche numerosi, per alimentare quelli avanzati. Per contro: la neve con~ente il rapido movimento sugli sci; .la superficie nevosa facilita l'osservazione anche a. grande distanza; pochi uomini e un'arma automatica possono resiRtere efficacemente contro numerosi reparti. · Precisiamo però, al riguardò deUo scia,tore, che ·anche egli è v-isibilissirno, trova ra.ramente sulla superficie nevosa modo di occultaisi e perciò riescè anche pér lui assai pericoloso lasciarsi sorprendere dal fuoco nemico. Rispetto all'uomo munito di racchette htL l'enorme vantaggio di po1;ersi muovere rapidamente e quindi di poter cercare 7,one protette in più ampio raggio. · Ciò premesso occorre vedere · come sfruttare i vantaggi che la neve offre, e come superare le difficoltà che essa oppone alla resistenza. Esplorazion,~. - È compito caratteristico degli sciatori; possono muovere celeremente, andare lontano e vedere Zontano. ~ra i compiti, tener presente quello di assicura.re il possesso di posizioni di part.icolart\ importanza. È normale che gli sciatori abbiano, per esempio il. compito di occupare un rifugio, una baita e mantener~e il possesso fino a. che vi giunga il grosso che ne farà base pei· l'ulteriore movimento. È evidente che non vi possono ~ssere vincoli di dista,nza ché leghino gli esploratori alla colonna· lo ' sfruttamento ardimentoso della celerità e dell'autonomia. degli sciatori deve essere norma costante. .Anche se· spinti molto lontani, devono resistere a reazioni nemiche e dar tempo alla colonna di raggiungerli. ·
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necessità di occupare località dominanti l'itinerario del grqsso,. per evita.re a questo il peri.colo di essere sorpreso dal fuoco nemico su.llfl, superficie nevo.sa, priva di ripari. A tal~ scopo aarà bene marciare sull'alto e su di un fianco, per vedere meglio e più lontano, raggiungere più presto loca,lità dominanti e assicurarsi maggiori possibilità di celere m,anovra verso basso. Sullo stesso itinerario della colonna, può marcia.re invece \il.Ila piccola punta di sicurezza senza sci, con il solo compito di dare alla colonna una sicurezza immediata. Nella · sicurezza . in stazione com-iene stabilire posti di sorv.egli.irnza e segnalazione su buoni osservatori, oltre . che sulle vie di più facile accesso . Se da @ la,to 18, neve limita alle truppe a piedi la possi.bilità di in:filtra.rsi per la. difficoltà di ma,rcia,re fuòri dalle strade o piste, dall'altro facilita l'infiltrazione di distaccamenti sciatori avversari; q1ùndi occorre prevedere la possibilità della sorpresa anche .in profondità. · Perciò: i posti di sorveglianza e segnalazione, se occorre, ed i posti di sbarrament o siano in gr ado di difendersi ·anche se circondati· ' il grosso provveda ad un servizio di sicurezza ravvi oinata m·olto efficiente; siano tenuti in potenza distaccamenti sciatqri, per la pronta reazione contro nuclei neinici.
'
Siourèzza. - In marcia, è preferibilmente affidata a sciatori anzichè a, nomini su racchette; tener presente la
.,. '
Avvicinamento. - Grossi reparti in movimento di giorno sulla -montagna coperta di neve, in formazione di avvicina-
mento, effettuerebbero una marcia lenta, faticosa e sarebbero molto esposti alle offese nemiche. Occorre che questi movimenti avvengano approfittando della notte o della nebbia, sotto la protezione di elementi di sicurezza che ab·· biano raggiunto località importanti e vi sostino .
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A.ttacco. - Su nove alta non è concepibile andare all'attacco con le modalità ordinarie. Occorre orientarsi anzitutto alla manovra; sviluppare la tendenza all'aggiramento ad ampio raggio, con intervento sul tergo dol nemico in posiziono. Manovm e sorpresa costituiscono i cardini di ogni azione o.ffensivRi sulla montagna coperl,a, di nevo. L'attacco froutale è dHficile; quando lo si debba, organ.iz.zare, occorre 01·ientarsi ad un'azione di: drappelli sciatori che, approfittando della notte ·o dei primi chiarori dell'alba, si portino in località idoneo a sviluppare un'azione di fuoco cli sorpresa con lo armi a.utomatiche (tendendo sempre ad agire sul fianco dell'avversario in 'p osizione e, in pa1·ticola,ri favorevoli condizioni, infiltrandosi anche sul tergo). violenta aziono di fuo co di artiglieria e mortai; aziono di reparti senza sci per sf!utta,re la sorpresa ' ottenuta con il fuoco . I drappelli di sciatori devono . essere comandat.i da ufficiali in grado di agire di iniziativa, di cogliere il momento propi zio a completare l'aziono di fuoco con la. materiale occupazione dol terreno.
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~
!riparo, e quindi diventano facile preda degli 'sciatori della .difesa, che agiscono con l'appoggio dei centri di fuoco rimasti .tenacemente efficienti.
C OMBATTIMENTO FRA REPARTI IN MOVIMENTO.
Sembra di poter considerare il combattimento t,ra un •reparto di sciatori ed un reparto senza sci, ambedue in moviment o, come molto rassomigliante al combattimento di cavalleria contr o la fanteria; però, gli sciatori norr hanno, nel,l'attimo. dell'urto, il vantaggio che posseg·gono i cavalieri, di schiacciare il fante con la massa e la velocità del cavallo. Infatti, nel corpo a corpo lo sciatore è impacciato dallo sci, e più che mai in equilibrio instabile. È invece parago. nabile al cavaliere in quanto, come quello, rapidamente e inopinat amente si può presentare al nemico, e può svolgere un'azione improvvisa, inattesa, che, data la vulnerabilità di reparti fu marcia sulla neve, può facilmente ottenere ·effetti t ali da giustifica.re qualunque sforzo compiut o per .;prepararla ed effettuarla.
Resistenza.. - Le armi àutoma.tiche han.no suµa superficie nevosa. ove le asperità naturali sono a,ttenua,te di ' - di a7,ione ampio e P?Ssibilità gmndiose di mol to, un settore efficaci risultati. I centri di fuoco possono p'orciò essere di. molto distanziati, ci.ò che offre il vantaggio di poter costituire un o schier amento in profondità più robusto (costituito da centri di fuoco arretrati e da reparti mobili, su sci). P iù che mai i centri di fuoco devono resistere anche se . circondat;i; sciatori nemici infiltratisi fra di ossi, si trovano -dopo alcune oro in condizioni di vita di fficili, se non sono riusciti ad impadronirsi di località. nelle quali t rovare un 1
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..4ddestrammto, I. - S,
o
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CAPITOLO X. AZIONI PAR'l1 I COLARI. I. - Colpi di µi.ano. 1. IL COLPO DI MANO è una inéursione di limitato s,iluppo nello spazio e nel tempo, ayente uno scopo ben definito per: · . f conquistare un elemento del terreno che agevoli le azioni successive o disturbi quelle nemiche; scoprire le intenzioni dell'avve1·sa1·io, catturando pl'i~onieri.
2. L'iniziativa di DECIDERE un colpo di mano spetta, di . norma, al comandante della divisione. 3. CONDIZIONI DI SUCCESSO:
la segretezza; la organizzazione meticolosa (studio dell'obiettivot del terreno, scelta dei mezzi, orientamento dei singoli esecutori e ripartizione dei compiti; previsione delle possibili reazioni nemiche e misure per fronteggiarle); la sorpresa, l'astuzia, la celerità dell'esecuzione. 4. In base allo scopo, ai mezzi assegnati, ai limiti di tempo fiss~ti, il COMANDANTE incaricato di effettuare il ,colpo di mano provvede: alla raccolta di notizie sul nemico e di dati sul terreno (fotografie dall'aereo, osservazione terrestre, azione di pattuglie);
allo studio persona]~ di tutti quegli elementi che possono orientarlo sulle abitudini del nemico; alla scelta e, se necessario, all'addestramento del perS<male; alla racçol ta dei mezzi ; alle intese con i comandanti dei l'eparti .di fanteria o degli elementi di artiglieria comunque interessati all'azione; ad impartire gli ordini (1;erbali) conseguent i. 5. Di norma, è destinato ad effettuare il colpo di mano un REP.HtTO ORGANICO di fanteria ( e non di formazione) rinforzato, se necessario, da elementi scelti di altre armi o specialità. Conviene tuttavia operare una oculata scelta del personale, eliminando quegli clementi che, per minor resistenza fisica e per scarsa aggressività, costituirebbero un peso mor-to nell'operazione. 6. La RIPARTIZIONE DEI COMPI'l'I tra i vari el~menti ha una decisiva importanza · per la riuscita, essendo quanto mai difficile per il comandante di intervenire personalmente, ad esecuzione iniziata, per coordinai-e l'azione diversamente da quanto ba inizialmente previsto. 7. Di massima i compiti sono ripartiti fra: G.R UPPI o REPARTI DI ASSALTO destinati ad affrontare il nemico corpo a corpo; GRUPPI O REPARTI DI RASTRELLAMENTO E DISTRUZI9NE
incaricati cli riunire i prigionieri, raccogliere armi, compiere distruzioni ; ELEMENTI DI COLDJWA.MENTO, qualora l'azione importi un frazionamento iniziale del reparto; ELEMENTI -bi SICUREZZA, distaccati ai fianchi e a tergo òel repal'to. 8. Unità mitraglieri, mortai da 81, pezzi di' a-0compagnamento ed artiglierie divisionali possono ,cooPERAR~ alla, riuscita del colpo di mano:·
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ilndirettamente :
con azioni cli disturbo eseguite su altri punti della fronte; di-retta-mente :
eon azioni <li appoggio, di accompagnamento; con tfri a protezione del ripiegamento o con tiri <li inte1·dizione e di sbarramento a difesa della località occupata. 9. In dete1·minate circosta nze ( obiettivi org~nizza.ti sal,damente a difesa), può riuscire particolarmente redditizia la cooperazione di UNITA OARRISTE. In questo caso, il comandante di fanteria ·intereS$ato .stabilisce le modalità dell'impiego dei carri, analogamente a quanto è stato già detto per l'attacco.
10. L'ADDES'.l.'RAM:EKTO del reparto destinato all'opera·zione viene svolto in località arretrata e possibilmente app~rtata. l'iproducendo con la maggiore somiglianza possibile le carattel'isticlie difensive dell'obiettivo. asse"'nato e del b -terreno da percorrere. DaJl'inizio dell'acldesha.mento a.I momento dell'esecu·zione, bisogna evita.re i contatti con altri reparti. 11. Salvo il caso di cil'costanze o ambiente particolarmente favorevoli (in particolare : copertura terreno, tempo nebbioso, ecc.), è PltElfERIBILE CHE L'AZIONE SI SVOLGA SUL· L'IM BRUNIRÉ O ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA.
· Gli scopi che si vogliono raggiungere e la durata presumibile deJl'attacco consiglieranno la soluzione più opportuna.
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silenzio sono gli elementari requisiti di questa prima fase esecutiva.
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deve essere co ntempo1·aneo, fulmineo, iri-esistibi1e. Ogni incertezza <listr ugge gli effetti della sorpresa, facilita nd o la reazione nemica. 13.
L'ATTACCO
14. Il RIPIEGAMEN'l'O (salvo i casi in cui il colpo di mano abbia per scopo la conquista <li una determinata posizione) è ordinato dal comandante _con un segnale prestabilito ( di norJna: razzi). Esso vale tanto per il reparto come per gli element.i di fuoco (mitragliatrici, roqrtai, artiglierie) di
accompagn amento e di appoggio. II. - Com battimento nel boschi.
L Il Bosco, specie se fitto ed esteso: a:;evola la sorpresa; intralcia il movimento·; ostacola l'osservazione, sia aerea che terrestre; rende difficile l'orientamento e l'azione di comando ; diminuisce sensibilment e le possibilità di tiro delle artio-liel'iP e delle armi di accompagnamento; . 0 limita, quando 110n lo vieta, l'impiego dei carr.i armati. 2. Gli elementi incaricati dell'F;SPLORAZIO~E e della SICU· per ,vedere e segncilare) do vran,no spesso.. combatter~. Quii;idi : nuclei consistenti, bene inquadrati e collegati.
RJ~ZZA,
3. Rispetto ai casi normali d'impiego, il ?ISP?SITIVO DI è più raccolto nel senso della profond1tìt .e d.el~a fronte anche se ma.ggiore è il numero dei bat ta~llon~ 1~ 10 scaglione e, in ciascuno di essi, il numero dei repaI"t1 avanzati. T utt-i semp,'.e pronti, ad <LSsa,lta,r e il nemico dovunque ·, cornunque si presenti.
MOVIMl!lNTO
12. AYVI CJNAMENTO e sistemazione del reparto sulla nASN DI rAit'r ENZA per l'attacco sono sempre operazioni di estrema delicater.tza, poichè è necessario iàpedire che l'avve1·sario sia comunque messo in allarme. R apidità, ordine,
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4. Numero, entità e composi½ione delle COLONNE dipendono dall e comunicazioni esistenti. ~e strade? e soprattutto i c:rocicchi, costituiscono nello spec1a.le amlnente, gli obiettivi che consentono un effettivo controllo o possesso del bosco. 5. IL COMRAT'l'IMENTO Sl ACCENDE ALL'IMPROVVISO; SI :SVI L U PPA IN 1'El\'1PJ SBJ1l1A'1'I; sr DEVE RISOLVERE IN MODO ::SBRIGA'l'l VO.
Armi di acco~paguamento e ,u·tiglierie di. piccolo ·c alibro d ecen tr~te, sca~honamento in profondità ridotto a l minimo , ca ratter·1zzano 11 disposi tivo di at tacco. · '
o. Nm:,
COMIU.'l'1'1MEXTO Dlf' ~~SlVO
occone:
adattare l'?r:ga1:izzazi.one al la 1·ete stradale, avendo ; te100 delle pos1z1orn almeno una via di comunicazione -p arallela .:iUa fronte; · _a~nù.a1·e ~gli elementi. · dislocati in zona di ~icurezza comp1t1. di l'esistenza; . t:ssi~urare s~lla posizione di 1·esistenz~ una sufficien te dens1ta di forze, rmunciando, se del caso anche ai rincalzi -di ba ttag·lione; · ' ' . ~ decentral'e in larga misura arrni di accompao-nament 0 0 ,e artiglierie di piccolo C?,libro; · dal'e ampio sviluppo a!Postacolo. ·o·
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7. Di norma : la LINE.\ DI SICUREZZA è stabili ta al margine del bosco.
nell'interno; . ' (nella zona di sicurez~a) e CAPO-SAL DI (nella posizione di 1·e.sistenza) sono costit uiti i~ co~,r ispon denza dei nodi stradali più importan t i. , la.
LINEA DI RES IS'.l.'ENZA
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nell'organizzazione dell'osservazione; nelle predisposizioni di allarme. · 9. NeH'ambito dei minori reparti di fanteria, sia che si .attacchi, sia che ci si difenòa, v'è un solo ·P ROCEDIMENTO DI AZIONE:
mas,~imo volwme d:i fuoco, con istantane·ità e contem,po~aneità d'intervento_; assalto o contrassalto immediato, 10. Quando nei boschi si intercalino .fitta vegetazione, conviene:
RADURE
a zone di
nell'attac:02 : sorvegliarne i margini,. cercando di avan ·zare per l e zone coperte. Quando ciò non sia possibile, si -deve superare rapidamente la radura sot to la prot ezione ,delle artiglierie e delle armi di accompagnamento ; nelta resistenza.: organizzare un incrocio di fuochi sulle ·r adure, disponendo i centri cli fuo co a conveniente -distanza dai margini d elle stesse; dislocare al coperto reparti di contrassalt o, per s ùrprendere in crisi di pas-saggio le unità nemiche. 11. I PICCOLI BOS CHI E LE MACCHIE, nel combattimento ,offensivo, devono essere possibilmente evit ati, aggirandoli ,e sorvegliandone i margini. Raggiunto il loro mar gine ,opposto, r epar,ti retrostanti li rastrellano con grosse pattuglie.
POSIZIONI DI ARRESTO
8. Particolare cnra dovrà ei:isel'e posta : J. nello . sgombero cl.e] campo di tfro (minimo, una cinquanti nu.. di metri);
Quando invece essi debbano assolutamente essère attriversati, i reparti interessati si regolano in analogia a quanto :già detto. . ' Nella resist enza; essi possono venire sfruttati per organizzarvi posizioni di arresto o caposaldi.
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III. - Combattimento di notte e nella nebbia. 1. Dr NO'r'l'E o nella NEBBIA (naturale o artificiale), sii
adattano predisposizioni analoghe a quelle indicate per il combattimento nei boschi. Si tenga presente tuttavia che operare nella nebbia è più rischioso che operare di notte, giaccbè la nebbia· può improvvisamente dissolversi e smascherare l'attacco : di qui la necessità di procedimenti che, pur mirando a ma.ntenere dire,Jione e coesione· al movimento, evitino alle truppe il peri colo di essere sorprese in forrnc'1zioni troppo vuln,erabili. 2. Pat'ticolari PltBVIDENZ.0 sòno da adottare per il movi-' mento: scegliere sulla carta ed individuare sul terreno, su1 quale l'unità deve muovere, una linea caratteristica (strada, sentiero, fosso, ecc.), elle abbia andamento pressochè parallelo alla direzione generale del movimento, e possa quindi.servire di pratica guida; anche se visibile solo da chi mate· dal mente la percorre; ' assumere, in ogni scaglione, un dispositivo di marcia· ad unità affiancate, di cui una sarà sceJta come repai-t<r di dvrezione, in quanto deve muovere · in corrispondenza della linea carn;tteristica del teneno già rilevata in precedenza. Iu difetto di questa, tale reparto avrà assegnato il terreno pj.ù facile in modo che possa agevolmente 1-lgolare· ii proprio movimento sulla bussola, s_enza subire frequenti• deviazioni. · 3. Quando il movimento debba prolungarsi,. perchè n: non si dissoci, è necessario che,. oltre a mantenere l'orientamento, i reparti conservino, anche la lot·o posizione nel dispositivo. A tal fine, è oppol"rnsPOSI'l'lVO DI A'.l''l;Acco
tono scegliere una o più lineé di riferimento) cositituiteanche esse da .elementi caratteristici e facilmente individ uabili, ad :rndamento parallelo alla fronte d'attacco. Su tali linee le unità di direzione assicurano il 1·eciproco collegamento: q11,esto ottenuto) ri1prendono il 1novimento. Se ciò non è possibile per mancanza di linee caratteristiche tlel terreno, si stabiliscono degli attestamenti a 3cadenza di ternpo.
4. Nei MOVIMENTI NI~LLA NEBlHA) a.llor·chè questa accenni a diradarsi, i 1·eparti che venissero a trovarsi ammassati devono anestarsi, d cercando nell'immobilità e nella coper-· tura del teneno la prima protezione alla vista ed al tiro dell'avversario ; orientarsi, quindi, e riprendere n movimento ristabilendo intervalli e distanze con un opportuno, giuoco dell e formazioni. In ogni caso, anche se sorpresi da un'improvvisa schiarita, sono assolntamente da evitarei movimenti tumultuosi, .tendenti ad un immediato allargamento deUe formazioni. 5. Una emissione cli' NEBBIA ARTU'ICIALE dà quasi sempreal nemico lu. sensa·zione dell'attacco imnùnente. Pertanto, è da attendersi una violenta reazione <li fuoco, cbe si abbatte1·à di preferenza su zone o punti già prestabiliti. La fantel'ia attaccante deve evitare di ri spondere col fuoco delle sne armi. Il tiro, inefficace contro un avversario invisibile, potrebbe ritorcersi a proprio danno, data la possibilità clì <"leviazion i nel movimento delle ,mità contigue. L'attaccante non ha, quindi, che da seguire un solo· procedimento : avanzare il più spedit(ll}nente possibile co1i .o pportuna ,scelta, delle forma.zion,i e sfruttando intelliger1,tem ente ,i l terreno.
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3. Il l V. - Com b:ittimeuto negli abitati. 1. Uli A.UI'.l'A'L'I, anche se 1·idotti a un cumulo di macerie rappresentano sempre appigli tattici che avvantaggiano la resistenza ed ostacolauo l'attacco.
2. Nc~ll'l,ff'l'.\CCO, di massima, è bene· evitarli, aggirandoli e lasciando: alle artiglierie ed all'aviazione il compito di neutralizzarli; alle truppe l'et1·ostanti quello di rastrellarli ed occuparli.
Quando iuvece sia. necessario conquistarli di viva forz~ occorre: a ttaccare su più tratt_i il margine dell'abitato, appog· giati 1Clul maggior volume di fuoco possibile; decentrar<~ ai 1·eparti avanr,ati unità d'accompagnamento e auticano ; aclottul'e un dispositivo profondo; penetrati nell'abitato, occuparne saldam ente i nodi ijtradali e procedere il più rapidamente possibile sino al -suo margine opposto; eliminare le difese residue con elementi designati!llin precedeuza, largamente provvisti di bombe a mano e artinzi fumogeni; per abitati ben conoscinti, agevolare la penetrazione -eon annebbiamenti; contro nuclei asserragliati nelle case, cantine ecc. .agire con lanciafiamme, bombe incendiarie o mat.erie infiammabili; e • di massima, concorrere all'azione diretta con altra. .avvolg-ente per entra mbi. i. fianchi od almeno per u_no di e~.
VALOR.[ì} DH'ENSIVO DEGLI ABITATI
dipende:
dalla loro ubicazione rispetto a11e comunicazioni e alle zone di facilitazione dell'atta.eco; · dalla loro estensione; dalla robust.ezza delle va.rie costruzioni. Di massima, è sempre consigliabile di organizzarl.i a difesa, limitan'do t uttavia allo stretto indispensabile gli effettivi dell'occupazione. si ba.sa : sull'organizzazione dei margini esterni in modo da assicurare un buou fiancheggiamento dei sing-oli tratti ; sull'organizzazione a compartimenti stagni dell'int erno ; ,sulla costi.tuzion e di un caposaldo centrale utilizzante solidi fabbricati, cqn possibilità ùi azione di fuoco sugli accessi più. importanti. In genere, l'organizzazione deve essere completata da centri di fnoco dislocati sui. fianchi, fu ori dell'abitato, per meglio assicurare il fiancheggiamento dei margini e im pedire l'aggiramento delle difese. 4. La Dll<'ESA DI UN CENTRO ABITATO
' 5. Particolare impo1·tanza rivestono: l'OS'l'ACOLO
(reticolati, abbattute, barricate, distru-
-zioni, ecc.) ; i LAVORI DI lUFFORZAMEN'l'O e di adattamento dei locali e ricoveri occupati"; le COMUNICAZIONI tra i vari elementi della ,d ifesa (pos1:1ibilmente sot terranee, soprattutto cantine, cunicoli, ecc.); le :M IS U RE CON'l'RO GLI INCENDI E GLI . AGGRES SI VI CHIMICL
G. La r esistenza si svolge principalmente sui ma~gini ·dell'abitato; l'interno sarà comunque difeso a palmo a palmo, alternu.ndo brevi azioni di fuoco còn irruenti con· trassalti .
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I caposaldi resistono ad ~ ltranza, anche se l'abitato venga totalmente accerchiato. 7. Per abitati Ìn9lto vasti, si provvede alla loro suddivisiope in settori, costituendo un rincalzo o una riserva centrale. Ciascun settore provvede alla difesa d ella sua zona con criteri analoghi a quelli sopra descritti. Le saldature tra i vari settod non debbono corrispondere con le più facili vie di accesso (strade, salienti, ecc.).
. 8. ~~ll'even.tu.alità di un ripiegamento, senza probabilità d1 1mme<liate reazioni controffensive, occorre predieporre ( con il concorso di elementi specializzati) i mezzi di distruzione deJI'aùitato o, almeno, di quegli edifìc:i che potrebbero offrire al nemico buone condizioni di osservazione e di ricovero. V. - Forzamento e difesa dì corsi d'acqua.
1. Le operazioni che, nel FOHZAMgNTO DI CORSI D'ACQUA, . assumono particolare importanza per le uniti\ di. fanteria sono quelle iniziali : attru.ve1·samento del corso d'acqua; costituzione sulJa. sponda anersn1fa di una testa di ponte. 2. La SORPRESA è condizione prima di successo. ti Bisogna, comunque, essere in gtado di effettuat'e il passaggio di viva forza destinando, a sostegno delle truppe, la maggiore quantità possibile di armi di accompagnamento e di artiglierie, riconeudo altl'esì, se necessario, al concorso dell'aviazione da ùomba.rdamento.
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~. Le opetazioui di {Ol'zamento si. compiono a travers() le seguenti fasi: .RICOGNI7.I0NE;
ORGANIZZAZIONE;
ESECUZIONE DEL PASSAGGIO DEL CORSO D1AOQU A; COSTI'.l.'UZIONE DELLA TES'l'A DI PONTE.
4. Il comandante di fanteria incaricato dell'operazione, insiem(:!I al comandante dell'unità del genio destinato a coadiuvarlo, RICONOSCE il 1tratto di corso d'acqua che l'interessa allo scopo di cJ1jarire, nei limiti del possibile, la situazione avvetsaria; p1·escegliere i punti ùi passaggio e le località di sosta prima dell'imbarco; determiuare lo schi eramento delle armi di accompagnamento. Conviene, di massima, traversare il corso d'acq.n a contemporaneamente su più punti, non troppo vicini a quello prescelto per il gittamento del ponte e disposti verso le ali dell'ansa (rivolta verso l'attaccante) prescelta per il forzamento. Il passaggio si può compiere con gruppi di nuotatori abHi, col traghettamento, su galleggianti o su passerelle r egolamentari · o di circostanza. '
5. In base al compi.te ricevuto ed ai ri.sultati della ricognizione, il COMANDA:>:'rE DI FANTERIA provvede: all'organizzazione del fuoco a protezione del passaggio e, successivamente, della testa di ponte; . alle. modalità. di passaggio, stabilendo: successione dei va11i elementi, procurando, nei limiti del possibile, di non rompere i legami tattici dei più piceoli reparti ; mezzi di fuoco loro decentrati; .eventuale alleggerimento dell'equipaggiamento indi•iduale; competenza di comando dei reparti oltre sponda; posizioni da raggiungere in· un primo tempo; inserimento dei reparti susseguenti ; .
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sbalzi successivi; azioni di · fuoco d'artigliel'ia e modalità per le r·ichieste; osservazione e collegamenti; posto di comando iniziale e momento del suo spostamento oltre sponda ( da effettua_rsi con i reparti avanzati) ; disposizioni per i vari servizi. L'ufficiale del genio deve provvedere per quanto concerne la preparazione dei passaggi, il parcamento al coperto dei materfali e a tutte le incombenze tecniche che interessano il traversamento. 6. Le OPERAZIONI., DI FORZAMENTO si compiono in massima parte di notte, in silenzio, a lumi spenti. Qualora si_,_ sia co~tretti ad effettuarle· di giomo, è conveniente ricorrere ad annebbiamenti artificiali. 7. PASSAQGIO DEI, CORSO D'ACQUA E C0S'.l'1TUZI0Nl~ DELLA Nel momento prestabilito, .i re1Jarti compiono la traversata portandosi celermente- sugli obiettivi lo-r o assegnati, per beneficia.re degli effetti della sòrpresa. TESTA DI PON1'E. -
Se il nemico reagisce, intervengono tutte le -artiglierie e le armi di accompagnamento ,disponibiH secondo il piano di fuoco minutamente predisposto. . ~ L'AVIAZIONE
può essere chiamata a cooperare anche in
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scritta nel capo . IV, coli il vantaggio di a.vere la frontecoperta da un ostacolo naturale importante che l'al_lenta l'attacco .e valorizza in sommo grado il fuoco della difesa. Ciò non tog·lie che una dif e~a, passiva sarebbe, anche in questo casò, condannata a sicuro insuccesso. ,9. L'organizzazione difensiva è càratterizza~~ da
una LINEA DI SICURI~ZZA, sulla sponda amica; una POSIZIONE DI RESISTENZA, più o meno arretrata . rispetto al corso d'acqua, a seconda dell'importanza del-l'ostacolò. . . ,. . Sono inutili le occupazioni ~tvanzat~ a~ di là ?~11 <~sta:, cost1tu1te . pos1z1on1 di. .colo. . ' e·' d 1· ·uor·ma' non venO'oho i:, arresto. 10. J~a difesa- deve :
. esercitare la più attiva sorveglianza della_ sponda nemica disponendo per ]a notte pbsti di asco~to e di allarmenei pu~ti di. più facile e probabile passagg1~ ; , . . .. battere con fuochi incrociati 1~ specchi~ d~ll acqu_a' costruire ostacoli passivi nei tratti d1 più facile approdo (maschera,udoli co1nrenientemente); . . . predisporre il contrattacco in modo da isolare l .l.leparti nemici dal corso _d'acq~rn. it normale, a quesito scopo, fimpieO'o di unità carr1ste; 0 ostacolare, con met oc1·ic h e ,,, " violente a.zìoni di fuoco . l',t esecuzione., l'alimentad'articrlierja la organizzaz10ne, ::, . 71jone · dell'attacco nem1eo.
questa fase : bombardando e mitragliando il nemico; rifornendo lei unità oltre sponda; collegando queste con i comandi retrostanti. La TES'l'A DI PON'l'E viene organizzata a difesa. 8. Nella DIFESA DI ' UN CORSO D'ACQUA, la resistenza q.a parte delle unità di fanteria è analoga a quella già de-
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CAPITOLO XI. ELEMENTI DI FOitTIFICAZIONE CAMPALE
impiega genera,lmente materiali leggeri da costruzione: legname, saccbi a terra, ecc.; si modifica in seguito allo sviluppo delle azioni tattiche; i lavori i:.ono eseguiti da tutte le armi od essenzial:m.e nte dalla, fanteria a cui compete la massa dei lavori stessi mentre al genio sono assegnati, su qualunque punto del oampo di battaglia, i lavori che richiedono spec1ale compe'lenza e mezzi n0n in dota:done alle altre armi. 2.
I. - Generalità stùla fortificazione campale. Suo legame con I~ tattica. 1. La FO:&TIFIOAZIONE è quel ramo dell'arte militare che
<lnsegna. a sfruttare le oaratteristiche del terreno eseguendo lavori ·intesi ad aumentare la propria oa.pa~ità. di offesa ed a. ridurre quella del nemico. La fortificazione si suddivide in permanente e campale : a) Permanente. Ha scopo essenzialmente strategico in- . t eressando la difesa generale ·dello Stato ; si sviluppa 1\1.ngo la fascia. di · confine, si.a. terrestre che marittima, a seconda delle necessità militari ineS'Se in rapporto alle caratteristiche geografiche del territorio naziona,le ed alle disponibmtà finanziarie; in essa i lavori sono eseguiti fin dal tempo di pace, impiegando in genere maestranze civili e materia.li da. co~trutione di grande resistenza (calcestruzzo, corazze ecc.)4. b) Campale. Ha lo scopo di apportare modificazioni al terreno, per aumentarne il valore tattico, tali da consentire ai propri mezzi di lotta il massimo' rendimento e porre il nemico in condizioni di inferiorità; si sviluppa durante il combattimento od ,in previ·sione dell'llfto fra le forze contrapposte; richiede, di massima, lavori di carattere speditivo ed -eseguiti da personale militare con t empo limitato e talora ,brevissimo ;
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L E GAME
DELLA
FORTIFIC.A.ZIONE
CAMPALE
CON
LA
T AT'l'lCA. I lavori di fortificazione non sono mai da considerarsi come a sè ~tanti, ma sempre in strett isima relazione con le esigenze tattiche. Sono queste che precisano il còmpito che ciascun elemento deve assolvere nel complesso del sistema difensivo; la fortific,azione, a sua volta, deve mettere tale e1omcnto nello migliori condizioni per assolvere tale còmpito, · consentendogli il più redditizio sfruttamento dei suoi me7,zi d'azione. Ogni concetto tattico, quindi, deve trovare nella fortifiea,zione un potente aiuto per la propria attuazione. Variando l'uno, deve necessariamente variare anche l'altra. Perciò i lavori di adattamento del terreno saranno influenzati dalla azione tattica in corso o prevedibile e da tutti gli elementi che agiscono sull'azione t at tica stessa (terreno, tempo, forze proprie, nemico, morale ecc.).
Lavori. A. seconda dell'impol'ta.nza di detti elementi, i lavori di fortificazione assumeranno diverso carattere e si aVl'à quindi una graduazione compresa t ra due limiti, di crii uno è rappresentato dalla guerra in t erreno libero e l'altro dalla guerra in terreno organizzato. · Nel primo caso le organizzazioni dei lavori avranno uno &piccato caratt ere di speditezza e di semplicit à, e le organizsa.zioni difensive, in :particolare, si presenteranno meno profonde; d'altra parte a tale minore consistenza generica .Jàde8'ramenu,. I. - !I.
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. fa contrapposto per l'avversario una potenzialità di o.ffeae proporzionalmente minore. Nel secondo caso le organizzazioni difensive acquistano carattere di grande complessità, di grande profondità,, e talvolta di grande resistenza materiale per potere opporsi allt. maggiore potenza delle offese avversarie. · Nei riguardi della esecuzione dei . lavori è ovvio che la loro organizzazione spetti alle stesse truppe alle quali essi debbono servire nel combattimento, truppe che si avvalgop.o del personale e dei mezzi elle hanno in proprio. · Il genio,· cooperando con la fanteria e l'artiglieria, si :rìsena l'esecuzione di quei lavori particolarmente tecnici che, per ragioni di consistenza di terreno, di ubicazione, o perchè richiedono mezzi e materiali speciali, non potrebbet@ essere affidati a.Ile n.ltre a,r mi.
3.
!M.PIEGO NELLA OFFENSIVA E .NELLA DIFENSIVA .
Gli attuali procedimenti tattici, nell'alterna successio.ue di sbalzi e di soste, impongono di avanzare. o di permanere sul terreno nelle migiiori condizioni di efficienza. Ne consegue che si richiederà alla fortificazione campale quanto è indispensabile per valorizzru:e il terreno ai fini dell'azione qualunque essa sia, tanto durante ·l'atteggiamento offensivo quanto in quello difensivo. È ovvio tperò che il maggiore sviluppo de1la fortificazione campale si avrà nell'azione· difensiva. · Ai_ In particolare i lavori di fortificazione saranno inte1i : nell'azione offensiva :
1° ad offrire una certa protezione alle truppe nella, base di ·partenza per l'attacco; 2° a consentire comunicazioni coperte alla vista. v, se si può, anche al tiro, per l'accesso delle truppe di rincallso
-
131
alla base di partenza per l'attacco, e. per agevolare gli spostamenti di uomini e materiali ; . · 30 a proteggere posti. di coma,nclo ed osservatori ; 40 ad adattare la rete delle comunicazioni alle maggiori esigenze che· l'atta.eco pro~et~ato i~pone ; , 50 a ripristinare interruz10m, predisponendo all uopo truppe e materiali ; . . 60 a rafforzare le posizioni conqmstate, predisponendo anche per questo i mezzi ed il personale necessari; nell'azione difensiva : a compensare l'inferiorità in cui si trova _inizialmente chi assume a,t teggiamento difensivo, sfruttando 11 terren? ed adattandolo con opportuni lavori alle esigenze della difesa in guisa da permettere di resistere con poche forze a forze superiori del nemico. Tali lavori tenderanno in sostanza : ---:- ad accrescere al massimo I'efficacia delle proprie armi; - a .ridurre quella. delle armi 11vversarie. II. - Ele~e~ti della fortificazione campale. Il problema quindi che la fortificazione, campale s~ p~efigge è l'adattamento del teTreno per soddisfare nel m1gl101 modo possibile alle esigenze della tattica. . Tali esigenze, nei riguardi dell'azione propria, sono: 1 o poter osservare e trasmettere il risultato dell'osservazione; 2° poter agir'e efficacemente col fuoco ; 3°' p'ò ter- :inanovi;are. . Nei riguardi dell'azione del nemi~o sono: 1 ° sottrarsi -all'osserva,zion.e nemica ; 20 proteggersi contro l'azione di fuoco; 30 ostacolare il mo,,iroento del · nemico sino ad arre, starlo.
U2-
.
Es::;e offrono alla. fortifìcn.zione gli elementi da pre~dersi esn.m? nella costituzione di qualsiasi organizzazione fort1ficatona. Si tratterà. quindi di studiare questi elemouti e ciQè : osservazione e relativa rete dei collega11ne1tti fia;ncheggiamento, ' co•munioazioni, occuUatnento, copertura, ostacolo. . s_si si concretano in opere singole da costruirsi con i criteri che su.ranno in seguito studiati. 'J':tli opere sono costituite : . d~gli osservatori per i comandi, per il tiro e per eòmpiti speciali; 1!ag~i app_ostamenti per le armi della fanteria e dalle pos~aziom per 1 pezzi d'artiglieria., convenientemente dislocati; da~le ~tra~e di ~gni tipo, dai camminamenti, dalle piste; _clat ripari àall osservazione (ma.soheramenti. e occultament1J; dai r•icoveri ; dagli ostacoli di ogni genere.
