OPERA OMNIA VOL XXXV

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VOLUME XXXV


OPERA OMNIA DI

BENITO MUSSOLINI

EDOARDO E DUILIO SUSMEL

LA FENIC E - FIREN ZE


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

xxxv.

AGGIUNTE SCRIITI E DISCORSI - LETIERE TELEGRAMMI - MESSAGGI CRONOLOGIA ESSENZIALE DAL 13 SETTEMBRE 1943 AL 28 APRILE 1945

LA FENICE-FIRENZE


@ BY LA (:ENICI! • f /Rl!:NZI!

Tutti i diritti di traduzione e di riprodu:llone (anche Ji semplici brani, riprodotti a mezzo di radiodiffus ione) sono riservati per tutti i paesi, compresi i Regni di N'on·egia, Svezia e Olanda.

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S TAMPATO IN ITJ\llA - PRINTED IN ITA L't


AVVERTENZE 11 .segno ( +) inJica omissione. I numeri romii.ni fra parentesi tonda india no i volumi dell'Opua Om ,ria ai quali si rimanda per opportuni confronti o per maggiori parti"colaii; i numeri u·.. bi indicano le pagine,

G li scritti anonimi contrassegnati con (d) sono attribuiti a Benito Mussolini Ja :· G11UOl!NS MEGARO - Mu1J()/ini. Dal mito alla realtà - Istituto Editoriale Italiano, Milano, 1947. Lo scritto anonimo contrassegnalo u;m (xx) è attribuito a Benito Mussolini da: GALEAZZO CIANO - Diario ( 1937-1938) - Cappelli, Bologna, 1948. lo scritto anonimo ·contrassegnato con (1) è attribuito a Benito MuS5olini da: C..,,11.LO C u1tc10 - Europa. Storia di un'idea, Ml. II - Vallecchi, Firenze, 1958.

Il numero di SC'guito alle lettcre indica la pagina del volume nella quale si trova l'attriburione. Lo scritto firmato LJJtin.,u è di Benito Mussolini, come risuha da: GIORGIO P INI· D UILIO SUS M EL - lt1uuolini. L'li~m,J, l'op,ra, voi. Il: D al fauis mo alla diuatura (1919-192J) - La F(':nia-, Firenze, 19 H (se<onda edizione), pag. 41 0. La paternità degli a.rticoli anonimi contrassegnati da un asterisco risulterà di Benito. Mussolini dal confronto con quelli cui si fa richiamo in nota. Gli scritti dei quali non è inJ ica1:1 la provenienza sono riportati J .a : MINI· STERO DEGLI AFFARI ESTERI. (OMMISSION B PER LA P UB BLICAZIONI! DEI DOCUMENTI D1PLOMAT1cr J do(umenri ·J;pJnmaJfri italiani: S,mima urie (1922-

193J), vol. I (31 ouohre 1922 • 26 aprile 1923), f!ol. Il (27 ·aprile 1923 · 22 febbraio 1924); Ottava urie (193J-1939), voi. XII (23 maggio - tt agosto 1939), i•ol. XIII (12 agoslo-3 ullembre 1939); N ona serie (1939-1943), vol. 11 (ZJ ottobrr-31 dfrembre 1939), voi. llf (I gennaio-8 aprile 1940), voi. IV (9 aprile-10 giugno 1940) - La Librcri.a dello Stato, Roma, 1912, 1953, 1955, 19~9, 1960.


CONCLUSIONE DE FALCO-SUSMEL Di q ue5ta conclusione ho g ià parlato nel voi. JX, alle pagg. VI-VII, avver• tendo che ne avrei esaminato i punti I, 2, 4, 5 nd 'l'ol. XXXV. Vediamoli, dunque. « I) Esame parziale deffElenr o deJ mt1te, iafe gio1"aliJtico alJribuibilt a Benito MNnolini pubblicato nel r.;o/. VII (U novembre 1914. 24 maggio 191'.5,), alle pagg. 426-428 . « De Falco precisa che sono di Benito Mussolini i ~gu..-nti quattord ici artico li anonimi:( + ). Esclusi i due pezzi anonimi A S. M. ;tre (N. 76, 17 marzo 191 '.5 , II) e Al livello della Grecia (N. 132, 14 maggio 191'.5, II), dovuti alla collaboraiione .M ussolini. D e Falco; esclusi i due pezzi anonimi .Mal.ifde (N. 111, 22 aprile 19 n, li) e Diurzion, (N. 129, 11 maggio 19n, IJ), dei quali Dc Falco non è in grado di precisare la paternità; escluso il pezzo Mcdagliontini al eromo. L'on. DJJgoni (N. 92, 3 aprile 191S, 11), fuma to Il Pinturià-hio e forse redatto da Benito Mussolini, il rimanente del materiale giornalistico citato nell'Ele,uo suddetto (limi tato al periodo 12 marzo - 24 maggio 19D) è dovuto alla penna di De Falco. « 2) Esame dell'Elen,o del mattriaf~ giomaliJ1ito ,mrib11ibil1 d Benito _Mus· solini pubblicato nel 110/. Vlll (25 maggio 1915 · 17 giugno 1917), alle ·pags. 312-313, « De Falco precisa che sono di Benito Mussolini questi tre articoli anonimi: (+). Precisa altresl che sono di Benito Mussolini i seguenti due scritti, firmati con il pseudonimo a fianco indicato: (+). Esclusi i sette p ezzi anonimi (Jei quali D e Falco non è in grado cli precisare l'autore) E enorme! (N. 169, 20 giugno 19 1'.5, II), Lazzari ",omunitd " .... (N. 189, 10 luglio 1915, II), Lo rnindalo. Dedicato ai 1odalù1i iJaliani (N. 212, 2 agosto 191S, Il), I/ tolito plebi!(ito (N. 223, 13 agosto 1915, II), Quelle tignore .... (N. 237, 27 agosto 19 15 , li), Oberdan (N. 352, 20 d icembre 1915, II), Verb olen (N: 359, 28 di. ccmbre 1915, 11); · escluso il pezzo Lemrina spalancata a S. S, Bm edmo XV (N. 14~. 27 maggio 1915, II), firmato Uno s,agnozzo (pseudonimo che D e Falco non è in grado d i identificare), il ri manente del materiale giornalistico, sia anonimo, sia fi rmato con pseudonimi, è dovu to alla penna di Dc Palco. <i: 4) Esame di materiale giornalistico anonimo e firmato co~ pseudonimi apparso sul Popolo d'Italia durante il periodo 12 maszo 1915 · 14 febbraio 1918 e non menzionato nei tre elenchi. « Susmel sottopone all'esame dì De Falco il cors ivo Medaglionrini al '1omo. BrJJne/li (N. 142, 24 maggio 1917, IV), firmato Il Pi,11uriahio. D e Falco esclude che l'autore di questo corsivo sia Benito M ussolini. · Susmel sottopone altresl all'esame di De Fako una serie di articoli di fondo firmati Il Popolo d'Italia. De falco precisa che solo l'articolo(+)~ di Benito Mussolini.


CONCLUSIONE DE FALCO·S USMEL

VII

« 5} ldffltific.azione parziale degli pseudonimi citati nella Pr,mtua (110/, / 1 pag. Xli). « ln merito, De Falco è in scado di affennue sicuramente che Amiro (L') di Va1111in. corrisponde a Paolo Valera, Balilla a Sandro Giuliani, 8 1aJifo,1 a Nicola Bonservizi,- Capo a Giovanni <:.apodi vacca, Ce,,do Rouo a Giuseppe ~ Falco; Ci11rma (La) idem, Co,sa,o a Benito M ussolini, Fila,-eJe a Ottavio Dinale, Gipi a Gino Piva, I1pe1Jo,1 (L') di palroueniro a Italo Vicentini, Vi,illit a Ottavio Dinale, Volla Amedeo Fani :<>. Tutti gli scritti che Giuseppe Dc Falco ha precisato essere di Benito Mussolini sono riportati nel presente volume e sono contrassegnati con (/).



AGGIUNTE



SCRITii E DISCORSI

LA LOGICA DELL'UNIFORME IMPRESSIONI

Dopo il verdetto della toga, la condanna deJ!a spada. La gi ustizia borg,hèse è bifronte come il. vecchio dio della mitologia. Raccogliamo, poiché larga è la messe, trave rso i resoconti del processo contro i refrattari alla chiamata sotto le armi ordinata dal Gran Consiglio durante lo sciopero generale di Ginevra, gli apoftegmi della logica in unHorme, e vedremo ancora una: volta e luminosamente che la disciplina della coartazione cieca e belluina è la base morale dell'esercito ·anche ,quando vuole nascondersi sotto i veli pudichi della nazione armata.

t con tristezza che noi vediamo all'opera questi precoci Bava Beccaris repubblicani; tristezza facilmente concepibile qualora si pensi che le carceri s'aprono per accogliere dei padri di famigl ia nella più critica stagione dell'anno. Ma d'.altra parte non possiamo nascondere l'intenso compiacimento pcovocato dai fatto d'avere le nostre idee negative in merito a tutte le istituzioni borghesi una nuova e significante conferma. li governo, 'sia esso repubblicano o monarchico, rappresenta sempre una casta che protegge con qualunque mezzo la sua vita, legalizzando la . violenza e l'arbitrio; il giudice, condanni sotto l'usbergo del _berretto frigio o della corona regia, è sempre l'uomo dalle idee vecchie, dogmatiche, assolutiste. Le Grdnd Juge ha detto : « Il soldato semplice·» non può giudicare la portata e la gravità degli avvenimenti pubblici. Ammessa quest'impossibilità elementare di raziocinio, conviene ammettere ancora lo squilibcio o la mancanza del cervello (organo adibito


OPERA OMNIA "DI BENITO MUSSOLINI

a tale funzione) o il deterioramento dell'anima, se la filoso6a .... militare è spiritualistica. · · JI soldato semplice, secondo la nuova teoria, ha dunque la cavità cranlCa piena d'acqua. · Ma la unicità del caso contemplato nella massima del Grand f uge lascia anche legittimamente supporre che nel militare l'attivismo ra.zionale del pensiero cresca col crescere del grado.· Quindi : li ·caporale che ha fregiate Je maniche della sua divisa ha un piccolo nucleo di materia grìgia; i1 sergente, col kepi e la sciabola, trovasi io, più fortunate condizioni psichiche; il furiere ha di già un lobo cerebrale; gli uff1Cia1i poi, portanti le spalline e trascinanti le spade, possiedono sostanziati gli emisferi e liberi le comunicazioni nervee; possono, per conseguenza, astrarre, ragionare, giudicare e.... condannace. Chi porta .lo zaino e ·mangia nella gamella è un cretino. Peggio per lui se crede utopisticamente di possedere una coscienza, perché la sacrilega idea lo farà habittté delle celle a tavolaccio. Ei deve obbedire, sempre obbedire! Schiacciare le mille .rivolte del cuore,· costringersi ad una fo.rzata e dolorosa amnesia, assumere l'abìto delta barbarie, ma, uccidere anche il padre, se l'ordina il capitano! · Così disse Guglielmaccio,- imperatore dei tedeschi, il'parolaio, ormai ridicolo, Attila del ventesimo secolo.

la caserma ha il suo dogma. La parola « disciplina» lo riassume, come la parola « fede » compendia il dogma della chiesa. Per il prete, l'uomo deve credere; per i1 soldato, l'uomo deve obbedire. Questa è la loro logica, questa è la mostruosa concezione autoritaria in base alla quale fu,pronunciato il verdetto di Ginevra. La condanna di Sigg e compagni disonora la patria di Tel1. ~a -del resto già. da tempo la repubblica svizzera amoreggia col conservatorumè reazionario. Per esso, pavido della .rivolta, fu imposto ai cittadini di armarsi contro i propri fratelli a difesa del capitale; per esso, ammalato di gingoismo nazionalista, abbiamo le recenti sentenze di Ginevra; per esso, assistemmo, sul passaggio di un re, ai nauseanti inchini di Goeschenen. E i partiti popolari do.rmono o .ncin sanno ove orientare le miserrime forze; manca assolutamente una battagliera democrazia che infonda un soffio di vita nuova alle istituzioni e faccia impossibili, in moderno regime repubblicano, i processi ultimi, che, per certe analogie, ricordano il triste ··9a italiano.. Cosl dagli amori la repubblica passerà a matrimonio colla reazione e


ACGIUNT.I!: SCRITTI E OISCORSI

lo storico berretto frigio, a furia di piccoli e grandi strappi, verrà ridotto un inservibile cencio, povera memoria di tempi che furono.

lntantO, vada 3. Sigg e compagni, coOdannati dalla giustizia militare, il nostro saluto; come già da queste colonne partirono espressioni d'affetto e di solidarietà per i condannati dalla giustizia civile, Croisier, Steinegger e Bertoni. Ah! che per la· enorme condanna di quest'ultimo si potrebbe ben parafrasare Giuliano l'Apostata e dire: Silvestrelli, hai vinto! BENITO MUSSOLINI

Da L'À llf'tnirt dtl lAf'ora/or, (I, to), N. 179, 6 dicembre 1902, VI.

COME VENGONO ESPULSI GLI ITALIANI DALLA SVIZZERA Sono arrestato il 18 giugno, accusato di minacce. Divento il nwnero ventisette. Il giorno dopo, uno della Direzione poliziesca bernese viene a trovarmi nel mio nuovo alloggio e mi fa un cumulo di domande, alle quali ci• spendo come mi garba. Vuol sapere chi, dopo la conferenza Bertoni, ha lanciato l'idea di un corteo di protesta e allora confesso d'essere stato io. Questo basta per farmi un individuo pericoloso. Mi si chiama nel· l'ufficio antropometrico e mi si fotografa in due pose, si studia il mio braccio sinistro e se ne rilevano tutte le particolarità. Passo altri dieci giorni in cella. Mi si comunica che il giudice non ha più le prove dell'accusa per la quale fui arrestato, e l'istruttoria è chiusa, con tutte le spese di procedura a carico dello Stato. Nel contempo ho notizia del .decreto di espulsione dal Caritone di Berna, per trasporto di polizia sino a Lucerna.. Risulta troppo chiaramente, · e non insisto più oltre, che la giustizia repubblicana ha servito fedelmente la polizia, la quale da lungo tempo aspettava l'occasione propii.ia per colpirmi. A Lucerna, fermata di due notti. Parto e nuova tappa di sedici ore ad Airolo. Qui pago il vitto. G mettono, in cinque, dico in cinque, in ·una di quelle cellette dei vagoni adibiti al trasporto delle merci a grande velocità. Soffochiamo. Sotto le gallerie il fumo ci toglie il respiro.


OPERA OMNIA DI BENITO MUS SOLINI

1 nostri urli non commuovono chi ci ha in custodia. Siamo povera carnaccia frusta. Finalmente discendiamo a Chiasso: I gendarmi svizzeri ci consegnano ai Joro colJeghi italiani. Dopo un breve interrogatorio, essendo munito di passaporto, mi lasciano libero. Riguadagno Lugano. Appena disceso, sono nuovamente arrestato. Comincio a domandarmi se la mia è una faccia da ghigliottina. Altre sei ore di arresto e mi rilasciano. · Questi i fatti. Trascuro molti particolari che renderebbero il racconto più interessante. Lascio a chi legge la cura di far commenti. Morale : « Viva la repubbl.ica ! ». MUSSOLINI BENITO

Da L'lf1111t ni,e del Lavot aJMe, N. 2JO, 4 luglio 1903, VII.

LA PAROLA DEI CORRISPONDENTI DALLA PROVINCIA DI FORLI DOVIA. (M, B.). - Papa Sarto ha ragione di gridare ch'è nato l'Anticristo. Il Libero Pensiero dilaga ovunque. Dalle città prorompe nelle campagne. Sorge la famiglia operaia, emancipata una buona volta dalle superstizioni dell'assurdo religioso. I lavoratori, anche tra questi monti, rinunciano a battezzare nella chiesa i propri figli. Chi ha dato primo l'eS'empio di questa rigida coerenza alle nostre dottrine, è stato Partisani Luigi, iscritto nella nostra sezione, e la sua· compagna Proli Malvina. L'ultimo loro bimbo, Benito, non venne portato aJ fonte della sacra impostura. Fu battezzato invece, sabato scorso, nella sede della sezione, presente un buon numero di compagni e compagne. Intanto, se'bbene lo scandalo delle beghine sia grande, altri seguiranno l'esempio. 1! l'unico mezzo efficace per scalzare la chiesa, togliere l'urna· nità futura dalle ugne del prete. · - Sono partiti i coscritti dell'anno d i leva 1883. Sono partiti cantando, come andassero ad una festa campestre. Ciò dimostra l'incoscienza della nostra gioventù. , Sarebbe bene che i socialisti organizzassero ogni anno, a quest'epoca, dei comizi pubblici e privati contro il militarismo. Far sorgere neJl'animo del soldato l'odio delia vita della caserma; dimostrargli com'ei corra, allegramente, verso il suicidio completo della propria individualità e divenga


AGGIUNTE: SCRITTl E DISCORSI

strumento di oppressione nelle mani della borghesia. Agitare l'opinione pubblica in questo senso, e forse allora i coscritti non partirebbero cantando i vecchi ritornelli che hanno fatto il loro tempo, ma entrerebbero nei grandi reclusoti militari, come vittime forzate, col senso della rivolta nell'anima. t tempo di scalzare quest'altro dio terreno, il militarismo, E i giovani socialisti diano il buon esempio. Da Lt Parola d~i Soda/i!Ji (I, 249), N. 230, 19 dicembre 19-03, V.

IL CASO MANFREDI L'operaio Giovanni Manfredi, che, giorni sono, aggredì a Milano il tenente Sivelli, ha avuto, forse non desiderato, il suo quarto d'ora di celebrità. Né io gli rinverdirei oggi le frasche della breve nomea, se il Risveglio di Ginevra, evidentemente male informato, non elevasse un semplice fatto di cronaca all'altezza della rivolt;; individuale. Mi pare un'esagerazione. Giovanni Manfredi non è lo squilibrato dipintoci, con amorosa sollecitudine, dalle ga:uette borghesi colle stigmate di quella che nel peregrino linguaggio delle aule giudiziarie vien chiamata la « perversione anarchica»; Giovannl Manfredi non è paragonabile al _pederasta colonnello Terzi come si domanda l'H ,fomme] q. fui] r.[il} dell'Avanguardia; Giovanni Manfredi, quantunque abbia gridato << A morte i parassiti! », non è jJ ribelle che tragicamente afferma la sua individualità contro l'oppressione del sistema. Giovanni Manfredi è un esasperato. Ponenclòci dal punto di vista di uno speciale stato psicologico, noi comprendiamo il suo atto, come comprendiamo ogni affermazione individuale. Quantunque ripugni profondamente alle mie convinzioni l'uomo che uccide l'uomo, trovo però talvolta necessaria, sebbene dolorosa, la violenza dal basso in risposta alla violenza dall'alto. Quando tutte le vie sono chiuse, è necessario aprirsi un passaggio, anche a prezzo di sangue. Talvolta, è santa la vendetta di lunghe infamie subite. Così ammiro gli eroi e i martiri oscuri della Bou raja Org,:misalion di Russia e m'inchino davanti a Michele Angiolillo, a· Gaetano Bresci. Può darsi anche che in un dato momento, l'atto individuale abbia conse. guenze di grande portata e segni un rivolgimento nella vita politica di una nazione. Ma allora è il grande gesto che abbatte un'uniti possente


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

della vita sociale e non sono le temperinate in'nocue inferte dal Manfredi al tenente Sivclli. Non bisogna generalizzare e confondere. La rivolta individuale, che p~ò essere priva di ogni vìolenza bruta, .è talvolta_di una vera utilità., ma l'atto individuale, come affermazione di principio, è la negazione delle nostre idee di progresso indefinito e di materialismo storico. Noi abbiamo avuto recentemente una _rivolta individuale : quella del compagno Naine; oggi a.bl;liamo un atto individuale: quello dell'individualista Manfredi. Ebbene, chi dei due ha fatto la più efficace affermazione antimilitarista? :t puerile credere di finire il militarismo attaccandolo ·negli ufficiali, fossero anche i De Benedetti o i Bava Beccaris. Il militarismo è in noi, nei nostri costumi. ~iamo noi che ingrassiamo la mala bestia quando, con imbecille rassegnazione, paghiaino le tasse destinate al suo mantenimento; sono i figli del pcoletariato che popolano le caserme; è la nostra impotenu che fortifica il patriottismo guerrafondaio. Piuttosto che scalfire l'.cpidermide ·vellutata dei militari di professione, vi è bene un mezzo infallibile per abbattere daUe sue basi l'infame coitrtazione militarista : disertare!

Mettere poi, come fa il Riweglio, l'atto del Manfredi nella categoria di quei fatti che « preparano » l'approssimarsi di vasti movimenti collettivi, è un'altra esagerazione. le graffiature date al SiveJJi (guaribili in dieci giorni) possono essere un segno dei tempi, una degenerazione (comprensibile ho detto, perché spiegabile) accentuantesi ogni giorno e alla quale il Manfredi, vittima di un'-ìllusione, ha creduto di portare il corÌtributo della sua individualità. Ormai è bene assodato che solo lo sforzo della massa può distruggere il predominio della borghesia e le sue istituzioni di difesa. E quando noi diciamo -inutile, come affermazione di principio, L'atto individuale, non obbediamo a un sentimento pacifista e quietista. Noi, detti dall'Italica riformisteria, i «catastrofici~>, non escludiamo un'epoca futura di sanguinosi conAitti, in cui saremo costretti alla aoJo-rosa necessità della violenza. Il contegno spavaldo delle classi al potere mostra ch'esse preferisconò la morte sotto alle rovine, ad un lunga, lenta ed ingloriosa agonia. La violenza allora sarà utile, feconda, decisiva. Passata la tempesta del periodo insurrezionale, la rivoluzione socialista _sarà la grande consacrazione pratica del· rispetto alla personalità umana. Noi non sopprimeremo, ·se non costretti, gli individui. Anche gli ex-


AGGIUNTE: SCRITTI E -DISCORSI

militari di professione diverranno unità pròduttive. Li torremo alla spada e li metteremo alla vanga. · Ginevra.

BENITO MUSSOLINI

Da L'Av11e11ir~ del La11oratore, N. 238, 6 febbraio 1904, VII.

NUMERO 2 Nel breve giro di un anno è già Ja seconda volta che sono colpito da un'espulsione cantonale, per trasporto di polizia. Mi esaspera la com· media giudiziaria che precede la misura poliziesca. Come a · Berna, così a Ginevra, sono stato arrestato sotto l'imputazione di semplice reato comWle. Alterazione della data di val idità del passaporto. Accusato e detenuto, scelgo un patrocinatore e attendo il processo. Voglio andare al Tribunale e smontare l'accusa, dimostrarla un pretesto per impadronirsi della mia persona ed- espellermi, senza neppur concedermi la scelta di una frontiera; voglio provare ai giudici la mia innocenza e dir loro: « Voi servite la polizia». Ma no. Dopo sette giorni di carcere l'accusa svanisce e compare il fantasma rosso creato dalla fenomenale stupidità. degli agenti dell'ordine, l'« anarchico pericoloso)) che bisogna« spedire» alla frontiera del paese di origine. Le prove del mio anarchismo sono rnccolte. Il douier che mi riguarda è voluminoso e irrefutabile. Come un pac.co « sono spedito». · 11 Dipartimento di Giustizia e Polizia a Ginevra fa un foglio di trasporto fino a Chiasso. Sono renitente dal 27 marzo, ma pur di « spedirmi » l'Autorità. ginevrina non ha alcun scrupolo di violare i trattati internazionali, e l'espulsione cantonale diventa « una estradizio'ne mascherata e arbitraria». Se oggi sono libero, se invece d'essere recluso in Italia, mi trovo su di un'altra e più ospitale terra repubblicana, lo devo all'opera dei compagni di Ginevra, alle pratiche fatte dal compagno avv. Rensi e all'interpeilanza Fusoni, per cui il Governo Cantonale Ticinese, rifiutando la c.omplicità nell'enorme arbitrio, ebbe il buon senso· di rilasciarmi sul territorio federale. Grazie a coloro che si occuparono del mio caso. Esso resta un indice sintomatico della torinenta reazionaria che imperversa a Ginevra. Nella città riformata da Calvino, la figura più ributtante d'inquisitore che possa vedersi .alla Sa!/e Ami Lui/in, un governo a « democrazia diretta >> con relativo « popolo sovrano » fa la guerra alle idee liberamente e onestamente prof~ssate.


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOUNI

E addolora il vedere una << democrazia salsicciaia» che non ha saputo mai trovare la via della protesta, che finge di ig norare la sua immensa Vergogna, credendo forse che a perpetuare una tradizione d i libertà basti la mela di. Guglielmo T el1. MUSSOLINI BENITO

Da Il Rl.1J11glio (I, 36), N. 118, 4 maggio 1904, V.

LA DISCUSSIONE La discussione sul patriottismo e internazionalismo svoltasi alcune sere fa in una affollatissima riunione della nostra lega per la cultura sociale, non è passata inosservata a un redattore del Trentino, che, nel numero 149 di <iuel giornale, scrive: « Dovete sapere che anlhe nella d 1tà nostra si coltiva la profilassi contro la guerra e nella Lega t>er la cultura sociale il segretario cldla Camera del lavoro, avtndo di.mostralo che il patriottismo è un feticcio e che il prolo!'tariato è antipatriottico per definizione e per necessità, ebbe a concludere che la guerra militate si può e si deve impedire solo colla guerra civile».

Non mi sono espresso in questi termini, ma le idee sono mie (uq11e;1, a10). « Il proletariato è antipatriottico per definizione e necessità». Q uesta mia affennazione non è così assurda coine sembra crediate. Anche il cristianesimo è stato antipatriottico per definizione e per necessità. Cristo, voi lo sapete cd io ve l'ho appunto ricordato in quella discussione, Cristo non ebbe patria, ma inviò i suoi d iscepoli a predicare la buona novella in tutto il mondo. Che Cristo avesse spezzato tutti i rapporti che potevano unirlo alle vecchie istituzioni, lo provano lwninosamente le sacre scritture. Cristo rin1:0ciò persino alla famiglia. Egli domanda: « C hi è mia madre? Chi sono i miei fratelli? ». Il cristianesimo dun,que fu ed è nella sua costituzione teologica e nella sua morale antipatriottico. , Ecco un tema su cui mi piacerebbe discutere collo scrittore del Trenlino: Ptttdottùmo e u ù lian~simo. Attendo una risposta. M. B.

Da· L'A1111~11irt del LJtvoralor, (Il, :5), N. 27, 8 luglio 1909, V .


AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

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L'INTERNAZIONALE E LA PATRIA Sono lieto di dare il posto a quest'articolo. In primo luogo perché è stato scritto da un operaio; secondariamente perché esprime chiaramente quali sono le nostre idee in fatto dì nazionalismo e di internazionalismo. V'è in questo argomento, oggi, gran fervore di discussione fra i socia·

listi di tutti. i paesi. Come sempre, la maggior parte di quelle discussioni _paite da false premesse e poggia sull'equivoco. I nazionalisti borghesi d'Italia ( oggi è di moda il nazionalismo, come dieci anni fa era di moda il libero pensiero, la repubblica e la mas· soneria) affermano che i socialisti tedeschi sono patriotti e che i socialisti italiani soggetti all'Austria tradiSCono la nazione cui appartengono per le origini, la lingua e i costumi. T utto ciò è falso. I socialisti italiani soggetti all'Austria, i sociallsti di tutte le nazi!=)ni civili non rinunciano alla lingua, alla storia, ai costumi, alle tradizioni del gruppo etnico in cui nacquero e di cui fanno parte, ma negano la patria borghese, che si esprime attraverso gli eserciti per· manenti, destinati a far comoda l'esistenza a una casta di parassiti e a salvare le ricchezze del_ capitale. Per amate la propria nazionalità, non è detto che si debbano odiare le altte, Sviluppo armonico e affratellamento di tutte le nazioni, ecco l'ideale· socialista. fo questo senso l'articolo che pubb1ichiamo, scritto da un operaio che vive lungi dalla sua patria, ha una grande significazione morale e sbu. giarda i mestieranti del nazionalismo, che vogliono coprire, colla vuota ideologia patriottarda, la difesa dei privilegi e delle ricchezze di tutti gli sfruttat~ri. MUSSOLINI

Da L'Arn1t1tire del La11ora1ore, N . 32, 12 agosto 1909, V.

CONTRO IL MILITARISMO* /l.f11ssolini comincia il mo diuorso proponendo il seguente ordine del giorno:

« I giovani socialisti di Romagna riuniti a congresso in Cesenatico iI n agosto 1910, riaffermando i principi dell'internazionale socialista, r_innegando il concetto politico borghese dì p~tria e combattendo le nuove ' Riauunto del discorso pronunciato a Qsenatico, al congnmo regionale giovanile socialista di Romagna, il i , agosto 1910. (Da Il Cuneo (III, 284), N. 31. 21 agosto 1910, VI).


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

correnti dell'irredentismo e del nazionalismo; conviriti che l'esercito sia il più solido puntello della prepotenza statale e 'dello sfruttamento· che la borghesia compie sul proletariato; convinti quindi che la disgregazione e l'abolizione dell'esercito, come di ogni altra istituzione a base autoritaria, sia necessaria al trionfo delle idee socialiste; mentre dichiarano di associarsi alle diverse frazioni della borghesia radicale e repubblicana per ottenere riforme, abolizione delle compagnie di disciplina, nuova riduzione della ferma, ecc., che rendano meno pesanti i sacrifici che il militarismo impone oggi al ·proletariato, ·decidono di esplicare la propaganda antimilitarista neHe forme seguenti : « a) colla propaganda orale; . << b) colla diffusione di periodici e pubblicazioni antimilitariste fra i giovani prima del.la loro incorporazione nell'esercito e f ra i soldati stessi, specie nei tempi di agitazione politica e sociale; « 'r) coll'astensione da tutte Je ·formalit! che accompagnano la leva; « d) colla compilazione di un e lenco dì tutti i giovani prescelti al servizio militare, i quali, prima delI'incorpor~ione, saranno oggetto di una propaganda personale e assidua, d a continuarsi per lettera e nei periodi di licenza; « e) coll'adesione alla propaganda, alle agitazioni e alle manifestazioni dei socialisti adulti ».

Per 1piegc1re l'ordine del giomò intende definire il conullo di patria e perciò deve 1gombrare il campo dal pacifi1mo moderno e dai ,,azionalùmo. Pacifismo che non ha alcun fondamento di seriet!, né speranza di successo, anche per le persone che se ne sono fatti banditori; neonazionaJismo che non ha ragione d 'essere, poiché l'Italia attuale etnicamente unita è ancora l'Ita lia in pillole del Giusti. Il con.c etlo di p atria è sentimentale e politico: sentimentale perché ci lega ai luoghi dove siamo nati e cresciuti, e politico per le tradizioni letterarie, scientifiche e politiche. Ma noi siamo internazio nalisti e con noi sta rutta la tradi2ione storica · del socialismo, che sostitul al concetto di patria il concetto di classe. Quando riusciremo ad avere la storia materialistica del Risorgimento italiano, avremo anche la chiara dimostrazione che la borghesia che volle l'Italia unita deve aver agito sotto la spinta degli affari più che per scntimi::nto patriottico, poiché la borghesia ha rinnegato e superato sempre la patria, cOme ne è esempio il commercio bancario. Di fronte quindi all'Internazionale borghese sorge e si agguerrisce 1'Interna2ionale operaia, fondata sull'accordo dei proletari di tutto il mondo, che afferma la preparazione ad un movimento d ecisivo, poiché nel mon do culturale cd economico rutti hanno superato il nazionalismo.


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L'e~rcito e la burocrazia sono i soli due organi dello Stato che creano il parassi tismo economico a tutte le classi sociali. La limitazione della funzione dell'esercito, l'abolizione delle compagnie di disciplina, una nuova riduzione delia ferma, sono i primi passi· verso l'abolizione dell'esercito. L'oratore si rivolge quindi ai giovani con una calda invocazione perché ritengano, piiì che il suo diuorJo, l'enJ111ia1mo antimilitarista che li ha scoui, e intendano il volo al m o ordine dei gio rno come un solenne impegno per t'altuazione del programma d'azione che nell'ordine del giorno ·1/eJJo è conrretato. (Il congreIJo applaude e approva l'ordine del giorno M ,molini per acclamazione).·

IL VARO La p r!ma dreadnought italiana è discesa pochi giorni or sono nel mare napoletano. Il varo della prima ùJrazzata italiana di grande tonnellaggio ha avuto l'importanza di un avvenimento ed ha riempito di cronaca pagine intere dei" giornali quotidiani. Per noi che siamo compie· tamente liberi da tutte le scorie del nazionalismo e del patriottismo guerrafondaio, il vaio di una corazzata è un fatto che si presta a melanconiche . .riflessioni, Ci domandiamo anzitutto come sia possibile festeggiare, celebrare la « messa in azione >> di una nave non destinata a rendere p iù rapide le comunicazioni materiali e morali fra i continenti, ma a seminare la morte fra g li uomini, dopo venti secoli d i predicazione umanitaristico-cristiana. A questa domau.da, che potrebbe essere d 'ispirazione tolstoiana e· alla quale non si può rispondere che colla negazione scettica del nostro troppo d ecantato progresso morale, a q uesta domanda sola non ci fermiamo. La corazzata, che porta il nome di D ante, e non è .che la prima di u na serie di altre corazzate già impostate nei diversi cantieri, costa milioni e milioni. E questi milioni sono « 3.spitati » dal Moloch militarista fra le masse anonime che lavorano e producono e si contentano di « vegeta"re >>. Quella corazzata riassume le miserie di tutto un popolo. La Terza Italia, che profonde le sue energ ie finanziarie nei na\:igli di guerra, non ha ancora risolto quelli che sono i p roblemi fondamentali di og ni comunità. civile. L'Italia barbara che Alfredo Niceforo descriveva ven ti anni fà., è sempre «contemporanea » .. L'agro manca di agricoltori, le Puglie di acqua, la Calabria di


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uomini [Jit], tutta Italia manca di maestri e l'analfabetismo, altissimo anche in· Romagna, non accenna _a diminuire. La situazione economica non è lieta. Il raccolto del grano in Italia è stato molto inferiore a quello dell'anno scorso. In alcune regioni, il fantasma della carestia batte di già. alle porte dei miserabili. Se il Governo non toglie il dazio sul grano, la fame getterà intere popolazioni nelle· strade e nelle piazze, a tumultuare. L'Italia ufficiale, che si raccoglie a celebrare il varo delle corazzate, non sembra avere il concetto della situazione. Vive giorno per giorno. Noi siamo pessimisti. Andiamo incontro al '98. Meglio così. ~ necessaria un'altra scossa violenta per accelerare il ritmo della nostra vita

civile. Da Lz LotÙ di CJau, (IH, 7), N. H, 27 agosto 1910, I (d, 244).

PERSONALIA H signor Dario Paganelli, povero cretinoide in fregola di pubblicità, è invitato formalmente a dire il nome e cognome di chi mi avrebbe sentito pronunciare la frase da lui riportata nella Libertà del 4 corrente. Il signor PaganeIJi è stato male informato e l'individuo che ha propagato la stupida menzogna è pregato di farsi conoscere. B. M .

Da La Lotta di Clasu , N. 40, 8 ottobre 1910, I.

L'ANTIMILITARISMO Non è stato discusso al congresso di Milano ed è già la terza volta che la gra'{issima questione è posta agli ordini -del giorno senza che gi unga poi alla discussione. Ad ogni modo, noi continueremo tenacemente, violentemente la nostra propaganda antimilitarista ed antipatriottica. Antipatriottica abbiamo detto, poiché finché si riconosce una patria politica che ha, o può avere interessi antagonistici con altre patrie, bisogna altresì ammettere un esercito e un bilancio militare. 1n questi giorni ci siamo messi in relazione con giornali e gruppi antimilitaristi della Yonne ( Francia) e intensi6cheremo anche in Romagna 1a propagand~ intesa non a conquistare l'esercito, ma a demolirlo. Sappiamo bene che questa propaganda è pericolosa e Jo dimostra un


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processo già intentato contro il nostro giornale, ma noi siamo pronti a pàgare di persona. Intanto ogni numero del nostro giornale avrà La Tribuna an1imilitarìsla. Questa propaganda servirà ancora a dist~nguerci dai socialisti ufficiali, che cominciano ad ammettere il concetto di patria, e dagli altri ex-socialistj, che, dopo una parentesi di sindacalismo professorale, vagheggiano la « nazione », e covano un nazionalismo oggi letterario, domani guerrafondaio. , Proletari, braccianti socialisti, gridate ben forte : Noi non abbiamo patria. Noi non difenderemo la patria, perché nella patria nulla abbiamo di nostro da difendere! Da UZ .W1111 di Clt11Je, N. 44, 5 n0\'tmbrt 1910, r (d, 275-276).

STOLYPIN La Nemesi giustiziera Io ha .percosso a morte. Ben gli sta. Stolypin,

bieco, sinistro, sanguinario, ha meritato il suo destino. La Russia dei proletari è in festa e attende che la dinamite f rantumi le ossa del Piccolo Padre dalle mani rosse di sangue. La fine tragica del ministro di N icolò Il è forse l'inizio di W1 nuovo periodo d'azione rivoluzionaria? Lo speriamo. Intanto;sia gloria all'uomo che ha compiuto il sacro gesto del Vendicatore ! Da UZ Lolla di Clam, N. 87, 2} settembrt 19 11, II (d, 244).

DISASTRI DEL MILITARISMO LO SCOPPIO DELLA POLVERIERA DI VOLLENSDORF , TRENTA MORTI. IL NAUFRAGIO DEL « VEND!MJAIRE », VENTISETTE ANNEGATI. IL NUOVO BILANCIO NAVALE RUSSO. LE CONDANNE DI TRIPOLI

Il militarismo internazionale continua a celebrare le sue orgie di · distruzione e di morte. Ogni giorno che passa l'immane piramide delle vite sacrificate eleva la sua vetta vermiglia sulla quale Marte sta ad aspc:t· tare colla bocca insaziata e contorta in im ghigno infernale. Sandor PetOfi, il bardo ungherese misteriosamente scomparso dopo una battaglia, chiedeva in uno dei suo~ distici: « Che cosa mangiasti, o ltrra, ;be


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ui tanto a1JeJala e bevi contin11t1meme nuove lacrime e 11110110 ;angue? ».

Non ·1a terra è assetata di lacrime e di _sangue, ma un'idea: l'idea di patria. Sinché ci saranno le patrie ci sarà il militarismo. La patria è un fantasma, dice Stirner, un fantasma come Dio, e, come Dio, vcildi"Cativo, crudele, tiranno. T antimilitarismo.... patdottico.... è un miserevole assurdo. Rassomiglia all'anticlericalismo dei cosiddetti liberi pensatori. li male deve essere colpito alle radici.. Per demolire le religioni occorre cancelJare dalle coscienze ogni iddio, per abbattere il militarismo bisogna svalorizzare 1' idea di patria, dimostrare che (< non » esiste la patria, come non esiste Iddio, che e l'uno e l'altra sono due grandi finzioni, due formidabili menzogne convenzionali, Questa propaganda dev'essere fatta con tenacia e con assiduità, metodicamente, fra i proletari dannati in olocausto al Moloch patriottico. Non più indugi e inéertezze. La cronaca quotidiana ci grida·un tragico richiamo. Dieci g iorni fà, scoppiò una polveriera nei dintorni di Vienna. T renta uomini perirono: Trenta famiglie nel pianto, N on ancora era sopita nel pubblico l'impressione del disastro di Vollensdorf, · che il telegrafo ci annunciava il naufragio del Vendémiaire, un sottomarino francese. Appena un anno è trascorso dalla catastrofe della LJberJé, la potente nave frantumata dalla combustione delle polveri (trecentocinquanta marinai t rovarono la morte). Ora è la fine del V endémiaire. Questo battello dal nome sonante, che .suscita immasini dolci di colline e di vigne sotto il tepido sole ottobrale o ricordi della prima rivoluzione che volle nuovi nom! al nuovo calendario .della nuova epoca, il V endémiaire, urtato da uria corazzata, è precipitato in fondo al mare. Ventisette giovani marinai vi rimarranno per sempre. E mentre i sovrani si scambiano le reciproche ipocrite condoslianze << ufficiali ». la corsa folle degli armamenti non patisce sosta. L'Italia, Ja. Sv_izzera, la Francia, l'Austria, monarchie, repubbliche, imperi, g randi nazioni e piccole, armano disperatamente. I.a Russia ha stanziato un miliardo e mezzo per la sua flotta. Che importano i milioni dei proletari affamati che urlano invano il loro spasimo nei villaggi sperduti fra la steppa immensa e desolata? I Governi non si curano della vita: loro compito è di preparare colossali strumenti di morte. An~he l'Italia è presa nel vortice dèlla stessa follia. Manifestazioni: la guerra libica e la sottoscrizione pro flotta aerea. Il militarismo italiano è diventato esigente e superbo come non fu mai: è il regno della sciabola che comincia. Triste dominio! E lo sanno g li arabi impiccati, secondo gli usi locali, sulla piazza del Pane a Tripoli; e lo sanno gli italiani soldati a Tripoli, dei quali trentasette recentemente s iudicati dal Tribunale militare sono stati condannati a un complesso di ottantuno anni di reclusione. Vi sono condanne che variano dai tre ai


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dieci aflfli; due condannati a dodici ed uno a quindici anni. La spada che giudica è inesorabile. Potrà assolvere il comandante Albenga, che, assorto in amorosi colloqut con \Ula bella signora, non ha tempo di dirigere la rotta della San Giorgio,. che finisce sugli scogli deJla Gaiola, ma non assolve il proletario in casacca che ha avuto uno scatto wnano e giusti_ficato di ribellion.e. E la macabra follia continua.... Da La Lotta di Claue, N. 1n, t:i gi ugno 19 12, III (d, 303·304).

IL GRANDE FATTO Nel rifiorire del Partito Socialista Italiano, il fatto magnifico, grandioso, profondamente significativo è il delinearsi, oramai concreto, della Internazionale europea. Il socialismo si annunciò, n?-5Cendo, come il partito internazionale dei la,•or~tori. La. borghesia prima se ne impaurì, poi ne rise. Ne rise come di un'utopia irraggiungibile. Diversità di_razza, di religione, di lingua, di costumi, di tendenze, di interessi, avrebbero reso sempre sterile il grandt! motto marxista« Lavoratori di tutto il mondo unitevi ! ». D'altronde dieci anni di riformismo radicaloide, utilitario, .ristretto, egoista, avevano allontanato, anziché maturato, il grande ideale dell'Jn. ternazionale socialista. In ogni nazione il socialismo s'era appartato al lavoro minuto dell'organizzazione localista e della conquista regionale, provinciale, comunale delle pubbliche amministrazioni. Avevamo il socialismo in pillole, che curava . gli interessi del villaggio, o edificava la botteguccia meschina della cooperativa, della corporazione. Un socialismo di provincia, in cui l'affarista politico guadagnava facìlmente la medaglietta facendo il commesso viaggiatore di camme• stibìli a ,&iusto prezzo o il paladino un po' gualcito delle tradizioni rugginose di una democrazia decotta, La guerra. Il grande, atroce problema delle nazioni depauperate, dissanguate, sconvolte dalla gueéra, ha rimesso sul tappeto il socialismo grande stile, la vecchia, gloriosa tradizione del socialismo uno e universale, che perv.ide il giornale e il libro; investe la cattedra, sai.ote la Chiesa, batte audace alla·porta delle cancellerie, e, afferrando i destini del mondo, impone ai Goyerni crudeli delle borghesie nazionaliste la ·pace e il lavoro fecondo, in nome dell'umanità che dolora nella fatica nobile e utile. A Basi!ea,_.domenica scorsa, un imponente comizio di socialisti ascoltò, fra la commozione epica delle grandi giornate, la parola francese, tedesca, austriaca, spagnola, bulgara, italiana dei nostri grandi compagni Z. • XXXV.


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d'ogni .capitale d'Europa, che preannunciava, fatidica, Ja risoluzione del mondo socialista di impedire la guerra. :e l'lnternazionale, o compagni, che sorge. dal suo sepolcro insanguinato del '71, è jJ grande sogno corrunosso di bontà e di amore universale, che batte Je grandi, candide ali sui campi di Macedonìa, dì Tracia e di Libia! Vede i cadaveri abbandoòati, colla bocca piena dì fango, colle viscere squarciate, vede i feriti gementi l'ultimo rantolo fra gli affusti rovesciati, vede i corvi roteare sulla rovina immane della . ricchezza dispersa, sente il fremito della bestialità e della follia, scatenate per gli interessi capitalistici delle fofle dorate del privilegio, che stanno lontane dal pericolo, ad attendere le ,sorti dell'opera malvagia. E l'Internazionale, il fontasma rosso e glorioso della più squisita idealità., che trasvola da quelle rovine, ai pensieri, ai propositi, alle sicure fedi c'spresse domenica scorsa a Basilea. Miriamolo .il rosso duce, esaltiamolo, serviamolo da uomini di fede e d'onore. Svecchiamo, ·rinnoviamo qu esto nostro vecchio e miserabile socialismo ufficiale. Ossigeniamo la mastO<Jonti.ca, burocratica compagine delle nostre fila, · sempre impacciate, sempre tarde nei movimenti, sempre impari e impreparate agli scopi e agli ideali. Ricordiamo che 1a gueu a libica scoppiò e noi non sapemmo far nulla per evitarla. Ricordiamo che la Direzione non c'era, che l'intesa mancava, che la poltroneria, la vigliaccheria, il quieto vivere lasciarono dilagare, imperversare, turbinare ovunque la follia nazionalista. Ricordiamo che dovemmo tacere, farci piccini, consentire quasi al ciclone nazionalista. Ricordiamo che i pochi che protestarono rimasero soli, e furono abbandonati alle vendette ·dei poliziotti e dei carcerieri d 'Italia, Ricordiamo che la guerra balcanica, che nessuno avrebbe osato predire per ischerzo, è la.crudele, disastrosa, criminale realtà di <)Uesti g iorni di dolore. Pensiamo che la guerra europea può essere alJe porte, come una nemesi orrenda, una maledizione di sterminio, che si abbatterà su d i noi, sulle nostre donne, sui nostri figli, sulla nostra vita di onesto e stentato lavoro. · Stringiamo Je fila, corriamò alla riscossa. Prepariamo lo sciopèro generale europeo, col quale rispondere in tutti i paesi alla dichiarazione di guerra europea. I governi borghesi, per Je rivalità commerciali, per Je mal celate brame di domini, p er r arrotarsi babelico delle ambizioni, per i conflitti deJle borse, per gli urti delle insip ienti diplomazie, ci preparano ì cimiteri di LuJe.Burgas, gli strazi di Kirechiliy, gli orrori di Monastir.


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Noi non vogliamo i tedeschi a Parigi, o il cannone francese a Berlino; non vogliatTJO Milano l'asa al suolo, o la pianura padana seminata di cadaveri di fratelli stranieri. Sì sl, .stranieri e fratelli, o macabri buffoni del nazionalismo italiano, 1 impas tato di latte acido e di fiele senile! I fantaccini francesi che scendessero in Italia, o i marinai inglesi che sbarcassero sulla marina di Pisa, o i cos.tCchi russi che venissero a devastare i nostri campi, sarebbero nostri fratelli, che solo la rapina borghese, la ferocia capitalista, l'incoscienza nazionalista dei loro rispettivi governi manderebbero in Italia, nel caso di un conHitto europeo, ad ammazzare e a farsi ammazzare per i capricci e le avide brame di lor signori. E quindi in Italia e in Francia, in Austria e in Germania, in Inghilterra e in Russia prepariamo lo sciopero generale. Appena scoppia la guerra, incrociamo le braccia tutti, tutti insieme, tutti in una volta! Leghe, Camere del lavoro, Partiti proletari, singoli lavoratori, e quanti sono uomini di buona volontà, e non belve pazze, incrociamo le braccia, disertiamo le fabbriche, spengiamo i fuochi, arrestiamo i motori, fermiamo i treni, spengiamo le luci, sospendiamo la vita. Cosl Ja guerra .6n"isce prima di incominciare, in ventiquattro, in quarantollo ore le cancellerie si mettono d'accordo, lo spettro del sangue _è fugato, milioni di madri sollevano il cuore angosciato, milioni di giovani tornano al lavoro fecon~o, miliardi di lire sono risparmiate sul miglioramento umano, una grande pagina è scritta nella storia del progresso umano. Questo si è proposto di fare domenica a Basilea. Questo ci insegnano di fare i nostri grandi compagni d'ogni nazione. Questo dobbiamo fare noi, compatti, concordi, decisi una buona volta a mostrarci degni dell'altissima, fiammante bandiera che sventola in cima al nostro grandioso programma di riscatto umano! Evviva l'Internazionale socialista, abbasso, muoia, scompaia fra g li spettri d elle morte età la guerra maledetta e infame J Da La UJtJa di Clasu, N. 149, 30 novembre 1912, XVI (J, 304-307).


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AL MARCIAPIEDE! Assistiamo, ora che _le elezioni generali approssimano, a un curioso ·e, sotto certi aspetti, inquietante fenomeno: la democrazia italiana torna a flirtare col Partito Socialista. Diciamo «democrazia .», ma sentiamo tutta la imprecisione, la nebulosità, la estensività del vocabolo. :È difficile determinare, sagomare, da[e un corpo alla democrazia italiana, che è rappresentata non da un partito nel senso tradizionale della parola, ma da una tendenza, da uno stato d'animo · diffuso. L'Italia è il paese democratico per ecceJlenza (c'è perfino una democrazia «costituzionale», cioè statutaria, albertina, dinastica), il paese dove tutti sono democratici, dove la democrazia è al potere con quattro m inistri e dove, tuttavia, non esiste un partito democratico, forse perché la vecchia aristocrazia del blasone, che in Inghilterra è ancora una casta possente e temuta, in Italia è ridotta a pochi ruderi senza alcuna importanza sociale. A meno che non si vog lia vedere una incarnazione della democrazia nel radicalismo, che conta un centinaio appena di gruppi dissem,inati nelle principali città (nelle piccole e ne!Je campagne, il radicalismo è perfettamente ignorato) e ha tenuto l'altro giorno il Suo quarto movimentato congresso nazionale a Roma, la democrazia in Italia non ha partito, non «è», soprattutto, un partito. Chi conosce la storia dei partiti politici in Italia, avrà certamente notato che, quando il socialismo verso l' '80, dopo il primo allargamento del voto, abbahdonò la concezione .insurrezionalista (che era, allora, una specie di eredità psicologica dell'insurrezionismo patriottico-mazziniano) e divenne « legalitario», esso assorbl con wu voracità e rapi(?.ità sorprendent i la democrazia, svalutandola, sopraffacendola, respingendola nell'ambito parlamentare, dove essa conservò ancora qualche prestigio, grazie a pochi_spiriti superiori; a pochi uomini d'integro carattere, oggi scomparsi senza lasciare epigoni degni di sollevare e difendere la, loro bandiera. E per vent'anni il Partito Socialista_Italiano, nato in anticipo, quando mancavano cioè le condizioni ché chiameremo « marxistiche » di un mo· vimento tipicamente socialista, si è sostituito alla « d emocrazia », eliminandone ogni influenza sul proletariato delle città trasformate dall'intensivo processo d'industrializzazione, e1 suscitando alla vita civile le plebi agricole di tutta Italia. Il Partito Socialista si è « saturato )) di democrazia. . Ha corso anzi il perico!O di confon'dersi con quella, perdendo di vista· le sue finalità; poi si è liberato dal vir-111 democratico che g li intossicava il sangue, e oggi la democrazia ita liana, da Luzzatti a .... Fera, non è che ~a decolorazione, l'attenuazione, la degenerazjone, negli uomini e nelle idee, del socialismo. Tutti i transfughi e i rabdgas, grandi e piccoli, del socialismo vestono infatti oggi la comoda liv:rea dei democratici.


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Fra socialismo e democrazia c'è stata una violenta, ma. benefica scis. sione, quando l'impresa di Tripoli ha dimostrato che non esistono partiti affini al Partito Socialista~ e che quesfaffinismo era una specie di mime• tismo di rui si giovavano i parassiti del Partito Socialista. Durante la guerra, tanto per non perdere la popolarità e non diminuire le tirature dei propri giornali, la democratja italiana ha baJJato allegramente il trescone coi nazionalisti e non ha levato mai la voce in difesa di quei socialisti che l'avevano sino a ieri, · in qualche modo, valorizzata. La democrazia italiana ha avuto un periodo di grave socialistifobia. Abbiamo visto i suoi giornali schern ire, deridere l'atteggiamento dei socialisti, fare dello spirito idiota sulle forme della nostra opposizione alla guerra. La fobia del Partito Socialista era, certo, giunta alle forme più arute, se la democrazia veneziana, come narrano le recenti cronache della città lagunare, non ebbe ripugnanza ad unirsi col residui delle sacrestie per far riuscire il politicamente squali6catissimo Orsi. Noi, dicevano i fogli democratici, non passiamo seguire i Socialisti nella loro campagna antitripolina e solo dei socialisti ingenui come il Candido di Voltaire potevano pretenderlo. Ora ecco che succede. La democrazia torna al suo vecchio esibizionismo. Nulla è cambiato. Non c'è più la guerra, ma ci sonO le ronseguenze della guerra. Il Partito Socialista si mantiene su quella piattaforma antiguerresca che non ha mai abbandonato da quattordici mesi, e la democrazia, la donna del marciapiede nella politica italiana, torna ad ammiccare coll'occhio e a profferirsi con lusinghe e moine dj sperimentata amatricé. Cerca un cliente. Un maschio. Quando sorse alrorizzonte il Partito dei destri (giunto oramai sdalbamente all'occaso), tutta la stampa: democratica covò la nuova cre.1tura. Oggi non se ne cura più. Si capisce. Il destrismo è un parassita che non può mantenere un altro. Il Partito risorge e la. democrazia, che pur ieri si compiaceva in segreto dell'isolamento, dell'esaurimento del Partito Socialista e si preparava a raccoglierne l'efedità minuta, oggi cambia tattica e lenta riannodare le relazioni bruscamente sferzate. Così l'Associazione democratica lombarda invita i suoi aderenti del collegio di Castel San Giovanni a votare pel socialista Mazzoni, il quale ha avuto, secondo noi, il torto (egli in materia elettorale intransigentissimo) di non respingere i voti dei democratici, ritirandosi dalla lotta, per ripresentarsi col suffragio allargato. Davanti a manifestazioni ufficiali come il voto dei democratici lombardi e il linguaggio del Secolo, non era possibile tacere o trincerarsi dietro la_formula dell'« ignoriamo». ma bisognava parlare. Il silenzio in quel caso non poteva significare che l'accettazione dell'appoggio democratico. Una specie di connivenza passiva e inconfessata. Così si annuncia che ad Alessandria i democratici sosterranno le can-


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_didature socialiste al Consiglio provinciale. I socialisti non hanno chiesto nulla, nia è fa. democrazia che spontaneamente offre i suoi servizi ai « nemici della patria». ~ evidente. La democrazia vuole riconciliarsi col Partito Socialista, per averne l'aiuto nelle prossime elezioni, ma il Par.· tito deve ·lasciarla al marciapiede. E quando ci sia pericolo di equivoci, il, dovere dei compagni è uno solo: dire la parola precisa, che chiarisca le posizioni degli uomini e dei partiti, In Italia, specie in materia elettorale, è cosl facile scivolare che~ dinanzi agli episodi da noi segnalati, ·non ci sembra inopportuno questo nostro richiamo. Dall'Avanti! (I, 198), N. 347; 14 dicembre 1912, XVI.•

UNA BABELE CHE NON ESISTE L'ultimo numero della Crilica Sociale reca un articolo di fondo inti· tolato Babele socialiJJa. Titolo che sorprende e aduggia, perché questa c_ittà in cui si parlerebbero « diverse lingue e orribili favelle» è semplicemente fantasticata. Non esiste. Ci sono dei disorientati, è vero, ma ci saranno anche domani, ma ci saranno sempre. Ormai il motivo della « crisi » socialista è divenuto un provincialismo di dubbio g usto. Basta leggere attentamente l';uticolo della Critica Sociale per convincersi che quel titolo è una ... svista, forse un lapsus calami. Dov'è la Babele? C'era forse prima della guerra, ma questa, che ha schiantato tutti i partiti, ha g i~vato in un certo senso al Partito Socialista « riducendo lo alla sua vera espressione, al suo · indistruttibile nucleo centra~e ». Sempre per effetto dell'impresa afri cana, « le ragioni dei contrasti di classe, delle due classi stavolta, sono potenzialmente a dismisura. aumentate; con esse le ragioni essenziali del socialismo. Se <{Uesto non preesisteva, dovrebbe ora sorgere. Il proletariato, costretto a una lotta di cl.use senza_quartiere, il socialismo, condannato a essere soltanto e tutto socialismo, si liberano e si depauperano clegli elementi che stavano e s 'indugiava.ho sulle frontiere. L 'uno e l'altro dovranno rifarsi, con<{UÌ· stando le coscienze proletarie e le coscienze socialiste, sul loro schietto ter. rena. Perciò il disorientamento, che ha invaso tanti spiriti, è affatto passeggero. La lotta nonché fa[si più oscura e confusa, acquista di sem· plicità e di chiarezza; superato il primo adattamento e compiute le scie· zioni inevitabili, ciò sarà palese a ciascuno .... ». Il ·lungo bra~ò che abbiamo riportato è della Critica Sociale, e se • D t mocrazia? (V, H O).


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queste sono, come sono, inoppugn~bili constat~ioni di fatto, se verament~ . il socialismo ha ritrovato se stesso, se H Partito si è liberato dagli. elemenu che lo intorpidivano e Lo invecchiavano anzi tempo, se il disorientamento è affatto passeggero,· se la lotta diventerà più semplice e più chiara, dov'è, torniamo a domandare, la« Babele socialista ?». O, putacaso, si tratta di una, per quanto fugace, « Babele riformista»? In verità, se c'è un Partito in Italia che meriti ancom <Juèsto Ilome, è il Partito Socialista. :E l'unico che abbia ancora un'organii.z3.zione, è il solo che non ha stracciato il suo programma. In questo decennio di storia italiana, quante meteore, più o meno luminose, più o meno veloci, sono trasvolate nei. cieli g rigi della nostra politica! Sono apparse e scomparse all'orizzonte nef breve giro Pi una giornata .... C'è stato appena il tempo di afferrare, coi sensi, il fenomeno. Ricordate jJ « Libero Pensiero » ? A un dato momento, tra il 1904 e il 1906, parve una. delle forze vive d,el nostro mondo politico e culturale. ~ circoli dei « liberi pensatori )) si moltiplicavano con una rapidità sor· prendente .... Poi, passato il primo entusiasmo, i « liberi pensatori » si squagliarono .... Oggi sono una rarità archeologica.... Non valse neppure l'A va11grtardia e neppure l'Adunata famosa di San Marino a galvanizzare il« Libero Pensiero», che non sapeva« pensare>>. E il sindacalismo politico? l:: un nallfragio di idee e di uomini, che ricorda quello del Titani!. Per trovare Je idee, bisogna leggere i volumi dei teorici nazionalisti, e, quanto agli uomini. sono reperibili fra i « neomistici », i « San g iorgiani » o in altri simili cenacoli di letterati falliti. Anche il sindacalismo economico, divenuto ormai una specialità parmigiana (appendice larvata e mascherata del vecchio sindacalismo politico, che fu sepolto (On un funerale d'infim.i classe nel novembre ùel .1 910 a Bologna), anche il sindacalismo economico, che sembra, salvo talune eccezioni, abbia eredìtato dall'altro l'insana fobia del Partito Socialista, va melanconicamente alla deriva. E se ci volgiamo a dèstra, la scena non cambia. Anzi! Può darsi che il Partito Socialista non conti più « gran cosa » nella vita politica italiana, ma è certo che il Partito Repubblicano conta ancora di meno. L_a sua esistenza è divenuta una specie di « mito )}, Bisogna credere che esista, ma darne le prove è alquanto difficile. :t'>fon insistiamo. Sarebbe crudele. E i democratici? Una volta avevano un programma e degli uomini. Oggi non hanno né l'uno, né gli altri. Leggete un articolo di Fovel e avrete una idea della enorme « Babele democratica». C'è di tutto: sindacalismo, socialismo, nazionalismo, modernismo, Patti di Roma, liberismo, un po' di anarchismo. t l'insalata russa della politica italiana. Del ·vecchio programrria, niente è rimasto.


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Dalla primitiva pregiudiziale repubblicana, la democrazia è scivolata nell'agnost icismo dinnanzi alle forme di governo. Adesso è lealista, e c' è appunto, flag rante contraddizione in termini, la « democra.z_ia costitu~ionale >>. Pareva dovesse sorgere una democrazia cristiana, un partito, anzi, democratico cristiano. 'B stata una jllusione che il romanticismo paolotto del Fogazzaro ha alimentato per q ualche tempo. La democrazia cristiana è morta il giorno in cui il suo duce ha gettato la sottana alle ortiche. Lo stesso cattolicismo ci offre un groviglio babelico di tendenze spirituali e d 'intèressi profani. Basta ricordare il recentissimo conflitto fra la Santa Sede e i g iornali del lrUJI, definitivamente sconfessati. Trascurando i movimenti minori (mazz:inianismo e anarchismo) o quelli nati ieri ( destrismo), tutti e tre lacerati da interni dissidi ideologici o personaJi, possiamo concludere che il Partito Socialista, dopo la selezione di Reggio Emilia, è il più forte, il più omogeneo, il più compatto, il più vitale, è il Partito che « rinasce », è il Partito che ha il millor numero di «disorientati». Il compito dei socialisti italiani nel periodo storico che si è iniziato coll'impresa di Libia, è infatti molto semplice. Anzitutto « c'è da rivalorizzare» il Partito. Rivalorizzarlo politicamente e moralmente, introducendo la probità e la moralità nel costume politico, precipitando le Situazioni equivoche (ché, in vista del suffragio univerSale, vanno dclìne..indosi qua e là in molte regioni d 'Italia), impostando la lotta elettorale senza preoccupazioni di successo immedi:i.to, sopra una piattaforma precisa che non ammetta ibridismi. Quest'opera preliminare richiederà tutto il tempo che precede Je elezioni. · A battaglia finita, quando il Partito Socialista avrà Ìnisurato, con , quelle degli avversati, le sue forze, e avrà avuto cosl la prova numerica delle simpatie e delle adesioni che circondano _la sua milizia attiva, rac• coglierà le. sue energie per << imporre }) al Governo la soluzione dei problemi urgenti, di carattere generale (e il problema doganale, ad esempio, è uno di qllesti), che interessano non determinati ceti od oligarchie, ma tutto il p roletariato e tutto il popolo italiano. L'azione socialista riprenderà quel carattere specifico di universalità che non avrebbe mai dovuto perdere, e il Partito Socialista, che· è ancora « qualche cosa )> malgrado la guerra libica, tornerà ad essere un a delle forze -dpminanti nella vita politica d'Italia. La« Babele socialista)> è dun<J.Ue un titolo sbagliato, in contraddizione coll'articolo. Non si può essere disorientati quando g li avvenimenti, colla loro ferrea Jogica, ci impongono una sola_tattica, che noi riassumiamo


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in questa formula superba e precisa: « D 'ora innanzi il Partito Socialista italiano " fa " da sé ». Dall'Avant;J, N. ,63, 31 d!cembre 1912, XVI.*

IL NEOMALTHUSIANISMO 1l IMMORALE? Egregi Signori, Ecco la mia risposta ai quc5iti che mi sottoponete: 1) Per me la prudenza procreativa non solo non è una dottrina jm. morale e pornografica, ma è un atto di saggezza, responsabiliti e probità, che dovrebbe essere còmune a tutti gli uomini. che non vogliono scroc· care la fama di « animali ragionevoli ». 2) Predicare a tutte le categorie di avariati più o meno pericolosi l'astensione dalla procreazione o quanto meno grandissime cautele, è un sacro dovere individuale e sociale, 3) Non riconosco ai Tribunali competenza o giudizio su dottrine o teorie, o altrimeriti si torna al Medioevo inquisitoriale. 4) Adesione completa e fattiva. Saluti cordiali. B. MUSSOLlt.l

Da L'Eduurzfont St1111alt , fascicolo 2, giugno 1913, J.U

LE DISCUSSIONI

LA RELIGIONE 1l IMMORALE B bene premettere, prima d'inoltrarci nella questione, che noi intendiamo nella più nobile espressione il concetto di «moralità» e non ci soffermiamo a discutere la (( piccola morale » che si orienta ,negli articoli del codice penale. Dopo Augusto Comte, la nozione di « relatività » è entrata per sempre nel dominio della filosofia positiva. Così anche la ((morale», formazione naturale ideologica dell'uomo, soggiace a.Ila legge di « relati• D t momuia? (V, 330). . • • L'Ed11fazion, Snsualt, « rivista di ncomalthusianismo e di eugenica », si pubblicava a T orino. Reda2ione e amministraz..ione, via Lamarmora 22.

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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

\'ilà » nel tempo e nèllo spazio. Ogni epoca ha avuto una sua «morale» propria; Ogni pcipolo ha avuto ed ha certi principi, secondo i qua li agisce nelle circostanze della sua vita. La «morale» dunque, come tutte le trasformazioni naturali, evolve e si trasforma, coll'evolvere ed il trasform arsi delle società umane. Nuove condizioni d'ambiente, mulate condizioni economiche determinano una nuova morale. Non si possono ·dunque, in una data epoca della storia del genere umano, fissare certi principi etici e imporli colla forza di una autorità spirituale a tutti _gli uomini e in eterno. La morale sorta in queste condizioni potrà vivere e esercitare il suo dominio fino a[ persistere delle condizioni reali che la determinàrono; ma Colla scomparsa di q ueste condizioni, essa diviene un anacro· nismo e, volendola legittimare, si ricorre all'assurdo. Questo è il · caso della « morale religiosa». Sorta in epoche molto anteriori alla nÒstra, risj,ecchiante nelle diversità delle sue forme le diversità d'influenza che la orig inarono e ne assicurarono lo sviluppo, essa poteva adattarsi ai bisogni, ai sentimenti, alle aspirazioni di quella speciale epoca storica, non alle aspirazioni profondamente e radicalmente cambiate dell'uomo moderno. , Voler predicare e praticare oggi in Europa la morale di Confucio, di Ricia.Mouni o di Kaimara, sarebbe nel primo caso ridicolo, nel secondo impossibile. Così sono ridicoli g li evangelisti q uando, invece di studiare la Bibbia come un docwnento di un certo interesse storico, vogliono darle vita reale e portare alle turbe i principi di Cristo (forse non mai esistito) come i princip:ì etici di una morale sempre giovane, perenne, moderna, in aé:cord o totale coi nuovi tempi. ll Vangelo e 1a cosiddetta morale cristiana sono due cadaveri che gli evangelisti tentano di galvanizzare, g iova dire, con non troppo successo. Parlare di rinuncia, di rassegnazione, · oggi, in cui la g ioia e la espansione di tutte le energie umane costituiscono lo scopo d'ogni sforzo individuale e collettivo, è veramente inutile, L'cvan· gelismo si rivela, quindi, come un mezzo di conservazione sociale. Nei libri Srtcri si possono trovare delle « massime morali », ma le « massime~ non sono, né possono costituire una « m9rale )>. In questo caso, la Bibbia viene ultima. I libri p iù ricchi di it).segnamenti morali sono i testi delle religioni d'oriente, e, in particolar modo, del buddismo, -e dunciue « immorale » l'azione religiosa che vuole imporre in tutti i tempi e a tutti gli uomini una « morale » qualsiasi. Come sarebbe del resto «immorale)> qualunque altra istituzione umana che pretendesse ricorrere a un « presupposto assoluto » per emettere u na specie « d'impe· rativo categorico» estensibile all'intera umanità e in eterno. Come 3:nche la << morale umana» sarebbe assurda e dannosa, se volesse essere assoluta. Ma passiamo ad esaminare il valore intrinseco della « morale reli·


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giosa >>. E domandiamoci·: 'Qual'è l'ideale nell'azione morale? « t!: Ja forza che domini, s'imponga alle tendenze egoistiche» (Roberto Ardigò). La vera morale, allo!a, non è quella che s'origina dalla speranza « egoi• stica » di un premio, o dalla tema, pure «egoistica», di un castigo. L'uomo religioso non ci appare dunque come « morale>>, appunto perché, invece di agire secondo principi di coscienza, non fa il male semplicemente per sfuggire all'inferno e fa il « bene » per conquistarsi uno stallo in_ paradiso, ~ Ora

la vera moralità comincia coll'autonomia morale. Siccome: il deisnw

non può tollerare alcun Principio morale al disopra o al fianco della volont.1. di,·ina," la conseguenza, aUa guale non si può sfuggire, è che .. qualunque: mor2.lc: deistica ~c:rcita una azione dc:moralin:anre ·• non appena lo spirito possiede la maturità ne«ssaria all'auto'nomia. morale. Una volontà che si definisce: per l'ob. bcdienza ad una volontà straniera che non ~ morale nell'elevato senso della parola (Edoardo von H amnànn) » .

t chiaro dunque che la morale reiìgiosa è una morale di rassegnazione e di sacrificio, che può essere cara ai deboli, ai degenerati, agli schiavi, ma che si risolve in una diminuizione della ragione e della personalità umana. Essa curva l'uomo verso la terra, lo fa rnancipio della divinità, favorisce la conservazione dei sentimenti primitivi che si riannodano al ciclo (tramontato) della vita animale, trasforma « l'essere pensante» in·« montone passivo » che agisce nella tema del giudizio universale. Volendo far dipendere il dèstino dell'uomo dal suo rapporto con una forza sconosciuta governante e arbitrariamente creatrice, finisce per degradarlo, renderlo schiavo e zimbello incosciente di una potenza sconosciuta e di un padrone jnvisibile. t falsa poi l'affermazione teologica che la religione abbia generato le idealità e le massime morali. Essa non ha fatto altro che appropriarsele, assimilarle, ,dopo aver,Ie strenuamente combattute. Cos1 il vasto movimento del proletariato odierno e le nuove concezioni di una fratellanza e di un'eguaglianza, basate non più sul terreno metafisico o politico, ma sul terreno delle condizioni economiche, hanno avuto un pallido riflesso nella democrazia cristiana; altro tentativo di conciliazione sociale miseramente naufragato contro le secche del gesuitism~ imperante al Vaticano. E lo sforzo inane del Murri significa ·che la Chiesa, cioè l'élite direttrice della religione, non può volere l'elevamento delJe classi lavoratrici, senza il gettito di quella morale di « rinuncia pietosa e rassegnata » che forma il nocciolo della predicazione evangelica e di tutte le religioni. La morale religiosa è l'emanazione e il riconoscimento del « diritto divino». Il <e diritto divino» è la soppressione della personalità umana (e la « morale religiosa» riconosce tale soppressione) e legittima la ri-


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ouncia che l'uomo fa di se stesso sull'altare della divinità. Duplice rinuncia, spirituale e fisica. li corpo, pdncipio del male, diventa nell'« etica religiosa » un'unità trascurabile che bisogna macerare per la purificazione dell'anima. E l'anima resta principio del bene fino a quando non tenta di penetrare 'il mistero religioso. Tutta la mornle religiosa si risolve quindi nella· consacrazione di questa doppia rinuncia. Essa è la « completa eliminaiione dell'uomo, unità reale, a profitto delfunità fantasma che si chiama Dio ». Non basta. l a morale religiosa si presenta come una « ~orale autoritaria », anzi legislativa. Mosè, che ritira sulla vetta del Sinai i comandamenti e le norme morali che guideranno le origini del suo popolo, è una prova della nostra affermazione, Essendo, come tante altre, una rivelazione divina, I~ morale relig iosa non può ammettere la possibilità di un'evoluzione progressiv·a, sotto penà di assurdo. Quest'evoluzione significherebbe che ag li inizi la morale era eterogenea ed informe. Come ciò può essere, se trae l 'orig ine dell'ente perfettissimo, D io ? l a « morale religiosa» mostra le originali stigmate dell'autoritarismo, appunto perché pretende di essere la rivelazione dell'autorità divina. Per tradurla in atto ed imporla all'umanità., sorgono le caste sacerdotali dei rivelatori e con esse 1a più « feroce intolleranza ». Per un religioso, bruciare un eretico è la cosa più morale d i questo mondo. Perché i religiosi sono conformisti. Vorrebbero cioè che tutti conformassero le loro azioni secondo i dettami della fede. Quel largo soffio di tolleranza, che anima la morale scientifica, scompare e lascia posto alle persecuzioni religiose di cui è piena la storia. la morale relig iosa è conformista, unilaterale, assoluta. Or essendo il conformismo una caratteristica spiccata degli animali e delle razze inferiori, possiamo logicamente concludere che la morale relig iosa, mantenendo l'uomo nei limiti dogmatici del conformismo, lo « respinge verso· l'animalità e lo ' allontana dall'umanità » . BENITO MUSSOLINI

Da La Lolla di ClaSJe, N. 203, 6 dicembre 1913, IV.


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GUERRA, RIVOLUZIONE E SOCIALISMO CONTRO LE « INVERSIONI » · DEL SOVVERSIVISMO GUERRAFONDAIO L'articolo di Sergio Panunzio che abbiamo pubblicato ieri è l'espres· sione di quel senso di disagio ideologico e sentimentale che tormenta non poche coscienze di sovversivi in quest'ora tragica della storia d'Europa. Meritava solo per questo di vedere 1a luce. _Sarebbe ridicolo infatti e illiberale altresl di costringere al silenzio tali opinioni discordi dall'attegg iamento dell'enorme maggioranza dei socialisti italiani. Cklle due l'una: o esse esprimòno una verità. superiore e allora, non ascoltandole, ci condanneremmo aJI'inintelligenza e all'immobilità; o esse sono, come·noi speriamo di dimostrare, la mascheratura di vecchi motivi, e allora noi saremo confortati a perseverare nella no5Va opposizione ideale e pratica alla ·guerra. Intanto l'articolo del Panunrio è fondamentalmente viziato dal modo col quale egli imposta il problema: egli mette di fronte il socialismo e la guerra come due, secondo il gergo filosofico, categorie, due categorie politiche, economiche, storiche, morali. Una discussione cosl impostata ha sapor di accademia. Poteva essere fatta due mesi _orsono, potrà essere, e lo sarà certamente, ripresa di qui ad un anno. Ma ora non si tratta più di d iscutere sul socialismo e la guerra, sulle analogie o le antitesi di guerra e socialismo: si tratta di stabilire che cosa deve fare ÌI socialismo italiano di fronte a « <JUesta » guerra. Anche qui non c'è « la» guerra e « il » socialismo: c'è una determinata guerra e un determinato socialismo; e l'una· e l'altro« condi. zionati » nello spazio e nel tempo. Ma noi non intendiamo, tuttavia, di ridwre il campo del contraddittorio a una ~mplice valutazione di « contingenza>>, cioè a vedere che cosa debba fare il Partito Socialista Italiano di fronte a << questa » guerra. Noi seguiremo invece il Panunzio sul terreno ch'egli stesso si .è scelto, lo inseguiremo attraverso aì reticolati di ferro dei suoi sofismi, lo faremo prigioniero nel groviglio delle sue stesse contraddizioni. l a spina dorsale dell'articolo di Panunzio è in queste affermazioni: « Non v'è fra soci:r.lismo e guerra nessuna incompatibilità.... II socialismo internazionale doveva_prepararsi alla guerra, la quale ha; in genere, conseguc·nze

rivoluiionarie». A conferma della sua tesi, il Panunzio cita le guerre balcaniche, ma l'esempio è oltremodo infelice. Le conseguenze rivoluzionarie delle guerre


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~ PERA OM~IA DJ BENITO MUSSOLINI

balcankhe sono una favola, e chi le preconiuava deve riconoscere l'errore dei suoi prognostici. La guerra d ella Quadruplice non ha risolto affatto il problema della nazionalità, per il quale èra scesa in campo; l'ha, anzi, complicato. Invece di mig liorare i rapporti fra le nazioni balcan iche, li ha peggiorati. Anche allora i re, sguainando le spade, parlarono di libertà, di diritti, di civiltà, e fu una guerra di oppressione e di barbarie. La Macedonia, che doveva essere autonoma, è stata spartita tra i · vincitori; la Bulgaria, che offerse i maggiori olocausti di sangue, si vide da ultimo respinta nei suoi piccoli confini, muti.lati dalla Rumenia, che predava fa D obrugia, mentre la Turchia, lungi dal passare il Bosforo, tornava vittoriosa a piantare sui minareti di Adrianopoli la bandiera della M ezzaluna. In basso, il popolo delle città e delle campagne esau~to, dolorante, abbrutito. In Bulgaria, le popolazioni dei territori annessi hanno dato una maggioranza al Governo che non !"aveva, e i socialisti hanno dovuto rinunciare ad ogni opposizione... La guerra ha ipertrofizzato il m ilitarismo degli Stati balcanici, che si preparano, gelosi gli uni deg li altri, a nuove contese sanguinose ... Ba.sta seguire la cronaca di <JUesti giorni. Ma dove sono dunque le conseguenze « rivoluzionarie » della guerra balcanica, salutata come una gue rra liberatrice? Liberatrice di «chi»? Quali catene furono infrante?

Secondo il ~anunzio, noi dovremmo « dare l'adesione teorica, libera e senza scrupoli filistei a lla guerra ». li Panunzio non se ne accorge, ma egli, qui, scivola nel campo degli « esteti », dei « professionisti della guerra», che considerano la g uerra come una divina, misteriosa, imperscrutabile fatalità della natura umana. N on è pr9prio il caso di fare citazioni, come d ice Panunzio, perché le citazioni dimostrerebbero che il socialismo ha sempre avversato la guerra. 11 grido di Carlo Marx « Proletari di tutti i paesi uniteVi ! » non avrebbe più senso alcuno, se il socialismo diventasse, sia p ure senza._scrupoli filistei, guerrafondaio. Vero è che il Panunzio parla di un'adesione «teorica», ma questa sarebbe una varuità, un mero esercizio di parole, se non conducesse ad una adesione «pratica». Si può essere «forzati » dal gioco complesso delle circostanze storiche a dare un'adesione« pratica» a« una>> determinata guerra, ed è appunto il caso dei socialisti del Belgio e della Francia; ma l'adesione «teorica», cioè unive rsale, a tutte Je guerre; alla g uerra in sé e per sé, è 1a rinnegazione acuta e mortale del socialismo. Il socialismo ne uscirebbe trasfigurato e


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irriconoscibile. Ammettendo la «guerra» come una specie di postufato teorico del socialismo invece di prospettarla come una tercibile possibilità da allontanare con tutti i mezzi, il socialismo si porrebbe sul pi:mo del militarismo professionale e dello Stato borghese, sino a confondersi con quello in una mostruosa identità. Inutile recalcitrare, o amico Panunzio; una posizione «mentale» conduce necessariamente a un ·atteggiamento « pratico », che potrà essere più o meno influenzato dagli avvenimenti esteriori. Se tu aderisci esplici· tamente e senza riserve alla'guerra, tu, quando la guerra c'è, non puoi soltanto inneggiare al dio degli eserciti e Salutare con entusiasmo de"·oto la voce che esce dalla bocca rotonda del cannone, ma devi «agire» di conseg uenza. Se la guerra è rivoluzionaria, un buo·n rivoluzionario deve parteciparvi; deve q uindi 'escrcitarsi, cosl come l'on. Bissolati, in perfetta <OC· , rem:a tra il pensiero e.... l'azione. Ah!, i precedenti storici.... Bakunin, Blanqui, ecc. Sappìamo bene. Ma questi precedenti non calzano. Bakunin non ha mai dato adesioni « teoriche» alla guerra. Non si capirebbe alloca la sua partecipazione al congresso della pace in Ginevra. E quanto agli « oltranzisti » del '70, il Panunzio, che non ·li ricorda, e molti altri sovversivi guerrafondai che 'li citano spesso, dimenticano di riportarsi a quei giorni. Gli internazionalisti parigini, intanto, si erano opposti all a guerra che 1i aveva .sorpresi e avevano riaffermato, nel famoso manifesto, i loro sentimenti d i solidarietà coi lavoratori tedeschi. Come avvenne allora che questi « pacifisti » sottoscrivessero al manifesto rosso per la gùerra a oltranza? Bisogna ricordare che, dopo Sédan, i repubblicani del 4 settembre andarono a l potere con un programma che uno dei loro sintetizzava in q uesta formula superba: il nemico prussiano non .ivrà una sola pietra delle nostre fortezze, né un pollice solo del territorio di Francia. Parole vuote J Ì senso, ln verità, i Jules Simon, i Favre e consorti sapevano di mentire enunciand~ questi fieri propositi. Che meravigli.1 se, << colla Francia invasa e con Parigi minacciata »,.i socialisti e i rivoluzionari della capitale ingiunsero al Governo di mantenere le sue promesse, di fare, cioè, la guerra ad oltunza, che era, in fondo, diventata una « guerra di difesa »?

~Chi grida "Abbasso la guerra ! "" conservatore,.

scrive Panunzio -

è il più feroce

E più oltre : « Chi sostiene la ca.usa della pace, sost.it'ne inconsciamente la causa ikll.11 couservuione del capitalismo».


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Eb~ne, non ci spaventa l'appellativo di « feroci conservatori ». perché noi gridiamo, con tutte le forze dell'animo nostro, con voce che vocremmo . così potente da scuotere i milioni di proletari intorpiditi nella loro inerzia mentale, « Abbasso la guerra! ». Conservatori, dunque? Può darsi, ma ci troviamo in ottima compagnia. Quanti « conservato~i » in cinquant'anni appena di storia proletaria ! Dagli oscuri pionieri, disinteressati ed ·eroici rivoluzionari di fatto, che al terzo congresso dell'Internazionale tenutosi in Bruxelles il 13 settembre del 1868 raccomandavano in caso d i guerra la immediata cessazione del lavoro e facevano affidamento, per paralizzare le intraprese guerresche dei Go-: verni personali e dispotici, sullo spirito di solidarietà della classe lavoratrice, ai sind acalisti di Francia, che nel congresso delle bo111ses du lravail · del 1911 votavano Io sciopero generale in caso di mobilitazione, .ii socia ; listi francesi, che quest'anno istesso prendevanci l'identi:a decisione, quale sterminata falange di « conservatori » ! Conservatore tu, Ferrer, che ispirasti la semana sangrienla di Barcellona contro la guerra al Marocco; conservatore anche tu, o magnanimo e indimenticabile Jaurès, che lottasti sino all'ultimo minuto della tua vita per assicurare la pace alla Francia; « conservatori » voi tutti militanti del sovversivismo francese, che avete tentato di evitare la guerra, mentre invece, se l'amico Panunzio vi avesse consigliati e voi aveste accettato i suoi con_sigli, dovevate non ostacolarla, ma andarle incontro come ad una liberatrice. Ma per quale strana cecità di mente, o per <Juale fantastica incoerenza, avete accettato, anzi <~subito», la guerra come la più grande delle sventure, inve<:e di salutarla come la più grande delle fortune ? Se sostenere la causa della pace è sostenere la causa delJa conservazione sociale, ne risulta che i rivoJuzionart più autentici sono i naziona· listi e i guerrafondai : <jUelli che considerano ·1a guerra. come retaggio inalienabile dell'uomo. E accanto a· loro i «rivoluzionari» da rispettare sono g li Ansaldo, gli Amstrong , i Krùpp "e simili pescicani della siderurgia mondiale applicata all'arte della guerra. Seguendo questa logica, si può giungere alle più inverosimili, strabilianti illazioni. Si può dire, ad esempio, che sic-come lo sfruttamento del proletariato condurrà questo alla rivoluzione, cosl i migliori rivoluzionari sono gli sfruttatori del.... proletariato... Ma i borghesi sanno bene perché vogliono la guer_ra, e i nazionalisti, che sono i più spregiudicati fra i borg_hesi, lo dicono a chiari termini. Ecco qui U dea Nazionale che scrive : « l socialisti aiuundo il Governo alla neutralità, lo aiutano a vuOtare se stesso di ogni autorità, le istituzioni di ogni contenuto nazionale. Lo aiutano soprattutto ad impedire che, con la guerra, la Dinastia, l'Esercito, e lo Stato acquistino nuovo prestigio e nuova forza contro il sovversivismo 1:1 .


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Ah, dunque, la guerra è destinata ad . aumentare il prestigio della Dinastia, dell'Esercito e dello Stato. Benissimo. Ma voi non ci dite niente di nuovo, o signori. Lo sapevamo, ed è appunto per questo che non vo· gliarno la guerra, perché noi tendiamo a mete ·diametralmente opposte, a demolire, cioè, il prestigio della Dinastia, dell'Esercito, dello Stato. La testimonianza dei nazionalisti e 1a candida confessione degli obiet· tivi che essi si propongono di raggiungere colla guerra (testimonianza e confessione che segnaliamo alla meditazione del sovversivismo belli· coso) ci permetterebbero di abbreviare questa nota polemica, Ma noi vogliamo· cogliere il Panunzio in una contraddizione cosl palese che tutto il suo ragionamento crolla comé un castelluccio di carte. Avete udito. Chi grida «Abbasso la guerra!» è un feroce conser• vatore, dice Panunzio. Chi sostiene Ja causa della pace, sostiene quella della conservazione socialè. :t .fissato. Ma allora come fa il Panunzio a dire, autocitandosi, che « volere a fona, desideraré una guerra, che è sempre un male, sarebbe una stoltezza e una crudeltà >>? Qui chiediamo tutte le lanterne a padre D iogene per vederci chiaro. Qui ci confondiamo. Il socialismo, dice Panunzio, deve aderire « senza scrupoli filistei alla guerra »; il socialismo, dice lo stesso Panunzio, non può desiderare una guerra, che è sempre_ un male. L'adesione alla guerra, che sarebbe un « atto di matura coscienza rivoluzionaria )>, diventa quindi « una stoltezza e una crudeltà». Ma come! Se la pace è 1a conservazione sociale, se la guerra è, per contrap· posto, come afferma il Panunzio, la rivoluzione sociale, la guerra non è mai un male, mai una stoltezza, mai una crudeltà per un rivoluzionario che si rispetti. Non solo bisogna desiderarla, ma bisog na volerla « per forza ». Bisogna trovare i « pretesti » per farla scoppiare... Insomma, a q ual dei due Panunzio dobbiamo prestare fede ? Al Pa· nWlZio che esalta la guerra e qual'ifica di feroce conservatore chiunq ue vuole la pace, o al Panunzio che fa .... il viceversa? Ma ~co : è tempo di andare al cuore della questione. Possono, e, potendo, devono i socialisti desiderare, volere a forza, patrocinare una guerra ? Questo è ciò che taluni vorrebbero dal Partito Socialista Italiano. Ma a questa domanda noi rispondiamo in modo assolutàmente negativo, servendoci delle stesse espressioni del Panunzio: «,Volere a forza, desiderare una guerra, che è sempre un male, sarebbe una stoltezza e una crudeltà». Se, malgrado 1a nostra tenace opposizione, la guerra verrà, noi la subiremo come la matlifestazione di una ,forza brutale che fummo incapaci a vincere; ma, ciò malgrado, non disarmeremo mai, non ci con· fonderemo mai coi nostri nemici, perché solo a questo patto sarà possibile riprendere domani la nostra guerra.... 3 . • XXllV,


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OPERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

Ma intanto, mentre a noi è concesso ancora di discutere, i p roletari di dodici nazioni si scannano sui campi di .battaglia. Ad esecrare la guerra, a condannarla bastèrebbe pensare ch'essa rap· presenta una enorme violazione della libertà e · dell'autonomia umana. L'individuo colla sua personalità fisica, intellettiva, morale, scompare, è soppresso; anche se non ha tendenze all'assassinio, dovrà uccidere o farsi uccidere per la gloria dello Stato, gloria che gronda di lacrime e di sangue, La guerra non sopprime solo i Partiti: annienta gli individui. lo Stato si «appropria» gli individui, come << requisisce» i quadrupedi. l 'uomo cessa di essere, di sentire, di pensare. Chi esiste, pensa, sente per lui, è lo Stato. Lo Stato non chiede al popolo se voglia o no la guerra. :E: lo Stato che la vuole e basta. li proletariato perde la sua autonomia di _ classe e ogni residuo di libertà, perché perde il diritto di scelta. . Jn tempo di paèe, può non farsi sfruttare o cangiar di padrone; in tempo di guerra, no. Non per niente lo Stato diventa .... stato d'assedio. :E:, allora, o co11aborare colJo Stato o votarsi al sacrificio. :E: terribile ! Ma è anche inaudito che -dei sovversivi desiderino questo scempio dell 'individualità e della libertà, desiderino, cioè, che l'« uomo» tornì ad essere una povera «cosa » sottoposta all'arbitrio di un potere criminale ed assurdo, Né giova farsi illusioni, come il Panunzio, sui risultati della guerra. Prima che le classi, cosl amalgamate e confuse, riprendano i loro specifici connotati, passerà molJo tempo. Si potranno avere delle r ivolte, non una rivoluzione. Dire che questa g uerra segnerà la fine del militarismo, è idiota. La stessa Inghilterra · probabilmente formerà un esercito permanente. Il proletariato delle nazioni vinte non potrà lottare con speranze di sucçesso contro una borghesia d ebilitata e bisog flosa di quiete; nelle nazioni vjttoriose il proletariato avrà. di fronte lo Stato « accresciuto di prestig io e d i forza». La liquidazione della guerra avverrà al di fuori di ognl influenza sovversiva.. e proletaria;_e, çome sempre, le rivalità e gli intrighi degli Stati avranno il sopravvento. I popoli non saranno consultati. Finito il macello degli eserciti, avrà luogo il « mercato» dei diplomatici; « mercato chiuso » per i proletari, che, dopo aver rischiato 1a loro vita sui campi di battaglia, torneranno, dolenti e delusi, al martirio oscuro della loro schiavitù secolare. Dall'Avanti!, N. 2H, B settembre 1914, XVIJI.111 • • lttUra ap, r1a a Vandnv,ld, (VIII, 92).


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DETERMINISMO CONTRO DETERMINISMO La tesi si ·aggrappa ad ogni tavola di salvezza. Per amor della tesi,

i deterministi in tempo di pace, oggi son diventati i più sfegatati « herveisti ». Proprio oggi che l'« herveismo » è morto! La conflagrazione europea opera anche di queste... inversioni sessuali! Inchiodiamo (parola di modal) costoro nella contraddizione, poiché non si può essere deterministi ora sì ora no, oppure deterministi in economia e non -in filosofia, in pace e non in guerra. La storia sovrasta sull'un campo e sull'altro; il «fatto» si impone ad ogni concezione teoretica: il determinismo vive in fatto, come fenomeno storico, quindi universale ed eterno. Gli alchimisti del determinismo molecolare sostengono la loro neutralità, fatta di svenevolezze uterine, sopra una base ·di pura negazione ed astrazione, come uri qualunque sentimentale rivoluzionario. Il. resto è frangia avvocatesca. Loro, mamme timorate di un socialismo elettorale, si rifugiano nel limbo dell'astrazione ora ch'essa è sinonimo di castrazione. ·E pongono l'idea socialista al di là dello spazio del tempo, confondendo la proposta ideale che trascende, con l'azione che nel fatto vivere odia, combatte, e l'idea stessa crea e matura. Nel fatto specifico di questa guerra essi si pongono, forti del consenso · anonimo della massa, al di là del bene e del male, perché il bene ed il male potrebbero significare.... Ja pancia per i fichi! Francia o Germania, Jnghilterca o Austria, Belgio o Turchia, dicono èssi, hanno Io stesso valore, perché tutte hanno il denominatore comune : lo sfruttamento proletario. Secondo la matematica di via Seminario, i numeratori non valgono. Cioè non vale il progresso, la civiltà, 1a storia, idesl la vita! Non valgono le lotte umane, cruente ed incruente, che sovra il comun denominatore economico scrivono· gli ascendenti valori umani. Scioriniamo una lezioncina di.... determinismo. Il progresso si estrinseca in forme concrete e reali, nel tempo e nel luogo, producendo, quindi, delle nazioni più o meno progredite. Ora, possiamo ,noi equiparare, dal punto di vista delJa nostra idea, tutte queste disparate tappe umane? Perché la nostra idea ci pone nell'avvenire, possiamo· negare il presente di cui siamo parte e che è il presupposto dell'avvenire? li fatto che è ugualmente possibile l'avvento del socialismo in Francia e nella.... Patagonia? }.{a non perdiamo.... ranno e sapone! la Santa Inquisizione non ragiona: verbotm! Frattanto poco importa la ragione ed il torto.


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Il fatto si è che questo determinismo puramente economico viene a · stimolare l'istinto della conservazione (ha ciualche cOsa di bello da con· servare il proletariato!), uccidendo tutto ciò che è entusiasmo, altruismo, generosità, giovinezza. Anche il protozOO "ha l'istinto della conservazione! Ma questa affermazione deUa base dc-Ila vita animale è Ja più banale ed antisocialistica negazione della vita sociale. « Vinca la Francia, vinca la Spagna, basta che magna!.. ». :8 umiliante! Noi, piccoli Galilei, di fronte agli avvenimenti che non sono tanto còntro di noi quanto sopra di noi, gridiamo: « Eppur si muove! ». CORSARO

D a. Il P()po/o d'/tali,:1, (VII, i), N. IO, 24 novembre 1914, I (/).

VIVA LA SERBIA! Ancora una volta la vecchia aquila si dibatte insanguinata nella tag liola serba. Ancora una volta i bei Corpi d'Armata austriaci, tutti spavaldi nelle loro divise grigie, tutti scintillanti_ di ferro, tutti irti di ferro, piegano sconquassati davanti a un piccolo popolo seccato ad un brandello di bandiera, Viva la Serbia! Era ieri ché questa manata di uomini si batteva vittoriosamente contro Ja Turchia, E lasciava sangue e carne sui campi conquistatì e incalzava con le baionette alle reni il mostruoso impero ottomano, Tutta la sua gioventù, tutta la sua forza, tutta la sua piccola anima eroica vibrava nel fecro impugnato a difesa e ad offesa e squillava nelle fanfare incalzanti audacemente all'assalto. Viva la Serbia ! Ed è pure storia di ieri Ja seconda guerra contro la Bulgaria. Intorno allà bandiera minacciata, un'altra volta si raccolsero i superstiti, fieramente. Un'altra volta il piccolo f>OpoJo votò se stesso alla morte. E un'altra volta vi nse. E quest'ultimo pugno di uomini, questo avanzo di nazione, questa vecchia guardia delJa libertà che muore ma non si arrende, quando la feroce monarchia dell'impiccatore stese la zampa e la corda del meditato strangolamento, ·urlò un «No! » disperato e violento. No!, finché un uomo fosse vivo. No !, finché un'anima fosse viva. No!, finché un troncone di spada fose nel suo pugno. E il minuscol~ popolo brandl nuovamente le . armi, si rinsaldò in una nuova « Compagnia della morte», si strinse fieramente intorno al nuovo Car,ocdo e diede nelle campane e nelle trombe e fece stormo e gridò: «All'armi! » . Viva la Serbia, perdio!


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AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

Non ha esitato, essa, jld avventarsi sul minaccioso colosso che le fiatava sul collo col muso imbrattato di sangue. E come rotolò nella polvere, si rizzò ancora più rabbiosa e più disperata; e ieri, ieri buttava nel fango e nel sangue le armate delfimperatore. Ah!, la bella marcia su Belgrado, a bandiere spiegate, nel glorioso anniversario del sovrano: la« conquista» della capitale serba, avvenuta dopo trentasei ore che i serbi l'avevano sgombrata (« Adelante, Austria, con juicio »), si è pagata ieri, in campo aperto, davanti a questo pugno di ostinati. Ma noi .... noi .... Questa Italietta accademica, crociana, bellonciana, santiniana, armata per le parate e le inaugurazioni di monumenti, questa « gl"ande » potenza di quaranta milioni di abitanti, 9uesta « madre di eroi » esita, trema, fa i suoi bravi calcoli, si rimbuca nella neutralità davanti all'Austria « terribile». Se un suo schiaffo le arrossa le guance, risponde carduccianamente: <<Brava! ». Se il principe Bii.low le torna a Roma col Trentino in tasca, s'inchina umilmente e risponde: « Grazie, signo!'e ! >>. Popolo di servi e dì mercanti. Sotto alJa <J,uerda che incoronava di froflde i calvi imperatori romani, un popolo attende l'augure volo di un'aquiletta latina e intanto sgretola le ghiande per farsi un po' di coraggio. :e il nipote« del pròde Anselmo >> ! Ma l'Italia è .... òeutrale. Neutrale sino alla vil.tà, neutrale sino al mercato, neutrale sino all'infamia! Viva, viva, viva la Serbia, perdio! CORSARO

Da Il Popolo d'Italia, N. 28, 12 dicembre 1914, I (!).

«TONY» . leri, un vigliacchetto, col muso infarinato e punteggiato di virgolette rosse, per essere in carattere di sovversivismo, difendeva piagnu· colando la propria pelle 'e declamava con i Jagrimoni agli occhi: « Ohè, ragazzi! Piano con quel gioco della guerra. lo sono un rivoluzionario soltanto. Io tengo moltissimo a questo metro 9uadrato di pelle che mi inguaina un capolavoro di ossa e di nervi. Ohè ! Adagio. Bisogna non sciuparmi l'unico capolavoro che possiedo. Le barricate? Benone. Fin lì ci sto ... , perché son sicuro di non vederle. La rivoluzione sociale? Perdio! Quella sl ! I.a sto già facendo sulla cronaca d'oro. La battaglia eroica; ter· ribile, continua, per la vita? Ma tutto il giorno, figlioli, tutto il giorno la faccio. Ma io quando la faccio non la pianto Jl, come il marchese Colombi, voglio continuarla; voglio proseguirla, prolungarla, eroicamente, spieta-


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tamente, vigliaccamente, anche, se volete. Bevo un sorsetto del rosolio di Murger, l o mescolo con un po' di amaro alla Gorkij, e attendo.... la mia ora. L'ultima ora, Ma.... ohè!. .. niente guerra : io son vigliacco» . . Ma non contento ancora di <JUeste coraggiose dichiarazioni, il vigliac· chetto di ieri ci ricapita fra i piedi nella giubba e nelJe brache del Tony e ci snocciola una litania monotona · e .... spiritosa di soliloqui intetvenzionisti da sbalordire, Che vuole da noi questo pulcinella guerineggiante? Questo disor• dinato pupazzo futu~ista-trovatorista-cronachista, _che con una capriola ben misurata va dal Cova .... aHa Cooperativa letteraria? Ma un vigliacchetto che osa la propria glorificazione, attraverso un roseo velo di molle prosa, non può proclamare la sua vita una battaglia aspra e silenzi.osa di tutti i giorni, no. Il vigliacco subisée la vita, le sue sofferenze, e i suoi dolori..., dei quali farebbe benissimo anche senza ... Qua, bamboccio. Ti mettiamo in testa il catino di barbiere che suonava e ciondolava dalla zucca di don Chisciotte; ti mettiamo una scopa spelacchiata in pugno, simbolo della tua penna, e ti invitiamo.... a combattere l'intervento con gli argomenti spaventosamente formidabili che hai alla portata di mano. Ma non venird alla portata dei piedi ... Op-la! Signori, Tony fa un'altra capriola. CORS.ARO

Da I~ Popolo d'Italia, N. 29, l3 dicembre 1914, I (/).

DINDON Rintoccano le campanelle cristiane, sotto la neve che sfarfalla, invocando pace ed amore sul mondo ipocèitamente incappucciato di. bianco. Dindon, Sotto alla capanna leggendaria, il delizioso fantoccetto dagli occhi azzurri e dai_ ricciolini biondi sgambetta allegramente nella greppia, ben vigilato dal bue e dall'asino, i simboli più gravi e più mansueti della Chiesa cristiana. Sopra la capanna luccica inVece la stelJa cometa, il simbolo più luminoso .dei messia rivoluzionad., .. Quando infatti l:i. loro stella splende, si scorge che ha tanto di,,., coda. Din don. Dolce notte di Natale! [ pastori cantano le loro nenie agresti, quasi odorose di fieno e di sole; le pecorelle bel8f10 addossate una sull'altra in un mucchietto di lana e di musini spauriti; e nei focolari crepita la festosa fiammata del ginepro, schizzante ilari. stellucce su per Ja gola enorme del camino che le ingoia wlando. Din don.


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AGGIUNTE; SCRITTI. E DISCORSI

Pettegole campa.nelle, zitte. Il fantoccetto è nato e ride. Il bue gli fiata sul viso, curvando il muso umido e mettendogli sulla camiciola l'ombra scongiuratrice delle due corna lunate, e l'asinello crolla invece le orecchie in segno di festa perché l'imbecille crede per davvero che Gesù sia nato colla camiciola. La notte bianca ride tutta di stelle. Dindon. Ma sotto la neve e alle stelle covano gli odi feroci, e sotto alla terra negra sanguinano i morti spaventosi; le bocche bronzee dei cannoni, orlate di bianco dai fiocchi sperduti; attendono di riprendere il loro monologo feroce; la rabbia e la disperazione si guatano lacere e in si• lenzio dalle opposte trincee. Din don. E il fantoccetto sgambetta e ride. Dio!, se potesse acchiappare la coda di quella cometa rivoluzionaria e arrampicarsi su, su, fino a lei .... Scoppia un rombo terribile. Crepita la fucilata spaventosa, la rabbia e la disperazione si avventano ancora. l'una sull"altra. Dice il bue al fantoccetto, che sgrana gli occhi: « Non badarci, pie• colo. l una fortuna, questa. Gli uomini giocano alla loro pelle e- cosl non si cureranno più né della tua, né della mia». Spiega invece !"asino, ch"è un bel neutralista: « Senti, marmocchio? Si spara a salve in tuo onore. Tu sei il popolo! ». Ma il fantoccetto; che non è poi quell'imbecille che vor1:_ebbero i preti, si rannicchia colle gambucce sotto la paglia e riflette: « Queste salve mi piacciono poco veramente. Non mi salveranno la pelle. -Gli uomini li ho redenti da tanti secoli, ed ecco che questa volta mi inchiodano certo con una baionetta senza aspettare i trentatré anni. Invece di. Erode impera Guglielmo.... ». CORSARO

Da li Popolo d'Italia, N. 41, n dicembre 1914, I (/).

MEDAGLIONC!Nl AL CROMO

«FARFUI» La ·schiera dei tedeschi italiani che si gode questo mite inganno di

pace ch'è la neutralità dell'Italia, aumenta di giorno in giorno nonostante le mentite spoglie: sotto al loro piwnato cappello di bersagliere,_si cela sempre, e, cercandolo, si trova, l'aguzzo chiodo dell'elmetto imperiale. Oggi coniamo un medaglioncino .... al valore per Farfui, ossia per Luciano Zuccoli. L"autore ,;fogli articoli più aggressivi e più sciocchi ·contro l'Inghilterra, a favore della patria Germania, è un vero « triplicista » di.... fami-


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OPJ.,JlA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

glia, meglio ancora di razza, perché con un po' di buona volorltà egli potrebbe chiamarsi successivamente Zuciol, Girone e D'Ingenheim .. li primo è, a quanto pare, il nome materno, ossia di battaglia; il secondo il nome paterno, il terzo il noffie di famig lia. Per suo conto, Zuccoli è.... D'Ingenheim. Ben tedesco. . Una delle sue peggiori fatiche, dopo la scoperta del « pericolo roseo», rimane ancora queJla di volere spazzare dai sacri ambulatori del vòcabolario italiano tutte le buccie straniere gittatev_i dagli insolenti. turisti... inglesi; ma tale fatica rimane però senza alrun merito... d'italianità quando lo Zuccoli scrive per suo conto dei libri.... italiani con tutte le più vanerelle per oCjUanto involontarie sgrammaticature tedesche. Non importa: quando c'è del coraggio basta. E Zuccoli, ilare nome ·veneto, può essere tedesco nel giornale serotino milanese,. e può essere contemporaneamente italiano nelle· appendici dell'Idea Nazionale e nelle nove_llette guerraiole delle riviste letterarie. 11 tempo e la letteratura Son danari. A confermare poi la sua anima germanica, basta 1a celebre frase scritta da lui, anni or sono, sulla Gazzetta di Venezia: « I socialisti bisogna incollarli al muro con quattro palle nella schiena».

In fatto di palle, Zuccoli non economizza, tanto più che ne deve avere non so quante sul suo fantastico stemma di conte o di nobiluomo. "Ma D'Ingenheim s'è ing:i.nnato allora, come s'inganna Parfui adesso, se credesse di poter continuare un bel pezzo a scodellarci le sue stupide novelle in italiano e i suoi rumorosi articoli.... in tedesco. Bisogna che Zoccoli dimentichi di essere il simboletto della .... Triplice. O D 'Jngen.heim o .... Giron~. Almeno sapremo se è veramente sua · intenzione di .... prenderci in g iro. CORSARO

Da Il Popolo d'Ira/;a, N . 2, 2 gennaio 191,, JI (/).

BEN VENGANO! li signor Libero Merlino, avvocatino specialista in materia d'infor. tuni (ciò spiega Je sue eccessive e punto anarchiche simpatie pe, la legislazione sociale.... infortunistica), ci manda, insieme con un suo biglietto da visita, il manifesto Contro alla guerra che gli anarchici « kaisecisti » e « cttcobeppisti » hanno lanciato in ciuesti giorni al proletariato italiano. N on sappiamo se l'autore del monwnento letterario e politico sia lo stesso


AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

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avvocato infortunista Libero Merlino. Egli ce lo raccomanda per « la pubblicazione ». Noi lo avremmo anche ospitato, come ci è accaduto di fare altre volte per altre associazioni, se il nl:i.nifesto in parola fosse meno grottesco, meno bestiale, ·meno antianarchico. E non esageriamo. Un brano solo è sufficente a dar l'idea di tutto il resto. Eccolo: « N o, noi anuchici usistiamo a tutto ciò, mantenendo fede alle estreme conseguerne dei nostri principi; noi siamo -ancora q uei rC"probi senza patria che ci \1U1tavamo di essere prima della guerra. « Che ben vengano i tedC"schi in Italia. · «O C"ssi sono più -civili di noi, e che vengano a portarci questa civilti; o sono più barbari, e che vengano a civilizzani, « Probabilmente avremo tutti' qualche cosa da imparare. Noi instgneremo loro che q uel Dio in nome del quale li si portò al macello non è dunque u.o... affare privato, ed eu i iruegneranno a noi un po' di quello spirito di organizzazione, che, quando ~ animato dalla foru rivoluzionaria, solo può condurre i lavou.tori di tutti i paesi contro i loro nemici di tutto il mondo ~-

Ben vengano, dunque, i tedeschi f li Kaiser ~ avvisato. Francesco Giuseppe è avvisato. Essi possono fare a:i;segnamentò, sin d'ora, sugli anarchici italiani, non tutti in verità, che gli accoglieranno a braccia aperte. Ben vengano, dunque, i tedeschi! E sta bene. Ma i « kaiseristi » dell'anarchia si sono domandati «come» verranno o verrebbero i tedeschi? lo scambio di gentili servigi e "d i prestazioni reciproche che gli anarchici si ripromettono fra tedeschi e italiàni è tanto geniale da strappare un grido di ammirazione, tanto commovente da far piangere· le pietre. t semplice come due e due fan quattro: noi italiani vi liberiamo da .... D io, il che, tutto sommato, non è difficile dopo .... Kant; voi tedeschi ci insegnate Io spirjto ( ?) dell'or• ganiz:z:azione. Pari e patta! A questo punto un dubbio ci assale. Un dubbio che non ha certo tormentato l'estensore del proclama. E se i tedeschi, putacaso, venissero armati di fucili, provvisti di cannoni e pretendessero insegnarci W1 po· del loro spirito di organizzazione coi famosi mortai, e ci violassero le donne e tagliassero le mani ai nostri bambini, sarebbero ancora i benvenuti? Probabilmente no. Ebbene, quando i tedeschi verranno, non recheranno certo le ceste dei fiori o i ramoscelli d'ulivo della nauseabonda rettorica pacifondaia, ma baionette e baionette, e picchieranno sodo, in conformità agli insegnamenti dei Bethmann-Hollweg e dei van Becnhardi. Picchieranno sodo anche sugli.... anarchici. Non per nulla, nel Belgio, il K aiser ha ordinato' la rimozione della statua di Francisco Ferrer. . Ciò significa che Guglielmo non ha molte simpatie pedi fucilato di Barcellona. Questo non esclude, però, ch'egli


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

riservi una_maggiore quota parte di benevolenza per gli anarchici d'Italia, in considerazione degli alti e disinteressati servizi che gli rendono. In vista di che, noi proponiamo una leggera modiD.cazione al Primo Maggio,· il melanconico inno di Pietro Gori: Vieni, o Kaiser, ti aipeltan le gen_~i! E questo è anarchismo? No, è lurido egoismo, è cristianesimo rove. sciato e ~egenerato ! Da Il PopOio tflla/ia, N. :50, 19 febbraio 191:5, II (/).

I NOSTRI BUONI SVIZZERI Bisogna sorveglia.di. G li svizzeri tedeschi sono più tedeschi dei prus• siani. 2 bene, è prudente non dimenticarlo. Lo Sta_to Maggiore italiano prenda o non prenda le misure necessarie, questo non rende inutile la nostra fatica di seguire con molta attenzione lo stato ,d'animo dell'opi· nione pubblica della Svizzera tedesca. Nell'ultimo numero dell'ottima Gazzella Ticinese, troviamo un fascio di notizie che meritano di essere conosciute in Italia. Non si sa mai! Ecco un fatto sintomatico avvenuto a Z urigo, la più germanica delle città svizzere. « Avendo il dottor Sauerbrueck, un germanico autentico, primario dell'ospedale cantonale d i Zurìso, chiesto a1 proprio assistente, dottor Freisz, svinero, il .suo parere $ulla conferenza del poeta svizzero Spitteler, cd avendo l'assistente .sviuero risposto che l'approvava in p ieno, il douor Sauerbrue<:k fece rapporto al Governo di Zurigo accusando il Freisz di fra.neofilia e di od io verso i tcd~hi , ed il Governo dt Zwigo destituì senz'altro l'assistente. G li altri assistenti dclr ospcdalc fecero causa comune col Freisz e presentarono le dimissioni, che da.I Governo furono accettate. Fu present.Ila interpellanza in Gran Consig lio contro il ronk'gno strano, strani~simo del Governo di Zurigo; ma finora non venne puranco svol!a.... »,

Questo episodio « ospita1iero » ha un chiaro significato. Si capisce che la Gazzella T icinese trovi « strano, stranissimo »·il contegno del Governo di Zurigo. Ma una spiegazione c'è, ed è la più semplice e la. più soddisfacente: il Governo di Zurigo vuol dimostrare in maniera clamorosa le sue simpatie per la Germania. E non soltanto per la G ermania. A Zurigo, si simpatizza fortemente anche per l'<( amata Austria». Ecco per l'edificazione del pubblico italiano i brani essenziali di un discorso pronunciato a Costanza (in territorio germanico) dal dottor Baumberger, redattore càpo della Neue Z iir-


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cher N11rhrichte'11. Vale la pena di fare un po' di notorietà al signor Baumberger, il quale ha detto: « Per la Svizzera. sarebbe una grande J isgrazia se la Germania e l'Austria non vincessero! !! Una imponente, schiacciante maggioranza. del popolo svincro. tedesco, senza distinzione di classe ~ di confessione, si sente nel più profondo del ruote portata alla causa germanica e dei suoi alleati. Il diritto, la veritii e la cultura sono dalla parte della Germania . Le: nazioni della Triplice Intesa passeranno nella storia come delinquenti verso la civiltà bianca, verso il cristianesimo. I più alti principi della cultura non si debbono cc-rcare da quella parte, ove, per prot~ere la libertà e la civiltà, furono trascinati a combattere senegalesi, arabi, tartari, _m ongoli, ecc. Le nazioni le quali ricorsero a tale aiuto saranno nelb . storia cb.ssilie2tc come assassini della cultura. Il bene non può essere dalla parte della menzogna, ossia dalla. parte della T riplice Intesa, la quale non ha fatto da u-i mesi in qua c~e diffondere menzogne e calunnie. Una vittoria de.fio.itiva della Triplice Intesa sarebbe una grande sdagura per la Sviz::era, per !"Europa e per. tutto il mondo; sciagura, percM in t&l caso la nostra Sviuera cadrebbe sotto l'influsso franco-italiano, inffusso di stampo inglese. E cosa. tale stampo ing les<, sig nifichi, lo potrebbe narrare la torre di Romanshorn. Chi detterà la pace, ~o grande e gagliardo dalla duta prov.a, sai-à ìl popolo tedesco».

Ed ha concluso con questo edificante augurio: « L' impero tedesco e la sua alleata A ustria attraversano ora duri e critici tempi, ma verri anche Pasqua, la Pasqua per l'impero tedesco, la Pasqua pel suo popolo e per l'amata Austria, e possa questa Pasqua divenire quella della inten umanità•.

Questo discorso può essere considerato come lo sfogo di un pangerÌnanista con etichetta repubblicana, ma c'è dell'altro. . . Jl signor Hegenunn, critico militare de! Bund di Berna ( il giornale più serio e più diffuso della capitale elvetica) e, notate, del LokaJ A nuiger di Berlino, dopo aver fatto dell'allarme inutile sul conto della concen. trazione di truppe ingle~i à Besançon, pretendendo che essa potrebbe interessare anche la Svizzera, si occupa anche dell'eventuale entrata in lìzza dell'Jtalia,·dicendo che essa farebbe nascere una reazione, ma che non la crede p10babile, ·onde dice di seguire gli avvenimenti con attenzione, ma con calma. Vale a dire? Che se l'Italia entrasse in scena, il critico militare del Bund perderebbe la calma e reagirebbe? ( non ci mancherebbe altro !), si domanda molto opportunamente la Gazzetta Ticineu. E qui chiudiamo anche noi. . Da li Popolo d'!J.tt/ia, N. 73, 14 marzo 19 0 , JJ (/).


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OP ERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

IL DEPUTATO DELLA «NEVE FREIE PRESSE» L'o n. Umberto Brunelli, deputato di Bologna, può andare orgoglioso dèl «viatico» che gli accorda la N eue Freie Pretse di Vienna. Il giornale austriaco dà « grande importanza all'elezione di Bologna », in quanto il candidato vittorioso è un socialista neutralista, ergo un amico dell'AustriaUngheria. ll foglio viennese non ha torto, Parteggiare per la neutralità. oggi, sig nifica offrire ancora q ualche speranza di salvezza. all'Austria. I socialisti tipo BrunelJi costituiscono, dunque, l'armata italiana di riserva dell'Austria. Eppure l'on. Brunelli, nell'ottobre, era neutralista relativo ed espresse oralment"e la sua solidarietà colle idee sostenute in certo articolo Ddlla ne11trali1à aIJoluta alla neuiralià attiva ed operante pubblicato sull'Avanti .' Oggi l'on. Brunelli ha accentuato in senso assoluto la sua neutralità. Il che gli procura i plausi e le simpatie deJl·opinione pubblica viennese, insieme coll'acquisto della tanto agognata medaglietta. O-ora innanzi, noi ·chiameremo l'on. Bnmelli « il deputato della Ne11e Freie Prene ». Da Il Popolo d'Iulia, N. 86, 27 marzo 191 '.S, II (/).

L'«AVANTI ! » IRREDENTISTA Francesco Ciccotti si è occupalo nell'Avanti! di ieri della polemica italo-russa a proposito dell'Adriatico. Francesco Ciccotti è, come tutti sanno, un fervente interventista sin d al settembre e irredentista anche. Ieri ha scritto e l'AvanJil ha stampato, senza riserve, queste parole: 11 Natura!mC"nte questi pan.slavisti russi, volendo tC"ag irC" alle 153.gerazioni degli imperia\jsti ita liani, riescono ad aiutarli per proprio conto, p('rché, come ~ fuori del diritto e della logica r aspirazione italiana sulla Dalmazia, è fuori del diritto e della logica !"aspirazione slava su Trieste. In Italia, se lo tengano per detto a P~ trogrado ed a Belgrado, i propugnatori della conquista della D almazia sono (oltre ai d almati fra noi residenti cd i cui sentimenti non solo ci spieghiamo ma rispettiamo) alcuni gruppi di deliranti dell'imperialismo senza autorità e senza seguito. Ma in l1alia non vi è un solo cittadino ragionante il quale sia disposto a riconoscere" queste pazzesche ipoteche slave su T rieste. « Sarebbe quindi da augurare che come in Italia non mancano voci le quali reagiscono francamente alle p retese assurde sulla D almuia, sfidando, in ossequio alla verità ed al diritto, le stupide ingiurie dei megalomani, cosl in Russia ed in SC"rbia dovrebbero farsi sentire le voci ammoniirid cor:itro quC"sti folli assertori di un diritto slavo · su T riesce ed in genenle contro irritanti smargiassate come queste, le q uali in Italia possono avere ogni immaginabile risultato, fuorché quello di propiziare larghe simpatie alla Russia».


AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

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Dunque, le ipoteche slave su Trieste sono pan.esche, sono « irritanti ' smargiassate »; dun,qc<:, Trieste non può essere slava, quindi deve essere italiana. Mai professione di fede irredentista fu più chiara ed eloquente. Si doffianda allora a Gccotti e a chi gli ha ospitato la nota: se per togliere Trieste alle cupidigie russe o all'attuale dominio austriaco fosse necessaria la guerra, quale sarebbe o dovrebbe essere l'atteggiamento dei socialisti? Un atteggiamento favorevole alla guerra? Ma i socialisti neutralisti, da questo orecchio, non ci sentono; vogliono il fine, possesso· di Trieste, ma non vogliono i mezzi, o, meglio, l'unico mezzo che neUe attuali circostanze sia a nostra· disposizione: la guerra. Comunque, prendiamo nota delle affermazioni «irredentiste» ddl'organo qu·otidiano della neutralità, e le giriamo a quello scimunito di Enrico Dugoni, deputato socialista, che, in un discorso pronunciato a Torino, si è dichiarato_contrario alla conquista di Trieste.... · D;a Il Popolo d'foilia, N. 90, 31 mano 191 ~, Il (/).

UN ALTRO VENDUTO Aggiungiamo un· altro: l'on. Modesto Cugnolio, deputato socialista pel collegio di Vercelli. Anche· lui è ormai entrato nella categoria di quegli idioti che. non sanno la gravissima insidia borghese che si cela negli ipocriti comitati di preparazione. Unico a scoprire le marachelle... intenzionali dei comitati fu il _signor Lorenzini, il quale ne intrattenne di proposit? i lettori dell'Avanti! E c'è di_peggio. l'on. Cugnolio parla e scrive quasi come un interventista, un vilissimo interventista. regolarmente venduto alla borghesia, alla Francia, alla Russia, all'Inghilterra e fors·anche al Montenegro. Egli è un neutralista.... a modo suo; un modo che non rassomiglia affatto all'altro onde son· neutralisti alcuni cantastorie della sezione socialista milanese. Niente scioperi generali, egli dice, ma bisogna cercare di alleviare i mali che porterebbe Con sé la guerra. Quindi aderisce al comitato di preparazione e dice: « Da· molto tempo avevo deciso che, se fosse scoppiata la guerra, avrei chiesto al ministro un posto dove si J ov.e-sse obbedire».

L'on. Cugnolio è quasi più interventista di noi, perché noi ci riser, viamo anche di non obbedire qualora la guerra non sia quella che

vogliamo! Dev'essere proprio « un venduto», uno di quei venduti che scoprono ogni_ giorno quei signori di via San Damiano. Alla gogna anche lui!


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

E Jo zelo del deputato per Vercelli va. anche oltre. Scandalizzatevi, o Vestali inc"aricate d i attizzare i1 fuoco sacro del paci~smo languente. L'on. Cugnolio è dispiacente solo di essere stato nominato nel comitato d'onore. Che onore d'Egitto!, egli esclama. jj

D ell'onore in qu..,sti casi ce n'è per tutti ·e parlare d'un comitato di onore

è una supc-rfct.i.zione seni.a significato,,,

Bénissimo: è il linguaggio più- guerraiolo che si sia mai sentito; sui campi di battaglia, in verità, c'è onore per tu~ti. 'Quindi l'on. Cugnolio non accettò, egli dice, un posto di onore, ma« un posto di azione», cioè un posto nel quale potesse farsi onore! << Guerrafondaio, venduto', rinnegato! » Eh, no, brava gente! L'on. Cugnolio è soltanto un uomo che non ha, al posto del cervello, una lastra di stereotipia. Egli pensa e sente, ecco tutto. «Intellettuale! », ingiuriano coloro che mancano d'intelligenza. Nea~che. Perché l'on._Cugnolio, anche essendo intellettuale, è ·pure colui che da anni compie un'opera modesta e feconda di organizzatore e di catechizzatore di risaioli. Non si sono ancora dileguati del tutto i profumi delrincenso che i socialisti gli hanno bruciato sotto il naso! Un altro che se ne va. Ma, insomma, si può sapere chi sono, dove sono, quanti sono i neutralisti del socialismo tesserato italiano· che fra poco saranno ridotti al punto di non poter cantare neanche il vecchio:

Siam Jr4, 1iam Jre col tamburini Resterà il tamburino senza i tre. E vorrà dare ad intendere che rap· presenta il proletariato. Bravo, Cugnolio ! Da Il Popolo d'Italia, N. 9~, 6 aprile 19U, Il (/).

PERDONIAMO A LUI L'evangelico Prampolini, il più povero Cristo del socialismo reg· giano, assumendo la più dolce aria d' ipocrita bontà, si occupa di noi ... evangelicamente. E dice : « Trev~ do11eva disprezzare gli attacchi d'un brigante, percM, battendosi, ha fatto al pazzo criminale di Mussol.ini il più bel servizio che potesse att('fldcni : <jU('llo di "riabilitarlo" con una partita d·onore ».


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Prampolini, il vecchio addormentatore delle folle, ci fa sorridere di compassione. Non ci commuove. Non ci strappa dalla penna una parola. irosa., acuta, una parola che potrebbe inchiodarlo, come Cristo, alla sua croce di rassegnata e prudente bontà, Quest'uomo-cencio, lo prendiamo soltanto pel bavero ~ lo scrolliamo fuori dal davanzale di questa finestra., perché la sua polvere.... evangelica non ci faccia velo agli occhi e non ci appesti la casa. Ci diffonderebbe intorno un bacillo troppo pericoloso. Ci metterebbe addosso del prurito, jl prurito che si proverebbe se si avesse una lumaca viva sopra lo stomaco nudo. &ia d'"argento, bavetta maligna, cornetti pronti a rimbucarsi! ecco Prampolini, il cristalolo. Pazzi criminali e sanguinari nati, noi sentiamo una profonda pietà per questa larva di socialista e di uomo. E rag ioniamo: « Sia perdonato a lui che non sa quello che si fa». Da Il Pepe/e d'Italia, N. 96, 7 aprile 19u, Il (/).

I CAVALLI NON RITORNAN O Avevamo rimandato alla scuderia di San Damiano quei bizzarri cavalli di posta... , che portavano quella tal lettera dei consiglieri socialisti. E l i attendevamo di ritorno. Ma, sia per la biada.... generosamente largita, sia che alla redazione dell'At1an1i! i cavalli si trovino come in casa pròpria, fatto è che non li vediamo ancora comparire. Graziose ed infe- · Jid bestiole. Ingrasseranno, Però, in compenso, ci capita in redazione una copia della Veronelta tedesca, che, riproducendo la famosa letteca, la commenta cosl deliziosamente : ~ La lettera. era soprattutto diretta contro l'A J1a11,i!, eccessivamente oeutra· lista e troppo intollerante. Ma. i compagni di Milano hanno torto. Più relatil·isu e più tollerante di cosi non potrt"bbe esst"re !°organo dd Partito. P("{lsatt" cht" all°,-fratrH! c'è un redattore politico che è interventista e continua a. scrivere; c'è ancht" il ttdattore capo, che tra la neutralità e l'intc:rvento dev·essere_ dell'opinione buridaniana dei sullodati maggiorenti, e poi diteci se il nostro organo centrale è ecc~sivo nel suo neutralismo .... Noi non diciamo altro, per ora almeno •.

Ci sentiamo il cuore invaso dalla più commovente tenerezza. Che a Verona il « vino quadro » faccia una strage generosa delle facoltà intellettuali d ei sovversivi giornalisti (si aggiunge rosso al rosso), è una cosa che sapevamo; ma che si giunga a credere (e, credendolo, si trovi. la cosa cosl esemplare da essere citata in pubblico) che il redattore capo dell'AvanJi! (chi è?) sja come l'asino di Buridano fra finterventìsmo e


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OP.ERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

il neutralismo e che un redattore politico sia addirittura « interventista », q uesto, proprio, non Jo credevamo. AlJa scuderia neutrale mandiamo quind i anche questi. due nuovi cavalli ni veronesi. Torneranno? « Adelante, con juicio ». Da li Popolo d'Italia, N. 98, 9 aprile 1915, II (f).

A RACCOLTA! L'Avanti/, impressionato dall'irrompere del movimento «fascista», _c hiama disperatamente a raccolta le turbe dei suoi tesserati, Comincia con un atto di vana superbia.... amministrativa: colle cifre delle sezioni e degli iscritti. Discreto _nwnero, dopo trent'anni di propaganda.... Ma qua ndo, dopo le cifre, elogia la « formidabile compattezza» di questo esercito, l'Avanti/« pagnacchesco » fa ridere anche i cani, gli stracci e i gatti morti abbandonati in fondo al Naviglio. Formidabile compattezza? Basta, per averne un'idea, osservare la sezione di Milano, dove solo trecento soci, su più di mille iscritti, hanno avuto il coraggio, a1 secondo scrutinio, di affermarsi per la neutralità assoluta, Basta conoscere il pensiero degli onorevoli Turati, Maffioli e Cipriani, deputati di Milano, e quello degli onorevoli Graziadei, Piccinato, Cugnolio, Casalini, ecc. ecc. L'AvttttJi_l bene si accorge che la « formidabile compatte2za » è un bluff, quando poche righe più sotto si scaglia contro i Rigola colpevoli di aver detto .... la verità (che cioè« una unanimità antiguerresca del proletariato italiano non .e siste»), contro « coloro che si destreggiano», contro i caratteri di << pasta frolla>> che «insidiano la robustezza del Partito pu r dichiarandosene ancora militi fedeli e devoti». Il .colpo è diretto agli interventisti che non hanno il coraggio di abbandonare la tessera e ai neutralisti relativi, moltissimi, che non si decidono a scegliere una strada. L'Avanti.' minaccia fulmin i e saette contro gli « insinceri e i finti ». Ma se costare, esistono, ed esistono, secondo le rivelazioni di Verona del Popolo, non smentite, nella stessa redazione del giornale A vanti!, dove va a finire la« formidabile compattezza}> dell'esercito socialista? E perché l'Ava,itil non tien calcolo dell'esodo continuato dei migliori elementi del Partito? L'Avanti/ ci domanda quale guerra vogliamo.... Sciocco. Lo abbiamo detto e precisato a sazietà. Ernesto Cesare Longobardi (veò.duto, r ione· gato, traditore ar1che lui?) ha detto sullo stesso A vanti.I e sulla Critira Sorùtle le ragioni della nostra guerra. Ieri stesso, una dichiarazione al popolo ital iano precisa.va Ja Sostanza e la forma del nostro « interven-


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tismo » positivo. L'A vanti! non sa gridare che stupidamente: « Abbasso la guerra !». T utta la sua « cerebralità » è contenuta in questo g rido automatico. Ma volete avere la prova manifesta della compiuta malafede dell'Ai·,mti ! ? Esso ammette « la guerra d emocratica » , ma in senso ... retrospettivo. « Allora (sette mesi fa) l'invasione foribooda del Belgio era pia.sa aptrta di recente nel d iritto della giovane Europa e lo spasimo della civile nazione ed il pericolo de!la repubblicana Francia gridavano ogni giorno al wc-corso. M:i. la g uerra democrlllìca poteva intendersi .allora, poteva, se mai, giustincarsi subitanea, immediab, come taluni di essi la predìcavano. Non oggi, che son venute le violette, le rnse e: stan per giungere i papaveri.... it.

Quest'fronia .Boreale è sinistra. ..... . ._ .Ah!, · dunque, « allora» si poteva fare la guerra, oggi no. M a che cosa c'è di cambiato? Il Belgio non è dunque ancora tutto sotto il tallone tedesco? E la Francia non ha ancor oggi dei suoi più ubert9si dipartimenti invasi dal nemico? Non permane, dunque, tutta la ragione di quella « guerra democratica» colla <J_uale sembra simpatizzate oggi lo stesso Avanti!? · Curirn;o, Quando es"isteva una « materiale impossibilità»· di Fare la guerra, a·cagione della nostra assoluta impreparazione militare, l'Avanti! sarebbe stato disposto a transigere; adesso che possiamo fare qualche cosa per il Belgio, l'Avanti! dichiara .... d ' infischiarsene .... Il ragionamento potrebbe tradursi anche così: « Mio povero Belgio, quando volevo aiutarti, non potevo; e adesso che posso, faccio... J'internazionalista. i più

igenico ». D inanzi a tanta incoscienu, a taqtO cinismo, si rimane sgomenti. La polemica non h a più ragion d'essere. · Ed o:ra chiami pure a raccolta l'Avanti.' il suo gregge formato soltanto dai cattivi «pastori». La sua causa è perduta. Il Partito Socialista è un « cui di sacco»: Uscirà. dalla tremend a prova schiantato. N oi ce lo auguriamo; noi lavoriamo indefessamente a tale scopo. Al 18 ottobre scrivevamo: bisogna uccidere la lettera quando si tratta di salvare lo spirito. Oggi diciamo: bisogna assassinare il Partito per salvare il socialismo! D a 11 Pbpolo d'Italia, N. 100, li apr ile 19 1S, II (1).


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OPERA OMN1A DJ BENITO MUSSOLI.Nl

CARAFEIDE L'on. Salandra fa lavorare la SJefani per smentire e correggere le sue chiacchiere o i suoi discorsi. Mentre stiamo attendendo da nove mesi ben div"ersi comunicati, siamo costretti a leggere e cibarsi di vere e proprie miserie.

Dopo il discorso di Gaeta, J'on. Salandra diramò, a mezzo S1efa.ni, un comunicato per farci sapere come e -qualmente non avesse pronunciate certe parole. Ieri abbiamo !etto sui -giornali · un altro comunic_ato per notificarci che le frasi attribuite dal senatore Cara fa all' on. Salandra sono fantasie. Si badi che nelle .frasi non c'è nulla di grave. Solo la sostanza del discorso poteva essere interpretata in ·senso antitedesco. Ebbene, l'on. SaJandra si è affrettato a d are u na lezione al senatore Cara.fa e a rimangiarsi ciò che aveva detto per non urtare la suscettibilità del prin· ~ipc di Biilow. E questi sono i ministri di. una nazione di q uaranta mi· )ioni d 'abitant i ? Povera Italia! D a Il Popolo J1 ltalia, N . 11I, 22 aprile 1915, II (/).

TACERE? li Giornale d'Italia vorrebbe che il popolo italiano, in ,guesfofa di ansie e di speranze, rap presentasse la ,grottesca farsa, delizia degli imbe· cilli e dei nostri nonni: « la consegna ~ di russare >>. Nervi a posto. Cittadini a posto, e pronti a scattare mecca nicamente, al tocco miracoloso d'una molla, Nossignori. Non è questo il momento in cui « sia doveroso tacere ». Noi rivendichiamo ai cittadini d 'Italia il diritto di discutere e il diritto, soprattutto, di preoccuparsi d ella loro csistenu. La disciplina nazionale non la comprendiamo, quando per disciplina s'intenda fordine decorativo e rassegnato d 'un g regge che segue passivamente i passi del suo pastore. S~ il Governo è a g iorno dclJe varìe tendenze dell'opinione pubblica, non si rimbuchi con tanta scaltrezza nella sua notte sfingea. Il paese vive. Non è più la terra dei morti. Ed ha il diritto di affermare la sua volontà a voce chiara e forte, anche se qu~sta voce dovesse disturbare g li uomini prudenti, che in quest'ora vorrebbero, in santa pace, s iocare f esi5tcnza della n azione. Il silenz.io, in questo caso, sarebbe u na cofllplicità. E quando il popolo vede un Governo vacillare cosl grottescamente verso il « parecchio » o verso la volpina furberia dei mercanti d'oltre Alpe; quando ,il popolo


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ascolta « Io squillo di guerra» più volte fatto echeggiare dallo stesso Giornale d'lfa/ia in ffiomenti di nervosismo veramente fuori <ii posto; 9uando, ieri stesso, leggeva n.ella TribNna le proposte ragionevoli per trattare con l'Austria; ,quando vede che lo smarrimento, l'esitazione e la diffidenza sono là in àlto, dove si dovrebbe essere in possesso di tutti gli elementi decisivi, il popolo, allora, non solo ha il diritto, ma il dovere di discutere e di premere sul Governo e di indicargli la via. Piaccia o non piaccia · al Giornale d'l1a/ia. Non disarmeremo. Da li Popr;lr; d'Italia, N . 113, 24 aprile 19IS, II (/).

GLI ESAù Villa Malta ha chiuso i battenti e spento il fuoco della grassa cucina. L'ultimo pranzo è stato consumato. Questo Biilow, astuto nell'arte della gastronomia e della politica internazionale, questo cuoco, che credeva di prendere per.... la gola anche l'Italia còstringendola a cacciare il viso nelle sue casseruole, puù ritornare al suo paese e pensare che tutto il fumo e il molto arrosto largiti ai patriotti italiani non hanno dato ottimi frutti. E può ridere. Perché mai turba più famelica ed oscena Jeccò glj illustri piatti principeschi come quella che si convitava da sé a villa Malta per leccare gli stivaJi alla Germania e riempire il ventre ben capace. Può ridere. L'.Italia è ancora il paese degli accattoni e ·degli straccioni. Proprio in quest'ora di vigilia penosa ed ansiosa, proprio in quest"ora di ansia per ogni più wnile e più forte cuore italiano, mentre il paese sta per sguainare _la spada e le turbe venete chiedono del pane, a villa Malta, intorno alle pentole tedesche, un branco di incoscienti e di rammolliti lordava la bocca neI1e salse agre t~esche e la dignità del paese colla sua presenza. Il generale Brusati, aiutante di campo del re, figura, egli pure, all'ultimo pranzo come aiutante di cucina. Il senatore Santini, il pagliaccio più ridicolo e più grottesco d'Italia, l'on. Emilio Maraini, il senatore Chimirri, il conte Cotucci, il generale Morra di Lavriaoo, uomini che dovrebbero sentire, più di ogni altro, il riserbo e la dignità in quest'ora storica, si son _piegati all'umiliazione di un piatto e di un sorriso. Il paese ne prenda nota. E se, com'è certo, verrà. la buon'ora del risveglio, a questi scroccatori, a questi pitocchi, a questi Esaù ignobili, presenteremo e faremo loro pagar caro lo scotto. Da li PrJpolo d'Italia, N. 116, 27 apfile 1915, II ( l).


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OPERA OMNIA DI BENITO M USSOLINI

UN DISCEPOLO DI RADETZKY ~ l'on. N ino Mazzonì, deputato socialista. Costui è venuto a M.ilano

nell'occasione del -1° maggio ,·e nella città delle Cinque Giornate ha osato tessere J'apologia impudente e sfacciata dcli' Austria e della Germania. Al principio della conflagrazione eur_opea, l'on. Mazzoni· era quasi

interventista e un pochino anche irredentista. Egli , approvava la campagna deU'Ar,.mtil contro « l'orda teutonica scatenatasi attraverso l'Europa» ; approvava l'atteggiamento del Partito e delle organizzazioni economiche, che « distinguevano )) fra aggrediti ed aggressori e stabilivano, per le due· diverse eventualità di guerra dell'Italia, due differenti linee di condotta. Chi ha assistito aJJe riunioni di quest'epoca, può test imoniare sull'assoluta veridicità. di quanto qui si afferma. Adesso, l'on. Ma.zzoni è diventato più Sudekum di Sudekwn. Adesso, questo deputato « socialista » trova che un « pericolo teutonico » non esiste, solo perché la Germania, praticando il dumping, può mandate le sue merci a buon mercato in Italia. Adesso, questo zelatore di Bu rian e di Bethmann-Hollweg , proclama in lingua italiana che l'Austria-Ungheria, colle sue« leggi e previdenze » , è preferibile all'Italia. Povero Mazzini ! Povero Garibaldi! (che i socialisti sanno sfruttare, all'occasione, come un precursore del socialismo). Poveri voi, o pionieri del Risorgimento, che affronUste la galera, i patiboli, l'esilio dal '21 al '70. Illusi!; peggio, 'incoscienti! Voi avete fatto del male all'Italia e in particolar modo al Lombardo-Veneto, che oggi, se nel 1848-1859 ci fossero stati molti Ma:zzoni neutralisti, bcne6cierebbe delle leggi e delle previdenze austriache, mentre invece.... No. Con un austriacante che parla a questo modo, non vale la pena di polemizzare. · Per un'atroce ironia della sorte, mentre l'on. Mazzoni cosl concionava, i giornali . recavano la notizia dell'estrema rovina di Ypres. Una città intera rasa ai suolo dai portatori della Ku!tur; i fuggiaschi, in numero di d iecimila, costretti ad abbandonare la loro terra e a cercare asilo al~ trove, inseguiti da una pioggia di obici e di mitraglia. Spettacolo indicibile di terrore e di dolore! · Ma per l' on. Maz:wni tutto ciò è.... rettorica. Di reale al mondo non c'è che una cosa: i lavori pubblici per le cooperative. Lo sbafamento alla greppia dello Stato, Niente altro. On. Ma:zzoni, i vostri discorsi fanno schifo! Semplicemente. Da li Popolo d'fl<dia, N . 121, 3 maggio 1911, II (/).


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FRANCESCO OCCOTTI Non lo lasceremo un giorno solo in pace, sino a quando egli no~ avrl sentito l'elementarissima, primorcliale pudore di dimettersi da redattore politico da Roma del Vorwaerls di Milano. Francesco Ciccotti, uomo bacatissimo, Francesco Ciccotti, uomo di guttaperca, Francesco Ciccotti, se non separa le sue responsabilità da quelle dell'Avanti!« pagnacchesco », è !"ultimo miserabile che insozzi il giornalismo italiano. Francesco Gccotti, in una nota romana di ieri, ha il coraggio di telefonare cose di .questo genere : e Si vorrc-bbe forse gabellare ptr fatto nuovo l' insu.rreziooe intervwtista in vuìe città. d'Italia? Ma è orma.i noto che sì tratta di manifestuioni di minoranze, alle guaii non è ,ntrac.ea la compiacerw del Gabinetto dimissionario; e in ogni wo si tratta di una. piccola minoranza del popolo italiano,... ».

Francesco Ciccotti, eccoti uno sputo largo come una moneta di rame ... Da. Il Popolo d'Italia, N. 134, 16 maggio 1915, II (/).

LA NAZIONÉ t IN ARMI D a oggi, 1a nazione è chiamata alle armi.. Mentre la minaccia. tedesca urge al confine, la mobilituione s'imponeva e mobilitazione significa guerra. L'evento auspicato e temuto e osteggiato ci sovrasta, ci prende. Da oggi non vivremo che nell'atmosfera grilve e terribile della guerra. Tutto ciò che ci parve grande ieri, ci ~mbra oggi meschino. te nostre competizioni verbali ci appaiono trascurabilissime schermaglie di fronte all'urto degli eserciti che avverrà fra poco, non lungi dai diS:putati confini. Da quell'urto dipendono le_ sorti della nazione, le nostre sorti, le sorti della civiltà europea. Da mille segni ci. è dato .constatare che il Paese si accinge alla prova cruenta con una magnifica, sorprenden~ sere· nità di. coscienza. Il Paese darà prova della sua tenacia, del suo sangue freddo, del suo spirito di sacrificio. L'esercito sarà all'altezza della sua missione, specie se sarà confortato dall'amore e dalle cure della popolazione non combattente, · · T utto ci fa prevedere che la guerra, se non sarà breve, sarà certa· mente vittoriosa. Noi vogliamo vincere! Noi dobbiamo vincere! Questo sia il proposito indefettibile di tutti gli italiani. · Da oggi non esistono che degli italiani !


OPERA OMNIA DI BENJTO MUSSOLINI

L'appello dei lavoratori del mare è la prova migliore che gran parte del proletariato guarda con simpatia alla guerra attuale, che non è guerra di rapina e di conquista, ma di giustizia e ~i umanità! L'unione di tuttì gli italiani in un blocco d'acciaio è ormai un fatto compiuto. La prima condjzione per la vittoria è realizzata. Il resto verrà. Generale Cadorna, sguainate 1a spada e conduceteci a Vieruta. Viva l'Italia! Da li Popolo d'Italia, N. 141, 2} maggio 191', II (/).

L'ULTIMA FATICA DEL SOOALISMO La cronaca d i ·ieri recava due dorumenti interessantissimi. Primo, il proclama ai soldati italiani lanciato da Francesco Giuseppe; secondo, la dichiarazione ai socialisti italiani lanciata da Costantino Lazzari. 'Questo esordio e questo abbinamento stupiscono l'amico lettore, ma io spero di dimostrargli che·fra i due documenti non c'è soltanto una stravagante coincidenza d'ordine cronologico, ma una perfetta identità di natura, in <JUanto essi sono il prodotto di una sola mentalità ritardataria e reazionaria. Francesco Giuseppe e CÒstantino lazzari ignorano entrambi 1a realtà. l 'uno parla ai soldati italiani invitandoli a disertare e non sa che i soldati italiani si battono e si batteranno da leoni; Costantino Lazzari alza ancora il su_o pugno di sagrestano incartapecorito sulle sacre tavole della legge, senza avvedersi che quelle tavole sono tarlate e vanno in rovina. Vè di più. Tutto il preambolo del proclama di Francesco Giuseppe ha una , t rana ir.nalogia col linguaggio ufficiale deì socialisti « lazzaronid » d'Italia, << Guerra di conquista e di rapina», dice Francesco Giuseppe: « suer· radi conquista e di rapina», diceva e dice ancora, in cuor suo, Costantino laz:zari; « assalto a tradimento», dice Cccco· Beppe, ma. la frase è di conio socialista italiano. Il confronto potrebbe durare, ma io non ho voglia di sottopormi a-questo tormento. Val meglio invece vivisezionare l'ultimo parto del socialismo ufficiale. Parto laborioso. Ciò che è uscito è un mostro ripugnante. Debbo superare me stesso per cacciare il coltello in <JUesto organismo 'che si putrefà. · L'ordine del giorno è antipatriottico, antinazionale, antiurnano. :8 cinico. La Direzione del Partito Social ista, che abusa del nome di « italiano», non ha ancora. trovato il modo di augurare la vittoria alle armi nostre. L'ordine del giorno è il capolavoro <lell'equivoco. Vi si dìcc, con


AGGIUNTE : SCRITTI J! DISCORSI

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una frue involuta ed elastica., che « la mutata situazione suggerisce .a.I Partito particolari atteggia.mentì nella continuità dell'indirizzo »; ma. due righe più sotto, si afferma e si ricorda il « fermo proposito di man• teooe~e alrazione del Partito il più rigido indirizio di classe». Non è carina e ridicola questa contraddizione? Non è buffo parlare di un « rigido indirizzo di classe», quando Ja crooaca politica di tutti i giorni ci dà la prova che i socialisti fanno precisamente il contrario? Io volto la pagina del giornale socialoeutralista e leggo che a Torino sono con· venuti, nei locali della Lega· industriale, l'ingegner Dante Ferraris per i borghesi e Mario Guarnieri per gli operai, onde addivenire alla costituzione di un comitato di resistenza civile. 11 « rigido indirizzo di classe » c.ome si concilia colla << collaborazione » con quel Dante Ferraris, accu· sato più volte di essere, nientemeno!, il finanziatore del nazionalismo italiano? Ma la Direzione ha già pronta la foglia di :5co.... e afferma che « con ciò non intende di rinunciare ad alcuna delle ragioni del Partito, ma di fare opera di solidarietà umana». La D irei.ione del Partito si lascia « vjoJarC », ma non per ,guesto cessà dal proclamare la sua castità ideale! Il commento, poi, dell'Avanti.I è strabiliante. Secondo quel giornale, l'ordine della Direzione è « chiaro, preciso, completo, attuale». Ah, no. · Non è permesso di burlarsi così atrocemente del proletariato, che tutto vede e ancora, ma poco!, ci crede. Non è permesso di parlare ancora di « intransigente lotta di classe» dopo tutto quel ch'è avvenuto nei comwii socialisti. L'Avanti.I era, miracolo!, p iù onesto quando,· occupandosi di un articolo di Treves, parlava di « vere e proprie dedizioni ». Ma dove l'Avanti.I tocca. i culmini del grottesco è quando p roclama enfaticamente ~( i proletari sono con noi!». Vien fatto di domandarsi: ma in che mondo vive questa gente ? Si tratta di allucinati o di. burloni? Il proletariato ha ~·citato le . spalle al Partito Socialista ufficiale nella mani~a più clamorosa: una possente FedCrazione, quella dei lavoratori del mare, sovvenzionatrice dell'AvanJi.l, ha dichiarata la sua piena adesione alta ,guerra; i ferrovieri ha~mo dato Ja loro adesione· pratica fa. cendo funzionare in modo superiore ad ogni elogio le ferrovie; tutti j richiamati si son recati alle caserme con un entusiasmo indicibile, e si battono al fronte con un coraggio insospettato; decine dì migliaia di uo.rpini proletari si sono arruolati volontarf nell'esercito; centinaia di tesserati socialisti. hanno fatto altrettanto; mentre moltissimi, e non degli ultimi venuti, abbandonàno, sdegnati e nauseati, il .Partito, che, per us.1re la ftase dell'ex-sindaco operaio di Alessandria, Paolo Sacco, « co_mmette, col suo contegno, un delitto contro la Patria e contro il socialismo». E dOpo rutto ciò, l'Avanti.I ha ancora la faccia.... fresca di proclamare . che _il prole-tariate è con lui I

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OPERI, OMNIA DI BE~ITO MU SSOLINI

Ma se nemmeno i socialisti sono· con lui! A chi sono diretti, invero, quegli appelli alla disciplina, se non ai numerosi dissenzienti. che rumoreggiano nel Partito e dei q uali, con un a rticolo che esamineremo, si è fatto portavoce, sulla Critica Sodale, l'on, Treves? Ancora un taglio e poi basta. L'Avanti! crede che gli avversari siano addolorati per lo spettacolo della sua magnifica coerenza.... Io no, per esempio. Io dico: continuate signori! Va bene così! Continuate. Siate sempre più « rigidi », siate sempre più « cadaverici » .... Lavorerete per noi. N on per nulla, continua ogni giorno, irresistibile, l'cs~o dei mig liori socialisti, che non vogliono farsi « afferrare » dal cadavere. Ieri era Paolo Sacco di Alessandria, oggi è Francesco Sceusa di Trapani.... Tutti vanno fo cerca della vita. Il socialismo ufficiale italiano è, dunque, una cosa morta. COll.SARO

Da lt Popolo d'/Jalia, N. '168, 19 giugno 19 1!i, 11 (/).

LE DISTRAZION I DEL « KRI-KRI » Sempre umoristico il Kri -Kri del socialismo italiano, edizìone, debitamente sovvenzionata, del VorwaerlI milanese. Umoristico e.... distratto. La distrazione è sempre una fonte di umorismo. Prendete il numero di ieri. In prima pagina si dà gentilmente del « paranoico>) al direttore di questo g iornale, che sarebbe, secondo il corrispondente torinese del Kri-Kri , il più « scriteriato » d'Europa. Il direttore se ne infischia. Che Vandervelde sia stato « tig u:u doso » in confronto dei socialisti italiani, è vero. Riguardoso, ma chiaro. Che i socialisti italiani in genere e torinesi in . particolare non vogliano intendere ragione, è un altro paio di ma niche. Vandervelde ha usato un linguaggio riguardoso nella forma, ma tale nella .sostanza da far salire Je vampe della vergogna su He facce bronzee del socialismo « su~ekumizzato ». Si dice nel!a corrispondenza torinese che « l'accoglienza di Vandervelde alla Casa del popolo aveva il preciso significato di un atto di solid arietà col Belgio ». Va bene. Voltiamo pagina. E leggiamo l'ordine del giorno votato dalla Commissione. esecutiva della sezione. Eccolo, per la stori a : « la Commissione esecutiva ' della sezione socialista torinese rende noto che l'accogl ienza fatta al deputato socialista VanJervelde non si deve interpretare come adesione ai criteri da questi propugnati nei riguardi della situazione attuale, bensl come un semplice atto di doverosa ospitalità. Questo è d'altronde prO\'ato


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dal fatto che la commissione non ha partecipato ufficialmente al ricevimento e tanto meno si è impegnata col compagno Vandervelde per una conferenza da ttnersi prossimamente al proletariato torinese • ·

L'alto « di solidarietà» della prima pagina diventa, in terza, nel linguaggio ufficiale del neutralismo, « un semplice atto di doverosa ospitalità ». La differenza è sensibile, come la distanza ·dalla prima alla terza pagina del giornale, E poiché in una corrispondenza antecedente si era gonfiato il ricevimento, con contorno di particolari patetici e inediti, facendolo assurgere ad una manifestazione di Partito, la Commissione esecutiva ci tiene a far sapere che non ha partecipato «ufficialmente» al ricevimento e tanto meno si è impegnata. 11 socialismo torinese teme di rendersi colpevole di un atto di solidarieà col Belgio. :B enorme ! Quest'ordine del giorno è un altro anello che si aggiunge alla collana di vergogna di cui si carica quotidianamente, pertinacemente, voluttuosamente, il sedicente socialismo italiano, i cui capi, a cominciare dal Lanari, sono ançora neutrali e aust:riacanti per la pelle. Più si va avanti e più il socialismo italiano diventa una cosa repellente. II Kri-Kri è sempre più divertente, specie quando è distratto. Da li Popolo d'ltaha, N. 202, 2} luglio 19\5, Il ({).

« LACRIMOSA UTOPIA» Bonzino Morgarj si confessa. Rimasto a bocca asciutta, nonostante i suoi sforzi disperati per la convocazione d'una Jnternazionale-mankhino; costretto a ringoiarsi le panzane, o, meglio ancora, « le pezze giustificative>> del suo viaggio d 'affari come rappresentante del socia.forno tedesco, l'on. Bonzino è costretto oggi ad asciugarsi gli occhi ed a confessare il suo fallimento. Ber:ie, perdio. « La verità vera - scrive il bon20 del socidismo italiano - è un'altra. Non si può convocare una riunione dell'Jntema1:ionale, che parlerebbe di pace, quando si insegue Ja lacrimosa utopia di una guerra a fondo protratta. fino ad un totale schiacciamento del militarismo ,germàniro. Non si può consentire ad una riunione di neutri, nella quale e i francesi e i t<!deschi non sarebbero rappresentati, quando si continua a sospettare nelle richieste <!elle seiioni sorelle dell'Inteinazioriale altrettante manovre germaniche».

. Dunque, non si può. Porte chiuse, ha trovato questo rappresentante d1 morti; facce .nemiche ha trovato questo insulso venditore di socialismo germanico; calci eleganti nel sedere s'è preso dunque dai «compagni»


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francesi, belgi e inglesi <JUesto moruieur Alfonso dell'Internazionale tipo ·· tedesco. N c5n « lacrimosa utopia di una guerra a fondo», non ·sospetti d i « manovre germaniche » soltanto, ma il diritto saldo di chi si sente · minacciato dai manigoldi, ma il sacro dovere . di rispettare la civiltà prigioniera, ma la santa ostinazione di voler la pace da pari. a pari, dopo aver premuto col piede il largo torace della Germania rapace; questa fede nuova ed antica, che ha ripreso nella sua bellezza e nel suo fervore tutte le anime, <jUesto soltanto, o conunesso a provvigione di S~dekurh, è il motivo del rifiuto duro, delle facce nemiche e delle favole sull'Avanti! che voi dovete ora rimpiangere. No. Non è possibile la convocazione di un'Internazionale. Non esiste più. Non vogliamo c::he esista. Finché un tedesco vive, .finché un tedesco è armato, fincM una donna tedesca figlia mostriciattoli barbari, finché l'impero è in piedi, no, non è possibile pensare alla fratellanza. T utti questo Io sentono. lo vedono. Lo vog liono. E cosi sarà. Ed a voi, che deplorate la i< lacrimosa utopia» ch'è la salvezza del mondo, a voi, Bonzino scimunito, che non volete capire, chiuderemo ancora le porte sul muso, quando verrà il g iorno della libera.zionè. Ancora. Sempre. Nonostante il vostro esperanto. Da Il Popolo d'!Ja/ùt, N. 238, 28 agosto 1915, II (/).

IL CADAVERE VIVENTE In soli tre giorni il senatore Alfredo Frassatì è stato gettato a terra. Jl 14 dicembre il Popolo d'/Ja/ia rivelava l'imminenza di. un processo al Tribunale militare di Portogruaro contro il maggiore Zunini, critico militare della Slampa di Torino, per avere egli corrisposto col g iornale di Frassati su argomenti relativi alle nostre operazioni militari . 11 giorno 15 la Slampa, con una «idiozia)> spudorata, tentava di smentire Je rivelazÌ:oni del nostro giornale. Il giorno 16 giustizia era fatta. IJ Tribunale militare di Portogruaro, in una sentenza che rimarrà nella storia politica d'Italia, confermava punto per punto le accuse da noi rivelate, affermando èhe il Zunini aveva cor· risposto col secondo critico militare deJla Stampa, maggiore Quirino Gamba, col signor cavalier Dc Maria, redattore del medesimo giornale, nonché col senatore Alfredo Fram.ti. Finalmente l"uomo spudorato che aveva osato smentire la verità con una impudenza degna di Costanzo Chauvet, l'uomo che per tanti anni aveva spadroneggiato in Italia all'ombra oscura di un dittatore, quest'uomo

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che visse sino a ieri fuori dalla legge, è bollato a fuoco. Frassati è un uomo morto. Oggi, al l~e dei fatti emersi a Portogruaro, la querela che il senatore aveva osato lanciarci è Wl monumento di sfacciataggine bronzea. Egli ha mentito sapendo <li mentire, perché conosceva tutto. L'impudenza del senatore giolittiano è incommensurabile. La morte politica di Frassati è una fortuna d'Italia. La caduta di quest'uomo nefasto segna una buona data nella nostra storia politica. Frassati fu il maggior responsabile di W1a guerra disastrosa, che costò miliardi e sangue. Egli la impose a Giolitti e la impose al pubblico, facendo stampare nel suo foglio che gli arabi ci attendevano a braccia aperte. Difese gli interessi dell'Austria in Albania, sostenendo che si do. vessero cacciare i montenegrini .da Scutari e i serbi da Durazzo, il che poi orig inò la nuova discordia serbo-bulgara e la terza guerra balcanica. Difese il tentativo di Biilow per aggiogare l'Italia al carro austrogermanico. Sostenne una campagna infame per gettare a terra il ministero che preparava la guerra, Battagliò perché l'Italia mancasse fede ai patti sottoscritti con la Triplice Intesa contro Austria e Germania. Continuò per mesi e mesi una subdola campagna .allarmistica magnificando la invincibilc Germania e continuando ad asserire che l'esercito russo era senza fallo destinato a una catastrofe irreparabile fra la tenaglia di Hindenburg. Organizzò in !svizzera un grande servizio giornalistico intorno alla Germania, per pubblicare colonne · e colonne di prosa tedesca, riuscendo cosi ad allarmare il pubblico senza compromettersi, col sistema della Concordia che battaglia riferendo .... i telegrammi tedeschi. La nostra campagna ha avuto successo pieno, intero, immediato. _Frassati potrà stampare quel che vuole e ,querelarci finché gli pare. Egli è un uomo politicamente finito, è un cadavere vivente. Portogruaro è stata l'ultima Waterloo del giolittismo, fenomeno di decadenza e di degenerazione politica. Giolitti fu liquidato nel maggio; Frassati nel dicembre. l'uno e l'altro forano uomini deleteri per l'Italia, l'uno e l'altro ora appartengono al passato. L'Italia ormai può procedere avanti nella via della giustizia e della libertà, al di sopra delle piccole congiure, delle _fellonie, delle Sozzure innominabili che hanno caratterizzato il « periodo giolittiano ». Ed ora, italiani, a voi. Iniziate il nuovo periodo con fede. E voi, fratelli, che combattete alla frontiera le sante battaglie della libertà, rincuoratevi, L'Italia si è purificata. Tornando, voi vi troverete in un'aura nuova. Da Il Pçpo/o J'ltalia, N, 350, 18 dicembre 191:5, II_(!).

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RINNOVARSI! Quanto succede in questi giorni a Montecitorio, fogna collettrice di tutte le vigliaccherie e sudicerie della vita politica italiana, può fornire motivo di qualche compiacimento per i nostri nemici, in ispecial modo per quelli tedesco-germanici, dato che siano nostri nemici. Il che resta da dimostrare. La grande, la dotta, la possente Germania quanti amici e q~i conta

ancora in Italia? Basta aprire il Parlamento per vederne uno stuolo. Cosl, il teutone barbaro e pervicace può consolarsi, colle vicende parlamentari italiane, della g11igne che tiene ancora inchiodati dinnanzi a Verdun g li « invincibili » brandeburg hesi del Kronprinz; e se Vaux non i: ma.i caduta e se a D ouaumont son tornati i france'si che importa ? A Roma è bastato parlare della possibilità di un'accentuazione in senso interventista della politica dell'attuale ministero, per vedere scat• tafe gli amici della Germania, j quali non vogliono éhe l'attuale sporco stato di cose fra le due ex-alleate sbocchi nella logica conclusione della guerra. I tedeschi hanno in Italia un fiche de con10/ation. Fra poco leggeremo suUa Frankfurter Zeit11ng un articolo elogiativo della Camera italiana. Forse anche sulla Neue Freie Pre11e. I nostri «seimila» meritano infatti gli elogi della stampa nemica. Vediamo un po' di prospettare, come si dice, la situazione -~rJamentare. G li elementi interventisti, nel vero e genuino significato della parola, hanno finalmente capito che l'intesa e l'unione erano necessari. Isolati e dispersi, gli i nterventisti non << pesavano »; riuniti e solidali, rappresentano una forza imponente. Primo, perché contano molti uomini di g rande valore; in secondo luogo, perché si raccolgono in tutti j settori della Camera. · Una prima adunata d i questì deputati, che reclamano dal Governo una politica all'altezza dell'eccezionale momento storico, si è chiusa colla decisione di mandare !'on. B issolati da Saland ra. L'on. Bissolati è andato. Q uale contenuto, quale scopo avesse la sua missione non ci è dato sapere, né conosciamo i risultati del colloquio. Il passo degli interventisti ha sollevato una certa emozione fra le cariatidi, i volponi e i' qualificati austriacanti del gruppo socialista ufficiale, il quale ha incaricato l'on. T urati di_ chiedere immediate spiegazioni al Governo. Con questa mossa precipitosa i socialisti ufficiali hanno dimostrato di essere ancora e sempre socialisti del Kaiser. Delle due l'una: o l'azione parlamentare degli interventisti si propone semplicemente di ovviare, con una crisi parziale o globale, a .~ elle deficente deJl'azione politica ed


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economica dell' attuale Gov~cno, che i socialisti hanno violentemente ed ostruzionisticamente denunciato, e allora il tine è identico: · si tratta di tutelare il Paese; oppure i socialisti presumono che gli" interventisti pon• gono come loco postulato pregiudiziale la dichiarazione di guerra alla Germania, e allora la ditta Turati e soci, opponendosi e minacciando, rivela ancora una volta il carattere del suo commercio e la natura dei suoi ignobili servizi: è Sudekum che trionfa. Se i socialisti ufficiali italiani non fossero riell'orbita di Bethmann-Hollweg, si sarebbero associati all'augurio di vittoria per le armHrancesi. Il loro silenzio si spiega con due ipotesi soltanto, l'una più infame delraltra: o è per loro indifferente l'esit o della lotta, oppure, come è più verosimile, pregano che la vittoria arrida al « compagno » Kronprinz .... L'on, Turati si è presentato alla ribalta come difensore dei diritti di questo straccio di Parlamento. Già, il sostantivo è a posto. Manca l'aggettivo: sudicio. He11 pudor! Il rispetto delle« sane norme parlamentari», che i seimila del socialismo criminale ostentano in questo momento, puzza come il pesce fradicio. Tutti i paesi d'Europa, escluse la Germania, dove il tegime parlamentare è una finzione, l' Austria-Ungheria, che ha spran'gato il Reichsrath, e la Turchia,· sulla quale per elementare decenza non si insiste, tutti i paesi belligeranti, diciamo, hanno avuto crisi ministeriali ri solte extraparlamentarmente. la Russia ha cambiato i suoi ministri; l'Inghilterra è passata attraverso un grande ministero di « coa· Iizione >>, che per essere troppo pletorico ha poi ceduto il posto a un ministero meno numeroso, ma più _omogeneo; la Francia ha visto passare il ministero Viviani; il Belgio stesso ha, nella sua dolorosa storia dal• l'agosto 1914 ad oggi, un rimpasto ministeriale. In Italia «scoppia>> adesso il rispetto ai diritti del Parlamento e in ve~te di tutore· di questi pseudodiritti si presenta il gruppo socialista ufficiale. :S forte. L'on. Turati, sino dal ·1913, quando fu officiato di entrare in un ministero giolittiano, conosce molto bene la storia del giolittismo patlamentare, L'on. Turati sa che Giolitti ha pfovocato e risolto extrapar lamentarmente diverse delle ultime crisi ministeriali; l'on. Tu· rati sa che il suo amico <li Bardonecchia ha iniziato l'impresa libica chiude~do il Parlamento e tenendolo chiuso per sette mesi ; I'on. Turati non ignora che la dittatura g iolittiana è stata la sconsacrazione del Parlamento condannato sempre a « prendere atto» del « fatto compiuto» . Cosl per la guerra di Libia, come per la rinnovazione anticipata della Triplice · A lleanza. Che cosa nasconde dunque questo furore turatiano? Perché l'on. Turati ha minacciato, . in caso di crisi extraparlamentare, di « suscitare una reazione nel Paese di cui non sarebbe possibile misurare le conseguenze »? Bisogna proprio dedurne che la causa della Germania stia enormemente


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a cuore d~U'on. Turati. J giornali berlinesi rileverannO certamente la frase del leader socialista e ne trarranno motivo di legittimo conforto. Cè infatti nelle parole dell'on. Turati un'oscura minaccia di rivolta della piazza. Nientemeno! Vi immaginate voi l'on, Prudenzio Turati, il pìù grande pompiere che abbia avuto l'Italia sovversiva, suscitatore di tumulti? La minaccia è vana, ma è in ogni modo inaudito che sia stato possibile pronunciarla per ricattare il Governo e gettare in una certa ansia l'opinione pubblica. L'on, Salandra ha risposto che crisi extraparlamentare non ci sarà. Questa dichiarazione ha provocato le ovazioni dei socialisti e dei giolittiani. E si capisce l ~ sembrato loro che ogni possibilità di crisi sia scongiurata. Speranze vane. Ci sono delle situazioni logiche, fatali, più forti di tutti i Turati dell'universo. 11 min istero è già in crisi e, con voto parlamentate o senza, la crisi avrà la sua soluzione, che non può non essere antigiolittiana e antigermanica. Il poter.e logora e gli uomini logori si sostituiscono. Il Paese, il vero «Paese », che non è q uello invocato con tanta supponenza da Turati, sente il·bisogno di uomini nuovi, di forze nuove, perché il Paese .vuole superare l'ardua prova in cui è impegnato, vuole vincere. Il Paese se ne infischia del Parlamento, disprezza palesemente o nell'intimo i « sei-· mila » e crede ancora e soltanto in Luigi Cadoma. IL POPOLO D ITALIA 0

Da Il Popolo d'Italia, N. 72, 12 marzo 1916, III (/).

FINI DI GUERRA Dopo la nota di Wilson, anche i Governi di Francia e Gran Bretagna hanno trasmesso al Governo provvisorio di Pietrogrado Wla nota sui fini che le due grandi nazioni si propongono di raggiungere attraverso la guerra. Il documento inglese dichiara che lo scopo della Gran Bretagna non è di fare conquiste. :tl. entrata nella conflagrazione « per difendere l'esistenza del Paese e per imporre il rispetto degli impegni internazion:11i ». A questi che furono gli scopi primitivi, si aggiunge oggi quello di « liberare Je popolazioni oppresse d alla tirannia. straniera». La nota britannica conclude prospettando l'eventualità di wu revisione degli accordi intervenuti fra gli alleati. 'Questa frase non può essere interpretata che come un rimaneggiamento degli accordi parz.iali intervenuti fra


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gli alleati ·durante il corso della guerra; non può essere messo in discus• sione il Patto di Londra. nella sua essenza fondamentale, col quale gli alleati s'impegnavano a non concludere paci separate. La fine dèlla guerra, come anche una.pace separata con una deJle potenze nemiche, non può uscire che da un atto collettivo d ella Quintuplice Intesa. Quantunque la nota ìnglese non parli che della Polonia, è chiaro che nella espressione globale di « popoli oppressi dalla dominazione straniera>> deve intendeui il Belg io, la Serbia, il Montenegro, la Romania, l'Alsazia-Lorena, il Trentino, l'Istria. Anche il Governo francese comincia la sua nota con una « dichiarazione di principio ». la Francia non pensa ad opprimere nessun popolo e nenµneno Ja nazionalità dei suol odierni nemici.. Dichiarazione categorica e nobilissima, questa, che è neHo spirito della grande rivoluzione, e che taglia corto a tutte le insinuazioni e le speculazioni dei socialboches. Che gruppi assai esigui di politicanti e di letterati, che giornali seni.a seguito e senza eco nella vasta massa dell'opinione pubblica, affaccino, fra gli obiettivi di guerra della Francia, conquiste territoriali e smembramenti dei Paesi nemici, è fenomeno quasi insignificante. Ogni nazione ha i suoi prussiani, che si chiamano nazionalisti. Ma il Governo responsabile (e questa responsabilità, tanto nella guerra come ne11a pace, il Governo francese l'ha rivendicata a sé, col magnifico discorso di Ribot) è ben lontano dalle aberrazioni fantastiche di coloro che vorrebbero insediati i francesi anche sulla riva destra del Reno. La Francia rivuole soltanto l'Alsazia-Lorena, e, com'è detto ne11a flota inviata a Pietrogrado, essi « combatterà a fianco degli alleati sino alla vittoria per la restaurazione integrale dei loro diritti territoriali, per 1a loro indipendenza politica ed economica, come pure per la riparazione di tante inumane devastazioni, e per la garanzia contro il rìtorno dei mali presenti ». I .fini dì guerra della Francia non potevano essere più chiaramente illustrati. · E l'Italia? Intmto, noi avremmo preferito che gli alleati si fossero preventivamente. accordati ·per inviare una nota unica a Pietrogrado. Il documento avrebbe avuto maggiore importanza e avrebbe dimostrato agli amici, ai nemici e ai neutrali che l'Intesa, anche sul terreno _diplomatico, ·è « wia » nei mezzi e nei fini, L'Italia:, come al solito, giunge per ultima. Stati Uniti, Francia, Inghilterra hanno parlato. L'Italia non ancora, ma non potrà esimersi dal far conoscere al popolo e al mondo i suoi lini di guerra. Siamo di fronte a una situazione inquietante. I motivi che hanno nel maggio del 191' spinto le moltitudini italiane a chiedere, imporre la guerra, sono di natura essenzialmente idealistica: le nostre stesse rivendicazìoni territoriali,· legittime e sacre, passavano in seconda linea, e il


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primo posto era occupato dal senso di solidarietà «morale>> coi f>Opoli oppressi e ·dalla rivolta morale contro gli imperi centrali. L'egoismo più o meno sacro poteva spingere alla guerra il Governo, non il popolo. Ora accade, dopo due anni di guerra, che la ~ostra politica estera, cioè la nostra politica internazionale, si muove in una atmosfera di sospetti e <li dubbi in gran parte ingiustificati, éna che occorre immediatamente disperdere. Di qui un senso di disagio sempre più acuto, non ultima causa della crisi che oggi paralizza il Governo italiano e disorienta l'opinione pubblica. Noi non possiamo nemmeno concepire che si adottino i procedimenti, diplofnatici e politici, dei nostri nemici, poiché si deve a quei procedimenti la nostra insurrezione morale di ieri e 1a ragione per cui scendemmo in guerra. L'opinione pubblica, confusa, ha il diritto di conoscere i fini terri- . toriali, politici, economici, giuridici. della nostra guerra. i.e frasi vaghe nòn bastano più. Wilson le ha aspramente condannate nel suo recente messaggio. Bisogna determinare, specificare, chiarire. La nota non deve soltanto essere diretta al Governo provvisorio russo, ma al popolo italiano. Noi éhe alla guerra abbiamo dato l'impulso maggiore durante i mesi grigi della nostra neutralità, noi che alla guerra abbiamo dato decine di migliaia di volontari che si sono sacrifièati senza paura e senza rimpianti, noi vogliamo dal Governo, rimpastato o no, una dichiarazione categorica, che riporti di colpo nella sua grande altezza morale le gesta e la missione dell'Italia. ~oi vogliamo che i rapporti fra noi e i nostri alleati siano fraterni, che non ci siano arrière-pen1ée1. [Cen1ura]. I nostri fini di guerra devono inq uadrarsi armonicamente nei fini geneuli che daranno all'Europa l'assetto territoriale-politico di domani. Noi vogliamo sentir riaffermare ·dal Governo che fra gli obiettivi di guerra deJl'Italia non c'è soltanto la rivendicazione delle terre irredente, ma anche la liberazione di tutti' gli altri popoli oppressi, lo schiacciamento del militarismo prussiano, l'imposizione di un tributo che comPensi dei danni le nazioni · invase e saccheggiate, un accordo politico duraturo, per çui i tedeschi non possano più rinnovare !a loro aggressione criminale. Il tempo della diplomazia chiusa nei suoi Gabinetti misteriosi (e si è visto, poi, alla prova dei fatti, che la stragrand<: maggioranza dei diplomatici è composta di gente dall'animo e dal cervello meno che mediocri) è passato. Non si possono tenere ermeticamente sigillate Je finestre per le quali devono entrare le folate dell'atmosfera nuova che allarga il respiro ai popoli del vecchio, del nuovo, d el nuovissimo mondo. Fra 1a diplomazia della 'piazza quale vorrebbe inaugurare il So11iè1 di Pietrogrado e la diplomazia cabalistica vecchio stile, c'è il posto per una diploma-


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zia onesta, che tenga cela,t o soltanto quello che può giovare ai nemici, non ciò che può giovare e .riaffermare e consacrare le alleanze e g li ideali comuni. Fini chiari e azioni da galantuomini noi vogliamo; poiché il più sapiente machiavellismo della terra non ci farà paghi del piatto o dei piatti di lenticchie, qualora fossero una spcrie di compenso per la perdita di q ualche altra « primogenitura >> te rritoriale che sta sulla bandiera e nel cuoce di tutti gli italiani. Accanto, riordinata e immedesimata colla nostra azione diplomatica, deve p rocedere la nostra azione politica e militare. Noi vogliamo un comitato di guerra che non abbia àl~ra preoccupazione, altro scopo, altra funzione che quella di tendere al massimo il nostro sforzo bellico per imporre la pace vittoriosa ai nemici. Dopò due. anni di gueru, noi sentfamo che tutto è da rifare o qu.ÌSi. .[Cemura]. Poiché noi, da molto tempo, abbiamo inutilmente additato le cause e i rimedi del male, noi riprendiamo il nostro diritto di critica e il nostro posto all'opposizione. T roppe volte e invano sacrifi. camma le nostre idee sull'altare della concordia nazionale. Ora, basta. In. questo atteggiamento_ rimarremo sino a quando il Governo, riveduto, corretto o sostituito, non avrà dimostrato coi fatti la sua forza, il suo coraggio, la volontà e capacità di vittoria. IL POPOLO D'ITALIA

Da Il P~polo d'ltalùt, N. 163, 14 giug no 1917, IV (!).

« IN MEMOR!AM » . L'anniversario è. caduto ieri. Un anno è passato, ma il ricordo è ancora recente negli animi. ira gli uomini che precipitarono il 2 agQsto 1919, dal cielo di Verona, c'erano dei 0.1riosi, dei pacifici borghesi che avevano voluto regalare a se stessi la sottile, inneffabile emozione di un volo; c'erano due piloti eccellenti, il Resnati e il Ridolfi, che, unitamente coi motoristi, rappresentavano il dovere, comp iuto con un forse troppo altruistico ardimento, privilegio eterno della gioventù; e e' erano, !mal.mente, un folto gruppo di giornalisti milanesi, alcuni dei quali volavano per Ja prima volta, mentre altri, coroe Tullo Morgagni, erano degli appassionati dell'aviazione, come, del re.sto, di ogni altra mani(estaziorie deUa volontà e dell'energia umana. n Tullo Morgagni che noi rìcordìamo con speciale predilezione. Se oggi, in Italia, il culto pagano della foCZ\l, della bellezza, del coraggio

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rifiorisce in miUe espressioni, che vanno dalla corsa a piedi sulle strade, alle trasvolate nei cieli, lo .si deve in massima parte all'apostolato di Tullo · Morgagni. Egli era Wl ottimista, un lavoratore e uno spirito irrequieto. Per rendere popolare l'aviazione, era necessario volare, Lo sentivano i nostri. Il ciclo solcato da ali tricolori e vibranti di motori era la sua più alta speranza. Quanto deve la. nostra ·àviazione di guerra, quella che conobbe gioie fulgidis.sime, all'opera instancabile d i Tullo Morgagni ? D i lui e degli altri giornalisti, ben si può dire che caddero Sul campo dell'onore. Caddero perché osarono. Perché tentarono. Perché dovevano tentare.ed osare. Non basta magnificare sulla Carta le conquiste dello spirito umano (la nostalgia e la tentazione del volo sono ancestrali e sbocciarono nelle più lontane leggende); bisogna, quando è necessario, volare! l o sentivano i nostri colleghi q uesto imperativo categorico: essi volevano, per i primi, segnare la strada aerea fra Milano e Venezia. Il loro tentativo fu stroncato a metà. 11 destino ebbe la sua parte, nella catast rofe, ma gli uomini, quelli che avevano lanciato l'apparecchio, i fratelli Caproni, diciamo, oggi emigrati a Filadelfia, furono esenti da ogni responsab.ilità in q uella che fu definita la Caporetto dell'aviazione italiana. Meglio sarebbe stato dire la Caporetto del « capronismo » 'italiano. Le inchieste sulle sventure aeree difficilmente riescono ad essere conclusive: la morte · sigilJa le cause de!}a rovina. Da un ammasso di rottami, anche i tecnici più espert_i che cosa _possono ricavare? U na domanda, un dubbio, non una certezza. Comllll<Jue1 noi ci siamo recati in volo a Verona p er rendere omaggio alla memoriil dei caduti e per mostrare che si vola anche se un rischio c'è, e appunto perché c'è un rischio. la sicurezza assoluta per i trasvo• latori d i domani sarà conquistata dalle avanguardie che affrontano oggi, con animo leggero e deciso, il pericolo che sempre accompagna ?gnl gesto d'iniziazione. · M,

Da Il Po~olo d'Italia, N. 184, 3 agosto 1920, VII.


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DISCORSO DI POLA • Cittadini di Pola! Combattenti! Sta dinanzi a voi uno degli uomini politici italiani più combattuti e più odiati negli ultimi venti anni di vita politica. Questi hanno inasprito talmente la mia eloquenza, se mai si può parlare di eloquenza, per cui io non so fare delle sviolinate. Per mè un discorso è un'azione, ~ un combattimento, Punto d irettamente nell'obiettivo. Perciò dovrete credermi se vi dico che sono profoÒdamente commosso. Noi cittadini della vecchia Italia siamo un po' adusati: abbiamo bisogno di venire fra voi per rituffarci io q uesti masnifici bagni di idealità. Ho visto delinearsi la grandezza dell'Arena romana, nella quale la civiltà nostro. miUenaria inci5e i suoi segni eterni. Questi segni d dìcono che l'italianità di questa città non può perire. Vorrei condurre q ui <luegli scettici che vogliono vedere la concretizzazione della nostra vittoria. Per me il valore del_la vittoria è in q uesti segni; è negli imponderabili del futuro; consiste nel fatto che il popolo ha realizzato dopo quindici anni di schiavitù, con le proprie forze, co n le proprie energie, la sua vittoria. Lo sforzo dell'Italia in guerra è staio infinitamente superiore a quello delle altre nazioni, alle quali la fortuna aveva dato imper1 coloniali da sfruttare, mentre noi abbiamo costruito la vittoria dalla nostra carne viva e dal sangue vermiglio dei nostri morti. E questo segno della nostra vittoria è più visibile a Pola, dove gli Absburso avevano fatto il loro covo per la flotta, che non osò mai uscire ìn campo aperto, che bisognò rintracciare. Da qui gli Absburgo sognavano la conquista dell'Adriatico. Ora quest'impero è finito, è crollato come wio scenario sdrucito. Jo so che nel futuro, quando tutti gli italiani avranno conquistato la coscienza della loro vittoria, si sentiranno orgogliosi e ripeteranno come i legionari di Napoleone, venti anni dopo la fine dell'epopea napoleonica: « Io sono stato in trincea; io sòno stato a Vittorio Veneto». La vittoria ci ha riscattati diii.anzi al mondo, lo penso, o amici di Pola, che l'unità della stirpe italiana si è reali22ata. In questo è il valore spirituale della vittoria. • D iscorso pronunciato a Pola, al Poli~ ma « Ciscu1ti », la sera del 21 settembre 1920. (Da G. A. OIIURCO - S10'111 dell1t ,i11ol1done f4JriSJa, voi. Il Vallecchi, Firenze, 1929, pagg. 267-271).

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Io pen.so che l'Adriatico è nostro. · Certo se noi avessimo avuto altri uomini politici, più visibile sarebbe questo valore, che oggi è nascosto. Gli ultimi uomini politici assomigliavano a una scala discendente: da Boselli, t roppo vecchio, siamo scesi a Orlando, che piangeva sempre, per discendere infine a Nitti. 'Questi era l'uomo dalla. mentalità economista. Nari dico che l'economia per uno Stato grande sia una cosa trascurabile. Dico che tutta 1a vita di un popolo non può esser vista entro un prisma che schiaccia ogni spiritualità. Nitti era ossessionato da problemi più materiali. Non vedeva la parte superbamente ideale della vita nazionale. Ci darà Giolitti la pace adriatica che noi vogliamo? N on oso affermarlo; non oso dirlo, perché troppa politica rinunciataria si è fatta. Tante. pagine di eroismo per ma~e, per cielo e sulla terra non le ha scritte nessun popolo del mondo come quelio italiano ìn questa guerra ! Vorrei leggervi il testamento dei nostri eroi; quello di Decio Raggi e del nostro Nazario Sauro; vorrei leggervi l'epistolario di quei g iovani imberbi, che andavano ad una battaglia come ad una festa di nozze, per mostrarvi come si è battuto il popolo italiano. E si è battuta meravigliosamente la plebe agricola, quella che solo imperfettamente com· prendeva i motivi ideali della grande lotta. Ricordo sul Carso il discorso di un fante durnnte una battaglia. Egli mi diceva: « I.a guerra la fa la scarpa grossa». E noi abbiamo vinto per noi e per gli altri. Quale nazione ha saputo fare lo sforzo che abbiamo fatto noi nel g iugno? N essuna. I nostri giovani andaVano all'assalto · scherzando, accendevano le bombe come s'accendono le sigarette. Basta ricordare lo Stelvio e l'Ortigara, il Carso e il Grappa. Romanamente ha espresso la nostra vittoria il generalissimo D iaz nel bollettino del 3 novembre. 11 valore delia vittoria è, come dissi, negli imponderabili del futuro. Noi siamo in crisi. Ma in crisi sono tutti gli Stati d 'Europa. Chi non ha subito spostamenti, dissesti, dopo questa guerra? Forse è peggiore la crisi del dopoguerra in Francia e in Inghilterra, molto peggiore ancora in Germania e negli Stati sorti dalJ'ex.jmpero austro.ungarico che quella dell'Jtalia. Non parliamo della crisi russa. Non bisogna essere pessimisti. Noi in questi giorni abbiamo d imostrato come noi stiamo superando felicemente la nostra crisi. , Pareva che dovesse scoppiare la guerra civile; mentre noi abbiamo raggiunto una trasformazione profondamente rivoluzionaria nel rapporto d ella produzione. lo sono pronto a r iconoscere alla classe lavoratrice il diritto ài contro!Io nella fabbrica, quando esso sarà in grado di portare maggior benessere alla nazione.


