GIORNALE DI MEDICINA MILITARE Anno 1

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dal 21- luglio 1851 al 19 - luglio 1852



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-ANNO I.

( 28 luglro- 1Snt )

N. 4

GIO·RNALE DI ·MEDICINA ·IIILITARE DEL CORPO Si\NITARIO DELL' ARIIATA: SA]\.DA fJ_aRsocia1 ion ~ non si r,iceve che per un

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e cnmincia-col 1 d'agosto. -

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ll Ciornaic si pubhli.ca il lunedì ,li ciase:npa selliuiaua.

PREZZO ll' ASSOCJAÌ!ONE

Prn GLl -Ul'FH:1ALl nr.r. CORPO SANITAlllo

Io 'l'òfino · In provincia f,:aoco· di p9s!a .

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PéR 1 NON J111Li1•,1T1T

In Tori1lo ~ . .. . In provincia franco di posta

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1,9;, 1, L'abbonamento_ deve pa.,arsi per · .semestri aqticjpati. I l\Ie<lic'i lllil-itari iii_ ritiro go<looo. g_li st_cssi. van_\aggi"' ·q~1ell,i in servizio àttivo. -Le associazi611i pe1· i non militari si l'icevono alla 'f1ro~m,~Fr.1. ì\I11,1T,urn cd1tnce s,ta rn. J?1azz;i _V1Lto ..10 Ema- nuele; N. 9. - Lo lctlèl'e per alìboname11lo al Giornule. devono essere a!lrancatc ed accompagnate ria vaglia postale. .

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scientifica tlne volte il mese sotto !a, p1·csi<lenza del Medico bi visionale all'ogfe!to dì trat.~are ili cose di « s~rvizio, di stabi li re discu~siOl'li su punti di Scienr.à, " dì leggere 'le storie dei casi pral ici più, ·ri !'evanti oc. Pino cial giomo in 9t~i il Corp'o St~6iLar~iosMi!rtare fu « corsi uelle Yarie sczioni'mediche .e chin1rgiclie, di dotato del 1nwrn fiegolarnento (5(Yd'oLLobl'c 1850) clie << comur1icarsi scambicvot'.rnenle I frorti ùclle nostré , lo costiLuiva su basi più ra:donti![ e più éonsonè ai pro• ·• sperienie edi daresaggio ai nost1:i Supc1;ioi·i dei ~Wslrì gressi dell~I' Seienza medica e delle palrié isli ~Ltziòni, « stuclii e dei resu!lamen ti delle ture intrapr'ese nelle si fece àltamenrc sentire il Qisogno d'un Giornale che « varie sezioni meclia11te il reuolaré invio d'itccurati mctiesse iu mutua rei'azìone gli sparsi 'figli della farni- ,, proCe$si verbaJi a[ Consigli; Superiore rniptare ·di ~lia Medi~o-mili1a re e ·_IOl'o rendc~;se profi~tevolé i " Sanitii. ,, Nella prim.a no: trt1 l'iunioue di q.uest'aitno 1.1dis1e frutti delle r,onforcme scientifiche tennce negli Speda lì mililal'i Di,·jsiona~ì, pnbblic,a ndone i proe'essi vei·btdi, « glà ~li e!ogi del nuovo HeJ:.olamento da Il' ouimo no, le stori-e J<e1 te delle-, 1Mh1ltìe e, Iutti i lavori scìeoLifìci , .~l:' o'"' Medico Di vi::-ionale eia. esso lui tidìste quali · degli ·lJfiìcialJ di sanità io de~tc conferenze comunison i vantag~i che ne clehlJono deriva!'e a jWO delcali, non · tra!asciandq in pari lempo d Ì (,ral!eilCL'SÌ sa- « l'is I ruzioQ.e'"'c cieli' ese1' CÌl'.ÌO pratico, èosì eh~~ lri1!asc-io r ; l'intel'es~i gcncrnli ùel Corp-o Sanil ario e su le rifor- •< .d'entrare in. qu esto argòmculo. mc che j·iossòOO slima1•si u1ili al buoù andamento del ,, Chi non vede però di qutde e quanto maggioi·e se-1'<,:.izio sanitario dell'nrmala . . "hcoe p,otrebbcr esser<) frum,ose le 110,;tr'e istilOzi"Oni . Qm111tn11que questo bisoi,110 di puhblicìU1 dei lavori « quandp i ·lavori che si fanno in ogni '1ivisi-0ne fos-· 1!egli 0/Tictiali <lel ~},rpo fosse genern!niente sentilo, " sero pi.ibblicati e si rcocle;;sern per tal modo d'miidcbbesi pe,·ò agi i um,.iaii Sani lari del l>l'c,idio ed Ospe- , · ~ versai e ·uLifità a ·ttù(i gli Cffizia li del Corpo ·coll'isti<,hile dj:visionale di SciamheJ'ì I' inizia{iya della proposi a " tuzione cf'un Giornale? · ili Con,-iglio Snperiorc, ond-0 oltener un GiMnale ch e « Dacohè ·il Governo ed il Consiglio Supe1' io1·é MrUpolessti stimin•si t'organo del Corpo Sanitario di tutta « tare di Sanità tailto mig!iornro1io le sortì nosr_r·c, ra:nnaL:i. « spella a ·noi il corr-ispondet'"l:l dcghànrnnte ai lal'g.ili Quando una. taJc prop_osizionù fu fatta nella confe~ « favor,ì, provve-dendo al.l'onore eU a l detoro· nforale .renza- del 27 di febbraio, fo apjwòvata a.ll'tmnuimilù;era « del nostro Corp'o. La pubblicità dei nostri lavori (-1~sa fq1·molala nei s,eguenti, termini : · « sc1,vfrà a l\lre conoscere con c uaota attività s'attenda 1 • Ecc\l\:i co,1,,ocati colr~pprovazione di .chì ci dr- " allo ·stù<liò , rçn quale zelo indefesso cì occu11iamo " rige per ndirc, pei- di.soutere e, se Io credete op- " per la san ità dei soldat i e farà fede alla nazione « porluno, per approvare ed ìuviareal Consiglio Su- cc ,dell'u1ilità delle· nostre nuove isliluiionì e dei se11" pcrìore Militare di Sanità l'espressione d'nu voto « t.imènti da cui LuHì siatno animat,i per il bunu an• che, benignamente .1ecolto dai · no'.<;lri Superiori, lol'- •< cl amento dell'imporlanle s·ervizio che ci fu alììdn"to. « nerehbe à. gr~iid'c•ut.ili,'à dcaa Scienza cfa ùoi p1;ofcs-" Ad ottenere q,1eslo Giornale io porto opint6rie chè • sa i a, a luS1 ro·"e decor·o dél Corpo noslro e ··prd"vve- " basti· il chtedèrlo e che il 11osiro Medico Divisionalè, ·« clerehbe àd un l'efllpo al ,mutuo .e ff>àlcllèvole dm- « oosì soJiecito di quanto è dire-Ilo all'otrm·c cfel nosLt'O « l>orziò s~ienti~~o fratu C ti'i Colleghi nos.t.1:ì dell'ì"\rm;.1ta . « Corpo ed al bene del senizio, voglia fm•si inlel'prete « Per d1spos1z10nc elci Regolam~u tp, dei 50 .c1'ollobré ,, e mediatore presso il Consiglio Superiore di. questo ... p. p. eone ohhli~o a ~Lu(ti· i Medici n1i.lilari cheso,no di « cointrne nosl ro desiderio. » ' \ «. presidi~ (~_ ov;e.si~te v.ii Ospedale ?t~i.$i~n~l~l non cl10 l \•Oli dei l\led ici mi!it~_l'Ì, sta1iziati .fl :s_c.ju-mbct·i, ·«- ·à q110!11 adoel11 allo ste~so, dr J'IU.n1rs1 in seduta uo11 ta1·clarono a;d..csserc pienamoote esaud1t1, . S,~ ~h

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li P1:esi<lè.nle. del Consiglio Su pe1·iol'c lùtla calcolando l'utilità che, tlall' nuuazionc d'un Giornale di 'Medicina milit are, poll'ebbe deri Yare a pro dell'L truzione degli Uffiziali di sanità e,l a va11taggio cl~I servizio sanilario ,mìlitare' da prima 11spondeva colle più incoraggianti e soddi!'.facenti parole ai Medici militari stanziati a Scìamberi ed ai suoi bnoni e solleciti ufficii presso il Minislc1·0 tlella Gnc1Tu è ckl a11ribu1·si la superiore sa11zione ottenuta pci· dispaec io .ministeriale dcll' i 1 di loglio, div. am., n~ 567;5. 11 Giorna le cli JJfe<lieina Militare !i:lt'Ù considr.rato. <1ual orgnno del Corpo-$anitnrio militare e sa1·il esclusiva ment e compilalo eia Cffiziali Militari di Sanità. La pubblicazione si fa1·à in Torino «la una Cornmissioue composta d' un Direttol'C clie sarà sempre uu Medico Divisiomlle il quale, quando non è di stanza in Torino, porrà fot·si rarprescn larc da un Medico cli Reggime.nto,. e eia <fttallt'o ncclattori scclli fra il pe1·i.;onale , !ìa11itllrio uddellct all 'Ospedale Divisionnle ed ai Presidio di Tol'i110. Tulli indii-tìnlamcnlc gli Ufficiali Milital'i cli Sani ti1 su rnnno Collaborato1·i drf'Gi or1rnle il quale ~arà diviso i II due IHI 1·ti. Ln prima conte.l't'à l\fcmo1·i(' originali , s!orie dei ciJsi più inler11~a11ti di nrnlallic cu,·atc sui militnri ccl un snnlo di Lutti i processi wrhali, delle letture e dis,:ussion i te11ut e nelle conl'rrcnzc scienlifìc.lw di tutti ul:i Speciali Di visionali. . '"" La secondt'I sar¼-ttcm.ioat :i alle CO."C rcln1ivc al se1·rizio gani1ario-mìlila1·c cd alle ntilì riforme da intt·odursi nei vari suoi rami ; co nten R inolt.l'e i rn~oconti' me11!'Ì11tll i del movimento Ilei malati e delle nwlalli c in tulli gli Speda li cd in tulle !e Infermerie militari, colle 1·clntivc osservazioni su lle malaltie prcdominariti, o (i .. nalmente 11n B0llo11i110 settimanale delle va,·ie destinazioni del personale, dei conco1·,-i, de! lè promozioni e cli ttille le nuo,•c tl.isposizioni reb tivc al Go,·po ed al Scl'vizio sa11i ta1·iò-militarc, non ehe di vo lt~, ,in volta rapid i cenn i sop1·a a1·goment i clesnnt.i d,1 alt ri giornali n:izionali e sti·a nicri. ·rutti gli scritti che gli LHlìziali MililMi di Sanit,\ iteside're1·nnno inviare all:i' nedazionc del giornale, si farauuo pervenire alln mcclcsìma per In vja d<'.I Med ico Divisionale da cui sono dipcndè11li. La pubblicazione si farà il li111crlì t1·ogni sellimnna. Ogni dispensa conterrà otto. pagine a due co!onno non caraucri, carta e srslo uguali a questo primo numero. Non si ricevon associazion i fuorchè pc1· 11n ~11110. li pr(izzo <lell'as:sooiazionc è di lit-e 1O da pagarsi u semestri anticipati, per gli Uflìziali Militari di saniLa nventi stanza in Tori no, e cli lire I l pr r quell i rhc saranno comandati presso i rnrii Corpi e Stabilimenti. militari delle Provin cie. I Medici Militari potranno fare passare aHa Dirrzionc il prezzo dell'associazione rei· mezzo dei Medici Divif:ionali <la cui sono tlipenden1i. · Gli estranei al Corpo S:1nila1·io ì\lili1arc si di1•igeran110 per l'associazione alla Tipograu:1 Militare, piazza Vittorio Emanuele N: 9. ~,a spedizione d'ogni 'dis1w n~a Sfll'i1 foll:1 frnn r:1 • òi spe;;:a per mezzo dcli~ pos1a.

AGL'UFffCL\LT. DEI. CORPO SANCJ'AJl,10-!\flUT A!Ut Certi clic l' istituzione d el Giornale' di 1lledici11a 1'JJ! ilitarc s:w/1 accolta con sodtlisfazionc da tutti gli Uffizi:,li del Coi·po, i H cd:1ttori si fanno d ebito d'i!Witar i Colleghi a volere tutti ed iaclistiut.iinentc concmnw al n.1iglior_ancla111c11to del me desimo sia per In mutua Ì5ll'llziç>ne, , 1a pel uccoro del Corpo, sia per 111ostrarsi grati " dii si :ulopcrl> e a clii acco11s<:nlì, percl1è fo.~simo Jotati di <[UCsl'òrgano cli 11111tua co111t1nicazione di scienliftr.he cognizioni. Questo Gio)·n alc aùclivenù in breve il l,•rmourclt·o rld credito che ci accorder/1 la nazione: nff.ìnt·!,è s~lga r.sso al phì alto grado p.ossibilc, è uopo ch e t11tt1 onian11! lui.te le nostre for1,e per conseguire questo scopo. ~\on fo du1t<JL1e mcstiea·i fare conoscer e la necessiti, c.he tutti usando del di rii lo cli collaùorazionc in,·iiuo 1J1emorie, pern;ie1\ studi i alln Rednzione che ue farà tesoro vubblicandoli. Valg" ad emulazione ecl incornggiamcnto il lieto annunzio che voisiamo dare che il nosb·o ~)1·csid_ente cl:I Consiglio Super\Ore ci ha 111aoifcst11~a la rnte!11.1onc cl, volere prendere parte all n co.llabora2.w111: 1: forci doni ,li suoi lavo ri. TI nostro in rito poi e: viù fo rmalmrn t.' ,lirctto ai !11<-diri militnri d,c t r o,·,: nsi o dislat'cnti dai Corpi o lonl.iui dngli Spcd:ili DiYisiou:1li o ,10rc:111d:1ti nei l'o1·Li od iitolati in tinc e nella t;ondi ziou,: cli 11 0 11 p t1Lcl'eprèn1lere parte alle conferenze scieutiGcl,c e così fuori dell'occasione di dil'ti ng11ersi e di farsi conoscere da lutti i Colleghi. L,\ Il1m.\.1,1o?H;

·PARTE PRl~JA STOHIE DI CASI nIMARCUEVOLI. L FEfHTA n1 <:OLTELLO P'E~ETRANTE NEL TOIUCF, CO:'i l.F.SlOl'iR Dr.I. tlOU!Oi'l'F.

( da 1111n memoria

/l'ila ila!

Dott.

M .\lHM'\0 ili

,dstt)

li nominnlo Yaccnrn Luigi d' :11rni :!?. , ,li temperamento sang11ig110-linfat:rn, soldato nd Ballnglione lnynlidi pel' frucou ,a n,lla <:orne:i !ltcìd n de ll'occhio destrQ e nubecola d<'l sini~tro, era nella sera drl ?. <li mano p. P· fcrilo in rissu cou colt1•llo alla pnrtr sinistrn del t orn<'e, mentre trovnvasi ebl,ro dal vino . Ln prima cura d m in qnellu scrn gli t'11 fotfa consistè nell'applìcazionc d' nn peno di lcla spal111nt:1 di cerotto diachilonc gommoso , d 'alcune compresse e d' una fuscia-. tura a corpo. Gli furono som111i11istratc' alcune gocce di nmmoniaca liql1ida onde clì)eg1rnre l'ubùriacchezza, unti b evanda acidub e più tardi gli fu praticato un salasso cli 14- oucic. Nella ,·isiln clel mattino successi\'O si "stabilì la dingnosi e la curn. La ferita era nè'l settimo spazio in t,•n :ostale, rasenti~il m'a rginc supe riore dcll'otfava r,osta sinistr:1 , all'nuione dei due. quiuti anteriori c0ì tre pn slériori , la direzion e l'ra trasycrsale, l" figura elittica, I-a lunghezza d' un ce11liinctro e mezzo; netti ed a\'cnti i c:irattcri delle n~golari incisioni, i margini della ferita offriv:insi fra sè discosti di cinque 111illimet1ì nella parte media ed erano circo11dati cla un t11111orè clalitico, Cl'cpitantc, esteso ronsiùerevolmcnte. La posizion r cÙ<' prefel'iv,1 l'n111 n1 alato crllla latcl'n le sinistra, mat~_tencu<lo le s:unbe in semiflessionc. Era in uno s tato d'abbattimento g rande, n,·e,·r. il ,-:e spiro brern, difficile, ohbliquo; il polso cclcr<', contn,tto; la pelle pallida, fredda. Ln percussion e sulla pa,·tc fcrita ,del to race nou clnn1 nei du e. toP,r1.i iufcriori alcun suono, co111e · se si fosse· praticnhf su d'µ,na


coscia·, nel terzo sL1perior ~ dspooclc\s.1 .1lla percussione , rl'cmulsiouc arabica con sene, o~a dost: d'<1c<1ua co~bata un suono chiaro .e più for~e ùelru~ato. Nelltt uott<i ave.i l\Ji !,,uro ceraso presa .fin allora, fu so~tituita la limonata cacciati molti sputi sanguigni ogni ,~olta cl1'cra as~.1lit.o l!e fu presc,,itt.i una po;.:io.uc con1po,s ta cli .c1uattr'oncie di da~la tosse. Gli abit'i deposti erano inzuppa.ti di sl<ngue 11 acqua distillata cli camonìilla con un'oncia di siroppo e disseccato e presentavano uu'apertura siinile alla ferita Jdieci gocce di laudano, liqn.ido' dw p1·cndcrsi cpicraticioè un taglio netto, reigol are e trasv.ersal e. . ·cn111ente. La regolarit.11 t~ 11ettezrn dei margini della férifa non 11 scttin10 giorno l'a,·niualato co111inciò a provar un 1 ammettevano dubbio suil~ qu,ditì1 cle.ll'arma l'e~·itrJce. 111;teggicro n1igliora.m~nto.chc, atrn_1e.ntandosi ep1osegueJ1d~· sangue sparso dovi>va denrnre dn vasi non cosp1cu1 <ldl.1 ,St'1ld,~tamenl.e nei giorni succcssln, lo condusse a potel's1 ferita della paretr. t9n)cica e <li quella del polmo.n.e, giac- (onsiderare convalescente nel quattordicesimo giorno ed cbè esseiido .Ja ferita rasente l'orlo super.iore della costa ,a sortire dall'Ospedale ud \'entottesimo ·dal suo ingresso non po~eva prnce(.l ere· dalla 1....sio11é dcJl':lrteria iuterco- 'rp: rfottament~ ris.tnb-i lit~, senz'altro incomoclo che un leg~ st,ile, ne potevu p.ure procederc-d:1lla ienta del suo mino g1ero senso d1 penoso ~tir,11nento :.1 polinone 11ellc g1·a11d1 di congiunzione con In s1,1pcricrc per essere questo çol- inspira1.ioni cd espirazioni nd luogo corrispoudcnte alla loc.ato in un piano ]>ÌÙ nnt(: rion1 a quello della ferita. jfcrita esterua. Non potera pi,r essere il prodotto.d'una lcsiouc dei grossi La Tison,1uza 11ori11alti del torace si11istrn ern~i çomt.ronc1Bi cont,emlli nella c,n·aii to<·acica tanto pn hr dire- jpìutamente l'iunornt_;{ al diciottesimo giorno di cu1'a su ziorie della J'er·ita da1 cli dielro in av,lllti ed in ,dto, <1uanto !' tu ti.i i pilllti. · perchè un '.' ,simile. l<isìo11e ,IHehhe protlot.~o i~1 ,b1,ev'o~·a .L'uru.1ual:1to sopportò 14 talassi nei priiui set(e giorni ·u11 ,·ersa1ncuto 'fota!t: 11e lla pnr ora detta cavata toraci- e h111pl1eaz1<,mc da 3 2 sanguisughe. ca. L"enfìseina, cstcrn.\) non _polt;v,1 111orere da alc~ na , Fu uolcl'cle clre la uubecola all'occhio sinistro dialtra <:au~a l'uorchè~ dal I.i ~es_ione e.lei pol111pn~ ,. '.u,ei1tre, /.sil." rvc <f\'asi. i11tier~11 H;nte; fenomeno che i~ J?o~t. ,Ma.- . essendo ru)lasta aperta b !cn!·a, colla stessa foc1hta con 1 rmno attnbu,sce .,Il atti1 ato assor.b rnwnto dea ,·.1&1 lmfaçui l'ic~rin ·lii s:11:eb~)e introdotta, ne sa '.·ei>11e pur uscita. J1tici do.po le fatte ~ottrn1.ioni sanguigne. A parte poi il smtom_o patogno111trnico del.lo sputo s;mguiguo, la 111:i11cania ,iss9luta di suono nella pen:nssione . dei due ·t~rzi inferiori dd t,to to ra cico offeso e la ditl~- / 2. -,wlti, ,li rc~pirnrc mettevano fuori di dubbio .la le,;ione J del polmone cd !_i versarneuto tlrl sangue uclla parte ÈMATGHiA inferiore della cavit/, toracica, 111e11tre .Ja straordinaria ri$onanza del t.erw supe t·lore ciel petto indicava il pasClillATA COL 11.\LSAMO COl'AUlR E t>Ei1 E C'UJ)f:J)E saggio d'aria nçlla cavitì1 medesima·. Tutto indicava dunque che trattavasi di ferif<1, tl'm'llla ( D,1 una memoria ,le! Dott. P1iZ()l\ll'O letta nella :;cconda Co11(e1•e11zti di gennaio in Ge11011}t ) . di punta e di ·ta§·lio pene,trànte Ilei torace con lesio1w

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del polmone.

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Jlimanev.1 nd .istituirsi la c Hra. TI dolt. Maiiano penso Un .soldato bci·saglicrc di 33 auni·, dcd;to 111 vino cd che h, primrr indìc.izioue tlovessc, essel'c dif'etta a preve; ai liquori, prima d'entrare nell'Ospedale crasi da quinuìre l'infìamm:izione ~d pnhnonc ed il mezzo pitì dli- dici giorni a ccorto che la sua oriua era fra11pnist,1 a cacc [><~r pe,,venlrvi c~s;•re le abbondanti e ripetute sot-: s:i ngue, senza però provare alcun Jolore o 1110trar,ionì sa,!guignc raiioualu1<:nte. ordi1ijatc e pratic;1te, le.sta se·ns(lzione all'urc-tni , alla vescica, ai l'eui, tanto stabilendo non doversi te\11Cl:C di 1·id1.1J'rè !'cnel'gia vit-.-,le nel disimpegno' dc'spoi servigi, quanto nell'atto <lell'od<di'ammah1to alla 111i11.inw s ua espr:-ssione, anebc in vi- ,rina1·c;come vurc senza aye'r· provato nessun'antccede1)tc sla che q,u:ìnto più s'ini1ehnlis..:e la circolazioue sa ngui- mai,ittia all':ippara to urnpoietico. La ulano esploratrice gna, l r111to più s-i atti'va la circolazione dei linfatici, _quinGli sull'addomine 11011 produt:<~va ,alcun dolore per <{uauto truella del ria~sorhi1nentp la qunle <~ (li pri,ma 11ecessit/1 comprimesse ~u lut ti i. punti. Le orine erano di un còlore in ffttestc circostanze onde ottenere l'assorbimento del rosso-scurosanguinoleato e, raccolte in un vaso di vetro, sa::gt~c~ ,·crsalo nel ptlr'e.nd1i111a pnl111onare e ncilln cavità depon~\·:ino L1opo qualche te mpo fiocchi B.brinosi 1:rnm·t.orncic:1. . 11,is.ti a inoll.a rnatt.,ria c,olo'rante, quanh..i1<1ue l a stessa Guic'.Ìa t~) da questo principio, sottopo.se l' a1111111ilato alla orina 11011 perdrsfo il suo· còlore J·osso- sturo. La qm<npiù rigorosa dida, rntcoarnndò il ]liù nssoluto silepzio, tità <lell'orin,1 che emetteva nella giornat,t c1'a nat.u rale. _l'im11whilità e tpttè le eme pe1· evi6re. h 'tosse. Quindi D el restci'nulla 1r1.111cavagli per caratterizzarlo nello sta.lo comi,:iciò a praticare due salassi nel prin,o giorno · di t4. di saniti1 il più normale. Il pri1110 medicamento amoncie, i quali furono uei giorn_i successivi ripetuti, ma ministrato all'ammalato fu l'ergotiµa ,illa _do5e di otto p1ù sc~rsi , an'che pèn:lu::, la riazione r itardando ;i ma.:. ·grani in poi;hc oncic d'.,cqua da p rendersi epicrà~icauifesta1·si, le estremità si erano rese .fredde, Ja ' circola- mente nella gio1:n.1l:a e da ripetersi la se ra. ; per bev:in,<la zione sembrava concentrarsi e le vene .ip.pari,·ano {lo~cie una ·l imonata 111ineralc con alcuue gocce d'alcoole'. La · auche sotto l ' azione dello strettoio, sì che di jle1· se <los'e dell'ergotina fu progressivamente au111entata 11eì ste·ssc délv:iuo poco sangue. Si r icorse allora all'applica- giorni successivi, ·così che il. sesto e sctti~no giorilo era zìone .di .sangqisug_be in ".iéìnanza della ferita, la ·quale di trentachie grani. Non riuscendo d' alèun pi·ofitto · non presentava fenomeni rimarche yoli cd era curala ne') questo dina111ico emostatico, ' come pmc l'applicamodo il pit\ seni pli., . ·, ziorìe r)petnta dèlli:: sanguisughe. ,il perineo, si fece . ri. Fu · al ,quarto giorno e dopo la 1·ipetuta applicazione cOl'so· all'uso_ d ella rntania in polver.e; m:i ~el.>bene in di senapi_smi all'eStl'e111ità inferiori·, che c0Ìl1inciò a svi- quattro gioi1·1i fosse aume.ntata alla dose di due cli-a mme, l.!:1.pparsi h fob.brc ùi riazione generale con fe.n.o meni uon ebbe risultato rn iglioré dell'ergotina, Frattanto l'ai.nI!Crvosi d'agitazione e va~1iloqu~o, succeduti da lungl_ii 111alato deppriv-a ne;:l suo· fisico, scma però lamentarsi s?pori. Allo.- i, salassi contiquaronsi a praticare du_e P.e1:1 ~'alcun malessere, 1<'.~ in questa .c.011(~izioi1e della mal:1tg1or110~ fìn a che presentarono !,òOte1vrn ed !'lla he vanda e clopo 1.1n consulto tenuto dal t.urnntc col Medico.

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4 Divis~onaleD~tt. i\i-ella d1e· si tentò l' uso dd bals;im_o co-' paiLe misto al pepe cubebe. L'e,sit? coni!lposc i:1 savio consig1i ò. Si fecero iJreparùre boli compos,ti di ·dicci goc.cc di l;,.lsanio e sette g-rani di pepe, da farne prcndere un() Ja mattina .e l'a ltro la sera. 11 primo giorno le orine si r es·ero più 1:~ssc, nei giorni succcssiv-i divennero più chiare e, miglio1:ando se111pre di giorno· in i§io.-no, dopo circ:.1 una settiìnana di questa cura assunseiio il cqlore n<)turnle. U 11::i cinostanin degna tl'nnno- l ta:1,ione è che al terw giorno de.l]'ultima cura l'a!mi1alato vede ndo le orine di\'e ni,'e chiare , pensò essere gi.iarito e, assot:iandosi ui convale_scenli , s'esercitò per alcui1e ore a fare srtlt.i : ··ciù gli produsse tosto nn'esacerbazione della u1alattia, k urine fluirono rosse sangBinolenti come j 11 .,; 11Ji giorni, ma ~10 fu tosto rirnes,so con veutiquattr'ore dì ilida e rip()SO. L'ana.lio;i delle orine 11011 i)resentav:1 posaturn uè acidH lH! alcalina; gli acidi -.non facevano <lcpllSit,ir.e_fìo.cchi _a lbuminosi, rn} tampoco l'epoiliiione ; i t:a rb onàti el'ano ahbonclauli nHJntre le orÌtlC spumeggiav,tùo lrritt,wdo]c co)J'·a ciJo nitrico; l'urca pure ed i suoi composti erano abl1onda,nti, mentre nella formazione del nitrato d'urea il liquido ass.,nneva un colore rosso di m attone; era pure abboud;ntc il de1iosito di ccll.ule epiteliali franrniiste a 111t1co,, "

qua fredda sull'ocd1io e s'nmmi nistrò una be\'n nda. stibiat~. ~iei due successivi gi.or!ii .si prnticnrono du~ salassi, s'airin1_inis~rò là stes:5a bevanda ed, in vece d_i to_<~ca;·e ;la congw:itn·a col nrtrato d'argcuto, furono rnst1llate fr:1 le palpebre <\lcune gocce d'una soluzi.oqc composta di due grani di nitr.ilo d'argento in due onGie cPae5ua d istillata. Nel quai-to giorn~ la guarigione era assicurata · essendo t:cssata Ja. secrezione pyrufonL::i, la goufìczza e rosscua della congiuntiva-, ccc. Per alcuni giorni fur<,_>no contiquate le insLillnzioni cfella suddetta soluiione, e nel nono giorno di_ u1ra l'arnnrnlato s0rtiva dall' Ospedale perfettamente gua~ · '

CONG!UNl'IVlTE BLENNORHAGICA ( Da una memoria ,iei°JJMt. Bm·. dc IlE,\UFOl)'r lei/a 11c/l~ C1111fe1'enza del 20 d:cembrc 18:,0 a Si,iambc,·i ). .

Giaceva da (LU:-tlcbe giorno un s0l~at1, dei 1 5 .1110 R.e 0gimet'lto al létto n. l 16, sala d e i, ve11erei, affetto da mi t,n 3 ble1u1orragia) quando uella me:r,1,on'o ttc dd 2 1 al ?•.8 <leL p. p . no.vemb1·~ era d 'improvviso colpito ~In for ~issimo CONGHJN'.i'IVITE ACUTA dolore all'occhio. destro_per modo ch'ebbe ad implo( /)(I una storia leua dal -Dot. llUPONT nella .,ecoml" Conf'crc11za di rare ·j[ soccorso del- Medico di gu:1r<ll,l il quale, subito Ge11op11). riconos<;cnd.o il prit)cipio d'una congiun ti vite bJennorrali sok1ato di cui parla la s toria alla prima visita m e- gica per immédiato cqntattp <lelln matt}ria dello swlo dica (18 di di<~cinbrc ,850) aveva.le palpebre rigonfiate l,\r~t1,.ile con 1-a congiuntiva, gli. praticò un generoso sacù cd'ematose, la dn3iu11.Lìva palpebrale · inspcssit», t:OU lasso ed _ordinò·un h.igno freikl,, co11tiouo all'ocèl-1io. Ln iniìltra1,ione sanguigna del te~suto cellulare sottostante e mattina successiva il malato .p resentava le palp<lb1·e delchernosi in.tensa, devisamente ìuGarnmatoria, che circon- l'occhio estremamente gonfie , <l'nn colore 1'0$So-violadava la col·nea e· la ri copriva .in parte col suo orlo: la cor- ceo all'esterno che si cstend~rn uot11bilmcnte nelle parti nea era sana. Il colore della congiuntiva e ra ì·osso-scuro. circonvicine. Nell'in.terno t utta la cong,i untiva oculo-palUna mate1,ia al>bonclante muco-pnruìenta, giallastra sco- pebrale e rri rosso-scura , gonfìa, vescìco!atn, non prel11va dalle palpebre. li blefarospasmo l_e ggiero, la feh- S<!ntava traccia d'iniezione, ma sen1bn1va quasi essere hrc poco intensa , la pelle calda e sect:a . S0ffrin1 cc- i1)zuppatn cli sangue venoso. La sola parte d i congiun- . folagia soprorhit;.ie d1~ s'esacerbava particolarmente tiva che ricoi)l:e la cornea era intatta e lucida; sembrava nella nolte; sc11saiion~ di tensio1rn nel globo · occnlare con soltanto più piccokt perchè l'ineguale rigonf'tamento dell:, d~lori lancinant; aò inter rnllì nell'intemo, fotofobia leg- sua lamina sd~·1•otìc~1le le si. rovesci,~va so1)1·n l'orlo e ne gieni, 'senso di peso alla testa, agita1.i0ne, boct:.1 secca, impiccoliva apparenteme11te la circcmforema.l dolori eranù sete éontinu:i . .Dopo le interroga;-,ioni fatte all'nmmalato vivis,simi, lancinanti continui; lo St:<)lo era abb'011d.ante if _Curante fn indotto ;1 riconoscer~ clic la m.a lattia non giallo-verdognolo. ptlteya csserqtata prod.otta fnorch è da cause 1·e11nrntizzttntì NçlFintenclimento·, d'aiTcstnre o, come' dicono i }'rauco111urii .al!_a stagione ed al g.enere di yserciii dei Bet'sa- ccsi, di str0iznrel'infìamrnazioue.fu oi·diuata una·soluzioue · glie1·i; Corpo ~1 quale appartenev'f1 l';-umnalato. Il giudizio dl quind ici grnni di Hftrato tl'ar5euto cristallizzoto in diagno-s tiéo fu: ·ti·attarsi' di congi u.n tivite reumatiè:a acuta un'onc:ia d'atf{Ua distiUata, col]a q-ù ~e fu s~1bit~ detersa cori inadiazionc alle--1.1lfre tarti che compongono l'organo tutta la cong\nnti,r:i occ_ulo, pn}pebn1~ meqi;inte un pendella vis.ione. nellino, fitcend<>vi sut:ceclere pei: U!l c1uarto d'.ora rappli' Nel pi'irno giorno, la fg.tofohia ed ilJ)lefarospasmo non cazioue di bagni· freddj e poscia continue i1ù ezioni di 'Cs'se.n d0 bnlo intensi da..itnpedit·e il 1·01'esciamento·<lelle_ de-cotto di malva tiepi.do.'oiràe impe~-live che lo scol'o;, adra,l pebre, fu toccata la con~i'untiya piilp·e·hrnlc,col nì'trat? densandosi, stc1n~iasse s~t la congiip1tlva oqik-pl)lpc'hré)lc.

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d'argento fuso abbassando immediatatuente le palpebre Nella vista di prcrenir_e gli effetti della ria.zioue clte questo genere di medicatura avrebbe potuto eccit:1r in tutta l!et:onomia , furono· prnticati due sall\ssj ~ uno la matt.i11a e l'altro la ;;era, foron ordinati co11tim1i baguuoli d'ac-

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Un~unr!od'ora do_polu ~n,tkato ~n se.co:JdosaÌasso~duè· ore più tardi fur0no,ap~1l1:atc venti ~,ang~11sugh~ ~Ila- t~11~·p ìa destrn. Die-ta l:r pitl ngorc_isa . .Nella sera_ s, rinnovo ,1 s·ala.ssn e ht la,randa déll'occlJI() co li a so Iuz10ne ~1sata Ia 1nattinl\.

Nd giorno successivo si 1•i1?etè b st()ssa mcdicatnrn mattina e seni: n~llit matti na fp oltrat:ciò ri1111ova ta l'ap· plicazione àeLle &.aoguisugqe e nella sei·a si rìpetò il sa-

làsso.

N"el terw giorno il 1n ìglioramento er,i sensi biÙs.~i 1110 , là gon(ièzt,a vescicolare" della congiuntiv;t (>c.ulo-,palpe~ brale ern grandemente diminuita e,l, alla ripiegatma della parte ·superiorc della Jrwdesima sul globo dell'oc·cbio., co111in_ci,;rn a distinguersi il bìanc~ della cornea. lin fatti1 la wlita abluzioJtc col pennello· imbevuto nella enuuciatas0Juzione;fo:_111~1Hinistrntotrnpurga_nt~d'u~'oneia e 1uezza d'olio di'ricino. La sera si ripetè la tes tè detta H,.va11J,1 e si fece il quinto ed ultimò salasso. Nel ciuarto giorno di cura la qL1;,11·igione si pùtè considerare assicunt~;t. Si fece l'ultiuia abluzione co1;i. la soluiione co11cc.ntrata è si c,ontinuaro110 f1;eqticnli iniezioni col decotto . di iua.ll'à tiepi·do. 'Nei su.ccessivi 4. gim',ii la c in•a fu limitàta alle , inJ· czioni di decotto tli 11H,l va tiepido. Poi 15er altri 4 giorni fu sollecitata la gua_rigione inst ilJanflo mattina e sera $lilla çongiuntil'a aln1ne gocce d'trna soluiione d'un g1:nno <li Ditratçi d'argento i11 ur)'onçiii di acqua ~istillata. fiualtne11tt: µ r 4 giorno,<lalla ì.nvasìo1~.e della malattia ; l'àmprnlato sì po-tel'a considèrn.re perfet· tamente guarito; l'imase ancot' -iu eonva 1escenoa qunttro giorni e sortì a} ,1c8 s_enz'alcuna tracuia del uìorbo sof-

convinziòni e acl ecciùu·e netfe Fnenlì ard-enti è stndiosedegli Ullìziali del Corpo quella genr:o~a emulazione allo stud'io cd alla clinica osservazione c:he sola può innalzare al s.uo "'giusto li vc lfo l'onore c1l il lustro del Corpo Snuitario, co ronare di belli 1·isul1a,11cnt1 la giuSla aspellatìvH di <'Olui che ci procurò ques~.a . nuova isli!uzione la quale, convertendo in nltrellante Medicochirurgiche Accademie tulle le riunioni in una Ciltà dei div~rsi Medici 1uìlirari, dcbbé proc111·arci. una giusl,i\ npp1'rzziazione delk opere no:;lr1\ scientifiche e cattivarci dalla nazione Lolla la s_ùa fiducia e gratiLUfline. ., .. Ci duole, per la risi r:eUczza de Ho spazio, cli non polern riprodurre le calorose parole ·dei Mrd ici Divisionali, ma sollecitnncloci u 1·iferin i i sun li dnlle conferedzc cd i! ì'!epilogo dell e memorie !elle crcrl iamo cogliere ed offrii; i f'ntlli di cui quclic parn!c i'ufonoseme, e ,clirnosl1·a1·e che il ler·rc110 su eni furono sparse, auzichè essere i,lnto i11g1·n1 0, CO!'l'Ì~'. pOse eon r_igogliosa ed ube1·tosa "cgclazionc. ·

1'on1NO. l Medici militaH al.livi'r<:sidcnti in 'l'orino tcnncì·o la !Qro JWi11m conferenza ai 2!~ tli gennaio cd in essa furono nominar.i Sc~rctnriì li Medici di Reggimento DD.ri .~lcial.i cd Alfurno. 11 Do ti,. Alfi.imo leggeva una st,wia di guarigione di sifilide costituzionale operala in_c1uauro ~cu.imanc col jodurò di potassio, comin1,;iundo (lai q1rnUro grani pe1· giorno e sa~ leodo progres&ivamcnl1} lin ai tre1,11a grani scnz'aver avuto a lamenta1·c la compars'. l di fenomeni sinisLi·i. L'ammalato <li cosLittl'donc scrvfolosa pi~seutava un'esostosi a.Ha 1'1'1-<lSt'llUa i nfcriorc, in,_,,or,vhi cd i nduramcn ti ·,,.,0J1inndo" ;:, lari sott(> la rnascdla e atl nillhO gli inguini,, dolor·i osteoc·opi vivissimi il giorno, insopporLabili la noLtc. QueJ che di più ferto. Non si può Jasc:at· iuossei-va!o un incidente. Nei . riruarcbevole jJrcscnia qocs tu s toria è cbc l'ammalato era afprin1i cinque giorni dellaccougitwti,~itc b blenn91Tnsia coq- folto dnlla lue da due ,um i; che in qùesLo- tempo entrò più tinuò assa'i mit.e, n.el ·sesto si arrestò, nel sctt:i1)10 si1nanifostò 'volte ncll'Ospedaìc; chc_so~Lenrwd i \'C11 sc cure mcrcur·iali più un'orchite che cedette · in cì1urue gio:rni per l'applica- ·o meno cnci:gichc èonsegucndo mo1_ncntan:;i l'i.sultamc.nti palzìone locale di ,ie nti sanguisughe e per J'.uso continuo del lintivi, succeduti d,l nuore e più grnvi esacerbazioni dopo, quablw tem po d:dlc cul·c.·, considerale dnl Dottore cRh1p1asuia emol]jentc. Al cedere dell' orchit1~1•ico111pan-e trasco1'sO lf A ur,w come inco1upiulc per difetto (h!Jl'ì1mmalato i! quale la blei11Jorragia la clurik guarì poi in fre giorni con rilìutavasi di pros<:guirlc qua nd'era alcun poco l'Ìmesso; che l'uso di quattr'oncie d'una pozione gommosa con mezz'ou- fi nalmente la irrnlauì,1, anzi d1e migliorare, peggiot·av.a pc.r c:a di balsarn,o capai-be, presa in una volta ~ola -per t 1·e Jc cure stesse <lél Doti. Alfurno, quandn in via.spel'ii'nengiorni aJU mattina. tn!e volle ('SOl'dirc coll'uso dcf c!cufo-cloruro di mercurio dato a p,i~colci dosi lll'Ogressi,,c r. con tutlì i riguardi. La discus~i(lne che successe ,\ qucsLa lc{tura non forni argo;nento-<li rimlfrcliernli 1)0,dtà. RELAZIONE II.Dott. Akiati mosso da commendevole sentimento di DELtE CQNFERENZE SCIENTIFICHE. eompassionc pci soldati ai.f~LLi da nrnlaHie veneree, lesse una memoria ehe.. av<?rn per iseopo di p1·oponrc che. fosscl'o -~lese di gennaio 1Sol allcgcriw e mcs\io uniforma·tc le 11c1.1·il.rnzioni che pagano ali'O~pcdalc per l(I cuea e, scl)bcnc il ramò s,rnilario ammi.. Nell'. accin~erci 1·endere_J,:onto 1lcllc couferçn~.e nis trati,·o non sia di ~ompelcnza delle nost,r<: . conferenze sc1enl16che che hanno n, uto luogo nel peimo sei;nN,lre thc debbono solarncnt.e vcrsa,·e sopra argol)lcnti scicntilici d~l. COJT(}nlc amw negli ~pedali Divisi onJ;1Ji d.el Reguo, e discipli.nal'i del Corpo, pl.\re la sua me1~101·ià inconlrò la c1 e gral~ pote!' arrnur11"'Ìa1·c che Lutti i Medici Di,:i simpatia dei· Col!c:ghi drn nei la discutisionc J.';i,ppoggiaro1w (1). li Dot.t Polcui !Gsse u,na s1ori,1 di cprea ateo.otica o de' SÌOnaJi fui>ono 0'01) sp io unauimi HCI riCOl'IOS(!CI' i Yllll,.

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tag~i che ùa queste conferenze ne <lorev,ano t1ecessa--

riaf-ffC!Jle risullarè, ma dritta Jellura dei disco-Psi d'inau- (-l) Ci 'è cli sodcli~fazionc il dcordarc come il Ministro diilla .gurazione dai medesimi len uti . sembra che sì fosse Gu~,rra incontl'ancl..o_si nelle· idP.e emesse dal· preqpinaoLe abbi.t, previo il parcrn àe_l Consis-lio S11p~riorc 111ililan: .di Sanità, uniflia 10110 accesa la piu nòhÌle g;ra a ehi me;lio ~ con (ormata ht rctribu ~ion e </. Lire. çj nque nar, ogni amma.l.ilo, senza più, c-i1lo1ie l'iuscirn a trar i s,1oì sul)altèrni nelle sue foucre conto della durala della malattia.

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li'ri11m tremf.lls polatm,1111 degli Autichi, ripetutasi due volte u J.,re\'c dislania in un vivandiere e da lui cu1·nto enu·ambe e vo lte. Nal'ra come la prim:i volt a t'amnialaL(! cu1·a to soltanto col metodo un ti flogistico Q 1·evuh,ivo ne guarissè in <licci giorni e com<·~ essendosi ripetutt1 tlopo ouo mrsi più intensa, fosse cgu.ilmcnte rnrn ta da prima collo stefil'o metodo impiegato più atti\'amentc e poi al quarto giorno coll'uso dc'.l'oppio aumcntnt.o p1·ogr;ls:,/i\'omcule dni due grani ai quattro Hn a genel'nre' il sonno profondo, dol qanlc otleonc l'c~ito il più deci~ivo, réstituèndo rumwalalo a cò1opiuw g11m:igi9ne nel nono giorno <li mulattia. Non seguiremo il Doti. Polclli nella circost.unziala storia in cui tlesct·ivc ~io1·110 per giorno tutti i lc110111cni avvenuti, avendo noi mioutc dcscriz.ioni di quèsla mnl:ittia dai piu distinli auLori nrn lClicniloci nil'c.sito pt·oporremo allo ~tudio <lei no!;lri Colleghi lo questione d1\•gli stesso promovèva cioè se col 'fommasini, c·<,11 Giacomini, cèc.: si cld,ba consideriwe la co,·ea nlcoolica co111e una un1<:noite o una mcningitit spi nale od unu JlogC1si di qu,tlrhe vistcra addominale, per c·ui suggeriscono che, p1·Mcri110 l'oppio, debba curoL-si rol metodo purnmcnte antiflogistico; ovyero se con Dupuytrcn. 'l'rousscau, De!aroche, ccc. debb11 considerarsi qual una ncu l'Osi cd allìdarnc <tuiudi 1\gli oppiuli la gual'igione. Il Dou · P;:Jctli difende quest'ultimo av,·iso con tanto piu di calore· quanto che il r;1tto corrispose alla sua opinione. La di-' stussio11c con vario parere sostcnu ta <lai Dl>. f'riseui, Gilli, Alciati e l'oletti , sèbùcne feconda <li moltn crudizi ono , 11011 recò quella 1·oncl11sione <:he in un argomento di tanto 1'ilicvo sarebbe pur stato dcsidcrnbile, sicchè 1/1 questione 1·imanc pur S!!mpre 1111 punto cont1·ornr,;o e degno dell'applicazione e dello sludio degli UIIiciali ùcl _Corpo. ' G11NOYA. Scùbene i Medici militari si siano l'l\uunRti tre wllc iu t1ùesto mese, pure debbcsi cons1derare come uno sola la conferenza scicn Liilc;a cioc quella <lei diciannove di gennaio, e,;sendo stata la primo <lei O seduta d' inaugutazionc, di comuoitazioni, di rcgolan.icnti e di nor~~:.na del Ségrc1111·io 1wlla persona <lcl Dottore llfottini1 e la teria del Yéntisei, <li discussione su.Ila formozhme dei Gul)inclti scientifici cli lclLu1·a presso gli Spccl:11i Oivi:sionaJi, di cui tcrrcmo 1)arolu in altro moLncnt.o. , , Nello eonfereM,,I del dicinun<>ve il J)ou.. Pizzorno lesse unn ftoriu inte1·tssantc 11'c111atu ria guru:ita col lw}samo copaibc e tcrmioa la sml" mc1111)1·ia con nsscn11a1c domande sulla 1:0ndizlonc patolr,g;c:i del morbo e sull'niionc ciel f:ll'u1aco che p1·ocu1·ù la s uarigione ( Velli ,çt()rici n. 2). La dis(ll.lS-,ionc che tiCguì quosru lettura ver:;.<'1 in p11rticolnl'l niotlo su!l'azìonc <lei f'armaco clic si volle considerare anlifi ogistiM ·ad un tempo cd asll'ingent e <'lcttirn sulle mernJmmc mucose, quan<lo non ,·i ~ia la l'Ol1lplic.1zione dello staio irrita~h'O d egli iolcslini; opinione che fu ancor appo,;giula eia due fatti ailati dal Dou. Pduso di ùroncol'l'ca cronica tl1ratn collo stc~o rimedio. I.a storill letta tiol Doti.. Uaratcll i d'un caso di ferii.a J.icero-con t usa nl pollice tlella mono dC$1ra complicata a scbiacciamon to dclltl sc1;onda falnngt: è ùi non lic<1c u1111nacstrn · mento stLlla pr11d1;1w1 che <kbbc guidai' il Chirurgo prinw di passar all'am1mlazione <l!un membro: <li fatto, mcnt1·c si giudica\'!\ il raso narrato come impol'tanle la ncccssitiì dt'11tl di~1rticolazione del Jito>lu colta prudenza dcl I5o.tt. BoLta,1.i .sugg<:ri.<li teu l.M'C ogni mezzo possibile 1wima cl·'aliùraccfarc quest'estremo p,11·tìLo; e di vcrq, rid ucendo acconciamcnlc 1:on la recisione cl'alcunc q11is11uiglie di tcss~lti In ferita a semplicità e 1·csccan1lo le parti frantumate <lcllu fol~nge, l'ammalato poi.è s01:ti1·c dull'Ospt!dulc in brc,c <'Ollscrv,111do l'arto e l'uso prcs~oclt(· wkmfilè del medesimo. 1

li Douorc .Oupont leggendo \lna sloria di eongium ivite rcumutirn acu LII e citando :iltl'i dieci casi analoghi curàli in' bl'cve Lempo coll'uso del nitrato d'argento ossociato al mecodo antiflogistico attivo cd. al rcvuh;i vo sul LU bo gostro-cn • terico, è i n<louo .i generalizzare qocslo 1~etoc.l o,che tanLo bcuc corrispose nella congiunti,•ite ùclle armate e nella bleuooragica, n tutte 'le congiuntiviti acute cd acutissime, qoando il bleft11'ospasmo non sia troppo intenso e non esista p1•i11cipio -d'csulceràzione alla cornea ( Vedi storia n. 3). La disl)ussione che s' elevò dopo questa lcLLura adclimostrò non cssc1·e luH-i i Colleghi del Dott. DuponL dello stesso avviso sul puntQ di generalizzare a tutte le congiuntiviti ncntc l'uso ùcl nitrato d'argento o soli<looll in soluzìonc, non andando esso sempi•e scevro da peculiari inconvenienti; ed il Dottore Boltaui 1·iassumendo in fine la discussione facevo noL.u·e cbc ayanti di generalizzare que,;to mctoqo era uopo arpoggiodo fiOpr,~ un numero maggiore di l>uoni 1•isultoli, AulSSAi'IUlllA. I Medici l\Hlita~ questo Presidio cd Ospedale ful'ono talmente convinti del vantaggio delle conferenze sc:icntifichc che non appena comunicoto il H. .Brevetto del 30 d'ottobre che le istituiva, diedero su Lito opera ad cffettual'l c in viµ prcpnl'atoria cd in attesa delle ultcrioi·~ m· periot•i istruzioni, e sci volte si 1-iunirono in scicnliffco consiglio dai 24 di no \'e01brc ai 13 di dicembre soctQ. J;i presidenza del Medic·o Divisionario Doli. Col'tcsc e col Dot i. Omegna Segretario. . Argomenti principali di queste co1tfcrcm:e furon osservazioni in gran parte relative 111 se1•vizìo locah-, alla condizione dei maiali in rapporto alla capa'ei(.ì <lell'Ospèdalc, ccc. Furono pure discussioni sul migliore degli unguenti da impiegarsi per la scabbin, dalle quali risultò essere la poml\Lu solfuro-nlcàlina di Bu1·<len preferibile n quella dol Codice Furìnaceutìèo per 'fa maggiore sua nttiyità é pcrd1è, essendo spesso quella elci Codice Fa1•maceu lico prepa1·a(a col cnrbonato di colce in luogo della calce vi,,a, riesce men efficace e prod~1ce n<;i lle biancherie· mncchié <li(Ii<:ili n levarsi Una seduta fu per intero occupala in umi dotta d rscussionc sulle indicazioni e coutrindicazioni delle ampulazio.ui in ,1leuni casi tl'artrocaci 1:hc tengono la loro orìg ine da una <lintesi morbosu g1:nerale dell'ammalalo. Questo discussio11c 1wecedc~'ll in fatti l'amputuzione ('. liC fu pratica ta dal J)ott. llurotfio al terzo inferio1•c dcU'ome1•0 per artrocacc dclla giuntura omero-cubitale; ompulaiionc non coronata da felice successo, come si \'cdc·à in un nitro numero di <p1csto gìornnlc. A questo infausto ,·acconto St1('.<·etlcv11 dopo hrc,,c lcmp1> la storia <l'uo'amputn1.ionc del l'c111orc per go11ar ll''!cacc seguita dall'esito il più fnuslo. Fu µ111·e parlato dcli' utilità del caustico poteuiialc nella cura de' bubboni venCl'Ci dcge11er11ti, in app(lggio del quolo J'u'rono citati i buoni 1·esullamc11.ti ottenuti in tre casi 111 bul.iboui ri usciti allu cancrena. Fissò pu1·c lungamente l'attenzione dei 1IcJici militari ·d'i Alcss.antlria nna spcdale forma d'eruzione cutanea che si ct·u manif'estnta nei soldati ilei P,·esitlio, di coi daremo Jn alt111) luogo ragguagiio. Scwrnr.ni. Qui\'i pure arnnti la Une del iS~O furono tenute due conferenze prcpnmtol'Ìc, in una delle qu!lli .il Dolloro dc Bèaufort lc,sc una lunga rehir-iònc sopra lernnlaui~ d~ lui curale nel corso dell'ultimo trimestre, dalla quulc ohbiamo ricavala una storia di Congi1mth·ite .blennorrngica ( V.etti storia ti. 3.). · Pc! cambio avYcnuto del Medico Di\'is. Jmò dirsi eh~ le conforem,c non nbl>ia.nò avuto il lol'O vero principio fuord1è- cou quella dei 16 dì' g<·11naio. 111 'lncsta dopo il. 1


7 discorso d'inaugurazio.ile del Medico Divisionale Dottore Co· la cma ç le cosini patologiche; Da llOsì · fatte considerazioni misctti e la n<1rÌlÌPI\. del Douore dc Ueaufiwt a Segretario, stabilì la differenza che esiste /'ra co(estn mah\Hia e le il Dottore }fenardi · lesse una storia d"E11{crite follicolare iofianunazioni JcgiÙime chè richiedono una proporziona!~ tli un ammalato che trovavasi già agli estremi_ dì.sua vila, e franca cura l!ntiflogisLicn. Quindi appoggiato . alla già quaudo gli fu consegnato dal suo predecessore il Dottore fotta distizionc propose i vari metodi curativi che ·nella sua l)cJnaria e che terminò cqn esito_infausto. (n questa egli rac- pratica e pl'csso i più nccredilaLi 1\1acsr.ri Yidc ottener in contù la cura .jmpi~ata cd ·i fenomeni offc1,ti dall'ammalato ambi i casi migliol'i ri~ultati e, accennando la nol'ma gennale negli ultimi giorni; passati quasi in una çbntinua agonia, di Boulliaud per f'uso ciel sulas~o e quella di Lar-roquc pci Descrisse: le lesioni patoJogithc osscrrntc nell'autopsia che blandi evacuanti, thiu~c la sedut:1. (Continua) pfonamente confcl'tnavano la diagnosi e chiuse il suo _dire l:On alcune r.ifkssioni teòr·ico-pratidw su questa malattia. · La leuura del Dottore l\lcnardr offerse ai Doll. Comisetti ar- . gomento d\rn J.ungo dis1·orso in tui si fece a dimostrare la , difforerìza che l'egnn fra i Medici llaliani e la mag-giorc parte PARTE. iSECONJ)A dei F1;ancesi nella cocm\inaiioiie cd interpretazione d~ ~cnomcni che accompaagi'iaoo detta malattia, esponendo A rendere 11 iù facile il rict-ìi logo dei Jll'ÒCessi vernello stesso tcri1 po le Yar-re sinonimie e non convenendo ron la bai i che a !l'.uisa di rèh.1zioni sono .Jrnhblicati in rruesto n1aggiorc parte déi Pr:itici _d'oltre montè i quali abbracciano v sotto il titolo di febbre N/'oidca ogni qualunque ,sua nio~ Gioruale, sarebbe a desidcrar::i che tutti i processi1 .,,er-diticazione. fiia 5~uiuen<lo qt)indi per sommi capi . le opinioni 'bali a ve~ser_ un'uniformità di rec)l)zione. e · n?n riusci~ del Prof. ·sacchero su tale ~rgomento, non che quelle della re_bl~e. dd~c1lc ottenerla quando rn tuU 1 gli ~J~edali maggiore pnrt.e dei sommi ftalinni, stabilì un'importante D1v1s1onah fosse a_dpt~a.10 nn regolamento ~mlorme di1foreu1.a fra il tifo vetecelda.lc .essenziale, primitivo e JaJ nelle coofcl'Cnze ~cienllfiche. . . , rebbt·c ti/'oif.lea e ne accennò i carallcri distintivi, dimoAllo scopo pertanto che tutte le riunioni Divisiciifoli ~ 11iando come .questa distilnione n·on sia ipotetica, ma la possano, rèlnt.ivainenlc 'ed a seconda del numero dei s/J)a che ci porga il modo con cui si potrebbe per anentura Dottori che le compongono o ùi particolari circoslanconeiliai•e la disparità di molte opinioni sulla sua conta- Z!l, esser in crra<lo d'adolta.r nn metodo rn1 iforme di giosit'.ì :' è?ra.? rendenclo nello stesso len~po possibifi tanto · discussione e°di redazione dei processi verbali, la Di1.e opmi~nr dr Andrai come q1icll? di U_retouneau, Gendrin, rezione del giornale fa la proposta ai Medici Di.visioquè!10 di, Lal'l'oqu~, com:' quell? d, Boullmud e Chomcl. Dalla nali d'un Regolamento · per le .conferenze scientifiche ie-~r,~ passando alla pratica, cglt foce con?sc:'re 1.a ?iv~rsitù di e d'una norma per la redazione del p{·ocesso verbale. opm1one clic lrn rcrrn.ato e i:enna fra I J)1tì d1st1111, Pr·1t,·c1· N · 1 · · · · • _ ;:,. . . ti . • . ·• ' t 1el a proposla non. v1 sono che regole comu111 sefl'u1te .,cccmnando come da taluni .siano lodali I st1molaot,, da al- . . . . . . . . . . " .. tri i deprimenti da ruolr:i obolit·o il rl ~ d" 11 ,· 1 , t m tutte le d1seuss1on1 dei Corpi sC1ent1fic1 e ohe g1a . , S,, a.so, u a 11 a 7AI o d II l I f . I '' d 1· o· ali.e stelle'; disse come alcuni si trovino contenti d'una mc - a_? · a ,~ ora con a stessa ?rm~ _in .~. cun1_ p~ a 1 1di:cina ecleuica o siqt.omaLica cd allri d'un'a·spettante CIO<: v1swnah hanno IH'otfotlo· gh es1l1 pm favorvoli. abbandonando quasi il malato ai ·soli conati della natura. MoPROPOSTA Df REGOLAMENTO , vendo da questa dispa1'itì1 d'opinione riconobbe sempre più iJ : ,·rm 1nggio e la necessità della distinzione di sinoco /logfstico, , PEH LE CONFERENZE SCIENTIFICHE , ac'!lo_, ·C!ilerico, ee{atico, bilioso, ecc . e di ti{<i JJetecr;.hùt(e , tifo essenziale, ece. poichè. iii q4cst'ull11no caso essendo rap. ,. . . . . .., p1 ·csentala in sommo grado In natura a.dinamica della hialat- , 1° La seduta e ,d1cl11:.:m1ta aperta dal Presidente. tin, essa pr,tì•ù 'perciò ·rendersi contagiosa e prendere una 12° li Segretario legge il processo verhale. della seduta a1lgrnnd'evoluzi'01ic, ml.'I .non ammetterà ordinariamente una tecedenlc. , 1·.11ra antiflogistica attivil, .come 1n~ò essere eomp~rlat:1 dallo 1 D~po la lettur~ di questo tnlti coloro che hanno fch~re tifoi,~ea secondnrìa, _la ~pmle dichiar?si in seg~ìlo . ad/ preso parte alla di~cussione. po.tr,lllno ~ul pro~esso 11lt1 e malau,e con caratteri d1 Ym'ri flogos, e che 1·1chicdo verbale fare quelle osservazioni eh.e st1man.o ·eh ranrn,_ (mra rin ti flogistica ptopor.zionata alle esigenze del ea;o, j gione, le quali saranno dal Scgrelario clehitamentc part.1colarmcn1c nel suo esordire. , J'Cg_isl.ralc: · Doll? 1'C Tunisi cmis~ l'opinione _che {I tifo e l" fcbbt·~ 5° D;po là lelll.11'11 e l'approvazione o modifieazione ilei t.,t,oidea s'.ano _se~1 P~:c un' 1~fian~m111.iònc ~he ha la ~ua se?': processo verbale si-pas:$a all'o,·d ine del giorno, quannt Ila mucosrt llll.CS!JO:)Jced aggmnsc che I fenomeni atass10, do non vi siuno comunie.1zioni d'ufficio' moz1ooi di non sono rhc_ la. conscg_ucnza della Yiolenza della malat.tin Ol'dine int\ rJlellanze peÌ' a'ffa, , , : · ' . ' t. 11 ò'1 se,\ e delle altcriaz1on 1 01·gan11·!1c che ne der·iv:mo. . . ' <: • · · IZIO, ecc., , ~ I 0011.ori Costan1.(/ eJ Ajmc che succ:essivmncnle JWe- ' qual_1 cos'.' lut,t~ debhon~ sempre es~ere fatte avanti srro I~ p,1rolo, c·onn:nnt·ro che. anche nel tifo primi1ivo per non rnterro!11pere . il rego\arc _andan'.en lo della 1(1 foi,J..>re p0SS~ CSSCI' in fì a.mnrnto;•ia' ma probabilmente ;s('duta ~· prolung:~rla cl?])~ Chè è stai,~ SC[O!la .. prod@tl.a da nn' iofiarunrazionc cc(litata dall'azione d'un 4 Le let.l~re e le chscusslon1 lrnu no luogo il ~econda prinèiplo miasmatico, per cosi dire; ,elcnoso che prothì'te dell'or_drnc ·de l giorno (}he Presidente ha staf.~!ito fenomeni atassici. Raccomandano .quindi la più o-r:rntlc cirnel chiudere la sedula precedente. . co!jiez~o1~c ~1eli'adottare la cura anLifiogistic,1. 11- Dottore Co- a" Tan1o chi 1.eg~c com~ chi discute non potrà nrni ~el" rtmctu r1cp1loga[J.•lo la questione disse che si è costretti a connc~sun mo~1yo c.-ser rntrrrotto. · s(dcrare qu~sta m~Jall.i_a ben altrimcntc che una inÌÌal'IJJllHIl solo Prcsid,en1 ~ 1i0Jrà inte1'l'OO)·per.c ed a11che , 1,1.~nc gus1._ro-cntcl'I('~, ~u,· r1'oma vo1:rcbhe il nouo·rè 'l'unis1;> (). ,;o;;pcndert\ le lrl turc e le.>, discus~ioni quando lo c.reJt. potrJ·s, 1fodurre f:1cd1m nlf:' analizznnrlo le ransc. i si.ntom rn , . i I da. Cflnn>nienle . . .

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:8 6" A 11'cssu110 -i~ permesso di parlare' se p"!'Ìtl)a non chiede ·' ogni coosulto nffrira vasto cnmpo alfa puatlca nppli1ia'ilion e delle teo1'ie. che avrà sviluppate 11ell'i.nsegnonumto. Affo,ehè etl olLieue la pa1·o!a dal i)i'csidente. Quando più Dottori chiedono acl \lll ten:'ipo la pa- poi aneli_~ in qu~sti co:nsuJ.1.! si siegna in tutti gli ·Sj)edali hl rola, il Presidente $labilisce !.'ordine con _c{1.i deb- neces~a.ria ed utile nn1forrn1tù , ecco qmr1i l'<'P,;Ole la Dire2,ionc bono parlare,. · .tlcl G10r11ale propone n seguirsi. 7° li Plesiden le cl il'ige la d iscussìòoe , la pronl0'1c, se , A.1)0 1'cM. u.n_l\1cdico ~iv.i~ien~l<; gil~~icn. i>pJYol!L?no di-chia: nessuilo chiede hl parola 1 1·ia~surne la <1uistioue, con- i,rn, e 1~11 consulto, fo mvito a, Ml}<hci di Heg,g11nonto o d1 . .. ])Oss1bilmcnte. . . Ie 01}p·oste OJlm1 che· pro:0 tan~·11oro set·vizio "li'"'si1e·dale <l1' t1•0• • cilia om• e('., emette 1• 1 Balt::i.,110110 : , . t> . .--.. • • • · " v . . • . • . .. ·'<l· . .' ·a1 s1adunadetcrmm.ata ra1'rnt11r,1allcc.todell'nmmalato, Il proprw parere rn 1orma 1 eone 1us1one. . . . . .· . . . . , lilcd,co dt Reggimento che L1cllc In sez,onc ~H'e trovns, li . ' • Il n., · 1. ., 1., ., , . . 1., . " l . , , 1a ~ecutc1 uopo a,e1e malato C<>i"'i 8 1~1es1cel)Le <tCll!,.11a sc10.1,1 · r.c·~ 1 ~1 ... iccontaroo l · I , n· l 'I 1 . l . . , 11 , ,., e" 1, eggerc a s.p, ia { e.1 11, ma • convocala Ia success1vu per u11 < etermrnalo g10rno !aLtiu i mezzi impicO""ti p"·r· ,.,.u·"1,1·1,J-, t 1e11·1 cl10· , 'r jlOnc a I \ giorno · · ' n" "' t> " · ' ' <J ' e sta b1·1·ilo I' orrI'rne e{~ pere \l'è tul\1· v1· s1' pos- proseguire la eu1·a, anmrn·1.iandonc,il pronosHço. 1, o sano preparare. Dopo questo, pel' turno <l'anzinnitù, tutti .i Medici pre• Norme pel Segrettirio. senti fon ho quello obbiezion i o quelle proposte che èretlono 1° H processo ·verbale debb'essere SCl'il.lo i-n colonna. opportune, il Me<l icci J)ivisiona1e"j1et ulti,110 riepiloga quanto 2" P.ottcar in fronr e. la d11ta ùella settuLa e del tuov.;o e si <J dètto ed cmeLtendo egli pUl' il suo giudicio, confucu I.a nota dei ~ledici presenti e rnanuauLi. Ol! appr ova le opiniotJi emesse, eorrcdan(lQ il suo dire col50 B::101mentare il t·iepilogo delle memorie Jolte, non fappoggio delle proprie osservazion-i' e i:oll'autorih\ dei t1iù reputati i\foc5,tri. Se alcuno non obbictt11, il cen,sulto si può dimenticando i~!i argomenti J).iù interessatili. fi v c:.onsit1CJ'<H'e mito;.se sorgono nuov&•obl>iczioni, se persiste 4" Hifo1:ir il sunto di quanto ciascuno dice ne lle di- t!i \'ersi.t.\ di parcl'i, (fo1)o aver conc~sso Lm t<nr.ip,) sufficiente scttssioni. nlla disollssfonc·, il Medico Divisionale forrnolorì1 due o più Ove llll mio Segr,el-ario non sia suHìcienlc all'uo- com:lusioni a seodnd,i delle (livergcnze e mettendole suepo: sarà utile che'°'ne siauo nO'minati du e. co5,siv(lmen1e ài voti, si.stucJ.i'e r_ù di adatl/\1·c la ct,ra su ('ccssirn a seconda della maggiMitù dei· su.ffo,rgi che avr..ù ottenuta clrrscuna delle pt•opostc conclus(oni. I Modici di sezione potran. ctlin0 pure prop.or1:c cim~su(ti, '?a la convd~a~ione_d~i CJTILI1'A' CONSULTI mccles11111 deve solo far.;;, d1ct:r9inv1to dìreuo dal ~fod1co D1v1sional-0,, . avendo egli solo l'au,toi·i 1,ù d i rin uire i Mediéì del Con comU1endcvo'lc divisaménto del Medico Divisionale Presidio cd Ospedale. d' AJessnndrill c~a introdot.ta fa pra tica che, qtiando nelle V,i senza dirsi che, se il p1'011os1ico avesse d11 essere fLm èslo, confcrtnzc traunvasi di nirilu.tt.ic in cor$o, dopo la seduta la discussione non, dovrcbbe farsi al letto elci malato. Quando H ca,o sul qu~l~ si fa i~·cons1{Jto fosse s"traol'dinacoqrn i Medici <lella riuJ1ione 9d osservm:e reca~·an~i riamcnte in teressnn L(', si pot.t·ebbe· estendere pt·oce1'so vrwbale l'ammafato di cui si era tenuta parola. QLiesta vratica ci fece 6sovvenirc l'uso che esiste in di- del meùCSilTIO e tenerlo in lu og(I d'_u n(I conferenza ordinaria vèrsi Spcdali d'Italia destinati soprnUutto ,all'istruzione, cli fare consulti al lello doll',mirnalato in tu.tti i -casi cl1e p1·cAVVISO . scntano qualche gr·a.vitii. Questi consulti che i1ltròvc si fanno a per domanda del malato o pili· iscari('o di malleveria ciel · Lo spazio o-ccµ pato.in questo 'numero dal ·Pro.~ur.antc pot1:eLbcro c<!n g1'1rnd(s~imo ':rrntaggio d.e,g l! ~(lì- gramina: èi hà irnpedJto cl'iI)trattenéi·ci del .Bolletc1ali del C<Wpo esser mtrodo(u rn Lutti gft Spedali OJVJsw- . ' d l . . . . · ·· nali. . . · tmo e 'a tn ,'11:gome.nt,1 ammnziati necJlo stesso pro· Lo scopo principale <lì quc; ti consulti è senza duhbio . 0rarnrna, che non trascurererno petb (;li, tife1:ir_e quello <"Pisti.tLifrc LI rniglioré mezzo cur,\tivù de!.mùlato, rncntrc regolartrienté in tutti i numet:i sùccessivL dirlla discussiol'le dei di'1ersi pareri, <leÌfe "diverse opinioni, --;-'- - ?' dalla raccolta dei m~ggiori rnti, ne debb:cmcrgcre una più ilh:rminala Lcr:ipfa. · A'.VVEllTENZA ~la oltre a questo vi èporc 'lo Stlùpo dcll'ist1'uzione ·mutl,I.O! . 'cl1e non. ~ebb·e· in .slcun inodo tra~~~11:arsi: , Al llne d;evitare lespesedicorl'ispondènza si pt:e~ I Med1c1 J\ld1tt\ri che per ncccss1La mtrinseraal 10110 stato, . , . ... , • , .· , _. . dcblrnn. indispensfl!"Jilmcote escrcere con p(ir·i c.ognizioni vengono 1 Med1c1 \\f1htar1, ru ,qnalt s~ra recaprtat_o 1l sdent:Ll:iche la l\ledicina e la Chirurgia, debl:~ no tenersi con- ]present.e primo numero del Giot·niile di Mc{licina Mitinuam('nte c~ercit~L! nei d~c ~am i. del medico. sapere.. Cra litar·e cbe saranno e"fo10 considerati e ine abbonati mentre nkun, Med1c1 sono 1mp1ciat1 alle cure d·una sezione, ' l;> • O non possono s~perc qunnto avviene néJlc all;I'e e pu o sue- ,a l medesimo Se tiOTt }Q rinvieranno alla Direzfone ~edere che qualcuno passi nnchc tempo non bre\c senz'a- del Giornale prima della ptù)blicazionc del secondo i"e1;c l'occasione ù'osservarc un caso tli grave momenlo. ' · · · ' I Consulti non solo m,cuono LL1tti i Medici a<ldc(ti ad un numero. O:::pcdalc in gt'.t<lo c1,· vcde1•c e di studiare t\1tti i cusi più foterossllrltì'ehc-occorrono l'lel rnedesi1no, non solo li mettono· in condi,1,ione <l'(imer.tcrc h propria òpiùione1 mfi JJcn M1c\Je . . . , , . . . cl'in;(l{>..J1dcrc Je. <;>'!ìinioni .(lei 'loro Collegi.ii, qnella deJ,'ì\fo<iil'o !.l D1~·ou. Doa. COM.~SEfU1etl. ·Div. , . Hivisìomùe e ùi cah;ol:w~ Fass_icme dèl(c s~icn.~i.fich~ 1.'.'~gion! ll l~!,;..:hre!t, resp:sa~~ Dou. P,aron e d.c 8EAOFOR~ ùf. R. - ;· · ·· · che· r.rncq:;ono dalla <l1stus~1011c. ;\1 ,1fod1c1 D·rv1srnmd.1;. • 11 To~1No, Tip. 1HL!TARE ' · G. Jkv1c1.10 l'Ìp. ,;e[J~ente.

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4 d'agosto HHH )

GiORN1~LE DI NIEDl-(;tr~A !ilijlrrARE '

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l.'as~oci,\zio1ìc non si ricc\·o che per un ,\nno e tomiucia col 1 c!' agoslo. -

Pru-:izò

l'i;n cr.r OFt·tc1A L1 nzL Co~ro S.\Nll'~n'ro In T<\riuù . . L. In provincia frn))co cri posta . Il

11 Gioi-nak s i pnhblica il luucdì-cli ciascuna gcllim11n,1

n',1sSOC !A'llO:NE l'f.lt I NON A111.1TAIII

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!n Torino . . . I n provincia franco di posta

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L'ahb9n:imcnl.o dcvb paoar!<i per scmastri anticipati. l Met!ici lHili tari ·in ritiro godono gii stessi notc1ggi di cruoil i iu scr· vizi(} attivo. Le associazioni "pe r i 110n ,n_i lital'i si riccyono alla 'l.'1eoG-1\Ali1,~ Mn.1TA1te cdiLricc sita in l:'iazin Villoi-io Em11nnolc ,N. 9·_- Lo lettere per abbonàme11 to a l Giorna le devono cs~erc all'raucat.è ed accom p,1guato da vagi ,a postalo.

smrn:1Amo 2 O. BAROfl'lO Arlt:ocace 3 l). 'C'APP,111 , Ascesso lombare - 4 D. VAGLlEr;T1 P.roslatilo -5 Rolaziooc de lle Conferenze-' 6 Bisogno d'tiua Sl.,ttistica 1 J) 1\[AJlCltlANDT Filosofia )fcdica -

1tJ1iforme ;- 7 Qu(ld r o generale del mov im,ento numeTico degli ~mmalati. •

PARTE ~RIMA MEMORIE ORIGINALI. FILOSOFIA MEDICA.

s '1°

!Jrit solo complesso di tutte ind.1s'tintamente le .oss-or-

ttctzioni pratiche 1Juò essere c,ostituita /.a Scienza Medicei. · · TuUn l"economia della 1\fodica Scienza è fond ata s ull'os.sc1·vazione e su il 'espcrienza, che .è quanto a d,irc su base cm1jirica. ì\ia i materir;li dell'Empirismo non polrehhcro mai costituire una Scienza quai ; si prescnlf.mo aJFi 11 Luì10 qu::indo per v:ii1 di nn'nna-lisi sone!ta daHe instanzc del grande Vcrulamio non assumessero · un cara·tt.ere razi_onah~ e non si . t 1asmùtassero inprincipii. li tI'asfo!'murc in prìucipii razional i i materfali fornit i dall'Empirismo è un'attività dell'inre!!etto che, secondo i precetti del somm'o Arislotile, riduce -i casi particolaiii alla regola, estrae I' accidenrn !e, penetra 1::.ssenza ,dei faUì singolari, oe slabilisce le ,·eciprocbe a 1pe,mlenze e dà base aila SeieDza. . La ·cogtriziooe non dee arrestarsi till'csperienza ma 1n nal:1.arsi a cogn(zione scie1Hilìca /Jfcdicù,ict in 21/iilosovMa. rff>1i (imctata , res i11.finna ( 1). Se l'espressione fìnnle ctegli -sforzi dello .spiri4o tnnano di venliéinque secol! fosse n~mpi1·ismo, se crne~! o formolasse l'ulli1no t~r1~n11q della r .otenza del genio medico, alt1'0 più non ~1 r1ma 1?·cbue ,_checchi: i:1 eon!rario da tali,rni si dìca, che a crnudcre il Santuario <lell'ai:r.c nostra cd a rassegnare uua missione cl.'un:ianità incoflciliahilè, cou la nostra coscienza melius est sister(} grad·um (J'1rttm 1n·o'9redi per tenebras (Gauhins) . '.' · 1

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(,1~ Bac. Dc Aug. c . ~-

L'Empirismo a cui taluni arres1a re sì t orrebhero co11- : sidcra o~nì faUo pe1· se stesso ed ha setl.iche t~ùdenzc, nemo nàt-ti1'arn in i11sa re fe licite1· pcrs(}r utattt-r sed a/m,p tianda est inqiiii;itio a1d 1nagis comnwnict (2). L"'Empirìsmo dehhe essere fondamento della ·Scienza non · l'ulLimo termine. La Seienza formola principii, mentre l'Empi rismo s'atLiene al fatto. La collezione dei fatti può ben forniar una rapsodia, \111 sincronismo, ma f: sol i principji fra sè razionalmente connessi formano la vera sintesi e costituiscono ia Scienza. Un grande errori; è pur !roppo iuva!so in moii n pal'lé della Hepuhblica i\Iediea .cJie Ippocra te sia il i'ap~ prcsentrmtq <),cl 1nwo Rnvpiri,J1!W; crrMe cui altamrnte contrihnì ad accredìrarc-il Uasori neHa sciagu r~(a sua A·ohisième agli stu<lii di Pavia sulla 1wetcsa Scienza d'Ivvocmte. !I concetto medico d'lpf1oc1'ate è su!µc ien- · temente dichiarato nel noto aforismo ars nna. E che · cosa è mai ,l'uni(..\ Ip13ocralica se non l'uniono razionale <l~i principi i da çui scaturisce la Scienzq? Volle Ippocrate fondata la Scìcnzn sull'Empirismo, ma ·studiò egli i rapporti scamb ievoli dei fnfti empirici, ne scrutò le leggi e,questc formolò in quegl'immoi'tali aforismi che riassurnono il valorescicntificode_l!'arte nostra ed a cui è }1Ur forza ci1c oncor oggidì s'a ttenga chiunque 1ion soddis[a,Lto drlla stci·ìlità dc' foui isola ti o del do,!mntismo intemperan te rlé' !!i.orni nostri fa ri-cerca dt'ql!clla Scjcnzà pòsiHva e· t~'lzioua!c ~hc- 1·as- · sicura il ~fodico nelle pratiche applicazioni e ·glr dù un giusto concetfo dell 'utilità reale e del!' .elevatezza de! nobile sno mi nisLCJ'O. Ma la Medicina è Seicuza eol_icttiva, perciò chi aspira a!l' u,nità d'Ippocrate in cui i.:ta la vera cspres~ionc scientifica dell'::tt·te medica a.rnptissimwn et totùi-s (er e nà(urae ambitu1h JJrcscr·lllàri debet, <'.lke Spengel , comcchè la vm.'a sintési·scientifica debba c,scre pi'ècednla da un'accurata e comniut.a l}nalisi. llu' analisi incomj)iuta darebbe una sintJsi imperfetta, destituita. dei suo essenziale carnltcro di generalità, ·non poLreblfcssere razionale e 'ari altl'o uo~ 1·iescirehhc fuorchè a: 411a conf:1sa collezione r:.ipsodica . Perciò Ippocrate (2.) Bac. Aph .. ·7 0.


10 p~.11lusli~ò tntlo l'esteso campo della Scienza, su tutti i fatti empi,rici H9rtò la face dell'analisi, di tulli cercò la dipendenza ~ st-0hili I.è 1leggi induttive che formano la sua Scienza. Ippoc1;a.te ; ·i'iniw,rsam art011;i calhtit, dice·Haller., Chirurgiis idem, ac Medicus. (Physiologia voi. 1). (Continua) . Dot,t. P. MAncutAND1.

STORIE DI CASI RIM!.I}CHEVOLI - i.

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ARTROCACE (dr;,, ,Wl(t ~to.r_(a _Lef/a ciql Dou. BAuOPr10 ne,~lr;,, Cor.i(et'.enZ.Cf cl" A·lcss<~ndria (lel 11iesc cli ,q.enna(o) _Un soldato del 5 Regg,imento entrava ai 16 d'agosto 1850 nell'Ospedale d'Alessandria nffetto da tumore articolare al cubito sinistro. I primi sintomi dell~ malattia erano compùsi nel wese di gennaio, ma cosi miti che non gli avevnno impe'd ito d'attendere ai suoi .doveri. Rend-ernlosi però e.on irn.a J~nta prog ressione p}ù intensa la 1nalattia, t'u ç9s~rettç> rip~rare \lll',Qspc<.lalè _nc.l sopra _indicato giorno. Pareva su.I' principip che il s9lo nwtodo anftlo_gistic;o a cui s' e.pbe. r.i_corso, bastasse a, dehellf1re )a 1_nn\;ltfoi , .ma J'iJ1~1sion~ fo v~rw? giaccLè si que.sfa o~~mntan~entç ~t~z.1o nana. !l .~ ~wante nHor.1, sta che foss_e ii'ìgannato da fallaci siqtom_i d·i prof'çncla snpJ).urn:,:ione, sia chè volesse provocai' 1.i na ·crjs.i 'flogistka salutllre, applicò al ~umpre articolare)a potassa cai!stica di cui l'a zione s' ~\ese fors' ol~re· <{uanto poteva desiderarsi, producendo una larga piaga e tanto profonda da 1e<ler(t il net,vo C\tbitale ..e· sosci tMç doloro,sl,l nc;Halgia e p.~rmnuen,té Ocss~OJle degli ultiu.\i diti. Sul fìpire di settcuibre la piaga s' ern ç,s tesa ancora più, npparirn fungosa, ave va ,i 1i1m;gi ni duri, rnvesciati ed uo :fondo lardarco. Mediiu}tc . 1~ esp.loJ?y,iou~ cou lo ·spe.cil_Jo ,i pe_i'fe tqll'.a ni:tri:yerso dell articolazione 0111c1:o-cu)J1tale e si seutiVa)10 de nuèi:ùi i capi articolari. ,, Deperendo gioru·almente l'ammali,to e 1)usce.pdo fr ~1strance t utte le cure impiegate, s·'affacci.ò l',ide,1 dell!amp utailone' senia però .che offrisse grandi . lusiogl1e d,ì buona ri uscita. Fù eAsa eseguita al te_rzo inJeriore del~ l'orcer'..l .col metodo ci.vcplarc in m) sol tempo.. fitJ ,al q~1into g;orno nessun nuoyo ac<:idçnte conipfo:ò l' andmn:~nto della cura consecutiva, ma da 'iluesto mo1nento il 1,nonco,ne comln.ciò a gonfìars,i rapiéli11neutc per gn·a,·c ,·isipolci (lemmonosa che he.n pn'.sto riesci in a~cesso. La suppnrazionc _fo abbq11daritis?.i.na e sì _ estése 1)10\t'i\1 alço, lui1gbesso ii corso de i vasi, .fra i n.1,usc9li; intorno aìi'osso distruggendo o vunque il tessuto cellulare, 11er cui l'osso s1 1·cse spoi:gente oltre al pin110 del moncone. Con t,utto ciò dopò qualcJ1e tempo il lavoro d.i 1;iparnzione sì stabilì ; cessò la s1ippunizione e la piaga, assui1ti b.u oni cara~tmà, d.imosti:çiva u.n~1 g1:ande teui!C!F~ all\l cicatrizzazi,one, quando d' irnp1:ovviso a,pp~rve aUa .spalla un tumore di nat11ra .{>,9Sp.elta éd \ll~aJ.ogo .a C[~lf;?JlO .dw av.eva tr;ivagliar.o i! cubito. Q~1e~to seco·u ~lo t1.1m(.)re c1~ebbe ,:3pido e dolotosissiq10 ed in pochi giprni sr manifestò 1.in' imponente · raccolta nrnrci()sa che· sèrn:.. brava però non avei: olcuna conìunicazionù _o relazione con fa p ,.iga del moncone. ' · L\1.nurnrlato tene1~dosi ost·in:it.1me11t~ fe.rmo rtel no:n vole1·e permettere che s'aprisse l'ascesso per dare scolo

1:e?e

aJ)a raccolta marciosa, la natura operò da se e .ili .a.11ersc un varco alla m,et:11 circa del~ l !nte braccio e dal l.{tQ llel torace snl limite e.stremo infe1:i<;>re del cavo ascel~ . lare. La sove'rchia quanti,tà di marcia cl1e 'stillò da <tueste due aperture, ridusse l'amnrnlato fo uno ~paventevole stato di 111aras1110 e finalmente ai 5· di gennaio éessò di vivere. ·La ~)eqrqscO_J;>ia vedere :'a}rte e forti aderenze . fra J.e pleure polmonàli e le costali d'ambo i lati. Neli' acldomine s'incontrarono tracce, 11011 già di violenta infiammm,io ue, ma cli. vistosa iojtaziorie conges.t iva .CQ!1 colo1;c roseo- sc11,ro t1!!.ll'nlti.11, a 11_,wte pdl'i11tes.tin9 ten,tte. ~tran;:nn_ente gravi ' p-0Ì erano i gnasti . locali all'a1tiéolazio·nc scapulo-omerale cioè- dcnticlazione dell' acrol)1ion, délla superficie toracica della scapula per due tcrtì, ~elle prime coste; carie del processo coracoideo cljsfocimcnto totale della c,1psula :.ù·tico1are ; carie de' ca.p.o dell'omero; distrnzione <lclln s.~Ja ct1,1;til<1gi.ne e cl qùclla della cavità glenoidea.

fe<t.

6. ,~S€ESS0 LOMBAR~ ( eia '1,~a .,toria letta dal lìofl. di Scia11iberi).

T ,\l'PhRI

·

ndla se.canda C911.(cf'en .::a ·

Frat1cesco N . N. d'anni 25, n<ttivo di Gavi, s.olcbto uel 16.mo Reggimento fan,t eri;i, dì teuiperamcnto sanguigno-linfatico, di còslitu7,ione robusta, perve nne all'età d'anni 2.0 esente .da qualunque genere d'::ffezio11e m or·bosa. Dopo la CamMgna <lel.l'an.;10 .1 $4:$ fu affetto da ostinate febbri interoJittenti , ed, estenuato p er la nonimcstre loro durat,1, fu colto non _molto tempo dopo fa guarigione delle mede~imc da gr:wissima fehbre tifoidea da cui ~cam,.p ò t.rnscina-_nclo Ìp i;eeu.i to l'esi§tC{lZ;.\ i~.l un contini.io semo di .disagio che uçm lo rat.t enne però dal1' esporsi alla contami11niione venere,\ 1irnnifestata per parecchie ulcere p;-i11Liti11e alla ghianda e per un bubhoi1e iu.guìnalc che guarirQno con akune unzioni mel'curiali. Ne.I mese di .giug~o r85 o · ricorrev~ all'Pspec1ule per un do!ore ben J'isentito ·al la regione 'infer-ioi·i dei lombi e superiQr6 àegl'ossi del hacìn'o, pal'tic,olannente cblla , p<11te s.ìnistra. L a di.et ,1, il.viposo ed alcuni .iltri sussidii tet·apentipi n1igliornrooo h1 con4i2io.ne c;l_e ll'an)m~la,t9 , opdec~iè p(ltè xesti'~uirsi al <luarti,e re a,pparente tnf:!lllf! gum:ito . .Due p tre altre volte la Tipetiz'i.one dello st~s.s o m11lc il .rico.nclusse a1l'P~pednle ·. ed <1ltreth111te ne usçl 111ìglioi:ato, ma non ~nai g uarito. Fiual ~i.iente n~l mese di novembre .al r.ion0.1' arsi degli stessi dolori in moçl'l più acut.o s'aggiun~c. la comparsa fl'un tumore alla reglondombaré si1iis tra con ditlìt:òltà nei movimenti dcHa coscia conispondente, disturbo delle funzio~~i ÌH.testina,l i e ·Ve~cicali, senso di ripieuezza nèl Yerrtre e .d\ma lenta feh~re çh(! 1·i,neLteva sul 1):H\?,zodì p er .riçomparirc la sera di pi)\s.c l¼n gì01:nQ'. In breve il tumol'e crebbe e.osi fattamen.,t.e che manifestò chiaramente .colla fluLtu:;1zione co.n1e racèhi~desse in s1~ un'abbond:1nte raccolta di lifiuido. Si decise d'aprirlo pù mezzo d elln potnssa caustica c,oll'in.:. tendimento d'evitare l'azione deJI' aria .itmosferica sulla rete int~,rna delÌ'ascèsso; si médicò quindi ·1a localiti1. cogìi emoJ.lienti · e {li co111battè la. pitittosto gagliarda <.:onsecutiva 1;iazi~ne per _mezzo dei ripetttti salassi : ai disordini il,l.t estinnli e. vescicali s'o·p p.oscrn i mi1101'.ativi, gl'cccopratici leggieri, i di,,1re.tic,i ed i clistei,,i sem,,plici e purganti. Un uotabile mig'ioramento conseguitavn quc-

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slo m e lò do d i ctu-:i, ma sucéedclle l>en p~·esto . t111 rincrud im r.nto· dì 111 orb_o ed iu : al(! alt~rn ~tiv-a..d,_ hcne e , -·I,. s'm·t•ìvò a l g1·o rn o 7 d1 gcm na w in c ui l !l 1111mi<I.1-11L,1 .. . n· . ·r -· . • • lato f u coosego:l'to alle r,m·e c]cl . oL t. ::ppan ec1 m c ui d etermin ò quèsti di fa1· una _pn\ _arn p ta . ~pertlll? per dare lìlJ è l'O C6it o al pii$ ché rnin aCCJa l' a , ~ltl estCS I J~1~ltra m c nti come fa ctw:i no p,1lesc la grnvt ta stess,1 d e, lcu om e oi feb-h r il i intestinali e n·scicali , cd il celer e cd ubbon òante sgor go à i pus .Jalli, ristretta a pert um con le com p 1·1·s$ioni esc:rcita te 1litll:'alto al ht,sso e clall' cstc'rn o all'in t e rno o elln dil'ezio uc dell':iscrsso ovve ro della fossa iliac~. A ta1e atto op erativo non si r:sol v_~ però_ senza a vere p rin, a f1ll'111att1 n cllu sua m e n ~~ l:1 c}1ag11cs1 della 111a laui o, lei q uale glì 11an e p o ter e n lcnr ad un ascesso

Zen.I.o tra i m uscoli pr ofo11:di tiella regione lombare, non sènz,a sospetto di ct;,ri<:, esclusa l'idea d'un ascesso p er congestione eù i c,trie delle vert,:brc. In qu esto giudici-o lo coufcru1 uvauo : I, La mancanza n ell':11111n ah1to d cli.i di~c rasia scr ofolosa e r.i cb r-tica, esseuz-i-.ili, ~inrn r:tgioui t:tìolcg ichc a-Ila form.azion e d ' l\11 proce~~o c:.trioso primi tivo o egl'oss-i , la ness una d cviu:&io ne clelia colonna vertl:!bra!c , il sufficie nte m e nte li bero m.ovi1:1e nto del tro nco clell':11n111alato ed il n on potere riconoi;ce\'e, n è col t a tt o, nè coll n vista a lcun. s u a-sto 11d ln c:olonua vertebrale. 2 . Lo scol o piuttosto a hbond,mte m at e1·ia p urule 11ta l>i.i ncastr.1, clensa111e11te latti ci nosa , Omoge1Jca, inodora , . b en dive1•sa 1:icrciò da quell.a d1 e .-isulta da un proct'sso ca d oso. 3. La n atura d ei d olori i qu;ili er a no b e nsl sensibili a quan cJo a quancl o nelle p nrti ci rcondan ti I' aperttirn, sì esaced Jav:1,00 b eosi co111pr imendo ncll,, d irezi ouc d ei seni , ma non s'inacerbiva no p e r la com pressione eset·citata in q uahmque p un to della colonna \'Cl'Lebrale. 4-, La più lac:ile e più ah bon<lnnte 1.lSl;ita ~lel pus con le pressio ni fatte dal dava nti all' indietro a nzid ,è in una tlii·ei.i o nc contrnria. 'L11 rliutum i tl, d ella nin lat fo, fe ce però n;i~cercncll'a11i1110 del cu1·ontc il dubbio se rm semplice a scesso lento potesse pe r sè·so1o dura re p er così luogo te1npo. Sosp et tò pe[cÌ<:> ù'un principio sifilitico late nte,, ma la m an ca nr.i1 di qu.alu nq:ue alt-rn pa1·~icob re in d izio .escludeva quest à c:n1sa . Gli a ud ù nl peusie ro c h e , di ffusosi il p r ocesso lento in{ìa11111 wtor io dalle p a,t i m o lli agl' ossi circonvicini , si fosse in <ru esti stabi l,lo un vu nto cari oso. Del 1·c5to :.J 11cl1c fa dìuturnil./1 dell u urn la u ;·:1 p oteva abh;1stnnza spiega 1·si per l'infi lt ra m ento u ia , cioso a n ·enulo 11e1Ja fossa ili,H.:a e per la cc,uscgu c nte difl'i('oltn <li fare r isalir il p ns 5lagna 11 lcvi alP,J p e rtura cJcll't!SCCSso su p er io rm ente colh~cata. A confcnj\a d'i q u est'j ù en starebb e l'osserv aiione del m iglio rtnu e nto ottenuto nella cond iiio ue genel'ale e locale d elJ:li n fc'r m o dal mo m e n to in cui fu concesso 11 00 scolo p-iù li_ber o con Pincisione I la q_ualc fo pratic:i ta nell b s t esso giorno col fo re trasco r re r il ga,n ul'auttc sulla tenta s olcata p1·ima ri ç·o lt o in alto, p oscin al basso i (lte.. '.·essrm ùo_ 1>er la luughe7.za d.i pi ù po'llici i tegum enti ed 1 mcusc o l1 sope11ficia-l'j è n oi coll'ìutr od'u1· il di to e sulla 'd d'I questo il gamma ) ['utte p iù p rofon<lamente e cosi ~ru 1 a m alto cd ;1ll' iuC11ori d a p e netrar e fìn o sotto il le 0 u111ento ileo-low~a11 e, i11cidendolo anel i,-: in p arte . Il m lgl1oramenlo ?ttenu to d a questo vrocedim cnto si P!·otr~sse senza ca ~g.i~meo to alcu110 p e r lo sp azio tli p iù g101'n'., s !' on ch i:: 1J.g,i?r110 2 1. S i scoperse un lun go seno che s1 d ll'lgeva a U msu ccl :,11' cstel'Oo sot to il muscolo graJ\ dorsale. Si incideva pme ctucsto se no pe r lutto il traU:? d ':lla s u a lungh ez:n ·cd_ introclotto ci uiud i sulln guid a del d1to il g11rnrn.a ulte s1 tagliava larg'<lmcntC! i l sottoposto

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7

lesanccnto ilco- lo n ,b arc; fhtiya allorn li b_er_a e s p onM11ca la 111an:ia da lla coni!,-poud cnte fo~sa 11l1ac,, ed app<>ri v,1 }') e~- br~vissit110 Lratto. scop e:·ht _e, cai·;os~ sp i11tt posle ri o r-wfcno1·c d ell'osso Jleon {;lllSl1f1can dos1 m qu e sto 1110'10 il sospetto enuncialo nel l.1 dingnosi .

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( [l ;e~11ito cli questa storù,. w iitamente a lla necroscopia sa rà 011/;blicttto in w , tdtro 11w11e1"0.)

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PH.OSTATlTE ( da ·mw memoria del D(ltt. Vaglicnti Jetu, ncila (;011!'crcrm1 dei J3)li 9e1maio i11 Cmieo).

P arh1ndo 1lcll'infian111tazione della p rostata tutti gli Au to l'i cmivengooo nel chiam a rl;i u na maln t tia p iuttosto rà1·a e la- desc rivono con \tU co rteggio lli fe nomeni veratne nlc irn p on cu ti (\r<'d . Vi<hil dl{ Cnssi~). Non _semb ra però che q u d l' infiamui:izione ~ia tan to r am, n.: sempre acco111paiuata da eguali fcuou:cni se si La riguardo al1;1 facilità e d al rario grado d 'in te usit11 co n cui· s' in6a111u1a l'un:t ru in gene ral e n elle hlcnu_onagie od ai d ol<H'Ì periocali ch e l1 accou 1pagnano. P an-ebbe quin<li p iù consono a l vero l'asseri re cb e la p rostati1c è anzi frequcrn te che no e che l::i pretesa sua r arità dip ende i11 m assi111a p;u'lc <la ciò d ie il suo esito più frequente è la risolm io ne, siccom e dimostra la faci le cic:ttri1.1.a1.ionc delle sue soluzioni d i conti n ui tà cb e occorron o nei va rii m etodi p e rineali del la cìstotomia . Ad ogni w odo abbiam o t.laì Dott. Vaglie nti un caso di p rostatite che forse sa rebbe stato d iscon osciu to o d ubbioso se u ou ayessc nvuto per esito l a suppu razione. li so ldnto d i<.: l'ontt à a rgome11 to d elle cli nich e osse rrn zion i ciel Do l t. Vaglienti e rn dell' età d'a nni 3o, ò; temp e ramento sangui g no- ne rvoso, di coslil m.ione piultosto gra cil e, <li n on,m cd iocn} ac corte1.za, mai stato dom inato da discrasia o vizio int~rno. A.veva egli so ffer te u elle campagne ui ilitari degl i a~ni 1848 e t 849 le febbri inten11itte1Jti e qa q u.illordici m esi soffriva Ltllll hlen norr:1gia più volte cs:,ccrba tasi o p er ab usi ve!1er ei o p er srcgol.itezze llieteliche, la q~1ale scemò per le iniezioni d' una soluzione di nitrato d'argento cristallizza to fa tta seni.a r ego la e se nza co nsiglio d'alcu n a p erson;,i dcll\1 rlc . Ai 20 di giugno t85o, previi strnord ina rii c-sncizi di <:orpo, (1 h u si ve nerei e disord ini clietc Lici st:i ti susseguiti J a violenta t Ì:lZione co n tfolol'i colici era eg'li colto <la iscuria acco mpagnata da non smodalp d ol o re aUu regi o ne prostnlica, il qu nle si esacerb:n-::t con la prcssion~ e si d iffo nde va ai din torn i del perineo, :,l sacro cd ai lom bi. · · Dalla coosi<lel'azione del le cause si remote, si p rossim e, dalla p re sen za <li una durcna tangi bile nel lato p eri11eale del triangòlo rclto-pr ostntico n e iuduccvn il Dottore Vaglienti la diagnosi di prostatite . P er la m a nc:1 uzu de'sintorni di r iazio ne ge ner ale si institui n ei tre;, prirn i giorni unn sp ia cu ra locale p er m ezzo di d ue saugu is ugii abbondanti alla r egione perineale, Gli spal ma ture d'ung uento di b ellado nn a con sovrapposizione di catapl asmi em.ollienti e di ri p e tuti cat:etcr i$:ni i cru ali poteva no solauiente eseguirsi con cannu le di gomm a clastica J i picc•1\o dia u:dro. Questo metodo ter:.ipc;utico locale e ra p erò coadiuvato da blandi diafo retici, da b e!'mdc tempernnti , mucih1ginosc e leggien nentc ccco prottcb e . ~


' ncs1110, Pi ntestino ·retto si \ese prncidentè e ftL r idotto Al finire del terzo gio1:no di. nwhitt;a insorse ro siunell a sua sede con fornenLi ghiacciat i. t_omi d i ga:gJjardiss.;mn febbni e con grand'au111eJ1tO dei Nel 'l'nattino susseguente il Dott. Vaglicnti ricon obbe dolori loca'li i qual i si diifoNdevt.no alla l'C"Ìone S,lCro·1· . 1 ' • 1 ] b un tumore sotto cutan eo aìla regione ischio-anal e siJ iaca rn moc.o cosi vJo,ento e a re.nclerc i'armn.:1lato snwuistra e ne i dintorni dd ano 1.in orlo emonoidario 1·i111aruioso .e da t,J l,Jigarlo a d iscc11 dcre più vo lte dal· ietto chevole ed ebbe p eJJ:iÒ il sospetto é:li soluzione éli còntiper cer.carne sollievo_. ;fnlc co1Jdizio11c dì cose perdurò ·nn ità d elle tonache~e(l cll' in testino con infilt raiio n e locon pochè. e n on r,lcnmti rnodificazioni sin al setcale di sa1~gue. Più t ardi trovò l'it1nnialato im me rso in tim:> ~ìor1;1~ di m a latti;1. Si pra ticarol'lo sci copiosi sann copiosissimo s ud ore cou polsi .f req u enti 'e cedevoli,. lassi d1 cui il sangue si cooerse Ji <luni cotenna fìooi• • • \. .l .. • t, qttns ità d' ud ito, stupo.-c <lelle funzioni mcu t::ili e gr,we st1cii ; _s l npete u n nuovo sa ngu isugi o; si prescrissero pi lnbbattirnento ùioralc. A ciuest'ap-pal'll tO feno ,.nen ologic6 lo!e ~'estratt~> di_ giusquia 1i10 nero; si misero in opera sottentrò ben presto mm calma generale con modificacbsten enwl!1enti e nun:otizz,mti e si continuarono gli zione del tumore pet·ineale il cp.iale;cresciu to in volume, a~tri rncz~i ge11erali e ìocali in co1so, Con q uesJo metodo si· toccava Huttnantc con un punto 11101 tificato nel centro. eh Chl':l s1 ammans.i ro uo man . m ano li sinto mi di geneln ciso larg~meutc., 11e sortì p oco umore sier oso e fete11ral~ _;:ia1ione. e poi scomparvero affatto , -ed i dolori lotìssiuio gaz : la ferita offrente una supPrfkie di. colore cali dtVennero co·s_l initi e èosì r,,ri che ì' amm alato potè b igio - scuro fo m edic::ita co11 lllolta se,nplicità. D:i. qu~sto pre udel'C un "po' di ri poso nella not te ; I' iscuri n cedeltc momento la co ndizione generale ddl ';aum nlato m.igliorò il hwgo a1la dissuria con minore Ì1ecessitl1 e ton ma••r::ipidarnente ri d1tccmlosi la malattia alla sola b r eç,cin . t·a~;,1ta ' l ' ' ne ' l cat ctet isrno; in fìne , qual_ ~1~1·e è lusinga odi nrtiGciale la r1 ua le, ri copert,:si p ri m~ <l'im'cscara cancretel ice esito, comp«rve uno scolo gouorroico punile11to . nosa, si ·convertì nl d is tac carsi di quesLa in una ,·asta F ,,llaci 'lusinghe! Ch<~ il J o di 0 fo:rno r ico1W)f!l'Ve più '·1·i , t>v t p iaga i otern,1 neJl 'es_cavazione ischio- retta1e. Con lo specillo vivo J c,010re con iscuria e cOH insonnio; il cateterismo si riconobbe, che Jir·amavasi essa in un largo seno verso a m_a la p e~ia.si potè compier<~ con Lllrn p iccolissima sonda il laÙ> coccigeo cd in v11 a)tro s ul th1rnnti dèll'este,ned 1mposs1bile rim:1se p er lo s-:ontro d'un, co rpo elastico s':one di cii-ca quattl'O diti tras versi diretto verso fa pro-c_on ..:na so n da di JJ1aggiol'e cal ibro; l'uso di cp.1est'ulstata co ntro cu: si formav a io so<-'ciHo. Fu pi.ire subito t1111a ebbe per risulin,ncnto un'impetuosa uscita d' alcune rico aosciutn u na comuni1:nz rou; fistol osa coll1 i'ntestino gocce d'orina .sì che p n,·ve al curante. cl'av<"re smossa tm:, retto, 1n ent.re -1'.odore o-r;Ìloso de i m ezzi d i medi.cazioJ1e valvula; 11el!' esplol'azione rettale il lato sinistro c1èlla non lasciò alcu~1 dubbio - su b prese nza tl' up~ fistola _prostatfl si mostrò duro, gonfio ma imlol eute; lo scolo orinari a . gonorroico si prcseutò muc9so e p iù st'iol to. Non si deL'operazione dcii.i fistola aua!e s ta t;; praticata da sis_Lette- dall'uso dei 1:iua~dii sì hca,li, sì gene~·ali odopeDott. Gattinara e l'incisione che pra ticò il Dott. Yaf!,lient. ra ti; sj rn o1tiplicaron i mçzzì per favorire ,1o scolo m·e1 d el seno che CO_steggi:1':a if lato t;Ot:r.:igilo si.~1istro trale senza nessun favorevole risultnto; che anzi, cessato furon o ben pres~o susfiegu ite dal p'iù fo! ice risultame11to.1 questo assolutamente. più dolente d.ive·n tò la localit~1 ed Si provvide ~11;~ fistola o"jnaria col c«tetc rc a permanenza al m;1ggiore dolore b/u presto s' associò u na fcbh re atia cui, essendosi dopo <tnald.Jt~ tempo ostinatamente 1·i.Pic;~ rem ittente p1·eccduta ed accompagnnta dn brividi fiutat:o l'ami:rwlato n on ost:rntc le più eQcr gidic csol'ta d1 freddo, tnld,è l'atl,malato ci·edettc es~ersi 1sinnovate zio ni dd Curante, questi , rassicur.ìto d«I volt1me del le pl"ime soffe rte Jel ibi·i intermittenti. getto d'orina e da lla libera in t ,.odm.io nc ddla sondl! i11 A tale r ilicrndimenÌ:o di mo r bo si opposer o due abvescica clic non v'e1·a;1 ostacol_i, c011sì 0 liò hrn:1J1a la to ,1 bond;mti sa)assi d i cui il sangue si presentò lll('nO cote nr e carsi i n T orino per cous u.l tare lì più vaI.... nti Pratici i. .110.so;.la 1·iL)etizionc <le!lc p illole d i giusquiamo ne ro stµt e quali ,cousigìiar<Jn il solo r iposo cd u1w. b uona reg o l:i s~spese da pdco.; fre quc,?ti ini(:Ìiou i d i decozione di foglie d i,et etica con cn_i'nel solo pèrioclo d' un m ese s: ristabil ì d 1 mal va nell'ure tra e la continuazinne dei rnezzi teraegli p crfo tta1m~nte. peutici già sopn:1 i1~dicn!:i. IL ris ultame11to fa una· modi' , fic,:.:ion e iu meglio iielb l o cn!ità cd il rnffrwamcnto d ella febbre la qnale per<'., continuanilo nel sùo ti.po re- J mittente con l':a:corn!Jagnat.ura d i. br; vidi di 'frcd<lo e con ·· RELAZIONE DELLE co:,rERENZE SGlENTJF.iCHE. la giuntn d'una copiosa diarrç<1 assoc iata . ,i tlan:dezza 11 illese di gen nu:o ( conti·n uazione). cd lì 1eggie1·0 dol ore di ventre, attivò lo zdo del coscien- 111 zjoso cu ri:l nte onde pondei'i1t::1rnente maturarne ia a::t~ll'a . . I Scumimi. .La sccond:1 rnn1'c1·en1.a fu tcnut.a a i 23. Il HoLL A qu esti n on ìs!'uggi\0 a io fott i che i b rivi di di fredd o_p o- li Tapp,il'i lesse la storia d \m nsc;;sso loinl.>a1'C che abbiam o tevan e,;sere i~trnzi <l' UJJ Jrfforiv ·p ul' ulento prostatit:o \ [ ripro:lonain sunLo (vedi storia N . 6). Dnpo qucìla lellUra il e che se1~ond' ogni p1;olxib'ilitl1 simpatica era b d iarrco, , .i)ott. d c ne,rnfor.t d1c prima avc, a curato l'ammalato diede ma dubit:mdo che avcss:::rn pur a vuta qualche parte u!el'i<wi sub i:11'imcnLi oci nuali ct'cdè potersi co;1 foncl::un ento causercurn<ttizzauti a cui l'amin ab~o s'era esposto, chiamò supporre l'csist,cnza d~Jìa ~arie in, unn vc;·lcbru . Fr.a le altre a consuho il Mi;dico - -n:vis;onalc Dott. N.i colis. Aven~1o cose dìS$C che :.ilcu1H gt01'n; dopo l'a::,er Lura del_t:ascesso si CJU~sti .. dott ute l e opi1~io,ri riel cur<1n te ,i prcsc1:issc l'nso manifestò una spiccai a fcbl.irc di riazione genci:ulc che pct' del decotto . di l'a,n\arind i go1111noso rie;· frenare l'impt:r·sisteLLc sci o selle giorni :id onta dei stilassi praLicali e delvcrs.inle diarrc<1 . L'esi to éOrrisp ose in p nrlc H11n loro l'uso dei rovulsivi e che in qucs !O Lcrnpo Ìt\ mal'cia che ris pe ùr,tiv,1; n!"a la pcrsisl<!llza della fcbl)re con ca ra tteri prima era bianchiccia d inocloi·a, diven tò nct'aslra, fetida e reniii.te'uti mnrcntissi1:ni, li deter mi nò cli poi ad ,imn iicon tuU.i i car 1J t tcr i del .pns che cola d11 ossi cariosi. Dicbiar-ò nistrnre a1l' arnmn1ato ;·1 solfalo di cbiuina ia u n a l iwocmittdi ril()ncrc che la carie cs'stesse senza saµc rn c fa pt·cu :-i ta u1 ine ,.ak nel tempo <lcll_:i rc 1;1i5sionc, Uu nuovo fatto ; isn scd·e ed ac:.,iunsc che se di poi si riscont1·ò cia1Jc foLlè ~ie1l.i notte dei 3 ,1i fi. di ì ud io cbi,,n1ò nl lcLlo clell':1mincisioni carie spi/1a infc1·iòt·c-postC1·iorc dcll'i!eon , essa lllalnh> il lvlc<lico di TI:iitngl-1'onc IfoLt. Gatt.inur:i. doveva essere secondaria cd occ3si(}nata d(l l!a 1rr6lU1igat.a . Hianimatflsi vérs o la :nc,;zaJJoUe .la fobbre e-tl au me nstazione del marciu me. atasi notabil mc'ntc fo diarrc·n cori tormeutosìssimo te-

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1.5 Il Dolt. Còmisctti che non Hrnrncttcva in é1ucs!o C'.aso rar ie di sorta .. disse non llltro c~sere · fuorc!Jè on pun!o.~oi-. ùcnudazione' dell'osso quello che Lrovavasi alla cresta infer iore e posteriore dcll'i!eon e che, la marcia .ncrast·m e fètentc . notata per \rualchc giorno 1 po!1;ri1a prov.enire dalla corro~ione di qualcftc vascllino venoso di eui il s,wgue mescoJundosi al pus potcnl avel'gli dato i ca1·atte•i designati dal J)o tf,. d e I!c:mfort. Il Do!J. Tappar i in vece attribuiva il cotore 5CUJ'O e l'odore fetente del pus allo slato generale dc!Pamm!\lato nel periodo (lclla dazione; il che sarebbe provalo dall'avere lo slcsso pus ripresi li primitivi caratteri di buona indolè tos~ò cessato il periodo di riazione gcu.crale. ' 11 DoLL. Comiseui dopo avere riassunto i capi principali <lella storia e dell:1 discussione, per mezzo d'un luAgo ragionamento foce risullarc la di!Ticollà che spesso s'inctmtr·a nd fare la diagnosi degl'asccssi lombari per ciò particularmc.nLc ehe l'agguarda alfa sede <Jelln malnttia, mcnLre quasi sempre H fomite purulento è lontano dal luogo dove si pt'esen la ,ill'estcrno in forma:d'(lscesso e non di rado anco_r il _pus trm;corren~o f1·a:,muscoli, foscie aponeuorcticbe e ligamenti, siegue tino via contrnria a.lle leggi fisiche del moYimento dc'liquilli, per cu i, in luogo di <lisecndcrc, sale. Narrò alcuni fuUi in prova di qu:1nto disse e passan1io qulndi afl'applicazione dell'attuale caso pra ~ico, manifestò la ~,pi.nione <:hc la suppura1,ione potesse aver avuta la .sua origine da mw len ta pspitc )l'ala o da uno· ?forzo o da uo salto' o da qual unque nitro non avvertito accidco ie capace di genertu' una lenta inHammaziooc del tessuto celluhu·e nella regioue lo1nbace sinistra e partico!nrmen!e di quello che riell)pie gl'intcrvalli 1.l-c' mnscoli e circonda ques ti o.rgrrni cd il rene corrispondc111e; spiegò quale fu la guiùa anatomica cllC lo cond.ussc prima alla sezione del ligamen [.() saC'ro-iliaco-posteriore ccl in seg~1i10 fl quùlla del ligamento iJco-lomb;u•e che f'u in parte ~agliato nella seconda spaccatura, mediante la quale pMè render.al pus facile lo scolo. Dul .l.nHm e.si Lo olle1;uto ùa queste incisioni per la liùera evacuazione deHa suppurai.ione passò a dimosLrarc l'utilità di r icom.:re prm1Lan1ente cill'apertura di questi ascessi tosto che si sente Ja fluttuaiiooe onde evitare gl' infil tramenti OllJl'CiOsi ·ed i giri viziosi del pus che possono produrre òànni irreparabili. Passando <tu indi in rivista tutti i metodi suggeri ti per r.prire gli~asccssi lomba1·i ,"{fu ; d'opinione che siano da prefèrirsi le larghe ìncisi<ini per le qunli essc.ndo-.il tagliente g1;ida10 razionalmente dalla mano del~Chi1'urgo, si puù con fondamMto sperare di giunger a scopdre Ja scc.lc del male o pèr lo meno di dare.. libera l'uscitn a!l;1 suppm:1zio11<', e d'cYitare le fusioni e gl' in!ìltrameuti ·con la lttsinga di dominare la mn1:.Htia., Nellu terza conferenza che ebbe luogo ncll' ultimo giorno clcl m®e esscJ1dosi tenuta un::i discussione, a nos!ro parCJL'e, molto intercssnnlc sull'ottalmfa purulentn crediamo far~ cosa grata ai nost_r·i J.cttori riproducendo per intei·o il processo verbale; il che faremo ogni TOltn che l'nrgomcn!o lo richiedi U Doti. Costanzo dà priiicipio nlla sua lèlturn con un cenno su11o s!ato in coi r.r-ovav:1si: 1a sczlonc degli oaalmici, quando _pt·csc a dirigcrln cioò al primo giorno <li gcr.na:o e scii me1.0i.lù da esso lui adott,alò. Passa quinrl i a nar1'1tr·c ]a sto;:ia tl'11n Car::iuinierc nffclto da ot!nlrt1ia purulenta giudicata blcnno1'1'ngica. Desc.rivc le diverse fasi tlèllél malutLi.l, "ome miglioi·assc con l'nso µ"tm rnetodu unt_iflogi$tico energico e del tonir io c_on: posto ùi vcn ti gl'ani di n itra!o d'argenw l'uso e sciolto in un'onda d)<.:qu:1 dist.iilaw e tli pul'gan~i e bevande rcfrigcrnnti , _ere. Diec come la malnUitJ. tornò nd esacerbnr·si dietro el'roi·i il.(ic\ . ' .,

nic I commessi dall'ammalalo per cui si dovette ricorrere alle ·incisioni e recisioni della congiuntiva; le quti.li ope1·aziùni, se infusero nuova speranza di felice esito nella curo, non ·furono però sufficienti a contenere l'ammalato 'da nuovi errori da cui gli dcl'ivò una (ep,a èsaeerbazion<~ del male. Termina la sua storia con alcune osser vH;,,ioni patologiche dalle quali emc1'gerel.i!)c il dubbro se veramente, nel caso in disco1·so , si Lrattassc anzi di roi·1giun!ivitc pul'olenta clcgli eserciti che ·cti congiuntivite bh; nnon·ogica e fonda l.(Ue:Sì.o suo du!Jbio sul modo d'eruzione della malattia e sull'antichitù e qualità dello scolo da cui era affetto l'ammalato, n_on cl'edcndolo contagioso <topo i prirni due mesi. Qualora poi si vblesse :.nnmcttct' un caso di vera congiuntivite bicnnor;·agica, propende a crcdèrè ~h ~ sia avvenuta !)iuLWslo ·per sirnpa tia, di tessu ti che 1ier imme<li:ito coni.atto. l i Dou. Coinìsetti, dopo aver esposto che cosa s'intenda por olinlm;a purule~1ta e c1uuli" siano i curaLteri che la distinguar'IO dalle oua!mìc sqr.plici quantunque acùte, dice che i podii casi cl'ollalmic pnrulcnLi d;e ·'1.1 avu to a cura.1·e nella SU.) pratiCQ non gli permet101rn cff dar un giudizio prat.ieO differenziale ('r;1 ta eongìu11ti v·i1c purulènta blcnnorragic,1, la pur11l<::nla degl i eserci ti e i1uclla ~[ci nconat1. L'andamento rapido della prim,1, siccome ucren i1,ann [ pjù distinti Scrit!ori, uon è. sèrnprc costnntc; non è 1iur-e.,sempre mite quello del'lc (11·mate. La presenza d'una !Jfcnnoreca non è neppure un nrnli ro sufficiente a!!a diagnosi, poicliè 'ii1_questo casò si co,·rere!)be rischio <l'argomcntal'e post hoc e1·go propter, hoc: pure anencntlosi alle òpinion i più accrelii.ate çla,i Pratici, non è egli lontano dal mcucrc in dubbio l'csfst,enz:.1 d'una ve1·u eongiùnliv itc 1.Jlennorr<11,ica nel soldato in quistione, pcr{'hè la m:i!o!tia mnnea cl'alcuni dei princi pali .carat- ,, teri che la distrnguono Jallc aJL1·c e fra questi noia in ispeèialc moùo hi lentez~a della sun invusiene, sapendosi co11tc l'ottalmitc blcnnorragira s:d1_;a fKl' solito in poche ore al più nito grado e <'ome alle to:te ip poco tempo pure provochi la compiuta <l1srfrganizzaziooe dell'occhio. Nel nos(ro ammalato ebbero luogo fenomeni piutlos(o miti in sul principio i quali, sebbene si siano poi esacerbati ad m1.Lratto, pttre !Janno si:mpre SC'gn ito un corso più lento che <l'ordinnrio. Laddove l'andamentù 1riitc sc:l priué.ipio dcll' oualrnia è fenomeno tl,ì tuL!i avrn1·tiLo nelk otto]rnie eg·iziane, su cli cui il . Pralieo non dcbhe rnoi cess:-irc di vegliare onde prevenir una sm·1wes:1 che po!r~bbc più tadi hvei• esiti disgus!osissimi. JlacconLn come nèl 13:33 e 3~- soltanto aùbia trvuto occasione di cUl'are Fotwlmitc punileJ1ta nel Reggimento Aosta _c:1vnlJcria, da l' l .! Ì mnfiis~irn i s<>!da1i fu rono affetti; con essendo in lluel [L:1upo abbast anza conosciuto e sperimentato l'uso · della soluzione <li ni tralo d',,rgento da·mer itarsi quella generale fiduc.ia di cui giuslamcntc gode oggidì, vide egli cul'a·re e nella sua qunlitì1 di Chi1·urgo in 2.do coadiuvò pur a cur·a1·e culcsL'epiJcmia conlagiosn eol solo metotlo antiflogistico molto enci'gico, con cui s'oL!e1mcro i e,isult.:1mcnti più decisivi sia pcrcbe nissun O(:chio andò pe1·du1.o o rimase irnperfctto, sia ancora µei·chè la urnlaLLia ntin s'è più l'ipetu ta iu <tuel Heggimcn!o. Cvn qucslo non intende pel'ò consigl iar il metodo ind ic:no enme il miglio!' od in un mo<lo esclusivo, ma lo accenna solo Jlcreh(: crede che rnoll,e delle co,;i <lette ottalmic purulen!c, ~omc accade in allre malafLie cpidemicl1c, sebbene p1·(~sen~ino scrnµrc gli stessi car,1ttcri 'obbicUìvi e subietLivi, possono nu)fomeno aver un genio od una natnra diversa d:1 do,·crc 1·ichimnaJ1 in uso un metodo di c111·n che fu altro volte rigeuuto, o ·vm·iarc e modificare i vari i inczzi lCi'apcutici. Lasciando pe1· 1i.1 womento ifl disp:wte qua'nto fu scr; no in Germania e rir-1 Bel{;iO, nota ff\'C'"f· ,:e;Ju! i 1•arii .

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casi d'oHalm.ia in fanciulli ùi pochi mesi c<l in allri di pochi I-I Dott. ConùscLti cfoede pei• -ounJmia nm·ul~ì11a dei ann'i, li quali, sebbene avesser if carattçre egidemico-connconnrl da l'ui osservati-a nell'Osj1edale della 1\1alerni tù i'ote:1tagioso, pure cedettero al mcLo<lo nntiDogfs~ico semplicisdevn la vera congiuntivite blennorragica. Il DoLt. Tappari 1'ispondc afTel'mati vamcntc, fermo stnndo simo. Qìmnto poi elfo cause che posson avere prodotta roualohe qticsta sia annt1n1.iata da1'prod1·om.o indfoatò cfa Lawrence mia nel caso di' cui si 1•agiona, fa a lui.Li l'cso1•tazionc d'ancd-un·enga.,nei primi $iQrni di vita. dnre moHo cauti nel giudizio, ricordando come l'idea della Il Dott. Coinisclti è di parere che la maggibrc por te delle mc1astasì e dcJ ruodo con cui s·cffcuua sia lul tOr!1 un quivolte non ::iltw fosse fuorchè ùll) o€t'almia co'ttàrrale p\i.rurenta st.ione con1i:ad'Jetta dà molti" e non risoluta in modo deficomune, massimamente wnsiderundo l'esito felice che s' oLui Livo d,, alcuno: come l'inocu!nzione della l,lcnnorragia, tenevà in seguilo a'd un'applicazione di mfgnottc alle aposebbene cou,1·adùella da J3ce1·, Pommard, Boyer cd altri, sia fisi mastoidee. Passa quimli A parlare dèlln, pratiCà <lel'Prof. In più razionale: come in fine l'idea della trasmissione per· Tor1•csini e non è çl'opiuione che questa sia preferibile nlsimpatia, uenchè ammessa fin ad un punto da $carpa e tlu ' l'uso del nitt·11Lo d13rgenrofuso-è sciolto, in vistasoprallu lt'o che, Dùpuyll·en con l'oppoggio dcll'an.ilogia d' nitre mafouie per quando le pulµcbre offronsi· molto gonfie, pochi son i punti conLinuiLft di 1essu10, pure sin da qoesti stessi Pr:1tici è poacccssibi1J al _caustico solitlo, mentre che colla solu:Lione stel'gnta all'idea dell'inoculnzionc. _Pussnnùo quindi rà1)~dal'azione è più diffnsibile e si· 1Juò•1•ipetcrè più volte al giorno. me11tb iri 1'iv1sLii i metodi curativi più indicati, ricord(quanto li Dou..ne Rcauforlì opina che sempre. vi' siani) segni difha dcuo più sopru, 11otando che l'ottalmia nurulenta blcnferenziali fra• la congiuo(,ivilc l>lennorl'ngica o l'egizfona o nol'ragica è fra tulle quell(1 clic richiede 40a cura più pronta degli eserciti che per l11i è una sola e dfoe che quando ttitLi e più.;èncrgic,1 : <licc che Ke11nedes usù la soluzione del nigl'ultri l'cnomcni· potessero confondersi, rimane semp1·e trato d'aq:;e11\0 fin IHI unn dramma in un'oncia d'acqua diqu13Jlo· elio la blcnnorragica, si,a che crromp,r repentina1b.ente stiÌlala e che Simson e Rognetta, loda11do quest'uso, corrsìo le1llamemc, investe la-congiuntiva oculo-palpcb1'afo uniglfano d'nccoppial'lo al mclodo antiflogistico energie() nel formemente e uel tempo si-Osso, uienlre l'cgi1.i(t0a sicgue un quale accoppiamento conveng9no oggi lq maggior punte dei ,m<famento progressivo· da1 mal'gi nd tarsico dclfa congiuntivn palpebrale verso la cangimHicva 0cnlarc, come ha poi\focstri di tlHle le nniioni. Circa poi alle incisioui o l'CCÌsioni rucconH111datc do moltissimi, fa notm·~ che la gonfiezza tuto osservai· in ~ivorno su•c:isi d'ottrl'lmiu egiziana legittinrn essendo rnaggiore più che altroTo uelln congiuntiva palpein per-souc lll'ovenicntiì dir-ettamcnte dall'Egino. Nella gua!)ralc· superiore, un.zi· in tutta la pnlp-:br.i, questo suo stato rigione poi- vi è l'alLl'O· segno dilTerenzialc che l_a co:ngiu,n tile rende pl'essochi: impratJcnbili nel momento in cui più Yito blennorragica cedo unifor<ncméntc su tutti· i punti, urge iJ llisog_no e cii> per l'impossibilità di ro,•esciarla. In mentre l'egi~iann sicgue un andameoto·invcrso alln s1.111 inva<Jtia1110 poi al farle dopo che si può. apt'.ire l'occhio, semb,·n sione e l'uWma a gual'irc. è la congiuntiva pnl pobralc che è in massima generale che non si possa più riconoscerne Ja, qunsi sempre più o meno soprhccarica di gr·an1ùu:zioui. neccssil:\, pcrcbè, se con l'uso della soluzione cnastica o cou Facendosi po:;cia. a parlare sullo stol'fa nar1·ata dal Dottore Costanio, cmelle l'opinione che verum.enle si sia trattato di la. cura dinami,u c11crgica si potè prevenire la disorganizzaziono dell'occhio e f'reuor il 1m~gior impeto della 1mùattin, uri caso cr oualmiu blennorragica ·pct· con latto i mrnediato. pare -che con lo stesso mct'otlo si possa nutrire lusinga di Sebbene l'andmnento della mal:lt.tia sJ,11 principio sfa -stato molto ll!u to.c l'ammalato fossc_affello da con!;iuhtivile anche compire il resto : notn però <'hè in alcune circostanze, r1mu1ùo cinque ~iorni prirnn d'entrare nell'Ospedale vale n dire selle è'P,OS!iibilc,si renrle utile o l'incisione delln congiuntiva comgiomi prima dcll'a1>.pari-hione dei fenomeni grnvi I pure afpcesa dli chcmosi, sceo11<lo Thirrcl o la recisione. li DotL. Tarpm·i fo 1,iJlcttcrc dovcJ·si fur una disLinziono fcrnra clle tanto pcimn·<l'cntra1·c rluonto nei primi·ctnc!gforni dall'ingresso non Jin.p_ri;scntato alcu11.fenomeno propl'io della fra l'oualmia cbe assale i neonati nei primi giorni della loro congiuntivite cgi1.iona, cs.sencfo la congitmti,·a oculare reesis_tenzn c }e. oualtuie che sorpt'cndon i bambini dopo i stnta affruu non meno deJJa palpeb1•alc Hno dal pri tiio1•dio. primi mesi d~ vitn, notcmlo nel sctondo caso essei· ottnlruio Egli poi si dà ragione della lcn1ev.a del 111ale nei pl'imi • per cn11se l'Ollluni, mentre riuellc che oc1:or1•0110 nei primi giorni in due modi: 1" perubè l'ammalato potcvu benissimo gior11i della vira son ott11l1uic purulente bloon0l'1·agichc, acessere st.nto affetto da oftalmia reu11rntica nei primi g iorni, q~isite per contatto nel passnggio della voginn vcncmlo alla cltc poi ha c:rogiato nalllra pcl suo uccoppian1enw colla bknluce. Asseri~i;e avere verificato in moltissimi casi 11elJ'Os1)inorragica; 2° perchè non è lon tauo <lui credere d1c possa zio della ì\la terni! ti di f>utlo,n che la rna11i rc:sLa1.io11c ctoll'oraccadcl'e sulla congiuntiva rincllo che accade noll'lll'Cil'II in tirl1nia bleouorragil'U dei nconal i aYcw, per lo più ltmgo fra occasione che manifestasi la blcnno1·ragia· cioè c-hc poss.1 mal'oLtnvo cd il nono giorno di vita, rare volte al quindicesimo, nifesto1•si Unll lcggicru irl'itu.zionc molli giorni }'l'ima della mai oltre al lll<'Se. Asserisce pure <'110 quest'affezione era cocomparsa dei fenomeni g!'tlVi ùeJl:in(iaminazionl! e-oi<'1 ·lnnto stantemente annunziata uno o ù11c giomi ,prima dal sc~oo più Cl'ede possihile ;_ io quanto che, a giurlizio czianùio di p_roJromo indicaLO da Law,·<·nce nilc a dire da una s1ris1·iìl' Vclpeau, non ò detto dogli Autori che sempre la• congiuntir·ossa l'11e appare al di sopra della paJpcb1·n suncriore in <Jo1·\'ile blcnnorragicn abbia a presentarsi <'On fenomeni repenrispondc111.a ciel turso. tini e gra\'issimi. li follo è poi che fa m,1ttioa del giorno. Disse che il metodo curativo adoltat.o !iCH'Ospizio :mzidctto . sci l'ammalato nou offriva alcnn peggiornincnto nella sua lcgera l'a11tiflogistico locale ossìn l"applicniionc delle sanguigic1'a e genertrlc congiuntivi te; dnvc ch<t nl'lla visita d'Cl posughe ullc apofisi 111astoid~c tìn o che il viso del bambino me1iiggio i fenomeni di eongiuolivitc blennorrngieo ernno impallidi,se e rhe qucsl.Q metodo riesce ft1voJ'cvolmen1e. 1·cpcn1.inamcnlc compnrsi quali lrn fedclmcnlc dcsc11 itti il -Passando quii1ùi a n:1d t11·c suUa t,UI'a delle oualmic blcnuorJ)oftore Costan1..0 nel printipio delln sua storin. ragid1c rico1·d11 avc1'c veduto nella Clinica ottalmica di Pa.Il .Oollore l\lemll'Ji 1)1'cn<le· a comballerc l'orrinione ud dova il Profc1?sore Torresi11i accoppiare con ol.limo e solledouo1· Costanzo che esclu<lcl'a la co1uagiosil:'t tiella l,Jennorcito risuliaruento al metodo anLiUogistito l'ustione locale col rngia due mesi dopo della sua app.ari1.ionc. Per mezzo cli .:nitrat-o. d-\ll'genr.o solido che focern liCOrrerc Hl rnui i punti r,1i:ioui pato1ogic.heintcnd.e prova1·0 d1e la co11t,a1f'lsità della ' ..,..liibili <lC'l la congiuulin1 oculo-pnlpcbralc.


blcnuo-rNl"Ìa non si P-UÒ dedurric dalla sua maggior o _mi~1or,c ' ' dui·a'ta, mi bensì dalla qualità dello scolo, ~5:e?,c).ov1.. os,seJ, ·On·I clieco1ni>rovax~o·COJl).elo -scolo blenno11ag1co s1,1 stat~ va1,1 .. - a parti · sane trasmissioile pc1· con(attQ ancJ1e d OJ)0 nn111 dalla sua origme. . , . · . 11 n,1uore Cost.a.nzo .l'1sponde .che la sua op101çne 1? te~a.. , onerale è appò•><Ytata a quella dt ~ogneua e che Jfl quanto al : $Mo li'éicolare 1~ egli fauo nQtare come lo scolo hlennol'ra- · ~ièo tJJ'aminalato non ;presenta~se il carattere qclla purulenza . ,.., Essendo trascorsa 1'6ra ed il .t~ma nofl esseodo del tutto csa~dto, il )?i•.esidente .dich{arò sciolta la S<.'{luta e prorogat.a la dismtssione aù a!Lra Con!cregp.

PARTE SECONDA BISOG-NO . D'UNA ,, STATISTICA ONIFORME Nél porr.e sotto ~I' oo,chi dei, !10~t,ri_ Lelto~i il Q~l'ld ro statis~ico. d,el 01~viu~~nto. numerico degl, af 1m~lati di c0Jt1 glt Speclah Mrhtar1, av v.euuto nel coi so <lei primo se:,!llestre di quesl'an~o, n?stro sc?~o '.1011_

Jtt

solo d'offrire uu cl9cu1~1~1)to g11;.st1ficallvo dell ope:ato d~i -Mcdici a}ili.~.flri in questi ì>rimi sei me.si cl'appl!ca~ zione del nuovo Regolan~eq!,_o , ma qudlo ahres1 d1 da.runa Sta1,istica che avesse polµlo riuscire di qual che uqjirà scièntiGc.a. Per qmrnto' però questo clo~umento possa esser int,~re$s;rnle e ~Ìll :;id m~ punto ut)le,. e~so perÒ' è ben J~~gi d;1l rag~nn!~e1·c Il ·~ne che e~ e1 avamo prestab1btp e dal q un1re quegl·! e_lemtnL1 che cost,ituiscono ul}a StatistiQ{l istruttiva 1 .Pc1; av.erc UDa ·1 St~11,,ist.iea quùl è ncil n9stro desi~erio è uopp cJ'!j;l il mo~ '\'imento desI'a!11ml:l~a.ti non s.ia ripr~do~lo per num~n lYl{l pèl' ma!.a.!!!e. No! avevu1no comrnc1.ato qt~e~to. I~, voro fa,cenclo Lo SJJoglio dei res.oconli dei Med)Cl DlYlsionafi e sebbene lo abbiùlllO. pì·incipiato con ttttf.a la buona vo'lont.ii di 110;1 risparmiare fatica, pw· abb iai!lO do·vut.o per · ora rinnpci:wv·i non avend? in~onlrata uniformJ 1à dj denominazione nelle malati1e. li'rn a che non sarà a,c;ÌGua~o iµ lutti gli Speclali Divisio.nali uaa cfassilicazione ~cl uu~t n0menclatura uniformi delle ~ialat.Lié è impossibile yoter istituir un Quadro slatisi1co: E!d tornando al1 'utilità~he il movim.eoto d~gl:am~nalalt sia riprodotto per m.alat.tie e ~19n pci;: n np)en, e.c?~a, Rer se evidente che non basla dire eh.e la moriahla non è giunta all'lu)o e mezzo, al due ne.r ccnlo s~lla to~alilà <legl'ammalali, ma è rnestjevi'4Ùre s1 conosca rn quali n1alaHie- la moftali.tà ebbe ltJogo; .che non basla pure di1:é s0pra ceqto ammalati entrl).li ne son u_sciti 1~ov.ant;1, ma è necessa1·io dire sopra cento ammala~1 gravi d1 La1c o tal aJlra n~a!attia quanti son usciti guariti e quanti sono rimasli. Essen~.o prescriHo dal Re.golameoto che forrni volla che un Medico·Militare riconosce un soldato 8.cbbdcitante debba inviarlo all'Ospedale, da un s0lo talo Illll)}e11ico po L1iebb.e derivare l'inconvé~Lente çb~ quell'OspedaJe in cui furono ricwrcrati poch! a.m:na.lpl1 gra,ii e molti Je"'1.!ieri ·e fosse quindi stata p1cwl1smma la mortalitàì av~~se a figurare meglio .d'un .alir'Osp.e: <lale in c.ui molti fu rono gli ammalati g1·ay1, poclu .1 lcggieri e la mort<;1.li1 ~ maggioue, quantunque !'elat1·vumeo lc al numero ed alla grayità delle rnalalt1e do·,esse considerarsi' minore. Vediamo p. e. uel Quadro cl'ie nell'Ospedale · Di vision,ale f Asti la morl::tl ità I non è 1n proporzione col nu~nero· degl' ;1nrnrnlùti [1

relativamente alla mort.alilà e<l al numero degli ammalati degl' aJt;'iOspcdali, lll\lh .mallev-e-r~a -~el ·Medico Divisionale è del Lulto coperta q.ua11do -s,1 r1Jleuc che qt1elJ'Ospecla1e è quasi csel;usivt\,meute frequent.alo da1 Co:qio l legl'.J.ovaJi.di il qunl,e n·on so,lp sj :pomppne de~ riformcrUi. p~r et.à e per hiughi ser~·azi, ·aia ancora d1 quei so.l~ali eronici che pe1' con-imisera1.io~1c sono i,rnllp Riforme raecomandati dai :Comandan!i lè :Divisio1ù MiIi tari ai Ministero deli a Gue.r.:ra, come.spov~·.isti,d.hi1ezzi cl i sussistenza, eppeciònell'i:ll'possibililà di :p,otersi procurare col lavoro di che vi'vcre. Non è dUl);(J,llC fuwi delle regole comuni che gli Spedali i qunli danno scil~meot? ricovero ad ammalati che souo sul fiore :!;\ella g1ov13,n~u e dotati di quel.la rotusta costituzione che. :è 111:cessar'.~ per far il soldato p1·.cse1i:1..in ima niorialiu 11H1101·e .~~~ qttello Spedak a cm J'.l parl:no ~o1~me,!te ve,cch(i? cro~1c1 od a ,·;rnzi .aJJCQr~ recenti dei d1sag1, de1 pa:L1!11en n ~ deHe m.utila~ion;i del,fo d1:1e ultime ,r,ampagne'. !\fa tai1 part.içolarità e quelle che p1·ovengqno dall'inlluss@ peculiare dei plimi e del ·Lttogo, per .esse-i· apprezzai.e, debbon ,essei· esposte ondc .appnrisca.n al p·rimo);guardo e ciù a scanso di sinistre prevenzioni . Atll!Jlque la composizione di uoa Slatistiea pr-11du?ibile in "UD .tiiomale, kt gnalc netlo stesso tempo ragmunga lo scopo dell'isti:uzione ed offrn un modo di g,inslo sind~cato çlell'operato dal Corpo-Sanitario M.iiitar'e, nou ~ certame0te opeì'a di poco momento, oon.oscen.done anzi tuMa l'imp.ortar.w~, , non abbiai;no ·voluto asswnere la malleYeria d'una propos.t.n. Noi creàiamo in generale c!Jt le Sta! iplich~ _sian eguttlmente ìmpe1'fotlc w .lrO'ppo concise ., c:e-me s.e trQppQ sminuzzate. ·'1 9 pn1:ttcofare però e pel caso 11oslro crediarno che tutt~. la diftìcol:t'à stia ne.I.lo sta.bilii'e una nomenclatura con·c1sa -d,clle n,1alatrie più iptere,ssant,i, riunendo in ll·na sol{\, c-at.e301~ia, Malattie teggiere, tulle quelle che sono curat-e 111 sette od .otto giorn.i e che inoltre il modello N: 2 .(Rego!, d~f 24-dimaggt'o1854,N.517cl'ordinlJ s1a.p1u ohe a cw sofficienle. Non vogJi.amo. però imp-0r i·I nostro modo di védefo: rinuncianckl anzi n quàhHHJIH~ pretesa d''inizialiv:.i, preghiamo i..Medici Divisionali di \\ojersr. oécnparo delfa formazione d' un quadro. nosoìogi·c.o conciso e di volerlo inviare alla Redazione del G1ornaleavqnti la fìo~ deJ p. v_ . mese d'0uobre. Noi pu1·e ci oe. cuperrmo del medes_ir'uo la\'.oro e, quando avremo riu nili ~,gli stuclii dei Medici Divisionalj i 1:ìos!ri~ s?remc soll eciti di p,resental'li al Consiglio Superiore Mi Lltan dj Sanilà, p.er.cb.è voglia. fare la seelta di quel mottulo che cr.cdc1·ù pi4 opporll!!JO, atìinchè <wl ·priJ1cipì:are d.eU ' anno 18o2 venga esso uniformemente adottato in tutti gli Speda li. Ci perrn~tt,iamo solo di raccomanda11e ehe la clas·gific:1zionc e d·cnominnzione delle ma- . lat.tie ric~:a "il più possibile conforme al leiuguaggio p+ù generah11cntq.acçcHaJo nella Scuola, llali.nJrn . Ci !.usin-ghiamo che i Mcdiei Divisionali .vorral)>.llO corrispouder al 1:i:ostro invito e fraHan t.o con(,rnuercmo O"llÌ 1)1.cse a dc11·il, qttadro 11umerico del movimenbo c1·ci 'e). • • " • mn'lati, corrednnclolo di qnclle osse:·vaz.1on1 p~u 1ntc.!·e~san1i di .cui sara.nno accornpagpat1 gli Stati pari,ah.


lllel Lff<n>iuienir; 'IHitrie,~ico de' .it. l,r,ltiti n,?gU Spedtdi Divisi<nwiU e Seco.,ad<.il"i 1Jl.i8iltu•J dai 1° ,li ge-,uu,io al, 30 ,U !Ji-ug·n o '1 §51.a . ~ Z ™ l l

Q U A N T I T A' D E I M A I; A 'f J E N A TU R A D E L LE MAL A T T I E _ _ _ _ _ _ __ , _ t Q ,'ztiliè@mS". la!'lCliow::m.. ... i:.,,b,c..,.-,._,_ , ,._,,_ _ __.../'>....

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DJESEGNAZ!ONE

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JI D1rcu. Dou. C0ì\1ISJIT'fl Mcd, Oiv. - Il \'i<:e-d1rc1t. responsnb1lc Dou. bnronc dc llEAlJFOHT H. R.

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· co I J d'agosto. flnssl\ciazi.one norL si riceve che per un anno o com ·1nc1a V

Il Giornale si pnbblic:a li tunc;cll di çia,cuna setti mana

PRf.7,ÌO D' ASSOCT,\ 7,IONE

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In Torino

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In pròvincia rranéo di pos ta · " . . . . . . . · · · · · I }l -d'èi I Militari in ritiro "'Odono .,.t, ·stessi vant:1gg1 rii que lli 111 SCJL'abbonamenlo d!)\'C pagar.s·, .PCl' S()m.el~tri.: antt~rp;l~I. '. ila i-1roG~\PJ ~ Mn IT ~mi' cd ilri~e .sit.a . in Piazza ~Vittorio Emanuele : · · li' Le associaztooi per I uon nu 1tan s1 nccv.0110 .t · ' ' ..' ' · , ' t '1'1210 a .1 vo. b• t . l . G . . i•le devoti.o essere ,iffrancatc cd accoolpagn;)le <1a vag1,a pos a 1c. N. 9. - Lo ltitte,·e per a oonamen o ,\ 1011 " · . _ ___ ·- ... • .-

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-1 Do1;,1;__,~!A11c111AN1JI.:.Filo~ofìa 11Icdica~'2C.:". C?~t.

Jlrnmu: LIJflillnra eh tic cm'or ro1cl1degeucr:1tc.

--.:, _t}o1T ...C,rn-

!,ETTI: [?erila lacero contusa aHa gamba destra sus~egun.a c!a necrosi. - 1 noTT. PrETl\O \IOTTJNI: !Ieri La !~cero C?nlusa a) ,a palpebra inferiore. - 5 DoT'l'. VAGLl!\NTT: ~onhts100!) ~c\clominale, - 6 Oo'.l,'T. C,rn:IE: Sifili de w,stìt,mouale pnr1!11,!1"ll: - 7 llelazionc dello Coufotcoze. -8 Il Rei;olamcnlo ilei .iO cli ottobr e giudicalo dal C?tp_o SanitaTio- )Iil 1tare: -;-- 9 Bollellino Uflìcialé. ~- 10 l\1epdogo del <~uacl r o ~lallsl1co. --~=....:;..........===~~=;,,;.,..;.,.,_,,,"""'=~-=--

PARTE PRIMA. MEMO.RIE O}UGINALT.

FILOSm'.IA MEDICA. Dal solo com1Jlesso di tulleindist-intarnente le osse•r ~azioni pr1itich.e 1rnò esse1·e costituita tn Scienza Medica,. (Continuazione. Vecli n" 2).

...

Il concetto della Mediciua Ippoci'atica riassume dunque il N1lore seie~lifìco ~i tutta la prati_c~ osservazione ù'nna lun3a vita e ritrae tu.Uo lo sp11'1to della classica Filosofia Greca. Come Socrate oppòneva ai Soii~ti el'Elea) assorti nella cognizione del non sensibilr\ la cognizione morale di se ~lesso, nosce te i7Jsum; co~ì Ipj}OCrale opponeva all 'omeomerismo cl'Anassagora ed alle s('>r.cHlazi0ni dei Medici Gre.ei la cognizi?ne tisi_ca rli 'Se stesso, Jfe<lici-lìmn e f>hilosophiae se1·mtttte vindir.avil .' Anatomen brutor11m ac /01 tas.se hwma1ia1n ,;onsuluit ( 1). Come ta Fi losofia~.Socratica fu sornmàmente cti'ca così la Med icina d'Ippoci•ate fu s6mmamen!e pratica . L' nno· c l'altro stahilit'onci coiltro. le dolll'Ìne idealistiche della natura che avevano condotto al cluhbi'o, una con,inzione nella Scién~a e , fondat i i"nno .sulla cognizione mo.raie e l'allro sulla coìJni,s:t'one fisica dell'uomo, d~dusscro pr·iooipii di cui si 1·ese1·0 ragione pei· via d'una 1·igol'Osa dialenic~ :Perciò ~e hi parole ei'iea e dicilettfra tutlo compéudiano lo spirito della Filosofia di Sòcratè, oss,:rvazionc e rliàletticci compendiauo qliel1ò del!a Medicina Ippocrat ica. flomo tan tttm facit e~ inteltigit quant ,,,1n dr. natitra, cwdine, 'opere vel m.e,uc obsàvavqrit rier. a·nvptiws sà t tiut ...,,,,., . ,

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(1) Girota. InstiL E'alhol. f;i ncrn l. tSS6 . (j) i;ìov., Orgnµ. Aphor. l .

PrccMrendo ciò stai:flc Ìppona lc i! metodo cli r coue che au::picù il risorgi1nento sc.icntilko ~el secolo XVII s!.rap.pr1va la Medici na clul_le: Cosmogo111e e Teo~ "'Onie dei Filosofi Jouici e D0r1c1 che Jo prececleLLero ~ circoscrivendo lo sluc110 dell'uomo fisico ai tènomeni p;'opri ed alle esterne sue i'elazioni, trac~ia_rn la cer~ chia delle mediche inclflgini. Ma quanto si rrtraea eglt da quella, fasla Euciclopedìa di Scienza c~s1!1ica che partori lo scetticismo dì Protagorri e là cor1'u! 1one mo-rale <le'suoi tempi, tanto ioculcavà lo studio i.li tutLi indislin! amcntc i fe rionienì dell'uomo fisico e élellc sue estei:nf.l. rel.azior;i nel/e quali indaiava le cause delle nÌ'aÌat.tie, sen;sibilçs moi'bo1·u111 wusa.s in t~<jitis, am·e e.t locis 1Jecutiariic·r quaerit (5). , . I fenomeni /ìsici lutti ìndistintame_nLe dcli' uomo sano e malato costttùiscono integralmènle la Meclicit Scienza; il voÌcrli disgiuuiere, il volerne studiare una sede sola equivàle al negai· il sub caraitèrc scientifico. La clist.inzioné delle nìa!att.ie in ihterne eù é~ternc è scolastica, foi·male e fitt.izia, non. reale e positi va e chi µ rcsùmesse, dal sqlù sluclio deìle 1.1ne o delle altre , · trarre sicure. incluzion.i ed aspfr.i.rc. a Ifa ·i'cra Scien,za. poh·ebb'esserc J'affigurato a qtH·gli che volesst costi tuire mi ti~tto s.cnza le ~ingole parU jìeì·ch_è la Scienza è Hn tutto che ha per singole parti tunc senzn dis{inzione le esterne e le ìnterne malattie. Se !a Scienza è. un tullo essa ha un genjo cssenziàlmente collettivo e non-potrà mai ollen~rs1 con la sem·e•rnzione de' snoi ele'uienti per la ·1;agi6ne ':ippn nto ~h/' il tuHo è costi tu ilo da!t'auo della i:i1rnione ed è distmtto,corl l'atto·della seg1•cgazione; radii nisi coeant beneficùim t1Ìci's non impe,1·tìunti~r. Nou si avrà mr~i 1 luce nella Palologra dalla sepnrazwnc dede st1e parti. ma sì dalla rittiiiorìe. A questi scmpl ièi ;\sl'-iomi, a qn~sti volgari priiicipii di se1iso corr\mH~ 111?.le~'opponehh? l'Aulorilù d' uomini meritame11t(( c.elelm1t1 , comecclie nessun vaiore possa all'Autorità tompc:tcre dove arriv:t !a -ragione. . . • . Abbiamo veduto come l\\mouc fosse essenziale ca-rnlicl'e della classica Med i0ina Ùrcca; cessino dunque · di invocai· -il nome d'lppocrale I faulori della medi.ca ' (3) Ins l1t11t, eit. pag.


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sciss1one pcrcioccliè in f1uioc1·at~ s!csso cg;H nu t1·oyauo ~a loro condann~.: !:ti sc\s~i:t~1e· el~è' ~l'i~emmo fittizia : innaturale e scolns nèa 1)acqtre nel medio evo sotto gli auspicii ~e!ie fastirlrose e mè.,chine disputazio11 t sco, lastich~ dèi Filosofi comme11tatorì d' isota ii aforismi d'Arjstotelc, come alcnni Frnt.i dì ' monlc Cas;;;ino commcntav.rn it:olati afol'ismi d"i flpocra!e e di Galeno. La voce de! Vernlamio che aL,n le;-:J l"éclifh io scolastico e scgmirn In rigcncrn.zio!lc dei ln S!lìcnza che altro foce se non cl iitnnari; i io,·o CullO!'i alti classica Scuo1a' Greça '! L'uniiù dcHa ~ua fnetodo!ogia luUa !'I· trab l'uni tà d lppoc.ru!e .. e In rc~tnuraziouc Medica tlèl secolo XYil nitro ~iotì fo sé no:i lin ritorno allo studio <le' ;;uoi1 !ih,' i. F~1·em1Jla·l'i.a rr racca, C'ome delie Lc:ftéi'e e Scie1~7-c, tulle, si Ìrnò di/~· dei t1· l\f1:d icina , (li'nrrta ver&fttl' mirl'(1·ti. , t'<'r sr:1 fr n<Ù: t ifrna. (Contin·urr). . Do[l. 1, ~1ARCffrM))I. ·- - - · -·- - --

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STOIUE fi! CASì IHii'iA!1Cl! EVOLL

8. l.EGAT!; RA

Di Tl\E

!Bt0!1i\OIO I ì)f.GE'.IIP.l\A'rE

<!ei P1'0(essore Cavaliere e Commenr;lc,tarc lìrnmu.

flrD r·o<l11ccntlo u'eilc 1ùìè Operé Uin01·i una pìcco!ri M~iriÒr;ia, 5ià gran teifipo 1fo'.; m'é resa d1 ptfoliiido diria Ò soìi::a Hn 1/articolarè modo t! 'allàct'iaic lè c·mo1·ro'idi, iÌ{ho agt,iurito in \'Ì fl d~an'notazion·e eHe l<• em r-

ro)cli nl!é Y;ltc cotanto s'am n'fo ilist,ono e degcocl'ano dtc cessn no d'opporsi all'usrita de!·sa ngùe, d·'o'iide rcì : ternte e g;·avi emorrìlg;i"c cmi' tulle lé loro ben note· sec1nele ;· emorra!!:iç ni.>n ail!·im('ntri" Yincibili f'uorc liè i. ' co_n' .1a· Jç1;1itnra delle n!cdcsim() emorroidi, quale ne 1 f

~....

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sia la ni\t u 1':{ : hò ri.frimc111c a~~i1itito che qiwll'uscirc diltùzat aì1ien(é i :-aO!ÙtC (l[( jlc'"<-emòrroitl:i ind!l'<;e cui e_; .} pP(lgt èsso del téa'ii)o nn esattwiiento ,,itftlc cfa esàil,fi1'fù:71 io1 siirfuli\ llle SÌll ail Lin seg~JO llMl \'<:'i'fl ipcrtlZ!(lUC dél si:-terr:d ,:anl!.ui ~l,o, m ii chesostanziàlti1r.1ilr c<'dé chin. dentìo co11 la" le~atura i filtri ·cmo,Toit1a·1i. Dop·o la s1~111pa di quel mio ì:l\'01·0 un Do_!Lore, giù mi o Klllcvo e PralicO' di merito non ordiuarin, mi ha s·1wrù1 unn uo've1Ìn occasio11 c cti coufe !'ITilH'C fauo· la rnrit.à di" riuel\'asscrziohe. Crç~en<lo perciò ut ile cl\e fllll'S!O caso sia conosciuto io, lo' r egislro in cjue9Lo Giornale e, pè1• maggiore 'sua initcn!ici là , Lras1iorlo qlii la r-cldziot1e stata foltù dallo s!csso opcr\ to. C.J

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con :\

· « Gioam1i .B~~toldo, da-Forno-R i vara, L.ini:eato inMedicìµ.a e Chi1ìurgia, d'an ni 33. Nacqui da p11clre sano da cui nien t' a)tro 1·itri"1ssi fuorchè una leggierà disp osiziope sal sigginosa. Più dilicata la madre· mi crebbe ptodive alle fl9gosi vasali e b,:1mchio-pn eumonic;he catìirì·ali. [) mio te:nperame1ùo era _c nii11ente1hei;te sanguig no con a q ito cai·dio- dpìfole' e _fbrte la rnia còstituzione -, Su gli otto anni ebbi l a scabbia, .a~ .ùovc ·I.a 5t'atTaltina. Hicailili J?C!'.arìassanx1 caldo; fu gravissima la malattb. Per t :more di ca n crena mi furono prntµ:atc due in dsioni nell :; faccia anteriol'e dello scroto con farita del testi'colo cfe§ tr'o. Il contatto dell'orina rallentavane· la cicatrizzazione li~ qu ale finalmente _&'otte.nne ed io t'fsauai pe!'/_'ett<1mente. Sul fars i della pnbertà prese un' evolmione g ran<l issiu:ia l'a bito card.io- vasale-capitale . Ccfalnlgie freque u-ti scio-

• ' • 1 • ns,• per {'r ec1u e n t,• ep,stasst. • \ ' V, erso,' v ent,tre· g1'it!Va ann, ii · <'pista ~si c·ra~i resa quotidiirnil ; anzi nella state ri pflevasi' uell o stesso giorno fre, qu~ttl'ò• e fìl'w cinq tre voi te. Ciò nulhl ostante io b o fruito b uon,i' sanit~' sin · ;1g li anni ve1~tiquattro. Cause morali sregliaron i n qt,el torno m oti più g,ig]i:.irdi d i cno i-e: si rese scarsa, poi cessò l'cpi,t.-i~si e f1:i preso da molestissin)a cèfalalgia gra rati va . Co1i1hatfut;1 c·o11 l re salas$i rcvplsivi dal piede e coi rivulsivi, intern i diuretico- catartici, riconlJrnrvc <lopo pochi giorni più fiera e c011 t11 t ta la coorte elci sintomi della c:1rdio-arte1·ite- ca pi~alc. Cause r ew11atizwnti' ne aveva11q dèt dd ù inàto Jo sèo pì)io. L'cgrc5io 1i·rofessbr e Girnb; fo allora ch i~sto ,i n mio soccorso. CoJ gh in,ccio inte rnamente e<l es tern am en te s ui· c.ipo,· con in fusioni d i digit:~le con a cq u a cool;:it;i ,di lauro . ce r~Sù, pd,M, poi coH' ac ido idrocia1iico , con u11. n umero st:ra gn 1nde di !,Ott'rl'lzionf sanguiguc g{mc r,i li e ioctdi d alla gi,1.gnlare; con applicazioni di mi gì1a,t te ai processi mastord ei,· ,llb 1Ùlca :ed ,,lla mucosa naséilt: fù c ofl~battut:1 e vinta una malattia gta'1 vissim a e p-cri colosù di cui le sèqùelè ftiròn éi": gngli àrdii"' Yibrl'lzionc c.arcliarn , c,uotideu, radi al e : YertigiJ1i con acèeiisi'oòi .çn!ornsc alla facci'a ; insòunio con' iné1uietudi1ie ge.n~ra.le; d isappeten·:u1, d igestione tlìJficil é épil llr'u'e iortl al ve ntri col o e senso di va mpe di l'uocolung l~esso l'e sofago e lc fou ci irell'attode ile e:•,1tfoiioni. N e fu dmj qCLelnnghis~ S"i_m'.\,l:'I couvalc~c~ nza_: pè:'Ò coll>1so pi·otnitto; çl et b tta! o di )erro ~ con la pnvaz10t1e c1 0 g 111 sost,Hna che avere pa r esse l'om b1·:1 sola di. sthnol o, ·quc' rcsti,.i11oi-bosi lentamente scemu rono, m a non jsvaniron affatto se non s e un anno dopo, cru ando se ni'aku na molestia si stabilì, in luqgo d ell'epistass~ che non era rico m parsa più rnai , un mod ico flnsso emorioida'i:io . E qui da notarsi come dopo quel ~empo il ·ca p o , se. pres e p nrte ad altre gl':wi ,rnal~ttie, non fu pere\ p)ù molestatcr da; q.tlelle ricorrenti ccfala lgie .che isran ivan .in grazia dell' èp is tassi. R ip r esi allo r a· \l UO VlHnc nte · con aUìrità l'e·sercizic ,dell' a r te mia im p n ide nte nicute 1 n piedi, per ,·i_, d iflìci li ed ert e 1 pe'i' monti e v.1lli r uinosi~simi . Vi per<lui·aì t u ttflv ia f> ()t· citHfUe ann i seu za che m'incogliesse da nn o di rilie':,o, salvo che a sciogl iere lievi sconcet·ti di saniù 1icon-eva vieppiù freq u ente e copioso il 11u ovo ~colo auz:detto. Er<1v ~q10 nel me morando ma rzo d él 1·84J3': gli ammalà ti incalzavano

per nunié ro e p er g ravità : c'a usc" retirnatiz1.a1i ti mi col-

p irono : fai a letto pel' trad1eo- bt'dnchite leggie rl't. P'raticati due salassi, hravegljimid o , il giorno dopo ìo rni ::hai coll' olio di riciao ìn cor po. Dopo il pri11fo esito a_lvino mdcli in un gr,1ve deliquio e col~o dal freddo in quel fra ngen te chè b p elle <lel mio corp"o era tutta madida di . s udore, foi un'altra rolta- da capo. N on si csncerbò, come ern a temersi , la nmlattia di petto, rna in quella vece p iù ga~liarda ~ più fìei•a risorse la c ~r d ioai'te ri.te . J;)ouiata con quattorcl;ci sah1ssi generali, t re lo. c,ili da lla giugolare e ri petute apjjlìc~zioui di mignatte ·aliti uuc,i; 11ì processi_rn:~stoid~i ed aHaschneideriana , dietci r igo rosa e dèpfonentÌ' ,iascohi ri, io cominciava' a ri a~ _ve't:111ì, quaiido, corìimesso un ìievé dj:sp f'<line diet etico, fui" <:olpito \1a :.i poplessia coi1 difficorti, di loquèla , sl!1nipai-alisi d él lfraccio dest ro e torpore d ella gamba omoniirìa-. Con tre, salassi rivulsivi eseguiti in quel giorno svanir on. i segni di pressione cerebrale, 111.1 il ~iorno appresso ed all'ora n:1edcsima ricomparyero più miti. Si praticarono nuovamente in cruel giorno dt_te alti:i salassi i cpali non pre ven n ero t4 t tavia un terzo idsulto liel t e rzo giorno f d aUà stess'ora . Si éombatti! ancbè quest'ò eh~ fo il più le.ggie1'0, con·un sesto sahisso e nel g\orno st~ccessivo si praticò il settimo sa) :\sso prima dell'ora deil'aò-1• ·c~Sf O il quale più, no!1 si rinno v~, he~1chè ~uo mo~o d1 procedere aves.se lasciato sospetto di per.nw1osa npo-

i!