-133 -
1~
I
BREVE ESAME . DI
CIASCUN
JDLEMENTO
( caratteristiche
peincipa.li). . ~ . a) L'osse!·vazione è indispensabile per il funzionamento d~1 com~nd1 e per evitare la sorpresa. È quindi attribu~one ~e1 comandi e delle truppe, in qualunque situazion~ s1 troVIno. Oi~s~nn osservatorio deve se~prè disporre di mezzi di trasro1ss1~ne aCfìnchè i risultati delle osservazioni e le notizie gmnaa.no tempestivamente .. "· conoscenza del superiore. 0
b) Il fianoheggia1nento è mezzo : per trane dal fuoco il miglior rendimento disloc:i.ndo
convenientemente le armi ; per economizza.re le forzi."' ; per favorire la sorpresa. Si sviluppa sia sul davanti delle posizioni cbe in profon~ dità, realizzando la possibilità di manovrare H fuoco anche dopo parziali inflltrnzioni. Detta le norme per la disposizione di alcune opere di fortificazione (ostacoli,· appostamenti multipli ecc.). o) La protezione va intesa come elemento per mantenere il più lungo possibile efficienti i propri mezzi ùj azione. Si realizza :
a:
con i ripari per fanteria ed artiglieria cosi da aumentare l'efficacia delle singole armi e diminuire gli effetti del tir0 avversario ; con i ricoveri . di ogni tipo e dimensione per conservare le proprie. forze intatte fino al momento di intervenire qella lotta. d) L'occultamento : favorisce la sorpresa; è indispensabj.le per sfuggire all'azione aerea ; quando si sfruttano le coperture naturali si ha l'oc01.ilta1nento propriamente detto ; so si impiegano materiali di qualunque tipo, naturali o artificiali, si ha il rnascheramento. Ogni combattente deve conoscerne l'importanzo. ed i modi di valersene a vantaggio proprio e delJa. unità cui appartiene. e) Le comitnicazioni :1 . devono favorire il movimento in qualunque punto del campo di battaglia nel senso della fronte e della profondità ; devono permettere la manovra di uomini e di materiaH per alimentare il combattimento o per variare i dispositivi di azione, secondo la volontà del comandante ;
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134 -
assumono caratteristiche ' ed importainza speciali secondo il loro andamento relativo alla fronte od alle direttrici. di attacco ecc. f) L'ostlwolo :
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135 -
ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO D'OSSERVAZIONE.
Q,uando la visione dire.t;ta tota.le non è possibile, occorro organizzata per ott enere il necessario Mntrollo e la continuità nel t empo e nello spazio. · Tale organizzazione si basa, in sostanza : - sulla determinazione delle zone .viste e non viste it.ai vari punti di osservàzione offerti dal t erreno ; - sulla scelta, quali osservatorii, di quelli di detti ·pnnti che conséntano - so-vrapponendo le zone viste dagli ani a quelle non viste dagli altri - unà osservazione presso&bè continua sul fronte ; - sull'integrazione dell' osservazione terrestre, con ~uelìa aerea per sorvegliare le zone non viste da nessuno tegli osservatori terrestri ; - sulla riunione di tutti gli osservatori .terrestri in • na rete allacciata :mediante mezzi di trasmissione e che farà capo a centri di osservazione (distinti, possibilmente, per il servizio generale è per quello di artiglieria) ; - su prescrizioni di servizio che assicurino la conti-. unità dell'.osservazione anche nel tempo. La rete dei collegamenti è parte integrante della rete di osservazione, perchè solo essa consent e di trasmettere ·ai <iomandi, per le loro decisioni, le osservazioni fatte. eha l'osservazione sia
aiuta ad evitare la sorpresa, favorendo il servizio di sicurezza; favorisce il fiancheggiamento ; è element.o materiale, che ha lo scopo di rendere diffieili e lenti i movimenti del nemico per tenerlo più a luno-o 0 esposto all'azione del fuoco organizzato della difesa. Ogni accorgimento tendente a tali scopi (andamento, ~ascheramento, successione di più ordini o di tipi diversi d1 ostacolo) conco~rc a risolvere il problerha tattico in stretto collegamento con l' ar,ione della fanteria e dell'artiglieria. 1. -
Osservazione.
GENERALITÀ. - L'osservazione del terreno e del nemico è condizione indispensabile per una efficace azione di comando, L'osservazione si esplica in modo diretto, per mezzo della
vista, o indiretto, per mezzo della fotografia (ricognizione fotografica aerea e terrestre) e del suono (servizio fonotele" metrico). La visione · diretta totale è la più utile; essa è possibile ~ solo in azioni di piccole unità. Se parziale, può dar luo()'o o . ad apprez7,ament1 unilaterali e deve essere controllata come ogni altro elemento informativo. L'ampiezza. delle fronti, la profondità degli schieramenti le grandi distanze alle quau è possibile iniziare le offese, 1~ tendenza· ad occultarsi rendono assai difficile, ormai, l'osser. \ vaz10ne personale svolta da,l comandante anche t alora di unità minori. · ' ' Molto spesso, perciò, si dovrà ricorrere a ~peciali organi di osservazione (osservatori).
CLASSIFICAZIONE GENERALE DELL'OSSERVAZIONE.
a) Terrestre (vicina, a scopo essenzialmente protettivo . a lontana, a scopo essenzialmente esplorativo). b) Aerea (a vista o con l'ausilio delle fotografi.e). OSSERVAZIONE TERRES'.l'RE , Può e:ffet1;uarsi, o da punti elevati ed esercitarsi principalmente nell'insieme di .una determinata zona, o da punti molto avanzati per còmpiti di dettaglio nella parte della posizione o del terreno dì attacco immediatamente antistante.
I
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1.36 -
Oaratteristiohe speciali degli osservatori terrestri: vedere bene se.nza esser visti, ed avere ampio campo di vista;
·permettere un'azione contin ua anche sotto il bombardamento più violento (protezione e scaglionamento in profondità); assicurare in ogni circostanza la trasmissione aj coman di interessati, dei risultati dell'osservazione (mezzi di collegamento · e comunicazioni a~sicur atj in modo continuo). Tipi di osservatori. A.) I posti cli osservazione (per vigila,nza, ascolto, difesa. contro i gas ecc.) sono ricavati generab;nente in scavo nei
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137 -
dÒvrebbe apparire all'osservazione. È ovvio che dietro la feritoia vi dovrà essere il paradorso o a,ltro schermo (fig. 2) altrimenti Ja feritofa, si proietterebbe sull'oriz7,onte.
posti di comhatttmento che per la loro ubica,zionc sf trovino alquanto elevati rispetto alle altre opere. Fig. 2.
E'arado~.so
Fig. l.
Nella figura 1 è rappresentato un posto di osservazione costituito da una semplice nicchia nella sca,rpa anteriore della t1'incea; l'osservazione ha luogo attraverso ad una feritoia pratfoata a raso sul terreno e che, normalmente, non
Tali posti tro-vano facile sistemazione nei ?e~tri di fuoco e in genere nelle posizioni più a;vanzate (zon~ d1 s1~u~ezza, posizioni di attesa, fra i reticolati o nelle immediate v1c:n-a~e del nemico sfruttando se occorre, gli imbuti dei proietti ece.). ' . Quando pér la ' immediata vicina~za del ?emico, . a.neb.e una piccola feritoia può essere rilevabile e facilmente unbo~cata,, si ricorre al periscopio che talora si maschera con ri_pieghi (es.: fig. 2-a).
.. 13S -
-
Altri tipi di posti di. osserva.zione sono quelli di circostanr.a: su alberi, e costituiscono in genere posti di vedetta; attr~verso muri, semplicemente forati, in case rovinate (evitare le piste del personale à,ddetto ali' osservatorio). B) Osservator-i propriam~nte detti.
Sono installati per conto dei comandi di G. U., e per il servizio di artiglieria (fig. 3). Compreutlouo almeno: a) un locale per il telefono (una cavernetta, una nicchia, un ricovero intemo) abbastanza vicino a quello del-
I. Out:,,,1/orl
2. 7"11/al'ono• ~. Huo,ero
't,..R,èovttro l'rvJO;)d tlv$1"f.:drft1, ·
S. (l,1/lerlt1 ç,l'.,,çr,uJo. ~ . A?"/att,'ar,;
Fig: 3.
l'osservatorio, ma sempre disposto in modo tale, che se la feritoia venisse imboccata non si interrompa il collegamento; b) un ricovero per gli ufficiali addetti all'osservatorio; o) un ricovero per la truppa.
L'OSSERVAZIONE AEREA
139 -
può attuarsi a vista e con l'au-
silio delle fotografie. È svolta dagli apparecchi d~ osservazione per il R. Eser-
cito, e da quelli in servizio di vigila,nza per la difesa antiaerea. Gli apparecchi per tali còmpiti hanno a disposizione me7,zi vari di collegamento: radio, artifizi diversi per còmpi ti speciali, messaggi1 ecc. Per consentire la continuità dell'osservazione anche di notte, si impiegano i proiettori ed i. razzi. I razzi producono una illuminazione locale di breve durata; sono lanciati da vedette o da incaricati per illuminare il terreno, quando si avvertono rumori sospetti o quando si voglia esplorare per scopi diversi . I proiettori sono dei generatori di fasci luminosi, che possono essere diretti in qualunque direzione nello spazio. Si impiegano diversi tipi di proiettori: Autostazione da ì]m. 150 (diametro dello specchio). Per il trasporto occorrono : un autocarro trattore ed an carro rimorchio. Stazione autofotoelettrioa da cm. 120: una vettura con gruppo elettrogeno rimorchiato. Stazione aidofotoelettrica da om. 90: una vettura. Stazione da cm. 90 carreggiata: per il trasporto occorron~ tJre carrette. Stazione da cm. 75 carreggiata: può essere adattata anche a.l traino su slitte. · Stazione da om. 60 sorneggiata: è trasportata da 10 muli. L'osseivazione della zona illuminata deve essel'e fatta da an punto diverso da ~quello dove è postato il proiettore, perchè il fascio luminoso illuminando il pulviscolo atmosfoTico, risulta alquanto onaco quindi l'osservazione riesce tanto più difficile, quanto maggiore ò il tratto di fascio luminoso attraversato. daUa visuale. OSSERVAZIONE N O'J;TURN.A..
e
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-
-
140-
:J
. N caso della figura 4, se il proiettore è in O e deve illummaro la zona P, la visuale di chi osserva da .B attraversa soltanto il tmtto B' P del fascio luminoso mentre chi sta in A si trova in condizioni più sfavorevoli.' Postazioni per i p1·oiettori:
Possono essere fisse é vola.nLi. Le postazioni fisse sono facilmente vulnerabili. Le ~ostazion.i volanti sono più consone alle organizzazioni campali, permettono di scegliere l'ubicazione più com·eniente ottengono la protezione con la mobilità (fig. 5) . '
]41 -
2. - .l!'ianeheggìamento. GENERALITÀ. Il concetto del fiancheggiamento, cioè . la disposizione che si dà. ad un'arma in modo ch_e batta il t erreno antistante ad un'altra arma o ad un'opera (reticolato, camminamento, appostamento ecc.), noto nelle vecchie fortificazioni, sviluppatosi nelle opere di difesa permanenti, ha oggi vasta applicazione sul campo di battaglia., essenzfalmente per il largo impiego e le caratteristiche dellCil armi. aut omatiche. La mitragliatrice (e in misura minore il fucile mitraglia.t~re) è l'arma più adatta al fiancheggiamento pe~' le caratteristiche t ecniche che permettono una massima intensità di fuoco nell'unità, di tempo. Possono essere 1mpiegati per il fi.aricheggiamento anche cannoni controcarro o con còmpito controcarro e, ecceziona.1mente, pezzi isolati di artiglieria (pezzi traditori). Il fiancheggiamento favorisce l'economia delle forze e la sorpresa, permette dj battere meglio il terreno, sopprime o, quanto meno, riduce le zone indifese dinanzi alle opere. òifensive.
Fi~. 4.
In montagna, data la scarsa rete stradale si ricorre soven tc a ~os~azioni fisse sistem~te in caverne cli vario tipo od a postaz1om a scomparsa. . T pr~iettori di minor portata e someggiati trovano impieg_o utile nelle posizioni ava.nzate, ma devono essere spo~tatt spesso, ed occ~rrerà predisporre la manovra a distanza, m modo da t enere 11 personale al riparo, lontano dal pi-oiettore che attira il fuoco nemico. . I lav?ri per le postazioni. di proiettori comprendono: la s1stemaz10ne dell~ postazione del proiettore, del posto di e~mand~ del proiettore se si fa. agire ~ distanza (col cavo di ~ollegamen~o che ~orta ad un manipolatore) e quella dell osservator10. Detti lavori sono di comp(\tenza, delle truppe del genio.
La figlll'a 6 :mostra in modo evidente che;'.a ~parità di ane-olo oc di falciam ento l'arma A può colpire tutti gli otto uomini che avanza.no contro la linea MN mentre l'arma R àispos~a. per il tiro frontale ha effetto solo su due.
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14 2 -
-
.M:oDO DI OT'l'ENERE I L FlANClIEGGIA111EN'fO.,
Col. tracciato a salienti e rientranti. - I salienti ed i rientranti devono essere costituiti in modo da assicurare un buon fiancbeggiamento dei vari tratti. Dal saliente si possono fiancheggiare bene le cortine adiacenti, come le facce di un saliente pos~ono essere protette dal fuo co fiancheggiante proveniente dalle cortine (flg. 7).
"",
.......
1.1;3 -
Gon opere staccate. - Di massima si organizzano davanti ai centri di fuoco nella posiziòne di resistenza. Con la disposizione delie opere e dei centri di fuoco costituiti con mitragliatrici (fiancheggiamento reciproco). Ciò eostituisce la parte sostanziale nello studio di una
organizzazione difensiva, connesi-a intimamente con l'organizzazione dei fuochi:
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Fig. 7.
Nel rientrante si fiancheggiano bene le fa~cè con le .armi situate sul prolungamento delJe facce stesse da una zona anche relativamente arretrata (fìg. 8). Si osserva. che non si deve costituire un sistema lineare di opere difensive (trincee, appostamenti vari ecc.), percbè
''
' ' '
Fig. 8.
da ~sso il nemico può logicamente dedurre le posizioni delle a.rm1 automatiche; si organizzerà invece un sistema a scacchiera, con opere staccate, elementi non continui ottenendo una specie di reticolo, tale da lasciare incerto l'avversario· sulla vera ubicazione dei mezzi di fuoco della difesa.
Fig. 9.
Cosi la disposizione relativa di due centri contigui costi tuiti con mitragliatrfoi, deve consentire che da A si possa agire sul terreno antistante n e vicevers~, ottenendo il fiancheggiamento reciproco (fig. 9). Un buon rendimento di fuoco si ha da una disposizione complessiva dei centri di fuoco che permet ta di agire sulla più probabile direttrice di attacco nemico .con una cousidereYo]e massa di fuoco mediante il concentramento di più armi automatiche disposte, sempre che possibile1 irregolarmente a quota diversa (fig. 10). Con la àis-posizione dell'ostacolo (reticolato}. . Connesso strettamente al fiancheggiamento e ad esso subordinato è-il tracciato dell'ostacolo . · Scopo dell'ostacolo: aumentare o rallentare il movimento dell'avversario sotto il fuoco più intenso e micidiale della difesa. Il fuoco delle armi automatiche deve quasi essere ade~ente al margine esterno dell'ostacolo, cioè là. dove l'avversario sarà arrestato . L'ostacolo non ha valore se non è battuto.
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L'audamento piil redditizio dell'ostacolo è ll t t· . que o a sa nen ran 1, a distanza in media da 30 -o .' I 'ar hO r1 fi a o metri dal. anchee-aia e intrecciati irregolarmente con lt ~n~ c ~ r1 ri~ntrauti e salie~ti, in modo da, formare tanti scom art1ment1 ben fiancheggiati; così che, avvenuta la irruzion~ in tienti e ,
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lare copre, o meglio avvolge i singoli centri di fuoco, per elevarne la capacità di resistenza e mantenerli in azione il maggior tempo possibile. Su alcuni tratti della linea di resistenza i due ostacoli possono spesso coincidere. Risulta quindi che l'ostacolo generale deve seguire le -direzioni di tiro :fiancheggiànti, destinate ad effettuare la ·,protezione sulla relativa zona assegnata. 3. - Protezione - Appostamenti e ricoveri. .APPOSTAMENTI.
·GENERALITÀ. - Sotto la denominazione generica di ripari appostamenti, s'intendono quei lavori che si eseguiscono sul .campo di battaglia, allo scopo di agevolare l'azione di fuoco .e di clare agli uo_mini ed alle armi una conveniente protezione .alla vista ed al tiro nemico. Il principio della migliore esplicazione del fuoco va. però ,in ogni caso anteposto al concetto della protezione. Nella fortificazione campale il riparo deve essenzialmente 'proteggere da.i tiri di fucileria. e dalle schegge dei proietti ,di artiglieria~ . Quando il tempo lo permetta, alcuni lavori potranno progressivamente rafforzarsi, sino ad ottenere la protezione ·anche dai colpi in pieno dei proietti di piccolo calibro; a tali rafforzamenti si riconerà generalmente durante una lunga . stabilizzazione delle fron~. ·O
Fig. 10.
un tratto, l'attaccante venga a trovarsi arofoat , . 0 0 .f ront e e di fianco (fig. lO). e pzeso d1 . Vostacolo deve rispondere a due esi enze· d1 arresto dell'insieme degli scaglioru· i·1 gtt . una generale · e lia acco·. ' l'altra ticolare, come difesa diretttt. dei s. . · par·L , mgo centri di fuoco . osta~lo generale copre tutta la fronte centri di f . ~ mtervalli tra essi, oppure incanala con and~mento s e u_oco . 1 attaccante verso direzioni prestabilite· l' t P c~ale , os acolo part1c0 .
CLASSIFICAZIONE DEI RIPARI. I ripari assumono de- , ·nominazione diversa a seconda dello scopo : appostamenti ùndii>iduali, o b1whe che il tiratore in breve -tempo ricava durante l'azione o nelle brevi soste. Prolungan,dosi queste, può convenire di riunirli in uno solo, collegando ,i vai-i ripari, approfondendoli ed allargandone il profilo; inAdr1estramcnto, I. - 10.
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147
sieme agli appostamenti per armi a.ut-0matiche, costituisconoil primo abbo'zzo di una linea difensiva; appostamenti collettivi o trincee : cioè per più tiratori. Per entrambi i tipi: a) o si utilizzano i ripari esistenti sul terreno (fossit muretti, argini, strade, rilevati ecc.); b) o si utilizzano gli imbuti creati dai proietti; e) o si procede alla costruzione normale. Ogni opera al riguardo sarà. costruita con carattere di progressività sia corno sviluppo che come resistenza. Utilizzazione di ripari esistenti sul terreno. - L'utilizzazione di qualunque particola.re del terreno è il ca.so più frequente iu guerra in terreno libero perchè richiede poco tempo e l'impiego di materiali esistenti sul posto. Le depressioni di terreno, le st1·a,de, i fossatj, gli scoscendimenti ecc., se convenientemente orientati rispetto alla. fronte, vengono sistemati a difesa rica-vando sul ciglio un profilo vario, evitando possibilmente di alterare l'aspetto del terreno esterno (materiali di scavo nel fondo della depressione). Sono indicati nelle figure 11 <l, l1, e, d, diversi modi, di utilizzazione di argini , st.mde, siepi, muri, ecc. Utilizzazione di imbuti di proietti (fig. 1'2). - L'uti·lizzazione degli imbuti creati dai proietti sarà normale in qualunque atta.eco, su. scala più o men.o larga a· seconda della lunghezz~ della .sosta. Gli appostamenti sono ottenuti . sull'orlo dell'imbuto;. mediante allacciamenti si collegano gli imbuti creando _nell'insieme il riparo per le squadre della fante1:ia. Oostruzione normale degli apvosiamenti per tiratori. Gli appostamenti per tira.tori comprendono : la· buca per tiratore a terra, in ginocchio, Ìll piedi; la trincea per tiratori a terra, in ginocchio, in piedi.
F ig. l.1-(t.
F'ig. 11 -b .
Fig. 11-c.
Fig. 11-d.
-148 -
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...
Bue.A PER TIRATORE A '.!.'ERRA. - Il til'atore, stando digposto a terra, scava una buca; larga circa cm. 50 con l'attrezzo portatile (fìg. 13) conùnciando a costituire avanti alla, testa un appoggio all'arma, ed una prima copertura alla vista. Il
149 - \
Bue.A. PER TIRATORE IN PIEDI. - Si otUene allargando un -po' e approfondèµdo la prec~dente sino ad avere ]/altezza del tiratore in piedi (da m. ~,30 a_ m. 1,40) (fig. 15). Tempo occorrente d,a ~J?.'ora e mezz? a due ~r~.. .Detti scavi devono e~sere mascherati fin dall nnz~9. Il tiratore cercb.~rà, ove 1~ 's ituazione la con.Senta) ·di CO• prire la terra di riporto con zolle erbos~ ricavate qua e là, e
· lmbf/lQ slslemafo per il tirò
1
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Fig. 15.
di eliminare le ombre dello scavo coprendolo con una coperta 0 col' telo da tenda (adatto il telo mimetico, mod. 1929).
Fig. 12.
'fondo, della buca risulterà inclinato verso l'indietro per assecondare la giusta posizione del tiratore e proteggergli le gambe. Tempo occorrente: da, mezz'o~ a tre quarti d'ora (1).
faeJ ~~f.P:.t&L.~· ·: ; . fo.fSJ .
: 060 : 1.,-c ;.,.,.; -<=- - r - · - · ~
1~0.20;
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?0.3(7)
~,.-,.-:"'..' ~~
-
Quando la. sosta sul terreno si prolunga, si ~iu~scono . le diverse buche con camminaml?nti che col tempQ s1 perfez10. naJ?,O, :fino al tipo di trincea per tiratori in piecli con cammina-· ·mento posteriore. Come trapasso 'nel lavoro, da usufruirsi se le circostanze lo impongono, si hanno i tipi di trincea per tira.tor~ a terra e in ginocchio (fig. 16). I
,
' l- ~ 60)- - _ ~-%,,._J. fJO... ~31tq6o'i?~;
Fig. 13.
.......,120--.J
Fig. 14.
Può essere il risultato del lavoro della buca precedente o può essere costruita tale direttamente. · Tempo occorrente tré quarti d'ora o un'ora (fìg. 14). BUCA PER TIRA'.rOR.E IN GINOCCHIO. -
. (1) Il calcolo - per questo come per gli aJtri appostamenti _ si basa umcame~te sul. tempo. medio che occorrerebbe per effettuare lo scavo (in terreno d1 media consistenza) dalla posizione di combattimento del tiratore, escludendo l'ostacolo che potrebbe derivare dàlle offese del nemico. · .
Fig 16.
La :figura 17 riporta il tipo normale di trincea per tiratori in piedi con cammina~ento posteriore. Denominaz.ione dei particolari: la grossezza G del pal"~pètto·, tale da. pToteggere dai proietti di fucileria, deve essere nel caso di: terra asciutta, da m. 1 a m. 1,25;
-
150 -
terra ba.gn~ta, o umida, m. 1,50 circa.; sabbia, m. 0,90 circa; pietrisco o ghiaia, m. 0,40 circa; il pendio del parapetto con inclinazione tale daj permettere di battere fì~o ai piedi del reticolato;
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l'ara,oelfo e
m:;;w&WW«l?§ ___ _..t dTl/la1////N
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Fig. 17.
I
il ciglio di fuooo e ; la scarpa esterna ab, deve raccordarsi dolcemente col terreno evitando spigoli o contrasti di luce ; in genere pendenza di 1/5 o 1/6 ; l'altezza di sparo H, di m. 1,30 a 1,40 ; il gradino d'appoggio e, d, e, alto e largo circa cm. 30 ; la scarpa intern,a, deve essere inclinata per favorire l'appoggio e la proteiione dei tiratori; è bene sia rivestita (utili i graticci) ; · la banchina per tiratori,_larga da 0,40 a 0,50 ; il camminamento, per spostarsi da un punto a un altro della trincea senza essere visti.
-
,filat a, la trincea viene costruita a tratti intervallati da ~ra.verse. La grossezza della traversa è da tenersi alla so~tà, -di almeno m. 4,50; la distanza t ra due traver se successi ve è variabile secondo i casi. . Si dovrà evitare di scavare nella massa delle traverse n 1 quanto . ciò riduce la resistenza della t raver~a stes~a . Qual-cuna potrà convenientemente essere orgamzzat~ . m_ modo ,da poter funzionare come appostamento pe,~ fuc1hen. o per lanciatori di bombe a mano, con azione d 1~lata nspetto al fronte della trincea. Ciò per poter battere il nemico che fosse penetrato in un tratto dell'appostamento (fig. 19).
Fig. 19.
Si sistemano possibilmente col pro_gre.dire del lavoro . . I rivestiment i più usati sono fatti con graticci, sacchi a t erra, fascinoni, gabbioni, tavole ecc. .RIVESTIMENTI. -
D EFLUSSO DELLE ACQUE,
Particolari di sistemazione delle trincee. TRA.VERSE (fì.g. 18). - Quando la trincea abbia notevole s:1Iu~~o, per limitare gli ~~etti laterali delle granate scopp1ant1 m essa o nelle sue y1cmanze e per opporsi ai tiri d'in_
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..,Traversal+ Ciglio di fttoao I
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2
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Fig. l8.
Ì
l
151 -
m.,.5' Fig. 20.
- Nel caso in ·cui il profilo longitudinale dellà trincea sia inclinato secondo una o più direzioni, si disporrà. per il convo· o-liamento dell'acqua da I:> fondo della trincea verso i punti più bassi, cost ruendo un canaletto .coperto da una pedana IJ;).Ovibile (figure 20 e 21 ).
-152-
15~ -
L'ulterfore smaJtiment o fuori della trincea si farà da, questi punti a mezz.o di canali normali alla trincea sboccanti fuori e sul rovescio di questa oppur~ a mezzo di canali sboécanti sul da vanti, nel qual caso il loro tracci ato sarà inclinato rispetto al parapetto od a spezzata (:flg. 22), oppure su pozzi ricavati fuori dèlla trincea (fìg. 23); ciò nel caso in cui il terreno adia cente sia piano e non inclinato.
f!'ig. 22.
DISPOSITIVI PER LA RAPIDA USCITA. - Occorrono per il contrattacco;
lungo la scarpa interna. si sistemano scalette o gradinate (fig. 24). FERITOIE. - È consigliabile litnita.rle ai soli osservatori (fìg. 25). ,I Altri particolari utili a completae -i· l - 0.9'0--' mento: I I I le nicchie per proteggE>>:e \le munizioni dal tiro e dalla ..widità; le ret-i di protezwne cont1·0 le bombe a mano negli appostamenti molto avanzati (fig. 26); copertura contro le intemperie: tavole, lamiere,' cartone catramato ecc.; . la.trine; tabelle indicatrici. In terreno montano, dove è difficile approfondire lo scavo occorrono lavori di mina. Inizia.lmente si cercherà. una protezione ·con muri a secco, pietrame sacchi a terra e costruendo il parapett.o quasi tutto in ri-· lievo (:fig. 27 a,· b), ·:fig. 28, oppure occupando con lavori di
-
l<'ig. 2:~.
'./
~
Scale/le cl/pa.ssa.9.910
Fig. :!4. Feriroi,;
Fig. 25.
Fig. 26.
-154 -
adattarpento spuntoni di roccia. collegati dà parapetti di sacchi a terra e di pietrame. In terreni acquit1·i?iosi dove non ci si può interrare, si provvedo con trincee in rilevato costruendo · due terrapieni sopraelevati-I rispetto al terreno naturale, traendo la terra dalle vicinanze.
l
.
St,nafo d,~oll@ erbose
a
b
Fig. 27.
• • $1STU11trlONE TRINCEE IN TERRENI ACQ/IITRINOSI •
Ht11fYJMf11/i1n1/;l1 t1/IJ/t,ut11Jt,1pùm 1/#1/~ UlnP,/1111, lftN€he.N/() e<
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- ·- ·- - · -·--l,$"'-· - ·-·- -.......1 Pii;. 2V.
Fig. 28.
Spesso in tal caso conviene sistemare il reticolato in eontropendenza nei fossi che così vengono a formarsi, -ottenendo nello stesso tempo U.11 ostacolo mascherato ed in;posizione favorevole alla sorpresa ed all'azione delle armi ·(fìg. 29).
Vengono APPOSTAMENTIJ PER FUCILI MlTRAGUATORJ. normalment~ costruiti con lo stesso procedimento descritto j>er gli appostamenti dei tiratori isolati.
-156
-
157
Quindi: in primo tempo appostamèto per tiratore a terra '(fig. 30); successivamente, se la sit'ùaziòne tattica lò richj.Me, -per tiratore in ginocchio (fìg. 31) e poscia per tiratore 'in piedi.
Sovente può risultare assai cop.veniente allungare la buca perchè contenga un soldato rifornitore, il quale può ·essere anche incaricato di miglio8 rare l'a,ppostamento . ....
.APPOSTAMENTI P ER MITRAGLIAPossono a.versi postazioni a cielo scoperto (in barbetta) ç · o coperte. A St>z10116 A.8. Le postazioni a cielo scoperto permettono un grande settore di tiro,. ma spiccano in modo caratteristico sull'insieme della organizzazione, . costituendo un bersa,glio assai vulnerabile dall'artiglieria Fig. 32. nemica. Si avrà quindi ogni cura nel dissimularle e nel mascherarle, cercando, per qua,nto possibile, diconfonde:rle con altri elementi. · La figura ·3 2 dà un esempio di postazione per mitra.gliatrice. · Le postazioni coperte sono ecceziona,li, limitano la, mobilità, il settore di tiro, e :richiedono molto tempo e materiali. Possono trovare convenien te sistemazione nei fabbricati. La copertura deve resistere alle granate a pallette e alle ,scheggie di granate dei medi calibri. Se l'appostamento si sopraeleva dal suolo è bene masche·rarlo imitando un finto rilievo del terreno (fig. 33). Quando si. prevede una sosta più o meno lunga, si devono :assicurare i servizi e la difesa. vicina dell'arma per la propria .sicurezza. TRICI.
Fig. 30.
J.i'ig-. :3.l .
I i
\
• 158
Quindi oltre che approfondire lo scavo per dare una maggiore. protezione al personale in posizione' si costruirà un riparo ·laterale (~ppostamento per fucilieri) che può funzio- ·
,.
Fig. 33.
-
159..:.....
• POSTAZIONI PER LE ARTIGLIERIE. In t.erreno libero, la protezione d<~lle artiglierie è da, ricercarsi essenzialmente: nella copertura naturale del terreno; nel buon mascheramentoi nel disseminamento dei pezzi; nella costruzione di postazioni multiple e simula.te. Di massima, i ripari leggeri sono raramente indicatì :{)er le postazioni delle artiglierie, perchè mentre danno poca pro:: tezione co~tro i tiri di controbatterie, rendono più visil;iile l'appostamento. Tuttavia a v·olte sarà necessario, o conveniente, cost ruirli per proteggere i serventi e le munizioru dalle schegge di granata e dalle pallett~ di shrapnel.
POSTAZIONI IN BARBETTA.
nare a.nche come appostamento per la difesa vicina, ~seguita, dagli uomini stessi della squadra. Col tempo si costruiranno veri . e propri ricoveri leggeri. Serve a dare, protezione all'arma e a,l persònale addetto al suo .funzionamento. Deve avere a.mpio campo di vista e consentire il tiro radente. Deve essere costruita po&sibilmente in posizione non accessibile ai carri . '-,-- --· ,, . "" (sopra una scarpata, dietro a un · fosso). . · •~ I . Qua.udo ne esisté la possibilità, - .,, deve essere integrata da un ostaJ colo anticarro (normaìmente fosso) a difesa diretta della postazione. La . figura 34 dà un esempio di postazione controcal'l'o. POST.AZIONE PER PEZZO CONTROCARRO. -
.
I
Fig, 34.
La costruzione delle postazioni in barbetta per artiglierie oampali è fatta progressivamente cd è opportuno che i lavori si succedano con il seguente ordine: lavori di mascheramento; I lavori per la protezione dei serventi; lavori per la protezione delle munizioni; lavori per li protezione dei pezzi. , Il mascheramento è favorito innanzi t;utto dalla scelta · della posizione (sfruttamento coperture naturali e vie di oo,municazioni preesistenti, ecc.) e dall'adozione di particolari previdenze. Qualora i mezzi naturali siano insufficienti, . si ricorre all'impiego dei mezzi artificiali. · La protezione dei 8erve1:ti, in un primo tempo, quando pez.zo e ca.ssone sono ancora in batteria, si ottiene ~olmando con terra pigiata il vano fra lo scudo del pezzo ed Il terreno, e ricavando, ai lat.i ed all'altezza della coda del pezzo, due buche capaci di contenere due o tre uomiru ognuna. La protez'ione delle munizioni, se i cassoni non sono in. batteria, si ottiene costruendo varie nicchie interva,llate e
.
• -160 -
~collegate colle.buche dei serventi mediante piccoli camminamenti. La, protezione (lei pezzi si ottiene, quando possibile, rica: vando la postazione in scavo; ciò facilita a,nche le opera,zioni -di maschera.mento . L'altezza del parapetto innanzi al pezzo · dipende dal ginocchiello della bocca da fuoco e dalla posizioùe che assume l'asse di questa con l'angolo di depressione : minimo volut o. Quando il terreno è poco consistente è neces. sario rivestire le pareti della postazione e <lello scavo per Palloggiamento del vomero; è opportuno inoltre collocare, sotto le r uote del pezzo, fascinoni, tavole, gratièci, ecc.,per evitarne l'affondamento. La figura 35 indica le varie fasi costruttive di una postazione per artiglieria campale. Le dimensioni delle postazioni variano in relazione al tipo d1 bocca da fuoco alla quale sono destinate. Nella .t abella seguente sono indicati i dati medi per la costruzione delle postazioni per artiglierie campali.
-161 -
/'I'. 4 i
-.uru~.o"?,
<"~_,.,,.,,.,• ..,,,.,()
DATI PER LA COSTRUZIONE D I l'OSTAZIONI.
Elementi comi~ da, ftg. 35
r ,uon:
:
75/911
75 /906
. obice da 100
(+ 0,40) (- 0,40) (- 1,20} {,50 ~ 1,50 2,50 2,50 0,50 2,50 4,50
(+ 0,40) (- 0,45) (- ),20) 5,00 1,75 3,00 3,00 0,50 3,50 5,00
( + h)
(+ 0,2)
(+ 0,30)
(-
71)
(-
p.)
((-
(- 0,35) (- 1,30) 4,50 1,50 2,50 "2,50
a,
b
e d e
f g
I
0,30} 1,40) 3,00 1,50 2,00 2,00 0,25 l,50 3,50
l
0,50 2,50 4,50
I
I
cannone · da 105
( + 0,50)
I
((-
0,50) 0,90) 6,00 2,00 3,00 3,00 0,50 4,00 6,00
Fig. 35.
,,.
-
162 ' -
Si tenga presente che, por traccia.re una posta,zio11e, occorre: sognare sul t;erreno il settore orizzont,ale d i tiro; riportare su detto settore, a cavallo e normalmente alla bisettrice di esso, il limite anteriore della piazzola, in modo che risulti qualclie decimetro più lungo di quauto è la.rga la carreggiata del pezzo;
Tiri nemici
\ iI 1 F i.~. 36.
sostituiTe a detto limito ettilineo un raccordo a,d arco a llo scopo di permettere l'avanzata di ciascuna r uota negli spostamenti la,t erali della coda; segnare i limiti latemli della piazzuola in modo che ess,t abbia una la.rghezza tale da permettere lo spostament o azimutale della cod a del pc zzo per ba,ttere i Iati estremi d~l settore; segna.re sul terreno i ricoveri per serventi e munizioni, nonchè le tracce dei cammina.menti, ecc.
-
163 -
. · Qna,ndo· i pezzi desti1mti ad eseguire ti:l'i fi.cincheggi anti sono disposti obliquamente alla fronte nemic~L e non . sia _possibile sfruttare, per la protezione, accidentalità del ter reno, 1,;i deve provvedere a costruire le postazioni in modo da proteggere da i tiri av-ver:sa,ri il fi anco esposto dei serventi (fìg. 36) .