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Se la classè dirigente è moribonda, è necessario che, secondo la convin2ione di Vilfredo Pareto, sorgano delle . nuove éJite1 s.ociali a sostituirla. Ma oggi nego questa superiorità aJla classe lavoratrice. La nego specialmente per il fatto che è dominata da una demagogia che ha soltanto mutato colore. Ai preti si sono sostituiti i preti. Pazienza se questi dema· goghi si limitassero a fare una politica economica; ma essi trattano anche di politica estera mettendosi sempre contro gli interessi italiani e daJJa parte dei nostri nemici nazionali ! Cosi voi vedete che il bolscevismo è più acceso a Trieste e a Pola che a Milano; solo per danneggiare l'Italia, per creare dei pericoli ai confini. lo faccio assegnamento nei Fasci di Combattimento. Essi · sono nati in un'ora di passione della vita poJitica italiana. Quando cioè ·tutti cercavano di dimenticare Vittorio Veneto, tutti si vergognavano quasi 4'aver vinto. lo mi domando : dove trovo Ja fiammella ideale, 1a fede per questa vittoria morale? Una nazione che ha avuto cinquecentomila. morti, che ha una gioventù. come quella che ha combattuto, ha energie tali. da meravigliare rutto il mondo. Ma altri sintomi non meno positivi irrobustiscono questa mia fede. Fra q uesti i l più grande è l'impresa di Gabriele· d'Annunzio! :B l'unico grande gesto di rivolta contro l'Oligarchia plutocratica di Versaglia; contro i tiranni che hanno nome di Lloyd George, Clemenceau e Wilson ! t l'unica volootiì in Europa che, diritta e tesa. coine una lama di una grande spada latina, non si è piegata sotto la violenza di Versag lia ! N oi allora volevamo face la rivoluzione italianissima! Qual'è la 'storia dei Fasci? Essa è b rilfante. Abbiamo incendiato l'Avanti I di Milano, lo abbiamo distrutto a Roma. Abbiamo revolverata i nostri avversari nelle lotte elettorali. Abbiamo incendiato la casa croata a Trieste, l'abbiamo .incendiita a Pola. Abbiamo dimostrato che non impunemente si può tentare di dìstrug· gere l' Italia, e che bisogna passare attraverso j nostri corpi! I nostri avversar! ci calunniano: ci d icono borghesi. Noi ce ne infischiamo. Sono etichette su bottig lie vuote . Noi diamo ragione a chi ha. ragione, torto a chi ha torto. Noi siamo reazionarì, siamo reagenti di una pazzia: abbiamo frenato la massa popolare sull'orlo dell'abisso. Se in Italia si fosse ripetuto l'esperimento ungherese, il popolo italiano sarebbe caduto in un baratro. La r~ zione sarebbe stata senz'altro vittoriosa. Pensiamo quasi che era meglio lasciar compier,; i1 destino per liberare la nazione da quest'incubo.


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Oggi però il Partito Socialista non fa più il prepotente: deve ricor· rere ai sobborghi se vuole stare sicuro a Milano. Noi non possiamo prestar fede alle mìnchionerie idealistiche, che, per esser troppo universali, sono troppo positive. Oltre aJla cerchia dei nostri monti, o istriani, c'è un popolo aggressivo, che vuole raggiungere l'Adriatico. Questo mare potrà essere commercialmente un mare italo-serbo, ma militarmente non lo sarà mai ! L'Italia, come il più compatto nucleo dopo la Russia e Ja Germania, perché ha cinquanta milioni, sarà la potenza destinata a dirigere dal Me· diterraneo tutta 1a politica europea. D a Londra, Parigi e Berlino, l'asse si sposterà verso Roma. .L'Italia dovrà essere il ponte fra !'Occidente e . rOriente.

Verso l'espansione nel Mediterraneo e nell'Oriente l'Italia è spinta dal fattore demografico. t. troppo ristretto il nostro territorio per un popolo cnsl esuberante. Ma per realizzare il sogno mediterraneo bisogna che l'Adriatico, che è un nostro golfo, sia in mani nostre. Di fronte a una razza come la slava, inferiore e barbara, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma q~ella del bastone. Il popolo italiano ha tre qualità. che gli garantiscono il successo : , è prolifico, è laborioso, è intelligente. Nel futuro prossimo· ogni italiano ripeterà cqme il cittadino romano: sono orgoglioso di essere italiano! Noi non temiarrto più le rinunce. Se il conte Sforza oserà qualche rinuncia, i legionari di Gabriele d' Annunzio occuperanno tutti quei territori a cui il ministro avrà. rinunciato! I confini d'Italia devono essere il Brennero, il N evoso e le D inariche; sì, le D_inariche per 1a Dalnuzi~ dimenticata ! Oggi l'opera dei fascisti si riduce a q uella di sprangare la porta di casa e rastrellare nell'interno.-Chi è dentro le nostre terre di frodo o con frode deve andarsene. Il nostro imperialismo, che vuole raggiungere i giusti confini segnati da Dio e dalla natura, e che vuole espandersi nel Mediterraneo, non è q uello prussiano violento, né quello inglese ipocrita; è invece quello romano. Noi non possiamo disarmare, finché gli altri non avranno disarmato; noi non possiamo trasformare le nostre spade in aratri, finché la stessa cosa non avranno fatto gli altri Stati e la Jugoslavia vicina! Basta con le poesie. Basta con le minchionerie evangeliche. Ma a tenere salda J'Italia nelle future sue battaglie, occorre la vostra ~ede, o cittadini, occorre il vostro giuramento!


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NOTA DI RISPOSTA AL GOVERNO BRITANNICO CIRCA LA QUESTIONE DEL DODECANNESO li Governo italiano ha preso in esame Ja nota del 15 ottobre indiriz· zata dal Foreign Office alla regia ambasciata di Londra circa 1c isole del Dodecanneso e la sistemazione del problema orientale e mi dà incarico di comunicare a questo Governo il punto di vista itali,ano sulla complessa questione. Premette anzitutto essere suo vivo desiderio di andare d"accordo col Governo britannico, ritenendo che tale accordo sia utile per l'Italia, tanto nçi riguardi della sua situazione politica generale, quanto nei riguardi della sua posizione nel Mediterraneo, tenendo conto, in particolar modo, delle contingenze in cui si presenta l'assetto del Mediterraneo orientale, dove si renderebbe inefficace ogni azione degli Alleati senza un perfetto accordo. .Ma per raggiungere questo risultato è indispensabile procedere in modo che i due Governi possano avere consenziente nella loro azione la mag· gioranz·a dell'opinione pubblica dei due Paesi. E poiché dai termini della nota non sembra che il Governo britannico siasi potuto rendere esatta· mente conto del punto di vista italiano, è ncicessario chiarire bene la situazione, acciocché non rimanga alcun malinteso e possa essere tracciata, senza pericoli di perturbamenti, una linea concorde nelle importantissime e difficilissime conversazioni che dovranno condurre al ristabilimento della pace, ad una definitiva e, confidiamo, stabile situazione degli Alleati in Oriente, rispettivamente fra di. loro, verso gli attuali belligeranti e verso gli altri Stati interessati alle varie questioni che al problema si connettono. Dati questi suoi intendimenti,' al Governo italiano molto rincresce che sia venuto a conoscenz~ del pubblico la notizia di un disaccordo fra i due Governi a proposito del Dodecanneso, ancora prima che la possi· bilità di spiegazioni e chiarimenti accertasse se la divergenza realmente esisteva ed in quali limiti, Per giungere rapidamente ed efficacemente al desiderabile chiarimento, più che una discussione polemica su singole affermazioni o induzioni, appare indispensabile fissare brevemente i dati di fatto e di diritto che si riferiscono alla questione. Ciò è anche utile per determinare in ogni eve. nienza le singole responsabilità e perché <}Desta esposizione permetterà, a nostro avviso, di conciliare i punti di vista dei due Governi se ugualmente intendono ispirarSi a sentimenti di equità. Al momento in cui scoppiò la guerra europea, l'Italia si trovava in possesso delle isole del Dodecanneso, non per circostanze fortuite, ma in ba.~e al trattato solenne di Ouchy, che pose fine alla guerra !talo·turca.


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Tale possesso fu giudicato dall'ltal_ia condizione .rine qua non ~r giungere alla firma del trattato di pace, ritenendo indispensabile avere una efficace garanzia per l'esecuzione di stipulazioni pel raggiungimento delle quali essa aveva, con suo grande dispendio di sangue e di denaro,

CC)mbattuto una guerra. Nel patto di Londra, che predispone l'intervento italiano in guerra, fu inserito un articolo speciale, che contiene l'impegno solenne ed incondizionato· degli Alleati che l'Jtalia dovesse ottenere la sovr~ità delle isole del Dodecanneso. Più tardi, durante la guerra, la situazione si modificò a vaOtaggio dell'Italia, in modo da perfezionare il suo diritto sul Dodecanneso. Infatt i, colla sua entrata in guerra, la Turchia non _solo mancò all'adempimento dei patti di Ouchy, ma, . ad istigazione e con l'intervento di elementi europei, provocò una completa e totale rivolta in Tripolitania cd in Cirenaica, obbligando l'Italia, nel corso della guerra, a maggiori rischi e a maggiore sforzo di uomini e di 1in3nze, di c1:1i oggi ancora subisce gravemente le conseguenze. Di guisa che, quand'anche non fosse intervenuto l'impegno solenne degli Alleati contenuto nel patto di Londra, la posizione dell'Italia nel Dodecanneso si sarebbe perfezionata completamente per lo sforzo d:t. essa compiuto neila guerra e per l'azione della Turchia. Q uesta la situazione fondamentale dell'Italia nel Dodecanneso. Non è tuttavia men vero che nel corso deilc trattative per ristabilire 1a pace nell'Europa e quindi anche in O riente, l'Italia, per sua propria volontà, rendendosi conto delle d ifficoltà gravi che si frapponevano per realizzare una sistemazione soddisfacente per tutti g li interessati, consentl ad apportare, con l'accordo Bonin-Venizelos, un importante elemento conciliativo all'opera comune degli Alleati, intesa ad assicurare, col trattato di Sèvres e col Tripartito, una pace duratura nel bacino orientale del Mediterraneo. L'esposizione dei precedenti della questione delle isole del Dodecanneso, non intende di menomare per nuJla gli impegni che l'Italia ha preso e il Governo italiano non ha difficoltà a dichiarare che non sussisterebbe alcun dubbio sul suo obbligo all'esecuzione del patto Bo~ nin·Venizelos "qualora si poteS5e giungere all'attuazione dell'assetto concordato nel trattato di Sèvres e nel Tripartito, del quale assetto ~ innegabile che l'accordo greco-italiano faccia indubbiamente ·parte. Ma è sembrato all'Italia che dopo gli u ltimi av"venimenti (in cui -essa non ha alcuna responsabilità, in quanto ha sempre dato alla Grecia amichevoli consigli di moderazione indispensabile anche nell'interesse della G recia stessa) possa essere opera vana pensare all'esecuzione dell'assetto quale era stato previsto, sia perché, come osserva la nota inglese, modifiche di parte di esse sono state in massima già ammesse dagli Alleati,


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sia soprattutto p erch é gli ultimi avvenimentj fanno temere che non si possa arrivare alla desiderata pace senza un'ampia revisione dell'assetto prestabilito, 'Questi in complesso sono gli elementi essenzi~li che determinano il nostro punto di vista. Il Governo britannico però esprime sulla questione fondamentale riguardante il trattato di Sèvrcs un punto di vista diverso, e cioè che, in considerazione dei pericoli che potrebbero incontrarsi nel riaprire la discussione su gravi problemi già risoluti con alcune delle clausole di esso, bis_ognerebbe con tutti i me22.i tentare di lasciarlo invariato per quanto è possibile. JI Governo italiano si rende conto d i queste difficoltà e non esita a dicruarare che sarebbe disposto a seguire in questa via il Governo britannico qualora potesse acquistare la convinzione che essa fosse realmente praticabile e tale da riuscire preferibile per la difesa di interessi generali europei ed·· anche di particolari interessi della Gr:1n Bretagna, naturalmente senza pregiudizio di c:iuelli italianL A tale proposito tuttavia ci sia consentito di osservare incidentalmente (riservando ogni discussione sul merito della tesi qualora il Governo britannico vi- insistesse), quanto sia pericoloso il voler complicare la questione delle isole del Dodecanneso, cosl chiara e netta e in diritto e in fatto nei riguardi dell'Italia e degli Alleati, con nuove argomeotazioni ispirate a considerazioni di carattere etnico, quali sarebbero quelle riguardanti la nazionàlità degli abitanti. t da osservare infatti che tali argomentazioni, sollevate a proposito di una questione, che, a parte l'accordo degli Alleati, interessa egualmente la Grecia e la T urchia, darebbero indubbiamente motivo ad analoghe opposizioni in molte altre gravissime q uestioni già risolute e che sarebbe assai · difficile far accetbre all'opinione pubblica la possibilità dell'adozione di due pesi e dì due misure a solo svantaggio dell'Italia. Ma a parte questa osservazione il regio Governo ritiene che qualunque sia Ja via che voglia prescegliersi è giusto ed equo ed indispensabile che un· preventivo riesame della complessa questione della sistemazione dell'Oriente da parte dei tre Aileati giunga a chiarire che i loro reciproci interessi possano trovare nel nuovo assetto una garanzia proporzionale, corrispondente a quella che era stata preventivamente concordata. li Governo italiano concorda perfettame.nte nel concetto che la questio~e del Dodecanneso rientri nella pill ampia questione dell'assetto generale del .Mediterraneo orientale, insieme col trattato di Sèvres e col Tripartito, ma non può quindi ammettere la tesi che l'accordo BoninVenìzelos sia obbligatorio per l'Italia qualora venga a mancare la pos-


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sibilità della esecuzione delle clausole stipulate negli altri due accordi a garanzia iiegli interessi italiani nel bacino orientale del Mediterraneo. L'opinione pubblica italiana troverebbe inaccettabile una tale affermazione.

. In conclusione, l'Italia convie_ne nell'ammettere che l'assetto proget·

tato nell'agosto 1920 era il risultato dell'accordo fra gli All<;ati, ed è disposta a riesaminare con essi il problema nel suo complesso per giungere ad una nuova sistemazione. Ma un riesame della situazione è indisper:isabile e perciò il Governo italiano attende di conoscere dal Governo britannico in qual modo ritenga vi si possa giungere il più rapidamente possibile, sembrando utile nell'interesse dei due Paesi che l'accordo possa essere raggiunto prima della conferenza di Losanna. MUSSOLINI

Roma, 3 nov~mbre 1922.

NOTA AL MINISTRO JUGOSLAVO A ROMA CIRCA LA SISTEMAZIONE DELLA QUESTIONE RELATIVA AL PORTO DI FIUME Il regio ministero degli Affari Esteri, in risposta alla nota P. N. 332 in data l aprile 1923 della regia legazione serba croata slovena, ha l'onore di confermare che nel problema della sistemazione di Fiume il Governo italiano è ispirato dal solo desiderio di giungere ad una solu. zione che assicuri una vita normale ed economicamente adeguata alla città, evitando che essa divenga un insormontabile impedimento alla realizzazione della politica di buone relazioni tra i due Paesi. Rileva con sommo rincrescimento che il Governo serbo croato sloveno, piuttosto che seguire in pratica da parte sua gli stessi concetti di cui si mostrò convinto neUa lettera confidenziale diretta al Presidente del Consiglio, on. Mussolini, _in data del 12 gennaio scorso, mòstri di lasciarsi trascinare, a causa di una eccessiva valutazione dì passionate preoccupa:zioni locali, a punti di vista totalmente opposti, vagheggiando soluzioni dalle q uali resterebbero certo danneggiati a lunga scadenza anche gli stessi Jocali interessi, perché verrebbe compromessa ogni possibilità di colla. bora.zione dei due Paesi, a causa di Fiume. Il Governo italiano è disposto ad adoperarsi pei-ché le desiderabili guarentigie siano assicurate alla Jugoslavia nell'uso deIJ'intcro porto di Fiume, anche con un regime di privilegio e con eccezionali agevola· zioni doganali, che meglio potranno essere precisate in una ulteriore


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discussione della commissione. Deve però, nel contempo, dichiarare nel modo più esplicito e definitivo che esso non può addivenire ad una pattuaz.ione che danneggi i vitali interessi di Fiwne, affidati. alla tutela dei due Stati, coll'accedere alla proposta serba croata slovena di volere tenere a sé la parte del porto meglio utilizzabile, rompendo cosl quel· l'unità che è nell'interesse deJla stessa Jugoslavia di conservare, e che fa di Fiume l'unico grande porto che abbia col retroterra una normale congiunzione, presentemente interrotta non certo per colpa dell'Italia. N on hanno quindi ragion d'essere i timori espressi nella predetta nota di codesta regia legazione, e le argomentazioni in essa contenute si dimostrano almeno sproporzionate all'alto fine da conseguirsi dalle due parti nella sistemazione di Fiume, ciò che costituisce, d'altronde, per entrambi i Paesi, un obbligo di civiltà e un debito di onore politico. N on sembra al Governo italiano che tale fine si possa raggiungere per altre vie che non siano quelle già iridicate dalla sua delegaz.ione. Ma esso non è, tuttavia, contrario ad esaminare ciualunque altra soluzione che il Gov~rno di Belgrado credesse d i escogitare, purché questa, tenendo conto dei su accennati imprescindibili doveri nei riguardi di Fiume, riesca ad assicurare la vita economica della città, servendo così a realizzare insieme quel più importante obiettivo di politica generale d:1 cui ì due Stati non possono prescindere e di cui i due Governi si sono dimostrati convinti, MUSSOLINI

Roma, 6 aprile 1923.

PRIMO APPUNTO AUTOGRAFO DOPO L'ECCIDIO DELLA MISSIONE TELLINI 1) Delitto politico, voluto da bande armate al soldo della Grecia. 2) Delicatezza della missione che compiva il Tellini. 3) L'attuale Governo greco non è riconosciuto. 4) Non dà garanzie, quindi, per dare le riparazioni necessarie. ') Nell'attesa che il Governo italiano formuli le sue richieste, abbia garanzie e riparazioni e a titolo di rappresaglia, l'Italia occupa militarmente l'isola di Corfù. [~IUSSOtlNI)

Roma, 28 agoslo 1923, .mallina. ·

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-SECONDO APPUNTO AUTOGRAFO DOPO L'ECCIDIO DELLA MISSIONE TELLINI l) Scuse da parte delJa più alta autorità militare. 2) Messa funebre nella Chiesa Catt. a Ate"ne, con intervento di tutti i membri del Governo. 3) Inchiesta da espletarsi in· cinque giorni dall'arrivo del C. Ferrone. 4) Punizione capitale per tutti i co_lpevoli. 5) Indennità di cinquanta milioni di lire da versarsi entro cinque giorni.

6) Onore alla bandiera italiana. ·[MUSSOLINI]

PREFAZIONE° A « TUNIS!ACA » * I. Se la questione di Tunisi. è d iventata o sta diventando di sempre più ardente attualità in Italia, ciò si deve ad un vario ordine di ragioni. Prima di tutto la guerra vittoriosa ha raffinato la sensibilità nazionale degli italiani. Problemi che una volta, prima. di Vittorio Veneto, ecano tratt3ti da pochi studiosi, o saltuariamente, nonché superficialmente, da inviati speciali giornalistici, oggi interessano circoli vasti di persone di ogni ceto; dal politico al finanziario. 1n secondo luogo la coscienza di -quella che si può chiam.1re la nostra tragedia demografica costitui ta dal rapporto fra 1a estensione del nostro gramo e troppo spesso accidentato teùitorio colla crescente popolazione, è acuta oggi come non mai, specie da quando i grandi mercati d'oltre Oceano, che assorbivano la n~stra mano d'opera eccedente, sono praticamente sbarrati. Infine il problema di Tunisi ha interessato profondamente, gli italiani, per il fatto che colla denuncia delle convenzioni de] 1896, la sorte degli italiani a Tunisi è diventata di una precarietà altamente drammatica. La spada di Damocle delJa snazionalizzazione pende su di loro di tre mesi in tre mesi. Gò li angoscia e ciò umilia anche noi, italiani della madrepatria. Questi sono, a parer mio, i motivi fondamentali che appassionano l'opinione pubblica italiana di fronte alla grave e delicata questione tunisina. • MARCKEf\lTA G. SARFATTI - T,misirua - Mondadori, Milano-Roma, 1924. La prefazione fu scritt:t alla fme del 1923.


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li. Vale forse la pena, malgrado il fatto compiuto da ormai quarant'anni, di rievocare le tristi e mediocri vicende per cui noi« non» andammo a Tunisi, mentre vi andò, e vi rimase tranquillamente, la Francia. Non v'è dubbio che l'occupazione di Tunisi da parte della Francia rientrava nei calcoli di Bismarck, il quale, per attirare l'Italia nell'orbita del sistema politico austro-tedesco, aveva bisogno di creare un motivo di dissenso tra Francia e Italia. Certo il piano francese fu favorito dall'Inghilterra, la quale chiuse un occhio su Tunisi pur di avere dalla Francia l'adesione al trattato russo-turco del 4 giugno 1878, con rui la Turchia consegnava all'Inghilterra in perpetuo affitto l'isola di Gpro. Né bisogna dimenticare che la Francia', battuta in Europa nel '70-'71, cercava, con una fortunata e relativamente facile impresa d i ordine coloniale, di rialzare il suo prestigio di grande potenza. Le vicende diplomatiche che condussero la Francia a Tunisi ebbero, per meglio precisare, le seguenti fasi. N el 1877, prima del congresso di Berlino, il Governo germanico fece sapere al ministro degli Affari Esteri d'Italia, Mancini, che la Germania avrebbe visto con piacere un incremento dell'influenza italiana in Tunisia. La risposta fu « che il Gabinetto di Roma voleva andare. al congresso di Berlino colle mani libere per_ uscirne colle mani nette>). Durante il congresso di Berlino, Benedetto Cairoli declinava nuovamente simili offe(te, dicendo che l'acquisto della Tunisia avrebbe forzatamente messo l'Italia in opposiz.ione alla Francia e che il Governo italiano preferiva escludere tale eventualità. 11 Bismarck fece le stesse avances al Governo francese, e trovò, da ,questa parte, minore spirito di francescana rinuncia. Al marche.Se di Salisbury, rappresentante britannico, che intendeva ingraziarsi la Francia per farle accettare il trattato anglo-turco circa l'affitto perpetuo di Cipro, e che aveva sondato il ministro francese Waddington sulla disposizione della Francia riguardo alla Tunisia, il Waddington rispondeva che la Francia sarebbe stata felice di fare predominare la sua politica in Tunisia; e, tornato a Parigi, comunicava al suo Governo la cambiale in bianco che tanto Inghilterra che Germania erano disposte a dare alJa Francia. Più tardi (1 luglio 1878) il Waddington si assicurava che i sentimenti delJ'InghiJterra non fossero cambiati a questo riguardo; e il Gabinetto inglese, a richiesta del G ove rno di Parigi, confermava di ricono· scere le speciali ragioni che la Francia aveva di metter mano sulla Tunisia, sottomettendola al suo protettorato, e che, disinteressandosi la Gran Bretagna di questo Paese, essa non avrebbe posto alcun ostacolo alle imprese che lo concernessero.


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La G(rmania, d'altra parte, era felice di vedere la Francia cacciarsi in una impresa lontana, che l'avrebbe distolta da immediati propositi di rivincita e l'avrebbe inimicata con l'Italia. la presa di possesso della Tunisia da parte della Francia sarebbe stata, éome fu difatti, una.delle ragioni per cui l'Italia usci dalJ'isolamento politico, entrando nell'orbita della politica tedesca, e trasformando l'alleanza austro-tedesca (conclusa nel 1879) in Triplice AUeanza.

m. I calcoli dì Bismarck riuscirono pienamente. G iocando Ja carta di Tunisi, l'Italia doveva entrare nel sistema austro-tedesco, ma vi poteva entrare avendo Tunisi; vi entrò ·invece senza Tunisi, Il gioco ebbe una utilità territoriale per la Francia (acquisto di Tunisi), ne ebbe una poli• tica per la Germania (adesione dell'Italia al sistema austro-tedesco). non ne ebbe alcuna per l'Italia. Schematicamente riassunte le vicende diplomatiche che diedero la Tunisia alla Francia, è superfluo rievocare le ragioni di contrasto fra Italia e Francia che precedettero la spedizione. Basterà ricordare l'op· posizione formale francese alle concessioni d'ordine telegrafico che il Bey pensava di fare all'Italia, e la vertenza della Società Rubattino per 1a ferrovia Tunisi-Goletta. Finalmente, agli inizi del 1881, la Francia credé giunto il momento di agire, prendendo a motivo taluni trascurabili incidenti di frontiera algero-tunisina. IV.

li 7 aprile il Gabinetto francese faceva approvare alla CamCra dei deputati dei crediti per finanziare la spedizione tunisina, allegando che era necessario che la Francia si preparasse a castigare le tribù dei. Krumiri, e a garantire l'esecuzione, da parte del Governo beylicale, delle chieste riparazioni. Analoga notificazione venne fatta Io stesso giorno dall'agente francese al Governo del Bey, significandogli altresl che le truppe francesi, per punire le tribù dei Krumiri, sarebbero entrate in Tunisia. AlJe proteste del Bey per la minacciata violazione del suo ter. ritorio, l'agente francese rispondeva dichiarando (9 aprile) che il Governo di Parigi non intendeva modificare le già prese determinazioni; nessuna intenzione vi era di muover guerra al Governo beylicale, anzi lo si invitava a cooperare con le truppe francesi . nella repressione, o, quanto meno, a dare ordine, alle proprie truppe, di non opporsi alle operazioni delle truppe franccsì. Il Bey, pur rifiutando di aderire all'io·


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vito francese di collaborazione nella repressione, e pur protestando, sia presso le potenze europee che presso la Su~lime Porta (alla quale ricordava la sua posizione di vassallo) per la violazione che avveniva nel suo territorio, dava ordine alle proprie truppe di non opporsi all'avanzata delle truppe francesi. Queste, quindi, poterono invadere la Tunisia senza colpo ferire. Due colonne partirono dal confine algerino, mentre <J:Uasi contemporaneamente avveniva a Biserta uno sbarco di un corpo di spedizione sotto gli ordini del generale Briard, il quale, dopo una rapida marcia, giungeva alla residenza beylicale del Bardo, e costringeva con la forza il Bey alla firma del trattato di_Kars-Said, secondo il quale il Bey, confermando tutti i trattati anteriori con la Francia, accettava l'occupazione del suo territorio da parte delle truppe francesi, riconosceva la Francia e i suoi agenti come intermediari obbligati fra lui stesso e gli Stati esteri, prometteva di non concludere nessun trattato senza l'assenso francese, subordinava tutta la sua amministrazione al controJlo di un residente francese, consentiva alfa riorganizzazione delle sue finanze, ammetteva che la Francia imponesse una contribuzione alle tribù non sottomesse, ed infine rinunciava al diritto di introdurre nel suo Stato armi e munizioni. L'articolo quattro stabiliva altresl che il Governo della Repubblica si portava garante dell'esecuzione dei trattati in vigo;e fra il Go,·erno della Reggenza e i diversi Stati europei. V.

Una prima eco degli avvenimenti tunisini si ebbe alla nostra Ca· mera il 6 aprile in seguito ad interrogazioni dei deputati Massari e Di Rudinì e ad una interpellanza del deputato Damiani. Il Presidente del Consiglio, ministro degli Esteri, Cairoli, rispondendo, smentiva che vi fossero sta.ti accordi fra Gran Bretagna e Franda per un'eventuale occu· pazione da parte di quest'ultima; assicurava che la Francia aveva fatto dichiarazioni di voler mantenere lo s1ar11-qao nella Reggenza; esponeva ·Ja versione ufficiale francese sulle aggressioni dei Krumiri; e aggiungeva che tali aggressioni, esselldo ammesse anche dal Governo tunisino, « non si potrebbe certo 'negare alla Francia il diritto di difendersi alla frontiera». Comunicàva che le guarnigioni francesi in Algeria risultavano rinforzate e che nuove truppe si facevano partire da Tolone. Prendeva formalmente atto delle dichiarazioni fatte dal ministro degli Affari Esteri francese alla Camera ,e al Senato, << trattarsi cioè di difesa con mezzi eccezionali, bensl perb consentiti da ·ecceUonali circostanze», e ronfi.dava che la Francia, « pur provvedendo alle necessità della difesa, rispetterà nel modo più assoluto una situazione politica la <J_uale, intimamente connettendosi con

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l'equiJibrio europeo, non potrebbe considerarsi con occhio indifferente, né dall'Italia, né da altri Stati». · L' indomani veniva in discussione una risoluzicine del deputato Òamiani sulla politica estera del Governo. Su proposta Zanardelli di sospendere tale discussione per continuare l'esame della legge elettorale politica, si veniva ad un voto, in seguito al contrario risultato del quale, il ministero si riservava di prendere ordini da Sua Maestà. Le sedute dalla Camera· venivano aggiornate fino al 28 aprile, e in questo frattempo il ministero veniva riconfermato. · :B solo dopo tale riconferma che il ministero Cairoli invia istruzioni aH'agente d'Italia a TLU1isi.

VI. Nel dispaccio del ·19 aprile 1881, che veniva spedito quando già crasi iniziata la marcia francese in T unisia;vengono esposti i ~oncetti fon. damentali che avevano ispirato « e tuttora ispirano >> il regio Governo nella trattazione delle questioni tunisine : difesa dello sfat11·quo a _'I'unisì e legittima tutela delle colonie e degli interessi italiani. « Di fronte ai p ropositi francesi di svolgere le operazioni militari a nche oltre la frontiera algerina, noi - dice il dispaccio - non abbiamo certo v.olontà e -neppure il diritto di vere obiezioni ». Solo obiettivo del regio Governo dover essere il manteni_mento dello stat11-quo, imprimendo però alla sua azione diplomatica tale carattere da « evitare il pericolo di spiacevoli complicazioni >>. A tale scopo essere necessario procedere d'accordo con l'Inghilterra. « Questa ha mostralo di voler abbondare nel senso della temperanza e della conciliazione; ha inviato quindi al Bey il consiglio d i far concorrere le sue truppe alla repressione francese». Conviene quindi anche al regio Governo esortare il Bey ({ a volgere ogni suo studio a che non si possa concepire neppure il più lontano sospetto che voglia suscitare indirettamente · degli imbarazzi alla Francia o renderne meno agevoli le operazioni militari». Alla richiesta fatta dal signor Macciò dell'invio di -regie navi da guerra alla Goletta, si risponde che Ja loro presenza nelle acque tunisine potrebbe « creare l 'erronea o pinione che il Governo del re voglia sostenere presso il Bey u'n a parte che non è punto negli intendimenti nostri » . Il dispaccio termina dicendo che ciò che a noi soprattutto importa è che « si eviti nel periodo critico che attraversiamo ogni ragione di attrito, ogni pretesto a provocazioni che possano aggiungere nuove compl icazioni a quelle g ià esistent i. Procedendo per questa via possiamo confidare che· la fase attuale della q uesione tunisina abbia a chiudersi senza detrimento al prestigio e agli lnteressi del nostro Paese».


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VII. Di fronte a queste istruzioni, il regio agente a Tunisi era ridotto a compiere 1a parte di informatore e di passivo spdtatore degli avvenimenti. Non risulta dai documenti diplomatici che una qualsiasi azione sia stata svolta presso il Governo di Parigi per chiedere affidamenti circa . il ca_ratkre ed i limiti dell'azione francese in Tunisia. Timidi assaggi ven· nero fatti a Londra per provocare una mediazione del Governo britannico, ma questi, _oltre agli impegni già assunti in Francia di disinteressarsi della Tunisia, non intendeva alienarsene le simpatie in un momento in cui si discuteva la conclusione di un trattato di commercio anglo-francese. Bismarck, svolgendosi tutti gli avvenimenti secondo i suoi piani, non rispose né alle proteste del Bey, né a quelle della Sublime Porta. L'Austria seguì docile la Germania. La Russia lontana e assente. La Turchia protestò invano per il violato diritto di sovranità del suo vassallo, riuscendo soltanto ad ottenere in risposta dalla Francia che questa « non ha mai avuto notizia e non intende riconoscere il fumaoo del 1871 », e che « considera quindi il Bey come sovrano completamente autonomo e indipendente». Più tardi la Turchia si accontentò della assicurazione del Governo di Parigi che le truppe francesi non avrebbero oltrepassato il confine tripolo-tunisino.

VIII.

Alla notiZia della conclusione del trattato di Kasr-Said, che, pur senza far parola del protettorato, toglieva al Bey qualunque vestigio di indipendenza e dava la Tunisia in mano alla Francia, l'opinione pubblica italiana si commuove; e si ha subito eco degli avvenimenti in una interpellanza mossa alfa. Camera dei deputati dagli onorevoli di Rudinl, Billia e Crispi al ministro degli Affari Esteri sulla politica estera del Governo. Il ministro Cairoli non affronta la discussione e, nella seduta del 14 maggio 1881, dichiara di dover « subordinare ad interessi superiori anche la propria difesa» e comunica di aver deliberato di rassegnare al re !e dimissioni del ministero. Il nuovo Gabinetto ( costituito con l'on. De Pretis alla Presidenza e l'on, Mancini a ministro degli Affari Esteri) si presenta alla Camera il susseguente 2 giugno. N elle dichiarazioni ministeriali che il De Pretis in detta seduta fa alla Camera non vi sono che poche e vaghe parole sulla politica estera. Tunisi non è nominata. Forse volle farsi un indiretto accenno alla grossa questipne, dicendo che « non dimenticheremo che nei momenti di passioni e -di diffidenza i grandi interessi degli Stati non 6. -x:cxv.


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altrimenti si custodiscono che con la calma serena e longanime che accom. pagna· la -coscienza del diritto». Si andava frattanto completando l'occupazione 'francese della T unisia.

IX. Il 9 giugno il rapp resentante francese a Tunisi, assumendo, in relazione alle disposizioni del trattato di Kasr-Said, il nuovo titolo di ministro residente della Repubblica francese, comunicava a tutti gli agenti esteri

residenti a Tunisi il testo del trattato stesso, le lettere patenti con le quali il Governo della Repubblica lo nominava ministro residente della

Repubblica in Tunisia, e un decreto del Bey che lo costituiva suo solo intermedia rio ufficiale per i rapporti da intrattenersi coi rappresentanti delle potenze e lo incaricava d i notificare ciò a questi ultimi ed al proprio Governo. L'accoglienza fatta dalle potenze a tale notificazion.e può cos1 riassumersi: 1a Germania, 1'Au5tria-Ungheria, la Russia accettavano dopo pochi g iorni di trattare col rappresentante francese nella 5ua <JUalità di ministro degli Affari Esteri del Bey. L' Inghilterra, dopo un periodo di incertezza, dava istruzioni al proprio agente di trattare col sig nor Roustan, quale signor Roustan e non quale ministro di Francia. Successiva.mente, però, in seguito ad assicurazioni ottenute dalla Francia che sarebbero stati rispettati i trattati conclusi fra il Governo tunisino ed il G overno britannico, nonché che sarebbero stati mantenuti integri gli interessi dei cittadini ing lesi in Tunisia, riconosceva di fatto il nuovo ordine di cose. Le istruzioni che il regio minist ro degli Affari Esteri Mancini inviava al viceconsole d'Italia; ' reggente la rappresentanza a Tunisi, gli prescrivevano· invece di non compiere alcun atto che potesse significare riconoscimento, non solo di diritto ma anche di fatto, del1o stato d i cose creato dal trattato del 12 maggio. Tale atteggiamento del regio Governo è confermato in un dispaccio del 10 novembre 1881, diretto al regio incaricato d'affari a Parigi, col qua1e si rende noto un colloquio avuto dal ministro Mancini con l'incaricato d'affari di Francia a Roma e le dichiarazioni a quest'ultimo fatte, « essere cioè intenzione del regio Governo di evitare qualunque atto che potesse significare un esplicito od implicito riconoscimento dei fatti avvenuti, o che potesse modificare in diritto la posizione del reg io Governo rispetto al nuovo stato di cose creato in Tun isia dal t rattato del 12 maggio».


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X. Tale atteggiamento Venne mantenuto, nonostante la difficoltà. di con· tinuare col Governo tunisino la regolare trattazione degli affari correnti, fra i q uali assai importanti quelli derivanti dai torbidi gravissimi avve· nuti nei secondo. semestre del 188 1 in tutta h. Reggenza, con conseguente repressione sanguinosa o_perata dalle truppe francesi, della quale risentirono rilevantissimi danni le colonie italiane, che ebbero molti membri uccisi o feriti. Anche quando, nel 1884, in seguito alla abolizione della giurisdizione consolare in Tunisia, consentita alla Francia da tutte le altre ~enze, il ministro Mancini si vide costretto a fare altrettanto, egli evitò d i ricO· nascere formalmente il protettorato francese sulla Reggenza; ed il pro· tocolJo del 25 gennaio 1884, stipulato a Roma tra il ministro Mancini e l'ambasciatore francese, pei sospendere in T unisia J'eserèizio della giurisdizione dei tribunali consolari, determina esplicitamente che « la g iurisdizione esercitata da tali tribunali sarà trasferita ai tribunali recentemente istituiti in Tunisia, dei quali Sua Altezza il Bey ba, con un decreto del 5 maggio 1883, estesa la competenza ai cittadini degli Stati che consen· t issero a fa.re cessare di funzionare i loro propri tribunali consolari nella Reggenza ». Come si vede, non si nominano in quest·atto i tribunali francesi e ci si riferisce soltanto a tribunali riconosciuti da un provvedi. mento del Bey. Un riconoscimento sostanziale, per quanto non espresso, della situa~ zione di fatto creata dalla Francia in Tunisia coll'imposto protettorato, si ebbe invece all'atto della conclusione delle tre convenzioni del 1896 (convenzione di commercio e navigazione, convenzione consolare e di stabilimento, convenzione di estradiz.ione), stipulate in seguito alla tem· pcstiva denuncia ed alla successiva scadenza del trattato italo-tunisino

del 1868. Xl. Questa storia di Tunisi, per q uanto nota e conosciuta, è sempre suggestiva ed ae<~uista, alla luce di avvenimenti recentissimi, un singolare rilievo. Nel modo che qui si è raccontato la Francia andò e restò a Tunisi; in modo analogo altre potenze sono andate e restate in altri paesi del mondo. Hanno dunque perfettamente ragione gli italiani di sorridere davanti a certi predicozzi di natura mo rale propagati da G inevra dopo la temporanea occupazione di Corfù! Il problema tunisino si pone oggi per l'Italia in termini di una sem-


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plicità c~ìstallina. Non è · il caso di parlare di rivendicazioni d ·o~dine territoriale e politico. Perduta l'occasione del 1881, si poteva fermare la mutevole ruota della fortuna nel 1914, quando le armate _di von. Kluck puntavano direttamente su Parigi, da dove g li appelli più commoventi e ·disperati venivano lanciati per ~ llecitare l'intervento ,della sorella latina. Non Jo si fece. Inutile adesso indagare perché. La seconda occasione è passata. Il problema, escudendone l'elemento d'ordine territoriale, ·si riassume cosi. Ci sono a Tunisi e in Tunisia oltre centomila italiani. Come ci. siano andati, i pionieri italiani, come siano aumentati nel corso del secolo_XI)(, che cosa abbiano fatto e che cosa oggi rappresentino; quali siano i loro bisogni, i loro interessi, le loro angosce, le loro speranze, la loro ita· lianissima fede è detto in questo libro di cui mi onoro raccomandare l'attenta lettura ag li italiani. !2 u n libro che Marghèrit'a Sarfatti ha scritto sul luogo, a contatto diretto con la colonia, che non dispera malgrado tutto; è un libro di uria obiettività assoluta, nonostante la fiamma profonda che lo pervade e lo illumina. · E chi potrebbe scrivere con animo ind ifferente di questo problema ? Chi è l'italiano che · non si commuova al pensiero del pericolo che gli italiani di Tunisi corrono di tre mesi in tre mesi ? Noi crediamo che la. Francia non vorrà riaprire e rendere inguaribile la ferita <lei 1881, con l'applicazione di un provvedimento che colpirebbe a morte la nazionalità italiana a Tunisi. Vale certamente la pena di .evitare che Turlisi compro· metta, sia pur~ soltanto moralmente, i rappo!"ìi fra Roma e Parigi. Che cosa si debba fare è chiaro. C'è un p rogramma massimo ed uno minimo. L'essenziale è che gli italiani di Tunisi non siano sradicati dalla loro Patria. Questa veg lia sul loro destino. Veglia come Governo e come

popolo. Tunisiaca non è soltanto un libro; è, anche, 1J.n messaggio · di amore che r avviverà la fede fra gli irriducibiJi italiani di quella Tunisia -che serba ancora così numerose, solenni e ammonitrici le impronte di Roma. LATINUS

RELAZIONE AL RE SULLA QUESTIONE DI FIUME E SULLE TRATTATIVE ITALO-JUGOSLAVE Le recenti trattative dirette fra il Governo italiano ed il Governo dei serbi, croati, sloveni, riprese nello scorso settembre, dòpo la sospensione dei lavori della commissione · paritetica, sono riwcite ad avvicinare d i molto le tesi ciuasì opposte delle . due patti alla preparazione di un


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progetto di massima sulla questione di Fiume, consacrato in un ultimo scambio di note dei due Governi, giusta ·g li acclusi testi ( allegati A e B), che certamente serviranno per giungere alla firma dell'accordo pec Fiume in 9uesti giorni a· Roma, . Essenziale corrispettivo per il Governo di Belgrado alla transazione territoriale era la conclusione di un « patto d'amicizia» che assicurasse le buone, pacifiche, utili relazioni tra i due paesi a scopo del mantenimento della pace ( alJegato C). E poiché questo patto politico costituisce anche un vantaggio di fon. damentaJc importanza per l'ltaliaJ ai fini della sua politica generale, fu faci le raggiungere l'accordp pOJìtico, sicché il testo allegato può consi· derarsi senz'altro definitivamente pronto per la firma.

Nell'accordo invece per Fiume, vi sono ancora talune divergenze, non sostanziali, ma molto importanti. Dai due promemoria (lettere Summonte e Ninéié), nonché dall'annesso schema di convenzione, risulta che l'accordo si informa ai seguenti concetti fondamentali : a) riconoscimento dell'obbligo assunto dal Governo italiano dì cedere in piena sovranità al Regno dei serbi, croati, sloveni porto Barros e il delta in conformità della lettera Sforza-Trumbich annessa al trattato di ' · Rapallo; b) in seguito alla constatata impossibilità di dar vita allo Stato di Fiume qual'era previsto dall'articolo 4 del trattato di Rapallo, i due Stati si accordano per dace al problema una diversa soluzio~e, e cioè che al Regno d'ltalia resti attribuita la città di Fiume col territorio costiero, in modo da assicurare la continuità territoriale col Regno ed un suffi.cente retroterra alla città stessa, ed al Regno serbo croato sloveno la parte interna del territorio g ià assegnato allo Stato di Fiume, abitato da slavi e di nessun interesse per l'Italia; ,) allo scopo di attirare almeno una parte del traffico marittimo jugo• slavo nel porto italiano di Fiwne, il Governo italiano cede in affitto, per un determinato numero di anni, al Governo serbo croato sloveno un bacino del porto grande. Tale concessione sarà regolata da apposita convenzione, mentre altre serviranno a disciplinare l'internazionalizzazione della sta2:ione ferroviaria di Fiume, le agevolazioni doganali pel traffico delle popolazioni di frontiera, C'Cc., nell'intento di attenuare i danni causati alla vita della città dalla frontiera tracciata attraverso il comples~ delle opere portuarie e ferroviarie. .


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Quest~ le linee e i concetti fondamentali dell'accordo. I punti di divergenza riguardano: l) Richiesta serba croata slovena di modifica del confine giulio stabilito dal trattato di Rapallo. . 2) Inclusione nel territorio serbo croato sloveno della zona di Drenava. 3) Uso del canale d ella Fiumara e tracciamento della frontiera sulla banchina interna di porto Bar"ros. · 1) Questione del confine giulio. - Durante il corso delle trattative il Governo serbo croato sloveno, d opo aver dovuto rinunciare alla richiesta d i una permuta con la città di Zara, o di una cessione dell'isola di Lagosta, ha tentato di avanzare proposte di modifiche della frontiera g iulia, compenso all'annessione di Fiume da parte delJ'ltalia. Ma il regio Governo ha sempre opposto una pregiudiziale ·di assoluta impossibilità di ammettere una revisione di quella frontiera e di abbinare ogni discussione su tale argomento, sostenendo l'intangibilità della frontiera giuJia, che rappresenta la parte buona del trattato di Rapallo. Questo atteggiamento del regio · G overiio, da cui non può deflettere, ha condotto all'ultima formula del signor Ninéié ( citato punto dieci) come il risultato di successive riduzioni delle proposte avanzate dal Governo serbo croato sloveno. Semplicemente il Governo italiano, quando si trattò di far annullare le richieste di altri territori presentate dal Governo serbo croato sloveno come compensi, pur affermando ch e la frontiera giulia non poteva esser messa in relazione con la questione fiumana, dichiarò d'esser disposto ad esaminare con spirito amichevole le richieste che potessero essere presentate dal q overno serbo croato sloveno nel caso che l 'accordo per Fiume fosse raggiunto. B certo che occorre evitare di prendere in proposito qualsiasi impegno scritto e occ~rrerebbe anzi persuadere i plenipotenziari che trattasi di argomento cosl delicato per l'opinione pubblica italiana che, al fine di ottenerlo con maggior consenso nell'attuazione della politica di buona amici~ia, sarebbe anzi opportuno di non insistervi, 2) Frontiera verso Fiume nella :zona di Drenava. - La rettifica di frontiera che in contrapposto all'annessione di Fiume aJl'Italia lascia al Regno serbo croato sloveno il retroterra slavo, deve tener conto di due esigenze imprescindibili: a) assicurilre in modo sufficente le comunicazioni tra Fiwne ed il territorio del Regno d'Italia;


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b) assicurare alla città di Fiume il retroterra indispensabile al suo respiro cd a.i suoi bisogni annonari, civici, ecc. U Governo serbo croato sloveno, preoccupato dalle sue esigenze di politica interna, ha cercato, naturalmente, di ottenere la maggiore area di territorio possibile e le migliori comunicazioni stradali tra le località attribuite al Regno .!òerbo croato sloveno. · Per giungere all'accordo il regio Governo, col favorevole parere dei tecnici militari, ha acceduto alla rettifica nel te_rritorio formante il cosiddetto corridoio costiero tra l'Italia. e Fiume, concedendo la strada CastuaFiume fino al crocevia ad ovest di San Nicolò. Ha anche concesso che da questo crocevia la frontiera risalga verso Peklin, che rimane pure c'?sl attribuito al Regno· serbo croato sloveno. Quanto al resto è stata adoperata una formula vaga od indeterminata di una linea convessa àl nord che da Peklin raggiunga un punto della Recina da determinarsi sul terreno nella metà settentrionale del tratto fra i cippi VIII e IX. Si aveva fiducia con questa proposta di poter poi praticamente sostenere il diritto aU'indusione di Drenava nel territorio italiano di Fiuine. Ma nell'ultime controproposte. inviate da Belgrado è fatta menzione esplicita della inclusione di Drenova nel territorio jugoslavo. Nelle conversazioni di Roma, il regio Governo si propone di indurre i plenipotenziari serbi croati .sloveni a rinunziare a questa richiesta, considerando come le concessioni fatte nella strada Castua-Fiu.me non gli consentano di privare Fiume del territorio di Drenava, dove non esistono se non pochi casolari sparsi e nessun centro di abitati tale da giustificarne la insistente richiesta da parte serba croata slovena, mentre d'altra parte detta località è t radizionalmente legatissima a Fiume ed indispensabile alla città per ragioni fondiarie e per quel cennato respiro suburbano che è stato· consider:i.to come un'esigenza vitale ed imprescindibile nel nostro punto di vista. 3) Regime di navigazione del canale della Fiumara. - La Fiumara è un canale di mare, che, partendo dal fondo del porto Barros, separa il delta dal resto della città. Questo canale, lungo metri cinquecento, largo in media quaranta, ·e profondo cinque, segnerà il con6.ne politico tra i due Regni. La Fiumara, antico porto dì Fiume quando non esistevano gli antemurali e le" dighe che hanno creato il gran porto moderno, è per antichissima tradizione il luogo di ormeggio del piccolo nàviglìo a vela peschereccio e di cabotaggio che nei porti della riva liburnica e dalmata partecipa attivamente alla vita delle città del litorale, portando dal1e isole, dalla costa della penisola o da porto a porto, commestibili, ovini, agrumi,


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olio, vino . ed altre merci di piccolo consumo, che vendono al dettaglio sul posto stesso ·del loro ormeggio grazie alla vicinanza del centro della città vecchia aJ!a riva occidentale del canale. ·:E. anzi consuetudine che tali navigli spesso, esaurito sulla riva ovest della Fiumara lo smercio del loro carico di importazione, accostino sulla riva orientale per far carico ~i legnami, imbarcandoli dai magazzini che esistono sul delta, per poi riprendere il largo. Data la lettera Sfona.Trumbich -non era possibile, specialmente in presenza dell'annessione di Fiume all'Italia, di negare l'appartencn:za della Fiumara al Regno serbo croato sloveno, ma il regio Governo si preoccupa

di conservare ai fiumani i vantaggi di tali tradizioni, mentre il Govecno ~ rbo croato sloveno vuole aJrneno assicurare per gli abitanti di Sussack l'uso esclusivo della Fiumara e di porto Barcos. Il Governo italiano ha cercato di riservare la soluzione della questione a una speciale convènzione di carattere tecnico, che dovrà. esser qui stipulata, Bisognerà premere sui signOri PUié e Ninéié perché non sia_no intransigenti, Essi porteranno come argomento a favore della loro tesi la possibilità d'incidenti, ma se questi erano certamente possibili con lo Stato libero di Fiwne, sono ormai non da temere quando Fiume diventi una città italiana. MU SSOLINI

Roma, 23 gennaio 1924.

NOTA AL COMMISSARIO DEL POPOLO PER GLI AFFARI ESTERI SOVIETICO Mi è grato parteciparle, in occasione della firma del trattato di commercio, .qualmente in armonia con le d ichiar3zioni da me fatte alla Camera dei deputati il 30 novembre u. s. avevo dichiarato nella seduta di chiusura della conferenza per il trattato predetto, tenutasi il 31 gennaio u. s., che essendo raggiunto l'accordo, consideravo come risolta la questione del riconoscimento de jure del Governo della Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche. 11 Governo italiano provvederà pertanto senz'altro alla nomina dell'ambasciatore presso il Governo dell'Unione, ed in questo modo intendo eh~, a partire da oggi 7 febbraio 1924, i rapporti politici normaJi sono definitivamente stabiliti tra i due Paesi. ·


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AGGIUNTE : SCRITTI E DISCORSI

N ell'esprimerle· la mia fiducia che la data d'oggi segnerà l'inizio di una opera feconda di bene nell'interesse dei due Paesi, voglia gradire, signor commissario del popolo, gli atti della mia alta considerazione. MU SSOLINI

Roma, 7 febbraio 1924.

ITINERARIO NIETZSCHIANO IN ITALIA Si legge volentieri, tutto di ·seguito, questo libro che Guido D e Pourtalès (Nieluche en ltalie, Ctosset, .Paris, 1929) ha dedicato agli itinerari italiani di Nietzsche. T olto il periodo della preparazione a Pforta e quello dell'insegnamento di 6lologia all'università di Basilea, i vent'anni migliori e fecondi della vita di Nietzsche sono quelli da lui trascorsi, a brevi e lunghi periodi, in ltalia. li_Pourtalès ce l i narra con d iligenza ed amore; diligenza che soffre di una sola eccezione di ordine geografico: q uando pone Recoaro nel.... Tirolo italiano ! Il Pourtalès comincia col viaggio del 1876, ma. ve n 'è uno precedente e _singolarissimo : ciuello per cui N ietzsche fu compagno nella stessa corriera di G iuseppe Mazzini, attraverso il Gottardo. Que!Jo del 1876 fu un viaggio di disperazione. :E. Nietzsche che si allontana da Cosima Wagner, dopo sei anni di amore ardente e segreto. N ietzsche cerca il riposo e l'obl io e scende a Genova, città che gli resterà sempre particolarmente cara. Da Genova, passa, per mare, a Sorrento, ospite d i Malvida di Meysenburg nella villa Rubinacci. A Sorrento c'è anche Wagner, non più suo am ico da q uando il grande compositore è scivolato nel misticismo cristiano di Parsifal. Altamente drammatico è l'ultimo, breve colloquio tra questi due geni tanto vici~i e tanto lontani: è l'amicizia di un tempo che muore, perché un abisso si è improvvisamente spalancato fra le loro anime. Ma è soltanto Parsifal l'autore di questa tragedia o non piuttosto la lontana e non obliabile Cosima? "8 a Sorrento che Nietzsche scrive Umano, troppo umano. Tre anni più ta.rd j, nel 1880, Nietzsche, trentaseenne ap pena e già pensionato dall'università di Basilea, scopre Venezia piena di reminiscenze wagneriane e isottiane e viene subito afferrato dal fascino del suo silenzio. N ell'A urora egli chiama Venezia « la città dalle cento solitudini p rofonde>>. Tutto il libro è ispirato da Venezia, parola, egli d ice ancora, ché equivale alla parola << musica». Egli abita nel palazzo Berlendis, alle ~ondamenta Nuove.


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AGGlU~ TE: SCRITTI E OlSCORSI

Dopo il soggiorno veneziano, Nietzsche t itorna a Genova e prende dimora in una casa della salita delle Battistine. In breve egli diventa noto in tuttO il quartiere. La sua persona · delicata e fine, il suo sguardo profondo e lontano, il suo contegno riservato e modesto, lo rendono popolare. la gente dei dintorni lo chiama « il piccolo Santo». Dopo una sosta estiva nell'Engadina, sul finire del 1881, Nietzsche ritorna a Genova e scrive in tre mesi la Gaia Scienza. Nella primavera del 1882, egli si imbarca su un veliero e scende a Messina. Poco lungi da lui, come già a Sorrento, dimora Wagnçr. D opo Messina, un soggiorno romano e un idillio amoroso con una russa, giunto sino ai limiti del matrimonio e poi spezzato. Segue una parentesi svizzera sul lago di Lucerna e poi nuovamente sulla riviera di Liguria. Co;) parlò Zatathw tra nasce fra Rapallo, Portofino e Zoagli. Il primo libro è scritto di getto in dieci giorni, dal 1° al 10 febbraio del 1883. Una parte del secondo libro di Zarathustra è concepito a Roma, in piazza Barberìni 56, e compiuto nell"Engadina. Di nuovo a Venezia negli anni 1885 e 1886. :8 qui che scrive Al di là del bene e del male, Nel 1887 concepisce a Venezia J.e linee maestre de La volo111à di potenza, Oramai tutta la creazione nietzschiana è venuta alla luce, ma pochi se ne -accorgono. Tutte le edizioni sono a spese dell'autore e se ne ven· dono pochi esemplari, Solo il danese Brandès ha riconosciuto il genio, ma_ tutto il resto dell'intelligenza europea lo ignora. Nel 1888 Nietzsche sbarca a Torino, che gli piace moltissimo, per 1a sua architettura e per il carattere dei suoi abitanti .. Gli fa pensione Dario Fino, mercante di giornali, J3 qu i che dopo avere scritto, fra il 15 ottobre e il 4 novembre dell' '89, Ecce H omo, è preso dalla foUia, che lo terrà nella sua ombra per un decennio ancora. Lo scoppio della crisi è noto:· Nietzsche corre ad abbracciare la testi di un cavallo percosso · da un vetturino. Niente di più penoso deUe lettere scritte da Nietzsche nell'istante in cui tutte le forze della sua anima si sciolsero nel caos della paZzia. Il 31 dicembre. del 1889 egli mandava a Gast, che gli era stato fedele amico, un biglietto cosi concepito: « Amico, quale istante! Fu il famoso Rubict:ine, Non so più il mio indirizzo. Ammettiamo che sia palazzo del Quirinale ».

A Strindberg : « Ho dato l'ordine di riunire un congresso di sovrani a Roma e voglio fare fucilare il giovane imperatore. Arrivederci perché noi ci rivedremo, A una sola condizione : divorziamo, Ni~zsche usare ». ·


AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

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Al vecchio professore Burkhardt: « Sono Ferd inando di Lesseps e sono stato sepolto due volte questo autunno»,

A Peter Gast: « Cantami una nuova o.nzone. li mondo è tra5figu.rato e i cieli si rallegrano.

Il crocifisso • ·

A Cosima Wagner queste parole che risalivano dalle profonditi dei ricordi: « Aria nna, io f amo. Dioniso~.

Q uesto itinerario nietzschiano non è soltanto interessante dal punto di vista della curiosità e forse delle lapidi che si potrebbero ,apporre sulla facciata delle case dove il poeta del superuomo soggiornò; ma è importante perché dimostra. che quasi tutta l'opera di Nietzsche è stata compiuta e scritta in Italia. Non è qui. il momento di analizzare per quali ragioni la primavera del genio nietzschiano non sia fiorita in Germania, in Svizzera, ma forse queste ragioni si compendiano nelle seguenti. definizioni che Nietzsche ha dato del genio dei singoli popoli dell'occidente. « JI genio inglese -

ha detto -

rende tutto ciò che riceve più grossolano

·e più naturale. Il genio francese scioglie, semplifica, logidzza, prepara. li genio tcde!.co mescola, trasmette, oonfondc, moralizza. Il genio italiano è quello che di gran lunga ha fatto l'uso più libero e più sottile di ciò che fu preso: vi ha messo cento volte di più di quanto aveva r icevuto,. essendo il genio più ricco, quello che poteva dare di più •· ~ solo n~lla terra dove q uesto genio si è affermato nei secoli e in molteplici, universali espressioni c~ Nietzsche poteva dùe libero corso alla sua filosofia. Ignorata e naturalmente spregiata dall'accademismo ufficiale negli anni in cui fu pensata, la ii.losofia di Nietzsche ha trovato, nei decenni successivi alla morte di lui, innumerevoli discepoli ed apostoli in tutti i Paesi del mondo. I suoi libri, invenduti quando furono primamente stampati, oggi contano le edizioni a centinaia. Taluni elementi della ii.losofia n ietzschiana. anche per 1a forma alata della loro tradizione, sono stati nutrimento di minoranze di giovani prima e dopo la guerra. Oggi la « volontà d i potenza » in Europa è rappresentata soltanto dal fascismo. Da // Popolo di Roma, N. 4, 4 gennaio 1930, VII (y, 867).

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COLLOQUIO CON IL MINISTRO FRANK • . Il minùtro Frani. ha inizialo il suo dire porgendo al duce il saluto deJ Fiihrer e il ;;ngrazùtmento per /'opera svolta dalle autoriJà comolari italiane, dagli equipaggi dei pìroHafi e dalle autorità dei Regno in fa· . vore dei tedeIChi profughi da/ltJ Spagna. Ha prouguito, · quindi, npri· mendo al duce il desiderio del Fiihrer di riceverlo non appena pouibi/e in Germ?lnia, non solo nella .sud f!este di capo del Governo, ma anche in q11ella di fondatore e duce di un partito affine al- nazionalsocittlismo. H a deJto anche che il Fiihrer desidera poter prendere contatti personali con il ministro degli Esteri e che pertanto era stato inraricaJò di ìnvildrlo

a rerarJi in Germania. Per quanto concerne la Spagna, il minùtro Frank ha a.uùuraJo ,he la Germania presta aiuto ai partiti nazionali unicamente per solidarietà di ,on<ezione politka, ma ,hs non ha né ù1tere11i né mire nel Medilerraneo. Il Frihrer tiène a far .sapere ,he ,onsidera il mare Mediterraneo quale un mare prellamen~e italiano. All'llalia ;pettano nel Mediterraneo posizioni di privilegio e di rontrollo. Gli inleresJi_ dei tedeuhi volgono verJO il Baltico, ,he è il loro « Mediterraneo ». Un problema Jul quale il miniIJro Frank vuole richiamdfe /'attenzione del duce è quello delle rivendicazioni coloniali, problema che trova la 111a base nelle neceuità economiche del popolo tedeuo. Il FUhrer non naJCortde che su 'i"esto punto troverà la nella 01tilità britannica. L'invio di Ribbentrop a Londra rappresenta l'ultimo tentativo di far comprendere alla Gran Bretagna le neceuità e la posizione della Germania, ,I;, chiaro però che qual!ia.ri azione di riavvicinamento alla Germania dtJ p4rte ingleu dovrebbe euere u guita da un'azione di ri~vicinamenJo britannico all'Italia. Com11nque Ju tale possibilità il FUhrer non si fa troppe illu;ioni. Tra le gerarchie naziste e le gerarchie _jauiJte sono nece;sarl dei rapporti diretJi aJ di fuori e al di sopra deJ!a diplomazia ufficiale.- I.:azione dei due Pae1i .è, come quella dei due partili, specialmenie diretta- contro la propaganda ed il pericolo bolscevico Negli t1mbienti governaJivi tedeuhi, la questione' ,:mst riaca è umridtrata liquidata con l'accordo a11stro-1edeuo de/I' 11 luglio, cui il Governo germanico intende mantentni Jtrettamente fedele. Nt è una prova il fatto . • 'A Roma, nella sala del Mappamondo di palano Veneiia, il 24 settembre del 1936, Mussolini riceve il dottor Hans Prank, ministro della Giustizia del Rekh, e ha con lui il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'Europa JJtrJo la till4Jl,of, - Moodadori, Mi!Qno, 1948, pagg. 74-81}.


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che Hitler ha rifiutato di aaogliere al congrnJo di Norim.berga il rap• preunlanle del partito nazùta au1triaco. N ei riguardi detl'Ungheria, Frank dichiartJ che le relazioni germanomagiare sono buone e che si deve in esse trot1are un nuovo elemento di collaborazione con l'Italia. Per qttanto concerne Ginevra1 è intenzi_one del Fiihrer di marciare d'inte1a con il Governo fa1ci1ta ed il minùrro Frank aggiunge the la Germania è pronta a compiere, in quahiasi momento si ritenga opporhmo, il rironoscimenlo delt'im!'ero in Etiopia, Il signor Frank:' conclude il 1110 dire esprimendo la fiducia sua per· sanale e del Governo dei Reirh nella necessità di ima 1empre più sire/la collaborazione tra la Germania "e l'Italia. Il duu risponde che in /Jalia non abbiamo nessuna frella di vedere riconouù110 l'impero e1iopi.o; dò, piiì rhe no1tro intere1u, è un intere1u d elle altre potenze Però apprezza le intenzioni del Coi,erno Jedeuo e fa pr.etente che il riconoscimento offerto, .fatto in occasione di uno 1peciale awenimento, quale potrebbe esure ad eumpìo la vifita a Berlino del ministro degli Esteri, ass11merebbe particolare imporlanza Per quanlo riguarda Ginevra, l'/1alia ne è praticamente fuori, e può d,mi che nel giro di porhe ore, qualora la SorieJà delle nazioni, alla pre1enza della delegazione italiana, anteponga quella della redicenle delegazione e1iopica1 ne ria fuori anche giuridicamenJe, I rapporti con l'Austria 1ono e si mantengono dei più amichevoli. L'accordo dell'Jl luglio ha trovato Je sue basi nei JUggerimenJi rhe lo 1Je110 duce dava il 5 giugno a SchuJChnigg, contigUando/o di ft111orire un'in1e1a con_ la Germania, perché l'Austria era in primo luogo un Paeu tednco e poi perché era un Paeie troppo debole per fare una politica antigerm11niJta. E lieto di ronslalare rome le relazioni tra l'Austria e la G,rmania 1i11110 migliorale. Per q1"mto concerne la Franria, dichiara ,he per noi, date le rondiziani di politi,a interna di tale Pt1ese, non è _postibile di !volgere ron e1.ra una qualsiari politica. La Francia è malata e vecchia. Non .ri pema che a mangiare; è un Paese in cui la curina è diventt:t.fd un'«arte dello Staio». La dectU!enza demografica è spaventata. In Frt:t.nria ti perdono duemila unilà alla settimana, In questi 11/Jimi giomi i radicali tentavano tma risroua, però le forze comttnùte 10110 impo1enti. Se Blum cerusse di sbamwle, probabilmente il partilo rom1mi1ta 1i rivolgerebbe allt1 piazza. I.A Franria non d intere11a sino a quand<> non 1arà finita la critì inlerna. In ltpagna si sono già formati i due fronti, da 11n lato quello tedetcO• italiano, dall'altro quello franro-belga-russo. Il d11ce concorda ron HiJ/er nel rÌl(nere rhe lt1 determinazione dei due fronti è ormai un fatto com-


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piuto. 1/ Italitt ha aiutato gli 1pagnoli ed an(he dtt11almenJe numeroJi aiuti 1ono in corso, Jenza condizioni, per quanto molto 1ang11e italiano 1ù1 Jlato verJalo e le Baleari 1iano Jtate .salvale ;o/tanto da uomini e materiale ila· Jiano. Per ora bisogna vincere. Dopo la villoria non chiederemo niente alla' Spagna che po11a modificare la po1izione geografica del M editerraneo, ma le chiederemo JOIJanto di Jvolgere una politica che non 1ia contraria

agli interessi dell'Italia. La nostra azione in l1pagna è una prova efjelliva della nostra partedpazione alla lolla antiboluevica.· ·Per quanto conceme l'Inghilterra, il duCY? ritiene che Hitler abbia ragione di compiere il tentativo Ribbenlrop. Non riuscirà. Ribbentrop non farà nulla. 4 posizio'ni sono già deftnile: Francia e Ruuia, ed imieme alla Francia l'lnghi/Jerra. .Quindi Londra non potrà mai fare una politica rtm la Germania. Tra l'JÌ1ghilJerra e la .Francia c'è un veuhio pa110 ptr cui i · d11e Paesi, padroni della Sotietà delle nazioni, si sono· impegnati a fare ima politica comune. T a/110/ra potranno for;e scontrarsi, ma non a"iveranno mai ad una rottura, n ,ma solidarietà storica tra due PaeJi ri('chi, conun,a/ori e de',nocratici. B in po.ueuo del duce un documento, ' che quando Ribben1rop lo wnoJCerà, tNtrrà a Jiuarlo Ju quelli che potranno euere i rhultati della 1ua miuione: l'Inghilterra intende « ménager » la Germania 10/tanto per avere il Jempo di realizzare il riarmo. I no11ri rapporri con Londra sono catth1i, né possono migliorare. Ogni mùura britannica provoca una nostra contromisura. Quando gli inglesi mandarono la flolla in Alernmdria d'Egiuo, il duce inviò cinque divisioni ai confine cirenaico, Adeuo che gli inglesi preparano nuove basi navali, noi prepariamo le controba1i. Il dominio dell'aria nel Mediterraneo è e sarà sempre de/l'Italia. Se /J1tlavia l'Inghilterra voleue fare una politica nuova nei nostri confronti, ne potren1mo an('he euer contenti, Ma, allo sra10 degli alli, neJJtm iegno laJcia prevedere questa eventualità. S da tenere presente, tra gli altri sintomi, il caraJlere del viaggio di Edoardo Vl/11 il quale, come ha evitalo di toccare i'IJa/ia, ha altreJtanto acu,raJamente fl'Ìlato di toccare la Germania. Per q11anto concerne le colonie, il d11ce ritiene che i tedeJChi hanno ragione di sollevare e di agitare il problema. I tedeschi, come gli italiani, sono un popolo senza 1pazio. Al momento opportuno t'ltalia 1'impegna ad appoggiarli, Si sa già quale rispoJta la demorrazia Ji prepara a dare alla . richiettd Jednca: le popolazioni che per venti anni hanno goduto i vantaggi del JÌJtema liberale ingleu, non devono essere meJJe sotto i} regime · a11tocra1ico tedeJCo. 2 flacifico che con u/1 prelesto o con l'altro, sul ter· reno coloniale, in Germania si avrà 1empre l'Inghilterra contro. Il duce comiglia, ino/Jre, di respingere la conferenza per le materie prime. Eua non risolverebbe niente. Le materie prime che si trovano nel terreno nazionale o· ~oloniale 1i


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pagano (011 /a ,emplice monrta dei/o Staio, ma se ,; a(quiJta!J(J a/J'nterc, Ji debbono pagare ron l'oro. Per quanto rollrtrne la 11ùiJ4 in Germania, il duu ha dmo che è .s110 de.siderio di compierla. Es.sa però deve eJJere_ ben preparata per dare senz'altro dei rù11ltaJi concreti, Avrà 11n immenso clamore e quindi anche nelle .l1fe r:omeg11enze deve avere una portala J!orfra, EJ.sa determinerà l'inronJro dei capi di due movimenJi e di d1te f.Jowfie affini, La vùita sarà prepara/a anche dal punto di viJta della diplomazia ufficiale: deve determinare e ugnare non soltanto la Jo/;darietà dei regimi, ma anche la pofiJi(a comune dei d«e Stati,· che biJog11a chi(tt'amente, tracciare verJo Oriente e verro Occidente, verso sud e verso nord, Il minittro Frank rivolge ancora al duce una domanda, e cioè deJidera Japere come _/'Italia sia riuscita a normalizzare i suoi ra.pporti con la China, mentre in Germania la queJ!ione è irta di difficoltà. Il duce riJponde che la /oua (oniro la religione, sia cattolica rhe proteJtanle (flOn contro gli ebrei, pe"hé in tal raJO Ji tratta di razza), è inutile, perché la religione è inafferrabile come la nebbia. Per lo Staio è importante di dividere nettamente il compito ron la Chiesa: voi, preti, vi occupate della religione, non della politica; dell'anima e non del corpo. li cittadino appartiene allo -Staio; la Chiest:t cura in lui soltanto ii Je/Jore religioso. Dopo la Conciliazione anche in llalia Ji produsre una crisi auai grave e poco mancò che ii papa non arrivasse alla. scomunica. La lotta si cond11Je col trionfo dello SJato. LA giovent.lÌ viene educata dallo Stato, LA ChicJtt fornisce. i cappellani, che Ji /imilano a dire la meua. Ma nOJt devono occuparsi "né di sport, né di dopolavoro, né di ginnastira, né di àr(ò/i ricreativi; il rampo ectleJiaJJico è la teologia. Dai 1° uttembre 1931, l'Azione tattolica, in Italia, pra1icamen1e n011 eJiJte pirì,. Conviene ritonoJCere che i risu/Jati ài Jale politùa sono Jf,l: li soddiJfarenti: newm contrtUJO notevole Ji è prodotto da allora, ed anzi, nelle ore diffiàli del confliuo italo-e#opiro, il dero ha dato o/lima prova. Comunque convienè vigilare continuamente, La Chiesa cattolici:: è come una patia e/a,Jica: per vedere il segno della preJJione, bi.sogna che la pres.sione ,ia costanJementc esercitata, altrimenti la palla ripret1de la forma primitiva. Il minùtro Frank parla infine dei suoi projetfi culturali e dell'inJen. zione di fondare a Monaco un palazzo del diritto, in c11i dovrà essere u.n istituto di Iegislazfone fascista, al quale sa,-anno ammessi i migliori studenti di legge in Germania, All'inaugurazione verrà invitalo il ministro So/mi. Chiede infine al capo q11ali debbano esure, a Juo avviso, i rapporti fra SttJ/o e pa,tiro. Il dJJ(e risponde che in Italia il problema f" riJoltQ facendo divenire il Partito un organo dello Stato, anzi una milizia civile agli ordini de/Jo Stato.

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COLLOQUIO CON IL GENERALE GOERING * Ari una domanda del duie circa le imprtmioni dt l ·s110 vùtggio in ·Italia, il minùte~pri:iJident Goering riipose che, di tutto q11anto egli ha veduto e sentito, riporterà in Germania una forte impreuione; in modo particolttre lo ha intereuato la sua viJita a Guidonia. Egli ha constatato che l'Arma aerea italiana è anima.Id da un forte ottimismo, il che è per. feuamente na.turale e da approvare. In ciò vi è però anche un certo -pericolo di sopravalutare la forza di combattimento detJ' Arma aerea rÌ· speJto alla Marina. Anche in Germania ci IÌ è occupati della queitione de/1:1 forza relativ:1 ali'Arma aerea; egli non crede che un~ foru aerea potsa distruggere, in. modo veramente decisivo, una fiotta na_vale. A tale propo1ito wno sta/e /alte esperienze con bombe da duuèntocinqu,mta chilogrammi, lanciate 1ulJ1imrociatore spdgnMlo « / aime ». Nonosfant, <he la nave IÌa stata un/raia, tanto dd far e1plodere perfino le camerè. delle munizioni, eua ha potuto, per tju(ltltO ron forte inclinazione lt1le· raie, raggiungere il porto ed esure riparala in modo da essere rimeJJa i11 Jervizio. Da questa e1perienza risullerebbe chiaramente che gli aeroplani non sono in grado di distmggere 11avi corazzate, li duce ammise di avere egli fJure dei dubbi circa l'impiego dPll'A rma aere<J rontro la Marina. Anche in /!alia ci Ji troverebbe a Jale propo1ito ttncora nello stadio delle rifieIJioni. Il mini.rterprtisidenJ Goeri1tg rilevò poi la protezione sJrao·rdinaritz. men/e forte delle navi in rapporto alla superficie da p,-oteggere, dato che tutte le tt(tt!i da guerra disp()ngono di tm forte numero di cannoni t ontroaerei. C'è inoltre la diffiroltà che da alte q110Je diffidlmmte Ji pouono colpire le navi1 mettJre le bombe, lanriate da qu'ote troppo baue, 11011 hanno. Id neceJJaria for~a di prnetrazione. Si è poi fatta i'espedenza che i siluri, lanriati dagli aeroplani, m_O/tQspesso passano sollo il berSdglio poiché, data la loro posizione di pttrtenza, che è -pitì alta di quella dei siluri delle nafli, ben .rpeJJo eJJi limniergonQ, anziché galleggiare, immediata· mente SQJtQ·/a s11perficie de/J'acqua. NonQslante riò si deve tlÌtJavia tener conto che un'Arma. aerea può dffatict:tre e logorare forze .navali cacciandole conli1111am~nte fuori dtli porti,' l'Aviazione non polrebbe però

• .A Rom:1., nella sal.1 del" 1fapp,moodo di palazzo Venezia, fa mattina del 23 gennaio 1937, Mu~so!ini riceve, alla presenu del conte Gal~no Ciano, mi. nistro degli Affari Esteri d"Jtalia, e, ,:lei consigliere di lcgnione Paul Schmidt, il geni:-ra!e Hermann Goering, capo del Gove1no · di Prussia e ministro dell'Avia• zione dd Reich, col quale ha il colloquio qui .ripoztato in riassunto. {Da L'B11ropa veno 111,r«t,mrofe, pagg. 126-142).


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distruggere una flotta ·navale. Il Fiihrer avrva po;to uffitialmenJe ,J mini11erpràsiden1 Goering il quesiJo se non foue meglio impiegare il denaro nereJJario per la c<Utruzione. di una natie da lrentadnqu_emil~ tonnellale per la costruzione di aeroplani. N ono.rJante la JUa canra d1 ministro de/J'Aeronautica, egli non aveva poJuJo, dopo una ponderala rifteJJione, JConsigliare la ro;truzione della nave da trentacinquemila Jonnellate. Quale miglior soluzione egli aveva JQ{tanto proposto di costruire la ·n ave e di stanziare la steua somma pn l'ulteriore ;viluppo dell'Arma aerea. BisQgna a tutti i costi tener d'ouhiQ gli armamenti navali, considerando anche che l'Inghilterra .!la costruendo cinque navi corazzale in soprannumero al suo programma ugolare. li duce rispo1e che pros.1imamente rltalia ,wrà quaJtro nuove navi, e precisamente due navi traJformaJe e due navi nuove da trentt1ànquemila tonneJlate, coticché l'Italia finirà per avere in tut/o 0 110 navi corazzale. A queste ;i agghmgono ventiq11<1ttro navi da otJomi/a tonnellate ogn1ma del 1ipo «Condottieri», nonché cento sommergibili. li mi11;s1erprii1idenl Goering /ere allora preu n/e che l'Italia con o/lo navi1 la Germr1nia con altre otto ed il Giappone con almeno a/Ire dodùi costih1irebbero una forza navale molto comiderevole rilpetto ad a//ri Paesi. In Germania ti è,· d'altra parte, straordinariamente contenti del /alto che l 'Italia abbia trovalo un« modus vivendi» con i'lnghiltemt, li duce 10110/ineò l'importanza di ,ma fo rte flotta navale, pofrhé 10/tanto q11etta può aSJicurare ali' /Jalia la libertà nella wa politira conlinen/a/e. li ÌninhlerpraJident Goering aggiu_me allora che, con la 111a campdgna t1biuina, l'ltalid ha dato lr: pro11a di 1aper portare a termine la sua po/j. tica anche Jenza l'Inghilterra, il (be nei tempi passali era umpre stato riten11to ,ome. cota impossibile. Jr d1Jte dichiarò che l'Italia si tiene per quanto po!!fbile riservata nei riguardi dell'Inghilterra, Jenza però mùconoscere che, per eumpio, l'rdtimo dùcor10 di Eden è !lato ronsideraJQ partùolarmente cattivo, direlJQ ,oniro l'Italia e la Germania. Il d11ce è del parere che, quando il Fiihrer parlerà pro11imamente, que1ti dQvrebbe tenere un dfrcor10 molto forle, poiché la Germania ha un eurrilo ed un'Arma aerea forti e fra breve eJJa ·sarà molto forte anche per mare. N ei discorti ingle1i si vede sempre ritornare il vecchio progelto dì offrire tJl!a Germania dei 11Antaggi economid per avere in compenso delle conceuioni nel campo politico. Questo è un gioco vile, già ripetutamenle tentato, anche altrove, da/J'lnghilterrd. li ministerpriitidenl Goering e1pres1e t1l riguardo la rontiinzione che ìJ Fiihrer, ntl .!fio prouimo gr,mde discorso davanti al ReilhNag, sol/olineerà ·molto fortem ente l'AJJe Berlino-Roma e rileverà, JUlla 1corta di 7. - ,Cl(Jt 'f".

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numeroJi ~sempi degli anni Jcorsi, la falsità delJa politica degli S1a1i demo<ra1h;, Si dovrebbe inoltre re1pingere la prete.Ja che Eden, nel nome de/l'Ingh;!terra, 1i au:uma arie di (( go11vernan1e » del mondo, dichia· rando rhe 1imi/i comigli de/l'lnghHt erra 10110 privi d'interesse per la Germania. AJ Governo JedeHo imporla po,o se una cota 1111cili in ln-

ghi/Je"a un'impTenione buona o caJliva,· la politica tedeJCa appare basala su intenmi prellamente tedeJChi. La Germania con1idera con grande di f-

fidenza_ l'idea di nuove conferenze aventi per oggetto l'economia. mondiale oppure le maJerie prime, e a tale proposiJo eJJa tndntiene un atJeggiamento di aJJeta. In via non ufficiale si è fall o sapere alla Germania che si sarebbe dispo.sli a farle delle conceuioni, ma a condizione che eua abbandoni dapprima il pitmo q11adriennale. Nei rig11ardi della politica france.st la Germania non ci 11ede mollo chiaro. Negli 11/timi umpi la Francia ha pùi del .solito dato .segni di volei giungere ad rm « modtl.J vivendi» con la Germania. Ii Fiihrer ,;• .sponde a q11esti tentativi dicendo di af.'ere già pi,ì f.'Olte mostralo la sua buona volontà al riguardo, ma occorre che la Francia faccia proposte concrele. La Germania si opporrebbe peraltro a tutti i Jentativi di collegare vantaggi economici con conlroparlile politiche. Da parte tede1ca Ji intende 1rà11are le quntioni economiche .s,, ba.ri prettamente commerciali, enendo del parere <he la soluzione delle questioni politiche debba aV1Jenire separaramente dttl regolanÙnJo di quelle economithe1 e 10/tttnto sulla base di accordi ragionevoli, Nella situazione altuale1 gli unici garanti della pace appaiono d'altra parte so/Janto quegli Stari alla tesla dei quali si trovano degli uomini che h11nno dietro di loro J'inJero popolo e che quindi ponono anche aJSU· mere degli impegni definitivi nel nome e con l'approvazione dei popoli steu i. N ei Paesi democralici non Ji sa mai se un Governo, col quale ci Ji è me1si d'accordo oggi, Jarà al timone ancora domani. A queJlo punJo il duce dine che, sec()ndo il mo modo di vedere, le uniche vere democrazie 1ono la Germania e l'Italia,· egli accenm} anche all'imminente dhcor10 domenicale di Uon BltJm, ml qtJale q_11eJ1i molto probabilmente avrebbe preso po1izione anche sulla queitione dei volontari. l i minhterprli1ident Goering disse di aver ricevuto 1ma comunicazione ttulentictJ, che il Governo di B11rgo1 ha incaricato il suo rappreJentant e a Berlino di non asmmere più 110/onlttr'i per la Spagna. li duce preu allo con Joddùfazione di tale comunicazione e dichiarò di ritenere egli pure che il Governo nazionale 1pagnolo abbia ora a dir spo1izione Joldati e armi a 111/Jicenza. La noia comtme de/la Germania e d e/l' Italia a Franco, è J/a/a nel fral/empo conugna1a,· .ne//e capitali d ei due Pani verrà inoltre con1egnata lunedì, ai rappreuntanti diplomatici d el-


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J1Jnghiltem1, J,1 rispo1ta qut11i idenlita della Germania e deJl'llalù, all'u/Jima noia inglese. Qume note di ri1po11a sardnno pubblicai, dal/a stampa nel pomeriggio di /,medi. Il minùtro Goering domandò allora al duce per quale rdgione l'Italia non è uuira daJ/a Società delte nazioni. In Germania si era ben com-preso rhe durante J'impre1a abù sina era di vantaggio alJIItalia .d i rimanere nella Legt1. Dato che qmnta impreia è pert3 ora feJùemenJe ultimata, in Germania 1i ritiene ,he /'Dalia potrebbe abbandonare Id Lega; prevedibilmente seguirebbero allora l'Ungheria, l'Austria ed alomi StaJi suda. merùani. I.A Società della nazioni allora o andrebbe completamente in pezzi, oppure si ridurrebbe anche e1teriormente ad enere quello che è JlaJa fin dal 1110 inizio, 011ia una rappre1enlanza degli intereui anglofrt1nre1i. li duce rispose che la que1Jione abiJJimt non t1ppare ancora ultimala. Manca il riconoscimento della conquiJla da parie della SocieJà delle nazioni, che l'Italia vuole attendere. Questo è in un certo qual modo un bicchiere di .olio di ricino che la Società delle nazioni o prima o poi dovrà ingoiarsi. Il Minislro Goering accennò aJ /alto che la Germania sarebbe dispo1ta a ritornare nella .Società deJ/e nazioni ne/l'ambito di un nuovo accordo locarnista; ma se nel fratJempo l'lta/;a dkhhtras1e di non voler più collaborare con la Leg11, ciò rappreunterebbe per la Ge_rmania un nuovo momento e un suo ritorno alla Società non verrebbe neanche più disct11so. La questione non è di altualirà per il momento, ma se l'Italia dovesse giungere a deci1ioni definùi-ve nei riguardi della Lega, egli pregherebbe di informare /11 Germania affinché que1111 pote1u regolar1i drca la po1izione .d11 prendere. . l i duce rispou che l'Italia « de facto » ha abb,1ndonato /11 Sodelà delle nazioni e che eua non ha più nessuna 1impet1ia per l'is#tuzione ginevrina. L'/Jalia potrebbe perciò uscìre·o,a anche·« de jure » dalla Leg,1. Sì deve peraltro ten.er pretenle che un membro della Società delle nazìonì, il quale abbia notificato la 1ua volontà di ritirar1ene, resta ancora torio per altri due anni, durante i quali eu o deve pagare la sua quo/a e deve rispondere ai suoi doveri sociali. In comider'1Uone del momento fatale, èhe prima o poi dovrà venire, in cui la SocieJà delle nazioni dovrà ricono1cere la conquùta dell'AMJJinia, l'/Jalia ritiene di danneggit1re la Lega molto di più te continua a farne parte. Se la Sorielà riconoscerà la conqJJista dell'A biJsinia, ciò equivarrà q11a1i come la 111a propria liquidttZione. Se d'altra parie la Lega non rironouerà la conq11i1ta del/'Abi11inia, l'Italia uu irà dalla Società delle nazioni. A /JQ domanda del minùtro Goering circa l'epoca in cui la SocieJà dovrebbe prendere tale derisione, il dure rilpose che questo momento


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dovrebbe g!·,mgl?fe già alla proJJima asumblea della Legd, Je non·dnche prima, in tm'a.rsemblea straordinaria, la q11ale Jetrebbe prevista per deridere circa l'ammissione dei/'Egiuo. L'llalia i d'a1Jra parte convinta che I'Amtria, l'Ungheria, e l'Albania non pouono per il momento seguirla nel t dJO dì una sua u.scita dalla _ Socielà. L'Italia non intende neppure etercilare 11na pressione su questi Paesi, dato che i sacrifici sarebbero · per loro gravi, lA Turchia, in considerazione delle forti influenze maJ.1oniche, contimterà molto probabilmenJe a rimanere nella Lega, salvo , he si verifira.Jte un forte co11tra.1to con Id Francia per la questione del Sangiaccalo, L'Inghilterra 10sterrà naJuralmente la Società delle nazioni fino al/'11/timo, .vedendo in essa una garanzia per il suo impero mondiale. Per 'J.Nanto riguarda il punto di vista personale del duce, egli ritiene che il sNo disprezzO per I" Societtl delle nazioni, disprezzo" che egli h11 nuouamente espreuo in occasione del SJJO ultimo dis(Orso di Milano, sia su,. . ftcemeinenlt nolo nel mondo. Nuovamente richiesto delle J11e imprcuioni di iiiaggio a Napoli e a Capri, H ministro Goering dichiarò di portare con sé und profonda impreSJione delle dimostrazioni di simpatia della popolazione,' ed espresse la speranza che le relazioni lrd i d11e Pàesi divmtino sempre piiì profonde e trovi'1o la loro espreSJione in quella chiara linea di -politfra comune, di c11i egli aveva più parlicolarmente parlato con il duce net loro collo'fUio precedente, Il duce rispo.re che il fronte comune dei due Paesi ha già Jrovato la sua espres;ione nel fronte comune militare in Spagna. 13 ma volomà che ciò contbwi anche per il futuro, li ministro Goering chiese allort1 al duce qudle fosse il suo pemiero sullo suil11ppo -polilico nel prossimo avvenire, . li duce disse che bisogna cbe prima di tutto Ji chiarisca la 1it11azione ù1 Spagna, serondo gli inJeressi poli/id e ideali della Germania e-dell'Italia. li parallelismo de/J'"azione," çhe già da un anno esiste fra i due Paesi con buoni rist1ltati, dovrebbe euere contin11ato. I due Paesi dovrebbero continuare a riaffermare la loro volontà di pau; nello sJeSso lempo dovrebbero però perfezionare i loro armamenti allo scopo di e11ilare q11ai.1ùui torfnesa. La politica antibolscevica dovrebbe venir continuatd e 10prd.ltutto JÌ dovrebbe eliminare qualsiasi influenza della Russia in Ocàdente, . Qualora si pote.r.re redlizZare un avvicinamento tedesco-francese, l'Ila· lia ne sarebbe lietd, ricevendo cosl la Germania mdnO libera ad esl, d ò ,he non è il ça;o nelle condizioni at11111li . Se la politica t~desca ri11uiue a .rpezzart il neJSO Ira Parigi e j\.fosca, ciò sarebbe rerlamente u,, gran• diJsimo Jttffe.sso, Egli ritiene peraltro che q11esto sid molto di/ficile.


AGGIUNTE: SCRITTI. F. DISCORSI

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L'Italia sarebbe1 ad ogni modo, disposta a prestare quahiaJi aiuto. in quwo sforzo. Se foue poISibile un ·avvicinamento Ira la Germania e l'Inghilterra, l'Italia he s11rebbe parimenti lieta. Ma è 11,1f11rale che un 1imile accordo pùò essere raggiunto JO!Janlo m ila base di una completa uguaglianza di dfritJi e su un piano di rèciprocità, indicali dal Fiihrer, S0pratt11tto dovrebbe però es;ere conservata e mantenuta l'uniformità della poliJica italo-tedeua, poiché questa unifMmità è la condizione preliminare per a.JJÙurare l'indipendenza ·J; una simile politica. Il ministro Goering domandò a questo pt{nfo quale situazione si presenlerebbe se non si poteJJe concordare il divieto per l'invio di vo/onJar1 in Spdgna. N ella quwione 1pagnola, la Germania intende andare 10/o fino al limite d el poJJibile, evitando che dalle complicazioni spagnole si sviluppi llnd g11erra generale. P. da temere che M osca fd'c<ia della questione J/urgnola una que.stione di preJligio .e che .sostenga, con sold,1/i propri, in miJura .sempre maggiore, le forze roJJe ;pagnole. Il d uce riJpou che eiistono diverse pouibilità di Iol11zione. Primo: Franco po1rèhbe avere un succeJJO mi/i/are completo, e in questo ra10 la qun tione spagnold Ji risolverebbe Ju/ piano pre11amente militare, Questa sarebbe naluralmente la migliore d elle eventualità. Secondo: pouibililà di un compromeuo fra i due partiti spagnoli con esclusione degli eJJremi.sJi. Nella questione del divielo dei volontari, la posizione de/J'llalia e della Germania è in ogni ca.so favo.revole, O si arriva ad un divieJo, e allora da p4Yte ilaJ;ana è stato fallo, con i fo rti ffl!barchi degli ultimi giorni, .il mas;imo d egli sforzi possibili: il num ero d ei volontar"t itdliani ha raggiun to i '/uarantaq11attromila. Oppurè il divieto non viene deciJo, e allora l'Italia continuerà da parte Jua ad inviare volontari in l spagna. Nella questione Jpagnola l'Italia inu nde spinger;i fino al limite t Jlremo, JenZA però arrivare ·at pericolo di una guerra generale. Egli non crede d'altronde alla probabilità di un Jimile conflitto nell'anno 1937. Léon Blum e i suoi collaboratori lo vogliono evitare, e Ie chiedono e grida,10 << aeroplani" ed armi per la Spagna», riò fdnno 10/tanto puramente per ragioni di politica interna. Anche l'Inghilterra teme un conflitto generale, e la Rru.sia non la.scia certamente andare le rose fino oltre il limite. D'a/Jra parie la Runia non ha inviato nessun nucleo di volontari, ma solt~Jo capi e m ateriale, e ;i adatter,bbe certamente ad aaei/a,e anche una Jconfilla dei roni. Sì d eve tener presente che i/ soccorso i:U rom· da parte d ei ccmunisti Ù è intenJi ficaJo nel m omento in cui i rorsi spagnoli avwano in ogni ca.so f ermalo Frdllco ddfJanti a Madrid; nel campo d elle siniJlre l'u,nore era quindi già alqKanlo ;,,igliorato. Se la 1il11azione do· 11es.1e nuovamente peggiorare per i roui, cesserà anche l'entUJiasmo dei


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volontari che sJanno dalla loro parte e non vi sarà più nemmo dùposlo a far;i ammazzare per una rau!a perd11ta, Il ronte Ciano o!servò che l'ambasciatore d'Italia a Moua, rhe !i J~ova all11a!menle a Roma, gli aveva com11nicato che i bolscevichi si s~arebbero lentamente preparan.do ad ,ma uonfitJa dei roJSi in l!pagna e rhe eJJi sarebbero esrlu.rivamenle preoccupati di raggiungere un aecordo intemazionale del quale servirsi, verso la' propria gente, come uusa per l'imHcceuo de/Ja loro azione Jpagnola. LiJvinov cercherebbe· imomma ,ma spede di« alibi» Jotto forma di un accordo internazionale. li dure fere presente le difficoltà della situazione interna ruJJa e ripeté aJ1cora ,ma volta che la Russia non ha mai inviato /ruppe proprie in l spagna. ·EJJa -si sarebbe limitata (14 invi/are i comunisJi de/la Francùz, del Belgio e della Svizzera ad unirsi ai roui in l spagna. 11 minùtf'o Goering parlò quindi delle intenzioni de/l'Inghilterra, r-hiedendo al duce che cosa quest~ ne pensaue della possibilità che l'Jn~ ghiltem t cerchi di creare Ufì frcmte fo vùibile, ma in date drcoslanze ef fi<ace, ivi rompresa la R11ssia, contro l'Italia e la Germ@ia. A tale proposito il duce accennò alle difficoltà esislenti fra l'Inghilterra e il, Gi4ppone, approvando, di passaggio, l'opinione del ministro Goering che la Società deJJe nazioni rappresmterebbe già per l'lnghillerra una specie di im,isibile alleanza ronlro l'llalia e la Germania. Non vi sarebbe per6 motivo per preoCC'11parsi, dato che non vi è neSJuna ragione perrhé la macchina della Lega, che già per ben tre volte non ha funzionato, si metta improw isamente a funzionare alla quarta prova, Sarebbe tuttavia rontigliabile traJlare l'opinione pubblica inglese con un certo riguardo. I conurvato~i inglesi hmmo una grande paura del bolsce-· 11ismo e quesJa paura potrebbe beniu imo euere sfr1111a1a poliJicamente. Tale compito speuerebbe sopra11u110 alla Germania, visto che i comer• 11aJori inglesi sono per /'/Jalia assai difficili da convincere, dati gli awenimenti nel Mediterraneo, li minùtro Goering fece preJente i tentativi della Germania per raggiungere un ·avvicinamento con gli elementi conservatori inglesi. A tale · proposito occorre tener presenle che l'atluale Governo inglese in f ondo non è conservatore, ma addirillura orientato verso JiriiJtra. Ad ogni modo la Germania è sempre disposta a metler1i d'accordo con l'lnghi/Jerra, pur rnrando le sue buone relazioni con l'Italia. Del reJlò, eua Jrova la m a Jic11rezza sopratt111to nel forte aumentò dei suoi armamenti per Jerra1 per mare e per aria, nonché in un'autarchia economfra molto 11t1Jta, "raggiungere la quale si lavora con la maJsima energia. lt d11ce approvò pienamente queJto alimento di forze. Egli dichiarò inoltre rhe, secondo il mo modo di vedere, la pros!ima grande. sorpresa


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per l'Inghilterra sarà data dall'aumento del comunismo inglese. Ciò sarebbe una bupna lezio"ne anche per il signor Eden personalmente. li ministro Goering diJJe che il popolo semplice in Inghilterra nutre sentimenti di simpatia per la Germania. Gli ambienti conservatori si preoccupano, i vero, della forza della Germania; ma la loro più grande p,mra è il bolscevismo, e ciò non può farli effettivamente considerare come disposti in definitiva a collaborare con la Germania. Invece il « Foreign Offe.a», sia per ragioni ideali che per motivi tradizionali, inantiene una posizione a.uo/utamente ostile contro la Germania. Un ulteriore osta.rolo, inoltre, alla collaborazione anglo-tedesca consiste netid forte influenza dei mauoni e degli ebrei nelNmpero britannico. A tale proposito il duce accennò allo strello collegamento fra /'In• ghillerra e la Francia. E impossibile separare l'lnghillerra e la Francia. Nonostante tutte le discordie che si preuntano di tanto in tanto, i due Paesi hanno interessi comuni troppo forti. Anche i legami finanziari sono straordinariamente saldi. Il ministro Goering confermò la stretJa collaborazione fra il Quai d'Orsay e it « Foreign Office». I due mini!leri noti farebbero nulla senza aver preventivamente preso contatto tele/oniro. Recentemente egli avevd rifiutato a dei visitatori inglesi informazioni particolareggiate circa l'Ada· zione tedesca e le eventuali direzioni dell'espansione tedesca, con la mo· tivazione che entro venti minuti l'intero mareriale sarebbe stato, da parte del «Foreign Office», passato telefonicamen/e al {2,tiai d'Orsay. Gli inglesi doveJlero riconoscere che egli aveva ragione. Gli ambienti inglesi, che slanno vicini al « Daily Mail», inlendono adoperarsi elfeJtivamente per un'inJesa itaio-tedesco-inglese1 ma la loro influenza non è abbastanza , forte . Il duce aggiunse che non .si dovrebbe lasciar passare occasione per frenare l'amicizia anglo-france1e; simili tentativi dovrebbero però essere fatti con la massima prudenza, per non prot1ocare un effetto contrario ·a quello desiderato. Il minislro Goering approt1ò pienamente. li ministro Goering disse in seguito che iJ Piihrer sarebbe straordina..~iamente liero se il duce voleue fare una visita in Germania. Eua ver• rebbe non solo fortemente a sollolineare la poliJica comune dei due Paesi, ma darebbe al duce anche la poHibililà di conoscere di persona, con i propri occhi, la situazione in Germania. lJ duce rispose che una sua visita in Germania è nell'ambi/o delle possibilità, dato che anch'egli perJonalmenle ha desiderio di rivedere il Fiihrer e di constatare con i propri occhi lo sviluppo della Germania. li ministro Goering disse infine che, secondo il suo p11nto di vista personale e in considerazione delle salde relazioni italo-tedesche, sarebbe


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, e,tamenJe utile u iJ Governo ilaiiano eurcita1u la 111a influenza ml Governo au;triaco affinché quesJ'u/Jimo si attenesse con maggiore aderenza all'accordo de/J'll l~glio. 11 Governo au1triaro esertiJa una forte e compleldmeme inHtile pre.!Jione .mg/i ambienti nazionaliJti del Pae1e. Se il tancelliere Schus.hnigg qualifica il nazicma/Jocùtli.rmo· come il ·nemico numero uno dello Stato, ciò riJchia di provocare in APJtria reazioni interne,

la minima intromi.r.rione da parte tedesca. Sarebbe quindi comigliab_i/e che il Governo· austriaco auumesu veno questi ambienti naZio-

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nali un dlleggi,;mento conàlianJe, BiJog11a tene_r conto che il Govemo 11u.Itrùtco non è né jauiJta né· nazionahocialisla, ma clericale. 1: quindi pouibiliSJimo che euo, 1m bel giorno, ceda fortemente a/Je tendenze _di

Jiniifra che in A11s1ria ,ontinJJano a SIIJJi.Jlefe in miJura abbailanza forte, IJ GOverno au1triaC'o, data la s11a presa di f)(>Jizione sproporzionaJa conJro il naziona/JocialiJmo, mis,onos<e quindi anche ii pericolo comrmisra. Egli auenna a tulJo questo soltanto nel desiderio di fare da parie s"a il pouibile pir evitare un confliuo inrerno amtriaco, il quale po1,ebbe, per esempio, 1Jerificar1i nel caso di un ritiro di Glaise-Horstena11, oppure di 11/t,; ministri ntJZionali. QuesJe le ragioni che lo portano ad esprimere il desiderio che i'dccordo de!J' 11 luglio venga ouervato più esaltamente da parlt! del Governo aUJtria,o. Il dure rilpose che le relazioni dell'Italia con l'Austria si .basano sul principio del rilpetto della indipendenza di questo· Paese con _il dovuto rig11ardo alla 111a sensibilità. Egli è perfet!amente a ,onoscenza che il popolo austriaw, in gran parte, non nutre 1imparia per gli italiani; volendo Jentare di it1fluenzare il Governo austriaco, egli dovrebbe quindi procedere ,on molta ca11telt1 per non esporsi al pericolo di avere riJposte poco piacevoli. Dato però che il miniJJro Goering ne erprimeva il desiderio; egli cercherà di influenzare il Govert10 auJlriaco ml senso mddetto, ag• giungendo, dal canto Juo, che la piena eu,11zione deil'actordo dell'll luglio è anche nell'intereue dell'Italia, tanto più che l'accordo 11enne a 1110 tempo concluso per desiderio de/l'Italia. Egli ha perJonalment, ed ù1 modo implicito fauo presente a Schuuhnigg che, daJo il carallere tedesco dell'AusJria, sarebbe asJ11rdo fare 11na polilica 11ntitedeJCa. Una rego· lare esecuzione dell'accordo delf11 lug/;o è< d'altra parie del/a massima importanza an.che dal punto di 11is1a internazionttle. Qualsiaii n110110 conflillo tedesco-austriaco 11errebbe per esempio immediatamente sfrutJato dalla Francia, e si -parlerebbe nuovamente della << guardia al Brennero». L'/Jalia non intende far1i legare in alcun modo su queJto punto. ' Il ministro Goering ouervò che il Governo arutriaco noli gode di nemma simpa1ia nel popolo e 1i tiene ttl potere eJCl111ivammte 1Jalend0Ji di prot1vedimet1ti bmtali. Ma anche questi -prowtdimenti non gli avrebbero servito a n~1/Ja se la_Germania non si fosse aJl~nJJltJ in modo auoluto


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dall'inJer11eirire nelle questioni interne amlri"athe. Da parie Jedeua 1i 1a: ,ebbe perfino dùposti ad aiu,are ii Governo austriaco. Secondo una 111a promessa jaJta fil sottosegretario ."di Sta/o Schmidt, Goering aveva ri/eva10, · nel 1110 diuorso di Goslar, che il Governo ansJriaco non do11eva eJJere comiderato come ,.mliledesco. Lo s/eJso giorno Schmchnigg de1ignai'a il naziona/Jodali1mo come il nemico numero uno deJio SJato. In Germania si ha l'impreSJione che l'Austria venga deliberatamente tenuJa a dùposizione da forze finora non note, come und specie di bomba a mano, che al mommto opportuno dovrebbe servire per far Jaltare il fronte italo-tedesco. In Francia, in Inghilterra ed in Russia Ji sarebbe del parere che l'aaordo italo-tedesco non è pericolOJo finché esista /J possibilità di farlo 1aflt1re valendosi de/l'Auslria. Il duu rispote che un .rimi/e lentati-vo non .rarebbe pericolo101 Ùt quanto che si conoscono fin d'ord le mete di quel/e forze o.rcure che una .rtrelta collaborttZ;one italo-tedeJCa è in grado di' manovrare. BaJta far sapere ~I Governo austriaco che esso non deve in neJJun caio preuarsi a q11alsia1i JenJaJivo di rottura da parie franco-anglo -russa. Il minùtro Goering dis1e che queslo era uno dei punii rispetto ai quali eJiJJè frtt la Germania e l' !Jalia untt urla diversità di vedute, e pred1amente quanto alla valutazione delle forze operanli in AusJria. La Germania è del ptJYere che le· correnti dominanti in AusJria siano più orientale in semo internazionale di q11anto appa,entem°nJJe non si ereda da parie italiana. Dal Ja10 della Germania, egli può in ogni caso aJJicurare, e ritiene che ciò valga anche per l'Italia, che nei riguardi de/J'A1111ria n on vi saranno sorprese. JJ duce diede la JlesJa assicurazione, rilevando che la garanzia sia nella continuità dei conla!Ji Ira l'ltalitz e ltJ Germania. Il ministro Goering confermò pienamente dtJ parte JUd la 1messi1à di con/atti continui fra i d11t Pani. Egli rilevò che in sua presenza il Fìihre, ai-·eva daJo al ministro degli Affari Esteri la direttiva di rimanere contin11amenle in contaflo con il con/e Ciano e di far apparire tale collegamento anche esternamente, in un cerio qual modo come conlrappeso all'intima collaborazione franco-inglese, cosi che ognuno sappia a priori l'inutilità di pretendere dall'JJalia e dalla Germania un compor/amento diverso nei com1mi problemi politici. Il duce dichiarò che la comune politica italo-tedesca si esJende JOpraJtullo ai grandi problemi poliJid mondiali e secondariamente alle quesJioni minori, fra le quali è compresa /'Amtria. Anche qui, il continuo contatto può garantire i'uniformilà della poliJica, Janto più che i due Paesi debbono adallare la loro azione al/'inteJJante variare delle 1ituazi~ni. Egli crede ali'<< evol,tZione » nella dinamica polùica e non inlende ai10/11tamente la.rdare «mummificare » la politi'ca italiana. Mantenendo


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d11nq11e rm. C'Ontim10 coniai/o fra i due Pae1i, non sorgeramzo né sorpreu 11é ronflini, e si otJerrà invece unità e collaborazione. li mini.slro Goering auennò alla quesJione degli Ab1b11rgo, la quale, Je venùie effettivamente po11a, ronlerrebbe elementi di ma11ima sorpresa. La Germania non pol'rebbe in neurm cato tollerare la re1taurazione degli Ab.Jb11rgo in Amtria, qualunque f osse la forma (regno, reggenza, ecc.) .JOl/o la quale si tmt,me di realizzarla. Ciò significherebbe la fine del~ /'A111tria. Il ducf! ri~pose che, per ragioni slorirhe facilmente compremibi/;, la Ceua Ab1burgo non gode di nes11ma simpatia in Italia e che la re1t,wrazione degli Ab1burgo provocherebbe nel popolo italiano una pes.sima impreuione. Egli ha sempre avverlilo i dirigenti austriaci di non giocare con la resraurazione, facendo preunte i pericoli morali che l'Austria correva in q11nta queJJione. Anche con il capo dei legiJ1imis1i, conte Wiesner, egli si era espruso molto esplidJamente in Ja/e umo. // ministro Goering rilevò che gli Ab.sburgo saranno sempre t1nlitalia11i e che in un loro riiorno in Au1tria, logicamente, essi Jenttrebbero di riprendersi i lerritor1 già appartenuJi al vecchio impero amlro-tmgarico, Il duce rispose e11ere perfellamenle conscio che, nel ca.ro di una loro re.s/amazione, gli Ab1burgo dovrebbero, allo uopo di far apparire minori le diffico/Jà interne, dapprima cercare un nemico e1terno; e prevedibilmente I'« uomo nero» preJCe/Jo in q11e1to caso dagli Absburgo sarebbe l'/Jalia. Egli ha d'a/Jronde srrillo un articolo contro Ollo di Absburgo e p11ò auicurare che tulle le notizie riguardami progeUi di maJrimonio fra Ouo e la principessa Maria sono completamente prive di fondamento. LA prindpeua Maria ebbe d'altronde a pregarlo per.sonalmente di smenJire con energia. Con alcune parole di commiato del duce e rinnovati ringraziamenti da parte del minislro Goering per la gentile accoglienza in. Italia, il co/. loquio ha avuto termine,

COLLOQUÌO CON IL CANCELLIERE SCHUSCHNIGG * li cancelliere Schuuhnigg comincia il suo dire affermando che ogni cambiamento nelle me Unu di politica estera, cambiamenJo cui in questi Nltimi Jempi è stato faJto più volle cenno, è senz'altro da eul11dersi. • A Venezia, a palazzo Corner, il pomeriggio del 22 aprile 1937, Mussolini riceve, a!!a presenza del ministro Galeazzo Ciano, il cancelliere federale austriaco Kurt von Schuschnigg, e ha con lui il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'E11,opa f!tno la cat.ut,o/e, pagg. 16~-174).


AGGIUNTE: SCRITTI E OISCOllSI

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L4 politica austriaca rimane orientala sui protocolli di Roma e, per quanto è pouibile, su/J'arcordo dell' 11 luglio. Sta di fatto che le relazioni con la Germania wno oggi correi/e, ma bisogna dhtin"guere le re/azioni col Governo da quelle col Partito, che cerca attivamente nella sua propa. ganda e nella 111a azione di o/Jrepa11are i limiti de/l'accordo del/' 11 luglio. Anche la 1tampa, per la quale si era ri1pettata un'utile tregua, ha in que1ti ultimi giorni riprero i suoi attacchi per futili moti1Ji e con una violenza unza precedenti. Ciò rende difficile iJ lavoro dei cance/iiere, direi/o a polarizzare la collaborazione con la Germania, daJo che gli elemenli radicali del_ Fronte nazionale prendona lo sprmto da tali polemiche per rimprove· rare 11! c1111cel/iere il 1110 riavvicinamento con Berlino. Sarebbe neceJ1ario che la Germania campi11e in questo momento un ge1to di 1impatia ver10 l'Au1tria, gesto che è 1/ato alle10 dtJ molto tempo. L'ambiente che fino ad ora 1i è mostrato pirì malleabile· è quello dei militari. Tra le due Forze Armate della Repubblica federale e del Reich 1i sono 1tabiliti ,apporli di cordialità, ma il Pa,lito continua invece nella 111a politica di propaganda intemiva, che assai 1pe110 prmde un sapore antitaliano. Nono1tante ciò, il ,anceliiere ha /'intenzione di continuare a 1volgere una politica di collaborazione e di pace con la Germania e a tal fine 1i impegna di 11pplicare integralmente l'auordo dell'll lrtgJio. Riferi.rce le voci che 1i 10110 1paru a Vienna relativamente al viaggio in Italia del principe di Rohan e afferma che in uguito a tali voci le trallative che erano in corso con gli ambienti nazional1ociitlhti hanno 1ubfto 1m Jempo di a"e1Jo. Il duce mene in chiaro quanto è 1tato fallo da Rohan a Roma, e particolarmente che egli non lo ha neppure ricevulo, limitandosi a leggere il promemoria la.sciato al ministro degli Esteri dal Rohan 1Jeiso. Gli emigrati austriaci hanno ancora in Germania il pe,meno di JVOI• gere una 101tariziale aJtività [continua Schu1chnigg] . li loro numero è ancora altissimo e si calcola che vadano da dieci a ventimila. T11no ciò -preme110, il cancelliere afferma che non· c'è nemma pouibilità che /'Au1tria autoritaria po.JJa orientttrsi 111li'a1se ultrademocratico Parigi-Praga. Ciò comporterebbe ,m necewtrio cambiamento di polilica interna, che è da escl11der1i. Si è molto parlato in que1Ji ultimi giorni dei rapporti tra l'Austria e la Cecoslovacchia. In realtà i due Pae1i hanno un comune intere1u 1 ed è quello di non venire attaccati dalla Germania. B evidente che un t1llacco Jede1co alla Ceco1lovacchit1, determinante un 1emiaccerchiamento della Repubblica a~striaca, Jttrebhe letale ttnche per que1t'ultimt1. Cionono.rtanJe neJJun accordo di cara/Jere po/irico e1iJte né è pre1Jùto tra i due Pae1i. H odza, nella 111a ultima vi1ila a Vienna, fece il punto della politica cecoslovaua nel seguente modo: ·oggi, neuun· patto militare con la Runia,'


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1111a Jende!1za a migliorare le relazioni (On la Polonia; impoJJibililà di met1er1i d'accordo e.on /'Ungheria,· coslanle pressione tedeJCa. Praga i11 queste condizioffi non può rimanere Ì!o/ata,' qualora ogni altro legame veniue a mancare, la Cecoslovaahia do11rebbe ge1tar1i in brar<io alla Runia. Ma ciò si può ancora evitare c:on altre amicizie: quella Joprà tutte preferita sarebbe l'amicizia con /'Italia: Per quanto concerne poi il dibafluto problema della resta11razione1

il cancelliere dice che egli ha dato prova in tutta la ;ua politica di non amare i colpi di tesla. Data la ·,iJuazione attuale internazionale ed inlema, si rende ben conto che il problema non è attnale. Anche um Neuralh, durante /11 111a recente viJìta a Vienna, il cancelliere Ji eJpreue in lai Jemo, Quindi nemma JorpreJa Ji verificherà praticamente in tale direzione, ma, in linea di principio, egli non può rinun,iMB tJi/a reJtaura- . zione. Conferma ,he iJ problema è di ,at'attere interno e ,he egli non ha mai pemato a chiedere / 1inter11enfo italiano. In reahà, in qlie!li 11flimi tempi, nulla Ji era verifi,ato in Armria ,he giu1tifica1se tulle le campagne di stampa e le polemiche che Jono 1orJe sul problema della reJlaJtrazione. Ciò prova ,he i suoi aVtJersari si Jono valsi ,di tali argomenti per creare a lui delle difficoltà, dato che nella lolla ,he il Fronu patriottico condure conJro la propaganda nazista, la collaborazione apportata dai monarchici deve euere comiderata 11Jiliuima ed indispentabile. li cancelliere informa che Neurath ha fatto opposizioni specifiche contro gli Abshurgo e contro i Wittelsbach; accetterebbe, Je del caro, i Liechtemtein. La ,-agione per la q11ale Neurath ha dichiarato che la Germania oJteggia la re1tat1razione è Jla/a quella del pericolo rappre1en/ato da/l' allrazione che una monarc~ia in Austria eurciterebbe 1ui tedeschi del 1ud. Concludendo, ;J canceiliere tiene a far 1apere che egli ricerca e ricercherà _l'amicizia con la Germania, daJo che neuun conh"a110 dovrebbe neceuariamen/e uparare questi due Pani. Le grandi linee della politica ,fei d11e Stati 1ono e neceuariamtnle debbono e11ere_identiche, pur maufenendosi quelle differenziazioni determinate dalla religione, dalla cullnra e dallo 1te110 1pirito nazionale _au1lriaro. Ld pregiudiziale della indipendenza deve esffre coniiderata 101/anziale oggi. Se poi i t edeschi intendono parlare di X< A mchluu », proiellato in un futuro indeterminalo, egli non fa obiezioni..Ma Jla di fat to rhe la generazione alluale vuole conservare l'indipendenza del Pat1e, la (11i perdila potrebbe rappretentare un danno per la J/eJJa Germania e per la ,u/Jura teduca. In que1to 1/aJo di cou egli 1i a11g11ra che, come non ha mai dubitato, la linea politica dell'Italia n ei confronti delJ'Au1tria no11 1ia 1/ala né sia per euere modificata.· In q11t1ti 11/timi tempi .1i è 1peno ripetuto rhe l'Italia avrebbe pre10 ,m nuo,,o orìèntamento, Ciò ha Por/alo in A,111,;a un nertJOJiJmo che sarebbe bene eliminare 111bito, pmva~do in11ece "Che l'Italia 1i mantiene tulle vec-


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chie posizioni, dato che nienJe ne/lii politicd e nella situ.uione aamiaca potrebbe suggerire 1,uo11i orientamenti. li d11Ce rùponde al cancelliere che1 in occasione dell'ulzimo colloquio av11Jo ron GMring, ebbe a confermargli che il nos1ro·aueggiamm10 nei confronti del problema ausJriaro era immutaio, ba1andosi, come sempre, sulla necessità deU'indipendenza dell'Austria. Goering ·diue che la quesJionede/1'« Ansrhluu » non era posta sul 1appe10, 111a che doveiia far rilevare come l'AusJria si portasse male nei ronfronti del Reich, applicando imufficenJemenle e_ con molte rùerve mentali /'accordo delJ' 11 luglio. Egli stesso, passando in Au1lria, qveva do1111to viaggiare con le corline abbassate e la popolazione nnisla era stata tenuta lontana dalle stazioni per impedirle di manife1lare veno di lui, Goering aveva riaffermato che la Germ,uu·a non poteva diJintere11a,1i della 1orte di .sette milioni di puri tedeschi, cosi come non poteva diJintereSJar1i, sia pure in certi caJi, soltanto per la loro vita spirit11ale e cu/J11rale, di tutti gli altri nuclei tedeJChi esistenti in Europa. Ma ciò era stato ricono1ciu10 legittimo anche da parte nostra e dallo ste110 Governo di Schuuhnigg, il quale affermava, t ome tnlli i precedenti Governi auJtriaci, che Vienn,;;1 non poteva condurre la sua politica senza Berlino e meno ancora contro Berlino. Però impor· lava riaffermare che il problema deJ/'« Amchluu >> non bhognaiia porlo ade1so e che invece si doveva metJere l'accento sull'indipendenza e Jllll'integrità au1triaca. li duce, parlando del problema della re1ta11razione, dichiara che JU di eJJO 1i era erpnmo giudicandolo inal/uabile fin dai tempi in cui l'aveva diJcuJJO con il cancelliere Dollfuss e con il generale GOmb01. Riafferma la 1ua fede nel sistema monarchico, ma dice anche che la restaurazione in A1ntria preJupporrebbe un clima internazionale che oggi non esiste e rapprnenterebbe un gr11ve pericolo di perturbazioni. L'alleggiamenlo aJ· !unto dai « Giornale d'Italia» qualche tempo fa circa tale problema fu determinalo da/l'a/Jernativa che ci era sldta po1ta dalla stampa francobrilannùa: l'Italia deve scegliere: o J'« Amchiu11 » o la re1taurazid11e. Tale manovra era evidentemente 1uggerita dal desiderio di provocare un mio Ira RÒma e Berlino e di rendere difficili le trattative allora in corso con ·,a· f,1goslavia, la quale è sia/a e 1i mantiene 01Jile alla re11aurazione, particolarmente per il rifle1so che fa monarchia avrebbe in Croazia, Allorche ii« Giornale d'Italia» esclu1e che ii Governo fascista favo,ine Ja reitarmu.ione absburgica, la speculazione internazionale continua affnmando che dunque a Roma si voleva/'« Amchlnu ». Cia J fa/10. L'altnnativa non eJÌJle. NeJSuna delle dite 1ol11zioni è urgente: i'AIUlria può continuare a vivere1 come ha viuulo finora col suo regime f"ederale, riurvando1i di vedere nell'avvenire, che deve eiser ancor d,cifrato, quali nuovi elementi po!.!_ano entrare a far parte del gioco.


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La .sit11azione in Europa ì oggi caratterizuta daJ/4 eIÙtenz,1 pr.1/Ùa di due blouhi che automa1iramenle si sono venuti a formttre su ima bd1e ideologica, e la cui dilferenUazione è Jtata accelerata e accenluala dagli awenimenli in Spagna. Non si può nascondere che oggi il pericolo bolscevico esiste e che esso divenlerebbe ben più grave u il Comintern riuJCiue vitJorioJo nel conflillo spagnolo. In q11e1ta even111alità non ~è

dubbio che la Francia 1i orienterebbe anche più marcatamente verJo sinistra, e ciò determinerebbe certamente una revùione della politica brilannica, daJo che Jtoricamente a Londra si è sempre osteggiato ogni movimento apertamente -,i11oluzionario nella vicina Francia. Per precùare, le ragioni che rendono solido _l'Asse Roma-Berlino sono di due ordini. La prima di politica ettera, in q11ant.o /'llalia deve assienrani una ;olida po,izione conlinentale per poter continuare a fro nleggiare nel Mediterraneo la non troppo di11imulata os1ili1à britannica, Il « GenJ/em'en's agretment », firmato in gennaio, è valso a dar~ so/Janto nna breve pausa di calma nei rapporti tra Roma e Londra, ma ben pref/o la 1ituazione è tornata ad e11ere dura ed i du~ Pt1r1i hanno daJo prova di continuare a nutrire reciprocamenle so1pe1ti e diffidenze. L'altra ragione è determinala dalla 10/idarietà dei regimi autoritari. E manife,to che tra il fascùmo e ;J nazùmo 11i 1ono delle differenze JOJ/anziali, Noi siamo cattolici, fieri e rùpet1osi della no1tra religione. Non amme/liamo le teorie razzùJe, sqpraltutto nelle loro conreguenze gi11ridiche. Anche in economia 1eg11iamo dei ;i,Jemi diver,i. Ma è po,itivo che i due regimi si lro11ano a dover fronJeggiare gli 1te1si nemici1 dato che il blocco delle democrdZie, la cni attiva e1ùtenza 1i rivela 1empre più paleumente, cerca di isolare i due Pae;i per poterci infine eliminare, Tutta la ,peculazione di Jlampa s!ll recente caso Degrelle, che non andava al di là di una lolld elenorale, prova fome in · og11i modo le democrazie vogliono /imil4re l'area dei PaeJi a regime autoritario. Nel mancalo 111cces10 di Degrelle si è voluto identificare rma sconfina d el fa1cismo e del naziJmo. E evidente fhe quanlo piiì 1i lmterà di iJolarci, tanto più I due Paesi 1i ;erreranno in una comune poliJica ideologica e nazionale. In Ja/e Jlatr, di core la separazione di Roma e di Berlino sarebbe graviJ1ima per ambo i Pae,i, in q11anto la coalizione demomJJica atJrebbe una ben più facile pa,Hta. Ma ecco che qui ti pre1enta1 nel 1110 pieno valore, il problema autlri.uo. Si penta spe110 che l'A111lria debhtt rappreJenlare il punlo di frizione nei rapporti italo-tedeuhi e perciò la 1peenlazio11e internazionale cerca di lavorare e creare delle difficollà. L4 politica uguita dalJ'Au11t-id finora ha dato dei buoni riJultati; fjflÙtdi ti deve continuare a batJere la J/eua 1tradtt.·A Vienna, pur pre• mellendo di euere uno Stato Jedeuo, bisogna affermare che e1ùtono le


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differenze 101/anz;al; determinate dalla religione, dalia cuitur.:t, da una diveria visione d el mondo e che i rapporti di amicizia con la Germania saranno rni migliori dalla indipendenu naz;o11afe a111Jriaca." E Jiuome anche nel Refrh vi 1ono delle forti correnti tede;che ehe deiiderano rma « détente » cort J'A111tria, biJogna appoggiarsi JII di es1e e comolidarle.

Le migliorale relazioni tra gli ambienti militari sono certamente significative e promeJ/enti, BiJogna lavorare alfivammle in tale direzione, Per quanro concerne la Francia, il duce ha detto che f noslri rapporti pouono venir iintelizzali nella 1eg11ente formrda: più la Francia va a 1i11istra e più eua si allontana da noi. La 1ituazione è strana, dato rhe

q11eJJioni aperte fra i due Pani non esislono; ma invee-e si mantiene ugualmenle uno stato d'animo di ;orda ed itritante ostilità. Noi ci rendiamo conio che la Francia sia molto e111speral~ dalla esistenza del/' Asu Roma·Berlino. Se risaliamo coi pemià o ai tempi delJa guerra vedremo quale importanza possa a'l!ere ,,,/ gioco fr,:mcese l'inteJa italo-tedeua. F11 soltanto per l'aueggiamento benevolo iJaliano che l'avanzala ledtJ(a ti arrestò sulla re1ùtenza franau. Non c'è dubbio che anche adeJIO il 10/o pemiero che domina Jo 1pirito francese è quello della 1icurezza Jul Reno. T aie sicurezza appare incerta, se l'Italia è legala afla Germania. Comunque non è da ritenere che la Germania si prepari ad a/laccare la Francia. I tedeschi non vantano rivendicazioni territoriali in qtteila direzione e sanno bene che per JUperare la linea di difeta francese bisognerebbe sacrificare milioni e milioni di uomini. Bi1ogna invece pemare che il dinamismo Jedeuo si rivolge tulto verto e1t. Un'allra pedina che il Governo austriaco non deve lrasc11rare nel 1110 gioco del mantenimento della indipendenza nazionale, è quella rappreientala dalle buone relazioni esiJtenJi tra Budape1t e Berlino. Per /toppe ragioni iJ Governo magiaro deve con1iderarsi roinleressaJo all'eJÌJlenza Jell'A111tria,· quindi Jarebbe il CaJO di far diuretamente pe1are l'influenza magiara lftl Governo del Refrh. 1: vero che in q11e1ti ultimi tempi i rappo,ti Ira Budape1t e il Reich si 1ono un po' raffreddati in uguilo alla forte propaganda nazista1 sviluppala particolarmente tra i nudei tedeHhi residenti in Ungheria, ma comunque si deve comiderare che le relazioni Ira i d11e Pae1i' 10110 molto 1trelle e che la linea di condotta magiara di fronJe a/J'event11alità dell'« Anuhluss » .verrà vagliata e tenuta in giusta con1iderazione dai dirigenti tedeuhi. Esponendo infine le linee e gli scopi del reèente accordo di Belgrado, il d11ce rifà una rdpida 1/oria delle alterne vicende attra11er10 Je quali sono PaJJate in quetli 1d1;,ni anni le nos/re relazioni con la ]ugo1la11ia. Bisogna comunque comiderare il patio di Belgrado, oltre che suggerilo dalla opportunilà di avere cordiali relazioni di amicizia con un Paese di frontiera, anche in frmzione dei/a nostra 1ituazione strategica ne( Me.


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dilerraneo. L'importanza polilfra della / ugoilavia è evidente, e lii/ti rirordemo ,o'me una de/te principali preouupazioni britannirhe, allorrhé Ji delerminò la tensione dei noJlri ,apporli con Londra, fu qNella di raggn1ppare in un solo 1iJJema di accordi antilaliani la Turchia1 la Jugo-

;lavia e la Grecia. B vero che, ceuale le sanzioni, gli auordi /1110110 Jj. rhùtrati decaduti, m<'J comunque ci è piJmJ di 1ingolare uJilità determinare rma m,or,a situazione a noi favore&1oie. Tra l'Italia e la Jugo1/avia non e1i11ono delle queitioni aperte, anzi gli interessi economici feuilmente adatJabili agli JCambi e complemenlari fr4 loro suggeriJcono e fad/iJ,tno ,ma 11aflm1/e intesa, Anche per quanto concerne l'Albania abbiamo po1uto metterci d'ac· tordo: tale queJtione, the in un cerio momento aveva auunlo 1m'importa11za del Jtllto precipua nelle relazioni iJa/o-jugoJlave, adeuo è Jla/a rùo/Ja ton piena soddisfazione. L'ind;pendenza albanese, garantùa finora 'Joilanlo da/l'Italia, è o'ggi i1111ete assiturata da Roma e da Belgrado. Per tale ragione anche in Albania l'accordo i Jlato consideralo favorevolmente. Non biJogna infine dimenticare che la /ugoJlavia ha conc/JiJo un co"sì profondo ed impor/ante pauo politico al di fuori della Socùtà delle nazioni, Per q11anlo _concerne infine le relazioni Ira l'accordo di Belgrado e i protocolli di Roma, il duce ritiene che Ira qualche tempo Ji polrà eventualmente far aderire la fugoJ/avia agii accordi ital.o-auslro-ungheresi. RiaJJttmendo infine la conversazione, il duce conclude dicendo che l'Italia conferma la sua politi!4 direi/a a mantenere l'indipendenza e /'integrità amtriaca, Jincronizzandola e ·armonizzandola con la polilica del/' AJJe Roma-Berlino,

COLLOQUIO CON IL MINISTRO VON NEURATH • Spagna. - Ii barone 110n NeuraJh informa che il Fiihrer ha deriso di invùtre i quaranta pezzi anJicarro rùhiesti per le truppe iJa/iane, Il duce ringrazia per la comunicazione e fa alcune ouervazioni circa la lenla condotla delle operazioni da parie di Franco. Sarebbe suo intendfmmlo di continuare ad aiuJare il generale Franco fino alla fine di maggio,' poi, qualora niente di n11ovo Ji fosse manifeJtato, mettergli questa alternativa: o andare avaf1Ji rapidamente, oppure ritirare le 1ruppe italiane, • A Roma, nella sala del Mappamondo di palazzo Venezia, là mattina ·del 3 massio 1937, Mussolini riceve, alla presenza del ministro Galeano Ciano, il buone Konstantin von Ncurath, ministro dc.Sii Affari Esteri del Rcich, e ha con lui il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'B11ropa tJerto lll ,a1i:is1rof, , pagg. l7H78).


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PerJa1llo il d11('t propone che ai primi di gù,gno abbia luogo a Roma, pre110 ·di lui, ,ma riunione cui parJecipino a,uhe i rappreuntanti a11torizzati del. Fiihrer, per e1aminare la 1it11azione e decidere il da farsi. Il barone 110n Neurath concorda e auelta tale propo1ta. Locarno. - Il barone 110n Ne11raJh melle in evidenza la tendenza brilanni<a di uparare la Germania dall'Italia nei/a questione di Locarno, so11ituendo a q11e//o che era il vecchio Patio una urie di patti bi/aJerali, da cui l'Italia rimarrebbe automati<amenle escluta. Au1tria. - li barone von NeuraJh comrmica che il Fiihrer intende mantenere .:all.:a ba.,e della 111a polilica nei riguardi de/Ì'A111tria ii Patio del/I 11 l11glio. Da p,1r/e tede1c<1, pur porta11do1i il più a/temo intere1u alla q11e11;one, no11 la 1i comidera dr:t1/a, Si fa perd- una eaezione: que/111 della re11a11razione ab1b11rgica1 che compor/erebbe una immediata reviJione della polilica germanica. Il duce espone d 11011 Ne11rath i riJultati del reunte convegno di Ve• ,u zia, che ;i po11ono rapidamente coJÌ ria11umere: Auslria Stato tedeuo ('he no,i può svolgere newma polilica co11/ro la Germanid. Nn111na politica de/J'Amtria ve,10 Prag,1, (be determinerebbe una immiJJione dell'Au;Jtia nel iiJtema delle democrazie, facendo 11:ltare i protocolli di Roma. Re1ta11razione considerata permanentemente- inattuale, pur non potendo Schuuhnigg fdf·e dichiarazioni di principio in tal ;emo, dato il caraflere interno della q11e1tione. li duce diu a von Nemath che in fondo gli a111triad non deJiderano altro che di vivere all'ombra della grande Germania, pur mantenendo la loro indipendenza, e fa pretenle l'opporlunfrà che ad eui venga con· ceuo un lrauamento analogo a quello che la Germania ha fatto ai po/a(• chi, coi tp1t1li un « modu1 vivendi» 1i è lrov<1to, 1ia i,ure aJlravtrIO un matrimonio. che è di p111a. convenienzd. Per quanlo (omern, la collaborazione dei nazisti al Governo di S('hUJ(hnigg, il d11(e dice di avere (OnJigliato a Schuubnigg di prendere una rappre;en/4nza dei partiti nazionali. Fa però rilevare come debba eiiJtere una differenza di ;islemi tra I' Au1tria e la Germania, poiché Ja· rebbe impo11ibile aJJumere in Armria degli alleggiamenti antùatJo/ici o lroppo mar('d/amente anlisemili. Rapporti (On la Chiesa. - Il barone von Neurath, dopo avere rias. mnto le vicende che hanno condotto all'acuto staio di tensione tra la San/4 Sede e la Germania, dite che è intendimento del Governo tede1co di arrivare dd una 1iJtemazione con la Santa Sede 111 ba1i analoghe a 'iueJle che permiuro l'inte;a fra la San/a Sede·e l'Italia. Il duce ('Onrorda e comiglia di Agire in tal 1en10, raggiungere cioè rma inleJa cosJ conapita: la poliJica è riJervata IÌ/lo Sia/o, la religione i 1ùervata ,11/a Chit1a. 8.-xx;,:v.


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Jnghi/Jerra, - li barone von NeuraJh dire ,be I.i politica jnglese 1i rivela ·ormai umpre più ,hiara: ,olpire prima l'Italia e poi la Germania, o mag<1ri i d11e Pae1i imieme, L'im~Jlenza britannica per la JtipuldZione di paJJi ,olleltivi ha lo scopo di legare le mani a due Sta/i a11torilar1. lA Germania non è dùpo;ta ad accedere alle propo1Je di palli ,ollettivi. Jt d1ue conferma anche da parlfl italiana idmJica linea di condotta. Romania. - It barone 110n Neuralh dice che anche la Germania con1idera ade110 opportuno a/trarre n el JÙJema deli' Aue Roma.Berlino anche la Romania, Fa pre1enle però le difficoltà ,he sorgono da parte un-

ghereu . Il duce dichiara che drt parie sua non è dùpo1to a fare niente con i romeni se gli unghere1i non danno prima il loro « plarel ». Anrhe il barone von Neurath è d'auordo e si rim~ne d'intesa in q11eJlo senso. Dopo un~ breve conversazione, nella quale Ji esaminano particolaY. mente le condizioni interne della R11uia e le relazioni fra la Germ4nia, l'Italia e il Giappone, il rolloquio ha le'rmine.

PRIMO COLLOQUIO CON L'AMBASCIATORE VON R!BBENTROP * Ribbentrop, dopo aver porldto al dure i 1al111i perJOnali del Fiihrer, ha narr4Jo la genni del Palto tra la Germania e il Giappone. Ha detto come egli abbia voluto ronoJcere, attraverso la sua mi11ione a Londra, fino a {jual ptmlo l'Inghilterra sarebbe staia disposta ad alldare incontro ai desideri della Germ,mia ed a riconoscerne gli interessi t i1ali. · Oggi deve franramente ammellere rhe la J11a mi11ione è anddta perduta. A nche a/rune recenli m,mifntai ioni britanniche, quali il voto del Partilo ConservaJore contro la cessione di colonie alla Germania, hanno provalo la non conciliabilità di interes1i dei due Paesi. In un certo momento aveva anche pensato di dllrarre l'Inghilteffa nell'orbita dei Paesi anticomunisti, Ciò non è staio pos1ibile, dato che in Inghilterra il pericolo comu11ista non è senlito né compreso nel m o pieno valore. Ha quindi e1po1Jo le ,a. gioni che militano a favore di una tra1formaziont dei Patio nippo-germanico in un Patto tripartito mediante l'adesione deli'/Jalia. 1

' A Roma, ndfa sala del Mappamondo di palano Vene:zia, il pomerigRiO del

22 ottobre 1937, Mussolini riceve', alla prcscnu. del ministro Galcauo Ciano, l'am~sdatore straordinario e plenipotenziario del Reich in missione spedile Joachim von Ribbentrop, cot quale ha il colloquio qui riportato in riassunto. (Da DENrop,, 11erio /4 t 11f1Utrofe, pagg. 216-217).


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Il ~il1Ce ha detJo che pe, pttrle JJJa era di!po;to e lieto di accettare la propo;/a tedeua, Ha anche aggiun10 come, in un primo momenlo, sa• rebbe stato ;uo de;iderio di completare tale Patto anticomunista con una clauwla politica di neutralità e consulrazione. Si rende11a però conto che non conveniva insiJtere adesso col Giappone, anche per non dare l'impres• sione che volevamo profittare della situazione particolarissima in cui la/e Paese 1i trova a cama del c_onfiitJo con la Cina, per eslorcergli alcune Jpeciali condizioni, Von Ribbentrop ha approvalo Jale deci.sione del duce, ripelendo quanto aveva già deJto a me [Ciano} circa gli imm.1ncabili sviluppi di un Patio quale quello che ci apprestiamo a con&ludere, Q11ando cominciarono le JraJtative fra la Gernumia ed il Giappone fu delto che si trattava di coJtruire un· piuolo ponte _in legno per poter fare poi il grande e definitivo ponte di ferro Ira i due PaeJi. T aie formula può enere an· cora tJlilmente ripetuta. Per quanto concerne la firma, è J/aJo deciso che essa .avrà luogo nei pro11imi giorni, probabilmente a M onaco, dalo che Ribbentrop, per la 111a po;izione di ambaJciatore a Londra, non potrebbe firmare un Patio del genere in llalia. In linea di manima è stato deciso che verrà pubb/j. cato il te;to integrale del prolocollo. St1 quesle due ultime queJlioni von Ribbentrop si è però riservala /'approvazione del FNbrer.

SECONDO COLLOQUIO CON L'AMBASCIATORE VON RIBBENTROP • /J d11ce, dopo avere rilevato la grande importanza del Patto a tre anticomuniJta concl,no in mattinata, ha affermato che, a suo avviso, euo CO· JtiJuiJce il primo fondamentale gesto che condurrà ad un'intesa ben piiì stretta di ordine politico e militare tra le Ire potenze. N el frattempo, poiché ormai riamo cosi strettamente int ereJsati alle vicende dell'EJtremo Oriente, convi ene esaminare con attenzione q11an10 si sta svolgendo colà. DaJo che la conferenza di BruxelleJ è dertinata a 1icmo in~uccesso, il duce 1i domanda Je non sarebbe conveniente per la Germania e per noi di e;aminare la possibiliJ4 di una no;tra media?ione per porre. fine al conflillo. Una pacificazione de/J'EJ1remo Oriente è utile ai fini di man• A Roma, nella sala del Mappamoodo di palazzo Venezia, il pomeriggio del 6 novembre 1937, Mussolini riceve ancora, sempre alla presenza del ministro Galeatzo Cfano, J"ambasd atore Joachim von R.ibbentrop, e ha con lui il colloquio q ui riportato in riassunto. (Da. L'Europa i11r so la <t1tutrofe, pagg. 218-224).


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tenere imegra la forza militare giapponese per tm'evenJJJale fJJt11ra azione an1ir11uà. D'a/rra parie ciò deve /ornare grddùo anr:he alla Cina, la q11a/e, d opo tlt'er oppouo delle resiJJenzt, reu poJJibili dal periodo ,aratleriz. zalo « dalla crisi di sbarr:o ,, delle forze giapponesi, non ha alcuna fa· Ribbenlrop dice di es.sere d'accordo col duce sulia oppor/unità di una pacificazione in Estremo Oriente. In rm colloq11io da lui recenlemenle avuto col rappreunt,mte del principe Kanin, ctJpo di Staio .Maggiore giapponese, e che prati.amen/e è l'uomo che ha impòslo quesle operazfoni militari contro il volere del mini1lero degli Affari Esteri, anglo. ftJo e liberale, ha sap11to che anche J'eurcito de1idera finire al pùì prnlo le operazioni, però dopo enere arrivalo a battere in forma definitiva le fo rze cinni. La pace col Governo di Chiang Kai-Shek è imponibile. Bi1og11a quindi che a Nmuhino Ji JlabiliJca un nuovo Governo. A nche presso l'ambasciata tedeua in Giappone .so_no sttJJi compiuti pa11i dire/li ad olfenere ima eventuale mediazione. M a di 'l,flt! IÌ paui io Staio Maggiore giapponese era compielamente aiJ'ouuro. /J Fiihrer sarebbe favo· revoie alla mediazione, la quale d ovrebbe ba1a11i .su due eiemenli: l'ade.1ione della Cina al Palto triparti/o anticomu11iJJa e l'impegno del Giappone a rùpettare tutti gli imereui Jtranieri in Jerrilorio dneu. Il d11ce concorda su tale punro di vista e dice che evenJuali trallative in tale 1en10 dovranno e11ere con_dotte nel più as.sol11to ugreto, 1alvo t1 rendere pubb!ira la mediazione una volta conseguito lo scopo. Qua/sia1i indiurezione 1arebbe pregiudizievole, Ciano fa pre1ente che Jra giorni giungerà a Roma il ministro della Propaganda cineu, Chen Kung-Po, uomo molto influente negli ambienti d el « K11omintang », apparlermue alla fazione nettamente oJtile a Chiang Kai-Shek ed amico di Wang Ching-lVei. Eve11/11alme,1Je il ;ignor Chm Krmg·Po potrebbe venire presentato e potremmo J1alerd di l,,i per conver1azioni' confidenziali. · li d11ce e Ribbentrop aderiscono. · Si pana quindi a parlare delle ripercuuioni che il Patto anticom1111Ùla avrà ntgli altri Stati, Ribbentrop ritiene che la reazione inglese sarà pùì viva di quanto non sia previsto, dato che q11eslo Pallo 1arà gifldfrato l'alleanza d elle nazioni aggreJiive contro i Paesi soddi1/at1i, L'Inghilterra moltiflicherà i Juoi sforzi per avvicinarli all'America. Ma ciò probabilmente sarebbe t1vven11to anche 1enza /' A.ccordo tripartii o. Il d11cr concorda 11el ritmere che i cattivi umori tJmericani Jaranno esa1perati da un'intnd col Giappone, che è considerato, senza ragioni evidenti, il nemico /radiziontJle e polenziale degli Stati Unili. Com1111q11e 1111che q11e1Ja volta gli americani non faranno nienle. Q11ando f11 sop- .

. <0/tà di arrestare l'avanzata nip ponica.


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preua la mauoneria, Ji. mi11a((iarono violente reazioni. Esse sono invece 101almt nte mancate. Così rome manrano ttdesso, m Mtre noi Jtiamo con·Jurendo una rampagmt antiJemila auai dedft1 e .tempre piP inttnJa, g11idata da un uomo abba;tanza popolare in llalia, /'on. Farinacri, e rhe già ha in R oma dut ·organì di st.:1mptJ, il« T evere» ed il « Quddrivio », e molti aderenli, Jpedalmen/e nel mondo universitario. Le mindcr:e amerfrane Jono Jempre incomiJtemi: Jembrano montagne e sono vesciche. Si pana quindi a dùc11tere la situazioni! Jpagnoftt. Il duce riassume l'tJlluale staio deJJ,-noJlre forze e dichiartt rhe, ialv0 imprevedibili novità, non manderà più uomini in Spagna, dato che Franco non ne ha bisogno, avendo reren/emenle congedato la ciane del 1908. li nostro Corpo 1Jolontario verrà anrora impiegato in Aragona nella pro.tsima battaglia, che potrà euere detùiva. Dopo di rhe, noi siamo diJposti a rominciare l'evaruazione delle forze di fanteria, lasciando in:;ece in Spagna gli sperialisti del genio, delle artiglierie, di rarri arl7lati e l'Aviazione. Ormai Franco ha la vifloria in pugno e dovrebbe ronuguirla rapidamente, anche perché da notizie prtd se e da molti indizi risN/J4 rhe i rossi sono demoralizzati e la resiJtenza ne/J'inrerno deJ/a Spagna bolffevica è ridotta ai minimo. Se però un fallo nuovo dovesse ancora minacriare le po1izioni di Franco .e u ·;1 conuguimento della villoria richiedesu Pno ;forzo ulleriore, il duce è di!posto a farlo, sia pure mediante l'invio di nuove forze regolari. Intanto concorriamo efficacemente aJ blocco navale, avendo ad1Jto a Franco sei sotto_marini e q11atlro navi di superficie. AdeJJo merita attenzione J'atteggi11mento dell'Inghilterra nei ron· fronti di Franro. Non vi è dubbio che Londrd si è auorta di avere giocati) Jul r11vallo perdente e rerra ddeuo di rompiere una rapida conversione verso la Spagna ,u1ziondle. L'ltalid e la Germania debbono essere estremamente guardinghe, perché il problema si presenta per noi di particolare interesse sotto un duplice aspetto : finanziario e politico. In primo illogo abbiamo .1peso in Spagna circa qua/lro miliardi e mezzo. Le spese Jedesche, ucondo quanto ha dello Goering, Ji avvicinano ai tre miliardi e mezzo di lire. Vogliamo e dobbiamo eJJere pdgati. Ma vi è anrhe e soprallullo 11n aspeuo polilico. Vogliamo rhe la Spagna nazionale, salvata in virtù degli aiuti di ogni nattira italiani e· tedeuhi, rimanga streJtamente legata al nostro gioco. D'altra parte anche J'a;peuo finanziario del problema è legalo a qu_ello politico: soltanto se lt:t Spagna rimarrà nel nostro sistema, potremo rotltare su un completo indennizzo. Bisogna quindi rhe Romt:t e Berlino si mantengano in Jlrelto con_laJJO per agire in modo che F,anro fauitt Jempre, · e umpre più, la noslr.t politfra. Franco ha dato prova di possedere delle qualità ;ingolari


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in un() Jfagno/o, B calmo, dùcrelo, di poche · parai, . N,i nostri con. fronJi, spedalmenle in quesli 11/Jimi tempi, ha _manJenulo un al/eggiamemo di viva 1impatia. Però è ùmegabile che egli senJe già ,dcune influenu negath1e, come quella dei grandi proprietari terrieri e dell'alto -'/ero. N é biJogna dimenlicare che il Ctlf'O d ei 1uo Gabinetlo diplomalico, Jignor Sangroniz, .si ; rivelato anglofilo e di tendenze liberali, Ribbentrop vorrebbe cono;ce,e quale è /'e.MIia nostra situazione a Maiorca e quali sono le ìnleJe aJ riguardo. . I/ duce risponde che Franco, concentrando tutta la flotta 11. Palma, ha voluto dare una pubblica prova della sua sovranità sulJ'iJo/a, Sta di fatto che noi abbiamo ro11i1 uiro a Palma una baJe nttt1ale ed una base aerea: 11i teniamo delle navi in permanenza ed abbiamo tre campi di a11ia• zione. Intendiamo re1tare in q11eJta situazione il più a lungo poIJibile. Ad ogni modo biJogna che Franco si persuada che Maior&a deve rimanere, anrhe dopo una noJlra e11entuale evacuazione, una ba.1e italiana in caso di guerra con la Francia; intmdiamo, cioè, Jeneriii pronte Jutle le aJtrtZ· zature per potere in poche ore fare entrare l'isola di Maiorca nel gioco effeuivo delle nostre basi me_diterranee, V alendoci d ella bate di Maio-,ca, di quella di Panteileria e d e!Je altre già esistenti ed agguerrile, non un solo negro potrà venire da/1' Africa in Fr,:1ncia attraverso il Meditemmeo. D 'altro lato già cinq11,:1ntamifa uomini adesso, e il doppio nel fuluro, impegneranno ai confini libici le f orze francesi ed inglesi. Si può pre· 11edere che la parte più importante dellt.t prossima guerra .rare} giocata in A f rica. Gli inglesi non amano la guerra lerresJre, perché detestano la co.rcrizione ed odiano la ca.Jerma. Proprio per queste ragioni bisogna imporre loro la guerra terrnlre. Quando la « H ome Fieet » è venuta nel Mediterraneo, furono subilo inviate ulle divùioni in Libia, In tal modo si era certi che la {lolla non ar,rebbe agito. T aie no1tro gesto fu giudi.ato da taluni ,ma provocazione: e~a invece una garanzia, Bisogna anche aggiungere rhe le fo rze terrestri ingleii non pos.rono vivere a lungo in Egitto e soprallutlo non vi potrebbero operare. Quelle che furono spo1/ate ver10 le no1tre frontie re in occa1ione del conjlillo eJiopico, furono ben /)resto c_olpite dalla dilsenleria ed ebbero gravissime perdite. Tornando afl'atteggiamenlo di Franco, il duce afferma eh~ questi dovrà neceuariamenle reJtare legato al nostro 1istema politico, perché, in primo !tJogo, la nosJra preJSione n e impedirà il dhtacco, ed anche poiché la s11a ideologia e1sendo vicina alla nostra,· egli si è avviato 1u una strada dalla quale non gli 1arà perme110 retrocedere. .. Adeuo Franco darà battaglia in Aragona. Anche in que11a oaasione, che p11ò eJSere riJolutiva, Franco può coniare appieno sul nostro appoggio. Subito dopo prtnderemo contatlo pe1 definire nel/amente i suoi rapporti f!olirici con noi, fo primo luogo d01JrJ aderire al Patio anticomunista. In


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secondo luogo ftJremo un Pauo a Ire, col quale Franco ;i ingaggerà ad armonizzare la politica ;pagnola con queJla dell'Aue Roma-Berlino. Ribbentrop, che in que;ti u/Jimi umpi ha avuto frequenti conlaJli con la Turchia, narra come negli ambienti lurchi Ji Jia ancora preow,pali dell'aJteggùtmento italiano nei confronti di queJIO Stato, Egli dice eh, la Turchia Jarebbe un_a buona caria nel no1lro gioco e, a JttO awi10, . eJÙlerebbe ancora la poJJibililà di guadagttarvela. Domanda al du<e 1piegazioni circa lo staio attuale dei noJtri rapporti con la Turchia. Il duce, dopo avere riaJJunlo l',mdamento delle relazioni italo-Jurche . in queJJi ultimi t1nni, ripete che la T urchia non ha la minim4 r4gione di preorcuparJi de/J'Itali4 ed autorizza Ribhentrop· a far 1apere ai circoli re1pon1abili di Ankara che egli è di;po1to a dare ancora una 110/ta /4 garanzia ed a rinnovare la dichiarazione che l'Italia non ha mire antiturche. U11a prova di di; è data dal fallo che abbiamo rinnovato il traJ· tata alla 111a Jcadenza. Eventualmenle 1aremmo anche dùpo;ti a rafforzarlo. Ribbentrofl flarla infine della qrteJJione auJtriaca. Premettendo che q1,m110 egli dice è a titolo puramenle per1onale, fa preunte al du<e che, nel grande gioco della politica di Roma e di Berlino, l'Amtria rapprnenta ormai 1m elemento di ucondaria imporltmza e ritiene che ad 11n urlo momento converrà rùolvere in forma definitiva tale que;tione, Jul/a quale ancora speculano i nemici della l'olilica comune italo-tedeua. li duce rùponde che l'Au;Jria è un Paeu tede1co di razza, di lingua e di cult11r4, !.A quntione au_Jtriaca no11 deve venire comiderata come un problema tra l'/Jalia e la Germania, ma invece c,ome tm problema di ordine internazionale. Per parte ;ua ha dichiaralo; ed ora ripete, che è JJanco di fare la sentinella a/l'indipendenza a11JlrÌt1ca, 1pecialmente Je gli amtriaci non vogliono pùì la loro imfipendenza. Il duce vede co;J la JÌluazione: l'Au11ria è lo Stato tede;co numero d11e. Non potrà mai fare nie,,1e unz.a la Germania, e tanto meno conlro la Germania. L'intereJJe italiano non è oggi più ro!l vivo come lo era alcuni anni fa e ciò anche per lo JtJiluppo imperiale dell'Italia, che ora ne ha fallo convergere l'inlereJJe Jul Mediterraneo e ;111/e colonie. La Sicilia è il centro geografico dell1impero. Bùogna poi anche aggiungere che 4 far diminuire l'intereue ilaliano in favofe Jell'A,mria ha contrib11ito il fatto che gli a111triaci non hanno minimamente modificato il loro 1tato d'animo freddo e negativo nei 110Jtri confronti, Secondo il duce, il miglior metodo è quello di !aJciare t1gli eventi il loro naturale ;vilnppo. Non cont1iene bruJCare la Jituazione per evitare criJi di ordine internazional~. D'altra parte i franceJi ;anno che Je rma cri!i Ji doveue verificare in A11Jtria, l'ltali4 non farebbe niente. Q11e1to è ;tata detto anche a Schu;chnigg in occa1ione del colloquio di Venezia. · Noi non pouiamo imporre l'indipendenza dell'Au;tria, che per il / ano ;teuo di ima Jt1le impo1izione reuerebbe di euere indifltndenle.


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Com,iene 'luindi in materia a,utriaca 1ima,2ere rn/la formJ(/a che /11

emmdata nel w/Joquio avuto con Goering a K.:1rinha/J: nienJe Jarà fatto Jenza redproca, preventiv~ informaziMe,

COLLOQllIO CON IL CONTE BETHLEN * li conte Be1hlen ha eJpreuo al duce la Jua convinzione che)n CaJO di conflitto tra l'Italia e l'Inghilterra, l'Inghilterra correrebbe un rischio gr,ivis;imo data la 111a inf eriorità di arm.:menti. Nei confronti delJ'A1n1ria, Bethlen ha deuo che l'ouanta per cento della popolazione è naziJJa ed ii re1to è favorevole alt'« Anschluss ». Ciò a111Jw1ta Id istintiva diffidenza degli 1mghere1i nei confrollli della Ger~,:mia, hmto più che l'aneggiammto tedeuo nei riguardi delle mùtoranze

germaniche in Ungherùt non è affallo simpatico. Gli 1mgheresi temono ,he l'andata al potere di Goga possa cosliJuire l'inizio di una nr,ova Piccola Jn1e1a ,on pernò 111 Berlino t1nziché su Parigi. Co1a che an,or maggior· mente preouupa i magiari, dato che la Germania ha fallo delle dichiarazioni anlirevisioniJte nei confronti de/l'Ungheria, dichiarazioni che no,, sono an'°ra state smentite, ·Bùogna aggiungere che i giomali Jedeuhi che escono neJia Tran.ri/vania 1ono nellamenle antimagiari, D'a/Jra parte gli unghere.ri non Jono a/fallo 1irnri deli'aJteggiamento re,,.i.rionùta germanico in loro fa,,.ore, nemmeno nei confronti dell<f Cecoslovacchia. L'unica possib;Jità politica deti'lJngheria è l'/Jalia. Il duce ha detto che l'accordo fatto dall'Italia con la /ugoslttvia è molto favorevole a!L'Ungheria, perché a Belgrado si sa chiaramente che noi no11 permetternnmo ai serbi di at/auare l'Ungheria in difesa della Ce,oslovaechia. Ciò i del resto mollo improbabile, perché S1oiadi1101,'ÌC è Jceflico sulla vitalità deJ/a Cecoslovacchia, rhe egli 1te1so ha definito 11no Staio sa/si"ia. · li con/e Be1hlen ha ammeno che dei tre Stati della Piccola lnteJa la / 11go1la11ia è il piri corrmle nelle traltati11e, l i d"ce ha c_onfermato a Belhlen che noi 1lOn faremo niente co1l '1a Romarria senza l'approvazione p,evenliva dì Budapn t; ciò vuol dire senza un_ previo accordo magiaro-romeno, accordo .rttl trai/amen/o delle minoranze. Bethlm i-itiene che 1111 protolo/Jo 1imile a quello polacco-germanfro • A Roma, nella sala del MappamonJo di pa!auo Veneiia, il , gennaio 1938, Mussolini riceve lo statista un&hcrcsc conte Stefano Be1blen, e ba coo lui il collog uio q ui riportato in riassunto. (Da L'E11r1,p11 i ·trJo 111 r((f,utmf,, pagg. 241-242).


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!arebbe Jf>ddi.sfac'ente. Egli desidererebbe però che una dichiarazione ttnaloga 4 qae/la fallagli dal duce veniJu falla anche dalla Gtrmanitt a favore de/l'Ungherùt. Per q11anto concerne la Cec0Ilovacchia1 il conte Bethlen ha detto che gli ungheresi conriderano impoIJibile un accordo, dato che ritengono pregiudi'ziale di portare le loro frontiere ai Carpazi per congi11nger;i con la Polonia e meglio contenere la preuione tede;ca. Il duci! ha detto a Bethlen che un eventuale co11fiitto tra I'llalia e la Gr;m Bretagna JcaJe11erebbe la preJJione tede;ca nell'Europa untrale e tuJto l'equilibrio danubiano ne !arebbe alJerato.

APPUNTO PER IL . MINISTRO DEGLI ESTERI PER LA RISPOSTA ALLA NOTA DEL GOVERNO INGLESE DEL 20 GIUGNO 1938 1) Il Governo fascista prende atto del riconoscimento da parte del Foreign Office che il Governo fascista ha già applicato, dimostrando in maniera cristallina la sua buona fede, Je clausole degli accordi che maggiormente interessavano la Gran Bretagna, quali il ritiro delle truppe dalla Libia, il disinteressamento nelle questioni della Palestina, la sospensione di ogni propaganda spiacevole per radio o sulla stampa. 2) Il Governo fascista deve viceversa constatare che nessuna contropartita è venuta da parte della Gran Bretagna, neanche dopo le decisioni di Ginevra, circa la questione etiopica, e neanche dopo l'accetta:z:ione da parte dell'Italia del piano inglese per quanto concerne il ritiro dei volontari dalla Spagna; piano finora inapplicato non per causa dell'Italia, ma per l'atteggiamento di altri Stati, sui <JUali e non sull'Italia deve ricadere la relativa responsabilità. 3) Sulle tre ipotesi formulate dal Foreign Office, l'Italia dichiara : a) che l'idea di proporre a Franco un a.rmistizio è inammissibile, a meno che i rossi non si arrendano a discrezione, nel q ual caso l'Italia potrebbe rappresentare, come già fece dopo la caduta d! Bìlbao, un elemento di moderazione; b) che non meno inaccettabile è, nel momento attua.le, !"idea di un ritiro unilaterale dei volontarì italiani; e) che non rimane quindi che attendere lo sviluppo degli eventi spagnoli, sia attraverso il Comitato di non intervento, sia attraverso lo sviluppo della guerra, per l'applicazione degli accordi del 16 aprile. Il Governo fascista ha, non senza rammarico, l'obbligo di dire che questo ritardo, non dovuto all'Italia, rischia di compromettere gli effetti morali degli accordi stessi.

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4) Per <J.U3Dto concerne Ja Francia, il Governo fascista riconferma che non v'è né può esservi connessione alcuna fra tali eventuali accordi italo-francesi o anche la semplice ripresa delle convecsazion! italo-francesi, con l'applicazione degli accordi italo-britannici. Lo stabilire oggi una connessione del genere., connessione che non fu mai affacciata né all'inizio delle trattative italo-britanniche né durante il loro svolgimento ed anzi fu sempre formalmente esclusa, significherebbe correre il rischio di far decadere anche gli accordi italo-britannici. La ripresa delle con".'ersa.zìoni italo-francesi potrà eventualmente verificarsi dopo l'applicarione degli accordi del 16 aprile, non mai prima, e ciò per ragioni cosl intuitive che si stima inutile rappresentare. Il Governo fascista è quindi deciso ad attendere, nella speranza che una troppo lunga ed ingiustificata attesa .non diminuisca o annulli il valore di un atto che, come queJlo del 16 aprile, fu non solo in Italia e in Inghilterra, ma in tutto il mondo, salutato come un avvenimento essenziale p er la pace.

Roma, 1 luglio 1938, XVI. Da L'Europa verso la ,ata.Itro/1, pagg. 341·343 (xx, 197).

COLLOQUIO CON IL PRIMO MINISTRO IMREDY E IL MINISTRO KANYA * Jmrédy, dopo aver ringrazialo il duce delle accoglienze ricevuJe ùi Jtalia, parla di alcune que1tioni di carattere commerciale • fa alcune dichiarazioni sulla situazione interna ungherese, situazione che egli defi· ni!ce sostanzialmente calma, .nonostante le agitazioni di alcuni partili del• l'eJtrema deJtra.11 Pre1idente del Comiglio ungherese conferma comunque la Jua intenzione di mantenere J'ordine ad ogni co1to e di procedere sulia via politica iniziata. Il duce dà as.ricurazioni di naminare con la massima benevolenza le richieste di indole commerciale. Per quanto concerne Id politfra interna, con.sig!ia a lmrédy di bai/ere gli avver.sari politici annunziando e applicando programmi di riforme sociali ancora più concreti di quelli espo1ti • A Roma, nella sala del Mappamondo di palazzo Venezia, il pomeriggio del 18 luglio 1938, Mu5solini riceve, alla presenza del rnini5tro GaLeazzo Ciano,

il Presidente del Consiglio d'Ungheria, Béla de Jmrédy, e il ministro ungherese degli Affari Esteri, Kalman de Kanya, coi quali ha il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'Europa f!erso IA cataSlrof,, pag,g, 351-354).


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dagli avverJati. Dà ragg11agli circa lo sviluppo delle organizzazionì tOf· por111ive1 dopola11oriJtfrhe e a11istenziali italiane. Kanya .prende la parola in maleria di politfra eJtera. Dice che nel momento attuale la quesJione che polarizza l',:lltenzione unghereJe è quella cèca, Per qurmto non si posJa prevedere "il mom ento preciJo della criJi, p11re è ei:idente che Ji dovrà giungere ad una Joluzione. La Germania rappreJenta nel problema cecoJlovacco il fatlo re principale. L'Ungheria non inizierà mai l'azione contro la Cec0Jlot1acchia. Interverrà però a brroe uadenza dopo che il conflillo tarà JtaJo iniziato da parte tedeJCa, li GoÌ,erno di Budapeit intende conoJCere le intenzioni della fugoslrwia. Kanya n on ha fiducia nelle dichiarazioni /alte da Stoiadinovic. F;nora i tm tativi unghe~eJi per arrivare ad un att'ordo iJolalo con la / 11go1lavia .umo umpre naufragati a tausa della corleJe ma immutabile opposizione del Presidenle jugoslavo. L'Ungheria n ecessita di una garanzia miliM·e contro un eventuale ·a11aao degli j11gosla1d. Senza questa garanzia n ewm Govemo re1pom abile potrebbe prendere iniz;arive belliche contro la Càoslovacchia. Il d uce ricorda quanto fu detto da S1oitu:linovic nei confronti d ella Cecoslovauhia, d efinita dallo stesso Presidente ;ugosiavo « état 1auciuo,i ». & pone lo s/etlo 4elle relazioni poliliche Ira noi e Belgrado. L'applica· zione d el Patio, che per ora non ha che poco pitì di un anno di vita, è stai.:, soddisfacente. Le questioni che esistevano tra i due Paesi Jo110 state liquidare in modo utile per entrambi. La tranquillità dell'Adriatico è raggiunta, In base alle dichiarazioni Ji Stoiadinovic, ii D1,ce ritiene che l'Ungheria, intervenendo nel confiiuo d opo la Germania, non torrerà riuhio di a!Jaahi da parie d e/111 Piccola lnteJa. D'altro canlo la sola zione pitì 1frura d el problema cuoslovacto è affidata allt1 'rttpidità di azione. Ciano n pone i ris11Jtati dti colloqui d i V enezia e conferma la derisione d ei Presidente Stoiadinovic di concertare la sua politica con la politica italiana. L'unico c11so in cui la f ugo1Javia sarebbe obbligata ad intervenire . in virtù dei patti firmati Jarebbe quello di un attacco unilaJerale unghere1e contro Praga. Kanya esclude una tale possibi/iJà. Il duce dichiara di essere çonvinto che, anche se la Germania t1ftarcherà la Cecoslovacrhia1 muuna c,i.si .europea ii 1Jerificherà. N on i11tcr11trranno né i francesi né gli inglesi. D 'altra parte la Franda dovrà fare i conti col nostro atteggiamento. La 1101/ta posizione 1arà di Jchicram enlo nello e posìtivo a fomco della _Germ<mia. H ,:1 detto t1 Hitler che l'/t,;1lia.. ap poggerà complet,:1mente la politfta tedesra: Se una m obilita• zione 1arJ ;ufficenle ad immobilizzare la Franria, l'Italia mobililerà, e, u. sarà nece_ssario entrare in guerra, l'Italia altacche,à la .Francia. Tra


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l'ltalid e la Germanù1. non n isJono pt1t1i militari su_itJi, ma q11esli potranno veni°re in un tempo proJJimo, quando l'intesa Ira i due popoli, che già sta diffondendosi rapidamente, Jarà ancora più (Ompleta. D'altr:. parte le relazioni con la Gt1mania non richiedono dowmenti u ritti: eshte ,ma Jotale solidarielà di regime. 11 duce C'omiglia all'Ungheria di adoltare, nei confronli di una evmtuale rriJi, un atteggiamento di allesa nei primi tempi e di approfiuau, dopo ìl dislocammlo della Ce<oslo-

11archia, de/l'occasione favorevole. Kanya imiJte /1111gainente sui pericoli che rappresenta l'incognita dell'a1teggiamento jugoslavo e chiede ancora che garanzie si pouano avere Ì11 (jllt JIO JenJO,

Il duce riJiene che si po.ua porre nt10ll(tmenle ;J q11eiho a Stoiadinovic. L'Italia potrà anche far conoHere a Stoiadinovic il 1t10 dn iderio che i rapporti Ira l'Ungheria e ltt ]11go1lavia vengano normalizzali aJ ,m punto tale da poter ad un certo momento avere l'ade1io11e della 1/eJJa /1Jgo1lavia ai protocolli di Roma. Si potrà anche f"r conoscere a Stoiadinovic che l'Italia è favorevole ad un aumento di potenza unghereu . A richie1ta di Kanytt, il duce adniue a che nel comunicato relativo ai colloqui italo-1mghere.ri venga affermato che i prolowJii di Roma mantengono il loro valore economico e politico per quanto concerné le relazioni Ira l'Italia e l'Ungheria. Dopo un giro di ori?:,zonle compiuto dal d11ce, d11rante il quale fa il punto circa la 1i1t1azione in Spagna, le relazioni ittJlo-britanniche e le relazioni italo-f rancesi, il ('()!IO'fllio ha termine.

COLLOQUIO CON IL MINISTRO VON RIBBENTROP • RibbenJrop e1pon, ; ronretli che inducono il Governo del R1!ich a rilenere mollo uJile, nel momenle> attuale, la stipulazione di un patto di alleanza militare Ira Italia, Germania e Giappone, /J Fiihrer è convinto che dobbiame> coniare inevilabilmente Ju ,ma guerra con le democrazie occidentali net- giro· di pochi anni, for1e tre o quattro. Dopo q11an10 è avvem,10 a Monaco, l'.Aue è in pç1izione eccezionalmente favorevole, tanto favorevole che negli 1teu i no.1/ri Pae1i vi è q11alcuno che non rie1ce a rendersene e1attamente tonto. L'alleanza oggi è da comiderani u,1 paSJo 111ile e prt1dente: biJogna lener preunte ,he 11n'alleanza e1i1te lrd • A Roma, nella sa.la del Mappamondo di palazzo Venezia, il J)(lmeriggio del 28 ottobre 19) 8, Mussolini rict-ve, alla presenta del ministro Galeazzo Ciano, il ministro degli Affari Esteri del Reich, Joachim von Ribbentrop, e ha. con lui il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'E,1ropa 11,r10 la , 11tarlrc>fe, pa&g. 373-.378).


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la Francia e la Gran Bretagna e ,he, seppure affiev_olito, è ancora ;n vigore ii Patio franco-ruJJo . U11'e1:ent11ale alleanza, seco11do Ja p, opoJta tedeU'1, non farebbe altro che metterti Jul/a JteJsa linea degli altri. li Fiihrer ha finora eJitato '1 proporre l'alleanza per le due ragioni seguenti: I) Riteneva che le grandi democrazie avrebbero intensificalo la loro azione di riarmo e che gli uomini ,he in Francia ed in Inghilterra rappreJm/dno le correnti di concilù,zione con gli Stati totalitari sarebbero .. stati J<oJJi ·nelle loro posizioni. Adesso il Fiihrer è giunto alla conc/u. sione che, indipendentemmte da ogni nuovo avvmimento politico1 la FNmcia e l'Inghillerra hanno fallo e farannO il massimo sforzo in ma· tuia di armamenti, Oononostanle. il vantaggio preso dall'1 Germania e dalJ'Jtaiia è tanto fort e che no1l potremo piii e.uere raggiunti. Per quanlo conceme la posizio11e di Chamberlain e Daladier, sono abbaJtanza bene piazzati, ed anche la Jtip11lazione di una alleanza tripartita non potrebbe pro11ocame la caduta, 2) L'Ame;ica. Si ritiene da taluni che l'alleanza tripartita fa11orirèbbe l'alleanza tra la Gran Bretagna e gli Sati Uniti. li Fiihrer è giunto a con· elusioni ,ontrarie: gli Stati Uniti 1i iJoleranno 1empre più, se si ma11if eu erà una minaccia di guerra. La crisi cecoslovacca ha provalo che l'Am erica ; il Paese che Ja fare le riJirate più complete e piri rapide. Anche i giappo,usi condividono tale giudizio: gli Stati Uniti non Ji i·orranno immischiare in 11eJS1m conflitto e tanto m eno Je il Giappone fo sse in eJso ,oinvolto. L4. Germania svolge 11na politica di grande amicizia e collaborazione col Giappone ·dal 1933. Oggi la posizione del Giapp011e è formidab;/e: il dominio s11/Ja Cina è, o sarà tra breve, aJSoiuto. Ormai l'obit11ivo pit) prossimo del dinamismo giapponese non è la Ruuia, bensì la Gran Bre• tagna. In caso di guerra con le democrazie occidentali, l'alleanza mi/ilare giapponese JartÌ preziosa. Bisogna fin da ora preparare la collaborazione militare co11 questo popolo , Occorre però tener presente che in Giappone vi SOilo due corremi opposte: la corrente imperialiJta e quella che po. Jremmo chiamare finanziaria, che tenderebbe piutlosto ad un accordo coi PaeJi democratici ed alla preparazione di un lungo periodo di calma. Hitler ritiene che avmdoci oggi il Giappone olfeno queJto patto, conviene accellarlo, poiché altrimenti potrebbero pre11alere le forze comervatrici ed imporre l'intesa con i' Inghilterra. La crisi cecoslovacca ha mostralo la noJJra forza. Noi abbiamo il vantaggio della iniziativa e 1iamo pt1dro11i dell'azione. Siamo inanaccabili. f.A Jituazione militare è 01timt1: fin dal Je//embre potevamo affrontare una guerra con le grandi democrazie. La Germania avrebbe messo in campo, fin da principio, novantotto divisioni. Espone la si11aziont d elle Forze Armate: forliuimo /'Eu rcito," f orlis-


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;ima l'AeronauJita; in via di rapido ;viluppo /4 Marina, la pale sarà Ira breve sufficente ad impegnare nel Mare del nord 1ma 110/evoliuima parie de/la ftolla britannica. Per quanto concerne poi la situazione polÌJica, la Cecoslovacchia si

p,~ò considerare liquidata, Nel seflembre .sarebbero occorse d11e uJJimane per completarne /'invasione: oggi baJtano quarantoJto ore. Le fronliere 1ede1che sono tanto ravvicint:Jte che in taluni punii le artiglierie sono state retroceue di alcuni chilometri per impedire che batteuero le al/re artiglieri e tedesche al di là della Ceco1/ovacchid.

Nei confrotJli della Polonia, il Reich intende comi,;uare a 1vil11ppare la poliJita di amicizia, rendendosi conto di quelle che sono le neus1ità vitali della Polonia e in primo l11ogo lo 1bocco al mare. Vi 1ono allri PaeJi che vogliono 11ringere umpre più i legami con l'Aue: Jugoslavia, Romania ed Ungheria. A d Oriente la Rrmia è d ebole e lo sarà per molti anni: lutto il nosJro dinamiJmo può dirigerti ronrro Je demomr;.ie ouidemali. QueJla la ragione fondamenlde per cui la Germania propone il pauo e lo ritiene adeuo lempeJlivo. It duce è d'aaordo che vi 1arà la guerra nel giro di pochi a1111i Ira /'A11e, la Francia e /'Inghilterra. Ciò è nel dinamiJmo.11orico. Si è determinata una fratltlra in1a11abile fra i due mondi. BiJogna rfronoJtere che Ira Londra e Parigi eJÙte una alleanza difemiva simile a quella che ora viene propoJla dalla Germania. , /noltre Jono già in alto contatti temici f ra gli Stati Maggiori. Tra /'llalia e la Germania invece ,1011 e1iJtono palli Jtritti, poiché ormai si po1sono considerare 1orpaua1i i protocolli di Berchte1gaden1 che contemplt:tvttno problemi conlingenli. EsiJle il Pallo anticonumiJta di Rorua, in cui predomina il taraJtere ideologico e che ci impegna a fondo iniieme col Giappone, Non 1i deve però dimenticate che tra /'lta/i,1 e la Germania vi è la solidarietà dei regimi, nonché l'interesse reciproco di ai11tani1 anche se /'impegno non è comacra/o in 1111 documento ufficiale. L'allit11dine dell'Italia è J/ala chiara nel pa;Jato e lo sarà ;empie quando jos;ero ÙJ gioro le sorti d ei due regimi. Crede che 1i debba arri vare alla conc/11.rione d i quesJa allet:111za, ma fa una precisa riJerva sul momenJo in cui converrJ stringer, tale patio, Premette , he si e;primerà con la chiarezza che è dovero1a verso gli amici e che considera /'alleanza un impegno sacro, che si deve ìn q11alsia1i evenienza rhpellare ed eseguire al renio per cenJo. Perciò bisogna fdre un esame della 1ituaziom1 in Italia. L'Aue ormdi è popolare: gli ila/iani sono fieri di qunlo siJtema politico, che ha già dato cod formidabile prova nelle recenJi vicende mondiali. N ei confronti però dell'Ai/eanZd militdre l'opinione p11bb!ict:1 Sdrebbe in alcuni 111oi seJJori ancora impreparata, L'Aviazione è favorevole, !t:t Marina abbasJanza favorevole, /'Esercito fa11orevole nei baui gradì, mentre nei medi gradi e soprattutto negli alti


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gradi eJÙJona anrara dei larghi utJori di riserbo. Resia bene inteto che q11ando il Gotierno deriderà 1ale alleanza, t11Ui obbediranno e newma obiezione tierrà moJsa. I contadini ed anche gli operai sono simpatizzanti ron la Germa11it1 nazùta e 11edrebbero con favore qua!JitUi nuatio impegno, La borghesia in11ere meno. La borghesia contin_ua a guardare Londra con 1m certo ÙJ· tereue e ciò perché i borghn i identifican o erroneamenJe la potenui ro11 la ricchezza. Un'altra ,11gione di freddezza 11ei ronfronli di un'alleanza con la Germania sarebbe rappresentala dalla lotta lrd il nazismo e il ral· JoJicnimo, menire l'acrordo diventerebbe molto popolare se u11'a disten1ione in ma1eri11 religios11 ;j deJermiriasse in G ermania. Il duce afferma rhe è ma volontà" di f11re questa alleanza 4Jlorché l'idea sia staia fatta contienienlemtnle maturare nelle grandi maJJt popolari. Oggi anrora non lo è. Il popolo italiano t giunto alla fase « A ise », non anrora a quella dell'alleanza mi/ilare, Vi può del re1Jo giungere mollo rapidam ente, Il duce ronJinua affermando che lo sleuo Asse comporta, come è stato provalo dagli awenimenti. recenti, un conutto di solidarietà militare anche senza 1111 pano di alleanza. f2.uando questo patto sarà fallo, la preparazione 1piriluale del popolo italiano dovrà essere compi11ta in modo Jale da assicurare una entusia1tica aaoglienza a tale ei,entu. Ribbenlrop domanda Je il popolo italiano non potrebbe già fin d'ora rawisare in 1111 pnllo del genere uno mumento di difesa e di e1pan1ione de/J'impero. 1/ dure ritiene di JÌ. D el reJlo il popolo è convinto che Ira J'Jtalia e la Germania eJiJJe la più a1soluta 1olidarietà di fallo. In utlembre avetiamo mobilitato quaJJrocenlomila uomini alla frontiera franrne ed erauamo pronti ad attaaare la Fr,mcia. l! convinto che con la Francia dovremo un giorno regolare molle partite in sospeso, che non potranno euere liquidate senza la guerra. La Frall(Ìd non rispena che i popoli che l'hanno ballula. Ribbentrop ripete alcune argomentazioni di rarallere militare e dice che in caso di guerra Italia e Germania potrebbero meltere in rampo duecento divisioni, che, aJ comando del duce e del FNhrer, raddoppierebbero di potenza. ll dure è d'arcordo nel ritenere rhe l e forze itala-tedeiche unile sono imballibili, non soltanto per la loro preparazione materia/e1 quanto perchl si lraJ/a di esercili politici, e la storia ha provalo che gli eserriti Ji battono in ben altra maniera quando Jono portatori di una fed e poli~ · Jica, Ribddiue però il fatto che le condizioni per una alleanza devono tuttora maturare. Non eJ(/ude nemmeno che il papa, col quale /e nostre reld'Zioni sono piutJoJto lese, possa, di fronl e all'alleanza,· compiere un


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gestQ ,he mellerebbe in 1Jna sitJtazione difficile molti ,auolici. Anfrurd

che nel fraflempo niente Jarà fallo Ira noi, la Francia e l'Inghiilerra. Con l'Inghilterra ni!te il Patio di aprile, che tra poco entra in vigore, ma che n ~I fra/lempo ha perso molto della Jua importanza. Coi franteJÌ la situa· zìone continua ad eJSere e;tremamente difficile. Allorché l'alleanza Jra noi e la ·Germania apparirà matura, bisognerà fiuarne gli obie1tivi. N oi non d obbiamo fare un'alleanza puramente difemiva. Non ve ne sarebbe bisogno, perché nessrmo pensa di- attaccare

gli Stati totalitari-. Vogliamo invece fare un'alleanza per cambiare la carta geografica del mondo. Per questo bùognerà fiuarri gli obimivi e le conquiste; per parte noih'a sappiamo già dove dobbiamo andare. Ribbenlrop concorda col duce 1u que1Ja concezione dell'alleanza e conferma che il Mediterraneo è d eJIÙMtO a diveÌ1ire un mare italiano. La Germania intende agire a tale fine. Per due 'Ilo/te l'Italia ha dato pro'lla della ma amicizia verJo /ç, Germania. Adeuo è la volta d eil'llalia di profi!Jare de/l'aiuto tedeuo. L'opinione pubblita in Germania è /11/la favo revo/iJ1ùna all'inln a e anche all'alleanza con J'/Jalia. Se vi 1ono an<ora i,i certe claJJi borghesi dei mormoratori, biJogna tener presente che si traila di penone che non coJJlano piiì niente nella vita del Paese e che 10no nemici ,mche del nazional1ocialifmo, Confidenzùilmente aggiunge che ;/ Fiihrer 1ta preparando un'altra f ondament,1/e epurdZione, che ri<orderà quella compi11ta il 4 .febbraio , Pawrndo ad altri argomemi, viene e1aminaJo il problema d ei ,apporli cito-magiari e 1i detide in fdvore di un tJrbitrtJIO d e/1' A JJe, da jtJrJi in Viennd mercoledì 2 novembre. fo relazione alla Spagna viene d eciJo di conlin11art ad aiuJare Franco con l'invio di armi ed a/Jri rifornimenti di guerra.

PRIMO COLLOQUIO CON IL « PREMIER » CHAMBERLAJN E IL MIN ISTRO HALIFAX * JJ d11ce, dopo aver dithiarato la 1ua 1oddiJfa2ione nel vedere il 1ignor Chamberlain e lord Halifax 01piti in /Ja/ia, dire di voler preri!are a/c11ni p11t11i fondamentali de!Ja politica italiana. I) L'/Jalia '1Jt1ole la pate e fdrà una polilica di pare, oltreché per mo• • A Roma, nella sala del Mappamondo di palano Venezia, il pomeriggio dcll' ll gennaio 1939, Mussolini riceve, al1a presenza del ministro Galeatzo Ciano, il pfimo ministro inglese, Neville Chamberlain, e il ministro òegli Aff:1ri Esteri b ritannico, lord lrwin H alifax, coi quali ha il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L' E11rof!a t1,r;o la ,aJ.wrof,, pagg. 39S·}99).


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Jivi di raratlere generale, anche perché l'Italia vuole. metlere in valore i 111oi terriJori d'oltremare. 2) L'Italia applicherà con la maHima lealtà gli accordi del 16 aprile, 3) LA diretJiva fondamentale della politica italiana è l'Asu RomaBerlino. T aie Asse però non è di natr1ra esdu.riva e non ha impedito a noi di ,;Jabilire cordiali relazioni con l'Inghilterra, né alla Germania di migliorare le sue relazioni con la Francia. L'Italia non esdude la pouibilità di inie.re f>irì va.rie e permanenti fra le q1,attro potenze occidentali, ma non intende as.rume1·e iniziative in materia. 4) I rapporti tra l'Italia e la Francia 10110 determinati dall'aver noi denunciato gli accordi del 1935. Ciò prova in q11alì termini .ri debba porre la vertenza tra l'llalia e la Francia. Però c'è una que.rtione che deve eJJere considerata come pregiudiziale: la liquidazione della que.rtione spagnola, che noi immaginiamo soltanto a/JraverJo una Completa villoria deJ generale Franco. E chiaro che l'Italia non ha neJJUna ambizione direi/a in Spagna: desidera ,;o/tanto che que'.rto Pae.re trovi finalmente l'ordine e la pac-e sotto la grtida di un-Governo forte. Da parie no.rtra non 10110 .ria/i. aunumtati gli effeuivi in Spagna in que,ti ultimi me.ri, anzi sono Jtati ritirati, come è noto, diecimila uomini, .renza richiedere alcuna contropartita. I volontari italiani rappre1en1t.mo solJanto il tre per cento delle forze jMnchiJte ed anche p!'r quanto concerne le artiglierie e gli aeroplani, nessun aumento ha avuto /11ogo da parte italiana. Se però la campagna pu l'!nter'fJento in massa che alcuni organi di stampa e alcuni partiti stanno svolgendo ilJ Francia dove11e determinare 1111 groJJo intervento france.re, anche noi dovremmo euminare u!teriormenle la nostra politica e prendere nuove deci.rioni. 5) Poiché ogni tanto torna in discu.r.rione la que.rtione del disarmo, è opportuno f>reci.rare rhe l'Italia non crede po.r.ribile giungere ad rm disarmo effeJtivo bensì ad una limitazione degli armamenti, che potrebbe e1sere in un .primo tempo qualitativa e in un secondo quantitativa, Ciò permetterebbe anche di fare degli accordi mila umanizzazione della guerra, Chamberlai1J è d'accordo sulla poJJibilità di raggiungere una intesa per la limilazione degli armamenli. Crede però che a tale intesa dovrebbero partecipare, oltre alle quatlro potenze occidenlali, anche la Runia, poiché in fatto di armamenti aerei e navali la non partecipazione di uno Statò rende impoJJibile l'auordo di luJJi gli altri. Il duce si dichiara della mede1ima opinione, Chamberlain chiede al dtJce Je ha delle pro-po1te o dei .ruggerimenti da avanzare in relazione alla que.rtione dei rifugiati, Il duce, riferendOJi al problema dei rifugiati ebrei, me/te al corrente il 1ig11or Chambedain del me.r.raggio pervenutogli recentemente da Roose[l,-l:XXV.