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19 Jet'ç·, tn: :.ipeter;i

L'ora maledettll en.1 q uelh.1 appu n to in .c ui solcle r~crude:cellzc febb 1:!li. H1edc~ju,c , ·uele delhl>dma ,artente t ennero, qieh·o a qu est a scseq. 1· .. I , • • 1 conda., pìù gravi pero e perln1c1 c 1 a c.ispet~od.cll .c!na unque cura e quand'anco i·l sangue_t1a11e. ~~moNno 1 . 1 pm 11·cquet. teJ)1CI1te ed in l!H\ggio,re èOpta CO1~sse. C 11>anno ç1opO ~UI su Io scorcio d el mese di maggio per la-sccon,d a· volt.\ p·reso dalla sc<1rlattina ; malattia <.:he da ben tre mesi iunncl~Jiva in vnrie borgate del rnio paese e <!hc nata neWim/erno dell'anno 1849, pt!Ò dirsi ora appena spenta, <l.opo essersi. c.on,.pJicatll a . m nie spe cie di tna li e1l .:issodata a l vaiuol o, al 111orb1llo ed ~li.a tosse co1wul.s1v_a. Scoppiata con tutti i sinto_mi \lell'art~rite ça,f 1t'.1le e q_uasi nessm:o (!e' suoi. propn_; la malattrn !:asso,. inosser vata. Praticati 11lc~1111 safassi pr011tam~nte, to 1111111101t ra va J1 e1l11 co1wa!escenza con tardis~i1110 p ~so, quando un bel _giorno venu e r io isc<'na tutti i sin tomi ·dell' apas~ sarca caldo. Gih prima io m'e ra acid aro che \Hl htvorio . cli desqu amaziqnè s\1odava cowpieudo alla p it!le, appeua visi.b ile però e ·Q"1i m ~Heva ju p e nsie ro sulla nà.Lurn de lla malattia sofferta . !Vl ent re col ri poso, co lla çlieta, colla digitale e col nitro si combatteva l\rnassarcr., fui cl.,iesto 1 11' . • • •1 c,a, ' 'e l a cprn •-q1' m1 e n.on potei• es1rn!'rm , m ,.raprenuc1 mio Maest ro colpito da moTt a1e gastro-enteri te. Finit.1 questa C).li/ I la qu ale durò se tte g ior ni in cu i dove tt i assist erlo giorno e nolte, fu i preso da dissenteria clie 1 s compagnata com'era di, fe b b re, fu vinta coi soli mucilagino~i, colla pol vel'e d el Dower !J-nit a olla co oscrva di rose e con. dist'e ri e mollienti. Il qua le m etodo cu rntirn _s e: fu sufficiente, noi1 fu prndcnt e p eroc chè l:: inabtti'c1 anelò_ assa i pel' le lurrghe e l ' intestino r e tto, hersiiglia t o cl.i ripetuti rimbalzi di flogosi ' che a lcilne applip zioni di mignatte ed uno o due salassi avrebbe ro con più p r9ntezza debellata, dovette soffrire così ché , in vece cl' u!10 ~çcl]o eù1orro i1fa1:jo salutat e, 'l"Ì si s tabilì un a ve ra malatt ia emorròiù;iria. Crebbero p erc:ò i resti d elle so fferte cardio-iwte1:iti; il fluss o emolToidn ri o. si r ese pi t'1 chp iòso e quasi qnotidiano; cresciuti, i tumori c mo rroitlari sporgevano dall'n oo ad oi;\ni attcl d i defe cazioae ; s trozz~11i rlagli sfinteri , i-rrl ta ti e d oì culi jo d oveva fa vori rn e l,~ ri duzione· pren1e11d.o li con un paonoli no intriso u ell'oli o . E cos ì la durò fin al n o Yelll b ,·c J'el 1850, Sl:'bb e nc CU il i tfualchc d eteri.oratncnto, c:bt: ver s n l ' autn n no d i quel l'anno lo scolo e morroidario .rinnovavasi ad ogni csico alvino co n dolori più ,r~c r bi <~ co n nrn t gio r c 'di fficol ti.t nell' intròdur i tmnori . S',1gg iunsc ro in q~;el tentJ)O éausc rnor,;1l i , un b reve viaggio, un p iù proluiigat:.J cavalcurt; ' e l'uso tcu,pora nc o d i <.: ibi anirnali zzati e stimolauti p iù che non coa1 p ort ass c il m io slato e la 1n alattia e morroi da1·ia s'aggrav0. Alh1 base d' un t,ì mo re sulla parte destra d'el\'estremità a na le del retto ~ ulpane una i'e s- • sura- clalh quale cl?he l uogo u na vera en'10Hagia . .fo::wvertita da p1~ncipio poich è non ave va luogo ch e nei1 premi Li d_ell,) d çf ecaz.ione , 1'icluceva le m ie forze allo stremo. JI san gue che a d ogni Y0l ta -si smarri va era pre ssochè' <l'una lit1Jra e l'emorragia clurò, a d onta di tuttd le cnutele, per bcu q ui1i di<.:i gio rnì. Cposegucnze dì que- ! "~t'é'm on•agia furono: pa-lpitaziorie molestissi11rn 1,er cu i . m'era il.oloroso il solo r ivoltarm i nel ldto; faticosissimo 1 il mo1~tar a cavallo anche col soccors o altrui ; imp9ssìbile. da so~o ascen~1er_ aneli e hrevì se ai e e q uasi i rnpedito il cauunurnr a p1otl1 p·er brevissi me distanze ed in suolo pia1;10. Alla pal1)itazione s'asso'ci·ava . p er ogni le,g•>icro mo vìu d) 111ento un d o l ore op;>ressivo al cu9re con respirazione affa nnosissima; battit i a1teriosi generali con se nso di fischio al çapo e con p olsi _f requenti, cedevolissiÌni; in-, -folle1:~ma' della viva luce; ve r tigini co n senso di ~Yè ni- 1

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m ento e ,t alvolta, principalmente a l rn:1ttino,. svenimenti veri; appetito debole; digestio n e tarda ; addon1i11e so, vente teso; con dolo1·i ri corrm_1ti \·e rso b regione ombili cale ,_lungo il colon discençlente, ~1i r eni e più special. mente lll sacro;, un senso di calore lutigo qù.est'osso e le vertebre lombari molesto sì ch'io e11a costretto a dormir e su duriss.imo ·letf,o, aJtrimcnte prOV\l nt agìtazione,·jus~nnio e soggi_a~eva a polluzioni invo!opt.ar.i e eon ~'l cperim ento rini nrchernlissirn o; diarrea 1·icorrente; colore dèlla p eli~ lucicJo-<.:er.co; sut>tu mesce'nz~ _d e l tessi1to .celln1are della faccia ; estrerni.t/1 i nferiori seUlpre fre ~lde- con no.te. volissima ede1h azia alla ser:i; orina scars.:i, pallicb; tumo ri e1110.)TOiçlari dolentissimi, fluen :i sangue ad ogni atto· di d efèca-'tÌou e ; funzione colesta .che mi w ette\,a in deliquio .pèr gli ace1,bi dolori che: mi cagion ava ·dacd1è era çomparsa qnella fessura. Continuui ciò n ul la, meno n ell' esercizio m e dico sin agli I J di febb raio 1851 . Iusor t a allora turn leggiera b.t'onchi.tc con febbre.. per cnuse _r e u1n i:tizzanti , si \·ico rse al sa!as~o. Srn,nit a lluesta dopo ' i tre pri1~1i , f'Ci fona gil1gne rc nì qua tt ordici per debè!]ar un resto d i carJio- artc rite ch è er a como:irsa in q u esto fratte mpo. f.n fine di wra la sce i'la s\~gg1:avò' e • dove mmo rìcqrrè r a rip etLtte e gcne:·ose dosi d i sol fa to di chinina per cac<.:i ar una febbre p~rniciosa cardiaca che m inacciava di recic;lcrh1i la vi ta. Ciò'(atfo~ 1n''inn,oltrnvìi pro!1tame ntè nell n convalescenza, quando f.Ì ripetè l'c monag ia emor 1·oidaria. Fu però qu c.sta m e.n o grave d ella 1>r ima, m a avendo le eir101T.oidi anch e .dopo la 1nalattìa continuato a flui re ed es~e ndomi ancora poco ria vut o da quella e d a i s~lassi·1,ec~n \'è,m e nt ~ praticati, furnno i l)uoi risultam e nti prcssocl1è i rn cd ~simi. D e)iber ai ,1llon1 çli coud urmi. ,in Tori1io per ivi.co1~s ultarc i wie i P r E;cettori. ,D ue eqm i m o tivi p1i u cipali, che 1J1i \' Ì dete r minarono: .un t imo re s ullo st nto 01·g,1ni rn de l cuore e la. .111.11.)tti.:: e 11,1 0rroid,:ria la ,quale, s~cnn<lo rne , rii;h if dc va un qu alche a tto qp erativo. Vu ri ~~1rd a l:.1 d' a!t l'i d ue_ uiesi la p'1rtenz::i pc:'r ri.a vermi q:t!h terza e qn::it'l·a e murrn gi,L r.~ inLpmi, tuètoch è lni~ig;::'~i dj u; e;l to; ch' io pi·e$e)1t;1y.1 q.u and'1 vi gi ù nsi, erano p1:essa ppoco ([Uf>lli. che car nttci-i1.1.,w npo lp .st_nto in cui m ' a.v eva getta to la prima e monagia; aggiungi chela viv,1spe ranza d'otte ne r un c1ual clie sollievo a miei mali ave va sollevato l ' animo rnio prost1'ato prima <la doglie sl !trnghe e si crude li. Qu nndo Ella, o m io J>rofessore, 1.1dita l a t l'iste Tliade e <l ineolpandou<-: lo Slfl 9<lato dissan gu ame nto, pronunziò l a necessità cl' un ai to op_e rr.tivo se1na n ç,pp ur ,aver es:nni;ù1ti i tumori einorroitlu rii, e questa s entenza fu conform:1ta dall' ispezione della p arte-ch' ella fe ce quattro g ior ni fdopo, io e.on pien,: lì.danza vi acconc1iscesi·. Quell'ispezione ri,·elò d 1e tre tu111ori avevano prP.sa un a d ~generaziom: quasi !\ ing_osa per cui avevano _ed ' h t:ro cont .rnuato. a d ar e-sangue ' • in . ogn '<l avreo sempre i cfc,cazione, e clte alla base del tumor e <.:ollo<.:ato ii destra 1n ;nurosa intcs~inale c ,·a per trn piccolo ti;:;itto calte rita, Fà presceìta la legatura ed ai 19· <li giugiio , ptesenti i D çi tt. .S:i11tn nent e Prelli, Ella sig. Dott. Pcseguì gi usta il .:,1,1etodo descritto à pag. ,163-65 d el sec·ondo volu me delle_ su e Open: n:iinori . Fu brevissimo Fatto operatirn e t oJlerabile il.dol dre. Si ris vegliò appresso così piccola riazi on e trnpmatica ch'io ne r imasi mer:ivìgl iato, pensando alla mia 111.òrbosa suscettività ed ,ill' irn pqssib ililà 'in cui fui ,çli tollerar un r ottorio staton1i praticato un mese p t foia nel braccio. Il riposo, la d i<! ta, l' acc1ua· ghiaéciaFa e\ l' uso ddl'estratto idrnlco1ico <li giusquiamo nero .e localmente fom~n ti fre dd i di decotto di foglie di 1:11a!va bastl:11·011 a vi ncerla. F ra il qqinto cd Il' sE:sto ' gio,i;no ca<lde un refe traendo seco im to niore · fradicio , <.: àd-


20 dero gli altri dltC fra il dcèimo e l\wdecimo, fr~1dicio l'uno e l' altr.o che t·ra guello di destra,, durotto anzi clrn no. 1~ clue pr~u1,· det:ec;izio1ii furo110 sussegttitc da .icerhi .doloti i quali s; ,nitig;,vano u n~.eodo Je regioni_ sa.era e lornhare con una p'olllata couipostn degl'estrntt1 ~11 belladom,a e giusquiamo. S'era aggiunta a l giusquiamo la heJ.ladonna peJ'chè du ravano dopo la defecazione contrazioni dolorosissi111 e dcll\ele\\rit0re dell'ano e degl'i sfir:teri. Ai_5 di l uglio fui in gi'ado d i rì11ipatrià re. Cnm1nina ora la bisogna be n diversamente di prima. L'intestino 1·etto è perfettamente r~sanato; i tumori emorroidari superstiti pochissimo e rarnmente dolgo110; da essi stilla. qualche l·ara goccia di $angue; i dolori al sacro, ai reni cd all'addomine svanirono ; scompar ve pure quel molestissimo senso .di colore luIJghcsso il sacro e le vertebre lombari; non più occorsero quelle poll u1,ioni cotanto s9ervanti; mutato è il colore della pelle; svanita la tu.,. midezza del tessuto celluloso dclin faccia; svanita l'edemazia delle est11emiti1 info1:iori j CO])iosa cola l'orin,1; la diarrea è r istagnata ; l'appetito è d içenuto una molestia; facile la ' d igest ione; placido il sonno; facil e il camn1inare .a piedi. In somma di t anti g uai nitro non mi 1·im:irie presenteinente fuorcbè un po' cli palpitazione Ja quale q uasi c1uasi non si fo sentire che nell'ascende re le scale ~ nei m oti un po' violenti..

Fc1Lti rimarchevoli. s;scettività particoìare della pelle: foèile e grave azione delle cause reu111a lizz.anti: ·loro effetti morbosi sul sistema card.ìo-vas,1le di prefereuza cl;è sulle viscere de]h, respiynion<': , quan tunque rtnch'essc per ercdit.l1 _predisposte, e ciò pel temperamento e minentemente sanguigno e per l' abito car<lio-capital e. Epistassi critica susseguita ·dq critico flusso emon~oid<1rio : fi usso crescente proporzìoJ\;1tam ente ngli sconcerti sani~nrii : malaLtìa emorroichiria per J]ogosi del retto non combattuta con sutli'cit:nte energi,1 : degenerazione de i tumori etnorroi~larii ; ernon agie c;nonoida1·i.e; loxo grrtvi sequele. »

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FERITA LACERO-CONTUSA ALLA GAMBA DESTHA STATA SUSSECutTA DA NECROSI (da ltlw sto1·ia lei.la dal D OT1'. CARLET T.1 nella seconda conferenza di ;Vovara) .

Paolo Guai a, Caporale nel Corpo d ' Arti'glie1\t 14• battog!ia, in cti1 d'.1nni ::t3, di temperamento sangvigno-nervoso, di c:ostituzione sana, di carattere doJce , passò la sua infanzia e giovinezza scen::: affatto da malori. Ai 18 cli 11ove1l}Ùrn p . p. menti'!! atteJ1dern alla nettezza del suo cavallo rilevò; pel' uu calcio allo stiJ·1co della gamba de.s tra n_e l suo terzo superiore, una fel'iG1 laç_ero-contusa. Nelb sera <l'el gifJrno stesso entrò nel.l'Ospedale Uivi's ion a rio di No Yara dove fo collocato -al letto n° 46, Nella piat_tin~ dei suss~guente gi_orno s'osse1'vò un'jrregolare soluzionç di contiu uit~1 <l ella l qnghezza di qn11tl'ro centi metri cin:_a e della la1·f~hezza ·cli due, interessante i. tessuti molli con m,!rgini contusi non ancora tuu:iidi quantunqu.c 1nolto clolorosi; non ep1 a!1cora principiata la riazione gen~rale. ' Co;1oscendo di c1ua11t' iwportania possail essere queste jesioni sebbe:1e in apparenza di poco rilievo, s' assoggetlò • r~1mnalato ad un assoluto riposo e ;1c1 llil/l dieta riporosa;

si prescrisse una ~evand\l e\oprotica è si cope rse la ferita ,con tela spal1pat4 di sernpli rf~. nnguentorefrigèrante, previa però l'abl.qzione con acqua tiepida 011de d etergerla. Nei priir1i giorni. pareva ·che le cbl!C tolge~se,· al bene. N iente poteva indur allora il sospetto che potesser essere ksi il periostio e l'osso. Gii1 la suppmaz,ione ern principiata e<l cffrivasi di bnon'indole, se non che l'applic:l'l.ionc· continuat:1 dell'unguento refrigerante non ~emb raudo più ritfott.a pel dolore che era insor to e p è!r lèggiera eruzione risipolatosa che era comp,trs.i nei di ntorni della lesione, si creJette héue ricoJ'J'e r a foment i e mollienti q m fìlaccica iuzuppate·nd de.c otto di fogl ie c1i malva. Con qµ esti mez1.i accompagnati da opportuna dieta, la ferita prese di giorno in giorno miglior aspetto. La vegetazione <lei bott'oncini carnqsi non si fece :.ispettaJ·e; che anzi fattasi iu l>oco tenipo troppo l'igogliosa, si do'vette· toccare ri petutamente col nit ra to d'u;cgc nto, il quale bastò ad appiana1h, ma quando pare a clic le cose yojgess,e ro verso. la guarigione, s'ossenò clie il membro in corrisponden:rn · della lesione era alquanto tumido e dolente. Crebbe _in pochi giorni quella tumidena e più µungente e più vivo divenne il dolore; il che inclusst~ il sospet to ch e la contusione aves,se potuto esteudersi al periostio cd ,all'osso; s'appli\'arono cataplasmi e mollientì e due giorr:1i dopo p~lèsossi mm gagiiarda fehhre con polsi tesi, lingua fecciosa, na11sce, cefalalg ia; b piagft prese un cattivo aspetto la t~nnefo1. ione clel membro rrnn~entò; la parte clivlmnè ross a, calda e dolente. Due salassi geuen1li, la dieta severa, le bevande refrigerantì con tartai:o stibinto élòmarono in pochi giorni la riazione genera le,. ma i n quanto l:llla localit/1 le parti molli essendo .tuttora tese, ttwgide e dolenti, i margini deJ.la fe l'ita si scostarono l'uno dall'altro, si che rimase questn più ampi.a di prima ,;, senza che ~!'pus che ne stillava fosse cl'm1 odore fet~ntc, assunse un colore rosso- scur9 e, poco poi, i caratteri di Càncrena nei suoi dintoYni. Si c0ntinua;·ono ancor alsune medicazioni cogli e01ollicn ti, ma vista la loro insuflicienza e la condizione lardacea d eì rna rgiui, si medicò. confìlaccica umettate neìl'ncqua con cloruro di t:alc.e, rna ciò llOn bastando pnre, si praticò la· catitcriuaziqpc con nitrato acido di' men.:u r1o dilungato in t>guale quantiH1 d'acqua. Co11tinuaronsi per qualche tcmp,? simili mcdica·iìoni che si facernno precedere da lavature cori ncqua qi calce <llorurnta. Caduta l'escara, si sentì collo specillo l 'osso sott©stante scoper to ed alcuni .giorni dopo si ricon ohb'e ~1tred coll'esplorazione che una porzioncclla d rl medesinw en) passata a necrosi : Si continuarono le medicazioni col clornro di calce e s'introdusse uno -stuello di filaccica onde dilatare l'apcrturn della pìaga affernmdo ogni giorno colle pinzette la parte necroticà e lcggiertnente ln(IVendob per favorirne la separazione; ed i11 fatti ai 18 di gennaio s'· atle-rò colle pinze da mçdicnzioue e si estrasse .u n pcz:w d'osso moi-tificato del1a lungl:e,,za di t re centimetri e del volume d'una pe1;Ba di cm·vo: Si continuò Ia solita medica1.ione, e ùuc giorni dopo s' estrasser alcuni altri pic~oli pezzetti necrotici. A 'rnano clic stac;cavasi il sequestl'o dell'osso, la piaga appariva p it1 bella . Non si <lesistè dalle mcdic11zioni dorurate e si co11tin~1ò l'uso dello stuellino cli Glaccic~ 011<le fav~rir il passaggio àel!e piècole sl'hegge clic si fossero ancol'a potute <l.istaccore. _F ratl;.;, to il pus a_veva acqu,isU1ta un'indole buona e coì, dito nient'altro più si toccò ìn fondo delln r.oluzione di continuttà fnorchè \\li.:t leggiera scai.)!·.o sità; sì medicò 11ncorn per quiJlchc tempo nel modo sopra e11unciatò e poi c91nincilJl'OH a -vegetar i' b o ttoncini carnosi che vi a via rialzandos1 si ri,unif0!19 alle p arti rnolii. Si desistè al!or a dal clornro e si sostitui1:ono morbide fì.làccica ~~ciutte. R.csesi di 1wovo òlquanto e&u- ·

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.21~ Lerahti le carnÌ ·sì tom:a rono èoi n:tratò d'argento~, ca· . l·-• e~eara la ferita gradatamente si restru~se d u·ta l a picco " · · ,. . . · I ,·, non fec<ilit a unt>o per mo do e he I "~ com 1JLu~a irttarJg1one v aspettare. ·

1 o. FEHITA LACERO-CONTUSA ALLA. PALPEBM. INFEÌUORE. (<la ·u.na storia del Do·n·. MOTT1K1 letta, nell' ad·unmt:M dei 9 di /élìbraw. in Genova). (}iovanni N. N. di l\11.oncalvo, d'anni .27, Capo rale nei 13ersa;,.liei:ì <li tempera1ùento sanguigno, di robusta costituzfone ' m entre nella no.tte dei 3 1 dicembre P· P· ascet1(leva'le scale <lel quartitre ,in istato, d'ebbrezza, gli sdrucciolò un piede, pe r cui cad endo i~, sul ~l_avanti ddla pe1·~o r1a urtò la faccia contro un umano dr feri:o S_Po_rgente dal muro il quale gli s'infisse nella palpebra rn ferìo,re sinistra spingenclosì ·sin contro il bulbo dell' occliio di cui per altro non fo rono lesi fuo-rchè la co.n~i nnti \'a e gli strati superfic ia1i de-Ila sclerotica. A_c<_:ompagnato nel sussegnente mattino :111'0spedale, presentava l'au~nhil:~to u na ferita lacero-contusa alla de tta p,1lpebra eh fo1·ma i1T<'"olarrnente triaugohn·e, coll'apice in basso e colla bas~ in alto, jnteressa11te la cute, il tessuto cellulare sottoposto, Ja car tilagine tarso e la congiuntiva O<mlo-palpeb rnk. 11 lato interno della f,~rita ascendeva sin alla corrispondente commessu1'a. e l'esterno eraforniato dalla palpebra divisa nella•sua me tti circa. Rappresentavapèn;iù la Jerit.i un lcmhò rovesciati> in fuori ed in 15asso di colore violaceo, dai margini frastagliati ecl aventi ciaschedun o la lu11gh<•z1,,1· di sei linee ci1·c,i. Era cote.s to lembo_ nella massi nw p;1rte di~taccato dai tessuti vicini a cui solo aderiva ancora per un esilissimo pedicl'i uolo fonnato dalla c·o ng runtiva, della lt1 rglwzza di due linee circa. La con giunti va oculare nel punto con;spondente alla patitu lesione mos trnv·asi in un cogli strati superfici ali della sc.lerotic.i lacera ta e contus;i; il ri uianente della medc5ima fin all<'t circonfe1·e1!ZH del la còrnea offrira t rJ1 ,1 viva iniezio ne : tumido e teso er a il rnmgine palpel.~rolc ed i l tessuto celluloso della p,1\pebra c.ompreso da ecchimosi: i peli delle ciglia èi·,in in p arte caduti: l e lagrime scorrevan:o sulla gota ed il ferito $i lagnava di leggicra ce.fale:i . Altronde nessuu disordiì'lc 1wJlc ·f oniioni dell'occhio, uè sin:tou~o di traumatici:i riazione. Alla sin qui descritt~ fe rita s'aggiuogevanc un altra di poca cntitù e di forma !inea,,e, interessante la sola cute fa quale, s'csteudeva pe·r tre~ linee dall'angolo esterno dell'oi'bita verso la tempia, del m edesimo lato. Non ostan te la poca fiduc ia dì. ):lotere conservare colla frunione il penzolante lembo siccome tl uell.o che aderen te solo pel' un sot1ilissi1!10 pedicciuolo , nduceva i l sospetto :fossero quasi cess,ite in lui le condizioni orga11iche d ella vita; tnttavia, calcolata l'et/1 e la ro bu!<tèzw del ferito, sonunamente favore voli a r1uei portenti clic l'arte ,nmnira talora operarsi dalla natura uell'e.ffettuare In novella a desione orga11rca dei tessuti , si stabiH l'opportuni~t1 della s.utu'ra c\·ueota In quale otteneva pure la sanzione del Medico Division ale Dott.. Bottazzi che volle egli stesso praticare U1ediantc sottilissimi aghi cuni in cinque diversi punti, imptanta ti il primo i1e l mr. rgine lipero della palpebra all'apic~ del fato inte1·110 <lellembo, il secondo all'apice suo estet'llo; due nella parte inferi-ore del medesimo cd il quinto ìn corrispondenza della lacerazione dell'angolo esterno. Questi punti <li rntura forouo n1ffoqati dalistéreUe di cenitto agglntinativò, da piumac-

. ciuoli, comp1·esse, il tutto tenuto,Ìn sito (.la una fosciatura circolai·e, L'infermo fn adagiato nel letto e coòtretto all'assoluto tiposo d'e ntrn mbi gli occhi. Non occorse il -bisogno di sanguigne ge nerali, nè l'applica1,ioue locale di rimcdii di s·orta; già a l secondo giorno ,sì potevano conoscer~ li benefìzii <lell'intrapr·e sa cun1; l'adesione dei margini e ra gi/1 cor11inci~_ta .e niun accidente ma nifestavasi .che potesse ritardarn~ ·il lavorio, perchè nnche I~ bgrune avevano cessalo d1 scorrere lunghcsso le gnauc1e, essendo.si an-ii,te per i loro naturali çonaotti cbe fortunata me nte non furono compresi nella ferita, ad eccettuazione del contlo!.to _lng ri111ale infe riore il quale aveva soffo1-to uno stirame nto nelll'atto s tesso che :.iccadeva. Al deci1110 giorno.si stacc,li'on ì fìli della suturn, l' adesione aveva fatti ·u lteriori progresi, la sconciata p a lpehra_era già ridotta a non disaggradevole aspetto,!' cechi mosi palpebrale ass0lt1tamente scou1parsa: scorgevausi soltanto sui margini della ferita alcuni punti .di suppura1ìone e·piccoli riCl'escirnenti di rnri1e a cui fu faci le ri iuediare. La ~icatri z:.1azio11c progredì jn seguito e s.i compi al 38 "torno della ferita· in 111odo cl:i non ra vvisarne più ti . 1·111ero,s1• con!>ervo' un poco le tracce, t ranne e' Ire ·I I margine tu111efatto col mfll'gine cigliare leggiennerite rovesciato iu fuori, erano mancanti molti pe li delle ciglia e notava·si · l'esistenza d'~ma hriglia còngiungcntc Ja palpebra alla congiuntiva oculare: alcunc .cauterizz:nioni coll' azotato d'a1·ge nto cessarono poi latùmefazione ed il rovesci,1mento del margiçe ciglian:¼ e l'am1r1 ,1lato uscì dall' O~pedale perfotlntnente guarito.

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n. CONTUS lONE ADDONl lNALE. (da una storia llel

Cuneo:,

D òTr . V.~GLIENTI

letta nella conf'ercnza di

'

·

Il soldato Calciati, 111eq,tre una sera s'esercitava·a fare salti mise nn piede in follo e con 11\olto impe to c_a dde batte ndo l'addomine nella regione ombellicale co ntro il,capo d'un g rnsso trave che gl i s1 trovava d.iva nti. La violem.a del colpo p1:od nsse istant.ineamente Ja p erdita della facoltà motrice in tutta h1 persona, dolori viviss)mi fin al)'angoscia nell'addomine,che vieppit\ si rescr intensi nei moti passivi dd corpo quando con tutte le possibili p1;ecau1.i9oi era ;1chigi:1to sn d' una barella per essere 't rasportato aWOsped<1le tr da qucst<:1 ~raslocato sul letto, dove, no n potcv;, gic1cc1·e fttorchè supino·. Visitato .immediatame nte dal Dott. Vaglienti, uon riscontrò questi vernn 'segrio d'estemn lesione nelle pareti. del vet1tre; la pelle era di cO"lor e calore noru1al e ; nou altro esisteva se non u n'es trema sensi,bilit{1 111 tattp . 1n pochi momenti il polso s'era reso fo rte e·picno; si man.ifestava la cefalalgi~. Allor il D0tt Vaglienti non esi tò p1.~nt:o a praticargli una sottrnione saug11ignn di diciott'oncie_ di sa11gt1e dc1I braccio ed a prcscriv~rc l'apjllicazione sulla regio ne ombellical e d ~una vescica pien<1 di ghiaccio p esto, d;1 rinnovarsi all' uopo e l'uso interno di pezzuoli di ghiaccio e· d'un'erpulsione pur <'ssa gbit1cciafa. il salasso fu ripetuto due ore dopo. ' Nella s uccessi,·a visi ta del mattino, il Curante· ebbe la relazione che l'amn;;t!ato avev.1 passa ~a 1a notte in continua v<>glin .e che no n avevi, espulsa orina quantunque ùe pn;.vasse urgente il hisog\10. Contin'uav:111 i dolori -all'ad<lorn.ine e l'incapacitil ai movimenti di tutta la persona: fu tosto praticato il cateterismo ch'e non riuscì possibile fuorchè con un catetcr <?silissimo di gonuu~ ela-..


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~22 . •s'tica , si grave era· la -conh1 azioùe ·spasmodica di t,ulta la partç -prostati_c a e memhr,rnosa deWur:etr:1. Si fcèdl tev10 ·salasso, al qu'ale 'susseguì· un·qtun·to verso il•mezzogiorno eù un quin-to ,n d fare della seb non cangianclo mai le ·condi1:io ni -• dell'auìrnalnt.o. L Qcahnen te ,si conti nuava · J'.appticaz·i one, del ghiaccio, iut-ernamente all'en11ìlsione erasi sostitu1ta· una b e,y anda acidulata e, fredda. li cateterismo ddl'uretr,i n ella sera·si 1·.cse -p hì facile. ~ecmtinmm do nel snçc<-:ssivò" gio1•no lo stesso appaPnto · d i fcnom'enÌ· èd i s_int01ni d!intensa l'iazio1rn generale , ces..sata · solo l'iscuria, li.1 co11tit1wito il 111e.d esimo m etodo cnniti vo e ta nto nella mattina qua n to nella. sera fu ripetuto il salasso. Fu· nella mattina t1el terzo g iorno che ,il male co111i-nciò ·a ·rnitignrsi. P ersister1do però ·l a cefola·lgin fo p i:aticato l'ot~aV"ò salasso e hr li ngua most randosi n10lto forciosa ·fo p1;escritto un larnhit.ivo con· nn' oucia e mezza d'olio ' dì ·ricino da p rénclersi epicraticamente ;· n el restò si continuò lo stesso metodo local e ed interno. 11 qu a rto giorn o l'ammalato ebbe, dopo preso il fam bitivo, rnolti esiti a!Yini in cui frammisti alle fecce sì riscont1,,nano moltissimi grumi d i sangue ; alcuni grumi •di sa111gue · J'u1:ono nel• ternpo stesso cacciati per vomito. Questo siitlgue eh<~ nella sua totalit11 dava 1a prova d\rn ·ab101,1c!~111te versame~1t o nel cavo intestinale, non potda esser il ,prodotto d'un' emorr%ia ·interna, ma d ove1/a . te essersi. ,·ersato }entaine11te pe1· Ja·-i:ottura I • 11ecessana111en di quitld1c vasellino, per :nodo d,1 non infievolire il ni'o,• . I. ' f cessò <l,.intensa• naz10~1e ;en(~rn}e coe stento' a d essere <lornioato aocl1e_dal ripetuto uso· de i salassi. Dopo qncstc .cva<ma zioni, l'ammalato. progredì i1ella via de l miglioramento col solo uso di bevande acidulate C fredde e nel rentesiirwsésto giorno fu 'in g1·ado d'usci r e dallo Speclale pcrfettarne1'Jte ristabilito.

·12. SlF[Lrn.E COSTlTUZIONALE PRlMITI:VA

,(da.:ima s(<Wia <let DoTT: ,uVova1:a). .

CA1;"

ieua 11elta

conferenza di

A moins d'l.té!'éditéil n';y a pas de vérolc èori.stiwtion1~elle.d'eqtblée .( , ). Frn i 1uolt~ che distlicm10 .qu est'qssolu.ta , proposii',one dd 'llico!'Cl Vtt0l essc1--nnnoverato il , D:o.tt. Caire., .Medico di Bc.ggi1nc1J to il quale, in una delle ço1)ferem.e. scientifich e tcriute dai Meélici ,Mili,ta ri del Presidio. cli Novani nel .p. p . fehhrnio, fa ceva la sc;guente importante co.l)rnni.ca1.ione. 11 ·s~rg<~1)te.A. P. d'anoj 26, d i ten1pe:.rame11to sanguig,n o.,-ne r vosu , ,alquanto ipocondriaco, nr:to qa paJ'enti .sani, ,tu ttocb~ non molti, roh~isto, sofforse nella sua .i.nfa nzi,l .alo.une infe r m i.tli a cui andò fratto trritto soggetLÒ ancht• nel corso della sua militare ca rrie11a. Ripa rava ai 23 d i n o ve mbre u lti 1:no sco.1·so n e1lo Speclnle. A-tilita re di Nova r <,1, l,1gnan,dos~di fo1,te c<:?fal11lgia., sr gn,at.:1men le 1~ot:.tun1,a. E,s,)nlina,to il ttept<11npnt<-;, rjscontrrwaiJ.si ~intorni di l eggicro sovreocitamento angio-cardiaco ed un'eruzio11c pùs.tòlqsa ili ..Pira~te,re ~ifilitico. al C:;lpWìzio 1·+l'eriti dal m.a l_:1 to ,.i[ .Pl'Ì mo ~d un ava nzo .d'i (etJbri,. p(~1ùoçl~ch(~ p1·e éedente111cnte sofferte e la seconda ad effetto delle vicissi.tudini l1.t1;n_gsforì.c:h e.. p1,o~ate ) n qc,oasio1Ìc delle eser.citaiioni. -ginna.stiche . Nçm vole~a a,sso1utamente persuaclersi C~$·er ,aff~tto da l11e celtica pe\' 11011 avere inai ayuto sri ,di ~è .aJct.ll), a.tto -locale di sifilide p1·imiti.va. La pi:u.de1\z.a poi è . l:1 çircos,peziqu e dì cui var/tav.asì n,el d.ispen. (i~< Ricord;: 'l'r,:rjté.; prati ,1uc tlcs maladies Y,i~é11iennc~. : Ih:u.,x~llos1'1183\), , pag.:, 00 l-. '

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sare i suoi sessu~li 1 favo1i I gl'areV:a no tpo.ppo;Jaçi,ln\~11le fattò ,}Jr esl!lu1ere di,poterc cogUere le r ose se.nza p,r oy,arne · , Je spine. Con alquan ta pazienza riesci il Dott. Ca\re a di,5inga1\11al' il suo ammalato Pcl a persuaderlo della necessità d'instituire una cura aJ:!tisifìli~ica. Dopo aver opportuna- · tamente combattuta la &ovrecitazione angio-cardiac a praticò egli.la-cura interna a seconda d ei _precetti e dell,a fon1:1.0Ja del Dott. Dzon<lì, comechè p ocw a,pprop.ri;a;ta: per la. stag.io;1e stimasse la . çura .delle frizioni mercuric1li. Già si . provavaÌ10, dopo ot.to gi'orni,.1 buoni .ui!iultarnenti, segnatamente nella din1i'~uzio ne <ldla pert\'nace cefalalgia notturna, c1uan do la e.tura s4 tfove:4 sosp'i':!,n<ler e per una pleurodina ~udotta dà una c0nente d'aria fredda . a cui. impruden.tc·mente .esponet1si l'auJmalat o, la, q_u;;ile .nec~sitava ti·e s;:1lassi . R ipresa l a. cura d:opo l"-in.~er vallo di sei giorni il. n}alnto volge,va gradatarncr.i,te a gua1,igio.ne e lascia va, lo S.pedal e ai 22 del , stH;cessi 110 febbr;iio in perfetta ,convàlescem.a . · Nello stesso 111.odo che s'auune.tto il bubbone v.ir.1:1lento primitivo senza precedente atto locale di sifìlitle,, perchè in.ai, dice i l Dott. Caire, non si 1:fotrebbe. pur anco am1i1etter una sifilide costit uzionale prim\t iva ? Ecco i corollari ch'egl,i •dedusse. dalla son'esposla os-

servazione. 1° Ch.iunqu<:è ha . relazioni con )a vaga Yénere, ryon può andare ,sicuro <li non coutra1•re la sifilide. 2" lia sifilid e .c ostituzionale ,si può con trarre di p1·i111a giunta .senza necessità, d'altri ·atti locali d' iufezione sifilit.ica . 3° La si!ìlidc costi•tuzionalé .p u ò esse.re l'effetto d'un assorbimento diretto della materjfl sifìlitica . ,Ammessa ìa realtà .del fatto, legittime risulh\tH) .le cQne ,seguenze dedot;te dal Dott. Cajre. 'Ma l' e1;c~lità eh.da Rico1·d è s tabilita, come unica, possibile ca.u sa d i, i;ifili<le costitu~iouale l)Pim itita 11otrà essa .as~o)u,t~tnente esch,.dersi, n el caso nostro, d ietro .la sola vaga affénnazione delllamu·1 ah:to che i s.uoi i;;enitori. erano . sà,,i ?.. Si potrebbe rispondere che, n el supposto. di sifilide costituzionale congenita,,le sue ·e sterne manifestazioni m' rebbe ro dovuto ,corni nei are fin dalla nasci,ta e ,!\ òn gii1 ri ta1,dare sin ai ::,.6 aoni come nel caso nostro. Ma il Dott. Caire d isse cl1e il suo ammalato era nlq~u.1J1to , ipocondtiaco, n on molto robusto e che nell'infanzia .a11dò .t 1,::1tto .t,ratto soggeLto ad infermità e cbe ,iziandìo continu.a1:on o n el cOJ:so della militare carr)eni,. Ciò posto, chi potrebbe assicurarci 'C'he l'abituale ipoconcìriasi,e che la seri<), delle no n bene dete r m ina t e infermità .noi). f0ss-erq rlj){Hìnt91rn a in:rnisfes~aiione della recondita lu,d Siffatto <l~bbi0 :tro,yerebbc maggiore valore a,nèor:-i. p'rl~sso chi ave$se,ien.uto dietro ,alle r ecenti discussioni dell'/\ccaden1ia Mei.lica di P,arlg i. intorno alla sifìliéle co.stitui.ional(~ .congenita a cui ,presero p ::wte -i signori .Depanl i Dt1bpi~) C,1ze;rnx,, lliçoal,

e LagH.eau .

,

·

Abbiamo fidL1cia di es.il Dott. Gai.re , ,\'O rr/1 ìn , que$te riflessioni riconoscer ·il _n o~tro prop.o ~ìto cli sçop,dre ·quella verifa a cui egli essenzialme.ntc lltiravu nel comuni.care aì· su oi .Colleghi del Presidio d i Nova ra l,1, storia del fatto prntico da noj cornpe.ndiata, del qu?,le non fu certa111ente nos t1:o intend imento SC(rn1,1,r e , la g iusta i,:n·portanza. Dott .. P, M,AR.C111,,\~P1.

RELAZIONE DELLE CON.FE~ENZE- SClENTtFICtlE. . . . (,Co\1t,i1iica,zjone c/,et m(!se"cli gennaio) . ,K1zu. ' Due furono . le , oonfePen.zc 'uinu Le ,,nell' (:}_;pedale ,,.mvisio-nafo· di: Nizzn, ,l'rna UÌ , tff$ e~l'nlf,ru ,1i '31 -sotto la·. pre.,,sidonzu deM\iedic0 Div.,,Do'tt. Nie'olis. Le d.is1:L!$Si-0ni--v0rsuvono ~


opi•a argoincnti <li servizio )oc.al?; s~llo stalo del!? Infermerie regwillìentali e sulle m~latt'.e m g~nore che v er_ano (iu1,ate. furono Jcue ti·e stor'lc <li malattie dal Dott: Cnpmo. le quali nor\ furorio p~rò seguite d'alcuna scicntifi~a discus• i;inne. Ln'Priiun·di queste s~orio a-vcva per og,gçtto una blennorr!'lgia i;tatn c~1rata felicemente· ed- in dodici giorni . mediante l'uso di d'ec0Hi{1difolcenti e ·del balsamo copaibe J?l'eso a cucchiaia Le in natura. La seconda narrava d' un soldMo che offriva, stn:m cat1sa notai unn straordinaria gonfiezza :il V(lntre eù t1,1 il'tgoi'gb alle· ghinndole ingpitrnli. Come questi in yi~? sua non aveva sofferta alcun'alh'a' malattia fuorchè un'affezione venerea molli anni avani.i, era stata tc11tata una cura me1·curialc nellu supposi,iione che 1a nuova affezione p~lessc esser una èonseguenzi~ dçlla prima. Riuscita però inuti le la cura tn<wcu1·iule, quarrclo· fu. rico verato nell'Ospedale di Nizia ( ai 16 cli gennaio) jl Dou. Capino stimò dove1·si escludere la possibìlità di In e vcn·erca · e tenendo a' caléolo il temperamento linfatico ,dell' ammafat.o, iJ.suo st a-to di deperimento lcrr~o e ,p1'0gressivo e la nessuna riuscila della tentala cura anfil'verrei·cu, s!i.~hili trawu•si d'io gorgo •s'crofolQso tJelle ghiao:.:. dole del mesenterio e degì'inguini , per cui, dòp:o averlo prep-.wato con un blando pnrgante, lo sottòposc1 non essen dovi alcuma eornplicai ione, alla cura del jod'uro di µot.ussio, aniiuinistrandone tl>ieci grani ver gioi<nò in qu::tUro oncie d'acq_ua distiJlata con un'oncia di sciroppo da prcriclersi a cucchrafote 1rella giornata ctl associando queslà mctli<ina ;.iJl'uso d'otto oncie di decotto di· salsup:~1·igHa da prendersi .nella sera.L'esito cordspose alle viste curative e l'ammnh'lto usciv'a dall'Ospedale i Pèrfeuarnentc!, r.ime'Sso dopo ®ve giot'ni -di questa curn..J,a terza storia ragguarda ad un ammalato di cui tulta la faccia, ad eccezione del naso e t.lellc regioni sopraccigliari, c1'a invas~ da pustole mucose le quali estendcvan.,i ezi:mdio al capilli1,io; erano queste di colore gi'i·gto-scuro, circondate da ecchimosi e contenevao un umore corrosivo che si convertiva f'a d lmcnLc in crosla, presentando tu·tli i caratteri elci meglio descri llì erpeti crostacei di natura ve~ nerefL A com·alidarc il giudicio dcdoito di.l'Ila fo rma <folla malalLin, s'aggiungeva che l'ammalalo confossaya :wei•c sol':.. fc~to oito mcs1 àvm1li alcune ulcere rilla gliinnda dopò on co,to sospetto le .quali cranQ sratc curate localmente soltanto. Si sot101)0se qui.ndi l'ammalato alJn cura e.on le pillolo dclìo J?zondi prese, in prima in mtmero di quattr'o e poi progress1van1entc aumentate a quello di quaranta pe·r gio1'no , .l!on _ l'.ag,glunta di decotti dia(oreti<li e più ta rdi d'una medi,,azione lomilc cou una pon1ata composta cl' una parte ,J,i prot.oclvrur_o. di mcreurio ,e <l'otto d'unguento r efrigcrautc. L11 guar1gmu.e fu compiuta nél termine di qui11dici "'iorn i. • CAGL1An1: Ncll'O::ipedale ùi-,•isionale dl Caglia1•i fu "tenuta lfl questo nresc una sola Conl'cre112a nel giorno ''1.7. Fu (TUCsta ~'inaugurazione pe11 le future e<l in essa presero :ucc~ss1v~1111~n te la parola il i\fod . Div. DoLL. Mastio e·u il !lfed. di ~eg.Prokssorc Nonnis per l,cggcre discoi·si m1(llo•;hi iilla lieta 0 · c1r·cost:mza. • A~T1. ln quasL'O~pcdalc Di, isionalc non ebbe luo"O alcunn conlc1·cnza. " Cli~1'°· Nell'Ospedale Divisionale di Cuneo ebbero luo••o d.uc .Conferenze. !'folla pri mn, o!tr~ al discorso d'i n nu o-u r~tZWl)~ dc( Mcd. Div, Dott. Besozzi, fu faLla lettura d al Vaghcnl1 dell' iutercssant-e SU)1,ia0' di pr ostatite sta'la ripro-~ cl_oua pet' ~u-nto (vcd-i s_~oria_ n. 10). I.a 1\:ltpl'a cÙ questa storia prov.?co una sola r1fless1unc pei· parre del Don. B'csozzi· secondo d quale sarcbbesi potuio prevenire Ju suppurazion~ délla p1·osM:1,se nel principio della malattia si fosse. ad n-thto un met.oùo aiiti'flògl"stiè'ò più cncrg-ièo.

Dti;ì

Nella seconda sedulà tenu·La rii ·3'1 fu ronp discussi argornen~ì relativi al servizio, loc:ile ; fu lello dal· Dott. Zàcch'ia un resoconto gcnei·ale sapra un quadrimestre- di cure fat.te ai venerei. QucsLo 1·esocon10 c-ontlusse. ad un i d i1,cussion-c clic &'impegnò Ci•a lo ste,;so Dòtt. Zacchia c<l -il J)ott: Vaglienti sull' uso. dello soluzioni di nitrato d'argento nelle Lleooor1•agic. li p1•in10 <lid 1iat·ava ave1•c niolto a lodar·si nellt'ì sua pratica dellH soluzio_ne di ni-t1·ato-rliélrgcnto elcvatai anc·.Jw ·ad alta dose, mentre il secondo, temendo l 'irritazione che può produn-c, usa.viHli prefcr·enza la soluziono del solfaLo di 'l.inco secondo la formo!a di H. Jlcll. NOY'.l!IA. Quivi pure ebbe1·0 luogo due· Confct•cnic or.>l decOl'so del mese sotto la pl'esi_,lenz,1 del Dntt. Ca:1!e. f, f.. di l\Iedico Divisionale, Scgvetiwio il Dol.t. Carleni. J,a ·priuw tenuta ai 16, · fu soltanto d'in:.iugurazione. Nella sei:onda, prt:vie alcune considerazioni 1·ebtire a] ser vizio locale, fu -. rono lette due storie che non pl'omossero ulcuoa discussione La pt'irnu era del Doll. C,il'let&i sop1·a il caso di .ferita lùce1•0contusa alla gamb:.i stata susseguita da·necl'psi, la quale è stata rcgìstrata ii~ questo numero ( vedi stol'fo n. 9). ta secoodà fu letta dal Dott. Cairc e r ersa\a sopi'~ un caso di pcripncumonia acata il q:rnle, scllbenc non pl'i.'SCnti aicun che di straordinario. come avvcrLì lo stesso Dottm'è pui' è notevole per' la ~o!l;citudine con Clii l'ainmalaw pas~i:i allo stato di c.onvalescenza il decimo giorno di m;.dattia; mediante un metodo antiflogistico energico bene-diretto ,

IL RBGOLAMENTO DEI 30 GJUDIC ATO DA L

~)1

OTTOBRE

Ccn'PO ' SAt\!TAIUÒ· ~lll.lTAHE.

Credian10 uli le eatl 1111 tempo socltlisfacco te ùll\1rn0i··e ' prò prio degl' Ullìciali dc! Corpo Sanitario -Mìlitare il · potere provar·e qùanto sia diverso il modo eon cui (! giudicato H sopra ·cilato Regolamento da -color.o che lo mellono in rmuica e da coloro che non lo conosco·no fuorchè per 'a-vedo le~to. La buona accoglieni.~ che aò ·esso è stata folta dal Corpo Sanil.ario-Milit.are e ll:li oLLimi risultamentL che dal medesimo ogni giorno t)iù si ricavano, do vrcbber esser.e pcovati abb.astanz:i dai la~ori scìen.tif).ci <legl'Ufficiali San ilari che rip1;6duciamo rn que,sto Giornale. Ma non contenti a questi, noi riftriremo testualmente una se-rie .di quei' periodi di ·lettere in cu5' i ~frtli'Ci Divisionali alludo.no in Lutto od io patte al Hti-golarnen1o·sutldctto scl'ivendo c\.' ltHicio al Consiglio S)J pet)i<Jre Milirnre di Sanità . Noi ere.diamo, che l'a\ltorità pratiea ~h·i Medici Di-visiona.li in questo pro~osito val?a _3?sa-i più che n on quella , d'u-na o più leor1che specrnhta. . "!~1'irw a~9: di febbraio 'IS'd1,... Adempio fb1 ttanlo al gradrto obbligo di· pn rl~-cipare che nel la 1wima adnnanza tenuta in quesl'Ospech le tutti i Mcdi"ci Mili<tari rl imostrarono col dignitoso conltigno, coll'ntte11zione e c~I pl'e~tl~r~ parte :-'1'11~ discus~ioni, in qna1110 p1·~gio abhrnno s11mli congrrss1 .e quanta sia in essi hl volon-tù d'istt·1!irsi, di ùistingue.rsi e di meritare s~lnprc più il Superiore gradimcilto. M.w. DrY. Dòr1;. FmsETTh 11-lessa.ndria ai ~5 di NoveinlmJ . . . . . 0 ~..1)1111'0 dei Dollori componenti questa pa!'te del· CorpQ · Sanitariofu ('Gmpreso duil 'irnportanr,a di, si1falle riunioni, atte a


J.

24 rnnutencre l'aecol'<lo fra i v111·i inembri 1• a rendel'e p1 ~t u11iforme e t·cgoliì1·c il servizio ed a diffonder il mr:ssimo possibile iuterc~se scièn Lifico. È manifc:s1o~alt1·csl che il Corpo San i1a1·io può nc,rui~lare per esse un g.radomfH!aiore d'impor1nnza e di deco1·0 in faccia agi' altri Co;pi morali l:On cni è destinato a mettersi in n~11urale e co11Linna co!"rispondenza. M1rn. D1v. DoTT. Conn:sE. :Vizza addi 8 cli Gennaio .. ... Grata cosa pure ;lli è il riferire come gl'Uflìciali di Sanità sia no pieni di buon ,olere ~ mollo soddisfatt i .e Jilaudenll alle savie modificazioni e riforme adottate, in ispeciale modo poi i Medie.i di Heggimento pcl largo campo che hanno di cserciu.11·si e d'o<'.cnparsi praticamente al lello delrari11p:-ilaio, mentre per l' add i:;Lro erano poco auimatì, e ,direi quasi dim.c.nticati, essend o la part e più inlercs-· sante del sel'vizio dcll'Ospeclale allora aflìdat.a esclusivnrne11le al ìiledic\1 <} Chirurgo Capo; così che 1rascor1·evan alle volle anu i cd anni senza clic i Medici di Rcggimrinto avesscr a curar aprnrnlati. Posso as~ic:Ul'ar~ la S. V. Hl.ma clic sono a Lei mollo grati e riconoscenti per· L, èo nside1·azione è stima a ctìi polranno salir in vir~ù clel nuovo Begolamenlo. L'avel'e poi concentrata in un solo' Capo la Direzione del Servizio San ila rio Divisionale e l'avere resi gli Spe-dali tan.ti centri d'istruzione a cui prendono parte indefessa tulli gli Uffici.i li Sunitarii degli Sped~tli e delle Gu,a migioni è trna riforma radicale del Corpo Sanitario di cn i 1;1011 . ::,i pnò abbastanza lodare 1t, savìezz.a, sic- · çome quella che e'.: arra di maggior imioue, principio di più solida e Pcgohwc <liscipliuo e continuo ca1'npù nperto all'istruiione cd nl µerfez1nnamcnto uella nostra di ffìcile Scienza. ' Mm. Drv. DoT'l'. N1cous. (Contin1.1a).

mezzi cli trasporto non eeccdenie ottò mil'iagramrni per ciasuhciluno, indipendente clall' ·assegnumcnto lo.ro f{ltto col Quadro i'l: 3 dcHn. Tabella annessa al n. Dcoi·cto dei 27 di gennaio corren te anno. , 2. Gli oggcui 0 1:a del.ti saranno ,,ct~urcggiati per me;:zo d! trnsporti diretti, sen~a che perciò delibasi asse"·na,· al Corpo 11 eui i preci.ra~i l\'Ietlici appni:tengono una qÙa~Hitù di cnrri maggiol'c di qLlella ffssatn dalla Tabella N. 4,ùd R. l)ecreto su citato. 3. Il Consiglio d'Amministrazione terrà-cont.9 cJli tale au mento nella Nota da lr::ismettersi al Commissariato di Guerrii ,1 mente del <lisposto dal § ts del Regolamento dei !l di

agosto iS;r6. Ilo l'onore, ccc. ' Il J'1inist1'0 Sègr'étaho di Staio

1L

LA MAR~JOIIA..

~J.()VIMENTO NEL PERSON;~LE Del Corpo Sani tarlo !r!ibitare ·

rtiuggiani Farmac. di 2.- classe dal forte Lesscillòn passa af Osp. 1\lilit. Divis. d!Alessandria. Piolatti Farrital'. di 2 ch1sse dall'Ospetl. Milit. Divis. cl' Alessandria ùl.forte di LessciIIon. Rasino Farmac. di 2 classe coJlocato ih aspeUatirn pe1· moti:Vi di famiglia. Schiappardl;i sold. S_tuù. Farm a~ forte d'Exillcs fu cong,e~ dulO <·on h1 classe 1822, cui apparteneva. · Carle1,ti Farmac. da Torino al forte d'Exil-lcs. _ Yitisorc sold. Stud. F:1r111ac. passaall'Osped. Div. di'Genova.

RIEPILOGO DEL QUADRO STATJSTICO Dal Quadro ti.e! movimento numerico degl'ammalati

che presentammo nel n. 2, risu lta ciie uel corso dei primi sei mesi di quest·, anno furono curali 18,897 amma-

BOLLETTINO UFFICIALE. Tra.~poi·to clei libri: e clcg! i st1·omenU cl1:,qli Ufllziatì <li Sanità l!i5f)flCcin all' fnt,lnrl enbi Generale di Guerra.

(N. :1<;23, Ammi,,isiraoione militate). Torino

tii 16 di lng! io

1851,

Nel cornpilarc la Tabella. che va annessà al n. Dcct'elo d<!l gennaio corrcntè anno, questo Ministero non ravvls:1 va oppo~Lnno di cowprcnclcrè sul Quadro N. 3 <folla medcsiniii alcun asse·gnarn.cuto in mezzi di tl'asporto pci 1ib1·i e pegli st.romcnti degli Uffiziali di Sanitù, per la consi~!cl'azione che stabiliettdosi una, co1t1petenza nel rnodu ora dello venivasi in modo assòluLo ,a consacral'e u9- ciiril,lo che gÌi Ufiiziali precitati non pHonno avere se non in quanto si formmo a i;omp1•ov:u-c i.l'aYerc e libri e , stromcnli da forc tl'asportore. Ciò ~osto, visto l'art. 9 del H.. Dc::rcto in tinta dei 13 di maggio 1848 e ennsidc~ralo ·il contenuto nel foglio di V. S. rn.nw, questo Ministero ha determ irw to rpinnto segue : 1. Sulla richil'sta diretla al propl'iO Colonnello dai ritedici di Reggimellln e di JJaWÌglinne nf}lla qoalc siano dcscrilti i libri e gli stromenti di cui siano JH'Q\·1:i~tl e che i111cndono ,ii fare traspOl'ltll'C, verrù ai medesimi asscgniTla pel f,1·usporto suqdcuo e 11011 mai per altri ,oggctli, una competenza in

"27

lal,i nei nove Ospedali Divisionali e nei diciotto Ospe,dali Secondari Militari. Questo uumero d'ammalati si divide ·in 8,817 di Medieiùa, o,556 di Chirurgia, 2,1 91 di Sifilide, 2,067 di Scabbia . In Medicina sopr-a: 8,81 ·7 ammalati ,;-j f~1rono 20lmorti,-un quarto d~i quali YC/ ni va dalo dal solo Spedale degl'lnvalidi c10 no11 ostante pl'C$0 COllClti,arnente ii !1Ull)Cl'O dei morti non giunge a dar: il due e mezzo pc1· ogni cento ammali;li. In chin1q;ia sopra 5,3:i6 ammalati, vi fnrono 57 morti, ùl~corrìspood~a quulche piccola.frazione più del mezr,o pc1· cento. Nei sifi litici sopra 2,1!H ammalali ·, i furono 1() morti, che non giungono al . mezz&

riei' cento. (

!I Dircu. Dolt: COMISETTl l\fod. Div,

V. diret.t. respon?abilc Dott. TORINO,

'fi_p, MlÙ'f ARE -

Bm'Ot)C

dc BEì\UFORT l'lf. R,

G. Uf.VIG,LIO dp. regge1tté:


ANNO I.

N~ 4

( t8 d'agosto ·18151 )

GIORNALE . DI MEDICINA MILITARE .

.

DEL COR.PO SANITARIO DELL' AIUlATA SARDA -

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li Giornale si pubblica. il lunedì di ciascuna. settimanà D'1\SSOC.IAZIO~E . . •,

J/:isSPci;,.1,ioae noo ~i rrcev.e che ·per uo anno e com:incia·col 1 <l'agosto. PliE1,%0

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SANITARIO

tn . 'fprin6 . . . Jn pr-o"incia fra o·}O di post.a .

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1>1rn. r rfoN ~ì1L1I',\RÌ

L.

ln Torino

. . .. . Jn provincia franco di posta .

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12 13'

, L;ahbona~euto deve pagarsi per 'semestri. a~li~ipati. I l\lcd.i ci Mifo~1·i in ritiro· godo~10. gti ~tes-sJ v~~t;iggi c]ì <j~~elli · in :;;ért vizio attivq, Le asSO'ciaziou-i per i non ·u~c~itan s1 r.1cevono alla ~m_G>C:HtAEll>l,_ lllo:.JTAR)> çd1tnce, ~1ta 111 I 1azza V1ttono Emanuele N . 9.- L~ letf~1:e pe_r _a bbonan1ento al Giornale dcvo:10 . essere affrancate cd caccomragnate da vaglia postale. · . ·

-·- -

c_ive ttl p1·og1'.esso <l~il'arte verchè, limflandoci iJ~ una strèt{a ceréhia" ·testiàmio privi cléi lu11if immcn'$i che swturfscono dagli altri rami ilella Scienzq. (2). II cuito'):lrofondo d'una parte d'una stèSsa discipiina è im11ossibìle a farsi· senza teneì·é conto -delle correlazioni e dipendenzé di. quella parl,e con le aHre tutte da cui la tliscip1ina è costituita e, per .derern:ifo.a.re sif:. faue correlaziolfré dipende11ze,' egl'i è ye'raménte indi'spénsa,Lile il coltivarle tutte.. (ìraod'crrore è. qu~llo' deì tempi noslrì di voler asMmi'g!Ìar il progresso d.ell~ S_cìenze a quell.o delle Ai'ti ! L:es sci:e:nc<!s sont comriie t'fzpmn1e ess.ent-ielle1iient soéiables,. · 1/ues ,dépérfssi1~t c~ns l'isole1he1it. Ft'l'les de l'esf1tit ltu'mai?i, eZles doive11tt s'enà,'aider.1 er[es 7n~ospÙqnt ·i autant mi'eux qu'ellès· dévì'en1i~nt les -Ù1ies 1Jàr ra1Jp0?·t ai~x· aut1'e's l' aboutisstnil et le· jì~int (Je dép~t1:t d'·~in 7Jhts grand 1~0111,bre de communications (5). lei posso cùmp~·endere con~e un Pittore po,ssa sali'!" a 1jeffezion~ cit·c0·scrì\'.~11i:lo 1'ese'fcizio dell'arte stia atf ornato ed dtl' àf'abesco· ed un altr-0 alfa figura; n:in non po;so comptentlei:e é~me si possa COIÌ laoiréoscriziù\re e . l'isofame'nto pe(fezfona're la Scienza e segnatament~ . ia Nfèdioina; S'cienta e!ninenten1én!e sociabilfr èh'e rhgguatdà a' tutte: (~ Utìl'e a tuut (4) ed ha~ come cùfatic~m~nte ~ irçhbe ~w Francese, oltr,'è ~I prop(io·1>atl'°h1)onio, 'iin lbng cléiJe lop71éme1ft él,_e fro11tièr'es i.i f 1·oteqer ei ·un· vaste ccnnm<Wcè de rd;iproGité à cntrète·nfra·vec ton·tes .lés·a;th'es. Scienées. ' li.Ma ·tutte. queste ~ltrè Sc'.iei1z1 3tt ii1eiHi.ij, P,_ e1·~n1egl1ò dfrc, ausfliàrje dcl1a mediçi'n.:.r, ·voglion esse1•e .élistfote da queflè.irilegranfi o cos'til'utiv~ della rl1edesi'rha. A éliì presumesse a~braccfare tutta la ,Yà~ta Enciclo;ped,Ì~ dé\le Scien~c, appficm· a giusto: fitofo· ~i pQtre6·6e ·'iJ vieto adagìo 7Jtiiribtts iii tèntus iWiiu51' es't ad singi,1a. sensus.,

-2 Do1:x . · Con'i't:SE. Relazione cll piJ.rlicolarc walouia.-S·])oTT: JomETT1: Apoplcssia-Bpilessfa.- '4 llOT1'. CA:,P/Np: 4nchi losi dell'arti colazione omero-c\1b'itale.- 5 DoT't. AGNET'l'I: Aséeeso linfatic.o. - 6 Relazione delle Conferenze. - 7 11 'Regolamento dei 30 di 01.toln·e giudicato dal Corpo Sanitario-Militare. - 8 Bo1leHino lTtllciate.

So-r1~~A1uo -1 Do1·T. MAl\CTllANDI: Filosofia l\fcciica.

PARTE PRIMA. 1\lEMORfE OHIGINALI.

l<'l_LOSOFIA MEDICA. !)al solo. c·omplesso di tiitte i?idistintamente /e . osser-~.,nioni p ratiche può esse1•e costÙuitci .la Scienza Meclica .(C-Ontlnuazione, :vr,d,i·.nunt. 2 \ 3). · ·'

t~ Pat_ol9gia speci\tl·e , qy-~Jc p~rte. i'ntegrunle. n-011 ::;'~lo; 1na <Jt\ale rcà.lc fondamento della l\Iecl-ica .S'Cienza, vuol essere ci(} st.ant.e siudiata iu tutti i suoi' ramì e oial-e s' ·appo11re})be eh i d·auo st.udjp d' uJ1 r;i1~10- sofo presum<1sse salir a maggiore perfeziou~. Se i-1 çulto speciale e. profondo d' ti•rn sol·a discipli~Hl in t.,ijtle le sue p;u:Li fu . l·a grande r~gio11e del reale 1~ro·i11cs_go . delle Scie1ii;e ai lempi J1ostri, nulla pér legittima .conse.gueoza pi!Ì trae al regresso quanto la smad-ia di vo-· ·. l,ersi dedica1il} ~Ilo studio <l\rn solo ramo d'uiia slesso <i:rscipli.na. Conte dunq\1e d·a un s<:ilo ele'mento · potrebbe famH1rsi la sintesi iir che· css~irlJ--alme11 te abbwmo detto ,consistere là Scienza? H:om;inés seciind~mi JJat/,Ca pro'Jt-wnti0ntei neq tonlenwlafi~r;,w ii 1)8-r'(,ta,,te?Jt au,ç 011eru,m tctili~aJ,~m asseq,ui pp'B-simt ( 1'). Il ,eolti~·:i:re' un ramo ,jsolatò d'una stessa èliscfpJi-ol! équivaile ::ti co~~lannarsi nll'Empiri-sfilo :e i•imrnziar · alfa p-qrt~ soientifi~a in cpi cl.ebbe essenzialnmrte · PaeMgli~rsi tu~.to il prodotto ,d~i sinsoli, ,,a,mi,.11aÌUì nisi- coeitnrt·, 1'ipetiiamo, benefì,ciwrn focis 1uin inipè1:tùiri:tiw. H(J·visto, disse il Prof, (forcomi41~, come le s71ecib,lità isolffle ·st'ano no(t)" Bac. Cogif. et Virt. ~,

'

·

(2) Vedi Soccorsi Ìòrapeutici · voi, 1.

.

(3) Ja11tnes. Rappòrt de lii lfìéì111cif1e'-à,ec la·Ph'il\isoì>ÌÌle. G·àzotte J\Iédfoale .Ile Montpellier \1851 , o. 2. · . (4) . Bordea, Lti' mideoi,i~ èst 1ìf,ile à t~ur, .çt , s!ajiliquc à tout,


\ nou 11 ch i volesse consac1:1~t· il ~uo ~I.tuli o a tutte 1,, parli inlegra1)li d'una 1 stes~a Sc._icnza. Que.st.i soclllisfarebhe all'essenz,iale condiiione pt·t· uno s(udio ;,azionale ed ui ile, mentre l'a!l.l'O lasciel'eùlJe l'cssci1zialc per l'accessorio, nè pot-rehùe couseguir un ginslo con-ccllo pel' le pratiche app licnioui: Cnm magnmn te1nporispa1·tem. t'?ismnant in variis Scientiis acqitirendis, ex,ig,,,w. it~a q·uae remmiet vix su(ficit perclì"sbrmrff~. primis praxcos rndi~nentù; (ti). L'csle1;na e l'interna Palologifl non si posso1\o con siderare come Sc·ienze frn loro distinte o solo r.on1e reciprocamente flusiliarie, ma s\ clebbo110 p<·r contro ritenerè, quali veramente so1io,. i·ami i1\t:egran1 i e é.ost.ituti vi d'un stéssa Scienza per cui nè sltJdio· nè esercizio poss.an andare disgi uni.i. _Per Yerità molti conscnton in ordine ;ilio studio n~a dissentono rispetto all'esercizio come ·se l',csercizio non fosse il più essenziale degli sludi o .si polcss(.) rlal. solo stUtlio. teorico formar un l.inon'Pratico-'. Confesso · che per mc quest'è un grande paradosso! Se l'inlcr!la e l'esterna Patologiii fossero Scienze so In mente fra Joro nusilia1;ic, èornprcndere per qualche modo ·si potrebbe )'-utilità dell'unito -stu_dio e de.I disgiunto esere'izio, msi daecliè costi.tuiscono u1ìa solfi Scienza, i 1T::1tiòna ve'rameute riesce qualunque clisti.nzione si \'.Oglia fr:i loro s1abi litc., comecliè .una Scienza, per ciò app\inlo ch'è ,. dimezzata, cessi 'd'essere Scienza. · So che ~v,·crsari n)erilamente stimabili mi Sla11.ll(I a rincontro e disdicono <ptesta_ sen len.zfl, ma su q.11àli i)rgo·menli s'nppoggi no veram_ente io non so. Quello che ·110 pèr ce!·to .é ch'egli,10 stessi disdicono <;_on il fatto quello che prelcndono ·co'n le parole siccome quelli' che noi pratico esercizio curano prC:Jmiscuamenlc, dalle operazioni in fu/H'i, le mal~HLie esterne ed'interne, nè r;otrçQb'esscl'e aiLrirnen te, avvegnachè la .distinzione fra loro foua n~n esista iii oaturn; siccorne ossen•amm9, ma siri del lui.lo formale o.:fillizia. La; scil1te a parte le soÌe lesioni meccan1che, ltHl.è le esterne malattie ~1011 sono che nrnnifest:1zipni o, per rneglio ~lire, sintomi di 171ala1tic interne : ·come si polrebbel'o . <lunc1ue razionalme~1tc cur:ire le une indipendcntc1~1ente dalle altre?· Coi11e si potrebbe far una disl inzione · fra la ç~_gnjzion_e le.01·ica e la cognizione pratica? E se si ·cnrmio promiscuamente , come realm.enle si cu;·ano , ecco distru1ta con -il fauo' la dis1inzionc che si pretende in parole. · !\fa. :e ie opèraz~.oni , dirà taluno?' Appu~to qui io altende~f\ i n~iei avversari. Vorl'ebber cgliuo. in una sola pnrlc della terapeuiica, qual '.è I' .oper~zione, fare _consis~ere la Scicnza)èerlo (.)he i grantl,i Op~rat_ori sa-

le

(5) Dngli y. Oper. Oinn. Veni,!. 11i.1,·pag. 9.

n1nno sempre pochi, comechè .a dl,cnire \'alcntc Opera101'e ~i richieda l'opportunità <l'uri continuo esercizio in u.n grand' Ospe.dale , ma ~iò oon jmplica che, senza ~ essere gnnd ' Opcnllorc, uno nou possa ric~cir oli imo Chinll'go, ,i:tzi !o_snrà sempre quando cono:;ca in l.lttlc le sue parli la ì1 ato logia, chc ·o· r1uantò dire, abhin una giusta cognizione de!lc malattie interne di cui le esterne non sono che II na tUflllifestazioile. Dunqtle la Patologia pratica, come la tcorià sono inscindibili nelle 101·0 pai-li e qucsltt iu~eindibilità è provala èon il fatt.0 c)i quei Medici stessi che pr-elendono con i delli la scis-· _sione, posciachù non snrrhbe1· eglino. ccrlàmente salilj a qne.I credito che me1·itamenle godono nclt'artè loro se nou ne avesser avuto una c-ognizione cornpillta; ·r Arle non è che 11Q'applicazionc dcila Scienza, I~ Scienza e:-scndo una, l'Arte pure dcbb'essere una, . posciaché dall'esercizio-dell'Arte deriva la Scieùza, e la· Scienza deb'b'cssere un ol'gano delFeserùiz,jo pratico. Rammcu1ino rrnesti le ultime parole <lel Nestore della Medièina I1aliauà voglio dire del Tommasini il qnale visse abbastanza . pei' vedere con i p1·opri occhi sf11sciarsi il grflnde ediuzi:1 da lui ìnnaliato co-n Raso1·i ~opra nna idea speculativa di l3rown . Scendendo nella tomhn , diceva Tommasini (7), Q,hc<lall'osservazione delle eslerrie rnalallic vuol ,essere trallo il filo della Medica induzione e che sulla parte ouiél.tirn dell'Arte· dehbe pog.. giare·. la Scienza. Non rni. lralt.crrò oltre su questo aP-

gomento. Hispcllandò l'opinione altrui mi sia leciLò l'allMermi alla mia: mulÙtrn atio rwn it1,clicio credo,' di1•ò con un ai1tico Filosofo, at a(iqui"d et meo vin-dico'. Conchinderò il pres.eÙlè capitolo con le pàrole stesse che lo « dal SO[o C0111.1?lcSS(} di l'ltttc in_ clisli;ltamènte le 11ratiche osservazioni 1mù esse1·c costiti~i(a tu

l!llZtaf'OllO

Scienzct Jlfedica. »·

. Se alquanto mi diffusi nei, p1·eseii1e c,1pilolo H svol~ere un-tale. concetto che po1' Oìe assume un caralle1:e di assioma, sappiaùo i Lettol'i che ciò m.i el'a slrcllamente· necessario PGr formare la base dei èousccuti'vi ragionamenti ché cht(anno ,mat.eria ,ai 'susseguenti capitoli nei . quali mi propongo di rileval'e la ve'i-it·à ed i m<!z-zi della Patologia indnttiva dell'esimio prof. P'uccinoUi, se il tempo non mi forà tHfeuo e se av1'ò JH'OYa dte un !aie argomentò non incr:isca nl i~eH01;e:- · Il Puccinotti è , per1 l'nio avviso, il s0l<i in Jl~lià. che , sia niiraùilincote 11iesciLo :i collegar in modo raziònale f dettalì dell'an~ica sperien~a 1i1ecÌic'a -con ' i I'isultilinenli dl:!lta medica Sci~1èa. Novi vettJ,ribus non onw· 1rendi, dis_sc Bagli vi (8), sad pe1·pctiw jiinr,endi'fòecfo:re. E qne1>to fece il Patologo U1;biuntè. ' Dou. P.. l'!hncmA:NDI. ( 7) Opera p.(?sli11na. ])e.Ilo àlfezioni RCriodiclte· Ìillermittenti. (8) Op. cit. lib. _1,; cap. 1. ··. , ' .

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J\Et,AZlONE D ' UNA l'All'J'fCOÌ . AlHi MÀUT'J'fÀ cnfl· NEL TBÀ.f.Cfll\SI MESI

AfH,IGG' f·-~, ,.,1

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.l\EGGDIJ.;J'.<'1'0 J)81 CAYALl;EGG1EJ,1' DI " . .

S ALU 1,ZO IN CAS.Ù,E DEL

i\11so1co

D rv m<;iNAJ\10

DoTT. ConTESE.

L ' Ospedale 'J\lilita rc succms,de di Casa1 ~ c_ont~neva nella lflattina ,lei I o <li luglio t 56 mnu1a'lat1 d1 cui J 37 a pparte1wvan ~i C;wallcggicri di S;1lnzz·o e so!i I 9 a&li altri Corpi i~i sta nziati: le malatti e si è ivide vano nelle seguenti specie: Scabbiosi 2 Ve uèrei 8 0tta1111ici 4 Di Chiru rgia 12 F cbbric1tnnti 130

I

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I. I I

156 Fra i l'èhbricitan ti tren la erano c9uval,~~centi i rruali, abitavano uu Camerone d~I \Jlla rtitirc p<~r dan! posto agli amm,dati cle1l'O-spedal_e che e r,~si ,reso irnmfficiente al bisognq . fo ollre dei r3o feblffiCi tanti solo 1 o appartenevan nel alt'ri C9 rpi e prèse ritav,u10 c:in:,tte ri p;tt.ologici dive rsi afl'at to ,Ja quelli che .ifiliggevano li 120 del .Corpo di Cavalleria; l)erciocchè quelli offrivann mala t tie note e comuni, laécld'ove qu esti offrirnn un apparato fenollleuoiogico d el tulto speciale ed in tutti consimile. Forma 'iJ!lorbosa: prcsenl:;<si essa con un asp~tto così eguale iJ1 og11i tl'lnmalato, ,cosl dive rsa dalle forrne ~u111uni, è cosl foctle '/ a co111h;1ttersi co1Fidentico genere di riru e<lii, che non ò cliffiòle ricon oscer una ca usa effit iente unica e comune. Tunt' ~ ve.ra Gf,icsta condusiqne che g li ste$sÌ soidati rim i1s.ti ,·senti dalla triste ì nO uenu1 mani res tano u11'app;-) r!:!nz,1 (1u asi malati_ccia o pef· lo ll1eno lon tana da, quella floridci.za che si 1·ileva ne.i sol dl;l tÌ dcgl'altri Corpi. Dopo t \ll ~e nso di disagio iutlefo1ìto, l'a11l111alat6 è da prima sor p i'eso ~ti cefaliilgi:1 con pesantezza ed ingomJ) ro, m .issirnamcnt·c 11ella regio 11 e fron'ale i gli occh i si rcnilono l11cicli ed iu1cttati ; il polso diven-ba febbril e, i11,hai·a-Z1ato, 1101, sc n1 p rc molto" frequente; la lingua impani:ita; la f,1 ccia ~pesso molto ·accesa cd c~cc. · sang,1e nero dal uas0 e d llllc gengive. La mala ttia dura ordina1·iau1ente due, tre o quattro giorni , raramente giunge :al sc:;ttiino ,e lc1scia dopo di sè uno stato d'at o1,ia tn\:,scoìare- ch e si· rip arn a stento anche con un vitto nu t1:ie11te e confortante. Il sangue estratto è nerastro e scaqtcgg iaiite di plasticitl1, :dmeno nclh, p1•ima sottrazione; le successive danno talvolta crosta fibrinosa, I)la non potrebbe dirsi cLe fos"se per effetto di \"e ro processo flogis tico. Ce.~sat? la febbre, il polso si r e nde cosi tardo cl1e 'raggiu nge ap.pena S'o pnlsaz-ioui per ù1inuto, corn e in tutti i _çasi cli poca e11ergia del centro nervoso. Citra.: cura1~do qucs.ti ammalati di primo slancio coi purga:tivi, possono g,ua~:irsi, ni u con decorso lento e con h;11ga convalescenza;la cma migliore suggerit-a anche dalla pratica d egli anni preg r essi, consiste in salassi, hibite rin-

frescative e succcssi1•am-e n lt; in una dieta 1~utritirn .: 1·i11-:ir.~tiva. p,:e~eclewie : si disse <lalh pratiea degli anni pre·c.~deittì 1rerchè dalle indaqini fotto risulta che la stessa, form a patologìca colte stesse p1:opon,ioni si rilevò sempreèltè nel qna rtiere d ella Maddalena si trovò raccolto un iutiero Regginl'e nto di Carnll eria nella .~tagione estiva . ' Nello scorso anno i Cavalleggieri d'Alessandr ia ann,overaron oltre a 4o ammalati p er ogn i Squadrone.Do111it1è1· Ìll' p'r oporziouì t11olto più miLi e e1uasi in:ivv,~rtite ·quando; c{u~ll .1 caserma fu abiti,ta Ù,i d ue soli Sccuadroni, come av,,eniv.1.11eglì andati te mpi'. Rifcriseo queste notizie quali mi_ v,rnrrero ripet\lte da persone jntèlljgenti e hen in',, formai.e. Ca11sé .Siccome i siutomi e<l i I decorso d i q uesta malattia conco rdano con <Juclli che· risultano da una lnngit stal:io11 N in un ambien te i1n pregnato di gaz cat bon-ico, così non 110 pot uto allop_tanar H sospett,o che il ·m ale fosse prpdotto dà un'ari a viziata della Caser1tfa. Dèl die tl'ovai la confer1)1a: r .o Nell'.è sdusioue d'altre càusc mo1·bifìcl1e, specialiheute raggua 1•tfanti a gli alimenti che t,ovai di_ qualita ve ra111 e'nle buoiia e cotnunc a tutti g li altri Corpi del Presidio. 2.0 Nella TÌcorrenza di questo morbo ogni anno nell.t stagio·nc estiva . 3.o ~foll'essèr ('Sso stni niero agi 'altri çorei, seboç nc vivano nella stessa Citti1 e colle medesime provvicleuzc e tlisciplinc.

4..0

F inalmen te nell'esame accurato del r1uartiere.

Qwu·tierc L1!J'a (ldalc1w. Qùesto fobb1·icato' è rivolto colle proprie aperture a lel'i:tntc e<f a ponente, nei quali due, bti è circondato ,da èase e da Ghiesè così vicine cl,e non puù esserne libera e costan te la ventila1,io1w. Il c 1wtilc che tiene n el inezzo è troppo angusto pè r fa vo rire la dispersione dei vapori che esal1no i:Ia èlmtinaia di cavalli'.

0

,I

e da una 111oltitttcline d ' .uominì di cui le vesti so1i i1H-· pregnate dei vapori di quelli. Statte. Pur t roppo sprovv edute di ven tilatori e troj)po cl1iuse daJle fabbriche circonvicine, le stalle esalat~ un for ti!isi1no òdore il cprnle non potendo svolgersi pe r alcu11a: altra via fuorchè per le p'Orte e pci fin estrini, si ,·accoglie . nell'ambito d el cortile e .rientra per le sovrastau'ti fin e-- · s tre nei camerotti dove donne la truppa. ,\ ciò conforisce. pur anche il terreno d a rnolto tempo impregnato d 'orina. Camerotti. Quarido s' e ntra in quei came ro t ti anch~ molte ore dopo ch:c sorto state aperte le· finestre si t'ileva rt®. forte oclor ammoniacale che ne impregna l'aria aiqbiente. Perciocchè non hanuo finestre che da un solo lato e nessun' altra apertura di comunicazion e, tranne·.!a. porta d 'eutrata _a èui sta con tigna la , latrina comune, esalante anch' essa dentr'ai camerotti un'insopportabile odot'e d 'orina. Questo seccesso tre>ppo necessario nelle conwniti1, ' ma .,.d tront]e , per l'infesta sua natura sempre confinato nelle sezioni recond ite d'un fabbricato, si trova 111 q~tella Casenna coll~cato a , sproposi to sul passa{;iio,


oil 11scita ai vapo ri raccolti e cou1pirebhero il corso clell€ di ·tutti, pro priarn ehte stìl piane1,ottolo della scala- è nelhi posizione più acconcia a versare i suoi effiuvii nei <lor- ' co-ne.nti d'aria.. 3. Conv.errnbbe migliorare la condizione delle. stalle mìtor. Siccom" poi questi p9n hanno altri ventilatori rinno.v ando, alnteno per lllla t,t! quale spessezza, il tel'ftiorehè una sob serie di ·fin estre. pe r le -quali entraoO' le reno gill inzuppato d'orina e rendendovi lo. scohl più fa- . esalazioni deJle staUe, così divien qvidente ·che debbono i;ile e pi~ dilavabile coll'acq1rn. Non potendo enfra1· in :r-acuhiudere quasi permanentemente quel puzzo e cp1c; pa-rticoJarit/1 ·sn questo genere d1e ragguarda ·specialgaz irrespirabrli. mente agl'uflici teénici, mi limito a notar i bisogni. · Effetti ehe ne derivano. Om ·t't01i: sadt mestieri diHwForse.che un Jastrica'to d'asfalto potrebbe se_rvire çon frare pe1·d1è fa malattia pre~liliga la sf"gione d' estaitc economia allo scopo 'della maggiore nettezza. como quelh che favor-isce le csalazio,ni perch~ 1'inlp quan,to alle latrine è chiaro che si debbono 1·ifa_bbriflue1na morbosa 0<1co1Ta di prefere1na sul mattino cioè care trasportandole in una posi'zione innocente e J)iù Òt)po molte ore di chiusura dei carne.rotti e d'evaporacomoda. Però se una totale riforma trovasse ostacoli pei zione pelmonare, e ìwlle ot'e pomeridiane c1ua.nd'il .solriguardi economici, sarebbe alme_no necessario provvedato, stanco dalle cure prestat_e al c,wallo -ed assorbita dervi con riparazioni proute e giudiziose. l'aTia delle stalle, si corica ·sul suo letto e . vi s' addor111-enta, p,rècisamente quando il e.alare dell'atmosfera ra.:ref:à pit\ largamen,e l'aria che lo circonda. È da notarsi STOlUE CASI RI1'1ARCHEV01L che, ove la forza degJii Scp.1adroni sia prossima al suo completo-, il numero degli uo111i-ni racc·oit1 in ogni came'15. rotto è già· assai considerevole, fatto riOesso ehe la linea APOPLESSIA - EPILESSlA. centrale è oceupata- dai lor'o effetti irnpregrrati clél ·puzzo delle ~talle e sorgenti artch' essi di cattive esalazioni. È ( Da due- sto,·ic i11·viale dal Fo"rte di Lcsscillon dal lf'/ed. di Reg. J)oll.. JQl\lETTI ). perta1,to un 'fatto degno di' conslderaz"i:one -~he }a m~lattia si manifestò sempre do,t'.'o il riposo della-notte e, Ptesentiamo ai nostri Letto1·i due storie clic possono dopo, queUo- della seconda distribuzione degli alimenti. se1'.vire d'argomento a studii severissimi· ed a i·iOessioni Da tutto ciò è provata eziandio la frequenza delte ·r ecidfre. patologiche-,fisiol'ogìche <i .di Medicina·Ltgak del più alto Generalit.à del morbo Che le cause produttrici di sifinteresse. fatta malattia siano insite al Q_uartlere, oltre aUe pi-ove I. 'Fiberga Angeto, Capor:ile nd 15.1110 Reggi1t1entp addotte s'aggiunge ancora l'altl'a molto importante che Fanteria, cli 19 anni, di tenJpen1mento sangurgoo-linfanon lia risparmiata akùua classe <li pèrS0i1e che vi fanno tico, cli forte costituzione, dedito a-l vino ecrall~ bevande dimora, essendone stati colpiti il cuoco, tre vivandiere spiritose, nella prhnavcr:i del 1850 rilcYÙ in ri-ssa aleune ed ·insin i figli '.lell·e 1J<iedesi1ne. ferite contuse ~1lla testa, accompagnate \ la g1·~1ve comReéidiv1~. Come );io- notato, le 1:eéidive sono frequenti mozione éerebrale, per le quali dovette 1mlgani•eate t rnts~mtechè le stesse cause o_pe1:ando ince·s sautemente protenersi nell'Ospedale Di,•isionale di Sciambed. Dopo la ducon i medesimi effetti, con q-nesto div.ufo dm trov-ando guarigione si pi·etende che di tanto io tanto dasse qual-· l'uomo spossato dal morbo e dai salassi lo clepaupei·ano che segno 'di mania; il che però non s'è potuto bene per più huxgo tempo delle fo'.l'ze necessarie al suo 'm everificare, mentre questi segni di rnauia sarebbes'o semstiere. pre succeduti immediatamente dopo l'abuso dei liquori Provvidenze. Da tutte queste premesse risultano d 'J-j:are spiritosi o del vino, rimanendo così dubbio se veramente ed evidenti te provvid·enze necessarie a fare cessa1·e l'atfossero l'dfelto delle bevande o I-a conseguenza delle tuale influenza morbos:i e molto più. a })revenirhl negli s<;ifferte ferite. anni avvenire. Co111u11ql!e, trovandosi in distaccumento a LesseÌ>1ÌUt1 Nell'iJnpossibilitl-\ di trovar al momento locai\ più apiI Tiberga riparò nell'Ospe-Cfalè di quel Forte a i 1 o dd propYiati si sono consigliati i seguenti provvedhnenti ar P· p- dicembre per sfooca infiammatoria acutissima che quati s''è subì(o dato mano: dopo d'ue giorni faceva passo alla ca-rdio-angi'-o·i·t e. Uù ·1. I c~merotfi def pi-imo piano essellClo semplici coilmeto~to ene1·gico antitl t:igistrco ( 14 s_ottrazroni di sangue) sjgliò d'aprire finestre di rincontro alle giil esistenti per trionfb della violenta a:ffezl<me e in 24: giorni, condusse dare COSÌ l'u ogo ad Ull'a: COl'reute d'aria COiltinua. ' l'amrn:abto alla coùvalescenrn. La mal·attiìr fu ·alc1uartto , . ' :i,. A quelli del secondo piaM che sono doppii cioè <-l-iprolùngata pèF l'avvenuta complicazione d'una fobore visi da- un tramezzo lortgHudittale-, si çonslglio l'a11ertu'1'a terzana dop.p ia fa <ìUa)e èon1parve al decimo C poi di dì mezze lune . nel mec1eshno per istabilir una c:onente nuovo al ventesimo giorno di ·malatti'n'e fo a1ubc le volt-e è11aria da leval'lfe a ponente è<l td'l'b):ìposto fra l'uno e agevolmente fugata col solfato di d ìinin:1 1 }!nJt1'0 camcrotto; uè bastando questo pa'.ssaggi6, s'acLa convalesce112a progn~dlva regolarhte'nte e ritòrnacennò· ad i-1Ictn1e aperlllre nel· softìtto d'i."è · moho basso, val)O le forte , qua11do nella mattina dei · 7 di fehhl'a'io co1'rispondentèmeùte affo altre ,dinwnsion1 'è fatto di tal'à1}una_tato fu 'tr<fv<!tO 1fiotto l'rt .lètfo :·ne-Ha mcdesiìwa vole, parallele e vecdhie. Questi ventilatori dc1rnbberò-fatràtHfhilfa posiziòne in chi ·énts1 affdctnneùt'atm

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1


La necroscoi1h~ fecè ,•etl~r un v.ers.~ mento sangl~.Ìg110 nella va rté pèriferica super101~posteT_w1·e del cervello tl'a l'.H'acnoide e b au ra macTre e rerso la base def cervelletto. Per qua n to minute sia110 state le ind ai:;ini, non fu p·ossibil1~ rinvenir alurn'altra alterazione patologi,w . H. Vicrno :t1 letto del 'fìf5~rga ed a lui legato in istrettis~i1J1a :1111idzi.t stir,va da Yeflti giorni un tale Pietro :Bor.g na, s~idato d'A,,t~glicria, di 24 anpi, dì tc1ùpe-r.amento s.ai1·guigno-tinfatico, di çostitutjo»e nqn M10lto fo1,Ee a qualc-1 eompit.a la stia. aonva-1-escel)za p er leggic1·à lebbre tifùrdea, atrendeva pét" ordine del thl'ante-cbe la vfa dd 1\fon.t e Cenisio, in quei ~ro'ro'r mal sicura per le copiose nevi e per gl' i111pctuosi' venti che soffiavnuo, fosse pr,1tica bile per restitu·i;·si, senza p ei:icolo di- recidiva , a l suo Coi:po in Tç>tino, ]:'u i1uest i ~I primo ' che' s'accouse della mo1·fe pfacida e repentina ~el 'ribe1•ga, e fu s-ì. i'n€1rn.so 1o s(:e-i•rcevto nervoso d1e per cotest'accidente ebbe a soff1'1r·e che· nè rimase estenefotw. Nella mattina fu visto pensoso e S<'OJl~olto nerla fìsonomia girar a lunghi passi senza tratte1Je~·si con alcunt,. Al.fa prima r efezione non prese nè· cibo nè be'fa.n<la di ,orta. Nella ~eoudit ceJ·cò clr tràngMg,giare <fll·alcbe ·cucchiaiata <li mi"festva, ma, nOl1' appel'l>a l'ebbe 'inghiottita, fu pt·eso, da: vivi cona ti di vomito stati conseguitati <la vio'le nfissimi insuki d i co1wulsioni epilettiche, li quali si ripcté~an_o c~sì vicin~ gli u:~i agfi __altri . che s~1~lw;ivano piut.tosto r1corrent1 che mten111ttenti . Ogm insulto durava da cinque in sei- minuti ed e1:a molto (p1and'er~1. seguito <Ù\ una treglJa di due-minuti,. Tutto che ftt ten-ta~o,: riuscì VéJ,llO, Non valsero nè il salaB·SO cl.a l h racò'o, uè il rendsiv-0 d al piede, mi l' a{>l)ftcazione delle mignatte a.l*e giéni rrtastoide·c , uè le copJ>e·sC'arifìt.:ttte, n:è l'emetico, ecc. L a _s ola inspirazione déll'e-teù:! solforico potè ca.lmarlo pet· brev'ora, ma l'insulto.susseguente avven uto in s ulla mez1a.u0tte lo colse di vit.i. I.;~ neci:oscopia fu fatta con tuHe }e possibili culiu·er1ze •r • . o > ma· _no,~ •l~ rmvenuta ness u11'alterazione ;i cui si potet,Se att1;;bu1Fe la <iausa ddla morte.

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ern circa da tre mesi: tocco nell'articolazione Otliero~cubi- tale destra da untunìore vohrn)}oo.so, indolente, compatto, sc·o lorito, con· calore appena ;;eqsibile, dell'cstensi.onc di d ue pollici, tanto sopra quanto sot~o la dètta artiso}a_. zi~1nc, la qu.ale, ancl1i)osata perfettaiuenle, . manteneva l'ava~tib raccio u, semiflessio-uè con 1·igiclità i'nsupel'ahile. Nella parte supe-ri.ore intern·lt della stesso arto scorgeva~, un fo ri ta longittt<linale, 1ung.a uu pollice mezzo, supe rstite a ll'allaciatur a c1uivi prati..:.atasi dell'a.-teria omerale, stata lesa nella p.i egut~ra del braccio. Non perc-epi,vasi alcuna pulsazione a1·te ripsa in tutto l'..wto Jeso H quale, inei:te, pc,sante, atrofico, n.o n en1 idoneo·al· più leggie1·0 movin,en<to volonta·rio,Vedevansi .G n.tl 1nente condilorni alla cir.c:onferenza dell'auo e .rag:idi suppu)'anti .~lla muc·o sa re ttaìe. Un accurato esame d elle singoli-, località moThose t;:d il rie.ordo dd la sofferta venere;i contatninaz.iane condusser il l'ra,tko al scgttente gi udìcio : i . Cht jl tt1-mo·re e l'anchildsi fosser aricora l'effetto di una. lertta iufinm1m1;,,ioriè svoltasi ·nelle parti bianche e n:d tessutò celf.u lare circond,1,uti l'.1rticolazione omern~cuhìtaltt in. st'g,ui.to alla ferìt;i,·qnivi rilevata: 2. Che l'.atrolìa fosse la· natmalc -consl:!guenza d cll'allacfabttra dell'.irterià ·o.1,111~1·ale. 3. Cbe· l·e Jieg,adi suppuranti cù i rondilomi fosser rnpp resentauti della Jue costituzionale sifilitica. l?onuolaht una ta,le diagnosi , semplicissimi fu ron i mez(l;i. ttltapeutici a eui s'ebbe tico1·so. Il tumo1·e d çl hracei0 ha felicemente combaltuto coi c:.ltuplasmi emollient-i uniti in sane prims- a.Jle u nzioni d 'olio di giusc1uiamo uero alternate colle spalm,\h1r,e <l'unguento di b elladonna-, cù iri-orafi poi· con aC'qNa vcgeto-rnine\·al e. L'anch ilos,i che· cèdeva in ragione <liretta tl~l {lecrescen! del t u~ nl<!we, ,fu totalurnute .s uperata 111etzo del gradua,to movimento, dell'arti:cola2.jo11e e di leg:g-iere unzioni' di linimen,to -volati-le. Gon cpJ.esto stesso linimento con lievi fregazioni e col mantenei· un opportuno -gr}do cli calor nL braècio, si rimelliò in gi-an 1rnrte all:atro.!ì·a.. Semplicemente medicata·, cic<1triz1.ò la fe1iit,1 su pe rstite alla praticata alfacia tttrn. Recisi~ i con<lilom-i fmon jn Lln colle · ri1gadi sottoposti ,J l'ÌnnO\late cauterizzazio11i col nitrato d 'arge11to, con le quali e coll'uso int~rno a d,osi refratte cl' u,na. mezza dranuna di protoiaduro di me1,curio ayvalo,:a.to dal decotto di salsapari·glia e da quakhe bagno tiepido . g~rn:rnl~ potè_ l ' amniala.to nel giorno 1 J d el 01ese ·d1 Jeblm\Jo uscu:e dallo Sped.ale })evfot.tainente guarito, (l'ogni suo uialor-<).

e

per

11.i,.

rn.

ANCHILOSI DELL'ARTICOLAZIONE

ASCESSO LINFATICO

O'MERO-CUlHTALE. COMPLICATA AD ALTI\E MALAT.TIE

( i.la ·u:,ia sto1'ia letta. del Uon .

CAPlM

n:eUa conferenz a dei

28 di febbmio a .Ni:zza).

~ ~i?vann ~ ~·

~· s~kfato ,nel J\eggi me~ito C,a.cdatori S.u_d,, d ell eta d anm 2.1, ·d1 temperamento s,rn"uiono~ei~os<;>, cl'a1?'1to. cm·dio-epatico; sqggetto a frequ~nti af1e21on1 vasali d1 natura florrist.i ca I)er tre voite ·111!' tt . "·b·1;t e(l ,una. vol ta, oal'f'eli1 . , e o d,a sca:J) di 19 an ni, da ulcere veneree alla gluanda con bl·ennorra-o--ia st"te Mt1' ·11·'1te· e . . d•. 1· 1· d . o , " o • on rnyte II o·c a i é empirici, era ricoverato ai 5 di gèntraio 1851 ne.WOspedale- Milifa1·e di Nhza e colloca to ,tl I-ett<i 11; rò della sezione Chirnrgtca diretta dal Medrco Règgrmen:tiale- .Dòtt. Capino. Prav-eménte dall'(;>spedale èM ca1·ccre tli Villafranea;

JN CORJlJSl'ONDENZA DEL.L ' Al\TICOLAZJONE JLEO-l'EMÒRALE

( da

Ufl(t

storia létta dal

nou..

Aol'iln"i'I -ndla. Con{el'en.:,ll d' Alcs-

.rn,ufria).

-Ai , 4- di dicembre p. p. fo ricoverato nel! ~ Spedale <'l'.Alcssandria il soldato Agéno d'Artiglieria, d 'ann i ?.I , d1 te mperamento sang,uigno..,Jiofaìico, d'abito pletorico. ~~to da p a ren ti san_i, non andò soggetto a mal:ittie di nJ1e\'o non potendosi fra <Jueste m1111er;ir una rupia cl,e gli comp,wvc nelle g_a m be e dalb quale guarì: in venti 'gJo.q1i col me!.oclo di .S..~ynt~ n._Questo sof~ato in sul principiare del d1cclllbre fu aflètto d.t dolon alla coséÌ.i etf ~nca ?}o:istra, da prima miti, poi pro-greSSÌY.l!,i)Onte riiù 111tens1 e, manò mano che <1uesti aumentavano c1'ebbc il v.olum~ ·a~l~'arto a segno ch'erano l'~si imp~ssitìili i suoi moY1ment1.,


-. 50 , Alla prima visita <lei Curante l·'infer!no tene.vasi . supino, aveva la J'nccia abbattuta, la lingua' bianc}1stra, h pelle ·u1adida e molto più cald.a del naturale; leggiern era la febbre . Esanùirnto.l'ar~o affetto, fincoutrò in semifles~ sione e co1PJ)l'eSo da un e11orm<': tumore che dal wezno della re-gione epicolica sinistl·u si estendeva sin al lim ite inferior<;: del tei·1.o u'1cdio della éoscia, ò{)Ct~p:indo, tutta la m~tà }11l tCl'ÌMe •ed f'St~l'lla dei due terzi Superiori di 'flle- • st'ul,tima è tutta la rc:gione inguin;de ed iliarn: HHrnifestissima n'er,t la flultuaziofre e lH pelli~ che-Io copri va non 0ffriva ,1lcu11'nlternz,ioue. Nello spazio coJTispon<lente nl Ji-gat)lento del Popùr~io notav<1~i un avval'lament0 c! 1e <lava .il tuu)ore ['. asp-ctEo d'u11n clessid ra; premendo- pen'> era Ì"acile riconoscc1·e Li co111unicmiiot1e esistente tra la su,r parte superiore_ e-i }'·inferiore: queste pressioni suscitavano vit·i dolori. Fu gittc.!icato un tumoru liuffitico ••ra-vc e d'esito incerto (L argo .catapiasnia sulla loca liti1; ~ietu , bcra11de rei'rigel'anti)_. N~115iorno dopo l'ammalato fu pui·gato con ,lue oncie Ll'oliò <li d cino.. Pe1· altri tre giorni ~ì coutlnuò nella prillla cu1'~1. Dopo questi si pra. licò una prima ap,,rtura del lt1111orc con un t.rocarrcintrodotto chi h)Lo della regiom: ifotc.i verso ln spinn Sll'periore-nntcrìore cJèll'OS"so 0111onimo; sede cotesta cLe, per ia fl essinne forzata del rneiuhro, eTa la più declive; la qn;illtità del pus estratto fu cl'un litro· circa: non aveva ·c»;o ;iltro c-arnl.tcre particolarn t'uorchè· qucllò <l'essere 11.wlto visèi'do. Si coperse il foro con cerotto di èliaquìlone e si continuò l'uso del cataplasma e delle betande refiigeraoti pe1· alfri cinque giorni, nei quali la Jebhre s'esacerbò alcun poco ed il dolò1:c loialè· si. r esè' }}ÌÙ intenso ver,;o l'estre111itit inferiore del tumore. · (:!uantunqi1c nel TÌnnovare le meclicatur.e si v~desse d1e un liquido' sieroso still(t\'a c-0ntinua1.\!ente ~n~la pl'~ticata aper~ura la quale prcsc.ntava 1 111argm1 ro5s~, tnmefatti e rovcsc:1ati <,l ]' iufuo1,i , pure la caviù del 1 t111nore non tardò guarì ;id csse1:e. Tiè~npita, sebbene i11co1np iu tanJCW lc. , Ad onta di ciò, dieci giorni dop€> la perforazione molto , 111iglior<;1tC . erano le con~izioni de J.l 'air:111fllato. lu vicim1nza0del foro prodotto dal tr ocmTc· s apen,ero spontanel altri d~1e fori che davano conti'nuo e lento esito ,il 1ùarciu1ile. P er tlucsto scolo d,e s'effettuava dalle tre averture n on solo· il tu1norc non era p.i ù l1:so, ma si I ' riconosci'.va ç I1e Je pa1•et1• •111!.erne, an <lavano_ mano mano adereÀilo frn loro ,illa parte estrema della cir<louforeriz,L L'aunnalato era ruolto·migliorato d'aspettò" e cò1 1Jiac'ia va ' a provar appetito, SÌ che bisognò C<.lllt:Cder•g]i 1quaJclte aliruento. lutenrn111e11te prcudçva etili un decotto a11ia1·0 col sale solubile di fono. Fino ai I o ~li gennaio i progrC:ssi nel Lllii:jliornmcnto -t.:ontinuarono, ma, arrestatisi sel'17.a cause note e min:iccinndo il_ tumore di ri torn.ire utlo St~ttO lll·i111itiv!), si stimò coùvenid1ì:e pra' ì'car una contrapcrtnra verfo la 111età della cosci,1 . Iu questo modo. il tumore si votò unovamcn te ed il pus clic n'usci era fratumist,o a sangue e siero (Bevaudc 11n1cilaginose e nithùe , cura locale com~ P,er l1 ;~dclietrn). 1 Nel giorno successi\·o il wiglioramento era notevolissimo e continuò fin ai, 4 di fc.ìbbraio; si rnspcse il c~1taplasma e non per ciò il P;US .stillav.a continnamcnle da tutte re <ll)Cl'tllrC, U .1mn1nlato riaccruistava le forie e ~li si Hepr1is!' il mezzo ' v;no e il mezzo viùo. 1n br.ev~ le aderenze ç11e fin çlàl principio s'ebbcr a notar jn corrispondenza dèf liga 1M11to cld Poparzìo s' allargaron e fo1:mar,01i up iuterno r-nunez'lO che separò in due la cavit/1 p ri111a .unica dell'ascesso. S'ebbe cura cli maulenere .ipe::rti. i praticati fori con fcttuéc:Ìé ltìughesso le ciltiili

continue> ud esci r il pus Gn a che ne durò la secrer,ione. Abbandonate allora le fettuccie, le apertme si chi user e l'ammalato potè ,ti I o di febbraio ~o,tiJ·e dall'Ospedale perfettamente guarito. ·llELA2HONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE.

,tfese di Febb1·aio ToniNo. Una sola fu la conferenza tenuta i~1· questo u1e,c il dì 2,1, nella l1Uale furono lette due t\lemoric ed una storia. .I.a prima Memoria fu lcua daJ Dott. Alfurno il quale ritornò sull' al'gomcnto delle retrilluziooi pagate dai soldati affetti da malattie siJilitiche, giù trattat.o nella p1·ima seduta.dal DoLI. Alciati,chc i:i crediamo dispensati dal rifel'i1·c come al'gomcnto che noi repuLiamò estraneo aJre·nos_trc discussioni. (Ved'i N . i pa_q.' IS.) . Là seconda· i'tkmoria letta dal· Dòtt. Alci~ti ave1<n _pèr argomento la.sfavorevole posizioùe delf Ospedale-Militare di Torino e l'insufficiente sua capacità. L'Autore dimostrò l'urgente bisogno che ne veiiga cretto uno più ada!latò alle cS'igcnzc· del Presidio della Cupitale. Svolgendo questo argomento ha espr~ssa una sua particolare idea cioè che meglio con:vcl'rebbcro èlue ~Spedali sia per la clist.,rnza in cui trovansi acquartierat.i alfo1ii Corpi tfi L1·uppa, come pei casi event'uàli d'una c::nupagnn·o d'invasione di malattie epidemiche, contagiose, ccc. Si trnttennc quindi a parlar in ispecie del. locale .destinato agl'oualmici, csprimcnùo il dcside1·io che vi fo9Sero ducr sale separate unQ per le oll.ulm ic co11tagiose e l'altra per le oualmie scmpli_çi. I:a leUur;t di queste due Memorie non avendo ìfai,o luogo a <liscussionc, il Dott.PolcHi si fece a leggere la sua storia di Sinoca gastrica ch1ebbc a curar ip qucst' Ospedale _nellà, pr;rsorrn· d'un Bersagliere; malattia d1e parve· concentrarsi ai bronchi ndl'otta-çò giomo, passò in sinoto al 13.mo e fini · colla morte nel 2/i,.mo: Nell'esporre il metodo di cu1>t1 usato açcennò ali' utilità ùei salassi' nei primi giomi ed° all'uso non r.olleratn degli emetici; quindi al poco vantaggio dei primi cd all'assoluta into11erunza dei secoi1di allorchè vi fece 1·i1or-no al prcsentiirsi dei sintomi l,ronchioli. Parlò poi del ricorso fot,to aWasn fetida, alla c:mfora cd ·ai l'eplicati ,,escicaWJ'Ìi ncll'ultirllo pfriodo del morbo. Pal'tecipò in ullinio i risult:11)1enti necroscopici rMsistcriti 1. itù ina marcata inieziòne dei seni d·eHa dura mad,·c. e dclic meningi. 2. Nella evidente infiammazione delle. ghiandolcUe del Peycl' nell'ult.ima po1·zionc dell'inLestino tenue ·, e nella viva iniezione della menilwana interna del cic~o e dd r.0!011 asccnaenlc. 3. Nell' ulrerazione non so1o di dette glii,1f1dolc del Pcycr nell'intestino t.einw, rm1 d'alcune anc he dell'intcsti·110 cieco. Conchiuse la sua storia· éo]I' es1wimorè l'idea rhe l' cmormesi cerèbralc sia stata la causa prpssima <lrllu morte. S'aperse in proposit:o di questa stori,t una Yiva discussione a cui presero parle il Pl'ésiclchte cd ( DoLC."Rophillc, Ahi.iati , e lo stesso Dott. Polcui. li Pr..esidente notando come fra li sintomi non avesse udito anoovcral'.;i il dolor alla 11Pgionc iliaca destra e quel [par- , ticolare gorgogl,io solit.i ad ,;ccompagnarc fa dotii)cnterite, fece riflettere come con ' 1ale nome non debbano intcndel'si LuUc le vnrietii delle fo!Jhri tifoidee. Espose.quindi l'opinione · dcgl i'Scril!ori fra'ncesi a tale riiiuardo e1 ricol'd~1 ndo j lavol'i di Scrrcs , notò eornc qucsLi vanLass·e aver ottenute molte guurigioni di d,otùwnterite eo~, · mçrcm·iali e c·ol l'~tiope- mincrolc in ispecie. , , li Dott. Rophille rimpt·overò l'incertezza oc,cotisa nell.(dia_. t,n%i, pe1··ct~i fo quest11 cangiata· n:cl -1.3.mo giorno:".om~.,1Ué


5{ nei due ::iun i clic pnssò alla cat,cna mi1it.are, ,tvcva rilC.vata poi jl idea emessa _<lallo swrio.-;raf~ cioè cbc J'e1~0.rmcsi c~nl bracèio sinistro lln'affozionc lcnu,-. infiammato1•,ia nelle arrebr,ule fosse stata la causa pross11na della 11101 Le ,.menll e tico)aziou i 01ncro,-r..u uitalò, éa1·p_ea e mctacarpo-fal~rngca per nel sttO conceUò v?crano ,r agioni sufficienti tld funesto esito cause rcumaHc:he. Durma giù iJ male da due ann i al)orchè nell' estesa ulcerazione in testinale. Sospct.lò·.el.ie i segni di l'ammalato ,:creò 1·icovèr·o nello Spedal<cl. li braccio afl'c,tto deWi emorrncsi risconLrati neT caùavere allro non fossero era coo11mcmentc gonfio; varie e p1'ol'onde c,sulccraz;ìoni fuor't:l.tè l'effetto del! 'iniezione cad:werica. cransi for·nulle su molle sedi delle articolaziol).i affette, dalle Alle J'i01ostranze dal Dottore l\ophille sull' incertezza quali colava una ma.lerin fcten tè, scura cd ic9ròsa: pçr quedella dia' 0 nosi rispose il Dou.orç Poletti col notare eh.e la ste apcr·1ure· si poteva faeilmentc eon lo spcrillo acquistare malatLia fn sul .principio upn present::iva in realtà altri cala certezza dei guasti,. che sopra le mcdési1fic ·paeti ave,,a ratteri fuord1è quelli d;nna sinoca gastrìca e che il p::issngoperato la carie. ·Essendo ricsciti in'fruuuo,i , t.utti i metodi gio ·a1fo stato tifoideo non :wvenne veramente prima del cmati,•i cl~e l.'am111nlato in :vàri Spcdali aveva sperimentati, 13.rno giorno. .i;tespinse poi l'asserzione che. la morte fo~c il Medico Div. Dou. Botlazzi rìon vide alcun alt.ro spedicntc avvenuta pel solo fotto intestinale siccom·c non fondala sulche offrisse speranza di saivargli la vita, fuc)l'chè quello di l'opinione dei migliori Hrlltici e ten.tò provare l:he i sintomi ricorrer ::ili' an1puluzionc ·, proliu::in.qo d·ellc buone eonclidi h:sion-c cerebrale occorsi gra·vissinii negli u1timi giorni zion·i generali. in c·ui si tròrnva. ·Dopo averlo 'q1ì·indi cl'ispost.ò della malattia e n11iczi-one inco1)'t rala negl' involucri ·cereall'opc1·azionc l'on un ben adattalo metodo <"ueativo, prati<:ò br!Ìli elci cadàv<1rc lo confcwmavano .nell'emessa idea. sulla l'operazione sulla parte media del Jm:iccio, che in poclii em.ormesi cerebrale <.'omc C'ausa prbpri(I della !110l'le. · g.iorni fu coronai.a dal più fel ice sucèesso. Il Dotl. /dciati notò che la· clotineJJlcrite ri~nosce un Sopra questa lcttm::1 il Dou. Pc·r eni inizi/i la discussione 1winci[PiO cl' infezione ; eh' essa è come un' eruzione della mostrimdosi propenso a credere ehc non si dovesse attri111ucosa intestin:Jlc e che l1 çrnormcsi cerebrale nd rnrrrato buii· ,1<l un'affezione reuri-ia.~ica il gm1s1.o da cui Cl'an ufcaso non altro el'a fuo1'.c\1è un sintomo. Aggiunse ébo iicnà fctLe le articofozio,1i clcll'opcrato, ma nlla scrofola. Spicgù nccssi trì di ricor1'cr ali' emci,ico e,,a · pi'cfcribile l'ipecacuana come le. affezioni reumatiche si limil.in a j)Ortai'e la Joro 511 t.:1rtaro stil1iato. . · nispose jJ .Dott. PoleLLi rhc sul finire del m?rbo li sintomi azione sui ,mus.coli, tendini, ligamc_rl ti, ccc, e come in vece· capir.ali erano talmente gravi da non pof.ersi più considerare sia· cii. 1wefcrenza proprio della scrofola l'assulif' i capi articocome simpatici, rui1 bens) come costituenti una malattia eslari deg,l'ossi e gl'ossi st~ssi .. Aggiunse che l'am111alato prc- . sentu,va le ghiandole inguimdi e sott.asccllari sinistre molto. senzhilc; che quando ei fece ricorso ;il ll.Wturo emctic:o questi sin tomi non cra11 ancora presenti; che del resto un tale ingo1'gat~ e che inoltre le cause a cui si attribui,va Mllà rimedio non pm•eva conlriodic:ito nel sltO caso ., mentre sto1·ia l'offezione, erano ,più aue· 111wodui'rc la scro(ola ·che nella stessa gastrite è come éont.rostimohmte consiglialo da non un'aJfc,1,ione 1·eumatica, qua.li oppunlo er::ino, riel tempo ]l.asori, Tommasiui e Giacomini. · · · in cui l'ammalato scontò la pena della ~:ilcna mijitare, il ll .·P1•esiden1e, appog.giandosi sul!' intolkronz:nnanifcs!tlla freddo , l'umido , i cat.tivi Q insunicienti ciJ)i eJ i patemi dall'ammala.Lo alla priinà amrninis.trnzionc del .lnrtaro eme·d'anfmo. tico, foce riflettere come, 1enc1)dQsi. (I do v.uto colcolo il crili Dott. Bottazzi 'rispose essere vero cbe esislMa, un fouclo terio terupcutic~>, )(1 fattàne i;ipelizio11e, chccchè ne pensino di diatesi serofolosa ucll'mnmalato, ma che ttnesto doyevasi li ciJati rclcher1·i111i Alltori, non gJ.i paresse tanto facilmente coi1sidcrnre c0Jt1c sccondacio aJI' a·ffezione la qniiic nécessitò . giustifical.Jile. Quindi, prevenendo ché la seduta successiva l'mnplHazil'.me, rarnmentanclo t·omc ·l'ammalato fosse da pi·ima avrebbe luogo il p1·i'itio di marzo,. sciolse l'adunanza. affetto d'arLri~idc generale, la quale si con t'entrò di poi su1lc Au5SAMHIIA, Da qt1cst'Ospcùale .Divisionale non pcrrconc . articolazioni sopra ènu11ciale, pcroui 1·iterrnc ehe hi· $Ola nf-· che,un solo processo verbale della Conferenza ch'ebbe lpcgo fozi·one yeunrntica l!Yei,se a consi(ier°i1rsi con1c can~a p)•jrna. iJ gioJ·no 28 e che r iptoc.l.uciamo P.c1· esteso:ùon csscnd(!.posdella m:ilnti i,1. sil.lilè 1·cnd<:r·.lo più f'istretlo. In qu<)st.a Conferenza il Med. Jl Doll. ·P~rctti irÌsislè dil'<"ndo uon opinéH'e che l'artrit.idc Div. DoU . ÙJ!'Lese l,!'altmne i convocali intOrtw ad os~è1·vaClll'ata ,co11 metodi generali per" due anii i poss~ produrre i zioni patologi1:he dedotte d:iHe ne<ToscOJiic '(auc nel .decorso danni cbc sono rislll!.ati 1l'el <':lSO in d_istorso e ch'e l'ampu- . del mc~,e. tazione non .;iri mezzo · per gu!lrir· un'affezione gc~erafo, Il D(>llorc àgncui ICS$.C una storia :li ·tumore ilrLioolarc C~mC lo può essere ncll{ sc'rofola ptwchè, L oglierido fo l'OC!Ì· (l'qd, :storia 11. 1i5). · ' li tù affct ta pnò yc1' i1hlirctlo rnigliohtre l'un iversnk, siccome Dopo ciò nessuno chiedendo la parola, il l\lcd. Div. passù ù appunto nvfonuto iN ques!o caso. · a ragfonn1·c sopra un volnminoso sarcoccle, rimarchç,·olc sia La discussione no n c·b.lJe dupo cli ci<) a.!clm seguito ed il per l'cnorn1e sao ,·cJlumc, come pc:! · vasto -csulccramen to · noti. ì)fotiini lesse }fl ;Stell'ia ùi (Ùi1a' Jacc1-·ò-contus'iì :illavaldegli integumenti cstct·nr. Di-ssc -che stava per consigliare pcbra inf<:rici'c sinist1·,1 di_c alxbi:,,1ì,nò rip1'odot!a ( Vedi stol'ol'd1ii;c1ornia, ma, che, visto come con l'uso <lei fondenti od . ria n .. 10). in i~pccie <ldlc prcparnzioni di jo<lio s'ottenesse un notcrnk · Nolla sccon·da Couferenrn (23 di fcbj:Jrar,o) il J)olt., Pcluso Jniglior.11riento, av-cssc SQsp~s::i Jn 'srlrhtta.. operazione nellald lesse lii prirna J):u·tc d'una.Me11101•ia suJ sopore, rfrodouo tfalspcr·ffnza J .i poter a~lrimente conseguir una "'UarÌcrione l'~tere (daremo it sunJo della medesima uni1a·. che sia alla . ' , • • t> b ' comp)1.ila. Passo poi a rnssègoa tulle. le mttlatlie del tesHcolo ~cc~nd~ ~orte), ~1ella _c~ual.~ dqp.o _aye rq ù'tol~ le pri1H'.(pali facendo in ciosrhe<lun~ 1;o(a1'e la clfffi<:ol·Jà ciclln diagnosi tdQe clegh- Autori clic s'oceuparouo delle virtù anr.stetH·lic - per stabilire C[L\abdo sia v'eramcnté uffe'uo it lestjcolo ·e dei vapori <Jcli\le!'è solforico, passò i; }>at·1are deJlc :iyver!_lllnnc:Lq i suoi involucri. Anmti di sci6gliccc fa seduta si lcuzc che c!c:bL.on usarsi affine d' ouçnere· tutti. v:fotaggi ,tenne pa1·ola d'orgo111cn.ti <li set'viziQ. locale·. dclhi salubritù J rio~sibi1i dh quc:;(l) riuovo ri l1'0,·nto LerapeuLico (: d'cvit.pre <lei luoghi abitati dai°sold;HÌ e di C[\telhr çl,ei.'fon•o :Jlime11 1i. . gl'in(AmenilfnLi ai q\1ali vir<li frcqi.rcntc'soggcu.o. . ,1 • . G!ì~:Oyi\. ·J\f'ella IH'iJllk\ ~o~fe-tcnza -dei Thfodici-)\'li1i!{l1 i: sL,ll)" Il F:a)wacista P1·incip11le mili1::irc Grassi norò:essc'rsi il 711aE1. m ~enova tenuu, !I giorno· 9, il D.ott-. Um;ate1li_ Jess_c la Dott. P'éluso s~1'vil,o d'u~'esp1'cssiouc potò 11r~crsa là ct<hre, storia cj· nn $Olc1Mo del ,1.mo· Reggimet11.o fa»\ei\j~ .il quale •, ·parlimdd dl!i 111odi~rl' olrcncrc i'elel·c nç,l]o stnto della mns- · 1

I

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sima purezza, disse ·('hc non dovc,:a contener alcun piinci1110 d; acidificazione. mcbir,rò_e?h n,on ~mmetterc c11ic_s~,o fa·tto perchè l'e.tèt'e s0Jforit'.O-P,tn'1ss1mo e .inz1 nel! tro che ac1uo e, per 'avel'lo di Inie q~1oli1i~, si fa ~1so_ ~el!a potassa o .<l~lla soda caustiche 1•noe J1berarlo dagl ac1<l1 solforo.so, a<:ot,co e ,da tutte le altre-sostanze che posson essere nel mc!le~imo contenute. Il Doti. t)cfuso 'co1ù,cnne sulla veritt\ della fattt1 -riJ!c&,iohe e· modifkò l'èspressionc. Il DoH. Pizzorno espose in brevi termini fa teoria chimica dell'etere solforko, appoggiando l'osservazione <le) Fa,·macista Gr.-issi. · U Dott. Ar.clla chiuse la seduta 1·acco1nan!.lando ai .co11gre,g11ti 4'approf@ndire con Jo .studio questo aJ'.gomento e d'jn,. stHuire c.onfron1i· fr.;1 l'aziQn.c dell'etere e quella del eloro.fohuio, onde viemmeglio stal;ilire Je circostonze in cui p.iù com,cnga l'una o l' al\ra di queste due sostanze colnnto utili nella prat.i<.:a chin1rg[ca. ·.

PARTE SECONDA _...,.._ IL REGOLAMENTO DEl , 50 D'OTTOBRE giuclicato <lul Corpq Sanitario .tl_fiJ,it.circ.

Medico dpgli strali satmc1 col)tro di lui lauciati dai

Ci1:coli e cl:a-lle Scone.Aa1rimwe E••ù li che, se il Corpo Sanitario-MHitare hJ;1 ùO O .J· .J• • • , sempre avuto hisqgnò :di 1elo ·nello slu~w, ,u a_mv1l~ nel servizio e di -frai<!t·na co1icor-,f.ia, mai ne nùb1sogno più che nell~ presenti circostanze per le sléali pole~ 1)1icJ1e del giorno alle quali nQn bisogt1a, per quanto s1 può, fòrni,:e materia di recririlinaziont Passaudo ·quindi a darè raggn.agli.o s~prJ;l alc~.n-e o~-servazioni foti e nel suo viaggio sui· diYersi Corpi San1i.ario-militari, fa .conoscere come j Mectiçi Militari Fra?~ · cesi siano · me"lio· rctribuit.i di ..noi nelle paghe, !}la Hl condizione molto inferiore .alla nostra· in· intto ;.I rima:nente. Fa 1lotare come npn abbjan9 vr,ri,\ assimilazione ad aletm grado, porne I.O;J'P sia joi:lJit_-O ùj portar i di. slinth,i d'Dfiìci'ale al cappello ed .adla spf1<lar come apche il l\fedico ·e Chirur"o Ca130 sia110 solloposti agli of'dini diretti eziandio "d'. un sotto,.Comi;nissario di Guerro ()CC. ; eome in fine i •Mfdic·i 'Militari Fd1ucesi ' ilfvidfo{otanostra posizione militnf'o e sociale e quanto s'affacceùdino con, og}li imn-egno e premlwa per. ott~.. nere quello che noi già possediamo tan~o. nelle 0!1or1fiècnze tf distinzioni. qllanlo nel serv1z10 _pronu~çuo di cui tutti ricenoscono la necessHà, mclterrdo in evidcnz.a llÌHi al'i~convenicnri del 'scr\•izio cl1e sono e-vilaJ.ì (]alla no~lra alluatè orgauizzazionc. . Parla .del Corpo Sanitarfo-Mjlita1:,c elci Belgio e dice in quali cose dmnne.an~or itl n.ostrosupcri?re, ina esterna · Ja sua fiducia nh-è non abbja a passare tullf,o tempo prima ·che il nostro abbia raggiunto i mi~lio~amenli di quello , •ey 4tanùone i <lifeni nelle p.;1·omo.zr~n1. . Noi ci . arrestiam a questo puuto persuasi che· per ora basta per -<limosti·are l'accoglienza foU~ dal Corpo , Saniwdo-Milita 1,0 al nuovo Hegolame.11to. H1tornere:mo • , · su qucst' argomento ìpW1do sa-ran a noì trasmes~e ' lt:: relazioni dei Medici Divisionari in corso sull'espèn-· meuto fatto ne-I prin1 o sernestre delle nuove fa~ilnzion'Ì. Termiu;indo questa prima parte, fl).remo .solamente notai· ai nosli'i Let(ori che le Gitazioni fi1;1 <.Jui fatte e molle altr~ che per b1·evi{à t1'a_lasciamo , fol'Oi10 scri1ie dai M'et!ici Diyisfonàli sp·ontàneamehte, per coflvinzione ed iu t~rnpi nei cprn!i. Fiélèa d.'un GHwn?.le ~li Medicina Militare non era che un voto, un .desulerto fll'On.1to da p~·essochè tuU i , ma no.n a neo,· es1~resso fuo1·chè da pochi. ___ .

Seù1mber-t lli t~ di marzo ..... .- Ho ino-ltre I' onoi>c di l)lH'léCÌpl.l1•lc che i\ Servizio S:rnilario J}l'<,cede con • la massirirn regolarità e éhe i vantaggi del nuovo .Regom~nlo si manifestano nel modo il più soddisfacente. Tuttì -gl:Ulliziali di $nnili1 ·;rtte11clòno con yero.~el,o :il disimp%no delle spceiati lor.·o incumbe.11ze e .si rendono JIBr ciò m~·ilevoli dei più larghi encomi. Le fregucnti riunioni per discutei· argomenti di Sciénza d.., svegl ia11 anclie fra i Medie.i di B;ittaglio.ne l!B 'emulazioné-~llQ s~udio per l'ad<lietro non cenosciuLa, Onde a,limenlarla credetti.. b~n~ p_ermeuerc die los~ero liii.,·(fila propugnate ,oprn1om non sempre ,consenllle dallJt uui,ve:rl'ìa,li~à, dei Pr.a tici, e ciò in vista cleHo studio e (ièUe . ricerehe, che si rendono Jlccessa.rie in a,mhi i e.,ùnpi per ese-reitaziolli cli questo genere·. · ... Il Méd. ])iv. Dott. BoM1ssErr1. Cr;ed,i.amo . st&re nc11'011por1tinit_à e nell'argomento àoticip::rndo e l'ifenmdo qui u11 br::J'110 del proeesso ver.l,ale dei -26 .di .iittg110; c9H cui fu aperlt\ la .decima. quarii1 Cq11ferenza <li. Sciambel'ì. lJ Doti\.. Coh1is~ellhl,r1-c la seduta cop affettuose p~role, con cui e:-prim~ la so(ldisfozione èhe- ha, pl'ovato BOLLETTiNO UFFICIALE. . , per l'ordine e per l'armonia c.he n eli tempo della sua 1Jfovùmmlo iiel rpç1-eo1utle del Cor110 · asseriza hro 1·e15nol-0 fra i èong,~~gati, per l'o zeio c:°1~ e.ui tuUi haùJlO sosle;ntt i i ,pro-pri uffizi e pf' i lav0t11 1nlc· Sa1iiÌa·i''ÌO·-M,ilitare. · · ressa 11li che furono fall i 11elle orsliHarie riuniooi.~cie,n· Il Dou. Em~o uelc Castellani, Medico d.i BatticY~lione tificl'le. Nel' rin"raziflre O"ntt110 fl(W "la; p.a>rte the ha. di prima classe nel ~: ~c_gi;i_mrnl? ~ranatie1·i, ·co_ llocat~ in·cs·o- al Imoµ a~<l-amenlo flejÌe- 'Confèren1.c e <lei Ser·· \u asppttativa pè-r mot1 v1 01 famiglia con Decre.to dr,glt ·. ,1izi'O'·Sani'tario, raccomanda c'he si -èo-nlinùi con -impefl uel cn1'.1-.,c11Le mese. . . gno in que:;ta Yia, come l'unico n1'etzo di ma,111t'èriei· 'ed . J1 Don. G1:1snnte Bottfoì Med,ico. d'i Bau. di prima ·~ltll!ental' eziandio quel,la coòsìdér-azioilc di cui gode cfo:sse, lraslocabo dal Cofpo .B. d'ArU.glicria ~:I 2.. R~gg. . · ir Corpo Sanìlarro, eh' EgJi. 1·1conosce doversi in parlc Gran~ùeri con Dècreto della ~tessa .data. .. agl'i aùmil'i. llegolamenli <li riòi·~p.nizzazione , in ya~·te a)l'~ss~re.1w~se1):t~mentc c_om_poslo _q.uest-o Corp~ da g1~:. Il Dir-elt. Dott. ,(001\USSE'J!l'I ,l\fed. ,Div: ·vam DoHpn ab11i è .s.l.url).0$1,: ed 11}. parte .a fl .a1:moma v·. Di1·etlt. ·respònsobile,"Dott, Brurone.de BEA0F©R\f M. R. ''ch;e,ye·gna. fra i. '11)edesi1ui ;, n1C1\.Z,O colc~to p,oleHlis~imo . . . . -~ -"'-~· 'Torfooì .'Cip-. MH,JTARI~.. - ~t, Bi1v1GUO., tip. reggente.' p-,w 1xro:cm!~rsi ltestj,m(.lz•ionç. generale e per f.òlt.rar jl 1

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ANNO I.

e 20

GIORNAljE I

d.·agoi; lo

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nr MRDIClNA !ULITAUE .

DEL CORi)O SANITARIO Dl1LL' ARIIATA S~RDJ\ r.'M,ociazionc non si rlc<n·() d,o per un ann() è còm;ncia col t tl'ag-Qst.o. - ll Giorn:1l c si pnhblica il lunedì tli ciascuna sét.Limmd \>p, r.7,7,0 D'ASSOCi,\7.101'1; Pl',R GLI

1'.H'FIGT,1 1,1

l)Ef.

(•;9i1PO SANI1',\R lo L.

In 'l'orino . . ln proYincia fr;1nco cl i posl/1 ,

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"J.r: 'l'brino . Tn provincia. franço di post:\'>- .

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lla.hlJonam-enlo 'deve pa~al'&i per smneslri anlicip,1 Li. T Med i~i Mil itari in ritiro gorlo:,o.gli ~Lcs~i v~i1tag-if :()i <fl~elli_ in set -_ vi;,;io attivo. Le ;L~sociazioni pe,· i ,uon in ili tari si l'ÌCl)vo:rn 11lla 1'1eoGU·\Fl1\ Mrc1-r,u\ll cd1l.r1cc, s,la 10 l 1ar.za V,l.tono "Emanuele N. 9. - Lo leU tH'b p .! t ;d1!i•) Mn~~·1i!.o :rl f;io~ n,,l e devono ~ssero all'ranc,1 lc ed accç,mpagnale chi Y,tf;lia posi.aie.

Smnuro. -

1. DoTT. Il0TTAZZ1:

'Cancrena Nosocoinj;ii'c.

2. CA v. CoM. 111nrn1: lìi\lOpbs~i-a toialc. -- 3. DoTT. l\LHWRA:

-Miosite. - DoTT. LAI'. OLwlmin 1·etrmo-c:ala1·1·n.k. ·- 15. RE1:Az10NE DELl,E CONFElll>NZll SClT:i\TIFJCIIE'. - 6. lloU.ll'\'TINO UFFICIALE: - '1. J1 mP ILÒG? J)~L Q,U,\Pl\O STA'.flSTICO, - Qo,\VllO STA· 'f1STIC0 OEI, MF.Sll DI LU!)UO'.

ME MOR IE ORI.GIN.ALI. CAN C.RENf. l'iGSOCQl\'HALE Jhr11i . ,,,fits~io11i leUe ch(l ,lçi 2.'l tli

DOTT. IlqTTJ\7,ZI

n1ai·zo a

n~ltq Ccm(e,.en:;a

Gc11m1t1.

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fra i 111orhi cl,t: · riscuot<lllO le ,:ostrc sol:CciJe cnre, 01'ìo'rC:'voli Colleghi , ('i occorre cli 1·~m111cntnre più spf: ciahneutc akuni casi di C;t11crena nosoco11,i::le S\'Oltasi su iÒ s.co rcio del 1849 cd in gennaio I B5o e<l alcuni_ pt\r od:<\1·si nei due ultin1i :mibti u1f•si. ' Non è però dì questo modo d'inl1~rniarc considerato i11 lut:-.i i si1oi''elé11.1e11ti di ~toda naturale cd iii tutte k ,rne i·èÌwt.ioni collt1 tn('diclie <<·scola$tiche c;ousidcrm1ioni d l i<> intend<~ parlare, c'ÌH~ ad oguuuo d i yoi la siutomatologin, -le fohne 111<wbosc, l' eziòlogia ,~di ~e nenili p1;ccelti i.l i 'l'll'ra sonù ben iloti : yohniw'ntc dirò io in' brer·e della causa 1n·ossi111a. e ddl\:,,~·e nza stessa dì questo come degli alt1'Ì 'co11tti1;iosi 111orbi e di quakbc 15ratic,1 .di nieJi·cpre 1a <JUa!&, 11iertè d·eUe attcntè wre di mol't.i di voi, elJhe n 1·insdrc di cll~cncÌa 1jiù ·s.orprendenlc che rni'a. ' · At tel'1t,1mènlc corn;itler,ìtì i c;ontag-i<>si m::!oi:i pare clìe ,.1 due prin'e-i1fu soltanto possa :1tl1·ìbuirsi l.1 loro causa p1·ossi11)/l eioè ;id llll principio 01·ganico jl qu,1lc ,1 li"1odo, della uia~ta:Si operi tfoo sp1~ciale ferm ento 'die v,dga ad -01··igithffc sc~n;p1·e I' identko mak, od a 111ic.-oscopiche "".gelal i od :n1in1wli · e~islenze. (o non \wtl'ei, pèl' quanto n!1 sia studiato <Fiut.t:rnarmi in quc&i:' c1 1·go1nento, 1·iuv.cu ,_i· _al~re c:'asioni; l' rclativa111entç al p rÌll iO principlq, I' 111fi1~1lo . _1it11n~ro d i contagi iln i:ui ~oo ,affclli gl' essr ri org.1111,.zat.1 110n ci pern,cttcn:l>bc a' {1111mettere tauta val'iètà .d 'orga11 icbe od orga"niz:wtc'.:sosbnze ta!·,ucnle co:~,ituite eh gcnbrnre 1norhi itle11W:i sèrnpr-e,;_ i rec~ènti pr.0-~ gressi ·i.Jella Cl{iinic,i oi:g,Jfi~ca n.on ,appalesandùn(;!, nè se1ribra11(J-o auclit 1·>0S'sibile cbc, sidi li stisiirnze valo-ah a ~I ' 'J l svariati. effa't ti. Mi ' troverei ~ j)roumte s'Ì grahde uunie ro <i. pértllnto Ò)sfrètfb cli i,nglwggiai·e ·1a sente1Ìzfl dmne con-

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vivo, .la quale, nient.re sarebbe ~li mosl:ra pc:r molti morl:)i, sarebbe pure maggior11H:11le 1·es:Ì probabile dal l<Jro modo oi palesars't, di p roce,dei-c e di 1·ipU)dllr5i, e sarebbe -a desiderarsi chç attenl~. incJagir~i fosser usate dai Ctìltori clelle chimicl.ie, nalt1r,1li e n.1cdièh~ d.iscipli!l'E' n~llo scopo di sollevar' u u leinbo del velo cli'< _ricopre tanti miste1·i. Réativamente all'e~iste11za d'un contagioso p\'Ìncipiçi nella ~10socomÌ:).le degenerM..ione, io mi trovo in accord9 . col rna$sin10 numern di chi specialmente Occl1possi "di questo morbo. . . J,I cwale Jnip morlo cli · considerare l'esscn1,a ste;;~a di tutli-; cont,1gi_ mj co.ndussè p'ur ad t •.l• metodo di cur:·t al qua 1to s1~eci:1Je di ·~ssi. lo nor, dii'<> però qu i fuoi:chè di tluafrto si r iferisce alla malattia di cui sì ti:alta. l giudiiì6sissiu1i 1-;Ht ssi ~:J',il r. iifJi di vqi, où.orati Cql.~ legl1i, ci c.:onducevano ad arctito proceclère. li caustic o altuale, l'acitlo, cloridrico, l ' azotìco, In potassa caustica; per n o·n dir(: d'altri 1riolti <11)aloghi r imcdj , e r:ini) b rgnn1ente adop,erati, ta lvolt;, però scnz:;, gli sperati vantaggi, Mì formai perciò u~ll'idea eh~ l!ncido arseniò., o, ,a lcuuì ars_c uiti. ed ùrscniati, il creosoto, il deutoclorurq cli mÙ:· curio, quali dish-i1ggit9ri Jell<;1 vita, av1'c!hfJero cUsl;ni tto pur anco il contagio.. Credetti p erò che fosr,ero, cb sba11diisi l 'acidp ars.~nioso ed i suoi colnpos~i pcl gr;we i:h).n no che pùssono recar aWorg:.rnif.11~0 cul l~n·o .t8Sorbi1ue1\to. (1 creoso~o 111i sembrò }J.ÌÙ ,idont:O ad ;ir1·1:ll:a1· -i~ fer-mentò ché ,ad nnnipntar e?seri 01:gani'..zaii . 'i,n q,unntd nl nitrato d' arge nto, esso fo!'se nl ._c o,utatto dei tz-ss_u ti sì ' m1~1&·ia, s.i precij)it:1 nlla lor~ su1H:t·qcie e qpn i/):1. lnogo l'enclormosi. : . S0in111ano a t1·enta i, çnsj _di no~ocoi11 ialc, rrutrqdbe oé:coi:si in sul fin.i.re q\:1 18/i.9 ed in gen ~uiio .dcl .1850 , . e non ebbi1:1ù a ì-ame n_tai'e c:he u.u:i sola p.erdi;·a. luv9de,v<1 al m_i<> .e,n trar in ~ervi;:i_c';> i1! qucsL' O,p.edple le rs11 l<·ei,:11,i?ni ìirq_d otte eh vesc.:ic;;itçrii die,tro \~ ~.)l'e,c cbie; al collo, ali<.: hdccia;, un seno fìstoios<?. al pic~dc. sotto il nialleolv esterno, uha :~olw.ionc di 1:.ootinuit/1 sussc:cutiva :-id ,111 ns~es; ~ ,\erto nd goinìt~, seni . fistolos·i al coi_io, ec;c.,; e a~I nr1:estar i progn~ssi di <Lueste ç tl'.altrctlal1 degen.e-· nn.ioni ern non ra re volte. tornnto vano 1,'a çido_do ridri cò, \'a{iytico, il fc1°ro. ro.v eqte ::,rdi.tnrnentc H~ato d,1 un a hiJissinw diligente Co1k5a:_ . . Per cc:rt o !'.anzi citato fe lice suc.cP.$Sc;>-è da att.ribuirsi-al c6rag-gi<>$.ç,' e Jìlant.ro11.ico ze lo cç)ll c ui il Dotl'ore,Muzio e irwlti altri attcs~i·ò aI! 11 ,cur<1 dcj.no.taJ.i fasi di sì grave , m orbo che, fors'anche pel grnnde nu.mcrb di si!ìlit.i<·i ,.v::= t (igù4m a;

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colti i11 questo nostro Stabilimenlo, ricompar,·c da t re m,:si in ùodici ummalqti:-ti<ft1ali, a\l\'egnaclp': a0'1~tti tla . estt·si e profo11di seni. fì~\Òlc,,.si, forano t 11tti., in gra'tia cieli a solerzia e di>I s,11,1e1:c ,lei Doti. D11po11t, co1~clo.tG a gur11·igio11C. Voi J1c11 sapete come cotesle gu arigioui siansi OLI Pnute col deutodo ruro di mQrc11ri9 sciolto alla dose di tre grnni in un'oncia rl'arcpw distillata; ri111Gdio questo che parn il .più ,11latto a distrugger il vi1·1Lç, mentre che uon provoca 11.1s:ll 'infer1no vivi do.lori, non in<lqc;e escara 11e'tess11ti vi\'enti e· p uc'i tutt.wi;1 pr1, endorn1osi ,~ltraver ar e correggel' il te~suto cancrcnnlo.· Vi è no lo come 110 n basti :1pplicare su h: ulcere ca11nenosc fìlaccira inzuppate in cotesta solu1.ione, ma cou,·engn stroilinarlc iu o 0 ni loro angolo e scuo,.nettarle bene dalla sanie, e p.oi Jlroc unu-c t' he cou la lo ro l'Citerata applic11:r.i,)n e rimanga b e u i11.1prcgna to il l1·s~11to de generato. Valse q~1esto 111e1,y.p ad ,11Tcs t:1nJ la c:n\crena svolt:is,i ncUe ulc1<.re d .. cui (' l':1 alli:1 to in llll ginocchio a .sold:1loller thier nel quale vede mmo esser andnti esenti cla corruzio ne c:rncrcuo~., altri sen i fìs t9lo~i dn <'li i era ,wl te111po stesso . torco t1cl

di nuO\'O il \'irnlento principio alle parti cl1e né 110110' g,/1 si:i'om.brn; conic spesso ocqo n :eva o.~se ry:u'e t1unndo il tnorbo er:! corretto coll~aciJo clori.lriço, rnle a tli1· ocCOl'n:va Allo1, 1 d'ossc1·,•arc cl1è a l di~o tt() qd ai lai.i dcll'esc,11·a 11l'odotta dal 111 cdesi11,o t, ('.lllcl'c1111 continuava ~l · fore mul ~o,•t>1·no del tessuto \'ive1llt'. L a circos tante al 1111,slc1:.1 sia ri11110,·a~a ~ol~'opport111rn1 \' ~ntilr,zione. e co1:retta cc.,llc ('ntpora1.10111 d1 doro, r>cr.. F111nl111cote il d t!u tocloru1·0 di 111erc11rio ·sr...i1 continnnto in viìi 1eg,,.iera dilui.iQn;.: ver <\lqua1Hi giorni anche dopo dete1:s:1 l'ul~er:.'1 1 e. ciò per a!lontJ)nal' ogni timore di ritorno c1cl 111:1\c e per re11Jen: più prnnta la ripa ra1.ionc ùel l:, soluzi()11e di continuilii. No11 p osso abbraccinfo b pratic:1 di dii giudica doversi J·iCOITCI' ai molJiti\ Ì clopo r •avplicazion<' dei correttivi :icidi co11ccntrati, <lei ferro cnudenle-, della p otas~a cau stica, ccc., convinto quale sono nò11 u ltima fra le cause. predisponenti .illa co11L.igiosa ,Jegenel':1zionc do\',ersi tenei! il loro ahùso od ;,nche il solo \ISO in, isp<•ciali circo.~t:11ne d, condizioni utmosferid1c, ~li top.ic:i posizione Jei ricOH!l'i 1lcgl'am111a1a~i, cli 1rn1ncro d i q uesti, di <{lialitl1 cl'. 111orbi.

cavo ash•ìlare. , als~ pur a il arr,•stare h, c:mcrena d::1 cui fu tocca la fcriln ,V.mm., <la l'uoco del soldato Ciò. R()u~ del Coq10 de' 8c1·saglic1·i. Fu crucsta ferita <·~n de111olizio11e dd1" fobnge tUf/ :ialc Jd ,lito po llice d ella 111:1110 sinistra e complicaW a dc nutfo 111ento di te11 dini: 111òlti ,ln·iclt:uti sarnbtll'r occorsi, come iieuuJamc nlo dcli' osso, iliffusio11c di llogosi per i t~·111liffi e p<' I' le loro 151.1aioe, pe nlitn d~lla fol unge 111cta1..-..1 rpra se s'a,l'csse an1lò ricorso nl fe rro caudcnte, .ii canslici e simili. Vnlse acl arrestarla ni~l soldato Aùto11io N . del Corpo tki Bers.iglieri , srnltasi in 11rofond1: sinuose e Gs tolosc 11lccrc .11l'in511illl~, i11 segui to a Yolu111inoso bubonP. Quuli peri\:oli no11 aVJ't'lllrero corso i v,1si fu111o rnli tla.11' w;o <lei cm15tico p otem.i:tle od att1,wlc, 111e11t.re iu . uii'altro analogo caso 11Ì1'ahbo nda nic cinorrasin tn<\llÌ Jestn,·as·i da 1.olc: ytme supcrGci:1 li. Vahe :hl a rrcsl nrla pro11t.1111cute ~1e1 :SPrgente Giac·on 10 G. lkl , 3 ~foggim~i'lt.o fonteria, ii1 e tti s' 1~1·a svoll :1 111;?11.1 fe ri ~1 supl•1-stite ali' opcraz-iont: elci fimo,!:i (td iu ulcere sifìli ticlm a\'enJ-i ~èdc ncll :1 1,bìam.J.a; SÌl;comc \'al,,• ad ;1rrnst:arl:i i11 tutti g-1' ah1·i cii'~i in c ni s' cl'a iuncs tatn in ascessi pc1• lrc1\11noui e<l adeni ti. Molti Autori cosl nccurat:rnienle diss,)ro dcgl' ,1ltri compeusi 111edic:o-cl1in1rgici grnc r.ili e l,11:ol i e spee.ihl:... m e nte il nostro Cav. Hibc ri, pcn:hè io 111i tra ttenga :i J iscorri:rè tle'mcdcsimi iu particolar(: n1 odo. Aggiung_e1·ù .solluu to d ie 1a varia fo ru d dt!ll a c,llltTCna dipemle cfoll'oqpnica intli\·iòualc compagc cc.I in gi·nn pril'!e 1hilla va riet/1 òcll'ajfotto tl~ssu to, a\'l'il<lo <)$Serv:H(') cHe b fhrn,o 11lC/'rosa s'incontra nc.::llc iesioui ~lei tessuti fibrosi e la polpos~ in quelle dei t.css uti molli e cclhdosi. In .qù:lnto· ai mezzi prcse rv~,ti, Fi1dc1·mo . s,11·!i ptont:rm cnte·scpara.lo dagli aftri; s' an,;1 i:ura cli e nissuno tlegl'o~&etti ad 11so <ll'lllc 111eçli<·:r1.io11i del lll j!desiino tocd1i. le sòluiioni _di cqntinuiri, d'u lll'i a11111rnlati ; sad, r•gli 1i1e.<licuto l' ultimo ; si àctlcnmno bene g!i ,.;trumenli che sèrvi1 qn all t1 s ua !11 i'.'<lic:1;d_o11c; ~.ri;/1 <·zi·rm'dì o p1•udc.mfe d i 11 0 1, ndo1)l:r ar e fuorcbè a<l uso d'ell'amnwlato contaminalo dalb èancren a le Cìbrcic·a e le co1Ì1presse :inèhc solo 1·i111ustc n<!l suo l'cùo, i.1\I lirnore éhe siano st.ite l<)cche <lai s uoi diti o tl:1 strnmcnli !1011 bene riplt\Ìli, S',1n 1, prèsen.te alla 111Prnori.i che nncbe i 11~a t:cm\1issim:i po rduncclhi lli m a t,•ria 1111w1Yos:1 non rnod ifìt·a ta e rirna$la ii, qua1che ani;olo o m enodro della soluzio11c <li contimfo od in ist ret.ti t\·age tti lìstoJ01;i è s.uftrèiçnle a tn1w1e t tcrc

S'fOHIE DI CASI llJMARCHEVOLL

1G. J\ U\OPLASJlA TOTALI:'.

Storia tld C.1v. c o~im. Pìrntm. Ponemlo mento :1ll'u111il1! fortu11a "in cui ern· r::iclutJ 1:i !ìinoplastia 1otr1,(e p1>. r <·iil cl1e l'os\errnzionù aveva <li1110,str.il<i a molti Pni tici d1c il nuovo naso di\·ent:,, a n1ollc a seguo d« ~cl1iac6 arsi qual<! cencio con 111vlta difl'onni t:1 p el sc)I influsso d ella pri?ssioue ;1t111osfo ri·ca e d:t 1:idnrsidolìnitivamentc alla fornrn tl' 11na sp·11gnol:t; io :wcn, sino cl:ill'anno 184.0 idNt la ,: attuata c.<j11 pié no ;;ucces~o una modi(ica1.io11c opt•rativa <.liretta n ù,;intC'ì1t't'C 1·ialzalo il 11uo1•0 naso, eo11H~ risult a da una Me11101·i.i per 111c 1-egist.rnta nel Giomal e dl'llo Sdenzo 1\ileJidie d 1•ll'aunq I843, Stata riprodotta alla pagina 1·ss ctel 2 .() ,·ol1111)C delle 11 ,i1• Opere l!linori. N on 111i dinwrèì·Ò i1t tli re . (lì cotest;i 111<HÙfil' azio1H' prrcl,è t rovasi <·ssa re 0 istrata ue'h10 0lii testè t·ita ti e p.erd1è npp;1riril dalla scgue11tc d_es,; ri:r.io1:<: d1tm nuo vo caso <lì Hinopbstia totale st111.., ~seguita nella Clinicn o perat i\'lt nel prossimamente trascorso anno Accademico , la qunlc iu grazia dclfo nicifosi 111a chlic uu b uon risu)tmn Ci'lto . li co11t:a.li1JO Carlo Ciov,u111i Nicèlli, d ';11111i 53 circa, di tem);!ernmci1to sanguii:ìno-bilioso, tli l'OLustn cos ttl.m1io11<', d'abito cvi'deul:cm<:nte e r pe tico e 1h1Lo da pnrenti c'li hnòn,1 temprn 1 visse pe r cinc1uant' anni sano tranne d 1c era cli volta, in volta, specjalmei1tc n~ lh1 cnlcla s!.:1$iouo, toc,co da eruzioni cu~anP.c di p 6C'O mol'l1e1~to e po_cl1issimo 1110Jestt•, le quali srn11iv;rno da sè senza .hisogno .li ri111rdii. Nd cinqunnle,imo a nno gli appiwvero sp,0nta11ec sull e uli dd nnso d lH! p1,1stole le q(!ali non !:i dissecarono, uè caclclurn, co 111l' altre Yollc er:1 nccaduto, 111,, rimo ~ct·9 stnzio!inri c per tHl anno e inez1,o., ~on:i.à ch e egli, H qu(l]e ne sper«va una spontanea guarigione e che 1e credc\'a tli nessun i:ili1wo, nnll.1 aclope1,assc 111ai pc1· dd.1cl)a 11e. f'rn llanto 11ella primaven1 J ell'anoo 1850, p reci~amente in q ne' giorni i11 cui eccessi,·o fc1Teva il calore atmosfrricq, I~ d nc pnstnle :;'.•wri c1i·on a ll' uli:.er.11.ionci n l ass unsCl'O 'l'iispclro d(}l LC1p0 Estionwie, 1npidl! pxogreJcn<.lo e distrugge ndo Je ali del naso, menll'C il p::ir.ìe ntt' s t:11·a l?eÌ' c'o1~siglio clè.ll'a-.:te coJitP11l.o a m c dic(1i;I P

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, i .... , , .,1·l''' utìl•t\c ntì'I d\ 1lll'a ; 111c7.ÌO cotesto lr (>ppo c1>,1 ,.e11 1, 1 " o l . I ,,,. . . {' I dl•hol e cont ro 1111 j 1w ,. col,int, ,. ,:10 culo. ':~1go!L1lo 11i"' 1 mente dalla prcselltl: s11la cl.iol 11l r~,,one e p1 t t ~·:1_c ~ra < a 1· ·e el, kse ·e li e< e .>e rn:ov1:ro IH'11u u 11111( a opel',,w ,.• enn ' n · d 11' 8"' l · i•MiVa ai 18 <li ~èo~1 a 10 ,: ail110. 1 :) 1 , essorHo rn ueste c<1udiziom cl, cos :: corrosione: tota!~ dcli ' ala J cslra del 1rnso dn 11n' olct-'rn cq>elicO-l':tnccrosa: la co r rosion~ s'avam.a,·a pd J ra llo d-i du e linee ~l~ll a runncii1: u :11\iezzo 111olle de l naso c<wro~o cs~ù pure• .~1110 j~ vicin:rn;,.n ,1,,lfo sua iusérzione :11la raclic·c Jel fohl,rn: tn..1mCZXQ c:11'lilaginco larga u1c11 te tr.ifornto da un'11kcra dai m~ll' 0iui fun gosi: ala sini~tr;i del 1~aso <liryt'.·uU:1, rim:mc t1do sòlo defb 111edes11na u ri p1c1:.olo nal tr, nel luogo 1n cui il suo orlo ::111l1?rèore s'i111pi,rn~u udir~ guaucia: fa gua ncia pu1: e.ss:i corrosa p.d l1:1_tto _<i, tre !111r1·: degchcrà~,ioue u.mgosa clcl!a .schnc1den.:na ci' a111Lc le ual·ici lìrj in ,·i6na111.a degl ' ùssi turLi11 ,1t.i ini'l'riori: 111n rgiu e :1n~cri'n1 è dc>gl'ossi n;, ~nli ln p:ll'tc c..iduli pt'r uecl'Osi cd in parte Ladati da c.iric: riet1rrcnti dolori h1nciuauti : setTC'7.iom: di 11~atcria p11ru l cu l•)-icQros,i. Essendo stnt,1 cos.i agevol e n 1'i1.:0111>S t' C11si ('lre cotb,tu loèali t:à c n, uclla d ipcmlc'm:n d'u11n m,tls.1 1~,a t:Qstil111.io11:1le e1·pe tic:1 1 si pl·11sò ricorrer innanzi lutto, al lìne ,li coneggc·rla od almeno ù':issotligli,1rl,1 , all'uso inte rno clè 1 fi ori di 1.oli'o, di cui s' at1 11 H:1Hò p.t·r gradi !~, d ose in duP. 111csi e n1c1.zo tla die('i grani " sùssanta, <.:Oli la bi unta de' lwgni tiepidi gvm·r11 li cl' .icqu a se111pl iec e d' nn:t cleço1.101rn tli dulcamara ù sapo uaria. L1 <)tt<'sto \11ezw te111po l' ulçeril ild lùt11 sìnis!;n, del . naso si li1t1llò :,Ila s u.i radi t:c•, 11,a 1pwll .i cld lalb 1lcstro co ntinu :iva :111 all:11·0,,~-.i 1·011 rn.i 0t'ior acutezza e frcqul'ti'Za cle',lolori lan ciu,1a ti ; onc..lcchè fu toccala col oitrato acido <.l i 111erclll'io cl1t: Cl·-ssò pn) n !,1;1uHmle i dolori cd i progressi Jd 111nl c. Una rnll.i rie·u1pil'.1 co'tbt'i 11dirnziou1', s'11hbc ai. 12 <l'aprile rico,•so alb Hiu opbst.ia totale .a\'a.uti la Scuoi., e ciò c o l duplice Gne dr reci,Ìcre i t!·s~uti' tuttora cn111pr<·si dal malign,rntc 111<frl>o e di 1·iJ> lH't11•e <111 ,, d it1'ùrn;itl1 gi:1 per 1•sso geuerata. Nd p:1da1·c <lcll':1 t to opc1·ati,·o non altro fon'> fu1?rchè riproJurn• la 0

descrizione falla d al disfo,to Dotto re Francesco Bava il 1111:ilc ,w,,·,·a l'incarico di Cl',»pil.trc cotcsL:1 storia . « JI Prof. Hibe ri c:0111i11ciò d ,1rl cwa re via lt•W, il n:is0 t'O n 1luè incicisioui sc11,i.e llilid1e cl1c/ii ril:nivano frn i so pra rl'Ìglii e c h e 1·omprendcva110 nella loro nn·n a l,·uni piccoli . traU.i- d'.1 1111,c le guaucic c·onl:<·n11ini alle uli del 11aso e pur l'Ssi nH1ta 11,it~ati; po i lc rò vin il tra1:,c:r.i:o del ri il~o a 11111fla profondil/1; poi 1'1:'SCl'Ò t:011 le tarrnslie incis·ive la p:11 lti aut<-1·i11rt· de~l 'ossi nasali ; poL vrcso con cal'la il 11wèlello dc ll':1 11,p?a !'t· l';ta e<l .tpl'licatglo ;\Ila 'frn'nte 11d in p:1rtc i:ul'd1c ;111 ,1 p ob,iotÙ'. t'a;Jrtli hHa, 'à d ù'1o'l>i·ò li .l'eilibò è:bn iod,ioslr o insiclli'C ton un'app~ndice cutt, nt•a élcs(iuata ,t n•i.ianrnr il tn1111e1.7, o 11tolle, lo dissecò lasi:iaJHlo udcr1·Lll'e al 1,;a po <ld sopra1:cigli o destro il Hlo p,e<licciuolo il q uait~ era dclfc1 l.w1,\1l'ZZ.I di oli.O }inyCi C, fatto $Uf.1i r un 1h'òvì111culo dì lo rsì·o\1e :,I pedi cciuo)o tléllostcì·s'So !embo, lo l ni.s po1·tò ed adattò alla l,recciu del naso e d"'lte gu:incie; po 1 co.u pun ti ·d i sutut1:1 in p,11'lc i11 1orci;;liata etl iù parte ~nl,·r c1s4 ,:nngiunse il lc lllh o .ili,\ pm·ti t icirie e l'ifhrn {ò 11 t ,·.11nezzo hlolle <lei na~o ; poi informò le na'i'jcì intl'OtlùcPntlo clu,· piccoli lllruct:iuolì lrianaofo ri cli cern lii cui ciasc.liedun,o ~veva .n,,J su? cent ro u~a U11111ula pel p11ss.,gg10 dcl i él l't.~j p011 ,tpphca,ti' fti due lati .d el.nl10\"o nlìso dur pezzi cli con1111e :11•t•nti In l'orma delle :ili d' ò11 1rnso 11:1lurale, infilzò in tre lungl~e .spille c;,osl <1ue ' duè pezzi d, c/~1·am1: <:0111e la p ti r le lll<,llia llcl nuove, orgauo i11 vìcin;\'nza d el su d tlMso, i1l1JfC~lchllO d ie ,l'e spille s'òrucci't'lhttisero e 1ri,itit'cue11tlo <fttell'adatta1nen lo i11edian!e fili

'

li

i1 ,ccrali fa t,li pass11 1• i11Lo ril o ad aù;b,c 'le loro cslrrn ii_tà ·; pt1i raflon.,'.1 con lislt'1Tlle nggluLi oatirc i rari i tn t'7Z; dc.stimiti a n•st:rnrn1 il 11um·o o rg,lllo; pni ad ulti11 H1, riuuiti pcr ·quauto si pot(\ coil pun ti di s ut11rn intcn;isa C l'llll lis tcrdl e aggl111 i11at.ire Ì 111m'gii1i d(;dln fe ri t.1 ddb fro11tc e (is~a la cou ~lur punti di si.1lll!'a inten:i:;à lii rndice del lc111!10 al 111:irgine siuist ro ch•lla fr1·;ta i11 nnTispo11dc11z,1 del capo <lei so prai:ciglio si11isl ro , L1sriò libero l'opc:rn to, pro111,st,i(':111do la couscrrni ionc del lcrnbQ e rl dl:i fo n11 a de l u.iso t'd il huou esito d c ll'opcr:,iiooe. Dis~t; .ili.i Scuola d,c le due opposte fn ct'C inte l'IIC del 110n!!lo 11:iso in corri~po11Jl!llZll del- suo d orso 111a11le 11ntc con lJU1ill '.i rl;ifizio a nwruò ç1lllt,1tlo per· alcuni giorni do\'cv,1110 1'C11dé rsi coadc1·~nti; d1e i I r;r 0itli. delle s11ill e tlovc\'an altrcsì più tardi co11,·crti1·si i11 allrt'lla11tc ci,c.itrici co 11ginn5c11li un'tila d,•l 1i11ovo 11;1~0 con l',d trn, e clit; qu<!lhi c6ùd<;r't't1Z,: e ·<lti1'tlc ticau·ici, 'u na v(Jlla so-lid ati·, l',1\-rcl,licro rna11t c nulo l'ial zalo. P,·1· u na 1·ipctcni cose a tllll i uotc iutorno alla regola di rilto, di l,e\',u1tle e cli ncllcnu 1 alle 111edica zio11i, ccc.; a cui fu usS<lgg<' tt,rto l'operat o 1 d irò :;ol,1 d ic la riazione tl',llllll.lt.i,::1 l u lt>{:;gi1•r:1; d:c b lerit..i tiella l'ro nte r icatri zzo per gra~li scm,;i difful'mifa; d1c la r;1dÌl'c del lc111ho si atlaLlÒ 1Jc·11 alle pal'li 1·il'convici11e se u;,,a clic si~tri stato i[ b isog\l O tfj J'i C()l'l'ùr li l)ll()V() ope1t,1zio11i ; d1 c 110'11 SÌ d)bc la 111c 11 tai· iu t~1tto il co1·s·o ddJa cu1'a alt:uh a1:cid1?11te; cl~e l ' in111•s'n c1el 1111()\'0 orga110 ebbe lu ogo se1n' om lll'tt di n101'lilìcazionc e scuza fosio ne di l'i rcol11zi.011~ Il(; il) più 11è in ll!CII O; cl1e-tl lclllhO auto plnlico si riunì pt•r prima iutcnzio11c or unqn l', ìrnl\'o d1c i11l'eriormentc dore rirna~e t1 ist...in·ato pc1· un piccolv l.rallo ,la :1111bc le g u:111ciH, e riò su il pi,1110 dt!l tr,1111t'ZZO 1110ll1! del 11.iso 1 p e r il clic s'ebbe pi ù t:i rd i l'Ìcor~o co n pieno S ll ('CCSS II a'd 1111 :1 11110\'a l'l'IICJ1tazio1w C su°tJJra ; che fu neces:rnrio il corso di cincpwnl:1 siorni 1wr la co111piut:, q u~1rigionc; che uelb e r egola re ,·icscì lu forma del naso, cltC riniaStl questo l h ll'l.l e rialw to 11cJ do r~O C 11011 JJUlltO H11rag11él to; cl1e i ca.pc· ll i èonliinwron a cr r.scc n ; su il s u o apice, stato form.ilo a spc:se <ldla p arte c:ipellul;,; d!e le narici , a,,vr.'g uat l1 è piccole e collocnle :1lqua11lo di bto, r i,n ,,se ro b ene fo·1·u,1 atc.: ctl a~tc a r•esp.i ra ,· cd .~ fiutare ; che l'odorato fu illes<J; che in fìhe i toi:c.i rn e nli fo tti su il nuOYò 11:1:~o non sono m ai stati pcrccpi'Li J.iil'.9P.ernto nella ~cde iu prima. ocntpata (h l le 11i lfo . S0ddisfo'ttissi111o iitll'i11a~pe tt:1to l'isulta 111ent~, l'opL'l'Uto i'i111p,1friò :1i 1{:. i.li lu glio dd so pra· c1ctl'annQ.>1 Da r1ucst'ossenazione sono confen11ati ì scgue11li coro ll:11j pratil·i in t11Lto couforn1i a quelli ch'io are ,•a gifa 11lt:ra vòl ta r a 11u11ent.atì n clh1 lVl cmoria cli cmi è fotto ccnnò in pl'inc.i,p~io dt q ucst~, scriltu·ra. "' 1. Non è s la to in questo CtlSO osscnnlo iJ fouò111e 1:io Jll (!ll7-ÌOn a lo da D e lp~clt, Lisi·ranc, ntanc.lin e 11cgato Dicffeubad 1, il <11,ial-,: còn~istc in ciò•cl1c l' iìn p rcssione di u,1 corpo fat~o sh il l e mbo :, ulopUhit:o è dall' ophatò p c rce pit11 nella sede cl1'cs'so occupa va prima : 2. E quc!ilo un nuo,,o c·selllpio cbc In Jtinoph,stib to• t a le non is111arriscc -se111pre l'odorate>: 3. P ,·ova questo c.iso uon t::sshc verò, 1:0111e dice V~lv c.iu' cLe nell a llinoplastia lolale iI ll ll OVO org,nio diven ti molle al segno d'abbassarsi com ' u11 cencio : 4. Prnva co111è .~ia v,rno il timo·re di J)icffeopacl11 cl,e il l1!1nbo anlopÌastico 11moia pe r :is{ìssia o per ffog osi, se: non si ta glian i più cospicui vasi della :ma n~dìce : 5, T'rova co11tro Popinione d ello stesso Dieffenu.icl1 ché i pt:li d,'tm lt: mho a u tciplastico preso in una p«rte ee-; , Iosa e 'tt'a~podato iu \ m-1 µon rélosil , si 1fotréiiìo 'è 1

,i

cl~

ércscoilo:


56 6. Prova b poss1biliti1 d 'adaltare Ja radice del lembo · fra i 11i.1rgin i d.c!la .fe riLa _scuz,1 d1c ~ia inte rrotta la cir~

m a crasi manifestato. edern::i , p\!.r cui foro Qo credute necessa rie akunc srnrifì,ca1.in11i; persì,;teudo gli .,.Itri fc11<J1nenì-, si :·ìn11ov<1ron .i salassi t·: la solita be \'ancb. Dopo un a pessinia not!:e l';1m111ah1to 1frcscota-,1 a neJl'scttimo ~_ìo~·no la f::ccia pallitb, i ro b i picco.l i, intcm111Lj'.euti ; .,,·,;,·,, ocle inl.c.ll iì,: e th h:dc va IJéva nd e ,1çidc. Gli fu $ O!l h 11ii 1ìi~tata la lin1ouata t;,rt;11·iv4,1ta,~rna s1..:'l le due ore p<>1ncr!dia1H: tessù di ,·ivc~rc. · l"Vccroscopiu. Dopo 24 01·e da!b ·1u ortc il cadi1H ~r.c non offriva esteni:11ucnte <;osa ,~lcun:1 di' 1·iiJ1 <1 rchcvolc ,, tralloe fil n111e u,a.cchie rosso--lividc all.t !o r nlit~t d e l rnl lo e l'esaÌai:ionc.:- del I).UZZO d ei çc; rpi a~1i1n ,ili i,,1 islato d i. p-u trcfoz.ione . Fa tt,i".l o<!al111 f:t 1l'.c l' i ocisione ,dc.fot cute , USCÌ poc:-t C(ll.ìlllÌl~ di .~ÌCl'O C, levato via il muscolo stenroclci<fo- n1ast.oid~o, .s'ebbe! a v~:dn rn.1.1 rae<;ol t,1 t.li pus n.erissiino e l'ètent:ssiu ,o dc: I p eso di circa trenta grauimc, t 11: usfoli pi o !'o1·1c1i dc-I còllo, il l'<: Lto ma ggiim ~ t'lél ln ·Lçst,i 1 glì scaleni ed il lungo del collo erano lutti intie ra111enJc o rprnsi inticra1,11cute sp,1pJ:loh1ti. Distrutta i11 p.irte era pure la g u.iiu;i cel !ularc c:be a\"\'CJJgc i grqssi V,\Si è<l i nervi della n·t,ion e rnn·ic,dc. , Apcrt;~ il crani o, nul la s.ì r~nvcnn~ cl'inoalu r t1le, tnrnne l'iugnrgo s;inguig110 ddh nHe v,1sçolare cow·c~: ite l'enccfa ln, prodotto d,dl'o,;t,,,co"l<, cl1'inconlrav;1 il sangJ.iC a ri~ fltfi1·c st;1nLc l o s Lrozz,1,11cn~o avvc1wto nelle parti 1)ro,-

c0Jazio11c, SC'm:,1d1è ri-,, u)!:i110 di1fonn i riahi· e sem.ad1è, ì"f ·f>ratico d/ùL" i'iù l,,hJi a c:it:atrit·e co:npiut ,, prhticare la sezione di q111·lla 1·:.i dic e pe r dal'le u11 uuovo ad atb tncnlo; n,111'è d,1 molti consiglialo : 7. Pròni pure d:e n,cdi,rnt.: questa 111odi.f.ìca1.io nc opc ratini il 1.1t10\'0 n,\so, l oo tli d:dlo sd1i,Jctìa1·sj, dal rin~agna r.si , 1:onserva l'e!c\·atcna dd suo pi<1no primiti vo !.!d assume una durczz:i sc:uìcartih,g_luosù :, 8 . Conl't:risce i11 fin e a rì.ihilitare b carlt'ute for! un,1 rfclln. Rìnophistia tot.ile.

uc

17.