Ricoveri. GENERALITÀ.. Scopo dei ricoveri è di proteggere le truppe nei moment i in cui esse non sono in azione1 per conservarle nelle migliori condizioni materiali e morali affinchè mantengano la maggiore capacità combattiva. Essi devono offrire una buona prot ezione ai t iri di art iglieria, compresa, l'a,zione di proietti a liquidi speciali. Ragioni .d'indole tattica e tecnica, consigliano di costruire molti e piccoli ricoveri anzfohè pochi ed ampi.
In tal modo infatti: vengono in genere a risultare disseminati ovunque ed a rispondere meglio alle esigenze delle minori unit à; risultano meno vulnerabili; si possono inizia.re contempo'ranea.mente i lavori in più punti, allo scopo' di dare sollecita protezione anche ad unità di forza rilevant e. La costruzione dei ricoveri deve sempre essere attuata quando si àbbia disponibilità di t empo ;e di mezzi, sia in difesa sia in attacco. I ricoveri (almeno quelli per squadra ed i più grandi) è convenient e siano dotati di più uscite, poste possibilmente a'f.quote diverse (per O ttenere una ventilazione naturale) e sistemate in modo da impedire la penetrazione- nell'interno dì proiettili o schegge da granate del nemico (ingressi a baionet ta,, ecc.).
-
-164- Classificazione. Si classificano secondo: a) lo scopo: per il personale, per le armi e i materiali; b) la posizione: alla superficie, blindati con materiali
165
èòsì in un vero e proprio ricovero leggero. (A B spessore di terra e legno sufficiente per le schegge delle artiglierie leggere) (fig. 38).
vari o in calcestrnzzo; sotterranei, in galleria e in caverna; . e) la resistenza:
leggeri: protezione assoluta dalle schegge dei proietti e sufficiente contro· il tiro in pieno delle artiglierie leggere; · alla prova: capaci di 1;esistere ad un fuoco continuato delle artiglierie di un determinato calibro od a colpi isolati di calibro maggiore (solo in guerra di posizione). TIPI DI RICOVERI.
Leggeri: il tipo più semplice è la tana d·i ·volpe (fig. 37 ). Il soldato scava una specié di nicchia appena sufficient e per
.
Fig. 38.
Un t-ipo di facile e sollecita co.s truzione si ottiene addossando il ricovero ad una "'scarpata, sia, utilizzandola com'è, sia riducendola convenientemente (fig. 39). Altri tipi comuni si ricavano lungo le scarpate dei camminamenti e trincee, dietro argini o rialzi di terreno (figg. 40, 41).
,.
Fig. 39.
Fig. 40.
I<'ig. 37.
contenerlo e tale che la massa di terra.- sovrastante abbia uno spessore suffic.iente. Col tempo e avendo materiale disponibile, la tana di volpe può essere riunita ad altre adiacenti per un nucleo di° più uomini, per esempio: da 3 a 8. Se poi si procede nel lavoro, rivestendo per una maggior $icurezza le pareti con telai e tavolato, ci si può internare fino a permettere che gli uomini stiano coricati. Si tra~forma
Fig. -H.
-
]66
Quando, con lo stabilizzarsi delle operazioni, occorre fornire una protezione maggiore alle t ruppe, anche dalle intemperie. unitamente ad una certa comodità e si hanno materiali, tempo e lavoratori a disposizione, si ricorre ad opere più complesse specie sotterranee. In tali opere si soddisfa contemporaneamente alle esigenze della protezione alla prova dei medi e grossi calibri, sia ricercandola con l'interrarsi più profondamente, sia con la sovrapposizione df diversi strati di materiali vari (blindamento). Per la loro costruzione si ricorre essenzialmente agli artieri del genio.
-
RICOVERI ALLA PROVA •. -
167 -
Per i posti di medicazione si mettono più distanti; 3-- 4 m. perchè fra di esse vi possa, stare comodamente una_ba1~ella: Le tendine si applicano a telai leggermente mclinat1 in sonso opposto (fi.g. 43 ), ai quali si applicano coperte o teli impreanati di speciali soluzioni. Aib teli, che debbono essere più larghi dell ' apertura di almeno• cm. 20-30 perchè chiudano completamente, sono
Protezione antigas dei ricoveti. Assume particolare importanza. Anzitutto una difesa generica si ba con la ubicazione del ricovero. Poichè i gas tenFig. 43.
Fig. -JL
dono sempre a scendere in basso, gli ingressi dei ricoveri devono essere ricavati a mezza costa e possibilmente 8 o 1Ò metri più in alto delle zone più facilmente invase.dai gas (fig. 42). Agli ingressi si provvede predisponendo: mezzi calorifici (petrolio, stracci intrisi di sostanze , grasse ecc.); mezzi chimici, si impiegano soluzioni varie da irrora.re · con gualsiasi pompa; tendine antigas: se ne applicano sempre almeno due, l'una di segTLito all'a,ltra distanti almeno due metri.
fissati oriziontalmente 3 o 4 listelli dista,nti rn. 0,30 - 0,40 allo scopo di t enerli ben distesi. Ordinariamente teli si tengono arrotolati per non impedire il passaggio. Non sarà. superfluo costruire una_tubatura che permetta di rinnovare l'aria prendendola da un punto ove si è sicuri che sia. pura... È prudente filtrare l'aria attra- · verso apposfto filtro.
'
;
168 -
-
1. SPESSORE :OEiltRIPARI NECESSARlO PER OT'.rENERE LA PRO-
169 -
.1-'allottole perforant'i.
TEZIONE DA TIRI DI FUCILERIA E MITRAGLIATRICI ( CALIBRO MM. 8) ALLE MJiìDIE DISTANZE.
I
•
Spessore
Pallottole o~·dinarie. MATER IA. LI
• I I
m.
Pietrisco ·. . . . . .
0,20
Ghiaia anche i n sacchi
0,45
Terra ordinaria mista ad argilla e sabbia
0,55
Terra umida., sabbia umida
0,65
Sabbia in sacchi
0,45
Zolle.
0,80
Torba
1,10
Neve sciolta
3-
Neve compa tta . ..
2-
N eve gelata
. .
J ,50
Cumuli di paglia
5 --
Legno di pino e di a bete Legno cli quer(lfa . Muratu;a. di m attori'i . •
fino a. m. 400 .
0,95
oltre
m. 400:
0,70
fino a m. 400 .
0,70
oltre i m. 400 .
0,60
cont ro colpi isolati .
0,30
1 contro
raffiche cli mitragliatrice
contr o tiri tm di mitra,. d1 . •• . f il g ]'ia.t nei : . uc ena (rri. 200) COl! t~(h
J\LATERIALI
ISpessoreI
0,50
Nota. - Per proteggere da tiri prolungati d i ~ucilerla, i mori di m . 0,20 devono essere rin!orzatl con terra addossata sut da,•antl o posteriormente e fortemente pigiata &ppure con cgnume pe i lo spessore di cm. 30• Per .Proteggere· da til'i Prolungati (li mltragliatrlci alle piccole distanze (100 -:50 metri) i,u spessori indicu.tt nella tabella devono es~ere a,1mentntl del 100-,- 150 •/. (caratteristiche di tali tiri: mi~ma dispersione e ! frequente sovrapposizione dei colpi}.
I
Jl) ,
ro . .
Terra ordinaria mista a sabbia ed argilla
0,70
J,80 ·
Muratura di mattoni .
0,50
0,90
Muratura di pietrisco .
0,45
0,80
Muratura di calcestruzzo di cemento . ordi nario.
0,40
0,70
Muratura di calcestruzzo di cemento ad alt a re- · . . . . . I sistenza
0,30
0,60
---=l-~ II.
DIJ.\1ENSI0Nf APPROSSIMATIVE IMBUTI IN TERRENO OR,D IN.ARIO.
Calibro 75 imbuto di m. 2,00. di diametro e m. 0,70 di profondità. Calibro 120 imbuto di m. 2,50 di dia.metro e m. 0,90 di profondità. Calibro 210 imbuto circa m. 4,50 di diametro e m . 1,40 di profondità. Calibro 305 imbuto m. 7 a 8 di diametro e m. 3 a 5 di profondità.· Calibro 420 imbuto m. 8 a 13 di diametro e m . 4 a 6 di profondità.
r -
170 17l
III.
SCAVI IN T E RIU .
Rendi-mento di sca·vo.
di
4. -
Una coppia, di lavora,tori .sc-a:va ogni ora (per un Ja;voro ore consecutive):
.4-:- 5
T erwpo occorrente ( ore) per l ' a~a<11,z®1H)11,to d·i un m etTo I
medie
l ,10
x 0,80
gra ndi 1,60 x 1,20
·
- - - - - - - ---
7
4
½
5
9
l
11
1
6
- - - - -1 -----1-----argilla c ompat ta
!
conglomerato pietros o · com.p atto
MASCHERAMENTO: SUA IMPORTANZA '.l'URALI E A-RTIFIC:t:ALI -
' mc. 1,6 in t erra leggera circa ) mc. 0,6 + 0,8 in terra ordinaria mc. 0,3 ':7' 0,4 in terra forte. ·
p ÌCCOle l,00 X 0,60 ,
Mascheramento.
conglomerato sciolto con grosso pietrame
MASCHERAMENTI NA·
MATERIALI IMPIEGATÌ.
· G E NERALITÀ. L'importanza della copertura alla vista è andata .rapidamente aumentando collo sviluppo dell'osservazione che; limitata dapprima a quella terrestre ed agli aerostati, ha raggiunto, e ancor più raggiungerà in avvenire, un alto grado di perfezione per H continuo perfezionamento degli apparecchi fotografici di presa dagli aerei. Ne deriva la necessità di esaminare quali elementi forniscono ind:izi importanti all'osserva,zione in generale ed a quella aerea in ispecie, in modo dalI rendere djfficile la ricerca . degli obiettivi od indurre l'avversario in errore. Questo può essere ottenuto l'icorrendo a,l ;mascheramento, il quale comprenae il complesso dei provvedimenti atti a sottrarre truppe, .armi, mezzi, lavori, all'osflervazione avversaria. II mascheramento può essere naturale o artificiale. Occorre però tener presente che il più bel màscheramento effettuat9 col più largo impiego di "1Xl.ezzi non serve se non è adattat o strettament e all'ambiente ed a:,lle necessità, contingenti dei combattenti.. , DIFESA CONTRO LA RICOGNIZIONE F OTOGRAFICA. , - Per potersi nascondere all'osservazione aerea occorre provvedere a. mascherare la sagoma, il rilievo, il colore dell'opera. . LA SAGOMA. La sagoma di un'opera è data dalla sua proiezione vertica.le o dal suo profilo. II mascheramento
-172 -
può ottenersi o sfumandone il contorno (fi.g. 44) oppure trasformandone o facendone sparire la forma. IL RILIEVO. - Il rilievo è reso da,llé fotografie quando le ombre proprie si prestano a riprodunè i margini con chiaroscuri apprezzati dall'occhio.
-
173 -
raggi solari al crepuscolo, tenendo presente che d;inverno nelle ore crepuscolari le ombre sono proiettate con notevole ingrandimento. Basterà a tale scopo addossare alla ph.rete -vera una parete posticcia con l'opportuna incliJ:lazione (fi.gura 46 ). Nel caso di due o più edifici (baracche) molto vi-
Sagoma /lef!a
1--]
.l:'\ \\\ •11,,,11 , !f/t{W 1/1/,,-,,k,.
-
~~
"'
~ =:
~ llllh:\t{ lff.'ft h\~\\,,:-
Fig, 44.
}.} pertanto, per rendere pm difficile 1':1pprezzamento del rilievo sull'inÌmagine fotografica occorre: a) ~·idnrre al minimo il numero dei piani dell'oggetto da, occultare; ·
DJIJ [[] \.rotograli~/ Fig. 46.
,cini, l'abolizione di molte delle ombre portate si ·può ottener~ .semplicemente mascherando con un tèttuccio gli intervalli ·fra le costruzioni (fig. 47);
Fig. 45 .
b.) esa:gera,r e o modificare il profilo (fig. 45 J;
o) abolire l'ombra, portata. L'abolizione dell'ombra por ta.ta si può ottenere: 1 ° impedendo che questa si formi, col dare aU'oggétto che la proietta una forma tale che n.essm10 dei suoi piap.i in ombra abbia inclinazione minore di quelh~ minima dei
F ig. 47.
2° facendola confondere o sparire in un'ombra più grande (fig. 48) o combinando !'.ombra rivelatrice con quella ~di un altro oggetto iri modo che ne risulti una figura falsa od indefinibile (fig. 49); 3° creando un'ombra artificiale o falsa. IL COLORE. Il colore ha minore importanza nella : ricognizione fotografica che· in quella a vista.
-
174 -
' -
Fig. 48.
gliabile curare di confondere i colori delle ,opere con quelli naturali circostanti, fondendoli in una unica tonalità.
P::: pa101e1egrahco S = sc/Jermo d/ramagke sovrapposto Fig. 49. O CCUL'l'AMENTO
(mascheramento nciturafo) : consiste 11<:'l
disporre gli oggetti da, sottraJ:Te a.Jb, vist a dietro o sotto elementi esistenti SlÙ terreno.
175 -
Data l'importanza del mascheramento naturale potrà talvolta,"essere consigliabile costruire alcune opere in punti determinati, per sfruttare boschetti, singole piante, siepi, caseggiati rovinati, muri, cumuli, strade in rialzò, in· trincea ecc. Le piante di alto fusto offrono in genere una buqna, protezione nel senso verticale; i:na sono insu:fficienti .p er l'osservazione obliqua e dall'alto, a meno che non si combini una protezione completiva che potrà essere naturale (siepi, fossati, · muri ecc.) od artificiale (frasche, arelle, festoni ecc.). Alcuni mezzi naturali: frasche, ramaglie, alberi, zolle erbose ecc., possono essere tagliati, asportati e deposti sopra l'oggetto da occultare, ma oceorre cambiarli non appena. • . I essi cominciano ad insecchire. Essi debbono quindi essere impiegati solo in. casi urgenti e per breve tempo. I vigneti, se coltivati a pergolat i, i boschi, costituiscono in generale un buon niascheràinento naturale e occorrono soltanto provvedimenti intesi à proteggersi dall'alto, 'ricordando che dall~ fotografie eseguite dagli aeroplani si dj.stinguono molte opere cost ruite nei boschi ed a volte se ne scorgono anche i particolari. , I villaggi e le abit,azioni diroccate possono efficacemente mascherare le postazioni d'artiglieria. • In montagna mascheramenti naturàli sono rappresentati da · rocce sporgenti; fratture: grotte ecc. M ASCHER,AM.ENTO. I mpiega, elementi (schermi) costruiti fLppo~itamentc da.Il'uorno.
Materiali irnpiegati nei mascheramenti (a,rtifioiali). - Sono avariatissimi. · ·
Fra i principali, di uso generale: il telo mimetico impermeabilizzato per tenda mod. 1929; i mantelli mimetici; i sacchi a. terra colorati;
-
176 ._
i c6lori per l'esecuzione di chiazzature sulle superficie
déll'oggetto .da occultare (pareti di fabbricati, veicoli ecc.); i mezzi fumogeni e nebbiogeni; . le stuoie, le arelle (specie di tende a pei'siana costituite da Leggere ,c annucce tenute riunite d'a legature). I Fra t ut.t,i sono comunemente impiegati i: m.ctntelU m,inietioi: co~tituiti da reti di spa,go o di sot·· ~ile cordicella a ma,glie di 3-4 centimetri; ai nodi delle quali vengono fissati dei piccoli ciuffi di trucioli di legno, di rafia, di salice, tinti del colore dell'erba o dell'ambiente circostantè che si vuole imitare. · • Possono essere: occasionali o stabili a seconda se utiliz.: ½ano materiale oc.:casionaJe, frasche, fieno, erba ecc. oppure .vegetali di · vario colore preventivamente tr11ttati. L'impiego delle reti esige lo studio accurato della guarnizione e ~Tan cur:a nella loro sistemazio11e (nei raccordi col ' terreno o alle piante esistenti); si deve evitare, finchè possibile, l'impiego di paletti di sostegno facilmente identificabili. La roccia, la ghiaia ed il terreno in genere si imitano con reti opportunamente colorate completando la guarnizione con l'aggiunta di elementi locali. MASCII.ERAMENTO DEGLI ELEMENTI FOR'.r!FICATORI. , - È praticamente inatti1abile il concetto di mascherare interi sistemi difensivi; si dovrà pertanto ricercare la soluzione; a) occultan'do le opere vitali della difesa (ricoveri, osservatori, postazioni per mitragliatrici ecc.); b) m69ificando il meno possibile l'aspetto naturale del terreno, pur assicurando alle truppe della difesa una conveniente protezione contro il fuoco avversario; o) riducendo aJ minimo indispensabil~ i movimenti visibili di truppe, artiglierie, materiali d'ogni genere ecc.; · d) costruendo falsi lavori (opere, camminamenti, piste ecc.), per trarre in inganno l'avversario sulla ubicazione · delle opére vere.
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Un mascheramento ben fatto lascia il nemico incerto sui punti essenziali .della organizzazione difensiva, obbligandolo cost a eseguire tiri a zom1 anzichè concentrarli su obiettivi ben determinati. Per raggiungere risultati attendiblli ogni mascheramento d,eve e.ssere: preventivo, cioè attuato prima di inizfare i lavori inerenti all'opera da mascherare; non regolare nè uniforme; intona,t o · all'ambiente ed al terreno circostante; oggetto di accurata manutenzione per seguire le evoluzionì di colore cui è soggetto l'ambiente; controllato con fotografie prese dagli aerei. JVfASClJjJ;RAMENTO DI 'l'R.INCEE E CAl\ill:UNA.òfENTI IN SCAVO
Il mascheramento può . ottenersi solò in modo parziale lin:lit}1nclosi fti tratti di particolare importanza. . In genere per diminuire la vulnerabilitf1 e la visibilità di u~a trincea o di un camminamento è necessario dare alla terra una inclinazione molto leggera per impedire l'ombra portata e mascherare il materiale di riporto con zolle, erbe, pietrame ecc., a seconda del . terreno circostante. Applic'ando i mantelli mimetici si dispongono in serie opportunamente collegati; tale mascheramento dev'essere preventivo in modo che l'avversario non abbia modo di individ uare in precedenza lo scavo. . Spectali cure necessitano nei raccordi col terreno per evit are ombre rivelatrici.
. POSTAZIONI PER MITRAGLIATRICI. - Sono rivelate da detrtti dovuti a scavi, dagli accessi alla postazione, da inte1'ruzioni o sporgenze del parapetto per tirntori (se ricavate in elementi di trinyea), dalle feritoie, oppure dal rilievo di postazioni coperte. , Il mascheramento di tali postazioni deve entrare nella pratica normale. Si eviterà pertanto, se in elementi di trin..d.ildestramenw, I. - 12.
cea, ogni diversità di tracciat~ o di rilievo e si avrà p,i.rticolare cura di occultare i detriti e gli ingressi ai ripari . Si terrà presente per le prime linee la convenienza di_ eYi.ta.ro appostamenti blindati, troppo visibili e ~l11erabili, impiegando le roitraglia.tri0i prev.1:lentemente ' in barbetta. Per le postazioni delle mitragliatrici sono applicabili mantelli mimetici sostenuti · convenientemente da centine di legno o di metallo. RETIOOLA'.L'L - I l mascheramento non ò attuabile ovunquo ed in genere può essere ottenut,o con frasche o arb usti solo in alcuni tratti oppure costruendolo basso o nascosto entr~ scavi o lungo siepi od utilizzando alberi esistenti. Particolarmente è utile mascherare i veri varchi e meL terne in evidenza degli altri falsi. l reticolati con oa,va,Ui di frisia sono più distinguibili causa i telai che ne formano lo scheletro.
Ossmw A 1•011t - Data la loro grande importanza. neceR· sita mascherarli acc1ll'ata.mente rivolgendo particolare att,enzione alle parti più rivelatrici (piste, accessi, blindamenti. feritoie ecc.). Conviene costruirne dei falsi: comunque è bene ricordarsi che il miglior~ mascheramento sta nell'accedervi con le dovute misure precauzionali, nell'occultarno ogni. segno di vita. Talvolta la plastica del terreno guida nel ricercarli, ma. solo la fotografia aerea li può individuare con esattezza,. 1
PISTE. ;Le piste dà.nno l'improntn. di vita sulla fotogta.fia, rivelando l'esistenza di determinati centri di attività,. Eliminarle è cosa quasi impossibile; si potranno solo attenuare gli incouvenfonti da essi derivanti: col prolungarle per una distanza tale da 1Jortarc il tiro dell'artiglieria ad un centinaio di metri almeno oltre il bersaglio così da diminuire l 'e:ffìcacia del tiro, cou l'evitarne la formazione, col renderle meno visibili, maschernndole o svalutandole ron altre false..
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:':! . - Comunicazioni. GENERALlTÀ. Le comunica,zioni, come elemento della, fortificazione campale, sono il complesso delle strade di ogni tipo preesistenti o delle vie di accesso in iscavo e delle piste che vengono tempestivament e o costruite o sistemate, allo scopo di assicurare, sul campo di battaglia, il movimento delle truppe ed il trasporto dei .materia.li e dei mezzi d'azione. Di massima ci si t roverà quasi sempre nella necessità di addivenire a lavori di maggiore o minore sviluppo, temporanei o stabili, allo scopo di aumentare la potenzialità d ella rete delle comunicazioni, sia che questa si trovi su terreno .i n cui operano le unità in offensiva o in difensiva, sia a tergo delle unità medesime. Ne consegue che avremo due ordini di organizzazioni delle comunicazioni: uno per le comunicazioni che si addentra.no nel sistema difensivo o nelle fronti di attacco sino a.i punti più avanzati (di carattere prevalentemente tattico e logistico: piste, camminamenti) ; uno per le comunicazioni che portano alle precedenti e si svjluppano a tergo delle truppe operan ti (di carattere prevalentemente logistico e strategico) - strade ordinarie di ogni classe, stra.de ferrate, vie navigabili, fiumi e 'canali ecc. ·Limitandoci a considerare le prime, si osserva che, ma.no a roano che ci si avvicina alla zona di azione degli scaglioni avanzati, aumentano le esigenze imposte dal nemico. Occorre occultare e possibilmente proteggere il rn.ovime;nto. Si ricorre quindi a tutte le risorse dell'arte d el mascheramento, e, per la. protezione, ove essa non sia già offerta dal terreno stesso, si provvede a costruire le comunic~,-
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zioni . in iscavo e in terrate; tali comunicazioni ptotette, prend ono il nome di oa,m minamenti. Prn'l'E. - Sono comunicazioni att raverso il Leneno libero, in genere utilizzate soltanto da ,pedoni e salmerie, ma in certi casi permettono il t ransito auclÌe a carl'ette leggere. ~ ella orirnniizazione delle piste interessa: elimina.r e lnngo di esse gli ostacoli di piccola entità con lavorj di carat tere spedjt.Ì.vo e determinare la dire1,ione <l ell~ pista con segnali oppor tunamente disposti, sul terreno, sugli alberi, sulla roccia o a mezzo di tabe1le indicatrici come guida .nel percorso. L 'uso delle piste corrisponde aUe esigenze di un determinato momento. :Non si deve contare perciò su di una perco1·ribilità per un lungo tempo, sia perchè le piogge possono ren derle facilment,e impraticabili specie nei terreni bassi, sia percbò conviene dopo un certo tempo sospendervi il transito e spost::1irc, se possibile, l'andamento delle piste allo scopo di non creare col tempo elementi rivelatori ed utili alla osservazione aerea nemica. CAMlllIN.AME NTI. - Costituiscono lo normali comurùca,zioni generalmente in sca.vo, protet te dalla vista c possibilmente dal tiro, attraverso le quali si svolge il movimcnLo da e per i · centri fil fuoco della posizione di resist enza. Nella. loro costruzione si deve trarre profitto da 1utte le accidenmlità del terreno che possono dare qualche copert ura, come fossi, siepi, gruppi di alberi ecc. . . Il tracciato dei camminamenti avrà un andamento vario quanto mai; sarà in genere serpeggiante o a zig-zag, coi 1;ratti esposti al tiro di in.filata più corti, e se occorre, intrammezzati da traverse (fig. 50). L~1 costruzione procederà per fasi successive. I 11 un primo tempo si cercherà una semplice copertura alla vist a, limi tatament e ai tratti l)iù esposti, poi si scaverà
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un foRsetto get tando fa, terra dalla JHnte verso il ne~ico o si costruirà un muretto nei terreni rocciosi tanto da poLervi passare strisciando o incurvati. Si approfondirà quindi lo scav:o formando i rilevati da ambo le l)arti, sino ad avere in. complesso l'altezza per uomo io piedi. Ccimmin amenti trasversali cvrvll!Ìleo
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Fig . :;,>. ALTltE COll:IUNICAZIONI. Sono le teleferiche smontabili o di circostanza spinte in molti casi sino alle prime linee, così da far parte integrante della posizione difensiva. . Trovano naturalmente massimo impiego in terreno montano; occorre che almeno le stazioni di arrivo e di partenza non siano esposte al tiro nemi.co. Le teleferiche regolamentari, in posizioni stabilizzate ed 'in terreno mont uoso sostituiscono ed integrano le comunicazioni ordinarie per agevolare il trasporto di materiali (viveri, muni~ioni ecc.,). · Nella guerra 1915-18 (M. Grappa, M. Nero ecc.), esse banno 1·isolto situazioni che alt rimenti sarebbero state insosténibili.
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G. - Ostacoli. O STACOLI NA'fURALI E ARTIFICIAJ.l: - R E TICO CJ\TI OIWIN,UtI: C0S'.l'I'.1'UZI0NE E COSTl<,UZIONE - RE'.l'lCOLATI $ I'] :DITIVI · AL'.l'RI '.rIPT. DI OSTACOLO.
L'azione di fuoco della difesa viene portata ~d un o-rado ~ssai el evato di efficacia quando il bersaglio, venga im~obihzzato o costretto a rallentare Pavanzata in condizioni di disposizione e di visibilità favorevoli per il tiro del difen·· sore. A tale scopo può t alvolta essere sufficiente anche un osta.colo di poca entità, ment re un ostacolo anche materialmente rilevante non sarà utile se non è battuto dal fooco perchè prest o o tardi sarà oltrepassato o rimosso. · L 'ost~colo può essere naturale (corsi d'acqua, laghi , zone paludose, dirupi, ecc.) o artifioùile, cioè costruito artificialmente. O S'.l.' ACOLI NATURALI. Gli ostacoli naturali che possono · essere sf,rutta,ti sono: i corsi d'acqua, le zone p aludose; le .vegetazioni fitte (boschi, vigneti); le. zone. impervie di montagna. . ~ c~rsi cl'acqua, se abbastanza larghi e profondi o rapidi, cost1tm~?ono ~n ostacolo di ·per sè, senza bisogno di speciali ~rovved1~en~1. Nat ural~ente quan~o esistono dei ponti, s1 completa l ostacolo distruggendo 1 ponti stessi. I . boschi cedui, se abbast anza fitti, possono con poco filo di ferro essere ridoW a zone di ostacolo, legando opportuna-. mente i rami tra loro. Lo stesso dicasi dei Yigneti, noi quali spesso l'ostacolo sarà in buona parte costj t.uito dai fil i di forro che in essi si trovatlO.
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In determinati casi i boschi di alto fusto con pottobosco posson o funzionare da zone di ostacolo a,l movimento anche di minori unità qua.udo sono' privi o quasi di comunicazioni (alcuni t ratti. della nostra frontiera orientale). P uò torn are ut.ile ricorrere a.ll'incendio; però la cortina di fumo potrebbe a,gevolare ravanzata del nemico al coperto di essa. - Le zone. imp &rvie di montagna eostitniscono tratti di interdizioné al movimento: se sono ampie: interessano l'organjzzazione difensiva delle unità maggiori; se sono limitate, int eressano i minOI'i reparti essenzialmente nella .organizzazione dei fuochi, ecc. Per l'utilizzazione di t utti gli ostacoli naturali si presuppone sempre il concorso del fuoco nel modo più adatto pe:r integrare efficacemente l'azione materiale dell'ostacolo. Detti ostacoli, pérò, se da urla parte costituiscono in ge· nere ottima, protezione per 11 difensore, · dall'altra possono divenire d'impa~cio nel caso si voglia riprendere l'offensiva. 0 S'I'ACOLI ARTIF ICIALI . I più comuni sono: i reticolati di :filo di ferro ordinari e speditivi; i reticolati elettrificati; i lacci, i campi di ingombro, · le buche da lupo, ecc.; _ . le abbattute; ì campi minati;. le inondazioni ecc. Condizioni a cui debbono soddisfare gli ostaooli artifioi,ali :·
i O avere un tracciato irregolare e tale da permettere • nn buon fiancheggiamento ed una buona osservazione in ogni tratto; 2° essere battuti dal fuoco della difesa; 3° avere sviluppo ampio e .continuo nel senso della fronte e della profondità per non essere aggirati, distrutti o superati; 4°avere altezza che non intralci l'osservazione ed il fuoco ;
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5° avere in rieterminati punti dei varchi oculata,mente disposti ; 6° essere colloca.ti a distanza tale dagli appostamenti delle armi da impedire che l'att accante, che sia rius~:it,,, a, raggiungere il loro margine . est erno, colpisca con bombe a mano il difensore ; · 7° non offrire riparo all'attaccante; 8° opporre la massima resistenza ali a distr u½ione (ar t iglierie,. bombarde) media,nt e più striscio di ostacolo, ecc.; 9° essere mascherati e cost it11ire element o di sorpresa. R ETICOLA'!'! DI FILO DI FERRO. Caratteristiche: rapidità di costruzione, adattabilità a tutti i terreni. ·Costituzione : si possono seguire due criteri diversi : alt o e fitto ; oppure rado e basso, ma più prqfondo . · Il reticolato alto è preferibile là dove esso non sia soggetto a potente fuoco di artiglieria e dove occorra una certa funzione dell'ostacolo di per sè stesso per sventare sorpreso: il reticolat o basso è preferibile in cqrrispondem;a ad elementi por cui la necessità di mascheramento sia. specjalmente sentit a · e per conseguenza si debba. anche evitare che il reticola,to smascheri l'appostamento. In genere sono preferibili strisce multiple ad una certa distanza una dall'altra, ad una sola striscia di profondità uguale ~Ila somma delle profondità. delle strisce parziali. · Per un reticolato alto, per esempio, strisce profond e m. 5 circa, costituiscono già u:n 'ostacolo considerevolmente efficace. Col reticolato basso occorrerà tenere profondità notevolmente maggiori, verso i m. 20. I paletti, sono di legno o di ferro (fig. 51 ) a cui si intreccia una rete di filo ai ferro spiFig. 51. noso.
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I paletti vengono pi_a ntati per una profondità, dà m. 0,70 a 0,50 secondo la natura del terreno e sporgono per una lunghezza di circa m. 1,20 nel caso di reticolato alto, di metri 0, 40 a 0,50 nel caso di reti.colato basso. La dlsposi zione <Toi paletti è a scacchiera irregolare: i paletti sono a dista,nza l'uno dalJ'.1altro da metri 1,50 a 2,50 per l'eticolati fitti, da m. 3 a 4 ed a,nche più per reticola.t'i ·radi. In genere i paletti dovranno essere tanto più ravvicinati · quanto meno resistenti essi sono, o quanto meno resistente è il t erreno su cui sono infissi. Il fiw di ferro è del diametro da mm: 2 a 5: talvolt a può essere di diametro anche maggiore. È preferibile il filo di ferro zincato che non si ossida, mentre i reticolati di filo di ferro comune colla ruggine acquistano un colore rossastro che li rende facilmente• rilevabili con la fotografia aerea. COSTRUZIONE. lJ'abbisogno di materiali (dati indicativi): per ogni 100 metri quadrati di reticolato alto: filo spinoso da kg. 140 a 160; cambrette kg. 2 cirèa; filo liscio kg. 4 7 5 circa;. paletti da 35 a 40. A parità di superficie per il reticolato basso occorre. circa la terza parte. di filo e lo stesso numero di paletti, ma corti. Il filo di ferro è rifornito in matasse di 25 o di 50 chilogrammi ognuna; Allo scopo di facilit are la messa in opera è necessario preventivamente a,rvolgerlo in gomitoli del peso di kg. 5 o 6 a,ttorno ad una asticciuola; i gomitoli si i)l'epareranno a parte con apposito laboratorio presso il hwgo di impiego; ogni rotolo di filo da svolgere Yiene infilato in una traversa applicata a due cavalletti. a . croce di. S. Andrea infissi nel t erreno (fig. 52), a meno che il filo venga fornito e trasportato sul luogo di impiego già in gomitoli o disposto in· modo tal e che ne sia facilitato lo svolgimento durante l'effettiva costmzione d( I J'eticolato.
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Il fiJo di.ferro (fig. 53) viene steso fra i vari paletti, riunendo testa a testa, piede a piede, testa a piede · e piede a testa di un paletto rispetto al paletto adiacente. Per rendere ~h) difficile ~a rottura dei fili per effetto del soffio dell'esplos1one; questi non saranno tesi, ma lasciati alquanto lenti.
.Per avere segnala~ioni automatiche di tentativi di distru~ zione del reticolato, specie notturni· e allorchè il reticoiato sia alquanto djscosto dai punti di osservazione della difesa,, sarà convenient~ applicare al margine anteriore del reticolato · dei mezzi di segnala:done, come campanelli, scatole di latta vuote ri,ppese ai :fili, ecc. Tali accorgimenti non devono essere . troppo sensibili potendo agire per semplice azione del vento e dare luogo a frequenti allarmi . PROCEDU1ENTO DI COSTRUZIONE. Come norma generale dovrà se.guire il metodo progressivo, cioè distenclere un sottile ostacolo per tutto i1 fronl;e e poi approfondirlo su'ccessivamente a, mano a mano cbe sarà possibile.
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Inoltre per diminuire il danno che deriverebbe dalla rottui11 e dall'abbattimento di un palet to rispet to alle maglie che fa~no .capo .ad esso, sarà conveniente nei punti di incrocio dei fili corrispondenti all'intervallo fra due paletti, dj pro-
Fig._53.
• cedere a legature .del fascio di fili formando così un nodo della rete. P~r evitare che i scorrano in basso lungo i paletti si s~steng?no :fissandoli al paletto mediante cambrett3 o a,ppog, giandoh ad un. tacco. fissato al paletto.
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Fig. 54
Un procedimento consigliabile è il seguente: dapprima si costruiscé una s·emplice barriera con una riga di paletti su cui si stendono 2 o più fili orizzontali (alla testa, al piede e ancpe in altri punti intermedi) e 2 fili in diagonale (fig. 54). Per costruire la batteria del tipo più semplice, cioè con due soli fili orizzontali, si a-d ottano due sistemi consistenti nello ·scomporre · la messa, in. opera del filo spinoso in success1v1 procedimenti <~guali, che permetta.no economia di tempo e regolarità di costruzione. · Nel 1° sistema, a due fili 1 si svolge il primo filo fissandolo nel modo indicato nella figura 55 e si completa la barriera svolgendo iJ. secondo filo in modo analogo (fig. 56). Nel 2° sistema a 4. fili, si eseguirà il pTOcedimento di scomposizione indicato nelle figure 57 e 58.
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.ISP. -
P er costr11i1·e la barricm col 1 ° sistema occonono tre uomini: due dispongono il filo stesso su apposite tacche 0 scanalatm·e già predisposte sui paletti e il t er:1.0 lo lissa con chiodi a U (cambtctte).
Fi~..,J.
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dere con la, velocità <li m. 300 ::.i.ll'ora, avendo il materiale a pie' d'opera. Quando è richiesto un ostacolo di poca ent,ità si forma la siepe triangolare, riantando da una parte e dall'altl'o, della barriera, a distanza di metri 2,50 una r iga di paletti corti o picchetU, alti cm. 30 da terra e sfalsati rispetto ai paletti; da ogni paletto si tendono clue , fili a ciascuno dei 2 picchetti più vicini così da una parte come _dall'altra dell::.iibarriera. Lungo i picchetti e a metà ~o"'' delle falde della siepe si distendono altri fili orizzontal;.,J / ' mente (fìg. 59). ·' )·' • · ' J< Quando invece si abbia Fig. ii9. tempo sufficiente per rafforzare la posizione e si voglia un ostacolo più efficace, si costruisce ogni striscia di reti colato su più righe di paletti , terminandola, quasi sempre, con 2 falde che va.nno a due righe estreme di picc,he.tti. · In tal- caso devesi organizzare il lavoro in modo da permettere una giusta progressività, riunendo le operazionf per tempi. successivi. Pertanto, costruita la prima h~rriera con o senza falda si procede per elementi, ciascuno di questi risulta costituito da una barriera diritta e da una spezzata, questa composta del filo che collega Ja barriera diritta diagonalmente alla analoga barriera antistante. Per costruire tali elementi occorre: 1° piantare i paletti; 2° mettere in opera il filo di collegamento con la bar• riera antistante; 30 costruì.re la nuova barriera nel senso frontale.