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ve/J, nonché deJJe risposJe da lui dale all'ambàuialort t1merirano e po; ronfermaJ'e nella letlera dirti/a al Presidenle degli Stali Uniti. Il signor Chamberlai;, è d'accordo J11Jle conc/,uioni cui è giunto il duce, nonché sulla 10/uzione da /11i proposla. Dice però che nel frallempo bilognerebbe trovare un accordo per facilitare l'emigrazione dalla Germanid degli ebrei. E però chir1,o che newmo Stato vorrà prendere q1,esti ebrei se il Governo tedeuo non accelterà di 101topor1i a qualche ·sacrificio, permettendo loro l'espor/azione di una sia pur modesla quantità di denaro1 neceuaria alla loro 1is1emazione,. Il duce si dichiara d'accordo col 1ignor Chamber/ain e ritiene per parre 1ua che iJ Governo Jedesco, inundendo rùolvere in modo totali-

tario il problemtt ebraico, potrà fare quttlrhe. sauificio per favorire il defluuo totale delle mane ebraiche dal territorio tedesco. Non biJogna però pretendere dalia Germania dei sacrifici troppo gravi, perché il po- polo ttdesco ha molto , sofferto a ,ausa degli ebrei, sptrialmente nell'im· mediato dopog11erra. Avendo il signor Chamberlaù1 fallo anche un accenno alla q11estione degli emigrati politici, il duce risponde che non vede per e1sa ,ma soluzione pratica, tanto più che la questione degli emigrati politici è sempre esistita nei periodi della storia, poiché la vittoria di tm ptJrtito ha sempre derermintJJO l'allonlanamenlo di una parte degli avversari. Il signor Chamberlain desidera ri.spondere ai punti preciJt1li dal duce e ringrazia per quanto egli ha dmo drta la neceJJità di Jvolgere una politica in favore della pace. Riconoue che es1a è neceJJaria a/l'Italia per lo svilrlppo de/J'impero e per il ,ontim,o progreuo delle condizioni del popolo. PerJonalmmte egli vede col più vivo rammarico spender;i da parie del Governo inglese in armamenti q11el denaro che ,gli aveva auu. m11/ato af/raverJo ,ma molto prudente politica finanziaria e che avrebbe f!Olrtto destinare a migliorare le condizioni di vita de/'popolo. Ringrazùt ,m,he per qr1anlo il dr1ce ha dello circa la ma volontà di applicare con aJJolrtta" lealtà i lermini del Patio italo-britannico. Né Chamberlain né Halifax hanno mai dubitalo della bt1ona fede del duce. Per qtJanJo concerne l'AJJe, egli ; d'accordo che rappre;enta la base fondamentale _della politica italiana,· non intende pertdnlo fare alamche contro di eJJo, Janto piri ,be J'AJJe non inter/erirJ nella cooperazione tra l'Italia e l'lnghi/Jerra, co;J come qruJta cooperazione non tende a dimi,111ire /'intimità dei rapporti tJhtenti fra la Gran Bretagna e la Francia. bi q11eJte condizioni è nectJsario che le qr,attro potenu facciano 11na poUtica di pace,·e, altraverso ,ma cordiaUtà di relazioni, Jlabiliuano le condizioni JteJse di que;ta pace. Dopo la ,onferenza di Mona,o ritenne poJJibile impegnare n11ove conversazioni con i tedeuhi, ma purtroppo no11 poté o/lenere neuuna effet1iva correspon;ione di amicizia da part6 della


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Germ,mia e neuun negozialo è italo iniziato. Nor10Jtante gli incidenti che sono avvenuti, egli per/J ronserva la buona volontà di migliorare le relazioni tra la Germania e la Gran BreJagna, B con vivo rammarfro che constala che le relazioni tra /'Italia e la Francia sono difficili, Dopo il 1935, il Governo ingle,e ritenet'a che n011 vi fosse più materia di controvenia fra R oma e Parigi. E!iJte è vero la questione spagnola, mà anche di quesltJ il Governo britannico desidera vedere una soluzione al più presto. Per qutJnlo non sia possibile prevedere la durala della guerra civile spagnola, che già oggi è Jroppo lunga, il signor Chamberlain crede poter affermare che ormai non vi è più phicolo di bolsèevismo in Spagna, 1/ duce dice che non è d'accordo iu questa affermazione, Da nolizie preciu pervm 11ttgli dallo sleuo generale Franco, gli rim/Ja che la Polizia ruJJa ha il pieno contro/lo deJ/e zone della Spagna rowt e che se non foue la« G. P. U. » ad alimenta,e la ,e1iJtenza, iJ confiitlo sarebbe finito da un pezzo. Il signor Chamberlain domanda al duce It! ritiene poJSibile adol!a,e il piano del Comitato di non intervento una volta finita l'offen.sifa che aJJualmenle Ji wiluppa 111/ fronte della Catalogna. li signor Chamberlain si rende ben conto· che in q11e1to momtmto dì cosl importante azione militare, ;arebbe vano chiedere ,:;1 Franco di adoJtare il piano della CommiJsione di non intervenlo. Il duce risponde che, a 1110 avvì10, se l'offensiva della Catalogna po1rà raggiungere il suo obiettivo pit> lontano, il confiùJo potrà comiderani sostanzialmente liquidato, Ritiene però ugualmenle che in tal momento ii possa applicare il piano del Comitato di non intervento, purché il , itiro dei 11olo111ar1 stranieri venga controllalo in forma iicura ed al . Governo di Frtmco 1iano riconouiuti i dirilli di belligeranza.

SECONDO COLLOQUIO CON IL « PREMIER » CHAMBERLAIN E IL MINISTRO HALIFAX* /J duce inizia iJ iecondo colloquio dichiarando che intende Precisare oggi al primo ministro britannico la noJtra poJizione nei confronti deJ/a PrancitJ, lenendo conio che q11esto argomento interessa l'opinione pub• A Roma, nella sala del Mappamondo di palazzo Venezia, il pomeriggio del 12 gennaio 1939, Mussolini riceve ancora, sempre alla presenza del mini~tro Gal~zzo Ciano, il primo ministro Nevi lle Chamberlain e ·u ministro Irwin Halifax, coi quali ha il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'Europa ve,so la ,atam oft, pagg. 399-404).


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blica mond;a/e e che al suo riJf>1no ;,, lnghiiJerra il J.ignor Chamberlain potrebbe Venire inJerroga10 a queJIO proposilo. E nota la dimostrazione fa11a ddi deputali il 30 novembre. T aie dimostrazione f11 spontanea ed il Governo italiano ne /11 estraneo. Il primo pa1so ufficiale ebbe luogo il

17 dicembre con la denuncia degli accordi del gennaio 1935. In Jale demmda, noi riaffermavamo anche la pouibilitJ di rm auordo a11raver10 negoziati diplomatici. La rilposta francese fu invece tm « fin de non

recevoir ». Allo italo degli alli noi non desideriamo n·e1suna ,~nferenza, non sollecitiamo interventi o mediazioni, Riteniamo che, quando la guerra .1pagnola sarà finita, Jarà possibile di risolvere direllamente, allra11er10 converrazioni con la Franria, la controverJia esiJtente. Dobbiamo però oneJlamente denunciare un pericolo: quello rappreJenla/o dalla Jlampa francese ..Q11eJta !lampa può aJJauare le per1one, compre10 ;J duce, e ciò non avrà conseguenze, ma non deve f erire J'onore militare del popolo iJaliano_, poiché allora ogni reazione è pouibile. Si deve 10110/ineare inoltre che negli ambienti mUitari /'01ti/i1à veno Id Franda è viviJ1ima. Chamberlain aNgura che una pronta soluzione del/a questùme spagnola permelta di arrivt1re al più presto all'intesa fra l'llalit1 e la Francia. Una lunga ·alte.ra poJrehbe presentare dei pericoli. Le relazioni fra l' fn. ghi/Jerra e la Francia sono analoghe a quelle che nistono fra l'Italia e la Germania. L'Inghilterra non de.ridera fare mediazioni, ma, poichl tiene molto anche a mantenere i cordiali rapporti con Roma, au1pùa un miglioramento delle relazioni fra /'Italia e la Fr11nda. Prende allo di quanlo il d11ce ha detto nei confro11ti della J/ampa e si augura che anche la stampa italiana non voglia e1asperare la polemica, poiché, dato che un giorno si dovrà arrivare ad una di.m11sione, ronverrà arrivarci in uno !lato d'ttnimo più benevolmente disposto. D'altra flttrle Chttmberlain ml/re molti dr,bbi 1111/a stabilità del Governo in Francia e non vorrebbe che un indebolimento di Daladier poleu e portare n11ovamente al poltre le sinislre. li "duce dà assicurazioni generiche e dirhiara che non ha a/Jro da ttggirmgere s11 questo argomenlo. Propone quindi che, in applictttione degli a((ordi ilalo-brilannici, Ji dia inizio alla regolamentazione defi· nitiva delle piccole questioni coloniali ancora in sospeso. Chttmberlain è d'arcordo. Q1tindi chiede di parlare su und questione che definisce delicata, Come ieri ebbe omu;one di dire, e,:li sperò, dopo Monaco, di poter meltere le basi per 11na migliore collaborazione inlernaziona!e e soprttl!uJto per una pùì fJrofonda inteJa con la G ermt1nia. Ciò non è Jlato flouibile. N ello J/euo tempo deve fare rilevare che nel• l'opinione f111b~lica mondittle si è rreatd 11na grande ansietà circa q11elle che sono le vere intenzioni di Hitler. Il riarmo che in Germanit1 si wolge con un ritmo febbrile, le voci di manOvre di mobi/i1azione lasciano pemt1re al mondo che il Fiihrer abb;a in mente nuovi col-pi di mano,


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che poJrebbero eutre periColosi per la pace generale, Alcune pen ane ritengono che il FUhrer mediti un'azione verso l'Um1ina per urvirsi di rm tale Stato indipendente ai fini di diJlocare fa Ruuia. Altri pemano che /'a/lacco potrebbe verificani ad avesi contro la Francia ed a/Jri ad eJI contro la Polonia. Simili azioni determinerebbero un conflitto con la Polonia o con la Rnuia o con Jutfe due. Non è detlt> che un tale conflillo non possa venire localizzato, ma comunque è da considerarsi perico/oJo, co1] com'è sommamente Igradevole lo Jlato d'inquietudine che l'incertezza sui veri programmi tedeJchi produce neJl'opinione pubblica mondiale. Può il duce dare qualche chiarimmto ìn propo1ito? Il duce riconosce che la Germania ha riarmalo e riarma su una uala imponenu , ma q11e1to riarmo deve essere comiderato ÙJ relazione d riarmo di tutli gli altri popoli e parlicolarmente al riarmo ruu o, sul qutJ!e 11011 si hanno informazioni preciu, ma che deve essere considerato di grandi proporzioni. Crede che Hitler desideri ,m lnngo periodo di pace per poler meglio amalgamare i nuovi Territori del Reirh e sviluppare· Te grandi forze produJJive della Germania. I! vero1imile che vi siano elementi non respon1abili che de1iderano la diJ!o,,riione della Rlmia sovfrJica e personalmente aggitJnge ,he, se il bolueviJmo .rcomparilu, non sarebbe una wenlura per i'11mat1ilà e certamente una benedizione per il popolo ruuo. Ma dalle informazioni in 1110 posJeJJO è in grado di e1dudeu ,he Hit/er _mediti un attacco contro l'Ucraina. Tale voce può euere jorJa iÌJ 1tguito alla questione ruJena. .Ma conviene prerisare che an,he l'Italia è confrttria alla questione della frontiera ,omune Ira l'Ungheria e la Polonia, poiché l'arbitrato di Vienna si è ba1ato su concetti etnici ed è fuor di dubbio che la Rutmia non è abitata nl da polauhi né dd magiari. Esclude nella f orma più definilit1a un a/lauo in direzione oveJ/. Dal FUhrer ste110 ha avuto più volte omuione di sentir ripelere che egli non inlende menomamenle mandare la gioventù tedesca a·cadere in massa per una frontiera che con1idera ormai definitiva, D'aitrd parie anche l'Auordo rerentemente firmato a Parigi nd11de una tale eventualità. La recente visita di Beck iii Germania ed il progello di un viaggio dì Ribbentrop a Var1avù1 rendono anche ollimiJti circa le relazioni fra la Germania e la Polonia. Bisogna tener presenle ,he 1111/e le voci ostili .;Ila Germania sono so//evate dalla proptJganda antinazista, che vorrebbe ,iuJCire ad isolare l'impero Jedesco. Chamberlahz ammetle che una grande propaganda antitedeJCa sia 1/ala svo/Ja, ma deve ripetere che /!imponente riarmo tedesco dà motivo d ia genie di eue,., sospe1tosa. La Germania ormai ha 11na forza tale da non teme,e 11eu11n attacco. Nessun attacco può venire dalla Francia e dall'Inghilterra, e, per quanto concerne la R.u11ia, anche 1e questo Paese ha una certa pouibilità difensi~a, non ha a/ama efficente prospettiva di aJtauo.


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OPER.,\ OMNIA Df BENITO M USSOLINI

Il duce ricorda a Chamberlain che ltt Germania ha tulto iJ dirillo di lemeri ,ma roalizion_e di popoli. N el considerare il riarmo Jedeuo bi· sogna infine Jener preÙnle che J proporzionato alla grande popolazione 11azionale e che i Jedeuhi, nell'effettuare il loro riarmo, 1ono partili da zero, harmo dovuto creare « ex novo» artiglierie, aviazione, eu. D'a/Jra parte il carattere difemivo dell'armamento ledeJco è provato dalla CO·

Jlruzione della «linea Sigfrido >), che fronteggia la « linea Maginot ». Chamberlain si dichiara convinto fino ad un certo putJto, poiché l'annamento tede1co gli risu/Ja esure troppo imponente per t:1Vere ;o/tanto uno scopo difemivo. Camunque, poiché il dute ha detto rùultargli che il Fiihre, dc1idera un lungo periodo di pace, Ji p11ò pemo.re cht il Fiihrer dithiari ciò p11bbli.amenle? li d11ce non ududt che iJ Fiihrer f'OJJa eventua/mtnle fare dichiarazioni in 1.:/ senso e fa rimarcare che anche le dichiau1.zioni falle oggi al Co,po diplomatico hanno un caralte,è euenziafmente pacifico, CYalt,a parie ii F1ihrer dtve tener presente cht in alc11ni PaeJi ci sono delle correnti politiche che vorrebbero lo schiacciamento della Ge,marria e quindi deve agire in co11stg11ef1za. lno/J,e eJiJtono anche le alleanze j,ancopolacra e franco-ruJJa, che sono un residuo del riJtema di accerchiamento ginevrino. T11110 ciò giurJifua la politica di armamento difemivo della Germania. Chamberle1in dome1nda se, finild la g11erra di Spagna e riJtabilile le normali relazioni tra l'Italia e la Francia, il duce riJenga pouibile indire 1111a conferenza per il diJarmo qualitativo. Il duce si dichiara d'accordo, ma dice che qua!J;a1i couferenza dovrebbe eJJere prima compiutamente preparata atJraverso normali contatti diplomalici, altrimenti avrtbbe un imucce1so. Aggiunge che in proposito ha idee chiare circa la possibilità di limitare qualitativamente tali armammli e si rherva di farle conoJcere al momento oppor/uno. Il 1ignor Chamberlain porla la diu111Jione 1111/a queslione della ga-· ranzia alla Cecoslovacchia e domanda Je l'Italia, in comiderazione delle decisioni di Monaco, è favorevole ti che la garanzia venga conreJSa e Je deve venire .conceJJa dalle quattro polenze. Il d11ce rùponde che non ha obiezioni in line11. di principio, ma che ritiene per il momento, wprallutlo per una serie di comiderazioni praHche, ancora prematura ogni deciJione in propo1ito. Prima d{ parlare di garanzia a!ld Ceco1/ovacrhia e di 1tudiare in quale forma e da chi eua deve venir data, bùogna che il Paese si sia definitivamente aJJeJlato all'interno attraverso una n11ovt1 roJlituz;one, che abbi11 fallo una àichia• razione di ne11tralitJ e che infine le nuove frontiere, cht per ora sono Jlate lrarciate 10/amenle sulla caria, Jittno state anche definite JUI territorio. Chamberlain aderiJce a tale punto di 11iJt,1. del d11ce.


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Ch,1mberlain rom1mùa la partecipazione della Gran BreJtJgntJ ,11/11 EipcJizione 11ni1,1ersale di Roma del 1942 e dichiara di non avere altri argomenti di disonsiont. Dcpo un reciproco ringrazìamm lo per le comunicazioni falle ccm cordiale spirito di cooperazione, il colloquic ha termine.

IL MEMORIALE A HITLER DEL 30 MAGGIO 1939 Ora che l'Alleanza fra Italia e Germania è fissata e troverà, in ogni momento, secondo fa lettera e lo spirito del Trattato, la sua piena appli· caziooe, ritengo opportuno esporre quanto io penso sulla situazione attuale e sui suoi probabili sviluppi futuci. t) La guerra fra le nazioni plutocratiche e quindi egoisticamente conservatrici e le nazioni popolose e povere è inevitabile. Data ci.uesta. premessa, bisogna prepararsi. 2) 'Colle posizioni strategiche conquistate in Boemia e Albania, le potenze dell'Asse hanno in mano un elemento fondamentale di successo. 3) Ho spiegato in una memoria a von Ribbentrop, all'epoca del convegno di Milano, i motivi per cui l'Jtalia ha bisogno di un periodo di preparazione, che può andare a tutto il 1942. Essi sono: « I.e due potenze europee dcli' Asse hanno bisogno di un periodo di pace di durata non inferiore ai tre anni, ~ solo dal 1943 in poi che uno sforzo bellico pu~ avere le più grandi prospettive di vittoria. Un periodo di plce ~ necessario all'Italia per le seguenti ragioni : a) per sistemare militarmente la Libia, l'Albania e pacificare l'Etiopia, dalla quale deve uscire un'armata di mezzo milione di uomini; b) per ultimare la costNzione e il rifacimento delle sei navi di linea attualmente in corso; () per il rinnovamento di tutte le nostre artiglierie di medio e grosso calibro; d) per spingere innanzi la realizzazione dei piani autarchici, che devono rendere vano ogni tentativo di blocco da parte delle democrazie possidenti; e) per realizzare l'Esposizione del 1942, la quale, oltre a documentare il primo ventennio del regime, può fornirci riserve di valute; f) per effettuare il rimpatrio degli italiani dalla Francia, probleina di natura militare e morale molto serio; g) per ultimare il già ìnb:iato trasferimento di molte industrie di guerra dalla valle del Po nell'Italia meri• dionale; h) per approfondire serripre più i rapporti non solo fra i Governi dell'Asse, ma. fra i popoli, al che gioverebbe indubbiamente una distensione dei ra.pporti fra ChlCSa e nazismo, distt nsione che è molto desiderata dal Vaticano. Per tutte queste ragioni l'Italia fascista non desidera di anticipare una guerra di carattere europeo, pur . convinta che


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OP:ERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

essa sia inevitabile. Si può anche pensare che fra tre anni il Giappone abbia condotto a termine la sua guerra in Cina». S prevedibile che il triangolo Londra-Parigi-Mosca cercherà, in tempo di pace, di danneggiare in tutti i modi le potenze dcli' Asse, specie dal punto di vista economico e morale. Sul terreno economico si risponderà

sviluppando sino alf'estremo i piani autarchici e sul terreno morale contrattaccando su tutti i campi. 4) Oltre all'aziorie di sabotaggio materiale vero e proprio (attentati, ecc.), ogni sforzo dovrà essere iQtrapreso per incrinare l'unità interna dei nemici col favorire i movimenti antisemiti, coll'aiutare i movimenti pacifisti (caso Paul Faure in Francia), col patrocinare le autonomie regionali (Alsazia, Bretagna, Corsica, Irlanda), coll'accelerare la decomposizione dei costumi, coll'eccitare alla rivolta Je popolazioni coloniali. L'in· g resso della Russia bolscevica nell'Occidente, condotta per mano da Londra, è un elemento indubbiamente favorevole allo sviluppo di questi piani. !I) Dal punto di vista strategico le nazioni ad Occidente possono con· siderarsi _«murate », cioè . praticamente inattaccabili per forze di terra, Si può <juindi prevedere una difensiva reciproca sul Reno e sulle Alpi e in Libia. Viceversa le forze metropolitane e coloniali in Etiopia possono iniziare operazioni offensive contro le colonie francesi e britanniche con· finanti. Ad Occidente 1a guerra asswnerebbe quindi un carattere predo• minante aereomarittimo. Colla conquista dell'Albania, il problema navale italiano è notevolmente alleggerito. L'Adriatico è un mare interno, che può essere ermeticamente chiuso. 6) Solo verso Oriente e sud-est la guerra può assumere Wl carattere d inamico. Polonia cd altri Stati gar:intiti dovranno fare assegnamento su se stessi e potranno essere paralizzati prima che g iunga un concreto aiuto, anche dalla confinante Russia. 7) la guerra che le grandi democrazie preparano è una guerra di «usura» . Bisogna quindi partire dall'ipotesi più dura, che è la p::issibile al cento per cento.« L'Asse non riceverà più nulla dal resto del mondo» . Questa ipotesi sarebbe g rave,' ma le posizioni strategiche conquistate dall'Asse riducollo di molto la gravità e il pericolo di una guerra di usura, A tale scopo, sin dalle prime ore della guerra, bisogna impadronirsi di tutto il bacino danubiano e balcanico. Non contentarsi di d ichiarazioni di neutralità, ma occupare i territori e sfruttarli ai fini dei rifornimenti bellici, alimentari e industriali. Con questa operazione, che dovrebbe essere fu lmi nea e condotta con decisione estrema, non solo si metterebbero fuori combattimento i « garantiti », cioè Grecia, Romania e Turchia, ma. si avrebbtro le spalle sicure. In questo gioco noi possiamo contare su due J'Cdine favorevoli: l'Ungheria e la Bulgaria.


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.AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

8) L'Italia può mobilitare proporzionalmente un numero maggiore di uomini che Ja Germania. A una abbondanza di uomini corrisponde una modestia di mezzi. L'Italia, nel piano bellico, darà quindi più uomini che meni; la Germania più mezzi che uomini. Desidero sapere se le considera.zioni suesposte incontrano l'approvazione del Fiihrer. Nel qual caso bisogna che su tali direttive si preparino i piani degli Stati Maggiori. MUSSOUNt

Roma, 30 maggio 1939.

APPUNTO AUTOGRAFO PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI PER UN PLEBISCITO A DANZICA I) Jniziativa del Senato di Danzica per un plebiscito che deve dimostrare al mondo il carattere germanico della città. 2) Il plebiscito dovrebbe essere organizzato e controllato da un comitato di potenze composto di rappresentanti Germania, Polonia, Inghilterra, Italia, Svizzera, Olanda, Francia. 3) In base al plebiscito le stesse potenze vedrebbero il destino futuro della citt:à. [MUSSOLINI]

Roma, 3 luglio 1939.

PROMEMORIA AUTOGRAFO PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI PER LA RISPOSTA ALLA NOTA DEL GOVERNO INGLESE DEL 4 LUGLIO 1939 SUL PROBLEMA DI DANZICA I) Se Danzica, come dice l'A. Mémoire, è tedesca di fatto, la può diventare di diritto. 2) Tesi polacca insostenibile. (Ogni polmone necessario, ecc.). 3) L'acquisto di Danzica non migliora posizioni strategiche del Reich, il quale dispone della Prussia orientale e della Slovacchia. 4) La politica di riavvicinamento alla Polonia e il Patto dei dieci anni è stata opei'a personale del Fiiher; di qui il suo rammarico e la $Ua delusione. 5) Polonia e Cecoslovacchia è. colpo di grazia. 6) Raffreddare l'atmosfera, cessare ogni ecCitamento alla psicosi bellica polacca, riprendere le discussioni direttamente fra Polonia e Germania. 7) Il passaggio dèlla città al Reich non compromette l'integrità e


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLJNI

l'indipendenza della Polonia; in caso di guerra, il destino della Polonia è incerto. · · 8) Comunqu~, ciò· ripetuto due v0Ite ad ogni frase: Se gli inglesi sono pronti a sostenere coIIe armi Ja tesi polacca, l'Italia farà altrettanto per le rivendicazioni germaniche. [MU SSOLINI]

Roma, 7 luglio 1939,

PROGETTO AUTOGRAFO DI COMUNICATO PER IL PREVISTO INCONTRO CON HIUER AL BRENNERO 11 FUhrer e il duce, incontratisi al Brennero, dopo aver lungamente esaminato la situazione, hanno riaffern:iato, contro la politica di accer· chiamento dell'Asse, condotta dalle g randi democrazie, la loco volontà

di pace, e sono stati d'accordo nel ritenere che wu conferetlla fra Ie potenze interessate (Italia, G ermania, Francia, G ran Bretagna, Spagna, Polonia), qualora fosse convenienteme nte preparata attraverso le normali vie diplomatiche, potrebbe condurre alla soluzione dei principali problemi che rurbano l'Europa e aprire ai popoli un periodo di pace e di benessère. [MUSSOLINI}

22 l«glio 1939.

PROGETTO AUTOGRAFO DI LETTERA A HITLER NON INVIATA Roma, 21 ago!IO 1939.

li conte Ciano conferisce con von Ribbentrop sulla situaziooe e sulle <JUattro eventualità probabili circa il corso degli eventi. Desidero s9ltoporvi queste eventualità e desidero conoscere se siete d ·accordo sulle conclusioni alle quali arrivo. Vi prego di crede.re alla mia solidale amicizia e accogliete i miei più cordiali saluti e auguri. l) Se la Germania attacca la Polonia ed il conflitto rimane localizzato, noi daremo alla Germania l 'appoggio che ci sarà chiesto. 2) Se la Polonia e Alleati attaccano Ja Germania, noi interveniamo a favore della Germania. 3) Se la Germania attacca la Polonia e Francia ed Inghilterra contrattaccano la Germania, noi non prendiamo iniziative di opcrazì~i beUiche,


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AC_GIUNTE: SCR.ITI1 I DISCORSI

dà.te Je attuali condizioni della nostra prepara.zione· militare, tempestivamente comW1icate al Filhrer e a von Ribbentrop. 4) Se eventuali negoziati · fa1liscono per intransigenza altrui e la Germania intende risolvere con le armi"Ia vertenza, interveniamo a fianco deJla Germania. [MUSSOLINI]

APPUNTO AUTOGRAFO PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI PER I SUOI COLLOQUI CON lL MINISTRO DEGLI ESTERI DI UNGHERIA DEL 6-7 GENNAIO .1940 I) Non possiamo aiutare efficacemente con masse armate [I"] Ungheria in caso di attacco russo se non abbiamo Jìbettà di passaggio. Problema del ponte fra noi e Ungheria. 2) Situuione. "B necessario che [l' ]Ungheria faccia [un} airnrdo con [la] Romania, accordo di rettifica territoriale, che riporti all'Ungheria le minoranze .... [!"appunto, deteriorato dall'umidità, è illeggibile in alcuni pWlti] salvo a stabilire per le isole un regime speciale. 4) Le mormorazioni di talune autorità tedesche come diffuse a Beelino sono ridicole. Abbiamo.... in mano dei documenti, discòrsi, che ha mancato ;i:J Patto d'alleanza. Noi vi siamo rimasti fedeli .... 5) A meno che la Germania non commetta altri irreparabili errori non denuf'lceremo l'alleanza. t "escluso l'intervento coi franco-inglesi, che significherebbe la conferma dell'egemonia ~ilitare e coloniale ai danni dell'Italia. 6) Verw l'estate, sotto 1a personale direzione del duce, l'Italia avrà un complesso di forze terrestri e aeree tale da esercitare un'influenza decisiva sulla situazione, [MUSSOUNI]

R.om,1, 6 gennaio 1940.


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

PRIMO COLLOQUIO CON IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO WELLES• . /I signor Sumner W elles ringrazia il du,e per averlo ricevulo ed in,omincia il suo dire dichiarando , he il Pre1idenJé RooJevelJ è desidero10 di eliminare una t1olta per tulle i malintesi e le incomprensioni che sono esiJJiJi per lungo tempo fra gli S1a1i Uniti e l'Italia. E lieto di comunicare rhe il Presidente degli Stati Uniti ha già richieslo al Congreuo lo sJanziamento di due milioni di dollari per partecipare alla EJposizione del 1942 e desidera anche stipulare un traltalo di commercio regolare Ira gli Stali Uniti e i'/Jaiia. Il duce ringrazia di questa wmunirazione e conferma che i lavori per i'Espo1izione del 1942 verranno proseguiti in qualsiari 1ituazione polilica. Anche egli concorda sull'oppor/unità di Jtipuiare un traila/o. di commercio regolare, tanto più che le relazioni commerciali con gli altri Pani sono rese più difficili dal presente stato di guerra in Europa. li duce non ritiene rhe la qrwtione del riconoscimento dell'Etiopia e deJJ'Albania possa venire ormai sollevata dagli Stati Uniti, dato rhe a tale rironoscimenlo hanno ormai proceduJo i Paesi piii direllammte inJereJsati. Il signor S11mner Welles dice che tale riconoscimento potrà aver '11ogo come « parte di un tu/Jo » allorché si procederà ad ima Jislemazione ge•. nera/e del mondo, ivi còmpreJa la questione e1tremo-orientafe. li d11re risponde che ciò comp'orterà un lungo ritardo e che nel fraJlempo uuà utile stabilire un « modus vivendi» a larghe basi, che permma di intemifo"are gli mambi , ommerciali. Il Jignor S11mner Welles preJenia al duce un « memor,mdum » americano circa la po11ibilità di miglio,:are le condizioni generali di scambio intemazionafi e di giungere ad una limir111.ione degli armamenli, facendo rilevare che molte delle idee conte1111te i,, tale «memorandum» furono espresse dal duce in un sita dùcorso alla Camera nel 1934. Il 1igno1 Sumner 1Felle1 d omanda ai duce .re egli non sarebbe dispoJIO a procedere 111bito ad uno J(ambio di p,mli di vis/a tra i Paesi neutrali per fissare le ro'ndizioni di 11na pace economica, che dovrebbero venire prese in considerazione non appena venisse rÌJtabilita nel mondo la pace politica. li duce, p11r concordando sulJa necessilà di riaggiustare su n11ove ba1i • A Roma, nella sala del Mappamondo di palazzo Venezia, il 26 febbraio 1940, Mussolini t iceve, a.Ila presen:u del ministro G;i.leano Ciano e de[l'amba. sciatore amrricano nella capitale, W illiam Phi!ips, il sottosegretario pc-r gli Af. fari Esteri degli Stati Uniti d'America, Sumn~ Welle:;, col quale ha il colloquio , qui riportato in riassunto. (Da l'E,"opa flerto /iz ratamofe, pagg. XIS-511).


AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

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i r11ppor1i uo11omici .fra [gli] StaJi, fa prew,te· che non riliene pouibile invertire i Jempii' egli cioè ritiene ,he la pau e,onomica dovrà uguire, ma non può precedere la pace politi,a fra i vari StaJi. Aggiunge ,he nella gue"a economica l'Italia è arrivata buon'u/Jima: .roll.mio nel 1934 fu· rono fissati i provvedimenti per i ,on/ingenti, il controllo sulle divise, ecc., mentre il primo esempio era slalò dato dagii SJati Uniti prima deil'ammi11istrazione Roosevelt e dall'Inghilterra con la ,onferenza di Otlawa, che divideva l'umanità in due parli: quella facente parte dell'impero britanniro e quella eJ(/uta. 11 tignor Sumner We/le.r prende atto di quanto il dure afferma e ti dichiara soddiJfatto dell'impegno del duce di dare il suo contributo alla pacificazione economica fra gii Stati allorché la situazione politica conJenlirà uno svilflppo in tal temo. Venendo a parlare della situazione in Europa, il ;ignor Sumner We/le; domanda al dute Je egli veda qualche elemenlo che permetta di comiderare po;sibile un accordo fra gli Stati belligeranti. Il duce risponde che J'u/Jimo discono di Hitler contiene d11e elementi molto importanti: l'affermazione del diritJo germanfro allo spazio 1Jitale neli'Europa centrale, e la richiesta delle vecchie colonie. Con questo, ditcorso il Fiihrer ha fatto cono;cere i suoi obiettivi; adesJo ;i tratta di Jfa· bi/ire q11a!e dovrà e;sere geograficamente il limite dello spazio vitale richiesto dafla Germania e quale strutl11ra giuridica e politica dovrà avere. Il duce continua dicendo che molti degli obieflivi di guerra degli Alleati umo da considerarsi assurdi: primo transi il ristabilimento di un'Austria indipendente, la q11ale Amtria non è alJro intJece che una provincia del Reich. Anche la Cecoslovacchia, cos} ,ome era stata hlventatd dalle demom:tZie, rappresentava fln'artiftciosa co;truzione destinata a minacciare la Germania. Per quanto concerne la Polonia bhogna riconoscere ,he alcune zone e città sono nettamente tedesche e alla Germania debbono rimanere. L'altra parte dellct Polonia invece può costit11ire uno Stato nazionale ·polacco, in una forma che verrà .successframente definita. E certo che qualora si volesse ricostruire la Polonia nei moi Vecchi confini, bisognerebbe decidersi a combattere non solo la Germania ma anche la Rm· 1ia1 che ha occflpato una parte molto notevole e importante della stessa Polonia. Il signor Snmner We/ie; prende al/o di quanto il duce gli ha dello e domanda Je egli ritiene che esistano ancora le condizioni per un even· l!1ale contai/o ·,ra le due parti belligerami, Il duce · ha rispo,sto . di non escluderlo, a condizione che la guerra mantenga la sua statica po.sizione atluale,· qualora invece dovessero ingaggùmi ba/taglie in grande stile con groue perdite da ambo le parti, le difficoltà sarebbero certamente insormontabili. Ma a questo punto . il


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

d11,e u nte il dovere di far prtun/e che neJJ'event11alità di un auordo verrà sollevata anche la quu lione italiana. L'ltalia J prigioniera nel MediJerraneo e lo sarà fino a quando non avrà 11n libero auesso agli oaani. Lo slesso piroscafo sul. quale viaggiava il 1ignor Sumner W el/e1 ha d o· v11to s11bire un (Oniro/lo a 'Gibi/Jerra. Non c'è dubbio che /a/e .staio di prigionia diventa umpre più malagevole con l'a1'menlare della staJ11ra e della potenza de/l'llalia, La quesJione i1alìana non è Jtata ancora sollevala per non J11rbare le già mollo Jorbide ,ondizioni politiche e_uropee, ma ciò non esclude che eJJa esisla nella realtà e nella (OJCÙmza d el popolo italiano. Il signor Sunmer W elles, dopo aver ringra2.iato il d11ce per quanto gli ha comunicato, dire che alla fine d el 1110 vù1ggio in Europa pt1sserà nuovamente per Romt1 per imbarct1rsi 111 un pirom1fo italiano d N apoli. I l duce lo invita a recarsi nuowmenle a conferire con lui qualora al termine del SI/O viaggio abbia elemenli importanti di" informazione.

APPUNTO PERSONALE AUTOGRAFO PER I COLLOQUI COL MINISTRO VON RIBBENTROP DEL 10 E 11 MARZO 1940 Mese di .settembre : impreparazione dovuta alla guerra africana e spagnola. Mi rendo conto che la Germania non poteva fare a meno di mu. ciare contro la Polonia e che ogni V"zOgmmg poteva essere fatale. a) La Germania non aveva certo bisogno dell'ltalia per vincere la Polonia; b) e nemmeno sul fronte occidentale. [Ì.'] intervento dell'Italia avrebbe allargato la guerra, cioè fatto il gioco dei franco-inglesi. Bisogna ricordare che mentre [la} Germania ha uno Scacchie.re sòio; l'Italia ne ha cinque, e ognuno di essi ha più fronti. Se il corso degli avvenimenti ha dato ragione al Fuhrer, il corso degli avvenimenti ha anche di fronte ai tedeschi giustificato l"atteggiamento dell'Italia. Situazione attuale: accelerata preparazione degli armamenti. i · necessaria l'offensiva per piegare i franco·inglesi? [Questa frase è stata poi cancellata con un tratto d..i matita blu] . Gli scopi della vostra' guerra sono raggiunti. [Ccime ·sopra) .


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AGGIUNTE: SCRITII E DISCORSI

Germania e Russia. Italia e Finlandia ·i Italia e Alleati triplice riserva. Italia e Balcani _ Fone francesi attualmente impegnate sui fronti italiani [questa frase è stata poi sottolineata a matita blu] : a) •... [MUSSOLINI]

Roma, [9? marzo 1940].

PRIMO COLLOQUIO CON IL MINISTRO VON RIBBENTROP * Il mÌnÌJlro degli Affari E!teri del Reùh ha consegnato, auompi::.gnandola con i saluti più cordiali del Fiihrer, la lettera di risposta di quesl'ultimo al messaggio che il duce gli aveva Jempo fa diretto. Ha dovuto passare del tempo prima che la risposta potesse eJJere redatta, per• ché il Fiihrer, come già aveva qui fatto Japere a mezzo dell'amba1ciatòre Attolico, ;ntendeva farJi egli steuo un esatto qu~ro della situazione, prima di stendere la propria risposta. Ciò si è avverato soltanto nelle ultime seuimane, ed il punto di vista tedesco è Jtato na11rienteme111e e1posto nella lellera del Fiihrer, che contiene lutto quello che .wlle importanti queJtioni si poJSa dire nell'attuale momento. Il Fiihrer ha inca· rict1.to il miniJlro degli Affari EJteri del Reich di dare chiarimenti, n<?i riguardi della lellera, ove il duce aveue da fare domande in propoJito, e di metterne in rilievo i punti principali. In ordine ai punti meritevoli di particolare menzione, il miniJtro degli Affari Esteri del Reich è venuto a parlare della queJtione del carbone. Il Fiihrer è rimaJto grandemeiite indignalo delle mhure rwmlt· mente adottate dalt'lnghilterra per impedire il tra1porto via mare del carbone tede1co in IJaiia, Egli considera tali mhure come un tentativo inaudito degli Stati plotocratico-democratici, inte10 a i11g1dare economicamente /'Jta/;a. LJl Germania è naturalmente in grado ed è disposta a coprire tutto il fabbiJogno italiano di carbone. Jl minì11ro ClodiuJ, che ha a((ompagnato il minùtro degli Affari Esteri del Reich, può dare ai propri colleghi italiani tutte le neceJJarie informazioni Jui particolari del • A Roma, nella sala del Mappamondo di palano Venezia, il 10 marzo 1940, Mussolini rièeve, alla presenza del ministro Galeazzo Ciano e dell'ambasciatore te<lesoo nella capitale, Hans Georg von Mackensen, il ministro Joachim von Ribbentrop, col q\lale ha il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'E~rop11 11e,10 la r11t&1.Jtrofe, pagg. '512-527).


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

piano progettato da parJe tede,ca per il regòlamento di tale questione. Egli rua (011 .sé propo.s/6 di .soluzione anche per la questione aJsai diffidle dei trasporti. Il duce ha accennato a tale riguardo ad 1111 fabbisogno mensile da cinq/fecento fino a Jettecentomi/a tonnellate. Il minhtro degli Affari fateri del R eich ha risposto che il minhtro Clodius può fare proposJe per Id copertura dell'intero fabbi1ogno di un milione di tonnellate al me.se. Rùpondendo ad un accenno del,duce alla difficile questione dei carri ferroviari, il minhtro deglt Affari fateri del Reich ha dichiarato che il ministro C/odùu, a uguito dei mgoziati 41!uti con le autorità militari, è ora nella possibilità di ottenere carri J11ppleme,itari e di auimrare, in comune collaborazione fra Italia e Germania, il completo lrasporto del carbone, · Avendo il duce · obiettato che la que.f/ione del carbone rappreunta un'a.r.soluta necessità per i piani militari dell'Italia, osservando che senza carbone non vi sono cannoni, il ministro degli A ffari E!teri del Reirh ha ,i.sposto che il Fiihrer è deli'avvìso che dfle uomini, q11ali il duee ed egli steuo, .sono umpre in grado di venire a capo anche di tale q11estio11e. Del re.sto, le difficoltJ dì carbone in Germania si sono allenuate col terminare della Jtagione fredda. Il duro inverno è stato una .splendida prova dell'unità de} popolo ledesco. Qlfa111tmq11e la popolazione in Germania abbia JOfferlo molto il freddo, non vi è .sJato alcun ugno di ,m,lconlento ed ognuno si è dato volen_terosamente ragione d_elle difficolt!t. li duce ha dichiarato a tale proposito che è Jtata ,ma prova della di1dpli11a del popolo tedeuo. Il ministro_ degli Affari E.steri del Reich ha soggiunto che, nel ca10 Ji dove.ssero mani/e.stare da parie ilaliana ancora altri desider1 di na/11ra eronomira, il miniJlro Clodius Jarebbe volentieri dispono a discutere iu propo.sito con i funzionar1 competmti italia11i. Sono noti ai tedeschi i relativi de.sider1 italiani, ed il Fiihrer ha incaricato lui, ministro degli A ffari EJteri del Reich, di dichiarare al duce che a tale riguardo la Germania farà tu_tto il po1sibile per Joddisfare i de.sider1 italitmi: Pa.rsando alla 1ituazione generale, il ministro degli A ffari E.sieri d el Rehh ha OJ!<!rvato che il Fiihrer non aede cLd alcuna pos1ibili1J di pace, e che è decho già in qunt'anno ad aJ/accare l'Inghilterra e la Franda, nella sicura convinzione di poter sconfiggere l'esercito francese nei corw deli'e.state e di poter ancor prima d el/'auhmno scacciare gli ingle.si daila F,a,uia. li PUhrer ha pre.so tale sua ferma decisione, per(hé non crede in alcuna altra pouibilità di .soluzione, data la menla/ilà dei /rance1i e degli inglesi. Il una q11enione di p,iticipio, } la lolla di un siJJema contro un altro. A miglio,e chiarimento della mentalità che regna presso gl/


AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

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atJver1ari, il miniJtro degli Affari E1teri'del Reich ha comegnato al dJJte, 1uJ/1originalt polacco e lra,ùn.ione Jed esta, alcuni rapporti degli 1,mb4. 1daJt1ri polau-hi a W aJhington, Parigi e Londra, diretti al tolonnel/o Beck, che 1ono Jtati dai Jedeschi rinvem,ri negli ,mbivi polacchi, Da Ja/i rapporti rùultano anzitutto dJJe falli: primo, l'enorme reJpomabilità de· gli Stali Unili nei riguardi della gue"a, e, 1econdo, l'odio profondo co,,. tro il _nazionalsocialismo ed il faiciJmo e la spietata volontà di di1lrtt· zione ai danni dei due regimi, Si tratta qui di un atteggiammlo the determina l'azione e l'inazione della pl11toc·1"<1zia ingle1e, franceu e purtroppo anche americana. li duu ha obiettato che i documenti sono certamente aJsai intereJ· Jt1.nli, ma non contengono sostanzial~1ente alc,mthé di nuovo, inqt1a11toché si 1apeva già da prima ehe Franeia, Inghilterra e Stt1.ti Uniti sono ottili 11i regimi autoritari. Jl miniJrro degli Affari Esteri del Reich ha dichiarato ehe anzit11tto dai documenti appare chiara la JiniJtra parie giocata dagli ambaJCiatori amerieani BN!liu, Kmnedy e Drexel-Biddfe, i quali hanno in modo 1peeiale influwzalo anche l'atteggiamento ingle.re, Si risente in dò l'a'àone della comorteria gi11daico-plutocraliea, I.a rni inff11enza, attraverJo i Mar. gan ed i Roclufeller, arriva fino a Roosevelt. li duce ha a questo punto oJJervalo che si tratta effettivnmente del gruppo dei trecento che reggono iJ mondo e dei quali già Rathenr:m avei:a parlàlO. li ministro degli Affari EJteri del Reich ha ron1i1111ato dicendo rh.t in Germania nesJuno si fa il/111ione che la tJolontà di annientamento di Jali circoli 11011 sia una cosa reale e ch e t11tto quello che avvi8ne s.uve solldnto a maJChmtre tale volontà. Come il Fiihrer ebbe già ad irljt1rmarne il dure, la visita di Sumner IVt lleJ a Berlino non ha portalo alom n11ovo fatto. In Germania ci si domm1da eoJa eff ettivammte Roouve/t .,sì sia proposto con tale iniziativa. Il duce ha oJurvato che debba prìncipalmmle Jrattar1i di q11ntione Ìnlerna americana. Il minùtro degli Affari Esteri del Reieh, a confnma di quanto da lni prima addotta, ha letto la relazione d el/'ambauiatore Potoeki a _Wmhington del gennaio 1939. Dopo che il miniJtro degli Affari EJteri del Reich ha finito di pdr· lare, il duce ha osservato che Roouveh htJ modifiea10 in molti punti le proprie idee, inq1,antoché il popolo americano è contrario alla gJJerra ed è difficile fargli eambiare tale 11d.10 d 'animo. Il mi,ziJtro degli Affari B.rteri del Reir'h am111iva riferendosi di n11ovo alle intereu anti ri11elazioni contenute nella predetta relazione da lui letta. Egli ha poi indirizzato il discorso wl problema r,uio. Il Fiihrer ha 1 0 .-:X:JX',".


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e1po1to nella JUa letJera a MuJJolini tutto qu,mto i:i era da oJservare in argomenio. Jl miniJJro degli A ffari EJ1eri del Reich aggiume di aver rilratlo, dalle nperienze avule nel rorJO del 1110 duplire 1oggiorno a Moua, la ferma convinzione rhe· Stalin ha rinundato ai propo1ili di una -rivoluzione mondiale. - Lo credete voi veramente? - ha chie1/o allora il dtJce. Il. miniJtro degli Affari EJJeri del R eich ha riJpo1to affermativamente tt dichiarato che l'avvenlNra di Spagna è Jtato l'ultimo ten(aJivo ù/la rivol11zione mondiale. Alla domanda del duce Je anche la Terza /,,ternazionale aveJJe 1me.JJ0 ogni idea rivoluzionaria, il mini1tro degli A ffari Esteri del Reich ha ri.!posto che, a suo avvùo, la Terza I11ternarionale Jvolge euhuivamente attivilà di propaganda e di informazione diplomatica. Egli ha /1impre11ione che la R.usJia non .solo Ji 1tia orientando, ma che è amhe abbaJtanza avanti 1ulfa via di divenire rmo Stato nazionale e normale. Ne/Je dmminiJJrazioni centrali non vi sono più ebrei ed anche Kaganovic, del quale u mpre JÌ sostiene, quanlunque egli non lo abbia potuto controllare, che Jia dì Jangu~ ebraico, è /1Jlt1ai più un georgidno. Con l'a/Jonlanamenlo di Lilvinov, tulli gf; ebrei h,mno laJciato i posti direJJivi. Nel 1110 se,ondo 1oggiorno a MoHa, egli ha av11to om11ìone di intrd/Jenersi con /111/i i membri de/t'Ufficio politico (<<PolitBiiro »), durante un pranzo offerto _da S1alin. D4 parte tede1,a erano presenti anche veuhi membri del Partito, comè il Gauleiter Fonte,, ·;1 'luale, a/Ja fine de/la manife1tdZione, _ha dichiarato che lu/Jo si era SfJOlto come Jesi fo1se parlato con antichi ,amerdti. Tqle dev'euere staia an,he la sua impreuione. Ciò appare forse alquanto singolare, ma a mo modo di vedere l'atteggiamento d_ei mui, che è naluralmenle cotmmi11a e come tale non può formare oggeuo di diJcrmi0t1e da parie di un nazionalwcialista, non ha più nulla a che f are ,on la rivoluzione mondiale. Stalin 'si era propo1to di organizzare l'impero ru110 su ba1i centralistiche e tale J(Opo ·,gli lo hd an,he largdmenle raggùmto, dato ,he nulla più avviene in IVmid fuori della sua flOlontd. A tale fine egli ha applicato metodi che in Ruuia erano in cono fino dai tempi antichi. E nel guardare il rifratto deilq zar Alessandro, che sia ancora esposto nel Cremlino, Ji ha, per q11a11to con(erne tali a1pirazioni 1 ancora J1impre11ione di arulare a trovare uno zar e non Stalin. Il d11ce osurva allora che ef/e1tifl<1mente SJalin pe111a di eJJere il succeuore di AleJJandro. Il rninùtro degli Affari EJteri del Reich continua ditendo ,he l'Uf· firio politico è costituito da 411/entici elementi moscoviti, i quali non Ji interessano più ad altri Paesi ed anzi avrebbero 14 tendenza di separare la RuJJia J4/ re1to del mondo. LA R,mia non rappresenta alrnn pericolo, sia dal punto di vista della politicd interna, Jia estera, · per il nazionaf-


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AGGIUNTE: SCRITTI E DISCOI!-SI

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JorialiJmo od il fascùmo. EffeJJi11tJmtnte non Ji è ·riuontfato più in Germania, dopo la wndusio,u del pano runo, alcun tentativo di ingerenza sovùtita nelle q11e1Jioni interne tedeJrhe. li Fiihr~ parte dal punto di vùta che n iste naturalmente una nella distinzione fra il boluevùmo ed il nazionalsoàalismo, ma rhe non di meno è po.Hibile concludere un favorevole accordo commereial.e con la Russia, ed avere libere in Ocddente molte divisioni, le quali in altre condizioni si Jarebbero dov11te

impiegare C(J111t copertura 1Jerso la R.Nuia. In virtù dell'intesa con la RH11ù1, /tJ Germania ha libere le proprie spalle. La Ru.ssia stt1 tJtlravemmdo

una grande tra1formazione ;torica. EU,? ha rinunciato alla rivo/11zione mondiale. I rnoi rapporti con la Terza Internazionale, Juondo quanto consta in Germa11ia, Ji Jono rilassali ed i rappreuntanti russi in uno allt: T erza /nJernaziona1e sono tra/tali freddamenle. Nel , 11mpo del!t: po. liJic11 e11era. la. RuJsia. non ptnsa. ad al,una. azione, esJendo i .ruoi sgua.rdi rivo/li eschuivamenle verso l'inu rno del Paese, a molivo della tr11sfor· mazione organizZ11#t1a 111bita dal regime bolJCevico. N el conflitto finnico la Russia, e ciò si Ja in Germania M n tu/fa pre· cùione, sarebbe .ria/a tr,minata, /J mini.rtro degli E.Iteri finnico Tanner, 1m menscevico, è Jlato un cattivo consigliere del mo Paese e da Hllimo l'ingerenza inglne ha creato una 1ituazione che ha impegnato il pre1tigio della lvtuia, costringendo que1ta ad entrare in guerra nel cuore dell'inverno, In origine eJJa si proponeva di concludere con la Finlandia accordi 1imili d quelli stipulati con gli StaJi Bttltici, In tale Jlato di cose, i rJ11si non rdppresenterebbero ttlcun pericolo nemmeno per i Balrani. Stalin Sd· rebbe na1ure1lmmte disposto " concludere in qualunque momento u11 acrordo ,on la Romani", che gli auicuraJJe in parte o per intero la Bes• sarabia. Non si lt11cerebbe però 1icuramente coinvolgere in un conjlit10 con la Romania, in 11istt1 delle · ripncuuioni ùtcalrolabili che ciò avrebbe negli altri Pae.ri e de/l'allarge1menlo del conflillo che cerlamenle ne seguirebbe a Ju/lo l'Orienle, Il punlo decisivo è che gli uomini de/l'Ufficio politico, 911ale ad e;empio ii capo della « Ghepeu », con cui il mini· Jtro degli Affari E.Iteri del Reich-Ji era a lungo intrattenuto, sono elemenli moscoviti i 911aii non vogliono minimamenle sapere di Pàrigi1 Londra e Wa1hington, e che, orientali verJO u11 nazionalismo ruJ;o, ma non pamlavo, vorrebbero in ogni modo ollenere talune revisioni te"i· toriaii. li duC'e ha ammeJJo che la Terza lntern4.Ziona/e non può effettivamenJe intrapt'endere una rivoluzione mondiale, .Pt fl:hé, in uguito a!J'ac• cordo ruuo-teduco, 1i è ingenerata und grarule con/tnione nei partili comunisti degli Sta.ti ouidtntali, che egli definiJce come la finè del movimento co,mmista nel mondo. l comunisJi di Occidente riterrebbero afJChe che « Jia Jla.to Sia/in ad andare a Berli'l1o » ·e non viceversa.


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OPERA OMNIA Dr BENITO MUSSOLINI

Il ministro degli Affari Esleri del Reirh ha soltolineato a Ja!e rigu.trdo il fermo ·atteggiamento dei membri del Pdrtilo in Germania, i quali, ùpirali al pensiero realisli.o fortemente .rviluppato dagli inugnamenti

nazionalJocia/iJJi, hanno approvalo unza riJerve il Patto rUJJO·Jedesco, . In nesso a ciò il duce ha ouervato aver già scrillo al Fiihrer che riconosceva pienamente la neceJJità polilica di tale accordo, che rùparmia alta Germania un fronte di guerra e le lti.Jci.J libere le ipalle. Sebbene la R.Jwia non sia completamente all'altn.za dai lato militare, P!'ò tnllavia operare con grandi maue e la maua è umpre una forza., S semp/iu. menJe pazzesco che la stampa occidenJale rerchi di .far pauare l'Armala ,·uua per una « m'andria », come ;i 1arebbe e1preJJO Herriot. Ciò è pro• paganda· completamente fal1a. Il minirtro degli E1teri del Rehh approva e rileva come il Fiihrer, nella Jua lettera ai duce, abbia qualificata di idiota la propaga,tda ingle;e. Gli ingfe;i orienlerebhero umpre faltamenle la propria propaganda, Con gli ;copi di diJlruzione da ultimo avanzati, tt.ii hanno condotto l'ultimo tedeICo al uguilo del Fiihrer, Il dure ha definito l'aJlività del miniJlero di Informazioni inglese come una vera cata.Jh'ofe. Querta propaganda ingleu, ha proseg11ito ;J ministro degli Es/eri del Reich, rende più diffidle la ,o,,clutione, della pace. Anche nel conflitto finlande;e /'Inghilterra si è moslrara Jtraordìnariamenle tdegna/a 111bi10 dopo l'inizio delle 011ilità, ma adeuo è altrellanto 01/inata contro la condu1ione della pace. Il d11ce ha rilevato che /'Inghilterra è molto fl1al disposta iierJo un er1ent11ale trattalo di pace tra Finlandia e Ruuia, ma che la Finlandia non può Jfegliere- altra 10/uzione perché diversamente non potrà ricevere al(lm soccorso. li ministro degli ES/eri del Reich è d'accordo: Svezia e Norvegia fa· ,ebbero 111110 il ponibile per reJtare ne11trali se Japeuero che in CIUO di i111ervenro anglo-france;e in Scandinavia anche la Germania interverrebb_e. Ad una domanda del d11t"e, se il ministro degli Esteri del Reich cr_eda che esistano poJJibilità di pace, q11eJti ha rispoJ/o che è difficile dare 1111a rùfio1ta a tale quesito. Se i finlandesi foJJero abili, conc/11de. rebbero ora la pace con i ruui. I finlandesi hanno innanzilulto condo/fa 11na cattiva politica. Il ministro d egli E;teri del Reich ha fatto dire loro, prima dello uoppio del conflitto, che avrebbero dovuto cercare una so/11zione pacifica. Egli ricorda bene che un certo giorno, sia da H el1ini:i, 1ia da Moua, erano gitmte notizie che si era iiicini ad un'intesa. A llora enlrò in azione l'influenza anglo-francese per çontraslare l'operd dell'exministro degli Esteri di Finlemdia, T anner, ci~ che conduJu alla guerra. V en1iquaur'ore dopo lo Jt"o ppio del conflitto, il ministro plenipotenziario


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J; Finlandia a Berlino ha dithiaraJo al miniJtro degli Esteri del Reirh che i finlande1i erano p,onJi ad acceJJare llltle le richieJte russe. Questo mostra quanto la politica finlandese 1ia Jtata mal condotla. Il minùtrO degli EJtm del Reirh ha portato allora il diswrJo JUlle condizioni dell'eiercito tede1co, Ha ripetuto che il Ffihrer non crede a po11ibili1à di pace. L'iniziativa di S11mner WeileJ p!Jò perfettamente spiegarsi dal punto di viJta deJ/a politica interna americana. Secondo a/Jre ver;ioni, si spiegherebbe queJ/'iniziativa come tm tentativo, condotto d'accordo con l'Inghilterra, per far si che certe intenzioni tedeJChe siano procra1tinate. Ma anche se, tenuJo conto dell'atteggiamento antibeJlicista del pojJolo americano, non si vuol contestare all'iniziativa di Sumner 117elles il carattere di ,m tentativo leale, tuflavia gli 11vversari de/J11 Germani11 sono troppo impegn111i per poter tr11nsigere ;ui loro Jcopi di g11err11 tante volte proc:f11mati e che ;i fond11no 111/J'annientamento del/,1, Germani11. Data que1ta situazione, il Fiihrer è decùo 11 spezzare la volontà di distruzione degli avversari, e perlanto attaccherà la Francia e l'Inghilterra al momento che gli sembrerà opportuno. n sempre difjfri/e essere profeJa; JutJavia egli, il ministro degli Esteri del -Reich, pttò dichiarare che da parte tednca si spera che prima dell'afltunno l'esercito francese sarà HonfiJJo e che nessun inglese più si troverà sul con1inente, se non come prigioniero di guerra, li ministro degli Esteri del Reich ha quindi ricordato che effettivamente a Salisburgo egli avei.'a dichiar11to al conte Ciano di non credere che /'Inghilterra· e la Francia avrebbero senz'altro 11ppoggiato Ja Polonia; ma che /11/tavia egli aveva Jempre calco/1110 /.1 pouibilità di un al· tacco da parte delle potenze occidentali. Egli è or11 soddiJfatto del cor;o degli avvenimenti, in primo luogo perché è sempre s/1110 chiaro che prima o poi ii cozzo doveva avvenire ed era ine11itabile, Per quanto concerne il momento, da parte tedesca, tetmlo wnto anche dello Jtato della preparazione italiana, si era pensato che il conflitto sau:bbe scoppialo fra due o Ire anni. Qflesto era stato anche il prmlo di vista del FUhrer. D'altra parte però si era oJiervato che ;arebbe stato meglio condurre a termine iJ confiìtto mentre il duce ed ii Ffihrer sono in vita. Che la vita di un uomo di Staio sia talvolta legata ad un filo, lo ha provato l'attenta/O di Monaco, e quindi il FUhrer Ji è indollo a portare il problema ,1, soluzione in un momento nel quale egli può coniare mJ/a pieneZZd delle me facoltà. In secondo luogo, il ministro degli Esteri del Reich è soddisfatJo degli avvenimenti, perché dai momento in cui J'/nghilterra aveva ittituito la coscrizione, era evidente che la proporzion,, delle forze non avrebbe 1ubi10 un'evoluzione a favore delt'It11lia e della Germani11, Questo ~ stato un elemento decisivo per la deliberazione del Fiihrer di risolvere il problema polac(o, anche a rischio di rm intervento


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OPERA OMNIA DI BENlTO MUSSOLINl

delle poienze occidentali. li fat1or, più euenzìale della ded1ione, però, è slato {he una grande potenza non può tollerare urlo modo d'agire.

Il minùtro degli E11eri del Reù:b ha porlo a M uuo/ini il volume sulle atrocità polacche1 con rùerv4 di fargli pervenire la traduzione in italiano. li cor10 degli avvenimenli, ch e erano sempre. Jtali gravi, ha soggiunto, avèva pre10 una piega tale che la « sciovini.rmo » polacco negli ultimi meti aveva quasi JllperaJo se ;teuo con la .sciocca bravala d ella

marcia Ju Berlino, mentre il te" orùmo contro le minoranze tedeuhe continuava. Nell'agosto, i polacchi avevano diretto "1/a Germania note cosJ impudenti, che se fouero sia/e pubblicale, i cannoni avrebbero 1parato da sé, tanta sarebbe stata l'indignazione del popolo ttdeJco. Oltre un certo grado di pazienza non si può andare. L'a"ordo tedeu o-po/a((O del 1934 poté eùere conduso solo grazie al Fiihrer e fin da allora fu impopolare in Germania. Ma ùw eu di giovarsi di q,u /J'a" ordo per appianare le controiiersie fra i due Paesi, i polacchi hanno app,ofiuato dell'ocrasione per agire a danno dei tedeschi in maniera incredibile. f2.11esto naturalmente era nolo in Germania, e l'opinio11e pubbJira era cos} eccitata, che ne/J'eslate il F,ihrer si Jrova11a di fronte al dilemma o di accellare una lunga campagna d'inverno in Polonia, ovvero colpire in maniera fulminea, Date le circostanze, il Fiihrer non poteva che adottare la seconda soluzione. - In quest9 caso, gli eventi hanno dato ragione al Fiihrer - ha notato il duce. A questo punto il miniJJro degli Esteri del Reich ha accennato alla profonda fiducia del popolo tedeJCo nella villoria. Non p'è soldato ttdeJco che non creda di giungere alla vittoria in quest'anno,- cirrostam:a ch<' il duce hd notato come molto interessante. li patrioltismo dei tedeJchi non è un patriottismo di !Chit:maZ'Zalori, ma si btJsa JJJ una decisione fermissima. LA situazione della Germania è favorevole. li blocco si ma· nifesta inefficace. Con l'aiuto de/te.antiche provincie del Reich riconquistate, il f abbisogno in fallo di alimenti è garantito, Solo per i graui il popolo tedesco è cosl relto a limilarsi, ciò çhe tuttavia non p11ò che essere favorevol e a?la sa/1ae. In bau al trattalo di commercio, la GermtJnia riceve dalla R1mitJ,' nel primo anno, un milione di tonnellate .di cereali, q11anti1à che po1rà in seguilo euere fJumentata fino ad un milione e mezzo e due milioni, In 11ia çonfolenzia/e, il ministro degli Esteri del Reich può annrmciare che, per ciò che concerne le forniture di materie prime, la RuJJÌd è molto generoJa e dedica in parte il s110 proprio oro all'acquùto delle materie prime mc,sJ11.rie per la Germania. A parte questo, è di grande aiuto il lfdnsito: .forJi quantità di derrate importanti sono in viaggio dal Manriukuò attraverso la RPI1ia. Anche i Paesi bal(anici,- come · la Romania, col/ahofano al rifornimento della Germania, ed è anche


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mo/Jo impor/ante l'aiuto economico de/l'Italia, per il iuale il mini;Jro degli Esteri del Reich, dietro inrarùo d el FUhrer, porge al dure un partirolare ringraziamento, In cond,uiane, i rifornimenti in vfreri e malerie prime non ponono preocrupare la Germania, nemmeno nel raio di una lunga guerra, · Il miniJtro degli EJ/eri dei Reiéh ha quindi accennalo che ir, Inghilterra egli è molJo Jcredittlto, perché gli ingfe1i pretendono che egli avrebbe dichiarato che r,on 1arebbe mai giunto ad una g11erra contro gli ingle1i. Di fatto, egli, nel 1937, aveva pregato il Fùhrer di mandarlo come ambasciatore a Londra, ann11//4nJo un'altra derisione preJa da poro. In quell'occa1ione egli dirhiarò al FMhru .rhe rileneva certa la guerra rontro gli 111glesi e vedev4 solo nel re Edoardo rma modnta, unica posJibilità di evitarla, qu,m/unque avesse subito aggiunto che riteneva che Edoardo non .farebbe intervenuto. In tale stato di cou, egli, app11nto nel 1937, definì al FUhrer le pouihìlitJ di guerra nel rapporto di dieci a uno. Se allora gli foue stato rhitsto sollo quali auspici po1eva desiderare di condurre quel conflitto, la Jua più sfrenata fantaiia non avrebbe potuto 1r1ggerirgli una 1it«azione co1ì favorevole rome q11ella in c11i Ji tr011a la Germania oggi. Alla domanda del_ dure: quale programma avete per il vostro soggiorno a Rom:1, camer11ta Ribbentrop?, il ministro degli Esteri del Reich ha rùpo1to ,he 1i teneva a completa dùpo1izione del duce. Questi aJ/ora ha propoilo di predisporre un altro colloquio per luned) nel pomeriggio, alle ore diciauelle. Egli, il duce, eiporrebbe allora J.1 1il11a2ione dal punJo di viJJa italiano eJaminando anche il futuro e moJ/rtrebbe alcuni documenti, ll ministro degli Esteri del Reich h11 in formalo il dure, in vù: rùervata, chr la Germania alla((herebbe con duece111ocinque diviJioni perfetlamente agguerrite e addntrate. H a acrennalo ai riJu/Jati de/le esperienze fatte finora dal/4 Germania 1ul fronte occidentale, ed in parlicolare al ffllmine,; atfa((O di JorpreJ4 ad ,m p,;;to avanzato hritannic,;, durante il quale udici ingleii vmnero presi prigionieri. Q11e1ti i ono rhullali auai male armati e maliuimo ùtruiti. La !tlperioriJà della fan leria /edema su quella ingleu 1i puiJ ria1sumere nel rapporto tre a ,mo, Per una guerra moderna come queita, d bare di fortificazioni, gli inglesi non sono pronti in alc11n modo. Non è pouibi/e vestire i civili con uniformi e pretendere di mandarli al fronte tome soldati dopo un'iJJruzione imufficente, li duce ha Jtimato le tmppe ingle1i the · si rrovano al fronre dai cinq1,anta ai JeJJantamilt1 uomini (su un totale di duectmlomila), mentre il rimanente è occupato nelle. retrovie. Il .mùtiJtro degli Eiteri del Reich h11 parlato delle esperienze fle/111


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLI_NI

g11erra mondiale. Gli ingl esi, nell'11Jtima guerra, sono ;lati comandati auai male. A/rune truppe uelte pote1,·ano esure buone, ma il livello medio era as1ai inferiore a quello de/l'eserciJo tedeuo, L'eurtito francese, secondo quanto riJ11lta dai confatti avuti Jul fronte ouidentale, non è pilt ne/le condizioni del 1914. · Il duce ha notato a que;to punto che i francesi hanno una m entalità puramente difemiva. Fino a tanto che 1i trovano nei loro rif11gì, /111/Q va bene,' ma non appena devono rncire all'aria aperta, anche nelle truppe francesi si fanno .rrntire gli effetti della demoralizzazione. · Quando il d11ce ha accennato al movimento comunistr:J in Francia ed

al fallo che vi si p11bblicano tu/fora giornali com,miJti, il miniJlro 4egli El/eri del Reich ht:J oSJervato ridendo che taluni di quei giornali sono stampati in Germania, Ne/Jo stesso /empo, il dtJce ha 11ccennato 11nche al morale po(O elevalo de/1'/nghiltel'ra, dove di recente si è tenuta ,ma ri11nione parifi11a alla f'rn enza di 11na grande folla, e dove d'altra parte il numero di coloro che dichiararono di avere « obinioni di coscienza» contro la guerra è 1a/ilo a ventiquaf/romi/a, li ministro degli EJteri del Reich ha soggitmto che in una recente elezione la maggioranza è 1JaJa ollenuta J.al candidato che aveva f'reJO posizione contro la guerra, Il Fiihrer gode oggi, ha proug11ilo il mini;tro degli EJteri del Reich, un'ec('e /lente 1alute, · ed è enltJJiasta di br:11teni. Il duce r:11/ora ha soggiunto che il Fiihrer ha ragione q11ando afferma che le 1orti della nazione tedeua ed italiana 10110 legate l'una al/'aflra. U demomtzie occidentali non fanno alcunà dùtinzione nella loro 01/iliJJ contro i due Paesi. li miniJJro degli E!teri dei Reich ha oJJervato che /'atuggiamenlo d elle plutom:nie, nelle 1ue CdU.It più remote, deriva dalla preocr11pazione ('ht le concezioni ted esche ed italiane poh"ebbero diffonder1i in altri Pae1i, e preparare la fine delle ciani plutocratiche dominanti . negli Slali Uniti, in Inghilterra ed in Francia. Dai dorumenri polacchi mo1trati al d11ce riJuJta che i plulocrali odiano profondamente il d11ce ed il Fiihrer. Qut1to è dov11to in parte alla loro calliva coJcienza ed in parte al timore che le idee faJCiste e nazion11'1ociali1te facciano .rcuola. IT duce h11 ancora 011erva10 che la Gérmania e l'Italia rappreuntano i proietarJ, mentre in un certo umo gli altri Pae1i 10110 i conserva/ori, · e non 1i deve dimenticare che q11e1Ji ultimi faranno di t11110· per. difendere il Joro siJtema fino a//'e1tremo. T11tt1:tvia il loro 1tato d'animo è pe11imo ed eui non hanno ttlfiriali. Il miniJtro degli Elleri del R eich ha riJpo!lo di eJJere profondamente convinto che gli e1erciti francese ed ingleu vanno incont,o alla pùì


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grande ratastrofe della loro Jtoria. In Germr1nia si capisce bme che la camp11gna non sarà così facile come in Polonù:, ma il Fi1hrer 01lcola con grande prudenza, e dopo un amm1Jo paragone del valore degli eurrifi con1rappos1i ·ed un profondo esame defla siruaz.ione generale, sì è de/i· nitivamenle convinto che Francia ed Inghilrerra 1aranno ba1tute ed annienta/e. Ad una domanda del duce se la Germania crede di poter ;fondare la « lima Maginot », il mini.rtro degli Es/eri del Reich ha rispo1Jo che Jo St,Ho Maggiore tedesco ha compiuto in merito uno iJudio che ha durato f orse un po' a lungo, ma è riJu/11110_ più che mai eJaurienJe, ed è gilmlo alla conclusione che la « linea Maginot » non costituiice pil4 m, osJacolo insormontabile. I metodi di combauimento ai q11a/i negli lfllimi me;i .1i sono .uide;trdte le truppe Jedeuhe e le armi speciali stJpranno aver ragione anche della « linea Afagù1ot ». Alla fine del colloquio il duce ha detto rhe egli intende riftellere Ju tufli i problemi e ha conc/1110, mostrando la lettera del FHhrtr: - Io credo che il Filhrer abbia ragione.

SECONDO COLLOQUIO CON IL MINISTRO VON RIBBENTROP • Dopo lo uambio dei 1aluti, il duce, riferendo1i alla vhita del mi11iitro deèli Affari Esteri del Reich al paf>a, hr1 01ser1.,'ato che non è molto J1tÌlt avere l'amicizia deJ/a ChieJa caJtolica, che l'inimicizia del papa in verità non è pericolo1a, ma tuttavia può diventare ini:omoda, come egli Ja del re1to per esperienza personale, Circa gli appunri comegnati il giorno prima ml/e manovre di Otto d'Ab.1b11rgo, il duce ha 011erva10 che, Come l'imperatore Carlo si era acquistalo il ;opran.nome di « Carlo l'avventalo», co1ì Otto, a ca,ua dei moi piani completamente in1en1ati, si era co11,p1istato quello di « Orlo il fantasioso». I piani di 0Jto si po1sono solo de1ignare come rm « crepuscolo dello spirito ». Egli li pubblicherà nella 1/ampd italitJna e GJJyda ha già parlato al riguardo sul « Giornale d'Italia>). Inoltre il duce ha ringraziato il minùlro degli Affari EJteri del R.eich per i chiarimenti che durante il colloquio del giorno precedente egli

e

• A Roma, nella sa.la del ?,-hppamondo di palano Venezia, il poineriggio

dell'tt mano 1940, Mussolini riceve aorora, sempre alla presenza del ministro Gaie.ano Cfono e dell'ambasciatore Hans Georg von Mackensen, il ministro Joad1ìm von Ribbentrop, col quale ha il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'&ropa v,rJO la rataJtro/e, pagg. :na.,4J).


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

aveva dato alla ·tellera del fUhrn-, lettera che aveva JetJo Jre volte. /J duce ha poi prno po1izione nel modo seguente (irca i singoli pro• blemi della situazione poiiti(a 4/luale, . Pe,· quanto rigr,arda la Rus1ia, il duce ha ricordato che il Governo Ja1d11.t, primo fra i Governi europei, già fin dal 1924 aveva ricono• .uiulo i sovieti e che egli .rleJJo, dieci anni dopo, aveva solJouritto con Litvinov un ampio Patto. In tale oua1ione venne anche offerJo un ban-. che/lo ai ruui, durante il quale pirò non furono pronunàati_ brindisi. Fin qui tutto aveva proceduto bene. D a parte italiana 1i era però falla una ben neJta diJtinz!One fra il lato politico e quello ideologico di tali rapporti. Per qllanto riguarda il /aro ideologico, il drue è slalo compleJamente intransigente. - Io sono e resto anticomw,ista - ha dichiaralo martalamenle il d11te, perchl il tomunismo sia in nmo contrdtfo con il fondamento spirit11ale ed economùo, cioè naturtJie d eJ/a vita. li minislro degli AfftJri Es/eri del Reirh ha annuito ed ha indùaJo il comunismo addirittura come conJro narura, mentre il duce ha osu rvato che proprio la natura mette sempre pid sollo i nostri occhi il principio della ineguaglianza. Secondo ii parere dei dute, la Ruuia non farà alcuna propagando per un ·certo tempo, perché, come egli ha dello ieri, in seguilo al Pallo germano-rtmo, un tet'ribile scompiglio Ji è prodotto fra i comunisti di ogni Paese. Ma non appena !tlperale le difficoltà della politùa estera d ella Russia, i bolscevichi rùominceranno Jubito a fare propaganda. Come egli ha già dichiaralo ne/Ja ma lettera al FUhrer, la Germania ha fall o bene a stipulare il Pat10 con la lòmia, poiché tale accordo a.IJiwra al Reich di non dover combattere che su rm fronte solo, il che rappretenla un ft111ore di capitale importaiiza. A carna di alcune polemiche, vi è ora una rottura fra Italia e Rustia.. Da parie loro, i ru.IJi tendono ad esagerare in questo alteggiamenlo e trascurano ad esemp[o che il conte Ciano, nel m o dlScorso del 1, dicembre, non htt parlato né deJ/a Russia né della Finlandia ..[n rm paJJalo non lontano i ruJJi si eranq acrerlali circa le possibilità di farsi ,oslr11ire d elle navi in ! Ìa/ia. Il più ,:,e/oce inc,-ociatore del mondo, il« Taichkent », è J/alo costruito a Lìvomo per i ruJJi. In tale occasione furono continuale le p,-eu di contatto fra le autoriJà italiane e msu. Se i russi desidmmo slabilfre di nuovo normali ,apporli, il duce è pronto a farlo. Il minhtro degli Affari EJteri del Reich ha fatto preunte che sarebbe utile ne/l'intereu, del/' À JJe ,he le ,-,fazioni fra Italia e Russia potnuro d i n11ovo diventare b11one. Sul confliJto ,uno-fi11nico 1 il dure ha OJlervato che la conclusione _della pare è mll'intereJJe della Germania e de/l'llalia. Egli ha aggiunto


AGGIUNTE; SCRIITI E DISCORSI

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che Germania ed itali,:: hanno inlneJJe (he la Rnuia non inlraprenda nulla contro la Romania, 'poiché se la RJJui~ mardaue ,oniro la Beua• rabia, 1i avrebbe 1m,:z Jituazione e11remamenle complicata, e tlllJo il bacino danubiar,o correrebbe il pericolo di euere lraJCinato nel conflitto, il che non è ,erto neJ/'intereJJe della Germania in rapporto al problema dei rifornimenti. li miniJtro degli Affari E!teri del Rei,h ha JOllolinealo q,~i in modo marea/o che anche la Germania de1idera la pace nei Balcani. Il duce ha dichù1rato inoltre ,he egli ha rauomandato agli unghereii di rimanere JranquiJ/i e di non mellere !lii tappeto la queitione della Transilvani11, che del reJlo è molto complirata, a ,aura delle varie nazionalitd che entrano in considerazione. B interessante notare che la minor,mza JedeJCa in Transilvania propende più per i romeni ehe per gli ungheru i. Il miniJJro degli Eiteri del Reit:h ha ,onf ermato 'ci6 ed ha aggiunto che la minoranza ledeJCa in Romania hd avulo mollo meno reda,;1; da pre;enlare che la minoranza 1ede1ea in Ungheria, li duce ha domandato u la R.J,Ìsia non poteva eJure indotta dalla Germania a fMciare in pace i Balcani e eonfermare tale intenzione mediemte dirhiarazione o un geito qua/JiaJi, Qualehe cosa del genere 1ervìrebbe anche a creare delle favorevoli condizioni per una ripreJa delle bu(Jlle relazioni, prima di natura economica e poi di na/11.ra politica, Jr.t la R,mia e l'Italia, Pauando a/l'Inghilterra, il dute ha dichiarato ehe gli ingleJi non devono avere il più piuolo dubbio neppure per un momento ehe le loro richieste per forniture di cannoni, ,arri armati o aeroplani da bombardamento, come hanno.già 101/ecilato; riceverebbero dall'Italia come rùposta un no auoluto,

-

Non avranno un solo chiodo per scopi militari.

Per quanto riguarda le materie prime, come mert:urio, zolfo e canapa, /'/Ja/ia polrà fare qualche conce11ione, Egli ha del resto già fallo pervenire una comunicazione S(fÌl/a .111 tale q11e1tione alla Germania per definire la po1izione che l'Italia dovrebbe conservare fino al momento in cui si dovrebbe rompere definitivamente con gli ingle1i e con i franceJi . Pauando alla po1izione dell'Italia, il duce ha dichiaralo che al momento dello 1coppio della guerra, il 3 Jetlembre, l'/Jalia non era pron/a, Egli è molto riconouenle al FEhrer per ;J telegramma nel quale que1ti ha dichiarato che non a1.1eva biJogno dell'aiuto militare italiano per la campagna (Oniro la Polonia, S4'ebbe 1/ato bene, ha aggizmto il duce, 11 que110 telegramma foue Jlato, pubbliea/o anche in Germani,::, poiché si dovrebbe ben sapere colà che l'ipoteJi, secondo la q11afe l'Italia combal-


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OPERA O.MNlA DJ BENITO MUSSOLINI

Jerebbe e11enl11almenie ai /ali della Francia e deli'lnghilteMa, è impouibile ed offemiva. L'liaiia di oggi è lull'a/Jra che J'Jtalia di p rima. Il ministro degli Esteri del Reich ha confermato marcaJamente che nesumo in G ermania ha un'opinione differente. /,z relazione a ciò il duce ha sotlolinealo che è praticamente impos;ibile per l'Italia di mantenerJi al di f uori del conflilto. Al momento dato entrerà in guerra e la condurrJ con la Germania e parallelamente ad e.ua, perché l'Italia ha a11che da parie sua dei problemi da .risolvere.

Egli ha definito i problemi dei confini terreslri; ora deve ri11olger1i al problema dei confini marittimi, e mai pilÌ farle che in queJ/o mome1110 si è paleJata la neceuiJà che l'Italia deve avere libero aaeno a/l'Oceano. N eSJJm paese è inJeramente libero se non ha un acce110 al mare dJJOlulamenltJ libero. L'Italia è rauhù11a in un certo un10 in una. prigione i cui cancelli 1ono Cor1ica, T unù i e Malta e le cui mura 1ono rapp,e· ientate da Gibilterra, Suez e i Dardanelli. L'Italia è molto paziente e lo deve rimanere finché non è pronla, C'Ome il pugile 1111 « ring » deve in a/cu,ii momenti 1apere anche incaw:re mo!Ji colpi. La dm afa di tale prova di pazienza diventa umpre piri breve. L'!Jalia ha mollo progredito con i propri armamenti ed egli darà fra poco la po11ibilirJ al po· polo italiano di vedere con i propri occhi quello che 1i è raggiunto in Jaie campo. Egli ha 1acrificalo qua1i l'intera vita civile per pote, fare dei progre11i negli armdmenli. La ftol/11 italiana Jarà fra poco la più f orte per quanto riguarda le groue navi da batJag/ia, poiC"hé avrà a 1,ta diipo1izione più di q11atf1"0 . ba1timenli da Jrentacinquemild tonnellate, di fronte d due 1ofi da parte inglese, Centoventi 10J/omarini Jdranno pronti in maggio, ed in aprile potranno e1ure mobilitati per la Marina ce,itocinq11amami/a uomi,ri, Anche nell'AeronautiC'a l'Italia ha fatto molto. /I lavoro 1i 1110/ge in tale campo 10110 ii dire/lo cot11rollo del dure, perchl 1i è appalna10 nece11ario che egli 1te110 1i debba oaupare dell'atlività dei tu niri. le forze l erre1tri raggiungeranno in maggio i due milioni, di cui 11n milione di uomini potrà eJJere , oniMetaJO come perfellammte adde11,ato ed avenJe alto .spirilo fa1cista e ma11ima combatlività ( classi 1917, 19 18, 1919, Ì920), Il duce 1i è 1pe110 rivolto la domanda 1e gli avvenimenti, come hanno dato ragione al Fiihrer, non abbiamo dato ·ugualmente ragione a lui. Egli deve ri1pondere affermativamente a questa domanda. Se l'Italia il 3 sellembre /011e entrata in guerra, avrebbe dov11to chiedere aittlo alla Germania. Il miniJtro degli Affari Esteri del Reich ha concordato ed ha osservato t he il Piihrer ha egli 1te110 dichiarato che è 1/aJo meglio che l'Italia non sia entrata 11,bito in guerr11.


AGGIUNTE: SCRITTI E DI SCORSI

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Il dtta h11 prouguito dicendo che l'Italia così nella ffladrepatrid, come in Libia, net Mar Egeo, in Albanid e in Afrira, avrebbe dovuto combattere non solamente ,ma g1,erra s11i due fronli, ma una g11erra J11 più fromi fo ognuno di q11e1ti settori. lt, q11e1te condizioni la guerra si .rarebbe mbito estesa ed avrebbe raggùmto il bacino dei Danubio, specialmente perché il Patto turco-franco-inglese è diretto contro }'Italia, e l'Armala di Weygand viene prepard/a per eJJere diretta contro la libia e non ad altri ICopi. Se ci si domllnda u l'aueggiamento detl'ltafo, nello spirilo dell'alleanza sia stato di aiuto alla guerra politicamente ed economicamente, si dei:e consta/are che l'Italia ha agito da perfeua alleala. Spuialmenfe per quanto riguarda il campo economico, 1i deve rilevare l'aiuto dell'Italia nel rifornimenJo di generi alimentari, 1pecia/mente di quelli che contengono J'imporlanle vitamina C, senza la qùale gli organismi non 1i possono svil11ppare. Secondo le s11e Jtatisti,he sono stati inviati in Germanùt, nel solo meÙ di febbraio , r1011emila vagoni di generi alimentari ed egli .rpera di po1er raggitmgere quanto prima ·1a cifra di die,irnila vagoni, Il dure ha conugnato un appunto ,1l rig11ardo. AliliJarmenle l'Italia ha impegnato rm rilevante numero dì truppe anglo-fran_ce1i, 1ia metropolitane sia ·coloniali, in varìe parti dell'Europa e dell'Afrfo:. Il d11ce ha conugnat(J al.une- .arte, dal/i, quali riJUllano cifre e1alfe e sortolinea·che in tal modo ima grande rnaua di truppe nemirhe è ,,incolata altrove, Ad Nna domanda del ministro degli Affari Esteri del Reich quanle diviJioni francesi .riano su confine itali11no, il dt1re ha risposto circa diecidodici diviJioni, e, alla onervazione del miniJtro degli Affari Eiteri del Reich che da parte tedeua ii riteneva che la cifra fosse inferiore, il duce ha tonfermato la cifra da ltli detta ed ha 1piegqto che il minor nJJmet'o era Jov11ro ttllo JJato della neve causato dal rigido inv~rno, ,he rendeva inutili maggiori rp,antitit di truppe alla frrmtiera, La 'cifra aumenterà 111bito allorché le condizioni almo1ferìche cambieranno. li duce è paSJato quindi a parlare della queJtione del momento in .;,; l'llalia potrà entrare in guemt. Tale que11ione è la più delicata, poiché egli vuole entrare in guerra Jo/o quando è completamente preparato, per non enere di pe10 al JUIJ compag110. Ad ogni modo egli d_eve fin da ora con ogni ,hiarezza. dichiarare che l'llalia non può wstenere fmanziarimne11/e ttna guerra lunga. Essa 11011 si può permettere di JborJare ogni giorno 11n miliardo di lire come l'Inghilterra o la Francia, le a ,i spese Jaranno certammte ·anche più elevate. Penino queJti Paesi risentiranno diffico/Jà finam:iarie1 ma l'Italia non può sostenne qualche cosa di iimile. Il d11<e ha dichiarato che egli è ,onvimo (he la Francia e l'lnghillerra· sono orientale (oniro la Germania e rontro l'Italia e ,he esse non


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/ami'! a/ama differenza fra i d11e Paesi. Appena tma foue dÌslrutla, 1arebbe il turno dell'altra, perrhl negli S1a1i occidentali faJciJmo e 11azio-

,u1/JocialiJmo Jono considerati rome una 10/a e Jtena rOsa, dal rhe risu/Ja la comunanza di intereISi del/" Germania e de/1'/Jalia, L'ltalia rappres_enla la rÌJerva che al momenlo dalo farà il mo dovere e dnidera di euere considerata rome tale. La Germania htt, in questo mome1110, egualmente poco biwgno de//1aiuto iJa/ùmo, come durante la campagnt1 contr.o

la Polonia, perché, eccezion falla di romba11imenti fra pauuglie, Id lotta Jlll fronte occidentale conJro l'Inghilterra e la Francia non è ancora veramente cominciata. Considerato lo spirito delt'allea,yza, l'atJeggiamento

italiano è favorevole sia alla Germania che alla Jte11a Italia, poù:hé l'Italia ha potuto armar1i in modo due voile più celere di q11eiio che non le sarebbe 1Jato po11ibile in altro modo. B11a lavora con ogni energia al Juo armamenlo. Per quanlo riguarda Jo ,1piri10 del popolo italiano, il duce poieva con ogni 1inurità dichiarare che è una menzogna il rilenere che gli italiani 1iano per la Francia e i'lnghi/Jerra. Gli italiani di1prezzano la Francia e l'Inghilterra, ed eJJi non hanno dimenticalo le Janzioni. li popolo italiano è orientalo realisticamente. Il d11ce l'ha ed11ratO a queJJo realismo ed. il popolo italiano .ra che p11ò ri1olvere i s11oi · problemi 10/o ron la Germania e nuti contro la Germania. li minillro degli Affari EJteri del Reich ha no/alo al rig11mdo che ciò è pemato molto realiJticamente e rappresenta anche la concezione del F,ihrer e la sua, A ciò il d11ce ha o.rurvato che avrebbe rilpo110 con 1m breve JCriflo a/l'u/Jima leltera del Fiihrer, Egli giudica l'uomo dai falli. Q1rello che im portd è che i fatti gli diano ragione. ll miniltro degli Affari E1teri del Refrh ht1 ringraziato il d11ce per le Jlle chiare dichiarazioni, delle q11ali egli darà e1al/a cor,umicazione al F1ihrer, ed ha fallo a sua volta alcune domande aggiuntive. Come prima quesJione, già comunicata dal principe d'Aisia e che trova menzione anrhe nella !eltera del Fiihrer, il miniltro degli E!Jeri del Reìch si è informato circa le pouibilità di un pro11imo inrontro tra il Fiihrer e il d11ce. ll duce h'a rùpo1to di e1Jere pronto ad incontrarsi col FUhrer. li miniJJro degli Esteri del Reich ha ouervato essere desiderio del Fiihrer, con riguardo al l,mgo Jempo trauorso dtJll'ultimo incontro, di conferire nuovame'!te col duce. B stata qtJindi pro1pe1tala come epoca de/l'incontro la metà di marzo, dopo il 19 dello JJeJJO meu. Come /11ogo d e/i'incontro è .rtato de1igna10 il Brennero, non eumdo · facile per il FUhrer, come ha dichiaralo il miniJtro d egN Elteri del Reich, di 111cire dalla Germania in tempo di guerra. Ancora prima delia partenza del ministro degli Affari E!ttri dei Reich, ii Fiihrer gli fece ossert•are che


AGGlt.!NTE; SCJUTTl E DISCORSI

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(erle idee 11011 ;; po;;o110 e;po,re per iurillo, m11 oaorre piullOJlo 11110 Hambio di vedute da penona d penona. _ NelJ'u//eriore (OrJO del (01loq11io1 il miniJtro degli Affari Esteri d el Reùh ha riammto le dùhiarazioni del duce come ;egue: Je egli lo ha ben compreJ0, è opinione del duce ('he l'Italia sarebbe tmlrata in guerra. Gli ingle;i Ii comporterebbero, 1econdo le parole del d11ce, in modo umpre più impudente. D'altra parte il Fiihrer non crede in una pos;ibilità di pare, ben1) che ad un daJo momento le armate nemiche in Occidente verranno a cozzo fra loro. Quando ciò avverrà, il miniJtro degli A.{Jttri futeri del Reich non lo Ja, non avendo il Fiihrer faJJo cono1rere nemmeno al proprio ministro degli E.J1eri i particolari dei suoi piani militari. Jn ogni modo il Fiihrer è d'avvilo che la guerra sarà vinta sui campi di bauaglia, In neuo a ciò egli desidera s~pere dal duce come quuli Ji rappresenti dal punto di viJta itali,mo l'ulterio,re n1iluppo d ell, cou. Gli inglesi atlrebbero negli ultimi tempi provocato ;empre maggiori difficoltà. E11i avrebbero tentato di eurfilare s111/'ltalia pressioni economiche per la fornitura di "!ateriale bellico e sarebbero intenzionati, se(ondo .ciò che il ministro degli Affari &Itri del R eich cono1ce di loro, a con/Ùmare la parli/a, Egli domanda quindi al duce (Ome egli 1i raffiguri in tali circo1JanZt /'11/teriore wi!uppo degli avvenimenti. li duce risponde che vi Jono due possibilità: o la 1iJuazione diviene 1empre più tesa in uguito a!J'alleggiamento de/J'Jnghilterra e della Francù1, od altrimenti egli da 1é Jvilupperebbe i vttri problemi che intere11ano l'Italia, e dò in modo totalitario. Nell'uno e n ell'altro caJo arriverebbe il m om ento in cui dovrebbe verificarsi una definizione dei rapporti dell'Italia con la Francia e con l'Inghilterra, e cioè una rottura (On q11e1li due P,usi. A domanda dei miniJtro degli Affari Esteri del Reich, il duce conferma (be in entrambi i (aJi gli ;vi/11ppi u guirebbt ro una m ede;ima direzione, In cormessioize con ciò è 1Jata di nuovo sfiorata la quesJione del cilrbone, al che il miniJtro degli Affari Esteri del Reicb ricordò che il ministro Clodù11 sta a disposizione delle a11t orità italiane per diuuterne i particohtri, come egli già ieri avevt1 accennato. Si ll'alterebbe di e1ami-nare il modo come riJo/vere la que;tione del carbone con piena wddisfazione de/1'/Jalia, medianJe coilaborazione reciproca degli uffici competenti. Il duce JÌ è compiaciuto della pol!ibilità d i diJcussioni fra Ciodius e Ho1t V enturi ed aggi11n1e (be intetlde ritirare, in quanto sia po11ihi/e, il (arbone nella sua totalità dalla Germania, al che il ministro degli Alfttri E11eri d el Reith ha ri!po1to che la Germania farà tutto quanto 1arà nece11ario a tale uopo. li ministro degli Affari El/eri del Reich ha dichiarato inoltre di avere comp~eso dalle paro!, del duce che egli (rede che i rapporti con la Fran-


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eia e /'Inghillerra si inaJprirtmno. Il d11re ha risposto mbilo aff,rmativamenle, · aggiungendo (he sarà molto umplice preparare la/e inaJprimento, dato ,he lo Jtato d'animo del popolo italiano è fortemente ostile a/l'Inghilterra e alla Francia. Entrambi i Paesi hanno del re;to ,ommuJo g ravi errori, Co1ì ad eumpio la stampa france;e ha recentemente dichiarato che i neutrali debbono decideni se eJJtre con l'lnghi/Jerra e la Francia o contro di esse. Que1ti d11t1< Paesi sono Jtali i soli che hrmno avuto il coraggio di combattere; eJJi perciò d ovranno eJJere i 10/i a fare la pace,

I 1te11/ra!; che non abbiano vo/1110 prendere una de.isione no11 .1aranno pre1i in comiderazione,

li miniJtro degli Affari Esteri del Reich ha soggitmlo che i neutrali negli 11/timi tempi si erano falli potentemente sentire e non ermto p1mlo diJpo1ti a combattere per l'lnghillerra. Egli ripete a queJJo p,opo1ito la Jlla domanda Je abbia bene compreso rhe il dure rrede .in rm eumziale ina1primen10 delle relazioni ron l'Inghilterra e ron la Franria. Tale afleggiamento è naturalmente per la Germania di 1peciale importanza per quando l'eurrito tedesco dovrà mirare in azione. li d,ue ha risposto rhe un simile inasprimento Jarà sempre facile pro1,ocare. Secondo lui vi sono due ipote1i: o la situazione JÌ J11il11ppa in favore della Germania, ed allora è 11at11ralmenle nel/'inlereJu de/. l']Ja!ia di combaJJere aJJieme; opp11re le cou Ji meuono male per la Germania, ed egli JÌ affrel/a a dire che considera tale eventualità come puramente teorica, data la considerevole maggiore e/Ji.cenza che anche a suo avviso preunta l'eurcito tedeuo in confronlo al 1914, ed allora /']Jalia è maggiormente costretta ad intervenire, dappoirhl, in tale caJo, eSJa JleSJa Ji troverebbe in grande pericolo. Un'ulteriore domanda del miniJJro degli Affari EJtà i del Reirh ha trallato delle relazioni fra l'Italia e la Rtm ia. Se egli ha ben rompreJo il dl((e, 1111 miglioramento di tali relazioni Jarebbe poSJibile, Ci<> sarà .rdlutato con molto favore in Germania. li d11ce ha definilo un simile miglioramento come pouibili1simo e Ji è richiamalo ai timori espreJJi dalla Jlampa occidentale, in 0UtJ1ione della 'fJÌJila a Rom~ del minislro degli A ffari Biferi del Reich, circd la poJJibi/e formazione di un blocco fra l'Italia, la R,mia, la GermanitJ ed il Giappone. For;e anche ciò Jarà pouibile. li ministro degli Affari &ieri del Refrh ha ricapitolalo in propoJito come il Fiihrer nella Jua le/lerd al duce abbia accennato al fatto che un GiapPone forte è utile agli intereSJi dell'/Jt1lia e della Germt1nit1; inquantoché p11ò esercitare preJSioni 1ull'InghillerrtJ in Ari11 e nello JleJJO tempo co1tiluire rm utile contrappno nei riguardi dell'America. Che ,i<> sia 'fJero riJ11lta anche dal fatto che l'A merica è intervenuta alliuamente nel/a g11erra mondiale 1olta11to dopo aver ricev,110 dal Giappone l',miturazior.e


AGGIUNTE; SCRITTI E DISCORSI

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H'filla (he esJo nulla avrebbe intraf1teso in Estremo oriente e nel/'Ou ano pacifito ai danni de/l'America. Se l'America ha avuto bisogno di ot/e• nere ti~ durame il ronfiitto mondiale da 11n Paeu rhe allora era alleato, eua dovrà prendere nelle attuali rondizioni in ronsiderazione ben mag· giore le me rel11zioni verro il Giappone, Appunto perciò sono skJle imparlìte iJrmzioni agli ambarriatori germanici a Mo1ca ed a Tokio di fa· ci/ilare un'inlna Ira RuJiia e Giappone: Lo Jte1so Stalin, col quale il miniJlro degli Affari Eiteri del Reich si era intratten11to in argomento, si sarebbe dimostrdto aJiai ragionevole, tantoché il miniJtro degli Affari E!teri del Reich ha po1t1/o dichiarare,_in un comunicato stampa pubbli(ato dopo la conclusione del Palio tede.sco-ruJJo, che tale Palio m,1/a mut,wa ne/Je relazioni amichevoli fr4 Germania e Giappone. 11 ministro degli Affari Esteri del ·Reùh ha chiesto r:l duce se egli fosse dispo1to ad importire corrispondenti istruzioni agli ambaJCiatori a T okio ed a Mosca di favorire un accomodamento fra questi due Paesi. Quanto maggiore hbertà avrà il Giappone nei riguardi della Rrwia, tanto meglio esso porrà esplicare la SIia ulile funzione di mezzo di pressione coutro l'Inghilterra e l'America. Il d"ce ha risposto che negli ultimi tempi aveva rivolto una ·auenzione relativamente minore alla polilica del Giappone. Egli trova la politica giapponese di una lentezza fatale. Il ministro degli Affari EJteri del Reich ha otservalo che ciò è da ascriversi alle fazioni politiche, a1l'influenu dell'Esercilo e della Marina e alla manranza di 11n capo. · In , e/,1zione a ciò, il d11a ha dichiautto rhe 1111 accordo tra Russia e Giappone era da dniderarJi. Un riavvicinamento italo-rus10 faciliterebbe molto l'intnvento italiano in tale direzione, A tr:le proposito il ministro degli A ffari Es/eri del Reich accennò.aJ un telrgramma che gli era pervenuto da T okio, nel quale, da fonle degna di fede, si informava che il Giappone era pronto ad accedere ad ogni azione de/l'ltali11 rontro gli atti di prepotenza dell'Inghilterra mi mdri. Ne/l'ulteriore corso del colloqm'o, il ministro degli Affari EJteri del Reich h,:1 informato il duce dell'intenzione del Fiihrer ·d; apprestare alcuni 1ot1omarini nel Medilerraneo occidentale e;c/usivamenle contro le navi inglesi e francni. Nello 1pirilo defla collaborazione it,:1/o-tedesca, egli de.riderewa darne previa notizia al duce. ·Questi ha risposto di avere avuto già sentore di ciò dai co11tatti occorsi fra le due Marine e di non vedervi alc,ma obiezione. All'ouervazione del ministro degli Affari E1teri del Reich che al Fiihrer interesserebbe avere q11althe nolizia ml/a si/Nazione in Libia, il duu ha fatto presente il semibile miglioramento ,:11111tosi nella situ,:1zione co/J di fronte a quella _dello seorso Jeltembre, In Libia si trovano ora


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quattordici diviJioni. Oltre a ciò e1iste ima doppia linea di difesa, e Balbo g1Mrda Jrdnquillo a tutu le eventualità. Mentre ancora in Jettembre /4 Libia co1riluiva' un punto mol,o debole, 1i trovano ora colà duerenlomi/a uomini e du"e eccellenti diviJioni arabe.

Alla doma~da deJ minùtro degli Affari Esteri del Reich circa i 1om. mergibili itaUani nel Mediterraneo, il duce ha rhpo1to che l'Italia in tale campo è padrona del Ji,fediterraneo. Il ministro degli Affari fat eri del Reich fa pruente che la flotta inglese è scomparsa dal mare del Nord; gli inglni non metto"no. più a repentaglio i propri incrociatori pe1anti né molto meno le proprie « dreadnoughts ». Il duce ha aggiunto che in ca.Jo di conftiuo gli inglui .uomparirebbero immediafamen/e dal .Mediterraneo. In merito alle preacmpazioni p;,) vohe manifesJale da parte italiana in ordine all'imulficen/e dife1a delle zone indumiafi con/ro gli a/lacchi aerei, ;J ministro degli Affari EJterì del Reich si è richiamato af/'espe· rienza fatta dai tedeschi con i 11elivoli da bom bardamento nemici. Finora non c'è 1tato un solo velivolo da bombardamento nemico che abbia tor· volato la Germania con carico di bombe, eccezion falla de/J'auacco avvenl(/0 nei primi giorni della guerra al rana/e di Kiel, dmante il quale di ql(aranta aeroplani ben trentadue 1ono !lati abbat fllti. I nemici della Germania non geflano bombe lfli territorio tederco perché hanno patlfd delle rappresaglie Jed,e1che. Similmente i nemici d'ltalid n on azzarderebbero di bombardare _i centri induJtriali italiani, poiché sanno che la Germanitt procederebbe immediatamente ad azioni di ritorsione contro l'Inghilterra e fa Francia Il dute auennò allora alla u rie d ei punti di 101tegno ilafia11i che esùtono nel M editerraneo, menzionando particolarmente la posizione im• prendibile dell'isola di Pantelleria, che il mi,1iJtro degli E!teri del Reich hr1 definito come la pùì prezioJa JCQperJa militare d el duce. Il minùlro degli Affari EJteri del Reich ha dichùtralo pQler1i drmque stabilire che entrambi i Paesi, secondo il pensiero del duce, ha1111Q un de,tino comune, che prima o dopo condurrà /'JJalitJ ad entrare in g11errd. La ·Germania e l'Italia rappresentano la nuova concezione del mondo. Gli altri Paesi invea rappreuntano vecchi roncelti ed idee. Oltre a dò, i vecchi Paesi soffrono di tali inltl/ficenze demografiche, da non co1til11ire più delle nazioni europee nel vero senso della parola. l e navi inglesi hanno equipt1ggi indiani, le f rancesi equip,1ggì 11egri. Q uelle na· zioni 11on hanno pit'J un « élan 11ital » e sono invidiat e dei popoli giovani. A domanda del miniJtro degli A ffari Elteri del Reich Je il d1JCe crede che i ftt1nre1i t1mmauerebberQ nuovamente forti contingenti di truppe al con fine italiano, il dure ha rispost o affermati11amente, ed ha aggi11nto


AGGIUNTE: SCRITTI E DISCOR SI

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che fra queJte truppe °ili Jarebbero numerosi elementi di colore, i 'luali Jono impu/Jivi ma non resùtono al combat1imen10. Non è nolo , oJa penJÙ10 Jra loro que;Je truppe ausiliarie J' Afri,a. E.sse comunicano Ira di loro in una lingua ,he i france.si non comprendono, ed Il loro aJJeggi.zmento, in ca.so di contraccolpi militari, porrebbe rappre.senlare un altro pericolo per la Francia. Il ministro degli Affari fateri del Reich ha chie.slo se aveva btn compreJo il pensiero del duce nel semo che l'Italia intende auumere 1111 alteggiamento Ja/e da impegnare po.uibilmente molle truppe franceJi ed ing/eJi. Il duce ha ,onfermato ciò e dichiarato, per q11anto riguarda l'atteggiamenlo dell'America, che colà è da 4.;peuar.si tutt'al piiì una campagna di Jtampa come ripercunione degli a1,111enimenti europei, Egli è fermamente convinto che gli SJati Unili non intèrverranno mai in guerra. A ,on/erma di ciò il duce ha /e/lo un articolo del <( New Y ork Daily NewJ », secondo il quale il novanta per cento degli americani vogliono rimanere neutrali e non nlilrono alrun de1iderio di Jcend ere ogni vent'anni in guerra per aJJirnrare la Jupremazia de/l'Inghillerra in C11ropa. B nelt'inleresse dell'America di re1tare tllranea al conflillo. Gli americani hanno ammto tale atteggiamento, ha soggiunto il duce, perché dubilano , della vittoria degli Alleati e non Vogliono puntare 111 un cavallo che perde, Ed in ciò es.si hanno perfetlamente ragione, ha amme.s10 il miniJtro 4egli affari fateri del Reich. Egli ha quindi ripetuto di non .sapere l'epo,a predut, ma di euere cerio fhe le armate tedeJ(he Jj uontre,·anno proJ1imamenJt con gli ingleJi ed i fran,eJi. Per l'Italia vi potrebbe forse euere ancor prima l'occaJione di prendere rm aJteggiamento di carattere dimostrativo, atto a f acilitare la Germania. Alla fine è Jlato concordato un com1micato stampa ed al mommlo di prendere commiato, i/ duce ha fhieJto al mini1tro degli A ffari E.steri del Reich nolizie .sul colloquio avulo col papa. Il mi'1htro degli A ffari Esteri del Reich ha rilposto che 1ia il Fllhrer, sia il papa erano del parere che fra i{ nazionr1/Jocia/ismo e la Chiesa ra/Jo/ica joJJe pouibile 11n accordo. Il FUhrer aveva in 11is1a al rig11ardo non ,ma solHzione pa11eggera, ma dHrat11ra. La cosa doveva euere lrtJNata ulteriormente , on la nunziatura, la pace religio1a sarebbe Jtala mantenut.z, e del resto il Fiihrer aveva fatto .so1pendere 1ettemila pMteJJi contro monaci. La Germania paga alla ChieJa ,atJolica più di un miliardo l'anno ed ha fall o non poco per la pace religio.sa. Se veni11e seguito Jtreltamente il principio « la politica allo Sia/o, la cura delle anime alla Chie1a », /'.accordo potrebbe farJi gradualmente, Ma il FUhrer non de.sider11 affretJare in un modo qual!ia1i tali (OJe e trovare un~ .so!tnione pa11eggera che non 1i pona far durare. IJ guaio f ondamenta/e è che il ,attoli<e1imo da decenni ha svoltò politica in Germania e ,hè la China non si p11ò


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JuttortJ compleJamente liberare da à~. Solo quando si Jia avulo su tal punto tma rompleta chiari{itazi<me, e le due reciproche sfere di intereui siano determinale aUra11er10 un concreto J11iluppo, Ji avranno le condi• zfon i per coJlruire di ru,0110 e JIÌ/>11/are un concordalo con la Chiesa. .

Il dure ha pregato alla fin e il miniJtro degli Affari Eiteri del Refrh

di por/ate al Fiihrer i suoi più cordiali raluJi.

SECONDO COLLOQUIO CON IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO WELLES• Il signor Sumner Welles ringrazia il d11Ce per averlo n11ovammle riuvuto e comincia il suo dire facendo presente che non aveva lrovato a ùmdra e a Parigi quella intranJigenza che si sarebbe a1pet1ata. Htt /rovaio al contrario uno spirito di moderaziot1e e molta ragionevolezza,

quindi buone diiposizioni a concludere ur_za lunga e duralura pace. In pari tempo però sollolinea che i due Go11erni aJ/eati sono pronti a condurre avanti la gue"a fino alle estreme comeguenze qualora il conflitto dovesse effeJtivamente comincù,re e non fouero date agli Alleali quelle garanz;e di sicurezza che sono considerale indispensabili. A Berlino si è reso conio che il FiihJ"er e i moi collaboratori sono •onvinti che è obiettivo franco-britannico di di11wggere il Reich e il popolo germanico. Ciò non è esatto: a Londra e a Parigi si aspira Jo/Janlo ad olfenere delle condizioni di Jicurezzd per il fuJuro. Il duce obiella che da ptJrle degli Alleati Ji è troppe volte cercato di .1eparare il popolo germa11ico dal regime nazista. Ciò è rm aJs11,do e tm errore. Il signor Sumner 117ei/eJ, dopo aver parlato della compremione che esiste .ovunque per gli sforzi fatti dal duce fZI fine di preservare la pace neJ mondo, dire che è m a opinione che a Londra e a Parigi si ~ia dispo11i a raggiungere una pace polilica, purchl vengano date le necessarie garanzie di Jicurezza. Sollolinea che egli non è stato incaricato di fare 'alcuna dichiarazione, ma che riporta le Jlle impressioni. A Jua idea, rma pace politica potrebbe esure falla ml/e uguenti bdJi: ritostiruzione J; uno Stato polacco indipendente, a btJJe nazionale, del quale però _do. vrebbero ancora venir diJcus1i i eonfini e la cessione di un tJcceJJo libero • A Roma, nella sala del M:ippamondo di palazzo Venezia, il 16 marzo 1940, Mussolini riceve nuovamente, sempre alla presenta del ministro Galeazzo Ciano e dell'ambascfo.tore William Philips, il sottosegretario SWTlner Wclles, col quale ha il colloquio qui riport:ito in riassurito. (Da Z.:E1'rOPtl vn10 14 '"'"· strofe, pagg. 542.544).


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al marè,· un allargamenlo de/J'autonomia e dell'indipendenza contessa alla Boemia e alla M oravia ed infine un plebi.uito pef l'AuJtria. 1/ dure domanda se neJ Ju~ proHimo incontro rol cancelliere del Reich potrà fargli cenno di queJtt impreuioni perJonaii del Jignor Sumner IP'e/Jn. fJuesti rùponde di aver biJogno 4 tal uopo del/'aulorizzazione del PreJidente RooJevelt, aulorizzazione che ,errherà di ottenere telefonici:.menle. 1/ Jignor Sumner WeileJ deJidera ,omunque ronouere quali Jono le conctzioni del duce ,irca il JÌJJema di sicurezza che pol~ebbe venire introdouo in Europa. 1J duce risponde che non t pùj pouibile per l'Europa di /ornare alla Società delle nazioni, gùuJamenJe ripudiala anche dagli JJeJJi americani. Egli non crede nemmeno pouibile di COJtiJuire una federazio,u di tulli gli S1a1i europei. RiJiene invece che /'inteJa Ira i printipali Stati etlfopei polrebbe garantire 1111 periodo·di almeno flenti o venticinque anni di pare. Se i fra11reJi e i polaahi non avessero sabotato il Patto a quaJJro, l'inevitabile dini:.mùmo della Germania Jarebbe JlaJo poJIO su una via evo/uliva. Le richiesle di Hitler erano allora molto moderale. Solo un organismo internazionale rame quello prev.isto dal Patto a q11a/Jro potrebbe assicurare all'Europa un periodo di pare, durante il qflale po• Jrebbe fltmir derisa la riduzione degli armamenti e concertala la riroJtruzione eronomirtJ del mondo. Il signor Sumner Welies ripete che egli non dtiene po;sibile per i Governi alleati di stipulare alcun accordo ·con la Germania ie prima non è staio /rovaio un sistema di garanzie rhe auicuri l'eurnzione dell'accordo. Il dure obietta che la quwione del prima o del poi è di natura raie da far fallire ogni tenJaJivo di negoziato, dato rhe le due parti si /rovano ai poli opposJi. Comunque dire al signor S11mner We/Jes che q11aJora dai colloq11i del Brennero dovessero risultare nuovi elementi JuJrellibili di modificare la sit11azione in Europa, egli non mancherà di farli conouere agli intereuali e al signor Sumner W elles steJJo per la successiva azione da compiere, A ro11dusione del colloquio, il duce r:onferma la JUa solidarietà polilira con la Germania,


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COLLOQUIO CON HITLER• All'inizio del cotioqr,io, il Fiihur ha lraccialo un breve quadro storìro d elie vicende rhe hanno condono a/Ja guerra e dello Jvolgimento

deJ/a guerra steJSa fino ad oggi. Egli ha confermato ai du.e, ancora una vo/Ja, di aver compiuto ogni ;forzo per raggiungere un compromeuo e tm'inteJa con /'Inghilterra; ma qunl'1dlima era decisa a giungue alla g11erra colllro la Germania. For1e la Germania avrebbe potuto conservare la pace ancora per rm paio di anni, se aveue accettato e Jubito le incredibili umiliazioni da parte della Polonia; ma la guerra non poteva uiere evitata. E alla lunga, il Fiihrer non poteva pretemiere dal popolo tedesco che esso a!JÙ/esu impanibile alle provocazioni polauhe. I polacchi, d'altra parte, di fronte a una lafe remiJ.si11ità, sarebbero di11en111i sempre pù) arroganti. Anche te un indugio fosse sraro possibile, non v'era dub• bio che, data la volontà di guena degli ing/eJi (per i quali il tonflitto t edesco-polacco era solo u.n pretesto per gi11ngere allo Jcopo), le condizioni del conflitto, tra due armi, nella migliore ipoleJi non .sarebbero '-divenr,te più favorevoli alla Germania. Il Fiihrer ha accennato ad un semplice confronto Ira la potenza militare della Germ,mia da un lato, e quella de/J'lnghilte"a, della Francia, e dei loro alleati polauhi dall'altro, anzitutto per ciò the toncerne le effet1i11e forze Jerrestri, e poi per l'Aviazione, la difeJa antiaerea e la Marina. In bau a ttJ!i considerazioni Ii era deciso a r1Jaogliere il guamo di 1fida t'he gli era stato gellato. S11cus.sit1amente, ii FPhrer ha dew'Ùto al duce in deJtaglio le forze dell'nercito Jedesco in q11e1to momen/o. Nello stesso tempo, ha illfl· strato .anche la speci1Jle imporlanut che a.uume ora l'Arma aerea. I /ecnici fendono a concl11dere, in base ai/e esperienze fatte in Spagna e in Cina, che l'Arma aerea non ha 1m valore decisivo, ma che la fanteria reJta, rome per il pauato, il fallore euenziale. T1111avia /'esperienza di questa gflerra umbra tondurre ad altre conclusioni; roJÌ per n empio gli ingleii sono 1tr1ti escl11si dal mMe del Nord dali' Arma aerea germanica, ed essi ora non ii arriJchiano più in prosiimità de/Ja roita tedesra. A nthe la tosta orientale delle iJoie hritannithe è divenuta poco situra, rome di· moitra il recente a/tacco aereo alla bare di Scapa Flow. Il Fiihrer ha descritto al dute in ogni particolare lo Jvolgimen/o dell'azione e i riw/.

* Al Brt>nnero, nel treno p;esidenzi:ale italiano, la mattina del 18 mano 19 1{0, :tlla presenza dei ministri Galeano Ci.ano e Jo.achim von Ribbentrop, Mussolini si incontra con Hitler, e ha con lui il colloquio qui riportato in riassunto. {Da L' E,1ropt1 f)erfo la u1fa1/rof e, p.agg. H,-,~2).


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lati raggiun1i dagli aviatori Jedeuhi nella reeentiuima brilJanlt azione. In relazione a ciò, il Fiihrer ha esporlo al duce, rommarù1mente, il Juo punto di visla rulla campagna in Polonia, per la quale egli originariamente aveva previfto una durata di un<> o due meri. In rea/là, i po/a((hi tono Jlati definiJiwmenle annientali dopo ;o/i qual/ordici giorni. Poiché le perdite in d eua·guerra sono slt1te minime ed inferiori ad ogni previsione, la Gennania ;i è trovt1ta ad avere, alla fine della campagna, mo/Je ceminaia di migliaia di uomini ed ufficiali bene addestrati, e pertanto sono Jlati dfrponibili i quadri per alc11ne diviJioni 1upplemenlari J11lle quali prima 11011 1i era fallo Mtegna111-ento. Nel fraJtempo 1ono Jlate anche iJtruite decine di migliaia di giovani ufficiali, che co.stituiuono un elemrnto combattente di grar,de coraggio ed h,mno una preparazione profonda. L'imieme degli ufficiali tednchi, come addestramento mi/ilare, i oggi UnJibilmen/e migliore di quello del 1914. Il Fiihrer h4 descrillo la roitiJuzione e la po1en1.a dell'eurcito tedesco, che comprende oggi, in comple1101 duecentodnque divisioni, in grande maggioranza di primiuima qualità. Le munizioni .sono disponi• bili in quanrità fino ra mai 1Jedùta. La co.str11zione degli aeroplani procede a grande andatura, Nuovi apparerchi da caccia e da bombardamento vengono conJegnati dalle fabbriche in rilevanti quantità, cosicrhé, da u11 punto di villa generale, gli armamenti tedeuhi progrediuono mollo rapidamente. La fiducia nel 1ucce110 è Jlraordinariamente forte, 1ia nell'eu rcito, 1ia nel popolo; lo Jlato d'animo uce/lente,' e l'odio per le due pl11Jomrzie occidm1ali è 1enza precedenti. I 10/dati ardono dal de1iderio di hallerri contro il nemico, che ha co11re/Jo la Germania a q11nla gunra. Lo 1pirito delle tr11ppe Jrova riicontro in quello de/l'elemento dirigente, sia n~gli ambienti militari, sia in q11e/Ji poUtici. Per quanto concerne l'azione d ella Marina germanica, la cortmzione di 10mmergihili è in progre110, coJi((hé anche in queito campo i pericoli cre1co110, di me.re i11 meu , p er l'Inghilterra. Alla fi11e del prouimo anno, la Germania di • .sporrà di 11n numero di sommergibili .superiori a q11anti ne furono coJlruiti durante l11tta la grande guerra, e que.J numero andrà ancora aumenJando. li Fiihrer ha quindi aC'cennato al nuovo programma di co1truzioni per la Marina germanica, Il Fiihrer ha prouguilo e1aminando i futuri 1viluppi della guerra, ed ha dffermato che spera di terminare il conjlilto contro la Francia e l'Inghilterra pitì pres10 che q11e1te non credano. Egli è deci.so a condurre la guerra fi.110 in fondo ed a .sconfiggere i nemici, L:,. 1ituazione della Germania, che in quahiasi momento put3 dall'Inghilterra euere tagliala fuori dalle fonti di rifornimento di malerie prime essenziali, è una 1i111azione a l1mgo andare in10J1enibile. D 'altra parte, una f!o/Ja che la , guerra i divenuta inevitabile, egli preferiJce auumerne la reiporuabilità


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

per sé e per il proprio Governo, anziché dover affidare ad un 1uuesfor e la guida del popolo Jede~ro nel/a difficilissima prova. Per ciò rhe concerne l'aJteggiamenlo dell'Italia nello l(QrJO aut11nno, il Ftihrer moslra di comprenderlo. Se una presa di potizione d ell'Italia lltleIJe potuto indurre Francia e lnghi/Jerra ad as/enMJÌ dal confliuo; allora ciò sarebbe J/aJo oppor/uno. Ma se questo non doveva ril11cire, era meglio che i'ltalia rimanem, fuori dt:11/a guerra. li Fiihrer ha 1pie-

gato quindi, con maggiori ptZJ'ticolari, perché /'aJJensione dell'Jtalia d;:J conftillo riesce favorevole aJ/a Germttnia, ed a tale proposito ha parlato del valore delle fortificazioni sulla frontiera occidentale. Egli ha deuritto, al duce, in deJtaglio, quelle fortificazioni, con i loro fo rmidabili cemenJi armali e la loro profondità, e le ha paragonale alla « Linea Maginot », che ha definilo un (()mpleuo forlificaJo a cara/Jere parifista e di!fattiJta. Newm aJlaao france.re contro le fortificazioni della frontiera occidentale ha av1110 luogo, li FNhrer ha dato al duce esempi d ella ;uperiorità dei ;o/dati tedeuhi sui francesi e gli inglesi, che si wno potuti rilellare dalla quotidiamre;perienza di scontri di pallug/ie dinanzi alle linee forJificate. D'altra parie, Inghilterra e Francia cercano di condurre la guerra a/la periferia, mentre la Germania può colpire il nemico .solo nel cuore. Egli avrebbe preferito ;eguire -un'altra via, poiché la Ger· mania ha ormai raggiunto i suoi [mi in fatto di e;paniione. Per la va· lorizzazione delle regioni orientali riconquùJ,Jte, la Germania ha bilo· gno di decenni. Il Fiihrer htJ tJccennato alla incredibile siluazione che regntJva in quelle regioni orientali, già polaahe, e htJ ricordato ancora gli orrendi epiwdi ·di crudeltà polacche, che egli ha veduto, _in p,me, di perJona. Mollo tempo gli è neteJJario per rho1truire q11e/la zontJ, cosiahé i Juoi scopi di guerra sono la tranqr,il/ità e la pate. DJ fro nte d taU sropi, però, si pone lo 1'opo di guerra dei france1i: la dhtruzio11e delltJ Germania. Per il popolo tedesco non c'è a/Jra alternatÌvtJ che quella di continuare la lotta fino alla villoria. Per quanto rìgudrda l'atteggiamento dell'Italia, il Fùhrer ha dello di duce che non J venuto per chiedere a lui qualche cosa, ma che ha inteso 1emplii:!mente eiporgli il quadro della 1ituazione e comunirargli il proprio punto di vista sui futuri J1Jiluppi della guerra. Il dra:e po· trehbe poi, hasandosi soltanto sui falli, prendere le Jue dechioni. Su di 1111 punto però il FUhrer htJ una shura convinzione, e cioè che le sorti della Germania e del/'!Jdlia sono indiJJolubilmente legate,· la vittoria deJJa Germania sarebhe la viJJoria dell'Italia, e la uonfitta del!tJ Germa· nia implùherebhe anche la fine dell'impero iJaliano, Pauando al tema della Ru11ia, il Pùhrer ha fatto rilevare che effettivamenu nel s110 libro << M ein K ampf » egli ha affermalo che la Germania dovevtJ unirsi ron l'l nghi/Jerra. Egli avrebbe umpre volulo rolla·


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bort11e ron J'lngh;Jterrd, a rondizione 1111/av;a rhe l'lnghiJJerra non pretendesu limitare Jo spazio vi1al11 deJ/a Germania, e ,he la Germt1nia ricevesse in rntituzione le sue antiche colonie. 1\.:{a poiché /'Inghilterra ha voluto il ,onfli110, egli ha deriso per la R.uuia. Questa deciiione ; · maturata in lui attravenO lunghe mediJazioni1 ed è immutabili!, Egli ha potuto 1/abilire con Stalin una frontiera t erritoriale definitiva Ira i due Paesi. Germania e Iwssia non hanno inlereIJi contrastanti, Ji ,ompletano eronomiramente in ogni campo, e pertanto iJ Fiihrer è deriJo a ro,uer11are sempre, nel futuro, rapporti amichevoli con quel Paeie, Per qudnto riguarda la diverJità di regime, Ji traila in realtà di due mondi diff11renti, ma si è potuto intenderJi, nel senJo di astenersi reciprocamente dall'intervenire nelle queJtioni inttrile. D'altra parte, umbra che anche la R.xsJia stia rompìendo una evoluzione di grande ampiezza, e la t1ia per m i ;i è meJJo St11lin sembra condurre ad una 1pecie di nazio1111li!mo ;lavo• moicovira, allontanando1i dtd bolicevhmo a carallere ebraico-internazion11le, Il Fiihrer ha quindi t'ipre10 a parlt1Te dell'atluale 1ituazione nei riJpelli della guerra e ha detcrillo al duce, per e1te10, i po11ibili wiluppi del conpitto e la parte che potrebbe eventualmente as1umert1i l'Italia. Egli, iJ_Fiihrer, è un realiJ111 e non vo"ehbe in alcun modo che il duce faceJJe qualche co1a in contrasJo con gli intere11i del popolo italiano. Egli non agiJCè rome l'inglese, il quale pretende che altri popoli tolgano per lui le ca;tagne dal fuoco, Comunque l'Inghilterra lrov11 oggi Jempre meno facilmente popoli disposti a preslani al 1110 gioro. I guerrafondai britannici hanno voluto la guemt, ed ora il popolo inglete è costrello a combatterla. L'Inghilterra avrebbe voluto t1ccettare, senza compromettere il proprio prntigio, le propoite di pace formulale dal Fiihrer nel mete di ouobre, poiché la Germania avrebbe acronJentito, così come era Jlalo affermato, a riJolve1e il problema dell'e1iJtenza di una Polonia;,,. dipendente. Ma il Governo brilannico ha rifiutato quelle propoite. E,;. manendo fermi nel medesimo JpiriJo, alla Visita di Sumner WelleJ Ji è riJposlo in Inghilterra con una reazione del tulio neg11tiva: ancora d11ranle la permanenza di Sumner Wellei. in Europa ii è proclamalo uificia/mente che ii frazionamento della Germania è lo scopo di guerra dell'Inghilterra e della Francia. li duce ha dichiaralo che prende parie con grande piacere a q11e1/o colloquio col Fiihrer. Egli è cont1inlo rhe er11 impouibile per la Germania differire più oltre la guerr11 contro la Polonia. Un ulteriore diffe· . ,imenio, amme110 che foJJe 1/11/0 pouibile ottenerlo per alcuni anni, avrebbe ioltanto complicato le cose. Egli avrebbe voluto iiolentieri poter di1p(),re di due o tre anni per condurre a termine i preparativi. Se il


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OPERA OMNIA DI BENITO M US SOLINI

7° 1ettembre egli aveIJe tompi1110 una dimostrazione mi/ilare, l'Italia 1a-

rebbe stara ·sicuramente implicata nel confli!to, Il duce ha quindi e1po1to parlirolareggiatamenle in quale difficile Jituazione l'Italia si sarebbe trovala se fo11e entrata in guerra l'1111t11n110 1u11so. Egli 1teJSo ha mollo 10/ferlo p er le limitazioni che si è dovuto imporre. Ormai però il Governo jaJciJtd ed il Partito hanno la unsazione eh~ 1ia impouibile rimanere ne11trali fino alla fine della guerra. Una modijiç11 dell'atteggiamento de/l'Italia veTJo l'Inghilterra e.la Francia è esclusa. L'entrata perciò delt']Ja/ia nella presente guerra è inevitabile. L'/Jalia intende marc;iqre a fianco della Germania, non per aiutarla militarmente ( di un simile aiuto, JtcÒndo il Jno pemiero, la Germania non ,weva bisogno in Polonia, né Jo ha. ora al fronte occidenlale), m4 perché J'onore e gli intereui de/J' Italia richiedono il ;uo intervento in gJ(erl'tt. li duce pauò poi alla '{UtJlione circa l'epoca di tale intervento. DeJcri!!e nei parlicofari la iituazione militare de/J'/talia, Ja forzd umpre creJcente del potenziale bellico e J'eccellente morale delle lmppe. La situazione finanziaria invece non conunrirebbe di condurre una grterra di Junga durata. Il duce vede favorevolmente l'avvicinamento fra Germania e Rtmia, che risparmia alla Germania una guerra Ju due f ronti, Crede anche lui che non eJisla un pericolo di co,uagio holscevico, A t,1/e riguardo il duce ha rilevato come ·egli ;ia stato il primo a !iconoscere la Rns1ia Jovietica ed abbia per1ino conclu10 un accordo con e11a. In ogni modo egli distingue nellamenle fra politica e ideologia,· su que1(ultimo p,mto non potrà mai andare d'accordo con la Rmsia. Il duce ha accennato quindi al breve colloquio avuto con Sumner lt7elles. Egli ritiene che Id Jlato d'a,;imo in Inghilterra ed in FranrilJ .sia rattivo, perché il popolo non 1a la ragione per la quale combatle, Egli non ha lasciato alcun d11bbio a Sumner IP.elles circa l'a1111rdità degli Jcopi di guerra degli Alleali per quanto riguarda l'Oriente, come, ad e1elnpio, la ricoJ/ruzione della Boemia e dei/a Moravia, ecc, Chi dnidera una pacifica risoluzione del confliUo deve acceJtare i fatti compiuti. Parlando della collaborazione fra Germania ed llalia, il duce ha ripetuto che, appena la Germania avrà con la JJla azione be/Jica crealo, u condo le dichiarazioni del Fiihrer, una situazione favorevole1 egli s,1rebhe inlervenuto Jenza perdere tempo. Ove l'avanzata tedesca doveue w ol~ gersi con dtmo più lento, il duce a!lenderebbe fino al momento in cui il 1110 ifltervento nell'ora deciJivd poteJJe e;ure di .reale ai11to alla Germania. 1/ FUhrer ha manifesJato poi al duce almne 1ue idee di carallere strategico per il caJo di 11'14 condo/la in romune della guerra, accennando in conneJJione a cM come la « linea Magino~ >) non rapp,e1enti oggi per


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l'ner,ilo tednco un 011a,olo insormontabile; ,ome Ii Jiano , ompiuJi · grandi progreui ne/la dijeJa del territorio d ella RJ1hr da in'1JfJioni aeree, da artiglierie a lungo tiro, ea,, che è una neceuità f)ÌJale per la Germania, Oggi l'Eu rrito, la Marina e l'AeronaTtlÌ<a tedeuhi Jono pronti come non mai. Egli e ,on lui tutto il Juo popolo di ottamadue milioni di anime Jono fermamente convinJi di J<onfiggere completamenJe le potenze o«i. dentali.

COLLOQUIO CON IL PRIMO MINISTRO GIGURTU E IL MINISTRO MANOJLESCU * li capo del Governo romeno signor GigurJu inizia il 1110 dirè affer· mando ,he la Romania è animaltJ da ima sincera volonlà di met/erJi d'ac,ordo <oi popoli vkini. Questo auordq . appare tanto più indiJpen· !abile nei confronti deJl'Ungheria, eiiJtendo tra i due Paesi untJ idenlilà di intereui determinata dal faJto che i popoli romenq e magiaro sono · interamente circondati da popoli slavi. 14 preo«upazione maggiore della Romania è rappresenrata attualmente dalla R.rwia. Il signqr Gigurlu dice che in ·que;to m omento 'la R.tmia tiene un atteggiamento più calmo nei tonfronti della Romania, m'a non vi è neuuna garanzia che ciò crmtìnui per /'avvenire, Egli teme che eventuali t onceJJioni territoriali romene all'Ungheria e alla Bulga,;a pouano euere prete,ro per la Russia di 11/Je. riori rithùste verso Bucare!t. Il popolo romeno intende adeuo eJJere tranquillo e dedicarsi interamente al proprio lavoro e a/Jo sfruttamento delle molte rhoru del Pae,e, the ve'rf'am10 meue a dispqsizione deiPaesi del/'.AJJe, Prr far àd1 grandi tompiti di organizzazione interna attendono il nuovo Governo dei/a Romania, rhe vuole attuare questo pro· gramma: :annullare tutti gli errori del panalo e aC'Cordare la politi.a ro· mena con i reali intereui del Paese,_il che è rappresentato da untJ (Om· pleta adesione aUa politica del/' Aue. Il duce risponde the per ragioni tradizionali la Romania è un Paese popolare in Italia, nono!tante la politica fatta in que1ti ultimi anni,· po· , lilita falJa, perché ba1ata su falsi preu,pposti. Primo errore, la fidutitJ in Ginevr~; secqndo, l'a«ettazione delle garanzie inglesi. Il duce ricorda di avere seriamente ammonito Ju questo punto Gafencu, allorché venne • A Roma, nella sala del Mappamondo di palazzo Veno:ia, il pomeriggio del 27 luglio 1940, Mussolini riceve, alla pres~ u. dd ministro Galeazzo CiaM, il Presidente del Consiglio e il ministro degli Affari Esleri di Romania, Jon Gigurtu e Mihail Manoilescu, coi quali ha il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'Eurqpa ve,;q la ,a1a;1rofe, pagg. '5. 76·'79).


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OPERA OMNL\ Dl DBNITO MUSSOLINI

a Roma1 f,uendogli presinte che la garanzia britannica, che Jrau ura ,oinple1amente ·l1elemento fondamen/a/e che è la geografia, non aveva 41,11n valore e che anZi, come aveva uritto un giornali11a jranrese, neu una disgrazia più grande può capitare ad ,m popolo di quella di euere ga-

ranlilo dagli ingl1ui, Pt!r quanlo romerne la Russia, il duce ricorda rhe q11e1Jo Paese ha auraverJalo qualche /empo fa una crisi Jerribile, che ne minacciò la 11es1a esùtenza. I capi militari e politici furono f11cilari, ina furono la Francia e l'Inghilterra che andarono a Canoua recandosi al Cremlino e che hanno richiamalo la Rmsia nella po/iJùa occidentale. Non vi è dubbìo che la Rtmia è allo stato degli atti la più grande profi.Jtatrhe della situaziom europea. BiJogna tener presente che la mauà J!ava in Europa è molto imponente e che .è in continuo accreJcimentò. li duce è d'accordo còi romeni Ju/J'opporltmità di al)er jaJJo rma politica realista nei confronti della RuJJia e di ,zvere e-vitato un conflitto che si sarebbe risolto a tutto danno della Romania. Per quanto concerne l'Ungheria, il duce afferma riJultargl,, da dichiarazioni dello Jteuo Tele/ti, che gli ungherni sono pronti ad ·una soluzione di compromeuo. Nello staio all11ale de/J'E11ropa è intereJse di lrllfi gli Stati di far coincidere le frontiere politiche con le frontiere etniche. Se ciò renderà 111 Romania territorialmente più piccola, /11 tenderà ancor11 piiì omogenea. Natura/me!Zte le rettifiche di frontiera dovranno e1sere accompagnate da uno uambio di popolazioni, Jenza. il quale il problem,1 non trqverebbe una Joluzione definitiva. Dopo di ciò Jarà po1sibile fare una politica romeno-magiara, che è indi1pensabile per la vita e per l',wvenire dei due Pae.ri; altrimenti la maua 1/ava pauerà oltre la linea dei Carpazi, poichl ormtti ii può p11rlare di rm panslavùmo combinalo col bo/Jcevi1mo, Anche in T11go1lavia la propaganda com11niJta ha fallo progressi notevoli e pericolosi. · Per quanto concerne l'accordo ron la Bulgaria, il duce è di avviso che Jia auai facile raggiungerlo, data la moder,nione delle richie11e bulgare. Una Polta iislemata la Jilua.zione all'estemn, converrà provvedere alla 1oluzi011e dei problemi di ordine interno. Il d11ce· Ji rende conio che iJ popolo romeno sia addoloralo dei groui Jacriftci che dovrà fare ddl_punlo di vis/a territoriale; ma in q11e1to Jteuo dolore vede il u gno che l'orga· nismo romeno è un organismo Jano. In realtà la Romania, che è rm PaeJe agricolo e che ha grandi capacità di produzione, potrà· sempre, mediante una lana politica, mtJnlenere la 111a posizione di. Slato più numeroJo e pù> forte del Bacino dam,biano-balcanico. Il duce parla inoltre della neceuità per i romeni di eliminare compie/amen/e gli ebrei dalla tJita dello Stato e di /imitarne ogni altra attività,


AGGIUNTE; SCRITTI E DlSCOllSI

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Anche per 'flft1nlo concerne il partilo uni<o iJ duce dà alcuni suggerimenti al sign(?r Gigurt11. IJ duce conclude il suo dire auicurando i romeni che allorché un tale programma avrà Jrovato realizzazione, sia nel settore interno che in quello internazionale, la Romania potrà rivolgersi all'Asse, che terrà conto della nuova situazione determinatasi. JJ signor Ma.noilescu domanda se la Romania, pur non intendendo chiedere nessrma promessa, può formulare la speranza di ottenere, dopo es1er1i inquadrata nelle linee politiche dell'Asse, un appoggio da parte dell' A ue medesimo in tul!e le direzioni. Il du ce ri!ponde che gli stessi motivi per.i qua!J l'A11e desidera o'ggi la pace nei Balcani esiJteranno a più forte ragione anche in futuro e che periamo chi turberà la situazione trover_à l'opp1:11izione dell'A11e, li signor i\fonoìle1cu sottopone al duce alcune domande di ordine Jecnico in relazione ai prossimi negoziali con J'Unghe,ia e con la Bulgaria, Dopo di Che, mostra la documentazione romena in relazione alla sifl1r1zione delle minoranze.

COLLOQUIO CON IL MINISTRO VON RIBBENTROP • lJ miniJtro von Ribbentrop comi,;cia il suo dire facendo il p11r1to dell'attuale fase bellica Ira la Germania e la Gran Bretagna. Egli dice che gli auacchi portati dall'Arma aerea hanno prodotlo graviuimi danni, specialmente là dove i bombardieri tede1chi possono a"ivare scortali dalle loro forze da carda. La 1'eazione britannica è già noteflolmente diminuita in questi ultimi giorni. L'oJtarolo maggiore è stato rapprerentato dal tempo, che durante sei se/limane si è mantenuto cattivo con un'imprevedibile co1tanza. Per l'ulteriore sviluppo delie operazioni aeree e per portare la guerra ter,estre Jul territorio britannico Jono necessari almeno ouo o dieci giorni di buon tempo; non appena ciò si realizzerà, l'at1acco su vasta scala, ormai rompletamen!e preparato, sia per qr,anto riguarda l'Aviazione sia per le forze da sbarco, verrà lanciato. Ci si domanda in queste condizioni da che coia possa essere giusrificato l'atJeggiamento britannico che è apparso in questi 11/Jimi Jempi notevolmente spavaldo. Il Fùhrer ritiene che sia un atteggiamento del-

* A Roma, nella sala del Mappamondo di pala?zo Venezia, il pomeriggio del 19 settembre 1940, Mussolini riceve, alla presenza del ministro Galeazzo Ciano, dell'ambasciatore Hans Georg von Mackensen e del llostro ambasciatore a Berlino, Dino Alfieri, il ministro Joachim von Ribbentrop, col quale ha il colloquio qui riportalo in riassunto. (Da L'Etm,p,i tJtrso la ratastrof~, pagg. 586-591).


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lato dalla dùper.azione ed anrhe,. in al,uni elementi, dalla if!comprensione 4e1Ja rec:ltà, nonché dalla 1peranza di due intervenri in favore della Gran Brelagna: iJ ruJSo e J'americAno, n per controbaltere questa eventualità, e sopratlutto per paralizzate l'(fmerica, che il minùtro iion Ribbentrop ha preparato e ;ouopone aJ. l'approvazione del duce il ·p,ogeuo di ,ma alleanza triparJita col Giappone. I negoziati sono stati wndoJti segretamente per mezzo di 1m emiJ-

JtJrio personale del minislro Ribbentrop .e non per tramite uffkia/e delle ambauiate. A giudizio tedeJCo la stipulazione di un'alleanza del genere dovrebbe avere il vantaggfo di rafforzare la corrente iJo/azionÌJla contro la te1i interverllÌJta di Roose-ve/J. A nche nella preunraz.ione de/l'avvenimento all'opinione pr,bblita mondiale bisognerebbe sottolineare the si cosJifldsce il blocco mondiale contro l'allargamento del tonflitlo. Rimane da vedere quali reazioni avrà 1111 tale av-venimenJo in R.,J.uia. Taluni potrebbero pensare ,he la stipulazione dell'aliean211 lriparlila polrebbe gettare i .rof!ieti nelle br.:mia delle democrazie. Ribbentrop non lo trede, per dtte ragioni. In pi-imo luogo, perché i sovieti sono an,ora lroppo deboli e sanno che o,m;i rma grande parie delle forze lerreslri germaniche Jono toncenlrale alle loro f rontiere. In Jetondo luogo, perché la Russia è una potenza terrestre e nessun aiuto le potrebbe venire dalla congiunzione delle ftotJe il1gleu ed americana, mentre l'ostilità del Giappone le porterebbe addosso l'immediato pe.ro deJJ'eurcito nipponico di Manth1tia.. Non c'è dubbio che gli avvenimenti di questi ultimi tempi non sono valsi a rendere cordiali le relazioni tra Russia e Germania. L'arbilrtJto di Vienna, la garanzia data a/la R omania, la coslituzione de/Ja wmmiJsione del Dan11bio, sono a/JreJ/anti avvenimenti che spiaaio110 ai r1mi. Ciò non significa che /'Asse inlenda o debba fare una politira di osJiJità verso la Rmsia, Può venir continiJata una polilica di amicizia, però con limiti nellamente stabiliti. Questi limiti sono quelii tracciali a Vienna. L'occllpazione della Beuarabia era prevista e accettata; però q11alsiasi JUC· ceu ivo movimenJo che dovesse aumenlare l'influenza ruua in Bulgaria o in /ugoslat!ia o avvicinare i r11.rri ai Bosforo, Jarebbe visto in forma del Julto negativa dalla Germania, e Ribbentrop ritiene che anche l'Italia la pensi del pari, Per q11anto concerne la Grecia e la J.ugos/avia, Ribbentrop ripete che si tratta di imere1si esdmivamente italitmi, dei q11ali a/J']Jalia soltanto .spella di sregliere ltt soluzione. In fugoslavitt ltt Germanid Ji riserva il diritto so/Janlo sul distretJo di MtJ.rib_or, Ribbentrop ripete quanto già ebbe a dire a Berlino al con/e Ciano: allo stato degli atti lo sforzo prinripale conviene sia diretto contro J'l11ghi/Jerra1 ma confermtt che f11go-


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slavia e Grecia sono due zone d'intere;u italiano, nelle quali l'Italia P"ò adottare la politica che crede con l'intero appoggio della Germania, lJ mini1tro von R.ibbenJrop riferisce quindi Jtd rolloqJJi av11Ji con Serrano Srnier, I.A Spagn.:~ è pronta ad entrare in guerra ed ha fatto co11oscere al Go11erno ger"?anico i 111oi desidera/a. E.Jsi concernono rifornimenli di petrolio, grano e materie prime, l'invio di certe armi specializzate, nonché la garanzia che .la fauia co1Jiera del Marocco che va da Orano a Capo Blanc sarà alla fine della g11erra passata Jotto Jowanilà 1pagnola. Il Fiihrer è in linea di mauima favorevole a fare tali conçessioni pur di a.11ìc11rar1i l'entrata in' guerra della Spagna, che avrebbe come scopo immediato l'o"upazione di Gibillerra. A tal fine lo Staio M aggiore tedesco 11a compiendo degli sJudi e Ribbentrop si riJerva di darne comu11i.11Z;one durante la 111a perma11e11Z11 a Roma al duce, Se il duce concorda, RibbenJrop si ripromelte di concludere un protoco/Jo con Sei·rano Suiier, ai suo ritorno a Berlino, per fi11are le condizioni de/l'entrata in guerra della Spagna. A conclusirme del 1110 dire, il ministro von Ribbentrop dichiara che il Fìihrer, qualunque pouano euere gli 1viluppi futuri del conflitto, tonsidera la guerra già vinta. li dJJce dichiara di concordare del tutlo col Fiihrer s11 queJ/a 111a affermazione. La 1iJuazione ingleu è calliva e diventa sempre peggiore m,m mano çhe si intensifica l'azione contro l'isola e che si àpprouima il momento dello sbarco. I governanti britannici continuano a fare dei «bluff», ma il pop,olo è stanro. Non vive, non lavora e già si p,uò conJiderare the la guerra dei nervi è vinta. Jl sud-eJt dell'isola è p,erso ormai per le forze t1eree inglesi. E non bisogna dimenticare che una volta per. duta Londr11, è perduto l'impero, Per quanto concerne l'America bisogna tener presente che gli Stati Unili Jono già praticamente a fi,:mco dell'Inghilterra. N on crede che invieranno delle armate a combattere in Europa, ma la vendita dei cinquanta cacciatorpediniere e gli t1i11ti continui dati alla Gran Bretagna provano che l1America è già praticamente cof/tro di noi. Comunque ciò non deve darci 1peciali preoccupazioni. Quello che gli Stali Uniti potevano fare lo hanno già fallo. /J duce manife1ta il suo pieno acrordo 1111 progetto di· alleanza col Giappone, che varrà a paralizzarè /'t1Zione americana. Bisogna tener p,esente che gli americani temono mollo il Giappone e che temono soprattullo la {lolla, poiché la floua t1me,icana1 pure nundo grande quanlitativamente, dev'esJere considerata una organizz.1zione di{eUanteua come l'esercito ingleJe, Rimane la Rtmia. Non è importante 1t11biJire quello che i fimi diranno: è ;,nportante vedere che ~osa faranno. Si p11ò fin d 1ora rùpondere


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,he non fart:tnno nùnJe. In q11eÌti ultimi tempi l'Italia ha fallo alcuni cenni t.1/Ja·politica di avvicinamento con la Russia, Ma cid avevt1 come ;mito ;copo ql(el/o di impedire la manovra inglese di av11icinamento a Mosrtt. In ogni modo la reazione pratica della Ruuia all'alleanza sarà nulla, poiché oggi i russi sono ,opratlulto preoccupati di perdere ciò che hanno guad-agnaJo.

Rimane ii problema della Jugo1/avia, della Greria, L'Italia ha mezzo milione di uomini alla frontiera jugo1iava e duecenlomila alia. frontiera greca. I greci rappresentano per l'Italia rp1ello che rappreuntavano i norvege1i per la Germania prima dell'azione di aprile. E qrlindi necem1rio1 anche per noi, procedere alla liquidazione deJJa Greciçi; tanto più che q11ando le no1tre forze terre1tri atlfanno u/Jeriormente progredito in Egillo, la flolla inglese non po1rà pùì rim11.n ere ad Ales1andrùt e c~,cherà di riparare nei porti gred , Co.m11nque ;J d11ce conviene con RibbenJrop ,he l'obiellivo prindpale è baJtere l'lnghi/Jerra. Concorda anche ud faJJo che l'enJrata della Spagna in g11erra sia avvenimento molto importante. La perdita di Gibilterra 111.rà un duro colpo per l'impero britannico e aJJicurerà a noi, Italia, la libertà di passaggio nello 1tret10, ove ade110 po11Ù1mo appena tramitare coi 10/lomarini. Altro vantaggio potrà euere co1JiJuùo dalle ba1i nelle Baleari. Ed infine l'entrata della Spagna in f.Uerra varrà a liquidare per umpre nel nord .Afrira il pericolo De Gaulle, che a giudizio del duce si è accen• J1uJ10 in q11e11i u/Jimi tempi, tanto pi,ì che non è da escl11dere l'e1istenza di conta/li tra Pétain e De GauJ/e. I france1i hanno ancora i} grave torlo di credere di non e11ere Jtati battuti, Ribbentrop dice che secondo le intenzioni del Piihrer la Frand,:1 non dovrà nidi più avere un ruolo importante nel/,:1 vita europea. Il duce dice che re1ta da 1tabilire quale è il momenio più favorevole per l'entrata in i,uerra de/fa Spagna. Si prnentano le alternative; o la guerra fini1ce prima de/J'inverno, o si protrae nell'anno prouimo. A secondd di quale alternativa appare piri probabile, la caria spagnola dotJrà venir giocata nel modo più contJeniente. Ribbentrop rùponde ch,e Serrano Suii~r non ha fi1s11.lo l'epoca per l'entrata in g11erra. I militari pen1ano che l'entrala poua a11er luogo fra q11a/Jro 1euimane: Comunque la dichiarazione di guerra 1pagnola, dopo l'alleanza col Giappone, sarà un nuovo formidabile colpo per l'lnghilJerrd, anche dal punto di viJta psicologico. La dichiarazione di guerrd spagnola all' Inghilterra dovrà eJJere falld col primo colpo di cannone Sfl Gibilterra. li duce domanda informazioni su/l'atleggiamento del Portogallo. Ribbentrop rirponde che i por1oghe1i temono di eJiere auorbiti dalla


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Spagna. Comunque, dopo l'entrala in guerra della Spag11a, si potrà ftlfe :m tent41ivo per ftrcare di a/trarre Salazar nel/'(Jt:l'hita dell'Aue e dei 1uoi alleati.

COLLOQUIO CON IL MINISTRO SERRANO SUl'lER * Serrano prende la parola per di,hiarare ,he la Spagna, che fin dai-· l'inizio del confhtto ha umpre spiril11almente fiancheggiato le potenze deJl'Aue, si prepara a prendere Je ttrmi per liquidare la sua ormai secolare partila con la Gran Bretagna. Eg[; fa un quadro della 1i1uazione "interna spagnola e non ni:m:onde le molte difficollà che e1is1ono per il JIIO Governo: diffico/Jà di natura e(Onomica, perché i raccolti sono nettamente deficitari,- difficoltà di natura politica, perché i circoli ostili a Fra11co sono ancora forti e numerosi. Comunque egli è convinto che il faJtore guerra servirebbe a riunìre in 1m solo fa1cio tutte le forze della Spagntt, poiché gli obienivi Gibilt erra e Marocco sono profondamente sentiti da tu.lii e specialmente dai giovani, Serrano dà infine 1111 rendiconto dell'attività da lui svo/Ja in Germania e dei conia/li avuti col Governo del R eirh e fa pre1enti le neceJJità della Spagna per accelerare l'inJerv_ento ( grano, carburanti, armi 1puiali, aviazione, ecc.). · Il duce prende la parola per dichiarare ch'egli è Jempre stato convinto, fin dai primi giorni del conflit10, ch" la Spttgna franchista non avrebbe potulo wraniarJi dalltt grande lolla che deve decidere deJJa 1orle dei popoli per ,m lungo period<J di umpo. La Spagna ha le we neceuità i,itali, che l'Asse u mpre ha ric<Jnosciule. E proprio nel perseguimento di que!le neceuilà che la rivoluzione spagnola com pirà il proce110 di unificazione nazionale. Q11eJfe .ide!. f11rono già espresse dal duce nella sua /et/era a Franco. Si Ira/la adeSJo di sJabilire quàle momenJo appare_più indicato per l'entrata in guerra della Spagna. Vi sono due 'a/Je,native: che l'Inghilt erra prenda l'inizialiva del conftiJJo, che l'iniziativa rimanga invece alla Spttgna. Il duce è propenso a credere che 1ia da scartarsi senza "flleno 111 prima eventualità. L'lr,ghz!Jerra ha dilfiw ltà troppo gravi dovunque per voler1i alfirare add<JSJO ttnche il peso di un nuovo confiitlo, Non rimane • A Roma, nella sala dtl Mappamondo .di palazzo Venezia, la mattina del 1° ottobre 19-40, Mussolini rice11c, presente il ministro Galeazzo Ciano, il ministro degli Interni di Spagna, Ramon Serrano Suiier, e ha con lui il colloqu.io qui ripor· tato in riassunto. (Da L'Europa ver10 la , a11Utrofe, pagg. 592-594). l Z.-lCXXV.


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dunque che la seconda. ln tal caso il duce pen!a che la Spagna debba accelerare la proprùr preparazione militare con l'aiuto delle potenu de{.

l'Aue, e J'inter11m10 dovrà venire deciJO eollettivamente allorché .rarJ il meno onero10 poJJibile per la Spagna e il pfù utile possibile p~r la cauta r,omrme. · Per q11ant0 concerne /'ai~to ehe l'Italia può dare, è da escludere, in eomiderazione deJ!o 1car10 raccolto di grano, che noi 1i poua concorrere a colmare il gro110 « deficit » spagnolo. Si potrà comunqu~ esaminare e decidere in 1eguito il contrihnto dell'Italia,_ma fin d'ora si può aJJi(Jm1re un concorso di forze aeree. V i è una sola eventualilà che potrebbe far precipi1are l'intervento 1pag11olo, ed è, la dichiarazione di g11erra da

parte degli Stati Uniti, ma que11a non appare probabile almeno per al(lmi mn i, 1/ d11ce conclude af!erm,:mdo la sua fede nel contdbuto 1pagnolo alla villoria dell'A11e e si riJerva di w,minare in pro1ieguo di tempo gli a1pe11i pratici .della questione.

COLLOQUIO CON HITLER • Il Fiihrer prende la pe1rola e comincia con l'esporre i preparativi da /11i compi1'1i per por/are /'aJJauo comro le isole britannithe. Da molte .se/limane Jtltli i preparativi per lo sbarco sono staJi ultimati. Questi preparativi hanno richiesto mollo più tempo, perché si Jono e1Je1i dalle tOJle nord della Norvegia sino ai porli francesi verso la frontiera iberica .. BiJogna inoltre.tener preunle che tutte le vie di comtmicazione con la Fr,mcia erano interrotte e che i porti mmo ingombri di piroscafi t1f· fondati ad opera degli 1te11i tede1thi. Ai primi di uttembre i meteorologi avevano annunziato che 1i avrebbe a111do un periodo di buon tempo, ed in ·bau a tali previsioni era sia/o previ!to l'atlacco aereo 111 grandissima Jeala, che avrebbe dovuto precedere lo 1barco, poiché condizione indispensabile per permetlere alle truppe germaniche la traver1ala era quella di COJJJeg11ire 1m auoluto predominio dell'aria. li periodo di buon Jempo prevhlo" non è mai venuto. Ciononoslante l'azio"ne aerea contro.Ja . Gran Bretagna è staia portata avanli con ogni energia e si p11ò dire che non pauino né giorni né notli senza che Londra e altre ;mportanti citJà ingleti non Jiano 101toposte ad. un ma~sacrante bombardamenlo. Pure non • Al Brennèro, nel treno prrsidcnziale italiano, la mattina del 4 ottobre 1940, alla prrsfflu dei ministri Galeano Ciano e Joachim 'VOn Ribhttitrop, Mussolini si incontra con Hitler, e ha con lui il colloquio qui riporl3to in riusunto. (Da L'Europa v,rso la (<f/aJlrof,, pagg. 59.f-~99).

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facendo un auegnamenJo definitivo dal punto di vis/a mi/ilare su queJii bombardamenti, anche per,hé spesJo sono compiuti di natie e al di sopra ddle nubi, senza pouibilità q11if'1di d'indivMuar,Ìe gli obiettivi, il FHhrer ritiehe che il popolo britannico non possa indefinitamente sopportare il, martellamenlo dell'Aeronaulica tedeua. C'è da domandarsi quali 1ù1110 le Mgioni' ,~e indurono J'lnghi/Jerra a protrarre una roJì co1to1a re1islenza. A parere del Fiihrer sono due: la 1peranza de/l'inJen1enlo americano e la speranza deJJ'aiuto r11JJO. Ambo le 1peranze 1ono destinale a provare la loro fallacia. Per quan/o ,onceme l'America, non è da ritenere che l'intervenlo 1ù1 probabile, anche in ,onsiderazione del recente Pallo Iripartilo di Berlino, che ha rafforzato le correnti iJolazionÌJte. Per q11an10 concerne la Russia, bi1ogna tener presente che a Mo;ca si erano fatti dei ,alcoli circa l'andamento della guerra atluale del tu/lo diversi da quell4 che poi è stata ltt realtà delle ,ose. n fuori dubbio che a .i\.ioJCa si è sospeflosi circa la sil11azione europea; comunque il Piihrer non ri tiene che Stalin po11a prendere iniziative di sorta, anche e sopraitutto perché la Germania ha già portalo 111J/e frontiere orientali f orze tali da togliere ogni velleità al bolsrevismo. Il Fiihrer dice che le forze tedeuhe diJponibi/i ammontano a centottanta divisioni corazzate a1solutamenle pronte. Pertanto per quanto concerne l'Inghilterra, pur evilando di dare indicazioni preciJe, ii Fiihrer afferma che continuerà unza posa la lolla aerea nell'attesa di portare un colpo decisivo, Ed è in qru!JtO stato di cose che si presenta la queJJione de/J'intervenlo spagnaio. Hitler riauume brevemente l',mdamento dei suoi nego• ziati con Serrano Sufier e parla del protocollo proposto dagli spagnoli, in base al qt{afe la Germania si doveva impegnare a larghi rifornimenti alla Spagna ront,o la promessa di un intervento 1pagnolo non appena ultimati i preparativi militari. Ma non solo rifornimenti erano stati rirhieJti, bensì anche la ces1ione alla Spagna di Gibilterra e del Marocco jranrese da Orano compresa a Capo Blanc. A questo punto il FHhrer fa Ja premessa che la Germania rivendica un tratto della rosta marocchina come punto di appoggio per il proprio traffico. Ciò polrebbe essere Casablanca o Agadir: Dato che il Reich avrà nuovamenle le proprie colonie e costiluir'à un impero nell'Africa occidentale, ha bisogno di possedere una base intermedia. Ma a parte ciò Hitler teme che un impegno di ceuioni territoriali di tale natura alla Spagna po11a determinare d11e rMzioni: in primo !uogo, un'occupazione inglese delle basi 1pagnOle delle Cana~ie; in secondo luogo, l'adesione dell'impero francese del nord Africa al movimenÌo di De Gaulle. Ciò sarebbe grave ed impegnerebbe l'Asse ad eJtendere i propri fronti di operazioni. In q11e1ti u!Jimi 1empi, da parte francese, si sono còmpi111i gesti di neJ/t:t oJtiliià all'Inghilterra e per il lr4mite del generale Huntziger Ji è


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jd/10 conoscere che la Franda sarebbe dispo1ta a fare di pùì q11alor'1 conoscesu·con pruùione quali sono i suoi destini. Per quanto riò possa apparire fantastfro, Hitler no"n esd"d, la pouibililà di avere le forze jrance1i al nostro fianco ·in una coalizione- continentale ronlro la Gra,, Bretagna, Naturalmente non biJogna dimenticare che la Francia è la nemica naturale del/'As; e e che i suoi uomini politici vengono oggi proceiJali non per il fatto di averci dichiaralo la guerra, bens] per il fatto di non avere preparato .rufficenlemenle la Fr'.ancia a combaJtere contro la Germania e l'Italia. La Francia non dovrà quindi mai pùì' avere i n Europa. un ruolo di primaria grandezza e dovrà cedere ai/a Germania e all'Italia quanto a queste potenze compete. Hitler non farà mai la pace , on la Francia se queste condizioni non sararmo state adempiute. Ma per quanto concerne la Spagna non ritiene conveniente assumere impegni quali richiwi dal Governo spagnolo nei confronti d el .Ma1ouo, menlrt è d'atcordo per la ·, euione di Gibilterra. A conclusione del suo dire, il Fiihrer afferma che ormai la guerra si può comiderare vinta 8 che da parie delle potenze dell'Asse si deve evitare q11a/Jiasi gesto ,he possa non euere di assoluta utilità nella lolla che adeuo viene da noi condotta in ottima posizione, . li duce risponde al Fiihrer che a t uo avvi.so l'azione aerea ,oniro l'Inghilterra ha già portato dei profondi effetti e che difficilmente il popolo ingleie potrà sopportare per tempo indefinito quanto 1ta avvenendo. La crùi che si è prodotta in questi giorni nel Governo ingleiè, pur non avendo un valore assoluto e definitivo, sta a indicau che 'fltalche cosa non va nella compagine politica brilannic11 e si può dire che con l'uscita dal Governo di. Chamberlain 1i11 C11d11to il primo pilone dell'edificio, A nche egli ritiene che gli ingleti fondino le loro 1peranze sull'aiuto de/Ja Iùu sia e de/J' America, ma non pema che da parte di quetti PMsi si poua corriJpondere alle illusioni brilanniche. L'America ha già prt,ticamenle fallo q11anlo è in ;uo potere di fare. Per quanto con(trne la Russia, an,h'eg/i ritiene <he i governanti di M oua non oseranno m.:,i (ompiere gesJi <he pouano portare ad un <onflillo con l'Aue. In questi giorni è !lato a Roma Serrano Sufier ed ha ripeluto al duce quanto giJ aveva dello ad Hitler circa l'intervento 1pagnolo. B fuori d11bbio che l'intervento della Spagna può essere utile a/J'A1u, ma bitogna anche tener presente;/ lato negaJivo della queslione, In primo luogo non è da dimenticare <he la 1it11azione intern,1 della Spagna non è b11ona, anzi in certe regioni è caJtiva, poiché, a delta degli SleJJi 1pagnoli, le popolazioni sono tuttora roJJe. A nche la q11e1tione dei rifornimenti , ai111i da dare alla Spagna, appare mo/Jo preoccupante, tanlo pii) 'the gli spagnoli stesti non 1ono in grado di far conouere con precisione assolH/a di che cosa e di quanto eJJÌ abbiJognano. Anche per quanto riguarda


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la queJtione territoriale, il duce è d'auordo col FUhrer sul pericolo che pr11enJerebbe l'aJJumere oggi un impegno con la Spagna per la uuione del Marocco fran cese. D'altra parie biJogna far qualche <OJa per impe· dire che le torrenti anglofile e democ,aJlfhe spagnole si rafforzino atJra. verJo un rifiuto da parie dell'Asse di avere la Spagna nella propria orbita; pertanto il duce è d'awiJO di dire a Serrmo Suner che noi Jiatno d'ac· corda con la Spagna per 111/te le rivend# azioni ne; confronti de/l'Inghilterra ed in mauima anche per una modifica JerriJoriale per il Marocco, salvo definire ciò con preciJione al momento della pace. Oltre a ciò si potrà dire agli 1pagno/i ·che l'Italia e la Germania 10110 dùpoJle ad aiuJame nei limiti dei pouibil.e la preparazione militare mediante aiuti e rifornimen1i, ed amhe per quanto concerne l'eventuale inconlro con Franco far ConoJcere che la propoJta è auelJata in massima, 111/vo [ware in prosieguo di tempo il luogo ed il momento. Il Frihrer si dichiafa d'a,cordo con tali propo1te del d11ce. Il duce parla q11indi de/J'evenJuale auordo con la Frantia e diçe che, per quanto concerne l'ltalia, egli conferma le note rhhiéJte Je,riloriali e cioè Nizza, Cor1ira, TtmiJia e Gibuti. Di q11e1te, 101/anlo N izza e Corsica riguardano il territorio metropolitano . Si tratta di 10/i ottomila chilometri quadrati ed il-duce è favorevole a concedere alle popolazioni di Jali zone il diritto di opzione per la ndZionalità franceu. Il Fiihrer dice che è perf et1amenle d'accordo JUlle richieJJe italiane e ripete che non farà mai la pace con la Francia se l'Italia non JarlJ soddi1fa11a in queJte Jue domande. Una vo/Ja ollenuJo quanto 1opra, il dJJte afferma che l'Italia non ha più newma ragione di contrasto ton la Francia: Ritiene rhe l'avvicinamento migliore si potrebbi raggiJJngere facendo una pace 1eparata col Governo francese, pace separala c.he naturalmente la1ci alla Germania il diritlo di valerJi dei porti france1i come baJi contro l'Inghilterra ptr lui/a ltJ 1uccessiva d1m:ta della guerra, 1l Fiihrer concorda con quanto ha dello il duce e dice che vorrebbe inlrattenersi su queJJO dt'gomento, in prosieguo di tempo, con i francesi e pouibilmente to,:i /'ambasciatore Françoi!-Poncet. Il d11u eipone quindi il suo piano di guerra per q11anto concerne l'Egillo. Dice che tra breve 1i pauerà alla seconda fase de/J'offemiva, che dovrJ portare le noJlre tr11ppe d MtJrJa MtJtruh ed espone l'impor· Janu JtraJegica di tale obiettivo, Infine avrà luogo la terza fase de/J'offensiva, che ci dovrJ condurre sul delta del Nilo ed alla occupazione di A leuandria. Il Piihrer, fdcendo presente che gli italiani pdftecipano con forze aeree alla lolla contro le iJole britanniche, offre al duce il contributo di sue foru spuializz.ate per ~'allacco contro l'Egitto.


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}/ dure_ risponde ringraziando e dicendo rhe non ha bhogno di alctm aiuto per la uronda fase dell'offensiva, men/re si riserva di far conoscere al FNhrer quanto potrebbe nurgli utile per la terza fase. Fin d'ora però può dire ,he le sole ro;e rhe potrebbero ouorrere sono gli autocarri, una lliiquota di carri pe1tmti e almne formazioni di « StNka.r ». Il Fiihrer ii dichiara pronto a fornire tali mezzi quando egli gli fttrà conouere essere giunto il momento opportuno. Alla fine del co//oqr,io il mare1ciallo Keitel indica, sulla base di carte geografiche, la situazione miJiJare e politica dell'impero coloniale fran-

cere in reltJZione a quanto 1opra è 1tato espo1to.

COLLOQUIO CON HITLER* Il Fiihrer comincia rol dichiarare di aver 110/uto fare qunto 1Jiaggio a Firenze per presenlare un rapporto al duce sui suoi recenti colloqnl coi govemanli spaiJnoli e franc eii e per offrire la piena Jolidarielà tedeua nell'azione iniziala da/l'Italia contro la Grecia. Qualora apparissero neceuarie, il Fiihrer mette a dùpo1izione del duce le divisioni para.adutùle, che porrebbero enere impiegate per l'oC(upazione di Creta. Per quanto concerne le conversazioni avuJe, il Fiihrer dìchiara che eJJe non comportano ·neuun cambiamento nella 1it11azione. In un primo tempo, egli Ji era posto il problema se la lolla fra il Governo di Vichy e il generdie De Gaulie foJJe vera o simulata, Da vari elementi, e parli• coiarmente dalla documentazione cinematografl(a dei combattimenti d i Orano e di Dakar, è giHnto alla co11cl,uione che la lolla è vera. li Governo 4i Vichy ha '111/0 l'inlereue a difender1i conlro l'azione di De Ganlle, complelamente asurvito agli inglesi. B pervenuto al F.ihrer un rapporto di A betz, il quale ha detto che gli intellettuali, i borghesi, gli ebrei e i comunisti parteggiano per De Gt1ulle, mentre la piuola borghn ia e la maJJa popolare sono favorevoli a Pétain, E intereue dell'Asse di far sì che il Governo di Vichy mantenga il controllo sull'impero · francue del nord Afrìca. Se il Marocco pa11afse agli ordini di De Gaulle, noi dovremmo rompiere un'aziont militare di difficile successo,)1oiché dovrebbe essere ba1ata soltanJo tugli sforzi aeronalllici. Il modo migli_ore per mantenere questi Jerritor1 è di far sJ • A Firenze, il 28 ottobre 1940, aJ/1 presenza dei ministti Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbcntrop, Mussolini si in contra con Hitler, e ha con lui il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'Europa 11tr10 Id rafa.tlroft, pagg. 601 -607).


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che siano i francesi Ileui a difenderli contro gli inglesi. Ciò è possibile, poiché tanto l'Aviazione che la A1arina 10110 in mano a comandanti antibritannici ed anche /'EserciJo, se avrà la Jemazione che potrà salvar~ qualrhe cosa, sarà fedele a Pétain, ,t chiaro che la solidarietà della Francia sarà di grande interesse e di grande 11Ji/iJà per l'Asse, non tanlo da 11n punto di viJta militare, q11anJo per l'effetto psicologico che avrà per il mondo britannico fl veder costi-. tJtire un blocco continentale compauo contro /'Inghilterra. In tale situazione il Fiihrer ha ritemdo opportuno· prendere contatto coi governanti franceJi per conoJCeme la reazione. Primo rolioquio, con Lavai, che H itler definisce « uno 1porco politicante democratico, uomo che non crede a ciò che dice, che ii orienta verso di noi tmicamente per salvani ». In questo colloquio il FUhrer ha d etto a Lavai che è interesse della Francia fare in modo che la guerra 11enga abb,-epiaJa a/l'estremo, poiché è chiaro che la Germania conserva quanlo ha in mano e dmarrà in Francia per tutla la durata della guerra. Le speumu che alcuni ambienti francesi fondano mila villoria inglese 10110 ridicole. La vitlorù, è già acq11i1ita all'A sse e gli argome111i d ella propag,m da britannica sono assurdi, poùhé se /a carestia d oveue prodursi in Europa, non saranno. né i tedeJChi, né gli italiani a morirne. Le illuJioni inglesi Jono fondale su/Je pouibilità di aittli da parte della RuJsia e de/J'/1.merica. Per quanto·concerne la R;usia, ~Jistono degli accordi con Id Germania che la immobilizzano. A garanzia poi di tale immobilità, ci sono centottanta divisioni pronle ad entrare in azione. Per quanto concerne l'America, i ormai provalo che la preparazione militare non potrà eJJere fatta prima del 1942. I.Ava/ ha detto di eJiere d'accordo, ma ha JoUolineato la difficoltà p1icologica che esiste per condurre il popolo francèu a dichiarare s11bito guerra all'Inghilterra. Per ,il momento de11e limitare la propria azione a difendersi in Africa e a sfrullare tlJlli gti incidenti per accenJuare l'odio a11ti11glese. Lavai ha parlato an~he della posizione francese n el nord A f rica ed ha t ercato 'di 11aler1i dei consueti argomenti delle materie prime e d e/Je neceuità del commercio 'francese. A nche 111 ciò il Fiihrer ha tenulo a 10110/ineare che non è possibile aerei/are la situazione attuale e che si impone ,ma nuova distribuzione delle riJoru africane. Con Pétain sono Jtate ripetute più o m eno le Jtene cose. Il maresciallo Pétain ha fallo un'ottima impre11ione ud Fiihrer, ma ciò non può modifirare quelle che JOno le condizio"ni politiche delle relazioni f111ure fra l'Asse e 1a Francia. La Franéia ha dichiarato guerra senza ragione, è Jlata battuta e deve pagare. A q1uuto punto il F1ihrer ha per due volte e solennemente dichiara/o che egli non firmerà alcun lralfalo di pace con la Francia se prima non .saranno Jlate soddisfalle tutte le richieJle


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ilaJiane, che Jono da comidtrani ulJramodeJfe e rerlamente inferiori alle rfrhieJle che gli JleJJi · franceJi si aspellaf/4110,_ Gli rùuita infat1i the i franresi ritenevano che l'Italia poneu e fra le 111e rivendicazioni anche

la Savoia, Ciò non defle Jorprende,-e, poiché è nolo che i france1i, in caio di viuoria, avrebbero applicato nei confronti della Germania e dell'ltalia condizioni infmilamenJe gravi. Per quanto concerne la Spagna l'impressione principale riporla_la dal

Fiihrer è quella di un grande diJordine. Franco gli è apparto «un cuore coraggioJO, ma un uomo che soltanto per combinazione è divenla/o capo ». Non ha la taglia di un uoino politico e di un organizza/ore. (ili . 1pagnoli non si rendono couto della loro po1izione e Ji pongono degli obiellivi auoJuJamenJe 1proporzionati alle loro forze. Men/re si riservano /4 scelta del momenlo di enltare in guerra, cominriano ad avanzare ,m a quantità di richieste di ordine materiale Jroppo gravose per l'A ue, q11a/ora vmiuero acreJlate, ed hanno un programma di rivendicazioni colonù:zli di tale ampiezza, che J'tJcceJtazione dtt partt no'strtJ determinerebbe l'immediato schieramento dell'impero coloniale francese nel campo di De Gaulle. Ora, mentre il Fiihrer non intende fare la pace prima della f'eali!,zazione delle aspirazioni italianet non si sente di asstimere uguale impegno nei confronti della Spagna, Sufier richiede retrifiche di confine nei Pirenei e rivendica la Catalogna france;e. Richiede Orano e tutto il Marocco fino al ventesimo parallelo. Questa f ormula non ha potuto essere aueltaJa: pertanto è staio compila/o un protocoJ/o segreto triparJito, che il FUhrer souopon'e alla approVazione del duce e che contiene nei riguardi delle rivendicazioni spagnole una formula vaga. Ma a que.sta conclusione si è giunti molto faJicosamente, dopo 1m colloquio durato nove ore, colloquio che, piutlo.Ito che riaverlo, il FUhrer preferirebbe farsi togliere Ire o quattro denti. Ciò. J/abilito per quanto riguarda la Spagna e allargato il Patto tripartito di alleanza fino aJ/a inclusione d ella Romania, rimane da e;aminare la que;Ji one rm sa. Mentre l'alleanza tra J'/Jalia e la Germani.i. è nelJ!ordine naturale delle co.se, la coJ/aborazione oon la RuJJia rimane nel dominio puramente poliJìco. Bisogna ricono.sce,c che « la diffidenza mia nei riguardi di Stalin è del JtltlO pari alla diffidenza di Stalin nei miei riguardi». Comunque tra non mollo Molotov 11errà a Berlino e sarà mra del FUhrer di indirizzare il dinamismo msso 1Jerso le Indie. N ei confronti della Russia ci sono ,soprattutto due pericoli: la Fin· Jandia e la Romania. · Per qutJnlo riguarda la Finlandia, il Fiihrer_ dice che la re.sistenza dei finlande.si contro l'aggreuione ruua ha fatto riprendere in Germania a quel popolo "1olte delle simpatie perdule preceden1emmle. Ma l'interesse tedeuo nei confronti della Finlandia non è soltanto di ordine unti-


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men/aie; è una ,:zece.uità lednca salvaguardare le minier• di KirkeneJ, le . comunicazioni con le quali Jono aJJicurat, particoltirmeme aJttavt rJO la Finlandia. Per tali ragioni la Germ,mia ,ha in que1# ultimi /empi fatto larghe forniture di armi ai finlandesi ed ha dato /oro cinque navi prese a Be,gen. (+ ) Per quanto concerne poi la Romania, egli dice che l'Esercilo, benché forte di lremafinq11e divisioni, è da comiderarsi estremamente demoralizzato ed incapace di q11ahiasi reazione contro un attacco ruJ!O. LA Germania non intende mandare più forze di q11ante non ne siano state richieste dallo sUJJo Antonescu, e cioè q11allro divisioni. D'altra parte l'inz;io delle truppe è lento, poiché si realizza mediante sei soli treni al giorno, cui è stato concesso il transito suJJe vie ferrate ungheresi. Non vi è dubbio che nislono delle correnli russe propugnatrici di un'avanzata 1Jerso il Bosforo. Comunque Hitler scoraggerà questa Jendenza ad andare « dove ci sono altri» e vetJO mari interni controllali già da allri Paesi. Col riavvicinamento deJJa R.111sia all'Ane, si co1Jit11irà perhmto un fronte unico, che andrà dal Giapp<;ne alla Spagna. Hiller dti(rive l'inlen1ificar1i dei bombardamenti su/J'Inghilter~a e riafferma /a wa convinzione che con cento giorni di attacchi la re1h1em:a inglese Jarà spezzata, anche Je ragioni di altra natura hanno impedito lo sbarco. Il controblocco dei 1otlomarini Ji w olge 1cmpre con maggior~ efficacia. S01Jolinet1 il con1ribu10 e![,ct1te dato dai sottomarini italiani: buoni come materiale, oltimi come equipaggi. Quando gli Stati Maggiori avranno preso ,ma maggiore esperienza d ei mari del Nord, daranno un conlrihnlo dncora pfrì prezioso aJ/a Marina germanica. Egli calcola che ogni mese i'Inghi/Jerra perde dalle oJtocenlomila ad un milione di tonnellate. In que1te condizioni non poirà resiJJere t1 lungo. E quando tlnche le 1pmm z~ 111Jle quali l'Inghilterra fonda la sua propagandd saranno 11enute meno, assisteremo ad un collasso inglese altrettanto rapido e lo/alitario di quello che ha fiaccalo la Francia. li duce prende la parola per dire che ringrazia il Fiihrer deU'eJposizione fattagli e per eiprimere il 1110 pieno accordo .s11/l'oppor11mità di coalizzare l'intera Europa contro la Gran Bretagna; coalizione che rapP.resenta la garanzia deJl4 no1Jra 11i1toria. Pau a quindi ad esaminare i tre '1fgomenti principali del colloquio: Francia, Spagna, Rimia.' Francid, E chiaro che la Francit1, avendo perduto la guerra, deve pagare, e ringrazia il Fiihrer per la promnsa fatta circa le rivendùazioni italiane. Eue .sono, in rea/Jà, mollo mode1te. Nizza e Corsica rappreJenlano ,ma piccola parie del territorio metrop olitano francu e e !ono geografi,camente ferre itaUane, Per q11a,nto co11( erne la Tunisia, 10110 noti i noJlri dìriJJi ed infine la Somalia non è che 11n d ,wico deJerto. Concorda col Fiihrer nel ritenere Che il regime Pélain Jia il regime più conveniente nei


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nostri rig1u1rdi. Una z:olta che la Francia avrà pagato il JUO debito, potremo fare una poiitira con lei, ma non ritiene che il' fo:mcheggiamenro della Francia alt'A ue debba andare al di là di una cooperazione puramente passiva, A p·ace avvenuta, la Francia potrà avere·le Jtte compem azion; a da,uio dell'Inghilterra . .Adeuo Ji pone it problema u il regolamenlo d ebba essere fatto mbito o in avvenire. Hitler risponde che, non 1apendo con precisione ciò che rherba il fulltro, bisogna rimanere in Francia fino alla fine della guerra e ron.riderare i f rancesi come i pegni della noJ/ra villoria, poiché, quando l'Inghilterra 1ù1 1tata battuta, si potranno J117e ai f rance1i · dei compensi JagliaJi nei po.Hedimenti britannici, ma se la gue"a dovesse concludersi con un com. promeSJo nei confronti d ella ·c ,an Bretagna, è chiaro che è la Francia che deve pagare per Julti. Quindi per il momenJo riJiene che a/la Franda si debbano dare delle promesse di ordine generico circa Ja modesJia delle ,nosffe rivendicazhmi, ma che sia ancora troppo presto per definire in forma romplela la situazione. Ad ogni modo egli ritiene che i rapporti lemporanei con Ja Francia debbano eJJere risoltì in un arcordo a Ire. Pensa che quando Lavai andrà in Germania a tale JCopo, anche iJ duce J o,,1rà es1e;e presente per fiuare tulli i punti dcli'accordo provvisorio. Pn· quanto r:otu:erne la Spagna, il duce 1i dichiara d'accordo col punto di 11i1ta espresso da Hitler ed approva, dopo averlo esaminato, il proto· coJ/o Jottopostogli da von Ribbentrop. Tale protocollo rapJirew 1td una adesione segreta della Spagna aJ Patto 1rifarti10. li duce ritiene che tale adesione debba diventare p11bblica q11ando tutte' le misure mi/ilari spagnole siano Jtate preie ed il Paeu sia pronto a/J'intervento. il Flihrer atcetJa tale pJJnto di vista e propone una riunione a fre, Alutsolini, Hitler e Franco, da farii nuovamente a Firenze il giomo in w i la Spagna renderà pubblica la srra adeiione a/Ja nostra alleanza. Il d11ce parla infine della Russia e dir:e che un riavvicinamento della R1mia all'Aue rappresenta ;m elemenro di primo ordine per completare la coalizione europea wntro t'lnghi/terra. 13. sicuro che Ja visita di Mo· lotov a BerHno rappreienterà tm duro colpo per le 1peranze ingleJÌ, Non ritià U! che la Russia debba aderire alla nostra alleanza, ma è utile. ~he avvenga qualche co1a per provare che ormai i sovieti sì sono avvicinali al sh tema dell1Asse. li Fiihrer si dichiara d'accordo col duce e, mentre eulude la possibilità di un paito a due Ira l{t R/JJJia e la Germania, ved1'ebhe favorevo/. ménte tm accordo a Ire fra Italia, Ru11ia e Germania. /J miniJtro von Ribben,trop parla· tt!lora della possibili(à di tm prolorollo che potrebbe venire firmalo a Moira in un pro;simo futuro tra i miniitri degli E.rteri de//'Aue, del Giappone e da Molotov. Q11e1to


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suggerimento verrà esaminato ed elaboralo in una proJJima visita del con/e Ciano in Germania. La ritmione si ,onciude ,on la ronstatazione de} perfetto auordo fra l'Italia e la Germania su tutti i punti.

COLLOQUIO CON HITLER* li FUhrer parla ltmgamente sulla situazione franceu: e non nas,onde il suo sWtidsmo relativo alla stabilità della situazione medesima. SotJolinea ,ome Ira Pétain, Weygand e De Gau/Je esistano profondi dissensi, ma esista a/Jresì un odio Comune: quello verso le potenze dell'Asse. Non è quindi da esciudere una sorpresa neJ/'atteggiamento francese e il Fiihrer seg11e ,orJ la più prudente attenzione la situazione nell'Africa del nord. A questo proposito egli considera elemento di fondamentale importanza l'adesione più stretla della Spagna alla politica dell'Asse e il suo intervento in guerra. Narra ,on abbondanza di particolari la preparazione ,ompiuta dalla Germania per l'oc'(ffp(Jzione di Gibilterra, preparazione ,he è stata suuessivamenle frustrata dalt' atteggiamento assunto dalla Spagna, atteggiamento titubante ed infido che il Fiihrer, più che al generalissimo Franco, imputa all'azio11e personale del ministro Serra110 Suiier e all'influenza ,he la Chiesa ha ripreso sul Governo spagnolo. li Fiihrer sotJolinea l'importanza che potrebbe avere un'azione perJonale del d11ce per decidere Franco all'intervento. Per parie Jua, Hiller negd di avere rifiutato l'dssistenza materiale richiesta dal Governo spagnolo e si dichidra pronJo a fornire i generi alimentari richiesti da/la Spagna. Il du,e acconsente a proporre un incontro al generalissimo Franco e poiché da parie germanica si insiste sulJ'urgenza del colloquio, si Jtabiliue che in linea di massima it ,olloquio possa aver luogo verso la fine del meu, 11 Fiihrèr passa quindi d parlare della Jituazione nei Balcani ed espone le condizioni attuali della preparazione germanica in Romania in relazione all'inJervento tedesco contro la Grecia, Mentre si riserva di precisare nel colloquio successivo, che avrà luogo in presenza degli esperti militari, la situazione dal pun~o di visla tecnico, afferma che l'azione germanica non potrà aver luogo prima del/a fine di marzo e che in linea poliJica

* A Berchtesgaden, il pomeriggio del 19 gennaio 1941, alla presenza dei ministri Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop, Mussolini si incontra con Hitler, e ha con lui il colloquio qui riportato in riassunto. (Da L'Europà vt rso la cara. strofe, pagg. 628-629).


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OPERA OMNIA DI BBNlTO MUSSOLINI

potrà eu~re influenzala 10/1,mlo ddll'atteggiamenro della &mia, nzenlre egli non nulre preoaupdzioni di sorta per l'alleggiamenlo della Turtbia e della /11go1/avia.

COLLOQUIO CON IL GENERALISSIMO FRANCO E IL MINISTRO SERRANO SU.&ER * Ma11ino. Duu. - EJprime la sua sim-pa1ia al Caudillo, porgendogli il suo 1alu10. Il minùtro degli Esteri è asienle, perthé al fronte al,baneu in un momento di parlfrolare inJereJ;e militare, li duce C(J11Jidera il preunte incontro come un anlicipo· della visita che Franco farà a Roma e che s,mì la prima vùita dopo finila la guerra. N el 1110 ultimo incontro col Fiihrer 111 « Berghof », si è molto parlato della Spagna. Il Fiihrer dà grande imporlanza aJl'atleggiamento 1pdgnolo. li Fiihrer dice che Je foue poJJibile per i germanici oaupare Gibilte"a, la posizione de/J'Aue nel Mediterraneo cambierebbe in modo radicale. A l « Berghof » JÌ è parlaJo dei motivi per cui la Spagnd non è entrata in guerra, Si è parlalo di' grano. Secondo i germanici il Reich era pronto a dare ii _grano, ma Id Spagna avrebbe tergiversato. Il FPhrer ha detto al duce: « Vorreste avere un tolloquio col Caudillo?». 11 duce ha detto che aveva già progellato_ di vedere il Caudillo, ed ha riJposto af· fermativamente. Il duce fa una espoiizione delldgliata della 1iJuaZione generale. S sua profonda convinzione che /'A.su vincerà Id guerra. N on lo dia come allo di fede, ma come convinzione profonda. La. Germania ha oggi il continente con Jé, Tutti i Pae1i europei o 1ono Paèii o((upati, o ;ano nella sua ofbita," o Jono !lloi amiti, o sono Juoi alleati. N ella guerra icona la Germ1:mia avei•a tutto il continent e contro di s!. Ora è Jutlo contro I' Inghilterra. Quali sono le 1peranze deil'lnghi/Jerra? Forse la R.imia, Ma la IVusia è _fuori gioco. Stalin è un uomo mollo furbo, md che non si lduia injluenzdre dagli ebrei e in ogni modo la Germania ha al confine est o//antadnque diviiioni. La Germania non permetterà neuun allentato né contro la Finlandia, né contro la Romania, che .sono le due dli dello JChieramenlo orientale germanico in mezzo al 9uale ii trovano appunto le ottantacinque divisioni. In Romania la Germania ha quindici divisioni, • A Bordighera, il 12 febbraio 1941, Mussolini si incontr:a. con il capo del Governo e il ministro degli Affa.ri Esteri di Sp:a.gna, generalissimo Francisco Franco e Ramon Serrano Sufier, coi quali ha il colloguio qui riportata in rian unto. (Da L'E,m,p~ liM IO la (1ltaJtrof, , pagg, 631·6'0). .