&!!OSITE (da ·1tnct storia del J)p.U . PiJwrolo).

~iAN.1111,\

inviata dnll'O~pcclale cli

Aì 28 del P· P· ~iug11 0- fu l"Ìl'OV è r,1to ndlo Spcùale ~uèc9,·sal e di P i nerolo il snldato Hougonvcrs dd Regg. ~;1voia cavalleri c1, d~ 25 anni , d i ~i:mpcramcnto s.1ngHignò m.aréa Lìssi1uo , tl i costi t11zio.i1<~ H tiètica . Soffriva qu osti 'nn do lo1·c reumatico alla paHc !:itera le: e sup~ r i0n~ Llestra. dd colJo che lo tonnent,1va da sci giorn i ·ço n l',1c.comtfi1gua tlir}1 lfoi seguen ti Ccnoincni : rigide:1.za dd i;o lfo, d ol~>rc -iusopportabtle :rndHi .1lla più lcggie1·a p vcs!>Ìoue ed 'd più se1nplicc te ntativo per u:O Ye n ~ il capo; lu11ii<lczj:a l orn le LìO<:o :•ppan•n tc, 111;1 seu,ibilç ..1 1.,1tto; col tnez,zo del t éH.:C'1nHrnto t)OteY,lllO clìsiÌll!5UC1'Si dnrep.e _a ~l1i:~a d i rnrd.è lese, sòtto e !m,g hesso il corso d't.Hlo s t.érno - c)eido-n1~1stuidl'O, corri,:pònélo1\temt'nte ,1! luògo ' ph'; clol1mte la çutc r.!·a d\ <~olore rnsso rnpo; la fai:cia o1Fivasi abb~ìttut:i cH il cnpo pieg·<1tò al<1uanto dal '!alo ,;!fotto. La, fc,b lirc era t;ag!i;1rda coa polsi tes i ). Yibr,!trl l'teqnentissi 111i i la pl'll1: ,1ri<la; il calore t1J·c11te. Qucst,? a p1r11·,rt..ò ~li ft:non1c 1Ji rivcla\·~1 t,m,., Mi~sile .i lella rc' g1on~: lalentlc· pr oJnuda del collo. Ne lla me.~\esrnia s·è,rn ui'~~ii l"lnnrn<}lalò 'ricoverò aell'O~pcd,0t fn ord iiùito un i;al.issò dal braccio, i.n1 cal~tpbs.m,1 crnoHicolc a1la locali1·:1 cd una h cnp1da d ' inl'usioue èliafo'r eti i;o leggie}'t11entc stibiatn. l 1folla d<i1n;:11e il -sa,ìgue estratto era t:p pc)·f~ d i . tenrree. ~ote1:t1i1 ctl i ~/n t o:m.i ~qH1 _ttr:,'l.1,1li

,1 quclil' delb preccncnte scr11, per Cl.Il h :rono np r t~1.tt: !~ ' 111c<le,;;iÌne ordln:izioni I(• q u:Jli SÌ l"tl1ll0\',1l"Ono, f.lC!l~ \'Ì ,;ita de] f)OIIIC J'ig;;io e nel le CÌue visi le del 8UCCe'SSi\'O_gior po, ',1u cu •i s':.iunH.'nt.o ' ' '• la(ose 1 I 'l • t o (c111queg1·a1n) •-' )!, C • oc tartaro •s t •, tlJ,1 11ell'in.fusio 1~c cfo1!'ò 1\:Lic:1. · :Npl t~l'f,O giorno di qvcsta cura i polsi C1'<1!JO p:i1'i rirncs$i , il dolore ,loc:ì le 1'>iù iptéii'so i b lin\;u ;} l'c <'.çios.a ; m,anca \',ipo,'fc dci~z,ioni alvi"ne. 'P.urc.ìn iìpplic_:itc 15 1i1ìg11.Hl.te sulla parte a/1~tt a e s'annuinistraroù ,11i"a\i,t;m:1ht to ·duc Ol'lèic d'oli.ò di rì i:iM . Es.sendovi n clh, ser,i ~1µa ld 1r! 1,1,i;-;t'iorn1ne';1tp1 s.i ritorn·ò alt'uso cÌcli'inÌ\:s9 Ji,1io{·'etie; ·sti'!)ìa'to .1 L':ii'nulill,ito' passò un;1 notte ;;~,itatiss i u~a , Jn f'cbhr / iosorse più gagli:li'cla di pri\1ia è 1100 v!iis~rr acl ahhaÙcr)1,1 dtrc ~.,bss, nella gìo r n;tla e ia solit<1 infosionç stibllt t,1 . Loc.d1n'én te'·ì l' dol oré dava , :-,1

fo1i<l c dd b rc;;.,i onc later,de-supci)ore destra del collo. S par:,t.o. :l_tor;t~e, i p o lmoni u o u prescnt,1r;,p alcuna altcl'il'l.ione; il pc1·jc:i rdio contc n è\' ~l ci rc,1 1.1n li trn. di sieros ità .0 iallo 0 :,ola ; il ··cuore crn cstcrn:1111e nte scolo 1',tlo a d estrn , rn~.; o cupo a si11i,t1;a ; _le par~ti del s1;0 vcn.t,·icolo dc st1·0 CJ':\11 .!SSOtligli,1te, q\tdle de] n .•ntrÌeo]o . ~ÌAiSt1·'.1 in,;'pessit<.) e ; tagli_;Ù<~, SLi lJ aVlll,t O Sal1~ tlC d,1 Ull ~ r and e ù u 111 e1·0 cl i boc.c \.1ccc St)n,iaEa:it i :1 puuti liO:;~i : o;;~crvn\'asi i;iolt r~ _ndla ca vitl1 dd ,;c~1t1'Ìcolo destrn 1111:_1 prf.lçl uzl'o,nc fìbd 1)0Sa di (;<i°!01:c ~ia lLi.s tJ"O, 111\:,ntrc ne l \"~·1ih1;itoio s i"t-JÌ,;tl'O CsÌSlnvq iHl\:~>r Ull:~ Ct: t:<.;'!:1,1iata d i s ; n_:gu<:: I\OJI 1·a,v.1 I _) ' ,.. ., I preso .. / ' i-~p~·ta n1t a ...: S L\ O ~11<tu e r a j)lll ro$sa e pt~l 40.t~ U:j_t.,. è

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s,teurc d(\il ti rÌ,l)lf1:lc:11~i ~t \e p:n"Li: !t1 vena t:,11':1 ;1ppa1·i,rn fl pcei,da e scolo1·,1t.i 11:ù d~1!t'i,1_s,,tn. N dl:, .('HYi ti1 ;;('ldo1:,in,:il c{ 1101.1 s.'iJJcpntrò cosa .d.c:t1nt1- cbu n,eritassc ~pec:ialt! atteni'~o _1; e. ·

- --·~ --- '·I 8:

O'l"i:l1,l~MlA ,l(E,tr:v10-tA,tAHHALE (iic/. nr.w stori.~i dllt ,Don;., LAI inviatci d(tlt:Ospedale Divisi ottcl'tc cli Caqtiwri) . Ai, i3 di gennaip P· P· .fu coilocat9 nelJc;t.to l'f 2D ,ld\'Os1,>ccb)<i ,P,ivisio.m1),e dJ C,nglia1·i 11 11 .soldato de.'C:ii,a llcgf?ill,l,:i di s,H:<l~gn,, ,; ~OCCQ, d' ottalu1i,1. , Ern quesL1, ft! vc1:te.si1119_clu,q:L'anr~o de)l't:~1,s.ua, di ro b u ~ta c9.sti ~uz.ior1c tcnnJu1·,-n11enlo sangn;; ,. tt-di• ' J... \ • • ,; ' .., "$[!,,1Lo. - _ Non riu?t.:i .d ifficile a l ,Cur;ìn!:e l.1) scprgerc, , ol lr e aW.iniez io n <; reticolare della. cpnginntiva o_t: ulrn;e d1 ç costituisce;

uno,dei c6n.1U,eri anat0\1tici ddl'o!:~,1l11r),1 cat,11T;Jlc, qw; ll.t (;'zi;ipdio r:~d{:l't.t e, pl'ç>i'Qnda che al(p;nJie.1N :11)., i;clerO-· ti c):i e cl!e tçnuina fo 1·m,a1,do··c1udla wna rnscola1:e _,1t~lip;: d.dl\ 111rn;~1l~i,t o, ]·<!. si~ nsaz\'.):1ç ~l.i stror;i._(llÙCnto, ,pn ~OJ'l"I () all:-i j,ni/~1·i,1 t!e!li;l cornea, ~ì bene tlesn;tl ,1 d,1 çui' fnro\lO ripctu tt~ soYcnti YOlle nella giornufa 1.1112.ii,ni Vetdì e eh 'ft-avers. Ntl b c<>n15iuMiya iqoltrn no ~i> \ ~l'i , d'olio cti g i uS(f Ui .-l~ ll O IJ(;l'O COO tistiatlt, d'ac6 f1ÌtQ; rn\.1 leggicro grùdo cli' tl.1e mosi all' ipto1'~~ de-lla-Rc ri fe;·ia de ll a t\1tto ì_n v;rn~>; ).'lei dj, rhc SUSSCf!, ~H il ~l~i)on: ~ontino~,l";l co;·nca. ,E ravi bgrì111·ù iioue èou 1uorbos,1 ,ec.ir c·:i:iooe d; p-ìù· at1·_oc'è. éhe ,11 :ii , la pdie era S,:;111pq! secca eq arida, 'L 'a11H1.'a la \o e ra iqto)l er,rnt,e della lut·!>. <~ p rQray tt il polso ;vib l','i11~e ·e lh:quentc e ~im:inc iù\'U k i1tL6 Ì ti , 1-:i ; eusaziunc cli e pro,,lttn òbbç ro g.ra1w lli di sabbia l r ,t ' Jc L .?re e 1·,on·i l no; . p i 'O,\'HVH pn r un · se nso e, J· p1q· trMto nrnni i:t sbi·si b to,sc (:io lllig nnLle .,ll~i loralitiì, Ie p aJ1 due libbre ~li\ lccotto' pdt.orale ~tibi,, to, \ alàsso n)atlina IlP.zza e ~li c1istensi@ne nel g lo,b~ ilel P oc.d1io; la pltpiJla s~r ìt), ~ èl ~cs to Gicfrno 'ii ·dolor e focale era diminuìto, · , era r istr.:;ll.a e {1011 m::µ.cn va alcuno ,dì quei frmorncp~ ct1ç.

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J.,' . . . . . •. ] , . ••• ,. ,iu·:ita a)l.1 c,1t,111,1 ~· . uua reu111.1 1.1c,1 ~ 01111 I .I I I ·t . . ' 11 l · 1·t) ,,:i ss·11ac)Q (I l'esame (• e fj'l' lh'nl e, n I O\ o ·:1 a oca ,1 , 1 • 'f, · 1 ~ \. •

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, · .' , I· ,Ile .irid.i t·alda <~ la. lingua h1:,1ucastni 11H1 ,I Cun111te ,, p< , .i . · ·1t .. · .·' . · ., , riè ,·o%.i m in:1L·<>m1. ocs1stcv:111 o 1,1lc10 ' .. . , t>. •· 1 · fi . . 111 0 11 J,:cr1os,,, • • • 1• : 1·1· c·1•>Q ll1thcolta d1 n:sp1roJ go11 1czz,1 1uv 1 • · v,v, ·do 011 ' 't' ' · · · I · l'·ltltÌomine èlolo1'i v1id11 a _e art1co1az1oni, Icg" w o 1,.<! <(,,l •~ • , v • ·• 1 . l . , h;·i~idi, set<:, n'lusc' a ed i polsi tòcd1va11s1 v, )rnti, e t,11·1 e

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·ris entil:(llllét1~e r~b!Jrai. , , .. ., , , I.,, , .0 >1 l·l·il concorso di questi feuom'em persuaso• ·ICu-:•t rante éle)Ìa gius~ezzn élelb fan,, cli .. gnos1, S ace 11. se!~'.-'.' .().

"s " ,

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,1- t'iHrllialtere la 11,al-aUHt con 1111 metodo anl1tlo,i:,1,;l.1 c,: ·Ito enc,·"'iéo e dò1)0 un n rimo salassò che pre senfo 1110 i:, ' i' • -l". r . fì l é ilOn teJWCe cotenua , a~tri. JJG.. fece 1:ep 1c_ar~. n ". Cl;, _.. · ottenne una ren~e d1mUJti¾1onc eh tutti I s1nto1111 flo::,1Stlé1 .• gen . e ,..,1 1·1' si: Iot·di avvalonmdo q·..uesta• cura con una sr • ' • • -· I- •, . ·l 1,e · t·,~ 1:1.,o,·osi'ssi111a· e con Òt."Vund~ tarta1·1zzate t: stt .n,1te, o · · . . I , T · J.,ecalmente nico,t' alt,ro •fece ·applicare fuorc '1c panm 11\1

·lll •ul.-ISJ-· ·Il 1· 11 u·,• ,Je'·ozioné e111otlientc con akune poche 'd .., "Occe di s;>ltaedato <li pio11;'bo. V.into pe1: tal ~.11 0 o ·l .. .ficri(><l<:> d.' acu~.e~z~- d~I tn?rho, st.iv,~ p.er· 1 1 all'uso dei topici nsolve-Dl1 qu:rndo s _.w,.Hl~.dH! I ,un111.t l.1to nella ·sttra soffriva leggici-i. accessi ,.çl , lel1~~c yre~c..,. dnti da brividi, per. ~ui soi11miniskrp per altlllll _gwrn1 il sol foto Ji chinina ali' a1u111alato~ pcrsua~o che don:sse 1·iusci ,·gli utile t:rnto ~e <JLU;:sle febbri fo~scr~ state lllW n ~cidi•: :1 d ' intc nuitteuli poco pri111a soffl'rt\1, q11,J11to se llOJI aves;ero, seco';idg il .f_;iaco111Ìt1Ì,, 1·;ippn:,sl'ul;1to clic tin p11 rtic,da l'C lll~do d.i._111srnifcst,'.rsi clcJl'afl~.1i0n f J':"'~~a' tica. ·Coun111<1uc, dopo 11 lerzo g,_orno dnl.1 uso dd s~:J,foto fli cl,iuin:i la Ccbb1'e vcs.p ertin:1 n~n 1;ic?,11 1p_:n-,·e P',U· l')op~ ciò r cs:1~i loc11l(! la u1~t!a1tia, uè affalu .la cur,1 al solo t~ Ò ~li' coìiirij' ri~olutivi. . .Lu11gi p e n'> d~_.ll'of~cnc.nk il br,111ialo in\':hto, cb~t:i. ad .iccorger.~i dH: 1~011 solo la \Ha(a Ltia lo?alc SI n;1111eva. slat.Ì01wri:i, 111':l dqpo qu.ilclH! g10Ì'll() 1·1torn:wa aJ venotl ~> di n•cnr<l,·si·eu1.,1 . Sorprn;o da . quc' s_to' ?'·è11to,~ ntll ~O\'. o \rn'accùrato estu11e .1Il' :i1uub l:ito's1\sl!;I sua v11'\i pregr~·s~,1 èél olkni-1c la 1•itm data {'(1)1)\·ssio11c d1e da p<lCO av è\'.i egli ; offer te ulcere veuen·c ar p1·(•pozio cd aWa ·gbì;ù1 d:1 1 ' le quali as.~ali te e111p'i-riè,111,.elile 1·011 una cuT::i !!Sl~a1it'('.' l'ò~ cah•, crw,o ·statc consegmtat(~ da alcune r i1g11d1 a l prepuz.io. Fu da ciò iodolto il Cunrntc a sospettai-è h1 co111pJi,:nzio11e .sif.ììitiC!a e ,110n CITÒ p9id11\ sottop~st<i: l'.11111.11'.1)abo ad pn t1 cu,;a· wh:éu,,inJe itrteni.1 e supplito il t·oll1no r1sol,(1fr,.:~) .cov un alt,;o co11') p0'sto d: una leggiera 2oluzionr di. dt iitoc.1.onJJ·o di .111~i:,ctn-,io? otteon:e iii tre settimane h, compìuta gua rigionç ~lcll'a11111:"lato.

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.RELAZIO~E'.i>ELLE éONF~UEijZE \'CJlliYfJFrç1rn. (}mfùwazi~11e det .1i1.f $C .di .Feàb.mi'o , Sc1&"10Eqì: Nclla ·p1·imà Confcl'c1iz!\' ch'cUbc luogo ai' ':14' (li l'ehbfaiò il •l)ou:1C6sWnzo facendo s(•g'ui rff nlla sctlu ra pl'c~ ùCdcnt.c, (-vèdi pa.g. Hi fj!ft2)i~i-fa H S~'Olgcre iJ SUO C•Jl'lt'Clto ciùè chcda hlennorf(flgìa,non può, in trsi gencra'lt\ c~~é1'é còntrt.1

giosa dopo ·due mesi <laJJa sua appariii&tie; è 'pcrù \JJ0\1ihione elio lo sia dopo questo in tcl'Vu!lo e pc,r u1'1 tc1òpo' 11/oito·_ più lt,!:ngo :mco,· ~>gni v alta che sucrc<1orro t~:1èt1r-béi'zi<>ni' nella malattia e cbe là materin dello sto.lò ù'011 :;fa Ji11i µrda e ·,1iu~osn, mn 11itenga' i • uarnttcd 1fi m1.rcò pu1·ìfòr·1111e. Agl5iu~gè· p,uc~ d\e la blcn11on1agia possa csse,·c (·0111n~iosa dòpò i due rn~si, quando esfs:te · un'ulte1'ù nel ·èm,alé tlelt'\ìfcfra. " Il Dott. Mcrn11·dì faeel1do seguitò a çp.iantò ha dcL!o 11dl\ùtra sc<l uta, imprcndc . a J)l'Ovm,e ·Fel'1·onei'Lù dèl giud iiio ùhc .fi:.sa la tonta~iositit clèlll:5 $celo u1·eil'alc dalla 'durala

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' dclh blcn,1orrt{gia, sost_ e1wn~ ohe tanto ht blci;inota•agia q~ant.o la blenorrea sono co1ll.agio$t; e che il diffcronzi,.llc carattere d('jUl1IO thllla 111·escnza ddla , 11(!;,;<)Si iu u11a e dalla sua i1sseuz:,.111dl'alu·a, ù sol.rmcnt,c occitlcmtalc e llOll ha rnp~ porlo .nku ,w <·olla con tagiosit ù. Djftatto .\\i SOJ~lLblen no1·r"gic i1tciJ)ip l!,i, ,fll'CSSO\'.h½. jnd9lcn1i le q1,Juli sono con'.!agiose e vi sono. blenorree che, ~CPQ(?Ì,1c anLicbc, pul'c sono contagiose cgualmç1gr. Apvoi;-gia poi .i'a sui:i opinione .sul giudizio . elci pi.ù acp·editali Scrittori e fra gli ,\lll·i d.i H.tn1te1\ Swediaur·, _ ,Beli e ~fontcggi,a c. ~i q~1cst'u_ttirnoci,1a lcsluaht1cnte ·dh•e1-se anqot,:r1,ìoili da esso lui ·apposte i1lfo traduzione <lei TJ1allato _di fritz sulle , millatt.ic YCncrce cl;!c- tor11ano a prova di tl(1,an10 n~scrist.c, , • 11 Dotì. Costnnzo a1Jernia che il tcl'minc rii due mesi t·-hc c••li h,1 peo1111n•1,iaLo, aucl.Jc coll':ip.poggio dcli' opinione del d~J.L. Hogncu~, non intcndc. fissiufo · in 111odo assoluto, ma solo ·in un ,1110:lo g1;nc1·a/e. Il OoLl. M-CQ,H'ùi .so:;ticnc i.n vc<:e chi:! neppur in tc1·.rni-nc 1 gcùcr.ilc si può JlC<·.cHarc.la SL1-a p1:opo~.izi.one e .c1·c(:lc an1fi che in -tesi generale (1Vvc11l:W appuo,M il rnntrario, soggiungcnJo avere fat t.i, spcri,·n~c t\<.I nutgrilù di valcMj, Pratici al.ti a p1·ovarJo. J.J' :µott. du l)caufor,L_si fa a dJiçd~1:u <·omc.possaavvcnirc; sq<:.pndo l'.opi~1 inc di quµlli , chc arnmc.u ooù-1111 vil'us ~'cnc , reo nella hJennorraiia, cbe qua Idi(! , ol ta uni), affètto da bll'n~u)rragr.,, dopo una curaantivcJicr·cadiectta ,può gua1·ire dallo_ scqlu p,t1rifprmc e non altro a\':1111.;wc.:_ fuol'cbù un Hlggicro • scolo ,mucoso limµiJo, no-n ront.agioso, d1e pcr:ò, se iu •q,~1esta · .~ondr:i:jqnc,~:csponc. a .quakhc ~l'tl-Yo .di.sor<lim•, può e.s:.wcr· bll\'SÌ, t:ÌI.Ornarc put·ilbt·JJlC, e (J,Lrinl/i .i·01W1giOSO clOfJO un por-iodo in cui non csistcv,1 pi_ù i l vinis. . ~I J)oLL. 'f:;1pp()rj.(!.1 '. cdc dH· 1)1-1n(sia •il vin1s q.qcllo chc,ncnde t,Otl.l{l,~iQS9 !ir, sgolo de!l'uretr<1,' niù il pus clic ,si scpar-a daHa lll,i.\~o,s~1,d,cil'urcll'iJ· '' 11 Dott; Co1.n isscHi, !'a 11µ1,u·c t:.OITIC h(;qpistil)rie vada deviando uall'argomcnt.o slabilito 11cll 'nnli 11c tlcl giorno , ,dw ,ia~~11111q, jn pocllc p,\r.o k. 'liis11t'.l.nd,cndo allu quisbione pt·on;i.os,s.i dal 1)01 t. cl<; Bc:w:forl f;i . i:ì.fl t:,lleJ'c 11011,< <lov.cr:si confonc:lcr, il vi1·ai; sililitiço col pus b,le1Jnorragicoi e .tiuollo ehc wsti(ui>;Cc- la malattia silìl.it-ita ,css<Jl'C l&csisLeHza dell'ulce1·a nascosta u manifesta, Sullil Sl'Ol'.1,:) p<~i ùéJlc.,propric osscr·va:tioni ç· s4l ~pn_sens-o dei l~t;ali~i ,più, dislinti asserisce 'thc ll!J;l volta bene i,\Uaritn, uirn lilcnnçwnea nm, si ripro,duce·pi-ù · p1T In sola t1Jilqcnz,a \Ji l'/\L1:i~1<·01111rni, Q <·h,c r1on si può con t_'ondari;1çi~.10 dire bçnç gu::rit.,1 sinJa o~o, che csi.stc. uno scol~ · <;1~mun11w; lj.q,(i<.lo e 1,1;51sparç.11tc.i Ac<JCfJO,H lu1nd1 alla f~1c,iJità , con ..cui in, dctcrrninate condi7Jioni- i:;!i seoli, mueosi possono i:endcr~,~ rnnJ~ "\giosi,1,riqtando 1in ,Jpa1;ticol,11fo mofl-o la i,;t;ugivi'tc,: ,<i la sto1n~ti_tc ,c;J~c- in-".ai c ; lç ,.JJ,uc:,Divisiòni.11dt'l Cani po çl} ~- ~aurizio dopo,; la secon.d3 c~nwogni1. D1~lle:~ossc1·• v.ùzioni 110i di Oesr;uellcs ç,.s~1;011;~q.1l11,1,.,11.osta fuorr 1di dub~Ìt! la _p_ çssil>j)ii Jù dçJl'inocuJ,Ji i11nc degli :spoli ,prniulcnii,tktlfo :~H!t;USf al.l_~j\ll,IIC.o:;9. ,~'.O~\-,<;fc(j 'qç<;lt ÌO?:t~)lllC,<l<;I ila~'Ò,•dckcon do~to ,a1;1d1,~,, p, ddh\ bol1C.), dd, 1·e_1,~1., ; CC(': • ,.,,, ..., ~ ess1Jno «: hic1cn<lo 11ltcl\io1,mt•J1te 1-n pa1:ofo H !>°H.>1 (;01 1 missctti ra 11 rras,:;unlo del le due scùutc ·pcr .·(lmwsu1.11:c co,1)1'i111c1·c~;;i_1 to t,,la!,i-lit'\l,Ja diffcHcnl;'a f'q1 ,lu· o.U.n1 mrti scih1-i>.lici <1 le 01.tai'n)[t.i p~11:ule~lle., J)i!;C• potc,,si ritc11ccc, uomc : -d.t~Linqvo c;~r:1,t1~ri.s~i,c~-di 'qu-estc uit i1pefo scolo purulento, l;t· 1·J)s~cw:i,, e, h, 3onf!_~?0 ! dèlh\ cò.ngiu 111J,v;.1 ~<tl~c !>alpch1·c 1' !:'. ~l ,il_ ~4~PW~i.,,Jnv'<$_tigando poi 1 ca_r(1t1cr1 ,d1s~~n1n;1 delle tr<'., s.nec1(.: ,1· oualmia 1w1:ult\l'\W 1: d,1uij•.ehe il ;,:;1oto1uo clul lf \ l · L;1w.1\ ·ncs ~i t.a (o lliil Do1 (.: rapp:iri 111,on può ,anw1· acceuarsi ~pmc certq perq~1,è, 11011 çQnl{~\;llUto .d,~ ne:ssun altro Auto1_10 e 1101a còrhc nei casi dal medesimo citali l'esito felice dcll::i J

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sola 1(10t•i1 11rttì1lo••isiiM liìfSci° H tlli6bio se ·si frauassc vc1·àrnou1e d i 1.h1dlm~i 'Porult!ntc ibfo11lldtr11giebc, tnhiéhè tli Eft,ullmi~i rcrrU.:lt>al i. 'A quttsto 1nroposiHr l•luiui,cnta le gràvi diseussiùni t1w vi ,rurnuo, ormai dicci lln'ni ; ·rra i Medici ·l~n1"Ttllèsi, Hdgi e 'lled·csc•hir l pVimi rité11i1\<ano éhe-lc ottulm'ie dei oconal.i foss1wo strr:rttliéi dftaliliie"<:nuìrrali, foeili a guar-i-iisi; tm<ln~r~ •i l,Jl:Jgi ccl •i '\lè(lcscl'ii <!l't:<levt11fò 1l"òppì>Sl:O •cil incmp.in\n i ".Fr,mét'si (l'essl')' osSCnnlòt·i su~crfieiali. AccadQoY11 dj 1poi tmlll,c iu F1':l'fic:in o'ft::i l!ttrti 1>01'1.fl e1He <lei neonnr:} «r11.vissiOJ'e c •con fo1·mu è)iidem-itn, te quaH cosrrin':lero 1tuci : 1cui·ci ~., lMdilh•arc le loN, l>pi!lio'fl1i. TMusscau ebb-e •tt tr1ìtt.ar io ·qi1ol tt:mpò tin caso Wot:1/tlmfa In uh bambino che, lcigicr(1 iu sul f>"i ncipio, si svol$~ in st·guito"ctlsl ·1·ovihoE1,t che in nwno·cÌi 24 dn; cagiònò il 1:rcpacciu ·cd il votmucnt-0 1l'11mlJi g1i Ol't:hi. Cr1:d\·gli inoltre che i C!t'S'i i.li vcrh tl~Ualhlia JJlc1mom'a15ic.1 11ei •o('onati siuno molto 1'al'i e dict: che il.sci;no di Lawrcncc si può (;1crlmcnLc cont'on,Jc1·c r,ol1e ionli('zi.é cd <•cdìimosi pulpeb\'il'li coli l·ui ì'iMèo11 i b:lmbini e ciò pci• la to111prcssio1w ò:el Ctthufo al 1homc1Ho <.lei prrrLo. P nssan ùc, ,ti ~i11tùmi ébe possono dislingu'é1·c lè to11giui1li\'Ìti 1Jlcnoo1•ragiche tlnllc J~gizianc, dièc 11-0n tlovci·si fi'ascu1·ai:e le di,;tinzioni ,\nuunziabe dal Dott. dc Bea.uforL, ma non pnL.cr::i le 111cdesiu1c scgui1·e fuorcl11! 11ei casi in ciii la ou.uJ111 ia invaòe kntilrne1He; Siilcoritè sì l'una còine Jln:lt'l'11 in molti dìsi inrndono rcpcntinamcntç, n nn potc1--si perciò fare c.(UJIO ·dei ,ci ta tì lcnomc11i, utCJ1Lrè si tonfòndon essi j,el )oro :;ollc1·ito 1;ucreilcrsi e sono nell'auge della malatLià. 1>1·cssappcwo idùnbfoi. 1,Ilicordìt pure 1·0111e YcLch 'è Vétcl 'arum\' l· uwo quale scgrrn c.JruttcrisLicò dclli1 congìu11livi1e J¾;izinna il eo111incittì· essa dall'orlo ùclfa congiunli~a pnlp•!,lli'nfo infe.-iol'e. Holat.i:vamcrnc ulla cura fa nowre che noti dolJIJium(I ·fis~ài· i 11os11·i 1swdi i sol1unt1J olla l'Ut,.a della mola!Jia qmin<r' è in t·orso, 11m possiùilmcntc z;pingcrli sin·a prcvc11irla e per ciò rhiolge il sul.l ù i~l'CJl'S"O sulla cura 11resei'vlllirn ùi 'tùlLc tre le spc11ie. 1n qù::uito 111111 ·ctrr·:i ·1\1,11IIMtlfr11 dcli ' otU\lmia purulm11a dei neonati ronsiglìa d' esplorm·e nei rasi sr,spelli le 1111rti genit,alì mulil'b1·i tl'Cll111ll'o '111:'1 puNo 'C, ri't rovandolc a1Iè'uc; d'iroitol•c lu llllWt·a ~palinunilolc lii materie grasse (·he si:1110 atte a <for nJ!ll' 11111 ('Or))\; lò tèrmcdfo éhc 'i'Mfiedlsca l'itltmcdi.ito cont.1llo; poi di l1\v:11 1c ,ml,iLo con àccuratez1.;1 il oc~rnll.oJc consiglia'rt! che M font.e 13attcsi'lualc no'ti sia fot lo uso, mmssinituncnte ndl' iln'Cl'no, d'acqua fredda. h1 m'dine alln cu ra p1•0Hlt1ttit11 dell'ollalmia f\gizi'm'l'n ·con'.. siglio di oon fo re dormir i so'Jdati t!oJle lincstre ,.1per1c; di fort i ('opri,·c eon copc1•U: di luna; di non pe1·1n6etel'o c·be d<ì1·-.. 111.'.tlH) nactolti in sovei'chiì) 1·nìml't'O denfro ~11\for li spropor:tiù1H1t.c a con tenerli; <lbe s= es1,ongnno alla trop'po vivo imprcssìbtH: della Jttoo sc•nzt, clic le Mp'twturc èlci loro éllJii si:'11111 fornite di coovcllie»Li visierr, e di p1·ocu rnrc che fhi il giori ro 5i lavino ,gti oct>i1i enn :wccn,uilttngato i\\ lnolt'i1cqub. Consiglio li11al111ènt:c che quelli i <1uali sortono ·ùall'Ospc1h1lc pon siam, lllCSSi in Ji llérèl Mll'l11Méazioh'e con ~l'a) lr i fWd a c\bc coòsér vaito <1ualcho tractll\ d i gr.\nuhliionè s1ìlla eonHi.t111t.i,vr1 pnl11clmrlt-. Pc1· qunnl.o ri llc u c la cu,·a prolilattica della congiu 11tiva µl.01mou1'agica,. c~nsiglfa d'imJJCd i1· ·all' ùnirnalhtò :iffcttò dàbleM1or1i;igia d 'esporsi alle ca1ise reumalie.hì', cap'aèi di sopprimcrG In sN1lo; di 11i.cco11)11_mlt11 1gli oglii pos~iDilc pi·ebau'-1 zio1tc pCl'chè nun si tol'chi sl'ocd1i cc11Jc nwni o coi pannili1li imbraWHi <li: 1unte1·ia blen1101ir1i15ica o ' sdpralt'i.lHo él i. cu1•orc·co11 p1·0111ctill qualumfue irri1r1zionc sJi·si 1rianìtcs1ì pc1· avyort{ura :11f ~cc~i, ·essendo qu6s~a uud cilstonc pc1·

cui l'amm;tlato è facilmelit.e ct>hdo\'.tò it toccnrsi t'c plilpcbl'e colle mani imb,·:trtìit.è. I1assa1\do quindi alla èura direrw è ~li d'opinione che nelle òttalmiè p1.H'ulcntc ilon vi sia fo ciò una g1·antle dfj[c. 1·co1.a tra le sue tre diverse ~ccic, ma che de..bl>asi sop1·atti'1tCo r-egolare razionalmente secondo Ìe pnrticola11i l\it•co' ' ' st.anze !ICll'ammolaLo, dcj la mnlattia e del genio che ·<1ticst'ultima puç, assumere, r icordando cQme Ju semplice cu1·a an ti!logisticu enCI·gica, usala dagli stessi Pro.lici, abbia alcune volte SOl'tilo un ·buon -esito e soven te lasci~to <lopo di sè esiti svantaggiosi. Al qual proposilo cita Je co:rc dei Dottori Gambaroltn e Goria cl_c• qw~li il primo ha-spcri,.mcntnto 1ncJl'Ospedn'lc di Genova insufficiente il solo metodo antiJlogiSlico ed _il secorldo trionfò -della malattia 11el 1837 colla suJuzionc di -nH1·11 1o•cl'argen to la t(uale fu 1poi lléJ.l'rit'mo susse-gucntè riconosciuta jnsufli cicute. Binno,•n perciò la già an nunziata. opiniò'nc d'aéùo'.pfarc queste dùc cure modtftcandolo a seconda dcll'acuteìza della in1nlattia e dello diverse condizioni dèll'nmmnluto. Va quindi la di;isione della cura in genl!1'<ife ·c locale sùd~h rdéndo l\uost'-1.\1tima ìn llùw·mica e !meccanfoti,, s'tlèò'n'do clte è 'ùlh!Ha 11 1.ifodifìcar od a ùisn·uggcre le par ti affette. Pér!:,1ìilso qual io sq'no, dic' egli, Ocllè cognizioni "osL're tanfo 1.codclie com·e pratiche jn '(tu est o argomenlo, dico di Vòlo consistere fa c'urh dinumi"ca gèncraJ~ nei salassi e tièÌle evacl)àziòn'.i sangui§'IIC J)CI' mczt.r) ì.!dle 'O'Jig_n auc : dell' uso del tnrtm'O stibinto in lung~e soluzioni ; dei purga~i"ii dd calò1nèlu110, 1·accòmt11ic1n to i·al1lcnnei1tc dai ;\[cdici Jnglcsi; ùè] nitnllo 1fi polas$a, i11c11lcato spccialment.c da l lognétta; 0 çlcll 1ntropn bclluùonna consigÌfat(I al cloppio sco'po di° poLento Hcpl'imcote del sis1e01a songuig~!> e di mezzo m id1·iatico capuce tli prevenire I<: ttd<.w6rize dell'iride nlla co1'nca nèilc j>a'r~icolm·i ci1·cost~nzc cl1e Jo J·i1:hicdono. Quan to itlla éura locale nçccn'na che co~a i11lert.<lu pl'r n wa clinnmicci e pc1· mocli/ìcato1·i, soggirmg~ndo come per l'aumcn ~;ire dclia dose tll). yirncdio d.a di!lllill~CO possa <livt1I UlrC u1ccl'anict1 cioè capace <li distruggere la p:11·1ç che tocto. A qu~sto, proposi rt,> ÙQpo avei· lodaLo il 11itraw <f argcuto cd ·i vo1·ii modi d'usa do, si fa n parla1·c ùcllè ,nci~iuni dello co11giun lirn oncle p1·cve11i1·e lo strozr,a111onto dell:t cornea e degli irn:onvc11icnti che, 8CCoud' alcuni frn cui il Dott. (llur·iv, poLt·cl,l,cr esse l'CCarc e u~llc diflìcoJtit nel prat,icn 1·lc. Noia di pùi r ùtilitii in molti ·casi ·delle iuci:;it.mi e ~l fo a n:wrari; kt 1\1·aLica di 11)•,:cJJ che instituisee qtiau.ro incisioffi fra lé iosc1·zio11 i dei muscoli rcu i cd introùucc poi fra le palj)~bre la soluzione conccnll'ftta èfrl nitralo ù':1rgr11 10. H11cro11H10d:1 pure la c111·a sugg"1·ita do Hog11e!l,1 il quulc, 11u,rnc.Jo non può reciùcre la c-0ngiuntiv:1, iqt.rotlut·c un cili11d1•11 d i ,iitrato d'argenti) al <lisòuo l1elle pulpelH·c e lo I~; sccr1·c1·c lut ti i punti, e,·it-nntlo però ìli toctnre la corrlca;ì'lpplica subii.o dopo sull'ocd1io .pann il!Oi !fl.Lrisi oeWae.q uu ghiac<;fo:r.n; pr:atirtt i.In generoso salasso sin :Il .deliqui,, e sommirustra t1uindi il ,lilralo <li potassa n.d at1a 1Iosc. P a 1111 ,cenno sulla ctìra ·di• questa mnlattia pratic.1ta in Egillo da.gl'rndigcni e sul collii'io che, &i,us1a çiot-Jlç;v, t ie.s1u: iJ1.qm·He, cootlla(lc e ranim,t·111a il mcto~lo tl'A<lams che in Inghilterra s'acquistò il titolo di d-<J111ato1·e delt'ollctlm.ia, pu1·1~fe1).(c~. <;,·eùe it1ulile fernwrsi i;ulla condotta u tenersi quc1ù'do·la maluu.ia ha te1·mi1w1.o il /ìllO corso d'itc:utczz:i e 1·acèoQ1n11du spio di tcne1'e di vistu la cura lidlc 151,11u1ula¼iOhi e ~ci 101·0 clfctti cons1.wutivi; argomen to· questo sturiiato co11 ,purticola1·c acNin11,ez:r,i1 sino nelle ,sue pi èi 1,cmote consesll'r.nzc dal oo~tro ~facslro il Sig. Cav. Hibcri. Jl Dolt. Tuppah fa notare che la 8ll'iscia rossa iadita(a ùal

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Lawrcnee IJ da lui piu volte vcdut.::1, non può eo11fòndcrsi, gtaclo di Consigli,!t·e Ordiirnrio aggiunto insieme colla pci suoi d1•atlc1·i e pc/ suo ap_parir alcuni gio:.ni d?po lii -: nlcoità- i.H vestirne la divisa. ~ • nasrila, ·e.o1le ccc'1inws1 a~ceonate dal Dott. Com1sseu1. Ag2. lì1·of~s.sore Cay. Filippo~ Dcmicholis, Co1;sigliere giunge rhe nclfo_ sua': pratica particolm·c. J.ia più volte ~·.ico~ Q;1,;dio:a-rio aggì1,1nto .a l Cn,isigrio Su.pcrjtll'C Militare di nosciÙt.l.l fa precs1sLCnza della b.lcnnonag1a nelle madri elci hiimblni che prcscntaN,m . ìl sin~omo designato cliii L~wrcn~ .nir.à,, coH-qcato· io aspeHativa.,.; per 1·ithti ionc di Corpo. ce; cb.c in fine, io (lW\DlO ali:\. gravi.Là -della irtalattia, non 5. :Dott Nicolao Permeo, ·Medico in ·(;apo di p1·inrn· si p1J.ò t·ss;i es~lu~c~ç per il -s.ol~ fatto _della .~acililù c\~l1a Clnssç_ e Segretario del J~onsiglio Supe1i,iore J\li I i ta1'e d( cura, quando st riflc!.ta -0hc mediante hpp,ar1z111ne -<leltindiè;ilo prodromo , si ,può, far!~ sollccifamcnte; ·notando in Sanità, collocato in asp.ettt1.tiv-a per riduz-iono di Corpa:. pari tempo cije, sebb~ne non .abbia ciò annuni;iato la prima 4. Doli.. Pietro Marchian~li, già Scgi:ttliri'io-aggiunr~ ~·olJ11 perchè ~iteùeva che all'a1mlir.azionc deHe mignatte più al Consiglio Superiorè · ì\Jj(itare di Sa:nità ,. orac Mc, clic ad alt1•0. dovesse àttr·ibui1ii la guarigione, purè nell'Odico <li Battaglitine di prima Classe. · spizio del1a 1',later•Ji~;c;li Padova la e.ora non è limit,.1ta a,ciò solo, ma le f associano çoJlirii d'una sa.tura soh.tzione di Bartolomeo B01·clla, Chi1·m·go Ernista · nel. Corpo solfato di rame. Térmfoa ditj!ndo non poter annuire all'Qpi- ~ S:a:nita,:fo-i\bliinre, tlispe1isato<·da ull<>riore serviziv. nione ae1 Dou. Comi$setti ClfC l'ottalmio pur-ulen(a,deI,nco6. Dott. Giùcomo Frisçtli, l\fotlico in eapo fii 1~r.in~a ;..._ 11:\tj sia moltQ rara, mentre porta _ opinione cbe l'oLtalmile Cl~sse. 9ddello allo Spe<lalc ì\litita:t?c dt:- Tor~no, collo~ blennorragira ad ambi gli occhi- ·siiJ. inolto;più. frequente di ,1uantp_ gencrnlmèfll·c si pnò credei'e , e che· la Jn,assi1~a cato ih as11ettativa p:<:r rii:l'ttzione d1 _Corpo. parte dei così detti cieclli-npti e-ciechi dalla nascita perdono 7. PotL Giuseppe Bottani , Chi-1·migo in Capo di la visla in sc.guito ad otialmitc,,blennorragicll·, pcima C!a~s.c, ad'delto.> all~·Spedale Mili ta.re d-i1Genovn, ll Dolt. CoinìsscHi non intende rifiutar il sintomo prodestinato a Medico Divisionale di. prim,i' Clnsse dello . dromo illdicalo dal Law1'.cnce, il1 modo assoluto, anzi copsigli.1 che si ,tl}llga a calcolo: dic.c però farli meraviglia .come, S'jredale Mìlilare di T'orino. · · se qncsto segno fosse sempre c.os111nte, non sia state osser8. Elott. Antonio Carnevalc-Arèlla, m,cciiQo, in Ca:po vato cl;! .annunzi!!Jo da altri Autori. Fa poi ri.flcttcvcche una <lf pri~na CJ,:~sse"1Jrcsso lo~Spetlàlc :tl;J:ilili,1f.c ctL Gcno;va, soJuzionc salti;ra di · solfllf.o di ranie mcritn d'essere- pt'es'a in .consiùcrazioùc. ne-li:~' cura: Continua però, come giù di~se, nominato Medico Di visionale di prim~ çl:assc prcs~o. Jo a àuuitare chç si tratt.usse di ve1·e ottàlnìiti l))ènnorragicbe si·esso $ped~le. in vista deJJJssito felice Mlfa cura coll'appl~cazionc clcllc ~- Dott: Giacomo· Besozzi , Medico D:i'visionale cli migaattc, cd è nel St\O dubbio vij!ppiù conferrnato udendo sc;conçta Classe-a,qdc~t,Q allo S}l~~lnle J\lillta re ~f.i Crnwo, tfa.l'.Dot.t. Tappa,ri che qousi sèinprc, son affetti· ambi gl'occhi, all:'opl',)OfilO di. ·quello elle accaife--ncgl'adulti e J1cj casi ,JJéne dt>stinato irella stessa 'qu,alilà nllo '5i)eda!e Milila;·e, di di \ìhiara.~i ,in cur l'oJ~ahnitc blennorrag'ica si limif.a quasi N.osara., sem,t~r.c ad un oc(}hio solo. Conc-Judc che seconda questi p1,h11 O., DoU,, B1med1z'1{.o . Cair(} ,,.Mewco c;li IRè{;gin1c1Ùo cip# non si po.lJ'ebbc ainm.ct1cre possibile un porto di • • di prima Cl'asse a'ddetto allo· Spedalc Militare di N<>donna infcttp, sen~'ul)fùUalmilc blcnnonagiça nel neonato; il d1c è conti:çu~io. all'osservazioue. v.ara., de.sti.1ta.Lo a.lto. Osp,edale Militar.e D1visionalc di 11 ".Dote. <le ]3eaufò1~t in appoggio all'opinion.c del Dotto1•e G.enova. Tappari crcd·e cl):e l'òuàlmia pu1'ulent.a dei noonnti sia ,,c1 L Dolt.Cav. lgmrzio eìilli,·Mcd\cotlìikggimeulo ;di ramc1Hc blennorii::igica e soprauuuo queila che si ·riscontra pci_ma Class.e nel 1° neggime1Ho Grt\natjr,rii, ~0\19.~illone~Ji Ospizii dei (ro,,atelii· cd è intlolLo j n tp.1·c ,t"·opinionc non·. sohuncnU[ dll'i .cQsi vc<lutl, ma dn11a moralilù nncera in-aspellafrva per· ~nfermil':t 1ç1J11)0raoca'. <ldl~~ ~nr1dri d1e conscgnpno, la lcÌl'o ~rolc a]Ja l'.HOl.a d1;1g1i 12. Dou. Fl'ancesco Ahbenc, Medico <li Reg3irnen.to · esposll, ~non, che dall~1Statistiche dclJa rno1·1;.1 litù_dei nco~ìn tf di~ seco·nda , Classe u~l 2° ltegiì.mento G:'11.9-nati:ifri , colin q~1cs1,i Ospizi i, rifiwilc dai più accrcdilal i Oslctrici, dalle locato in aspellati va pcl' infe1·milà tempor:q1ea .. qu.ali' risulta che dove la me1ù,~d.,wc; i due tcrii e do,,c insino i tre qui,nti delle )110Vl'i 1wi ll)o,,atclli soll a_dJ;1;ivarsi dii s,Hl-·.! liUe con1;1enita,. .

o.

Rl:EPu:.<:lGO-DEl, Q-YA-DRQ-..-SfA.'.'f.lSl~t lCO-.

Pa.tl•te Seeond,,,.

I'a1·iazioui 11el pm·~ona,/e{ dei Corpo Sèmita.rio-irltY/itrmJ 11e1· .B. Dec1:eto det '1~ lf a9osto f85f. , 1. Dott. Cav. Lu.i~i Ba.t:~ag,Ha,; Consiglier,e Ordinar.io aggiunto al. Consi~~io Snpeciore · l\lilitare di Sanità,

collocato in riform!1 colla, conservaziouc-i de.I titolo, e

_ Dal .segucule Quadfo mùperìco risulla che- 11el ll)CS(l' , di luglio p. p. furono curati 1.5 21.!'S amrnala1ii. uei llO,'\'e, i: O'spedM·i D1.,1isiou,ali -<) nei,.clici.olto Spects1lif S.qcondnri, ~ii l·il-a ri. ' . Questo numero d'ammalati si divirle; ì,u -",moli: di, l\fedidna ,. r-36\f €li Cnfr\fr/!;iJ1', (HHt'di SHìli<IÌ'; 51.ifO dr Scabbia. ' In Medieinn sopra 2807 am1m~l-ati ~vi f1mH10 52 ·· morii cioè una 1>iccola frazione più. d.ell'uno per cento. . hl CJxi1·urgia sopra. -15(i9, ammalat;i, 45rtH)rH--·cio& a-n morlo ogni 542 cmati. · Nei sifilitici sopra 696 un morto solo.


...... del M9vi1ne-nto fl!Utne,~ico de' 111:altili• :n egli S1.1e'tlali Di,,isionali e Se.co,1:'tltit•i llli{fitn,•i·

pel ,nese ·ili (u9lio IS5.'.I .

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tip. ·re9gen1e.

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A.NNO I.

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(I di ge(tefohrc '1811 l)

.GIORNALE DI MEDICINA ~IILITARE DEL CORPO SANITAlUO DELL' !RtÌATA .SARDA L':isso?iazionc oon ~i riceve ohe ·pc.' un

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e con'l\ntiii col I d'agosl,n. P)1E't7,0

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Il G iol'nale si pubblica il lunedì di ciascuna sottima.~J

n' 4§'S0f,'l.\'Z!ONP.

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·GLI u#1ciàLI oEr. éoRro SMHTAI\ro

In Torino . .• 1n p1·ovi1;1cia f.1•anco di posta

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P1m ! NON MIU'l'Al\l

In Torino . . Jn pro vi nc.ia franco d.i post~ . .

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L'ab,,bonamenlo dov~ p~~arsi per soro~sLri _an.tic_ipati, 'Ì Merli~} MiJ il~ri i.ri riLirn go<:ÌO~ò .{~ti" ~less_i 1·a~1trtgg\ qi quelli in set· vizio attivo. Lo a ssoc 1az1on1 per 1 n ol,l ml11lar, s, ricevono alla rl ll'OGI\.\F I ~ i\IrLTT,\RE écl 1tr1e.e, sita in Piazza Villori~ E~anue,'!> 9. - ·l,o lnttJH'~ ·p ~~- a.t~b-:ia,111\e}lltn al G! arn:tl e del'Oll (; eosere a!l'rancato cd acco1~ear;~1ate da' vag-lia postale.

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-SOMIIAE110.-1.J)on. AnEN,: Su.ll'azione del mercurjo.-2 Do;r'r. C~r'nl'\EO: ferita

: chè Jà di'atesi C<';ltica Sia dai lllCl'Clll'Ìa:!ii domata ?, pgli è: quc-Jlo che nori dedoi Checch~ ne sh\ di cio, al.lorchè,· H M.crcurio h~ prodotti i sudi effetti sull' _01;gauisr11p cl1ia1·é1 appare la 'sun azione deprim,ente e tale la con'-' siqern Rahrnv,.ini nel suo Tràtt11t~ soj11'a le malattie degl' ATtisti dove, pa·r hrndo d egPindoi'aloi·i e (li' quelli che t rattali il Mercurfò\ .fa r iflettc 1,e die le vertig111i', la tl:'é,._ b9lezza, gl'ii;igorgbi cd il. tremolio delle e~tre.mìtà~.la pa" ralisi; -la so1:dità, l'amal'l.r0si ctl in segùilo !'_,, stenia, ge"tle-' 1'ale 'ebbeì·<? luogo 'senza che qllesti inorbi siano . stafi . pr~ceduti· od ·?ccompagnati da ria-z ione [ e!)brile. Vi •sad1 forse alcu11Ò che vo~lia dir iperstenica- l'azioné del _mell-cu11it;· perd,è i'Ìovigo1'isce l'aiilrirnlato estemìato dalJa L~ celtica? .A questi rispoade,:ò che una volta · mogificato ff virus n ella' sua azione deleteria che' eser.;citava suU'or-'

<l\1rma dà ruoco. - 3 Dow. !\'t,i;:-;r1:LL1 : an-

giò-cardio-brmichi:r. - 4 DoTT. ·GARIBALDI: fèrila pene- · trà1l'tc nel turate. - 3 DoTT. Tun:N,\: tumore M'ticol;:irc. _ . 6 'n. Br~,·c(to <lei 3 d' i:lgosto f8!,7. - 7 Rivi-sta di sio~-.i;iali scientifici.. -, 8 17,11m.· C,1ro G,onDAJ'<O: J{esuconto sc-

mést. 1·ale. ~1 ' .

ME~10RIÈ ORJG,INALI.

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AUl,U~~ l';\llOl.l\

SULL' AZiONE NEL .l\1.lmCOJtìO .

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nel p.r..do.clo 1ili dp.!'l-' ganisH10; . .. .l' cocmomj,;\, . 'clèhb'entrare ,,

!t/ttJ d'al Dott .. AnENA nella Conferenza dei · •1'Ji Torino. ·

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l'!l'llOUP.

di ·11w1·zo

eiò

u_na q_uistione di 1110lta i1.nEol'ta L1:rn scìe11tifito-prr1tìca, la (ju'ale !.non fu agit.afo j>èr· manca-nza _di {,ernpo · ed in cui · m~ se<nbraya 1 se male .non til' -aypnngo ,. scoi:gere fra ,·di 1 pnorevoi'i CoHcghi , un senti i-è diverso. Cotesta 1tJisfio~e versò Sltll'azione del M\li'ciurio. Nessùno di noi \'Orrà, io creçio, .id imit11zio11e d' H0t1nnan, neg,fre ·1a spec.ifìca- prop1:ietà degl' [drargirosi nella cura della Sifilide, ' ,ma <livi~i s on i pareri se eccttante sia ò deprimcntè. · .Lasciando a fiar.t e .la sua azione di contatto, stimo es-

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al razioci'nio;

ile Sar(lhbc COÌ\f-

S1'0R',lE .P,I éA.S] Rl~'IARç_l'\~:V:Of,J . 19. ;

t"ElUTÀ Ò' ARÌVtA fDA FUO'CO l ... • • ; • ,~

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ST0R1-A. • DEL CAy . . Ì

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sentaneo :tlla · spe1:ieuza il considel'arl0 c·oilre eccitat)te, troppo nulne1·osi c!òsend-o i fatti .di Oe11n)rnsie j1e-Jle qit';!)i ai giorni nost1·i s'trs a cc)11 mol to · si.1ccCS;$O, sjce.o n:e el;il)i ocoa-sione di pi·ovarlo sopra rne stesso n ella ~rave ep.a'topolmonite •per me soffert.ìi . . . . Trattandosi <l'un medicarriento che ,ìl ·Medico MìHtai·e del)b.e sònnte uso re; mi propongo · dì pl'e,Sentanj ·nèÌJe suc.cessi.v.é. rjui1io~1i alcune o.sscrq1Zioni sult' :ammini~tra,zio·nc de'suoi più comlrni prepar,;1ti.

..Nella pl'ece<len te torn,lta del 1" di JJH:irt.o s' cl exò

se,:e cos,:t diffidle sciuglJer in un modc,> fo,oncusso la -q\1Ìsti0nc sull':iiione di-namica 1 gi11cchè fatti pato-logi.ci interp1·etati giusta pres òncette opinioni o l'òpinionè dei diversi SifilograG o l'esame di fotti ifohìti si posson a.ddur i1l coi:ifei'm;i del p'roprio h1o<lo di re<lere. fotern:1~doci però n ella quistione ed tes'amina1idola senza pre_. \tei.'z!one ·di parte ,si;l~ot1,a11110 forse contiliaré quesfo due ~Ppm1oni co11tra_d dittoric. Di fatto, beuchè éàdan@ . d'ac,.. còHlo gt'Autoi·i nel non. ammii1istrar il Merclll'io udl'acutf·z~a . d·elle 1hal,rttie celtiche se iion dopo-l'uso 'deg1'anti.flogisticf e ne'l so·s o~ncler'1ie ,l'amrninistrazi.o·ne al -Soprag-gi~nge,,e :cle'ghtcch.i'enti.,febbrili, dovrassi· per questo c1'èdihe che• .1.i sua t'n1,i111a azione sull'or'«anisino s-i a f ' t) i·ealmerìte •eccitante'? _twvei:o . per in011., cre.dérla ·tale ·si pott'à for.se rico1:ru alla speoijìtitci .del 'lllorbo e d~l meclicamen.t o col dire che l'organismo abbis.o<>na d'tih l,1h,è1:o , ca·mpo c SC<!VI'O dà co111·p}i-caziouo.' llo<>is~c~ 1)er-

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11,0ll resisterebbe

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ALEss.umi:w ~C11.1T J, tl :11;;0

ffrdico di ife!l:Jbriertto ne' ca·,·abinim·i Ì1.eafi~ i

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! ll,Maresciallo cl'-;iìtoggio a piedi N.N.,.fo: efa q'ouui: 5•?, di teuipe1·ameuto sa,ng1.1igno; çli:robil~Ja, cost~tuzione"bene J'atto d~lla,· persona, di sta.tura ordiunri:).l ;ille o.r~ ·qieè i pon.1eridi_::(n_e. .d tl.l 3r di -hw;H<> p• p., nell:;:itto ·che tecav.tsi alla CM.n 1na ~4s~i.diati-fl al ~li I~. cl<-'. l pC/P!t; òi, 1P-o,, l'il er,i, un è_o\po <t'arma' c:laJì.ioco al·do,;son>er il qual•e ~adde a ferra s.11l>it,wc~inente è (u tosto traspoi;_tato _n l;)l ,pi;op,:io ~~. . Jrh111ediatanrente dopo l'.acc,idcnte accorsetìOJ~ersonie ~l.ell'h1:te norghlls.i Il 11dlo ,S~C§SÒ t; mpo ,gjt~nse q?,l.,Capi-


tano della Compaguìa il l) é n . Q·uàglio il (1u,1l e , ri cunu sciuta la ferita ed intorno alla medesima nn ,·oluminoso trombo, scnz'lndngio pratic,} bagni ghiacciùti S\;Ua totalità nffetta. Gilmti più·tarclì il Dott. fabre' ed io, col concorso del dott. Quaglio al?biamo preso· ad esamir1ar·acc1.1 ratamente· il ferito. Era questi pallido in fo cc:ia, in istato d'avvili111en to gener,1le, rattn1pp ato sul lett o con uositura la terale destra, sensibile alle estre mità toracièhc a segno da gettare disreratì gridi al menoino tocco, m :;mc:i_nte ,1uasi. della parola, talcliè diçeva d 1e si sentiva morire nel rrspond~r ancor a mala pena alle n ostre interrogt: zioni, prin> affatto dd senso e del moto delle est re111it/1 iu(criori, _non eccita))ili dai pitl energh:i stimoli esterio1·i; un f:i~eddo nrnrmcr1·et> i11vatleva _tutta la persoilll; il c'c:1po, il to1·ace e l'addomioe etan o liberi. La ferita del dorso, della circ-onfe,enza cli sei linee, era lacero-contusa circoscri-tta da \"asta ecchimosi, di figi11·à éircoh1re irregolare, in cotri-,pondenza d'eH' wnione del}: r r,.a colln 12,.a ve1-tebra dorsale, al L to' sinistro dei processi spinosi della colonna vertebrale. Esplorata ac·.Cttratarncntc e delicatamC'nte, non fu fottihile rintracciare il corpo straniero. · Chiaro ris ult:mdo che sì tratla\·a d,ì lesione gravissima <lel midollo spinale, dov<:mmo pronunciare n101t1le la ferita. 1n t.\lc cr:itico frangente si fçe<!r applicazioni di çalde polente alla pi,mta de i pieòi e di cataplasmi cnn sei1ape ~1lle coscie e gall)bc ,'èla 1:i1rno\"arsi a b1:e ve ir.itervallo di tP.mp,o; s' ainrninistrò ÌJJternamente u _n a 111is·~ura cardiaca · da prenslersi per cucchiaiate e si continuò sulfa località fei·ita l'embrocazione ghiac1.:iat,1. Nella mattina del I d'agosto 119n_osservandosi cambia, mento -nel .fe rito, nulla s'i1movò 11,e lla cma. , Verso lè quattro pomeridiane dellç' stesso giomo esséll'dos'Ì appalesata riazione fehbdle accompagnata d? sete, alla mistura cardinca si sostituì 1H ·decozione di taÌn'a1,ind6 e si praticò dal braccio un salasso· d'una lihbrtl, continuando negli stessi compensi terapeutici alle estl'e1niti1 pelviche. Di molto essendo <lirninuito in volume il ~rombo, si ritèntò con ogni cautela· l'esplor11zione della · fo1•ita ebe 1:iusd ìnfrntt uosa. Fu allora clì'io proposi ai · miei Colleghi lo shTigliamento della ferit11, onde tentare · in campo più vasto ·di raggiungere lo scopo desidei:ato; ma facen·d:o eglin o gi-usl'llmente .riflettere come, non tocc:rndosi colle specillo alcun corpo str:rniero, fo$SC ~vventurar un' operazione senza s_p el'nnza fondata di compen~o, io rinunziai aWìdeata dihrtazione.. Alle ore dieci. pomeridiape mostrandosi risentita la fehhre, la s~~ç ..nncora più viva, si praticò no se.tondo salasso dal Lmicèio d '. unà libbra e si rinn-0yò l,1 prescrizione. ·dc-Ila decozione di tamarindo; se n on d1e essendo sospese 1\1 d('faca:àoiie -e- l'eri bazione si pì-escrisse un clistèi·e se1nplice ,co) là giunt.a o'un' oncia e mezzo d'olio cli l'jcipo, e niù t,i rdi deli'ist.cssa se; ·::i s'estrasse col catet<:11\mo Lln~'libb1·a ' J niezzo d'orina. Jj SangHC e_stratto CO} ; p, i-mo 'salasso er:,1 i·n istllc\o normale. 1U m·a ttino dei 2. d ell'indica to mese e ra urescente 1a f<'l:>hrc .e più aÌ·de-ntc' la' sèt e ; una sens ibilit11 appena :dvertibllc ·man.ifestavusi. alle estremità inferiori, 1miggiore però nella de.,trn; inte1:roga'to, sul suo stato, l'a1n, '1ih,1lhtò rilipendeva soffri·r egli un 11i'o~estissimo tinnito alle .or-ccchie e pa'rcrgli che le .s ue gambe fosse!· accavallate ' l'una suW,\lfra, soggiunge nclo i:he ne!Ftilto che rilevò il - t·olt,o' si sentì éomé- spè1,til·r in dùc là coloun·a \"CXtebrale. ' A rnalgrndp cli tale ,ippare nte mi~lior:unento osserrnn-

dosi m olto ~le ulu tu e ln e ve b respirazi.-,nt', ,1 lun{:;O in,, tenullo ,li tempo il singhiozzo ed alcuni nwt.i SJ'lasrn o cljd nppeua pe rcettibili d~~i 11rn~co1i <ldla faccit1, s'amrninis trò h1 stess a b e rnndn e s i prnticò un ter1,o sah, ~so, e sicco me sin· a_ q u<>ll'ora 11011 ~· e ra potuto ottene r nic un 1 esito al vino nè, d'oii,ia, si ri11novò il c1istere 111on;tivo <:oli» giunta cl' un'oncia · d'elèttuar:d l euitivo, e si jHa~icò il catet erismo ·col ,1u nle s'estrasse ro due o ncie solt,w to di "torbidissiwa orina , .Essendo ,;fo,i:tç, sc.om1, ar s,o ..il tro.i;1ho si cessò d ,,lle crnbrocazioni 1;lii,1ccia:e S\1Ì !a feri w, sostitu ~ndo l' appl ic,1.;ione di filr,ccicn spalm a te d' ungue l',to refrige ra nte e si fo ce -coprire l'ipogastr io con un cataplasma di farina di S•.~ll!i di li no; si co 11timrn ro'no i ratn plastrii coli:~ senape e le calde polente ,,gli a:rti inferfo ri. Il sanguè del secondo salasso era i'oruwto cfo p,1rtì ,t"guali di siero e di. cra·s sament o e coperto da , uua Jeggiei:11 cotcnn::i. · Alle ore quattro potneridiane non v'e ra cangia mcùl b nell'ammalato, tranne çhe il r espiro di,' Cl)tarn di più i'n più <lilfìcile e s tentato. Essendo ancora. soprresse le cy~c11tizioni di fecce e d'orina, si prescrisse un clistere. semplice colla giunta cl'un'p od a e inezie Òi ~<)!fato di m:1g,ncsia e col catateri.smo-s'l)strassero _pod1e goc<.:e d'orina. Si 1:innovò l'applicazione del cataplasma <iH10Hientc s11ll'addomine. · ·· ···· Alle dieci pomeridiane ìnscusibi1itl1 c-01i1piuta delle es.tremitii addominali; respirazione 11rnggionnentc clilfi- . cile e brevissima; allucjna-zi oni m entali ; vista abbagliata; nessun' e vacuazione cl' nlvo e d'orina. Si cessò ,ill ora d aUe emissioni s,ingtiigne gen_e rali·, tanto più d1e il sangu e e~tratlo coll'ultimo salasso non eni cotenuoso; s-i conti11uò ncll'applic:J1Jionc non interrotta degli_ stessi compcn~i alle estremit;1 inferiori; si medicò in modo s..::nplic<: la ferit:1; col cateterismo· non s 1esb'asse goc<.:ia d'of'ÌlHt, Alla mattina élelli 3 facolt./1 · intellcm1ali obnubi late ; spasmo de' 111uscoli de·i1a far.eia; occhio st11p i do; polso piccolo e frequente; li~1gua pallida è· ll'èmola; singhìoho; p enosissima la. rcspirazion~; ventre _per la p1·i111a volt.a' meteorinato; fredd e le estremi ti, p elviche e parnlitidie compiutamente. , Sì i1ì1ponènte appa rato di sinto1ui malaugmati' indicando la morbosa diffusione al cervello s'ap,plicarorto tostamente dodici iniguattc per pnrte dietrq ai pr~ces,!i.i mastoidei; si so11,1 rninistrnrono intenrnmente diet:i dn1muw d"olio di ric.ino; si continull'ron gli stessi mezzi ~e1·apeutici esterni e si praticò il cateteri~mo se n.z' ~ffet.to. A, 111!'l- ' g rado dei razionali soccorsi dell'arte che, coad'(uvc1to dai i:lue miei Colleghi, m'adoprai di porgere nl fe1;ito dal momento cbe lo rolpira· il fonesto :iccicientc, s.l f \1ttanwnt'C aggnwossi il n ì:a ](f cl.ie le ore 12 è 112 ., del suddettò giorno srgna v:rno· il termine fatale clcll'in[eliçc M:~rnsc-:<1lio. Trent'orc ~opo fo mùrte s'instituì I.i necro~c q_piu . {'. 1 I.I cadavere 'collocato h,occo11e, s'it1t 1;o_d uss1: n e llf1 ferit:i '\ ·-una hmga tenta solcata al fin e <li non forviare e parde1;nr le relazioni. Praticato poi sulla fe1·ita, no. hmgo tngl~o ·crociale e dis~ecati i lembi, s'psse:nù: , , , .ò Spappelamento della massi1 ca1,nosa ~ ei u'n ii;co li tlel dorso ti! fato 'i:nistro (.lclla colonna ve'J'tcl)l;a,J e ; ' 2, . 0 Pe1:corre11ao H trn,gitto dcìla_ferita' 5i riscontraremo ,•arii frammenti bssei:.;risliltanti dalh1 frat tlll'a comrnì 1rntiva dell:i porzione anelta re -e dei 1n·otessi t1~'\Sc\"llr ~i sinistri-delle r r .a e 12..~ vertebre dorsali, non die d.illù frattma èrel qùa'rto poster-iore cl.elle 1· J , ;i .e '/ '.?..ll CO/ìtole sinisfre corrispondenti; 3.o fon c,,ltrnn<lO'si nella di.ssecazioJ1e, .mostt:ossi l!iso .il diafninmrn nell e su t> fibre d'ins.erzionc post<~ri o ri sini-

ore

1


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sìucr<>ni ·,.i battiti Jd cuore; fiuul1t'lente ambo i testic~li slre Jl\'cei,at,t a t·Jtla .'i•>slall'.l,l 111 venn ca\'a asccndcnlr, erano ìngt'ossati del qua<lrupl_o, di durezzii scjnosa ,· 0011 rat~) il coi:po "d..!11"1 1 .a ver! ébra ùorsale, ra111mollito 1 bernocculati, inrlolt\nti al princìpio della cpra, poi, ~~l ·e quasi tlist1:uttò per una notévol estcnsiou c il 11Jidollo fìni:-e della stessn, più seusibili·; il còrdone spermatico s·pinal e ; ~ ' • <l • pur i segni d'indolente ingorgo, causa d'incomodo _,. 4.0 Si tt·ovò fìn:ilment~ una yrnl'la in pi~1ubo i h-: offriva all'ammalato nel!.. st.izione verticale . oura ,:;'f,,rica, resH alqu<'lnto IITJ::g,olar.e nel traversare ~li Ta le rippar;t'? si"ntornatoÌ·(?gico and<'> soggetto a varie . ~ssi, del peso <li 111ezz'o ncin, soffermata 11ella so1.Janza modifì.cazioni in meglio col pro31·esso della cura. Si della cl'lpsula sOpi·arenale sinistra; . . . trionfò in fatti in pochi giorni della tosse ; si c,almar<)uO 5.o Tutte le nltt'e visc'ere (/ tu tti gli altri _oq~at11 i dolori del ventre; si modifkò il dolore al f,,gato per ·csnmina,ti nccur,\tarncntc s\ippalésa ron· ìn ìstato nàtumezzo di' l'ipetnti s,rngulsagii aìl'r,no e dell'uso di bentle. vande de111ulcenti, dei deprime nti vnscolari e dei naTDalle sopra -riferi te lesioni risc ontra~e nella ::c.cri.>S-:, cotici; crebbe in pari tempo l'appetito; più f:..wilì si .r ecopià cu\ ergc la;spirga,,,ìone ,fei fonò111et~1 pa.tolog1c1 stati sero ,Ie digestioni e l'alvo rimase phì libero; persiste11ti osserv~1ti nel hrcve pP-riçiclo della ni~l_ ,'.tt1a. Se dall.a le- • pcrh continuitrnno gli so<:mcc1-ti neI sistema vascolare ·e ~io~1e del diafran'inHI risultano cliiant~ lo _sp_r'.smo dei · tn~nbelle. e-ra il d-0]011{! ao·11ti-co notturno aH'inten10 uso ·cle}-scoti ddla fac ci:., i! singhiozzò e la dilftco_l-ta delln 1'e,:;p_1-:l,.acc tato di mov.foH1; c1ll\.,so esteTnO d'unz.ioni -~l'ungucnto 1;.i1.iooe;' se nellit 1'ott\11'a delltt ,·eua ·cava ·;1~cen<l-cntc si n;ercuriale con ·~.strilt-to d'atropo-belladonna,. :,:dia .p 0,ha I.i 1·ag-iom~ del \'Oluniinoso tromb,> occc~, o nlì'intorno 111at,l d'idri,ocbt<> di potassa j oàt_l_rato non eecle,,n meuo~ della feritn t ost o dopo l 'uccidenti,, dul rà111111hllih1ento_ e i1u1mente l'iugorgo dei tcstic9Ji : affann.oso ecl-, inqulero dalb quasi totùle d1sti' uiio ne clel midollo spinale nella, sul principio,. l'a1umalato erri ad ulti1110 diveriuto.. taciporzi011e dorsale ìnferio,e riluce la s,pi::giìzione della pàtmno, meditabondo e non altço più ranvlgern nella SUtl 1·alisi delle -estremiti1 inforio 1·i, d·c.l retto f! della Y,esc1ca, mente fuorchè idee ~risti f: luaubri . ~>er cui cessava b ,·it.1 orgapica d èl !"e-ri to e si si.iegueva Tanta pervicacia di ·111orb~ in una· persona c;he tJiù più tai·di la s u,: •;ita·auinrnle. ' volte1 alla richies' a del CJ.ll',n~tc, aveva ·asserifo di. rio_n essere mai stato, an11nalato ed offriva altronde I -ségni él!una a:il\ robusta e forte costitu;,;.io11·e, iuduc~\'a nell'11,·~o. 1;:mo .ciel Curante 11 fo f1dato sospetto che ~fosse da in~ · colparsi una qunlche causa i forse di, natui:a speciqca; e ANGlO-CAnBlO BlWìXCHITE di v-erò un severo e circostanziato esame coudusse al • CON J:'\GOllGO CRONICO Al Tl-:ST! CO l.J seguente risulta mento ' <;ioè essere l'ammalato di temperamento eroinentemerité sanguigno, di costituz.iou-c forte (<la 11lw sto:ria letta. dal Do-rT. ;'.ft.NTé1JL-t nell<t con.(enmr.a clel e nato da (_fal'entÌ Sl1l1.Ì e fobustt; non.avere mai ~offcl'tO · i di marzo· in T01;ino). 1rn1l.it.tia di sorti\_ neppure nel COTso de11c due camp~gne a cui pr~ise attivissirnn pa11te ed avere plire semp1;e D;il iorno 8 otto bi-e 1850 trovava:.i collocato .. 1 let.l.1> 0 sopportate non solo facilmente ma ancl1e lietamente· le ,.J.'i . 1·2.8 della prima sez}o'nc rii Medìci1·ia nell'Ospcdrile gravi .f atiche ciel suo stato; dopo la battaglia di Nova'ra ·;i-Jilitaré di TorinC> un l:,le· 'Giaco1no· N. N. rli C;igiiari, essere stato tocco di blennonagb. con ulcere ve neree al .giii s.oldnto ,·olontario, poi S.crgen te 11ei Yet~wani del pr~JJtiz:io, le quali guarirono localmente con pochi rime- , Corpo d'Artiglieria. l l Me cJ·ico Di:visionale Dott. llesoizi ·dii topici e ripetuti purgaatì; otto mesi dopo, srnza il che p1'itno 11e assumcv·u la c11r:1, diagno.sticarn In malattia coucorso' .d'alcuna causa, e~serglisi di molto jpgi.:ossate quale plet1ro-pneu111onia che combatteva con 7 s<1lassi chi~ ghiandole ingi1inali le <]mdi per il loro ognom cregenerali, afou11i locali, coll'uso interno dèl Ke r rncs, ddscente volume 1' obbligarono ricorre~· all" Os-ped1lc, l'eslru tle d'ac·onito e delle beva11de rnucil agìnose e temdove, collocato nelle, sale dei venerei , col1' applicazione peninti. d ei cataplasmi cm<illienti, col le, .frizic,~1i locali <l:unguento Ne.I giori:o r <li scnnaio 1$51, in cui Medico Rcggimerctfrialè e colla compressione ne gua·rì in' veriti giorni; nnintafo C,w. Dou. Gìlli as,;umevn la direzione di detta nel mese di ~ettembre 1850, 11ìentre ·a canillo attenp1,ì1ua sezione, 1~ 1;tat~ ddl'atnrnalato era il seguente: deya alh manovra di.for:w , essersi ]>igiato il testicolo corpQ i11,rnag,rito ; rnlto allilato; rosséiza circoscritta alle sinistro con dolore acuto fin al deliquio e con suss0- i;uancie; <ìalor~\ d ella pelle kggicrmcnte aumentato, noguente i11grossarnento; esser egli stnto contènl:o a pratrtahìlu1ente però a!b palma delle 1t1nni; lingu a m"ucosa care s-ul,ito alcuni ·l'> agni freddi locali•e -poi avè rne.. p resa nelce n tr o, l'O~s:i ai lllar-gi1ii;se-te viva; d;spep!ìia, anoressia; tnnta minore cura in quanto che l' ingrossa1hento'.del teve11tre tu:nido, t1olent.e, stitico; orina · scarsa, coloratn; sticolo ei? in~lolente, tranne allo!'cl!è i.tava a ,ca.vallo P9 ' Jolore profoudo come d' e nor- me peso :i11n !'egione del l oilgo tet:ipe; ,wcre nel mese o'ottuhre suCe(sssi\'o per fegato che per() ol trep.issarn ili poto il mar-gine col'n,,,ione ~éll'aria ù1J1ido-frcdda rifev11 ta una 11euinata1'<>i11 ~~ale; tosse ;ispra, sct' rn n h.1nglii intervalli; respir,iz.ione ' ' . . { . o con tosse pinttcsto mcqmoda e con do!-q .. e puntorio ·al fociI0;, decubito iudifferente; coJla percussione non si fogato dì cui g~1arì a)l'Ospedl,k collà di'cta, col riposo, l'.erccpi,'a alct~n' ottusi.lit in to lto l'ambito del torace; coi diaforetici int~r11i e con un'operaziòne di,' mign:-itte; \aus_c~1.Z1azione_o.ffrira il rumos·e respira to rio liber o iu eppercìò munito di sospensorio per il cos~antc cronico mn.b1 1 poJmon1 ; i _m ovimenti de.I cuore vibrati, irreg()ingorgo del testicolo, esser· in pochi giorni m10.vamente )a11 sen1.a n111rn1· tl1 sorta; un ·"lie\'e rumore cli soffio Hdirientrato in quartiere; aver in fine dovuto riconerc per 'Vil.11 h.u~gl~esso l'aorta Yentn,le, io. ~specie a-I la sua e&-lre]'ultima volta all?ospeclale nlli 8 <l'ottobre, come fo sopni 1111~, tenn1.nale ! ta)e l'l:l~lO.l'e er~·accompngnato da pulnotato, pe1· il ,r.itorno è)'una. tosse incessante cou a.c~tto .S()l,10.) e struot'<Jmarrn, v1sd..11le alla tripode celiata ed aila dolore al fegato e gagliarda febbre, a cui a}·eva- i:l!ito ;..tessa ~10.:-ta ve1~tra1c, la !}uale e-ra di più la sede cl' un capsa l'~ssersi, appena convalescente' vestito con· cocc'.~ts~m1~ dofore c~n seoso di soffocamento ai prelini ancor umid\ di bucato; tJ,eJ~ q_uest' ultiu~~1 r!!crude},:or;li.1 ,:·1_conente ad 1n~erv~lli_11_e!la n~tte; i polsi per scenza del rnol:bo essere stu...to irel ùHl~o soprn e~~a-t-o 1 onh1rn·10 en111 0 strett1 1_ vibniti , -vari1 e noù S<!mpre

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- ~ul'ato dal Medico,bi,dsion:ile Dutt. Besozzi con notabile miglioramc11to delJa febbre e clell}l to~;e, )1H'!ntre per altra parte s'in!;:tsi1rn il testicolo destro e si rendeyano ·palesi o per$istenti tptli qi1e' siùtorni morbosi di e il CaY, ' Gilli riscontrnva nel vrimo g~orno cli gen1i.aio. DaHa minuta analisi della· triste i:iade dei m ali che in detto 1m1malalo si ~volsero e ~i· resero c9stanti dopo la ve11erca éo11taminnzione; chilla fo:,ma e <l,11l'andam~nto ch'essi presei°'o j)cr Jrn;Ìn confonni nlln s u.a nute·ce<lcntc robt1s ta costitu2.ione e<l µl stw tempel'ameuto -sang11igpo .; clalìa leggerez_z a delle cnuse che ln\s t,wono a pi·odu,rre mo rbi essenzi,alìssimi iq perso1i-::1 che ,per lo àddietro ave,·a resistito a tu t ti i d:$:i_g i delle du e Camp'ag11e i dalla. spor.tanen J)rl?sc nzn dei b,ij) oni inguinali · ètto mesi dqpo ì'jufozione, H'nercn,. dal. cruattere del doìo1'e mòttmmo [!t:1trhissimo ricorr<;nte lu11g H il tronco :1o)·tic9 a~domiua1e.;· d,i1h11 traumatio::i .9rchite così presto ~11vvint11 allo stato lento; d..i 1rnq. pochi dei caratteri del

testicolo v·e_mweo eh' t'gli offrivo; finalmente chlln poca utilìtà de'pi1ì ero.ici rimc<Jii usali si diagnos_ttcò che ad unn (ii(l,t~~i sijibitica pr~csistcntr:, si dovcssfro riferir il lento procedere e l'ostinafo pers,i sterc della cardio:;:;irterite,

ùqn meno che l'iugori5o dèi testicoli e -del fi;gato, épfle!·~iò fo dcccisa l? n::cèssjti: <\'u~ia -~ura s11cci,fi~a . _ . J.ra le preparnzwm rnercur1a!t s1 prescelse 1! proto- loduro di 111eri:urjo,.siccome il più vantato dai Pratici irel vincere gl'iogorgì1i e le affezioni ghiandolari; al_ti'·n1ore dei tristi eff'e ttl dei rn ercp riali qugnd'è pr('se11te, siccome 11cl 110.sfro caso, 1111\dì'eziçme élei grµ,ndi v_asi arte1:iosi, si cercò di riparare colla ten-1;1iti1 d,, J1a giornaliera · dos~ .del p-rotoiod1-1ro .di mer.c.1,u;io 1 da~o p1'ima alla dqse di IJ4 di grano nella gionrnta, q4indi a q.u ella d'una 1r.1 di grano e fo'll'associaryi l'estratto d i cor,io maculato. f>ochi giorni hastar-o.n a dimostrare non infondata la c'.Iiagnosi. Primo a cedere fu il cocepte dolore lungbesso l'anr~11, cosi cbc l'aùnnal.:ito pot.è dormiPe tranquillo nella .notte1 mentre nè l'acel~ito· di u'io,dì1_ 1a int.el'J'lfllllente, nè l'uso topico della· hellado.nM associata all'un.guento nJer-curiale ecl' alì'cstrntto d'oppi.o. non ave~··anQ mai p.otuto , p1·0CU('Hr ur11,1 sola 0,·c1 di pacifi co sonno; diminuì d',pu· terzo i} rnh111}è ìlei testicoli e diventarou essi più molli e piÙ (~cmsll.lilì al tatto,; notahiim~nte dim inuì il Yi0leu.lo~ t battere' c-clelia tripod,~ éelì110a e dell'f101J a .aqdo1uiIJalc; ,più re,g.ol,al'i (~cl es-pa'nsi si ,1'eser ti 111oti del cuore: nessun :sc0nce.1·to s'ebbe fl lam,e ntare cl.al rimedio, nell'uso dd qt\ale çlopo avei' Pam1irnlat_o persisti io per soli 25 giorni, ~·istosl vei' ogn.i 'lato ll!igliorantt•, rç:sosi viù ilare e ripr.e sq l' anti<':0 pigl io d i l)Otl niranza d-el la su:i sanit/1, voJle l1Ss0h1ta.m ente abbandonare l' Ospedt11c clie incol-pava q~iale ça~1sa' dj d;inpo JHl;ll1CHU'io, assicuPando però d1è, .iitesa la f.Ì0'tlit1\ d ei meni p ~r hve1; egli la permis.siom'i di co,nviHre cq's1,10Ì' pa-i'enti, awcbb,e çontin,uato 111 casa l'uso dr,l}e p,illole e v'anebbe n.ggiunt<", siccp,nc fu con!\igliato1 le hil~ite çlel decOHp di sa!~;ip1,trilla 1 La su a pscita <lall'Os1i~<h1le t·phe Juogo ;1i , 7= i !i fe'bbr;iio 18,i,! e cla ,positiye assienra,z ioui ri3plto cl1e sin al present!,! J.!Oll so{fer$~ aJcnn rin'<rndirne ùto de'~uqj rnali'.

Dott. Turina riscontt·ò nèll'.articolazione fomoro-dhiùie si:1istra un ingrqssamento cÌei tessuti molli cbe Jl resenttr, vaoo l'aspetto d'un volt.11n\no~o tumore teso, i11olle/ilòlente al tutto-e ad ogni, henchè piccolo tentati,·o 'di movii_uento. Esplor:111dçi con la pre?sione metodi'ca·mente ~Sel'~ tat:1 'su tutti' i pun ti, sen1hra,·a porgei· alla ~ua parte inferiore un lcggiero se11so di proforiclu fluttuuzionc. Quanto a l generale, l'D111 m a lato non dolevasr cli veruil altro malore_ e non n;·cva alcun Jenomeno che indicasse un lavorìo di rl;izio.nc. 1l l ~ranza no ~ fa mai soggetto ad al,cuna_ mabttii1, se sì eccettua che circa un anno prima aveva per una ca- ' duta rilevato sullo stesso ginocchio una gÌ'nre cohtusione per cui cb])e lunga sta,n1,<1 nell'Ospcçlaìe: Non incolpando

l'nnrtnalnto veruna c..iusa a cui si potessè attribuire la pres~11.te affezione, il Cùr.: rnte, av,utò r;gnai·clo ad ù'nà ~·e,cente, lmiJ? e_ faticosa nwrcia fatta c~a l Frnnz~ _p,er istrade ,cope rte d1 neve e per u~1 tempo ptoroso e r1g1do, non che alla 111eazi~n.1ta c9nt~isione, sti tnò dipendere l\dfezione da c1it1Sa reumatica.che operò sopra una parte la quale e1\1 n.iitural:nente p,iù predisposta o più suscettiva di risentirpe l'azi,o ne-. . Guidato da questo pl'incipio , si giorò egli dMla ro husta costituzi·one dèll'ummali1tò per prt.!scrivergli i11 bre,,e tempo due cncci~ tè 'di s~1ì1gue dal hrnccio; foce applicare luc,dmente un cataplasma emolliente ed ordinò l' uso continuato di bevande l'efrigcranti e diuretiche. · Con questo 111etodo di cura diminuirono grandeincnte i dolori.locali, sicchè jn brern nient'altro· rim'ane,a a vin cel'SÌ fuorchè la tumefozione ·e rigiditii dei tessuti articolari, essetido che il polso era normale e tutte le ;il tre funr,ioni s'eseguivano t egolarn'.len,t e. ,illora agg:innta all'uso dd cataph1stna ·c1nolliente un'unzione sul ginocchio, spesso ripetuta, con unguento mcrct.triole ed es tratto di cicuL:1. Siccome dopo clodid gio rni non s'appales:aya akun nuo.v o mi giio1·;i111ento, s'ahl;rnnclnnù questo metodo e si ·ri co,·se :iil' n;;o tlei vesci<iatori i de'qual i sci piccoli forono npplicnti nel tempo st~,ssò a guisa di corona ìntorno n1ln bi1se d el tumore, procuran i.! one uno spt,i-gamento il più possibile lungo. Cotc,st'nptilié,ir.:ione .11·cmdo col suo effetto c<>rrisposto allç viste del Curante, f't1 èb lui, ripetu ta altre due· ,·olte, ~opo Je quali l'ammalato so1'tiva r1ei{ctt;1 n1ente gu,arito (faU'O,;peda le aì ~9 d'a1) rile. Il Dolt. Tmind 'terrn),rn lu sua Storia , pr6movirndo il aue.sitQ se si poss-a co11sidcràr ìl ,·esci'catorio con'fe specifico dei t umori nrticohiri proòoni da cau.;.;a' 1'cù11na~ ti.c a , sicc.o,ne da tal111\o si vuole; come pm') se quçsto uso possa ritenersi qu,i1è inczio <liagnos'tico )iéi ti.un,ol'i . · 11 .i.rticobri cii élu'bbia natura . 1

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22, PEHiTA PENJffHANT~~., n ',u\~ÌA

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T'liN°rA I\ l)A TAGLIO TflA I,A SESTA

J;: SETTflt\ cbSTA VERA OELLA PAt-Tf: DESTRA l)RI. ·ton,1cg;

(da Stm 1ia .letta da.t Dou.

21. T.UMOHE ART!OOLAHE (dµ -µhc,, JS!oricf del ·Doll. '11µ1\jNA hf/.>ià(à clall' OsJ1etlale dèl · fotffi .'di Pen,esr,relle). .

u ,A.i' 4,~1-~. l!Wl'~ò ~-1 rico·l'<:~i1to ~ell'ìp<li'.c~1to, Speçlalt, il ~o!J:hito, G1usepp.e J•·r,a pz;i 1 dt '._?,2 ann1 , dt t.em.per~nne,n,:o ~i\ llpl!Ì)5Ìtp i1rornmciatìssin1p, di robusta çostituzione, J.l

,U -g<:nnqip 'iii Gf110va),

G.u11BAUH

-

nel!(t Conf't:t·en!za.. dei 9 ,

'r.i prnduciamo la seguente_ Storia la qu,11c lrn ci~' di g6mi:lemcmte interessante ch e l'amnrnlato rneutre .fo iu vita non presentò tutta la, serie ·di qt1ei sintomi de àtti s·on a "manifestare rei)~;u, e <p.l':1l)tà delle lesi·on,' lrau1hatiche d ìè si rilcrnrono 1ieTia ·nei:'ròscopia. La s~ra ~clej 26 <li, gQnuaio , •.~5o fu t,r n~110~·t;·l~ 11.el!~ Si1c<lalc d1 Genora 11 sol!.lalo' ~· r;rncescp i\:!atlnm , d1


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91 t'émè ii i'ai:lléll!O ~ai1g~u.~~Hl-OI ,IOSO .. ISt~,-~g l. · i\pre sn,no e -solawente, in seguito a p_atem1 d an11110 sei , t'· . . . 'h' .. , . ,iuttosto gravi, so c1·se 1ttcr1z1à poc I rnes, 1.-..rnriz1 •. l 'D ue, orè prima d' CS$CI' accettato nello . Speda-le 11 Mattluin rilevo i'n. .risrn 'un colpo 'di sciahula alla . re·ionc anterioi'e clèstra clél, lor~1èe fra la l:1 se~ta ·~ . la retd11m ebsta ve1'a. La fe rct.t Sl mostrnva Hl dJl'ez1o_ue obliqu.a e e-on litargini irregola ri ; era· Ju1_1~:1 un P?lii'ce e ·lorg~t pocli'e liheè; p enet:raYa nelh1 ca·nta tor'.1c'.ca ~ fìè hilbvan akune gocce di sangue ner11strn. IL fonto 1;1 lagnava di debolezz<1 estrntnaj di di!lìcolt_i1 di respirare trah·dissima; di ctoloi•e ri el lu?,gO fonto; d, set.e nr.dente e sopratt.utto U1 una pul~az,one olt_1:e1n.odo __-1nc~1.11oda neUa regioue ·st.érnale, rn etl 1a; era pall1do nel. "_ls?, i.1c:ld? )-lei· fo t\o il corpo, freddissimo_ ~ll_l'e cstre\ni_til 111feno1:i, il p6 Iso era inte!·mlttente ~ qua·s1 1rnpercett; Lile1 la rcsp!• ·l'at.ione breve, irregolare, ventrale. . • Cliius·a la ferita cou listerelle di cerotto e sopr<1pposlov1 un bendaggio, fu soinministràta U!la pozione ~ardiaca \l cucchiaiate, e la limonata. vegetale servì ad estrnguere la . sete :wdentissinra, Sc;ompostosi, pochi istan.ti dopo lì soccorsi apprestati , il beJ1daggio à causa. ~ei movimenti jhconside1:ati dell'ammalato, uscì dalla lenta una grande "luàn.tità di sangue nerasti·?: la r ìco_mp°'sizioné del_ ben.d aggìo val6e. ad arrestare l emorragia. fu tentato il sa.: .lasso inutilmente percùè dalla· vena ben ,)perla so1't1 -appena q1.i akbe goccia di sangu,e. A m~zza nott~ soltanto ,i '1comìnciaron a ra\'\'~\'a'.·si la .·circolazio_n~ ed. !l ~a.lore, Cll ebbero luogo sforzi dt vomito, e vo1111t1 a p1u riprese. Nel m,1ttino seguen!e comparve una l.esgiera riai.ionc, continuando il respiro ad essere ::dfonnatissin'lo; ·qmmtunque il suono toracico fosse nornwle d,) c1111bo i lati, pure la positura 111en incomoda pel fe'rito era lo starsi i;upi~10 ed accosciato. Un salasso non J\1itigo punto le ·'soffel'enzè ed il giorno ve,gnente il sangue estr:1lto 1mm mostrava Yernna trnccia di flog9si, mentre le fo)'ie · dell' infermo deperivano a vista <l' occhio. · Così 'cu.n tinuò fin al quinto giorno, nella sera del quale uscì .dalla ferita in abbondante qm1ntit/1 s:er_o un poco torbido con leggiero miglioramento dell';imu1alato, e questo siero s.t>guitò a stillare t!ei due giorni successivi sin alla morte ~'he .avvenne.la serà' del seltirno giorno, dopo clic l'ipo~ cor1dri.o dei,tro e tutto il ventre s'erano resi turgidi e dolenti. Dal quinto giorno iu· p oi lo stato dei polsi non .pern1ise plù che si pa•ocedesse ad ulteriori cacc-iate di ~angne e tutti gli ,1ppresta111enti d'arte do,'ett:cro lin1itarsi ad un leggie1·0 eccçipro ti co, ,icl emulsiou_i oliose ed all'ap;1:>foiazkme 4il1 iegg1eri catnpl,1sllli emmollicnti . ~el .c adavere la parte destra del torace appHiVa più ·~·0Iumin0sa ch!!l non In sinis.t ra. Ape1ta 'la cavità toracica .e l'addominale., scolarono dalla p1fo1a .,lre l,uone libbre ,J; flui.do sié1~oso-purnlénto. Poteva il Medico riscontrare · ..:·hiaramente Ha: l'istrnn1epto fe1·itore .dirigendosi,, dal'.1'alto· al basso e da'll'a,"bl'Ìti_ all'i1~'d ielro tìenetrava uella eavità destra <lei petto strisci.indo sul leu'.tbo inl'crior<!' dél polmo rie senza ferido, · perforava il diafraa:ma. attraver. sàn,d o il lato èlestro del ftigato nella cònressit~ a "q~attrn ~lti trasversi diil suo n,argine inferiore 1~1cdi9 e , cl1sce!)deva fra il colon li,~cendente eèl il tessuto celfoll\!'e éi1:éosla.ntc fin al rene dello ste5so Iaw, ìl quale al ·silo -~p.1çe mostrava una ferita lunga mezzo pollice e P.Oehe 1mee profonda. li polu1011e· destro nel suo )()bo i11feriore -~..,a·.tm·giélo,'r~sso ed aderente nl diaframma, e tra q~esto ~.il ·11 fegàto .s'11i!'tontr?rono t1'e' onc!e· circa di fluid9 pu!:t~l~nto :, li_ingo 11 _tra~1tto ~ella fenta st,wano sparsi al.e t.u n grnna,;s:,t_ngtì1g1i11 p,1rl1c0la1:mcnte v,' rso -1:apice del rene con infiltramento ed ispessinrnn tQ 'Ìl.()labili .d'èl t~i~ ,~4,to cellulare a 1uesto cin:ost<111te. . '

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lumi l'o,

I. '

RELAZIO~E DEL:bE CONFEREN2E SOIENT<fFICIIE. (CIJ1!linuazione. d.el mese di f èbbràiò)

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Sc1AlJDE1tì. Nella sccond.a Conferenza ch'ebbe luogo ai 20, dopo la pl'oposla del Don. dc Beauf'ort per l'ifisLi.tuzione d'un Gi.ò1•nale ili fifotlicina Militare e l'approvazion9 unanim~ di tutti i congl'é'g.tti, conte si disse nC'l Prqgram1l')a di questo Pcriodil-o, la pnrola fu conceùula al Doti.. Tunisi giusta l'ordine de) gi<H'llO. Il DoCfunisi ,con la sua mcmol'in si studiò.di prornr-e -d1c. le feb bri oggi considerate con lu denominazione cli tifoidee non altro sono n10rcbè diffcre1iti .forme della slcssà malattia di cui il fondo ,consiste in un' i1)fiamma1.ionc ,gas1ro-intcsti· 11alc. Per giungere :11 ·s1rn scopo ,si foce egli con .n:,)lto sfog11;'io ù ' cn1dizionc nù csaminurc l'cnorc ili cui erano. éa<luii gl'Antiehi nell'ammettere I? febbri essenziali e, loccan<lo poi . e ci1i1ndo .i passaggi e le opere di mol.Li Autç,ri, si sfo~zù di dimostrare che in oggi non posson ammettersi le 'f~bbri essenziali; t·he ques te si debl.iono ritenere soltanto. quali forme p.ir1icola1!i d' intìammazioni e clic quindi la fcbbrn tifoidea ordina1·iamente nltro·non è- (uo1:d1è il risu!tamenlo d'un'inlìamnrn1,ionc g:isLro-i n tcsLioalc. Il Dolt. A.ime d1c primo ol>bicuò rnn(l'O In tco,·ia dd Dotl. Tunisi nclla :f1rima sc~lula di gennaìo p. p. mantenne nclh1 sua i1~Lcgri1ù le olibiczioni allora falle e cltit se tciupo a prepararsi per provai' in una 1wossima seduta come la gastroenterite possa hcnsì esser'. -una ctclle ' più frequenti complic;izioni délla (ebbre tifoidea, ma ,non ne costitui·sta l' cs·senza (I ). Il Dott.. Co111 issetti ct'cde che il Doti. Tunisi si sia allontanato nelia sua dis::;(:l'tazione da!J1argmncn to che s'era p~9posto, mmtrc in luogo <li provare che la fcbl,)l'C ti(oidca è una g::istro-enlcl'ite, n·on altro iia faUo ft1orclrù 1cn1are d,i ,J}rova.rc, alti·ondc con molta Cl'J)<lizione e con molto studio, la es(·hrsi-Onc delle fcl,bri cssc·nzi,1li. li DoH. Tunisi fu d'opinione che, una volta esclusa lt\ tCùria delle febbri csscmziali, il 1ifo e fa febbre tifoidea cadono nclia categoria delle fcbbri"tnfiannnatoric sotto !;;i spc- • ·cic delle:; .gast(o-entcri ti. li Do,u. Comissctti 1·i,•91:t1nnclo ciò che li::i deuo nella pr in1a seduta ha·cr-cduto avere provato patcntc1ucnLc quanta sia la differenza che passa fra tifo, [cburc tif9itlea e la-genuina gaslro-e1Jteritc, argomentando llalle cause, dai sir1torni, dalla cura e dalle lesioni patologiche. lnt.orno at!e cause notò la c:atlirn nutrizione. l'ahit,1zionc iu luogÌii· malsa11i, l'cs,ilaiione di n1 iasmi , ccc. ' .·· · f.'1•a li sint~mi n~lò ,il tremorr, l'.1bbatl..imcn,10, lo; stupore, . il sussulto <lei lrnù irii, l'apatia, l'annichilamento qu<1si ti:taJc dcli.a yi!a di 1:dazionc, le facili esrarc t ancrenosc, il frequente comp.:i1·irc delle rrwcdlie prl1'.cd1iali, ccc, ; i quali $inlomi nccennnnn i·n poche_1,arnle ad un complessQ di fcnomo~i adinamie.i clic valgon a. differenziarla dalla gast1;qcntcr1tc. . · Passò · poi alle lesioni d1c si 1·i,.eontr11no nel cadavere e fece menzione ~ç.lla tumefazione delle ghiandole <lei Pcfe;;, <lelJc Chiazze 1'0$SO·SCU l'C ,della lllll COSa intestinale , del rommollirncnto e della pçrforazione dr!,;l'intcstini, dell'amil1olli!'ncnto dd fc_gato·c della m.ilza, d,l']le nl1crazio11i <Jçl sm1iwc 11.kntichc. a quelle <:be si riscontrano nei cad:ncri de i morii per 1nala1tic adinamfrhe, c<Ìmc sarèl.Jbe di carl.io11<:b io; {li cholera, ccc. E pass\mdo in rivista le fèsioiii prqprie dclle 1gcnuine gast·ro-cn leriLi, come sarebbero le inie_zioni i11fìammatol'ie1 ·gli sp,rndimco li _p'as1.id ,~le ,tllercnzc, ,Je iperlr!>fìe, ( L}. Dopo quc'gt.r Couforenza il [)t>lt. '1'1rnis.i fn con1.;111d:ii!& 1(11 <li'Slt1ccamcnlo o la rdiscussiouc IIOIL ohbé1f.e1,11ito.


i grnmi fi1J1•iuosi, l,t canc1·,,m1r t cc, fr ee J.lal·alldo Cùi risttl- .I :,Ctùpt>c diµ L·nùenti da uc;:,liie1'w1 us~tn ucl pri11y.ipit1 di I ura:

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lamenti uclla fcbbJ'c tifoidra ,_provando t·ornc queste due dive!'Se malaitié n~n possano . confondersi ìn \ ma sola specie. .Quanto po;i nlla cu1ia 1;i~orth\ ·come tutti conn·ng,mo sulla 1.rtilù'à <lei mctmlo anti1loi~ist ico cm:rgico ncile !-!:asrro-enl c1:fr:i g<:nuinl;, nicnrrc son vi tante cti'vcrgenzc d'òpinioni ·i'nlorno -aib curll t,lt;llc fobl.Jri_ Lifoitkc, s:·ccom~ aveva gii1 in protJ(!Sito a-vvu·tito neìlu citata pi·lma rinni'onc. Terminò i:onchiudendo r.lH·, quand':ind1c non vi fbs·scro 'i fuezz'i diagnosJ.i_c ( differc'nz1ali che si posscdono , In sofa divcrsìtù ckì guasLi· p;iLòlogi;;i t: dcHà mira delle due ma!allic fm·c'bl:ie _pa1c n1 emc.11t'<.\. ì:onosccrc In ùiW!l'Sit;'1 della ,loro c·s~ 8C'nza . 'reeè ,l'clog~o al ltworò sludfoto'. del Doti. Tunisi, ·ma l'ipelè cli.1 , allontantìiidosi cfalh{ quistiorte, nni1 lta ·p"t·ovnto lo nsserto. .11 Do1t. ·ercma' oping clic le' lesioni dcl!c µhi:rnd i>!c del Pe~\\r (' <!èi fol!il'o!ì 'del -Bi•11nne'1', non si JlOSòl)) lÒ prcndci·c per il ·f:U to j)a!òlogico prirniLi,·o che dctcrm,ifrn la fcbhrc ti'roidca. f: ieor lò c1:e Andrai, BouilJ::iud, Louis -cd altri non ,ncn ($rtlli o;sèrvatori non )1a·nno, i1(moltissi1nc necroscopie tli iJCrsoùe rnoa'lc di fcb!Jl'i tifn'ù-1-éè, l'Ìsconll·ata veruna Ol'9anica alt(/ az:~nc nel tubo g;1stro-cnlcrico, alt.a a- ~piegare fcsito funesto' nvvenuto e eile qualunque voltn sono sl:\lc 'i h~outmlc lesioni, non ernnO !ali che pol.('SSCl'O confon:dcrsi 1·oi1 gl'1·sili, della gaslro-cu,tcritc. · Il Doti. CotùisscUi diede fine ·alla"'discù~&·ic;ne <ldla sedu ti\ ·faccndn ° il__ raral!C'lo fra i sintomi della gaslro-enlcrilc. e 11uc1li <lelJ;1 !cblJrè ti foìdea ·dcsign_andonc le ù iffe:·cnze, r. rì i)ctè ,1uindi in riepilogo il 1n1t·alldo delle lesioni patologiche di ·,·ntrambr., r11\Hi1ndo r<imc quelle éld ti'fo e' della febbre li·foi:lea od a1trimentc sinoco, do ti nenlcri1c, Cl'o., no.n rossano '(:onfondcrsi nè con ~)i esiti dcll'infiamnwziònc in ;V'n c1·ale, ) l.Ì\ con <1ùqlli della· iast_ ro-~ntcrile in"pat·t:colarc. · Cur-.Eo. Sella Conlcrcnza del giorno io ; prcviè àlcune p~1·olc del Mctl'co Divisionale su cose relati,·c .il Scl'vizio locale, i! Doét. VagÌìcilLi Jès~è la stor•ia él'Ipopio c:hè imi ri forirci11b iÌ) uno dei prossimi numeri. Quèslµ Storia ld1iMnÒ sn) dlmpo' della tlisn1ssione J! quistione se sia prci'eriLil·c ncìla n1rn tlcli'Ipopio fhre l'incisione d~JJa COl'nca, come prnticavasi ~cr fo 'addi<:11:0 onerò se, ap(,03g'andosi al 'consii;lio dello Sc·arpa, si.dciJba tr,1lascinrc come causa di maggior· irìlìtuu m~iìòne ed c,aecrliuzionc 1!òl!a nrnhll.ia. Ù Dott.. Bcsozzi fu d'opinione che] ' incisione della cornea debba riserbarsi ai casi rari in cui l'occ·hio è mioarciaro di · crcp:ù>cio, nssoeiancfo qilcst;operazione nl metodo an1.ì1Jogis1ico. Profiuundo poi çli c1uèst' occu~ionc p111'l9 dei grnndi ,-virntaggi ottenuti nei casi ('()muni dul conrorso del metodo :ir1tiflogis(ÌCO" e 1\:vulsi,•o, unii' USO ;n(cr,JO d<'l C·,llomcfaflo 2 _-dall'uso cstèrno di lo~ioni con una 9c<'ozionc di foglie ·c11 hiuuga virosa mista a:f <'gualc dose· di latte. Aggiunse rhc, trascorso il ·µcl'iodo d'infìamrìrnzionè, èbuc a lodarsi ·dei col"lir [i àstringcnti, èomincihn·do da piccole dosi e poi aumrnt.,udolc gr-a<Jalamcn tc. _ nDqn. -~ncchin opìnò in·Ycce elic l'incisior.c della cornea deb ba prtt1.ical·si in nlcun ('(ISO: ·t . Pcrchè In natura lih ,ricizi per h1 1·i;,oltnionc~ 2. Pcrchè il Pratiç.o n!ln hà meizi . 6ul1ic:it'llti jlel' i:itùl1i1irc 1~ cir<·ostanile in n1i de)Jba O Jl()ll ~cbl.m esegujrsi l'operazione: 3. Pcrchè' la .cicatl'i/zazio1~c l;onscci'1 tiva a qualunque soluzione di continuità è c'.',\l1sa di acfo1'mrtà. e d'impcdimcnLO à!lc !'unzioni dcll'o1'{{ano. Il Dolt. Yaglinìti nmmise la possibili'rà di ctlsi eccc.:ional\ rifcri {i itÌa .Pratici ripulaliS5imi, in cui]' operazione debba farsi 'rlon sòlò i1cr'saJvar·c la vista cd 'impedire la fusiqnc dell'occhio, ·rnà bèn- iìnchc ,pèr. salvare !a vita delt'ammalato. :\',ill:i sua op:nìo·n~ qHè9tt '<'n si sono per ò· 'rarissimi e for!ic

·nòn

cd i,1 4ues1'ulti1no' ·(jaso J;opèll/\.Zionc si 1·t·ntle inllispènsaLìlc;

1•i,pal'(II' ai dann r cagi,Olla_ti .dfl}l'i mp:crizit1. . •. ' 11 1)01,. Gatl.inar11 , senza 1fcga re lç gra'n di e possibili_1\j_' ~orse .della nti'turn, disse non potersi acl esse sollàutò uffidùrc il Curante, ma, <iuand'ahbiasi curar 1.H) ammalato 'infoacci;\IO ùi c:·cpa,·cio della cornl\-" prr cut1iva o pc:r ~1e:;suµli cura, l'operazione rendersi intlispcnsaliilc, csse1ido le ,rnc <!J>nse~ucm.c ben alteimentè 1ni"nori ùi quelle -.cbe· dcdvarc possono dal!' nbJjan:Jono dcll' :\mnrnlato agli sf'orii <le)k1 na Lnra. li Dott. Bcsozzi ric.ordò che ·sc:a1·pa scrisse a.vere ·\'éduJi i1io1)i cronil''i ehc :;i rendcvnuo ' p'rr così <lire., ilCl'j>Clui ~ od intcrmittcnt.i pcl solo fatto di m::nc.onza o d'irrcg_ola.ritl1 di c•urn. Conchi\l'Sc poi con notare che, qnunrunque molte mite tfncst.a malattia gnariscn con focilitù. dcbhcsi 111.1r scm~ prc andal'e cauti nel farne il 11ronosLico, u'rvcoendo non <l_irado d1e ins-organ accidcnbi non previsti,, e che il pr·onos.tico debbc s;oprauuuo essere fondato sul grado cl'infitunìnazio1fo e stille varie complicazioni che ·posscino coesistere, come i·n.-· tensa congiuntivite, uker_c cbrroclen'ti a·ella· corneo, chemosr, ' .meningite, ccc. •. 'Nella Conferenza dei 2·~ il Dou. Vaglicnti lcss'o la stu1--i_11 di contusione addominale che abbiamo riferita (vcd. storiit n.1 t), dopo lo qualè non iwcndo alcuno doman.dnta )(1 . JY.1roli.\ , fu lcua la circol:1re 8127 <lei Consislio Superiore 1Uili1_ tare di San ità che acco·1npagrian1 l'elencò degli obbligfri principali dc1-;li UHi'ziaJi -~lilitm·i dì Snnitù 'e ln seduta fo Jcva1 ,1. ASTI. l\foncan i p1'0.c~·sst \"Cl'ilali dellè Conferenze di (fllCst'Os'pcdalc . · N1zzA, Nella prima Confc1·enza dei Hl cli fcb.bmio i Mcdil1[ di Hcggimento, dopo una f:iv or·cYoh: rclur.ionc sullo s!at.'o Snni'lm'iO del Presidio. s'i'n(.l·aucrn1c1'0 speèialmcnte hU011110 alla nowvolissimii diniiouzìon.c <lel11ì scabbia h quale, .quan.t.unquc . mollo favorita nclln sua evoluz_icnc e rryao1q1u~a ·dalla mrtc tcm1w1'alu1·a del pacrn ,. tuttnvrn èc.-1ci!c· n fron1c delle provvidcnzé igieniche oppor~unnnwnlc prese.' Quinpi il "i\:lc,.lico Divisioirnlc si ferc a tlimostra1·c dic f'imJo!è l'Cll'· matica-ìnfì:tmn'lato'ria delle malat-tic mcdidw ,).ì-!ora ilorni'1ra n't.i dovevasi tlcl'i·va rc ùnllc frc~io rnti variaz.ion i a·unosforid1c e dall'irnpetuo:;o so{Jiarc dei YC1Hi hor{lnli elle domi.na1'ono nel corso. di q1.rn:;i tqt.to il , m'-::iP· Cli iusn,p:1scia la se,duta c:ol riv<ilgnc pa1'ole.d'cncomio a tutti indisLintnn:en(._: i Collc••hi pi;r· lo zelo e pe1' la pc1·s<:vchmia con cui ciasdw1luno t~rcò <l'usufruire i bcndìzii dèl lle••io Eili I 1,0 t!"ci st, ù' ou·olJrc 18:iO, csercitanrh>si sul r.aclav<,re n'1gl i atti 011erati.,,i luLLi cd in ispecie negli Emosta~ici. · ' _ Nella ~ceontla scdtw:1 dei 28 de.Ilo ~!ç-~so nws~·, prc,ii_àlnani ,ctmni del Pi•csitlcnlc intorno nlla continnnzione dl•I farnrern! e ~l:ttQ _S_a11i.tnrio del 1>1·c_sidit!, il J1Jcdico. ili' l.l~gsi_rncnlo Doti.. Cap1no lesse due storie d1 c111.. una tu _rd,·r1t.u (V. n. H),e }_'allra ·t·;1ggua.1xl:\t1!Cad unafr~l.l Lfl(I t1:n,s,·c1;salq "del corpo tlel l t\tttOJ'C dc;!1'i) ·su ~scct1l1YI.I l1{1 una ~aoul.n ·sut pavimento d'un:1 camera.e rilcvat:i.~a un Vc1er~mo cl'Ar·~iglic, ria . quasi sessHgcnario il qqale nvcq-1 gi·ù nltl'a volta :;ol.ro:ta h1 Jrai.lurn del collo dello ~tcsrn fcmol'c c·on superslitCi clç, "forrn itù e l'atcOl'cinmcnto del :nc1111lml. n~nchè cùl csra \ ;,ori"a sia intcressnnle tanto per 1'1gu:-ird~ ::Jla:facilirù e-on ·mi <;bl'.eJuogo In f1·:1Hmu cd ull'o~so (D t·u1 a_v,cnnn, quì1nlo_ pcr 1'(· !!,nardo all'avanzata otù il, chi )(l sofferse cd nll:\ i·ap1da ~un· Ì·ìgionc 01.1.enutasi in sali 50 giorni, t.utt.,~,,fn. sh:t·omç l}i<Ac .n~. f1.1 la riduzion.r, .:icmp1icc l'. appurcccl1.io _e la eu,ra 11011 ~p disturbata da coniplarn,21.1i1c d1 sorta, cosi è1 oste1~remo dnl10 esporla rninu1:1rnc11fc, lhniLandod solo a<l ncctMrnré con lo Stùrio~ral'o come nella 1·il·en1.1 delle c1H1se prc·dispOtil·iit.i ·a (anta 1·1·:1gil i.1à de!'.',l'os;i non siasi·, l_nl(a. l'ètit 'i.!1n~)!_Ur:t1n-, r in''enuio nell ammalalo akuno dea v1u 1.mtt'l'IH JHLl f1·t1qupn1.crnc1ifc ipcol pa ti da~I' Au 1.01:i;-{1rnmrlo c:omç taI~ pon ,vcgli~si ri.,.11ordarn l'Ele{anziasi da cui fu egli travagliato n<'ll'nnno· ;'18~9 e dal~a qpa'e, ,<[_opo tre. m~si_ d' _in~tilc~c~ra f~f~, Jlç~I~ Iiifermci'ìa dd ft Corpti d'',·'M1glic1'Hl 111 Tormo, guan pò1 coi bagni ftTinnli di 'Vìnadio. --~~~ ' ,'! .. ---:-..-- --·f>CI'

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ll!VISTA DEI GlùHNAtl SCIENTffICL Co:'l'Cllèlo una Slt1{!ione in cui le febbri iutcrmillcnti ail1 iggon i:11 .~Jivel'se Provincie i s61dati, crediamo fare l'\F.GlO 'BREVETTO Df,I 3 D'AGOSTO ,'84.1 . cos:1 /;l'Jdita ed ,utile ai nostri Lettori riferire con queste 11 ,\. prÒv<1rc quanto s'::iilontanino dalla verità coloro i quali brevi parole la. sostanza di due Memorie del Doll. de \lllr~ non yèdo110 fuol'ch è una rosa illusoria, sopr-nllu ll<} in Gouzée registrute ncll Ancmv,o DELI;A Mim1c1NJ BRr,GIA, ciò rb'c 1··i'fléuc la suhordin az.ion~ militare, 1wJJ•anuale nss.im iJazionc al rango e gi_·ad~ d, ~~1 god.ono .r1dl'1\rrna1a_ gli ~JLa prima di queste Memorie ha per i:e;c6po di rendere tiziali del Co•·po Sau1wr10-Md11arcc, crcd,arno che s:n ~uh1cauto i! Pr:ùico nell'a<lo·llare, sia per econo1nia, s~a ùcntc .ripr0Jur il scglH\il lC R. Il1·evct1o dei 3 d'ngoslo 184711. 1w1· qualunque altro motivo, i tanti preparali farmaArf. 1. . . · ceutici clrn :-i spacciàtio come succedanei al _solfalo di S 1. Secondo il tenore del Rrgo!urncnto di d1sèip11na mi 1j, . tal'e i i'lass'uffi,#Ji· 1:d i sold111i tu lii rlell'ArmnJn dclilion in chini11:1 nclia cura dcli-e feblwi intrnniltenti. ogni' tempo cle/'erenza e 1·'i~11etto agli Ullìziali ·Milital'i di Sa· EssE>nùo pi,escntemente in voga il Carbozolfi,lO di nità. · . . potassa, il de Gouzée ne feee accurati e cqscienziati , · I · · $ 2. Dcbbouo poi loro alll:cs1 obbedienza, quando tn'li Uf. fìz,nli di Sanità son in escni:1,io dc!it> inwmbcnzc della casperimenti senza poter in quel 1o riconoscere a v1rtu fobb1'i fu ga e tanto meno la preconizzala · rn;:i. àzione ril'a loro. ' ~ 3. I reaLi dunque cd i manc:.uiienLi . commessi contro contro gl'in!..,"Or_ghi della milza. Risulterebbe anzi dall<! un'Uffizialc di Sanità Militare dn un b.1ss'uflìzralc o soldato, 'J " saram~o considerati e puniti così appunto come se fo$sero suesperienzcchc cp1es10 rimedio. ha proqolto fenomeni ~oni'mcssi conti·o' ad un OUìiiàlt dell'Armata di grado ugu:lle positi\'amcnl.e nocivi, massimamente nclln regione_ep:ia <1uél10 u ,cui l'UHfaialc ti.i Sunit:ì sia per la sua cadca' ragtica e nel tubo $..·astro-enteri_co. li JlÌ.Ù rima,·chevole di : ~nagli:1Jo. , , ' · cpresti fehomeni "' fil la c:omparsa del!'ft.terizia ; manifeArl. 2· statasi ·quattro ,•olle in setté casi. Pe1; tòglibre ogni ~ 4. GI' infermicl'i m,iggiori e gl'infcrmicl'i mtli1.uri non ·dubbio su.I.la colorazione in gi({llo della congiunLivu e solamente debb<mo sirewi'olrbed-ieÌ·1.za agli Uflìziali ·di Sanità ~ Mili1.are in tutto ciò che s'utlénga allÌt cura cd assistenza della pelle, fu analizzata o-himieamcnte l'orina ed i ' degl'·infcrmi, siccome vuole il Regolamento dc:i 4- di giugno reagen li impiegali dimostrarono patentcmente i!l cs~a · 18:l3, mti d'or innanzi s'intenderanno hensì. anche loro .sula pi·eseuza della bile. 11\ rulli i sctt,e casi ebbero luogo, · bord-inati in quel.modo stésso che pue son eglino agli UIIiI 1 .zia li .contnnili C'd nltri UtliziaH dcli' Armaw. , . sebbt;ne con minore UllJ'tlla, ìlo, ori co1ici, hol'borigimi . $ 15.. ~ 1iperò gJ~ l!ffi_zia.Ji Mili lari c!i San)tà avrnn:n1 tl!/ lo~ e 1Harrea. · I rita di punire d1sc1pl1nulmente, nei 01od1 e tcrm ,n, bcns, li b'otL de Gou.zée fece inoltre Hotnre èhe l'orina di tulli ciuelli che si sottOj)Osero a ciuesla cura J ·• 61al.Jili1r tlal Rcgolnmcnlo di di~ciplinn militare e dal Rego1 }amento dc'i 4 di giu?;nO 1833 quegl'informicri _rnaggiori cd u infermieri che non adcmpiscan i p1'opri clO\'Ci'i in ciò spcvenne rossa subito dopo presa ìa prima dose di questo cialmente che ragguardi alla cu,·a cd ussisfcnza <legl' iti$aie di potassa: sitTalla colorinionc I·atfribuì cg,li tanto Le di~tlC)Sizi~ni P~.r ora di\'isatc n~i ii.,•.!e 1$ s'.in~ più .t1lla presenz~ dell 'indicalo sale che la vide ·grad i.1 tamenle dileguarsi col sospenderirn I' uso. Avvetta.si tenì:lcranno comuni allres1 al c:aso che basn1fhzia.\1 o soldat i si t.r~vino destinali presso ~m'Infcrmeria ~d uno ?pcd'olc pc,: pe1•ò che le i;-ji'erienz:! chim'ìche. JJOB . ·con'fe1imaroùo I'uss1sicnza degl' aru.rnn.lat1, tnnto \,cr difetto <l 1nfel'J111èrt · · · maggiori O d'infcrrniéri 'per far.n·~ e veoi, quanto in sussi- . q }lC$lll . sna O[lllllODC. ' 1 dio d( questi. Il carùozotato· di potassa è amarissimo e poco solu S 1.. 1 reati o mancamenti commessi contro ,un Uffiz.iale bile ncll'aC_qllt\ : ordinal'Ìamente s'ammi nistra alta dose tliS.ìnltàdauninfcrmicr.cmaggiorcodinécrmicrcmililurc 1· 6 1c, "A 1 · · 110 · J •• · sar·unno similmente coosiderat,i e poniti come se fossc1·0 <1 , ·:-, ~ !(. C< insrno "' gran_1. ,e piu piccole ddsi sono però qualche volta sufficienti per suscitar i fe. commessi conLl'OilO un umzialè-dcJl'Armata di grado µ_gualc a quello a cui l'Uffi:r.hdc di Sanità si trovi per lu stla. carica nomeni -morhosi gastro-enterici stati sopra indicati. ragguagliato. · L l 1\1 · \ I D01 I (' · · ~ s. L' au!orità conferila ,agii Ufiìiiaìi dì _S:inilà !ìopra gl i a sccouca 1 ernona ee t. ee ,ouzee rngguarda ~.n(crrn1cl'i maggiori ed infom1ieri n,iliLal'i, s'irHendcri, non lli ,mezzi di retti a prevenire la recidi va de.Ile fubbi-i .~1r;·v q ~cc_rnà1:~ \iè. viu·iarc- 1~unto ·qu~lla clic, se~.!H!\Jo i Re- ·inlerm,ittenli. Sebbene si -ricono.sca ch'rgli non p<rnsa golamcnt, cs,stcrl'U, , 1uol r.~ser C!ì!'rc·,1tata d;11l'Ulhmde ConI · 1\I a· · F · · I' ·1· · I ··tahilc de!l'fokrmcria o cfcllo Spc<falc tantq sug\' i,nfcl'lni.cri em:ne a cu111 i1 e 101 •1·anccs! I qua I t1 er1:-co11 esc u_maggiMi OLI inl'crmicri ora detti, quunt.o s, •;ps1·a 'i:uLl.i ì itì'isivamcnte all'ingorgo della .milza e del fegato la causa. _, LJIH'i i,rnpi<'.gati C l'lC(}'\·'c.rati Ìll ffi lc lnfcl'Jl'lCl•in O SJ~CduJc. , CllÌCienlC delle l'ècidivè , ]HJr C(;li raCC001anda -t110lliS. Art. r, - I siri10 a·avere sonùna éu'ra a deoslrùc.l'C queste viscern ~ 9. tooizi;ile <li Sanitù dm punisca disciJ}linalmcntc un pèr oitener ·ùna :più stabile g11:'lrigione, l Mèdici MHi' in/ern;iicrc, m;1ggiore ~d infCl'l_ni, rc1 oppu~·e ~1n. •lrnss'~1~<·ia!~ - , tari del Belgio soglion ammìili'slrar ,li lo,1·ò :rmmal~ti J) solrfaJo ~~c. 11t t~nga le ycc1, ne raggua~h'?!'a riel. !1'll~.~)l·c r.'h me mezzo pr.ofil&ll:ico una dcterminat.n -ùosc'di,solfalo ., , , 1émpo -1J0Ss1tn1e e ad ·ogA1·rnodo nòn mai m l!11 te1·m,in(l ,'·t f··J e1~1mw, .ò, d' · · · · ' 1' 1ie m~igiorc tlelJ.c ,·.cnt.iljOnt.tl'' iH·e ,, per via .d·u..na rclazion,c ·e c, t ·set -rn sç1· g1orru e per --(ftuH! , ,,c;q11:,, . , ' lc1npo d1>p6 che hanno vinti i pr:imi accessi-. 'fl -Dòtt . . (1f) ~~ r.i'(,ttàs'f d'u\1 Ospcdn'l~ ·Divisionale ci cl!trn'Infè!'m'è- ' de Gduzée credé che l'uso dèl solfato di 'chi'Hin~, oimt l'Jà Mil1t~1·:• d el Presidio, il Direttore ùi lalc Ospedale o.ti • ·· · , , "' l_nfcrme1·n1, a) gualc' sp~tterù ,qt\ipdi _ctapprovar O dì modiwlta che- la fèhbi'e intcrmflt<~nle è accorn1H1g:1101.a d; l}Ji\:i!l'G la. pumz1onc e <1 1 <lclerminarnc la durata· i~goygo ali~ ini!z~1 od al fegato o da dolo!·i alla regto11t~ . t b) Se ~hittasi..d' 'un' ~nfo'rin_el'ii1 o ,f~ììtìo Spcdalc Ileigispinale, d,ebba ess.e r.e .rrecedtito cd_acconfrfair:nato dalla · lllcntalr; 11 Miigg1ol'è d1 Servizio ·o l' Uffizinle eho 'M tl·ngii , r " le veci. · applicazione di l'ipelnte coppe É.carifica(e ~ ~Ile ~rcgigni ---~ --(o. 1'Uffi1.fafo, ~optabiJe deilo.. S1lc,dale o'dell'lnfcrmeria e.pj1lLca,sl1l~plca p spinai.e n secon~la 1c11-~c?.mplici zio'1\c. dove f!SIBlll ' dovrii . 'ptir i!SSCl'C nel lcnJpo st·esso irifòrmnlh · No,11 crèd1~mo eh~ qucsiu prhtlfa '!"azionale .ab1)ia dnll'UffiziBle di Sanitù dcll' intliun punizione. aflinchr ne .r p1•ocm'i, oc:corn•nc!o, J'r~~cnzionc. ' hisog1)fl di · c-om1i1ento_._ ·_ _ ._ __

Ptwle Seco,ul,,.

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SPESE prow•nieuti dal .solo valore elYettivu dei Medicinali ·per og111 me~e 1 C'oll' jrnporto delle. giornate di permanenza (Spedale cP Alessandria). - - ~- -··r-, ·--- -'-·---- .· ,!-.--·- - --·~

Y A Lo Re cffett i,•o ' <lei medicin ali

NUMERO delle ~iornutc ' di pe-rttlal1CllZf

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~5- 1 - - -- -- ~-- ' , Ò1•a se a-Ila _so!nma çompleti va~pro~·eni(Ù1te dalle pi:esci·i~ioni delle diciol!q decine., . &'uniscon:O. J~ .,spese )l~I pers_?n~le e le a·ttr~ tutte, ~1v~·a~~i la cifra lQlalc <li (r. /2..1-24 GG. la 'qua!e verrebbe pareggiala da e.mi M, 31HZ n~ol11pl-ica\ore,sort110 pc.r ogni g10rnaJ.a di p.ermanenza, come scorgesi dal relativo . ·

-

QUADRO d~lle Spese generali -d.1:n·ante il Semestre in rapp,òrto al . nuiliero· ·totale · . delle giornà\è di p·errhan-enza col suo valore iri 13omplessò. . -.-~--;--

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Nnme.ro,

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déi nìctÌicinali e delle ~dtre sp.ern · tut.t e inerenti

i'n con1pl.ess.o per O(sn i .gior1.111t,

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· ,Mc~di.eiunli ,·: . .. · . Fr. . 2 629 o5 )'

Giordano i:tssègnalo

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Sep.ari.àm<f or:~ da questo rcodicont9 in .etti tutto è compreso, Le. giornate di permane11Ì:,1 ~pettarì.ti agli ·.sca\r hiosi ,.. non che JI Malore dei medicin.aii !ldO.p.e:~·a.ti per i ·medesim,i duraòle il semc-snic, abbiamo per le prinie 1r0 ~811.11;, e per i secondi la-sonJnrn-di fo. ·'1 H .,7.0, Q · per risttl,tql,o ç. 5 p.er og1,1 j'gi9r. di per,nl\ilenza ind iv,idu::3lè> . . Il ·numet'O dcgl~ scabbiosi che ,c.ornppngon.Q-le 58:1,1. giornate di pci·manenza a~cen~e a 289.; eppercìò sf sa,:r~bb;ero i~p.icga!e ~i~11nnlc:1:3 J{'µ p(}r ¼aUu,no,. lc ,qi,rnli vf r_ra i1no dim.iniJil.e col .mètodo e!\e il ,nos11:o. ~fo<}_i~o di vi · s:ionaJe SI p,rop_!Hte d., ~.labl)\ l'Vrl ,l' ' . ';.J i I • • ; ' • ' • •• ; ' J:/uso dellq p.0111a~a ·,1n{1f)s9,npa -tµtta col so~l~-cp1ìQonnto ..cb p,otassa a. yece ·c;lel_!a, ç3<tçc .d qrcl:1_rw •-9,el,V';etaft Mtdi~o Div. , ~p1:esent~rebb;e p-,µ,e ,•antqi,gi, q1,1ello ~lei panniiiu i, che in ,bucat9 ritor!)ano pi~ .facilmen,t.e p1ant,h1; !l'!<m così col so ~fur.9 7di cal.ce (1)., l-',al11;0 ,o' u11a più 1pr,onta ·gual'iglone 'scansàrìdone 1 i'l riloi·oo, sempre, 1q~iando· ,però i I Medico addetto a: q~rns~a ,t!l<'rj o u~ abbia , la soffe1:è,n,r,a 1d'iesser presente· aUe.·frjzioni, ,co~e. cr-a .l~qc ,d~I P olt. ìl\·larcheui dir§i ,~!(}ve diwpoic.hè,,gli fu 1 affidata cotesta, sezio1w , . , ,, . .- . , , _ ; _ . , . ~l Fm·m_çr,~1:s.ta Gqtm "G-l~JU)t\fm. (1) _ln, quc&to r.,wsc. troY~si .si:la-ui;ia,,c.\)Ge iji:T!Ja 4ssai imbra_ttnla ,çl,i rnirfA. (çi;xg,s a,pcr, cqi }'_u9g\te!,)tO .~icsciv~ _t)i col~rc, ~cprd ,.<',eh for~a 1J1ed1c,.i.u ,1i;e ,q11t1P!'i.'., olll;,~chc ~o~i tçncv.a nn fJo\ h carbooa,to ~i! çfl!ce. cli.e ,formasi, ,n~n osta_ptc ,ti.1,~1,11 mp,-:-1'l~e1qU • per coqscrvarlo. _ ' · . ... .

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Il J ,irct~: i.)~~L. ·co~ÌISSETÌ•I ~Ì~d. ~l~'. - , n...~~c,e1dll'~lL-Ti<'.~pgn~4b-i,ig; \fat.t, bar9ine .~e ,p~1\\,JFQ~},' ,M, \-._\, ••J, ', \

'l'mmw, Tip. ~ITJ,ITARE -

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Rr.v1tr.10 ti:p. t·«_qgente,. .,

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A.NNO

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( 8 di selleml>re 18a I ) .

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N. 7 .

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL -tORPO Si\NlTAlUO DULt'!lUIA.TA SARDA L'associazione nQn

si

Ficeve che per un arino

o comincia 091

! d ',agoslo. -

l i Oiorntil<! si pttbblica il lunedì di ciascuna sellimana

Pnii'l,io, o' ASSÒ(:IAÙONE

Pni. ci.i uù 19AU DEL ConPO S,rnn'.Utto In Torino L. In i1l"QVÌi1Ci:) f~t1nto· cli 11~sta : n

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PEf I l'iO~ M1Ll1:Af11 In Torino • ., . In provincia N-antiò di pdsta

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T.'abbonnro enlo dc ,•c pagarsi Jicr sam~sl~i à11licipaÌi. 1 Mcdi~i )li lilari in 1·i.Liro go1lo~1o_gli ~ios~i "~)llaggi ~i q ~elli io servìzio altivo. Le associaiiooi p ec , non militari si rlcevolio alla f1 e9c:i1.-.yhl l llLITAJ\E ed1 lr1cc , ~·ta m l sana ,Vstlono Emanuele N. 9. Lo lettevo por alJbo11anlento a·I Giornale devono. essore a!frarlcalè erl accdmpagnale da vnglta postale. .-

P. l\fAnC~IIA"NOt: Spcl·ienzc sul111 Ni·cotina; Doti. ALFURNO: Sulln (jinna§tica. - 3 J)oTT, FoÌlzA~o ,nronchio-polmonitc. - 4. Don. CAmr. .: Febbre gastrica

'So»M.uuo:-i DOTT,

3° La t1icotioa applicatà <lirettamente soprn il nc1 Yd ischiatico opporlunamente isolato <lalle altro parli dclJ'orgnismo con una J.astrn di vetro, non spi!:'ga i suoi ,sabunolc. - a, 'DOTT. Cl\lltETTI : Kcmii te. ·- 6. HELAZIO~E 'o t:l.!-f? co~_ fER~ZE SCIE!'\!fflCRE : - 11 J\t•.gol~~e~to dei ~o di venefici efl'elli. oLLoJwc gmd1cato µnl -Cot·pl:r Soolt;u·,o ì'1il1larc. - Rivista li/' Du<l gocce bastan a dare prontamente la m.orté di '&tornali. · ai lapiui, ai galli cd 'ai pit coli cani, meot1·c Ire od al più qnatfro sono nccessade per i grossi cani e per gli agnelli. _ ·ts-• I, sinturni dèll'avvèlcnamento incominciau iostan!\f E 1\1-0 RIE Ofi i GIN AL I. tanearMnle. Dovo 50 n1inuLi sec.ondi l'animale sping~ • \111 gridò a'cuto e cade n tè rt't\ sn cui poggi.i, quallro SPERIÈ:NZE- SULLA: NICOTINA ·.,.ohe su cinque, in su l làto destro del,'cçrpo, . Jl Lcr,·ihi/e dra,nmR,;ra,pp.rçsenì~t!i~i,. non lùW~Vi, <l,'1G La, prima aziooé <lei. veleno è . r ivelala cla una \•311ti la Corte Criminal~ d'lfainauL n'el Carnoso processo generalo amb~seia, da uu-e.ani'minor incerto è s,ucildei coniugi di Jlqmu·m1%.-,dj~<lc .oc<lasign!) 1a·d ;ttJW clotja lante a .cui su~ccdono· 1·apidnmco10 una • r<1spli;nzionc 4>crizia legale del Prof. Stns sul ,'cnefìcjo dell11 Nicotin~ con\lulsiva,·sibillaillc.con fo1:tespfozz,o di sà:Ji va. p.e rdita ed a moltipti,cate spérieHze del P,·of. Orfilà sopra gli 1:H fcpl e d'1rinqJen.omeni conntlsivi e tetanici, e mor·te animali con siffatto alcaloicfo ohe ver inteusUà e p1·011cfopo ùn minuto ~rin1ò, ' tezzn èl'azione \'COCfica può ritenersi qu.al emulo dcl7° Dopo - ìnofte, .c~mpiu \o 1·i)àssà01c11to di lutti i rachJo cia111d1:ico. muscoli 'é p1'ou1a putrefazione. ·1 nipclcva simili speric11zc il Prof. Gav. Berrnli ed , 8QIl cadave re ha acuto odore cli nicotiuà; La munitre molleplici oe islitui"a dì so1hma Ìmporl,l nza nel eosi\ su éuÌ ha Ìlgirn il ve.Ìcno JW'esenla glf effelli di p. p, luglio ''illondosi dell'onera intelligente lici Dolt. sò1Te1'la aziònc caustica e faci le r-iesce il disracc<5 delYella e ~aslaltli, jJ l)dmo dè' qtiali consegu.ì in Pal'igi t'·epi'Leli'o. · · ulla Scuola di Ucrno rd e tfj ,l\fàgend ie una i;(ugolare 9° Se. il Ycleno fu applicato sulla lrngua ques1a in ~ t>erizia iu oosi fulli ,sr,erime1lli per cui ci è grato rc1igi·ossa \1isib'il mcntè ìier l~t sua 'l:lv,ioué ; 'si reù'dé bil\lP :fo.rgli c1ucsL'o11orevole teslin1Qnfa11za, .ch tccia e dQpo morte ho llll voJutné triplo. Chiama11do di :,Omma impo1·tanza sitratte spcricnze . 'l'O.. Il sauguc raccoltò dopo morte ncllé_ cavità de.- nessmr:.\ léma abbiamo che la nosl·1·n osser,,anr,a ·vcrso- si.re de.I cuore ·e n~i grossi ,.tronchi yenosi .in sua viciun ,·en~nilo ~faesrro ci l'acd:\ ,1cJo alla mcÒte C rénda nanza , moslrusi sciolto, sfib ..in.oro; .i1érfocio, quasf men 9quo i1 uosL!'O giudizio. Av·eddo avuto lc1, Venlul'a carbonizzal e, nè più si l)llÒ col microscopio riconoscere tFassislcre tt sin\ili spèrìcuze per cort~sià speda.le del la p1•çs-enzt1 di globuli. · s1,illo<;l~JP Prol'esspré, fui jlcstìmonip dei scguenli risul. , 'l 1; Ossci·val i con il miçrosc'Opio solare i vasi c~tamenlt che conferllH\nO in parte quanto fu in 11i·opopiilarl subli\.' 81,ali 'd'uòa rana a·uui 1fu· sommioi'strMa sito pubblicalo cla Orfila. • timl tc,nie f(ttantirà tli hic~tint\ 1 si può agevor~11enfe 1° La nicotina e un vcleoo raptclameure Ìetalc., sia s.eg\lÌi·e con. l'occhio la gr't1dll.3la sé'òmp-0siziane dei glòtissà iotrodott.o nelle (!(l\\ilà l'ivcst.itc di membrana .Jluli del SJtngue i qual i,.. sbiadiscooo, an,1for~i}o, sf ro,11inucosa oppure nelie Venu o nel tessuto cellLLlare sotpono in più frà1Hlncn1,i e s'Goh·1paiono Pitn:;u:ieudo ,solo tocutaneo. ìl 101·0 11occiòlo centrale il i11ufle anche più La1·Ji si 2j Se il veleno è- i,Hrodò'uo n·elie ca\>il~1 mticosè o disciog.Jrc. bu manift-sù1zionc dt'ilfenomeni vil ali dòlla nell~, vc~10 in, S\JfficicntG quanti!à, là rrip rtc. s~t~ccdç in rtfna è vil:'I via decrescente i11 relazione con lo scom·Un hlll)Ulo pmno o lul.l' al più in aue. Se e introJ)Orsi e disciòglie1·sr dai' globuli ç: c~$sa afl'all(} allorclrn dotlo nel tessuto ci;llulare, la morte è· ritardllla sin a qncsli sorio cbmpint.lmcnle 'disciolti. . quatlro ocl a .cinque minuti prìmi. · ·12 liisl ill:m, uì~à goccia di 11ièdt.ina ' i11 recipiente i11 -

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• cu i siat i nnu !cnt:te <jtH\-a!ii-til tli sangue J'ecc.ntcmcntc pf! rioi·c· Aulorifi) la c1u:tlc non ma ne<'.> a; fare: co11osce1'e all\ui·nwta (!01 inev.w di un ljbrn,stan1pato le l slruzion i est rnllo da un ,a;n imaìc snl11t), ip~to si vedono rallentaie p~; r 1b Gim~ast,ira : r1-~1,i però{; pi(1 <':he' 1frai i1 caso di di1·c e · c.essar i movimenLi ~l'at.11tJ~.o.1;1c ·C di l'ipuisiu.ne jJllOprii dei globnl, e questi segui re la stessa graclunla l,è !oggi s.oo, ma chi .-pon mano aa cs; e~ _scorn1losizio11c stata osscnata nelsaaguc circolantç nei lo \,.~}do .i.n ·ti.uet _libr o ~:acco1nanr1at<J agi' fatruttori di vnsi capi lla ri élclla rana Ja.v;,;elenal(I. . asei'e 1·igu<11:du alla · dj,Gpo~izion~ dsica od. aJla spci;ia le Non si potrebbe ciò stanic : oscrlscrc all'opinione avversion;.: dei soldati i vedo clic : o.li uomini des tina ti ,udi del- P.r.oJ. Orfila j! quale _preJendc che lazioue tiella e~crcìzii__ginn:1~tiei_..:m 1·,11mo ~li visi in più sqt1acli-e,, ciasd;~~ nif;Hi.tt.a si spjeg;l1ì· i1) J),~1 11~ic.ol<)1;e , m_o~l~ ~opr4 il :>i~ .. dnpa di no ve o dicci pcr.~otw dell;ci stessa alsilir/1 o ·pi·cs~ sterna nc1·rnso, quando s, scorge n.wn tlestamen te dm sapp·oco; nì.lo che ''i s0M:1tr..r:au-u ·tlél~bon e({Sé1!e ·c:on<lott1 alla·•gi~wastica nell e due prir.1c ore dopo il ra ncio. Queste s urriferiti spe rimqnti c)J!} f .eserci tu di rctlaoien'te so1ira nor1:1e, del't,.t.h:,·~·aHil ,t)ru de_n.za e dal.la ragione, s011 esse il spngnr scomponendo e sfrnggeiùlo i suoi globul i pct· scr4lwlo;rn me ute ~eguite in tulta l'annata inclistinta.mei;ttd CllÌ~(JUé,sJo pçrde }e S~lC Specfa_l i C011d_izi.pni d.i fl.Ìrnl) fo Io ,òser~i al1'.e nmì r il· contr,1ùò e 1•lo trc·i ,11,W w• •)o ~.'ad ;1 , ,vYt, 1 r "w 'oi>l'ÌO tldl'. organjsmo, nè più 1'orni~ce i ri'iat:dia'li indurne le vrové e dimostrare cou1e tal volta s'ohhli<>lTÌ "llis,p!J.nsnli·iJ.i a'-IJ'c :flel'{l1U.la~'ionj or~t1:11 ici;· o~YiJ11Vi. ' 1j11q1i 'i.I ' so'lciato l l'ie 'fr1 in co1~,ge<Ìlo ocl aù'rr9ila10 · ·ò fo• •. • , •' t . J J Il sistema nenoso :cOtllC •\°i.mmccli.:Ho ,1,àt),jHiCsQ,nJanle ,1lJunq ue a;;&e.i:rtc _per. ,un fk:ti:h·111m,;1,to JeJ\lj?O, il ra.g3'1,t~11eletta Yila 1.!c'ff'essel'e è cerlamen le leso. 11èlrcs tinguc1,si · . "{,<tr -::i CO IH·pit)5&i a:) t:J:~l~l:W -in .Cll.Ì:s.i·:tt:\H1.ano., S.e.uz.a t e:llCL'C ~ti·:t'Juesni, ma ,e:{,li è QJ:.drns.l'aJ1zrt·.chil\ro ~hc le- lq5ioni -calc,olo del ·!)er.duto ese1:cizio ,e .~alqna .,cfoHe non ,a11.co,i:a . 'l f) J, He:1 k:isu€;rna h:cn.oso sono ·aootcgu.(1.11,li ;a .~~ut."\ll~ d~I ~;m- 1:?"t,vli.n:G,n!:,e ria <;ttLJ,i$,~i,l<t,e, {9,r;,,ç. lo- ,òra·. ,d;:i hG\11~1li;11eipio ·so,l'p1;e~0 d1fr frel:fffcntli .casi .di .~lisgrm~ie ~u,C.t!i!fS<=:1p.ur ,c(\1u~11 ,gùe · sn fit1i ·Rpi:egiasi ,·difolla-metl;'t~ i1 irotere \'.CJ}~{ic;o .c1~g[i·-eseri:,jiìi·:giiÌnçt'stic,1 : ,mi ~~IVlH1 ,diuuanzl -~i~J,i l{H;cJ1i <lella nieotìna. i• 11.un{ér òsi dè11i,,); h •i;tituti gHinastici :é.>'t'crl' e' IY;'!tiiJ!naH Arnticipau'.dò 1quoste nozftoni 1ndn è' eerJamentc nòstro • if, d' . l : •r1, " • ...~ . •" >' fl' .!!'· 1·,;., :,1 . 111 cui ra I ern uo smatL1 cast; m1 sa · acqa.v.a ·,;st1tut (,I _in:tè>n<ii111-errlo,:parlec,i1)rui' .al mer:jLb ·ui que5,tc. ;s.ppri,eilze -gianastiM e·s isten:te in c!fUCSb1 stessa .Citt21 sotto, "la 'élirq;1•.d,he sol'0 occt.<t1imunrn0 'Ì11 1 parte e, trap~,o:s.o.ml)f:;wi.~:m:ehte zione d'u n esper~i~sh'.U'o l\1.laesk0, l·oté'ui m i risultava che perch~ i Lcl!ori se ne possa uo formar nn adegua~:o-1cg)l -. nel giro di cinque anni su parecc hie migliaia d' aecorre1iti tcuHo. :Oi J;.astirrpei• ,o'rtL ,f ave1;le annuniia:l·e :(ie1teiO:cche un solo triste accide nte. er,1 successo_ecl ancora percltè 'l~cl.lll1t1 .ti r stfo ité111 po •;res·c .di ir ·ubbli'i::o ·cli t·i U.ò. ,. :,r;, la persona n •ttti s9prl1.v-ve'n1ic eceMeue ~gli or dini tlel JJ {?~c:iiclh.1.1.110 ./IMH'o 1pià di hnO'n :grado ·questiom.atg·io Maestrr e I~ lH'.O!)rie forze,,; mi si,_pararn so.pr\,l,ttutto aa1 a<l un uo-sI119 i~faest1~ò i:n quant.o ch e ebhimo 1'ina1td,i10 1 vanti cj:l(ella j)'a t t:e .clel Corpo IL d' Ai~igÌièria' che istrutta da abili Uliìziali, non conta, fuorcli è d i rad,o,. disgrp.ziosi esemJ)icf; d.i,•(1,uraléhe A-I unno tJcl-•nostro Ateneo. che, io I !, ,•Id ' L,J.,1 J '1• 11 ,,J1•t1:y1•) ~. { ''l .. 11·· . • • . ' . ,·+rtù d1 ftr:incipii· ~.fil;' 0:r.,d1n;c ,del ,giort)O, s'attieritò.,:~i ~c~,1 cm!_; è . iiyrl. gu,ccvn pe'rsi1:ac, cr.m1 ~ 1~. no.n s\ J>l'?.~<'1 c0Mu1le.a ,~ne rfo1Jsen·oatanfonte·' la, ~lori a ·e di ·gell/lre,' a . J . <tesse 1.11llf'.l\1 1na~a ·d:Jn 't \1He ~·uelle J·e_go1le 1iccèssì,t1'1 e' a ' ,· /)'Len.e· r.in. rn,i1, lò fsRr.ed. jto .s1!ll111ilostir.o, ©o,r:po t11segifaJ1,te.- 1: ·st:guirstin_'ta.le ,genere1 d'.èsèiicizio v-ilòl'Mtb. -' • • ,. l • 'lo n'.ìi, sµjegtìV a 'tuU' aj pi.ù'là l~,·aggi~ii,e !frcì'LUCICJ,Za''(!'ci '! ,. - , ' 1)6tt. P. · N 1Ancnr:\N~, casi fortuìt~ !fra i 'millt:ui~, <la'<:tiliè rp1:a:tti ph liJ mil~giol'C 0

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.nen1z10111 cl,c, ancora vL sono; 11H:rcc d1 c.,sù· ,I s61Ylifto b,e :1~cli1 i1 d'~r inha Ìizi ·}; \·occ llrc lò cl,iarn~r 8, ·s oùo Ìe ·hanrlie~'e-: mcrét lli esso ndi av1'eìno lforti ·e 'l iberi ,fì,,li . L~cle :si'à. ·c1~ ~HfUe a .~Hi, rr~\nbsse•ed+'<}'li hft1hil ds-se ~'e1io

.•E.serc,_to'hi ·Girnrnstié,h ·t1-trM L'att\ì .co~l ttobifo. e; io sl ·g.ra n noonto teni.lita dr que,llé fo:rtfas'in1p irni,i;oni che. ·e1~an.crQi:ct11, Sparta e Grecia, e che. pi·csso i ip11i~cJ1i Rop,NJni '\ìeniva _g~us;tawe~te f.pp~ide1oat51 ~ flCSsun;1tiltr' .~...~~ .ip1lr, rio,;L E j 1 .hennf .iy,evano ,donèlc., 1iQicùè se, <.;011c1l,lis.r~i:on. ei?(i1·\ .il. r,., 1 . , '·'ò ' ,, 'il ' I ' " . ,. , '·'1' Vi9' ,W9 , C) " 1lç~elt~!\'O al ta t , i~ciP,1ìna, .iiJl,i (bria é <l.a CO- I ·· . . ,()f > ll I 1 · " a··" 1· . ,. ,i . . . . . . ,,. • "·a· ! "$ti(<.\ , ~ e p ro, cg1on1.; 1sc1p ,na., ,orza, e coraggio 1 1 '2111 l~ndavan' ·hl gi.-11n pai'tè' ç1ebit/)l·i al b Gihrlastiça -elfo .. , ' ,. ""'F\ ,• '" dçrtJ,r .e . , . e mora }·e i.onn"ya un :i'ITttìO P,re e1puo 11tsical ·J'òPb 1 , ,. • ''tlélòciìt:i'eWe: , 1 ,·, • • • : 1 , tDi,·.e de·Hvai:rt:rg~i della Ginn?.stka s11reil2,be <liue,cbse ;ti. ,voi lliCti ·1Jote; ·,sai:ebQe vole1;erl'tw una ,lczip ne kll{ig;e'j1c pfio uo,n 1~yrei ,il_,,cli1~Ho l)'èJ,e for~ e.•di, fare ·q,~ v94·¼in,1dulgp1Jea •lJj a,5~9:l.tare,. J\!f.io, ;scqpo ·è, sc.rlo .di d~m-0s:trar.vi I come llla1c si 'Cerchi d\ ·co.useguir un i;ìne, qu,a1,d_9 :non si [ a<'Jop ~rin -i .rneiz,i ~pp.'.1;op.riattp0r 'giù~gère :Ìd esso.1\Ì:on . e' g1a " el1..10 rog . \'Hl con . . c1 l. ' ,. . ·I' Il· (1 sn- I;., 0 en. gen111 .a I,ce.nsol'e oe

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siterà prima dt:lh ginnustic,r g~i uou,iui e dei:!Jeri1 qual e cli e~si abbisogni clel sospeusono, <ju~le del c,nto 1 qtwlc tlel bendaggio: fo Scienzn _nvrclib1: d11n9s1rat? l:1 nec~;;~ ~ità di u1u1:1ire di sospensono non uno 1ua luU1 gli uo111rn1

che si. ifa 11 no all'ese1·ci1,io della gi1~M1~tica per i,1111,edirn. le con lusioui più o m eno ~ravi J,ci testi<;oli : la Scienza uou a vrebbe in nessun caso a1n11wsso il i:into1 lloid1è il soldato che si d1' n<l un tal cserrizioJ <lehl;,'esse1·c libero rie' suoi 111twiu1ct1-ti e l' u~ino die, pcir disposi11ionc a 11ualcl1e 1nalat1 ia o per 111ah1tti~t 1:1ià esis.Lentc, abbisogna tld ciu to o del he-ndaggio, uon ,; più .alto 11lla giun:istica. J)i_ <JLHlll tÌ 111ali piissa poi ess<11'c fonte il cinto abbastanz:, lo comprovano le ~co11cerl,1te fufflioni dell e ,·iscerc addo111inali, fo frec[litmti }Jceraziooi e dilatazioni r e nose, le ve r tigini, l'cmoLti~i e H>pra~tutto le ernie inguinali clic tutti noi ehbiu10 etl ab biam<,) piv volte ad QS~(/ t' Y<lfC 11ell'aru1nla dal s iorno in cu i alle bretelle ,·enné così inòpportuuamente sostituita la cintura. L:l Scienza in uun parola nvrebht! (.h1to ~i.l!;!Si consigli dedotti d,,U'osscrvazione e dall'esperienzà, 1101i che dall'i.ndcfcsso e prol'<m<lo s~ndio <lclla st1·\1ttura dell'uomo, nou come ente materia)/ e m eccanico, ma cotile es.sere alta111e11tC" dota to d'intell igeuzu e di mziocinia. lo non so se c1ueste parole produrranno il deside rato frntto ; ciò -solo So cl,e nel p ropor l modi più acconci p er C9"hse rvare la sa ni tà al soldato, 11oi cornpinrno un uost(o dovère, noi ci servia1uo d'un nostro di ritto.

cos_ì frl! q11 en1i e u1iu1·i eia fa re p :11·e11l:ur ttu pa·onto fu , neh,to c~i Lo. No11 si ristette pc1• t iò dal pratièa1·e altre due cavnte di sangue nella gioi:1rnta e dall 'usçi clelln po ~ · zìoùe e111ètica. Nel quarto e 'Jl\Ìnlo ; io1•no, ,,ista J'i 1itollera1v.111 <ldlc sang11i ~nc g'Pncrali, ~i praticnrono, a sollievo dei per- . si'?ten ~i . morhos't sintu111i, due alH)OilCh\uLi sauguisti.g,i i alla rq;io ne dolente .e si prescrisse un a salura iufu~iot\l' di digitale co11 :tc<1ua coo bata di la-1.11·0 èe raso. No n migliorava per ciò Fa mn~a btb ; che an,;.i più gaglfaa·di iùsisteva11n l's nsicLi, di respiro, il do lore h,teralc, là frn cruenr.a rlella tosse, m entre i polsi inaici1van un'estrema prostraz.ione di fo rze : si gi1idicò quin,li opportune . lH'i giol'ni G, 7 ed 8 tli rico1·1'er -ad a1ltl: dosi d i i.arta1·0 e nùitico ondè supplire co~ì nll' iutçllcnmza delle sottra?,ion,I sanguigne sì generali, sl locali. Conseguenze rld propina~o rimedio fu ron abbonrlanti esiti ·ah1 i11i, leggi·c ro gr:idu di sudo,·c co'n tale un ulJbattimento di for1;e che al decimo giorno l'iudìctazioue clei re,·ellenti si preseuta,•a qilal uuicn ancora di ~alvez,1.:1, contittu:rndo in p a ri te u)pO .1ìe1le lJe 1'·anéle dell1lfl'ce11ti e lll:ll' infoso di i!-igitn le. Ln notte dal 12.111 0 al 13.mo giorno fu t.ranquiUa e nel successivo mattino si rinvenne la r espi r azione pi~\ fo<;ile , la tos~e men o frequ e1)te con espettoràziooe di buona, indole , cou polsi più di_làtati e colla p elle coperta di sudore oli oso. Brevemente, tali furono coie.~te escrczio:n i p er la pelle e per le vie ae1•ee d11 fore spernr un:i prossima ·convalesten.z a, siccome effettiva m en te :Wve1me ili un modo così 1·::ipido cl1e in pochi giorni il Dbonèu~ k.sciò l' Ospedale perfettamente g uarito.

STORIE DI CASl RI1\1All€UEVOLI. 24.

25.

fEJ3J3R.E ·6ASTRICA-SAB.UHH.AI..E.

BRONCHlO-POLl\J ONLTE (d.,1, una Storia l,t.ua ifal Don. Fo11zANO in r-enza dert' O.,pcdal.e di lVizz,,;t. ( 1) .

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Confe-

Filiberlo Dhoucur, sold.tlo nc1 18.mo f.cggi_m e nto, cl'iurni 23 , di tcmpeh1111cnto sanguigno, cli coslilnzione ròhus l:a, ùou mai stato aanmahato prima del '.1.2.lllò,auno cli sua et?!, perfettaancate risanato da Ulltl LironcLite sofferta nell'Ospedale di Gcno1·a nel mese d'aprile t849, dopo essere sfa,to per "lunga pcz1,a esposto alle ai111osferidie ticissitui.li11i proprie del pacsr, fu assalito 11el giorato I 8 cli febl.Jraìo I 85 I da f(ll'ti Lrivitli ai quali tea ne wctro nn. calore ureo te .c on dolol"e puutorio alla pmte siui~tra del ton1c'e, àc:cù1i1p·:i,~11 :.1Lo da grande m1sicti1 cd oppre·s~ sione, da tosse secé,1, freqoent11, con S<;nso d'ardore lnnglie~so i brouclii-, da dccobito difficile sul lato s·i11istro, du nhbnttimento della fisioocrn1ia cnn polsi dt1ri, c'el <!l\ iri:egoh1 ri. T a,asportato io qtu1sto stlltO all9 Spr.dale 11d giorno 19 suc1·essi,·o, d opo uu uwturo esa 111e, si dia~oosti <:ù tra ttarsi di bro11d1io-polmouile e conscgt1c11teti'lc1Hc fo 111csso in uso un 111ctodo nntiflo.gisti<:o e_ncrgièo pe1· d,1t':tzo tli' tre salassi stati prMicàii '.1cllc prnne 24 o re con bibite <l'emulsione d epri m eulc : il _sa~1g11c e.strallo csQemlo cotr.nnnsissimo e pe r nulla 11 11g'liol"aLo_ l\a1111nahilo, si ri,p eteron il gi,orM> ap1~rcsso due sal:i~s1 e s'ordinò una pozionç di tartaro e metico ìb al~e\'nal's1 cella be,-anda emulsi 1·:1 . :i\"el tc l'zo gio rno , dopo · uu.1_alotte ~1gitat]$si11,u, l'h1 l'cn110 si ·presentnvu col ,,olt-0_ pallido ed at!batlnlo , col dolo1:c Inter.ile più opJ)l'esst v~, 1101.1:i '.'csp1ra~ione più foti COl-3 ed aaeh1nto, con senso eh deliquio ph· 11 più lie,ve 1110,·imento e cuu polsi { !) Si (·i(i:f~-;Òe 1:, preF0!1tr'. SJ-0r;a n çou(~rJJ1.t· òell" ulìlifa clçl larlarn st1b1ato nelle allc:uon, polmonari aculc.