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Pel' costruire la barriera col 2° sistema occorrono 5 uomini . Evidentemente il tempo impiegato da ciascun uomo a.d applic:~re il filo è proporzionale alla lunghezza del filo applicato; ne consegue che la velocità d'avanzam ento di eia-
Fiit. •, H.
sco na barriera può ritenersi proporzionale al numero di uomini impiegati nella costruzione. · 'Da esperienze risulta che la costruzione i~ terreno or<linario di una semplice barriera col sistema a 4 fili può proce-
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.Allo scopo di procedere di pari pi;i.sso nello sviluppo delle !ire operazioni suddette occorre regolare l'a,ndamento della costr~zioue sulla velocità d'avanzamento della parte più complessa e cioè su quella della barriera spezzata. Cosicchè adottando per la ·barriera spezzata il sistema a 4 fili e per la barriera diritta il sistema a due fili si ;.Può procedere. con velocità di avanzamento tale che la costruzione proceda spedita e bene organizzata nelle successioni delle singole fasi. Di massima; per ogni elemento longitudi \ nale occorrono: 2 uomini per trasportare sul posto i paletti; 8 uomini per piantare i paletti; 3 ùomini per trasportare U filo . sul posto; 5 uomini per la costruzione della barriera spezzata (compreso quello delle qambrette ); 3 uomini per la costruzione della barriera dirjtta (compreso· quello delle cambrette); 1 graduato; in .totale 22 uomini. Quando si voglia e si possa procedere contemporanea mente nella costruzione di un :reticolato con più file di ··p aletti si metteranno àl lavoro più squadre opportunamente distanzi·a te in modo che gli uomini non si disturbino (fig. 60). Altra disposizione del reticolato consiste nel c; struire delle siepi indipendenti l'una dall'altra. a distanza di qualche metro e colmare poi la supertìcie di terreno interposta con reticolat o basso o con grovigli. •
.,_.......... 8.,;-rr/er.,:; S/,e:t.~;;/,.:, ;,i~/;;~; · ?/7' cc.rlrhzk-ne - - ... ~ Barri~rq ffe;./(/c1 o ?/;{// /'lçe,$/r-v:/Cn .s.
Fig 60 .
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vAR CH L - Nelle strisce saranno lasciat i dei pass~gg! (varchi) in p~ti opportuni; essi saranno protetti, sorvegh~t1 e mascherat i e si dovrà predisporre anche per la loro chmsura a momento opportuno (figg. 61 e 62).
Fil! 61 .
Fig. 1\2.
Nelle strisce, che per la loro 1>rofondità lo·ipermetto~o, il trace.iato del passaggio sarà a baionetta; sii:,a-VT~. cura ~1 non variare la disposizione nè le distanze dei paletti ~ c?rnspo~- . denza , di essi per non forniI·e al nemico elementi . ·r1velator1... Sa,rà anzi conveniente rettificare a,lquanto 11 retico.1ato ne~ tratti immediatamente adiacenti al varco come n_e1 p.unt1 A) B) G) della figura 62, in modo che il reticolato r1s~lt1 nel complesso della stessa densità a,pparcnte ad un nemico che sia riuscito a,d avvicinarsi ad esso. R E TIOOLATI}SPEDITIVI, Sono formati da·;ele1?enti allestiti generalmente in località arretrat e e portati poi sul luogo
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1. I .
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di impianto. Essi vengono solidamente uniti tra loro e ancorati al terreno. · I
. Costituiscono un tipo di ostacolo di facHe ed immeiliat ù impiego da usarsi: · nelle brevi soste durante una operazione offensiva ; · Per la immed·1·ata 1:,"i·s tem1a,z10ne a d.f 1 esa di una posi zione conquistata; in quei casi in cui non è poss:ibile la costruzione del reLi colato ordi na;rfo :· per sbarramenti stradali. Gli elememi di reticolati speditivi. possono ser~ire a,nche: per ·riparare sollecitamente tratti di reticolato ordinario danneggiati dal nemico; per sbarrare co:ip.unicazioni _o varchi; ·· per r infou;are t ratti di maggiore importa,n za dove non vi è possibilità di operare con squadre regolari, ecc. · Tipi di reticolati speditivi: , I catvalli di frisia (fi.g. 63}, possono farsi di varie gmnctezze; per un cavano .di frisia di media gTandezza occorrono
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I gabbioni sono fatti in modo che per il trasporto ~~ gono appiattiti formando una ma~assa'. mentre . p~r l 1mpiego, se stirati, si dispongono a gmcia ~1 un gToV1gh~. . Pèr costruirli si piantano su una cuconferenza di met r1 1,30 di diamet ro 8 paletti e si preparano 8 matassine di filo ,,
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Fig. 64.
,di ferro spinoso riunite a due a due. Con queste s~ fa ~n . -occhiello intorno ai paletti alternati, indi si forma un mtrecc10
i ncrociando i fili di due matasse contigue sui paletti inter.i.aboralo/'/o per la cosfrvzio11e
Q'elg,;06/one
Fig. 63. Fig. 66.
4 tondoni di m. 1,50 circa per i cavalletti· un tondone di . ' m. 2,50 per le traverse e kg. 10 circa di :filo spinoso. ~i ton~oni si possono sostit uire spesso feni ad angolo con rntagli (ftg. 64) per fissare il filo (lpinoso. Per costruirli si possono forma.re squadre di 4. uomini: due preparauo Farmatma, due intrecciarto il filo.-
-posti. L'intreccio a mano a mano si comprime in basso e quando riempie tutta l'altezza dei paletti si toglie. . Per impiegarlo si stira la matassa . dalle due estremità. ,fino ad allune:arla completamente. Il laboratorio è rappre. ;sentato dalla fìg. 65 e l'intreccio del~gabbione dalla fii· 66.. .ldàest;a1nento, I. - IS.
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Tanto i cavalli di frisia quanto i gabbioni all'atto della posa in opera debbono essere ancorati a punti fissi (alberi, paletti ecc.).
F ig . 67.·
Per impiegarli si ripiegano le bacchette all'altezza dP-1 collare, in direzioni diverse e si gettano sul terreno alla rinfusa, per formare un ostacolo improvvisato davanti ad una po~iziop.e occupata, per chiudere varchi .e breccie aperte nei reticolati, per sbarrare tratti di allacciamenti, · ecc. Potendo1 è bene che siano ancorati ad elementi fissi od al terreno.
Fig. 68:
I lacci di inciampo o lacci giapponesi si forma.no con anelli
è fibbie scorrevoli di 'filo spinoso o liscio fissati a dei picchetti e disseminati variamente sul terreno ben.mascherati da vegetazione (figg. 67 e 68). Istrice
C/JtUS()
Fig. 691
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Fig. 70,
I grovigli (fig. 69) sono costituiti da un avvolgimento di filo spinoso, molto allentato, fissato a picchetti come i lacci. Gli istrici (fig. 70) sono costituiti da un fascio di 8 o 10 bacchette di ferro tondino, acuminate. all'estremità e Iegatè al centro da un collarino di ferrO'. ' ·
RETICOLATI E LETTIUFICA'l'I. L' elettrifica,zione ha lo scopo di rendere più efficiente l'ostacolo specie nei tratti meno sorvegliati o meno battuti dal fuoco deUa difesa in quei tratti che presentano maggiore importanza. Sono costruiti con speciali avvertenze per ridurre al mì~imo la,. dispersione della corrente che , circola nei fili del 1.·etìcolato. Sì usano pal<~tti scortecciati, , catramati al piede ed infissi nel terreno disponendoYi attorno, possibilmente, della ghiaia. Il filo spinoso va tenuto distante dal suolo almeno cm. 30. L 'energia elettrica è in genere immessa, direttamente con cordoncini ad alto isola,ménto. L'energia elettrica da impiegarsi (corrente alternata a 2000 volt e 0,1 ampere) viene fornità o d11 appositi gruppi elettrogeni campali con anne_ssa cabina ·di trasformazione oppure viene deriva.fa, da impianti esistenti sul luogo, previa opportuna, trasformazione. La costruzione dei reticolati elettrificati è compito specifico delle truppe del genio (specialità a,rtieri) . ALTRI 'l'IP! DI OSTACOLO. Le abbattute (figg. 71 e 7-2) sono formate da più ordini di alberi o grossi rami ·disposti a terra, molto avvicinati fra di loro o anche in parte sovrapposti, bene assicurati al suol~, e con i rami sfrondati e resi a.guzzi rivolti verso il nemico. Si hanno abbattute naturali e artificiali o trasportate. Si dicono nat1,1,rali quando gli alberi rovesciati non si distàccano dai ceppi; artificiali quando gli alberi vengono a.bbattu~i e trasportati in altro sito. ·
196 Perchè le abbatt~te acquistino maggiore resistenza si costruiscono su vari ordini della profondità di circa m. 10; tra ordine e ordine si lascia un in.tervallo variabile. È sempre opportuno intreccfa,re, fra i rami, del filo di ferro · spinoso (S); per renderle meno visibili si adat,tano i fusti e specialmente le chiome entro piccoli scavi a sezione triango-
Fig. 71.
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197 _:_
le erbe, cespugli od alberi e ben nascosti alla vista, ne provoca l'accensione. I campi. minati sono però soggetti a vari inconvenienti: essi posso"uo riuscire pericolosi alle stesse nostre truppe specie se per servizio di pattuglia notturna debbono portarsj a,v~nti alle nostre line<,; sono influenzabili di1lle. sca,ricb.e elottnche durante i tempora.li per cui le__ cariche possono esplodere anzi tempo; sono soggetti ad esplodere ~e il campo è faUo segno fL bomba,rdamento nemico. . . A pag. 200 vien trattato più a.mpfamente il campo mmato ·quale ostacolo contro i mezzj cora.zzati. INONDAZIONI. - Hanno caratteri diversi a seconda, dello scopo da raggiungere. Sono di competenza, del genio.
Fig. 72.
lare· o ,addossati a scarpate che le sottraggano alla vista del nemico per riuscire ad esso di sorpresa. · Le abbattute vengono raramente impiegate perchè di facHe distruzione, molto visibili e non costruibili ovunque; si impiegano convenientemente nei boschi e nei terreni fittamente cqperti. I CA.L"\:f.Pl MINATI. - Sono zone di ostacolo attivo nel senso che- l'arresto all'avanzata dell'attaccante è ottenuto non con la materialità dell'ostacolo, ma con 'l'azione di offesa per parte di cariche di esplosivo opportun?,mente disseminate sulla zona. Il tipo di mipa normalmente impiegato contro truppe a piedi è quello a strappo _». La mina viene azionata dallo stesso attaccante il quale, con l'urtare contro i lacci tesi fra (!
SDARR..Al\IEN'l'I· S'rRADALI. - Hanno lo scopo di impedire il 1ibero transito attmverso le comunicazioni o di arginare l'irruzione di mezzi velocj; evidentemente gli sbarramenti stradali devono essere completati col fuoco e comandati da .personale pe; l'apertura e la chiusura. 1 Essi per lo più fanno sistema con reticolati a~iaceuti alla comunicazione e sono impiegati in quei punti che interessano fa,· difesa; per esempio: dove le linee di. sicurezza e di resistanza intersecano le strade o ogni altra località della posizione difensiva, sol ~ata da strade; essi hanno maggior efficacia dovenonè po~si.bile o riesce difficile passare fuori dalle strade. l'ossono essere costituiti in diversi modi.: uno di essi è quello indicato nella fÌg1na 73. FrANC-:HEGGlAl\iENTO DELL'OSTACOLO. Rientra nelle relazioni che .Jeg~tno l'ost~_colo ed - il fuoco. L'ostacolo come elemento di momentaneo arresto è destinato ad aumentare ì'efficaeia del fuoco trattenendo per qualche tempo l'attaccante sotto il fuoco intenso della difesa.
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198
È indispensabile che tale t!:lmpo di arresto abbia luogo mentre la fronte degli elementi di attacco è · esposta al tiro di infilata dei centri di fuoco. Pertanto l'azione di fuòco dovrà preva,lentemente svilupparsi sul dinanzi e lungo l'andamento del reticolato, tanto
DISTRUZIONE DI RETICOLATI. -
Bocca da. fuoco <1>
Dimensioni del varco
Numero
Distanza
I
dei colpi
DATI INFORMATIVI.
(2)
m .
Tempo occorrente (per Ulla btr.)
I
Siepe girevole
Con tiro fro_ntale. 100/17
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3.000
620
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2.000
240
lh , 15'
3.000
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149/13
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Fig. ';'3.
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2.000
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2h
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150
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50'
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,ge si tratta di retico.lato generale antistante la posizione ' o disposto nell'interno della posizione stessa. · Spesso çonverrà ricorrer.e ad opportuni aècorgimenti affinchè il fascio delle traiettorie non sia intercettato dal reti-colato: reticolato basso, disposto in contropendenza, ecc.
Con 'tiro d'infilata <3}, 70
18
X
5
15'
120
28
X
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30'
48
28
X
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15'
3.000
118
44
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40'
2.000
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10'
3.000
60
28
X
5
20'
2.000
38
24
X
5
3(f
3.000
98
36
X
5
2.000 100/17 3.000 2.000
1
149/12
149/13
210/8
2h
(1) È da escludere l'impiego del cannone od obice da 75 a cau.ss. del limitato effetto distruttivo del colpo singolo. (2) Compreso l'aggiustamento. . (~) Le dimensioni del varco variano caso per ca.so..
-
200 -
OSTACOLI CONTRO I MEZZI CO
vengono impiegati contr . R-~ ZZATI. - .Nella resistenza. impedirne od al o l mezzi corazzati, allo scopo di ostacoli vari att~vi~noe Posata:o!arne_ for temente il movimento, SSI V-1.
Ostacoli attivi.
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201 -
eorribilità, ai carri armati nonchè dai materiali, dalla forza. a dal tempo a disposizione. Se il terreno presenta già forti osta.coli naturali sarà1ufficiente aumenta,r e i l v:'lilore disponendo un certo numero.
Sono di partfoofare efficacia i campi n:n· t · 1 opera ' d · < na 1, a cui posa. . e I competenza _delle truppe del genio. ,..._, _
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mod. 35, interrata, distanza. minima fra le mine m. 4).
di mine nei punti praticabili dove l'avversario cercherà di·
La quantità e qualità di tali sb .. . ..d . arrament1 dipenderanno ons1 erate sotto l'aspetto della per.
dalle forme del terreno c
passare per evitare gli ostacoli nat urali. },.. cavallo di ùn asse stradale in terreno percorribile ai .@arri i campi minati non debbono essere limitati alle immediate adiacenze delle strade ma debbono à.ssuroere vaste-
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202
.,,-- 203 -
-estensioni e c10 m consideraziçme ùelle ampie possibilità ,dei carri di aggirare gli sb~rramenti stra,da,li. I campi minati contro mezzi corazz.a ti sono costituiti da, serie di mine a pressione che vengono normalmente interrate in appositi scavi .praticat i nel terreno a det erminate distanze ,e ricoperte e mascherate.
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mente conosciute perchè non accada che t ruppe amiche con mezzi meccanizzati in movimento vi pa,ssino sopra. I campi minati sono ordinati in fascie irregolari e di . profondità varia entro le· quali sono disposte le mine, in densità diversa per ogni metro · lineare di fronte, a, seconda della · percentuale di efficacia che si vorrà ottenere. Ad evitare che, lo :mine esplodano per simpatia e che vasti tratti di campi minati vengano inutilizzati, si dovrà osservare una distanza minima fra mina e mina variabile per i diversi tipi di mina e a seconda che queste siano interrate o sempliceme;nte appoggiate (figg. 74 e 75) e una, pa,rtìcolare disposiziòne dei vari el<~menti che costituiscono le fa.scie · cosi da ricava.re interva.lli di. sicurezza (fìg. 76).
0 ((1•
a. --
Ostacoli passi11i.
· Fra gli osta,coii passivi, quelli già, citati sono di sèarso valore contro i mezzi corazzati. Il reticola,to, ad esempio,
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2mineper os;rn/metro
~ fmliza per ogni metro
d.i f.ronte difronte
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Fig. 76. - Esempio cli disposizione di campo minato .
Eccezionalmente, in ca,so di urgenza, . le mine vengono ,semplicemente appoggiate sul terreno. Le mine anticarro, di cui si hanno diversi mo delli, constano essenzialmente di un involucro contenente una forte '-carica di esplosivo e di un congegno di scatto e di accensione ·Che funziona a pre~sione al passaggio su di esso di un determina~o pes.o. Normalmente per le mtne a.nticarro non è sufficiente il peso di un uomo per provocarne lo scoppio. La ubicazione, disposizione e delimit azione dei campi minati e la ubicazJone e dimensione dei varchi e modalità di -chiusura .degli stessi dovranno comunque essere perfetta-
Fig. 77.
-
204. -
non. ha efficacia contro il carro armato; potrà tutt'al più servn·e contro le autoblinde. llOccorrerà inveco predisporre ostacoli di entità adeguata ne e zone adatte al passaggio di mezzi corazzati.
205 nel caso di strade alberate, abbaLtuLe di groaai alberi con i tronchi disposti a. cancellata, segati a circa m. 1,50 dal suolo e robustamente legati ai tronconi come indicato nella}..fig. 78. Lo . sbarramento <ii una stra.da si potrà effettuare con la. costruzione di muri a malta o a secco. o barricate di pietrame
l!' ig. 79.
Fig. iS.
. Oat.a.coli speditivi, es"auibili ùai f·,utJ· '" cou i mezzi a loro
"O d l8posiz1one, potranno. essere:
per lo sbanameuto di una !tra.da O di . obbligato, striscie di massi delle dimens1·oru· .ùun passaggio ·bili · . P1 grosse posBl variamente disseminati au nnà profondità d.1 1 1~ - 15 metri {fig. 7 .7); a meno
a pareti vorticali e profonde, di dimensioni -v-ariabili in r1-pporto al tipo dell'ostac-010 e alla oonsistonza del materia.le impiegato. · Por lasciare possibilità di transito a.i propri reparti l'ostacolo dovrà esscro costruito in due troncÒni sfalsati come è indicato nella figura. n. 79; H varco che sarà più o meno ampio a seconda che si intenda lasciar passare anche degli automezzi o ·solamente truppe a. piedi, potrà èssere colmato all'ultimo momento. Tale tipo di ostacolo a,nche ,e non . potrà easere eolmato provocherà il rallentamento doi mezzi aYTer11ari . ehQ.
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206 -
potranno meglio essere colpiti dal fuo co deUe armi poste a· dHesa. Altro tipo di sbarramonto può essere ottenuto con una serie di muri costruiti pantllelamente all'asse della, strada, disposti a scacchiera con intervalli intermedi per il passaggio delle proprié truppe (fig. 80). "
207
tratti, anche fuori strada, nelle zone n,ccessihili ai rncz7,ì cora7,za,ti. La pendenza delle pa,reti dovrà essere a,lrneno ~ (inclinazione 45 o) .
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In tal modo la. profondità del fosso risulterà della metà,. della larghezza, (fig. 81). I noltre la .scarpa,ta rivolta Yerso il nemico dovr·à essere possibilmente rivestita con muratul'a di pietra.me a secco o meglio con malta. Tutti detti ostacoli poi dovranno sempre essere battuti dal fuoco della difesa.
. F ig. . 80.
I mu1·i così costruiti, presentandosi di t esta alla pressione del mezzo corazzato offrono una buona resistenza e si dimostrano particolarmente efficaci. · Perchè questi sbarramenti abbiano effetto, dovranno essere predisposti nei punti in cui il terreno non sia percorribile fuori strada, perchè in caso contrario l'ostacolo pot rà. essere facilmente aggirato. · Fra gli ost acoli anticarro più efficaci e pratici è il fosso a pareti fortemente inclinate che viene praticato per lunghi
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209 -
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] . - IL COMANDO.
. 1·1 oe . d"1m. c1i 1IO i:>. uene· Il comandante. - La divisione è ag . , dll'e~...ale cornandaute .al qu~le . spe~ta l a conce~10~e. e 1~ delle .zione di tutte le operazioni -ed 11 governo disc1phnaJe ,t tuppe dipendenti.
CAPITOLO XII. CENNI SULLE GRANDI UNITÀ
n
Il comandante ' è coadiuvato da un '.m ando, che comprende: La. divisione di fauterin..
La divisione di fanteria è la gra.nde tt,n,ità, base del com,,battim.ento destinata, particolarmente, all'urto ed n.lla .venetrazione. H a costi tu 7.ione organica fissa ed è iinità inscindibile. Qualora la sua capacità operativa debba adeguarsi a. <'Òm,viti particolari o ad impiego n..on.inqttadrato, i comandi superiori provvederanno ad integrarla con l'assegnazione dei mezzi necessari. La divisione cli fa nteria comprende essenzialmente la. fanteria (2 reggimenti., 1 battaglione mortai, 1 compagnia cannoni da 47/32 anticarro) e l'artip;lieria divisionale (1 1:eggimento su tre - quattro gruppi), alcune unità del genio, ed i scr,izi necessari per assicurare il soddisfacimento da ùisogni più immediati. Quando necessario, essa riceve rinforzi di truppe suppletive dal corpo d'ar mata (in ispecie carri, battaglioni ca.micie nere, gruppi di artiglieria). Gli. element~ che entrano nella forma.7,ione della divi:sione (allegato 1) possono così raggrupparsi: il comando ;
le truppe; i )Ser vizi .
Uomnndo. -
lo stato magg-iore; il quartiere ~ener ale. · d . t tt· · mandi . ed . I O S tato maggfore : è l'insieme 1 u 1 1 co an11· uffki che formano parte integrante del comando dJ ~sioue. Corupr cnde : a) ·01·gani. direttamente a.1.pen a.en t·1 d a1 comandante ,J
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,dclht divisione, e cioè : comando di artiglieria divi sionale ; comando del genio divisionale; b) un capo cli stato maggiore e organi da questo J)eodenti., e cioè :
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nfficio del cupo di stato maggiore; ufficio di sanità; ntli'cio di comrnissarfato; nfficio di ippica e veterinaria ; ufficio chimico; capitano dei carabinieri Reali.
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. Lo stato maggiore fornisce al comandante gh e1e _ ; . . . compi·1 a gr 1 ord1_o. ' ,di base a lla concezione e<l. alle d ec1s1om, 10 -comj)leta le ist,ruzioni e gli ordini con le misure di dett~g ,;Ji ;necessarie, a ssicura la trasmissione delle istruzioni e d eo t : ..d.dàe..otram.ento, I. - H.
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ordini, ne segue l'esecuzione e contribuisce alla esecuziouestessa in armonia col coucetto del comandante. . Sovraintende inoltre al funzionamento dei servizi, fissandone la missione del momento, assegnando i mezzi con· venienti e dando le disposizioni intese a collegare truppe ft servizi ed a coordinare i vari servizi fra loro.
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21.] ,--
210 -
q11,artiere generale) comprende :
a,) 1 reparto comando, da cui dipende tutto. il perso· nale cli truppa ·addetto ai vari uffici dello stato maggiore e provvede altresi all'amministrazione di tutto il personale( ufficiali e truppa) del comando ', . b) 2 sezioni miste carabinieri Reali ; e) 1 nucleo movimento stradale; d) 1 dra1:> pe1lo automòbilistico; e) 1 ufficio postale con nucleo carabinieri Reali; f) ·1 squadra carburanti.
2. · LE
TRUPPE,
Le truppe.della dh:isione di fanteria, come abbiamo già detto, sono in prevalenza rappresentate da fartteria ·e da artiglieria. La fanteria è lo strumento principale e deci.sivo della lotta; la sua situ azione dà sempre la misura esatta del successo e dell'insuccesso. Essa comprende: 2 .reggimenti di fanteria; 1 battaglione mortai; 1 compagnia cannoni da 47 / 32 anticarro. , Ad ogni di visione· di fanteria vengono inoltre assegnati di norma uno o più battaglioni Camicie Nere. La· divisione viene così a disporre cli due pedine u!rllali tra di lor o (reggimenti) e di una terza più snella. D;riva. ,,,
da ciò nna. naturale <listinzionc cli compiti, Mentre ai battaglioni cli fanteria sono affidate, sia nell'azione offensiva che jn quella difensiva, le azioni di forza che presuppongono metodicità cli sviluppi e massimo ·impiego del fuoco, ai battaglioni Ca.micie Nere sono riservati, di norma, quei eompiti speciali che ne valoi-izziuo, oltre allo spirito volontaristico cbe li caratterizza, le particolari doti di legge1·ezza e di mobilità tattica.
Oasi, p-it'ì, comu,wi. d)irnpiego dei batta,gl-ioni Camicie Nere: :t) l<Jsplorcut·ione e sicurezza:· nucleo esplorante (N, E. F.); colonna fiancheggiante, b) A.zione offensi1.,1a,:
azioni preliminari per le quali non si ritenga opportuno ì'impiego clel1'avanguardia, o di essa soltanto; ampliamento della breccia 'nella rottura, sia agendo sui fianchi o a tergo delìc difese nemiche superstiti, sia. intervenendo in profondità. come ultimo scaglione di ali· mentazione dell'attacco ; azioni episodiche in particolari ambienti (zone mont.ue>se, boscose, ecc.) ; colpi cli mano.
..
e) . Az'ione d.-if ensiva: a) scaglione di sicurezza (in terreni montuosi); b) protezione di un fianco esposto ;
e) contrattacco; cl) protezione del ripiegamento (in terreni montuosi); e) azioni episodiche temporeggianti.
L'artiglieria è l'arma che dà il più efficace apporto all'azione della fanteria, , L'artiglieria organica divisionale comprende un reggimento su :3 + 4 gruppi.
-
212 -
L'artiglieria divisionale. può essere rinforzata dalle artiglierie suppletive di corpo d'armata; possono concorrere alla sua azione artiglierie delle grandi unità di seconda schiera e laterali. · Il genio) è arma anch'essa che coopera all'azione della fanteria. Opera anche a vantaggio dei comandi, delle altre .armi e dei servizi. Nella divisione il genio è rappl'esentato da: 1 compagnia artieri; 1 compagnia mista telegrafisti e radiotelegrafisti; 1 ~ezione fotoe1ettricisti.
Blementi ~ari. - Di norma la formazion'e di guerra della divisione di fanteria è completata da 2 battaglioni -di complementi. ~- · I
SERVIZI.
La necessità di rifornire le truppe per vivere e combattere, nonchè quella di sgomberare mezzi e personale non più idonei all'azione; la 1:arietà e q·uantità di ·materiali necessari nella guerra; la rapidità con la quale questi materiali vengono consumati ed il bisogno di averli sempn~ disponibili, dove e quando occorrono, rendono molto importante il còmpito dei se1·vizi nella divisione. La rego1adtà del loro . srnlgimento è eleinento essenziale alla buona rin~cita della lotta. 1. Servizio sanitario. - Gli elementi costitutivi del servizio sanitario nella divisione di fanteria, o che alla clivisio-ne stessa possono essere assegnati, sono: Ja sezione di sanità; gli ospedali da campo 1· le infermer ie temporanee f eTentualmente ; Il personale ed i mezzi dei reparti
213
.Esso fa capo all''ibf/ìcfo cli sc1,nità che provve~e. ~l funzionamento del servizio sanitario in tutta ~a d,1v~s1on~ e son-aintende specialmente all'azione della sezione cli san~t~. a) La sezione di sarvitcì compendia tutto . il. serv1z10 sanitario divisionale,, ed è schematicamente cost1tu1ta come segne : ; l comando di sezione; ~ reparto carreggiato; 2 reparti someg·giati; 1 1·epa1·to portaferiti. Essa pron-ede alla raccol ta dei _feriti da~ posti di_ m~dic-azione cli ~a linea e allo smistamento negh ospeclah. Non è sta bili mento di rico-vero . . . b) GH ospedali da ca m1Jo sono assegnati d1 volta m , olta dal comando di corpo d'armata. ProvYedono e~senzialmentc al l"icornro clei feriti e malati gra,i, l"itenutl per i l momento intrasportabili. . . o) Le infermerie ·temporanee, sono di co~t1tnz10n~ pJ·onisoria ed eventuale, durante. 1a sosta delle grandi u~~. d) n persona~e ed,;, 11wzzi, dei repart.i. -. Il_perso~al': è rappresentato dagli ufficiali medici, òagl1 arntant1 d1 i:;anità., dai portaferiti dei corpi. . . . . . . I mezzi sono costituiti da cofani d1 san:t~, zairn ~ 1 horracce per portafer1t1, pacchetti sau1· t'a, bare · 1 le, coperte · -, di medicazione ecc. 2. Set..vizio cli co 1mnissa,riato. - Il sen·izio di <.:ommissal"iato comprende : a) il servizio di vettoYaglia.mento che ba. lo scopo ~i pro\·vedere giornalmente i nxer·i i ~oraggi necessari; b) il ser,izio vestial"io ed eqmpagg1ame1:to cbe ha 1~ scopo cli rifornire le _truppe degli òggetti d~ :or~eclo, d1 eqnipnggiamento generale e ·ai cucina. Il serv1Z10 s1 svolge
:cl
-
-
21,1 -
c?n . o~er azioni di rin uovazi.one del vestiario e dei t . riah cli · . . . ma e . e_qmpaggiamento1 e di sostituzione periodica deo-li oggetti di biancheda. ,., Gl i elementi costitnt:tvi del ser·vizio nell a divisione sono: ci) la sezione sussistenza; ù) i maguzzini eventuali viveri di divisione .1
u) il personale ed i mezii dei reparti.
Il . ser~izi o fa capo agli uffìC'i di commissariato delle gran:h u~1tà che provvedono a'lla sua organizza7.ione ed suo fnuz10namento. · <i) La s~zione sussistenza r frazionabile in nuclei che possono funz1onare separatamente · con ciò 81· I'encl · b'l · · . ' e p oss1: e cli 1~1egho 1·egolarc il servizio, secondo le condizioni di (1:isloenz1one dE'11e truppe-. o in relazione al teneno. Essa l'lCeve li: me-.uzo d elle · ' alitocolonne viveri le vettova.o·lir· u:cessa:·1e e ·provvede alht loro ripartizione e distl'ibuzi~m• m corp1 della divisione. . Composizione:
al
personale di sussistenza; eh-appello automobilistico. b) Magnzzini event:-uali di divisione. - Sono istituiti c1u:p rnte Je soste di- notevole <1ul'ata e~ hanno carattere affatto tempornneo.
. <·? Personnle e m,ezzi de·i reparti. - Comprendono u1r<;·rn1: e sottufficiali ai rifo1·nimenti , cncini el'i, sarti e calzo la 1.
· t·o a·1 provvel •:3. Serv-iz'io . . di m·ti(Jlieria · · - Ha i l còm"'i F <ere al l'lformruento delle munizioni · ed al · to , , 1·1·formmen ~gornber o e _ripa1·azione del matel'i.ale p1·oprio di urtio·lfrrii; -~.,~e lle arnn ~o:'ta~ili. Nella divisione si distingue ;uanto uguanl a mumz1om e materiali di m·til!lieria aa quan to rio~ . . 1 1 · :,,,m 1·c :t mu111z1011i e materiali per fan~eria.
215 -
. Il ser vi zio fa capo : per la parte fanteria: al capo di etato maggiore ; per la parte artiglieria : al comando di artiglieria ,d ivisionàle. Comprende : personale e mezzi dei reparti. In pl'evisi one di u n attacco o in difensiva ogni divisiòne costituisce un pos'to ,U cwviamen.to mitnizioni per le nrtig1ierie e per le armi di fanteria presso cui - di massima· - i corpi si 1·iforniscono con i propri mezzi di tra· sporto. Le munizioni affluiscono a detto posto avviamento munizioni a mezzo di apposite autocolonne munizioni. 4,. Ser 1;•izio del gen..io. -
Il ser vizio d el geni o in guerra.
eomprende : a,) il se1>vizio del p;enio di carattere generale ; b) il servizio speciaJ c dei collegamenti; e) il servizio idrico. rnsso fa capo al comando genio divisionale, che prov\·rde a quanto ha t ratto alla sua organizzazione ecl al suo f'nnzionaruento. a.) Sen;ido di ca.rcitte·re genernle. - l còmpiti del ser· dzio del genio di c..Lrattere generale sono : rifornimento e sgombero di materiali speciali per le truppe del genio, degli attrezzi e strumenti d a. zappatore e ,lei roateri~11i per lavori di difesa di tutte le truppe d elle varie armi della cli visione; 1a~'ori eventualmente occorrenti per sisterna.zi011 e t rnppe e servizi; lavori di mascheramento; lavori di costruzione e manutenzi one di strade, inter· 1·nzioni, ecc. ; impianto e funzionamento di s:i)eciali sernzi tecnici { impianti teleferici, impianti el ettr ici, idrici, ecc.), compa·
,,
-
216
-
tibilmente con i mezzi organici a "disposizione o even,tuar:mente asseinati. Gli. elementi. costitutivi del servizio sono: i. reparti artieri ; . il personale ed i. mezzi dei. reparti. u) Servizio clei collegamenti. - ·Nel ca~npo, dei .servizi si. deve intendere per collegamento la attuazione delle ope. 1·azioni necessarie per mettel'e comandi ed enti in gra~1o· di. comunicare fra di loro mediante mezzi tecnici. Il servizio dei coJlegarnenti comprende perciò"l'impiego di qiJ,esti mezzi, ossia: impianto, funzionamento, · ripiegamento dei, collegamenti, ed i rifornimen,t i dei. rnateriali r elativi. Gli elementi costitutivi del servizi.o sono: le unità di collegamento del genio, già accennate ;· il per~onale · ed i mezzi dei reparti. · Come per il servizio di ·a rtiglieria, ·anche per il servizio· del geni.o - in previsione di un attacco o,, più facilmente iu difensiva - la divisione istituisce di massima un post~ di rifornimento ·di rnateriali del genio di più probabileimpiego e presso il quale i. corpi provvedono a rifornfrsi con i loro mezzi. c) Servizfo idrico. - Ha Jo scopo cli provvedere al rifor-nimento dell'acqua necessaria alle t r uppe, ai quadi·upedi <>d ai servizi. · . Gli elementi costitutivi del servizio deHa divisione souo, quelli già indicati per il servi~io generale del genio. '
217 -
Gli elementi cost.itutivi del servizio sono : le infermerie temporanee (eventuali) ; il personale ed i mezzi dei r eparti. 6. Ser-vùiio postale. - Per il funzionamento di tale ser·vizio fa. parte de l. coma~do della divi.sion.e un ufficio posta~E.di divisione il quale provvede al servizio, postale per 11 comando stesso e per i corpi e reparti della. divisio.ne. ~
Il Corpo d'Armata.
Il corpo d'armata è lei grar~cle wiità di m,ano1;ra. Unit:} fondamentale della battaglia, può svolgere, nel quadro del-. l'al'ma.ta., coh ·le sue sole forze più atti del combattimento.La i::ma composizione organica può vari.are da 2 a 4 (ed . anche più) divisioni. L'Armata. . . È grande unità strategica e logistica, di composizione varia,,
corrispondente agli scopi della manovra ad essa affidata. CÒrnprcnde 2 o più eorpi d'armata; truppe d'armata , (artjglieria, genio) e servizi. Il gruppo di Al'mate.
'
Il servizio fa capo all'ufficio veterinario della divisione ed ha il còmpito della cura e dello sgombero dei quadrupedi malati ·e feriti; della . vigi1anza sull'igiene di tutti i quadrupedi, dell'accertamento della buona qualità della carne e dei foraggi; di provve(lere in.fine~ al rifornimento del materiale veterinario e di ma.scalcia per tu t ti i corpi e servizi della cUvisione. . G. Ser'1/izio 1;eterinario. -
,.
Di costituzione eventuale. Ha compiti esclusivamente, strategici , tendent,i a coordinare, su una determin~ta front~ · 0 sn urt vasto tratto di essa, l'azione delle armate d1pendent1-
.. -· ·· :2 L~
-
219 -
2. SCALE DI PROPORZIONE.
CAPITO.LO XIII. ·NOZIONI DI TOPOGRAFIA : LJ~T'rUltA DELLE CAUTE ·TOPOGlU.FICIIE, SCALE DI PROPORZIONE, R~P:PRJ•::SEN''l'AZIONE DELL'ALTDIE'rRIA, SEGNI CONYENZIONAL!. CAR11E IN USO NEL U.• .ESERCITO
l . - Lettura delle car te topografiche. l.. GENERALITÀ.