AGGlUNH!: SCRITil E DISCORSl

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P,ù11a del!a fine del mese ,ie_av,à a//re quindici. Sta intanto già pauando in Bulgaria, ove sono da tempo alcune migliaia di germanici in borghne, L'aJleggiamento d, lla Bulgaria è amichevole. R,uanro alla T11r.hia, eua non al/auherà se non è aUa((ata. La Romania può mobilitare trenta diviJioni, . rhe i germanici poJJono armare e inq11adrare. Fuori di Europa sono da prendere in comiderazione gli Stati Uniti, Il loro ai/110 è, e po"à essere, molto .forte1 ma non Jervirà a ripuare i danni de/J'.Aviazione germanica, e poi non è simro che l'aiuto amerfrano arrivi. Gli aiuti american; devono fare i conti con i sommergibili e con /'aviazione dell'Italia e della Germa11ia, La Germania ha oggi pronte duecentotrentacinque diviJioni. P1od11cr all'incimi 11n sottomarino al giorno. Si può contare su venticinque o trenta w ttomarini al meu. In aprile avrà duecentocinquanta sollomarini. i.A produzione aerea gefmanica è molto forte, anche u non ha raggiunto t11l11ne delle ti/re date in p,opo1ito dai gio'mali. La Germania ha in/alti deri11e di miglù1ia di appmw,hi, e que1tt1 forza non p1,ò essere raggiunta d11ll'lnghi/Jerra. La tiluazione ir,lern'11 della Germania è ouima. Il /l(Jpolo è unito, forte e sicuro della 11ittori11. La situazione economica è buon11. Vi sono-de/Je restrizioni, 111a 1t1tti hanno da mangiare. La situazione dei Paesi occupati non dà inquietudine. So tranquilla, e d'altra parie i germanici non permellerebbero 101/evtJZioni o rivolte, Q11.1nlo aUa Francia, essa non può fare niente contro la Germania. Se tenJaue qualche cosa la Germania occuperebbe tutta la Francia, meno una zona riservata all'ouupazione iJalian11. li movimmto De Gaulle è ahbasJam:a imporldnte, ma non tale da 11vere ripercunioni 1u/l'11t1eggiametito tedeJCo, l ,apf>orti lr4 l'Italia e la Germania 1ono chiari, rellilinei, intimi. Niente paee uparata. Sono fanta1ie che non hanno u1110. Noi portiamo a/J'.A11e ,m contrib1110 molto for1e dal p,mro di vi1ta aereo e marittimo. Dal pumo di villa terreJtre, noi dovwamo attaccare tra il I) e il 18 dicembre in .Africa, Gli ingle1i ci "ha11no prevenuto. L'aJlacco inglese è ri111ci10, anche puché abbiamo len11to in prima linea i libici, che sono oJtime truppe m11 non di fronte a mezzi meccanizzati, Dobbiamo pure ammellere che ·vi è stata 10,presa fallica. Ma l'inJtt((es10 in Africa ai fini della gnerra generale non ha grande importanza, I germanici mandano ora in Lib;a una « diviJione di a"e1to », con molti cannoni, Poi man-· deranno 11na divisione ror!IZzata. Que1to è molto 11tile anche pe~ le ,ipertu1Jioni mila siJuazione in TuniJia e in genere dell'Africa francese. Anche noi mandiamo una divisione wraZZLJta in Tripolitania, che, aggiunta alle a/Ire cinque diviJio11i che sono già à Tripoli, dà una certa 1frurezza. !IJ Africa Orientale 1i re1iJte, ma non potremo mandare aÙJli, Vi 1ono _trecmtomifa 11omini1 dei bravi generafi e ,mo ;pazio immemo. I progres.ri dei nemico non f>olr,mno essere che lenti.


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OPERA OMNIA DI BENITO M USSOLINI

J,z Albanii: si p11ò ritenere che la situai.ione Jarà presto liquidata. Abbiamo àttarrato con forze insr,lficenti. Anche nella !loria recente è

avve111110 che altri PatJi tJJ/aaauero con forze inmffirenti. CoJi l'Austria contro la Serbia nel 1914. Così, piiì reuntemente, la Russia contro la Finlandia. Noi abbiamo al/aeralo con sei divi.rioni contro quindhi. Dopo una prima marcia in avanti, .siamo .1tati costretti a indietreggiare, ma le

perdite non sono state gravi, I prigionieri sono da dieci a dodicimila, Ira cui alume migliaia di albanesi, non perché traditori, ma per.hé non abituati alla guerra moderna. Comunq11e, la siluazione in Albania è da considert1re ·stabi/izZdta. La Germania uender.?J prello a Saloniccco ed

allora la ;ituazione sarà modificatd in lutto il Mediterraneo orienlale. ÙI Germania porterà dei. sommergibili a Saloniuo. Q11esti gli elemenli di fatlo .delld sit11azione. JJ d11ce è portalo a· credere che la reJÌJ/enza ingieJe Jarà ancora lunga. La Germania farà tulio il ponibile per finire nel 1941. Ha preparato tullo per lo 1barco in Inghilterra, ma la Germania Jenterà l'invaJione Jolo quando il colpo sarà sicuro. Lo 1barco è una pino/a carica puntala conlro l'Inghilterra, ma quando partirà il rolpo bisogna che il berJaglìo ;ia colpilo. L'opnazione non po1rà eJJere ripe1u1a. Gibilterra. Se i'Aue poleue passare per Gibilletra e andare nei Marocco, la sil11azione delt'Africa francese verrebbe completamente modifica/a. Jnollre da Gibilterra potrebbero allora pdSJare -le noJtre navi per la guerra da corsa, molto pili efficace della guerra subacq11ea. Il duce ricorda al Caudilio come egli sia stato Jempre molto riun·ato m i riguatdi de/J'at1eggiamenlo della Spagna. Egli 'condivide l'aVtliJo del Ca1u{iJio che la Spagna non po1Ja rimanere aisenle, ma pe,ua che id data e il modo della !Ila partecipazione ali~ guerra àipenda110 dalla Spagna 1tessa. La partecipazione aJJa g11erra è cosa troppo u ria per euere sollecilatil da altri. Se domani, per 1m assurdo inammiuibile, le democrazie dovessero riuscire 1,'Ìttoriose, la prima nazione ad essere colpita Jarebbe la Spagna. I problemi africani della Spagna non troverebbero più alcNna soJ11zione fa!:'orevole; non solo, ma l'Inghilterra cercherebbe di diJintegrare l'unità spagno!d per impedire alla Spagna di fare ,ma politicd autonoma. B il deJtino dei mondo che si decide con queJia gJJerra per /11nghinimi anni, E la Spagna non p11ò rimanere aJsente. Ma, ripete il duce, il problema rig11arda la Spagna. A Hitler egli ha dello: « Parlerò ma non farò pressioni». Hitler ha detto:« Sono dispo110 a dare tu/li gli aiuti possibili e terrò fede al protocoJ/o di Vienna. Chiedo solo che le !ruppe germaniche pouano prendere Gibilterra». Hitler ha molta simpa1ia personale per ii Ca11dillo, molta Jimpatia per la Spagna, molto de;iderio che la Spagna enll'i nella politica militare dell'Asse.


AGGIUNTE: SCRITTI E DISCORSI

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Caudillo, - Esprime anzi111110 la ma profonda rfronouenza al duce e aJ popolo italiano per J'aiulo dato d1mmfe la guerra civile spagnola. Parlerà con JuJJa franchezza e1ponendo inJeramente e liberamenle il suo pensiero. Parla aJ du,e nel quale ha piena fiducia e ,be ,onsidera un grande e prov_alo amico del popolo spagnolo. Quando è s,oppiata la guerra europea, la Spagna ha avuto l'amarezza di non polervi partecipare. Infatti la guerra fa sorprendeva in un momenlo molto difficile. La Spagna doveva liquidare la villoria, cioè parificare il Paese, 1mificare i vari parliti, per far t rionfare la rivoluzione. La questione pìù importante è quella di Gibilterra; questione iecolare che deve aJJoiutamente euere rilolta. La Spagna non ha perso lempo. AJJorno a Gibi/Jerra,si stanno rafforzando le linee e appostando cannoni. Una prima baueria di mortai è sia/a posJa in piazzola in questi gior11i e preslo se ne apposterà una uconda. B opinione del generaliuimo che J'avi.Wone può far poco .contro Gibilterra, in quanto tulio lt nella roccia, ouia in ,averna. Diversa sembra euere l'opinione dei germanici, i quali credono che , on i bombardamenti dall'ailo 1i possa preslo prendere la piazza. L'aviazione invece ha un ef!e/Jo_ intermittente, mentre ocwrre che l'e{fello sia continuo. Tale effello ·continuo può solo olteneui con i bombardamenti di mortai. A Ja/e uopo la situt:tzione tattica de/J'as;alitore è buona, perché Gibillerra è al centro di un arco di circonferenza, nel quale pouono _1mir;i llttle le Jraieuorie. Ora lo Stato Aiaggiore 1pagnolo s/4 Jtudùmdo le possibililà di parlare il calibro dei mortai da 101 a 120. Di tali mortai ce ne vorranno per lo meno cento. I mortai da 101 già di per se steisi hanno un eflello dùtrnltore demoralizzante, ma ben più grande nal!Jralmente S11rà l'e/Jelto dei mortai da 120. Tutla questa preparazione Ja Sp11gna la fa perché è assollflamente convintd della neceJJità di prende're Gibi/Jerra con i propri mezzi. Con queJJi mezzi eua diJtruggerà i baluardi di Gibilterra, che u sono forti dalla p11rte esterna, sono invece deboli all'interno, e sbarrerà, bloaandolo, il canale di entrata. L'anno JCOYJO la Spagna 1perava in un buon raccolto. Perciò il Go. verno spagnolo durante l'eslale aveva offerto il suo intervento. Euo ha ripetuto Ja/e offerta nel settembre u, J . Senonché/a Germania non ha da/o molla importanza all'intervento 1pagnolo, ed ba sollevato la queJJione di concessioni ec911omicbe (miniere, impreu bancarie, ecc.); dò che non ha /ano buona impreufone sugli spagnoli. li miniSJro Serrano Smier, allora ministro dell'lnternO, si trovava come negoziatore a Berlino, e, giorno per giorno, informava il Ca11dillo delle converiazioni. Mentre Serrano acce,,.. IÌava ad aspirazioni terriloriali e rivendicazioni, i germanici parlavano piuttosto di problemi economici. Le rirhieste 1pagno/e rig11ardavano queffo che spetta alla Spagna in


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OPERA OMNIA DI BENITO.'MUSSOUNI

Africa per ragioni naturali, e rhe la Franria, pezzo per pezzo, le ha strappttto nei "1omen1i di debolezza e di decadenza politica; in pàrtÌ(o/a,e, il Marouo. La Spagna non vuole nulla di gratuito, vuole ,ombattere, v110/e liberarJi dal dominio inglese e fran ceJe, Vuole la propria indipendenza polilica ed economira. La Spagna non ha respinto le richieste tedeuhe. Ha invitato /'« A,uwartiges Amt » ad inviare commhsioni tecniche per naminare sul posto i vari problemi militari. l tecnici germanici hanno itudiaJo tali problemi, non in collabora2ione con gli 1pagnoli, ma per pro'prio conto. A Hendaye si ebbe l'impre.uione che la Germania, invece di essere irrimediabilmente nemica della Francia, si preparaIJe ad attr,ir/a nella propria · orbita ed a fart1e 11na delle collaboratrici de/l'A;Se, Ori: /4 Francia non collaborerà mai. Non vi è governatore· che JÌa capace di tenere dìscipli111110 il popolo fr4ncne. LA Frt1ncia è la nemfra_ serolt1re della Sp,1gna come d ella Germania;.} il P,1ese che, . come l'lnghilterrd, ha magg;ormmte contribuito alla decadenza ;pagnola, Certo che il Piihrer aveva i ;11oi piani: voleva la pace nell'Occidente di Europa, dovendo pensare a porlt1re le_111e armi in Inghilterra. Ma l'impreuione fu che la Germania non CO• noJceJJe bene il popolo spagnolo e le Jfle Jecolàri a1pirazio'1i. Parev,1 q11aJi che la Spagna dovesJe passare in secòndo ed anche in /erto piano. Ad ogni modo, perché Hendaye non foiie 11n incontro ;terile, la Spagna atcetfatJtt di firmare il protocollo, che venìvd poi perfezionato a Vienna con la firma appo.rtavi dai miniJtri Ribbentrop e Ciano, Qttali 1ono i problemi dt1 ,ùo/vere per la Spagna prima di entrare in guerra? Rispo;ta: grano. Ouia: I) ottenere il grano dai Paesi produttori,· 2) trasportarlo in Spagna,· 3) distrib11frlo nel tempo dovuto Ira la popolazione. QNeJt1,m110 la Spagn,1 Ji trova col rdtcolto che ·è .flato la m età.del previst'o, e riò: 1) per _mancanza di sementi,- 2) per m411canza di co_ncimi; 3) per mancanza di muli. Il fabbisogno dellt1 Spagna è di trmrad11emila muli,· si è urtalo d i 101ritrtirli ('011 Jratrori (tinq11e,enlo), chiedendoli alla Germania, ma eJJd ha rùposto negativamente. Pochi meJi fa ;i recò in b pagna l'ammiraglio CdnariJ per indurre gli 1pagnoli a /a.JCÌttr pasJa.re le /ruppe germaniche fino al campo di A lge• ;iraJ, dicendo che la Spagna non d oveva fa.r altro che limitarsi a rimanere paniva di fronte al patsaggio dei germanici. Or,11 l'impre.14 di Gibilrerrt1 è impre1a spagnola e non imprna tedesca, e gli 1pagno/i non potrebbero permettere mai che altre 1r11ppe Ji so1rir11issero a/le loro. Il Ca11dillo lo ha dello chiaramente tt Canrtris, come gli ha dello anche rhe la Spagna non poteva auellare 11n termine perentoriò per entrare ;,, guerra, perché doveva prim,1 regolare il problema annonario, il pro• blema f errovidrio e quello dei carburanti. Ha invitato per.iò CanariJ d recarsi dovunque volesse per renderti conto che Ìn Ispdgna c'è la fam e,


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che in lspag11,: le ferrovie non sono sulfuenti, chi! manca il carbone, che in lspag11a, dO t'e si devono trmportare dai Ire ai qua/lro milioni di 1011· neJ/ate di merci dal nord al 111d, ma11cano i piroJcaji. Entrare in guerra significava poco o tuilla, anzi 1111 danno anche per l'Aue Je la Spagna 110 11 fosse riuscita a pol'tare 1m aiuto reale e iiwece avesse dovuto fc1r gravare il wo pe10 JUlia Germ,wia. Q11al'è la sifllazione in questo mo1,1e1110? La fame. Solo ofio delle province spa_gnole ha,mo tre mesi di grano; le alire ne mancano totalmente o q11aJi; ii popolo spagnolo mangia.p,me f11tto col grano che en/ra giomalmentè nel Paese. Sono 1tale ora tra/late cinq11ecentomila tonnellate con l'Argentina, ma anche queste non saranno J11jfice111i, a parte il fatto eh.e ci vorranno mni e mni prù11t1 che eJJe giungano in lspagna, dalo the la flotta 111ertantile 1pag11ola è qlf(mfo mni pov,u·n di navi. Q11ame to1111ellate 1ono giunte finora? Quindicimila. li f.:1bbisogno di un solo giorno. E quale 1ia la crisi che ne_ Jerit'4, conclude Franco, lo dimoJlra il fallo che non p11ò tmere 1ot10 le armi piri di trecentomila 10/dati, itt q11a1110 non aiirebbe da dar lofo da mangùlfe .. Serrano Stti'ier, - Dtce che è Jtato pi:vlato co11 ì germanici con franthtZZ4. Il popolo Jpt:tgnolo esce da ,ma guena 1pave11tost1 e non lo sì può co11d11rre alla battaglia u non spiegaudogli ben chiaramente il va11t,iggio di q11c1te neceJJità, D11e 10110 i problemi Jfagno/;: problema di t1/imentazio11e, problema di realizzare le aJpirazioni nazionali. Q11a11do ad Hendaye Ji padò di grano,·i germanici non accolsero la richiesta spagnola; né diversamente fecero per le rive11dicazioni della Spagna. Serrano ricorda che, 111ando parlò /'11ltima volta al duce e gli chieJe 'filale sMebbe slato il momenlo opporltmo per l'entrata in g11erra della · Spagna, i/ d1ue_l'ispose con qunta formula: « La Spagna dovrà entrare in guerra nel momento che sarà per essa mt'no grave di sacrifici e più proficuo di risultati per la causa generale»., Ora la Germania invita la Spc1gna ad entrare in g11erra. Serl',mo 11011 ditcute Je il momento JÌa il pitì proficuo di riwlrati, ma co11.stara che eiso è il pitt onero10 di sacrifici. Si è i11fat1i a cinque me,i dal rarcolto. ed in l 1pagna non tJi è pane che per q11alche giorno. Gli 1pagnoli sono amici leali della Germania, ma appun~o q11e1ta lealtà impone loro di pttr!are chiaramenle. Serrano deve perciò l'ipetere quanto il Ca11dillo ha detto, o.rsia che t/lt/e le offerte falle finora dalla Spag1ia alla Germania non sono Jtt:tte accolte fa vore1,·olmente e 10110 1/afe sempre po1te in relazione to11 compen1dzioni economiche. Si è dello che la Spagna non vo/eva inten:enire nel ,onflitto pel mancato sbarco germani,co in lnghilleira, per gli im11ae1si italiani in U bia, per 1111 p,mibile intervento degli Sfati Uniti. Ciò è anolttfamente falso. A nche gli spagnoli ae~lono fermamente nellt1 vittoria dell'Aue. Oggi 13. - xxxv.


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OPERA OMNIA DI DENlTO MUSSOLINI

la Germania è trionfante ;,el co11tine11Je e J'Inghi/Jerra non è in coiulizioni di poter. reJÙtere. · Duce. - li momento per la Spagna di emrare in guerra è sempre javorevole. L4 Germania riJolverà in ogni ca10 il problema alimenJare dell'Europa nel modo migliore. Se occorrerà, prima che eua m11oia di

fame, dovranno morire di fame i moi nemici o ex-nemici. Il d11ce man' Jiene la formula che Serrà110 ha voluto ritardare, e riconoue che un popolo Che ha av11to Ire anni di guerra dvi/e non pr,ò entrare 1111ova-

mente in g11erra 1e non ha ,ma buona situazione alimentare e ;e non lo 1i compema dei moi Jftcrifici. Pino ad ora la Germania sperat•a di avere la Francia a collaboralrùe; ed ,ma delle aspirazioni germaniche era qrulla di mostrare al mond o che 111110 il continente era contro l'ln· ghiltem1. lt duce ha ora i'impreJJio11e che Id Germania no11 creda piri alla collaborazione della Fra11cia. LA Francia è' incoe,ribile, eJJa è in ù pirito lflt/tt « degatdliJta », Jpe,a solo n ella vittoria d ell'btghillerra, Ji adopera a «grignoter>) (come dicoJ10 i francesi) l'armhtizio e jogna che un giorno o l't:1/Jr.o la vittorit:1 sarà strappt:1ta dai centoventimila soldati francesi che ;,, · Marocco, agli ordini di 1Veygand, aue11dono armati il momento opport1mo per agire. Serrano S:àier. - Gli spagnoli intendono entmre in g11em1, ma d(!siderano delle garanzie. A H endaye non è stato loro riconosciuto 1111Jla di concreto. Il prot.ocollo di Vienna J q11a11to mai vago. Tale protocollo dovrebbe perciò essere modificato. D11re, ---:- Ripete che ii periodo in et,i la Germania pensava alla pos· sibilihì di ,ma collaborazione francese è pauato. L'uomo che avrebbe voluto attuare questa politica è l..Aw,l, ma l..Avai è Jlato sbarcato. Quanto a Darlan, egli non darà altro che t11M (OJ/aborazione passiva, Non met· terà_mai la Francia 11e1Jame11te contro l'Inghilterra. L'articolo cinque del f!rotocollo di Vienna era s11bordi11ato ttd Hna 1i1t1az.ione che 1110/Jo diffi· ci/mente si realizzel'à: qHclla di Hna Francia sinceramente diJf!oJla a collaborare con la Germania. ' li d11c.e crede di poter riaJsmnere ii pensiero del Ca11dillo rosi: fa Spagna entrer,ì in gtterra quando sara11no 1'Ìconosri11te tf"e!le dne condizio11i: 1) fovio di grttno 111/ficente; 2) t1uogUme11Jo deJJe rne a1pirazioni . rolonittli, Ca11dillo. - Dire che è esatlamente rin}. Duce. - Chiede: se foue nato 1Tei tedeschi il sospetto che Ja Spagna i1on vuole entrare in guerra a seguito del mancttlo sbarco e degli im11c· cesJi italiani, può egli auir11rare il 'FUhrer del ronlrariol CaHdiJ/o. - Auo/1Ùa111en1e. La fede spagnola nel s11creJJo delJ'A JJe è la_tleua del primo giorno,


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D11,e. - Vediamo ora di preci111re il fr1bbiJogno grunario de/Id Spagna. Stif·ra110. - l..<1 Spagna de;ù/erm·a il grano non solo P('f oggi, ma pe~ tutto il tempo in mi n e avrà bisogno. No11 si sa an<ora se il prosJimo rauolto sar~l mffi,eule. Se i germanici metteranno a dhp01izùme della Spagna le centomila tonnellate di grano che si trovano in Portogallo e d estinale allt1 Svizzera, sarà q11esto 111: vero aiuto con"elo, ma le centomila 101111ella!e basteranno appena per venti giorni. Oltre a q11cJla prima co11,eS1io11c, i·a J/J1dia10 tm sÌJlema che pona ai1io11are alla Spagna da 111a1tgiare anche in ·avvenire. Reu11/eme11tc è stato <onug11alo a!l'ambauialore tedesco a Madrid "n l,mgo memoriale, in mi gli 1pag110/i ha11110 etposto il loro fabbisogno, non 10lta11to alime11fdre, ma anche nd tampo militare, dei 1ra1por1i, delle i11d11strie, e«. L'ambas<Ìatore i·o11 Stohrer lo ha falfo af!ere al P1ihrer a mezzo di rm <orriel'e speciale. Si alfmde la riJpòsta. Duce. - Diu a proposito della <0Jlaborirzio11e tede1ca che la G er111t1· nia tier10 i'ltalia è di rma as10illta lealtà. L'Italia riceve ttn milione di !onne/late di carbone ai mese e lo ffambio <0mmerciale è di q11a/Jordici miliardi ,di'amw. Rico1101Ce ,he gli spagnoli hanno ragione di preocmparsi, oltreché delle nt!CnJihì immediflle, ,m,he di q1te1fe awenÌl'e. li ,olloquio viene so1pe10 per eJSere ripre10 nel pomeriggio. Pomeriggio. D11u. -Rìa.rs1t111e il punto di vùta spagnolo così: 1) Id Spng11a aede nella vit1orir1 deli'Aue; 2) è 11neuatio per la Spagna, prima di entrare in grwu, di risolve,·e il problema gr1111ttrio: 3) bi1og11a rivedere l'articolo ,i11q11e ,lei proti'Jw/Jo di Vienna, non eJJendo es10 rnffi.cenle a riJolvere' /e aspirazioni 1pagno/e. Chiede: se 'qt1nli dt1e 11/timi ptmli f oJJer~ risolti, la Spagna entrerebbe in ,(uerra, e q11ando? Cr111dillo , - L'e11t/'ala della Spag11a ùr g11erra dipende dalia Germa11ia ' pitì che dalla Spagna 1/essa,· tanto prima la Germania le verrà in aiuto, tan/o prinld. la Spagna darà il suo apporto ,1!la cama fa1cista mondiale. Il CaHdillo dà lei/lira del rapporto comeg11ato all'ambaJCiatore di Ger11M11ia a Madrid, vo11 Stohrer, e ne ,-ime/le copia al duce. D11ce. - Chiede : se la Germa11ia soddiJ/a le richieJ!e del rapporto, è dispo1ta la Spagna ad entrare in guerra? Caudillo. - Rispo11de t1!Jerma1ivamente. Si aug1tra che la Germania 11101/ri tuaggiOr compnmsione dell,z sit1tazione spagnola e dell'importanza che può rive1tire il fattore spagnolo nella guerra. Pema che la Germania non dia il vollfto ·puo a/J'ailarmanle situazione del ,Marocco, dove l'e1erdto francese s1,1 co,11in11ame111e migliort1ndo i Juoi armamenti e dove IP eygt11rd munlÙ'IJe giornahurnte ra/1porli con gli Stati Unili. Dà le11111a


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OP ERA OMNJA DI BENITO MUSSOLINI

di a/(lmÌ .Jelegrdmmi, che Ulmtrano ,fa serielà della sitNazione in . M~rocco, e li comegna al duce. D11ce. - Conferma che d11e mesi or sono la Germania non aveva perd1110 la ;peranza di Jrarre Pé1ain alla collaborazione. T aie speranza è Òra cadl(ta. Hitler ha dichiarato al « BetJ:hof »: « La Francia ri odierei umpre. La Francia è nemica >> . La Germania teme tuttavia che }'adozione

di misul'e contro la Francia, come per esempio la Jlla ocmpazio11e totale, ind11cano il Governo di Vich)' a trasportarsi ad Algeri, e W eyga11d a ribellarsi. Tale pericolo scomparlfd q11ando Gibil!em1 tarà ocmpata e le divisioni corazzate germaniche, pa1sate per io strello, domineranno il Marouo. Oggi l'America può aiutare la Francia solo al/rat1er10 il Ma-

rouo, dalo che le cotte franati atlanliche sono ocC11pdte dalla Germania. Tale event11alità 1va11irà q11ando il Maro.ca franceJe 11011 1arà pùì in po tere de/1,1 Francia , Solo al/ora q11eJla Francia, che ha ancora Jroppo orgo: glio, che è convinta di non avere perdula la g11erra, di avere wbilo 111,a « faruse défaite >> per non aver 110/1110 combattne, 1arà di fronte alla cmda realtà. la Francia mantiene sempre 1111 aueggiamento di orgoglio: 1) paché malgrado i q11attrocento bombardamenti mbiti, Londrr:t 11011 ha ancora capitolato; 2) perché lo sbarco dei germanici non è ancora av venuto; 3) per l'atteggiamento favorevole di Roo1eveft,· 4) per i nostri inm cceui J;bici, Qllesto orgoglio cadrà prnto. Prnlo i germanici entreranno ÙJ Bulgaria e l'Inghilterra non avrà altra base in Europa che il Porlogallo. Serrano . - Sarebbe veramente da m1g1trare che la Gen11anitt concedesse alla Spagna q11anlo le abbi!ogna, ed anicrm:tJJe la realizzazione delle a1pirazioni 1pagn.ole . Oih'e tulio, c'è anche il pericolo che 101 incidente disgr.1ziato possa fare entrare improvvisamente la Spagna in guerra, senza che 1ia compiuta la ma preparazione, coJa che Jarebbe di danno· per la Spagna e per l'Asse. Allude ad una possibile invasione inglese del Portogalto, Con l'ai11to della Germmda alla Spagna e con là conseg11enJe preparazione spagnola alla g11erra, anche il pericolo portoghese diverrebbe relativo. Certo l'atteggiamento del Portogallo riu11te degli avve,dmen/;, Nel giugno JcorJo eJso era molto pit) distante dall'Inghilterra di quello che lo sia t1/t11almenle. BiJ01,na amme/lere però che la ;tampa, l'esercito, la claJSe dirigente in Portogallo so110 anglofili e maJJoni. Duce. - Riawane ,ma volta di più, concludendo, le q11e1tio11i che la Spt1gna ritiene necesJt1rio risolvere per la ma entrala in g11erra, Eue tono: I) soddi!fazione immediata, almeno parziale, dei « desiderata·» rontem,ti nel rapporto comegnato a Stohrer (grano, armamenti, tra1porti, ecc,);


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2) rev~sione ft1vorevole ai/a Spttgna J4//'ar1ir0Io d nque del protocollo di Vienna. N e info rmerà il Fiihrer.

COLLOQUI CON HITLER• Nella prima conversazione avlila col d11ce [la mattina det 25 agoJlo] m bito dof>o l'arrivo al QuartùAr generale, il Fiihrer ha tracciato al duce 1m quadro generale della situazione imieme con ima esposizione dell,t· glia/a degli avvenimenti militari~ li Fùhrer ha iniziato dando alto al dr1ce che era stato saggio comiglio aver liquidato la Grecia e, ron eJJa, la Jugoslavia prima della cam.pag110 di Rrm i,1, Grecia e fugoslavia erano in realtà due potmziali ed (lltivi nemici de/1' Asse ed averli eliminati a Jem po ha costituiJo ,m grande vantaggio nel momento i11 mi si è resa ttereuarht l'azione contro la. R.ttJ• .ria sovitrica, per eliminare la grave minaccia bohcevica e conseguire l'ef· ftJtivo co11tro/lo dell'E11ropa. li Fiihrer ha poi esplicitamente rico11osà11to che, per la prima volta dall'inizio del conflitto, il Servizio tedesco delle informazioni mililal'i non ha f,mzionalo. Es10 tton ha infaui romunicato che, la Rmsia dùponeva di rtn eurfito ottimamente amtt1fo ed al/rezzato, formato per la maggior parte di ,,omini animati da fanatismo, che, malgrado l'ete,ogeneilt) delle razze, si battono con cieco arct1nimento. Nel suo comple110 l'eiercito bolscevico può considerarsi formt1to di d11e grandi maJJe: /'11na, prevale111e, formata da contadini che combaltono con incoscienJe Je1/ardaggine,- l'altra costituita in maggioranza da operai che credono nel verbo mt1rxiJta e lottano fanati(amente. Pn r11gioni opposte, entrambe si b,1110110 fino a!J'1ildmo uomo; i primi per barb4rira ignoranza, i serondi perché trascinati dalla mhtica com,misla. Il P1ihrer ha inoltre dìchiarato rhe egli 11011 intende prestarsi al tentativo sovietico di prolungare la folta entro le .città ron i rombattimenti di strada, per i qnali i rn1sJ si sono parJicolarmente preparati. Egli 11011 intende distruggere i grandi agglomerati t(rbani, ma vuole farli cadere dopo ave,- vinto la battaglia di 11nnienlamento delle forze militari sovietiche cirros/anti. Così intende fare per Leningrado1 la mi area ·urbana comprende circa qrutttro milioni di abitanti e la cui caduta avve,rà 111· bito dopo il completamento della diJJr11zione delle truppe JovieJiche che circo11da110 la città. Evitando i comba1Jime11ti di strada, the non tonducono d nesmn 11tile rimltato, si riiparmiano~ ~ltre tulio, importanti forze. • A lustenburg, al Quartier generale. del Flihrer, il 25 agNIO 1941, MuSsolini si inrontn. con Hitler, e ha con lui i colloq11t qui riJ)Ortati in riassunto. (Da L'Eur()PII veri() /(I r11t,mrofe, p~gg. G69·6n ).


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Il FNhrer 11011 ha romrmque dubbio almno JJJ!l'esilo della /011,1. Egli non ritiene opportuno soffermar1i, per il momemo, s,d/'esame di quella the po1rebbe euere 11na evéntuale f utura linea di resÌJU!IZa sovieJica; ma . è incline a ritenere che Ja jMza militare rorn1 dovrà fatalmente frantumarsi, al pùì tardi entro otlobre, 10110 i ripetuti colpi che le vengono e le verranno i11jli11i. A ciò contribtlirà anche gradualmenle la conquiJta, i11 parte già avvenuta, in parte di proui!]ta realtzzazione, dei grandi ce11tri ù,d111ll'iali e dei grandi bacini minerari .rovietià, quali ad esenfpio q11ello del Don. Che q11esto crollo avvenga a breve uadenza, tra q11alche mese o anche nella prinMveut vent11ra, può conriderarsi .rewnda,;o, poiché gli

Jlmmenti della vittoria !0110 JÙ1 da adrSJo 11rlle mani tdeJche. Intanto le perdi1e ·gnm~11it:he J0/10 ;/ate finora con/e1111te, malgrado l'asprezza della lotta, nella modesta cifra di uuanlollomila 11omini e il bottino di g11ena rad!IIO nelle mani ted~uhe è talmmle ingente ( e J/l('era di ta11/o i bisogni delle Forze A.mia/e del Rehh) che il Fiihrer ha deàso di ron-

cenJrare d'ora innanzi lo ;forzo prod,,11ivo.11ella co11mzio11e di ;oli so/10· mari11i, carri armati e artiglierie contraeree. Per q1u111to rig!larda i piani mi/ilari per l'avvenfre, il Fiihrer ha dello al ,htce, in linea assofotamenle segreta, che, terminata lt1 campa,~na di R11Ssia, egli intende.vibrare il colpo fiT1ale a/l'Inghilterra invadrndo l'iJola. A tale JCopo egli ;Ja prediJponeud_o i mezzi nuessarJ con /'(11/nrimenlo di adeg11ato materiale navale e terre.rtre occMrente allo sbarco. Nel pen.riero del F,7hrer ciò do vrà ftlppreuntan.' /'1dti1110 alto del ronfli_Jlo, Relativamenle alla Francia, il Fiihrer ritiene che 11011 ;ia oppor/11110 nffronMre tale problema fintanto rhe d11ri la lotttt ,011 la R11uia. Egli ha ronfermalo i .ruoi sentimenti di diffidenza ve,-so i franasi, the sorveglùt nllenldmMle e 11ei mi rig1u1rdi intende m antenere un alteggiame1110 11ega1ivo. Li que.rtione france;e verrà ripreJa in e.rame al(a fine della g11erra. Tf!rnando alla <ampagna di Russia, il Fiihrer ha dichiarato rhe il rarro/10 del grano deil'Urraìna è cad1110· ù1 gran /1al'le neJ!e mani redeJChe. Bisogna /11/lavia le11er prne11te che /'mmo ve11t11ro il rarrolto r,nso donà .rervire ;opral/11/10 al rijornimmto dei Paesi occupati. li Fiihrer ha 1·ipe11110 l'elogio delle tmppe fi11la11de.1i, che combattono in modo 111irabde, ed ha av11to parole di lode anche per i romeni, gli ungheresi e 1,/i italiani, rhe hanno già .roslemllo., qrtesti ,//timi, brilhmlemente i primi

rombattimenti. L'e.rpoJizione del Fiihrer si è svolta ron ordine e precisione, dando l'impressione di ralmtt e serenilà ,wolrde. AIJrhe per q11e.rto il duce ha rile,,11/0 opport11110 laJCiare che il Fiihrer J11iiNppa.r;e liberammle le we

t owiduazio11i, ,-inviando ad 1111a JtJffeJSiva co11verJazio11e la fo rn111/azio11e di piri prtchi quniti rirca /'ar1dame11lo delle operazioni militari ed alr1111i · determinali problemi territoriali.


AGGIUNTE: SCRIITI E DISCORS I

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Nelfd seconda conversaz:ione avuta col Fiihrer la sera del '25 ag'osto, il d11ce ha esposto il 1110 punto di vista Jtt determinate questioni di partfrolare importanza. , T 11rchia. La Turchia, ha rilevalo il dure, continua a 1eg11ire, tra l'Asse e l'l11ghi/terra, una politica 'oJCilla11te, che và attentamente oJJervafa. E forse possibile, egli ha detto, di fare qualche tdteriore tcntarivo per t ondNrla al nostro fianco, offrendole q11alrhe compenso e facendo leva 11dla s11a sensibilità militare. · 11 Fiihrer ha convenuto col pem iero del d11ce. L'atteggiamento della Tmchia è 11at11ralmente infl111:nzato dagli wil11ppi della campagna contro la R11ssia. Si p11ò 111t111via /iemare ad offrirle evenlualmenle ,ma lieve reuifica di frontiera in tenitorio bulgaro e qualche futura co,rceuione in Si,it1 t1 g11err11 termiJ1af11. Si p11ò anche prendere in comiderazione 11n'offerla di truppe corazzate tedesche, Creta. Il Fiihrer ha parlecip1110 .al d11ce il 1110 deriderio che rmd diiùione ;,,:,lùma ria inviata a Creta in JOJtituzione del Corpo alpino Je. de.sco, che egli Ìn!ende inviare m l fronte muo per esure destinato ad operazioni .sul Ca11caso, Il duce si è dichiarato d'accordo. Spagna. li Fiihrer -si è espreu o in termini amari veno la Spag,ia ed ha dff ermato che questo Paese gli ha recalo ,ma 11era e propria ddmione, Nel Gi11ra franceu è J/ata trovata ,ma montagna raJSomigliante alla rocfia di Gibilterra, mila q1111/e reparti tedeschi specializzati .si sono a lungo n ercitali con panico/are en1111ia1mo ed e/fi(acia. Se in gennaio o in f ebbraio Franco ave.rse 1ap11to preJJdere la JtÌa dechione, gli .speciali mortai dtJ 620 (di c11i H d11(e ha vi.sto gli nemplari ·«Thoi» e «Odino » d!I· "111/e la ma odierna vi.sita a Bresl Litovsk. ) avrebbero egregiamente lavoralo (Oniro Gibilterra con la .straordinaria forza dirompente dei loro proieltili da duemila chilogrammi. li duce, pur concordando col pensiero del Fiihrer, ha osurvalo che pra!icamente, data la parlicolare 1il11azior1e e le .speciali caratleriJl;(he della Sp11gna, è inutile uercitt1re 1dJeriori preJiioni per indmla a/J'inter· vento. Non v'è d"bhio (he i m oi in/treni la co1tri11gono, e piri la costringeranno, a 1palleggiare l'Asu, ed è q1dndi utile tenerla per ora come riserva, in tJttesa del momento in (ui la carta 1pagnola potrà o do,,,;; entrare nel no1tro gioco. Franda. Relativamente alla Francia, il duce hd .e.spo!!o al F,ihrer l'anormalità della sil11azione che Ji è venula a determinare nei rapporti con q11esto Paese. Eni 10110 llttlora regolati dalla convenzione d'armi.sfizio, (he, in realtà, non funziona piti, essendo .stata eiautorala dallo ,u,i!uppo degli (ltiflenime111i. O((Orre perciò dèd deni, ad 11n certo mo-


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mento, a parlare ai jranceii1 profi1t,:mdo anche del fallo che Pétain è con l'acqua alla gola' per le infinite difficoltà i11terne ed eJtem e tra _le quali Ji dibatJe. · Il Fiihrer ha ripe111to al dl(ce che egli mare per i franceJÌ sentimenti di a11tipatia e di diffidenza e che JÌ rende perfeJtamenle coJJlo di quanto ÌI duce ha fallo pre.sente ;uJl'anormalità dei rapporti di q11e1to Paese con ·Je po1enze ddl'Aue. Egli riliene tullavia opportrmo di wprauedere per ora a vere e proprie com•er1azioni, perché è necesJario, onde togliere ai france1i qualrmqfle 1peranza ed illmione, che sia definita inequivocabilmente la campagna conlro la Ruuia. Svezia. Il Fiihrer Ji è e1preJJo in termini arn1i duri contro gli wedesi, che ha definito dei ,,igliaahi. f211e1to Pane tiene ,m dlleggiamenlo 111bdolamenle oJli!e alla Germ'auia e Jo/leva infinite difficoltà alle rkhie1/e tede1che per il pm1aggio di tmppe. Svizzera. In termini Jjavorevoli il Fiihrer ha parlato dnche della Svizzera, che, 1eppure con molla ra111ela, ,111tre 1entimenli di 11e1ta avver1io11e 11/l'A11e. Giappone. li d11Ce ha e1pre110 il 1110 punto di vi11a ml Giappone, · ouerva,rdo che questo Paeu ha ,ma Jilllazione politica inJerna romplt!.ftf e rravagliata, che è alla ba1e delle incertezze della wa politica eJ/era. Non v'è lt;ttavia dubbio che il Giappone è .fondamentalmenle animato da un dinami1mo nazionalùliro, che tmde a farlo gravitare veno l'Aue, ed ha, in ,m certo umo, una_ condotta pùì lineare della Spagna. I! amti f'robabile rhe e110 .tarà rm giorno ìn linea con l'Aue. Occorre dunque vahtlare reafhticamenle le 111e pos1ib;/itlt pel' gilldical'e del 1110 attmtle e del 1110 frllttro at1eggù1menlo. Stali Uniti. Il d11ce ha fauo preu11/e che il ronveg110 del « Po1omt1c )) 11011 ha giovato, ltilto 1ommalo, all'azione politica di Roouve/J, i '11i titoli ri111fta110 .esure alq11anto ribasMli dopo la nota dichiarazione. Com1mq11e l'a!leggiamen/o degli SJali Unili è ormai ben rhiaro e, così 1/ando le core, appare preferibile evitare i11fltili polemiche, li Fiihrer ha fatto ,ma dellagliala e1egesi della aìcca gi11d1Jica che circonda Roosevelt e sfmtla il popolo americano. Egli ha affermalo che per nutla al inondo potrebbe vivere in 1111 Pttere come gli Sta/i Uniti, le cui conrezioni di vi/a 1ono i1pirate al pùì grello 111erra11tilismo e che non ama· no alume delle pùì alte e1prenioni dello spirito umano, come la mmird. Medilerraneo. Il Ftihrer ha dichiarato di e11ere contento della sillta· zione nel Mediterraneo, che rim/Ja migliorata. Il d11u ha com1er111to, rilevando che il nuovo fronte aperto alla Gran Brelagrta neli' Iran ha determinato rm alleggerimento della pressione ii,• •~le1e nel Mediterraneo.

Partecipazione italiana alla rampttgna ronlro la Rrmia. lJ d11re ha


AGGIUN'l'E: SCRITTI E DISCORSI

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partttipato al FUhrer il suo vivo de1;derio (he le Forze Armale itali,me paruàpùto in mùPr(I pùì va!la alle oper<tZioni contro i sovieti. L'ltalùt, ha de110 il duce, ha abbondanza di uomini e pNò -ancora inviare sei, nove ed anche piri divùioni, Il_ Fiihrer ha detto di apprezzare 11ivamente questa offerta, P" la qNale ha m olto ringraziato il duce. T11tlavia egli ha osurvato che la grande diltanza del fronte rtmo dall'Italia e le diffic-oltà di carat/ere logiJtico rmdono non poco arduo il prnblema del trasporto e del f1mzio11amento di ingenti maue mi/ilari, JJ duce ha confermato d,1 parte s11tt che l'Italia può rer,1re 11/la g,,erra contro la Rt1HÙJ m1 contribt,to di maggiore rilievo, ed ha s11ggerilo che 11/Jeriori aliquote di truppe italiane vengano impiegare in soJtiJJfzipne delle Jn,ppe tednrhe inviale in congedo. Il Fiihrer ha preso a!lo di questa propo11a, che verrà ulteriormente e.rami11ata, ed ha t1ccmnato 4/Ja pouibiUtà di impiegare le !rupf>e ila· liane ì11 Ucr'1ina, ove la temperatura media illvernale non è, in genere, inferiore ai ui gradi sotto zero. li 17/rhrer ha infine ribadito iJ concello già espresJo nella 1/la precedente conver.razione, che doè egli non i11tende fare rma gfierra di diJlm· zìone né di pre1tigio, bemì 1ma g11erra di annientamento delle Forze Armate nemiche per liberare la Gennanla e l'E11ropa dalla riro"ente minaccia di conflitti e per ffeare la bare nece11aria alla co11r11zioT1e del mw,10 ordine europeo, Ed ha conc/1110 il JffO dire manifn!ando il vivfrsimo deJiderio di poter venire, a g11erra ultimata, in Italia, per trauorrervi qru1khe tempo a Firenze, ci/Id d a lui prediletta più di ogni altra per l'armonia della ma al'te ~ la bellezza della sud 11a/11ra. Queit'a.rpfra·tJone è J/ata caforo1amente raccolta dal duce, che ha senz·11/1ro invifalo il F,ihrer a rect1r1i a Firenze tt grurra finita,. a1Ji(lt· umdolo della 1impatia e dell'amfrìzia con le quali il popolo italiano lo avr,l di nuo vo Jrto ospite gradilÌJJÌmo.

COLLOQUIO CON L'AM!lASCIATORE HORIKIRI * L'a~,b~1ciatore del Giappone ha daJo lettma al d11ce' della ;eguenle (OlnlflllCQZIOne: « S11 ùtruzioni dei mio Governo,_ho J'o11ore, Eaellenza, di informe1r11i del corso delle conversazioni nippo-ttmerit-ane, che hanno foogo d,:il/a metìi dello scor10 apdle. Le conzi.erJazioni pro1eg1,ono d,1 circa tei mesi, • A Rom.i, nella sala del Mappamondo di pal~no Venezia, la mattina d!-I 3 dicembre l 941, Mllssolini riceve, pr~Mtc il ministro Galcano Ciano, l'amba. ~cialore nipponico nella C3pitalc, Zembci Horikiri, ~ ha con lui il col loquio qui riporlalo io riassunto. (Da L'EuropR llf fJQ la cRltWr4~, pagg. 69<1-697).


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mentre il Governo giapponese ha remp,e strettamente ouèm:J.lo il Patto , tripartito, che è diventato la base della nostra immutabile polilira nazionale e Ji i proposto di impo1Jare il problema del regolamento del/e relazioni nippo-americane nei/o spirito e iecondo le dilposizioni del Tripar./iJo con il ,ùoillto atJeggiamento di impedire l'intervento ame~ira110 nella guerra europea. « Di con1eg11enz,i, il Governo al/11ale ha continuato le ronvena2fo11i J/11/a base della gùJJtizia, pre1er11a11do la dignilà e l'e1ùtenza de.J no11ro .·impero. Benché vi .rùmo siate almne difficoltà, lrtJ le quali 11n acuto conlrmto dì opinioni è stato provoc_ato dalla q11e1tione del ritiro delle ll'uppe

giapponni dalla Cina e da!J'lndocù,a f rancese, l'ostarolo fondamentale è dalo, q11ando si comideri /:e1perie11zd del paJJalo, dalla concezione fon -

damenlale e tradiàonale degli Swi Uniti nella trallazio11e dei problemi imernazionali, concezione che è riJultata chiara dalle conversazioni angloameriame del/' Arlantiro, In altre parole, la vera ù11enzione de/11Ame- . rira è di re1pingere ed 01/arolare la ricoJtmzione del 111,ovo ordine in Asia et! in E11ropa da parte del Gittppone, dell'ltalitt e della Germania, che è l'obietiivo del Tripartito, e l'America 01a tt1serire che relazioni ttmichevoli fri:r il Giappone e I' Amel'ica 1t1rebbero impoJJibifi fino a che il Gittppone mantiene l'alleanza co11 l'Italia e la Germanid, Da qunlo p111110 di viJla il Governo americano 1i è proposlo di chiedere al Giappone di rin:mdare al Tripartito, Come ciò, Eccellenza, è diventalo chiaro nel/' 11/tima fase di q11e1ti giomi, il Govemo giappone.re è Jlato co1tu tto a riconoJcere che le 1dteriori convemn.ioni Jarebbero in11ti/i, « lA propo1/a rhe è Jlata ,w a,,zata dal Got1erno americano il 26 novembre ha mosh'dlo pi,ì chiaramente il suo atte,~giamento e 1pecialmenre il Governo amel'irano ha -posto la r!a,uola "di romentire di non romiderare in rontraslo con q11al1ia1i convenzione e1i1ten1e fra ,mo dei d11e Governi_ed 1111 terzo Pane, per il mantenimento de/fa -pace in ffllla la 1/era del Paàfiro, lo uopo fo11dame11ta/e di q11eJto accordo". « Ciò era inleio, .recando il loro -pro-po1ito, a 1)i11colare !tJ 1101tra inJerpre/azione degli obblighi impo;ti dal Tripartito e a coJlringere il Gù1-ppone ad tJJlenJ'rsi da/l'ai11tare l'l!afi_a e _la Germania quando l'America mlraJSe nella g11erra europea, « Anche con quesla 10/a da11sola, 1enza parlare di alJre q11e1Jioni, il Governo giapponne ritonoJCe rhe la propo1td americdna non -p11ò eJJere a.wmla come base delle co11ve11tJzioni. <e Oltre a ciò, è chia,o il fallo che il Governo americano, nel prosieK"O delle co11ver1azioni, ha co11dotto frequenti negoziati con la Gran Bretagna, l'Amtrali,:, l'Olanda e la Cina. Perlanto, p11ò auerir1i che il Governo _amerittmo, imieme ron i Paesi anzidetti, comidera il Giappone ron la ,tessa oJtilità con mi comidera l'Italia e la Germania».


AGGIUNTE; SCRITTI E DISCORSl

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Dopo di che l'ambasrialore ha aggùmto che lo uoppio di un , onJlit10 Jra il Giappone e gli Stati Uniti e conzeguenJemenre la Gran ,Bretagna, i da considerar1i ormai pouibile e a scadenza immediata, In 11iJ/a di ciò, il Go11trno giapponeu, invocando la relativa clau10Ja del Tripar· · IÌlo, chiede che la. dichiarazione di guura i1alia11a sia immediatamente s11cce11it-•a. Chiede inoltre che venga firmalo 1111 accordo in base al quale i due Governi 1i impegnano a non co,u/JJdere né armistizio né pace Jef'arala con gli Stati Uniti d'America, né con J'impero britannico. L'ambaJciatore aggirmge che co1,lempo,aneamente analoghe richie1te 1ono 1tate avanzate al Go11emo del Reich. Il d11ce riJponde che la com1111icazione _giapponese non rapprnenla per lui alctma sorpre.1a, avendo ugrtito da i:icino l'andamento dei negozÙJli 11ippo-ameriN11i1 compiuti at/rtJverso l'ammiraglio NomHra e l'a111ba1ciatore K1mm1. l/ 1101/ro tJmbauiatore a lJVa1hing1011, che ha ug11ito le conver1azirmi 1111 po1to, lo ha confermato nella 111a convinzioue che i negoziali 11011 potet·a110 arrit,are a b11on punto per J'inlramigenza di11101/rala dagli Stati Unìti e la volo11til dì Roo1e11e/J di JCatenare la g11erra. Roo;eiie// 11011 può accettare i principJ politici del Gù.1ppo11e, in qflant(} </lleJlo Pane intende co1lit11Ù'e 1m n11ovo ordine in Asia e di q11e110 ordine ha già posto le ba1i, mentre la plritocrazia americana intende con- · Jid,•rore l'Asid quale lerreno di 1/mllamento. lJ d11ce, co1101ce1.1do la fierezza del popolo giapponeu, ·è 1empre stato convinto che Jtlfli i tel1!atil'i compù1ti dagli Stati Unhi per 1epara,e il Giappone dai PaeJi del Tripartito Jarebbero rimasti infmttt1osi. Ciò pre· meJ.10, il Jr,re dfrhiara che l'Italia farà /11/10 per conlrib11ire militarmente al Jtl(ctJJO della ballaglia che ii Gù1ppo11e 1i prepara ad iniziare contro gli Stati U11ili e l'impero brita11nico e ciò sopralllltlo trattenendo in Medilerraneo il maggio,. m1mero po11ibile di tmità navali brita1111iche. At111alme11te 1111 terzo circa delle forze na11ali ingle1i è tratte,wto · in Afedituraiu!o dalle forze navali ilaliane, ed è in corJo di ro1tit11zio11e 1m blocco di forze aereo11avali italo-tede1rhe1 che obbligherà gli inglesi ad '11111/elt· lare i loro ~m11i11ge111i nm.•ali in q1resto Jellore. Il d1ice si dichiara inoltre diJpo110 a firmare il Palla circa la 11(!11 po11ibilità di co11d11dere armi11izio o pace u parata, ma J/1 tale p11nto, <ome 111 quello della dichiarazione di guerra, intende conudta,1i e 1i11rronizzare la prnpria azione con quella del Governo del Reich. Comrm· q11e. aggi1111ge rhe per q11a1110 concerne l'Italia egli non ha alrnna obiezio1re ad ,ma dichiarazione di guerra contro gli Stati Unili, dato che q11e1to Pane è già di fallo h1 conflitto con noi e anche 11e!l'1Jll11t1le bai· Mglia della Marmadca sono J/ali falli prigionieri alami 11fficiali americani che 1i lrOMt,ano con le tmppe brita1111irhe.


LETTERE Annemt:me, giovedì Jera [)? maggio 1904]. * Gro compagno \Vyss, legso. sul ~eno11ois che interpelleret~ il Grn.nd Conseil suJLi ·mia

espulsione. Od1er ** ha mantenuto fin'ogg1 un mutismo inquietunte; forse prep~ra qu;:dche cosa di straordinario .... In ogni caso, per evitare incid<..'n t1, e per darvi quelle informazioni che potrebbero esservi necessarie, ecco il mio passato.

In ltalia ho fatto le scuole normali e<l. ho conseguito il diploma di

::t:tr~ ~!:::~::~\e~~ :1s1:~1:~ d1:( ; ~~,~~n~e'l?àn~od~rors: tt: ,~: 0

l

0

varato e guadagnato la mia vita onestamente a Losanna. Ritornato in Italia da mia madre, vi sono restato due mesi, dopo i quali ho raggiunto Annemasse, dove io e Donatini avevamo progettato la fondazione d'urui rivista internazionale di cultura sociaJista. Il 1o, marzo sono venuto a G inevra, dove avevo intenzione di isccivermi come studente o come uditore all"Università. Vi si dirà che sono «anarchico». Ebbene, compagno, niente di pili falso. In questi ultimi anni ho scritto molto nei giornali del nostro P~rtito. Ho collaborato, d ietro retribuzione, al Pro/eJttrio, ,quotidiano in lingua italiana. che si pubblicava a New York. Ho·scritto spesso nell"Avvenire del Lavoratore e nell"A11a11g11ardia SodnliJJa di .Milat10. Sfido qualunque poliziotto .a trovare in un solo articolo una sola l inea o un solo

~fr{t~:,n:fae~: f~1i: ~~:in'°/!~f:;:~:aJ1~=~ti{~1t~~i~~~5

sN~r:;~:~~ congresso tenuto recentissimamente a Zurigo, ero relatore sulla famosa questione' delle« tendenze», e<l ho presentato un ordine del giorno, che, pur essendo rivoluzionario, non potrebbe mai essere interpretato come anarchico. Potrete vederlo nel resoconto pubblicato nell'Avvenire di Bellinzona. . Sono stato quaranta giorni a Ginevra ed ho parteci~ato pochissimo · alla politica. Quasi tutto il tempo ho frequentato la bibl10teca, Ha ixirlato soltanto per fa commemor:i.zione della Comune ed è in CJUest:i. occasione che ho :i.vuto il piacere di stringervi la mano. Ll mia cartella è • J\I dottor Adrien Wyss, deputato SO<ialista al Grnnd Conseil di G int"Vra, (Da: G,WDENS MEGARO - Op. tÌI. - pags. 76·77). Capo del dip:.irtiinento della Giusti1.ia e Poli zia del Cantone Ji .lkrru.

*•


·.,., ·.~.

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AGGlUNTE: LETTERE

un sacco di menzogne. Cosa sintomatica, essa è stata abbinala a <J uella di Donatini. Mi hanno «spedito» senza neppure lasciarmi il tempo di restituire la chiave della mia camera, di mettere al sicuro i miei certificati di studio, di salutare qualche amico ed i miei avvocati.... Proprio come un cane rognoso che potrebbe infettare tutti ... , E per nascondermi, si è mentito al maltre Zurlinden e a Vietar Snell *, dicendo loro che ero partito ed ero stato condotto ad Annemasse, mentre io ero in viaggio per

Chiasso. Il resto vi è noto, caro compagno, e non ifisisto. Sono proprio contento che voi portiate la questione al G rand Conseìl, terché fa mia espul-

i~~;t~e"ft:!~ ~~fJ/;1o~i d:ìfe Tib~;r~.~~~,h;~z:an~ne t;i!P~:~;sr:~~~: 0

0

conlXdei:s~iacf~~et~ae::~~. j~~~fi~~v~~;~f. ~e~~er: 0 tranquillo. là apprenderò il risultato della vostra interpellanza. Odier saprà diffi cilmente giusti fica re il suo provvedimento. Dopo io ricorrerò al Gran Conseil contro la mia espulsione. G radite, caro compagno, i miei saluti socialisti. Vostro

dt~~:~vi

BENl:rO MUSSOLINI

Fermo posta, Losanna. • Socialisti, avvocati di),fossolini.

19 febbr aio 1905. *

.... Sono gi unto n vederla viva [l a madre] , ma g ià agonizzante: Mi ha riconosciuto dal berretto a fez, che volle stringere p iù volte, e avrebbe vol uto parlarmi, ma la paralisi laringea gl ielo ha impedito .. In qu~st'ora di lutto io mi inchino di fronte alla ineluttabile legge che domma la vita umana. Vorrei trovare conforto in questo pensiero fatalista, ma le dottrine filosofiche, le più consolanti, non bastano a riempire il vuoto che lascia la perdita irreparabile di un essere amato. [BENITO MUSSOLINI]

• Al capita no Achille Simonotti, comandante la Compagnia del decimo reg· gimento bersaglieri alla qua!e apparteneva Mussolini. (Dal Regime Fauùra,

N . 32, 6 febbraio 1938, XVI).

2 aprile 1905 . * Ho ricevuto la tua lettera e ti rispondo subito. Mi trovo a casa dal 17 febbra io causa la morte di mia madre e col 20 prossimo aprile tornerò al decimo reggimento bersaglieri a Verona • All'antimilitarista Dario S., che lo aveva invitato a «lavorare» i commili· toni di Verona <juando fosse tornato al reggimen to. (Da L'Incontro di Torino, periodico indipendente, N. 6, giugno 19H, Ul).


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

fe%b::tdcli !~~-a~jr J:~: ~h~1aa;i:rr~.s~!?c:~~ a~t!I:Ctal;~a~~~ 0

0

delicata.. Aggiungi che la g rave sciasura da cui sono stato colpito avrù per conse.guenza -l'interruzione dei miei studi rer un tempo più ? meno lungo. M1 trovo in un periodo di inqu.ietudim morali e matcrialt ed ho 0

1

biso~ao n~nr~e~ ~~::~ fas:iii~~=;z:~p<lsta la tua l~ttera. Ti dirò francamente il mio pensiero, con la franchezza libera di chi è passato attraverso un duro castigamento intellettuale, fasciando per via la più _gran p~rte della vecchia tradizionale ideologia socialistica, compresa la fede . beata nei risultati dì quelli che tu chiami trastulli parlamentari. Aderisco pienamente al tuo o tdine di idee. n necessaria la preparazione psicologica, ma anche la preparazione materiale lo è. Se i ccntoquar~tamila dimostranti di Pietroburgo avessero avuto dei fucili, forse, a quest'ora. il trono dello zar sarebbe crollato. Tu ere-di che conquistato t'esercito anche il problema dell'organiz-

t~!~i

;~~~~i!1

t~f&~;

!:;~f~hcml!~:~a:~:~ci:tt: ~ifficS:.rtj ~ì~i:t:~a e fra ~li ufficiali, ma è un sovversivismo cosl fiacco che non sarebbe capace di un atto ribelle. n vero che i coscritti sono entrati nelle caserme cantando- l'inno di Turati, ma in gran parte lo si deve ai fumi etilici. L'esercito sì rivolterà, poiché il malcontento è profondo, ma (JUando veda nel popolo il tentativo della resistenza armata, l'inizio della guerra civile. i\-(i pare quindi che sia necessario, prima di conquistare l'esercito, armare il popolo._ Aderisco pienamente all'ordine di idee che mi hai esposto nella tua lettera, ma non posso collaborare come tu dici alla attuazione del programma: . t) perché, così. come me lo esponi, mi semb~a troppo indetermmato; 2) per la mia condizione speciale. 0 1 tem::;ud:l 1;~t~oand st;'fe~~,t~.t~Jeitehpéoc~n~o~!o·5 essere a Milano, e a Milano potremmo incontrarci e intenderci. Del resto, credi pure che, se decisivi sommovimenti di popolo avverranno, il mio fucile non s::iprà mai trad ire la causa della rivoluzione. Quanto alla segretezza, sta tranquillo, Accusami con un rigo ricevuta della presente. Una buona stretta di mano dal tuo

;;:sri :~!~af~~~

~i

MUSSOLIN( B~NITO

(_loJdJtna, 13 novembre 1914. 1* Cara Edvige, sono venuto per un giorno in Svizzera per trattare l'affare della pubblicità colla casa Haascnstein e Vo,gler. Forse si farà qualche cosa. Ad ogni modo, come avrai visto dai g 1ornali, domenica prossima uscirà il • A EJ,..ige Mu»olini. (Da : EovJGc Mussowu - Mio fratello Benl10 Fenice, Firenze, 19!'i7, pag. !'iO).

La


2.07

AGGIUNTE; LETTERE

Popolo d'/tdlia. C'è molta attesa. Tu conosci le mie ·idee. n ora di finirla con questa neutralità imbecille, che prolunga aJl'infinito il massacro e ci farà morire tutti di fame e di vergogna. ' Un abbraccio dal tuo BENITO

[Ati/4110, 2 dir:embn; 1914.J * Caro Piana, ma tu pensi realmente che io non sia più quello di ieri? 1fa ti sbagli, amico mio. Leggi un po' il Giornale d'Italia. Io resto, nel pensiero dei borghesi, il preparatore tenace della rivoluzione. Hanno ragione. Venduto? E chi «può» comprarm i ? Polemiche violente. Mi hanno trascinato nel fan,i;o come l'ultimo dei miserabili, mi hanno messo un pugnale in mano come il Giuda del socia1ismo ed io non dovevo smascherare i grassatori usurai di denaro alle cooperative e i disegnatori che si pappano le diarie di centoventicinque lire ;J.~~ti!:e~ica uno stinco di santo. Leggi il primo numero del mio giornale. lo non avevo intenzioni aggressive contro il Partito, che mi ha

attac:~~ ~:n~~r:::·

f:~~~

credi:rc"~~c 1fo s~~:re1u:Jf~li!~.v~f~i°« Ciao, con affetto, tuo

:~~:bbia~~e d~ ~rir::.!~ di 0

.MUSSOLINI

• Al socialista Giovanni Piana. (Dalro1iginale}

[dicembre 1914.]"' 'Caro Bresciani, ti rimando le due cartoline. Sono irriproducibili: Verrebbero troppo

male. Assente <la Milano, leggo oggi !°intervista PisceL Mi dicono ch 'è g ià stata pubblicata sul Gazzettino, e allora è inutile fare il doppione. Come vedi, 1 neutralisti fanno la speculazione sul terremoto. Cordiali e fraterni saluti. MUSSOLINI

• A Italo Bresciani, corrispondente da Verona del Popolo d'ltalùz, che gli aveva inviato due fotogra.lie di garibaldini veronesi combattenti nelle Argonne e il testo di un'intervista avuta con l'avvocato Antonio Pisccl, fervido irredentista trentino. ( Dall'originale). ·


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINl

MH11110 [dicemb,e 1914.J *

Egregio Amico, vi trasmettiamo 1a tessera del giornale, le buste e le cartoline << fuori .sacco», delle quali vi servirete_ per accelerare la trasmissione delle VO· stre corrispondenze al ~iornale, Per l'wiiformità de1 nostri servizi di corrispondenza, vi preghiamo di attenervi alle seguenti norme senerali, che potreb~ro riassumersi nel seguente motto: brevità, obiettività, sollecitudme. Voi dovrete: del

iie~~:ri:ad~\ t~f~fof:~tisof~ù[1eia~:srfn~:lia ~~ti:i: n~~a~ss~~i:~~ 1

1

gere in redazione in tempo utile per essere pubblicata nel numero del g iorno successivo all'avvenimento , e perciò dovrete consultare diligente•

:::: fl!!e~;:r~o1:~i~ ~:1i;~:~!i ;en~~md:~~a~od~et1:r:~~~i~o~e;~~~ in casi eccezionalissimi, per avvenimenti sensazionali sotto ogni riguardo. B) Inviarci frequenti e vivaci note di indo le locale, concernenti

esJdi1

1

0

~aat;it:u1~c1~~i~;~\rn::~~\1:~:~~~ti;ari~hf;~r~o ie:!~tf.a~~:~~ zione. C) Interessarsi della diffusìone del eiornale indicandoci i nomi delle persone che aderiscono alla nostra azione e che presumibilmente potrebbero abbonarsi. D) Denunciarci tulle le eventuali manchevolezze o i tentativi di ostruzionismo nei .servizi di trasporto, di recapito e di rivendita.

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1

~~~ft~lti;e1;~f

lo c!~at!t;ittid~: ct;r~= ~aj~r{a~~gr~::: più forti e le coscienze più libere e disinteressate d"Italia, ci inducono a considerare i nostri corrispom1enti, non pure come dei collaboratori materiali, ma come degli amici, com~ w,a parte cli noi stessi, viva e attiva in osni angolo d"Italia. Perciò i nostri amici sono scelti fra i nostri migliori e ci attendiamo che dappertutt.o dove noi non possiamo giunge re essi sieno presenti e vig ilino e lottino per noi onde diffondere <fuesto s iornale, che deve diventare lo st rumento della diffusione delle nostre rdee, l'arma per combattere tutte Je campagne della libertà per affrettare l'avvento di una umanità mig liore, che non conosca più tirannie economiche, religiose o politiche. . Colla certezza che queste nostre parole non andranno perdute, ma troveranno spontanea e simpatìca rispondenza, vi porgiamo, coi nostri anticipati ringraziamenti, i nostri migliori saluti.

/J Direi/ore BENITO M USSOLINI

• Ai .corrispondenti dd Popolo d'Iralia. (Dall'originale).


I

209

~GGlUNTE: LETTERE

Milano, 4 1,ennaio 191J. * Caro Bresciani, ecco cinquanta lire per le spc.sc telegrafiche passate e .... future. Sono molto contento del tuo servizio d1 corrispondenza. E dal 1° gennaio sarai

compensato nella misura, per il momento, di cinciue centesimi ogni linea, oltre, si capisce, le spese. Coi migliori au~uri, credimi. MUSSOLINI

li'

A IUio liresciani. (Dall'orii;iÒak).

.Milano, 6 1.ennaio 1915. * Caro Bresciani, ti ringraiio sentitamente per tutto quello che fai in favore del nostro giornale e della nostra idea. La tua corrispondenza è stata passata in tto~~~::a ee state spedite.

ifb:~:: it;r~:::o ~:~~:aa;~nte

aJle istruzioni, ti sono

Magnifica l'idea di -organizzare la resistenza alla concorrenza dell'Ava111i! in una maniera Oegna di te e d ei tuoi compa,15ni. 11 Popolo potrà contribuire esso pure nella spesa, in una proporzione però non molto alta, che fisseremo. Una cordiale stretta di mano dal tuo 8. MUSSOLINI

• A lu!o Bmciani. (Dall'originale).

M ila110, 6 febbraio 1915, •

Caro Bresciani, domenic_a prossima vai a Padova come inviato speciale àel giornale. Consulta gli orari, esattamente, e vedl se ti è possibile mandare un « fuori sacco» col resoconto del mattino, altrimenti telefona., ma prestissimo. Lo spazio è in relazione all'importanza dell'adunata. Tu vedrai. Quanto 0

a sr;r\~cr:p~~~ ~a~ot~~~~1:d~ esserti utile, Ciao.

::l ~~~=,~~~~\uesto compagno. Può MUSSOLINI

• A ltalo Bresciani, per invitarlo .:1. recarsi a Padova, dove si doveva tenere un importante convegno nuionale inlerventista, con la partecipazione di Osare Battisti. (Dall'originale).


OPERA OMNIA DI BENITO MUS SOLINI

210

2J febbraio 19IJ. * Egreg io avvocato,

sareste in errore se pensaste che noi iii.dulgiamo verso Salandra. Noi sia_mo contro Giolitti, ma non siamo e non saremo meno oppositori di

qualunque ministero che non sia disposto a fare Ja guerra. L'articolo del quale parlate non andò per. ragioni che ora non saprei precisare. [MUSSOl:,INI]

"' All'avvocato Guido Dorso, che si cn lamentato perché un suo aaicolo po. Jcmico contro Salandra non· t"ra stato pubblicato dal Popolo d'Italia. (Da: G umo Doaso - l\fuuolini alla conquisltl del potere - Einaudi, Torino, 1949, pag. Xl.

Mila1t0," 18. marzo 191J. * Caro Bresciani,

Ja tua corrispondenza sul matricidio non è stata pubblicata perché era già. apparsa sul Corriere della Sera. Bisogna che tu sia un po' più fiuarclingo nei tuoi rapporti col colleg hi della stampa; bisJra che non 1 s;~tbt~f~ : ~~::~~i!la:Qun;!~~on;o~~s~~sdrs~i~1ri~tf~nu~e ::~ chio inganno professionale, che risale alfe origini stesse del giornalismo e che ormai non dovrebbe ingannare più nessuno. Sta dunque in guardia.

n~~d~:e

:il :i:~~O~~O~rran~:~nt~r~\1l'°~r~!/~~rieJ~nS~'jtjù SO•

brio~:.e~:1:~e Ti saluto cordialmente.

MUSSOLINI

P. S. - Nonostante tutto biso'g na che tu sappia che siamo pienamente soddisfatti della tua attività e sol~rzia. • A Italo Bresciani. (Da!roriginalt).

~filano, 20 n1arzo 1915. *

Caro Bresciani, . l:3- tua proposta circa un servizio di corrispondenza da Praga ci d_1sp1ace. G assumeremmo tutte Jc spese, ma desidereremmo che le cornspondenze stesse fossero datate da Praga. Scrivici qualche cosa in pro. posito e ricevi intanto i nostri cordiali saluti.

non

MUSSOLINI

' A Italo Bresciani. (Dall'origina le).


AGGJUNT.E: LETTERE

21 l 28 p_it1guo 191J, "' .

Cara Edvige, sono a Roma per qualche giorno con la Rachele e

l'Edda. Sabato

~~~~~:~;:,oR~~~rt~'ts~rfed,b~a~cf~i~~r!:r~f t!~f.giore). Ti ricordiamo BENITO

* A EdYige Mussolini. (Da: EDV[GI! M USSOLINI -

o,,.

pag, 52).

CÌ!, -

Leiugno? 1915.] * Egregio signore,

scriva pure, ma non prendo impegni per la pubblica:zionc. Credo che

i << motivi » siano ormai esauriti, Tutto ciò che si poteva dire fu detto,. Ora dovrebbero parlare i cannoni, scrivere le baionette. Cordiali saluti. MUSSOLINI

* Al professor Pietro Romano. (Da: PIETP.o ROMANO -

Note .s11/finteruentiAssociazione torinese

s111Q lorinese ~ il ventennale della villoria (1 914-19 18) PieJro Af;rca, Torino, 1939, pag. 7).

3 settembre. 1915. * Carissima, 1a mia partenza da Milano cosl sollecita, mi ha impedito di rispondere alla tua lettera. Sono a Brescia e ·fra un mese al massimo sarò dove

fa

cs!1iti !~~i1r~~~i ~e~ ~et~~ :~r~~io dal tuo

BIZNITO

·"' A LlYigc Z..lussoliui. (Da: EDVIGE M USSOLINI -

op. cir. -

pag:. 52).

5 iettembre 1915. * Mia carissima,

giornata lwiga e noiosa quella d'oggi, domenica. Il tempo passa più

ft~~~ i~<l:~~ :isa!:~r~u~:o~1~a~~~~r/~!li:ia~5~bi1e~ov~~àdr;:,~:: Ti penso e ti ·abbraccio con tutto l'affetto che sai.

Tuo BENITO ~ A Edvige Mussolini.

(Da: EDVIGll MUSSOLINI - , Op. ,it. -

pag. 5)).


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

212

Carissima,

20 se/tembre 1915, Sabalo mattind. *

ieri abbiamo avuto il battesimo del fuoco dell'artiglieria. Mentre ti scrivo tuona il cannone. Fra poche ore sarò a poche. decine di metri dal ~emico. Il mio ind irizzo esatto è adesso questo: Batt. II Regg. Bers,

OttT:n~~sfn\fi~i~ ;°t~~ jlag~~:h~Jeeall'Edda. Tuo

BENITO

'

* A Edv ige Mussolini. (Da : EDVIGE MussOLtNI -

Op. dr.. -

pag. H) .

28 ottobre 191J. • Carissima Edvige, ho ricevuto il tuo pacco. Ti ringrazio. di tutto cuore.

spcc~a~tr;tirn~ s~:~~0~,~~~l~~\a~~~z~~:. i~toar:~ ~a s~';rt; :;r~~~'. 0

nano centmaia di cannoni. Io sto bene. · Tanti saluti ai tuoi e tu credimi con affetto tuo fratello

BENITO

• A Edvige Mussolini. (Da: EDVIGE MussoLrNr -- Op. àt, -

pag. H). ·

31 ouobre 1915. * Carissima Edvige, dopo la lettera che ti ho scritto ne ho ricevuta una della Rii.chele che mi ha tranquillizzato. Mi sembra che non sia assolutamente più necessario il tuo viaggio a Milano. Lo lascio a tuo piacimento. La mia casa

se~p:t: ?:!~

è ·Hrh~e·gff de~~~ f:~ì~r~i1 e~~:s:~~~sc~!~ t~h;~:ichc giorno andremo in seconda linea, Ci ripuliremo un po·. Tanti saluti a Michele e ai tuoi. Baci alle tue pKcine e tu credimi con affetto tuo fratello BENITO

• A Edvige Mussolini. (Da: .EPv1c;1o MusSOLJNI -

Op. rit. -

pag. )~).

Mil,mo, 23 dicembre 1915. *

Carissima, ti annuncio che ho ottenuto una breve licenza di convalescenza. Scade al 16 gennaio. Se vuoi prendere il treno, io ti aspetto. Sono guarito bene. • A Edvige Mussolini. (Da: Eov1c2 MussoLJNr -

Op. di. -

pag. )6).


213

AGGIUNTE : lE1TfRI!

Mangio per quattro. Sono lieto di aver ritrovato la Milano sempre fiera e patriottica come nel maggio. Taò.ti saluti a Michele, baci alle piccine e a te un abbraccio dal tuo .BENITO

19 r.ennaio 1916. *

Carissima, mi sono presentàto a Treviso e d_a Treviso mi hanno rimbalzato a Ferrara, alla ottava compagnia rifornimento bersaglieri, Qui non so quanto resterò. Certamente qualche gi_o rno. Forse di più. Ma .1 mio turno di trincea non tarderà molto. Ho )_asciato il"_giornale in condizioni discrete. La Rachele è tranquilla.

Pri7a:ti t:~ir!u~ f~s;r~i~~fn:~~~(~ti a Michele e a te un abbraccio da

tuo fratello ·

·

BENITO

• A Edvige Mussolini.

(Da: EoVJGE Mu:ssoUNl -- Op. ,ir. -

pag. 57).

[febbraio? 1916,1 * Caro Angiolino, ci troviamo in prima linea, in piena zona di Plezzo. Vita in comune. Freddo di notte, sole di giorno. Neve, cannonate_e pallottole spesso e.... volentieri! A!Jegria e sempre avanti. Saluti cordialissimi da BENITO MUSSOLINI

* All'avvoca10 Angelo Fortunitn Dan~i. (03 li Pr,pr,JO d'/Jalitt, N. l 4 1, 14 giugno 192) , XII).

Udine, 23 marzo 1916. *

Carissima, trovami a Udine. A Milano sono stato indisposto e non ho potuto occuparmi della tu:1 faccend:t O ra sto bene. Vado in Carnia. Sii tranquilla. Tutto andrà bene. Salutami Michele, baciami le tue piccine e credimi MUSSOLINI • A Edvige Mussolini. (Da: EDVIGE MUSSOLINI -

Op. rit, -

pag. ~7).


214

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

28 marzo 1916. * Carissima sorella, · sono tornato al fronte e mi trovo nella zona carnica, relativamente 1

}:~dd~il~:n~:~~; !~~n~'. ~~,;~:~!~o~~ t::r::t~~~~:~:~a ~:!~z~es~~

bene per quanto hai fatto. Sono stato indisposto a Milano, ma qui sto benissimo, L'aria dell'alta montagna è salutare: guarisce ogni male. Baciami le tue piccine, salutami i tuoi e credimi con saluti affet. tuosi tuo BENITO

* A EJ\'ige Mu.ssolini. (Da: Envmi; MussnLtN! -

Op. rii. -

J"ilK, )8).

14 aprile 1916.,:, Carissiml Edvige, solo o.sgi ricevo la tua lettera in data 1° aprile. I combattimenti di cui parli si sono_ svolti in altra zona della Carnia, non molto distanti in linea d'aria dalle posizioni sulle quali ci troviamo. Qui niente di nuovo. C'è ancora molta neve vecchia, e oggi, tanto per cambiare, nevica; del resto m ontagne splendide, abetaie fragranti e .... baracche asciutte. Tranquillità anche, Solo ieri e ieri sera i tedeschi si sono un po' agitati, ma senza conseguenze. Noi ora li aspettiamo, ma finiremo per a~dare. a .... scova.rii. . . . . Tanti saluti a Michele, baci alle tue piccme e cred1m1 con affetto tuo fratello · BENITO

• A Edvige Mussolini. (Da: EDVIGE MUSSOLINI -

Op. dr. -

p;agg, 5R-59).

Pa1qua, 23 aprile 1916. * Carissima Edvjge, non ti crucciare, non mi hai potuto il pacco. Qui a viv~ri' non si sta male. Si sta infinitamente meglio che altrove. A chi ha provato, come ho provato io, il Rombon ( e tu lo vedrai dal mio diario), pare qui di essere in guarnigione o poco meno. Qui nessuna novita. Da cinque o sei giorni, pioggia, neve, nebbia. Anche il cannone tace. O~f Pasqua, nevica. Grande sulla prima linea. Poco freddo.

se

spedire

tranquillità ~:s~~t:!r:i 1d:t~f~\~a~~i taw:sfn!~:;~:i/'~b:[i·~~t~~;rje~t:i~ r;~~~~tssj;biiit~~~~a ~i

t~~rnc~ ~~~~ak~l~v;~in~~stdiv~~ist~~:: 0

quando penso ai tantl miei amici e compagni e redattori già caduti sul • A Edvige Mus~olini. (Da: EPVICE MUSSOLINI -

Op. dt. -

'pagg. 59·60).


AGGIUNTE; LETTERE

215

campo e alfora si fa più violento in me il desiderio di vendicarli. E non penso alla morte. Il soldato non ci pensa moi e si affid a al destino. 'fien'!1i i~~ormato. sulla malattia della mamma di Michele, alla quale esprimo 1 m1e1 augun. Tanti baci alle tue piccine, tanti saluti a Michele e a te un abbraccio dal tuo fratello BENITO

21 maggio 1916, *

Carissima Edvige,

r;i~~~7i

trov1~ ao~~~r~am~nr~8!si:nfoe s~~ci:~/~1~i tr!~,~~:~odi~v:nc~ traniuillità quasi assoluta. Durerà? Non lo credo. Quando il reggimento,

~~!no ~i1:!~~v;tfo!:!a}i t;;~àd~iJ;fa~~!2J~~ d~s~!:tf~bb~:m'~ dt~~!i ~~~h~r::trr1v::t~e1:~~t~~~~danza va bene. . i:ri~al~tt: ~~h~fiat t~~i die ~~;, ~j::i ~=r~~\:a~bi~~il: n~ credimi tuo ciny:

0

3

BENITO

• A Edvige M ussolini. (Da: EDVIGE MUSSOLINI ·-

op. tir. -

pag. 61).

Caro Michele:

dur:~;~,}~~~i;i~aa~~{Ìa ~uif~:'. 1:e:n~rfi~b~~\o~fs:i~~v;e~:Ji nclf; nostra vittoria. La mia salute _va bene e dove mi trovo nessuna novità è ancora in vista. Salutami l'Edvige, la Bcttina, baciami le tue piccine e credirpi tuo BENITO

-

• A Michele Mancini, marito J i Edvige Mussolini. (Da: EDvlGE MussouNI Op. dr. - rag. 62) .

12 luglio 1916. * Carissima. Edvige, le mie notizie sono sempre Je solite. Spero entro il mese di dartene di più interessa.n_ti: se ci_ sarà, come pare ormai fissato, qualcosa fare.

da

• A Edvige Mu~solini. (Da: EDVIGE MUSSOLIN{ -

Op. à l . -

pag, 6}).


216

OPERA OMNIA 01 BENITO MUSSOLINI

Non preoccupartene. L'unico mezzo per vincere e quindi per abbreviare la guerra _è proprio quello di combattere. Se si muore, buona notte. L'unica cosa da desiderare è che la pallottola appartenga al genere di quelle che ti accoppano senza darti nemmeno il tempo di fare «Ah!». Non farti illusioni sulla durata delht g uerra, perché la seconda campagna invernale è ormai inevitabile. · . Prossimamente il Popolo pubblicherà altre puntate del mio giornale dì guerra. Tanti saluti a Michele, Bettina, carezze alle bambine e tu credimi tuo BENITO

7 al!,OJIO 19 16. * Carissiffia Edvige, la Rachele mi scrive ·che ti lagni per la mancanza di , mie notizie. lo te ne mando spesso, quando sono interessanti. Eccone una: ieri, domenica, una cannonata mi è ·scoppiata quasi letteralmente sopra la testa, ha buttato all'aria ogni cosa e mi ha lasciato incolume. [BENITO)

Op. 61. -

• A Edvige Mussolini. (Da: EDVIGE M USSOI.IN[ -

pag. 64).

8 agoslo [ 1916] ma1tù11J. *

Ricevo stamani la tua lettera in data 4. Scriverò alla Rachele circa l'andata della Bettina a Milano. Qui in ,questo tratto di fronte calma <JUasi assoluta. Fa bel tempo. La mia salute è buona, Baciami le tue piccq1.e e scrivimi spesso. Tanti saluti cordialissimi a Michele, alla Bettina e a te con affetto · tuo fratello BENITO

Op. rii. -

• A Edvige Mussolini. (Da : EDVIGE MUSSOLINJ -

pag. 64).

J3 t1KOJIO 1916. * Carissima Edvige, ricevo la tua lettera. Credo anch'io che, per il momento, sia conve-

~~;fi~:.sen~t~u!\~~~~iti~t:~rf\~i:;"~ !~· r::~~ii~:. non ci sarà una Q~~~a d1/'dtr~:?ad:r:,~~t~:i:~~~~~e:~:a~r~~Xe ~Ìtto~~.p~~\~~::~ 0

• A Edvige Mussolini. (Da : EDVIGE MUSSOLINI -

0

Op, fit. -

pag. 6S).


217

AGGIUNTli: LETTERE

tinuo ad essere del mio avviso : la guerra durerà tutto il 1917 ed è ne· cessa.rio se si vuole vincere. Salvo la cannonata del 6 nessun altro incidente mi è occorso. Sto bene. Qui non facciamo nulla . Tanle cose affettuose a te e a 't utta la tua famiglia dal tuo BENITO

5 uttemhre 1916, * Carissima, ricevo (!&gi la tua lettera, Non ho nulla di nuovo da dirti. La solita vita. Qui siamo ~uasi in inverno. Stamattina nevischiava. Sono .già impegnato a diventare .... un orso bianco. Niente sentenza finora. La mia salute è ottima . Questo è il mese del << fausto evento» per la Rachele. . Tanle cose a te, Michele e Bcttina e t utti, tuo BENITO

.. A Edvige Muss?lini. (Da; EDVIGE MUSSOLINI ""."'""

o,,. àt. -

pag. 6G).

1 dicembre 1916. * Carissima, vado stasera in trincea. Qui siamo alla vigilia e non molto lontani da qualche cosa. Spero che tutto andrà bene e che andremo sempre più vicino a Trieste. Ti mando i miei più affettuosi abbracci insieme a tutti i tuoi. BENITO • A fdViRe Muswlini. (D.1,: EDVIG E MUSSOLINI -

Op. cii. -

pas. 67).

23 dicembre 1916. * Cadssima Edvige,

tJ~ 1~~ J:r~aJ%~1tc! t~iil~~~~la;~f~c~t~~eò

fini~aa P~~f 1: !~f~refaclt\~ Q ui noi siamo inchiodati dal maltempo, che ha tramutato il Carso in un pantano di fan.Bo_ rossiccio. Si dice che J'azione è sospesa, ma nessuno sa nulla di preciso. Q uanto a mf:' non pensarci. Io sono un vecchio soldato, che conosce ormai la te<nica J el combattimento. Ma se uno è destinato, segnato, muore. · • A Edvige Mussolini. (Da: Eov1Ge MussOLJNI -

Op. ,il. _;, pag. 68).


218

OPERA OMN[A DI BENITO MUSSOLINI

avv~~i:~n~~e~l

h:i7ort~~:~ d~atr~~~e:e.sul Carso è passato senza grandi 0

0

Io mando a voi tutti moltissime cartoline e lettere ogni giorno. In triocet:1 si ozia e scrivendo si passa .il tempo.' Le notti sono interminabili, ma io dormo tranquillamente, malgndo l'abbaiare continuo dei nostri cannoni. . Ti faccio tu tti i miei auguri, li faccio a Michele, alla Bettina. Baciami le tue piccine. Scrivi spesso alla Rachele. Un abbraccio dal tuo affezionatissimo BENITO

CarIO, 18 febbraio 1917. "' Carissima Edvige, la cartolina che mi hai spedito da Forll insieme Con Michele non l'ho ancora ricevuta. Ho ricevuto invece la tua lettera. Tu e Michele dovete ridere sopra alle ciarle degli imbecilli e dei vigliacchi . .Michele è della Territoriale ·(non più truppa combattente); quindi ha diritto di rimanere nell'interno. E poi sotto alle a'rmi ognuno eseguisce gli ordini che gli vengono dati e sta dove lo mettono. Quanto

~:!:

T:~~~\it ~~~

1

0

t;~c;r:~e!~ 1:zi~e~~\ s:r~ni:~ ,\~ fu:a c~l;t~:~: do~ la quale precipiterà verso la conclusione. n questione dì mesi. Quanto al reparto dove sono passato non avere preoccupazioni. Il pe·

~~~~;; ;r;~tl ~tt~gf~:1~ad~ ~:::~

~te

aJ:!\~h:~et~f!a~e:~~~;pi~~;! le più grandi battaglie del mondo. A cannoni stiamo bene; anzi benissimo e <JUesto è l'importante. G li

01

~:ti~~~civ:;a~he'ean:~h~ f!1~r~IO!ì~~~; ejre~!W!:tin: mido!~e:t!:~adt q uota 144, .che è la mia ed è la più terribile del Carso. Dal giorno della

Ò:i ~:alt!~,:!0o~~~ 0h/ c:~~oai~::1:niir,inì fuori combattimenlo.

La D. [ alser] , secondo q uanto llli scrivono da Milano, sarebbe andata dal mio avvocato a ritirare il primo mensile e a promettere di fin irla. Difatti 'io non ho ricevuto più lettere e credo che anche! la Rachele non sia stata più torturata. Quanto al freddo, la Rachele mi scrive che anche a Milano è stato 1ei·; ~::v~~Il~a~:v:.aQ~~J~t/in~~fenafre~~. 5 Pensa che per coprirci non abbiamo che il cappotto e due coperte di lana, Eppure casi di «congelamento>> non se ne sono avuti. Quanto alJe dimostrazioni donnaiole, qui n'è giunta appena l'eco. Molto bene le condanne severe. Tu comprendi che non può essere per· messo a poche incoscienti o fanatiche, ignobilmente sobillate dai preti rossi, di sabotare l'Italia e b <( causa santa» della Quadruplice, per fare il gioco Jel Kaiser e ,compagni criminali. Qualche esempio e la smet· leranno.

;!%C:~

:ac:~~!~beiJ:'.

• A Edvige Mussolini. (D:1 : F.ov1ce Mussou ~r - Op. dt. -

pagg. 69-70).


219

AGGIUNTE: LETTERE

La mia salute è ottima.

9_ui sul Carso si muore o si diventa d i acciaio. Scrivo alla tua Rosetta. Ricordami a Michele, alla Bettina, e credimi con un forte abbraccio tuo fratello BENITO

22 febbraio 19 17. * Mia carissima Edvige,

d~t;;~it~oJ~:

1 stag!~: e,vt~to ft;e~tr~;s;:;igt~t;~eS~n; :~t~;~oc~: qualunq ue cosa accada, tu saprai compiere, nei riguardi della mia fa. migliola, i tuoi doveri di sorella. Il tuo Benito te ne sarà grato. Un abbraccio a te e ai tuoi, tuo DENITO

* A Edvi,~c Musrnlini. (D a: EDVIGE MUSS0 1.INT -· o p. oit. -

pag . 71).

6 marzo 1917. * Carissima Edvige, ho voluto attendere per scriverti di mio pugno. Ma non posso reggere a Jungo la penna. Vado mig liorando. Ma sarà lunghissima. T i abbraccio, tuo fratello BENITO

* A Edvige Mussolini. (03.: EDVIGE M USSOLINI - op. d r. -

p.1.g . 7 1).

13 marzo 1917." M ia cara Edvige, stamani p er la prima volta dopo tante brutte mattinate, la med icatura mi ha fatto soffrire quasi niente. Buon segno ! D el resto la mano sinistra è guarita; si tratta ora di ridare il movimento alle dita. La ferita al p iede .sinistro, che era tanto dolorosa, va guarendo; le ferite alla spalla clestra vanno benissimo. :E: la gamba destra che fa la matta. Io penso che per la fine del mese potrò ven ire a Milano. Faremo Pasqua insieme. T i abbraccio, tuo BENITO

* A Edvige Mussolini. (Da: EDVIGE M USSOLINI -

Op. cit. -

pag. 72).


220

OPERA OMNIA 01 flENITO MUSSOL INI

15 ma,zo 19 17. • Carissima Edvige, .. lentamente vado rniglior:1."ndo. Molte fe rite sono in via di gu.arigione, ma quelle della gamba destra sono un po' ri belli e costringono i medici a staglìuzzarmi un po'. Il capitano medico è un chirurgo valentissimo. t: stata la mia fortuna. Ti abbraccio insieme con tutti ~- tuo i, tÌlo , BENITO

* A Edvige Mussolini. (Da : Eov!CE MU SSOLINI -

Op. rii. -

pag. 72).

18 apri/e·1 9 17. *

Carissima Edvige, ieri ho ricevuto una lettera di Michele. Mi sembra molto tranquillo.

Io credo fra l'altro che gli sarà possibile di andare come telefonista. Jo sto meglio. l e medicazioni n(?n ml fanno più male. L'osso CO·

;~n~:pi~t~::~i[i~~;

/ ; J~~o;i,i~ c!:ft~se bel tempo, ci guadagnerei una

La Rachele sta bene e viene a trovarmi tutti i giorni nel pomeriggio. Edda e Vittorio stanno bene.

~~n:ir~; g: iee ~1f"/~~~;ie

s:;:~:ifl!.

ultimi mesi di guerra. Baciami le tue piccine e tu ricevi un abbraccio dal tuo BENITO

• t,, Edvige Mussolini, (~a : E DVIGE MUSSOLINI -

Op. cii. -

p:ig. 73).

[Milano, 27? mau io 1917. ] • Dali'OJpedale di l)ia A ren11. Carissimo Dino, quando stamane tuo fratello .m i ha recata la triSte n'otizìa, sono rimasto percosso dal doJore." lo non so trovare parole adeguate per esprimerti tutto il mio affetto di commilitone che ha vissuto con te molte delle ore tragiçhe e grandi di questa guerra, e la mia ammirazione per ciò che hai compiuto e per i l sacrificio tuo è w ande. D irti che tutti i miei auguri sono per te, e superfluo. Tu sai che ti sono stato sempre più che amico, fratello; oggi poi, santifirnto dal tuo sangue, il tuo ricordo è parte viva della mia anima. lo spero, io voglio vederti presto qui. a Milano. Ho ferma fede che la tua forte e p romettente giovinezza supererà il male. . Ti abbraccio fraternamente. Tuo MU SSOLI NI

• Al tenente Dino Danesi. (D:1 li PoJ,o/q d'fo..'ia, N . 141,. 14 giugno 19n, XII).


AGGIUNTE: LETJ"ER I!

221 29 at,osto 1917. *

Carissima Edvige, · hai rag ione. Ti abbiamo trascurata. Io ti ho scritto dal mare. Sono tornato giorni fa, per essere visitato, perché 1'11 scadeva 1a mia licenza. Mi hanno accord ato altri sei mesi. La Rachele è a Luino insieme coi pie~· cini e stanno tutti bene. Avrai letto sui giornali il furto. Il danno è stato di un migliaio dì lire, forse meno. Non hanno toccato la biancheria e denari non ce n'erano. Adesso abbiamo ferrato la porta. Verso la fine del mese andrò anch'io a Luino. Qui a Milano il caldo Io sto bene, e come vedi, sono sempre in battaglia; sia

~~;:1r::~r:!::1.

Baci alle tue piccine. Dammi notizie d i Michele. Un abbraccio, tuo Bl:NlTO

• A Edvige Mussolini. (Da: COVIGI MUSSOLINI -

Op. cii. -

pag. 79).

[a;:osto? 1917.] * Egreg io Amico, non posso muovermi da Milano. Ho ancora una ferita aperta ed è certo che :i ci:uest'ora sarei guarito se fossi stato a riposo, mentre.... Ma un viaggio smo a Torino potrebbe ricondurmi ancora in alto mare. Perché non interpella Bissolat1, magari andando in commissione a Roma per invitarlo? Cordialissimi saluti. MUSSOLINI

• Al proft.~snr Pietro RnmaM, che l'aveva invit.110 · a tener.i una conftren:ta a T1Jrino. (Da: PIETRO ROMANO - Ot,. tir. - pag. 12).

Roma, 26 ottobre 1917. * Carissima EdVige, io tornerò a Milano alla fine ,del mese. Partirò di qui la sera del 31 e giungerò a .Milano al mattino del 111 novembre. Non so ,quanto mi fermerò a Milano. Certamente una quindicina di giorni, anche nel caso che l'edizione romana continui per tutto il mese di novembre e oltre. Ho molto piacere che tu venga a Milano anche per distrarre la Ra-

ch~lfo est:nb:e,u~ofo0 ,Iad~ec~~p:~eni~~n vuole chiudersi. Si chiuderà. Qui a: Roma il g iornale s'è g ià imposto. • ..A EdVigc Mussolini. (Da: EovÌc.e MUSSOLINI -

Op. tit. -

pag. 80).


OPERA OMNIA DJ BENITO MUSSOLINI

222

vrest ~:rW:e ~r;~ iti:~iivfrr.b~~. ~~r~~mdkle? t~ri;r!1°u~h~g~ft 1

~i soprattutto scrivi alla Rachele, Un bacio alle tue piccine e a te dal tuo

llENITO

Roma, 18 dicembre 1917. *· Mia carissima Edvige, ricevo la tua lettera. _Io credo che non bisogna abbandonare tutte le

~tt:ad;~ ~cili? m~::. \~~khr:i ~~l~~ea~nttr;v;~~i~te cte":i:~~~o st 0

stato costretto a darsi prig ioniero. Chissà in quell'enorme, indescrivibile momento cosa è successo. 1o credo che bisog na interessarsi ancora di sa1 5 1

fae:;: e:or~~';b\~~~ Ìa ~~~ à~lf!a::t~~/r::~~\a~ia:e~~s:~:t~ ~~iti~.

~:I:·;~;~\he\fe~;~1ce;~i~~mb~~l;;~c;t~~ ~: ~r::r i~ ~h:r::ct/1~~ 0

rante una ritirata lovuta all'incoscienza del Governo e al tradimento.dei tedeschi d'Italia. Bisogna guardare in faccia il destino. Io non so ciuando tu abbia avuto una notizia definitiva che cosa intenderai di fare, In ogni

~i~~j;;c:~:iq~~li/;h:~ar;i; ~:!sfa;f~i.b~~nit~e fir!le~\~e s~n':~!ar~ ventotto chilomctri da Venezia, Roma è piena zeppa d'imboscati. Che vergogna! Baciami le tue piccine e credimi con un abbraccio tuo fratèllo BENITO

* A Edvige Mussolini. (Da; Eov1CE MUSSOLINI - op. ciJ. -

pagg. 8S·S6).

Idi/ano, 31 [dit:embre?J 191 7. * M ia carissima Edvige,

men1

~:n

1

:o.~~nf: JYi~:tof:r~!ie~t~ h~g~f~ ~ie~~-CN~11?a~~es~e~ir~ :~ comunicazioni, io non ho perduto ancora tutta la speranza, perché mi consta che molti caduti prigionieri all'epoca del nostro disastro,- solo in questi giorni hanno dato notizie. N on ho bisogno di dirti <jUaota parte prendi? alla tua ansia. Qui niente di nuovo. la Pina è venuta a passare qualche giorno a Milano. Noi stiamo tutti bene. Arnaldo è a M ercato Saraceno. Baciami le tue piccine e credimi con un abbraccio affettuoso tuo BE NITO

* A Edvige Mussolini. (Da: EDVHiB MUSSOI.INJ - Op. ,ù. -

pag. 83).


~

'J, 223

AGGIUNTE: LErrnRE

Febbr<Vo 19_18, *

Carissima Edvige, ho tardato q ualche giorno a risponderti }'ttChé, come i:'uoi immaginare, attraversiamo un periodo di intenso lavoro giomalistJCo. Vengo. a 9uanto mi dici. Per le cmciueccnto lire non ci pensare, non le voglio più. Ti chiedo soltanto di mandarmi di quando m <juando un po' di zucchero, s~almente necessario ora ·che la Rachele s'avvia al parto di un altro bambino, che sarà., forse, più tenibile di Vittorio. Arnaldo ha i:!e-

~i~~si%:~~ct:i~si

/i:r::\~:r~n°~seeda!d~~at~ -~si9;~;~ ;~/~:;~~:;

il corso allievi ufficiali e poi sarà quel che sarà. Io continuo a passargli lo stipendio nella misura di cento franchi a lui e trecento alla famiglia. L1. ~alute è buona, malgrado il freddo caoe. . . Un bacio alle tue piccine, un saluto a lla Bettina e a te un abbraccio dal tuo BENITO

• A Edvige Mussolini. (D.1.: EoVJCC J\lussoLINl -

Op. rit. -

pag. 87).

RQma, 11 (iprite 1918. *

Carissima Edvige, 1

~~:~ ~j

segn"::0 l~v~: ~~~f~~f.t?~~i~;~dfa/:m~~~t~p!1~~u;J1•:ffi~;~ richiesto, ma è tornato dicendomi che dovranno passare ancora alcune settimane prima di avere notizie precise. M i ba detto che col tramite del Vaticano la ·richiesta avrebbe un corso pili sollecito, ma io gli ho proibito d i rivolgersi da quella parte. Tu stessa non vi hai pensato e ti appro,·o caldamente. Se il nostro Michele è a Cassel, prigioniero, lo si deve ai ~esponsabili del.la disfatta oscura e infame e tra questi responsabili sta ,n prima linea il Vaticano. Precisamente! Abbi pazienza, mia carissima, e attendi. Quando sono partito da Milano, la Rachele era assai avanti. Ma nessun teleg ramma mi. è ancora giunto. Tornerò a Milano sabato o do-

menica,

Un bacio alle tue piccine e un abbraccio dal tuo BENITO

* A Edvige Mussolini. (Da: EDVIGE M USSOLINI - op. cii, -

pag. 88).

18 ottobre [1918 ) . * Carissima, uno sgombero a M ilano è una faccenda d~rissima. Basta. Siamo nella nùova casa in Foro Bonaparte ;s e, come vedrai tu stessa, è infinita. mente mig liore di quella che abbiamo !asciata.

* A Edvige Mussolini. (Da : EDVIGE M USSOLINI -

Op. ,;,. -

pag. 92).


l 224

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

L'anno scorso passasti dei siorni tristi a Milano,. a cagione di Capo· retto. Ma ,quest'anno la situazione è diversa. La Bulgaria è a terra. La. Turchia anche. L'Austria sta male. La pace con la vittoria è vicina, forse vicinissima. Ti attendiamo senz'altro. Dimmi in che giorno arriverai, Un abbraccio a te e tutti dal tuo BENITO

Padova, 17 dicembre 1918. • In viaggio per Trieste ! Tutto bene. Tornerò a Milano verso la fine della settimana. Saluti e abbracci' tuo fratello BENITO

' A Edvige Mussolini. (Da:

EDVIG E

MUSSOl.lNI -

op. ,ù. -

pag . 9}).

[10? marzo 19 19.] • Mio caro D'Annunzio, verso la fine del mese il Popolo d'Italia lancerà in tutta Italia una rivista mensile dal titolo simbolico di Ardtfa. Lo sarà, io spero, anche nel contenuto, prevalentemente letterario. M andatemi, vi prego, un vostro saluto, un vostro grido di raccolta o di audacia, una pagina vostra: Vi ringrazio e vi saluto con tutta cordialità. MUSSOLINI

* A Gabride d'Annunzio. (Da Epo,,1, N. 113, 6 dicembre 1952, II). Mila'no (dicembre 1919] . * Egregio Signore, . il suo nome figura tra i promotori' della ~ottoscrizione per Fiume, pubblicata sulle colonne del nostro giornale. Questo gesto dimostra, oltre a un fervido senso di amore patrio, che ella è un amico del nostro giornale ed un simpatizzante colle nostre idee. 5 lei ~~in~ita ~:~r;:a:~~:~:·~~a~~~!~\f~~~:e,/f,a/t r~~l,fa~~O~ Né crediamo sia necessario ricordarle che nesh abbonamenti sta la vera potenzialità politica del g iornale e la mighore salvaguardia della sua

mdipendenz.a. Noi crediamo fermamente che questo appello sarà raccolto ed in tale fid ucia distintamente la salutiamo. Ml!SSOLINI

• Da.ll'originale,

I


AGGIUNTE : LEl TERE

225

4 m.ttx,io 192 1, * Caro amico, venerdì 13 sarò a Verona. Per il resto, mi rimetto a voi. Salve ! M USSOLIN I

* Al giornalista Giulio Cesare Zenari (Fi-dg;owttdo), membro del Direttorio fo5cist,1 veronese. (Dall'o rigim1!e).

3 1)uf!.no 192 1.* Carissima, scrivo immediatamente al Direttorio di Dologna per il tuo raccoman· dato. Sono tornato da Roma e riparto domani sabato. Per lutto il resto scrivi ·al marchese Perrone Compagni, segretario reg ionale, dicendo chi sei e avrai q uanto desideri.

Saluti a tutti, tuo B.ENITO ,i,

A Edvige MussoJ'inì. (Da: E DVIGE .M USSOLINI -

Op. (it. -

pag. 105).

M ilano, 16 f!.ennaio 1922, * Caro Florio, colgo )'occasione della presenza a M ilano deJl'amico GrannelJi Renato per mandarvi i miei più fraterni salut i e i miei più fervidi auguri. Sento che vi gìungeranno grad iti. Ammiro in voi l'intrepido combattente della santa causa.

«Eia!». MUSSOLI NI

* Al tenente Federico Guglielmo Florio, che era. rimasto gravemente ferito in seguito ad alcuni colpi di rivoltella spa ratigli da un comunista a Prato 1'11 gennaio. ( D a ; M ARIA L UISA FLOR10 ..:__ Ft derho Guglit lmo Florio nella vita t nell'optra - Stabilimento Tipografico Fratelli Stìanti, Sana.sciano Val di Pesa, 1923, p.1:g. '.13).

lfehbraio? 1922.] * Gentili Sig nore, la loro lettera mi ha profondamente commosso, e dico, con umiltà, il mio grazie !

* A Maria e Maria Luisa Florio, rispettivamente madre e sorella di Federico Guglìelmo. (Da ; MARIA LUISA FLORIO - Op. dt. - pagg. 19}·194) . u .-:snv,


OPERA OMNIA DI RENITO MUSSOLINI

226

Avrei voluto trovare parole ancora più alte per esaltare e sublimare il sacrificio di Federico Florio. Egli rimane nel cuore memore delle nuove generazioni. ! fascisti lo onoreranno sempre; non lo dimenticheranno mai. . Se accadrà che io mi fermi a Prato, andrò al camposanto per gettare fiori sulla fossa. Saluti deferenti e cordiali da MUSSOLINI

6 marzo 1922. * Egregio Signore, vedo dall'ultimo numero del vostro giornale (Italia Nuova) cbe avete la -grande amabilità di mettermi, insieme coll'on. Federzoni, nd novero dei vostri amici, Vi ringrazio di tanta degnazione, ma vi prego di sostituirmi con Giacinto Menotti Serrati.

Ossequi.

·

MUSSOLINI

• All'avvocato Piero Marsich. (Dalroriginale).

Milano, 25 [seJtembre 1922] no/te. * Caro Farinacc( ti rinnovo il mio plauso per la magni.fica rassegna delle forze sindacali. e fasciste della tua provincia. Tale plauso lo estenderai a tutti i capi

ftnessuna f~esctf:i~:i~o~~s~ f ~~abf~~ ::~~a:~s~f::1f3fo~~~d:d{7~~~ ~t violenza o insidia bolscevica riuscirà a spezzare. inniT}af:1~fi0

Milano.

c~~m~~e~i~~,c1fé ~:ffj~m!e:aus~~a f:,/t~~~o~:~e~l~~~!m~

Un abbraccio, tuo MUSSOLINI

* A Roberco Farinacci. (Da: PAOLO PANTALEO ·- /1 faui!mo "'mon,u Stabilimento tipografico Soc. cd. Cremona Nuol!a, Cremona, 193 1, pag. 217).

Milano, 2 ottobre 1922. :I! Egregio ricevo le bellissime, indovinate cartoline**, e mi compiaccio dell'iniziativa, alla -quale auguro successo. Sempre avanti, per i1 fascismo !

camerata,

MUSSOLINl

• Al dottor Edoardo Pantano. segretario politico della Federazione provinciale veronese ddl'avanguardi:i. giovanile fascist:i.. (Dall'originale). u Si trattava di cartoline artistiche di propasanda fascista, fatte stampare e diffondere dal Pantano,


227

AGGIUNTE: LETTERE

Afilano, 6 01tobre 1922."' Gentile Signora e Signorina, gra~d:,i~t~~z~o i~t!;~~?c~til/1ed~~j~: gelose, con venerazione. Osseciui. 4Cordialità rispettose,

F~1~~~:òf

r:~8i~:i:~0~0s~;g MUSSOLINI

* A Maria e Maria Luisa Florio. (Da : MARIA LUISA FI.ORIO -

Op (Ù. -

pag. 195).

Roma, 3 dicembre 1927. * impe~it~ diiaz~s~~ta~~i 1 m~~~c~~z:v~irt~o~b~!tin i~l~~c~~l~~i~ prima <lel suo ritorno a Belgrado. · Penso d'altronde che può forse riuscire di utilità ancor maggiore il manifestarle con una mia lettera personale, che intendo destinata a lei ed al signor P~ié, in modo franco, esplicito e preciso il mio pen• siero sui rapp<?rti fra i nostri due Paesi èd il conseguente mio punto di vista sulla definitiva esecuzione <lei trattato di Rapallo .. 0 8r~~ne~~i:~~e~~r:t~1;r!s°~8dre,u~1 salu~: razione. I miei sentimenti verso Ja Serbia sono da tempo di pubblica

da

i~fi~ ~1i~~~~i~o~~~ ~~~~td~~

td1

~!~1f

?~~o~ia:i i~~e~!~ifi~l:: uiftf:i ~n=rbia dalla figura politica che Da quando ho assunto la responsabilità del Governo, il mio atteggiai~ol~:~rdi: ~~~~ate Ì~\~~~~~z! ~ ~~~ u~~it/f.:rtl d;H~;e~i~~~t~ che per l'Italia annettevo a tali relazioni ricevendo subito il vostro rap· presentante, solo dopo, l'amba.sciatore d'Inghilterra, che mi aveva fatto pervenire precedente richiesta, e prima ancora di aver veduto g li altri ambasciatori o altri ministri presso noi accreditati. Al signor Antonievié dichiarai immediatamente essere io un fautore convinto aell'utilità delle buone relazioni fra i due Paesi e essere mia fondamentale dottrina dì tener fede ai trattati ed ai patti conclusi, quali essi fossero. Gli aggiunsi

ho

0

13

0

~fePa~l!~~~~:,e pe:ra 1~ r:i~!p~Ì: ac:~dri:ot: 1:1c:s~~eta a;:!gt:~~~;~~ la definitiva esecuzione del trattato _di Rapallo. Queste affermazioni ho in seguito, ed in modo formale ed incidentale, in varie occasioni, pubblicamente ripe_tute al Parlamento italiano. Queste dichiarazioni ebbi occasione di confermare a lei a Losanna. 'Queste dichiarazioni io le ripeto per

d~Ìfa

f~d~Ie

0 iSCr1oti~~~~\~llac!~~53 r~~~l1:/~~~e~~a~ifo~~r generale, fummo d'accordo nel rio;moscerc che, data la posizione .geografica dei nostri Paesi, le buone relazioni fra di essi soao condizione md1spcnsabilc

• .Al ministro degli Affari Esteri di Jugoslavia, Moméilo Ninéié.


228

OPERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINl

alla loro efficenza e che il non praticare tale -politica costitu iva un elemcntò di debolezza per i due Stari ai fini che ciascuno dì essi si propone di raggiungere, solo giovevole ad interess,i di terzi.

con!~~ ~~1't~11~t~h~ ;i~d~~od~t~~e!~~~=a!t!~~arifi~i:~rz~~cr: ~:t~eit~~ 0

0

1

. Jità. in ,questioni particolari pel ragsiungimento di più alti fini per fa vita dei popoli, e mi dichiaro quiod1 pronto a fare quanto è in me per realizzare- tale politica.

Se il signor Pafo: e voi siete ugualmente convinti di questa, pec me,

~;io;:atf~\,v:r~\;:\itf~r~rid~ ~r~~~J~gt:::,ii~'za~J;ete fare quanto è in Non vi è dubbio che le transazioni stipulate a Rapallo sono state esco3 1 0 ~~il~r

filtb~o~~ :~t: i~~~- :~ss~ ~~l~~i:à ~!n:~~!t~ai! t~:n~:!{~nr!i~~~ nessero fine a se stesse, esse non soddisferebbero nessuno e l'averle concluse rappresenterebbe opera assolutamente vana. Per queste ragioni è evidente la fondamentale importanza che avrebbe per il Governo di Bel~rado il constatare che queMa politica venga accct. tata e praticata dai partiti nazionali italiani. Ciò costituirebbe una garanzia

~~: 1~~ ~rr~8~i~0:;e1~.N~s~\f0iì!~~af~~~~e'~~:1~g~t~0 s~e1:ier~~fi~r:;. venisse praticata J:i me e dal _Governo nazionale da me presieduto si potrebbero realizzare in un colpo <jUCi vantaggi e <jueì risultati che diversamente si sarebbero, forse, potuti solo ottenere col volgere degli anni a mezzo di un costante lavoro e di assidue Qlre. 1l vostro Governo deve perciò rendersi ragione· degli immensi vantaggi che ricaver~bbe dal non ferire eccessivamente in occasione degli s8"omberi il sentimento nazionale, mettendomi, cosl, in condizione di riuscire a far penetrare anche nella coscienza dei partiti nazionali più 1 1~te s:~ir~~r;i~fidt~~e~~trf~c1~~nt~~ens:;~rale fra i

~~;;; &~: ~a~sV

Mi rei:id·o conto de1Ie difficoltà d·ordine interno che per tale riguardo possono inceppare l'azione del Governo di Belgrado e quelle gravissime che esso può incontrare per procedere a nuove concessioni, ma mi sia lecito a ~uesto proposito fare le seguenti constatazioni : che io stesso non voglio chiedere ne~ un mutamento a[[e stipulazioni che possa CO· 1 ~~~beeri~ee~ter:eJ!/ e;~~:ed!Jr:a~\ni~:Ja~~~~ ed~h~~~~~i:0~:~t~~ rappresentano una grave ferita al sentimento di taluni elementi dei partiti nazionali_in Italia, devono invece provocare la maggiore soddisfazione a Bel~rado, se non fosse altro, per tagliar corto a tutte le supposizioni, a tutti 1 sospetti e a tutte le insmuazioni propalate circa i propositi dell'Italia, specie da quando il Governo è stato assunto per mio tramite dal fascismo. Ora io, ai fini predetti, chiedo formalmente di essere messo in condizione di poter eseguire immediatamente lo sgombero dei territori ancora occupati in modo da poter rendermi iS.i.rante della comfileta adesione del f.?t~~~s:~a~~?od:~'pfe~t.itica che noi giudichiamo uti e di attuare nel-

i~:~

le mie richieste riguardano Fiume e Zara. Quanto alla prima città, chiedo il formale impegno che attraverso i


I

AGGIUNTE : LETTERE

229

~adl~jS::J!\t~~;i:~i~iex:~~\~1tlnre::~f~~~gi~i;id;:;sl~i!~el~~~~;s~

saria durevole garanzia, assicuri quella ital ianità di Fiwne che è stata causa di tante dolorose vice nde e di tante dure controversie. Giudico questa condizione ind ispensabile al mantenimento d i rapporti amichevoli fra i due

:~~~~

~

0

a~ci~~!~~;~idf~orl:;~afi~~erJJrd~een~;:ti'.a~:~!~;,ed1~e!~

samente, diventando piattaforma d1 tutti gli intrighi, essa costituirebbe il pomo della discordia, di cui si varrebbero abilmente interessati elementi esterni per fomentare le ostilità fra i due Paesi. Quanto alla città di Zara chiedo che le sia concesso a titolo di respiro l'isola di Ugliano. Queste concessioni, contrariamente a quanto si potrebbe suppone, e cioè che, dando luogo a nuove lunghe trattative, sarebbero r:1gione dì un conseguente rinvio dello sgombero della te rza zona dalmata, r:1ppresenterebbcro invece il mezzo ?iù rapido per g iungere alla definitiva soli!-· zione, dandomi l'opportunità di sciogliermi dall'impesno assunto dal mio predecessore; e che non potevo non rispettare, d1 sottoporre cioè gli accordi alla ratifica parlamentare. In tal caso, quando, nella forma che il vostro Governo ritenesse più opportW1a, mi fosse data la forma le assicurazione dell'accoglimento delle mie richieste, passerei senz'altro, con la. sola ratifica del Governo, alla esecuzione degli accordi, procedendo allo sgombero entro il dicembre corrente. E ciò che a mio giudizio dovrebbe im portare al Governo· di

!:1t;~oai~t~~z~l~;dc:ii :i;~li1f:;es~~i: ;~ ~!fl~t~{~P!ffini~e~~~h; . immediati, che il Governo d i Delg rado intendesse realizzare. Qualora invece il Governo di Bel~cado non aderisse alle mie richieste, sarei costretto a procedere per le vie normali, quali erano state prece-

~~~~;;:':i8~:~~:r: ·c~~

0

:i;d:~~ ~~~:~:

fs:i~~ft~i~t!~~ :~ a ali~;~ conformi a1 nostri desideri. Malg rado che io non intenda .riaprire il Parlamento prima della fine d i gennaio, sono dìs,ra:sto a convocarlo anche prì~~:~::e~~l:ff r~i~~:; rja sJ~;:~~i~~ ed! s~ÌÌ~:i~~:.r1~;!:~va~ione del Parlamento senza che il Governo di Belgrado s'impegni a dare alle stipulazioni di Rapallo quella giusta interpre_tazione che scaturisce dal testo e dallo spirito con cui furono concluse, risolvendo anche con lo spirito amichevole, rispondente a quello che gli accordi intendono realizzare, tutti i casi pendenti in relazione al disposto dell'articolo 7 del trattato. Questi casi danno ragione alla corrente estrema che sostiene che l'Italia non abbia l'obbligo di eseguire i patti di Rapallo dimostrandosi la Jugoslavia inadempiente. _ . La legazione di Belgrado è perfettamente al corrente di tutti questi casi ed è naturalmente a vostra disposizione per giungere con la rapidità che· si ritenesse del caso agli accordi. Credo così di avere esposto in modo leale e preciso i miei intendimenti. Spetta ora al Governo di Belgrado di farmi conoscere <.juale via intenda presceg liere e mettermi in condizione d i effettuare l'e,·acuazione dei territori ancora occupati. . · Il senatore Cont:-trini, che è perfetta"!ente al corrente del mio pensiera,


230

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

~rà aggiungervi a voce tutti quegli schiarimenti che vi sembrerehbe utile di . avere sui vari argomenti. MUSSOLINI

Roma, 20 dicembre 1922. • Gentili, care Signore, uno dei giorni più inquieti e tristi della mia vita fu quello in rni mi venne annunciato rassassinio efferato· del nostro caro, g r_ande, intrepido Federico! Dico nostro, poiché era di tutti noi, l'ra dd fascismo, era soprattutto, sempre e dovunque, dell'ltalia !

s~:~t~'.

0

~u~r~~tcu~àra~:;

nim:c~~a c~:attz:~d~sfi ~i :uua 1~t1~:sif:;~~t~ compiuto. Gloria immortale a coloro, e a Federico tra i primi; che col sacrificio ineffabile prepararono, fecondarono, consacrarono l'evento. Con tutta la mia infinita devozione. MUSSOLIN I .. A 1,,fari.1 e M.1.ria lniM flloril'l. (D.1: MARIA lUIS,\ f-LORIO pag,s;. ,-7). ·

o,,. dr. -

Roma, 21 dicembre 1922, * Ho letto con molta attenzionè il. suo rapporto sulla situazione nclJ'isola di Malta e sui sentimenti che denunziano un risveglio dcll:1. coscienzri. n:1.zionale italiana nel popolo maltese (J_uale conseguenza del rinm.wamento generale della na,zione italiana. Ne sono particolarmente lieto e la prego di tenermi informato di tutti g li sviluppi che questo movimen to, ancora allo stato crepuscol::ire, potrà avere in seguito. MUSSOLINI

• .Al coowll! d'ltllia 11 Malt11, Guiclo Rocco.

. [1922?] • Carissimi, se lo ricordo i l caro i l valo roso1 l'instancabile plotonista Carlo Santi ?

I'a~~ii~?~t 7;sfoe

;~~d:e~~iccao~{ea~i~~a~~i;cdi c~~jbbiq~el!~fri~ Eg li era ver"amente un soldato d' Jtalia. Un combattente nato. Un fiore magnifico della nostra stièpe. Io soffersi quando seppi che ~ra morto · . olocausto della vittoria, Ricordatelo voi. Ricordatelo sempre. Fatelo rivivere non solo sui gagliardetti di s,quadra, ml nelle vost re anime. Come un simbolo, come un esempio. Di più non posso dirvi. Vi abbraccio. MUSSOLINI

• A.gli squaJ risti di · Devagn3. (Da Jl Popolo d'Ttalia, N . . 173, 2} luglio 19}0, XVI[).


231

AGGIUNTE: LETIERE

Roma, 1.5 gennaio 1923. • N ei miei recenti telegrammi alla regia ambasciàta a Londra ho svolto alcuni concetti noti d'altronde a Vostra Eccellenza per chiarire il nostro atteggiamento nel problema delle riparaZioni, nonché in relazione a talune situazioni che appaiono possibili come conseguenza della linea di condotta seguita dalla Gran Bretagna. Credo opportuno fissarli qui sotto. A) La Gran Bretagna si è dipartita dairltalìa con la presentazione di un progetto per le nparazioni che 1a danneggiava nei riguardi dei suoi crediti senza darle un adeguato compenso nell'abbuono dei debiti; con 11 0 ::rdfcor~g:~:~si~i;e"~~~~t: : potenze avevano fino a ciuel momento mantenuto per la soluzione del

rc~~~~~:a d~~~~it! ~~11~b~!~?~~~t~h!~~

problema.

Come è stato già esposto nel telegramma numero 96 •*, il problema riparazioni debiti è un binomio inscindibile e deve trovare, con Ja compensazione dei suoi elementi, la soluzione del problema delle riparazioni. Per contro con l'assenteismo inglese, il problema tende ad una

! :::i:i:~~i~~~~t:~ i~~~faed1:e~i: f:ap :1~\)1::~r~:eJi~oif:11~ ~~r~~~\~ 0

debitrice. In questo senso deve apparire la possibilità dì un blocco cco-

nom~;:;

i

0 ; :~~~n:il·In!~il(e~~~e i:i~dr:; t~h~e;~~st~nscl~ri~nt~td~!inCi, prendendo ~arte all'azione tendente al regolamento ed all'equilibrio delle opposte tendenze, come rie ha dato esempio l'Italia afiendo in mqdo che

nonlut.Fn~hift~::~\le"v~e:~nd~~sl:~;t!i~~~tt,/tJ~s~riva com'è di materie prime, non può rimanere indifferente alla stessa guisa della Gran Bretasna ciuando i bacini carboniferi che hanno alimentato finora i suoi mezzi di comunicazione e le sue industrie passano dal controllo industriale della Germania a quello di alt ri Stati. la partecipazione al controllo ci,•ile era . una necessaria e doverosa cautela da parte del Governo italiano. Pertanto mentre da· una parte la soluzione del problema riparazioni

e~~:a::~::i ~~~~~~~~~k~\i!~J;id~il;

r,;~~!!~a~aa~~~l~r;'~~~s~:~i~~: ~e dipendenza economica in cui si trova rispetto alle potenze che stanno per avere il monopolio delle materie prime sul continente. Ma non solo nel campo economico, ma bensl anche in ciuello politico, l'Italia si domanda dove l'Inghilterra le sia venuta incontro per una composizione degli interessi mpettivi e se essa Inghilterra non abbia invece troppo _spesso atteso di poter imporre le sue condizioni. L'Italia vede bensl eossibile un vasto tampo di intese di ordine eco-

~i;i:~: ear;~~~~d~~i d~oC:sie{ :aG{:;;::~~~nf~c~:;r!:!;i~~:ssdeih:u~I bisogni da parte dell'Inghilterra la spinge, iri attesa che questa si decida ad un più maturo esame dei medesimi, a considerare le possibili intese con altre potenze continentali. MUSSOLINI

• Alrambascfo.tore d·1ta\ia a Londra, Pietro Tornasi Della Torrett~. o

( 280).


232

OPERA OMNIA DI BEN_ITO MUSSOLINI

Roma, ·16 febbraio 1923. * La prego .vivame"nte di promuovere studi sulle relazioni fra la Toscana,

:he~~::sit~i;~:toea ':u;~:~~ in~u~~~t:!~!~adf:~1l~a';:~t1, procurando Gradirò conoscere i provvedimenti che ella allatterà in proposito.

MUSSOLINI

"' Al ministro della Pubblica Istruzione, Giovanni Gentile.

Roma, 24 febbraio 1923. * Il Partito Corso d'Azione si propone, avvalendosi del profondo maJ. 1 0

~r;;~~e~~~ :o~~raJ:~~~t~ d:t1so~d:!i ,~:std~~~~te srt~~~~r~~tdip:irJ~

t::c~

:~i~l:~~s~~~bb~ec~~pl~1~::~t~i:01~t~bJifi!~;!i ~~i~if~~·n?;e~!f.

rerebbe CJUindi che 1n Sardeg na, nelle isole più vicine dell'arcipelago toscano, e sulla costa toscana venissero organizzati dei posti di cifornimcnto. Prego J'Ecce!Jen:za Vostra di esaminare d'intesa col ministro della G uerra (della Marina), al quale scrivo contemporaneamente in proposito, se e <love possono essere costituiti gli accennati centri di rifornimento per alimentare ed armare la popolazione corsa, ove ciò fosse reso necessario da eventi della natura suaccennata. Gradirò di conoscere i provvedimenti che saranno adottati. MUSSOLINI

• Ai mioistri clelt:1 Guerra e delb. Marioa, geoerale Armando Diu e ammiraglio Paolo Thaoo di Revel.

Roma, 24 ap,ile 1923. * Ho esaminato il promemoria che ella mi ha trasmesso circa

fili in·

ì',~I;;::~i~r~ieso·;::~:

~~~v;~i:n~io~~.: :!tr~~f:°~~~~ ~~::1~:~~o~fr!i. sedere, alme:no per il momento, da ogni provvedimento del genere.

MUSSOLINI

* Al ministro Armando Di;i.2, u

(3 14).

19 mar.,,io 1923. * Mio caro Giurati, è necessario, anche su sollecitazione del collega De Stefani, che tu conservi l'alta vigilanza del servizio per fo. liquidazione dei beni ex-nemici. • All'alto commissario per la liquidazione Jei beni ex-nemici, Giovanni Giuriati, che gli aveva espresso il desiderio di volersi dimettere dalla carica. (Dall'originale). ·


233

AGGIUNTE: LETTERE

Credo che tu accoglierai questo mio invito, d:1 ~uel fascista disciplinato che sei e ..., sarai. , G radirò un cenno di conferma. MUSSOLINI

[ 15 gittgno 1923.) * Caro Bottai, prima ancora del programma, mi piace il titolo della tua nuova rivista. 0

~~to~~ivi~e~i:~:r~~s~r~ ~~vi~e:;,to11d!u~1;saia~~~~t~r1f~~~ !c~~d~ tempo, il servizio costruttivo, deve appurare le sue capacità. di controllo t: di critica, Critica sana,· larga, non prosa pedante aprioristica, quindi sterile di. risultati. Se "ti terrai su <jueste linee, la tua ti\'ista avrà un tempo e una por· tata. Ciò che ti auguro di cuore. MUSSOLINI

• .Al deput::ito GiùsepJX' Bott~i per il primo numero di Critica Fauùta. (Da: C.1uSl!PPE BOTIAI - V 1111'an11ì I Hll giarntJ - (iarnnti, Milano, 1949, pag. 80).

Roma, 29 gùtf!.110 1923. * L'ambasciatore degli Stati Uniti ha molto insistito con me per avermi a una colazione intima da lui, affermando dovermi intrattenere lranquil· lamenle di un affare assai importante che ~li stava molto a cuore. La colazione ha avuto luos:o ieri e l'affare di cui voleva intrattenermi è una t~fofl~it d:i~f%~ri::. Vostra l\.faestà e di Sua Maestà la reg_ina negli

Il signor Child, dopo aver patrocinato la bontà del proretto, mi ha ~:~;:t1 ~e~~s~~ru;:!~~t !~c:cht;o~~~ !~::Cle~~!te~fsi:ne~uali li ho Riten~o mio dovere far presente a Vostra Mae_stà che io considero l'effettuazione di tale viaggio di una somma utilità nell'interesse del Paese, Data la situazione economica e finanziaria nella <JUale o~i si ttova

i;

tp~:~~t~~

~:::ttlnitin / \ / c~lI~~m~7~n~a cao:eeri:~~m:t;;~~:~:~~: elementi d'importanza vitale per noi. Oltre ai vantaggi economici, l'intesa cogli Stati Uniti sioverebbe immensamente all'Italia, sia in modo diretto, sia anche per l'mdistutibile inffuenza che eserciterebbe nelle sue relazioni con altri Stati, che dovrebbero valorizzarla maggiormente, e fra guerie;~:d:t vts:r~m;Jttfi~1ih;~~;:bre sembrerebbe molto indi·cata. Attendo naturaln:iente di conoscere in proposito il pensiero della Maestà Vostra. MUSSOLINI

• A Sua Maestà Vittorio Emanuele ]II, a San Rossore.


234

OPERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

[lugf;~? 1923,] * presentatomi dall'on. Arpinati ho avuto un brevissimo colloquio col signor Nanni, ma ho appunto rifiutato di andare a colazione con lui.

S~in~~IÌLla/u~:~iciÌ ~~~<~\~~a;li, la studierò, ma non posso prometUn abbraccio a tutti. . BENITO

• A Edvige Mu.~solini. (Da: Env1GR Mus souN1 -

Op. rit. -

pag . 11 2).

Roma, I af.01/0 1923, * Ricevo dalla Santa Sede il seguente promemoria: « 1ì giunta a notizia della Santa Sede che il ministero della Pubblica Istru• zioric noo intende prescrivere un libro unico <li testo per l'insegnamento religioso nelle scuole primarie, ma si propone invece Ji lasciate ai provved itori c direilori delle varie regioni p iena liberti di scelta tra quei buoni libri che ciascuno di loro crederà assei:narc all e scuole da loro di~ ndentì. « Ora la Santa Sede .non ha nulla in contrario che i signori proned itori e direttori facciano essi siffatta scelta, purché però osservino puntualmente fa rnn· d izione segnata: vale a dire che facciano la scelta tra quei libri soltlilnto, che p<1rt3:no l'approvazione dell'Autorità ecclesiastica. cc Non ha infatti mestieri di pure accennare le gravi e spiacevoli conseguenze che non mancherebbero d i veriliairsi, quando venisse trascurata una condizione cot;1nto gi usta richiesta dalla <jualità delicatissima della materia. Avvenendo, per C'Sempio, il caso d1e. un provveditore o direttore adottasse un libro sfornito di essa, pC"rché dal fato della dottrina non fu trovato dC"gno di ottenerla, l'Autorità erclesiastica si troverebbe costretta a· protestare e mettere mano alle mi!ure che S081iono conferire massima efficacia alle sue proteste. « Suppongasi invere ( come si spera verri fatto) che il ministero desse ordini precisi ai provved itori e dirrttori di non mai sagliere e prescrivere libro alcuno d 'insegnamento religioso che non ·abbia già ottenuto l'imprimatur o il nulla osta dell'Autorità ecck siutka, e con ciò solo ogni ptticolo verrà rim_OS$0 e il t utto procederà. inru1nzi col debito ordine a l conseg uimento dell'altissimo fine cui mirwo Chiesa e Stato, mentre sapientemente provvedono che la tenera ('là sia di buon'ora istruita nei dommi e nC"tle massime della fede cattolica,.

Nel richiamare l'attenzione di Vostra Eccellenza sulla richiesta della Santa Sede, la prego di esaminarla benevolmente, sembrandomi essa me ritevole di accoglimento ed in armonia, d'altra parte, col capoverso dell'articolo 28 dello Statuto. · Gradirò di conoscere i provvedimenti adottati. MUSSOLINI

• Al ministro Giovanni G en tile.


,',.GGIUNTE : LETTERE

235

Roma, 8 df!.OJIO 1923. • La prego di lep;gere all'atto di apertura della odierna seduta della commissione paritetica la seguente dichiarazione: « Quando, nell'ottobre scorso, il Partito Nazionale Fascista giunse rivoluz1onarmente al potere, si trovò sulle braccia, fra l'altro, una pessima eredità di politica estera da sistemare o da liquidare, politica estera che il Partito aveva strenuamente combattuta e condannata. Il Partito Nazionale Fascista, Governo rivoluzionario, che non succedeva soltanto, ma rinnegava in un certo senso i Governi precedenti, volle dimostrare la sua perfetta lealtà in materia di trattati e di relazioni internazionali. « N el mio discorso del 16 novembre alla Camera dei deputati io pronunciavo queste testuali parole: <<" I trattati di pace, buoni o cattivi che siano, una volta che sono stati firmati e ratificati, vanno eseguiti. Uno Stato che si rispetti non può avere altra dottrina. I trattati non sono eterni, non sono irreparabili; sono capitoli d ella storia. E seguirli significa provarli. Se attraverso la esecuzione si appalesa il loro assurdo, ciò può costituire il fatto nuovo che apre le possibilità di tin ulteriore esame delle rispettive posizioni. Come il trattato di Rapallo, cosl gli accordi di Santa Margherita. che da quello derivano, vengono da me portati dinanzi al Parlamento ". « Queste mie es·pJicite dichiarazioni tranquilJizz:arono i circoli governativi e l'opinione pubblica ju/?os lava, che temeva un ritardo nell'aporo· vazione o la denuncia di que~li accordi di Santa Margherita che J'on. Sch.mzer firmò in data 23 ottobre. cinque ,2'iorni prima appena dell'inizio della marcia su Roma e a mobilitazione fascista già ordinata. « Tutto ciò va ricordato per fissare nettamente le posizioni e respon· sabilità. Fedele alla mia parola, presentai alla Camera cd al Senato gli accordi di Santa Mar~herita e ne ottenni l'approvazione entro il mese dello scorso febbraio. Nei termini prescritti provvidi alla esecuzione pra. tica degli accordi suddetti. Laddove l'esecutorietà di tali accordi dipendeva soltanto dalla buona volontà e dalla buona fede del Governo italiano, l'esecutorietà stessa avvenne lealmente e diligentemente nei modi e termini fissati dalle convenzioni di Santa Margherita. Cosl fu sgom· brata la terza zona dalmatica e delimitati i confini oolitici ed economici attorno a Zara. Conformemente alle convenzioni fu proceduto allo s_gombero di Sussack. Ma quando oef'ia sistemazione di Fiume è entrata in gioco la volontà jugoslava, iI problema non ha avanzato di un passo. I termini di tempo fissati dalle convenzioni sono trascorsi da un pezzo, e Fiume non sa ancora quale destino le sia riservato. le p rime riunioni di Abbazia e le successive di Roma sono state completamente sterili di risultati, sebbene la delegazione italiana, com'ella stessa, onorevole senatore, mi ha ampiamente dimostrato, abbia fatto il possibile per avvicinare le due tesi. la verità è che i problemi fondamentali di Fiume non sono stati nemmeno affrontati. Gli accordi raggiunti sono tutti di ordine assolutamente secondario e aleatori. dal momento che l'accordo base non è stato realizzato. Intanto il cronicizzarsi di questa situazione è esiziale per la dttà di Fiume, la cui vita economica, sociale, politica è totalmente disor• Al presidente della commissione patitetica per Fiume, senatore Ferdinando Quartieri.


236

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

~;~:~t~i·tf:1~1itfto~ern~ }~:c~s~~t~~~ i~:~d: Jtt~a~~fn~~~ :11~j~~f~~

~:;uri!~h~e,i~e;oddi~f!~::adi~~~i~,iG~~eer~i'r::;t!~rJ:~ t~o!~ .dtt!~~:iv~,a~e~~;!t~"n°!ik fc:c~~n~~li~n:t~{/1~f!n~fis,~lr~t~:~i~i~~ete~r~ 0

1

se entro il 31 agosto corrente il destino di Fiume non sarà stato deciso, con una soluzione che rispetti l'italianità storica ed attuale della città, nonche i diritti del retroterra, il Governo italiano si risolverà di seguire una diversa linea di condott a. 1

side:~;~~v~~7°l~!~~r f~~:tvf:en~e~:r~~'tJ:r:z~oa~eliv~:~~a ~i ~et dopo

grn.do. Se si vuole, come il Governo italiano fermamente vuole, che fra i due popoli confinanti si stabiliscano relazioni di buon vicinato, commerciali e culturali, se si vuole che Fiume ricominci, tanta miseria, a vivere, è necessario precis:1.rne la sorte senza ulteriori crudeli dilazioni ». MUSSOLINI

Roma, 9 a/!,OJ/o 1923.

ir::1~f:~r\~1:r~~~!~e~~~t~t~F~ri~t~Ìa1~~!: una nuova prm•a

1 nire

1

*

~:~ep:rJ:j e pr.o-

!;p;; ;:a\~ Regio Governo come dei sentimenti di sincera fonda amicizia di Vostra Altezza e del vostro nobile Paese verso l'ltaha. Colgo con il più grande piacere questa occasione per manifestare a Vostra Altezza Imperiale g li stessi sentimenti, a mio nome e a nome del Governo che ho fonore di p resiedere. N on dubito che, ispirati da q ueste comuni intenzioni, ·noi riusciremo · a mantenere e a rafforz;ire le relazioni amichevoli già. esistenti _fro. l'Etiopia e l'Italia nell'interesse della prosperità _de i due Paesi. MUSSO LINI

* A. Sua Altezza Imperiale il rc-ggente l'impero d'Etirlpia, ras Tafari.

rapporto

Roma, 18 a/!,0110 1923.

*

Ho riceVUto il suo numero 1830/523 (riservatissimo, confidenziale alla persona), in data del 28 luglio u. s., relativo alla nostra azione nei ri,!s:uardi dei rapporti fra Ungheria e Romania. ApproYo gli accordi da lei presi con il regio ministro a Bucare:,,t per lo svolg imento

Ji

di y:5t;r::~0 0 ej~f~~~~~dil

~o~:=r~~w:e l~t~~s~m~!n~aied1atener .

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~:~~~e ~;!~~a:i~: ;~~'~tG:~~zr~;:0%r;~o1:t::f!,i~r~o!~~ ~~te~ls:;:1

* Al ministro p]c-nipotemiJrio d'Italia a Bucfope;t, principe Gaetano Caraccinlo di CastJgnctn.

·


r

237

AGGIUNTE: LETTl:RI:

dere ~uakhe tempo, per vedere se avvenisse q ualche cambiamento di persone m q uel Governo. Ma poiché tale eventualità non apP.ariva probabile negli ultimi tempi, data la venuta qui in Roma di Vintda Bratianu, che, come è noto, ha una parte molto influente nel Governo, non era possibile che lasciassi passare questa occasione senza iniziare le conversazioni, che sembra abbiano avuto buonissimi risultati. La prego anzi di far riJevare al conte Bethlen in modo opportuno l'efficacia dell'azione che prudentemenle svolge il Governo italiano. Non ho difficoltà a seguire il metodo da lui desiderato circa il preventivo chiarimento di <JUCstioni speciiiche, ma forse il ch iarimento dell'ambiente politico potrebbe giovare ancor più nella soluzione delle _questioni particolari. MUS SOLINI

Roma, 28 (lf!,Osto 1923 , ,;.

In risposta alla su:1 lettera del 18 agosto corrente, ho l'onore di informarla che il regio Governo, dopo avere attentamente considerata la questione dell'ammissione dell'Etiopia alla Società delle nazioni, era venuto nelle stesse conclusioni da Lei prospettate, ~ cioè che nel caso la domanda abissina, pur essendo contraria ai nostri interessi, avesse trovato ~e{'C~~~i; li~'af;8!i~Jm~~:~ :~ff~~~{ì:earr~et~eiJ!'iF;:~~\ari~~~::~t:! ~ rebbe stato inutile ed anzi pericoloso che la rappresentanza italiana avesse assunto in minoranza un contegno di recisa opposizione. Era stata anche

~~~d~~i~~J~fe~i~j~~t~ ~~/f:f::t}/~~~~!~i~~l fa~~~e\~~Jf1~:J:ttal~~: · una volta _F<:tò che si fosse stati sicuri del contegno favorevole dei rap· presentanh francesi e soprattutto ing lesi a Ginevra. Chieste 9uindi informa.2:ioni al regio ambasciatore a Londra,. questi fece sorgere qualche dubbio circa le reali intenzioni dell'Inghilterra, che sembrerebbe rareoccupata dalla ripercussione sull'opinione pubblica della

t::~~~~e

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rte~:n:r:i;;~~ù;:~~~t~ p~~rr:~~:e~s0a~r~~ei 1ar::;hc~i segretario d1 Stato al Fareit,n Office, che il Governo inglese non avrebbe preso alcuna deliberazione m proposito. Il regio ambasciatore esprime la sua convinzione che il Governo inglese non desidera l'ammissione dell'Etiopia neila Società delle nazioni, ma che non ha nemmeno l'intenzione di opporvisi apertamente. Il rappresentante britannico a Ginevra si regolerc::bbc dunque secondo le tendenze che si delineeranno in seno aJ1'Assemblea. 41 Se alrAssemblea aggiunge il marchese Della Torretta - prevarrà la corrente per r ammi§sione, Gran Bretagna vi aderirà, ma rappresentante manov; erà in modo che ammissione sia condizionata a certe g.uanzie riguardanti la schiavitù. (e non giil. il commercio degli schiavi facilmente sopprimibile), che il Governo abissino non vorrà o potrà dare. A mio avviso quindi Governo britannico né oggi né più tlrdi Prenderà una decisione di massima circa ammissione o meno

• Al delegato italiano alla Società delle oazio~i, Antonio SalanJra.


238

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

dell'Etiopia alla Società delle nazioni, ma mi. induco a credere che cercherà di rendere a Ginevra. amminione pn.ticamcnle · impossibile. Tyrcel mi ha inoh1 e confe,mato che da informazioni giunte al For, ign 0/lu, da Addis Abeba risulta11a che dom2nda di ras Tafari era do11uta a spinte e ,onsigli di quella legazione di. Francia ,i,.

Jfl _tali condizioni Vostra Eccellenza com:prenderà facilmente,. quale sia la Jmea da seguire nelle prossime discussioni del Consiglio e cioè: 1) rinunziare ad ogni atteggiamento di pregiudiziale opposizione alla domanda dell'Etiopia; 2) tenersi in stretto contatto col rappresentante britannico per concretare possibilmente garanzie da chiedere all'Etiopia, tali da rendere praticamente difficile 1a sua partecipazione alla Società delle nazioni; 3) .nel caso invece di un atteggiamento apertamente favorevole del dc-

;sssibf1°m~~~=

~~~~a!;f~~Ji;hioiaf:t:re~~ftC::~~;e :~,t~e9ft~~:r~c;~ oltre degli altri due delegati nell'apposgiare la richiesta abissina.

'X~ft~~~i:;~i.

scio! ~~~ir~zjra~!::ì~~:dd1sjv:~~~u~~c17!~2~e~ulad(! rapporto in data 2 agosto corrente,. pervenuto a ciuesto ministero dal commendator V. Catastini, del quale rapporto ella potrà prendere visione

~a~i~~'tdJ1:

dia k~:::a 1h:i~~ a~:i!~ìd~à ~!!!

e~i!~f\;t~~:~f:v1s1! l'Abissinia sotto una forma di mandato di tipo progrelo, oppure sotto un mandato collettivo affidato a varie potenze. · Nel ~aso che tale proposta fosse discussa costi è evidente che converrebbe agire accortamente per farla respingere. In via subordinata occorrerebbe assolutamente ottenere che il mandato fosse confidato ·soltanto alle tre potenze che hanno interessi preponderanti in Abissinia e cioè all'Italia, all'Inghilterra e alla Francia, Le sarò grato di volermi tenere informato del risultato dei lavori del 1 0 f~~~~, ~:; t~~t~i~g:it;ui~fi~%i~~:e~~~s~i d:u;:t~io~i~:~ : la dìfesa degli interessi italiani in questa come nelle altre questioni che verranno costi esaminate.

r:~~~:

MUSSOLINI

28 olJobre 1923. *

Mio caro Bresciani, il mio grande amico e coUega Dc Stcfani reca il mio saluto a le e a tutte le camicie nere di Verona fedele. Il primo anniversario della

~:']!i ~e~:~J!:::~;\!~m~~~a; 1;~ara1 ~}v~si1is:!s~ls~~ri°~far1a ~r:~ru:1o'!i:m;a~~is\al sempre.

J:~~oi:~~:~ ~li:trt~::~~I !et~~::ti~~ intangibile. 0 ~;:

0

MUSSOLINI

• Al luogotenente BCnerale della M.V.S.N. Italo Bresci:mi, segretario frclerale fascista per la provincia di Verona. (Dall'originale). ·


AGGlU NTE: LE'ITERE

239

[1923.] • Genti le Signora, rispondo alla sua lette ra, che ho letto con vivo interesse e piacere. Per ciò che riguarda il comune di Castrocaro o meglio di Terra del Sole, occorre che gli interessati si facciano vivi. Non mi risulta che una richiesta del genere sia stata fatta, almeno negli u ltimi tempi, Comunque, la questione essere messa allo studio.

Euò

per

P::e;~òn~t~i~,gufu~~~I c~~~li:r:ifi~i!il~taJ~;l sreth~ 1!iC~~r;nzdJ 0

cavaliere verrt Qualche volta mi accade di tornare col pensie ro ai nostri tempi, ·e ho la nostalsia della siovinezza tramontata. Ma la vita è come una ruota ! Cordiali saluti e baci ai piccini. MUS SOLINI

• Al(a sisnora Giov3nnina Proli, di Fiumana (Pr edappio). (Dalroriginalc).

Giuv10 1924. * Mia cara Edvige,

il colpo è stato duro, stupido, improvviso. CreJo che supererò anche questa bufera: rultima delle infinite che mi hanno scatenato quelli che avrebbero dovuto evitarle. Ti ring razio dei tuoi auguri e ti saluto insieme con tutti, Tuo. BENITO

• A Edvige Mussolini. (Da: EDVIGE MUSSOLINI -

Op. rir. -

pa,s. 117).

3 n ovembre 1924. * Credo che la signora Majer Rizzioli debba en trare nel direttorio come

~:rttr::~~:~eo~f!;~s~in~:=i~1

11

0

~ ~iq~:i~n: ~~if:;~ot~~~rda d: ~;,~ l'assistenza. Una commissione di tre amici, inclusa la signora Elisa, do· vrebbe preparare e curare in particolar modo questo movimento, la cui importanza è eccezionale. 'M USSOLINI

• Al direttorio naz:ionale del P.N.P. (Dall'orii;inak).

i

·11

J


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

240

*

7 xen11aio 1925 . .

H o il pregio di segnarle ricevuta della sua comunicazione del 4 cor· rcnte, con la ~uale.l'Eccellenza Vostra mi ha presentate le dimissioni dall'Ufficio di delegato del regio Governo presso il Consiglio della Società delle nazioni. · Nel prendere atto di tali d imissioni, porg? all'Èccellenza Vostra i rinsraziamenti del reto Governo per l'oiera uttle da lei esplicata presw il esatttnoovo gh ella mia alta osservanza.

:t:.i~o;i!~J~li

atti'

M USSOLINI

• Ad Antonio Salandra. (O.i : A NTONIO SALANDRt. (!916·192J) - Garzanti, .Milano, 1951, pag. 71).

Memorie politiche

[19? marzo 192'.) *

Caro Mezzetti,

deu: :iart~;febee~~· ,i~ah: t;iia~i ec~it:d~~~rJv:,:j~~t~oft:r 11: f~fj~ 0

0

di un pugno di fedeli del fascismo, le gra11di strade e le g randi mete. Per g iw1scre alle grandi mete biso8na fare vanselo sacro di queste concordia f ra tutti gli elementi egualmente neces•

'::t:,ia d~:a~~i~n~.

E fate, almeno in un primo tempo, un sindacalismo di eccezione.

« A noi! », figli di Romagna ! •

MUSSOLINI

• Al deputato Nazureno :MezzeUi, in occasione del coogres~o provinciale dei sindacati fascisti del Ravennate tenutosi il 20 mario 1925. (Da: N1r,zZARe:No M EZZl!lTI - ldu 1111/0 Staio 10,po,ativo - Casa editrice Pinciamt, Roma, 1929, p;ig, 4 1).

Roma, 10 luglio 1925. * RiJervatis1ima personale. Signor senatore, ho ricevuto la sua lettera e Ja ring razio. In merito a quanto ella mi espone, le comunico in via strettamente confidenziale quanto segue. Non è possibile creare, per il momento, una compagnia italiana che ~o~~l,r~i;~=~dt;l::'i~~ al serYizio radiotelegrafico e radiotel~fonico Delle tre grandi compagnie [sit'] la Marconi, 1~ Radio Italia, la • Al senatore Vittorio Rolandi-Ricci. (Da C11ndido, N. 50, 15 dicembre

19H, XJII),


241

AGGIUNTE : LETTERE

T elefunken, è indubbiamente da preferire la prima, che almeno costruisçe i suoi apparecchi in Italia, ed ha a Genova personale direttivo ed operaio italiano. · A d evitare però condizioni esose e forni ture di materiale non di pri. m issima qualità, converrebbe, nel trattare direttamente con la Marconi, awertirla che qualora le condizioni da lei prospettate non fossero palesemente favorevoli ed il materiale non venisse garantito del tipo p iU moderno e di éostruzione perfettissima, sarebbe invece indetta una gara fra le tre compagnie. Alla Marconi converrà anche far pre5enle che, trattandosi di piroscafi che devono esere utilizzati militarmente in caso di mobilitazione, i contratti vanno p<?rtati a conoscenza del ministero delle· Comunicazioni. Questo varrà ad indurre meglio la direzione' della società ad offrire condizioni più vantaggiose ed apparecchi perfezionati. Con ossequi ,e saluti cordiali. MUSSOLINI

Roma, 5 settembre · 1925. * Cara Edvige,

sono molto lieto di saperti a Montecatini. Ho visto le ultime tue

~!~ft:e~eRiS:~c{:t1if!:~~:o iifa:if~~·se!~si~f;,a p~~;h~e it;/~~;;'f~t:,:1~ eserefa morire. Meno penso alla mia salute e meglio sto. Montecatini dev·esbellissimo, ma io mi ci annoierei a piacere. Curati e dimagrisciti. Ti abbraccio, tuo BENITO

• A Edvige Mussolini. (Da : EDVJ6E MussoLtNJ -

op. cii. -

p.g. 121).

16 gen1iaio 1926. * Caro senatore, ho k:tto col più grande interesse la sua documentatissima e confor. tante relazione sulla Finanziaria . . Le .rinnovo an~he per iscritto le felicitazioni che le ho espresso a voce e 1l m,o plauso sincero. · , Ricuperando il ricuperabile del grande naufragio, ella, caro ed illustre senatore, rende un prezioso servizio alla nazione. E di ciò le rendo g razie. Mi creda, con viva cordialità, suo MUSSOLINI

' Al senatore Vittorio Rolam.li-R.i;:d. (Da C~r,didr;, N , 6, 9 febbraio 1958, · XJV). 16.-:in;xv.


OPERA. OMNIA. Dl BENITO M USSOLINI

242

Roma, 29 f!.e1111aio 1927, V. * Caro senatore, ho letto da cima a fondo la sua interessante e confortante relazione . . Un sincero plauso a le i e ai suoi collaboratori. Ogni lira ricuperata è di · giovamento all'Erario e ciuindi alla nazione. Cordiali saluti. MUSSOLINI

• .Al senatore Vittorio Rofandi-Ricci. (Da CandidQ; N. 49, 8 dicembre 19'51,

xnn.

Natala 1927. * Carissima Edvige, anzitutto ti ricambio gli auguri, che estendo a tutti i tuoi.

per:~~tJft~~ll:t~~o~ ~i:t~ ;o~~o~~:~:~"p]:v~~~:ea~u;~t! ~~:i~~~~~ 0

siccome io non ho mai peccato per h. gola, l'astinenza m i lascia

indifferente. A primavera, quando starai meglio, vieni a passare qualche· tempo ~ Roma.

Ract~f:l~~nè

f~t?ì~ ~~i~t!h~eJt: b~~i:i~f\§/~~'~iì,,h:rik~~~ih:i 1: 0

fatto in soli tre mesi grandìcello e carino. Anche qui fa un po' freddo. Ti abbraccio con vivo affetto, tuo BENITO

* A Edvige Mussolini. (D a : EDVIGE MUSSOLINI - op. ,il. -

pag. 121).

8 l!!f!.lio 1929, Vll . * Carissima Edvige, rispondo alla tua lettera. .n molto bene che tu a_b bia parlato col M. e sono lieto di quanto ti ha detto. 1: bene che i M. vadano a Riccione e prendano contatto. l ntanto ·io ho assunto informazioni sulla famiglia X.

~~~~; fi;!~~~

figt~~t~~~t::Oi\i~~1;~~

conffzi~~}t: èd~ne~~j~na::f1~~1t Dino, ma D avide, non potrà esser.e che un modesto avvocato. Nella lettera con la quale io accompagno le informazioni, invito l'Edda a seriamente riflettere, prima di arrivare ad un passo che se fosse compiuto, riempirebbe di clamore il mondo, senza contare che il novanta per cento dei matrimoni misti· non sono fortunati. Io ne ho molti esempi notevoli • A Edvige Mussolini. (Da: EDVICI! MUSSOLINI -

123; e da li Giornale d'Italia, N . 28, 28 gennaio 19B).

o"p. .;,. -

pagg. 122-


243

AGGIUNTE : LETTERE

sotto gli occhi. Quanto alla ... , è mia convinzione che deve essere allontanata, ma è questa una cosa che devi ottenere tu. Tu hai visto che i miei coUoqui su taluni argomenti con Rachele sono particolarmente difficili. Amo evitarli. Ti invito ad andare anche tu a Riccione con qualcuno dei tuoi bambini e così potrai un poco seguire da vicino la situazione ed informarmi, Alle spese farò fronte io. Non tardare ad andarci. Intanto io sto cercando la villa,.la quale, anche soltanto affittata, costerà moltissimo, specialmente se sarà vicina a Roma. Andando a Riccione, tu persuaderai a poco a poco la Rachele e l'Edda che io non intendo conoscere i X, e che un matrimonio del genere, vero e ·proprio scandalo coll'aggravante dell'infelicità, non può farsi e non si fara. Ti abbraccio, tuo fratello BENITO

18 febbrai o 1930, VIII . * Carissima Edvige, se vieni a Roma, mi fai un piacere. Ma prima di andare a villa Torlonia, vieni da me a palazzo Venezia. Ti aspetto senz'altro, se puoi, sabato prossimo alle ore quindici, Ti abbraccio con molto affetto tuo fratello BENITO

• A Edvige Mussolini. (Da: EDVIGE MUSSOLINI -

Op. d1. -

pag. 125).

25 dicembre 1931 , X.* Carissima Edvige, la scossa è stata così improvvisa e sravc che ci vorrà molto tempo prima che i miei nervi abbiano potuto nprendere l'equilibrio. Ho pianto e piango. C'è un punto della tua lettera che mi ha fermato, perche oggi

tr~~:ir~t~i

t~

è v~~~;o~~!0 di 0~~~:r: 0 l! vt:~!0 acei~~a vicino a me. ~redo, fra l'altro, che la Federazione bieticultori, nella quale è impie~ato · 11 tuo Michele, sì trasferisca a Roma. Ma anche se ciò non fosse vieni

~op;~e~s~~~?nb::i~r) t~a:a~~f!:~s:~ecip~~nle t~~~e Jigl~~l~i.li~ud~~~:;a anche essermi utile. Passeremmo insieme almeno un po' di quel tempo che ci resta da vivere. lo scriverò un libro per Arnaldo e, forse, dovrò chiedere a te qualche particolare che non ricordo bene. Rispondimi e dimmi le tue decisioni. Ti abbraccio, tuo BENITO

• ·A Edvige Mussolini. (Da: EDV!Gl! Mus~OLINI -

Op. tit. -

pag. 126).


244

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

10 dicembre 1932, X l .*

.BENITO

• A Edvige .Mu~SOlini. (Da: E DVIGE r.russOLINI -

op. rii. -

pag. 127).

9 l!lr,lio XI [1933 }. *

Riurvata. Caro}dessi, 11aro?!~lMfa;ta:c~rstv~~!!tt~!i1~ef~r:tà:r: ;a#r:en~~- l~;d~ :h; J~~~ terai un successo. Una futilità : a pagina 201 dai un altro utensile al fale_gname. N on bisogna mai, nel teatro, specie a Firenze, arrischiare i doppi sensi. MUSSOLIN I

• A. Rino Alessi. (Da li Borgheu del 21 aprile 1960).

Caro Guarneri,

5 ,:i11gno 1937, XV.*

credo che sia necessaria un"assegnazione di venticinque milioni per importare rottami di ferro. MUSSOLINI

• Al sottosegrc:tnrio per {:li Scambi e le Valute, Felice Guarne,i. (Da: FI!· LICE GUARNERI Battaglie etollomirhe tra I, due grandi !'""e, voi. li Garzanti, Milano, 19)3, pag. 138).

9 lut.lio XV [1937].

*

Caro Guarneri,

• A.I sotto~eg,etario Fdice G uameri. (Da : FELICI! GUARNl!RI pagg. 2 12-213).

110/. l/ -

Op. rii.,


245

AGGIUNTE; LETTERE

A sanarlo non ci sono che due meni: o si aumepta il nostro« avere» inter· nazionale o si diminuisce il nostro «dare » .

q~:t

10

p:i:

1

den:! 1 ~ ~~~ i !11~ ~~:~s~~ie!~ì:ntt ; : t ti; ~ir! ~r;~~/ tr;;: condo. Ella d eve qulndi risolutamente d imirìuire di rm miliardo il totale delle ·importazioni. N on si preoccupi d elle eventuali conseguenze di caratlere sociale interno: diminuzioni <li lavoro, licenziamenti, ecc. Tutto ciò può essere superato e comunque sarà. seguito e vigilato. D'altra parte, in-una nazione rurale come l'Italia, un'annata agricola b11ona come l'attuale, permette alla nostra economia una g n nde elasticità. MUSSOLINI

13 fe bbraio 1938, XVI. * Caro G uarneri, le cifre dcl l~ bilancia commerciale del rriesc di "gennaio 1938 che

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n:~:

:~~;~zi~~: s~~r t11;~~~t~t~v~:t rale di statistica, meritano tutt:a

Sta di fatto che la situazione è notevolmente peggiorata: mentre l'esporta:zioh e non è aumentata che di novantatré milioni, l'importazione è aumentata nei confronti dell'anno scorso d i duecentodiciannove mil ioni. Tutto ciò mentre : a) non ci sono 9uest'anno importaziÒni di cereali; b) le materie pnme imrxirtate d.:ill'esteco sono a prezzi calanti (ciò significa che i q uantitativi importati sono in aumento); e) mentre quelle che potenno essere le cause di emorragia (Spagna, Etiopia, ecc.) sono molto· più limitate d i quanto non fossero nel gennaio del 1937. . C'è evidentemente qualche cosa che non va. C'è ,qualche cosa che sfugge alla nostra viRilanza. Le cifre del gennaio non sono minimamente i~ refa.zione con q\1elle che nelle riunioni del novembre (urono preven•

tt vate. O ra:

a) tion si può, oltre un certo segno, agire sulle esportazioni, pei-ché q ui è la volontà altrui la prevalente, cioè le condizioni che ci possono fare g li altri; · b) ri p!fò e JÌ dei-e aiire Jul!e importazioni limitandone i co11/Ì11f.enlì, in mo do che il deficit, purtroppo inevitabile, della bilancia com· merciaie, non superi i duecento milioni mensili, cifra grave, ma che può essere pareggiata dalle altre voci della bilancia dei pagamenti. Q uesta riduzione drastica e immediata, che deve aggirarsi sul venti per cento, avrà certamente delle conseguenze di carattere sociale, ma d i ciuesto non bisogna eccessivamente prcoccu11arsi. Comun<]ue, <JUesto è affare che potrà essere esaminato in altra sede. Qualche volta Vostra Eccellenza ha :i.ccennato alla situazione politica, alla necess:iria d istensione, ccc. ecc. T utte cose che non incidono,

* Al miòistro per gli Scambi e le V11lute. Frlice Guarnc:ri. (Da : FElJCe GuARNl!IU -

Op. rii. -

p agg, 240-24 1).

.


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

246

~~:a~~~ ):rar!~11i{~~~~;a~ ~1s1~~t~ rl~tf~l~iòF~~~cii~~:df!~~mi~at

situazione della Francia sia tutt'altro che brillante dal punto di vista della bilancia. commerciale. Avremo, forse, la possibilità di fare dei debiti commerciali, più o meno privati; ma i debiti bisogna poi p.i.garli Jriplicali, L'esperienza dei nostri prestiti_nord-americani insegni. Bisogna cominciate dalle settecentomlia t . [ onnellate] di nafta, quale fonte di energia; per variatissimi impieghi che Vostra Eccellenza può avere, come io ho avuto, dal camerata Lantini, e nei quali la nafta può essere sostituita. . ·

ln un mondo dove la liberalissima, democraticissima Olanda controlla persino l'apertura delle botteghe da ciabattino, avere degli scrupoli S3.rebbe veramente e<cessivo. E non ricordo Roosevelt. Eventuali chiusure di stabilimenti, disoccupazione, ecc., sono mali infinitamente minori della emorragia delle nostre riserve, il cui esaurimento potrebbe avere conseguenze mcalcobbili di carattere internazionnle. MUSSOLINI

Roma, 6 111?,lio 1939.

*

Il conte Ciano vi dirà quel che io penso: a) della situazione internazionale; b) della posizione della Spagna di- fronte a detta situazione; e) di taluni problemi concernenti il vostro Paese e 1e relazioni italospagnole. Già con Sua Eccellenza Suii.er, tali argomenti furono oggetto di esame, ma è utile riprenderli in esame alla luce dei fatti nuovi.

~) i~~s~~~~ti~~~!:S:e~~

a;::r~=~ ~:ntt ipit~~nd~ J 1

samente ,fondato, attraverso tanti sacrifici di s:i.ngue, monarchia,

voi g lorio• ristabiliment.o della

~e~?z~o~r~~:ic~~ I:,e~~~:ùi;bin'1e,i1~~!!~~

1 0 ~;a1~~:~: esSe sono 3) Andate decisamente verso il popolo, che è la sola granJe forza delle nazioni, Quanto vi scrivo e ,quanto vi di rà il ministro Ci::inÒ è dettato d a quel sentimento di profonda inalterabile amicizia io nutro per voi e per la Spagna. 'Quando verrete a Roma « sentirete» l'anima deJritalia fascista. per

che

MUSSOLINI

* Al g('neulissimo Fnncisco Fr.1nco.


247

AGGIUNTE; LETTERE

29 luglio 1939. * Caro Attolico, rrli a_ssocio pienamente a quanto, con singolare, inoppugnabile chiarezza e precisione, espone nel suo rapporto il camerata Gu.arneri. O esi-

dero1)8éJi1:f:~{ è nazione al mondo che ha il diritto e il dovere d i tendere con tutte le sue forze al raggiungimento del più alto livello di autarchla, ·questa nazione è l'Italia.

e m2a~=n~, t~iÌie p:r :t~i~to~uJ::!itl~t~;!{:: e~c~;~~i~;?e;~~ 0

stile la condurrà implacabilmente sino in fondo. 3) Che, come potete vedere e far vedere dai grafici allegati, la battaglia autarchica è in pieno favorevole sviluppo, tantoché alcune delle sue mete sono già raggiunte. 4) Considero una vittoria autarchica dell'Italia come una vittoria dell'Asse. !i) Per queste e per altre ragioni che vi risparmio, non· ammetto nemmeno si discuta sull'argomento.

elle

2

~~e

tanti6)e ~:sa~t~ j~~eco~fim~!~~.iae cv::ri~d:~\~!u~si:!~~?id/~3:i~: non può accettare di essere «complementare» di chicchessia. Il raprorto Guarneri può e deve chiarire le idee del signor Funk e quindi fornire la base di una proficua intesa per «coordinare)) all_'interno e soprattutto all'estero le due economie. MUSSOLINI

• Postilla a una lettera del ministro Felice Guarneri al nostro ambasciatore a Berlino, Bernardo Attolico. (Da: F l!LICR . GUAR.NERI ~ Op. dt., vd. Il pagg. Ht->33).

Roma, 23 ago110 1939. * Rispondo alla vostra lettera in data 22 agosto concernente : 1) -direttive dì carattere operativo in dipendenza situazione internazìonale: a) si può fare assegnamento sull'Ungheria e sulla Bulgaria in caso negativo prima in caso positivo poi e cioè si è ce[ti che non mar• Al _o,po dj Stato Maggiore generale, .maresciallo Pietro Badoglio, tn risposta. alla seguente: « Per poter risponJere ad analoghi quesiti rivoltimi dal capo di Stato Ma&giore dell'Esercito circa le direttive di carattere operativo in

dipendenza della situazione internazionale, testé emanate per ordine vostro, pregherei farmi conoscere : se, nelle azioni prospettate contro 9recia e Jugosb.via, si possa {are assegnll1Tlento, e in qua le presumibile misura, sull'Ungheria ed, CVffl· tualmente, sulla Bulgaria; se, per l'azione contro la Jugoslavia, si possa sfruttare la vallata. della Drava, il che sarebbe molto vantaggi oso per noi, sotto il duplice punio di vista stra tegico e togi5tico 11.


248

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

ceranno contro di noi e possono a un dato momento marciare con noi; · b) non escludo lo sfruttamento della Drava, ma i nostri piani devono, llgli stati degli atti, prescinderne. MUSSOLIN I

"pre!ie~~~/~tc::f:1:r:~~~~t~n~~;t~·u~~~o il modo e il tempo; b) si

Roma, 12 novembre }939, * Ho ricevuto la vostra lettera del 7 novembre, con la quale avete VO· luto darmi conoscenza del messaggio da voi diretto al Fuhrer. Nel ringraziarvi per la cortese trasmissione, desidero assicurarvi che condivido cordialmente gli amichevoli sentimenti ai quali vi siete ispi· rato nel farmi pervenire tale documento, che mi ha profondamente m· teressato. Mi è gradito cogliere l'occasione per rinnovarvi, Altezza Serenissima, con gli atti. cl.ella mia più alta considerazione, l'espressione della mia · devota cord1al1tà e i miei personali saluti. MUSSOLINI

• A Sua Alteiza Serenissima il rC'ggente d"Ungheria, Nicolas de Horthy, in risposta alla seguente: « Con riguardo ai sinceri e confidenziali rapporti fra l'Ungheria e l"Jtalia, ritengo inammissibile acché fra noi due 5iano dei segreti d.i Stato. Perciò qui allegato ritrasmetto -la copia della lettera che ho scritto ieri al ' Piihrer e Reichskanzler Hitler. La oltremodo complessa e grave situazione giustifica validamente che io riprenda col cancelliere dd Reich lo scambio personale di idee da più di un anno sospeso. Della lettera di cui. sopra nessuno h.a conoscenu, fuorché il Presidente del Consiglio conte Teleki e il ministro per gli Affari Esteri conte Csiky. La segretc-zza, s'intende, non può sussistere nei riguardi del conte Ciano. P.S. - Hitler non mangia d ~ verdura e frutta. A Berlino ho constatato che le frutta in Germania non sorlO buone e ho prom~so che manderò delle mie. Così la mia lettera ha servito di accompagnamento ad un invio di frutta& ,

Roma, 8 aprile 1940. * S1ret1amente confide11zia/e. L'ambasci;tore d'Italia a Madrid vi ha, secondo le mie istruzioni, tenuto regolarmente informato degli sviluppi recenti de!Ja situazione· po· litica generale e di quella italiana. Desidero ora prospettatvi quanto, a mio avviso, si delinea nell'immediato futuro. t mia convinzione che la guerra assumerà. forme sempre più dure e che la posizione dei neutrali- diventerà sempre più difficile. Per ren"" Al generalissimo funcisco franco.


249

AGGIUNTE: LETTERE

dere sempre più ermetico il blocco attorno alla Germania, gli Alleati si propongono di strangolare i neutrali che hanno, con essa, i confini ~omuni: Per. quanto riguarda l'Ital ia, essa non può, alla lunga, evitare d1 entrare in guerra, e ,quando lo farà, sarà a lato del la Germania. La dat.a in cui .questo evento si verificherà non può essere prevista; <jUCsta dipenderà dalle misure degli Alleati, misure che diventano sempre più iugulatorie. t mio intendimento di ritardare sino al possibile l'evento di cui vi pado, ma non so se potrò riuscirvi. Per questo ho ordinato ed effettuato la mobilitaz.ione della flotta e preso altre misure per l'Esercito e l'Aviazione. 11 compito che le Forze Armate italiane devono assolvere è molto

c;i~~· !~l~i~t

tia°ra;~;~:ai

dc°1~~t~~trs::a;1b:~i~,e; g:~i~j~;i~)'. ;re~ . parazione è stata in questi ultimi tempi fortemente accelerata. Ho ritenuto utile darvi, caro generalissimo, queste informazioni~ che ritengo di sommo interesse anche per voi, capo di uno Stato mediterraneo, e sono sicuro che seg1.1irete con simpatia lo sforzo al quale è chia'mato il. popolo italiano. Vi prego di :iccogliere l'espressione della mia inalte rabile amicizia. MUSSOLINI*

• Franco risponderà con la seguente « personale :11 in data 30 aprile 1940: « Ricevo la vostra interessantissima lettera confidenziale relativa alla Situa2ione internazionale e all'immediato futuro nei riguardi dell'Italia. Vi rin.grazio molto di quesb: nuova prova di leale amicizia e, nel rispondervi, desidero farvi partecipe delle mie impre....,;ioni sul momento. « lo non mi attendo un aggravarsi dell'atteggiamento dell·Inghìtterra e de lla Francia rontro i neutrali: la loro dure:zza sarà in relazione diretta con la loro fona nel conAitto nonché con l'atteggiamento e col peso militare e strategico dei Paesi colpiti e con le loro possibili .reazioni. « Non credo, p er quanto e~posto, che l'Inghilterra provochi la giJCrra nel Mediterraneo, poièhé i danni s:t.rebbero per essa magAiori dei vanbggi e l'inva• sione della Norvesìa ha portato nel nord il centro di gravit~ dei suoi elem~ti navali. <1 Il mio parere circa la guerra ~ che questa si avvia ad essere lut1g:1 e dif· ficile, a mmo che un successo favorevole, imprevisto per gli Alleati (quale può essere l"dficada degli attacchi aerei in massa su!!a flotta 11[\eata), non disiruru::a o diminuisca notevolmente la loro potenza sul m:1re. « I.a guerra ·nei teatri terrestri non offre lo squilibrio che possa assicurare una facile vittoria. :Il più probabile che la stat1chezza e la disgregaziot1c politica interna di questi P:u.•si impongano la p.1ce e scatenino la rivoluzione. « In conseguenza reputo molto opportuno quat1to fate per ritardare il mom~to dell'intervento italiano, che presenta tante difficoltà nell'ordine militare per la diversità dei teatri di opt'fazione, ehe obbligano a dividere i me:zzi e a risolvere enormi problemi logistici. Ciò impone una _c:1111pagna rort:i e un esito tlOn dubbio, t:into più in qu,1nto la diffidenza verso la Russia, che condivido, apre 1.1n inter. rogativo s1.11le sue intenzioni immediate nei Balcani. « Partecipo alla vostra prto((upazione per questa lotta nella quale si dibatte \'avvenire · d ell'Europa, giaccM il mio affetto e l'interesse per i popoli che


250

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 30 aprile 1940, *

Qui· accluso ho l'onore di mandarvi: · a) copia della lette~ di Sua Santità e copia della mia risposta; b) un elenco delle perdite delle Marine belligeranti, dal quale risulta che 9.uelle inglesi sono maggiori. (,rea le nostre armi . portatili: al 1° aprile, fucili e moschetti due milioni e quattrocentoseimila; al 31 dicèmbre 1940, e· tre milioni e rantaseimila. Fucili mitragliatori:

fucili mo:Schetti

centoqua-

~~ di~~~b~~c~~4~,a~~0a~;~~:~~;i1~:~~~~~~~!~~~tré.

:: Mitragliatrici: al 1° aprile 1940, trentanovemilacentonovantacinque;

~J;iz1~~1m;:: {?n~r~~~n~ia;:r;:!'aac:~! ~:~ilt 0

0

al 1° ar.ri le, un miliardo e seicentodiciassette milioni; al 31 dicembre prossimo venturo, un miliardo e settecentonovan-

tacii1iè ;:!~~ ~andare alla Maestà Vostra l'espressione del mio devoto 0

ossequio.

MUSSOLINI .

hanno preso parte alla nostra crociata sono uniti alfa preoccupazione per una conclusione che tanto ci toccherà. • Comprenderete, per tutto questo, quanto sia la contra rietà mia e del mio popolo davanti all'inopportunità pec noi di questa lotta, che ci coglie tanto indictro a causa della triste eredità che ricevemmo dall'abbandono e dalla man· canza di preparazione nel passato, aggr2vati dalla situazinne deficitaria di viveri, carbuunti e altri elementi indispensabili a{Ja vita e che, per la mancanza di divise e crediti stranieri. non possiamo immagazzinare. (.I Jn questa penos.a situazione di mancanza di mezzi, i mesi sino al prossimo raccolto sono i più difficili e gravi, r,oicM ci devono giungere dal mare t utti gli elementi indispensabili per la nostra vita. « Nell'ordine mi litare abbiamo adottato le misure compatibili con la nostra situazione, assicurando quei punti più imporlanti del territorio contro qualsiasi eventualità, disposti a non essere sorpresi e. a vendere carn la nostra indipendenza. Queste difficoltà. di ordine economico spiegano come nelle nostre relazioni cominerciali e accordi di pagamento non potremo prescindere da queste prosaiche considerazioni «onomiche, alle quali si debbono attenere i dirigenti della nostra finanz.a. « Abbiate la certezza, caro Mussolini, che il nostro affetto e la, nostra sim• p:itia accompagnano le alte ;ispirazioni del popolo italiano e che nella Sp:1gna e nel Giudillo avete fa più sentita e inal!C'rabile delle amicizie 111 . " A Sua Mae~ll Imperiale Vittorio Emanucle Hl.


251

AGGIUNTE: LETTERE

6 magtio 1940. "' Approvo le decisioni che mi sono state comunicate in data odierna concernenti l'aumento degli effettivi in Libia. MUSSOLINI

• Al m:1.resci:1.1!0 Pietro Badoglio. (Da Tempo, N. 27, 2 luglio 1960, XXII).

Roma, 14 mauio 1940, XVITI. *

Colla più grande rapidità possibile le scorte libiche saranno portate alla sufficenza sino al dicembre prossimo venturo. Penso che nel caso di iuerra una certa aliquota di rifornimenti potrà essere assicurata alla Libia « via mare» (specie nei mesi invernali a notti lunghe) e << via aria». Gli apparecchi da trasporto (cento in costruzione) possono portare da quattro a cinque tonnellate di carico ognuno. MUSSOLINI

• Al maresciallo Pietro Badoglio, in risposta alla seguente in data B maggio 1940: « Dall'esame della situazione, allegata, delle scorte di guerra in Libia, alla data del 1° maggio corr,nte anno, appare come queste siano ancora ben lontane dal consenti~ quell'autosufiicenu per un anno che è stata stabilita per le tene italiane di o ltremare. Ritengo che, nel momento attuale, si dovrebbe urgentemente provvedere a raggiungere, in libia, almeno un'autosuffic,nza di otto mesi, ptt ogni genere di scorte. Se voi, duce, approvate, verrebbero emanate le conseguenti disposizioni, d'ordine vostro». (Da Tempo, N. 27, 2 luglio 1960, XXIO.

Roma, 9 girtf.nO 1940, • 'confidenziale. Quando leggerete questa lettera, l'Italia sarà scesa in campo a lato della Germania. Vi chiedo, compatibilmente colle linee della vostra politica, una solidarietà di natura morale ed economica. Nella nuova sistemazione dell'area mediterranea che risulterà dalla guerra, Gibilterra tornerà in possesso della Spagna. Vi prego, caro generalissimo, di acco~liere i miei sempre amichevoli e camerateschi saluti, MUSSOLINI**

• Al g eneralissimo . Francisco Franco.

°

Franco risponderà con la segutntt «confidenziale» in data 10 g iugno 1940 : « Ricevo con emoziont la vostra let1era subito dopo la dich ianiziooe d i

guerra e dopo avere ascoltato il vostro discorso. « la nostra solidarietà morale vi accompagntrà fervidamente nella

,·ostra


252

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOUNI

Roma, 25 agoJto 1940. *

Caro. Franco, sin dallo scoppio della guerra sono stato costantemente dell'opinione che la vostra Spagnn, Ja Spagna della rivoluzione falangista, non po· impresa e, in quanto a quella economica, abbiate la certezza che, nella misura delle nostre forze ( conoscete bene la nostra situazione), ve la daremo voltntieri. « Conoscete certo le ragioni de lla nostra posizione attuale; ciononostante, all'entrata della vostra· nazione in guerra, ho deciso di cambiare i "tc.-rmin i prec~enti nel senso d i sostituire l'attuale <lkhiarnzione di neutralità con quella di " non belligeranza " . « Sono molto grato per le disposizioni prese dall'Italia in merito a Gibilterra, il_ cui ri~cauo, in<lispaisabik all'onore- della Spagna, ~ una delle giuste aspii;azìoni nazionali, che aumenteranno lt" possibilità ,folla SpagnJ ;1 vamaggio J d nostro comune avvenire in Europa. « Cordialmente vi confermo che coglieremo tutte [e occasioni per aiutarvi per quanto sarà in nostro potere. « Coi migliori voti per il s uccesso delle vostre armi, vi invio il mio affet . . tuoso saluto~ . .. Al generalissimo Francisco Franco, in risposta ; Ila seguente in data 15 agosto 1940: "'Mio caro duce, « sin dall'inizio clell'attuale lotta è stata nostra intenziont" di compiere ogni sforzo per prepararci a intervenire non appena ~i presenti un:l favorevole occasione, nella misura consenrir1 dalle nostre risorse, sebbene la scarsità d i bni i per noi esseniiali e l'ìnterruiione delle comunicazioni con l'Italia e la Francia abbiano finora impedito qualsiasi azione. « Le rapide e brillanti vittorie nelle Fiandre hanllo portato a un mubmento nella situ1zione. La sconfitta francese ha liberato i no§tri confini, diminuendo la i;:rave tensione che, unitamente ai maroahini, abbi;1mo sopport.1.to sin d;1ll'ini2/o <!dia nostra campagna. « D a questo momento, il nostro. orizzonte sl è schiarito: è stata resa pos· sibile un'azione da parte nostrn ed essa può divenire molto efficace una volt:i. che siano superate alcune difficolti inerenti agli approvvigionamenti. « Al momento ddl'entrata in guerra del vostro Paese, dovemmo cosi assu. mere una posizione più netta, uno stato d i allar1ne sboccato nella "non belli. ger3nza. ", che non poteva non avere g randi ripercussioni 'n ei rompo intemuionale. « La Spagna, in aggiunta ai contributi già dati per l'instaurazione dell'ord ine nuovo nei nostri anni di dura. lotta, n,c offre un altro prerarandosi a prendere il suo posto nellà battaglia (Ontro i comuni nemici. « A questo riguardo noi abbiamo chiesto alla Germania cìò che è indis~nsabile per la nostra azione e abbiamo accelerato i nostri preparativi compiendo ogni sforzo per migliorare il più possibile la situazione dei r ifornimenti. « In vista di ciò, comprenderete l'urgenza di quC"sta mia lettera pC"r chiC"dervi <li appoggiare queste a.ipira:i.ioni verso il conseguimento della nostra sicurezza e gu.ndena. « Con la m.'.lsgiore ammirazione per i valorosi camerati italiani che stanno combattendo così gloriosamen te, vi invio i mit"i più cordiali complimenti i. (Da: 11 Governo rp,;g1tolo e r Aue. Dornmerrti 11/firiali - Washington, 1948) .


AGGIUNTE : LETTERE

253

tesse rimanere neutrale sino alla fine ma al momento giusto avrebbe adottato WlO stato di « non belligerariza » per poi intervenire. Se ciò non dovesse accadere, la sr agna si estranierebbe dalla storiil europea, specialmente dalJa storia de futuro che le due vittoriose potenze dell'Asse determineranno, . Desidero dirvi, mio caro Franco, che io, con queste obiettive considerazioni, non intendo affrettarvi minimamente nelle decisioni che prenderete, perché sono certo che nelle vostre decisioni voi sarete, come sempre, ispirato dalla difesa dei fondamenlali diritti e interessi del vostro popolo. .MUSSOLINI

29 marzo 1944) XX.Il. *' Caro Cosmin,

~trr:~;~:

zioj! indicazioni.

j ef1~d~!1~~n~i;i°~:~~;e0a~~'. ~:tf~r;:t~~rjc a~l:c::::!i~ MUSSOLINI

• Al capopwvinda di Verona, Piero Cosmin. (Da Oggi, N. 38, 23 set· tcmbre 19~4).

3 aprile 1944'. * Caro Pellegrini, vi mando l'accluso rapporto del prefetto di Zara, rapporto importante perché al?re uno spiraglio di speranza nell'avvenire di ciuella santa, italianissima città. Date immediate disposizioni perché quanto chiede il capo della pro-

p1/['1~~~1

;~d~~htap{:f!~fscS:~ia pa;a%~~~fiesw:;it~t:~ech;u~t~:~e~i,t; le k11ne croate. Di quanto farete, potete voi stesso dare comunicazione al Sorrentino, che, tra parentesi, si batte come un autentico soldato in prima linea. MUS SOLlNI

• Al mini:.tro delle Finanze, Domenico Pdlegrinj.Giampictro. (Da Ca>1dido, N . 9, 2 man:o 1958, XIV).

U aprile 1944. * Caro Pellegrini, concordo in quanto scrivete circa la vigilanza sulle imprese_di assicurazione e vi autorizzo a presentare il provvedimento Iegislat1vo. , MUSSOLINI

* Al ministro Domenico Pellegrini-Giampietro. (Da C11ttdido, N. 12, 23 mano 1958, XIV),


OPERA OMNIA DI BENlTO MUSSOLINI

254

19 u/Jembr, .1944. • ' Carò Pellegrini, richiamo la vostra attenzione sull'acclusa nota concernente lo stato

j/~~:~aj~~:~·\a~~~J:e~::Js~::::. Guardia di FinanzaaTorino. Un'opera MUSSOUNl

* Al ministro Domenico Pell~grini-Giampietro. (Da C.11Jdid1J, N. 10, 9 marzo 1958, XIV).

.

7 ollob1e 1944, XXII. * Caro Pcl1egrini, il camerata Farinacci mi ha consegnato il documento cbe vi allego .

'Viidò

in mandato Ji risolvere il caso prospettatomi da Farinacci, secondo le norme e le leggi vaJevoli per tutti i cittadini della Repubblica. MUSSOUNI

"' Al rnini5tro Domenico Pdlcgrini-Giampietro. (Da Ca11dido, N. 12; _23 mano 19~8, XIV).