(.storia letta tutl Dorroue CMnE in Ncwarc,). ·

WUT,

conferenza •dt'

Gnrlo R .... , . soldato nr.::l 3. Reg:gimcnto Fanteria , d'anni 33, -dQtato di tempcr,H11e nto nervoso-.san " uigno, . . l) eI .I non !·ob nsla costrt11z1ooe, nato da parenti 111alsani, :,111:1m0gl1ato, quasi sem1H·e uwl,rnconico, i:pess.o i11 fern)o, gii1 Jl(~lla t enera età di dodici anui cirr::a soffefse uu:-i pleurite sinistra cl.te Jo trattenne io 'letto pe;- due mesi e che, çla c1~1,.1ntQ i·is.ultò dalla prnticala pc rçussione , scwlwa. sillsl t<mni11ata nou con esit9 di risoluzione , ma piut.t osto con qudfo d ' adere nza delle pleure. Più ~a rdi uclla s ua 111ili ta re carriera, oltré .::id ulcui;ie alfozioni re1,111iat id1c le ,q,u ali lo molèstaro n ora con f'q i:!11:\ d'ottal 111ia .ed on\ col! quella d.'oto rrca ùi lu1rg;, durata, fu affetto da grave gastro -enterite e: nel 1849 d1t fo9"bre iutcl'1)1itte~1.~_e . ln. ta.lc .gt_ii~a mal~'.·:1ttato cOJ1Linua11}c;111e da tanlc <' v:inate rn lç rm ,ta e p111 a a)co ra travi!gli1(to da patemi <l'animo per le co ntinue conlr o,·ers ie incoulrale pel 9uo chi qd esti 110 \l] a t ri 11ionio, 11ou rcc:;11·a 1111•r,1viglia su in Jui le fopziqnj-della digc~s,Lio11e ç della 11;u~rizio11.e noi}- si cou1pi v:1110 cou r l'golaril{1 e se per que~l.o difétto focilrn eulc si ,1m111ala,·a. l\on pii.i lard i c!ei docl:Gi di 111arzo costituitosi inforn10 fu nrnndato i11 T1esto Spcch le ofCren<lo i seguenti siuto111i: i n1p1i etudine; gravczzll di capo; l:1ccia ,iltcrala; s 0 11 :1 rdo lang uen.te; bocca nsciutt.:1, amara; ,1lito fet(' nt.e ; liugua coperta <li uwc:co giallo prii!cipal1ucntc ulla base ; a non :"ssia; se i1sò di freddo .al quale .1·cncrn die tro iJ calure eo11 polsL) conoi tato; pieno, clurotlo; desiderio èli b ernnde acidule; 111olestia e dolorG agl' i1:1oco11_d 1ii,; 1~cspir:izion ~ diilìcil e, b1~c1·e; st,incHhza, ll'lal U'lll()l'C , \"Clll:re td o j orina sèdi11r1entJ ~a. Bcnchù q11cs~':t1,p,11-ato di :.intoJIIÌ sia in jJal'té conrun~


sani , non sofferse unibttle nella st111 ì nt'.rnz,\ a e giit j~ei'-' alla gastrite, enter1le ed c pc1t\1e, lion <li meno manrnndo conev.a l'anno 15.mo del vivere suo allorchè Ju •cqlpito .alti-i· segni più prop1:ii cli queste ultin)e ,afl~~içmi, i;'è instida una sinota reumatica della iil1lile guarì nello spazio . tuita la diagnosi di sinoca gastrica-sa burrai~, complicata <li 1.5 g~orni 11Jediantc tre o quatt1·0 sai-assi ecl un'.1<lata lesione del sistema nnrnso. ~o n permettendo quindi tiil.a regola- djetetrèa. ·Nell'anno 184.8 essendo al militi11:e l'apparente sommo abba.ttimento , dèJI' am1nalalo e la ·sei'vizio ebbe _a soffrir il vaiuòlo confluente il (juale gli coruplicazioue sab.urrale di ri<:iorrere s1.1bito alla cura antiflogistica, fu egl,i soltoppslo a rigorosa <lieta ed alle · Ja,;ciµ dopo un'incomocln fog,· imazione che (lurò par:ecchi mesi. Nel principio del febbra io Ojl. p. entrava bevande leggiermente .acidule e stibiate colla mira di all'Ospedale per una congiuntivite se11.1plicc della quale solleticar jl tubo, .ilimentare '<~ d 'invitarJo a slniràzzarsi fo liberato in otto giorni mediante dieta , riposo ,oscu con attivo 1noto peristal.ti~o .dal!~ n,ccolta saburrale. ritti- cd nlctrni rioiedii eme to- catartici. Uscito dàll'ONel secondo giorno della malattia sussistendo gli stessi spe<}ale pas.~ò alcuni . giorni senza Yerun incomodo, sill:to111i senza het1efìcio a l.cuno s·'insistèJnella stessa beqùandc, s'u)lo scorcio del mc>se di febbraio essendosi va.nda snhacida data a l'Ìstrette. do$Ì onde non diste ndere espos~o a cause re umatizznnti ed avendo commesso !ròppo lo stomaco gif per altri, parte disteso ed in istatÒ qualche. disordine dieteteto provò di nuò\·o un bruciore merte, . agli occhi acc:ompagnato da èpifora e da un poco di fo·Nel terzo giorn.o _ resosi pieno e frequente il polso , tofobia ; passò tre o cpattro giorni senza ricorrer ai aumentato il dolore di capo, crc,sciuto il calore della mezzi dell'arte e fina1mente in·calzato dlii morbo .entrava cute cd il bisogno di bere ., ecc, , si prescrisserQ la binell'Ospedale Divisi9nario di Novara nella sera dei 2 de l bita tarriarin<lata cd un salasso dol brncc.io. Nella sera vofgente marzo. Nel u1attino veniente' alla vi:sita s'osil sa1:gue· estratto dimostrò ::lita e .dura cote1rna; il po.l so servavan i seguenti sintomi: dolore e rosséggiamento .alera frequente sì ina piccolo e senza resistenza e m,isl'occhio sinistro; epifora; fotofobia, il'ljezioue della consima .l'oppressione di forze. Si sç>spese il salasso e s.i giùùtìva ocuh1.1:e: la cornea 'p1·esentava un col~re parti,. · continuò il decotto di tamarindi. -Nella visitl.'I del quarto colare come Jo~se ~?perta d'una leggiera pob.· erf,':. ;' h giorno di malattia, sebbene· il }Jolsn fosse· })iù re,.olare . ' umicl a, ma ancQr(! sordida, I.a ~eteQ meno, ]. a 1.mgua pm lingua el•a feccìosa, · i p ol;.i ristretti, -minuti.e la .febbre pocl1issima. Fu fotta di;1gnosi di keri1tite es.tern,a seconmtensa, _non pertanto c1•a inslsteJ:Jt.e il dolore cli capo con dai'ia. Si pn·scrisse· un eme'to-catartiGo e $i.. las.ciò- lo senso_ d1- peso ali~ regione epigastrica : s'eblll! ricorso annnalato 'in. 1·,poso ed in perfetta oscuriti1. Ebbe alè.une all'uso delle, p~l veri riso! venti ( nwzz' oncia divisa in scarid1e alvi ne e.on so!lievo : la notte fu poco trnn1juilfa sei JJat'ti eguali ) , da prenderne una og1)i due ore.· e nel •irnttino i )JOlsi erano duri l t esi, frequenti e l'ocDelle c1uali l' .effetto riuscì anzi vantaggio'so cl,e no. chio dolen!ie ; fu lJi·atic.ato uri salas·s o d,11 ~)r~1('(:io e si S'ebbero moderati <'siti alvini; scemò la tensione del so111111inistrò uu'acqua ta"rtarjizata e stibiala; nella sera ventre; si' calmò il dolore. di· testa ; si i:nod~rò il calore sì ripetè- Ja sott nizione sangdignà genernle e la po1.ione della cu~e ;__la lingua 4ivenne ll'lfnO.sRorc:.i al)a base_e più ·emetica. · -petta ~Il ap1~e, ed altro più non rimaneva foorchè la Nd giornc, 5 i p' o lsi e i\ 1 no ·meno resistenti ma sempre liete e 11 dolore_ aJl'.~p)'g;,strio . c_he _e~<1.cei;bav.asi p~r wrn febbdli; persisteva la fotofobi;,; il saDgu e estratto ern prolungata. resp1raz10ne e per 1 conati di tosse,'. N ulla còte1rnoso, ma la cotenna non s'oifrivn molto resistente. l~f\O_van?o in orcl~1fe :-1lla. 1:<>go_Ja dietetica s'applicarono Si praticò il terzo salasso e si porse 'per bevanda un'acqua d1ec1 mignatte , all ep,gastno. Nessun e_lfetto scorgevasi tartariz,zata con mezz'oncia di solfato di magnesia: l'ocançora ue~la sera dall'uso del salasso locale e si ripet'è chio ei:a, Ja,,ato d \rn o tre ~volte per giorno con ti11 ;1 la bevanda a eqi s'assoòiarono venti "l'trni di nitl'O. Nel decozione di foglie di l'nalva riell.a quale ç1:ano infuse ,i;esto giorno dì n 1aiattia la r espìrazio~e era più libera · alcun:· foglie di belladonna. Nella visita della sera i polsi l'epìgas-t-rìo m éno d,)lente,'ialingua del tutto netta, l'orin~ appal'lvano cedevoli.e q ~1<1si apire tici. Si ri11etè l'acqua abho1frlante, .S' ac-,:·çrdafono du'e patii triti, li miglioracol solfato <li mag.nesia : la notte fu rnen agit~ita. Nel mentoo~ten'uto cominciò arallegnire'l'ammalato. Da quel giorno 6 si tro\·Ò quasi apiretico, però l'occJ1io ·era sem., · u,1 0meuto iii poi il suo 'st;,to migliorò qubtidianamènte pre iniettato e ro.sso; l.a fotofohi,,, l't!pifora non cedevan_o s1 che .ìn -~"P~ a poc)ii ~!0J'!1i h'ifta la scena ·de i,sint?mi; ed i dolori intorno all'orbita lo molcsta1;auo. Furono scomparve allatto, ne pm ·v1 fu luogo ·a temere che la nllora applicate alle tem pia venti-111igì:1attc ·e.si p·rcscris.5e inalattia p'Otesse degenerl'ire in 'una fébhre nèrvosa od il') all'inte rno un bolo' dì calomè;lano. cari giah1ppa; dalla una_ fl ogosi delle vis~erc acidominali, come tro,ppo sottrazione sfoguigna locale e dai rip.t:tuti esiti ah-ii\'i avviene per molte ci'rcostanzè sommJnistrate dalla posi-· l'ammalato ri.c;1vò molto gìornmentq ·P CI' tre O HUattio 1:io1i e topog1·afica delb Cit~11 e degli Stabilimenti destinati alla <limoì·a élei· rnilifad:- Frattantò !l'vendo · l'ammal-ato ' giorni .pareva c!ie le cose gìil ,·olgesser.o a guarigione qua11do nd giorno 9 ricompar,·er i.dò,lo'l'i intciruo ali« acquistato miglio·r appetito, gli si concedette ma·..,.,,iore 00 1 orbita assai intensi e s'anmeritò la fotoJ;q_biil'. Si p 1·cscri(;sc ' t ·s. f' I ' I · ' dO!c m nu n.nento ruc 1e su o scorc10 ciel rne~e senuna p011iata co111posh, d'estratto i.dralco0lico di' bella~ tendosi ,ben i? forze us_cì dallo Spedale pcrtando seco donna, d' unguento m ercuri~le ·e d '.1clipe da uogcrç tre , patemi cllammo d.-1 et\i per la sua sìtuazloile domestica o cruattro volte per giorno s.u!l'iìrcata sopra çc'i<>liare e e oppresso. sufla te111pia sinistra , meutre cl,e inten1:11ùeniti si prnscriss_e ro pillole tli Cfllomelano ~ gialappa . Si ·cqutin.tlÒ • l questa medh,,:izioue p.e r otto giorni: l' iufiamm.izione della cornea scemava bensì wa l.e_q'tamente; e nel giorno l<.ERATI'!'E ESTERNA SECONDARIA· SINI STRA,, 16 di marzo avend'osserv.ito un piccolissimo puuto bianci,stro sul segmento superiQre della medesiìna, al quate (Sto_rici. letta cfol-. Don C ,,nLETT\ in un; Con/eren'za di .Novaì·à.) ·· fa aevano coro:na alcuni piccoli yasi sapguigni i)liettati, s'adop1;Ò tm_collirio satmo di nitrato d·'a1·ge11to nell'acqua Pietro -~atlellin~, soldato nel 3. Reggimento di Fandistillata. Nel 1:}iorno s usseguente l'oc.chio parve ll-iù int ~rta' ?'<u~ni 23' di· te,11peranleuto li1ifotico-sangujgno fiammato ma era meno ctole11te e.on diminuzione della dJ cosht~1z10ne t,ltletica, d'abito ca_pil<1le; 1lato dà pa·renti fotofobia. Si conJÌnuaronò le mufoni' q1loti{fome éoll~1

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55 belladounn,(!'d, il tolli,;jo pcl' sette g:omi, dopo i qu·ali la cornea sl re1'ldeva· di" giorn'o in gidr1'10. più tra~pnrt~nte; snrnivo affatto quel puntiéino hianço è r· ;;r1u:Jl):'liato, 1:iaéquistàte•le }lerdLllc! forz(', t1,civa ·(fallo speda.le ai 29 · <ld lricse di 11.ii11·zo 1•85 r · iJèrfoltamente gual'ito. I

RELAZJONE ' DELLE CONFEifaN;tE SClENTIFICllE. . '

(>Cont.inuazione del mese di Febbraio) • ' ÙGLURI. Dall'Ospedale i\Iili~aro- di Cogli~l'i non giunse )'Cruu p1·occsso verbale di Conferenze teoulcsi nel mèsc rii i'ebbn1io; pei'·vcnnero p.cro due sl.orie dcllC' quali una, del · lllcdico Begi:rimcnwlc l)rofossorc Nonnis in(o1·no ad · una yrave b1·oncl1i'ti(le guarii~ pcrfcttamcn!c in 2\ giorni con o salassi, con ,çluq OJ'Ct'.aziani ~h mi-gnattc, con l'uso prolungato del Wrtaro-em<tticò cd io(ine '-'On J:applieaziouc di dué· vcscicatorii. .La bronphiticte di cui il Prof. Nonnis rifer·i la storiu? ~cn~·liè non :1.bbi,a _'Ilei ·suo cor:sò' JWéSen,tàlo · alcun' che d1 particolare, !rannc •1l· complesso piuttosto <>rtiYc de•·lionli1rnrii si11loroi, tuuavia vùol essere c.lisuinta J) C~ ri«uardo olJ:,i spccia:e cau,sa prcsumibilu1au1.e c01nplicantc @d ~Imeno Jlredisponcntc allà malauia. · T1·at1.1$i •<li' .fauo itl' tale sboria ·d.'nnitnlè ifoselrno I:.t;1,.soldato J1?1 Jlcgg. Carnllc~gie1'i di Sa1•dcgna, il ,,ualc, menn•c co-rììgg10sllmen1.e esegu1rn l'arrcslil d'un fomigçrato bandito nelle n10111a1,nc tl'Iglcsius, fu da questi ferito .con un colpo uì1r1n11 da f'uQc'O nella parte mlteriorc sinist,ra J(·lla ·r,~gione tòraeica: lu ferita lJHtoehé appui·entçmén1e limitala alle pareti 101•aefrhc G per.ciò giù dfrllo ·stc-sso JJrofossore Noonis 're:icemcnte · i:urnta 'alcuni mesi prima, tuttàvia non porern non n-cn·erarc ') ,., 1 sospt'lto clw avesse in modo sub(lolo e Jenlo avviata •ia brondi{le che• gagliaptla. erc,mpcva 1w;· r 'azionc di 1·a..1sè l'CJll)l,aLizzan Li. Que:Lo s~speHo però; ancorcltò fondato, fu <lilrguatò dal fcJ.1cc esito de:lla malattia, cd il Loi può D"'iustamen1e , , an1 Iare contento e.I:cl· doppio pericolo supcN1lo della cora". ' f ' gHJsa azione aua e della mcdagl ia a'I v11lore -militu1·c oJi l'Ui il fll'Ovvido 6ovcn10 J,.q voHc merìtamcntc' fr1:gia10. - Lt1 sct:011d·a delleaccannatcstoriesfata scrim.1 dal Dou. Lai :irricchiscc il numero dei faui Mmprovami la sdmma virtù : mcdiCJ<t111ùn tosa dei preparut.i d i..jodjo t.lt:lle aff&t.'io,ui si'fiii I idie rihelli 11I mercurio ed fn ispecie quando tali affezioni, o(·corrcn do .n(i'~li scrofolosi, oc assalgon il sistema 'ghiantlohwe, eccone il sunto: · • · ·N, .N. soldaw nel Jleg:i;i1~cnL0 Cncciatnri .di S_Q rdc'gna. d'anni w:nti~t·t-; di rcrnpcrarncnto· sa'ng1righo-,llnfatil·o, di deÌ)o!c cosi 1t~z1oue, t !Hl-O ·g:a loi'ca d.i morbo sifilitico; JJrescntava allà l'Cg1onc· latera!c <lei collo è · 1'.0Uomt1sctllarè'• µelio 'stessi) lato ·,umori ghiand~liwi duri, molto ,oluminosl ' dolenti cl)Ù hii~ ffl}Cèitl ·di· SuppplH'3Zt0flC C SCl1Zà VCl'llll- (SCQj;CCl'lo .nelJé fun ,;r,ioni della vit1,1 org'aniè.1. "'1 .,,:[) Professore Nonuis r-hc giù da! étuàlché Wmpò' lo curava n!Bntre dihgcva Ja·sczione di Chirticgin, a,:cvo, inva110 avi.ito 1' 1C~ Wso ~il_ pl'eparaLi me'1'cut'ia.Ji'. Di ~iò f,1èçva pnrtccipc il Dou : J,,,11 ti qu,ale-, noi1 <limefltìcb 'aél' cahoné' 1)iedicòthc co-:. ·11osc'~u,1u l'iosuffieicnztl· d'un fa:rina:co ·non delilasi in auesìò pcrs'.stc.r_e seubenc la sua vantala utilit:\ lo nwtta nl d/soprà tll:g.1 aHii e· lllQmorc czino'dio èhe i' métlic,1111cn.Li opçran in· r:igionc composta della loro. nzionè e dellà 1susccttivitìi t lfc ·tfo~·ano negli informi, s1 <lctcrm'ìnò ad ar,p;nlÌOI11ii' i' mèrcur1ali p.er e.lare la preferenza all'i4riodatò di Jl(l!assa a cui '.1~fitmsc l',trso·dcl' ~c'Cvtto dì sniifacé e·ctc'i ·leg'i'ri s.tiMntf, ed

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iu. capcÌ'a soli Ire gior~1ì cl)pc .Ja .~!?t.ltli~f~ziònc (1h•r:dcrc gl1orar~ _scnsibilmc'o~c la mnh\tti:i e volger(!- n1pi<la;.ricutc a ~w11·1~10,nc, lllQdiantu l'aunicnto gradu(iro · Ud simitto ~·i- ' m~~ . . N OVAllA. Duc;furono le co.nfercn~c eh' ebbero ht0"0 ~elio· Sr:~alc Milil:.tre cli Novnra nel l!Ol'SÒ del p. fdil>rnio. Nella P~'1'.l1a t<•nntq~i ,il giorno t;j, _il Pr('sidente -qott. Caire plldò tl;tl~samentc rnl~ru? .ai vari1 mezzi, diretti' a riconosc,frc. Ja IJt)O~a natt!i·a dei v1n1 .<lcst:naLi agi' informi cd iudicò li, diYcrs1 n'.o'.ll, (:()~ ('lli si f.l0fiS0Tl0 con là chiin.ica scopri1•è:1c m~it('p)1~:1 J1:od1; a tale,sc_opo e_d a quello anche di conoscer~ ld qual11,1 delle varie sostanze spi1'itosc, furono presentati llkù Il i C11'1?U11lCl1'i ,c?i q,ua]i- ~'insLi ~IJ ii•o1'\o l'C_l))i~; j.e :lll'OVC. Lu seconda conlcrcnzu che cl)be luon·o il <>iorirn · 28 fu ' ' ' . o "'· . . quasi per 11111e1·0 consumata Qçlla kttura ~li ~iuc stgriç,.di cui una ~Id Do!t. Cai1·c iutiwno ail un casotli sifilide costituzionale J'irimit)va,sta.ti\ r:l'cr:tu (vedi 'stot:. n ..:. 12),.e l'altr~ tlcl Do'11. çurlelli rehitiv,1 ml un' tJJJi<Ìiflimile .b.lcnnor:rngica complicata. a fcub(c gastrica ìn un uorno rol)usto cl~e :n'eva giù so]l'çr!o un'ori;hite s:nistr:'i- da c,111sa tr:1uuiatica. ;{ vinccrè tnl alfczionc:s'c.lJbc -l'icor'so 1igl'c111ctki, ai bltt,ndi pt11·,,.,a nti ai 1·ipetu Li i;alnssi f encr:ili, a due snlnssì Jod ff ~ fi~1a1rnt n te. al1~1 compressione (lèl tcstìcòlo odM còrdon·~ spel'matièo J,istro praPcata'c,fn secondo il melùdo <}èl D.on. Fri.kcdiS11·ashurgo, 1 listcrellc di-cerotto agg1utinatirn e dcl Vico con mercurio. La cu1·a non oltrcp~ssò i, giorni 2:i•..

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lÌfese 1ti .Afarzo '!s:i1_. TORI NO. Nella prima Conferenza, iil)ou. ~fante.li( lesse una stòriil di ArJgi\>-cardiie éon ingorgo al fegato é'1( 1ì tcsLicoli; mala'ttia 'éhc fu C!fn1ba 1da1 ·cav. l)otL GillL nella r,ririla sézioae di Mcdil'ina '(Vedi stor. n. 20).. · La Jcuura rii questa slorià clic-él.c 'ttiogo- aci aicunc riflessioni· dei Dott. Alfùrno, Alciati e dcÌ .Presi<fc.nte Dottore Frisetti. ' ' · · ·, · ' Il D01t. Alfurno pro111ossc il dubbio se pd avv(;)li.11·a la dèJd·it.ta ail'cziouc del testitolo i1on fosse 11ifci'·ibiie aJJa 1Yeur (!lgia Ueo-scrctale di Astley Coo.pe1\ altri1/ie11te ch iamata testis' N·1·itabills da Cliausskr; aJfczionc'ino1·bo.sa di cui le cause SOllO SCOllOSCi}tlC e-d1è, ofLre ~i ·~intorni p,Ìto'Jogici del ~lolqrc per la prcssròne,. Jlf l IÌ:ioyimcntd e ~èl il~cduito·(nélinalo dalla N•·tc opROs~u ul , m:ilc, p,:c_sco.(1.1 pur u.n ~I,b,}lti~ mento profondo Cll è da Astley éoopcr· cur'ata t'<>f\lì opp'i::i.Li Cl'(li nicrc(friali :,:coine (1r/pn1iio iC'fccc ·ncll:.;mìti~l,(lò cl[ç forma il SÒ""èllh di (:alé 'storia. ' • ' Il Dott. AY('ìàli i.falla ·1J1'c\'·c élura I\.\ <ldhi · nli':I' hièi·~i.1Tililé l·oi:r1:i.Jl;c infcri1·ç 'dl'è !a Uiagnosi' dcll'afl'ezione iii 'discor~ò noh' era H'bhaSlnnza CCl'f.t giaèdìè: CÌ,dÌ-l'C, è ben raro il Ct!SO M cui u1i'affcti'o\\c' 1costitùiionafo. sia vin:ta con ta't'ita faci'lirìi arn:l~c _con l'uso tfap1ir'op~iliti •Fiu'ictl (i e nòl'u cMs'l·erc la dillìcoltù(11<-J' gfudi~i~ nel ·nar1•ato casò1 pc,· la' mancanzn dei siri'fomi .' dlic più c1J111uncrr1c11f·è 'p/1lèsa1i'o 1 uon luè ,yèncrca corifcMio:'t:'.l,, sicc'ome i.ilccrc al!a gola , inucehie c'utan2c , tfoJ lori agli ossi , ecc. I n fspondc il Dott: '!\fan teli i 'che la sola aumentata I sensifii~ litù nel 't'estfa irrita'b~lù; dd Ch111issi1;i: esclude· il sospc l.to che a tale genere di morlw si possa riferire la rnal'àttia d:i lìlÌ dcs~.ritta poiclrè in <\ucsta il tçsLicolo; anchè rt1yida1pq9tc tocca 10, era assolut/\mcr'llc ind0Le1Jt# ;,d:ic 0) 11;acc;iù in ,qn~)lo le caust: erano ,sconosciulc, JJ1en'tre , iÌ1,·q,lJCS ~f\ ,la. pigi~~l.!1;11 <l~f Lesti_co.lo• uc :iy~va !jrçccdJ,lto l'tnst µ,ntaneo acu.tis1>imo ilo, !ore e<:I ll;conscoutn•o mgrossamcnJo. , ,. , HispOrldC poi al, Do,u. AkiaLi ,che seco,;J,tii 1) ()11 · di,sscnté, comc.apr><tuc,clillhi lctt.li'J:a, tlclla sr.01,ia, qua11f!o, dal!~ br~.viti1 cldht n 1ra voglia ·iil'gpmcnt,11:1;:, (\~Ila -11011 -perf~Ua guari,f;_\QIJ_<ì 1


1 54 d~ll'ammah1to; che però ne dissentirebbe affalto quando per ~~'l'a,no di ~ubblica ragione colfo slltrnpa quhnto fo .quèlle di ctira 's\JedfiC:i voless() tleu urnc LJO eh'OJ'C s and~va ~~it,a~do senza I.~ prcyi·a S~11ìer.iore auCo'ri1,za~ione. di diagousi•; 'giaècl1è è ev idciHe.d1.e, 'Se jJodii giorni. d( cura Dopo . cw 11 iOoL,t. Arena diede leltUl'a. d'un suo scritto lll'el'C\J,dale bast;n1011 O: Vincér alcuni fl'a li sihtOllli JÌlOrbosi , in cui do.p~ avere e~tiamata TattenziQ.Q.e çlci Colleghi intorno più ribelli ad ogni cura usata ed a modifiear in meglio' u,ùo al grande infl usso oella cosi detta· Cost'ituzione Alerlicct. sulla l\tpparato 1h6rbòso, ana cura rrìnggiorime11 tei=f>rotraua, cogli sanitù acli'uonio in generale e più spcciahtumtc su q~cu:1 S.teisi prej!ah1ti lll('.l'Ci11'fo'l1 ilvrebLc CO)l molta probn,bilil:.i del soldato che per ragioni di servizie è fl1 3ggiormcntc vhit'a assòlhnHù.e'nte, la m.iltrttìu; che 'perci-ò la brevità della sogg~Ll.o ·'. ~oslencrnel'cffeuo, espose un su_uto del!~ .malattie 'éJéà f,tvofo,ctibé àm:i_ 1icl h1so.di éui[si trattala ce1·tez~a délla dom1rn11H1 nella seconda scziorie di Nlc'd'ièina da hli <l'ii'ella <liifghosi. Non nc'g(t èl'.\'e, 'fòssc ù:H1Iagc,,ole cosa lo stabilii·~ d,d prirrcipiç dt'llo stesso mese di marzo. Disse che le affedallirsolc c.uMe e dai sintomi L1'altarsi nel nnl'rato caso di zioni flogislicò-reumatismali ·ebbcr il prcd~rninio. che aJ, sifili~c ~oh fCl"lnata, l'llti ~iée che ha però notuto trarne un fon~ • cune tra queste di poco momento prcdilcsscro n' sistema' mìtd'sospétlo dùlla fòhuù e dall'andnmcn to della mafa i t,ia per mus~ol..ll'e? mentre a_J:1.rc·più gravemente assitlii:ono l'apparàto n ulla co11fo1·rni alla còstibl1~ione precedentemente. rob'ust,; resp1rato1:w; che· di quc~te alcune, pcr·cltc più miti òd i'ii cempo ut1lC' cutat'c, furono facili a s·uperursi' mentre altr·c cd aì lemper::imeòto sangui?no dell'ammalato, no n ch e. dal è0'!11plesso di quélle a!Cré n1gioni j)iù eslcs~mente rièll,1 sioo perchè n eglette o p<frchè più veen1cnli '. pvesentaron~ , · . . molti .c~s_i d'in.tense l~11onobiLi,, di gravi bro~chio; o plcuro'l'iil rilditc. l i D btl. C~v. G.'iJl( soggi'u,11gc p~i al b olt. Alcia ti che ' lll,tli polmon1t1 con tosse incessante, ;ibbondanti sputi cruenti _, au~'.ct':'.\ son!nrn. tli ros))iro1 ~ogli-ard,a felibre, cce. ì s'inforni ccclevaò in - questa rnalàttia al metodo di' cur·a .I <~rio_q111~d1 delle couse e ne -ll'Ov.ò. le 7)1'(1clisponenli nel ffrima usàto, meno. pérò scdiprè H dol'or accr.bissìrpo ricord1m1~1uJ 1_0 c1rcolp· periferico , le occasionaU nelh~ sospesa< rente nellh, notte lungo il tronco aor.tico addominale e la t.rasp.1 1'azronc cutanea e nell' impressione dell'a'rin frei:lda sulle éondi,zi~ne del tes~i~ol~, i <pìali avendo .tan,tos(o mi'gliorato ' vie aeree p9r il' ra:pido passaggio dal c.aldo al freddo; .notò con l'uso del protojodu·ro di mercurio, .ragione ,voleva che si eh? la diagnos! d[·21 a1111nalati tocchi cli gr_av.i nJfotioni.bronc d,eduçesse essere s.ostènu(i da diatesi sifilitién, e 1 ciò tanto eh10-polmonalt fu il più s·qvcntc . fiiciJ.issim:1 . mentre in pi'ù in ·qulmlo che si1ito.nti primari( cU sifilidè avevano predue. ~asi (n. 10 e i79) ·fu osct.lÌ'issima e noli si pervenne a ccdtilo. stil'b1hrla se non dai siotomdtal,ici rilevati col· mezzo;,. dclla Il P'1·esidente fcr1rn1 ndosi sn qi1el brano della storia in èb i p.erq1ssrone. ecf ascoltazione; dL~ ucsta .commen<lò la soro1(Ht è dello che· per impeùrt·e l'azione attivtmte dei mercuriali importanza pel ~{edico, siccome .mezzo cedo per decider :il~41 circolo s,:i,ng uigno s'era. limi lata la <lose del 1·imedio e vi cun_a yol1a se nrootamcnte ~dJba :ippi~liarsi, continuar o s'~·a cons9cialfl'éstrat10 di cicuta, fu riflel~ere che, secondo des1s1.crc dalle sotl.razi()ni sanguigne generali. E, rii:01•clando alcuni recenti Autùri,, l'azione attivante del mcrcoriù non ù clic le n~cdcsime. sottrazioni sono, p.iù toller,ue nell'inverno per nulla'a.ternérs'i mèntrc if mçrcuri.Ò opr.rcrcbb~ a(tirnndo C~\C f\On ne!lc a!tre siagioni, disse avei:yi·f;'tt lo pronto c. ripetuto i , ,a~i c~pillari a spese ilei grossi vnsi. '. · ricorso ,nµ1 ca:,i ·s ravi, dovechè, .quand.o Ja riazronc febbri]() Risponile nbott.. Man i.dli non .essere rari i cosi l'Onsegn'a ti . era 1_1:olto din;rinuita, ebbe ricurso all"appJicazionc di copettc negli' Annali della' Scjenz:;i di sfort'unati acciiforiti fironìossi scar1hcat.c sulla località., a focqucnti e numerosi sanguisugj 11.ali'azionc dc.i ,ne1'Ctll'iali in quegli ammalali sifilitici nei t,anto .alla regione lar'ingea, quanto alle fosse sopraclaNicoqi1ali", siccoìn~ ·:Ìfl, questo caso, c~e~istevan aifof.ioni, leutc lari. Emu:n'e r.ò qoindi gli altri soccorsi tcrapeutid ,usabi i ~ubflogisLichc dc!Jìa1iparat~' circola101\[o, cppc·rciò volcÌ'e la quali fol'ono ! i sudori fici e gli emollienti leggicrm~nte niÌnc,(licà ,prudèriza òg~fr (jlllll ·volta l'O$Sc,;VJJ'l iOn<f'.contrasta ~r.a ti: quakhc laJ);i bitivo olioso e clisteri purgau.Li per muo;Jla t~~1;ia q,\)ella a qu.estu s;anteponga. l' f,h o; cataplasmi sena pizzati . alle estretnilù ·il\ferioì'i vere • 1~:C:f'v, ,Dott. <;ìi)li, lcifaç <:Ì.L)indi ùna proposta tcildenle a 'per f~,:o.ri11 e r:1a111_enerc la traspirnzione grrièralc,; gli epiy11gliprai: } letti nelle ll}fcrrncricJ kggimcn~ali; trova 'uienq spasL1c1 al dedmarc ctci lllJJJ'ho. Gli emetici f1,11·ono del lutto :1tlaHi.i Ì.e!-ti. mon~.at/ sul)e pa!ir-Jìc,nçLqu_al i gli arn1.nnlati si'actrasDndati.,Dissc come con udi mez,1,j non a-vesse Hvoto a lai·iorro.~lue ì1c1: letto, co111'or son-in us'o, incùt1:e i dç)l'mi,torii sono J1ientar al<;un triste. esito e come la libl.:ra rcspira:i'.ione .colla forniti di br(Ìmlc;chicéfo"sé:1101; sarcbbcmcglioche eiaschedpno rcq1issione dclfa losse làsciassero sperar una compiula gml:1mm,:ilal;1} p<rwtassc:scc.o all'I~fci~m;:ria la p1·ppriap11anda;, prorigionc a1whe <fri ca:;i gravissimi. Conchiuse «ol sottopOl'l"è ponc.l'<1mpliazione.dcllc. Jp. f:c;:rmerie acci!'.> cqi,ptoprii fop,di .Pi aJi'esam.c ~lei Collc~)ii un suo duùbio doè se .nella Costituec;o1)omia si possa µmvvcde1• ì.m più canfapqn lp e miglioce zi one, 1rleclica \lomirH\tl~e l(l: floi;osi delle vie aeree ,fosse pl'c:vittQJ}i !l~nyalcsçenti di,¾51;avi ,u1.1hiuic tl.1e.11fi11 possoncsscre c~d1;i,ta ,d;J fel)bre, qvj ero, se c1trella prce~\Jcssc qu,csta. icnu t~all',Osp,e<Ja)c pe1,\ tP fçl!,J) di ~pcrtli,t(1. ' No.laJ)GO il Dot~. ,;{\lei.a ti che è ,cosa -a tu I ti Bota il pl/cd9Alla proposta. dd . Dot.t. .Gi.l.li s'unisce il D.ot11. :A lcin~i ·agminio delle fiqgqs i,. Jn isper.ie delle -vie ~cree, come p,u fe ~iuogC!Hlo ~cl}C, Silf,éb!)n1benc J,if di.e fofèru1ci'iC jlf ggitll/;~l'H maggi.or irauo ~li tolleranza dcllc,~0L.1n:;riioni sung,uigµç L;\!i py:i _dii~q;1,Lqne d) lltret~nn,ti, Je,tti ,o t>rqpd.ç qus1p~i.son; j nella stagione. invc11nalc, non sa scorgc~e .nqf!o scrillo <l.el cusi ordinarii. ' , · , · ,pot t. Arcnu .qu0l g_1rado . (!' u~(Iitù 1,;he pr.cs~nl~oo le dçscri. J;(I S(Hlult)· è uJtjmat,a cqlla lc1.1,uru <l'uno scr1ll:.J di,;l D1HL" di casi di pt11'ticola1·i, c1strfor~Jinarie 1Ùalauic, ~!n.lVIIO SUJl,U:{1Ì,11JU1$'iça, I'Ìf0rj tQ per intero a r,ag: o e1 d j .f(U~'S( Q zioni. Rispomlc_il .D.Q,/:t. ,A,1·e1rn1 uo;i;i, ayc1• e,òli inJc:so pal'lare di }l.l}l;l-!el _O, , cose 1)11qve, s,cmlm1rgliipcr,al;t_1·0 clsc.;,l'efposi;1,ionc <lt pa_recchi Nél 5ior110 ·il> ·dello stc•sso rnl'sc ebbe -Hiogo urta 'S econd(I casi gravi fcliccrnen le curati .p oLcs:;Q,aycr unit qualche utili 1,\ st'clt./Ut 'iù éui' il Ì)r<fsidc·r,it1Psl'fcèc iHltav~1qr,birc come le f;o np1·.1li~. ' 1 • • fèf J nz~1Medico'-Mtlitlu\ j è$SCllUo dHt r:tmòrlle'' SCtll.Rtifi'clia'l'H)l) . U l\ 1\r. Do~l. Cilli dit:e cbc ncU,1 -slagionc. .invci,n~lc~ per sil\'iOtcl;SCl'Ò'J')CI' ciò· llt'afl.tire 11tf'Ì8l-tOH1Ì anin1i nÌSll'IILÌ'VC, Cd ngl~-sci~u·a.ziooc c,ontinua d,i. c_alorico 11'9':<\J;idos_ì )l corpo ,meno giunse che, scopo di d-c~Pe C1i'nferè'ttze csi-:undt> !l' isii:uzi'one sV~llO!alq1JAL0J tcr unz;1 pe(' 11 sa,la~so do,vn·ybe ·essçrc, ~1inocc e di ·qt16\;ta dbvè"ùdo po11ta,;·'c giudi:tio ·il Co,asigUo Srrpè1,i0rc che no..n. \l,ello al Ire st,1gi,onL. ,' · . Mìfit:li1c 't.li Si1uitti.i.h'.ui :fr t1•astit\~Ctc ·iJL1,i~ult;1mhrtto daJlc,mcli !rçrna ,ri~pon\Jf\ 'ç}1? r"S?,2 l~_cpt ij) "111:?g,gìbd~l(:a~<fo~tm't!•, 0Ifel1d1c.vam~,Vlh milil,.1110 ·<lÙfcil)ljtnt c(ll()t'o, (the ren.,. scrz.Jo~1c del SllO Culleg,t ven~a mi rcccqle s1;nUo, del Dqtt.

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P,wola lUlltlYÌa pcrsisle ei:rli a creder il éontrariò poidiì: nelJ'in ~crno le fumion'i dello vii/\ 01•g:111ica so11<1 11i1\ ntt,iye , e In fo1·z11 muscolare molto ,,ccrescilllu. ' Non sa comprendere il Cav, Gilli come si:in~i ohuliati d,il J)ott-Arcua i l}l'cpor(lli a11ti111oniali Mllc itl<licalc 111aJt1tLic ,, •iHllbl1·e nclfo stw Clin'ica tluc iotcnsis~imc 1:incumontp dovc.tl~I' lll)llunto la loro gr:radg·onc 3] tnrlaro cmct.ico. Annun zia C<•ni'cgli , sulln scorta di accreditati Pr:11ici , facci;\ ùci medesimi moltissimo uso 11clle flogosi pnrencbim11.tQ~C. dei polmoni , nou m(11 però nelle b11011cbi1 i e plµql'i~i. A,ggì1rngc 1·hc in t.1Jc SU<:J mclodo tuolo p-iù ,·olenticri cooLinua, in quanto clic, potendosi c.oll'mu~ticou·[$Plll'1Uiare (Jtrnlcho s.(1lasso, si J cbbe <li questo fo1· un g1·a11de G~pillllc, spp1·atL4lsLJl nel sotuato, onde 1100 iodcl>olis-1ò e rendergli pii) ro rta la contalc~ccnza. Conchiuùe coll'aulol'it~ <li)Ju{falini che, se l'ernet~<:Q 1wn Jl,Uù 1/ir$i :issolµiurnenl.lJ 1;1;oé.e.ss,1rio n.c}J(l cura tlellc malattie flogistiche delle Yisce1•c toraciche, è t'sso µcrò d'un'Utilitii incontrnstal.tile !il lfllC' ct1si io cui, .essendovi 1111co1:a l'irHljcmr,iou~ dd sah1sso, non ,,• è· piu la pcrm'issinne. Allè 1'.ill1·i;si0Ai del 1)01~. Gilli s~ssocia il 'Doti. Alciati cJsoggiange cbc, se.ubcne l:emc1ic1J non sia indispensaBile, è pui·c smnp,:c necessario fat'c concorr,e1: ulla ctw,1 d\ma mnlatt:ia tutti q,uei 1ilcz.ii 1·éoonosciu1i u(m.~na1nci ~i ch1H' 'cspcricuza di ·gra~j St 1·ittori e a~cspcl'ti Clini1:i1, tanto pit1 quando cotesti meizi sfrut.tanò•m'eno In ,,ira. · Ail amr,nd,uè·Ji JWCOpfrrnnti ·rispOll'(lc" il Doti. •Arena clic s'egli non fece uso dell'emetico fu pc1·chè non ne trMÒ r'nai lu neccssi11ì; che nitrando io mohi C.lsi vi ha assolutn intollel'all¼a i l'DI.! quando ull rimedi<> p11ò cccit:i~é disi:!rdi~i l!o11t.!essm' M'sòluttttnèhte ne'ccssa,;iò' non vede c15li I.a •:ai rnrìe · i,ct· cui si dcblJil ~ol'nminisu·~rto; che in ·nnc coll'ave,· eg)i dcu-o qli cmetic'i (1tt'ono affaflo f1jGS(mdati nòn ha inlqso osch.ìdbdi nelìa' corn <l'i-raH affezioni, rna ·solo' ha \o'J'qto ~li1;c ' che nei narrati .cosi non avcvn s~lmatò ç,ppo1·tuno faryi co1·so. ,. • N9p c5scn4ov1 più chi sollevi I~ rliscus~ìbnc;su \llcµn oll( o punto dUJlt) scl'ittò del l}()ll. Ar'ctln, questi cspii,:/ìe il.dosi<lerio di veéler O{;ilala la quistibnc •da lu1 , mossa cioè se ·1a ijogosi dcli<; \ie aeree pi'cccdil la fobb 1·e otl n,ll'opp.oslo. :og~iiJ11g_e ché t;:i1e quistiqnc p~t1;c~uc fociltucplti r;isòJvc1·si dai ~r'C1lici di flattnglione tacenJi ' servizio .in quarliprc i quali 110Lrebbc1· qssicurnrsi ùelln cosa 111edian1c I' ase.olwzionc. c ll1 pcrcussiotie, A _questo l?l'ù,posHo, [ ,Po.,~J, L911ghi tPJi;',r,a 1 un C.:JSO <l' i;tn Jkl'Stlglicrc che, per lui visilaf.o in q];ll'Licre, fu rim;.cnuto, .,.ll'e llo cl.a dofo,·e latc1·alc scn1.'1 ncppu1· ombra çli t·iazione fèl.tu)·ilc, mcntr;e iLDllL,1. ?o]eui,che l'nN,Nlcl\'a 111J:Q,sn1:11Jalc lo.. 11icùnpb_pq l1·1,rnogli;1 IO ria g:i_gli,1rào leJJJ.we, ' Lo stc$,.,O Do.li. Arena kgg~ ·quindi uu s uo ·1avol'O ·sull'j1,,., zione del 1n_ercul'io riferì Lo pCt' origin3.IC al -n. 6 png. t.a, ~ul qua! ~ 11911, PQ'.IC'n<losi pctJ l'ora t.mJn ,ap;rire Ju d)srnssi91~~',1 11 P)'csRkntè ch1uc,Jc la set.Iuta. ~ •

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'/ l!Jn° Siy_'nore P rqsidentc del Consiglio S t,periol'e iflilitarc, dì ,S(tiiit.q:- , l > NizzCL ai 8 1· d¼,J.gosto ·185·1. Jlrs.pcllo all'attuazione <lei Nuovo Ordinamento del •-scrv.izio M!:!dico-Cl,in1-rgiço.11cgli Spcdali MllitaTi ho l' 011ru·e di. p111tt!cì.parc all a S:V clic non. ho per .esperienza di qu~sto _primo sell)eStre ravvisato alcun irrconveni.eute dàlla ,J

di1·czicrnc ~lclle sézioni di ~:fe<licina e Chirurgia. Siffatto Ordina mento d1111do la desiderata u11it11 n lutto 11 servizio ·sa11ilaric~ ·1:<l :1$seg11.mdonc la gcner ~le d,irezionc r,I Nieoico 11ivi5iona1·io, fo sl che colla ,!nngg1(!rc utìlitii del so11latt, ,u11tnalnto ~i 1uele:1n .i 11ro6tlo 11eHa cu.r11 delle 1m1lat1ie e se~natanH'ule cli g,or:llc_ ~~ù. gravi_, l,utte le coo·niiioni elci sin "oli Diliiiali ,,cli $an1ta dr ,;serv1o n J' l I J 1.iò allo Spednle e che,. talta per questo 111?u~1 O$c11_ 1·a1~,~ ga1·a e ri1•alit11 tli Medico e di Chirurgo, t11 ll1gli sforzi uu1ll ccìllin'tivò nell 'unico lodcv(lle sçopo ~lclla .piè pi·onla e pr1·fott,1 " llilriuiuuc de•di :J,l \lll'!li1"ti, rispn11cle11clo de. b v il 'G(1v~ri10 'eÙ 'I . 1·~o S.ugniuncntc alla Ofìduc)a .clie I 'e• ons1g periort: ;\lilitare cli Sa1iili1 riposero nel perso1rnlcS~w1t:moMil'i:tarc. · Le fr equenti ;11lu11a11ze , le Conl'ere111.e À.ccadcrnichf ch' io rigu,ll'do come parte esseu'l.ialr di qucl_l'Orlli11?me11~0 nelle quali si pass:ìn a ras~egna le 111alall1e Ùo11)1n,1nt1 , il1 1\10t0,~lo <H1.rnti1·0 l1.uzi01)e tlèi ri,m1;1.à,ii, l'<ts.ito J ~ll e malattie e quanto 1i:, attinenza aJlc cose snnilaric, s.chiii-,, 1.lc9ùo u1) libero ca111po alla c.a pacità di cja~çhe(lvn_9 , lj.l1~1jQ .,,rn, '._);uovo c~ntinuo i111p1i1J.s? ali.o ~t,~•·d•~\,I?> ohn:i~ mnno 1l ph, severo esa111c J,e6l1 rl'J-lv,J..al1 eh S,~n1ta SOJ'lhl j singoli i.:asj prn tici ·; del cJ,e. nulla è più i1tto Il prQ1110~~1:ç In 111t1tsla• istruzione cd a pn' l)H111ir.e co11tro la J<1ll11qia dt1i :,istemi ~a c_1.1.i i giQv.;mi J?,,,,tici più, cbe i,p.'rn,.reU.i sosli(luo l11scr.ttsi scduxi;e. Se '" L1<1nlo·agli :ttto 111cs.i oliuici J,1".lseoi·sì , ,scQr.go ,che due .'liii .scw ·i,1n0rti J,;a gli mnmalafi t.n,tcati in, q~1(!~t~ Speifole 13 uell.1 succ1.u·salc di.J\~0J1aco! 11~pa-r~e.nonl1 alfa Ilri«ata d't l:)rual'lliniooe 0 ) Jclla foriCI media eh 2500 uo111i11i, dci quali up.o del i.S.ì1w Re.ggimcot.o,,. q1.ù1,qu~ge11,u-io per h ro11·cl1ite lcmta , 11-.tl1~r0. pe1· g_ast~b~<ip,~titc del 17 .1110 R cgginieuto ,. ta111bmo, da t_utt1 cooosmU,tp <tuale pcrsOJ,a dedita lii vino cii al>~1s.atn~c d'acqpe ~~·rc<.mb~, Qucstò, io creJo! ,sia -q_~u1' ttn ,fa.t.tc> c~e d1:ponga in favore de.Uc nuové istitiuz'un1i e che tOJ' UI atl onot•1! Llel Corpo Sanit11rio-i\Iilitan: Ve11r11do ·poi ;ill'eser~izio pro111isc'no dell li M i::1~i~iirn I' clella Cllir(u><•Ì.1 io lo ravviso il<>II solli mente utile, "n1., necessal'ÌO ·n~lla sp .:cialit11 ·flélla ~I~dicinn Milita1•e) ~nJ~ •o,gnuno po~sa nc1lni'starc la neces~m·ia capllcitt1 per .';oste ne-rc le wwie ii1cuhJbelrze ·s,·111i~nr·ic prcsso 'J/A,nnn't11, CfUi:lndo le <:irèost:Hn.e d,,l SUO SCl'V·i~iò 11id1ied o 110 t'h t: twa -si co ncé ritri in \:tu slto 0 1-.'l in na altro, 01) pu1·e che 11Jrct11\e s,ue•l'n1z·ioili' f1pe.rin1:> isolu tu111e1ìte·. · · ' '· '<lùeSt.1 11èè'cssìl't1 ~lcll'éserè.i'zio pl·omisC)IO si f~ce 11Htggi f 111P1)tc ~cnticc 114 lc mpo. <ldla !5ne1•ra,. i'.1- :c'.1i .s' cb1bér a r11brè' ora 11n o:rnndiss,mo 1111mer(,) d 1 lc1;1ti, corne · . · ' , ~ ·,n , , , · r 1•1· (' I .,,., . dJp/) le fozi<>t'1i Cd Òl':l 'u n g'ntndt SSltnO 111.llllCl'O ( l G ~ Ul'I inter1;1itte11ti. d'affezioui 1•cu111atid1e., di ·t1e111n:l:issic, .eéc'., •com' 'in cct:':é,io nc tlei bh-aci:hi e J i~lk- 111';1rc1c . "1.lOrr.:,te. ,r°J;,c c·1~•rnli esieenzc ~lol se,1•1, ·iiiry .\c\1iéclono,. cht ,tllito v ., , .• , , , • ~ 1c1 · , il [len,nnnle san.itario cldl' Anna tu Sfà in g rnt}o dt soc 1Y '> ;. \ • sfar alle !H·cssanti necessìt/i d cJlu prcponclcra~~?-:,1. ti! CLU!t . 'l' aut ''e : 1·1· l\ ligo' Ia~l:o o ;r1uell'altrn "Cnere di.mu.JuLtic. r . ., b ~ >• 1 , Y1 .r/ >. . ' • f' •. ~ • mento d1 Carn1>:H.,.rH\ .-vcva "Hl 111 via eccez.ionale ,1pp1.oi . • ) o b . rnta <Ju.csta 11i'as~i111a di po te rsi valere promi:5cuan1_e~t? ·dcJ 1~e1,qpnnlc Sanita1·io, 1~d ,le yal'Ìe esJ,çenZf ,dr,l. _sern~,10 i la011cf.e 1~ · nu ùvo Reg,o .Decreto nQn avrcli>be , ,l\·uto 11 · 11 o t 1·I sancire . q~1~S ,. t e pro1.~1 · .· 1 I511z<:, ' · .. a' ) )!t1:?, fil 11c 1·uorc I1c' quc, di1110.sl1·ate uecèssarie c11 inclispcnsab1l1 tl:ìlla spcnl!nza tll'!l ;1 gu<l 1Ta . E ~e è Ui.rnr,strnta neceS.'lnria Ja ,sl )'atta ' prnv,·tfll!t)za., ·• ·-~ ·, ·'era pt1re sav,o · cons1g · 1·1p el 1c 1·osse _;)•·9 ',,r.tlata nei, tempi ~1ow1;1 Li di pace> on,fo a c1uesla si fo rmasse il p('::._0nale. M

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50 D'0'.f,TOBRE \

s1l:1 applicazione, mcrcè 1lello zelo e ,!ella virn solleciluc)in,: ,(lor,li Ufliziuli Mili1arb,1li Snn,tl1 çh,i:i.mat, alla

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Inoltre dal!~ attuali )cg:gi Uni\'crsitaric . clic regolano gli studi' e l'eserJizio. clclla Medicina civ:tc e dalPobbligo . iid posto cfol Regolame.nto d1,l 1$43 nl P e1:sonnle Snnitario-1V{ilit,are che s'insigol.sse dclJ..i .dopria L a urea, era loglc<; eonseguenzn che clu~sto_p rin·cip \9 fr?sse pu,rc sancito n ella carriera Medico-Militare. Per la, qua le cosa io

Ai , 4·di luglio;· pl'eso pus tln un'ulcera fogede,iita n ~~1~e · iqdur~1ta, lo 'inoculò s.ulla ·coscia sinistr{l • <li iW .•. , IL .. , poi, im111e1·sa di nuovo la 1.am:ctta _1Yello stesso 1h 1~, )'te i:;ischiò ,per, p,icco' o spa~io la éoscia de,stra in .m o <.lo ifa le,·arne l'epi<lennicle .ed una parte q~lla supcrfìci'e . 'd lii de ni1;i ; roi i111111<:: rsc di nuovo e~ , ~,P, i1"i rip1:cse nello stess_o , pus la lancetta lo "d epose a s~r;iti a st ..ati. sult~ 1 ,prl'tticrrt[t d tlter·itu_i:<!i r,oi ad ultimo dopo cinque o sei ' minu f~ :Ìf'i[?\lcò S_\l <JllCsta j[ sopra descrit.to prete";SQ ,pr~-

n9n temo di 1rnccare cl' e..;age1·~zione clicend9, ~ihe il_l!P!JVQ Regolam ento dei 3o. ét'otl:Qbl'c era nei voti c1i tutti, c(l era saiu~àto con u~rnnimi nvp laùsi · da tqtti gli Ulli.:iali ~·fiÌi: ta ri di Sa nit1l in nttivifit di servizio. ' scrvat1\·ò. . Nel sottornetter hl snpiente giud izio della S, V .. e i~i Nellà·· dòhiàHè 'il , p us inocola"to Jilla çoscia s}oistra c1 ues to Si1periore Consiglio le pxesent,i l'ifle~~io1;1i ,sopra 11 •aveva p110Uotf6 iÌ s uo soli'to <Ut;J tto : Ul)(l 1;,(i)UI a i'u'Dau,-. ìiuciva' Ordin':ùnento c'.lcl Servizio Medii:o-(;\1irnrg1a1,1,~ps- 1 1lfata, sornid'i'it:r ta git1 1da una piccola ,1eiciche'tti1,, mostra•_ ·ge ritemi <lnll'esperienza dbll'o,ra scorso sèine'sfre, ii;i 1>rc'.. Vas'i n e lla seHe· fel'ita ,"m'e ntrè che la cos~ia d e,s't ra ·nell,a 1 l ~ ;1 '' gio rassegnarle i sensi della mia sincera vevozionp. · ' seda d.ell'rnoi:,ul tt'ziòne • non prcsi nt.a v,! niente ·'èli 1:ihiii r, , '. ~ I • _. ~ j... 1 ' .«: ' ~ ll-hevole, se,,s'èccettui u11a piccola èr ~st:1 se·cça che 1j _è,b Il Medico Dil'isionale ~ ,1cbùs. priva la ca-lte\'itma citata. Tale 1'i sultamento Ìl1 verificato cl.1 Cullerier. ; ·, RIVISTA DEI GIO'll NAtl Nck.1aercoledì (1-6 di luglio )'il male i'ùoc~tlat,o ali a c?.., .sçia sir1istrµ ave.va· fatti, n.uovi, p1·og1'ess·i : •·la v-escicli(l,tt:'a È g ran tem'po clic Medici filantropi sioc<wpnho colla , erasi corwcr.~ita in, pnstela ci1·co ndatn Ila irti' auredla' ln1,iù ' gntntle· attiviti1 p er ti·o~·a1·e m ezzi l}rorìl at~ièi e . tiamm,l!ti~sim;i; in seguito cli · ehe-, , riteneudè , J osa pm-' cu1•ativi atti a porve uu a 1,gine,· al ,·continno i1i1 penèr~1.'1 nte a_p·ç$barne. l'ulte1-ior evoluziQne, dopo i<vel'e co11·s,fré-' del 1)rni'1.>o ye1H~1;wo il qtial é ·avvele na•· incessalltél.. 1dotto il.,pazi"ent$!, a ca.sa.idei sig. R•ic.o rd, o nde ne, ve1'!fì'Jn'€Ute<H fiore della S"'Ocietà. . . . ·• ... CJ\Sse eglj. pui:e,,i\,r isql:tl{n1e,ç1to,, cau,terizzò ,.ben ·blrne I J.a ;Ma;;se si, riesoi d'a11no :n a n'no• a ·mi~liorame'~a mepustola con acido azoti.eo. 1nquiCÙfatq1.l;.a ,coscia des:1t.1 ·t!o(}o·1 étir(1tivo ,.. tnò11 si giunse p erir, nl ,pÙnto •d:i di'm i,inta,r:tto. .pre~enta·ya sempre Ja . stcs~.i; crosta : secca · ed mt~1·ne j, ·cilsi cofl\a.i uto• della pro6la:nica pe:i· gl' infilliti i11e1·tt;,, . . .i i ( . ·I ,' "'J , , : > .. • , • • ostacoli èhe · nascono cht lla •; ·quàh ttli:idcl nwl·bo 1 da - .JI AJ) 16 cltJ ugltO; ne J; i'p ~t e publlt,Oi'JH)Clltf!, l·(lS,f\el:,11\)CH.t./J inntn\rernvoJ1 ·cdrc.òstaivze 'soeial i; ·~di• 1,10(fe,: chè'.~},eu si i ~}! ~1·.~ç *$SO ed,-in, ~~~wjt9 .•~hl !Jn1: (J~' Sl{Q! allie:vi, Al•può, diuc còn f<r auèhézm · cber senz' il· uonèorso iU'un I Jicuro 111avi o., p1:0Gla:tti:eo, ·non l es·s c1·à .d'estend'ersi.lta nto • ,¾n11~l ~.Me,re~w,. 1 .ciw~.h s \)~(~,s~~n:9.,~p.~mti~pel1: 11.nspl~a~ ;,n;i~nto Iu.,ejWP!r r l .l?Pn~oi1-f?1 .1,-1s1erv,g 0~gl1 p~11 · ~l_1 veqfi..: ,~iù ,che,. cosi- s'o·v.ente, ·è , :occuH:at.o, C 1)1:!'glettQ. ' ·" ,;, care <1unle temno •i r~o.ssa l asc;a,re foC!'ll'l'C,l'e qall,ll) o ~~1l:.i-' ,, • . l ... 1 • ,i; . ·" ,~ l \ ~ < a - .. 1l!fo1a nuo,.,,a: spinta ,hll·e i11Hagihi fw •d1,~a•11onllu,1-g1ra1-l _ z_ io1~f· i~1 .r1•rr,I,i.~~zipne .. ~ f:lìp 1 ;e~ qj!;l,JWl G /jX~~;v,o, ~tt~ne1} , o da -A:uziaz ...'~urenne, ,i,I 1qt1ale•, ~tni1irat0 · da "0Sser.v.azi0J1i sel)inrç un eguale e .s11;;u1·0 es1to.-, , .~·J• ,. . 1 , 1 • -, j• I·~ •J~' (\ ~ Jll,j J; .J~ 'ed e-s,pe1'i1nè1H~, esterna.~a _In:. sp~1,anza. ~li p oter ap;iva're · La · nessuna òsservaz1p nc ed oppos1z1one 1att? u~,1.. · al punta' cl' 'i111p'e'àilte, l' rn lez,1onè ; ,·enerca. ed, av,--e n.u ~a, Accademia a c1uesta , J>roposta.., ,prova q. .u,an~o . l , S-oc11 •~ in "r ,... ·' ì.:~d.n.. , ,. , i , , ., ,. t•f' • ) ·;,, • M' d" • 1d-'cvitare la , si.fì1lide c'Ostituziomile , mediantèi':' L'·irw,m1ad~Hlà" i ucd~si,na l:'! 2,e11$m,o t ~ve1·s,1m!!nte d,1 ta,9t.1 r ,e ;v.1 zimH; <lei ·pus :Venèreoi.olilegli' disse s!filizda;;iona. , •, d':ilt'Jc . eH1 circa lef ·cfinv.enienza '9 sc0.1~ye nip 1J7ta delJ:i 1 Una proposta di sì alto e Moodì;i_Jii ,· i.nte:resse n~n J bbliL 1ziòne dli1'1)1'e,~ei'-v;itivo dal fato" m èfri1Ie coÌlsi<le-' P - pot~ya ~p;1ss.;t1;e r i ~1-?s?e_rva.~~ e, t?,sto · ,l~.l:''/:ln,nç, \o stu.d10 1 !"lt1t\ e· fr~ fiesti. ,dc!bbi:; 'ann§ veràrsi Pa,reot-"D11ct1ate!ft pni diJotto d,ç '.Jlriit1c,1 . ,Eçt il, PtJ~tO ira, questi ·~- lar~ rl q'uale si scagl16 .c on tanto calore co11tro . ~hmnrJtfC 1jal~se,.JJ. ri.sulta1n~11 ~ç (\' !Y'\e t:t[?rt ac<;urat, .espern~ientL os,ivà ,fobi:q:iziltrcha1e n,ì1nicrtt di p ì'esci·~àti'vi: c''é~t à to/t, fu il Dottore Casin,m o Spermo, r egalando alJa S_c;!p·:i:.a ·dice e 0 li' etfiu'i'te de ref/èxion 'cjrte lle!f lt'ornmes respecta 1Vleçlic;1 '<!d . a st101. Cultori nn,a preziosa .m,e1noria clic V!'es· è~ J1ti;dfliisdnt tle mon· estim,<, on< co1.1{01idù d~,is l~&se .alt' Acc.adeu\i r; a Me<lico~Oliin.1rga di Torjno S.t_Jl ..6.nhd m érne caté'gorie'èes ,ì~oJ,éfi_"s pì·"éser{>a(e,ch cl les. sozbs 11ì1:e ,,dello scorso- maggio. ; la q,ua)c memoi;ia, ben<;hè \~tinitaire.s q1,te·'l'ofi don,il!'au± pr-dstilaées;:e qui 1v_oll~ al-fosse tes :è oggetto :~li tal qu,ale c.ri'.1;i ca" ,p er partq .del ltiillcre alla· S·ocrciG ·di ' ~lèdlèi/1ia11 è:li Brdx1eHes h qu~le . ~~g. D.itlny (G,!1.e.~te Med_it.;\11,e _l'.\i.o_..3o)., pyr.~ np.1! 1,wv1cò :· Ih tier 1htitC.:Ja-tct ~ Premiò nel ,r 836 °i.iifa metiiòi·iÌt del •sig ··\. a,.,,,ar-<li ·"tt/Hla"'tiarsi.,. acl un te tnpo m an1festip:1on1 çl, ,l)en llle1 Qneltes sont les mi?srti·b' ((e potice. ics. p' z1ts prdf!rcs 1 . 1:i~A e ~i.cono;sçentf 01t~·en1;0.d9 gli sa.r~/ ( u1i~ar11~11 rétei'' la RrbpaA:ttiò,i, a~ l'a )m:Ìla.die vt!nérieiuid·'(Arthliles ,sr. i suoi sforzi .sar-p1.no co.r p~l,},tt ·da ce1to ,ec~ mceo.su, d;ltygièn~~ publi:quc '~t de·lfedicinc Jégill'e t 8if6). ,a • fal3ile. ~ll(\CC,~S0. , f ,.' ' I ,, • , • ' l>a rent-Duchatelct ~ra 1J!:1c1còrdo è:oHit! F11t'olHi•· lli M~-' E ~11entre .. J' athe nzione de' ,Meçl,p era n volt~, ad , l djçina di Parigi dcL-t·772 n ~l 1·itener~. clie .t u1 pre~ei:v'.l_".; (:!Splorijre 1a ' via' cieli' i11ocul.tzione' c~_me mezz~ prcsertivo· delle mabftie ~véi'ì'~1,ee 01wrirà ft Id' po·rte cw l1berti-1 , ;,,., ·" .',~10u ... mancava ,.; · 'e111, · (levia· " .. ·11.o 'd d ·.11 ~ci! ' f1e 1·o ,, ~· ltro Vj\tlvo, :· 1 nage ci'produirait w ~ dérég·(emcnt r.!011:t ~ou:ffi·ir~ù:.'.H la - m' en ''o .111 dt,' · '·a va' ' c1··1·' ctll• l' ap 'ù.1·1caz:one ,. i'osse pt,1 · -,, Ia c1 1e ... FI ' • , • ' •V f ,, .. • t, .. population, lf: ,b.oq, orcfre. $Of 1al ,eJ ,La ;mrete.,rJ.q_f1 n1ew s ert c , rJJn sp e~lita. . . . : i ojji·a11t ai,e_c l'-impw iité app~t~p~.ltr l_e ::ce. ·. . ~. : . - '[-[ ùott6rc 'E tl : L'aù"leb.H t nèllo sé·o,·so hiP.1\o m1nlll1l\Ia b m agg io ram.a, de ·l\1Ie-d1c1 d ogg1dr la vens,\ d 1~e1 1 . ~iavk'· :i')[' AèdHié1hia '~Ì'i JVI'è-c]idnà di .'J?nr:ìgi rhe~ ,,.. 1, s··1111en1e ' ~ sembra ,.he ,si-ano d'a<,:tQ t·do nçl1 n te ncr,e talsa ·r. ' ~li';. i~gli · l ' . · " · '< • . '" •' ,, .i_ ì' '' 1· 11 ·· ·(.'t•d 'n'eva avete trovata i.ma sostanza capace e1 nnpcnll'e 1J rnl;1)pìrÙo ne è11e il, tiin<>5e d' esser . ;i~s" ,tt .' a . a sio. ' ..e ' B!ii'o11J si/lliti~a ·i'Ù'ediapfè li 1~en~piicè s ti,a ·apR-Ì'i~~iionf . , 1 trattenga la maggfohniza •d:1ll' e!lpo~s1 nlle note c~·u se .~ ~ JE'.ccone la formola :'·.1tl 1cool.e a /tt\ 4 0 gnunp~e, :$apphe · ct,e lé! scope r tif•.d '.th! .Y~LO,})l'!;Sçn :at1 vo do_vrebbc l tg.um~ 111oìii ·di }JOti1ssa:con ècéesso d i}Yit\e', 4J,gu1/ n , s r k'l'o lga, I11 darsi com' un ,·ero b ctlsamo da dtffonders, nelle _ca: ,e eh ~ì' filti·i. e. s'i1f,gi·u1{ga' : Ol i'o este'nziat·c dì 1,;èdro f;'iu iu. 0 prostiitootorte. • Dott.- P:otpr:ia. ' Àpp' licato , dice ' egli , iii grand~ quant)Ì:it sul~a 111'n (qsa r. 1 ;... , ·- - • • ' d egli orga·of gènitnli, ~foteru1ina .:ll.PP?n·:1 ·1:na '. l~'ggi,~t a . 'u Dir"ctL. Doli,, CG'.\qS.SETTI ~feci. Dt BE \.UFÒRT M''n I $CÌ1sazione di calore. ·Ed eccone J la tti sper11nent1. V, 'Dire\.t. 1·~1,ohsabile Dott. llr11·onc ~ e , · ,· 1 . . •

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' L':i1\'bo'rla tnenlo Ò<WC pag(lrsi per sc)11est1•i ::ullicipali. I ~focÌici 1Militari in ritiro gòdÒno gli sl:essiliv.ttnlnggi di !qùeH. ; in scr~ vi2'h> alÌi vo. Le assoc.ia zio11i [!(H' i ·00-11 111il\ t:ui si ,:,·iecvoilo alla '.f1PO GRA;FJ ,~ M1L1:rA1Ù/ d lifricc, ·sita in· Pia•zz<1- ·:V,t(orio Ernaouelo ~-~ Le l.etterc frtir ab bon,i menlo ~I .G iornale '<lehh~ csse11 ;i{fragc_al!) 9<l a.cc.gmpagoàl:i da. yilg:\ia pp~t11le, , .•. , . ,. • ,_ ~

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Dò'Tr. lr.o~,mu: Col('hico autunnale. -1 2. Dorrt: - qtrnli-]Q'chiauiado specifìco•'antigottoso ; ihc1i vantato d,a .CA;v. G1LLJ: J\7.itmd ,d<tJ , :Mercuri-o·: ~ 3, non·. VAGLlllNTJ • .fohnson·, G.ònsbnrch, 'Williarns, Badoxy', e.cc', , c:osl ·unìIpopio. - 4~· Don, M nt.u\ui: ZOD,.:J,• - 15. DOTT, CATll\lA'fA: qpi,stolono. _, 6_. J)oTT. YA<;J,1ENT1: Tumore. Lubcrcolarc allo 1 ,:ersalmente becreditato in, ]fr.n ncia·c ,in Iirghil.terra doie 'i'o conobbi p:irccèhi Ufft,ziali S'upe1,iori avere sempl'C in SCl'Olo.- REl, AZIOl)J; OEl:I.E CQi'il'EUEN?.r·: SC!Ei'.TJFICHE. - 9. [I Hegqla1ncn tt> uci 30· d'ettobr•c giudicnto J(ll Coi·po Saòilar ìocasa__una buon~ dos·e: ,di•tintura vinosa· di cò'lélùco per ì\iilitm;-c. - . 9 Il M.cdico <li n ègg1'ihcntoin marcia. - 3. Ri·SCfVlliSCH é all'uopo, (' vista dei Giornali. Le ntu11crose prove aìle qu{llì ti1rn Societ11 di Medièi di ctÌi i~· fa eeva parte, C~ll alla ~~esta i: emd.itissimo C - sngaéìssimo ·n:iio mùico Dot tl Gamhèt,it1j·, sottopose que..: st9 ·rimedio ncll,'0spedal e fvla'ggiore .d;i Milano, ci convjnserç> che in tutti i casi ,a iartritide ,sefo1Jlice o gbttosa ME1\f0Ill'E ·o,RlG·INALJ. 1 si miti ,, si violchti, Fuso c1i· cfuest.01:11,i medio non tarda ad CS'Sére S·l.tssegt1ito da ol!timì e-f'fetti e,da pèvfetta guaÌ)l'.LL' (;SO DEL COLCI/ICO A:UTU~NALE NRLLA 'CURA' DÈLLR gi.o ne ' spessi:ssimo anche. qua11do là suà atione 11011 è AR-'fL'fIUDI tt SPEét1u1ÈNT& tim,LE GoT'i'R. c-oadiuvata da alcun-altro farihaco. · rr J (Mem'èNa ldt(JJ dal 'f)ott·. ·L.orrn,w nella lònjèrenaa dc ll isultato ·di queste prove· r,i'pcr ailtro: ohe lt0flìcàèiai ' I . , ,71Le{e d','/)Jrit~ ·ne,WOip;:dttl'e Militare di Tori.li.o). del colch ico so.lfrè u10Jte··v;1,,i.i'z ioìii a ·see'ot'lòa' dél modo diffe,:entc' con ~oi· si . prepa i:n: e del t,euìpo ih <rni Io si . 6c ha·v~i, ·geqèrc, di,' urnl~ tia- che, dire_ si pos.sa con raccoglie, onde· si 1:ièscì ali e seg:i.i'.e11,t1 doòcln'sio)ii ~- · , r{!satteha di vo:cahotò propi:ict d ei rnilitari,, quella è 1. I l temp·o n,1igli9re ·per .kv rù'aoolta<del•col& Mco,,,oncle 'Certamente· che ri.co110.<,cc..per caus,\ principale i venti aterlo dotato cli tùLta h!isut1 foi'z;a ·, es:se,·e.;la p1ùniae Je.'ac<Jue ·él10.· tant@ , fr(:)quenterne'i1te co.mpenetrano e véra, sicc,;11ne avvertiva ·gild l Gà'rripada t;!:•confor·ma.va macéraao gli abibi;,del ,soldato, sl ,1Jellc,regolari ,~serci.tail G:ambet'inì. , .' · . . · . i • , , :,'.Ì'oni .1i cl tenipo. d.j, pace> comc,ncHe.,5udatc . foti~he del · c·a mp0. ·, On<leé.11è lo s~udi,o~di tali u1àl-àttie ri€s <ie d' iru- , 2, li b'ulb'o teiìe'rn; ~ianr.ò, •sugoso ché uella ,-n rJn1'31:vera _., trpvasi alloto del bulbo' V'e<lc;hi·o 1e$Sercr~lb'trà:to0 di molta p'Ortat)zo 1niuiai'ia pel Medico-Milit~1·e e. p1~~.ziosissi1'no rna-ggibre. v·i rtù meclicameJJitosa·..- ;• <;'l: 'l" . ,:. r> , sarà riputato quel ter'<lpe ntico age nte che vq1ga ad ar1 di t;:de su'go ·q. L tt:f~oUiii!'Jla cliu' t i11uir-e1~)1(/Jto l'e'ffiéacia l'CSt,rnle neJ loro OOTSQ, :a ijllal'ide".od ;t dimìn'uir almeno . da~ che s-i ·spiegherehbe Ia;·poca·utili.tii an'tjcam~nt<; ri\gFineoll'vehient.i clic tanto frequentem;e11,t. e ,rendono -~raèn'\'atane e l'obblié in cui -perci'/i 1do,,ette éadcre. J v.aglia!Y<l I' esisteniti d' onbrmì gue.l'l'Ìeri ·, decoro e -gloria 4 .. La tintuh'i"vitiosh non essere fo1-~e,Ja p iù scientlfi~a•J ella . Pa trio v· , mehte adatt,~ ai bisogni dell';nnrnala-to. : 1 · •., , I. • .Non .i utend1J· io gi~ di p,~rcqn:rer il vastìssip10 cam;po 5. Il· prep arath rni.glior esser il ·~ngo ·s prC.J.m\to·tl«i"1ililhi ,·delle" 1i1:ilafri-e 1·c~NnJtiche, uia sol0, voglio fennarè l'at,g·io\;ani, freschi, Ìnisto a ·zut.cHei·"O i11 p1·trrro1:zi9ni· tali te11zio·ne d.e'n bieji Col.leghì su qu_ellà ,,p:w.tè delle medeciti forii1arne llll stil·oppo "a'd-' uÌJ calo1:c li·on 1'è~c,écr~~~tésime oh e p,l ù paiit.icòla1·mcnte inv_a<lono , k , articola~ioni 1 ·sj:a in mo<l.o M.: t.it,6.~..sia io 111oclp lenJ:o Q,,cr.~m;~o) lé clu;.1lì. . " l'i,g!·t tl} 1P;o '?:'J.rro test!~a't t~ pt r.a'r a;t~ ',collq ~~l:'sso sugo e ·cgndensato p;tl'1mcnte ad ud <!afore no~ eccepel l0i:0 p.eriCJ0:lo,} per l.i tena·cit-à, cQ:n ·c~Laff:en:ano !'11- ' t ·> r o''' R '.,; . ; . ,.. -:i '• ·.' ', 11?ano '.orgfrnis111,~ ·e ijen l'ò.stio,07.iònè con f lll , cou~b.at- .. ,,~.a·e:·ne.,1 .l o >. · ;,, ~J ~ •. . . ., _.. ;, ·~·; •tute e v•inte ·, A rip.1·odi1co1l.<i!,, J\1ev1j:,\no ;fotta l'att11nzio)-ic 6 . .L é~tr:,ft.o LlOt<?~' ~orn1n1lHslrfll' ~l),'.1 , do}J d'un ·gr-.p10 (lel i\foElicp. J iè.·ì,preJ:'c ndo sl:}-.gg.ed:fle )uetodi . nuovi d~ 1 ,t. </J:?l( due 9i.',e t i}. piJloJe, oyvcro 1!} p.q1nat(\ C(H\1,posta 1curà o 1·imedi scp1ws.1.:.ì,uti e ;sicl1vi,~1hbéllàtor.i d.i. sì per- , d ' un:1 di:.1 m1n1_.{ d't~stratto e. d' un' onéia d1,\lc]ìpe, faccntinaci malatti·e, bensi intendo in,v,i<ta(,v.i,a i1Qn:,cl~n1)l1rc /,lo.ne _u!n io.ni $!.)Ha parte 11mmala\ ~;.il: s~Aoµ,po p<:tersi oll'ohhlio un 1ii:m.e dib, dì cui l'uso rnen0 focq_,uerit:e s· ~ am11H111stn\r alla dose d'oo'oncia su otto (f acqrn1 da , ·presso di noi reso, anco,rcl,è efficr1cìssin10; 1 sia., da · altri riveY1dei·h epiératic'arnente n-cJfo,gloniÌl tà : 1'1 JJ'le persone · t1!nu.to quando pcrfetta1ne 'rie;:ic;t la . form;;, ccuticà P~'C- · di fi~rn pqcq dilìc::*1po,tei;si so_111H1\njstrar 411':\ tale dose parazionc. · in sol'e du.e \ ·olte1t oll 'lntern,11o dì ~ualclle ' ora f(ldo.Ques.to · n)cdip è,) l Cokhico au,t·un~1ale pn?po.sto eh~ , VFsf' Ì;l t ~···avWrtii·e ·•21ié', pr{',sèri,/ qsh~ ~lò .S~-Uoppo p r'ima ' e con 1Holte lodi us::ito da Ware e ~}a Home i•. jri 'Iuest \1 hima maniem1, liazjq,n~ cl,d · c:olohi'cò sul tub~ ,. . i I Somumo, -

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58 .gast1·Ò-enterico .si mnnifcsta .molto tardi, hilora· dopo un giorno éd :rnche due ·, e cbç p e rc10 è uopo essere p1:eviqent1 i -~~n rip~te~~ la, dose ) !eJ11 ~}o~·.r1àta oncl'cvitare vo1111 t1 violenti e !ors anche p encolos1 ( 1 ). È costume d'ognuno che parla d'un agent e tcrapf!Utièo . indicar il 111odo cO'I qLfolr. spiega esso I.a stra ai.ione sull'o1·gnnisnfo e pel c1u ~1le guarisce. fa malattia contro cui lo .s'arnnùnistn1. P er quanto strane possano per .iv-· ventu~·a...s.cJnlH:.'W a .taluno di .voi ~le .Jllie parole., io oon'fes~ç ;~inceli~ment ~ <_;he_pcr me il nwclo inti-fo o d'ope~are, non che cli questo, cli qu.ilunque .ilt1'0 ri1uctlio è a1_1eo1'a un'incognìw, cd nnzi credo che n,on .si potd1 mai t ,·ova r e quest'incognita G.ndiè. 't1on s'aHbiano men ines'.\tte i<lee deLPor ganis1110 vivente e del.In vit,1. Per :ilctnli là vita~ uììa forfa . noi1 modificabile h1orclià io pià od in -rn:e.n.o.; XM1 -11 il:i11~misnlQ pt,ro rovinò pei: gli assalti dc)l;i p1•ep0tentè krgica di Buffalini. e d'altri. La èach,ta del .duaU_smo pJ1 tQlog.i_c q_·_t 1J1sse ·!ìeeo necess:,1 Piamentc <JU.<;lla ìlel dualismo terapeutico; se così non fosse stato; l'op' P'io ed. il riìtrò rwn~:bbej·o ,l;>astilto a gunrire tu t te-le mabttie .: rn~ la vit,1 è -i ~ 1·isuHament9 ben altrinwntc comlplioato:d eìl' aphoniQso' movil!1ento ·di mo\te potenze fì,sichq, c-hjmiche, di:1}tHl1}'c,h~ e fo.r$e . d';iltra natµra finora scpnoséiu:te, b>e$SJ.m.a dtllle ·quali, può n ~ll?o1·ganisl)·10 v-i -' ,·ente esser e modificata senz:i che pe sia ~\l p~rtj<!Ol.~re · ·ù1odo 1:U.<'.><lificato; il mo1vi111~nto generale dell:organisino. Ora siccò'rne non è ~poss·i~ ile avere clue lllE;Zzi te1·:t1re.u~ici - p:erfo.tta1;11,ente ,egtia-li '; perd1è.iu questo ea,so fonuerel>, li>ero upa .solo,e ·mec\eshua Aostanza,J cosl ogpi .1 )médio infro,do,tto nell' orgtiu:ismo ,c1eten11i11è1:à tìn 'Particolare • {\rado e_d u'. na ,'p'.a rtico\qre spede ' cli modifì.-çazion·e delle potenze chi111jch.e,. faiclie, .~lrnam id1e, ece. ,, chè re-ggono .il corpo..~d J111pdme'rà :'!ll'ò1' ganis1110 t;t.n 111,o':ime~1.~o vitale par ticoh1r e e .dipel)dcnte qal!a 111.i niera culforente i:l'in'ipre.ssi.ohe, ris\1ltantei 1dai carat.t;,er~ !ìslc.0Acj:1i11JjèÌ elci 1-imedio i'titt:o;èlotto,; ·Joc;c}Jè[è 1quàntQ dit'C cbe l'eff~tto di uri rhnediò non può cs~e11e , che specifico. La così de'tta az-ionè. elé,tt-èwi ~lei .r iµ1_.edi nH1:o pofl è in '!,1ltim11 analisi I ' ' ' 1,, . • • . c. se' ·non ·se•.,az10i,11r,, SJJ:ecJ1,v;a1 nwscliernta c.01:1 un nome ·spf.- I, ciosD s.!lggerite dall'&sti.nnta v,rni.tà d.,ell1tt.olno. '. lXòi vr.dj:anio,p .. ,e:,. il chi1tiJio tàgÌJ\~ çp inc; antipe ri o~licp i11 soggetti debolissimi, P· e., iì1 donne estén;ua tissi1Y1e pe-r . ~:1n.<;>rr:ag,ie, P•,$:Qlpitc; (1;1 neu.rnlgie ri c-Orrcnti ,..co111e. lo 1 Nediàt).lQ ;i.rre,st:gir e ,prq nt:.i~11ente gli accessi <l'una perniciosa epatica, car dià.e~, ·apopl etica, 11e'·qu,1li eas~ non Jrnvvi :pel,: ,r;~rtp ee;c,éssi~·a :t le-l~ol e,:lza·; e s.c ·'ii:i q·1,1~~ti ,c:.;1si , (.lperasse 'l})e u_fa s,ùa virtù, controstimolante o to11,ìca, ,per - , chè: l.lPn~si gual)irebhe _I.a /ebbr e JiH)rn ìcjos~, l,a ,nettralgia . _i;<,Ql , ti}j't{)l'l) ernétiço~ ' c9l 1nitr 9, coi•.s;ilas~q, rcpll' oppio ' col vino? Cìq ._c,4e ' dicesi d'un 1:iu'l.(jdì-0 , vuql esser detto d i ~t~,t~j ..,In {il,~;mto a ;,ri}e ,io , c?nGcdor ~fnis~i1no ~he ,si , p0~~.!'.!~1;?/f!'e 1:W~1PP.\ ,1}.1~1e<lì, che .Pl~/ì.e,11_tano tW 'po' di,. ,:i?'A4:;}ta11za 1 t~ nH~'I ~ A ,azione ~ clm1p1arl1 Ì)<,r . cowune ,1,nt,ell1~~i;iz~ 01;1. \~1,11no1i-~c.genenco, 11_rn,a co ndìiionc cbe I • j ' • ' , ,, ) , ' 'I 'I , _!.~} ~i0cow;~~-\\, i o, _ers1 _s y~~t:une'.1~e ,1~n \ , ani.lo nuolito il , d1ml,smo tprapeutico; nessun nmed10 poter- esser vero I I • succecl aneo cl1' un .al tro e dov,ers1scnipr e·' 't en(Jere conto del1Viiì.icihe ' p li'Fti Ì:dlà re c11e ogtmno d ispiega f":i). '' '. 11 rù h:'i'i:-uì·ì'ò'., a 1h od'o 'cl'Jse!i1pio, potrà apr,ar,t éo r.rer nUa · èlasse .'éfi , ri111edi dìe operàno cont\.·os timo- 1 'l'~an cl o, oon1ec .,, .J " " lle' 10· . ;c1·e cl a qoes . ta 11'1àss1 I . ' 'n'J_a Ije\1e ·:,.1o'rìtana

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.(!,) , V,~Ui, a_rl., Golld nel Diiionil,rio, «<)Jio Szezloéhi ,per ,più· nm ' ~10 \npz1on! . . .,,, . , ,,, (~) / j'o,pi nIPJl.() èfoH' Aut.o re SH,1_ }lu_a,lipmo ,•it3;l~> 9 , ler,weulicc\ con.suona a quella· .d ,c, sono P,•11 eh . 1.rent' aon ) manifestava il '.J.?,·olès~o.r~ Cò,ium1n<'l àìoi1e Ìlil1cì.1i neH:i slur Ope .~ 'su la Caizc1'C1l(I ;n1ù1J1·'Qmtal~ o cnntt,gios,i , parlantlo appuhlo del ,.imo((o d'operare • del contagio canc renoso. (La /Ìc,lazio1w).

dall'.~ssere ilimostrata . ~h daLo il casC> e no'l'1 concesso che l o sia , ne ·a0-iq·e1110 noì coneltiuclc1·e che il mc1'(·urio opera contro la sifilide so1amente pér ln sua a2ione cot'ifrostitr1ob nte ? lo n oi erodo e c1uanclo ancla~si errato . . ' pere1H! non si curereb be la sitìlide con altri co11trosti1110l:~n.ti '111e1_w pericolos i del 1Me re11rio, quali' il pi tro; hi 1ltg1~ale, ti ,!rn)asso? lì rl 'liltra parte perçhè giovc1·el.Jbe ,I uwrcuno unito all'oppio che ri tie nsi d .i virtù Q.}lJ)OSt,a '/ , ~e 'd unque i rim edi introdo tti mill' organismo ' non poss0110 <list.;.n;bare, altera.r e o' modifìca re ' che di"r~ si v-oglia l'annonin dei complir.nti mov i11.w nti vitali se no ir iu ragi on e della c1;vei>sa attivitil e propùrzi0'ne dei ·principii modifìc1itori in t;ssi conte.nuti , se ques,ti prinq;pii non b~istono m ai nelle, stesse propm,r.io ni ìwdt1e• a<renti . terapéu.tici,, .è ;$Ìuqc.o (9,1:.za, conced e re ,che un_<,> 11ou; può opern1· ,;illa stessa p1aniern dell'aitro ;,che a:•c iascl~~a ~-no conr~et~ un'azione particolare o specifrca e i::Uc-tfa· guell~t ,s~la e <lqYendente tutto il segreto <lell·e . scre viTtù.1.farlon <l1ce cha la 11ia9icra d'operare de,l. çolcl,it:<? a~tunm\lc se1_nbra ll.n~rè tutti i. vantaggi del .salasso, . dei pt1rg.,mt)' , dea séda~i'n_ ed io -tei:11i inerò ~lìcénd? d~e. il co.J,d1l~<io r_è r una sua v1rtt\ p arti colare o spcc1fìc-a e un :, Hu:hct~ ~ sììliò {·inied io co;1tro ·1~ :11\ 1-ìtidì < fd 'ìn ' H pecic cpn'lJ:o la gotta.

suu:',\ZIONE DF.nILITANTE DEI, · MERCURIÒ '

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¼.

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(Riflessioni crìtìch.e in rispost{t alla i11emorìa del Don. A1rnr.,\ ( 1}.~lett<r i n ,imi Conjèrt nia ~li l'orino dal Dott. Cav. G.1u1Ì.

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Lo st.ffdi'o acll'àit'oiié ' Òéi ri1l1'cdi Sl1ll'u1i1a'up Or"anìsmo assai_ -difficile e<;l intricato. ì\folte cirp~st,iJIYl / p osson 1-ndur in . erro re anche il [)ÌÙ "'J1bile . Osservat()re ~ "'I: , come Ia .v,11·ia forma clelJe m dlattìe, le· di,,e rs e motlìfìcai.ioni cieli' ·orianismo, j.l •v,ari o te111pe1':11iwnto, \.rn:~ 0 partic9l_ a rc itl i.,:,si n0,:asia' , 1pcc. li sì fatto studio· non ., seguì inoltre un 1m~tod'O re·gl).la1·e ,ed irnif'òrni,e, 111ara1'1d ò sc\nprè ·a seconda delle v,n-ie fasci e ,dei èl,ive.rsi sistcn,i della Mèdica :S·a icu:w. Og,~uno r icordn' to1r1e: 1wl tempo del chimismo sludiavasi tli ridurre •tutta l' à zione dt'i -ri11t e_d1i a · co1nposizioni ' e )soomposì2.j01'li avve.11:u:te, n c:i nostri organi· in quella s~ess,n «liisa ·é·Lc suc;ce<il.ono ll<:i' chimici pppanilii. ~~omparvè lo/ 'sc·ò'des·e, Rito1mùitore i{ quale, nd1.isse t u tfo h rnedl'c,a Patologia aH lnna se1hplic.i (à seclnccutc, 111a non .co·nfonne alla molt ;:r lice vai:ieti1 dell'umaoo i,nfermare e quasi l!Ìttì i .ri t'nedi for ò!) divisi ln due grandi classi di stenici cd àsteiiièi. ' 1\v~n'do "".P~.i )o stess-o ;1l;fo 1:matorc: posto ,rèl' pi·inoipi o ìLpi·~ ~.o-.m 11110 delle malatt1e·asteu1che·sop1::? quelle d a 'aume'nta ta ·~1~e1·_gìa vita'ie, aceadd~ che quhsi •tutti i' ri111ecli fu ro,i' 1c-0llocati nella classe ·i:le'gli,·-stimofai;ìfr. Danli Italia.i1ì e ' sp~ci,àl111ente da •RasJ>ri e Torni'rf-asin~ ~tudiata 'l1'1<Jglic1 ·l'i!1fraù.11nà½icnrn e • ve'd uto co1n1e·1questo tp r.ocess o· d drnini 1 U11a t•gran . paTtC de} le medi che Ìpfctr)),~tài, •tfueJ1i SÌCSSi fa r m!:lèi l:he p r ima è1:a1ro ·pe.i· stimoli .t enuti> inigrai·ono •n el'la . <!lasse de'i uo.)i t r ost:iìnoli. E n tra ri1bi q:;ies t i · siJtémi ;ei·~1r\. app'o ggi•a tì ',<fatti d t'e ' ti,0vavai'l@ ptm t éllo in,numcr osc ' osse1,,>au.io n i. , ; Nfo sa1,à poi ella questa manie,·a"clÌ'studiar é la \'IÌ.rtù ~:eì i,i medi _hl più a<!ilt:ta ad ott(fner~ giusti e_ ve r rei 11sultament1 e la più favorev'ole }11 progr ess:1 d e'll:\ Scienza ? In quanto a n1c, n:ri dichi aro: d i €011trndo .ivv iso ·

?

~1) Yerli nu1i1.

Mcm. orig.


69 STORIE DI CASI RIMARCIIBVOLT.

Quante ìn ratti non sono le . osservazioni eLe, a pnrlare del farmaco in qu ist_ioue, sl ]~Osson :•cct:01~1larc , . 1:0!)'appo•mio delle guai, resta ev,deote sia 1 azione sl11110lante "~a la controslimolanlc •del mercurio. A clii di voi Òn'm·cvoli Collcshi, non sarà toccato auuninis,trai:e le v~rie pl'eparazioni di questo poteatissiu:i.o ri,me'dio 'e sp~~iali'1ente i! c_al_omelano (n. P''?CCSS1 di ~-cfn inlìam-: urnzio.ne co,n fe!1c1 e splend1d1 nsult.~menti? A quanti tiqn s,0"!1, tocr.ato i1 to1)tq1riQ, tric,rn(an<lo con questo .~tesso ri1)1e'dio di. qu<illc ~aoi sp<'ci'fic~ie ; 111es,ehtcricli , Jariogec, bronchiali in soggt·lti esteµuali cla Tuugo soffrire I snn111Li di fo l'ze, pi·ivi d'energia ,·itule? ' 'Si1Uili effetti si osSl!rrnno o~ll' am111Juistnl7ionc dei µrcparnii çbinoitlei clell'aiione de' 111.~)Jto .s'è. disputalo. Vulgou essi :, cld:1eJlarc <1uclle lcbbrs pcnod1che dse sorgoTio nel corso d'intense Jlogosi, come abbattooo quelle i,tess.c febbri socie a geuen,le debolezza nei sogglllti cacl1t!llici e privi di fo,,ze. Se nel primo caso suc~<'Òe un solli1n'-o con diminuzione della flogosi, dire si tlovrebbero di oaturn controstimolaati , mentre nel secondo caso, ret:ando un notevole vru:,tagqio coll'aumento qell'energia vit;,le degli organi' e col 1·iH11i11ial'e l'è funl,io~1i , .apparirebberò <li m1tur11 affa~t-0 opposta e fra gli stimolanti sarebbero da classificas·si. Cbc più? L 'oppio J;tesso di ~ui l'a1,ione stin10lanle ~ ogçigiorno la me.qo 4outhi.ddctta, non ri esce forse utiJ,issimo in quelle infì1111uuazioui in cui l'elemento prèdominaQte è.il dolore? Clic se in t.ili cirroslanze non solo ,non aumenta, ma . <limiauisce l' intensiti del proccisso flogistico, chi nol direbbe di yir~ù controstlmolm1te dotl)lo ? Ma rit?mando al mes·curio io chiedo come s.i-p,otrehbe i11 un mo·clo soddjsfacentc spiegai-e l'a2ione che esercita ,ulle ghiandole salivali se non colla sua azione sti1110h,11te? Chi non ha voclutq svolgersi , .anche da piccole <losi d e' su9i prepa1·ati , violentissime iufi.iamm,,zioni nlla nocca che costrinsero il Curante a fare pronto ricorso ,ad energico metodo deprimente? Collle 1·ipctel'e da un' azione controstimohmte le gastri(i e le gl,'stroentcriti che sono dcsl,1te dall' nm1~tini,Straziorìe a dosi tcnuissime del de.ulocloruro ? Cl:ie se il lllercurio fosse di vhtù conlrosfonolaute dotato, corile 111ai li più assennati Pratici <1nticbi e con tco1poi:anei inculi;Ju:;rt;µbcro d'astenersi dall'nso dei preparati mercm·inli nei pt:imorùi cli quelle malattie veneree neU·e quali viva e ga6liarcla è la reazioni! flogistica? Come mai, se non se c..h1l <!anno tocc:itQ, si forehl1 er a ra1:.comancl:11:e i;o111111a prndenza nell' am 11·)irtist~l\1!lo qttan(è' ~ p'resente uìrn llogosi dell'apparato vascolarè e roasig)ier ebbero ~i tcmpernrne l','lzione colla gitinta dell'aconito, della digit:ile e simili. Ltrngi da sue il pensic:1,0 di co.o,testa1· i fatLi clH'. il 111io distinto CoLlega può :1dclu r in p1·ova del sao assunto: 111.1 sudi pur sempre ,·ero che altri fatti esistono dai quali è lo!cito fo.s:uJatamehlc m·0 ui1· il conlrario, Onde- , éliè io arno 1uegli0 consi~lè-i;arn q1ie!itO ri111edJo ,nòu in una (!ualiH1 che 111i rcnclercl:!lie assai pro! ilenanalica la su~ ?nàniera d'agire e d'esteoùerc le sue bcneGclic pro11'.'ll?ta _chì,11na11clolo al.trcsi specifico a.11tive1ier;eo, cner$·ico rMqJv<mte , d<:os\n1ente a11,tcl111in,bico catartico ,ìutiscrofc:>,loso. ' ' ' Da tutt_e le Jll'C111es~e cgnchiudo- cl~e l'azione dei ri.m edi s11ll'u111an0 ò11ganis1110 dovrebbe essere studiata in ·~~a più, au1r'.iil1. s~rà, sc)olt,\ da ogni Jc;lea preçqnce~ta I tl' 1uec_l100 S1stc1.na, ,~ccwcchè, ~viocofofo <la · tutti gli os_tacoh clic ne 10cagl'.a1, ad ogni p:tsso il !ibero cnwJnano, potesse progredire c,01;1 mngsì0r àlacrilà ~d inçn;111e1ito tiella ~çi'c1:~11 i'' eo11Jbé,nc!ìzi? çJe.H'.muani~t · '

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26. IPOPIO (eia una Storia del Dott. v~c.LIENT I lettfi nella Co11fei-e11zct den't> ili féboi'ciio in Cuneo). ' . , . I • IJ A. P. Furicl'e, ~l'anni 22;, Ji tem11cra111cnto · nenoso' , di graèilc costitùZÌònè, fo improyvi~tni1èJ\te cofto 1 lit1 Vi\Ìo dolore con senso tll tensione nel fond('I dell'orbita dell'occhio siuistl'O e con ofT~1scamento della vista, per cui dovette 1·icoverarsi :lll'Ospe<lnlc nella 11wttioa clcll' 1 1 dì settembre 1850. 'Xntei;1·o'gtlto sulla son vita passata ' l'ammalato Tjsposc d1e uon ave.va· mai soffer,t o-1halattie d'i rilie,o, tranne una siììlide costituz_ionale "'da 'é\ti era stato travagliato n·c mesi circa prima e elle, avcntlò poi dovu t,o rill \(l~tcrsi a gi9q19 dei l_avo;ri çt;,uu.rninjstrazione riwasti Menati pet· quell'infennità, fu costr4tto ad • occupat·si soverchiamente al tavolino. Il Dottore Vaglienti passando quindi all'esame dei fenom eni, ris,coutrò c~e l,a ·congluntira , la .&c:ler~tica e la ~ornea dcll',oc·c\1io ùole,nte non presj!i1tava11 al,c~t.n'alter11zione morbosn ; riconobbe però un legsiel'O intorbidamento dell'umore acqu~o deUa camera anteripre, il qm1le non impediva di cliscerne1· uno- strato bian~as~ro che_dn,lla c~mea·a posteriore si prolungiwa a t raverso del cameo d~lla p1,1pilla nell'anteriore, occDpando buona parte ·ùdl11 ined.esimapupilla. Il dolore che andava mano uwno crescendo si ~i@,onde,·a n~Ua ,reg.iopc $Opror~i~ale. Poca era 1.. lagrimazione. Il polso era febbrile, ristretto, dmo e vibrato. Dal eomples30 dei fenonumi e dalla s!ol'ia èlcgli autccede.nti, il Curante non esitò a cliago<?sticare. tl'attnrsi ,d'un ca~o cl'Jpoi;,.io ., avente per 1cnusa ocçasio11ale ~n'affe~ione sifilitjça e p ~r causn dè tenni1):1nt~ la sovc~·cl1ia occupazione alla cont;1bilità, P;·escrissc tosto u~a abbo~dantc c:;acciattt, cli s~ngue da1 .b~·acci?, I' acq:_ua tartanzzata con 1~n grano cli tart:\rO st1b nto pe.r h ernnda è per c'òllirio \.1Uà (lecozioi~e di foglie ar gi.us11uia1JIO nèÌ'Ò. Nella visita <lei pome1·iggio ripetè le mcdes(mé ordiù'~c1u zioni. Nei t1·e giòrni successivi lo ,strato'biancasfr~ ~i fece parola, s',es~~se a tut~o i~ c?m1~0 tlcl!a. pfa'ii!l~; )l dolore e la (ebbre s1 1•esero plù 11;1te.us1 e I' m1ez1ohe ynscolaré si lllùnifestÒ Sll tÙtta )a eongfu'ntiva ocuJo:'fiJpebrale, ad eccettuazione di quella cLe .i·icopre 'fa ccrììea; ~i cpn\iauò nelly cacciate d'.i sani;ue ~Il all'ott~xo_salas~~; sùlla tem,\Ìà ,si (ece un' :lpf>.licazione cli sa'n~uisu«laé V J) j t) '1~ \l.t'. . . conispondeute 9Il'occhio ammalato e si contipuò nc'lto iu<licato collirio. Si volle t enlal' internamente ' l'uso del caJ~ill~anQ a ~ose elevata, ma si cio-vct(e ae,$ist_e!'C ~kf ~CCO!Hlc U:J ,o rno, pel·d1è, sebben~ d~,fo e1, icnit'i'c:amè ntc , • ~ • "' ~. ..... ).• . } • > f(. ( f .J '.J pro1usse uu.i Jorte ~tornatite. Nel 51umto giorno lla 1:0.11giuntiva era affetta <la si note.vole 'c\1emòsi che ~l Cur nn te ha creduto neces.sario fare pratical'c suJla,mcdesima ul~unti reoision-i d~l Dott. Gat~inm:a-:: Furpno 1<>tJ i> ciò pl'Cscri;te frequent'i° ~palu1afore intorno' alla pai'tè h1firiore dell'orbiLa· con unguento 111ercuriale 11ti.sto nll' 'èstrntto idralcoolico cli belbdouna. Nel sctli11Lo. giorno )li l'KobreJ cessò e la co,1giuntivite andava maho 111ano ècileucfo, non' 111~1; 0 cl1e il élòlorc. ·to sth1to bianc,{stio clte cost'itui va !~Ipopio andava restringeudosi'ia ' dircziÒne qpl!pst1;t a quell~ ~lella sua prim:1 evoh1zione e l'umore nc'.q ueo .,·i prendeva I la sua normale liinRiUez~a. Si so:hmi·ni?~raro1~ ;1Jcune aosi refrat'te di ta:1·tan) sti,liiafo'' ~ pòi J)ÌÙ lardi un l,olo purgativo"con ,lod'i'è} ysrani cl,i ,caiomelano. ~ell' undicesinio gio.rr o tli .r•nlatLin non _a ltro p,ìù rjuHrn.éH~ fu •.orc;'1è' unn ·[>it:< ,r ~a 111 l 'thia ' , _,1/. ·, • , 1biiluco.:Ji.\11::istta· ·, •• , Y~f~.1: '}• o l

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tìO nel cnlllpo della pupill.s, a,d crcnte al foto iutcrno c.lcl piccol o circolo pu pillun:; il col ore porò d i qucsl.a rn:1tcl1ia andò via via catlgiando fì11 olu: nel di cias~ettesi1110 gionlo in cui l'ammalalo pote,•a stiu1arsi guarito, era J i\'(•nuta rossiccia, offrendo l'aspetto cl'W1a ,bricciola di ca rLorre scm iacceso·; la pupilla e ra rimns-t:a alquanto' più 1·istretta cd apparivn lrngolosa nella sc<le corrispond ente alla macd1ia (P ed. rçlaz. 'dl'lle Con/ n. 6: pag. 54).

27. ZONA

c~mo<li =- confronla la zo1fa çol pr' h(ìgo il qu,ilc s\ ln.()sll'il in molte pa'r ti d el COl'po, no11 ' pc.wò 111.ii c.:oll'aspet(o di fasc,ia , 11\u piuttosto ·co n fonn,\ di larga !.,olla lit:iri:1 . Nel caso olfcrlo non usb il Dotl . .MenaT<li il salasso, 11 0 11 p eréhè tern c,sse di pertm•bar·il con;o .~Id mo'rho· cowc si pe'nsavr. p<i r lo p ass.ito , m~· pccc:li'I:: 'nNi\ 10 giurlicò necessario; d1è clov' i $ir~lo111i l'ùvcsscro 1'i'chiiisto ndn avrebbe esit:ito a<l istitu.irlo: è da ultìrno rip1•ovn con lhyer ln cautr;·.iizaziouc col nitrato d'nq~ento stuta . da .,Jc~rno tcntrtt:'I coll:1 Sprrnma JfOCO hisip':l:1'Cvnle cli fa t·c abol'ti1'c lii m't ilattia appctrn' ihcò,,til. '

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(da, ,wz,a Sto,ùt le{ta dal Dott. MÉr;.\!IJ)I in una Coiifère117.a di Sciamberì). • 28 ... 1 Ne1 gtorno 11 d i . febhrnio · d~5t l'iéoverò all o S11eOl?ISTOTONO iNCWJENTE tlù!c Militare cli' ~cia111bcrì Giusep pe Scotti, Cnporalc 1fo\ Reggiwe uto Cavallegge ri cl'Alessandriat d ' ann i 23, (da 1Ìna Storia lctt;,, dal !JoT'r. CAJ•111AT.\ in u//a CotLdi temperamento sanguigno, di robusta costitu1,io11c fe, cnza cl' l~fossa,ulriu-). 1:orpo, iJ quàle avéva sernprè vissuto immu1Jéda malori, tra nne u11'.1ifozione leggiera ·H1e non sa definir!;) e per L_ore1iz_o •J>o,ggi:ri;' d'anni ?.6, s?)dato n_ei 1J~1flp:iL01·l tld ' l a qual e fu sal:issato unii rnlta~ . T re giorni avanti ctie Ùl'nio, crrlrava 1idlo 6-pedttle ai 2 0 d1 ·g.enn ,uo 1850: fosse accolt9 ne Uo Spedalc ed io seguito a qualche diera cli te111pc:ramei:,to St1ngmgnc-li11fatico , d1 abito cli - sordine dietetico f1;1 sorprc'so cla bri,·idi, nat;sca cd :ivcorpo su!I).èicntcmente robusto:· patico ucl Yitto, frnl scmversione al cibo. Ye'rso la ser.:i· d e'! teno giornò dic tali pre'un'invidiabilc strniti1. f enouiefri insistevan o ]'rqrunaiato ·si lhgnò· d.i brucictre L'appanil·(, t'enott1enolog·ico era il s<,• guente: la ~csta si nto lést o· accom1J'agÌ!,ato dn lrnfitturn che d,:rl ht p arte surovesciava nll'indietro 111ostraòtlo• ros'sa la faccia eù- i periOl'c·dcll'anca desfra s'estendeva all' inferì-ori: dell'.1dmuscoli masseteri i~ s11ssul t?: Hpolso era pi<?oo ma rl!domine dello s tesso lato: nessuna alte1·azionc appariva golare, ,arid n la pelle e In respirazione si con; pirn l)reve sulla localitd al.f otta . Nella mattina tld rruartò giorno si e stentata . L'utnii\,llato si lugna,·a d'111 1possìbiliti1 l.H de osse1·varo11 hlcu11e mtt'cchic (li colòre ròsso ;intdnso' e· d i glutire ·col1 un •:Senso di grave dol,ol'ii ch1e' rnO\'C\'a dallo dimensione cHvcrsa, applinto 'su1la i·cgione dolC' tltc con scroùicolo Jcl cuore e si diffondeva Lin al \'C'rt.icc del · aumento dèlle sofféreaze locali. Il se,,so di calore e èlicapo; aggiungéva che il ùccon1:liere prono ern per lui ,..,izzicore intollerabili che acco.mpagnnva la comvarsa di la positu'rn 111e110 molesta. Hit.ei'~cn1 t'gli co111c c11giouc ueste n1atcLic' lo detcr111ii1b ~ppu11to a r[cov<:l'at ano ' del s~1c1 sòl)',,ire l'csposhi<n'le notl.11rnu ripetuta :id unù $pedale; arcleva hi felJhrc' COtt ,sete Ì).1Céos;1, t\ll'tm·ezz:r Còl'l'e> n te d',1Pia [1'1Hhh1 che lo coglieva :ippunto ~ul dt)l'SO · di bocca e stitichezza . ostinata: le macchie · sC1p1·::i c:'leper cffé1te dt· lb colloi;azione infeli éc del prop1·io letto scrittò erano sparse dì vescicbe'tte 1niliarifo1·rn1 l>i nncnstrc nel dormifdio t•omuri<' . e di afcun.: altre lh·iéle ag1;lo01erate co u1 e gli ::itini d'un .Ln 1ualnllin e ube la dcho111ina1.ionc <li teta,io da caus.r groppolò e ne~l''. interv.-lli fra . J_e macchie In, c·1itc pi p l'!!uma~izzatite. Nelle 1>)'Ì'lut; ·i4 oi·e si l'ipeté t 1l1; volte il ·strava iÌ suo colèite uaturale: 'l'i11fe1•mo 1ìou vi potda s.i lasso, onlirnmdo nel tcu1110 1·stesso u11 ,\ -p'01.Ì<JU<.\ dial'o s'op'p'oital'e n eiu.n{eoo· 'U tocca1llento dèlla C'a111icc'ia eèl il rctica con aconit0; ma uoìi com ·11a1•c11<lo il st1do1•c, si senso di molestia i;'estende,·a fin ::il testicolo deslt'ò · ulprocill·a,·n in sua sostilm,ione" tm'.s ihon,lat)te S<'<!nnion.e qoaoto 'i:am·atlo, Là malattia fu desisrrnta col no111·e éli intestinale per t1JCZ'Zd d' un -pmgaule. Nel secondo giorno zona e fo ,11nmiofsti':'i'ta uuà clecoziopè llì ta1ila1fodi . 1 ri ' si '1•e·se dolo·roslf k1 i'itrazic,i,~. J.cl ,eu1,o, fotonto ébe dr,, · to, ' l e vesc1 ' ·'l·'h'~~.,.,te nù,i-ncn'ti.ù,:?,no ' ' _t1·' · i 1\1i11uivti' J;\"c¼t'.,lnlgi.i cro1111H·essirn•; ~rcnta inign.iW!. aHa . 'seg.u, 1 :·o Imne ~ r'.n _:i.1·a~-i:;iungere b grnssc:iza d ~ scri1è tl1 t:mape e si n emp:nuca e pillole <li caloJ11eÌmro coli 011vio Logli1: ,'an il ronò di-sierosità trasparen'te che, <li,·enuta poi vero pus dolore cervit:.ilc il quale si manifestò in qhell,1 ,·ct:o t:ou e scre-polate le vescichette, sì rapprese in croste neran,olta violenza nelltt i 1c~icmc clorsule c:11e ii:co111iuci<1va stre. L a' èma conslsfctté in bevande rinJhJscìmti èccòpi"<,11èl incu r va rsi poshfr:91•111e 11fo. A to11'1bnÙc1:è <1nestn u norn ticl1é e ncll'nj,1ilitii7:.ionc d ' u n ll'I5gie1·0 catapiJà,,1.ri:1 mo.lÌuso1'gt!t)ia 11 1òtbosa s' Hpplirtiro1\0 qunttro t'Ojl(le'He litivo ~µ1Ia località àffdta, sostituito poi da u 1'.la teln spalsca1·ificatc 111·ofoodamenlc e s'éseguirono praltwgati: unmata d>ungueoto semplice. Nel gion10 23 cldlo stesso zioni sulla colonna ,·ertchn1 lé con unguento m et·curialc mèse lo Scotti ritornava al Quartiere perfott;11ncnte rinl cstraLt© tl'11trç,p,1 1.lelladouna :i pat>Li t>gua li. 1 stnbil!Ì:ò. ' Nella m,1LLinn tle l tehio giòrno i.I Poggiò: sent.iy:1 c?nIl :Òòtt. l\·f ena rdi: ·acccnn:1 en~ditnme~1te b·gli Autori si<lere\'ulmente dimisuitc , t11tt<> I,~ S\Hl sofferC!11zc; ma cl1e fecer o parola di questo morho da Plinio tbc lo ap•verso 1e ore tre po111c1·itliuue dello stesso giorno un pella app.u'uto z oster o ::on<t fin a Uorsieri c11e prhnò ne dolore Yivissi1110 alla n ':;io11e lomba re rendeva Ìtl)JJOSSÌdà una descrir.ione soddisl'accute. Riepiloga ]a descrizione 1.)iJc ogni 1l10VilllentO del le · CSt1·c111iLà inferiori COll difficOlfà ·S0u1m1.1 nella enii~sioné dell'ol'i11 a. -Nel .g i'o)·no seld el f'a inaJnttia uÌédesiina C 1J\H;Jme11te Ja di·sfo1g11c ' dH'Jfo risipola bollosa· per 1n ,sed() più supérficiale niìllù iodìf, guCli·te'cjuest'upparà l,O morl>o'so 'cosi ;ilhrtnaule 1) rn (jltasi p er la uìaggiore fa'cilità èon CUI in que'sta le esulcera:iulieramente srnnilo rn StJE,A.,;to · all';1pptica1.io11c di venti ,zioni cicatrizz11uo e pe1· ht comparsa delle flittcue clal 111ig1\atle éc.l d quella d' 1tn cfa-terc tli decozio11c di pn'prin \o esordire della zona ~tessa: prcscnla le · differ<!nte vnvc!ril1bi.i11uLi con olio ,~1 -0lrrn. Compan'e e crebbe di qti'~s-ta da ll'erpete~ cònsi'stérlte rtèl èJ'cco'1•sò· p1ù 1,n,i\80. copios'0 .tt1n,gu'èl6'i'~ g1Hrc.l'ìl'lc!-•0·€la <'jutYtro·n'foufhrlto }',a1ttd ella zo na, n ella sua fornw semicircolare deter1Hi11atn e rnalato rni gliorò per a uisa che in potLi giorni, g u.uito, coslante e ucl scuso di bruciore e dolore molto più iupolè rcslituir~i al proprio Quai·tic r c.

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TUMOnl~ TUBERCOLARE ALLO SCROTO (da ima Stori<i del Don. YAGl.ltr.Tr~. Autoili<> PQrnsso1re 1 soldato nd 9Q Fant eria , délln

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classe 1823 , <li te mperamento rn cla1.1conico,, di costih1zione «r;icile, era d.,t alcuni mesi :ilfe~to da un tumore allo sc~·eto di .figm~ sfel'ica , mobile, uoo eccedente il , ,oluu1c dei testicoli d i cùi era po'Co mcuo consistente, fodolente anche al tatto cd aveule sede nel tessu lo cellulr1rn interpost9 alle va,giuali cfoi 'testicoli. coi gt1ttli non ,weva alcuna l'ehzione. D'origine spoutanc~. e di natura tubcrcola1·e 1 questo tumore, al dire· dell'a 111malato, 0011 riconosceva .ilcuna ca:isa pr~e:Iisp~nente &<mtilizia u, o.on essend9 a ccompagn1ltò eia alcun a)te ra i,10 11~ gcoerale·, ~ra <bi P era~sone sèuza notevole disagio tolleralo; ondecliè il suo ingresso nell'Ospcd,11.: .ti 4 -di luglio 1850, fu 11iuttosto dà ascriversi ad un atto di deferenza <11 p·roprio ì\icdico R èggimentale n ·ou. Vaglit!nti > che non ad uua sentita necessità. · Le p1-in1c viste clel Curante' foro11ò airette 'ad otlenere la Tisol oz.ione del tumore col' meizo d'uniioni fatte con u11a pomata a dose cgu,;li.: <l"estrutlo di cicuta e d".uuglle11to n1crcmialc. Una )ie~·e, diminuzione di volu111·e òttenutasi rwl corso dei p1·i111i 15 gior·n_i pan·e avnlo1'are le preconc1·Uc spe ranze; se non che sul pr;ncipio d el 111esc d'agosto il Luino,·<:; a uu1cnlÒ cli volurni;;, ·~i rese dolente, rosso, pulsanlc e p11s~ò .allo stato di vero ascesso · che , aperto, lru;ciò stillal'e pus trn poco simioso a cui in prog11csso s' unii'6no fiocchi dctll'aspetto di carnc . stracottil. Uu tale esito suppurativo ridusse snllo scorcio del tcstè detto mc.se il tu111ore alla c1ua1ta parte del s uo vo lu111e prit11iti,·o con tl1l8 piag·a sinuosa da cui non altro pi~, usciva foorchè poca quantità di pus qi buonu ipdolc. Ii, <[lU?sto stnto di cose si gi udicò opportu110 p ì'l~s:11· ai dete rsivi, inietta udo uclla piuga.. 1111a lcggicra soluzionè tli nitralo d 1arge1,to ed i~troducendovi poi una piccola tenta di (ìlaccica spal111ata di pomata di 1ucrct1rio precipit-ito rosso; p1!r Ò nucste m edicaziòui s i dO\>l!ttern beù presto i11lrabsciare e fa re ritorJJo ai topici mollili1•i pci- la sopr:igghinta iuCìmnmazionc del tu11101·c nello stesso tc111po chc· l' t•cono1nia anela,·~\ clepel'endo e l';iòito e_stcl'llo vestiva· il colore itterico di cui era pure tinto il pu~ della phigi,. :Nei gior ni 3, 4 e 5 del 1\1-cse di settembre il proee$SQ i11Ga1111natorio locale moho accrèsciuto in·eva• prodotto un notàbile i11crcmènto p e~ifc_ri~o. del tu11101:e, 111:ig$iore <lt.rezzn ~ diff11siooc .iJI ep 1d1~l11,no t<;sllcolo destro con - au111ent6 Jcl dn.lare e clel csteòsioJ1c della pi';i'g: 1 da cui stil!a\'a {li h el nu.o,·? un~ s~1pp~1ra1,ione saniosa , scuza -!·icomparsa porò dei f1occlu s11111l1 a cnrne stracotta; la J111i?ta s'cra res,1 i~upanicciat:i, asciult.a 1 c·o u 11u11'g'il1i 1'0$Si; crnvi u11 leg!jtCrO gr ado di dianca; tunJidi erano dircnuti il \·cotre e la lllilza, nrn n on dole11ti : càlh)i j polsi còh calo re natt1rnlt: alla p elle solitumeute ,1sc.iutt,,. . Su l fini re d1·l a,entovato giorno 5 ra pida e gagliarda s~ s,,olse la 1·i.1zione foL>btil è con sinlorui di gastro-cntcnt~ e_ con grave progresso cli flogosi n·c l tumore. Otto s_alas.,1, un'applicazione (li sanguette ai vasi cmòl'l'oidali, lun~n a~e e slii:~écio per bevanda arrestarono n el t,iorno '20 il .violento p(ogrl!di1·e. dc.:l 111orl>o "Cl'lcl'al.e llll!ntre t> ' .•. . ue.Il a 1oc,1 ]ila 1. tc~sut1 fornta11ti il tu111ore s'urano st·pa1·aJ1 dulie parti vive rappresentanti l e pareti d'uno vHsta can:rnu eoo ·s,upel'fìçl~ pio1:,cti,ica è to n gra1rnli1iio'ne i-osca, nel fondo della quale si toccava a des tra il corrispon,dcnte cpiclidin1o ·gonCì.o e duro. Nella sera d e l giorno 22 l'ao1u111lato fo ioo.Jto . qa fobhre con ingresso a freddo clic riesci in ~n l:opioso sudore

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lasci:mdò nel scguen_te Jnaltiuo il sospetto d'.c fosse di natura pe1•iodicn .i tipo interu1itt1mlc. Un p!ir<)$S1s1110 çon:gencre si ripetè -nci giorni 23, 24 e 25 cou grande prostrnzione di forze, cou numento ddl'irritnionc gastroentc1rica, e con pcggiorametHo della pia~(\ la qual.e era divenuta in p1-ima palli<l,1 , poi ncrn e fete!1te, poi dcct.'>;1111ente cancrcnosa. Si giudicò necessa ria l'am miuistrnzione del solfato di chinina1 sciolto oell a limonata rnine r.ile (!· quindi del tlceotto (li tamarindi gom moso con ghiaccio per l>e,·:inda . J3enchè nell11 sera del g iQrno 25 non ri tornass,e più il parossis n~o, tuttavia la notte susseguente fu a 0itatissi111a e scgultò la diarrea cou poi ·i frequenti e mesclii11issimi e con p eggioramento dcli., localiti1: si prescrissero tn: g raoi d'oppio da pre11~ tlc rsi nella giornat.1 a dosi refratte e si continuò uell'uso _(lei gl1iaccio cli cui l'am111al.1!0 si mostr,wa avicli~simo. Nd giorno 27 la f,Jbbrc ricotnparni e s i 111anteunc con tipa rc111ittente sin ·al giorrto 3o c;o11 g rave peri colo dell.1 ,·ita . Fatto nuora111ente uso iteralo e l'eilcrato del sol foto ,cli <:hinia:i I favorcivojjssi1110 ne fli' il risultamcnto ottc11utot1e, poicl11) nelh inattin,, <lel giorno 3o l'a111111afoto era apiretico con polsi 1·ialzati e l.1rghi, cou au n1ento dell<1. fon ~ e con iscornparsa della diarrea, rnrnti-e nella localit/i uo solco li111itava u11a der~so escan, caucrenosa la qnalc, stacc.itasi per juLic ro n el giorno 5 attobì·e, l,1,çiò allo seopcrto una rn~t,1 s upe1;ficic rosea, inton·ott,1 solo da uno stl'ato bianco fol'llwto dull'allrnginea del Lcsticolo sinist1·0 . Resasi questa nerastra -e b en presto esfogliatasi, si cq11c1·sc pnrc con bottoncini rosei <li buo'n a vegetazione e progredì col resto n rapicln riparazione per l\1so di semplici .fìhfccica asciutte . .ç..a sola fiseo11ia della milza ma1:1,tc11endosi stazionttria, si tentò ili vincerla çon 1,iccole d osi <l'estratto ,d'ul ùe ,s c,n!iulralasC'iare le bevande subacirlc. Il fausto migl.io ra111e11to progredì seuz' inte rruzione fin a l giorno ro <l' oltohrc ill cui ~i riprodus~ç I.i fehl,ri; remittente co u csaccrb,w.io11i ycspertine. Combattuta di bel nuovo con re,Plicatr. dosi di solfato ùi cbi11i1,w> questa s'vani de6.nitivamc11tr. , 1n qu~sto periodo di m alattia il Curnntc storiogr<1fo D olt. V,lglie nti ess!-! nclo partilo in tc1uporano congè<lo, fu ri111piaz1.ato dal ·ivredico Di\"isitHHilr ,Ootl.. Cou,issclti il q1wlc appose alla pres1!ntc sto1·i.1 la scg11t::ntc nota: 1( L' am111alato di cui si tratta 1,,;1ssù 11cl te111po dd « congedo ùd Dott. Yaglicnti in cura del Dott. Cq111is«. sctti ed iu questo J.1J;S0 di tempo fu e 0)i preso d.t al>« Londanti cspetton1;,,ioni pt1rifon1ti e tl:L iusidti c111ot" toicì ehc gli du1'nt·o11 oltrn a cinque giorni con tanl,• « gagliardi.i che fu conÙollo quasi in flu di \'ill1 , pc 1· « 111<,do cl1e dovette esser in frella mu nito dei co1iforli « r e li 5iosi. ,, Hitoroato .tddì I di gennaio il dott. Vaglienti ,ti servizio della ,;czione, l'annnabto non ,1ltro offriY,i pii\ fuorcliè una cicatdce ack rcntc al testicolo s'nistro con uu piq:olo seno che, to~cato .1lcunc poche col 11itrato d'argento., cicat-t-iz1.ò in breYe pcrfoltamcntc. li te~ticolo dc~t1'ò ri1llaS(i co}l' q,ididimo ingrossato cd indurito, 111a, libero. L a Gsconiu d ella milza ·svanl pari111cnte. Ciò poi che pitt rile,·a è che l' ,unmalato otlcune a gr:Hli a gr,.di la guurigion<: senz' alcun nitro rn ediçamcn to, 11':inne un deco t to ·di ra dici di cicoria, s tato co11tinuatl) nei cp1inJici ultillli giorni: cosi che potè abbandon:ll'C l' Ospedale ai 22 dello -stesso rnese di g,c11naio. U fJot.t. Va-glieoli fa itl cotest'occasionc molti r:1gio-· oa111e1ni s ull o stato loc.tle e generale cle.ll',11mnalato : 1. Considera la. natura .di <1ue~t(,) tuniorç siccome ULÌa _produzione luberco lnré ordita nella cc_llulare iulcrvagi-

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nale e dipcnclenle cfa onn condizione generale, di tale natura però da non potere colla sua presenza molliplicare la ca.usa : pàrtcggia ptw color.o che stimaoo uon cloYersi recidere, ma csserc meglio aspettarne!. l'evoluzione, ìl rammolli11.1eùto e l'espulsiouc del supposto gennc infusorio. Giò ebbe in mira nel ricorrer all'1fso della pomata risoluti\'a, sperando d'accelerare cosl tale terminazione e di dileguare ~rualçLè ve1~amento cbe forse potesse esservi allo stato di .semplice infiltramento. 2-. Il èleperiinento costituzionale ecl il i:apiclo spontaneo avviamento flogistico del tumore nei primi giorni di sette111bre sono 4a esso lui consì<lerati 1 il primo siccon1e la prov~ 'della cachessiil per l'i,w'asione del sistema d'assi111ilazio11e eh un q!ticl sohimentc conoscittto ·11ei imoi effetti ed il seco1ulo come l'effetto dell' intensa 1·iazione senerale che richiese u:n'encrgica curn antiflogistica. . 3. Ra vvi~a pari1,1enté la wusa primnria dello stato J,ertinace di subllogosi gast,·o-cnterìc:! nello stesso quir inesplicabile ·dipendent~ da co.ndizioni tlepravatc delle cose connatma.l~ e s:gn.itamentc dal principio miasn,atico , d1e, giusta la vil1'ia natura cncleuuco-cpidemica, il vario iudiYicluale jmpasto, pro1110,:c le febbri p ]riodiche, le fì sconie pri1ùitive viscerali, j ( cholera 1.norb~1s, le varre for111 e tifoidee, le pertin:1ci gnstròs·i per male 'se~rezioni, i cosi eletti ascesi;i linfatici, .le varie forme tubercolari, eome nel .presente caso, ecc. Ln prpva che 'luell'agente incognito fosse il gran dorninl.ltorc, la rinviene jn ciò che ]~ .coesist.en:r.a. cff febbre 1>e~·iodica con Dsconìa alla milza e t_u lto il qes~rillo co,1"teggio de' m ali nubiano ceduto all'azione cVuna se111plice cura sintomatica. 4. Opi.Ra ad ~!timo che il passaggio della P.(!!g8 n cane.reni} non dipendesse da cond.izione· prin1itiva loc,11è, tpa bensl dal genernlc tlecadi111e11to d~ll'economia: nota però che forse uo tal esito ·p ote\'a dipendel'e da indosso epidemico, giacchè pochi giorni dopo il caso in discorso si pl'eseulò pur tJn p1·oces~o cancrcnoso 1.1ella vicina Sala dei vc,11ei·el in altri tre ammalati cli ad~niti s_u ppur.ite, in dti'e dei ti ut,li la cancl'CU,\ tenne dietro ad un proces?o flogistico r11tenso e fu vinta da un energico metodo antiflogistico, 111cntre uel terzo furono necessarii 14 salassi pe1· al'l'e-. ~tarla.

llELAZIONE ))ELLE CONFEJ;l.E.NZ!': &CIP,'{TiflCJfE. (Co11limcqzione del mese di Afan;o) Gll;-;o,·À. La $Cdnta dei 9 di marzo ol>be princi-pio con 111rn pl'oposta del Dott. Discalii tend<into' ad ottenere dalle S~p.cl'i1)1<i ,Autu1,i11\ ,eh~ la :5nla <~estiilata agli csei;cit;ii {\.f\Otoi111c1 et! alle O~crllZ!Of!t r;411:u rg1cbe sul C'adavcrc fosse traslocu4\ in un silo 111eno esposto alla puuiJlicn curiositù, più oppo1·tuno per lo luc~ e ptw la ventilazione ed 1ndit·ò come tulLc queste condizioni fossero riunite nei giardini occupai.i <!~i llcver~ndi 1>11clri ~rl~o $pctlulc. Rumm_entando ~pindi I 1nco11vcmènte occorso d, ùovc1·e sospc1)dcl'e le ConJcrcnze pc1: clatè tciJ~!JO pi Mc(Iicò tli guardia ù'a.ccctt~re gli amrualn t1, dimostro come la Sjl}a di guarùiu fosse inopportuna al doppio uffizio e propose una sala apposita per lo riu111oui scientifiche eh~ in pnri tempo avrèhue servilo di GaJ,_inctt,o di ,Let_tu,·u. _Il Do_tt. noul,io pa.rlò qu~ndi ~el,la neccss1tù ù un •Heg1sll·o in cui fossero manoscritti tutti 11 Ilcgolamc11Li e. lutlc le l>isposizioni del Ministe1·0 e del Consiglio Supcrio_re 1ti S~nitù concernenti il SCI'\ izio saoi1ario-miliw1·0, afVoebè gli Uffiziali <li Sanft.'1 potrsscro semp,·o nei loro bisogni consullllrli. Tllli 'pl'o'po.stc furono' unani111(1mcnt'e assent,it.e e li Signori Metlico~capo o Chil'url;o-eapo tlit•hinrarono s1,Jle'citarne fovorc voli dispr,sizioni p1·csso jf sig. Gc.;neralc DamianJ), DitòUore <!elio Spéùa:lc. Es.iuriti questi .:irqomenti di se1·vizio i1)le1·no, prese la parola il Do.LI. Gariualtti per riferire su· d'un ca,o di ferita ila..Ji.l" !io pcncti·àute nella cavit,\ destra tlcl to'l'n'cc con ltsion_e dcf <'1aihùmn.i 1 del fegato o <lo! ro~o.dcs~ro, ter-

minatasi colla morte del l'cr ilo sette giorni dopo il suo il1gresso nello $pedale (ycdi sLor. N. 22). Nel termiourc Jn sua rclnzione, il Dott. Gut·ibal<li eccitù i ~uo_i Còl~egbi a voler~c.'fo!·c s9g,gèllò ti.f <,ltscnssionc, l~nnao~lo m 1spec1e fa loro at1eni10110 sulla . d1fhe0Iù della <lwgnos1 e sullu ptù opportuna condoua terapeuli~o. U Dott. llima Mèdioo applicato allo $pedale che primo visitò il fci'i101 coriv'cn11e nell.a gl'~~e ~iffic~l(à pl!r ist~bilii-e lo. p1:ima d!agnosi ct·~J mol'b,if perch<', se i:ln un lùtd l'infermo en\ rn pessmw cond1zi01ic tanto che si temeva irnminèute ln fii.la .morte, il cot.npl(:~so poi dei sintom i !)iù noteyoli' rJon d,ava argon,cnto a giudicare quali degli organi, avenli relazione. di posizion.e colla ferjta, fossc1·0 ~weferib'ilmente lesi: Ad ogni modo per9, siccome essa non era complicata a éorpi str;rnjeri nè ad npparcnle lesiono di gr.ossi vasi, cosi egfr, siùsla il pen~omento tl~i tii~ yolcnti l'l luest.r! dell.{nrte chìi s~1·i~scro sùlLargome~LO, g1ut 1co co$a neccs'snrta cluudcl'e la Jer1tn este1·00, onde 1Jllpedi1·e l'inp;rcsso d,eJl'aria nel cavo toracico. li Doti:. 'Boubio chiese se non 'fpsse stato più conyenienrc lasciar aperta la ferita onde dare libero scolo i1l sangue che ne stillava. " ' JH\1,edico-Copo Dott. Arol'Jo appro·vando l'òpera~o dal Dott. Ri ma, fcc_e' notnte éhe non v' erano.segni C\<identi tli lesione polmonare, non sputi sanguigni, ne rumore <!i gorgoglio per l'ingresso dell'ar111 nella fcril.i e cbç J,1 po;;iziooc molto bassa (lrn la 7.n1a cd ~-.ù costa) della ferita e Jp sLaCò tl i gravissin~a anemia in cui tt'ovavasi. l'i1Hcrn,10, ·rcndévaòo<necessnrio' ì1 p1;oceclil11jm'to _stato 3:ft~ato. . . . Il l\fod1èo ù1 lMLaglrone Dott. P ere.I.li obbrettò che quei protesi s.ìnlomi d'mieÌliia 'ful'on'o l'csvrcssione d'una ;ravissima co1up1oziooe, anzichè l'cffetto-d.i prcl(•s,1 cmor 1·agw, sicCOQlC prnvprono il dBlzamen~o ·~ei polsi I lo svolgersi della fclibre, la nè'ccssit~ del' sall\ssd, écc. Jlisposé r\ Méllic.o di Ilhttligliò'n'e Dott. Jfona che l'emorragia mterna si pòteva· fondotaméiìte s6spet.tarc, ma in modo nssui limitalo e tuie da nòJ1 sconsigliare In chiusura della fc1·i1a. Il Chirurgo-capo Aott. Do~tazzi sostenne l'asserzione dèl J)qtt. J3j~a (: qpgim1se che i r31ò'1imenti disoi•diuati dell'ìof~p110 a':_!:W.,9P J+tto sii:wver~ l app:ir~~cllio 1~i medicazione- _e $C0Slo're l m~rginf della ferita, ))C1'!)11Sél'&° l'mgresso dCJllarra nella' èavita del torace ('hC valse atl accelerare l'evoluzione dcll'io·t<'nsi§sima pleurite ·con seccezionc ed !].scita ù'aboµdaoti'ssirua quantità !.li sicro1 rontiQ.uaiasi per alcuni giomi scn~a !n i.~c~Ja (j.i sa;i ·ue: _uggionsc inoltre chG questo ~iero nop SJ ,eut.cvn cons1(4!rpr m 11lcun 1JJ,otlo come provcn1cnrc ~1111\1 ~pp;iruziQJfo··df gF ~Jetncnti,del sangue. suppostosi stravasotp nçl cavQ toracico, 11erc:he· dalla copia e dalla ·cJu1•a1a dello sN>lo sieroso s'avrebbe tlornto ~ospou.ar enorme lit ci.uantitii del .sangue effuso, ciò elle ,pon ern conciliabile con lu. natura •cjei sintomi toracfoi che non fu poi co11('crma10 <lt1ll'ç_sumf èl~l cncjµvei;e. . · . Convenne d Dou. 'i>crcU1 dello 1,,g1onevolezza della pratica tasi tnedicnzidne, ma sostenne rhc l'arnmafato era, al suu ihgresso pdlo Sp~dc1le, in un ,·ero stato di i:omrn~~io~c e ne deilusse arsomeoto _d\ J)l'0\'11 dulie st~ss~ prc:scl'1~1<?n1. ~at.t~ cl.il D0LJ .. Il1m!), quali ltJliOVO le fregt1zw111 ag)t art, 1nf~1·1Qr.1, lµ bevande c;tldc· ii110dinc ed il ténfàto ' c'ì'1on VioscitO. suli1s~o. ~oto' il Chi1·u1·j.;o-èapo· cbo tali p'taticl1e f'uro'n 'cs·cgui rc pfr dure mr.g~iore rtroto ,t.l circolo e p.CI' riulznrc la Yi llllità e le forze ·<lertcrito e thc.,non n•nua,(R;;i punto di comm.01.ione, giocc·.hè le funiioni clcll'intcllètto non rìm_asero sos1)ese e . ., , . pcl'fei1a si man t~n nc .1.r .c,oscic1p,~, . Il Dott. Ilol.ibio dallà su·ooJ·umJ1r1u quunt1Lct tlello siero uscito d,ill,/ fcrit11 emise il duubio 'éhè quello non fosse Jfef'fcuo della t'ecenLomcntc s,·oltnsi pleurite, {)erehè questa a~11•eb.be <l.ovuLo troppo rapida c-0r1,ere li suoi periodi e sospeUò P.erciò l'~si~t1:11zf\ d'un'unL~c;i plcul'ile. SHsci.tatasi nel tempo 1n cui l'mlcrmo soif<:wsc d; 1c1J.ta çpa~1~p. siccome fu imlicato nella storia. Hispose il Chirurgo-capo ehe realmente non poLeta anirnel· ter o ri{lut:we l'iùca d'una p1'e<'sis1<:ntc plcuri_le; cho per<'> ~ucsta · era slalu recente111en\c pl'omossa dall'ingresso dcli ar_ia atm6sfericu nel cavo pl~111:itir.o itt·i mqvim.eoti d'inspi..: roz1onc dcll'ammrilato; d1c Hl f111c uon 1lcn:eva -recare lneq\~ , 1iglia la straor~ Iiuaria qCJanLi ti\.di siero sqp,wawsi dal l:1 p.1<\\ll'~> mentre tale fenomeno frcqucntemcnt.c s'osserva nelle t·up1dj$$into rjprodu~iuni dolio usciti, per cui vide· esli un caso ilei quale in ltl<éllO.di <(t:ind!cì giorni' ?i dovct~ ripetere t.r~ vq1tc 11.l, parace,He~1colla nsclla i\tl.ogo1 voltt\ 4t non meno dt venthJimtu·ç ilìbhrc d.i-sicro. ,i, , 0

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nMedico Rego-imcntale Do~p. ,J;)u~o~rnel,.Pr.o.\ionre il d?br '! J griorc ùiodo pos$ibilc~ ·mcnL1'e ·ikf.;ovcrnò avrebhe in .ir,oct<?1 ~1ss~lu~ç P('O,'vi'sto-colla creazione ,d'un maggiore numero d ,bio ·se I<: stt·aonflnal'ic, setrczrom eh stei'O swng,sc!1}prc l ef· · Mio ,c,!plla flogosi, d~lle si9,i:osc7 di~s~ ch'egli 1col Prof. Cav. mlerm1cr1. li 'ù ott. Pc1:ctLi, sul riflessQ che gli 'Uffizjrili ~ti.li l~r'i. di Sa. : ., . ; Sac)1ero riropcmdçva .,p.e~ I aifepn.al1~!· ., nità a l,cnòl'C dd Hegoltu:f1cnl.i 11ossdno godere ·dGl benefizio All'lnc(mlr~ il po.tt. P1zzorno s1 d1mos~ro P?rl1g1an~ cJc,11 O; c~~ll'all,oggio i:1uandÒ le local'ità !o pe'r1neu,ono,,rapp1:esen1ò_al pini9né cl'Ancrral nel credere, ch_e ~en1!a fl?go~1,_ ma p_i:!J' ~Jkl}t> S1g; Dn·ettore dclJo,Spcdale come sarebbe s~ato des1derabde soltanto d'uno s1:ar-0 anorm:cikdel tcssò Lo or~aÌHC? dcpe memohe dei qoatt.ro 1\fodu;i applicali allo S;pcdale tpialcµno albrane sierose poles·se avè1'e lu'ogo ·una st1,::wrdma1·ia secrt;'" meoo ~su.fruisse cl.i , lfl!e van Laggio, q);lan<l' ?.nc}1ç l'alloggio zionè di. sic110 ·di cu'i ti'oX>ò quil)'d.i nel èllso jn_ discorso la fo$se . l;n~JtaLQ ad una sQla camera. Dunostro p·o1 é'òmc un 'c,;i,t,t,!ìa, nç!lì\ stn_ip!Jce azionç_dello slromimto taglie1)~e e ncl, ~alé étcsideì·io' sa1'e]j!Je s'tatò ili iùciJe· soèldisfoziot1e qtiaùèlo .J'a,zwoe dell'aria ajmosfer1c\1. , . , ,,. . . l''OffUiale ai1i1.onte to'nUìbilc eél. il Furie're d' Am1nioistr-a:cionu La conferenza te~ulasi,ai :3 (li i:narz'o fr~ono1;ala d,alhl prcfossero nd loro nlloggi a tenore dei Rt'gdlail'lcnli. ·s~nza ilel Si~. Generale Da'miano, 'J)ireCUJl'é 'clelfo Spèll·prèfato Sig,. DireLLore i'isposc che il_µ;jµsto l'(~arto ,dçgli ]Ìaie. Il _Clln•urgo-èapo D_of.L.~~tla_z:i:i 'lesse rrolla',m~desima·ui, al1oggi era oftfaio dd Cor110 del Genio ~Ìilitai:è il f!UOie, se 1$uo"s0riHo su%1 (lancrena nosocomwle 'clte dam1ho nello Spcparve. abl>0n,çlar fn fa)•01·etc10n'J\['utairtecoòtalìile'c del Fù'ricrr, ·dale. sul frnii'c del,t840, 1HJl ·Q'Iésè ui genri-aio del 18a0 ,9 'lièi tt1 -f~1éi;c costrel.'to· dalla -c1 ii iìo'sizio'nè 'stc$~8 ·(!'elle 'came'i'c; c'lrc mesi €li, gennl1io e febb1·::tio <leLi S.5:;t,~vedi,il N. 'lS 1\f•.Q. ). . però el•li in p'crsona avrcbli'c ciò ·vei'ilìcato é,tfuando·«vessc p Dou. D.upo~t:~el ring,~:!ii'!.tl' tl. Oh!r~rg-0-capo clell.e b~- J'~almeiie potuto più 'cq-trn'menle :ripartire -gH alloggi, 'ne .nlgn-q e~press1oni _9r:todp .US?~'C ~~~ ! lq1, r1sP.rr4(); fece no\~r.c avrebbe disposto a llcn~:li1-lo degli Uf'liziali am,nalati, essendo clie gl'iofon1~e:a.1.J do,fre, ~li. ch~'\dpr\e. <'9.I )1olt. P:~re \l!: d i .locali :i•ciò <!est.inali çro,ppo scarsi per nµp1crQ e cosi v'inquale seco lui dmse :r.u1·e le sollccttudm1 r1éh1este dalla gracolfll.i a1!c, infcrmcrie dei sol<la_ti èhò ,i ·si ' p<ìtç·vano di1·c ~, ezz·a e 'JiCrLiM'cia della malallih . . con fusi. Disse in ·nnc che avrcUbè lcntilb ,fol cl\:!bjtb ·èbrito ~l D?LI- Grai~j911'x <;hicse se in vcc~ qelle filncci'ca. iù1b<iv~re fù.tfc lé siffaLtc Mòsidet;àzioni ·peLprovve<fimemi ·che fosSèro non ·c,om'cn1sse meglio l'uso dclJa seuwga pcl' plllire le !J1adel caso. gl1e afl'cue dalla cancrena-, ·potendosi con essa spinger i lili Dolt. ·PelusO' c.ontiriuò ,la lèlltti'a della sua Memòri_a inliquido in tutte1~,sj_rii10siWsei.1z~_ca&,i9~·m:~ q11~l grado di dot~la!~ : Consùterazi'oni-zn'l(l-iche sul sopore ett:reo di cui dalore che da]Je hlaccica mtrodouc ·1rnmancauilmentc- deriva. remo rn aftro numero ti sunlO. Il Doli. Bottaz.zi'rispo~e,esser.e 'dalla spèrienza conviMo Lti séduta si clììu'sc con ,1.ienio-ne ;parole di ,sodùisfaiione della ma~i;ior cffi~acia della inculcata pratica, giacchè oolle profe1;iu~ cla1'Sisnare'. Gene\·alc :Bam1,1no pél l)l()do, dignitQSO tlJac'cich SI pot'c'\'anò C1'i s'foècar 'i J)fOti,drti 'meui'lìtanpSl che <l ·se~'ér~, coJl, cv_i si ~volser9 e _si discusse~<? _gl1 il~'J;_?.11\C~li _<!.!M'!ioluttam't!rl'te''J'csistoòo alle inìezioi1.i. versi nella Confei·cnia lrauat,, onde eglt che grn prnna cm c611vi11Lo,"<lell,t somfna t1tilità Ìleflè '(;onfcrcrizè 'Sanitario~ . Ì\I 'D8l't. '.Floft~zzi ~'unì •il Dht. Levc'si ieorroborurrdo colla f!lìlita'r :, ;noh, pò'ieva' ora 1101) .e rnettèrne 'i'l più fuvòl'cvole rel::1zi_one d'-alé~ni fotti )h su,perior,ilà tlclla prati'éa dri, quUJl'o gilidizio ·c ·pi.wtètidCÌ'r'lC• eécèllen·vi 't··isultamonti; eppcrciò si .prpposta. ·• .,. } 'I })(H,t, Pergt!,i, .a~mao~tr~to_qalle m,o!te ·m.e di~azi11ni che ucgna:v~ ns,.~icura~ 1alla. hi,(!nit:1 ,Asscrnqle,a )'autòue,yolc suo i.Ippòg$tO,,.e~fini;be Jo ~rn l'l19.t11 pi:og!'.f:d 1~sçr,o c?lla 1qcom!~,fo,<:~ ~s.h .qw1?;alaL1, 1 qu11l! , furo1c10 ,?~:·c~l:o, Ucl. d1sco1·sQ del c1ala a1nc1·1 la. 1,:\ qucs1,1sen~1 ewrcss1 dal signore G~ncrale r1Cr\1'_lll'gO-C~t)(! 'C!Ua!UÒ _I ,attenz1ope Je) f?~l~gh1 su.JJt -~~ 1 dlvèr§e lrormè ~colJe qualt sul>lc man1festars1; la .mah/Hl:), cli ~poptfevano li JY~d.i.~j ri·esen~i a non~e g_ell'i_~c.c~·o· C~rp.o :sacui :i( 'è.çlcbcr-ri'òw, p:rofessùre Conin)en<la'lòt'e Hibcri dìede· 'iiit,ir10 della Drvrs,qM, estbrnun\:lo <Ji p1lrsènt111 iarq d1 (g,r~nèlla,vstià.Opera su11a &anor·ena..crml'ag'Ìos<t o nos'oc.omialé llésì 1iimlihe ed assictirandolo' ·clic da q1;tèsti ,so'oi bonigrrì •. scnu,lf1iJ)U tu ,cd esatta <lesc.rizione divfdçndole in 1/0/;pòsa.,, ulte- ·menti" av"rcbbero . U,altO uJ~el'Ì01' inccntivOJJ~l' ;C.O~tin1Jal'e nella, n-11ova Cl'!\ stati, tlisrhrnsa col l)ccrelo 01 30 d'-oUobre -t,;oscf }} ~ç,orb"!Hcri, e 1_i_ssc: çh~ pclla '1?.t.ìrtia l'açlçrep~a. d~i ,fSl>O,·c·pcr 1•cndQrsi:.eosì'semP,i;t,più mi:rhoyol i . dolh, 11aucih ~n<1!:Iio~1,,prqdpt~1 a)Ja S1tRerh~!C ~l,el.l~•p)i~i,~. pcrsµade 1JJJhiC della ,sti 111ft dcllit Nii:Lione, d'él Govh-rio, CUÌ èhi éosì li1t·ri.rm:s~:a.~ Ìl~~rc ·)e flla<l\5lè,ll; p er m~glio p~om~v~rnp ).a 1:i:icd 1eazrone-; <'he·.lrtella 1seèoodi1 ·ure•>ho· èon v1e1fo, per 1·1sIJm·1111o • '[ù11krìte présicdc il èorj10'$lxtiinlrfo-~1ilita1'è. · d':içuti tl'olo1'i, la scMC\ga;.clic 5cflruhinm il gràdo stesso dd 'èloloRe. debbc guidar .il P11Mico uélla,suclta 'ctdJe..fila,cèica -o Pttl11~te Seet>ndii. ; geJll}. ,!iCiriqgjl-,,Ai"vor~ì .~n.oHre, I.Q sJ,cs2o _Dou. P_ercH,i,che _ne)la , t,ancrtnarutce.ro~.a il tessuto ,cellulare 111 gm~cralc e piulloslo ÌL IlEGÒLA' M ENl'O DEI 50 D'OTTOBRE ·d,sth:ìlto· &bb nclfo ' p'oljJosa 'e cl'te ' l'òréòla 'infHfoiifurwr'ik cJl.. _ ' . '!' • c~mdante la piaga n()n v' è bene crrcoscritta, ciò ' che \'/JsG1UD1CATO• DAL CORPO ,SANli'ATÌlo-MmtHIU, rserva in veèe ·con :molta; rcgòfarìÌlì .in qnc'SL'ull,nb ,forma . Al f!UC~tc èonsiderati'oui J} DoU(. B~tt1).z,.i.i:isposc ,clw nòn 1tl:'rlìo Si1n6ri- ·Pfesf'dehtè ·i.lel Con:si!fNò Sup'èrfòre vpne. egli J\PP!JllLO lare c_e11no1dclle diverse fq:l'mé <,!ella C(ft?- I , tlliÌitarc çl{Sanità.. i;rç1f,;nqsocom ialc ,e di· t,utti ~li svµrin ti s,uoi cornr,erìsi, 'per- , ,chè (JU.esti :èJocnè~ti d'èJla St?ria' 11fròno ~~j1 làf1(i1's~iC!:ÌÌi1.èd Soi(unbe1) ai , 4 di Lug·lio 185i. trud1'zro0ç \raua11. n~lla cfa~S}Ca Op~ra <lclJ'1,Ii~1s(rc·P,rcs1~cr.~c I . : . . Mi ,permetta oi:a la S. V. lll.11111 di yassegnai'le <le] Consigliò ·Supe1'.mre l\lil1tarc d1 Sani la 11• I>rol. Il1bcr1; j 111 quare Opera è il più compi.dto ed.,il più -is'tr~llth:o h\V(h-o: -con,b1:evit~1 quei ris,ultamenti favorevoli cne nei ·sei ,m<lsi . ·, . traso<rrsi !u1i venirn fatto .di rilevare ,,ncll1attuazione <lelSll tale .argomento. , C,biu~a~ì in taHl modo 'la cliscuss~onc,,sollo scrilL<) d,f!J Dott. -11nltimo ordinamento sanitario. l3o!h)zt,1/ tl ~~cùico di Baw1gliooe 1)ott. ,Dìséali i si fc,cç-11 parAppoggi~tto ~11'.esp.e;,icnza non dtibit"o in ·primo lu(?go :l~rp Jt!)l. dao no clic spc;;so' dcri'Ì'a al btfori ;1nd.1rueii'to Jcl asserire francahiènte ~l,e, ,per li e~a ttev1.a; · pe1, l' ~wi t1t e .scrvizrn dal .1fol1 ~sspr~ ·t~s{9 !'Ìmpi~zzn~i g\1/nfcrmiei'i ~]1c 1 per l'utile d,e ·ne ridonda al servizio, l'atttt·afo ordi11·aper cjw,ùunquc cn1g'wnc· ·sdn9, 1souo·pos11 tigli 111rrcstì e pro1nento merita di lunga mano d?~sser"e ,prèfcritq , alll:rn~ico. l??~e .eh~,. <prnndb!Jrt1''!filitaret dislti_plma ~'on·_losse lesn;, gl'iì, La sbla conside1,.izione. d'a vere,cdn ;esso .chiaufati ,a·,prel~11,111er1 111 ,}rr~sto ,fosse11>,tu·_tta VHl. obblwat1 a. pr'eslar-e s.è l'\,l~10: . c_otc.su r1flcss1 ,diedero occasione. Signo1·e Generale stare 1seH:i,z io l negli Sp,ccbli i J\'lec1ici tutti applica~i ai ,Da,.n..110,0: cli, S~1·<? notare ncll,(. ~ua 'q~1alità di ~).ire,ttor9 d~]Jo Reggi.m'e1,1ti, vafo, pér se sola a merita i:si -,l'a·pp1·ov[lz10qe $pcda ~ ~h<: net gral),d1 Stabil101entt accaden<lo so,=enle 11nanche aei: più ostinati. Tl'alascio, perciò di f::ire P'.1rola ~onve,r1rent 1, _n~in si màraViglia,,a che l!Oipè'dn'1c Hi (J'eqòva delle y,anta~giose ed ovvie conseguenze di co.desta dilossc, 111 con~1z1o~c eguale ogli al!.ri-; élHfil ·11imqdio 1'iroposLò s pdsi.t io'nc .,VartiòoJo '.14 ~Circ .. dei 2.9 fJ. p, dice,nvre) cl ove ·dal Doli. D!sQalzt . non gli sembrava oppor·tuno, -pcrchè in tale modo 1llusor10 .d1 ventava l'inflitCo casti"O · che ncll'in• dice 'elle i G,api di Sezi01jc no.o ..,del}l!>on esse'rce ca~nbiati s,e1'vizio ero •rpcn-lio_( tollcral='e 'Ht ninncanza , nel servizio altci-n'o foorchè .dop.o sei,o' per lo.meno <[uattcrefsc, s:es.so de1I ml;cnm1<:r~; ovver1>, quand;Q•iPcaSQ,j,QJI1eri9~a.mcnte l'csitro Illesi, merita: la più rigoròs:'I o'sse11vazionc,,~ iacohè ha gcssc, -suppl1rYJ col comandare un q4akhc soldato di piantonc pd in <,1:Jn,ralh•'? modo quaftlnqu.c;, d1e ,itifine bisognava -'d ne i-mpou!,jnti vant,aggi sanciti da-ll'espericnza'.cioè ·rpu~ll~ che si compi,e il corso di molte malattie sotto gl~ occhi p~r or,1 cel'care d1 provvedei· a tah rnconvcnicnti nd mi1

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64, <lello stesso Medi co e l'allro che pi·eoccupa qu c ll\ i!Jl;att.imento. o scornggiame nt"o ·da cui, a 111:ilgr:ido dl;lifa _minliore volont"à è ·c1u:rsi sem1ne . compreso rl Neoprritrco,. 0 ' ,] cang1a1neJ1to · de Il e sez(On1, ' ' .111 allorquando, n!:' s1. trnra pre~eilza ~lì n1;~l.a~ti~ ~r~niche ed o_sLinalf . . Fra li benef~c1 efipll1 <lt'lle ultime h1forme s:i 111tar1e debbo seonalare all'attenzione dèlla S. Y. IILma qpdlo d'av~re dfie~uata l'apatia , lo scoraggiamento e la continua. iljffiden~a di ~è C degli altri die più O lllCIIO 1:egn~van incessantemente su tutti e di v_edere .in vece s'ostitctitò (JUCl, ri~1'le tt9. e quel_la Stima r eciproc;a èJie_ J'Clld(l J'.tù10· solichirio di.tutti. Questi pl'eziosi sentimenti, ncr lo, ad;;ietro si può i:lire scònosciuti, hanno gii1 JJOrtali i frut~i 1 che; ·s.i .èlovev:rno aspettare i qu.indi è che, sbc1ndito o.~ni· dis~idio (}. caucdlat.a ogni nu::gine apti91, al)e· me:sdun'e Sj)Ccie?,<> sotte11t~·ò l'anrio'i1iae la ·1)itl senti dl• b"UCITe <l'oc,ni t) I \. : solltcitudine per l' onoxe e 1iel cJecorp çJ~l C,orpo a ctJ1 .:.1p.partengo·no. . . :Se 1101i m 'illiitle il miO' desi:derio, 1jan111 che cotesto :C,1'1,'lgiam~nto, ortr'all'in.fluire sul bi1on ai1da111ento del .!lei·.! vizio, debba in pm:i t émp.o fornire argome rìlo di favo revole presagio sui futtui 'n'o str i destini ....... . Il Medicò Divis. D. CoM1ssETT\. UFF{ZIALE SANITAR10 ' iN lllAllC[;I. cm, l'ROP~tro :~\EGG!ME.N"t;o. ' · , lJn'utile rifo nmi da desiderarsi ne'i Servizio Sanitqrio:mili"tare è q uella che r?gguarda ,a.WU.l:fi,zinle Sanit:11'i?, massin'uime11te di· fantèria èhè ·accomp tìgna 11ella;:marc1a il rroprio \leg"'imento. Quesl1 per eòrre !:i. strada a' piedi .c.of soliJato ste~so; si fe rm a bene spesso per dar i. S?C:.corsi de ll'arte sua ad un s.oldç1to cc1c\ut9- in <JeliquiÒ, od in ·altro modo soITere1ite; con·e · q ùindi per rnggiunge½ ·il 1leggii,nento 1 HOn di rndo uotabiline1itc allo11tanatosi ,ed a.p.pena ,raggiuntolo o pòco. ,prima d'irr riva.r y ad ,esso, .Jl41Ò · incontrarc nuovo motiv_o ,di fe1:i~im•si. MarcimJélc1' i1) tale gtùs.a s i ·st'an.ea ,do-ppia111ente. degli altpi. che ctaimr1i,nano c0n.passo eguale. Giunti? alla staziw1e tutto .il Jtcgighne~to si ri.posh n~n. ~~_sì l'U_ffizi:il_e_S~nita_rìo (:li.e .~P1:i·tm'~t>.~ill_ora n0111mc1a 11 g11·0 delle v1sde agh Uffic1ill1 e soldati c11e clì iedon j ~uoi sQ5,cç,1:si e q _l/e:~(e visité. non ·sono sempr e còsa d i po.cO:mo'inen ro, 1nenhe spesso i soldati e gli Uflici<;1li si ..trovan àJloggi,1tj .in luoglri . clist,1rlli e c1trnlche volta pure fuori del .E_a.~pe. . M~ con questi obhligbi, i) Medico-ì\-1ilitare ba egli alrncn il clirifto ~li rappresentar al' Comandqntc del Corpo gli abusi ch'egli scopre nell.a ma,r cia e ebe metton in pct·icolo \a s,mi itjl_ c\cl soldato e di suggcrirgli.~e cipp.o rtune pronidenze? Qu~s.t.o Jiritt.o i;i·on è sinora scritto in .1 .nessun Begolame11to, ' ma esso è co·sì naturale che pochi lq· disconosco1io. l?inchè· pe·rò n<:>n avri1 l'appoggio della le~ge l'Ufficiale Sanitaifw.·non s'11ttentcri1 al c·e rto d'.oltrep:.tssar i .lit-1', iti dei, suoi dover.i. Una prov.videnza su que· sti due arg-0menfrsi rende. necessaria: la .se1i1plice esp0si1.ione dei mali dispensa dat pteporre i 1uez_zi per ri'p,a~ r;n,li'. 11 Medico, di Rcg,g. D. AI,rlJJlNO. 'A q_uest' 9 rliuolot 'ei pern1e~tia,1no .d i fare le segnénli fifl€:SSÌOl'JÌ' : . i, .. t In ·q tiànto,::rUa, p1,ima 'parte, sian.10 p.ei-fettàment<~ d'ac- ' · co1:do col Dotli. ·All'umo; noi ci .a!(sodamo a•J ui nel~desi- deiio clie: venga· presH in co11sidera1.i.0 ne la posizione dei Mediti, ì'liilit,u·i · che ac.ci>1npagnan il loro R eggirnen.tq e ci lusingl~ia"1110 che u11 p1:ovvedi11rnuto non .si farà lu·ngament.e aspéttare; molto più ·che s' antivenebbe. tomp iutamente atl ogni. in.çonve11ie nte Cfl1,11nlo ,fosse. a·dottata la massima che' ogni Reggimento in· marcia 'fç,s.se seguito ~la un c:wro d'ambulanza d eJ,,nuovo n1odell.c. Ciò· n.on solo offrir~bhe agli Ùfficiali dì $anitl1 un luogo ove riposarsi seduti sul davn~1ti; 111h 'altre.sì il' con1odo .d'l}lJ.oga r.vi nelì,

• '

l'interno, crueì· soldatì che fosseto nell 'impo,ssìbili.t.'i id (.(O nti111w1: il camn,i'no a piedi. 1n ò'rdinc p qi ~Il a .seconda, non c rt:!(J iarno tl1c sié'ino ·nece-s'stirle leg~i 'specit1li per autorii.~ar il Medie-o NÙli'-tarc a fare :Present.i 'al Conuindante' del çorpo tutti. gtì abusi cl1e possono sempre ccl' in oguì luogò e situazionè comprometter~ la .sanità ,del soìdato, suggerendq&li i'11 pari tempo le opportune prqvvidenz~ c1tia11do qqeste nari si sc'ost'ano da prescrizioni igieniche o,1ar ofìlattiche; -crediamo anzi che- sia cotesto uno dei doveri dlogni ·-M,:::. dico Militare e che <roesti .1.nancl~i ad uno dei priini obblighi d'el silo Nato qtH1ndo 1trascm1a di piilesar iin abù!io.pocivo alla sa~, i~a e' di sngg~rirne il ì-i-me,dìo • . bia.m o.Ja ,fetma copvinziou~ che nessun' C.qmanda;qt,e <J.i Corpo s'ia per-rifìi,tarsi• cla'L p!iendcr in!considerazione le riflessidn~ ed i s.u gget:imenti ,del M.edic0 .Militiwe-, maJ qliando ciò av~enlsse; èl9v,rebbe ,q,11esti 11ammentarsi èl1e nel Consiglio S~1pel'.iore" lVIilifa1·e. di Sanità ha· tifi .S'i'ipél l ri;oì·c. dirétt6 n,e1· ap1p;ei 1.arc la gìu~te;d,1 dcli~ s\re rifle,~sioni e de' suoi suggerim~nti ,e. pet pro111overe jal Ministel'O · cJi Guepia lfì 1.011portt}pe provvidenz~. 'j L 1,.· n1m,1z10,NE,

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.,

J;l{VISTA DE1 ·GIO~N,ALI

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, , MALATTJA DELLE UVÈ. ·

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Fra i iienemei;i'ti çbe fec~r à rg,o i\Jeiltp ·c1i ,~tudi'o Lt n1alaltia delle uvé cl)e.]asçiò npp. poça preo~c;_mpuzi<;>,11t · neg1i _;,i9i111i sulla sqrte del ricolto dell'a~mo corrente, v.uol es~er ;i1.1nové1;ato il ,no$.tro çqllegl.l Giordan.o , Far:, ma_è ista ~'1ilitar·e dello Spcda!'e Divisiona_le d'Alessa~driq, Già l'~gre~io Professore Delponte ·:co'n una do.tta Ap"" pendfc~ alla G,azzctta 'Pie1r1ontesc qei- ,i 19 del p'. I?· irgostç, 1 ci avqy~ fatto cori.oscere• -kt caus./ di s}H'.:itta !nall;lttia, d ~ .lu.i Tifer'it;}1 n<l·una pianta paras~it,a vrgetan.te _sugli acini dell'urn,ed·e scritta da B11rkleyc~n.i·l aomedi OidiwnFu.ck~ri ·ed i si~t;;· •Qàv: G!lotiì e Gì•iser\ , prim~ ancor~ dello scnfto del Prof. D'èlponte, avev.ano fc\tto ·d~. pubbl,ca i·a=• t I l' . ,. . n, . . _u . ·1· t ,, l I t . , •• .gione { ?rnd_9s,-.e,1·~.;i~1on;;_, 1p1c:,1p s_c~p1c 1e sp t,},G~. c~•!.~o -· g,H~a _O}!11, pr _i.o.et1Ù! Jp Q.gaH·C·t't·1ent1-.ne11 o stepsQ- 101;r,a1e' tJJiicinle i,,ris uhamenti, él,elle 1loro ~p.erie nze dirette a , prç·:ve·ni1'.e J'evoluzibfre ~èll'a, medesirna 1 l:~va:ndo i grtippc5lr infeM:i con latte di cill'cè p con un'infus·ione di cenere·;, _il q~a!e' f i:i11e.dio fu ye\·a_1i~e nte din'!ostrati ~!iJf .élall'a weri~qza... ,. . ,-li sig. Gio1·da.no . coa(liuv-ato ne1 lmpi s-ti:1d.i con molta i1nel !igenz;'I .dal '.l;ùitt. T ailòr.e, ·Medico di B-a ttaglì0ne' ·nel r 2imo .Reggi'm ento di Fantèria;' rilevò i can1ttcr i H. sicp!.\ hifni.ciidiff9 rcnzi:1li fì-a,,gli. aci~1i sani e .gl'infèt.t.i spe, 1;in}çotamlo stil tçss~1tò . pf1h!'ncliimatòso" e: ~nl .sugo: dal che verreb))f1 ;id -e~ser in p;yrt~ iurpugu.,th\ la senteiiza del Prof. Del-ponte· che <li·m_osti:ò essei' il guasto della crittog:.11na circoscritto ' ag li strati più.sùperfici.ali della c0rteaci,l p 1•01~\·i~ment~-delt1epidenni<le ,senz'aliteraziollè 'sèn~ihi1 è <lcgl-i.;;t1·\ti legnosi o ddla p0lpa def f1 'ùfto. . ~iri 'stiinaridO'c,·1 a ri:solvel ·~mm talè <'ttfi,..,. • i , i • r )'.c.0111pefo1rti , • ;'à;-.-.' 1 .<~ 't · · > . s,t i'o!lC, che t•)!èrio ri studi ROtrrnno fo1·sc s.c10iTe ,11ell1i~r-: v·cnii:e ,1 liiniti.iuw a t rib1,1tar<1 h1· m,eYi~ata lp.d~ a.gl ~ 1\.uteri clegVi scritti r)Temento,vati cl1e chiririrorìo la,g1•mesi - tlèlla mal'q'ttiu delle' u,·e e rr~~sici1rafoh i·n· Sran pade il -pul?l?Ji,c_~, ~?11,:'ssTvi_'}i•])?'i. i!1\lP~~i dal ~-a r,i'do suo) I!ffonders1 (;1t11p on wo,pagat1 maL;t10~am.e:1~tf1 d~ unµ .,sp,1nto di .basse speçjli!;1ziòui.1 botl, P. M~nclft-1:l'fni.

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·ANNO J..

N. 9

('22 di sctlernbrc '18'3 1)

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GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CÒRP.O-SANITARIO DHliL'AIU!A.TA SAR])A ., L'associazione non si riceve che pet' nn anno ~ comincia col 1 d·' agoslo. - I! Giornale si p11Lhlica nel lunedì <li ciasc.hedu_na sellimaua ' PnE'L'LO o'AsSòCI.i.ZiONE PFR GLI

UFF!CIU1t

DEL COilPO SAl'iITAJl:io

In Torino . . . lo P1iovincia franco, di_ posta . • ·.

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l'El\ 1 NOils MILITAI\!