Leggere una carta t opografica vuol dir~ !uterp_retarne :al giusto, preciso valore, i segni rappresentativi che il topo,grafo ha ritenuto necessari e sufficient i per far nascert>, in chi là esamina, le stesse impressioni e gli stessi apprezzamenti che, nel suo criterio, son venuti formandosi durante e mediante l'~same analitico del terreno del quale la carta ,stessa ra;ppresenta · il riassunto. Per ciò ottenere è pertant o essenzialmente necessario: a) poter ·valutare i rapporti planimetrici esistenti fra -carta, e terreno; vale a dire conoscere la scala proporzionali< alla quale il lavoro è stato compiut o; b) avere un esatto concetto. del metodo col quale è _rappresentata l'altimetria; c} conoscere perfettamente il .valore e significazione -0.ei va,ri segni convenzionali; d) essere perfettamente orient ati.
la
\
Si indica col nome di distanza reale fra due punti della superficie t errestre, il numero che misura il segmento d; retta fra essi compreso; proiettato sul piano orizzontale prende il nome di distanza orizzontale o natiirale; questò! · tradotto sulla carta topografica, vien detto distanza grafica e può essere misurato, ad esempio, con un doppio decimetro. La ca1~ta topografi.ca essendo una riduzione in fìgm·a del terreno che rappresenta, i valori di distanza grafica e di distanza naturale stanno fra loro in un rapporto invari-abHe che costituisce la scala di proporzione della carta stessa. Espressa con una frazio11e, la scala è détta num.erica; ner noi è sempre l : m · rappresentando m una potenza od Ù multiplo di una potenza di 10. Ogni problema di di~tanza d~ pertanto luogo alla risoluzione dell'equazio,ne g : L = 1 : rn, nella quale l'incognita potrà volta a volta esse-re rappresentata o da g ( distanza grafica) o da L (distanza naturale) o da m (denominatort della scala).
Il calcolo è assai semplice e, con un po 1 di esercizio, eia: scuno deve abilitarsi r. eompierlo mentalmente e colla maggiore celerità. . Per maggiore semp.lifi.cn,zione, tt1ttavia, sono state introdotte e trova.usi stampate su tutte le carte, delle scale dette, grafiche che dispensano dall'uso di strumenti di misura e-rafi ca e che danno l'immediata risoluzione, senza calcolo, d.ei problemi stessi. Sono esse cost ituite da una retta che si disegna generalmente lungo il margine inferiore del foglio e sulla quale, a -destra di un punto O di orig-ine, è riportato .ripetutament e un segmento detto itn·ità grafica della scala (va da un minimo ,di 5 millimetri ad un massimo di 4 centimetri) corrispondent e
-
-
~20 -
~d una data distanza del terreno che viene segnata, col numero che la rappresenta, alla estremità del segmento stesso. Nelle scale al 25.000, ad-esempio, !;unità grafica è di 4 centimetri e corrisponde ad 1 chilometro; in quella al 100.000 è di ~m. 1 e corrisponde essa pure ad 1 chilometro. A sinistra del punto O si riporta un'altra unità. grafica ohe però viene suddivisa in un certo numero <1i pàrti minori . Nelle figure 1, 2 e 3 sono rappresentati, quali esempi di scale grafiche, i tipi adottati dall' Istituto Geogrflifico .Militare per le nostre carte topografiche. (unità grafica 4 cm.
=
Soom
O
l km.; appross. 2 mm
Fig. (u11ità grafica. 2 cm. $c,ì,',n
o
=
=
a.
'
'
1/ __ ___ ._;_6
=
2.
1 km.; a.ppro,,s. I
Fig. 4'.
3
..
s
11J1t1.
6
=
.bi.i______ ;;
/:.::;;-~-/i=I~
250 ru.)
100
11,.,
.,
Fi~. 3.
L'uso di queste scale è evidente. Un'apertura di compasso, o qualsiasi altro mezzo che ripeta una distanza della èa.rta, permette di stabilire il valore della distanza naturale r,orrispondente; basta riportarla sulla scala e vedere a quante unità grafiche intere e parti minori corrisponde. 3.
q
À -~~~~-;,-- ___
1 km.; a,ppros~. 5 mm.
.,
~
òO m.)
Fig. 2.
' o
1·ipottauclola, per escn1pio con un compasso, sulla ~cala <Y1·afica. b Se la distnnza rhe si vuol conoscete non è rettilinea, ma. si svo10'e sec:ondo un dato percorso più o meno . siunoso. allon1. s:11·à oppo1·tuno d cotrere a qualche espediente per ottenete una maggiore esaliezza nella valutazione dello sviluppo grn.fico del percorso stesso. Si tratti. per esempio (fig. 4), di calcolare la lunghezr.a. ,del tratto di spezzata cornpre~o fm A e B; è evidènte che
1.
I
(unità grafica I cm.
221
MISURAZIONE DI DISTANZE SULLA OAU,TA.
I Una dis~anza rettilinea può, come si è detto, essere misu:.-ata sulla carta mediante doppio decimetro e ca,lcolata applicando la formula L = gm; oppure ne può esser( letto il valore
troppo iuferiore al .ve1·0 l'isultcrehbe la nrisnra:1:ione fart,t in ha-se alla clistanza rettilinea A H. Meglio assai. sal'eùbe misurn1·e e Yalutare, nuo dopo l'altro, c:ou un <loppio decimetro, i tratti rettilinei e somr.um·l~ quindi i. Yalo1·i così ottenuti ; anclle si poti-eùbe1·0 l'ipo,·tan' suceesshamente e di seguilo, su una linea 1·etta, delle apcl'tl~re di compasso conispondenii ai detti tratti rettiliuei ed assumere il ~egrncnto risullante come equi.valente all'intel'<) pel'COl'SO.
Oppure, presa un'a.per'tura di compasso corrispondente ad nna distanza a.ssai limitata (50 metri, 100 metri ecc., a seconda della s·cala., della sinuosità del tracciato, della pre- . . cisione ·voluta), partendo da A e pt·oceclendo verso 13, determiu:u·e . quante vo1tc la distanza assnnta come uni.fa <li 11~is11ra è compresa nel percorso segnato e moltiplicare que· :sto numero pel valore dell'unità. '
-
222 -
Ancora : un filo qualsiasi, fi.s_sato· in A, può essere sviluppato accuratamente lungo il percorso' disegnato sulla carta in modo da seguirne tutte le sinuosità. ; riportato quindi su un doppio. decimetro o su di una ~cala, ci darà, ·coì calcolo nel primo caso, direttamente nel secondo, un valore che assai più si accosta al vero. . Altro metodo infine, detto della pimta indietro) consiste nel prendere un'apertura di compasso ugual.e alla distanza Aci; tenuta ferma la punta in a, si gira il cwnpasso in modo che la punta A venga a trovarsi in a' sulla direzione ab ; tenuta ferma allora la punta in a' si aumenta l'apertura del tratto ab portando la punta da a in b. Ferma la punta in 7J, si fa nuovamente rotare il compasso in modo che la punta da a' si porti in b' nella direFig. 5. zione di b.c, e, teputa ferma b', si aumenta l'apertura del tratto ba . .. Così, via vi.a , si procede per ogni elemento della speziata da. misurare. Oltre che coi metodi ora detti è pqssibile determinare lo sviluppo di un percorso siRuoso servendosi <li un apposito strumento detto curvimetro (tìg. 5), costituito da una piccola rbtelli.na dentata che segue il percorso e che, a mezz.o di semplici ingranaggi e cli un indice, registra gli spostamenti fatti su delle gradazioni corrispondenti alle . scale più in uso; si ha così, senz'altro, il . valore in chilometri ed ettometri degli spostamenti compiuti.
-
4. -
DISTANZE REALI.
Le distanze naturali, quali sono quelle cbe si hanno sul · piano orizzontale di proiezione, sono sempre inferiorf a quelle reali del terreno, per poco che gli estremi non risultino allo stesso liveUo. Se abbiamo- sul terreno fa, linea .AB (fig. 6), inclinata rispetto all'orizzonte dell'angolo oc, sulla carta, non si .troverà 1a· .AB (distanza reale), ma AB 2 cioè la sua proiezione sul piano orizzontale (àistanza nat1.irale). La differenza _fra le due distanze sar~ tanto maggiore . q!}anto maggiore sarà l'inclinazione, rispetto all'orizzonte, della .AB e si rjduce a zero nel solo caso in cui la .AB.'
I
' B~
A.o:::;._ _ __,_'---_ _ _ _B.___.'. .1ng. 6._
venga a giacere su un piano orizzontale; in linea di mas-aima; qµando occorre misurare distanze strada,Ji, data la.. limftata pendenza delle strade in genere, _la misùrazione d~lla "distanza naturale può riuscire sufficiente; ma può talvol,t a occorrere, in particolari casi, di cono~cere la effettiva dista-nza reale; ed allora, considerando che questa non è. che la ipote~ nusa di un triangolo rettangolo avente per cateti, rispettivamente, la distanza naturale ed il dislivello degli estremi,. ne ricaveremo il valore applicando il noto teorema di Pit;gora: AB=
..
22S -
VABi.+
nm.
-
224 ·-
5. - DETE RMINAZIONE DELLA SO.A.LA Dl UNA CARTA.
Tutte le carte portano Pindicazione della toro scala; ma può talvolta succedere che tale indicazione sia andata perduta o che sia scritta in lingua sconosciuta o con rapporti basati su elementi di misura a noi non cogniti. Diventa allora necessario calcolarla, non potendo una cartai, senza tale conoscenza, razionalmente servire. Trattandosi di una carta militare nazionale, la buona conoscenza della nostra. cartografia p uò, da sola, fornire elementi sufficienti alla determinazione della scala; quando ben si conoscano le caratteristiche delle varie carte edite da1J'l stituto Geografico Militare. Per ogni altra carta mancante della indfoa.zione dellu scala, non bastando gli elementi di cui sopra, bisognerà t rovare su di essa una distanza grafica corrispondente ad una tiaturale conosciuta. Una guida turistica, per esempio, potrà fornirci la di· stanza · fra due località rappresentate sulla carta in esame; un orario ferroviario qualsiasi ci darà la distanza tra due stazioni ferroviarie . .. ; presi ·quindi i valori dati dalla guida o dall'orario e misumte sulla carta le dist~nze grafiche fra dette località o stazioni, la. formula m, = L : g darà ruodo di conoscere la scala. della carta. .Altra sollecita indicazione può esserci fornita da,i numeri corrispondenti a distanr,e stradali (pietre miliari. e •chilometriche) che trovansi segnate su quasi tutte le carte per le strade più importanti. Se vediamo per esempio che, su una strada, il km. 7 risulta a 4 centimetri dal km. 9 ciò basterà per stabilire che la carta è al 50.000. I nfine, ancora, noi possiamo risolvere il problema allorchè la ca,rta, eome è universa,lmente usato, porta o conserva .i ndicazioni relative al reticolato geogra.fìco. Come è noto, i valori degli archi di latitudine e di longitudine variano a.
-
225
-aeconda della latitudine; ma se pei secondi la. differenza è ,assai sensibile, diminuendo progressivamente ma,n mano che dall'Equatore ~i procede verso il Polo, ne.i prjmi la differenza si riduce a così poca cosa da non poter avere influenza sensibile nel calcolo di cui trattasi (a 36° di latitudine I' = metri 1849.15; a 47° di latitudine: è invece di 1852.70). Dando quindi al minut o primo di latitudine il valore medio di 1852 metri, corrispoµdente al miglio marino, basterà misurare sulla carta. la distanza grafica corrispondente (da noi tali indicazioni sono riportate esclusivamente sui ma1igini dei fogli) per ,poter calcolare senz'altro la scala della càrta. Se, per esempio, sulla cornice laterale di un foglio di carta che ha perduto l'indi~azione della scala troviamo segnato -S8 ° 10' e, più a nord, 330 20' e vediamo che fra i due valori intercorre uri)ntervallo di cm. 18,5 poichè l'arco di latitud ine corrispondente a 10' è uguale a m. 1852 x 10 = m. 18520 .noi ricaveremo U valore della sca1a dalla frazione 18520 : ;: 0,185
= 100.109.
P er quanto si è detto p1'ecedentemente, del valore oltre il ·100.000 non si tien conto essendo dovuto a frazione di distanza ,grafica non valutabile coi comuni stru menti di misura; si dirà ,pertant o che la carta presa in esame è alla scala dell'l:100.000. La lunghezza gmfica corrispondente al l ' di latitudine -è, per la carta 1 : J 00.000. eguale a m. 0.0185; pel 50.000 di m. 0.037; pel 25.000 di m. 0.074. Si vede quindi come, anche ad occruo, tenendo presenti tali valori, si possa - con semplice sguardo ai margini laterali di una carta topografica - desumere con si~urezza la scala della .carta stessa. E SERCIZI.
·r. -Applicazioni a memoria dell'equazione a : L = 1: m; facendo incognit i, volta a vol ta, g, L, od m. . II. - Esercizi di misura di distanze stradali, su percorsi einuosi. Àdd.e$1.ramcnto, I . - 15.
4
-
' - Calcoli m.
22i -
-
di distanza. rea.le fra. due punti oen forte I àifferenza di livello. IV. - Calcolare la scala di una carta.
6. - METODI PER RAPPRESE'NTA.RE L' .ALTIMETRIA..
· Si intende per altimetria la posizione dei vari punti del terreno rispetto al piano 01:izzontale di paragone sul quale si è eseguita la proiezione ()rtogonaie. La distanza dei vari punti dal piano stesso viene misurata in metri e dicesi q1wta e può essere positiva o negativa a seconda che trattasi di elevazi-<me o depressione; il piano di paragone che, per quasi generale convenzione, è rappresentato dal piano di livello medip dei mari, ha, quota zero. Dall'altimetria derivano i problemi inerenti all'inclinanazione ed alla pendenza di r~tte e piani. L'inclinazione di una retta è data dal valore dell'angolo "' che la retta stessa fa colla sua proi~ione sul piano orizzontale. La sua pendenza è data dal rapporto fra il dislivello dei suoi estremi colla distanza che misura l'intervallo delle loro proiezioni sul piano orizzontale. Tutti i problemi inerenti si risolvono applicando la formula P
= ~ , in cui P rappresenta la pendenza;
d il disli·
nllo; D la distanza. orizzontale. Sia per esempio (fì.g. 7), ' la linea AB inclinata sull'oriz, zonte dell'angolo a.; la sua proiezione sulla carta sarà. data dalla .AB'. Stabilite le quote degli estremi .A e B rispettivamente in q e q', chiameremo p(YY/,(},(m,za della AB il valore rappresen-
tato dal rapporto
227 -
. .
!::
nei quali BB' rappresenta i1 disli-
vello fra A e B (vale a dire q' - q) ed AB' la distanza AB,
BB'
ridotta. all'orizzonte; ma, poichè il rapporto AB'
= tang. 0t,
8i avrà che la pendenza di una retta è uguale alla tangente dell'atngolo d'inclinazione che la retta stessa fa col piano orizZfmtale. In linea genera.le la pendenza viene indicata con dei valori pereentuali meno che per le linee a scarsissima pendenza (ferrovie) per le quali è data in millesimi.
A <q) Fig. 7.
I metodi adottati dai vari Stati per rappresentare l'altimetria si possono raggruppare nei seguenti quattro sistemi geometrici che diremo semplici: metodo delle quote; metodo delle curve di livello; metodo delle linee di massima pendenz&.; metodo delle tinte ipsometriche. Essi non vengono quasi mai applicati da soli, ma gene· ralmente combinati insieme, in modo da assicurare la maggiore evidenza e precisione alla rappresentazione altimetrica. Oltre ai detti metodi altri ne esistono detti dimostratm, che non hanno carattere di geometrica precisione. ma che sono, più che aJtl'O, espedienti artistici per stabilire delle relatività. fra i vari elementi altimetnci; fanno parte di essi gli sfumi, le curve dimostrati11e, gli acquereUi eoe.
-
228 -
Metodo delle quote. - Consiste nel segnare a fianco dei punti principali della planimetria la loro quota; è metodo perfettamente geometrico, la posizione del punto risult ando cosi sicuramente individuata; ma è di insufficienza evidente perchè non può dare, da solo, quell'immediata idea delle forme del terreno che invece è consentita dao-li altri metodi. Viene quindi usato soltanto in carte spe;iali per le qua.li l'~lemen,t o altime~rico non ha gran valore o quando si tratti di terreno pianeggiante, con scarse e poco pronunciate accidentalità. Le quote ve_ngon? apposte sui punti di maggior importanza o s1 ~er1fica un sensibile cambiamento di pendenza (.b1vu, crocicchi, ponti, sommità · o depressi oni più notevoli . .. ). Il terreno pertanto compreso fra essi deve ritenersi di pendenza uniforme. Volendosi conoscere Paltimetria di un punto qualsiasi non q~otato, occ.orrerà, cercare fra quali punti di s:iuot ~ conoscmta esso viene a trovarsi e risolvere il problema in rapporto alla sua posizione rispetto a tali punti. Si voglia per esempio (fìg: 8) trovare la quota del punto S posta su
?~:e
Fig. 8.
~ tratto di strada fra i punti .A e B; poichè, come si è detto, tale tratto · deve considerarsi di pendenza uniforme da . q ~ a. q B , il valore altimetrico di S sarà compreso fra tali cifre. Lo si ottiene risolvendo il cosi detto triangolo di pendenza, rappresent ato da un triangolo rettangolo avente
-
229 -
un cateto (.AB') uguale allo sviluppo orizzontale del tratto A B e l'altro cateto uguale alla differenza di quota o dislivello degli estremi. Per la similitudine esistente fra i due triangoli rettangoli AS' S ~d
AB'
B, si avrà SS' = BB' X
1:·;; e
la quota
di S sarà uguale a quella di .A aumentata di S S'. Se per esempio S' si trova a metà distanza fra A e B ' la quota di. S sarà uguale ad .A più la metà del dfalivello B' B; se invece fo sse ad 1/3 di AB a partire da .A, la sua quota sarebbe quella di .A più 1/3 del dislivello, o quella di n meno 2/3 del solito dislivello BB'. 11!etodo delle c,ur-ve di livello. - Se si suppone di tagliare una, forma orografica qualunque con una serie di piani orizzontaU, equidistant i, si ottengono delle linee. d'intersezione che avranno, ciascuna, i propri punti tutti alla stessa altezza da:l piano orizzontale, originario, di paragone; queste linee che sono necessariamente, dato il naturale arrotondamento d~llo forme del terreno, delle curve, an~i delle siniwse, prendono nome di curve orizzontali, o di Uvello, od ipsornetriche, od isoipse, ècc. · Se noi le raffiguriamo proiettate ortogonalmente su un piano orizzontale, otterremo una serie di linee sinuose, chiuse, che rappresentano alt rettanti luoghi geometrici di punti di eguale quota e che oltre a dare, nel loro insieme, una prima impressione plastica del terreno (tanto più evidente quanto più esse sono ravvicinate), ci dànno anche, col loro numero, un primo criterio· di relatività alt imetrica, che diventa dato preciso aliorchè è nota la equidistanza, vale a dire la distanza verticale fra i vari piani secanti. Si ha pertanto che a pa1·ticolari forme del terreno corrispondono particolari disposizioni di curve. Un'altura isolata (fìg. 9) verrà rappresentata con una serie di cmve chiuse, concentriche, disposte tanto più regolarmente quanto più l'altura si avvicina alla forma regolare
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• 230 -
del cono e 0011 quote progressivamente crescenti verso il centro. Se·1e quote, anzichè crescere, d'iminuissero avvicinandosi al centro di figura, invece di una elevazione si avrebbe una. tlepressione che. n~rmalmente viene indisata col segno (-). Due ~levaz1oru, raccordate da una depressione (colle) a.vr~n~o delle curve chiuse per rappresentare le alture ed una. o più curve este.r ne ·che le avvolgono; il colle verrà .a trovarsi nello spazio compreso fra le due curve inferiori di egual quota.
(fig. 10).
-
231
tanto più un pendìo è ripido tanto più. gli intervalli risulteranno piccoli ~ quindi più r~vvicinate le emve, perchè d.&ta. 1a formula: · "P
= ~
D
resa immutabile d che costituisce l'equidistanza, è ovvio ehe a ogni aumento -di P dovrà corrispondere una proporzionale diminuzione di D .
. Gli _spr~i, le protuberanze in genere si rappresentano con dei salienti, mentre le vallate, le insenatu,re, gli impluvi, ven-
f -•-- I - - - --- -;0 I - - -
-1- - -
' -
... - L
.. ..
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/ -.--- .. ~-·--.. --r- --·--.:. .. --· ,-~ I
'
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I
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I
~
I
(6
@') 10--..J Fig. 9.
Fig. Il.
Fìg. IO.
gono espressi con dei rientranti: le sommità O linee d · t d· z · · i <Yres a o isp uvi, con delle ~urve ·chiuse niù o meno ·allungat"e a seconda della loro sottigliezza (fig. .11). ~i dicono ~ntorvalli fra le successive · linee di livello gli s~azi co~pres1 fra esse nella rappresentazio.p.e della proiezione orizzontale. · Data l'equidistanza stabilita fra le curve, ne verrà che
Ne consegue che, colla altimetria espressa mediante ,curTe ·di livello, non solo si potranno rilevare a prima vista le diversità di pendenza fra due distinti pendii, mà ancora stabilire se esse subiscono più o meno brusche variazioni. Nella fig. 12 dall'esame delle curve sottostanti al profilo del rilievo, non soltanto rileviamo che il pendio .AB ha, nei suo complesso, pendenza maggiore dell'.AC; ma ancora possiamo ben distinguere le irregolarità che lo caratterizzano ed il succedersi di ripidissimi pendii con ripiani più dolce- . mente inclinati. L'equidistanza fra le curve, che è elemento indispensabile per ·1a lettura della carta, viene indicata su ogni foglio, gene•
\
-
- ·232 -
ralmente in basso, vicino alla scala;· il suo valore varia a seconda .del t~rreno e, principalmente, della sca,la. della rappresentazione. ·· In linea di massima conviene adottare la equidi~tanzamillimetrica corrispondente cioè ad 1 millimetro grafico della scala: sarà così di 25 metri per queile al 25.000, di 50 per quelle a1 50.000 e così via; anche quindi~nel caso_di_te,r reru: A
233 -
o cinque) di equidistanze; esse vengono dette direttric-i: nelle carte al 25.000 se l'equidistanza è di m. 10 le direttrici sono di 50 in 50 metri; se l'equidistanza è di m. 25 o 20, le ·direttrici sono di 100 in 100 metri; nelle ·carte al 50.000 se l'equidistanza è di m. 10 lA direttric1 sono di 50 in 50 metri, se l'equidistanza è di m. 50 le direttrici sonc di 200 in 200 metri; nelle carte al 50.000 in cromo l'equidistanza è di m. 25 e le , direttrici di 100 in 100 metl'i. Le curve comprese fra le direttrici, vengono dette intermedie.
Ove·poi i terrnni sono a pendenze non molto forti e per i quaµ si avrebbero delle curve ad intervalli troppo grandi,
I
Fig. 12.
F ig. 13.
ripidissimi, le curve non saranno mai tanto ravvicinate·~da. potersi confondere o da rendere impossibile una conveniente intercalazione di particolari (anche nel caso di terreni al 100 % = 45°, l'intervallo f.ra le curve verrà sempre ad essere di mm. 1 ). . La quota della curva viene inserita nella curva stessa. interrompendone l'andamento - -500--; ma una volta nota l'equidistanza diventa affatto superfluo segnare su tutte le curve il loro valore. Piuttosto, per facilità di lettura e di conteggio, vengono segnate con tratto più forte (fig. 13) lecurve che corrispondono ad un dato raggruppamento ( quattro·
si può ricorrere ~ll'uso d1 curve ausiliarie che si 11egnano. punteggiate e che corrispondono a determinate suddivisioni nell'equidistanza (per esempio di 2 in 2 met,ri per equidistanze di 10 metri o di 5 in 5 metri per equidistanze di 20 o 25 metri); ciò permetterà di regfatrare particolari altimetrici cbe, con l'equidistanza della carta; andrebbero frascurati, come si può rilevare dalla fi.g. 14 nella quale appaiono intercalate curve ausiliarie di 5 in 5 metri (punteg~iate) fra curve intermedie aventi equidistanza di 20 metri (linee intere); !lenza di esse l'andamento quasi a gradinate del pendìo, nè il profilo earatteristfoo della sommità, sarebbero stati rappresentati..
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• La quota dei punti com resi fra. . . risolvendo . il tri 1 • • P., due ourve SJ. ottiene ango~o a·i penuenz" oom .>- , ~- d sostituendo però 1 al . ': e, gl<lf e &tauu etto fisso deU'equidistaa v o,e var1ab1le B' B (fìfl. 7) il ...-a.lore nza.
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Per conoscere questa basterà considerare due quote deio stesso pendìo e contare gli intervalli fra esse compresi; diTi.dendo il dislivello per tal numero si avrà l'equidistanza per · approssimazione in!.difetto (sarà cioè di 25 se il quoziente sarà 26 o 27). Ricordare in proposito che l'Istituto Geografìeo Militare ha, per le carte topografiche, i seguenti valori di equidistanza: 5 - 10 - 20 - 25 - 50 metri e nessun altro. Anche da un limitato~frammento di carta può talvolta desumersi il valore dell'equidistanza mediante il confronto fra un valore ài quota e le curve di livello disegnatevi attorno . . Ad esempio: ·un cocuzzolo rappresentato come nella figura 15 manifesta, senz'alcun dubbio, equidistanza di 25 metri, la curva direttrice non pot,endo avere, in questo caso, va.lore diverso .da q. 100. Senza la~ntermedia a il valore dell'eqnidistania risulterebbe evidentemente indeterminato. Se lo stesso cocuzzolo ha pel vertice quota. da 111 a 119 Pequidistanza i:1arà di 10 metri; se invece va.· da 121 a. U4 l'equidistanza sarà certo di 20 metri.
ESERCIZI.
1. - Determinare la quota di un punto riferendosi ai n,l&ri altimetrici dei punti quotati viciniori. II. - Calcolare la pendenza, di una strada o di un pendìo. III. - Stabilire quale sviluppo dovrebbe avere una strada di determinata pendenza per congiungere due punti posti a diversa quota. 1 IV. - Descrivere le particolarità morfologiche . di -...a, forma orografica rappresentata con curve di livello. V. - Stabiliti numerosi punt-ì quotati far segnare il proba,bile andamento degli impluvi e l'andamento delle cune ai livello secondo una determinata equidistanza.
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236 -
VI. - Disegnare sulla lavagna, mediante , curve di livello, particolari orografici. ' VII. - Esercizi per determinare l'equidistanza di una. carta disegnata a curve di livello.
7. - SEGNI CONVENZIONALI.
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Sono segni, di dimensione stabilita per ogni tip.o di carta, che servono a rappresentare determinate ed importanti particolarità del terreno che generalmente non potrebbero essere segnate sul1a carta se le loro dimensioni effettive dovessero essere ridotte alla scala di disegno. Essi sono dì due specie: a) segni imitativi che riproducono il particolare nella forma che approssimativamente verrebbe ad avere nella sua proiezione ortogonale-orizzonta.le (strade, corsi d'acqua, ca· seggiati. .. ); b) segni convenzionali-, propriamente detti, nei quali manca completamente ogni ricerca d;imitazione, corrispondendo ad el~menti che non esistono materialmente sul terreno (limiti politici ed amministrativi, quote, curve di livello, scritture ... ). Le loro dimensioni sono fissate in modo da renderli ben visibili, ma non tanto da nuocere agli altri particolari della carta ed indipendentemente,. entro 'certi limiti, dalle dimensioni effettive di ciò che rap~resentano; così, ad esempio, una piccola stazione sarà sempre rappresentata allo stesso modo 1 qualunque sianò le misure dei fabbricati e dél piazzale. Ogni foglio di carta topografica riporta quasi sempre, in margine, un largo sunto dei segni in essa; ad operati ma, per il loro numero, non t utti potendovi essere rappresentati, è necessario che essi siano perfettamente conosciuti quale vero ·e proprio alfabeto della carta. \
-M7
Le tavole unite al presente volumetto ~ono quelle messe in commercio dall'Istituto Geografico Militqre; i vari segni sono qui riprodotti nelle dimensioni stabilite per le carte al 25 e al 50.000; per· quelle a scala minore essi vengono ridotti di dimensioni ma conservano inalterata la loro forma; quando sono suscettibili di lumeggiamento, questo è sempre a luce obliqua. . . Le tavole sono già di per sè assai chiare; nelle note pertanto si segneranno solo le notizie necessarie per una completa comprensione del valore e della portata del segno.
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ANTICHITA:
Antichità
249 -
Ponte di baréhe. - Il segno convenzionale è identico qualunqu~ sia il numero ç l'intervallo delle barche; . per essi la strada non viene interrotta. G11acli. - Si riferiscono alla normale portata di acque, esclusi i periodi di piena; deve essere ben accert_ata e riferirsi ad una durata di almeno 8 mesi àll'anno. La freccia per indicare ' la dfrezione della corrente vién segna,ta solo quando. la pendenza del corso d'acqua è · cosi piccola da non potersi dedurre prontamente dal.le quote . apposte lungo le sponde.
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. N OT~ A.LLA TAVOLA I. - Sono omesse tutte le ferrovie, qualsiasi scartamf'nto, <'he non hanno carattere di stabiSolo le s.ta~ioni granrN hanno i fabbricati che ne fan parte ppr.esPn~ati, m scal::t, n<->lla loro forma e dimensione reali. Di pah~zate o stacoionate si rappresentano solo le solide e perma.nenti. · fi · . strada la lmea . li ilfuri. - Quando < anc h egg1ano una che 1
;~à. ~
rapp~·esenta si fonde nello spessore della linea maro-inale. 0 · f er10r1 · · a t re metri • .Retioolato. . . - Se 11·1 , profond1'ta' m lo· si considera s1.epe.
I part!c?lari fiancheggianti una comunicazione si segnano solo se d1 importanza corrispondente alla scala della carta. .No~r~ ALLA :AVOLA H . - Ponti.· - Le ripiegature alle esh emita. de~Ie l:nee parallele del ponte ne rnppresentano le spa_llette; 1 p1loni sono inclica,ti con coppie di puntini colloc~ti ell!e:na.m~·nte alle linee del ponte ed a interv~llo costante di ~ millimetri,. fra .loro, qualunque sia l'intervàllo fra i piloni ~d, il numero di e~s1. La lunghezza del ponte è· rappresentata rn s~ala qnanlio nsulta superiore ad l millimetro grafico che cornspoude alla minor lunghezza da usarsi. · Sono in miirat·ura quando hanno l'arco in pietra o mattoni · l'arco · cemento • armato; in ferro quando hanno' , o t rava t a in travatura scoperta, diritta, arcuata o tubolare in ferro.
NOTE ALLA TAVOLA III. - Cast in muratura e costruzioni annesse (recinti, cortili: , .. ) sono rappresentate in scala, se possibile; altrimenti, espresse con piccolo segno a linee semplici. Le case in legriame sì rappresentano solo se hanuo carattere di stabilità e robustezza e se sono abitate ordinariamente. Cim,iteri. - Se grandi il segno è imita,tivo ed in scala, sia per la periferia che per le suddivisioni interne; se piqcoli il seo0 ·no è convenzionale sia per forma che per .dimensioni; imitativo, solo, 1è l'orientamento. Opifici. - Si contradcÌistinguono a seconda del genere di · forza motrice impieo-ata· quello della lavora,~ione è indicato . o ' aggiungendone il nome al segno, solo quando.ciò è impqrtante conoscere. I fumaioli e le torri costituenti ottimi particolari d'orientamèn.to e di Feferimento per misure, sono rappresen. tati con l'apposito segno nella esatta proiezione del loro centro. Il segno è orientato nel modo più. opportuno o più simile. Per richiam:are l'attenzione sulle depressioni chiuse (doline) è posto il segno (-); lo si usa anche nelle depressioni aperte quando dall'andamento molto tortuoso delle curve di Jh.,.ello, le cavità, del suolo non siano prontamente r!cono. noscibili dalle dorsali. Q1.wte. - Hanno approssimazione di m. 0.50 quelle trigonometriche (numero diritto); di m. 1.50 quelle topografiche (carattere inclinato).
-
250 -
Mentre le pri.me corrispondono a punti particoJarmente costruzioni, le seconde venaono seindividuati da notevoli . o gnate solo per punti che possono essere bene individ l1abili sul terreno. Esse si riferiscono: al piano st1·adale per i ponti, strade, ferrovie1 abitazrom ecc.; alle sommità per gli argini; al terreno, presso la bocca, per i pozzi; al fondo emergente nei torrenti, alle prese d'acqua, alle aperture dei canali, alle qonfl11enze a fondo semiscopert.o ecc. Nei laghi, la quota serve. ad indicare il livello medio a.n nuale d-ellc acque: quelle batometriche sono scritte fra p::iirentesi e col consueto riferimento al livello del mare (con segno meno se sotto tale liveJlo).
....
NOTE ALLA TAVOLA IV. - Impluvi. Sono segnati con linea continua, ingrossantesi a valle, quando sul terreno ·è bene appariscente il solco perco1·so dalle acquei pel letto ascin tto si segna linea p unteggiata. Le scarpate delle sponde sono rappresent ate con lumeggiamento obliquo, nei limiti delle possibilità, conc,~ssi di.1lla cart{t, quando, per la loro altezza ed asperità., ostacolano il passaggio delle persone. I corsi d'acqua si segnano con doppio rigo, tenendo conLo del lumeggiamento obliq·uo, se l'acqua vi scorre in permanenza, se non sono sicuramente guadabili iD; ogni punto e superino la larghezza di m. 3. Il salto in conifottu.ra forzata, in tubo unico o multiplo, per l'azionamento di tmhine, ba la presa rappresentata da un circolo pieno; dall'altra parte sta il segno dell'opificio che · a.limèrita.
NOTE ALLE TAVOLE V, VI, VII, VIII. - La specie della vegetazione o coltivazione e l'orientamento dei filari di alberi
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nelle coltivazioni· regolari, vengo no indicati quando l'appezza.mento di vegetazione risu.lta, in seala, non inferiore al centimetro quadp1ito. · P er spazi di minor superficie si distingue soltanto il genere della colt.ivazione,· senza indicare la· specie <ielle piante. Prati. - Si rappresentano solo quelli stabili che non vanno soggetti cioè ad alcuna rotazione. Macchie. - Si ra-ppresentano colJo stesso SPgno arbusti, sterpi, e roveti, se non presentano l'ostacolo del bosco. La .distinzione tra hosco fitto e bosco rado è dettata dalla copertura che il ho1<co offre. Per indicare l 'Mtacolo al movim ento sia nel bosco fitto che nel bosco rnòo si aggiunge il sPgno di sottobosco. La vite a filare ba11so costituisce una linea malagevole da attraveri!are; piì;l fa~ilmente si atcraversa, al dii:;otto, la vite a filare tirata sn alberelli o su alherL Orog1·afìa. - Il t~rreno di su perficie unito, a dolci raccordi, con inclinazione 1.!UPeriore al 2 °/o è rappresP.nta1",o con curve di livello; quello pianeggiante, invece, con sole quote. Il tei'reno a ripide balze erose, frane, scoscendimenti, ripe. . . , è 1·eso co:n tratteggio geometrjco. a lumeggia.mento obliquo; le balze l'l raret.i 'rocciose, con tratkggio artistico imitativo a luce. obliqua.; la parete ,·ertfoale subisce un leggero ampliamento di proi~zione perchè ne sia più visibile la rappresentazione artisti.ca,. NOTE ALLA TAVOLA IX. - Camionabili. - Straòe a fondo naturale o con massicciata superficiab, percorribili .quasi tutto l'anno da autocarri.' Carovaniere. - Costituiscono le linee commerciali seguite dalle ca,rovane; le rwiriciriali. rappresentano le ·migUori eomuni<'azioni fra punti importanti e lontani; le .~econà,irie rami di aJJa.cdamento fra. le prime e perror::;i DJ(>DO favorevoli. Ferrovie 7eggere. - Si segnano ·solo se stabili e se con servizio permanente.