14 febbraio 1945. * Caro Gane, come avrete già visto dalle comunicazioni radio e Stefani, il varo del «Raggruppamento» è avvenuto. li battello è in mare. Sono sicuro che lo p1lolerete tenendo fede alla consegna. Vitt. [ orio] vi farà altre comunicazioni. Accogliete i miei più ~ordiali saluti. MUSSOLINI

* A professor Edmondo Cione. (Da: EDMONDO 0.0Nl! p11bblira Jodale ùaliaiia -

<C

Storia della Re.

Latinità», Roma, 19'.il, pag. 321).

17 febbraio 19451 XXIII.* Caro Pellegrini, . A} Recante la data del1'8 febbra\o mi è giunta una memoria del camerata Fabbrici, concernente la richiesta da parte delle banche di una garanzia dello Stato per i finanziamenti da erogare all'Alleanza nazfo:.

* Al ministro Domcni_co Pcll~rini-Giampidro. (Da Candido, N. 12, 23 mano 19'.18, XlV).


255

AGGIUNTE: LETTERE

nalc delle cooperative. lo stesso Fabbrici mi dice che ne avrebbe parlato con voi. Non so se l'abbia fatto. Ad ogni modo, io non sono con-

:~'i:i~:~~~[

~a~~'ar~a~~el' e!~lv~0 1:::tta:n:~r c;:;i~o~el~~~~~: riscattare i negozi privati nel termine di tempo previsto e torneremo in alto mare. Vi accludo, a<l ogni modo, un memorandum del Fabbrici.

J[

di i!aX~ar:"f~d~oli~i!est~1b~:arian 1?a;:i~ao~~~~~:!at~d~gj~i pi~~~ identificare il mittente contrabbandiere. C) Due note fiduciarie della Polizia pervenute da Novara sugli spiccioli e da Genova sul sale.

~ie~~tu~~ :~~~~~~~~;o 1

facc~Jd;;'~ ~o~~t'.e~ond:li ~;::~t~!!etri~ai:. stri i" 'tuali hanno oggi il diploma di scuola media superiore, debbano cominoare dalla terza categoria. MUSSOLINI

12 dprile XXIII [1945 }. * Caro Agnoli, dopo sfogliato il vOstro album, si può veramente dire l·he sempre Bononia docet., Sempre, cioè anche in questi durissimi tempi, nei quali la vostra, la nostra città ha tanto sofferto e dimostrato la sua fierissima tem~!' ricordo ai bolognesi e a voi, con _immutata simpatia. MUSSOLINI

* All"ingegner Mario Agnoli, podesti di Bologna, che gli aveva fatto pervenite la pubblicazione fotografica intitolata /...4 riuà di Bologna. (Dall'originale).


TELEGRAMMI [29 marzo 191..S.] * Battutomi duello. Ferito leggermente testa, Mio avversario Treves ferito tre volte pill gravemente. . BENITO MUSSOLINI

• A Edvig~ Mussolini. (Da: Et>v1CE Mussou 1,;1 -

Op. ,it. -

pas. n ) .

28 aprile 1915. "' Facciamo -edizione speciale processo. Avvisa Riva per striJlonaggìo, massima diffusione. · MUSSOLINI

• A lblo Bre5ciani, che gli aveva proposto di fare un'edizione speci.1lc Jcl Popolo d'Italia in occasione del p rocesso, celebratosi alla Corte: di assise di Verona;contro il frate' Attanasio De Pauli, imputato di vilipcnJio all'esercito e alle istituzioni. (Dall'origina le).

17 flla/!,f!.ÌO l 9Ù. *

Oggi iiceverai denaro. Ciao. MU~SOLINI

"' A Italo Bresciani. (Dall'originale).

14 al(O.IIO 1921. *

.

Telegrafa se occorreti uomo fiducia per propagandista direttore giornale Audaria. Saluti fraterni. MUSSOLINI

"' A It.a.lo Bresciani. (Dall'originale).

Roma, 31 ottobre 1922, ore 18. *

r::Jl!:r!r::~~l~~r;:bli~;hJan:~~~~:: ~~:;:i~:~s:a:1: zionale. Vog lia subito informareDirettorio Fascio locale erassicu rarmi. fest~~~~~:t~0

MUSSOLINI

• All'inc:ukato d'Affari d'Jtalia a Fiume, Michele Castelli.


~

I.

257

ACCIUNT.E; TELEGRAMMI

Roma, 31 ottob,e 1922, ore 18.20. * Assumendo le funzioni di ministro de~li Esteri mi affretto ad in· viare subito a Vostra Eccellenza i miei piu cordiali saluti, confidando nella sua amichevole collaborazione nei problemi che interessano i d ue Paesi, legati da vincoli di tradizionale amicizia. M USSOLINI

• Al mìnistro degli Affari fateri inglese, lord Georgc Nathanicl Cun :on o! Ke.flrston . RonJt:t, 1 novembre 1922, ore 21.50. *

Prego telegrafarmi d'urgenza breve rapporto su impressioni che recenti avvenimenti in· Italia han prodotto presso codesti circoli politici diplomatici e finanziari e su .codesta stampa. MUSSOLINI

• Ai rappresentanti diPlolt'latici d'halia all'estero.

Roma, 3 novembre 1922, ore 2 I .30. *

i:ir~~~~;r~n\1 g;:~~~/d·~~:lia~ ~

:i~~

1

0

aug!:;leè : ~ ~~~~,i~cr: z~i~:rr:a migliaia e migliaia di italiani che nel :suo Paese trovano osttalità e danno 5

fuebii~

1 ~~: P~~~l: 0

st~a i

d~~ine:t:·dE~~~ cc°;~;;~;~~e u;m;fr:~i~~~~f:;

e cordiale, alla quale io conto col suo appoggio di contribuire con tutte

le mie energie. MUSSOLINI

• Al Prc-;idtnte Jdla Repubblica Argentina, 1farcelo De Alvear.

Roma, 3 novembre 1922, ore 21 .30. •

Assumendo il Governo dell'Italia mi è gradito inviare a Vostra Eccellenza cordiali saluti, augurandomi che la cooperazione del suo nobile Paese con l'Italia diventi sempre più intima e cordiale. MUSSOLINI

• Al Presijcnle del Con5iglio .giappon= , barone Tomosaburo Kato.

Roma, 3 novembre 1922, ore 21 30. "'

subi!ss~m;~~~a ikc~~1!:~~~1:~}Jf1~r:i !u;u~~tmC::f;a~~~Q /;{~a;~ =~~iir~ ~f!°fo~~~m~~t:t 1 ::~i~;~r:~1rii:t;ep~:ii.~d~ig,f!it~d~\: 17.- XXJ:V,


258

OPERA OMNJJ\ DI Sl:NITO MUSSOLINI

gliaia di italiani che costl vivono e le altre che potranno emigrare verso codesta terra osl?itale, costituiscono un legame potente per una cooperazione sempre piu larga e più viva. MUSSOLINI

• Al Presidente della Repubblica brasiliann, Si[va Pessoa

Roma, 4 novembre 1922, ore 13.55. * Telegrammi numero 855 e 858. ·Pres o Vostra Eccellenza assicurare codesto cancelliere che è mio

:~:l·j ~~~~~1:r;;/rito~~af~':\~r:o:ra:i!ird~ìf.At~~!:ji'. i~~~Pf:~:~ur:ìl~ di unica grande potenza viciniore, per <JUe!la di creditore privilegiato, 5

nonché per la somma di interessi che lesano i due Paesi, desidero che i buoni rapporti felicemente stabili ti dai miei predecessori siano man.· tenuti e sempre più svilupRati ed al ri$uardo conto sulfa cordiale colla. bora.zione del signor Seipel, che in diverse circostanze e seg natamente nell'ultimo suo incontro col mio predecessore fece cosl ampie soddisfa. !'."enti dichiarazioni. Non ho ancora avuto il tempo di approfondire colla necessaria attenzione il programma escogitato a G inevra per la ricostru· zione dell'Austria, ma posso fin d 'ora assicurare che, compatibilmente colla giusta tutela degli interessi italiani, io intendo prestare ali' Austria una valida cooperazione perché possa superare le sue gravi attuali dif.

ficoltà. .MUSSOLINI

* Al ministto plenipotenziario d" ha lia a Vie11na, Lt1ca. Orsini Baroni. Roma, 4 novembre 1922, ore 22.30. * Rispondo ultima parte suo teleg ramma numero 3~8. P~r sua eventuale norma di linguaggio, io ho disciplinatament~ su· bito o accettato il trattato di RapaUo appena fu firmato, come risulta da molti articoli del Popolo d 'llalut, Q uesto atteggiamento provocò il dissidio con D'Annunzio. · · Non ho mai posta in relazione la questione degli italiani in Tunisia con quella delle riparazioni. MUSSOLIN l

• All'i~caricato <l'Affari d"lta.lia a Budapest, conte Ora.zio Vinci Gigliucéi.

Roma, 4 novembre 1922, ore 22.)0, * che ~re~~t:;~i~~c

estrema destra.

ii·~::i~!: ~ ~~!?bitrt'~zi:irJ!:1::1:~~~::tdi 0

~u

.

MUSSOLINI

• Al con~ole senerale d" ltalia a. Monaco di Baviera, Giovanni Cesare Majoni.


259

AGGIUNTE : TELEGRAMMI

Roma, 4 novemb,e 1922, • Pecifri ella stessa. Telegramma di Vostra Eccellenza numero 249. Comprendo le ragioni che hanno. indotto Vostra Eccellenza a rasser::lle~~~ti~~a::~ ~111~:;s;st~'. ulteriori d isposizioni, prego Vostra MUSSOLINI

* All'ambasciatore d'Italia a Berlino, senatore Alfredo Frassati. Roma, 4 novemb,e 1922. * Prego Vostra Eccellenza voler far pervenire con la massima urgenza ~5c~t:~~e ~~::n~ir!:cJ~~~e~?~~e dàel i~d~ca~~~s;o,!; britannica del Ella vorrà far considerare a codesto Governo che il ritardo della risposta è dovuto ai recenti avvenimenti di politica interna in Italia, e mettere in rilievo Ja convenienza che l'intesa possa essere raggiunta rapidamente, dovendosi certamente consultare anche il Governo fu,ncese. MUSSOLINI

• All'ambasciatore d 'Italia a Londra, G iacomo De Mar tino . ... (71).

Roma, 5 novemb,e 1922, o,e 10. * Questo ministro di Polonia ha domandato ufficiosamente se Italia non

si opporr~bbe qualora altre potenze proponessero sua ammissione con:b:enèzaco~~f~~;a~o li::i/;at:;;1!:io~~e~~: t tr~,t~~a~inri: ~i~n~\;fi~eg:st~

1

1

r~: ~~::;nr:d~~t:r~~~ich; :~~~i, ; ; to:r;id?~~;t~e~; :o::1~11°ho~:r~~ polacco infatti teme di essere attaccato dall'o~posizione ove non ottenga ~~: faa~:~t=z~fan1n~Y~a~~d: ri~di~io~~~:na esione di presti~io il fatto Prego telegufarmi avviso d i codesto Governo, presso il quale sup-

~;t~f

f:~~o

punf =t~a n~~tYoa;~~~a1r~tta è stato sempre quello ridurre al minimo partecipanti alla conferenza. D'altra parte non vedo come possa 005tituire un punto su~ettibile per Governo polacco il fatto che Russia sia stata invitata, ~uando invito ai soviefi ha assunto una forma specialissima e (lUando d altra parte non si può realmente parlare di speciali interessi ()?lacchi nella questione degli stretti. Osservo infine che se sarà in\'itata Polonia, analoga richiesta verrà. molto probabilmente pre. sentata anche e a maggior ragione da Cecoslovacchia, che è potenza danubiana. MUS SOLINI

• All'ambasciatore Giacomo De Martino.


260

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 5 novembre 1922, ore 20.30. • D ecifri ella stessa. Suo telegramma numero 36n. .' Per sua norma .tilformo riservatamente Vostra Eccellenza che non . ho intenzione, salvo l'imprevedibile, di risollevare questione. Valona. MUSSOLINI

• Al ministro plenipotenziario d'Italia a Durazzo,· marchese Carlo Durazzo, che gli aveva comuriicato le apprensioni e le preoccupazioni suscitate in alcuni ambienti albanesi dal Governo fascista.

Roma, 5 novembre 1922, ore 20.30. * ( + ) Reto Governo non è mai stato interpellato circa· invito Egitto

~nJ;:rd~ d~Ii~°:ca~b~ i~~~r~tp;j::~tc~:;~n~e~~~~~iia~~o:~~~~~e~~ 5

ziaJmente da questi ambasciatori Francia e Inghilterra. Occorre quindi chiarire che questione invito o meno Egitto deve essere discussa anche

~i~sr:~ee

d~rb~d!1!~~i~~~i=~~~ir~:v~a1:e~~~re:e~~

i~\~~i!f:stf~~;;o Poiché d'altra parte questione è sorta in occasione discussione circa partecipazione Indie, Dominions, Marocco e Tunisi, ci riserviamo esaminare anche noi partecipazione Libia. MUSSOL lNI

• All'ambisdatore Giacomo D e l\fartino, 2.ll'alto commissario d'Italia a Co. stantin opoli, marchese Camillo Garronì, al minimo plenipotenziario d'Jt:alia al Cairo, Lazzaro Ncgrotto Cambiaso, alrincaricato d'Affari d' Italia a Parigi, Carlo Galli.

Roma, 7 novembre 1922, ore 16.1'. * Suoi telegrammi 463 e precedenti. pres!t~~f~aiI'~~;~~t{:o~a~~~i:s~i ci!e~n~ ev:~:t:)ce~:t:ft~~~ :~gi~~ monarchico greco. Occorre però seriamente considerare tempestività nostro riconoscimento per evitare pericoli che deriverebbero se malgrado ciò regime attuale non riuscisse consolidarsi. Considerazioni suo telegramma 449 han~o senza dubbio molto valore, ma bisogna anche tener presente eventualità rimanere soli ed avere riconosciuto un regime che fosse poi 2

~~~~~:

~r~~de~J~a~~i fnfri;~is~!at;;e;;o ;o;~~h!f!~:rfi~efr~tu~~~m~~~j Governi riconoscere re Giorgio e rendendo nota tale nostra iniziativa in Grecia. Ripercussione di questo atto mi sembra sarebbe favorevole non solo per rapporti italo-greci, ma anche per situazione politica interna Grecia, mentre· non ci comprometterebbe in caso nostra · proposta non fosse accettata da Inghilterra e Francia. Prego telegrafarmi suo parere. MUSSOLINI

• Al ministro plcnipotenziuio d'Italia ad Atene, Giulio Cesare Montagna.


261

AGGIUNTE : TELEGRAMMI

Roma, 9 novembre 1922, ore ·23, • Suo telegia_m ma numero 188.

per ~b:~e

E~: ~~~i~~;a~~i~ ~~r~T:io~~ .a

J;~~~

0

eos::~;~e b~r;::~iodne\,~ scerc già che attitudine italiana nella questione è in massima favore"ole, ma dato temperamento estremamente infido <li Stamboliskij, ritrngo preferibile, almeno per il momento, non fargli alcuna dichiarazione esplicita in pror.osito. E ciò tanto più che occorrerà a tempo opportuno negoziare possibilmente cori la Bulgaria il nostro appogg io. MUSSOLINI

* Al mini$1f('J p l!'nipokniiario d'lt:ilia :i Sofu., rnnte Luigi Aldrovandi li.fa, r<:!lcolli.

Romaj 13 novembrt 1922-, ore 14 (pei· il 14 sera).•

Agenzia Ht1t111I comunica che avrebbe luogo domani Londra colloquio fra Po.incaré e Curzon circa questione O riente_. Ho ·dctto a Barrère ed a Craham che colloquio a due fareblx- pessima impressione opinione pub-

tcon;~~~e' ::t:~~o eri~~ut~~~~~: !:i~tf~ta:: ~?v!~~sfS:ri~dr:;;r ~~ff~.~ me. Data mia asso.Iuta impossibilità di allontanarmi in -guesto mo0

mento dall' Italia e data as.senza da Londra di Sua Eccellenza De Martino, ho pregato nuovo ambasciatore marchese Tornasi Della Torr'etta di partire subito per Londra, dove giungerà me_rcoJedì sera.

sent1:~'!o a!:r~~::~~t;i~:~~r;;~n~a~·,~e;de~ee a~~!~tTa~r~~::.n° rappre0

MussaUN( "' All' in<aricato d 'A/hri d'Italia a Londra, G.1.briele P reziosi, e all'ambucia· ture d·Jtalia a Porigi, Carlo Sforu.

Roma, 13 novernhr!: 1922. * G razie lua lettera. Ricambio tuoi 3ffettuosi saluti. Il compito è duro, ma l:l fede è durissima. [Un] .abbraccio .r te e ai tuoi. MUSSOLINI

• A Edvige Mussolini. (Da: EDVIG~. MUSSOLINI -

Op. rit. -

rag. 111).

Roma, 15 novembre 19221 ore 24;* (Per Londra), Ambasciatore a Parig i telegrafa <juanto segue: <1 Questo Governo non sa undersi conto perché Gabinetto britannico_ :abbia bisogno d i ulteriori " più precise :micun.:zioni pr ima di recarsi a Losanna. In ver ità su tutte le principali quest ioni accordo è ora r:igsiunlO. Vi è consenso ~ e

eYa.cuazione Cia.nac. Vi è accordo per sostituzione dei nuovi strumenti alle capi·

• .All'ambasditore Carlo Sforza e al nuovo ambasd:uore J.'Iulia a Londra, Pietro Tom3si D c-110. Torretta.


262

OPERA OMNIA DI BENlTO MUS SOLINI

tofa:t.ioni. Vi è accordo per la delimitazione ad Adrianopoli. Vi è coo:lfflso generale per opporre la forza alla forza se attaccati. Parb ndo meco in confidenza Poincaré si domandava se non vi fossero a Lonùra delle for~e occulte spi~ nti tuttora alla guerra ».

(Per Londra e Parigi). Dal telegramma di Vostra Ecce11enza. numero 1652 desumo che debbono essere intercorse trattative tra 1'Ins hilterra e la Francia all'ins;iputa dell'Italia. N on mi risulta infatti che v 1 sia accordo né per l'evacuazione da Cianac, né per nuovi strumenti da sostituire alle rapitola:zioni, né per la delimitazione di Adri anopoli. . Poincaré si domanda se non agiscano per avventura a Londra forze occulte s_ping~nti alla guerra: Non è azzardato immag ìna re che la silenziosa azione di Venizelos intende ad impedire: ed a rendere t.lifficile un'intesa con la Tu rchi:1. MUSSOLINI

Roma, ]) novembre 1922, ore 24. • Dai telearammi 12 13, 121 4 e 12 15 d iretti dal generale Mombelli a l regio m inistero della G uerra rilevo che si continua a prospettare eventualità evacuazione colonia. Ripeto ciuanto ho già detto: che bisogno. cons iderare proposta evacuazione truppe intesa nel senso l:lsc:iarci man i ~:rJ~t re verso Governo turco e non in q uello d i aprire ostilità con Quanto alla colonia, anziché parlare di evacuazione, è indispensabile

~~e at; ::~a~~toi~1à s~~~~ Jt;~~d~r~0 ~~s!lb1~0 ~:ri;~~~~~~~:ei:ir:e~~ii~!

colonia a Costantinopoli in ogni eventualità. Intendo che non si ripeta per nostra colonia Costantinopoli q uanto accadde per q ue lla d i Smirne, rifugiatasi in Italia senza reale necessità, e che il regio Governo .trovasi

~~;i~~i

~['1~p~~:1~~tbikc: e~~!~~tuct:· d~~bno: osJc~~~~n;~: / s!:tev!~;:: l'esodo dei nostri connazionali d all'Oriente. Governo turco tende sol-

;~~~t t~~~~!:f~~~1t 1:~b~!/it'tia::~~:ist~~q~~~11:n~~lv:r~i°i!:;rn~~

all'uopo opportune istruzioni alle autorità d ipendenti.

MUSSciLINI

• Al ma~chese CamiJJo Garroni.

Roma,_ 17 novembre 1922, ore 13.15 (per il 17 tera}. "' Prego comunicare d 'urgenza a Curzon che sarò domenica ore 17 e 2R T erritet, ove sarò lieto incontrarm i alle ore 18 con primi ministri alleati. M lÌSSOLINI

• Alrambasciatore Pietro Tom:tsi Della Torretta.


I

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

263

· Roma, 18 11011embre 1922,. ore 23, • Questa ambasciata di Francia mi ha comunicato un telegramma nel 1

!i~~t:e~j\~ ;e~~=s: fie:i:~d~;1i~ì'fe~~ed~~~eeb~;i~:!c~~1:V?t~t~:ofa~

. ~~~t

conoscere a Losanna loro idea su questioni che le interessano ma non

~~~:lt::~, d~~ClJ~id~~~~a~:~i e~~r!";~~a~f°:o~e/id~!j~i~~mG:~!~~~ francese ,1ggiunse che Governo albanese, oltreché nelle condizioni jn 00 5

cui saranno sentiti Stati non Alleati, dovrebbe partecipare conferenza per regolamento carichi incombenti a territori stacq1.ti · da impero ottomano, cioè per liquidazione guerra balcanica 1913, rimasta finora in sospeso. Prego comunicare codesto Governo che regio Governo ritiene non sia il caso di forc una distin:zione fra Stati che hanno o non hanno partecipato 1 ~ ~/;ee:i~e~t!a;cdir~N;~t!~!iaj~ct~!~1:t~"~~zrisi~~it~ mente ad essi, si farebbe opera -utile ai fini del regolamento definitivo di tali questioni solo se gli interessati nvessero la coscienza di aver parte-

t~~~~~,1~7ta~'.

I~:~

~~~::~t~naqf:~c~~n~~c~~/ ;fr~~~~(iO:,~e~~~ul~l~~i ;r~~~~~m~ar~::,~ · ~~= ~i~~;~:ss:1: i~e~:~ì:ol~:~~~t~uaefi:d~t:~~id~:c~:;~~~u~:~

~~1~:~r;~.

1913. In base alle stesse considerazioni regio G overno propone che Governo bulgaro, il quale ha reali e suoi interessi balcanici, sia pure invitato a Lartect.are alla aiscussione delle q uestioni che lo toccano direttamente, al

a:e:.~d/~~ìn~:~~r~rt;~~etl~~:~~ ~~v~~~~-

Sofia.

, MUSSOLIN[

• Al nuovo ambasciatore d'Italia a Parigi, bnone Camillo Romano Avez. z:iru, e al!'arnbaiciatore Pietro Tornasi Della Torretta.

Milano, 19 novembre 1922, ore 8.50. * Leggo sorpreso comunicato anmuiciante accordo raggi'unto su tutte questioni che formeranno tema discussione Losanna. « G;:~9o~~t;1~o~~a;rta~f~~s:;~::ie P/:;nif u~~udet~il~~~~ic!:i~itet MUS SOUNI

• All'ambasciatore Camillo Romano Avezuna.

Lo1annd,. 20 novembre 1922, ore 17. * ,Mi onoro informare Vostra Maestà sui miei collòquì relativi ai lavori preparatori per Ja conferen·za di Losanna. Ieri sera ore 19 ed ore 21 ebbero luogo mie prime riunioni con Poincaré e Curzon. Ho tenuto che * A Sua Maestà Vinorio Emanuele lii.


264

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

~se avvenissero a Territet piuttosto che a Losanna, · perché fosse chiaro che j ministri alleati venissero ad incontrarsi con ·capo del Governo di Vostra Maestà in una località diversa da quella dove deve aver luogo conferenza. In seguito è stato diramato seguente comunicato : « M. Raymond Poincaré, M. Mussolini et lord Curzon oot eu ce soir une ·première conversation ,fans bquelle s'e:st nettement affirmée leur commune rko, lution d e régler dans l'esprit de la plus cordiale amitié et sur la base d 'u ne parfaite égalité entre !es .Alliés tou1es les questions qui vont étre trnitées à la conférence de l.ausanne. -Ils auront demain un second entretien ».

Ag.g-iungo per Vostra Maestà che ministri alleati hanno tenuto che comunicato fosse pubblicato in q uesti termini, malgrado mie riserve su isole Egeo e <JUestione mandati. Stamane è stata ripresa fa discussione di carattere procedurale circa lavori conferenza. Ho confermato mie · riserve circa isole Egeo e questione mandati e propongomi invitare stasera stessa Curzon e Poincaré ad una riunione per chiarire in modo definitivo la situazione. Avrò in giornat;i colloqut con Ninéié, Duca e Stamboliskij. MUSSOLl!'-SI

L<uanna1 ll novrmbre 1912, ore 21.50. * Mi onoro informare Vostra Maestà che oggi ho avuto un importante colloquio personale con Curzon. Ho riesaminato con lui questione Dodeca~~~!u Do1~:~~n~s~0 ~t~!";ji~:~a :h!0 d!~~i~:~te n~lu~igefQrmare oggetto di discussione senza ed al di fuori deÌ!a volontà dell'Italia. 'Questa formula mi sembra la migliore, perché ci permetterà più tardi di risolvere in modo definitivo la questione secondo i nostri interessi ci consiglieranno meglio. Circa i mandati Jord Curzon ha riconosciuto il diritto dell'Italia alla partecipazione in tale questione e quindi nell'assetto definitivo che ad essa potrà venire dato. Siamo rimasti d'accordo che regio ambasciatore i Londra presenterà subito una nota in proposito al Fore;gn Office perché abbia luogo uno 0

2

scazS!IJ/~i~ ~1:~:sa~~~th~t~o::~a;if~:;:;t}d migliori, sincere disposizioni politiche di lord Curzon verso l'Italia, abbenché abbia dovuto molto insistere per vincere le sue vive resistenze, giustificate dal fatto

teiib~:!:r;~~;~r:

~:;~rdefi~à s3!:5?!~tadei~tenf:;;~rdicata and1e da 0

note~:11'!r:1s~e~~~~~h:e:1~::i:n~a d~ i~=r~~:~i:n;asr~e;~\i~~!~tei. l'Italia nel bacino orientale del Mediterraneo. . Dato l'accordo coll'Inghilterra non sarà difficile raggiungerlo colla Francia. MUSSOLINI

" A Sua Maestà Vittorio Emanuo?le JII.


265

AGGIUNTE : TELEGRAMMI

Lo1tmna, 22 novembre 1922, ort 19. •

Mi ris~rvo riferire verbalmente a Vostra Maestà al mio prossimo arrivo a Roma ogni dettaglio interessante colloqui da me avuti qui con vari capi .di Governo.

~:8~:i~~~~t~1~li?;~b1 1

1

; :a!~:t~~:it;ir~~:di!a:r~i~t~~:~~~~eli~ che lunga conversazione avuta sono state da noi esaminate tutte ,guestioni politiche generali che hanno inlfoenza diretta sui rapporti fra i due Paesi. Sono convinto che signor Nincié farà quanto gli sarà possibile per realizzare rapporti sinceramente amichevoli coll'Italia. Propongomi di avere con lui prossimamente collo9uio sulle modalità per giungere alla definitiva sistemazione della questione adriatica. Ministro Affari Esteri <li Rumania Duca, col quale ho pure avuto

~~~~i~s~f~m~ui~~c~~Jf P:~:~~\i

:~t~r~i

c;;i~:a~; ~~~i ~!~;:\ ti~e:~ofi~~~~i:,~~ ~ùR~~;~i:. Roma per esami-

1 coll~~~~J~ teiipr~~!~fr~~ ~~i/ per la questione di Macedonia. Stamane poi Ismct Pa.scià è venuto a trovarmi per chiedermi quale sarebbe stato atteggiamento Italia nelle prossime trattative di pace e nell'eventualità d'una rottura. G li ho risposto che l'Italia è favorevole all:i tesi · della costituzione di una Turchia libera ed indipendente dentro i limiti del suo territorio nazionale, ma data mia conversazione con Curzon riferita a Vostra Maestà, mi sono tenuto molto riservato circa l'atteggiamento che terrebbe J'Italia in occasione di una eventuale rottura, d1cen-

~~f~i~:n\~ ~a~o~~~~t~~osd:lli\°:~tjj;à~t/ n~s~:f~l~~;~es~te eventualità Parto stasera per Milano, dove passerò giornata Jomani arrivando Roma mattina 24 corrente. MUSSOLINI

• A Sua Ma~tà Vittorio Emanuele lit. LoJ(mna, 22 novembre 1922. •

Il 1~· novembre corrente l'ambasciatore di Sua Maestà britannica a Roma mi rimise un memoriale telegrafato da Jord Curzon, in cui sono indicate Je q uestioni formanti parte deJl'assetto orientale, sulle quali il Governo britannico desiderava di raggiungere un completo accordo fu

tkc~:r:~i~/t!~/:i ~:~à~r~ ~~n~i1e~ii:~1:!~~ d~ll~e~~:~n1lazt~~nd:i testo del memorandum che qui accludo e rileverà dalla nota dell'ambasciata britannica che l'accompag nava come lord Curzon .faceva della ac~:\t1:zic:~!g!~~!i J'~~a~i

c!~l~~~ed;j; ~s:,~i,~~~,n~ r sr~'~u1u;:t:~i:;:~1~a~=

• Alr~mbasciatore Pietro Tornasi Della Torrett:a.


266

OPERA OMN[A DI BENITO MÙSSOLINI

nUa conferenza di Losanna, mentre ammetteva la discussione per le questioni iodi_cate nella cate,goria B. Trattandosi di stabilire gli impe.sni che assumerà l'Italia nei riguardi della sistemazione del prol:ilema orientale e della conseguente linea di condotta che il regio Governo doveva impegnarsi ad adottare nel corso della conferenza stessa, sarebbe stato molto utile di chiarire in modo definitivo a lord Curzon, prima di incontrarmi personalmente con Jtli, il punto di vista pregiudiziale dell'Italia sulla sua comunicazione.

eato),mU:!aI: ~~~~~~tr: raJ;:at:~b~~ n::a ;~:~:!e~à':~~e c~al~f~~~!a f~~:; 0

inviata in modo da raggiungere Jord Curzon prima della sua partenza da Londra, dovetti astenermi dal farla trasmettere; e perciò la questione venne trattata soltanto verbalmente nei colloqui che appena giunto in !svizzera ebbi insieme con lord Curzon e il signor Poincaré.

b

~tl~!}:~,f; i~eJ~~~;: ;~~jbe~~~

q~:S~~~eest?~~J:~i~l~~~~~~idjo~~i stra situazione nell'equilibrio del Mediterraneo orientale e che faceva della soluzione di tale questione la base indispensabile per. fa partecipazione itali.lnn nl fronte unico che gli Alleati intendevano stabilire alla conferenza, incontrò molta ostilità da parte tanto inglese quanto francese." Ma nella riunione tenuta la mattina del 20 corrente riuscii ad eliminare dalla discussione la <Jllestione del Dodecanneso, ponendo chiaramente la riserva contenuta nel progetto di nota qui accluso, che cioè l'Italia accettava la formula proposta dal memor,mdttm inglese per la cessione delle isole dalla Turchia agli Alleati, in quanto essa formula è collegata all'esplicita disposizione deU'articolo 8 del trattato di Londra del 1915. Restava fa questione dei mandati, circa la quale mi si facevano dagli Alleati obiezioni specialmente per il fatto che nessun governo italiano aveva mai richiesto finora una partecipazione ad essi e che le trattative sl erano limitate ad una serie di richieste ed assicurazioni d'ordine particolare collegate alle discussioni svoltesi nella Società delle nazioni circa· i testi dei progetti di statuto per i paesi arabi. Riuscito vano ogni tentativo di risolvere la questione neJla discussione a tre, feci nuove personali insistenze presso Jord Curzon per un'intesa, senza di cui g li feci comprende re che l'Jt:ilia sarebbe stata costretta, malgrado ogni buona volontà di accordo, a prendere 1a propria libertà dì azione nella conferenza, ispirandosi unicamente alla tutela dei propri interessi che non avevano potuto trovare garanzia da parte deg li ALieati, Ebbi così un colloquio con lord Curzon ieri 21 novembre e gli feci presente esplicitamente che il rimanere intransigenti sui punti da Jui elencati ne!la· categoria A del suo memorandum poteva avere per conseguenza la rottura delle trattative di pace e forse anche Ja necessità di provvedimenti militari. Che l'Italia una volta assunto l'impegno che le si richiedeva, intendeva coadiuvare gli Alleati fino alle estreme conseguenze, ma che perciò era naturalmente indispensabile giustificare l'eventuale nostra azione con la difesa di interessi italiani e non con q uella di interessi soltanto anglo-francesi. Risultato ai questa conversazione è stato che lord Curzon ha dovuto finire per convincersi della necessità di dare soddisfazione alla nostra domanda di partecipazione in quegli interessi che ci si domandava di


,.., 267

.AGGIUNTE: TELECll: AMMl

impegnarci a difendere, cioè nei mandat i, salvo ·a concretare la forma pratica di tale partecipazione. Siamo rimasti d'accordo col ministro ing lese che l'intesa da noi raggiunta su tale questione di principio sarebbe stata consesnata subito in uno scambio di note fra codesta ambasciata

ed t[;;;'\~c~fe~:~ pertanto vorrà: far pervenire con estrema urgenza immediatamente a quest'ultimo una nota informata ai concetti esposti nel presente dispaccio e nel progetto di risposta alla nota britannica: del 15 novembre. Per quanto riguarda i punti indicat i- nella categoria B, d ia aggiun-

~fr~,r~!t!~ ~;!~'ìfa~:a1ia~!o~°J:tÌ~as~fr~t:'J:1p:~~~~i(~i'::i~!o~à~~~ dopo le conversazioni di Terrìtet.

J~::::

lordc~~~!·:~:ru;;~~rb~e~~~~~e f:rnc~e:!:~~a ic:ell~n~:,!t~';~~~ che avrà la trattazione della questione col Governo francese. Per il momento nessu na comunicazione in proposito è st:11.1 fatt:1 a Parigi, non avendone lord Curzon espresso specialmente il desiderio. MUSSOLI NI

Roma, 24 novembre 1922, ore 18 (per il 25 mt11/Ì11a}. ,;, ~ Su~l:e1~~~:;~

;eg;~. ambasciatore Parigi quanto segue:

« Conversazioni di Losanna non sono g iunte ad una forma defin i~hJan;:;;r~t~a::ali~:c:zi~~~l:~enad~0f;~i;::cn~ni~~l t ;~!l:ia~t~::n~~;alftr

ft~~f~;5d;1~~esii~~afi:;:1:t~ ;if~~~d:~~~:~1~t~de~:~~~~~.1;1:~7;: 0

0

mandati, e parità condizioni in tutte le questioni economiche. Quest'u ltimo punto in cui predominano interessi francesi fu ammesso fin da prima seduta. Circa Dodecanneso, a cui specialmente si interessa Governo in· glese, il punto d i vista italiano è stato sufficentemente ch iarito ed accertato nei colloqui susseguentemente avuti specialmente con Curzon. Quanto a mandati, in un'ultima conve rsazione con Curzon, questi si mostrò disposto fare quanto era passibile per rendere praticamente effettuabile la richiesta di partecipazione dell' Italia. Ma la questione presenta non lievi difficoltà, in ,quanto è complicata dai deliberati della Società na-

Ì~~7;: ~0~i~~: d~a~:~~d~ ~; en~~~i~i ~r~=~ir~tnd~~is: : ;;bt'~:~~~ r::~~~~at~cri~lr(r~~~oo~~~r~u~~ :1.tca:;r:1ancf!Jr ;:!s!~Jti~:\~~v:i sazione circa mandati, non avendone Curzon manifestato relativo desiderio, non si informerà Governo francese prima aver chiarito le modalità pratiche dell'accordo. << Ai fini per i <juali ella richiede q ueste informazioni, credo utile

• All'ambasciatore Pietro Tomui Della Torretta.


268

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

ella sappia che il primo comunicato ufficiale contenente i termini " della·

~::n;i1,~~:tr:fi~u:o~f::!~~:0d: ~s!n~f.~~ef~i !~l~~je,~~N:r~i Jted~;

comune risoluzione di regobre nello strito più cordiale amicizia e sulla

cil ~~~s:~1cr:!;i ~~1f;d~ n~~ ;i\r~~~~~~a d!fir:i~t~;~n~~ ~~~f~a;~o~ >>. 0

0

0

mie riserve, d:'ll!e guaii non intcnde\'O Jecampare

MUSSOLINI

Ro11111, 26 novembre 1922, ore 21. *

(Per Losanna). Telegrammi d i Vostra .Eccellenza m1mero 18 e 19. Ho telegrafato a Londra e Parigi quanto segue : (Per tutti). In relazione a telegrammi numero ·1s e 19 della dcle~ gnionc Losanna comunicatile direttamente da Garroni, pregala insistere vivamente presso codesto Governo acciocché, conformemente

preliminari ~~~ftt~;f:Jo~;eit~li~o%~ ~~:ibde~t AiT:~r_ardato principio assoluto (Per Losanna). Mi sono Jimitato volutamente a tali istruzioni di carattere generale, essendo innegabile che eccezioni della delegazione fran-

cese circa posizioni acquisite di prima della guerra hanno un fondo di ragionevolezza, e perché adattamenti speciali del nostro punto di vi.sta, su cui si deve di massima fermamente insistere, dovranno essere costi

~~r:~~tijfS~~~~OJ~h~ir~~:iat~:Z~ ~;~~~~:C ~~~:rovi~t~~\~:° volge anChe opposizione contro estensione degli interessi inglesi.

d~:a~da n~if~~ MUSSOLINI

"" Al cnpo Jella delegnzione alla conft-renu di Los:inn~, marchese Umilio G:irr<ini, e :igli ambasciatori Pietro Tnmasi Ddb Torretta e C.1millo Romano Avezuna.

Roma, 29 novembre 1922, .ore 14,25. ,i,

( +) Era da prevedersi la nuova domanda russa ed è' appunto nella persurnone della gravissima difficoltà di limitare la partecipazione russa al solo argomento degli stretti che il regio .Governo era tunto alla pro· ~::a r1~:V~~~~~~ren~~e~s~ci~a daFt~:::!r:r;i~~\~:~a gi~~idi::zi~t:~~~~i: nale del Governo dei sovieti. li regio Governo rimane immutato nel suo punto di \•ista ed è tuttora d·avviso che il persistere nel concetto di restringere 1'intervento . russo -alla sola questioae degli stretti è un errore di metodo che accrescerà le difficoltà. Ciononostante, vista la necessità di mantere finché possibile il" fronte unico e per non ritardare oltre i lavori della conferenza, i1 regio Governo, a <JUel modo che si è già. asso• Al marchese Camilla Garroni.


269

AGGIUNTE ; TELEGRAMMI

dato alla nota del 14 novembre e colle Stesse riserve, acconsente a che Vostra Eccellenza si associ ora al progetto di risposta approvato dai suoi colleghi. 1 0 ~.~rb~! ~~ renza per determinare le rispettive responsabilità.

razi~~ie~: f!'rr~~~ac~eclef1~~~::ti1i:u1~:s::rostj

A: ~~!}::

MUSSOLIN I

Roma, 29 novembre 1922, ore 23.U. •

~~~~~~-

~:=~-tz~a~r~l). i~i~e::r:;!: !m~ 2782. ** (Per tutti). Rottura diplomatica dell'Inghilterra colla Grecia potrebbe segnare inizio di una sostan:z.iale modifica di ~uei rapporti anglo-greci . che dall'armistizio in· poi erovocarono nel.Mediterraneo situazioni svantaggiose pei nostri interess_1. Stimo superfluo far presente a V:ostra Eccellenza quale fondamentale importanza avrebbe tale modifica. per la si-

~1f:~:e fei~:f;ait!'l~~:a1:e~~~~~~:iin~n !elrt~~1d~e~~~~o~~i! ~t!ì:t n necessario perciò cercare renderci conto fino

aqual punto atteggia-

1~~l~;~i~ ~tix::;, lf~itsa;~o!a~i~~f~~e u; pczi'!'z~o~~-Governo rivoluzio-

::~t: :i~bbi~~e~;Ìic~:!~~: rj~sisc~o;ei t:{:~zi~dl:r~ti~n=

~~~i~

iaZe~~o~ne~:~!d~ t~rrgditdubbiod~~~~la;~i!~~~:s~n:t~~~v~~:!b~a:~: ! ariz:z.arci con ringhilterra, cercando accortamente di spingerla con la nostra azione su tale via; mentre in caso diverso non vi sarebbero ragioni di modificare le nostre precedenti direttive, Nel de<::idere l'atteggiamento da adottare, bisogna tener presente la questione del Dodecanneso, in quanto le attuali congiunture potrebbero essere propizie a risollevarla definitivamente secondo il punto di vista italiano, Prego quindi Vostra Eccellenza approfittare presen2a Cur:z.on e ·de. legazione per rendersi possibilmente conto delle loro vere idee in proposito e telegrafarmi tosto noti:z.ie ed impressioni. ( Per Londra soltanto). Vostra Eccellenza cerchi similmente di indar,: ;i~foreo;~bbii~!l e m'informi d'urgenza sul tono de].

td;r/t;t~~~

MUSSOLINI

• Al marchese Camilla Garroni e all'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta. u Con tale teli!gramma (il cui testo integrale non è ancora noto), in pari ' data, ore 14.20, Mussolini ordinava al ministro plenipotenziario Giulio Cesare Monlagna « di tenere un atteggiamento Ji a:uta vigilan·z.a nei confronti della crisi ang lo-e!Jcnica i, .


270

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Rotnd, 30 novembre 1922, ore 21,0, (per J' l dicembre mattina). * telegrafatemi da Vostra Eccellenza col numero 1205 mi erano fà. Notizie note trami.te .d i <juesta ambasciata di Francia e sembra che Governo n~s~~~~eac;!~rd~; c~:~e~i~ ;rv:~Jd~rfo ~r:~;:~. ~~!~ ;e:a:v~~; 0

con lui conversazioni anche di indole generale, ma che mie attuali occupazioni di politica interna mi obbligano a rinviare tait: via8"gio per poterlo compiere con la necessaria disponibilità dì tempo. Mio avviso mi fa ritenere che non si possa ritardare più oltre convegno preliminare

fi~~~~~~:,er~~ 1/im!r°:s~~~ ~jffijfa d~ve~d~p::!~~~· ~~~:; : i:~ 23

mente brevissima, dovrei forzatamente preferire che colloquio possa aver luogo in una località intermedia fra Parigi e Londra, quale ad esempio Boulogne. Pregola informare insistere. MU~SOLINI

• AJl':unbasdatorc Pietro Tornasi Della Torretta.

Roma, 4 dicembre 1922, ore 1.30. * (Per Parigi e· Londra). Telegramma numero 52/17. Ho telegrafato

a Garroni. (Per Losanna).. Suo telegramma numero 32/17. (Per tutti). M1 rendo conto della resistenza che Vostra Eccellenza dell'equa partecipazione italiana alle concessioni iincontra. n TurchiaLafuquestione in massima, se non naturalmente nei dettagli, risoluta affermativamente nelle mie conversazioni di Losanna; ma era prevedibile che ci fosse opposta ogni difficoltà per dare il minimo valore possibile all'impegno stesso. In tale _situazione non vedo ostacoli a che Vostra EccelJenza possa apertamente e personalmente intrattenere sull'argomento Curzon e Barrè[e, precisando loro come in line.a di principio la cosa dovrebbe essere fuori discussione e che, di conseguenza, ove essi persistano nella loro attitudine dilatoria, saremmo costretti a dedurne

~~~!t1:e~g~~~ :~~~r:!i~~iPJ;fi:~~~F:gr~~a~i! ~i~I~d~~~~:ijd~: tagli di questa già riconosciuta partecipazione ed ammettiamo che esse possano essere·_anche continuate in aJtra sede; ma stimiamo necessario che ~sse diano intanto una forma concreta all'impegno preso . in via di massima. 1 st à~leeg~ri~::tf dere la conversazioni a Londra prima di ritornare suffargomento a Parigi. Dal suo telegramma rilevo l'assoluta necessità di giungere ad una definitiva risoluzione circa il nostro generico atteggiamento nelle varie ,

non~~~:~:r~\~ìì:

1:!~!~e~t :r~~af~(;bitl~ df~r~~1:~

• Al marchese Camillo Garroni e agli ambasciatori Pietro Toma$i Della Torrcua e ùmillo Romano Avezzana.


.... .AGGlUNTE: THliGRAMMI

271

questioni nei riguardi dell'Intes::a e perciò sollecito anche la risposta chiesta a Londra a mezzo del marchese D ella Torretta. Disgraziatamente il mio incontro coi primi ministri di Francia e della Gran Bretagna sembra destinato a trattare semplicemente la 9uestione delle riparazioni e la mancanza di lord Curzon mi renderà più difficile di potere in tale occasione :&iungere ad un chiarimento completo. Cercherò nondimeno di fare <fUant è possibile, perché comprendo che al punto in cui stanno le cose a Losanna, sarebbe indispensabile ormai avere una norma ,sicura per il nostro atteggiamento. Nel frattempo, quando verranno alla discussione in conferenza que-

~{(:!t/: ini ~~t~r:;~e~;~~~~"~t~~ ::::i~d:n~~ dt':~re~~i1~!1~1,1er,I~ noi e loro, Vostra_ Eccellenza adotterà un contegno di riserbo, che li con-

duca a rendersi conto dell'importanza della nostra collaborazione. Naturalmente questo contegno deve divenire più reciso in quelle ~uestioni

e~:; ~~e!~~~t~~i

itP::i;i' t~~J~tr~~~iias'~~'ì;~n~n d;m;ar1; :~tt~u\ loro analoga azione. • . (Per Parigi). Parli Quai d 'Orsay secondo le stesse direttive, astenendosi dal toccare la questione dei mandati. (Per Londra). Aggiungo che approvo la redazione delle sua nota e mentre riferendomi al terz'ultimo alinea della stessa tengo a chiarire bene che la partecipazione sul piede di parità fu già ottenuta da me a

;°~~~;i ~;1re j!;!c~i~~1°-~~t:~siar~~~?s!~;r:vr::s!r !t:;~~1~ i~1: 0

conferma concreta dell'impe~no di Losanna in cui dovrebbe sostanzialmente consistere la risposta mglcse. MUS SOLINt

Roma, 4 dicembre 1922, ore 22.30. * Prego informare codesto Governo che sarò a Londra 9 corrente. Passerò da Parigi 8 corrente, arrivando ore 9.15 e ripartendo ore 12. Non desidero alcuna manifestazione al mio passaggio. MUSSOLINI

* All'ambasciatore Camilla Rom:ino .Avezuna. Roma,- 4 dicembre 1922, ore 22.30. * Telegramma di Vostra Eccellenza numero 1209. Pre.gola ringraziare Foreign Office a nome mio per cortese ospitalità offert;:1c1. Arriverò costl 8 corrente, ore 19.50. Satò accorrìpagnato dal mio capo dì Gabinetto, Barone Russo, dal cavalier Pansa, dai scsuenti tecnici : Sua Eccellenza Salvago-Raa;gi, Sua . Eccellenza Conti Rossini, Sua Eccellenza Lodi Fè, da. tre archivisti e da due uscieri. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tom~si Ocll:t Torretta.


272

OPE.RA OMNIA DI BENlTO MUSSOLINI

,Mila110, 6 diwnbre 1922, ore 21.10 (pu 111a/lÙ111 dcJ 7 ). * A parziale modifica del mio teleg ramma 3 ••, partirò da Milano do. man-i m:ittina 7 corrente ore 9 e '.50. Sarò Losanna stesso giorno dalle ore 18 aIJe '.5 del mattino, giungerò a Londra ore 23.40 giorno 8 corrente. Prego fissare (Jure camera per capitano Fasciolo, funzionario Ufficio stampa Presidenza Consiglio. MUSSOLINI

• All'ambasciato!'e Pietro T ornasi Della Torretta. u Con tale telegramma (il cui · t~ tO integrale non è ancora noto), in J ata 5 dicembre 1922, Mussolini a~·eva informato lo stesso ambasciatore che _«si sarebbe trattenuto a Milano fino alle ore 14 dd 7 ».

Londra, 11 dirembre 1922. * Tre sedute. Nelb prima di es~ ho presentato un memora11dum, nel ~::: r:°:~i:~t~t~ ~:n:Wi;:ibTe~;u~zjtd~b~tin;r~~eÌi~r?Jie ~~~;:: zioni nel senso di condonare alla Germania la somma condonata dal-

f~l1f~:i~~

3

seduta tanto Bonar Law quanto Poincaré erano l'ln~~\~tefi~ entrati in quest'ordine di idee. All'inizio della terza seduta è stata presa in esame la nota mandata dalla Germania e dopo due ore di discussione tutti _ci siamo trovati d'accordo nel ritenere inaccettabili le proeosizioni contenute nella nota stessa, che è una delle solite note vaghe e Oilatorie. 1 Ho reinvestito la conferenza con le proposte contenute nel mio 111emorand11111, che è l'unico piano concreto presentato alla conferenza. La discussione è stata così condotta al cuore del problema ·per cui nella g iornata di ·domani la conferenza dovrà condurre o all'accordo o alla rottura. Questa seconda ipotesi mette in fiero allarme tutta l'opinione pubblictJ~nf!i~:re di significare a V~stra Maestà che in caso di rottura nes-

:~: ;fb~f:f0al!-~~!~i~~ r:rG:i~.tu~~~c~a~!~i~~~hdell'~~~~~n:f f ;~!s:~:~: a .Londra con un pro.gramma definito anche nei minuti particolari. 0

Stamane a rriez:.msmmo sono stato ricevuto a Buckingham Palace da Sua Maestà re Giorg m, il quale ha avuto espressioni assai amabili per Vostra MaesU e per l'Halìa. MUSSOLINI

* A Sua Maestà Vittorio Emanuele III. [ Londra, 11 dicembre 1922.] * Parto domani martedì contando fei;marmi qualche ora Milano tor-

~cj~~r~i!a ~i~~=i:i !i1~~jf3~J~~~fnt~ri:~fsfii;~a c~~f~~~n~:~tafe:b~~ • A Margherita Sariatti.


.. 273

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

temi articolo Rensi,. alquanto sembrami eccessivo. Mitissimo clima londinese fattomi completamente guarire tosse. Letto vostro articolo venerdì troppo elogiativo Medardo Rosso. Vecchio amico colpito stasera ricaduta solito male magia. Assolutamente impossibile sperare guarigione assoluta se non traverso <JUotidiana, intelJigente, assidua assistenza. Gra· zie, auguri fervidi, devoti saluti. MUSSOLINI

Romtt, 17 dirembre 1922, ore 3. • Opinione pubblica italiana ha impressione da me condivisa che discorsi involuti Bonar L:iw rappresentino un passo indietro delle dichia• razioni reiteratamente fatte a me e che lei ricorda. Può essere che si tratti di tattica parlamentare. Ad modo prego Vostra Eccellenza di sapere nella maniera più. possibilmente cateft.orica quali sono le precise idee del Gomemor,mdum italiano essere no

ogni b::od!lfeld5fsc:s~fo:idiaf':r;i~l

procurare

potrà

o

MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta.

Roma, 17 ditembre 1922, ore 3. *

Dai discorsi di Poincaré non si càpisce qual( siano le precise -intenzioni della Francia. Come ho dichiarato in Consiglio dei ministri, stimo · assolutamente necessario che ci sia una preparazione diplomatica al convegno d i Parigi.

ver!rerr~nit~~p~~t:~c!;~e~~:jtjfj :r::er~~~~Ji~~u~:r:~: !~1l! ~~i

del memorandum italiano di Londra. Attendo comWlicazione telegrafica.

M USSOLINI

• All'ambasciatore Camillo Romano Avel23ru.,

Roma, 18 dicembre 1922, ore 22 ..10 (per mattina del 19). * Stamane è venuto da me l'ambasciatore sir Graham, il quale mi ha

J?adafo della probabile visita di Sua Maestà Giorg io V al re. Io gli ho detto che ,questa. visita era gradita anche a Sua Maestà Vittorio Emanuele e si ~ convenuto che l'epoca propizia per questa visita potrebbe essere la prima da:ade del prossimo mese di marzo. Avendomi l'ambasciatore sir Graham chiesto se l'accoglienza sarebbe stata cordiale ed entusiastica, • All'ambasdatorc Pietro T omisi Della Torretta. 18. - sxxv.


274

OPERA OMNIA DI BENlTO MUSSOLINI

j~~\~.~a :~ri~Ì~ ; rel~er~~~e:11!o~!~es~;;b~t~\~~~a,at~hr~~~ ~ s:olt! 0

0

1~~~~ 1~t~dh~n:s;~~ :~·

;~l d1a~fr;fr:h:~~ia~~1f'i~~:~:ir~ 1rot~~oi~t 0

solte talune 1uestioni di ordine secondario pendenti fca noi e l'Inghil-

~iraiit1:~c-~tfi~i~~ ~e: ;!:la~cii~e~i~b:l~~d.a~:ea1;hJis~t~ t~~~~! 0

la frego di riprendere q uesta questione e di condurla a termine prima

:~~

.;~:n:~s:i1:1 ~i~~~1:~1~/ p::lic:::t! d~' ~~~:;a~ne:u::r~r~: 0

0

0

questioni che la politica italiana in questo momento intende di tenere assolutamente separate, Gradirò sollecitamente not!zie in proposito. MUSSOLINI

Roma, 21 dicembre 1922, ore 24. * Approvo azione svolta da Vostra Eccellenza e pregala persistere la-

~;i~r~i~~~~=~~~e 0J;°;~im~is~g~~nn~1 !:~h~\:~~dti~~n!ii~~d~II~t leati sui punti più importanti che furono già oggetto discussione Londra. Nulla osta Vostra Eccellenza predisponga sin d'ora _testo progetto con ~ggiunta di cui suo telegramma 11 3:,2, MU SSOLINI t

Al delegato alla Commissiooc.<lclle ripara:.:ioni a Plll'igi, Mariano D'Amelio

Roma, 24 diwnbre 1922, ore 22. * t~::~1c,ra:~av:~~:roEJc~f1!~~a sull'apprezzamcnt'o che nuove richieste Poincaré rendono sempre difficile ·eventu:ile consenso Go-

;:~~°n~sf~~s~;d~à r~~:!~/~i 'paerr:~besio~~;t~iop~~~c~r~:i: rc~\;r~: Jj j~u~~t: p;~~s~e!:;~~:r~l :~~~si::~~~t~~e i~~aed~Ù~e t~~~s~~~~~e~~~ dovH~~~,e~~~;::;ì:i chiesto.

;e~!~ !:~:~:!t!r~o:si:r11~~ ~~1~~~~~~;nre!~t MUSSOLINI

* A Mariano D'Amdio. Roma, 29 dicembre 1922, ore 14.50. *

Telegramma di Vostra Eccellehza numero 1776,

A proposito della richiesta fatta da questo ministro d i Jugoslavia a nome suo Governo e quelli cecoslovacco e romeno, stimo opportuno ri• All'ambasciatore Camillo Romano Avczuna.


275

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

cordarle che t~le richiesta d.eve considerarsi in 'relazione alla convenzione

::1:::t~:t:s~P:fi~ai,!:1~~~~c~f:. J~a~:i~Jt~~~~:i~· ;~: ~~r ~i!~!:

stione della registrazione alla Lega delle nazioni dell'impegno antiasbur. gico imposto all'Ungheria dalla conferenza degli ambasciatori, la Piccola Intesa si sia rivolta all']talia come tramite per un'azione verso le grandi poten,:c. Ciò spiega come Governo francese non abbia ricevuto una comunicazione diretta. n nostro interesse valerci della circostanza che la Pi_ccola Intesa si è a noi rivolta per affermare questo tramite. Per sua norma aggiungo che il Governo inglese dal canto suo ci ha fatto sapere che consideiava l'impegno antiasburgico come avente carat1 r~:t::if!0:I:zi~~1ee~~~h:r:t~h~01: ii~i~~}ss;~it~7~ a domandare <JUCSta registrazione aveva dato istruzioni al proprio ambasciatore a Parigi di portare la questione ~Ila conferenza degli ambasciatori, pur preferendo che in via ufficiosa 11 Governo ungherese fosse indotto ad effettuare la registrazione di propria iniziativa. ' Acciocché Vòstra Eccellenza si renda esattamente conto del punto di vista inglese, le spedisco per posta copia della nota inglese. Concordo nel modo di vedere del Governo inglese, che del resto è conforme sostanzialmente a quanto fu detto in via preliminare al mi. nistro di Jugoslavia quando venne a parlarmi a nome suo e dei Governi cecoslovacco e romeno.

~,~~\it~;

dYf

MUSSOLINI

Roma, 29 dicembre 1922, ore 16.30. * :M entre deploro avvenuta occupaiione Uffici telefonici, plaudo pronta tua azione richiamo disciplina, assolutamente necessaria per fiancheg.giare mia ardua fatica pel bene della Patria. Viva la disciplina fascista! Viva la legione scaligera veronese! MUSSOLINI

• A Italo Bresciani. (Dall'originale).

Roma, 30 dicembre 1922, ore 15. * Mentre g ravi cure Governo richiedono in ciuesto momento mia p resenza in Italia, notizie sinora pervenutemi non d imostrano presunz10ne che possa raggiungersi rapidamente. come augurerei, accordo fra tesi alleate. E sembrando che sia perciò necessaria una lunga preparazione, sono spiacente che a ciuesta non possa prender parte. Ho in conseguenza incaricato marchese Della Torretta, che ha partecipato discussioni I.on-

mi

t~ltn:Parei~i:::-r:/ l~t ~;~~mi~~1~;v~;~r1ii::fre~;a PJ?d

0

ar~:s:;; municaz.ione al Governo francese e rappresentar_gli mio rincrescimento rimanere lontano da riu.n ione capi Governi alleati. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Camilla Romano Avezzan.a.


276

OPERA O,MNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 31 dicembre 1922,' ore Jj,., Ove non ostino superiori interessi conferenza prego Vostra Eccellenza disporre perché Nogara si rechi tosto Parigi per note tratta,tive accordo economKo. Marchese Della Torretta qui di passaB&io ha espresso

6~ttd~\;~~ei::idY ~ar-;::v~:ec~~:;~~t;eirn~~;ar~~foU:t1~"fa:iJ!v~tPd~:

sposizioni ambiente francese comunicate da Romano precedenti telegrammi. Attendo assicurazione. MUSSOLINI

• Al marchese CamiUo Garroni.

Roma, 31 dicembre 1922, ore 20.30. "' Risposta telegramma D 'Amelio numero 11639, Autorizzo in trodurre nuovo testo progetto due modificazioni proposte

~/~~;;!r:~i,d:~~! :~qn~:s!iv~ri ~~~~tiatiri~s~to .del bilancio

al 6

0

5

ed alla riforma della burocrazia, non mi permettono di allontanarmi dall' Itali:i nell'attuale presunzione che a Parigi non si addivenga subito ad una definitiva sistema2ione del problema ddle riparazioni. Concordo con la Signoria Vostra che il nostro progetto ~ ssa es.sere ripresentato alla conferenza con nota di accompagnamento indicante che

e;~:~~ ~~;t~t~t~~~~:en~f

t ~e:!1

r:~e!~lr:~;:i~ ~ finzt~~~~ sr~rc~:~e punti di vista. . Debbo però avvertire che Bonar law, pel tramite di questo ambasciatore, mi ha preannunziato la presentazione da parte del Governo bri-

J':,rr;:;a~~:t~fl~

~~1"~cr:b1~;:~ dete:::t~~~i n~~efi;~~~i:;r:ed!il~s~:~ mania ed in pari tempo la questione dei debiti interalleati europei. In q uesta situazione, qualora effettivamente il progetto ing lese affronti radicalmente 1a soluzione della questione dei debiti e ciò in modo corri• 'spandente ai nostri .interessi ed al punto di vista da noi sostenuto, poiché in tale materia è solo il Governo britannico che può d ire per la sua ·s peciale situazione di creditore la parola decisiva, riterrei non opportuno che per una questione procedura le si potesse render più lun~he e complicate le conversazioni nell'intento di realizzare le eventuali buone disposizioni del Governo britannico. D ovremmo però insistere sul nostro progetto come base di discussione nel caso che il contenuto del progetto inglese non affrontasse so· stanzialmente la soluzione della questione dei debiti. MUSSOUN?

• Alrambasdatorc Pietro Tornasi Della Torretta.


277

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

Roma, 31 dicembre 1922, ore 21.30. • Gelaleddin è venuto a dirmi che da notizie da lui. ricevute sembrerebbe che costi il giorno 4 prossimo venturo sarebbe fatta una specie di intimazione ai turchi minacci,mdo una completa rottura qualora non volessero addivenire all'immediata .firma d i un trattato di pace. Mi ha chiesto di conoscere confidenzialmente quale sarebbe stato in tal caso l'atteggiamento dell'Italia, aggiuns:endo che qualora egli potesse riferire che saremmo disposti ad aiutare 11 Governo di Angora, anche con una azione prudente e non assolutamente palese, egli riteneva potesse essere

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0

10

t~~:~ia ~~rr:~~~o~~~~:icr\Jt=i~~e rf!~~~:~ /i:;!~~tos,i, rendo di non essere perfettamente a corrente dell'ambiente delfa conferenza e .degli intendimenti delle varie delegazioni, ed egli mi ha fatto

::1tt~:~1~~ ~~

~~:m;: he

1

P3ia~,!iedt~ j !tb~t\ s : ; ~~~;&ra~~o~~: ritenuto opportuno di riferirla a Vostra Eccellenza, acciocché io sia messo 2

in c~~1~ ;un~/~rc~~r s:~rarieGe1:1 :dat:'ia cd!r~~z;~i~~ed~ucr~~~~on può tran.~igere sarebbero i se~uenti : l) Questioni attinenti alle capitolazioni, abbenché abbia mostrato di riconoscere che molto difficilmente si sarebbe giunti ad una rottura

r

per iuQ~~~~j~e C\:/e11:a ;;:r:e i~:J:::1:,rova~e 1~"~!:1~f~u~!hisi~~: t steranno nell'effettuazione del plebiscito o un sistema di autonomia. 3) Questione di Mossul, nella <JUale non è possibile al Governo di Angora di transigere, perché l'ostilità delle popolazioni condurrebbe anche all'assassinio clegli stessi membri del Governo. Questa terza questi one insomma rappresenterebbe, anche in considerazione dell'atteggiamento inglese, h. vera ragione della rottura. Gelaleddin mi aggiunse che appena avesse luogo la rottura, i kemalisti ricomincerebbero la guerra in Asia anche contro l'Inghilterra. Sarei grato a Vostra Eccellenza se volesse telegraficamente informarmi t ~:~ it to~1n!ds~zi;~:s:~lile"'~t~~~l!~:! 1 ~e~fFea~il~~: e

t:

~~~;~:i;~ì.queS MUSSOLINI

• J\I .marchese Camillo Garroni.

·

31 dicembre 1922. •

Vivam~nte ti ringrazio degli auguri inviatimi et li ricambio cordial-

;::J~!i:!~!~0~i ~o:~t~ic~tas~ef:Cf~;\!0S: ~~f'~~oG::oc~~;i~~ nazionale fascista. MUS SOLINI

• A Italo Bresciani. (Dall'originale).


278

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 2 gennaio 1923, ore 23.30. * Ambasciatore di Germania è venuto a comunicarmi in v ia confidenziale· richiesta suo Governo che Bergmann venga ammesso alla conferenza per esporvi piano tedesco e rispondere alle eventuali obiezioni.

~!n~:.'tlthie r~;;~i0J~~~~~~!0::1e;:::~toj:ds:XI' o08l~~~e!:11: da'ì: L'accoglimento di tale domanda. . ·'

Debbo far pr~sente che Italia, per suoi tradizionali prinçipi, non può assumere preg iudizialmente atteggiamento contrario alla richiesta del Governo di Berlino. Lascio tuttavia alla Eccellenza Vostra di comportarsi secondo le circostanze consig lino. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta.

Roma, 4 ;:eniiaio 1923, ore 11.15. * Ricevuto suoi telegrammi numeri 3, e 4. Progetto inglese per le consideraZioni da Vostra Eccellenza esposte e che Governo condivide, · è inaccettabile. Circa svolgimento successivo conferenza voglia orientarsi secondo circostanze emergenti meglio consisiino, tenendo conto possibilità fondere pareri diversi su progetto italiano. MUSSOUNl

* All'ambasciatore Pietro Tomasi Della. Torretta. Roma, 7 1;cnnaìo 1923, ore 17, *

Bisogna seriamente richiamare attenzione Governo francese su atteggiamento stampa francese sinistra. Combattere, diffamare Partito, movimento fascista significa, oggi, combattere diffamare Stato e nazione italiana. Questa campagn:t., che non esito a chiamare stolta, J?UÒ determinare pericoloso stato d'animo vasti strati popolazione italiana. Ricatto

t~:i~ ci~c~!;~~~ir~:n:::~j~~~o~~~ca i~::o:~biìi~ f~~~~ 0

3

;;~~~~a!!ali~7::.rt compiuto. G r:i.dirò risposta.

5

MUSSOLINI

* All'a~b~s,iatore Camillò Romano Avenana. Roma, 8 f!.em,aio 1923, ore 24.

* All'ambas,iatore Camillo Rom:mn Avezzan~.

*


279

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

senz~i:oi~:i;edt ~~:~rr;!!nt~eat~~;e 7':~:rJi\t~~d;~~~r:a~~e~~apfed;

:fè'hj~~

:/terrt!rciòi ~:ec~~io~~ 'v;:t:~'e&~clì':~:~zi~~i c~n~~'~a~?e:z:1°edi non dar ragione al Governo britannico di opporci che in seguito al risul-

c~~:i:d:: ru~

~j~di~II~

~~l;t~r~~~i:i c~~ t~:n~fmc~:~nta~:ric~~~~;

al tempo stesso l'intesa col Governo inglese.

Sembrami opportuno che Vostra Eccellenza parli in eroposito francamente con il signor Poincaré, dichiarando che a mio gmd1zio non ri~yr:sise~Pfa0~ri:a :e~~i::i;r::;ea:t\eS:e ~!:efb:~ii~oih~efÌ-:pi~~~~;t~~~

~ci

~!~~o~ng~~et~:ffid~rec;:~it:::"~in~ia::Pd\:~~~=z!~ra~~b~~; ~ due Governi, 1a quale conferirebbe un definitivo carattere bilaterale dell'accordo, aspettando che il Governo inglese informato del!' intesa si pronunci circa la sua adesione. MUSSOLINI

Roma, 10 gennaio 1923, ore 3.30. * Il marchese Della Torretta mi ha riferito Ja conversazione da lui avuta il 5 corrente con Poincaré e dì cui l'Eccellenza Vostra è stato informato. Presentandosene l'occasione, ella vorrà ringraziarlo per le sue amiche-

Q~~id1~8:~!;i~lli,,~eJ1~~~~isVo~t~ndi s~:~a~t=~~et~i:g;a~~ed!t1e c~;~ rente. Prendo atto che egli si è dichiarato disposto ad accogliere qual-

~~~ s'l°;~:J~~~~:~~lt~-~et~~~~ìp:::~tf!~~ndeÙ~ ~~~~~l~~l~v~~g~~= ;tr:ui~o~~/a

~fc~i c1cì:~~e~~!Jt~!:~on,:.rancese, nonché qualsiasi no~o~~a

;:~it;\;o~e~iit~~i

su~ ~np~~t:~ c;~~~o 0Jt~{st;tdef Eri~~!~dtdfil! situazione creatasi dopo la conferenza. :n per noi indispensabile premunirci contro il pericolo che possa crearsi una cooperazione economico-finanziaria franco-germanica e con la nostra esclusione a nostro danno. A questo riguardo le dichiarai.ioni su accennate appaiono in massima soddisfacenti, ma occorrerà che l'EcceUcnza Vostra vigili con la massima accortezza affinché a tale affermazione di principio faccia seguito una corrispondente attuazione pratica. La nostra adesione immediata aUa richiesta d'invio di tecnici italiani ·per il controilo del bacino carbonifero della Ruhr è :prova del nostro intendimento di continuare in quella direttiva che Cl · accostò alla conferenza alla tesi francese, ma non risultandoci finora in modo pre. c!so il limite del programma francese verso la Germania insolvente, pur riaffermando nostra solid:iriet~ in questa prima fase, dobPiamo riservare all'es:tme delle circostanze successive la misura di questa solidarietà. Né • All'11mhasci:1tore Camillo Rom3no Avc-zz.ina.


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

280

~le~~i~~11'j::r;:!':~~1;~;sib~s~r,::f!n~ed~l1tp';:n,1:'.l'atteggiamento in. Credo· opportuno a.ggiungere che la situazione che va· creandosi in Oriente per la sua inev1tabile connessione cogli avvenimenti odierni sul Reno può influire sull'atteggiamento degli Alleati nelle varie questioni pendenti, · Il presente telegramma fa seguito con numero successivo. MUSSOLINI

Rom~, 10 1?,ennaio 1923, ore Jjo, *

Seguito telegramma numero 95 **. Credo poi utile esporre a Vostra Eccellenza pensiero fondamentale del Governo italiano· acciocché ella possa trarne norma per esprimere Poincaré nostre idee di massima sulla situazione quale è venuta determinandosi dopo insticcesso conferenza di P:ui8'i· Governo italiano approva solidarietà morale e tecnica con la Francia, solidarietà che logica-

!};JJ!~~o

.;uetde~~~~j t:it:eu~~t~~~t/~e~~~fe~tto inglese, e da cui Il Governo italiano sente lealmente l'obblifo di manifestare al Go;'~%~if\ft~!~a!t::~oim~~~~:et t~~~cu5;a1: io~ri!~1Fcra~~c!se~~~:;

le s~~!

n~lfaa~Jtti~~~

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1 ~~li~/;e / 0 {~e~~;u{: ;~~~i~~7in!°~h!ei~:::n!~~e s;;: solve ma potrebbe piuttosto complic:art": ed esasperare il problema delle riparazioni. Di fatto l'avanzata nella Ruhr non sposta i termini fondamentali della situazione. I.a Germania quasi certa.mente non modificherà, anzi cercherà di aggravare il suo atteggiamento negativo, Bisocna proi::;a~~n~li!;eo~~=·ma nelle sue linee storiche, non in ciuelle del a imme11 problema riparazioni-debiti, ogsi come ieri, termine di un binomio inscindibile, poteva avere una soluzione inglese · se l'Inghilterra avesse accettalo il memorandum italiano, ma ora ~on l'assenteismo in.glese il problema non può avere che una soluzione duetta con la GermanJ.1, cioè meJiante wi . accordo continentale, nel ciuale, poste talune condizioni; deve entrare anche la Germania stessa. L'azione dell'Italia potrebbe dirigersi a prospettare questa soluzione 'continentale del crobJema, soluzione che è già affiorata in talune zone

t:!~ og~~tjj~ ~ir!if b\Ì~C~r~~~~: ~!~:\~a,l::Jt~~ ~:~~j~~rr:faV~~;::; sono evidenti. ovvio che per essere ammessa in <JUestQ blocco, la Ger~

mania dovrebbe impegnarsi a pagare un congruo numero· di miliardi. 0

":/::J;J fJJ:f~,i~~e

f::n:~~

10

;}Ìn~!i~fif;{e~,u;:~:: u~~ ~~;:bt·d!1fa scire forse assai pericolosa per f.esistenza dell'impero britannico stesso. Questo sindaéato economico occidentale potrebbe· anche iniziare o favo• All"ambasciator, Camillo Romano Avezzana . •• (293).


281

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

rire un ut ile atteggiamento nei riguardi della Russia, mentre potrebbe forse assicurare insieme con la prosperità µn Jungo periodo di pace al· l'Europa. N é vi è· dubbio che questa intesa economica avrebbe le migliori impressioni in America. Prego Vostra Eccellenza di voler tenermi informato assiduamente su svolgimento situazione, MUSSOLINI

Roma, 12 [!.ennaio 1923, ort 2. * Suo telegramma numero 53. Intendimento Governo francese di pon e missione di controllo per carbone Ruhr, sia pure in un primo tempo sotto dipendenza comandante forze militari, muta completamente carattere civile detta missione per cui partecipazione ingegneri italiani fu richiesta. Non credo perciò poter acco~scntire doP4? aver esplicitamente manifestato mio giudizio circa inefficacia misure militari e possibilità che queste aggravino situazione e sulla convenienza che siano evitate anche nell'interesse della Francia. Se Governo francese ritiene utile che suoi funzionari civili tengano contatto con _le sue autorità militari, potrà. ciò ottenere impartendo agli uni ed alle altre opportune istruzioni, ma è necessario che commissione controllo rimanga formalmente indipendente da ogni ingerenza militare. Oeportunità che commissioni carboni Ruhr vengano dipendere alta commissione renana S(ltà esaminata al!orché operazioni assumeranno ca.rattere pegno in seguito concessione moratoria. Pec ciuanto concerne misure che Governo francese intende adottare circa gestione miniere, stimo che in via preliminare Vostra Eccellenza debba al più presto ottenere impegno dal Governo francese: a) che ci vengano annualmente fomiti gli stessi 9-uantitativi di carbone riconosciuti sinora dalla commissione riparaziom; b) in caso di eventuali negoziati francesi o franco-belgi da una

s::

1

r~:bi~at:i~~;h~o~:! ':~~:,1:~g~r~e!t:!1 ti~afi~eri~~ta ~~~~·0~:srS:7~ modo da prevenire ogni pregiudizio a nostre industrie dipendenti per ac~uisti da ~uelle franco.tedesche che stabilissero fra loro una qualsiasi sohdarietà di interessi. Le due formule suggerite dal Governo francese ;di cui al suo telegramma numero 53 sono da escludersi. A parte ,quella per cui avremmo la direzione dll"lle ligniti che ci interessa scarsamente, osservo per l 'altra che valore dei voti in seno commissione della Ruhr non dovrebbe essere diverso 'da quello in seno alla 0

~~rrr::~i~~!tfiar~~iin~e f~:n:::i~~s~~ idt°v~~~!~i~n:al~i zione della clausola del Trattato. 0

i~~~~~~r:/!a%~~1

1

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dii!~:

r::~::r:ed~:~:

rizz!'e~ot~~~ tcdlee~~~ : terf:e;~: cordo co~ la delegazione italiana. commissione riparazioni.

MUSSOLINI

• Alrambasciatore Camilla Roman·o Avezzana.


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

282

Roma, 12 gennaio 1923, ore 15.30, * Ampiezza e carattere operazioni mi litari francesi nella Ruhr nonché

fr~li~~~~:ifc t~:~~i~on~,~;e;~~~J:it~na~p~;~lt:h!'ififj~rf:Orf~b:~~

p.ito è assai più vasto di quanto si era fatto credere e nessun Jubbio ormai Sl1Ssiste nel pubblico sul prevalente carattere militare dell'operazione.

Rinnovo i miei dubbi sull'utilità della medesima. I risultati finora acquisiti sono i seguenti: ritiro degli ultimi scaglioni di truppe americane; accentnazione dell'assenteismo inglese; ricostruzione del blocco -regionale germanico con manifestazioni, quali quella della giornata di lutto nazionale, significative; fuga del K ohlensyndicat; fornita l'occasione alla Germania di accusare Alleati di violazione del trattato di Versailles e

J.1i

~i~~~~~o;e~.10dba~~nlfe~e:t::~~ ~~~\~: c~~~~:idc1(!Ì~a8:,rl!~~e ':

vorreì dire soprattutto nell'interesse della Francia, sia quello d i insistere perché <lop<? J'occupazione militare; che cosl grande perturbamento ha suscitato nel mondo, si cerchi il mezzo per addivenire ad un accocdo diretto continentale limitato ora al tema moratoria e riparazioni. Questo :lCCordo non dovrebbe essere ìnterpretato in senso antmglese, anche se ring hilterra fosse in un primo tempo ufficialmente estranea alla sua elaborazione. In base a quanto sopra le ho esposto per opportuna norma, ella vorrà avere d 'urgenza un colloquio col si.gnor Poincaré, riconfermandog li il

~:~~~e~d~;~ ~l;'i!~i t~eib~lemna~ !

.ra:!~~~e1:1

~ft:t:~~! f/a~:J!o~I~ far diventare più grave e manifesta la nostra diversità di atteggiamento . MUSSOLI NI

• AIJ'ambasdatore Camillo Romano Ave,;tana.

Roma, 12. gennaio 1923, o,e· 1l30. * Pel discorso ch'ella pronuncerà banchetto offertale 23 corrente, fissi

i seguenti punti : I} L'ordine interno è completamente ristabilito in Italia. 2) Tutte le milizie di partilo sono state sciolte e <jUC!la fascista pass;) a/j,1iJ~~~~~odc~in S~tdittatoriale perché non ha sciolto il Parla-

;;;~r·dr101dt~: ;~;::~~z~o~~~~Pf:!i J[1aft~f Ì;~~n~:!~~~i \t::~t~gf;~~ 5

4) Ristx:tto leale ai trattati e politica. equilibrio europeo. 5) Rigide economie e tagli energici alla burocrazia,

6) Aumento delle entrate e maggiore produttività opera.ia; gli scio-

peri çessati da tre mesi completamente. • J\ll'nmba~cfatore Gtb sio C,etJni.


283

AGGIUNTI!; TELEGRAM MI

7) Speranza che gli Stati Uniti apriranno un varco più largo alla emigrazione nostra qualific.1.ta: · 8) Riconoscimento che i deb\ti vanno pagati quando ci sia la possibilità di farlo. . 9) Invito a~Ii americani <li visitare l'Italia per controllare che l'ordine e la tranquillita sono assoluti. MUSSOLJNJ

Roma, 14 ,:ennaio 1923, ore 19.30, * Bisogna trovar modo far pubblicare dai giornali smentita cin:a erra. st 0 i::si~~:i:n::~:. ì~1:rr: f:~~!o i1;1~:n~ngt:oft~ inglese che a francese. ifai si è proposto da parte italiana blocco continentale antinglese. Proposta assurda per evidentissime ra.çioni, sibbcne esercitato azione moderatrice verso Francia. Insieme Consiglio propone 1 0 !~~o~j!e~~: iìc~i~~: r~ ~~:~~io~~eit~;e;toffe:~a~~ tah pubblicazioni, che partono da premesse assolutamente fantastiche e 1 ~~:brt:;~c~r~i~~n~e~:!~r: i:~!nr~i~n?~v:r~~eììt::ba~~iat!~~ inglese a Roma su reali intenzioni Governo italiano, avrebbe dovuto intonare stampa inglese secondo verità fatto documentata. Prego agire massima sollecitudine lJOSsibile.

;tit~~:~:~ ~u!:r~

~:!;i~

~i~~;;:;~~~

:~~

già

MUSSOLINI

• All'incaricato d' Affari Gabriele Preziosi.

Roma, 14 gennaio 1923, ore 23.30, * Suo tdcsramma riservatissimo numero 45. Nei mie, tele$rammi precedenti, specialmente ai numeri 112 e 168, ho accennato agh argomenti che rispondono alle osservazioni non giu. stificate del signor Crowc. Non è con<:epibile sua affermazione .che 1so• lamènto Gran· Bretagna possa sotto <iualsiasi punto di vist'a attribuirsi comunque all'Jtalia. ·n piuttosto il Governo intese che con il suo atteg-

5t~;::~!iliffi~!fe !0 EJi:!;s:udaG;~~ì~il;e:: ~i

tt:

: 1ic:t;~t:1~~:dodictt1i·f ~~soen:~t:1i/f~0~~~ 1 !lo~:v~: i~~! ~~:\!I}a~~~~; ~: ~~~ar;s ; differenza del Governo inglese, a svolgere azione di freno e di moderazione sia nei riguardi della Germania, sia soprattutto nel premere acciocché il Governo francese non facesse altri passi di distacco verso Governo inglese. Il regio Governo ha dovuto consentire l'invio di due suoi ingegneri al controllo civile dei bacini carboniferi della Ruhr, perché non a.vendo l'Italia materie prime, em assolutamente indispensabile premu· nirsi contro il pericolo ancora sovrastante di una intes11 economico finan-

* All'incaric3IO d'Aff31·i G3britlc Pr~ziosi,


284

OPERA OMNIA 01 BENITO MUSSOLINI

ziaria fr:mco-gcrmanica a suo danno e dalla guale _essa venisse assoluta• mente esclusa.

~o

~:~w~~t~:~ ~~n~!ndr:~fohdi 1 !~~li~0J:e r;~r~~~f~ft~,~~~d?°,:c~nf~

Gran Bretagna e ,questi miei intendimenti confermo, malgrado che da pa_rte britannica si siano avute sinora soltanto favorevoli accoglienze for-

mali. L'Italia non può non provvedere alla tutela dei propri interessi e finché non sia realizzata, come desideriamo, un'intima collaborazione ang lo-italiana, è necessario che il regio Governo provveda per conto suo, secondo le circostanze meglio lo consiglino, nel suo particolare interes_se. Vossignoria si valga di questi concetti per chiarire sollecitamente

nostre direttive che non sembrano siano giustamente valutate da codesto Governo, MUSSOLINI

Roma, 17 Kennaio· 1923, ore 1. • . Incaricato d'Affari di Francia è _venuto a comunicarmi che gll industriali della Ruhr hanno dichiarato di aver ricevuto ordine dal Governo del Reich di non consegnare più carbone, Il Governo francese osserva 11 1 6 f~du~!rf:Nc~ ~::~o~~le1I:~i;~r~: :t~:cs~l

:t~tti~:!

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3

t!ta!~,ri!~tjld:l:t~rdi :S~se~~:\i~~~~~~:a nc:~~~ anche più g rave. Poincaré domanda alla delegazione francese commissione riparazione di far constatare ciò. n inammissibile, egli aWunge, che 1a Germania prenda pretesto da misure. applicate a cagione di una inadempienza per commettere nuove mancanze e violare audacemente i l trattato. Il Governo francese domanda la solidarietà di quello italiano per la constatazione alla commissione riparazioni. D 'altra parte il regio ambasciatore a Berlino telegrafa : « Commissario di Stato per il <arbone ha emanato divieto di. fornire carbone e cock alla Francia ed al Belgio anche nel caso di pagamento anticipalo. In seguito a tale divieto commissione ingegneri avrebbe dato ordine di dare carbone per riparaziopi, ma pròprietari miniere avrebbero dichiarato non intendere conformarsi a questo ordine».

Dalle notizie che precedono Vostra Eccellenza si renderà certamente

:i:~~· l:

2

r~~z~~e

~~:~r~e~ia n,:~~~!~C:~\r::~ cb~~~~ari~~/ ;~~c:i~;; da parte della Germania, mentre abbiamo da essa I' assic_urazione che il carbone sarà continuato a fornire all'Italia. Telegrafo a Berlino per cercare di dissuadere Govérno tedesco dal1 ;!~sfi!: Ir::~:~:t,:/·p~f~/~f in ogni modo impossibilità di giungere comunque ad acçordi, sperando ancora che Governo inglese possa unire i suoi sforzi ai nostri per tentare ,dj giungere ad un accomodamento.

~l~~~~:;s~t~~t:~a~el~~

• All'ambasciatore Camillo Romano Avez:zana.

,1

!~~~~~~:~;~


285

AGGIUNTE : Tl!LEGRAMMl

Intanto Vostra Eccellenza vorrà regolarsi in modo da non negare la nostra solidarietà. nel punto di vista fra ncese, evitando, per <jUanto possibile, che le dichiarazioni del nostro delj::~ato nella commi55ione riparazioni · aggravino la nostra posizione viI-à-vis della Germania sino al punto da sospendere la fornitura di carbone. Si tenga in contatto con Salvago. MUSSOLINI

Roma, 17 gennaio 1923, ore 1. • Ho comunicato alla regia ambasciata a Londra suo telegramma nu· mero 79. Ho aggiunto non aver difficoltà che speranza espressa da Vostra Eccellenza circa possibile azione Ing hilterra a Berlino fosse presentata al Foreign 0(/ire a no~e Governo italiano, che volentieri vi coopererebbe r:er quanto ili è possibile. Naturalm"ente occorrerebbe agire con la mas. s1ma urgen:i:a. Ho poi telegrafato a Bosdari di collaborare nei limiti delle nostre possibilità all'az,one di cruel suo collega britannico qualora questi ricevesse dal suo Governo istruzioni in proposito. .MUSSOLINI

• -.All"ambasciatore Cami llo Romano A~ezzana.

· Roma, '7 gennaio 1923, ore 23.30 ..* Ambasciatore di Germania mi comunica quanto segue : ,,i: Per cYitare incidenti tra la popolazione germanica., profondamente ag itata in seguito alla occupazione della Ruhr, il G overno germanico h.a pregato che i men1bri della commiMione di controllo interalleata attualmente vogliano usare ogni possibile riserva, rinunziando .alle azioni di controllo e di ispezione e non mostrandosi in divisa, perché il Governo non è in grado di garantire incondizionatamente la loro sicureua. Qualora avvenissero- degli incidenti, il Governo germanico deplorerebbe particolarmente se dovessero venire implicati degli ufficiali italiani. Esso sarebbe estremamente grato al Governo italiano se volesse far valere la propria influenza. presso la commi~ione inttralleata nel senso che venga osservai.a la riserva domandata <lai Governo germanico ».

Prego Vostra Eccellenza di dare istruzioni ai nostri controllori affin. ché le raccomandazioni del Governo germanico siano tenute presenti, in considerazione della delicata situazione in cui l"ltalia si trova nel contrasto franco-tedesco. Non ho poi ,difficoltà affinché Vostra Eccellenza si valga della sua influenza p~esso Ja commissione interalleata affinché la condotta dei suoi componenti sia tale da evitare ogni incidente, le cui conseguenze nell'attuale momento possono essere particolarmente g ravi. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Alessandro De Bosdari.


286

OPERA . OMNIA DI BENITO !IJUSSOLINI

[17 gennaio 1923 .]

*

D uolmi infinitamente che motivi politica estera impediscano partecip:i.re personalmente vostra grande manifestazione purissimo martire Federico Florio. Oggi, che con la marcia su . Roma. il sogno che entusiasmò il nostro martire purissimo si avvia a diventare realtà storica, 1a sua me· moria g iganteggia ancor più negli animi di tutti i foscisti, dal capo al gregario. Vogliate deporre sulla sua tomba i fiori delJa mia devozione ·e del mio ricordo, mentre in,:itovi a giurare, nel nome di Federico ·Guglìelmo Florio, che voi tutti sarete obbedienti alle nuove e più dure discipline che sole possono fprantire, sviluppare, infuturare la vittoria. «Aialà!». M USSOLINI

• Al D irettorio Jel f as,,:io d i Pn1.to. (Da: MAII IA LIJJ SA fLORIO pag. 205).

Op. dt, -

Roma, 18 r,ennaio 1923, ote 2.30. * L'ambasciatore di Germania è venuto a formi la seguente comunicazione: « L'azione franco-belsa nella Ruhr prende osni siomo clelle propou ioni più vasle e di Cllrattere puramente militare. U !ruppe franco-belg he sono arrivate a Dorlmund, avendo già oltttpassa1a la zona neutra, dove, in seguito al trattato cli V er5a.ilks, la Germania non può mantenere alcuna forni militare. Quindi, oltrepassata questa Jinc:a, le truppe fra.neo-belghe dovranno asj>cttarsi di trovare delle lruppe tedesche. H Governo tedesco ha comunicato quanto sopra ai Governi francese e belg.1 e prei;a in p;ri tempo il Governo italiano di avvi!:i.re esso pure i suddetti Governi .affinché l'avanzata si arresti, facendo notare lutto i l pericolo J ell'attualesituazione ».

ced::s;d':s~~r(ì;;;;~~n!~tì~!nd~cÌa '~:t~J;:~:io~:f~fl~a gi~!ki0

/eJj;

~~;;icfr~i~;o \~ll~ h:c~e~tuap all~eS~~~'.litladiv:~à cfa~fl~~~a::'d:topa~~: mia che l'assoluta. inaz ione :f:ua Gran Bretagna di fronte ad una situazione grave non può trovare sufficentc g iustificazione nella divergenza di vedute circa Je riparazioni, giacché, pur conservando il suo punto di vista, il Governo britannico potrebbe, come tenta di fare il Governo ita. liano, cercare di spiegare opera persuasiva presso i due contendenti. Ed è certo che con il suo assenteismo il Governo di Londra assume una grave responsabilità di fronte all'Europa ed all'umanità intera. Spero ancora che Governo inglese voglia associarsi ad una azione moderatrice a Berlino ed a Parigi per scongiurare il pericolo che si giunga ad una catastrofe. Attendo sue comunicazioni. MUSSOLINI

* AJJ'ambasciatoèe Gelasio Cactani e alrincarkato d'Alfati Gabriele Preziosi.


287

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

Roma, 18 t,enua;o 1923, ort 2,30. * Situazione nella. Ruhr nonché eventualità di più vaste complicazioni orientali rendono sempre più delicata posizione Italia, dato il carattere e la portata dell'adesione italiana alla tesi francese e dati i rapporti itaiotedcschì. Compito e interesse supremo dell'Italia è che ·1a situazione neJJa

~~~: ~t ;~efita2i~~1~a!~~~1r~r~~:r:~~!11:f~c~:a;e~~~:~~~arf:r~~.y; Marina e industria italiana, I ,gumdici giorni di tempo prima <lella scadenza della nuova dilazione devono essere utilizzati per risolvere o avviare soluzione problema. . L'azione diplomatica dell'Italia non può essere non orieptata a determinare il più rapidamente possibile una soluzione pacifica <lell'attuale conAitto. Mentre ambasciatore itaJ iano a Parigi opera nel senso di frena re l'azione "milit:ue della Francia, mentre ambasciatore italiano a Lond ra ha ricevuto nuove e più pressanti istruzioni per sollecitare Inghilterra ad uscire dal suo assenteismo, è necessario che Vostra Eccellenza esplichi analoga azione in senso pacifico e conciliatore nei confronti della Germania. Vostra Eccellenza deve significare al signor Cuno che resisten za tedesca offre motivi per accentuare azione francese in senso sempre più militare e politico. Solo l'apertura di negoziati che riportino ·questioni sul terreno prettamente economico riparazioni, può evitare tentativo smembramento territorio tedesco vagheggiato taluni circoli militaristi nazionalisti francesi. Se Governo tedesco entra questo ordine idee, Governo italiano intensificherà sua azione presso Governo francese per indurlo accettare apertura negoziati, su basi da stabilire, Prego informarmi telegraficamente multato passo. MUSSOLI NI

• Airamb;1.sci:1tore Alc:ssandw Dc Dosdu i.

Roma, 18 imnaio 1923. * (Pe r Londra). Comunicole testo telegramma mandato ambasciatore ila· liano a Parigi. · (Per tutti). Data perdurante g ravità situazione dovuta reciproca intransigenza francese-tedesca, nonché pericolo ulteriori com_plicazioni sino

g:rfur~~e~~~~:/i~i

0

d\~!;:~~~:b:!e~a~~b~ f:~~!~: n::i~~:ac~~ici~:ti: ; Italia. Le basi potrebbero essere le seguenti : · -I) Ritiro immediato delle truppe franco-belghe dal bacino della Ruhr qualora da parte della Germania s1 accetti controllo interalleato sui pegni produttivi secon do il memorandum italiano di Londra. 2) Una moratoria adeguata per i pagamenti in danaro, da stabilirsi dall:1; commissione delle nparazioni prima del 31 gennaio. 3) La sollecita convocazione di una conferenza mteralleata per rìesa• Agli ambasciatori Pietrq Tornasi Della Torretta e Camillo Romano A,·euana.


288

OPERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

::~:~:}jr~~::a r;f)to~d:t ~~:rr:r{,i~~ t;,~11:!~ain~~1;~~u:!~e1!i:~:~~~~a:~t u1:f~fl~c!c;ri-riparazioni s«~ndo ,la situazione deter-

lecitudine se Governo britannico sia in massima disposto ad associarsi ·ad una proposta d i mediazione italiana. Ne} caso favorevole ella potrebbe approfondire se Inghilterra disposta aderire basi proposte Italia. MUS SOLINI

Roma, 20 xennaio 1913. *

~~~e~~~~~fn~iar~a~il~::tirt~ft!~io~i~!t a~~!tto osservare di non

rendermi conto (Ome, dalla comunicazione fattagli da Vostra Eccellenza in base al mio telegramma numero 15 **, Poincaré abbia potuto avere imeressione che proposta di mediazione partisse dalla Germania. Se cosi fosse stato ne avrei fatto esplicito cenno nel mio telegramma per informarne lealmente Governo francese, Trattasi semplicemente, come ho teJegr~fato, di un mio pensiero, maturatosi a . causa della ~cavità della situazione. Di tale mio pensiero ho soltanto dato comunicazione alla regia ambasciata a LOndra perché inda$asse disposizioni Governo britannico, ma non ne ho nemmeno data not12ia alla ambasciata a Berlino . Naturalmente non avrei voluto fa re pratiche di qualsiasi gl"nere colà senza essere perfettamentl" d'accordo con Governo francese. Voglia vl"dere subito Poincaré e chiarire. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Caniillo Romano Av~z-zana. • • (306).

Roma, 2J p,ennaio 1923, ore 1."' H o preso visi~ne con molto interesse dei suoi telegrammi ai numeri 73 ) , 732 e 749 e concordo nelle sue osservazioni e nelle sue proposte 0 1 i~n;o at:ig1:tt~o!i ~:~7~~:~r:,~~i~~~n~!~at~ria quattro ano! in compenso di maggiori pagamenti in natura. Comprendo ed apprezzo preoccupazioni di Vostra Eccellenza ·circa possibilità assunzione da parte della commissione delle riparazioni della

1~f\~1:t

;r::~b:~

~

f~s~~ssi~~t~e:~i~~/i~~~~:s~edir:t~~~: ~~l~i~:~s~:: ~e:!:J~n;re~~;: 0

soprattutto che regio Governo, mentre vuole evitare in <jUesto momento distacco dalla Francia, non può ammettere di assumere corresponsabilità di misure alle ':luali non ha aderito e che. anzi ha 6n da principio espii· citamente sconsigliato. Tenga anche presente nelle questioni singole che • Al delegato italiano alla commissione per le riparazioni a Puigi, marc~ese Giuseppe Salvago-Raggi.


289

AGGIUNTE : TELEGllAMMI

Governo italiano intende in genere conformarsi alle linee esposte nel suo memorandum presentato a Londra, specialmente per ciò che concerne le garanzie. Sembrami anzi che fa discussione su questa parte del progetto francese potrebbe prestarsi a chiarire i limiti e la portata degli intendi. menti della Francia circa Je misure da adottare a titolo di pegno durante ~~i:~:atl:i:~aci~~~o~~edieidfrj~~crii:t~i;!~f d:fr.~;fn/!:r~ssubb~ mondiale. Sarà utile che Vostra Eccellenza si mantenga. in costante contatto col barone Romano Avezzana, in modo che la loro azione si svolga in assoluta connessione, MUSSOLINI

Roma, 2j gennaio 1923, ore I. * 0

Va~~~':.

1

gen! !~~ Jiiea;;':1~1 :~~~en1! r~i~i~~t~ td~ f: ~!if:n! offre anche inconveniente immediato di non prestarsi opportunamente P.Cr il suo marcato · carattere bilaterale come mtroduzione ad un atto al quale nell'intenzione delle parti contraenti deve poter rimanere apetto all'adesione inglese ove questa abbia ad effettuarsi. Per quanto tale ade· sione possa anche non avvenire e · per quanto indubbiamente accordo 1 o::a:i1u::tra:er:tt:!ta :e 1h!eC:~r3~ si concreti in termini tali da poter essete presentato Inghilterra, dando la minima possibile impressione di uri accordo a due che tenda eventua.l. mente a far senza di lei.. Continuo a titeneie che, anche tenendo presente situazione generale e specie sul Reno, la Francia abbia forse anche più di d~~~:~~etesea aV~~~/~~eì\~~s{:. impressione, come g ià telegrafai prece·

~;!i

~:~:~

:C:td:0 ~~~c:;:if

S quindi opportuno Vostra Eccellenza faccia di nuovo presente a Poincaré questa obiezione, mettendo specialmente in luce il valore che essa ha per g li stessi interessi francesi, si_a generali in Europa che parti• colari in Anatolia. · .S quindi evidente che per queste considerazioni la scelta definitiva ~e~ ~J~de'if~:ift~::~J/·~c~~;d~~;t t: ~:t:~~n~~~tli~à~ad~~;i;~1~~d: di fatto il carattere e l'estensione dell'accordo, determina di conseguenza· anche ~uello del preambolo medesimo. Pare quindi al .regio Governo che 1 1 ~l~nfi~~n~e:io t:~~~ltb~as~~~

' ~~ ~11:i:i~~

~~::~!

~r:!bif1d~t~s~~t~

d:ttt~tcf~~~r::

)~ed=~~i i}nlk~f ;e;;;~tn~~~~i;::: ~ Attendo notizia sui tISultati suo colloquio con Poincaré.

MUSSOLINI

• Agli ambasciatori Pietro Tomasi Ddla Torretta e Camillo Rom:mo Ave-zzana.

1 9.-J:l[J:V".


290

OPERA OMNIA DI BEN ITO MUSSOLlNl

Romtt, 26 gennaio 1923, ore 20. • Suo telegramma numero 154. Rincrescimento dimostratole da Poincaré a proposito di un preteso 1

i:

~der~\:~o~a~~1rf~~~! a1:;::a~~ i;u::~~~E~~iii~ ;put~i j!ut:l:o:i!~fbn~ ~tci b!cri~~rgft:::;r:tadàaf1:Pfr~~{~~\~~tf:Tc:\~ 0

lenza ha benissimo ris.Posto al signor Poincaré inguantoché, per ciò che ci riguarda, trattasi d1 una azione assai generica svoJta dall'ambasciata. italiana a Washing ton. Ella vorrà chiarire al signor Poincaré che quell'ambasciata, come quella di Londra, è stata da me tenuta al corrente

~:~:, s:;:i:i G!r!a~1~. pe~~~~o'~f ;?~sr!!f·1!~!1~~~test~~~u~t 0

0

Vorrà aggiungergli che fu da me in conseguenza incaricata di richiamare l'attenzione d el Governo degli Stati Uniti sulla gravità di tale situazione, e di chiedergli se esso non ritenesse come me opportuno di uscire dall'atteggiamento d'indifferenza. La conversazione del nostro ambasciatore non riusd ad µn risultato concreto. Vostra & cellenza avrà rilevato dal telegramma 337 la risposta del Governo degli Stati Uniti e coéne sia stato

1:esF~~~ia~r:r~;gt~e:~e~~i

~~fe~:ioe~f°n~/ :~It~.

~tm~~~c~!io; : decisi ad autorizzare la convenaziooe del nostro ambasciatore allo scopo di metter bene, avendomi e~li riferito che nei circoli· americani vi era

fc~~\~~~~o

t:~v~:t%~i

~~~~~~e

un ~::: :nt:es!: di far rilevare al signor Poincaré necessità di stare mJto in guardia contro le informazioni date da terzi che possono travisare in un momento cosl delicato qualche circostanza dando luogo a pericolosa ripercussione. MUSSOLINI

" All'ambnciatore U.miilo Romano Avezzana.

Roma, 26 gennaio 1923, ore 20. * Telegramma di Vostra Eccellenza numero 36. M ancata ammissione operai italiani nella Ruhr, che del restò vi si d irigevano indipendentemente dagli avvenimenti correnti, fu in tesa solo, secondo chiarimenti fornitimi da questo ambasci:ttore di Germania, ad

: 1e::~~~

f~~id:~t:o d~~~t~tr;~i~ta:r t~~~~::n: ~~itazione animo operai Circa pretesa contraddizione nostro atteggiamento, mi riferisco miei telegrammi e confido opportuna opera Vostra Eccellenza rettificare giudizi codesta stampa, ·cui non sarà nemmeno sfuggito come Inghilterra, pur d isinteressandosi ufficialmente conflitto franco-tedesco, non SI oppone applicazione sanzioni nella zona occupata dalle truppe inglesi che riman• Ali' ambasciator.! G~lasio Uet3ni.


291

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

f:1~s~~!::~o~:e~~ai~P!f~~~ ~ci~~~c~t~~vd~t ~~~~e~ec~~~o f~~:

~ia=a ~~:rritt:~ rJi l~~ii:~ro~:i~:~~e;/d~~ip~~~rr;~~t!d~~r MUSSOLINI

Romt1, 26 gennaio 1923, ore 24. *

Presci comunicare ministro Attolico, il quale arriverà ho!el i\1t1tlfi<e domani:

~i~~a 0 ~!~~i li~0

0

tale(~ ct: ~:p~i;~t:~~li~:;:~?e 1:: te~ios~r:~~i~it~~:~ di contatti fra Inghifterra, Italia, Francia e Belgio. Sarei anzi favorevole che tale proposta fosse fatta se si fosse sicuri del suo successo. A tale concetto pregherò ad ogni modo l'on. Salandra di ispirare sua azione ». MUSSOU NI

*. All'ambasciatore Ca.milio 'Romano.Avenana. Roma, 29 gennaio 1923, ore 15.30. * . Tele~ramma ~i Vostra Eccellenza numero 97. Nell opera dt valorizzazione del nostro atteggiamento politico, e a .fine di trovare un comune terreno per un'azione concorde con codesto Governo, Vostr3. Eccellenza potrà op~rtunamente far rilevare, a titolo personale, come l'attitudine asswita dal Governo e dalle popolazioni tedesche, specie operaie, da un lato, e la conseri;ente astensione del.

;:;i~:t t~:~:: tece

l,~::

: t~~~;~t~~d~"~d!~e:sitc:I~uitn:,s::~i~~à delle operazioni politico-militaci, tendono a ridurre la funzione dei nostri tecnici a guella di semplici os_servatori, sicché Ja collaborazione italìana, che fin da principio fu limitata allo stretto campo tecnico, trova semb e minore attuazione o non 1a trova affatto. 11 2ata :::~~t~:~~~;~hf~Gr:r~::ii~iFe;r~p~: e, dato il consenso nella zona in$1ese all'esplicazione, pur con le più recenti restrizioni, delle operazioni degli Alleati, conferisce al suo « as. senteismo », di fronte al crescente carattere militare dell'azione francese, çontenuto più largo di ~uello che il Governo di Londra annuncia nelle sue dichiarazioni. E il linguaggio tenuto dall'ambasciatore d'Inghilterra

f~~:~ ~~~~~:~cl~

dJ~:

t!:;;

;r~!;i~~ea 11c~os:e':eo r~~d~ ~~f:=e~t:u~~!~~~to) mi ·sembra la ri. Indubbiamente esiste dal lato politico una vicinanza di attitudine fra Italia e Inghilterra, maggiore che non tra Italia e Francia, aumentata dall'accentuarsi delle misure franco-belghe, e che il verificarsi del ritiro delle • All"ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta.


292

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

trup~ inglesi dal Reno potrebbe rendere ancora maggiore; giacché non puc\ dissimularsi il valore eolitico della presenza di trup~. se anche essa si ricollega ad una situazione anteriore al presente conflitto. L'Inghil-

}:rr~e~~~ah: J:f ifti;~tt~i s!ie~:se~v~~~i1,!i~d i~v~~/i,~:; 1~~i~: 5

soltanto dei rappresentanti o de$li osservatori sul Reno, :S invece da considerate il divario tecnico fra i due Go;emi, circa il modo di risolvere sul terreno paci6co il problema delle riparazioni e dei debiti.

Ma tale divario, le dure vicende di questi giorni, coi loro pericoli

fo~;~s~n;i,su~c~~~t~.eri11~

0

:,~~

di c~i~ir::,~ ~:e1n;;~~~~a~ue:~~ d~i 0

due p~ti ~i vista italiano e inglese, che sta operando già la forza degli avvemment1.

dim~;t~rdi~~::!:~:,~ stn'~~nee:1 :!t~:i~s~~as;e:ri:~~:~1o~C:~Zni~~~~: der°ioev;~ndui~:w:otech~~:~:~n~~ ;~t~~~~inpe~i~~~:! ad un completo riavvicinamento dei punti di vista italiano_e inglese nelle

t~:~:·

presenti delicate contingenze e conseguire una opinione concorde, che potrebbe immensamente g iovare alla causa dcJJa pace. MUSSOLINI

Roma, 31 Kennaio 1923, ore 15.30. *

}~P::ft~ ~~}:8:~~!t!ab!f;ai,tort;1~~~op~~~1~::n~e;ue~~:·

v~t;n!!ì~r:7f;g~:1

~=

cnror ~:

0

!~::~~i~~~t:reil!f~:1::p!~a e~t~~tt!~~\: . sunto dal Governo germanico con la sua nota 13 gennaio, non era stato reventivamente da me autorizzato. Né riesco a renOermi conto del signia;:~~t~:::~a ari~!,:e g~,;~~:~~ dare a cod,esta comunicazione di

Dagli u ltimi suoi telegrammi deduco che ella si rende perfettamente conto del punto di vista d""el Governo, che cerca di fate il possibile, nella . delicatezza delJa situazione, per la tutela degli interessi italian i, Vostra Eccellenza saprà qu.indi regolarsi secondo le circostanze meglio consentono. I.e confermo -che ancor oggi regio Governo, pur non C1tenendo possibile un distacco dalla Francia, vuole in modo assoluto evitare qualsiasi corresponsabilità neg li avvenimenti. . MUSSOLINI

• All'ambasciatore Ctmillo Romano Avezn.na.. •• Con tale telegramma (il cui testo integrale non è ancora noto), in pari dau, ore 10.45, M~solini aveva comunicato o: la richiesta del Governo belga, tra.smessa.gli dal Ruspoii, per<:h~ il Governo italiano si associasse alla dichiara· aione rranco-belga relativa alla necessità di bloccare l'invio del carbone dalla Ruhr fo Germania».


293

AGGIUNTE : TELEGRAMMI

Roma, 31 gennaio 192), ore 17.30. •

t~~t~

1 0 ~ca:::tzt~~à ri~~~iare Poincaré della deferenza che dimostra nel riconoscere fondatezza mie obiezioni. Gli faccia osservare che obiezioni medesime non si riferiscono tanto a questa o quella formula di redazione, <juanto e necessariamente aJla opportunità e convenienza di redigere un 1:f"lsiasi preambolo prima di aver comunicato l'accordo al-

~~~fihiJ:~::bbe! a~~~gdi c~:c!~~!:r~dt!~ed~ed~~::!~:mj;t~~~rti~~ all'adesione quanto alla non adesione inglese. Tale momento di sospensione ndn può sollevare dubbiezze da parte francese, essendo chiaro che prima della pubblicazione dell'accordo un preambolo dovrà essere aggiunto, mentre d'altra parte, in caso di adesione inglese, saremmo costretti poi ad inserzioni o modificazioni, che per necessità cambierebbero la natura. e la portata della redazione attuale. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Camilla Romano Avenana.

Roma, 1 febbraio 1923, ore 1.20. * (Per Losanna). Suo telegramma numero 13'>. In attesa di conoscere definitivo procedere di Curzon dopo seduta odierna, ho telegrafato T orretta informandone Parigi, (+)(Per tutti). Vostra Eccellenza voglia subito intrattenere Bonar Law sulla situazione che si sta creando a Losanna, informandolo che regio Governo la riterrebbe difficile, ma non disperata, e che confida, mal~ai°~~~.:~~eb~t~a~~i;:.sanna, che tale. modo di vedere sia con-

5f!~~

(Parigi e Londra). Nel far ciò si valga elementi forniti da G arroni nel telegramma in data 30, che le trasmetto col telegramma Gabinetto nwnero 24. (Per hùtì). A~giunga che regio Governo non crede, dover vedere nella partenza di Curzon e di patte delegazione in~lese se non sospensione temporanea della conferenza per dar modo aJla deleguione turca

~fa~~

1

~/s:OS:,ii[~tld~f~~~ot:~:i:~;~:i:o~~::~e:~e :1 to~;:e7a~~a /:~~ tempo fra dele,gazioni alleate ciuando decisero sottoporre ai twchi schema completo del Trattato. Concluda che a parere nostro eventuale ripresa ostilità greco-turche è cosa tanto esiziale intere§si europei e gravida pericolo in Asia e Balcani, che devesi esprimere ogni ulteriore sforzo pos· ~ii~~f ;::n:i~~;;n~~:àr~~~:l{a~. ~:sr:i c~}~~~f:i~cese e mi comu(Per Parigi). Mi informi sulle inten~ioni francesi e se corrispondano comunicato Havas trasmessole da Garroni con telegramma numero 13~. MUSSOLJNt

• Agli amba.scia.tori Pietro Tornasi Della Torretta e Ca.millo Romano Avez:zana, e aJ miuchese Camilla Garronì.


294

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 1 febbraio 1923, ore 15. * Suoi telegrammi numero 169 e 194. Concordo pienamente nelle considerazioni di Vostra Eccellenza, che mi dimostrano come alle sia perfettamente al corrente del punto di vista i:lel regio Governo, che, nella i;lifficile e delicata situazione che attraver-

:~~~~· d:~){j~~::~stit~ffa~ti~aoi!i e;:~fb/i~ !::i~n~~. 'ò~:~!e~ui~li 0

à~

:~~:~ri:a~f.;~aL~ed:t~a'~~:po1~~~:~~:~~:C~ ~!~~reh~~r~u:1s1:!i corresponsabilità nelle misure coercitive politico-militari che Francia e Belgio sono onnai costrette ad accettare nella Ruhr e nella Renania. La Francia non può Jamentarsi di ciò, né accusarci di doppiezza, in quanto

~~~:~=~o5

P:f

dT&~~~do p~~~:airG~~e~~lta~fd~~it~:o~~tt~~: che il semplice invio di truppe fosse deciso, dichiarando ritenere tali misute dannose anche nell'interesse della Franci3, stessa. · Ciò chiarito e rimanendo ben fermo, non posso · che approvare il 1 st ::t}r~tedtixe:ied~o~r~odes~~ ab~~~~~~r:1!~:

d~11:\~~~~~ ;::ti:i

~~~i:r:~~~~i; ~~:tr:oft~c~!=i~!:~~~~n~~ec~~ct~ i~reb!eest~i f::;!/~~:

nostra politica continuasse in massima nell'indirizzo fuora seguito. Non ho nessuna difficoltà a chiarire con Vostra Eccellenza che continuerò a· sostenere fin quando e per quanto sarà possibile la tesi italiana prospettata con il mio memorandum a Londra; e io non ho alcuna intenzione di distaccarmi. da questa tesi, che inizialmente stabill i punti di contatto con Ja tesi francese, e quindi il distacco in parte già avvenuto per la· procedura seguita dalla Francia. potrebbe aumentare per il susseguente suo atteggiamento e per avvenimenti estranei alla mia volontà. Comunque

~!~~~~: :i~~t~~ ~~r~~:~~0Éc~~ik~!~ :rr;

1

~~:tt~:~ro~~:r!~ebb~t sarebbe il suo pensiero .circa 1a portata e la forma da dare a questo impegno. · A_questo proposito debbo riJe\'are come nel secondo dei suoi tele-

p~ti>If:tk!~~~ ru~f~~:a~i dT~!~~~~

0 :i~:mJeit~b;ini~~:i s;uf1~~; r azione del signor Poincaré non ri95cisse ad una conversazione con la

Germania per raggiungere una soluzione conciliativa. Ma questa possibilità è una. ragione in più per costringerci a rimanere in un'attitudine di riserbo verso l'odierno atteggiamento deUa Francia, a fine di evitare che ci venga più tardi quasi rimproverato da parte francese la nostça precedente ac:quiescenza, mettendoci naturalmente al di fuori delle possibili intese franco-tedesche. Mentre per una nostra opera in pro di un onorevole comeonimento tra Francia e Germània, il carattere di mode-

:r::t:e a~:~~atit~tWr~n:cì~t,a~il~!o:~e~:~nt?eg~~~!~~:ed~[;~%2::op~bbifi;

contrarie alJa presente intransigenza di Poincaré dovettero rafforzarsi e prevalere. • All'ambasciatore Umilio Romano Avezzana.


AGGIUNTE : TELEGRAMMI

295

In ques~e circostanze converrà quindi che l'Eccellenza Vostra agisca

:~:td:i1~~;:ig:d;~b1fC:e~~c::,1~f

~=~

1

iù ~~:: :}t:~~ ~~t:,U~ti re.golare la nostra condotta, secondo consisteranno meglio la vafutazione dei nostri interessi particolari e di quell.1 generali della pace. MUSSOLINI

Roma, 3 febbraio 192,3, ore 1. • Ambasciatore d'Inghilterra mi rimette una nota di risposta alle osser· vazioni italiane al progetto inglese presentato a Parigi. Graham mi ha aggiunto che il Governo britannico si scusava molto per il ritardo fra p• st 0 po Sar:~Jr:~u~r:tct:e:~e si procurasse una copia di questa nota in data 22 gennaio per inviarmi al più presto le sue consideruioni e che altra copia ne facesse pervenire al marchese Salva.go per conoscere anche Je osservazioni di dettaglio della delegazione italiana alla commissione riparazioni.

c~~~~~se;~he~~

MUSSOLINI 6

All'ambasciatore Pic-tro Tornasi Della Torre tta.

Roma, 3 febb raio 1923, ore 12.30. *

( + ) Non hO bisogno di rilevare da l telegramma ·del regio ambasciatore a Parigi come la gravità della situazione e dei suoi pencoli. siano ormai compresi anche in vaste correnti deH'opinione pubblica francese e

~~~ ~!fm':st~ ~o~p~~~~~om:f ~;;::i l~J:';!i~~ ~éd!1filafi~~~ev:~: potrebbe conYenire il verificarsi prospettato nel suaccennato tele8ramma 0

1

èli una intesa franco-germanica di carattere economico•finanziano al di fuori degli altri Paesi alleati, considerata ormai da una parte, non priva di influenze, dell'opinione pubblica francese, come una delle possibili soluzioni del conflitto. Convieqc al nost~o come al q o,verno Ì!1$Je.s:e c~c la ~oluz!o.ne del i::roblema tenga nel deb1to conto gh mteress1 1tah am e bntan01c1, nelle ,m-

~i~~~~

0

2

0~0?1::~

qdfs;~;r::idi~f fr~l~ta1ia3: i;~: hiÌ:!~:1r::tese~:ar!~ telegramma numero 444 all'Eccellenza Vostra ** nei riguard i del lato politico si rafforza così con la considerazione dell'interesse economico dei due Paesi, ciò che dovrebbe facilitare la realizzazione di 9uel completo

;;;~~~:ita1~~ ~un~~e~~/i;~~~~:n;~:tr~n~i1!z~~r~ve~~\!~:: ~ud~: ~~jA:n~1ar~:~g~~~ b~:!ni~~e;:~~~1t~ a1l:s~:::!; e~/~IT: :ig~ 0

0

e di cui al mio telegramma numero 531.

***

MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Dcli.a Torretta .

•• 013). ... (317).


296

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 3 fibbraio 1923, ore 23.30. * 1'.fio telegramma numero 54,. ** Riferendomi ai ne~oziati col Governo francese circa noto accordo economico colla Turchia, credo opportuno richiamare attenzione Vostra Eccellenza sul mio tele8ramma nwnero 346 u* e susseguente in data 31 gennaio****, che qm trascrivo(+). · Quest'ultimo· rispondeva al seguente telegramma di Romano· in data 29

fal~~!.lorrispondenza dimostra con quanta fermezza regio Go-

7;::r;r~~~~ c~°r!i~t~t~i~ d[~e <IJt~::!~t~e~~~ ra~sr~en s;tr~~~;rae :ch!ef~materia di proprio urgente e speciale interesse·e come anche in quest'oc1

casione abbia dato prova del suo intendimento di volere stabilire dei ra1i-

ft°Jo~J!~c!~!~n!~cb:·

0

ai~::::~ c:i:i~:at~

0

!:n~ra:d!f~~f !gfes~~np~~~ sufficente salvaguardia nostra posizione economica in Turchia, data forte prevalenza interessi francesi su quelli inglesi colà, e d'altra parte nostre . msistenze presso Poincaré per non dare all'accordo alcun carattere bilaterale avrebbero potuto mettere in pericolo conclusione stessa dell'accordo, che pure tanto ci premeva. Vostra Eccellenza potrà trarre intanto occasione da quanto sopra per attirare opportunamente l'attenzione di codesto Governo sul nostro modo di procedere per valorizzare linea di condotta lealmente seguita dal regio Governo nei riguardi Inghilterra. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Delta Tom~tta. ** Con tale telegramma (il cui tC$to integrale non ! ancora noto), in pari . <lata, Mussolini informava lo stesso ambasciatore « èel contenuto èell'accordo economico italo-francese i.a sostituzione del Tripartito i. • ... (309). uo (31S).

Roma, 6 febbraio 192), ort 0.30. * Telegramma di Girroni numero 152. Prego Vostra EcceJlenza informare d'urgenza cotesto Governo che date le intenzioni espresse dalia delegazione turca occorre a mio giudizio 1 1 !:!::o dcli tas~~~~ni~dg~r:~~e~ defle favorevoli disposizioni perché si addh'.enga immediatamente alla firma del Trattato a Losanna.

~t:ttdJiD~:

~ !~;!~~~:!às::;~· t!d~~: MUSSOLINI

• Agli ambasciatori PieÙo Tomasi Della Torretta e Camillo Romano Avezzana.


297

AGGIUNTE; TELEGRAMMI

Roma, 6 febbraio 192J, ore 14. • (Per tutti). ~esta ambasciata di Francia mi trasmette d'urgenza pro-

rc~~ :~

:h~f G~::ro~:.1~!~

1

2 1°~~~a;a~~f ~i~~r~: o~~n~!1~Z: Jlan~i~~ ed immediatamente dei plenipotenziari a I.osanna per fumare Trattato

alle note condizioni deJla formula concordata per capitolazioni e stralcio

<;:~!~~~i c~e ~i;~c~:v~~n~e~d~~!~e~r~?o}t~~ ~:~nc::~i~h~e ~~ 1!~ 0

0

;~:an:

!t~n:~r~i~afi~~rt:;~~:r~e1u:!!d~ec:c~~:u1!:tnt~~o documento da cui risulti raggiunto · accordo sul trattato, salvo inviare tosto plenipotenziari per firma regolare. Ho dato a Losanna istruzioni in questo senso. (Per Losanna). Prego regolarsi ·in tal senso se necessarie istruzioni :~~~~~df~a~~~:~, prima partenza ~smet Pascià. Se del caso

rei:;;;~~

MUSSOLINI

• Agli ambasciatori Pietro Tema.si Della Torretta e Camillo Romano Avez. zana, e al segretario genc:ralc della deleg.u.ione italiana alla coriferenia di J...o.. sanna, Mario Ado tta,

Roma, 6 f ebbraio 1923, ore 18. * (Per Pari!ji). Ho tel~grafato a Torretta: (Per I.on ra e Parigi). Suo telegramma numero 125. Scambio lettere fra Romano e Poincaré avvenuto, sicché accordo franco-italiano è perfezionato. Non sono ancora in possesso testo defi.~ nitivo lettere che contengono progetto N ogara e mi riservo farle comunicare a Vostra Eccellenza per le analoghe trattative da intavolarsi Londra. S però intanto opportuno che Vostra Eccellenza notifichi cotesto Governo avvenuto accordo, specificando chiaramente che esso è stato redatto dai due Governi colla esplicita intenzione d i entrambi e specialmente nostra ch'esso debba venir perfezionato dall'adesione inglese e divenire un ~t:rr~~~:r~ ~~::edaiIJedr:;!~:~;ijei l1n!~i0d1it~ti;ti~i~~r:b~~~: EcceUenza. · (Per Parigi). Prego inviare direttamente a Torretta testo dell'accordo. MUSSOLINI

• Agli amba.sciatori Pietro Tornasi Della Torretta e Camilla Romano Avcua.na.

R oma, 7 febbraio 1923, ore 1.30,* Suo telegramma numero 120.

;;eN~~~ea~{~ d~fl;~:?~:ro~!::!t~il~~~!~~n,:e::gi:1~

Fran<:ì~ politiche, nelle quali domanda pace trovare ragion d'essere secondo Bonar • All'ambasciatore Pietro Tornasi Della T orretta,


298

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Law, non esistono affatto per .quanto riguarda l'Italia, che ha sempre tenuto verso l'alleanza inglese un ben diverso contegno. Nella questione della Ruhr attitudine italiana e inglese si avvicinano molto, come rilevasi con mio telegramma 444. "' Circa la <JUestione Oriente ho già segnalato a Vostra Eccellenza con mio telegramma 547 ""* attitudine italiana nei riguardi delle trattative con la Francia per l'accordo Nogara, che prego valorizzare senza indùgio. Ultimi avvenimenti di Losanna possono poi fornirle propizia occasione per attirare attenzione Governo britannico sull"assoluta lealtà della azione

~]l:~tf i::o~:~t~u~e~:Ju:~\~ÌÌ~a~et°foud:iiaPr~:~~ o!f;~~f~ fin d~l~ 3

0

00

l'epoca dell'armistizio colla Turchia e sua urgente necessità di giungere f':rJ'I!e~~!!~at~~:=~=~jte!~!~~i G~~~rXi'bri~ai!ic~u~nln r:J[d~~onc:l~~ apprezzare al suo giusto valore il fatto che mai una volta Governo itahano abbia compiuto minimo atto che potesse interpretarsi come azione isolata eventualmente diretta ad acquistarsi favore turco ed ha invece sempre proceduto nei suoi sforzi per consercimento pace con senso

c1~

~bsei~a:i~~e ;l~\ ~t:~~ud~~~e 1

~:;ì!~~!~!r~0 d~;:~hi1~~i::n;~~~~ : quelJe intese atte a realizzare salvaguardia nostri interessi. in Oriente che avevamo chiesto prima dell'inizio conferenza. Regio Governo gradirebbe che tale atteggiamento fosse almeno riconosciuto dal Governo britannico e che anche questa parte orientale della nostra politica nel momento attuale completasse agli occhi del Governo stesso quadro senerale della nostra politica, diretta sì a salvaguardare nostri interessi vitah, ma sempre in armonia con gli interessi generali del• l'Intesa ed in piena e leale solidarietà coll"Inghilterra. MUSSOLINI

• (;13). u (318).

Roma1 9 febbraio 1923 1 ore 13.JO. • Regia ambasciata a Londra deve averle fatto pervenire copia della risposta inglese alle osservazioni presentate dalla delegazione italiana nella 0

a~v~;~~

r!blta::,11

0

v~%:i~°à~~f;

g~~h~i:! j~~l!s:'~~::nJ: fnsf:~~ :~~ conferenza di Londra e Parigi e coi documenti annessi, anche questa risposta inglese, ho ris,POsto a questo ambasciatore d'In~ilterra che non

;~:i;~~~:I~~: ì~~ii!~~.nJ/fi~~~=/:~~:s~etl~t~J~J; :;;utbt~! ~f:~:~ una

Prego Vostra Eccellenza, sentito anche il regio ambasciatore a Londra,

:ii::s1:~;es~~rili definitivi.

c!;1:::nd:11t J;~~~~~o~! fu~;::ep~~\ ~~~~i

• All'ambasciatore Pietro Tornasi. Della Torretta e al marchese Giuseppe Salvago-Jla8gi. '


299

AGGIUNTE: TELEGRAMMl

Dal punto di vista politico è importante che nella pubblicazione figuri una contcocisposta italiana, in quanto ci risulta che in essa figurerà anche una controrisposta francese, MUSSOLINI

R.Dma, 9 febbraio 1923, ore 20. * 0

confcr~~~bts~~~~~~~i s~~t~rr:~1~ ~u:s~:'ìili~ t~~I'indi~~slas~~~~: bero poi supporre che atteggiamento britannico e turco sia influenzato da desiderio sistemare Wla situazione politica che li' interessa ambedue, sdr bene a titoli diversi, nei riguardi della Russia, cui conte~o causerebbe tanto a Gran Bretagna che a Turchia preoccupazioni specialmente per la questione degli stretti. Jnteressa al regio Governo di conoscere quanto vi sia di vero in ~~~:: f~d~~~~~i~oe tcif~,i~i,anto Vostra Eccellenza di indagare cauta. MUSSOLINI

• Agli ambasciatori Pietro T ornasi Della Torretta e .::iimillo Romano Avez:zaoa, e all'alto commisu.rio d'Italia a Cos1~ntinopoli, Felice Maissa.

Roma, 11 febbraio 1923, ore 15. * Suo telegramma Ìlumero 253. Accordo fra grupri franco-belgi e tedeschi può facilitare soluzione del grave problema attuale, ma non sfuggiranno a Vostra Eccellenza gravi ripercussioni che accordo fra industrie carbonifere e metallurgiche francotec!esche, cui non sarebbero estranei grossi interessi inglesi, avrebbero per l'economia italiana e quanto allarmerebbero nostra opinione pubblica. E già nel telegramma 108 "'* segnalavo essere indispensabile che nessuna combinazione ~tesse aver luogo con esclusione dell'Italia. Richiamo 1attenzione dei nostci istituti di credito e delle nostre più importanti associazioni industriali, rappresentando loro la necessità .di venire conoscenza per conto proprio delle trattative che sarebbero ~~r:~i:~e~t%~gE~:i 1!i~~~~~tàev~~1tu1~~o

a

t:!? a~~~~~ib:lii~a

in

l~~c~:i

teciyi~::tEccellenu non tralascerà intanto di a5sicurarsi circa la realtà e la serietà di simili trattative e vorrà agire in modo che al momento opportuno si possa chiedere al sì~nor Poincaré di esercitare azione appropriata sui suoi gruppi finanzian ed industriali, allo scopo di riservare una debita parte all'indusria ed alla finanza italiana nei proposti accordi appoggiando così l'azione che Ji sollecito a svolgere direttamente. Questo passo rientrerebbe in quell'azione che Vostra Eccellenza si proponeva di intraprendere presso codesto Governo quanto ella mi indicava con suo telegramma numero 169. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Camillo Romano Avcz.zana. u ( 295).


300

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Romd, 11 febbraio 192J, ou 22." • Con riferimento al promemoria di Antonievié rimesso a Vostra Si-

j~f::ic~/~fcì:~~

fe~\~i:n~~~::!;r~~s~e~!r~o!{~r!i~/ dd l~~~;,!e testo delle note : 1) Mi .accontento impegno codesto Governo a presentare subito pro~tc~~~~io:r~~!,i;aoc:i0 ~~ar~~a~~~:tole~; ~~itare .professione in via 2) Secondo capoverso dà imeressione che uso della lingua venga limitato ai soli rapporti con autontà statali. Esso perciò deve essere mo-

~~i~~e ildi,i~fdi: r~;;!csfa!lli

a;:;~r:

1 n:;:i;ollea~~t~~i:!an~i~ nistrative di ogni specie nella D almazia, come pure ai tribunali ammlniSt;)tiÌ~t~~drc~;t~gfi~r~Ìu~a;~i~i>:·11·epoca napoleonica sia riservato puramente e semplicemente lo stesso trattamento che a quelli relativi alla dominazione venetà, come stabilito dall'articolo 31 della convenzione. 4) N on basta promessa codesto Governo « fare del suo meglio», ma occorre impegno preciso come quello da me sottoposto. .5) e 6) Stanno bene. Segue telegramma per altre ~uestioni. MUSSOLINI

• Al ministro plenipotenziario Lazzaro Negrotto Cambi.aso.

Roma, 12 febbraio 1923, ore 21. * ti mio intendimento sistemare nel più breve termine possibiJe tutti

;~~:} ~ipl~:t\%;!~: :~~~rdiot;:~~ ~r;h~j:a, Pcf:s~r::tf ~s!~: Adriatico. 8

0

Coll'Inghilterra restano fra l'altro D odecanneso e Giubaland. Prima di intavolare con codesto Governo discorsi in proposito, desidero conoscere urgenza suo avviso su convenienza o meno di sollecitare subito de6.nizione ormai annose questioni, avendo cura di tenerle assolutamente distinte. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta.

Roma, 16 febbraio 1923, ore 1.30. * ( +) Le mie osservaiioni ai vari punti del promemoria numero 136 di Antonievié sono Je seguenti e devono servire per l'inizio scambio d i note: • Al ministro plenipotenziuio Lazzaro N~grotto Carnbiaso.


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

301

. 12l, e5)10)e 6)Accettati Accettati. con la forma impegnativa. 3 e 13) Mi riferisco a mio tele~ramma numero 708.* 4 Occorre aggiungere : « Con 1 inte5a che per gli italiani optanti il · comune pel quale non si richiederà tassa di soggiorno sarà quello della. loro J><:ftmenza. al tempo dell'opzione». 7) Occorre impegno form~e per totale dissequestro ditte in questione. Società Sflfid è naturalmente pronta rispettare verso Stato serbo croato sloveno obblighi derivantile dalle concessioni avute dal Governo austriaco. 5) Occorre impegno formale per una soluzione favorevole in genere ,specialmente per ciò che riguarda claU5ole economiche. 9) Nostra richiesta concerneva inizio cambio corone nei dodici giomi fra la ratifica e lo sgombero terza zona. Ritengo opportuno insistervi per effetto morale su opinione pubblica, come notificato nel mio promemoria del 17 dicembre. Tuttavia non ne faccia questione ;ine qua non. 1 1 sin/ 1 ~ne~~e:t: G~~~;;o z;~ : 8; ~;;; ~o~s~~:ia~ Pisino in via di reciprocità. non ha ragione, dato scarsissimo numero cittadini jugoslavi ivi residenti, non potendo considerarsi tali cittadini italiani di nazionalità slava; mentre cittadini italiani a Cur~ola e soprattutto a Veglia sono_nwnerosissimi. Insisto su questo punto. 2 dev: fim9t~~!J0 aJì~"!~1a°~ip:C~ti~:erdi sd:~~~ti~ =~:ti:~p;e ~~~~ stali, ecc.· La restituzione. ddle opere d'arte asportate .d a 'frieste deve esserci fatta puramente e semplicemente. 14) Occom.~ .imoegno che alle banche dalmate formate in prevalenza

G~1~i;:

ii~ie~~!

~i~i=~~t~~t~~~f:n~0:e~! }:~~~al~~!:iin~rae~::~~J/he alle Danche na-

sia ;?!e~~0 Ì~~~i!:pefa~cltt~~~J!~~sac~!!f';!~~~n: t::::t<ì/~:~~~~ mente esistenti e protocollate. uno r~rn~~.risolutive anche per altre questioni per giungere ad

A::ìio

Piegola fare osservare a codesto Governo come io abbia dato prova dei miei buoni intendimenti non aspettando il ,ichicsto impegno scritto definitivo prima di ottenere l'approvazione del Parlamento. MUSSOLINI

,. (324).

Roma, 16 f ebbraio 1923, ore 15. *

Telegramma di Vostra Eccellenza numero 158. Mi rendo conto ragioni che inducono Bonar Law affrettare pubblicazione verbali, ma, come indicavo mio telegramma 658 **, desidero

~?; ;nd~u~~:: ;i;l~s!i v:;!~ l;'~;:~~n: ~~t~i?:. divet5a considera0

0

• AU'ambasciatote Pietro Tornasi Della T orretta. •• (321-322),


302

OP.ERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Soluzione deJla seconda parte suo telegramma 158, cosl come indicata, potrebbe fare apparire che Inghilterra ha ritenuto interessante di continuare discussione con Francia e non con noi. Ciò che effettivamente non è. Si rimedierebbe ad ogni inconveniente, inserendo alla fine della

ri!~ti:~ ~t ~a:t;o~~;~~~~~ i'itr~

1 f~";~~ca~~::g::e n~taG~v~;~o allo studio e non ha ancora fatto pervenire la sua risposta. Prego Vostra Eccellenza di tener informato anche Romano Avezzana. . D ata necessaria identità testi italiano francese ed inglese, nota dovrebbeapparire anche sul libro giallo, MUSSOLINI

Roma, 20 febbraio 1923, ore 2.3. * Suo telegramma numeco 183. Sono sorpreso che Curzon sia.si mostrato alciuanto sconcertato per già avvenuta firma noto accordo con Francia. E ciò tanto più che Vostra Eccellenza mi riferisce di aver messo in rilievo atteggiamento italiano durante trattative Parigi e ferma volontà da noi dimostrata ncU'imporre linea di ~::s~~t~;srt:,t~i~!:!c1!st!~11~ r~~~~!i:e~:,!~~~1~:f\ei:rs:::!!\ar:c:°r:i~

~~~~

~:;i!~~tt!

t~:~r:~~~iì:~a~~f!t~~~vt1} df}~:s~~~pr~~~~:e ea il valore di tale nostro atteggiamento come prova dei miei intendimenti

~l~~~i :e2ir~~a~~~~a~~~Vdt~~!cc1:~J;!~t~ar~:~::u:n~r4~~~r;; fronte unico Alleati malgrado Governo inglese non abbia finora dato soddisfazione a nessuna delle nostre modestissime richieste, siamo al· meno in diritto di attenderci che non vengano frapposti ostacoli a quanto ci è stato accordato da Francia. 1:. bene ricordare infine che a Losanna

~~: :~~e~~tm~~onds:ffed:w1~iric~1S~~i;i~n~c~o~t~ ed?ffi~~!~l ~;:;~~ piuttosto venire da parte francese.

· MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi D ella Torretta.

Roma, 22 febbraio 1923, ore 23. * Telegramma di Vostr·a Eccellenza nwnero 372. Regio Governo aderisce proposta Governo francese di rimettere a conferenza ambasciatori incarico fiss_a re frontiera russo-polacca. Quanto a frontiera polacco-lituana, sembra preferibile che venga rimessa alla Società delle nazioni, che fu già investita della questione di Vilna. Come è noto a Vostra Eccellenza trattasi di vertenza oltremodo delicata, la soluzione de1la quale troverà certamente opposizione da parte • AIJ"ambasciatore Umilio Romano Aveuana.


303

AGGIUNI'E : TELEGJlAMMI

di uno o magari di entrambi gli iÒteressati, disposti, come sembrano, ad andare sino alla guerra. Opposizione potrebbe essere meno forte e gli" ~!:~:u~e~~tàe1:1i~t:zi~~i.1t~~~e;s~s~i cauti gli Alleati.

ct;}~d ~o!~!bbi~~! nd~:; MUSSOLINI

Roma, 23 febbraio 1923. * Decifri ella stessa. Riferimento mio telegramma numero 26. ** Questo ambasciatore d'Inghilterra ha comunicato a Mattio1i che loro

~:;t ;:t~r~

0

ch~~!t~ !

0 0

:e :a!;;sl~~t~:th!i ~~ a;i~:a:~is~:~~)~~ti. Mattioli ha risposto che Sua Maestà sarà lieto visita nei giorni sopra indicati. MUSSOLINI

• All'amba.sciatore Pietro Tornasi Della Torretta. •• Con tale telegramma ( il cui testo integrale oon ~ anooia noto), in data 20 febbraio 1923, Mussqlini aveva dato « una prima notiria circa la data di arri,·o dei sovrani inglesi, prevista fra il l"' e 1'8 maggio )).

Roma, 1 marzo 1923, ore 15. * TeJegramma di Vostra Eccellenza numero 219. Prego Vostra Eccellenza manifestare ministro Curzon mio grato compiacimento per p1rte suo discorso riguardante Italia, suo attuale Governo. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi ~Ila Torr~ ta.

Rom~, 2. marzo 1923, ore 18. * Quartieri telegrafa in data 2 marzo seguenti notizie, che le coinunico per intero acciocché Vostra Signoria sia sempre minutamente informata andamento lavori : « In seg uito al tclcYarnma odierno di Sua Eccelleaza il Prcsideate del Con· siglio, che notificava scambio delle ratifiche come avvenuto lunedl, ho convocato commissione stasera ore 21. Erano pre5enli i sci delegati delle due nazioni e il conte Casati, pregato dalle due parti a far parte della commissioni::: come: segretario generale. Assunta da ine la prtllidenza e avvenuto il solito scambio di cortesie, fu stabilito sgombero Sussack per sabato mattina di buon'ora, la.sdando all'onorevole Mazzucco e al delegato Silovic di stabilire modalità, d'intesa colle autorità militari. Tutte le varie que5tioni di dettaglio furono esaminate e risolte

• Al ministro plenipotenziario .Lazzaro Ncgrotto Cambia5o.


304

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

con spirito conciliativo, stabilendo come base di mantenere, secondo desideri d.i Fiwne, 16 stato del[e cose attuale ~r il pe-riodo provvisorio di un mese e furono prese necessarie misure pe-r evitare ogni possibile incidente. e Per ristabilimento servizio limitato a i passeggeri fino a Fiume, delegati jugoslavi dichiararono non avere istruaioni, nonostante Joro pratiche svolte BeJ. · grado. Dopo nostre vive insistenze, delegati jugoslavi presero impegno ripetere, a nome commissione intera, presso .Belgrado domanda di autorizzare tale servizio, riconoscendo grande opportunità. « Commissione rinviò seduta a domani».

Mi associo al passb che delegati jugoslavi hanno fatto a nome intera coounissione, insistendo su questo che è punto fondamentale per creare e mantenere nell'ambiente di Fiume atmosfera di tranquilla aspettazione, in tli;f;n;~;~e i~r:~ j~~~~e;~Ìto~~~\on Antonievié, in cui ho chiarito qualche malinteso sorto costà, causato da interferenze telegrammi nostra delegazione e questo ministero a lei d iretti. Per evitarli in avvenire, ho

~ f;!i:!~ 1~~~:fo2icll: :~;iJ;s~i~~':~~e ~~~;~~~~m~:i c;~I:;t~zi~; :os1J~ tuzione. Priza, assicurandolo mia mtenzione procedere sempre lealtà e

chiarezza assoluta e che attendo da codesto Governo identico atte~ia. mento. Sono soddisfatto risultati prima seduta, specie per decisioni ci.rea periodo provvisorio Fiume, che rispondono miei desiderata, 1; essenziale che codesto Governo sia conscio necessità fare ogni sforzo per superare momento delicato delimitazione confini in rapporto alla questione del porto. MUSSOLINI

Roma, 4 marzo 1923, ora 17. * ~~~i~~s~~~e~::i,!~z~~:fir:a~~zrur~;j~*:ignor Ninéié che se la·

1~~~aG~i~~:e}/9~::ei~~~~s a11:r~:i~:~:i:n:ar::1~~;a ii!~~?:! ~~s~~: tive diametralmente opposte, in tal caso inutile far proseguire Sarebbe.

lavori com.missione, perché non vi .sarebbe altra soluzione possibile che 3

rim~t:bbc! de'i u;;~!~n~s~J:ed~~ ::1~itdi~hiarazione è anche in contrad· dizione con la lettera degli accordi 23 ottobre 1922, in guanto il comma 6 di essi ha solo ragione di essere appunto per la questione del Delta e di Porto Baros. , Contarini prega poi personalmente di ricordare al signor Ninéié come fosse assolutamente d'intesa, anche neJle conversazioni amichevoli avute con lloyd George, che questioni di cui ai comma b, e e d dovevano essere risolute simultaneamente. , * Al ministro plenipotenziario Lazzaro Negrotto Cambiaso. u Tale telegramma (il cui testo integrale non è ancora noto) era e relativo al contrasto sorto tra le delegazioni italiana e jugoslava per la delimitazione del confine, ton particolare rigu&!do allo sgombro de[le truppe italiane dal Della e da Porto Baros ».


305

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

Ho del resto avuto in proposito conversazioni con Antonievié, che è stato collaboratore di Ninéié negli accordi, ed egli, convenendo perfettamente nelle mie osservazioni, mi ha detto che avrebbe subito analogamente telegrafato al suo Governo. MUSSOLINI

Roma, 9 marzo 1923. • Str Graham è partito per Londra per concretare reali modalità viaggio Roma. Egli mi ha domandato quale accoglienza avrebbero ricevuto reali Inghilterra. Gli ho risposto che accoglienza sarebbe stata degna Roma, ma che sua tonalità non poteva non essere in relazione con situazione politica generale e particolare posizione rapporti italo-inglesi. Prego Vostra Eccellenza di approfittare del soggiorno di sir G raham a Londra per precisare ancora una volta direttive politica italiana, che basansi su necessità amicizia due nazioni, ma questa amicizia deve avere manifestazioni pratiche. Cè u na questione ormai annosa che sarebbe tempo di definire prima del viaggio dei reali : q uella del Giubaland, indipendentemente <la -quello che potrà essere destino D odecanneso. Voglia intrattenere su tale questione circoli responsabili e notiziarmi. M U SSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta.

!· Roma, ·16 marzo 1923, ore 15. *

roco

Ambasciata Francia segnala.mi atteggiamento favorC\.·ole codesta stampa, se~atamente Mezzogiorno e BdtJaglie .dc MezzoyJorno, circa po· l itic~J:ii~e~1':h~~na~it~ic!~:~oo~r!?~:rg~:!~f:~~o\~i! ~·n~i?~ I (Jluz/. 1, 0 ,ava/ieri de/J'A pocalis.se, pubblico in piedi fischiò Mar1igliese. Pregola vivamente adoperarsi perché cessi campagna stampa e siano evitati incidenti del g~nere e telegra6 assicurandomi. MUSSOLINI

* Al prefettQ d i Napoli, Angelo Pesce. Roma, 17 marzo 1923, ore 24. * T elegramma di Vostra Eccellenza numero 48.5. Sarò 30 corrente Milano (ripdo Milano), dove con piacere potrei incontrarmi con ministro degli Affari .Esteri polacco. MUSSOLlNl

• Alramb.asci.ttore Camilla Romano Aveuana, 20. - X:J:ll:T.


306

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma1 21 marzo 1923, ore 23.10."' Decifri ella stessa. Telegramma di Vostra Eccellenza numero 259. Sono soddisfatto ,del lavoro di chiarimento compiuto da Vostra Eccellenza presso Curzon e pregala .continuare ad adoperarsi con la massima prudenza e cautela nel senso indicato nel _suo telegramma, che .corriff:a~~e~i!~!i°J:1t!~~tt~ ::~:~~. ~ l:~hséu~~~u~u!aG~!~~~~r: e:~:: 1 0 ;: r;~tfi~!~~i~t~u~~!it::. notizia trapelasse sulle nostre conversazioni, dando certamente occasione ad interpretazioni esagerate e malevoli, riuscirebbe all'effetto opposto di rinvigorire la resistenza nei due campi opposti. Pç,khé invio di un funzionario delle riparazioni avrebbe dato luogo

;~~~~;~~~t:reci~~ ~f

~ru:i;!e

-~~,:~~

~~:~~;! :{tnJ!

5 dic:;;3~f!i·fi~~,rare;e~l~~ atrr!iif g;~~~~e 8~ Buti, che Vostra Eccellenza farà figurare costì come inviato momenta• 0 td!e~~~;11·::~1ifi~t~~C~r~i1::; ~1~1 8f~~r pj~a~rest i giorni.

:rAltrj~

g;~ iff:~r

MUSSOLINt

• AJl'ambasciato~e Pietro 'l'ornasi·Della Torretta.

Roma, 21 marzo 1923, o're 24. * Suo telegramma numero 272. Quest'ambasciatore di Germania mi ha comunicato punto di vista odierno del suo. Governo sulla questione della Ruhr. Esso accetta come base le proposte di Hughes e cioè la riunione di finanzieri internazionali presieduta da un amertcano, con l'intervento, oltre degli Alleati, di un

6~:f!e'j~e~~;;~itte~};:~~~~:id~lJ~

1 olant::;; ~~1~is!i~~~edo:,eti:n Germania e le modalità di esecuzione dei pagamenti .ed in tal caso il Governo t rmanico sarebbe pronto a soddisfare i suoi obblighi di ripa-

~~~~n~o~c~éddefI~r~ì~~r~~~t~e

:;~ro~i

~~~;;

n~t cioèu~s!ltr}'. e Duisburg. a :{fo'W:sh~~gii;~ta com~icazione corrisponda a quella fatta

~d:~

Ho tuttavia accennato vagamente ad una parte del contenuto del teleg ramma di Vostra Eccellenza numero 272. Supposizione che il Governo tedesco non avesse voluto dar qui comunicazione di quelle fatte a Londra ed a Washin~ton in quanto l'Italia si trovi compromessa con la Francia non era attendibile. Le conversazioni infatti avute con il sig nor Neurath e quelle del nostro ambasciatore a Berlino danno la sicurezza che il Governo tedesco sia perfettammte al corrente del punto di vista italiano nella questione. • All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta..


T

AGGIUNTE : TELEGRAMMI

307

Quanto aJla noti~ia della· richiesta di un'eventuale smilitarizzazione ad est e ad ovest della frontiera franco-germanica, Neurath, pur non

ave~?a s~~~;a i~f0~cl~~~m~ ~~;;:t~~ 1:e;::~~edi V~s:ti~1E,,euenza

numero 2:;9 •, la metterà del resto in condizioni di controllare notizia al Foreign Office. MUSSOLINI

• ( H8).

22 marzo 1923. *

Voàa.i segnalare partiti i9'ali larga speculazione avversari fascismo su ultimi episodi. Quel prorompere illegalismo est stato sommamente

:=ri~r;~~!:~~;:hi' ~;fs~1\~~:~:n::;/h!~f,;~faa;::ei~e=t{~: scevismo. Governo fascista non intende seguire tattica precedenti. MUSSOLINI

• lt. Italo Btesciani, in risposta al seg uente in pari data: « Oggi rientrato sede trovato ambiente veronese ancora impressionatissimo fatti dolorosi te noti, causati ,esagerala sentenza giudici Tribunale condannanti segretario Fa5cio di Prun, tale Zancanella, a due anni pt>r somministrazione olio ricino a "popolari" aggressori di un fascista locale. Eccessivo risentimento fascisti nostra.ni giusti6cato enormità magistrati. Milizia nazionale estranea azione, come pure maggiorenti Partito, ciò che dimostra ~ponraneità p rotesta contro acrusatori et giudici. Rientrata calma assoluta. Segue lettera esplicativa con relazione inchiesta federale a. (Dall'originale).

Roma, 24 marzo 1923, ore 15. * Suo telegramma 27. Sta bene per 28 corrente. Fissato alloggio hotel Ct1t)01tr . · Dato carattere privato viaggio e delicatezza conversnione è preferibile che nessuno vada incontro Jaspar stazione. Disporrò in modo egli sia informato albergo, modalità incontro. Sarebbe opportuno se possibile conoscere ora approssimativa arrivo 1-,·(ìlano e persone che lo accompagnano. MU SSOLINI

• All'ambasciatore Mario Ruspali.

Roma, 24 ·marzo 1923, ore 21. * Suo teleg ramma nwncro 244. Per precedenti impegni devo recarmi Milano, dove rimarrò per qualche tempo. Nonostante migliore volontà, non potrei abboccarmi con cancelliere _se non giorno 30 a Milano. Prego telegrafarmi urgenza se sta bene. MUSSOLINI

• Al ministro plenjpoteniiario luca Orsinj_Baron i.


308

OPERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI

Milano, 27 marzo 1923, ore 23.05 (per ore 0 .15 del 28). *. Per lei solo. Decifri elJa stessa. Colloquio Jaspar, durato un'ora ed.un quarto, è ~tato molto importante. Riassumo le mie impressioni. Il Belgio desidera vivamente che l'avventura della Ruhr finisca n~l più breve tempo possibile. Lo stesso Jaspar mi ha detto che ·è mesllo avere cinitanta centesimi oggi che un franco domani e che l'opinione

r:;~~c~isoi!ut~~ d~J1~i~;i~.aa~~~rep~cl}~vt::::teBi!1!l:1·t s::U~~: 0

0

socialisti contrari azione Ruhr ed ha soprattutto metà popolazione fiamminga e quindi piuttosto orientata in senso antifrancese. _La Francia è sempre più fermamente decisa a rifiutare qualsiasi mecliaz1one da qual-

siasi parte venga. 13. necessario che la Germania parli e faccia proposte

;1(~ i: s~ia~~~e~{1dfS~;g~a!f1tI1/::d~!it~~.p:~~::: t!u~is!~:i~~: !~J:~!f ::~~e e:~1 ~er~Y:fr6~~f;n~ !~ll~ cifr~c~1~b:i;t~°ct;:~~~;far~: 0

0

0

0

liardi marchi oro più gli interessi con combinazione a scalare; moratoria.

:~~u~:~~~~ira~1m;n;od:/!' a;: i~:11:n c~on:;:~~f;°~a!:~ en~o:~i~~a d~~ 1~;h:a!o~;g~f1;r~;~j~~~n:h~n d;:~:b~~oG;:s::~orfd~~:t~r!~:ì:

b:tia

meQ~eiI;e~h~d;itc~{f3i:m:~;~:~~~ ~:1lac21:;:J~i\aspar è stato l'affermazione che il comunicato di Bruxelles fu voluto daf Belgio e l'insistenza colla iuale r.cg[i ha accennato alla necessità che la Germania parli. ffs }~t~~z~h;i Cuan:~~!e~tb~ia1 ,:'!n~i~~oraili~~~:,J:s~

;:cl:t:':{~;!g\ii

Il Governo belga, mi ha detto Jaspar, non intende in tali condizioni di seguire la Francia sul terreno politico, cioè con obiettivi che conducessero allo smembramento del Reich. Il Belgio non vuole uscire dal ter• reno economico delle riparazioni.' Credo potrebbe essere opportuno che Vostra Eccellenza accenni a Neurath termini essenziali situazione politica odierna colloquio. MUSSOLINI

• Al segretario generale deg li Affari Esteri, Salvatore Cont~rini.

Milano, 29 marzo 1§23. * 8

ie1r,~:hi:sito~~i!~u~~c:l~~i\i~1::~a?. ~~ potuto accertare sin~;i~i~n:i~lhl~/edld~~~ ~~id!e~~i~~i~~~e<le~Jt~u:ti~~eddefi:e;:r~ Egli mi ha confermato. assai esplicitamente che il Governo belga non vuole uscire dal terreno economico delle riparazioni, e non intende quindi in modo alcuno seguire la Francia sul terreno politico con obiettivi che • All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta.


T

309

AGGIUNTE: TELE~ RAMMI

conducessero comunq_ue allo smembramento del Reich. Poiché la Fran· eia mostrasi sempre più fermamente decisa a rifiutare qualsiasi mediazione

:jbjc:a!:~h: f:~::t:i'aer!~c~: ~:;=~toram~~e:ff\~~a ;;:~~:t~: al Bc;Jgio di. associarsi ad un'azione aog,lo-itaflana di amichev9le pres-

sione sulla Francia ed anche eventualmente di disimpegnarsi dall'avventura della Ruhr. Dallo scambio d'idee avuto in proposito ritengo che proposte tede-

sche1rir::a~f~~eesJ:J1~ ~f;:; t;aft~~p~~a:rnr 0

0

t:inquanta miliardi marchi oro, più interessi a un tasso ragionevole con combinazione a scalare. 2) Moratoria di due a quattro anni con un pagamento all'atto della concessione della moratoria di una data somma in contanti e con paga-

menti in natura anche durante la moratoria. · 3) Pegni e garanzie adeguate d·ordine economico, riducibili gradualmente in base agli effettuati pagamenti. viret~ ~;~~~e id~~!~~i~!t::~~di~fo!r:'i\~tod:r:an;!i,0 1:ss~h:c~:: tabili in quanto .sarebbero imposte con un carattere finanziario e non con un carattere politico.

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zian~ol!vd~;l~;neo ~~~Ìa ~~~ra did~u~!fJc~rd~ridil:r;!~{~:'cupati, iniPrego Vostra Eccellenza di comunicare quanto precede, in modo assolutamente confidenziale, a Curzon, colla massima sollecitudine, facendo opportunamente rilevare 1a delicatezza della nostra comunicazione, in quanto Jaspar mi raccomandò vivamente ogni prudenza e cautela. 'Qualora Curzon concordi, passeremmo ad esaminare il metodo da se,guire per dare esecuzione a questo progetto, che del resto è l'unico possibiJe. :S superfluo che io Je aggiunga come anche J°ltalia non potrebbe ammettere -alcun cambiamento allo stato territoriale e politico creato dai trattati di pace e come non avrebbe difficoltà d'associarsi all'Ins-hilterra per un ragionevole patto di garanzia nei confronti della FranC!a. MUSSOLINI

Milano, 31 marzo 1923, ore 22.30. * Ho letto con vivo interesse suo telegramma numero 569 per le considerazìooi in esso svolte nei riguardi della "delicata nostra situazione verso la Francia. Tengo subito ad infonnada che precedentemente mi era stata comunicata dal marchese Della Torretta una sua conversazione

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:~r~::::a~r!:;:~~erdehars;~e~t1o~~n d~u:z~~ii i~e:!\:~:t~adi conoscere quale potesse essere il mio pensiero in proposito. Le aggiungo non essere mio intendimento di urtare comunque la Francia, ma anzi cli adoperarmi se possibile acciocché essa possa uscire dall'avventura con il minor danno, né è escluso, qualora se ne riconosca l'opportunità, che un'azione anglo-italiana possa svolgersi a Berlino per persuadere il Go· • Alrambasciatore_ Camillo Romano Avezuna.


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

veroo tedesco a mettersi sulla via .delle proposte ragionevoli, e solo quando esse venis·sero fatte. potremmo dare dei consigli amichevoli a Parigi, per• ché anche il Governo francese batta una via di moderazione che impe· <lisca di metterlo dal lato del torto. Il nostro atteggiamento politico in tutta la questione è stato sempre molto esplicito e le nostre conversazioni 0

:h~fr~rit~{~u~:i~~~ ::l1•t:~~~s~tr;e~~~ITe. scEr: '1,J~:~~1:ic;~nt:~:s!

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~~tiz~t~f fi~:=t~ar~:;::e~~~rt s~nfevano alla realtà riguardo nostro atteggiamento ed -alle nostre dtehiarazioni. Alla sagacia di Vostra Eccellenza non sfuggirà certamente che siamo

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~l1~r~~sibiliar~;i~:~!i~~i ::1e~g~;:;:~e :e~:~ci! ~ e1k:1!f~foi~: o di creare illusioni alla Germania che possano aumentare la ~ua volontà di resistenza, MUSSOLINI

Milano, 31 mano 1923. • Ho l'onore di portare a conoscenza di Vostra Maestà <JUanto segue. Colloquio con. ministro Affari Esteri Polonia non ha assunto particolare im~rtanza, in quanto si è sv6lto _in termini assai generali ne~li argomenti di carattere politico, né ha potuto servire ad un approfondito ::~i:u~~~:t~::~it~0 ~l~~fr~~~i; ta~! !. s1;t~;vfakèZf;!rton~nftmo:~:: nire al regio Governo i ring raziamenti della Polonia per l'azione Sa n oi spiegata nelle questioni delle frontiere e della Galizia orientale e ad accer_tarmi delle buone disposizioni di 9uel ministro degli Affari Esteri nei nostri riguarqi. Spero quindi con ciò di riuscire a risolvere favore- . volmente alcune questioni pendenti, quali commesse di materiale rotabile in Italia, forniture di carbone sles,ano, ecc. Oggi stesso poi ho avuto un colloquio col cancelliere austriaco. H o riportato di lui buona impressione, sembrandomi persona seria e bene intenzionata, ed ho potuto <{uindi accennare a vane <juestioni di carattere delicato, ·quali la situa:uone ncll' Alto Adige e quella interna dell'Austria. Di ciò mi riservo riferire a viva voce a Vostra Maestà al mio prossimo ritorno. 1 0 nam~:~0 :iodori :;~r had:1i~~i~~t~~aef1~nfn ~;n~r:j~i;

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tfc~i ;~s;;!!o~: Dandogli poi assicurazioni da Jui richieste che trattative in corso a Roma sarebbero riuscite alla stipulazione di un equo accordo conunecciale per lo sviluppo dei rapporti economici ~ra i due Paesi, l'ho interessato ad

It

1:i?o/r~~t~~}~d t!ii:~tdfl~=~i~U2}~~~:elle questioni circa le stazioni Qualora nulla osti, se Vostra Maestà lo creda conveniente, potrebbe • A Sua Maestà. Vittorio Emanuele III.


AGGIUNTE: T ELEGRAM MI

nel corso della sua conversazione con il cancelliere dimostrargli interesse ad un favorevole accoglimento del desiderio italiano di stabilire stai.ioni ferroviarie di confine m territorio austriaco a Porticina e ad Innsbruck, nonché della cessione all'Italia dei coni della 2.ecca di Vienna per talleri di Maria Teresa, ai fini di giovare al nostro prestigio politico e morale nel mar Rosso e nell'Africa orientale. MUS SOLINI

Roma., 2 aprile 1923, ore 21. ,. Telegramma di Vostra Eccellenza Gabinetto segreto numero 295.

stio~d~ù:ir;;~~ tee~:~:r~e~tf:~~ed~~r:: ~:~~~i:Z1~:/f~it~:taa v~: stra Eccellenza del telegramma del regio ambasciatore a Parigi e della rieventuale :s~i~~~n~: ~~mdet~~;;,;~~~: ~od:Jftt~~~e1:~i~ii p~~~: s~~lg~~s1 azione conciliativa anglo-italiana e non è da escludere che, in 0

0

~~i:1~d~ziid:r::t~~~;ne;1~d~s~~er:~a'~i~~~~iii ~:p:::,a;cvr~hé if~~~~ solo in tal caso potrebbero riuscire efficaci nostri amichevoli consigli a Parigi. Vostra Eccellenza dovrà comunque nel suo prossimo colloquio con quale possa essere Curzon cercare anzitutto di chiarire in modo pensiero di Curzon.

definitivo

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torrettà. • • (342).

Roma, 4 aprile 1923, ore 24. * Suo telegramma numero 141. Antonicvié non mi ha ancora rimessa nota di cui al telegramma di Vostra Eccellenza numero 136. Pare anzi che manchi istruziimi in proposito.

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~~~g:a;:ciAciu~:~~a~?sn:i 7 ~:;*~1k~~~réarr~~ii~e~i:r~va ;t~!i~lee 17 Per attuazione dei punti già da tempo accettati, codesto Governo avrebbe dovuto a quest'ora prendere i necessari provvedimenti; mi risulta, invece, che nulla è stato fatto per uso della lingua, revéca accertamenti imposte, ·annulJamento revoche concessioni economiche, ristabilimento comunicazioni telegrafiche tra Lagosta e Zara via Snokvica.

dicembre.

• Al ministro plenipotenziario Lazzaro Ncgrotto Cambiuo. o (324, 32,,326).


312

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Quanto poi ai -suddetti casi specifici, osservo che con Je buone disposizioni dichiarate da Ninéié fin dal dicembre scorso, essi avrebbero potuto essere a guest'ora per la massima parte risolti. Occorre in sostanza· venire a capo di questa situazione. La prego qui ndi adoperarsi onde scambio note non sta ulteriormente ritardato e cp<lesto Governo passi frattanto all'attuazione dei punti già concordati. M USSOLINf

Roma, 4 aprile 1923, ore 24. * Giornale zanelliano La DijeJa, che" si stampa a Sussack, non fa che inasprire ed avvelenare animi intorno alla questione di Fiume. Poiché non voglio dubitarè della sincerità delle disposizioni transigenti ed ami-

J~:ìf~i z~:~~lr:~tem1\i~;r~~de?°r.:e~:~st~~::dt JJ~:~z~ ; r:s~b6!:! ~~~ 0

irta di difficoltà perché si possa lasciare mano libera a chi lavora ad aggravarla di proposito. . Pregala intrattenere Ninéié e farmi conoscere suo pensiero e suoi intendimenti al riguardo. MUSSOLINI

• Al ministro plenipot1m z.iarìo Lazzaro I\'egrotto Canibiaso.

. Roma, 8 aprile 1923, ore 23. • C.ome risulta dai verbali della commissione paritetica per Fiume,

~~Id~; : : t :z~~w.;~~:~i nft1uift ~i~;~i~~ns:bi~:r~e;7:i~if!r~:~~:rf:~ ~ passeggeri sino n Fiume, lasciando impregiudicata questione traffico merci. · DC1egazione jusoslava assicurò altresr che fino al giorno in cui i treni non fossero arrivati a Fiume, essi sarebbero stati fermati come pel consueto a Sant'Anna e non già a Sussack, per evidenti ragioni di ordine morale. 0

0

cont?:ri~ e~t~ ~lr·!~ ~e;~n~i~f~~\~rid:~~ 9~le1a~fin:J ~;~sl~v!'. ' :si' \~ ~:

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gonl'J~tttirZ~~~~~;: e di Belgrado, che è di quelJi usati solo verso Paesi nemici, ha ripercussioni morali sfavorevolissime sulla situazione fiumana e deve essere modificato,

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pf:C~~~a~tin1fJ'.ainf:~:::~dol~s~iv~~!~J ; dare. anche in questa circostanza prova concreta delle sue disposizioni conoliahti. MU SSOLINI

* Al ministro p tenipoten1.iario Lazzaro Negrotto Cambi aso.


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Jr.GGIUNTE : TE LECRJr.MMI

Rom!l, IO !lprile 1923. •

Decifri ella stessa. 'Telegramma Gabinetto segreto numero 55. •• Buti, consegnandomi memorandum alle$ato rapporto Vostra Eccel· lenza numero 827/35 1, mi ha forn ito ·notizie e spiegazioni sull'anda. mento delle conversazioni e sulle risultanze di esse riassunte nel memo· rand11m stesso. Sono soddisfatto degli effetti finora conseguiti e mi compiaccio spe· cialmente perché questi risultati debbonsi soprattutto all'azione politica concomitante da lei svolta {lti:?SSO Forei!(n Office. Occorre appena che insista sull'uti11tà che l'avvicinamento dei punti 1 : e~:t~i~t~~:do i~~ :~ ~i~i~!u;~,;!t,';;~ rr!~t'r:~bti:ntff!r~n1:a;~~ ci separano ancora in taluni punti. specie nei riguardi del deposito dell'oro, che per ragioni politiche e d'indole finanziaria ed economica rap· presenta per noi questione fondamentale. In quanto alle riparazioni austriache ungheresi e alla liquidazione de$1i obblighi verso di noi degli Stati successori, sarebbe molto utile di chiarire fino a qual pucto attitudine Governo inglese sia ispirata da azione esclusiva della Tesoreria o invece da quella del Foreiin Office. Se la richiesta di liJuidare tali ,questioni su basi liberali, comprendendole nel

fi~~?nat:ei :~~~e;t:ad7~~e~~n~~~:~n!~ai;~a~~p;~:~t~ ~~~i :h~ta!~ 0

0

dei mezzi necessari per· giungere alla sistemazione generale europea, il chiarimento ulteriore di questo punto e il conseguente accordo non dovrebbero essere diffKili a conseguire, dato che sono disposto ad accedere a tale richiesta, mantenendo rispetto a questi Stati un'attitudine transa· zionale e, ove occorra, accentuandola, anche in vista della diversa dispo-

0 ~lz~e~d~~f~ed~ 'ii~~id~~j~~~ r~;;id id:~na ~~~~ih~~·};e~i~i: successori) è ispirato dal proposito del Fcreir.n Oflire di crearsi una po· sizione di speciale influenza e predominio in quegH. Stati, l'opera di chiarimento si presenta più difficile e richiederebbe un maggiore studio per arriv~e ad una formula che, realizzando l'accordo, potrebbe salvaguar. dare i nostri interessi, Ho voluto subito richiamare l'attenzione di Vostra Eccellenza su que1 Pdf:~la~~;~c:i;;l ~t~n ~~:~~ai:g1::c!~·r :~:r~ì5t: ::~ di studiare la questione, in modo che gli esperti tornando costà siano preparati a riprendere utilmente le conversazioni per giungere ad un ri, sultato conclusivo.

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MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tomasi Delb Torretta. • • Con tale telegramma (il cui testo integrale non è ancon noto), in data 3 aprile 1923, ore 20, Mussolini aveva raccomandato <1 a Pirelli e Alberti di risolvere in modo fa.,,orevole all'Jtalia la questione dell'oro depositato presso la. Banca d'Inghilterra "'·


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OPERA OMNIA Dl BENITO MUSSOLINI

Roma, 10 aprile 1923. * Faccia sapere Governo degli Stati Uniti: 1) che fascismo italiano in America non intende assolutamente creare imbarazzi autorità locali ma collaborare con società americana; 2) Partito Fascista è pronto studiare eventualità scioglimento fasci nord America se la loro esistenza avesse anche minimamente a turbare rapporti fra due Paesi, che io desidero cordialissimi. MUSSOLINI

* All'ambasciatore Gelasio Cactani.

Roma, 12 aprile 1923, ore 15. * Suo telegramma numero 151. Vostra Signoria significhi a NinéiC ch'io persisto a ritenere indispensabile che .Jla/11 quo anJe non vensa, anche in via temporanea, modificato, s.rostando stazione arrivo trem da Sant' Anna in avanti, a meno che

non si facciano giungere fino a Fiume. Non trattasi questione tecnica, ma puramente morale politica riei riguardi di Fiume, cui esclusione dal traffico verrebbe posta m nuovo evidente rilievo da un qualsiasi prolungamento <lei traffico stesso verso Sussack. Chiarisca mia richiesta è dettata dalla necessità di non esacerbare animi, .aumentando difficoltà locali, che impediscono opera conciliatrice dei due Governi. MUSSOLJNJ

• Al ministro plenipotenziario Lazzaro Negrotto Cambiaso.

Roma, 12 aprile 1923. • La rerego di esaminare con ogni interesse se ed entro quali limiti sia 0 1 rj~itb;ott:~c~frer~cl~n:;;1~~i:: foer~~;d:~:, ~:~a~: iie~!~ un piccolo corpo di legione straniera per mascherare ogni carattere irredentista. Gradirò conoscere le decisioni che ella gradirà di adottare;

;iò Ji~!~

MUSSOLINI

* Al ministro Armando Diu. Roma, 13 aprile 1923, ore 1. * Era convenuto che in sede delle trattative per la conclusione del trattato di commercio italo-jugoslavo dovessero, a termini articolo 6 trattato Rapallo, venire regolati .tu!ti i ra.pp?rti ~~nemici e ~n~nziari tra i due

~~ii~ d~~:!~erd~t~ea~f:~1r;:J~~~ 0Tr~tf!~~it:~::r:t~~~: :v~:~~ ~:!: * Al ministro plenipotenziario lauaro Negrotto Cambiaso.


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AGGIUNTE: TELEGRAMMI

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tico valore se non regolasse. anche diritti cònfine applicabili reciproca· ::~~u~ ~~~c;ra1à ~::St~~~~~a~~~n~j:sf:~r:o:i:~ ciali senza clausole tariffarie e poiché accordo sopra articoli generali in· dicato trattato è quasi raggiunto, come del resto era già avvenuto a Bel. grado nel 1921, dele~azwne predetta, adducendo mancanza istruzioni,

:~fi ~::~~~:c~~~:ci~a::~~! i=~:~ c1:!~,:~~~~t~: f :fn:~ soluzione altre questioni; ciò, che politicamente causerebbe disastrose con· 1 ::

scguenze nell'opinione pubblica. Tale atteggiamento es~ndo quindi in contraddizione con dichiarazioni ripetutamente fatte da codesto Governo 1

:;;:p~~~i!r/t~::l;:~~opc~t;~!/G~~e~: ~rJ'::i~stao;~b~ tle!(= ~~~ tonievié, per ottenere che siano impartite adeguate istruzioni a questa sua delegazione, completandola, se crede, con altri delegati competenti a trattare diverse questioni. MUSSOLINI

Roma, 14 aprile 1923, ore 21. •

Ho letto con vivo inte"resse telegramma di Vostra Eccellenza nu· mero 130 circa c:olloquio Jung con membro autorevole Governo ameri· ~~~~ e);:!~~~ars~~:~1: :0;j;d~h:pte:r~~~ori;h!ta:in{ ramj~:;

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e ministro americano continuino secondo queste direttive: 1) che Italia riconosce santità impegni onore anche se finanziari; 2) che Italia è già ordine idee circa necessità sistemazione suoi debiti esteri; 3) che notevoli agevolazioni devono essere concesse Italia e soprattutto indiscutibilmente condono totale interessi maturati e futuri, nonché 2 lun~t~:::~i~ ~~:~~It~~!e:z~ci\o~petenti, approfondire ulteriormente questione. MUSSOLINI

* Alr11mbasdatorè Gelasio Uetani. Roma, 20 aprile 1923, ore 1.5.30. *

Decifri ella stessa. Telegramma di Vostra Eccellenza Gabinetto segreto numero 320. Prendo àtto con compiacimerito dell'intendimento di Donar Law di assecondare mia opera per pacifica composizione 9uestione Ruhr, ma ;~:rdaÌt·~~;h1t:C:~,e ;~:chl°p~~\~~a~~~rs;o~t~",~:t~~n~~t::2:PJ:if; visita di Jaspar e in risposta alle aperture confidenziali fattele da Curzon, essa non potrebbe essere da sola.sufficente a superare le difficoltà della • All'ambasdo.tore Pietro Tornasi Della Torretta.


JJ6

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

situazione. Dovrebbesi jnvece trattare fondrunentà.lmente di un·azione B~f~i~:ta~i~nciit~!itn°:' d~~s:S:':n;~c~~i~:~~t~j~~!U:i~at~at;ar1; t è stato riaffermato il principio dell'evacuazione della Ruhr. (Telegramma del regio ambasciatore a Parigi numero 636). . Da 'Juesta premessa deriva fondamentalmente che noi dobbiamo essere e siamo disp':JSti a lasciare al Governo inglese una certa latitudine nel .fis.sare le .condizioni che secondo il suo giuOizio servirebbero al rag-

f~b~11;:1~~ 1:n~t;t~ ~a1!'~~~i- l ~i1~:ìia p:r1:;~~if:r~! ~fr~: ndeebi~i 0

e riparazioni, attualmente in corso, e che potrebbe essere rapidissimamente definito. Altro punto fondamentale, che dai quesiti posti da Bonar Law sembrerebbe non riuscir chiaro al Governo inp;lese, è che la nmtra intesa dovrebbe avere nelle condizioni presenti scopo e carattere assolutamente amichevoli vc~so la Frantia. Tale intesa trae origine dalle gravi preoccupazioni da 0 0 1 sempre manifestate al Governo francese nello sconsigliarlo a intrairendere e ad allàr_gare l'occupazione militare, che l'avventura della 0 0

I~ 1~i°~::1

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: iuh~asl! }~ ~ er~~~:: t ~~ i:::ici:e ;~tf:hi:c~~~a~r~~:~ situazione molto difficile, perché avrebbe contro di sé l'opinione pubblica mondiale. Noi riteniamo che dopo aver combattuto insieme la guerra (presentatasi all'inizio come un'aggressione), per il trionfo, oltreché dt cause nazionali, di principi di giustizia, non possiamo abbandonare la Francia nelle complicazioni derivanti dalla eseclll':ione dei tratlati di pace senza aver prima compiuto ogni sforzo per tentare di giungere ad una situazione che assicuri il ristabilimento della pace in Europa, Sembrerebbe assolutamente conveniente mantenere il segreto sulle conversazioni, finché non si giunga a concretare che effettivamente debbasi far luogo ad un'azione, giacché il darne notizia prematura susciterebbe certo diffidenze e timòri da un lato, forse speranze ed illusioni dall'altro, creando quindi insuperabili ostacoli non solo all'esecuzione, ma anche alla realizzazione del piano. Qualora però le Conversazioni assumessero carattere concreto, sem· brami evidente che dovrebbesi informarne la Francia; ma, a mio giudiziQ, Io si dovrebbe fare confidenzialmente pel tramite del Belgio, che si presenta come il più adatto, sia per conoscere a fondo il pensiero fran· cese, sia per evitare l'allarme, sia per portare eventualmente l'azione sul terreno della pressione, conservandole natura amichevole. Con questo me-

~; !:rlt f~~i};~~~~nri~1~;; , st~ ;~:nt~u~:ia~~~s: : ii :1~1impo:,~:~ avere sufficenti elementi per giungere alla compilazione di uno schema 1

0

che non dovrebbe non essere ragionevolmente accettato dalla Francia. D'altra parte è certo che il primo passo formale dovrebbe essere compiuto verso la Germania, dandole conoscenza dello schema concordato e inducendola con opera di persuasione e anche dj pressione a decidersi a presentare analoghe proposte concrete. Non f.'UÒ sperarsi di indurre la Germania a presentare alla Francia st : ; : ceoÌ: oidf~agi~e~::s~on~;s; ;~s:d~z~~n;o~~:bb~i

e!f:~~f falrf?::i;


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AGGIUNTE: TELEGRAMMI

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r~~h1;::sst~~~ ;~~ssi~~~r~=r~e~~hti~~e~d~dàif:o{t;~~i~~~.Ìft~fif,eJ1~~ ghilterra e il Belgio sarebbero allora perfettamente giustificati di continuare i loro appoggi alla Francia. per ~:~~r~ ~: :ifi~:o~ ]it~d:~~tbed c~~,fer;i~~~!~~~~a :~e~i~i: • ::s~:

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::~e~J:!~~!~~r~r:g~1 ~~~~~.=as:;::;~a:s~lj!~tf~ll:e;~Ja~f1;rzi,~!~ nire secondo i suoi interessi particolari e quelli generali le imporrebbero, quando, senza ascoltare ragione, essa insistesse in una azione che turba gravemente e danneggia tutta l 'Europa. La situazione franco-tedesca è ormai giunta a un punto morto, e questo fatto domina tutti gli altri. Mentre la Francia non intende di ritirare le truppe se prima non sia soddisfatta., la Germania a sua volta afferma di non voler fare alcuna offerta alla Francia se non abbia luogo J'evacuazione dei terreni occupati, e i due Paesi fanno di ciò una questione d'onore. Cosi per ciuanto la resistenza pesi ad entrambi, mancando una via d'uscita la siluazione rischia di prolungarsi indefinitamente e di precipitare. Le concessioni che da ambo le parti dovrebbero in definitiva essere fatte per giungere ad una solU2ione restano allo stato potenziale, perché ognuno dei due contendenti aspetta che venga dall'altro i1 primo passo, che sarebbe poi il fondamentale. Soltanto un piano assolutamente completo, in cui queste concessioni

'J'~;e;!e~i

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~!t~~i;~là~r?!r°:ar:ffid~!eito 1ia~!~::~;etr:~:i:~~doei dal cucolo vizioso in cui si as:girano. N aturalmente esso dovrà tenere giusto conto della diversa pos1Z1one in diritto e in fatto della Francia e della Germania e della solidarietà specifica che tra Francia ed Alleati deriva dal debito tedesco. Alla predisposizione di questo f,iano evidentemente tende il piesente negoziato diplomatico tra Italia e nghilterra possibilmente attraverso il Belsio. Un tale coml?ito è certo difficile, ma non impossibile se la sua compilazione si fond1 su quei. due punti delle varie questioni sui quali appaia meno difficile di raccoiliere il consenso e si, proceda molto cautamente nei riguardi degli altn. D'altronde impossibile si· appalesa invece sempre più la soluzione della vertenza, se Francia e Germania siano lasciate a sé. ~ di ieri la rinnovata constatazione che mentre la Francia insiste nella sua intransigenza, la Germania conferma di non essere disposta a fare proposte concrete. Per quanto si riferisce ai chiarimenti chiesti circa le riparazioni, oltre alle considerazioni generali già esposte, il fcunto di vista del Governo

~st~f}~

~:l,\~?,°o~~ft~a~~~1f ·:~tsd\i~et~~ 0d!~li0 ~~~:~~~t~.e dei Grca i JX:gni e le garanzie e circa la questione dell'evacu:u:ione, attorno a cut è maggiore il dissenso t ra Francia e Germania, dovrebbesi specialmente basarsi sul metodo dei prestiti internazionali, oltreché per 0 0

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~:rtf~t.?~~t~~:~t;~:!titi~epr:b~;i ;::e;;~r:·d~~c~!r:~ie ~ delrcvacuazione possono trovare forse soluzione adeguata, Quesfultimo puntQ va bene chiarito.


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

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1 1 alle!ii rfs~~~:o in~i::bi\~:~~e dct~:~: ~0 li,j~~r;r~h~:i~i che 1i domanda, essi affiderebbero pienamente circa il loro carattere economico- quando fossero chiesti da un consorzio di prestiti. E la diife_renza è essenziale anche per la considerazione che in tal caso essi . possono essere di carattere generale, inv_ece che locale, ciò che ne aumenta l'efficacia e ne conferma il carattere economico. qual~e1°as~~l~~:~~fee sr~~~nt:rt,1~;~~a d:~·e;~~~: 0 mito dei prestiti in funzion e dei prestiti stessi. In ~sto inodo le si

~~~;~ert~~: ~o~~~~:~~i Pd 1ft~~ns~r;i;a~:~1~:io:x:bimp~:::bb~efe°lsa~: condizioni dai due lati per effettuare i pagamenti e il g raduale ritiro delle tru.P pe. Ciò sarebbe possibile in quanto resterebbero assicurate, a mezzo d1 questi stessi prestiti, quelle adempienze tedesche in mancanza delle quali la occupazione militare trova la sua origine e la sua motivazione. E se per giungere al grosso prestito internazionale si riscontrerà la necessità di passare per un primo periodo di moratoria, tal occorrenza dovrà già essere regolata dal piano generale, ~i cui dovrà far parte integrante. E forse per questo mezzo si potrà realizzare la prestazione di una seria garanzia per parte della banca, dell'industria e dell'agricoltura tedesche. Le quali, colla rovina finanziaria dello Stato, sono rimaste Je sole depositarie_ della potenzialità finanziaria del Paese e ,quindi le uni. che in grado d1 affidare per 1a soddisfazione dei suoi debiti. 0

prèc1!z{i~t: ~~fi~izi~~i p:~i~e~°a'ri;u~~~~\ibJ}\!a~~f~e~t~e~!e~~gt~! m evidenza l'imp<>stazione e i fini del presente negoziato, Vostra Eccellenza vorrà continuare le conversazioni con codesto Governo, in forma ndomi opportunamente. MUSSOLINI

Roma, 20 aprile 1923, ore 17.40. * Decifri ella stessa. Trattando della partecipazione italiana al ricavato di eventuali prestiti tedeschi (numero~ del tek$ramma di Vostra Eccellenza numero 312), tra le richieste dei nostri esperti al signor Niemeyer vi fu quella di una clausola idonea a stabilire che in nessun caso si sarebbero accordate dall'Infhilterra concessioni ad altri Stati che non fossero state estese all'Italia. ché ~o~gi~d~!edr:::~s:r~sfmd~;~?

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~~~g~~~~::a!!1~~~~~ei~\fee~:

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tual~~k:}is;1:e;r e~·cnti trattative debbono determinare una intesa com pleta anglo-italiana, non è possibile rinunziare ad ottenere tale affidamento. N on sarebbe equo e potrebbe riuscire di grave rregiudizio finanziario 0

;rrs;~t~~0 il~e;i~~~e:kerp~~~~ia~:~~t~~~n:~i~~:~~:~:ie:~1~ :~~i~~:vcirc:

* All'ambasciatore Pietro T orn asi Della Torretta.


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AGGIUNTE: TELEGRAMMI

altri dovesse poi trarre vantaggi da cui l'Italia fosse esclusa. Né hanno ragione le preoccupazioni derS1gnor Niemeyer, perché non è una posifa~~:il:H!fta1~el1: c~~e! itt~~~~~:fv~a1! 1~Jt~~!:!bt!e1!Ìte~~~;

d~~i~~i

se ad altri fossero fatte condizioni più vantaggiose, A Vostra Eccellenza non mancherà certo modo di far sentire opportunamente costl tutta l'importunità di wia tale clausola, che si completa naturalmente con un'altra, pure d'importanza fondamentale, che d ica rresso a poco questo: e cioè che, qualunque sia_la natura o l'im~ortanza

~:fl/a°~~Nt~~

r~~:s:~:~:!id;tbueo~?d~ìì~a;et~~nX:rsJcie~ae~~~j!at~W"oebbt~ ghi dovranno automaticamente ridursi, se l'importo delle riparazioni tedesche si riduca, in modo che il rapporto oggi esistente tra la quota italiana di r~azioni e gli obblighi italiani verso l'Inghilterra si mantenga ~:::· in }~;~i~f~ut~:a:lftd:u~e!i;:~i~~i ~:/e~cli~n~e :ff~e:~~~ndi renderla possibile, essa deve necessanamente seguire I"andamento e le , vicende d1 quest'ultima. MUSSOLINI

Roma, 21 aprile 1923, ore 17. * · Grcola voce a Fiume che codesto Governo si_preparerebbe mandarvi qualche nave da guerra pe-r facla ormeggiare a Porto Baros. ì superfluo far rilevare che invio nave da guerra costituirebbe in questo momento atto di evidente ostilità e che darebbe certamente luogo ad incidenti irreparabili. Per quanto debba quindi ritenere notizia assolutamente inattendibile, prego Vostra Signoria farne parola ad ogni buon fine con Antonievié. MUSSOLtNI

• Al minisuo plenipotenziario lazuco Negrotto c.ambiaso.

Roma, 24 aprile 1923, ore 19, * Generale Tellini, che si dispone a partire con commissione frontiere per Albania, ha fondato sospetto che _codesto Governo si disponga a tergiversare nell'invio del suo delegato presso commissione stessa. graTa~1:myostra Signoria assumere d'urgenza precise informazioni teleMUssoLINI

• Alrincaricato d'Affari Domenico De Facendis.


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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLIN[

Roma, 28 aprile 1923, o,e 22. * Ringrazio vivamente Vostra Eccellenza del telegramma 683, che ho

~e~~i~~~ à~t~t:i~~;~:ere:~~i~~c~i~~a:dom;~~isti~;:i.Jcl(~ ~:tzi/:i: possibili conseguenze. Afle consiJerazioni da lei accennate però molte ~l~ore~;:e~=;~i~f!~~~f ed~ie~i~a::ii ~uojt;e~:i~~oacr;:t~~hfl~e~~~ stra richiesta di una eguale libertà d'azione nel settore orJentale verso Austria e Jugoslavia. La prego altresl di continuare a tenermi minutamente al corrente di ogni eventuale. nuovo progetto finanziario _francese o modifica dell'esistente per, defmìttva soluzione questione riparazioni. 1 1 ~o!~:~zi~ni c:i1~i r!~~::~ ~n:~t~~e;ezi;is~ì s;~ak~';'~~s~~~e !t~?te;I~ sdtf;;à~~tii:z~a ;~;ul~~;;!i ft~:er:~tn~~it'?~~i della Ruhr. ·

Jr:~~ 1r~:u:::i~~:

MUSSOLINI

• All'ambasciatore Camillo Romano Aveuana.