In Torino . . . Io l'r91io~ia franco di pos!;i ,

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L'abbpn~m ento debbe. pagarsi r,er · semestri an lici pali. I . l\fodici Mili tpri in ritiro godono gli', stess i vantaggi di quelli in s~r· Yi:r.io a~ti vo. Le associazioni pe,r i non . mili·l:ni si ricevon9 ~Ila TH•oGR,\Fl,~ 11:l1LIT-ARF. edi Lrice, sii.a. in Piazza Vi lt,ori'o Emanuele N. 9. - Le lettere_ per abbooamenlo al Giornale dehhon es~r ,1ffrnucate ed accompagnate da vaglia pos_tale. ,

S0muu1o. _'._1, Don. llfoTr1N1: SuJfo sifìlizz;izione. - 2. DOTT: AHm: Cianosi·. - 3. DOTT . .C1mu: Men tagrn. - 4, RELAZIONf:

apima)i, massi.mameµte nelle scimie, aveva se1hpre o~i;ervato che la prima ukera ~i nrn.n.ifost-av.a più p1:csto DELLE CONI'EI\F..NZF. scrnN·r1F1éih:·. - o. CA v. Co~m. Rmcm1 :· Andelle sussegp.enti, ché .si rendeva -più larga, get.tava .magr notazioni ad un 'Proccs~o verl.>alc. - 6.·II Ilcgnlamento dei _gioi·e copia di pus, era. accampagnata 4<l flogosi 11iù in.,. 30 d'ottobre gil,idicato <lal'Cm' po ,Sanital'io.'.:Militare. - 7. te1isa e durava assai più chç la , s~conda; ch.l'?..q1~"sta ... Dolletino ufliciitJe: - s. Avvisò. - Rìapilogo del Quadro Statis.~ico. - 10. .Quadro Statistico., poi era .11Ja terza ciò che ) a prima era al~à _seconda e cosi di seguito finta,nto che l'animale nAff .~ra pi~1 passivo d'uùa nuova ùlce·l'a primitiva·. Allora. l?~pjmal~ ,poteva <lirsi wiccin-ato co11ti:o I.a sifìljçle e qu,esto. .st.atç> fu d~signato. dal D.ottore Auziaz col nom~ · di sifili;: lUEMORIE ORIGINALI. ..azione,, · ~ . Ravvisata pertanto ,dal Dctt,. ~p,erino.mplta_ a?a!ogi; SULLA SIFILIZZAZIONE ~ELL'U(}~IO fra gli sperimenti ~el Medi.co ~fraucese e le proprie osz I! .SULLA JIIF.M.ÒRtA DEL D0T1:onE CAsrnrno ijPEnm:o , serva.zicm) , .divisò beh tgsto_di 1·ipeterli nelle d.onµe af- ~ucli del J)ottoce Ptri~o ·~fonm,, JJfcdico ili BMl«f!l'i.me · _ fidate· uHa suu cura :nel sifilicomjo, p.11çle, vede~e 1podo. cli- de-durne Alcuni tttile corolla1•io.pèr la cura in ge1Yei:a]e n·a moÌto tempo il Dottore Casimi1·0 Sperino, distinto o pro:fìlatticà- o curativa della lue sifilitica. medico di Torino, a..v.ern·con non lieve sua sorpn~sa os$ottoposc. quindi .colla do,,;~ta prudenia ed attentà ~ervato nel Sifilicomio . di quella Capitale _i n cui già ;da , , giornaliera çss~rvazione; cinquan~adue di quelli:) pro~ti, 4 anni sosticJie il servi_zio sanitado, che le.donne affette ·tuite ai medes-iini sperimeiiti, e questi diedero i più sorda vaste .ed auti-che ulcere sifili.tiche primitive, da ulce.r~ pre ndenti risultamenti, .conformanti ilcll'uomo i\ singofagedeuichc o ca.ncreno,se erai10 di 1:aro prese· cblla Jue lare fenomeno rilevato dal Medico francese negli ani~nali generale ,{fatti .osservati rilù volte anche. da 119i stessi) ; _e tendenti ~d aprire una. novella via JJCI' la profilassi che in?ltre le prostitute più. gio_y;.11ri e più avvenenti, ~p.non solo, lrl \l beQ., a.n fO pe.r là 'cm:a l'adicale di siffatto perciò le più es.p oste a l'ii.iove i,nfezioni, entrt11•a11p .bensì morbo. · Questi i:is.~1.Ìtaipenti vennero riepilogat.i dal çlinic0. t<;- . spess9 .n el Sifilic.omio per sifi1ide prilllitiva 1 11ia di l'jll':0 per la c0stituziopale e elle.. in vece quelle, provenienti rinese ·in un~ ,1.-nemoria quanto- l;>re,·e, altrett;m_to pi.el\a da Be J'fovincie ed affette da u.lcere primitiv,c, erano tre .d i f~it-ti ·, _d1'eg1i. lesse 11ell'ad.1rnanza ' dei 2J di m.;iggi,o p. p. dellit R. Accacl'emia i\'le~lico-Chi rurgiça· di _Torino o quattro mesi do,p.o. Je tilevate -1ffez.ionì , assalite dalla ' lu 7 seeoadaria. Aveva egli p1:1re os.~ervato che nelle do11~1e ed ~n seguito pubblicata nella punt,ita dei 10 di giugn,o aJ,lette d;, bubboni aperti, vin1lenti, nelle quali, ,pe1' di quel Giornale. . . .. comprçvare la vir~1lenza e l'i-dentit/1 dell'ulcera inguinale ~a tale 1nemoria ho tolto il presente 'rngg1:a·gli_o e 4a colla pdmit-iva vulyare, egli i1~.oculava in alcun_e purt~ f!sso. presero le mosse ·alctini miei studi. in proposito d_el _corpo il pus bubbonico. e produceva· ulcere artifiche verrò in seguito esponenqo.' . , ciali, l'ul cen1 ingpinale a11Clava assa·i p.resto ,t cicatrice . Rilevasi pertanto dalla me<ksima ch,e le cl.onne 1,tatp e. non ne sopravvr:;niva· alcun sint0mo di· sifilide co~titu_ino,culate ernno tutte al.fette da sifilide .p ri,m itiva o sezionale. · condaria ; che J'inoculazio11e fu c::igni volta .Cfieguita cçp. . Da q!1esto e d<1 altre simili osse1·vazioni .il Dott. Sperino una Lrnccttu in tre o fl ua ttro punti, p.c r lq più sulJ'adera venuto ,1elh1 convinzione che la luc .ge:ner;il e non si do111ine e ripetu te una ed ,rnche dtie vo.lte p~r settirg!'J?fl; -svolge in ragie ne <liretta della vastità e durata delle ulcbe le pnnture crauo tosto c·operte con cerotto adesivo; c,ere pri 1~1itive e d1e ili an'Jmalati in cui qu'cste sooo più · ·_che il pqs fu preso s~mprç da u rl'ulccrà primifiva in' t1:ecrue nt1, sono tanto m.!mo soggetti- alla lue costituvia ·di progresso; che al terzo o quarto gioriio daH'inne:ziona1e. • _sto . c6;11pari rono le pùstole e c1uindi le ulcere sifilitiche lo r1uesta frattempo il clo,ttc;> Medico fr:.111cese Àuz.ias_ca1\att~ristiche; clic le pri1nç <lìvcntannlo sempre più Tm·t .n ne prescr~t0 all'.Accademia delle Scien~e <li Parigi vaste, più profonde, più indurite e più infiammate delle ueUa seduta dei 18 .d1 nov.e mbre 1850 una Memoriasulla ·seconde, suppurav·ano più a lungo e las.c iavano più inoéulazione clella sifìl,ide. Egli notava i.r1 .essa che dopo ampie cicatrici ; che le seconde erano più pfrcole, meno ~V,Cl'. molte vol~c l'ulcera sifilitica primitiva ìn , . doleuti ··e nJeno infiarnmate e co~ì, di 'st'guito lè .il tre fìn o 0

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che. dopq un numet:o inìfetcrminnto i\'in'o·cubiionl (S; io it1 gene1•ale di tre ulcere }Jer volta), noii altro più s'osservava foorchè . una piccol::1 vustola nel sito della puntura , !a quale svapiva dopo 5ò giorni; che le successive inoculazioni riman 1evan0 senza risultamenti; che nelÌe donne affette da uléerc antiche, larghissinfo e ri-_ belli }iastavano podi.e inoculazicui per saturarle. Giunta la donna a quésto stato' di saturazione, si tentò produrre le ulcere pçirtandovi 4 o 5 volte ogn_i '6, 8 giorni entro l'uretra, sull'orifìcio vaginale, su quello del·l'ano, lungo )a vagi1ia e sulb vnlva , una buona dose di pus virulento, ma sempr~ senz'alcun succes·so. . Cosi le ulcere primitive delle inferme, come le ar• tificiali ed i si.ntomi di Iue generale furono lasciati senza CU;ra mercmiale o iodica , quelle poi si medicarono s.emplicerì1ente con blandi ·top i ci mollitivi. Notis1 p'erò non doversi praticare l'inoc'ulazio'ne s'e esiste in qualche 01:gano o sistema un pro·cesso ·flogistico · a11che 'lieve , se bon si vt10le che le ulce're tl'rtificiali si facciano canèi·enòse e gr.avi. ~n ultimo jnconveni~nte è quello delle cicat1·ici visibili lasciate dalle ulcere artificiali, a cui si vuole rimediare !llOculandç> in parti fYoco visibili. ' Ma il D,o,tt. Sperino da qt,esti su·o i sperimenti I rasse nò,h ~olo ·i,1 fatto deWim111unità che acquistf1110 gli ammaJati sottoposti ai medesimi cqntro uuove infezioni cajtiche , rila g1J:eJ10, phr anco notevolissimo dell'u.tilità della inoculazione de'l 'Virus sifilitico n·eJla Clll'a della ' si'fìilidè si;t prixntti~a, si~ secondaria, ed, in prova di 'Ciò riferisce egli dlv.ersi casi di·tubercoli·mucosi, d'ul'cere vaste, ero• niche, indurite e -ribelli ai mercuriali, al iodtm;> di potai;io e ad altri rimedi generali e lotali, e ·guarite con '<}uesto nuovo e, diremo anche, strano e quasi inconce])ibil~ metodo di cui·a : il qualè egli osservò inoltre fare svanire lé ulcere 'primiti·vé e recenti. L'Autore chiLrde per ultimo l'importante sua Memorh collo stabilir il que-si'to se l'azione profilatfrca e cm;atlv~ , ·d elfinoculaiione abbia· un ·effetto pern1anente o soltanto precario, al quale rispçmdé coll'avvertire 'éhe. il tem,po ;;,olo ed i fatti scrùpolosamente osservati scioglie1·anno ·t1u.esté qµesttoni e ne $aranno i giudici impaniali. . , Nulla avanzando sull'avvenire di questa scoperta, noi diremo che appena ì fatti di cùi si comyone la Memoria i:li cili ragiò1li'amo , forono annunciati al pu.bblico, il n1ondo medico ·si scosse, come c1L1etlì che tendon a Tovcsciarc !'.edifizio attua-te detia Scienza sulla cura e pt~afilassi della sifilide ed· a sradicare la stessa dalla Società. Così il Dott. Auzias-Turenne a cui, con'le cl'içerrtmo, ' dcbbesi l'idea i11adre del nuovo ritrovato, s' affrettò .di prese~tare a'.lh\.cçademìa deUe Scienze di Parigi nella sech1ta. dei 18 di giugno p, p. mi'on-orevolissima re'lazione ' degli studi 'del Me4icp di 'foi·ino, mentre d'.altra parte il -àotto S)filografo Dott. Diday1 Dire.ttore della Gazzetta · JW:dìcale, nel suo numerò '3o. dei -z6 di luglio s'corso S'Qttopose à severa critìca la Memòria di qu.est'ultib1ò e si \HOStrò piuttosto diffidente dei risul ta menti che in essa sj ripro1nettono. Cosi da un breve layo)·o .sull'inutilità ·del mercurio nella cura dei mali sifilitici primitivi, publilicato dal Dott. Gambe:i-ini di B·ologna nel n. 51 , dei n cl':ìgosto scorso nell-a GazzP.lta Medica Federativa cli 1,'o'sc:rna , d'obhianio dedurre die sta egli ripetendo gli : speriinenti di Sperino e con molta fìduèia di st'lccesso. D'altra parte p.oi nei molti colloquii cbe abbiamo't,muto ·.sp dò còn 1Ìl·o lti dei .nostri Coll~ghi, ·alcuni fra di essi, t 1:a i quali Professori eminenti , no n possono farsi caJ3{1ei dei vantati beneficii ddl'a sifilì:czazione, _nè vorreb· "tero 1·accomaj1darla b. soltanlo propòì·la ad alcuno dei !on, clienti: fn o_g11i 1t1ocl~ per<> tale scoperta non lia per anco :I

avuta · la sanzione della sp l'rirnrn cd occon:011 nnn·i e nuovi· studi ed ·osservazioni prima che acquisti il grado cli clinica verit11._ Quanti sel'lton amore ;:Jt S.cienza e ne l1anno op.por~unit/1, debbono ripetere ii1 svariHte gllise gli sperimenti e verificare le osservazioni gi11 fat te, affini.:hè la luçe· ~bbia a rifu.lger in tutto il suo ~plendore e rimànga l{naTe guida clella patologia sifilitica e in p}ui tempo fors'anoo qti:1le ~entro d'emanazione di nuoyc. incalcolabili vùità nell'oscuro labirinto di tanti alti·i nostri malanni. • Fu perciò todevolissimo il llivis.imento preso dalla R. Accade1rìia Medico-.Chi1·urg:ca di Toi'ino, di nominare nel ~Lto seno una Co1111nissione coll'incarico d'assistere agli sperimenti che saranno continuati in quel S;fìl icomio e d'inves.tigare quali vantaggi possano ricavarne la Scienza e l'umanità. Anche noi a'tal;i utili'ssimo intento.ci accingemmo nello scorso luglio , ad alcuqj. studi e sperimenti nella St;ziije dei venerei di quest~ Spcdale ~ivisiomp-io ,di Genova, profittando della graziosa concessiòne del Chirurgocapo ·e col s~ssidio dell'<~regio Coll<!g;,, Dott. Descahi. I medesimi si limitaron a pochi casi per circostanze affatto cstrai1ee- alla mia volonH1 ed il risultarnento .d efinitivo·noh può anèora riconosc~rsi per fa tr~ppa bre.yi.t:1 del tempog~cors.0 dall'inoculazione a quest'oggi, 'l\1ttavia non ci sembrano scevri affatto cl' interesse per altri rapporti, sia perchè confermano alcuni dei fatti osservati dal Dott. Sperin?, sia perchè ne mod,fftca n altri ed aggiungono nuova lucenell'importautissinio argo1hento. Sicq>tne pertanto nessuno, ch'io sappia, mi ha pet ..anco su ciò prevenuto perchè la Commissione Torinese va proseguendo nel gi:ave suo 1i1anci'ato- ed i citati Medici Francesi s'intpittennerò di soli 1·agi0Mmenti ed i Giornali son ancora silenziosi e, c;iò che è peggio, alcuni d'ess) 110n hanno mai fatto parolll, della nuqvil scopèrta, mi faccio anilllo a pubblicare c1uel poco .cbe ho potuto raceogliere. Per amore ·d j .brevità, e per. non sceùderc a . minu_ziosi dettagli, anzicbè descrivere le storie dei singofi misi, rni liinitcrò a uescrivere per sonìini ca'pi il risultamento degli spe1'Ìmenti·, di cui la .veracit11 è garantita dalla • coscienziosa esattezza con cui li ho isti't uiti e dalla.testimoni"anz-a degli altri mjei cofnpagni di S'~.1·vi1io, ed in oltre le deduzioni cliniche fatte iri seguito ai detti sperimenti, aM'esame deHa Me1nòi·ia clel più volte· citato Dott. Sperino ed in base d<;lle mie cog1lizioui praticl1e sul male· in discorso. t. Il mig'liòre mqclo di r1rnticare l'innesto mi semb,ra quello' mediantel'ago da vaC'cinazione, anzi ,che colla lancetta! perchè si può spingerlo assai più innanzi sotlo la èuticola e garat'ltire ll'leglio l'el!'~tto d1e si desidera senza dare hù>go ad .uscita defla benchè minima qua:utitÌ'i di s;lllgue che per akm1i infermi meticolosi pt1Ò ess_ç1: ostacolo all'effettuazione df'gli sperilllcnti. 2. E preferibile p·er l'innesto il pus presò dalle ulcere pri:mitive in vja·dip1'ogi-esso; ma non 'fallisce scmpte ancl1c quellodell\1lcm·a Ìn piena sùppurazione; soltanto il ri~ sultameµto non è sempre g:u·iìntito e<l è uopo ripetei:.c qualche volta · gl' innesti; per cui potrassj ricorrer a: quest'ultimo in assoluta m11ncanza del pritn_?, 3. Le ulcere da cui si cava il pus .per le inoculuzìpni 11011 ue soffron alun danno, perdiè è rispettata la loro superficie pel fatto della semplice applicazio11e sulle medesime dell''ago raccoglitorn del pus, rnentre colla ,lancetta si dà facilméute . lt~ogo a q ualchc goccia di sangtte, esprimente la lesione dei tessuti. · . 4. A.lcuui ~ùnmalati fihalménte si mostrano refi'.attarii a subire gli effetti ddl'inoculazicne: . almeno in. 't,de caso trovaronsi i .~oUati G. _EngeQio; del ?.. J\eggim. Savoia 1.

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·t~nern pe~-qualchc .' Ì:)~ante, tosto la cute deÌl'aJto, _c òme e M. f'r. dcH'.S.o batt.,glìone Bers. a-O'c tti enfran~bi. d,~ si disse, diyeni'lla livid,a. La più 111inu.ta esplorazione. su ulcca·e primit ive ~eblicn_e si foss~. usata o~-~ la lan:e.~ta, tutte le parti dd corpo non coildusse ad alcun l'isultaoi·a l'a"o da vacc11lo e eot rnedcsnno pus s1 f?sse1.o inmento diagnos tico e n(,! ll'assolu~a manca~z.a di feu9meni nestati~'lltd ammalati con successo, I sudl.lettL t_Jscll'ono che .. .valessci· a metter in evidenza la causa dell'inferdallo Spe?al; gua1:iti dal_la lue ~i ~~ d_i l~glio ~- ,P: . mit\ fu . forza fermarsi al so~petto che la urnlattia fosse, 5 GL' ionei;tl ri-petut1 sono spes~o ut1hss11rn a fa,01_11ela sostenuta da nn principio .sifilitico in co1is'eguenza della • -aP.i~a ~i~ atrizza'4ione de1_le-.pillghe sifì.lit)ehe restie_ alle 1 sofferta ulcera. Quindi , <illo scopo d'operai·t: nel te~npo -0rdit'.nir1e cùre. Il bersagliere C. Fr. dell 8 Battaglione -stesso sulla cute e sul principio specifico morboso , fu dei Bersa"lieri g1aceva nello Spedale cl:, 1 i 26 dì maggio . 0 per bllbboni tlegenerati:. quancio fi_• sottopo~t_o ·a Il' . ..mo~ · prescritto l' uso jnterno den'etiope antimonial'~. Riuscito però vano qu~sto primo sperimento, si passò dieci giorni ci.1la~.ione prçseotava due lal·gbe ·p1,1ghe agl mguuu dai appresso. u1l' uso del liquore di Yanswicten che non ìm1,·"i1)i rialzati, assai consistenti ~d in ·istato stazionaprodusse miglior effetto del primo. Frattanto i d?l,ori ·r ìo <la moltissimi giorni; l'infermo poi non era stato non solamente occ01:revaoo tratto tratto nell'arto anche r er ·nnco sott?posto Hl_la ~t~r(1 rn,ercu~·i,ile: solo· ~a -due nel riposo e 11ella positµra orizzontale, ma s'estendevano giorni avevasi da,to pnnc1p1? ~li uso. mtern.o del 10d'.1ro t:ziand10 alla coséia ·ed in modo particolare lu11go le di potassio alla d~se tenu1ssuna d1 qu:~t-ro grani ul prime propaggini del n1\rvo iscl1iatico. Questo ùuovo feg':orn0, il c1u,ile lu s~sp eso 1)_cll:,. matt1.na_st'."ssa, den~me1io indusse il Medico.Divisfonale n sospettare, avuto gli spt>,ri 111e,nti. ~°.~o, 1 d;1e pru11_1 1:rnes,t1 ce.s,so a.fft _tto rigua1:do alla stretta . relazione clic esiste fra il sistema la rnorhosa scns1b1ltta d~1 medesm11 e s .Hvv10 rap1d;isanguigno ed il venoso, ch'un'isd1iade cronica potesse mente \l processo di rimarginazione con sorprl'Sa di dar origine ,11 dissesto della cìrcolaiioue ven?sa del'a 111e e cle'n1ieì Colleghi. (Continua) cute, Condotto da questa conghictl~ra praticò egli, nella muncanza di fenomeni che s'uggerissero altro giudizio STORl'E DI CASf RIMARCHEVOLI. diagnostico, !:ustione c<;>l causti<"o potenzillle stata co50. ta11to preconizzata in questi ultimi teu:ip\, ma in V:}110. Non essendosi dopo ·ciò smess.a l'idea dell'isdr.~ade , 'si €IANOS1 DELL'ARTO ADDOMINALE SINISTRO p1·~sçrissero ripetuti vescicatorii lunghesso il corsò del (d<t, -i,na Storia letta dal Dott. AmE nelle Conferenze (li · Sciambcri). . n'ervo ischiatifo. Parve dall'uso dei, 1>r1mi ve.s c_icatorii che si fosse colpito nel vero, percbè _l'ammalato ne provò Un Zappatore del 16 Reggimento _fanteria, di 32 anni, di· telllperarriento sanguigno-venoso, di costituzione un reale e sensibile miglioran~ento. -\\fo l'illusione fu ntletka, di111oravti già da qu:tlclui t empo 11ell'Ospcdllle h re,·e , giacchè le cose ritornarono poco sta11te , .c ome in ·osservazione per la rassegna a motivo di vene variprima,, Fu çlopo tanti faHili sperimenti che, l'innovandosi cose ,,]l'arto inferiore sinistro, quando fu notato cli~, un giorno le esplorazioni tante,volte ripetute sull'a<l.do'scomparse p ç,I riposo le v~rici, l'.irlo affelto dltnagrìva mine, la mano s'·abbattè sopra un tuinore duro della ' sensibil1m>.n~e e che ne.Ila .stazione e nel ç_an'11nina1:J\.çt,<:J1 11 grossezza d' una mela , 15rol'onàamente collocato i1ella · per· hcve tpitto il soldato provava tosto dolori vaghi, ·fossa iliac,a sinistra, poco sopra il luogo ct\1scit,a dei vasi ~nJe~niti alla pianta del piede e la gaiuba ed il piede crurali e che le ghiandole linfatiche dell'inguine pel'. la prin~suinernn t1n colore violaceo; colore clic dil<·guavasi in ma volta si risc.ontravrm esse pur ingorgate. Cote,st'inconpochi minuti nella positura orizzontale. Si tl'ntelte sul tro 01ise in chiar_o l'origine Ji tanti mali e contro questa principio\ l'un~ minaccia di c(lncrenn e furono prescritte causa, sfuggita alle molteplici esplorazio11i praticate sucfrizioni ect:itanti. Tal e ra l'indirizzo delle cose quando nei cessivàmente da molti , furono dirette le _presp·iziQni primi giorni del p. p. mese di gennaio fu egli sottoposto curati,ve. Giudicato ghiandoloso il tumore, fu assalito ;,Ila e ura del l)ott. T appa·ri !)_ella Sezione di Chirurgia. col ioduro di potassiè,ust1to inte1'narnente in con\·eniente Desi<lerosp:, cruesti di scoprire la causo <li cotcst'infcrveicolo ed esternamente in forma di pon~ata per u 1n:io1J i mità, feci:! un accurato esamr, nll'nm1ualato ed ottc_nne lungo l'interna parte della cosci.a e si conti11uò per lungo cl i s:1pere che aveva egli semnre goduta otthua sanità t~mpo in questa cura. . . _ fin al ventcsiinosecoud' anno di sua età, in ct)i sofferse Questo fannaco a vendo ,però eleh,sa, come tutti glì unn gastro-t:nterite occo111i;;1tnata, secondo il suo dire·, altri , l'aspdtazione dei Curanti, si l'ipose 1: ulli1J1'a spe-"d;i fonoJneni die lasciavano supporre la complicanza di ranza ndl'uso dei bagni d' Ai:>. e mentl•e s'atteucl,cv~ la una cistite la quale dallo stat o acuto passò a queHo di stagione a ciò propizia,. vi si prepm'ava l'mfonal,atò' ,con cronicità. Per qn~st.a ehlie a soffrire per tre anni continui bagtii tiepidi generari e se111,plici e con fomenti di vino' pati111cvti , ma assoggettatosi a bene · regolata cui-a ~1e aron~atizzato all'arto affetto, in cui perd,uravano la eia·• guarì senza più risentirne v<~runa conseguenza. D':illora uòsi ed i dolori. ======= · in poi uon altro più ebbe n soffrire fuorcbè un'ulcera 5L Ycnerea alla ghianda ed una blennorragia le quali, curn-te reg0brmei1te, gli pe,nnisero lii godere prospera saniH1 MENTAGRA fio al mese di giugno 18 5o. Fu nè'llo scorcio di questo ( Storia del Dott. C11EMA letla in 1ma Con(e1·en:za d·( §ciamb ~r i) 111ese che, insort·i ulcuni higgieri dolori nel polpaccio Un soldato d' al'tigll eria d'anni -Ve~1tiemque, nato da d~lla gamba sinistra, fu f:1tto ;1ccorto dell'esistenza q,uivi parenti sani 1 dota.to di 'forte costittrzione, di temperadi gros~e e nodose va1·i ci. Ciò 1ion pert:rnto si fece anim en.t g sanguigno-epatic.o , .avev,:1 costantemente gò<luto 1110 , coutinuò ad attendere ui propri doveri, tollerò perfetta ~llnità 'fin all'estate del 184 7 in cui fu <lostretto il rna!e ~n:hè gli fu p ossibile e ricoverò riello' Sp.edale riparare nell'Ospedale MiliJal·e· di 'forin o pe1· itterizia~ solo sul {m ire del ,nese di 1,p\'e111bre. Nel giorno d.i que_~t'e.s ame l'arto f'l'a sproporzio1rnto, per esilità, al destro . La cura fu semplice, sollecita e(l use~ guarito in meno cH due settimane; se non che quindici giorni dopo coed il colore 'era notevohnente diniiuuito: l'ammalato minciò a prov:u·e ·tanto al mento qua bt'aHe parti l11teno~, poteva regge1·si sui due piedi pel dol!m, c~1e ne rali della.. faccia un se~1so di mol,.esto prurito, che !n ris,éntiva alla pianta, al polpaccio ed all'articolazione t;.rho-nictat<1r~ca.. _del lato sinistro e, se pure vi si man,- 1 breve fu sus's egttito dalla comparsa di piccole pustole le 1


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nitre che · seguivano un eguale 1·apido svolgi.menlo. Dopo nver in,vase le r<>giòoi indicate, quest'nuz,ioue andò m:wo m ano àilegu:-.ndosi <li per se stessa e ne fasciò 1110L1tlato l'infer m o senza ch'egli, pe1· ottell'el' un tnle r isultamcuto, avesse anito ric~rso a 11cssun genere cli curn. Ai 5 di g~nnaìo del 1850 entl'Ò n c,ll' Ospednle Mil itare cli Sr;iam-

qt\ali vrcsbmente :,;1cor ci-ano succeùute

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RELAZIONE DELLE CONli'ERENZÉ SClÈNTIFfCttB; (Contin<wzione det nwse di Ma,·zo}

At.ESSAi\'DnrA. Nclln mattina dei i> fu tenuta 1a prima Con• foronza cd.il Med ico Divisionale t11:Ùtenne li Congregati sopra · un cnso di tetano Lnrnmatico pi·odotto da ferita t.l'arma da fuoco chc: un solda1.0~1·ilcv,) castinlmcnte in un piede e che riesci ad esilo infaoslo. Il Doli. Agnetti narl'ò la storia del herì pc1· farsi curare dalla scabbia che PaJUiggen1 cla più caso il quale fu oggctt<1,di dis~ussione pcl' partè d i par.cechi cli c;lue m<>si e ·vi fu .cur:i to colla so-lit n pomata antipsorica Dotlori. Dopo ciò LuUi possarono nella sala mol'luaria per 'Usat!I p el corso cli nove giorui, al termine dei quali Di? assistere alln necroscopia d:-,1 'ddunto. usci con ]n l usinga d'essere gnal'ito. Nel successi,·o m:igNella seconda Gontcrcnia ch'el)bc luogo agli 1:1, il Presigio r icomparve la menta gra : ]'infermo ebbe Gducin che dente diede comunicazione della circolnre n . S159 colla si aìleguasse come Jn p1·i111a volta e la tollel'Ò non cunlta qunlc il Consiglio Superiore Militare lH San ità in terpclla,·a fì11 t1l m<:se di settembre, <fl1811 do l'imper,;ersare dc'lla l'opinione 1.lcgli Offi:i.iHli del Corpo Sanirnrio sulla proposta nìalattia l'obbligò n cere.il' nell'Ospedale uu soll;crn c1n1faw1si dni llfcdici riJilitari dcll'Ospcùnlc e' Presidio di Genova ,l'arte. Alcune poche u m.ioni con l' ung uento autipsocircn l'nttunz.ione <l'un Gabinetto di lcLLul'u in ogn i Spedale J·ico fecero sconiparire la m.ilattin, ma, uscito cfall'ODi,·isionalc. Uiconosciula l'~llililù d' una t11lc istituzione. di cui spcdnle nel fi11ire ,lei 'rnèse, vi r ito.rn ò di 11\lOVO n el giù primi! s'era quivi tenuto lwoposito, i Doti. Mar ietti, Mazsusseguente ottobre. Curnto in questo mese dal Dott. zolini e Omegna presero parte nd uno discussione lcndentc cle ]e:;iufort con bagnuoli em ollic11 ti localmcnt<· , poi con a swbiJir il mezzo più fucile per prov,cdcr i fond i necesunzioni d'ungueiito solfo r oso con ccr usa, usciva dopo sm'i i d(lpO fa quale l.tttli convennero in UO VO[O fa vorevole , b r eve tempo per dcntrarvi nel i:;en11aio in cura del Dolt. 111.rniJ'<:sianùo il èlcsitkrio che il Med ico Divisionale assuTap par i clic, ;dia pomntn sopril i11dicat(I aggiungendo messe l' impegno d' intercssnrsi ·coi suoi buoni uffici presso l'uso del solful'o d'antimonio, ottenne unn gnc1riiione solil Consiglio Superiore affincuè la dcsidcr:1tn fonduzione di lec]tn m a sol ap panntè; sl che nuov,1 me11tc usl·ito, nuo,fiuesto Gabinel Lo avesse luogo il più sollecito mente possibile. vamente rientrò 11i 18 di febbraio in peggiore condi~ JI i\fc<lil'o Divisionolc ovcndouc a.ccttlato di buon ~rado zione di prinrn . Lo sta to clell'arnrnalnto q unnd'i n quesla l'iucarico, la seduta fu sciolta. q uiuta ,·olfa riparò allo Spedale el'a iJ seguente : la Scwumnì. Nella primà Confe1•cnza dr.I Jriesc d1'<,. I.Jbe luogo p.elle del mento e più m1c01·a quella delle parti !::i terali ai 1 :-i, il Dott. Mena1·di lesse fa ,,ioria di zona cuc abbiamo deJJ n foccin cru r icòpe1:ta di pustole e tubercoli duri, r iprodottn (veùi storia n. 27). Non avendo questo promossa r ossi e~ infiammati; si snn;bbe detto clic qualc1,rno di veruna discussione il P residente imitò, secondo l'ordine questi tuberco li avesse in raso, se 11011 il tess uto cellulare del giorno, il Dott. dc 13ci~ufort II mostrar ni Colleghi la sun sollo.c utaneo, almeno il dermoidco iu tutle la sua spesca1mula et cftioclo per la cura della lislola e del tumore lasezza; le pt.1stolc erano pm·imcute 1 osse, iniì}iurnrnte e grimalo ctl a spiegarne l'uso. molte d'esse ncumi11nte, altre Yescicolose , alh·e purnl e;:J1te1, a.lcuoe )11 fine coper te di croste d' un co!or alr1uiinto Il Dott. dc Ilcaul'orl dicdè princ:pio al soo di r e richìa• mando alla memoria dei Collrghi la foP11Ja e l'uso dello canb runo o Yerde~scm·o ; le part) malnte cran alquanto tu rgeuti e molestate cln pn u ito e d a u na v e nosa sens,1zione , n\Jla di Dupu)'trcn, ((uindi la fornra e Pu:;o dc;J chiodo dello <li b ruciOl'e; l a p elle circostante 1·ossa; la sanità nel Scarpa: nccennò i. vantaggi e gl'in<'onveai<'nti sì ~cli' una rimanente buona; nessuna riazion e nel ~ibtema circolacome dell'altro e fece esami-narc la sua cannula a chiodo tore , ·osso; n u ll a o q uasi nulla J'jrritaz)one_simpatica del nella qa11lc lia c1'cu ulo av<·r uniti i Ynntnggi della cannula tu bo gastro-enterico. di J)u puy trcn e quelli del chiodo <Jcllò Scnrpn , evitando li Capo di Sezione Dott. Tap pari cominciò dal fa r ,1pgl'incovcnicnli d'enlrambi. Dimostrò come questo suo struplicare localmente cat:iplasmi inollitivi e, riconos<.endo mcnt,o non sia che lo cannula di Dnpuy trcn prolunga ta e :scevre d'il'rita7.ionc le -vie intesti1rnli I prescrisse hl.i nd i e ricurva111 leggicrmentefo alto in modo d'assumc1·e la forma 1·ipetuli purgativi. P oco clopo 1·icorse all'uso }orale <lellc del chio.lo dello Scarpa. La cannula o chiodo, oltr'.1ll'essere p omate e dC:i bitgni sulfurei. Tnut o q uelle come q uesti aperta in uasst> cd in allO nel ccnlrO della piastrina obliqua si <lòvettCl'O- poco dopo sospeudc re non inducendo \·erun d'alto ir~ I.Jasso che rorn')a ln lesta tlcl ch ioùo , è pur aperta n otevole migliora mento. Non o ttennr,ro SLlCcesso 111ilateralmcnlc cd in corrirpondcnza dell'interno del sacco Jaglio1· alcune poch e lozioni con una soluzione di nitn1 to grimale mediante una fend itura lunga u na linea e mezza <l'argento che 1·ecentem.ente ern stata prcconi:anta dal e Jar-ga poco menù dclJ:i quarto pnrtc de!Ja <'irconfrrcoza l) ott. l3o usso!rn is di Mo11p.clieri contro le i1wetcn1te mcndcll,1 cannuJa. Il fo1·0 ml ccntl'O ciclla piastrina o t esta dr! tagre; nè tampoco. riuscì la pomata cli c.ilomelano alterch iodo sene titl :ipplica1·yi l'apice d'un apposito scl1izzotoio 1iata con un'altra nella qu al e entran rn in pa rti egu ali la mediante il quale si far.no iniezion i per tenere detersa dalle canfora e l'amido. Quello cl1e finalmente ginnsc a cammuoosit.ù non solo la ca,·ità d, lh1 cannula, ma cr.ianrlio la bia re l';ippara t? fenome nologico fu l'uso dell'etiope mjsupcPfi.cic in1«1·na del satco }agrimalc. L:-i fenditura laterale 11eralc somministrato intcrn:unente ecl usnto esternaJ1a per primo scopo quello di dure li,bcro pnssuggio olle lamente, per unzione mi6tO . alla p ornata solfu rea. Con grimencll'intcrno ùclla <',mnul11, per secondo, comè ~i disse, questo metoclo 'in breve t enrpo s'ottenne un notevole 111iglioramcn to e sul 1ìn'rre del mese di marzo l'ammalato ' cli pePmeLtcre il passag-gio dc) Jiqui<.I<> in icuato per dctcl'gere l'int.crno del sacco. Descrisse il modo d'inJro,lur e di eutrava in corso _d i cot1rnlcscco·:i.h esseuùo compiutntogl1ct·e lo cannula n c11iodo median te unn speciale spina mente risolti i tubercoli, cadute l e croste, disseccate le in ferro e tcr1r1inò nssicur:indo rhe con questo strumen to pustole e rim nne uclol'le sol e qualcuna sparsa isolu tanon solo ram1nnlato dopo i pl'imi duc ·o ll'O gjo1•ni pu ù pro-· meute qua e là. segui re la cura dfl sr, ma cbo di cinque ammalàti da esso Nel terminare la sua storia il D ptt. Crema promclte occup11rsi dell'argomento e presentar in una pi-ossima lui curati quello d i cui ln cura fu più proll·ata, rim nò tutseduta un suo lavoì'o sulla Ment agn1 . tavia in quarouta giomi. 1


.11 Dou. ifappat·i

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riconoscendo la sopcrl~ritù cl\c .debb 1ap1•atichc operative•. Disse doversi . o~are. la ter~pia s~l~a vcre sul chiodo di Scarpa Ja cannula a chiodo del Dott. dc n_atura ~~Il~ malattia, me_uendo pc~ ,fosè,~mrorta~1te _d m: · Deaufoi·t opinò però cJ1c siasi da questi esagerato l'incons1onc d1f.Vllalc cd organJca e stabili un pm·agone fra gh vcnient: della durata dello sti.Jlicidio d~l)e lagrimc, q!en tre ostacoli dell'uretra e .quelli del condotto Jagrinwle; accenriò ha avÙlo luogo di vedere ch"<:si,o non l'Hnanc superstite alche cosa, intenda per ostacolo vitale ed organico ed indicò l'~pplicazione del eh/odo più <li sette od ou~ _gi?rni : cbc i mezzi ter,apcutièi convenienti a ciascheduno d'essi. Nei Je Jagl'im~ s'oprono con prontezza un varco fm 11 eh rodo e casi di rcsti·ingimcnti organici consigliò là cannula a chiodo là parete del condotto nas;:lc. , . del Dott. dc Beaufort ne.Ila lusinga che siano. per confèr- JJ Dott. dc Dcaufort convenne che il passaggio delle lanìarsi gli esiti felici che h,a nununziati il s·uo Auto:c e che grime in_~1lcuni casi possa cffcùuarsi ,sollccitmnc~l~, m~-cb_c son allenclibili dall'esposizione del suo st.rurncnto (i). esso è per ìnolti e molti giorni ritardoto quand'1l"restrmg1L:;i seconda. seduta ebbe -luogo ai 30. Il Presid~n te aperse mento del condotto dipenda da inspe'Ssimcnto cd indurala seduta comunicando la circolare n. 811:i!l del Consiglio~Su-· .. . . mcnto delle pareti con ipertrofia _della muc~sil·. periore rcla tiva ali,( fondazione dei Gabinetti di Leltura Il Dott. ComisscUi ricordò le diverse prat1ehe e<l I d1vers1 negli Speciali Divisionali (,·cd. sopra Conf. d'Aless.). Ques\.a metodi curativi. che sono slatì introdotti nella Scienza pe~ -propos1a, dal Dott. Comissetti avvalorata delle più convincen't~ J~ cur.a della ·fistola e del tumore !agri mal~; spiegò come ragionj, .è da tutti ,~iconosciuta utile e con soddi%faz.ion_G nessun-o di questi possa esser a_dot!alO q~a)e ~ctoçlo c~c·lu~ aeccua·ia all'u1ìmfonità in tolte le sue p,ar"ti tale qu~le f1{ inisivo, aven.do ciuschcduno i suoi vantaggi cd mconvenientt ziata dai Collr•ghi della Divi$ionc, di Genova. relativi: al caso porLicolare che si ha da curare. Notò éhc II Dott. dc 'Bcaufort, preso ·argomento da qncsta Circolare avanti di preferii' alcun metodo si .debba soprattullo po1·i·e per fare risaltrire con quao·ta premura il Presidente ~e~ mente :alla causa della malattia: .aggiunse che ogniqualvolt,1 Consig.lio Superiore s':idopcrava pcrchè fosscr aumeurat1 J fosscr indi('ati o la cannulà di Dupuytrcn od· il ~biodo dello mezzi\l'istruzione ::Ìl Corpo Sanitario· propose che gli fossero Scarpa non esiterebbe a dare la preferenza alla cannula a votati rfngi•aziamenti per la soliecit.udinc con cuì ba 'aC-' . egli pure gI' mcon' chiodo' elci Dott. de Bcnufort, ricordando cettato il voto espresso dagl'Uffiziali di [;anità di Gcnoya per vcnicnti della cannula di Dupuywen., che menò tanto rul'isti~uzionc dei GalJiucUi di !cttura: more al suo primo apparire, mri che in seguilo fu 1·ir~noJ.,a proposizioo_è del Dott. c,le .peaufort fu· acconscntit'a alsciuta non cori;,spÒQtlà ali' aspctlalivo. In quam'al cluodo l'troanirnitù da tutti i llfedici Militari presenti. dello Sc(lrpa ·, l'inconvenieritc della. i:llll'ata. della cura che Dopo ciò si passò all'ordine del giorno. Il Dott. Ajme lesse più volte ha veduta prolungata a _ci~1~u~ q sei ìnl's_i e la storia.di èianosi éla noi 1·iprouotta ncll,n prcsenCc puntata quello della continuazione dello still1c1d10 delle lagr1rnc . • (vcd. storia n. 30). dcbbon essete tenuti a .calcolo in. paragone dello strumento Il Dotl. Comissctt.i addusse le l'vgioni scientifiche i:lcl lll(!ttVo del Dott. de Beaufort sul quale fu_ daco un là;-orevole giuche l'indussrr a 'C:lnginre d'ayviso sia suWèsscnza del n)a~c,_~i!! dizio in un CoiÌgrcsso di Scienziati ltaliani e del quale il Pc1· neccssrwia consc"uenza sulla cu1'a, 11otando comp,fìno nostr,o n!uestro Cav. Hibcri fc<'C ono,·evole menzione nelle · Q .. . D. ot··;I dalle prime visi1e·a,1essc mnri(fcstato aI capo d' .1 sez.'one_ sue Lezioni clìniclw. li D()tt. Costanzo fece noture che, prima anc0111 dcll'inTappari il' suo sospetto su11·cs1stcnza d'un ostacolo alla _1~.b~~a, ven'zione del Dottore de Bcauforl, il chiodo dello Scarpa. circolazione ~anguigna cd avesse fatte tutte le possibil~ ,.rnera stato moùifirnto per molo da n.on tC'mcrsi l'inconvedagini per rinYe_nirlo, ma inu.tilmentc. Fu pc1'. questa cu·co~i niente dello stillicidio delle lagri\ne: ricordò che nella stanza e per la conosc:c1iza delle cose anamnestiche che crede Scuola e nella Clinica deJl'III ustrc Professore llillcri si faceva possibile procedere qucst'ignoto:ostacolo da ~n principio ve~ da lui notare come, pe"r mezzo ·d'una· scanalatm·a praticata nerco e che su <rucsto fu fondata la cura. Jn progresso dr ai lati del chiodo, le lagrime scorressero per quella lino dai tempo però, per illcuni dolo1;i insorti lungo Je p~ol!lÌJ5gini pr imi giorni dell'ope1•azione: soggiunse rhe di questa m~didel-nervo ist'hìatico gli entrò il sospctt.ò clic tutti ·h fenoficazione non era sc.gnahllo l'Autore, ma cbc avern molte men i della ·mnlaftia dipendessero .da lenta ischiade, cppcrr.iò ~ ragioni per ci·ct!crc che fosse dclio stesso Cav. Riheri. rnodifièò la cura in conformità di quest'idea. Visti però riuli Dott. dc llcaufort dichiarò non conoscere questa monire van i tutti i 1110111,i praticati, furono . rinnovate, le ri(Jiflcazionc ma' senz'invalidar i vant3l!l!Ì ' della medesima, cc•·cihe e si scoperse flnalmenle la lumefazioric nella fossa · ' ' • . vv credette non possa andàt• esente dal bisogno di dovere iliaca cor1·ispondcnte. In presenza di questo ~1?~b.oso pro- spesso estrar il chiodo per puli~·lo dalle mncosità che µos~ doito, , a\'ulo riguardo alle pregresse ulcere s_ihht1chc , fu sono fermarsi luno-o la scanndlalura e c:bc richiamono lo stabil,to <lovcrsi riconcr pll' uso esterno ed mtcrno delle · stillic.idio dellè la"~·imè; per cu i' opinò che in molti casi il _ . . . .. preparazioni di jodio. · o . suo strumen1.o possa essere p1;efcrilo pcrchè una volta 1ntroJJ Doli. Tappari cercò di dare la spicgaz,on~ dei d1vm:s1 dotfo non è più spostato fuorchè a guarigione compiuta. fenomeni insorti nell' ammahlto nel corso della nrnlatt1a. Il Dou.. ' Crema ricordò c:h'ancht, nel p. p. <lir..::ml:/re ha Disse che, quando il tumore"' era piccolo e _sfu~gi~a all'espioudito <lui Prof. !liberi cit,i're con onorevole menzione.l'istru. razione, i soli vasi vçnosi provavano g!1 ~l~etl1 del(a s~a mento del Dot. dc Bcaul'o,1't facendopc -,;ìsaltarc cjucgli stessi pressione e che da qui 11acque che sul pr1ne1p10 appar1sse10 vantaggi che ha questi poco pri.ma indicati. Jc sole varici le quali, essendo casuali, scompar~'er·o nec~!s~- , 1J Dolt. Comi!:\seui disse nou potc1•si meUcr in dubbi.o riamentc coUungo riposo dell'ammalalo. S0gg1un~c che, il cl1e la cannula a chiodo del Don. dc lleaufort contenga tuìnorc essendo aumentato, l'arteria crurale ~rovo pur ess~ il buono della cannula di Dup.uycren e del chiodo dello più tardi l'cffcllo della pressione.e c~c da qu, nacque l'cs1Scarpa, evitancJo gl'ineonvcnicnti <l'entrambi; ricordò però come dopo gli ultimi lavor} dei Palologi de'poslri giorni, ( f ) Consentcnilolo il Prof. Commendatore ,Rihepi, -~oi tras~ri- · , pa11ticolarnicntc di Rognctta, la cura d~llc fistole lagrimali siasi viamo in fine di cjucsta 'Relazione un'aunola,z1on~ eh.e 11 ~cdc~'.mo ri4otta a ni~ggiore semplicità, avendt> qucsli dimostrato:- che si c01npiacque '.apporre. a questo Processo ,v erbale, 1n cui csprJmti rn moltissimi casi si possono guarire scnz' a,·cr. ricor.o :a )'opinione che ~a piì1 anni Egli insegna_:nella'Sua , Scuola.


70 ',

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Jjtà ,dei battiti· arteriosi ) l\ li1!1foliziono _dc~tcnlot•e nell'urto èd il notevole dim;igri[nento oel mede.imo, ,. . . Il Dotf( .Cò'misseJ,ii, pienamente convenendo nell opinione del Dott. Tapparf, aggiunsé ehe il tumore col successivo suo -svolgersi potev'a avere data origine ai dolori risentiti ]un• gbcsso il nervo ischi.1tico, che per<lurayano t1JU9fil, no.tnrf<lo conferma cfi ciò come là pressione fosse vaJevole a ridestarli. Per la nota struttura .p.oi ,!clic Ycne e per la dillìcoltà ~on cui il sangue .nelle medesime risal.e contr.o.Jc. leggi di sr:wità spiegò la facile ciano,si dell'arto nell\l .sta1.ione dello. m1ìmalalo e la sua pronta scomparsa nell'orizzontale. ·Chiusa la ~iscussione su questo argomento, il Dott. Crema Ièssela storiadimenragrachcabhi_amorifcrita(V. storia n. 31). · Il Doll. de Beaufort rammentò come sulla fine del mese d' òttoJ.:ìre p. p. qunnd'ebbe a cgrare quell'ammalato, gu,1risse ia poehi gi·orni curandolo solo localmente da prima con fomenti di decoll~ safuro di c1\1sca, poi con.Jcggiere unìior,ii locnli d'una pomata composta di tre parti d'unguento refrigcranle, d'una .di· fiori di zolfo e d'una di cerosa; con che solo la meni.agra S<'Or~parve senza lasciar alcune tracce di sè. Hicordò però che, nel licenziare il soldato dtùl' Ospedale, g1i disse che non Jo crcdc,·a guarito, ma che abiiisognaYa d'una cura intc11na, aJla quale rit1meva allora ·con trnrii .la stagione cd il clima: ricordò. pure ché gli aYcva indicati i cibi e lè bevande da cui doveva astcner;si fin alla stagione propizia all'uso ùe'hagni e delle be,·aride solforose. Il Dou. Comissetli espo~e d1e la malaUia cs~cndosi. esacerbata ndl'ultima ,oll.ì, si tlovetre cangiare ripetutamente il metodo di cura, _perci1è quegli s~ssi medicamenti che gli cran·o riuscili Yai11aggiosi le prime volte,, in luogo di produrre progrc·ssivo miglioramento,, irritavano maggiormente la sede affeua, Si diffuse in scieotHichc induzioni sulle cause che potevan avere 1•csa più 11ibelle la. nrnlatfia, ad ogQi. ,gcne~e di cura e conchiuse coll'ammettc,•e l'opìnione ·che non si [potesse i.11 questo, caso oucncr _una cura radicale fuorGhè co11'uso <lelle acque termali sulfui·ee, allecc,quali ~ a giù sfoco da esso lui proposto (2). (i } Da. una lcltc1·a che éi fu spedita dal 1\Jcdico Divisit~oalc Dolt.

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Comisseffi rica\famo che l' ammalato di C1anòsi di cui paria la Storia n. 30 non ha rir.;n·ato quasi ,nessun ~·al)laggio d.illc acque ter.mali d'Aix, meolre l'ammalalo di l\leolagra sono già due 11'1C5i che, dop.o I' U§ O delle medesime -acque, Lrovas1 perfeUameJ1tc guarilo,

ANNOTAZIONE SU J,A CURA ,DEL:tA F1STOLA _... . E DEL TÙMORE LAGl\l MA,LE: . fo fui per più lustri patrocinatore della pratica d 1. Eo.ubert rno<li6citta <la Dupuytren, ma 110 don1to <la più af1 ni àbbandonarla per .Ja facilità con cui I.i cannula si turava., 1·isali\·~ o disccncJ.eva nel ,naso e feci di nuovo i:irorno al ,cl1jod<:tto dello Sca1·pa, in cui, perchè facile fosse la discesa del muco e <lellc J,tgrime neJlè fosse nasali, ho fotto in prima pratical' una scannelhiturn da un solo laro, poi d:i a111be i lati e che aveva ad ultimo fatta ridur a forma di cannellino vuoto .- A,·endo più t'a rdi conosciuta la cannula a cl1iodetto del Dott. 13aron di Beau.f ort, ho qucstJt più volte adoperata di confronto con il, chio<:Jètto dello Scarp;i f! debbo dire che, sehb,~ne con quest'ultimo riesca a bene la ctu·a delh1 fistola la.egri,n!)le e sian esagerati gl'inconveuicnti per cui fu appuntato, avendo tuttavia la c·aunula a cl1iodo del Do-tt. llarone di Beaufort i v;11Ha'ggi del chiodetto dd!o Scai:pa con di più la facilità d'essere ripulita nel suo •intemo in grazia del fo1:èllino clie è nel bel centro della sua estremità esternq, Ìb le ho riel mio concetto data la preferenza e la bo ·da più ,umi adoperata e Padopero,tuttora in ,p11ts~nza delh.1 ScùoJa a· cùi io ho sempre resi e i·endo nelle miç,Lezio~i,, ~ont.i i motivi della mi~ pred_ilczio,iç,

siccotne appunto afl'emiaron ~iedici . Militari DottQtÌ Costanzo e Crema. Non vogJi·o in quest'occasiom~ r·Ìmafiei·mi <lHÌ dire.ch'io ho da vent'anni circa illtrodotta presso di i:loi la pra.tic;1 di Laforest modificata da Gensoul e che sono rammarìcato di non vederla generai1~1e nte accolta co.n quel favore ch'essa si mer.ita : percioachè, quantunque $ia cosa ancor indecisa se la cauterizzazione del condotto nasale secondo la pratij:11 di Gensoul ~ia da prèferirsi, comè mezzo <li 'c ura radicale, alle, altre pratiche fin qui generalmente usate per deostrue:re -le vie lagrimali, avvegn~:.: chè abbia essa nelle n,ie mani fatte a ,questo riguardo bellissime 'prqve, c,r edo tt.i,ttavia che il catetei·is1no del medesilllo condo,to, consiòer;1to come. mezzo di diàgnosi e co111e mezzo.'conserv.ato1·e della guarigione della fistola comunque ottenuta, .avià 1wll'art~ mia fama, duratur1}t e mi spiego. Accettev9le e. degna d'es.sere conseHata J}e'r la differenza che ne dsult11 nella cura della fistola l'ugrimal~ , è la cli~tiùzione qegli o.~tacoli organici permanenti cntrolagrimali, produeitol'i dello stilHcidio delle lagrirne da prima 1 poi del tumore e poi della fistola Jagrimale, in molli o spongosi e<l in duri. Possono quelli in genere guarire con mezzi incruenti, dovecl~è questi esigono mezzi operativi, E ~a ciò appunto t:he non si <lii questa distinzione il suo giusto valore e che si considerano 'tutti gli ostacoli alla mesco.lata, nacque!" e nascoao quelle divérgenti opinioni, re.gistr.,te in tante Opere classiebe ed in cento Giornali: ù'alcuni che vogliono sempre esclusa la cura operat;'va, n>ass:111a11wntc da Broussais in poi , e d'alrri che pretendou esdudcre sempre la cura 'inçruenta dei tumori e dèlle fìsto1e lagrimali. Certo si: stando a questi priucipii confc1-inati dal fotto, si può venir a capo di guarire· cotesti mali or in un n1odò, ora nell'altro.Si veclcsubito, ciò stàndo,,.d i qua11tà . impol'tanza sia la <liagn<lsi p1·~cisa del ÌJ1ale. Ora bené -se h - facili tir o diilicoltì1 uon cui, essend' il male anco1m con forma di semplice tumòre lagl'imale, discendono per la pressione, èli <1uesto gli entro con tenuti utnori ,relle fosse nasali, danno la presunzione <lellà dure:r.r,a o mol1,ez?.a degli ostacoli, da Rissun'alti:a fonte poi si può di ciò conscguJre la certezza fuorch è ricorre11do a I cateterismo ·del condotto nasale , il· quale per una ragione troppoehiaras:uil (acifo od iflicile seconclo la J)III' or a5=cen~ nata diversa, anzi opposta natura degli ost:,coli. E <'g!i necessario ch'io dica come .dopo qursto no.n duLbiò segno diagnosticp sarebbe conJannevole chi s.ottopone.sse a tutte le inutili luni,herìe d ' u11a Clll'3 incrueuta un nmmalatoJ o.cco <l'ostacoli clell.a durezza de'quali ha la precognizione ed ~1ll'o1)posto '? Ottimo m czz.o di:1g11<Js tico i:\i ·dunque il rntetcris1110 del duttou:1sale. Non liii <!imoreròpoi, ~el dimostrare carne la fortuna del cateteris111.o clc.1 condotto nasale,considèrnto Clllélle UlC7.7.0 c)j 111a11Jenere diJatrltO quel <lutto e di pre:veni1;e gli effetti dellattendenza ch'esso, comuncrue risanato d~gli ostacoli, ha al restrin-. gimento , 11011 sia per <libassare mai nell'ani,110 <lei l'ra-, lici, gia1:chè eh i volesse in ciò .negàre la sua ut_ilìti1 dovrebbe nd tempo stesso accingersi a uegare l'utilità del cntete.t:Ìslllo per lungo tempo ripetuto dell'uretrn stata, pe1· dilatazio11e o per cau'.erizzazione, ,risanata da os:acoli organici pf'l'm.ineuti i c1uali banno tanta analog:a c·on i congeneri ostacoli delle vie lagfonali, come ho ·· diffusa111ente dimostrato nella 111ia Opera de.ile prùicipdrli ma~ lattic delle vie lctgrùnali, la qtiale vid-e la luce ciÌuo d:ì.1Jlanuo 1832. ·,, · · · Pilrlo qui cpn c1uell;1 brevi,tit ver11mente somnra che è consentita <la un Giornale, cli cose che _da più lustrl ho. insegnata e che Jn$egno tuttora alla Scuola con le ·pàrole. e con i fatti ~~ . . · ...

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7J

P,wte Secotid,,. IL REGOLAMENTO DEL 50 D'OTTOBRE G'IUDICATO ' DAL conPO SANITAl\10-MILIT~I\.E. Jll.mo Sig.nore Presidente del Co1isi9lio Superiore 1lfilita.1·e di Sanità~ · Vengo con si.o golare sod<l)sfazione a ras5Pgnar alla v: Hl.ma i ris-ultamcnti dell'attuazione nello Spedale Militare tli Genova delle disppsizioni · contenute n~l R. D~creto dei 3o d'ottobre 1850 ottenuti negli otto mesi che sono 'decorsi d'. ,lla sua promulgazione. Innanzi bratto mì corre debito <U 1•endere testimonianza presso · cotesto. Supe1501:e. C~ns!glio. ~ella so!lecitudine con cui tutti gl'Uffìi1al1 Mil1tan d1 Samta adJettl al_lo Spedale ,ed al Presidio <li Genova sostennero le reciproche 16ro incombenze di servizio e del zelante \pro concorso nel procacciare che jl n~1~vo 01:diname'nto fruttasse ·t.utti i vantaggi che a buon dm~to si potevano dal medesuno .J 'ipromettere.. . . , . , . . "E di qltest1 va_ntagg1 veramente . r1levapttssm11 glt u111 sono i-elativi all'andamento del Servizio Sanitario e gìi altri al Corpo sa·i1itario stesw che per il nuovo Ordina-, mento crebbe in onoi·anza ··e conseguì quel morale compenso che è il più ambito per chi perco'r,re un~ car1·iera ·(i\ lunghi e difficili studii' e sostiene _un min1s~ero pet· jl quale torna ,indispensabile l'eserdzio delle più lodat.e V·irtù, < • / Nè dell~operosi~~t nata fra il personal e Sanitario del'l'Ospedalè e del Presidio di Genova in seguito all'attuazione del nuovo Regolamento ho io uopo addurre nuovi argom.e nti alla S. ·V. IB.ma, contec.h è abbia di -cìò potut:o foi·marsi un giusto èoncetto dai 1·endiconti 'hi'e n~uali e dai processi verbali delle Conferenze scienti'fìche stafrgiil trasmessi a s-u:o tempo al Consiglio.La nobile gara allo sfudio de.,~ata fra gli Uffiziali di Sanità da sif-, fatte Conferenze, H ·desiderio' di coumnicarsi i frutti dei mutui studi -e delle osservàzioni pratiche , il ·Gab.inctto <li lettura da essi lor-O pe' primi i'ond'ato con. la superio1·e approvazione che la S. V. lll.1na, ~econdando i loro voti; ~ttenne , fanno conéepire le piu fondate speranze che il nostro Corpo Sanitari,o-Militat·e nulla avrà fra ·hre,·e ad ì'nvidiare a crm·lli che sono più colti nelle Arl)late estere e ris))Dndertt degnamente · all'as,petta2ione del Governo e <lei Consiglio che di cosi utili Istituzioni l,o· dotarol)o. L'esercizio promiscuo della Mèdid'na e della Chirnrgia aperse un vasto campo alle pratiche osséi:vazio1)i e fornt i neces3arii elementi P.er una cognizipne cot.npiuta clcJla Sdenza l\'leclica la quale, din1e~zata' da prima , i-iesciva uianca e non poteva fornire ire' casi speciali qnella nizlonale cognizi{lne che assicura p eUe pratiche applicazioni. Dac:cltè e ra stabilito l'obbligp della' do.p pia Laurea nel Corpo Sanitario-1\'lilitare essen~,ialmentc importava .l'· attuare .l' esercizio pnHniscuo seni a del cf1é ;5arebbe riescito ·senza sc0po ·s:ffatto obbligo. Ma l'eser'cizio promiscuo, olt1:e -all'avei·e provvedtft~ all'inte resse d~l~a Scienza etl all' estimazi0ne del €orpo Sariitai:io M1l1tare, cònferl ei;iandio ,a-Ila necessaria unità, concentrazione e regolarità nel servizio. Il Medico Divisionale l'CSO mallev adore di tutto il suo andarhentò ed èsonèrato del se r vizio speciale d'una Sezione può sovri-ntendere all'esercizio pratico di tutti gli Uffìzi'ali di Sanità sovvenirli di con~igli, coadiuvadi nelle operazioni ~ :nettere in guardia i più gìovini dalle seduzioni de' sisté:mi chia~hai1do!i ~ll'uop? ~idetta1n~ q.ell~. sana ·speriépz_a p:·atica; 11 che -e .nle vant1ss11µ0 udla tendenza tàl\'olta al é:looma. C d ottr1n.e. . . t> t ,1smo e<l 'a Il e specu1·àtl\'

S.

Se i confronRsta~i~tici meritan.o qualche valoi·è potrà la S. V. Ili.ma storgere .dai quadri:,mensuali del ,~novi:ment<> numerico de' malati ricovrati nello Spedale, come ' la mortalità sia· i·icscità tenue anzi che no negli oùo mesi decorsi; il che amo in gran parte àttribuire all'intelligenza- degli Uffiziali cli Sanità preposti alla direzione ' delle· varie Sezioni~ · · N el rendere lorQ la meritata giustizia p1·esso cotesto Superiore Consiglio , debbo anc'o1·.:\ rendermi interprete de' loro sensi di gratitudine per il nuovo Ordinamento che debbe segnar un nuovo dcstin9 del Corpo SanìtarioM.ilitare e chiamarlo a quell'altezza di Scien1.a7e'd a quella posizione nell'A1'mat u d1e addornanda l 'i111po1-tariza de!}e funzioni che gli son affidate: . Degnisi frattanto ·la s: V. Ili.ma g1:adire..) sensi della mia perfetta e sincei'a devozione.

To, ino alti 18 -di settembre 1·851. · Il, Mc-dito Div. Dott. 'Bcnnzz1.

BOLLETTiNO UFFICIALE. , Variazioni nel1)e1:sonale del Cor1w Sanitario-1'1iti,f!,re. _ Dolt. G_iaco~ino V~ zena, Medico 'di ll.eggimenlo in aspettativa per riduzione di Corpo, richiamato ìn servizlo attivo cd applicato alt.o Reggimento Granatiéri .. · Dott-. Francesco Za·c chià, Me<l,iço di Baua~lionc allo Spedale cii C~neo fa passaggio al Regg. çacciatori. di Sardegna. Dou. Na.poleone Akiati, !\ledico di RcSgimento dal 7.o Regg. Fant. pnssa nel 10.mo Hcgg. Fanteria: · Dott.. Lorenzo Fe1•rcro dal 10.mo ll.cgg. Fant. passa n~l 7.o Ueggi1~~n!,<) Fant. , • Dott. Ai:lolfo Nesi, Mcd. di Battaglione presso i Cacciatori Franchi, dispensato da, ulteriore servizio in seguito ~ sua qomanc.la. L'Ospe.<lale l\lil_itare ili Guoeo .cessa d'essere Divisrona!e e . <li viene succursale a quello di 1~orin,o. . · _ 1 L'Ospedale Ucgg,rnentale di Sassari diviene Ospedale succursale di Cagliari.

AVVISO 1,Medici Milita1'i che non hanno !ancora pagato il

loro primo semestre _d'abtonanwnto, son invitati a \'Oler a:ntorizzar j Quarti~r, Mast_ri dei Corpi 31' quali appartengono, di p~gare alla Direzione del, Giornale l'importo del medesimo dietro rilascio della ballella di ricevuta.

RIEPILOGO DEL' .QUADRO STATISTICO Dal s,eguenle quadro numerico risulta che nel n1ese p. p, fu1·01ìo curati !:>Hl'?> ammalati negli òtio Sped,ali Divisionali e nei diciannove Spedali Secondari l\li}itari. Qucstò numero d'ammalali si divide in 2761 di Medicina. '1550 cti Chirurgia, 851 di Sifilide, 2?:S8 di Sc:-i·hbia. · , In Medicina sopra 2761 ammah1ti vi furono 57 morti cioè meno cieli' uuo e mezzo per cento. -· · In Chfrurgia sop,;a 155a 11 mmalaq vi furono 6 morti .. çioè meuo del me_zzo per cento. . · Nei $ifilitici so1wa 8'3 t amm~lali nò.n vi fu alcano <l'agosto

morto.


I

QUADRO STATISTICO GENE del Movitnenlo nutne,•ico· de' llfa,l,(_1ti negli Sped,di Divisionali e Sec~nda••i lllilitat•i pel m;ese d'agosto 185'1 . 1

QUANTI T,A1 DE I MAL A·T I E NATURA DELLE MALATTIE

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(2'9 di setlemlwe 18tl'I )

GIORNALE· DI IIEDICINA JIILITARE DEL CORPO SANlTllRlO Dlft"L' JUU!A.1'A SARDA. l.'/Ìs'sdciazione non si riceve elio per

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on110 e.couii n cia c9I I d'agosto. - Il Gi orn ale ·si 1111bblica u cl lunedì Ji cia~chcdnna s~ttimaua I'nY.t7.0 O'..\sSOC.l,\'l,!Or;Y.

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S0mun1o. -i..: Don·. Mo'r-it1Nr: Sulfo siiìliz.za;,ionc, - 2. ù on. CATTANEO: 1ussn~i6uè. - 3. Dò·-r-r. CosTANzo: OLlafmic pn1·1,1len1 e . -

4. R Et.AZIO);E

- o. 11 Brgòh1mento de i 30

l>F.UE COKfERF.1"\ZE SCIE?\TfflCtm.

tl'otto1J1·c giudicato dal Corpo

$nn itado,-Mililt)PC. - ·6. Il'on<liconto n1c11sualc. - ·7, 13oJ.lcL-. tino officiale. - 8. Avvjso.

di

i'/i1ioct~a~i~uc i:icJ.iieçel\do eh d ue a fre m esi tell'.Jpo, om!-'t:ss~re sicura ne' suoi effetti, sottop o nendo gf11,fun11i a inolte m olesti!!., dolori e privazioni e lasn;iaodo su'1>c·1·stiti molte deformi ci.cati1ici,. no11 Q.i semr"' ~., ;-" apr1licabilc a tutte le classi della Societ~, e quindi non gene1·al izzabil~ al pu11to da spe1;ace con e~sa, anche nlla lunga, la tot.1Je distruzione e.Ila MHide, almeno x~cl-inodo con cui è dessu 11ttualincnte praticata. Tale nostrç g~udizio è app oggiato alle ,,seguenti prindpall rngioni :· -uell:, sifilide p·rimiti,1 a difficilmente la.. generaliti1 degì~'RD'lli'ialati: VOl'J'a·'s ottdpol's'ì ai l'ipei!.' tuti innesti cd ag.l~i11ev.itRbilì loro effetti, pcl' quante ga1·anzie possano ù;iri:. ~oro i Medici ~maqti. SHlla coq~è'gu en te foro incolumit\ giricchè è ncll'indol_e, d t;ll'norno di paven ta r il male prese11te e, cuyarsi poco del futuro, t.a°:fcf t>j.ù cne ?i sin~omi w·imi~.Ì\'Ì dell;1 sifì).i~e nou 1:cngon-0 semp1·è chetroJ1··seconÒR1·1r. L o stesso d,-: (laS,i ,l'Ì$llaJ'do (\ (lllè§ti t;llit~ Ì) CJllU'lll( es'~j ctàht10 p oca I ' mmlestià e peN'l1ett.on1 agl' ·io formi d'.' :i.ccudfre alle ' p r oi,u-ie faccunde e non li di~tolgouo !lallc àbitudini . 01:dinb~·ie acllu loro· vita. · · ·0 l a s,··f'J' • 1· C1ne ,.· '' l >ra Inloca .l· 1 t\ 9. trAn ,\'l'lJ'> 1:ncont1 1 1zw1w. .;1·senr ·, ne·}lke. sifilidi in,&tct'àte; ribélli· alle ordinarie cui·e etl intcn ssanli profondamef1lc l'org'~nismo, e nella si61ide <li cw:.1Isias)>grad:o cieli~ 1~rosti~~t.c, • 1~aJsìh1:11n'e!1,tc dell'e: ptii ·dcgr,rcl'a tc le ·<[lll~li per·1L qnot1dwno to'ntntto con ogni sorta ,d'l1omini son esposte a frequenti innesti sifi_llti<li che div entan all,fdor6 yolt:ì altrç t1m)ti ccntì.'i ,d'jnfe.i ione~ È (ftHn d i MIFiute1'e'~se. loro c~' iri ·crueUò ddl11 I S0cictl1 di mettere cruesta classe éU ms1?·a2iate al r.ìpnro ·dì ultcriori 1ualau ni. , J.Ol ~È tlcsid~:va.hjfo • r.,,hc :shmo n !se 111eno deform i, all':1spefto lei cicatrici 1·isul'ta nti d::igl'idìiès\i, E~bi occà-, sione d'esamina1·e'i11 luglio la mei·etrice \\f. che fu appu-olo sottoposta ne'lla ,;corsa' primave ra ·~al Dott. Spe'ri110 nlla"sifìli':iizazlon'C 1iell'o Stabilin~e11t'o d i-.Tor'tno e vi rimase circa tre m esi e ' d lco il' ver o ché'l'aspclto d elle; mçltt; çicMrici, Qncr'~r.ano cophte le sue ro,gioni ant.r,ri9i1:,.~ni1,1feJ.·i~1:?1tlw.P.ucld:drnine cd antc rìor e-lqt'm:na . del~~ cq~,ce, 111i produsse unà spiaccl:rnJc sorpTesd. Oou tutto ciò ed a m a lgrado del colo..-jto terreo della .s u a . cute q de/tç stadio 1a'l',:.tllZato"'di. ~un, gra "i?a~~a, q~rell,:l . me~china gio,vi1uc,!19.ll cessa-va ~)l:Cs~ors1agh1it~O~~tciamc11~i cli .quanti te ' foce..,ano dunandc e so ch•certo_ cl:e ut;,Q1;-ç'.es~i, f!;l! gli al(ri ,, a~·eva-, 1ml11lee.Fa 1:ecertte all:J bnse,4,~lln ,g}J i11:qch1;,c t:ÌÒ·.110n1pe_i;taoto,dessa ,11011 ne sçi.ffcrsa .dNìnb di !?Orta . . A di111inuin• possibilmente gl'incon\'rtii<>PlÌ ddle ~"

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1\fE)lt> RfE Ofl IGI NALJ. SOLLA SJFÌLIZZAZIONE NELL'UOJ\10 ".. Il. SULLA Yuroni,~ ne.e. D OTTORE CAsrnmo SPEnrNo 'Sr1'di del Dottore P1ET, M~m~,, 1.lfedi~?,·cti B<,pagtione ~

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çontmu'àzzone:cjì.,ie

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Quanto agli altri infermi non ho potuto ,·eri-6.éare,se la gnmigjone 101'0 sià stata favorita, dagl' innesti,, perchè nou ho potuto t'i,oJ't iplicarli é 1:i_p'f]terli qnant~ S::,l1·ebJ.>e stato m!cessariot e d'altrn parte i fenoweni mor'... ùosi da cui gli ammalati erano a lletti procedette1:o colla reg-òlarità solita Jld .c;issèrva rsi. · ' 6, In ' tin soldato scrofo1oso-pastaceo ,n:grado _eminente, le ulce,·e aTtifiziaH furon assai pertinaci, dolorose e m olto la rghe, e minaccihrono più volte di de.ge.ne rarc. In ·housim'ilì ca/;i, essendo co,;tan~h ia complicazione. della ·scrofola, perch è spccinlit11 del tçmperam~nto degt 'informi , potrii giò\·are la conlemporm1e::i a1uu1ini-.

strnzione del io<lm:o

?i pota~sjo.

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7, N<ii primi quindici gfol'11i di 'c11ra .c òll'irinesto, trovasi ad un tempo" un buòn numero d' ulcere infiamma le !e qt1ali ageo·d o lé u-ne sulle 11ltre cd ,aumentmH:Ìo a vi~, ' da Jo stù fo f} og1.5t1co, ,. ,\ , ,assumoll ' ' ceu unI _anali n1Ir.'i"-t:nto p •iut- ' tosto grave e m eritevblc''dì 'ttit(i i 11gt1arch clal lnt~i _ dell'io fol'mo e da quello tleL.M.édi_co : e ~iccom,~ alcu1ie dello m edesim a, p.ét · eècessò cli nogo~i , 1nlnactiano ~i deg·ent!h~rc~ bi.4?~ni astene~·si u~ll~ lot·o medicazion: da qu;tls1as1 topico o sdlui1011e. uT1tante1 che alcuni · :a'le4hlPutà111 11ppl1c;d1 • in,listintamcnte a tµ ttc lt>, piaghe, (;: 'i ~ ~ f', • f "'l.( - ~io l t1"<~tie:'o scopo ti, "ckterger1c, di distrugge r 1 p1101 dott'i inotbosi cJ cti'' n1vvìv.irne la ' vifaliìli d ie a loro 1 seo?bt'.l langue,;te e minac<;ia d'èstinguersì. E '((ue'~ta im ,\ pi;atic\ahc noi t,dn c<iss.creano.di cop1t111·attcrn pcrçhè contnu·in ai 'più $(1nr prccelti çlini~i, cssen·do un folto confem\ato dalla sperienza che nella g~nera litù elci èn$i le ul cere sono sostenute tla' un )a-i. ,·or>io ·m.~gi1,tièo, locale.o g(neH;1", :ip-kJ1;e~te o ~ù co1·s~· f

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<:atrici, olll'C alle inoct!lazioni in p:ute poco visil,ili le quali p~rò son in ri~tt,etto_ llJilllHll'O n elle· llonnc ~he fanno mercato della proprrn persona, potrebbe giovar anche la climinni ione ciel numero cldle ulcere 11ece$Sarie alla sifilizzazione , rid~1cendole p. es. ad ùna per volta, come proporrebbe Diday, set1za tuttavolta danneggiare allo scopo lot·o finale . Se ciò (osse possibile pa r~ a me che l'inoculazione verrebbe stesa sovra un'assai ampia scala di persone,~!Poteodosi alloca combinar-e con una maggiore libertà d'azione i;ielle loro al,}ituali occupaii~n ·, pe\ corris pòJ1.den,te mi, OOl'C numero di~111olestie e· di dolori che-.,11d essa' tengono dietro. " · • .. .. Ma su questi e sugli .1ltri ·q uesiti : aLbiamo Cld~1cia ~h e 'il Dott. Sperini ci <lar11 nuovi lumi e nuo\"e cognizioni. 1 i .·S0n0Jipiqcèu~issj1ho per ultimo cl,~ le mie éircdstanze 'di servizio 111'{abl>bno fotto é~ssllt'é troppo presto le osservazioni e~lì slufli a cui u}' era accinto· c.0n tutto ~ l'.irdore cle\l'aairnò inforno a siffatto tema che inte1·essa al più alto grado la 'Societ1;, e lacci&,.-o'ti pércl_lè mi 'si presentino di nuovo e q~tanto prima propizie le oppor tlmitù di co11tlnu,lllli. (Pine) Genovo, agosto i81S1.

STORI~ DI ,<;/\f,J RI~JARCHEVOLI. . 52.

L.U~~~.Ztj;)NE CQ~Ll:+ùT{\: E OQMPUQAT ~ D~L .011:0 ,POL-Ll,.CED1:._L l!IED!i ~11"1Stl'RO CO.N, :LAC_&llA'L!ONE 'QELl.E , l'AR'l'l 1 MOLLI. & CON 1, A, Ol:tJN/f.l ,J5fil,T.A •LUSSAZlONE POSTEnTORE

D.&LJ.A '!rn';M'A. FAtA!'!'ò,E' J>l;L n.ho ~,ti!;o'io DELW •STEJ;SO l'fEOE •

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, , ,( St~r-ia de/ /ìètv. I}coi( CA,Tlfs\NEO ): '~ L'Ufficiale N. N. in età ·d'anni 21, di distinti natali, d'..ispet,to> vvcn:t!Jte, di tem.p.ç1·àp1ento;Jinfatico- Rerv-0so, di .~racH~ 1fOStÌtl;lzione·:i:.pe.1·1;ruolti,,rnal0pj ,sofferti neWinfap;ia, m,, sutlic1entemeute l'Obusto per sostenere la ca1·ri_1:ra militare, cavalcando nella, sera dei :i5 del -p. l'· 1qese d~ .n~p.ggiq1 eJ?be ; l'info~:tw1i:o che il s:uo· cai.1aHo. sia~i ,aQÒjltuto sull~ sµa gau,1:/à e p,iede sinistri: CLiamato a v.isitarlq due ore; appresso rilev.l!j : 1. una fe1·it;,1, li.i<iero-contps.\ d,i. f/glll'a <lelJ1Lcifra 9 coi:r-i sp'ond~qte alla parte later~Je i.nterpa cltill'arfa:olaziooe .metatarso-falang«;a d~l p ollice sinistro: :i. lacerazione 4.l!asi cornpi~1tc1 , del le,ga,nen,tQ cup$\i.Àa,;e _e dei tessuti , molli C(ill'l'iS,t"19qQentÌ ;, l t1;1'\Wlli estè.l).SO)"i cJe} pol11ce atlt,àtti, acGavallat; l' uno all'altro e di retti all'infuori: ò: l't?s'ti,emiti, posteriore della pri~n.~ Jal,mge del 1fo.llìue 1spor~ente a nudo e per in,tci:o da)lp fcl'ita con dh:e:done · all'in, dentro; 4. µ.qte\"o,le tun,11fé\z-i.one ·degli altri 8iti e ,d;,111 1;;egioqi p)j\nt;llre. ç ç}9r&al$ çlel p~ede sin a1l'a11tiool~?,io11e tibio-ta~·sea. Le,a\tre parfrdeLcorpo erano sane e, l'a11unalato, di $lHl ~natura coraggio.sjssim.o, narrò çon u,,1ss.~ma pacat<t;Z.::\• l\i;v~~tp. 1 1 , Sr. pe1• 'una. pm-te:incora'~gi:rnte èfa h1°càhu"!! dei' pa7Ìentc, per l'altr.a la gra,·ità della .lesi-one incùtha . ragion11to, timoJ:è slllllavvenitie-,, tanto 'piµ ~he trl·~w f; padrocl1e!era 'presente ecl a mc non e1•a sft!ggito dà.liii mertioria \tn fatto idèntico non ha guaì-i occorso n<t }-ID al~ro Uffi2i,1l,c i1'i:JLta~1·d it:vilti nm di tellina su'Sse,cutivo. al.l a fefitl,) . Jl guasto quasi'• compiuto degli e1ementi anatomici dell'articolazione mi· ,suggeriva l' idea di JÌ'co1Te1; ·a'IIÒ di,w,·ticolaziono·;del p qllice formando· ~\ll le mbò estlèmo t: superiore coi--ri tnasti tessuti i Jfialessen<l'io solo, senza 0

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sb·umrn·i cd a ser:i inollrnta, ml fu fo1·1.a sospcmfore l'O)!Cl'lH.Ìon.e 7 deeiso di proti.cada nel IIHlttino s~guehle se fosse stata indispensabile. Ristagnata frattanto la lieve c-1.11orragia, Joy,1ta ben bèuc la fel'ita e t olti i corpi strnn:cri, ho 1·idotto la falange h!~.s(l.t.i, mantenendola in silo con Ilstert:lle conglutinuti.vct e con 1n1 adatto sen1ic1nrnle di cartouc .inurni~ dito, avvolto con tela e co11 molli filacc icn; il tutto còh .. tenuto cou appropriata fasciaturn. Diedi in fine al rnembrn unà èonvenieutc situazione, pre~crissi <.nnbroc:i.1,iqni ghiaceiate 1:ontinue sulla l<!>c:alitil al'fetta, cliè"tn se\'ero ed, e$Sendo già iusorta un:i leggicra 1·iazione febbrill'r si praticò un salasso d' un~ lit.hm. l i fel'ito trnscorse tranquilla la notte dei 26 ; m ono lacernnte fu il dolore; oou s mosso l'a pparecchio applicato per la riduzione; non- tremito generale, non spasmi i non suss\1li:i di tendi ni i qm,si, 11aturn\ il' l?olsO'; ucss.un·a complicazione gastt·ica; il sangue estratto appena cotennoso (continuazione delle bag11atzwe fredde, li11101wt,i yegetalc per bevanda erl un alt,:o.~:ala,s0). Nei giorni ·z7, 28 e 29, l'ammalato .fu all',opposto ·inquielo; · l'upparato per altro de' sintomi non e ra iusid,io1ro,, a vv~g-n:g;hi':, era egli seu, pl'e eal 1110, Jl' tmimo; il cloloru meno gagliardo nella localiçà; 110n ardc,1te fa sete e di poéo aumentato il calore della p elle; il sangue , estrat to non cott:nooso; la fasciatura non allentata (terzo salasso e contùwazione delle stesse bevmule e dei baglLi ghiacciati). · Questo stat~ ,di ~ose ~·n j)ftl': ù}re vero soddisfacentt;?, comecbè s'nlioi;itanaya la. necessità della disarticolazione del pollice chè 'pareva da l)rÌJna indispensabile e s'alloutri~\l~:' P.ur JI pericolo de.Jl,!l so,pl';iv-.egneuza d'a-1tl'i pave1;1tati 111a)i . , Nella notte dei ~o resosi .il_ dolore. della ferita mol to più intenso, tolsi co1i dilfoatezza la Ìasciatura del pollic{" ecl in C):lttst1atto e.on grata ·s orprcs:a osservai · i tessuti molli del!' arti~oluzione mctatarso-falangea rn\'Vieinati, i~ modi? ~o. copri1:la ,~u-~si .tutt~; ,~I)· gemit.io c\i ~ioi:o-pu~ da~la sòluz1one d, contmllltà; 11 a,to pollice._ aumj:!nt.a to in vol'ume 111a in òireiione naturale; il dorso, la pianta del piede e gli altri tlitì ;.1111:ora tutuefotti e l'çochimosi estcs,1 s.uperio1'!.nente alla gamba. Ri:,dattai lo stesso apparcccliìo <li u.etlicazionc e di fasciat-u_ra couteut,i "'a, raccomanùaudo all'ammalato l' immol,ilit11 del .,,u1e1.n b.ro. d j.' ,, 1 gioòii 3 1 e I i giugno tp1sco1•sei:o senza J1otev0Ji cangi~menti. P erò nell:} se1:a di quest'ultin\o gioniò; il ferito si l ~mentò per la pdma vol~a d'.iddolent<1111ento e ,di stì1·a111enlo 'al ilito mignolo ,ch'e,ra ass:1i tumid o, .come ' t41uido.era altresl il res tante del pied~ A,malgrado.<lell'èpt\le accurato di questo dito npn css,en<l.omi stato ' 1fatto,1,iPlà sù'a gorifi<;zza, d'i riconos_ c cre t11,i.oye: l ~sioni , d esistet'ti dnll\isò delle e1ubrocaziooi shiaçci;ite; sostituenil-0F ..u.~ cataplasu~u rredao ro1:n1alo di rariua di. ' ••e1·. J. "l'I ' . jJ IJ • , J semi 1 1100 ne ·ncc1ua vqge.o-rn 111~ra e. 1 ..Ai '.l ftt s uppurazioni cJdl~1 f~ritu era abbondante, e t1 i b~OIHl ~~t~ra, s,epsih j]e.. la diu~Ìlll~l,;io.1~c 11cL vg\umt del •• ! > , , 1piede ; s1 rnm!?r,<? la ~t~~sn •ll}f:!P'caf'9,1W,1 I Ai 3. 1~on jfiù a_c(clol_e nta'.1~ento a~;- dit? mi~11 ~l~p'.> ma clblore piuttosto r1sent!to ef{ este~o agli altn d.itir ,caparlWa t·u ,neltzib11e delle r~giconi plantare e dorsafe del 1 plil~J. l'.111cbi1t~lito' di ii~ '1é,:it~ clt;l 'poflic~ ~oddii;faccntissi mo. Pres,crissi un cataplpsm,1 fat10 di farina, 1,i ~emi <li li110 e p~1t1;paglnc; di .fogl,ie 4i maJva e di.gi1.1sq11ia.u~o nè ro, 1H'ron1tò c-'on olio d'oTiya. , ' Ai 41., (crih~ <lèl pollici y'olgevn a çicatri7,f<1'4iot19\~be.,o;e 'l~llil_,o-::f~p, n'q\'/' i~ ~-~-~' .111.~ p.erti'.i,,cc fo ~11111ef~r.itin~, o,d · ,I dolore degli aÌt1'1 d,t1 e del piede. ln tale fran};C'nte #-

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~l"ècfottì indicata In continuazìol)e del cat.~plasma mollitivo; toq,eutc da 11inuo~a1'Si qu:'.ltro volte ud_ gio1:no _é diedi a l piede una pos,tura p1u ele,·:,t~ a p1a~o mcli- • nato. Esaminata di bel nuO\'Q la local1la n~n 1111 fu dato i·icoho~cer alcun'altra Jcslqn_e, a c·agio11e dellq pei'sistente gonfiezza dd pic_de e délle _rughe cn~~nee ir:clot~e dall'applicazione .1e• ca lé!pla~mh tanto _p1u cl1e I_ anunala.t o, ìndul'ito al sofinrn, celav,1 urvolo11tan,)111ente 1l suo male, Sperai all~ra_ pot~'.· ott_e~è re tutt~ ~al tempo, dal riposo e d!11 rn'i1c~li1 top1c1,appPopnatl. · Non vale il ripctei·e l'andamento -quotidiano della malattia pe rchè, essendo s tato q·uasi il m edesimo per vari i giorni S-(tccessivì, i cotllpensi cùrotivi foro1m pure gli stessi. })erò se m'era grata cosa osservare' che la fo rita del poll'ice erasi ill breve tempo ri volta ;r ci_c ati·ice e cl1 e ccne_~tc, s i conserva_va in. dircz:iouè, 11aturnle e ri ~~quistava gri\n pa1·te dei l\10 v1111e11t1, 111 era sc11za dubb10 scwaagi-a~ite il ' vedèi"e cl1e il 1·i1wrnepte tiella località uon avanzava d'una li1ica il1 bene. Ste tti p ertanto perplesso sin ..1 gio1·no 25, ud quale tempo, esse ndo alqnauto scemata. la tmn efaziu né del piede, potei u1edi,rnte un'esatta esplo1·nzione ac·corge rmi che v'ei·a qualche cosa ~· innaturale nèll' articolazione met11tn rso-falm1gea del dito 1p ignolo. Incerto all ora nel diagnostico ruppi il silenzio e nell'esternare alla fomig1ià dc.>ll'a1nrnalato i miei duùbii, chiesi d'ottener un consu1to col Sig. Commcod. Hiheri allo scopo di chia.rire le dubbiezze del diagno:.tico e d'appaga r!l l'amrnalato del 111io operare. • · Il C01u111end. Riberi, avuta da m c succinta ed esatta r ela2ìoue <lcl_caso, 1·iconobbe, dopo un'accurata disamina ltel piede, esistervi ancora 1a lussazione posteriore g dorsale della prima falan ge del dito lllignolo, caratcrizzata da una doppia cd i1111atu1·ule elevatezza Qssca, <li nii una nèl)a règione dorsule dd quinto osso <ld m etatarso _formata ,talla base della .pl·iu1a fol:mge d t:l mignolo, e !'nitra o.ellll regione plantare, fo rmata dall'esti·en,ilà àoteriore del 'c1uinto os~o metutarseo; il dito e1 a quincli più col'to, maggio1· j} volume della giuntu ra m eta tA rso-folangea, assai doloro~i i suoi movimcuti ,. più lw1go il suo dia111etl'O ;mtero-posteriore ed alquan to attraUa l'ultima folange del dito. Rimaoep da, ciò spiegata b conti11ua:r.ioiiè del,dolore e della gonfiezza del dito u1ig11ofo , non che del dorso e <lellti pianta del pie<]e. Al fioe di ridurre siffatta lussazione jo ho fatta l'estensiouc ~fferrandò con foqa il piede ed il ·c11.v. Riberi 1>raticò una va lida contrestensione tirando con la sua uiano a estra gli estremi libe1;i di due lacci applicati ai latl del dito e màntc nnti b ene fissi d;i t11rn stre tta fa sciatura circolare fa tta con b enderelle state primu inzuppate nell'acqua, Jlopo che si fu egli accor\o che la pl'Ìnia falange d el dito sdrncciolav.i verso il p.iano dell:1 giuntuya, ne favorì la discesa ed il ritorno nel cnvo artico.Iure forti! pre111enc.)ola con il élito pollice della mano siuistra :1p-plicftto contrO' la faccia articolare della sua base. Rientnrndo l'osso ncll~ sua sedé s'udì ~istinto un rumore cd il dito ri pì·ese ne.ll'istante stesso la sua luughezz:1 e forma n atu1·ali. Praticò egli CJU_iocli llU_a fasciatura moclerataUlèllte stretu1 ai .diti e g1:àdatamente èspulsiva ,.J y iede cd alla gnrnba corrispouèleote. Rinnovata otto gioroi dopo h fasciatura, rilevai notabilmente 111igliorati1 la cbndizione. de-Ila parte. L'insistenza poi nel mezzo compressivo con la giunta d' un ce ro tto risol~·e n te rinnova~o frequentemente, giusta il snvio cònsiglio del Sig. Profcss. Ribe ri v11lsé a proc.iccial'lni la grat.1 sorpresa di vedere nel corso di ll'e mesi cli cura debe llùto ogni malore se si voglia eccctt.uare 1

;j,p.;~,v-;~rtibile d~udic nzi.pnc ch1:, ha per {lO!} ulti111a cagione la !in'ezzn della pélle della regione plantare del piede, indottn clal.neccssai·io p1·otratto uso dej rirnedii topici. D'alla sopra riferita storia panui'poter inferire·: 1. Che nei casi di ·m o rbi chirurgici aiJèhe minaccioij non si de bba.esséré troppo corrivi ncll'.instituire opcrn,-· razioni. 'l . Che t utt~ 1'3ttenzione tlell'arte non dehb'esserc solamente diretta alle lesioni più 1·ile~·a11ti senza cmnre lè minime·, il fatto provando che queste, :1unien'tate nel seguito o s tazio11arie, tlivrngono un obice insupe rabile alla pe1·:fètta gµ,wigioue. 3. Che nel caso s.u descritto la calma, la cieca confidenza, Pistruzione e la mor~lc edt,càzione dell'ammalato èontribuit·C,110 gì-:111dem ent'e -al felice )·is"ultamento d ella cnrn ; esito cotesto éhe ò'ordinm-i'o non ha~ luogo nella ctwn d'ammal,lti indocili rozzi. Dott. Cav.'iCAn->.r.-EO Meclico di Rcgg. uc' Carnbinieri Rc,al.i.

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55. OTTALMlE PURULENTE.

Omni scilla c1wa d1Jlfo medesime frd in particolar,: :mll'uso dej. nitrato d'argento, cori Osservazioni riferite d al Dott. CosTANzo nella Conferenza déi :l8 d'apr·ile 1851 nello Spulale Divi~·ionario i'Jtlilitar'l: di, Sciam.berì. Non tlltima! fra l e beoeGche dis posizioni del nuovo Regolamento Snnitario -Militare fu, a mio credere, quella per cui, tutti intcrvencnifo allo Spedal-e li Medici Reg~imentali, rest~ possibile ripartire le diverse Cliniche iu piccole Sezioni focili1;ando cosi al Curante li mezzi di cempilai· osservazi,oni) di rediger ::innotaziooi, di stubilire confronli e di produrre p ratici coro\larii p el maggiore bene del so1dato e per }Jl'O)>da istruzione. E,gli è_ appunto per quest'ullimo sco:po cL'io, amatissimi Còlleghi, sottopongo all'esame vostro alcune osscwazioni d' Ottalmie Purule?te per -me felicemente curate in cotesto Speclal~ 11el primo trimestre cli C(\•Cst'a'lrno cd interpello il vostro giudizio sul metodo di cw·a adope rato e stùle fatte. pratiche deduzioni. Ossc,vazz'bne prima. Vertceslao N., soldato nel 15 Reggimento di fanteria, è!ell'età d'anni 19, di tc111perau1cnto linfoti~o-ne rvoso, di gracile costituzione, da due anni ammalato per ripe'tule affezi voi cli pe tto, tocco da circa un 11nno cli blenuorrea, tuttorn persistente con for~ ma di stillici·d io tenue, biancastro, trasparente cd appena sensibile io alcune ore della giornata, 1·ipara"a nella sera dei 22 .d i febbr. p. p. nll'Ospedule M'.ilitare per Ottalmia · all'occhio sinistro. N ella visito della mattina dei 23 presentava le palpebre formanti un "olum.inoso tumore flc111monoso, bilobato, rnsso,<luro, teso e dolente con abb ondante stillicidio sulla guancia corrispondente di 111-: grime miste a muco puriforme. Smosse. per quanto M · potè le palpebre, si scorgeva. la congiuntiva palpebrooculare in uno stato cli grave chemosi: intensa era la fotofibia con dolori soprorQita~i diffusi a tutta la parte conisportcleòtc della t esta. Una gagliarda febbre con sintomi cli vivace affezione di p e tto compiva1 4.'apparato sintornatologico. Nello spa.zio di tre s'oli giorui si praticarono sette salassi col <luplice scopo cti combatte re l' affezione yisce,·ale Jcl petto e l'Ottalll'lio: vi s'uggiuit'Stro, le beyanie taJ:t•- -


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rizzate nilr,:Lc emetizzate: si coperse t'ocd,io a1:1111afato con r1a:mil111i i'~zu1~pati_nell',ocqu~ gltiacciat~, e sì _p r~l:icarono PJÙ ta1·d1 caute1·1zzaz10111 npctute nei modi, mtervalli e limiti seguenti. 2"] matti1w. Sj fece stri§c\ar il r1Ìli'<'lto d'.1rgeuto soJiùo, opportunamente disposto colla rascl_iiaturn , ~ulla coogiuntiva ocular~ dal lato _esterno alJ~ ~,st~nza <l, dm: li~ee daH;a,1ellq n gon(ìo d1 detta coi1g1untiva cl1e ' s, protendeva ~ull~ cornea : imme_d ia ta men~e do]:>~ si praticaron affus1om fredde e contmuate. :Nella v1s1ta della sera si ript;teva la mpclesip1a meclin1ziope·dnl lato intern o dell'occhio. Nella controvisitn e nel susseguente l'nattino s' aclopel'arn egl1a.,Jmeute per la parte superiore ed infel'iòre dél,la co11gi unli va <?_ç,t1lare. . Quatt<altre éauterizzazio11i stat~ rip,eJute nei giorni successivi collo ste$SO _ordjne e Qegli stessi luoghi riutuz.zarono l'acutezza di;lla mal,1ttja : ful'ono iu s~gu.kt.O pra-; ticate n qunnùo a quando ,1lcu1Ye it1$tillazioni nell'occhio l:OO una _ s o1 uzione di nitrat<;1 d' argento, maggiormente :.11lungnto di rnano i.11 mano che l'in1ettev,1110 li sintomi loculi. L 'ammalato perfeltamente guar ito lasci,l\·a lo Spedalc 11el giorno '.1.8 de1 mese di u1nrzo. Osservazione secònda. AlcssatHiro N., Caporale nel 16 R eggimento fanteria, dell'età d' ann i 3o, di temprra''n)ento s'anguigno, di buona costituzipne, deqito al vino cd ai liquori ipiritosi, non niai stato a111mabto, fuorchè d4ma bleunò'r rngia e d'una leggicrn Ottahnia p erfettamente guarito nel m ese di luglio dell'anno scorso, e utrava uell'Ospedal t: Mili tare acldl 1 1 del r11ese cli marzo con tutti li sintomi di grave Ottalmia purulenta, associata a gagliarda febbre. Cinque salassi uci due p rimi giol'ui, un sa11guist,gio nel terzo) poclii ha gn.i fred di e sette canlerizzaziopi fatte nel modo sopraddetto lo poser in grado a·abbaudouare lo Spc<lale ne)Jo spt1i,io ~d' olto giomi. · Osservazione terza . .Antonio .For~una to, cl.i lliomig.iiore, Sersente nel 16 Reggilllento, d'anui 3o, di teitlp,eramen:to sa1~quigµo -biliosq , <li bnona c9~titu·1,ione, al;,i&tuah11e11te sano, 11011 sofl~rse, mai nè d'Ottal mia, uè di scolo uretrale. Entrnlo nell'Ospedale ai 28 di ma rio per Ortalmia pu1·ulenta al s~)o occhio, destrq, caratterizzata cb'ì gpwdenor11eni dei casi precedenti, off11i,·a egli uu Jeggie1·0 grado di riazione f' el' lJ111la pl'OpOrZÌOO:ltO all'intcusità Jei sintomi locali. Cinque salnssi g,rnen1li , uu'operaz.ione di migna tte, le be·va11<le ,tarta1'0.-stii>i.tte 2 i bagni fredlli locali e sette cauteriz::azioui praticnte nel modo sopra esposto, compivan ìl metodo c1.1ratÌ\10 stato messo p1:,1tica l 'e nd giorno o,tto cl1aprile usciya dallo Speciale b,ene guarito, Dalla semplice spos~ziooe di qu~sti fotti d c' quali l'an<la nfento quòticlinno fu da alcuni di voi con esuttezia osservnto, non Lavvi c11i tantosto non iscorga co,ue io JÌon intenda accennar a metodi di cura strao~dinnrii o J1novi , ma sibpenc t.il m ~~oc!o arHifl'o gistico prònlo è,d energico , positivo e negativo , con 1a giunl11 de.Ila caute1·izzazior1e p,ra-ticata col nitrato d'argento soliclo. Bcuchè in Medi~na e più speciaLnente nell' Ottt1lmia purnlenta blennonagica nou si possano stal.,ili1e regole genernli invarinbili ed un m etodo di cura applicabile a tutti i. c1sì, t11ttavia, s111la sco11ta dt\lle esposte osservazioni,pnnni si possa stnbilirc che la cura meglio di1·etta nella 1milattia in discorso sin quella che tende ;;in cla principio a procurare, come si suol dire, 1/ciborto della malattia e ad impeclirne l <: funestissime conseguen ze. E di '"ero sia che l'Ottalmia derivi da intensissi,na infiammaz.ione llemmonosn, .si;;i che tragga origine (la speciale avvelenamento per l'uzione di maligne cause, i suoi esiti

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i>rèli11a1·ii,stav9 pe1; dit•é twces.s:u·ii, sono la suppurazione, • l'ulcerazio1ie, lo st1·1u-as,1111ent9 d'umori dh·ersi, le ade• reuze, ecc.; ovvero nei casi più fortunati la malattia passa allo stato cronico l:011 granulazioni, varicosit~ ricorrenti, riaccensioni flogistiche, ecc. 1 Rimedii aborti,·i sarebber il metodo antiflogistico ene1·giao e la 1)1·011tt1 cauteri zzazione. Pn1ticata cogl'intervalli indicati e limitata alle estremit.1 dei cliametri vertic.,le e trasversale dell'occhio, La que~ta il vantag-gio che Utinote è la riazione consecutiva e ehe comoé-la e pronta n'è l'esecuzione. Con le im1nedi:ite fomentazioni freçlJe o ghiacciate il dolore provocato df!lla caute1•iiza"zione non dura più di m ezz'ora o tre ~na-rti d'ora, pel''t;ònfessione dcgl'i stess'i malati più limidi, ed. (: perdò cosl poc11 in q1.1.esti l'apprensione peHe successh•e cautcl'izzaziooi che le,donmnqano eglino stessi . SoJle\'atà i 11 fotti h palpebra superiore,senZ"a rovesciai-la o depressa l' iuforiorn e raccomaud11ta la rotazionè dell'occhio nella direzione oppostH, si J?UÒ comodamente strisciar il nitrato d'a rgento su buon 'tratto della' congiuntiva oculare : ma la gonfiezza delle palpebre, 1n fotofobia, lo spasmo talora quasi t e tanico dei muscoli retti, dell'ol'l,licolare, il dolore in fine e l'avversione dell'ammalato s' opporrebber :il proseguimento dell'operazione nei rimanenti bti del glòho dell'occhio : ad evitare pc1·ci6 cotesti inconvenienti si · rimanda a sei od otto ore ln -cauteri'.l7.azione e, si metton in opera ncll'inten·allo i_hagn.i frec41i, il copioso salasso, le bevande emetizzate. Questi ultimi sussidìi terapeutici si prescrivon e possoi1p più o meno 1·io110,arsi a tenore clel grado di riazione generale e delle. altre particobri circostan ze. Così· pure., per 11iguard0 alle cauteri:izazi,oni, talora bast1;rl1 )'a.v ere fotto passai· una volta il nitrato d'argento n~i s uddetti quattro punti carélinali,.altre -mite in Vf'~ C bisogned1 farlo J'Ìpassn 1·~ collo stesso o,rdine n~i.111etlcsitni luoghi e cogli indicati intervalli. li s,\lut.. r effetto della c:1utcri1.zazione in tale ,;1odo instituita non è limilnto allu sole se.cli toccate dalla pietra., mnJ ~1 1,~ano c;he quivì s'nssottiglia 1,,, congiuntiva pel dista": o dell'escara, s'anizzi'scooo cd a poco a poco impallidiscono le parti circostanti; l 'assottigliam~nto ddh consiuotÌ\'.l <lOHIJ)l'CSi\ da cl1ClllOSi ll)OVI:: non tanto <lal dìstaccamerrto dcll'escarn sovente 11ppena percettibile, quanto chi uo,uentaneo aumento m ateriale della sec1•e7.ion<i mucoso~pltruleqta, c;ome succede nelle caute,:izzazioJ1i Ul'elrall. Ossia inoltre per effe'tto della stimolazione i1rdotta dal caustica che s' estende p iù o meno alle parti c;rcondanti la sede st~ta dal ,m edesiJno toccata, ossia, il che è più probabile, per u1i effetto dinamico opposto che calina l'eccessivo orgasmo vascola1·e locale; il fatto i: che rimaçe pTomosso l'a~so1·bimento dei lici,uidi stravi1sati fra le ni.i'gli'e·· del tessu to Cl'llul.1re sotto-cougiuntivale e che la morbosn riaz.ione vitale elci tessuti si conegge per 'la benefica azione virtuale clel · caustico, calmandosi prima i dolori, modiGcandosi poi la natura dello scolo e cesrnndo ìnJG.ne la mo1·bosa secrezione. Effetti a11<1loghi produce il nitrato .cl'-argento sulle pàrti genì:tali affette· da ulccye veneree o <la scolo blennorr oico : le opportune c:rnte1·iz,zazio1ù uretrali disseccano le sorgenti <lel!e pii\ antich e b1eonorree o ne· tolgçn _a lmeno la contagio... it/i (Bau,né), come la tolgono all'ulcern venen?a primitiva moditi,caodoue Ja 'superficie s.ece1,nente. F edele, ai principi i del J)ualismo, Rognetta consicJera il nitrato cl' .irgento come uuo speciale modificator ~ che induce un avvelenamento astenico del)~ ghiaudole mucosi'; e delle meibomiane violentemente infiamnrnte , ma la seducente lcoria del Dualismo patologico e la


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77 conseguente ,applic,ui~11e della Dico~oll)ia ~ .i'1:mac0Io·~. i;ica non danno in pratica quel!e sod~l1sface1:ti nsultan~e che se1nb1·ano vrometter a ·pl'Jl~Ja i;;1~inta. ,com~ non l'lconoscer in fatti ,qualch~ cosa d1 ~pecrfico m ciu~sto genere d'Ott;llo1i(½ eia ogni a)tr·a diversa per Ql'1gme, pel' andamento per fonna, per ten11itrnzione, per cura? .to stesso Velpeau cl1e, còmbattendo le esagera:doni della Scuofa tedesca, si sforza_qi semplificare tutte le O_ttaluii~, è c·ostretto a<l ,armnettere l'indole speéifìca.dell'Qttnlm:a pùrulenta e della sifilitica. Se111hra dunque ('he nel mtra't o d 7 argento, oltre all'azione din~mica· ~ chim_ic_a lo.cale, si dcblfa ricouosce-r ut)a -spqc1ale ~~~'.one Vll'~ua,lc perturbatrice o comunque 1rnodificatric,e di quella spe_éifica condizione patologica riconosciJ.tta pure da H.ognetta. Da soluzione di quel sale argénteo è })me vantaggioirnmente adopèt·;tta nelle Ottalmie catanali corntini, attualmente domimmti in un cqlle remnatisl)l.ali. Osserva.nsi di fatto nella Clinica 'frequenti càsi d'Ottalmia catanale subacutti, leggiep1 in principio _e qtr}1si limitata .alle pàlpebre, · la quare nel_ suo corso si scorge ad un tratta estendersi: al globo dell'ocèl1io cç,prendolo di ('hemosisierosa, bianco-ros5igna, po-lposa, fhlccida e mobile: lo scolo mucoso i appena visibile nel mattino: nessun ùòlore, nessu.n' avversione alla luce. A prevenire od a ccssarè quest.o fatto morboso che sembrn costituito da passiva .CON, es~ione co,ti :,ieroso: tra ~asamento ·sotto-congiun!i,v ale 9 è molto soccorrevole l',rnst1llare·quattro volte-per giorno una soluzione di nitrato d'argento alla dose di cinque a quindici grani in u11'oncia q'acq,uq d~stillata. . IL ll}Odo d'operare di quella soluzione .sembra panmente che si clt::bba deri,,are dalla specificità del ?a)e contro llele111ento catarrale comune. · · · Da questi pochi cenni, non che da quelli già _prodotti in a.ltre Conferenze intorno a~l'Ottalmia pu1splenta hlennorragica 'potrete facilmente, amatissimi Còllcgl1i, riconoscere quali-siano i p'r,incipii generali teorico-pratici d :e mi guidarono nella cu_ra d'una malattia altrettant o nH-;cidiale per l'organo d el1a visione, quanto frequente, 1Je1 soldati p,articolarn1e1Jte. Giudicatene.

RELAZIONE DELLE CON-FEHENZE SCIENTfflCHE Contùiuazione dct mese ili ma1·zo 1Sot. N1zu. 'Il Presi'àente ap_riva la sedutafoei 1:5 marzo con riferire: i. Clie in generale lo stato di sànilà dèlle truppe continuava ao. essere soddisfacente: · 2. Che il 1\ umero degli scabl>iosi diminuiva eostantcm~nte, essendone il termine mediò ridotto da 8 a 10: . 3. Che, a malgrad'o della conth:mazione dei venti ora freddi, ora tiepidi, proprii del clim~, il nu1i1ç1·0.tlegli ammalati ffon era tuunvia aumentato:· . 4. Che lè malàuic ·tlomiòanri di nhtui·a reì1m'ctfi'co-(lògistifoa facilmente si scioglievano con u·.n modera~o regime ani!1Ògistico negativo e posiiivo: 5. Che, ad ccceuuazioìie élcl 9sò nòtato al N. 7, le malattie doéll'àpparato .r.espiratorio non, ·furono nè. gravi nè frequent i. , Premesse queste eon·sidera'.ljioni, fu data lettura dcllç circolari del ·Swpcriore Cons'iglio Sanitario-M(iitare relat.ive all'invio dc' sòldati alle Acque tmnali e sì discusse sulle var'i~ _ìnalatlic che debbon essere ·registrate sugli Stati come motivanti l'uso di dette Acqur. ·· Nella seduta dei 31 dello stesso mese, urevie favorevoli ,..... ; .relazioni sulla continuazione tlcllo_ stato sanitario delle \

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Ùtlppe si nel Qu~rtieré, si ,1eJl'Qspe~aki, il l)residentc con, sml'1ò l 'inLiera sedut~ nell'esp'orre _ie moderne dot.trine !lei diversi Sifilogralì cd il risultamenLo delle div.erse p1:atiche, negli Spedali. , ,,, NovAnA. La Conleren.za del giorno - 30 di marzo versò tuttat sul. miglio ramento .che pot1'cbl.Je introdul'si · nélla cajzat;ura del soldato. Il Presidente. propose di rimediar alf'incomodo · deJl!atLualc forma ·di scarpe.col fare si che la parte latcrale--e posteriore delle medesime sormonti i malleoli illlpa.rtcndo. ~uasi alle ·sca;' pe la forma ~e' mezzi stivali. Il Medico del 3. Reggimento propose che •quando lè calze · non potcssc1· adottarsi pel soldato ti .cagione del lorO' prezzo' gli fosser in vew sommiilistrate pezze di tela con cui.a:vvilùppar i piedi ed impeà irc còsì le freq,ucnti esc01·a.zioni dorsali del piede per ·cagiope del ru vido suo cont.Htò' colla scarpa e le plantari per ~a usa del prof1Jso sud9re, li Dottore Fumagalli appr.ovava quest'ultima proposta siccome queHa che era sanzionata dalla sperienza fattane nelle campagne . 1848-49. ·c u.NEO. Jn questo Sp.e,daJe si tenne nel mese di -niar~o una sola Conferenza in coi fu dal Dottore V'ag1ienti letta la Storia , del tumore tubercolare allo scroto s.tara 1:egistrata al N. s. ASTI. Da questo Spedale non. pervenne alcun Processi) verbale: furon in vece iuyiate alcune storie di mala.ttie term:riatesi infaustµménte,, delle qhali le più importanti saranno_ riferite.

M.ese d' a1i1"ile. TomNo. Apriva~i.nelgiorno 3 la Seduta colla lettura fatta d11! Presidente di due Dispacci de'quali il primo del l\linistero col q.uale s'invita nino· gli Ùlfiziali Militari ' di Sanitù HJl'aJ.,L>onanìen to delle 12' Litografie rapprcscntan ti li principali fat.ti d 'armì defl•armata Sarda nella campagna delhmno i 84S ed il secondo del Presidente qcl ·consiglio S,uperiore l\lilitare di . Sa11itù col quale, dalla .parte del Ministero e per suo governo, si desiderava sape re se gli si.essi Ulliziali <li Sanità '\'.Olcssero seguire !'es e!ppio'dei loro Collegh! stanziati in Geuorn deliberando slllla proposta ddl'Istituzione nello Spedalc d Torino d'un Gabinetto di lettura composto d' Opere Medico_ Chiruq;iehc da provvedC'rsi a spese ripartite a tenore dj grado. Non appena terminatasi la lettura di quest' ultimo Dispaccio il C. Dottore Gilli chiese là parola per proporne l'immediat::r arCl'.ttazioae ·per acdàmazione cd il Dottore· Alfur'no convenendo sull' utilità della proposta, opiuò_ per~hè quèllt; fosse maturata. Alcuni [litri Uffiziali Sa11itari emisei'o , molte opinioni, tulle f~vòrevoli all'àcceuazione, discordi ,sol!) nel modo <l'attuàrla. La deliberazione si rimandò · qui~dt ad un'altra Seduta. · L'ordine 1:let \;iori10 designando la di·scussi?ne_ s~Jl'azione controstlmo-1,aih e del Merci1rio (1} il C. Dou. G1lh lesse uu su-o scl'itto in confutt1zioflC (2). . Alle riflessioni del Dott. Gilli 1·ìspose il Dott. Arena not.ando com'cgli, dopo aver ammessi1 l'azione speci!ìc~ _tlpl Mercurio ed accenn:rlo. all'azione sua di conlatlO, ·t'spl1c1tamente avesse dichiarato nella 'sua l\lemòria di non vole1·c fare parola fuorchè dell'azio~e dirami ca la· quale d!sse cle1Jrime1Ue pe1• aver egli più, volte usalo con succ~ssQ .11_ l\fercurio nelle malàttie inlìammaLOrie p· e. nelle pçr1to,n1L1, nelle spleniti, nelle epatiti, eec. Pìsse che la s~omatite ed !l ptia- . lismo non provavano l\izione stimolante del Mt>.fCu1:10, 1~1a costi tu ivané sé>lamerrtò un'effetto ·scco1tdaì'io, meccanico, tr(1) V~di oum. 6tlol Giornale: (2). V:cdi iìum. 8 ìtl .


78 Soggiunse che gli cOctLi risohenli òel rimedio in quistionc non potendosi spillgure fuol'chè pc1· l'rmpovcl'i- · mento indouo 11ella lussurcggi11ote ,•ita plastica, convin~cvan Appunto della sur1 azione deprimente)· la quale cosa potevasi anche miiggiorrllC'ntc rrovare dall'ispezione del sangue dei rnc1,curiulizzaLi il H_ualc si prcsenla per lo più fluido, sieroso, povero di fibrinn. ,ConLestò il Cn1•. ·Gilli che l'azione <lei l'imedi risolventi si pole:;.se spiegare pc! solo impoverimento indQtlO ncll' eccederilè ,itu plai;tira e disse cbe l'nzione sciogliente del Mercurio consistevn nd scemnrc la maggiore coesione delle mat()ric organiche, nel favorirne di poi l'ussorl>imcnto é nel promoverc l'escrezione delle assorbile, t:1lora finalmente nel pt•oclurre metamorfosi cfi spetiuJe natu1;a, 11 Jll'C:sidlnte fecé rilleuerc come l'ozione dei rimcdii essendo in pa1•tc so~to~ostu alle leggi d1imichc, si poUùsolo pervenir a giuùico,·e i1 vero "\'alorc d' uo rimedio col combinarne il vario moJo d'opc1·are. li Cùv. Gilli instò asserendo e.be non poteva egli rendersi persuaso come on rìmedio il quale esternamente applicato opera stilnoloricto, possa poi, tradotto circolo, in dispiegare <'ffctti opposti suJl'organismo. Rispose il ·n ott. Arena che il diverso modo d'operare tlcUo stesso rimedio dipende in massima parte dalla divcrs(l dose a ·ctìi s' omministra; che dei · resto distinguendo l'azione sua di conta/lo dall'ar.ione dinamica una Loie spiegazione <liy-ento.va chiara e razionale. Addusse l'esempio del ta1•taro emetico ·il quale localmente appli<·ato irrita, infhnuma meccanict1mcr1tc, cliimicmncnte la parte, mcnLre che, passato nel oangue, deprime il pote1•0 vitale cd è perciò da ognuno tenuto quale validissimo deprimente. Dalle qoali cose tuue concl1iusc che l'azione deprimente <lei Me1icul'iO ci•a suffieien teme n Le prova tu. li Dott. All'amo disse doversi"consomtnlrcautefopronunziar un tlefin'ilivo giudizio su questo argomento, gineehè molli eejcuri Scrit101·i di n[atcria medica, Lra quali il Fold1i, creclon il )forcm·io irritante C', avuto 1·iguarclo agli effetti suoi lernpcuti6, risolvente. Agl{iunsccbc molli dei fenomeni consMuLivi all'ommioisLraziooe di questo rimedio, quali sono le lesioni funzionali c<l organiche <,lei ventricolo, lQ gravissirl'IC stomatiti, l'aum'ènto tiella perspirazione cutanea, la coneitò1,ione e frequenza ciel polso, l'ansietà di res piro, ccc. proverebbero piuttosto, se non un'azione assoluta di &timolo, l'azione irrUanle che la contro!;timolante del lllercurio ; alla quale sentenza henchè egli non sotLoscri,,a, perplesso tullaviu rimansi pc1· il con trario giudizio di così g1·uvi Autori. All'uutorilà del Fnlchi oppose il Dou. Arena quel~1 del Rumazzini il guolc, nella rièscl'izio~1e degli cffc:lti dal l\Ie1·curio prodotti nei Ja,·oràtori delle miniere di wlc metallo, non uccer.1oa nd alcun sintomo clw di oatura ipostcnfazantc non sia. Aggiunse quinùi le c?nYincenti sperienze del Gia,comini e le osservazioni necroscopiche che lasciano scorgere gli org~ni degli animali morti da av"clenamento mercuriale bian. chi, lfocci<li e quasi es(lngui, come in Lullc lcmo1·li da ipostenia. li Pr~ ideote conchiuse col fare presente: la spmma .<litril'oltà di pòlcl·c risolver in modo assoluto la ' quistione quando argomenti favorevoli stavano dall'una e dall'altra purte, Disse quindi che fa sola incontestabile azione del Mci·curio era lo specifica e che hisognava aspcU·1r c <.hl) tempo e dallo stuclio Ja diluci(!az.iono .ctel modo dinamico d'operare d' un tanto 1•imcdio. E~aurilnsi in tnle modo la discussione sullo scriuo del Dott· Arena, il Doli,. Longhi lesse una memoria suWu.so (let C~leltieo autunnale nette c.um elette Artritidi (vedi n. s del Gior-

11ifiiti vo.

nale). il pr·esi<lcntc clichiur6 apcl'la ta <liscussione su ql1csto~ lavoro, mo, ..dopo poche osser,1azioni, fu essa, rimane.lata olle sus~cguenlc tcrnal.à, La seconda Confo1·cnia fLL lcnut.a ai '11. Il Uolt. ~lfurno lesse alcune os~ervozioni sulla Storia del Dott. Eongbi cìrcli il modo 'd'opcra,·e dcirfmediLNòtò comc,sebbenenòn nuova, 11na couùe teoria fosse assai singolare, essendo r11cilìssima cosa 1 il di11e che UFI Pimccùo ,,pet•u 1;pecificamente. m5 non cosf facile jl 1wovarlo. Disse che la thina ed il rncrturio Cl'OllÒ rare eccclluuzioni da tolti ·amrue~se e che a quesl1 rimedi non si poteva paragonar il Colchico; ili prova del che invi1ò il ~1,10 Còllcga a dfrgli quonli casi fosser a sua cognjq,iòne di lu,i costituzionale suariti S('nia ·mcr,cul'iO e quanti cl' artritldè guariti senza Colchico. Ammise lo nòn ancot·a sufUcicnteu1cnte conosciuta ozionc dei formaci, mi.I sostenne non potersi negare la loro azione dinamica. Contestò che un rimedio, ammcssanc anche laspccJficiià, potesse egt,mlmcnLe operar in qualunque periodo:: d'una determinata malattio, siccome si potevo pr0vare collo stesso n:.wrcurio e.coJJn ebin.a, quali inoppo1·Luoamcnle amministrati sono talora non solo inutli, llt:l d~nnosi nella sifilitJC cmncllc fobl>ri inLCl'Olillenti. Cond1ius·e che, per assicurare:ad un 1·imcdio una ,irtù incontcsCuùile, faceva uopo most.rm1la :ippogginta a rngionamenti spassionati ed a fatli numerosi e bene circostanziati Rispo~c il Dou. Longhi non aver egli inteso dire cose nuove, ma averCÌiSOlo voluto espor una sua particolare opiniQne; il che fece ,in chiari termini nel suo sc1·iuo. Disse che in colesla sua opinione ancbbc tJcrdurnto sino a tonto che gli fosse in al~ro pili n1gio1)cvole modo dimostrato come un dctermill:lto rimedio op.eri di p1•cfcrcnia in u11o malauia, uA'alt1·0 iù uu alt·ra, ccc. . Il Presidente fece rifletter al Doll. Longhi che, avendo la Chimica trovato nel Colchico un principio olenloidco dello Veratrina cd a;questo principio att.ril)ucnùosi tutta la virtù mcdicamcnto$:l1 non era: più il caso <li chiamarla un'incognita l'azione del rimedio in discussione. li Dolt,;Arcna, dopo aver contestata la spetificità§iùi ciaschcdun rimedio, 1·ic4ic,:c se il sulasso,(ritncdio per ectcllcnza, fosse· ttnche da dil'si <l'azione w ctific:1.~Non!(ne~ò egli thc in un genero di malattie un rimeJio fosse più ulile che non un'alt~·o 1 ma so,,.•iunse che• il Mcdic'o ra~ionnlc deùùc vo ùt11· opera per conoscer in ogni possibile m ndo l'azione dei timcdii onde uon cader in un a~oluto Erupirisll!o. Rispose il Doti. J,onghi nulla esservi <li positivo &ull'oiione dei rimcùii; esempio il Mercurio dato con successo nella tisichezza. Appunt.o da cotcsl'cscrupio del mcrcm·io il Doli. A1·ena pretenderebbe essere maggiQrmcnie tOlllpt·ovatn I'a~ioneoonlroslimolantc del mercurio, u quest'azione riferendo la sua utilità: nella ti$ichczza, siccom,e, nella peritonite, 11cll: ~patite, ccc. ' ' Al paragone istituito dal Dou. Arc'n!) rispo~e il Oou. l.longbi notando che il mercurio opcrarn bcnsi con utilità nella pc1·itoòite, U\)11 P?rò,nellovstndig,t\ell'acutezia info,mrnotoria, 111n so1o aìlorqonnd'em immi11ente lo stato tifoideo o quando v'er.a prcclotilinio dell'clc:,mcnto 11er.voso: sogginnse,]'qu inili thc non poteva «!gli decidersi quale fuut-0re della sua azione <lina1uico cpnlrosLimoluntc, nè di quella opposta. li Cav. Gilli si dimostrò propenso a considerar i rimedii dal fato <lçllu .speci!idtù e aèl iJ.Ccrescer il numero clcgli specifici, affinchè studiandone accurat.imcnte la natura fosso pce maggio11mentç arriccbil;si la Scienza me<iicn ed opera veramente utile ne risultasse l!1 grnere1mv1110.


. . W)' • I . " I Dou. Longhi .~l D<~ttor-e . .Arena h>asssi p1·.gomcnt-0 Ani ìungg,.piÌot!'..!Jr~ a des,i.,nare qna,,le fosse il principio attivo del.~olchiFO, riò che del!a, <l,scu~wne p.cr dimostr\ll'C quanta fosse J'impo:r,t;rnz.').. non rtaltèreJ)be dal suos9_:itto, quar1L1,mgue,.non dubiti egli dc!P:irgomcplo COll$iélér·ato in ispc.ci~·µal lato. 'dej principii: t hc a seconda delV~pinio1i'e ai qua~i. LuLtj gli Scrittori, non ~or~~icì .es11osti dal Dolt.. Lo.ng}ii sul ~nodq d;opci:arè dei risia ~ci· aù~ibu(re l'cfficacifi dl '<!otesto rimediò a.ti un pri~cimcdi): ai quali principii disse non dov.çr JHI.edi<lo soito1 nio alcaloideo il, quale, per lupgo tempo confuso colla v&r?tsèi;ivérc per l'incremento, Slésso ·~ÌçllÙ Scic,nm ']a quale caù'.ina:, fu, jicr rip.e~uti sperimenti fa.tti dit G:Cìger,. yinclè1· ed dreù.lic nell'E~1niris1rio, (<;>mir.e di.çhmtii incalcolabili all?umn-n1lri Chimici, 1,iconos$!iulo, essei: u,n pa,rLicola'r~ alcalpidc nilù. ,~i~_qr 1ò, q11i:ndi chç iLllr·e,,iar-ati di ·colc:J.iicò 's'ammini>:-1 tlcnorninato ColcÌ1ici1ia. 1?1'eJ'nc,ssa questa ve11itì\, il Sigt.B~rQ;-, s.l•,:av<l/,}Ogia r)elle-aITçzioni,reu.matiche acutqdai Medioi:Jnglcsi 1 vèro si fece,( prov;ire ~i) l< Ù•soiJ,op(>oi preparato ·nel mod? f~n,o 1Ia_lJ'.anno :i.,SH c. e.ho, a..v.eN_anò questi, sino d'àllora·deril:sp<ls~o 1u!l) \•ulorc d'.elb1 Memoria in d'iscussioue ben llrngi, \'ala, 1;cgfoa1:ia del colc-liìco . nelle Sttùdelle tnal'àttir.'dall'audall'esser il migliore prcpahr~o di CofoJìicol sareol:ìé 'in ,ièçe ll}-e·J},~O. se.~çizione escf\ezione <.l 'aojdo lll'ÌCO per le' uno <J;éi- p'l'cparati più ,infcéfèli sr-ccoJI!e q4ello ..chç1,npp, ,è.ò»r v_ic,p ri.9arie~, Ci!-ò ,lle~'lcly T-oit ihquale ìiel sùo 111,atfatò sulla terre~bf! . ilJ <J.e\t~_pl:iqci~io _a,1.c!alpidpo\. 9 ciò p~r I~ .s,qgtJ/mLI Gott;;i·1.•iget~4iJ {;Ql'elijco nclla,condizionc 'llslen'tca •deJl'afmnarugio11i: t ,pt1r e~rr~.• d_i'.ffie1la 01.teuim:?!1!, sugj), del bulbo 1 d1 lato; ntcrit:iicJ.o· vaota ,utilissimo·nella toh1llzionc oppus~~ cd Col~hi.c-0 se11za la giunH.1 d'1lcqua; 2. per.essere hi i'olchioiif!"a • i q, soggeJ:ti .g,iP"i'ini<c robusli,• d'CJ;i:vandon'e1 l'azione dall'3u. insolubi.le nelFacqua n m<le ne dcJ:1:va: un sugò ~r\t o .µ;-,?fff · f I mento ·delle ·secrezioni dell'orina •è ·de1t5' ùil'e : citò "pure - caeìa: 3. per Ia-·fouilè_ilÌ~cr!)~i}~i:r~ MJséirop1Jo p.qu,al'1,;fqr- I ì\fonr.ut'r~t ilc!uafo, nel r-i'co~ios:~r.e la propr'rè~~ s~ecifìc~ dèllo m~to· a S?h.~zi?flC; sr,m12I,icc de!lo·zucchero, ne~ s_ugo1 a;vJ:ehb:e stesso llll'O'cdIO nelle- affe~JOill Gott.osèl ''fa:. alp~bdc·re: la sua I' in,cpnveni(l"l!lle di contceocre -µrincipii mucosi·; · albumi~ · utiJit.ù dall'àzione dras~icà :· citò fo fÌneJt0Ì.icht\rdat che rac..: nos~, CyC. èhe rp1·6dure.bbero inl'a'll~rtemeqte la .fet~~QJ~c~mand~ som'ln~·'i)r.u'dénza. Il ella spa _ain,niiiistrbziohh acça•, 1 zionc. Per le quali ragioni sarcbù~,.dl.1 E:qicsi~P!ìsi aJ.!~~~8 1 gronandolo d~lla1 morr<l ' d1, molti ~oltosi .' 1 il dettò-sCi1'QJlP9, 1p,a~sj,JnJHllCl)tç ehç VÌ ·S!.JlOtrçbbcr.o sosti- 1 . 1Non '11: g<> 'il JJ6'(,~j,:? ~o;,,glfi 'es~~fC p~~ _ss~Ì(ia Sf'~)éi~ pr_~~ toir :altri pr, nai:Mi, él'c0JJjeiicil;l i.nco.nt.esU1MJo,, eome •J'aceto· <lenza, nell'ammimsiraz10ne ilei Colcluco ma soggmilse clic.. <J.i-colc1iico, la ti1itura atco,olù:a- e.. l'~s't,1,attq ùlral'cooficQ.,_, dato-·cla r~rnn ,e.s.peh n, ~on .ffllisce nini_~f!:s1s,p.èttail~n_ç:~•Coq,< · ne~·~~~ li H, pria~!pi~, a_lculòidc'o mfn'.trovaf :f~Lera.~~·,:~ ffete' testò ~Ile" l!a".igne , § cl~ CoI'~)\if O mo,v,q,ijCW.J?re d~Il:amre.Qg> qurnili a, pr!)vare dune l'aceto colchico che, perli\ cleco,1}'lpode~?e evac~at.'i~rii1·a1'Iifie e4.,a,<Jdus;5; .... ÌP -I!f<:>P~si~~ .!'tese11wio1• sjzio.n,c,d~l ,gallqlp'.di; çp}cl~ieillà(o[)ena:.tp ,-dall' 3cidp , acetico,, 1del ,pr.ciprìo Colonnè/Ìo' il g~ale, çpt:1\~0 ,co!,cokhicç,; ,eb.!).c ad,-1 forma un aceto dii Colchicina soJ.ob'ìlissimò, sa1teQhé1 del otte'tlere notabi}( vantaggio,<gP.nza.., ev~cuazioni al vine-, ·~na " • • \ t · i..· -~ r. · ·,; } • • \ d''l I 1• l' •1.t. u. • - ~h ls ,1 !- .._, , ù .. ,t!"",.r .1.4 .-1 ->c>,, "" r·' .~ anteporsi:ad ò'gp5i aJlr,a _pr~Viar:izion~ 1ar1lì'ti~euJi;ca; 1p :n~tJq, P~. so.O'fRJ.'!.1e11tfi ~eU~1Jl~fSP.~fJ1!,ÌQJ1e,,ç,y_¼J1ear,-,ço1l<;,hi,usc ool:,! b(t!Hb'. ij~!'.IOi(jlfiJ'\'di "dfJ!i\ \ ii} (Ul'l,\ ;}'}~ò'sa· <hPFRig._i;qnt<:_,i. P<l!' I d1rl~~cij.9?,)}1Cll.ll''e~\i~~r,edog1,w ,wec\~t~ llJ i i:imedi!,, p~n~~ Ja, pre'.5~!'!;!!, çlel Pt!·!l%~:P!R1PiiPPç;ist~&ont!lnl1~Qr.n~hV.~n_o, fm:'",! perJl.;~b.~ (10:!t, po~?.!Jll 12\t~\fillS.i,§>1JutàU1::,effcH1 ,,quando .soa · tnt)ndosi; u111rdoppi0{1Salotdi•t~ùtllàtp cri 61:Jlc-hi'ei\i-a-e di•pdtassamn,m1\li1s.tra,ti i_mp,1iµdcnJemen:t~;e.senw.·,r:iguar.do alle compllcbc è ~olubile: J'\Qll eracss.n·ùn'•.flmédiò Ìioco11dàtt.9; sj~1oip'é \'o eanJ\V l)Al',bO.s~ tìl ,sedutai chiusa:-a1Jc, ,3'. p,• ', ) 1 quahtrc'av,t H)~,où. 'L.defsq.i.: _ gw~'4!!,:.<li~sr, :4!!~1:a.cs16·ç . ~i11;1 " . 1r •,.è • :. 1 ti).1t1,1rà vh;ips!\" di •CokhicQ ais,?,S\Pi.1rc- dell'c&li;alto 1dral- ' i lt!• . ,v-. 11., , cooHc.o. Ì<ll';Cui l0t,p1;esenza clelllalco.ole servc, m~rabilmcnlè_ :1 .: f 1 • l .Pa't-"iei Se'Coiid;..a. sciqilie,.r .il )~incipiq ~J.~aloipeQ.,f e~ibì egli ir1 ·ul!ii~_?''d'itf" A • . 1, 1; ,Lu , , 1 ~• , .; • sLit~j1• op~orJune a_n_al,1}:r_P.~t" .Je5~~\r.c~:tcre~ùc.ad ev1~en:r,1n, H . i,. ri, • J.:.rr·, w ,.;,, " , . · . , · ·, ,t pi;ovatç>_~<;he nel sc:~9-PllQ J>rcp,arato,s'éf-'.9lldO 11 !11Cl-O~p P1'J\p.0;1u Ili lL RÈ@@LAM:~11'rrct . o.El 3, ·L>":QTT'OBUE •t I posto dul 0olb.'.1Longhi non·, ~ro;l.fii;s.l,. ,pre.; ..mbe• la Colchioi;na,, , 1,o~, n ''i,, • ·,··L 1:>~) 1s 1' ·:. • la qùàlt: 1•imà'he' nel bull:io·'ilsp~~!;O') iòl fçirma 'di galfa'l,o,. ·d_i t ,; ln-}•1 filllDlç,;~~q OAf, ç9,1.me S.\Nlt;~p!0i-MILIT0.\m:. • Colclìicina,\ nsolub/Id 'nr.H)acqua .O,}f-è ~olobilì;)ì •f'Jcjh;n'd {lttr:t • ! IO !,'j(1, ' ·1 ,r.' Il Lu ~~:.i~"' " • ,, , ·· · ·)e. , . ,, ,,' .,., ·· r ' · ·'· · .,J. Jt};1,nq ,S- ia(l, alterab1 w ., iqrc, J?.1i~SiiliJit1l(J; 1,(f4l t Cohsigi.io, . Sitpfn;iorc. "· , . '' I •' " ' l' . ) . I ~ ~ b • ;r . ' ì - f, ··e·>·f R.i$p'QS1l.iLQ0,t,t(ir1l ·lJOng,n nw1•,Csserg~i.1g'l).0Ja1 \l•P\'C~cnzat'. ì I 1 " l'l., iihli'tare 'llt".::,i.lnita; /, u"i 'l J,.. :-~;,. , 1• d'un ·•aloal~idl): n ~l .bu)lbo•c!;et cQMLiço; ·non contend{lr~.. t1!1.i ·· ·i, · ' • 1 11 sullf '<lenoniiuaùòne 1él'i ve'riUrfo'tt ò t1olèhièÌ'I:m, nç p'o'té1'é: ) ii· d i\1:hit ,, ' 'Novaln;bl. .11i;~ài.sJtlcnìli;.~ 1~_ 1,/ , .., conté~lill' i''fa.'tfi1 aduolli dal suo op·JJOsilOl'C sulla s~lohililll I • : •j ' ' [' I } .)Il i • · ,; 'Jn-0'"' ', , , 1 , ~- I I ' .. • ,,J/1 o non solubili lii a i. d:eUb :m:inèif~o trlr::àl~iclep ncT sciroppo: Iit ,i•;i•J · i'., 1~· ,,o .. · 1 nur> r, 10 • 1 ' flUestp . però ave1•1il'i 's_è,li'prè 1nir.ab·i,lménté 'cof ri.sposl9_ .11c,lla, f 11 {\ÈJen1PÌJ>1/.\i mÌ'9:,:.clpv;e9, fqk,t~'l~fe,s}~li~ ;:ie:V·~s. Jll;}midl' I o - tt' 1fa,yp11lY.OJ.YJ ,açs o.g l1~11~1,t9i 1l~U~-)Jl1st?,o:;1iJ:cmt Cl\l~Q.~,!i(h~Ol t pralicà" e a<f' olle 'dllsì ia~ci>lo 'v isto · pfo'èlùr'i èflcUi fali u'a ' rR,. J?,~c.r!f~'f sl~.i' ~qid'.@tto.J;>re,},fi5 9;<P~ p.<1•t~}le1d.1p ,~'L1,1l! 1 1 pot'cr, and:1cc1colwinto:dfo noli ·sblo,.vi ;<,lo;çc'\ta..css?1!0 ht~pré; . l, sl!..nt! ,yii .:i,dd!':l!,i ~:l~o:,~p,,ed4l~-tMifttj}l)e e.,P, 1;es.i~1o ~i .C,u:'i se.nza,d:d .l'.pi:inCipio mtti:V,o, ma ,:eziouc.tio• cb·drìuesto si<111an-' ~ neo:,l ,ri~~!t;n,.l;leQ.tl dtllç ,½R!}fe'.l'~pz~ égJ ,AQ,tJP.ani.~, 1v_1 t_e,, tcnna incòmJltoJ•toncbiuse in ·finb còll~?fl'r•irsi c.fis~hsto : !ntJ.te ,e' gi:i ipdi<;:i,~i imf ..c9.!TçJa,t j-ghP)'9~e~si,Fe.ìlbJ1h ~}?·tara" a presentar umr tale quale quàntita cfr"'dètfo.,,scfroppo ·anin1111ente pt'bvano qua 11to ciascheduno d1 lQt}iH9-~S~\ql}~mJ~b?, chè, sottoposto aù an3lisi, i t;lòtèsse decidere del suo vero ,ed J,<a;i t,itp,f} } f? ~ ?F~~gh«b:Sl!!'~ ,e'rp\~e,9 ra,~sc q,0Jl,?ss,1~·~~1t~ v..tlor~ U}QJicQ.'IVlh! c. 1 e;.., , ò .., '· , ,.,. ·r ial}o ,,s.h,<;!10, ,fi.9lli\·fl1l~~t1,,a;; lw p.ua ,,v10.l~1:i.I~ e , M lll:l.!!t\4-•., .Il 11H~ìorc B/.l.l,ctti, Ìfl~WìPC!)ffil /i, ·sjg...Ba~oj ;cro mir sw:rç I IdLa1: qe,~1&qs~eu~i;1~\ PIP.Jl!'ii .t!P Y•,, aì,ii~::,~i: ~tl}·i;js,p9JV.l~rè',P.'.tè:-\ se 'là1C,ol:i:,hi,cini}'JlO!fPO;l.f~s~· ll'f-:Hà'R~tura r,iinax}Cl1 in· sq-, ! 'IH!ll'\e"n!~•.~Ht; ,11ur.e,goyqrP,ati1v~. Q1,119dt,e. ,ebé negl_:1iìu~tu~l!tif 1o~to 11\e~i.,11e,i ,CJP"'l~ i9>f Pl>iJ;oJ16!ie di,-litaJ; alJA D.n.:ez10ne' s1wn~i~\1tPc~WÌ~?-P~PJ~i!lc~cir.p ?.P~ e.i~rnlnicqtç .u ~ilc. .. , 1 ,ll,~ii, Sacoii¼risti . rn•)W::e,,~ar;~v.cp;,;. r1isp?se ~a ·~ruçst~ jn.- · 1,Medico-~l1irurgic~ di ql~ello Spedale HQU ho .a:vl.\tO: dteo.· tel'Qe1lanza c11e, per Te ,ragion, g,_u addott.e, 1T gallato . ~J~ .l prove d1 vantaggio dall altuaz1one del nuovo Ordmachicina non pot.cYa essocc neLs1:1r0ppo_e che qucsLo non- r1- · mento c'hù-s(ltvizio<sa\fit~1rib-militare. E per verità il sersultuva. perciò di nianè(11Liio fuoréh'e!l.f'a<ltju'a, di ·prihcip1'i_ ;vizio sanitarie. çlir_o~~q_ da un solo Medico Divisionale mnoil:1gi·r.io§r'-òçlc:a1bumh1osi•con màleri:1 esu,nttrtv·ai. l,, 'riesce i1~ comple~so più regolare ed esclude ogni vana

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80 emula1.ione ed, essendo poj anchè al.Medie<:> DivìsiGn;\le -- RENDICONTO l\1ENSliALE affidatn tutta la malleveria delle cur,e agli ammalati, lia tlell1i malattie rlomùianti 11egli Spedali M/(itari il medésimo in ciò un conti nuo incentivo allo, studio a ( Ospedale di Sl1Ssuri mese d'agosto). gli eon e l'obbligo d'uoi1'c i 1)roprii. sfol'zi a <1uelli degli Se il numero !degli àminalaLi stati ricoveruti i11 coleslo altri Uffiziali di Sanltà ù vant:'lggio degli infermi i quali Spodnlc nel decorso d'agosto fu relativamente ma 0 aiore di Gosi p1·oftttaoo per lò più delle \cognizioni e della spequeJlo degli .altri mesi, ciò si dclibé derivorc da q~~ste due rieoza non d'un solo Medico, ma di pii,\ Medico-Chirurprincipnli cagioni: 1 ghi, non rn,ancando il 1\-'ledico Divisionàle· di cq,1i'sultnre 1. (lulla. ri:cs~nza d'.tm di:appcllo misto di Jlers(lglìeri e di Cavnllcggren di Snl'Clcgna I qunli accompagnavano la Cornnelle 1)1alattre gì·.wi e du~l,ie l'opioiorre de' suoi'Collegl1i. r~iss!one l)Cr 1~ Leva _Mil!t~rc èhe ebbe luòg6 in quesla l'ro• L e :A<luJ1anzc poi e Gòafereùzc scientifiche, oltre al Vl!lcira nella prrmn qu1n11cinu d~llo_stesso !JICSC e_daJlo sçiogiovare pel' !a reciproca istruzione, gionrn eziandio asghmen to del 3 llaLl\lglrooe dei C'aceiàLOrr SariJ1 dt cui la sai perdi~, mettendosi in chiaro i <l~fetti che posson oc9 Compagnia fu destinata a Sussal'.i: correre nel ~el'v,izio, con tnaggiore facilitù si t ròv':'1n l 2 •. dnlle,'condiziooi atmosfcripo-tellurìchc clclla stagione mezzi per am:latne lii pron_to_ riparo, nel mentre-che pl'oche corre le quaH, favorendo molto l'evoluzione delle febbri movono Jl:tmo1· allo stndio ed alla clinica osservazione intermittenti in urtta la Sardcgnn, le rendo o poi di quasi cslusivo dominio in alcune loeolitì1, siccome ehbilllo ad ose conducono per gradi a _quell'acconlo fra i varii ì\Iemb1•i servare pc11 la sndtlcLtn 9 compa"'nìa la quuJe, pel' avere perdel P ersonale :51111itario, che favorisce lo spirito di' Goi·l>O noLJat? a ft:r!'1.1gas, p1,1.c~I! prpvcJfaale nell' Isola,peHa son io• indi$pcmsàliile aQ ~m un.ifo'rn1c, e règob re servizio. sal,~t;r1tà2 1,nv1ò <l~asì_ s11'Qul_t~11camc!)l,e a~lo Speciale oi sol~ L'eserciifo ~oa1Jnente promisc1,to . dell;1 j\fo<licinn e da ti tulLI ammalo li 1.l l feb'brL rnlc1·rn1ttent1. . Chirurgia~ pure mòlto proficuo atti:so le diverse neces· Esposte per1alc modo le ràgioni del mnggiore numero degli amJDalati ricoverali e le. cause del predominio delle, febbri sit/1 nelle <fllali si può tro.are l' Ulfizjale SanitarjQ-MiliinL<~1;miutepti1 , açe<;nn!!_rù .,qra L11•ovcnwnte a 1p1cl taoto ohe tare nell'adem~Ìll'IC~\tp dei ~uoi diyei:si. doveri. ;Nè giìtJa qu~~tc o( r:1rqoo di p1u,p inµrchovolc nel lel'O modo. ,P evo-· obl:iiezior;é• ir1e 'ui1 '\\{~dico esperto:' a~sai diilioilmenJe lu:iao'ne e nel lòro dècol'so. possa ~sser a,ncbe un ~spe1'to Operato11~ e che <t altra La moggio.re parte def !!2 all)malati dc1la'9 Compagoia ('.ar,pm·te non tutti i Chirurghi, r1ua11tuncrue dottissimi~ po&- • cial-0ri furono assaliti dalla febbre subito o po('hi giorni dopo la loro fçrma(:ll in, Perfugas, .rnen.t.t·e.ln.alcuni altri. quella si san .avere tutte le q;ualità'cbc sono .11ecessarie per di~;eni;volse nei giorni ·~(il f f C 18 ,d'agosto , COIDpl'Q\'3lldO <:O$i tarc ùistlnti Op_eratbri, v\ile à n~inol-ar il vuqt~&gio re,ale.1 l'ò~inio11e,ài colorò che aui metlono nelle fcb lfri i.t,n periodo dèll'~•nh?va Istitu~i~!iè, ~,ia'c:~H<ì_ 'h~. St,tperior Antori_tl1, d' mcullazionc. ' ' ', avendo 111guardò alle singole ab1llti1,,sa trarne que1 maggior .La benign ità o malignità del morbo, isolatamente consiprofitto _d1c ric_l1ieggono· lè ·ciieostanze ccl Ì bispgni del dgrato, si pr~otò in ragione.diretta della qualità e quanlit.ì ci'uzione delle cause, cosi che le febbri manifestatesi nei servizio. Co~ì, , crigione d'.esenipio~ hel tempo qi gµerra pochi soldati che già prima av,:,vanb svanzo in Sass~,:j, A"urono sv pot11ì1 ca\i";lir<? :t:'vdn~:i'gffro' spe'eìà, l tllé°Ìitè du .t9t ti i niù 1 bèni"oe; règofoVi e di facile ,;\J(\ril•ionè, cd' ·al ·'corHrario abili Qpei·at('lr_i Stil calWpo' e l1 égli "'S'p'edàli cli 'linea più quelfc svi IÙppaleSi nei. s-olduti ghè t«fccaròno n 'Perfugns fu vicini ud. es$o ·èiJ\•cò1loQàeranò'.o):gti altri ne'gli S~eònli t9no pili o meno· l'naligoc -pcr Lipo, 'por forma, pcr ·compiipiù loutani do.,e.rjcovérnndosi , i .già operati ed • i fer•iti cuziopc di,morbo e per esiti infausti. che non abbisognaoo.<fugra,idi operazioni, poss1;>110 queLa forma· perniciosa e.' Iii f;t~ilità dc1le recidive ,rredilessero gl'animaluti di te1'i1perah,icnto · lii1fa.tr1;0-no1·voso e tuiti, sti essc1·e curati dagli altri. cOl'Ol'O· che 11011 furòn ., (t.Jjl)i1stànz(1 gua1~t1ii1ghi ncW cvirnrc Ed all'opposto in un Presi<lio s1 svolger/i un'epiqemin: gli sconeel'li nlmosterici o ne!. ,nantener un appròpr into per le prime cure qua:JtWque Uffi,z:ia,le-;Sauitar io-an:1 le regime dietetico. necessarie cognizioni per iutraprendc1:ie, nel mentre l'AuLe comrlicàzioni dì congestioni flogistico-visceral i. si notntorità Superiore dis1forH1 perchè siau ivi diretti quelli ron io p~rticotnrc in coloro che etano dotali di temperaUliiziali rii $a:nità c\),ç m bi.111~ grà ìi{!,fé \H'O\'J!.Jcl/ abilittl , ,n!~rtio. sangµi'gno, in_ ispèc.ic ~ b.asc yèrib~à, ocl in 9.ue:ll1 che I gia, pr1mn eranò stazi lier5aì;liot1 dalle stesse fcblic1. , nella c11rn ·dei, mali epidemici.E che chi presiede al Corpo C)J.L Si rinvcnne_ro più O {Jle.!lO ·COn])ci molti lllllmOJati Sanitario-Militare tim~à ìn còtlto ,tul:tì questi particolnri ~Ìl!llle le sopra rìfcrite n1orbosc condizioni tre soli soccome nei casi speciali provvesga nel moclo migliore si ha be'ttero ci(lè il solduto Dcbernardi Giuseppe ner i11tennitun recente esempio nel modo medesimo con, cui ditc11te complicata a flogosi viscerale; il soldato Giuserpc Fl'rri~ pc,· pçrnfoiosa·caMiciea-; ~I ()l'po ralil-f1i1iie1•c' Asti di Sa11 stribul il Personale'l\~e1\~ophi,rurg,i,t;P:>l\'Ii1itare 11egli SpeMartino pQr p~1·niciiosi1 algiù:i; degli alh'i, c1uin(lici recidi~ clali e Presidii. va1'011'cntro il mc,st: dopo cs~crcgiì1 usciti dnllo Spcdalc e di,Aneli~ l'altra obLiezio.l'.!e che meno provvida sia la diciott0' 1•imaogono. . · Dott. MASTIO Mcd. Di,·. sposizione ilei serl'izio à lterno di quattro o sei mesi di Medicina e CI,irurgia non vale n comlYattere l' utilit11 del·I 'i' ~OLLkl'Ti ~O p1<i~JG~\\L~. I' l'a-ttu1,;Je, R~~oia111t'.mtb\!.it~1ifppo'H!h'è 1s'e1;z~ ledé r'é' ,iiie~ò- . matnè'llle 1.o···s15irito··d él 'B.egJldtifè n.t&:st'i::sso, 'qr(aùdo I In·;~ V,~·ia,zior~i]nel pcrw11alç.del Conio SMiitco;io-Jtl ilitm·e.. sp.('rÌeu-za •lo mostt·nssé''J?i"t~ opportu'rio,, ·si po'trebb~ com.:. Dqtt. 1,aUi O<>SlauLino., M~i<lico diJ3attn-glione addt!llO binar in mod·o che ogrii J'1eclieo dl Seiione avèssc'.:'a cuaUo 6,pcdale i\1ilit11rc Divisionm·io di. ,T orino~ dis11o nsa to , rare conti 11uamentc e _1lel tempo "~tesso pu ~a,I · qu;ile ' da ulteriore •s,ervizio dietro sun. <loma,nda. rlUlll eÌ'O dljl:Ìfc Ji>iJi Ì ,Si sdi,' ftrta lattt'(! IÌ1ediche', CQllJe di IIIJ:i- I ~ ,~·=;:,=;,= = = = =======n="=· ... ,lt lat:bfe içhirnFgH:li'é. A•:,it. C' ,' ' " AV.VISO l 6sp1:esse 10 tuie convi11zio1ff iden_ti.chè, a quelle aegli l Medici Militari che 110n hanno ancora 15agato il a·ltlfi Unhiali- Sanitar•ii ~i:ldetti p1'esèl.ite111ènte all'~spe.loro primo semcst1•e èt'ahLt\nnn'rènto, so,t 'i'nvft:1.ti a ,blè.IlHilitul'e ed lrl Presfèlio d, Novara, cl,c h o i:u tèrpel·, oler •nùlorizzar 'i Qu:artier0 ~fasù:i deiJ'Corpi ai quali hit<1ii/1tip.~1~positb•, ton\é;i'i.?u.Jta clnlWrncesso·Vèl·b\rle de'll'acluli:'l 1lzl1 aei I G ,del _vol~ente irie5'i di sèttc1n,,bl'c 'qui ' I ,apparlc;igono' di prìgfr1é ·nrn, Di~ezionè· del .Gioi1ra lè ' l'irtlporto- del medesimo diétro rilàscio deHa boll~tla. t ertlltar ·hò l'onore ·•·. · • L ,di ricevuta. _.,,,.., li'> 1·q ;;1 Il ù-l.ei!ic,o, Di visionale , U ùìreu.,pott., COl\lISSE:fTI i\Jed, Qiv. ,,l,,n ,I '·rif1 l'1i ,!f. t,11,)~ ,., · Dott. IlP.sbzr.'ìÌ , Y. Dii·ctt. .respo11suuile.Dott. Il,11·oneode J3EAUF01VF 1\f. R.

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Tor ino,. i 8~1 -T,rocnAn.\ Ml! tTARr. .

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GmsEPl.'E lhv1cuo li pogra~o reggente=P iaz.za l'iltorio Emamiele N. 9


"ANNO , f.

N. f {

(G d' @Ltobre 18i{l)

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARIIA.TA SARDA Il Giorn•le "' s·, pu b1·1· 1 ,ca ne J l uncc1·1 d i ciascheduna soUim·ana,

Vassociaz.ione non si rice-vé che per uÌl anno e. comincia col 1 d' agosto. ~

J?I\Jl7,7.0 D'ASSòCIA'l.TO:'iE

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C01wo

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lo 'rorino . . , .. ln Provincia franco di posta .

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Tu Torino ln Provincia fr~nco · cli p~sla ·.

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deb.bc J -Medici 110 o·\'1 sl<• · . t· 00 · a· l'. L · · ·pagarsi· p ér se,neslri · 1· t · anlìci.pn.li. · · , in r itiro "Odo o o .ss1 ,an ,l"'"'l 1 que11·, ·, 0 set·· 1 ..- Mi litari · · L'alì,bonauieuto e assoc1az10111 peT 1 no.o 011 1 an si 1·_,cevouo a 1 a J.1 P.OGRAJ.\'J ,\ i\i1LJTU\E editrice 5 ·ta · p · v· t · E N. 9.-Le lettere per abbonanHlnto al Giornal!) dehhon esser affrancate accornp' ~o·~ate da( v·.1 i 1,ta.' 110s il ono manuele> ll\l 1 ,azza . . _ _ . • ~ a e. 0 0 v11.10 a .1vo.

So°MMAJ\LO. - f .

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Pno:r..Rmrsni: èaso di Cisti ossea. - .2. DoTT,

GAF..T Na CnE~u ..: ·cénni su)la l\fènt.agt·a.-:- s. Dorr. !\H.s1'1o :

Plem7-0-P9lmon1te. -4. CAv. DoTT. GtLLl: Farcino sospct.to.

--:--5: li :8eg~lamento dei 30 ,d'o~tobrè ltl'iudica'to dal ·Corpo _Sanitar10-Md1tare. - 6. Ilolleumo officiale. - 7. Avviso.

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Ptit~te Prin·i a. MEMORIE ORIGINALI. · CASO DI CISTl OSSEA DEL PALATO CON ALCUNI CENNI SU LE CISTI DEGLI OSSI: DÈL PROPESSÒRE COM ~IENDA'l'OJ\f,:

nlmm,

Il caso <li Ctii sto .per parlare è occorso nella Clinica ,o})erati v.a del p. P· anno Ac:çademico. S~pbene l a Scieuza posseda già molti niateriali s.u quest'argomentt;-tb-ttavia le ri·mangon ancor_alcune l acune e non è essa perciò giunta a segno di sdrgnar ulteriori osscrva7.Ì01;i in 'proposito. Quest'è la riigione p èr cui m'acc.ingo a descrivere il pur ora citato caso che stimo fare precorre,·e da un 1·apidissimo cenno su ì'attuale concetto scientifico relativo al!e Cisti ossee e copseguitare da un riepilogo _che accenni alle sue som.ìglianze o dissomigliat~ze dai con"e0 neri casi già registrati nella nostra Letteratura. Fret1t!entis~ime pegli ossi miiscellarì, l e Cisti ossee sono pure state da Cullèri er, Lucas, Astley Cowp~;., Keate, Dupuytren ed altri ipcontrate in altri ossi del corpo co.ttie n ella tibia, nell'osso coronaJe, ecc. Ebbi io stesso oci;asione di -vedere ormai quindici ~nì.1i, boa Cisti ossea nell'estremità info1iore della fibula destra e te ngo · pre~so J .i me un pezzo patologico nou frequente di Cisti ossea· collocata nel bel centro del femore, statami, già lungo tempo, mandata dal Dott. Cav. Eernardiuo Largbi, ·mio an.tic.o Allievo. In C[UaÌ1to alle Cisti ossee che nascono frequenti' 11ella spess.ez.~a degli ossi mascellari e che sono lo scopo princi1iale <li questa brevissima scrittura, la loro esistenza ,. 1> ' • m sospclta-ta da o ordepave che le scan1biò co11 esostosi e conosciuta da Huòter. Però andiii\no debitori a Dppuytre11 delle prin'!f:: esaue- ricerclic i1~torno alla loro cond~'zione anatomo-patologica cd alla loro cura. Anzi la lor9 costituzione anato,mic:'l° fu, volgo11 ::llcuni anni, il so"'gctto d'un'i1µp? rta~1te el\,lcubn1ìion.e, stata. fatta di puGblica ragione, coll e stampe da .Forget. Avuto_ riguardo alla. diversa natura della materia che cot)tengono, l<• medesillle furono distinte in Cisti contenenti m/.lteriali liqciidi o $Olidi o mi-sti. I 1ilateriali liquidi sono formati -da siero viscoso, come nella ranula,

ora puro, ofa misto cou san"'ue pus

idatidi sostan·•e . o ' ' . ' .. ~ G mucose o grasso~e o__ 1)wmose od analoghe a quelle co11~ tenute nelle inelicendi : alle vo)te risultano da 11'\oHe di l:1ueste sostanze ad un tèmi)O. Son i materiali solidi forniati da corpiji-brosi a1,aloghi a quelli dell'ute·ro e talvolta _da t u111-o_nfimgo-ematici ed è avviso <_t Forget che questi tumot·1 nascanoo dal periostio alveolo-dentale o cfolla membrana midoJlarc. I ir~ateriali misti son in fine costi:t,1ifi d,:1 p_us_e 9a un ~orpo fìbro-calèareo e questa maniera d1 _C,st1 s'olferse una vplta , àll1osserviizione di • Ilorde.na~e . . Ora uojche, o,ra mo1tipliçi, iille volte d'ivise n~~ loro ,n~er~lO cfo _alcu'.1i trnm'ezz( facili .a rompersi e p1t1 frecruent1 1:e~\1 . ossi mascellari snpci·im'i che non nella ilJ.iscella inferiore, quelle Cisti 9ssce non occ~1p,ano semp1·e _la _s tessa sede. Chaussicl' una oe i,-ioontrò nella volt-.:1 pala.tipa ed A. Cowper un'altra nel f(mdo del_la borea, appogiata ,,U'cpig1'ottidé con minaccia di soffo?azi·one. Ftt ric_o véL·ato llella Clinica operativa per me diretta, stam10 per volgere sei _a no i, una donna ,;ra~ ·v idà, t_occt1 d'uila Cisti ossea collocata nella ph'1°ii11a patt_e destra del p;,lato osseo, la qnale élurnva da sei mesi ed a_veva avuto princi-pio con la gravidanza. 'l'urava essa· quasJ "tutto l'istmo delle (auC'i etl av·ev'a molta ·s omigl i:111za ii, quella sta~a citata dal Cowper; ma non era, come questa, appogg,at,1 all'epitrlottic1e. Brodìe Kìrkland 0 ; · fra le· lamine dell,t' C_a·11·isen, s·1e l)O I<.I ne 1ncontrai·ono· pan~te ante1'iore · <lei sen@ nwsccllare. Due io oe vidi _nella radice 'd ell'al'ca~a dentale superio1·e ·in corrispon- . ~1-cnza _delle fos~P. can ine. Quelle che spunta rono contrn il s~no n:as~ellare furo_no per lo p iù scambiate con alcun1 mali d! questà cavità, e·cìò l)erchè una Cisti dell'osso ~nascellarc superiot>e può, giunta ad un tnl c1uiil yolmne, 1ll\:ndere l'a11r1·0 d' lgmoro e ciincellarne la cavità; per gu1.SH c11e D_uyuY:r~n, .gnidato da false iipparenze, p ensò che molte Jdt·<ip1s1e del seno. mascellare non alti-o fossero fuorchè Cisti ossee. Conferì alti·esi a faverire que!Ìo scambio ,l_'à~er os~ehato dw, dopo estratti i denti e \'Otate_ I~ C1st1 cornspondenti all'anrro d'lgmo ro · incontrasi nll~ volte un:1 c_avit/1 foruta~a d~1gli' alveoli di cui i trament sono stati <li~lrutti , la quale off1·e· unii così grande dinJ~nsione che sirnula sin ii<i un segno. l a cavità dell'an:ro. Del -r<"§_to s1 fotto scan,hio bccorso a Rt;nge, probabil1n e1ite a Brodie, Kirldan'd ed allo stesso Dupuyt1'1m, fl?t~· è per lniona fo1·tu11a n'o cevole per clb 'che j corrett1v1 ternpeutici di qtoesl'ultiino male-sono pur atti a guarire le Cisti ossee. , . L'etiologia di queste non è anc;ora di~tencbrata d'ogni


caligine. Nascono alle .mite per causa tr~uinatica, come cadute, l'estrazione dei dcflti e si11:i.ili, ma s1 ·associan il ,>iù sovente aUa carié de' denti. l''orget a1hmehe una .[ . ' 1 particolare pr~disp.òsizioue ,ille Cisti solidè é quali h anno, secondo lui, una remota analogia co' tumori sarcomatosi.. . li precìso punto d'origine del .n1ale in propo·sito divide tuttora i Patologi in contrarii partiti, e . ciò perchè le p,ersone_ cJi!l!'~.rte non son9 mai. chiamate ad esami11arl9 menlr'è •!eHo stato embrioMle, . ma. quando ha già génti ati g;avi disordibi :,e ai ragione alèuni tra cni Brodie e Kirkland, pensan aver esso attinenza ad un' affezione dell'antro d'Jg.11101·0. ì\'fa per qllale ragione, se ciò fosse; o,ccorr~rebb.e desso nella mas.cclla. infe1,iore? Alcuni ri'flettendo al contrai-io· che è' sempre aecompag.nato da un ·guasto più o meno vistoso di qualche dente, alveolc, o geJ1-giva, il che era già stato avvertito da Runge, e soltopo11endo \\d un'esatta a:nalisi le osservazioni di .Bupuytrc·n (1), di Itlaw'Jin (2),diWeruer (3) il qùale j ncontl'Ò nd bel centr.o del l.!~more ~1n ~lente devio, hanno per molto più j)rnha1ile l'opiniouc di coloro eh~ erecl o110 sfar esso in relazione ·con uno ·stato. tnorb,oso di r1ueste parti. IJ:day i!) pal'ticolare pe1~sa che le Cistij n 41_U:estio11e . mo\'ano quasi tutte da up follicolo dentale e che siano quasi sem'pre estranee al tessuto delle mascpllc; dpv~chè Forget crede che Je Cisti solide occu-pin il ·tessuto spongioso dell'osso e che le liquide spun-; tino pit\ superficiali in vicinanza.del margine alveola,·e e • ~oventè !1ell'a!~eolo ste~so. Qnes~'opinione ~1~odifica.ta .<li .Forget e, second' alcuni Patologi, tanto pm verosumle in 9uanto_che Cisti ossee molto, per istrnttura e pei materia1i contenutivi, analoghe alle Cisti ossee mascellari splide o miste sono state, ed è già stato sopra notato, ri,nenute 111 altri ossi del corpo. . . Le Cisti osseè sono lente a svolgersi : talvolta però, ~opo essere_ state pe1:, lungo tempo stazionarie, assumono esse in breve un .gi-ande volume : non }Ono.mai accomp agnate òa quell'il1tasamento delle ghiandole sottomascellal'i ' che è una così freqnent.e accompagn:1tura del]fosteo-s{ircorna delle mascelle: per lo più indolenti, dete r.miuan esse alle volte dolori m.uti e talora, ma pitì di raèlo,ancliecocenti. In alcuni casi l'òsso mascellare offresi tuini.do e toncleggiante inamb.o le facce le quali-~on illoro sco.çtamento !;.imula11 una· cavit1, di forma ovale ; in alhi all'opposto ' la Cisti incontrasi soitanfo in 'unà delle <Ìue facce cfeli'osso1 •com'una parte di sfera al medesimo aggiunta. Questa Cisti cede, c9mpressa, com' una p~rgamena e, cessata la pl'essione, ripiglia subito crepi_tando la sua priu1a forma. Cotesto carattere anatomico t em1to eia Dupuytren quale segno patognomonico, è da f orget eO!lfiderato c<?m' equivoco, ora. occorref)dO ec;I -01·a non. E cosa naturale eh' esso rnaucbi ttuahdo, il . mhl t:ssenclo nella; ,sua origine, l 'osso conserva t ntta la sua spessezz.:i ed inflessibilità: com.'è pure cosa naturale d,1e si avi yiù tardi qi1elfo érepit>azi·one cioè quando la Cisti hn preso un nòtevol inc1·em ento e le pan~ti ossee sono molto asso ttiglia_te, in alcuni punti anche corrose ~; pieni'. nel lu-ogo della corrosione a'un 'tessuto fibroso ,, ventc con le medesime. pressappoco la stessa relazione .che v'è .tr a gli ossi del cranio ed jJ tessuto fibroso delle fontnn.ell<'. La tcstè; detta corro$ione è talvolta così 1::stesa che la Cisti ossea, s.oprattutto se antica, rim~ne con~u1\1:i t a ,in tuttn la son:11t1it/1 del turno.re e si conserya sol(I) J,eziooi Orali, T. III. (2) Tosi di Concorso, 183Q.. ' (.3) Ann. Uuiv. di .Sfoci. d'Omodei, 1848 , Puntata di Luglio.

tanto i.n r;iro 11lla sua b as<', siccnme vidi in nn c'a ,50 e si vedrà da quello ché stò pei· iile,;.crive'rè, Couchiudiamo dmr1ue diversa ess.c1;e l'espr~ssi~ne dj'agn~stic~ ~i qnt~ ca1·attere secondoche s'esam111a 11 male ne1 prt1m tempi della sua invasione o ne' syoi péri:odi più avanza ti., · CiÒ' p'i'emesso, esponò o1· il caso dì Cisti ossea palatinll, statorni o'ffèl'to da un tal Angefo Oilèglio, d'anni 24, di te1~1peran.1e1Ho sanguigno, dotato d'energica costituzione, di forme erculee e d'abito c,1rdio-capitllle , mito . da pa1·enti ·sani ; del qua~~ .. caso,. notò le p,r_inc~pali ~irçostanze il Signore Depraz, Allievo d' alto pregio. L'apparato gengivo-dentale dell'Oncglio era in uno stato di perfc~tta sa-_ nità. Diss't~gli cl>e avvicinandosi alla pubertà soffriva frequenti cefalalgie di cui-l'epistassi era il solito correttivo; che il tumore del palato aveva avuto princiiJio dieci mini prhn·a cio'C} sui t4anni; che;suleprime duro f! del volume <'l' una piccola avellana, cotesto tumore en,si con. il progresso del tenrpo reso molleggiante e del volmrie ì1tto·ale s'enza pr.9vocar alcun altrn disagio fuorcbè q.ue1lo di 1.1oia ·e di tciisione progressiva. Nel tempo deìl~ s_u·a · a<e·cettai:i'one nella Clinica cioè i1Ì I o ·cli ge1:rnai-o dd vol·g ente anno il tumor~ 1Ù'a del volume d'un,uov6 cli gal1ina, ro.tondo, aggettato d'un pollice ci1,ca oltre al piapo natu.. mie della volta palatina, sema cangiamento di colore d <,lla mucosa ed occup-a,,a tutta la parte destra della pure orn detta volta, limitato ante-riormepte dalla parte destra dell'. aréata ·dent~Ye, pos-teri0rù1ente 1;litlla plll'te destra ciel velo mobile e nella, parte mediana dalla linea rafe. La sua b,ase ·« ra assiepata da un ce1·cirre osseo che andava as~Òtligliandosi -e perclendosi su i suoi lati, ed il suo ce'n tro offl'iva al toccamento la resistepzà d\m tessuto mol_le molto compatto. No~ punto cangiato era il piano ·anteriore de11' arcata ah'eolarc. La gota in c6rl'Ìsp'onélenza' della fossa canina de5_tra ~ra un tantino più r? tondeg-'giante del naturale. Sorgeva dalla parte inforiot·e della cavità nasale destra, otto liùee più in dentro del pìano oella narice anteriore un'escrescenza carnosa con istillici"diò di 'pocbissihrn qàantità di pus: con uno specil.lo in: cù rvato si toccava ((uivi carioso l'osso per un p1ccolo tratto, ma non fu possibile ri nvenir a traversQ (lei medesimo una via di com1.1nicaiione con 1'interno ·del. tumore~ Cotesto male alla genesi del ·quale aveva per fermo avùto ,m olta p ;u '_te il ristagno spontaneò è tròppo yrecoce l'epistassi ~a qu·ale era ad un tempo l'espt:1::-s swne.e la cns1 µcll ' abito cm·dio-capitale dell'arnuwlato, cr~ desso tin'cs'ostosi un osteo-sarcoma o"d un tumore cist'ico osseo ? Il ' ' . suo . molleggiare nel eentnl mentre _niente yrova_va che fosse incoata una qualche dégerìer"az1on.c nel ~uo Jl!ternò e~cludeva, insieme con la 1111rnc,tnza dr ta1_1t1 altn b~ne noti c;;iratteri l'idea d'un' esostosi parenchimatos a , .sit comè la largl~ezza della sua base e la tangibile cont:11~tJtl>: del'tumore con 1'inftrha parte dell' osso a tra~e1:so_oeil apertura spontaue.a del ,suo tavolato p i:1l'a tiuo, eseludcvano l'idea d'un' eso~tòsi epì6safo1. Per altra parte la so1YJma lente1,za <l'~voluzione del tumore, <1nel suo essel'e 1·_e1:,olare, u'nifòrnie., · non bodut,o, senzil cangiame~lo d1 colore nella muéo,sa e senz' intasaménto sangt11g1ìo delle parti vicine , la forte costituzione dell' a11~m,il'.1to, il suo no turale colorito, la perfet~a armoma. ,çl~. tutte le su~ funzioni , l' assenza d' ogni labe cred1tana o_~ :acquisita, di ghiandole tu1Bide nd le vici,rnn 7e, d~ dolori tutto in somma concori'eva ad escludere l'1de:1 d1 ' . }')er' vrn . d'1 una formazione anatomica osteosarcomatosa. eliminazione si cohchiuse dunque che t61ttavasi d'una mal~uia d'indole a gran peùa più b.e ni,g na cioè d'una Cisti ossea,n;,ita nel diploe del processo palatinojdell'osso 111ascell:1re SU}>èrì.ore destro, tltira nel suo pri ncipio cioè

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ti._u,rnd'era ancora tutta copel'la d:1l tarol nto osseo in~ei·iore del tcstè dello p roc~ss? falatrno e .dlvenu ta el~st1ca nel suo ceiitro più tri r Q1 ~1oe allorquando, smagl iato e corroso, ptl suo cr·èscente r olumc, qu_el tavo lato, venne a ·onhtto cml la 111tr<;os,1 la quale crasi poco per poco resa ~per;rofica. Si oon~biuse ~ai·i111en~e che' quella Cis_ti aveva ·uo pro" resso mnahnto vur 11 tavolato s11per101·~ del nel s t) • . , 1..b lt'ocesso palati110, ma m~n _assai <11 q11rinl avess~ a., &S!ato )'inferiore e che eras1 d1scbwsa 1m pnssagg19 n trnverso d ella ll are te inferio re ~ella cavità .n1tsa.le, desll'a, q_11 ello stesso stato sopra me.nuonato, dagli orli tlel .qmi)e s'alzavano <;a rni escrescent1. Mancava nel tulllor m discorso quel segno cli: D.u~u;rlren. co.nsi,dera,' a co_n1e. cnratte ris~ico d ei tumo n C,st101 ossei, ciò e una crep,1taz1one elastica t'he si sente nel momento in cui la parete osseu è con forz:; compressa clal llito e, meglio anco ra , in , uello in cmi 1·ìtonw , !e,,a1a la pn;ssione, aHa sua forma 1 primitiva. Se Je Cisti ossee degli ossi 1nascclhwi sono molto più frequenti el1e non qu cLic degli altri ossi, o!froo esse in quella vece forse .minore resistec'.1.:~ ai mezzi c1~n1tivJ, fatto me ntre !egg,f!mO cLe le C1sll ossee degli oss'. dei m embl'i furono qualche volta :wgomento tl':n11putaz1011e; non risulta dalla nostra Letteratura cùe siasi 111ai avuto .-icorso alla resecaziooe degli ossi rnascella1·i p er cagione cli sole Cisti ossee non d egenerate. Va ria è di queste la cura secondo particoluri iuclicazioni. '.Però Jé no n ne cu1·ative oggi·gion10 <;o n più favo.r occettat e sono: 1.0 C),e, <;o ntenenùo l e Cisti materiali liquidi, abbiausi a pungere con 1.m tt·o~.i!Te. e .P?i,. c\'a 7uiito il contenuto, ,1cl i11fiam1.nare con 1111ez1on1 nTitantJ a l fine di provocar una v-i~a infiamma~)o~e. suppurativa, capace di c1u1°·iare l'or 0<•a11is1110 della C1st1; 11 dli:: non potrebbe 0 cO!)Se"'uÌrsi con l a ·sol.i-puntura : 2. 0 c··11e ne1 caso <1·1 1st1 a1veo l~-dentl)le si possa giu!igere 11:ll,\ cavità d~I ·~m.nore strappando uno o due cleut1 e clic in que llo cli Cisti occ11p,i°'n te il ccnt1·0 del!' OSSO })OS5a anche fai,e pc~~trare lo st.ro·nic11to a trave rso d el_l alveolo nella parte p1u d eclive della parete estcr~a: 3,o Che, questi 1~te~ii u ~n b as tando 1 si debba ampiamente spaccare la C1st1, i:ec1derne unche uoa poi-Lione e poi i11trodu1;re tµtti i 'gio rni nella morbosa cavità uno o più stuelli spalmati di sòsta~ze molli ti ve o 111oclifìcanti, e ciò Gnchè le p a reti nou siansi climi late e r1uella cavit~ cancellat n : 4..0 Ch e all'incont ro, contenendo le Cisti 111atef'iali solidi, p ossa n esser assalite, se receot1 dal lato d ( Ba bocca e , se invetérate e cresciute a grnndè ~,ùlume, d a quello rlèlla .J'.'.clh: incidendo I.e !?art~ m oli i estern e e r.iggiungcndo cosi 11 tumore dal di iuon iu d e nt r o; che , upe t·la p~i la Cist.i osse:~ o CQn,u~ fo!·t.e ga1111n:n1tte o con la sgorbia e. con 11 m~gl1.etto? s ~fle rn 11 corpo fibroso con u11a t11uagl 1etta e s1 d1rad1 cL1, a nche con 1·iscbio di svellere tal volt~1 nel tempo stesso un qualche p ezzuolo d 'osso ; il d1e no n è d'.alcun dauno, prrchè ~Ò\l<.:u'te l 'alterazione mol'bosa sta in e ffigi e oltre ull' apparente limite cld male: che in fine si rnstii d opo_ ~iò co~ il r aschiatoio la facciu interna della m orbosa cav1ta e poi si c~utel'izii con il .cauterio attuale, giaccl1è secoud'alcuni è più util il rastia re e canterizzare c1H) ·D0J1 il so1o caute 1·izz~m'1, medicando cli p oi la cavitit nel inodo stato sopra detto. Nei due casi ~li Cisti" ·ossee d ella masrella super iore couteneuti mater iali liquidi, per ll)Cl visle e state sopra accennate, io vidi i,ltresl impotente la sola p~1ntu.ra. e debl,o sogginngere che yidi pur esse impotenti le 101ezio ni irritanti e cl1e no n venni a capo di g uaril'le ~uorchè con )a caute rizznzione praticata in un caso con 11 caustko potenziale e nell'altl'o çon il cauterio a ttuale, pr~via

D!