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.SCRI'fTURE. - I nomi cominciano semp-·e con le lett ere maiuscole; se precbde un articolo, questo ha iniziale minuscola (esempjo .il Cristo, lo Rene ecc.). In e:enere lo scritture dei nomi sono orientate da ovest ad est del particolare a cui si riferiscono. Per i corsi d'acqua il nome viene scritto nell'interno del let to se può e~J~rvi conte~ut?. . · P er le valli, il nome s1 scrÌve . preferibilmente lun"'O uno dei versanti o parallelamente al fondo di esse. "' Per i monti, pizzi, valichi ecc., il nome è scritto a nord del particolare, orizzontalment e e sopra la quQta. A DBREVIAZIONL Pei nomi comuni sono state adottate delle abbreviazioni; ma il foglio che porta l'abbreviazione contiene sempre tracciat a, almeno una volta, per di· steso, la sc1•it;ta che ad essa corrisponde. Pei nomi di carattere speciale o locale ed event~ali abbreviazioni, ne è sempre
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T.ocalità di accampamento. - Luoghi di otdinaria sosta, per paseo!o, delle nòmadi tribù. Uastelli (G.1sr, gare$a ccc.). - Robusti casamenti adibiti a sede di a.utorità di goYerno od a casel'!ue. I termitai. ~ t;:;ono r:1ppresentati secondo la loro proie- zione esatta e quotati al suolo: se sono molto fitti e non molto gra,rnli se ne disegna Quel numero che può essere grll,ficl'l.mente rappresentabile nella superficie corrispondente della levata. I 7JOzzi di acqua salmastra. - Sono indicati quando costituiscono lè sole risorse di acqua bcviòile di una determinata regiona. La fra.zione ordinaria cbe si trova talora a fianco dei Re!?'ni . di pozzo dà, col suo numeratore, l'alte2;za fra suolo e p~lo medio dell'acqua, col suo denominatore la profondità totale, I segni il.elle vegetazioni, oltre a. d1:1,re un'idea della coper' tura., se1·vono talvolta ad indicare la costit-azione e la livellazione del suolo in alcune lot}alità.
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fatta menzione nel sunto di segui posto sul margine inferiore d_ella levata,, mediante l'abbreviazione, il nome intero ed il suo signifkato.
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0 ruENTAì\lENTO.
Orientare una carta, trovandosi sul terreno che qufsta rappresenta, vuoi dire d:sporh in modo che le linee da essa. ripro<lotto t:isultioo in posizione omotetica diretta rispetto a quellt: corrispondenti del t!!rreno. · Occorrerà. pertanto: 1 o stabiliro sulla carti:1; la posizione del 1mnpo sul 4uale ci si trova.: 20 collocare la carta nel mod o detto sopra. La prima upcrazione può gtmtr::1lrnente faré a prima v:stà, specie 8è ili ten1:1no conosciuto, o per trovarsi in un punto hen rapprc>sen tato dal disegno, od in prossimi1 à di uno di questi (rroricd1io di strade, caseggiati importa.nti, opere d'arte, eocnzzoli ecc.); quando im·cco occorrcst-e determinarlo per la mancanza o pel' l'incertezza dj punti vidni di rifc.> rimento, si può riconere al metod o così dt>t.t.o della carta trasparente. . Su un foglio di tale carta., srelto arl arbitrio un punto O centrale, ·si tracciano, con quell a maggiol'e approRsimazione che sa1·à pos8ihilc, delle rlirt>zioni dal punto O verso tre . punti noti del terreno, deiq uali f'Sista la rappresentazione bulla carta topografica di cui si rliRpone e che, possibilmente si trovino ·disposti a /!il'O rli .orizzonte. . QueRto tracciam_e nto non pnò pre~entare molta òiffico1tà se si puù <li~porre di. m ir. t aYolettn sui::cettibilo di ei;;i_;ere mn.ot enu ta orizzontale, o qnasi, a<l uua dat;J, altezza e sullit. qu~Lle, ~egnat a la posizfone di O con uno t1pillo, potranno det erminami 1e ,nrie' direzioni mediante altri spilli di sposti in mo<io da àtahilire <lei traguardi fra O e i punt i del ten~no prt,·si ,1i mira . ' fìe C' Ò non è pos,ibì· e, si potrà, meciiante unn. bus,;ola od ·anche una mitmgliatrice puntata a to.!i p1mti, sto,bilire l'ampiezza. degli angoli fatti tra. loro da.Ile tre direzioni e quindi
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con un m pportatore, ricostruirli sul ~oglio trasparente, tenendo a vertice comnne il punto O. Tracciate queste direziooi sul foglio di carta traspa,rente, si colloca dett o foglio su1la. carta topografica e lo si sposta finchè dette linee vengano ad intersecare, rispettivamente, i punti corrispondenti segnati sulla carta. La poeizione del punto O, se!!nata con uno spillo, varrà a stabilire - sulla carta _:_ il punto cli stazione. Trovato qn.esto, la carta potrà, oosere disposta conYenientemente, nel modo <letto sopra, sia. servendosi di punti noti del t erren o, sia riferendosi ai Fig. 16. punti cardinali. Col primo metodo si sceglie un punto conosciuto A (per esempio il campanile d i S. Alessandro) e si disuone la carta i n rnorlo eh~ la linea, gl'3,· N ,fica, o a(proiezionesul· la ca,rta della retta im maginaria che unisce il punto di stazione ed il campanlle di S.AJessandro ), venga a trov a,rsi nella stessa dire· zione della di stauza. reale. La carta così risulterà orientata ed i VfH'i punti del terreno all'intorno verranno Fig. 17. rispettivamente a trovarsi nelle direzioni '.'determinate rlalJe linee gra.tiche: punto di stazione - punti grafici (fig. 16).
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Col secondo n;ieto<1o, stahilita la posizi oue dei punti cardinali all 'orizzonte, la carta risulterà orienta.ta quando noi avremo disposti i suoi lati in eorrispondènza dei punti stessi; teuendo presento che il lato superiore ra.pprcsenta il )lord, l'inferiore il Sud, il destro l'Est·, ed il sinistro l'Ovest. É ovvio che, pct· queste operaziom di orientamento, .baste1;~ èeterminare una sola rlir.ezfone corrispondente ad un punto cardinale, le altre saranno prontamente indivi<luate tenendo presenti le loro posizioni r eciproche quaJi rbnJt,a,no dalla ro:sa dei venti (fig. 17 ). Noi potremo all'uopo servirci sia di appositi stl'umcnti (bussole), ch e di osservazioni solari e stellari 0 1 più grossolanamente, di indizi e di· informazioni. 0RrnNT.A-11ENTO COLÙ BUSSOJ.A.. La bussola è costituita, da una scatola metallica cont-cne.nte nel suo inter.c.o un ago calamitat 0, imperni:1to al centro e libero di ruotare so 1 piano orizzontale. Per una not,a proprietà fhd('a detto ag·o, in posizione di riposo, tende a mettersi nella direzione del meridiano ma,gnetico locale, direzione che. dì!Teri&ce di pocbi gradi ( angolo di dedinaz~one) da queUa del meridiano geografico che sta.bilisce l'esatto andamento della linea ò e1 N ord-Snd . L'angolo ~i declinazione varifb di luogo in luogo e di tempo in t empo, e, p er ogni località., vtene desunto da appo.c;ite cartine (fig. 18 ). }'er orientare una carta colla busRola, si dispone questa in modo che la linea ~S. (se~ata sul c1uadrante) coincida con una. linea NS. della carta (meridfaino, quadratura laterale <1el foglio . . . ). Si fa scia rhe l'ago Ri volga verso il Nord quindi, senza più toec:are la b·ussola, si gira la carta, ·coHa bussola sovrapposta, fincbè l' N della linea "NS della 1'ussola venga a trovarsi in corrispondenza della p11nta delJ'ae-o cal:1rnitato; per un orientamento più rigoroso dovendosi tener conto delr angolo d'inc.µnazione, poicbè questo, p er noi, è occiden tale, la pnnt a,
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calamitata anzicbè coincidere con l'N, dovrà rima nere a, sinistr~ rli questi di un "Valore angola1·e corrispòndcnte alla decliw n tz1one, ,a!ote che viene genemlmente indicato, a.nr.he sulle b ussole più comuni, mediante una, piccola freccia. (fig. 19).
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~ Fig. 19. ÙRIENTAl\ffiNTO COL SOLE. Il sole si s·posta
sul nostro orizzonf.e con
1!1oto uni!orme, sr,rge al-
1 est a11e 6, culmina a sud alle 12, tra.monta. ad ovest (l!1"''-'s·•····-1,...t, ., 6'e;,..1 ' a,lk 18( .All'iuverno sorge Fig. 1s. dopo e tramonta pl'ima, . . ma la sua i.,osizione al~ o~zzont e, nelle varie ore, non varia in modo da fa,r differenze che pol'lsano pregiudicare le operazioni di oriantamento pE:'r quant0 rignarr]J;1, l'nso della carta; alìe O indicherà sempre all'incirca il ~m. ed alle 15 il SO. Baste?-à quin<li, per orientare una carta applicarvi un lapis ad un marginc-, vedere l'ombra che qu~1;to proictt~ sulla, carta stessa e far rota.re la ca,rta fino a che l'omhra. non risu~~i ~ella, <lirezione corrispon,tente. all'om,: per eRempio a mezzog10rno l'onihra <l ovr:\ a.,~re l a direzione dei meridiani colla cart,a ri volta ~ol lù.to sn<l Vf'ri~() il Role. ' Così,. per l'ori entamento, potremo· servirci anchf' di un orologio, tenendo presente che le · indicazioni delle ore, sul
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quadl:an te, si succedono a. 30° d'interv·ano, vale a dire con un i ngolo che il sole supera in due ore. . . Quindi se noi esponiamo al soie un orolog10 che terremo orizzontalmente e coìlochiamo verticalment e; su1 suo margine, in corrL'1pondenza dell'ora segnata dall'orologio, uno spillo, una festuca, ecc., e poi facciamo girRre orizzontalmente l'orolo()'io finchè Fombra della asticciuola venga a cadere sul centr~ del quadrante, aTiemo ~ tale p osizione che la bh1:ttr~ce, fra l'ora segnata ed il XII dei quadrante stesso, dar à, 1a d1rezione de1 Sud . ossERV Azro./41 STELLARI. Indicazioni di orientamento possono essere date, di notte: dalle stelle fisse delle quali siano note le posizioni. · J!'ra queste, nel nostro emisfero, la più c.omune, perchè facilmente rintracciabile ed indicante quasi esattamente il Nord, è la Stella polare. Essa fa parte della costellazione dell'Orsa 1Winore e ne costituisce precisamente una estremità (punta del timone). Èfacilmenteindividu.a bile partendo dal carro del1' Orsa .ZVIaggiore, pe.1·chè si trova appunto nella direzione segnata dalle Fig. 20. due ruote poster1or1, alla loro destra, e.d aJla distanza di circa 5 volte il
loro intervallo (fig. 20).
.;J.ddestramento . J. - 17 •
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Carte in uso nel nostro Esercito.
. Pe: carta. inten~e~i 1a rappresentazione, su una superficie piana, di tra.tt1 più o meno estesi di superficie terrestre °:ella. ~~le .i vari partico4i,ri del terreno, convenientement; ridotti m drmensì~ni sec?ndo una determinata scala O rapporto, vengono disegnati nella loro proiezione orizzontale od espressi con segni imitativi o conven,zionali. Pel contenut~, possono essere generali · o speciali, a, seconda che corrispondono a necessità di ordine comune 0 provvedono a determinate esigenze. Mentre le generali portano tutti quei maggiori particolari che possono trovarvi posto, in dipendenza della scala del la.~or~, . ~en_za a,lc~n~ prof~renza di designazione, prestandosi quindi ai p1~ svar1a~1,studi, l? speciali, invece, corrispondendo ~ ben. defì.rute .finahta, esammano e pongono principalmente m ff?denza solo gli elementi che possono interessare. 81 hanno cosi carte di navigazione, di comunicazioni f e,-,·ovia~·i~ o ~radali, fi;t.tviali, telegrafiche, telejoniche, itinerarie 1
catastali, idriche, meteorologiche, geologiche commerèiali in&u' _ ' striali, minera.rie, ecc. Nei riguardi della scala si suddividono ancora in: . Carte geografiche se il rapporto è a denominatore superiore al 1.000. ()00; Oarte corogmfiche se fra l : 100.000 ed. .1 : 1.000.00@ eompreso; Oarte topografiche se fra 1 : 10.000 ed. 1 : 100.000 compreso; Piani topografici se fra 1: 2.000 ed 1: 10.000; Mappe o piante se il rapporto è a denominatore infe. riox·e a.I 2.000. . Le carte in uso nel nostro Esercito sono tutte costruite dall'Istituto Geografico Militare che ha sede in Firenze e ohe è l'~co ente autorizzato ai lavori (rilievi) inerenti a,Ua costruzione delle carte; lavori, d 'altronde, di entità
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tale da richiedere una disponibilità, di mezzi e di personale quale solo una organizzazione di Stato può avere. Base della cartografia italiana è la Gra:nde carta topo· grafica del Regno d'I talia, alla scala l : 100.000, che può veramen.te considera,:si il capolavoro .dell'Istituto Geografico Militare e che è quanto di più preciso e perfett o possa ,fosidero.rsi in fatto di cartografia ufficiale. La sua costruzione venne decisa, con progetto di legge votato nel, 1875, a seguit o dei mira.bili risultati conseguiti colla Carta delle provincie meridionali al n0.000, indetta dal nuovo Stato fin dagli inizi della sua costituzione per far . fronte alle infelici condizioni nelle quali, sotto tale aspetto, trovavasi il Sud d'Italia . I rilievi compiuti al 50.000 nelle provincie meridionali, vennero . estesi alle settentrionali, aJla stessa acala per le zone montane ed al 25.000 per quelle pianeggianti e di maggiore importanza demografi.ca; appoggiati gli uni e gli altri alla nuova triangolazione dello Stato che l'Istituto compì ex novo e con criteri del maggior rigo.re dal 1862 ar 1869. Essi vennero ultimati nel 1900, comprendendo 1666 originali di campagna, dei quali 661 al 50.000 (qtiadranti) e 1005 al 25.000 (tavolette); la, superficie di terreno disegnata risultò di 250.000 chilometri quadrati. La Gmnde c0;rta topografica del Regno d'I talia al 100.000 è la riduzione, a tale scala, del disegno cont enuto nei detti •riginali di campagna, debita.mente sjollati di tutti quei particolari meno importanti che, data la minore scala~ non possono trovaryi posto. Alla sua prima. edizione essa comprendeva 277 fogli, numerati da sinistra a destra e da nord a sud; coll'annessione delle nuove provincie se ne sono aggiunti altri 27, ricavati dalle Carte austrfo.cke corrette, aggiornate ed in parte rifatte che si individuano con numeri romani per €1.istinguerli dai primi, contrassegnati con cifre arabiche. Essa è costruita in proiezione poliedrica policentrica, per cui il tratto di superficie sferica. corrispondente al nostro
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territorio .viene considerato suddiviso in tante superfici piane - costituent,i nel complesso una superficie poliédrica di cui ciascun elemento è rappresentato da un foglio della carta. Tali facce, tangenti nel loro punto centrale (centro di proiezicnie) al tratto di superficie sferica che sostituiscono, sono determinate da un reticolato di meridiani e paralleli comprendente 30' nel senso della longitudine e 20' nel senso della latitudine; esse hanno pertanto forma tr&,pezoidale, col iato settentrionale più corto del meridionale per la convergenza dei meridiani. I fogli della carta che \vi corrispondono hanno forma analoga, con larghezza che da 46 centi. metri si riduce .a 38 centimetri man ·ma,no elle aumenta la latitudine e con l'altezza costante di' 87 centimetri.
Fig. 21
Fig. 21 a.
Conseguenza di tale forma è che la i:iunione di più fogli non potrà ottenersi completamente in piano, perchè fra i vari fogli verrà a. stabilirsi una divergenza progressivamente screscente in un senso od· in un altro (ftg. 21 e 21 a). :)\'fa l'inconveniente è assai piccolo perchè le carte topografiche servono esclusivamente per l'esame dei oarticolari minuti del terreno, mentre gli apprezzamenti ri;ssuntivi, da farsi su zone estese, quali g:uelle che risultano dall'unione di più fogli, più .agevolmente potranno compiersi su carte corografiche o geografiche.
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Alla costruzione di ciascun foglio della Carta, al .Z00.000 concorrono 16 originali di campagna se al 25.000 (tavolette), 4 se al 5.0.000 (q1iadranti); questi sono determinati dall'incontro ortogonale del meridiano medio col parallelo medio del foglio e le prime da analogo incontro del meridia,no medio col pàrallelo medio del quadrante. I Q'Uadranti sono, in ogni foglio, distinti con numeri romani I, II, III, I :V, nel senso indicato dalla. fig. 22; le ·tcivolette lo sono, nel quadrante, a seconda della loro posizione, rispetto ai punti cardinali; avremo quindi. le tavolette NE, NO, SE, SO. Della carta al 100.000 esistono in commercio diverse edizioni: , ia edizione in nero, con curve a tratteggio. pei soli 277 Fig. 22. fogli della prima edizione; può essere di l·usso (calcografìa) o corrente (da trasporti litografici ·su pietra o su zinco). 2a Policroma con sfi"mo a luce obliqua. 8a Poliororn((, senzà. sjurno, con sole curve di livello. 4 1t Policroma çon tratteggio. . ~gni foglio è racchiuso in una eoruiçe di determinato modello, secondo le edizioni, cri.tro la quale sono indicati: 1 ° Nome e numero dei fogli adiacenti. 2° Divisioni del reticolato geografico di minuto prìmo in .m inuto primo, con indicazioni numeriche ogni 5', gene ralmente. 3° Valori delle curve di livello che attestano al margine · (direttrici di 250 in 250_m~tri). 4° (In alto al centro). Meridiano d'oriyine (ehe è sem · pre queJlo di ·Roma: :\fonte Mario). 5° (In basso al eentro ). La scala grafica sMnplic~ ,è-el l'l: 100.000 con approssimazione di 100 metri.
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Fuori della cornice esistono altre indicazioni, fra cui: 1° (In alto a sinistra). Quadro d'unione, che rappresenta la posizione del foglio rispetto agli adiacenti; il foglio di cui si tratta è individuato col proprio numero e segnato a tratteggio, a linee incli2~ nate a 45°; i fogli attorno sono rappresentati da quadratini bianchi che portano all'interno il loro numero (fìg.' 23). s~ 2° (In alto al centro). Nome del foglio Fig. 23. (località più importante). 3° (In alto a _ destra). Il suo numero. In basso, oltre ad un largo sunto dei segni co,n venzionali che sono stati usati pel foglio stesso! si trova ancora sempre: a sinistra: Istituto Geografico fy.{ilitare e le date della compilazione e della edizione; a destra: il metodo di riproduzione. Carte al 25.000 ed al 50.0oo:·
Sono la riproduzio~e · alla scala 1 : 25.000 (tavolette) od 1 : 50.000 ( quadranti) degli originali di 'Campagna, quali sono direttamente disegnati dai topografi dell'Istituto. Sono stampate esclusivamente in nero ed hanno l'orografia a curve di livello con equidistanza varia: il tratteggio, a luce obliqua, è limitato a taluni particolari a fortissima pendenza (scarpate, burroni, frane, cocuzzoli ... ). · La quadratura è, all'incirca, analoga a quella del 100.000. La cornice porta numerose indicazioni sia all'interno che all'esterno. Fra le prime (in alto): meridian<> d-'origine; (in basso): l'equidistanza, la scala numerica e la grafica. Fra le indicazioni fuori cornice, oltre il nome delle tavolette ~ del quadrante che è in alto al centro, merita d'essere rileyato il grafi,eo o quadro à',unione che trovasi in alto a ,sinistra e che indica, per il foglio di carta al 100.000 di
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cui si tratta (ed il numero è segnato a .fianco del grafico stesso), i quadra,nti e le tavolette che lo compongono. La zona alla quale la. carta corrisponde è indicata, nel grafico, con un tratteggio inclinato a 45°. Il grafico della figura 24 si riferisce alla tavoletta SO. del I quadrante del foglio 37° della Carta d'Italia; essa è inr;,;- · ----·,--.,1 dividuata coll'indicazione: 37 Ì : ! I-S. O. che, per quanto riguarda / il quadrante e la tavoletta, è segnata in alto a destra. 1 li ~ -,---~-14 - ·-' Dal grafico inoltre si desume { i 1 ( che, mentre del I quadrante si I f hanno i rilievi al 25.000, pel II Ì. n ed il IV non vi sono che quelli al 50.000; il· III invece risulta Fig. 24· rilevato al 50.000 avendo in più per le sole tavolette NO, SO - i rilievi al 25.000. È evidente che se si dovesse esaminare un tratto di terreno collocato al centro del foglio e quindi rilevato parte al 25 e parte al 50.000, si dovrebbe, per quest'ultimo, ricorrere a degli 1;ngrandimenti al· 25.000 del 50.000 originale e ciò per ottenere la corrispondenza nelle 'linee· che non potr_ebbe naturalmente aversi accostando due carte di scala diversa.
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.Aggiornamenti. - Oltre ai nuovi rilievi al 25.000, da sostituire ai vecchi 50.000, l'Istituto Geografico Militare, provvede periodicamente alla revisione sul posto, mediante apposite ricognizioni di provetti operatori, per l'aggiornamento dei vecchi rilievi; esso è reso necessario dalle grandi variazioni che, nel periodo di qualche lustro, vengono a verificarsi per quanto principalmente si riferisce alle comunicazioni; abita.a bilità, opere d'arte, impianti industriali di vario genere, ecc. Ogni carta aggiornata porta in basso, a destra, fuori camice, la data delJ' aggiornamento.
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I ngraridimenti. - li' Istituto Geografico Militare fornisce ingrandimenti al 25 .000 dei quadranti rilevati al 50.000; le tavolette al 25.000 vengono ingrandite al 10.000. I primi, come sopra è detto, sono necessari ogni qualvolta occorre esaminare una. zona al 50.000 adiacente ad altre . rilevate al 25.000. Il quadrante viene a tale scapo diviso in quattro zone corrispondenti alle quattro tavolette. I secondi sono fatti specialmentè per comodità dei tecnici che, per i loro studi e progetti di massima, ab bisognano di maggior.e spazio nella copia delle levat~. Quadrettatura delie ca11.c topografiche (al 25.000 ed al 50.000).
Per facilitare l'identificazione di punti sulla. carta topografica è stato disposto per una quadrettazione d.ei quadranti e delle· tavolette mediante linee sottilissime tr:1cciate in corrispondenza. dei primi di latitudine e di longitudine. Il vertice SO. di ogni quadretto diventa origine delle coordinate, al quale si riferiscono ,i valori lineari (millimetri) di tutti i punti del quadretto stesso. Per indicare un punto, si segue il procedimento di cui appresso: le striscie risultanti tra i successivi meridiani ed i successivi paralleli sono contrassegnate con coppie di lettere trascrjtte sui margini della carta. Qualsiasi qi1,adretto risulta designabile mediante le due coppie che contrassegnano le corrispondenti striscie. Qualsia.si 1n~nto risulta designabile mediante le due coppie di lettere relative al quadretto in cui si trova, seguite ciascuna dal numero di milli· metri che ne esprime la coordinata misurata (rispetto al vertice Sud-Ovest) lungo il lato relativo alla coppia che si considera. 11 numero o le combinazioni delle coppie di lettere sono tali che, su una, esteusione di terreno corrispondente a 2 gradi di latitudµle e 2 gradi di longitudine, ogni quadretto ed ogni punto potranno essere designati univocamente qualunque sia l'ordine in cui si enuncino le coppie di lettere concorrenti
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a forma.re il contrassegr.o. (Così, ad esempio: qua,dretto JR, --'-- MN = quadretto MN- IR). Nel caso della :fig. 25, per designare la posizione del punto F si indica prima il quadretto con le due coppie di lettere che lo contrassegnano (.MN-IR); il punto MN ------ 1f viene quindi determinato fa,cendo seguire il valore dell'ascissa x, poi quello dell'ordinata y, espressi in millimetri. Sex -: 24, '!J Fig. 25.
= 25, l'in-
dicazione corp.pleta del punto F sarà: M:N- IR24-25 . .
Carte topografiohc parziavi. - Oltre .alle già esaminate, l'Istituto Geogrnfico :i\Iilita,re ba pubblicato numerose carte di località diverse al 10, 15, 20, 25.000, oltre a carte di guar.nigione e ·di provincia al 25, 50 e 100.000, cd a quella delle Isole J<ìgee al 25.000.
Carte corografiche d'Italia. - Sono posti in vendita fino ad esaurimento i fogli n,l 200.000 nelle tre edizioni : sfumo, planimetria, ca,lco pa.llido: Di altra al 500.000, a colori, esistono tre edizioni; serve . per studi d'assieme. Altra, ottima, è quella a.d 1.000.000, pure a colori. Fra le speciali a,bbiamo due carte itinerarie una al 300.000 ed una ad l .000.000.
Oa1·te colonùtli. - In seguito ai numerosi rilevamenti regola,ri, la nostra cartografia, coloniale si· è arricchi·ta di ca,rte che 1·ispondono perfettamente a.i bisogni militairi, e che hanno
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consentito di eliminare carte dimostrative usate nei primi tempi per le immediate necessità. In Eritrea merita menzione un'ottima carta al 100.000 ed ~na al 50.000 frutto di regolari operazioni di triangolazion; e rilevamento, composta, la prima, di 36 fogli. In più esistono numerose, ottime carte dimostrative di varia scala. Per la Somalia esistono una carta dimostrativa al 200.000 e alcuni rilievi parziali. I lavori procedono alacl'emente per completare la cartografia di questa colpnia. Della Tripolitania si hanno numerosi fogli al 100.000 int _ r:ssanti vari presidii, ed una carta, pure a.J 100.000 in cro:o d1 parte della zona litoranea e,. dentro, fino a-1 Garian. In Cirenaica sono state compilate carte al 25.000 e 50.000 della zona litora~ea ~d una ventina di fogli al lQ0.000, in cromo, del Sud cuena1co e zona di Cirene. ' Si trala~ciano le numerose carte dimostrative, di cui alcune anche assai buone, pel loro carattere di precarietà. .Alla, co.st:uzione delle . carte coloniali provvede in gran parte 1 Ufficio cartografico del Ministero delle Colonie. . C~rt~ interna~ionale al ~Jione.simo (zona europea) pub~hcata m .6 fogh. Sono stati pubblicati anche alcuni fogli nguardant1 l'Africa Orientale. ·
!
Gàr!e stereoscopiche~ - Sono carte ricavate, con speciale ~roced1mento anaglifìco ideato dall'Istituto Geografìeo Militare, dalle matrici dei plastici costruite dall'istituto predetto. Osservate con uno speciale paio di occhiali (aventi un oculare rosso ed uno verde) danno la visione in rilievo . ~el terreno rappresentato dalla carta. Rappresentano quindi un mezzo economico in sostituzione dei. plastici.
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CAPITOLO XIV.
RICOG NIZ.IO NI" TOPOGRAFICHE - SCHIZZI PLA NU1ETRICI, PROSPETTICI E PANORAMICI I. - Ricognizioni topografiebo. GENERA.LITA.
Considereremo, in questo capitolo, alcuni tipi di lavori di carattere topografico-militare che possono essere affidati ad ufficiali e eompiuti ·coll'aiuto, o senza, della carta topografica. Fra questi, in primo .>rdine, le ricognizioni: studio delle ca,ratt eristiche fisiche di zone più o meno grandi del terreno, completate ·da considerazioni militari. · :Prescindendo dalle ricognizioni• di carattere generale che richiedono s peciali çonoscenze ed una preparazione che non può acquistarsi che attraverso corsi di cultura superiore, limiteremo la presente trattazione a quelle speciali che µanno carattere particolarmente topografico e che consistono nell'esame di una deterlninata e limitata zona di terreno, per quanto principalmente si riferisçe ai suoi elementi fisici e secondo una data ipotesi di impiego di forza e di mezzi; ~tudio di wna marcia, passaggio di un corso d'acqua, ricognizioni per alloggiamenti, accampamenti, poligoni di piro, ecc. Talvolta tale ipotesi può anche mancare e la ricognizione avere per fine di determinare estensione, forma ed importanza. di accidentalità che le carte disponibili non rappresentano che in· modo . incompleto ed insufficiente·.
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La ricognizione, in genere, va preceduta da u n ponderato e minuto esame della carta, inteso a stabHire il punto dal quale partire, la via da percorrere, i trat ti e gli elementi sui quali portare particolarmente la propria attenzione in base alle manchevolezze che le carte presentano o lasciano presumere ed alle necessità per le quali la ricognizione è stata ordinata. Si riassumono qui di seguito, per i vari elementi fisici , i particolari sui quali l'ufficiale opera,nte deve portare la propria attenzione. I. -
lDROGRA..."l?JA..
Per un corso d'acqua: a) Nat1.tra. del corso <l'acq1.ta: direzione generale, sviluppo, sinuosità. b) Corrente: qualità delle acque (torbide o limpidei potabili o non); regime; velocità.: debole (0,50 al l"), ordinaria (0,50-1,50), fm.·te (1,50- 2,50), rapida (2,50- 4,00), impetuosa (oltre 4 metri al minuto secondo), profondità, larghezza, se con isole, secche, bassifondi, ramificazioni, portata. e) Nat1.irn ikl fondo: ghiaia, sabbia, melma, roccia. d) Rive: .natura, altezza sul livello dell'acqua, inclina· zion~, rivestimenti, dominio dell'una sulPaltra, rampe di accesso. e) :terreno adiacente: rete str!l>dale, natura e copertura. fuori delle strade; argini, canali, zone paludose o boschive. f) A. ffe,uenti: caratteri alla confl.uon.za. g) .11:lezzi di passaggio: :;e ve ne c;:;istonp, ponti stabili. (ubicazione, natura, dimensioni, stabilità); porti {numero, ubicazione, portata in uomini, cavalli, carri); accessi, facilità imbarchi e sbarchi, tempo per andata, e ritorno; guadi (numero, ub1cazione, accessi, lunghezza, natura del fondo , velocità, della correnté e profondità, praticabilità per le va.rie armi.
269 -
misure precauzionali da adottarsi, mezzi e tempo occorrenti pAr renderli praticabili o riattivarli) . h) Località che possono presta1·si al gittamento d,i ponti o porti militari. • i ) .Materiali galleggianti esistenti sul posto. Z) N a'IJ'igabilità: tipo e portata dei galleggianti, facilità di na;rigazione, opoce idrauliche esistenti, dighe, chiuse, conche. m,) Considerazioni sul valore tattico, assoluto e relativo,. al ·momento della ricognizione, del corso d'acq'ua considerato come ostacolo perenne o mo,mentaneo. n) Per laghi si procede analogamente, considerandone lunghezza, larghezza, profondità, s~ navigabili e con quali mezzi. 2. -
Ù R OGR.aFI A .
Dovendosi procedere all'esame di una posizione, dist ing uere se trattasi di regione pianeggiante, collinosa o montuosa, coi caratteri generali inerenti e quindi secondo determinate ipotesi di attacco e di difesa. Per l'attacco det-ermina.re:· estensione, natura, accessi, sia della posizione che dei fianchi; se consente ammassamento, scaglionam ento, cop'ertura, . protezione alla fanteria: possibi· lità di attestamenti, collegamenti e rafforzamenti: natura del s uolo, condizioni d'impiego sia per fanteria che per artiglieria. Per la difesa: campo di. vista e di tiro; estensione, profondità, copertura, natUJ·a del suolo, appoggi d'ala; possibilità di defilare, coprire, aVYicina.re, rincalzi e riserve; comunicazioni aia sul fronte che in profondità, possibilità di rafforzamenti, di dare profondità alla difesa, di organizzarè il fuoco; passaggi obbligati, risorse d'acqua, facilità di rifornimenti , depositi e sgomberi, natura, carattere del t erreno retrostante, ecc.
/
- irn 3.
VIABILITÀ..
Direzione generale, lunghezza complessiva, ripartizion e in tronchi.
Per ogni tronco: a) Lunghezza. b) Larghezza utile nei vari tr.atti. . e) Fondo, natura, manutenzione, praticabilità, costante o temporanea, per le vàrie armi. d) Pendenze (oltre 10 % trapelo); determinazione di li'vellette, lunghezza dei tratti di pendenza notevole. e) Punti difficili o pericolosi; dp, cosa costituiti, lunghezza e larghezza, pendenza, possibilità di migliorarli oa aggirarli, mezzi e tempo necessari. f) Opere d'arte: loro .importanza, posizione, entità; se rafforza.bili o distruggibili, tempo e mezzi occorrenti. g) Terreno laterale; se accessibile; se la strada. è in rialzo, in trincea od a livello; se fiancheggiata da fossi, muri, siepi; se è possibile uscirne, lavori per permetterlo; natura, percorribilità, cultura. h) Posizioni tattiche. i) Località attraversate. l) Zone per a.lloggia.menti, capacità, estensione, .sa,h1.. brità, risorse, accessi, distanza dalla sti·ada, copertura da aeroplani, possibilità, di ripari. m) Tratti che possono presentare pericoli per valanO'lae od alluvioni. . é n) :&isorse esistenti lungo la. strada. o) Interruzionj e riattamenti. p) Passaggi a livello. q) Diramazioni e vie sussidiarie ohe possono ìnteresaat>e. r) Praticabilità della strada .in relazione ai pericoli di valanghe, slavine, allagamenti, frane, etc.; proVYedimenti da escogitarsi, ecc.
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:3 , 1 -
Per le ferro,vié l'ioonoscere: il numero dei binari, le pendenze, le opere d'arte, gli scambi, i congegni, le trasmissioni, gli impia.nti di stazione, il matedale. mobile, le officine ed i depositi, le risorse varie, i mezzi di comunicazione, i :tnao-azzini, le banthiue, le strade d'accesso, l'ampiezza dei zali, ecc.
piaz-
4. - VJ~GE'fAZlONK
Determinare il geuere di cultui-a ed esaminare il valore sotto l'aspetto della perC'orribilità. e della copertura (sia da osservatori terrestri che dai mezzi aerei. ed fa rapporto anclie alla s_tagione). Sua entità ed importanza come risorsa in genere e s uo sfrut.tameuto pei lavori forti:fìcatori. Nel caso particola.te cli ricognizione di boschi e foreste, considerarne: forme, estensione, limiti, qualità; dimensione e densità delle pian~e, matgine (tracciato, sviluppo, sbocchi, ecc.), praticabilità (strade), radure, campi di vista e di tiro, idrografia, caseggiati, risorse, terreno circostante (fo1·ma, id1:ogm:fia, vegetazione, caseggiati, strade e risorse). · Oonsidera,zioni 1nilitari; logistiche ( ostacolo alla marcia, ostacolo separatore), tattiche (valore in r elazione alla posizione tattica tappresentata dal terreno circostante, lavori occoncnti pe1· Bisternarlo a difesa, ecc.) . f>, - 0ASEGGIA'l'L
-Vanno es;1mi na.Li sotto il cluplic:e aspetto ta,ttico e logistioo. ~ er il pl'imo: Posizione ri.spelto al nemico (se esposto alla vista, al tiro, a sorpi-ese) ed alla linea di difesa - suo dominio genere, impo1·tanza e resistenza delle costruzioni· traccin.to ' ' lnnghc1.za, natura, andamento del margine; disposizione
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273 -
27~ -
all'inlN'no, se pci- le linee di di.fesa successive o pe1· la costi-
111zio11e di nn tidot.to; suo 1·ovescio (per posizione al'tig·lieria. collocamen to 1·incalzi o riserve) ; posti di osservazione; na.l nra· del terreno d'attacco. · Sotto l'aspetto logistico si considererà: i;ua posizione rispetto direzione di marcia, popolazione (agglomerata o sparsa, sua possibile utilizzazione pei lavori militari), capacità di accantonamento; risorse acqua, pagliai, legna, fieno, bestiame, commestibili vari, mulini, forni (numero e rendimento nelle 24 ore), quadrupedi e . carreggio, farmacie, ospedali, stabilimenti industriali, mezzi di comunicazione. La capacità d'accantonamento viene indicata per frazioni e nel complesso; se del caso si accenna al tempo e mezzi per sgombero di locali utilizzabili. Nelle ricognizioni per accampamenti esaminarne posizione rispetto al nemico ed alla direttrice di marcia; natma e plastica del terreno e sue condizioni rispett.o all'igiene e comodità della truppa; capacità di accampamenti; fabbricati in vicinanza dei campi, lavori occorrenti, copertura e facilità di occultamenti dall'osservazione aerea, acqua, paglia, legna, fieno, risorse varie neUe vicinanze. Le constatazioni e le osservazioni compiute durante la ricognizione vengono riepilogate in lavori descrittivi che prendono nome di rapporto o relazione di ricognizione, completati da schizzi di vario genere. Loro principale qu.àlità deve essere la chiarezza, non disgiunta dalla maggior concisione possibile, per cui non dovranno mai ripetere quelle notizie che possono, con più precisione e rapidità, essere rilevate dal documento grafico .che le accompagna; talvolta, per zone molto ristrette e per singole località, può essere la ricognizione utilmente riepilo · gata in un solo schizzo completato con poche e succinte note. Anche, se si dispone di una · buona carta topografica, basterà completare la rappresentazione data da essa con
q&alche schizzo o profilo di punti caratteristici, ingrandendola se a troppo piccola scala e completandola di tutti i particolari del terreno di cui manca.. 6. - l'l'INERARL.