Roma, 2 ma1u~io 1923, o,e U. * Attiro attenzione di Vostra Eccellenza su ·dispaccio Re111er di cui al mio telegramma numero 1681. ** , :2 superfluo confermarle che definizione questione Giubaland in occa~ ~:dich~~:~::

31

vf;j~a ~~~~r~:ia;J i~disi;;~~bik~mamente grata e c)le anzi

1~o~~~~~!~~nf~~!:'~fei1e°§!lj;

sare~e ~ft~e~;So q:;;:i~er~b?tef~:~~:~e Reuter, destinate a nutrire inutili speranze, che darebbero poi luogo a disillusioni ed amari commenti, molto inopportuni oen·attuale circostanza. MUSSOUNI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta. •• Tale telegramma, in pari data, era a firma Salvatore Contarini.

Roma, 3 man~io 1923, ore 24, * Decifri ella stessa. Telegramma di Vostra Eccellenza numero 389. Prego assicurare Cuczon che intendo anch'io, dopo esaminato il progetto tedesco, avere con lui uno scambio d'idee, prima di prendere qualsiasi determinazione. · MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi D ella Torretta.'


321

AGGIUNTE:· TELEGRAMMI

Romd, 6 mau,io 1923, 'or4 24. *

Decifri ella stessa. Telegmnma di Vostra Eccellenza nui;oero 1171. Vostra Eccellenza non ignora che erano in corso convrrsazioni tra

c:~e;~~

~:~inall'iit~!~~~0 di~:~g11:~e\r~~~s~~~~i Jt1~~:t1rt;~:ttf al1eati prima di rispondere alla nota tedesca. Tale intesa non ha però potuto avere pratica attuazione a causa della precipitosa de.cisione del Governo francese di formulare risposta senza previa consultazione cogli Alleat i. Dopo ciò mi sembrerebbe dannoso nell'interesse generale ai fini di una possibile azione pacificatrice di rispondere affrettatamente anch'io da solo senza prima accertare se il Governo inglese non intenda accordarsi per una risposta se non identica 1 10 1 fr!n~o-6~1!: ~~~ia;~~e~!t n~ ~~ ~~r/~r: ~~::~a~~e:~a~: ::.~ rlicemente formale, mentre l'accordo col Governo inglese potrebbe dar

d~~n~u:iì:

s~~~~ ~tru~~a d~lf.1e~itiia:i~1!:t~i;,eq~~~~ ~~~a~~~~:i:i~~nazir~~ia~ n~~ 1 h:m~i~:ot~:e;t~~;a t~~~w::~e ;.~~à s}~r ~~:~~:ni~r:u!t~j~:t1~0m i~ 0

d~~r: l~~~o!!~~ì ;~;:~~r!:;~~la

dd~, t~:

p~:~::o r~r::te:gi~a~~:~ verno britannico per vedere se nostra· risposta possa rappresentare ,qualche cosa in più d'un semplice atto formale. MUSSOLINI

.* All'ambasciatore Alessandro De Bosdari.

R oma, 20 llMJ?.tio 1923, ore 14.10.

*

Telegramma di Vostra Eccellenza nwnero 176 Gabinetto. Nostra. nota di r isposta al memora,r_dum tedesco espone in modo chiaro, esplicito e leale il punto di vista italiano. Spno perciò sicuro che ~Ostra Eccellenza, dall'attento esame d~ essa, si sia posto in condizione d1 sostenere con la dçivula efficacia ed utilità l'atteggiamento italiano nella questione.

a~~~:::nra.' t:

1

razi!~ts~o~ut!~i:e n~rf:!11~~an~~~:v: ~~;e:/~~~~~~~ in termini analoghi a quella. inglese e fummo ~uindi costretti, per non rischiare di rimanere appartati, e nell'impossibilità di. continuare a svolgere una azione d'influenza moderatrice con danno della stessa Germania, di attenerci fondamentalmente alla linea adottata dal Governo inglese. Ciò anche nella preveg~enza di prepara.re una soluzione. Al punto in cui stanno le cose non e possibile di iniziare un'azione diplomatica con speranza di riuscita se prima 1a Germania non dimostri l'effettiva sua · buona volontà di pa_gare mettendosi per una via nella quale le promesse di pagamento non rimangano in Wl campo vago ed ipotetico, ma si ve~gano pronte a essere traél~tte in atto. Come ci venne assicurato che 11 * All'arnbasdatore Ale~sanJ1·0 De Bosclari.


OPERA OMNIA 01 BENITO .MUSSOLINI

322

11111moi·andum tedesco aveva . SOE>rattutto lo scopo di costituire il primo

atto per una possibile ripresa delle conversazioni, cosi le note italiana cd inglese hanno lo scopq fondamental e di permettere un ulteriore svoJ. g imento di esse, secondo si rileva dalla. loro chiusa.

·Gov~~~z~o~ecd~~~e

èddi ~o;~r~,:,~el!i~~!~~a eè t~~~i:t:r:r~efi!e~~t~ 2

può trovare aiuto all'estero. Vostra Eccellenza ml rifcrface poi che codesto ministro degli Affari Esteri le avrebbe osservato che né la nota inglese, né l'italiana contengono pratici suggerim~nti per aiutare il Governo tedesco à fare altre proposte. Debbo rilevaie che ·suggerimenti di determinati provvedimenti coote_n uti in una pubblica nota potevano essere interpretati come d elle condizioni, che potevano apparire ~uasi imposte alla Germania, e ritengo perciò che se tali suggerimenti v1 fossero stati, il Governo tedesco li avrebbe presi ·in cattiva parte. Né devesi dimenticare che qualunque idea pratic.-i o protetto concreto esposto al pt1bblico prima di essere tradotto

~:!:i\bb[!~oej~~~es~! 1h;e~r,~n:it1:i~~ae~~~ffi~=t~~~ !f asr~~itato da 0

0

Jl.tUS.SOLIN I

Roma, 25 mag[!.iO 1923, ore 2. *

Decifri ella stessa. Ho serie ragioni di ritenere che Governo .greco sia ormai deciso a ~:~~e~~=~e

,::~:a~~:tt~u~P~~:~~~~

~~~

:~li~~k~~~zt;~~~tt~~;;a~:~t~ anche nel peggior caso la sua azione riuscirebbe a migliorare la posizione della Grecia. I.a situazione dell'oriente e q_uella ancòr più <lelicata esistente nell'Europa centrale a causa della qu_estwne della Ruhr impongono di considerare tale eventualità con la massima urs:enza, ma con ogni ponderazione, potendo essere origine ed incentivo d1 co_m plicazioni molto gravi di carattere generale. t certamente indispensabile un'ulteriore azione degli Alleati veramente efficace per tentare Con ogni

svolgere

2

~~s~i :t~!~b:!~clbr:~~~~

0

s~~!~ :~

1

:ts;~i~~oml~ '!ftod:;~de~::,tepe: çni quest'azione non ragg iungesse il risultato desiderato, dì esaminare

q~a le utile. c_oll~borazi(!ne p<?trebbesi stabilir_e sia per l?'~Jiz_z~rc ':lu.ant~ più è possibile 11 conB1tto, sia per tentare d1 precisare 1 hm1h nei q uali dovrebbesi cercare di farlo svolgere. Tenendo conto della speciale situazione in cui si trova la Francia, non mi sembra dubbio che un'intima collaborazione anglo-italiana, <JUalora si stabilisse e fosse ben determinata., o ltre a rappresentare un'efficace tutela per i rispettivi interessi dei due Paesi, costituirebbe una forza di grande valore nell'interesse generale e anche in quello particolare della Francia. Vostra Eccelicnza vorrà quindi prendere immediato contatto con Curzon per farmi conoscere il suo pen-

dit;~n~ti~t~dd1;t G~~e:: ~10it:;~~~r~e1;;r~i!:sc<J~~~~/;irtt e=:n!~d:

sempre mio desiderio agire d 'accordo con lui nei riguardi del Governo

francese nella questione della Ruhr e delle rip:m12ioni. MUSSOLINI

* AJl"amba~dature Pittro. Tornasi DeH11 Torretta.


AGGIUNTE : T.l:LEGRAMMI

323

Roma, 30 mauio 1923, ore 13. *' Telegramma di Vostra Eccellenza 48 7. Istruzioni di cui al mio telegramma Gabinetto numero 112,"'* oltre Jo scor.o immediato di conoscere intendimenti codesto Governo per una possibile collaborazione anglo-italiana nella probabile eventualità di un ~a~~~t~f~~~~~;~i'coa;t:vad~u·~ff~~~iv~u;~~ta1;

d~ù: ~!1:~ioit~colf;[;: 0

~~r~b~ ;~~n~i~ncfl~~:~ efi~~ ~rc~:at~u~~;r:~!i trlubJ~~ e;~tt~~~i ::~!: qualche mfluenza di fronte a ,quelle con rltalìa. 0

Tale corioscenza ci sarebbe stata senza dubbio anche di assai valida nonna di previsione e conseguente nostra linea di condotta nelle prossime

dìs~~~t~~ictJ;~:~ii~f dt"ees~~n~eo c~nJ~~~ertao;~; ~c:J{ea;ze:o~ non fare il passo su.ggen to, ma d'altra parte sarebbe stato forse prefotibile di ~~j =~!tf~li~~fò'i~.e la favorevole occasione per avvicinare lord Curzon 0

MUSSOLINI fl

AIL1.mbasciatore Pietro Tornasi Odia 'forrctta .

. . (372).

Roma, 30 m~ggio 1923, ore 13.30, * Decifri ella stessa. Con telegramma 28 corrente ambasciatore Berlino mi aveva preannunziato presentazione confidenziale_ di un memorr1ndum tedesco ai soli

etr~~~rodr:;e:~~~Ju:d~~l~e

~:J~~n;t~jn!~~~~:. : ~s;~~e:!oìr;rvs~r~Ì~ bere indotte a fargli pervenire le loro osserv-aiioni ed approvazione e a persuadere Francia e Belgio ad aprire trattative. In tal caso m emorandum sarebbe stato ufficialmente e pubblicamente comunicato a tutti i Governi interessati. Fino a tal momento doveva tenersi segreto. N eurath infatti mi rimise ieri· un riammto del memora11d11m che il Governo germanico intende presentare ai Governi alleati, allo scopo di spiegare e completare la nota del 2 maggio. Memorand11m è accompa.[:nato da un promemoria complementare riservatissimo, in cui si domandano i miei ·consigli. . Comunicazione pressoché analoga d eve stata fatta al Foreign Office, col quale prego Vostra Eccellenza mettersi subito in relazione. f;. fuor d i dubbio che, come in occasione del precedente memorandum tedesco, sia interesse comune e generale che i due Governi italiano e inglese procedano d'accordo. Attendo quindi conoscere ciuali comuni-

essere

;r;r:~~ pt:!!f f: ;:~t~ede~~s~aap:r~csc1~~~::bbe

0 caziAni un ptogcesso 0 ~~ . su quefla del 2 maggio, in ,quanto contiene indicazioni precise nei ri0

• All'ambasd atore Pietro Tomasl Della l'orretta.


324

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

guardi d_i alcune garanzie per la cifra di venti miliardi; ma lascia ancora vaghi e indeterminati molti alt ri punti ed insiste nella cifra già giudicata insufficente. Un primo scambio di vedute tra i nostri due Governi po· lrebbc tendere a determinare maggiori precisioni e miglioramenti indi.spensabili nelle proposte tedesch~. MUSSOllNl

Roma, 31 mf1u,io 1923, orr 21.30. *·

Rini'razioti vivamente tua lettera 7 ma,ggio, pe;r cui risérvomi telegrafarti nuovamente in dettaglio. Ti dico mtanto subito esser d'avviso che, continuando opera chiarimento così bene avviata con Jung, tu possa oramai avvicinare segretario Stato nel senso indicato tuo telegramma numero 165 del 1° maggio, sesuendo direttive mio telc8ramma numero 57,** affine di farti precisare m via confidenziale possibilità e limite di un eventuale accordo. Esamineremo insieme, in occasione tua venuta in Italia, elementi concreti ricavati tali conversazioni per decidere il piano d'azione e predisporre opportunamente opinione pubblica, nella <juale sono ancora concetti errati. Pur rendendomi conto necessità di mantenere carattere autonomo nostre obbligazioni verso Stati Uniti, riterrei di grande utilità e giovamento, anche consderazioni di politica generale, di trovare una formula per cui si potesse stabilire una tal quale indiretta correlazione soluzione questione riparazioni tedesche. Riservomi anche su questo punto inviarti ulteriori disposizioni. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Gelasio Oietàni. u (355).

1

Roma, 4 1,i11r.110 1923, ore 21 .15. * Decifri ella stessa. Telegramma di Vostra Eccellenza numero 492. tem~:ie~~:n~~t~tf.~:i:~;~idie e~;a~:ur;!~t;~ev{~~~·t:~t~mi~:ia~~~; a Berlino e senza che vi fosse perciò alcuna possibilità di un pteliminare scambio di vedute con codesto Governo. Non conoscendo quindi quali potessero essere le idee. di lord Curzon, non potevo agire in modo di-

:;: ~t

~t:

3

i~~~~:a~~~~~a!~~!0

6ct ~~te~ J~~o p~i!e~e~ra~~~~d~:/~~at sia.si decisione. Curzon ha invece creduto di declinare a priori il ricevere il memort111d11m tedesco senza preavvisarmi, chiarendo il suo punto di vista, d i ritenere, cioè, di non poter ricevere comunicazione di alcuna proposta che non fosse contemporaneamente rivolta a tutti gli altri Alleati e di rifiutarsi di da re qualsiasi consiglio, spettando al Governo tedesco di fare . proposte tali da corrispondere all'ormai noto pensiero degli Alleati. • All'ambasd:lto.c::c Pietro Tomasi Dtlla Touctta. 0

{3,74)


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

325

Poiché Curzon tutto ciò ha immediatamente comunicato all'ambasciatore di Germania, comprendo benissimo l'impossibilità per lui di

~ft!

0

~~~i~:~ent~:~i~~r~ri~:i~i:i p!t!t!~od~s~~~u~~~i1td~::~~fd! una discorde azione anglo-italiana. Non vi è dubbio che la via prescelta dal ministro degli Esteri inglese

~l~O~ K~~

c::P!~~~:e f~~!~:~:ii:c ~~,~~ù;:r~~1

t~:~: ~~. ta~'. 0

: s~:a~e~f te,gg10 ufficiale. · La prima più che altro formale di non rendermi conto del perché ~~~~~ial~te;i:~nfca~~:rig~o~ki: i:ra~~:~~~rd~1r~:t~;,1~to:~sidreG~!:a~ nia. Di promemoria e comunicazioni ufficiali, altri ve ne sono stati in passato, poco compromettenti perché poco conclusivi. La compromissione 1 0 3 0 ~e~~ee!~ e~:! afe~:~v~o~:t~~f;~~e~~sepid't:rt ~u~~~ ter~~:;:td~ di implicare un qualun9ue impegno verso la Germania di esser favorevoli alle sue proposte. Ma tl prendere visione Ji un 111emorand11m non può implicare alcuna responsabilità. Parimenti non so capire in che cosa ciò possa costituìre un atto poco riguardoso verso la Fr:1.ncia, Poiché è esclusa qualsiasi idea di una intesa anche generica col Governo tedesco all'insaputa della Francia, non sembra

:l

l~~~

~:it~::~~ l~~~~::~~~t~:1;i c~~~:!~:erf:~c~~~~

~::au~~s~~~id~ :~it~a~~: Né le cose vanno in modo da non destare le vive preoccupazioni di tutti, né la Francia stessa non può fare a meno di desiderare che si giunga ad una situazione in cui essa possa por termine allo spreco di forze e di energie che è costretta a fare, non giungendo ad una definitiva soluzione. Naturalmente dirò a Neurath che d 'accordo col Gabinetto di Londra !u:ta~a::~:na°~t~;o tùAlfc:;~niente che il Governo tedesco rivolgesse la. Prego però rfccellenza Vostra telegrafarmi d'urgenza più esattamente quali dichiarazioni Curzon abbia fatto a codesto ambasciatore d i Francia, allo scopo di mantenere anche possibile uniformità di Jin-

1ui ~~~8f!f~ ~:b~t~t: (a~;t~is~~:~~n:!~ ~aar;o~~~~~;~~~~a:i~~~oteadi~~ 0

sdari che, se si fosse risaputa, la avrebbe smentita. . MUSSOLINI

Roma, 4 giugno 1923. * In risposta suo telegranuna concernente campagna antifascista ele· meng i~:~:~~ 7a~~\~1:e~~Jidi::1:~~ quanto segue.: 2) rappresentando la nazione ogni offesa fascismo finisce in definitiva pc.e essere offesa nazione Stato fascista. • All'ambasciatore Cainillo Romano Avezzana.


OPERA. OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

326

Voglia fare intendere con tutte Je cautele della procedura diplomatica ag li elementi responsabili politica francese che campagna antifascista potrebbe alterare cordialità relazioni fra i due popoli. MUSSOLINI

Roma, 16 f.i!lf!.nO 19231 ore 2 1.30. * Decifri e1la stessa. Non so quanto siano attendibili notizie per preparativi militari jugoslavi in seguito avvenimenti bulgari. Faccia sapere nel momento più indi-

cato1)~~:rft~1i~e~~ri~~n1iJ:r~ vfoi:~: trattato Neuilly; 2) che Italia ag irà su G overno Sofia peiché si ustenga da tutto ciò ·. che 3) ~h~ u~~~~i~~tm1{i~ar~rj~to;;J~~abt~~~~'Yulgaria non potrebbe es0

sere approvata da Governo itaf.ano soprattutto per le sue conseguenze d'ordine genernle e cioè come minaccia pace balcanica e quindi pace

europea.

· M USSOLINI

* Al mirii~tro p!eriipoten;:iario L'l:.r.uro Nesrotto C;.mbi;.so. Roma, 28 1;it1g,10 1923, ore 24. *

tativ~~:fr~!n~ ~~:ssi' d~at:~d~dr fa~~'~sa~Fn°ar~ ~~~:ti~~!1i-~i:; rfrd~ 1

3

u na riunione di es.Pcrti, che avverrà fra giorni a Londra. V ostra F.ccellenza conosce termmi questione, insistente richiesta italian.i. di non essere esclusa regolamento tale ~uestione, recisa opposizione francese basata sugli accordi per la Libia d, non ammettere l'Italia come potenza interes· sata. Prego pe rciò Vostra EcceJlenza di voler indagare telegrafarmi se attuale riunione di Londra abbia soltanto cm1ttere consultivo, ovvero anche deliberativo, pec poter regio G overno presentare eventualmente opportune riserve, per le quali prego Vostra Eccellenza comunic:mni suo apprezzato

e

parere. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Camillo R omano Aveznoa.

Roma, 28 f!)ugno 1923, ore 24. * Ret::ente accordo ang lo-francese per citta9inanza stranieri in Tunisia

~r: ~e~te

!o~~:iitr'?;~ ~;:i

r~~:~r~~o~;n~~: ~r:i 1~1\ii~it~i;uAt~~ar! campagna di codesta stampa dimostra che Go\'erno cerca anche d i ag itare

* A ll'a mbasciatore (umilio Romano Avezzunu.


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

327

~fit~~i:. pubblica contro i pochi diritti che tali convenzioni riconoscono Prego perciò Vostra Eccellenza riferirmi, dopo aver considerato importanza e delicatezza questione, che acuita potrebbe nuocere buoni rapporti fra due Paesi, se riterrebbe opportuno che cesio Governo si faccia fm d"ora parte dilisente chiedendo che siano al più presto aperte trattative per r innovazione. Per tale nostra richiesta si potrebbe prendere pretesto da nota verbale francese del 28 marzo e dal discorso fatto a Vostra Eccellenza dal signor Poincaré-d i cui al suo rapporto numero Hl dd 7 aprile. MUSSOLINI

RonM, 3 luf?lio 1923, ore 2. <• Taluni g iornali romani riferiscono dichiara.zioni mirabolanti che io avrei fatto signori Bonsembiante e Ciardi, promettendo tra altro soluzione problema Fiume entro luglio. Voglia Vostra Signoria rimettere cose a ~sto smentire o fare smentire simili storie, che conducon~ a csaltamenti ingiustificati, seguiti da delusioni e depressioni. Solita associazione commercianti 1iumani bussa nuovamente denui. Voglia riferirmi

i~~~:ni:~~

~is:ii:~r~r~t~ie ~:b~~ebct:0 q~s:::~t:~iu:~iftd:t::vt,\~ lizìa Volontaria sarebbero stati <leferit i Tribunale militare. Attendo notizie telegrafiche. Sorvegli nttentamcnte situ.1zione. MUSSOLINI

• A Michele Ca5tclli.

Roma, 5 /11glio 1923, ore 22. * Prefetto Udine tclegraf~ ministro Interno nei seguenti termini: <r Souoprefetto Cividale comunic:1. che per confidenze avute d.t per~ona tornat1 da Fiume consta che in quella città legionari completamc-nte equipaggiati aitendono ord ini comandante D'Annunzio, che dovrebbe reaini colà a mezzo aeroplano».

Prego Vostra Sisnoria in<lagare accuratamente e telegrafarmi immediatamente quanto multi, disponendo rigorosa vigilanza. Per ,questa notizia avverto che ministero ·Marina è stato preavvisato per opportuna vigilanza coste e prefetto Brescia invit:lto vigilare D"Annunzio. MUSSOLINI

• A Michele Castelli.

Roma, 5 luxlio 1923. * Decifri ella stessa. Suoi telegrammi numero 565 e 566. N ei suoi colloqui con Curzon, con cui ella vorrà tenere assidui contatti e ·che vorrà ringraziare per gi udizio espresso su mie recenti dichiara• A11'ambasciatore Pietro T ornasi Dd la Torretta.


328

OP.ERA OMNIA OJ BENITO MUSSOLINI

!!';.~~~i ~~~i!~~Ji~infinistri, voglia Vostra Eccellenza tener c~nto delle 1) ogni giorno di ritardo nella soluzione del problema della Ruhr aumenta il malessere europeo italiano, nonché 1a possibilità d i una catastrofe interna tedesca; 2) Italia non può per ragioni evidenti assumere iniziative dirette per risolvere il .conflitto; 3) Gove rno italiano pensa che soltanto un'azione combinata italo_jnglese può avere apprezzabili risultati; 4) accordo italo-inglese, in cui, oltre basi già fissate nelle· conversazioni londinesi Pirelh-Niemeyer, Italia possa trovare alcune pratiche garanzie per il caso si giungesse ad una rottura colla Francia; 5) realizzato questo accordo, i due Governi dovrebbero presentare un progetto -di sistemazione del problema delle riparazioni, accettabile da parte francese e da parte tedesca O <fuanto meno idoneo ad aprire negoziati; 6) d?vrebbe anche essere ripreso in considerazione un eventuale sistema d1 garanzie per sicurezza Francia, per quanto i progetti di tal genere abbiano sin qui urtato contro fa realtà; 7) finalmente se intransigenza francese rendesse impossibile accordo, Inghilterra e Italia dovrebbero rìprendere libertà azione nei confronti Francia e G ermania. ' Voglia telegrafarmi non appena avrà intrnttenuto Curzon su quanto esposto. MUSSOLINI

Roma'. 6 l11Klio 1923, ore 13. *

**

Mio telegramma numero 136. .Anche prefetto Venezia segnala concentramento legionari a 1iiume e soggiunge c~e, collegando questa alle precedenti informazioni, obiettivo potrebbe essere Dalmazia. Sono sempre in attes.1 d i notizie da parte di Vostra Signoria. MU SSOLINI

• A Michele Castc11i. (3 8 1).

•*

Romtt, 9 luglio 1923, ore 22.30 :t: Decifri ella ste~sa.. Suo telegramma numero 583. Rispondo all'invito fattole da Curzon, cui Vostra Eccellenza vorrà comumcare d'urgenza miei fondamentali suggerimenti.

·:~i1"J.:::~%i~~

notaSa~:i t·a;;~~;i~~zii~~;id~u:~:dtig~y~fs~i: Queste condizioni potrebbero consistere nella cessazione della resistenza • All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta.


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

329

passiva da parte della Germania, con la conseguente sospensione di qual. siasi operazione di carattere militare da parte francese e l'istituzione di una successiva azione di controllo fina nziario economico di carattere esclusivamente civile, Contemporaneamente a questa. specie di armistizio dovrebbe aver luogo la convocazione di una conferenza suflìcentemente preparata per ~;~bf:.r;ss::~it::~n~~i~~ ~;m~0 ~~~J:a~~:t~,~~::;akeaat~~~::e~!ti~~~ l'accordo nelle linee generali, potrebbe essere anche consultata la Germania. Naturalmente per facilitare raccordo, la conferenza dovrebbe essere $~~~~: 1~1 d~c~h~ ~iu~~~~z~i c1:w:~~~rd:~ ht~,~~b;e~~~v~:rs;i sd~~~ partire dalla conferenza di Londra e precisamente da <:JUel!a dichiarazione un:inime e<l uhiciale che abbinava il problema delle riparazioni con quello ~i~n~~b~. ftl/!er~;nh~o~~~ tiari~~~e~~lt~etl!1';i~~ua;

J~1

0;!1:!~;:c;

mantenere le sue richieste di pagamcnlo di centotrentadue miliardi se la sistemazione delle riparnzioni contenesse favorevoli elementi per fa soluzione ngio~evole dei debiti. Altrettanto dicasi per l'Italia. Una manifestnzione ~1 liberalità inglese non P.?trebbe non avere favorevoli ripercussioni nei rapporti finanziaci dcli Europa con l'America, malgrado la sistemazione det rapporti finanziari anglo.americani ~uando, come sarebbe il caso, fa sistema.z10ne economica dell'Europa si avviasse anche per mezzo di questo elemento ad entrare nel c:impo delle possibilità concrete. La cifra del debito tedesco potrebbe essere così ridotta in proporzione .al condono dei debiti in limiti molto ragionevoli ed il pagamento stabilito in un piano comodo e raiionale, Dovrebbe concedersi una moratoria di quattro anni per i pagamenti in denaro e equamente regolati quelli in natura. Potrebbesi contemporaneamente pcowedere per il regolamento dei debiti degli Stati minori con criteri di equanimità. Ques\ì i capisaldi di un accordo, da essere naturalmente sviluppati ftaf;:~f;r~h:,'i·es;:~~os;i 1i:~is~~!~o0 fi:s~;z;J;r;t\~,~~~e~~~1~rad~;!if~ inglese e ~uello francese, potrebbe forse, salvo -qualche riduzione, meglio di ogni altro affidare in definitiva per 9uella intesa generale dietro com· promesso alla quale Francia e Germania non potrebbero sfuggire senza mettersi contro opinione pubblica mondiale. Nost ri esperti, che saranno Londra in modo da poter prendere contatto con Tesorena giovedì mattina, potranno giovare ad affrettare i lavori d'intesa. Essi potrebbero infatti intrattenersi subito con N ieme1·er sui dettagli dell'accordo definitivo, elaborando rosl ad un tempo il materiale per le intese di cui al secondo paragrafo del mio telegramma numero 143, * Riterrei utile di ave!e preventiva comunicazione del documento inglese prima che esso acquisti forma definitiva. MUSSOLINI

• Con ta!t ttlesramm:1 (il cui ltsto integu.le non ~ ancora nnto), in dat:1. 7 luglio 192}, ort 21, Mussolini si era prt0ecupato « in mo<lo particola.te di suhilire un~ inten ,italo·i ~glese ·· contro tventuale risentimento terzo alle11to ·· ,._


330

O PERA OMNIA. DI BENITO M USSOLINI

Roma, 9 lrtf.liO 1923. •

Da informazioni riservate di ~uesto ministero risulterebbe come, nel Fascio di Fiume, si vada formando uno stato d'animo e maturando pro;;cr~u~~hei~: . ,::~tid~~~o:fss1:tae,l~ :~~~;i~~:t:~~~~a n~~~~: dono un prudente., tempestivo intervento della competente autorità. Sa-

~1i:f~t~

0

~~~e;c~~i & ttf

~f~v~~~:ti~~

~~~: efn~f~:~:t c~1f~Ju!~!i!~: ar~~p~:e in corso a Roma; ed in una seduta segreta del Fascio stesso, si sarebbe perfino sostenuto che tale piano corrisponde ad istruzioni particolari ricevute a Roma da fiduci:mo io un suo recente viaggio. Nel portare quanto precede alla conoscenza della SiB'norìa Vòstra, 1 ~~;j::~:;f~Qr::t~i~O :n!~kll~zdi~:ttiv~e~~~ quelle provvidenze che valgano ad impedire qualsiasi atto od attitudine sconsigliata, e tale da floter creare al regio Governo degli imbarazzi nello

~~cl:c~l~ ~\CV~~~~

svol~~~d?r~ a~=l~~rJ'Soi~~a nazionale. M USSOLINI

* Al seg ret:irio [:entrale del P;irlito NazionJle F:is<ista, tlit·hele Bianchi. Roma, 14 l1ttlio 1923, ore 16. *

Suo telegramma numero 1063, Nel colloquio che Vostra Eccellenza vorr:ì. espress:i.mente sollecitare d:i. Poincaré, gli faccia rilevare nel modo più preciso tutto il doloroso stupore che ha destato in me e nel regio Governo l'approvazione precipitata di una legge della quale non poteva indubbiamente sentirsi così immediato bisogno da non permettere che Col P.rcvio completamento

t~mento, ~~:tconsiderato c~~c!~:: aj\v:vka~e°laa Jl:!:~:~ ri;esr~! ~~n~\~tNip~~~C:: dt da tutti indistintamente come poco amichevole 0

1

0

1

<JUÌ

verso d1 noi, produrrà nel pubblico italiano. Se Governo francese condivide, come spero poter ritenere, mio vivo des.iderio che continuazione buoni rapporti tra i due Paesi non sia seriamente compromessa, occorre fare in modo di dar subito la prova che l'approvazione di tale legge non è diretta contro l'Italia. Sembrami che sofo mezzo efficace sia di procedere immediatamente ad una rinnovazione della convenzione del 1896 per una durata non minore di dieci anni. Fra~~iaofe~iif~::~e n~~~~:~;'.o mantenere sempre riserva contro diritto

fn

MUSSOLINI

* All'amb:uciatore Camil\o Rorn3no At•ezzaml.


AGGfUNTE: TELEGRAMMI

331

F.oma, 17 /u~{;o 1923. *

i:~:~~::

0

i~11~°Ji~hia~~~f!~t;r::if d/i~!;caré relative al suo impegno di non denunciare l'accordo esistente con ritalia per la Tunisia, 0

0

:nf~~e~:!Lt~ :e~~i~e~àn~ ;~a~a~~ i:~c~~è :~1~

~fs;;r~: t~~uà~ecm~ 0

2~~/!~o

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~:ce:1i ~~zl~i~~;:~t~:1:~i~u;:l~~~:.U~:en~~o;:~· e~re;~~~: spccìlicatamente confermato con l'altro . telegramma numero 2497,"*** essere assolutamente indispensabile eliminare prontamente di fronte alropinione pubblica italiana unanimamente concorde la profonda impressione pro<lott.1 dalla recente Jegge che minaccia i nostri stessi buoni rapporti colla Francia, coll'addivenire senza indugio ad una soluzione defi. n itiva del delicato ptoblema.

d ·At~: Jjr~;~~~}ertsuo~~e:iGoverno. :o ~ft:a:;i~~era~~t~oh/:e :v~t~!oi~~::ii~~~~ mente informato

il Prego Vostra Eccellenza ripetere al più iresto quanto sopra al signor

1

1d:f

a~d~:i

~;j~cf{!• d7~~~aJd~f~~!~;it)1i! \~~:1~!ion: i~ [;~:e;: i~ ;r~f risultato del suo passo. Per sua norma, agsiungo che Slrci d isposto ad accettare un periodo di rinnovamento inferiore ai dieci anni, ma in nes.~un c:i.so minore di cinque. MUSSOLINI

• A ll'ambasciato~ Camillo Romano Avezzana. u {}84•}8,). Con tale telegrnmma (il cui te5tO integrale non è ancora noto), in clata I~ luglio 192} , ore 11.30,· Mussolini aveva sollecitato lo stesso ambasci:ltore <i aJ Avere un colloql1io con Poincar~ sulla questi0t1.~ di Tunisi».

•"'*

Roma, 21 lfltlio 1923, ore 2 l . * Decifri ella stessa. Telegramma di Vostra Eccellenza Gabinetto numero 627 e seguenti. Mi riservo d 'inviare definitive, conclusive istruzioni dopo avere esaminato contenuto documenti preannunziantimi. Mi affretto intanto farle pervenire mia approvazione per la risposta data da Vostra Eccellenza a Crowe con cui incidentalmente ha fatto rilevare quale maggiore utilità per un'azione comune avrebbe avuta la formula definitiva approvazione da parte dei due G overni degli accordi degli esperti. Ciò avrebbe permesso di spiegare un'azione più decisa e perciò più ;:~c::ed!';fi rea~~:1t;t~;1~:0n~d~la1G~:e~~oedf°#ii;f'reui a tener Confermo comunque che Governo italiano è disposto a fare tutto quanto è possibile per giungere alla definitiva soluzione del problema delle riparazioni. MUSSOLINI

• All',1.mb~ sciatorc Pietro Tomasi Della TMretfa.


332

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 24 /11/(/io 1923, oYe 20.15. *

Ho ricevuto solo stamane copia d·el progetto inglese di risposta al Governo tedesco e della .nota che l'accompagna, dei <i,uali documenti avevo però avuto un largo riassunto telegrafico dalla regia ambasciata. -Mi astengo <li dame comunicazione all'Eccellenia Vostra in seguito al suo telegramma numero 1112. Prima di manifestare mio pensiero a lon. dra riterrei assai utile _conoscere punto di vista del Governo francese. Pre.gola ,qµindi avere in proposito al più presto una esauriente converstmone con il s!gnor Poìncaré e riferirmi telegraficamente; oltre agli eventuali proponimenti del Governo francese, quale secondo l'Ecceilen:za Vostra, dal punto di vista della politica generale e anche particolare delle nostre relaz10ni con la Fran:::ia, potrebbe essere il contegno più efficace che ci converrebbe seguire nella pre~ente situazione. Sul lato tecnico della q_uestione prego anclie farmi telegrafare parere delegazione itali:i:na commissione riparazioni. MUSSOLI NI

,.. Affambasciatorc Cami!ln Rom:mo ·Avczzana.

Roma, 29 ill!',lio 1923, ore 21. *

Ho ricevuto i suoi telegrammi numero 1124, 1131, 1132, 1133, e 1134, pei quali la ringrazio viv.uncnte. Approvo le dichiarnioni da lei fatte e concordo pienamente nelle sue considerazioni . .Attitudine italiana circa le proposte tede~he del 7 giug~o. Governo italiano è sempre stato d'avviso, e lo ha cluaramente m~nifestato, che 1 ~~ill;c~T:a~a~fo1~f~ut:u{ ~~z~fn~~~ta;t:te:J: ~~~ s:~t\ \~i:ti;:r~ alle esigenze della situazione. In ogni c:iso essi non furono esaurienti e tempestivi. Non v'è dubbio che se la presentazione dei programmi di Parigi fosse stata convenientemente preparata, molte difficoltà sarebbero state evitate, e lo stesso corso degli avvenimenti, di fronte alla Germania e fra gli Alleati, s::m:bbe forse stato diverso. Il Governo italiano non ha fatto mistero che non ritiene adesuat~ le i:,roposte tedesche, ma esso non ritiene nemmeno adeguata un'att1tudme d1 semplice ripulsa e subordinata ad una condizione categorica. Ha sempre pensato invece che le proposte tedesche potevano dar luos:o ad un utile chiarimento della po· sizione e degli intendimenti fra gh Alleati, specialmente per la ripresa

~f!~~i

t,f

~~:s~~nie~~~io~lsg:;t:~~o~/~hcd\em::~~;!:zfo~tl~h~ai~f~~fi~!a~~~ avendo luogo, lo abbi::ano in definitiva ·a deludere nella sua speranza. Il carattere della politica it::aliana si mantiene autonomo, come ella ~i1feiucÌ~~~~~!io~fh!~:bbJic~i d~n~:u~:;;~ fi~~t~~ialj~m:d7a:;~~~~ 0

~~~lt\~~h~~~[~a·ets~~~i~lecii 1~ :o~:~~~ri~~mde11~nri~a~~~~~~a.cJrde6~~~ li Governo italiano è assolutamente convinto che sia di interesse fon• All'~mb.1sci3tMe C1millo Rom::ano Avenana.


AGGIUNTE! TEL EGRAMMI

333

da.mentale che si venga all'accordo fra Alleati e che si possa esPticare un'azione comune. ~ anche suo g iudizio che al punto in cui stanno le cose sia interesse della stessa Francia di arrivare ad una soluzione che normalizzi la sua situazione, evitando una d ispersione di forze e possibili maggiori complicazioni. inte~J/Jf!~?of:~n~~tt/ i<J~i~\o

sf~~IT fondamentale il Governo italiano

Vostra Ecceflenza vorrà insistere sulla questione di Tuni_si ~rché

~i:~i~J! :à

1

0

s~~~ sf

1

~~nad:zfi~: df~st~~~~ dellietc~ i r:a:~~ej~~~anndo t:;: vassc un·equa e rapida soluzione della questione della tutela degli italiani in Tunisia. MUSS01.INI

Roma, 6 aiosto 1923, ore 17. ""

r::j1j~~: ~r~\~di~~

ment ~~r::adfi*;~~~/ u~a;r:!~~e : ~~i:u:~;~rc~t ché documer:iti ufficia li russi smentiscono panglossi:mo ottimismo pref.tto Cipolla, cui articoli fani:i,o giro stampa sovversiva italiana . .MUSSOLINI

• Al capo della Jtlegnione eoonomi<a itilliana a Mosca, Renato Pia(entini.

D ecifri ella stessa. Rispondo a suo dispaccio numero 67 1 concernente Dodecanneso. Potrei anch'io cominciare col manifestarmi grandemente sorpreso della sorpresa inglese, che del resto confermami appieno nel mio g iuJizio sulla politica della Gran Bretagna, ma a conferenza Ji Losanna ultimata, ho deciso re~olare in maniera definitiva annosa <JUestione .isole Egeo. Poiché non e possibile restituirle ai turchi, né tampoco a1 greci, e poiché per il momento almeno non ho inte nzione di farne u.n gentile presente all' Inghilterra, non resta che convert ire in istato di daitto uno stato di fatto, poiché l'Italia non abbandonerà mai più <JUe!le isole. N on credo

~~;;:enJffi;!t~T:tt~r~iaf~~b. J!~e: l·a;~b;:;~ 05

0

,f;' [~;

~t;1~o~p~:~~~~:i conviene nemmeno all'Inghilterra soffevare ( hicane contro l'Ital ia a pro· posito del D odecanneso, e che la famosa e sin troppo tradizionale ami· cizia italo.inglese ci guadagnerà un tanto se finalmente anche l'Italia fotrà stabilirsi di diritto su alcune isole di quel mare dal quale è stata ;~i~aci~~!~az:du:~t~:~'ec:~~e~!n:s~~a~~~~ ~i n;; c:m~:~a~ost;~~ ~i(: terra, cui articolo 1 S riconosce possesso Jtalia isole Dodecanneso. 'Questo dispaccio vale per sua norma personale. .Nei .confronti del Foreir,n 0 /fite Vostra Eccellenza si terrà sulle generali sino a quando non riceverà altre direttive. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tornasi [?ella 'torretta.


334

OPERA OMNIA DI BENITO MUSS OLINI

Romd, 7 agoito 1923, ore 24, •

prcJ~::t/J:~a~J'ae~:(;g~ah:~d~~i!~~~~c~ii ~n~;:I~nf,h~l~~P;is~~ sto quanto segue: · (Per Gineùa). Suo teJegramma 48. Prego comunicare Attolico ciuanto segue: (Per tutti). Da letlera 13 luglio diretta da commendator Catastia:ii a· questo ministero con allegato processo verbale seduta segr,::ta -4 luglio Consiglio sccietà nazioni, risulta come in seguito dichiarazioni presidente Salandrn, che respinse proposta francese invito Abissinia per fornire schiarimenti circa schiavitù, stesso rappresentante francese riconobbe necessità rispettare tale dichiarazione, tenendo conto interesse italiano in quella regione, e Consiglio decise in conformità. A maggior ragione .~;bJ~~! t:~i~~ ~~n;:d~~~:np:ant!t!lT!f;t;~~tf~~~ i e:~aa;se~~!~:~:; contr~rio ammissione Etiopia Società nazioni. MUSSOLINI .

• Al console generale Emilio El~ e al ministro plenipotenziario d'Italia ad Addis Abeba, Gino Ma"hioro Vivalba. Roma, 1_ 0 df!.OJ/o 1923, ore 2. *

Abeb~ea:~att2. c~~;i:~;i.' ( ..:.,Cfuenti telegrammi del regio ministro in Addis ( Per Ginevra). Prego informare Attolico di quanto precede, aggiung;~~~m~~ed ~c:~d~~~es~f;~~~~

d~u~r:gx;ef~iria~i~~ rt;~nJ!~:~~:: .~~~

r;;::!iAtito1i;~a

~ ;~~~~òn1r:tlif~o~~: ;u:;1~~e i~ s~11:s;;:~iib1i~r:!:~~~! soluzione cui accenna Macchìoro che sia presentata.domanda dilazione .da potenza meno interessata di noi. (Per Parigi e LonJra). Mentre chiedo aJ Altolico schi:irimenti circa

;:?P~:if,°~rei~u~:~r~d&c!l1~~~~a~d~~a~~ ~osrVf~rt~~r~~1~li q~~~~ ?~ realtà i ~ni di q_uesta recrudescenz:i della politica filo-etiopica fra ncese, !C e quali negoziati stia conducendo eventualmente Governo Parigi per assicurarsi vantaggi in cambio appoggio che darebbe al Go\'erno abissino, e quali- s:ircbbero nelle intenzioni francesi i limiti e la portata di tale appoggio nei riguardi ammissione Etiopia Società nazioni. Come ho già informato Vostra Eccellenza, rappresentante fr:incese, nell'ultima riunione segreta Consiglio, riconobbe valide ragioni nostro delegato, con1 ll:{~~j;~!;lt::r:;:t:e~:~r:~io{r~~!cf~r ~!i~~s~~e~:,~;::~io;ci ; r rinnovo domanda Germania ammissione Società nazioni, ritengo dovrebbe essere suo interesse non prendere atteggiamento per noi sgradito nella questione abissina.

0

~~;~~r~

"' Agli ambasci:itori PietrO 'fomas i Odia .Torretta e Camillo Romano Avezzana, e al console generale Em ilio Ele5.


335

AGGIUNTE: TELEGRAMM I

(Per Londra). Pre~o Vostra Eccellenza indagare con ogni cautcl3: e rifem mi come in realta Governo inglese consideri domanda entrata Eho· pia Società nazioni e fin a quale punto s:m:bbc C\'Cntui?,lmentc disposto favorirla. (Per Parigi e Londra). Non vi è dubbio che nostri interessi sono contrari domanda abissina, ma occorre procedere da parte nostra con molta cautela nell'opposizione, per e'\'ilare comprensibili inconvenienti tanto in caso di successo, quanto in caso di insuccesso. MUSSOLINI

Roma, 24 aY,osto 1923, ore .5. * Anche questo incaricato d'Affari di Francia !~a qui chiesto parere reto Governo circa domanda Abissinia ammiss10ne Società nazioni.

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10

i a~~:f~t~~e qfa:~~ii!t toccasse piuttosto al Gove.rno francese di spiegare motivi per cui ha fa. ,·orito se non quasi provocato domanda etiopica. Per opportuna e riservata norma personale di Vostra Eccel lenza comunico intanto che questo ministero, dopo aver attentamente studiata ,questione, è incline a ritenere che, pu r rimanendo sempre· fermi i motivi che dovrebbero consigliare una nostra opposizione, sarebbe più conveniente, nel caso che Francia e Ins:hilterra fossero decise far accogliere a G inevra domanda etiopica (per cui noi ci troveremmo isolat i), assumere prontamente un atteggiamento favorevole, anzi fare cono·scere possibilmente prima degli altri a ras Tafari tali nostre d isposizioni. Sarebbe facile giustificarle anche pubblicamente, mettendo in valore i progetti di ras Tafari comunicati da Macchioro circa le riforme del sistema servile. Questo ministero avrebbe già cominciato a predisporre fa sua azione nel senso predetto se non fosse pervenuto il telegr:imma di Vostra Eccellenza numero 714, dal quale

fl!i~i~~ ~~f ~;;~~df

nJ~°:t~s~abi: ~~:

0

50

j~fl~es~o~~a esi;~n~ec~~i~ief:r~i dubbi su linea di condotta da SCJ.,ruìre. In tali condizioni a Vostra Ecce!- · lenza risulterà. evidente la grandissima importanza che ha per il rercio

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1

0

t~;t

~~;~~~;u~ ct~ù rfc~e::~à er;~P~~!ta::t;i~a~~1~~ ~ r nente riunione Consiglio Società nazioni e pregala pertanto cercare possibilmente ragguagliarmi in proposito. MUSSOLINI

• Ail"ambasciatore Pietro Tomasi Della Torretta.

Roma, 27 aKosJo 1923, ore 12.30. (: (Per Atene). Nel comunicare regie ~mbasciate ,Parigi e Londra telegran(~/r

vp:;{;i S~gn~~d~1:te~~g~i1,m~~i~~in1~~n~u\~~~g:~f~e ~ uanto

segue:(+).

* Alt"amhasdatore Pietro Tomasi Della Torretta, al min istro plenipoten· ziario J 'Italia ad Atene, Giulio Cesare Montagna, e all'incaricato J'Affari d'Italia a Pari&ì, Luisi VannutelU Rey.


336

~PERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

(Per tutti). Questo incaric.:1.to d'Affari di Francia ha ieri verbalmente comunicato a questo ministero che Governo francese considerava oppor-

f~~;nJ~0~~~~n~t1is~~:i~,~:=~t:!sfri~J:n~i!~ir;;eGt~g~~~ I~:~~~~~~

d ' Affari h a aggiunto che tale punto di vista del suo Governo, che può

·.apparire in contraddizione con precedente atteggiamento opposizione

~i: ~~t!11~~ss~~~~d:r:1:r:i~a~i;~eG~~lfei Pr~:~~;r~1:;i~~iei;eh~~~~ elementi decisa tendenza repubblicana. ·Date del resto di l1icoltà per 0

0

di un Gove rno non monarchico assicurare tranquillità Paese, Governo fran-

~i:c fi~ti;:c ,~)r::st:r: n~~:;:;rtem:~~,i~~s~ed:icci~:i~::~~t~n'~~<;r,~ 0

elezioni, con evidente menomazione prestigio potenze che appariranno subire impasizionc. Ha terminato col chicJerc conoscere quanto prima pos..-.ibi!e intendimenti regio Governo. Successivamente incaricato d'Affari d'~nghilterra ha informato, rispondendo a quesiti precedentemente postigh circa condizioni alle quali suo ' Governo sarebbe disposto riconoscere attuale Governo Atene, che Foreif.11 Office non è disposto riconoscere alcWl Governo che non sia emanazione legale di regolari elezioni e del <Juale facciano parte comunque corresponsabili esecuzione ministri Gabinetto Gunaris. Ha detto csse!j,:li note accennate intenzione Francia e che anzi una comunicazione in tal senso dovrebbe essere .sta!a fatta ~l Foreign (!!Jice. da an:i~asciatore di Fr~ncia a Londra.· Pur drch1arando ignorare decmoni definitive, Governo bntan• nico ha tenuto a rilevare interdipendenza esistente fra riconoscimento

:::l~roe

~t~ac;';p)i~i::;t:~:~naJ

p~~:~;io<~i p~o~~~J~~~i, ~i~~n:n:ii~~n:~ ministro in carica. (Per Londra). Pre&o ora Vostra Eccellenza voler assumere e rife. rirmi sollecitamente p1u sicure notizie circa real.i intendimenti Foreig,11 Offece di fronte atteggiamento Governo francese. (Per tutti). Nostro punto <li vistà è in linea di principio, anche per 1

~ce~:/;g;;io~;v0oi~tt~rt~:i:~m:~~~r:esee;~~~ii.el1~ ~~:~:~n:Ìlaev~~e,~~ del momento pìù opportuno, regio Governo si riserva di studiare il modo . affinché altra nazione non possa sfruttare a proprio vantaggio effetto che produrrebbe su opinione pubblica greca il lasciarci eventualmente prece· . dere in tale atto. (Per Parigi e Atene). Sotto riserva <JUindi delle informazioni chieste 11

fe~ ~ r

c~~:i ~~~it~~;~~f

0

5

;g~clc~a v;ted~ss t~otf~~tir;i~<t;fs!~de~: Roma, 28 ag,olto 1923, ore 1.30. •

tcJf

ii :;~~!~s~

11 11 nica~le fe~~~;~t~~gfce~~:s~~~~ ~ 1 id~~~tb~ingin~~~~: prendo barbaro massacro di tutti i componenti nostra delegazione commissione delimitazione confini Albania, avvenuto in territorio greco. "' Al minist.-o plc:niput<:n:tiario Giulio Cesare Mon!agna.


337

AGGlUNTE: TELECRAMMI

Vostra Sig;oria si. renderà conto come. pur senza diminu..ire gravissima responsabilità che incombe alla Grecia, immediata ed esempfare punizione colpevoli sia indispensabile <li fronte al profondo raccapriccio che desterà in Italia ed all'estero notizia che ufficiali e militari italiani fa. centi parte di una missione internazionale ed i quali stavano adempiendo ad un alto e pacifico incarico loro affidato in comune dalle potenze con esemplare senso di abnegazione e di imparziaJità, sono rimasti vittime d i un così odioso attentato. · Ella voglia fare le più energiche rimostranze a codesto Governo, fa. cendo al tempo stesso ampie e complete riserve per tutte le riparazi.oni· che ci saranno d0Vl1te e che pretenderemo dopo accertamento dettagliato dei fatti. !:eco riproduzione telegramma del reggente consolato Janina: ( + ). MUSSOLINI

Roma, 28 ar.ouo 1923, ore 1.30 . * 0

t~t~e~~~;:1~~~~r:c~~e; ! ~~~e :r~d·P~:;;diq~~:toc;;~~s:ii! \ : :ralleala che ag is<'e per espresso e comune mandato delle potenze e che per di più generale Tellini ne era il prcsidenlc, quanto è accaduto malgrado incolumità altre delegazioni rappresenta offesa contro prestigio tutte le potenze alleate. ma!::,~o c~r:::~toG~~:~:,E~~!l!e~~~ !~~;~:;\~11:rl~~tufati~e;~:J~~ assegnamento, interessandolo a dare al suo rappresentante ad Atene sol-

~:~~ ajt~~:!r:~:ive~:~~~:rs}~t~f ~: ~~~1f~c;e;i~hl:~~zi:~~-a gravità del Pregala. telegrafarmi assicurazione. MUSSOUNI

• All'ambasciatore Pittro Tomasì Della Tonetta e all'inc.aricato d'Affarì Luigi Vannutelli Rey. o (391).

Roma, 28 aJ?,OJto 1923, ore 14 .10. * Decifri ella stessa, Da meuanotte d i oggi sino a nuovo ordine vo81ia disporre per fermo tutte comunicazioni cablotelegrafiche dirette G rena, comprese quelle legazioni e consofati. Attendo conferma immediata. MUSSOLINI

P. S. · Rimandare di quarantotto ore il provvedimento.. • Ai prefetti di Bui, Raffatle De Vie.i, e d i Lecce, Enrico D'Arienzo. 22. -:u:xv.


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

338

Roma, 29 agoJto 1923, or~ 1. • Suo teleGramma numero 232 ed altri precedenti circa massacro mis•

sione Tellim.

_

. ç~~~~vsi:~~;i:c~~Te:t:i;~ei~:ru~a/~~!e:~~·Governo seguentioisa ri a. razioni, da considerarsi le minime compatibili colla gravissima di cui la Grecia si è resa responsabile verso l'Italia:

vern~i~li!~o:e:t~~f:dof!\ a;'J!~tae~e;!'f:~:z?:n:;~t~::it:1d~r;

più alta autorità militare ellenica. 2) Solenne cerimonia funebre per le vittime del massacro, da celebrarsi nella cattedrale cattolica d ì Atene con intervento di tutti i membri del Governo. 3) Onori alla bandiera italiana, da rendersi nello stesso giorno della suddetta cerimonia, nel modo seguente : una divisione navale italiana 5 1 ~o:~~r~o~~ruo d:d b~tia~lia quindi siluranti, le qua li anzi dovranno rimane re ancorate all'interno della rada di Salamina o del porto del Pireo), precedentemente ancorate in vista del luogo dove andrà ad ancorare, come innanzi è detto, la divisione italiana, renderanno g li onori con una s:ilve di ventuno colpi alla bandiera italìana alzata -in testa all'albero delle navi greche medesime, Durante 1a cerimonia funebre di cui al punto secondo, tanto le navi greche, quanto quelle it:t.liane terranno la bandiera a mezz'asta. l a sera dello stesso giornol prima del tramonto, la divisione navale italiana :~i~z~·ac:~1!3 !~eJr~~~:~ ed all'atto di prendere il mare saluterà

f.~~~~~!à

~~m~;! dt~~:y,

f!

1'ìfc~tch~d(:~1:~

f!J~:

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3

d~,,~;;~ut:d~:~!~u:rli~~rf~~l~~~:ir~ sto 4Jelu~!;; ;,i;i:a Ferrone, della cui incolumità personale si rende responsabile assoluto ,I Governo greco. Tale inchiesta dovrà essere compiuta entro cinque giorni dall'.1ccettazione di queste richieste. 1 0 dJP~j~~u:ra :tt~ni italiane, da versarsi entro

~~. ~t~~~:

tii~·

B~i~i ~ilf:artr~1t::i;:,~ca1l-a~l~es~~1rf!barco nPrcvesa

cinq;r su nave italiana. Vostra Signoria dovrà esi,;erc la risposta greca con l'accettazione completa entro un termine massimo di ventiquattro ore. MUSSOLIN[

• AI ministro plenipotenziario Giulio Cesare :Montagna.

Roma, 29 ago1to 1923, ore 3. * Suo teles:r.imma numero 232. 3

0

giun~:gido;~~itP~tr~:~in;e: co~:fu~!~

~~:v:s:

~~j~'in~i~i~~:J':~~iN!

• Al ministro plenipotenziario Giulio Ce!are Montasna.


339

AGGIUNTE : TELEGRAMM I

avverto telegra6camcnte regio consolato Patrasso. Voslra Signoria voglia prendere necessari accordi perché nel corso della sua missione nostro

;~~a

e1li!~~~i a!!;: ~ef;~

:~~=1~0 dts~ra ~:!a~~~r::;!a ;;~t~:it!J~t sfacentementc suo compito. Informar:'che, data partenza colonnello Per0 ~~~!of:t~J:i;;i;~ a:~: ~:1lmE:ht~ded~~r::ac~:~ :ir!~~~0 ~u%'cer1oref~~ e mi limito telegrafargli prossimo arrivo addetto militare, invitandolo attenersi istruzioni che riceverà dalla Sig noria Vostra. MUSSOLINI

Rmud, 29 a.~os/o 1923, or e J. *

Nostra delegazione alla commissione di delimitazione frontiere Alba- . nia con a capo generale Tellini, presidente commissione stessa, è stata proditoriamente massacrata 27 corrente, mentre adempiva suo compito in territorio greco, da banda armata. Atroce misfatto ha prodotto ovunque profonda impressione cd unanime sentimento di orrore. N otizia è stata fatta subito da me comunicare a Governi Parigi e Londra, dato che gravissime offese nella vita di membri di una commissione che a_giva Fe:rti~s~;s:t: i~~:~~est~s~~~a:~s::J!e rf;i:n~~ni~~~st:d

~~~~et:~fr~~ i~fi~oc~J;%i~:~r~i~;ar/J,~f:

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t1~~n~i;::~;i:~i

2

pcr~1~Zi~:JJ:~~r::: taci. Una nostra 9ivisione navale parte stasera stessa diretta I.eros, ove attenderà ulteriori istruzioni, MUSSOLINI

* Al 1:,ovcrn:i.tore Ji RoJi, Mario I.ago. Roma, 29 df,OJ/o 1923, ore 6. *

Mc:ntre ho l'onore Ji richiamare l'attenzione di Vostra Maestà sullo scambio di corrispondenze telegrafiche avvenuto ieri ed oggi colla regia legazione ad Atene ed il regio consolato a J~nina in merito al nefando massa.ero della ddega:zione itaJiana alla commissione di delimitazione dei confini alb:1nesi presieduta dal generale Tellini, massacro operato da bande armate in territorio greco, compio il dovere di informare la Mae1 0 5 stà_ a~~."~i-!~:oJd~n~~i Guerra e della Marina, preso Je disposizioni di carattere militare necessarie a porci in grado d1 fronteggiare lo svolgersi degli avvenimenti in maniera consona alla dignità ed al prestigio nazionale.

Yi;~~:n~:G~c!f ~~:r::°i..ta:~ri~r

~:i~t~tle~,:

MUSSOLINI

• A Sua Maestl Vittorio Emanuele 111. •• (39)).


340

OPERA OMNIA DI BE~ITO M USSOLINI

Romtt, 29 11goJ/o 1923, on' 13.20. • Come for~ Vostra Eccellenza a quest'ora avrà appreso, nostra delegazione alla commissione delimi1azione frontiera Albania, e cioè suo capo generale Telliilì, che era anche presidente detta commissione interalleata, con d ue ufficiali e due mil itari , è stata per moventi politici proditoria-

~::~~~di:!af~;;~i:~·:ffid~~;l; Jar~e~~eb:tt~:te:r;:t~\!~a'~~:~:~;m ~~~; g~~~rn~3alf:~t ~0!f°so~:u~~~=ttfti0!~;~~:~P::~f!0Ga::Cn~n:;~ti~;~;°:: lida rietà morale e vivissima riprovazione e cordoglio, che sono stati ripe-

assolto con altissimo, esemplare senso dovere ed imparzialità. Atroce mi-

tut i in seno conferenza ambascia tori, a cui disposizione trovasi commissione delimit,azione. Per quanto direttamente ci concerne, ho intanto impartito reg10 ministro Atene istruzioni richiedere quel Governo quelle immediate ri parazioni e sani.ioni che costituiscono minimo compatibile con soddisfazione cui nostro Paese così gravemente offeso nella persona di suoi valorosi ufliciali · e militari ha jncontestabile diritto. Prego Vostra Eccellenza dar notizia di quanto sopra codesto Governo. 1 ::~eftioG~i;~~~o la;~~~r~s~ti:o r~ti;f~ americano saranno particolarmente sensibili al barbaro attentato che cosl dolornsamentc ci colpisce. ·

d:!11l~ftt~f~li:d°

c~~~f1:~~i~

MUSSOLIN I

* All'amb~sciatore Gd asio Ueuni. Roma, 29 af.OSIO 1923, 0/'r! 14.30. *

Mio teleiramma numero 2902. ** Regio m inistro ad Atene telegrafo in data del 27 _corrente sera : ( + ). Ho diretto stasera regia legazione Atene seguente telegramma : (+).*** Vostra. Eccellenza voglia da re di ta li mie istruzioni al regio mini• stra ad · Atene opportuna notizia a coJesto Governo, facendo rilevare come le riparazioni richieste dal regio Governo rappresentano, se imme~~as~~~~~~st;:~f~~~a%ea;~o o~c:e~1 !!a~~=~a~: ~w~n~~~fz!US~tf:r!! ~ idio. · MUSSOLINI

• All"amlnsciatorc Pietro 1'om.:1st Dcl lJ. Torrett.:1 e alrincaricato J'Affari Luigi Vannutelli Rey. "* (394). ..... (39~).

1


341

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

Roma, 30 agosto 1923, ore 2. •

Suo telegramma nwnero 2077. . · Autorinola approvare invio telegromma Poincaré quale presidente ~;;tf:~?.~fuf:~~,i~~i~s:n~~~1:: r~~~tdnai\:~~~~~~ t~l;t:~~~n~ei regio ambasciatore a Londra che ho testè ricevuto: ( + ). 1 8 d~a~;~ l~~eer~~. \tr:r:~ti c~~:!: sario che risulti ben chiaro che nell'invocare solidarietà Alleati e nel partecipare in seno alla conferenza degli ambasciatori a que!Je deliberazioni che verranno prese'in seguito all'eccidio dì membri di una missione dalla

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spotJt!'::t~aI:::~:;n:n;~nf~

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~t:1~:a f~tz~~:ni~fe:JI~~t?~h!ri: 1t~e~~u~~~~i~~t~ ~i~i~~f!!~~ 1e ma che evidentemente esso non ha con ciò in alcun modo inteso né di rinunziare al diritto· che gli compete in via principalissima, né comun<]ue di sottrarsi all'assoluto <lovere di agire anche direttamente per esigere le rip:irazioni dovutegli per la gravissima offesa arrecata alla intera nazione italiana nelle persone di ufficiali e militari, i quali prima di ogni altra veste avevano ,quella di cittadini italiani. Pregola pertanto mettere chiaramente in luce al Quai d'Orsay quanto ora esposto e di cui è naturale conseguenza la nostra richiesta di riparazioni e sanzioni presentata da Montagn:t al Governo di Atene, della J?½e~~e~~to0 i~:r~ni;~;i,o~,; all'Eccellenza Vostra col mio telegramma MUSSOLINI

• All"incaricato d ' Affori luigi Vannutelll Rey. 0 098).

Roma, 30 t:J!f,OIIO 1923, ore 23.JO. * Suo telegramma numero 62. Fregola telegrafarmi d'urgenza se, nell'ipotesi che Grecia non tenesse conto sufficente nostre giuste richieste, la comunicazione che regio Governo facesse alla Società delle nazioni delle misure coercitive che esso 1 1 ~~~~}en~~: ~o~r:~d~:ffr?r;e~~e,;~ea:~:t~ad~u~~tÌ~~c 5~f1:0 :~~·ss~ss~:~

cictl delle nazioni. Beninteso Vostra Signoria si rivolgerà in mio nome per p:trere a Sua Eccellenza Salandra. MUSSOLINI

• Al . viceseirctario ~cnen le alla Societl delle nazioni, Bernardo Attolico.

Roma, 3 I agosto 1923, .ore 3. *

miss1o~:Sd!1°g~~~:a1;iTe1li~i~t~tf.i~:~n~1a;~:~nci~~:e i; ~~~!:~r~{~:!!! seguente telegramma del regio ministro ad Atene : ( +). • A Sua Maestà Vittorio Emanu~I~ lii.


342

OPERA OMNIA D1 BENITO MUSSOLINI

In se,SWto a tale risposta, che equivale in sostanza al rigetto delle

~k~;s~~:~~=ri~n~ a~~sci::t:~e~:~i~~l!r~~:;o~~n:~e~~ti~fJ1~d~~~}~ med~a~te lo sbarco di un contingente di truppe limitato per ora a mille 0

uomm1.

· Ho inviato inoltre a tutte le regie rappresentanze all'estero il seguente teleg ramma: « Alle giuste domande formulate dall'Halia in seguito al barbaro eccidio della delegazione militare italiana compiuto in territorio greco, il Governo ellenico ha risposto in termini che equivalgono in sostanza al rigetto completo delle stesse. « Tale ingiustificato attesgiamento pone l'Italia nella necessità di richiamare il Governo elleruco al sentimento delle sue responsabilità. « Sono stati pertanto impartiti gli ordini per lo sbarco nell'isola di Corfl, di un contingente d i truppe italiane. « C.On questa misun di carattere temporaneo l'It1lìa non intende compiere un atto di guerrn, ma soltanto tutelare il proprio prestis:io e manifestare la sua inflessibile volontà d i conseguire le riparazioni dovutele in conformità delle consuetudini e del d iritto delle genti. « 11 Governo italiano si augura che la Grecia non compi:1 alcun atto che possa modificare la natura pacifica del provvedimento. « Quanto sopra non esclude le sanzioni che la conferenza degli ambasciatori sarà per prendere pel fatto che la delegazione italiana assassinata faceva parte della miss.ione per la delimitazione delle frontiere albanesi, che, presieduta dal compianto generale 'l'ellini, era mandataria della conferema stess:1 ». J.-I U SSOLINI

Roma, 1 seltembre 1923, ore 0.45. • T elegramma di Vostr:1 Eccellenza in data 31 agosto.

e1f!

00

1

~~I

J;,7;

~?et1Pa~,~~u~~zf!~i. ~r~oa~hen~a'G~;7!'t~~~~~is:~ sig1f: d questione la Società delle nazioni, Vostra Eccellenza vorrà, sulla base del mio telegramma numero 2945 **, e con quegli accorgimenti che ella giudicherà opportuni, dare specia le rilievo al fatto della esclusione di qualunciue carattere di atto d1 guerra da p:irte del Governo itali:ino, cd inoltre al concetto accennato nell'ultimo periodo dello stesso mio tele1 3 pr:~~:r~h~ell~nJ:~:~~n::ro~e de~i:'~:~ri~~\1f;àilp;; :js~ simo incidente comporta, a causa della qualità di mandatari della conferenza stessa . che Je vjttime rivestivano. Tali rilievi hanno lo scopo d i 1 0 :~~~~~C:a a2ss~nnf;1F~e~ifi~~fa c:i~u~:n~:1t:scl~~ resi prevedute dal palto 1eua Società delle n.lZioni; b) subordinatamente

~~~;ta~c~~~il

1:

d:t~~~rH:~~~

• AJ Antonio Safo.ndra e o.gl i a mb.1sci.1tori Pietro Tornasi Odia Torretta e Camillo Romano Avezz.:i.na. u Si tratta del 1clc-gramm,1 ai rappresentanti diplomatici d' Italia all'cs1ero inserito in quello a Vittorio Emanuele lii del 31 agosto 1923 (399).


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

343

di escludere la competenza del Consiglio stesso pur rinviandosi Ja questione alla conferenza degli ambasciatori; e) in linea anche più subordinata di far sospendere ogni decisione da parte del Consiglio della Società delle nazioni fino a quando la conferenza degli ambasciatori non 1 abb~o~tdo ~e!f:u:i:V~i;eaz4~~;~~:~:al~ t~~~sii~~ellenza per raggiungere gli scopi accennati.

~i

MUSSOLINI

Roma, l settembre 1923. • Ammiraglio Thaon di Revel mi trasmette seguente telegramma foviato dall'ammiraglio Solari da Corfù: « Sbarco iniziato ore 16 ll"ffellu:1.to senza difficoltà. Alle ore 18 bandiera italiana è stata innalzata sulla "Fortezza V!l"cd1ia ", salutata <la tutte le navi presenti con salve ùi ventuno colpi e sa luto alla voce degli equipasgi. Procede ordioataltlffltc occupazione città e isola•MUSSOLINI

• A Sua Maestà Vittorio Enunuelc lii.

·Roma, 1 1ef/embre 1923, ore 19.40. * Presunto attegs:iamento Governo inglese e soprattutto inconcepibile campagna stam.ea mglese cominciano a sollevare viva indignazione opinione pubblica italiana. Ad evitare che tutto ciò possa più o meno durevolmente alterare relazioni amichevoli fra due popoli, voglia fare opportuna démarche presso Foreign·Offi(e. MUSSOLINI

• All"ambasciatorc Pietro Tomasi Della Torretta.

Roma, I settembre 1923, ore 21.50. * Telegramma odierno di Vostra Eccellenza. Autorizzo Vostra Eccellenza comunicare al Consiglio della Società delle nazioni contenuto del mio telegramma numero 294S, che fu diretto a tutte le regie rappresentanze all"estero, perché ne dessero conoscenza ai Governi presso 1 quali sono accreditate. L'Eccellenza Vostra vorrà accompagnare tale comunicazione con la dichi:i.razione ufficiale che Italia non ha creduto di deferire e non intende per ora di deferire Ja questione alla Società delie nazioni, perché, non trattandosi di una vertenza contemplata nel patto, ma di tutel:i. del prestigio e dell'opera rtazionale

$!1~t ~~ei~ì e~:~n1~~l J~al~~i~~rt~e~~ ~~!~~~i p~~~;Ji~!~:~o c~;~~::;; bellico, atto o minaccia di ~uerra, consideriamo non essere (ripeto non

essere) il Consiglio della Società delle nazioni competente nella -guestione. I.a comunicazione di Vostr:i. Eccellenza J ovtà essere per conseguenza fatta a titolo esclusivamente informativo e di defercn2.a verso il Consiglio. MUSSOLINI

• Ad Antonio $3fandm.


OPERA OMNtA DI BENITO MUSSOLINI

344

Rf!ma, I settembre 1923, ore 24 ..•

Nel. mio telegrllmma ~umero 2945 ho precisato il carattere pacifico e provvisorio dcll'occifcaz1onc_ di Corfù. Re)iuto opportuno far presente

;ò~l!~\!f~};ft~~adill~~~~ttf?~~s~~~it~àe p°:r°ìEa;;~t~eatr: ~r::: 1

nere amichevolmente e con mc:-zzi pacifici soddisfazione, giustifica secondo fa comune dottrina il ricorso alla violenza, adottando mezzi che,

:1C~~~ : :s~~~~it~~:~~n~1:: :!n~1ift~~~~;r~~e~~:~ a~a~~o~;ra:~~~: 0

0

ressi, Tra i vari mezzi coercitivi non bellici è compresa la temporanea occupuione di una 1;arte ·di territorio straniero. A tale meno ricorse nd 1901 la Francia impossessandosi dell'isola di Mitilene e ddle relative dog:tne per costringere la TW"chia a soddisfare gli impegni assunti verso la ditta Turbini e Dorano. Recentissima è occupazione Vera çruz 3 1 3 ~:1fa ~~r:t~~~i~i.m~~~id~~~:i0 ~ e~c:, ~ ~ ~e0 so~t:!a:Ii:r: rere, come è consentito dal diritto cfei1e genti, al blocco pacitko del territorio ellenico, o al bombardamento <li focalità fortificate, o alla occupa-

:~ec:bbe

siJi~gdfiss~ d~~~~~

~in:nfo ~r~re~ri~ide~1i'~ari e:f1e~~cr;s~~~o ~I appartenenti allo Stato o ai privati. A tale uopo è da .ricordare che la Francia nel 1884 bombardò I'arsenale_cinese di Fu-Cao per ottenere l'indennità ai suoi connazionali e bloccò l'isola Formosa, come

dovuta

di

1:f/6bf:~~oi1bfocr,t;t/i/J::~:;h~n: ~~1t1~t;;if~!of~nJf c~~t!ìa;~ ~!1 impedire conflitti fra la Grecia e la Turchia. Nel 1902 la Germania, 0

0

bombardarono

l'Inghilterra e l'Italia bloccarono le coste del Venezuela è il forte San Carlo per obbligar~ il q overno venezuelano a pagare le in-

::!~~àl~ocvo~~:

1

;;r~ a1e

1

&:~~ ìJ~:

3 !v~:ar: ~sr~f:1~t~~~n:~ ~~~ d)~li bania. N el 1882 l'Int1ilterra~mbardò A~ssandria e vi oberò una sbarco. 1

2

-~~~~!:d~aa~~~! 1 i!~f:r~àr:~~~e~ ~r~i~eii!tif~ r~;o0rlar~r~ie313 ~t~! isola di Corfù nel 1916 fu m ilitarmente occupata dagli Alleati, i quali senza fare 'tierra alla occu.earono anche varie isole

deffEgeo,

perciò

~;~\21n~1~h~e~:d~ir:1~pt:~~~:;vJle;~~l;:r:u;r;s~~m;oj~t~n~~i; 3

MUSSOLINI

"' Ai rappresentanti diplomatici d'Jt.1.liJ atl'e.11ero e ad Antonio Salandra.

Romà, 1 settembre 1923, ore 24. * ~isogna energicamente reagire oo_ntro n nballemenl erecofi.lo stampa Stati Uniti. Azione Italia è corretriss1ma da tutti i punti di vista e non vuole provocare guerra. . MUSSOLINI

• .AIJ'inwicato d'Affar( d'Italia a Washington, Augusto Ross?.


345

AGGIUNTE : TELEGRAMMI

Roma$ 2 setlembre 1923, ore o.4.5 ."'

seguente tekgramma: nazioni basato articoli con

Mi giunge da Ginevra

«.St.unane Politis pre5entò formalmente_al_ ~gretario generale ricorso Greci,1 Società delle 12, 15 patto. Elemento più grande interesse ricorso è che avendo Grecia nd rispondere ltalfa avvertito intenzione sua llppellarsi Societ.ì. nazioni, Italia 5Ua azione 5j sITT"ebbe messa fuori legge. Rirnrso sarà pubblicato ore pomeridiane:...

Sua Eccellenza Safo.ndra telegrafa inoltre: <r Ricorso greco con relativi documenti sar.ì. sottoposto esame Consiglio seduta pomeridiana, che su mia dom2nda sar.ì in principio privata. Decisioni ulteriori dipendc-ndo prevakntemente d a aueggiamento delegati francesi ed i,;glesi, importa che essi, e soprattutto quelio ingltse. che in seduta mattutina manifestò .incerta attiiuJine persino facendo difficoHà SNuta privata, 1ice\·ano da loro Govemi i$tJ:U:ioni Ji asseconJai·e nd possibile no,trn linea di aiiunc: ».

Prego Vostra Eccellenza voler esplicare senza indugio valida azione

~:u~:·,:~?zi~~~ ~ti~~v~ 7s~~:ir~rc~f :::~a:;! ì: ~~~::~. a;~~c~d~ 0

1

0

~~~~zi~fr;;o~a:1~~~i~~;af:a1~~:: ~!nnje~f!~sidJ::st::~;t:J~~~!;:; Società nazioni nella questione, non possa avere oltre tutto per effetto ltit:ic~°:J:;;rri~::d~fii:r;:~:e ~~e!~ ~~:io;hee e: ca1!~a!~~~:e n1r~~tt Ji :r~~t::c~1;:f!r~~t;g;;;~t;u~:bil::ni1~\~t!~ ì?t~~Jid ;,~~~~:sam~~~ d:i.nti della commissione di delimitazione, ~n attesgiamento ostile delle delegazioni inslesc e francese nuocerebbe definitiva assai gravemente alla stessa Socretà delle nazioni, e potrebbe. condurre Italia a rivedere sua Cfài~~n~ic~~;~a!:~~f ~f~s~~legrai:nml numero 212 ** il principio fondan:ientale che non permette al regio Governo di considerare questa questiohe come una di Ìluelle vertenze che il patto rimette alla compe· 0

Hl

r~u~t:~~

:itain:t:! ~~do,~~:~tar~el~~a°di~:~~i~~:eto p~rr:rn~rr~~ una questione di onore nazionale con un Governo che gli stessi- Jovemi britann ico e francese si sono finora rifiutati di riconoscere a causa della

:~b;ìt1~r~r~;ic~~ttckt~:tJ~fifars~i~~!de~~t

hanno ritenuto

respon-

.MUSSOLINI

* All'ambasciatore Pietro Tornasi Odb. Torrett3, all'incaricato d'Affari lui~i V"nnut~ li Rey, e ia.d Antonio Sal;1ndra. ... (400-401).


346

OPERA OMNIÀ DI BENITO MUSSOLINI

Roma1 2. settembre 1923,. ore 4. * Suoi' telegrammi n5 e 2%. In considerazione fase cui è giunta attualmente vertenza italo-greca con l'aver costituito in nostre mani pegno necessario garantirci una SO·

.~~~o~;d~~:;:oa~v:~~~oa~re~~g:~~;itdfgr~g?J!o:~~~t:iro,n~:r:;~1a;~~~1 essere tacciato di animosità. Prego ciuindi rispondere alla nota di cui al suo telegramma 255, fa. cendo rilevare come mezzo più efficace per calmare g iusto risentimento opinione pubblica e stampa italiana sia quello non persistere da parte stampa greca ad eccitarlo maggiormente, pubblicando notizie assolutamente infondate o esagerate. Regio Governo ha preso di propria inizia-

tiva tutti i provvedimenti necessari tutela rappresentanti interessi e cittadini ellenici in Italia, i quali continuano a risiedervi in condizioni perfettamente normali. Ne è prova tra l'altro il fatto che il console greco Trieste si è personalmente recato ringraziare prefetto per misure prese tutela sede consolato e numerosa colonia greca. Del resto pochi incidenti avvenuti Italia sotto prima impressione notizie relative· eccidio nostra missione non hanno avuto alcun seguito né conseguenza di particolare 1 s~!!ea!i:ad~r: i~~m:u~;i/~ locali, che non hanno tenuto conto preavviso di sbarco dato loro in tempo utile, mentre d'altra parte permettevano che nella principale opera militare di Corfù sì trovassero dei civili malgrado tale preavviso. Regio Governo non può che confermare sue precise dichiarazioni di cui al mio telegramma 2945 circa scopi e carattere sua azione e sì attende a che

~m&;~~nf~·!fsìì~n~~b::~~. :~ ;;:~~s:iiJ~à

~:ri~~/~::e~~e p~;~i Sf~t~a~t: i~o~:e;:~rJ~cftpf~i~{fficil~.la delicata MUSSOLINI

• Al ministro plenipotenziario Gi ulio Cel are Montagna.

Roma, 2. uttembre 1923, ore 4. *

raglt~f~la~o~~:n~ic:!;e~ voler comunicare Sua Eccellenza viceammiMi compiaccio operazione compiuta da forze italiane agli. ordini di

1

0

c,~:~~e~~

;~~~\i!t~~el!::!:to sa~ft;~f; ; i,u'!e c~~lr,:;ig!~/ordf!i~!:ti e scopi pacifici nostra occupazione isola. Vostra Eccellenza voglia provvedere generosamente a fenti, a famigJie morti ed a conveniente seppellim'è; ~:,;; ::::~\;ià inteso, Vostra Eccellenza terrà presente nell'esercizio del mandato costà affidatole c:1rattere speciale nostra occupazione non belJica, che non rende indispensabili per consesuenza tutte quelle misure che sarebbero normali per una occu.Pazione m seguito apertura ostilità, fino a tanto che ciò non rechi pr~g1uclizio od effettivo pericolo alrazione delle forze occupanti. MUSSOLINI

• AI ministro Paolo Th., on di Rc-veL


347

AGGIUNTE: T ELEGRAMMI

Roma, 3 se1te11ibre 1923, ore 2. * Nostro ministro all'Aia tclegraf~ quanto segue: « Qualora qualche membro Consiglio Società delle nazioni dubitasse in linea giuridica circa assoluta sua incompetenza per questione C.orfù, permettomi ricord:ue, come eventuale me;;zo dilatorio, recente precedente in vertenza minoranze tedesche in Polonia, nella quale Consiglio chiese parere alla C.orte di Giustii ia 1igundo prt"giudiziale di incompetenn. Ciò farebbe guadagnare alcuni mesi, senza alterare attuazione stat11 quo a JJOÌ favorevole • .

Prego Vostra Eccellenza tener debito conto questo precedente. Vostra Eccellenza sosterrà dunque pregiudiziale incompetenza assoluta sulle basi del mio telegramma numero 3000 ** e se necessario potrà sostenere in linea subordinata appelJo Corte Giustizia riguardo pregiudiziale stessa. MUSSOLINI

• Ad Antonio Salandra.

** (407-408). Roma, 3 setlembre 1923, ore 2. * In seguito ad ulteriori indag ini compiute a Corfù è risultata pienamente confermata la _circostanza che le poche persone colpite dai brevi tiri di piccolo calibro effettuati daJJe navi italiane trovavansi non al di fuori della fortezza di Corfù, come è stato tentato di far credere, ma proprio all'interno della fortezza, entro locali che erano stati indicati 0

0

;~~~~!

5

~~;:nd~~~~i1if~r~,i J~e~~1; av~1ut!ia:~!~ ,i~r:t:a::bf:~ c~~la forza allo sbarco italiano e d'altra parte era stato precisamente avvertito che in seguito a tale dichiarazione il fuoco sarebbe stato ,d iretto con· tro obiettivo militare. t stato Eure affermato che alcuni colpi sono cadut i

gf~\e~~~.èi:::~~ ~ffi,~:i;

i~: :di~ ~bf;~ Ì~~~v~.

!~~a d~~:S,f:n::~d~e:~e inglese trovavasi presente.

M USSOLINI

• Ai rappresenl3nti diplomatici d" ltalia a tl"estero.

Roma, 3 settembre. 1923, ore 6.30. *

st~:!!~e~tni:::r!.0 ~i:\t;~~{zy~:1!ei~~ :~r;::::

1 1 sca~~f ~~ f~~ra:! in presenza del ricorso della Grecia al Consiglio della Società delle nazioni, ci è convenuto far sostenere dalla nostra delegazione l'incompetenza del Consiglio stésso in conside razione della natura della questione e delle speciali circostanze della medesima, In proposito ho l'onore di richiamare l'attenzione della M:iestl Vo• A Sua Maestà Vittorio Emanuele lii.


OPERA OMNIA DI BENITO M USSOLINI

348

stra sopra il seguente telegramma che ho oggi ricevuto da Sua Eccellenza

Salandra : i+). Ho stasera stessa risposto a Sua &cellenza Salandra col seguente telegramma*, di· cui ho dato comunicazione agli ambasciatori e mini. stri di Vostra Maestà a Londra, Parigi, Bruxelles,· Madrid, T okio, StoccOlma, Rio Janeiro, Montevideo, Washington, Buenos Ayres, perché agiscano prontamente ed efficacemente presso quei Governi: ( + ). MUSSOLI NI '

( 407·40R).

Roma,) Jettembre 1923. • Bisogna ottenere rinvio riunione Consiglio mercoledì, per dare tempo

y~~~iatfe;~:;;i;ni~~ri~~~eArt~e~d~ ;~~;;~~:ioni rrecise ,ir,a linea,on.

-

MUSSOLINI

• Ad Antonio Salandra.

Roma, 3 settembre 1923, ore 9.23. *

~~~; ~;;5'. t}~~f:~?- Jf ~11:f~f~ t:1;ur~!'~:111~~ ~~:":insi~:: 0

0

rirc alla proposta di Vostra Eccellen.za di ~re nota com'unicazione, fu. rono intese a chiarire i supremi motivi di onore nazionale per cui l'Ita lia non ha sottoposto la <JUestione alla Società delle nazioni, mentre la suddetta comunicazione informativa aveva scopo di mostrare;: nostra deferenza verso alto consesso. . . Col mio successivo telegramma 2992 **'* ho messo '{ostra Eccellenza al cor~ente dei passi che, conformemente al suo sugg;enmento, ho incaricato I regi ambasciatori a Londra e Parigi di compiere di urgenza p resso quei Governi. le ragioni che col suddetto telegramma ho invitato quei rappresen· tanti ad esporre in nppoggio della nostra tesi, e che ne costituiscono la b:ise fondamentale, sono le stesse che Vostra Eccellenza dovrebbe sostenere, indipendentemente da ogni discussione interpretativa di singoli articoli dd patto. Non dubito d·a1tra parte che Vostra Eccellenza saprà fare convenientemente pesare, srecialmente presso suoi colleghi di Francia e d'Inghil-

~7~~st~:ui~~c~~ ;r~~J:it~·!l~\~~u~1~~~1:::b~nif l~?~v~~~fr~agfr$~~~1 !ti~~~er1h~ t~t:C~hirf,~~~r~n~eri7a;~:ti;io ~~~i~nTJ:,1si~:!a~;;~~~si: :1tu;~ 0

procedura di cui finora non si ebbe esempio. • Ad Antonio Sa landra e agl i amb.aciatori Pietro Tornasi Della T orretta e Camillo Romano Avezzana. •• ( 401-402). ofl n (403-404)


AGGIUNTE: TEL EGRAMMI

349

In tale senso ho ampiamente parlato stamane a questi rappresentanti di Francia C' di Inghilterra, interessandoli a far rilevare ai rispettivi Governi tutta l'importanza capitale dei suddetti argomenti. Questa la nostra tesi, che confido all'alto patriottismo di Vostra Ec· cellen2a di sostenere in linea principale, senza che 9.uakhe apparenza di esitazione possa valere a diminuire nelle presenti gravi circostan2e la posizione ed il prestigio internazionale dell'Italia, ingenerando dubbi in merito all'unanime consenso degli italiani sul sacro diritto che nostr a tesi difende. D'altra parte col mio telegramma Gabinetto numero 212 * ho espo· sto a Vostra Eccellenza le linee subordinate alle quali potremmo adat tarci all a stregua delle varie circostanze prospettate. Vostra Eccellenza si ·renderà ad ogni modo conto della capita le importanza che rappresenta per noi guadagnare tempo necessario a conoscere esito delle pratiche che regio Governo sta svolgendo a Parigi e Londra. (Per Parigi). Lascio a Vost ra Ecce llenza di agire più efficacemente possibile presso Poincaré, anche nel senso di controbattere effetto possibili pressioni personali su lui fatte da Curz:on nel collociuio di ieri. Ella troverà certo modo, corroborando quanto ho detto a Charles Roux, di far rilevare a Poincaré tutto il pericolo che rappresenterebbe per la Fran· eia lo stabilire il suaccennato precedente. pro~t~:~aL~Jd:~~a~i:c~~m~:~~r~~o;:;!:~e a Vostra Eccellenza agire con MUSSOLINI

* {400-40 1).

Roma, .5 seflembre 1923, ore 4. * Suo telegramma 213S . Approvo pienam_ente 9.uanto .ella ha detto a Poincaré, specialmente circa netta distinzione tra riparaz10ni chieste da conferenza amba.sciatori e ,quelle chieste da Italia. Per <J_Uanto concerne neutralità Corfù, mi rife. risco al comunicato Stefani di ieri, in cui è esplicitamente detto che non avendo partecipato a Trattato 1864 Italia non è legata da esso. D'altra parte con lo stesso comunicato fu messo in ~ilicvo precedente citato dall o stesso Poincaré the stessi Stati .firmatari detto Trattato si servirono del· l'isola senza consenso Grecia come base militare. MUSSOLI NI

• All'ambascìatore Carn.ill o Rom:1 no Avezzana.

Roma, 5 ulfembre 1923, ·ore 14.45. *

disi~e l!s:;od!if~~~:l~erJ:ri~:~!l1a ~ u:~~?o~~l i~J;!:rr:,ti~:~;atcE~~ cellenza non prenda decisioni circa uscita Società delle nazioni prima di 0

aver ricevuto mie ulteriori istruzioni. MUSSOLINI

,. Ad Antonio Salandra.


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOUNI

Roma, 5 selfembre 1923, ore 16.30. * Telegram ma di Vostra Eccellenza numero 2131. Il Governo jugoslavo mi ha manifestato suo proposito di deferire all' arbitrato ,guestione di Fiume, previa registrazione trattato di Rapallo presso Società delle nazioni.

;~~!

0

sto t!~e~i;::~t~~a}::~~o;t s~ir~:a::;:niril~~/r~ :r;i~:!g~ ~s~:i più conforme ai gr:mdi interern dei due Stati il raggiungere un accordo 1 1 ~i:~~o a~is~i~~~ ~ri~rr:ra~~a ~ori: i~~oen~asr:t~~ :~:i~c;i~i~Pr~~~f:~ amichevole quando si tenga conto della realtà, e cioè della materiale impossibilità di lasciare Fmmc abbandonata alle l?ericolose incontroll abil1 fazioni locali. A tale realtà si sono ispirati tutti i pro~etti italian i

fh; ~"Jet~~!i~~a~i~hdi~~~~ibi~;ii c~me;\:~an~eeid~:z1"c:;~~~~~ilip:b:~!: tuali per la Jugoslavia, a.ggrcgazione all 'Italia della città storicamente italiana, offrendo ancora m compenso una notevole rettifica di confine che faccia entrare nel Regno serbo croato sloveno verso Fiume alcune altre migliaia di slavi ora esclusi dalla frontie ra fissata dal trattato di Rapallo. Ciò comprende beninteso la. consegna alla Jugoslavia del Porto Baros e delta. Ho invitato pertanto Antoniev ié a far sapere chiaramente a· PMié il mio fermo desiderio di fare di Fiume una piattaforma cli collaborazione fra i due Stati anziché un eterno pomo d1 discordia. AntonievÌL: mi è sembrato persuaso e ad avvalorare la sua azione ho scritto personalmente a Pa~ié, mettendo in rilievo l'accennata finalità po· 1 ~1~~C:r:r::~;:~i~~ !r~~~end:f!~f:~n~lr: ,/i1: !i~~i:~:g~:i~:d~~~ ~ra~: ~~~~it!~::e~tll~:!~ ;;cihtu:O~a:!1~e ~~f;~~i~~, c~:t:;s1id~~: mune accordo, potrebbe rendere accettabile dalle due opinioni pubbliche

J:s:~i~~

una v'is~~~,~~eÌI~~uzz~ofa~ebbe opera utilissima qualora potesse esercitare azione persuasiva in tal senso presso Pafo:, inducendolo a considerare l"errore che sarebbe per il superiore interesse delle nostre bnone rela· 2ioni il ricorrere fin da ora all'arbitrato. La prego inoltre di volere anche adoperarsi affinché possibilmente consigli amichevoli ma efficaci in tal senso vengano anche dati a P3.Sié dal signor Poincaré, che Vostra Ecce!· lenza potrà !ntrattenere aU·uopo sull'ar.gomento. Gradirò cortese, sollecita comunicazione al riguardo. MUSSOLINI

* All'ambasciatore Camillo Romano Avenana. Roma, 6 uttembre 1923, ore 0.20. "' gue ~~e+ )~inevra). Regio amba~iatore a Parigi telegrafa quanto se• Ad Antonio Salandra e all'ambasciatore Camilla Romano Avezuna.


AGGIUNTE : TELEGRAMMI 35 1 ~Per Parigi). NeJ dar comunicazione a Salandra del telegramma della

Ecce(~:rz~~rtQu~~:i~~a~f(a:0 t*~~~t~ stamane confermato verbalmente il vivo desiderio francese di serbare atteggiamento

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~i~f~:vdt;hra;~!i~:i:e~a~:t~~~!~u:;!~/:!~t~ttd:~: v;::;~!a ·zioni in tal senso ad Hanotaux, specialmente pel lavoro persuasivo da farsi nelle coulisses. Poinca.ré, ha aggiunto Charles Roux improntando tutta la sua conversazione al tono amichevole, si preoccupa unìcamente della ricerca da farsi in pieno accordo con noi ed in maniera che non si abbia a dare ad essa il minimo carattere di mediazione che potesse venire interpretata come limitazione della nostra libertà d'azione, di una soluzione la quale pur soddisfacendo pienamente l"amor proprio dell'Italia col mantenere m sostanza la posizione da questa assunta, giri posslbilmente la questione

più

t~l;

~;//~in~o;rc;;n:;::1~u;ft~a ie~bb'ìr;;~~i, ase;:ic~~l:reu:s~~l~~e~s°:j incompetenza. Mi. ha ,quindi esposto il seguente progetto generico di una combinazione tipo che Poincaré considererebbe rispondente in massima al criterio suenunciato: 1) Consiglio Società nazioni constaterebbe assassinio in territorio greco di tutta una missione militare italìana investita di mandato dalla conferenza degli ambasciatori; 2) constaterebbe anche che il Governo italiano e conferenza ambasciatori hanno redamatò delle sanzioni e che il Governo italiano, non av'endo ottenuto le soddisfazioni da lui richieste, ha occupato Corfù; _3) prenderebbe atto della dichiarazione fatta dal Governo italiano che questo non ha occupato Corfù che eer ottenere soddisfazione e secondo i termini della comunicazione italiana ai vari Governi; '1) prenderebbe atto della dichiarazione del Governo italiano circa sua intenzione non fare guerra alla Grecia e dichiarazione che allo stato dell;)c~~en n~n p~~;u~~;~:~J~ dsiuff~e;:~srione deÙa competenza, a iornerebbe esame dell'ammissibilità del ricorso _greco ed emetterebbe J~oto che la questione sia regolata a] più presto mediante accordo diretto fra le potenze interessate sotto gli auspici della conferenza de~li ambasciatori. A mia richiesta l'incaricato d"Affari di Francia ha chiarito che le pa-

d11:~< :i°e~~ri~~;~spJ~i1!. ~:~tte~: :ifa i~~C:Fe~~~~:i :;:~1r:b}:C\~~:;~ 0

ma nel senso che la questione stessa dovrebbe essere esaminata con l'assistenza della conferenza degli ambasciatori.

tun: d1a\~1~ ::r;;i~ 0

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Z'~~~~:~d:iafr~~1'~i:s~h~~is~ru;u~~t: ~

s~-~=n~ voto col q_uafe praticamente si disinteressasse dell'esame def merito della

~·fi~i !~i:; !t~~~;~e

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0

11

~~t:!fndeH~ rfc:C~~~ ~t~1!:rr:r1t~~1:i~~fa _a Da un esame approfondito del suggerimento francese sono venuto a convincermi che in realtà nulla rotrebbe ostare da parte nostra alla accettazione di una deliberazione de Consiglio della Società delle nazioni in • (410).


352

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

conformità ai sud~etti punti 1, 2, 3 e 4, i guaii corrispondono sostan. zialmente alla verità dei fatti e alle dichiarazioni del regio Governo.

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os~~~~: ~~a'~:sc~~;b~n;~~~~i a;:~bifiti3

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~: ,~~ i~ nuova discussione ne( Consig lio della Società delle nazioni nel caso in -cui la Grecia non volesse accettare le decisioni della conferenza degli ambasciatori. Sarebbe invece accettabile una formula analoga a quella prospettata da Romano e mediante la quale il Consiglio deliberasse non procedere all'esame della vertenza italo-greca. Sarà conveniente sostituire alle parole << sotto g li auspici » una formula che lasci più chiaramente comprendere la coesistenza del diritto dell'Italia alle proprie dirette ripara-

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:~:~r~~IJ:r~a~g;ue~~~it1~,!:i~:toc0d'~ffa~tdtef!~n~:b~~~a:~r~u1!~e non sarei stato alieno dal pregare Vostra Eccellenza di tenersi in contatto con Hanotaux (il quale riceverà rinnovate analoghe istruzioni da

~~~ic;r:/1!~~r~bb~e~;r~~~u~o; m;~~ib~Ì~~nel~Ji~o;/~~~~r~a ;:c~~~!e:,~it:0a):

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i:te~~i e~S~~d~i.p~r noi ammissibile d imostrare CO· munque intenzione di recedere dalla posizione presa, ogni iniziativa al : 1~~~~t~~x:iin~~aÌ;,p~; ~l~v::sa~~:,r~lt~:ci:~~h:dad~~~r:rrt;!P~~mi:;~~ rio re rinvio della disçussione del· Consiglio.

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a P~f;t~a ~i~:Ìit~h!n~~r:~u1e~~~a:~~: ;en~ri~~e~:a~~~se al progetto su esposto, in guisa da non dargli (specie di fronte ai terz.i) aspetto dì proposta francese in tutte le due parti. MUSSOLI Nl

· Roma, 6 Jett embre 1923, ore 3.30. * Suo telegramma numero 29. Dal mio telegramma 3067 ** Vostra Eccellenza avrà rilevato come formula per noi accettabile sarebbe deliberazione Consiglio << non proce· dere » all'esame vertenza italo-greca in base alle constatazioni contenute nei primi ,guattro punti indicati da francesi. Ma tanto nell'ipotesi che Consiglio prendesse una deliberazione cosl formulata <juanto se adottasse una d iversa formula, ritengo preferibile Vostra Eccellenza si astenga dal voto dichiarando di dover riferire al regio Governo. Circa seduta assemblea, sembrami convenga nostro delegato vi assista in ogni caso per evitare impressione che Italia desideri comunque sottrarsi al diQattito. Nostro delesato assemblea dovrà tuttavia, regolandosi sull'andamento della discussione, riferirsi serenamente soltanto alle d ichiarazioni fatte da Vostra Eccellenza nel Consiglio e, se necessario, ripeterle senza allargarle, però, con argomentazioni d'altro genere In cas~ d1 intemperanza di linguaggio e di escandescenza da parte deleg ati altri Stati dovrà limitarsi a protestare abbandonando .J'aula. MUSSOLINI

• Ad Antonio Sa[andra. u

(411-413).


J53

ACC(UNTE: TELEGRAMMI

Roma, 6 ullcmbre 1923, ore 16. *

Suoi telegrammi 279 e 280. Approvo tenamente suo operato. Voglia far conoscere al Governo

~r:e~:1 c::i

~;~r~\f;~ ar;~;r~' f

0 t~n~~e ~ae ft~liaesiec;~;ftén;~n:~~~ prendiamo in che cosa possano interessarci j movimenti della flotta greca, sempre che non abbiano carattere di ostilità contro di noi.

MU SSOLINI

* Al ministro plenipotenziario Giulio Cesare Monta,gna. Roma, 6 JeJ/e111bre 1923, ore 24. *

Telegramma.di Vostra Eccellenza numero 2141. Approvo p_ienamente linguaggio di Vostra Eccellenza, specialmente fter quanto concerne riaffermazione responsabilità greca, trattandosi de}:~~~cdi~eft~id~ft!fta!fae v~lionlact:~::~za non si sostituisca per noi Quanto al comitato di inchiesta, Vostra Eccellenza dovrà insistere perché triumvirato sia presieduto da un italiano, facendo rilevare come ciò ci indurrebbe a considerare assorbita la nostra richiesta numero 4. Nel caso di assoluta ièreducibilità inglese, ella potrà accettare partecipazione di un membro giapponese.

}N:

MU SSOLINI

* All'ambasciatore Camillo Romano Avc:.:z.:ina. Roma, 6 settembre 1923. • 2 ~~~tcts~e~:~:~i ~~~~iglio Lega naz.ioni comunicate da Ucil non --sono altro che proposte presentate al Consiglio stesso da Politis nella se-

:a~~ac1r~~ ~rfu~~:(!eA~:~:~v~ui~:;~7g~:J;\!~!~an~~e~: j;~:od~:O~i~~ ~ cinquanta milioni, Vostra Eccellenza. comprenderà come non sia compati-

bile con 1a nota posizione da noi nettamente assunta, prenderla in esame senza che sia pnma precisato suo grado interdipendenza col complesso delJe rimanenti proposte elleniche e se non quando ci sia presentata o direttamente o per tramite della conferenza degli ambasciatori. Per sua norma dì linguaggio tenga presente quanto ho già più volte fatto incidentalmente rilevare a questi. incaricati d' Affari di Francia e di Inghilterra, e cioè che ingenti spese cui ci obbliga occupazione di Corfù per inadempienza greca vanno ogni giorno accumulandosi. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Camilla Romano Avenana. 23.- x:r;;:u.


354

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 6 .reiiembre 1923, ore 24. * Telegramma di Vostra Eccellenza numero 23. Italia, Inghilterra, Belgio, oltre alcuni Stati minori, non hanno finora

~~~:~ 0~~~1~0m:~~~~~e ~~~:u.g~:Cr°·

q~:n~;n;i"i~ln~Fr~c1a~iet~~: ~e~~; ancora riconosciuto re Giorgio. N ei giorni precedenti massacro m issione Tellini, Governo francese aveva informato Italia ed Inghilterra di consi. derare opportuno che suo ministro ad Atene presentasse pros~imamente sue credenziali re Giorgio. Secondo ebbe a spiegare questo incarinto d. Affari. di Francia nel farci verbalmente tale comunicazione, punto d i vista suo Governo era motivato dalla convenienza prevenire e non subire necessità riconoscimento attuale regime monarchico, che non mancherebbe essere conseguenza delle prossime elezioni in Grecia, le <juali, secondo opinione Parigi, porterebbero rafforzamento monarchia unico. regime ca-

~r~~u;~~

r:cc:

s~~~~r::e:rf :~;~·o~a~oc~nr~~o~t~~c~~v;;;s~n~;i~e~~~~· i~ .Grecia se esso non sarà legalizzato ~alle prossime elez1oni e non saranno allontanati dal Governo i resP?nsab,li dell'assassinio de / membri del precedente Gabinetto. Tale demione è stata portata a conoscenza del Governo di Parig i, facendo presente che Inghilterra l'avrebbe mantenuta

:ac~: ~1~r~~~~

tinf:~rc~~ia;~~;d;~~e r1:o!i::fm!~~/~o~~~~i~~b~~ avuto come necessaria conseguenza quello dei membri del Gabinetto attuai· mente in carica. Quanto a ministro del Belgio ad Atene, che era sul punto di pre· sentare credenziali re G iorgio, ha avuto istruzioni da Bruxelles di sospen· dere presentazione fino a risoluzione <jUestione italo-greca. Punto di vista italiano era, al momento in cui è sorta tale questione, favorevole in linea di massima al riconoscimento di re Giorg io, e ciò conseguentemente aU'atteggiamento da noi sempre tenuto a tale riguardo, ma regio Governo intendeva riservarsi scelta del momento più opportuno di procedervi in relazione situazione politica interna Grecia e decisioni Governi alleati. .MUSSOLINI

• Ad Antonin Sa lanJra.

Romd, 7 seuembre 1923, ore 8.30.

*

Avendo occasione di parlare con re Alberto, sarebbe il caso d i fargli conoscere. discretamente che atteggiamento raperesentanfi Bel~io aeropago G inevra ha prodotto" <JUalche sorpresa opinione pubblica italiana, Nessuna novità 1mportanle . . .MUSSOLINI

• A Sua Maestà Vi ttorio Emanuele III, a Ra(conigi.


AGGIUNTE : Tl.:LEGRAMMI

355

Roma, 7 Jellembre 1923, ore 12. * (Per Parig i). Sua Eccellenza Salandra telegrafa notte 7 corrente: « Seguito al lllio telegramma numero } B. ..- Risultalo seduta. di oggi prova atlituJ ine 1« isamrotc contraria del Governo inglese, in cui due volte lord Ceci! ha dichiarato che riteneva competenza Societ.ì delle nazioni. Questione compctenza a stento evitata oggi sari portata prossima seduta per pressioni Cedi, assistito dai ra("lpresentanti <lei piccoli Stati. Dopo dichia.razionì dei rappresentanti· Inghilterra, Svezia, Belgio, Uruguay, il C.Onsiglio sa.ri unanime contro nostra tesi, salvo che Francia netta.mente si dichiari favorevole nostra tesi o trovi il modo di eludere quC'Stione. Condotta Hanotaux e delegato spagnolo, suo strumento, è stata amichevole ma fiacca. Ne sia prova essersi essi indotti propugnare mediante premute presentazione proposta di cui delegato spagnolo si è fatto portavoce, pur ricoooscendola con me con.fidenz..ialmente inac• cettabile. Bisogna quindi eaere preparati prossimo voto afferm.uione com~tenza Consiglio comunque, forse condito di frasi benevole. Sarebbe umiliante ed inutile ogni tentativo di zinvio da parte nostra, essendu evidcnte partito preso portue cose all'estremo. Potrebbe evitarle od almeno differirle soltanto atteggiamento risoluto della Francia. Occorre quindi che Vostra Eccellenza. precisi nostra eventuale attitudine. Proporrei subito dopo il voto dichiarazione che ne riferirò al regio Governo, il quale esaminerà situazione e prenderà sue risoluzioni. Ma i delegali italiani non potranno più intervenire C.Onsiglio ultime commissioni, nostra uscila dalla Società ritenendosi da tutti inevitabile dopo la pubblicazione <lei resoconto ultimo Consiglio dei ministri. « Ritengo probabile seduta sabato ».

Ho risposto : (Per tu tti). ·Nel comunicare suo telegramma numero 39 al reg io ambasciatore ho incaricato il barone Romano far rilevare con tutta 1a necessaria efficacia a Poincaré come, maJsrado il vivo desiderio de ll' Italia . conformare la propria volontà allo sp1rito p iù amichevole e conciliante

~:::dc:ePJ~fl:i ~!f:t~n:}~:J::e~:1! ~te 0

1~

~~~hh'a 0 ~d:~a~~:res:i~~l~ perfetta coscienza d i e<jUità assunta in difesa del suo onore e d el suo diritto. Dato quanto precede e date le previsioni che si d ebbono fare in seg uito all'intensificazione dell'opposizione alla n ostra .tesi che 5:i delinea a G inevra, sarebbe possibile evitare nostra uscita dalla Società d elle nazioni solamente se: Poincaré desse categoriche istruzioni ad Hanotaux di sostenere risolutamente e fermamente almeno l'applicazione d i una for' mula che, escludendo competenza, accogliesse proget~o comunicazioni di questo incaricato d'Affari di Francia di cui al m10 telegramma numero 306 7. * In co nsiderazione di q uanto precede approvO proposta d i Vostra. Eccellenza di limitarsi a fare, dol':° il voto del Con siglio, d ichiarazione che ne riferirà. al regio Governo, il q uale esaminerà la situazione e prenderà su e risoluzioni. • AU-ambasciator~ Ca.milio Romano Avc-zzana e ad Antonio Salandra. °'.(4ll•413).


356

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

(Per Parigi). Prego Vostra Eccellenza prospettare con la massima urgenza qila nto precede a Poincaré, facendogli rifcvare nostro forse eccessivo spi rito moderazione e cercando ottenere da lui invio immediato ad Hanotaux di istruzioni i11 'base a ciuanto sopra. MUSSOLINI

Milano, 9 Jettembre 1923, ore 2.30. * Credo opportuno ed urgente significarle che pronta accettazione da

parte Grecia richieste formulate conferenza ambasciatori non può voler dire simultanc-a evacuazione Corfù. Anzitutto accettazione non significa esecuzione. Anche deposito somma cin~uanta milioni rappresenta garanzia esecuzione una sola clausola, quella d ordine finanziario, mentre riman-

gono tutte altre, fra quali importantissima quella numero 5, che concerne ricerca e punizione assassini e la cui esecuzione definitiva non solo richiederà Wl .congruo periodo tempo, ma r,,ppresenta conditio Jine ·q11a non perché Italia proceda evacuazione Corfù. Lascio Vostra Eccellenza arbitro scelta momento opportuno per significare quanto sopra conferenza ambasciatori scopo evitare deplorevoli equivoci. Desidero conferma. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Camillo Romano Aveu.ana.

R oma, 9 settembre 1923, ore 19.30. *

Riassumo sommariamente per riservata norma di Vostra Signoria ultima fase questione Fiume.

Lavori commissione. paritetica sospesi 3 1 agosto dopo vani tentativi accordo su tre successive formule di sistemazione, che comunico per corriere. Stabilito periodo sino 15 settembre per esame conclusioni della commissione da parle rispettivi Governi, Antonievié mi ha rimesso 1° corrente lettera che notificava proposito suo Governo deferire 9uestione arbitrato· previa registrazione trattato di Rapallo presso Società nazio~i. Ho risposto con lettera personale a Pa~iC, consegnatagli da Antoniev1é, nella quale ho rilevato con sorpresa precipitazione jugoslava, che, scartando accordo diretto, rischiava compromettere finalità politica superi~re dei buoni rapporti fra i due Stati, mentre deferimento puro e semplice

t~b~:~i:~ ~a:;~irtie;a~~;~;:,~:j :r:::;erti~:~~~i!~~::i;~i~fo~~~ anche contrariamente volontà dei due Governi. In tale lettera mi ·richiamavo anche al Jun.so col109.uio avuto con Antonievié, nel quale ho proposto soluzione radtCalc, cioe ! mano libera

~!:~:'1

~er:~c6n:d~~:!1:~e~tf&ase9eJìa a}(~~(t~!~tdt}ii~;e~i f; ::r~ Jugoslavia nella zona di Castua e nel territorio stesso di Fiume; vasti ac,ordi pel funzionamento sistema portuario, da essere subito integrati da • . All'incaricato d'Affari Con.salvo Summonte.


AGGIUNTE : TELHGRAMMI

357

larghi accordi economici, mentre tlon mi rifiuterei consid<:rare anche oppo1tWlità. acco1di polit,ici. Concludevo sottolineando che mie proposte, p,ù che semplice soluzione pcoblema fiumano, costituiscono offerta O.i un ... ero patto ~i pa.ce e di amicizia. Ambasciatore. Romano Avezzana ha ~!lustrato questi eone.etti a PaS:ié, il quale. ha dich1a1ato: 1) non ingerirsi per 1agioni di politica interna di1ettamente nelle trattative per Fiume; 2) che aYiebbe tuttavia manifestato a Ninéié opinione contraria ricorrere per ora aU'arbitrato; 3) che avrebbe manifestato anche sua opinione che occorra fare ancora un tentativo fra Italia e Jugoslavia per raggiunge1e un accordo diretto, sia. 0

pur~~~e~~~~1F: ii:s;:t·confidenziale che Poincaré, in coll uio con Romano Avezzana, ha manifestato sua mig liore disposizione col~rare a buone refazioni italo-jugoslave ed ha fatto accenno a buone disposizioni altissima personalità slovena, sul quale le verbalmente Sola, che arriverà subito. Vostra Signoria vorrà seguire attentamente svolgersi prossimo :in· nunciato Consiglio dei minis~ri, c~e dovrebbe essere presieduto da re Alessandro, e vigilare atteggiamento e propositi di codesto Governo, informanJomi costantemente e teleg rafondomi all'occorrenza proposte che ritenesse opportune nella linea de l prog r:imma politico accennato.

serba croata

riferirà

MUSSOLINI

Borgo/aro, IO Jetlembre 1923, ore 24. * Secondo notizie che mi pervengono da parecchie parti e che mi sem-

~r::ne~

~~n!fn::~:e~t~~;i~~~!ioc~~t~~en:~;;~r:esf,e::~~e<l~~~j fi:~t'S~J~~~~:i~~e";1:: d~~I;a:;o~~!e!uoa,~dvo:r~~:::nr~f~ c~r~v:i più che altro a personale risentimento e tendenze demagogiche di al-

~!et~n fascista. Sarà bene che Vostra Eccellenza faccia comprendere costi che una tale intenzione, mentre può essere pericolosa per l'esistenza della Società nazioni, che si trasformerebbe . in una lotta demagogica ed in una competizione di politica. sociale, non impressiona menomamcnte Governo fascista italiano, che è forte del consenso non di una parie soltanto dell'opinione pubblica, ma dì tutto il Paese. MUSSOLIN I

* Ad An tonio S:ifondr:i.. Romd, · 11 Jellembre 1923, ore 11.30. * Ho l'onore di segnalare alla Maestà Vostra la convenienza ~ litica che Vostra Maestà faccia pervenire le sue felìcitazion'i e quelle di Sua • _A sua: M:iesti Vittorio Em,urnde lii, il Racconigi.


358

OPERA OMNIA DI DENITO MUSSOLINl

Maestà 1a regina ai sovrarii jugoslavi in occasione del fausto evento nascita principe ereditario. A ll'uopo s~ttopongo all'alta approvazione d i Vostra Maestà un progetto di telegramma, che prego' Vostra Maestà di voler esaminare :

« A nome anche de!Ja regina, prego Vostra Maestà e Sua Maestà la regina di s-radire Je nostre più cordiali felicitazioni per fausto evento nascita principe ereditario, che all ieta rc:ile famiglia e popolo amico dei

serbi, croati, sloveni». MUSSOLINI

Roma, 12 settembre 1923, ore 1. *

2~~ferr :om a~!r~i~~~ofti1!~:;ìf,i~::ii~1~a;JJ~;1e di principio espres-

sa già ripetutamente e per ultimo mio telegramma numero 20 da Borgotaro ** secondo rui la nost_ra occupazione di Co rfù ha cauttere tempcmtneo, · subordinatamente però, ptr quanto ri.gua.rda i1 termine dì essa, alla piena esecuzione delle nostre giuste richieste di sanzioni. Tale è d'altronde il soJo significato che può logicamente attribuirsi all'espressione« obtenir tatisfartion a11x demandet qu'il a prétentée.r >> con la quale la conferenza degli ambasciatori ha precisato, nella sua ultima nota alla G recia, lo scopo della nostu occup.-u:ione deI1'iso1a. I dubbi che ora sor~ono da parte del suo collega britannico circa eYentualìtà che, malg rado ·l'obbli,1?0 categoricamente imposto alla Grecia dal punto 5 dell'anzidetta nota, di assicurare cioè non solo la ricerca m a b. punizione esemplare dei colpevoli, e mal_e:rado la pretesa efficacia della garanzia delle potenze, si verihchino nella pratica condizioni che non permetta no tale punizione. col che verrebbe a manca r in sostanza la fondamentale riparazione dovuta al nostro prestigio ed al nostro onore nazionale, non possono che rendere anche più manifesta per l'Italia la imprescindibile necessiti di conservare il pegno che è stata costretta a J?rendere di fronte al malvolere della Grecia, ciuale indispensabile garanzia d i ottenere tale soddisfazione, cui unanime la nazione italiana esige con diritto indisrutibi1e. · N on posso dubitare che i suoi colleghi della conferenza degli ambasciatori riconosceranno tutta la g ìusteiza di tale punto di vista. A dissipare però qualsiasi vago senso d i preoccupazione che possa essere suscitato dalla indeterminatezza della data della nostra evacuazione, l'Italia, pe:r dar nuo,•a prova delia perfetta lealtà deJle sue intenzioni, si d ichiara dispOsta, nel caso che i risultati dell'inchiesta non dovessero condurre ad im mediata esecuzione, ad esaminare, a seconda .dei vari casi che si potessero presentare, fa possibilità di determinare le condizioni indispensabili per permettere di liberare eventualmente il pegno, anche prima che fossero integralmente eseguite le dausole di cui ai punti 5 o 6. Qualora ad esempio si verificasse il caso o che l'inchiesta non riuscisse ad individuare i colpevoli o che li dichiarasse irreperibili, l'Italia verrebbe a trovarsi nella situazione inammissibile di non essere stata sod· • All'ambasdatore Camìllo Romano Avezzana. o Tale telegramma non è stat~ rinvenuto.


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

359

disfatta nella sua giusta richiesta fondamentale, ed in tal caso, perché possa verificarsi la possibilità dell'evacuazione, sarebbe indispensabile provvedere con altra riparazione, quale potrebbe essere il pagamento in-

~~~~:a

~er~~~le:t11~ ~~!~b'!Ji:t~i :!~ì;unziio1~a~e8:ns~!;~l:Cr ~~e~~~edna1 numero 5. Ed in tal caso bisognrorebbe anche risolvere diversamente Ja questione delle spese di occupazione. MUSSOLINI

Roma, 13 ;ettembre 1923. * Suoi telegrammi 2186 e 2188, Mi rendo pienament~ conto delle gravi difficoltà d'ambiente in cui si svolgono le conversazioni alla conferenza degH amba.sciatori, che naturalmente sono influenzate dalle perfide correnti che costl arrivano da Ginevra o direttamente o ·indirettamente attraverso i Governi. Approvo

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0

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d~e~ia;:~/;n!~ri~;0~d:tr:1 ~f~le;:~sfe~ a1r~u?s~~i~~if Devo anzi aggiungere che l'esemplificazione indicata in fine mio telegramma ;16fìl<* intendeva chiarire fin d'ora che le riserve dell'Italia circa Ja data dell'evacuazione non avevano uno scopo dilatorio 1ine die nel-

~~~t dlrf.~~::!a~fs{~ft~: i~~~j~~

~~~';~~~f~~~:~~1:r:.0ii:: 1:s~t~~ed~~uc~f 0

:f!;~v~~ve~:N: ~lr:~a;J:tochiot~:n:f~i:::1es ~~11~i:::re~~tte1t L'esemplificazione voleva indicare la possibilità di una soluzione reali. stica immediata e che permettesse all' Jtalia di procedere all'evacuazione. Ed anzi, poiché costl si insiste per la determinazione di una data fissa

:i~ ';ttd:Z!

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0

nf :t~bii~,u~~~:hrfi:: ~ ~ ~/ig~!~~~~! ~~~c~~~at!a;: condizione ffia quale avverrebbe la evacuazione nel caso .di impossibilità di esecuzione def punto numero 5. E cioè che venendo a mancare la sanzione principale del delitto e ritenendo gli Alleati preferibile non ritardare ulteriormente Ja liberazione del nostro pegno, dovrebbe essere a noi

~~ri:~i ~~~:1::::d!ìì~ ir~l~1

el~:

3

°&i!et:~:;,~a s!~;iela~u~~ti~~~d

~:ei~e~:g~}i:1:a~!l~hi:~~i~h: tflaJ:i~~~aJ~t~~~:~1\};1/1erl~~r1;~~ razioni una questione finanziaria, tanto è vero che si rimette al futuro giudicato del Tribunale dell'Aja, In seguito a guesto radicale chiarimento delle mie istruzioni, se non esiste la malafede, le difficoltà della confe~ ~r~an: ?,1!r:uì~~~at~:~J~;:ett:v:~~~~~= !nd;~a~isa~i può pervenire Con tale soluzione non avrebbe più ragione di essere fa dichiarazione che le è stata richiesta. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Camilla Romano Aven ana. 0 (420}.


360

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLIN I

Roma, 13 sellembrt 1923. • Seguit~ del precedente. · · D ata la gravità di essa, debbo tuttavia formalmente dichiarare che

trovo contraria a~ ogni principio di moralità internazionale la frase «_nel caso in cui risultasse dal rappc_>11o della commissione che l'inchiesta non sia stata condotta dalle autorità elleniche in modo soddisfacente». t questa una frase che fa torto a chi la propone e che dimostra a qual

r;~e~e d~t1t:1~~~ ~~Ìf~r~~~i~~l:~:~~er~:llt~f~t:rd~tG~:!~~~~~~~~ un documento istruttivo, che sarà bene consegnare alla storia della po· ~

l itica altruistica praticata dalla Gran Bretagna in questo grigio periodo del

dopoguerra. Sa.rà bene infine fare osserva re che il sentore di questa di· chi~razione ecciterebbe b Greci:i. a sottrarsi alb esecuzione di quella con-

a

al

diz ione che eiù sta cuore :i.ll'opinìone pubblica italian:i. ed regio Governo, cioe l:i. ricerca e la pu n1zione dei colpevoli, 2 chiaro poi che la nota alla Grecia dovrà essere opportunamente mo-

~~~~ia,/t~n~°i;~~:i.zi~t~~;~~i!~/:~z~~:eildr~gi~iJ~~:~~~an~~ ~~rXb!td,fJ;;~ parte nessuna d ito!tà ad associarsi a quelle sanzioni o ~ondizioni che la conferenza degli ambasciatori intendesse mantenere nella nota come misure collettive per il delitto commesso contro il presidente della commissione internazionale. Qualora conferenza non accettasse puòto d i vista italiano Vostra Eccellenza ne prenderà atto e si riserverà di avvertire regio Governo per necessaria libertà d 'azione. M USSOLINI

• All'amb:1.iriato1"e C1mi llo Romano Avezz:ma.

Roma, 13 Jeltembre 1923, ore 21. • Telegramma di Vostra Eccellenza numero 70. In presenza della rich iesta di registrazione del trattato di Rapallo da parte jusoslava, ritengo conveniente procedere anche da parte nostra alla registrazione. Documenti difficilmente potranno partire stasera e quind i sarà bene fissare la data contemporanea di registrazione per luncdl. Confermo _quanto_è stato già fatto presente per telefono dal seg retario generale, e cioè che . le eventu~i polemiche potendo sorgere principalmente intorno alla (!Uestione di Fmme, nella quale potrebbero intervenire anche

1

~:;:~nst:re:hi:r~ITo~~~ 0«\~e r~a:f:~:tr:~lfna~ti~~1!e4a~c~mJ:18~r:\~a! ~~

~i~~i~~~·n~ ~~vfi~~ ad~lu!1: l ,0~~!~1i:2::zi~~~ !eff~~g~ert~ f~~:~~n~~:~~~

dello Stato di Fiume non saranno pienamente assicurati, il Regno d 'Italia ed il Regno serbo croato sloveno, d i comune accordo riservano a sé • Ad ..'intonio Sal.1ndra.


361

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

esclusivamente il diritto di prendere tutte le determinazioni a tal fine occorrenti 1>. Confido che Vostra Eccellenza e codesta delegazione riusciranno a far ,

c::::er~~t:::ss~ ~~c~~i~;~

~ e~!~a~\iet:rt1~~i~tt~?s::iu!Lftt In quanto alla lettera Sforza, le confermo che qualora i delegati jugoslavi insistessero per la sua registrazione, noi dovremmo opporci con tutte le valide ragi?ni di cui disponiamo all'uopo, fra ~i importantissime . le s~iali carn.ttenstiche della lettera stessa, e che lasoo alla competenza di codes!a delegazione di svolgere e sost,enere. MUSSOI.IN I

Roma, 14 settembre 1923, ore I. * Onorevole Salandra telegrafo da G_inevni che è intenzione approfittare comunicazione alla Lega na1ion1 nota rimessa Grecia da parte

~:!edeteoi::ir:id~l[~c~/~~:~:o ~~a;!~~ Ji a~~~Jbl~;. 0~;:;1~ 23

3

5 ~1f!r::ni~~:or1ud:~~~t1 ~~~;bk~~i~=g~i~~ s~~a \~~:\~n!~

;:J:t~sf

significare immediatamente codesto_ GO\·erno su necessità che rappresen-

~i~~!~~n~~. ~al~~~~~I.te~~~g;~~~ft!~o

c~ ~n~~a~:soc~~~st~nt~~~~n~tt:t~ qualora questione venisse riaperta sede G inevra dopo essere stata chiusa con accettazione ambo Governi a Parigi, Governo italiano, che ha documentato suo spirito assoluta moderazione, rivendicherà sua libertà d'azione confronto Governi alleati circa vertenza italo-greca.

far/!;~i s,~~:~'f?~:?oa~f !~:i:~1;! ~i~~~;~;c;~i~t~ e~; i!ft:~i PJ:i~

gato Giappone Lega Nazioni.

MUS SOLINI

* As;li ~n,b:isci:itori Pietro Toroo~i D ella Torretta e Co.milio Rom:mo Avenaiu. Roma, 11 settembre 1923, ore 21.35. *"

• All'ambasciatore Camillo Rom2no Avezz~n:1..

** (421).


362

OPERA OMNIA Dr BENITO MUSSOLINI

)ioni. Inci.so restrittivo contenuto comunicato può determinare non adempimento clausola 6, bensì una mostruosa mistdicazione che bisognerà im·

pedi{ ):!

~fnbii!~~~ s::=~~èi~~~~tidTi:!~~~;o che al 27 si constatasse:

2) che malgrado tanta diligenza non si sono trovati colpevoli; 3) che quindi Italia non ~a diritto totale indennità; 4) che Italia deve cionond1meno evacuare Corfù giusta impegni presi conferenza ambasciatori. inco~~~ìt~,:i:c~t;;~is~isi~:::~ mie·osservazioni, la cui logica sembrami

·

MUSSOLINI

Roma, 16 iettembre 1923, ore 20,JO. * Suo telegramma 85.

Sono disposto ad acconsentire che Vostra Eccellenza dia la sua ap· provazione nella seduta del Consiglio di domani alla formula riferitami col suo telegramma numero 84, a condizione che sia bene stabilito che questione sarà considerata deJ tutto esaurita e non verrà portata in nes!/UO modo · all'assemblea. Non comprendo perché vi sia stata una così lunga ,e laboriosa discussione preventiva confidenziale per trovare una formula conciliativa in riguardo della vertenza italo-greca, quando questo accordo ormai servire ad inizia.re una discussione pubblica su una comunicazio ne del Consiglio che darebbe inizio ad una d iscussione all'assemblea. Ho già dichiarato (+)che la vertenza italogreca, essendo stata chiusa a Parigi con accettazione Governi alleati, non

raggiunto dovesse

e~!t;r1htat!ri~!~:i ~~;~r:~mc;~::at:cbb~t;ili :~a1:~~!!:s~v~: bero le decisioni di Parigi enoi potremmo rivendicare la nostra libertà d'azione ne i confronti dei Governi a lleati,

Autorizzo quindi Vostra Eccellenza ad esprimersi in questo senso coi si in ogn i delegati francesi e

giapponesi, dichiarandoloroche opporrà

caso a qualsiasi comunicazione del Consiglio all'assemblea.

MUSSOLINI

• Ad Antonio Sa landn.

Roma, 16 JetJembre 1923, ore 24. *

~;s~~~i~f!:t ~=I c;;:bJe:~e ds:it::t~:r:;~~~fa:/:gft!JiadtJ~;~: slavia. N el fermo proposito di' raggiungere una soluzione di accordo tt::~·.~:a;:~:~~i:ric c~r::!rv1°dipvi~~~~~h; ~1nc~~"d~";, ~~ev~~~~ ticQ

missione stessa aveva constatato che suoi lavori non avevano condotto ad una conclusione, • A Sua Matsti Vittorio Emanutle Jll, a Racconigi.


AGGIUNTE: TELECRAMMI

363

Frattanto Governo jugoslavo ha manifestato suo proposito dderire

'1i~e;!i dt ~es~;!l:r;~ rit:vi~ie~:· Jcl~~at~aj~n~~p~~~~1:ed1~et~~~::~ 0

3

illustrato ~ capo del Governo serbo croato sloveno l'inopportunità dtl# l'arbitrato in una .questione che l'interesse superiore dei buoni rapporti fra i due Paesi, nonché ragioni di dignità consigliano in modo assoluto di risolvere mediante accordo diretto, ho creduto tuttavia orportuno _<lì

f~

; c;;~~:e p~~~i:avit~!t{e5!1f~ar:azi~t~~~~~u;ùsi~~ltiln:r~o/rp:tz. un colloquio avuto a Parigi con Romano Avezzana, ha convenuto che l'arbitrato _non sia opportuno per _ora. Tale essendo lo stato attuale detla si.tuaziòne diplomatica, che è tuttora in pieno svolgimento, è sopravvenuto un aggravarsi della situazione locale a Fiume, con nuove minacce di violenze, di lotte locali e di situazioni pericolose, capaci di turbare i buoni rapporti tra i due Stati. Quale sintoma.tica documentazione di tale 'stato di fatto mi è pervenuta una lettera del professor Depoli, vicepresidente dell'assemblea costituente e ref:,$entc .il Governo di Fiume dal marzo 1.922; il <jUale, di fronte alla situazione insostenibile, declina il proprio mcarico di governo, se~n:ilando al Governo di Vostra .Mae5tà come l'unico effettivo potere cm restino a~~ati l'ordine e la sicurezza di Fiume siano le regie truppe che 1a presrdrano. Il Governo di Vostra Maestà, presa visione di tale lettera, data l'anormalità delle condizioni di Fiume e oell'ilttesa che la situazione delb città sia definitiva, ad evitare la possibilità di gravi incidenti, ha rite-

i~~u~;:a

;~~r~~~ovr:ni;~1e \t~e~!r~k" J f: ;JitteI!n!ti~: l~t~l;n~: col compito di tutelare l'ordine pubblico e provvedere civica amministrazione. Di tale provvedimento è stato informato il ministro Antonievié, con op~rtuni chiarimenti sul significato di essai che ha scopo puramente pacifico, in ~uanto mira essenzialmente ad evitare che a Fiume elementi irresponsabi11 possano. riuscire a turbare buoni rapporti fra i due Paesi. Il generale Giardino prenderà possesso del suo ufficio domani. MUSSOLINI

Rom4, 21 settembre 1923, ore 15.

(Per Addis Abeba). Ricevo direttamente da ras Tafari telegramma in cui si afferma delegazione abissina Ginevra riferisce delegati italiani hanno assunto attitudine nettamente ostile ammissione Etiopia Società nazioni. Ras Tafari chiede se ciò derivi da err,ata interpretazione istruzioni. ricevute da regio Governo e se Governo abissino può contare su atteggiamento favorevole Italia. Contemporaneamente mi perviene il seguente: telegramma da Sua Eccellenza Salandra: (+).** • Al mìnistro plenipotenziario Gino Macchioro Vivalba e ad Antonio Salandu. o Con tale telegramma (il cui cesto integrale non è ancora noto), in pa.ri data. Salanclra ch iedeva isttui ioni in visl:I J ell"ammi~sione dell'Etiopia alla Società delle nazioni.


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

364

Mentre chiedo a Sua Eccellenza Salandra come siasi potuta ingene, rare nei delegati abissini impressione che atteggiamento nostra delega· zionc fosse ostiJe domanda etiopica, prego anche da parte sua indagare da qual fonte ras Tafari a~bia realmente ricevuto informazioni che lo hanno mosso a telegrafarmi direttamente. Ella vorrà Subito assicurare il- ras che egli può contare sull'appoggio ddl'Italia e che mai da parte nostra vi è stata intenzione contrastare azione delegazione abissina Ginevra, P rovveda insomma eliminare ogni C<J.Uivoco e dissip;ue sospetti fomentati da parti jnteressate. (Per Saland ra). Suo telegramma 101. Le ho trasmesso a ·parte un telegramm:1 che mi ha inviato direttamente ras T afari. N el pregarla for-

:~~~~\f11~el:~~~fa~:}al\~~i~ ~1~i~t!el~; 0

0

:~~fjn~Pab1~~~n;, 1;ef nefut:m!i Addis Abeba incaricandolo assicurare il ras che egli può contare sull'appoggio dell'Italia e che mai d a parte nostra vi è stata intenzione contrastare azione delegazione etiopica G inevra. Ho r:iccomandato a Macchioro di eliminare ogni equivoco e dissipare sospetti fomentati da part i interessate. MU SSOLINI

Roma, 22 Jellembre 1923. * Antonievié mi ha consegnato lettera d i Pa~ié. Essa è redatta in termini molto cordiali, e, riconosciuta opportunit:ì accordi diretti, auspica favorevoli risultati alle ulteriori trattative, esprimendo fiducia che esse

;~:1/

~~i~

J~o~::

;t:~~g~;~is~~;om:~t i :i~;:t~~li~~t daJ Fa p:1:~tlst~ rebbe sol? quanclo si fossero esauriti tutti i tentativi per una soluzione di d iretl? accordo di reciproca soddisfazione. Conclude · invitandomi a d:l re disposizioni . per la continuazione delle trattative. MIJSSOU NI

• All'incJricato d' Affori Cons:ih·o Summonte.

R~ma, 26 tefltmbrt 1923, ore 18.30."' ll.·f i è gradito informare Vostra Eccellenza che vertenzà con la Gre· eia è stata risoluta in mo<lo soddisfacente alla conferenza degli amba·

t~i:~~~~e~:~r~ :~1t f~;~:n;,~~ran~f~~~~:d~:~~~ J:r::~i :w~;~~ 0

2

0

cuazionc di Corfù.

M USSOLINI

• Ai rappresentanti diplomatici d'Ital_i:1 all'estero.

Roma, 2 ottobre 1923, ore 22. • i~er;;;::zi~in;v~~~fid~~f!~rn:i:u'ìt~mi~~ ~ ~~Ila ha effettivamentè richiesto Società delle nazioni ammissione Stato di Fiume alla Società, • All'incarict to d'Affari Consalvo Summonte.


365

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

sollecitando delesazionc inglese pe~ intervento Società contro modificazioni trattato di Rapallo. Risulta inoltre che notizie del passo di Zanella sono state inviate da Belgrado all'Agem:ia Reurer. MUSSOLINI

Roma, 4 ottobre 1923. *

:;t~na~:r!it~~:

¾~1~:~:~~:g~ai:a~r~+Jss del l" luglio scorso e malgrado persistenza opposizione francese nostra partecipazione conferenza esperti per ,questione Tangeri, stimo necessario che Vostra Eccellenza compia. efficaci passi presso Governo francese per indurlo accedere J,,u tecipazione di un esperto italiano alla conferenza stessa. Per

f~ ~se a!~~~~lr~tib1~.f~~~~.~~:àct~st;a s~~~eU~!if~e:!ad~sri;s~~;;s~rt~~ 0

0

corcli italo-francesi del 1902 e del 1912 sono di natura assolutamente generica. N ella dichiarazione del 28 ottobre 1912 è detto soltanto che l due Governi confermano loro mutua intenzione non apporta[e reciprocamente alcun ostacolo alla realizzazione di tutte le misure che g1udicbecanno opportune prendere Iispettivamente in Libia e Marocco. Esplicite clausole convenzioni internazmnali (articolo 9 Trattato francospag nolo 1904, articolo 1 Trattato protettorato franco-marocchino 1912, articolo 7 Trattato franco-spagnolo 19 12) riconoscono e confermano invece situazione speciale di Tangeri. Questo stato di. diritto fu sempre sostenuto dall'Italia, che non ha mai m,mcato fare riserve ed %pos1zioni, sia

:i~~~,c~t~~~ dipJ~ttio0g~iind?~h;~~:a:een\~~e~cr~t~~st~:iJ1bc~fdi~~~~ per quanto riguarda ristretto territorio di Tangeri e sua particolare situazione dal punto di vista dell'organizzazione amministrativa. Esclusa così pretesa che accordi italo-franasi ci ob.b lighino ad accettare qualsiasi decisione venisse presa all'infuori di noi circa zona Tangeri, Vostra Eccellenza vorrà dichiarare a codesto Governo : 1 i~~e;t:~~?i : :r:~~~ta;d mi del resto non possiamo in nessun m·odo pronunziarci aprioristicanon conoscendoli; 2) che desiderando partecipare q uindi alla conferenza senza preconcet_ti e senza tesi prestabilite, noi potremmo trovare punti di contatto con interessi francesi, ciò che faciliterebbe anziché complicare, come sembra che rostì si tema, il buon risultato dei lavori della conferenza; 3) che nel caso si persistes~e ad escluderci, noi saremmo costretti a formulare-fin d'ora esplicite formali riserve per le decisioni prese al di fuori di noi, in quanto, trattandosi di una questione mediterranea, non possiamo per principio fare ammettere che ne sia esclusa l'Italia, grande potenza prevalentemente mediterranea, cd alla cui situazione ed a.i cui interessi m -quel mare il regio Governo intende gelosamente vegliare. Dovrebbe quindi essere da tutti riconosciuto più conveniente ammet-

men~o': :~~g~i:~~~o mente

• AJl'ambasdatorc Camillo Romano Avcu.tna.

:n:t~!f°f!~~~~:,ss:~


366

OPERA OMNI A DI BENITO MU SSO LINI

tere l'Italia a colbbocare collo spirito più amichevole, come essa intende <li fare, a: tali decisioni, evitando il rischio di vederle poi compromesse dalla nostra opposizione. In una conversazione del tutto privata e confidenziale che questo inc.aricato d' Affari di Francia ha avuto oggi ·a questo ministero, g lì è stato

~:~!i:~1.t::~~~ai;ioednJisf~~!osdi~airtch:t1,t:1r:dio~da~~1;eb~ ::Ì1~

dr:s!~~ra~:i

~~~ia

3

i~~r:Si

5

~~~~

;:n::::. preconcetta e tanto meno col pro-

Vostra Eccellenza, a cui lascio la necessaria latitudine nèlla tratta-

!l~"a~,Ì~1~o~~!~f~~t~ r~tu;:::e~~~ide:\~s~i. .~:~on~s~ia15%%1n~~~ preventiva che, pur rappresentando una sufficente g aranzia per il Governo francese, non leda q uelli che possano essere essenzialmente inter~si dell'Italia. MUSSOLlNt

Roma, 7 otlobre 1923, ore 17.15 . *

Suo telegramma Gabinetto segreto numero 873. Decifri ella stes5a_ In attesa ricevere notizie della sua conversazione con Curzon, stimo

J:1k:i~~~;r:nr~r;:n:

1

0

~u;~~ ~!s:~5

~~~

iltii~obl~%~ f:V~ri~t: ~~ {~at~:: : nessione ha a1r·uto luogo con la Francia in occasione dell'incidente italo. greco. MUS SOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tomasi Della Torretta.

RomtJ, 18 ollobre 1923, ore 24. * Suoi telegrammi 2372 e 2377.

;~t~~e1!.

rin,;~ ~i:e!~,~~rG~\~~~~ ì:!t~~e~~rvf~~:l:1~tfnt~a!~t~:: nel rifiutare nostra partecipazione alla conferenza per 'fangeri, insistendo nella nostra richiesta. Per quanto riguarda interpretazione dichiarazione 1912, argomenti validissimi in soste~no nostra tesi sono stati g ià comu-

~i~r!~i~::~r-: ;rl1ii~a n~! ~~~ ~eifarahlia~:f~~=tt~9f~~rr~t:~ri;:

nostro impegno non porre ostacoli alla « realizzazione di tutte le misure che Francia giudicherà opportuno di emanare (édicter) al Marocco >). Ora è-evidente che nella conferenza a tre non si tratterà di misure che Francia potrebbe emanate unilateralmente al Marocco, ma inve<e di provvedimenti che dovrebbero essere presi solo per Tangeri d'accordo fra i tre Stati part«ipanti alla conferenza stessa, per essere poi sottoposti $ Agli ambasciatori' Camillo Romano A\;e~zana, Pietro Tomui Della Tonetta e Raniero Paulucci de' Calboli. 0 (439-440).


367

AGGIUN'fE: TELEV!v\MMI

~~l/tr:~;:ztn\tc1~~ ~~r:r~ot~i~~i~:attdi~hl!~:~n~ ! 1

11g~~~a;, n~~

solo non precfude il nostro Jitltto di pu tecipare alla conferenza, ma ci lascia perfettamente liberi dì approvare o meno le decisioni che ve-

~~:;:~i pads~v~it~atu~rs::~· '~~e~~ u~i~~~f~e~t! ~!l1~ J~;~~f~ ai i:la~ rocco e non a Tangeri. st

ra~~:t~edf

0

p~~~

0

0

t~~~:a

1 1 0 cher;i~ :~:fssri!~'d:é J t:t~s~:n~~~ p;~cvet lenza ha già risposto che per questi riguardi la situazione dell'Italia non avere riscontro con altre, specialmente dopo la guerra. Vostra Eccel-

r1ò

cii:c~~r~udi ii~~~~;:~~e :rrief~~rc~:d!\~ ~r~t~~t;~e ;lie~t~s~r:ft:ti d~U'ltaha, che è la sola grande potenza mediterranea oltre quelle che già ¼:~:ip&~eJf!:zt;!~:fn:;g!~:~:·re a Poincaré che l'Italia ha poi, oltre tutto, il dùitto di att~ndersi cfle _gli Alleati e specialmente la Fran· eia tengano nel debito conto la situazione del nostro Paese nell'alll'anz.a e la sua p.trtecipazione nella guerra comune. Quanto alla comunicazione inglese e spagnola ~irca l'ammissìone dei soli rappresentanti dei tee Governi, dia deve far rilevare a Poincaré che

~:nS~rt:n::t:a Lt~1:~ i~l:J~icÌg~~~{~!:si~!if:,::;~teazzp;ri;C !;: punto perché consideravamo il Governo ( cancese il più direttamente inte-

~=!~~:

~~ft~1ud1t~s~:rfei~a d~~:~~~r~~rt:ti ~\~n~r:;~~~~~f~1::i !ic;~{ che superate le obiezioni frall(esi gli altri Governi non avrebbero potuto sollevarne di sostanziali per parte loro. Vostra Eccellenza vorrà quind i insistere nell'esprimere il nostro ramma.rico nél vederci infondatamente ostacolati dalla sola Francia in una questione in cui i nostri interessi aviebbero potuto benissimo concordaie. Trattasi di una questione collegata colla situazione generai~, perché siamo sicuri che la nostra esclusione im(itrl'ssionerà molto male l'opinione pubblica italiana e s.arà abil·

,~i~r:r~s~~:ii~~~~:i

~:!!~~

1

::cl~~~~~:t~i:a~~t~ l::li~i~a~~ef:tt~ era in lui e con Ja migliore buona volontà per evitare che una .questione, la éui importanza è più formale che sostanziale, dovesse dare origine a turbamenti nei rapporti fra i due Paesi, specie in un momento in rui, con mia soddisfazione, essi erano orientati in una atmosfera di cordialità sincera. A lui quindi spetta . la responsabilità delle conseguenze che indubbiamente ne verranno.

1~:n:a~1:~:1

port~~i'~ie:~He;: t:art!r~~i;~~e ~~ra~:s~~t:~t1~a°!i coll D'Amelio per la parte giuridica. In sostanza la nota dovrà constare di due parti, una di protesta per l'esclusione dell'Italia dalla conferenza, l'altra contenente le più ampie riserve circa l'accettazio°:e o meno da parte nostra delle decisioni pre~e dai tre Stati all'infuori d1 noi e la conseguente libertà d'azione che ne ·può derivare i'er il Governo italiano. da ~i~dr!e~~ad:\1rafarmcne testo per analog~ comunicazione

ra~r~

MUSSOLINI


368

OP.l:RA OMNIA Dl BENITO MUSSOLINI

Romt:1, 19 Oltobre 1923, ore 24. *

C:f1~:

0

mer~ aS~~i~fa:~:t\1s~;~r~~ac~~oc:ddi!it~0rr:t~~: i~apflg~i~~ 2e rose felicitazioni mie e del regio Governo nella !orma che Vostra Si~j;Jf:r:tte, non esclusa anche la consegna di un testo

5?~~\~;:::t~ù

MUSSOLINI

• All'incaricato d'Affari Consalvo Summonte.

Roma, 19 ottob!'e 1923, ore 24. *

Come Vostrà MaeStà sa, domenica 21 'cor_rentc av rà luogo a Belgrado con grande solennità battesimo principe ereditario. 0

~~e~:~d~11{~~I~~~o~~

mosf~a~;Js~t~:z~~:sttfM~a~le~!~:J;;r:;~ie i~ in occasione delle trattative tuttora in corso per definire questione Fiume secondo desideri Governo italiano, stimerei conveniente che Vostra Mae. ::à,A1~s:l:;d,;u~;; t:r:~~a:m~odlrf:li~it~az~~s~f

:e:~;~'~.

direttamente al MUSSOLINI

• A Sua Maestà Vittorio Emafluele JJI, a Rilcconigi.

Romd, 24 ottobre 1923, ore 24. *

(Per Parigi). Suo tele_gramma 2390. , . Approvo nelle sue linee generali progetto nota da lei redatto, ma,

fi~i~f

ro~~~laeru~ c?al~e dfg~~~te~i~~zf~~!a: i'ìa ef:~:~t~:~b~:r~;::s~:~?~ che nostra nota cominci con tale richiesta, formulando quindi riserve ::r~,~a:1f~

~~~~ a~ii!~~! ~d ~;:~~: nr:';~t;m~:;e 0 Erm~:~i~ 5a~F~ 0

~ :~~ii~3 ~ r~~cnfcl1·~~:~rdJ~:~.f~a:~ride? ~fr~::obr~h~9~~l >:,es;::,i: hé

:~1Ft~~~~t~ J:\si;:1:tto 0

a~~~ ~~d~1c~~

v;~~~rJ~s_c~ci~:ìs~~ d::t~~: subito inviato a codesto Governo, mentre telegrafato analoghe istruzioni , ai r(~e:1~~d~:to:i;al?dt~tfe~~~~!l all'ultima parte del mio telegramma numero 3607 **, comunico testo dcfmitìvo delJa nota che ho concordato col regio ambasciatore a Parigi per essere inviato subito a codesto Governo. (Per tutti). Il Governo italiano ha avuto conoscenza che i rappresentanti della Francia, dell'Inghilterra e della Spagna si riuniranno a Parigi per procedere alla elaborazione dello statuto clella città di T angeri. Il • Agli ambasdato:i Camilla Romano Avezzana, Pietro Tornasi Della T orretta e Raniero Paulucci dc' Calboli. ""' (4 '1 0-142).


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

369

Governo italiano, avendo dovuto con rammarico constatare di non essere

}:~j:~~

:ai~~fc~f:tifi~a~~tti1 ~~~ff~;:~~n:~l~~~~~rar::~:t~c:t: ~: un rappresentante italiano prenda parte alla conférenz.a stessa. L'Italia, come grande potenza mediterranea, ritiene di aver diritto a intervenire al regolamento di ogni questione mediterranea, dati i grandi e vitali in· (eressi che essa possiede nel Mediterraneo. 8 convincimento del Governo italiano che .tale suo intervento nei riguardi del Governo francese non possa trovare ostacoli nell'accordo del 28 ottobre 1912 firmato a Parigi, riguardante la Libia ed il Marocco. I termini di detto accordo sono precisi e conformano la « m11t11elle intention de n'apporJer r-éciprf!quemenJ a11Ct11l obrtac/e à la réaliJaJion de totlles merurer qu'ils (/es Goll'vernemenlS) jugeront oppor/un d'édicter, la France au Maroc et J'Jta/ie en Lybie ». Come è ~hiaro, l'accordo contempla l'azione individuale della Francia verso il Marocco e dell'Italia verso la Libia. Invece nella. imminente con· feren:z.a a tre in Pari~i non si tratterà. di misure che la Francia potrebbe emanare (édicter) unilateralmente al Marocco, ma di provvedimenti che dovrebbero essere presi unicamente per Tangeri, d'accordo fra i tre Stati partecipanti alfa conferenza stessa. Inoltre esfc1icite convenzioni in-

;::~:~it'l

;~i:~~z~

~~1tif~~~t!od~\ ~~~~~~~~r~~~n~~~~~~~!~r~c~~~n~~:Ì 1912~ articolo 7 del Trattato franco-spagnolo del 27 novembre 191-2) 1

:~~r~i~~:t~i::~~

diidi~i~~°rues~~1r:~ff~~~:t~itd:lì1_f~li:~~~= ~o~ ed opposizioni ogni qualvolta parve che potesse essere disconosciuto. Sicché oggi il Governo italiano stima che il territorio di Tangeri si st

0

1;::;

~i~;;a:~o~ Èsfoà~/ti~::Cins~~r~zi;h: i ai~/;~:~ d!tt: ~n~~;l~e~imf scaturisca per ritalia il diritto di partecipare agli ufteriori accordi internazionali relativi al Marocco, giacché di tale di ritto l'Italia non è stata privata come potenza alleata, in forma della tassativa disposizione dell'art1colo 14; del Trattato di Versailles; disposizione c-he fu giudicata necessaria per impedire che la Germania., quale .firmataria detratto ~enerale dì Algesiras, potesse nel futuro « intervmir dans /es négoriatrom qui po11rro11t avoir lieu entre la France el Id a11tres p11iuancer relativement ali Af(ffOC )),

.

In base alle suaccennate ragioni il Governo italiano ha l'onore d/ notificare al Governo francese, a quello inglese, ed .a quello spagnolo la dichiarazione seguente : « Il Governo italiano ritiene che l'Italia, come grande potenza mcditer-

:ii:~p~;:::i~o~e/~~~~~ag~h~r~\e i~\zfj!f!rP~/i;r lr;;a ;:r~e~~e;;t elaborazione dello statuto della città. di Tangen. La sua esclusione sa-

:~~%b!~~~cd~~~~:~u~~~i!tidi l~~i:r~oi~~r~::!:~~iem~: ~~ ~se~~~~~: italiano di accettare o meno le deliberazioni che adottino i tre Stati rappresentati nella prossima confereriza. Il Governo italiano fa all'uopo le più ampie riserve, soprattutto per quanto riguarda la sua libertà d'azione che potrebbe derivarne». MUSSOLINI 2f.-::11:1a :v .


370

OPERA OMNIA DI BENITO MU SSOLINI

Milano, 27 ottobre 1923, ore l 1.30. * Ricevo lettera Gasparri. Vog lia chiamare padre T acchi e sii;nificargli mio vivo desiderio che anche per re Alfonso non ci si discosti da ceri-

moniale adottato per arrivo re Belgio. Mi rendo perfettamente conto che · re Spagna trovasi situazione diversa re Bel~io e sono quindi convinto che ceumonie possono avere maggiore ampiezza, ma tutto ciò può be-

1t~:r°m~g't~:~~~~ ~!~:~ Ri~~~~t;~d~~0T~;ch

;r up~ii: 1:~i!a1i:~~~~

date ,,.erso suprema autorità cattolica, merita che suo punto vista sia accolto. Preghi anche padre Tacchi d i investire della questione direttamente Santo Padre. MUSSOLINI

• A Salvatore Contarini.

Roma, 27 ottobre 1923, ore 19. *

t ~ef:r~om!ss~~eVfa5!~~e~~tns~i~o

n::rc::

i!~!~tro con Pdié, purché, anche nel suo personale interesse, si sia sicuri di suggellare con esso in · modo definitivo l'accordo raggiunto nei punti più scabrosi attraverso i negoziati in corso. Giudico che la città piì:i adatta per l'eventuale incontro dovrebbe essere

1

~~:z~~~bb?t:r~;:~;107e

0

~~~~~~sad~~; ~:·re~h:~elbem: ; t1ep!fi~~i iv:~: taggi all'economia dei due Paesi. MUSSOLINI

• All'incaricato d'Affari Consal..-o Summonte

Romt1, 27 011obre 1923, ore 24. "' D ecifri e lla. stessa.

iu~ssti]~f:~~~:

i a~!~~~~r:ef;!~v:n~~ef~n!::~ nelle nostre trattative per Fiume, ma interessamento ministro di Francia è prova del buon risultato delle conversazioni qui avute con ambasciatore di Francia per evitare che Governo francese, vedendo di mal occhio dal punto di vista della poiìtica generale avvicinamento italo-jugoslavo, cercasse di opporvisi. M USSOLINI

• All'incariçato d'Affari Consalvo Summonte.

Romd1 30 ouobre 19231 ore 23.20. * Suo te legramma numero 331. H o preso buona nota di quanto Vostra Eccellenza mi r iferisce circa opportunità. aprire trattative per regolamento debiti ed intendo tenerne • All'ambas<iatore Gelasio Caetani,


371

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

conto nei limiti del possibile in correbzione alla situazione generale. Jn. tanto, aderendo al suo desiderio, le invio le risposte che osgi mi è possibile darle ai tre quesiti scritti da lei presentatimi prima d1 partire. 1 0 ~~f1~:s~'~1°:ce~6ct potrà certamente procedere nelle trattatÌ\'C indipendentemente da quelle con altri Governi. 3) Do risposta affermativa con l'intesa che se Jung non potesse trovarsi presente s'incaricherebbe altra persona specialmente idonea.

g

et~!~:::ritr~i~ui ;1Ì~u~~:;~~~:dc~t:i~ìi~ MUSSOLINI

R Oma, I 11ovcmbre 1923, ore 17. *

Suo telegramma 2,7. 1 1 0 non ~o1ir!t;nfr~ ~bl~~i~~f~"a°~~l(e~~1~~~:~v:~à:mit~~fo~~~~j;i djv~a~'. che secondaria modificazione che sarà riconosciuta necessaria nel de2nire

J~d~fi~~~

~~!~i;a~d:\t~ir:~;:a~~ ;t:~i~r;~r~~c~!:~r&/;~:~~~aafc~:t per evitare critiche che avrebbero potuto influenzare sfavorevolmente parte ~t::n~,fe!~!i~~· o~~~si~~~~~?~~doi~. ~mi~~~:~tj~i:at:r::: l~h;ir:~: stanze, in seguito a chiarimenti uèfcfosi, si è stabilito d'accordo con il Vaticano di posporre l'arrivo dei reali a Roma alle ore 12, in modo che

1~;~~i f

1 j;sil:r~ a;~~~~ a}~::dì!t~~~~;;1a~~:1d~tl~ l'arrivo, Il resto del cerimoniale ri!nane invariato e nessuna obiezione per le due mattinale e per l'altro pomeriggio riservato a visite cd ispezioni ai monumenti, musei, istituti, ecc., che entrano nell'orbita eccles1astica.

l~ifa~t~~~i:i~~e~:

MUSSOLINI

• All'ambasciatore R.1niero Paulucci de· Ca!OO\i.

Roma, 5 novembre 1923. * Telegrammi di Vostra Signoria numeri 439, 441 e 442. 0

~~~1~:

0

soleii: !~a;!ee:~r::rc:s~à i;r~~~1u~~e°?~ tr~~:t:cl~~~~~o:ct~1~: cui difficoltà mi rendo ~rfettamente conto. Devo però al riguardo attirare la sua attenzione e· per nor!Ila delle ulteriori trattative su un punto molto delicato, del <juale è bene che Vostra Sì5norìa tenga assoluto conto. 11 confine giulio costituen~o Ja f:rte

~~i3

~~ific~eril~~l~~~oald~i R?rd~~,i~~l~doe~~~t t:ita~i~~i d1~!~~o a~t nare la soluzione delfa questione fiumana con concessioni su quella frontiera. • All'incarictto d'Affui Consa[\'O Surnmonte.


372

OPEllA OMNIA DI BENITO MUSSOLINl

,D eve restare quindi ben stabilito (come dal punto sesto, pagina 6 del mem.rmmdum 18 ottobre) che il regio Governo non intende complicare l'attuale discussione con l'apportarvi nuovi elementi estranei all'argomento.

.;;;:i~.oso!~e~~a~~~'~!~ò dfo:s~1~!~~~·n/~ f~fc~~r~iv;~°Fi~!~:taavJa e:!:

. minare con animo amichevole le richieste jugoslave,

MUSSOLINI

1?.onur, 9 11ovembre 1923, ore 4. *

Credo opportuno informarla che conversazioni avute q ui con D rummond sono state molto soddisfacenti,

zdiionf~ :f~~~~~:o:::u~oR~~as~g::::;i~l~d~e~~l:s:;H,~~~~~fo ~~;e;;,a~ lasciarg li intravedere che se all'Italia verrà fatto alla Società delle

nazioni il posto che le spetta i raP.porti dell'Italia con la Società delle nazioni potranno divenire molto utd1 nell'interesse reciproco. ç iò appare anche dalle dichiarazioni fatte da Drurnmond aJla stampa, delle quali e!Ja sarà certamente al corrente, e che erano ufficiosamente autorizzate. Vostra Signoria vorrà tener conto nei suoi contatti di tale situazione, Ja 9uale, oltre il valore che ha nei rapporti fra l'Italia e la Società delle naz1~;:i n:n~r e:t\1:n~h:e~~s~r~o~~llle~nz~hec~:ih~a1j;°~~i!~~~b~~=leni~i~ siano le effettive ripercussioni costà.· MUSSOLINI

• All'incaricato J'Affari Gabriele Preziosi.'

Roma, 16 dicembre !923. • D ecifri ella stessa. Jn una conversazione confidenziale avuta da Romano a proposito della questione di Fiume con re Alessandro di Serbia, (jUesti, incidentalmente, nel chiedergli se l'Italia si fosse interessata al mantenimento del regime monarchico in Grecia, gli ha detto c_h e l'Inghilterra aveva fatto dei passi abbastanza energici in <I.nesto :senso e gli ha aggiunto sembrar&li che essa andava disinteressandosi deIJa Grecia, non essendo questa p,u in grado di essere utilizzata ai 6ni inglesi. · Prego l'Eccellenza Vostra di volermi informare di quanto le risult i o può essere in grado di conoscere prudentemente circa a tale argomenlo . e s~ialmente in relazione al primo punto. MUSSOLINI

• All'ambasdatore· fjetro Tomasi Della Torretta..


373

AGGlUNTE; TELEGRAMMI

Roma, .16 dicembre 1923. •

o

~~~~:::~:i:~~:e~r:!d~~

dattj~f;a:ir ~i:;;~tf~f;~~el~z:orv:rsia:i~~ii di Serbia e le manifesto il mio vivo compiacimento per le precise dichiarazioni fatte da Vostra Eccellenza circa i fini e l'utilità anche generale dei

~!!: i~J~f

0 ~r~~~i1araf!i~int:ss1 1;e: :~a~:~ti~ipiÌifi~i0co~~a!~~l~a~;~ durre in atto i suoi buoni intendimenti. Da parte mia sono disposto a

~~~j~u}~~r~ ~~~~~:r:::/i}~r:1/lnfi!Ja~~i}!}eJ~tt~~~lt;i~!~r!~i~~~~ anche per decidere sul suo eventuale incontro con Radié, che, come giustamente ella osserva, potrebbe essere molto interessante, soprattutto se le trattative per Fiume non .riusdssero ad alcun risultato. MU SSOLINI

• All'amba~ iltor~ Umilio Romano Avez:zanl .

Roma, 21 dicembre 1923, ore 17. • Suoi telegrammi numero 1133, 1134 e 113.5. S conveniente che Vostra Eccellenza continui per ora a lasciare alle conversazioni con lord Curzon un carattere personale, cercando però di indurlo rapidamente alla determinazione di una proposta concreta di soluzione. A questo fine ritengo utile darle per norma le seguenti direttive fondamentali. Non è possibile negare a proposito del Giubaland che il testo delle lettere Scialoja-Milner subordina« l'esecuzione del complesso dell'accordo italo-inglese concernente l'Africa alla sistemazione generale di tutte le questioni che erano davanti alla conferenza della pace». Ma tale riserva prova appunto che la cessione del Giubaland nei limiti allora fissati (e che costituisce solo una parte di quelle stipulazioni coloniali italo-inglesi) era definitivamente stabilita, perché la predetta subordinazione si riferisce d~llt~~~it~~i:.°z..fe~!~~~l~;~~;!~o~!1~ ! ~f~1~e~;!~a ~;t~r~i lee~~~~gf~: la cessione del Giubaland, ed il Dodecanneso, tanto più che la prima rappresenta un compenso coloniale datoci dall'lnghilterra in base all'articolo 13 del patto di Londra, mentre lo stesso patto, in un altro 1 1 1 1 :i~~~~:tr:r~~~~~mfoe!r~~i~ B~~!!nan!:~.s dih~; ~~:

·:~n: ::i1:a:li

ave;~ i tli\a~:~~:o~hiaramente esposi a codesto Governo nella nota del 3 novembre 1922 **, aveva spontaneamente consentito a dare alla <JUCstione delle isole una sistemazione diversa da que!la cui aveva dirnto, ciò fu perché aveva ritenuto utile, nell'interesse generale e nel suo 1 0 o~fc~~~~at; : reem~ :oii~~:~::~ ~vi:t~\~f\::~~it~~l Me-

~ft~;~~~:·

df

• J\ll'ambasdatore Pietro Tornasi Della Tom~tta. u

( 7 1).

-


374

OPCRA OMNIA m BEN ITO MUSSOLINI

Qualora però fosse venuto a mancare ciucll'assetto generale che assi.

:~::/~~::~~t~:n~'~;t:l~~o~i~~:~if.f~:i\~ ::~~ f:ea~~%drìz~~~~~~tf:;

8 alla sistemazione particolare del Dodecanneso, la guale rimaneva in conseguenza annullata come tutto il resto. · Nella mia nota del 3 novembre 1922, anzi, in previsione dell'impossibilità di arrivare al ristabilimento della pace in Oriente senza un'ampia revisione all'assetto preccd~ntemcnte stabilito, dichiarai considerare giusto, equo ed indispensabile un preventivo riesame fra ~li Alle:iti _della complessa questione della sistemazione dell'Oriente, affinché i loro reciproci interessi avessero potuto trovare nel nuovo assetto una ~aram:ia proporzionale corrispondente a quella p recedentemente concord:i.ta. E nelle preliminari conversazioni interalleate dì Losanna preavvisai che, nel ·caso di mancanza di apolicazione del trattato di Sèvres e del Tripartito, l' Ttali.1, per conservue nella nuova sistemazione una posizione proporzionale corrispondente tilla precedente e per dare agli Alleati l'appoggio che essi chiedevano di fronte ai turchi per i mandati e per le ,questioni economiche, avrebbe dovuto per lo meno avere garantita una partecipazione nei m:ln• dati stessi e 1a piltità dei suoi interessi economici in Oriente con quelli degli Alleati. Ma né si credette allora d i ad divenire a tale riesame da me proposto, né le questioni da me sollevate hanno finora ricevuto una q ualsiasi soluzione favorevole agli interessi italiani. Il trattato di Losanna annullò invece definitivamente i vanta.2izi clie sarebbero derivati prima all'Italia dall'applicazione del trattato di Sèvres, mentre d 'altra parte l'accordo Tripartito, pur costituendo sempre un ìmpe2no interalleato, è certo ora privo di qualsiasi valore nei riguardi della Turchia. In tali condizioni, esclusa oramai ogni pos~ibilità di una diversa sistemazione dell"Oriente mediterraneo, l'Tt3lia. dal punto di vista p,iuridico e poJitico nei riguardi del Dodecanneso, si è venuta a ritrovare nella situazione in cui era prima di entrare in guerra, mentre, nell'assetto 1?,enerale del Mediterraneo orientale stabilito successivamente alla guerra, non ha ricevuto il benché minimo vantaAAio, anzi è stato turbato g ravemente _ai suoi danni l'equilibrio med iterraneo prebellico. L'Italia deve quindi considerare come assolutamente insoddisfatti i crediti rhc le a\'evano aperto g li Alleati per la sua entrata in p:uerra, e può giustamente reclamare per intero i compensi ancora dovutile. Tn poche parole è necessario che dalle argomentazioni di Vostra Eccellenza e dafle sue definitive conclusioni risulti ben chiaro che mentre sono oramai incontrovertibili tli assoluti diritti dell'Italia sul Dodecanneso, essa rimane tuttavia creditricç: verso g li Alleati per tutti i loro impegni nei riguardi dell'Oriente, che non hanno ricevuto esecuzione alcuna. · Ciò premesso e ben chiarito, non ho tuttavia difficoltà, per far C05n iradita al Governo inglese, tenendo ~onto dell'interessamento da esso ripetutamente dimostrato nella sistemazione del D odecanneso, di avere con lui un'llmichevole conversazione sull'argomento. Ma naturalmente qualsiasi conversazione deve muovere cfolla base che l'Italia, la quale ~ ~ià. creditrice insoddisfatta de,2li Alleati, non può essere in alcun modo chiamata ad esaminare la possibilità. di fare dei sacrifici su quanto incon-


AGGfUNTE: TELEGRAMMI

375

f~::~~~mai1t p~o~~i: ~~i~7o~;r~~b~l1,:Pffi~~;~c~o:in:1:ia/:e~::s~:1~~1~ 0

senza adeguati corris~ttivi. . Se l'Inghilterra crede di dover interveni re nella questione per ottenere una sistemazione diversa da quella oramai stabilita e conforme invece a quelli che essa può ritenere suoi interessi di, politica mediterranea, deve nàturalmente essere disposta ad offrire qualche compenso al sacrificio dei nostri diritti. Qualora essa fosse in quest'ordine di idee, io sarei disposto ad esaminare le sue proposte. Siccome però nella questione esiste prevalentemente un interesse g reco, sono anche disposto a tener conto con amichevole intendimento della difficoltà per l'Inghilterra di addossarsi da sola i compensi da offrire all'Italia, comprendendo che sarebbe forse più facile giungere all'accomodamento che fosse dl': sidcrato da Curzon a mezzo di una forma mista di compensi grcco-ìnglesi. Qualora Curzon preferisse procedere per questa seconda via, si potrebbe anche giungere. subito al desiderato accordo con l'Inghilterra, salvo poi a trattare più tardi col Governo greco, ove il Governo britannico fosse disposto ad accogliere integralmente le domande dall'Italia primitivamente presentate all'inizio dei negoziati anglo-italiani per i compensi dovutile in base all'articolo 13 del patto di Londra, cioè Ja cessione di _tutta la provincia inglese del Giubaland se~endo il confine ovest da noi allora proposto, cioè la lil'!ea di Moyale, Paludi. del Lorian fino a Ras Chiambone (Dick Head). Questa domanda fu, com'è noto a Vostra Eccellenza, ripetuta con Ja nota di codesta ambasciata del 7 lu~lio 1922 per le ragioni ampiamente svolte nella stessa nota, dopo il fallimento delle trattative italo-inglesi di quell'epoca. Quanto all'accordo con il G overno greco sarebbe inutile pensarvi se prima l'Italia per fatto del Governo inglese non fosse indotta a pensare di mutare la situazione oramai definita da convenzioni e trattati internazionali. D 'altra parte, per fare opera veramente utile dal punto di vista di politica generale, sarebbe opportuno che in questa occasione si venisse anche ad una chiarificazione nei riguardi dell'attuale valore dell'accordo Tripartito. Pur senza entrare nella CJUestione dell'entità della partecipazione italiana alla Società per le ferrovie di Anatolia e dell'adesione inglese all'accordo economico italo-francese, sui rui mi riservo di dare a V05tra Eccellenza ulteriori istruzioni per opportune comunicazioni a codesto Governo, occorrerebbe che-si chiarisse come, contrariamente alla tesi sostenuta dal Governo inglese dell'assoluto annullamento dell'accordo l'ripartito, questo deve e può rimanere valido soltanto come un impe2no interalleato, che pur non avendo efficacia pratica nei riguardi della Turchia, è sempre un:i base giuridica per il regolamento dei rapporti anglo.francoitaliani in Anatolia. term~~;nfeo c~~~e~~~ztnivf~;e1~ra~~t 0co~r~~;:o~~,i~~~~be:U~t~~!ur~~il; insistere infine sui concetti fondamentali della nostra tesi, che qui riassumo : a) i diritti dell'Italia sul Dodecanneso sono indiscutibili, mentre essa rimane tuttavia creditrice verso. gli Alleati per tutti gli impegni da loro presi nei riguardi <lell'Oriente che non hanno ricevuto alcuna esecuzione;


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

376

b) per dimostrare i nostri buoni intendimenti verso il Governo in· glese OO!') ci rifiutiamo ciò malgrado ad avere con esso considerevoli

spiegazioni; e) nel caso però che le attuali conversazioni non riuscissero ad un accordo, siccome hanno luogo dopo Ja ratifica turco-greca del trattato di Losanna, dovrebbero chiaramente rappresentare la fine di ogni nostra ·comunicazione con il Governo inglese circa il Dodecanneso. In tal caso però deve ugualmente restare assodato almeno da parte nostra;

.

d) che quanto al Giubaland, nei limiti e termini in cui la. Gran Bre-

:~f~~i:oi:~fd:\a :~tr~lt~d·,~~e~~:r;;:~bt èo:a~:r~nd~;~t~~~ :r chevole da parte Set Governo inglese se <i_uesto ritardasse ancora l'ese0

~~~~f:nf~h~r~f:~~

i;r1e:~1 1~~=~1t

6 al?t~~~rr~:~n~~n~te11: ;;~:. tutte le MUSSOLINl

Roma, 22 dicembr_e _1923, . ore 1. * Suo rapporto numero 1092. Nota Df1tannica è identica alla francese, salvo accenno finale all'accordo italo-francese del 1912, che è citato senza però fare alcuna obie1 1 s~:~~n~: :bed~~e1t~o:t ,!~~x::te~: menti di merito esposti nella nostra nota del 25 ottobre**, cercano di fondare l'argomentazione su motivi di carattere esclusivamente procedurale e tentano di giustificare il ri6.uto posto alla nostra domanda di partecipazione alla conferenza col preteso ritardo della. domanda stessa. · Questa risposta ci permette di considerare come maggiormente rafforzata la validità dell'argomentazione contenuta nella nostra nota del 25 ottobre contro la quale nulla è stato obiettato. .Allo scopo di cercare di approfittate di questa situazione pole!Uica

;~~d~. ai~a

~1~~!~:~~n:h:

0

0

t~~e1l~~z:ad~~~tf~diciz~~r:ee a'~~~to ~~v~!n~

Jr!~;~:

~~:i~~r~~Ì1·~~:0r~

0

~~:

il Governo britannico afferma sostanzialmente di non essere stato in g rado d i aderire a!Ia richiesta di partecipazione di un ra_ppresentante italiano

~~:nd°:f:r~i~fer~~z~a~~t

g~r:i~~i!~t~aer~héti\~~!~i::t ctia~i:t:~:u~: continuazione delle conversazioni di Londra, cui l'Italia non prese F e, ed infine perché tali negoziati cominciarono sin dal 1912 e furono interrotti nel 1914 soltanto a causa della g uerra.

ver:Orbri~!~~i~~s~ ~:n 1!d~rrir!":t::i~ora/~id~rf:"(v~dtet~e::i~ji~e!1d~t nota britannica), nostra nota dovrà ribattere tali speciose arsamentazioni. E- dovrà anzitutto esprimere profonda sorpresa nel sentirci dire che la

* Alramb:1.sciato1e Pietro Tornasi Odia Torretta. •• Si tratta clella nota inserita nel telegramma agli an1basciatori Camillo Romano Avezzana, Pietro Tomasi Della Torretta e Raniero Paulua:i de' Calboli del 24 ottobre 1923 {442-444).


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

377

n~stra richiesta pervenne al Governo b ritannico quandò la conferenza era già riunita. A parte la circostanza di fatto che nostra domanda scritta con-

~:re~:a;~l: ~fi).

f~e~~r~l:r~o:r~~~:ai;~fòef~a:~eilri~~i~~f~t 2~:ui ~n noto al Governo britannico che fin dal 1920, <juando il Governo italiano ebbe per la prima volta sentore delle intenzioni del Governo britannico di riprendere con la Francia e la Spagna i negoziati circa lo statuto di Tangeri interrotti nel 1914, a varie riprese furono fatte pratiche per ottenere che il Governo ing lese, rendendosi conto dei gravi interessi dell'Italia come grande potenza mediterranea e per l'intima collaborazione con gli Alleati, cui l'lta1ia aveva diritto di attendersi dopo la g uerra insieme combattuta, aderisse al desiderio italiano di partecipare alle discussioni circa 'Tange.ti, 0

di i~1t:u~:~t~ltk:~eIÌ~~~: di~hì:~iot1o1J'~:~~~~z~~u~c~~ieir~=; 493) che l'Italia sì riteneva semere in diritto di partecipare all~ diseu1sioni per Tangeri e chiedeva <jUtndi che venisse data soddisfazione alla sua richiesta. Al che lord Curzon rispondeva che ·da più di tre s1,nni i 9overni Pritannico, francese, spagnolo avevano preso reciproco e preciso impegno di non ammettere nessun'ahra potenza alle discussioni su Tangeri e che perciò non era possibile ·derogare da tale impegno. Dato questo impegno ed in considerazione del fatto che come risultò dalle conversazioni italo-inglesi del lug lio 1922 (verbale riunione 3 luglio) il- Governo inglese fondava le sue obiezioni alla partecipazione italiana 1 ad~rs~\t~~b;!r:~~;~ nero riprese a Londra le riunioni dei tecnici inglesi francesi e spagnoli, credette opportuno rivolgersi subito al G overno francese per tentare di appianare amichevolmente a Parigi le ~iezioni francesi e chiarire l'interpretazione e la portata degli accordi italo-francesi, prima di rinnovare a l.ondr:a le nostre pratiche preventive per fa partecipazione italiana <!-Ile

fl l1~~=;,i1ì\t;i~1d~~=:~;,r~~:~d~~·~UH~~

~;~

riuniov~na ~r ;!':i,1rboverno francese opposto alle nostre pratiche un re•

~t~'f:::~:::i:~~tj;

~:t;i~r;;e ~ive:~1a;::ci~:i8 ~1teGr~:~~~~i, c~i~ nota ad essi consegnata il 25 ottobre. Occorrerà in secondo luo_go confutare l'affermazione che la conferenza di Parigi qebba ritenem una semplice continuazione delle rìunioni di Londra. Queste ultime, per concordi dichiarazioni dei Governi interessati, non avevano altro carattere se non quello di conversazioni fra esperti a scopo consultativo, mentre Jo scopo della conferenza di Parigi e ra notoriamente quello di dare una concretazione definitiva ad un accordo tra i Go,•erni partecipanti per lo statuto di Tangeri. la nota britannica, rilevando che le convetsazionì per Tangeri fra i Governi interessati cominciarono fin dal 1912 e furono interrotte nel )914 soltanto a causa della guerra, vuole riesumare, pur senza dirlo esplicitamente, una ar,R;omentazione che g ià varie volte è stata addotta tan.tC! ~ Londra che a Parigi in occasione ddle nostre precedenti richieste <lt partecipazione ai negoziati per Tanzeri. E cioè che col fatto d i non avere l'Italia nel 1912. avanzato una simile richiesta, essa aveva indirettamente riconosciuto di non avere il diritto a partecipare ai predetti negoziati.


378

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

esi ~~~f!eb~~~ ni~!:~~:':fG~i:~~Ì,t~t:\:i:\tert~:~t~c~! Lfr~tl!~ non partecipò fino al 1914 ai lavori preparatort del regolamento di una :~:}!f~;:oqt~t!~:j;~j~rr::;~l:~n~: ::~:~~Cl~!?esr~~~iur1~C~!~ 0

0

neppure implicita, si è avuta a riguardo da parte del nostro Governo. Le rinunzie d'altronde non si presumono. N é può in alcun caso vale.re

quale presunzione di rinuncia la circostanza che l'Italia ebbe fiducia nell'az1one dell'Inghilterra e della Francia, diretta a predisporre l'eventuale

~~';;~f~:~;e~l ,J ~~~:~r:rtrr: ;e:;::~~!jdi iL:~g~lies~:rl~:::~: sati o aventi diritto parteciparvi . ~esta osservazione .ha tanto maggior 1

0

0

,a

valore inquantoché si riferisce a T angeri. Detta città gode.va da tempo <li un regime di diritto e di fatto del tutto particolare, anche a causa della presenza del Corpo diplomatico, e detto regime, come non fu modificato da tutte le convenzioni riguardanti il Marocco, compresa quella che

d~,~~,i~~~t~1re~~~tdtt~~dr~~nd1sePari;~ch:e:btrr f~~~/~~f~;e1t:C~~l 1914, nelle quali non si preparavano che gli elementi della sicura con· ferenza ra'.Jenaria, cui l'Italia si riservava dì i artectare. La nota dovrà

!~~i~~: c~~t:~:~~;ei~!ì~;eJ~r ~~ft~~sdi~ePa~~oei i1~;; rJ~cigu~~~:n~~t

i\J~!~i

lt~~,f~~!taJ~~N ~'e u:e~i:::lo~F~~~ttl~:!:: e eet~n~~:~ocl t mitata visione dei comuni interessi. · La nostra risposta dovrà concludere affermando che, dato quanto precede, il regio Governo non può assolutamente riconoscere il fondamento

~~~r:~i:i

10

Jr;t~~i;a~i~:;~1: df~~~~F:~;~~t~tfv:er~:1~r~::~t'::td~ \ Tangeri e che pertanto deve rinnovare tutte le riserve già formulate in proposito. · · MUS SOLINI

Roma, 2.7 dicembre 1923, ore 0.30. * Decifri ella stessa. 5

I!:::a;e~~:~nt~:~i;~:~so ~i:e:ie:O~dir~o{i~~~ioe c~~~t~rzon avesse

~:~~r~u~f~ g:i:J ~t : voV~~~~e ~fke~!~~z~h:i~e:: :t~~n~ :r!0 st:~~e,~a::~ sima da lei impostata secondo il mio pensiero. Le aggiungo subito che riassunto da Vostra Eccellenza telegrafatomi per opportuno controllo delle linee princir.ali del mio teles ramma corrisponde perfettamente alle mie direttive. C1ò premesso e chiarito, sembrami che miglior modo di pro~~:::~tesideTI~ei~~ru'!'ii!rd:r;ec~; ;fn:i~t~l:~t~scl~d:~~~ ;er~e(~:::;e al il fatto) che esse rappresentino la risposta italiana alle sue çomumcazioni. • .All'ambasciatore Pietro Toma~i Odia Torr~ta.

*' {453,4S6).


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

379

Ho constatato la ·distanza che -divide il piano di soluzione britannico dal ~~::~~1v:~o~l~~/~o~diffic~1tlu: at~:;;1eè cted~~~~ra~~~;:j:::i

rt~~· l~t;~~~~e

d~I

ri:~~::~ni~e:a1~,ac~~a~~:ria atJ;:i~~~~:a ~~c:ra~~ Sarebbe però inutile ed anzi dannoso di compromettere la nostra tesi · sen51:i~~u~tle~~::ir::1:t~~esente due osservazio~i di molto valore per il p~r~t~ei~~~a~: ;~~e~:n;~~;zt>iftra Eccellenza riferisce che Curzon si era reso conto della necessità di risolvere la questione del Dodecanneso in una forma che rispettasse le suscettibilità italiane. Ora io non f.~:t:e11~e~~;:ssfZ~etd~g~ii~t?so1~

;~l~~t~~~lic~:!~i~~à dci~f~t1e~t~:

~~~!1 ~e?~i~i~ ffmi~n:~~~ate~;1u;:!bitti~~~~~d~e~ ~~~:r~~a~~e f.i!c:ii~~~

di q_uesto limitato territorio è stato da molti giudicato in Italia come un pessimo affare. ·

~~~bi1ft~

0

0

sareihe ~~~u::iKr:r;~tr:!~ ;:~nrr~:1i~ ~~~~i: ::tlev~~ ~t:s~:s~ delle dodici isoic ~endo termini del trattato di Losanna >>. Ora poiché, come è noto, l'Italia è effettivamente in possesso di tali isole fin dal tempo della guerra libica, pregala volermi chiarire significato di tale formula e se con essa. Curzon volesse accennare a qualche nuova condizione. MUSSOLINI

[27] dicembre 1923. * Leggo vostro articolo ultimo nwnero Audacia, articolo squisitamente fascista d\ un uomo che del fascismo ha fatto una fede, una disciplina sua propna, interiore, non superficiale. Certa ribellione fascista qua e là ancora affiorante rappresenta residuo altri tempi e deve essere .soffocata anche pel ridicolo che suscita. Saluti a Verona fascista. MUS SOLINI

• Al dottor Luigi Grancelli, direttore dd settimanale fascista veron~e A 11daria. (Dall'originale).'

Roma, 3 gennaio 1924, ore 21. * Decifri ella stessa. In relazione al contenuto del telegramma di Vostra Eccellenza Gabinetto segreto numero 4, non posso a meno di osservare che le ripetute esperienze c1 dimostrano come codesto Governo, ffi(;ntre cerca sempre preven· tivamente la nostra collabora.zione in apl_)o~io ogni azione diretta a mo· derare o a contrapporsi alle eccessive d1rett1ve della ~litica francese, riesce p<>:i praticamente, ritraendosi dalle primitive posizioni, a far ricadere specialmente sull'Italia l'odiosità e conseguenze di una tale azione,

di

le

• All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta.