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però l 'apel'lura <lelln Cisti. Soggiungo ancora che in un te l'zo caso, s tato sopra ti l,tresl citato, nel quale la Cisti ossea :l\'era sede nell'ima parte destra del palato, io la bo pro l'oodau'1e nte ]Jllcl1erellatt1 du e volte nel!' int<:ryalJo di _qu indici giorni adoperando ud ogni voltn du e o tre coutel'ii a cuminati , e· elle la vidi, come la vide la Scuoia , l'idotta in poco tempo pe~ fusione purulenta. :1~ terzo del suo ,·olu111e, avvegnac he couteuésse m a ter rnh solidi, a giudicarne n on solo clallt1 sua consistenza m~ da ciò ancora che nessun umore speciale usci mai tlo l suo interno per le aperture superstiti ,11la cautcri zzaz.ioue. Accostandosi la donna che porse cotest' osscnazione a} te mpo del suo parfò, volle l'itorna re nel seno della sua famiglia . non a11col'a del t11.tto risanata, rna prossima all a guarigione, e mi giova sperar~ clic ne sia stata d el tutlo li bera, gir1chè, ~ssennota con,'ella era e nor~ l ont,rn:1 tli stanza da questa Capitale, sarebbe ritornAta, secondocltè ave,·a p roi);esso, p er n povì consigli qualoni il m_a le , a vece cli sV'anil'e del t utto, avesse fatto passo a nuove fasi. Ripigli:mdo ora jl fi.lo del discorso dico rhe da q ueste ri.Sfossion i ch'io facev a alla Scuola allo rchè si trattava di stabili,· il metodo corativo dd tu mo,re di éui sto tt:sscndo la.storia, fui indotto a pre rerire la cau terizzazione con il cauterio attuale il quale conferisce alla demoli~ione di si fatti tumori per la breccia immediata a cui da luogo, p er 1a suppurazione che lo conseguita, per l 'attra ttu ra d elle succe$sive cicatrici, per le v ie che dischiude alle mnterie contenute nella cisti ed inllan·ti tuçto per il cangiamento o rganico- vitale clte provo1·a nelfa cisti. Ho perciò ai ,5 di Gennaio cioè cinque gioroj dopo l'nccettazio ne <lell' Oneglio. introdo,tti ir,i va,·ie sedi de] tumore a notevole }J1·ofondrtà cinc1ue cauterii acuminati e candenti. In g razia ùclle frequenti favande d' ucqua gbiacci:1ta, l ~ggierissi nrn fu la riazione traumatica e cinque giorni appresso le varie b recce e·rausi al cadere delle escare talmente allargate che sembrava com prend essero tutto il tumore c. nel tempo ·stesso separavano abbondante copia d i ,pu~ di buona natura. Accaùde in questo mezzo tempo che l'operato il quale e ra troppo confidente ueUe sue forze e dotato di volontìi ferrea siasi esJ)Osto a vori.a zioni atmòsforicl1e ed abbia rilevata una pleuroclinia piuttosto g rn ve con Ìl'ritazione gastro-duodenale che esigette sette salassi 1 una dieta piuttosto ri go1·o~a e protratta a . due settimane. ed uu vescicatorio per essere doma. Nel corso di cot esta evc11ttrnl aifezìone il lumore 1:ra di111inuyto deila n)etù circa, ma i l lavorio pmulento e ra .come 'sospeso, Je brecce s1,1p~rstiti alla canterizzaziou,e tendevan a r icl1iudersi e non vi voleva molto a veclere che non si sarebbe ottenuto il deside ra lo intento. Ond echè vidi la necessità di ri nnovare la cau ter inazìone con cauterìi di for ma rotonda ed olivare, co-çi i quali avendo disti·utti p ar ticolarme~1te i tramezzi che separ-:wano le pre esistenti brecce, 110 p otuto libera me nte intrndur il <lito nel cavo della Cisti ecl estrarne u na u1ateri:i melrnosri , bi1mcl1iccia, del tutto simil a c1uella che s'incontra nelle cisti steatoma.tose d elle parti molli. Bene ripulita dopo ciò gudla caviti1 con i niezioni d'acqua fredda, si vide co~ perta da ·una m embrana gra nellosa., <lei colore d elle mu-· i:;ose, fittamente aderente al cfrcostan~e guscio osseo e comuoicànte d a l suo lato supel'iore pei· una piccola ape ,tura con la cavità nasal e destra. All'entrata della cavit?1 d ella cisti faceva tutt'in si1·0 una siepe rilevata il tavo lato inferiore d el proce·sso palatino clell'osso mascellare-destro, stato nell'evoluzione del tumore sollevato


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il ca\·o dcli.i 1,occa. Non si ~corse alcuna rcfozione

clc11.i 111ede~i111a con l'apparalo <leutnle. Lasciata iu disparte la pratica del rasd,iatoio d1e 110n m ' andò mai a talento e d ie il fatto sopra uarrnto aYeva pe1· lo meno tlimostrat.a non t1cccssaria, stelti io contento a cauterizzare superfìcir,lmentc b Cisti cou lo stesso cuuterio attuale. Piutloslo consitlere1·olc, la riazioue trau matica cessò in tre giorni; ln cavità cauteriizata con frequenti iniezioni e colJuiorii che la nettnvano dal pus clic s<.'pa,i·a\'a e dal tnuc.o cLe vi scorreva ti:.tUa cavità nasale destra, si mondilìcò in poco tempo, poi cominciò a testringersj ed a coprirsi cli bollonc1oi ca, nosi. L'aspetto di questi tirando p tH'Ò sempre al p\'llliclo, i.r'ltrodus~i on giorno le pi117.ettc da medit·azioue nel cavo morboso e 1·iconobbi la presenza d ' uu,1 piccola s<1ua1.na ossea cht: ho poluto imrnedialmnente estràn c . M.igliorò <la t[ucl 111ome11to la condizione dei bot1:onci1Ji carnosi : svauii'ono Jè carni cscrcscenti della n~rice destra: di giMuCI in giorno più ditlicilc divem1e il passaGgio del llluco lltl~ale nella breccia e più 1.1pido fu il restrin gi111tmto di questa,soprattutto nella sua entrata. Ycro è. eh.e molt.o conferi al piùnipido restr ingersi <lell'entrata della brec-cia b frequente pressione che l' amm ..latoJ a ciò prima ammaestrato, faceva con il dito su il rilernlo eercl1io os,eo, stato sopr a rn01111cntnto, il qualè p er gradi Timase 'luasi àel lutto spianato. Nepppure dopo le cnuterizzaiioni 11esmn deute, si noti ciò siugolarrnente, m.:rnil'estò ' rnai ombra d i l esione. R;clottc le cose n quei ter mini l'opcrrito si dilangò dalla Clì-ni<;n ai 25 d'nprile cou la :prornessa eh' entro un mese nn ehbe di presema date llotizie di se alla Scuola. fo J:ltli prescnt,ltosi egli di 1wo,·o n<:l p. p. mese dì giugno. rico1rnscemu10 con soddisfai\i011c d1e l'aper tura della breccia en, c9sì Tidotta che votev!'I nppena capite l'apice d'uria spatola oi·dinaria, e~ser.do cessato il vassaggio del muco nasale in bocc:i e per lo n1e.no esseri.do l' operato ince rto se 1.m tal p och etto ancora ne passassr 111eutrn staya egli doriuendo. Tutto del resto infondcvn la speranza cli c n e sal'el1,be esli st alo a non lungo andare Jil.le1·0 ,1ffatto. È slato, gi/\ lungo tempo, cred uto cbe le Cisti r1cci c.le1itnli fossei·o forniatè a spese delle lamine <le.1 tessuto celluloso, addossate le une olle altre: ma poi si riconobbe che è questa for~e Il,\ loro più r ara mauit•t·a di gecei.i. Ad ogni modo tuie non potcvn essere, per una ragione lroppo evidente, l.t geuesi della Cisti di cui si di$C01'1'e. D:l Aslley Cow-p e1· in 1, oi è cosa~1nnnessa perchè conforme alla sperienza, ch e m,oltc Cisti acciJentali sono formùtc da ghiandole sebacee o sottocutan(~e di cui l'OJ'i!ìzio è .stato chiliso. La sl fatta genesi de)Je Cisti li::1 pme luogo uèlle ghiandol,~ lllucosc . Già nel mio tratta.to Ji Blefurott:tln'lo- tcrnJjiu- opcratini io 110 notati i caratteri diffcJ·enzi.lli tr(I le Cisti' palpel.Jrali gliianµoJari e le cl"llulose. Ebbi poi l)ÌÙ volte o cca.,ione di riscontrarle nell'interno della boi;cr1 1 nei dintorn i dell'uretra e nell e parti circostanti alla ,·agin:, 1 ed ~ da sospettarsi per analogia che possano l'iscontrarsi ovunque esistono apparati ghiandolari rctromucosi. l\la :1d ogni mo<l9 anche qui tufo 1ion poteva es.sere la gcncs~ della Cisti ossea di cui si discorre nè v;1le clic ne elica il pcrcliè. ' Seco_ncl'un' altra accreditissinrn opinione l e Cisti ,acci-· <1entali non a ltro sono fuorc.liè un novello organo cJi cu i il modo d'evoluzione è tutto ra ùisputabile ed a cui i tessuti naturri'lì d<1nno stanw senza concorrer a formarle. Qt1est'opinione la q \ialc lrn , i11 ordine alle Cisti delle parti molli, l'a1lpoggio tli uiille fatti} è forse ue-1 mio concetto b sola a cui si possa coll confìdruza ricorrere per

spiega l'è la formazione Jellc Cisti accidentali ossee., male . ncconciartdosì a ciò le altre m:miere di genesi . Checcl1è si pe11si di ciò, scn1brà che dalla narr~ta storia e da alcuni altri faLti n ella m ecksi11ia !immargìm1ti movano $pontnnee le seguenti dedu zioni. 1.,,La Cisti ossea di cui si discorre era uu 01·gano di nnov::i forlllazione, conten<>n tc mute'l·ia steatomatosa non punto dissim:le da cp1elln che s'inconLra 11elle Ci sti sfontomatose cklle pn1·ti rnollj e non avente, co11tro l'opiuionè di Brodie e· di Kirkland su quest' argomen tò, alcu na relaziOllC <;on l'.1n tro d'f gmoro il quale era sano. 2. La n1etlesima Cisti non .i,·e n1, contro l'opinione di Runge, Wt>t·fu!r 1 Diday, Forgct e d'altri, alcun'allinenza ad affe1.ioui de' denti, <.lei pe1'iòstio ah-eolo-den tale , delle gengive, giacchè, ill esi prima e nel te111po dcll'e,·oluzione della, Cisti, questi tessuti non 11HH'.lifosl,irono neppur alcuna specie cli lesione nel tcmp<> della sua cura, nè dopo la sua suarigionc. 3 . Milita r11.1e.5~0 caso contl'o l'opi1frone di Forget il quale crede cbe le Cisti ossee solide abbiaùo sede nel tessuto spongoso dell'osso e le liquide nelle vicin::inze clel margine alveol:lre e sovente nel\' alveolo stesso, poicbè s'in1:ontrò in esso 11r.a Cisti occupante il tessuto spongoso ~lell'osso, tuttocLè non solida. 4-, Av\'egm1ehè la Cisti ossea cli cui si tmtta fosse già a perio<li innoltrali, pure non s'incontrò crud car attere che D upnytrcn cr ede vat.o gnom.onico delle Cisti ossee, ciò è di cedere, compr esse, come ·una spessa pergamena e, cessata h\ pressione, di l'ipigliare subito , crepitaodo1 la loro prima fo~·ma . 5. Nellu cura clelle Cisti ossee l e sole punture non giov,in n e no11 si clebbe fai·e grande capitnle delle sole iuj1nio11i irritai,ti . L11 sola caul erizzazione con o senza previa spaccotura della Cisti essendo sta ta ne' ca si per 111c visti sufficiente ad ottenerç, la guArigione, io h1 p1·eferisco nd mip concetto agli ahri rne1.z i di g uu rigione p er la !:icurezza èlell'cffclto e tengo che mediante la me.d esi1ua possa il Pratico passarsi della prevcnti\·a ,opera del raschiatoio, stato d,1 alcuui consigliata.

CENNI SULLA MENTAGBA lelli tlat Dot!. GAETANO

CllEilJ'A

nella xua Setlula clello Speciale

cLi &iambcri. · P ('r la te111a, Colleghi stimatissimi, d'abu·s:n·e dell'indulgenza Y0,1>tn1stetti, in ttna delle autccedenti tonrntc contento a leggere .lèt Storia <l'u n carn di 1\iellt;igra, om111ettenclo upa s uc cinta descrizion e della 111alu t tia 11:ìeJe.sima dell,1 quale oggi, se me Jo concedcl:c, vi Jarò ! cttura. L a Meutagra è \'Oc.i bolo che dcriv-a dal greco e s igniUC'il malat.ia feroce d<.'1 .mento . .Era <lessa conosciula da Celso prima aecora cl1e Pfo1io nella sua Storia 1Yaturale descrivesse <Jutll:i che infierì iu 1talia .~llu metà del regno cli Claudio Imperatore. Par e anzi che fosse già nota ni Medici tlçll \rntica Greci,1. Comun<fue, non fo essa a ccur at,1m ente studia ta e descritta fuo rchè dai medesimi Patologi e sOp'l'a lutto d~11l'luglese Battc m:in e dal F1·ance·sc Alibcrt. li primo di questi ue fece uua varieLà del1' Acne eé1 il secondo lloa varietà cleUa mune,·osa famiglia dell'erpete pustoloso. Fuvvi lliscrepanza .di par e ri frn li D ennatologisti Inglc:;i e E'rnucesi intorno all'elemento palolog.içò pri111i-


sa buso dei liquofi e delle sostanze ec'dtanti, la soppres<tivo dì questa Dermatosi. Plumbe, llatte man e Wi1lam sione de' meostrui nella donna', del Q11sso emo1Toidale rretendevano e sostenne.ro che i tuber~o!~. cost)tuissel'O nell'uomo ed, in entrambi, di qualunque altra evacuasiffatto èlemento, ma Altbert e dopo lui l>1ett 111 modo zione a cui l'o1:ga1Jismo fosse assuefatto, son o posson evidentissimo dimostl'arono che questi non sempre esiessere cause p1·edis·ponénti od occasi,onali. atte a.. prostevan0 e che, qu-an:do ciò avveniva, ei:ano consecutivi durla. Ma una delle pii\ frequenti ed efficaci è l'Uso di alle pustole, sintomo ed elemento vero caratteristico ra·soi male taglienti e poco puliti. òell;,1 malattia. Alcuni Dennatologisti opinano che tale malattia siir Laonde la .Mentagra può defirìirsi u~rn mal:Jttìa cacontagiosa. Fra questi havvi il 1l1anvy il qµal e asserisce ra tterizzata da un'eruzione successiva di pustclette acuavet'e ·visto nello Sp,edale di Rouen ,uomini a cui la Me~a minate, sparse tanto s,u l ;ncnto c·om~ sulle r,ai:ti Jaterùli tagra era stata trasmessa per mezzo dd rasoio del bare della faccia e non rade volte :rnclie sulle reg10m sottobie re dello Spedale stesso. Senza negar i.n mo·do assomascellari. L'eru.z ione poi, prc:cedtrta ed accornpagnab~ lu~o la di lei contagio·sit,11-, dirò però cl1e .il Biett, osser.sempre o quasi se1llp1·e da calo1·e, ro_sse_zza e .s~nso th 'l'atore cot,1nto sag,1ce cd esperimentàto, non-1:'ammette bmciore pen<1so alle parti s~lle .1 ual1 s1 ~1~anJ.le~ta, ~: punto e che que' fatti che .s'adducono per comprovarla sordisce p~r punti rossi iò num;ero '.nd~termmato, 1 quali non offrono, a mio parere, li caratteri d'iucontrovertinello spazio di tre o qm1ttrp g10rn1 diventano vere pubile 11utorità. , stole. Dlordina1·io separate, queste si trovano tal-ora riuL'Ectimil,. l'lmpetigine del mento e le pustole sifilinite in gruppi, dando -così origine a tuinoretti più o tiche sono le malattie cb_e posson essere confuse. colla men elevati, più o lllen volumino,si, ìl centro de'i quali è Mentagra. Eviterà il Mediço l'en'ore sè ricorderà che le attravea·sato da' peli, rnei1tre uel loro. interho contenpustole dell'Ectima, oltre all'_essere più larghe, hanno gono una. mati!ria hianco-gi~llastra la quale altro non è la b-asç lorn maggiormente inG.a1.nma ta . e che lè croste foorcliè pus. Sette od otto giorni dopo la loro comparsa, aderiscono di più alle pustole eh~ le.produc·ono. .Un alle p'ustole comincian a sc1:epolarsi pèi· coprirsi tosto di trn carattere jmportante sca ·in ciò che non si 1·iovcngono croste .ilquant9 brune, poco spesse e d.rlle quali non in quest'affezione induramenti ci1·coscritti sia della pelle, lstilla umore' veruno. 'Poco a poco le croste si stacc:1110, sia,. del tessuto cellulare sottocutaneo, mentre non è cadono .e la malattia cessa dal decimosecondo al decimoqtiinto giorno, se nuove eruzioni di cui l'evoluzio'ne, .raro di t1·0vadi nelJa Mentag1·.~, quando soprattutto passò allo stato di eronicit/1. )'anda_mento ~cl il termine è ugu.ile al descl'itto, non sot~ell'impetigioe del me-nto le pustole han un andatentrano per prolungarla indeterminatamente, il che pu1·e troppo .avviene sovente pei disorainì· a· cui s' abbandona mento rapìdo , acuto; so1w .s uperficiali, disposte pe1· gruppi e s' alzan appen·a sopra il pianò de!Ja pelle ; l'ammalato e qualche volta ani:be a n1algrado della senella meutagra in vece sono sovente isolate e le croste vera regola di ,·ita e della cura razionale a cui questi si sottomette. ' di cui si cop_ron, !ian un eolore più scuro e so.n o più · secche e più sottili che non nell'irnpdigine. Incohtransi L'ordi1\aria sede delle pustole è la supc1·fic;ie del corpo .molte volte tub,ercoli nella Mentagra, nçm mai ncll'illlreticola1'e, ma iìkune voltè sia per l'intensità della malattia, sia per l e ripetute e~a_c e rlrnzioç i alle quali questa petigine~ L';1ssenza di .c;alore, dì dolore e di senso di stiramento va soggetta, P infiammazione pustolosa an1jcl1è estendersi in superficie può invadere tutta la spessezza del ·nelle pustole sifi[itid1e valgon, a diffe1·eni.iarl.e da qltell!! prodotte .dalla Mentagra, ed un altro elcmentq di diaderma, gonfi_arlo e dargli. pur anco l'aspetto di vegegnosi diffcrenzialé hassi nel fondo di colore di tame o tazioni umide le:; quali. spiegan allora e gitìstifìca.no la violaceo che. quelle presentano, nel loro anqamento lento de!1omiitrnzio,ne cli Sycosi~ o Ficns con cui gl'Antichi ch1aurnt·.o no questa malattia. e ndla loro forma appiattita, qtfand'all'incontro sappiamo che quelle della Mèntagra so.no rosse ed acun;iuate. . .i\llre volte quest'infìau11na.zione rende.ndosi più prnAltronde la malattia sifìlit-ica sta di rado nei limiti tracfonda, p,itì tenue~, più lenta invade il te~,r nto cellulare ciati' per la Mentagra, invade ndo essa ben ancl1e la fronte, sottocutaneo e pl'ocluce quegl' iudui·imenti tubercolosi il naso, le commcssurt~ dei labbri :1i11 fine gFantecedent_i che li $Opra citati Me4i'ci inglesi volevano-fosser il punto dell'amnrnlato somministreranno indizii v,devoli a meglio ~ i parteuza 4ella Mentagra, mentre altro non ne spno accei:.tare la diagnosi. it~oJ·cbè m1.effetto eiLmì esito. Non di rado l'iri·it(lzione Il prnnostico 1)ella Mcntagra sar/1 riservato e ris_e1:va~rop~g~si pur aJ bulbo d~' peli i quali cadono p er non tissi1ilo se le e1:uzioni sono reiterate, frequenti e se 1~ lare ntorno fuorchè a guarigione compiuta. malattia passò Hllo stato cronico. La malattia cli cui qui parlo è una di quelle che, se La prima indicazione così hi questa come in qual.~111non esclusivamente, più specialmente affiigge gli uòmi1'JÌ'. Cfùe aJ.t1:a malattia sta nell' allontà name11 to delle cause Il contrario ha luogo per la galla rosdcea ché, coJl)e che la g,e nerar.o no e, non pote!l<lc;>lo, combatterne ~a~et.e, ~ molto_ pi~1 frequente nel gentile sesso il qual.e. gl'effetti. Emt1sso i~ principio,. s arebbe ,'.ano qui il volarne lusu:gandosi di preservare dalle lngiuri11 del tempo i suoi <led urre tutti li pratici coi:oll'arii. L'infiamma zione essendo ~~zz1, t1·?~PO . sp~sso aumenta la probabilità di questo vlva ed. intensa, l'ammalato sano e robusto e la 1·iazione tmt~ p1·1~1leg10, facendo _uso ed a bus.o sulle gote di cosmet1c1 d1 cni Ì perniciosi efletti nou havvi chi' di voi molto sentita .l'indicazione dellè sottrazioni san"uionP., O 0 ignol'Ì. • · ' · · Iente, come . (l a pr1111a genera 1·I e poi· 1o.ca 1·1, s:ua' ev1c non L'età adulta,. la folta b~rba il temperame'n to bilioso · 111,e_n e:id~utc sar~1 que_lJa d_e i rnollitiv.i topici. Può quest md1caz1one convenll'e tanto nella M.entagra acuta O linfatico, l'u.mi<lità del cli1i1; j\ sudiciume della pelle . . ' l ' espos1:i;1one presso che <,:ostante della facci:i al fuoco' qua~tc_ nella Me,!tagra cr<;>nica. 1 bagni sia generali, sia parz1al1 pwlungati e sovente ripetuti sono d'utilità insono. ~a use c~1,e poss~no ~r~dispor alla mentagra· e 1 quancontestabile a qnalu1H1ue tempo della m~lattia s'abbia do g1a· prees1ste la d1spos1z1one, provocarne -l'evoluzì'.one. ncorso. L'esistenza d'una malattia ÌQterna e special111ente del ' Se la Mentagra duì·a. da qualche tempo e che il tubo t~!ho gastro-eutei",ico, una diatesi generale, un'alteragastro-enteri<>o nqn sia i.diopaticamente !1è simpatica_z1one pmticolnre degli umori, gli eccessi di 'tavòla, l'a-

nel


mente .irritato od infiannnato, ~iove rauno li pmgo n ri blandi, ma bisogne rà ripeterli · sovente se si \"Uole ott~:ne rne favorevoli risulta m euti., Tutti c1uesti me ni 11011 riuscirebber a combatte1,e compiulan1ente la Mentag ra quando quest.i, oltre a ll'esser inveterata, avesse già senerati indurameMi t anto n el derma, quanto nel tessuto cellulare sottocutaneo. Fa in qucsli casi u opo riconer a'lle pomate composto· col protocloruro ammoniactile r.li mercurio ; al sotto-soljato di mercurio alla d ose d 'una ihamnia soprn otto di grasso; ai bag:n i suljim;i e n1 cglio :mcor a_lle docce ed ai bagni 11. vapore pure solforosi; alle cau terizzazioni col riitrato d'argento e cogli acidi concentrati. L'ap plic,1;1,ione di vescicatorii sui puhtl indu1·a~i sono pa1·ime~te mezzi t erapeutici che p ossono moJtissimo giovara Delle mani d\1tl sagacé e pn1deote Clinico. ~uesti ul tim i mez1.i venner o non ba guarì preconizzati come nuovi f[uantunc[ne la Storia dell'arte t1ostrn ci ap prenda che gil1 da mol t i secoli (·1·an usati con mcccssò. In fotti a i tempi ùi Plinio non era in Roma sconosciuta quest~ tempia ed un tale Pamfìlo p rncaciossi rinomanza e ricchezze us ,1 ndo contro le m et1ta"Te cronich e un 'l·imeJio topico ne lla con1posizion e del ~1uale e ntravano le cantaridi; anzi il t estè citato Plinio ciò scriveya intorno a qu esto metodo di cura in voga a que' tempi. « QuclJi elio si facevano curare, offri van alla faccia " cic.itl"iti piu orride d eJ mille stesso. li metodo di cura « consisteva nell'uso di caustici; uso che non impediva « ponto al male di r icomparire se le carni non er auo " ~tate distn1tte ~in ngli oss1. Questo c rudele com penso fu " 1l solo che recassero <lall' Egitto ,1ne'Mcdici che veu" 11er o n:' 1_1os tri paesi per arricchirsi a n ostre sp ese. ,, . I~ cas1 d1 meutagTa in,,ett:rntà e rib elle ulle m edica'l.10?1. sop~·a i11dicate, il Biett si servi nello Sped:.Je di San ~uig1 fcl1_cemc nte di pon'la-te col joduro di zolfo o col ; od.uro rii mercw·io. Anche il murialo d!oro in frizioni sulla lingua a lla dose d' un dodicesimo di grano due volte a l gi'oruo, non s'è 111ostrato meu efJicace in pareccliì casi. Credo di 11011 potere m eglio tenninare-quesl'argomento che col cita1:vi la prescr izione famigli.i re all' Alibe1·tin cotesta mala·tt1a. Eccoh1. ·1. ~isa_na TinfresC'lmtc per bevanda, ad esempio, la tisann d1 violetta selvaggia la quale è in p ar i tempo leggicrm ente purg(l tiva. :i. Applicazione di saoguisugh e intorno al me nto r1ualo1·a l'frritniione intorno al medesimo sia vivace. ' 3. Un_bagno tiepido gcnenile ogni due giorni, avendo ad immergervi dentrn onch' il me nto. ·4- L ' uso di r asoi ben alfilati, bene tagl ienti , passandoli, nel rade1·si la barba, con molta lentezza, d olcezza e legge1·ezza s ul m ento ed io modo tale da produr-re la 1~ino1: Ìt'rit?zione possibile: o, meglio ancora, la pral1ca. d1 ta glia re I.a barbtt con forbici , e, dopo rasa o tagl'.ata la barba, l'im111e1•sione del mento in un ba.guo assai caldo, e ciò 1,e1· lo spazio cli 111ezz' ora ,circ,1. 8. L'uso qu otidiano d'uno o più bagni l oca li d e lla du ,:~t~ d 1 una mezz'ol'a a~ un'ora ed a gral~i 3o cli fatt rco n un deco tto d .1 c1·usca coll.1 giunta d',1lcune cucchiaiate d'acqua·vite. 6. Applicai·e nella sera sul 1r1ento un miscugl~o di sego e di zol fo o la po1t1ata solforosa comu ne. 7· ettar il mento tutte le mattlt1a con po111«ta inglese, con ·quclla di semi fred Ji o con crunlsi:asi a ltl'o cosmetico anal ogo. '8. Mant,en <,r un r egime sobdo, asten ersi élai cibi nromatrzza_ti, dalle - b evande stimolanti e d'ai liquori spintosi.

n.,

STORIE Dl CASI lUMARCHEVOLJ. 311:.

PLEURO-POLMONi'fE .

(St<Ji-ia seri/la dat 1l/ed. Divis. Dott. )fASTIO. Cagti<I1·i.) Il Sig. N. N. LuogotenP. nte nella Legion Italia na d 'Unslierin, gil1 per 14 anni al servizio dell'Austria oel R egg. Wimpben, dell'età, d 'a nni 3 7, d i tempe.-amen to sanguigno, di costiluzioue robusta, non mai st,1t o ammalato per quanti disa gi e privazioni gli fossero toccatì nella sua militar(! carl'ie ra, ussalito aa 1 o di maggio 185ò da intensa cefalalgia, da oppr essione di pntto, da rauccdinp coi) tosse secca e frequc: nte, pensò r imed ia rvi in casa propria tentando di pxo movcr c _un' abbonda nhi ti·aspi razio11e. Fallitogli qu esto mezzo ed aumentatesi le s ue sofferenze, fece ricorso nel snccessivo gio rno ad uu abbo ndante salasso genei·al<', <la cui non aven do avuto lo sperat o sollievo, si d ecise ne lla sera del giorno 12 d i fare rico r~o allo Spedale Divisionario . Visitato p er l a prlma volta nel mattino d el gio rn o 13 otfri va li seguenti sinto111i e segni : faccia r ossa e tumida; occhi in'ietta ti .ed intolleranti della.luce; ca lore della pelle molto aumentato cou polsi forti, d uri, vibrati. Affa nnoso cd oppresso aveya il i·espiro, m olesta e frequent e la t osse con d olore profondo ed ottuso al \rit o sinistro del tòrace e con ilerubito laternlc dilticile e molesto:llossa era la ling ua con bocca amarne sete intensa; ro~sa e scar s:i l'orina; chiuso l'uho. S' institul lU,\gnùsi di Pleu1·$>-p.ol 111 o n,ite grave, ricbiedt!nte perciò uu e nergicb metodo nntiflogistico. Si p rescrisse \In salasso <lui hraccio di 15 011cie, da ripetersi a mezzo giorno ed uu'emulsic)nc :irabica nitrata J)~·r bcvandr1. U sangue estra tto ess1wdosi uella sera pref>t·ntato con dura e spessa cotcuoa cii 'i nsistendo la gr,witì1 dei sintomi, si praticò un terio salasso, si continuò la b evanda e si fece applicare un cut.1plas111a ~11ollitiyo sul costato dolente . Nei giorni 14, 15 e 16 la n!lssuaa reuµssione d el 1u orbo neéessitò la ripetizione ù i se\ !-alassi, di due sr111guisugii locali abbondanti e Ja giunta dell'acqua .coobata d i ln u ro-cernso all'ordin.1ria b cvaòdn . Venuta 111e no nd gio rn o 17 la gagliar<lja ·dei polsi, bi>ncl1è persistessero nella loro in tensiti1 la tosse ed il dolo.-e Jati:nile , si S()spesc il sahsso p e r 1·ico1"1"e1: ad un te rz ò s:lllguisu gio ull,1 località dolente, a due vescicatorii alle gan1bc etl all'interno uso del tar t,1 ro stìhiato ,1 r efr:1tte closi ;. nd qut1lè uso si coµtinùÒ nei giorni 18 e 19 con mol to sollievo d el dolore e con di111i11 uzione della fobl,re . · S'rsact>rh,11·0110 di be) llQOVO nel siorno 20 la fc:bhrc ed il d o lori>, la tosse si rese più ,S'ttgliarda con espettorazione mucosa e strisciata di sang~1c; 11lotivo p e r cni sì doY c ttc ri corr c1·r, però !;enza frutto, ad un nuo\"O salasso , i,ll'applic,1zionè d'u n largo vescicatorio al luogo d olente Cll all'r1111111ini- ' s trazione di qualche grano di lattu cari'o, Compariron a i 21 coli' iutensiti1 della feLhre alcuni s in.tomi cli disordine cerebrale e pmifor111i si 111 ostrar ono gli sangu,no~i sputi che acco111p:1gna\"ano l'iu ccssante tosse. Si co11ti1rnò nell'uso delle semplici b evande emul~ sive; s'a111111inìstrò la polvere tl i ciuo,glosso in pillole e s i co perse la nuca c1ln un vescic.itorio. Arn111aestrato dnllc c;11re prati ci1te ad a ltri :111,malali r educi dall'Un gbcrii~ della :,0JJ1 111,1 facilitl1 coli.i q1wle u ci .m edt:simi J.e 111abttic, anche d' indole .flo gistic.i .icutissima, te r minavansi per fobbri a tJ}lO iute rrnilte nte, facili a domarsi colla china e co' suoi preparati , sorvegliava io riltentameo te, in tanta gr:ivi1i1 d i m 0t·bo,. nd o~ni più lieve sintomo che n el d esiderato evento valesse n •l!Onfe nrinrmi j Se non che 'il 110'!1 mai interrotto CÒl'SO dell'iufhunlllazioue pettorale , diffusa al cer vello cLe


87 . com . ro1,netteva ogni g.i orno pi'ù fo ,,i~n clel\>amm~l~-t~, rne fie face\'~ sme tte1· ogni ~pe1·~il1,a., ~~::lu~.~ncl_?1:11 pe1.t iò a chiatirnr in consulto gh altn Me<l1c1 M1htau l ~,~a\•·, • 'r ne del fatto convennerò meco pu a J)rest~ co~n~/ cl~l1' adottat~ l'neto<lo curativo. S'ebbe t;OO lllU8Zl0 · ' d :. · • Il gambe e si ' ( uindi mlovo ricorso a ue ~p1spast1c1 . a e l · le b'il))te enP1ls1ve colla ,a:1unta dell racqua 0 contmuaron d' coobata ·di lauro ceraso e dell'estratto idrakoo ico i vinsquiamo 11e1·0 àlternando :talvolta c<,n qmil cbe lego . '·b· fì .· nbu<·o al1o seopo giera infosioue stl 1.,1ta 1 1011 ( 1: s~t · . • . •· . . _ di favol"ir il sudore. furono questi 11 terapeutici ~0111 p ensi che s'opvosèro .ilt'imper~e rsal'it~ morbo d:'.ll~!orn~ '>?. "i 3' dello st-esso mese d1 m ~gg10; nel qua n~te1 - · .., · · . ' l deh·io e l'espettora:u one vallo cl'i tempo fo costante 1 . . · . . . , . d' •t t · l iente urll'cioso· da fo1 e sospettare 1. • ' assunse l aspe. o a u ' s't1ppurazione polmonm·e, . . l'' -f ·t Nello sconsol~nte dubbio d1 7e~e1~ avv~rato . l!'J ~us o pronosti~o ond'era ~onvint~ I :a1111no n11.<'l.,_ ~11 re c;~ nel iqattino del primo gì'.orno d1 giugno a v!s1tm_e am'.na-: l ato che t rovai con mia gratt~ s0rpresa ll_l dnnmuzione di f-ebbre e di de\iriff ed. in U~ 'leggie~·O g1'ad~. ~I S~~Gre Ì il quale r11igliora111ento evasi, al dir e dell.111fe1rn1~1e, , cominciato ud operare cblle ore du~ dopo la .mezza: •1otte 1'11 se"uito a le.,giero ui.) trancru1Jlo s-0nno. Stetti 0 0 ' ·· ' · · d e11"10perciò · contento ad ordi'nare la :cont111u.az1one. ~·qs·o di .fiori di sambuco cori p1c'c ola _d~se ~1 tartaro emetico per favorire maggiòrmehle la ?iafores1. . Nella visita della sera dello stesso gioh10 era ncomparsa·· una violenta esacerba~io~e che s'a~m~Btò_. ne~la notte e si protrasse a tutto il g1or~o 3 con 1qumne~te pericolo della vita . Non -si fece c·a ng1ament o terapeutico di sorta. · Nel mattino dei 4 l'ammalato si presentò cli bel nuov-0 in 'istato di miglioranwnto anco1·a più notevole.; s?la. l_'.1 !ìpòssateiza era estre1na e t~le ~a ·l~sciar_lln dubbio 1~sidioso :. non si frappose tuttavia. 10~u_g10 a~)a p1:escnzione d'otto grani d\percitrato d1 chmma sc101to, 1~1 ;op- · portu!'o ve'icplo da c<1nsumarsi in ·cl~·~ttro cucc.li1a1ate l'ipai·tite d'0ra in, ora; la btes·s a prescnt1ope ·fu npetuta qnàttr' ore dopo e-la sua esecuz'ione ern raccomanda:ta alle cure del Medico di griardia. La paventata esacerbazione fC:!.b brile si .riprqdusse verso sera con tutta la coorte dei sintomi cardio-pneumo-capitali, :ì cui sotte~trò dopo diciott'or.e la più perfotta cali\1a. La prq1~ta npeti1,ione del citra1:Q di cliinina nell'uso del tJuale st d m : tim1b per più giorni · ad alte dosi cioè sin ad 80 &ram nel gio1'no, fece svanir ogni traccia cli cos\ trucule nto 1nale e condusse in p'1:ima e poi confermò la convale·s cenz11 in cui era elltrato l'ammalato, il quale, riprese le pristine forze e libero d'ogni doglia, si c.o ngedò liefissi,m o dallo Sp.ed:.:lc nell' ultimo giorno dello stesso_ m ese di giugno. 0

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FARCINO SOSPETTO. 55 ( Stol'ia letta dal i>ott. tav. Gitli'netl'adwian:za deyl( S di maygio in 1'oi Ì110). Ui1 nostro Coll ega,, il Medie~ Reggiuiei::itale· Dott. Bima, ebbe. son a!cuni giorui l 1oppoi:tunità <l' esmninar un giovine al Consiglio di Lc·xa, il quale presentava molte sparse eicatri_d· aderenti a gli _o rgani clel~t l0cou,10ziotie. Dalla narra! 1qne fatta, potendb dubitarsi che la lunga 11,alattia sofferta fo$Se stafa di natun1 specif;.c.à jarcùwsa ebbe e gl.i la geutilezza di. farlo 1:it:rovar in c1uest'Dspedale: oude potesse con maggiore <l.Jigenza esser esaminato. Clo che fu. tanto Jiiù a proposito , in qwinto d ie tro v,isi

qnivi l'lcoverntp im saldato su citi poggiano grav1 sospètti che la malattia da cui è a_ffetto, sia di natura identi'ca cioè prodotta <lall'inoculazio1je del farci-no ·s po:ntaneo del CavalJÒ, I M'accingo pertanto volontie1i a nari·arvi :que.st~ fatto nella persuasione t'h e. non sia opera affi.tfto pe1·duta. per la Scienza, sia p erchè tanta pertinacia cli morbo fu susse-' guita da non sperata gum:igione, sia perchè, fattone speci~I ,_oggc ttò di discussione in questa Confel'enza , si potessero diradar in parte quelle tene bre che tuttora s' ad· densnno su questa malattia di non .incora bene òefì· nita natura. Giuseppe~Pastore, d'anni 23, a<ldelto )l foticos~:me_st.iere di postiglione, di temperarnènto san-guigno-muscol-a1•e, di complessione tarchiata, è il più giovine di ~1uattro fratelli pari111ente r obusti e mìti_da genitori perfetta.n1ente ~ni, Nell'iufanzi:a no n ebbe eg1i a soffrire malattia di sorta, ti:anne il vaiuoio naturale. Ma nell.i gio,vinezi a, peu I~ f~tich~. de~ s.uo_1_nes~ie~·e,, most1:avasi ~iuttos~o prop~ns_ò a, hquq11 sp1ntos1. Circa l anno ventesuno d1 sua età fu. dal l\h1stro di posta suo padrone mandato qual custode d'unii d ozzi11a tli cavalli che, per maltittia stata dal Ve-tc1iinario che l_i ;visitava giuçlicata di nàtma evidentememte f~rcinosa, erano stati ~eg1,ega.ti dagli altri ecl in\tiati in una villa a Leynì onde, percl1è giovini e di, puèzzo mol.to elevato, tenta rm{fa guarigione. . G}1,-d a più :1'.1e$'Ì il Pastore prestav,a la vigile sua opera ue~I a~datagli incombenza, quand.o per so1ppressa tras~;ra7,1.o ne eutane~ ebbe ad ammalare di plemo-polmo111te._Co~tretto a ricoverarsi nelPOspedale di s ..Giovanoi e__quin ~1 c,u_rato con en~rgico ~ne todo·antiflogistico_ negat1v.t) e positivo, lw~porz10nato alla sua vi"'ol'ia ed. all'inte.n~ità q.el male, sta:va gi·à per toccar il t;nninè della sua co.nvale·scenza, quando,:;'avv,ide. ehe un tumore erasi svolto nella metà posteriore èlell'antibraccio sinistro pr.eoisa~ne? ~e· nell'.inte1~vallo dei due ossi: cres<icva ques~o tmnoi:è 111 form~ ?1 f~_roncolo, assumeva poi la natura flem.monosa e f1111va .111 t\11 asc_esso che s'apriva co·l feno . Ho se~ condo tumore co~np_a1:i.va clopq qualch·e giorno in çor1·i- 5.pondcn~a <lei pnnc1p10 del tendine d'Achille· nn terzo _ un qu~rt? ed un quinto svolgevansi in fine, ; brevi' in~tervllll1 d1 tempo,. n~l terzo inferiore. del braccio destro, nelb màn1me~la s101stra e nel margiue anteriore .clell'ali_cella de~tra: 11 c?rso e la terminniione .fu in t1,tti eguale. La marcia che stillava dall,a loro apertma era di colore n_e rastr?, ~e.tent~, gluti_nos:i,mista a grumi ,sanguigni: si rese poi .Pm. flu1da ,e .gialk1,,tJ:<1, ll! a sc:mìp,t·~ fì.lamentosa: le ap~r~nre ~n breve tempo s' allargavan in ve1·e ulcere •! ll)arg11~1 dun _e èofl l~SSl,!reggiante vegetàzione. La cura di tuttt questi ti:11101:1 f~ p_e r I~i ng9 tempo semplicemente l~cal.e; :o~o ne_gl.1 t~h111l1 }1?rn1. èli sua di1'.1ora nello Spe- · dale gl! lu p1.escritto, 1 olio di feg,1to d1 mel'luzzo che p1:ese da ti,e a: q1Htth'o volte. Pon<:11do egli mente ehe d~po sèt~e mesi e c1uattrn gio1:ui di malattia le sue piaghe contrnua,van. ad esser aperte còu e~l'r.cmh .st!a ,nH)ci~en7:a e ?ebolezza, e tem~nélo che, per la dit!turniti1 dei suoi mal,, potessé ìrns_c er il p ensi.ern di traslocarlo nello Sp·ecble dei C _ ronici,• armatosi di.cora,mio e di .stampèlle., Oli> a l) b..tndoJ1Ò, lò Spedale e rip ~rò presso il s,uo padrone nella stessa, villa di LeynL N on trnsco rse1'0 quindici giorni che il Pastore fu d1 bel nuovo eostretto a G.hiedere st,inza_ n èl citato Spedale per VQllliLo _s,111g~1igno <Ìon disentci·1nl c,rgiqìrnto da disordini die tetici. Sei .salassi celereme1ft~ praticati,_le be,,ande mucìlaginose ed i clisteri ccssaron iù e,tto giorni il vomito e b disenteria, ina la sua for111at'a nello SpecJ.ale si protrasse ad altri trenta g\orni ii\ éapo ai qua li,, riprese le stampe lle per le pi \1-


88 gbe sempt·c aperte, si restrtuì nell~, medes)ma villa in cui dièo Div'isloiialc tutta, la l·tial}evc1'Ìa; ~ reso ,più se mpl\ce piìi non esistevano li c~valli. fa'.·i1i;ciosi e .dove ,)bbanèlonò ~ più fa cile l'andamento del servizìo. e pi \1 risoluta. L ' d i .. al caso la cura de''suo1{111aJ1; lumt.andos1 solo a tener e l e sciplinah quale tanto, v-alç a i:endere compl!tl.o .e solido piaghe rip11rate dal èont atto d ell'hl'ìa. ~~1.l lo sco.rcio .. del ~·oxdi~a.mento d ' un corpo, p,crchè una sola mente dirige 1nese d' aprile, triste pd .suo lung.o , .soflnre ed anno1at.o 11 $erv1z10, un solo pensiero ne abbraccia le varie pal'ti 1 dal fai• niente, ~~i strascinò co·n is.t ento ad. un vicino fosso·, t!d un~ sola volontà irnpartc l'impulso ed il ù10.yim~~1to a tutto..11 Personale. d'irì-igazione e , senza cuum:e l' atroce c\olore delle piaghe delle o-ambe, v'immerse le -eslt•emit/1 inferiori , diverten(~li Soedali Divisionali son ora divenuti Scuole di Mc-dost p~r l,mìghe ore a cfarc la.ca«èia. alle ran e . Un-1:àl ·edi çina _p\·atica e di Conferenze sc::ien~ifii;h~, in,c.ui è- libe ra sercizio egli, contrQ il divieto de' suéii pa<lPoni, continuò la parola a chiçchessia "ed iJ tale nto ha ampio èamp·o di ·pe.r tre mesi e nel quarto d>be la ·soddisfazione di scor- - spaziar e cl'appalesarsi in tutto il suo splendore, ond' io -~ere tutte l e sue piaghe· guar}te con ciq1trici aderenti ed r ~l)t~to queste ouorevoli e generose lotte di sap<fre come infossate. · · .In più esatta misura d ell' ingegno d e' Med ici che..vi pr.e n, Eccovi, onorevoli Coll eghi, quantQ bo potuto rncco~ dono parte ·e come un vero. progresso d ella iVlecliciqa gliere di più l'i marchevole nell'esame scrt1polosamente militare in Piemonte . fatto aL Pastore, intorno alla malattia del quale, lasciati ln ·fine gli Ùifoiali sani t'ari ardentissimi di séfnalarst ht disparte i c.0111menti., sottopon:Ò alla vostra conside1·anell'ardt10- cammino della. Scienza ed animati da since-ro zio-i:1e alcuni quesiti di c.ui l 'esame potrebbe dare luogo spiri'to di Corpo agognano .c oi loro studi di rendersi. se,ma .qualche utile induzione . E c,c oli. pre ·più utili all'Armata ed ;;.1 Paese, come effettiramcnte si r enclono· cog!' i1111>ortabti serv-izii .clic prestano sia in , . Ammessa la possibilità d ella trasmissiorie del fare-ino qttesto Spedale Divisio~arÌ'o, sia prcssq i lot:o Corp.i, sia iw clal cavallo all'tròmo, si potrebbe dai si'ntom i,, dal :iian7,.i al Consigllo Provinciale di leva. corso, dalla dmata dalla malattia descr·itta inferire che· Ho l'o·nore ecc. ' realme1:1te sia stàta <li natm:a fan:inosa'? Ov'vero avrassi Di Y,, (ìU~sta a considerare come consegti_enza deUa sòffcrta Dev.mo ed Obbl:mo Servitore pleuro-polmoni l e? , Dott. ' ARELLA' Medico Divisio1)ale, 2 . Nel!o ·s tato .attuale délhr Sciem:a 'V'esisto'no segni poshivi per' r~cnnoscer il period.o d'incu·q azion~ fkl farBOLLETTiNO UPFlCIALE. cino che 11el nostro caso si .s arebbe svolto quaranta gi orni ciì·ca dopo èbe· l'ammalato erasi sottratto all'aVeno-ero collocati in rip,oso li seguenti Ufficiali_ Sazione deùa causa morbosa ? nitai·ii, già in aspettailva, colla conser.vazion1\ d.i titolo 3..Le raccolte purnh:nte e le ulÙ:re Gonsecut.ive ·!ll'eyogrado e faco!Là di v.e~tire la Divisa. . .Juzio;'I~ del ,male, 1wescntan esse pure carat ten che le· 1; Dgtt. Antonio D~mnria, Medico' c,1po di i.a classe. distinguano i:làlle altre. specie ,e più -parficolar1nente 2, Dolt. Granetti, l.Uedieo di Reggimento. éla cruelie cli e ,sopravvengon.o agli ascessi linfatici ed s-. J>o1 t. Uertedetto Beru Lto id. a·lla Uebite? · Vennero éolloeaLi in riforma conservando il titolo, 4. Ln tant; amlJigui til ed iuefficada di compensi curativi grado e facol tà cli vestire la Divisa. . _ s.t ati propos ti.per vjncere qu èsta morbosa affezione, si Li Dott. -Pretro Rola11do, ì\Iedieo cnpci di 1.a classe. ptH:>; per avventura tral'l'e qualche luni e: da questo caso " Dott. Gi'11~CPJ)C Bineù:i . id.. . di 2.a, classe. cli gu:u·igi.one '/ Al vostro criterio la soluzionè. n iDott.. Sebasti:mo .B,onino, l'lledtco d1 RcggimentQ. 11 Dop:. Tommaso lkuno, id. · ,, D9tt. Pietro ()lìva , id· o Dott. Giovanni Cuore, id" Doti. Antonio Vachino. id. 11 Doti. Gu~lidrriò ì\fojna · ifL 11 Dott. AmtmJgio Natale, . 1d. 11 Dott. Gio vanni Panizzardi id. REGOLAMENTO DEI 50 D'bT'fÒBRE, " D01t. Francesc)o Pascale,Mcdico di Ifatwglione di i.a classe, 11 Dou. G·iovanni 'l'ruccaoo id. id. GlliDICATO D;.\L con.Po S.\:NITARIO·MILI1'ARR. 11 Dolt. Agos°lin9 Con.ti, ~~cdfoo (fj Hcggi_ m~otr, dispensato da 11ltel'1ore se)•vrz10, conservando 11 titolo, g'1·aùo e lt(.mo S{ynoi"e Presiderite del Cons.igli'o S1iperior_e facoltà di ,•cstire la Divisa. · n Dott. Auronio Rastelli , • id. id . .Milit(J:re di Sanità. n DoLt. Fqmecsco Cliiapclla, ~Iedico di.nauaµ;l. dì 1.- classe. coll00<tto i'n aspcltativa. per infcruiità tempopnca. - ='= = = == = = = = == = Genova1 ai 20 di settembre 1SIH.

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A.s énso della circolar e ·dei 29 di dicembre 1 850 nu m. 8064. mi reco a dovere di l'agguagliar~ V. S. cbe l'ilttuaziònc del Re gio· <lec·reto d ~i 3ò · cl' ottobre 1350 ebl:!e luo;o in. questo Sp.e 1 ~le con sot laisface,qte l'egolarit.à ~ C!)minciare dal T di gennaio scorso._ . _ Chiunque con9sce il ~e1·,•)zi~, sanit:n-io-1.nilitarc, non J.,Jtt'q _1.1on con~en11:e çhe_ li ~ctt? Reg_~o. D:~ret.o ~ t\l} 1:1epor tuno nJ oèlo ç11 forma re llesli Spedal1 m1Irta1·1 esp,ertt Utliz.i,i-li sa11itari cbe s,1ppian ir1. qu,t!sivoglia fOntit1ge11za 1·idm alt' a tto con distinzion<:: e con onore la Medi. cìna' e la Chi'i·urgia·;_e dalla pi·ova · che s' è Ca tta_in g uesti nové' mesi parmi si possa dedurre i/ella sua convenieuz~ eél utilità, conciòsslachè essen3osi coJ1ceiì.trilta nel Me-

Tori1io, 18:$ 1 -T1rocnAFIA M1•n 'AHE·.

AV.VISO Tnt.t.i quegli UITiciali Sa~i(~rii che per rngioue dei cangiamenti di guarnigione o per causa delle manovre di l\fare11go fQsser:o- in 11ilardo di qualche u.urnero del Giornale, cot'nlÌnicanrloJo alla' Di·i1ezfone per la sdlitlJ, via de' signori Medi.ci D.ivisionari o Qnarti.crmast:ri, ne saranno solleciLair\cnte provvisti. ERRA:..TA CORRIGE

Nel 'N. 10., ullima colonna , ~ppiò del ·Rendiòoill.o di Snssar.i, a vece di l\fod. Div. D.ott. l'lfastii>, leggi l)o lt. Solinas l'lfrdico

Rcgg:imentalc.

Jl DimU .. Dòft COi'\llSSETTl iìic<;l. Div. V. Direu. 1'.Cspo4sabiJ~ Dott. Baronii dc BEAUFORf

ll'I.: R.

= Grns1;;PÌ>E R!òVIGLJO tipogràfo ,reggente=Piàzza Vittorio Emanuele N. 9

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ANNO I

( 15 d'ottobre 1851 )

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARHATA SARDA L'associazione non sì riceve cho per un anno e comincia col 1° d'agosto. Il Giornale si pubblica nol lune<ll <li ciascuna settimana PREZZO D'ASSOGL\ZIONE .l?J!R GLI U FFIClAU DEI. CORPO SANITAlUO

In Torino

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L'abbonall!en_to 1ebbe_pagarsi_~er ~e?'lestri ~nticipati. I Medici Militari io ri)iro itOd?no !(li stessi vantaggi di quelli in servizio ,attivo. Le assoc1az1om per I non militari r1cevons1 alla TlP001u11H SunA.LvI~A, via Alfieri, num. 24. Le lettere pel' abbonamento al Gjornale debbon esser affrancale ed accompagnale da vaglia postale. 1. DoU. B1;sozz1: I'roprietil antipsorica del ranuncolo acre. - 2. D.:ilt. UAUJ: Con:ziunlivili granellosc.- 3. Cav. Doti. CATrAl\"EO: 1,istolo compiuta all'ano. - 4. Doti. MASTIO: Angina tonsillare. - 5. Dott. l'\1coL1s: Ulcera (.!ella col'Oca. 6. Rl!LAZION'E DEtL"E CON11ERENZ'8 SCIEN'l'H'ICllE, - "'/, li Ile.golamento dei 30 d'Ottobre giudicato dal Corpo Sanita1·io-Milìtare. - Avviso.

SOìl!M.ARIO. -

PAR.TE PRHIA MEMORIE ORIGINA.LI l'ROPP.IETA.' ANTIPSORICA DEL RA_Nffi'ìCOLO ACRE (Del ilfccl. Div. Dott. BEsozu).

.È nn fallo attestato dall'espl!ricnza di tulli i tempi cbe, quand'un ordine d' idee o di falli attira a sè <li preferenza l'allenzione dell'universale> avviene quasi sempre che qualche altro ordine di fotti o d' idee rimane pressochè nòglello e dimenticato. Ciò accade nelle cosù mo rali e civili : ciò accado eziandio nelle coso scientifiche ed è forse una prova che I' intelletto umano della cui possanza abbiamo argomeoLi cosi luminosi e conlinui, ò coslrello a riconoscere lirniti, se non altro nel numero delle sue applicazioni . Di questo abbiamo una <lirnostraziooe anche nelle nostre mediche disciplini:', Io questi ultimi tempi la Chimica di cui ogni giorno se~nò e segna i grandi progressi> ha arricchito l'arte salutare d' innumerevoli preparali, fra i quali aunovcransi i molli alcaloidi assai possenti, eslralli da vegetabili s) indigeni, si esotici , non cho nuovi trovati validissimi contro vario malallie corno I' iodio, il cloro e loro sali, i qoali entrati ael dominio della pratica comune rir.scirono giovevoli pe1· ogni titolo all'umanità. I Medici, come era naturale, si volser ad ossi con tulio l'ardore che destano le belle ed utili novità e spesero la loro diligenza nel farne prove, nell'accerlarne l'efficacia, nel moltiplicarne gli usi. Ma troppo forse preoccupati di siffatte scoperte, posero soverchio io non cale la medicina ~emplice de' \'eg,etabili, ]a quale ha _pur essa tanta parte nella Materia medica. Certamente i suddctLi preparali chimici voglion essere tenuti in grandissimo conto , ma anche i semplici vegetabili e pa rticolarmente alcuni che furono per longhi secoli tanto stimati dai grandi Padri della Medicina, sialici posti dinanzi per ogni dove dalla prov-

vida Natura, di cui la semplicità li rende accessibili a tulli senza neppure bisogno d'elaborate preparazioni, meritau essere sorbali in quel credito di che godono fino dai primorrlii della Scienza e dell'Arte: E tanto più ò da vegliare che gli Esercenti deli' Arte medica insi~tano nel savio e disereto uso do' medtisi mi e mtiglio ancora nel· l'avverarne le proprietà e gli eifelli io quanto c'è il rischio che allrirnoote l' igaotante ed astuto Empirismo di loro s.ì giovi per milla11laro presso i craduli, i sognati suoi miracoli. Intorn() al che è fro. gli o.llri notissimo i I fatto d'una cura dell' Ischialgia cronica, la quale continuò a praticarsi por più an ni da una ùonniciuola di Cassano Geradadda, Borgo òolla Provincia Milanese; cura che si tenne da molti per assai mirabile. Durò uo pezzo in molli il pre~ sligio o quanti traevano da quella 'friumalurga, ne tornavano colla persuasione c:1' ella possedesse ua gran segreto. l\1a a lungo andare si scoperse che tutto il segreto consisteva nell'applicazione della 1>ianla e '.lelle foglie contuse e tritnrate a foggia d'empiaslro della fa miglia delle Ranuncolacee, e però si riconobbe che in quel caso l'Empirismo non altro faceva fuorchè profiuare d'un no10 vegetahile. Fu appunto dopo a vere verificalo cotesto fatto eh' io mi diedi a stud iare l'emcacia cJ'alcune specie di quesla famiglia d~' vegetabili. i\leravigliato singolarmente dei prodigiosi risullamenti ch'ebbi replicatamente ad osservare nell'applicazione dell'empi,1s1ro vescicatorio composto delle foglie triturale delle lro specie di ranuncoli cioè dell'acre, del unlboso e dello scellerato nelle cure dell' lschialga, massimamente diuturna, iat rapresi sperimenti al fine di farmi .capace se questi beoelìci effetti provenisser unicameute dall'azione vescicatoria di tali vegelabili o se io parte dovessero riferirsi a qualche principio particolare medicameutoso ne' medesimi contenuto, il quale, assor~ilo dall'orgaoismo, avesse la racoltà di vincere o modificare quell'affezione. Prima <li Lullo mi diedi ad esperimentare l'applicazione d'altri escarolici non men allivi a produrrn I' offello identico vescicatorio, ma se ottenni ide:llici effetti locali, non ebbi prove sufilcieoli per con chiuder essere nella pluralità de' casi bastevole l'appli · cazione d' un forte vescicatorio a guarire od a scemare le affèzioni croniche ischialgie.be, òovechè il contrario


90 ebbi bene spesso a verificare dall'uso dell'empiatro vel!lcicalorio fano colle piante e colle foglie dei ranuucoli suddetti. Siccome poi Halle1· afforma essersi usalo app 1icar!) quest'erba e-0me ve§cicatorio ~i ca rpi dei febbricit11nli1 j,ndi ;i.Ila lt;!ìta per s~d\lrufl il dplore ed essersene ollenuii buoni risullamenti, mi verlne il dubbio ~he cotesti vegel~bili potesser aver eziandio qualche virtù speciale c:onlro affezioni nervose. E q11indi slava per accingermi a farne pruden ti sperienze per uso iuterno in affezioni di tal nalora. l\fa mi ralleneva l'ossarvaiione dell'Orfila cho il suceo ollenulo dalla triturazione delle foglie di questa pian\a dilungalo nell'acqua è assa i velenoso e determina un'infiammazione intensa degli orga ni con cui è messo in contatto e quindi un' irritazione simpatica del sistema nervoso. Se non che mi parve rispondere a ciò abbastanza l'asserto di quasi tnlli ~li Scriltorl che trallarono dell'azioae di tali vegelabili; asserto che stabilisce essere ]a parlA atliva di questa pianta un principio acre il quale facilmente volatilizza ad eleYala temperatura. Cosicché si spiegherebbe, a dirlo in passando, com'avvenga che m entre la pastura ne' prati verdi , dove dominan i ranuncoli suddetti, riesce assai nociva agli animali che di loro si pascono, sia in vece affatto iouocuo il fora ggio secco degli stessi prati. Ma so quest' ulti mo pon to parvemi doversi badar anche ali' iulluenza che d..ibbe esercitare la ftmnentazione sull' anzidetto foraggio, essendo dal· l'esperienza dichiaralo che colla semplice essiccazione ordinariamente le erbe medicinali anche le più virose non perdono afTauo le loro primitive proprietà. Col presidio di tali principii o cli lali avvertenze io continuai le mie osservazioni ed i miei speri menti, quando veoner a distrarmene i fo rtunosi avvenimenti del 1848: però com'appena io m' ebbi un po' di riposo, ripigliai da capo questo prediletto argomento de' miei piccoli studii e segnatamente mi vi applicai nei mesi eh~ ho passato tranquilli io Cuneo come ì\Iedico Divisionale presso qucll' Ospedale lVlililaro, dov'ebbi e~ianclio la ventura d'essere giovato ed assistito dalla doltrina e perizia del valente Farmacista Militare Signore Leone. Nello scorso giugno, attenendomi alla specie dei ranuncoli meno velenosa e più fre quente nei prati che verdeggian intorno a quell'amena Cilla , feci raccoglier in copia le piante del ranuncolo acl'e e ne ottenni un eslrallo mediante la compressione sollo un torchio e la diligente eondensaz'ione a bagnomaria. La mia idea era di sperimentare quesl' estratto per uso interno nelle alTezioni ner vose, vinto che fosse lo slalo allivo, e non ho ancora di ciò dimesso il pensiero; se non che slirnai convenieule esplorarne prima l'aziono per ueo esterno; e però memore che il Matt ioli ed allri fecero cenno della virtù anlìpsorica del ranuncolo acre, deliberai usarne prima nella cura della scabbia. Intorno alla quale cosa m'occorse la r iflessione cbe, se questo rimedio fu abbandonato in simile malallia, ciò doveva esser avvenuto perchè s'usava il suo succo recente, pensando che il principio acre potesse essere causa di vive irritazioni e di pustole dolorose sulle parti alle quali s' applicava; il che non sarebbe accaduto se si fosse adoperalo a bagnomaria; preparazione che ahronde, giusta ]e so e11posle r ille11sioui, sembravami non dovesse perdere tulla la sua allivilà medicamentosa. Il fatto venne ad accer tare le iaduzioni, giacche avendo io tosto trattato con quell'estratto alcuni scabbiosi io cui il mala ave,·a resistilo

alla cura di varii unguenti solforali ed anche di quello del carbonato ài potassa unito all'unguento solforoso da me 15ostiluito all'unguento di calce e zolfo che sper imentai men altivo dell'altro, n'ebbi pronti ed ollimi effotl(. lncpminciai dalla dose di mezza aramma misto a mezz 'onci!l d'adipe di maiale e l'aumentai a poco a poco fio alla do§e di due dramme sulla medesima quantità d'adipe, da consumarsi nella gioroala ; dose che nei casi più ordinarii trovai sutrioienle; adoperandone solo la doppia quaolilà nei casi di scabbia mollo invt1Lerala ed ostinata. Le pronte e perfette guarigioni da me ollenute appaiono dalla La vola posta qui sollo, nella quale ho registrato gli scabbiosi cu1•ati unicamente con tale farmaco fino dal loro ingresso oelJ'Ospedalc, avendo ommesso d'annoverarne altri i quali, sottoposti sullo prime alla su riferita cura coo poca efficacia, guarirono poi in breve tempo dopo che furono curali coll'estratto di ranuncolo acre. Si \'edrà dalla Tavola che la permanenza di tali ammalati nello Spedale così curati, presenta la media di selle giorni e poco più. Ecco òunque uo linimento antipsorico semplice tratto dal regno vegetabile e preferi bile, a quanto mi para, agli altri sin qui usali, senza cattivo odore, sollo piccolo vo lume, di pochissimo costo, assai valido ed in pari tempo assai facile ad impiegarsi, eh' io propongo non solo agli Ospedali J\1ilitari1 ma anche alle più dilicate persone, non apportando incomodi , nè inducendo alcuna ripugnanza e che, nel mentre procura la guarigione in brevissimo tempo, aon lascia luogo a recidive, come posso asserire Irancameute dopo le sperienze fatte sì nell'Ospedale Militare e si nella mia pratica privata. Ciò posto non si faranno le meraviglio s' io, deliberato a proseguirne l'uso ed a tener ed a dare conto degli ulteriori risultamenli, piglio animo ad eccitar i miei onorevoli Colleghi a faro e aoch'eglino reiterati sperimenti. Gli elTelli che appaiono manifesti negli scabbiosi sottoposti a cotesta cura son i seguenti: calore per tutto il corpo, noo rnordace però. nè incomodo, .id in tre casi ebbi ad osservar uaa leggiera cefa lea, susseguila da sonno tranquillo a cui tenne dietro uo i;udore profuso e quindi un progressivo ben essere generale in tulla la giocoala. Io sarò bene lieto se i falli da me recali in me1.zo oon solo saran avvera li, ma se condorranoo pure gli studiosi delle Scienze Mediche a teaere conto pili che ora di solito 1100 avvenga della virtù Medica dei se mplici vegetabili. Profittiamo pure dei trovati della Chimica ed in genere <li lolle le sue scoper1e delle quali può giovarsi l'arte nostra; ma non abbandoniamo ·gl' indirizzi della natura e cotllinoiam a tener io pregio r1oella dovi zie di farmachi ch'e.ssa provvidamente ci para dinanzi a nostro lume ed a vantaggio dell'egra umanità . TABELLA C!SATO E NOME

Rosichcllo Giuseppe i\Iinola Felice Henone Antonio Darozzi 1.mo Gerardo, Giacchiao Alberto Sigol Lorenzo Micone Felice Castagneri Michele Cignetli Giuseppè Parasano Giovanni Davico Vincenzo Parcellana Michele Ambroggio Giuseppe Grasso Sebastiano Giordano Giuseppe

fuiTRATO IL Di

USCITO IL DÌ

1 di giugno !l2 id. 22 id. 25 id. 27 id.

14 di giugno 1 di luglio

6

luglio

20 id. 4 id. 24 id. 6 id.

id. 25 d'agosto 10

3 id. 5 id. 3 id.

28 di giogno

6 di loglio 5 id. 15 id. 24 id. 14

id.

31 id. 15. id. 18 id. 30 d'agosto 11 i<f. 13 id. 11 id.

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STORffi DI CASI RHIARCBEVOLI. 56

CONGIUNTIVITI GRANELLOSE (Ossel"vazioni del Dottore KALn, Medico Reggimentale ncll' 11mo Fanteria). Nel riferire queste osservazioni l'Autore si propose di dhnostrare come , dietro accurata indagine delle cause che cooperaron ali' evoluzione di queste croniche Ollal· mie , fu dato riconoscere che la degenerazione granel)dsa della congiuntiva palpebrale, quantuoqne comune ad ogni specie ed in appa:en.z.a si.mii e. quanto. alla for~a esterna, tuttavia era nei pm det casi essenzialmente diversa per riguardo ali' intima condizione morbosa da cui era a prima giuntà originata e tale perciò da non cedere ai mezzi comuni di cura , ma da render in vece necessario il ricorso a speciali sussidii terapeutici onde di· struggere tanto l' accennata degenerazione granellosa , quanto l' occullo vizio da cui dipendéva la frequente re· cidiva dell' Ottalmia. Osservazione 1.a Congiimtìvite granellosa da ero• nica Ottalmia catarrale. Il Sergente del 6.o Reggimento di Linea Giuseppe Fracassi ed i soldati del 12.o Domenico Cabrino e Bernardo Zecchino, giovani sani e di rohòsta costituzione, furon alTetli da congiuntivite granellosa ia seguilo a reiterate Ottalmie catarrali. Piccole e poco rilevate erano le granulazioni nell'interno dello palpebre con secrezione mucoso-purulenta non molto co• piosa. La cornea lucida si presentava velala di panno membranaceo poco vascolare. Tutti li sintomi subbiettivi dell' Ottalmia granellosa enoo presen ti in grado mite. La facoltà vis.iva era molto debole e questo stato durava <la due mesi circa. La cura inslituitasi fu di bibite preparate coi fiori di viole e pochi grani d'estratto idralcoolico d' aconito nap~llo e d'unzioni praticate sulla fronte in corrispondenza delle sopracciglia coli' estrailo d' atropa-belladonna. Localmente poi fu instillato tra le palpebre un collirio composto con una soluzione di solfato di rame. La guarigione fu perfetta. Osserçazione 2.a Congiuntivite granellosa da cronica Otialrnia e1petica .. Pietro Marrone, soldato nel 6.o Reggimento Fanteria, d' anni 26 , di temperamento linfatico-sanguigno , d' abiio scrofoloso colla cute oltre· modo rossa alla faccia , stato già s·1ggello ad erpetiche affezioni cutanee, ammalò a· Ollalmia erpetic,a nel mese di febbraio d.el corrente anno. Trascurata sul principio, si rese più pertinace e nei primi giorni d' aprile presentava li caratteri seguenti : grave fotofobia e fotopsia con tumefazione delle palpebre ; lagrimazione continua, acc·ompagnata da profuso sudore della testa e della cute della faccia; la congiuntiva palpebrale graoellosa e tumida ; tultà la cornea ricoperta da piccole pu'stule ed ulcerette superficiali. Un leggier@ rnoto febbrile accompagnava l'acc0o nato corredo di fenomeni locali. Si diede principio alla cura con moderati salassi ge• nerali, colle bibite di tamarindo e tartaro solubile : a queste si soslituirono più tardi l'infusione di fiori di tiglio èoll' eslrallo d' alropa·belladonna e l' interno uso det fiori di .zolfo da mezza dramma ad una , in continua -

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zìone per venti e più giorni. S'applicò alla nuca un largo vescicatorio di cui si procurò lo spurgamento per tuttoil decorso della cura. Nello stadio d' irritazione non fu applicalo sugl'~cchi rimedio di sorta; solo si raccomandò la nettezza , asciugando frequentemente le palpebre con fini pannilini. Sedata poi l'esaltata sensibilità dell' appa~ rato oculare, riuscì proficua l'applicazione del collirio preparato con due grani di nitralo d'argento in un' oncia d'acqua distillata; mercè dd quale mezzo si distrussero le granulazioni della congiuntiva e guarirono le pustule ed ulcere della cornea senza traccia alcuna di cicatrizzazicme. Osservazione 5.a Congiuntivite granellosa da Oroniea Ottalmia Sifilit'ica. N. N. soldato nell' 11mo' Reggimento Fanteria, in età d'anni 24, di temperamento nervoso-sanguigno. Fu tocco da blefaro-congiunlivile sinistra dopo una lunga contaminazione venere,1-locale. Le frequenli recidive dcli' Ottalmìa dieder orcasione all'evoluzione della degenerazione granellosa. Difficile riu· sciva l'esame dello stato dell'iride mentre lì sintom i subbiettivi presenti indicavan una grave affezio11e di quest'organo ed accennavan alla morbosa coesistenza dell' i• ridite sifilitica; la facol tà visiva era quasi abolita. Tanto nella località, quanto nell'uuiversale economia l'elemento morboso prevalente era l'esaltamento della sensibilità per labe' celtica. Bene corrispo·se all'indicazione l'uso interno dell'estral· lo d' oppio acquoso alla dose d' un grano al giorno con due grani di calomelano per due pillole, in un col decotto di salsaparjglia. Localmente si pralicaron alternativamente 1miioni di latrucario e d' oppio nei contorni dell'orbita. In fine di malattia il collirio di nitrato d'ar-' gento distrusse le gran~lazioni e restituì alla cornea la naturale pellucidità con facoltà visiva pressochè naturale. Osservazione 4.a Congiu.ntilJite granellosa da cro.J nica Ottalmia reumatica. Agostino Raccagni soldato nell'11mo Reggimento Fanteria, di temperamento 11ervoso-sanguigno, dopo ostinala scleroto-iridite reumatica rimase tocco di congi·untivite granellosa ad ambo gli occhi. Nei primi giorni d' aprile il sno slalo era il seguente: ùn contiouo senso di gravezza al capo ed un insuperabile blefaro-spasmo obbligavano .l'infermo a tenern chiuse le palpebre anche nella più perfetta oscu rità. Le congiuntive palpebrali erano rosse, vellutate con granulazioni non maggiori d'un grano di miglio. Un'abbondante secreziono di muco palpcbrah~ viscoso si mostrava tra le ciglia ed agli angoli di tutti due gli occhi, La come/I era nella sua metà superiorn offuscata da un panno vascolare. Questo stato durava già da un mese e tendeva lentamente a miglioramento con I' uso delle unzioni d'estrailo di belladonna praticale alla fronte o col colli'rio di solfato di rame. Meutre cosi procedevaoo le cose, I' ammalato , senza causa occasionale manifesta fu colto ai 5 di maggio da grave pleuritide sinistra. La gagliarda riazione flogistica manileslatasi , fa somma difficoltà dì respiro , la tosse quasi incessante, l'acutezza del dolo~e puntorio fecero tantosto metter in pratica un energico metodo autiflogistico. Nei tre primi giorui pralicaronsi con molto sol· lievo generale e locale cinque salassi ed on sanguisugio al~ l'ano. S' amm.inistrarono bibite deprimenti coli' estratto idralcoolico d'aconito coli' arqua coobata di Jauro-ceri!so. Nel quarto giorno di malattia tacque assolutamente il dolore


92 puntorio; la respirazione si rese piu facile , persistendo però sempre uo tal quale grado d' aos.ietà accompagnata da febbre continua con aridezza della cute; il che lasciava fondato sospetto che il lavorio patologico-pleuritico sussistesse Lullavia latente. S' ebbe perciò ricorso ad un largo vescicatorio sul lato affetto e si continuò nell' uso delle emulsioni deprimenti. Dopo due giorni di lusinghiero miglioramento , al di• staccarsi del vescicatorio ricomparve una grave dispnea con rantolo sibilante , con difficile espettorazione e con sintomi di gastrico imbarazzo al quale si provvide cou un' oncia d'olio di ricino nell'emulsione gommosa. Lo stato dell'infermo erasi aggravato nel giorno dopo cioè ai 1O di maggio ; ondechè fu chiamalo a consulto il Medico Divisio.nale al fine d'aver una più sicura guida riel1' indicazione da soddisfare : in dipendenza del cons1,1Jto si stab:li cbe il lavorio patologico d'indole reumatica , dalla pleura s' era concentrato sulla mucosa bronchiale e che I' imponente ansietà di respiro dipendeva in gran p~rlc dall' imbarazzo gastrico oon stato vinto per la te· ~uilà della dose del purgante somministralo al mattino. Si credette quindi opportuno prescriver un salasso dal braccio onde diminuire lo stato emonnelico polmonare e più tardi una nuova dose d'olio di ricino con un clistere purgante da imporsi subilo. Nella sera si prescrisse poi una bevanda tartaro-stibiata. Le ottenute evacuazioni mollo sollevarono I' infermo dall' oppressione di petto , ma ad ottenere la perfella guarigione condussero la ripetuta applicazione d'un vescicatorio alla parte dolente , l'uso protratto del Kerrnes nelle emulsioni gommose e le polveri del Dower. Nel corso di questo metodo di cura cessarono parimente i sintomi della cronica Ottalrnia, le stesse granulazioni scomparver onninamente, nè allro ri · mase èella pregressa affezione oltalmica fuorchè un leggier annebbiamento albugineo nella parte superiore della cornea il quale svanì con l'uso della soluzione di solfato di rame. /

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FISTOLA COMPIUTA ALL'ANO (del Cav. Dott. CA TTA. NEO) Med. di Reggimento nel cOt]JO dei R. Carabinieri).

È oggetto della malallia di cui sto per tessere l'istoria il Carabiniere a cavallo Pietro M. in età d'anni 50, di temperamento sanguigno, di costituzione robusta, nato da parenti sani, entralo nello Spedale del Corpo de' Carabinieri ai 6 d'.agoslo p. p. Risullò dall' esame anamnestico eh' egli nella vita passata non aveva sofferto alcun morbo, tranne uua lieve blennorrea metrale nell'anno 25 di sua elà, stata guarita in quindici giorni con rimedii antillogistici; che, or è scorso un anno, era stato in conseguenza di soverchie fatiche, colto da un tumor io vicinanza deJliorifìcio dell'ano, riescilo in pochi giorni spontaneamente a suppurazione; che alcun tempo dopo, per un'altra tumefazione pfo voluminosa manifestatasi nei dintorni dell'ano a qualche distanza dalla località sli,J.La primilivamente alTeua, avea dovuto riparare allo Spedale Civile di Novara, dov' era egli allora di Stazione. Giusta l'asseriione dell'ammalalo il Dollore curante,

riconosciuto il tumore ripieno di pus, io l)erforò. e, come fu volalo della materia conlenota, s'avvide esistervi una fistola anale compiuta che poscia fu da quegli istesso operata col metodo ordiuario. Dopo la cura prolungata ad un mese, il Carabiniere suddello, rassicuralo dall'Operatore della perfella guarigione della Fistola, si restituì alla Stazione a cui apparteneva. Trascorso qualche tempo, sia a motivo di disordini dietetici, sia per la continua cavalcatura,sia per la cicatrizzazione non bene solida della ferita, ebbe il med~simo a soffrire molestia, calore ed irritazione all'orifizio dell'ano e lungo il rello, defecazione laboriosa, mal essere generale cou gemitìo di siero-pos in prossimità del podice; per i quali palimenli, non potendo egli ulteriormente attender al serviiio, ricove~ · rava nuovamente nel cilato Spedale civile, dove, secondo che disse, rimaneva 15 giorni senz'essere solloposto a compenso curatrvo di sorta, per uscire di nuovo dallo Stabilimento nella condizione morbosa primitiva. Voglioso alla perfine d'essere curalo rad icalmente de' suoi malori riparò con superiore autorizzaiione allo Spedale del Corpo ai 6 del mese d'agosto su indicato. Nulla presentando egli di ri marchevole nel suo essere generale, col concorso de' miei Colleghi Dollori Quaglio e Fabre s'esaminò la localitci. morbosa e risultò dall'e. splorazior)e falla col ,dito, collo specillo e t~ollo specolo dell'ano che la Fistola era compiuta e che il suo sbocco esterno piccolo e calloso, avoya sede nella parte posteriore a cinque linee di distanza dall'ano, mentre l' interno era all'all!)zza di cinque diti trasversi . loslituita breve cura preparatoria, era mestieri appigliarsi all'operazione della Fistola. Parandosi però a mo d'innanzi la grave diflìcollà d'operare col taglio totale una fistola comunicante molto in allo nella cavità del reLto, feci presente a miei Colleghi se non fosse stato migliore partilo quello d'operarla parte col taglio ,e parte colla legatura; pratica adollala. in simili circostaoie dal Signore Commendatore Professore Riberi ed alluata co11 ottimo e compiuto successo, son alcuni anni, da quest' insigne Maestro, me presento, in un caso ben più diffici le e raro, forse unico negli Annali ùi nostra Scienza, sulla persona d'una ragguardevolissima Signora mo.Ilo avanzala negli anni, tullora vivente, nella quale non e ra slato solamente traforalo per un malaugurato evento l' intestino retto dal beccuccio d'una sciringa da clisteri, ma era pure slata spinta nel tessuto celluloso circostante al medesimo intestino una soluzione di solfato di magnesia di cuj era quella r ipiena . M'animavan eglino però a ricorrere al taglio totale siccome mezzo sicuro e ùi più spedila guarigione, ponendomi soll'occhio non doversi paventare l'emorragia per avere in pronlo tulli i mezii emostatici. A quelle rill~ssioni aggiungendo la consideraiiooe dedolla dalla sperienza che in generale le cure prolralte nei NÌilita ri yolgono diCiicilmenle a favorevole risulta men lo; evento sfavorevole che era tanto più a temersi nel nostro operande ch'io conosceva da longo tempo come disordinatore e bevone e chè era già impaziente ed alquanto diffidente per l'esito fallito della prima operazione; accettai il loro consiglio tanto più di huon gr<!do iò quanto che aveva visto operare ed operato coli' incisione fistole anali comu11icanti ben in allo col retto senza consecutiva emorragia tale da incutere timore. Era a scegliersi il mezzo meccanico di cui fa r uso per opera~e


93 Ja Fistola ed il Dollore Fabre proponeva lo specolo dell'ano, eome stromenlo col quale tulla si può percorrere coll'occhio l'estensione del male e quindi con mano franca armaia di oammautlo praticar un taglio compiulo sn la parete inlor~1a del condotto fistoloso, renduta lesa modi ante una sonda inlrodolla nel medesimo dutlo. Appreziando io l'utililà reale dello specolo nell'operazione della Fi5lola all'ano, utilità per me provala col fallo in varii casi consimil i, concordai nell'opinione stata dal cilato Dottore emessa. Affidata pertanto al Dollorc Fabre l'opera di :tenere divaricale le branche dello specolo dell'ano, fallo penetrare per tulla la sua lunghezza nel rello, io introdussi Jo specillo nel dolio fìsloloso e colla scoria de! medesimo feci penetrare una sonda scaoncllata d'arf?enlo nell'apcrlnra interna della Fistola. Rìlirulo lo specillo, menlr' io ben ferma teneva la sonda dopo averne abbassalo il padiglione ed elevala la punta ed il Dolloro Fabre allargavu alla profondità dalla Fistola vie maggiormente le IJrancho dello specolo, il Dollorc (J11aglio ebbe agevo le la via per attuare con un gommanlle curvo condollo sulla sonda dall'alto al basso e doll' in denlro all' in fuori I' incisione del la parete interna del tragitto fistoloso. Tolti con ci rcospezione alcuni grumi sanguigni e c\elersa ben bene la ferita con acqua fredda, il Dollore fabre, come quegli che avea in sua mano lo specolo cd era in grado d' investigare so tolti i purili clistin!amenlo la località cruenta , r iconobbe esistervi oolla metà circa del l'eseguita iocislone un tubercolo di colore nerastro cho, toccato col dito, appallesavasi dnro, offrendo alla base un foro che conduceva lo specillo in un meandro fistoloso late rale dell' eslonsione di sei a selle linee, a,renle comunicazione in alto colla prima in· cisio ne, e ciò in vicinanza del suo terzo superiore. Al fin e di spaccar immediatamente qullsto meandro, non altro io feci fuorchè alzare lo specillo ed il prefo to Dollore sulla semplice guida di questo ne praticò la spaccatura. Di nuovo lavala la ferita ed esplorala allentamento la] cavità doJ rello, non altro offrendosi alla nostra visla se non se uno sfondato ampiamente spaccato, si passò alla medicaziooc. Riempiula la ferita <li molli batuffoli di lìlaccica, adallalo un ben inteso bendaggio, non si r innovò lo medicazione che in capo a due giorni; nel quale tempo stringeva il bisogno della defecazione. Con severo metodo dietetico, colla proprietà somma, con esallissimc medicazioni s'ebbe la soddisfaz ione di vedere la vasta o profonda ferita cambiata in pochi giorui in ulcera semplice a superfi cie piana che mediante una leggierissima cauterizzazione praticata col nit rato d'argento volse u perfella cicatrizzazione, colla fond ala persuasione che sia radicalmente guarito il Carabiniere AI. al quale s'accordò l'uscila dallo Spedale ai 17 del mese di settembre p. p. Parrà forse cosa strana a taluno cbe siasi fallo uso dello specolo dell'ano :i preforenza del condulloro di cui generale è l' uso dell' operazione delle fistole anali. fo però, so male non m'appongo, sono di parere che lo specolo meglio corrisponda all' intento dell'Operatore e molto contribuisca alla felice r iescita dell'opera1.ione e tale mio parere è corroboralo dall'unanime opi oione dei, d1111 miei 8UCcitati Colleghi .çhc colla mia assistenza operaron io questi ullìmi mesi nello Spedale del Corpo con molta destrezza, abilità e buon esito, cinque fistole all'ano, servendosi sempre dello specolo. Oi fallo essen do l'i ntestino retto per sua naturale con -

forma1.iono più stretto in alto ed in basso e più dilatato nella sua mclà , ed i meandri fistolosi avendo per lo più la loro sedo nel mezzo ove per esser e I' intestino più r i · )assalo possono que' seni aleuna volta passar inosservati anche dopo il primo taglio ed essere sorgente non rara di riproduzione di morbo, ne consiegue cbe lo specolo :,ppunlo pcrchè collo brande sue divergenti serve a le· nere distesa per tulla la sua ampiezza la cavità rettale, spe· cialmenle nel suo mezzo, debba essare preferito agli allri mezzi meccanici conosciuti. Si ha di pi ù il vantaggio di potere rare corrispondere le sue branche anche nelle parli più profonde dr.I retto , d' avere soll' occl1io le lesion i di questi intestino, le sue pa rli denudale, corroso, ccc. e d'operare con mano franca fistole le più compl icate. Per Lulli questi mot ivi, io credo unilamcnte ai due miei Colleghi che nissnn altro mezzo finora messo in pratica riunisca gl'inconcussi vantaggi cho si possono ripromellcro dall'uso dello specolo. li conduttore non s' olTro cerlnmenle cosi utile e non si può evitare nella sua applicazione e riapplicazione il dolore, l' irritazione, ecc. Inoltre servendosi del conduttore l'OporalJrc non può seguire coli' occhio I' esec111.ione del taglio ed alcuna volta è incerlo se questo s ia l'iescito compiuto e se avanzin ancora nel!' allo del r ello fo miti di ritorno ùel malo. Il condullore per la sua configurazione largo in basso o stretto in alto non può dilatare la parlo più ampia del retto, quella parto apponlo che debb' essere più dilatala ncll'allo dell'operazione. li coodultore , dicono , serve assaissimo per evitare I' offesa della parte opposta sa na dell' intestino. Questil lesione neppure si ha a paventar e coli' oso dello specolo percb6 s' OYila facil mente quando colle sue branche allargo il 1·elto e con sonda ampiamente scannellata , abbassata nel padiglione ed elc\'ala nella punta rendo tesa la parlo profonda clcll' iotestino la qual ò la prima ad es· sere compresa nel Laglio ch'io uso alluare con un gammaule leggiermento cnrvo, di lo.ma stretta e trascorrente sulla solcatura della sonda dall' alto al basso e dal!' in dentro all'i o fuori, contrariamente a quanto si pratica nell'operazione del la fistola anale col metodo ordinario.

38 A~GI~A TONSILLARE (Storia del Dott. MAsno, letta nella Conferenza de-i 16 di Maggio 11ello Speda/e di Caglt'ari). Giovanni Pes, trombelliere nel Reggi mento Caccialori di Sardegna, dell'olà d'anni 56, di temperamento sanguigno, di lodevole costitu2.ione, nato da parenti sani, non andò mai soggello ad alcuna malattia, tranne a qualch~ scon· certo gastr ico, frullo d' inlomreranza dietetica per cibi e per bevande alcouliche di cui era svisceralo amolore. Ai 14 d'aprile fu collo ad nn lrallo da brividi di freddo con senso d'ardore alla gola e con difficoltà nel!' inghiotlire: sopportò questi suoi malori fi n al giorno 16 del lo sleiso mese in cui fu portalo allo Speda le e dove si riscontrarono li seguenti sintomi. Faccia rossa , tumida , occhi lagrimosi ed iniettali, senso di bruciar alla gola e di soO'ocameoto oell' allo


94 della deglulizione la quale era talmente difficile che ti cibi e lo bevande regurgitavano per le narici; i polsi si toccavano dori, vibrati e tesi ; il calore della pelle era molto aumentalo, l'orina scarsa e r ossa; il veotre tumido e chiuso. Esaminata la cavità della bocca si polè scorgere la membrana mucosa delle fauci e le tonsille rosse, tumide e secche. Si fece diagnosi d' Angina tonsillare cagionala da ripercosso sudore e dall'abuso di sostanze alr.ooliche. Un abbondante salasso dal braccio s' institnì nella sera stessa del suo ingresso e si prescrisse un decollo mucilagi ooso di malva con !alle vaccino per bevanda e per gargarismo. Nel mattino seguente continuavano colla sless' intensità li sopraccennati sintomi ed il sangue estrallo si mostrava l'icco di mollo crassamenlo o ricnp~rto di dora e spessa cotenna flogislica. Sì ripeterono perciò il salasso e la bevanda e si prescrisse la più rigorosa dieta. Tullo ciò si praticò parimente nella sera dello stesso giorno e nel gioroo 18 successivo senz'alcun sollievo dell'ammalalo. Alla visita tloi 19 mattino l'ammalato era agitatissimo pel senso d'imminente soffocazione alla quale faceva co rredo l'aumentala persistenza della generale riazione: si praticò un s11sto salasso ed un' operazione di sanguisugl1e alla regione ioidea suporiore e laterale o si continuò nella stessa bevanda. Dai quali compensi curativi non avendo l' ammalato ottenuto on giovamento notabile, specialmente in ordin alla deglulizioue ed al senso di soffocazione, si dubitò che foss e necessaria la recisiorie delle tonsille: si soprastelle tultav:a per somministrare nel giorno 20 di 'maltino ooa bevanda slibiata la quale, pel J>rocurato vomito e per le abbondanti evacuazioni alvine che promosse, ru di somma utilità così per lo stato ge nerale come per il locale: s'ebbe nei giorni successivi ricorso con progressivo miglioramento all'emulsione arabica coll'acqua coobala di lauro ceraso od ai gargarismi emollienti. Noi giorno 27 corrispondente all'undecimo di malattia s'esacerbò senz'alcuna nota causa la tonsillite, ma ·ru ben presto frenata e vinta da un abbondante sangnisugio locale o dalla ripetizione della bevanda stibiala. Nel giorno 5 di maggio l'ammalato usciva dallo $pedale perfeuamente guarito. 39

t;LCERE DELLA CORNEA ( Storia del Mect. Dir,. Dott. N1cous). Andrea Parodi, soldato nel 18mo Reggimento, di temperamento linfalico , di fibra molle e rJ' abito scrofoloso , godeole pe rò un discreto grado di sanità , d'indole bnona e di molla docilità, e11trava in questo Speòale ai 26 di luglio ed era collocalo nella sala medica , io allora affidala al Dollore C:apino, per un' angi na con grande ipertrofia delle tonsille, specialrneote della sinistra la qyale era d' un volume doppio del ualuraJe. Assoggettato ad uu metodo antiflogistico positivo e negativo, gli si praticarono quattro salassi general i , oltre ad un' applicazione di mi gnatte dietro l' angolo della mandibola sinistra, in corrispo11denza della tonsilla più ingrossala ; quindi con gargarismi astri ngeoli e con unzioni di pomata d' idriodato di potassa s' ultimava la cura dell'angina tonsillare. Era già il medesimo avanzalo nella convalescenia quando

ull'ad un tratto fu colpito da Ollalmia all'occhio sinistro e quindi traslocalo dalla sala m~dica in quella degli Otlalmici ai 6 d' agosto. AIl' esame del matlioo pr esentava iniezione profonda della congiuntiva oculo-palpebrale, dolore gravativo all'occhio che s' estendeva al lato sinistro del c:ipo, lagri mazione copiosa e secrezione di muco alterato. giallognolo in forma di cispa, fotofobia discreta e oella parte superiore-anteriore della cornea un'olcereHa larga quanto la capocchia d'una spilla ordinaria, piuttosto profonda e circondala da un carella infiammatorio della con2iuntiva oculo-palpebrale, con forma di cl.emosi. Dall'esame dello staio generale e dai segni anamnestici, mi risultò cbo non sofferse mai d' Ottalmia, o<) di altre malatti e gravi, fuori d'alcune flogosi bronchiali ed angine a coi andava soggello . Mi risultò pure che da due mesi circa pali di scabbia, della qualc1 affezione pul· lulavaoo nuovameoto qua e là varie pustole caratteri• slicho. La lingua poi era binnchiccia , impaniata ; poca sete , cute arida e secca ; il polso stretto e frequente; calore aumentalo. In vista di ciò gli prescrissi, oltre alla dieta rigorosa, un salasso generale di dieci oncia , una tisana imperiale coll'a~giu11ta d'un grano di tartaro slibiato, bagnuoli astringenti sull'occhio. Nella domani feci ripetere il salasso, la stessa dieta e la tisana . Furono successivamente praticati un terzo salasso generale od 110' applicazione di mi gnatte alla tempia ~inistra. In vista poi della r iproduzione di pustole scabbiose, s'ebbe ricorso alle unzioni di pomata citrina, alla dose di mezza dramma mattino e sera colla solita tisana imperiale. Corrello così il disordine gastrico in cinque gi(lrni di cura, si somministrò internomenle una mezza dram ma di fiori di zolfo da prendersi parte nella mattina o parte nella sera colla bibila d' una tisana di dulcamara, ~dulcorala. La dose dello zolfo fu per gradi aumentala si n aa una dramma nel corso di ventiquattr'ore, colla giunta di alcuirì bagùi tiepidi generali. E con questi mezzi svanirono affollo le riprodotte pusto le scabbiose. Moderalo pertanto il sistema circolatore rosso e frenala la chemosi coi salassi generali e locali, yinta la scabbia coi mezzi specifici e preparato così l'ammalalo, io toccai l'ulcera della cornea col nitrato d' argento solido acuminato: caduta la superstite escara cinericcia, io ritoccai quattro giorni dopo e per una terza volta ancor I' nlcera col nitralo d'argento. Dopo il primo toccamento col nitrato d'argento l'ulcera corneale si modificò , molto scemarono di volume i vasellini che mettevano capo alla medesima da tulla la perifer ia del bianco dell'occhio , e questo miglioramento crebbe per gradi coi successivi toccamenti. Però nei giorni della cauterizzazione, onde scemare il vivo dolore che dorava un'ora circa ed anche più, si praticavano bagnuoli diacciati conlinoati e, nei giorni iolermedii alle cauterizzazioni, bagouoli con un colli rio di solfalo di rame di coi s' iostillavaoo pur alcune gocce fra le palpebre. Detersa con ques to metodo 11 ulcera e cessata la flogosi o, a meglio dire, ridolta dopo sedici giorni di cura ad uo poco di turgènza e d' ipertrofia della congiuntiva pal pebrale, si toccò questa leggiermeute con un pennellino immerso nell'acqua e poi passalo intorno al cilindro di nilrato d'argento, lavando di poi ben bene con un 610 d'acqua la parte toccala per levare via alcuoe quisgniglie del caustico. Si contiouò quindi ad instillare giornalmente fra le palpebre alcune goccie d'un collirio


composto d'un ira no di nitralo d'argento ~ciolto in 1 · on eia d'acqua , .. d;slilla.ta ,. ,. - ,.. sto a totale gua rig1one che mezz fu compiuta ai 15 di. s~!!-~!Llb.F-~· ~d ollene~~ la qua 1e non è da tacersi esser ancora stati necessari,, nove loc· ca~enli a giorni alterni, giacchè, pe1·, .la fibra molle e per l'abito scr,ofolos.o, delrammalato, s · iu.conlr.ava nella parte poca sensrbilità-, . poca riazione, ~pperciò p~ca. tcn~ denza n.ell'ulcer,a . . l,l.11;,.. cicatrizzazione. ])OllO dodH}\ giorni. d'osservazione io cui l'ammalalo fu ristorato con buom alimenti, partì egli' dallo Spedale ai 27 di det~o mese per rag.giuAger il suo Reggimento, . n~n al~ro r:manen ~ dogli sull'occhio fuorchè una leggiemsima cicatrice quasi tela di ragno, bianco-argentina, la qyale, per la sua .sede nella parte superiorn della cornea, non osta alla v1sLOne, ollrachè è da credersi che col tempo s'assorbirà ancora tutl'affallo quella poca linfa plastica stra.vasala fra le sottilissime lamine della cornea.

Rifl.essioni. 1.0 Io ravviso da quesla osservazione quella capii.aie verità proclamala nella Patologia oculistica, che rarameple la flogosi è genuina, ma che è quasi sempre fqmentata da un qualche vizio coslituzion~le. 2. P In questo caso c'era l' impasto idrorgan)co a base linfatica e <li più la diatesi scrofolosa. 5." A questo fondo già per se sqlo grave s'aggiungeva i!' vizio psorico di cui non vi ha chi ignori il malefico iollusso sulle membrane mucose. 4.0 Se, compiutasi l'ulcera, conviene assalirla coi mezzi congrui, conviene egualmente combattere la diatesi generale che la sostiene: questa non combattendo, le più delle volte fallano i soli mezzi toRici. 5_0 Era evidente il vizio psorico, com'erano evidenti i compensi alti a combatterlo con sicurezza, siccom'ebbe luogo. 6. 0 Premessa la necessaria preparazione dell'ammalato, l'uso poi del nitrato d'argento cotanto raccomandato nelle ulcero della cornea da Scarpa, Riberi, Rog11ett.a, Pasero, ecc., ha quivi riconfermalo la sua efficacia, ormai a lutti nota così in queslo caso com' in quelli d' ollalmia catarrale, purulenta, blennorragica, granellosa, ecc.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Continuazione del mese d'aprile). GENOVA. Seduta dei '15. Il segretario Dottor~ Pietro Mollini dava principio alla Conferenza colla lellura della llelazion e d'una ferì la d'arma da fuoco alla coscia. sinistra nella persona d'un Sergente dei Bersaglieri i~ quale ebbe trapass.a_lo l'arto sinistro da una palla di l'hoschello , sparalo a brevissima distanza. La ferita interessava le parti moll.i spllanto e fu condotta a perfetta guarigione nello spazio di quaranta giorni senza lasciare superslile alcun incomodo nell'uso dei tessuti olTesi. Ma questa ferita sem'plicissima per le sue roqdizioni organiche e per la cura, aveva lolla I' impr,rtanza dal lato Medico-Legale, ove si fosse trattalo e.li desumere la dirèzi one dsl proiettile dai caratteri çielle due aperture <l' enlrata e d'uscila. Cotesl'argomento costituì appunto la base della Rela.zione succil_ala e l' 1'utore della medesima, dopo aver a_cc~nna,te 1,e· 4kyerse.~)~ioni che divi dqno aJ\u,~l.ll!i:flJ.e. il .!Wm(?Q qe,lla S.ciefl~~ s,ui ca;r~l~13ri dif;fe · reozial_i d,elle due aperture d'entrata· e d'uscita; dopo

essersi farmalo su quella più conforme alle leggi della Fisica e della vita e dopo aver io seguilo descritto colla maggiore possibil esattezza la ferila di cui si tratta' i diversi caratteri avvertili in ciascuna delle due aperture ed alcune altre circostanze accessorie ragguardauli al fallo dello S"raziato acci!Jente; dopo aver in fine r-affron~ tali lulli qu/sti eJemenli col risulta mento degli. studi_ e delle osservazioni degl' Autori, conchiuse che 11 Perito sarebbe stato imbarazzatissimo nel giudicare della direzione del colpo, giacchè la fel'Ìta non presentava alcuno deì caralleri che, nella generalità dei casi , fanno differenziare l'apertura d'entrala dall'apertura d'uscita.L'Autore aozi, coll'appoggio di sommi Scrittori di JVledicina·Legale, Nazionali e Slraoieri, non Lemè dichiarare che in tale caso il Medico debbe imporsi la pìt1 prudente riserva e confessare piulloslo I' ìucapacità della Scienza, anzichè assumersi una gravissima malleveria in faccia alla Giustizia, alla Società e<l a se stesso. ·Esaurita la lellura di qnesla Rdazione , il Mndico Muratore chiese la parola sull'argomento della Cancrena nosocomiale, lrallato nella seduta antecedente e disse che, avend'egli con alcuni suoi Colleghi, non nominali nel discorso del Chirurgo-Capo, avuto campo d'esaminare nelle Sale degli Otlalmici ripetuti casi di Cancrena nosomicale svoltasi sulle piaghe di vescicalorii degenerali, non poté convincer.;i che il deuloclornro di mercurio merili maggiore {ìducia degli acidi concentrali, massimamente del cloridico che fu di preferenza adoperato con prospero successo. 11 Chirurgo-Capo, nel render a tutti indistin1am_enle li .Medici Militari li dovuti encornii per lo zelo con cui si prestaron alle medicazioni dei di versi ammalati di Cancrena, ri~pose che, se gli acidi concentrati tornarono utili, la soluzione di dentocloruro fu quella che più generalmente conispose all'aspellazione clei Medici Capi· Sezione. Alla qual asserzione, avvalorata dal Dottore . Pizzorno colla ci tazione di molti casi in cui il solo deulocloruro di mercurio. trionfò esclusivamente del male, s'oppose dal Dottore Perntli che la Cancrena nosocomiale, una volta iusorla, percorre lulli i suoi periodi per quanto sia curata cogli acidi li più concentrali o con qualsiasi causlìco e che, sul finire dei suddetti periodi, se gli acidi od i caustici son uLilissimi ad accelerar e ad assicurare la guarigione, non mancano però .Autori di sommo grido che riferiscono molti casi di guarigioni ol· tenute coi sem pii ci anlifiogislici. Rispose il l>ollore Bottazzi che, posta l'esistenza d'uu priucipio speciale Sui generis il qnale generasse, favorisse e mantenesse la malattia in discussione, sarebbe difficile convincersi come il solo metodo antiflogistico potesse nella pluralità dei casi bastar alla guarigione. Il Dollore Viale ricordò che la comparsa della Cancrena era per l'ordinario determinala dal!' accalcamenlo prolungato di molli infermi in luoghi angusti, mancanti della voluta aerazione e dove non si provvede abbastanza all·a pulitezza delle Sale, ecc., della qual,3 verità s'aveva CIO non dubbie prove nei recenti e$empii dell'evoluiione di della malattia in quasi tulli gli Spedali Militari dello Stato per la ragione appunto che si verilìcaron in essi lutti le esposte morbifiche circostanze in seguito · alla disastrosa ritirata del 1848. Il Medico io Capo Signore Dollore Arella notò come la genesi della Cancrena nosocomiale si dovesse, prima di ricorrer al contagio, ricercare nell'aria viziala da putride emanazioni le quali , se bastan a svolgerla da sole nei casi isolali, debbono con maggiore facilità generarla e renderla imperversante coll'agglomerare molti ferili in • luoghi rislrelli e poco ventilali, ed aggi~nse che for!e per questa ragione la sì nomò Putredine d'Ospedal~ per esprimer appunto la rapida degenerazione delle piaghe per ca.gione ~eU' infe.zione J?utrida ineren~e a qy~ll? , !ocalilà. Di fallo nelle guerre della Repubblica e del! I mpero Francese s'ebbero frequenti cas: in cui, manifestandosi


96 ]a Putredine d'Ospedale ne' feriti accumnla,ti in camere anguste, bastava trasportar allrovP; li no~ infetti per arrestarne i progressi. Argomento da ciò che, quando manc 11 n ampi locali, sia meglio collocar i feriti sotto i portici e, se la stagione lo consente, sollo appòsite tende nei cortili ed anche in aperta campagna, anzichè agglomerarli in camere mal aerate. Disse che la parola Contagio spaventa le mollitudini e che non bisogna usarla senza necessità, tanto più che la contagiosità e lrasmessibilità della Cancrena nosocomiale non è ancora bene definita, mentre per altra parte è fuori di dubbio potersi generare spontaneamente per l' infezione dei luoghi e per il putridume dell'aria viziata dalle tante esalazioni dei feriti straordinariamente raccolti insieme. Fissò quindi l'allenzione de' suoi Colleghi sulle varie complicazioni delle cause, come, per esempio, la sifilide, aflìnchè se ne tenesse il dovuto conto nella cura, non essendo cosa indifferente, c,ome risu Ila dalle cose stesse delle da' suoi Colleghi, l' impiegare l'acido cloridrico od il denlocloruro di mercurio, ovvero un altro topico potente secondo I' indole specifica delle cause che ne formano per così dir il fondo. Conchiuse perciò doversi sempre associare la cura profìlallica alla cnra locale per arrestare più prontamente la rnolignilà del male. Al dubhio mosso dal Doltore Arella sulla contagiosità della Cancrena nosocomiale risposero li Dottori Peretli e Muratore, nolando che, di qualunque natura siano le cause di quella Cancrena , questa, non appena svolta, diventa tosto di natura contagiosa e produssero in conferma di ciò gli sperimenti di varii Autori, tra i quali il perentorio del Professore Comendatore niberi che inoculò la materia cancrenosa colla successiva produzione d'una pustola caratteristica. A questo significantissiroo fatto a<>giunsero quello del Medico F rancese Olivier che, tr~vandosi nella Spagna nell'anno 1808, prese materia Lolla dalla piaga d'un ferito tocco di Cancrcoa contagiosa e condollosi alla distanza di molle miglia dal luogo dov~ giaceva qnesto ferito, la inoculò sopra se stesso coo risullamento eguale a quello ottenuto dall' Illustre Clinico Torinese. , Conchiuse il Dolto~e Bottazzi propugnando la contagiosità d51lla malattia in quislione; col fare riflettere che nei casi di contagi li più consentili, com' il vaiuolo, la malattia si diffonde e si comun ica non solo per contatto immedialo o mediato, rna anche in via ili sola infezione per eausa dell'almosfera viziala dalle stesse emanazioni delle piaghe degl' infermi. Abbracciò ad ultimo il parere del Dottore Arella circa le avvertenze profilattiche delle quali però aveva già falla la volnla considerazione nel suo ragionamento su colest'argomenlo. Nell.a seconda Conferenza tenuta ai 27, il l)ottore Peluso presentò uo suo apparecchio per l' E teriznzione nell'esame del quale fu consumala I' inticra Seduta. Au:ssAND11H. Una sola fu la Conforenza tenutasi nel mese cl' Aprile. Ebb'essa luogo nel giorno 7 e versò fotieramente su lle polemiche dei Giornali contra il nuovo llegolamcoto Sanitario-Militare. 11 Med ico Divisionale Professore Cortese, lamentando com' in detti Giornali e più specialmente nella Gazzella della Divisione d' Alessandria s'accennasse a persone addette al Corpo Sani!ario ed io particolare alla stessa sua Persona, respinse energicamente il dubbio di connivenza con sì falli Scrittori di polemiche ed invitò l'Assemblea ad esporre liberi i suoi pensieri io proposito. Dopo lunga discussione su questi falli la Riunione unanime disapprovò quelle critiche e lJassò alla compilazione d'una Protesta o Dichiarazione che fece inserire nel Giorr:iale il Risorgimento (1 ). (1) v. Risorgimento, num. 1016, degli 11 d'aprile p. p.

PARTE SECONDA IL REGOLAMENTO D~I 30 D'OTTOBRE GIUDICATO DAL CORPO SANITAIUO·MlLITARE.

1/l.mo Signore Presidente del Consiglio Siiperioro Militare di Semita. Dovendo anch'io dar il mio iudizio circa l'utilità dell'nllimo Ordinamento Sanitarie;', messo in esperi mento col 1° di gennaio del volgente anno, giusta il contenuto nella Lettera-Circolare dei 29 di dicembre 1850 n° 8064 ho onor~ ~i signifìc~r alla S. V. eh' esso h; inodott~ quei buorn nsultarnenll che io addietro non si conoscevano e neppnre s' aspettavano. Checchè ne di-cano alcuni spiriti avversi al progresso amatori d' ubbje e lodatori dei loro tempi, io non cred~ necessario tesser un lungo ragiooamento per provare che il Corpo Sanitario, mercè dell'attuale Regolamento, ha effetlivamente acqnislato maggior importanza e si trova io migliore condizione onde vieppiù svolgere le s.ue co• gnizioni scientiOcho e lrarne prollllo col metterle in quella libera pratica che mal a proposito non era prima d'ora consentila in modo regolare presso gli Spedali. Tuili gli Ufficiali di Sanità adùelti al Presidio di No~ vara, dov' io dirigeva per a temr,o lo Speda le Militare, accolsero con viva socldisfaziooe le savie disposizioni ten. denti ad ionalzur e migliorare la posizione fisica e morale clell'inliero Corpo sanitario, come pur a tutelare la preziosa sani tà dei difensori delle nostre patrie Istituzioni. In tulio il tempo eh' io fui iu eletta qualità mi è cosa grata riferir alla S. V. che ho potnto riconoscere negli Ufficiali di sauità ai qual i era affidata una Sezione, attenzione, facilità ed intelligenza; di guisa che le stesso Autorità locali, informai.e di questo notabile cangiamento, ebbero più volte a manifestarmi le sincere loro con!!ratulazioni pel morlo zelante e dignitoso con cui si compiva l'intero servizio dello Spedale. Se pertanto nel primo esordire e nei primi alti di questo Regolamento già il servizio si rese più uniforme e più regolare e sorse 111aggior accordo fra i Membri varii del Corpo sanitario, torna logico il conchiudere che è esso utili e che col tempo i suoi benefici effetti saran. no aumentati, conosciuti e meglio apprezzali. Mi pregio coslilnirmi . . . 0

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Genova, ai 21 di settembre 1851. Doli.e CAIRE Jl,[edico di Reggimento.

AVVISO Pel miglior andamento del Giornale, la pùbblicazione è d'or innanzi falla dalla TIPOGRAFIA. SUJJALl'INA. Le lellere, pieghi, ecc.; relativi al Giornalt~ od alla sua amministrazione saranno perciò d'or innanzi sped ili: = Alla Direzione del Giornale di Jl!Iedicina Militare nella T?°pografia Subalpfr1.a. - Torino. = Da questo giorno tulle le bollelle di ricevuta per le quote d'abbonamento non saranno riconosciute valide se non portano la firma d.el Vice- Dfrettor-e del Giornale. Si ripete I' invito a quelli che non hanoo ancora pa· gato il primo semestre d'autorizzare i Signori Quartier- • mastri dei Corpi ai qnali appartengono a saldare il loro conto dietro rilascio della bolle\la di ricevuta. La Direzioni:. Il Direttore Doti. COlliISSETTI, !\led. Div. Il Vice-Dirett. responsabile Dott. Bar. De BEAUFORT M. R. PELAZZA. 1 TlPOGllAF·u SUDALPJNA,

via Alfieri, 24.

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ANNO I

( 20 d'ottobre '18'15)

GIOUNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO D:ELL'ARMA'I1A SARDA L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col 1° d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di crascana settimana. l'llllZZO

PJm G.tl 'In Torino

J)' ASSOCIAZIO~E

UFFICIALI DE L COl\PO SANITARIO

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L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anlicip,iti. I l\Ieùici Militari in ritiro l!Qdono gli stessi vantaggi di quelli in servizio attivo. L.e associazioni per i non militari ricevonsi alla T1POG11AI1u SUDALl'lNA, via Alfieri, uum. 24. Le lettere per abbo-namenlo al t:iornale debbon esser affi'ancate ed accompagnate da vaglia postale.

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SO!IMARIO. -1 . Doli. ARENA: Sulla sifi.lizzazione. - 2. Chir:l\lagg: MAt,rnoT·: Azione del seme di Canapa. - 3. nott. MAZZOLIN O: Fc.rilad'arma da fuoco. -4. ])oll: MlINARD1:Pleuro-Polmoaile. - ii. ,RELAZIONI~ DELLE CONf'EllENZ.E SClENTI.i 'ICH B. - 6. Jl Regòlamento dei 30 d'Oltobre giudicato dal Corpo Sanilal'io Militare. - 'I. varietà.

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sifilide serpeggiante. li Cavaliere Dottore Eyoaudi ed il Dollore Mantelli coi qual i visitava l'aminalato ripeterono t?Cr tre vo ll e I' iuocul aziooe coli' iutervallo di ci11q1ie a se) giorni tra l'uno e l'allr' innesto: in perfetlo stato fì siologico · trovavansi le Yiscere digerenti e gli orga11i dell' apparato respira Iorio e circolalor,io' : uria squisita sensibilità associata ad un ' lievo eretismo nervoso erano la sola complicazione cbe si polè riconoscere dietro un accmato esame. ltlErtlORIE ORIGINA.LI Le pustole d'inoculazione non solo percorsero gli stadii annunciali dagl' fo ocnlalori, ma più esteso le ultime SULLA SIFILIZZAZIONE inoculazioni di quanto lo fossero le prime, non valser a ( Memor·ia del 1Wed. di Regg. Dott. ARENA). frenar od a modificare, la locali là inguinale che ci som Siccome accennai nella mia memor ia sull'azione deministrò il , pus d' inoculazione·; questi inne.si.i assuns ero primen}e del mercu1•t1r 'cra mio illlenàìmento d' anda r inanzi lo slcssò éa'rallére 1;erpeggiarl'tél Ctl'ffineò dèl le prrinilive in modo che nè gli crn ollicnti, nè la cauterizzazione dicando que' sali idrargirosi chtJ nell e varie forme della val.,;er a frenarli e riunironsi in due vaste piaghe addo · sifilide furono riconosciuti più util i. Era mio intendimento tn ispecie di provare la nnllilà elci rnercul'iali nelle rninali separale l' una dalrallra dalla linea bianca o peraffezioni blennorragiche distinte per me, com'ebbi già ad sistenti con· abbondanto suppurazione dopo quattro mesi espor altra volta, da lla sifilide. Trovomi ora, per un di cura. nuovo rnclo 11 o di cura da pochi mesi predicalo, costrello Al primo giorno ù i luglio ebbi a dirigere la prima ad invertire l'ordine che m'era prefi sso col dar un rapido Sezione Venerii in cotesto Speùale 'Militare; posi tosto cenno sulla Sifilizzazione. mano a ll' ino.:ulazione e, scelti i casi appropriali giust.i le norme del l)uUorc Sperino, ·nel giorno 8 aveva inoc11La Sifilizzazione, non;e dato da Auziaz Turennes al 1·ipetulCl inn\}slo dell'ulcera celtica ed a<lollalo dal Do,llore lal{l 'prr la prima volta 27 ammalali a!Telli da varie formo Sperino, esprimerebbe un nuovo metodo curativo, rnercè <li i;ifìlide : tra quesli alcuni offrivau un'ulcera rrccule di del quale l'umana specie non solo sc1rebbe sanala dal poch i giorn i, due un .hubone degeneralo. Nella maggioro contagio sifilitico, ma ùi più avrebbe mi mezzo profilattico parte il pus ò' inoculai.iono era somministralo da un col -quale si svel!erebbe dalla Società un morbo che buhone primitivo: in tre s' innestò col sangue stillante mieteva ancora nello scorso secolo numerose· villime sul dalla forila di bubonì che- richiesero la dilatazio.ne: tulle fiore dell'età. ques.te inoculazioni ebbor il più prospero risultamento. . Chi havvi mai tra i 1\iedici che, compreso dal desio Nello stesso matlino degl'8 era per accingermi alla riumato nell'uomo d'acquistare nuove cogo iziooi, non abbia pclizio.nc ddlo inoculazioni pratiche nei tre primi giorni salutalo con entusiasmo la scoperta dell'Etere e del del mese, qnando ne fui stornalo dal Med ico Capo il ' Cloroformio nell'uso Medico i> Chi non sarà per plaudire quale ml fece ragionevolmen te e prude11t<imenll~ rillellcre alla scoperta delJa Sifilizzaziooe quando sia be.ne comnon essere lecìto agli Ullìziali .Militari di Sanità metlere provala la sua utilità nella dislr\:1ziooe del cosi detto in pralica per via di sperimento un mclodo ùi cura n~n vir·u.s si filiiìco ? . bene conoscinto, pcrchè li soldati hanno il diritto di prePer me Mbbo ingenuamente confessarè elio i ratti ritendere la più pronta e sicura ; 11arigione. feriti tale mi <lestaron un prestigio da farmi ,•ici credere, Con vinto dalla saggia e giusta ammonizione del l\Iedicomi si perdoni, alla cieca. Desioso perçiò <li sèguitare lo ,J Capo, lo pregai di seguilarmi al lctlo degli iuoculati e orme !tacciate dall'ardito. Sifilizzato1· Italiano inoculai nel d'osservar il diverso modo di manifestarsi delle ulcere giorno dod ici del mese di giugno p. p. un ammalalo da d' innesto giusta la varia co&tilniione degli ammalali e

PARTE PRHIA

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98 la varia natura éreI lievito che aveva originate J'e ulcere; prom1s1 di limitare gli studii incominciati per la sifiliz7.;iziooe ai pretto an~aU\enlo degl' ioo·esti già praticali e di servirmeno come mezzo diagnostico. So m' ·increbbe per la parte scienlifica di non potere con linuare nell'osservl),zione d'un fatto eh' interessa ad un così allo grado l'umanità, non trascurai per ciò lo slndio delle praticate inocula1.ioni che attentamente lenni ù'occh io nei varii loro periodi, dai quali ardisco trarre li seguenti corollarii degni forse di qualch'atlènzione per parie dei Pralici, 1. 0 L'ulcera ù' inuesto abbisognerebbe; per cicatrizzare, d'uno spazio di tempo tanto più lungo, quanto più antir,a ' è la piaga. che ci somministra il li evito. 2.0 to compli'caziqui costituzionali, specialmenle la linfatica, la scrofolosa e la scorbutica, ostano per lungo tempo alla· cicatrizza1.ione dell' ion~es[o. 5 .0 L'ulcera d' innesto acquista gli stessi caralleri. e la stessa forma della soluzione di continui là dalla quale fu originala. 4. 0 L'ulcera .d'innesto v p iù lt1nla nella s11a cica1rizzazione che non l'9lcera stessa d.a cui fu preso l'innesto: 5. 0 Le deformi là delle ci~alrici, restando come segni indelebi li del male soITerlo, potrebbe sorger il giorno in cui l'ammalalo maledicess~ a!l' inoculazione. <J. 0 ll q11antilativo della sifili de ha forse una grandu parte nel ritardo <lolla cicatrizzazione. Elibi di folto la propizia occasione d' osservare duo ammalali affetti da ulcera semplice primitiva, i quali furono contaminati nella stessa sera da una medesima donna: ambidue ricorsero a :Jo Spedale nello stesso giorno . e furono nella prima Yisila to5to inoéulati: uno cli questi èoì semplici amrnollitivi e senza caulerizzazione nè dell'ulcera, nè dell'innesto, s,Jrliva dallo Spedale dop·o 18 giorni; l'altro che aveva r ij>elulo il coito, abbisognò dì 52 giorni di cura e di varie cnulerizzazioni dell'ulcera d' iuné,lo per condurla a c;icalrice. Lo ragioni che mi determinavan ad intraprendere la SiOli ziazione erano per me l'utililà ·economica ed igienica. 1.o Chi non vede qual\} e quanta sarebbe l' uti li(à econom:ca qt:an do, cotnprovata ed alzata a sistema la Sifì lizzazio11t1, si potessei·o con questa combatter i casi di lue coslituziònn le con grande diminuzione nel numero dci;l'aiumalati che s'i.uviano annualmente alle termo per in1,·nsi dolor i artrilici o muscolari consecutivi ad affozioni cel tiche , con grande· risparmiò dei più costosi preparali mt:rcnriali o j odici, e con rispé>;rrnio della sarsaparigli a, clt:i bagni , tli speciali alimenti o persino della lingeria? 2 .o Qua l prezioso acquisto nor, avrebbe fallo l'Igiene pubblica ·nella Sifilizzazione quando questa fosse realmente _ tlit tanto tla impedire nuovo inl'ezioni o da preveniro la lue costituzio nale in quegl'ammalati che, tocchi tli lieve c•>11laminazione venerea, pel poco conto in cui la tengono, pt\r la trasgressione d'ogni s~no p1:ecelto curativo , fiui~cuno per logornrsi l'organismo col danno non solo di loro :,lessi , ma bea anche delle fulure generazioni? Ma per giunger alla scoperta del vero non debbono bastare i falti osservali dietro cu re di sifilide primitiva o secondaria se uon si t_ongono d'occhio per alcuni anni le persone che r11ron oggetto ù'osscrvazioni e non si rinv.engan im1nu11i dai prodolli secon.darii o terziar ii di sifilide: non debbo no bastar alcuni casi di si!ìli1lo guariti con questo wetodo, ùacchò 11::w avvi Sifilografo il quale non abbia

os~ervato sanarsi falvorra la sifilide nelle sue varie forme per opera del le sole forz e natural i ovvero col riposo e con adatto regime dietetico, mentre aliti Ì>ortano sode ragioni e falli inconcussi di guarigione olten.ute ncÌle varie forme sifilitiche costituzionali con semplici curo I1nliflog.isliche. A provar un Lai assunto conducon i lavori di DeHuelles, di Fritz 1::<l i Discorsi del Barone dd3cauforl. ( Sulla parte teorfradelle malattie veneree,ut1'ut10 dagli Annali A1ledicoChirurgici di Roma). La .ragione noH con,uona col paragorH~ insti luitosi Ira la Siulizznìone ed il vacciuo: alla rHlcssione folta che quella,. produca soli 'organismo per rig11 ar.ùo alla sifilide lo stesso effello di questo per il vaiuo lo, si può obbietta·re cho la puslola del vaccino percorro un rlolerrninato periodo ed il sno innesto non ,1bLisugna cli molripl icate ripetizioni , . comesueceùe nella Sifìli1,zazionr; che la pustola del vaccino guarisco senz'alcuu rnéto·do di cura, mentre nel la sifiliz · zazione è necessaria la cauterizzazione; che la forma del vaiuolo è 11na, quel la dl'lla sifilide è rnollepli ce; c:he nel va,:cino non si batla a cosli tuzion u o d idiosncrasa ; che il contagio vaiuoloso è Osso fi volatile, il sifilitico è solameute fisso ed assume va·ric forrnH e caratteri secondo che incontra un organismo aito a ri1:everlo e ad elaborarlo. Proclamare la reale uti lità della Sifi lizzazione è impossibile al giorn0 che corre. l fall i abbisognano di conferma dal tempo. La Comm.issionc non:iina la nel St!llO dd la Reale Acc,Jdernia i\ledico ChirurgiGa è composta d'uomini d profondo sa pere, d'estese cogn izioni, di molta prudenza . Al!endiamo ansiosi il suo giudizio il qn~le non può nu11 recar i lumi indispensabili 1wr la solnzionc d'un tanto in l<~rcs:;anto, quanto d.iffiçile problema. Siamo per ora l'iconosccoli al Hotlore Speri110 clH3, ten lancio d.' arrieh ire Ia Scienza d'un nuovo metudo curalivo, avrà reso al l'uma · nìLà, se non un servizio gtrncralizzabi!c, un pulen te s9ccorso, lo si spera, in alcun i c.:isi speciali sin ora refrallari ai meLo<li Ofdinad. SULL' AZLONB DEL SE~lE DI CANAPA ( D<i una lettera del Chirurgi) l\IALANOT alla Dfre:.ione det Giornale ).

L'Autore dopo 11na lunga sp~rienza 11(•1la sua pratica sì civile, si militare, i11vi ta i suoi Colltighi a sperimen·l.are l'uso del seme tli canapa nelh1 cnra del le malattie degl i organi orinarii e più partiéolarme11le dc: lle 1tre lriti che so no causa di spa:;nwtlichc en;1.in1.i: Egli, secondo le circostanze, ra u,o dell'olio, dell\m1u lsione e clella dtiwzione. Asserisce avere sempre osservalo che f'infìammar-ione cedeva molto pii'1 faciirncnle e proutarnente u sando qncsli preparatì che non usando qualunq11e allra sostanza oleosa o mucilaginosa. La decozione voi è da es.so lui tt·nula com' il m1gliol'C rimedio per fare cessare le dolorose er(lzioni notturne, nel mentre che mantiene mor· bido e li bero l'alvo. Secondo l'op inione del I' A utclre parrebbe che questo . sen1e non solo operi com' emoll iente ed addolcente, ma ·· altresì come se<laiivo ed anod iuo. Oiee ·il medesimo 0011 avere rinvenulo nell e Opere ùa Jni consultate alcuno cl111 parl i dell'az one medicamentosa del seme di cauapa, ad ecceltuaziono di l:l.11felaod che preconizza qnes,to sen1c con gramlù fìLlucia conlro la tosse

oanina. Se nel ripe~ere le sperienze del!' Auton!, gli Ufficiali del Corpo Sanitario comproveranno la virtù medìcameotosa del ,eme di canapa, il Codice Farmaceutico-Mil itare acquisterà un rimedio utilissimo1 d'uso frequente, economico \:l' facile a proncd,m;i,

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STORIB DI CA.SI Rlll!lRCHEVOLl. 40 FERITA ll'ARMA VA FUOCO ( Da una storia le/fa dal Doli. Mi\1.ZOLINO

nello Sp cdale d'Alessandria ).

Giovanni V., soldato nel lleggimcnlo Zappa lori Genio, dell'età d'anni 23, di temperamento sanguigno-liuratic:o con . predomi nio cardiaco, rl'ahito muscolare, d.i forme rt\golari e proporzioralo, cli costituzione sana e d' ingegno mediocremente .iperlo o vh·acc, ricoverava nella sera dtii O maggio p. p. nello Speda le 1l'Alessandria per una ferita d'arma tla ruoco all"aotibraccio sioislro proc11ratasi voloo(ariamenle collo sparo <lei proprio Cucii.e, del quale, impugnato che· l'l'i.>ue slreltamonlo colla mano destra eri ~ppo~giato l'antihraccio sinistro ~1111 ' imboccatura della c~anna, fa ceva per mezzo del <lito pollice del piede movcre il grilletto . J)a1l'cs11me dd la ferita r isull ò cl,e il pr11ir.llo entrando al terzo snperior-:wteriore ed alquanto interno dell'aolibraccio sinislro aveva attravors~to il membro a tutta sostanza in direzione alqoanto ohbliqua daÌl' interno all'e~lerno e dal basso all'alto per sortir alla parte esterno cd !Jlquanto posteriore dello stesso rnembro verso il sno quarto superiorn. L'apertura d'entrala ero rotonda, del diome-tro quasi ò'una palla da schioppo ordinario, coi margini rivolti ali' in den tro, accerchiata da un'areola lividà e sangoinolr.nta; l'apertura d'uscita io vece ara di l'orma oblunga, della lunglior,za di Ire pollici e mezzo circa, della larghezu di duo o più, fro slagliata, annerita, ricoperta di grumi di sang110. Per questa si potevano scorgere li muscoli della region esterna e posteriore dell 'an tibn1ccio lacerali e molte schegge del radio tocco da frattura comminutiva, le qual i ~por gevano nel bel centro della rerita erl erano talmente adnrenti all'osso da doverne lasciare l'eliminazi one al la natura. Fallo immantinenla coricare l' ammalalo cbe era in istalo di somma prost raz ione fisica P. morale, con polsi lentissimi e filiformi e con senso di dolore prima gravativo, poi vivo o pungente, forse . per la cangiala diro· zione di qnalche scheggio ossea in seguilo alle scosse del trasporlo, si cominciò dall'amminisLrargli qualche cuc. chiaiata della pozione card iaca cld Codice, mentre si ten tò di mettere l'aotibra1:cio leso Ira la pronazione e la supinazio;ie; posizione quesla che, giudicai.a la più va111.ag giosa, provocò dolori così intensi con gridi, spasmi e convulsioni ria obbligar il Curante a sct'glicro lt1 posizione di . pronazione siccome quella che era: all'an:irnalato In piu naturale e la meno dolorosa. Il Medico Divisionale intervenuto alla visila del feri to opinò essere possillile la consenazioue del membro. e, quest'opinione dividendo pnr il Curant e Doll. Mazzolino, s'addivenne ad una semplir.e rnedieàrione ed all'uso delle fomentazioni diacciale sulla lor.(l lità per mezzo rii vescicbe ripiene di diaccio staio consiglia le dal prelotlalo Medico Divisionale, !iell'oso delle quali si c:onlinnò nei giorni 10 ed 1 l successivi coll'aggi,unta di blandi eccoprotici e d'una severa dieta, di più non richiedeudo la milczza della febbril e riniouc ehe solo comparve su l finire dello stesso gioroo 11, secondo di malallia. Nel giorno 12 l'ammalato disse avere passala insonne Ja notte e lagna-

vasi d'un molosto senso di brucior all'apertura d'uscila della ferita; il polso però e gli altri sintomi di riazione fehhrile mantenendosi in grado mite, non si credè opportuno praticare salassi generali, ma s'ebbe solo ricorso al l'interno uso dell'estratto i<lralcooli<w d'a~onito napollo coll'acqua coobata di lauro-ccraso io opportuno veicolo rnucilaginoso, rallentando in pari tempo i bagni diaccia Li. Lo stato generalo del ferito era soddisfacenlu nollu \'isita mattutina dei 15 e I' ispezione della località non olforse alcun che di rimarchevole nell'apertura d'ingresso, mentre l'apertura d' uscita lasciò stillar un po' di suppurazione sciolla e sanguinolen ta ed offriva un ingorgo pasloso limilato alla sedo del male ed alle parti prossimiori. Si sospesero inlioramenlo le fomentazioni rretlde e si medicò la fcrila con filaccica spalmato d'ungnc11to refrigP.raute, seguitando nell'uso interno dei precitati rimedii. La notle tra il H.mo ed il 15.mo giorno fu di nuovo insonne · cou ma~giore dolore, èalor ed ingorgo alla parte lesa, con tumidezza e vivace rossezza alla parlo superio r-intcroa dell'anlibraccio e con sintomi alqnanto più vi vi di ria zio no genero.le: la suppurazione però, benchò sempre scarsa, era meno saniosa. S'uggiunser alla medicazione locale le fomentazioni d'acqua vogelo-roioeralo, nell'uso dl~lle quali e dei soliti r imedi interni si continuò con profitto sin ai 21 dello stesso mese. lo questo giorno, l'ammalalo lagnandosi d'un leggiero doloro ucll'anterioro parie dell'aotibraccio presso all'arlicolaziooc del cubito, si riconohbe in cotesta sedo un leggiero grado d' infiltraY.i.. ne sollocul,rnea con ristagno di pus, non però tale <la Odiger una pronta confraperlora; la ferita si presentò del tut to detersa, meno nel suo centro in c.ni li l'ranl11 mi del radio s'osstinarono tnltor aderenti ad alcani br:1ni <ld · periostio e ad alcMe porzioni cl' inserzioni llmdinoc, sempre tardive alla suppnraiiooe: lo stato dell'ammalato essendo sodd isfacente non si variò pur.lo la terapia geoC'rale. e loca le, tranno che nel · giorno 22 successivo si cominciaron ad estrar alcune qi1i5quiglie ossee. Nel giorno 26 l'amma!ato era in condizioni generali lodevolissime; la ferita moslravasi colla sua apertura d'entrata bene tlolersa ed in buona parte già avviala .i cicatrizzazione por la comparsa nella circonferenza d'alcunc vegetazioni carnee le quali insieme colla forzata prona . zione del hraccio la chiudevano quasi perfettamente, dandole la forma d' imbuto per la leggiera cruor.ta de.pressione che vi s'osservava: la medesima posizione al i' incontro, mantenendo più allargali i margini dell'aper · tura d'uscita, concorreva a <larle una forrna pili larga : del resto pl1rò el'a · questa giù qua.si compiutamcnle detersa oel suo centro. Noi giorni 51 di maggio e !lo 12 cli giugno s'eslrassero con molla facilità quallro delle schegge ossee più profondo e quest'estrazione fu hen tosto seguila da buona ed abbondante vegetoziouc. un· leggiero grado cl' infiltrazione purulenta st3la osservala lra la rnusculalura alla visila <lei 14 determinò il ricorso ad un bendaggio fallo di listerelle di ccrol(o di fliachi lone coll' intendi merito non solo <li toner in sesto la della musculalora, ma ben anche colla i:peram:a di ravvicinar i margini della ferita, d'abbassare le veg<•lazioni carnee troppo rigogliose o di ravvieioar il più p(ISsibilc i frammenti del radio, i quali, per la posizione ùell'anlibr,accio, avevano cessato d1esse1'e paralleli . Q11esl.o bendaggio ru quotidianamente rinnovato con frullo fin ai


lOD 28 di gingno stesso in cni si dovette dasistero perché era insorta uo·iafiammazi.on ulcerativa prosso l'angolo infel'iore dell'apertura d'uscila, lìlata probahilmenle promossa da qualche scheggia profonda ed inosservato: si sostilul perciò l'applicazione di cataplasmi mollilivi, ai quali tenno dietro un'abbon(laolo suppnrazione che mise in roale evidenza un;i scheggia ossea di forma qnodri· lalero, lunga qoindici mil lim~tri, larga olio o sta la con molla facilil~ estralla ai 5 di luglio. JI pront.o d_i_qiinui~o della suppm·ll7,ionc, il bell'aspctlo della piaga che si ricopriva di bolloncioi rosei 11umcrosissill).i, la poca molestia locale, lo_ stato generale lodevolissimo, pormellevaoo di sperare che l'oslralla scheggia fosse l'ultimo corpo slranie·ro ch'avrebbe potuto ritardare la cicalrizza1.ion.e ed iaducevauo pur 3 credere prossima, 1a compiuta guarigione, sicc9me avvenne di fallo. Promossi que$li. c~l).l}i, fedelmente riferiti, l' ,\utore si fece a ragionare su la massima irregolarità ed ampiezza dell'apertura d'us.cjla da h,ti croduta in gran parte l'effetto del violcn(o crroo:iper delle schegge osseo · del frantumato radio contro le parti molli; su la moderatissima riazioue generai!! e locn,.lc che derivò dall'uso cld bagni diaccjati; su la cansala pralic~ dol salasso il quale disse dannoso nello sta.dio 4i stupore o.cli concentrazione, non sempre indjspcnsa))ilo per prevenire l'inCìanunazione, però imperiosamente com.andato sempre dal carattere violouto della medesimn. Entralo quindi 11clla disamina dei particolari motivi per cui a'appigliò alla Chirurgia aspellanle diss,e essere stato a ciò indotto: 1. dalla c.ertezi:a che lo arlerio radiale e cubitale Cosser illese: 2. dalla prohab.ililà elle la lesiono dei r.ami ncrl'osi cousisleRso in una semplice scossa, poiché la sensibilità od i movi · meJ1ti del · mombro erano solamente iator11idi1i: 5. Ja cbe l'osso frat,luralo era il più pi~colo, montro illeso rimaneva il cubito: 4. ila che por quanto l'c11orroc guasto dei tcssuli, operatosi n.ella ·d irezio11e doll'aperlura d'uscita, potesse da un )alo fare temern l'evoluzione d'una violenta inlìamruaziooe, <l'cmorragie secondarie imbarazza nti I òi vasle e,d abbondaoLì suppurazioni, c<l in ·fino anello del Lelano per l'ampiezza della ferita, era <l'altra parte ahhaslanza rassicurato da Ila s.tessa lacerazione del I e ap9ucuros i che le medosimc noa avrebbero por ciò appunto potuto esercitare quella. forte pressione che ge.l}era qua.si sempre lo infiammazioni e;efTocalh·o, che rendo facili q;1egl' ingorghi a lutto il metl)bro, pei quali riesce difficile e d' incerto es ilo l'ampulil:t.ione secondaria, che ·ravorjsce quoi grandi infìltrameali di pus, i quali svolgon o mao tengono le Juogbe.febbri suppura.lorio d'esito quasi sempre infausto : 5. 0 da che per la 5lossa maggiore libertà delle parli, men estesa, più sincera e 1.Janigna sarebbe com parsa la riazio1)e, più pronto e più facile il dislaccameolo dello parti mortificato !> rotte e p.iù sollecita la ripara. zione: 6. 0 finalmente dal vedersi sorretto in questo sua determinazione dal consiglio del Medico Divisiopalc: Enumerale per tal JTIOdo le parlieolari ragioni che glì fecer abbracciare· la C}1irurgia a$pettanto nel, riferito caso, cercò di dedurre pr.ati.c i corollarii slabiliendo 1. 0 che, quauluaque la generalità dei l\fodici sostengano doversi seaz'osit-azione ampulore quell'arto il quale sia colpilo da ferita d'arma da fuoco con frallura comminutiva d' uno o più ossi, coa gravo lacerazione dello parti molli e tanto più con Jesione di qualche ramo cospicuo orte· rioso o nervoso, tuttavia egli propende. nell'opinione di

colol'o i quali pel')sano ohe oei ternpi orqinarii, negli Ospedali ben organizzali, quando non mancano li mezz·i ed il tempo opportuno onde metter in pralica lotti i lerapentici compensi suggerili dai più insigni Maestri, aon sia mai abbastal!ZO. inculcalo il precl:)llO di tentare, anche nei casi difficilissimi, la conservaiione d'un arto di cui gli usi per quanto rimangano limitati, sono però sempre preferibi li ad uu' orribile mutilazione; che ali' incon tro tale e tante son in caso di guerra le circostanze, e.né s'oppougon a quesla ma~sirna da do~ 1:.;-5i, \)er necessità e nel maggior inlere8Se d~!~iutnanilà, abbracéiar una condolla <li;J rnel ralr-Ul#Dle contraria. · ·2.° Che' la t1u1stiono Jello slirigliamento delle ferite avrebbe dal narrato caso un argomento favorevole, giac;chè, come risulta dai pregressi ragionameuli, alla lacer azione dtdl' aponeurosi prodotta dallo stesso proietto feri lore è <la ollrihnirsi io massima parte l'esito fau stissimo della difficile guarigione, mentre, quaaù'ua tal evento uou ave$S1l avuto luogo o l'arto avesse lrascuralo lo sbrigliamo11lo1 oe sarebbe derivata come inevitabile conseguenza la necessità dell'omputazio110. Jn appoggio di questa sua opinione cilò, l'ossorvazio11e da osso lui falla nella Campagna del 1 S48 io cui, dopo il fatto d'armi di S. Locia, r1on Ciisendosi polulo addivenir in mùlli casi nè allo sbrigliamento 11è ali' amputazione, vide molti fe riti perire, i quali avrebher allrimenle lasciata speranza di guarigione. Conchiuse ad ultimo col riflettere che so nella ferite d'arma ùa fuoco con frallu ra degli ossi delle est remità è ginslamenlc raccomandalo I' apparucchio contentivo da Larrey padre, Diolfe,.bach ed altri, dall'esposto caso lutlevia risullerehbe 1 come già nolar,rno Larrey 6glio, , Le · gallois e Molgaignc, che la sua trascuranza nori solo non trarrebbe ~ernpre dopo di ~è false articolaz1·oni, fistole peremi·i , nè impedirebbe la (ormM,io11e del callo, ecc ., ma che può il medesimo ess~rn anche noci1•0 quando esercita pressiooi incomode , dolorQse , distendi menti muscolari troppo forzati e non tollerali o non lollerabili.

41.

PLEURO-POU.10NITE PRECEDUTA DA UN llAPPO!\TO l\1E.I)IC0-CLINICO

.( Del Dotl.

lello nello Spedale di Soiam&eri ).

l'll.H~ARDI

Essen.domi dal dovere imposto di Lr-altenervi a mia volta c-00 qualche scionlifico lettura e non essendomi occorsi casi clinici che per la loro complicazio.ne o dif . fìcollà merilasscro di tesserne una storia speciale, ho pensalo poter ogoalcnoote adempir al mio obbligo daodovi un, suc<:i11to raguaglio dell~ Seziooe che ho dirella ael quadrirnestro ora scorso cioè dal primo di gennaio all'tiltimo d'aprilp. E lilnto più voloulieri mi sono accinto a quoslo b.reve lavoro in quaolo che malevolo voci, guidate dal solo spirito di parte, ~pargeodo continuarneole calunnie sull'altuazi,one del nuovo nostro Regolamento e vaticinando danni all'Armala per l'esercizio promiscuo Medico-Chirurgico, uoi ci troviamo in condizione di rispondere con falli aJJe odioso ciarle. E valga il vero, !'e~pcrienza di quallro nicsi ha già risposto villoriosamenle alle intempcslivo ed avventate espressioni. Questa brevo esperienza ci fa con fondamenlo sperare che un


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più lungo trascorrere dì tempo non altro farà fuorchè degli mnori, erro re che r.orrispondeva alla (a!silà della conferm·ar esseçe sta.lo pr~cipilato ed in.giusto il giudicio teoria. . . degli o_pposilori delle nostre alluali Istituzioni , la dose del tartaro slibialo da me co,mnoemente usala AnimilLO da questo ponsierf! ~r1t1'ò ·neWargomento. nelle affezioni degli organi deHa, respirazione fu geneNiss.u1.1a cosa, ;:1cÌiiamò mai tanto I' attenzion.e dei ralmente da uno a tre gran[ nel le ventiquattrore, sciolto .M~~',c·, Mservatori , q1Janto I' inflnenza· che esercitano le in una o due libbre di de cotto d'orto addolcito sia dal.lo vicissitudini dello stagioni sui!' umano infermare. sciroptlO gommoso, sia dallo sciroppo. se.mplic.e. As,soDal sommo ippocrate Lutti s'occuparono, dietro i del· ciando questa bevanda all'us.o delle cac<!iate di sangue, [ami di lui, nell'osservazione dello rritilanie eh~ llfiliggon9 , genera lì· e J9cali 1 ho ollenuri gli stessi effetti_ del quàll )'uomo nelle diverse stagioni dell'anno ·e nelle diverse 11 aliri traggono vanto sommini strando il ta,rtaro stibiato a costituzioni atmosferiche . Nella media costituzione che /,· doge elevala, senz'avcrne gl'inco1rnenienti. 4 confei;marv-i dominò· nello scorso ìnverno e che Ila conlinùato, anzi 1 quanto asserisco ceco un fallò. invigorito nl'\ lla conenle primavera; frequenti furono le Un soldato musicante nel Regg,im.enlo Cavallegg~e.111 flogosi della mucosa del petto, le affezioni chiamatH reu- , d'Alessandria, di ~6 anni, di temperamento sanguigno, di costituzione robnsla, dedito alquanto al vino ed alle matiche, le 'q uali, loggiere nell' in vMno che fu straor-. dinariamente per qnesti luoghi mite, aumentaro·no cli beva.ude spjriios.e , !l.0.Q ave.va mai !l.offert.~ v,erunil infet• mità quando nella sor,a d(fi 20, (ii mar-zo, ,in seguilo, a gravità sul declinare del medesimo e nel corso di tulio . forti patemi .d'animo ed ali~ cQo.~~1.Ppor;anea e repentina l'aprile, iu.cui co11formeme11le alla slagione ebbero luogo soppressione della traspirazione culanea, avvenuta nelfrequenti pioggie e ripetute alternative di temp.eralnrà. l'e~porsi all'aria fredda da una camera d' elevata temDa quesl' incostanza di stato atmosferico furono · properatura, fu collo' da brividi, susstiguiti da calure, quindi dolle moltissime plcuHli e pleuro-p,neumoniti gravissime. da difficoltà di respiro. Passò la nolle inquieto, tormen· In- g.enerale però il numero degli. ammalati non fu lato da sete ardentissima, dà dolore alla par.te destra de-I straordinario ·ed, eccettualo un caso di febbre Lìfoidea di petto, da dispnea. Dichiaratosi ammalato nella mattina cu i vi tenui parola in gennaio ed uno di vaiuofo arabo, succesi;iva, fu nel pomeriggio rìco.\\erà.to ne.!FOspedale, . non ebbi a cùrare malallle specilìche o di carallere oscuro Nella prima -visita del Curante presentava egli i iiri" Il numero degli ammalati che furOJ)O curali nòl quadrimestre ammontò a 245, dei quali n' uscirono dallo guenti sintomi: Spedale guariti 208, ne rimasero 52, ne morirono 5. Rt·spirazione frequente e breve; tosse molesta con sputi mucosi macchiati di sangue; dolore' acuto e puntorio, a.Ila Dalla cifra delJ-a mortalità abbiamo una media che non parle interiore de.sita del torace; suono. ottuso alla per-· giunge al 2 e mezzo per cenlp, risultameoto àssai soci~ cussione; rantolo crepi!an.te ali' ascoltavione1 decubrto . disfacente se si consitlera la stagione che corse. o più s~pino; riazione augio-cardiaca intensa; animoi a.bbattulo. ancora il predominio dèl°le malaÙic acuto ; sod<lisfacenFu giudicalo un caso 'r}i i pleuro-polmoni le ( Salasso, dal tis-simo poi quando venga confrontalo coi risuHamenli clinici del:lli anni passali in eguali condizioni, dai quali bra-ecio d' una libbra e mezzo dw ripe·te,,si al• mezzo emerge. che la media dèlla morU,liLà raramente si limitava giorno; decotto cl?orzo pet' bevanda,. aI 5 per cento e più spesso ollrepassava il 4 per cento. Nella visita della sera presentandosi presso a poco E vero che tJùesli pochi mesi noh possoho serviré di , gli stessì fenomeni e riscontrando il sangue co()'erto di base ad una Statistica compara!iva, ma è altrsi vero che dura ed erta cotenna, si ripetè il salasso, la stessa be· questo risullaml:)nlo ha la sua imporlaoza in r'isposta ai vancla e s'aggiunse un cataplasma emolliente sulla pa-r te falsi valicinii dei detrattori del nuovo. Regolamt:into. Fra . dolente del torace. le malaltie acute s'ebbero a curare 10 bronchiti, 8 pleuNel secondo giorno di cura i fenomeni morbosi non rili, 9 fra pneumoriiti e pleuro•pnèumoniti; le altre furono avendo ir1 alcti'n modo rimésso, si praticò H quarto salasso sinoche reumalic~1e; r,eum3tismi, ec!). Dei cinque morti all e 7 ore antimeridiane, il quinto nel meriggio, H sesto uno solo ve ne fu di malattia acuta agli organi della verso sera; la bevanda era sempre ·la stessa coll'aggiunta respirazione; uno di' febhrè tifoidea che, come sapete, . d'alcune gocce d'acqua coobata di lauro-eeraso: sul lardi mi• fu ,cbnsegn_ato agonizzanle; uno morì di gastro -entefut'ono applicale dodici sanguisughe sulla parte dolente. rite cro11ica della durala di due anni; il quarlÒ moi-ì di Nel terzo giorno di· cura _l'ammalato lungi dal mi tisichez·,.a tubercolare; j i quinto finalmente per reslringliorare era più ~aggravato. Coutinµayano ia dispnea ed gi·me.nto sciri'oso alla parte inferiore clell'esofogo ed era il dolore laterale; la fin::cia era sommamente abbattuta; ammalato da più d'on am10. eravi vanilo,quio; gli sputi s'offrivano lutton tinti di Il metodo da me prescel.to nelle affezioni acute fu l'aosangue ( Salasso; coppeita scarificata sulla parte dolente; tiflo.gistico en_ergico, d_ieta rigoroso, salassi abbondanti e bevarrda . del giorno innanzi). Nella sera auinentando spesso ripetuti nelle 24 ore, la digit'alè, il nitro, l'emelico. sempre più la difficoltà dì respirare e la gravità del do11 salasso ed il tartaro slibiato a dòsi refràlle furono ·1ore, si r inno,;ò il salasso che si ripelè sulle nove are ; i due mezzi terapeutici ai quaii feci più specialmente e s'aggiunse un look con un grano di kermes e più lardi ~iù ~requeolemen~e ~icorso, e furono pure quelli che più furono applicati due vescicalorii alle coscie. L'ammalat() rnflmrono al buon es·1to delle cure. Quando lro, somminipassò una nolle agitatissima ed ebbe delirio che fu sue• strato il tartaro slibia lo in piccole dosi ed epicralicamente ceduto da eccessiva prostrazi·one di forze. . ho sempre veduto che fu susseguito da· miglioramento Nel quarto gior:no si manifestarono sudori freddi a Ila dell'ammalat? ~on tanto come depr_imente, qiianto per faccia ed al · collo, il polso diventò debole e vacuo, la la prodolla rivulsione sul tu bo gastro-enterico; rivulsione respirazione difficilissima ed accompagnala da rantolo che gli Antichi rifuggivano dal promovere leme'ndo di mucoso. In quest'estremità di cose non essendo più disturbar o d1 impedire quella che _èhiamavano cozione , indicata l' insi.stenza nei salassi, si ricorse, l}li'uso del

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f02 tartaro stibiato alla dosl~ di due grani in due libbre cl i veicolo acquoso. Questa bevanda propinala epicralicamenle non produsse alcun conato <li vomito, ma bensì copiose evacuazioni ;:ilvine; il polso si rese più dilatalo; gli spuli meno tinti . cli sal)gue; la respiraziouo più facil-e. Fu ripetuta la sles~a· bevanda nella sera e do po quesla tulli li fenomeni morbosi andarono mano mano diminuendo, cos', che non fn più uopo ricor.rervi. Da quel momento non allro più s'ebbe a fare fuorchè secondar il pi:ogressivo miglioramento dell'ammala_lo coi mezzi comuni, regolare la convalescenza e si provò la soddisfazione cli vederlo uscire dall'Ospedale pufeltamente r istabilito avanti che compiesse un mese dalla sua entrala.