Particolare importanza fra i rapporti di ricognizione hanno gli l'.rINERARI che riassumono i dati raccolti mediante ricognizioni stradali e che rappresentano una completa relazione sullo stato di. una stra.da o di uno speciale percorso, in relazione ad una determinata finalità. In generale, qualunque siano lo scopo, il tempo, i mezzi con cui si eseguisce lo studio di un itiner~io, esso interessa sempre, non solamente la strada e la direttrice di marcia propriamente detta, ma anche una certa estensione di terreno, più o meno larga, lateralmente. Generalmente essi riportano il tracciato stradale nella sua esatta forma; tal'altra invece questo può essere rettificato e la strada viene rappresentata con una linea continua, di sviluppo corrispondente alla. scala del lavoro, sulla quale sono riportati elementi di misura, riferiti a distanze od a tempi e fra i quali, regolarmente distribuiti, vengono collocati tutti i particolari che devono essere presi in considerazione. · Completano l'itinerario le note esplicative contenenti tutto q ùanto non può essere rappresentato dal gratì._cismo, il ~rofìlo del percorso, schizzi parziali di punti singolari, prospetti, ecc. Si dànno qui di seguito due esempi di itinerario: uno col tracciato rappresentato in scala (tav. IX); l'altro coo tracciato rettificato (tav. X). Essi non rappresentano che due tipi che possono quindi esse:re convenientemente va,ri~ti secondo il criterio del compilatore ed a norma delle circostanze. L'uso di speciali segni convenzionali p.e r dino~arc. determinati particolari o condizioni del terreno, puo nsultare ..4.ddeslram~w. l. - 18.
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assai convenient~ s~mpre però che non compromettano la chiarezza della rappresentazione - riducendo notevol mente l'estendersi delle note esplicative. Altrettanto dic ,~i per _l'adozione di colori, sia nei segni convenzionali che nelle linee del terreno rappresentato dagli schizzi. Tanto i primi che i secondi devono però essere accuratamente indicati in una leggenda da unirsi agH itinerari. Trattandosi di percorsi di una certa estensione può convenire compilare degli itinerari distinti secondo una ripa,rtizione in tratti determinati aalle località più importanti che si incontrano su di es~o; ma anche nei singoli itinerari, quando le differenziazioni nelle condizioni stradali sono notevoli; conviene esaminare i percorsi suddivfoi ancora secondo le diverse caratteristiche dei vari tratti. In genere, prima di partire per una ricognizione a scopo itinerario, sarà bene munirsi di un grafico del t racciato della stra.da da percorrere, disegnato a scala piuttosto grande . (25.000 o 50.000) e desunto dalla carta. Su questo, strada facendo, si disegneranno tutti i particolari rilevati e si stabiliranno gli elementi per le dette suddivisioni.
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1° Esempio.
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TAVOLA
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Strada perooreal
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strada
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O. Rosai · Caso Mulattiera. colon. di nee·J fondo res lst. I auna Import. !li e (1 m.e ll te Bestiame: trasformabile 1 6 bovini , in oarreggla4 cavalli I bile. 2 muli Bosco rado l\i 4 pozzi Ò:b· I vo.riaeasen:.m: ;bandone.ti. caduco
11•10'
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I M. Bra C. :liel
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Id.
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Qunicbe trnt,to C. ì\Iei • Due La mulattiera si di muro a seo·I casette c,olo· avolge In ver· co di soste· niobe Ili nes-• sante asso.I rl· gno ali,\ mu·' suna. utilizza· pldo di roccia lntt!era. zione. In gran parte . scoperta. Non !aeilxnonte trnaformablle; v o g et azione
nulla.
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Esempio.
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T AVOLA
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Itineràr~o :\'erlato - M. 'Bra (9_70)- Rosato l(m. 7.800 IL - Sehizzi.
~ IapproSSlmn· P rofilo I Tra.celato
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Servono sia per completare le indicazioni fornite dalla. carta topografica, rappresent ando il terreno nelle sue più minut e parl;icolarità che per esprimere in forma riassuntiva, evidente e di facile comprensione, quanto è stato oggett o d,i osservazione nel corso di una ricognizione. E ssi si suddividono in due categorie: 1 a P lanimetrici: compilati sui principi della proiezione naturale' usata per le carte, prendono nome, a seconda delle modalità della loro costruzione, d i rappresentativi, dimostra-. tivi o schematici. 2a Panora;,,ici o prospettici : tendono a rappresentare l'aspetto esterno· del suolo colla ;riproduzione delfimmagine quale é .veduta dall'occhio dell'uomo. I primi ' sono geometrici, i secondi invece sono essenzialment e artistici e. richiedono quindi nell'operatore delle particolari abilità rappresentative che non sono indispensabili per i primi.
Scmzzr PLANIMETRICI. Schizzi rappresentativi. - Sono topografici per eccellenza, riproducendo graficamente e nel m9do · più esatto possibile, le relazioni di posizione esistenti fra i particolari contenuti entro limitate zone . di terreno. La precisione e la ricchezza dei particolari sono proporzionat e al fine al. quale lo schizzo è destinato. S chizzi dimostrativi. - Detti anche illustrativi, sono fatti a fine speciale, in relazione al quale si cerca di mettere in evidenza, alcune particolarità a detrimento di altre meno interessanti; ciò può portare anche a delle esagerazioni nella rappresentazione, mai però tali da poter compromettere t roppo gravemente le relazioni generali di posizione e di aspetto che devono sempre ·essere mantenute fra schizzo e terre1lo·
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È quindi una vera e propria ca,·icatura, la qùale può bensì esagerare alcune dimensioni, ma deve conservare assolutamente la rassomiglianza. Sono generalmente a scala assai grande poichè, trattandosi il più delle volte di inserirvi particolari, è opportuno disporre di spazio sufficiente; altre volte invece, non essendo compilati a scopo esclusivamente topografico, ma ·dovendo portare segni e rappresentazioni di carattere militare (truppe, magazzini, linee di difesa, ecc.), la sistemazione dei particolari viene ridotta a. quel tanto che risulta necessario a ben individuare l'andamento e il collocamento delle vaTie linee e dei punti detti, ed allora la scala è subordinata, all'estensione del terreno da rappresentare in relazione allo spazio grafico di cui si dispone, e vien sempre segnata, anche nel suo valore approssimat·ivo, .sul foglio stesso del disegno. Schizzi schematici. - Gli schematici sono quelli che, con poche linee, rappresentano approssimativamente particolari di terreno in relazione a determinati casi speciali, allo scopo di porre in evidenza delle situazioni relative e dei rapporti di reciprocanza. Quanto alla loro scala può valere quan to è stato detto per quelli dimostràtivi.
Norme 11er la compilaziono degli schizzi planimetrici.
Possono essere compilati sia partendo da ingrandimenti di ra;ppresentazioni cartografiche regolari, sia con particolari procedimenti topografi.ci che prendono nome di rilevamento. I primi, desm;1.te dalle éarte le posizioni rispettive dei punti che vi si trovano segnati, vengono poi completate sul terreno· collocando, fra essi, tutti quegli altri particolari che possono trovarvi pQsto in ragione della maggi9re scala. I rilevamenti, invece, necessari quando mancano gli elementi cartografi.ci sopra.detti, hanno essenzialmente ·per scopo
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di stabilire i rapporti di posizione fra i punti perimetrali, o topograficamente più importanti, di una determinata super~ fi.cie di terreno e quindi rappresentare in disegno, con segm imit~tivi e con seg.ni convenzionali, le forme del. suolo nonchè i particolàri che ne caratterizzano la superficie. . Omettendo di parlare dei regol,a,ri che richiedono strumenti e procedimenti speciali, li distingueremo col nome di :ile~ vamenti speditivi quando vengono compiuti servendosi di strumenti di piccola mole e di sollecito impiego; a vista quando, tutt'al più, si dispone di me~zi eiement~ri eh~ non posso~o classificarsi fra gli strumenti topografi.m; cosi, ad esempio, un doppio decimetro, una squadretta, un compass~, l'~rologio, una funicella, qualche asticciola in funzion~ di palma, una bussola tàscabile, un binoccolo, ecc. Quindi se il rilevamento speditivo richiede sempre nell'operatore una certa quantità di cognizioni tecniche per la, buona utilizzazione degli strumenti che è chiamato ad adoperare, il rilevamento a vista, quale quello che è sufficiente al completamento di ingrandiménti cartografici ~ che . può adottarsi per determinate limitatissime ·zone, può essere semore richiesto ad ogni ufficiale di arma combattente, non richiedendo che cognizioni topografiche elementari quali sono quelle che è indispensabile conoscere per ben leggere una carta. n rilevamenw a vista riesce particola,r mente facilitato quando, da un punto cent rale, è po~sibile osserva:~ t utto il terreno da rappresentare; stabiliti con cura tutto all'lnt~rno i punti essenziali in ba.se ai quali posson~ individuarsi le li_nee ·principali del terreno, si cerche.rà di fi~sare,. colla ~~-gg1ore 'approssimazione possibile, la posizione di dett1 .punti risp~tto al punto di stazione, calcolandone a vista la distanza ~ l'a,ngolo che le varie visuali ad essi dirette fanno fra di lor~; segnato quindi un punto, sul disegno, a rappresentare _Il punto di stazione, si irradieranno da questo, ne!l~ varie direzioni corrispondenti a.UP. 1ette visuali, delle sott1h tracce
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a matita. sulle quali si segneranno i p unti a, b, o, d, e . .. a distanze, da S', corrispondenti, in scala, a quelle effettivamente stimate esistenti sul terreno tra S ed i punti A, B, o, D, E ... Questo metodo di rilevamento dicesi per irrculiamento ed il terreno viene ad essere ripartito in un nnmoro più o meno grande di settori entro i quali, analogamente, e settore per settore 1 si rileveranno i vari particolarj, facendo stazione successivamente nei punti precedentemente ottenuti. È ovvio come una buona determinazione dei primì punti. agevoli e co;tferi.sca, celerità ed esattezza a tutto il resto del lavoro. Quando il rilevamento non può farsi ohe da un punto solo, centra.le, la prima operazione da compiei·si sarà la determinazione di una linea chiusa1 detta poligonale che riunisce i punti periferici più impor tanti della zona' da rilevarsi (ver!ici) e che si fa partire, se è possibile, da uno dei punti noti o. d~ un punto qualsiasi, se non si dispone di punti conosciuti. L~ poligonale viene compiuta per camminamento; sp0standosi cioè successivamente, da uno all'a,Itro dei punti stabiliti, misurando a passi le distanze e calcolando a vista gli angoli fra le varie direzioni ed i dislivelli. Riportati man mano, sulla carta, gli elementi anaolari e di distanza della voligonale, la chiusura della stessa m;tterà. in evidenza gli enori commessi che verranno ripartiti fra i v~ri lati. I vari particolari verranno determinati per irradiamento, dai vertici,' specie se esterni alla poligonale, o per inte1'8ezione, se interni, mediante visuali lanciate da due o più vertici (punto N della fig. 26). Durante tali lavori è indispensabile assicurare al distgno un esatto orienta1rnento; segnata all'inizio l'ombra che una matita, appoggiata vertica,lmente al margine del foo-lio . ~ , pro1ettajsullo stesso, rimettendo in seguito, durante il lavoro la matita allo stesso posto e facendo coincidere la nuova ombr; con quella segnatavi precedentemente, si otterrà un orienta1
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meu1;o che, per tal genere di lavori, che non possono richiedere gran tempo: potrà considerarsi sufficiente. Mancando il sole (e per s~bizzo poco esteso) potrà bastare scegliere un punto moUo lontano ed in dirczion~ di esso, sul foglio in posizione iniziale di o~ient~mento,. d1s-eg~are un~ freccia. Durante il lavoro ogm qualvolta 11 foglio verra ricollocato colla freccia diretta al pl:_::~o, l'orientamento · t·1vamente ripreso. primitivo potrà considerarsi· approssima
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Preferibilmente, si farà coin~iderc la parte alta del fog~o al nord del terreno; ma ciò non è assolutamente ne~essar10 dovendosi principalmente badare che il lavoro corrisp?nda allo scopo per cui è fatto e che sia di agevole c~nsultaz1one; si dovrà ad ogni modo, a lavor? ultimato, poue m un angolo la freccia. del nortl per l'orientamento.
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Pei segni convenzjonali è conveniente, sempre cne possibile, servirsi di quelli regolamentari;' si eviterà così l'inéonveniente di aggiungervi delle leggende che sono invece assolutamente necessarie tutte le volte che, per cause varie, si è fatto uso di "un segno speciale; ad ogni modo, se è consentita l'adozione di segni nuovi, questa deve avvenire solo per evidenti ragioni di maggior celerità di disegno. In linea di massima le strade possono essere rappresentate· con una linea sola; i villaggi e gli abitati in genere, che non· , a~biano particolare importanza pel fine del disegno, vengono segnati col loro perimetro, tratteggiato all'interno· porte. '· - . ranno invece ben· segnati e rappresentati tutti i particolari della loro disposizione interna quando ciò può riuscire interes-sante. La vegetazione, se non è particolarmente da prendere in esame, sarà indicata con semplici lettere alfabetiche (B = bosco; O = campo; V = vigna; P = prati; O~ orti; G = gerbidi; O e V - campi e viti; Ba Bb = boschi alti e b·assi; Bf Br = boschi fitti e radi), o con breve descrizione ·o co.n· i soliti segni convenzionali ·a grande intervallo. L'uso dei colori, negli · schizzi, può essere anche assai conveniente, agevolando la rapida comprensione del disegno e determinando una maggiore immediata evidenza; ma anche qui · è necessario non lanciare la fantasia ad una sbrigliata policromia ed attenersi per quanto possibile, ai colori adottati <fall'Istituto Geografico; rosso o nero per le strade, azzurro per le acque, bistro per le. forme del terreno, verde ' per 'le alt:ure. Dovendosi rappresentare delPaltimetria si ricorrerà alle curve dimostrative, lumeggiate artisticamente con quella efficacia di tocco che potrà essere conu~ssa dalla abilità a,r tistica dell'operatore, al quale però non è vietato, potendolo, di servirsi invece di sfumi. Le scritture possono essere . fatte in ·carattere inglese stampatello, ma collo stesso orientamento del disegnò e, gene~almente, eoì nomi a destra. delle località che rappresenr
...
tano. I · nomi dei fiumi. - nei quali una freccia indicherà sempre la direzione della corrente - vanno scritti lungo il · corso o parallelamente ad esso. P er le strade interrotte ai margini del diseirno è bene rappresentare, con freccia, la direzione della località più prossima e, col numero dei chilometri, la distanza che intercede. Ogni schizzo poi d2_vrà ancora portare quelle indicazioni che servono a qualificarlo completamente: Titolo e qualità dello schizzo (in alto al centro). Scala grafica e numerica (in basso a sinistra): Data, cognome e nome, · repàrto d.e ll'autore (e non firma) (in basso a destra) . Freccia del nord (ove meglio si ritenga conveniente). 'ralvolta può anche essere opportuno segnare le. caratteristiche di compilazione che vanann~, se non altro, a meglio stabilire· l'attendibilità geometriça del documento; ~e cioè \ è stato fatto a vista, o tratto dalla carta topografica mgrandita, con distanze misurate a passi od in bicicletta; ed in quali · condizioni di calma, di disagio, di tempo, ecc. Sempre poi, a tergo, o .nei margini, od jn vicinanza ai se()'ni· dei particolari ) si porranno quelle note monografiche O I , , illustrative che non possono e::;sere rappresentate co1 segm stessi e eh.e invece si riterranno necessarie all'esatta e completa comprensione dello schizzo. SCHIZZI PROSPETTICI o PA.NORAl\fiCI. - Si cerca con essi di rappresentare, come ·sono viste dall'osserva,tore, cioè in proiezione a quadro verticale, le forme del terreno e qu,~nto trovasi su di esso (villaggi, strade, foreste, ecc.), dando 1 idea del loro ·vario allontanamento dal punto di vista con semplid tratti di matita è con speciali artifici. · .Il vantaggi.o principaìe di un tale i:ichizr.o è di riuscire evidente e facilmente comprensibile da tut,ti; ha però l'inconveniente di rendere poco bene le distanze orizzontali, specie nel senso della _p rofondità del qaadro ; ·e, per la rela-
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tiva ·vicinanza del punto di vista dal quadro, di non essere intelligibile se non da chi li consulti dallo stesso punto dnJ quale furono rilevati, o da luogo poco discosto. Al primo inconveniente si può in par.te rimediare con un ripiego, come quando, trattandosi di una grande successione di linee in profondità, si rettifica la prospettiva aumentando la distanza sul piano orizzontale fra le dette linee, ·come avverrebbe se si fosse· rialzato il punto di vista; al seèondo si provvede con l'indicazione precisa, su. tutti gli schizzi, della posizione altimetrica e planimetrica del punto di vista stesso. Il diffondersi della fotografi.a ha quasi sostituito il lavoro a mano; ma questo può ancora rendere buoni servizi, specie se affidato ~ disegnatore c~e possegg.a senso artistico ed abilità adeguata. Non solo gli oggetti appaiono diminuiti di dimensione man mano che si allontanano dall'osservatore, ma ancora meno evidenti ed incerti ne appaiono i contorni e, le varie particolarità, <la oltre una certa distanz9., finiscono per con- · fondersi in una massa confusa e grigia. Ciò si deve cercare di riprodurre, rappresentando con maggior intensjt_à, grandezza e precisione, gli elementi più. vicini ed attenuando tale rappresentazione man mano essi si allontanano, òno a non dar più che immagini piccolissime, indeterminate e molto sommarie dei lontanissimi. · ' Per consuetudine quasi generale il senso della profondità. è reso secondo una successione di tre piani. Nel primo si considerano gli oggetti vicinissimi, 'fino circa ai. 300 metri e questi si rappresent~no ben marcati: con effetti di chiaro oscuro, in profondit à, in conseguenza della visione stereoscopica a,ssicurata dagli occhi; oltre ai 500 metri tale effetto si perde e gli oggetti vengono semplicen;iente delineati (2° piano); il 3° è oltre i 1000 metri e gli oggetti vengono segna.ti con linee sottili ed interrotte, a tratti. È questa una suddivisione che non può essere sempre seguìta rigorosamente; tfa,lvolta le necessità del momento
dchiedono di portare il primo piano assai più lontano · dei 1imiti anzi detti ed allora l'uso di un binoccolo può diventare grandemente vantaggioso. . Per un principiante può essere di buon aiuto, nella costruzione di un panorama, l'i_mpiego di un piccolo telaio i·ettangolare attraverso alla 1.mi luce siano distesi dei fili verticali ,ed orizzontali, ad egual distanza l'uno dail'altro; mes~isi in stazione e. stabilita la zona che si vuol riprodurre, il tela.ietto viene collocato davanti all'operatore a distanza ;tale da poter comprendere interamente, entro la cornice, il panorama d~ copiare; sul paesaggio verranno pertanto a proiettarsi i fili anzidetti, stabHendone una quadrettatura che verrà riprodotta con linee sottrn sul foglio da disegno ed ' alla quale si riferiran110, analogamente, i punti del paesaggio ,ed i corrispondenti del disegno. Lo schizzo va eseguito progressivamente ed in modo ,da poter avere del terreno, al ,più presto, una. rappresentazione anche incompleta, ma sempre utilizzr"bile per il fine al quale il panorama deve servire. Esaminato, accuratamente il t;erreno da rappresentare· .si sceglie H punto di vista in modo da poter ben vedere ·tutti i particolari che si intende riprodu!re. Quindj si passa a.ll'o-rdito od abbozzo del disegno, col quale i punti più . notevoli del paesaggio vengono riportati •'sullo .schizzo, mediante la quadretta.turar già praticatavi. · Si procede quindi per riempimento) tracciand o· anzitutto 'le linee caratteristiche del terreno e colloca,ndo successivamente zona per zona tutti. i vari particolari, comincfando ; da.i più importanti, secondo la loro posizione rispetto ai punti che costituiscono l'ordito. · L'importanza dei . particolari non è datrL solo dalla loro · -vi3ibilità; ma occorrerà, rappresentare anche . quelli meno .visibili, purcM impoitant,i . dal punto di vista militare; a, ·tal uopo può rendere buon servizio 1,1na carta topografica., •colla scorta della quale potranno cercarsi sul terreno riferi-
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-
286
menti per rappresentare particolari di notevole importanza che risultassero defilati. Il disegno va compiuto con matita be·n temperata e piuttosto tenera ed a tratti netti e continui; ogni segno inutile deve essere evitato. I vari particolari vanno disegnati secondo le regole della prospettiva che ~on si stanno qui a rjpetere perchè devono essere ben note a chi s'accinge ad un tal geJ?.ere di lavori, essendo assolutamente da escludere che possa trarsi un qualche rendimento da uno .schizzo prospettico che non. sia tracciato da persona avente buone attitudini e sufficienti conoscenze in proposito. Esso ·viene completato con nomi, lettere e numeri appropriati, corrispondenti alle scritture che risultano sulle carte topografiche, dalle quali, se è possibile, sarà conveniente riprodurre, anche sommariamente, la planimetria del terreno raffigurato nello schizzo. Tali iscrizioni vengono disposte al margine superiore del disegno e su diverse linee, tanto più basse quanto più vicino è ·l'oggetto e nell'ordine di successione dei diversi piani. Pei punti più importanti si segnano an,che le distanze da,l punto di°vista., e, dove occorre per un'esat ta individuazione, si può_fa.re uso di leggere linee verticali, puntinate o tratteggiate, terminanti · con una piccola freccia sulla rappresentazione dell'oggetto che si vuol indicare. Oiò, principalmente, è opportuno 'J)ei punti important1 dati dalla carta topografica e risultanti defilati alla vista. Potendolo, segnar~ il Nord; sempre poi il punto di vista da,l quale il panorama è preso, la sua, quota-, l'unità, di misura impiegat a e la data; infine il gr~Ldo e il nome del compilatore.
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.A .LLEGATI
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,,
ALLEGATO
DIVISIONE DI FANTERIA NO'.{tMALE
'fIPO DI FORl\fAZIOJSE .A PPR08Sl1UATIVA DI GUERRA .d ) C01:fANDO:
Comandante; Stato Maggiore; Quartiere GeneraJe.
•
..B) TRUPPE:
2 reggiment,i di fanteria; 1 legione camice nere (r er divisione di fanteria); 1 ba,ttaglione morta.i; ' 1 compagnia cannoni da 47/32 controcarro; l reggimento artiglieria, per <liviE.·one di fa nteria; I compagnia artie1i con r arco r aneggiato; 1 compagnia t elegra:fì sti e radiotelegrafisti; 1 sezione fotoelcttricisti; 1 r eggjmento di cornplerr enti (su 2 batta.glioni).
r ,
·O) SERVIZI:
1 sezione di sanità; 1 sezione sussistenza; l squadra carbur ant i•
....
Addestramento, 1. - 19.
:t
-
290 . ALLEGATO
DIVISIONE MOTORIZZA'l1A
--....
-
I gruppo di btt. è. a. autocampale su: comando di gruppo; 2 btr. cannoni c. a.; 1 btr. mitr. c. a.; 1 reparto munizioni.
!ip Tipo di formazione approssimativa di guerra. · tr) Comando di divisione
li)
Cp. motociclisti su:
(S. M. e Q. G.)
r l pl. comando; 1 , 2 pi. motociclisti; I pl. motomitraglieri; i, l pl. fucili o mitragliatrici controC!lrro.
e) 2 rgt. ftr. motorizzata ciascuno su: I comando di rgt.;
btg. fuciliei:i, ciascuno su: comando btg. e cp. comando· 3 comp. fucilieri (l); '· I comp. armi accomp. e controcarro,~ l htg. armi accomp. e controcarro su, coman,lo e cp. comando; cp. mitr. c. a.; cp. pezzi controcarro autotra.inaci,~ cp. mor:tai da 81; cp. mitraglieri. 2
• ,rl)
1 btg. armi controcarro e · accompagnamento divisionale su: comando bti.; I cp. mitr. c. a.; 1 cp. pezzi controcarro a.utoportati; 1 cp. mortai da 8 I.
~ fl} l reggimento a.r tiglieria clivisione motorizzata su:
l comando di reggimento; '",
gruppi T M (ciascuno su 3 htr.); r eparto munizioni reggirnenta,le; } ~tr. c. c. autocarrata; 4 l
O) La oompag!lia tuoÌlierl presenta le seguenti sostanziali differenze rispetto a.. ,.,g,10lla della divlf!IOne di fanteria norma.le: - ha In più un plotone fucili o mitr. c. c. - nella squadra tuciliorl manca il gruppo fucilieri.
291 -
'f) Battaglione misto ' del genio su: 1 cp. speciale artieri; 1 cp. collegamenti. g) Se:rvi~
1 ·sezione di sanità (2 rep. àutocarr. 1 rep. portaferiti); 1 ospedale da campo; 1 nucleo chirurgico; 1 ambulanza odontoiatrica,; 1 sezione di sussistenza; I squadra panettieri forni Weiss;
l autoreparto misto per divisione motorizza:ta.
I
-
-
29·~ -
293
~ ALLEG AT< 4
ÀLL.EGATO :~.
DIY ìSIO:'-.E COR.\ZZ.A.'l' A \
DIVISI ONE AUT OTR.A.SPORT.A.BILE
Tipo di ror n: ·
a rpro,~ imati vn di gucr ru.
H111c
'Tipo dl formn1:i ooc apprn~'-imatil'a di guerra. a) Comando divisione: S . ''
1'~•1rmazioni a ,1aJ•>'jh.: a '{.t\}Jle <lelb. divisione di fanter ia normale acl . eccezion::, ·'. : ..
R<'p~rto comauclo tattico su: nu ro-r :indo di r cp;uto; nn pbtone misto: uu plot ,.ie mot.ociclisti; :1:, p!otou<> oi-.,;c·n·atori <ii;cc g nator ;}.'lrto;;rafi.
l comando d i r eggiment-0;
Ro;:r'.( 1<':110 ar·tigL~ria :•,·r u.1visione autotr a . ~P naoile.
I
3 gruppi T. M.; l batteria. controa c-rei da 20 mm. sn 4 se, z io1-u;
1 r epa.rto munizioui e v iver i.
b)
Con~am,do di brigata:
1 cp. coman do
--- - - ·- -
e Q. G.:
:<11
Con .t<· e uff. del com:rndo; 1 plotono comando: I plotone cani )L: \ 1 plotone motociclisti: 1 l p lotone m::rcomst1: I plotone osst•rvatori- <lisegnatori • cartografi.
I
e) fanteria.
J r _: .
,,.,....
·?..n''!;f,n
I rg~. I e1sa..;heri
I
1 comando; bt.1?. carri; l op. o. a. dn 20 m/m ; 1 cp. rip::rn:tioui e r:cupc 6.
\
I comando; l cp. motociC'!isti; 2 b:-d taglio!\i autopor tati :
) .,"
'
( l btg. c . c. divisionalP
l
hattag"ti,n armi mento e ,'. a .; I autorep::r to. l comandc•; 2 compagcie da 4 7 /32.
ac<·ompa:-na -
1
-
294 -
295 Segue
.ÀLLEGATO 5 .
ALLEGATO 4 .
d) ilrtigUeria:
I comando d1 rgt.; 3 gruppi r. M.; 1 gruppo misto c. a.; 2 !2' · , t>i semoventi.
l rgt. a,rt. per div. cr.
'fipo di formazione approssimativa di guerra.
e) Gmio: 1
l l>tg. misto _per divi.
siene corazzata f) Serrizi:
DIVI.SIONE AVIOTRASPORTABILE
l
l comando: 1 compagnia artieri; l compagnia. collegamenti.
1 sezione san
(su 3 rep. autoca~reggiati); 2 ospeda.Ji da campo; · l nucleo chirw:gico; l ambulanza odontoiatrica; l !lozione st:ssistenia (su 3 nuclei); 1 squadra pa.nettieri (con 8 forni mod. Weiss); 1 officina mobile pesante; .I reparto soccorso stradale (su 4 nuclei);. 1 compagnia movimento stradale; l autogruppo misto; l autoreparto pesante; l autoreparto misto.
l comando di divisione (S. 1\1. e Q. G.). / l btg. esplorante su: l cp. ciclisti; 1 cp. motociclisti. :2 rgt. di ftr., ognuno dei qua.li comprende:
1 cp. comando; 2 btg. ftr. (su 3 cp. fuc. ciascuno); l btg. armi aCC'p.to su: 1 cp. da 47; · l cp. mortai da 81; 1 cp. mitmglieri.
l reggimento artiglieria su: 3 gruppi di 2 btr.; 2 btr. da 20 c. a.; i .btg. controcarri divisionale: su 3 cp. da 47.; l btg. misto del •genio su: 1 cp. artie1·i;
· 1 cp. marcoL1isti.; 1 sezione sanit à; 1 nucleo sussistenza; l posto clistribuzione ca.rburanti .
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- ·296
297 AL.r.EGA'l'O ?" -
ALLEGATO 6.
DIVISIONE PARACADU'l ISTI 1
DI V I S I O NE ALPINA (1) !fipo di formazione approssimativa di guerra, l oomanclo di divisione (S. ]l'f. e Q. G·.). ., rcn-g1men.1 . · t. · d 1 . ... . para f ant eJ;ia. ·ca d u t·1s t·a 0
l'
.a) COMANDO :
l comanclo di rgt.; 3 battaglioni paracadntisti; . . . . l compagu1a Mmi d'Hnp1ct~o , · evc 11tunlo (paracadutisti). comand1wtc plotone comaudo
squadra maggioriLù; sqi.w<lra collegamenti.
Comando_ di rgt. \ squadra ~c1·v1 z1; re p arto co- , plotone scrvfai autocarrcggio.; mandi> , plotone attend.enti (3 sqna<lre attendenti).
,:.1.ttaglione
\
comanclo di bnttri . glione
I
I 3 compagnie Cp: ·, r:-ni d 'i m- \ comandante pie•:;o ovcnt11:1. 1 1 squadra comando le (eventua le) ( 3 plot oni
\
.. I \
c·omandauk
e
u ITiciali del
COID!llldO ;
1 squadr,1 corncndo ; 1 plot . 111inatori ;
coman1fonte; 1 squadra comn,ndo; 3 pl t . p arac. A seconda delle necessità si 0os titttisoono 1mità mitmglieri, mortai da, 45 e tla 81, cannoni da, 47 /32, lanci~fìamme.
o più grnppi di artiglieria. paraeadutista e un grnppo s,:,rvizi (non p a.rllcadutista); '·11rnpagnia mor tai da 81; ,iompagnia motoci!llisti; compagnia collegamenti ; l compagnia minatori- artieri; sezione di sani~à.
Comandru1tc; Stato Maggiore; Quarticro Gcncralé.
B) 1'RUI'PE: 2 reggi.rnenti di alpini; l reggimento artiglierfo alpina ; 1 battaglione misto del grnio per al pir ·, 2 compagnie cannoni da 47 /32 e;onkorarri; 1 reggimento di mai'cia costituito dai battaglioni meni.i dei <lne r<.'ggimcnti di alpini .
ai
cornple-
0) SERVIZI:
l sezione di sani tà; 4 ospedali da. ca:npo' (2 cli do!.a.zionc fornii, pi è1 uno per ogni. reggimento · alpini); .1 sezione sussisten?.à; 1 autol'eparto per divisione alpina; 1 repa.r to sa.J merie per a lpini; 1 ufficio postale.
(1) La fo1:mazionc sopra registrata 110n è ancora siatn asstmta. da tntte le divisioni . Tal une non hanno ancora le cp. d.a 47 cd il r eggim(-.n to di miu·cia. e, al posto tlel reparto salmerie.. han1to la colonna salmerie per divisione alpina .
-
·29!f -·-
298-,A LLEGA-J'lJ S.
CAPO I.
Oircol<ire 1020Ò J,j, prot. del 3 givgrt0 1939-XVJI del Jlfaistero ,Je.lla guerra, Comando dd corpo di stato maggiore, Ufficio Ad,lestra.me·11to.
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INDIVIDUAZIONE, INDI~.AZIONE, DETER1\-1INAZI0NE
E DESIGNAZIONE DEGLI OBIETTIVI
Il presente fascicolo tratta: . . -- le intes_e fra i coman~ di fanteria, e di artiglieria che debbono .a ;ire m cooperazione; -- 'la individiiazione, indicazione, determinazione e désigna.zione degli obiettivi; - le richieste di fuoco . Ha lo ·scopo di assicurare chiarezza, sicur{zza e prqntezza nella fodividuazione, indicazione, determinazione e designazione degli obiettivi o di consentire il più attivo concorso specie da parte dei quadri di fanteria agenti nella zon'a del combattimento vicino. . Le norme e i procedimenti contenuti nel presente fascicolo debbono costituire oggetto di pratica e continua applicazione da parte delle due urmi.
L'addesj;rameuto non dovrà limitarsi a.gli ufficiali, ma essete esteso -ai sottufficiali ed aigraduat,i .di t ruppa più idonei. L'importanza assunta dal problema della cooperazione tra fantei'Ìa ed artiglieria nella battaglia moderna esige che esso sia risolto in modo completo e rapido.
INTESE PRELDll~A!ll FRA COiUAND.4NTI DI FANTERIA 1 i-: Dl ARTIGUERIA 1. Ricevuti i.:li ormoi superiori, fra il comandante di fanteria (co~ ·,ma,nJante d. reit!i,nento o di battaglione) ed il comandante dell'arti,glieria. (coman •,J uto 1?-i raggruppamento o di grup1,>o), che operano nello stesso sett(\ · , v.engono prese delle iutese preliminari. Esse , evono essere concordate da un punto del terreno da 1 qu~,le «ia possibilP. avere la stet<sa visioue e del terreno ~ dei punti di riferì· " mento o dell'azione. Di norma, tale punto sarà l'osservatorio comune sul quale ;1i troveranno i due comandanti all'inizio dell'azione. È oppnrtuno che ·:1.11e intese ussi~: ' eplpre il comandante della pattuglia U. C. destinata., eventualment· . nl collegamento fra i due -eom·ancÌanLi. ·
•
.2. [l comandante di fanteria comuni'c a al comandante di artiglieria:
ordini ricevuti, notizie sul nemico; allo scopo di orientarlo sul' !'aziooe che intende ,n'olgere e DARGLI cosl MODO DI INT'ERVENIRE E F FICACEblE'NTE COL Fl!OCO, ANCHE DI INlZIA'rlVA, sia nel caso di obiettivo direttamente individuato, sia nella eventualità ebe non possa più rice·vere orrlini o r'..:.bieste di fuoco per temporanea mancanza di collega1mento; · - ELBME:-ITI NEMTCI NOTI E · P.RES UNTl che l'artiglieria dovrà fbatt ! Ì'~ in fa,,e di preparar.ione o controprepara'!ione e in fase di attacco ·o di rcsisteli7.R; EFFr}T'rI DA RAGGIUNGERE su ciascuno di essi (distruzione o Mlltralizza;,;ione) e limiti di tempo entro i qua.li dovrebbero essere ra.g· giunti; LINEE o ZO:-IE DEL TERRENO caratteristiche, in corrispon• ~dcnza delle qt1ali. eventualmente, predisporre l'intervento dell'artiglieria; -
SIT U A7.I0-S- E,
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PEOJ>f(.1 0 CONCETTO D'AZIONE,
' TRAT'l'l DI SBARRAMENTO NELLA DIFESA ;
Il Capo di Stato .Maggiore dell' Esercito P ARIANI
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SUCCt,;SSIVI S UOI P OSTI Dl COMANDO; MEZZI E :MODALITÀ con i quali comunicherà
con il coman• dante ,!ell'artiglbria in· caso cli momentaneo ed eccezionale mancato,. oolleg!l.:nento di retto fra i due comandi. '
.. -
'
3. Il <'Ol:nandaufo di artiglieria rappresenta-al comando di fan teria ;; POSSIIHUTÀ di 'iutervento della sua unità ; EF1>1sTTI PREsmnnrLI contro ciascuno degli obicttiYi designat i;;. :._ l)IST,L'lZE J:H SlC U REZZA nel 'tiro frontn.le e di infilata rispetto a ciascuno di essi, in relazione alla forma del terreno; DURAT.A· p resunti!, di ciascuna aziono di fuoco , avver tendo se• vi sono compresi oppme no gli aggiust amenti; PA'l'TlJ GLllp .D'ARTIGLIERIA da invial'e. <! . Fra di loro i due comandanti concord ano: -- PU N TI DI .l.11FERI J\1EN 'l:O;
per la designazione di obiettivi imprevisti; la trasmissione delle richieste di fuoco o la modifica dei ti1i in ati o; ìl!OD.ALITÀ }Jer ottenere che lo sbalzo in avanti della. fanteria e l'allungamento del tiro dell'art iglieria, sia~ìo (Jonternponmei (a<:cordo · degli orologi, razzi, ecc.) -
li10DALIT1
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MODALITÀ · per
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300 - -
5. Quando il tempo lo consente ,i due comandanLi compilano in sieme o si scambiano gli schizzi ed i documenti cbe ri tengono utiJ.i a d .. una più efffeaco e sicura coopc·rnzione ·· Nell'att.acco_in forz e contro nemico schierato a di.fesa, (prececlut o• in genere da .una FASE DI OIWANI ZZA ZIOJSE di un n, "<'eJia durai.a ) la coo.,, perazione si svolge in base ad a<:corcli pre<:isi e.b e si coucietano in un PIANO DI FUOCO, tanto.più 1)artieolareggiato quanto maggiorè è la oono-scenza e la consistcm.a dd la $istemazione difensiva nemica, 6. Le intese preliminari sono spesso ba.sate su pochi elementi notr e, in massima parte, su previsioni cbe possono risultare, J)Oi, non del tu tto rispçlndenti alla situ nion o reale; In questa eventtiaJità, occorrerà provvedere a nuove inte~e durante il corso dell 'azione, il olle 1,arà molto facile qualora, i due nosti di comando si irnvinÒ nella. ste~sa ·1ocalii à' o siano molto vicini. Qiièsta coesisten;:a si dt_1·e \ rn,pre ce'r<Me ed ottrner e. 7. Le INTESE PRELIM IN ARI e le richieste di fuoco costituiscono una cl.elle · più delicate responsabilità dei comandanti' di fanieria; rna in\in ambiente in éui clomina l'imprevisto, deve affenn ;ri;i l' IKJ ZIA TIV.a del comandante dl artigìieria.