380

OP.ERA OMNIA D1 BENITO MUSSOLINI • ·-·~-~"1.1,{'J

r::~~:id~~0ciees:!~~t!iJ?!~a~~t!c~:~~1~0t:~rrn;t~lùrd~sr!i d;s~

;~d~~t;adr::~~

~~i:~:~~~!~ ;i~i~~b;~~~~ahdcli~~~~~ eh~ ::it;~r;bb~0

vare, specie in un momento in cui importanti interessi italiani sono in gioco, quali ad e~mpio quelli <le1la colonia dì Tunisi, mentre ho dovuto d'altra parte coostatare che dal mio atteggiamento favorevole alla politica

~~bf;t;,~,~c::~1iz:;i r;:~b!~t~~!':;r~,:rait~e ei!~y;;; V~:f!: 0

0

Eccellenza sa perfettamente e meglio di chicchessia come mat io abbia cercato di praticare- una politica a doppio fine,. con l'intento di seminar 3 1 ~odis;~~~~fi~~~dic~~~

~ii~:~~i ~~ ~~1}~!:~~Ìae ~sT;i~~~aà!il'~t:1r;,

~r~'.t~/i1

0 : ~ , ~ ~~:~

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0

~r;~tcer~~adt~~rr~::a~ccrka~~r1c guenza valore dell'Intesa. Vostra Eccellenza sa .anche come sia stato sempre mio pensiero di mettere a base della politica italiana l'amichevole

~~~fe~;:;~~~ c;;r lfa?t;a~a~~~afhnea,r~ip~:s~r;m~cc~~l:~~a ~j~o~en~~~~ non abbia mai potuto trovare in 1:ratica una reale effettuazione. Certa. mente le mie preoccupazioni nei riguardi della Francia sarebbero molto minori e forse non esisterebbero se le relazioni dell'Italia con l'Inghil· terra giungessero ad un chi.arimento definitivo e assumessero un carattere determinato. In tal ca.so la Gran Bretagna potrebbe contare sull'assoluta . collalx,razione dell'Italia. Queste mie osservazioni e considerazioni contengono implicitamente la risposta specifica alla richiesta di Curzon circa la questione del presidente della commissione delle ri parazioni, Prego anzitutto al riguardo di far pervenire a Curzon un mio amichevole consiglio, analogo a quello ~ià dato in consimili casi, e cioè che se il Governo inglese non sia deciso

akerr;:t~~o~ !~~t~e"~~:01~e~~1r:~ttc~;~i~o~ ~i~~;~~~~· a?fde~fje~!~ chiarimento politico generale anglo-italiano, occorre risulti ben chiaro che ~ J~P~!~:r~ir;:a:ar:et:ie~:v~:~1; fi;:1~~ t~ep:~tadi% ,~ilt: 6; 3

0

~

5 ~~

0

dichiararle che ,quando ciò avvenisse, in considerazione che tutto il fun. zionamento della commissione, quale è prevista dal t rattato di Versailles, è rimasto sconvolto dall'assenza del delegato americano, mì riserverei di appogsiare una azione diretta ad impcdìre che la Francia domini sulla commissione delle rir.arazioni al di là di guanto era stabilito dalle clausole del trattato di Versailles. MUSSOLINI

Roma, 8 1:ennaio 1924, ore 23. •

a,~~~~.

Decifri ella stessa. Da quanto Vostra Eccellenza mi riferisce con i telegrammi di Gabi· oe~~~c5 n~;pe:~s~e1' jr!:ai131:0 ~;:sr;;~~~iiitàcodi cs:;~r~ir1: ' • All'ambasdatore Pietro Tonusi Della Torretta.


381

AGGI UNTE: TELEGRAMMI

difficoltà che si frappongono alla realizzazione dell'accordo. Mentre nel

~J~~J:::~~~:::~

J/~iie!~r:a:he dl~I ;r!~~~;Jtc~;:i:o;t~:~~r~=~ plicemente considerarsi come una prima base minima per servire d'inizio alla discussione, sembra abbia dovuto nelle susseguenti conversazioni convincersi, come risulta dal suo ultimo telegramma, che l'accordo potrebbe unicamente raggiungersi sulle sole basi indicate da Curzon, salvo qualche lieve miglioramento. Ciò prova non essere esatto che Curzon si s,a reso conto -delle suscettibilità italiane e del buon diritto dell'Italia in questa questione. Si vorrebbe in sostanza che l"Italia cedesse alla Grecia molte isole del Dodecanneso,-che le son costate sangue e denaro, solo per far cosa gradita al Governo inglese, il quale si limiterebbe ad effettuare la consegna di · un arido e insignificante territorio nell'Africa Orientale, l'unica realizzazione ormai definitiva ~r l'Italia degli impegni assunti dagli Alleati con l'articolo 13 ·dcl patto di Londra, magro corrispettivo

1!JFa

0

0

1

d:~i~!:

tra~~1:r~n:~g~~lo ~:~~~ Edo~od~ ~u~~~~t~n~:l':~:~~t: ; tr: fetta di Giubaland si fa pesare poco decoros;1mente sui rapporti politici fra l'Italia e l'Inghilterra. Vostra Eccellenza dovrebbe far comprendere a Curzon che la parte cosciente del pubblico italiano tudica il possesso di questo territorio afri-

~~~o l~~j~~i~~ d~ìr~~v~~: brh:ì~~rc: fj~teq~=~~~ s!ff::e

s~::bb~ f~:: 0

d~Ì ti:~~~:ei~:1!:~ riso~ta anche nello stesso interesse com?:r::~i!~cosirio~~ci~!les:ua se:!~;, ;~~:r;:;a:d ~~ ~:rit~:a:i~:~~e

1~~::e~cita

:::;i~

giamento quasi di ricatto nei rigua_rdi delb cessione del Giubaland, c~e certo rivolterebbe il popolo italiano, rendendo definitivo quel senso di freddezza. che già nelle masse comincia a serpesgiare a causa della politica ostinatamente non favorevo.le che da parecchi anni l'Inghilterra pratica verso l'Italia. Si arriverebbe <iuindi ad un risultato diametralmente opposto a quello che con la nostra conversazione di chiarimento e COf! il tentativo di accordo si cerca di ottenere, e cioè invece di togliere ogni rag ione di attrito fra i due Governi, verremmo a creare nell'opinione pub6Jica italiana tal senso di delusione e di amarezza, che sarebbe poi quasi certamente impossibile di modificare. Debbo ad ogni buon fine ribattere l'asserzione che l'Italia abbia preso impegni di sistemare il Dodecanneso secondo la volontà del Governo inglese. Se fosse necessario bisognerebbe chiarire formalmente a Curzon che esiste soltanto la promessa volontaria di procedere all'esame amiche1 ::d1!ir:~~is:~i;1:~ii:i !"si:f;i~i~~~Jj~~t1b\1{{: ~:J~:~~~a: e dal Tripartito. D all'atteggiamento di Curzon traspare quale effettivamente sia la si-

~f~:':!!

a;;::

i:r:et

:~ztn(;r~~~o~~~~J~ io~~~~::ag~deu!~ve :::s~:~s~.e ~~ certamente eccessivo pretendere che tali d~ti vengano saldati a spese d.ell"ltalia, che in tale azione verso la Gret::ia non ebbe invece alcuna complicità .e che non ha quindi nessuna responsabilità sulle conseguenze cl.i essa. S:,::~amente è impossibile pensare ad una realizzazione di un qual-


OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

382

siasi accordo fra l'Italia ·e l'Ingh ilterra se Curzon non si è persuaso che

~~ f:~;l~g~l~~t~od~i p ~~~~esJ:n!acr::~e~::i~;;:/;~~a,;~~7;~; ~tlop~~~

nel p rocedere alla cessione del Giubaland in limiti territoriali meno fi.

~:~tt!n~1ist1~ ~~;r~~~:~; ~'l~f:~~ilt~~r~'\~sc~~t~~e,<lt ~~~~~e~af~ ~i 0

paga.mento di una cambiale debitamente firmata e da troppo lungo tempo rinv iata. In conclusione, da. quanto eJJa mi telegrafa, si rileva che l'Italia dovrebbe impegnarsi a rinunciare ad alcune isole del Dodccannes.o, che non

!;;e~~~~:a nt~i· l~~t~li:~n~l· f~eA1~~;~ ;tJ~fl: t:e:~,a~éda'ìì;~~ ghilterra. Essendo su queste basi impossibile J'accordo, io non posso dare a

; ~~jad~~\~0t!ie;~~r~~:t~~~:05~4~0in ~ a~~ed~f;t~mJr1:~b~: iufti;~

scorso*, e cioè di regolarsi in modo che le attuali conversazioni possano chiarame9te rappresentare la fine di ogni nostra conversazione con il Governo inglese e che l'ulteriore ritardo nell'adempimento del formale impegno assunto dalla G ran Bretagna della cession~ del Giubaland sarebbe oramai un atto non amichevole verso l'Italia, che è stato infatti 0 5 8d i~~j; t~ r~~~~! r~3i[a;tid!e~t e ~11fm;net;edt~~e~~: ~~~ tative possa rimanere dal lato del Governo inglese, piazzatosi in un atteggiamento di assoluta intransigenza, che non trova riscontro e g iustificazione alcuna nella situazione di diritto e di fatto. D ebbo anzi osservare infine di aver notato una rifioritura di notizie più o meno inesatte ed infondate sul corso e sullo svolsimento di q ueste trattative nelh stampa di orig ine lond inese, tendente più o meno a pregiudicare e portare nocumento alla tesi italiana, mentre da parte nostra si è osservato il massimo riserbo, Queste indiscrezioni potranno obbli0 1 :a~t~; s1tdelle &:~eJ~eii a~~ib~l;~~~~:~i :nih: ~ ~Jf :t~~~ giamento preso dal Governo inglese in tutta la faccenda.

!t~

~~~

~f;[~j J}j f

~i~t~~

M USS OLINI

• (4 53·456).

Roma, IO r.ennaio 1924, ore 20, *

Decifri ella stessa. Confermo che Bodrero parte stasera recando testo definitivo « Patto 1 0 aÙ~~~;~~;i!;~s;as~!~: :1~~~~! n~~l s~ot~d: iJeH'articolo 2, essendomi sembrato conveniente di evitare l'accenno « all'ord ine interno » e « ai movimenti sovversivi», che poteva dar luoso a false e malevoli interpretazioni d i impegni d 'intervento n eg li affari interni dei due Sta;i. Mi sono preoccupato soprattutto che tale interpreta-

~:V~!~~:id: ~n6~.

• All'incaricl to d' Affa:i Consalvo Summonte.

~~~~t


AGGIUNTE: T ELEGRAMMI

383

zione potesse dar motivo di critiche contro l'attuale Governo jugoslavo, c:he oramai l'Italia ha interesse di vedere rafforzato. La mia formula del resto ottiene gli stessi risultati di quella pro(esta da Nincié, avendo sosti·

1 ~~~a~ ir~~~~d:

tuit~~:ide~ do« ·~a~;i~net;< ~llv~t~i:r~~: particolare di secondaria importanza, sembrami si possa effettuare il mio incontro con P~ié per dar luogo alla firma dei Piltti convenuti in località dii scegliersi di comune accordo. MUSSOLIN I

Romt1, 11 gennaio 1924, ore 14. * Decifri ella stessa . . Suo telegramma numero 17 si è incrociato con il mio numero 19.

bli:':!;t:::~ :Pf~;~rs:~~~: ~:1;::~~nrr tf

**

fi~~r: t

o r~s:~d~rio~r~e conv'egno prima della fine del mese, ma potrei darvi effettuazione imme-

1ti

i~f1i

:!:~ai~t; i: .~\Ji~,~)qjn~i teabb~ftig~ a ~~~r:a:rf!~~i~~~ sembrami località adotta possa essere Tarvisio perché viaggio più breve per P~ié e perché darebbe carattere di maggiore serietà af convegno. MUSSOLIN I

• All'incaricato d'Affari Consalvo Summonte. '-* (46~).

Roma, 12 gennaio 1924, ore 23. * Decifri ella stessa. ~ i~~tira;~: ia~:f!!~o nc:::;~~\t: ·creduto, forse a causa di necessità politiche, di dar al pubblico notizia dell'accordo politico in corso fra l'Italia e la Jugoslavia, ritengo impossibile evitare che a suo tem/ao

~~:~d~.

1:0° ·:~fi~ifir::0 d~e:!fe i~~~~~n~~t~~e\!;t;,~~t~ft:Jrf os:. preferibile che i\ convegrl:o a':"enissc a~dirit.t ura a Roma, ~cquistando conveniente solennità col n cev1mento d1 Pd1é da parte dt Sua Maestà e facendo in modo che potesse servire (3uasi di preparazione al viaggio di re Alessandro, che mi augurerei se~ 1sse a breve scadenza. MUSSOLIN(

• All'incaricato d'Affati Comalvo Summonte. • • (464).

Roma, 14 gennaio 1924, ore 21. * D ecifri ella stessa. Mio telegramma Gabinetto numero 24. *"' Nel caso che Pa~ié accetti, com~ spero, mia proposta incontrarsi R.oma, • All'incaricato d'Affari Consalvo Su.mmoote. • • ( 464).


384

0

OPERA 0MNIJ\ DI BENITO MUSSOLINI

pregala prospettargli opportunità suo viaggio avvenga al più presto possibile, onde evitare eventualità che prolungarsi campa.sna stampa internazionale possa, a lungo andare, deformare stato opinione pubblica dei due Paesi, che in <Juesto momento è molto favorevolmente disposta alla conclusione noti accordi fiumano e politico. M USSOLINI

Roma, 18 gennaio 1924, tJre 21. * Decifri ella stessa. Telegramma di Vostra Signoria numero 48. Sta Dene convegno Roma pel 2S. Attendo conferma 21. Dica a Pa!ié

J~:tt!t~~z:r~nd~l:~ài~ s1~o1J~:~~!:1 d~l :~~~ir,rsonalmente, malgrado M USSOLINI

* All'incaricato d'AtTari Cons;i.lvo Summonfe. RonM, 19 1.e11naio 1924, ore 23. • Suoi telegrammi 27 e 30. . Approvo idea Vostra Eccellenza frapporre indugio alla chiusura definitiva delle conversazioni per Je rag lom esposte nel suo telegramma n umero 30. M i sono reso pienamente conto delle difficoltà da Vostra facellenza incontrate in questo negoziato e la ringrazio di quanto ella ha fatto, Dimostratasi però impossibili tà. di g iungere nelle condizioni attuali ad un accordo, sembrnmi preferibile chiudere le conversazioni con u na dichiarazione ufficiale, che confermi in modo assoluto la nostra tesi, ma tenti di lasciare una situazione amichevole. Ritens;o però convenga evitare una dichiarazione scritta, perché, a

rlt

t ~d~z~t t:s~: : ;: e~~u:s~:~tf~~f~~~t:Vil'~~e1td:it~esi;iritd: i Contenzioso diplomatico, che ~ stato con me d'accordo. Vostra Eccellenza si limiterà q uindi a dare comunicazione a lord Curzon della parte sostanziale del seguente telegramma : « li Governo italiano tiene anzittutto ad esprimere il ·vivo deside rio che rimanga in lord Curzon e nel Foreign 0 /fire l'impressione che le recenti conversazioni si siano svolte in una atmosfera di cord ialità corrispondente agli amichevoli intedimenti de i due Governi. « Il regio Governo crede di poter riassumere il proprio pen_sierù, affermando che, dopo la lunga serie delle trattative e degli accordi intercorsi e dopo le ultime conversazioni, non è r,iù possibile al Governo britannico mettere in discussione il diritto dcli Italia alla sovranità assoluta e perpetua su tutte le isole d el Dodecanneso. L'opinione pubblica italiana d 'altra parte non potrebbe non considerare una contestazione al J!f:;h11~e~r~~=tt~ndt~ii ~~rs~~ebbeici~ ii rad: n

i t;;I!!~~:y,~\ig~~~/el·

• AJl'ambasdatote Pietro Tornasi Della Torrett,·.


385

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

« Anche il Consiglio del C.Ontenzioso diplomatico, al quale il rceio Governo ha creduto utile di sottoporre la questione per avere il part>re

~~1~~;: 1~i~ ~:/~:~i J:i

1

0

0

;;t~~ 1~t~~ ::e::~:t:it~~~:::U~ou~r~1~1~ per chiederci la cessione anche di una sola parte delle isole. « Il Governo italiano considera Rodi e le isole che fanno parte del sistema di Rodi e in genere quelle per le quali l'Italia ha magg10re intere55e, come già virtualmente appartenenti al proprio territouo. Per le dette isole ogni idea di rinunzia non è neppure òa accennare e il Governo italiano constata del resto che quello inglese per le principali di es~e ha i:e;~~sst~at~~c~11!~~apdi0 ~0ar~i aviì~:J>·Curzon l'im cessione definitiva che l'Italia è convinta che ormai nulla è più opPonibSc alla sua picr a e. completa sovranità. sulle isole e che, <JUalora m un secondo temp,:, 1

~i:~:s:v~~&b:t:s~r~ ~:f°a~;:rlr~

~~~: ~r;r~~tifni: la~~:~tted~~~~!;;::

t:~6:~~

:~~~~oc Ga:fti:?a i~~~:~e Ff~~\1tì1::~aes::1: p~=~\~;~'~r:nstt immediata e pronta Ja manifestazione di e~uale sentimento da parte del 0

Ji

1

~~:faj~~~1i:1~a

J~t::io~~i ~:ss~~~e le~e~~r:!~~t~ ~~~~i:i;~ cente della questione delle tribù e dei pozzi promesso da Curzon, che sola può rendere possibile l'accessione di .quel territorio del Giubaland alla colonia italiana.

~~bjiiti

0

MUSSOLI N(

Roma, 21 ge,maio 1924, ore 24. *

~~1;:f

4 J:r:ionudr:;:ider\~ :~n prolun are polemica con ~o<lcsto Governo, non posso lasciare senza una solfecita risposta quella. parte dell'ultima nota dircttale da Poincaré il 29 dicembre scouo, in cui si ritorna con evidente malafede sulla ciuestione del preteso ritardo presentazione della nostra domanda di partecipazione ai negoziati anglo-franco-spagnoli per Tàngeri. .

sign~:eroi~:a~?~~a~o;~ad!i'~:llc~~~e ~~n~~ee~ far pervenire subìto al « Il regio Governo, al quale fo comunicato la nota del 29 dicembre scorso da. fei direttami, m'incarica di comunicarle che si riserva di rispondere alla parte sostanziale della nota stessa ciuando farà conoscere il proprio ·avviso e le proprie decisioni relativamente alle disposizioni che per Jo statuto della zona di Tangeri sono state recentemente concordate a Parigi fra i delegati dei Governi francese, britannico e spagnolo. Il regio Governo però non può fare a meno di rilevare con sgradC"o·ole impressione come il Governo francese continui ad insistere su di una questione di ritardi e di date che indiscutibilmente non esiste, dato il tono e il carattere delle conversazìoni che si svolgevano fra l'ambascia* Alrambasd atore Camillo Romano Avcuana.


386

OPERA OMNIA Dl SENITO M US SOLINI

tore d'Italia· a Parig i e il Quai d 'Orsay primd. de ll'inizio dei lavori della conferenza di Parigi. « Un tale atteggiamento del Governo francese non può che confermare il regio Governo della necessità. d i mantenere interarriente la propr ia Jj. bertà d 'azione in base alle ampie riserve formulate per suo incarico. dal regio ambasciatore a Parigi ». M USSOLINI

Roma 25 gennaio 1924, ore 19.45. *

sion~e~~si1~,t~~e31!aJfe,::i~~~:r~i~~e~~~j~:: ~i'g~~!~~f~r~~n~::i

firmato decreto reale per annessione Fiume e creazione provincia Carnaro. Tale giorno non è lontano, M USSOLINI

• Al govcrn1tore militare di Fiumi!, genera li! G.ietano G ia rdino.

Roma, 26 gennaio 1924, ore 21. * Suoi telegrammi Gabinetto 73 e 74. Voslia comunicare MacDonald che sue esprcssiorii mio riguardo mi sono gmnte particolarmente gradite. Sono anch'io dolente che circostanze non mi abbiano concesso fare conoscenza personale con Jui. Voglia aggiungergli che sarò personalmente lieto tutte le volte che mi sarà dato lavorare per una azione italo-ing lese ai fini generali pace europea e che confido di poter non solo confermare, ma fortificare vecchia amicizia italo-inglese. Telegramma continua nel numero seguente, MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Tom:isi Della Torretta.

Roma, 27 gennaio 1924, ore 21. * Decifri ella stessa. Seguito telegramma numero 65. Quanto aila questione legata al riconoscimento del Governo dei sovieti e alla ripresa dei rapporti diplomatici con esso, Vostra Eccellenza può informare MacDonald che era già noto al Governo di Mosca mio mtendimento di procedere senz'altro, appena avesse luogo il riconoscimento, alla nomina di un ambasciatore, poiché da parte di Sua Maestà il nostro re non poteva esservi altra considerazione se non quella dell'interesse del nostro Paese. Tuttavia, trattandosi della prima domanda che mi viene rivolta da MacDonald e P.Jic:hé mi rendo conto delle ragioni delicate della sua rich iesta e delle difficoltà che eg li certamente incontrerebbe con l'adozione d i un procedimento diverso, sono disposto, per • Affambasciatorc Pietro Tornasi Della Torretta.


387

AGGIUNTE: TELEGRAMMI

fargli cosa gradita, di affrontare le difficoltà che a me creerà il mutamento

r;

g~~:I~:d~i S~~i:i:;~

ii~Or::~ud:jg;:pi;;ttt~\J~~~~~tfci'::~l'i~t::oi venga per un primo periodo con Ja nomina di un incaricato d'Affari, senza tuttavia prestabilire la durata di questo periodo. Intenderei con ciò dargli una prova tangibile ed importante dei miei sentimenti verso di lui e verso l'Inghilterra, acciocché Vostra Eccellenza, profittando dell'occasione, possa far~li chiaramente intendere come i? :.1a assolutamente convinto dell'utìlita per i due Paesi e per il consolidamento dell'Europa della loro intima collaborazione. Ma che d'altra parte tale mio intendimento non può riuscire ad alcun pratico risultato, 1

d:!ar:!~t~ ~:e1:e:"~~:a~~~gt~~id~~i ~rz;:,ua:l~ec~~e~~i~~i

di secondaria importanza, che pesano oramai da troppo tempo sulle relazioni dei due Stati, in modo che, cessando dagli ondeggiamenti, si stabilisca un indirizzo fermo e chiaro di politica estera, che permetta un'efficace collaborazione, MU SSOLINI

Roma, 31 gennaio 1924, ore 20.15. * Decifri ella stessa, Comunico a Vostra Eccellenza per sua opportuna notizia che questo ambasciatore d'Inghilterra è venuto a farmi sapere, su istruzioni di Mac1 0 ritse~~::m°1t~!! ~t~f.<{;o1~~d~':7ft:ei~\l:s~n~v:: false interpretazioni, o potesse essere comunque srrottata, MacDonald ha incaricato ambasciatore rispondere Nitti con semplice formula cortesia, informandomene contemporaneamente.

1f;;!

id~':Z/ii!/:

M USSOLINI

• All'ambasciatore Pietro Toma.si Della Torretta..

Roma, 31 gennaio 1924, ore 24. * Decifri ella stessa. Debbo manifestarle mia ·sorpresa per non avere sin qui ricevuto da MacDona.ld alcuna diretta comnnicaz1one circa suo avvento Governo, come ~ cortese consuetudine costantemente osservata fra capi Governi amici. Vostra Eccellenza vorrà indagare, con tutte le cautele del caso, e riferirmi circa moventi cui tale omissione può attribuirsi. MUSSOLINI

• All'ambasciatore Pietro To.tnasi. Della Torretta.


388

OPERA OMNIA DI BENITO .MUSSOLINI

Roma, 31 .~ennaio 1924, ore 24. * Decifri ella stessa. Giornali pu~blicano notizia che MacDonald avrebbe diretto lettera a Poincaré. M 'mteressa conoscere possibilmente contenuto tale lettera, .anche per poter valutare portat::1 alto nei riguardi politici. Prego Vostra Eccellenza indagare e riferirmi., .MUSSOLINl

* All'ambasciatore Pietro Tom;tSi Della Torretta. Roma, 2 febbraio 1924, ore 12.30. * Decifri ella stessa. Suoi telegrammi numeri 74 e 87 e miei telegramm.i 65 e 71.**

che,D ~~~re~~~ite:~:iraa i~~~~~~a~e~li~ris~~~\aa d!a!\~~b~~al~e~~a~i~ 3f~~~e~~~/~Ji~i:iedf~gi~:ed~~nft1~a50s~II~ir~~SJ:~t~eic~!o:::~~! ~~~~ rimessa ieri a Mosca. che ~rr;ir: ::ri~fe~:s~ s1:bi~~ -~°F;~t;zòffi~e~è:~;~:fl~~:;d1;:;:~~

guardi della conversazione iniziata a sua esplicita richiesta circa il rico-

0

che rimango libero di regolarmi sulle ufteriori pratiche russo-itaffane nel modo che giudicherò più utile agli interessi dell'Italia. M U SSOLJNI

• Alrambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta. u (386).

Roma, 6 febbraio 1924, ore 17.30. * D ecifri ella stessa. Ricevuto suo telegramma Gabinetto numero 11 2 concernente suo colloquio con Ctowe.

dizi~ i i~ie!~~~~~t~~~~f~~t~ta°d7 r:~oi~t~~~~;~~fi:~t:u:Cii: f~~: ciato da Kameneff a Mosca, signor MacDonald non si sarebbe precì pi· tato a strappare priorità riconoscimento all'Italia se non avesse avuto assicurazioni da m,a parte per tjUanto concerneva incaricato d'Affari. Dato che nessun altro Stato occidentale era in trattative coi russi, non si spiega fretta Governo inglese se non col proposito precedere Governo italiano, Precisato ciò, prego Vostra Eccellenza significare Crowe che se situazione non si modificherà in senso favorevole Icgittimi interessi nonché dii nità Italia, io continuerò riservarmi libertà azione tutte future evenienze 1ta1orusse. MUSSOLINI

• AJl'.amb.asciatore Pietro 1'on1asi Dd la Torretta.


AGGIUNTE : TELEGRAMMI

389

Roma, 6 febbraio 1924, ore 20. * Non s! preocc~pi man~ata .risposta_ ~omandante, _troppo impigliato affare ~armaro. Qua0:to. s_ua unione sp_mtuale, trattasi gruppo ins1gnifiCJ.nte, isolato fra unanimua assoluta nazione. Ciò malgraao Governo sempre vigilante onde impedir~ gesti inconsulti. MUSSOLINI

• A_l generale Gaetano Giardino.

Roma, 8 febbraio 1924, ore 20. *

Decifri ella stessa.

n noto come atto inconsulto di MacDonald mi abbia creato difficoltà gravi per la conclusione del Trattato con il Governo dei sovieti e come

ra:,~~~~:z1i

f~!n:a~lf~f!~~aas~o;;~~isirn~\1;:~; i~N·~~~iaved~ss;ar~e c~:~i per causa del sesto di codesto Governo. In questa situazione sarebbe stato doppiamente dannoso ulteriore rinvio firma del Trattato e per procedervi ho dovuto impegnarmi all'immediata nomina ambasciatore. 1 0 0 0 chia~:~~~ : : pe~~~;~it!:r~rt~!1~~~~~~~t su quesfargomento. 1-fa se Vostra Eccellenza lo ·stimasse conveniente, potrebbe in modo opportuno far giu_ngere a Sua Maestà il re Giorgio qualche spiegazione circa nostra decisione,- resa indispensabile dalla condotta del suo Governo.

J~n: s~

t~~le:~~et~;~r~~ MUSSOLINI

• All'amblsciatore Pietro Tornasi Della Torretta.

Roma, 12 f ebbraio 1924, ore 15.2.5. *

\~~t~=:~ it~~~·:~~ ::~ilir~b::rttu~~ ~:;;~~i ~:1:~ 2

sent:e;e;:r c::sid~:~~~f ~~;c~

0

0

1

t :s~f°'1f:!7o.pre0

;t

~~~:~~.vta!!a~~te;;;:~t~~~t~ nell~1 dato dal convincimento che ogni atto diretto a risolvere attuale situazmne internazionale· Russia e a facilitare ritorno dello Stato e dell'economia russa nella sfera dell'attività politico-economica mondiale si risolve in effettivo vantagsio pace e prosperità generale, con particolare riguardo penisola balcamca. · Superando jnfatti notevoli difficoltà accordare due sistemi economici tanto diversi, Italia rivendica merito di avere per la prima affròntato studio e soluzione di un difficile problema, a beneficio di tutti, mentre d'altra parte, ponendo i russi sempre più nettamente di fronte principi dell'economia occidentale ed iniziando stretta connessione dei loro interessi con tale economia, ritiene avere adottato arma più efficace per pro• All'incaricato d' Affari Consalvo Summonle.


390

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

vacare ed affrettare evoluzione pratica economia russa verso principi compatibili coi nostri. Inoltre, togliendo barriere diplomatiche e riconoscendo Governo russo, perde importanza per Mosca costosa propaganda comunista e togliesi,

.~i!!:;~/~f:~!~~/!~e;irtsiri~~ed:~~~fiin:~Ja~oiid~n~;:h:~.comuPer quanto riguarda russi vecchio regime è convincimento regio Governo che la scomparsa ultima larva loro rappresentanza diplomatica e

f~~~~~:~:1~/:ti~li::: Fu~r~~hir:u~r:~~r~~~e~d~ev~~~j;;;:~~: ~r~;;!;

lungamente ed interessatamente coltivate, ponendoli per forza di fronte al problema loro ra pporti con nuovo regime, creando loro necessità col~ laborazione patria. Tali elementi, se costretti a dimettere sogni di riconquista, portetebbero certamente valido contributo accelerare evoluzione Russia. Per <jU:mto riguarda particolarmente Jugoslavia, la Signoria Vostr:1. polrà aggiungere che regio Governo, ispirandosi suoi sentimenti amicizia e coJlaborazione con codesto, è disposto valersi sua posizione favorevole di fronte Russ ia e interporre suoi buoni uffici per q\1::1.lsiasi cosa possa interessare codesto Governo al riguardo. MUSSOLINI

Roma, 15 febbraio 1924, ore 23. * Telegramma di Vostra Eccellenza numero 1742. Per Fiume si faranno elezioni a parte mancando il tempo per preparlre le liste ed essendo neceSSlrio, prima di convocare gli elettori, che h situazione a Fiume si sia definitivamente stabilizzata. Ne informo direttamente Sua Eccellenza Finzi. MUSSOLINI

• Al generale G.1etana Giardino.

·Roma, 16 febbraio 1924, ore 20. * Condivido pienamente parere circa necessità che rati.fica da parte Go· vemo serbo ·croato sloveno non subisca ritardi ulteriori, che potrebbero essere variamente ed anche obliquamente interpretati. Mentre formulo

~~fittirrs: d~tr~fto r~:~gdiffi~iie di ~~i~r~~~ti ~r!u~! d:t~:~er:~;: porti tra i due Paesi e costituisce uno degli elementi più importanti di 0

0

pace per tutla Europa, Vostra Signoria può promuovere opportuni passi presso Pafa~. MUSSOLINI

• All'incaricato d'Affari Consalvo Summonte.


AGGIUNTE: T E LEGRAMMI

391

Roma, 17 febbraio 1924, ore 21.45. * Decifri ella stessa. di ~:~~: &~~r;~;;~az;;;r!r~~~~~caaF:~e;a!!r~~a~~tGna't!i~~:o P~~; del 10 febbraio. In esso era detto che Crowe, esprimendo insistentemente suo ramma. rico per <J_uanto era accaduto, aveva osservato che bisognava soprattutto preoccuparsi delle relazioni <lei due Paesi, e fare in modo che del pe· noso incidente restasse minor traccia possibile. Per tali dichiarazioni e in considerazione del contraccolpo che una crisi nei rapporti italo-inglesi avrebbe-recato al problema della Ruhr e alla situazione politica generale in Europa, mi sono astenuto da ogni manifestazione che potesse aver conseguenze dannose ed ho anzi fatto spieg.i.re o;;ni possibile azione sulla st 5 5 ~ &:eft~:zf::1rf:t~' !v~~i e~:fci :f:~t~:~~=i~~:o~r;r~~~l1issi~~f~~1~~~ essi possono essere distrutti da un momento all'altro da un ritorno a ts~j~n~~l~~~ge:t~~~! ~i/~t~~ia~t r:,u:~h:e a;rr;~r~b1f:o~~nu! leg~~1:

~:ra~::r

t:~

1~odt~~~~ti 1}~a~~~ ~;:lohi! \er:i~c~~Fa°n!:.~~n~oa:t~~~:!: anche fortuite, nessuna conversazione esiste ora fra i due Governi, e nel pubbli~o potrebbe generarsi l'impressione che siano stati fra di essi tron· cati i rapporti. . Jo non ho avuto recente occasione <li fare delle dichiarazioni di po· litica estera, ma MacDonald, nelle sue f reguenti manifestazioni, ha ·Jovuto astenersi da qualsiasi lontano accenno all'Italia. Tale assoluto silenzio nei ,jguardi di una potenza di <J_Uarantotto milioni di abitanti, che fa parte della Intesa e la cui azione è mdubbiamente di una importanza fondamentale nell'attuale situazione politica dell'Europa, finirà per provocare malevoli commenti, che certo non gioverebbero a migliorare i rapporti tra i due popoli. Né bisogna dimenticare che molti nei due Paesi e all'estero per spirito ~~!~:SJ;si~~0 daf e;~~~ovidfi~is~~ a;;:r~::ti!J:,Cs:~·eair:cyef~:ar(;~!::~): per le differenti loro origini, non esiste possibilità di intesa, Mentre, in 1 s:;e~,~~n;~~d::n~:le~~~: ~~sJ; i5au~in: ~:~i~~~/d~ I~ J'ltalia, il" cui punto di vista fra le g randi potenze interessate si avvi. cina di più a quello della Gran Bretagna. E d'altra parte le decisioni che dovranno essere prese dopo le conclusioni degli esperti su molti punti fondamentali del e roblema delle riparazioni, impongono nel reciproco interesse che il chiarimento dei rapporti italo.inglesi non sià più oltre differito. Dopo quanto è accaduto sarebbe certamente consigliabile che Mac· Donald facesse luogo a qualche gesto amichevole, col quale potrebbe guadag narsi.tutta l'opinione .pubblica italiana ed io non potrei che esserne soddisfatto. Ma dopo averle esposte le mie considerazioni, non voglio

R~~:.,

Ji~~!~~

• All'ambas~iatore Pietro Tornasi Od ia Torretta.


392

OPERA OMNIA [>I BENITO MUSSOLINI

impor~e sugg_erirr,ienti o limiti all'azione dell'Eccellenza Vostra, lasciandola libera di agire nel modo e nel senso che reputerà più conveniente, affinché nell'interesse comune si cancelli l'impressione {'{:Rosa di un

i·~~xl~,'~7~~l!~d~h:dpi~a~::zli~ :rr~e:r ;s~bif:C~t:J;'~da~{~n~er: . i due Paesi si presentino come cordialmenté rafforzate. MUSSOLINI

Romd, 19 febbraio 1924, ore 2120.'* Quest'ambasciatore di G ermania mi ha rimesso una nota documen· tata, di cui le spedisco copia per corriere, relativa alla conversa.rione in corso del Governo tedesco con quelli francese e belga sul regime della Ruhr e le riparazioni. Analoga comunicazione è stata fatta a codesto Governo; Premesso che, per rendere possibile, anche prima della defin itiva

:it~~t:~~!!\ ~itt;~~~~;~car:a~i:1!i !~~r:nrt~t::d:a~c~;::1a~ee~:il~ misure tecniche, la nota avverte che il Governo germanico, nella speranza di indurre il Governo francese ad un'attitudine più arrendevole per il mrJd11s v;vendi, ha aderito al desiderio del signor Poincaré di estendere lo scambio di vedute a problemi generali. Tale estensione non intende però ·in alcuna guisa pregiudicare né le risoluzioni dei Governi alleati, né i pareri dei comitati deg li esperti, ma preparare anzi l'attuazione pratica d i questi ultimi. D ich iara da ultimo che la comunicazione è fatta affinché anche da Roma e da Londra possa venir preparato il terreno per le risoluzioni da prendersi dopo l'azione dei comitati. Vostra Eccelienza ricorda come per la costituzione dei comitati degli esperti, Italia e Inghilterra abbiano proceduto d'accordo e come una tale unità di intenti si verificò :rnche a proposito della precedente proposta di una conferenza economica con l'intervento degli Stati Uniti, la quale (pur non riuscita non per fotto italiano o inglese) rappresenta il punto di partenza per la costituzione dei comitati degli esperti attualmente in funzione. Le idee fondamentali italiane e ing lesi circa il problema delle riparazioni, anche nei suoi aspetti più lati, non identiche, si sono sempre mantenute assai vicine. Non è errato affermare che questa analogia di vedute italo-inglesi, che pure in altre occasioni evitò gravi complicazioni nell'interesse della pace europea, avrebbe potuto essere più feconda di risultati, se da parte del Governo inglese fosse esistita una maggiore determinazione di propositi. N ella questione particolare ciel regime della Ruhr, nonostante la assenza di truppe di occupazione, Italia e Inghilterra sono direttamente e vivamente interessate (e cosl pure a que1Ja della Renania), specie ora, che dalla semplice 'considerazione di misure tecniche, si è passati aU'esame di problemi generali. 11 regime dei pegni produttivi e dei controlli

:~!~·

r:i~~t~:;11

/fa~;!::~~~"to~~l~~;no ~ii;;~r~a~f~ei :~~~td~~=: r:ito ormai il periodo istruttorio, si avviano a quello conclusivo, in cui • All'amba.sciatore Pietro Tomasi Della Terrena.


393

AGGIUNTE: TELtGRÀMMI

potrebbe assumere particolare importanza la collaborazione chiesta.ci da codesto Governo e da noi volenterosamente ·assicurata quando si iniziarono i lavori stessi. L'odiemo passo tedesco dovrebbe dare origine immediata ad uno scambio di idee tra noi e codesto Governo, che, definendo in modo costruttivo le vedute comuni, potrebbe rappresentare un utile punto di partenza all'illcerta situazione attuale, e, in ogni caso, varrebbe a rendere edotti con reciproco vantaggio due Governi delle rispettive posizioni. fn°Jf:~s~billtr~~a~~e~~~~:e ir~z~~~f:r!~~aìn~e;~~zi~~aie;:el~~iat:~f~ volte accennato MacDonal<l, nei termini da me sempre sostenuti, e cioè che possa dare buoni frutti, solo se chiamata a risolvere punti politici, dopo che attraverso l'elaborazione tecnica delle questioni un accordo di

ch~sii::::~~e

mast~: : ~ : r:i~iit~dierna comunicazione accenna pure all'eventualità (che ad ogni modo il Governo italiano 'ed il Governo inglese non possono evidentemente tra.'ì:'u rare) di un accordo ecoi:'omico e politico dm·tto tra Francia e Germanta e della conseguente creazione di un gigantesco bloc~o industriale e finanziario sul Reno e sulla Ruhr capi· tanato da.Ila Francia. quanto precede potrà opportunamente far parte delle conversazioni 1 0 :e;~it:~if;ais~::~~~e:i~:\;~ i~~:ti~:ec~'ìi~i~ t~,e~ gramma di Gabinetto numero 127 del 17 corrente. *

~~d~~~~\r~ecf:~ef~

!'o1USS0LINI te

(391),

Roma, 21 febbraio 1924, ore 22. * Decifri ella stessa. Per motivi dì carattere non politico Sua !\faestà è costretto ritardare sua venuta costi. Ritardo forse gioverà a compiere meglio preparativi SO· Jenni fesfeBgiamenti. · Riterrei comunque preferibile che domanda formale di rinvio mi fosse indirizz.ata da Vostra Eccellenza non dovendo risultare che ritardo sia dovuto a desiderio di Sua Maestà. Probabilmente nuova data potrebbe essere quella del 16. MUS SOLJNI te

Al generale Gaetano Giardino.

Roma, 22 febbraio 1924, ore 21. *

Decifri ella stessa. Suoi telegrammi numeri 1846 e L847. 3

lun:;ies~?o:~i~inà~~:~~fi:b~~c~:f~~~~e r~sel~~f~=· f~:::~~ivco°:~~rc!~: industria. Sollecito a tal uopo pratiche ancora non risolute. Sembrami che • Al generale Gamno Giardino.


394

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

questa opportunità possa essere la ragione plausibile del rinvio. Fregola tuttàvia non muoversi da Fiume per un solo istante, finché situazione non siasi · assolutamente solidificata e <JUindi dopo venuta di Sua Maestà. Pregala telegrafarmi. Confermale stasera scambiate ratifiche e pubblicato decreto legge per rendere esecutivi accordi. MUSSOLINI

16 no1,1embre 1926. * Ho appreso con profondo rammarico la fine inattesa di Sua Eccellenza il generale Tomadelli. Em un virtuoso. La sua vita fu diritta ed austera ed appassionato il suo attaccamento alla Marina militare. Invio ::illa famiglia un mio pensiero pi.eno d i cordoglio . . MUSSOLINI

• AÙa famiglia del generale della Difesa mariuima Giovanni Tomadclli, per la morte di;,Jlo stesso. (Dall'originale).

21 marzo 1929. "' Accogliete, per le vostre nozze, i miei migliori auguri fascisti e demografici e fatene parte alla vostra consorte. MUSSOLINI

• Al giornalista Sandro Giuliani , caporedattore del Popolo d'Italia, in acca• sione del suo matrimonio con Giorgina Zopponi. (D.1ll'originale).

1.5 dirembre 1930. * Mi è gndito parteciparti che con decreto in data 12 corrente, su ~oi~s~:1:e}a:~f::.a~~rt!Ii~:I~~{. ti ho nominato ispettore del Partito aMUSSOLINt

* Al luogotenente genet; le della M.V.S.N. Italo Bresciani. (Dall'originale). 28 oJJobre 1931. * ·

Desidero ·ànch'io essere presente alla commemorazione di Delfino O rsi che sarà degnamente tenuta d al quadrumviro De Vecchi. Devono essere segnalate, quali es~mpio per i g iova~i,. le civi.li e .preclare virtù che fecero di Delfino Om un grande g1ornal1sta, un c1ttadmo esemplare, un devoto, in ogni tempo, servitore della Patria. MUSSOLINI

"' Al deputato Erm~nno Amicucci, direttore de\1:1 G11zzt11a dii Popolo. (Dalr originalt).


395

AGGlUNT.E: TELEGRAMMI

24 maggio 1932. * Ho ordinato che, dopo dieci anni, lii fanteria monti la guardia d i onore al Milite Ignoto, a cominciare da questo 24 maggio. A te, che <leirintervento fosti l'anima e la fiamma, e che poi marcia5ti in testa alle fanterie verso il 'rimavo, giunga il mio fraterno abbraccio. MUSSOLIN(

* A Gabriele d'Annun:zio. (D:ill'origioo.le}. 5 novembre 1932. * Poeta e comandante .D' Anm~nzio d~sidera quattro arche di pietra che il vostro comune possiede et d1sponibtli. Se oò è, caricatele su omion e portatele al Vittorfale. Notizin~em.L M USSOLINI

• .All'avvoc;ito Antonio Franceschini, podestà di Vicenza. (Da; MARIO P ALIEIU --D'Armrtnzio 111 re e al d iue - pag. 95) .

25 febbraio 1934. ~ Mando ai comandanti, ufficiali ed e<J.uipaggi dello Scina e del T ori, che per primi e· in perfetto stile fascista hanno compiuta con unità subacquee la circumnavigazione dell' Africa, l'espressione del mio vivo compiacimento e il mio elogio. MUSSOLINI

• Ai sommergibilisti de\l'Antonh> S,iua e dtll'Emùo T ()ti, reduci· dalla cir<:umnavigazicne dell'Africa (olue quindicimila miglia in centom sant:1cinque giorni). (Dall'originale).

3 giugno 1938. * D'Annunzio è stato l'animatore in tempi oscuri delle nuove grandi realtà italiane, a preparare le quali egli diede la poesia dell'azione. Rini~:i~n:o~eli/¾;J~~syi y:;;/ver~i ricordato nell'occasione della celeMUSSOLINI

• A Gioacchino Forzano, che gli avèVa. inviare un telegramma a nome di tutti gli artisti della rompagni,1 Betrone-Melato partecipanti alla recita della Fit,/i:l d~ ]crio svoltasi, in commemorazione di D"Annunzio e sotto fa regla dello stesso forzano, al 1'eatro comunale di Firen:ze la ~ra del 3, giugno 1938. (Da: ·M,.11;10 PAUERl - Op. rit, - pag. 135).


396

OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

Roma, 28 m11ggic 1939, ore 14.50. • Ho ·particolarmente apprezzato cordiali espressioni ~,he avete voluto rivolgermi in occasione firma Trattato concluso fra Italia e Germania e vivamente vi ringrazio delle amichevoli parole, · MUSSOLINI

' AI primo· ministro giapponese, barone Kìchiro H iranuma, in risposta al S<."guente in pari data: « Persuaso che il solido Trattato di alleanza _concluso oggi fra la Germania e fl ta\ia, di fronte a chi disturba la con.fusa situazione politiC".i., sia llfl potente contributo al mantenimento della pace nel mondo, ~pr imo qui le mie cordiali congratql.u ioni e auguri i> .

Roma, 31 l11r.Jio 1939, ore 12.lJ. * Vivamente grato a voi e :il Governo ungherese del vostro messaggio, ricambio con cordialit:ì le vostre amichevoli espressioni. · M USSOLINI

• Al Presidente del Consiglio un~hercse, conte P:il dc Tdeki.

Roma, 25 agoJto 1939. * Desidero, !\.faestà, nell'attesa di mandarvi tutto l'epistolario scambiato col Fiihrer, anticiparvene le conclusioni, e cioè che l'Italia si limiterà, almeno nella prima fase del conflitto, a un atteggiamento puramente d imostrativo. Francesi e inslesi ci hanno fatto sapere che faranno altrettanto. Aggiungo essere mia convinzione che le proposte di Hitler al Governo inglese e che noi abbiamo conosciuto tramite Londra meritano di essere prese in attenta considerazione. Richiamati si presentano ovun-

~~a~~'. ~ap~~ r~;:o1u~a~:~:~ ~af:J.°rti giunti a Roma) con morale MUSSOLI NI

• A Sua Mue:,;tà Imperiale Viuorio Emanuele JI I.

Roma, 27 aJ:OJto 1939, * In risposta al vostro messaggio desidero assicurarvi che non lascerò intentato alcun sfocio per s:tlvaguardare la. pace del mondo, pace duratura, cioè con giustizia. M USSOLINl

• Al primo ministro can.aJ~e, l yon Willi:im King Mackenzie, in risposta .al ~guente in d .:H l 2) agosto 1939 : « Que~to critico momento storia moTldo de-


AGGIUNTE: TELEGRAMMI

sidero, a nome popolo canadese, unirmi appelli rivoltivi perché usiate \'051ro grande potere e influenza per assicurue pacifico regolamento quest.ioni minaccianti pace umanità. Popolo canadese è fermamente convinto che dovrebbe C$Sere possibile, attraverso conferenza e trattative, trovare glusto regolamento tutti problemi esistenti senza ricorso !ona. Esso è pronto unirsi popoli al\ri PaC"si nel fare tutto quanto suo potere per r~i;giungerC' tait" scopo,>,

Roma, 1 gmnaio 1940, ore 12.50. * Ricambio con altrettanta cameratesca cordialità gli auguri che mi avete mandato in occasione dell'anno che comincia. Anch'io formulo per la Germania nazionalsocialista i voti che voi avete formulato per l' Italia fascista e cioè che i nostri due popoli, unit i, possano raggiungere le loro mete e assicurarsi il loro futuro. MUSSOLINI

• Al cancelliere Adolf Hider, in risposta al si:guente in data 31 dicem, bre 19}9: «: In occasione dell'imminente capodanno esprimo a voi, ·duce, con cameratesca solidarietà, i miei auguri più cordiali. Possa il nuovo anno riServare all'Italia fascista, alleata della Germania nazionalsociali5la, sotto la vostra forte e sperimentata guid;1, un pieno successo nelradempimt"nto della sua mi5sione naz.ionale ».

Roma, 20 aprile 1940, ore ]3.55 . * Mentre popolo germanico celebra il vostro compleanno, desidero,

in nome del Governo fascista e del popolo italiano, mandarvi i miei cord iali voti, insieme coll'augurio sincero che 1a G ermania supececà vittoriosamente la gran.d e prova nella quale è impegnata. MUSSOLINI

• Al cancelliere Adolf Hitler.

Roma, 20. maggio 1940, ore 14.10. * Approvo la vostra comunicazione al Governo francese circa viaggio in Spagna ministro francese Ybarnegaray. Viaggio è da considerarsi intem· pcst1vo sotto o~i punto di vista. Colgo occasione per mandarvi i miei più fervidi, amichevoli saluti. MUSSOLINI

• Al generalissimo Francisco Franco, in risposta al seguente in pari data (ore l.~S): « L'ambasciatore di Spasna a Parigi mi aveva comunicato d'urgenza di :i.vere ricevuto visita di due cx-Presidenti del Consiglio, inviati sicuramente dal• l'attuale Govt rno, allo scopo di sollecitar, approvazione per visita in Spagna mi-


398

QPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI

nistro YbarnegarRy per trattare p~sibilità regolamento Mediterraneo. Questa pro· posta era stata respinta facendosi presente non convenienza Ji tale visita dato atteggiamento Spagna. « I n data di oggi amhasciarore a Parigi mi telegrafa rkhi~ta ufficia le del G overno francese, che insiste per visita di detto ministro per sottomeUetmi pro.· posta trattare situazione Mediterraneo, considernndo che Spagna è eltmc:nto preciso e unico per stabilire contatti Ira Francia e Italia. « Dice il ministro francese ch e sua proposta sarebbe la liberti del mare latino, che deve essere unico pe.r b navigazione, scomparendo SCrYÌIÌl Gibilterra e Suez, Inghilterra, secondo il ministro, non ne-c:essitando dd mare-).fcditerraneo per sue comunicazioni, come lo sta ora dimostrnndo utilizzando rotta dd Gtpo. « Sopra questa base di libertà si potrebbe ristabilire possibile solidità pace per Ew-opa, inquantoché, in altro modo, con vittoria o senza, altre guerre riro: n1incerd>bero. « A questi ho risposto che, pur es:.cndo gradito alla Spagna il proposito d i p;ace- che ptrsegue viaggio minis1ro prtdetto, come il riconoscimento della necessità presenza Spagna in ciò che interessa il Mediterraneo, la visita di un ministro francese durante la gucrn. deformerebbe dinanzi al mondo situnione neu. tnliti Spagna e potrebbe essere accettata solo se si potesse fare aSSC"gnamenlo sulla sicurezza di un risultato nell'alto fine che tale visita persegue; ciò d1e ~ difficile nell'attuale momento della lotta. t.t Di tutto ciò vi informo per l'alto interesse che comporta, tle!iiderando cono· · scere attitudine italiana Jinanzi a tale progetto in relazione b.H'alluale situazione in Europa e all'interesse dei vostri progetti. Sottometto alla v05tra considerazione convenienza di dare conoscenza Hitler di tale situazione».

Roma, 14 dicembre 1940, ore 21, * Mèttete immediatamente in allarme e completate l'occupazione piazza Tripoli e opere difensive verso confine tunismo. Assicurate. M USSOLINI

* Al maresciallo Rodulfo Graziani ( Dall'originale).


[]

MESSAGGI

Roma, 28 ottobre 1923. f: Alle camicie neJ'e di V erona, N ell'anniversario della rivoluzione gloriosa, voluta e compiuta dalla

:~~:al~i

;\:eif ~~~{dc1~ej~, f:=~ìfi~

0 V~~~~~ i ogni ora alla causa, d mio saluto fraterno. L'opera è bene avviata! L'Italia è del fascismo e col fascismo rag-

;~g~~~reaif: ~!~ici:

giu~:: t:~oo~ad;::~r;ta~irabili

3

! MUS;SOLINI

• Dall'originale.

21 dicembre 1944, XX.lll. * Ai camerati del ba1taglione « M msolini ».

del

~~~;ff:;~! ~h~a;~l:~ f{u;i;:1~~~~. ~.~~;r:Ss~~e vd~ll~s~te~:!~~;~ 0

0

tesca simpatia, insieme coll'alto riconoscimento per quanto avete operato durante tanti mesi, in terre italianissime e invano insidiate, Operato, ho detto, cioè « combattuto », che è la forma più nobile e redentrice e decisiva dell'« operare» nelle circostanze storiche che Ja Patria attraversa. Il latote della presente lettera mi ha anche accennato alle vostre necessità e soprattutto al più che giustificato e comprensibile desi· derio di andare al vero e proprio fronte di combattimento.

vostro

v~:r!ed~v~~;t~· a~:ie:~o;:~ !lta fa1\~adfz·i:~~ c~:J::d::Cn~1fad1 0

il lamarmora nelle terre che voi presidiate e sulle quali fu sparso, non invano, tanto sangue italiano. MUSSOLINI

• Dall'originale.


I. :


CRONOLOGIA ESSENZIALE DAL 13 SETI'EMBRE 1943 AL 28 APRILE 1945 1943 lS settembre. Vienna,. Monaco di Baviera. Verso le 12, Mussolini è accompagnato all'aeroporto di Vienna e trasferito in volo a Monaco. All'aeroporto della capitale bavarese, può riabbracciare Rachele e i figli Romano e Anna Maria; quindi conversa con la moglie, Ad un certo mottlento, il comandante del campo di aviazione si presenta ad avvertire che il maltem po impone un rinvio dei volo al 'Quartier generale del Fiihrer di Rastenbur~. Perciò Mussolini coi suoi viene ospitato nel palazzo neoclassico del principe Carlo. Ha coll~ui con la figlia Edda e Galeazzo Ciano. 14 >1ettembre. Monaco di Baviera, Ra.stenburg.

Prr~:eil jfig~~1Vift~ri:t;~i~u:fhr~c~i!: d:rti~Ie1:,0;i,;u~Y;

brac:~e;r1

ha due colloqui. Al termine di essi d ecide di riprend ere in ma.no la direzione della politica nell'ltalia non ancora invasa. Riceve alcu ni gerarchi fascisti e viene visitato dal medico personale dì H itler, professor Theo Mord i. Alla sera telefona a Rachele a Monaco. 15 settembre. Rastenburg. Emana cinque ordini del giorno (XXXII, 231). 16 settembre. Raatenburg. Emana due ordini del giorno (XXXU, 232).

17 settembre. Rastenburg, Monaco di Baviera, Hirschberg. Si congeda da Hitler e !itorna in volo a Monaco, donde viene condotto a sud della città, verso Garmisch, in una grande villa presso il lago di Weilheim, in località Waldblich, detta pure Hirschberg. 211. -;Tll: 11:V.


402

0

18-27 SETTEMBRE 1943

18 settembre. Hirschberg, Mona.co di Baviera. H.i coll?qui con G ano, il nostro ambasciatore a Budapest, Filippo Anfuso, Roberto Farinacci e altri. Parla alla radio di Monaco (XXXII, 1).

19 settembre. Hirschberg. Ha un colloquio con Ciano. 23 settembre. ~rschberg, Riceve iJ generale della .Milizia Ferruccio Gatti. L' Agenzia Stefani dirama il seguente comunicato: « In att('Sa della Costituente, che sarà pcossimamcnte convocata per stabili re g li ordinamenti Jel nuo\'O Stato faKista. rep ubblicano, il duce, capo del Governo, ha nom inato i seguenti ministri e sottosegretari, assumendo direttamente la carica

di ministro degli Esteri: solloses;rctario allà Presidenza del Consiglio dei ·ministri :. Fra ncesco M.uia Barracu, medaglia d 'oro al valer militare; min istro Jeglj Interni: avvocato Guido Duffarinì Guidi ; ministro J ella Giustizia; avvocato Antonino Tr ingali Casanova; ministro delle Finanze e Scambi e Valute: professor Domenico -Pellcgr.ini-Giampietro; ministro della Difesa nazionale: Rodolfo Graziw i, maresciallo d"Italia; sottrn;egretario per la Marina: Antonio Legnani, ammiraglio di Squadra; sottosegretario d i Stato per l'Aeronautica : comandante Carlo Botto; ministro pe:i: l'Economia corporativa: ingegner Silvio Ga.i; ministro per l'Agricoltura ; Jottor Edoardo Moroni; ministro per rl:::ducazione nazionale: professor Carlo Alberto Biggini; ministro per le Comunicazioni: ingegner Giuseppe Peverelli; ministro per la Cultura popolare: dottor Fernando Mezzasoma -..

25 settembre. Hirsehberg, Monaco di Baviera, Forlì, Rocca. delle Ca.minate,

M ussolini patte da Hirschbcrg alla volta dell'Italia per riassumere le sue funzioni. Giunto al campa Oi aviazione di Monaco, decolla apparecchio tedesco da combattimento da lui stesso pilotato fino all'aeroeorto di Fodl, dove è ricevuto dal plenipotenziario tedesco per J'ltalia,

su un

~~f!0~~;~~{~a~~hltali/a!e~~;:i;dK~:i W':1 ~t

0

1

1~c~:c:;:

~ : ~ t\ftl;1oe pagna alla Rocca delle Caminate. 11 maresciallo Grazian i parla alla radio rievocando g li avvenimenti trascorsi dal :Z_5 luglio all'S settembre 1943,

27 setteÌnbre. Rocca delle Ca.mina.te.

pubri:s;~i1x1It~;td;/a prim~riunione del Consiglio dei ministr'. reEmana un messaggio in occasione del tcr:zo annuale del Patto tripar-

fi

1

tito R~~ ~f: ?~matico conte Serafino Mazzolini, il quale accètta la nomina a se.15:retario genera.le del .m inistero degli Esteri.


403

28 SETTEMBRE • 4 OTTOBRE 1943

28 settembre. Rocca delle Ca.mina.te.

Telegrafa al ministro degli Esteri g iapponese (XXXII, 214). datt!'3d[OM~~li~i11(;/xfi:tb:;i;;:'a dirama la nota numero uno, reBulgaria, Cecoslovacchia, Croazia, GermJnia, Giappone riconoscono il Governo fascista repubblicano. 29 settembre. Rocca. . delle Ca.minate. Mussolini ha una conversazione con la sorella Edvige. Il Governo fascista repubblicano comunica: "' Con l'indirizzo approvato dal Consiglio dei ministri del 27 settcrnbre si di ini2io al funzionamento dd nuovo Staio fascista repubblicano, il quale troverà, nella Costituente che sarà prossimamente convocat~, la promulgazione dei suoi definitivi ordinamenti costituziona li. Da ossi e lino a quel giorno il duce 2Ssume le furu:ioni di capo dello Stato fascista repubblicano ».

1 ottobre. Il maresciallo Graziani parla nel teatro Adriano di Roma a una adunata di <juattromila ufficiali d 'ogni grado, convocati per radio a presentarsi onde riassumere servizio nelle ricostituendc forze militan della Repubblica. · JI ministro Buffarini Guidi procede alla nomina dei primi diciannove capi provincia. li luogotenente generale della M ilizia. Tullio Tamburini, investito deJle funzioni di direttore generale della Pubblica Sicurezza, possesso del suo ufficio.

prende

2 ottobre. Rocca delle Ca.minate. Mussolini scrive al maresciallo Graziani (XXXII, 20~).

3 ottobre. Rocca delle Ca.minate. Riceve il comandante Botto, il segretario del Partito fascista repubblicano, Alessandro Pavolini, il comandante della Milizia, luogotene nte generale Renato Ricci, il direttore de l Rnto del Carlino, Giorgio Pini, e la figlia Edda. ·

4 ottobre. Rocca delle Ca.minate. Invia alla rivista Roma-Berli110-Tokio il seguente scritto: « Qualunq11e cosa possa am1dere, la rinata Italia fascista repubblicana, che pone aJ disopr'! di tu/lo l'onore nazionale e una millenaria tradizione, crede i11crollab,lmente nella forza de/l'alleanza Roma-BerlinoTokio. lJ futuro mondo verrà dominttto J4. questa alleanza fra i tre popoli, che ha11no già ver.sato tanto .sangue e sopportato tanti sacrifici, e tullora comhallono decisamente per la villoria final e e per il pùì 1,rande ideale del/'1m1a11ilà ». · Redige una lettera .J>Cr Hit!e[ (XXXII, 205).


5-10 OTTOBRE 1943

404

5 ottobre. Rocca. delle Ca.mina.te, Co~pkta il ministero con la nomina d i Ruggero Romano a ministro dei Lavori pubblici. . Riceve i comandanti di Marina, medaglie d'oro Junio Valerio Bor. ghese e Enzo Grossi, nonché il suo nuovo segretario particolare, prefetto ' Giovanni Dolfin.

6 ottobre. la Corrhpondenza Rep11bb!icana dirama la nota numero <l ue; redatta da Mussolini (XXX_II, 241). 7 ottobre. Rocca .delle Ca.minate, Mussolini nomina sottoseg retario alle Comunicaiioni Augusto Liverani.

Ha un colloquio con Leandro Arpinati.

-

dei ~f:fdi~1 ~~~~~~;ii~fntitr~~:i~:~:e~:~~t~~ft!~i:da~~~t~~t l'Aviazione angloamericana. I.a Corrispondenza Rep11bblica11a dirama la nota numero tre (XXXII,

24l). 8 ottobre. Rocca delle Ca.minate, Gargnano. Accompagnato dal nipote V ito e dal luogotenente ~cneràle Ricci, M ussolini raggiunge in auto G argnano e si installa a villa Feltrinelli, tenendovi ufficio e abitazione insieme.

proi!~~:

i:;it~it p~;J~~:~:'Ji~i:1~~~ ~~::;~gn~:rif c~~:i~~adi

Ja sua salute.

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. dirama la nota numero quattro, re-

1~tsir~~rn(~x~ftbtfJt a

datt~d;\..

9 ottobre. La Cof1ùpondenza Repubblicana dirama la nota numero cinque ( XXXII, 251). 10 ottobre. Gargnano. Mussolini consc,na al maresciallo Gruiani, in partenza per il Quar·

(iXrxi~rr;b~t Hit er, la lettera preparata per quest'ultimo il giorno 4 La CorriJpondenza Rep11bblitana dirama la nota numero sci, redatta . . da Mussolini (XXXII, 253).


11-1 9 OTTOBRE 1943

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11 ottobre.

li Presidente generale del M.I.S.R., Tayeb e1 H esser, invia a Mussolini il seguente ~elegramma: oc A nome della g'ioventù nazionalista t1:iziana vi prego di gradire, duce, re p iù vive felicitazioni e la più p rofonda so<ldisfazione per vedervi nuovamerite a capo del popolo italiano per sostenere con nuovo vigore le sue giuste rivendiai:i:ioni, che il comune nemico aveva tentato di gettare nel1'abisso del disonore. G li eg iziani non potranno mai dimenticare l'alto interesse che avete costantemente dimostrato per la loro Patria e che avete tenuto a consacrare nelle vostre dichiarazioni per l'indipendenza della popolazione delta valle del Nilo, sotto~ta alla egemonia britannica. La gioventù- naiiorn1lista egiiiana si rallegra sinceramente dell'evento che consente all'Italia di riprendtte, sotto la vostra g uida, il suo posto nella lotta, e rinnova la sua certezza. e la ferma decisione di collaborare ron le potenze dell'Asse lino alla vittoria finale».

Mu::o~~~~etto Dolfin '.1Ssume le sue funzioni di segretario particolare d i

Jatt~-id;"~~:~J{~e,(~J~t't~~-)~na dirnma. la nota numero .sette, re12 ottobre. Gargnano, Mussolini ha un coJloquio con il comandante delle truppe germaniche nel territorio italiano, generale feldmaresciallo Erwin Rommel.

14 ottobre. Gargnano. Riceve il" maresciallo Graziani, reduce da Rastenburg. La Con-frpondenza Rep11bblicana dirama la noia numero otto, redatta da Mussolini (XXXII, 256). 15 ottobre. Mussolini ha conversazioni con i ministri Mezzasoma e PellegriniGiampietro, nonché con il conte Mazzolini. 16 ottobre. ·Ga.rgnano,

La Corrispondenza Rep11bblicana dirama la nota numero nove, redatta da :Mussolini (XXXII, 2 58). 18 ottobre. Gargnano. Mus~lini riceve l'addetto milita re giapponese, generale Sigemitzu, e_la figlia Edda.

19 ottobre,

Il generale Gastone G1l1Ilbara è nom.iMto capo di Stato Maggiore dell'esercito repubblicano. . . . La Co"i.spondenza Repubbli,,ma dirama la nota nwnero. d ,eo (XXXII, 260).


406

20-28 OTTOBRE 1943

20 ottobre. Ga.rgnano. Mussolini riceve il ministro Duffarini Guidi, il ccimandante dell'arma dei carabinieri, generale Archimede Mischi, e il luogotenente generale fu~ ' .

21 ottobre. Gargnano. Riceve, alla presenza del ministro Buffo.rini Guidi, il capoprovincia di T orino, avvocato Paolo Zerbino. . Il ministro Buffarini Guidi procede alla nomina di un secondo gruppo di capiprovincia,

23 ottobre.

Jn occasione dei funerali delrammiraglio Lcgnani (perito il g iorno 20 in u n incidente automobilistico), svoltisi a Cassano d'Adda, il ministro Pavolini cons~gn~ alla vedova una lettera autografo di Mussolini. 24 ottobre. La stampa della Repubblica reca: ~ Monaco, 23 ottobre: Il Governo r~ubblicano fascista ed il Governo del Reich hanno concluso un accordo che fis5a particolari direttive «onomi<:o-fiMnziarie attinenti all'attuale stato di g uerra in Italia. Nell'ambito di questo accordo si dispone che la _corresponsione del soldo alle truppe tedesche sul territorio italiano sarà fatta esclusivamente in lire. Contemporaneam!'nte è stato ·ordinato che g li assegni circolari emessi dalle For ze Armate- tedesche in Italia non sar:anno più accettati, a partire <la i 26 o ttobre, corr.e meno d i pagamento. JI ritiro di questi assegni, tuttoro. in circolazione, avverrà ad opera · della Banca <l'Italia, tramite g li istituti di credito ita liani ».

25 ottobre. Gargnano, Mussolini riceve varie personalità italiane e germaniche. 26 ottobre. I

Il comandante Ferruccio Ferrini è nominato sottosegretario a lla Marina. 27 ottobre. Gargnano.

Mussolini presiede la seconda riunione del Consiglio dei m inistri repubblicano (XXXII, 8). 28 ottobre. Gargnano.

Tele~rafa a Hitler (XXXII, 214).

.

Il ministro Pavolini pronuncia un discorso alla radio a commemorazione dell'annuale della marcia .su Roma.


29 OTTOBRE· 1 t NOVEMBRE 1943

407

30 ottobre. Gargnano. Mussolini riceve il ministro Buffarìni Guidi. Ha un colloquio con Ottavio D inale. 1 novembre. Ga.rgnano,

lettera aHitler

Invia una (XXXH, 207). T elegrafa al capo del Governo provvisorio dell'India (XXXII, ·215). S novembre. I.a. Corrispondenza Repuhblitana dirama la nota numero undici, redatta da (XXXII, 263).

Mussolini

4 novembre. Gargnano, Ghedi, Forli, Rocca delle Damina.te.

aix,1;~u;sti:;a/utt!d/Jui :~s~'~il:ti,id;~~iftfieniia~·~::~,~~~ddi 0

Forll. Si reca quindi alla Rocca delle Caminate. 5 novembre. Rocca. delle Caminate.

Ha conversazioni con Gina Rubcrti Mussolini. Le stazioni della tadio repubblicana t rasmettono una ·nota di solini "(XXXII, 16).

Mus-

6 novembrè. Rocca ·delle Ca.minate ..

Mussolini ha un colloquio con il segretario dell'esercito repubblicano, generale Emilio Canevari.

7 n ovembre. Rocca delle Ca.mina.te.

~i~1':ì1~!g~~~ar1; i!~:rr~11: J!,1:VR~Pu~bJi~! ~i fr~~~~~rtrn!.ed~~:~: 0

Riccf: Balducci.

8 novembre. Rocca delle Camina.te.

Riceve il ministro Pavolini, In luogo dell'avvocato T ringali Casanova, scomparso improvvisamente il g iorno 2, nomina ministro della Giustizia l'avvocato Piero Pisenti. 11 llovembre, Rocca delle Ca.minate, Gargnano. Lascia· la Rocca e rientra a Gargnano in auto. Rivede il testo del manifesto politico che il ministr~ Pavolini presenterà alla prima assemblea del Partito fascista repubb!JCano, indetta a Verona il giorno 14. dau~d;o~t:t~li~f'1(X:X:H:b~i dirama 1a noia numero dodici, re-

ra

4


12-14 NOVEMBRE 1943

408 13 novembr'e,

L'Agenzia Stefani comunica: u Da fonte competente si dichiara che ndla creazione dello Stato repubblica.no fascista verranno rispettati i principi fondamentali del Credo cristiano-cattolico. Il rispetto più a55oluto dei principi del O edo cristiano e la difesa degli stessi ver. ranno riconosciuti come n~es5ità di Stato, cosi come verrà favorito il _consolidamento di un fronte interno ddlo Stato e della Chiesa. Il clero dovrà tuttavia · ritenere come uno dei suoi doveri fondamentali quello di assumere e di mantenere un atteggiamento ineccepibile dal punto di \'ista nazionale. . Ogni interferenza politica del clero e ogni atteggiamento dello stesso in contrasto con gli interessi nazionali verrà stroncato nella forma più. energica. Compito particolare del clero nell'attuale periodo ~ la lotta cootro le tendenze comunista e bolscevica. In ciò sta anzi, come vicne sottolineato dall:t fonte suddetta, uno sp«iale compito n:tzionalc · del clero tutto. Ad opera di un solido fronte interno religioso ed ecclesiastico deve essere comM.ttuta in particolare ogni manovra della propaganda nemica. Il fascismo rispetterà in futuro, come in passato, i principi fondamentali cristiano,cattolici del popolo italiano».

datt~d:'M~t~li~fn(Xxtfrr:bf~).na dirama la nota numero tredici, re. 14 novembre. A Verona, nella sala Magl,l:ìore dello scaligero Castelvecchio, si riu. nisce 1a prima assemblea del Partito ~ascista repubblicano, composta dei_ rappresentanti delle .federazioni fasciste e delle confederazioni sindacali, Il ministro Pavolini dà inunediatamente lettura di un messaggio inviato da Mussolini. « In esso - ree-a il Corrh:rt della Serd del 17 novembre 1943 - il du«- sottolinea come un problema sovrasti tutti gli altri; quello politico.milit:i.re. Una banda di vili e di criminali gettò, l'B settembre, la Patria nel disonore e nel caos. T utto andò disperso, distrutto e perduto. Turto, ora, ~ da ricominciare. Ma rimane ai fa. scisti la volontà, accompagnata da una dogmatica fede. Bisogna pasure il più rapi· damente possibile da Paese inerme a Paese combau ente, Il Partito deve dare J'esem. pio coi suoi uomini e creare, con ogni meno, l'atmosfera e l';tmia della riscossa. Il popolo, nuovamente in armi, deve tenere a battesimo la nostra Repubblica socia le, ci~ fascista nel significato originale della rivoluzione. Cessati gli appl:ausi e le invocazioni che haano s.a.lutato il messaggio, l'35semblea è sorta in piie'di, in ri• gido raccoglimento, per ascoltare le commosse e fiere parole di saluto che il ministro Pavolini ha rivolto alla sacra mMioria dei caduti sul campo dell'onore e di ~uei nuovi martiri ·dell'idea che, col loro generoso sangue, santificano b. rinascita della Patria. Quindi il segretario del Partito apre il convegno con una lucida e5posizione, spesso interrotta da applausi. (+) Il termine dell'ampio discorso è stato $..1.lutato a lungo dal grido possente di "Duce! Duce! Duce" e dal canto di GioJJinezr:1, che si leva solenne. I lavori dell'assemblea, sospesi alle 13, sono ripresi nel porne. l'iggio con la d iscussione dei vari problemi impostati nel suo discouo dal segretario del Partito. :I: primo all:i. tribuna il commissario federale <li Perugia; e a lui succedono i camerati cli Firenze, Lubiana, Roma, Venezia, Mantova, Vicenza, Sond rio, Treviso, Como, Genova, Brescia, la, Spezia, Belluno, Modena, Forll, Terni, Rimini e Bologna. Come , i è detto, lo scambio Jelle idC"e è :i.mpio, approfondito; la discussioòe seirata. vibrante e sempre elev.1tissima aC'I tono. Menue parla il


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camerata Bardi, di Roma. un gruppo dei presenti si avvicina al tavolo della presiden:za e comunica al ministto Pavolini una noti:zia, di cui subito si intuisce la gravità. Istintivamente i convenuti si alzano. li silenzio è assoluto nella s.ala. E, nel silenzio; Pavolini dice: "Il rommiss.ario federale di Ferrara, che avrebbe dovuto essere qui con noi oggi, il amerata Ghisellini, tre volte medaglia d'argento, tre volte medaglia di bronzo; è stato assassinato con sei colpi di rivolteUa. Noi eleviamo a lui il nostro pensiero. Egli verrà immediatamente vendicato". Dal· l'assemblea si leva concorde un urlo di indignazione: "A Ferrara! Tutti a Ferrara!", si grida. Ma il segretario del Partito ordina che i lavori siano continuati, mentre dispone che i rappresentanti di Ferrara raggiungano la loro città e che assieme ad essi vadano fonnazi oni della pofoia federale di Veron1i e squadristi di Padova. Il dibattito riprende. Dominano i due kmi, interdipendenti, che va.nno man mano prendendo linea e consistenza programmatica: la politica di guerra e il ria.ssej:to politico e sociale della n.uione repubblicana. Alla discussione portano un particolare contributo Ji chiarificazione e di indirizzo i camerati }41isti, delegato del Partito ~ r la Lombardia e grande invalido di guerra, e Renato Ricci. ( + ) la discussione sui temi impostati nel suo dis.:orso dal segrt1ario del Partito è finita. Pavolini la riassume e~ nel presentare il manifesto programmatico, invia il saluto dell'assemblea nazionale ai camerati na:zionalsocialisti, ai soldati delle Fone Armate tedesche, alla Germania, e al suo condottiero. Un'ardente dimostra:done di simpatia accoglie queste parole. La dimostrazione si rinnova calorosa alla lettura dell'indirizzo al duce, che accompagna il manifesto. (" Nell'enunciare il proprio programma di azione il P;i.rtito fascista repubblicano saluta in voi, duce, l'uomo che può trarre a salvezza la Patria, realizzando per la seconda volta il fascio delle energie italiane. N elrardua libenzione vostra noi vedemmo l'auspicio provviden· ziale di quella che sarà la Jiberuione dell'Jta lia. Nel vostro pensiero, nella vostra opera più che ventennale, di portata storica in Italia e nel mondo, noi troviamo oggi l'ispirazione sicura e attualissima per l'ascesa sociale del popolo italiano, adesso che con la monarchia si possono finalmente spazzare dalla vita italiana tutte le oscure forze reazionarie e di compromesso con essa alleate. Sotto la vostra guida, noi riporteremo doman i, attraverso il sacri6cio e il combattimento, l'Italia al suo onore, alla sua indipendenza, :alla sua ascesa"). Calde acclamazioni accolgono, infir1e, i vari punti del manifesto stesso, su alcuni dei quali si svolge una supplementare discussione, alla quale prend ono parte, fra gli altri, con compe. tenza e acume, i commissari delle confed erazioni dei lavoratori dell'industria e dell'agricoltura. Sono le 20.30 allorch! il manifesto programmatico del Partito repubblicano fascista ( +) risulta approvato e acclamato dai presenti. Nel nome del duce il ministro Pavolini dichiara chiusi i lavori della prima assemble-a del Partito fascista repubblicano. Dai presenti, come al mattino, si leva possente il grido di invocazione "Duce! Duce !··, seguito ancora una volta dal canto marziale dell'inno della rivoluzione».

11. testo integrale del manifesto è il seguente: « JI primo rapporto nazionale del Partito fascista repubblicano: leva il pensiero ai caduti del fascismo repubblicano sui fronti di guerra, nelle piazze delle città e dei borghi, nelle " foibe" dell'Istria e della Dalmazia. che si aggiungono alla schiera dei martiri della rivoluzione, alla falange di tutti i morti per l'Ital ia; addita nella continuazione della guerra a 6anco della Germania e del Giappone fino alla vittoria 6nale e nella rapida ricostituzione delle Forze Armate, destinate a operare accanto ai valorosi soldati del FUhter, le mete che sovrastano a qualunque altra in importanza e urgenza; prende atto dei decreti istìhltivi dei Tribunali


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1 4 NOVEM BRE 1943 ,

~traordinarl, nei qualì gli uomini del Partito porteranno intransigente volontà di esemplare 8 iusti2ia; e, i~piundosi alle fonti e alle realinuioni mussoliniaM, enuncia Je sl!guenti direttive p rogrammatkhe· per J':izione del Partito, « In materia costituzionale e interna « 1) Sia convocata la Costituente, potere sovrano di origi~e popola re, che dìchiarì la d ecadenza della monarch fa, cond anni solennemente l'ultimo re tu ditore e fuggiasco, proclami la Repubblica sociale e ne nomini il capo. .._ 2) La Costituente è comp os ta d ei rappresm tsnti di tutte !è aSsociazioni sin<laoli e di tutte le circoscrizioni amministrative, comprendendo j rappreseotanti delle provincie invase, attraverso le dek gazioni degli sfollati e dei r ifugiati sul !luolo libero; comprende altresì -le rappresentanze dei combattenti e dei p rig ionieri di guerra attraverso il rimp.1.trio per minorazione; quelle degli itali.1.ni all'estero; quelle della Magistratura, de lle Università e di ogni àltro corpo o istilutO la cui partecipazione contribuisca a ~ue del la Costituente ,!:i. sintesi di t utti i .va lori del la nazione. · · « 3) Li Costituente repubblk .ina dovrà assicurare :i.i cittadini, soldati, lavoratori e contribuenti, il diritto di rontrOJJo e di responsabile critica ,ugli aui J elle r ubbliche amministrazioni. Ogni cinque anni il dttaJino Sai-i chiamato a pronun , c.iarsi rnll a nomina dd capo dd la Repubblica. N ess.in cittadino, arrestato in flag rante o fermato per misura p reventiva, potrà essere trattenuto oltre i settt' g iorni. senza un ordine ddl'autorilà g iudiziaria. Tranne il c:aso di flagranza., anche peJ" le perquisizionì domiciliari, occoned un ordine dell'autorità giudizjaria. N ell"eserdzio delle sue funzioni, la Magistratura agirà con piena indipendem.a. « 4) Ll. negativa esperienza elettorale già. fatta dall'Italia e la csperirnz:a parzialmente negativa di un metodo di nomimt troppo rigidamente g erarchico contribuiscono entrambe a una solm ione che concilii le opposte esigenze. Un s islema mislo, a.d esempio ek zione popolare dei rappresentanti alla Ullnera e nomina dei ministri per parte del Capo della Repubblica e del Governo e nel Partito e lezioni di Fascio, salvo ratifica, e nomina del Direttorio nazionale per parte dd duce, sembra il più consigliabile. · « 5) l'organizia.zione a , ui compete l'educazione del popolo ai problemi po. litici è unica. Nel Partite, ordine di combattenti e di credenti, de<,•e realin.ani un organismo di assoluta pureua politica, degno di essere i[ custode dell'idea rivoluzionu ia . La sua tessera non è richit'sta per akun iinpkg o o )!)Carico. · <t 6) la religione della Rt'pubblìca è la cattolica apostolica romana. Ogn i ahro culto che non contrasti alle leggi è rispetti.te. « 7) Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante quCSta guerra appartengono a nazionalitl nemica. « In politica estera. « 8) Fine essenziale della politica estera della Repubblica dovrà essere l"unità, rindipendenza, l'integrità. territoriale del la Patria nei termini marittimi e alpini segn,iti da lla natura, dal sacrificio di sangue e dalla storia; termini minKciati dal nemico con !'invasioni'! e w n le promesse ai Govt'!rni rifugiat i .a Loodra. A ltro li.ne t'ssenziale consisterà nd far r iconoscere la necessità dello spazio vitale, indi5~sabile a un popolo di q uarantacinque milioni di abitanti, sopra un'area insufficente a nutrirlo. Tale politica si adopreri. inoltre per la realiz:z:iziooe <l i una " _comunità europea " con !J feder:i;zione d i tutte le tlazioni che accettino i .seguenti principi : "') eliminazione J ei secolari intrigbi britannici dal nostro contin entt'; b) abolizione del sistema capitalistico interno e lotta contro le pluto, era.rie mondiali; o) valorizzazione, a beneficio dei popoli europei e di qudl i


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autoctoni, delle risorse naturali dell'Africa, nel rispetto assoluto di quei popoli, in ispecie musulmani, che, come l'E8illo, sono già civilmente e nude:amente orsa· nizzati. « In materia sociale. « 9) Base della Repubblica sociale e suo oggetto primario C' il lavoro ma· nuale, temico, intellettuale in ogni sua m:inifestazione. « IO) La prnprietà privata, frutto Jel Javo~o e del risparm io individuale, integrazione della per.onalità umana, è g arantita dallo Stato. 1t: I t) Nell"economia nazionale tutto ciò che, pe.r dimensione o funi ione, esce dall' intettss.e singolo per entrare nell'interesse collettivo, appartiene alla 5(era d"azione che è propria dello Stato. I pubblici serviz.i e, di regola, le fobbricniooi belliche, debbono venir gestiti dallo Staio per mezzo di enti parastatali. « 12) In ogni :azienda (industriale, privata, puastatde, statale) le rappresentanze <lei tecnici e degli operai cooperano intimamente (:a.ttraverso una cono· scerua diretta della gestione) all'equa fissa1iooe dei u lat1, nonché a1l°equa ripa.rtizione èlegli utili, tra il fondo di riserva, il frutto di capitale uionario e la partecipazione agli utili 5tessi per parte dei lavoµtori. In alcune imprese dO potrà avvenire eCln una estensione delle prerogative delle attuali commiHiooi di fabbrica. In altre, sostituffldo i consigli d"amministrnione con conSigli di gestione. composti di temici e di operai, con un rappresentante dello Stato; in ahre ancora, in forma di cooperativa parasindacale. « 13) Nell"agricoltura, l'iniziativa privata del proprietario trova il suo limite là dove l'iniziativa stessa viene a mancare. l 'esproprio delle terre incolte e delle aziende malgestite può portare alla lotli zz.azione tra braccianti, da trasformare in agriOOltori diretti, o alla· costituzione di aziende cooperative parasindacali o pa- · rastatali, a secon<la delle varie esigenze Jell'eronomia agricola. Ciò è dr! resto previsto dalle leggi vigenti, alla cui applicazione il Partito e le organizuzioni sindaca li stanno imprimendo l'impulso necessario. « 14) :f:. pienamente riconosciuto ai coltivatori diretti, agli artigiani, ai pro· fessionisti, agli artisti di da.re e dì esplicare la propria attiviti produttiva individuale per famig lie e pe-r nuclei, salvo gli obblighi di consegnare agli ammassi le q uantità di prodotti stabilite dalla legge e di sottoporre al controllo le tariffe delle pm tazioni. « 15) Quello della ·casa non è soltanto un diritto di proprietà, è un diritto alla proprietà. li Partito iscrive nel suo programma la creaz.ione di un Ente nazionale per la casa del popolo, il quale, assorbendo l'Istituto esistente ed am· pliandone al massimo l'azione, provvede a forni re in proprietà la c;ua alle famiglie di lavoratori di ogni categoria, mediante d iretla costruzione di nuove :abitu ioni o graduale riscatto di quelle csistffiti. In proposito è da affermare il principio generale che l'affitto, una volta rimborsato il capitale pagato nel giusto frutto, costituisce titolo di acquisto. Come primo rompito, l'Ente risolveri i problemi derivanti dalle distruzioni di guerra con la requisizione e la distribuzionè di locali inutilizzati e con costruzioni prOVl'Ìsorie. · tf 16) Il lavoratore è iscritto d' au1orit/i. nel sindacato di categoria, senza. che ciò impedisca di trasferirsi in altro sindacato, quand~ ne abbia j requisiti. 1 sindacati convergono in un'unica Confederazione, che comprende tutti i lavo,atori, i te<nici, i professionisti, con esclusione dei proprietari che non siano dirigenti o tecnici. Essa si. denomina ConfWerazione generale del lavoro, della tecnica e delle arti. 1 dipendenti dalle imprese ind ustriali dello Stato e dei servizi pubblici formano sindacati di categoria, come ogni altro lavoral\)re. Tutte le imponenti provvidenze soci.ali realiuate dal regime fascista in un ventennio u sta.no


14-19 NOVEMBRE 1943

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· integre. La Carta del lavoro ne c03tituisce, nella sua lettera, .la cocùicc:u:ione, cosl come ne cÒMitWsce, nel suo spirito, il punto di partenza per l'ulteriore cammino. « 17) Slllla linea di attua lità, il Partito stima inclila2ionabile un adeguimento salariale per i lavoratori, ilttraverso l'aocordo di minimi nazionali e pronte revisioni locali, e più ancou per il piccolo e medio impiegato, tanto statale che Privato. Ma perché il provvedimento non r ie:;ca inefficace e alla fine dannoso per tutti, occorre che, con spacci cooperativi, spacci di· azienda, estensione dei rompiti d ella Provvida, requisizione dei negozi colpevoli dì infrazioni e loro gestione par.istata!e o cooperativa, si ottenga il risultato di pagare in viveri ai pra:zi ufficiali una parte dd salario. Solo cosi si rontribuirì alb stabilità dei preni e della rnooela, e al risanamento del mercato. Q uanto al mercato nero 5j chiede che gli speculatori, al p.ari dei traditori e elci disfattisti, rientrino nella competenu dei Tribunali straordinari, e siano passibili di pena di morte. « 18) Con questo pre2mbolo alla Co~tit u<!n te, il Partito din)OStra non soll!mlo di andare verso il popolo, ma di siare col popolo. Da parte sua il popolo J eve rendersi conto che vi è per esso un solo modo di difendere le sue ronq ui~te <li ieri, oggi, domani: ributtare l'invasione schiavistica delle plut0<:ruie :ingloamericane, fa quale, per mille p r«isi segni, vuol rendere ancor più angust.1 e misera l.1 vita degli italiani. Vi è un solo modo di raggiungere tutte le mete sociali· combattere:, lavorare, vincere». ·

17 novembre. La CorriJpondenza Rep11bblicaJ1a dirama la nota numero 9uaUordici (XXXII, 268).

19 novembre, L'Agenzia Stejani comunici : <1. Con dee.ceto in corso <li pubblicazione, vengono istituite la GuMdia n.a2ionafe repubblicana e la Polizia repubblicaiu. La Guardia nazìon:o.le repubblicana e la Polizia repubblicana hanno jJ compito di difendere all"interno le istituzioni e J j far rispettare le leggi della Repubbl ica, di proteggere l'incolumità personale e i beni dei citt.:1.dini, cli garantire r ord in.:ito svolgimentq di tutte le manife$ta• zioni s inbole e collettive dell"atti"ità nazionale. La Guardia nazion.ale repubblican.t ~ formata dalla M.V.S.N., dalrArma dei ·co.rabinieri e dalla Polizia Afric~ It,tlfona. la Polizia repubblicana è formata dall'amministrazione della Pubblica Sicurezza, dal Corpo degli ageoti e .dei metropolitani. la Guardia nazionale repubblìcana è alle dipendenze di ull proprio comando generale e pc-r J"ìmpiego nei servizi di ordine pubblico dipend e dal ministero deirlntemo. l a Polizia repubblicana dipende dal ministero. de ll' Interno. Con successivo decreto vcrr.moo st:ibilitC', secondo le relative competenze, · le norme riflettenti l'org:mizzazione e l' impiego delle nuove forze presidilnti lo S!Jto all'interno, nonché- il t r:uumento eco11omko di tutto il person:ik', · tratlJmento che s:uà aJeguato alle nuove esi· ge11ze politiche e sociali e che in tempo di pace non sarà inferiore :1 qudfo _sii st:ibilito per le altre Fon!e Amiate. Il luogotenente generale della M.V.S.N. Renato Ricci è nominato comandanle generale della Guardi:1 n~zionale repubblicana 11.

(xx1:1{o;;~{.ondenza Rtp11bblirnna dir:tm:i. b nota numero qllindici


20-22 NOVEMBRE 1943

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20 novembre. Gargnano. Mussolini trasferjsce il suo ufficio dalla villa Feltrinelli a queJla delle Orsoline, posta nel centro d~l paese di Gargnano, a circa ottocento metri dalla prima, che rimane adibita al solo uso di abitazione. Il maresciallo Graziani emana il seguente decreto, relativo al nuovo ordinamento dell'esercito repubblicano: « Il ministro, visto il decreto 8 ottobre 1943, XXI, <lei <luce del fascismo, capo dello Stato nazionale repubblicano, concernente la 5fcra di competenza e il funzionamento degli organi di Governo; visto il decreto in data 24 settembre 1943, XXI, <lei duce del fascismo, capo dello Stato nazionale repubblicano, riguardante la nomina del maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani a ministro della Difesa nazionale; visto il Jecrelo 27 ottobre 1943, XXI, del duce del fascismo, capo dello Stato nazionale repubblicano, concernente lo scioglimento c!elle FOrze Armate regie e la costituzione delle Forze Armate repubbl icane; tilenuta rurgcnza di provve• dere ai lini della costitu2.ione dell'esercito, decreta : t: Articolo 1. L'esercito è costituito da Armi e Servizi. Le Armi sono ordinate in Corpi, Taluni Corpi, aventi determinate caratteristiche organiche, di addestramento e di impiego costituiscono "specialità d'Arma". I Servizi comprendono: organi tecnici e direttivi; organi e.5ecutivi · (formazione dei vari Scr· vizi) . Nel loro complesso i Servizi costituiscono il Corpo d'intendenza. « Articolo 2. - La qualifica d'Arma rispecchia l'e5senziale attributo di com· battente. Le Armi sono: fanteria, caval!etia, artiglieria, genio, carristi, Sono sp e· cialità d'Arma: a) per la fanteria: i bersagliéri, gli alpini, il Corpo delle camicie nere, i paracadutisti; b) per l'artiglieria: la. costa, la contraerea; ,) per il genio; i trasmettitori, i pontieri, i minatori, gli idrici, i guastatori. I Servizi sono: arti· g lieria, genio, motorizzazione, chimico, trasporti, sanità, commiss.ariato, amministrazione, \'Cterinario, giustizia militare, geogralico e topocartografico, con re!a· tive " forma zioni di servizio'_': automobilisti e ferrovieri, compagnie operai e specializzate, reparti chimici, compag:nie di sanità, compagnie di SU5sistem:a, laboratori e officine. « Articolo 3. - Il servizio presso gli organi centrali e periferici, nonché presso i vari comandi e intendenze, che riéhiede specifica competen:za, viene disimpegnato da ufficiali in possesso del titolo dell'Istituto superiore di guerra o che ri!pondono a determinati requisiti. Tali ufficiali rivestono la qualifica di _ " ufficiali del servizio di Stato Maggiore .. o di "ufficiali in servizio d,inten· denUI. ". « Articolo 4. -:- l'organiz:zazione dell'Esercito comprende: comandi ·militari regionali, comandi militari provinciali (con delegazioni di intendenza) ed e,,ti vart, istituti militari, dL'itretti, tribunali militari, stabilimenti militari di pena, reparti di corrc:zione. « Articolo :5. - Con successivo decreto verrà determinato l'onlinawento delle varie Armi è quello particolare dei Corpi e dei Servizt ».

22 novembre. Viene costituita l'Aeronautica repubblicana. Giovanni Gentile è nominato Presidente dell'Accademia d'Italia. Il generale Filippo Diamanti è nominato comandante del Corpo delle camjde nere.


414

23 NOVEMBRI( -6 DICEMBRE 1943

23 novembre, l a Corrispondenza Repubb/i(ana dirama la nota numero sedici, r~ datta da Mussolini (XXXII,· 271). . 24 novembre. Mussolini invia una circolare. ai ca'pìprovincia ( XXXI1, 234). 25 novembre. Ga.rgna.no. PresieJe la terza riunione del Consiglio dei ministri ·repllbblicano (XXXII, 19).

30 novembre. Viene diramata ai capiprovincia, per l'immediata èsecuzione, la se-

g~cnte ordinanza di Polizia: « l) Tutti gli ebrei, anche se discriminati, a qualunque nazione apputen;;ano, residenti nel territorio nazionale, devono essere inviati in appos iti ampi d i concentramento. Tutti i loro beni, mobili e immobili, devono C$SC"re sottoposti ad immediato sequestro, in attesa di essC"re con.fiscali ntll'interesSe della Repubblica sociale italiana, la quale lì destinerà a bi:neficio di:gli indigenti, sinlslrali dalle incursioni aeree nemiçhe. « 2) Tutti coloro che, nati da matrimoni misti, ebbero, in applicazione delle leggi_ razziali italiane vigenti, il riconoscimento di appartenenza alla razza ariana, devono essere sottoposti a spe<iale vigilanza degli organi di Polizia» . 1 dicembre.

Jn vista della necessità e dell'urgenza di organizzare l'economia italiana, viene costit uito un Com itato econo mico italiano. 6 dicembre. Gargnano,

~~sfi°l~~t~~v~~ltnqaui~r~~~rc: :,iatfv:~;:tia (XXXII, 234). . <e Articolo I. - lJ. islilnito il Comitato nazionale dei prezzi, posto alle dirette dipendenze del capo del Governo, « Articolo 2. - N essuna variazione dei prezzi dei prodolli a/!.ricoli e industriali, nonché _dei prezzi dei trasporli e d ei servizi, eseràti sia da aziende pubbliche Sta prmate, del/e presta-doni profeJJìot1ali e arlif.Ìane e delle condizioni banrd1'ie e aJJic111·ative può rùenersi legalmente t!alida Je 110'1 è autorizza/a ron decreto del commimwio nazionale dei prezzi, « /J. rJicolo 3. - Per la formulazione o revùione dei prizzi e delle condizioni di Clii all'artico/o preredente, il rommiuario nazionale dei puzzi si avvale de~/j or;ani tecnici dei ministeri e is1it11li ai quali sono . aJtualmenle deiq,ate q11e1le funzioni, nonrhé della rollaborazione delle organizzazioni sindacali; mentt·e delibera in via finale, con propri decreti, ogt1i fiuazione o modifirazio11e dei prezzi e delle condnioni 11/ficiali. Emana il seguente decreto;


1 6- 11 DICEMBRE 1943

« Arli.olo· 4. -

I

41 5

Qualunque -varùtzione dei salar1 dovrà es;ere pre-

viamente co,uorda/4 col commù;ario nazionale dei prezzi. « .Articolo 5 . - Ogni provvedimento legi1/ativo promosso dai mi-

:;f:d~,:,/:':e~:fed!:~tfz~~'~tn:,~r::n:ie~!:Je°d:; ";:::;: :jr:~:a;,:~~

di singoli prodolli o nei prezzi dei 1erviz1, delle prestazioni profeuionali e artigiane e delle condizioni bancdfie ed auicuralive, dovrà euere stabililo d'illfesa coi commiut1.rio nazionale dei prezzi.

deni 1:Ji~ ':ezf6nip:o:it~;t;e~:Jf.;J/',j1;;~dzi:S:ta/°J: t:~;J;i/~f::::: ci.dli dell'eco110111ia corporativa, dovranno attmersi alle istruzioni che, in ;::;~:, :~J:e;:~, f:'ff,f:;;;:;~ea;;t;:nJo7i~ J~~/1:0~°,;:1: ~~; ~:::~ decretati dallo stesso commisJctrio. 0

1

·

« Articolo 7, -

Alle dùette dipendenze del commùsario nazionale

e~~c1,~J:,~a~~d~:,;;~11:a::/:z ;::::::;iaco:r;;.

-~~cf:e;:~,::J:\P:::fv;'n naJrici di nmtrof?o cfrra oJ.Iervanza d ei pr,zzi e delle norme regolaJrici

f,

la prod11zione e la di.rtribuzione dei rispellivi prodolli. « Ar1irolo 8. - Per l'~C'erJamento dei costi, ai fini della f ormazione dei prezzi, il commissario nazionale dei prezzi può incaricare i propri tecnici e~etl!lare rilevazioni aziendali "in 111/te impreJe pnbbli.he

di :atr::tb/;1:/~;:;;Jf

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~,!ffi:t:~il~e~;~m~~=;~ :~t~ 0

z~o ,:~:,'J'ia/1~:;~~~ ; nale dei prezzi deuerà norme per /'auerlamen/o dei roJti aziendali. « Artfrolu 9. -... T11lle le lep:i vi;:enti Jnl blocco dei prezzi e dei salari Ji intendono valide pr,rche non conlrastil10 col presente decreto». Con altro decreto nomina commissario nazionale dei prezzi il professor Carlo Fabrizi, 7 dicembre. Gargnano. H a il secondo colloquio con Silvestri. Viene istituito il Commissariato nazionale del lavoro. Con apposito decreto, Mussolini nomina commiss.1rio nazionale del lavoro il perito industriale Ernesto Marchiandi. · B dicembre. Gargnano, Ha il terzo ~olloquio con Silvestri.

9 dicembre. Gargnano. H a il quarto e iJ guinto collociuio con Silvestri. La Co"ispondenza Repubb/i(ana dirama la nota numero diciassette (XXXII, 274). 10 dicembre. Gargna.no. Ha il sesto colloquio con Silvestri. 11 dicembre. Gargna.no. Riceve Rahn, ·nominato ambasciatore di Germania presso la Repubblica soci.ile it~iana, che gli presenta le credenziali.

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11-24 DICEMBRE 1943

416

12 dicembre. Gargnano. . Telegrafa a Hitler, all'imperatore del Giappone, al primo ministro g iapponese, ai ministri degli Affari .Esteri del Reich e del Giappone (XXXII, 215-216). la n~ta numero

dau!:1d~\Jtf~Jj~fn(~f;fi,b!ij;)~:a dirama

diciotto, re-

14 dicembre. La Corrispondenza Repubblicaua dirama la nota numero diciannove (XXXII, 276). 16 dicembre. Ga.rgnano.

blic~~s5$~~f{esj6f.e la quarta riuni.one del Consiglio dei ministri repub17 dicembre. la Co"ùpomlenza Replfbblicalf(t dirama la nota numero venti (XXXII, 278). 18 dicembre. Gargna,no. Mussolini ha Un col109uio con la figlia Edda. A Milano, viene assassinato da due antifascisti il commissario fedeule della città, .Aldo Resega. 21 dicembre. Gargnano.

terrt!~::~~~t;~~~v~ei~e~aJ~vfe~:::ieti:W od~Jbe~~ufle~ffr~~;iche nel

La CorriJpondenza Rep11bblica11a dirama la nota numero_ ventuno (XXXJI, 280).

24 dicembre, Gargnano. D' intesa coi ministri de1I'lnterno, delle Finanze, della Difesa na· zionale, dell'A"gricoltura e Foreste, d elle Comunicazioni, Mussolini emana il seguente decreto:

;~li~ia1n,tt:'~"~1,;;~~.f::;::::a d':!i~11itV.11fJ:6r:::,~:::;

0

11

compi1;r~~ le Milizie speciali Fe"oviaria, Portuale, Po1telegraffr·a, ForeJlale, Stiadale e Confinaria), dall'Arma dei carabinieri, dal Corpo di polizia dell'~frica Italiana, , « Articolo 2. -- La Guardia ·nt1zionalt repubblicana è po11a agli 11 5 0rdi;iJ,~;:~i/~~,~a~e 0 e

é:::z~~·n'::;":~:1: ,~p~J/tta:: ha h:,:~l(ÌO

amminiJ!razione aJJlonomì.


24 DICEMBRE 1943 • 4 GENNAIO 1944

417

« Articolo 4, - CM JIIOceJJivi deueti 1aranno emanale, d 'intesa (Oi mi11ùtd interessali, le 11orm,e relative all'ordinamento e al funzionamento

: !~a

,~"/~d:::i:az::::!:u:~~=:;1;!a;;;e~;n:tt,z;;7d;1r:;l:;;;;~ e;17; disposizioni parlicolari attualmente vi,:enlì per le sfogo/e Forze Armate (be (OJ/it11Ìfcono la Guardia nazionale repubblicana», 27 dicembre. L'Agenzia Stefani comunica: « Nt-ì g iorni scorsi il duce ha ricevuto i opi delle provincie Ji Torino, Cuneo, VerceUi, Bologna, Firc-me, Paugia, Como, Forlì, e i wmmissari delle Federazioni dei Fasci repubblicani di Roma, Torino, Vercelli, Bologna». « Alla data del 2 dicembre g li italiaoi U'lquadrati in propri reparti inseriti nelle unità germaniche operanti in Italia erano circa seimila. I volontari italiani isolati e combattenli nelle uniti tedesche erano circa ottomila».

La Corrispondenza Rep11bblicana dirama la. nota numero ventidue,

redatta da Mussolini (XXXII, 283).

29 dice~bre,

La Spagna riconosce _ufficialmente il Governo fascista repubblicano. La Co"frpondenza Repubblicana dirama fa nota numero ventitré (XXXII, 285). 30 dicembre. Gargna.no. Mussolini ha il settimo colloquio con Silvestri. 31 dicembre. Gargnano. Ha l'ottavo colloquio con Silvestri. La Corrifpondenza Repubblicana dirama la nota numero ventiquattro (XXX!l, 288).

1944 1 gennaio. Ga.rgna.no. Mussolini telegrafa a Hitler, al primo ministro dell'Irak e al ministro

degli Affari Esteri del Reich (XXXII, 216-2 17). 4. gennaio. Il sottosegretario dell'Aeronautica repubblicana comunica:.

« Nell'in,;ursione di ieri su Torino, le fonnazioni angloamericane sono ~tate attaccate da. un esiguo reparto italiano in costituzione. Nonostante la sproporz.1ooc 27. - x ::n ;:v.


4-13 GENN AI O 1944

418

numerica, di uno a dicci, i cacciato ri i1a liani hanno abb.tth1to in breve tempo tre app:uec:chi . nemici, rnitrngliandonc efficacemente alcuni altri . . 11 còmportamento dei cacciatod ~ stato arn mir:;ito dagli aviatori tedeschi, d1c hanno voluto <l«orarc due- nostri piloti con la croce di ferro sul ù1.mpo ».

6 gennaio. Gargnano. Mussolini riceve il capoprovincia d i T rieste, Bruno (oceani. 7 gennaio. Gargnano.

Riceve l'avvocato Aldo Vecchini, p~esidente del Tribunale speciale straordinario destinato a giudicare i d1c1annovc membri del Gran Consiglio del fascismo, detenuti e l:itilanti, che il 25 luglio avevano votato contro di lui. La Corrispondenza Repubblirana dirama la nota numer~ venticinque (XXXII, 289). · 8· gennaio.

A Verona, nella sala Maggiore dello scaligero Castclvecchio, ha inizio il processo a carico dei diciannove membri del G ran Consiglio del fascismo. 9 gennaio,

11 processo continua. 10 gennaio,

t ~~%':r;~~'.

t~lt~sci~~:~t~~u~ l~a~~;tn~: 0

me:~ dt°tr~n~i at:~~i ~ La Corrispondenza Rep11bblica11a dirama la nota oumcro ventisei (XXXII, 292). 11 gennaio. Gargnano.

A Verona, ai pol~orio di tiro segno, alle 9.15 circa, vìene ese· fa~\:n!adtCf:~~~ i!1i1ior~~"~~i:t~l;"~tr(;~~;~dt Gi~v ea~~t;f!:i!:1t~ :i

0

Carlo Pareschi. Alla M ussolini riceve il direttore del carcere degli Scalzi di Ve· dottor Serg io Olas.

rona,

sera,

13 genna.io. Ga.rgna.no. Presiede la quinta riunione d~l Consiglio dei ministri repubblica~o (XXXII, J l ). . Ha un

colloquiocon il maresciallo Graziani.

Invia una lettera alla contessa Carolina Ciano (XXXII, 208).


14:23 GENNAIO 1944

419

14 ,enna.io.

La Corrispondenza Rep11bblicana dirama la nota numero ventisette

(XXXII, 294). 16 gennaio. Gargnano. Mussolini ha il nono colloquio con Silvestri. Riceve il conte Mazzolini. Scrive una lettera al maresciallo Graziani, neila quale, · riferendosi al colJoquio avuto con lui il giorno 13 - informa Giovanni Do1fin (Con

jt;Jrt:jal:~: t:~~f:10Jad~a~:~~,~~a:Ìit!?; h~:t,J

1

~t~

0 r~m~o adottato_ anche per l'esercito; le stel!ette, ritenute retaggio della mo-

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~~~~~:;cfJ~:3e~i~o50~:!~~s~~~ udefi~ad;~n~J°a~i~:~; del~laR~i;~b~!i:: mana del 1848 (9 febbraio), le reclute di tutta Italia presteranno giuramento di fedeltà alla Repubblica sociale it aliana. Mussolini parla poi, nella lettera, della situazione del nostro fronte, che es li, e non certo da ora, non giudica rosea. Premesso di non poter condividere il pcr'sistente ottimismo di Kesselring, cosa che ripete tutti i giorni, Mussolini scrive testualmente: "Anche l'uomo della srrada vede e constala che noi conti1111ùtmo ad arretrare e tfi altri continuano ad avanzaYe, Se non Ji fa 0 ;;:; ~

t!:~et;e::fzt,r(!)'!:·nf::O,p:r;u;,!:J;p;~r ::pie:..i~es~~~t:r;:~!

della lettera del duce rii,orta inte.grnlmente una segnalazione pervenuta dal nostro Servizio informa:ziom radioestere su di un convegno scgT:

~:~yj~~~:iJ:;;;n¼ej~~J:J:,j~;;~ idir1!~~a Ì~· nota numero ventotto

(XXXII, 296).

20 gennaio.

L' Agenzia Stefani comunica : « Il duce ha rk evuto in questi giorni i capi delle provincie di Mantova, Milano, Vcròna, Savona, Aosta, la Spezia, ·Novara e Pi.i.ccri:z:a ».

21 gennaio. La Corrùpondenza Repubh!icana dirama la nota numero ventinove, redatta da Mussolini (XXXII, 298).

23 gennaio, Ga.rgna.no.

Mussolini riceve il cappellano del carcere degli Scalzi di Verona, don Giuseppe Chiot, e il capoprovincia della Spezia, Franz Turchi. Con apposito decreto, nomina commissario dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra la medaglia d 'oro cieco di guerra Carlo Bersani.


24-29 GENNAIO 1944

420 26 gennaio.

A B~lo.gna, viene assassinato da tre antifascisti il commissario federale della città, Eugenio facchini.

27 gennaio, Gargna.no. Mussolini riceve il sacerdote don Giuslo Pancino. Al termine della riunione dei capiprovincia della valle del Po e della Liguria, svoltasi a Milano sotto la presidenza del ministio Buffarini Guidi, viene inviato a Mussolini, a firma di tutti gli intervenuti, il seguente messaggio ~ ~ Ouée, nel!'ora in cui Roma, che voi resuscitaste a maestà di impero, ~ minacciata dalla novissima barbarie e difesa dall'eroismo germanico, i capi de-He p1ovincie dell'ltalia fascista repubblicana, il cui più alto onore è quello di essere volontarl e veterani di più guertt, vi chiedono che gli italiani i qwli hanno ancora coraggio e nutrono fede, e sono molti, possano riprendere immediatamente le armi disperse dal più atroce e immcrit:tto tradimento».

28 gennaio, Gargnano.

Mussolini parfa ai comandanti regio11ali dell'esercito repubblicano (XXXII, 38). 29 gennaio. Gargnano.

ca ~i~:~ci: !:ru!~ i.dfn ~i~~~~: ~~":t:~~~~ c~~ t ~:~1egilt:~,~~ 0

~ssigli aveva rivendicato alla Francia lè vallate valdostane, essi offrono 0 1 Jf}~~~rJt;o:!~a.i!t~

:o~::t~lj;~~ik

1~f~~~~:~o;: t::~Jr[}~\~~

fa0fo;!itflgÀ~;t:·=~~s7;a ~ 1:1;io~lea;i~1e~it;::f f~tidi~~c:~tf; rd~j 7'~oa!J1~7~tt:t!1t1~: iii ~~~: '{~!:;;~:c~~:;(c!'d; ~~= 0

:ò!~uu::s~;n

Francia "biologicamente decadente •·, corrotta nei costumi e nella morale, che non potrà mai provocare ritorni storici innaturali. Né ritalia, né la Germania pctranno ritornare quelle che eran_o qualche secolo fa. Ha parlato, po1, del fascino di Roma, ed ha concluso affermando che, " sino a che la xente chiede di morire per la sua Patda, la Patria non è morta, né morrà!"». Ha il quattordicesimo colloquio con Silvestri. (Il decimo, l'un_4icesimo, il dodicesimo e il tredicesimo si erano svolti fra il 17 e 11 28 gennaio). La Corrùpondenza Repubblhana dirama la nota numero trentuno, redatta da. Mussolini (XXXII, l04).


30 GENNAIO· 9 FEBBRAIO 194 4

421

SO genna.io. Gargna.n~. Mussolini ha il quindic.esimo colloquio con Silvestri. L'ambaSCiatore Rahn e 11 conte Mazzolini firmano un importante accordo commerciale italo-tedesco. 31 genna.io. Gargnano.

Mussolini ha il sedicesimo colloquio con Silvestri . 2 febbraio. Gargnano.

H a il diciassettesimo colloquio con Silvestri. 3 febbraio.

.

l...a CorriJpo11denzrt Rep11bb/icrt11t1 dir:im:1 !a nota numero trentadue (XXXII, 305). 5 febbraio. Gargnano. Mussolini riceve don Pancino.

Jatt~d~o;~f~;:e,~aX~1t'!t~rJM dirnma la nota numero trentat ré, re7 {ebbra.io. Gargnano.

Poiché l'attività delle bande partigiane ha cominciato ad assumere una certa consistenza, specie nell'Appennino centrale, alle spalle del fronte, Mussolini invia una lettera in proposi to al luogotenente generale Ricci.

« In essa -

riferisce Giovanni Dolfin (Op. àt., pag. 245) - richiama la sua attenzione sull'attività delle bande nell 'Italia centrale, dove il fenomeno ribellistico assume un aspetto molto più inquietante che nelle stesse vallate alpine. "Mentre il fenomeno ... scrive Mussoli ni, "in queste è

f:;t:tri~ ;:!!:1::zi~~t::; ti ~o~Jl: Jr;:1,i~':a 1:'v!ll,tt.Ja!.t! Roma. I! neu.unrio ", prosegue, "predi.sporre un piano di azioneele forze neceua,ie; ogni ,dteriore ind"gio agf!,raverebbe la ;it11azione ". In-

vita infine Ricè i a prendere accQrdi in materia col generale Mischi » . 1l prefetto Eugenio Ccrruti è nominato vicecapo della Polizia repubblicana. I..a Corrhpòndenza Rep1tbblfo:ma d irama la nota numero. trentaquattro (XXXII, 309). 9 febbraio.

Il Partito fascista repubblicano comunica ; ~ Il duce ha approvato la costituzione dei gruppi fa.scisti di azione gio\'a· nile Onore e tombattimento, ai quali aderiscono i fascisti repubblicani dai di. dotto ai venticinque anni di età. Essi sono accolli nelrorganinatione come "aspi. ranti .. e solo dopo aver dimostrato di possedere ecce:donali doti morali, fan:i-


422

9·13 FEBBRAIO 1944

tico ~ore di Patria e intransigente fede fascista diverranno " effettivi". L'azione dei gruppi si conaeta nei seguenti punti : 1) Gli ,. dfettivi " ai gruppi fa.scisti di .uione giovanile O,u;u , , omb,:mimmto dichiarano solennemente la volontà di continuare la lotta a fianco della Germania e delle ' alue polMze del Tripartito. 2) Gli '~dlettivì " ai gruppi dichiarano la loro assoluta fedelti al capo ddla n voludone, Benito Mussolini. 3) G li "effetti\·i " ai gruppi, in guerra, faranno parte di reparti <li combattimento di prima linea. 4) Nei periodi di tregua bellica., gli " effettivi" ai gruppi partecìpcranno attivamente alla vita politica organizzativa dei Fa~ci repubblicani, con il lavoro e con l'esempio, sì da es.sttt- e;si stessi clementi propulsori di ogni attività nazionale. Nelle città sedi di Univer• s i1à si forma, entro il gruppo fascista d i azione giovanile, il gruppo universitario fascista . I! srgn:tario· del Parlito fascista repubblicano ha nomin:ito ispettore na· zionale dei gruppi e dti centri di arruolar11ento ,·olontario il dottor Giulio Gai (classe 1908, squadrista, marcia s u Roma, ferito e invalido di guerra, volontario in Africa orientale italiana e ~ul rronte russo, decorato al va lore)"·

.

b Corr;spondmza Rep11bblfoma dir:tma la nota numero trent:icinque (XXXJJ, 310).

10 febbraio. Gargnano. Mussoiini riceve il ministro Moroni.

« Il ministro ha riferito al d uce - reca il Coniert dellà Sera ddl' LI frbbraio 1944 ~ sugli ammassi dei prodotti agricoli, con puticolare riguardn. a!ta situazione alimentare, la quale appare abbastanza soddisfacente, tranne ( + ) nel settore dei gras.<Ìi. ( + ) Il duce ha preso allo rnn soddisfa2ione della reb zione fatugli dal mìnistro e ha espresso il suo compiacimento verso la maggioranza ,lei produttori agricoli italiani, che anche in questa occasione hanno dimostralo una notevole comprensione delle necessità del Paese. N el dare al ministro Moroni le <lirettÌ\'e per l'ulteriore positivo svolgimento dcl l'attiviti agricola, il duce ha af. fermato che tale attività deve svolgersi in un ambiente di equilibrio economico e di tranquillit.i 5ociale, tellCfldo conto che nel settore dell'agricoltura le prov\'Ì· <lenze e le reali uaiioni del regime fascista hanno già da tempo stabilito, con In sviluppo delle forme di conduzione associata, di cui la mezzadria è tipica, e con la legisl12ione sulla bonifica integra le, le condizioni necessarie pt-r l':ittuazione dei postulati della Repubb!ica sociale, per il progresso tecnico nei settori de11·~~ric0Itura italiana».

11 febbraio. La Cofrùpondenza Repubblica11a dirama la nota numero trentasei (XXXII, 311).

12 febbraio, Gargnano. Mussolini presiede la sesta riuni one dfl Consiglio dei ministri repubblicano (XXXII, 41).

1S febbraio. Gargnano.

Ha il diciannovesimo colloquio con Silvestri.


14-24 FEBBRAIO 1944

423

14 febbraio. Gargnano. H a il ventesimo colloquio con Silvestri. Il capo di Stato Maggiore per la Marina repubblicana, contrammirag lio Giuseppe Sparzant, è nominato sottosegretario alla Marina, in sostituzione del comandante Ferrini, dimissionario per ragioni di carattere personale,

15 febbraio. Ga.rgna.no. Mussolini ha il ventunaimo colloquio con Silvestri. men~~r~a:t~ri~a a:tb:zfa"~\o~i:e;;~::si~i,mbardano e · distruggono tota!16 febbraio.

·

La Corrispondenza Repubblirana dirama la nota numero trentasette, redatta da Mussolini (XXXII, 3 H ). 17 febbraio. ·Viene anriunciato ufficialmente e.be « rep:nti del ricostruito esercito 1·epubblicano sono entrati in l inea a sud di Roma e combattono a fianco degli alleati germanici ». 19 febbraio,

Btj:'~i~ f:l~ir?s:c1faR~~~-

fian!~ ~:\\~g~ir~npe parte per combattere a La sa.Ima di tare Muti, traslata da Roma a Rav("nna, viene deposta solennemente in un sarcofago entro la chiesa di San Francesco, dopo che ministro Pavolini ha fatto l'apologia dell'eroe. Al termine della cerimonia, Jo stesso ministro invia a Mussolini il seguente telegramma:

il

« Nel vostro nome la manifestazione cli Ravenna e ddle rapprcsentantt fa• .sciste confluite da t utte le provincie a r endere l'estremo omaggio :1. Ettore Muti è riuscita imponente per numero, per stile, per entusiasmo e per ordine, cosi da costituire un segno importante della ripresa. Molta e cameratesca la rappresenlam:a germanica militare e diplomatiat.. Vi trasmeHo, duce, le commos5e attesta· zìoni di fedeltà dei fascisti di Ravenna, della valle Padana e di tutta Italia•·

22 febbraio. Gargnano. Mussolini nomina il Dlret~orio del Partito fascista repubblicano.

24 febbrai.o. L'Agenzia Stefani .comunica : « Jn questi ultimi g iorni il duce ha ricevuto i capi delle provincie d i Ge-

nova, Vercelli, Novara, Pavia, Teramo, Asti, Treviso, Sondrio, Pesaro, Parma ...

l a Corrùpond~nza Rep"bblicana dirama la nota numero trentotto, redatta da Mussolini (XXXII, 38).


424

25 FEBBRAIO· 2 MARZO 1944

26 febbraio. La COrrispondenza Repubb!icd1la dirama la nota numero trentanove (XXXII, ,19).

28 febbraio. La Conhpo11denza Rep11bblitdna dirama la nota numero quaranta (XXXII, ,22).

29 febbraio. ·Gargnano. Mussolini riceve i capiprovincia del Piemonte, di Imperia, Parm:1 e Rovl1f~edo Cucco è nominato sottosegretario alla Cultura popolare.

l marzo. Gargnano, Vittoriale degli italiani. Alle 13.30, accompagnato dal figlio Romano e dal prefetto Dolfi.n, Mussolini si reca al Vittoriale per rendere omaggio alla tomba di D 'An-

nunzio nel sesto annuale della morte del poeta, « Il duce - rt ca il Crirriue della Ser• dd 2 marzo 1944 - è ~tato ricet1uto, sul piaz:i:ale dominante I' ·• Arro solue ", dal sovrintendente archi: tetto Maroni e subito ha raggiunto, ~ostandovi netl'intimo rJccoglimt-nro, la tomba del comandante, ai margini della quale ha fatto deporre una corona d'alloro. Successivamente il duce ha visitato il museo e il teatro. Poi, risalito il viale di Aligi, ha indugiato dinanzi alle ard1e dei legionari fiumani per recarsi, quind i, al mausol~ che dovrà consacrJre, per i secoli, la figura del poeta e dei Jegionad fiumani. Nei p1ossimi giorni il mausoleo, voluto dal J uce e i cui lavo ri furono interrotti duf2.flte il periodo badogliano, ,·edri 1itomare le maestranze operaie, cosicché l'opera possa essere al più presto possibile compiuta. II duce si è interessato dei lavori finora eseguiti e che hanno, per sé soli, creo.to un complesso originale e degno dello spirito e. dell'azione del grande scomparso. Dal mausoleo il d ure è salito sulla nave Puglia, di do,.,c, è ritornato alla piaizctta ,.falmatica per nuovamepte sostare innanzi alla tomba del comandante. Sul portale principale il duce è stato sa\ut2.to dal presidente della Fondazione, ttccllenza Ercole, e dal sovrintendente Maroni, che ha vivamente elogiati. Frattanto, sparsasi fa voce della su2. presenza, una numerosa folla, un gruppo di sol<lali tedeschi feriti e i militi del12. Guardia fascista repubblicana, 5i sono raccolti sul piazzai, delle adunate. Mussolini ·si è subito avvicinato ai camerati germa• nici feriti, a tutti esprimendo il suo augurio e la sua simpatia. Mentre, lisciato il gruppo dei feriti, il duce si predisponeva a partire, la folla si è mossa a lui incontro e lo h2. salutato. Alle ore 14.30, il duce ha lasciato il Vittoriale dt"gli italiani p~r far ritorno al suo Quartier generate·». ·

2 marzo,. Gargnano.

Ha il ventiduesimo colloquio con Silvestri.


3-10 MARZO 1944

425

3 marzo. Gargnano.

Riceve il colonnello Pietro G ai, accon:i,pagn~to da altri ufficiali (XXXII, 62). . Il Comitato direttivo dell'Unione provinciale lavoratori d ell'industria di Milano lancia un manifesto agli scioperanti delle z(;me industriali di Milano e Torino, redatto da Mussolini (XXXII, 56). 4 marzo.

stria~rG:.dtrio~~g~~i~li~:!n~il~f:.Sri~!t~i.o sono arrestati i noti indu-

7 marzo. Ga.rgnano. li generale di brigata aerea Arrigo Tessari è nominato sottosegretario per l'Aeronautica repubbl icana in sostituzione del comandante Botto, cui Mussolini invia una lettera autografa, nella q uale gli dà esplicito riconoscimento di avere tenuto a battesimo la risorgente ala italiana, L'Agenzia S1ef1111i comunica: ,.-a..

« Con decreto del duce della Repubblica sociale italiana,. capo Jel Governo, sentito il Consiglio dei ministri, <l'incesa col ministro della Giustizia, rono state srabilite le fogge dello stemma e del sigillo J dlo Stato repubblicano. l o stemma è formato da uno scudo. sannitico dai colori nazionali, rosso, bianco, 11erde, d isposti i11 senso verticale, sormontalo d a un·aquila, col Fascio repubblicano a l centro. Il sigillo porta im.pr~ so il Fascio rcpubblicanq e la· leggenda "RepubbliC:1: Sociale Italiana ". 1 sigilli delle amministrazioni dello Stato riproducono il sigillo dello Stato e recano inoltre, in un cerchio interno, l'indicazione JeJ. l'ufficio cui si riferiscono. Il Fascio repubblicano dovrà fregiare anche i sigilli dei nolli e le fasce Jei podestà ».

li conte Mazzolini è nominato sottosegretario agli Affari Esteri:

8 marzo. Gargnano. Mussolini riceve l'ambasciatore d el Giappone, Sciurukuro Hidaka,

tj~~1:~;:~

1 6 deff~~~~rz~~li e~~!;'!·n :i~unicato segnalante il falliche mento dello sciopero e i dati relativi alle astensioni dal lavoro, redatto da Mussolini (XXXU, 63). 9 marzo. La segreteria del Partito fascista repubblicano annuncia l'istituzione

del Corpo per il servizio ausiliario femminile, da mettere a disposizione dell'esercito repubblicano. 10 m&rzo. Ga.rgna.no, M ussolini riceve la medag lia d'oro Borsani e il maggiore Fulvio Balistì, già delegato per i Fasci repubblican i della Lomb:uO.ia.


10-22 MARZO 1944

426

Emana una ·circolare ai capipcovin~ia (XXXII, 23,). La CorriJpondenza Repubb//cana ,lirama la nota numero quarantuno, redatta da Mussolini (XXXII, 325).

.

11 marzo, Gargnano. Mussolini presiede la settima ri unione del Consiglio dei fn inist ri repubblicano (XXXII, 66).

12 marzo. Il Quartier generale delle Forze Armate rl!pubblicane comunjca-: (l Nella notte sull'l 1. corrente nostri aerosiluranti, entrati per la prima volta in azione al largo di Nettuno, hanno colpito un piroscafo da se11emila ton nellate, d1e deve ritenen~ affOndato. Nel pomeriggio dcffll conente, nei cicli del Venelo, i p iloti <lei primo gruppo CT1ccia hanno impegn1110 in combattimt1110 numerose formazioni avversarie, abbattendo dopo aspra lotta undici apparecdii sicuri, di cui tre "fortez1.e volanti .., e due prob:ibili. N ell'azione abhiamo perduto d ue nostri equipaggi ».

13 marzo. Ga~gnano,

... ·· Il ~-·;neral~· Mischi è ~~;i~al~-Ztp;· di St; ~; ; (;;~i~;;--:-d cl~;rcito repubbficano in sostituzione del generale Gambara, cui Mussolini invia una lettera autografa, nella ciuale gli dà atto dell'opera da lui compiuta per la ricostruzione delle Forze Armate repubblicane. 15 ma.rzo. Il ministro di Stato Giovanni Preziosi è chiamato a reggere J'ispetto· rato generale « Razza e demogr:i6a >>. La Corrùpo11denza Rep11bb/irana dirama la nota numero qua rantadue (XXXII, 327).

18 marzo. Gargnano. Mussoli ni tiene rapporto :ii capiprovincia di Milano, Como, Bologna, Ferrara, Lucca, Pisa, Forll, Ravenna, Padova. Ricorrendo l'anniversario del martirio del patriota dalmata e fascista G iovanni Savo, riceve un gruppo di donne fasciste d( Spalato e Zara, ~~:e ~~ilv~~f~~~~~~r!a!fbd~~ji {~~~ld~e~;r:iJil. fasciste femminili, da

20 ma.rzo. Gargna.no. Riceve il generale Ren:zo Montagna. A Firenze, l'Accademia d'Italia riprende la sua attivit:ì.

22 ma.rzo. Gargnano. Mussolini riceve il capoprovincia d i T rieste e il podestà della città,

Cesare Pagnini.

.


23·29 MARZO 1944

427

23 ma.r.zo. Garp.ano.

~:~::: o;r~~fl~::n~~i-~s~~ifiio~i:' n~:i~~~r;crj~lie <l~~rie 7J/i fascisti, 1a vedova e i fi~li di Resega, l'drfana del m artire fascista Dante Rossi, altri f:~!~a;:ad~i~~~~, :~~odfiai~:::t:a: ;l~/;'~~p~bbt~~~ ~he gli consegn a caduti di guerra, il presidente dcli' Associ~ione caduti 3

5

0

25 marzo. Gargnano. Riceve separatamente il direttore del ReJJo del Carlino e il direttore ,del Secolo Sera, Ugo

Manunta,

L'agenzia Stefani comunica: « Nel pomeriggio del 23 marzo 1944(, a Roma,] elementi criminali hanoo e!:eguico un attentato con lancio di bombe contro una colonna tedesca di Polizia di Lransito p~r via Raselh. In seguito a questa imboscata, trentadue uomioi della · Polizia teJesca sono stati ucdsi. e parec,:hi feriti. La vile imboscata fo ~guita da ,:omunisti bidogliani. Sono ancora in atto le indagini per chiarire 600 a che punto questo criminoso· atto è <J,a attribuirsi a incita.mento angloamericano. Il Co· mando tedesco ha deciso di .stron.:a.re l'auivita di q1.1esti banditi. N euuno dovr.i sabotare impunemente la coopera2ione ita/o,tedesca. 11 Comando germanico ha pnciò ordinato che, per ogni tedesco u<:dso, dieci nimindi comunisti b.idog liani .siano fucilati. Quest'ordine è già staio eseguito».

26 marzo. La Corrùpondenza Rep11bblirtmt1 dirama la nota numero quarantatré (XXXII, 329).

27 marzo.

<jU2t~.c;;a~~f:nt:nMus~iri~tb/~r;rt~). la nota numero quaunta28 marzo. Ga.rgna:no. Mussolini riceve don Pancino. La Corrùpondenza Rep11bh!ic'1J1d dirama la nota numero· quarantaredatta da Mussolini (XXXII, 3 34).

cÌn<jue;

29 marzo. Gargnano. Mussolini invia lettera capoprovincia di Verona (253). li Quartier .generale delle F o rze Armate repubblicane comunica :

una

al

« 1 piloti del primo gruppo da caccia, al comando del capitano Adriano Visconti. hanno intercettato nei giorni scorsì formazioni di bombardieri :1.ng lo;imeriune, scortate da poderose aliquote da caccia. N egli aspri combattimen1i che si sono svolti a grande alte:i::u. nei cicli <lei VC'ntto sono stati :1.bbattuti comple-s· sivamcnte quattordici apparecchi riemici, dt i quali d nqu,! quadrimotoci e nove caccia pe$ilnti. N on accertati. ma prolxtbilmente abbattuti, altri sc-tte velh·oli angln. americani. Qu:ittro nostri velivoli sono :andati pi:rduti. Un pilota si è sah-:un a1I paracadut~ ».


30 MJ.RZO- 14 APRILE 1944

428

Sl marzo. A T orino, viene assassinato da un antifascista il condirettore della Gazzella del Popolo, Ather Capelli. S aprile. Ga rgnano. l\.fossolini invia una lettera al ministro Pelle,grinl-Giampietro (253). IL Quartier generale delle Forze Armate repubblicane com~nica: « La caccia italiana ha vittorionmcnte partecipato, insieme coi cacciatori tedeschi, ai combattimenti aerei svoltisi contro formazioni di bombardieri nordarne• ric:ioi, fortemente scortati ,Ja!la ('.1Ccia, sulla ZOM delle Alpi mttidionali. Non sono ancora pervenuti i risultati di questa operazione. Durante il volo di mdata cinqU3.ntuno aerei nordamericani, di cui quua ntuno quadrimotori, risultano abbattuti dalla caccia e dai distru.ttori germanici. Altri' dodici velivoli gn.vemenle col· piti sono da ritenet!i probabilmente perduti • ·

Il tenente generale Italo Romegialli è nominato Vicecom.an<lante ge· · ncrale della G uardia nazionale repubblicana; il maggiore generale Nicolò

Nictia~~~~;I;~df~z!t~~/:!",,Sc/f;~;:· dirama la nota nume ro quarantasei (XXXll, 337).

4. aprile. L" Agenzia Stefani comunica : « In questi ultimi giorni il duce ha ricevuto al Quartier g enerale i capi delle provincie d i Genova, Ancona, Trie.ste, Temi, Brescia, Vicenza, Apuania, Cuneo, Pistoia,.

11 ministero di G razia e Giustizia comunica :

« T ra i componenti i g ruppi degli sbandati, e in genere di coloro che vivono fuori legge, vi sono molti elementi che, avendo condanne: da scontare, sono trauenuti Jal rierÌtrare nella legalità. Allo scopo di indurre costoro ad abbandonare la loro situazione anormale, avviandoli a servire la nazione nelle Forze Armate o nell'attivit:I. produttiva, il duce ha emanato un decreto con cui viene stabilito: 1) O!e il beneficio della libertà condizionale concesso a coloro che debbono scon. tare una pena non superiore: ai dieci anni e che siano chiamati o richiamati alle armi (articolo 7, legge 9 luglio 1940, nWTiero 92# sia esteso ai volonta'ri nelle Forze Armate e del servizio del lavoro. 2) Che il condono delle pene di cui all'articolo l della citata legge poss.a essere concesso a chi lodevolmente si comporti sino alla Jine della guerra nel servizio militare o del lavoro, e non solante a chi compia specifici atti di valore in fatti d'arme o in servizio di guerra. ti provvedimento entra immediatamente in. vigore :t. 14 aprile.

La Corrùpondenza Rep11bbli<dna dirama la nota numero quaranta. sene (XXXII, ;40).


15-23 APRILE 1944

429

15 aprile. Ga.rgna.no. Mussolini invia una lettera al minist ro Pellegrini - Giampietro (2H).

A Firenze, viene assassinato da cin~ue antifascisti G iovanni Gentile. Benché profondamente colpito, Musso!mi impone subito personalmente che- nessuna rappresaglia venga compiuta, 17 a:prile. La Corrisponde1iza Rep1tbblica11a dirama h. nota numero quarantotto, redatta da Mussolini (XXXII, 343).

18 aprile. Gargnano. M ussolini presiede -l'ottava riunione del Consiglio dei minislri re-

pubb licano (XXXII, 7l). Riceve don Pancino.

·

20 a.prile. 1a Corrhpondenza Rep11bbiica11a dirama la n ota numero <juarantano,e (XXXII, 34l).

21 aprile. Gargnano, :Mattarello, _Nel tardo pomerifj/o, accompagnato dal suo seguito, Mus50Jinj r ag-

tf;J;::~~uto Mattare lo (Trento), donde -prosegue in treno alla volta d i 22 aprile. Salisburgo, Klessheim. Arriva a Salisburgo, accolto da Hitler, che lo conduce in auto al vicino

castello di Klessheim ed ha subito con lui un primo colloquio. Seguono d ue riunioni coIJe~iali. L' Agenzia Stefani comunica ; • li Tribunale straordinario dì guerr~ riunitosi a. Parma per proc<'Ssare un gr uppo dì trentasette giovani renitenti alla leva e unitisi in bande armate, catturati giorni or sono da reparti della Guardia nazionale repubblicana, ne ha condannato trcnbcinque alla pena capitale e due a venticinque anni di recl usio11e . Per online del duce, il quale ha voluto ancora. una volta dare tangibile segno di quella infinita umanità che lo illumina e lo fa grande su tutti, l'esecuzione della sentenu per i condannati a.. morte è staia 50spesa ».

2S aprile. Xlessheim. Avviene un secondo colloquio fra i d ue dittatori e si svolgono altre due riunioni collegiali. « Nd cono dei colloqu1 - comunichi:rà il 25 aprile il Quartier genet.t le Ji H iller - svoltisi nt llo spirito dtlla v~:chia amicizia tsistento!! fra il FUhrer e il due~ sono state ,focum! le qu!Stioni politiche, militari ~ economiche che riguardano i due Paesi e le loro mete comuni. li duce ha comunicato a.I Fùhrer


23-26 APRILE 1944

430

l.1 Jtti$ioru!· Jei Governo fascista npuhblkano, quale unicèi u ppr,~ntante del popolo italiano, di intensifi.::are ancor maggiormente la sua partecipazione a lla guerra a fianco dcgli alleati del Pano triparti10. Questa decisione ha incontrato il più. caldo riconoscimento, e lo sfono del Governo del duce sari effiG1cemente appoggiato da parte del Governo del Rcich. La volontà delle potenze del Trip:lrtito di portare alla fine vittoriosa fa guerra contro i bolscevi,hi dclrO rienle e contro g li ebrei e i plutocrati dell'Occidente e di garantire ai popoli una vita

s ulla base d i un ordine nuovo e giusto, ha trovato la sua espressione ne lle d ichiarazioni del FUhrer circa lo ~piegamento di forze e l'impiego di tutti gli strumenti di pok nia p er le decisioni a vrnire e circa la determinazione degli obiett ivi per il dopoguerra. Nei colloqui s,·oltisi fra il Fiihrer e il duce, ai quali parl~ipavano il ministro degli Esteri de l "Reich, von Ribbentrop, e il maresciallo Kei1cl, e da parte italiana il maresciallo Graziani e il sottosegretario agli Esteri, Manolini, è stata riconfermata la fe nea volontà di continuare . la lolla a fianco a ftanco sino al conseguimento della vittoria. finale e sino à.l ragsiungimento <lt>gli scopi politici propostisl dall"Asse e dalle potenze del Tripartito, Al convegno tra il filhrer e il duce hanno preso parte ar,chr. l'ambasciatore di Germania e plenipotcni iario della grande Germ:tni~ in Ita!ia, R.Jhn, e l'amb,isciatore d"lta!ia :i Berlino, Anfuso ».

La Corrispondenza Rep11bbli,a11a dirama la nota numero cinq uanta (XXXII, 384). 24 a.prile. Klessheim, Gra!enwoebr. La.sciato il castello di KJessheim , Mussolini giunge col seguito a

Grafenwoehr, campo di addestramento della divisione San Af.trco, dove, fra l'altro, parla alle truppe (XXXIJ, 84-86). Riparte per l'Italia, e, durante il viaggio, tdegrafa a Hitler (XXXI!, 21 8). 25 aprile, Gargna.no.

Rientra a Gargnano. 26 aprile,

Il Quartier g enerale repubblicano comunica : « La Gazzl!fta Ufficiai~ pubbliGI, io data 25 aprile, il decreto del duce che stabilisce l' eseo.zione dalla pena per" i militari e i civili ribelli chi: ~i co~tituirnnno entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto medesimo. Il periodo di franchig ia c,:,sserà alle ore 24 del 2'i maggio. A q uesto proposito il ministero delle Forze Annate comunica poi: " Ad evitare interpretazioni errate, si avverte che il dem ~t o Jel duce in data 18 -apri le, con il .quale è stato concesso un tennine J i lrenta giorni agli appartenenti a bande armate perché possano costituirsi volontariamente alle autorità senu incorrere in alcuna saniione penale, non riguarda i richiamati delle classi 19 16-1917 e d i qualur,que altra classe che polene csserè chiamata o .richiamata in avvenire,· j q uali pertanto hanno l'obbligo d i presenlarsi ~ ondo le disposilioni contenute nel manifestQ di chiamata., perché divecsamcnte incorreranno ndle saniioni previste da i deneti 18 febbraio e l4 mari o, che preved0t10, Ira l'altro, la pena di motte "».


27 APRILE · 2 MAGGIO 1944

431

'1:l a.prile. Gargnano.

Mussolini riceve don Pancino.

la Carri!pondenza Rep11bb/frana dirama la nota numero cin'luantuoo (XXXII, ¼50). 28 a.prile. Gargnano. Mussolini riceve don Pancino. L'Agenzia Stefani comunica: « In questi ultimi giorni il d uce ha ricevuto i capi ddle provincie di Bergamo, Modena, Piacenza, Pescara, La Spezia e Ravenna».

La stampa della Repubblica reca: « Lisbona, 27 aprile. Se<ondo un'irÌ.formazione del corrispondente <ldla Reuftr, viene segnalata la prima apparizione di un ità da guerra della Marina ita'liana repubblicana, Due caccia inglesi hanno infatti aV\'istato nelle acque del Tirreno, a nord d i Capri, due cacciatorpediniere ddl'ltalia repuhblkana. Le unità ang losassoni tentavano di molestare la rotta delle navi repubblicane, ma senza riuscire a conseguire alcun risultato·~.

1 ma.ggio. Alla sera, radio Roma trasmette quanto segue : « Sapevamo come il neonato governo B2doglio :avesse tr:a i primi vagiti raccom2ndato al popolo dell'Italia repubbiic:ana di cel~rare tra il disordine e g li sciope(i la data del l" maggio. li.ttendcvamo la voce di Londra e siamo stati appagati. Essa ha detta : " Ai lavoratori dcll'It2lia liberata .raccomandiamo di intensificare nel l " maggio la loro attività a pro dello sforzo bellico degli Alleati. Invitiamo invece i lavoratori dell'Italia repubblicana ad abbandonare in massa le fabb(iche, a nbotare la produzione. Organizzate dimostruioni nelle strade, dimostrate la vostra volontà di tornate liberi e indipendenti. Fate pagare ai fa1cisti con la vita la loro abominevole condotta " . Dai nostri lavoratori gli appelli sono stati raccolti nella sola maniera che la lorn mente d il loro cuore potevano concepire. La giornata dd l"' maggio è Uascorsa in Italia in ordine e disciplina nella comprensione dei doveri e nel raccoglimento delle sofferenze dell'ora~.

2 ma.ggio.

li ministero dell'Interno comunica: « La giornata Jcl 1° maggio è Uascorsa in Italia nella tranquillità più asoo-luta. Le sole utensioni dal lavoro ~·erifi:catesi sono le sC'gucnti: per cinque minuti a Genova da parie di quattromila operai; a Reggio Emilia da parte di tl:ecento operai; a Milano da parte di duecentosessanta operai; per alcune ore, e precisamente daHe 9.1~ alle 11.30, ad Imola, da parte di millecento operai. Tulle le altre maestranze operaie dei centri maggiori e minori hanrlo regolumente b.vorato. Nessun incidente )I.

La CorriJpondenza Repubblicana dirama la nota numero cinquantad ue (XXXII, ¼52).


432

3· 12 .MAGGIO 1944

4 ma~gio. Il Quartier generale repubblicano comunica: « Durante il mese Ji aprile l'Aviazione nemica ha effettualo quactrocentotrentotto bombardamenti e due,centov«itisei mitrat:;liamenti su città e località d ella Repubblica sociale italiana. QuaUromilasettccentoun<lici edifici sono andati completamen1e distrutti o sono stati resi inabitabili. I morti civil i sinora nominali· va.mente accertati sono duemilacentoquarantotto; i feriti civili ricoverati n egli ospedal i quindicimilacinquecentottantasette ; i morti militari ·settantasei ; i feriti rnilitari centottantasette».

La Corrhpo11de11u Repubblicana dirama la nota numero cinquantatré, redatta da Mus:;olini (XXXII, 3?5), 8 rua.ggio. Ga.rgna.no.

fari3'~~jd~~t~::S:fn1 ~o~i~~lil:~:;t~u j;;i;::,~a s~~:o:~~:~ioB~t l'Interno e alto commissario per la provincia di Roma. 9 maggio, Gargnano. Riceve una delegazione ·dei m u tilati di g uerra (XXXII, 86). Il Quartier generale repubblicano comunica : ,a: In una serie di riunioni tcnut~i presso il Quartier generale, sotto la presidenza del duce, con la parteripaiione dei ministri segretario ·dd Partilo e dell'Economia corporativa e del commissario della Confederazione generale del lavoro, della tecnica e delle arti, sono stati elaborati, in conformità dei postulati programmatici di Verona e dello spirito che anima la Repubblica sociale italiana, gli schemi di due provvedimenti legislativi, Il primo, previsto dalla legge istitutiva della Confederazione unica, regola il nuovo ordinamento sindacale dello Stato, ne fissa i principi ed è sostitutivo della legge 3 aprile 1926; il se<:ondo è lo sratuto della Confederazione generale del lavoro, della tecnica e delle arti. Un teno schema di provvedimento, che stabilisce il rinnovato ordinamento corporativo dell'economia nazionale, .sarà rcw nOfo prossimamente. (+)».

10 maggio.

Il Quartier ge nerale de lle Forze Armate repubblicane comunica.: <1. Nel corso di viokati combattimenti aerei, 505tenuti negli ultimi giorni contro formazioni avversaiie, i cacciatori italiani hanno 5kuramente abbaltuto sette apparecchi nemici e ne hann9 probabilmente abbattuto altri cinque».

12 maggio. Gargnano.

J~i ;i~iì'veer~ s~:u~r~r:::::! !:e~~~l~ ~u\:;~;:a jèfi~ù ~~!!~

1 prot1~:f' zione.

0


13-19 M/iGCilO 1944

433

13 ma.ggio. L'Ageniia Stefani comunica: « In questi ultimi giorni il duce ha ricevuto i capi delle provincie di Cuneo, Milano, Genova, Treviso, Livorno, Bologna, Torino, Parma, Asti, Chieti, fod l e Reggio Emilia " ·

15 maggio. Gargnano. Mussolini riceve don Pancino.

Invia una lettera alla figlia Edda (XXXII, 208). 16 m.a.ggio. quat1;:o

~~~Ir~e;:). Repubblicana dirama

la nota numero cinquanta-

17 maggio. Il Quartier generale repubblicano comunica : « Il ma r~ciallo Graziani ha visitato in qu~ti giorni i reparti italiani che combattono sul fronte di Nettuno, recando loro il saluto del duce e del popolo italiano. Ovunque egli ha riscontrato un mora.k altissimo e una fede illimitata nei destini della Patria. Ufficiali e soldati si sono stretti intorno al maresdallo con vibranti manifestazioni di entusiasmo. Successivamente il maresciallo Graziani si è recato tra i feriti di guerra italiani e tedeschi che si trovano nei vari ospedali ddh zona di Roma, avendo ptr ognuno di e~si parole di comprensione e di affetto e interessandosi vivamente delle con.Jizioni di ognuno. In una località il mini~tro delle Forze Armale ha infine assistito alla consegna di quattro croci di ferro al valore a soldati del biittaglionc volontui S.S. ».

19 maggio. Ga.rgna.no.

M:!~1t !~l~~~a~\ocarcl:~~~~cic;it~?';~r1&ngi, che

presta servizio

nelie Fotte Armate tedesche dal 10 settembre 1943. Emana il seguente decreto :

« Articolo

1. - Là bandiera det!a Repubblita Jociale italiana è for-

/;':~:J:, d/ofo:::Je r;::~f:':;::idella :~:~Jffa::JJnlunghezza~~p:btJ: alto

':/2a1:;:,:o ": F~~io cano. Il drappo deve euere due terzi ed i tre colori 11anno dùtrih!lìti nell'ordine anzidetto ed in parti uxuali. « Articolo 2. - La bandiera di combattimento delle Forze Armdle

:e;a;fbj~;:'r,~ P~~t"iJ: ~:n~;'::~:~:t~efj'J,,!p°ffù:/e::ue!~;,,;nJ,:~: 11

meJro e lungo metri uno e mezzo ». Il ministero delle Forze Armate comunica: 4 Nell'intendimento di mettere tutte le categorie di militari in una parità di condizioni di fronte alla legge penale, si avverte che il beneficio di esenzione

28.-:.::n:v,


434

19-24 MAGCIO 1944

di pena previsto dall'articolo 3 dd decreto 18 aprile 1944 deve intendersi èsteso anche nd confronti dei mancanti alla chiamata e dei di~rtori che si sono presentati o si presenteranno volontariamente entro la Jrn:uanotte del 2S prOS5imo veonturo, nonchi dei mancanti alle chiamate e dei diSE-rtori che già tratti in arresto presenteranno domanda di arruolamento ,·olontario o di assegnazione a reparti operanti. Lo stesso beneficio è poi concesso agli llfficiàli e sottufficiali che, non avendo risposto a suo tempo alla chiamata di controllo, si presenteranno a regolare la loro posizione'entro le ore 24 del 25 maggio e infine agli allievi ufficiali di rnmplemento, agli allie,·i delle accademie e scuole militari che, non avendo obbedito agli ordini delle autorità militari, si presenteranno entro lo stesso termine».

Il Quartier generale repubblicano comunica : « E stato disposto che a partire dalla mezzanvtte del 25 corrente venga iniziata una severa azioné milita re per stroncare ddinitivamente l'a ttività di quei nuclei di sbandati che alla <lata suddetta non avranno accolto l'invito di pre· sentarsì per riprendere il loro posto nella vita civile. Tale a:z.ione sari rapida e risolutiva. Pertanto notevoli forze, fortemente armate, sono già mobilitate e dislocate in punti prestabiliti, p ronte a· iniziare un movimento coordinato di totale rastrellamento, che sarà appoggiato dall'aviazione e da grnppi di artiglieria ippo e autotrainata. La repressione del ribellismo avrà un carattere <li inflessibile energia».

21 ma.ggio. La Corri.rpondcnza Rcp11bblirana dirama la. nota numero cinquantacinque, redatta. da Mussolini (XXXII, 3)9).

22 maggio, Il Quartier generale repubblicano comunica: « In questi giorni si sono svolte al Quartier generale riunioni tra le auto· rità italiane e tedesche e gli organi di Poliiia per oonuetue i piani d'azione contro gli 5b2ndati e gli appartenenti a bande armate che non si saranno pre. sentati entro le ore 24 del 25 corrente. 6 stato stabilito che le forze predisposte entreranno in azione immediatamente. La direzione generale delle operazioni è affidata al Comando germanico con la partecipazione di unità italiane al romando di un generale italiano e dì ahi ufficiali della Guardia nazionale repubblicana. Anche le foa.e della Polizia saranno largamente utilizzate a questo scopò. In tal senso sono. già stati impartiti ordini a tutte h: Questure».

23 maggio. Gargnano.

Mussolini telegrafa a Hitl er e al ministro degli Esteri del Reich (XXXII, 218-219). 24 maggio. Il Quartier generale repubblicano comunica: « Il giorno 22 maggio il Tribunal e speciale per la difesa dello Stato si è riunito a l'arma per giudicare gli ammiragli Campioni Inig6, Mascherpa Luigi,


24-25 MAGGIO 1944

435

I.eonardi Ptiamo e Pavesi Gino. Il Leonardi e il Pavesi sono stati giudicati in contumada. I quattro ammiragli dovevano rispondere delle seguenti imputai.ioni. «O.mpioni: del delitto previsto e punito dall'articolo 103 C. P. M. G. in relazione all'articolo 24'1 Cap. C. P., perché, quale ammiraglio di squadn, govemacore e comandante militare dell'Egeo, avendo appreso il giorno 8 settembre 1943 dal giornale ndio delle ore 20 la notizia dell'armistizio e successivamente, alle ore 2) dello stesso giomo, avendo ricevuto l'ordine dal Comando supremo di "non ostacolar<" contatti <" sbarchi angloam<"ricani e Ji opporsi alle . violcrm: da qualurique parte fossero pervenute", comuni cò tale ordine ai comandi dipendenti, d imostrando cosi di darVi la sua piena adesione e l'intenzione di volerlo esegu.ire, pur essendo essa palesemente criminoso e in èantusto alle leggi di marinaio e di uomo di onore, che gli imponevano, avendone i mezzi e la possibilità, di difendere i posscJimenti affidati al suo comando ed evitare a qualunque costo che venissero di5tacca1i J alht madrepatria come era ndlt: intenzioni dei traditori del ·eomando supremo. « Mascherpa : del delitto previsto e punito da ll'uticolo 103 C. P. M. G. in relazione all'artico!o 241 Cap. C. P., perché, quale comandante la base navale di Lero, appresa alle ore 20 del giorno 8 stttembre 1943 dal giornale radio la notizia dell'armistizio e successivamente, alle ore 23 dello stesso giorno, ricevuto dall'ammiraglio Campioni l'o rdine di immediata cessazione delle ostilità, contro gli angloamericani e di resistenza contro qualsiasi offesa da qualsiasi putc provenisse, supinam<"nte lo accettava, trasmetlendolo ai reparti dipendenti; non si oppom:va il 12 dello stesso settembre allo Warco degli inglesi che occupavano l'isola, consentendo così che quel possedimento .venisse distaccato dalla madrepatria senza aver tentato una difesa qualsiasi e fatto quanta gli era ir·"'Osto dalr onore di marina.io e di soldato e dimostrando in tale maniera I.a ~Ua volontà piena e cosciente di essere solidale con i trad itori del Comando supremo. ,s: Leonardi: del delitto previsto e punito dall 'aeticolo 103 C. P. M. G . in relazione all'articolo 241 Cap. C. P., perché, quale comandante la piazzaforle di Augusb, nei giorni 9, 10 e 12 luglio 194} non si opponeva all'attacco 2ngloamericano, come ne avrebbe avuto la possibiliti, e finiva per arrendersi senza aver fatto quanto imponevano il J overe e l'onor<"' di marinaio e di snidato. ~Pavesi: del delitto previsto e punito dall'articolo 103 C. P. M. G. in relazione alrarticolo 241 Cap. C. P., perché, quale comandante la base nava le di Pan1elleria, sottoposta agli attacchi aerei n<"'fl'lici nei primi g iorni <lei giugno 1943, u ppr~nlava, contrariamente 21 vero, che l'isola, per il numero dei morti, scarsità di viveri e assoluta mancanza di 11cqua, non era in condizione di poter 1csisterc, consigliando rosl la· necessiti di chiedere la resa, mentre la base ai suvi urdini era ancora efficente e tale da poter opporre ben altra resistenza, quale la legge dell'onore e del dovere imponevano. « Il Tribunale specfale per la difesa Jd lo Stato, visto l'articolo 103 C. P. :M. G . in relazione all'articolo 241 Up. C P., ha. dichiarato Campioni Inigo, Mascherpa Luigi, Leonardi Priamo e Pavesi Gino responsabili dei reati loro ascritti e li ha condannati alla pena di morte mediante fuci!atione nel p~to. La sentenza nei confronti di Campioni Inigo e di Maschcrp.i. Luigi è stata eseguita stamane .i.Ile ore S ».

25 maggio. Appare l'articolo 'd i Mussolini Ritornate! (XXXII, 87). ' Li Corrùpondenza Rep11bbiicand dirama la nota nwnero cinquanta.sei

(XXXII, 362).


436

26 MAGGIO • 4 GIUGNO 1944

28 maggio.

La ·corrispondtnza Rep11bbli<ana dirama la nota nwncro cinquanta-

sette, redatta da Mussolini (XXXII, 365). 30 maggio. Gargnano.

Mussolini riceve il capoprovincia e il commissario federale di Alessandria, nonché il direttore del Popolo di AleJJandrù: (XXXJJ, 92). Il Quartier genera.le repubblicano comunica: 1t Dai dati ulteriormente pervenuti risultà che il numero totale degli Wan1lat.i presentatisi alle autorità militari e civili della Repubb[ira è salito a quarantaquattromilacentoquarantacinque. Mancano ancora i dati di alcune provincie per d ifficoltà di comunicazioni, ma essi non potranno spostare sensibil~nte la cifra complessiva ».

Sul fascicolo di maggio di Civiltà Fascista appare l'acti<:olo di Mussolini Dialogo q11eui ;om1tko (XXXll, 92). . 1 giugno. Ga.rgnano. Mussolini riceve' il ministro del Manciukuò, che gli presenta le credenziali (XXXH; 94). 2 giugno. Gargnano.

Invia una circolare ai capiprovincia (XXXII, 236).

Il Quartier generale repubblicano comunica: « Con decreto del duce sono stati adottati due provvedimenti per onorare la memoria di Giovanni Gentile. « 1) Col primo provvNimcnto, considerato che Giovanni Genlile per la sua opera di pensatore e di educatore e per la sua vita tutta consacrata alla Patria e coronata di martirio merita di es.~ere annoverato tra i grandi la cui memoria ~ dj ammonimento e di esempio :alle generazioni future, si dispone che la sua salma veng.a, a spese dello Stato, tumulata. nel tempio di Santa Croce a Firerae. « 2) Con il secondo, corniderato che J'opera filosofica, letteraria ·e pedago• gica di Giovanni Gentile ha nella storia del pensiero importanza. univern.le, si dispone che J"edizione completa degli scritti del grande italiano, da farsi a cura e a spese ·-della casa editrice Sansoni di Firenze, sia dichiarata ·• edizione naziooaJe" ».

3 giugno.

la Corrfrpondenza Repubblicana dirama la nota numero cinquantotto (XXXII, 366).

4 iiugno. Gargnano. Mussolini emana un messaggio per la caduta di Roma (XXXII, 227).


:5-21 GIUGNO 1944

437

5 ·giugno. La Presidenza del Consiglio dei ministri repubblicano comunica: o: Da oggi, per . la durata di tre giorni, tutti i locali di pubblico spettacolo, in ogni ceotro della Repubblica, resrcranno chiusi. Tutte le manifestazioni sportive saranno sospese-. L'Italia repubblicana dr:ve assumere il volto austero delle ore più solenni, in cui gli animi e le armi si temprano per: la riscossa •·

11 capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica repubblicana comunica : « Nella notte sul 4 giugno, una formazione di aerosiluranti italiani, guidata dal capitano Marino Marini, ha raggiunto, dopo lunghissima traversata, la piazzaforte di Gibilterra. Superati gli sbarramenti difensivi, si lanciava su navi alla fonda, mettendo a segno sei siluri. Dalle prime notiiie pervenute rirnlta che quattro piroscafi, per complessive trentamila tonnellate, sono stati gravemente danneggiati, e altre due. unità sono state colpite ».

la Corritpo11denza Repubblicana dirama la nota .numero cinquantanove, redatta da Mussolini (XXXII, 369). 8 giugno, Ga.rgnano.

Mussolini riceve ufficiali e militi in rappresentanza di reparti della Guardia nazionale repubblicana in partenza per la zona di impiego, ai quali consegna la bandiera di combattimento. 11 giugno. Gargnano. Invia una lettera al ministro degli Interni spagnolo (XXXII, 209). 15 giugno. Gargnano.

tee:,~;/;:~:: ~~;1,!lic~;!

0

d~~:;:n, ~ota numero s~santa,

redatta d·a Mussolini (XXXII, 372). 17 giugno. Gargnano.

Su proposta del ministro Biggini, Mussolini nomina presidente del~ l'AccadC"m1a d'Italia l'accademico Giotto Dainelli.

20 giugno. 1.a· Co"ispondenza Rep11bblùtJ11a dirama la nota numero sessantuno (XXXH, ;74). 21 giugno. Gargnano, Mus5:0lini emana un ordine del giorno (XXXII, 232).


22 GIUGNO - 15 L UGLIO 19"14

438

24 giugno. Gargnano, Riceve gli ~uipaggi del gruppo aerotrasportato Trabucchi in partenza per la zona di 1mpie$0 e rivolge loro parole d'incitamento, esortandoli a tenere sempre alto 11 nome degli aviatori della Repubblica sociale ita· liana. 26 giugno. Gargnano.

al ~ i~ist~;~r~~Il~n F~rr:;

1~;;~\e: f~;:rc~~rl~J~~!le s~:;u~frrc~~~ 0

0

27 giugno. Gargnano.

Invia una lettera al maresciallo Graziani (XXXII, 209). Il generale feldmaresciallo Kesselring dirige agli italiani il seguente

appello: « Italiani! • Dopo &Joglio, :md~ il generale inglese AlexanJcr in un proclama h.1 ordinato fra l'altro: "Assalite i comandi e i piccoli centri militari, uccidete i ge1manid alle spalle, in modo da sfuggire alla reazione per poterne uccidere d egli altri". Badoglio se ha sospin10 gli it11!iani al fratricidio si è condannato da solo. Anche il generale Aleunder col suo proclama sì è m=o ·aJ bando da ogni onore militare". Que-5to è il m io parere · di soldato. Come uomo condanno inoltre l'invito a uccidere alle spalle; ùnmenso sarebbe il lutto portato nelle famiglie italiane che non hanno colpa, in seguito alle nostre rapp1esaglie. Finora ho dimostrato coi fatti che il rispet10 dei principi umani è per me una rosa cli logica normale. Come capo r~pons:ibile però non posso più tsilare a impedire coi mezzi più repressivi. questo spregevolissimo e medievale sistema di combattere. Avverto che userò immediatamentC questi mezzi e ammonisco badoglfani e sovversivi a non continuare nel contegno tenuto sinnra » .

6 luglio. La Corrhpo11de11za Repr,bblicana dirama la nota numero sessantadue (XXXII, 377). 10 luglio. Gargmmo.

Mussoiini invia una Jettera alla figlia Edda (XXXII, 210). 14 luglio.

La Corrispondenza Rep11bb/iuma dir::im:1 la nota numero sessDntatré (XXXII, 379). 15 luglio. Oa.rgna.no, Ma.ttarello. Nel pomeriggio, accompagnato dal suo seguito, Mussolini raggiunge in l uto Mattarello., donde proseg u~ in treno alla volta di Munziger.


16-20 LUGLIO 1944

439

16 luglio. Munziger. ·

divir:fi~txroe::~~.cl~~:~ r~/f~h:~~e;~r1!~fk i~;~de;t:t:;nrt:p;:~~

:igli ufficiali (XXXII, 95-98).

17 luglio. Munziger, Paderborn.

Alle 10.30, proveniente da Munziger, giunge col suo seguito a Paderborn, campo di addestramento della divisiolle Italia, dove, fra l'altro, e tiene agli (XXXII, 98·99).

alle.truppe

rapporto

parla

ufficiali

, 18 luglio. Paderborn, Gra.fenwoehr, Heidelberg.

~~~;;·d~i:ddest:a::n~~~el}~

Grafe~~o~i·i 5

f~~~:/°s~,/~a::!,u~~ve~ fra l'altro, parla alle truppe e tiene rapporto agli (XXXII, 100-102).

ufficiali

aH~d~1~;:r~~~ PJf:~t:l:s~~~~:n~raJ:JJ:d~~f;ii~~nflt1~~~0:udo~!,ug~ l'altro, parla alle

truppe e tiene rapporto agli ufficiali (XXXII, 102-103).

19 luglio. Germania.

Viaggia in treno verso

Rastenburg.

20 luglio, R.astenburg,

Alla mattina, arriva a R:istenburg, accolto da Hitler, il quale, proprio 3

~~~:1~ i~e~~~~ ~~:'er?al:

~~~b;edrr~~r~n~~,r~acra~~ S~ he~~rt:o~°s~:uff delJa con8iura da tempo ordita contro il Fiihrer da civili e ~ilitari tedeschi. Hitler conduce l'ospite a visitare il Juogo dello scoppio, dove sono g li avanzi della sua stanza di lavoro; segue una riunione fra i due dittatori e i loro collaboratori.

« Le conversazioni fra il FUhrer e il d uce - comunicherà il 21 l uglio il Quartier generale di Hitler - sono ·state improntate alla più grande cordialità. Il duce e il Filhrer hanno esaminato b situai.ione, fermando, fra l'altro, la loro :l.ttenzione sulla questione degli internati di g uerl'll italiani. Sono state fissale le linee direttive per la soluzione dd problema, tenendò conto degli .interessi mor:ili e materiali dei d.ue Paesi. Tale soluzione prevede il passaggio è.egli internati di guena alla condizione di lavoratori liberi o del loro impiego, quali ausili.ari, nel quadro délle Forze Armate tedesche. Alle convernzioni al Quartier gerH:rale del Fiihrer hanno preso parte il maresciallo del Reich Hermann Goering, il mi. nhtro degli Esteri de! Reich, von Ribbcntrop, e il maresciallo Keitel; da pàr1e italiana, il marescil!!o Graziani e il sottosegretario agli Esteri, Mazzolin i. ( +) , .

. Alla sera, Mussolini riparte

in t reno per J'lt:ili:i.


2 1 LUGLIO· 1 AGOSTO 1944

440

21 luglio. Gargnano. Rientra a Gargnano. 22 luglio. Gargnano. Telegrafa a Hitler (XXXIJ, 219). 23 luglio, Gargnano.

Invia una lettera alla. sorella Edvige (XXXII, 210), 25 luglio. Il ministro Pavolini annuncia alla r:1dio la militarizzazione del Partito fascista repubblicano. 26 luglio. Con decreto in corso di registrazione, il colonnello dell'Aviazione Manlio Molfese è nominato sottose~retario per l'Aeron autica repubblicana in sostituzione del generale Tessar1. 27 luglio.

qua~o.C:C%~f:71fae~s~liibf~X~I,d~:i~ la nota numero sessanta29 luglio. Gargnano.

Mussolini_ compie sessantuno ann i, SO luglio.

La Corrispondenza Repubbli.ana dirama la nota numero sessaritacinque· (XXXII, 385).

31 luglio. Gargnano.

precedenti,

M~ss.o lini ha il trentaduesimo colloquio con Silvestri. (I .a partire dal ventitreesimo, si erano svolti fra il 3 maggio e il 30 luglio). 1 agosto. Gargnano..

dai~~~:~hr;h:elft:!?t~~iii l~ìfa~i:!n~e~:bb1i~: 1iap~~~:e::a~~tdail!

operazioni di guerra. Appare l'articolo di M ussolini <<Sveglia.'» (XXXII, 105).


2 AGOSTO 1944

441

2 agosto. Gargnano,

ln una località dell' Italia settentrionale, Mussolini passa in rassegna un re.Parto dell'Aeronautica contraerea in partenza · per un periodo di istruzione in Germania. ~ Ricevuto al suo arrivo reca il Corritrt drlli:t Stri:t del 3 agosto 1944 <lai generale Fiaschi, dal tenente colonnello Frattini e dal maggiore Demleitner, menlre la fanfara suonava Gfovinrzza, il d uce ha passato in rivista le ltt1ppe schierate in quadrato, soffermandosi a guardare negli occhi i giovani soldali delr e.ercito repubblicano. Egli è salito quindi su un podio improvvisato ai piedi <lei pilo portabandiera e ha rivolto alle truppe schierate il suo saluto. Subito dopo, il duce ha tenuto rapporto agli ufficiali del reparto. Quindi si è porbto nuovamente fra j soldati, che lo hanno acclamato 'fl .

La stampa della Repubblica reca il seguente decreto di Mussolini

~i~:~~~~n! ~i~::tJ:nf:~'i:t/,;p~btJif,:'/944, XXII ») ~r la milita« Il Duce della Refubb/ica soriale italiana, viJto il decreto leg_isla1ivo 23 r.ennaio 1944, numero 38, relativ o al riconoscimento giuridico del . ParflJo fa.trùla rep11bblicano; sentito il Comit,lio dei miniJtri,· sentiti i l JegreJario del Partito farcista repubblicano, i ministri delle Forze Armate, .de/l'Interno, delle Finanze e il comandante gener.tle della Guardia nazio-

':l',i~:ft1J1.a:_!,f;/::~lt11ra

t1ale« politica del Partito si trasforma in organismo di tipo militare e wstil11isce il Corpo ausiliario delle squadre d'azione di ce:tmrcie nere. « A rticolo 2, - I l comando del Corpo è costituito dalla trasformazione :le/l'attttale Direzione del Partito in U fficio di Stato Margiore del Corpo aJ(Ji/imio delle sq1tadre d'azione di camicie nere. Il mini.rtro segretario d el Partito auume la carica di comandante del Corpo. « Articolo 3. - Le Federazioni a.uumono il nome di brigate nere del Corpo ausiliario ed i commissetr1 federali la carica di comandanti di brigata. « Articolo 4. - Il Corpo sarà so1toposto alla diuiplina militare e al codice penale militare del tempo di vurra. « Articolo J. - Gli i.rcritti al Partilo fascista repubblicano di età compresa fra ; diciotto e i sen anta anni e non appartenenti alle al!re Forze 11

:;u:1r::Z 1

11:r 'Pa~='~el?::t!'~~sili1!e:a;,r; :zi~~:~:r::m1;,.;a:e~=: che, a_seconda della loro idoneità fisica, provvederà al loro impiego. « Articolo 6. - Gli appartenenti alle formazioni ausiliarie prove11ie111i da/le diuiolte sq11adre di azioni! e pasJati alle Forze Armate- repubblicane, alla Guardia nazionale repnbblicana e alla Polizia repubblicana,

~::::~ ;::s,~a;,-Je:;; to~;:li~J:::t:!a J:ft:b:;~:::: ~r;::~/to;;::~;;

nere. Presso detto Corpo possono altr"esi essere comandati uffirialì e so1t11f-

:~:tt,l:~:

:a;:1,~o;inz1:":e~:bbl:!t::c::;1::~ae'i,~::j:"p:":ctt~~:,;t~i '!I Partito fascista repubblictrno . . «Articolo 7. - Compito del Corpo è queJ!o d el comba11ime11Jo per, la difesa de/l'ordine e dt'lla Rep11bblic4 sociale iflllitJJ1a, per la lotta co111ro


2 AGOSTO 1944

442

~:,a;:;j~;;:,f !::;fJeftc:,t:' }:/~~:/7:jp'/e~a~?ie,ev::~pf/; d:C::~:/ ~:Jr,;',;,b;':/;:o:ina::Je (:t:t: ~,~~n~::j1:; c~t:t::1e p1:i~~cf:i1~;:1:irv: ed ani arbitrari compiuti da parte dei singoli e che pou,1,no comrmq11e 1

0

· JCreditare il Partilo .raranno puniti secondo il codice penale militare del tempo di guerra. . · per j/;~~;;od~i porterà il nome. di tm tadflfO

~c~':::~:;}bfJ;~:,,;,era

« Articolo 9. - Il servrzio prestato nel Corpo è cons;derato a !Tttti ili e!Jelli come servizio militare. Al per10nale del Corpo a1niliario saranno

;s,:rip~v:~1;~zt;::, b!e~-rt:ii 1:u:{§;!t !r1:ctd~:r::":::t/!t't:::~;;z; ;i

co,n::A:::c;io s;;:i~.jJ minùtro deJ/e Finanze è a11Jorizzato ad ttp orlare

le variazioni di bilancio necewrrie per l'att11azione del presente 'J:.,reto. «Arlicolo 11. - li comandanJe del Corpo, d'intesa con it ministro

delle Finanze e con gli altri ministri interessati, con successivi decreti, emanerà le nqrme dì attHazione del presente provvedimento leg,islativo, fiJJando gli. organ~ci, i traJJamenti e le disp()sizioni regolamentarz ed ese-

:U~;f,:;,o

C11IÌ:eJ,7;ciJ~n;'o!!::'7t~:r::' delle squadre ·.di azione di .camicie nere. si avvarrà per i servizi s11Ssidiari del Servizio a1uiliario femminile, secondo le norme del decrelo 18 aprile 1944, XXII, e del regolamento esecutivo. « Articolo 13. - Il presente decreto, che entrerà in vigore dal 1° luglio 1944, XXTI, sarà p11bblita10 nella "Gazzetta ufficiale d 1Jtaiia " , e, munito de/ .sigiflo di Stato, imerito nella raccolta t1jficiale delle leggi e dei decreti». Il maresciallo Graziani assume il comando dell'armata Liguria, composta delle divisioni italiane provenienti dalla Germania, di tre division i tedesche e di altri reparti complementari, rivolgendo alle truppe il seguente ordine del giorno: « Camerati germanici e italiani, ufficiali, sottufficiali e ~oldati 1 « Assumo da oggi il comando dell'armata costituita per volontà del Fiih1·er e del duce da unità germaniche e italiane fuse insieme contro il nemico sullo stesso fronte di battaglia, Per la prima volta dall'inizio della guerra si verifica un tale evento, nel quale un grande significato ideale e spirituale ~ simboleggiato e vuole dctc-rminare. come mai quanto oggi l'alleanza tra i due popoli sia stata palpitante 1 di cameratismo guerriero. «Camerati! « Una grave mi~ione d i responsabilità e d'orgoglio insieme è stata a me attribuita, ma io l'assumo con assoluta fiducia, perch~ ho la ce rtezza che voi, tutti uniti in un solo blocco di volontà e dì ardore di combattimc-nto, mi seguirete nell'azione e nel compimento <lei mandato che mi è stato affidato. l°armata, agli ambiti ordini del valoroso mare5ciallo Kc-ssc-lring, nostro comandante superiore, e al mio diretto comando, saprà testimoniare a tutto iJ mondo che gli italiani della Repubblica sociale, tornati agli onori delle armi a fianco degli alleati, suggdJeranno con purissimo 5angue la fedeltà del patto, già tradito vilmente a opera di rinnf~ati, pc-r il comeguimento delb cert;i. vittoria,>.


2-7 AGOSTO 1944

443

A sua volta, il generale feldmaresciallo Kesselring indirizza alle divisioni italiane questo ordine del giorno di saluto: 11 Quale comandante superiore delle trupPe germaniche in Italil, u luto le prime divisioni italiane che sono rientrate, dopo un severo periodo di addestramento, in Patrii, per difenderla al nostro Manco contro il miscuglio di rau.e dc-gli angloamericani. 11 Chi, come me, ha avuto occasione di ammirare lo spirito combattivo delle truppe itali,rne in Afrio, chi ha potuto osservare da vicino il crollo delle forze - Armate, può essere soltanto preso da infiniU g ioia per il fatto che s i sono trovate delle nuove divisioni italiane disprute a riscattare il tradimento e d isposte a difendere i l sacro suolo della loro Patria con il loro sangue. « Si apre un;i. nuova epoca, poirhé le nuove divisioni italiane combattono a spalla 2 spalla con le mie truppe germaniche sotto il comando del vostro maresciallo Guzi~ni, dando una raffigurazione simbolica dell'uni~ inscind ibile dei due popoli. Le lotte che le mie truppe hanno dovuto Jinora sostenere sul setlore italiano contro il miscuglio di popoli degli an8loamericani sono stat<!: d ure e difficili. Anche voi, soldati delle nuove divisioni italiane, dovrete compiere ciò, ma potrete inoltre far riconoscere lo spirito per il quale l'onore è superiore alla vita. « Soldati della terza e quarta divisione! « G li occhi dell'Italia, dell:a. Germania, anzi del mondo, vi guardano. Indis• solubilmente uniti, otterremo combattendo la villoria per l'It:\lia, per la Germania, per la nostra Europa ».

La Corrispondenzti Repubblict1na dirama la nota numero sessantasei, redatta da Mussolini (XXXII, 388). 3 agosto. Gargnano, .Rocca. delle Ca.minate. Mussolini parte in auto per la Rocca delle Caminate. '6 ~osto. L'Agenzia Stefa;,; comunica : • D a quanto apprendiamo da competente fonte germanica le autoriti civili e militari stanno facendo preparativi per realizzare, in conformità agli accordi intC"'l'Venuti recentemente tra il Fiihrer e il J uce, il passaggio degli internati mili, tari italiani che si trovano in Gennania alla condizione di lavoratori liberi. Gli ordini relatiVi sono stati già impartiti. G li ex-internati militari saranno, a quanto apprendiamo, occupati da ora in poi nell'«onomia bellica del Reich, alla stessa guisa dei lavoratori civili italiani recatisi volontariamente in Germania. in b:.tse a contratto di lavoro individual e. Essi godranno degli stessi ~.:mtaggi di cui godono i lavoratori italiani ed eguale auistenza. In particolare la loro alimtntaziooe sarà regolata sulle stesse norme che vigono per i lavoratori tedeschi ».

7 agosto. Rocca delle Camina.te, San Cassiano. : . Nell'anniversario della morte del figlio Bruno, Mussolini si reca :1 visitare le tombe di lui e dei genitori nel Cimitero di San Cassiano.

.Hitl~~j~~g~J:J;::oit~~~Wfti :f,n;?;~cfenerale Ricci, riceve l'ispettore dell1


8-1 6 AGOSTO 1944

444

13 agQSto. Rocca delle Ca.minate,

Al ministro Pavolini, rimasto ferito assieme ad alcuni camerati in un'azione contro i partigiani, invia questo teleg ramma:

d; ,;~j,~ p:;:i:; J/:n~:,;!;/tfj,,';;::1~;~::o:~;t'J; ~~~7/~~;!1:t:~f/4!

camicie nere foq11adrate nelle brigale nere e ridurrà ttl 1ilmzio i 11ociferatori più o meno pusillanimi. I miei a11v1ri li comunicherete agli altri camerati che Ji 1ono battuti e sono rimasti f eriti imieme con voi -».

14 agosto. ltocca delle Ca.minate.

Il Quartier generale repubblicano comunirn :

« Nei giorni scorsi il duce ha ispezionato reparti italiani nei diversi settriri del fronte. Egli ha passato in rassegna i legionari del battaglione T agliamenttJ, i bersaglieri del Goffredo Mameli, i legionari del 9 sellembre e un battaglione del genio pionieri. Nel corso delle ispeiioni, il duce ba ricevuto i capi delle pr<>vincie di Bologna, Pesaro, Ravenna e i commissari federali di Forlì e R.1venn,1 ». Mussolini emana i l seguente decreto:

« Arlicolo I. - lA Guardia nazionale reptibblicana entra a far parie come Prima m·ma rombattenle dell'esercito nazionale reptibblicano. I Jl(OÌ att11ali compi# di polizia ceneranno il 31 dicembre 1944. <( Articolo 2. - li ministro delle Forze Armate ha l'incarico, 11nitamente al comandante 'della Guardia nazionale repubb/ic,ma, di dare sol.' Jedra eU(l(ZÌone a qt(anfo è disposto ne/l'articolo precedente. . « Articolo 3. - L'attuale decreto entra in vi,r.ore dal f,iorno della 111a p11hhlictaione.nella u Gazzella Ufficiale d'Italia" ». 15 agosto. Rocca delle Camina:te, Gargnano. Durante il viag.Q:io d i ritorno a Gargnano, si incontra con il maresciallo Graziani e il generale feldmarescia!Jo Kesselring. 13. Co"hpondenza Re/mbbUcana dirama la nota numero sessantasette, redatta da Mussolini (XXXJJ, 390). 16 agostò.

IL Q uartier generale repubblicano comunica: <1 Il dure, in seguito alle sempre crescenti Jiflicoltà di comunica:i:ione Ira t li uffici del centro e quelli della periferia e considerata la particolare natura <l i alcuni territori della Repubblica sociale divenu1i zona di opé:razione e di immediato retrofronte, ba istituito d ue commissart straordinari:, uno per l°Emili.a e b Romagna e un altro per Ja Liguria. Ai commissart sono delegate tutte le fu,n;:ioni di governo per quanto riguarda i provvedimenti da prendmi d'ur,enza nell'interesse delle popolazioni. A commissari straordinari sono stati nominati per l'Emilia e la Romagna il dottor Armando Rocchi e pt-r 11 LigW'ia il dottor luigi .Sangennano ».


17 AGOSTO· 2 SETTEMBRE 1944

445

20 agosto. Gargnano, Mussolinì invia una lettera alla sorella Edvige (XXXII, 210).

21 agosto. Gargnano. Riceve i commissari straordìnari Rocchi e Sangermano. Presente il vicesegretario del Partito fascista repubblicano, Giuseppe Pizzirani, riceve u11a commissione di volontari, guidata dal presidente

tc~~:;~:a:lt~i;c:S:tdef;~r:~:~:;~~ 1~:l~n~~

un indirizzo, riafferma

Emana un ordine del giorno (XXXII, 233). 23 agosto. reda~a

~:'tC::~t~t(xt~it,bf;;).a

dirama la nota nwneto sessantotto,

24 agosto.

~~~it~:ri!~

nazi~n~!~~o;bbft;~~:a~~ d3:ì~:g~~e~~::n:~~:l1: R<rc~rdia La Corrispondenza Repubblicana dirama la nota numero sessantanove, .redatta da Mussolini (XXXIJ, _395).

26 agosto. Gargnano. Mussolin i ricevé il generale di Corpo d'armata. lad.islao Subo, nuo vo inviato stra.ordinario e ministro plenipotenziario d'Ungheria, che gli presenta le credenziali (XXXII, lo6). 28 agosto. La Corrùpondenza (XXXII, 398).

Rep11bblicd1ta ·,dirama la nota numero settanta

30 agosto. Gargnano. Mussolini ha il trentatreesimo colloquio con Silvestri.

31 agosto. Gargnano. Presiede la nonà riunione del Consiglio dei ministri repubblicano

(XXXII, 84). rcda1:a

~:"{.{E:s:t:~z(~ff,b~t~a dirama la nota numero settantuno,

2 settembre. La stampa della Repubblica reca : « La Dt!dma Flottig/i4 Ma; ha iscritto riel suo libro d'oro una nuova mlgni5ca vittoria. L'azione s'è svolta nella notte del 22 agosto e il succMso ha premiato questa


446

2-) SETTEMBRE 1944

volta r~uipassio d'una motosilurante uscita, unitamente a un'altra motosilurante della Marina germanica, da questa base della Dtdma, con l'incarico di attaccare navi nemiche che la ricognizione aveva ~ snalato alla fonda nel porto di Ancona. Destrc,cgiandosi tra i campi mina.ti, la veloce imbarcu:ionc repubblicana marcia a poca distMza dalla costa vdata dalla foschia, che, di tratto in tratto, è lacerata dai bagliori delle artiglierie. D'improvviso un proiettore si accende, drizundo il suo fa5<:io a lambire le onde. La motosilun.nte arrcsla j motori. La luce l'inve5te, lambendub. a poppa; poi il proiettore· si spegne. Non è stata scoperta. "La navign ione riprende e poco dopo la mcta è raggiunta. Il porto è i[\uminalo a giorno, perché il nemico sta effettuando operazioni di scarico dalle navi. Di nuovo un proiettore spana il mare, poi un secondo, un terzo. .Ma ancora una vol_ta la piccola nave italiana non è <entrata . J.fa ecco la vedetta avvisure un'ombra, sulla prora a Jiritta . .t una nave dalla prua a lta, con una sola ciminiera bassa e larga, probabilmente alla fonJa· davanti al molo. Dalle cara tterì~tiche si può giudicarla una torpediniera di circa millequattro<ento tonnellate. La motosiluunte manovra per portarsi all'attacco. Ormai ogni pr~denza deve essere abbandonata. I motori battono a pieno riuno e i proiettori non faticano molto a inquadrare la oostu. unità, che, incura.nte dd peri<olo, si porta a distanza di lancio, scaglia. il siluro, poi accosta in fuori e m~novra per disimpegnarsi. mentre t1na vampata s:igantesca annuncia all'eroico equipagsio che il beruglio è stato colpito. Si tratta ora di torna re alla base. Le luci del porto si sooo spente e tutt'attorno è \ma sarabanda. J i proiettili scagliati dalle artiglierie costiere. La manovn. è difficile, ma, dopo una serie di audaci accostate, la ·motosilurante riesce a sfuggire e a riprendere la rotta del ritorno. .Alle prime luci dell'alba la piccola nave vittoriosa rientra alta

base*.

La Corrispondenza Repnbb!'itaua di rama la nota numero settantadue (XXXII, 402).

3 settembre. · b. Conisponde11za Repubblica/fa dirama la nota numero sellantré (XXXII, 40~). 4 settembre. L'Agenzia Stefani comunica: 11 Nei giorni scorsi il duce ha ricevuto i rapi delle provincie di Como, Ber· gamo, Sav~na,..Apuania e Pavia; quest't1lt imo accompagnato d a tutti i dirigenti d el fascismo della provincia» .

5 settembre. Gargnano. Mussolini riceve alcuni ufficiali della Marina giapponese, giunti in ltalia su un sottomarino partito due mesi prima da Vokohama. Con decreto in corso di pubblicazione, il tenente colonnello pilota Giuseppe Baylon è incaricato delle funzioni di capo di Stato Ma8,8iore .dell'Aeronautica repubblicana e il tenente colonnello Remo Cadnnghe r delle funzioni di sottocapo.


(i.8 SETTEMBRE 1944

447

6 settembre.

Jl capo di Stato Maggiore della Marina repubblicana comunica: « N ella notte dal 25 al 26 agosto, sul mare della Francia meridionale, mezzi d'awho della Decima Flouiglia MaJ hanno agsredito, colpito e affondato un incrociatore nem ico. Lo spirito aggressivo ddla nostra gente di mare è sempre vivo e, quando si offre la possibilità, riappare mentre sembrava sopito. Dopo che i me-ai d'assalto erano entrati a Suda, le violazioni di Alessandria, di Gibilterra, di Malta e di Al,;eri, in qualche caso ripetute, vennero a distanza di settimane e mesi. appunto per necessità di preparai:ione; e allor.r. avevamo una organi:unione completa di porti; di arsenali, di officine, pronti a lavorare con fede, entusi.asmo e capaciti a ogni richiesta. Ora la sola cosa rimasta intatta è Io spirito di aggres· sività che contraddistingue la nostra sente d i mare specialmente in queste azioni di cau.ttere più personale che collettivo. Noooslante tutte le difficoltà, la pe,nuria di meni e di organii:i::nione, si lavora ·con iinmutata tenacia, e, quando ~ arrivato il momento, il siluro scocca e colpisce. Troppe volte è stato portato il pan gone cJ è diventato frusto e sorpassato. Ma come si fa. a non pensare a Davide e a Golia anche questa volta? Due uomini su un guscio di noce sono andati a cercate in un.a notte il loro bersaglio gigantescn in confronto a[[a loro piccolezza, lo hanno trovato, gli hanno piantato il si luro nella pancia e sono tornati a casa : (!udii della 'Decima Flottiglia Mar».

7 settembre.

L'Ageni.ia'Stefan; comunica: « la ,;iornata dcll'8 settembre verrà co~siJC'rata nel territorio della Repubblica italiana una giornata di stretto lutto naziona.le. Tutti i locali di pubblico' spettacolo resteranno chiusi i>.

« Dal t 0 gennaio al 31 agosto [a Guardia naiiona!e u pubblicana ha avuto millt,quattrocentonovantacinque caduti e duemilacentosettantuno feriti nella lotta contro i banditi e i cofflplici del nemico».

8 settembre. Gargna.no. Mussolini riceve il commissario federale di Torino e comandante della brigata nera Ather Capelli, doltor Giuseppe Solaro, insieme con

alcuni suoi collaboratori. Il Quartier generale repubblicano comunica: « Sino a.11'8 settemb..-e 1~43 esisteva in perfetta efficeni.a una flottiglia di minuscoli sommergibili che operava nel mar Nero, facendo parlare di sé pc-r le $ue azioni ardimentose ed an1..ite pe«hf era arrivata laU iU per una via· mai seguita dalle navi, ossia ~r via terresrre. Lo sbandamento seguito all'armistirio ebbe anche in quelle lontane basi della Marina reazioni che forse è meglio, almeno per ora, non precisare. Ma gli uomini che volevano portare su quel mare la bandiera repubblicana tornarono sul posto con ferma decisione. E oggi la Bottiglia, che prende il nome da un valoroso comandante di sommergibili caduto al suo posto di comando, è viva, pronta e<l operante. Uno degli ufficiali cbe ha vissuto laggiù per l unghi mesi solo rer questo scopo cosl ha scritto a un vecchio sommergibilista: « .. La promessa fattavi un mese ,fa <fj darvi al più presto notizie ottime è


8-12 SEITEMBRI! 1944

448

n1an1enul.t. li 25 luBlio abbiamo aiuto la nostra bandiera sul primo scafo della ft'1ttigli• Pi1Jmffl'Ja. Gli altri seguiranno fra pochi giorni; non solo, ma il primo è già pronto a prendere il mare, " " pronto in sei ore" ". Non posso dtKrivervi né la nostra gioia, né la nostra fierezza, ma voi siete un marinaio che comprenderà e sentirà, .come l'abbiamo sentilo noi, quel brivido di commo:i:ione che ci rip.igava di tutte lt- amareize che abbiamo vissuto in quest'anno tremendo. I ragazzi sono felici. Sono tornati a essere marinai per il mare e non p iù solo uomini d i fede adamantina che si sentono IC'gati mani e piedi da un groviglio di ciìne che sembrava impossibile di poter sciogliere. Ma csSi non avevano dimenticato la loro paziema né la leggenda del nodo gordiano. Il 25 luglio '44, con severa e breve cerimonia, venne alzata la bandiera repubblicana sulla prima unità. Equipaggio a bordo, un picchetto di armali presenta le armi. Il trillo lieto dell'alzabandiera Ja quanto tempo più non si sentiva? E agli occhi stupefatti dei ' pochi fedelissimi presenti è dato finalmente vedere un tricolore che torna a pren: dere il suo posto di combattimento in mare. ì il premio più bello tante volte sperato da quel pugno di uomini che mesi e mesi hanno atteso col cuore dolo• ra.nte, operando in ~ilenzio, lontano dalla Patria, sopportan<Jo tutto. I vecchi "" d elfini, .. " pos~ono tornare a guinare per il mm!, a portare una parola di fede e un grido Ji vittoria ai mille e mille compagni morti che attendono di essere vendicati"».