.RELAZIONE DEIJLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Continua~ione del mese d' 1tprile). Sc1AMBERÌ', Lotto cd approv.3lo il processo verbale della preçedenle seduta> il Segrelario dà lettura di comunica1.ione d'una lettera del Presidente del Consiglio Superiore (nnm. 8185) con la quale, oltre al diclliararsi egli soddisfallo dello zelo, dell'allivi1à e diligenza clrn tulli i membri della pr~sente Riunione pongono 11el redigere lo storie e nel conconere al regolare anùamenlo delle conferenze scientifiche, partecipa avere. accetlala fa_vorevolmenle la proposta fa tta per la fondazione d'uu Giornale di me licina militare o si L1singa di coronare- il nostro voto, prendendo la propos izione. 1wl debilo conto: termina ·poi con parole di bontà e d'incoraggiamento a tutti gli Ufficiali Sanitad dell'Ospedale e del Presidio. Questa lellura che ridesta l'un·anime soddisfazione è dal Dollore Comisselti falla ancora più apprezzare con parole di grat.itudin~ al Superiore e d' eccilameiito a noi tulli, terminando col pensiero che, se è dolce al Medico Filosofo essore tranquillo nella sua coscienza per la sicu rezza d'avere fatto il proprio dovere, ~ poi anche Jiiti dolce il vedere coronale le proprie fatiche dall'approvazfone di Superiori che merilament_e godo"no tutta la. nostra slima. · Alle quali pa;ole tutta la Riunione unar1imemeole fa plauso. Agitatesi poscia alcune questioni di servizio locale, la seduta fu sciolta. Nella seconda Riunione del mese d'aprile il Dollore Costanzo legge la ·storia d'alcuna ollalmie purulenté che fu riprodoUa (Ved. slor. 11·. 55 ). Compila questa lettura, il Dottore Meriar<li nel felici· lare i,I Dottore Costanzo per l'esito fortuna lo che ha ot . lenuto negli esperimenti da esso folli, si. dichiara <l'opinione che, giungendo a: po tore locc~re là congiuntiva oculare in tutta la· sua superficie ogn\ volta che si fa l'applicaziooe del caustico> si possa conseguire più presto la cessazione dell'acutezza del morbo. Jl .Dottore Costanzo fa no tare che r iesce' presso che impossibile di poter ogn i volta toccare pi1ì d'un quarto della congiuntiva oculare per le contrazioni spasmodiche che succedono fìDo dal primo contano col caustico, tanto ai muscoli· propri dell'occhio quant'all'orbicolare . . Spiega poi come, toccando successivamente parte , per parte la congiuntiva oculare, vi sia luogo d'operare sull'occhio colla pietra quattro volte pèr giorno; il che noo si po1

trebb'esegnire ftiorch.è ogni 24 ore toccando tulta la congiuntiva. Finalmente fa conoscere come sia pit't facile ollenere doci lità dall'ammalalo con toccamenti brevi e momentanei, sebben·e ripelnti tre o quattro volte per giorno, che coslrin_gerlo a sopportar toccamento pro• lnngato pM la difficoltà di poter lo praticare, e ciò per le carns~ poc'anzi ci late. Il Dollore Menar<li con acconcie parole incoraggia i radonati a ripetere le sperienze fortunate del Dollore Costanzo, persuaso che dcbhano sortire ottimi risultamenti. Fa quindi li_(\ paralel lo fra qtrnslo tnetodo e, l'oso del nitrato d'argento in soluzione; nola i vantaggi d'enlra.mbi e ne prende argomento per consigliare di non generalizzare e p1:olungare troppo quest'ultimo> specialmente qrnmdo la solnzione non è più in rapfiorto con lo staio llogislico dell'occhio od è troppo dilungata, a vendo avuto campo d'os·servare spesse volte che quesla pratica genera cronicismo o produce grande suscellibilità iille recidive. Nessuno av9ndo ad obbiellare sulla Memoria ùel D"otlore Coslanr.o > il Dottore Menardi concede la p.arola alli dollori Ajme e Plaisarìl. . Questi snccessivarnenle facendò riflessioni sull' indeT corosa polemica che s'è aperta nei Giornali contro il Corpo Sanitario .Militare ed il Presideole del Consiglio Superiore, data lellnra dell a protesta inserta nel n. 1016 del 11isorgimento (11 d'aprile corr.) a nome dei l\:'Iedici Militari de.I Presidio ed Ospedale d'Alessandria, invitano i r.adnnali ad imitar i lol'O Colleghi col pubblicar un'eguale pro tesla. La proposizione è accetlala con soddisfazione da tulli i membri presenti ed il Dottore Mena.rdi incarica il Segretario. a formolare la protesta da sottoscriversi io permanenza di sednta, invitando lo stesso che de.ve recarsi in Torino, ad assumere l'impegno di farla pubblicare in uno dei più accreditati Giornali. Il Do ttore de Ileauforl accetta volontieri questi due onorevoli incarichi e 1:omincia dal [ormolare la protesta con queste parole: . « Divisione di SciatQ.berì, ai 28 d'aprile 1851. « Ospedaie mili tare. Estratto dal processo verbale della decima. coni( ferenza. ,, Protesta : e, Gli Ufficia li Sanilarii dell'Ospedale e Presidio di Sciam. berì, dietrg la proposta di due dei suoi Membri, banno « nella decima loro riunione scientifica· all'uoaoimità e, deliberalo di fare pubblicamente nolo che aderiscono in "' ogni sua parte alla prolesla fatta dai loro Col.leghi ,,. del la Divisione d'Alessandria, stata riferita nel n. 1O16 ,, del Risorgimento. Come quelli d'Alessandria, respingono « eglin() ogni spècic d'aonuenza alle critiche che sono « siate' fatte sui Giornali ed in qualunque altro modo « intorno al nuovo Regolamento del Corpo Sanitario-Mi « litare (50 d'ottobre 1850) per parte di persone estra« nee al Corpo. » La formola sovra espressa è all'unanimità approvala : se non che; meotre si passava alle firme, sorse a quaknno il dubbio se fosse permesso fare, senza mancare al Regola.mento di sci pi iii are mili tare, una ()role5la collettiva. Dopo un'assai viva i:liscussione .fu deciso che si ri nunciasse allà pubblicazione ù1;1lla protesta, ma che rimaot\sse essa a fare parle degli alti del processo verbale, affiochè

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Diede poi fine alla seduta discorrendo dell'andamento il Consiglio Soperiorç conoscesse quale sia l'opinione elio dei su riferiti morbi, della terapia adoperala e dell'azione i Medici Mili lari dol Presidio ed Ospe<lalc di Sciamberì dei rimedii. hanno unanimemente manifestala contro gli scrilli pub · ~o,• AllA. Siccome argomento di molto inie resse, pt>I blicati di cui sopra. Nazu. Nelle dm, sedute ltrnutesi ai 16 e 50 dol meso 1'101lico Militare in ispecie, si trattò cella .seduta dei 15 d'aprile non fuvvi discussiono di sorta. Nella prima il dell'Epileùia. Dopo aver fallo cenno della somma fad Medico Divisionale, dopo aver accennalo allo stato sodl11à cou cui è questa da taluno simulala per esimersi dal disfaceole dolio ' truppe accaset·rn ale, notò come, per la mi li tare servizio e dopo aver inculcata somma prudenza maggiore proprielà del solJaLo e co1111eg11011tcmentc per e cir1:ospcziooc, nell'i11 Leresse principalmeule dlllla giuallontanar il pel'icolo della diffusione tlclla scabbia, stizia, prima di spedire gli opport1ini certificati compro van ti la medesima, si passarou in rivista ltllli quei crilerii avrebbe sommamenlo conlrilmito lo slabiliro nel cortile di ciaschedun quartiere uoa fontana d'acqua pura a alli a distinguere la vera dalla fì.nta Epilessia, e si riprovarono lutti q110' mezzi dolorosi ed iuumani per lo perenne, la quale sarebbe slala in pari t11mpo pi'omelliaddietro adollati, men tre li fenomeni che sogliono prece~ 1rice di molli altri v,anlaggi igienici. Passò quindi in rlere l'appariziorie del male, i p;odromi dei singoli parassegna lo 1nalaltie dominanli nulla Sezione medica e rossismi , il parossismo stesso ed i liberi intervalli offrono provò oome, per lo froHueoti vicissiLu,\ini aLmosl'oriche al i\ledico crilerii abbaslanza sicuri per giudicarne e per il continuo imperversare dei veuti ora freddi ora scientemento. Licpiùi, le afl't:,zioni reumatico-flogistiche avessero avuto il sopravvento, assalendo dì preferenza l'apparato cuta neo Qucsl'argouiun lo occupò l'inlicra seduta. e respiratorio stmza risparmiare ~li altri apparali od Nnlla seduta tlei 50 il Presidenle, colta l'occasione di Ol'gani. Enumerò diversi casi di Rewmatism-i, d'Artriti, duo soldati st.ali nei mesi addietro ricoverali nello di Pleuro-7,olmoniti, di Gastro-enteriti, ecc., e dimostrò spedule per incontinenza d'orina, passeggiel'a e vincibi le, che l11Ui furono folicemente curali con nu proulo ed per cui implora,·ano il beneficio della riforma 1 si fect1 energir.o metodo antillogisllco e col rieoeroso interno uso a parlare lungamente cli Lutti quei segni cbe, nella difdel tartaro stibialo. A questo rimedio in ispecio disse ficoltà del caso, possono guidar il Medico ad una sicura diagnosi. Non dissimulò che la distinzione tra la vera e essere da atlrib11irsi la guarigionu oporalasi in pochi giorni d'una gravjssima pleuro-polmonile in un ammala simulata inconti11011za d'orina costituisco molto volte lalo coricato al lello 11° 65. Dimostrò che i salassi geun caso di mollo intricata e dubbia soluzione, ma. soggiunse che si può aver fondalo dubbio d'enuresi simulala neral i, particolarmente i loca li e derivativi , che l'isola• quando l'aml'llalato è !Jeoe costi tuito e !loreote in so lule ; mento, la moderala dieta, i bagni tiepidi genernli ed i quanrlo l'orina non sorte a gocce, ma a sprazzi od a locali al capo freddi o ghiacciali, cho in fìno l'avere con consolanti parole second.iti gli ammala ti di emormesi getti; <piando, obblignto il soldato a renderla in un va90 e rivolta ad un lrallo · la sua allcnziooe con qualche in· cerebrale con profouda alterazione mentale, furono i l'imcdi i feliccmeote opposti a tale genere di malattie. Lerrogazione inaspollala, si vede a cessare lo stillicidio Riassumeuùo ad ullimo le amputazioni di contig~1ilà dell'orina; qua ndo in fino l'usplorazione vescicale constate eseguito sul cadavere e ra[roolando insieme li corra ad allonlanar il dubbio d'una malatlia local1:1, ma. varii 11wtodi proposli, i,ose fine al suo discorso ed alla leriale o dinamica. Concbìuse ciò nçm di mono che, sebseduta, coll'accenoaro ai varii casi che esigono di prefebe.no di frequente supposta, l'e's"istonza dell'enuresi esigo renza l'uoo o l'altro degli stessi metodi. · somma cautela nel giudicarla reale o fittizio. ,Nella seconda sedu ta lo stesso J\'lediéo Dlv isionalo fcco CuNi,o. Una sola fu la Coufcrenr.a nel mese d'up .. ile. un riepilogo <lolle mafallie µiù direllamente spellanti al Ebbe essa luogo ai 30 e \'ersò piulloslo sopra interessi dominio chirurgico , le quali s'erano presentalo allo :;pe· locali, rag.guardanti alla Farmacia, all'al loggio del 1/armaoale n-,1 decorso del mese o dimostrò: cisla, ecc., che sopra scienlifiche discnssion_i; por ciò 1" Che la Scabbia la quale s'era manifestala frcquen· appunlo il Pre.sidente si foce a chieder ai Medici .riJ ililcmenlo sul principio del mese per la chiamala sollo le lari se non avesser ossen•uzioni da prllscntare . Li Dol · armi degl'inscrilli stilli dichiarali ri\'edibili per Lassa tori Gardini e Zacchia dissero aYere gli appunti di statura, fu -1d ultimo ridolla a soli 7 casi col favore dnlle varie storie relativo a malatlie in via di gDarigionc, che frequenti visite sanitarie, col pronto segregarnenlo dei avrebbero riferite a corso finito . La seduta reslò sciolta . soldati iufelli e coli' opportuna cura instiluilasi nello Speda)ij succursale di Carabacello: ~° Che, per ragiono cli freqnenza , le olla lmic di natura rcumatismalo e di facile guarigione furono qt:elle che domi n~rono sccondat'iamentc: 5° Che piullosto frequenti furono i casi sifilide priIL RI.WOL.HIRNTO OEI 30 D'OTTOIHtE mitiva e seco11tlaria, e qoi accennò ad alc11no diuturne Cl\JD ICATO ])Al, COR{•O ,SAi\lTAI\IO·Ml.t.ll'AllE, ma lattie di qucst'ultirna spllcic 1 le quali, già refralrnrie atl altri generi di cura, furono compiulamcnle debellale col deutoclo:uro o col protoioduro~di mercurio congiunto lii.mo Sia11ore l'reside11lt:· ciel Consiglio Superiore colle Libile dei decolli di sarsoparilla e coi hanni Milita1'C di Sani/a. o geoer:>.li: Ho l'onore di fare conoscere a V. S. i risultameoti 4° Che gli altri casi chirurgici furouo mono 'mnnerosi ouenuli nell'O~pedale Milit are J)ivisìonal'io di Cao liari *' ·riferibili 'a fl emmon i, ac.f odontalgie e ad alcune lesioni tlopo l'alluazione del ' llllgio Decreto dei 50 d'ottobre traumaJiche di poco inomenlo, 1850, annovonrndo lulti i vanlaggi cbe a .l>uon- drillo si

PARTE SECONDA

di


iÒ:4 aspellavano d'af medesimo 'tanto riguardo a!l'a~damento del ·Servìtio Sanitario, quan.to al Cor.po Sanitario sless_o. Il Servizio Sanitario .Militare in q.uesti olle mesi presentò minori inconvenienti è più regolarità, con vantaggio degli ammafati. Nei ventidue anni che ho l'onore d'appartenere a questo rispeuabile Corpo, ho osservato che si prese '.1lavano molli inconvenienti i quali s'opponevano _ cosi a.I reaolare servizio, com'al bene dei Militari ammalati, al lor:hè Ù servizio inedico era esclusivamente sostenuto dai Medici Militari o Borghelli, · come soleva farsi negli Spedali Reggimentali. · . Ommettendo i frequenl'i di-ssidii che nascevano tra 11 Medico e Chirurgo in Capo, farò solamente rilevare su tale proposito come, accadendo sovente in quel tempo che un Medico Applicalo, quand'era di servizio per man· canza del Medico in Capo, senz'ancora aver alcuna qua· Htà nel Corpo, teneva subordinati i Chirurghi .Maggiori in 2.do i quoli dov.eano fargli la relazione della su.a. Sezione quaod'eran dì Guardia, e com'all'ora della v1s1ta lo stesso .Medico Applicato era assistito da uno di dclii Chirurghi Maggiori in 2.do il quale doveva eseguire quant'era da ·, esso lui Mdinato. S'agginnga a ciò che, mentre tutti i Chirurghi anche Maggiori erano subordi nati al Chirurgo in Capo, il Medico Applicato non solo n'era esente, ma faceva parte . del Consiglio· d' Amministrazione, come lo stesso Chirurgo in Capo: lè quali cose tulle quanto s'opponesser al regolare servizio ognuno facilmentti lo vede. li vanta&gio però dei Militari ammalati è stato mag0 giore dopo l'attuazione di dello Decreto, giacd1è _tull_i gli Ufficiali Sanitarii racchiudono non solo. l_a c~~acrta scientifica, ma anche la conoscenza del serv1z10-m1hlare, doti essenziali d1ogni Ufficiale Sanitario. Per essere bene cono,scìuto il ·servi,zio sanitario-mi- · Jitare è necessario che l'Ufficiale di Sanilà abbia avuto a trattare per molti anni i soldati non solo negli SpPdali, ma anche nei QuarlierL Prima dell'alluazione di d<itlo Decreto i Medici l\lilitari non sostenendo questa seconda parte di servizio e non potendo · conoscere gli usi, I~ abitudini e le astuzi~ dei soldati erano spesse volte dehrn nella diagnosi della malattia; motivo per cui facilmente prendev~no per vera.1a simulata ed ~(l'opp?sto. . . Nè. credo che negli Ufficiali Sanilarn abb_,a a soflrrrne il prog1·ess:i della Scienza per l'imposto 1~romiscu~ cs~'.·~izi~ della Medicina e della Chirurgia negli Spedal1 JV1il1tar1 con cui sono cessali i sopraddetti inconvenienti nel servizio sanìlario-milifare, poichè essencl-' i Medici Militari insi••nili della doppia Laurea ed avendo regolar!nen-le studiato le due partì della stessa· Scienza, .nienle loro manca perchè possano· promiscuamente applicarsi di proposito ad ambe le, pa·r li , all'eserèizio· delle quali non sono d'ordinario am·messi come Capi-Sezione,. se non q11a11do lianno avuto ii grado di Medico di Heggimentò, pel conserruimento del quale sono necessarii per _lo meno duo es:mi di coucorso e ·che passino da selle a dieci anni in sen•izfo subalterno con indefessa applicazione tant'alla Teoria quant? alla Pratica·· della. Medicina e della Chirurgia. . · _ Se- a ciò s'aooiu11ge J'emulazio11e. clie nasce dalle Con00 . f!lrenze scientifiche. , la nobil,:, gara al Io stu d'10 f ra g 11· Ufficlali Sanitari-i, la mutua confooicaziono degH sludì e 4:lelle omirvazioni P.ralicb.e e lo ~tabil-imento dei Gabi·

nelli di follura, facJlmeute si persuadel'à ognuno elle il Corpo Sanitario-Militare ha sufficienti elementi onde progredire ue lla Scienza Medico-Chirurgica; . . Nel mentre ch'io laccio r.onvscere a V. S. 1 buoni risultamenti ottenuti in (JUt'Sti otto me~i tanto per l'attuazione di detto Decreto, quanto per il mollo zelo e per la lodevole attività degli UfUcia lì Sanitari ì addelli allo Stabilimento t•d al Pre,sidio, mi_lusingo che in progresso maggiori si renderanno i vantaggi a mano che l'allna · zione del più volto citalo Decreto darà maggiore tempo agli Officia lì di Sanità per pr(lgredire nella Scienza sì teorica, come pratica. Ho intanto l'onore. • . . Cagliari, ai 5 d'ottobre 1851.

Tt Jlrledico Divisionale Dott. MASTIO ,

'VARIETÀ. La Reilazioue di quèslo Giornale ha sempre credulo essere nel p·ieuo esercizio d'uno.dei suoi diritti ogoi vQila che le è occorso di ridurre , compendiare, riassumere ed adattare ai limiti del Giornale ed ai termini del suo Programma i lavori scientifici degli Ufficiali d.el Corpo Sanitario-Mi litare e perciò ha fatto il conto che doveva delle· pochissime lagnanze che furon ispirate da un' eccessiva suscettibilità d'amor proprio e s' è mostrata gra lissima alle molte lusinghiere parole d' incoragg-iamento cho le sono pervenute dalla generalità. Con questi principii la Redaziooo avrnbbe forse sempre taciuto co11tin11ando l'opera sua, come · ha fin qui fatto, uella tranquiliità di chi ba la oerteua d'operare con retti ludi ne so, a conferma delle sue opinioni ed a l'isolverla di romper il silenzio, non sì fosse loslè aggiunta I' autorità di chi, in materia ·di Giornalismo scientifico, può servire ginslamente d'esempio. a·iuli.o Guérin, Redattore in capo della Gazzetta Medica dì Parigi che pur conta il ventunesimo anno di vita , rispondendo al Dottore Maillot il quale lamentavasi jo un altro Gìor-nale che la Gazzetta Medica nel riprodur on SUO. JaVOfO avesse Soppressi alcuni SllOi COOCelli , COSÌ s' esprime·: • . . . . . La soppressione .d'uo brano che si giudi_ca .,, inutile ò callivo non co,tituisco ·un' alterazione, ma è • un semplice esercizio d'un usuale _ diritto, è• quanto • fanno ogni dì tutti i Giornali quando pubLlican,o più ,. o. meno diffusamente relazioni, resoconti, ecc.: questa ,, è la prima volta C'he ciò fu dichiaq1to una volontaria » alterazione. Farebbe mestier i rinunciar alla professione ,, cli Giornal i!lla qnando fosso quosto obbligalo di pub» blicare per' intero q.1ianto si deLbe riforire . . . . " Que~te poche parole d'uno dei più accreclitati Giornalisti lrancesi la Redazione lJ in-via p~r tulla risposta ali' indirizzo di quei pod1issi111i che flire ll amenle oJ indi · tettamonle 1·e fecero giungere lagnanze. 1

J1 Dit·ettore Doli. C<HIISSETTI', Mc<.l. Div. II. Vice_ -Direlt. ~esponsabilc Dolt. Bar. De BEA UFORT M. R. PllLAZ.ZA , TIPOGRAFIA SuDALrniA, via

;Jlficri, 24.

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ANNO I

( 27 d'oltohre 1851 )

GIORNALE DI MEDICINA MILITARI~ DEL CORPO SANITARIO DELL'ARJIATA SARDA L'associazione non si riceve cho per un an~o e comincia col 1° d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciascuna sellimJna. PREZZO D'ASSOCIAZIONE ,Pl!R GLI UFF'ICIAU,DEL CORPO SANITAlllO In Torino . . . . L, 10 In Provincia franco di posta .,, 11

4

PER 1 NON MIUTARI . . . . lo Provincia franco di posta

In Torino

L. •

12 13

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I,'al.,bonamento debbe pagarsi per semestri anlicipnti. I Medici Militari in ritiro godono gli stessi vantaggi di quelli in sen:1.•o ttivo. Le .ass.ociazioni per i non_µlilit.ari ricevonsi alla 'l'IPOliRAFIA SUBALPINA, via Alfieri, num. 24. Le lettere per abbonan:ctttu • l Giornale debbon esser alfranéate ed accompagnale da vaglia postale. Sonrnuuo. - 1° Do!t Rom:ccm: Amaurosi e Flebile. - 2° Doti. COSTANZO: Flemmone asC'ellare. - 3° Bar. IDE·BEAUFORT: Emormesi cerebrale. - 4° Relazione delle Conferenze scientifiche. - 5° Il Regolamento ciel 30 d'ottobre giudicalo dal Corpo Sanitl!rio-militare. - 6° Rivistà dei Giornali. _ 1° Riepilogo del quadrn statistico.·- 8° Quadro Statistico.

PARTE PRUIA. STORIE Di CA.SI RIHARCHEVOL1. 42 A~L\UROSl E FLEBITE CONSEGUENZA DI GnA,' E CADOTA . ( Storia scritta dal Medico Didsionale Dottore R<1BECCHt nel Besoconto del mese d'-Aj;rilc 11, JJ· dell'Ospedale dégl' Invalidi d'Asti) ' IN

Gaudenzio S. Sergente, d'anni 42, cli statura al la) di comp1es·sione corpulenta, dt>dilo al vino, nella notte dei 20 ai 2 1 d'aprile preso da'I vino scendeva dal letto onde' recarsi probabil'ment,e· alla latrina, quando) sbagliata la via, precipitò da lunga e ritta .scala, rilevando gravi contusioni Ìn più parli del corpo. I suoi. gemiti pervenner alla sentinella d,i!J Quarliere la , quale, ch iamalo soccorso, pr~cu.rò eh.e il caduto fosse raccolto e trasportato subil6 all'Ospedale. ·11 Medie;o di Guardia non potendo ottener alcuna info rmazione sull'avvenuto nè ùall'ammalal.o nè dai soldati che l'aveva no lrasporlalo, si pose .ad esplorar il corpo delFammalalo e vi riscontrò una ferÙa trasversale lacero-conlusa al ginocchlo deslro della Jun• ghezza di circa Ire pollici, contusioni alla gamba· e coscia tanto di quel lato quanto del lato opposto ' come pure contusioni nel dorso: nessuna contusione dscontrava nel capo. Indo Ilo, dopo medicala cotwenienJemente la fe rila dalla nalura dei polsi gli praticò un sala~so di 'circa du~ libbre e preferisse una bevanda acidula conliuue fo. menlazioni fredde sul giuocchio offeso. · Nella domane il ginocch io ferito· era molto gonfio e dolente; il p<;>lso duro, _pieno, vibralo indièava la necessità di proseguire nelle , sottrazioni ~nguigne; il ché fu eseguito, IP quell'ora l'ammalato era presente a ~e ste.sso,

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ripondeva adequalamenle, ma non conservava nessuna reminiscenza delle circostanze che l'avevano ridoltu in quello stato. La quale cos.a, quantunque si poless,\ in grande parte attribuir allo stato d'ebrezza in'cui trov:nasi nel momento del!a caduta, indusse però il S?spetto d'una probabile commozione cerebrale per contracolpo: proredendo quindi a norma di tale conghiellura si ripetcro!10 i salassi generali e le sottrazioni sanguignQ locali sì al capo, come al ginocchio conlin!)ando i hagnuoli freddi sopra ambe le parli: inlernamenle si sommioislrarono bevande leggiermente cmelizzate. Con questo metodo di cura l'ammalato andò mano mano miglioran,do ed essendo scemala la gonfiezza del ginocchi!) si polè far uu più minuto ed accurato esame della locali là del ginocchio in cui si riscontrò. la frallura longitudinale. della rotula. Coutinuatasi la medicatura semplice, data una ginsl~ e comoda posizione al m"embro e visto che nulla era VÌ più a temere ·cJal processo flogistico I Si c1esiS1Ò dal l'attiva cura ipostenizzanle, molto più che l'infermo lagna vasi di grave proslrazion~ o debolezza. È un fatto che i grand i bevitori di vino e <li liquori spiritosi, abituali, per così dire, a vivere sollo. l'influenza d'un continuo stimolo, réggono meno degli altri al metodo debililanle ed all'asLinenza. Il lutto procedara con sod disfacente corso; la piaga pi·csenlava un favo.revol aspetto ed elaborava suppurazìunc di bnona indo!e; le molte ecchimosi erano già indolenti; il polso apiretico; in somma tutto faceva bene spe rare dell'avvenire. Dopo due .giorni però la facoltà visiva cominciò mano mano a spegnersi da -amho gli occhi n nel qnarto giorno l'ammalato trovavasi co01pintamenle amaurolico. Parve allora non potersi più dubilaro della lesione cerebrale e sottentrò il sospello d'uo versamento nei ventricoli del cervello. S'applicò nn forte vescicatorio alla nuca e, so le pupille non fossero staio molto dilatale) si sarebbe fall'uso del~ l'unguento coll'estratto di belladonna per unzioni rnlla regione ~opraccìgliare; in sua vece però si credè oppor• tuno l'unguento colla slricnina a dose elevata. Per alc.uni giorni non s'ollonnc i;niglioramento· veruno; quindi qualcuno, ma appena sensibile. Si fec e uso d'una satura infusione di fiori d'arnica e della. tiulunt della medesima sia per uso interno, !ìia per clisteri: si fece·~ eziandio uso dei. rivellenti applicali .all'estremità


106 inferiore sana e di lulli qaei mezzi che in tali circostanze 60no maggiormente preconizzali da.gli Autori più accreditati: ma tutto r iuscì vano; anzi ~ccad<lo peggio ancora: la piaga del ginocchio che fio alla diciottesima giornata progrediva nel suo cor so di riparaiione rl'golarmenle, presentò un fondo spor-cù; akune punture delle sanguisughe s' infiamm nrouo slraordina ri amcnle, riesci ro11 n suppur,11.iono e .l' allargaron a dismisura; ~ Oli lardò il ginocchio tnllo a parl<'cipare òi qnest' irritazione, gonfiando nuovamente e rendendos i dolorosissi mo. La piaga cangiò d'aspello, si rese quasi a,sciulla; il pus thc ne ftillava, ollr'all' essr.ro diminuito di q11a nli1à, cangiò di t:arallere, diventando liquido, k.,<'nte, Eanioso. l1n talo cangiamento induc ava il grave sospello del l'assorbimento del pus e portendeva un rnlleci lo ed iufansto fine dell'ammalato, avc11do l'esperit!nza dimostrato q~anto sia micidiale questa ~pccic d'anclcoamenlo che, in. 011la dei falli, è conlraddctto anche da taiuni dei pili valc nli l'ral'ici. rn breve la febbre assunso il cara_tlerc di nervosa. Furoo impiegali lutt' i mezzi che la Scicm:a sug~crisce in questi casi ma inutilmcntt'. 11 male frco rapid i progressi; il venire divrnne mcteorizzato; si prescnlarouo sussuhi tendinosi, la carpologia, i I delirio e dopo tlue giorni di penosissima agonìa 1 l'ammalalo moriva sul declinare del giorno 51 di maggio. Credevasi che si sarebbero ritrovali gravi 1lisortli110 nel cervello o noi midollo spinale, i quali aYcssoro potuto 'spiegare I' amaurosi sopravvt>nuta nella settima giornata di malattia; ma, tranne una leggiera velatura di linfa plastica else ricopriva la superficie del cervello, nulla ,i riscontrò d' innaturale io questa viscera e nella sua propaggino posta a nu,Jo eci esaminata attcn1amcnlc in tutta la wa lunghezza. La polpa cerebrale era di consistenza naturale, i venlricoli vuoti, il lalamo dei nervi ottici ed i neni ottici 6tessi, sani. Nella cavità dcli' addominc gli in1cs1ini erano sa'ni, il tubo gaslro-en terico si presentava soltanto disteso da quella soverchia qua ntità di gaz che cosliluiva, ,luranle la vita, il citato melMrisrno. Nella caYità loracica r.essuna raccolta di sit'ro; li polmoni liberi senz'-alc11na ,iderenza; il polmoue destro era ingor gato di srngue r:i'ro corno carlionina to; il lobo supe1 iore sollo la pleura f'ra ridollo in poltiglia del colore di calTc; I' inrrriorn ..;ominciava partecipa re di siITalla degcnernzione. Fram ' mèzzo a q11es1a sos tan1.a mollo Yedevansi nianifesri ssimi alcuni fiocchi marciosi i quali, premendo la pa rte meno i;na~ta, si vedevano stillare qua e là dalle incise l"ene rolmonari. Nel polmone si,,istro .e ra inr.oala un' egual degenera , 1~one con caralll'ri molto più manifosti della Sl'llì.•rla O,gosi. Alcuni lol111li erano già oslrulti compiutamente; ,1~gli altri, slrelli fra i diti, stillava un liqoido sàng11i110 . lcnlo, ~purnoso nel quale scorgevansì gocce 1ni,nn!issi tn~ di maler ia purulenta. 11 peri cardio, il cuore ed i grossi :vusi sanissimi. Scoperta cd :ipor la la vena safona dalla sua origiao fi no dentro la caYilà pelvica, vi si ritrovarono :;rumi llebitici doi quali alcuni liberi ed altri già aderen,li a:ia parto interna del raso, con ap'parenze di pseudorf anizzaziono io mczto e frammistivi alcune sottili striscio ma rciose. Questa vena sopra e sotto del ginocchio era \<vamente iafiammata e l' ìnfiommaiione decresceva a mano a mano che s'allontànava dal ginoct hfo. · Li tegumenli che circondavano l'arti colazione del gi1

nocchio erano duri, neri, degcner.1li ed iu 11lcuni pu11 Li compresi da incoanle cancrena. Sotto gl' inlq;umenli e per 1111 lungo tratto scor gevasi una quantità di fi occhi rnarci11si sparsi sul periostio della libia e clifTusi onche r.el Lessuto ccl Iulo a<liposo e.Cra le aponeurosi . Messa a 11udo J'.articolaziorm, vedeva si:la rotula f1 atlu.ràla con un piccolo pezzo osseo distacca to dai èuc principali fr am menti- Nella regione poplitea e nella stessa cHilà articolarti ritrovossi una raccolta di pus marci oso del peso di tre oncie circa. Non vi ha dubbio do1'ersi attribuire la morie all'assorbimento dd pus stato r inv1,nuto nei grumi llebitici, nella sostanza dei polmoni e dl'llo loro vC;lne, di cui la tossica11te .azione, 1111an!tmq11c contradùe1la da pa recr.hi Moderni ne1 modo st<'ss<> •c-011 cui non è ammesso l'assorbiiT1cnlo Ycnoso, è però , ammessa <la non pochi aulorevolìssimi Pralici. Ma quant'all'arnaurosi, avuto rigua rdo al nessun guasto nel cervello, qual ha po:uto 1•sserne la causa P Per cerio non pol e,•a sopporsi che ne fosse stata causa quella J,•ggiera velatura cl'ì linfa plastica rinvcnu!a sulla superficie ùella massa cerebrale, la 111rnle piullosto si poteva allribuir ad effeuo dell'avvenuto 11ssor bimenlo ed a causa d Jl1 araci1oid1te producilricc del delirio cho prccedè di ,·ari gio rni la rm,rle. ~emltra q11inili più rnzionale ùerivarc l'amarnw i da lla commozione rerebro-s:pinale prodolla dalla caduta, la qual~ può avt:'r 51•1a•rata un 'allcraziono nl'll'intima tessitura dd talamo dd nervi olli 1:i, di questi slrssi ,u:r vi e probahilissi mamenle della relina senza lascia re, traccia Yisil.Jil e. Se una lal ipotesi può appa,riro contro,,ertil,ilc, è però run<lala sul ragio11ame11 to, r.è mancano ca~i som iglianli nella Sloria della Medicina, stati narrati <la Pra tici insigni e da Scriltori esi mii d' Ana tomia patologica. Colcst'opinionc r ra pure divisa dal .Medico di Regg. Dollore Mariani, alla ~ezionc del quale apparleno~ l' infermo. 1

45 FLE\\BJO~E ASCE LLAU E

t Storia lett a dal Dollore CosT.\ ~7.0 in una· con(ere11za di Sciamberi ). Narro on c:iso semplicr, non di grande importanza , ma 11.l•a,·:n non privo di qualc:he ulilità. pratira; anzi per la rna serrqdicilà stessa I' ho crnòulo meritt:volti d'essere preferito ad altri ca~i che uella Seziooo di Chirurgia sono in cor$O di cu ra, bt>nchè mollo più importanti. Agli 11 di nrnggio p. p. ripa rava a!I' Ospedale il solda to Giuseppe Balbi, di Genova, d'anni 50, di lemperamcnto sa11g11is no-bilìoso, di cns1ituzione forte, ahit11alme1nc sa110, sceno <la qua'lunq110 diatesi o da morb0$3 suscellivi là d'orga11i essenziali, solamente soggetto da molli anni ad ahbonda nli sudor i abiloali, massi mamente a; piedi . iJlifedva d1e, per 1cssere sia lo esposto ad una ·t orrente d'aria fredda i:nentr'aveva il corpo mal 'riparalo od era in abbondante 1raspirazio1.e, risentì poco dopo una generale mo'1estfa , brividi per tutto il corpo, dolori vaghi conlondenli per i memhri e fors'a'nch' un lrggiero movime<n lo febbril e. Non opp(•na sco mparsi (JUcsti reno mrni, fu fallo accorto eh~ cominciava a svolgersi un tumorn . nella regione ascellare dt·~t ra cfagl' inl ('nsi dolori e clnlla got16e~ia che in quella tparlo si roaaifcstarono, l.)er que~lo riparò ali" fo1formeri<a R~gimentafo tentandone per 6ue .io lre giorni la t<isolmiooo col riposo , colla aiela e con


ca·laplasmi emollienti; ma progred'eodo il male lu ìnvìal all"Ospe~ale. Nella prima visita prcsetJtava nn voluminoso tumore adeno Qemmonoso che riempiva la cavità dell'asc.ella destra, di.latandosi .con de~raclazione in avanti sul torace fino sollo il muscolo gran pdlorale. La ìorma del tumore era semisferica e la superficie liscia; soltanto ineguale a.Ila base; l'a pelle che lo ricopriva non offriva àlcuna alterazione; era esso duro, teso, aderente ·; costringeva l'ammalatO' a te1;rre divaricato il braccio dal torace, pt•rchè acc9stando!o la compressione gl'i procurava vivi dolori, per evitare i quali era pure còstrclto ù'I' te1ìerlo immobile. · Il pl>l~o era folrbrile, la traspirazione co11tinua pe'r tulio il corpo e le forze apparentemente molro affralite ; so!fri\'a nuu\'amenle dolori \'aghi conlondenti ma~simamente alle estremità inforio,ri; l'orina era rossa, lorbida, sedim,entosa. Quesfapparato di . fe,wmeni non lasci<i tlnobio ,nel diagnosticare l' aff,:ziuue per rrumalica, localizz-ata pel suo ·centro d'azione nel tessulo céllularc e ghiandolare dell!asceMa dt•stra ( nel primo giorno: tre sàl'assi dal braccia; cataplasma emolliente sul tumore; bevancle leggierment'e emctiz,zate ). Nel secondo giorno Heve remissione dei ~intorni generali, per-ò· nessnn cangiameuto nel Yolumo e nella durezza e sensibilità del lumore ( due salassi e eontinwa:.ione dell'a stessa wra, ) . Nel 'terzo giorno li dolori del lunìoro si reser intoilcrabili, dilatandosi alle parli . yicinc e- generanJo nell'ammalalo un' ansie!à cd nmhascia senza trirgua ( s.ost-itttz,ione µ'elle bevande emetizzate- eolle 11itrate·; conlimu,1,iune dell'o: stefso catapl'asma; dt1e sal'assi ). Nd quarto giorno gli stessi fo_nomeni, ta stessa cnra, però si pralic"ò· un so~o sarasso. Nel quinro li dolori, cangiala forrna, divenner lensiri e p11nlorii, ma men estesi- cioè limitati al tumore;- i polsi sempre conci,lati; l'orina più abbonda·ntc rna me-no carica; la cute in lras-piraiione con solli-evo dell"ammalalo ( continuazione rli·tlt bct·cmdc niF/ra,te ed applicazione d'i- trenta. sanguia11ghe alla circonferenza .de{ lttmore ). Nel sesto giorno la t.umefazi.<rne si preseutava me.no dura e men compalla; le trafit111rtl locali , lo sta,dio de-Ila malattia, lo slalo dei p(J ls.i, - Ji brividi ricorrenti annuncia van il cominci; mento del ~avol'Ìo purul(' nlo ( ammi(1,istrazione della vo.zio1ie purga,de clu: JJrod11ue discret_i esiti af Pi11i ). Nella sera dd sel_limo giorno, essend'appena manifesti i segni statici della raccolta ·.purulenta, lirn,ilala al tessuto cellular'l circondaule uti 'VOlumino~o ammas_so di ghi·andole ingor1ate, si ·diede prouta uscila alla m:.nèia metÌian!e una larga incisione, paralella ali'.isse dd lr(_)nco e praticala nel punto più ò~clive del tumore·. li pns che ne usci era bianc~~lro, omogeneo,, granelloso, in a·bbondante quanti!à e contmuò a scolàre nel cprs0 della nolle _dalle commes31Jre .del!' incisione di cui i margini. furon accostati con listerelle di cei·~tto e lutto il tumore ricoperto col. solito cataplasma. Nei successi.vi giorni. si continuarono le mr-dicazioni con calaplasrni da prima semplici, poi irrorali coa. acqua vt•geto-mtn.erafo. Con quesfo s1implice metodo ai vide gradata.mente- diminuire la. qna.nlilà dello scolo OJ!pianarsi_ il restante ingorgo ghian.dolare e.cl in p~chi giorni rlsolv~.rsi ·compi11tamento. L' amttìalato sorti dall' Osj)cda le pienaménte guarito diclas5etle giorni dopo la Stla entr.ila. fn ques_t''osscrvazione è degno d'. e,s-ere no!nto: ic» Como una gagliargo. flogosi d' ind<ile re.um~lica,

opreccdula ed accompagnala ·aa, Cebbre omonima El .carattcrislìcri, abbia eletto' per suo focolare l'ammasso cc:il!lar·e circondante le ghiandole linfatiche ascellari, an:tichò invadere i suoi tessuti prcdìlelli fibroso, sieroso, mucoso. 2° Come l' infiammazione flemm9nosa, sebbene· irt'a<iiata nelle ghiandole linfatiche, non siasi però a questa diffusa con tulli i suoj elementi-. · 5 9 Come siasi operala la pronta ripara2iiooe J.:i tessuti' organici fusi nel corso del lavèi'rio puroien,lo. 4° Come - sia stata benigna e rapida la r isoluzione degl' ingorghi ghiandolati. A questa serie di favorevoli combinazioni non furono certamente estrbnei il temperamento dell'ammalalo, l'ultima s.ua costituzione scevra da qualunque diatesi o di scrasia, la mancanza dì morbose proclività nat_urali od acquisite. Per la ma.ncanza di que5.le morbose preèlisposizioni, le ghiandole poterono ritro,varsi immerse ( per · usare il linguaggio di Bichat) nell'atmosfera cellulurn infiammala, partecipando dell'infiammazione senzasubirno gli esili, contrariamente a quanto succede nelle persono sçrofolose e si fili li che. Non per questo , sembra che I' impiegalo metodo antiflogistico energico e pronto abbia avuta la maggioro parie nel fissar i limiti ali' infiamrnaiione llemmobosll ed alla successi va fusione purulenta, impedendo nel tempo sl'esso la Ycra diffusione alle ghiaodol.e linfatiche e promovendo la . r~soluzione degl' ingorghi ghiandolari. Gli aot.imoniali ed il nitro furono· direHi a vincere la comr,licazione reumaticJ universale. La larga incisi.one pratica ta a tempo e lupgo opportuni, nel d{lr~ libera e continua use.ila alla marcia, impedì il sovcrch~o assoll i . gliamento del.la pelle, una maggiore perdita di tessutt> cell1ilare e l'infiltrazione ,purulent~ nei tessuti circorn i cini tanto facile a succedere nella regione asceJl·are.

44 tMOitMESI CEREBRALE (Storia ciel Dott. Bar. de B1uur0RT). Se utili sono le narrazioni sto~icho di malallio curai(! con esito felice, perchè può da esse il Pralico islruir~i sul mµdo di condursi in casi consimili, non sono però di minor l)tilità quello storie di malattie rapidissiinu ,che, s11pcri0-ri ad ogni metodo curativo, conducono l'am· malato ad un esito sollecitamente esiziale. Dalle medesime il Pratico può apprender, in co11diiioni analoghe, o ad operare. con maggiore energia o ad evilar:e qualche errore se sì palesa o ad allenersi ad altri spedienli per non pe.rJer un tempo prezioso· nel ripetere quello che ad ahr1 lorqò senza risi1llamento faYorevole. Addì 1° d'Agosto p. p. fu ricovera lo nella seconda Sezione di Merlicina di queslo Spedàlc Dirisionale i S?l_dalo d'Artiglieria Gio:vauni Ballista Croce d'anni 22, di temperamento sanguigno, di forte costituzione e d'abito pletorico. Da quanto mi fu riferito dal Medico di guardia, l'ammalato si lagnava di dolori acutissimi ne!la regiono del colon trasYerso; il pt•l.so era dilatalo e non rlava segno alc11no di riazione Yasale; la pelle era madida scnz' altera1ione del calore nalorafe ,· la faccia ·com. pusta, la lingua alcun poco fecciosa. Per calmar i dolori gli fu dallo stesso Medico d_i guardia orùiuato un cataplasma mollitivo su tulio l'addomine_ ed up clistere pur emr.,IJieotc il quale però fu poco stante reietto come


108 fu iniettalo, senz'accompagnamenio di (ecce. Nella mezza uolle, continuando i dolori colici, il Medico. di guardia , ténendo a calcolo'.quanto l'amm·alalo confessava cioò d'avt•rn mangiato in gran copia sostanze di dillìcile digeslione, gli somministrò una soluzione di due grani di tarlar~ emetico in tre libbre d'acql_!a imperi a le. Dali'uso <l 1 qùesta bevanda fu eccitalo il vomito, ma nient'altro era eliminato fuorchè la bevanda stessa mano mano che era bevuta. Verso lo !re ore del mattino i dolori cessarono e l'ammalalo s'addormentò di sonno tranquillo che <lurò fio alle 6 ore, svegliandosi poco prima della visi La ch'io gli feci per la prim;i volla. Udita la relazione elci Me· dico di guardia, quale fedelmente riprodussi qui sopra, esaminai l'ammalalo che m'olTersc i seguenti sintomi. Era seduto su.! lè.tto.; aveva stupida la fìso11omia, fisso lo sguarélo; non parlava che per pronunciare parof,c vaghe, incoerenti; gesticolava colle mani o coi bracci; facera continui moli per alzarsi e per levarsi la camicia e l'uso . dello_facoltà in(cllctluali era compiutamente sospes'.1. La respirazione era tranquilla; il calore normale, se pure non poteva di1;si alcun poco dimintiilo; la pello nor. era nè secca, nè umida; il polso pressoch~ normale. D.opo molta insistenza pervenni con pena '.a farmi mostrare la liu 0 ua · la qual era fecciosa, tr·emola e non più alla ad ::, d. articolare parola. D:il complesso dei fenomeni stava 1a~nosLicando trallarsi cli congestione cerebro meningea ed aveva già prescritto un salasso quando, sopraggiunto il Medico dal lteggimento a cui apparteneva l'arumalato, quello stesso da cui m'era stata consegnata la Sezione i\ledica .nel giorno innanzi ed , inteso il mio giudicio, mi esortò di consid'eràr i fenomeni cerebrali come sinto malici, dell'afiezione gast,rica per ingestione di grande copia di cibi pesar.ti o catlivi, avendo ciò positivamente saputo per relazione dei di lui compagni in Quartiere. Si convenne allora di sospender il salasso e di ripetere l'eme lico alla dose di tre grani in quattr'oncie d'acqua da prendersi a cucchiaiate con poco intervallo tra le une e le altre. 'Un'ora dopo rivi1li l'ammalato: uon aveva t>gl1 presa là pozione emetica pcrchè si r ifiutava ad ing,h io L. lire cosa veruna e, quanùo gli si in!roduce,·a con quaL che sforzo il liquido nella bocca, lo rigettava quasi arnsse provalo costrizione dello fouci od insuperahi l av,·pr,ionc al· medesimo. Quantohqne i polsi' si mantenessero tran(JUi lì i, ritorr,ai nel mio primo dlvis:'.ìmenlo e feci subito pralic.u un'~bbonc1anle cacciata di sangue dal braccio. Ne!la visita pomeridia·na l'ammalato conservava lo stesso apparato cli sintomi; il sangue estratto non ollriva nessuna . ·morbosa allcrazione, se, pnre non voglia· dirsi che sembrava un poco più ricco di glohufi che il sangue d'1111 sano; nalurale era però la s2parazione del_ siero e la consistenza del crassamcu[o. · Riseoutralo l'addomine a!q1Junlo teso, ordinai un clistere lJUrgaLivo. Per llocca era ' mpossihile l'in,roduziono d'alcun·a medicina. Il clistere produs,e una'. sola deiez,ione a!vina, ma abbondar.tt~ e ili materie inligi~ste. Uopo ques!a il ,entro si . rese trall ,bile, ma nul rimanente si inante nne~o gli stessi fe110rn,·ni senza cangiamen to 11è in bene oè in ma!e. Così pa !=-5') la 1101:0. ;\ell a domane i polsi eransi alquanto rialzal i, ma i fenomeni cer'ebra li r ima11e1•,wo c111ali erario ue.l gi_orao inn,u:z;, Prescrissi subito 1111 generoso salasso ed 1,i n'ora' dopo due ser.npismi di so.la St'lWpa ed aeeto ai .p;~ùi che tollerò Go a sera senza daro !H·guo della loro pr~·mi.zai e più !ardi foci opplicare trenta saniuisozho

a!Je apofisi mastoidee. I polsi frattanto eransi resi furti, vibrati, tesi, frequenti e la respirazione affannosa, diffi . cile, breve. Un secoudo salasso fu praticato nella v1s1ta delle tre ore pomeridiane e furon allrt>sÌ applicati due larghi ,·1rscicatorii alle coscie; ma tulio tornò vano, giaccliè nella sera cessò di vhern cioè 48 ore dopo il suo . ingresso nell'Ospedale. Circa trenla due ore dopo la morte praticai fa Sczion 0 del cadavere, Aperta la cavità del cranio, sì rinvenner i vasi ve. nosi delle meningi i niellati enormemente; ·i seni della Jura madre di.tesi e ripieni di sanguè liquido in tale crpia che scorreva sul tavolo di dissecazione; la so.5tanza pure del cervello era mollo iniettala e, tagliandone. la sostanza midollare, le boccucce dei vasi lagl ial non ;olo apparivan in forma 'di puriti rossì ma emettei vano picco le stillE, di sangue. !\ essuna separazione :sierosa 11ei ventricoli-, nessun'iniezione nei pl~ssi coroidei. Eguali fonorncui si sarebbéro certainentc.i r iscontrali nella teca vertebrale, se non fosse ìn quel momento mancala l'opportunilà d'aprir!a. Nella cavi là Lora.cica i polmoni s'o(. fersl'r inwppati di sangue in tale quantità da renderli pesanti a segno che precipitavano 1i"eWacqua. U ('.UOre alcun poco ipcrtrolìco e. pieno dì sangue liquido, Nella cavità addominale gl'intestini erano nello stato normalll e luilo il tubo gastro-enterico si presentò affatto vuolo di materia e solo alquanto disteso da gaz inodoro. Quantunque lo stato dei polsi, il calure della pelle e l'insieme dei sintomi nel corso delle 24 ore successive alla mia prima visita nòii avesser in alcun modo potuto farmi preveder un esito così sollecitarnenle letale, purn ho c:hieslu a me stesso se in altra. circostanza, senza la precedente colica,, senza J'asserz iont1 dei compag·nì dt-11l'ammalalo e del suo Medico di Reggimento che m'in· d11ceva11 a C(1nsi~erar, anzichè essenziali, sintomatici i fenuu1eni ùi congestione cerebrale, mi sarei io trallenuto dal fare praticar una o più cacciale di sangue subito dopo lcJ prima, quantunque il sangue cstralto oon mi presentasse alcun carattere né cl'iuGammazioue né di congestione. M~ anche adc:;so son incert<> su quello ch'avrt·i' fatto. Allro11de, una o due sanguigne di più dl'll,: pradeale in si- breve tempo avrebbero potuto salv,trc l'ammalalo P lo rilen,io cli no. · La necropsia ci ha moalralo vuoto e sano il tubo gaslro-eot~rico e, per quanto sia staia copiosa la dt!iezione. alvina di materie h1digcste o~tenuta col cl istere purgativo, se .erano queste ca_paci di produr unjl colica, non erano però, in q11a1Hilà tale da oct.:asioriar una _congestioné come quella che si verificò nel c.adavcrc. fo portp opiuione che la colica non sia slala che un'affezione concomi1ante 'accidentale od una causa determinante, ma che la cohgcslione f.osse da )unga pezza pr<'paf.ala ùa cause che mi. rimangon ignote 11011 av endo potuto ollener alcuna risposta alfe ìnlcr.roga_z[ooi folle al ma!ato. Penso che nelle tro ore di sonno che precedettero la_mia prima vi~i!a e che cangiaron affal.lo l'aspetto del.la malatlia, sia.si operata una di qnello rapido e ,·cementi congestioni apopletiche contro la q1,1ah, sarebbero riuscite in,nili le due sanguign~ di più che si sarcblJ'ero potulo praLicare. ·

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-1 09 amma1at, a tenore· delfe varie discrasie complicanti· Alla quale verità, già, notissima in Patologia, disse doversi fors' ascrivere la guarigione inasp~llata che s'ot.(1lfese di maggio.) tcooe nel caso narralo dal Cava.Jiere Gilli, per~hè appunto l'arnmalato era esente d'.ogni !ape, mentr.e vide. egli nel Tonuw. Seduta ,Zegli otto. Dopo la lellura ed appro18~7 ai. Bagni di Vinadio un .$oldalo del Reggimento vazione del processo ·verbale dell'antecedentè torna.la il Genova Cavalleria il quale, essendo affetto da l~arcino ]}ottore Cavaliere Gilli riferì nn caso di Farcino sospello complicato a discrasia scrofolos·a e forse celtica, non ebb o ( Vedi la Storia n. 55 ), sul quale non v'essendo chi doa pr0vare vanlaggio tanto dall'uso di detti bagni, quanto mandasse la par~la il Presi_denle invitò il Dollore Bollini dalle vario cure già state antecedentemente adoperale. a leggere la Storia d'una malallia da cui lrovayasi e trovasi li Dollvre Pole.lli propose l'inoculazione del pus daltullvra alTeHo un soldato del Reggimento Treno, slat'o in questi9ne al cavallo onde meglio riconol'ammalato manda tp d'ordine Mi'ois!eriale in osservazione in questo la realtà dell'affezione e provarne la !rasmissi bmtà. scere Spedale, siccome presumibilmente tocco da Farcino ad alcuue, sperienze inslilnilesi in proposito Appoggialo contralto in servizio. nel proprio Reggimento, il Dottore Tesla dichiarò essere Dal snolo della Storia lelt-a dal Dottore Bollini che convinto della possibilità di della trasmissione e citò il ricaviamo dal processo verbale risulterebbe che il suddello caso d'un ca\allo in c11i rlopo l'inoculazione non solo si soldato, nato da parenti sani, sauissirno lui stesso, non svolse il Farcino, ma fy a tale stremo ridotto da ren• ebbe mai 'ad ammalare di malallia sp.ecilìca nè d'alira derse.n.e necessario l'abbattimento. oalura o che, solamente dJe mesi e mezzo dopò ,.,avere dei 22, dopo la lettura fallasi · dal SegreNella seduta colle mani screpolate governato un cavallo alTetlo da tario Dollore Alfuruo d'un Regolamento interno per le Farcino e mentre trovavasi eia egual tempo nelle r.arceri d'Alba per ris$a quivi avuta con Borghesi, gli si svol- · Conferenze Medico-Militari, fu partecipala ali' Adunanza una dichiarazione l'un M·edi'Co e del Sindaco di Sospello sero due tumori , l'Ùno alla l>asé del pollice della mano sul perfetto slalo di sanità def genitori del N. N. solda!o · destra e l'allro alla rC"gione malar.e sinistra, i quali, nel Regio Treno, di cuì il Dottore Bottini aveva nell'an. diagnosticali e curali infruttuosamente quali ascessi linlecedenle Seduta descrilla la malallia, carallerizzandol a fa.Lici, furono poi considerali siccome sintomatici di Farcino quale Farcino cronico. e come tali curali nello Speciale d'Asti col proloioduro li Dottore Testa lesse quindi un suo scritto intitolato: di ferr-0 e coli' ioduro di porassio, senza clic l'ammalato Ri-(lessioni critiche su iuna Stol'ia di Farcino letta da( ritraesse "Vanlaggi'o da q11est'ullimo metodo di cura; ragione Dotiot'e ÌJottini. Dimostrò I' Auloro esservi nel fa Storia per cui fu d'ordine Superiore invialo in questo &pedale. del Dùllore Bollini alcuo i traiti toccati con leggerezza Descril ti li sintomi generali e !oc.ali del morbo il ed alcune inesallezze nell'investigazione delle cause, della Dottore Bottini ritenne che questo fosse nato per il sintomatologia, dell'evòluzione, della forma e dell'incess::i concorso di molte cause reumalismali ed in ispecie per del morbo, l)opo avere premessi alcuni cenni generali I' inoculazione del pus farcinoso del cavallv, la quale sulla ·Morva e snl Farcino, dopo aver addotte lo opinioni doveva perciò considerarsi sicconie la causa immedia.la di verse degl' Autori sulla sua contagiosi Là tra soli pedi ' o della malattia . Addusse ql:lindi li caralleri· per cui i solipedi e tra questi a l'uomo, disse che l'ammalato tumori far ci nosi si differen·ziano daJ/a Jinfo-adenite e, dopo esagerò forsti col Oott,ire Bollini· la narrazione delle sue avere distinto, sulla scor!11 ~ei più celebri Scrittori, il soflerenze, nella stessa guisa che oe alterò il modo d'oriFarcino ac11to dal cronico, disse tratlarsi di quest'ultimo gine e tacque di molle cause che poLrebber aver indotto nel caso in quesliQo.è. Accennò in fine al miglioramento a considerare la malallia in un aspello diverso. Disse ottenutos i cqll' interno uso dell'olio. di fe ga:o di merluzzo risultargli d,ille stesse sue inJcrrogazioni fa!!e all'ammae col ,•itto analettico ed, esprimendo il volo che i! Governo lalo che il cavallo da quesli governato per aoli dodici nostro, ad i~i raz.ione dcli' Inghilterra _e della Frp.ncia, giorni non era affollo fuorchè da boltoni duri, rHenuli mella sollo la sorveglianza della Polizia Sanitaria i cavalli morvosf e Carcinosi, couchiuse col propor · alcun i bensì per farcinosi, ma che non erano n~ ulcerati, nè mezzi pi·olìlallici .valevoli ad impedire la comunicazione suppuranti e che lo stesso cavallo non aveva mai pre-. di questa malallia dai s<i'lipedi ali' uomo. senlalo stillicidio di sorta dalle narici. :Enlrò ·qn.indi in una minuta descrizione dei sintomi che affiissero l'am. Terminata quesl'a lellura, iJ Dollore' Alfurno interpellò 11 Dottore Bollini se si fos·se realmente assicurato che malato fioo dal primo invadere del morbo e di quelli l'ammalalo od i suoi parenti non fossero mai stati toccpe ancora il tormentavano; fra questi noo trovò la ch i da veruna. labe, . dappoichè la s'emplice asserzione diarrea e le traccie d\rrila,done all'int!)rna parte della. del paz._i~nte potrebb'essere menzognera, sopratu((o nel bocca. Non convenne sulla natura dei dnlori articolari i celo Militare dove, eliminando astutamente qualunque quali ascrisse in parie alle cause reumatizzanti ed in al~_a- cau~a m~r~osa. che non sia quella conl~alla per parlo ali' irritazione locale provocata dall'evoluzione dei raotone. d1 .se~v 1z10,_ s1 spera ottener una pensione nel tumori. Non convenne sulla gravità appos1a alla risipola caso ds g1ud1cata mvalid1là. quà, e là sofferta dall'ammalato o la escluse perciò (lai Su la risposta data· dal Dottore Bollini che la Storia novero dei sintomi presenli di Fa.rcino: n,ell'ulcerazione anamnestica .della malallia riposava in!ieramente su le pusiulou della gamba destra notò la manca.nza dei caratsemplici asserzioni dell'ammalato, fnslò il Dottore Alfurno teri ·distinti.vi delle ulcere fareìnose le quali si fece a perchè fossero pre~c le più esa.lle informazroni sia per descrivere minut'amenle: dubi!ò sulle qnalità del pul stillante dalle diverse uJceraiioni, poichè non· altro trovò P~ttire proceder rn , modo razionale nella discussione d Una ~osì oscura malattia, sia ancora per poter" insti!uire egli fuorchè uno stillicidio sieroso: addusee in fine li -

RELAZION·E DELLli CONl115RRNZR SCIENTIFICHE

I

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1

~n aduta cura, potend<r questa re.riar a~iài pei diveri

car~U~ri differenziali dei lumori farcinosi e dei Jinfàli~l


f:t·O <l'eru9izion_e,, avYe~na_chè ~·al eone.orso delle varie opinioni scahnic~,l~ dJa. rirofondt stud.i:~ le0,rici a pmali!}i emc,rga il più positiYo possibile. d.ella _Scienza Medico-Chirurgica e si balla la via del progr~ssil. flfon dfirò dei vantaggi im mensi che derivano dall'unità di direzione sanitaria sta bilila negli Spedali con affi<laro ad uo solo Medico ~Jilitare, 11ec.essariame11le insigrdo delle due Facoltà, l\ledica e Cbiru1;gica, la generale tutela sanitaria dd ris.peltivo Spedalti. Toccherò so!t,an lo in breve del sommo , bene arrecalo ai Medici di Reggimento e . di Ballagliono colle ultime Istituzioni sanitarie. Cessò di fallo l'assqrda divisione della Medicina e della Chirurgia, · per Ìa quale i Chirurghi Maggiori · in 1.rno fregiati della doppia Laurea non potoran esser incaricati del ServiiiÒ .Medico, q,~asi la Chirurgia non attingesse gli sludii dall'Anatomia, dalla Fisiologia e dalla Patologia che dt.>bbon esscrn le necesIL I\EGOLUIENTO DEI 30 D'OTTOBRE sarie ba si ddla- Medicina. S'apre ora all'incontro ai GlUDIC.A.TO DAL. CORPO SANITARIO·MJLlTARE. l\Jetli.ci di Re.ggirnento vasto ed ·ubertoso campo d'istru · i.ione mercè dell' est:ircizio ì\:fod ico altero,alo c.ol Ch ì rur 1/l.mo ~ignore Presidente del Consiglio Superiore gico. Nè vale l'asscr'to di taluni èlie mentre lodano lo Militare di Sanitci. studio comph!ssiYo delle due facoltà negano 1'111iliià del• • . . • . li Governo emanando il Regolamento dei 50 l'esercizio promiscuo, iin,pcr.occhè al Jello ùell'arnmala.to d'·ottolire 18 50 , seconda va l' isiì nto uni !ìcalore de Ila lutto dì rifulge la .verità dello stretto vincolo deJle a(fo. Scienza ed, appar,icchia.ndo un'era novella agli Sr,edali zioni :.\lçdid10 colle Chirurgiche o non sarà mai am~Hiila,ri, cessa\'a le ingloriose ba\tagli,e nate dalla separa · nwssibite che con eguale profitto possa curare le une o zioue delle due Arti sornlle c.ioè :Medica e Chirurgica che le altre rnalatlio quegli che professa una sola delle allora veraceménte giova no quaudo, collegale in amore}<'m'.i ltà. 'tOI~ siòtesi, l'una all'altra soccorre. · ·Cessò coll'apparire del nuovo Regolamento Sanitario La divi:sione delle due Scienze ed Arti Medic;a e Chi· il l•isogt1Q di ch' amar alla direzione di Sezio1)i l\kùidie rurgica, opposta al miglioro n•ggimnnto dello SL>edal1i,. negli Spe,Jali Militari Dollori in i'fledicina Qorghési o·vav.ve,rsa aJ!e immutabili leggi della Scienza , non lo era vero d'affiJarlo a Medici Applirali ed a Medici Aggionti, meno a\ suo progresso. sollo gli ordini do' quali, e giuoco forza il <lirlo, co11 Quale negli Spedali Militari fos,e noi passati anni lo inJescriviliile umiliazione erano aslrelli alle scrillorasludi;0, l'islruzione, come s'adempiesse :il prescrillo dei zìoni ed alle operazioni ' °F,leboiomicho Chirurghi l\.iag Regola.menti, l'ignoro; o~gidì que; ti studi i e c1uest'istrug,ori in 2.do di 2.da e di 1.a Clasrn iÌ1sigoiti della ;',1 1ne so110 continui éd efficor:i Jfondìcio i11fi1do ne viene, do ppia Laurea, . di varii anni più anziani e molti con da; f1:cq11,enti consulti, dalle A<·_ca1kniid10 co11fert•nze, gracln su1wriorc a q11cllo dei citali MeJi<:i dirigenti il dallu dilig1mti e mi1111ziose n,•croscopitJ ; le quali cose, Sl'rvizio delle M,:gichc Division i. · ollr'ad illustrare .la rncnlt•., ~on argo:nc ulo o' la fratellcQu esta incrcsce\'ole e da vari i anni lamentata lesione vul" co11cilia.z.io11e dc.gli animi. <lti rispellivi diritti ebbe at tualmente a cessare ed è staL'umano i11ferrnare due modi non s<·rball<l,1, impcrocbilil(1 l'orcli11() gerarchico nel Corpo :,,iJnitorio, csscrl7,ia chè ir,terno od esterno clie sia il morbo va sog·~etto a lissiino per il buon aHdainento del servizio, dal quale leggi patologiche, fisge e generu li, fu sap;purn unire 1:li risolta· non liev\: bl'lll:ficio al Soldato infermo. studii Medico-Chirurgici, or1lirH1mlo ad un i.:111po clic il Le provvido disposi.1iot1i dunque ultimamente ema . Pt\rsonalc Medico nelle due Cliniche alternas;o l'opera nate sollevaronJ la Chirurgia l\-Iililaro all'alto grado chtJ 5.ua. Da tanto [>rovvcdimenlo in<licibde fu il bene elfo a le. compe.le, fru!.larono armonia nel personale sanitario, queslq Spelale ilei Veterani ed Invalidi derivò . . . unità e regolari\à nel servizio,, dis.ciplina; amore.. a-li.o Ho l'onorn, ccc, studio, ~mul,azione ed t\.levai;on il Corpo Sanitario alla ~ua g,i11st.a e . meritala stima presso l\hmata e la Il Medico Divisionalè l)ott. Il01rnccnr. Na.ziooe. . Ho fr.atlanlo l'onore d'all'eslart'.: .....

e soggiunse che, dovendo pronunzi·a re su d'una così in• !ricala malaHia, rgli Lenden·hhc ad abbandonare l'idea di specificità ed avrelJbe cc-rcata la ragione dei renommi morbosi in una, grave lesiono del sistema \i.nfotico, espressa · da tumori cronici e da lenta affezione dello parti fibrose e prodotta da una profonda impressione morbosa pel concorso di cause renmakz.1.anti, dell'onanismo e delle cor;segucnze della solTèrla prigìonla alle quali darebbe in pa1:Licofar modo la preponderanza.

PARTE SECONDA.

Torino, ai 16 d'otlobre 1851.

E.sseodo

incontestabile l'utile ddl'Ordinamenlo del Servi'zio San1tario a senso del Dùcrclo dei 50 d'o.ltobre 1850 alluato col 1° di ge'nnaio del corre~te anno, io, a mente dd conlenuto nella lellera circolare, dei 29 di d·iccm~ lire 1850, n,on deLho rimanermi dall :eslernare il mio avviso ·intorno ai benefu:i clfelli che ne ' r.isullaoo, al eorpo' Sani.tario-.Miìitare. Non dirò delle libere disn1~sio11i scie11lìfi'el1e che, pe · rioòiche bar.no luogo_negli Speddi Divisiona.li, le. qua.ti 'mentre aervono a dare ~v-iluppo all'inld!ello. son01fonle

Il Jlfedico cli Reggimento de' Carabìnieri Reali CATTANEO.

Torino, ai 16 d\,ttobra,

•... ': Conco~ro pi@a.menlo ncll.'opir.iono gì~. e~pressa dai miei Collt1ghi, circ~ l;i, bontà delle disposizioni dei 5Q di ollobre 185l! e circa l'ottimo esito chO' sarà per p1•0-0urre lq loro ul,terior :ipplicazio.ne. Come già, V. .s. lii.ma _avrà potuto scorgere· dai mensµafr Renpicqnti, 1:u,seioa.U q- codes.10. Consjg\io ~u~crior.e

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· )'•ridamen:to delle malatlie in qnesto Spedale uni·lano, Divisionario pei det:orsi dieci mesi fu sodd1~facente, nè il 0

mutato sistema lasciò lan'l'enlarc inconvcnicnle alcuno , · che o0 ià dC()Onc in favore del medesimo, 1•an za qiie•la c1rcos ° . . . . giacchè di _rado avvieuc che I nell'i1~lroclurre _var'.azion~ io qualunque ramo di servii io, non s a_bb1a nei__1mmordi 8 veder sorgere qualc11e dissesto m~mentanoo p111 o men~ importanlè. . Discorr~ndo ora circ!l I' <·pporlunità ùi" quealo lL Decreto in quaillo !ha corrcl:azione col P~,son~I~ dd Corpo Sani~air:o, se m1 è lecito esporre .la mia op1~11one, dirò cli'era, m'n bisogno sentilo qnello di ve1lcre fuse 10 nna le dull c~rrJ-i>cre ~1cd1iea e chi-nngica , onde scomparisse l'ineguagl ianzia di 1•ro~rllS$ ioml nei gradi cd egual o fosse per LÌ:Jlli il séifvizio a tp1reslarsi. . . . , E bl'·n acce.nnava ad'Uua tai-ll fusione d irim:sl'('i'O ddlu guerra, quando coli' l!Slruzi,•oe dira1mala od 184J ècèilò i Chirur"hi mmtari a mi1liirsi tli Lanra Medi,ca . Q11a~l'all'elffello più es~enzia1.e di ,questa ~-uova ~is~os·!· ziomi <'ioò qnello del buon tram1-rnenlo degl 111fcrm1 '. 1 sullamenli c.:faiici ottenuti; in nulla 1nferiori a quelli degli anni preccd11:0H, 'f.'a1rne a -buon d:iritlo sperare c_ol progresso !empo ulter.i.ori migli@rau,enli. ' Di fallo, p,rcscirj:,endo ii nnovo l)ccrclo il conl~nno CSl'r· cizio clinico ,al ternalo al Medico dii llegsimenlc~, cosa dà prima l·rasa1idata., l'o1bbH,;;o di registrare lc.1 Storie del.le malallie più ragHarÙe'VOJ4, d'unin,i sovente in Confcren,ze Scienlifrcl11\ -le csercit:a~i'O'.tli anatomiche ed ow'ralivo I' I sii· 1u2ioo,o di Gabin.elli i.di ldtura, 1100 ho a dulibio che fra qualche tempo H C@rpo SanÙario prcscnkra un compltisso di pe,i:sorrn versate in o<gui .ramo dt>.llo Mediche discipline e capac:e d:i so.d.ùisfar"" alle variale esigenze ,<li servizio; vantagoio pr.alosissimo, rrèl. lempo di guerra ·in o ispecie, senza de-1 quafo il Persr;walc Sanitario dovrebb'essero duplica!:e. Il Me,d . di Regg . .Appl. all'Ospedale Dott. (:iws,EP.P'll ;Btll!.l,

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• in nome deoli stessi pr;nc1p11 a cui s"' informa la 'libera « Stampa, ci ~rediamo , io diril!O ed in dover~ di pwte11. s1are contr.o si strana ed i:osolenle interpretazione della " fiberlà deve opinioni e del rn·odo di manifestarle ••

DISPOSILIONI llllNISTERl.tl.LI La redazione si propone lenero d'·<:>r innanzi ragguioliali gli Abbonati al Giornale di tulle le disposizioni d'el Alinislt>ro della Guerra, che possono direllamente dà indirettamente ragguardar al Corpo Sanitario··Militare o:d al di lui servizio, cslraendole dal Giornale l\lilita~e e dan<!ole od in par te o per esteso a seconda dell'ar!(;Omenlo. :! \ella circçistanz; pcrlanto della Leva tornerà uUl~ ai Medici Milita ri clic v·isilano li smrog,anti, il sape.re 1che c~,n disp.acc:i dei 25 di luglio e dei 9 di sellembre 1851, relativi ai s1irroganli, fu s-tabiHto che la riduzione pel minimwn della s1:i1t1ra, falla nel marzo 1849, e.sse.ndo staia dellala da motivi aff-allo eccer,-ionali i 'qnali t.0no ora cessali, dcbbesi fa're Titorno al mi11imtt111 slabjlito anleriormente cioè alla misura d'oncie 58 ed un qn:a11"t-0, ~qtiivalenli ad un m1>lro ·e sessa-nlaq.i1allro ce11Limet1,i. Quan.lq poi all'dà degli stessi surroga nti, il mioi~ooro.' pt'r n•11cla :r.~cile agl'i.nscriHi dd:Ja l~·a atlua·hi il mflzw <li farsi s11ppJi.1,e, permel!e che anche per quest'anno st1ano ammessi non sofo i 1;·iova1~-i m1f1ori agli ait1.1i 2.f the hauno sod<lisfallo aHa leva, .ma qnelli cziandio appatteneuli alla sl~ssa classe del 1850 chò ollenne-r il c~locamenlo al.la frn'e di lista, con che· alla evenienza sfa applicalo ai su<rroganli. il disposto dell'art. 505 del tle · gofa.meu.to generale sulla Leva. . Tal-i disposizioni debbono rendersi di pubblica raginne in .occasione della prossima prqmulgaziooe del riparlo -dt'I Conlingenle.

RIEPILOGO DEL QUADRO S'fATISTICO

IUVISTA. Df;l GIORNALI Si leggo ne1 Giorn~~~· ~dlii Ri>aln. AcGa,lcmi,1 MedkoChirurg;i.ca cli' Torino, p,1mtata .c:l;l'Ì Il') d'ollobre, notizie drl giorno. • Mentre n solo l!c<i)m /JlcUa l.l,er!à cle!'la stampa è la • propagazicme d(•llti gr,a,idl ed uli4ri vc)rità e, !usciate in " disparte le t onlrover~e persouali, fa. disc11ssionc .delle « elevale qu.~stioni ~~ ptiocipio, Él a dokre Cl 1ilo venga , tale scopo Lotalmemte nrauleso da alcuni nH~sch1ni • i11lell,clli i quali si v~nHJggiaM pressoc.M (•sclu:si\'a· « menlo di .guosla lib:>rtn p~r . isf~-aro le )uro · ignobili • passioni, :vil_ipcnd'er i' nomi .più 'j)(lamenle lr.cali nel" l'universal 1'sl1ma1.1pn~ o f,L):mentar~ po'Jerniche dallo « quali nessun vantaggio !fid.P:nda alla Sc.ienza ed alla • Società, disdoro in vc,c6 alta ,prima e seandolo alla " secooda. Questi sensi Mslò in noi la lettura -di parecchi " arlicoli d'u~ Gifll"na;le che pomposamente si . dfoc pro(< l'll 0natore dcgl' inleressi del .COrpa S,ani\ario Militare, 11 me111re. ali' incoull"o l~ sue colonne non rii.Joccano che • delle piì1 vili conlume!ie corilro persone universalinente 'I ri-vertle ed apprezzalo pel loro · ingegno e doltrina, Io , nome impnrtanlo i.lei decoro del Giornalismo ~fedico 1

Dal snguenle Qnad,ro oumeric.o risulta cà~ nel IXl8S.e di sellembre p. p. furono curati 4615 .ammala~i nogli oUo Spedali J)ivisionali e ne.i di.cianno.vè Sneda:11 Seco~a-ri Militari, Queslo numero d' ammalati si divid.e in 2261}. ·di Medicina, 1554 di Chirurgia, 842 di Sifìlitle, 161) di Scabbia. lo Medicfoa sopra ·2259 ammalatì vi foro11.o 41 1)1:orJi cioci una frazione meno del 2 per cento. In Cùiruq;ia s,0pra 1564 ammalali vi fur,ooo 8 morti cioè poco più del mezzo per ceoto. , )Nei SifiliJiJ)i SGpra 842 .ammalali doe morii cioè m'eoo ar1cora di 1 ogni 400.

Enuu..CoRRTGE A pag. 87 , -I .a colonna , lin. tJ/1 , ove dice - ad alte dosiO cioè ad 8 grani nel giorno - leggi - fin ad 80 grani in tulla la cura.


-

-

QUADRO STATISTICO GENERALE del Movimento numerico degli Ammalati negli Spedali Divisionali e Secondari llilitari pel mese di settembre ,t 85·1. NUIIE-RO DEGLI AIHIALATI E NA,TURA DELLE . ftlA.LATTIE

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DI ClIIRURGIA .

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ANNO I

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( 5 di novembre 1851)

GIORNAljE DI IIEl}ICINA IHLITARE DEL COJlPO SANITARIO DELL'ARHATA SARDA L'associazione non si riceve che per 1m anno e comincia col 1° d'agosto. Il Giornale si pnblJlica nel lon~di di c;ascuna sellimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE f>Kll GI.I UPFICIAl.T DEL COR PO SA:>'ITAR!.O

In Torino . . . . lo Provincia franco di posta

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lo Torino

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P1m I !\ON MIUTJ.IU . . .

Jo Provincia franco di posla

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L'aubonarnonlo deh!Jc pagar:iì per s~rncslri 1inticipati. 1 Medici Militari in ri_Uro ti(Od?n o gli s~;si vantaggi di qt)elli in ~ervizìo attivo. r.e assoC'iazioni prr ; non rnililarl ricevousi ulla 'ftJ'OG~.u·a S u nALPl~A, v,a Alfieri, num. A. Le lettere pe1 abbonamento al Giornale del,I.Jon css,'r am·ancale cd accomp,1gnale da vagita postale.

dolenle al tallo, fossero no frequenti le deiezion i ah•ine ; in alcuni stitichezza e fe tenti le de.iezioni spontanee o promosse con purgauli. Trascorao questo primo periodo d'irritazione, la fisionomia dell'ammo.lato si rendeva di più in più melancolica e come stupida e questo cogli occhi socchiusi lardo rispondeva alle domande; la lingua cresceva di YOlumo ed una patina giallo-sporca molto spessa ricopriva STORTE DI C\SI Rl.llA RCHE\TOLI. lnlla la sua superficie, la quale era presto sostituita da una maloria nera e fuliginosa, dura al tulto ed asciutta come 45 pergamena; difficilmente potcvas·i ùall'ammalato trarre FEjjJ3l\E TlFOIDEA fuori di bocca per la sua aridità che la rendeva com'adeCrtE nOlHN Ò 1.eu,'ost>HOALI! l1U,1T~11e 01 GENOVA r enio alla parte posteriore dei denti incisivi infcrior,i; il ou.,.'.HIHi.E Ar.L·o no13RR 18.40. cal· a dcll11 pelle era io chi urente, in altri naturale ed in ( Memoria del Dott. P1zzo1u{o /cita. ih una Con(drenza alcnni minore dol solito. In pochi osservai un'espulsione cii Gencwa). alla pelle ovenle a prima vista aspoHo di petecchie, ma Diminuite io numoro od iu iu tnn~ilà le alfo,io11i Oogisti più rosea, la quale svaniva col!a pressione ed in nulla ,·L-,· •: r.•11:11 ,111.-hl' t·hu , a;,, l'J1,n it~hil11 r ,11,,•:!wma infl 1i1a snli'J nd:irrHmto (; èl!Trsilo ùt.lb ma:allia. A 'ltles: i d i,• nir1:-; ,. u1,,rt'i1• ~li, •p•Jli ..ra r, ,, ,1 •l1d li i ,oh1 3li p..l "l'i1 lu1ni ,.;~iongeyar.sì IJ, r !1wri;;m1 co11 JiBrrea in alcu11i1 f.111, 111 1; ,, ,1r. 1 ~. tl,• l l'~lti " " ,J .. n11 ir e ,. ,!clt~ piN;~in ,·J,,. , 1iO,: Pi'Z.1 iu J ìtd e µ,,l:i ;'i, ,,,,Ji , d,• \.,,li,' fo ;r~r,nli :d la Ho, l•t' r f' tÌ1 tiivrni ,·ad111• i;u11ti 1,11.1 , .,•il"11l.i m :, rw·I~ ,lt'I 1111' • ·· .!1 I ;1 11·;1 , 11iri11.iot1P cu\aoc.i 11J,111, 1a ·, a 1111 ·u1 '.1l1 ;: pulicola: c llt l< l 'I, 1 p 11ell1J r,r i,11:1 tl<'I ~11 .• ,l';( ll<' Hil' !•j•I ;1,: ; ,t,{11irt1Ul1• pa- ' ) d flolu, fl\lilllW : ,1 S0pl\ l"C\ C l t•·, 1:,,~\',I ., 11n•,.:n1 11 \ rt,i il &IIS· rin,,·nh: ,li 1111m<·1·1> 't- 111 !1 1. lil11 , i111t 10, ;11.-:i1, , I~ iu:1 ·; 1 ··1!l1J ilei 1eo1Jìni cond-0lirio j •1,wjj,. t! ,·,•r1,ul()gia . i,ttJle pario i t!cidi1•,• o,.I 't"o 11,· iu l, n 101 ;,i :1.\ 1•11 1i pN 1·,<11-.-.. , 11à15Slo ques!o seconùo sh1<l10 :u:n·,·,,10 ::ol <1uale .sonaprima ;1 germe e11demico alle campagne Lomhan1e, !\1 atava maggiore pericolo de}b vit9, era buon indizio se· la cominciò verso la moli: ,1111 01c~c <li ~I aggio nrl o~sl'r rare lingua s'inumidiva alquanto, su il calMo <lclla pelle aumen11elle r)i ,,ersc alfo1.ioni cl111 si prcscn1nro110 all'O;;pcdalo tava rialzandosi i polsi e se ùim inuiv,1 il sopo re. una partico lare forma m1,rhosn ricliicdeotc un mc1odo Lnnga era la convalcscen1.a i: dillìcilc : se la malaltia era aemp Iice, pri ncipa Irnento 11011 complìcala a~ offezi oni Ilo~ curali vo dive-rso da. quello del tu genuino m,tlnlt ie infìam . matorie. Hara sul principio ed a,·c ntc caratl,· rc non molto gi•lid1t• d'oriani impor ln111i a,·e va fa ri lmcnle huoo esito e, maligno, col progredire ddla slagione oal,.la e per più mesi 1H·ll.1 cn,11, nria s11 ppl'siz ionc, fn1ol c. alfaito asciutta, ass1111~e iu lìne ori ma;;giMe dl'I r.;iloro 1:ic,è I 111 ,\v .i ,·11ra1h i pr r 111e ad,1pcrali 11\'i mul ti ca,)i che nel rnc~e di luglio e tl't1g<1, lo un n ·rv amlamcnlo <'pi,lc,•J.!11 ~;1 111pn 11,::errnre, furono le pozioni purganli lamariucl;1l1/, ~11 ,,,~,, rip,i111Le, :i~tl'ncndorni Sf'mpro dni purgauli mico. I si11tomi princip:\ li d1e 111·usenla \',1 no gli ammnla1i ùi lalc a(fozione erano dl'l10h•z1a ;:e111· r~lt' con pelle 11rn11lt'; ,:rn ,t i,·i , ~I• ,imt'lici a pircolis$ima dose sul principio, 11ol$i freqn l.lnli ti villl'ali , al,1113nlo rl'sisl<' nli; 1Hll1 dolorn di l':rn,1 11i11, , lii lwv :111de i1 hlion•la1ili, i;IHH·ialmunte aci<lulon •g,,1 11/i , ud :-l'•'Oflllo t> tnrzo ~ladio, l'i11f11so ,l':irnica o di lesta, ma JlÌUllosto ~Mso ù, JliNl<'Zt.a e ili pe; o al capo r.lie fa cilmente col movimento si mutava in vel'ligine; parlitigli() , i clls!.:ri oliosi e gli <'pispostici. (n quei casi noi quali cola r es1Jrossione della fisionomia come òi chi soffre molto era.vi complicanza di coogeslio11e o (l'infiammazione alle ed è molto stanco; sete incs!iognil,ile. 111cni11gi , ,ii polmoni otl agli inle3Lini ho avuto ricor;;o In alcuni fi o dai primi giorni della malattia la lingua era allo sollrazioni sa nguigne generali o locali, al kcrm es, al sporca nel mezzo , rossa scarlallo agli orli; Ja bocca giusquiamo nero a seconda della complicazione. Io genere calliva con senso d'oppressione e di peso alla regione posso assicurar avere riconosciuto d(!,nnoso il metodo dello stomaco; il veutre alquanto tumido, Jeggiermente anlì'1ogistico puro, anche ml principio della UlJlaltia nt'l SoM MA'llIO. -

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Fel>brelifoidcn. - 2° Ooll.

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~c1•rnl ~ia ioterrnilt.cnl C'. --:3" Bulazione delle Cunfereni.e scieotificho. - 'i" li R<'~<>IJmenlo dei 30 d'ollobrc giudicato dal Corpo Sanitario llililare. - 5° Regio Decreto. NHQ ICTI:

PARTE PRHIA


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·~ ';¼./ti<\·~.·_;~.,. ' _, -_.,. :, -quasi tutle 3sve,vaqo q1.ìa.klie. çqs.a di cori111ne. cbe servil'a

qaale palesavan_st maggio~menl~ .sintomi di gaslrile e di gastro-entero-meningite, cd aver~ !ml.lo maggioro van- ' com~e :.? · ,f ~ ?!Il.f1fFii'1i~._r~ :I1_Pl~{q~o ·anlìflogìs,tico energi eo no. t i ~fa3.1i/·:e. , : ffèHe~.-j1\'fil irn'i1'hio1\i cli' p!eura , poi moni , 1,,ggio dagli evacuanti intestinali e c1;lanei e. principa lmenle dal lenì po, Principe dei rirned'i, come <li1'C Slol l. [ 11a grandi:) \slcj~~ u.t1li1à, toJleralo come p(;!f!ia:· òIÙÌ:i~))(fl:) ehipi. ·ii sangue estratto non presentava parie degli esili feli ci che viJi la al lribni;;co a1 vcsc.i,:atorii, ' ai senapismi ed all'arnica. '• ;. ' , ,. .; :··· -'J~-. cir-ii{cii~-ti·c~. c&teaoa- fi.Ua e tenace, rna era nero, in Tale forma di febhre tifoi1le~ non miò,·a ·cer:forn61;1te. ~,( uni' ~tl~ciollo, a,bbonda11tc dì siero cui crassa mento poco fedele compagna degli accampamcnli , ,hi ila ,rir'in:;~ <l1:s~ft~;,:·. · li:n~ce. Quasi tutte er;Jno complit;ale a sal;c1rre gasfriche zione !asciataci da Tu~idide !in ai no,~lri : ,tempi pn!Sénfo ' . con lingu~ sporca e co11 c;1lli,vo sa pore di bocca, in alcuni anche a conato tli vomi to. Rlaggiori va11l,iggi si ritrael'a ~empre diversità <l'aspelto, di gravezzn Cdi' COIYtagiosit() dagli erncli ci o cn larl ici e da Ile so ttrn i,,n i Iocali cli e non secondo le diverse circostanze dm COH<:1m'o 11 a prù<ltirla , ;e quali son il s11bito accumulamento tl i m,lllc per301rn dati e sot lrazion i genera li, da li'acqua di Iauro cernso o dagli estratti rizosi'. Li coul'al e~cenza fu in tuli°i lunga nellv stesso locale, la ùifÌìcol t~ di powre 1-pesso nHnaro le e sLclltata . vesti e le lingerie sndicie in altre puli:e , i patl•mi cr ani1no, le sovercbie marcie o foticJ.1e, i cattivi paglia ricci, l'uso di ANNùTAZIONg, cibi troppo animaliizaoli , di vini_ sofisticili, <l'ac(Jua rn;dA giuslilìèaziono de!ì'operalo quaulo al rnclodo curalivo sana , l'insufficiente ventilazione dei rh,rmitorii., il sudi · tenuto, siccome nc!la Memoria non ne faccio cenno alcuno, ciume, le r ipetuto vicissitudini ulmosl't:riC'!ie, l'osposiziune m'è neccssurio dir alcnne cose cioè come sia da nrn del corpo lraspiraote all' ,nia frèd<l:,, I·,;bnso ùei !iép10ri considen:ta la Tchbre tifoidea quanto alla sua nall~ra ed spiritosi, in somma la penuria o la rua na tura d:Ji princi· alle sue differenze da al tre ma lattie. pali modifìcalori della vita. lo considero la fl-lbbrt~ til'oidt.ia s·c_come I' es1)ressìone [I vi Ilo an,i rnale e~clusi vo, oli re al 6c· 1:en re ,? ff z·ou i c~egh sforzi Jcl!a natura per libcn? rsi da un prioci pio degaslr.i.che, contribuisce alla produziollu ddie a/T,·z ion i scor· lù!er io elio, o dal ~i' fu nri introdol!o n,1ll'animale econohotiche e frequentcrnenle son i nostri ,o!:Ja!i co~trelli rimia oppure generiJ.losi n,d!a medesima > deb!J'cssere n(lparino all'Ospedale per ulcere io bocc..i con gengive g,:;ufìe, ée'ssariamcn le espulso. A questo punto di vista avreDbe fungose e sanguinolente. Usciti co11ra\csc811ti e ritornali al essa molla analogia colle fo!)bri eruttive o colla sinoea Quartiere sono di nuovo aslrelli al!'iH9,n!t1ra delle stesse rcumali\'a. Tanlo in quest'ultima come nelle febbri crul·èause che produssero la malattia, quinùi tra per la rldHl live va vagando nel Sllague e negli umori sgrndevolmenle lezza e lra. la nuova fatica recidi vallo, e la recitli l'a è rni lica;ido le estremi tà nl:lrvose un 1~ri ncipio <lisafiìne al!t1 sempre peggiore della prima malattia. slesse e produllore di vari i scomp:gl i nelle azioni e fun. È <1ui uopo rimarcare che tutte q:il's!c tl:ve r,;ù cause e<l 1 ziooi orgar:id~e , diversi a sccond-a della natura del lo influe rizo in abùozzo appena acccn,;nlc pussono creare od stesso principio e t1e! diverso modo di so111ire dcli' am .. una semplice disposi zione alla malallia o la m.1lallia ~lf.\S-Sà.: malato, fino , a che per le soh1 forze della natura è o ma , salvo.che l'azione non ne sia la.lm l ntc intensa da cs,cre decomposto o neutralizzato o soqiinto cd olim:nalo dai in 01Yposizione diretta col manten imento deJ!a vita, 11es. naturuH emuntori, rrni, pelle , polmoni , mucosa intestisu na, io' credo, può protiurre quello stal.o morùoso <l'una nale , ccc. Perciò portv opinio ne che !e ulcere intcs liuali maniera necess;iria e costanle. Amnd1 ò quesio sta lo rnornella febbre tifoidea non dcbbon essere r ig111rdute quulc bo'so abbia luogo ,ihh:sosna dalla p,n:ri ,!egli ammalati uua fonte e fo:,do dulia rnablt i:i., comll ,isseri , con alcuni lai quale aUltuJinc a co11trarlo , thc è de.si:;nala col (Louis, llret.onnl:!Dn, \'ai!nyx), sibbc1rn come avenl i t1na nome di pre-.lispo$izione o d'opporli:ni!'à o, meg!io nel particola r importanza nel!a diar;no:;i. Questa lesione delle noslro caso, d·ù1flltmza epidemica. In qnesli nosiri !empi piastre Pcjerane sembra che abliia colla fohbrc tifoidea, in cui una rn:ilallia epidemico-co111;1i:,i0sa va vaga udo Qr i11 con;;idcròlcl C:O!n,l ma.l«ttia, l)llU l'l)iuiono beo poco diuna, or i11 un'altra delle popolato naziùn i d'1~uropa 1 ìa <la queìla che le diff<' rènli ernziooi ca ra lleri sticho versa qua le, pe1• rnaliguità 1li si ntomi, per l.•revith cli decorso u hanno col va ,uo!o ,. m·)rbii'!o e scarlallina. In nessuna di per numero ài vit ti me, sembra ,·oglìa ::on:enderc la pa lma qnesl0 noi abl.,iarno il diritto di ri~guardare le eruzioni olla ten i l;ilc peste(!.), fursechè 1ws~un' influcn1a potrà cutanee come cau,a d,•i sintomi o de i varii fonomeoi che cs~ere dalla medesima cscreitnta ar:che in q1wi paes i 1:misi palesano in q,iclh: di, tinte afft:zjonf', ma solo co1;1e !rofi che per f,; r{uoa no , anno Onora e~llnt.i l1nllucnza diffcrnn 1 i modi di cui si se:·vc la natura :wr !iùerar,-:i dal , lii•, per circoslar:ze parLicolari è ';ilmosk:ra, di clima, di principio r,oci\'o. Fa meraviglia che uo!llini disLin1i per rnlitezza di slraùc <1 d':d \r('. a noi i3n<,te, nòn polè :incora profon1e osservazio1.i sic•.no potuti cadere nell'errore di , lèvarsì al grado di produrre fra iloi !a ni~ lalt,i.a sua proco11:;:id0rarn le alterazion i della mucosa intestinale quale Jiria, ma sonvi ragioni per sospettare dw, esercit~ndosi causa dlllla fobl;re della qu<Jle si lralla, qnanèlo gli stess i 'ingli stessi organ i e principalmente sui ganglii dd &.rao Louis e \'alleyx confJ:lSS3no che aicun,} voile, quanl11nqne simpa!ico, li disponga a risentire non solo più fac ilmente di ra<lo; uon solo la f0bj)rc n0n èorrisponde all'allera1'azione dclll:l cause morbo.se, ma a ri,;o,1tirla in un mòdo zionc ddle piastre del Pejer , ma chll questa manca affatro. parlico larc. Cotesto sospello acquisi'a vi;loro ,, <li probabilità ' Nè fa ciò meraviglia: F ra nk, J..ìorsicri e tolti coloro ·che dall'osservazione che, nignando pnrr., nel presentarsi e nel sludiaroM le ma lai.tic al Ictio dell'ammalalo, parlano di (L)corso d_i dotta febbre gastrico lifoidca; molle <liar1·ce, febbre vaiuolosa , scarlallitrnsa, morbil losa, senza vaiuolo, d:senterie ed altre ma!allic a11che "genui,:c itifiammat.orie, senza :w.arlattina e ~erirn rnorbi!to; eppure lutle quesle differenti eruzioni, f!HfllHI' csìsl,1no, è facile l'osser varle (t) Prego il Lettore , a volersj ripo,rtar a.I tempo i~ cui.fu presontaodosi nell'esterna superficie del corpo; ora pcrsr.ritta questa Memoria cioè nel ottobre del ·1849 1 regnando chè non potrà esistere la fobbre lifoide;J, se n ·za l'altera ,1llora in Lombardia, in Francia, ecc., il Cholcra asiatico.

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,}l'.t~efiJ.1i,;i"è,~\J(~~1i~\!if'1;


ziono caratteristica della mucosa intestinale P lo porlo opinione che se' si potesse io lutti i casi osservare la membrana mucosa , spccialrnen!e in quelli che tendono 3 guarigione, mollo più numerose sarebbero nella Scienza le o~sèrvazion i <li febbre tifoidea senza ulcern1.ioni inleslinali. E per persn;idersi .della veri là clie la suddeCla al· terazione non costiluisce la fonte ed il fondo di tulla la malarlia, basla, dico, un so lo caso ben avv.eralo del!a esistenza drlla febbre senza la località nelle ghiandole del Pejer per essere an.!orizzali ad ammetlere che la fcb· bre tifoidea ha in se stessa le rngion i suffici,rnti della propria esis!enza. Ora , ritornan1fo alla nalura <li quesla febbre nolo che, se nei morbi ili bt'gnin i p. c. o nellattinoca reumatica po<;hi gì orni bastano di lotl~ tra i po!eri vitali ed il principio dt:leterio per esser e,p11lso od il contagio rnorbilloso o l'acro reumatico, in a'tre a/fez.ioni fobbril i in vrce di questo genere, prodollo ùa sostanze d'azione molto più aLLiva H pertinace, abbisognano sfoT?.i p:ù energici degli ste~si poteri, coa·diova!i an1'he dalì'arle. Quiudi lc1. condot la del Medico in ques te può cpilogani come siegne: • Aiulare i poteri vitali nei l'oro conati , secondarli o dir.igerlt ,,, Tralasciando le !eerichc spccolazioni d'uomini en-1iuent i e d ·un ing<'gno superiore i quali in 1rn lerppo da noi 110n moho fonlano dicdi•ro troppa importauza ,il ~olidisrno vitale, ·pan' che di pn•sc·nt1i si sludino meglio che 11011 ne! principio di qul'Sto soco lo lo malaitie umorali; io modo che 1m Medico più ngn teme essere le.nulo com' ignaro S(', non giurando . sulla voc:o del 'Maestro, parla di discrasie 11mui:ali primi ti ve. Non, è scopo di quesl'annolnione l'addurre lo prove in favore dcll'cr.i r1ione ('hc la feLbre tifoi11ca non altro sia fnorchè una malatlia primitiva umorale, q11ar:l11nque trn i~noriamo I' iutima esst nza; p<'r ora mi limito dire chJ la co1,d1Jtla che tenn i nella cura della sles~a fu dirella da tìUl'!\lo pri ncip:o: non isfonai la nal11ra a crisi con ri me<lii energici, ma lii scconùai dove lcndeva; ebbi parca rne11le ricorso a:Jo ~oli razioni s~nguipie genHali nel lo st11d io irrila,ivo, al fìne di lasciarn forze basianli ai potrri vilali nei succrs~ivi slaò ii,per wperare la maìa\lia; amminislrai l'arnica e gli slimol.anli qunndo minncc:iavano rssi di cedere llL·lla difficile h,w·,; nello stesso scopo ft,ci applicare V1' FCi<·aloriì come quelli che aumentano la f11n. zione della pelle, rp1wrciò a11chc, per r.zione 1·ilfossa n per sirnpatia, quella della nwco,a inleslinalc. Dicasi lo Stesso del kcrmes C degli UnlimoniJli; (jllali pO!POIÌ diaforetici e promotori di crisi bronchiali nelle affezioni bi:onco, polmonari 9omi:,licanti la mala!lia prim itil'a. Ora mi re-sia a dire dolio bevanchi acide YC"Clali e 0 dei sali alcalini vegetali tki !Jl!al i frci molto uso. R isulta d.JH;! 06Scnaz io1Ìi e ,tagli sperime-nli ùci Chimici che il ~angnc dei t,foith•i è più s~uro, piri nt•ro e scars!'ggi,m!e "1 i fì brina ( A n,irnJ e Gzvarrel), se 1! n;1 qualche llemma, ia loca le: Of'Crnud., qu tolc lì edt() o f1·r·· men to, non i1è accrqca la prop0rzioBC rclai iva in lu?!a la ma s.~.: ; ch11 la !ibrina d•Hìcilt;1e11\e si r.enrert,1 in coagolo, il qua!e ;dlrnrnlc con somma facilità Hi ~ei,1~1: 1,, e che la g!l\l:ul :na i: p:1r:rn1•11l,1 sc:irs"«,.·1afì1" 1,,, e '1 '•··r•····· , . ~ .,,1. 11r ·1 ,. facilmente d;sciulla nd sirro. Ri51:Jta p11re· .che i:cJ mc· desimo snnguc pr1·pond, ra.no i m:i!eri,di ricchi òi . clir· IJonio, idrogeno t•d nolo ( Lit>ù's, · Bi~knff,, Tl1ieùema n e ..,

Gmeli11 ).

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Ecco ora in qoaie modo spiego l' utilità degli acidi vegetali e dei sali alcalini vegelali io quesla rnalaHia. È orma i riconosciuto che !ulli gli acidi vegetali, arido ciirico, tartarico, malico, ecc., inli,odolli nel torrente de.Ila circolazione per mezzo dei linfatici chiliferi, si decon, · pongono e si trasrnntano in acido carbonico: lo slt•,-•o rnccede dei sali alcalini vegetali i quali lulli passJH:, al lo stato di carl.Jonali alcalini. Orà essendo l'acido car· bo11ico composto d'un equivalente d'ossigeno e di due di caihonio, ed in tulti gli acidi vegetali preponderani!u molto la proporzione ddt'ossig1rno, è chiaro che in quesi;, decomposizioon tu!li cotesti acidi l,1sciano libera 1.1 0,1 quanl'là d'ossig,i110 che non può sF:rvir alla . formazi,rn" deli'a.:ido carbonico. Qnest'ossigeno reso libero è que!!o elle serve ad aubn.1cciar il carbonio , i' idrùgeno e l'azoh> preponderanto nd sansoo , e dei nuo,·i materia!i formai bi parlll son espulsi pl'l' mezzo dell'esalazione polmonare t\ cutanea (ncido curb,,nieo, acqua , ecc. ) , e p.:rto pei reni ( acqua, ure3, materi3h ricchissimo d'a,olo ). L'acido urico nou esi~te nd sangue fìnchè i reni funzionar. o ( Mùllt• r ), esislcmo però i materiali dell'urea e> se a quesli s'unisce 11na dotermina!n qnanlila d 'ossigcrno, passa a'. lr> slalo d'acido urico il quale, trovando i carbonali alcalifll iotrodolli come medic:intili cioò il bitarlrarn o ci(ralo di potassa, di soda e di magnesia, Yi si conib'na ed è eli · minato dai reni, la funzione dei qnali consiste nel tener,: l;bero il sanguè <l,1 tulle le sostanze eterogenee terrose, òa1t'11cq11a e dall a soprnhbondanle quantità d'azoto. Ac· ciocchè tutta queste diYerse r iazioni e combinazioni abbiano luogo, ù uopo cha tanlo l'ossigeno quanto gli altri elementi sia n allo staio nascento cioè appena liberi dalla loro combiuazierrn con un altro corpo, altrimenin uon avrcbbesi che rnescugli di gaz ma non combinazio,HJ chimica. In queslo moilo si spiegano le orine metastatieìw, cariehe d'urati olt:alin i a d'urea ne ll è crisi ori11osa cl i tifoide i; si i;pit~gano le retenli esalazioni polmonar<' o I<,, cutaoca degli S!c,si ammalali, essendo esso composte i :1 mat:giorc parfe ùi azoturi d'idrogeno; si spiega pe.n:h,:i Bi,kofT trovò nel sangue dei tifoidei il carbonato d'ammoniaca: in fìnc trova ·spiegazione l'osservazione che la s111ldella , fz,bbre aumenta ncgl' intensi calori e dopo ra,1 cos i eserci7.ii militari ; particohirmenle nelle persone cl11•, coni'i nostri sol<la i, sono nutriti qnasi esclusi1•amente ti 1 cìho :Juimale. fmprrc'oechìi trovandosi nel sar,g1:e minore qnan lit;i. d'acqu~ 1·er la continua ernl:izionc vaporosa e sil'fosa ddla pdle o dei bronchi , ed aftrontlc i rnni pOc· chi,:;irno fun ;ionan,!o p·i rchè son in l;,ggt> cranlilesi colle fur;zioni Jella cuti.1 e mancan,fo le sost;rnze veg!:ltali riccht\ d'os.!iigcno, il sr.pra ppiù ct·a1.oto, tl' idro gi•no e di c~rboni,) che ingombra il san;11e ni,11 pi!ò esser a!.,bruètiato eµ elirninatn ,l,d i'orina, dai polmoni o dalla pelle. Per,·iò °)' utili 1b. Ile! vi!lo v 1•get,1I,!, dc!'. e bevnndc acido o wccl1<',rinc, eh Ila hirra nello persone 3nchc sane n~i climi cald i e Il ? }:' i11te11s,i c~ ldo delln state presso i climi (f"rnpcra'ti . I.a nalt,r,1 f.! essa ci inl'iln a mangiar o&· sige110 per ahhrncc:arn le f, ccc del s:.wgni>: ~e co,ì posso e~prirnermi. I b,•v.,,lii e gli vhu::<alori . di !icl'wri ~pirito, i i11 gr·ner,:le rnaP ,!ia::,, p,,co e ,;;•no m::i~ri ed ascioui: ii mc,tiv? è cli't•, 5i ;;t,l,i,-n(in;rno d'una sola c:las.s<, <l'alimenti, de;;li ai:m~ni i ;;nir t:l'i ossia di qnt·lli che sono clPf tina!i a mular5i in rnoll.'cola organica, rnpplendo ag! i al imenti respira!ori col!e b,1vandc ~piritt•sc. Ma non çonlcnli d' in1n-1,1!1n c 11el 1a ·Circ<•laù,1ie la n(tcessaria


r rG ,quanlilà d'alimenti respiratori, per l'abuso che ne fanno, nH introd11cono mollo più; succede perciò che. l'ossigeno, !~scialo libero dalla tlccomposiziooo dell'alcoole, dello zncr hcro , della mucilagine e degli olii essenziali, non trovando nel sangue sufficiente quan lilà di carbonio e d'idrog,·no, abbruccia il carbon io ed idrogeno che la natura cle;,osita qua e là oel tessuto adiposo, nel mesenterio, ~,torno alle yisceru, ecc. i11 forma d'adipe. Ma però se la Chi mica organica, applicola alla J:'isiol11gia e Patologia, foce ai nostri tempi progressi tali da renderci ragiono di molli f<'nomeni fisi ologici e patologici, nun bosta però a renderci ragione d'alcun i. A Ila spiegazione dei q:1ali abbisognano altri elcme11ti che spellano alla F isiologia e Pàtolog ia nervosa. ro qua nto al Tifo, siccome dai migliori Scril tori che ne tratlarono fu spesso conruso coo al Ire malatlie , per T ifo intendo una malallia idiopatica contagiosa, non carnlteriz1,;ita da alcuna lesione cos1ante oei solidi, sinonima ti,·! res to dello febbri nosocomiali, ca rcernrie, castrensi , l'lllride, petecchiali. La febbro tifoidea qnanlunque proSl'nli molli punti di contallo col Ti fo e sia da alcuni rtJcenli co nfusa collo slesso ( Gaullier e.l e Claubry ed A ndral elio non ne fanno che una varietà ), puro credo dovernela separare per lo seguenti ragioni : :'\el Tifo le ghiandole del l'<'jc r e quelle del mesenterio s1,no sooe; il sangue è scuro, grumoso ; l'ingorgo nera~11 0 dei seni cerebra li più cosla(lle; è rara la diarrea ~pontaoea; le scariche intestinali noo liquide; nessun gor,;o~lio si percepisce al premere la r~ione ceca le; rara lo. tensione eia meteorismo o rari i dolo ri colici. In vece la fobbre tifoidea presenta quasi sempre lesiono dc In ghiandole del l!ejer, in i;enerale ulcerale, ora gra1. 11 o~o, ora cancrena te second"i diversi stadi percorsi dalla ~,c-~a lesione. Le ghiandole~mesentericho son arrossalo, a1, ,111 ollitl', ingorgale. Sono comunissimi la diarre;i con socn,re11ic molto liqnic.le, il gorgoglio premendo la regio11e ,1, I 1·it•co , il meteorismo, la rigidilà dell'addomine coo I,, qul!nli dolori colici . Le emorragie intestinali sono fretJ" ''11lissime, l'cmaciazione più comano. Quando l)rèsenta t·111ziontt cuta nea , qncsL'è viva , limitala, colorala in , o,co, lic,·cmenlo r ialzala sopra la cute circoslanle, non tar,!a a scomparire dietro la pressione, il pi1'i so11•nle limitala ;;l ln C11 le d1•l pcllo n dPll'adòomino. Non limitata a locufilà p:1•grafìc:he , s1•qwggia coslanleml'n ln cd in m:•ggiM cslt·nsionc: in gener~ si limita alla giovt>ntù rei all'età di ffi l'Z1.o e permellc le sottrazioni sanguigne, i r·urganli cd il rnctodo antillogislico meglio che non il Tifo. li Tifo in,·ad e più s11 bi1anco: i si111 omi cPrnÙrali,· ~rccialna·nle l'otlusilà e lo sluporo, si manifestano con maggior e••iòen1.a nello svol~t!rsi dcll:.i malatlia di quello elio nella fcbl,ro ti fo dea . H calore cle!la pelle è più 11ren10 e pungente n,· i suoi pri mi st:11l i: la suffusiono fuli gginosa 1klla fac:, i I più con1u1rn. In i-~0J1i casi, m,,ssimamente ,,d gra,·i, prcs1·11ta t11,'ab!Jonùanlo crnziune pelecd1 aie ,·ho non inauiscc pl' r la 1m·s$i11ne. Limitalo a lalune iocal il à !·t'• 'i;ralichc, i"u gentJrn c:011fi11 ato 11<•gli abituri af· rollati, suc i,l i e rnal vc:itilaLi, iÌ Tifo rendesi in tali ci rrostanzo (•u1i11rnl t:mr11te conta3 oso. Si svolge più spesso tlopo il lpiar:111lcsimoq11int'a11110. l\ ichiPde slimuli molto 1ii1'1 atlivi e la,cìa allcrnioui nelle runiioni ,dell'a,se cc.rel>ro-spiualo mo llo pi1'1 frequen ti ehe uo11 la febbre tifoidea. --=

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46 NEOIULGI A l ~TEIL\II TT.ENTE

( Da una Sto,·ia del Doli .

RE NEDI CT I

inviala

dal Forte di Gaui.) La sera dei 4 d' Ago~to un soldato del .Presidio fil tl'improviso tocco tla atrocissimi dolori dilania( i l11ngo i tragitto del nervo ischialico destro, dalla s11a origine fi n sollo la re;;iono poplitea , non c:he òelln r<'gione i nt ercoslalll del int•desimo lato, specialmenlc fra la sell ima e la uona costa. Poco dopo l'i11l'asio11c rr p.,nt iua di q11cs10 morbo il Doll: Uenedicli ruco losi a visitarlo r invenno l'ammalato che ~i d,batte,·a f11rios:imr11lP. nel lcllo o di chiarava iolollerahili i dolori da cui era nfTctlo. I.' irift•rmo era de ll'età di :!i.i an ni, di ltimperanwnto nervo so, di · gracilo costilm;io1111, nato di madre che per sette anu i a11 •ò soggetta a continua e i:;rave iscl1iado rdrallaria ad ogni metodo di cura. L'ammalato fin a riu,, I giorno non el'a sta lo soggc1 10 oc.l alcuna malac tia tli rilic,·o, tran ne la contaminazione vcnert'a cito sofforse per hen due ,·olle e che curò con me1.Zi semplici. I fenomeni che si r isconlrarono nella prima \'isita (•rano polsi cderi; calore na lura le alla pelle; faccia alcun poco rosseggia nto con I' cspn'.Ssionc convulsiva dt· I gro \' 6 soffrire ; dolore d_i testa i11lt nso; ocd1i lagrimanii; rl'Spirazinne stentala; moli convulsi,i dei muscoli luracic1 e di q11olli dell'arto adomi11al<J tocco; orina abbnnclt111le u lim pida . [)all'esame fallo non r11 possibi le ri11ve11 ir all'.1111 i, causa prossima che potesse aver cagionato 1111 tan to in.aie: solo rimaneva il dubbio fra la causa ereditaria materna e le c•,,use re11rna1izzanti con,uni, prnprie soprallulto alla posi1.io11c e.lei Forlo di Ga\'i. L' am malalo cl1ictleva.con grancl'insi~t cnza che gli fo1-~e ca1·cioto sangue; il Curant<: invece, s1imò più r.onvcuiente principiare la cura con l'applicazione dei topil"i rredtli sullo parti ~dd<,lorale. ~e p~rc) con J"uso di questa cura i tlolori si calmarono per <111~ld1e c,ra, inso r,cro poi più vivi e continui per 411altro s11cccs~i1·c ore; dopo riel cho solt.mtrò sothlisfacenlt\ calma con prostrazione <ldle fu, Zl! 1'11e gli pc•n11i,e <l'.d1tinndo11 arsi ad un placi,lo ti prolunga to souno, dur:rnle ìl q11 ah! si manifoslò un gennriile ed :ihbonclanltl sudore. Nella mallina "cnicnte rima n,•,·a soltanto l'uni \'Orsa le spossate1.Za, shalordimenlo di tesla , disappetenza. S'amministrò una solut ione di scn11a con entrovi solfato di magnesia, da cui s°(iltenor abbondanti esi li ahini con sucressiva calma che durò 111110 il giorno. Sull'imbrunire fu preso da bri,·idi di freddo o poco dopo s i ri11novarono lutti li fon0 meni della séra precedente. furono impiegal i osternamenle i topici anodini ( olio di gfo$q11iamo, di btlladu11na rd il lnwlano liquido). li 1>a rossismo percorse rcgolarmcnle il rno stadio come nel giorno innanzi e si ripclè uguale nel terzo. Allora il Cu1·a11 le nJ n ebbe più dubbio trallarsi <l 'affezione periodica inlnm itenle e q11anll111q110 il polso non fosse mai .sta lv fclibrile, pure, abbandonata l'ic.lL·a da prima acca rcnata di lllitl !J creGila rio, non e.. i1ò a ricorrere nelle ore di calma alle p!cparazioni di china. l<i110 dalla prima dose i dolori furono nel succe:.sivo accesso meno vivi e durarono minore tempo. Dopo la $cconda dose ogni feno·


H7 meno morboso svanì e non s'è più rinnovalo; così che l'infermo in pochi giorni polè entrar in una franca con· val.escenza.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Contimiazione del mese di maggio).

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I

GenoM. Nd giorno 6 sì radunarono in Sedula slraor· dinaria li Medici Mililari dello S1Jedale e Pr(>csidio_ per udire dal Segr etario Dotl. Mollini la lettura del Ministeriale Dispacrio col quale si comunicava l'accoglimento favorevole ch'ebbti da S. E. il Ministro di Guerra il progetto per l'htiluzio11e d'un Gabinetto di Lettura già stato proposto e trasmesso al Consiglio Superiurc l\Jililare di Sanità. Collo stesso · Oispaccio era inoltre falla facoltit all'Amministrazione dello $pedale, in adesione alla proposta falla dal signor Direttore •dello Stabilimento, d'ab '. bona rsi sui fondi particolari ad una copia della Gazzella Ufficiale del Regno, la quale· doveva quindi fare parte dello slesso Gabinèllo di Lellura. Da Ila lellura del sopra detto Dispaccio risullando che il Sigoor Generale Damiano, Direllore dello Speda le .avea' preso uo vivo interessamento pe~ l'altuaiiono del Gabi-. nello Lelleràrio , l'Assemblea deliberò che un' apposita Comni issio11e si presentasse al medesimo per alleslar.;li li sensi di gratitudi.ne delJ'inliero Corpo San itario della Div isioue. La Commissione compì nello stesso giorno I'onort:!vole . incarico ed ebbe dal prefato Signor Maggiore Generalt1 non solo la piLt lusinghiera accoglienza ma blln anche il dono della Farmacopea Italiana di Giuseppe Orosi di receulissima puhb!icazione Livornese, la quale fu con apposita menzione registrala tra le Opere di spcl · lanza del Gabinetto ad emulazione degli animi gentili e gcne rusi. La sNlula degli 11 rnrsò primamenle su la n.alura e su il nunrnro dei Giornali dei quali s'avesse a provv1•clcre il Gabinetto éli Lelf.ura e su Ja nomina d'urì Segrdaro · tesoriere fallasi nella persona del Doll. M0llini. Si pas,ò qcindi all'e$ame d'un soldato del 2° Reg~.lo il q11ale si lagnava <li rig_idezza dell'articolazione omerocubitale dest.ra cou dulorosa ed imperfetta esle11sio11e delrantihrac.cio: avera alquanto ingrossati i con<lili dell'omero sen1.a notevole lesione dei tessuti molli circo stanti. Qnesl'aoimalat'o erà stato dal Doll. Bobbio presentato all'Adunan1.a affinchè decidesse se si lra'l!ara di semi-anchilosi vera o simulata. A tal oggellò 7 <lielro severo e mioulo esame delle parti affelle, f,1rono praticati diver,;;i maneggiameoti e solloposto l'anlibraccio a ri petute ed impro·v,•iscf1essioni ed estensioni alquan to forzale, mentre s'aveva cura di tenern distratta l'allenziorie del paziente; ma non essendosi potuto con tali mezzi lrar un sicuro criterio diagnostico, l'ammalalo fu soltoposlo all'elcrizìazionc coll'apparato <ld Dotl. Pelnso : per qnanla però fosse la bontà e purezza dell'etere adope ralo e la perfezione dbl· l'apparato, la sole.n11ilà dd t'esam.e a cui fu solloposto cd il timore fors'an che di qnalché dolorosa operdZione tanlo poterono sull'animo dell'i nfermo da impe<lirc la narcosi: b'ullenne ciò non ostante cosi lieve rilassamento della musculalura per poter inferiro· non trattarsi d' anchilosi iimulata. A i 25 dello stesso mese si tenne un'altra .seduta nei la quale il Dolt. Perelti pro110sc che il Medico di .guardia

fosse obbiigato di presentare alla prima Adunanza ScienlifiGa ùcllo Spedale un'esatta e ragionat a Relazione in iscritto di qualunquo caso grave pel quale il predetto Medico fosse chiamato a prestare pronti e speciali soccorsi dell'arte. J\Ieno inclinalo parve il Doll. ~foratore ad accogliere una tale proposta, sicco me quella clie sembrava volesse assoggcllar il ~Iedico di guudia ad una specie di Tribnnale d'inchiesla; siccome quella ancora che avrebbe faJ. l1lo allo scopo per non potersi a giusto rigore rnoverc critica sull'operalo di 411el Med ico che si fosso anche, per la natura ùei mezzi .usali, allontanalo dal procedere più consenlaoeo alla maniera di pensare d'altri Col leghi . Il Doli. Peluso ed il Ootl. Ardissone s'associarcin alla proposta del Dotl. ~eretti dimostrando l'utilità storicopra lica che sempre emerge dalla discussione dei casi cli · nici e respingendo il sospetto o Ucilo o pal C'se d'uno sfregio all'onorulezia ed al sapere del Medico di guardia. Nel medesimo senso parlò pure il Dott. Arella con un lodalo discorso, formolando la proposta i1ei seguenti termini: « S'invita il J\leJico di guardia a riferire d'or in• nami nella più prossima Conferenza su lutli quei casi u srtaordinarii nei qnali abbia dovu to prestar urgenti soc• corsi ed operazioni che possano formare soggello di di., scussione. » Non alieno dalla fatta proposla , ma dubbioso sull'impressiono che quest.a polf!sse !·asciare nell 'animo dei Mem· bri componenti il C-oosiglio Superiore Militare di Sanità, per ri3uardo all'anleriorù zelo , impegno ed abilità dei Medici di guardia, il D ,ll. Viale si dimostrò poco favore~ vole alla proposta del Doll. Perelli. Ad allon tanare queslo dubbio il Farmacista Capo sig. Grosso disse basla ré l'imparzìale testimonio della co~ scienza di ciaschl'duo 1\Iedico in particolare ed i ripeluli elogi con cui li Superiori lutl.i lodarono sempre l'attività, lo" zelo e la 1wrizia con cui i singoli Medici i\1ìlilari sostennero le VJrie loro incumhenze: aggiunse poi che una tale tld ,bera zione ·non a vrnbbe· potuto f;;r altr•) fuorchè çonformare rmggiormenle il Corisiglio Superiore Militare di Sa nità in questa favC're vole opinione. Ar,ESSAN onu. Nel la Conforcnia ten111asi ai 10 il Presidèn!e, dopo aver parlalo della somma irnporlanza ed ulililà derivante dalla sposizione di:i più rilevanti casi pratici , invitò li Medici Capo-sezioni a volere riferir in· !orno a quell e mn la 1Lie <li maggiure momento siate os·scrvale nelle sin,;ole Sezivni .'Si lesse quindi d~I Dottore Ca·priala le Storia d'Ol'istotono riférila al nurn° 28 e fu presentato a!!' Adunanza il Solùato che formò il ·soggello -della Storia num'' 40 , nel quale ciasched11n Medico polè scorgnc la p~rt«tta guarigione dell'antibraccio ferito. Ac.l ultimo il Presidente annunziò che li i\leJici Capo-Sezioni avrebbero sempre · d'allora in poi 1rovalo 11ell' Ufrìzio un Registro aperlu per annotarvi quelle ril11.m ioni che cìa · schedu11ù dopo la visita avesse cri:dolo utili o neces· saric. Ai 26 d,dln stè:.so mese , dopo la lett11ra c!cl a-pprova1.ionè del processo vcrhahi dell'an1c'cedc11te Seduta, il Doli. I(alp lesse 1111a s11a relazione corrl'da ta di storie ragguardanli alle malattin oua !mi0h(1 , stata ref;istrala al num 0 56. Si disc1.1sse quindi 1,mgamente sul caso d'un Musicante nel 6• F anteria, sezionalo nel giorno avanti, il quale morì per rn vltiplici ascessi al fegato con ispeciale prodollo di materia marciosa. In .Due li .Medici l\Iilila.ri


us si recarono nella Saia Aualomicn per :illcnilcr ad alcu i e•ercizi pral ici sulle suture. SG!Hllitrni. Il lhittoro Monartli, giosla l'orJl nc! del giorno, <là ll'llurn d1·I ~uo rrsoco11to clinico quaJ1 inws(nlo S<'guito da una itnrio di pleuro rolmoi.ilc IJ q11:ile ;i,·cv~ per primo scc,po di c:oufr r mnrc la s;; ·111:11\1 ?.zi,,nc ,lei la rtaro s1 ih:ato in q11n lo g, 11c1 c d', lfrzi ni nwrhnsr.• ( Vedi Storia 11. 4 I ). Il Ooll . do Bcauf..•rl r.i 1wlarc ron1'd mi::;l:or.,rn,·1>lo dell'ammalalo esfcnd'anem,10 ~o'o :m! fìuir,• ,ld quai lo ~iorrHl o tlopo h p1 imu dorn do] larlarn ~lihial11 Il qnaln non l't'l'Ò che cn1c11a1.i u11i ,dvi 110 abho 111l:rnti , esso ù,·hba atidlrnirsi piullosto all'azione p11rg:1tiva'. del rimcJio ,!alo in piccola do,e, am.ichò alla sua azione lkprimento ::111 sistema vascolare. Quindi si fa a cl1ierl,•: o se l'ammaf.1lo av~sse potuto mi ~liorn r anche pl'ima _coll'c1so <l'un qualunque purgante o con lo slt>SSo uso ù1• I lnl'laro stibia!o a piccola dose. li Doli. Menmli esp;., ne i m,1ti vi per cni s'astf\11110 dal da r nvan!i sio un purganio sia lo sw,so tar1arostihialo e fra ques ti si furma parti colanncnLc s11 II opinione di molli Medici che non consigliano l'uso dei purg:inli nei prinfi :;iorni della ph•um-ptw11n11,nia : avv,illo in fi ne eh" l'ammolato aveva anche prima ,nu!o r<'golarrnenle ogn i giorno i bcuefìcii corporali. 11 Doli. Cosia111.o appoggia l'opi11icno ,Id Boll : dn Beaufo rl e SJ•iq;:i µcr qual, motivi non d,:Lba )'l'r· dersi ùi. , ista 1';1iio 110 simpolica fra le nwmh ra.111.1 n1ucoso toraciche o le aJJominali, non che l'azit11Hl revulsiva sulfa mucosa gastro-co lerica . li D<>t l. Tap pari narra a vrrc veduto i I Giaco.iiini somministrar il tartaro slibiah> olla. duso di sedici e pi1ì grani dal la. malti11 0 alla sera 11clle gravi infìamm azion ddl'orgnno rcspiraLMio, senza che fosso Sl·g11ilo nò .Jai vomito nè da tleiezioni :.lvine, ma bensì ùa un nohwOIA 111igli1, rome11!0 dcll'in fl'rmo, enralle rinato specialmente da 11i min11ziooo lll'lfa forza e r1clla f: eq11t.• 1w 1 del la circolazi one. Quìnùi si fa ;1 cli i.,.cle\',i 1·v111e si p·,lrd,hc rimanore capace che , all'afftzil•ne infì~mn1r11.-,r;a e, ~·ente aggiungendosi 11n al!ro centro J'in i:a1.iu;,,: 1111rn 5i:;tt•111a i:osì impurlanlc o cusi eslcso come la muco~o tic! t11ù,, g 1stro l'n!eri co , debba la febbre Jiminuirn ta11t o vis:osanwnlc. E dJ altra parlo dove s.arebll!'l'O i sinlorn1 Jl·ll'irril111io110 in!l!:,linalc', prodolla dal tartaro stibiato , quanJu non 1·:.i,tc nè \·omi:o, nè diarrea, nè ùofore alc1J11()? Ar;ghrn ~o <'he tanto pi :'1 intensa è l'azione <ieprimeula vascolare tli (]llU.slo rimedio, quanto oppunto e se ntita meno 1·azio:io rcvulsi-:a dall'ap · paralo gastro-enterico. Egli conchiude da ultimo rileorre come puramente i11ostcn izzaule l'azione del Inrtaro sti- , bialo. Il Doti. òfonanli crmle ch'11lLre all'az:onc dt'p rimcntc, il tartaro emetico concorra a diminui r i fenomeni nogistici degli irgani toracic i per la sua nzior.e r evu!s:va sulla muco.sa intestina!{• , q11a 11do produce vom ito e dcio , zioni olvine. Il Dotl. Ajmo in vece è d\1pinione clic i fe«omc11i salutari che il lart aro slibiato prodt!C\l m·;;i l organi d01!.1 rE>spi razioue di peod an in p:i rt c tla Ila siia vz :n111i rlcprinwnlo nnil'crsn le cd in parte dn!Ja S lln nziuno clcllica so lfa mucosa tlc!!a re;,plra1ione. li Doli. ~lcn;irdi nega qu1•.,t~ v·rtù c!t•tlil·a e spil'g1 più di!Tusarnento per qna li rog',, 11i crede elio l'a1. ione .saluto.ro d,el ta1·taro sJi):)ialo stia pri ~ci;1almento ueJla

rcq,J~ivJ sia rnlla mucosa del l11bo gaiìlro enterico, sia sulla c11tJ per la diaforesi che provoca. Il Oot l. cln ltea 111'1J rt credé r.he la divcrgenzn delle opinion i manifestatasi nella disr n~s itlnC si possa facilm ente c.:;nci !:a:·1· cpiamlo s'abbia rig11anl<l alla Ul'l'l'ia azio ne cho ha il tnrtaru $tihiJ1o cioè dq1ri111cntc e n:vulJiva, e spil·ga com~ quc»le rl11u az ior1 i pQssan,J pniurl crn una prcpo11· dcrn'tlz 1 l'onn S!1 l'J ltra a ~~c<11:da tklh, llose in ·rni ti F< u1mini,;tr;ilo q1:C' 5'o fHmaco. Cc~ì (jt1a111.l'è dalo olla dusc ti i Ùlh\ tre o <JIW !tro :.;nlll nelle 2 i , ro, J' azione s11a 1,n•Ju,ni1;a :,io ~1trà la n •qil , iva 11 s'avrann" il S1H!()rn, il ,<mli lo o li} cvact1azio11 i alv 111u;q11anol'i11 Vt'CC si sn mminis tra ad aIla do,n e ioè daili ollo ai sedici ti più g rani, !' a1ionc prcdomiuautc sarà la ,fop rimcnte o non occorrtira raro il ca~o di vodero l'ammala lo sommamente abbattuto, come uoro inolle sol [razioni ~a11g11igne, sc rn'aV<',r avuto f'Pnomc ni 11è di vomito, nèdi crncna ziou i ulvino. Èin questo 10cco11<lo caso ch't,gl i crede possa con31dcrorsi il lartaro stibiato co me .sommomen te ipostcn izzanle Hl uti!e perciò nelle rnala llie inffomrnatorie degli organi dol la respi!'ai ionu. 11 Dol l: Me11ardi, dopo avor cui~sto se \ 'era alcuno che \'Ol<•sse obhil·llaro contro l'opinione annunz:ala dal Dutt : clo Beaufort 1: non chiedendo alc11no la parola, dic!J:11ra cbi11ga la discussione e co11 adegualo riOessioni fa rii;u't~rc! che rpialnnque possa essc- 1· il ùilforcnlo mo,'lo di ~,,legare !a m:111irra con c11i pro,lncou ·i i fenomeni fa'.utari ti('! lii r!aro stibia!o, il di lui oso \'anlaggioso nollu 1n alaltie i11fìam mato1 ie degli ,1r!:iani r~spira lori non è mrsso in dubbio; il elio clebbe inco raggiai' i Col leghi a non dim1•11ticar un farmaco cotanto utile.

PARTE SECONDI\ I L RE GO Lurn NTO DEI 3O D' OTTOHn8 Gtl1DI GATO DdL

CORPO SAN1TAill0·MlLITARF..

fil.mo Signore Presiile11te ,lei Colisiglio Superiore Militare di Sn11ita. nl'ò ~1·ad ito uflii io il faro conoscer allo S. V. i 11.rn:i fdiri ris1:lt:i111e111i ottenutisi dall'alluaziunu del nuovo C rdi narnenlo .\l1•1li1:t1-Chirnq;ico io conformilà del R. Ducrelo d1· i 30 rl'11 11ohre l 850 . In grnLia d,- 1h: 1i1wv11 ,l ispos i1io11i (11 co11sentito al Corpo Sanilario- ~l ililarc I' c,crcizio promiscuo della nll'dicina e della Chirurgia a cui avova dirillo por la doppia Laurea conseg11 ila nel le Uni \'ersità dei llegi Stuli, do! che è a!!arncnlc riconoscc11 le al l\c>gio Go\'erno ed alla S. V. 111.m:i pP1' opera honelìca dei quali r icupe rò !'esrrcizio d'un dirillo ùi cui tulli i11<lis1i11amcnlo godono rwll'Ortlino Civile i n~,ttori frl'giati di doppia Laurea. i~ tris! e il ricordo. re come noi passato i Cultori della Metliei11a interna olfottassc r 1111.i s11periorilò sopra i loro Co!lrghi eser~l'nlì la Chirnrgia cercando dì teneri i in uua i11frr;orità 1:1oral1! ch1J foriva profondamcn!o la loro ,Jignilù, c:omc se l'osentzìo rs2ìo11oìe della Chirurgiu. non chicdl,~~u in(fapens:ibilm::nlo t11i!c le cognizioni scienlificho di c11i il ;,ied'co ,,a fornito e , i po!Ps,c ~epir:irc q11;1nto la n~lllra ha follo csser.zialmci l,) in:cpa1·nl,il1• . I ò:rilli conrulcu!i dclJa Chirnrgia f11 r1,no per me.zzo 1

della

S. V, IIJ.ma .ril·eodicali nel PiemooloJ com\l lo fu.

r


H9 rono pure presso tulle le Naiioni più colte dell'Europa e a Lei si debbe ·sapere g_rado se la Palria nostra, in que· sta Rifo.rma resa necessaria dàl progresso dulla Scienza nostra, non restò aòdieLro delle altre "Nazioni, 11 trionfo dei grandi principii frù tlò sempre amarezza ai loro Promotori nè la S. V. Il i. ma poleva presumere di cansar 'i triboÌi con cui i contemporanei· sogliono rimu1·ilar i benemeriti del progresso e fanno pagare cara la gl oria. Io tengo per fermo che il R. Decreto dei 50 d'oltti.bre 1850 ò vera 11ietra angolare su cui debbe posar il nu,)vo Edifizio de Ila rnsl anra la oi·ganizzazio ne san itario-m i li lare. Tutli gli Uffiiiali l\:lilitari di San ità plaudirono sinceri , per q11anlo" io suppia, al nuovo Ordin,amen!O e po,so dire che nello Spedalo d' Ales:-amlria si ottennero di lla sua alluazione feli ~issimi risu!tameut i lanto in ord ine al bene deaJi ammalati, q·uirn to nell'interesse della Scienza t> ' e della giusta e meritata esti mazione del Corpo Sanitar io-mili tare. Vuol e giustizia che dei siffd tti vantaggi si faccia merito in parte al Personale Sanitario adJello allo Spcdalo ed al Presidio d' Ahissant1ria fra cui nacque una generosa gara di studio e cli sollocilnùiue nol Sll1·vizio , pro· mossa con intelligenza ccl amore dal d.cgno ooslro l\Iedieo Divisionale il qua le, !Lilla apprezzando l'importanza delle falle riforme, nulla omette di qnanto possa ussicumr i vantaggi che il Governo cd il Consiglio .con le medesime si ripromisero, col soprintendt!re alle discussioni scienli · fiehe ·e col sovven ire di provvidi consigli gli UJ'lìz;ali Ji Sanità 111ell'esercizio dei loro doveri. ' Sciolto il Medico Divisionale dal se:·vizio speciak __ cl i una Sez ione può soprintendere all' andamento gcncrnle del ser vizio, seguire le visite degli Uffizìali di Sa.ttilà nello varie Sezioni con grande soddisfazione degl i ammalali o degli Uffiziali di Sanità a cui ò caro l'udir i co nsigli d'un Superiore più provetto nell't,sercizio pralico. Per lo più nellu Conferenze Scienti fi che si fa soggetto di discussioue uoa delle malattie più rilevan ti di cui si fa la cura nello Spedale. In questi casi, dop,o Ìa Conforenza; convengono gli Uffìziali c1i Sa nità a l letto dell'ammalato che la soffre, lo esami nano ed c1.ternano 11!.Jeramcnlc il loro avviso in ordine alla cura; la qnale éosa montre è di grande soddisfazione all'ammalalo, afiratte!la gli Uffizia li d i SaoiLà, infonde loro seambi~v0Jc stima e fa di· mcnlicare ogni velleità e qiielle gelosie che pur Lroppo s'avevan a Jamcnlare quando erano divisi nelle due Categorie Medica e Chirurgica. ; Per disposizione del ~foùico Divisionale lè Ope razion i Chirnrgiche , sian esse o no di ri lievo, si fanno per lurno dagli Uffiziali di Sanità per modo che tul!i si ma ntengono nel necessari o esercizio e possono dare prova dell'nl;ilità loro aa Colleghi; il che è assai atto a mantener una viva emulazione . .. Quesl' è il vero concetto eh' io mi sono fal(o die tro l'esperienza del 11110,·o Ordioameuto Medico· Cli i1·ur,,ico cl! cui i :a_n laggi incontestabili J'.lOSsono rid ursi a trn e cap; cioè unita e regolanlà di serv.izio; istruzione 0 concordia de l Personale Sai,iturio e stirua plibblica -in qneslo 1 accresciuta. • , • Gòào· intanio.':!.~.. . ,1.·r o , . · 1 , I .1 , 1;,,,IJ Al essandria, ai 19 d'ollolire- ·18'51-,-"-, ··![ irie,(. çli Reg_g, A].l1Jl. a_(l'(hj1edC1le Do tt. CAPIHA.1' A, ·

REGIO DE{iJtETO ViTTORIO EMANUELE , ECC . , <ÌfiT,

ECC,

1.

Spedali Dioisi01wli e Succw·sali dipendenti.

§ 1. Gli Spedali !\:! •]ilari p.e r il servizio di Sa nità nella Nostra armala di Terra saranno distinti in Speda! i J)iv isiJnali e Sr,edalì ' Succur:ia li . § 2. Gli Speda li Di visionali consteranno ùi due classi: AIla prima classe i n nu mero di lre, saran no anuovcrati gli Spcdaii di Torino , Genov a ed Alessandria. Alla seconda classe in numero di qua!lro ,· sa ranno annoverali gli Speda li di Sciamberì, Cagl iari, Nizza e N•>l'3ra . § 5. Gii SpedJ!i Succursali che sarar_ino sempre dipcndcnli dagli Spedali di Uivisio11e o dì So llo-div isione mi litare, verranno stabil iti in que i P residii e ]!'orlezze , ore le esige_nze del servizio Sanitario saranno per r i.:h ieder!o , e dovranno <isserc amm inistrati coi fondi degli Stabi li menti da c11i dipr ndono . · ART .

2.

Direzione degli Stabilimenti .Militari Sani/ari.

§

4. Alla Gi1llllJ. .Militare Sanitaria in ogni Divisione o

Sotto divisione Mi!iLare e così pur al Comandan te Generale dti ll o medesime conlinucraa ad esser affìdate le a!lribuzion i sl~bilite dalle Sovrano Determinazioni in data dei 4 di giugno 1855 e da l Regolamento un nesso.

§ 5. La J)ire1.ionu dégìi Spedai i ì\1,l itari Divisionali <l i

§

§

§

l

_

1a e di 2a classç che, a mente del Disposto dall'art. 76 delle citate D~termioaziori i Sovrane del 4 di giugno 1855, era alfidata ~I Capo elci lo Stalo Maggiore . di ciascuna Di\'ision:1 militare sa rà commessa al Com,HHfante militare Provi nciale del luogo in cui tali ~pe,dali Divisionari sono sta!Jiliti, i quali a.vrar,no perciò le sLes:5e ntlrih111.ioni che al ])irnltore erauo devolute dall e succitate Determ iuaziùni Sovrane e dall'aunc.;sovi Hegolnmcnto. 6. Negli Spedali Militari di 1• classe cioè di Torino Ui Geno1•a ed' Alessandria sarà insli!uita la carica di Dirdlore in secondo. L'Uflhiale che occuperà simi le posto sarà dd grado di Iilaggiore d'armata nggregato ai Veteran i, godrà della pa~a per tal grado nell'Arma di Fan teria, dclerm1n:lla <lai Realè Decre to in ùala del 21 d'oLlobre 1850 e sarà rispon,abile verso il Comandànte l\l ilitare Diretto're del buon andamento del servizio in genera le dello Stal:ilimenlo. 7. La Hirezione degli Spedali SuccUl'sali s'intenderà ed è ;;imilmente carnmessa al Comandtto le Militare Prov inciale del luogo , dove siffatti :,pedali saranno insliluili, A vveneudo però clte detto èomandanle sia superiore in grado, o pi ù auziano del Direttore dello Speda le Divisionario da cui dipenùe, sarà ail esso falla lacollà di farsi supplire nel disimpegno di simile incurnbenza dal Maggiore di P iazza, però sempre sollo là di lui vigilanza ed ispezione. _ S. i\'è i Presidi i nei quali non esiste la ca rica di Comandante Militare Prov inciale , !a J)irezione dello Spedale Suhcursa le sarà aaìdala al CornandantH del l{eggimen to ivi di guernigione, con facoll à però a questi di farsi surrogare nel sim ile Ullìzio da uno dei Maggiori dello .stmo Corpo,


AnT. 5.

U/fiziate dei C1,rpl comandalo presso gli Speda/i t

Composizione de i Consig(i d' Am111ù1istNHiemc, '

S 9.

Per l'Ispezione di cui è c1~n110 nell'art. fi'17 del Henolarnenlo dei -1 di giu :;1,0· '1855 e per coadiu,·are il l)i · rellore in qnélle incornbeow che stimerà affidargli sarà dai CC'rpi della G:ierni~ione per turno lrnnest'i'.al; comandalo presso lo Spedalc Militare Divisionario o Succursale e prenderà posto come l\:Icmbro nel Consiglio d'amministrazione dello Stabilimento: a) Un Capitano nei divcrs.i Presidii 21m abbiano di Gueruigjone bil O O pif1 i\ t)rrr,imenli eccettuatine però gli Sj)etlali f%r.cursali, la it~i Direzione sia affidata al l:omandanlti dd Reggimento. b) Un lJllìzhi!f.l subalterno ntille Fortezze ed in queoli Altri luoghi nei quali per la minore fnrza della 'Prnpp'a del Presidio non fossn assolutumentti pcssibile cli co ltìò.!1dài'i:ì presso lo SpPtlale un Capitano; mC\otrc in ogni caso, semprechcì le esig;enic del serv izio siano per consentirlo, non dovrassi mai ricorrere pcl simile serv izio all'opera de~li UlTiz iali subtiHerni,

S

/_Q,. A modifi~u.~ione d! qUai11l.J era stabilito dail'art ?l'i 1Hr.g\.Jélhi delle Sovrane Determinazioni dianzi citale~

iJ. ~o.nsigl!o

d'Amministrazione degli Speda li MililarÌ D1v1s1onal: e Succnrs;ili sarà eomposto; bel D.i HHlbrli Presiclènie. bel Medico Divisionario o di qucll'Uffiziale Mil itare Sanitariu incarica lo della Direzione del servizio Sanitario dello Spedale Jliembro. Del Coµitano od .lJffizial c tmballerno comandato dai Corpi deila Guerniglone Membro, Udl'Umziale incaricalÒ del servi zio d'Amministra• ziunc e · <li Contabi lità dello Stabilimento il'lembro e Segretario. · Negli Spedal i Divisionarii di l" Classe il Direllorè in secondo prenderà posto nel Consiglio d' Ammin istrazi·one eome Vice Pre,·itkl'.ti 1:1 rimpiazzerà i l rnrnnor;, orrn: ,;,JHi th.-· •fHP.::~ i ur•l~

j·q1 ,•rv ,'1t1~'1 ~·.iln .\1l<F~ ,inr. e ;) .. -t

I

AnT. 4.

1

I

' .

§ 15. P.t> I disimpegno del servizìo d' ..\rnmi1d.straz1ontr d 1 di ConlahiJità degli Speda li Mii ilari, cort1 cdand le:

per proVl'edere al Personale Ol'.COrrcnte presso la I! Slaliil imenti, sarà instiluita 1111a Co,mpagnia colla denomina1.ione ln/ermieri Mil itari e, dipen<lentemen le a siffatta I nsliluziono, s'intenderanno e rimangono soppre3si. a) Li posti d'Uffiziale Contabile di l' e di_ 2• Classe, d' Ainli!nle Contabile, di Sotto-aiutante CorTtabi le , d'Infermiere !°a9gioro ed Inferrni~re ordinai:io d_i C\IÌ _è menzione ali art. 46 delle Regie Delermrnaz1on 1 1u dala dei 4 di giugno 1855 ;. epperciò cesseranno gli asseonamenti fissati per il dello Personale dal successivo 47 delle citale Sovrane Determinazioni. b) li Corpo d'lnfermieri militari instìtuilo per Regio Decreto in data del 16 di settembre 1848. § 14. Il l1ersonale della Compagnia Infermieri consterà della forza seguente, cioll : 1 C,apilano 8 Luogotenenti 14 Sottoilii':t nli 'l O 1.<'urieri 32 Set1w11ll 56 Crtporal! 214 Soldati

art.

N° 575 in totalità , che sarà ripartila it1 q11el modo che sarà ravvisalo t)iù opporlunò dal i\Jì • nis.tro Segretario di Stato per gli1 A1fori 9ella Guerra nei diversi Presidii pel disimpegno del serv izio piresso gli $pedali Divisionali e Succun;ali . ~ 15. 11 personale A mministralivo sì d' llffiziali come di Bass'umziali cd Infcrm;eri ordiuari come auualmenle allende al s'ervizio degli Speciali mili1ari , non che quello d(:\I Corpo degli Inf~rmieri sarà incorporato . nella Compagnia In fermieri ]tlililari, avvertendo per

~!tro chù gi'im:l i1 idni che non- potcqserQ !r,}v:;•re

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al Comanclanle del Ueggimcnlo ivi di guernigionc, il Consiglio d' Arruninist.roz ione sarà co mposto t:i soli due i\!embri ; oltre al Presidente cioè del Direttore, del ~lcdico Militare inr.aricalo <lei servizio Sa· nitario e èlell'llfiìz ia!e d'Amm inist razione. ~

I'2. In quei P resit! ii n 1-:orlezze, dove l'incarico del seni zio d' A rr,1ministru iono e Cootabililit per là minorn importan za dello ~1wdale Succnrsalc è aflìdalo ad un Sult'L;fihi ale ('htl , s.iccome non ri vPS!ilo dv! grado di Ulflziaie , nou J>llll'c'bhe sedern in Consiglio·: nè arcr voce d,,litwraliva, disimp<',\ncrà il 111edesimo s()l· lauto k f11n1.;oni di S,•gretario (' 011 vn<'e coo~1il1in1, r1! i) Cnn;;igli11 d' Amministr11zi nne 1!i tali • 8 tahil:me11ti sarà perdò composto Ci/il1 t1 segue: Del Comnndanl.e Wlil are loc:ile P residente. Dell 'Ullìzble Milita re di Sanità incaricato del seryi,.io Sanilario dallo Spedale Mc111hro. Ddl'Uffliiale che , a senso del § 9 , è ·comandalo presso lo Spedale dl'l (:(lrpo o Di~taccnmcnto di Guernigione Membro.

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Jl Direttore Doli. COi\l[SSETTI, Med. Div. I! Vice,Dirett.. responsabile Doll. Bar. De !m,\UFOlll' M. R. Pl!J.AZZA . ... .. l 'l'll'OG.l\Al'IA SUDAl,l'll\.l, riH .41/icri, fS j I,

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ANNO I

( iO di novembre 1851) '

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.GIORNAljE DI 16DICINAHILITABE ·»EL CORPO SANITARIO DELL'ARHA.TA SARDA L'àssociazfone non si riceve che per on anno e comincia col 10 d'agosto. Il Giornale si pubblica liel lunedi di ciascuna settimana. .

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PREZZO D'ASSOClàZIONE PER l NON

P.ll!l GLI UFFICIALI DEL Coaro SANITARIO In Torino . ., . . L. 10 In Provincia franco di posta • t1

In Torino . . . . In Provincia franco di posta

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L'abbonamento debbe p-agarsi por scroéslri anticipati. I Medici l\lilitari in ri~iro god~no gli stessi vantaggi di quelli in servizio attivo. Le associazioni p.er i non militari ri'cevousi alla TIPOG~AFIA SUBALPINA, via Alfieri, num. :H. Le lettere per abbonamento al Giornale deb~on essei· ilifrancale ed accompagnale da vagha postale. S011rnn1o. - .t O Doti. lllANA vnÀ:Polemica Sèientifica. - 2° Dott. SCLAVERANI: Convulsioni Tetaniche..-3ò Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Il Regolamento dei 30 d'ottobre giudicato dal Corpo Sanitario Militare. - 5° Bollettino Uffil'iale. - 6° R. Decreto

PARTE PRIMA. P.,LEMICA SCIENTIFICA ALCUNI RIFLESSI SO L.A. S!fOBU Dl

PLEURO•POLMONITE

DEL DOTT. !lENAllDI

(,Fatti dal Medico di R~gg.to Dott.

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A'.TANAYRA) ("')

Non polendo per la posizione in cui mi trovo godere io pure del bòneficio deile Cotiforenze Scientifiche a cui hanno l'alta ventura di prendere parte tutti quelli fra i miei Colleghi che sono di stanza nella Cillà ·ove trovasi un Ospedale Divisionario, onde mettermi in comunione con gli altri ed alternar.o., come direbbe Tramaglin_o , il debole mio parere su questo o ~u quel punto di dollrina su di cui sogliono versare le Disçussioni . Accademiche a mia conoscenza pervenute per la via dél Giomale di M,dicina .iJ'lilit~re, mi permellerò tratto tratto d'emettere qualche mia os·servazioncella intorn~ agli scrilti ed alle opinioni scientifiche al.trui , e ciò non con lo scopo d'erigermene a censore, chò so benissimo quanto poco mi s'addica un tal ufficio; ma bensì in quello di promover ed ollenjlre schiarimenti che possono per avventura tornar utili a me ed a taluno dei miei Colleghi che al pari di me n'abbisogni. Credo poi che il dotto mio Colltlga Doli. Menardi non l'avrà a male se, desiderando fin d'ora atluare siffatto mio divisamento , principio 'da un suo lavoro e mi fo leci.lo rivolgergli, io proposito di quello, alcune quislioni e di (•) Vedi num0 13 stor. 41 e·relativo processo verbale dello Conferenze ~i ~ciambery, nq_m0 15, pag. 118. · ·La Redazione vede con éompiacenza intavolarsi nel suo Giornale fra Medici Militari polemiche scientifich~. S'impegna ella di darvi sempre posto quando non vi sia'. pur l'ombra nè di pedant,eria, nè di personalità e aiano, co.ine quella cho riproduciamo, promosse did ,olo wnore dèll'jatruzione o ctellt\ ScieDZa,

comunicargli in pari tem'po qualche mia idea che non combina con quelle · da esso foi espresse. Nella Memoria del sullodato Dott. leggo queste parole: u Il metodo da me prescelto nello affezioni acµtc di petto fu l'antiflogistico energico, dieta rigorosa, salassi abbondanti e spesso ripetuli nelle 2l1 ore _, _l~ digitale, il nitro, l'eme· tieo, -li salasso ed il tartaro stibiato a dosi refralle furono i due mezzi terapeutici ai quali foci più specialmente e più frequentemente ricorso e furono pure quelli che pi ti iufluirono al buon esito de!Je cure. Quando ho somministrato'·il tartaro emetico in piccole dosi ed epicralicamcnte:, ho sempre veduto che fu susseguito da migliora• mento l cll'ammalato, non tanto come de_primente, quanto per la prodolla ,rivulsione sol tubo gastro-enterico. l) · Non mi cade dubbio veruno sull'utilità del metodo antHlagistfoo energico che i.J Doli. Menardi dice por abitualmente in pratica e nelle medesime circostanze ricorrerei io pure con tutta coofid~oza ai salassi , al tartaro emetico, alla digitale, al nitro ed alla <lieta rigorosa. Se non che nell'amministrazione degli or enumerali medicamenti. e $pecialmenle del tartaro stibiato , trattandosi di combattere llog~si polmonari , non sarei parco , coma Egli si dimostra ed, anzi che contentarmi di prescriverlo a do-,i minime, seguendo le norme di Rasori, di Tommasini, di Borda , di Giacomini e degli altri molti che la nuova dottrina Medica Italiana in Italia e fuori seguirono ed illustrarono , non mi farei scrupolo , ova l'indole è la violenza del male lo comportassero , di aumentarne progressivamente la quanti(à ad una dramma e mezzo al giorno; avvegnachè io mi sia convinto per ripetuti sperimenti dell'eccellenza di tale pratica la quale, purché acconciamente ed attentamente diretta , è ·sempre feconda di prosperi e stupendi risul!amenti. Ma quando pure volessi accordar al Dott. Menardi che, nel timore che l'ammalalo non possa tollerar a dose elevala siffatto farmaco, sia prudenza farlo propinare a tenui frazioni soltanto nella guisa appunto eh' Egli suole prescriverlo, quantunque l'intolleranza si manifesti di preferenza nelle pic~ole dosi, come lo prova Giacomini, non saprei rendermi ragione qeH'allribuire eh' Egli fa il miglioramento che osserva in segqito al metodo che ha adottalo , non · tanto alla virlù deprimente del rimedio , quanto alla rivulaione che esercita sul tubo gastro·.ente-

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, ico. Di più non so rormarmi il coocello d'un farmaco il quale possa nel tempo stesso aver aziono rirnlsiva c,I ipostenizzante, azioni di cui l'espressione implica con· traddizione e che, secondo il mio debole criterio, è onnioamenlo impossibile. Innollranùomi nell 'esame del Uapporlo clinico che ho preso ad annotare, trovo che la doso d'emetico corno · nemente osala dal Dott. Menardi nelle affc1ioni degli or· !_!ani della respirazione fu generalmente da ono a lrc grar,i nelle 24 ore, sciolto in una o due libbre <li decollo d'orzo e qbe, associando quesla bevanda all'uso doli ti cacciale di sangue genera li e locali, ottenne gli stessi effetti dei quali altri traggono vanto somministra,ulo il tartaro ,ti/J iato a dose clei;ata. , senz' aPcrnc gl' inconvenienti: , cd in prova di questa sua asserzione 'il Dotl. .Ml'nardi racconta un fallo di pleuro-polmonite nella quole, combat· ruL!i che fa nei pr imi tre giorni coo ollo salassi, on'applicaz-ioue di saugnisughe , una coppe~la scaril:h:ata alla parte dolente, duo vescicatori i alle Co.scie, bevande mucilagioose ora con l'acqua di lauro ceraso ed ora col kerme~, visto nel quarto giorno iosorgera soJori fredèi alla faccia ed a) collo o toccati i polsi deboli e vacui, orrlinò due grani d'emetico in tlue libbre di vc,icolo acquoso , mercò ùolla quale bevar.da s'oLLenner abbondanti evacuazioni al\'ino , i polsi si resero più dilatati, gli spuli meno tinti di sangue , la respirazione divenne più facile o, dopo essere staia ripetuta nella sera , lotti i fenom eni morbosi andarono mano mano diminuendo, cosicbè più non fu uopo riconervi. Ora mi sia lecito chiedere se nei termini in coi erano r:doile le cose si può con assevcranza sostenere che ai qualtro gran i di l!lrlaro slibiato si dPbbe la cessazione de i fenomeni morbosi. Si può con qualche fondamento negare cho dopo i validissimi anlillogislici usali sì larga111e11te la malattia non avrebbe egualmente ccdo !o aucho ~cnza l'uso del tartaro slibialo P Ovvero , poichè si fa lanto conio delle evacuazioni ah•ine, la malatli a non av rnbbe e~sa potuto aver on esito uguale anche dopo il semplice oso d'un qualunque altro purgante:> Parmi che i I Signore Menardi avrebbe , per sostene:· il suo assorto , dovuto svolgere più ampiamente la sua lesi con paragoni paralelli d'a ltri metodi, escludere questi dubbi che, una volta insorti, se nòn rnngot10 con convincenti ragioni scienlificbe cancellali , lasciano la sua teoria priva del più valido appoggio , la persuasione. Confesso che trovo pur e.sagerali i di lui timori in· torno all'uso del tarta ro s tibialo a dose elevala. Per mc la virtù deprimente dell'emetico dimostrala dall't>gregio Clinico Milanese, torna inutile se non lo si vuol dar agli ammalati se non qu~ndo son esausti di sangue, il suo maggioro vanto essendo appunto quello di rare le veci dd s,dasso ; nnlo non usurpato od imrneri tamon te attrihui1.ogti da cieco spirito di sistema , ma comprovatù da mille e mille fatti incontestabili : si può anzi ùire co n ragione, chi vi ricorre solo quando la Oebolom~a r ieEce iotollprohde, corre pericolo, anzirhè di giovare., di pe'ggiorarn che !e condiiioni dell'ammalalo. Questo souo le questioni e lo riflessioni <.: he mi semhrò potersi fa re sopra lo scrillo , allronclo prege\'olis · simo, dello stimalo mio Collega Uoll. i\lonorcli ; questioni e dflessioni dalle quo li mi sarei astenuto (J ua·lora non l'ussi staio pi'enameole convinto della vcrilà <lolle seguenti proposizioni.

1° Nolle infiammazioni acute degli organi della respi razione l'emelico è tollerato a dosi eleva'lissime. 2° Non si può temer alcooa calliva conseguenza dal· l'uso dell'omelico sommioistralo nella dose e nelle circostanze inrlicatc, perché la dose esse.odo proporzionata all'inlensilà morbosa, ne risull•wà semplict:imente la oeutralir.zazione dc!Ja medesima. 5° L'emetico, come potentissimo depr imente, supplisce con vantaggio le cacciale dì sanguo. · 4° L'ozione dell 'emetico, produca o non. vomito od evacuazioni alvine, è sempre icfonlica cioè iposlenizzaole. 5° t'emelico a dosi tenui o refralte non manca d'o li· lità ma, siccome gli 'effetti soglion esser in ragione di rella cklle cause , l'ulililà del fa rmaco sa rà tanto maggiore qua nto più e levala ne sa rà la dose. 6° li tarta ro stibiato, avendo un'azione analoga a quella del salasso , il suo oso è contrindicato nei medesi mi casi in cui ò conlrindica lo iI salasso stesso. Quesle proposizioni che genera ron in me il conv·:ncimenlo sull'azione del tartaro stibialo non produrranno forse lo stesso effello nell'animo del Doti. Meoardi , non perciò io ascriverò a fortuna e ad onore se il mio Collega vorrà rihallerlc con quello rngion i che il suo iogo· gno ed il suo sapere non comuni sapranno suggerirgli , lieto di potere prolungare ana fratellevo lo e scientifica discussione con un Avversario cli r.ni ambisco l'amicizia perchò al!amenle l'apprezzo e l'onoro.