301
CAPO II. i NDIVlDUAZIONE, ÌNDWA ZIONE, DETERì\IINAZfONE
E D1'~SIGNAZIONE DI UN OB!EfJ.'TIVO
s. 0Br.mn·rv1 PER. L ' ARl'fGLIERH: sono gli ·elementi nemici sui quali · -,occorre agire col fuoco. Poi;sono essere: a) NOTI: quelli già individuati ed accertati attivi; h} PRESu::.r L: costituiti da particolari località o zone che si pre:,umono occupate dal nemico, o percbè se 110 abbia: qualche particolare indizio, o perchè dalla loro natura, da.!lu. forma complessiva ~el tcrre~o / 0 . dalla situazione, si prestano ad . essere ut ilizzate dal nemico, specie a!!li effetti della difesa; e) r MPREvrs·rr:· quelli che si r ilevano durante l'azione o contro i ·· q n:ili, q nindi, rlon può essere concretata alcuna azione a p1·iori. Gli ob,iettivi :{OTI e PRESUNTI vengono, normalmente, contrasse,::nat i con numeri e con nomi con venziona.li. !). P ON'rI DI llH~El!Hl&:N T O: sono pnnti caratteristici e ben visibil del· tei-reno , ·s celti di ; comuue accordo dai comandanti di fanteria e di arti~lieria che :igiscono i n cooperazione, ai qua li riferirsi ·(almeno ad uno di e~si) per la, rle.'>iguazione degli obiettivi imprevil;ti. Ye~ono co~trad: d istinti con una lettera dell'alfo,beto od a nche con nomi convenz10nab Quando si di~ponga di u na carta topogl'afiea a piccolo denomina· tore, oltre a pun ti di riferimento segna.ti s-ulla carta e ben visibili a di stanza (come un campanile, u na casa isob.ta che non dia luogo ad equi~ voci un'altura caratteris tica ·(l), ecc.}, è bene scegliere anche punti che,' sobbene non visibili :i clistanza, siano compresi nella zona che 1la fant,eria pernorrerà nella surt avanzata e sicuramente individuabili sulla carta e sul t erreno, qua.li: bivi stradali, confluenza di corsi d'acqua, ooc. In mancanza di carta t opografica o se questa non offra punti ~arat. · t,eristici, vengono scelti particolari del terreno che bene si prestino allo ~coi_),),' lpta,li ca::ie, a lberi, cespugli, rocce, ecc. di speciale conformazione
,\ l l. Diff\,hre ·delle quoto elle, norm1\l11iòute, 1100 è fooile rtconosc~rc sul te,:reuo .;i · o ·e ,, ,~\U,> so ~enco i n m.od ç,. di vorso a ~ecotida dol punti <li vista; -ed_ evitare .i ( ,•if..il'ir~i alle lettere <lei ,,~mi ri()ortate sulla onrto. delle _q uali ~ a~~r~ pH1 difficile '. n,L' v ìcbare l'cllcttiv,~ cot·t·ispondeuza slll t erreno. 1
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302 -
od aspetto e che siano facilmente riconoscibili. Questi pnnti vengono-.. rilevati dagli osserva.t.ori iii artiglieria e riportati sui documenti p er il · tiro. T punti di riferimento, sempre che possihile, devono es~ere riportati su cli uno schizzo panoramico o panoramico-planimetrico, <li11tril>uito-.. ai comandanti interesll.a.ti ci.elle due armi ed agli organi di osservazione di artiglieria. Gli obiettivi noti o precedentemente battuti costituiscono piue,... pun~i di riferimento per altri elementi _vicini chf' Rl svelino succ·es~iv amente. 10. I !iOIV!OOAZlONt: DI u~ OBTETTIVO: è la visiO:l('> materia.le nello, obbi('>ttivo. Quando l'osserva.toro ba individu!\to un obiettivo, è ()'!)J)Ortuuo. per ri nt racciarlo facilmente, riferire la ima posizione all11 forma de~~ terreno, agli elementi caratteri~tici su ~o f'-Sisteuti eù almeno ad un. punto di riferimento. 11. INDICAZI ONE DI UN OBIETTIVO: ò la segnalazione ad altri, a . visione diretta, dell'obiettivo individuato. L'indicazione dell'obiettivo ad altro osservatore pr~scnta maggiore . o minore difficoltà a seconda della distanza esistente fra i due p unti di, vista: due osserva~ori prossimi, per i qua.li la visione panoramica. del terreno nei ·pressi dell'obiettivo è all'incirca la stessa, potranno più facilmente comprendersi ohe non dne osservatori molto discosti per iq 11ati tale visione pan.ora.mica può esser~ del t utto diversa . Si tenga presente: - chi iodica un obiettivo deve cerc!lre di metterai, con la sua~ im magiuaziono, nelle oondiz;ioni di chi deve effettuarne la. ricerca.; - nel riferire l'obiettivo 11, punti di riferimento usare PRBn1RI · BXLMl!l~TE u . INDtCAZIONE: •.• metri a nord (sud, ovest, est) del punto "t, . e non a destra o sinistra: indicazioni qucst'ultime che sono legate al· punto di osservazione e quindi ditieri11cono da un osservatore nll'altro. - è sempre opportuno aggiungere un cen~o descritti'vo del ter-. reno vicino all'obiettivo: - l'indicazione di un obiettivo è assai facilitata se ogni o•Rervatore dispone .di uno sCB1zw PANORAMICO eseguito dalla poaizionedell'altro osservatore.
12. DETERMINAZIONE DI UN OBIETTIVO: è la precisa1,iono della. po sizione, topografica di un obiettivo, in piano ed in quota. su un detenni nat o document o cartografico.
303 -
. . . n obiettivo _ a p ar~e i procedimenti topoLa ,letermmaz10_oe d1 u licabili dalle pat.tuglie avanzate - puògrafici pi~ complessd1. nont·a~ppeditivi mediante rilevamento da un poste effettuarsi con proce 1men 1 di osserv11.zione di posizione nota (1) · Occorre procedere: a) alla misura della. ~razione; b) alla misura della d1sta.nza; alla. misura ci.ella quota. . . e) Orientato lo strumento di cui. a) MISURA DELL A DIRE::~N:· ~iometro) ad un punto noto o al si dispone (bussola. topogra fig s· co111·ma l'obiettivo e si legge il, t' 1 n ord geogra co, 1 · no rd magn,e i!o ~ direzione, cioè dell'angolo che la ~ezione punto valore. dell an~o o. f la direzione origine (angolo azimutale) (6g. l ). di sta.zione-ob1ett1vo a con
i°
d,rczione origin!
.A
Fig. 1. del ruoto delle lant·etleGh angoli a.ziruuta.li s1 misurano ne1 senso . . t le del punto A· B=ango1o azi. dell'orologio. Es. : a.=angolo az1~u ohiama. se~plicemeute azi· mutale del punto B. L'angolo azunu 8 51 fì ,.,1 G ) · · è ·1 nord geo<1ra 100 (ix· · · 1. ~~J ri~~ap:!:;:o~:;; rip~ego (binoc~o fornito di micrtoometro,. · d" apprezzare lo sca.r angoregolett.o, man9 campionata, eco.) si cerca i lare dell'obietti\'o rispetto al punto noto. .
.
.
:ai .
~~:;:,r1:7
. trattandosi di pattuglie cbc non 1,ossooodel posto di ~sserve.z,~oe, ò oAsere rilevate. dalla carta topogrnfiC(I, tl<!Oglllre procod1mentl topogr a.Oc, regolar, ~u ulto. carta stessa, oppure r!Cerendosl ad rlforeodosi a p1.rt1oolarl dll,torreoo e:!':t d: rlterimento) con procedimento analogo, 110 PllOto di pos\:,;looo nota (es. uo. P I ttl . descritto In questo stesso uumero. . a quello della detorroio~lone degh ob e " 1 (l) La posiz.ione
-
304 -
-
Si avr~ così modo di definire, sul do.9uroento cartog1·afico di cui si ,dist one, la ùirezione sullà quale do vrà trovarili l'obieUivo (1 ). / \
305 -
COL METODO DELLA l'lCCOLA BASE:
si scelga una piccola base A B .l
(piccola. base. ausiliaria) <li lunghezza b compresa tra
b)' MISURA.ZIONE DELLA OISTA.XZA. M E DTANTJ:: STl'.\Ll. .A VIS'rA o CON RIFERnrnwr o A
PUNT.\, DE L TER-
potrà riuscire molto utile a. tale scopo l'esame .comparativo a;ccuraro del terreno e della carta. ~opogra6ca a piccolo denominatore. . C OL TELEMETRO : si effettua la misurazione possibilmente mediante più battt1te telemetriche e si a,su1ne ·come valore della distanza, la media dei valori letti. COL PROCEDUIENTO t'AlU LLATTI CO: qualora si abbia modo di misur,u e meJia11te l:i. gra,d uazionc micrometrica di un goniomet'rò o di trn binocolo o sitn•netro l'angolo sotto il quale è vista (angolo parallat,'tico) nna luughezza 1ohe sia all'ineirca normale a lla visua,Je) approsRENO DI DISTANZA NOTA:
1
.
10 ed 20 della
distanza da misurare D , preferibilmente normale a questa (fig. 3). Dagli càtremi A B della bMe si misurano gli angoli cx e f3 ( f3 opposto
B J:l'ig. 3 . alla distanza D). Ricavato il valore <li y = 3200-(a + f3), si ha la di. b sen f3 , tanza D cercata, applicando la formula. D = - - - . sen y Tale metodo può venire molto raramente impiegato da pattuglie avanzate. data. anche la necessità. <li avere a disposizione strumenti <li buona approssimazione e tabelle o strumenti per il calcolo numerico, perciò, p uò essere adoperato solo da pattuglie di artiglieria che seguiFanno le prescrizioni dell'• Istruzione sul tiro • (parte II, allegato n. 31 a pag. 61). La det erminazione della distanza dell'obiettivo consente <li fissare, sulla direzione precedentemente trovata, la posizione planimetrica dell'obiettivo.
,simativamente nota. dell'obiettivo o di un p11.rLicolare del terreno assai prossimo ad esso Es.: sia possibile stimare (·on buona approssi111a;;ioue la larghezza di una casa campeHre ;itmua nelle immediate vicinanze dell'obiettivo: A B = 10 m. (flg. 2) ù l'a.ngolo l'h e cornp reude tale ampiezr.a (misurat,o col binocolo) sia ili 25° 0 , s1 ,l.vrà:
c) M1SU1U. DET,LA QUOTA . Disponendo di Ull goniometro O di OD eitometro, si determina il valore dell'angolo di sito dell'obiettivo ri A
~h dm Dkm = - a
-
JO _ 2·>
= km .
0,4.
o
&
~ - h -- ----8
(1) Nel caso della nQtl\ dolh\ 1n~. t:H , '\"endo misurato dal posto di os.,cr•a1ionc ,eoll la busdolu. lt(>1li<l1 n otrica o g0Ui<l111ctro 1'm:l mnt éll un pu11ro di rl fari ineuto, si hll
la dlreziooe in cui d,l\•1·ù. t ro1·u,rbl il p osto di osser"azlot,e segnnudo la retta partendo dal punto ùi rtrerl!rrnnr,, cbc taccia con la direziono su ù del meridiano un angolo ·uguale all'azltllut smlùctto.
Fig. 4_ spetto al ponto <li stazione (angolo che la congiungente punto di sta. · zione- obiettivo fa con l'orizzonte, fig. 4) . .d.ddetlramtnto, I. - 20,
-
30Eì -
Tale angolo si misura a partire dall'orizr.onte, è positi v-o per pu_uti situati al di sopra di esso, negativo per punti al <lisotto . Es. e = angolo di sito di A; - e angolo di sito di B. In fu nzione di tale valore e della distanza D si determina il dislivello 6h = E x D (,11:m) dell'obiettivo rispetto al punto di stazione; si a,vrà, quindi: quota obiettivo = quota punto di stazione +. Ah. Quando non si abbia goniometro o sitomotro, si può adoperare an che un comune binocolo mmtito di micrometro, o un regolet to, determinando a visLa l'orizzonte del punto di osservazione. Tale misura sarà evidentemente meno esatta. La quota di un obiettivo si può anche misurare per di1Ierenza. rispetto ad un punto di quota nota. Si conosca, ad es., la quota hB del punto B e si abbia modo di misurare da O il valore dell'angolo il.: che la visuale O A fa con In O B (fig. 5).
-
Nel caso di quadrettatura arbitraria., i quadretti potranno essere designati a mezzo lettere che contrassegnano i lati orizzontali e v~i-0ali dei quadretti stessi o media,nte il nominativo di ciascun quadretto (nome di città o pel'Sona). Disponendo invece della quadrettatul'a regolamentare, i quadretti verranno indicati dalle due coppie di lettere che contrassegnano i lati -0rizzontali e verticali (ved . u Addestramento dell'artiglieria - I struzione .sul tiro)>, parte 2a, allegato 2-1). Es. il punto A sarà. designato con: - fìg. 6 (a), D Z, x 25, y 12, quota 270; fìg. 6 (b): Ravenna., x ·20, y 11, quota 125; - tìg. 6 (c): Z R 23 - G D 21, quota 780. lR
~..J
l
0
I lI I ~~é~~ I Ll ! ''. ! L.J I j
2~
13. D.ESIGNAZ[O:)/F; DI u~ OB IETTIVO . t la segnalazione ad altri, con un qualsiasi sistema o mezzo di trasmissione di un obiettivo iudiTid uato o determinato. La designazione .della posizione può essere fatta con uno dei sistemi seguenti a) I N COORDINATE ORTOGONALI rispetto alla quadrettatura. della (sarta, del piano o della fotografia. alla quale ci si riferisce, comunicando: - il quadretto nel quale l'obiettivo è compreso; - il valore delle coordinate x, y, dell'obiettivo, riferite al Tertiee S, O. del quadretto; - la quota. deU'obi~Ui v-o .
,
I
,A/710)
Fig. 5. Nota la distanza appro3sima.ta OB, è possibile determinare la difforeuza di livello Ah(m ) = ~ eOO X OB in (lhilo metri. La quota di A sarà eguale alla quota di B aumentata o diminuita del valore di ~h e cioè: hA = hu + 6h. Tale sistema ha un valore s ufficientement e approssilllato quando le distanze da O dei punti A e B nott differiscono sensibilmente tra di loro.
307 -
/ò l
q.t>
:
lO
l"
A(1~)
:2,
A112s1
(bi
l~
:
ic,-
Fig . 6.
b) 1N COORDINATE polari: rispetto ad un punto di po.sizione uota ad una direzione origine, passant e per questo punto già prefissata. (pnò esser e il N. G.), comunicando: - l'angolo azimutale; - la distanza polare (effettiva in metri o in millimetri della ~arta che si a.dopera); - la quota (assoluta.) o il dislivello (positivo o negativo).
G
Fig. 7. Es. (fig. 7): il punto A sa.rà. designato con l 4300o, 470 m. (oppure 47 rom.), q. 615 (oppure dislivello + 315).
-309 -
308 -
e) IN . COORDINATE ORTOGONALI: rispetto ad un punto di posizione nota e ai due assi ortogonali prestabiliti passanti per questo (in, genere il meridiano ed il parallelo), comunicando: - l'ordinata, · - l'ascissa, - la quota (assoluta) ed il dislivello (positivo o negativo). Es. (fìg. 8): il punto A sarà designato con: X
y
·h
=
20 8
320 (quota di A ricavata rispetto ad 0).
A(520l
I
~ b_ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ __
o Fig. 8. • d) Si indica pure il seguente procedimento basato sull'utilizza·~ione dei punti di riferimento impiegati per materializzare sul terrene, la direzione d'atta.eco. I punti saranno indicati con lettere dell'alfabeto escluse la ·D e la S. Si consideri ad es. (fìg. 9) la spezzata: A B C E F G, i cui punti corrispondono a particolari del terreno che vengono riportati sulla carta o nello schizzo. Per designare il punto P lo si potrà riferire al segmento di spezzata B C e alla normale condotta da P a B C indicando rispettivamente colla lettera D o s, a seconda che il punto si trova o a DESTRA o a SINISTRA , dél segmento stesso, rispetto alla direzione di attacco, 13, aggiungendo-, (quando possibile) la quota dedotta approssimativamente con riferimento alla quota B o di C, ric~vati dalla carta. ' ,' Dalla. fìg. 9: per il punt o P: P=;:B 75, d 50, q. 375 per il punto Q: Q= F 30, ~ 30, q. 360
Fig. 9.
14, SCHIZZO PANORAMICO. Come si è detto all'ultimo comma de) n. 11, la indicazione di un obiettivo risulta assai facilitata se si dispone di uno schizzo panoramico. . Lo schizzo panoramico è l'abbozzo fatto su di un foglio, con pochi tr~tti, senza alcuna pretesa artistica, delle linee principali del panorama., mettendo in rilievo le forme del terreno. Il panorama limitato alla zona che più interessa, deve contenere alcÙni punti bene evidenti, se possibile quotati, segnati sulla carta e concordati sul terreno. Lo schizzo è inquadrato . in una quadratura convenzionale (a numeri o lettere) tracciate precedentemente sul foglio, e che riporta l'orientamento al nord geografico. Quando alla compilazione dello schizzo concorre l'ufficiale di collegamento di artiglieria. - per uniformarsi a quanto si fa presso i reparti di artiglieria., - potrà convenire adottare anzichè una quadrettatura arbitraria, una quadrettatura. in cui le dimell!!ioni dei quadretti corrispondono a valori angolari di direzione e di sito (vedi: schizzo panor·a mico, fig. 10).
-
3]1
CAPO
m.
lUCIIIES'r!-; DI FUOCO •
.. • • •• •• •• •• •
1• .,. ., • • • • •
lo. La richiesta. di fuoco relativa ad un om~TTIVO IMPREVISTO nevo contenere, per quanto possibile, le indicazioni seguenti: a) specie e posizione deU'obiettivo; b) limiti di tempo (inir.io e durata, o iniiio e termine) per l'azione di artiglieria, ed effetti che occorre conseguire {normalmente neutraUz. zazione; eccezionalmente distruzione); e) posizione delle proprie truppe più avanzale rispetto all'obiettivo; d) cenno sui procedimenti che la fanteria adotterà per la conquista. dell'obiètth·o .
Ol'e • . , , ••
A· Copah/10
8 · li,io
e · Co1pvg/lo Q •
lngr,uo
dello cara ( · Cappelletto F · evt11ro H- Palo lntlico,
tora
H • Cocvz rola 11ero I • 11/Jsro Isolato l • /111:roolo slsl'B CO/I $(OC· clonata U • l'agllofo Il • Campanils
., l<'ig. 10
16. Le richieste di fuoco debbono esJJere compilate con la minore qùantità. possibile di parole. In pratica., quando le intese siano state beu concorda.te, la richiesta di fuoco può ridursi a poche in<licaiioni. 17. Non riesce sempre facile al comandaote di fanteria prevedere la durata. del fuoco di artiglieria. sufficiente ad ottenere i desiderati effetti sul nemico. Di fatto essa in genere non può oonstatarli che riprendendo l'avanr.ata., colla qua.le si provooa. la roa.zione del tiro avversa.rio. È conveniente, quindi, prestabilire nelle intese una durata di fuoéo - normale.- della. durata di qual.c he minuto, corrispondente a. quella ohe si ritiene idonea per ottonere la neutralizzazione dei bersagli di guerra più comuni che si hanno di fronte, salvo, quando necessario, a modifica.re con la richiosta. di fuoco la durata normale prefissata, o a richiedere la ripetizione dol tiro. In genera.le, agendo per concentramenti, non convengono dura.te superiori a.i 3-:-4 primi, perchè, oltre a.I forte consumo di munizioni ohe · ne consegue, è da. ritenere che dopo q11esta. durata gli uomini non ancora coloìtì si saran.no sottratti al r:i.ggio <l'azione dei proietti.
lS. Durante il tiro di neutralizzazione, la fanteria portatasi a di• stanza di sicurezze.. so già non vi si trova, vi sosta fino a quando non sia.no trascorsi i convenuti minuti di fuoco, per balzare subito poi in avanti, accompagnata dal fuoco ,lelle prop:-ie armi. In qualche oaso la fanteria. richiederà. il tiro dell'artiglieria per approrittare di serrare sotto l'obiettivo e non sempre le sarà possibile
-
312 -
-
precisare la. durata del fuoco occorrente; ne consegue che il tiro di neutralizzazione dovrà durare sino a quando la fanteria, portatasi al limite di sicurezza., non faccia il segnale di spostamento del tiro (la. neutralizzazione in tal caso sa.rà di maggior durata, ma dovrà essere di minore intensità). Lo scopo da raggiungere è ohe VI SIA SINCRON IA TRA SPOSTàMNNTO DEL TIRO DI ARTIGLIERIA E RIPRESA DEL MOVIMENTO IN AVANTI D;ELLA
313 ALLEGATO
9
DISTANZE . DI SICUREZZA
AR?>IA
I
a) Fanteria
Tko<ron<o> Tiro d'lnft"" guer·\ 1.n pa· 1n guer·\ in pa.· ra Jll, ce ID., ra m. ce Jll,
I
NOTE
n
FANTERIA.
10. La richiesta di fuoco viene fatta da.i comandante di fanteria. (per lo più oomanàante di battaglione) direttamente a.I comandante dell'unità. di artiglieria. di r.ppoggio (geueralmente il comandante del gruppo di appoggio) quando essi siano vicini: se non 10 sono, tali ri-· chieste vengono sempre t rasmesse tramite la pattuglia. O. C. di artiglieria. La pattuglia. O. C. di artiglieria distaccata. con il comandante di fanteria, risiede presso quest'ultimo e provvede perchè sia sempre "M8i. curato il collegamento col comando di artiglieria. dal quale dipende. Eventualmente, si collega col nucleo di osservazione che il comandante <ii fanteria. ritenesse opportuno dista.oca.re io altra località. :!O, Il solo razzo non è suflìoient& a concreta.re la richiesta. di f uooo,
perchè non può designa.re l'obiettivo so non quando questo sia già stato concordato a priori. Esso quindi viene impiegato: a) o per richiedere il fuoco su di un bersaglio convenuto (iniziG o ripresa\: b) o per richiedere l'a.lluuga.mento (o cessazione del tiro), Normalmente quindi la trasmissione della richiesta. di fuoco avviene co1(i mezzi radio a disposizione o còn: quelli: altri in' dotazione che è stato possibile mettere in atto, in modo da. poter precisare: - la linea raggiunta. dalla fanteria; - l'obiettivo sul quale è riohieato il fuoco; - le successive richieste per l'allungamento o cessazione del tiro. Ciascuno di essi, preso a sè, può riuscire di funzionamento malsicuro. È qllindi·neoessario ohe diversi mezzi, i meglio a.dattif alla situazione, siano contemporanea.mente predisposti, in modo da averne sempre più di uno disponibile. A questi coUegameoti provvede l'artiglieria con personale e_ mezzi propri; tuttavia è bene che5la fanteria, so può, metta a concorso i propr ; mezzi specie per le fasi di movimento in cui ~i ha maggiore necessità · di mezzi e maggiore urgenza di intervento.
,OannO'M da 47/32 (gr~nata ordin.)
Morlaio da 81 . bomba g. a. bomba gr. c. .Mortaio da 45 sino a 300 m. gitt. oltre i 300 m. gitt.
150
200
50
100
160(1) 300
300 600
100 150
200 300
\
100 \ · 50 200 I
80
~
Tutto le dlsta.ruie di slourezza. Indica.te et rltoriscono al terreno pianeggiante, vento nullo, temi,o non i,lovoso.
100
I
b) Artìgliorhi
BOCCA DA FUOCO
·Cannone 65/17 . · · · ·Cannone e obice da 75 Obice i.00/17 ·Cannone 105/28 Obice 149 BOCCA DA FUOCO
-Cannone 65/17 . Cannone e obice da 75 ,Obice 100/17 Cannone 106/28 -Obice 149
Tiro trontalo con gra.· nata a percussl one e Tiro d'infilata con gra.· nata. a d. e. con tun· zlona.montb a.teJlll>O m, (a.sccondo.dlstUJu:ntiro)
da da da
da
200 200 a 250 a 250 a 350 a
350 300 300 400
Tiro tronta.le n.1.
250 300 300 400 600
( 1) I n azioni di accompa,gna,Mnto ,
"'è
2~.
~~~
NOTE
;;,~
100 150 200 250 350
Tiro d'Infilata m.
150 200 250 300 400
I dati si rlterlsoono a.d obiett. poco di6008to
da.li 'orizzonte del. pezzo, In terreno pumo, uniformo o con leggera pendenza. e ver dista.li· zo non Interiori Mie medie. NOTE Da.ti a.I quali cl si deve attenere per tiri In prossilllltb. della. no· stra. to.n teri a. nelle esercitazioni del tem· po di pace.
fino a.gli 800 m., impiegando le
-0ariche O e 1, . . con le cariche 2, 3 e 4, la In azioni di appoggio_, fino ai 2000 m., -distanza di sicurezza è d1 m. 200.
-
314 ,, ALLEGATO 10~
Jl. -
COLLEGAMENTI DAGLI AEREI A TERRA E VICEV,.ERSA
J. - GENERALITÀ .
I collegamenti dagli aerei a terra. p ossono essere effettuati: - con mezzi radio; - con. artifìzi; - C<~n messaggi. t I mez~i ra~io offr_ono le maggiori possibi.µtà ma esi"ono una accura a orgamzzazwne, rigorosa disciplina, buon addestra:ento del per sona1e. Gli artiiizi costituiscono un mezzo di possibilità ruolt0 li ·t t Le comu · · · llll a o.. sia . d. m_cas2:~oru con messaggi devono effettuarsi solo quando m 1spensabile il segreto nella comunicazione. I collegamenti da terra agli aerei possono essere effettuat i: - con mezzi radio; - con teli. I teli costituiscono attualmente il mezzo di più di=·sa' dlS . t ···b · ai rep r1 L' ffi · uu n uz1one . ar ·. e c~1a d~l. mezzo risiede essenzialmente nella regolarità. e Slrome~r~a della ~pOSlZlOne dei teµ e nella rapidità di composizione & scompos~io~e· dei segna.li. Per i collegamenti con .,.li aerei i comandi e reparti dispongono 'd i posti a terra. .., ' Questi !li distinguono in: - po~t~ ~ segnalazione, se sono provvisti solo di teli; . t e· - posti t· di d. ascolto, se hanno anche un complesso r· · t . nceven . . - pos i l antenna, se il complesso r , t. è ricevente e tra' sm1ttonte. · · d'
~6;tle s;;rialazioni con i teli, ciascun posto a terra (di se.,nalazione . asco o, a~tenna) è contraddistinto da un indicativo"' costit uì~ d a un gruppo di quattro cifre. ' . Per i -collegamenti r. t. ciascun posto di ascolto e di anteuna e cias~un .aeroplano da. osserv3,,2;ione in volo è contraddistinto da uo, n<n714nati'Vo, costitwto da un gruppo di tre lett~re. 1
315
\ NORME P E R LE SEGNALAZIONI C(IN TELI DA 'fl'}RRA AGLI AEREI.
I teli usati per le segnalas2:ioni da terra agli aerei hanno le dimen11ioni di m. 1,50 per 0,80. sono bianchi da una parte e rossi dall'alt ra e sono muniti òi due occnielli 11.d oliva sui lati .corti per unirli, nel senso· della lunghezza, quando è neces,;ario (ved. figura). Nelle comunicazioni composte di numeri e di lettere, i gruppi che rappresentano i vari elementi vanno disposti l'uno. a fianco dell'a.ltro. Per indicare direzioni di spostamento, si compone una freccia di ,9 teli seguìta da un numero indicante l'ent ità dello spostamento in ettometri. · Analogamente si procede per indicare direzioni di ricerca.
I
11
•
I'
L'indicazione dei posti a. terra deve consentire: - -una buona visibilità dall'alto, per quanto riguarda, le segnalazioni con teli; - l'eventua.lè lancio di messaggi da parte dei velivoli; - l'occult ament o, ove possibile, del persona.le e materiale radio. Di conseguenza, sono indicate le radure, 1 le zone pianeggianti, le dorsali .ecc. ben esposte alla luce ·e lontane da ostacoli (teleferiche, condutture elettriche ecc.) ohe possono rendere pericoloso il lancio dei messaggi.. I boschi, i terreni cespugliosi e quelli a ripida pendenza sono
da. scartare: - dai posti a terra, per formare segnali numeri e lettere del. l'alfabeto e per indicare direzioni di spostamento e di ricerca: - dai reparti avànzati, per indicare a.i veliv oli le posizioni . raggiunte; I teli vanno esposti dal lato bianco su terreni coltivati, strade asfaltate o bagnate; da quello rosso su neve, strade a fondo chiaro, terreni con zone bianche affioranti. I numeri e le lettere risultano dalle riunione di più teli come indicato a pagina seguente. I numeri vengono impiegati per trasmettere le comunicazioni indi· cate nell'apposito codice; .le lettere per indicàre: - i quadretti delle carte topografiche al 25.000, · al 50.000
al 100.000; · - i quadranti (K. O. S. R.) determinati da due assi . ortogonali orientati NS - EO passanti per un prestabilito punto di riferimento , usati in mancanza di quadrettatura della carta;· . - eccezionalmente, in caso di assoluta necessità, per comporre parole o frasi n on comprese nel éoclice predett o.
ì
-
316 -
Per formare un numero di due o più cifre, i teli v\i.òno disposti in modo che il segnale ch'e rappresenta la prima s if.ra risulti in alto. Il numero così formato non può essere letto che nel solo senso di tale successione perchè i numeri capovolti non hanno significato. Dovendosi comporre contemporaneamente due o più numeri, questi vengono disposti l'uno di fianco all'altro. Norme prati-0he:
a) Rilevamento aereo della linea raggiunta dai propri eleiµenti ·avanzati: - l'aereo· richiede l'esposizione dei teli con lancio, sulla verticale del repart o, di artifizio convenzionale previsto da apposito cifrario; - i reparti avanzati (unità non inferiore al plotone) espongono i teli individuali in seguito ad ordini dei rispettivi comandanti di plotone od unità. superiore. Quando lo sfondo del terreno o altre cause (rocce affioranti, zone cespugliose ecc.) possono rendere difficile l'osservazione aerea dei segnali, è opportuno unire i teli individuali a due a due; - i comandi bgt. espongono il p roprio indicativo. · Se l'aereo, avvenut a l'esposizione dei teli, lancia sulla verticale del C. btg. l'artifìzio convenzionale « datemi vostre notizie », significa che non ha potuto rilevare la linea dei repart i avanzati (mancata · esposizione dei teli individuali o difficoltà di osservazione per terreno bo-scoso ecc.). I n tal ca.so il comando del btg. fornisce (a mezzo freccia e numero indicante la distanza, in km.) notizie sulla posizione dei propri ~lementi avanzati. b) Collegameµto tra comandi e repar ti avanzati: - l'aereo chiama i comandi a mezzo radio ed i reparti avanzati {sprovvisti di radio) con apposito artifìzio; - comandi e reparti rispondono alla chiamata con l'esposizione del proprio indicativo; - seguono le comunicazioni del velivolo ed eventualmente quelle del posto a terra. Ogni comunicazione deve essere seguìta · da segnale di fine comunicazione di ch i trasmette e cl.i· capito (o messaggio raccolto) di chi riceve. In ogni caso i teli (individuali o dei posti a terra) vengono tolti non appena l'aereo ha segnalato «capito• (con radio o con artifizio).
317 -
Lettere e numieri per la designazione, a mezzo tel~. delle comunicazioni indi· cate neli'apposito codice e ài quaàf'ett1, a-etla carta topografica a grande scai11.
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318 319 . Dotazione di pace dei teli per il collegamento aereotorrestre. Dotazione teli per
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COM.ANDI E REPAI-1:rr .
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I. I posti a terra possono
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O-Omandi d'i grandi unità
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essere : ' posti ài segnalazione,
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se provvisti di teli ed
Arma di faJnteria.
artlflzl di segnalazione;
Comandi di · reggimento e di battaalione di fanteria di linea, granatieri, bersaglieri, _alpini, mitr~glieri
posti di antenna, se ba.nno anche stazione r. t. ricevente e trasmittente;
'
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I
48
posti àt ascolto, se banno anche un com· plesso r . t. ricevente.
. Compagnia fanteria di line_a, gr:tna tieri (escluse le compagme m1tr aglieri) bersaglieri
60
Ogni stazione radio destinata al collegamento con gli aerei ha In dotazione 6 teli da · segnalazione, facenti parte Integrale del roa.terlall della stazione stessa, e cbe non sono p erciò compresi fra I 48 teli per il posto a terra . assegnati a ciascuno dei comandi e riparti sopra indicati.
-
Personale del posto da segnalazione: 1 · sottufficiale capo posto; 1 caporale; 3 militari di manovra.
Compagnia alpini
I
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Arma df cavalleTia.
Comandi di reggimento e di gruppo
· 48
Squadrone cavalieri Arma di artiglieria·.
I ' -,,fOcm.
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k:-·Il telo è di color bianco da un lato e rosso dall'altro.
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Comandi di a~tiglieria di Corpo d'armata . . . . . . . .
48
Comandi· di reggimento
96{1)
Comandi di gruppo di art. alpina, di C. d'A. e di A . . . . . . . . . .
48
(1) r reggimenti art. alp., reggimenti art. di C. d'A., contraerei e di A., hanno 48 -teli, .
•
INDICE
Pag.
T
»
21
III. - Cenni sulle éaratteristiche e mezzi d'azione delle truppe celeri e delle unità corazzate. .. . •
23,
IV. - L'artiglieria: caratteristiche - va.rie specie di artiglierie - unità di artiglieria - criteri informatori di impiego.
•
33.
V. - Il genio - sue spicialità e cara.tteristicbe di impiego . · .»
45
INTRODUZIONE
Capitolo
I.
La fanteria: Generalità - Caratteristiche arma.Specialità. - :Mezzi d'azione mento.
Il. - L e truppe alpine .
>
J
VI. J)
»
L'aviazione per _l'esercito.
. ~.
VII. - Gli aggressivi chimici . VIII.
1)
55.
»
58
»
81.
Il comba,ttimento - Generalità - esplora-
zione e sicurezza - azione offensiva azione difensiva.
'
H.
IX.
Generalità sulla guerra in montagna: caratteristiche delle singole fasi del comI battimento, difficoltà da superare - il combattimento sulla montagna coperta di neve X. .:... Azioni particolari . · ·
XI. - Elementi di fortificazione campale
»
101 114
1)
12S:
-
322 -
eapitolo XII. - Cenni sùJle grandi ~nità . . . . .
Pag.
X III. - Nozioni di topografia: lettura delle carte topog:i:afiohe, scale di proporzione, rappresentazione dell'altimetria, segni convcnziom,.li. Carte in uso nel R. E sercito ~
208
218
XI V. - Ricoguizioni topografiche. Schizzi p lani-
rnctrici, prospettici e. panoramici.
•
267
ALLEGATI:
N. 1 al n. 7 - Formazioni approssimative cli guerra delle
divisioni 8 - Individuazione, indicazione, determ.inazioue o designazione degli obiet tivi . . . . : . • 9 - Distanze di sicurezza . . . . . . . . . . . » IO - Collegamenti dagli aeroi a tena o viceversa
~89
•
'
298
•
313
314