9 settembre. Gargnano, Con decreto in corso di registrazione, Mussolini con{èrisce la megruppo comdaglia di bronzo al valor militare al gagliardetto

del da ~~r~~~~?~e~:~bPif;o~.d:!n&?;Pfe~

~~a~~;ji~~~a.8S;;a~7:rg)~):~s~:e1i~ guentr motivaz1on1: « Armato essenzialmente di fede e di coraggio, chiedeva di eu ere invialo al front e di Neuuno per riJCttJtare l'onore della Patria tradita. A l fianco dell'alleato fedele, in tre mesi di asperrimi comha.Jtimenti contend eva fino all'estremo af!e orde travolgenti dei n11qvi barbari il posusso

1~,~f1"' s:t;,7: d~''/~;};,'f:i ~i:;:::aJ;;;~::~~{I~/~=!~;1944, :JJ:r:i:a':n:iia'~iJ1: scita. Frame di Ne/111110-Roma, 4 marzo-4 XX/1 ». 0

f.ÌUf.110

<< Credente nella rinascita della Patria, volontario delle prime ore, co11

fede incrollabile e anelante al comballimento, raggiungeva il fronte di Nt!lt11110, affiancandosi all'eroico allealo nel sacro comprto di sbarrare all'invasore mcalzante le vie dell'Urbe. Nell'impari, asperrima ed _esten11tJJ1te lotta J i piri giorni, speuo opponendo solo pelli all'acciaio, con: Jrastava aJ nemico con stoica ed invitla tenacia, ovzi passo fino ad esaurimento di ogni umana possibilità, dando così prova di indomito valore e afermando con la gloria dei swi cmiuti il diritto dell'Italia a cons~rvare =~/mondo.Fronte di Nelllmo -Roma, 29 maggio-13 gmgno_

~/:;, ';!J//i

12 sottembre. Gargnano. In occasione del primo anniversario sua liberazione, riceve il vicesegretario_del, Partito fascista repubbJic_ano, Pizzirani, accompagnato

della


12-18 SETTEMBRI!. 1944

449

da tutti i d irigenti della segreteria del Partito e del C.Omando generale delle bri_gate nere. 11 ministro Pavolini rivolge a Mussolini iJ seguente indirizzo : (( Duce! « Nel primo anniver~rio <lella voslra liberazione, avvenuta per opera dei;li eroici camerati germanici, wnsentitemi di inviarvi il s.iluto e l'augurio <li_ tutte le camicie nere. Fu col vostro infame arresto nella stessa casa dc-I monarca che culminò il tradimento destinato a compromettere ed infracigere la vostra immensa opera di costruzione delle fortune e della potenza italiane, il sacrificio dei combattenti di tutte le nostre guerre, lo sforzo unituio ed espamivo di molte generazioni di italiani. E fu d'altronde la vostra liberazione a costituire il segno necessario in cui risollevarsi e risorgere. Dopo un anno illuminato dal sangue del martirio ideale del fascismo repubblicano, i vostri leJeli in armi, ~ldamente inquadrati oelle formazioni Ja voi suscitai~, levano più che mai alta nella lempesta l'insC"g na anche di que-lla rivoluzione i cui principi non possono non finire pc~ trionfare. Non sono ormai le vicende territo_riali, pur dolorose, la misura unica del nostro destino. Finché uomini d'onore si battono sempre più numerosi per l'Italia fascista, noi fermamente cr«lfamo in una riscossa in atto e in una certezza d'avvenire. «Viva- il duce!». ·

L'Agenzia Stefani comunica: « Su propo:,ta del ministro della Giustizia, d'intesa. con il segretario del Partito, il d uce, con decreto in data di ieri, ha disposto che i Tribunali provinciali straordinari ttssino la loro attività con il 15 di questo mése. I proce<lirne-nti in corso alla data del 15 settembre devono t-SSere trasmessi ai procuratori di Stato per la prosecuzione ~elrazione penale· in casi di sussistenza di reato comune».

16 settembre. Ga.rgnano. Mussolini riceve i nuovi componenti la podesteria di Milano

(XXXII, 108). L'Agenzia Stefani comunica: « Con decreto in corso, il ministero dell"Econornia corporativa ha ordinato la socialiu azione delle impr~e grafiche e delle seguenti imprese meccaniche e cartarie: Alfa Romeo, Dalmine, Sant'Eustarhio, Motomeccanica, Cartiera Burga. Gli statuti delle suddette imprese, adeguati alle norme della socializzazione, dovranno essere presentati al ministero dell'Economia corporativa entro un mese dalla data d'entrata in vigore dei relativi decreti. Sono stati frattanto approvati gli statuti delle 5egumti imprese editoriali e giornalistiche ; Società anonima editrice lombarda, Bompiani, Garzanti, San Marco, Società e<litrid .Arena, Ceschina; Signorelli, Zingarelli e Internazionale, Società .:,.nonima Gandolli, Società editrice dtl siornale Il lavarç. Società editrice fratelli O espi, proprietaria del C{)rritre de/14 Ser4, Società editrici Vallardi e Ricordi 9.

18 settembre. Gargnano. Mussolini presiede la decima riunione del Consiglio dei ministri rc-

pubbl;cano (XXXTI, 109). 2!1.-SXJ:V.


450

19 SETTEMBRE · 1 OTTOBRE 1944

19 settembre. Gargnano. Invia · una I7ttera al ministro Pellegrini-GiamJ'ietro (2}4). 21 sett embre. Il sottosegretario Zerbino è nominato commissario stràordinario 'per il Piemonte; il dottor Emilio G raziali capoprovincia di Tori.no in luogo di Raffaele Manganiello, caduto in un agguato partigiano.

22 settembre. Gar gnano, Mussolini invia una lettera-al ministro Diggini ( XXXII, 2 11). 25. settembre. la Coffispondenza Rep,,bblicmza dirama la not"a numero scttantaquatt,o (XXXII, 406).

26 settembre. Gargnano. M ussolini telegrafa a H itler, all'imperatore Hiro H ito, al primo m inistro e al ministro degli Affa ri Esteri del Giappone, al ministro deg li Affari Esteri del Reich (XXXII, 219-220). 27 settembre. In ~ccasione del quarto annuale del Patto tripartito, le stazioni della radi o repubb licana trasmettono un discorso di Mussolini ( XX XII, 109). Hitler invia a Mussolini il seguente· telegramma: ,< D uce ! Nel quarto annuale della conclusione del Patto tripartito, vi mando i miei più cordiali saluti. Questo storia> giomo mi offre occasione di riconCcrmare la niia incrollabile fede nel la vittoria Jinalè sui nostri nemki, perché alla fine di questa lotta fa tale ci sarà soltanto la nostu vittoria, che darà ai nostri popoli un avvmire felice e libero».

30 se-ttembre,

L 'Agenzia Ste/ani comunica: · « La compagnia d'assalto del battaglione bersaglieri .Goffredo i\fqmeli, impegnata sul fron te delrAppennino, 5j è valorosamente battuta. Il genoerale coman,lante tedesco ha e-manato il sc-guc-nte ordine del giorno: " Esprimo alla compagnia d·assalto Jel battaglione bersaglieri G offredo Mameli il mio alto compiacimento per l'efficace azione in seguito alla quale furono !!conquistati il monte Cucco e il monte: Portar a " ».

1 ott obre. Gargnano. AIJa p resenza della medaglia d 'oro Bomtni, del ministro Pavolini e del sottosegretario Barracu, Mussolini riceve i componenti della presi-

denza. dell'Associazione mutilati e invalidi ·d i guerra.


1-9 oTTonRE 1944

451

« La nie<lag!ia d'oro· Borsani ha rivolto al duce -

reca il Corrlut della S,r11 del 2 ottobre 1944 - elevate pnok di s.aluto e di dedizione, riaffermando la volontà dei muiilati Ji tutte le guerre combattute pe,r l'onore e la srand,e,zza d'Italia di contribuire al trionfo della rivoluzione fascista, sola garanzia della salvezza e della rinascita della Pi.tria. li duce, dopo aver ringruiato b. medaglia d'oro Bersani per la rinnovata promessa di (ede e di co!laborazionc fattagli a nome di tutti i mutilati d'Italia, ha elogiato i d irigenti dell'Associazione per la fervida e f«onJa attività svolta ».

Emana un decreto contemplante nuove norme per i! collocamento dei mutilati e invalidi di guerra. Rep1,bblican~ dirama la noti!. numero settanta· cinq~:

(;x1fr:nt{;).a

3 ottobre. L'Agenzia S1efa11i comunica: « Con speciale ordine del giorno, il segretario del Partito, comandante delle brigate nere, ha tr1smesso l'elogio del duce alla prima brigata nera mobile, per .il ciclo <li operazioni condotto con successo, sacri6cio e bravura in val di lan%O, e alla brigata nera di Viccn?a, per la partecipazioni: alle azioni che hanno portato alla liquidazione del banditismo nella zona del monte Grappa».

La Corrispondenza Repubblfra/1,1 d irama la nota numero settantasei,

redatta da Mussolini (XXXII, 412). 4 ottobre. TI ~enerale Renzo Montagna è nomi~ato nuovo capo della Polizia

~:r~~t;'~~;~af;st~ ~:~s~~~;o~ui~~rL!~~

~t~~:~ario

per ragioni di

6 ottobre.

La Corrispondenza Rep11bblict1na d irama la nota numero settantasette

(XXXI!, 415). 7 ottobre. Gargnano.

Mussolini invia una lettera al ministro Pellegrini-Giampietro (254). La Corrispondenza Repuhb/ic,ma di rama· la nota numero settantotto (XXXI!, 417).

9 ott obre. Ga.rp.ano. Mussolini riceve il comandante della legione autonoma Euo,e Muli, colonnello Franco Colombo.


10-20 orrmmn 1944

452

10 ottobre. L'. Agènzia Stefani comunica : <,e ln questi ultimi giorni il du<c ha ricevuto al Quartier generale i c;,ipi delle provincie d i .Milano, Genova, Vicenza e Brescia». ·

11 ottobre. Ga.rgnano: Mussolini riceve il commissario della Croce Rossa Italiana, prefetto Coriolano Pagnozzi, che gli fa un rap porto sul servizio assisteriza italiani all'estero, creato 1,er gli aiuti agli ex-internati. reda1:a dirama la nota numero settantanove,

~o;r;:tu::oir~:a(ft:tr~'~:;;.

12 otto:t>re. Gargnano.

Mussolini presiede l'undicesima riunione Qd Consiglio dei ministri repubblicano (XXXII, 111). Rkeve il prefetto a disposizione Gioacchino N icoletti. fnvia una lettera al gene.raie Amilcare Farina (XXXII, 211).

14 ottobre. Gargnano. Parla alle camicie nere ~ella b rigata nera Aldo Rerega (XXXII, 11 2).

16 ottobre. La Corrispondenu Repubblicana dirama la nota numero ottanta, redatta da Mussolini (XXXII, 422).

17 ottobre. Gargnano. Mussolini riceve l'addetto navale n ipponico Repubblica sociale, ammiraglio Abe.

presso il Governo della

18 ottobre. Gargnano. Riceve il comandante della Marina germanica in ltalia, ammiraglio

~:'.sf~ge~~~;r1Pi!"j~o dal capitano di vascello Wachsmuth e dal capiRiceve il presì9ente dell'Associazione generale dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, prefetto Franco Mancuso. Invia una lettera a Nino Saverio Basagiia (XXXII, 211).

20 ottobre. Riceve i1 direttore del Re110 del Carlino. Il sottosegretario per l'Aeronautica repubblicana comunica : (( Jeri, 19, un reparto di caccia italiani intercettava nd cielo del Veneto occidentale una formazione <li bomb~r<licri bimotori nemici. Otto bimotori venivano


453

20· 30 OTTOBRE 1944

abbattuti e altri dodici efficacemente mitrasliati e danne88iati. Un nostro velivolo è andato perduto • ·

22 .ottobre. La Corrispondenza Rep11bblfrana dirama la nota numero ottantuno, redatta da Mussolini (XXXII, 424). (Tale nala fu diramata appunto il 22 ottobre e non il 28, come erro neamente indicato nel voi. x:oqt). 23 ot tobre. Il dottor Giorgio Pini è nominato sottosegretario all'lntemo in sosti.' tuzione di Zerbino, esonerato a sua volontà cfopo l'assunzi one alla carica di commissario straordinario per il Piemonte. 28 ottobre. Gargnano. In occas ione del ventiduesimo annua le de lla marcia su Roma, Musso· lini parla alla sua guardia ( XXXlt, 116). Riceve Ja comani:1.ar.te generale del Servjzio ausiliario femminile, Piera Q atteschi Fondelli, insieme con le comand:i,nt i f[ovincial i. {i~~ ~r~fe: ;~~~~,! ~~;~bbit: ln~::%: ~ i~!: ngheria ( XXXII, 221). " N cU:t ricorrenza Jel 28 ottobre, il duce ha emanato un p rovvedimetilo che cooccwe il condono delle pene fino :t tre anni di reclusione per tutti i reati politid e per molti reati comuni. Viene inoltre concessa l'amnistia per reati militari dì màncanza alla chiamata alle armi e di renitenza alla leva, nonché di mane:tta presentazione al servi2io del lavoro, a condizione che i beneficiati si presentino entro otto giorni d3lla pubblica2ione del decrelo ».

30. ottobre. Gargnano. M ussolini r iceve il colonnello Mori no e i ma8$iori d ell' Aeronautica

Egidio Peliizzari ed Alfredo Z mardi, corn:m d:inti 1 gruppi T errt1ao11i e '1.'_rab11cchi, reduci dalla Germania, dove hanno svolto un'attività nel campo militare degli aerhtcasportati.

·

« Dopo avere udito le relazioni s ull'attività 5volta nel Paese alleato - rea il Corriere della Sera del }O ottobre 1944 - il d uce ha elogiato i due comandanti e li J:ia incaricati di trasmettere il suo u\u10 ai componenti i gruppi, che rimarranno organicamente inquadrati nei battaglioni azzurri in attesa di ulteriore irl?piego ».

Su proposta del ministro Pavolini, nomina vicesegretari del Partito fascista repubblicano i dottori Antonio Bonino e Pino Romualdi, d estinati a prendere sede rispettivamente a M ilano e al Quartier generale repub· .bl1cano,


454

30 OTTOBRE - 20 NOVEMBRI: 1944

· Nomina alto commissario per il Veneto l'ex-vicesegrètario del Partito fascista repubblicano, Pizzirani.

Sl ottobre. La Cord1ponde11za Repubblicana dirama la nota numero ottantadue, redatta da Mussolini (XXXII, 427). 7 novembre, L'Agenzì a Stefa11i comunica: q; Da un rapporto presenuto al duce rlal Comando della Guardia nazionale repubblicana, si traggono le scgut"nti cifre, che attestano, attraverso gli eroici sacrifici sostenuti, J'attivitii svolta dalla Guardia ~tessa; dall'8 novembrc J943° ;il 31 o ttobre 1944 i ca<luti della Guardia nazionale repubbliC11na sono stati mi llen ova ntasei, j feriti duemil~cinquecentotf3ntaquattro ».

7 novembre. li sottosegretnrio per l'Aeronaùtìca repubblicana co·m unica : « Cacciatori del secondo gruppo da caccia JelrAviazione repubblicana, in vari combattimenti sostenuti nei giorni scorsi sul n ostro. territorio contro numerose fonnazioni aeree nemiche, hanno abbattuto otto velivoli avversari, dei quali cin• que da bombardamento e tre da caccia . Risultano inoltre:: probabilmente ab~ttu1i, ad open dei nostri cacciatciri, :ihri qu:ittro velivoli avversari. Due nostri i,ilc,ti sono mancanti ».

10 novembre. Gargnano. Mussolini emana un decreto col qu:i.le il t rattamento economico di

« presenti alle bandiere » viene esteso anche ai caduti della Repubblica sociale italiana. 16 novembre. Gargnano. Presiede la dodicesima riunione ·del Consiglio dei_ ministri repubb l icano (XXXII, 11 7).

18 novembre. Gargnano. R iceve i presidenti di tutte. le Federazioni provinciali dei combat. tenti delJ'Italia repubblicana e di molte provincie invase (XXXJJ, 118).

20 novembre. Gargnano. Riceve il comandante la Milizia di difesa territoria.le della Venezia Giulia, genel'ale Sommavilla, accompagnato da tre u fficiali (XXXII, 119).


20 NOVEMBRE • 2 DICEM BRE 1944

455

22 novembre.

c;;r;z~:r::c~i:ti~'t::r

reda~a

dirama Ja nota numero ottantacinque,

26 novembre. Gargnano.

Mussolini ticeve il commissario nazionale del Dopolavoro, Ezio Pizzi, accompay;nato dai dirigenti nazionali e dai direttori provinciali delle maggiori città della. Repubblica (XXXI[, 119).

reda1:a

~:'rJ~:s:it:t(xt~it.b~{;),a dirama Ja nota numero ottantasei,

27 novembre.

11 Quart ier generale repubblicano comunica: « Il duce ha partecipato ad un ricevimento offerto dall'ambuciatorc: di Gc:r. mania e dalla signora Rahn ad aviatori italiani e: tedeschi. Erano presenti il mini· 5lro delle: Forze Armate repubblicane, marcsda llo Grn iani, il generale Wolff, CO· mandante: in capo delle 5.5. e della Polizia germanica in Italia e plenipotenziario <lei.le Forze Armate germaniche in Italia, nonché il generale von Pohl, capo del. l'Aviazione germanica in Italia. Nel corso della riunione:, improntata al più cor. dìale cameratismo, sono state ricordate le: recenti brillanti vittorie conseguite dagli aviatori italiani nel cielo della Patria. D urante otto giorni di impiego, la caccia italiana ha infatti abbattuto quattro apparecchi quadrimotori, undici bimotori e sei monomotori, Risultano inoltre: duramente colpiti due quadrimotori, sette bimotori e due monomotori, taluni dei quali possono considerarsi probabilmente distrutti. Anche f a rtiglieria contraerea italiana ha contribuito con suc~sso alla difesa. del suolo patrio, abbattendo da sola o i n collaborazione con i camerati ,:e1ma· · nici numerosi appare«hi nemici •.

L'Agenzia Stefani comunica: « li duce ha rì~uto in questi giorni i capi delle provincie di Milano, Bologna, Mantova e Varese ».

Il nera!~ del!' Aviazio~e Ruggero Bonomi è nominato :sottose retarìo per r l:ronautica repubblicana in sostituzione del coionnello Moltse.

1 dicembre. Gargnano. 1'-fussolini riceve il professor Edmondo Gone. 2 dicembre. Gargnano.

Riceve il vicesegretario Bonino.


456

3-16 DICEMBRE 1944

3 dicembre.

t!~:;ri~Po~~d:n~~ 1:p~il7J(1~a!dfr~t?1~:r:'~u<;~;1~tta~~'!ue. 0

rNatta da Mussolini (XXXII, 439).

·

4 dicembre. Gargnano, Fasano del Gard&. Appreso che un cacciabombardiere nemico ha distrutto la sede dell'ambasciata tedesca di Fasano, Mussolini si reca a visitare l'ambasciatore Rahn, rimasto per altro indenne perché sceso a tem po· in rifugio. 5 dicembre.

Il Quartier generale .repubblicano comunica: (t Con· disposi:zione in dat;1 odier n..i è stato disposto che anche dopo il t 0 gennaio la Guardia na:zion.:i.le n.>pubblicana svolga in pieno la s ua 11Uività attu.:i.le

ncll"attcsa che la Polizia repubblicana possa sostituirla integralmente ».

6 dicembre. Gargnano. Mussolini invia un mcss3ggìo ai marinai del battaglìone Barbnrif.O

( XXXII, 228). 9 dicembre. Gargnano. Presiede la tredicesima riunione del Consiglio dei ministri repubblicano (XXXII, 122). 11 dicembre. Gargnano,

Em:1na un messaggio in occasione del quarto anniversario della fifma del Patto tripartito (XXXU, 228). Telegrafa a Hitler, all'imperat.o re Hiro Hito, al primo ministro e al

mi nistro degli Affari Esteri del G rn.ppone, al ministro degli . Affari Esteri d el Re;, h (XXXII, 222-223). 14 dicembre. Gargnano. Riceve i generali della Guardia nazioflale repubblicana. 15 dicembre. Gargnano.

Riceve il sottosegretario Pini. 16 dicembre. Ga.rgnano, Milano.

ep!~~n~=t~~a,di~~~;:ii!Jtfea1:o~a[~~~~~; f~l~1:"1;0~ 'fer~i~aa~~ ~~ d;ffa~~i~~~i adec~n: l::s~~~~:~~r~fe~eAÌJ~1~;-~tg, ~i!\fa fh1.1~e!s~ ~~1 i:ti 0


16 DICEMBRE 1944

457

tiva comunale sita in piazza Diaz. Verso le 13, rientra in prefettura, 1 2 1 l~1J~~ea~::~ioi:Of:Sc~;ra~·Ai jeft:"vi~fu~ rata oltre un'ora, appare sull'acen$o e pronuncia un discorso (XXXII, 139). Rientrato, depone un mazzo d1 rose sul tavolo da lavoro di Resega. Quindi, davanti alle carte topografiche della Lombardia e della Valtel. 1 0 !~zf~~!'. t~~~e~;iltè~~a:e~~:a~~e :~fa~;e~~p~t~

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« D uce! « Quando il tentativo di abbatkre con Hitler il nazismo falll, tutti noi ci p reoccup arruno al pensiero delle conseg uen1.e che si sarebbero determinate anche in Italia se quel colpo di Stato fosse riusòto. Dopo qualche giorno, come gii ebbi a SC"gnalarvi, ,·enne da me il console gener:tle di Germania, von Hallc.m, ptt comunicarmi segretamente <li preparare un elenco di almeno ventimila. nominativi di fascisti e loro familiari che, in caso di evacuazione tedesca dall'ltali:i, ll.vrebbero potuto trovare r ifugio in un centro appo~itamente costruito nei pressi <li Monaco. Qu(lte comunicai.ioni mi preo«uparono fortemente. Fu allora che mi venne fide3. d i stud iare'. assieme ai miei collaboratori, un progetto per con. centr:ire in una loclilit/t, nell'en•ntualiti di sorprese militari, tutte le fon e fasciste dell:i Repubblica sociale. Allo scopo, ci riunimmo più volte, ·t'q il 2 1 ottobre scorso, in questa stessa sala, tenemmo un'adunann conclusiva. (( Io ed i miei collabon.tori abbi:imo pensato che la Valtellina sarebbe fa localiti che più si presta per l'attuazione del progetto, In Valtellina abbiamo s ii acculllul:ito ingenti quantità <li viveri per d iverse migliaia di uomini; in Vahellina abbiamo inviato diversi peni (li a rtiglit"ria, e ivi, nelle valli, sui monti, lr:t le difese n atur:ali del terreno, può essere org:mizi.ata una cospicua difesa. « D :il quadrato della Valtellin:J. potrete t rattare, eventualmente, col nemico. Tra quei monti vi sono importantissime centrali elettriche,. che danno \'energia alla Lombardia. La Sviziera è immcdiat:imente vicina. Vi sono i passi dello Su:h-io, se forze militari tedesche volessero \mirsi a noi. Ecco come dovrebbe costituirsi il quadrato: e. l) l e for ze fasciste della r,rovincia di Como sbarreranno i p3ssi ed i passags i dal confine svi2.1.ero fino a monte so1,ra l'imbocco della Valtellin:i. « 2) l e forze della brigata nera Rtsttlf bloccheranno !"imbocco della V:iltellina, n,ineranno la diga d i Colico, piazzeranno k: artiglierie a sbarramento. l e altre forie h sciste della provincia di Milano (Guardia, Muti, Dtrima Ma1, ecc.) si d isloche unno in una profond ità di pochi chilometri nella valle. « 3) Le forte bergama~che bloccheranno g li accessi della val Seriana e dcll.1 val Brembana., eJ occupeu.nno le p osi2ioni dominanti a monte, tenendosi in col· legamento c'on le fone mila_!'.!esi, « 4) l e forze bresciane bloccheranno l'accesso alla val U.monica. « S) Le forze provenienti dall'Emilia entreranno in n l Camonica e si dislocheranno a monte collegandosi con le fone bergamasche e queJle bresciane. « 6) Tutte le fon e di tutte le altre provincie, a mano a mano che arriveranno, ('otreranno nelle valli più vicine e si atterranno li.gli ordini che saranno loro impartiti. « 7) Un comando generale dd quadrato sia affidato ad un generale che coor· d ini tutte le forze e predisponga l'attuuione della difesa. « R) Ogni Comando p rovinci3Je proV\·eda in tempo a cre3re un magazzino di viveri nell,1 località che riterrà opporlun3 1>er il vettovagliamento degli uomini che pr~ ume di avere in fona per il p,t:,1ioJo di almeno trenta giorni,


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16- 17 DICEMBRE 1944

« Duce! ~ Se dpbbiamo viveri!, vogliamo vivere al vostro fianco; se ·dovxemo morire, moriremo all'ombra della gloriosa bandiera italiana, di cui voi sieté l'al6ere ,._

Ascoltata attentamente ~uesta relazione; seguendo le indicazioni fatte d_al commìssario federale Costa sulle carte topografiche, Mussolini~~ice: « Facendo J11tti gli ;congiuri d_i rito, questo progett(} mi piace, Lo farò

Jltidiare (On maggiore precùione ». « Ridisceso sulla piazza e salito sulla macchina - reca il COTTiere della Sera del 17 dic~bre 19441 - il duce- è ripartito fra le musiche, gli evviva e le grida festose che volevano ciprimere il più caldo e affettuoso saluto, la devozione più viva ed ardente. Sulla . macchina scopt:rta della Muti, il duce ha voluto mutare il prefisso itinerario, ha voluto passare ~r piazza del Duomo e le vie principali clll"lla città, restando spe~so in piedi su lla vettura e rispondendo così agli appia.usi della folla. Riconosciuto sempre, ovunque il duce è .stato oggetto di continue :i.cdamazioni e spesso l.t foll:i. lu cercato di rincorrere la macchina per lenire il danno di una apparizione troppo improvvisa e troppo fugace. Il <foce si è quindi <lirettn al pa lano del Governo ».

17 dicembre. Milano. « Il d uce, lasciata alle l0.30 la sua residenza - reca il CrJ1Tiere della Sertt <lei 18 dicembre 19,U ritto in pieJi su un'automobile, percorreva corso Monforte, largo San Babila, corso Vittorio Emanuele 11, piazza del Duomo, piazza Cordusio, fra un'apoteosi d i braccia levate nel saluto rom,mo e un coro fragoroso di voci che lo invocavano freneticamente. Lietamente commosso Ji questa Jimostraiione incessante, il duce salutava sorridendo e di quando in quando faceva un cenno amichevole a qualclie fedelissimo riconosciuto tra la folla. Ma ancor più alto si lnoò il grido di p:mione del popolo anorché la macchina <li Mu.<.SOlini, sulla quale erano anche il segre1ario Jel Partito, il capo J el!J. provincia, il commissario federale, il comandante la MNti, apparve all"imbocco di via Dante. Q ui il dure, disreso dall"automobi1e, salutava la fiamma della legione. quindi, risalito in macchina, percorreva Jentamen1e luno il fronte dello schieumento, salutato alla voce dai .reparti, per poi ritClrnare verso la caserma d(via Rovello, dove entrava, iniziando subito la visita ai locali Jel piano terreno, cioè l'armeria; l'autorirn"essa, l'infermeria, il magazzino vestiario, guidato dd colonnello Colombo e ragg~1aglia10 sul funzionamento dai diversi ufficiali specia listi. Prima di salire al p iano superiore, aderendo al ri,-hiamo inesausto della moltitudine che- s· era andata Jssiepando innanzi all'ed ificio, non più t rattenuta dai cordoni delle Forze Armate che avevano , aggiunto pia22a Castello predisponendosi alla sfilata, Mussolini usciva sul portone, seguito da l ministro .Mezzasoma, dal ~egretario del Partito, d alla me· daglia d'oro Barracu, dal capo della Polida, dal capo della provincia, dal sottosc-gre1ario Cucro e da altre autorità, e saliva quindi su un carro armato. Avveniva allora una s~na che mai si potrà dimenticare. Elettrizzala d alla sua. presenza, conforlata dal suo sguardo seren o, dal suo sorriso, la folla prorompeva in un urlo possrnte : "Duce ! Duce! Duce!··. Il nome del duce si frangeva nell"aria in mille «hi, calava dalle finestre, d.i:i balconi, dalle terrazze, rallegrate dai drappi tricolori e nereggianti dì teste protese nell'ln~ia di poter Scorgere il capo ridonalo , al popolo. Era una marea di voci, un agitare continuo di br.:iccia, una marcia trav<>IFentto ,!i mi!Je e mille pt™Jl'te verso il podio guerrescn, dall'llto del quale


1 7 DICEMBRE 1944

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Mussolini salutava, felice di aver ritrovato, nella generosa anima ambrosiafl.1., l'Italia di Vittorio Veneto, della marcia su Rom,, del 9 maggio 1936, l'Italia della riscossa, la vera Italia, rappresentata soprattutto da un gruppo di mutih.ti, che, sommerso d a.Ila folla, aveva levato alte le stampelle per salutare il ca.po e riconftt· margli l'orgoglio di aver potuto donare .alla Patria i · lembi della propria carne. Per oltre un quarto d'ora quota d im05trazione frenetica è continuata, senza mai cessare d'intensiti e impedendo così l'inizio della sfilata, che poteva finalmente aprirsi il varcù a fatica tra la folla non ancoca u.:i:ia di gridare al d uce la sua dedì:i:ione, la sua speranza, la sua certezza. Passavano quindi la baoda della Re1e,:11, seguita dal gaglian.letto e dallo Sta.to Maggiore delle brigate nere, con alla testa il commissario federale, e poi i reparti d'ogni spccialità e le ausiliarie. Passavano la banda della M111i, il s uo gagliardetto, il suo Stato Maggiore con il comandante Colombo, poi le compagnie degli sciatori, dei mitraglieri, dei " cderi ", sli.Janti a passo berSaglieresco, i rt:parti motoriuali dei mortai, degli antica.xro, · dei con· traerei. E tulti ritmavano sul passo l'invocazione "Duce ! Duce ! Duce!", sottoline:ita in coro dalla folla. Rientrato nella caserma, Mussol ini saliva al primo piano, rendendo omauio alla fapide dei caduti della M11ti con l'offeru d'una corona di alloro, legata coi coloti di Roma, tecata. da due giovanissime ausilfode, e visitando e rendendosi conto del funzion.uncnto dei diversi uffici; poi, continuando la moltitudine ad acclamarlo, si affacciava a un balcone, facendo cenno di voler parlare. E, nd silenzio subito fattosi, le parole del duce comÌndarono a risuonare se«~, trascinatrici. [XXXII, 140] . Sceso poi nel cortile, Mussolini ascoltav.1, compiacendosi col maestro Rocca per l'es«uzione, la marcia del Tannhiiuur e l'inno della legione, ~uonati dalla ban..la della i\111ti, e, quindi, abbandonava la caserma, uscendo da via Bròletto. « I.asciati, erano le 12.D circa, la sede d ella legione Muti, il ducE", in automobile scoperta., percorrendo piazza Mercanti, piazza Duomo, piazza Missori e corso Roma, si è re,cato alla clinica Cimi di J\filano, ove ha sede l'Ospedale del Sovrano Ordine d i Malta, che ospita il reparto militare dei mutilati de l viso. Lungo tutto il percorso, i cittadini, prevedendo d allo schieramento dt'i cordoni il passaggio del duce, si erano assiepati da tempo dietro ad t'ssi, dt'siderosi di vededo e di manifestargli il proprio entusiasmo. Infatti il percorso è stato tutto un coro di appla usi e un gridar d'evviva al passaggio d ella vettura da parte della folla compatta e acclamante. All'Ospedale di via Lamarmora E'rano ad attenJere il duce il presidente dell'Associazione mutilati. d i Milano, il professot Majocchi, il professor Sanvenero, il capitano Perogalli per l'Ordine d i Malta, la medaglia d'oro Gemelli e l'intero ptrsona'Je della dinica. Os~ uiato da tutti i presenti, il duce è entrato subito nei locali, dove soffre con 5toicismo tanto valore- italiano e dove la scienza si china tanto amorosa e instancabile. Subito il ducE" 5Ì è rCGl!O nella camera dove si" trova atrnalmente .ricoverato Carlo Borsani, il qwle. in St'guito alle gravi ferite riportate in guerra, h:i. dovuto subire un nuovo atto operatorio. JI dure si è intrattenuto a lungo con l'eroe, nella pureiza del cui sacri6cio si riflette tutta la giovinezza educata dal fascismo, e lo ha abbracciato. SuccC5sivamente. sempre accompagnalo dal direttore e dai medici, ~ passato nei vari reparti, ,•isitando uno per uno i degenti, ognuno intenogando sui fatti d'armi nei quali era suto ferito e per ognuno avendo parole di elogio, di incitamento e d i fede. ( colloqui fra il capo e i mu1ilati erano ntcessariamente lx-cvi, ma vibravano tutti di commozione, quE"lla commozione che non sa o non può esprimersi, ma la cui elnquenu tnsparc d ai vulti assai più che dalle parole. Ma il mo.rtirio di tanti po\·eri esseri, che d eturp:iv:i il loro viso, pareva tflsformato in una gioia raggiante : essi a\·evano dnanti a loro quel c~ po nel cui nome eui avevano combattuto, e i 0


17-22 DICfiMBRE 1944

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segni dolorosi e doloranti parevano offrirsi a riscatto della viltà altrui, (clid di riparlare in nome d'una Patria onorata. La \'Ìsita del duce è stata lunga, e si può definire un lungo continuo colloquio sacro e bc-ocdetto, un'intesa, una p·ro. me!òsa, un peg no nuovo. Il duce, che si è interessato anche d i ogni procedimm to clinico e chirurgico a vantaggio dei sofferenti, chiedendo minuti dettagli ai med ici, è rimasto particolarmente commosso ddla visita e dell'accogliroza dei ~utilati . I quali, al momento del congedo, hanno cercato di seguire il duce fino all'uscita, gridandone il nome, invocandolo e plaudendo con fervore im:-s:1.usto. Ad ngni mutilato il duce ha voluto che fosse rilasciato a suo nome un J ono. « Dopo la visita alla clinica Cillà di Milano, il ·duce è tornato alla re5idenu , O \"C, dopo aver ricevuto i capi di dodici provincie del Veneto, ha ri(evuto alle 1,.30 il (Ommissario dei 1:3.voratori de ll'industria di Milano [XXXII, 140) » .

Riceve quindi gran numero di visitatori singoli, di commissioni oper::iie e di commissioni interne di fabbrica. Alla sera si intrattiene con il commissàrio federale Costa, e, fra l':tltro, gli dice scherzo5amente : <I A .Milano impera ii v and11tt1!0 di Tou ana: Baui è lo!tano, Pavolini è tou ano, Nt1rde1rhi è 1oua110. Per euere. in t rmtllere, ti vo rrebbe a11rhe 1111 podeJ!(Ì fOSt(/110 >>. 18 dicembre. Milano, Gargnano.

Alla mattina, visita la caserma Medici della Guardia nazionale repubblicana e passa in rivista vari reparti, cui rivolge il suo incitamento (XXXII, 141). Poi, nel cortile del Castello Sforzesco, assiste al giuramento delle ausiliarie e parfa loro (XXXII, 141-142). Rientrato in prefettura, telegrafa al commissario federale Costa e al colonnello Colombo (XXXII, 223-224). Infine, alle 12, lascia Milano in auto per rito rnare a Gargnano. 19 dicembre. Ga.rgnan.o. Riceve il sottosegretario Pini.

21 dicembre. Oargnil.no.

Invia un messaggio ai bersaglieri del battaglione . M ,moli11i ( 399). · 22 dicembre. Gargnano. Riceve il generale Melchiori. « JI gene~le - reca il Coniue della Se~a del 23 d icembre 1944 - 8 li h1 pre5entato i ventisei bersaglieri volontari della compagni,1 d'ass3lto Mameli che sono stati decorati di ricompense a l valor militare italiane e tedesche. Dopo il ·• Sa luto al duce!", il generale Me khio ri ha pronunciato brevi parole. Quindi il duce ha e5presso ai valoroSi bersaglieri il suo alto compiacimento per l'ese"mp io J a essi offerto a tutta .Ja gioventù .italiana».

Riceve il professor Giorgio Alberto Chiurco intrattenendolo sulla

: is~~~~a~~ df~a~:oc1~~~~;s:1~~:ra:: i~r~~~lfaza;,s,~r g~~ve:~~t~ r~:~ malati.


23·25 DICEMBRE 1944

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23 dicembre. Gargnano. Telegrafa alla medaglia d 'oro Borsani e al generale Enrico Broglia

(XXXII, 224). 24 dicembre. Gargnano. Riceve il colonnello della Guardia nazionale repubblicana Asvcro GravelJi. 25 dicembre. Gargnano.

Emana il seguente decreto : « IJ duce della Ref.ubblica sociale italiana, 11i1ta la legxe 3 aprile 1926, JV, numero J63, e ti decreto 1° luglio 1926, IV, numero 1030; vùto il decreto 20 dicembre 1943, XXII, numero J83, coJti!u!ivo della Confederazione f!.enerale· del lavoro, della t ecnica e delle arti; vùto il decre/Q legùlativo 1° marzo 1944, XXII, numt ro 91; vùto iJ decreto 8 Jellembre 1944, XXll, numero 603; JCnlito il Consiglio dei miniJtri,. JJ( propo11a del miniJtro s1:,etario del Partilo fasci!la repubblicano, decreta:

a) ~o~/~'Je~°az;~~e fa.rcùta ' i;tatJ;:,/J:i;:.eb;eie;:;;de~:/o:~erf":;;;~j~

f:J;!:zf:1:11::¼s~l

Jdite:::ea:J:nJ/t'":::~itte! · JdJ';e;;}t/::::.zfj,J{j~~ 1posra ne/J'arlicolo 1 del decreto 20 dicembre 1943, XX.Il, numero 853, e affidata al commissario della Confederazione generale del lavoro, de/Id !emica e delle arti. Gli attuali commiuari ministeriali delle Confedera-

1:t~r~Jj~ i;dJ:J[:aij;i:1~ff:Jr:~~;;~;/1dfl:m,;,e;c~:;f:/ a1ij'J;,~ed:i~ /'entrata;,, tJigore del preunte decreto. « Articolo 2 , - . Lo Jlatuto della Confederazione genert1le del lavoro, della Jecnica e delle arti e qtJeJli dei Jindarati n,aionali Jaranno fommlmi 1u deliberazione deJ/e relatfre a.IJemblee e rappresentati. Gli J/at11ti de/111 Confederazione generale del lavoro, della tecnica e delle arti e dei sindacali nazionali Jardnno approvati con decreti del capo del Governo e quelli dei 1indacati provinciali e comt1nali con deliberazione del commiuarÌQ della Confederazione l!,eneralè del lavoro, della tecnica e delle arti. « A rticolo 3. - Il commiSJario della Confederdzione generale del lavoro, della ternica e delle arti è aùtorizzato ad emanare norme stat1ttarie e regolamentari provviJorù!./:." il funzionamento del/'orl!,rmizzazio11e cen-

1r:::tr;i~~ ~1te~~J:,<;;;::~::lo:':ztt;·1~r:J;:::::e;;::~t;~;~::

0 tra\ provinciali, provinciali e comunali, già aderenti alle disciolte Co11federd:Zim1i, pd.rta.,10 alla Confederazione tenera/e del lavoro, della tecnica e delle arti, come p11re t11t1i J!,li enti o iJtituti facenti capo alle Co11fedèrazioni stesse. « lfrticolo 5. - ./l commissario della Confederazio ne generale del lavoro, della tecnica e delle arJi è autorizzato a nominttre commùsari e

~:;:::;:1:t

;;:J:!: i?dt:,):11;:;:1:otr;,1::1:~,:'rt::~;;;,,;:~:~,:t << A rticolo 6. Nel termine di tre mesi dalla pubblicazione del preJC'IIII! decreto dovranno eu ere appro1111ti dalle assemblee dei raptre·


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25 OICEhlBRE 1944 • l GENNAIO 1945

~e' J:ffeg!,:'~"1ef,:":,f:::!::I::}';:n!J::':J'/":;~n~1;,°:~·,:r;::v!:~7:'it provinciali e .comflnali. « A rlicolo 7. - Sono abrof.ale tulle le dispoJizioni vigenti in con· h'ttJ/o con il presenu decreto.

;e11;:1~ff;'JnJbi;affof;e;ei~:n~::r:J:1 ~7;?Jijnd:/f/I,a7:'s!t:'7:1:~:;

11ella raccolta ufficiale delle leui e dei decreti».

Corrhpondenza

La Repubblicana dirama Ja nota numero .ottantotto, redatta da Mussolini (XXXII, 441 ).

27 dicembre. Gargnano. Mussolini invia una lettera al ministro Pellegrini-Giampietro (XXXI!, 212). 30 dicembre. Gargnano.

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d:~~=s:y~f~;ifn q~a~:st! ~~e~~;td ail u~i:nc:J::: sione del Partito fascista repubblicano.

31 dicembre. Gargnano. Invia un messaggio agli italiani residenti in Germania (XXXJl, .229).

1945 1 gennaio. Gargna.no. Alla mattina, riceve il ·comandante della Decimd Mas, medaglia d'oro · Junio Valerio Borghese, che s;li riferisce sulla costituzione della seconda · divisione di fanteria di Manna Derima; nonché, separatamente, il CO· lonnello Colombo, il quale g li riferisce suJlo sviluppo della legione auto· noma Ettore Muti, su alcune iniziative in corso, e gli presenta alcuni ufficiali e militi del Comando. • Nelle prime ore del pomeriggio - 1eca il Corriere Jelld Sera del 3 gennaio 194S - accompag m,to dalla medaglia d'oro Barracu, dal viccseg1ela1io del Par· tilo Bonino e dai colonnelli Casalinuovo e Jaculli, il duce ha ;aggiunto il caposaldo J ei battaglione Ardimel/Jo. Il reparto ~ sblo presentato dal comandante del gruppo, Pascali Pascal, un valoroso e ve((hio soldato della rivoluzione e della guerra. Gli ufficiali e i solJati si sono presentati impeccabilmente alla rassegna, a lla quale il d uce ha fatto seguire un'ispezione alle attrezzature dél caposaldo; le camerate, l'infermeria, i magazzini, e le cucine sono stati, oggetto della più min uziosa visita. Succs?ssivamentt' Je tre compagnie del battaglione hanno sfilato davanti al duce e si sono raccolte nella grande sala-mensa per ascoltare il compiacimento e l'indtamc-nto del capo. Poche parole di fede e di certezza, accolte e sottolineate col piii vivo r ntusiumo. Jnt.i nto la popolazione del piccolo villaggio,


1-9 GENNAIO 194·5

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appresa la notizia della pre$cnza dd duce. si e riv('rsata nei pttSSi ddla oi~rma per partedpare alla sioia dr:i .soldati e con e-$-Si si è slretta attorno al duce in una spontanea manifestazione. Prima Ji lasciare il caposa]Jo, il duce ha espresso il suo compiacilTl<'nto al comandante e g li ha consegnato .sigarette per le truppe e un pacco per ognuno degli 011anta feriti ddla Decima /HaJ in cura presso un vicino ospedale militai-e. Il duce quin,li si ,è recato a villa Paolina, sede dì uno dei no.stri ospedaJi militari. Actulto e accomp.1gnato dal capitano medico Crotti e dal dottor Kiinermann, ha attraversato tutte le corsie, dove; distesi sui loro lettin i o accalcantisi al suo passaggio, i degenti, .veterani di tutte le battaglie e giovinclli già. prov.t.ti dal piombo nemico, gli hanno gridato la fierezza della loro sofferenz.i. offerta ptt l'onore e per la gran<leua della nostra terra. Il duce ha distribuito personalmente i p.acchi dono <lei Partito fa.~cista repubblicano e ha rivolto a ognuno j>arole di incitamento e di conforto. Successivamente il duce si è secato a visitare la kgiÒne M della Guardia nazionale repubblicana, dove ha p;mato in rassegna i reparti, còmposti di (~ cli e di ,uditi combattenti, la maggior ·p,1:rte Jei quali è di recente rientrata da vittoriose u ioni di ru treJJamento contro bande partigiane•.

3 gennaio.

La Corrispondenza Rep11bbfic,ma dirama la nota numero ottantanove, redatta da t.fossolioi (XXXII, 443).

6 gennaio. Gargnano. Mussolini riceve il presidente e il d irettore i:;enerale dell'Alleanza nazionale delle cooperative, Giovanni Fabbrici e Giovanni Dall'Orto, coi quali esamina i problemi delle cooperative. 8 gennaio.

dau~d~i:'{~1:~li~f'(~~r;:bti;;).na dirama la nota numero novanta, re~ gennaio,

Il Quartier generale repubblicano comunica: « li d uce ha. passato in rassegna al Quartier ,!j;eneralc una compagnia i taliana al comando del maresciallo tedesco Bohr. La compagnia, che si trovava ai primi dell'ottobre scorso nella regione di Megara a sud di Atene, in dipendenza degli avvenimenti militari, ripiegava con la ferma intenzione di tutti i suoi componenti di raggiungere l'Ita lia e di porsi a disposizione dd duce. Il ,•iaggio, iniziato r s ottobre, è stato completato il t5 gennaio. La compagnia ha compiuto quarantadue giorni di marcia a piedi, impegnandos i in conibittimertti contro i ribelli, ricevendo il plauso ddle àutorità militari germaniche. L'altra parte del viaggio è stata compiuta con automezzi o per ferrovia. ti duce ha passato in rassegna il fiero reparto. che si è presentato in \m a.spetto marziale col completo armamento, e ha. avuto parole di vivo e:ncomio per i .mi litari, che hanno dato in tal modo una prova di disciplina e di fede, e per il loro comandante. Il reparto entrerà a far parte della Guardia del duce. La compagnia ha reso omaggio al monumento dei caduti


9-19 GENNAIO 194.5

464

e poi ha partecipato ad un rancio offerto a nome Jel duce Jal sottosegrietario di Suto ag!i Esteri, cui sono intervenuti l'ambasciatore Rahn e i colonnelli della Guardia Jac:ulli e U:salinuovo. L'ambasciatore Rahn ha indirizzato ai prodi soldati parole di vivo p lauso».

11 gennaio. L'Agenzia Stefani comunica : « I[ duce ha ricevuto in questi ultimi giorni al Quartier generale i capi delle provincie <li Varer.e, Bologna, E rtseia, Novara, Milano, Cremona e Como » .

13 gennaio. Gargna.no. Presente il ministro delle Finanze, riceve il comandante della Guardia

::ri~b~l~:~eaa~!iv~:aa;vZ:ìtase:e1r:i~:ric:~~~i :1 i:;~~ti~~e.t~;~~i:e~~~

ò:aa~~~a'~~;~bbJ.i~~oJtdid;f~~!~~iria economica, messa agli ordini della Il Quartier generale repubb licano comunica : .e Dai dati rias.~untivi sulle inrursioni effettuate dal nemico nel territorio

della Repubblica sociale italian:.i d urante i dodici mesi deU'anno 19 44, XX111, risulta

quanto segue : i bombardamenti effettuati sono stati quattromilacinqu«en toquarantuno. i mitragliamenti d uemi laduecentocinquantadue, le abitazioni rase al $uolo settemilamtocentosettantadue, le abitazioni rese inabitabili diciassettemil11.quattnxentonove, altri edifici completamente distrutti ottocentocinquanta, morti civili finora accertati ventiduemilacinquecentosei, feriti civili finora accertati trent.acinquemib.seicentocinquaotaquattro, morti militari milledue.::t'otooove, feriti militari milletrecentoquattro. La maggior parte delle vittime è costituita da donne e bamb ini ».

15 gennaio. Gargnano. Per stimolare e coordinare tutta la r iforma sociale, Mussolini crea un ministero del Lavoro e ne nomina titolare l 'operaio ed esperto organ izzatore Giuseppe Spinelli, g ià podestà di Milano. Riceve il commissario della Banca d'Italia, Giovanni Orgcra. 17 gennai.o. Gargnano. Emana due decreti. Col primo si creano le commissioni di requisiz ione dei prodotti agricoli; col :secondo si danno le norme eer la cosl(· tuzione in ogni comune delle cooperative di consumo fra 1 lavoralon. La Corrispondenza Rep11bblicana dirama la nota numero novantuno (XXXII, 447).

19 gennaio. Gargna.no. Mussolini presiede la <Juattordicesima riunione del Consiglio dei ministri repubblicano (XXX II, 143).


20 C,l:NNAIO • 2 FEBBRAIO 1945

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24 e:eMaio. Gargnano, Brescia, Cremona, Parma.

Accompagnato da un seguito, parte da Gargnano in auto per rccàrsi a visitare la divisione /Ja/ia, schierata in Garfagnana. Per Brescia, Cremona, Parma e un traghetto sul Po, raggiunge un luogo di pernot-

tamento.

·

25 ge1U1aio. Passo della Cisa, Pontremoli. Attraversato il passo della Cisa, arriva a Pontremoli, dove pernotta

in un alloggio di fortuna completamente gelato. 26 gennaio. Pontremoli, Ànlla, Parma, Cremona, Brescia, Gargnano.

Fra le montagne da Pontremoli ad Aulla, sotto una continua nevi· cata, ispe-ciona vari repacti della divisione ltalin, accantonati in cascine.

Quindi compie il viaggio di ritorno, giungendo a Gargnano alle 24.

31 a:ennaio. Gargnano. Riceve il maresciallo Graziani, i~ generale feldmaresciallo Kesselring, il generale Wolff e J'ambascialorc Rahn, coi quali esamina la si· tuazione militare. La Corrispondenza Rep1tbblicana dirama la nota numero noVantadue (XXXII, 449). 1 febbraio,

L' Agenzia Stefani comunica: « Il Ju<e ha l'icevuto in questi ultimi giorni d Quartier generale i <api delle provin<ie di P~dova, Verona, .Milano, Parma., Pia<enza » . « Con decreto in corso dtl minisÌro per la Produzione inJustri;ale [gii Economia corpontiva] i staia ordinata la soda\izz.n ionc delle seguenti imprese: Ma· · relli, Pfrcll!, officine Savigliano. Snia Vis<osa, lanificio Rossi, lanificio Man.otto•·

2 febbraio. Gargnano.

Mussolini riceve il commissario federale Solaro e alcuni suoi colla. boratori (XXXII, 149). Emana il seguente deèreto : « li d11ce della Repubblica wciale italiana, capo del Governo, vÌJto

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denominazione del miniJtero deli'Economia corporativa in quello di miniilero della Produzione ind11Itriale e del miniJrero dell'Agricoltura e Forn le in tp,eJla di minfrtero della Prod11zione af!.ricola e foresJale; d'intesa coi mmislri per le Finanze, per la Prod11Zione i11d11striale e per il Lavoro, decreta: . 30.-::u:s:v.


466

2 FEBBRAIO 1945

« Artirolo I. - Di Direzione generttle dell'ordinamc>ilo sindacale, la Direzione generale del lavoro, della prevMenza e dell'aniJJenza, f.ÙÌ apparimenti al ministero deJi'Economia rorporatii,a, pauanO al m,m. siero del Lavoro, li perJonale in u rvizio preno le predette Direzioni

K~"~:~~ift:f: ;'_l~Jtee;::::;:,fn~e":;J:::0J~'r/;:,~~:~~ per /'Economia

corporativa sono eieràtate: 1) per quanto rig11arda l'osservanza del!e

leggi e dette norme ml lavoro, .rulla previdenza e stdl'a.rsistenza sociale, la wrveglian:u wlle orianizzttZÌoni sindacali e Jug!i enti aniJtenziali e previdenziali, dall'ispettorato per il Lavoro, rostitt,ito alle dipendenze del

::'dall'ù :/::e;;l!~et/::i:~;:~/ j 1!e:ac!:/:~'J:,t/:~";:;/; ;~;::'1: i:ii~i/::J;!~; pettorato per la Produzione, costit11ito alte dipendenze del ministero della Produzione industriale. Jl personale all11aimente in servizio pre.r.ro (hpettorato per ,l'Eco11omia corporativa sarà lraJferilo per metà al minntero del Lavoro. Sarà parimenti aJJef!.ndta al mi11iitero del l.Avoro l'dJtrezzau,rri neceu aria aJ/'espletdmetuo dei/e fuizzioni deJJ'ispeJ·

lorato, « Articolo 3. _:. La materia reldJivà alla wcializzazione è di competenza del' minhtero ·de! Lavoro. I rela# vi provvedimenti sono adolfali (l'intesa con i ministri interessati. «Arrirofo 4. - L'artico/o 118 del dec'reto Ieue 12 otfobre 1944, XXII, numero 861, è sos/il11ito dai seguente:" Pres.ro·i! mì11ìsJero del lAvoro è costituita una commiuione C'entrale per la 1ocializzazione, presied11ta dal ministro e pu sr,a delel(a da un vicepresidente, LA composizione della commissioné sarà determinata con J11cceuivo decreto. Il vicepre.ridentc e i membri della commissione rnno nominati con decreto del mi11iJtro· del Lavoro. EJSi durerarmo in carica un anno e poJSono ·e.rsere confermati". « Articolo 5, - Le norme per la costituzione e il funzionamento

i:i~:;/';:i/::;~::::.

t~~r:r!J~:;e;;r::;"Ji~1 e pref>oJ!i ddl ministro per il « A rticolo 6 , - Sino a qrumda non sarà dùfosta la costituzione detli orf,ani corporaJivi provinciali setondo il nuovo ordinamento provinciale, i consi[!.li provinciali de/l'Economia corporatÙJa paJSano alle dipendmze del ministero del Lavoro, continuando ad esercitare la loro aJJività ai semi del decreto ministcriflle 26 gennaio 1944, XXII, numero 23. Le allribnzioni del minfrtero dell'Economia corporativa relative ai consi[li provinria!i dell'Economia e ai ,omitaJi previsti dal citato decreto Z6 gennaio 1944, XXII, n11111cro 23, sono devo/11te al ministero del Lavoro. Gli uffici provinciali dell'Economia corporativa sono posti alle dipendenze del minirtero della Produzione indmJriale, fermo restando le attribffzioni ,:u/ eJJi conferite dalle viyenti disposizioni di legf!.e. « Aflicolo 7. - li servizio di collocamento dei lavoratori è attribuito dlla Confederazione r,enerale del lt:tvoro, della tecnica e delle arti, fermo restando il controllo del ministero del lAvoro. Con provvedimenlo del ministro del Lavoro Ja:rà stttbilita la data dei servizi relativi alla disciplina del lavoro all'eJ/ero, che reJlano provvùoriamenle affidati alla Conf edm:ziune 1:enerale predeJJa. « Articolo B. - Il minùtero delle Finanze provvederà tòn propri decreti alle tidriazioni di bilancio necemtrie in dipendenza dei pa.s1ttggi


2-14 FEBBRAIO 194.5

467

dei Jervizi del miniJtero de!l'Eco,iomia corpordliva, del ,omitaJo nazionale d el La11oro e del ,ommi11ariato naionale dei Prezzi al minùtero del Lavoro, non,hé della ,01ti111zione dei servizi di quesfultimo ministero, « Artùolo 9, - Il miniJJero per la· Produzione industriale e per il Lavoro provvederdnno con protm -decreti, di conterlo çon il ministero delle Fmanze, a determinare Pordùzame11to interno dei rùpeuivi mini1teri ».

9 febbraio. Ga.rgna.no. Riceve il rnnsol~ generale d ' Ital ia a D anzica, Francesco Parenti.

13 febbraio.

di f~iitt~ed;scf[~ndc ospedale, in cui sono ricoverate alcune centinaia « N ella visita - reca il Corrine della Ser" del 14 febbraio 194) - il duce è stato accompagnato dall'Oberfeidnzt dottor T schamer, d:d l'Ob,mtabsarzt dottor Huncrmann e dall'Oh, w Haas. I feriti più leggeri erano adunati in una, grande silla e ad essi il duce ha rivolto · 1a p.,rola in lingua tedesca, esprimendo la sua cameratesca simpatia e il più vivo elogio per il valore con il quale tutti si sono batruli. Quindi il duce ha visitato i vart reparti dell'ospedale, assegnando un Jono a ciascun ferito e intrattenendosi a lungo nelle corsie. All'uscita una parte dei feriti e la popolazione, che nel frattempo si era raccolta, hanno salutato il duce con vihranti acclam:1zioni ».

, 14 febbraio. Gargnano. Mussolini riceve il comandante del battaglione Lupo della Dc· dmaMa.r. Invia una. le tt era al professor Cione (2.54). L'Agenzia Stefani comunica: « Nei giorni scorsi un g ruppo di cicca.dini, tra i quali figurano il professor Edmondo Cione, dell'Università di Milano, il dottor Renato Sollazzo, il d ottor Pic:tro Cerri, Ernesto Bassi, Pulvio Zocchi e altri, ha rivolto formale domanda al duce della Repubhlici sociale italiana chiedendo l'autorizzazione di costituire un "Rii&· gruppamento nazionale repubblicano socia lista", nell'intento di contribuire alla realizzazione del programma t-spresso con le pa role " Italia, Repubblica, Socializ· zazione " , risvegliare il senso della Jierezza italiana, opporsi a qualunque restaurazione monarchica e capitalista, appoggia re la sociafruazione, esercitare respon· sabile opera d i critica e di controllo sugli atti di governo e dell'amministra· zione. Il duce, preso atto del programma formulato dal "Raggruppamento" e in base al postulato terzo delle d ichiarazioni di Verona, al discorso di Milano del 16 dicembre e a quello del segretario del Partito in occasione del 28 ottobre, h.a concesso la richiesta autorizzazione, nonché quella di p ubblica.re un organo del movimento ste-sso. li duce ha inoltre autorizzato la costituzione a Milano, sotto l'egida del ministero del Lavoro, di un Centro naz.ionale italiano di studi SO· ciali, su richiesta sottoscritla da Se<ondo Amadio, Alessandro Bai, Lorenzo Ca· boua, Edmondo G one, Filippo Gallino, Ugn Manunta, Aldo M:uino, in data. 29 gennaio ultimo scorso!>.


15-26 FEBBRAIO 1945

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15 febbraio. Ga.rgna.no. Mussolini presiede là quind-iccsima riun ione del Consig lio dei mi• nistri repubblicano (XXXII, 150), Il Quartier generaJe repubblicano comunica: « Il duce ha ric<:vuto la medaglia d'oro Aldo Vidussuni, già segretario <lei Putito, attuale commissario detrlstituto decorati a l valor militare, il quale ha chì~to di essere richiamato e di potn riprendere il suo posto di combauimento. Il duce, accogliendo il SllO desiderio, lo ha destinato a 11n reparto della divisione camicie nere Etna».

_17 febbraio. Gargnano. Mussolini invia una lettera al ministro Pellegrini-Giampietrò (254).

18 f ebbraio. reda~a

~:1·t1c::~1i:'1t(xt~rt.b¾~~'t dirama la nota numero novantatré,

20 febbraio, Gargnano. Mussolini riceve i dirigenti politici, amministrativi e .sindacali della <ittà di Padova (XXXlI, 152).

21 febbraio. Il Quartier generale repubblicano comunica: "Con ùeaeto in corso di registrazione:, il duce: ha accc:tt.ato le dimissioni da lle: rispettive cariche <lei ministro de ll' Interno, avvocaro Buffarini Guidi, e del sott~ egretario di Stato a lla Marina, ammiraglio Sparzani. A sostituir('. il mi• · nistro Butfarini è stato chiamato il dottor Paolo Zerbino, attualmmte cOfl'lmissario straordinario per i l Piemonte, e a so~tituire l'ammiraglio SparlaiÌi è stato chiamato la medaglia d'oro Bruno Gemelli, attu.1]m{'nte commissario J{'ffAsso· ciazione nazionale combattenti, carica che egli conserva»

23 febbraio. Gargnano, Salò. Alla sera, Mussolini si reca in visita alla salma del sottose,gretario Mazzolini, deceduto in mattinata, nella villa Portesina di Salò.

26 febbraio. Gargnano.' L'Agenzia Stefani comunica: « D a una relazione che il minisuo della Produzione: industriale ha inviato al duce, e che si riferisce al periodo febbraio 194~, risulta che i cOmplessi industriali socializzati, o in corso di socialin:izione, sono settantasei, con un capitale di oltre sei miliardi, per una massa di circa duecentomila oprr.1i. Fra le imprese socia lizzate figurano i più gnndi complessi industriali ital iani, q uali la Fiat, la· Montecatini, la Snia Viscosa, la Macelli, la Falck e altre cli note\'ole importanza ».


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27 FEBBR AIO; 7 MARZO 194~

28 febbra.io. Il ministro Zerbino dirama il seguente ordine ai capiprovind a; « Presi g li ordini superiori, emano le seguenti, tassative disposizioni. I l capo della provincia è il solo respon5abiJ,e politico J ,ell'ordine pubblico noell'ambi10 provinciale. Il (jUestore è il solo responsabile te<nico dell'or<line pubblico nel. !°ambito provinciale. La Guardia nuionale repubblicana, con l'annesso servizio U.P.I., per quanto attiene a operazioni di polizia, dipende perifericamente dal capo della provincia e dal questore. Ness1.1n reputo armato può compiere ope· razion i di polizia quando non vi sia autorizzato, e per ragioni di carattere eccezionale, dagli organi competenti del Governo. Quanto sopra tende a realizzare la universalmente auspicata coordinazione dei servizi di polizia. Sarà proceduto all'arresto immediato di tutti coloro, chiunque essi siano, che risultassero eserciurc aziorii di polizia in contr:1.sto con le disposizioni sopra emanate ...

la Corrùpondenza R~p11hb/icana dirama la nota numero novantaquattco, red atta da Muss(llini (XXXII, 45 3). 1 marzo. Gargnano, Vittoriale degli

italiani.

N el settimo annuale della morte di D 'A nnunzi(), Mussolini ritorna al Vittoriale, dove, fra l'a ltro, pronuncia un'orazione commemorativa ·(XXXll, 155).

2 marzo. Gargnano. Riceve in visita di congedo l'ammiraglio Sparzani, cui dà atto e ri~ conoscimento dell'opera svolta durante un anno per il rafforzamento della Marina repubblicana. Principio di marzo. Gargnano.

Riceve la signora M addalena Mollier (XXXII, 157).

Ha un colloquio con Dinale. 5 marzo. Gargnano. ,d pi::er~o

p~;rz:n;:r~r~~o~tt(x1>;~~,.li~~~/ella

brigata

neramobile.

6 marzo. Gargnano, Brescia. Presso Brescia, tiene rapporto a quattrocento ufficiali della · Guardia .nrizionale repubblicana (XXXII, 162). 7 marzo. Gargnano.

Ha un colloquio con il giornalista Michele Campana. Il sottosegretario Bonomi comunica : « li giorno 3 mano c:1.cciatoci del secondo gruppo caccia, al comando del maggiore pilota Miani, si sono particolanoente distinti in un accanito combatti·


7-12 MARZO 1945

470

mento per la difes.i. dei cieli del Veneto contro una grossa form:1.zione da bombudamento ,nemica !COttata da caccia. Nonostante la prepot\deranu n umerica avversaria, i nostri piloti riusci vano ad abbatttte sei bombardieri e un caccia, pr«ipìtati in territorio controllato, e colpivano ripelutamente altri tre velivoli, che sono da ritenersi prob;ibilmente abbattuti. Inoltre, in questi ultimi giorni, in. aiioni di cui non è stata data ancon notizia., ad opera della caccia e principalmente dell'artiglieria contraerea d ell'Aeronautica, sono stati abbattuti ahri tredici apparecchi nemici. Nel complesso delle azioni tre nostri velivoli sono andati ptrduti ».

9 marzo. Gargnano. Mussolini ha il trentacinquesimo colloquio con Silvest;i. ( JI trentaquatt resimo era avvenuto nel dicembre del 1944). cinq~~ 4~e~~a Rep11bblica11a dirama la nota numero n?vanta-

f;~rr~n

10 marzo. Gargnano. Mussolini ha il trentaseiesimo colloquio con Silvestri. 11 marzo. Gari nana.

Ha il trentasettesimo colloquio con Silvestri. 12 marzo. Gargnano, Desenzano, Ca.stigliane delle Stiviere, Mantova..

Alla mattina, parte in auto verso M imtova per assistere a un'esercitazione a fuoco della brigata nera Mt1rcello T urchetJÌ, prossima a entrare in campo. Poco oltre Dcsenzano, sulla strada di Castiglione delle Stiviere, esce illeso da un mitragliamento aereo compiuto da una coppia di. cacciabombardieri nemici contro la sua automobile e <{Uellc del suo seguito. « Quando la cdccia nnnka t! ha sorpreso - racconterà ~gli stesso a Silvestri il 16 marzo - ho ordmaJo .remplìremenle al mio d{(f/S/a

11;,,~ip:e:,rd~l!a:~;:[Ja ~o:n:.:~: 1:,:~\;p:~;. dte~::::;:,a~;~ i::1~cJ; ~nìficava e.11ere colpìti. Forlunatamente, a poco, ecco una ta.rcina. di li

L'autùra allora ha sJerzato brmtt1menfe e ha condotlo la mauhina a rido110 della cascina. ln q11el mommlo f!.li a,.;rei hanno cominciato a mi-

?:1~'/:;~ 5::~giJ;;c/::. aRf~f~~e f:~fS:"{J° ~=~:~~:'d~1J!e/F.1th?;r~rf~~ capo del Servizio per .la sicurezza personale di Mussolini; i feriti, invece, sono due.

o Ad :i.rcogliere il duce - reca il Curr;ert della Sera del l3 fcbbuio 19H erano, con il segretario del Partito, Pavolini, comandante il Corpo delle brigate nere, il ministro Mezza!oma, il generale p!enipoteni:iario per le Fon.e Armate del Reich in Italia, Wolff, il capo di Staio Maggiore delle brig:1-te nere, Fardud le, il comandante del raggruppamento d elle brigate nere mobili, Riggio, i maggiori Bos, Guil, Bovtrum, il capitano lang, assitme a ·tutte le autorità dviii della provincia e del comune, con i! capo della provincia, Bracci, e il commissario federale, Motta. L'esercitazione a fuoco è stata seguita ùall'on ervatorio <on vivo


471 interesse dal duce e dal seguito ed ha dato una prova di spirito combattivo e dell'ottimo addestramento militate della brigata nera. Q~indi il duce ha tenuto rapporto all'uniti che aveva partecipato a ll'azione, rivolgendo agli uom ini in armi allineati in quadrato e alla popolazione, affollatasi nella località, parole di fervida fede nei destini della Patri:i. 11 discorso, interrotto da frequenti manifestazioni di consenso, i!: stato da ultimo salutato da una schietta manifestazione di entusiasmo. Prima di ]asciare la ci llà, il d uce ha presenziato all'inaugurazione della Cooperativa comunale fra lavoratori, vi~itando successivamente, guidato dal pode-stà, i;;li uffici del municipio "·

14 marzo, Gargnano,

man1°r::1:1Ji~~c:eved:ffaar;~:~:n~i i~il~~n:ll;r;~fici:,Og!~i~roD~~: manti, e il nuovo presidente .dell'Alleam.a naz10nale delle cooperative, G ino Sequi. 15 ma.rz:o. Gargnano. Presiede la sedicesima riunione del Consig lio dei ministri repubbli•

cono (XXXII, 166).

.

16 marzo. Gargnano. Riceve una commissione di agricoltori (XXXII, 167). Ha il trentottesimo colloquio con Silvestri. La stampa della Repubblica reca : « Sedino, 14 mano. Nel settore bell iCO italiano, le form:n:ioni della Luftwa/fi hanno conseguito successi di rilievo, in stretta e cameratesca collaborazione con cacciatori italiani, nella difesa in Alta Italia rootro bombardieri alleati incursoci. Il s ruppo da caccia itali:ino ha abbattuto, in trent.atrt azioni, quarantasette bombardieri :ing loame-ricani, dannegsiandone Vffltinove » .

17 marzo. Gargnano.

Riceve

M ussolini ha il trentanovesimo colloquio con Silvestri. don Pancino.

Riz!a~1t;aal~~~l~~r:~~o!::fse:i~aes~~:;~tl:ia~:*~~~iane1~~r;e;:~~;~ «Duce, <.< sono la mamma <li Stefano Riz.zardi. « Ho app reso con vivissima emozione il conferimc.-nto della medaglia d'oro al mio fig liolo. Gran conforto e g rande fierC"zza è per me vedere riconosciuto e onorato in tal modo il suo sacrificio. Ho appreso anche il v05tro ordine che il battaglione a cui egli appartc.-neva assuma il suo nome. « Duce, « pur aj:,prC"n ando in tutto il suo altissimo valore il significato del vostro gesto, io vi rivolgo una calda preghiera: Jascfate che il battaglioM J.11molù1i continui a chiamarsi col vostro nome. lo sono stata al fronte fra i bersaglieri e so q:uaoto ne siano JC"gni e quanto ne siano fieri. Lasciate'che combatt:ino.. e


17- 27 MARZO 1945

472

che, con l'aiuto di Dio; vincano nel nome vostro, che è il loro vanto e la loro

fona. « Duce, · « oon col mio ma col vostro nome sulle labbra ~ caduto Stefano, e non me ne rammarico, perché io ste!>Sa lo avevo educato a vedere in voi il simbolo vivo ddla Patria. Per quel suo ultimo grido, vi prego, :iccogliete la mia domanda, chè è la sicura interpretazione del d('Si<lcdo di tutti sii uomini <lei M1mo/ini, primo fu tutti il mio figliolo Stefano, che g uardano a voi rome alla luce che li guida sulla via dell'onore e dcliii rinascita. « Dio vi protegga, duce».

18 ma.rzo. Gargnano.

Ha il quarantesimo colloquio con Silvestri. 1 Ji;;;a11Ìa 2~;{~ munero novantasei,

· r;•~;;;;~p~nd~~z:n~~/J,~/,~1Z: red:i.tt3. da Mussolini (XXXII, 457). 19 marzo.

L'ambasciatore Anfuso ~ nominato sottosegretario agli Affari Esteri. 20 marzo. Gargnano, Trimellone. Alla mattina, Mussolini ha il quarantunesimo colloquio con Silvestri. Alla sera, all'isola Trimellone, si abbandona a un soliloquio (XXXII, 168). Il colonnello Gravelli è nominato sottocapo di Stato Maggiore della Guardia nazionale repubblicana. · 21 marzo. Gargnano. Mussolini presiede la diciassettesima riunione del Consiglio dei mi•

niSl~ar1l~~;!~~~~d~!r;~\oW~~io con Silvestri.

.

22 marzo.

Ha il quar~ntatreesimo colloquio con Silvestri. 23 marzo. Gargnano, Bogliaco. Nel pomeriggio, si reca in auto in una località presso Bogliaco, dove si celebra il ventiseiesimo annuale della fondazione dei Fasci. In tale occasione, f_ra l'altro, pronuncia- un discorso .(XXXII, 183.·186). 27 marzo. Gargnano,

Ha il q'uarantaquattresimo "colloquio con Silvestri.


28 MARZO· .4 APRILE 1945

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31 marzo. Ga.rgniLllo. Invia un messaggio al commissario federale Solaro (XXXII, 230). U Quartier generale repubblicano comunica: « Allo scopo di realizzare l'unificnione delle Forze Armate, annunziata nel diScorso di Milano, il duce ha ordinato in dau 3 l marzo che il maresciallo Rodolfo Graziani, nella sua qualità d i capo di Stato Maggiore generale, eserciti nei confronti Jella Guardia nazionale repubblicana e del Corpo delle brigate nere le stesse funzioni di ordinamento, impiego e controllo disciplinare che il maresciallo svolge sulle Forze .Armate d.ell".Esercito, della Marina e dell'Aeronautica. Scopo essenziale t!a conseguire con questa misura è quello di convogliare J°attività di tutte le Forze Armate verso il raggiungimento dti fini militari e politici perseguiti dalla Repubblica sociale italiana, in stretta collaborazione con le Forze Armate dell'alleata Germania ».

I aprile. Gargnano, Vittoriale degli italiani.

Mussolini riceve separatamente il vicesegretario Bonino e il colonnello Gravelli. . . · Accompagnato da Dinale, si reca in auto al Vittoriale, e ha un libero colloquio con .lui, nello studio di D'Annunzio. 2 a.prile. Gargnano.

Ha un lungo colloqu!o con il giovane letterato francese Pierre Pascal. 3 aprile. Gargnano.

Ha il quarantacinquesimo colloquiò con Silvestri. 4 aprile. Ga.rgnano.

Riceve il direttorio nazionale del Partito fascista repubblicano, che gli presenta un ordine del giorno e una d ichiarazione in materia sociale. « Il segretario del Partito - reca il Co,.,.;,r, della Stra del :5 aprile 194:5 ha riferito sui lavori del .direttorio e sui vari punti all'ordine <lei g iorno. Il duce, nel riasswnerne j termini, ha impartito gli ordini al direttorio nazionale per !"azione da svole;cre in questo momento, che trova il Partito più çhe mai pronto e deciso a difendere in armi la rivoluzione sociale che è stata espre5Sa dal fascismo e per la quale migliaia di camicie nere sono eroicamente cadute».

L'ordine del giorno è del seguente tenore: « t) Il direttorio nazionale, vista la situazione di guerra e interna, dichiara che in questa: ora più che m;i.i il fascismo repubblicano, immune da ogni com, promesso e bandit:1 qualsiasi discussione, è intorno al duce e ai suoi ordini un qu:iJu.10 di soldati. Mentre le truppe del Reich 5ono impegnate nella più aspra ~:,ttaglia, conferma l'assoluta feddtà delle nmicie nere alla fraternità ideale con i C:t""!erati nazionalsocialisti e l'alleanu con la Germani:1 e col Giappone. Migliaia di caduti del Partite e uomini di cultura quali Gentile, Ducati, Capelli, _d irigenti governativi e fa$cisti come Manganiello, Ghisellini, Resega, Capanni, Wcnt!er, alti funzion:ui come Seb:istiani, ufficiali e solda ti di tutte le Fori:c Armate, com;111danli e squ~dristi ddle brigate nere, mutilati e grandi mutilati, la~r.ralori,


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4 APRILE 194'.'i

impiegati, contadini, proft-ssionisti, $!udenti, e con loro le cento e cento martiri dei Fasci femminili e del Servizio ausiliario femminile attestano, in una misura omiai impOnente, la continuità inB.essibile di una tradizione di onore che niente può ioterrompere, che nessuno può misconoscere e che n.ppresenta il legame sa.ero fra le g lorie del passato e qudlo che, nonosiante tutto, sarà l'avvenire dell:a patria. « 2) Il direttorio nazionale esprime la solidarietà piena e opei-antc del fascismo repubblicano alle popolazion i che nelrltalia invasa. soffrono e fremono sotto il giogo nemico e particolarmente ai .fascisti che si 5ono messi all'avanguardia del movimento di riscossa, rendendo d ura la vita ai nemici e mantenendo viva, tea le tenebre dell'invasione e del tradimento, la fiamm·a purissioia <li q uella fede che fece grande l'Italia e che, superando ogni avversità di uomini e di fortuna, la riporterà alla grandezza e alla pot..,n;:a. (l 3) Ent.ro il 30 aprile sia ultìinala la integrale mobilitazion<: dei fascisti r"'pubblioni nelle brigate nere smza limitazione di età e di condizioni fisiche o di lavoro. La diversità delle occupazioni eventualmente indisperlsabili per gli · scopi di guerra p uò solo porb re al diverso inquadramento nei reparti perma.nenti o in quelli di secondo impiego <la adunare in caso di emergenza. Nella presente situnione, ogni fascista rcpubblkano ha il dovere e il diritto di por· tare un'arma. Chiunque non corrisponda a qu..,Sto dovere e non esercita questo diriuo è considerato disertore dei nostri ranghi. I commissari f~erali e comandanti di brigata nera hanno ricevuto dal segretario del Partito le debite istru· zioni: qualunque evenienza non ci troverà impreparati. « 4) li direttorio naiionale ha preso atto delle riunioni tenutesi sotto la presidenza del segretario del Partito con la partecipazione dei ministri dei dica• steri so_ciali ed economici, dei dirigenti nazionali della Confederazione generale e dei maggiori .istituti in campo sodale, nonché dei vicesegretari e dei delegati reg ionali. del Partito. In reL1zione all'ordine del giorno dd Coruiglio dei minislri del 21 marzo, in tali riunioni è stato esamituto lo sviluppo raggiunto nel· l'alluazione del programma sociale del fascismo repubblicano e sono stati risolti i prindpali problemi relativi all"ulteriore attuazione in corso. 'Tutto ciò è stato consacrato in una dichiarazione, che, ispirata alle fonti del pensiero e dell'azione di Mussolini, diviene ìmpegnati,·a p« i fascisti repubblicani nella interpr~aziooe e integrazione del programma di Verona e ùell'indiri:n:o della sua realiz.zazione ».

Il testo del la dichiarazione è H seguente: , Premessa. - t necessario che il programma sociale di v . .rona sia sempre tenuto presente nella sua interezza, senza falsarlo con ~agerazioni parziali o con pirziali omissioni. I postulati del fascismo repubblicano pongono determinati limiti al diritto di proprietà, a[J"inizìativa privata, all"impicgo del capitale. Tali limiti non costituiscono, però, in alcun modo, un'abolizione o una sconfessione <li queste tre Oeccssarie .realtà economiche e umane. Sono da avversare decisamente tanto gli sbandamenti verso il collettivismo bolscevico, q uanto i tentativi plutocratici di sopravvivenza attrav..,rso il compromesso. Il sistema sociale fascista non nppr..,sento. una via di mezzo tra. la conservazione capitalistica e il comu• nismo. t un sistema nuovo e a sé stante, il quale non si ferma al <li q ua del comun ismo, sibbene lo supera, cosl come supera la società capitalistica. Eventuali tendenze al colletti vismo bolscevico non costituirebbero affatto un estremismo dinamico rispetto .:il programma sociale <lei fascismo repubblicano; costi· tuirrl>bero invece un richiamo reazionario verso forme di supercnpitalismo statale, quali quelle bolsceviche, che la nostra rivoluzione considera altrettanto sorpassate qu:in10 una. società che §i b35Ì sul]:,. conservazione borghe~e.


4 APRILE 1945

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limiti della proprieti e del capitale. - li punlo dieci del manifesto di Verona stabi]jsce la garanzia. dello Stato per la proprietà privata "frutto del la· voro e del risparmio individuale, integrazione della personalità umana". Il Jj. mite di tale proprietà, a parte i conllni segnati dalla tndizione giuridica romana e dalle IC"ggi vigenti, è determinato dallo stesso punto dieci, laddove è detto che la proprietil privata non deve " diventare <lisintegratrice ddla penonalità fisica C' morale di altri uomini attraverso lo sfrutbmento del loro lavoro ". Noi consideriamo che tale sfruttamento si verifìca allon:hé l'azien<la non sfa socialixzata. Altro limite di carattere generale è quello segnato dal punto nove, che fa del lavoro (manuale, tecnico, intellettuale) la ba.se della Repubblica sociale e il suo oggetto primario. Il capitale diviene secondario rispetto al lavoro, diviene un suo strumento e non viceversa., affluisce come una necessaria circola. 2ione entro gli organismi di lavoro, che sono le aziende. t funzione dello Stato sociale la manovra <lei capitali in affiusso alle casse pubbliche, affinché essi tor. nino in congrua misura a vivificare l'economia produttiva. Il limite dimensionale alla proprietà e al capitale è posto attraverso la limiu2ione del reddito derivante dalla socializzazione delle gestioni aziendali e attraverso la tassa progres. stva sul reddito, che, insieme con [;1 tassa sulla successione e con la forma di risparmio obbliglltOrio, deve costituire uno dei capisaldi della politica finanziaria della Repubblica. Infine il punto undici indica come appartenga alla sfera d"azione propria dello Stato tutto ciò che nell'economia nazionale " per dimensioni o funzioni esca dall'interesse singolo per entrare nell'interesse collettivo " . ,: Industria. - la legge suJla socializzazione, a parte i perfezi~namenti che l'esperienza possa suggerire, costituisce gil la realizzazione del nostro sistema nel campo industriale. Applicata con i decreti precedenti e con quelli da promulgarsi entro il 2 1 aprile 1945, XXlll, a tutte le aziende g randi e medie, essa, in seguito, si estenderà. ad ogni azienda, qualunque sia il ce.pitale e il numero clei Javo,atori, escluse le aziende a carattere artigiano e familiare. « Agricoltura. - la sociali22a2ione delle gestioni è da attuarsi anche nel campo agricolo per quelle aziende i cui dipendenti siano attualmente nella situazione di salariato. Eguale criterio deve grad ualmente presiedere al perfezionamento e all'aggiornamento della m'2zadria e delle forme analoghe, portando fra l'altro ad una magsiore partC'cipazione del mezzadro nella gestione dell'azienda, e ciò senza snaturare if fondamentale carattere di tali tipici esempi di lavoro associato. Tendenza costante sarà di tra.sformare il bracciante in lavoratore associato e questi, ogni volta che ciò riesca compatibile con i fini generi.li del pro· g resso ag ricolo, in piccolo proprietario. « Credito. - le banche di interesse nazionale e gli istituti di credito di d iritto pubblico saranno sti.tiznti. « Commercio. - Nei settori che toccano le necessità vitali àel popolo (:illmentazione, abbiglìame-nto e ca.se dei lavorntori), il commercio privato viene sostituito àalla cooperazio ne. - Organina.zione sinàacale. - 1a Confedt razione unica, lungi àaU'appeS:Jntirsi in un apparato burocratico di uffici econom ici, deve essere soprattutto la grande associazione dei produttori, i quali for mano i pmpri sindacati e ne vivono la vita trovandovi il mezzo della propria rappr~tanza ai fini della politia economica, no nché l'ambiente idonl!O per la propria elevazione professi0nale, culturale e materiale. Vengono perciò cooservati dalla Confederazione, sotto i_l controllo _del ministero del Lavoro, tutti gli enti d i asSi\tema; mutua!i1à, cultura professionale e tt'cnica già dipendenti dalle confrderazioni disciolte. Anche l'Opeu nazionale Dopolavoro viene attribuita alla competenza organizzativa della Confedera2ione. Sono aboliti tutti quegli enti che rappresentano i propriet~ri e o!<


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4-13 APRILI! 194~

le proprietà in quanto tali, come I' Associuione fra le società per azioni o quella della ptoiu-ietà edilizia, anacronistiche nel nuovo ordinamento, esclusivamente basato sulle forze del lavoro, siano ~se di d irigenza, tCi'.IUche o manuali; di altri tnti e uffici la soi,pres:sionc app,.re opportuna . in sede di revisione per un critt rio gcnuale di ~mplificazione, di snellimento e talvolta di adeguamento ~J un nuovo ordine sociale. Gli altri ffiti economici specificatamente creati per il reJ>('rimento, l'approvvigionamento e la distribuzione, vengono di regola assorbiti dai rispettivi uffici dei ministeri economici. « Corporazioni. - Quando la legge sull'ordinamento corporativo completéd: !a nuova costruzione delrttonomia nazionale, le corporazioni dovranno poui come istituti legislativo e normativo e perciò distinti tanto dai sindacati e dalla loro Conrederazione, ai q uali spetta reiencazione dei componenti le corporazion i, qu.1.nto d ag li organi di Governo che agiscono i.n via eseçutiva e amministrativa. Nella fase tr:msitoria precedente all'entrata in vigore della corporzzione, operano gli appositi comitati di settorC", espressi dai sindacati · nazionali di categoria C' funzionanti sotto le direttive dei 111iniste ri economici per la p:1.rte produttiva e dd ministero del lavoro per la parte sociale. , Pubblici lavoratori. - L'Associazione generale dipendenti da· pubbliche amministrazioni i: formata da tutti coloro che appartengono ai servizi istituzionali dello Stato, salvo naturalmente gli appartenenti alle Fou.e Armale, mentre t utti i di p,ndentì dalle azi,nde industriali di gestione statale, compresi le f erro\·ie, · le poste e i telegrafi, i monopoli, formano sindacati entro la Confederazione. « Case ai lavoratori. -- Per la pros«uzioneo degli studi e dei provvedimffiti relativi all'attuazione integrale del punto quindici dd manifesto di Verona sul diritto del lavoratore alla proprietà della casa, si prende atto <lella formazione, per d«isione del duce, di un Comitato permanente, CO'itituito dal segretario del Parlito e dai ministri del Lavoro, d ella Produzione industriale, delle Finanze, della Giustizia e dei Lavori pubblici » .

7 aprile. Gargnano. 1'.fossolini, riceve la scrittrice Pia Reggidorj Corti. 9 aprile,

La Corrùpondenza ReptJbblh ana dirama la nota numero novanta• sette (XXXII, 4)8). 12 ·aprile. Gargnano. Mussolini invia una lettera al podest.i di Bologna (2 55) e una al «camerata» Mugnone (XXXII, 21 2). 13 a prile. Gargna.no.

Ordina di predisporre il necessario per il proprio tràsferimento a Milano, da tempo previsto e ormai deciso. Riceve il sottosegretario Pini. L'Agenzia Srefani comunica: oc l l due, ha ricevuto in questi u!timi giorni i capi delle provincie di Asti, Torino, Novara, Ferrara, Parma, Bologn:i, Sondrio e Reggio Emilia ».


14·20 APRILE 194~

477

14 aprile. Gargnano. Davanti a Mussolini, pre~nti varie autorità politiche e trlilitari ita· liane e tedesche, il ministro Pavolini illustra i provvedimenti assunti e da assumere per approntare la ridotta alpina d i ultima difesa in Valtellina. 15 aprile. Gargnano. M ussolini ha il quarantaseiesimo colloquio con Silvestri. Riceve il _cappellano militare padre Eusebio.

16 a.prile. Gargnano. Presiede la diciot tesima e ultima riunione del Consiglio dei ministri repubblicano, durante la quale viene esaminata l'opporlunità di avviare in Svizzera le famiglie dei ministri e dei maggiori ferarchi, in

~~~i~~1l~~r1s:~:~~~~ :a~if!~{id::;ttr~~;s~V:t:t~~h~ra:rJ:i~stm a 17 aprile. Gargnano.

Ha una conversazione con la Sorella Edvige. 18 aprile. Gargnano, Milano.

Rice\-'C il prefetto a disposizione Nicoletti (XXXII, 186). Nel tardo pomeriggio, accompagnato d al suo seguito, si trasferisce in auto a Milano, dove si installa nelle sale del primo piano di palazzo M~nforte, riservategli dalla refcttura. dirama la nota numero novantotto, rcda7ta

~:'1t1u::irit(:4~i1,b~6;~

19 aprile. Milano.

Mussolini riceve il maresciallo"Graziani, il ministro Pavolini, il capoprovincia Bassi e alcuni fra i più stretti collaboratori. 20 aprile. Milano. Siccome le notizie segnalano che Bologna è ormai investita dalle armate nemiche, .a lla mattma Mussolini dispone la smobilitazione deg li uffici staccati dei vari ministeri, ancora sparsi in diverse provincie, e il concentramento in Milano dei soli funziona ri indispensabili al disbrigo dei ;na:lr:arvt~o~~\~:!~i~ }:t~:ieil~ : e~;o nizioni di riserva.

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~i!~!ìi~~:tGia:G~~t:O~~b~(~xxu, 190).


478

21-2) ,\PRILE 1945

21 aprile, ..Milano, Riceve, fra gli altri, il generale O nori o Onori, comandante le forze fasciste già in parte co1;1 cent rate in Valtellina, e il colonnello, G ravclli. 22 aprile, Milano

Alla mattina, pada ai fascisti milanesi, della provincia e a quelli pro fughi (XXXII, 201). Riceve varie persone. Alla sera, ha il quarantasettesimo colloquio con Silvestri, cui detta la famosa, nota proposta per la trasmissione dei poteri alle forze partigiane repubblicane socialiste. . La Corrispondenza Rep11bhlicant1 dirama la nota numero novantanove, redatta. da Mussolini (XXXII, _462). 23 aprile. Milano,

Mussolini riceve il minist ro Romano, il sottosegretario Pini, la medaglia d'oro Borsani, Roberto Farinacci, il vicesegretario Bonino, al quale conferma che andrà in Valtellina. Ha il quarantottesimo colloquio con Silvestri. N el tardo pomeriggio parla a tutti gli ufficiali deJla G uardia nazio· nale repubblicana presenti in città ( XXXII, 202).

24 aprile. Milano.

t.!l~r:,a;~ina~~:ti1ci~aia:ral~~!t~n~~,~~~i~t~ J/~;;~~taild~t;!:~

0 fra sagp;io dei poteri. Riceve moltissime persone. Redige una lettera per il primo ministro inglese, Winston Churchill (XXX!l, 2 12). . H itler invia a M ussolini il seguente tdegramma :

" La lotta per l'esse:re e il non essere ha raggiunto il suo punto culminante. Impiegando grandi masse e materiali, il bolscevismo e il giudaismo si sono im• peg,nati a fondo per riunire sul tenitorio tedesco le loro forze distruttive • I li.ne Ji precipitue nel CllOS il nostro continente. "ruttavia, nel suo spirito di tenace sprezzo della morte, il popolo tedesco e quanti altri sono anima ti dai medesimi sentimenti, si scaglieranno alla riscossa, per quanto d ura sia la lotta, e con il loro imparesgillbile eroismo faranno mutare il corso della guerra in questo mo· mento storico in cui si decidono le sorti dell'Europa per i secoli avvenire » .

25 a.prilc. Mila.no, Como. Alla mattina, Mussolini r iceve molti visitatori, oltre ministri e fun. zionarì. • H a il cinquant~simo coltoquio con Silvestri. che %e\r~~; : r~~!~~h~ud:n~il:n~othaa~~uonid;~ ~~oaf; ì:;~r ;jJ; cardinale Schuster, chiudendosi nelle loro caserme, e che la

:r~fnd~t

capit?la-


25·27 APRILE . 1945

479

j!~~~l.~roe~=~= ~:n~ ffo;r~~ t~:;btli~~n~~a1;;e!tl: i~r~~~f~:u~~t~ 1fa rdj~ sporre la sua partenza alla volta di Como, prima tappa per la Valtellina. fattivf~~dt: 2~rs2iu~~. ddo!~~~~p~~~is;t:to~a /~tic:~~soi~e, p~=r~~t!~; dal capoprovincia Celio. 26 aprile. Como, Menaggio, Grandola.

Verso le una di notte, invia una lettera alla moglie (XXXII, 2 13). J..lle 3, lascia Como in auto e raggiunge Menaggio, dove è ospite nella villa del vicefederale CasteUi. J..lla mattina, per to ..Jiersi dal contatto della popolazione di Menaggio e del traffico sul fungolaa:o, si avvia assieme ai suoi verso Gran• dola, su per la valle laterafe dt Porlezza. }i Grandola, _i convenuti si ra~col,gono attorno alla viJletta-albergo Miravalle, adibita a caserma della M1fo.1a Confinaria, dove consumano il rancio. Dol::i il quale, vengono 1 0 i~~:~~n~ : · J~d~otlzI'eri:l1·~~~~~iat~a~;~i~~. \ ~s~~~ez?i~ecrr~~~~i~! data e Ja legislazione della Repubblica sociale è stata abrogata. Alla sera, ·yer sicurezza, viene deciso il ritorno di tutti <la Grandola ~1 n:i1~v~~s:~ ~a n!r~~~r:~!oc~~t:~:t!tf8~~: mune una modesta cena. Al termine, Mussolini conversa con qualcuno dei presenti; qu.indi, prima· di gettarsi su una branda, invia a Claretta Petacci, che sa vicina, una. lung:::t, concitata lettera per indurla a salvarsi, a non seguirlo oltre.

iJ~~%i~.I

~~I:: &~f~:~za

fJ:1 aprile. Menaggio, Musso, Dongo, Germasino.

Alle 5.15, parte per la Valtellina in l~ta a una colonna italo.tedesca, che però, verso le 7, al termine del paese di Musso, viene fermata da uno sbarramento partigiano. Seguono episodi ormai notissimi, e cioè le trattative fra i tedeschi e i partigiani, il travestimento di Mussolini, la sua scoperta e la sua cattura sulla piazza di Dongo, il fermo dei miniS!~~i J~e::::~.ea~~~uft~~I'~a;Si ~~;::~:i~~\t~~olini viene condotto nel municipio di Dongo, in una lunga camerata del 1;>ianterreno, a sinistra dell'ingresso. Il sindaco e gli altri accompagnaton lo circondano e lo pressano di domande e di recriminazioni. Circa le 23, il Comando partigiano, non stimando sufficentemente 3

~~;;: ~~J:r~::r:!~tad1efi:igt:;:Jfa dP~i!:~z~

Ji i::!~\~:, i~i::ì~

3;J;~

r;~seè a;:~ai~to,;~!!~n~ol~;t·,;m~~lunetec~i!ll~e:e~~e~:nt~i Antonio Spadea, e rinchiuso in una stanzetta con sbarre alla ~estra, che funziona da prigione, GJi viene offerta una cena e chiesto un attestato del buon trattamento ricevuto lassù. Allora, su un fogiietto, scrive in inchiostro con nervosa calligrafia: « La cin9.1um1ad11e.ritm: britala ia·

ribaldina mi ha r:aJturaJc o;,Ki venerdì 27 afm le .rulla piana di Don?,o. li trai/amento ,natomi dt11a11te e do.P..O la ca/tura è flato corretto. M11uo-


27-28 APRILE 1945

480,

lini >>. (Tale autografo è considerato, almeno fino a questo momento,

l"ultimo sno scritto in senso assoluto). 28 aprile, Germasino, Azzano, Bonzanigo, Giulino di Meuegra.. Circa le una di notte, mentre dorme in branda ne!la piccola stanza della casermetta di Germasino, viene svegliato, fatto alzare e avvertito che

~~~lfe~\ae~~~~a &~!~re~ ~~'f :J~~~~~t:n~iin°di~~

'ir:~~0~~1l~r~:~~~

dalla collina verso il lago, ed è incontrata, al ponte del torrenfe Albano, da un'altra, sulla quale si trova anche Claretta Petacci, che ha voluto essere ricongiunta a lui. Nel buio, tutti discendono; cosl i due prigio. nicri si incontrano. Poi il viaggio è ripreso e le due macchine giungono infine ad Azzano, donde tutti salgon? a piedi uno scosceso sentiero, che

:~J~idG~:c~lmv~c~nt~a~: d~~J;,z:~~':°~i~~!::i,si;:c:v~od~~;a;d ~~ph~~; Mussolini e la P etacci in una squallida stanza da ktto all'ultimo piano. Sono le 3.30. .. I prigionieri sono vigilati tutta la notte da. due partigiani, rimasti

fu/

1 1le ·tuoni. ~joe~!::~~~ iu!n~::!~~~~ da~1~n!1 ~r:~~ ~:fc~:~ r~: h~~~ad~o~~J;:~ In quella misera stanza, Mussolini si addormenta di un sonno 0

pesé\nte, avvertito dai due custodi. N el Jetto accanto al suo, Ja .Petacci, ag itata, veglia a Jungo e piange prima di assopirsi. 1 se ~er~\~/;t~~!~lc!~t~~~~a~Ji ~~~~~iJ\h~e~~;Je!!, in viso. Su una cassa in funzione di tavolino, viene portato dalla Lia De Maria l'ultimo pasto della loro vita (ma nessuno Jo sa): polenta,latte, pane e salame. l\.fossolini appare calmo. Si affaccia q uindi ali.i finestra per indicare alla Petacci il lago, sul quale scorrono ombre fug genti di nubi, e le montagne dell'opposta riva. Poi ella, stanca, torna a sdraiarsi sul letto, mentre lui, seduto sul suo, presso la finestra, continua a mirare il paesag~io, schiarito dopo il temp9rale della notte. Alle sedici, i prigionieri sono condotti a basso, fuori della casa Dc Maria. Percorrono a piedi, uno vicino ::tll'altro (lei col volto bagnato di lacrime, lui impassibile, come d i pietra, lo sguardo vago di cht più nulla spera e .da t em~ ha scontat~ l.'o~a mortai~ ormai giu!'}ta), ~a ri pida stradetta selciata, chmsa fra munccmli e vecchie case; poi, a sinistra, un tratto più largo della via centrale di Bonzanigo, e fiiungono sotto uno

1

~~r~t~~

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0 1

1~a~~:s:,rs~Jft~:~:· 3

\~ac~;~hfia ~o~t~Jj~~:h:\,:~i capipartigiani. L'auto è avviata lentamente per le svolte in discesa verso la prossima località di Giulino di Mezzegra. G iunti in vista del lago, presso il cancello un po' arretrato della villa Belmonte, luogo solitario e perciò già in precedenza considerato adatto alla bisogna, 13: macchina viene fermata e tutti ne discendono. La villa è abitata dall'ingegner Nardo Bellini, pensionato delle Ferrovie, e dai suoi; e costoro, in quel momento, s, trovano sulla terrazza. Con aspro grido, uno dei capipartigiani int ima loro di ritirarsi. Impressionati, i Bellini obbediscono a precipizio. Pochi attimi dopo, Mussolini e la Petacci cadono, abbattuti dal tiro partigiano. Sono Je 16.10.


INDICE DEI N OMI A Abe, l'ammiraglio, 452. Abeti Otto, 182. . Absburgo, Otto di, 106, 1;)3. Absburgo, la d inastia degli, 67, 106, 108. A.dun"14, 23. Agnoli Mario , 2s,. 476. Albenga, il comandante, 17. Albcrti Mario, 306, 31.3, Alberto I, te d el Belgio, 3::>4, 370. Aldrovandi Marescotti Luigi, 261. Alessandro I, re dei serbi, croati e sloveni, 3H , 3'iR, 368, 372, 373, 383. AICS5and ro, lo zar, 146 . Ak ssi Rino, 244. A lt'lr.'.ander H arold, 438. Al6eri Dino, 173. Alfonso XIII, re di Spagna, 370, :n t. Alighier.i Dante,. n. Alvear, Marcelo de, 257. Amadio Se<"Ondo, 467. Amicucci Ermanno, 394. Amstrong, l'industriale, 32. Anfuso Filippo, 402, 430, 472. Angiolillo Michele, 7. J.115aldo Giovanni, l' industriale, 32. Aotonescu Ion, 185. Antonievié Voislav, 74, 227, 300, 304, 305, 311, 312, 319, 350, 356, 363, 364. Ardìgò Roberto, 27. Ardita, 224. Ad otta Mario, 297. Aipioati Leandro, 234, 404. Assi.1.1 il princi~ d', 08. Attil.t, 4. Attolico Bern.ardo, 143, '247, 291, 334,

3-11. 3J,-x:1xv.

A.11dada, 256, 379. A vang11ard;a (I.'), 1, 23.

A11ang11drdia So(ialista, 204.

A v<1n1i!, 22, n , H, 44, ·U , 47, 48, 49, 52, H , 55, 56, 58, 69, 209. Avv, nirt , 204. Avvtni r6 (l') dt l U voflllort (Svizzc· ra), 5, 6, 9, 204. A vi·enire (L') d el Lavoratore di Trento, 10, 11.

B Badoglio Pietro, 247, 251, 43 1, 438. Bai A lessandro, 467. Balcunin Michele, 31. Balbo Italo, 162. Balducci, il dottor, 407. Balisti Fulvio, 409, 4n. nardi Gino, 409. llarracu Francesco Maria, 4.02; 450, 458, 462. Barrère Camille, 261, 270. Bauglia Nino Saverio, 4'2. Bu ile Urlo, 438. Bassi Ernesto, 467. lla5sj Mario, 458, 46o, 477. Ba/taglie del M ezzogiorno, 305. Battisti Cesare, 209. Baumberger, il dottor, 42, 4 3, Bava-Beccaris Fiorenzo, 3, 8. Baylon G iuseppe, 446. Beck Joseph, 133, 14-5. Bellini N a.rdo, 480. Bellini, la famig lia, 480. Baiedctto XV ( vedi D ella Chiesa G iacomo). Bcrg mann Karl, 278. Dernhardi, Friedrìch von, 41.


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I NDICE DEI NOMI

Bertoni Luigi, :,.

Bethlen di Bethlen Stefano, 120, 121, 236, 237.

Durgo, l'industriale, 449. Burian, Stefan.o von, } 2. Buti Gino, 306, 313.

.Bethmann.Hollv.•eg, TeolxiMo von, 41,

:n,61. Bctrone, r attore, 395. Bianchi Michele, 330. Biggini Carlo Alberto, 2,,, 402, 437, 4 50 , Billia, il Jeput:1.to, 81.

Bismarck , Otto vori, 77, 78, 8 1. Biçsolati Leonida, 31, 6o, 221. Blanqui Augusto, 31. Blum léon, 93, 98, 101. Bod1tro Emilio, 382. BÒhr, il maresciallo, 463. Bompinni Valentino, 449. Bonaparte Napolèone, 67. Bonin Longare Lelio, 72, 73.

Benino Antonio, 453, 45:,, 462, 4n, 478.

Bonomi Rugscro, 455, 469. Bonsembiante, il capitano, 327. Bom crvizi Nicola (Beaufort), VII. Borghese Valerio Junio, 404, 462. Bo, gheu (Il) , 244 Bors.an i Carlo, 4 19,425, 450, 4n, 459, 461, 478. Bos, il maggiore, 470. Bosc Subhas Chandra, 407. ~lii Paolo, 68.

Bottai Giuseppe, 2H. Botto Carlo, 402, 403, 417, 12,. Bover um, il maggiore, 4 70. Bra.ci, il c.1.poprovincia, 470. BranJès ·Giorgio, 90. Dranting Karl Hjalmar, 29L Bratianu Vintila, 237. Bre:sci Gaeta.no, 7. Bresciani Italo, 207, 209, 210, 238, 2'6, 27', 277,307,394. Briard, il generale, 79. Brog lia Enrico, 461. Brunclli Um~rto, VI, 44. Brusati Ugo, 51. Buffarioi Guidi Guido, 402, 4 03, 406. 407, 4 16, 420, ,132; 441, 468. . Bullitt W illiam, 145. BUlow, lkrnard von, 37, 50, H, 59.

B,mJ,H. Burck.ha[dt, il p rofessor, 91.

e Cabella Gian Gaetano, 436, 477. Caboara Lorenzo, 467. · Cadoma Luigi, ~4, 62, 218. Uldringher• Remo, 416. Cactani di Sermoneta Gelasio, 282, 286, 290, 314, 315, 324, 340, 370. Cairoli Benedetto, 77, 79, 80, 81. Calvino Gio\'anni, 9. Campana Michele, 469. Campioni Jnigo, 4H, 4n. CanarisWil helm, 192. Ca11dida, 240,241, 242, 2)3, 254. Canevari Emilio, 407. Capanni Italo, 473. Capelli Ather, 428, 473. Capodivacca. Giovanni (Capo). VII. Capr oni, i fratelli, 66. Ca.racciolo di Castagneto Gaetano, 236. Carafa, i~ senatore, 50. Carlo I, imperatore d'Austria, l'H. Carnazzi Cesuc Augusto, 420. CasaliniGiulio, 48. Casalinuovo Vito, 462, 46-i. Casati Alcssao<lro, 303. Castelli Emilio, 479. Castelli Michele, 256, 327, 328. Catastini V ., 238,334. Cccii di Chelwòod Edgar Algernon Ro· bert Gascoyne, 353, .355. Celio Rcn~to, 479. Cerrato, il generale, 464. Cerri Pietro, 467. Cerruti Eugenio, 42 1, 45 1. Ccsarotti Giuseppe, 470. Ceschina, l'editore, 449. Olamberlain Neville, 12'.i, 128, 129, 130, 131,132,133,134, 13:;; 1ao. Chauvet Costanzo, ,a. Chen Kung-Po, 116. Chiang Kai-Shek, 116. Child Washbwn Richard, 233. Chimirri, il senatore, 51. Chiot Giuseppe, 4 19.. / Chiurco Giorgio Alberto, 67, 460.


483

INDICE DEI NOMt

Churchill Winston, 478. · Cianetti Tullio, 418. Ciano Carolina, 418. Ci.uio GaJelZZO, V, 92, 93, 96, 102, 105, 106, 112, 114, ll 5, 116, 122, 123, 124, 128, 131, 137, 138, 139, 140, 1'13, 149, 1,3, 1,4, 164, 166, 171, 173, 174, 177, 178, 182, 187, 188, 192, 201, 2<16, 248, 253, 401, 402, 418. Ciardi Livio, 327. Ciccotti France5co, 4 4, 45, 53. Ciè"erin ~rgij Vasill'viè", 88, 89. Cione Edlllondo, 2S4, 455, 467. Cipolla Arnaldo, 333. Cipriani Amilcare, 48. Civi/JilF,miJta, 436. Clemenc~u Georges, 69. Clodius Ca rlo, 143; 144, J 59. c oc~ni B,uno, 418. Colombi, il marchese, 37. Colombo Fnnco, 45 I, 4,8, 459, -160, . 462,471, 472. Compie Augusto, 25. Conrordia (La) , 59. Confucio, 26. Contarini Salvatore, 229, 30·1, 308, 320, 370. Conti Rossini Carlo, 271. Corriere della Sera, 2 10, '108, 422, 424, 4 41, 449, 451, 4B, 458, 460, 462, 467,470, 4.73. Corrisponduza Rep11bblirana, l"agem:ia, 403, 404, 405, 407, 408, 412, 4 14, 415, 416, 417, 41R, 419, 420, 421, 422, 423, 424, 426, 427. 428, 429, 430, ,Ot, ,02, 433, 434, 43'5, 436, 437, 4}8, 440, 443, 444, 445, 446, 4'50, 4'51, 452, 4.S3. 454,455,456, 462, 463, 464, 465, 468, 469, 470, 472, 476, 477, 478. Corsaro (pseudonimo dì Benito MussoliÌli), VU, 36, 37, 38, 39, 40, 56. Cosmin P iero 253, 427. Costa Vincenzo, 457, 4:;8, 459, 460, 477. Cotucci, i l conte, '1. Crespi, i fratelli, 4'19. Crispi. Francesco, 8 1. Crilira Fa.uisltir, 233. Critici, Sodale, 22, 48, 56.

Croisier, il socialista, 5. Cretti, il capitano medico, 463. Crowe Eyre A., 276, 279, 283, 388, 391. Csiky Stefano, 248. Cucco A lfredo, 424, 4'58. Cugnolio Modesto, 45, 46, '18. C1111eo ( Il), 11. C urigi Giovanrii, '133. Cuno W ilhelm, 284, 287, 308. Curcio Cado, V. Cunon of Kedbton George Nathaniel, 2'57, 260, 261, 262, 263, 26'1, 26'5, 266, 267, 269, 270, 271, 293, 302, 303, 306, 309, 311, 31 5, 320, 322, 323, 324, 325, 327, 328, 349, 366, 373, 375, 377, 378, 379, 380, 381, 382,384,385.

D Daily Meri/, 10 3. D ainelli Giotto, 4n. D aladier Edouard, 12', 132. DalrOrto Giovaririì, '163. D alsc:r Ida Irene:, 218. D"Amelio Mariano, 274, 276, 367. D amiani, il deputato, 79, 80. Danesi Angelo Fortunato, 213, 220. Danesi Dino, 220. D 'Annunzio Gabric:k, 69, 70, 224, 258, 327, 389, 395, 424, 469, 473. D"Arieozo Enrico, 337. Dario $ ., 205. Dadan Gian Francesco, 194. D artige du Fournct Loui5, 34<1. D e Benedetti, il generale, 8. De Bono Emilio, 418. De Bosdari .Alessandro, 285 , 287, 321 , 322, 323,324,325. D e Facendis Domenico, 319. D e Falco Giusep~ (Cencio Rono, I.A Cilmna), VI, VII. D e Gau lle Char!es, 176, 182, 184, 187, 189. Degrelle Uon, 110. Della Chiesa G iacomo (~nedetto XV},

VI. D e Maria Giacomo, 480.

De Maria Lia, 480.


484

1

INDICE l>EI NOMI

De Maria, il gìornalfata, 58. D e Marlino- Giacomo, 259, 260, 261. D emleitner, il maggiore, 44 1.

De PauJi Attanasio, 2'6. Depoli Attilio, 363. De Pourta.141:s Guido, 89.

Depret is Agost ino, 81. De Stefani Alberto, 232, 238. De Vecchi Cesare Maria, 394. Dc Vita Raffaele, 337. ' Diamanti Filippo, 413, 471. Dial Armando, 68, 232, 31"1, 339, Di/~1a (l.4), 312. Dinale Ottavio (Filarete, Viritt1), VII,

407, 469, 473. Diot~e, :n. Dolli.n Giovanni, 404, 405, 419, 420, 421,424.

Dollfuss Engdbert, 109. Donatini Salvatore, 204, 205. Donegani Guido, 42'.I.

Dor~ Guido, 210. Drexel-Bìddle, !"ambasciatore, 145.

D rummond Eric, 334, 372. D uca fon, 264,265. Ducati Pericle, 473, Dugoni Enrico, Vl, 45. Durazzo Carlo, 260. Dfogas'.vili Vissarionovié Josef (S1.1lin), 146, 147, 161, 169, 179, 184, 188.

E Eden Robtrto Antonio, 97, 98, 10}. Edoardo .VIII, re d'foghilterra, 94, 151. Edu,az.ioM (L') Se1s11al1, 2:5. Elena, la regina, 233, 358. F.lts Emilio, 3H. El-Kailani Raseid Alì, 417. Eprmt, 224. • Ercole Francesco, 421. Erode, 39. Eusebio, il paJ ce, 477.

F Fabbrici Giovanni, 254, 255, 46}. Fabrizi Carlo, 415. f acchini Eugenio, 420.

Pacduelle, il generale, 470. Falci, Giorgio Emico, 468. Fani Amedeo (Volt), VII. Puina .Amilcare, 452. Farinacci Roberto, 117, 226, 254, 402, 478. Fasciola Arturo, detto Bentdctto, 272. Fiure Paul, 136. Favre Jules, 31. Federzoni Luigi, 226. Fera Fn,nCcsco Saverio, 20. Fcrrasis Dante, 55. Fecrer Francisco, 32, 41. Ferrini Ferruccio, 4o6, 423. Fiaschi, il generale, 441. Fino Dario, 90. Finzi Aldo, 390. Florio Federico Guglielmo, 225, 226, 227, 230, 2!16. Florio M a.ria, 225, 227, 230. Flnrio .Maria Luisa, 22:5, 227, 230, 286. Fogazzaro .Antonio, 24. Forster, il Gauleiter, 146. Forzano Gioacthìno, 395. Fovel Mas:,imo, 23. Franccschini An tonio, 395. Francesco I, principe di Liechteristein, 108. France.~o Giuseppe, ,11, 54, 2 18. Franco y Bahamonte Francisco, 98, 101, 112, 117, 118, 119, 121, 128, 129, 131, 177, ] 81, 184, 186, 187, 188, 190, 191, 192, 193, 194, 195, 199. 246, 248, 249; 2.50, 2H, 252, 253, 3$17. Fran~ois-Poncet André, 18 1. Frank H ans, 92, 93, si,. Fr11nli.furte, Z t iflmg, GO. Frassati Alfredo, 58, )9, 259. Frauini, il tenente coloonello, 441. Freisz, il medico, 42. Punk Walther, 247. Fusoni Antonio, 9.

G Ga!encu Gregorio, 171'. Gai Giulio, 422. Gai Pietro, '1 2.5. Gai Silvio, 402, 4 32, 449.


485

lNDICE DEI NOMI

GaUi Carlo, 260. Gallino Filippo, 467. Gamba Quirino, 58. Gambara Gastone, 405, 426. Ga11dol6, l'industriale, 419. Garibaldi Giuseppe-, '2. Garroni Camillo, 260, 262, 268, 269, 270, 271, 276, 277, 293, 296. Garzanti Aldo, 449. Gasparri Pi~ro, 370. Ga5l Peter, 90, 91. Gattc-sch i Fondelli Pic-rn, 4!,3. Gatti Ferruccio, 402. Gayda Virginio, I B. Gazutta ( LP) del Popolo, 39'1, '128. Gaz::.ma (LA) di Venezia, 40. Gazzella Tiri11ere, '12, 43, 'Gaz::.ma UffiriR!t d'I1alùr, 430, 4'42 , 4-14. G,uu uin" (1/), 207. · GdalNJin, il bey, 277. Gm11:lli Bruno, 459, 46R. Genovoi1 ( l r), 20'1. Gentile Giov3nni, 232, 234; 413, 429, . 436,473. Gentife.f arino!a, il marchese, 236. Ghisc-llini Iginio, 409, 473. Giardino Gaetano, 363, 386, 389, 390, 393. Gìgurtu Jon, 171, Ì73." Giolitti Giovanni, 59, 61, 68, 210. Gìorgio 11, re di Grecia, 260, 336, 354. G inrgio V, re d'Inghilterra, 26S, 272, 273, 274, 303, 30,, 320, 389. Giornale (Jl) d'Jralifl, 50, H, 109, 153, 207, 242. Giuliani Sandro (Balilla), V II, 394. Giuliano l"Apostata, ). Giuriati G iovanni, 232,348. Gius1i G iu_.:eppe, 12. G ia.ise-Horstrnau, Edmondo von, 104. Goerini:; Hermann, 96, 97, 98, 99, 100, 101, I02, 103, 104, 105, 106, 109, 117, 120, 439. Goeschene n, il ministro, 4. Goga Ouavfo.no, 120. Gombos di J àkfa Julius, 109. Goti Pietro, 42. Gorkij Massimo, 38. Gnttardi Luciano, 418. Graham R.ooald W illiam, 261, 265, 273, 29,, 303, 305, 387.

Grancelli luigi, 379. Grannelli Renato, 22'. Gravelli .Asvero, 461, 472, 473, 478. Graziadei Antonio, 48. Graziani Rodolfo, 398, 402, 403, 404, 405, 413, 416, 418, 4 19, 430, 433, 438, 439, 441, 442, 443, 444, 455, 46), 473, 477. Grazioli Emilio, 450. Grossi Enzo, 404. Guarneri Felice, 244, 245, 246, 247. Guamieri Mario, 5). Guglidmo II Hohenzollern, 4, 39, 41, 60. Guglielmo Hoheniolletn, H Kronprìnz, 6o, 61. ..7uidi Pina, 222. Guit, i l maggiore, 470. Gunnis Demetrios, 336.

H Haas, il maggiore, 4 67. Haasemtein e Vogler, l'agenzia, 206. Halem, von, il console, 457. Halifax Irwin, 128, 130, 131. Hanotaux Gabriel, 35 1, 352, 355, 356. Hartmann, E udiard von, 27. llflvaI, l'agenzia, 261, 293, Hegemann, il g iornalista, 43. Heu io1 Edoardo, 148. H idaka Shinrok uro, 425. H indenburg, Paul von Ikn(ckendo rf und von, 59. Hiranuma Kichiro, 396. H irohito, 416, 4 50, 4%. _H itler Adolf, 92, 93, 94, 97, 1-0 1, 103, 105, 11 2, 113, 114, ll5, 116, 123, 124, 12~. 127, 128, 132, 133, 134, 135, 137, 138, 139, 141, 142, 143, 144, 145, 147, 148, 149, 150, l '.H, 152, 153, 154, 155, 1%, 158, 159, 160, 161, 163, 164, 165, 166, 167, 168, 169, 113, 1n, 116, 178, 119, 1so. 1s1, 182, 183, 184, 18,, 186, 187, 190, 192, 195, 196, 197, 198, 199, 200, 201, 248, 396, 397, 398, 401, 403, 404 406, 407, 409, 416, 417, 429, 4~0, 4~4. 439, 440, 442, 443, 450, 453, 4,6, 457, 478.


486

INDICE DEI -NOMI

H odza Mil.t!J, 107.

Horikiri Zembei, 201, 203, Horthy, Nicolas de, 248. Host Venturi Giovanni, 159. H ughes CharJcs Evans, 306. H unermann, il dottor, 467 . Huntzinger, il grnC'ralE", 179.

Idea (L') Na:ùm.1/e, 32, 40. ImrAfy, Béla de, 122. lna:mJro (L' ), 205. bmet Pasci.i, 265, 297. TtaliaN11ova,226.

J:1culli, il colonnello, 462, 46-1. Jaspar Hcnri , 307, }OR, 309, 31 5.Jaurès J ean, 32. }o.mg Guido, 315, 324, 371.

lang, il capitano, 470. lantini F1muccio, 246. l.4Jim11 (pseudonimo di Benito Musso. lini), 84. Lavai Pietre, 183, 186, 194. Lavoro (Il), 449. Law Andrew Bonar, 270, 272, 273,, 27G, 293, 297, 298, 301, 315, 316. Lanari Costantino, VI, 54, H, I.egn:uii ·Antonio, 402, 406. Legnani, la signora, 4o6. I..eonardi Priamo, 43 5. Leto G uido, 451. I.Jbertà (La), 14. Litvinov Maksim M ahimoviè, 102, 146, U 4. Liverani Augusco, 40<1, 416. LloyJ Geo~ge D aviJ, 69, 30-1. l .o C hen P,mg, ·H 6. Lodi Fè Romano, 27 l. Lokal Ar1zeig~r, 43. Longobardi Erne.~to Cesare, 48. Lorem:ini M ario, 45. UJJJa (La) di ClaJJe, 14, 15, 17, 19, 28. Lowisch, l'ammiraglio, 4n. Luzzatti Luigi, 20.

K Kaganovié M oiseieviè La.naro, 146. Ka imara, il saggio, 26. Kamroeff (vedi Rosenfeld Borisoviè

L('(l(le). Kanin, il principe, 116.

Kant Emmanuel, 41. Kanya. Kaiman de, 122, 123, 124. Katll Tomosaburo, 257. Keitel, W ilhelm von, 182, 430, ,09. Kennedy, l'ambasciatore, 1-1,. Kesselring: Albert, 4 16, 419 , 438, 442, 443, 444,46 5: Kluck, Alexander von, 84. Krupp von Bohlen Gustav, 32. Kiinerm:lon, il dou or, 463.

Koniaki Koiso, 4,o. 456. Korusu Saburo , 203,

L Lag:o Mario, 339. Lamarmora Alfonso, 399.

M Macchioro Vivalba G ino, 334, 33,, 363, 364. M:1cciò, il diplomatico, 80. MacDonald James R:1msay, 386, 387, 388, 389, 391, 393. Machnsen, Hans Georg von, 143 P3, 173. Mackenzic Kìng W iltfam J.yon, 396. M affioli Ugo Osvaldo, 48. Mai.\sa Fdice, 299. Majocchi, il pt0fC'ssor, 459. Majoni G iovarmi Cesare, 258. Mancini E lisabetta, 21~, 216, 217, 2 18, 2 19, 223, M ancini Michele, 2 12,213,214, 2 U , 2 16, 217, 218, 219, 220, 221, 222, 22l, 243. Mancini Pasquale Stanisbo, 77, 8 1, 82,

"·

M:mdni Rosa, 2 19. 1.hncnsn Franco, 452.


487

INDICE DEI NOM I

Manfrl!'d.i Giovanni, 7, 8. Manganiello Raffaele, 450, 4n Manoi lescu Mihail, 171, 173. Manunta Ugo, 427, 467. Maraini Emilio, 5 1. Marchiandi Ernesto, 4U. Marrlli Giuseppe, '165, 46R. Margherita, la rtgina, 3 70. :Maria, la principessa, 106. Maria, regina d'Inghilterra, 303, 305, 320. Maria Teresa, 3 10, 311 . Marinelli G iovanni, 4 18. Marjni Marino, 437. Marino Aldo, 467. Marinotti Franco, 425. Muoni Gian Carln, 424. Marsich Piero, 226. Mane Carlo, 30. Manotlo, l'industriale, 465. Mascherpa Luìgi, 434,4 35. Massati Giuseppe, 79. Massigli Renf, 420. Mattìoli Pasqualini Alessandro, 303. Manini Giuseppe, 52, 89. Mauolini Serafino, 402, 405, 419, 42 1, 425, 430, 439, 464, 468. Mazzoni N ino, 21, 52. Mnzucco Ettore, 303. Mega.re Gaudens, V, 204. Melato Maria, 395. Me lchiori, il generale, 460. M~moire A., 1;7. Meriit\o Libero, 40, 41. Meysenbug, MalviJa di, 89. Meu:asoma frmando, <102, 405, 458, 470. Mezzetti N azzareno, 240. Mezzogiorno (Il), 305. Miani, il maggiore pilota, 469. Milner Alfred, 373,385. Mischi Archimede, 406, 42 1, 426. Molfese Manlio, 440, 454, 455. MolliecMaddalena, 469. Molotov Viacheslav Michaelovic, 184, 186. Mombelli, il gener.1.[e, 262. Montagna Giulio Ces3re, 260, 269, 335, 336, 337, B8, 339, 3<11, 346. 3~3. Mon1agna Renzo, 426, 4'1, 458. Morell Theo, 401, 404.

Morgagni Tullo, 6,, 66. Morgan John Pierpont, 145. Morgari Oddino, 57, )8. Morino, il colonnello, 453. Moroni Edoardo, 402, 416, 422. Morra d i Lavriano, il generale-, 5l. Mosè,28. Motta, il commissario federale, 470. Mugnone, lo ~rittore, 4 76. Murger;il medico, 38. Murri Romolo, 27. Mussolini Alessandro, 443. MUS5olini Anna Maria.. 401. Mussolini Arnaldo, 222, 223, 243, 244. Mussolini Bruno, 443. Mussolini Edda, 211, 2 12, 220, 221, .242, 243,401,403, 405, 416, 433, -438. M ussolini Edvige, 206, 2ll, 212, 213, 214, 215, 216, 217, 218, 219, 220, 221, 222, 223, 224, 225, 234, 239, 241, 242, 243, 244, 256, 261, 403, 440, 445, 477. M ussolini Romano, 242, 401, 424. Mussolini Vito, 404. Mussolini Vittorio, 220, 221, 223, 254, 401. Mussolini Guidi Rachele, 211 , 212, 213, 215, 216, 217, 218, 220, 221, 222 , 223, 242, 243, 401, 479. Mussolini Maltoni Rosa, 204, 205, H 3. Mussolini Rubcrti Gina, 407. Muti Ettore, 423.

N Naine Carlo, S. Nanni Torquato, 234. Nardeschi, il commissario dell'unione lavoratori di Milano, ·460. Nc-grol!o Cambiaso Lai u ro, · 26o, 300, 303, 304, 311, 312, 314, 315, 319, 326. Ne11e Freie Preue, 44, 60. Ne11e Ziirche, Narhrichlen, 42, 43. Neuuth, Konstantin von, 108, 112, 113, 114, 278, 285, 286, 30 6, 307, 308, 323, 324, 325, 392. New Y ork D11ily N eu•1, 163.


INDICE DEI NOM I

488 NicchiardliNicolò,428, 44:5. Niccforo Alfredo, 13. Nicola II, zar di Russia, U.

Nicoleui Gioacchino, 452, 477. N iemeyer Otto, 318, 319, 328, 329. Nieczsche Federico, 89, 90, 91. Ninéi( Mom(ilo, 8 5, 86, 88, 22 7, 228, 264, 26 5, 304, 305, 312, 3 14, 3)7, 361, 382, 383, 390. Nitti Francesco Saverio, 6R, 387. Nogara Bernardo, 276, 279, 297, 298. Nomura Kichisaburo, 203.

o O~r<lan Guglielmo; Vl. Odier, il capo dd dipartimento della giustizia e polizia del cantone d i Ginevra, 201,205.

Ogxi, 2H . Olas Sergio, 418. Onori Onorio, 478. Or.sera Giov~nni, 464. Orlando Vittorio Emanuele, 68. Orsi Delfino, 39-i. Or.si Pietro, 21. Orsini Baroni Luca, 258, 307.

p Pacelli Eugenio (Pio X!!), I B, 163, 250. Pagane!H D ario, 14. Pagnini Cesare, 426. Pagoozzi Coriolano, 452. Palic:-ri Mario, 39,. Pam:ino Giusto, 25}, 420, 42 1, 427, 429, 43 1, 433, 471. Pansa M a rio, 21 1: Pantaleò Paolo, 226. P;intano Edoardo, 226. Panunzio Sergio, 29, 30, 31, 32, 33,

"·

Paoloni Fr.:mcesco, 2H. Parn1ti Francesco, 467. P:ireschi Carlo, 4 18. Pareto Vilfredo, 69.

Pttrola (LtJJ dti Sodn/is,i, 7. Panisani Benito, 6.

Partisani Luigi, 6. Pascal Pierre, 4n. Pasca!i Pasca l, 462, 463. Pa$U Nicola, 88, 227, 228, 3,0, 3'6, 3'7, ;63, 364, 370, 383, 384, 390. Paulucci di Ca!boli Raniero, %6, 368, 371, 376. Paulucri di Gi.lboli Barone Russo Giacomo, 271. Pavesi Gino, 435. Pavo\ini Alessandro, 403, 406,407, 408, 409, 422, 423, 427, 4}2, 440, 441; 444, 449,· 450, 4 H , 45}, 4,s, 460, 46 1, 467, 470, 473, 474, 476, 477. Pell~grini-Giampietro Domenico, 2,3, 2'4, 402, 405, 416, 428, 429, 44 1, 442, 450, 451, 462, 464 , 465, 4f.R, 476. Pellizzari Egidio, 453". Pe rié Ninko, 390. Perogalli, il capitano, 4 , 9. Ferrone Compagni Dino, 22~. Perronc: di San Martino Ferdinan<lo, 76, BR, 339. Pesce Angelo, 30 ~. Petacci Clara, 479, 480. Piuin Hcnry Philippe,' 176, 182, 183, 185, 187, 196, 199. Peti.ili S;1.ndor, 15. PCVerdli Giuseppe, 402. Philiphs William, 140, 164. Piacentini Renato, 3H. PiM a Giova.noi, 207. Pkcinato M ario, 48. Pjngel, l'ingegner, 452. Pini Giorgio, V, 40}, 427, ,i,2, 4B, 456, 460, 476, 478. Pio X ( vedi Sarto Giuseppe). Pio XI ( vedi Ratti Achille). Pio Xll (vedi Pacelli Eugenio). Pirelli Alberto, 306, 313, 328. P irelli Pìcm, 46 5. P isce! Antonio, 207. Pisenti Piero, 407, 425, 449, 476. Piva Gino (Gip!), VII. P izzi Ezio, 455. Piuirani Giuseppe, 44~, 448, 454. Pohl, Ritter van, 45) Poincaré Raymond, 260, 261, 262, 263, 264, 266, 272, 27}, 274, 279, 2W, 282, 284, 288, 2R9, 290, 29}, 294,


INDICE DEI NOMI 296, 297, 299, 327, 330, 331, 332,

·3H, 341, '49, 3,0, 3,1, 352, 3H, .n ,, 356, n1, 366, 367, 385, 388, 392. Politis Nikolaos, 345, 3,3. Popolo (//) di 11.leuaridrùz, 436. Popolo (Il) di R,oma, 91. Popolo ( Il) d'l1a!i.t, VI, 36, 37, 38, 39, 40, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, B, 54, 56, 57, 58, 59, 62, 65, 66, 207, 208, 209, 210, 213, 216, 220, 224, 230, n6, :.ns, 394 Potocld, l'ambascialore, 145. Pramr,olini Camillo, 46,. 47. Pre:ziosi Gabriele, 261, 283, 284, 286, 372. . Preziosi Giovanni, 426. Priza Dragutin, 3o.i. ' Proletario (Il), 20<1. Proli Giovannina, 239. Proli MalYina, 6.

Q Q11adrivio, 117. Q uartieri FerJ inando, 23'), 303, 304.

R Radié Stjepan, 37 3. Raggi D« io, 68. Rahn Rudolf, 402, 415, <121 , <130, 455, 456,464, 46!1, 477. Rahn, la signora, 455. Rathmau Walter, 145. Ratti Achille (Pio XI). 95, 127, 370. Reggidor i Corti Pia, 476. Reiitne ( Il) Fa1tùta, 205. Rcnsi Giuseppe, 9, 273. Resega AIJ o, 416, 427, 457, 473. Resega, i figli di Aldo, 427. R('S("ga, la moglie di Aldo, 427. Rcsnati , l'aYiatore, 6 5. Rt110 (1/ J del Carlù10 , 403, 427, 452. Re11u r, l'ageni.ia, 320, %5, 431. Ribiirs, il deputato, 304. Ribbeotrop, Joachim von, 92, 93, l 14, 11 5, 116, 11 8, 119, 124, 127, 128,

489

l H, 135, 138, 139, 142, 143, 144, 1•0, 146, 147, 148, 149, 150, l 5 1, u 2, 1n, 154, 1n, 156, 01, 158, 159, 160, 161, 16 2, 163, 164, 166, 173, 174, 175, 176, 178, 182, 186, 187, 192; 416,417,430, 4'.14. 439, 450,456. Ribot A lexandre, 63. Rkri Renato, 403, 404, 406, 407, 409, 412,421,441 ,443,414,445. Ricia-Mouni, 26. Ricord i, reditore, 449. Ridolft, l'aviatore, 65. Riggio, i l giudice, 470. Rigola Rinaldo, 48. Rif,,eglio ([/), 7, 8, 10. Riva, il rivenditore, n6. Rizzardi Stefano, 471 , 472. Rin ard i, la madre di Stefano, 47 1. Rin ioli Mayer Elisa, 239. Roco, il maestro, 459. Rocchi Armando, 1'1'1, 445. Rocco Guido, 230. Rockefeller Giovanni Davison, 145. Roha.n Kul Anton, 107. Rolandi-Ricci Vittorio, 240, 24 t, 242. Roma-BerHno-Tokio, 403. Romano Pietro, 211, 221. Romano Ruggero, 404, 476, 478. Romano Ave:zzana Camilla, 263, 267, 26R, 270, 271, 273, 274, 275, 276, 278, 279, 280, 281, 282, 284, 285, 287, 288, 289, 290, 291, 292, 293, 294, 295, 296, 297, 299, 302, 305. 309, 310, 31 1, 320, 325. 326, 327, 330, 331, 332, 333, 334, 342, 348, 349, 350, 351, 352, 353, 355, 356, 3'7, 358, 3'9, 360, 361, 363, 365, 366, 367, 368, 372, 3H, 376, 385. Romegialli Italo, 428. Rommd Erwin, 405. Romualdi Pino, 453. Roosevelt Franklin Ddano, 129, 130, 140, 141, 145, 165, 174, 196, 200, 203, 246, Rosenberg Friedrich Hans, 323, 325. · Rostnfold Borisovi{ Leone, detto Ka· menev, 388. Rossi D ante, 427. R(')ssi, la figlia di Dante, 427.


490

INDICE DEI NOMI

Rossi, l'industriale laniero, 46). Rosso AugustO, 344. Rosso Medardo, 273. Rouslan, il ministro, 82. Rouic: Charles, 284, 331, 335, 3%, 349, 3:n. }'.>2, 354, 355, 366. Rubattino, la società, 78. Rudinl, Antonio Starabba di, 79, 81. Ruspoli Mario, 292, 307.

Sacco ~aolo, 55, % . Sab.ndra Antonio, 50, 60, 62, 210, 237, 238, 240, 291, 334, 341, 342, 343,

344, 345, 347, :Ha, 349, 350, 351, 3)2, 3'4, 355, 357~ 360, 361, 362, 363, 364. Sab.ur O liveira, Antonino de, 177. Salisbury, il marchese di, 77. Salvago-Raggi Giuseppe, 271, 2R5, 288, 289, 295, 298. Sangermano Luigi, 444, 4 45. Sangroniz y Ca.,tro }osé Antonio, t 18. Sansoni, la casa editrice, 436. Santi Carlo, 230. Sontini Felice, 51. Sanvcnero, il professor, 459. Sarfatti Margherita G ., 76, 84, 272. Sarto · GiusC'ppe (Pio X), 6. Sauc-rbrueck, jJ m~lico, 42. Sauro Nazario, 68. Savigliano, l'industriale, 465. Savo G io vanni, 426. Sceusa Fnncesco, 56. Schanzer Carlo, 235. Schip[erling, il ten ente delle S.S., 470. Schmidt Johann (Max Stirner), 16. Schmidt Paul, 96, 105. SchuS<hnigg, Kurt von, 93, 104, 105, 106, 107, 108, 109, 11 3," 119 _ Schuster Ildefonso, 47R. Scialoja Viuorio, 373, 385. Scigl"mitsu Mamoru, 403, 416, 450·, 456. Sebastiani Osvaldo, 474. Serolo {Il), 21. S1tDlo (J/) Stra, 427. Scipel Ignazio, 258,307,310, 311. $equi Gino, 471, 477. Surano Surier Ramon, 17 5, 176, 177,

179, . 180, 181, 184, 187, 188, 191 , 193, 194, 195, 196, 246, 437. Serrati Giacinto Menotti, 226. Sforza Carlo, 70, 85, 86, 261, 262, 36 1. Siegel, l'ispettore ddla Hirlt ringe11d per i premilitari, 443. · Sigemitzu, il generale, 405. Sigg Giovanni, 4, 5. Signorelli, l"editore, 449. Siloviè Josip, 303. Silva Pessoa, Epitacio da, 257, 258 . Silvestrelli, il giudice, 5. Silvestri Carlo, 414, 4 15,417,419, 420, 421 , 422, 423, 424, -440, 445, 470, 471, 472, 473, 477, 478. Simon Jules, 3 1. Simonotti Achille, 20~. Sivelli. il tenente, 7, 8. Skoneny Otto, 4~7Skreynsky Aleksander, 259, 305, 310. Snell Victor, 205. Sola Ugo, 357. Solari Emilio, 343, 346. Solaro Giuseppe, 447, 46~, 473. Sollazzo Renato, 467. Salmi Arrigo, 95. · Somma.villa, i[ generale, 454. Sonentino, il capoprovincia, 2B. Sp aùea Antonio, 479. Spamni Giuseppe, 423, 468, 469. Spinelli Giuseppe, 464. Spiueler, il poeta, 42. Stalin (vedi DzugaSvili Visw ion ovi~

Jose~. S1amboliskij Aleksander, 26l, 264, 265. Stampa ( La), 58. Stauffenberg, Claus Sd1enk: von, 439. Stefani, l'agenzia, 50, 254, 349, 402, 408, 412, 417, 419, 423, -4 25, 427, 428, 429, 431, 433, 443,"446, 447, 449, 450; -45t, 4'.i2, 4H, 455. 464, ,j65, -467, 468, -476: Steinegger, il socialista, 5. Stirner Max ( vedi Schmidt Joh.1.nn). Stohrer, Eberhard von, 195, 196. Stojadinovil Milan, 120, 123, 124. S1o lypin Pietro, 15. Strindberg August, 90. St roppiaM Sergio, 445. Sude kum .Albert, 52, 59, 6t. Summonte Consalvo, 85, 356, 357, 364,


491

INDICE DEI NOM I

,...

u

368, 370, 371, 382, 383, 384, 389,

Susmel Duilio, V, VI. Szabo Lad islao, 44,. Szalasy Fcrenc, 453.

Umberto 1, re d'Italia, 80, St.

V

T Tacchi Venturi Pietro, 370. Tafari Maconnen, 236, 237, 238, H 5, 363, 364. Tamburini Tullio, 403. Tani:ier, il ministro, 147, 148. Tayeb" el He~st"r, 405. Tdcl:i, Pal ck:, 172, 248, 396. Tdl Guglielmo, 4, 10. Tellini Enrico, 75, 76, 319, 337, 338, 339, 340, 341, 342, 354.

Te,npq, 251. Terzi, il colonnello, 7. T~~ri Arrigo, 425, 440.

Tev"e (1/), 117, Thaon d i Revel Paolo, 232, 339, 343; 346. , Tojo Hideki, 416. Tomadelli Giovarmi, 394. Tornasi Della Torretta Pietro, 231,237, 261, 262, 263, 264, 265, 267, 268, 269, 270, 271, 272, 273, 275, 276, 278, 279, 287, 288, 289, 291, 292, 293, 295, 296, 297, 298, 299, 300, 301, 302, 303, 305, 306, 307, 308, 309, 311, 313, :H 5, 318, 319, 320, 322, 323, 324, 325, 327, 328, 331, 333, B4, 335, 336, 337, 340, 341, 342, 343, 345, 348, 349, 361, 365, 366, 368, 372, 373, 374, 375, 376, 377, 378, 379, 380, 381, 382, 384, 38'.:i, 386, 387, 388, 38'), 391, 392, 393. TreRliRo (Il) , 10. Treves Paolo, 46, 55, 56, 256. T,ih11na (La) , 51. Tringali Casanova Antonino, 402, 407. Trumbié Ante, 8'.), 86. Tschamcr, il dottor, 467. Turati Filippo, 48, 60, 61 , 62, 206. Turbini e D orano, la d itta, 344. T urchi franz, 419. T yrrel William George, 238, 341.

Valera. Paolo (L'Amico di V ,iuhiR),

VII. Vallardi, l'editore, 449. Vandcrveldc Emilio, 34, 56, 57. V:mnutclli Rey Luigi, 3n, 337, }40, 341,345. Vecchini Aldo, 418. Veni2C'los EJcutérios Ciri:1.rns, 72, 73, 262. V uona del Popolo, 48 . V eror1e11a, 47. Vicentini h alo (L'ispt llot'e di p11l, 0J<e· uic·o), VII. Vidussoni Aldo, 468. Vinci Gigliu~ci Orazio, 258. V isconti Adriano, 427. Vittoria Eugenia Cristina, r egina di Spagna, 37.1. Vittorio Emanuele III, VI, 51, 84, 233, 250, 263, 264, 265, 272, 273, 303, 310, 339, 341, 342, 343, 347, 348 , 3'.>4, 357, 358, 362, 363, 368. 383, 386, 393, 391, 396, 448. Yiviani Renato Raffaele, 61. Voltaire, Françoìs Marie Arouct dc, 21.

w W.tchsmuth, il capitano di vascello, 4'.>2. W2ddington, il ministro, 77. Wagncr Cosima, 89, 9 1. Wagner Riccardo, 89, 90. Wang Ching,Wei, 116. Welles Suinner, 140, 141 , 142, 14'.>, 149, 16 4,165.169, 170. Wcnder, il dirigente fascista, 474. Wcygan<l Massimo, 157, 187, 194, 19'.>, 196. Wiesner Ritter, Friedrich von, 106. W ilson Tommaso W ooJrow, 62; 64,

69. WittdsN ch, la famiglia <lei, 10S.


INDlCE Di:;t NOM I

492

WolfT Karl, 402, 455, 465, 470,

Wy.ss J\Jrien." 205.

y Yharm\1 pray Y l."an, 397, 398.

z Zachariae Gcorg, 404. Z:marddli Giuseppe, 80.

Zanardi Alfredo, 4H. Zancanella, lo squadrista, 307. Zane!la Riccardo, ; 64, 3Q5. Zcnari Giulio Ci:-sare (Fragiorondo), 225. Urbino Paolo, 406, 432, 450, 4B, 468,

169. Zingarelli, l'editoreo, 449 Zocchi Pulvio, 467. Z apponi Giorgina, 394. Z ucroli Luciano, 39, 40. ZW1ini, il giornalista, 5R. Zur!inden, r :ivvocato, 205.


INDICE

pag.

Avvertenze

V

Concltuione De PaJco-S1m11el

VI

AGGIUNTI: SCRilT! I! DISCORSI:

La lo,sica dell'uniforme. Impressioni (6 dicembre 1902) •,

Come ven!;ono espulsi gli italiani dalla Svizzera (4 luglio 1903). La parola dei corrispondenti. Dalla provincia di Forlì (19 dicembre 1903) . 11 caso Manfredi (6 febbraio 1904) . Numero 2 (4 maggio 1904). La disrussiòne (8 luglio 1909) . L'Internazionale e la Patria (12 agosto 1909) . Contro il militarismo (15 agosto 1910) . Il varo (27 agosto 1910) . ' Pcrsonalia· (8 ottobre 1910) . L'antimilitarismo (5 novembre 1910) . Stolypin (23 settembre 1911) Disastri del militarismo. Lo scoppio della polveriera di Vollénsdorf: trenta morti. 11 naufragio del « Vendémiaire » : ventisette annegati. Il nuovo bilancio navale russo. Le condanne di Tripoli (15 giugno 1912). . Il grande fatto (30 novembre 1912) . Al marciapiede! (14 dicembre 191 2) . Una Babele che non esiste (31 dicembre 1912) . Il neomalthusianismo è immorale? (2 giugno 1913) Le discussioni. La religione è immorale (6 dicembre 1913) . Guerra, rivoluzione e socialismo contro le « inversioni » del sovversivismo guerrafondaio (13 settembre 1914) .

7 9 1O 11 11 13 14 14 15

15 17 20 22 25 25 29


tNl>ICE l)ag.

Determinismo contro determinismo (24 novembre 1914) , 35 Viva Ja Serbia ! ( 12 dicembre 1914) . . 36 « Tony >~ (13 dicembre 1914) . . 37 Din don (n dicembre 1914) . . 38 Medaglioncini al cromo. « Farfui » (2 gennaio 191 )} . 39 Ben vengano! (19·febbraio 1915). 40 ] nostri buoni svizzeri (14 marzo 1915) . 42 Jl deputato della « Neue Freie Presse» (27 marzo 1915) . 44 L'« Avant i!» irrcndcntista ·( 31 marzo 1915) . 44 Un altro venduto (6 aprile 1915) . 45 Perdoniamo a lui (7 aprile 1915) . 46 J cavalli non ritornano (9 aprile 1915) . 47 A racco lta! (11 aprile 1915)". 48 Carafeide (22 aprile 19 15) . 50 Tacere ? ( 24 aprHe 19 15) . 50 G li Esaù· (27 aprile· 1915) . .51 Un discepolo di Radetzky (3 maggio 1915) . 52 Francesco Ciccotti (16 maggio 1915). 53 I.a nazione è in armi ( 23 maggio 1915) . .53 L'ultima fatica del socialismo ( 19 giugno 1915) . 54 I.e distrazioni del << Kri-Kri )) (23 luglio 19 15) . 56 « Lacrimosa utopia» (28 agosto 191.5} , 57 li cadavere vlVente (18 dicembre 19 1.5) . · 58 Rinnovarsi ! (12 marzo 1916) 60 Fini di guerra (14 giug no 1917) . 62 « In memoriam » (3 agosto -1920) 65 Discorso di Pola (21 settembre 1920) . · 67 Nota di risposta al Governo britannico circa la questione del Dodecanneso ( 3 novembre 1922) . . . . 71 Nota al min istro jugoslavo a Roma circa la sistemazione della questione relativa al porto di Fiume (6 aprile 1923) . . , 74 Primo appunto autografo dopo _l'eccidio della missione Tellini ( 28 agosto 1923) . . . . . . . . . 7.5 Secondo appunto autografo dopo l'eccidio della missione Tellini (28 agosto 1923) . 76 Prefazione a « Tunisiaca » (.fine del 1923) . . 76 Relazione al re sulla questione di Fiwne e su!Je trattative italo- · jugoslave (23 gennaio 1924) . 84 Nota al commissario del. popolo per gli Affari Esteri sovietico (7 febbcaio 1924) . 88 Iti~erario nietzsch iano .in Jtalia (4 gennaio 1930). 89


INDICE

495 p,g.

Colloquio con il ministro Frank (24 settembre 1936) . 92 Colloquio con· il generale Goering (23 gennafo 1937) . 96 106 Colloqui~ con il cancelliere Schuschnigg (22 aprile 1937) . Colloquio con il ministro von Neurath O maggio 1937) . 112 Primo co!Joquio con· l'ambasciatore von Ribbentrop (22 ottobre 114 19}7) &condo colloquio con l'ambasciatore von Ribbentrop ( 6 novem· 11) bce 1937) · · · · · · 120 Colloquio con il conte Bethlen (5 gennaio 1938) . Appunto per il ministro degli Esteri per la risposta alla nota del Governo inglese del 20 giugno 1938 ( 1 luglio 1938) . 121 Colloquio con il primo ministro Jmrédy e il ministro Kanya 122 ( 18 luglio 1938) . 124 Colloquio con il ministro von Ribbentrop (28 ottobre· 1938) . Primo colJoquiO con il «Premier-» · Chamberlain e il ministro Ha· lifo,:gennaio 1939) : 128 Secondo colloquio con il « Premier » Chamberlain e il ministro Halifax (12 gennaio 1939) . Bl Il memoriale a Hitler del 30 maggio 1939 . 135 Appunto autografo per il ministro degli Esteri per un plebiscito a Danzica (3 luglio 1939) . . . . . . . B7 Promemoria autografo per il ministro d egli Esteri per la risposta alla nota del Gòverno inglese del 4 luglio 1939 sul pro· b!ema di Danzica (7 luglio 1939) . 137 ProgdtÒ autografo di comunicato per il previsto incontro con Hitler al Brennero (22 luglio 1939) . 138 Progetto autografo di lettera a Hitler non inviata (21 agosto 138 1939) Appunto autografo per il ministro degli Esteri per i suoi colloqui · con il ministro degli Esteri di Ungheria del 6-7 gennaio 1940 (6 gennaio 1940). 139 Primo colloquio con il sottosegretario di Stato Welles (26 febbraio 1940). . . . . . . . . 140 AppuÌlto personale autografo per i colloquI col ministro von Ribbentrop del 10 e 11 marzo 1940 (9 ? marzo 1940) 142 Primo C(?lloquio con il ministro von Ribbentrop (10 marzo 1940). 143 Secondo colloquio con il ministro von Ribbentrop (11 marzo 1940) 1)3 , Secondo colloquio con il sottosegretario di Stato Welle.s (16 marzo 1940) . 164 Colloquio con Hitler (18 marzo 1940) . . 166

·cu


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INDICh

pag.

Colloquio con il primo ministro Gigurtu e il ministro Manoilescu · ( 27 luglio 1940). 171 Colloquio con il ministro von Ribbentrop (19 settembre 1940) . 173 CQlloquio con il ministro Serrano Suiier ( 1 ottobre 1940) . l 77 Colloquio con Hitler (4 ottobre 1940) , 178 Colloquio con Hitler (28 ottobre 1940) . 182 Colloquio con Hitler (19 gennaio 1941) .. . . . . . . . 187 ColJoquio con il generalissimo Franrn e il ministro Serrano SuÌier (12 febbraio 1941) , 188 Coltoqui con Hitler (2 5 agosto 1941) . 197 Colloquio con l'ambasciatore Horikiri (3 dicembre 1941) , 201 1 En'ERE :

Al dottor Adrien W)'SS C,? maggio 1904) . Al capitano Achille Simonotti (19 febbraiO 1905) ; All'antimilitarista Dario S. (2 aprile 1905) A Edvige ~fossolini (13 novembre 1914) . Al socialista. Giovanni Piana (2 dicembre 1914) . A Italo Bresciani (dicembre 1914) Ai corrispondenti del (( Popolo d'Italia» ( dicembre 1914) . A Italo Bresciani (4 gennaio 19 15) . A Italo Bresciani (6 gennaio 1915) . A Italo Bresciani (6 febbraio 1915) . All'avvocato Guido Dorso (25 febbraio 1915). A Italo Bresciani (18 marzo 191 5) . A ltalo Bresciani (20 m·arzo 191 5) . A Eòvige Mussolini (28 giugno 191') ·. Al professor Pietro Romano (giugno? 190) . A Edvige Mussolini (3 scttembre 19D) . A Edvige Mussolini (5 settembre 191 5) . A Edvige Mussolini (20 set_tembre 19D) . · A Edvige Mussolini (28 ottobre 1915) . A" Edvige Mussolini (31 ottobre 191 5). A Edvige Mussolini (23 dicembre 1915) A Edvige Mussolini '(19 gennaio 1916) Affavvocato Angelo Fortunato Danesi (febbraio? 1916) . A Edv.ige Mussolini (23 marzo 1916) . A Edvige Mussolini (28 marzo 1916) . A Edvige Mussolini (14 aprile 1916) . A Edvige Mussolini (23 aprile 1916) A Edvige Mussolini (21 maggio 1916) .

204 205 205 206 207 207 208 209 209 209 2 1~ 210 210 2Il 211 211 211 ,2 12 212 . 212 212 213 213 213 214 214 214 215


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497 pag.

A Michele Mancini (1 giugno 1916) A Edvige Mussolini (12 luglio 1916) A Edvige Mussolini (7 agosto 19 16) A Edvige Mussolini (8 agosto 1916) A Edvige Mussolini (13 agosto 1916) . A Edvige Mussolini (5 settembre 1916) A Edvige Mussolini (1 dicembre 1916) A Edvige Mussolini (23 dicembre 1916) . A Edvige Mussolini (18 febbraio 1917) A Edvìge Mussolini (22 febbraio 1917) A Edvige Mussolini (6 marzo 1917) . A Edvige Mussolini (13 marzo 1917) . A Edvige Mussolini (1, marzo 1917) . A Edvige Mussolini (18 aprile 1917) Al tenente Dino Danesi (27? maggio 191 7) . A Edvige Mussolini (29 agosto 1917) . Al professor Pietro Romano (agosto? 1917) . A Edvige Mussolini (26 ottobre 19 17) . A Edvige Mussolini (18 dicembre 1917) , A Edvige Mussolini (31 dicembre ? 1917) , A Edvige Mussolini (febbraio 1918) A Edvige Mussolini (11 aprile 1918) A Edvige Mussolini (18 ottobre 19 18) . A Edvige Mw;solini (17 dicembre 19 18) . A Gabriele D'Annunzio (10? marzo 1919) Agli amici del «Popolo d ' Italia )) (dicembre 1919). Al giornalista Giulio Cesare 2.enari (4 maggio 1921) , A Edvige Mussolini (3 giug~o .1921) . Al tenente Federico Guglielmo Florio (16 gennaio 1922) , A Maria ·e Maria Luisa Florio (febbraio? 1922) , AIJ'avvocato Piero Marsich (6 mar..:o 1922) . A Roberto Farinacci (25 settembre 1922) . Al dottor Edoardo Pantano (2 ottobre 1922) . . A Maria e Maria Luisa Florio (6 ottobre 1922) .Al ministro degli Affari Esteri di Jugoslavia, Moméilo · Ninéié (3 dicembre 1922) , A M.aria e· Maria Luisa Florio ( 20 dicembre 1922) . Al console d"Italia a Malta, Guido Rocco (21 dicembre · 1922) Agli squadristi di Bevagna (1922?) . . . . . . . . All"ambasciatore d'Italia a. Londra, Pietro Tornasi Della Torretta ·(15 gennaio 1923) . 3\1. -:Xll.ll.Y,

215 215 216 216 216 217 21 7 217 218 219 219 219

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222 223 223 223 224 224 224 225 22) 22) 22) 226 226 226 227 227 230 230 2)0 231


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Al ministro' della Pubblica Istruzione, G iovanni Gentile (16 febbraio 1923) Ai ministri della Guerra e della Marina, generale Armando Diaz. e ammiraglio Paolo Thaon di Revel (24 febbraio 1923) . Al ministro Armando Diaz. (24 aprile 1923) . All'alto conùnissario per la liquidazione dei beni ex-nemici, Giovanni Giuriati ( 19 maggio 1923) . Al deputato Giuseppe Bottai (15 giugno 1923) _. A Sua·Maestà Vittorio Emanuele III (29 giugno 1923).

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A Edvige Mussolini (luglio? 1923) . . . .

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Al ministro G iovanni Gentile (1 agosto 1923) .' 234 Al presidente della commissione paritetica per Fiume, senatore Ferdinando Quartieri (8 agosto 1923) . 235 A Sua Altezza Imperiale il reggente ,l'impero d 'Etiopia, ras Tafari (9 agosto 1923) . 236 Al mi nistro plenipotenziarìo d 'Italia 'a Budapest, principe Gaetano . Caracciolo di Castagneto (18 agosto 1923) 236 Al delegato· italiano alla Società delle nazioni, Antonio Saland.ra (28 agosto 1923) . 237 Al luogotenenle generale della M.V.S.N . Italo Bresciani (28 ottobre 1923) 238 239 Alla signora Giovannina Proli (1923) , A Edvige Mussolini (giugno 1924) , 239 AJ direttorio nazionale del P.N.F. (3 novembre 1921) . 239 Ad Antonio Salandra (7 gennaio 1925) . 240 240 Al deputato Nazzareno Mez:zetti (19? marzo 192') . 240 Al senatore Vittorio Rolandi-Ricci (10 luglio 1925) . · A Edvige Mussolìnì (.S settembre 1925) . 241 Al senatore Vittorio Rolandi·Ricd ( 16 gennaio 1926) . 241 242 Al senatore Vittorio Rolandi-Ricci (29 g<:nnaio 1927) . A Edvige Mussolini (NatalC 1927) .' 242 A Edvige Mussolini (8 luglio 1929) . 242 243 A Edvige Mussolin_i (18 febbraio 1930) 243 A Edvige Mussolini (25 dicembre 1931) . A Edvige .Mussolini (10 dicembre 1932) . 244 244 A Rino Alessi (9 luglio 1933) Al sottosegretario per gli Scambi e le Valute, Felice Guarneri ( 5 giugno 193 7) . 244 244 Al sottosegretario Felice G uarneri (9 luglio 1937) . Al ministro per gli Scambi e le Valute, Felice Guarneri ( 13 feb· braio 1938) 245


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Al generalissimo Francisco Franco (6 luglio 1939) . All'ambasciatore d'Italia a Berlino, Bernardo Attolico (29 luglio 19l9) . Al capo di Stato Maggiore generale, maresciallo Pietro Badoglio (23 agosto 1939) A Sua Altezza SerenisSima il reggente d'Ungheria, Nicolas de Horthy (12 novembre 1939) . Al generalissimo Francisco Franco (8 aprile 1940) . A Sua Maestà Imperiale Vittorio Emanuele III (30 aprile 1940) . Al maresciallo Pietro Badoglio ·(6 maggio 1940). Al maresciallo Pietro Badoglio (14 maggio 1940) Al generalissimo Frat').cisco Franco (9 giugno· 1940) Al generalissimo Francisco Franco (2'.5 agosto ' 1940) Al capoprovincia di Verona, Piero Cosmin (29 marzo IS?44) . Al ministro delle Finanze, Domenico Pellegrini-Giampietro (l apr;Je 1944) Al ministro Domenico Pellegrini-Giampietro (l'.5 aprile 1944) . Al mi_nistro Doffienico Pellegrini-Giampietro (19 settembre 1944) . Al ministro Domenico Pellegrini-Giampietro (7 ottobre 1944) Al professor Edmondo Cione (14 febbraio 1945). Al ministro Domenico Pellegrini-Giampietro ( 17 febbraio 1945) . All'ingegner Mario Agnoli, po<lestà di Bologna (12 aprile 1945) . A Edvige Mussolini (29 marzo 191 ' ) A Italo Bresciani (28 aprile 191 '.5)

A Italo Bresciani (17 magg\o 191') . A Italo Bresciani (14 agosto 1921) . Alfincaricato d'Affari d'Italia a Fiume, Michele Castelli (31 ottobre l 922) . Al ministro degli Affari Esteri inglese, lord George Nathaniel Curzon of Kedleston (31 ottobre 1922) . Ai rappresentanti diplomatici d'Italia all'estero (1 novembre 1922) Al Presidente della Repubblica Argentina, Marcelo De Alvear (3 novembre 1922) . A I Presidente del Consiglio giapponese, barone Tomosaburo Kato (3 novembre 1922) , Al Presidente della Repubblica brasiliana, Silva Pessoa (3 novembre 1922) , · Al ministro plenipotenziario d'Italia a Vienna, Luca Orsini Baroni ( 4 novembre 1922)

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p,g.

All'incaricato·d'Affarf d'Italia a Budapest, conte Orazio Vinci Gi258 g liucci ( 4 novembre 1~22) Al console generale d'Italia a Monaco di Baviera, Giovannì Cesare Majoni ( 4 novembre 1922) 258 All'ambasciatore d'Italia a Berlino, senatore Alfredo Frassati (4 no-

vembre 1922)

259

All'ambasciatore d'Italia a Londra, Giacomo De Martino ( 4 ~o259 vembrc 1922) . 259 AH'ambasciatore Giacomo D e Martino (S novembre 19 22) Al ministro plenipotenziario d'Italia a Do.razzo, ·marchese Carlo Durazzo (5 novembre 1922) . 260 All'ambasciatore Giacomo D ~ Martino, all'alto commissario d'Jtalia a Costantinopoli, marchese Camillo Garroni, al ministro plenipotenziario d'Italia al Cairo, Lazzaro Negretto Cambiaso, .

a!l'incaricato d'Affari d'Italia a Parigi, Carlo Galli (5 novembre 1922) , 260 Al ministro p lenipotenziario d'Italia ad Atene, G iulio Cesare Mon260 tagna (7 novembre 1922) , Al ministro plenj_potenziario d'1talia a Sofia, ronte Luigi Aldro261 vandi Marescotti (9 novembre 1922) . . All'incaricato d'Affari d'1talia a Londra, G abriele Preziosi, e all'ambasciatore d'Italia a Parigì, Carlo Sforza (13 novembre 1922) 261 A Edvige Mussolini (13 novembre 1922) . 261 All'ambasciatore Carlo Sforza e al nuovo ambasciatore d'Italia a Londra, Pietro Tcimasi D ella Torretta (15 novembre 1922) . 261 Al marchese Cami!lo Garroni ( 15 novembre .1922) . 262 .All'ambasciatore. Pietro Tornasi Della Torretta · (17 novembre . 1922) 262 Al nuovo ambasciatore· d'Italia a Parigi, barone Camillo Romano Avezzana, e all'ambasciatore Pietro Tornasi D ella Torretta (18 novembre 1922) 263 All'ambasciatore:: Cam..illo Romano Avezzana ( 19 novembre 1922). 263 A Sua M:aestà Vittorio Emanuele III (20 novembre 1922) . 263 A Sua :Maestà Vittorio Emanuele III (21- novembre 1922) . 264 A Sua Maestà Vittorio Emanuele III (22-novembre 1922) . 265 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (22 novembre 1922) 26~ All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta ( 24 novembre.., 1922) 267 Al capo delfa delegazione alla conferenza di Losanna, marchese


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501 pag.

Cam..illo G~·rroni, e agli ambasciatori Pietro Tornasi Della Torretta e Camilla Romano Avezzana (26 novembre 1922) . 268 Al marchese· Camillo Gaironi (29 novembre 1922) . 268 Al. marchese Camillo Garroni e all'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (29 novembre 1922). 269 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (30 novembre 1922) 270 Al marchese Camilla Garroni e agli ambasciatori Pietro Tornasi Della Torretta e Camillo Romano Avezzana (4 dicembre 1922} 270 All'ambasciatore Camilla Romano .Avezzana (4 dicembre 1922). 271 All'amb:uciatore Pietro Tornasi D ella Tor'retta (4 dicembre . 19 22) 271 AU'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (6 dicembre 19 22) . . 272 A Sua Maesti Vittorio Emanuele III (11 dicembre· 1922) . 272 A Margherita Sarfatti (Il dicembre 1922). 272 Airambasciatore Pietro Tornasi Della T orretta (17 dicembre 1922) 273 Airambasciatore Camilio Romano Avezzana (17 dicembre 1922) , 273 .All'amba.sciatore Pietro Tornasi Della Torretta (18 dicembre 1922). 273 Al delegato italiano alla Commissione per le riparazioni a Parigi, Mariano· D'Amelio (21 dicembre 1922) . 274 A Mariano D'Amelio (24 dicembre. 1922) . 274 All'ambasciatore Camillo Romano Avezzana (29 dicembre 1922) . 274 A Italo Bresciani (29 dicembre . 1922) . 275 All'ambasciatore Camillo Romano .Avenana (,O dicembre. 1922) . 275 Al marchese Camillo Garroni ('31 dicembre 1922) . 276 AIJ'ambasciatore ,Pietro Tornasi De!Ja Torretta (31 dicembre 1922) 276 AJ marchese Camillo Garroni (31 dicembre 1922) . . 277 A Italo Bresciani ( 31 dicembre 1922) . , . . . . . 277 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (2 gennaio 1923) . 278 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta ( 4 gennaio 1923) . 278 AJl_.ambasciatore Camillo Romano Avezza.na (7 gennaio 1923) . 278 All'amba.sciatore Camilla Romano Avezzana (8 gennaio 1923) . 278 AH'ambasciatore Camilla Romano A vezza.na (10 gennaio 1923) . 279 All'ambasciatore CamiUo Romano A.vezzana (IO gennaio 1923) . 280 All'ambas_ciatore Camilla Romano Avezzana (12 gennaio 1923) . 28L All'ambasciatore Camilla Romano AvCZzana (12 gennaio 1923). 282 All'ambasciatore d'Itàli.l a Washington, Gelasio Caetani (12 gennaio 1923) 282


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p,g.

All'incaricato d'Affari G.ibriele Preziosi ( 14 gennaio 1923) .

28)

All'incaricato d'Affari Gabrìele Preziosi ( 14 gennaio 19H) .

283

All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (17 gennaio 1923) . Ali'ambasciatore Camilla Romano Avezzana ·( 17 gennaio 1923) . Al nuovo ambasciatore d'Italia a Berlino, Alessandro Dc Bosdarì ( 17 gennaio 1923) A l Dirc.'ttorio del Fascio di Prato (17 gennaio 1923) . All'ambasciatore Gelasio Caetani e all'incaricato d'Affari Gabriele Preziosi (18 gennaio 1923) . All'ambasciatore Alessandro De Bosda.ri (18 gennaio 1923) . Ag li ambasciatori Pietro Tornasi Dt:lfa. Torretta e Camilla Rorriaoo Avczzana (18 gennaio 1923) . All'ambasciatore Camilla Romano Ave-zu.na (20 gennaio 192 3) , Al delegato italiano alla corrunissiooe per le ripanziooi a Parigi, marchese G iuseppe Salvaso-Raggi (25 gennaio 1923) Agli ambasciatori Pietro Tornasi Della Torretta e Camillo Romano Avezzana (25 gennaio 1923) All"ambasciatore Camillo Romano Avezzana· (26 gennaio 1923) . All'ambasciatore G elasio Caetani (26 gennaio 1923) All'ambasciatore Camiilo Romano Avezzana (26 gennaio i923) . All'ambasciatore Pietro Tornasi D ella Torretta (29 gennaio 1923). All'ambasciatore Camìllo Romano Avezzana (31 gennaio 1923) . All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (31 gennaio 1923) . Agli ambasciatori Pietro Tornasi D ella Torretta e Camilla Romano Avezzana, e . al marchese Cam illa G arroni (1 febbraio 1923) All'ambasciatore Camillo Romano Avezzana (1 febbraio 1923 . AU'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (3 febbraio 1923). All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta( ~ febbraio 1923). All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (3 febbraio 1923). Agli ambasciatori Pietro Tomasì Delta Torretta e Camilla Romano AveZzana (6 febbraio 1923) . Agli ambasciatori Pietro Tornasi Della Torretta e Camilla Romano Avezzana, e al segretario generale della delegazione italiana alla conferenza di Losanna, Mario Arlotta ( 6 febbraio 1923) Agli ambasciatori Pietro. Tornasi Della Torretta. e Camilla. Romano Avezzana (6. febbraio 1923) . All'ambasciatore Pietro Torna.si Della To rretta (7 febbraio 1~23) . All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta e al marchese Giu• seppe Salvago-Raggi (9 febbraio 1923) .

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Agli ambasciatori Pietro Torna.si Della Torretta e Camillo Ro· mano Avezzana, e all'alto commissario d 'Italia a Costantinopoli, Felice Maissa (9 febbraio 1923) 299 All'ambasciatore Camilla Romano Aveuana (11 febbraio 1923) . 299 Al ministro plenipotenziario d'Italia a Belgrado, Lazzaro Negrotto Cambiaso ( 11 febbraio 1923) . 300 All'ambasc_iatore Pietro Tornasi Della Torretta (12 febbraio 1923). 300 Al ministro plenipotenziario Lazzaro Negrottu Cambiaso (16 febbraio 1923) 300 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della T orretta (16 febbraio 1923). 301 All'amba.sciatore Pietro Tornasi DeJJa Torretta {20 febbraio 1923) . 302 All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (22 febbraio 1923) . 302 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (23 febbraio 1923) . 303 AIJ'ambasciatore Pietro Torna.si Della. Torretta (1 nurzo 1923) . 303 Al . ministro plenipotenziario Lazzaro Negrotto Cambia.so (2 marzo 1923) 303 Al mìnistro plenipotenziario Lazzaro Negrotto Ca.mbiaso ( 4 marzo 1923) . . 304 : All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (9 marzo 1923) . 305 Al prefetto di Napoli, Angelo Pesce (1 6 _mano 1923) . 305 All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (17 marzo 1923) . 30) All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (21 marzo 1923) . 306 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (21 marzo 1923) . 306 A •Italo Bresciani (22 marzo 1923) . 307 All'aml,mciatore d'Italia a Bruxelles, Mario Ruspali (24 m:ir:zo 1923). 307 Al ministro plenipotenziario d'Italia a Vienna, Luca Orsini Baroni · (24 marzo 1913) . 307 Al segretario generale degli lt.ffari Esteri, Salvatore Contarini (27 marzo 1923) . . 308 All'ambasciatore Pietro Tornasi Ddfo. Torretta (29 marzo 1923) . 308 All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (31 marzo 1_923) . ~ A Sua Maestà Vittorio Emanuele III (31 marzo 1923) ·. . 3l0 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (2 aprile 1923) . 311 Al ministro plenipotenziario Lazzaro Negrotto Cambìaso (4 aprile 1923) 311 Al ministro plenipoten,ziario Lazzaro Negretto Cambiaso ( 4 aprile 1923) 312 Al ministro plenipotenziario Lazzaro N egrotto Cambiaso (8 aprile .1923) . . 312 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (10. aprile 1923) . 313


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p,g.

All'ambasciatore Gelasio Caetani (10 aprile· 1923) . Al ministro plenipotenziario Lazzaro N egrotto Cambiaso (12 aprile

1923) Al ministro Armando Diaz (12 aprile 1923) . Al ministrò plenipotenziario Lazzaro Negrotto Cambiaso (13 aprile

1923) All'ambasciatore Gelasio Caetani (1 4 aprile 1923) . All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta ( 20 aprile 1923). All'ambàsciatore Pietro Tornasi Della Torretta (20 aprile 1923) . Ai ministro plenipotenziario Lazzaro Negrotto Cambiaso (21 apri le

1923)

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All'incaricato d'Affari "d'ltalia ad Atene, Domenico D è Facendis

(24 ,p,;Je 1923) .

319

All'ambasciatore Camillo _R omano Avezzana (28 aprile 1923) . 320 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (2 maggio 1923) . 320 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (3 maggio 1923) . 320 32l All'ambasciatore Alessandro De Dosdari (6 maggio 1923) , All'ambasciatore Alessandro De Bosdari (20 maggio 1923) . 32l All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (25 maggio 1923). 322 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (30 maggio 1923). 323 All'ambasciaore Pietro Tornasi D ella Torretta (30 maggio 1923) . 323 324 All'ambasciatore Gelasio Caetani (31 maggio· 1923) All'ambasciatore Pietro Tornasi Della To rretta (4 giugno 1923). 324 All'ambasciatore Camillo. Romano Avezzana (4 giugno 1923). 325 Al ministro plenipotenziario Lazzaro Negrott:o Cambiaso (16 giu.

gno 1923) .

326

All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (28 giu8no 1923) . 326 AJJ'ambasciatore Camilla Romano Ave:uana (28 giugno 1923) . 326 A Michele Castelli (3 luglio 1923) . 327 A Michele Castelli (5 luglio 1923) . , , . , , . 327 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta ( 5 luglio 1923) ·. 327 A Michele Castelli (6 luglio 1923) . 328 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (9 luglio· 1923) . 328 Al segretario generale del Partito Nazionale Fascista, Michele Bianchi (9 luglio 1923) 330 All'ambasciatore Camillo Rorriano Avezzana (14 luglio 1923) . 3 30 All'ambasciatore Camillo Romano Avczzana (17 luglio 1923). 331 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della T orretta (21 luglio 1923) . 331 All'ambasciatore CamiJIÒ Romano Avezzana (24 luglio 1923) . 332 All'ambnciatore Camilla Romano Ave-zzan:i. (29 luglio 1923). 332


INDICE

505 pag.

Al capo della delegnione economica italiana a Mosca, Renato Pia333 centini (6 agosto 1923) . All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (6 agosto 1923) . 333 Al console generale d'Italia a Ginevra, Emilio Eles, e al ministro plenipotenziario d'Italia ad Addis Abeba, Gino Macchioro Vivalba (7 agosto 1923) . 3}4 Ag li. ambasciatori Pietro Tornasi Della Torretta e Camilla _Ro· mano Avezz:l.Ila, e al console generale Emilio Eles (10 agosto 1923) 334 All'ambasciatore Pietro Tomasi_Della Torretta (24 agosto 1923). 33S All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta, al ministro plenipotenziario d'Ita,lia ad Atene, Giulio Cesare Montagna, e all'incaricato d'Affari a Parigi, Luigi Vannutelli Rey (27 agosto 192l) . }35 Al ministro plenipotenziario G iulio Cesare Montagna (28 agosto 192l) ll6 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della To rretta e all'incaricato d 'Affari Luigi V:3nnutelli Rey (28 ·ago.Sto 1923) . . . . . . 3}7 Ai prefetti di B:i.ri, Raffaele De Vita, e di Lecce, Enrico D' Arienzo (28 agosto 1923) . 337 Al ministro plenipotenziario Giulio Cesare Montagna (29 agosto 192l) 3l8 Al ministro plenipotenziario Giulio Cesare Montagna ( 29 agosto l38 l 92l) Al governatore di Rodi, Mario Lago (29 agosto 1923) . 339 A Sua Maestà Vittorio Em3.nuele III (29 agosto 1923) . 339 All'ambasciatore Gelasio Ca.etani (29 agosto 1923) . .. 340 AU'ambasci::itore Pietro Tornasi Della Torretta e all'incaricato d'Af340 far[ Luigi Vannutelli Rey ( 29 agcisto 1923) . All'incaricato d' Affari luigi Vannutelli Rey (30 agosto 1923) . 341 Al vicesegretario generale alla Società delle nazioni, Bernardo Attolico ( 30 agosto 1923) . 341 A Sua Maestà Vittorio Emanuele 111 ( 31 agosto 1923). 341 Ad Antoriio Saland ra e agli ambasciato ri Pietro Tornasi Della Tor342 retta e Camillo Romano Avezzana (l settembre 1923) . A Sua Maestà Vittorio Emanuele Ili ( 1 settembre 1923) . 343 ' All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (1 settembre 1923) 343 Ad Antonio Salandra (1 settembre 1923) . 343 Ai rappresentanti diplomatici d'Italia all'estero e ad Antonio Salandra (1 settembre 1923) , 344


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All'incaricato d 'Affari d'Italia a Washington, Augusto Rosso (1 settembre 1923) . All'ambasi::iatorc Pietro .Tornasi Della Torretta, all'incaricato d'Af. fari Luigi Vannutclli Rey, e ad Antonio Salandra (2 settembre 1923) . Al ministro plenipotenziario Giulio Cesare Montagna (2 settem-

bre 1923) Al ministro Paolo Thaon d i Revel (2 sc.ttembre 1923) . Ad Antonio Salandra (3 sèttembrc 1923) . Ai rappresentanti diplomatici d'Italia all'estero (3 settembre 1923) A Sua Maestà Vittorio Emanuele III (3 settembre 1923) . Ad . Antonio Salandra (3 settembre 1923) . . . Ad Antonio Salandra e aglì ambasciatori Pietro Tornasi Della Torretta e Camilla Romano Avezzana (3 settembre 1923) . All'ambasciatore Camilla Romano 'Avezzana (5 settembre 1923). Ad Antonio Salandr~ (5 settembre 192.)) . All'ambasciatore Camìllo Romano Avezzana (5 settembre 1923) . Ad Antonio Salandra e all'ambasciatore Camillo Romal1o Avczz.1na (6 settembre 1923) : Ad Antonio Salandra (6 settembre 1923) . Al ministro plenipotenziario Giulio Cesare Montagna (6 setiembre

1923) All'ambasciatore Camillo Romano Avezzana (6 settembre 1923) . AU'amba§C:iatore Camilla Romano Avczzana (6 settembre .1923) . Ad Antonio Salandra (6 settembre 1923) . A Sua Maestà Vittorio Emanuele III (7 settembre 1923) . All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana e ad Antonio Saland_ra (7 settembre 1923) All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (9 settembre 1923) . All'incaricato d'Afforì d'Italia a Belgrado, Consalvo Summonte (9 settembre 1923) . Ad Antunio Salandra (10 settembre 1923) . A Sua Maestà Vittorio Emanuele lii (11 settembre 1923) . All'ambasciatore Camillo "Romano Avezzana (12 settembre 1923) . All'ambasciatore Camillo Romano Avezzana (13 settembre 1~23). All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (13 settembre 1923). Ad Antonio Salandra (13 settembre 19 23) . Agli ambasciatori Pietro Tornasi D ella Torretta e Camillo Ro· mano Avezzana (14 settembre 1923) . !d l'ambasciarore Camilla Romano .Avezzana ( 14 settembre 192 3). Ad Antonio Salandra (16 settembre 1923) ,

344

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347 347 348 348 349 349 350 350 352

353 353 353 354 354 3Y5 356 356 357 357 358 359 360 360 361 361 362


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507 pJg:

A Sua Maestà Vittorio Emanuele Ili (16 settembre 1923). 362 Al ministro plenipotenziario Gino Macchioro Vivalba e ad Anto· nio· Salandra (21 settembre 1923) . 363 All'incaricato d'Affari Consalvo Summontc (22 settembre 1923) . 364 Ai rappresentanti diplomatici d'Italia all'estero (26 settembre

1923)

364

· All'incaricato d'Affari Consalvo Summonte (2 ottobre 1923) . 364 Al_l'am~asciatorc Camilla Romano Avezzana (4 ottobre 1923) 365 All'ambasciatore Pietro Tonlasi Della Torretta (7 ottobre 1923) . 366 Agli ambasciatori Camilla Romano Avezzana e Pietro Tornasi Della Torretta, e all'ambasciatore d'Italia a Madrid, Raniero Paulucci di Calboli (18 ottobre 1923) , 366 All'incaricato d'Affari C.Onsalvo Summonte (19 ottobre 1923) 368 A Sua Maestà Vittorio Emanuele UI ( 19 ottobre 1923) 368, Agli ambasciatori Camillo Romano Avezzana, Pietro Tornasi Della Torretta e Raniero Paulucci di Calboli (24 ottobre 1923) . 368 A Salvatore Contarini ( 27 ottobre 1923) 370 All'incaricato d Affari Consalvo Summontc ( 27 ottobre 1923) 370 370 All'incaricato d'Affari .Consalvo Summont~ (27 ottobre 1923) All'ambasciatcre Gelasio Caetani (30 ottobre 1923) 370 All' ambasciatore Raniero Paulucci di Calboli (1 novembre 1923). 371 All'incaricato d ' Affarì Consalvo Summonte ( ·5 novembre 1923) 371 All'incaricato d'Affari Gabriele Preziosi (9 novembre 1923) ·372 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (16 dicembre 1923) 372 All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (16 dicembre 1923) . 373 All'ambasciatore Pietro' Tornasi D ella Torretta (21 d icembre 1923) 373 All'ambasciatore Pietro Toma5i Della Torretta ( 22 dicembre 1923) 376 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (27 dicembre 1923) 378 Al dottor Luigi Grancclli (27 dicembre 1923) 379 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (3 gennaio 1924) 379 All'ambasciatore Pietro Tornasi D ella Torretta (8 gennaio 1924) 380 All'incaricato d'Affari Consalvo Suinmonte (10 gennaio 1924) 382 All'incaricato d'Affari Consalvo Sumrnonte (11 gennaio 1924) 383 All'incaricato d ' Affari Consalvo Surrunonte (12 gennaio 1924) 383 383 All'incaricato d'Affari Consalvo Summonte (14 gennaio 1924) All'incaricato d'Affari Consalvo Summonte (18 gennaio 1924) 384 All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (19 gennaio 1924) 384 385 All'ambasciatore Camilla Romano Avezzana (21 gennaio 1924) Al governatore militare di Fiume, generale Gaet:mo Giardino (25 gennaio 1924) ·386 All'ambasciatore Pietro Tom:ni Della Torretta (26 gennaio 1924) 386 0


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IN DICE

pag.

All'ambasciatOre Pietro Tornasi D ella Torretta (27 genn:¾io 1924) All'ambasciatore Pietro Tornasi. Della Torretta (31 ·gennaio 1924) All'ambascial(lrc Pietro Tornasi DeUa Torretta (31 gennaio 1924) All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (31 gènnaio 1924) All'_ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (2 febbraio 1924) All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (6 febbraio 1924) A[ generale Gaetano Giardino (6 febbraio 1924) . ; . All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (8 febbraio 1924) All'incaricato d'Affari Consalvo Summonte (12 febbraio 1924) AL generale Gaetano Giardino (15 febbraio 1924) All'incaricato d'Affari Consalvo Summonte (16 _febbraio 1924) All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (17. febbraio 1924) All'ambasciatore Pietro Tornasi Della Torretta (19 febbraio 1924) A l generale Gaetano Giardino ( 21 febbraio 1924) A l generale Gaetano Giardino (22 febbraio 1924) , Alla famiglia del genera.le della Di fesa marittima Giovanni Tomadelli ( 16 novembre 1926) . Al g iornalista Sandro Giuliani (21 marzo 1929) Al luogotenente generale della M.V.S.N. Italo Bresciani (15 dicembre 1930) , . , , Al_deputato Ermanno Amicucci (28 ottobre 1931) A Gabriele d 'Annunzio (24 maggio 1932) All'avvocato Antonio Franceschini, podestà di V:icenza ('5 novem~ 1~2) Ai sommergibilisti dell'« Antonio Sciesa >> e dell'<< Enrico T oti » {25 febbra;o 1934) A Gioacchino Forzano (3 giugno 1938) · Al primo ministro giapponese, barone Kichiro Hiranuma (28 maggio t 939) Al Presidente del Consiglio ungherese, ·conte Pal de Teleki (31 JugUo 1939) A Sua Maestà. Imperiale Vittorio Emanuele Hl (25 agosto 1939) Al primo ministro canadese Lyon W illiam K ing Mackeni.ie (27 agosto 1939) Al cancelliere Adolf Hitler (1 gennaio 1940) Al cancelliere Ado!f Hitler (20 aprile 1940) Al generalissimo Francisco Franco (20 maggio 1940) Al maresciallo Ro<lolfo Graziani (14 dicembre 1940)

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3% 396 396 397 397 397 398


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INDICE MESSAGGI:

Alle camicie nere di Verona ( 28 ottobre 1923) Ai camerati çlel battaglione <<Mussolini >> (21 dicembre 1944)

399 399

CRONOLOGIA ESSENZIALE DAL " 13 SETTEMBRE 1943 AL 2 8 APRILE 1945 :

1943' 1944 194)

illdice dei nomi .

. 401-4 17 . 4 17-462 . 462-480 481


NOTI\. BENE · ·Dalla pagina 280 alla pagina 383 (Aggiunte ; Telegrammi) i numeri arabi. di roofrOflto, posti, fra parentesi tonda, in calce ai telegrammi stessi, sono errati. Quelli. esatti sono ind!cati nell'elenco che segu~. · Pag. 280 invere di (293) » 288 » (306) 295 (313) (317) » 296 (}09) (H5) • 298 {313) (318) 299 ». (295) 301 (324) (32H 22) » 307 (338) 311 (342) {?,24, 325-326) »

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leggi (279) »

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(3, 0-3'1) 0 , 0.3,1) (lS8) (3l9) (36>) (366-367) (368-369) (373) (373) 082) (383) (m)


FiniJo di Jh.vnp4rt

il J Diwnbre 1962 nelle Of!ui11 , G,a~ht Fratelli Srianri Sancauia,w Val di Peia (Fi,m ze)

S0110 ,1a1c artchc lirate 100 ropie m1merate ù1 carta rpuù!/e f 1w ri commercio


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