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STORIB DI CASl RHIARCilliVOLI, 47 CO.'.IIVU LSIONJ T ETAN ICH S RlCO ll!Wl'iT I l' Ell. CONGESTIONB ~IE ~ l liGO- Sl'l lO LI,; l,li\111',\ TA A LL' AIIACNOIDE , PI A llADllB 1!0 Al COIl DON I ANTERI OR I DE 1.t.'ASS~ CE RlUll\O·S Pll'i ,H , B

(Storia comunicata dal M edico Reggirnetitale Dott. SCLA ' ' ER A!'i l ) . Nella sera dl!i 21 d'apr ile 1842 esscnd'io nel mio !orno di Guardia, fu portalo a.llo Spedalo Oivisìo:nario d' Alessondria_ il l:io ldalo G. dell'undecimo Beggimento Fanteria, il quale era stato poche or e prima assalito da gravi convnlsioni. Fattolo pront amente svestir ed adagiore nel l"'llo n. 52 <lolla 1a Sezione di Med icina, osservai il seguente apparato sinlornatolùgico : • I.a faccia solfosa, iniettata, turgida ; gl i occhi sci uu tillanti , toporgenli, ora fissi, ora moventisi in modo « conv1,1l3ivo; hi palpebre immobili, spalnncale; la bocca " ermeti ca mente chiusa per l'insuperabile contatto dogi' u archi dentali: i mnscoli d1•lli1 faccia presi da trismo; e la fi sionomia apati,·a; la perdita assoluta della loquela, • pcrb con mrnifesti scg11i di pcirct>Zione; la respirazione « diffici le, corta ed affannosa ; la posizione supi na ora " la sola tollerata; rigide <' tese erano le e, lremilà in• fe riori o permanentemente co1tlralli gli anlibracci sulle (( braccia e queste sul petto; il tronco ed il collo leg« gicl'lncnte presi da opislotono ; teso ed appianalo il • ventre; nessun aumento di sensibilità si poteva notare, <, tranne quando l'ammalato eseguiva movimt>nli,e quando " gli si pungeva qualche parlo del corpo col suo dolo (< roso atteggiamento dimostrava assai bene la sensazione « percepita ; moslravasi del roslo mollo tranquillo e non molesl3lo dalla permanenle contrazione dei mu~

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t25 abitudine dell'onanismo, di cui l'esordio collimava apscoli. il calore della pelle era assai accresciuto; un punto coi primi snoi disturbi di sanità. • sudo; abbondantissimo stillava da lullo il corpo,. ma L' indica1.io110 dol metodo aotiJlogislico energico era, · · p• rlicolare modo dai capelli por cui tulio rimane" ID " . • • oon che manifesto, urgente: si praticò perciò immedia" vane inzuppalo il guanciale ~ csagnat, toccavans, ~ tamente un salasso di 14 oncie, nè senza grave difficollà • balli ti del cuore e delle carotidi; celeri, frequenti , lesi lo permanente conlra1ione dell'antibraccio sul bracc'o per a. e vibrali i polsi; la sistole dominava sulla d_iusl?le; si ripelè alla mczzanollo ,ed in sul fare dol giornu e • L'esplorazione lungo la spin_a, dors~le .' lullochè ~1.ffictle,_ nella stessa quantità. Non si prescrisse bevanda di i;urle • era accompagualo da man1fes1a1.1on1 d1 scns1l>1\11à au iu vis la della permanente chiusura delle arcate der,t3 'i. mentata nell' ammalalo il quale emeueva gridi di dolore Nel mallino del s11s,egueolo giorno, nou essendo sncc " .. 8 lullo si convelleva allorquaocio la pressione cadeva dulo alcun cangiamento, si pralicaron ad intervalli ah i ., in cÒrrispo,ì"deuza degl' iolumidimenli del midollo due salassi . • spinale. • . . . . . li sangue esi rallo così dai primi salassi come da qne~I i Appoggiato a cotesti sintomi e seg111, f;~ei d1ag1~os1_ d'. ultimi si presentò con cotenna, dura a bordi rovesciali i, cooiestioue agrwvolucr i dt·l midollo spinale; g1ud1ca1 con crass.amenlo abbondantissimo. Verso sera si notò 110 però ma.g~iormenle impigliate la pia madre e l'aracnoide Jievo grado di diminuzione nella rigidezza muscolare c,,1, per. iperemia pr-odolla e mantenula da ipereccilarnenlo iscomparsa dell'opistotono nel collo, ma coll:i persislem ::i · augiolcnioo. dello stesso nel tronco: continuavano però il dolore cd Questo mio primo giudi2 io era più tardi conformalo i gemit i ddl'amrnalato uei movimenti forzali, cessati i dal/a S1oria anamnestica <ltilla ma\allia s-lossa. Esponeva quali, ri prendeva <'gli prontamente un'ospressionctranquilla. in falli l'ammalato, riacquistalo ch'ebbe la liberlà della La vescica si toccava dura e mollo distosa per la ra1·par ola dopo il sellimo salasso , esser egli nato da parenti colla d'orina, di cui l'emissione era forse impossibile p.-:· sani , nou essere mai stato tocco d'alcuna malattia, oà la spafmodica coolrazione de.I collo cli quella viscera : d'ave rne ricor.do in persona ùella sua famiglia; andar i polsi al carpo si maulenevaoo scmpro frequenti, tesi, egli da qoando a quando soggello a qualch.e dolor al vibrati' ma meno celori coo pnlsaz.ione anche merw capo ed ai lombi che sempre scompariva sonz'il soccorso esagerata dei grossi lronclii arteriosi: il sudore era moll(i di rm:Jicini:. Esponev a allresì come, solamente d"u!I o Ire diminuito e la n's11iraiiont1 più libera e senza gemi lo : 0 11 giorn i prima della s11bila11ea invasione dolla malattia, esilo alvino aveva arnlo luogo con diminuz.iono ncll, dopo essere stato immobile per qualche ora ad una cor· lensione del ventre. Si prescrisse il S('slo salasso ed un., rente d'aria rreddo- umida ment re gli s' iusegnavano gli infusione di foglie di digilale con quat!ro grani d'estrai!,• eserc i1ii militari o dopo avcrn bevuto un'abbondante idralcoolico di bl~lladonna da prendersi a cucchiatc d'or., qnanl1U,. di liquori spiritosi ùe' quali era ghiottissimo, in ora, q11a11do, com'era presumibi le, l'ammalato avess,· avesse risentila 1Jll i11solila debol.ezia alle estremilà inftl · potuto aprire la boccà: s'ordinò il cateterismo vescicuh· rioti ed un trtmilo nelle superiori con senso d' irreqnioo, <)'iaodo qucslo non fosse sta to possibile, l'int1:oùnziorH' tez.1.a e di dolore al capo che però scom11arvcro appena nell'uretra d'una candelella spalmata d'estrailo di bella ces~nla la lensio11e tl'animo ed Il limnre eh' egli provav a donna con dicci grani d'estratto d'oppio. Alla conlrovisi t;, quando con modi non sempre conveuienli gli s'insegna della slessa sera il migl ioramento s'era reso mollo I iu vano li suJeU i esE:'roizii. Esponeva per ultimo come noi notevole nell'ap(laralo locomolivo o respiratorio: la co111giorno cho aveva preceduto l' aggressiolle violenta della malattia la ccfalagia e la dcbolnza si fosi;cro falle continuo prcssione lungo la spina dorsale, Lnllochò dolorosa, 11011 era più at:compagnata da tremiti o sussu l1i: il rilassa· senza· che avesse ricav.alo solliev,o di sorta dall'inlerrollo souoo della uolle successiva, trascor,a iu islulo di granlle rucnlo dei muscoli della faccia aveva permesso l'ammiagitazione. l'\el quale stato perdurando rgl i nel lllallino nistrazione di :qualche cut'chiaialo. dell'infuso di digitale: tlei 2 1 d' apri le, dopo an•re i'nongiato il ranèio cd in · l'i nlegri tà dell'intelligenza s'era resa palese per i segni alformalivi o ia·g~livi tho l'ammala!o face,·a col capo alle gollata buona dose d'acquarzente, inlenonne cogl i altri alla Scuola d1•gli cs1!rcizii , dm anto la quale auo1cnlarono \'arie domande elio gli si raov,evano. Pcrsisleva però por gr ado gli già indicali" mali, di guisa che cadde re· l'impedimento della loquela e dell'emissione dell'orioa e pcntioamenlù strarnazione a lerrn in mezzo allo file ùci - persi,leva eziaudio lo stato fclJbrile. Si praticò l'inlrosuoi compagni, scosso da co nvulsioni cloniche ·10 quali si ùuzione della candelclla per essere stato impraticabile il resero poi to11iche e pern1ancn1i. Jn quesl'acce.sso p~rò cal1:lcrismo : si prescrisse il setti mo salasso, Id continuaconsenava iutalta l'inlE:'lligeuza e la cognizione di quanlo zione dell 1 i11ruso ùi digiiale coll'aconito ed un clistere gli succedeva al orno senza polerlo esprio1ere colla pacou uu'oncia d'elel!uario lenitivo. Questo terapeu tiche rola. in<licazioni furono coronale dal pili felice risultamento. A 'l'valora ,,ano la sopra mentoyata di agnosi iI lem· Nella 11011<.1 in falli ar eva avuto luogo .l'emissione d'una peramento sa ng,uigno doll'ammalal(I, l'abito suo cardiogronde quantità ù' orina cd un' al>bonùanle evacuazione ùi fccco cou sollio\'o uella lensiono del ventre e , nella epalico, l'allelica cosliluzione, il suo carallere faciltneote visi la del ma lli no dlli 25 l'ammalato rispondeva lil.Joramenle irascibile 1 ma facilmente pure passivo d' una limii:lezza esagerala e di tale grado di sénsibilità che noa era per allo interrogazioni e qui,lioui mossegli; cosi cho si po· cerio io relpione colla ~ua cosliluzione ed e<lucuzione, terono raccv~liere le opportune noti2.ic per la Storia ananiper la qualtl, q11un1unqt1e limitatissima , le ·sue facoltà ncslica; lagna vasi però d'un senso d'estrema del.Jolezza iotelleuuali era osi più cht, mediocremeuto sviluppate. g1Jneralo con grande solliovo nel coricare sui lati, quanA stabilirla poi iu morlo inconcusso cd a spiegazione luuque dolorosi gli ricscisser ancora li movimenti ucdell'accennalo éonlraslo lru la costituzione ed il carallere cessari per collocarsi in cotesta posizione; le OSlremiLà d1,11l' ammillillQ. eoncorren in ,Ono la conre,mta Jun~a superiorj 0011 erano più u~ ri$id~ pè CQntr~II~ ,i I~ Jles~ 11

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J24 siorre era più facile e più pronta .dell'estensione; la faccfa s'offriva pallida, gl'occl1i languidi, la pelle coperta da lieve sudore; i polsi erano divenuti cedevoli, dilatati, ma sempre frequenti; la sete era piuttosto intensa; la respirazione più facile, benéhè alquanto dolorosa nelle grandi inspini.ziooi e la- compressione lungo la spina dorsale tollera-la senza dolore e senza scosse convulsive; il sangue meno contennoso; s'eseguì l'ollavo salasso e si prescrisse u~a bevanda di limonaia V!lgelale e la dieta a brodi. Nella visita della sera ogni cosa procedendo in meglio, si ripelè l'infoso di digitale e si praticò un'op'e razionc di 40 mignalle ,ai !ali della colonna vertebrale. li miglioramento aveva talmente progredito_nel giorno 24 che l'ammalalo lrovossi apiretico verso sera con assoluta libertà nei movimenti o con cessazione totafo di Lutti li siulomi. Da questo momento sin àl giorno 1'0 del successivo m€!se dì m:aggio Òon s'ebbe più a far altra cosa fuorcliè a regolare la dieta dell'ammalato 'il qua.le perciò polè, nello stesso giorno ·1 O restituirsi al proprio Ouartiere in islato di sanità apparentemente buona. ~ Assalito da un secondo· accesso· della stessa mala:llia, C'ra il G una seconda volta ricondotto allo Spedalc nel ~iorno 14 del successivo mese di luglio:· l'app~rato fe. nomenologico era. però molto più imponente; gli spasmi tonici erano più ,·alidi, più violenti; le estremità ·rigide; duri e tesi · Ii muscoli lutti; la respirazione mollo . più :dTanuosa, brc.-e e stentala; i movimenli del cuore, dell'aorta addominale, della celiac!l e delle mesenteriche smodati,. violenti e fr!)quentissimi; siccome nel primo, c<> S i 'in quest'accesso eravi perdila assoluta della loquela con segni distinti d'illesa percezione e sensibilità. Do'dici e~ acuazioni sanguigne generali, due locali abbo.ndanlissirne, l'infuso di digitale coll'aconito furon j compensi c11rulivi adoperali: se non che a deprimere gli e~aliali e pèrtinaci moli del cuore e dei grandi vasi, fu u8po· pérsi,:.,cro per un tempo I>iù lungo nell'uso dei deprimenti dii dli é di ricorrer ai bagni generali. Fiaccato per tale nw<lo l'eccesso della gagliardia vasale-arle[ iosa la suC(' 5, i'va iperemia meningo-spinale, l'ammalato dopo dodici gio111i di curn o venti di convalescenza,. riguadagnò un ~pparente stato di perfetta ~anilà, e ritornò al · proprio · l{eggimento ai 1'5 ò'agoslo. Una terza ed ultima v'o!ta adempicvan i suoi comp;Jgni af pietoso uflìzio di portarlo allo Spedale ai. 15 ·del sue· ce~sivo m'e~e di sellemlir~. Violentissimi si manifestarono lu tti li sintomi descritti negl·'allri accessi: _noo egualmente prurito ed energico fu il metodo antiflogistico adçperalo: ioulile riescì pìtt lardi ogni compenso curativo e l'infelice 1b.1 vette ai 17 dello stesso mese spir.rr asfittico io un 1,r,ofusù ~ slraordiuario sudore. li .Medico Capo ne o{dinava la necroscopia che fu es~guil;i 24 ore d,)po il decesso. Necroscopia. Copformll'zione esterna bella per propor1.ionata evoluzione ed eloganza di forme; poca rigidità cadaverica; faccia livida, iniettala; bocca semi-aperta; occhi spalancali: pupilla assai dilalala. ·Cavità 1>iscerali, Cranio. Le meningi infolla.le nella parte soperior e laterale degli emisferi cerebrali; questa iniezione, maggfore n~lla base del ·cervl'llo, si notò molto aumentata ver.so la protuberanza cerehralo· ed il midollo ollungalo; le sostanze cinerea e corticale si. presenl'arono apparentemoiile santl 1 ma offrirono col raglio un r,ii'nut:s. ,.11im9· punl~~~i;unen,o· rgs~·o, JYi'Ù· Yi~iosg I}Cl,I~ J9jJaoza

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cinerea che non nella corticale e vistosissimo nei tubercoli cjuadrigemelli e nei laJami ollici; lo stesso punteggiamento rosso nolossi nel cervellello di cui la sostanza: compressa sui lati facihpente si spapolava'; pochissima quantità di siero si riscontrò nei ventricoli cerebrali. · Canale verlebrale. A perro in tutta la sua estensione colla sgorbia e col martello ed incisa la dura madre si diede esito a poca quantità di siero sanguinolento. Inie:. latissime per sangue arterioso -e per stravaso succedulr.i , la 'dora e la pia madre presentarono macchie, altre er · fello di rammollimento' ahre in vece di morboso inspessimento; le prime di colore bianco-grigiastro, di colore rossigno e giallognolo le seconde; la membrana aracnoidti per natura strettamente 1rni1a colla faccia esterna a·lla dma e eoll'i~teraa alla pia madre, sì lasciò facilmente staccare, meli endo <Jlll! e I~ in mostra ·ra·ccolte sierose· sulla sua superficie esterna e pezzuoli di midolla che oell'allo di trarla l'e el'ano rimasti aderenti. Degnissimo però di special attenzione fu il modo di manifestarsi dell' iniezione la qua le si nolò s-carsa nella parte posteriore degl'involucri, abj:)011danle nell'anterior.e, Il midollo stesso trasversalmente taglialo lasciò scorger i suoi cordoni _anteriori ricchissimi di punleggìamenli rossi i quali gradatamente , scemavano per isc-ornparire del tuito od cordoni posteriori e, mentre i primi presentavansi rammolliti, sani · perfellamenle si potevano dir i secondi. Cadlà del petto. Pleure in islalo sano con pocÌiìssima quantila di siero; sostanza polmonare poco crepitantr; cuore di straordinario volume con inspessiment-0 dello pareli sinistre scricchiolanti per il taglio. Votal'o del sangue aggrumalo, le sue cavità lasdaron allo scoperl o la membrana da cuì sono rivestile ricchissima di macchil~ più o meno iniellalo. Coteste macchie si riscohtraror.,.i purn neila faccia interna di lutto il grande albero arto rioso e nelle sue piti cospicue di ramazioni toracicho etl addominali. Cavità addominale e viscere conleirnte sanissime. La mucosa non presentò ·alcun indizio d'infiammazione, siccome sarebbe stato presumibile per· l'abuso che il soldato G. aveva fallo di liquori spirilo~i' mentre durava nella vita. Già da lunga . pezza di tempo io m'aveva in animo di fare di pubblica ragione-la presente osservazione, siccome c1uella che, tacendo della gra:vilà della malallia, dell<i sue ripetizioni, ecc., aven col fallo della necros½opia comprovato il primitivo giudiiio d uè eh(-) li cordoni a.nteriori del midollo spinale, da tnolti creduli particola:rmenle deslinali al moto) fosser in modo speciale e qunsi esclu• sivo la séde della condizione patologica ultima. Ner quale giudizio essendo io stato indollo dall'osservare la dominante e quasi assoluta lesione · dell'apparato locomotivo, mi lunsingava ch'altri più di me oculato ed ardito raf. fronlando insieme molti casi pratici e minutamente indagando la sintomatologia delle malattie dell'asse cerebro~ sp inale, avrebbe · a qu€'slo riguardo potrHo trarre tali induzioni cliniche generali che avrebbero for~e frullala moria luce in mezzo alle non poche tenei.ire che ancora involgo,1 il diagnostico delle si falle malattie. Non -sapeva quindi deliDerarmì alla pubblicazione di questo caso sul riflesso che· un 'osservar.ione isolala non poteva raggiungere il prefìssomi scopo ed allendeva là p·ubl.,licazione. d'altri fati-i consimili ài quali io snrei vcnulò in ,appoggio col su

PtJ$çrillo, p.elus9 or~ r.~ll?- wia ,rsi>el\uio11e/p-er ~uaplo m,i


giorno se Plinio dice che non si , poteva guarire se· non distruggendo i tessuti fin agli ossi., vanpo pubblìcandosi., nè ~are~domi ~he il .rif~rito caso li Doli. Crema fa notare che, sé i mercuriali sono· riupotess~ confondersi col tetano intermitente d1 Dance, per 11alche volta a guarire la meotagra 1 non si può per scili q 'la mancanza in quello del d0lore muscolare e ?ella febbre questo inferire che debba aver un fondo od un' otigine in questo 1 e per averlo io osservato su d'un adulto , ?1entr~ venerea. Danc.e poi Delaberge, Rilliet e Barlhez· descr1von 11 Il Dolt. Menardi ricorda esser ancbe stato dello che tetano' intermitente siccome proprio de.ll'elà infanlile, la mentagra era un'eruzione furoncolar.e ma, dopo avere mi determinai, sul timore .che la i:nia osserv.azione pofatto il paragone fra il corso indetermfoato, progressivo tesse essere rimpro,erata , di vecchiezza, di non più e lento della mcntagra ed il corso bteve ; acòlo e cìereraspeltar e di Carla di pobblica ragione sul nostro ?i~rn~l~ minato ~ei. furoncòli e dopo ave·r ag·giunto che hi sede coll'intenzione d'aver appoggio e concorso io tul~1 h m1e1 primaria del furoncolo risiede nel tessulò cellulare ' e Collegpi nello studio dr così terribile malattia e.d ottener.e . quella della men\agra nel dermoideo, fa risultare l'assurdai medesimi quelle rifles.sioni che. più varran a rid1Là di questa teoria. schiararla. . II Dott. Costanzo narra come da ·alcuni si vogli'a·· rite• Non mi fermerò sul metodo di cura, sul quale forse nere la mentagra per una malattia prepria dei · bulbi della talunp potrà rimproverare l'aver intralasciato l'uso dei barba ed anaioga ad alcune specie di tigna , per cni fu bagni, deU'unguento mercuriale, preconizzato da Forget proposta la deJJilazioiie. Aggiu'nge avere veduto ·praticare di Strasburgo e, del tao.lo vantato oppio per la. somiquesta curà fo un caso con buon successo , ma non- pilò glianza clje la malattia- aveva col tetano. Ma risp,onderò asserire .che la malallia non sia ritornata non avendo più che, avendo ri"lenuto siccome causa primaria della mariveduto l'ammalalo di cui parra. lattia descrilla l'ipeieccitamento angiolenico ed iperemico n Dotf. Menanli dopò avere riepilogata ff1 discussione della midolla spinala e dè'suoi invogli per l'abuso di liquori consiglia di non allontanarsi dalla cura fih qui più uni• alcoolici e dell'ooaoismo, a questo diressi più sp<1ciaJm~nte versalrnente adottata , cons.isteole nei bagni e fomenti le mire curative le quali. , essendo state nei due primi caldi l'ocafmente, neH'appl i~azione del calorico, ecc., nelaccessi d'incontrastabile e pronto giovamento, debbon all'uso frequeole dei bagni caldi sia semplici, sia preparali lonlanàr uo tale rimprovero. Se mi s'obbietasse ancora con sostanze sol'forose, che possono pur essere di grande il .mancalo rie.orso a tali compensi nelI'ullima invasione utilit'a ne'Ila cura interna. della malattia. io, senza pretendere decider in modo parola Chiusa la dfscussione su quesfo argomento ·; assoluto della loro inutilità, crederci potere rispondere è -al Doll. Tappari. ' che le alterazioni organicfie ritrovale nel cadavere le li Doti. 'l'appari legge nn breve sunto statistico degli quali e.rano presumib'ilmente già insorte prima dell'ultimo ammalati da esso lui e.urati nella Sezione mista di Chirurir;isulto del ~aie, spiegano il troppo pronto o fatai esito. gia, tenerei e scabbiosi. Narra corno niJi quattro me.si decorsi dal principio di gennaio abbia curato 11'2 venerei RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE lasciandone una: rimanenza di 26 alla fine d'aprile e come nella Sezione di ChiJurgia abbia avuto 85 am·rna(Continuazione del< mese di maggio). lati e lasciata 1111a riinanenza di 14 ; ncglì scao!)iosi' 19 SCl.\~IDERl. Nella seconda: Sed11ta il Dott. Crema . dà e non ne lasciò alcuno : per cui nel tolalo ebbe a culettura della sua.Memoria sulla ·mentagra (vedi' pag. 84 , . rare 216 ammalati di cui 175 guarirono 40' rimasero, - uno solo mori per ascesso lambarc da carie ' delle vertenum0 11). H Doli. de Beaufol't fa notare le tagiol)i per cui·il Dott. bre, di cui intrattenne già la Riunioc.1e. Tiene nelle sue· L.ett'ere sulla Storia detl a malattfo 11eneree Passa quindi a toccar i casi pfù interessanti che lia pretende che la men!agra. non altro sia fuorché-(ma v·arietà avuto a curar in Chirurgia ed a c:lassilìcare le forme di fòrma di lue venerea, non dissimi le dall'erutione che di malattie veneree predominanti , annunziando pure occorre àlla fronte, conosciuta col nome di Coro11a <li t'eil metodo gent~rale curativo impiegalo nello diverso forme nere o venerea. di malattie e le modificazioni introdotte a seconda dei li Doli. Menardi dice che., quando la mentagra è ven'c · casi particolari; termina col dar un cenno d'un caso di rea, non solo presenta i' caratteri speciali che ha annuo~ nu1nerosi condilomi appiattati nell'a.no e oei suoi èonto~oi, ziati if Dott. Crema in questa ·varietà, rna che ollracciò che rcsistellero lun.gameote ai mezzi comuni dì <listrn~ è sempre accompagnata ,dà altri fenomeni che la cos.lizione , quantunque l'ammalalo fosse ad un tempo sottoluiscono mai'attia particoÌa-re. Così fa mentà ra venerea posto ad una cura antisifililica interna. N·arra come dopo ;. . ' . 9 e per lo più accompagnai-a dai' fénomeni generali che co· la scomparsa dei condilomi siasi presentala una · fistola stituiscono la lue, com'ancora da olla I mia cronica annel retto che , OP,erata, non ci~atr!zz~, come parimente • l gina, e.cc._, menlr~ all'òppòsto la mcntagra semplice, olnon cicatrizr.aron e si mostrarono ribelli a tutli i mezzi tre alla diversità della forma , è limitala al solo menlo d1 cura stai i impiegali alcune altre es1,ilccrazioni esistenti ed alle parti laterali del viso. pure nei contorni dell'ano. li Dott. Tappari sar~bbe piuttosto d' opinione che la li Dolt. Mcnardi riepilogando i resoconti dati dai mcntagra lti?il~im;i si dovesse anzi ritenere quale proMedid curanti delle tre Sezioni, fa .notare come sì 'possa dQtto Jella sifilide che una degenerazione d'ella lebbra. rimanere soddlsfalti delle cure fatto e prende argo1uenlo Appoggia la sua opinione sulla for1,Da tuberc()lare di queda questo per incoraggiar i Colleghi a raddoppiar~ di ste duo mafattie e sui quadri che ce no hanno lasciali ,:,Ji premura, onde anche per l'avvenire non abbiano a Antichi, ment're faceva uopo che fosse una malanfa ù:n smentire la buona opinione di cui son onor;iti Òili loro

•ia studialo d'llsami~are le os.servazioni· che giornalmente

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~rv~u1rnente rnv,~ata di ~uellQ çJl~ §i presenta os-gi~

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Passando quindi a parlare dell'ultinio .ammalato di cui ha tenuto parola i l Doll: '!;appari, dire che le esulcerazioni continuano a maolco~rsi ribelli ad ogqi genere di cura. · II Doll. Crema propone l'uso della ralania:. · Il ])otl. Tappari dice averla già sperimenlala e che riuS'cì vana non meno cb'altre preparazioui, compresovi l'uso del .nitrato d'argento fuso. 11 Dotl. Costanzo, facendosi a descriver anche più i;ninutamente lo stato ' dell'ammalato io discorso, crede che una delle cause che· rilaròano la guarigione sia il sover1chio restringimento dello sfintere e la sua mobilità, per cui il lavoro dì riparazione e di _cicatrizazzione, se non ò impedito, è però assai ritardalo, onde non sarebbe lontano dall'idea di praticare l'incisione dello sfintere, quando avesse a perdere la speranza di poterlo in altro modo guarire. · li Doll. de Beaufort prendendo . a'rgoinenlo dal numero grand~ di venerei curati dal Dott: Tappari, da quello non meno grande dei corali da esso lui nell'antecedente ll'Ìmeslre e da quello pure grande dei venerei che son allualmenle in cura, dice essere sua oeioione che l'Ospedale M.ilitare di Sciamberì sia quell.o che ue riceve più degli altri. Aggiunge che, presa informazione sulla proporzione in cui sfanno i venerei sogli a'ltrì ammala.Li in diversi Speda li Divisionali del Reguo, crede potu asserire che. quasi in i1essun i veuerei raggìungon il quarto sul totale degli ammalali, mentre in Sciambed poco distano dalla metà e qualche vo.lla la toccano. Ora chiede 86 fosse questa una ragione per prornovere rappresen·tartze che inducessero la Qu·eslura ad adottare misure sànilarie di maggior efficacia nella repressione e -vigilanza della· prostituzione. li Dotl. Menardì dichiara avere già iudirellamente falle ràpprese.nlanze , a questo fine e che alcune interpellanze sono già state falle dal Comando della Divisione all'Intendenza Civile della Provir;èia. Aggiunge esser in!ormàt; che sono già stale adollale alcune misure ed essere sua opinione dvversi aricor indugiar<i· per qualche tempo, onde vedere qoali effelli prùduranno le nuove disposizioni, prima d'innoltrare un ricorso · formale su questo argemento ed esser a ciò Jlarticolarmeole indotto anche dall'osservare che da a!cuoi giorni il numero dei vene~ei entrali sembra in èliminuzion e. NizZA> L.e sedute dei giorui 15 e 50 furon inlerarnenle consumate dalla Relazione falla dal Presidenle su le 1ria· lallie dominanti nel corso di dello mese. · Si notò la poca importw1.a delle malallie Chirargicfrn sia dal !alo riumer ico, sfa dal lato della loro gravita o specificità. In ordine alle malallie specìlìche s'accennò io particolare ad alcuni casi di buboni vene.rei felicemente curati coll'applicazione locale del vesciéaLorio é at' filacci èa · iuzuppate nella soluzione di deutocloruro -di mer.curio', non ommesse però le solÌraz..ioni sanguigne generali e !~cali , tJuand> il caso le esigeva. Si passarono poi in rasst1goa_le malal\ie Mediche le quali ,. poco numerose ~sse 1ìurc , non offrirono parimenle dal lalo...della gra ~ila a~cun che di particolare, se si eccetluauo nn ca.so di leggiera eg10ltisi ed un altro di polmonite traumatica, tulle e due però folicemente condo!!e a guarigionq • . · cA.GLIARL Nelle Gonferenze di Cagliari furono lette due Stori,e di ,çui una del i\Iedico Divisionale Dol,t. Maslio iPtoroo p.ù un rcçirna acuto Ppeci'11.l')lenle,· localiz.zato 8.lj~ 0

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estremità , il quale nel decorso di tz giorni guarì del lutto coi salassi, coi sudoriferi e cogli eccoprofici bla1,di; l'alt,ra del Medico Reggimentale Dolt. Nonnis risguar dante alcuni casi dl Cancrena Nosoéomiale, dei quali tre si presenlaron in soldali affolli da buboni suppuranti o degenerati ed un altro in un soldato tocco da ferita la · cero-contusa nella coscia -destra in seguilo a morsicatura d' un cavallo. Tanto oei primi come nell'ultimo caso si oue.rine una più o rneoo celere guarigione col metodo anti Oogi,tico in sul pr!ncipio, qui1idi coll'uso locale dell'ac1èo nitrico cd in ,fine colla cauterizzazione falla col nit.rato d-'argenlo. L' A.olore di ques.le Slol'ie le fece precedere dà molle considerazioni intorno alla nalo~a miasmatico-contagiosa di della cancrena , alle cause pìù àue a deCerminada, al migliore metodo di cura. Questi argomentì, -tullochè .difTusameute e con molta erudizione trattali, non si' riferiscono specificatamente per essere le conclusioni identiche a ,qnanto su lalb materia si può leggere nel nnm 0 12 di questo Giornale. NoVAnA. P er: la manca11za di speciali malallie che ,per la loro natura o grav.ità m!3ritassero discussione, nelle Sedute dei 15 ~- dei 30 di maggio si cpntinuò ad accennar a' quelle fisiche .i!Dperfezioni od infermità che per ' la loro natura ben accertal,a pol~s,sero essèr causa d' esen · · zione dal Militare Servizio. Furono specialmente considerate. la Miopia-ed il .Gozzo voluminoso e scirroso. Per riguardo aIla· sicura · d:agnosi della prima s'additarono come segni più sicuri il volume dell'occhio, la. di lui vi . slosa conyessità , l'increspamènto quasi , coutiouo delle palpebre e delle, ciglia e flnalmcnle, siccome mezzo convalidante, l'uso dei velri a diverso gradQ di visi~ne. Per quanto spelta al G9zzo s'adJilarono tulle quelle circostanze in cui questo potevà essere cau~a d'esenzione e quelle altr~ che non potevano produrre lo stesso cffello. Là Seduta dei 50 fu chiusa ùal Prnsidenle col raccomandare ai Medièi Militari somma pnidenza ed allenzione prima di pronunciar io quèsli· casi' un assolulo giudizio da cui potrebbero sorgere gra'i i emergenze tanto pel Soldato come pel. Gover110. - CUNEO. Nelle' due Sedule tenutesi nel mese di maggi o cdrninéiò il Dotl. Zacchia per nolare ·come, aveod'egli anteèedenlemeole promesso dr legger àlcune sue osservazioni sù le malattie sifìliliche e ques.le trovandosi tuttavia in corso di cura, era nella neccssit,ì di dilazionar ancora qualche tempo prima di adempier ali'obùligo assunlosi , salvo che il Presidente · 11011 avesse desiderato udirn la spos1zione per sornmi capi di tali malattie. Dalla qual èsi~ii.done essendp slato dispensato dall'in(iera Assemblo:la,; fu concessa la parola al Doll. Vaglienti pe.r dare lettura di un suo scritti) intorno al bisogno d'un Re'g'ola'mento 'su i Consulti. Fallasi questa lettura , il I)otl. Besozzi, dopo avere dimostrato che nello Spedale 'di Cuneo furono sempre atl,1ali i Consulti ogni vofta che i'I )Jiso·gno lo richiedeva, citando un recen tissimo esempio negli ammalali nuo, 0 65 o 67 , lo.ccò dell: utilità pci Medici l\1ihari di t\Si;rcita.rsi al maneggiamento doi vari i pezzi com ponenti li slrumenli della Cassetta per i soccorsi a~li asfìl\ici , anìuchè; presenlaud0si il bi,;ogrio.....nclla slagiooe appunto dei bagni, non s'avcs$e lalor ·a l)'mler un tempo pre · zioSO nel conuellere le varie parli li' Gno stesso Strumento o nel riconoscer il valore di questo. Si foce quindi ad inte'rrogar il Doti. Zacchia perclìè' volesse fa re ~oiçellq ,d.i comuo9 ~lu,ijio iJ ,W\l .b.ell' ;}rmi\m~nt~r io çhi-

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r,.,ico, cosa quesla che doveva tornar utìlissima e ro O ' l _rnv1t~ . ' som~aqienle gradita ai suoi• C,.eille~h'1. ,•1 \ ~pia avendo gentilmeçle e to·sto aderito il D..:ll: Za<:chra_, il Presidente, falla prima parola del volontario ed ~.ssrdtt~ concorso del Farmacista Signor Leo,ne nello studio dei reagiinti chimici di ciascl1edu11 veleno , chiose la seduta.

PARTE SECONDA IL REGOLA!IENTO DEI 30 D'OTTO-BRE GIUDICATO DAL CORPO SANlT;\I\TO ·MILlTAI\E,

lll.mo Sig'nore Presidente del Consigl-io Superi01·e Militare di $a,nita.

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Mi riesce sommamente soddisfacente' il dovere manift>slare alla S. V., a tenore della Cin:olare dei ~9 di di• cembre 18,50, n° 8064,. c,he il-R. Decreto delli 50 d'ottobre tlcllo stesso anno creava, secondo il mio modo di pensare, 1111a nuova esistenza morale al Corpo Sanitario-Militare, clevandolo al grado che per molte ragioni gli compet1wa. Per mezzo di questo R. Decreto il Corpo San.itarioil! ili tare fu emancipato dalla, mi si permeua l'espres· sione speciosità òel purismo medico il quale soleva considera~e la Classe degli allora chiamali ·Chirurghi Militari com'a sè s1,1bordinata, quantunque -per gradi Accademi~i o per anzianità, od eguali o s_nperiori, ma come subordinata la Classe dei Chirurghi dovevll considerarsi ed ubbidire perchè tàli erano Ìe disposizioni dei Regolamenti allora vigeoli. Toslo comparso iJ nuovo .Decreto, fu una. nime la soddisfazione per vedere scomparire quell'umìliazione che su lutti i Chirurghi militari e spe~ialmente st1 quelli acldelli ai Reggimenti di Cavallerià pesava , dovendo ubbidir a Medici che per nul!a entravano nel Corpo Sanitariò-Militare, tranne pel diritto d'indossarne l'uniforme. Dal momento, a dir il vero, che il R. Decreto eliminò la speciàlità del Servizio Medico l'animo nostro comprese quale doveva essere la nostra missione e quanto da _noi aveva diritto d' aspellarsi il Governo. Una tal idea provocò la DO$lra emulazione e ci rese capaci ilei più grç1nd~ sforzi per non defraudare l'aspellaliva che in noi si riponeva: quindi è che nei dieei trascorsi mesi dall;atl\lazione del Decreto vidi sempre i l))iei due Colleghi _Doli. Raste_l· lini e Dou. LarI)plignaoi, Medici d_i Battaglione, riva,lizzà:re di zelo cosi oeJ sostener il se·rvizio Medico-Chirurgico, come _oello studio clinico teorico e pratico: di guisa che, se da prin:;i·a erano slimàli dal Reggi.mento al -quale sono .addetti come buoni Chirùrghi , son ora salutati valenti Medici , pe.rchè loro è ' dato poterné offrire- · continuamente prove irrefragabili. · Avaoli del sullodalo Decreto il servizio della Flebotomia e della scrillurazione era dai Meclicr di Baiiaglione fallo a malincuore e svogliatamente perchè tornava ai· medesimi umiliante l'nbbidir· a chi nori era Superiorn e perchè ge ne.rava ~vvilimen_lo agli occhi dei soldati i qnal i, assnefalli a veder • loro Chirurghi sc&ivere soltanto ed esercitare la Flebot.omia , s'era_no pur assuefatti a considerarli quali semplici Flebt1tom1; or all'opposto questi due servi(fi si sost_e~gono con buona volontà e c_on zelo, perchè non pesa ubbidir e stare sog~ell~ ad u~ Superiore, e perchè il soldato no~ v,ed.eo~olta ?1ò solo 1n_tenti, ma vedendo all'opposto come stano consul1.at1 dal ,Med1co di R egaimeoto e come lo supplisca-no con eguale risultamento nel7a sua assenza, i1i1para a stimarli come ·loro si conviene , e la stima e la fi. duci! del soldato è la prima ricompen$a che deb.b'ambir il Medico Militare. l soldati qualche volta o per evitar un servizio di

fatica, un esercizio •militare,

003 marcia, ecc., simula · vano malallie e curali poi cla Medici inesperti delle astuzie di Quartiere, non di rado cadevano questi nell'inganno e far.evano talvolta, per falsa diagnosi e cura, pagare bene e.ara la simolaiioné: noi fummo per l'addietro bene spesso testimoni di queste Commedie che non sempre andavano esen li da tragico fine. Or al contrario i soldati sapen~o d'avere che fare con Mrdici militari addelti al proprio Reggimento clai quali son individoàlmente .quasi. tnlli conosciuti, o non osano più ricorrer· alla s11nnlaz1one , o se vi ricorrono sono tosto conosciuti e scoperti e per lo meno non corrono più alcun pericolo. Essendo scomparse,. ·in virtù del oop mai ;ibbastanza lodalo R. Decreto , le-distinzioni ,di Medico e ·di Chirurgo, · sono pure scomparse le rivalità nell'eseguimento dei doveri di servizio. Le ore della visjta sono da noi passale in nn continuo consulto: p~r poco ch'una_ ma)~llia presenti qualche difficoltà di diagnosi ognuno d1 no, ma11ifesla la propria opinione e, s'è uopo, forma arg~lllento d'apposita discussione al ltilto dell'ammalalo od appartatamente in modo Accademico.· Bene si ·comprendq di qu~nt'utilità -scie~tilìca riesca ciò a ,noi stes's i, mentre riesce util e soddisfacente all'ammalato. Per tal modo nel tempo stesso che ciascheduno sostieqe- le proprie incombenze di servizio, si tiene pnr a ·giorno di tulll~ 1(-l .malattie: così eh?, ?,Ccorrendo chi, un Medieo di Battaglione debba supplir 11 Curante, conosce sempre appieho la natura e l'~ndame_!llo dell_a malallia e quello che fu fatto e quanto resta a farsi. Ondechè più non si vedono ripel~r~ le r.nnest~. . sequele . delle gare che esistevano fra Med1c1 e Ch11:nrgb1 c~e sovente eran in disaccordo nelle vedule,coralrve; per modo . che, quand'un Chirurgo t1rà dalla necessità_ costr~t~o supplir un Medico, o qnanrlo 9uesti assum.eva 11. servlZlo sostenuto da quello, vedevasi per so lito rnYert1re totalmente il metodo di cura senza r ign\lrdo al ,passato, . con isvanlag_gio quasi sempre dell'ammalalo e con danno incalcolabile del servi zio. Per tulle questo r_agioni- non poss9 :,lancarmi d'applaudir al R. Decreto dei 50 d'otl"obr.e 18::>1 che nel sno spirilo uoisce e forma una volontà sola in lut_l~ il Corp<'. Sanitario -Militare; il che produrrà incalcolab1h vantaggi sia pel n'1orale , sia per l'istruzione, sia per l'aHivilà e .zelo nell'esegnimento d'ogni parte ùel Servi_zio Sanil!lrio, sia in fine pel miglior essere degl'ammalat1. In qua.nt'a questo Speda le S11ccur§ale, posso assicur.irn fa S. V. , lii · con convinzione di coscienza che, mercè dello iclo dei miei Colleghi, ìn questi dieci mesi di servizio p.romiscuo Medico Chirurgico non la5ciò , questo unila a dcsiden{re. Colgo qlrnSta favorevole occasione, •.• Saluzzo ai 14 d'ottobre 1.~51. Il Medico di Regg. ùi Nizza .Cavalleria Doli. GARRI,.

BOLLETTINO UFFICIALE Variazionif nel Personale del Corpo Sanitario Militare Dott. Cariò Gaetano CE~ESOLE, Medico io Capo in aspet~ tali va, morto per insulto appopletico nella noi.lo dei a ai 15 ottobre p, p. Doll. Andrea -CEnn1 , Medico di Reggi merito, collocato a riposo dietro sua domanda per infermità rilevate in servizil'. · Doli. Giuseppe BrrnTI, Medico cli flatlaglione-~i 2• Clas~e, addello al 1° Regg. Granat ieri, collocato in aspe'llativa per iofermitù temporanee. Dott. Luigi PoLETTI, Me.Jico di Batt. di 1.a Classe presso il 4° Batt, del Corpo dei Bersaglieri ; fa passa.ggio nel Corpo dei Cacciatori Francl1i in distaccamento a Tempio in Sardegna,


cho è determinata per la J<'anteria, coMervando però Dott. Cllrlo PARADIS t,, ,Medìco di BaU. di 2.a Classe ,presso ognora la divisa attualmente stabilita pel Corpo degli il -Regg. Ca~alleggìeri di .Monf~rralo , fa passaggfo al . lnfermieri Militari. , 1° Regg. GranaUeri. · jJ 26. Per coperlnra del capo gl'individui tolti indistintaDoli. Giu$eppe P1zz!)RNO, Medico.di Bat,L. di 2.a Classe mente della Compagnia faran nso d'un keppy di panno presso il Corpo dei Bersaglieri, fa passaggio al 17° Re•rn. 00 1 di colore turchino oscuro a foggia di quello slabili!o <!i Fant~ria. . per li Corp.Ldi Fanteria. Dott. Giuseppe Pu1sANT, Medico di Ball. presso il 15° di § 27. Li Bassi-uffiziali e Soldati saranno tutti armali solFanteria, fa passaggio ali' 8° Regg. di Fanteria. la nto di sciabola con cinturino. Do.lt, (.ì-i~s.eppe l\.foTJ'lNO, .Medico di Batt. presso l' 8° di fapteria, fa pa.ssaggio al 15° Reggimento dL Fanteria. AnT. 8.

REQIO DEClRETO

Disposizioni diverse.

(fl',edi il tlù'11t0 prcc.)

§ 28. Il servizio prestato oeHa Compagnia dag,Ji lrtfer-

5. Arruolamento. S 18. La Compagnia fo'fermieri Militari sarà mantenuta in tempo di pace nella forza stabilita dal § 14 del prese(lle Decreto, coll'assegnazione <l'individui di levata, col mezzo dell'arruolamento volontario e col passaggio d'individu'i già ascritti ad altri Corpi dell'Esercito. S 19. Grti arruolamenti volontari dei Soldati nell'ora _mentovata Compagnia non dovranno in massima essere elfclluali fuorchè dopo fo sperimento di due mesi del C~ndidato èome lnferìlliere provvisorio presso qualche · Speda le. $ 20. li passaggio degli individui -d'altri ·corpi nella Com. pagnia ora della non sarà parimente definitivo -se non dopo lo sperimento di due mesi presso qualche Spedale Militare. In tale lasso cli tempo sarà facoltativo · al Comandante di detta Compagnia di provocare dal M'inistero di Gue~ra il rinvio nei Corpi da cui provengono di quegli individui che per incondolla o per altri mo: (ivi non· fossero ravvisali · capaci a sostener in modo soddisfacente il servizio che loro sarebbe affi, · dato negli Stahilirirnnli Militari Sanitari. · · S 21. Saranno parimente proposti al· Ministero per esser fa(ti transitar in altri Corpi dell'Esercito gl'individui di Leva . assegnati alla Compagnia, qnando ad evidenza sieno per risultare ioe(li al servizio d'lnfermerie. ART,

ART,

6.

Paghe ed Assegni d-iversi.

S 22,

Le disposizioni accennate all'art. 15 del R. Decreto iu data dei 17di marzo coyrenle anno e,rel·ative all'assegno - pel JJrimo corredo ai nuovi arruolati, essendo aP,plicabili agi' individui che saran arruolati nella Compagnia Infermieri Militari , s'intenderà e rimane quindi abrogalo a loro riguardo il Disposto dal R. Viglielto in data dei 12 d'ottobre 1844. . S 25. Le paghe ed i vantaggi per gli Uffiziali della Compagn\a Infermieri Militàri saranno quelli che per ciascun grado sono stabilili . pei Reggim1:1nti di Fanteria e che sono determinati d'al R. Deéreto· d·ei 21 d'ottobre 185.0. Il · Capitano Comanùante' 'di detta Co.mpagnia gioirà per a,llro della paga stabilila per la prima Classe cd avrà inoltre l'annuo soprassoldo di li're trecento , coo cui supplir alle spese di Rappresentanza. S 24. Li Sollo-Uffiziali, Capo_rali e Soldati ,gioiranno della paga e degli assegni varii che per ciascun !;rado sooo oeterminati dai Reali Decreti in. data dtilli 17 cli marzo e 18 di ·111glio del 'corrente anno. ART. 7.

1

mieri Militari sà.rà calcolato come -servizio d'attività, §. 29. La Compagnia lnferm·ieri lJll'flitari provvederà per le p,aghe di 11,1tti gl'individui che ne fanno parte. § 5!1. Il Persor.ale Amministrativo che sarà addetto al servizio degli Spedali M.ilit~r.i, ricevendo ogni sua competenza dalla Compagnia ln'fermieri militari della quale fa parte integrante , cesserà perciò il . maggiore assegnamento che, a m~nia delle presprizi-oni · accennala nei R. Brevetti in data dei 26 di ·novembre 1854, dei 24 cli settemb"re 1856, dei 12 d'ottobre 1844 e dei 26 di luglio 1846, _era stabililo a favore degli Spedali_;l)ivisionarii e dello Infermerie . Militari per fare fronte allo stipendio del Personale inferiore. § 51, Gli Spedali militari pre~so cui li Bassi-uffiziali e Soldati della Compagnia (_nfermieri militari s:aranno comandali , somministreranno ai medesimi uoa por· zione intiera di viveri , secondo le norme addiJate dagli art. 2so· o 500 del Regolamento in data dei 4 di giugno 1855 . . S 52. Per indennizzare le Ammi(\islrazioni degli Spedali mili lari d'una parte almeno della ·maggiore spesa che debbono sopportare,- per fare fronte alla somministrazione delle razioni di v·iveri , non che alla _manuten;done del letto· agli Inservienti, ·sarà corrisposta ai delli Stabilimenti sul Bilancio MWtare l'indennità di cento• i;imi quaranta . per ogni giornata d'effettiva presenza <li Bassi-uffiziali e Soldati addetti al servizio dei rispetti vi Stabilimenti. S 53, L'Amministraiione della Compagnia Infermieri Militari sarà concentrata nella persona del Capitano Comandante la Compagnia medesima, il quale sarà tenuto di dimostrar il maMggio dei fondi d' -ogni na · tura che gli saranno affidati , secor.do le norme ge· nerali che. reggono J!Amroinistraiione e la Contabilità dei _Corpi dell',Esercito e colle speciali av,vertenze che sarar,no prescrilte da apposite is-truzioni. § 54. Le presenti Disposizioni s'intenderanno aver ef· fallo dal primo di gennaio . del venturo anno 1852, dichiarando mantenute ferme le Disposizioni che r.agguordano a !l'andamento del servizio in general,e degli Spedali Militari in quelle parli che non· si trovino variate ·o derogale dal presente Deçreto o che non sfano èonlrarie ~l tenore del medesimo. JJat. Torino, addi 15 d'ottobre 1851. VITTORIO EMANUELE. A. LA MAnMol.\.

Il Direttore Doti. COMISSETTI, l\led. Div. Il Vice·Difelt. responsabile Dott. Bar. De· BEAU.l!'Oll'r lii. R.

Mont1tra.

S ~~. La. montura della Compagnia Infermieri Milit<tl'i 6~rà !!! se~er~ p_e~ t~l!! l.! çapi d! ~0!!~~2 la &te65a

PJIJ,AZZA I Tl.l'OGII.U'IA SuBAJ,l'Il'iA,

Vi<1 A.lfìc1\ 18.', f.


ANNO I

( 1'1 di novembre 1851)

GIORNALE DI IIEDICINA MILITARE DEL COllPO SA.Nff!RIO DELL'ARMATA SARDA L'associazione noo si riceve i:he per un anno e comincia col 1° d'agosto. Il Giornale si pubblica nel Innedì di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASS0GlàZl0Nll f&R GLI UFFICW,l D.BL

ConPO SANITARIO

In Torino . . . . lo Proviacia franco di posta

L.

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10 1t

PER I l'iON MU,lTAUI Jn To1·ino . . . . In Provincia franco di posta

L.

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L'abbonamento debbe pogarsi per semestri anticipali. I l\fedici lllilitari in ri!iro l?Od?no ~li stessi vantaggi di quelli in servizio altivo. Le associazioni per i non militari ricevousi alla T1POG~AFIA S 0 eA1.PINA, via AIJìeri, num. ~4. Le lollere per abbonamento ol Giorn.1110 de!Jbon essèr aflhincate ed occompagoale da vagha postale. S0mun1o. - 1° Doll. PELOSO: Sopore etereo. - :i0 Dott. CA~TO!'il: Tumore cerebrale. - 3" Doti. LAJ: Perniciosa Cardialgica. - 4° Doll. FissonE : Olenoorragia. - 5" Dott. CnosA: Ematemesi sintomatica. - 6° RELAZIONE DEI.Le CONFEIIEXZE ScrnNTU'!Cf.[K. 7° li l:\ogolamento dei. 30 d'ottobre 1850 giudicalo dal Corpo Sanit.a 1·io,l1Iilit. - 8(1 Bollettino Uffiiciale.

PART.E PRHIA .ltlEMORIE OBIGll'WALI CONSIDEllAZ[O'.'il PRATICIIE SUL SOPORE PRODOTTO DALL' ASPlllA'ZlONE DELL' E'fER E.

(L ette clal JJ.ledico di Reggimento Doti, ìn ,ma Confe-renza ili Ge1101ui).

PELOSO

L'inl-erletiervi al prosenle, ollimi Colleghi , su d'un argo mento eh~ ha lanlo occupalo le menti d' indefessi Cultori defl'arle uostra ne' giorni anda1 i e del quale a torto quasi più 11011 si move porola, sarebbe qoes1ione lroppo ardua per me se non mi spingesse l'idea dell'obbligo cbe corre ad ognuno ch'ebbe l'opporlur,ilà di far oaservazioni, di porger i risoltame'nti dèlla propria speriirnza a vantaggio della Scienza ed a dilucidazione d'importanti verilà. Per !alo motivo io vi traccerò in un breve schizzo il risultamenlo d\rn complesso d'i studi che in ollri tempi m'uccupdrono con qualclto amoro o cbe solamente allora erano destinati per l'esposizione circostanziata e perfella d'un lavoro più coordioato e complesso; ora sarebbe tropp'ozioso il produrlo con un tale aspello, dacchè mollissrmi se Dtl ft~cero propugnatori con pcuna bòn mi gliore dcli~ mia. Ommetterò quindi ogni ragguaglio sull'origine dì questa novella scoperta e sullo questioni di priorità; cose queste che voi lutti conoscete al pari di me, m'allerrò unicamente a svolgervi quei corollari che possoo essere d'uo assolnla ulili(à pratica. E innanzi lntto dirò corno la val'ietà o meglio la contraddizione stessa dei risullamenti ottenuti da lanli sperimenti Lontati comunque sugli animali mi ha convinto che gli elTelli debbono pressochè uni~amente allrihursi al vario modo d'amministrazione, anztcbè all'imperizia degli Sperimentatori od alla parlico-

lar idiosincrasia dei soggelli; dirò anche che la smania di volere troppo semplificare gli stromenti del Chirurgo, se è lodevole per la maggiore facilità del maneggio e per ossero più alla portala di tulli, non vuoh! però essere spinta al seguo di riescire incerla ed anche pericolosa ne' suoi effetti i i quali moUvi furoo in ogni' tempo la causa del discredito del pubblico per le più palmari ,1 ori1à. Nel mentre altri s'occupavano di questi studi sugli animali o sull'uomo allo stato di malallia, slanciondosi ardimentosi a tentarne le prove, io mi limitava dapprima all'uomo in istato di sani là, sul quale ebbi l'agio di fare una settantina di sperimonli, ed a ciò far ero guidato dal pensiero di studiarne gJi effelli nelle ' 'llrie età , nei vari temperamenti e gradi di robustezza, ond'aver una scorla più sicura allorchò mi sarei servilo ùi què slo sus· sidio terapeutico sulla natura ammalala nella pratica ope rativa,. Gli sperimenti tentali dippoi nei casi di sopore per Je grandi operazioni m'accertarono dj quelli assiom i · oueouli nello stato fisiologico. Non farò cenno degli offoll i dell'Etero i11trodollo nell'organismo per la via delle ioiezioni nello vcnll, per l'auo o per lo slomaco perchè entrerei in un campo troppo vasto e fuori dal cerchio cbe mi proposi: aceeu nerò sollac:to come ·nei tentativi folti ond'applical'lo in sostanza sui tronchi ner vosi e sulle loro diramazioni coperte dal solo neurilemma, non abbia mai prodolla l'iosensibifà e nei casi d'inioiiooo per una vena del si stema della Porta abbia bensi prodotta la perdita compiuta ch:I molo volontario ma non l' insensibililit. Onde classHìcar esattamen te i lanli fenomeni che occorrono nell'elorizzaziooe per le vie aereo è necessario considerare progressivamente i <ldft1renti stati del torpore otereo ; nel che m' allenni pri ac;ipalment<1 ai dellati deI1'Illustre Professore G-rimelli da Alodena, il quale già da mollissimi anni prima della scoperta del fo ckson s'era occupalo dei fenomen i del sopor an imalo coi liquori oppiali ed alcoolici mentre intendeva a studiare l'azione delle correnti olellriche sui vari tessuti sia nenei come muscolari , onde scever are le contrazioni idiopatiche dalle simpatiche nei cordoni nervosi, e nella ricerca delle quali il dolor e gli spasimi degli animali sottoposti allo sperimento potevano distmbai·e mol lo i risullamen ti. Fioo dal 1859 aveva Egli gia distinto i narcotici più


150 capaci di destar il sopore scevro ùa stato convulsivo qual i appunto gli alcoolici e gli e teri, dai narcotici più C(lpaci di provocar il sopore convulsivo, come l'oppio e la mor· fina, d'onde nasceva poi la loro mutua azione antagon istica da poco tempo pure riconosciuta: ed in quell'oc <fasione avverti va egli altresì com'al pari delle sca riche ele!triéhe la ca{fona' fosse opportuna a sciogliere le affezioni comatose. Considero quindi col Patolo·go Modenese quall.ro stadi ben dis~inli nell'eterizzazione, succedentisi progressil·amén le , l'allenta osservazione dei quali forma pel Medico la bussola sperimentale in questi leulaliv i. 1. 0 Stadio : Azione eccitante tìifTusi,•a che dall'apparato sensorio si diffonde con immèdiato esilaramento sensoriomotore oltremodo fugace sui sensi perce llivi e sui volitivi, onde si !1anno percezioni gradevol i, lequa.cità ed irrequieta i la rità . 2. 0 St adio: Azione parimènte eccitante diffusiva, ma più insisten te e durevole sul circolo sanguigno e sulle relative f11nzionì involontario. 5.0 Stadio : E[ficac ia anodina cd antispasmodica con l'l!llìissione di <l'olòre e spasmi specialmen te riferibili agli organi sensori percelliyj cd ai mu sco li volontari. 4 .0 Stadio : Na rcotisrno soporoso con sospensione dell'accennalo esercizio sensorio o motore volontario pro· seguendo l'esercizio d'ogni ultra. funzione animale ed organica, onde si sospende ogni atl9 obbiellivo di percezione esterna e si sospendono allresì le relative coordinate volizioni ed azion i volontarie. Wera necessario attenermi a qnesla ripartizione di fe. nomcni onde cercare, siccome m'era p·roposto, di riparare ad uno ad ono ai vari inconvenienti che poteva no occorr ere ne: di fferenti stad i. l'\el primo stadio d'esaltamento trasmesso dall'apparato respiratorio ai centri nervosi e principalmenle a.i lobi cerebrali , giusta gli speri menti di F lourens, suol accadere genera imeute un molesto prurito ed anche una aonsaziono di fuoco al la lari nge 'c<l alla trachea, paragonabile all' ingest ione d'un bicch iere d'acquavite fo rte, la quaki è ac· c0mpagoata in qua lche caso da t.osse che incomoda grandcmcnto cd obbliga a ~ospendere 'l'asp irazione, essendo questa una sensazione inso1)pOl'labile per rnolt(1 persone, massimamente .di tempra gracile assa i irrit abi le : ad evitare quest\ncon venienle rieséii sempre coll'amministrare un'atmosfera gradatamente più satura di vapori eterei, in modo da ahi!uare progressivamente ed in modo insensibile la persona a respirare la miscela più adatlala d'aria atmosferica ~) di vapori eterei . Hirnarcai pure come }a tosso, altro fenomeno gravissimo cl i questo primo stadio , provenga in qualche .caso dalla <Jlla lità dell'etere il quale o conleilga alcoohi .od acido solforoso, soslanze che vivamente irritan il lessuto polrnona le , oppure sia dipen'clente dalla natura- della miscela la qnale contiene l'Etere non abbastanza sciolto e misto all'aria sia per il tempo tro ppo breve nel quale l'aria ed i vapori si trovaron a mutuo contallo prima d'arrivare alle cellule polmonali e per il frammischiamento troppo l11rnulluoso e precipitalo , in modo che i va pori si trovano a contatto troppo limilalo col recipiente itrnosforico onde distribuirsi equabilrnente nella capacità, qnanlunque sia questa mollo più grande che non abbisogni per la perfeua s"alurazione dei vapori, sia per la quantità eccedente à i vapori nella proporzione del quantum di veicolo. In tulli

i casi trovasi l'etere sospeso in forma vescicolare nell'al mosfera inspirabile e quindi si porla ·a contatto dello vie aeree in sostanza , per cui senso di tosse, lagrirnazione, tinnito d'orecchi e cefalea intensissima. A questo inconveniente rimediava compiutamente coll'amm\nislrar i vapori in modo che la miscela fosse semprn perfellamente sciolta e saturala di vapori) escludendo il· pericolo di va pori vescicolari in sospensione. Cerlamcnte con questo ripiego non s'arriverebbe a togliere la tosse e gli allri accidenti qui notali tH;lle persone già per se tossicolose ed affelle da bronchite o da vive irritazioni dell'apparec chio respiratorio; posso però accertare che quest' inconveniente è meno fr'eq11ente di quanto si crede, giacché avend.o tentala l'inspirazione fin al perrello narcolismo in persone affelle o da _irritazione delle lonsil10 , del palato molle o della laringe, o da vellicamento alla trachea, non vidi mai insorgere la tosse : una persona anzi nel la q11ale lo stndio del can_lo avea rjgonfie alquanto le tonsille ed iniettato moderatamente il velo pendulo e le parti adiacenti, del che si lagnava, volen<fo pure sofloporsi all'ispirazione , non provò nè tosse, nè altra molestia e neppure incremen to cli rossezza nella mucosa e- nel giorno dopo m'annunciava com' il suo male ùi gol.a, il quale durava già ila vari giorni prima della eterizzazione, fosse svanilo. .L'ispirazione dei vap.ori eterni non produce irritazione .nella mucosa broncotracheale foorchè. dopo un grandissimo nnmero d' ele.rizzazioni. Molli di questi fenomeni hanno pure lnogo nel caso in cui !'eleni sia prègno di molt'acqua o con eccedenza d'acido , giaccM rieshe allora inetto a prodnr il sopore, come già avvèrtiva il Jakso n nella sua lellera dei 10 di novt1m bre 1846, dirella all'Accademia delle Scienze di Parigi : Si l'étherest {aible, il ne produira pas l'effet qai lui est propre, le maludc sera seitlement em'.çré et JJrouvera ensuitc un mal dc téte sourd; on ne doit 7)((r consequenct {aire usage que de i' ither le plus fortementrettifié. Quind i sarei di avviso di non tentare mai l'in<1lazione cieli' etere sen 1,a ave.re prima bene verificala la· sua qual ità. L'om01issio11e di questa precauzione può easei·e causà di molt' incid enti spiacevoli. Se l'etere 11011 è a\J\Jast.anza puro, l'eterizzato non oltrepassa mai il 2• sto.dio del la narcosi e quindi, oltre al conservar intatta la sllnsibilità , si lrova c11e quo. sta ~ ~nche molto esaltala: egualmente la volizione e IJ conoscenza dell'io son alterate, ma non attutilo, per cui sarebbe ardita un'operazione su d'un ammalalo in questo stato a cni tieue dietr.o una forte ce!'alea inevitabile la quale può eziandio con ,erti rsi in vera congeslio ne. Anche sn questo soggetto il Jakson e,poncva saggiamente nel Boston Daily Advertiser come la presenza ct'tlna por· zione considerevole d'alcoo le nell'etere' sia cagione d'una vera ebrezza seguila eia cefalalgia e da prostrazione clellr. forze nervose. Nulla dirò delle diverse miscele d'etere coll'olio, col . l'alcoole o coll'acqua propostn dal Doyere come sostan-io atle a svolger i vapo ri eterei in nna proporzione più mocJ·erala e quindi a formar una miscela dove l'ossigoi;e entri in sufficiente porzione per soslenere l'ematosi polmouale, giacchè le sperienze mie e di tanti miei dotti Colleghi mi convinsero, come già feci notare, che, acciò la narcosi sia perfolla, è necessii rio .che l'eter e sia asso· l11tarnenle rettificato. Il secondo stadio si manifesta per un'azione più -distinta e dureYole sui moli volitivi ed anche su alcuni involon-


131 larii : secondo il Fl.ourens l'azione anodina dell'etere proredirebbe qui dai lobi cerebrali al .cer vi~lello, non avendo :erò l'animale perduto ancora l' eq'.1i librio ~e_i m·ov imenli: Qualora in questo stadio il polso s1 ar:cden 1ndebolendo~1 oppure diventi lento e mulo, è- ciò dipe~denl.e ,dal~a di· minuila vitalità del sangue per la proporzione d ossigeno nel mezzo che ~'inspira, la quale non è sufficiente a de· carbonizzar il sangue venoso per renderlo arterioso: fe. oomeni questi che succedouo quando, nell'amministraziòne dell'etere, noo s.ia questo bastan temente mislo ad aria respirabile. P-erò cotesti cangiamenti essendo fugar.i come l'azione dei vapori eterei, uon lasciano dietr'o di sè alcuòa traccia d'allerazioui congeslive o llogis!iche· nei tessoli ma, se prolungale, possono divenire causa dei più funesti acciden ti. ln questo stadio comincian ad apparir i primi prodromi dell'asfissia, quando l'inspirazione non è ordinala in modò da toglier iulierameole il perico!o tlèlla sincope. Nes~uno 'Vorrà oggigiorno negare che .l'asfissia è Ja compagna pressoehè inseparabile dell'ebbrezza eterea, òtterl11ta massimam~nte con metodi e con apparecchi nei quali od è assolutamente impedito il ripristinamento del! 'aria. atmosferica coi vapori d'etere o s'effe ttua. questo in modo limitato td imperfello non valutabile. Se non che all'inlorpidirnooto etereo non è pe'i' nulla necessario l'iotervenlo dell'.asfissìa quantunque questa acceleri (\ltremodo ìl sopore. Quesla circostanza fu la caus·a principa le della voga che presorò tulli gli apparecchi semplici a respiro compiuto nello stesso recipien l~, 1:01 quale mezzo, oltre alla maggiore pront1~zza degli effeLti, s'aveva la facil ità del maneggio ed il minore consumo di rimedio persuadendo così che, le persone narcotizzale in quel modo avend'inlrodollo Ol:lil'organismo minore quantità d'nn modi- · ficatore d'azione assai energica e pronta, dovesser essere meno procHvi degli altri alle tristi conseguenze possibi li oell' elerizza1.iooe ; c:.ia facevasi inlanl; poc'o calcolo della mahcan.za assoluta d'ossigeno nella miscela, per c:ui n'elle persone che offron appena qualche resistenza alla pronta narcosi i sintomi d'asfissla riescon m_ollo appa· riscenli anche ai soli spellalori e 1100 cessan interamente quantunque sia cessata l'ebrezza clci·ea. Chi mai vedendo persone narcotizzale coi vapor, d'etère inspirati dalla vescica non s'accorse che·sopra qnallro eterizzati tre almeno presentavan occhi accl•si e sp9rgen li , cute della faccia rossa ed anche liv ida con marezzi cianotici, r.ospiro anelante, af(annoso con polso molto celer'e. da prinr.ipio cd abbassalo e mulo verso il compimento" della narcosi, e che anche le persone le qnali mr.glio risenliron e più ptonlamenle l'azione d~ll'e lero, offrivansi, noi momento in cui si levava !''apparecchio,· ol tremodo accese o liviùe con il respiro affannoso couie di chi abbia fallo un grande e prolungato sforzo muscola reP Cerl_amente la vi,,La d' una persona narcot iuata in simile modo rnduce ribre1.zo ai più, anzichè desiderio di pro· .IV(li\O · d ,; Il' C le1e. . ,ùO u 1li· poi. non l'ICSC fittare dei \'antaog o 1 al sopore anche ripelend'o l'o1rnra1.ione e prolun°audola Jl: r cinque, sei e fin ad otto minuti, C(Jm'l~bbi oc: asione d osserva r in molti sper ime11li teutali sul sano nd .'0-'rande Sp edaI e d'J 1ù "' 1'Jano in · compagnia · · di moltissimi onorevo li Colle-ghi. Ma~ i sintomi dell'asfissia sooo confusi con quelli della narcosi elm'ea e quindi nessuna meraviglia se si credette di 11011 farne- caso supponendo che l'inSf>irazione nella vescica per poco lemµo fosse assolu1an1ente esento da simile iuconvenienle, Gli effelli dell'asfissia non si

verificano foo ì"chò uei cast 111 cui l'inalazione fu prolungala per qnalc:l1c tempo, come pur troppo accade anche colla vescica oppure per una parlico!are condizione dei ceolri nervosi che rende la persona molto pili impressionabile per l'àlterata crasi sanguigna. Prima di lnlto dirò che la quantità dell'-etere inspiralo non è, almeno oel maggiore numero dei casi, urra causa di timore, giacchè come vi son idil)sincrasie oltremodo re[ràllarie a lulti gli allri rimedii, ve ne sono pure delle refrattarie :Jll'etere, ed a chi praticò molle etcrizza,.ioni, non fu infrequente il trovare bevoni <l'etere i qu'lli polevan inspirarne anche una grandissima quantità senza provarne alterazione , puro non eccedendo in esagera te ed incn:dibili uarrazioni, come sarebbe quella del Vicqd' Azir il quale riferisce che il Chimico Ilucqnd prenchiva fin una pinta d'etere al giorno per calmar i dolori. Ho nelle mie sperienze vorificalo varii casi nei quali furono consumale due, tre e fino quall1·'011cie, peso at1stria·co, d'el<•re preparalo di récente e riconosciuto tlel peso specifico di O 7 45: vero è che nelrultimo caso l'inspirazione fu per imprevedut e circostanze so1i"pesa varie volte e che ncn fu spinta al compiuto narcolismo fuorcl_1è dietro la nessuna comparsa di sintomi conlrindicanli e l'i mperioso desiderio del so~gello il quale voleva togliersi al tlo!oro per l'estirpazioue d'un dedle per la curiosità di provare il sopore etereo del quale aveva inteso vantare le meraviglie. Molti falli di questo genere so110 consegnali alle Stampe e parlano francam ente del poco danno av ven_ulo per la quantità d'etere inspiralo , qua-ndo lo fu in modo da sollrar il meno possibile l'organismo alle leggi naturali net ;'esercizio delle sue funzion i. Contùiii,a.

e

STORrn DI CASI lU~IA.RCHilVOU. 48

TUMORE CEREBRALE ·(Storia del Medico di Battaglione Dott.

CA!'iTON1 ).

Giovanui Garav .... soldato nei Corpo ètii Veternu i ed In validi, d'anni 28, di temperamento sanguigno, di costituzione alletlca,· enlrrì nel lo Spedale Di visionario d'.i sli ai 25 di giugno 1850, affetto da amaurosi compiiMa ad ambo gli occhi in seguito ad insulto ,apopleticti. Ta le iu la diagnosi· che ne fec e il Medico che in quel giorno ne imtrn r, rese la cura; l'ammalato in fa tto preslintava, oltre alla cecità, la~rrn rali!i compi11 ta del braccio ,,iuistro , Per alcuni mesi furo110 usati mol:i dei lll<~Ui precl1nizzati por vincere l'amauiosì, ma inutil1neole; fu quindi creduto migliore consiglio dich illrare la malallia incurabile ed abbanJonurc l'amma!alo alle sole forze della nalurn, tcmeodo che coli'u!leriore uso di rirnedii non s'avesse per avvl•ntura a privare l'amma lalo di quei residui cli energia vi tale che "possono conservare la \'ita compat ibflrnen te con u11 \ ;l1crazio;,e <ltd cc:ilro n~rvoso che fu sospettala fino dal s1.n primo i11gre;;50 ,,e!lo Spedalo e di cui s'el.Jbe 1,iù lardi ccrll'ua pei ;;uccessivi fenomeni, q11a11tunque non fosse dalo poterne stabi lire la natura o la sede, In breve tempo l'ammalato, r:rnesso al vitLn, ri,:uperò le forze rlepan;icralo dallo tentale cure ,,, gli organi del la digestione compiendo regolarmente !e loro funzioni , 1Jolé


Il cervello e· la metà superiore della scatola ossea del rimelLersi in plausibile sfato cl i sanità , pèr quanto pote· cranio si conservàno netlct Sala del Consiglio t5uperiore vano permeL!erlo le di lui affozioni. lJfiataro di Sanùà, quali pezzi patologid rari cd ùtrut . Se non che , r i!rovaod'egli di qnand'in quando mezzi tivi. clandestini di soddisfare la propria iugordigia, cadeva dopo un soverch io alimento in uno sta lo di profondissima letargia, i poi.si si rendevano lenli ed appena per48 cellibìli e le estremi tà fredde, così che non v'era mezzo PERNICIOSA CARDH LGICA fisico o meccanico capace di riscuot~r in lui alti d'intel($toria inviata da Caglfori dal Medico Reggimentale ligenza. Al vederlo in questo staio si sarebbe dello uo .Dott. Lu). · uomo giunto a.ll'ultimo istante dt>Jla sua vita. Dopo due o tre giorni passali in questo stato di letar· Mentre m'irnpegnp dar in breve un raguaglio sulle gia e senza l'uso d' alcun soccorso del l'arte salutare, r i· febbri intermittenti che qu i regnano e che uascondendo prnndcva, a guisa d'uomo che si risvegliasse dal sonno il il loro carallere sollo mille svariate form e 1msson iudurre più tranquillo, l'uso delle facoltà intellettuali o motrici, in errore perfin i Pratici più esperti, mi limiterò oggi ritornava allo stato primiÌivo o prima <l i lul!o chiedeva a narrar un caso che non può essere privo d'interesse. il suo solito alimen to. In qnesto misero stato ricadde li Bersagliere Dalmasso, nel ven tiquallresirno anno <.li ogli tante volle nella sua lunga dimora nello Spedale, sua età, di ~Omfleram eoto bilioso in' grado eminente, di che dopo i primi insulti poco più si badava al sno stato, robu,stissima coslituz ione, era trasportalo all'Ospedale conoscendo ia maniera naturale con cui si risolvevano. nella sera degli olto di lugf;o come febbricitante. Nel giorno 10 di luglio 1851 però, dopo un grave diNella visita della maltina successiva · 10 ritrovai apire. sord ine dietetico, fu assa lito da un insulto ,molto più lico. DaJl'instituito esame mi parve che la causa del.la imponente degli altri. Di folli il Medico curante Dolt. passala febbre potesse provenire da disordini di.elel.ici e Mariani, assistilo dal consigl io rld Med ico Divisionale, consegue.nti imbaraz'zi gastrici rivelati soprallulto dalla stimò nccessàrio aiutare gli sf'orzi clella natura usando lingua r icoperta da uno strato feccioso biancastro. Risoccorsi terapeutici deprirncoti (mignat1e alle tempia cd tenni quindi che nel giorno preceden te fosse stato tocco <l'ellìmera da causa gastrica e, avuto riguardo alJ'equialle apofisi mastoidee; cti&teri purgativi; mistura pure li brio di tutte le a ltre fuuz ion i , mi sembrò non aver a pur9afrV<i di cu.i l'ammalald iuy!tioll'i. alcune cucchiaiale; soddisfare che ad una sola indicazione: prescri$Si quindi revcllenti alle piante). · la pozione pnrgaute della Farmacopea Mi litare. In seA malgrado però della continuazione per alcuni giorni guilo ai ()rocurali esiti alvini rinvenni nel la visita della d i questi e d'allrellali rimedii , l'ammalalo cessò di visera l'ammalato allegerilo da ogni morbosa sensazione e vere ai 18 dello stesso mese. coll'idea d'assicuraro l'ollenu lo migl,ioramento gli preNecroscopia. Segando circolannenle il cranio si vide, scrissi una limonata far tari,;zata e slibiàla. nel momen to di toglier il segmento periferico superiore Ben altrimente però da quello che m'aspettava lo rindel mNlei jmo , )a dura madre tenacemente aderente alla venni nella mallina dei 10. L'ammalalo mandava comlamina vitrea in corrisptindenza della parte media cd passi'onevoli gridi, gemiti lamentosi mentre si divincolava anteriore del!'vsso parietale destro. Vinta la resistenza nel letlo come ~e fosso stato colpito da i dolori del Cholera deli'aderenza, si riscontrò nell'osso una prominenza mam· nella regione precisamente del cardia; i pols i erano picmellare situata fra il solco dell'arteria meningea media coli e contratli; il ca lore della pelle al disollo del oa in modo innaturale profondo , e l'estremità a·nteriore del margine inferiore del parietale. Qm\st' eminenza del l'al- ' turale; la faccia scomposta. Questi fenomeni eran accompagnati dalla comparsa d'un'eruzione cutanea che tezza di due cenlimctri, s'a-llargav.a colla sua base fio ad simulava la più vistosa orticaria. Assistevami a .quella occupar una parte ùell'a\ligno osso frontal e ed era covisita il ìVfodir.o Oivisionale e fum~o unanimi nel giudi· sli\uita claila sola lamina vitrea. care la rrfalallia per una perniciosa carclialgica. Sulla supedìcie interna poi dell'os'so parietalH sinistro Essendo però urgente di sollevare l'ammalato dagli cd in parte pure dell'osso fronta le corrisponrlenlc, notaatroci dolori che soffriva, gli fu prescrilla una libbra e vansi qua e lii dissemina li non poch i ·noccioli ossei che mezza d'emulsione con dieci gocce di laudano li c1uido ed rendevano scabhrose le snperficie di questi ossi. uo clistere d'in fus ion e di camomilla con uuo scrupolo Esaminando la superficie S1Jpe1'iore ùel cervello scordello slesso laudano. A ve,•a appena finita la visHa degli oeyasi un tumore di natura cancerosa , situalo ne.Ila D . > altri ammalati della Sezione qnando nel Dalmasso ai parte media dcll' emisfPro destro, del volume d no pugno grav i dolori era già succ;ed11ta la calma più dcsi(lerabile, ci rea, di rorm a irregolarmente con ica, colla base. in basso J'ernzione cutanea quasi affa tto scomparsa. Si svolse fral· e coll 'apice smussato in alto, il quale presentava un'inlanlo il parossismo ù'una gagliarda febbre, accompagnata fossa tura cor rispondenle a li' eminenza ossea sopra de.seri Ila. Osscr~·ando la supcrlìcie inferiore ùel cervello nolavasi da stato comatoso che pcrsislò nella sera, per cui si passò il ll'appl icazione di due vescicatorii alle cosci0. La f1.: bbre dic .i neni oìfa torii eran ipertrofici, i nervi ollici atro durò fin alla mattina del giorno appresso e poi svanì con fici e le membrane che ricoprivano questi ultim i inprofuso e generale sudore che non più lasciò dubbio sulla ~pi>ssite cd ,rdcrenti per modo alla sostanza nervea che specificità del morbo. sembravano due cordoni fibrosi. Onùe prevenir un'al[r'accesso che probabilmente avrebbe Nei ventricoli del cervello e nello speco vertebrale si troncali i giorni del.l'ammalalo, fu prontamen te amminirinvenmiti un'al,bondant e qnanlità di siero limpido . stralo il cilralo cÌi ch inìna in ollo pillole di due grani La sostanza grigia di tuilll l'organo era mollo rarnmoìlila ed in quella vr.ce la sostanza midollare notavasi ciasclwJuua, da ~renderne una per ora, colla giuAta dt'l la limonata vegetale per bevanda. d'una durezza inoaturale.


!33 La matlioa doi dodici trascorreva senza c~e nell'ammalalo apparisse alcun segno di . nuovo accesso . Siccome però l!addomine era rullo ~lquant_o dol~ole per_ oO'etto deoli spasmi sofferti nel giorno mnanz,, credei oppor tu;o un Jeggiero purgante oleoso che recò gran sollievo all'ammalalo. Passò tranquillo il giorno lredici in cui si temeva un nuovo accesso, contro del quo.le ho però premunito l'ammalato con oltri olio grani di cilralo di chinina, altrei-ì colla giunta rlella limonata vogclale par bevanda. Da quel giorno fio al venlo~imoquarto in rui il Da lmasso si trallenno nello Speda le, ru solloposto ad un'adalla regola di villo cò all'uso quotidiano d'1111a deco1.iooo amara. $0

C.\ SO DI BLENNORRAGIA. PRBC!lOU'rO DA UNA RELAZ IONI! CUN IC.l D ULL.l 51!7.IONIS nEt Vl',NKlll!l

(!tl emoria letta dal Doli. F1ssonE i,l m11, Confere11za d' .4lessa11dr1a).

Le rnalallio sìftliLiche ch'io ebbi a curar io gueslo trime$ lre furooo l>\eonorragìe, bubboni inguinali, ulcero, condilomi, dolori osteocopi, orchilidi ùipendeoli da diD'11· siono di flogosi uretrale con 11opprcssìcme dello scolo blennor'r agico. Non mi farò a descrivere qnesle varie cure, ma dirò sollaolo dt1I rn c:todo in gonerale usato in ognuna delle suddelle affezioni ed in appresso darò la descrizione d'un caso di blcnnorragia che per le varie sue fasi credo meriti particolare menzione. Procedendo con ordine dirò che la cura da me usala coolro la blennorra gia è quella geoeralmcnlo messa io pratica io tutti gli Spedali Militari. Sic1:omc per l'ordinario gH ammalolì sì presentano &oltanlo dopo cho già s'è dichiarato a.bhornlante la scolo pur11le11Lo e raramonto nell'esordire del rn~le , cosi non m'occorse di dovere metter in -pratica il metodo abortivo preconizzalo da Riconl , ma bensi di combattere lo stato flogistico con evacuazioni sanguigne più o meno ripotulo secondo l'intensiià e dural a dal lo stalo aculo, colle sanguisughe al perineo, con Liagni freddi locali onde impedir o diminuire le erezioni e cou bibite rìnfrescativo mucilaginosc. Vinto cosi lo sta lo acuto flogistico somministrava ali' ammalai() un oncia di cremorn ùt larlaf(), due drammu ùi sale nitro ed nno scrupolo di di~ita\e ridotta in polv1m:, il tulio diviso in dodici parli da prenderne lre al giorno, 0- cosi si continua va per ollo o dieci giorni, praticando però noi tet)'lpO stesso ini~zioni urelralì çon una solm.iono di decollo ùi foglie 1di malva : terminava poi la cura con iniezioni di solfato di soda o di potassa alla dose di sedici grani in otl'oncie d'acqua. lo qualche caso, cessato l'uso dd le suddette polveri , prescriveva qualche close di balsamo copaihe e di pepe cubeO:,, ma, a di re vero, que· sli ulLimi rimedii non mi soddisfocero "l'an che sia per o grI sconcerli che prndncevano nelle vie gastriche, sia per la loro incostante azione. Cou tale melodr> rli cura gli ammalali nel Lerni iue di 20 a 50 giorni uscivano guariti e noo ebbi•casi cli recidiva. Dovetti anch'usar io qualtro o cinque casi io cui lo scolo si rendeva per1inace , iniezioni d'una soluziono cii nitrato d'argùnlo nell'acqua distillala. In due casi nel decorso della blennorragia l'infiamma-

ziono s'è diffusa alla vescica dando Jaogo ad on catarro voscicale che fu guarito in entrambi colla decozione del fellaudrio acquatico o dcll'ttPa ursi. Quallro orchitidi prodollo da diffusione della flogosi dell'uretra e dal soppresso scolo oel secondo stadio della blennorragia furono curati con successo mediante il metodo antiOogislico generale o locale ( cataplasmi moltitivi, àiefo , bibite iiitmte). Trascorso quiudì lo stato d'acutezza mi venne fallo di scioglier ogni superstite durezza coll'applica1.iono dei fiori polverizzati ùi sambuco. Nell'assumer il servizio <loll a Sezione ebbi a cura re ammalati affcllì da bubboo i inguinali passati già allo stato d'induramcoto e secondarii d'ulcera già cicatrizzato , e questi bubboni svanirono Lulti nello spazio di venti gio rni col mctoclo dì l\falapert. In tre di questi ammalati oon slati prima curali coi mercuria li ho nggiunta la cura esterna all'interna e questa cura combinala la vidi pol'e ulile in altri casi di bubooi incipienti; o quando qualche roslnccio d'ingorgo ghiandolaro avanzava n questa cura ora esso sciol\o colle rrizioni di pomata d' idriodato di potassa coll'estrallo di cicuta.. Nei casi di bubboni sup· purali e stati aperti ed in quelli in cui la ferita prcseo· lavasi lurida co'margìni rovesciati vidi mettere berne l'applicazione di lìlaccica imbevute i11 una soluzione di sublimalo corrosivo satura a seguo da destare quel grado ·di vitalità necessario alla riparazione. Sullo ulcere e oci condilomì o dolori sifilitici dipendenti da luo sifilì Lica conformata m'a ttenn i alla cura mer · curialo per mezzo delle frizioni. ln alcun i casi a qnesle refrallarii, impiegai il sublimato corrosivo. Nello ulcere primitive viJi bastare le pil Iole. di calomelano d' uo grano ciascheduna e pre.se in num ero cli due o tre al giorno cui decotto di salsapariglia, medicando la località coll'unguento mercuriale o con fìlaccica imbevute noi liquore di Vanswieten. Trl.l ammalati affolli da dolori osteocopi e già stati più volte curati coi mercuriali furono guariti col ioduro di potassa a.Ila doso di qnatlro grnni in tre oncie d'acqua, aumc11lando giornalmente due grani. sin a venticinque o 50 ()Or giorn0. Il caso di blennonagia <li cui feci porola come quello che merita particolare menzione, è il seguente. Un soldato del G° Fanteria, surrogante, di corporatura gracile, di tcniporamenlo nervoso-sanguigno, entraYa nella Sez ione ptir c3sere cur,llo di ùlr.1rnorragia nel mese i.li marzo 1851 o presentava i seguenti s intomi: caloro generale aumentato; febbre ; sete ; dolor di capo; dolori lancinanti all'inguine lungo il funicolo spermatico ; bruciore nell'emeltoro l'or im1 ; meato orinario russo ; ere · zionì spasmoJiclw ùoloro~issimo; scolo p~rulenlo verdaslt·o ( tre salrtssi dal braccio , w,' ubbo11dan.te opera· ;;ione cli mignallc nl perineo, bagni freddi sulla i:erga, bibite rinfrescalivc mucilaginose, dieta a$SOluta). In pochi giorn i con questa curll cessa rono pressoché compiuta· monte li sintomi flogistici e sembrava che in lire.ve lcmpo dovesse l'ammalato essere guarito, allorche senza causa manifesta ritornò la fehbro e l'em issione dell'orina si rese rrequen l(), poi stc11tala o po i imposti ibi le. fu tosto ripresa la cnra anliOogistica , ma , a malgrado di ciò , si dovolle praticar il catoteri•mo con un calr.lere clastico di mediocre diametro , il qualo penetrò io vescica non senza qualche dillìcoltà, ma 11011 fu tol leralo fu orchò per pochi istanti : nella sera si ripetè l'operazione e nel sus-


i34 sf\guenle giorno cominciò l'orina a stillare : laonde si gindicò sospender il catelerisn10. La di LTìco llà al calc lo· rismo era nell a rogione prosta tica. Lagnavasi l'amma lato di dolori lancinanti nella regione della vescica cd e3 · sendo l'orina sanguinolenta r.0 11 odo re ammoniacale, giudicai lrallarsi d'una vera uròlMcisl ite (sala. si, sein ic,upi , cata1Jta1mi emollienti al ua.iso ventre, clisteri emollienti, bibite subacide). Noi breve periodo d'Olio gio rni co:tsaro no lulli li si11torni di flogosi acuta e l'orina comparve t,orbida come lisciva , non pii', sangui oohmla , nia con fiocchi rnarciosi I con catarro di vescica e co n frequcnlo necessità d'o rinare (rÌ1 att ina e sera 1mci tazza dt deco~fonc di semi di fellandrio acq11alico , addolcila col sciroppo di gomma, più-tardi t'in(usio11c d'ttva ursi ), Con questi sussidii nel termine di veuticinque giorni cir<:a , l't,missione dell'ori na era libera e senza dolore , la vescica risauata , o non altro rimaneva fuo1·chè 1111 leggiero scolo sieroso rh,1l'uretra che non c~rcai di reprimere sul timore della riprodnzione d'altri fe nomeni . Trascorsi più giorni in islato r.oòclisraccn te e v1c1no alla lotale guarigione l'ammalatosi procurò, per mezzo di un suo compagno, vino e salame e, cosi disorùinando, in vece d'oscire d3 ll'Ospedalo, ricaJde umi seconda volta con lutti li sintomi d'in1e11sa orchi tide destra dilTusa al corrispondente funi colo spermatico. Si riprese il o,etodo antiflogistico gtinerale e localt1 o nel dc•corso d'un mese usciva perfellamen to guarito da ll'Ospeda le.

51 EMATH1E:;t Slì\TOMATlCA (Slot·ia del Medico Reggimentale ·n ott. CllOSA lcwi in 1111a Con{erc11za di Torillo). Quanlunql10 il caso di cui sono pc1r tcssen i la Storia non sia nuovo nella Scienza, è esso pero cosi infrequen te che credo possa meritare l'attenzione dei miei Coli egli i , mentro mi prescula \' opportunità di soddisfar ad uno dei miei obblighi cioè quello d'iotrattèncrvi i11 quc~la t: unforcAZa cou l'esposiziono d' uno <l<1i casi pi ù ri marchevoli occorsi nella St•zio1w J\Iedica al:e mit3 cure affi. data. Paolo Porro, Sergente 11cll' 8° Rr~g. Fant., di 25 anni, nato da pareoli sani, per q11am'rgli alforma , rbbo un fratello che al pari di lui suffcrse 11 ella prima infanzia tutti quei fenomeni rnorho~i che si mani restano nella discrasia scrofolosa con predominio di subinfiammazione alle viscere addominaìi. Più tardi 11cllo svolgersi della pubertà, ru collo da fe bbri intermiueuti associate a nuov i sconcerti gaslro-t:11 lcrici, gi.i da qualche tempo i11 lui si· lenÌiosi . Entralo nel llilitaro S1::n izio nel 1846 , 1100 ebbe più a soITrir alcuna malattia lin al gic,rno della ballaglia di Gu ito, ne1_1a ri uole fu c<llpilo da pa lla ncs111 ica alla gamba <l~slra con grave c,, nt11sionc e.lei pcno~lio di am bi gli ossi. La mal.illiu che succede allu ferita fu ben presto complicata a febbre periodica con ,tipo di terzana, dalla quale molto stentò a liberarsi anclw dopo guarilo dalla ferita. Nella siate del 1840, meulro trova va$Ì al Campo <li istruzione a S. Ma urizio, fu prn,o da geugivilc nl1:crosa e oel dicembre del I850 ritùrnundo da3l i cscrei1.i del la ginnastica, foss e in seguilo a cvmoiio11e risentila in un l!allo, fosse per nuo sforzo fallo o fosse per essere troppo

stretto alra ci otura , provò VIVI dolori a ll'addomine che fu ro no bene presto seguiti da vomiti abbondanti di sangue. L't•ma l1Hn11si fu parò breve ti da esso lui trascura la. Chies e e,I otltinne 11 0 congcùo per rnca rai r er olcuui nlt\~i in Venti111i1E.lia suo paese nali\'O co11 la lusinga di ri sluiJilirs i in sanità. Ma , ossia per l'i11sllfficienrn o non adatlula cura proti,:ata nella casa paterna , ossia per la conSt!guenza <l'un lu11go viaggio e d,sagioso, fallo è che, reslituito~i al proprio Reggimento ai :2 ti' aprile, do vè tosti) {!lltrare nelln Sperlalo, dove gli fo des1inalo un lctlo 11ella Seziono Medica da 11w dirotia. Nella prima malliua che visita i l'ammalal(l in compagnia dè! Collega Doli. Longhi, riscontrai nel niedosimo l'al,ito linfatico; la cosli tmiouo ;~racile; i polsi duri, strol li, prol'o 11<li ; la pel le calda, arida; dolore gravativo al capo co11 esaltala sensibilità ull'osloruo , per modo c he non (loleva tollerar il più leggiero loccamcnto; la li ngua ros)iccia , ma umida; Jolore ottuso e profo ndo al foga lo; doloro vi vissi mo all"epigastro; vomito di sangue nerastro , piuttosto alJ bondant,·, fe tente, 11 0 11 mi~to aù alcuna male · ria; ing.:sl a. l\"on si risconlrò a!cno' altra lesione nelle rin1unenli parti o runziooi, sall'O che un dolore noi cen· lro della regione dor;;ale,. cho l'ammala to perccpivu ogni volta che piegava la regione dorsale e quando si p reme va con la mano esploratrice.. Insieme col citalo Coltcg~ si passaron a rassegna tulle le malattie cho potevano presentare fenomeni analoghi a quelli che offriva il noslr'amma lato e per via d' oli minazione fummo i11dolli a conchiudero che trattavasi di emonnesi sintomatica d' un'esulcerazione· dello stomaco nellil sua parie centrale, spioga11 <lo il dolore della spina dorsale come fe11orneno cli morbosa simpatia clell'affeziooe dd plesso solare. Essrndo manifesti i sintomi di flogosi acutizzata, ho comba ttuta l'infiammazione con parecch i sala3si genel'ali, co lle mig11a lle ai vasi e inorroiLl1di, con hcva11ùe snbacido, col ghiaccio e con la dielu rigorosa. Pt,rò tla quo.sto metodo di cura non altro ol!cnni fuord1 è un poco t.li calma della febbre, persistendo· sempre il dolora vivissimo all'opigaslro ed il vomi to Silnguigno . Nel decorso d'un mesti misi in uso quanto può sllg· gcriro la no:;tr'arte affine d'allulire l'ecces.si va sensibilità dello stomaco, ma in11tilme11te. Tropp<.1 lungo sarebbe <lcscrivl:!rvi cirt:011:;111112.iaLaniente i va rii ru l'lorli te ntati : vi basli quindi sapero elio r iusciron infrulluosi li prcpa· r.iti d'oppio usati sia esterna mente, sin in ternamente; ì'acidn prussico medicinale; i prrpa rali di segale cornuta ; i più raccornandali astringcnl i , ecc. , e dol'elli fin almcnlc pcrsuadorrn i che 11icnl'cra più tollorato e ad un tempo più vanlaggioso quaulo sernr lice acri ua gommosa col ghiaccio associala alla dirta rigorosa. Fu con quesla semplice cura che i dolori dello stomaco , del fegato , dolln colonna vc rlebralo l cl il vomito sao~uigno a11daro110 mano rnu no Cl!dcn<lo e che la. materia ri'iellala ct,ssò di esscro fetente, Jc11sa e colorata . Co!J qucsli mezzi lo s10: maco ùell'ammalnto potò sul fi[tli rc del secondo mese d1 cura tollerar o digt:r; re da prim a mi ucslrn leggie rissime e roi 1111 ovo collo da bere. Allorchè J'arritnalato r>olè nutri rsi con alimenti sostanziosi, ricupr rò le perdute forzo, potè passeggiaro per l'Ospedale e si ri1l11~se a tale cho, sebbene non lo ripulassi totalmente guarito, dove tti ceder ali' ardente suo desiderio e lasciarlo uscire dallo Sp ednle ai 14 di giugno.

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{35 traili una storia d3Jla guaio " , in brevi . Eccov1,· 0 CoÌleohi

si potrebbero dedur ,i segoenti ques_iti: . •· . Il vomito di sangue fetente poteva e~so con,,1derars1 qnale se,mplice effoUo d'uno sforz~ [allo nella ginr'.astica? Poteva per lo cont rario citenurs1 che quel vom1 ~0 1w11 fosse fuorché la manifestazione d'nna preesistente Il a ro f bi . . . lesione organica cagionala dalle ripetule e. m rn'.erm1tteoli O dalla cacll'essia scrofolosa P Ovvero il ,:om1lo. non altro era esso per avventur.a fuorchè la man1festaz1one d'uoa semplice esulcerazione della mucosa dello stom_aco con lesione di qualche vaso veno.so?

REIJI\ZIONE DEI11E CONli'ERENZE SCIBNTIFICHE (!lfese di giu,qno·185 I). TORINO, Nel gior no 5, dopo la lellura ed approvazione del proct'ls·so verbale dèll'antecedenfe tornata, iI Presidtrn te dichiarò aperta la discussione ~ul Regolamento per le Conferenz<l di cui il Segretarp nott. Alfurno lesse parlitamente gl'arlicoli. li Cav. Jìott. Gilli disappro,·ò l'epiteto d' Accademiche aggiuntosi nel 1° articolo al nome di Confere1ne, cliit dendo che si sosliluissero le parole Sanitario-Militari sìccome quello che , a s110 creder.e , più ragiooevolmcote spiegavano la natura e lo scopo delle Conferenze stesse. li l}ott. Alfurno rispose che la Riuniune dei Me.dici Militari non mancando d'-alcuno dei caralteri costituenti un'Accademia potevasi perciò a buon diriltÒ chiamar Accademicct. D.opo alcune riflession i dei DD . Longhi _e l\Jant.elli, si pose ,ai voli 1~ sola parola. Confet·•nza che fn adottata. Sor~e poi nn dubbio i11torno alle parole Quistioni Medico -Chirurgichè inserite nell'articolo 5°, volendo il Doll. Gilli <'he si ieggesse .Medico Chirurgico-Fannaceutich,c, da poi che li Farmacisti Militari intervenendo pur er;l ino alle Riunioni restava- evidente che si dovesser anche discnier e CJllislion i Farrnace111 iche. Appòggiandosi al!'incoutro il Dbll. Alfurno al Decreto dei 50 d'ottobre, il quale prescrh•e solameJlle l'obbl igo d'intervento alle Hionioni pei ì'dedici -Mi litari, vorrebhe che qoesle no.n fosser ohbligatoriè pei Signori Farmacisti e conseguentemente fosse;ro sempliceme11 le ritenote le parole ins.erite nel Regolam ento: sù l guaiti proposito avendo il Presidente dichiarato che avrebbe direttamente interpellalo il Consiglio Superiore Mi.lilare di Sanità, si pro Cidelle oltre ' nella discussione degli arlicoli. L'articolo 4° por..,e motivo al J)oll. Rophille di notare, esser affatto ir,utile riconcr all' Autorilù Superiore per 1a sur·rogazi{ioe del P'r esidente nel caso d'assenza del Medico Divisionale, mentre il l\ledico di Reggimento più anziano dovrebbe sempre suppl irlo di diritto e ciò ta n!o più nel cas<! d'a,,~fen~a imprevista, poichè potrebbe succedere che , per mancanza del tempo opportuno ad in ter pellare le ,\ utorità Superiori, le Riunioni s'avesser ad eilelluarn senza Presjdente di sorta . Rispose il Doll. Alforno , aver il RegolameLllo previsto e provvi~to .a questo caso col delegar il Medico più anziano ogni volla che l'Autor ità ouperiore oon disponesse allrimenle. Il Cav. Dott. Gilli non approvò la votazione segreta ammessa t1 11 llo stesso, ~rticolo , dicendo che og11i Medico-Mild;ire debb'a ver il coraggio della pròpria opinione ' e del relativo giudilio: av'cn1lo tu ttavia il Segretario Dott. Alfurno manzionatq alcune circostn nze ,dilicale eh' avrebbero potuto richiedere la votazione segreta, l'ar ticolo 4 fu

all'unanimità volato od approvato senza cangiam enlo di ~orta. Alla lellura dell'artieplo 6 il Dott. Mantel li oppose parergli troppo r istrella la facolLà di p,1rlare per sole Ire volte ·sullo stesso argooiento; non potersi in una Riunione scientifìca desumere l'esl~mpi o da quei luoghi in cui si discutono le leggi per esser assai òiversa la loro posizione: su la qua!e cosa avendo soggiunlo il Dott. Alfurno esser anche nelle dis·cussioni scientifiche necessario un freno alla libertà della parola per non deviar in quislioni sterili ed essei· altronde facol tativo ali' Assemblea conce· dere la parola _per .un -numero indeterm inato di volte, quando lo richiedesse la nalura della discossione, s.i passò oltre coll'approvazione dell'arlicolo. Approvati furono i:u,.:cessivamentc senza cliscossione gl'articoli 7 , 8, 9 , 10, 11 , J2, 15. Al l'articolo 14 ohbietl ò il Don. Testa essere bene che li l\forlici in congedo presenti alle ConftireJ\ze potessero prendere parte alle discussioni: ma rispose ii Presiden le polere nascPre l'inconveniente che il Medico in congedo presente a!le Conferenze eotrasse in questioni g,à risolte altra volta o ne movesse taluna che non potesse poi pii'1 11ostenere per cagione della sua assenza : la proposizione tullavi a, appoggiala dai DD. L,,ngbi e Po letti, fu ap.provata coll a varinione non potl'ann o ,,rendere I arte alla voiazir,11e. Approvatisi fiiialmenle gl'ultimi due ar1icoli, il Presidente, dopo avere avvertito che il Regol.ameuto 1-a-rebbe staio affisso nella sala delle Conferenze, chiuse la Seòula. Nella seduta 'dei 26, dopo la comunicaz ione fatta dal Presidente d'alcuai Ilispacci d~I Ministero di Guerra e del Consiglio Superiore Mi litare di SatÌiià, si procedette nlla nomina d'un Segretario fra li Medici di Battaglione e riuscì a pluralità di voti nomina lo il Uotl. Pecco. Lesse poi il Oolt. Bottini tHl suo scrillo intitolalo: Alcmie ri 'flessioni ·alle critiche annotazioni del Volt. 1'esta sopra u.na Storia di Sospetto Farcino Cronico. Espose in questo suo lavoro il Doli. Bollini essersi egli allennto nel traccia re la Storia rlel soo ammalato alla dcsèrizion-e ed enumerazione dei sintomi che qùesti presti ntava quando e ntrò rwl lo Spedale e tornagli perciò di meraviglia: com'il Jlott. Testa avesse presa la parola non per confotnre la sola Storia anarnneslica, ma per r·iprovàrne la sinlo · matologica. l\otò cbe, se il suo racconto non fu preciso in alcune parli, si doveva accagionarne la precipitazione con e.ui lo dovette scrivere: ammise avern scritta quella Sloria coll'idea preconcella dell'esistenza del Farcino, ma di questo errore potersi scnsare per la somma di.tlìcoltà che rngna tull.ora nell a Scienza a stabi lire la diagnosi di questo malore e per la pr~senza nell'ammalato di quei si ntomi che dalla lettura di Classici 1\ nturi aveva egli potuto ricavare come caratteristici di cosi Ialla affezione: dissr. che l'idea di specificità er a per lui corroborata dall'avere l'ammalato governato un cavallo farcinoso mentre lo sue man i erano tocche da ragadi: citò esempi narrati cla .Delafond, da Tard_ieu e da altri di morva farcinosa manifestatasi sponlan~amente: citò l'opinione d' Au!ori di somrno grido i quali pensano lo stadio d'incubazioue tlcl contagio farcinoso potersi protrarre dal quindicesimo al novantesimo giorno, mentre altri credono che nulla vi sia ancora di certo··su tale r iguardo: dimostrale in s<'guito alc1me conlradditioni del Dotl. Testa, eutrò in un minuto esame delle cause che determ inarono l'evoluzione della malattia e dei sintomi che la caralerizzaron e, dubitando col Dott. Testa della


!36 reallà d'alcun i tra questi, sostenne l'esistenza degli altri: soggiunse che , se questi ultimi si presentarou al Doti. Testa in aspetto diverso da qncllo che l'osser a lu i apparsi, provenirn ciò dal non aver 'eglìno visitato nel tempo stesso l'amm alaio. Facendosi poi a cercare la causa ellìcieu te del morbo del suo ammalato la disse un'inco gnita ,)Cr essere ptìvo cli nozion i sufficienti a bene determinarla : non amn1ise col Dott. Testa che i tumori da eui era affelto l'ammalato in discorso fossero linfatici, per essere la sede di questi bene diversa dall'osservata nei tumori di quello : cornballè poi la definizione data dal Dott. Tesla della malattia in questione sia eoll'elim inaz,ione delle cause, sia col dimostrare l'inutilità dei rimedìi posti in opera e conchiuse col dire ·ch'egl i pure credeva ad una prof,,nda les ione del sistema linfatico, ma che si rivolgeva al giudizio dei Colleghi onde fosse determinata la uatora di questa lesione, A queste 'annotazioni del OotL Bolliui rispose il Dotl. Testa che, scorge11dosi alcune asserz ioni gra loile, avrcbho presentato nella successiva tornala un suo scri llo in confut azione, Alle 5 e un 1(4 si pose fine àllu Sl'dula . - - -- --"""ln!l!ll!!lJ;lE----

PAilTE .SECONDA li, RE~OLA~IENTO DEI 30 O'O·TTOIHl E GIUDICATO DAL CORPO SANl'l'AillO·l\IILlTÀirn.

Jll,mo Signore Pre,çiderite del Consiylio Su.periore Militare di Sanità Il uuovo Ordinamento del ~ervizio Medico -Chirurgico in conformità del R. Decreto dei 50 d'ottobre 1850 ò allo a migliorare la po~izione del Corpo Sani tario e trarlo dal. discredi to in cui era universalmente negli anni addietro tenuto e, nello stesso tempo che prov vedo al de_coro del Corpo, è fcconch di risu lt(lmenli vanlaggiosi all'umanità ed alla Sc ienza. lmperciocchè I' eserci, io promiscuo del la l\Iedicina e del la Chirurgia , oltre a dimostri:lre che non fu inutile esigenza la cond izione dell a doppia Laùrca già imposta agli Uffoiali di Sani tà, è pratica lodevolissima e somma mente giovevole, siccome quella che, po11endo aiteruativame11te sollo gl i occhi del Clinico malaltie esterne od interne, gli forn isce l'occasione di studiarne ed apprezzarne le relazioni e le conuessioni 1 di sco·prirne con certezza maggiore le cause e la sede, le quali sono tante volte assai diverso da quello che appaiono a prima vista, e lo conduce in consogueuza per vie rne no· tenebrose ali' uso razionale di quei soccorsi terapeutici che soli valgon a richiamare la sanità, Nè giova addurre contro siffatta veri tà l'aotorilà dell'assioma Oraziano: Pforibus intentns rnino1· est ad si11gulct

sensus. Poichè, sebbene moftiplici 1w siano le parli, la Scienza è lui !a via una e l' apjiiic11rsi or a questo ed or a quel rarnv delle Mediche discipline non è già un disperdere

sovra oggelli diSJ)arati e disaffi ini la nostra allenzione , ma sibl.Jone un accumulare cognizion i tendenti ad un me desimo scopo . li nuovo Ordinamento dunque r iducendo ad una so la C;i.tegoria il Pt~r.so11ale Medico-Chirurgico cd affidando ad un so lo Capo la Direzione fogni Spedale Divisionario, ha spenta per sempre la fìarnma di discordia che, cta,n pc{ palam, ardeva tra i Medici ed i Chirur~hi, agevolò , semplificandolo , il ser vi1.io e giovò pan menta ai Curanti t!d ai Curali. Ilo intanto .. ,,,

!l Medico di R,gg.to in Savoia Cavalleria J)Qtt, MAl'iAYJlA,

lll.mo Signor Presidente del Consiglio Supe1'io1'e Militare di Sanità li gioò iz:o successivamente emesso ùai Med ici .Divisional i Militari intorno al Decreto dei 50 d'ottobre 1850 ben sovente m' eccitava ad esprimer alla S, V. non parole d'eneo.mio ma S<~nsi di vera gratitudine pHr la novel la via di migl ioramen to ch'E!la apriva a L11tto il Corpo Medico-Ch irurgico -;\1il it;rre ; opera dalla quale fui lrallenuto per non produrre ripetizion i e non procurarmi l'ep ilelo d'adula toru ch'oggi da taluni s'attribuisce con facililà a chi rende il giusto tributo di lodi alla veriià, Ora però che sono stato preceduto da parecchi dei miei Colleghi nell'enumerare li vantaggi c:he questo ha reca li o sarà per vie maggiormente rncar al nostro Corpo, mi limiterò ad e·sam ioarlo ·da un aspetto complessivo, il che ancora meglio s'addice dovendo parlare d'oo Ospedale Succursale dove, se non è stata prescritta e perciò prati cala quella regolarità di teorica istruzione che tanto .racco1J1anda il Decreto dei 50 d'ollo!Jro, giammui sì lasciò sfnggir alcu11 caso grave sia in Medicina, sia negl i Otlalrnici, sia Ilei Sifi litici, ecc. senza tenere consultazio11i al ktto dell 'ammalato con gli onorevoli miei Collegh i qoi di Presid io, e l'impegno di tolli nel pre.ndervi pane alliva ed i risultamenLi delle medesime chiaramente dimostravano come tutti partecipino del desiderio e del fervore d'istruirsi al santo scopo d'attendere con vantag gio alla preziosa san ità dei soldali. ' L'armonia poi del Personale Sanitario Mi litare che fece o fa parie di questo Stabilimento, la sua poolualilà, attività e zelo sia. nel sostener il servi·1.io nell'Opedale, sia. nel sostenerlo in Quartiere, la carità verso gli llmma laii , la discipli na e la subordinazione ai Superiori, la non _comune dignità nel coftlogno, in fine il complesso di quanto ha relazione al decoro del Co,rpo Sanil<)rio f'uro no tali da meritar in più incontri l'elogio delle Autorità Civili e Militari. La tenue morta lità poi ch'ebbe luogo nei prossimamente trascorsi dieci mesi sopra un numer o con· siderevolc d'ammalali, come risulta dai rendiconti men · suali, è una di quelle irrofragabil i prOV(~ Il~ q11ali, se stanno a giusto encomio dfll Persona le Sanitario, dimos!rau in pari tempo l'eccell enza del Regolamento dei 50 d' ollobre, che con p·asporlo di sodgisfaziono era accettato dalla mass ima parte dei :.\ledici Militari con in timo sentimcrnlo di gratitudine, ali è grata la circostanza, .. ,. , Vercelli ai 20 d'oLtol,re 1851. Il Jl,fedico di Reggirncn/o in Genova Ca!!allerfa Do/f,

Sc1onEu1.

801JLErf'I1INO UFFICIALE Variazioni nel Persoualc ciel Corpo Sanitario-ìUllitare Doli, Pio BALESTRERI , l\:ledico di Hall. di 1.a Classt:1 , dal Corpo dei Caccialori Franchi fa passaggio presso l' Ospedale Mili laro di Sassari. l)olt. Antonio Vrn1mT1 , Medico di Batt. di 1,a Classe, dal 7° Rcgg, di Fanteria fa passaggio all'Ospedale del Forte di Bard, Do tL Giuseppe AGOSTI , Medico di Batt. di 2.a Classe , dall'Ospedale del Forte di Bard fa passaggio al 7° Reggimento di Fan teria. li Direttore Doti. CO.MISSET1'I, l\fed, Div,

Il Vice-Dirett. 1·,;sponsabile notl. Bar, He BRAUFORT i\L R, Torino, 1851, Pehzza, Tipog1·afia Subalpina, via Alfieri, n° 24,

,


ANNO l

( 22

di novembre 1851 )

GIORNALE DI MEDICINA HILITARE · DEL. CORPO SA.NITABI0 DELlj'AR!IA.TA. S!l\Dl\ L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col 1° d'agosto. Il Giol'Oale si pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana PREZZO D'ASSOCIAZIO:\'l,

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PIIR GLI UFFICIAI,) DEL CORPO S ANITARI O

ln Torino . . . . In Provincia franco di posta

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In Torino . . . Io Provincia franco di posta

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L'albbonameoto debbe pagarsi per seme~lri anticipali. l Medici Mìlit~ri io ri~iro god?no gli stessi vantaggi di quelli in servizio attivo. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPOGRAFIA SullALl'INA, via Alfieri, num. 24. Le lettore per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnale da vaglia postale. · S011m.1.1uo. - 1° Dolt. PELOSO : Sopore etereo. - 2° Dott. COHlSSBTTI : Bubone caucrenoso. ;~0 RKLAI.IONE DELLE CON1'EREN1E ScrnNTIFICJIE, - 4° Il ilegolamçnto Uci 30 d'ottobre t850Jgiudicato dal Corpo S;initario-l.\lilitare. - 5° Riepilogo del Quadro Statistico. - 6° Quadr0 Statistico.

PARTE PRDIJ\ MEMORIE OBJGINA..LJ LONSJDEllAZIO;}lJ.J'RATIC.1.1.E SUL S01'0RB PRODOTTO DALL' lNSPTI\AZlONE DELL'ETERE.

• /,elle chi/ .Medico di l?eygimentv Doli, Pi,r.u:-o in mw Con{erenz.a di Genova). · (Yedi it preced. nuino ri).

Quali fra i fonomeni prodoll1 dall'elcrizzazione era110 da riferirsi all'asfissia •1 oome si sarebbe potuto rimediarvi almeuo io grah parre? Ecco il tema che mi propùnev·a di studiar al fine d'apprezzar il giusto valore del nuovo ageule lerapeulico. La già notata cianosi del vo lto e cli lullo il corpo fa. cendo suppor un' imperfetta en1:1tosi, suggeriva già per se slessa un campo d'osservazioni. lu fallo, c:om'acce11nava l' Amussat e ciopo òi lui molli Sperimentatori esteri e nazionali, per l' influ.sso etereo il sangue arterioso diventa nero ed 11 vtrn.oso più alro ed onluoso I resistendo entrambi per un tempo assai lungo alla èoagulazione. Ma ~ià la Commissione instituita dalla Società d'Incorau<>iarnento a Milano per questi sperimènli accennava n~J !)o corollar io che l'inspirazione dei vapori eterei non misti ad aria produce, sempre coogesrione e llugosi neile vie aereei proporzionatamente alla duràta delle inalazion i ed a~ o_u ~ero d' ess.e anche eseguile ad intervalli pi~ o meno distinti: ondeçhè la stessa Commissione dava già sénza a7;edersene un iodiz_io ·per giudicare che questi fenom~ni d 1mperfelta ematos1 non e.ran aHribuiti all'et1.1re ma sibbeoe aUa mancanza del mezzo decarbonizza11le il' san. gue nella miscela jnspirala: il Renaud e1·a pure dello stes_s' avviso: di falli qualora i vapori eterei siano conveci_eotemente misti a sufficiente proporzione d'aria atmosferica nòn succede alcun'alter;J~ione sensibile nel colore

del sangue sia arterioso come venoso, quantunque sià egoalrnente ritardala la loro spont;inea coagulazione. Allribuiremo noi la spiegazione d1 .quoslo fatto all'au· meotata vitalità del sangue come vorrebber alcuòi perchè s'i ncontra pur in lulli i casi di llogosi , 011de ne succede la cotenna ossia la separazione della fibrina dalla materia colorante del. sangue i' Oppure al1'effelto d'un nuovo agente nella massa sanguignar Già il sullodato ProfeBsoro Grimelli soleva metter allo scoperto l'arteria e la vena crnrali d'un coniglio, dei quali cospicu i vasi le pareti sottili e diafane lasciavano scorgere la circolazione del sangue, rosso uella prima e rosso-sC'.uro nella seconda e , 'cimentando i vapori eterei privi d'al'ia atmosferica, in hrcvis·sirno tempo si vedeva il sangue ddl' arteria da rosso florido convei:lirsi in atro -scuro e poi r iprcn· derc ereslo il suo coloro naturale col far inspirar aria atmosferica ali' animale. Questo sperimento del Grimelli ripetuto da me due volle su d'un coniglio, facendo inspi· rare l'etere una volra colla vescica e l'altra coll'apparecchio che qu i presento, produsse gl i stessi risu ltamenli solamente nel primo sperimento , menlrn nell'altro il sangue non ismarrì il suo colore naturale. Quale prova più convincente dunque che gli elTeHi ru · nèsti dell'i mpassibili Là animale era110 eia allribuirsi al 1'.isfissia e non già all'azione dell'etere. Se oltracciò pas · siam a considerar i l'cnorneni che si presentano neBli altri due srn,lii vedremo che son essi ben differenti secondo il modo d'eleri'l.Zarc. Giusta il Flomens i fenomen i etere i dopo aver invaso il cervellel\o opererebbero sul midollo spinale : è qui11di su questa parte del si:;Lema nervoso che noi vediamo ap · parir i segni carallerisLici del narcotismo etereo : in segui to progredendo si palesano anche sul midollo allun gato con perdila del la vita. Riepilogando dunque i l'enomeni dell'eterizzazione , si avrebbe prima perd ila dell' intelligenza, poi dell'equilibrio dei movimenti, poi del' senso e del molo il qua le è sem· pre l'ultimo ad abolirsi ùopo il senso E però necessario distinguer il senso tattile dal .senso Chirurgico ossia dal senso del dolore, menlre quasi sempre s'osserva cessar il senso del 'dolore co.n peraislenza inlatta del senso tallile: si potrebbe pungere , togliere, abhrucciarc una parte e la Rersona s'accorgerebbe che lo si- tocca o


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azione, delle quali manifestandosi a~!ai lardi gli effetti le si solleva o si divide un arto, ma senza percepire s' avrebbero gravi sinistri in tempo in cui sarebbe uolore e, se alle volle si risente bruscamente , deriva ciò difficile od impossibile Ji ripararvi. Ollrachè gli effetti da che è disturbato dalla soa eslas i e non già perchè nssAi fu gaci e quindi lungi da noi la toma ehe eterei s,m provi dolore. anche spi,lla di qualche poco l'inspirazione possa os~a Il midollo allungato è sempre l'ultimo a perdere la rocare danni irrèparabili ; e poi vidimo già come molto sna azione: quando dal narcotismo rimanesse anche papersone possao inspirare gran copia d'eterr senia proralizzala que;;ta parte dell 'albero nervoso, :allora ne varne il menomo danno. Ciò non perla1do v' accenuerò susseguirebbe indubitatameiile la morte, succodeado l'apiù avanti eome si possa escludere anche la poss.ibilità di bolizione iiitantanea di tutli i movimenti rcspiratorii o circolatorii . Diremo in generalo col Berh:lli che l'azione qoest 'accidente. dell'etere sospende le runzioui del sistema cerebro-spinale, Ammesso che la 4uanlità ù'etere inspiralo val'ia molrimanencJo superstiti quelle del ganglioua1·0. tissimo nei vari sperimenti secondo i vari soggetti u Lo sporgi mento degli occhi , il Linailo, la cefalea non secondo la momentanea loro disposizione, astrazione si manifestano mai 11oll' inspi1·azione mista a malgrado falla del modo particolare d'amministrarlo , resta a ve· dersi in quali proporzioni debba entrare nell'aria atmo elle il sopore sia perfello, come pure non occorre mai ,piel senso <l i pena· e d'imbecilJità uoi traili della fisionomia sforica d'inspirazione e come debba questa efl'etluarai pel rilassamento di lulli i muscoli e neppure l'abbassaperchè si effeuui naturalmento. mento del polso al quarto stadio, onde nessun . pericolo Ammette ii Doyere cl1e, come nell'aria è uec<1statio cli sincope; cho anzi il polso si presen1a piuttosto rialzo lo il 21 per OtO d'ossigeno pel'chè la rt'spirazio11e si compia o frequento quantunque io leggiero grudu: allroado la liboramcoto, sia pure necessaria una miscela eterea, fìsonomia è sempre ilare, ma d'un ilarità lraoquilla e nella quale si conlenga questa ventunesima parte ò'ossi· "olulluosa, non di slupidezza. geno e quindi consigliava come miscela migliore quella Considerale le quali cose, m'accorsi doversi nell'clecomposta di 79 parli d'etero o di 21 d' os5igeno senia rizza1.ionc avere riguardo alle Lre seguenti circostanze cioè: riflollcre cho nell'almosfera si trovano combinali col1.0 I ntr odurrc nell'albero polmonale la naturale cc,pia l'ossigeno aoche l'idrogeno , il carbonio, l'azoto cd i d' aria rnisla. alla maggiore r1uantilà possibile d'etcrtl: ,•apori acquosi i! <:he lutti questi gaz uniti formano lu 2.v Non forzare menomament1:1 J' etcl'izzando e l'or- 1 stimolo abil11alr dei polmoni i quali male aaprebuero reguirgli i mezzi (l'e[rlluare meglio e più naturalmente ger atl 1111'inspirazione di puro ossigeno anche nella l'i11spiraziono : piccola proporziono compara,livo. l'er certo,_ad escludere 5. 0 c,, rcnr 1rn criterio onde sospendere l'opera1io11c l'asfissia , ~ necessario che l'etero abbia per eccipiente al giusto li111ilù senrn troppo protrarla, errando a tentoni l'aria atmosforica, ma ossa sola e 11011 g à il puro ossigeno sul grado di narcotismo. Il grand' errore di questa pro11osta del Doyere sta in ciò Ecco i temi che m'era propo.,to di studiare più pa r che I 00 partì d'eteru e roo <l'aria non ùanno già 200 Licolarmr.ulooode poterne trar un utile reale nella pratica, pa1·ti <li mictlla gazosa , ma sibbene una miscela che sarà i quali anùrò svolgendovi nel modo che moglio polrò per · più tli t 00- ma di poco. I sludi del Doli. Ruffini provaro · forma re la' vostra allenzione sulle inf1m,nze priucipali no che a 15 gradi del lermome1ro centigrado 7 grammi che emanano dagli emessi corollari e s11lle quali ti·ovasi e 4 Jecigrammi d'etere saturan'> 15 t pollici cubi ci d'ari~ basala la coslruziono del mio ,,pparecchio. Spero, Dolli atmosferica ( 500 decirn. cubici ). L'aria saturata a que&to Colleghi, che ~e q11olche l'Osa riman a scandaglia re voi modo eù espirala s'accende aRche dopo trr inspiruioni, vorrete propormelo cullo vostro s~gg,ic osservazioni. 111entro l'aria es.pirola dopo che l'inaiazione et erea ha Volendo soddisfar al primo corollario cioò a qudlo d'inlrocessato, non s'accenùo più. Giova qui il notare che l'ariJ durre nelle vie rlcll:l rcspiraz.iuno la rlilluralo copia J1aria che era stola inspirata era porzione ù'on volume d'ari11 mista alla maggiore quantità possibile d'olore, cominciai ad eterizzata equivaleole aà 1 litro ed olleoevasi lo stesso csominar i vari processi seguili per qu0slo genere d'inafenomeno anche oterizznndo il dello litro con un gramlazione ed ebbi a convincermi clic Lulli poco o uulla ma ~olo. contribui van allo scupo che do,•cva essere la prima in Concesso che alla temperatura alla quale ordinariamente dicazioue pel l\ledico, eppure lutti i buoni Sperimentatori s' amministran i vapori eterei cioè ,li I 7 ·gn1di òel cen • avevano riconosciuto l'assioma medico c:he. nel!' ammini· tigrado contengano t:irca 50 l'· <l'etero, 0011 sa rà detto straziooe sua si doveva rnguirc la regola già adottala per perciò che la miscela corrisponda io volume a 150 pari! ma sibl.lene a sole 100 ; e quindi le celate parli avranno tulli gli altri rimeùi cioè quella d'amministrarlo io q11a11ti1à note e ùi @.ipcme graduare la dose;· la quale legge sempre il loro 21,00 d'ossigeno CJUan1ilà volata per una doveva essere tanto pitì imperiosa lraltanùosi d'un mezzo perfetta respirazione. Continua. dotalo di proprietà eminentemente energiche. Noi oon ammclleremo col l)oyere elle questa dose debba essere la stessa per tulli 1m1ss'a poco com'a vviene. dei rimedi SUL UUl30NE CANCRENOSO amministrati per Locca. L' idiosiucrasia . al certo ha un (Osservazione letta 11etla .5edu ta dei 18 di Iuglio 185 I influsso particolare sugli effelli dell'clerizzazionc coul'essa in Scìamberì dal Dott. CoMISSRTTT Medico Divi.sionate). lo ha sugli etlelli di to!li gli altri rimedi; se non che, Non v' è P1·atico provetto 11ell'os,,m.:izi11 udla i\frd,ciu ~ siccome uell'inalaziono eLerea questi elfolti si mostrano Militare il quale non sia statu più d'una volla co111ristalo prcssocbè islanlaoeamcnte , noi siamo più facilmente in dal vedern l'ulcera conseculil·a al bobone progredire fino i;rado di saporii valutare e· quin1li possiam anche spingere ad un segno più o meno fo licrmente, i udi ad un tl'atlo al grado di giusta tolleranza la sua a1:nrni11istrazionc più cambiare d'espello , assumer i cara!leri dell' olc~ra candi quello si possa fare con altre sostanze di più lenta


{39 o meno lungo, non mai minore di cinquanta o sessanta depaseente ed indur in poco tempo guasti tali da giorni, la malattia s'avvia verso condizioni lusinghevoli mioac:eiar i giorni dell'ammalato. cioè cessan affatto ò ad un di presso lo suppurazioni , Consultando su questo pròposito gli scritti dei più ril'ingorgo ghiandolare si riduce a poca cosa, i seni si ln · putati $ifilografi antichi e mo<ler·ni ·non rimanete, ò forza rano ed incomincia il lavoro di cicatrice. dirlo, troppo soddisfatti delle loro ricerche _intorno_ le Però dopo nna lunga dimora nell'Ospedale l'ammalato cause di tale degenerazione; trovate poche ed incomp111te perde molte delle sue buone condizioni primitive; le funnozioni sui fenomeni che l'accompagnano ed impotenti i zioni lolt~ rimangon affievolite e fra esse la digestione mezzi terapeutici contro alla medesima raccomandati. che va facilmente soggetta ad alterarsi pel minimo disordino Di falli la maggior() parie degli Scrittori che parla dici etico, o per la più leggiera perturbazione nella funzion o rono del bubone caocrenoso non si fermaron ahbaslanza della peli.o. Aggiungi anèora che a quel periodo del malo nelle indagini onde fornir al Pratico i lumi nec~ssarii la docilità dell'ammalato è e1oauriLa dall:Ì lunga ubbidienza; ad una retta diagnosi ; così che trovansi qua e là alcune no'tioni generali le quali, lungi da!I,) stabilirao una specie . il regime gli è peno~o, insopportabile, tanto più in vista del buon andamento della malattia; egli s'ahbanùona per· a parte, collocan in vece questa càocrena insieme con le ciò facilmente a qualche trascorso , massimo io ordine varie degenerazioni ulcerative cale da causll di verde o l'i: alla di~la. Dato un disordine dietetico, tanto frequente chiedenli perciò compensi terapeutici speciali Senza cinel soldato, 1,on v·ha dnbbio che debbasi aspettare con lare, come sarebbe facile, qlianlo ci lasciarono scritto tutta probabilità un'irritazione gastro.enterica più o meno molli e gravi Aulori, basli l'aver accennato a.Ila .mancanza importante, in corrtllazione colle condizioni dell'ammadelle 11ozioni che ne danno ed al coofo_nderla, c6ine fanno,· lato e colle causo morbo.;e. Ora quesl'arfozione non pre· eon le mortificazioni scorbutiche, con (a cancrena nosocosentando nel suo ,esordire sintomi obbrettivi sensibili, t'l miale, con quella che tiene dietro ad. infìammazionr. viotenuta dall'ammalato con ogni studio c3lata per il' Li more lenta, ecc. d'ossere megso alla dieta;; di modo che s'ordisce e Lagneau ò iì solo Autore, ch'io sappia , il quale abbia cresce ad insaputa del Curante finchè , risvegliatasi la additala questa gravo complicazione· dtJI bubon~ con cariazione generale, l'infiammazione si di!Ton.Je al bubqne, ratteri tanto chiari da poterla ,distinguere dalle alt1·e degeuer-azioni affini. movònsi nuove snppurazioni , si clisturan i seni cli fresco Egli. dice: " Esser un accidente grave che invade j e male cicatrizzati e peggio, per co·si dire, vitalizzali e e b~boui suppurali in un tempo più o meno prossimo vi corn·pare la canc1·ena, Tralascio di dire corno e perchè si svolga la' cancrena " alla loro apertura e ohe produce escare preceduto da " un cerchio rosso-lh•ido più o men ampio, le quali ·si depascenle e non Ja sempli~e mortifìcazione e tralascio a esleudoho successivamente ad ~!cerare gl'inte.gnmenti altres'1 di dire della differenza che passa tra tJtH!Sla can-. dull' addomine e della coscia minacciando nei casi più crena e quella prod01ta da infiammazione violenta , da .. sfavorevoli.la vita dell'ammalalo. • Se non chò quando congelazione, ecc., dovendosi di ciò cerc~ re la ragiona si fa a parlal'o del.le cause soggiunge : • essere sua opi · · nella resislenza della fibra, più o meM lontana dalla sua • nione che questa cancrena possa derival'e da una ·dicÒntlizio!lè dinamir,a natura le. " $posizione scorb ticci generale preesistente o dall'1WJ Tali sono le fi) si solitamente percorse dal bubone can" troppo prolungato del mucu1·io. creno::io. Ammesse poi come cause predisponenti 1'11so Non respingendo intieramente l'opinione d'un Pratico dei mercuriali , la lunga dimora dell'ammalato nell'aria cosi eminente , si può asserire senza tetna.d'errare che miasmalica:d1/nostri Speciali, la calli va costruzione d,.-l'qua ii essa non soddisfa a tutte le e~igenze_dell'odierna osserè troppo nota, lutto in una parola ·quanto vale ad altevazione, poichè vidersi più volle buboni fal'si cancronosì rare la crasi del sangue., \)Orlo opinione cha la vera causa io casi nei quafi non esisteva ah;uoa complicazione scoro·ccasiooalè sia unicamente riposta nella gastto ·ctiterita butica ·e non erasi · messa in uso alcuna , preparazione e che senza di questa non possa m1i farsi luogo a cancrena , mercuriale. Si debba percì 11mrnellere che una caltiva beochè la sua evoluzione sia allronde fa1•orita dai seni , cmatosi, da qualuoqua causa proceda, ha da considerarsi condolli fistolosi 1 dall'assottigliamento dei tcgurnenli, come siccome una delle ·canso predisponenti lt> pit\ comuni : ma s'è già notato. da una prava ematoiii alla cancrena passa ancor.un ,grande Non è ciò un'ipotesi 1 ma un fatto pratico sancito da intervallo, eguale per lo mono a quello che vi ha fra la oltre a dodici anni di felice ap1llicazione: è un fatto pre· p11edisposiz.io.11e e la malattia. ·.ciò premesso, è la cnnsa sentito forse da molti, ma ri cel'calo, ch'io sappia, da nosocca.sionall1 che pare debba sopratutto rintracciarsi e su suno e di cui la giusta interpretazione mi mise in gra•Jo della medesima verseranno oppunto le nostre indagini. di scoogiurare per sempre dalla mia Clinica qrwsta co,ì Stando '<ll l'ossorvaziorrn la cancrena dd la quale è parola, gravo complicazione del bubone. svolgesi nel bubouc , sia desso stato aporto con mezzi Lagneau nel suo Trattato pratico delle malallie sifìlilimeccanici o per processo flogi sti co, non mai però nel suo che, dove parla deila ~a.ncrcna nosocomiale, dopo avere peri~do di_ acutezza ~d, una vo!la sviluppata, progrediscn regi$tra!i lulli i meni (crupcuLici dei diversi Autori con· assai rap!dameot.o. ls a:,zi proprio di qnesta ~pecie ùi lro della nwl,esima racccirnand;:iti cioè gli antisettici, i tocancrena il manifeslarai tardi, a malattia ionollrata e nei nici, gli antiscorbutici, ec,c., sogf;i11nge : " Si hanno finaleas_i particolarmente in cui il buhooe, non essendo per• men~e n1oitì casi cli b11boni aperti ·) nei filiali la canfetta~eote r1solto nè intieramente passato iu snppurazionc, « crcnct cl'Ospedala 11011 si può ad altro alll'ib11ire fuorchè presenta ascossi parziali ovvero seni o eondolli fistolosi « all'influenza simpatica esercitata sull'ulcera da un';rri in mezzo ai resi<l\)i indurimenti ghiandolari. In tali cir" !azione ìnfiammatoria pili o meno intensa dello vie dieostnnze si vedo costantemente accadere che coll'insi« gestivl1. · In questi , dice egli , si clcbbe ricorrer all1, Jtenr.a fn una cura l'azionale o dopo un la,o di tempo più • hev;rnde diluenti , mucilagioose , talofi~ lievemente 11 renou


i40 • acide, alla dieta ed a quatche epitema .emollienle sul· aveva una tinta bigio-sporca; era d'olenle e mandava pus " l'epigastrio : >) dal che appare chial'amente che l'infetente ed assai copioso (d-ieta; acqua tartarizr.ata; catafluenza della gastro enterité.nell'evolo1-ione della cancrena plasmi emollienti). Nel terzo giorno le cose andavano di del babone non era sfuggita alla penetrazione dell'antico male i11 peggio, giacché la morlificazioue cancreno.sa era Chirurgo Maggiore, della · Guardia Imperiale , ma che si dichiarata; i tegumenti erano aJl'.intoroo slaccat.i e lividi , Ja3ciò egli pure trascinare dal comune andazzo confonmaceralo il tessuto cellulare , la suppurazione nerastra , dendola colle mortificazioni croniche 1 scorbutiche e più fìoccoèa, talmente fetida che alla visita della sera si doancora colla cancrena nosocomiale. vet!e trasportare l'amrnalaLo in una camefa appartata. Si Per conoscere quanto quesla differisca da quella di cui ricorse alle lavature d'acqua clorura ta , alle fi!accica inè ora argomento, basta solo il considerare che mentre zuppate nel decollo Lii china, alla pc,lv•Me di carbone con col rncl9do antiflogistico non s' arriverà mai a curar e · canfora localmente; inlcrnamen'e al decotto di corteccia men ancor a prevenire la cancrena d'ospedale, s'otdi chjna; medicina questa che , com'era ria prevedersi, tiene col medesimo perfellamente \1 intento pel buboue non arrestò per nulla i progres~i della cancrena ; di modo caucrenoso, come si vedrà, Da un lato sono raccomandati che tre giorni dopo offriva nno spettacolo verament e · gli acidi concentrati, anzi il ferro rovente; dall'alt,,o sa· orrendo. Circondal a da una linea ceruleo ·nerastra vt11le . lassi, bevande temperanti e simili cioè in un caso la cura vasi all'intorno la cute solle\·ata e da essa stnccarsi ritaè specialmente locale, nell'altro generale. La differenza gli maceral i ; fiocd1i di tessuto cel lulare di colore bigiù· è dunque grandissima . A convalidare la su enu11ciata opifosco inzuppati di materia fetentissima ; nel fondo ddla nione non éarà fuori tl i proposito scrivere qui la Storia piaga parimente sporco scorg~vansi alcuni gangli isolati d'un caso che fu quell'appunto che mi confe.rmò defìnitiin mezzo ad un liquame abbondantissimo, a rna!grado che vamenle nelle idee che aveva maturato coll'osservazione le medicazioni si rinnovassern cinque o sei volle per di casi anteriori : idee che d'allora in poi tradotte ripe· giorno. La circonferenza dell'ulcera era di forma pressolr.tamente in pratica non si smentirono mai una S()la volta. chè circolare e la superficil:l molto ampia; pérocché, diNel giorno 2 di marzo 1857 fu accettato ntillo Speda le slrutti gl' integumenti inguinali I la cancrena aveva ind'Aosta Cavalieri~ nn Brigadiere del 6· Squadrone , . vasa superiormen!e la regione addominale ed in basso la tocco da alcuni giorui d'ulcera venerea al prrpnzio e da cruralt'. L'aspelto dell ammalatv era abbattuto, :i:ffra,,10 ·. bubone incipiente all'111guine sinistro; di costituzione atleil volto di colore livido-terreo; la lingua asciutta, fec~iosa, tica, disposto alla pleLora. fu egli salassato ùne. volte e rossigna ai margini; sete pronunziata, ventre te.s<> e dosottoposto all'uso di bevande temperanti. L'ulcera più lente al tatto; culo ·secca: polsi stretti , frequen1i ; tinta volte cauterizzala guarl in 20 giorni circa: il bubone era giallognola universale. ln questo quadro v' è l'eiposizioue <1blungo , profondo e situato trasversalmente nella direfed ele dei principali fonomeni che s' incontran ordinazione (del la pitga dell'ingoi ne e dolente alla prn$sione. F11 riamente in tali complicazioni. Nou vi figura l'emòrragia r.operto cli cat~plasm i mollitivi e dopo quallro giorr!i st,laccennala da Lagneau percht: a questo punto si cangiò toposlo a il 'app licaiione di '15 mignatte le quali risveglia melo.do cli cura, allrimenle la caucrena av rebbe senza ro n un' inliammazione cutanea che , propagan,lo~i alle dubbio superata anche la resistenza ù'i nsign i tronchi vaparli profonùe, aumentò del doppio il volume del bubooe sco lari e larghe perdile di sangue avrebbero reso il ca!lo e ne crebbe assai la sensibilità. uostro più gravo o più pericoloso. . La cura consecutiva rillusse il bubone pressochè all'indo1\li riserbai <li notare che lìn dal primo esacerbar~i lenza senza diminuirne il volumo. Nel tempo stesso s'amdella loc.al itù, a malgrado delle reticenze dell'ammalato, ministraron all'interno due grani di calomelano ed uno la lingnu era pa l!ida , fecciosa , i I polsG streUo , d11ro e d'osi ratto di cicuta pl!r giorno durante un mese; più tardi seppesi di poi .che nella nolle ebbe varìe scarich<~ alviue. si pratica ron alcune frizioni sul tumore con u·ngucnto mer:\'on v'era febbre sp iegala, è vero, ma le vie g.aslriclrn curiale. ,\I lrenlesimoquinlo giorno si riconobbe un punto eran ev icllmtemente ammalate cioè esordiv;\ la gastro-ondel l11moro più acuminato con oscura fl 11tl1.iazione, il l~ritc e con essa la degenerazione dell\ilc1.·ra. qualu ru aperto sei giorni dopo e SE'parù una grandw Come ognuno vede la terapia nou fn cle,,nnta da. una quuntilà di pus senza che ne rimanesrn gran fallo dimisevera analisi delle cause: fu il solito metodo generai· rncute raccomandalo in lutti i casi di dcgcner.azi()ne cannuito il volu me. 11 rimanente llella cora nulla offerse di rimarche~ole , crc nosa e perciò sintomatico , empirico, irrazionale. Se ,!c,~e\t11a1a una di latazione praticala in seguilo per dare non che il Medico mallevadore dd servizio, visti tornare inutil i i mezzi adoperati e minacc;ala la vita deli'amma1;1icro esil,J al!a suppurazione che colla pressione sgorlato) si lasciò persuadere che L'i rrilazioue ga3lro-e,nterica , gava dalle p~rti pro[oncle e da alcuni seni nascosli superiMmeo!t' . ,\ due m1isi ùi cura il pus era quasi lotalmente i sintomi della qnak furon in succinto descritti più sopra, c1issa10 u la ci,:atricc s'<ivanzava discretamente, a rnalavev,,si a considerare ~10 11 qual e!Tetto , ma quale causa grnùo della persislenia d'un, piccolo ingorgo ghiandolare della concrnri a .e dovevasi contro ùi quella particolarl'ha aveva rc::isti to ad ogni mezzo usa10 1 non esclusa la 111c11to rivolger ogni mozzo cura1ivo. lo consegucnz.1 furoo in tre ~iorni pralicati selle salassi , amministrate compressione. lfn bel 111at1 i110 dopo che l'uso dei mercuriali era cesbevande tarnarindale 1 iniettati cli:;teri ; localrnenle conti11ua1c le frequenti medicazio1ri con lavature clorurate sino :-ato ila più ~iorni si trovò la piaga infìammata, gonlì e alla oetteua del!a piaga e con tale çnra l'11mmalalo non rossi i suoi ma rgini e ricompa rsa la suppuraz i~ne. Ricersolo f'u sai vo) ma il lavorio tli cicalrice si stabi lì preslis • candone la ca11::a si seppe c:he l'ammalato s'1wa c~posto a simo e progredì poi con sorprendeutc rapidità sino verso c:m~e re11 matizz;1nti: s' applicarono caraplasmi emollienti il mo compimrnto. e si raccorna 11,lò il r iposo. Noi gior110 seguente i lcg11 · rnen!i circostanti erano di colore rosso-liyido; l'ulcera In q11esto periodo s'ir.c.on lrarooo CJllel!e <liffiçoltà elio

_..,


Mi non si pos,on evitar'è crnando hattasi dì dparare perdite di sostanza cotanto ragguardevoli. . . la tale modo considerata questa grave complicazione ' credo p.-otere conchiudere che o'gni pericolo ?i ca~icr~t'.a si può facilmente allontanare qual.or al primo 1~d1tt0 della medesima si fàccia un-accurato esame delle vrn gastriche e si pongan in uso compensi terapeutici . ade· quati. Dirò di più che la sua comparsa potrebbe dar . a divedere che l'oculatezza del Pralico venne meno e che qne 6 ti si lasciò in tal quale modo sorprendere. . . Moli issi mi non troveranno nuova questa maniera ,d1 curar il bnbonc cancrenoso, ma oon tulli egualmente saranno penetrali della verità <lei principii dai quali m9v_o. È però su dd medesimi che il Pratico debbe far assegnamento se vuole raggiunger il più i.mpo~taotc scopo di sua missione ci.oè aotivenire le malattie ; g1aci:hè, se è bello il curarle, è bellissifllO il prevenirle. Si sa da tutti che per non avere tenuto conto dei principii testè delli, alcuni ammalali scampali ai primi diilastri, soccombellero · poi per accidenti sopravvonnti riel lungo e lediosi~simo lavorlo di cicatrizzazione. lo appoggio di quantò ho in qnesla piccola Memoria asserito , potrei riferil' al,lri falli di cui alcuni recentissimi nei quali la cancrena fu prevenuta , ed altri pure nei quali fa come per incant~ arrestala al suo primo apparire; ma crnqo superfluo trattenermi più oltre sopra on argomento che il giudizio solo dei miei Colleghi può . definitiva me_nle sancire o condannare. Terminerò piuttosto il mio dire con brevi corolìari che riassumono tutto il mio modo di vedere sopra qucsl'3rgorneoto : 1° Questa specie di cancrena del bubone ap.erto 0011 va confusa con qu.ella prod·ot la da eccesso d'iutìammazione iocale, idiopatica; nè colle· t,n ortifièazìoni scorbutiche ) .nè co11e degenerazioni prodotte da infezione nosocomiale od allrimente du i11 nesto di pus semplicemente irri!ante o Tirulel\LO. :1° l)redispoogoo a quella cancrena gl' ingorgÌii ghiandolari > i seni e mr.andri fistolosi, l'alterata orasi del sangue , la dieta prolungata, il luogo decubito ) l'abuso clei mercuriali, la respirazione d'aria vi'ziata e simili, e le dà occasione un'irritazioue gastro enterira inaYYerLita o ne-glelln. 5° La eura razionale principalmente consiste nei compensi terapeut ici raccomandali nelle allezioili irritative del tubo gaslro-onlerico e ~ei cosi detti anlisettici applicati localmen-l~. 4° Questo metodo di cura , messo in uso per temp0, previene l'evoluzione d.ell~ canc rena e, più tardi, previene i progressi della medesima.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Conlimw.z·ion~ riel mese di Giugno).

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GE.xov.i.. Nella sed11ta dei 5 il Medico-Capo Dolt. Arella, dopo avere falle alcuno proposizioni tisimardanli il Ga - . bi11ollo di Lell11ra le quali ollenne'ro l';pprovazione i.lei Medici pres~:nti, accordò la parola al M.edico Pizzorno per legger una sua Memoria sulla febbre tifoidea riferita aI n. J 5 del Giornale. U llima la la lellura di cotesta Memori a, rico,·elle l'Autore 11,) eongratulaziooi del Presi 1 dento per l' açtime e per lo spirito d'osservazione di cui rliedt1 prova od in pari tempo fu invitalo dallo ste~so

Presidente · a trascrivere della Memoria nel Registro ge· nerale della Sedule, affinchè ciascheduno dei Medici potesse prenderne cogniiione per l'opportuna discussione in una delle prossimiori Sedute. Presiedette l'Adunanza del giorno 29 il Oott. Bobbio il quala propose che d'ailor innanzi si st~bil isse un altro giorno della settimanagper le Sedute, giacchè nel giorno M Domenica li Medici di Servizio presso i Yarii Corpi aveYano molte altre occupazioni dalle quan non potevano esimersi. Questa proposta fu unanimamente approvata e »-i stabilì perciò quale· giorno di Seduta il lunedì dopo la v isila del mattino. S'aperse i~ seguito la discussione sul!a Mèmoria del Doli. Piziorno intorno alla febbre tifoidea (vedi. il n° 15 del Giornale). Primo a prendere la parola fu il Doli . Perelli il qual'e, riferendosi all'opinione emessa dall' Aulore suìl' essenza semplicemente irritativa della malattia., si ri·vo!se al Doll.· Pizzorno chiedendogli ciò che intèndcsse col nome d'irritazione: rispose quest'ultimo in tender egli per irritazione quella condizione morbosa d~lla fìbr_a1 prodotta da sostanze disatfini alla ste.sscL , la qualt dura per la presen::a di quelle e svanisce tot lorq ceuare; del che si ha un esempio nella verminazione. Ciò rite nuto, il Dott. Peretti fece notare che. la febbre tifoidea dovrebb'essero di più breve durata di quanto per l'ordinafi<> avviene e che dovrebbe cessar appena cessata l;l causa eterogenea che la produsse , mentr'al contrario la dolla. febbre percorre periodi determinati, dipendenti onni• name.nte dalla causa stessa. Nel ribattere qnest'oppo,itione il D<1 tt Pizzorno notò che l'irrit.aziono. può durar a lungo sonz' alzarsi al · gr-ado di vera flogosi, come r1H c11ffvincon i fenomeni rnorbo~i suscitali dalla presenza.. ùei vermini nel tubo intestinale i qnali dnràng lalor anche pe.r mesi e cessano colla semplice eliminazione di 'quei parassiti ·: aggiunse essere ne• cessa.ria cosa dislingucr0 tra principio irritaole e princi, . pio irritante {lerchè, se ttilvolta i fcoom eui morbosi s11 scitati srnniscono preslo perchè si può togliere subito la causa, tal allra volli\ in voce, lo scompiglio delle funzioni non\ po!eudo cessare per la co11lin11ata aiione del principio murboso , il medesimo per essere respinto debb'esserc prima decomposto ed eliminalo dalle forze dellél natura per mezzo di nuove composizioni e decomposi ~ 1,ioni organiche tìn a che Fcompare la fonte d:i rni tral~ origine. Soggiunse il llotl. Perelli che, c.5sendo nella febbre ti· roidea profondamente leso il sistema nervoso, avrebbe des.idcrat.o conoscer il modo di pensare del\' Autore dello Mcmorla sulla· natura di tale condiiione morbosa e ·so essa abbiasi a considernrc siccome t7rimitfra o seconda· ria. Rispose il Uolt. Pizzorno che se da un lato è un fallo positi\·o la lesione Jet sistema nr.rvo;;o intorno a cni cony.,ngeno lulli gli Autori, dall'altro egli pensa\'a che dello si~tema non fosse leso in modo primitivo, per essere pr11c:cduto dalla lesione della Cliimica organica viva di comv·sizione e ùecoinp0sizione organica , l'css<.)oza clella quale per altro è tuttavia un mistero per quanti studii cd indagini siensi fall e dai più cele!mti e profondi Chimici dei nostri tempi cota1110 fecondi in risultamenti che già riuscirou ulìlissirni al progresso della Scienza. lnslò il Peretti soslenend.o che la natura della feb/>re tifoidea era i'intìammatorin, siccome la giudicarono Tom· masini ; Brous~ai:,·, llouillauù , Foriet, ecr.. ) per lacera 0


t.41 di tanti altri e siccome dovette Tui stesso con'vincersi pei felici risultamenti ottenuti colla cura antiflogistica tanto hegli ammalati civili, quanto negli Spedali Militari. Vautorilà dei Erank Pietro e Giuseppe, di Borsieri e d'altri -che escludono dalla febbre tifoidea l'elemento tlogislico Cu opposta dal Doll. Pizzoroo alle autorità citate dal Dott. Peretti, ammellendo però che, se tale volta si rinveng~no nelle necroscopie organi tocchi di coogestione o di ilogosi, debboosi queste piuttosto considerare siccome complicazioni, non quale causa efficiente ,Jella feb· bre 'tifoidea: sostenne quindi che le lesioni delle ghiandole del Peyer così sovente messe io campo dai sostenitori deil'indole infiammatoria della febbre in discussione altro non sono fi.lorchè uno dei modi d' eliminazione .del' principio morboso, dei. quali la natura si serve siccome accade nelle pustole del vaiuolo: sostenne allresl che l' ~tuzione · rosea da cui di , sovente è accompagnata la febbre tifoidea non altro era al suo giudizio fuorchò un epifenomeno su cui non si può fondar alcun criterio di pronostico, perchè . può esister e non esister e può ri· scontrarsi tanto nei primordi i del male ; quanto nel . suo p_rogresso o verso il suo finire, mentre nel ,tifo le petecchie son al solito di siuistro presagio. li Dolt. Moltioi sottopose ìn seguito all'attenzione dei -Colleghi il suo modo di pensai:e su la patologia ,li questa febbre: dichiarò egli che, qualunque sia la causa produltrice di cotesta_malallia I quand'essa n(,n uccide pron tamente l'infermo e concede perciò il tempo necessario alla reazione, dà sempre luogo alla flogosi la quale nel maggiore numero dei casi ha sede nel tubo gastro-ente· rico e princip.almente nel di lui sistema ghiandolare : disio che questa flogosi è sempre l'e.lemento il più im portante ed il più pericoloso di questa speciale forma di malallia . . A provare poi l'indole infiammatoria di questa lesione 1 oltre all'appoggio d'una serie numerosissima d'Illustri Patologi antichi e moderni, oHre alla sintomatologia del morbo descrilla nello Opere. cho trattano del medesimo, oltre ai risnltamcnti dell'Anatomia Pato logica , il Dolt. Mottini addusse la propria sperienza o le osservazioni· da lui raccolte: espose di falli come, essendo egli stato per ben due volle tocco da questa malal tia·, ne guarì ciascheduna volla rol metodo antiflogistico, ·adopet alo però colle aovute cautele, e C('me per lo stesso metotlo avesse oltN1uto felicissimi risultati in cinque al · tre perso11e della sua famiglia : riferì tioalmento che dei tanti ammalati da lui curali nello Spcdale di Brescia ed in allre località nel metodo di cura non si diparti egli mai dal concetto flogistico della malallia, YOgliasi primitivo o secondario, abboflchò iia stato alcune \'Olle indotto a variare la cnra giusta le diverso clinicho conlin. geni~ cioè non csclmlendo lutti gli altri su.ssidii lerapen· tici che nei singo!i casi poles~er esser indicati. Il Dott. Bobbio appoggiando l'opinione do! p,1!9pinanlo fece notare che bl'n di spesso si confonde la febbre tifoidea collo stato tifoideo consecutivo ad infiammazioni, la qnale cosa non poteva non tornar(, dannosa nell'appli cati one dei . compensi terapeutici da adoperarsi. Il Doli . . Pelliso sostenne in vece -la teoria del IJott . Pi:tzorno giudicando la fchbre tifoidea quale manifestaziono d'un'altcrazioue del sistema Yegetativo cioè d'una le, lfiooe profonda e generale tli tu7ti gli nmori dell'organi· · imò, s!ccome si pu? ~omprov_artl ilall'ispe1.ione del sangue çhe s1 presenta d,scwlto , d~ffiuenle , nerastro; clall'ispe-

sione della bile resasi dilanta ed alterata nei suoi comp9nenli; dal rammollime.nto della qiilza ; daH'adiposità del fegato ; <lalla tlacidità del cuore, ecc. Il Dott. Arella dichiarò essere per lui la febbre tifoidea .sinonima d'enterite follicolare e credere per ciò che sieosi confuse altre malattie con quella quando la si af. ferma esistente senza l'alterazione delle ghiaudole del Peyer: disse ch'egli nel lungo suo servizio degli Spedali Militari ebbe occasione di convincersi che ta sede di questa malattia ò sempre nel terzo inferiore del!' intestino ileo, consiste in un'alterazione delle ghiandole del Peyer, è d'indole intìammaloria e che, quaùdo non ~i perviene con attivo metodo antiflogistico ad ottenerne la risofu • zione, passano le dette ghiandole alla suppurazione ed all'ulcc.raziono , siccome acl:ade in circostanze identiche per le malattie infiammatorie d'altri organi : <lisso che io qnesto suo modo di pensare lo con[t,rmarooo le numerose necroscopie le quali non ismentirono mai la pre· senza dell'enterite . follicolare negli ammalati . morti di fobbre tifoidea, lasciandogli .eempre scorgere Je ghiandole del Peyer infiammate nei primi giorui , suppurat, ed ulcerate nei successivi stadii ; che lo confermarono ezian<lio l'utilità del salasso o la crosta llog;istica del · sanguù r1ella pluralità dei casi ed io sul principio di malattia, mentre a malattia innoltrata cioè nello stadio di suppurazione e d'ulcerazione, se pl~r la SO()raggiunta infiammazione secondaria dei polmoni 1 •lcl cervello o di altre parli importanti trQvossi nella dura necessità di sa lassare, osservò sempro il sangue cangiato di natura e disciolto per I' assorbtlo pus che, portato in circolo, valse nel sno passaggio aù infiammare le ghiandole me· senteriche, a ledei' H fegato ed a contaminare successi· vamente l'animale economia , profondamente allerf1ndo la crasi del sangue. Espose ad ullimo come non potesse as~eutir all'idea di considerare la febbre tifoidea quale malattia esantematica da rassomigliarsi al vaiuolo, perchè questo ha un altro modo d'esistenza ed è eminentemente contagioso ; il quale carattere non va necessariamente unilo coll'esistenza della febbre tifoidea, giacchè in nes· suno Spedale, in nessun tempo dell'anno la notò egli mai contagiosa nè mai la vide comunicarsi agli ammalati vicini , mentre che arlifizìalmenle può essere provocata negli animali col mezzo di ·cattivi alimenti , d'aria malsana , ecc. , ciò cbe non accade nella produzione del vaiuolo il quale h-a fa ragione speciale di sua esi.ste.oza in uno speciale contagio. Conchiuse . ricapitolando che la febbre tifoidea non è sostenuta necessariamente da contagio o da altro eolo ipotetico -od immaginario e che le alterazioni delle ghian· dole del Peyer non sono già 1111 effetto della malattia , ma bensì la causa e l'elemento essenziale della febbre li· foìclea la quale perciò ha per prima sua sede l'intestìno ileo e per condizione patologie.a \'infiammazione e la sup· pnrazione o l'ulcerazione clelle ghiandole del Peyer , se· condo che si considera nel primo o nel secondo suo sladio.

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PJ\RTE SECONDI IL REGOLAMENTO DEI 30 D'OTTOBRE 18t.0 GlllDLCATO DAL CORPO SANLTARIO·MlLl'f.A.I\E.

Signore Preiidente del Consiglio S1q1eriore Militare di Sanità

Sig1w1·e f>,,;sidente del Co,18iglio Su.perioYi

Militat'e

di Sanità

}Ji riesce soddisfacenlè il ·,,otùr assicurare la S. V. cho I nel dee.orso dei dieci mesi da c.: e ru messo in ,i. gore il nuovo llcgolamento1 013ni sua disposizione a1>µli, c~bile ad un Ospedale Succur~ale _come quùllo che di~ rigo , ollcnne d suo pie11 clfollo con ottimo r isultamenlo o con la comune sodrlisfozione. r.'osercizio curnulali \IO <lolla Medicina e ddlla Chirurgia produce pur (ltlimi e{fotli, dando occasione a Lulli gli Uffiziali Sanitari di stare noi coulinuo esercitio_di qualun. 400 ramo di servil.Ìo e di porsi in grado di bene soste• ncrlo.' com' in alcl)ue circostanze ho potuto verificare , mnss11name.nlc nel ternpJ dl.'I mio permesso bimestrale , al rilorno del quali> potei rilev.1re prove 0011 dubbie dell'abilita dei ~ledici di Ua11a:;liuoe addetti al servizio di qncst' Ospedall•, rlui quali nùn ho -che a lodarmi. L '11nionc Jci dne servizi , .\ledico e Chirurgico I col distrugger cgni idua di C,wa , &òrgente perenne di ò.issidi pi:r.son:ili, cou lra"rii ;il regolar andamento del ser\'izio o spe,so indecorosi acl 110 f:o rpo sionti fìco, ha solo promos~a 11uella forzo mor,ile 1h111ita <:he è madre fo. conda delle più nobili gare le qualì stanno svolgendosi sia nelle scienlifiche discussim1i, sia nello zelo in sosletH,!I' i diversi r~mi del servizio, niercò delle quali nascono la reciproca stima , il vero &npere e l'utile maggioro pl·r la !1811ila del soldato. · Se in uno Spadaie Succursa le non si possono, poi piccolo numero d'Uffiziali di Sanità, fro1re tutti li vantaggi eh'offre il (\egolamenlo dei 50 d'ottobre negli Spedali JJivlsionari, il R<'golarnenlo p~rò non viene mai meno 1 se stesso perclt,\ olli mÒ e percbè elovalò all'allez.za dei tempi cd all'esi~eoza <hilh1 lllalo allÙalo clella Scienza ; oudtichè non può dul medesimo altro derivar al Corpo S:milarìo-l\lililare fuorchè lustro e vantaggio. Quesl'è quan10 ....... .

M'è iralo riferir alla S. V. eh,• ~li !Jffitiali !;auil~ri di questo Presidio dividooo mecv la coovinziouc !:be il Regolamoulo dei 50 d'ollobre 1850 non solo ha pro<:uralo molto ..,antaggio materiale· e morale al Corpo · Sanitario, ma ò pure causa di magglM 11lilità alla sanità dol soldalo. Per l'addietro il Medico di Reggirueulo era µe1 lo pili ridollo a rar r&clasivamenle il servizio 111 Qaarti11 re e di perdere oon ciò luUa l'istruzin)1e t:lw si ricava rlal frequentare il lello dell'ammalato. Il .\Iodico di Bnllagliono, 11ebbené chiamalo continuamente ol serl'.izio dtrllo Spedale, era però esclusivamente impeg11010 io servi2i tali da non poto1· in alcun mod11 fruirti della pal'tc ecieolifica del clinico oaercizio. Oì più , quando que$IÌ ":Ile marcie e nel campo raggiuogeça il suo Reggimento s1 trovaya affallo nuovo nel medesimo e llùll era perciò fo condizione di soddisfar nife esigenze importantisi mo di questi rami di servizio. Il 11uovo Rcl:lolomeulo ha riporato a tolti que!lli iocouvenienti. Lo Conferenze scieotificùo favorigcono l'11rmo11i;1 e la buona relazione fra li Medici Militati, c·di queste trac pro fillo l'ammalalo che vedesi circònòaio dalle umane premure di molli che not1 hanno altro scopo f1Jorchè il suo bene _cd a questo 11010 in!Mdono con tutto il loro sapore, spogli affallo d'ogni inutile gara. te Gonf,· renze inoltre _su-sci_ta~o l'emulazione ed il desiderio d1 maggiorcnt111h• 11lru1r&1. , fanno $limare quello che pui 11i d1sliugn~ e, m~ntr~ 11sol~ato ammalato prova i benefizi delia provvida l~t1tuz1one, il Corpo Saoitario-.Miiilaro a,:qois!a -ogni Cas8 le, ai 16 J'01101.Jre 1So I. giorno maggiore credilo nell'Ar,mala, pold1ò mediaule il nuov~ ~egolar~euto son ad og11uno aperte tulle le vie Il Medico di ltcggìmettto liti C1.wall(.gi,ri 1i Saluuo per d1s11nguers1 e fare conoscere i JJroprii mezzi. i)oU. flt)Bl11 GL10l'ìR. , L'esercizio promiscuo della òJodicina e della Clairur~·a produce -pur incalcolabili v1111taggi al Medico ed alI ~-mmo lato, perchò una è lo Scienza ed uno il rn oclo <I rnrermare. I Lodatori della divisione 11v11 so so più IUEPlUJGO DEL QUADRO STATISTICO avevano per iscopo l'ulile del soldato o la coosorvazionf' IJlll seguente <.>oadrv Nu111t>rico risulta che nel meu d'alcuno posiziotii che potevano di rsi prfodegiate. AIla 1l'ollohro p. p. l'urono curali 4,128 ammalali oegli ollo guerra 11oi. che · .. ··· li' tiscrc1i1 · .·0 promiscuo per ·noi . r· . 51• l'a ogg,.,a Spedali Divisionali e nei venli Spedali Succursali .Mililari . isp,~ntfono tnoofalmeote i raw e le statistiche. Questo nuruero 1l'afomalati si divde in 1,9 18 di Medi.•F1o_a lmeute il ouovo RegolaUJeulo ha ~,abilito su hasi cina, 1,225 di Chirnrgia, 801 di Si61ide, 184 di Scabbia. ~111 g1ust_e. la gerarchia e la disciplina ' ho cancellalt1 aIlu Medicina SOl)fa t,918 atomalaLi vi furon o 55 morti 051 ~:~: fa _ZIOQ! fal so o~ umilianti ed ha 11enerata nel sol cioè uoa rraziono meno del doe per cento. puì ~iva ficiucia negli Ufliziali Sa nilarì del Corpo In Chirurgia sopra 1,220 ammalali vi fur.,no 6 morti eb P. da I suo. m<>re1so ·' non Io la11ciano e tanta cura sì 1:> • ptu 1 cioè una piccola frazione meuo d'un mezzo per cento. dono sia per . ceose . 1·1 I prtJn . . . rvarg ;i sa111tà, se sano1 sia por Nei Sifil itici Sl)pra 801 ammalalali vi fu un solo morto. ridonarghelil, so ammalato. Nel rassegnarle ......

Sa.sari, ai 19 d'oltobt·I! 185 I. lt Medito cli Reggimenio dei Cavalt,giet·i Fraf1chi

Dott. SOJ,.lNAS,

t:IUlATA-CORlllGE Nella prinrn colonna del nom 0 16, lin .a (;, in luogo dì alternaro - leggi - e!lernal'e,


QUADRO STATISTICO GENERALE del Movin1ento numerico degli Animatati negli Sp.edali Di-visionali e Secondari llilitari · pel 1nese d'ottobre .f 85,t. === ·=

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ANNO I

( ai 5 di dicembre 1851 )

GIORNALE DI MEDICINA MHjlTARE DEL CORPO SANl'fA~IO DELL'ARIIA.TA SARDA L'associazione non si riceve ché per an anno e comincia col 1° d'agosto. li Giornale si pubblica nel lunedì di clru;chedana scttim ana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE PBR GLI UFFICl!Ll DEL

In Torino

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L' blio amento debbe pagarsi per semestri anticipati. I Medici Militari io ri)iro l(Od?no gli stessi vanlag~i di quelli in servizio attivo. ie a:sociazioni per i or>n militari ricevonsi· a.Ua TIPOG~AFIA SUBALPINA, ·via Alfieri, num. 24. L,o lettere pe1· abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vagha postale. '""'w=w

Somunxo. -

1° Dott. PELOSO: Sopore etereo. · -

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1° Dott. 1 dal Doll. Pertnsio di Torino, son i S<>li che s'avviciniino

Itun : Relazione ll\cdico-Clinica. - 3° Dott. GAllJBALDI: Ferita I più o men alle condizioni ,volute. Quantungue molto ùislacero-contusa alla testa. - 46 Relazione ddle Confei'enzo 1 simili in apparenza non lo sono essi uell'entità del prin· Scientifiche. - 5• 11 Regolamento dei 3~ d'otto~.re giudicato !I. ci pio·· di costru1.iono. Tutti conobbero la nccessitn di sedal Corpo SanHario-M.ilitare. - 6° l\ollett1110 officiale. parare l'aria espirala (!?.li' inspira bile e tci'lti cercoFOno j più o meno di fare pr.netrare nei polmoni aria atmosferica

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PARTE PRIMA.

l ma, oltrechè nei loro apparecchi I' in~pira-zione r fesce

I difficiltJ e faticosa per

i lnnghi giri di canali nei quali debbe passare l'aria este~iore prirnà d'Hrivar al polmone, • ne succe<le che, ridotta la person~ in islalo di rilassaJj mento muscolare e <l'abbandono eslalico ·, la respiraziooo n·ou si compie più perché l' eteriz.zalo non fa più lo sforzo necessario por obbligare l'aria esteriore a portarsi nell'apparecchio onde saturarsi d'etere e quinflj s11cce<)e . sempre un ·~al qnale grado rl'asfis~ìa tanto maggiore , quànlo più ·sarà 11tal_o prolungalo questo stato , mantenendo applicalo il tubo inspiraturio alla bocca od al naso. Giova dunque che la volontà della persona abbia pure parlo nella sua respirazione la quale debbe, come molti pratir.aÒo negli asfissiati , ,essere facilitata dall'apparecchio stesso; p~r tal intento mi trovai nella necessità di aggiunger al ,mio modello un congegno allo a spingew l'aria auraverso del medesimo, in moùo che qnesta dopo. essersi saturata nello convenute proporzioni., venga a trovarsi a contatto delle cellule polmonali anche ad insaputa dell'individuo e senza uuo sforzo menomameoto eccedente per non correr i rischi già avveniti dal Lcrny <l'Etiolles come causa della perdita di molti asfissiati soccorsi còll'apparecchio respiratorio mal adoperato, uei quali si trovarono le cellule polmonali scrnpolate in Yarii punti. L'apparecchio che q11i presento, oltre all'adempir a tulle questA indicazioni pel suo ·modo di costn1zione come andrò mostrandovi, adempie pur anco all'altra di foroiro i,empr,e coo certe1Za un'aria eq11abilmenle impregnata df vapori eterei q11a lunque sia l't~voluz.ione faica della persona che effollua l'inspiraziona.[CliA so le uonne puramente teoretiche mi f<!cevano pe.rsua~o <lella cosa, l'uso pratico me ne convince appieno confrontando gli e!folli di questo c'on quefli d'altri appaiecchi ed avendo di mira di non fidarmi unicam.cnte sui risultamenti comparativi d' uoa persona con 1in'allra, lu qoali offrono infin:t.e varielil, ma facendo gli sperirne:,ti sulle st~~se persone e lasciando libero a loro il giudizio con quale dei varii apparecchi si

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MlElliOBIE ORIGIIWA.LI CONSIDERAZI0:"ll PRATICil_E S1:J.L SOPORE PRODOTTO DALL'lNSPinAZlONE DELL'ETERE.

(LettB dal Medico di Reggimento Dott, PELOSO in u·na Conferenza di Genova). (Vedi i num.i 17 e 18).

Oltre dunque al cercare. d' introclurre nel polmone la quantità aJ,ituale dell'aria, scopo principale del ..Medie.o , dcbbe ,questa esser impregnata di circa una metà del .suo volume d'etere. Ometteremo d'esamin:.lre gli apparecchi eho per la loro troppa St>mplicilà non posson in alcun modp soddi· sfar a questa indicazione, quali sarebbero la spugna, un fazzoletto, un pezzo di iela imbevuta d'etere ed applicata alla bocca, la spugna imbevuta e collocala nel tubo co~ nico o<J imbuto prolungato del Jakson, un cappello noi quale s'arano versate poche dramme <;l'etere e la vescica della capacità di due o tre litri la quale menò cotanto rumore di sè acquistando tanti proseliti appunto per la maggiore facili là d'otlenere con essa il sopore. Tulti que· sii apparecchi daano pi>r necessario risnltamento elio qnauto maggiore vapore etereo s'introdnce oei polmoni, tanta minor aria atmosferica intervien~ alla necessaria ossigenazione san·guigna nel respiro. Allronde i prodotl i ddl' espirazione imbevuti di vapori acquosi mescolandosi semprn all'aria che s'i-ospira , affievoliscono necessar.iamente l'.etere e quindi ne deriva che gli effetti narcotici ~i debbono p;.essoch'è interamente attrihuir alla mancanza di mezzo r-espirabile, anziché all'aziono del farmaco. L'apparecchio de.Ilo Smee e quello · d-el Charriére, ai quali aggiunger,ò par ultimo qnellò proposto l'anno scouo '

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146' f assero trovali meglio ~d avessero fatte le inspirazioui più facilm ente , non che ossr.rvand o attentamente lulli i fonom eni concomitanti i quali soli possono servire di norma pratica ad un Operator imparziale ed oculalo. Perchè l'apparecchio potesse corrisponder allo scopo prefisso era necessario innanzi tuttu sapHre valutar al giùslo la quantità d'aria atmosferica uecessaria all'uorno n elle varit:l fa si della sua vita, perchè s'offell ui in c>,sso lui la fun ztone <lei respiro in istato fisiologico. Da molteplici sperienzo esngt1ile risullò che l'uomo adulto il quale inspiri natura lr:ncnto senza alwn sforzo, fa dalle 1(l alle 18 inspirazioni' in ogni minuto primo, per ognuna dello quali introduc.e nelle vie aeree una determinata quanti tà d'aria atmosferica emel.lendo un' allra determinata quanlità di gaz rnisli a vapori, Je q1rali quantità trov ansi molto diversamente cakolale seco'r1do i va rii Autori; e cosi, nel m..enlre il Duma,i va luta a centimetri cubici 85 .. 555 115 il volu me d'aria respirat:i eia C1goi uomo in ogni minuto primo > ri tenendo i prodotti dell' espirazione come oc:cupanti unò spazio di ceutimet.ri cubici 125 . 148 117 circ;i , il Richerand lo ri teneva di 50 in 40 pollici cubic:i (cenlim . ctwici 5!J5 e 94 miWm. c11bici a cenlt°m. cu&ici 795 e 459 miUirn. cubici); il Gregory d'Edimburgo di du(l sol i pvllici c1,bi ci (cenlimetri cubici 59 e ·672 mitLimetri cubici). l\lenzieres poi facev.a ascPudere la proporzione media deli'.i ria introdottH nei polrno1ii con una iusp irazione a 4 5 . 077 r,ollici cubiei lc,mtim. cubici 858 o 45 rnilti:inetri cvbici,l ; Goodwin a 12 pollici oubici (centi·metri cubici 258 e 51 millimetri cubici) ed il Da\'y a G72 CNHimetri ·cubici. Tutte le quali differenze provano certamente quanlo la di ffiéoltà di valutar esélt_tamento Ja quanLit3 ,d'aria inspirala, altrettanto l'imperfezione dei mezzi o dei processi adoperati onde dar un esalto valore alle spericine e renderle comparabili. Aggiungasi che la differenza di statura, di sesso, d'età e d'un'infìnità d'altro circostanze posson avern ·molto influito a vai·iarne i risullan1cnli. 1n tanla discrepanza d'opinion i credei migliore consiglio il riparare pra licameule e colla maggiora esattezza possibile agli iperiµienli : !lei che m'attenn i al pro· ce.sso che andrò indicando. Continua.

RELAZ lONE MEDICO-CLl~ICA (Del Medico Reggimentale Dott. KALB letta in ima Conferenza d'Alessandria). Il 'numero delle febbri sinoche eh' ebli a curare nel mese di luglio fu di 240, parecchie delle quali noo presentaron alcun fenomeno di !,avorio llogist!co viscerale e g11ariroo al seUirnÒ giorno .rnercè delle soluzioni di tartaro stiuialo e dello bilril~ anLillogisliche preparate coll"e~trallo d'aconito alla dos·c d'otlo grani per giorno. li maggiore numero- fu però quello delle siooche che p~r la complicazione di fenomeni gastrici si protrassero fin alla nornr giornata, le quali richiesero , oltr' agli. ind(cali mezzi t.erapeutici, l'uso pure dei purganti massirnam.ent!} oliasi e di moderale cacciate di sangue generali i11 quei casi nei .quali il predominio dell'eccita-mento cardio-vascolare rendeva la malallia reslia all'azione dei deprimenti interni. Ottanta furono-gli ammalali di febbre intermitteute a tipo terzaoariç, regolare; per lo più presen tava'n esse la complicazione di fenoml'ni di' gastricismo ed in questi casi

furono senzat s~Jassi debellate col sol uso del tartaro sli biato, amm inistralo secondo gl'insegnamenti del Sydenham cioè pi·ima del parossisl!10. Qua lora poi gli ac. .cessi f.abbrili si ripelevan.9 dopo l'uso del tartaro stibialo, prcscriv3va il solfato di chinina alla dose d'otto grani sciolto in tre oncie d'acqua acidu lala, rinnovaudo questa prescrizione anch~ dopo vinta la febbre per modo di preservativo. Credo pure dovere fare notare che nel corso di questa cura io tel'leva l'ammalato alla dieta di soli brodi, consigliandolo a far uso frequente d' abbondanti bibil~ nitrate. Quando per ò l'accesso febbrile era vinto, permetteva all'ammala to il quarto di porzione d'ali mento e di vino, salendo per gradi fio alla porzione iutiera e nqn tralasciando in questo tempo di fargli prendere per alcon i giorni ancora il decotto amaro della Farmacopea Militaro. Questo metodo fu éoronato ·da ottimo risllllamento; menlr'appena lrc l'uron i casi di 1eCÌd iva e questi ancora in persone già allre vol~e filate tocche dalla slessa affezione. Nella Sezione della qui.lle vi presento la relaziono, ehbi a deplorare una sola morte e quesla oel .Capo rale Pietro Busc ... del Corpo del Genio i\liliture. Era-questi in età d' anni 28, di témperamcnto sanguigno-nervoso e di costituzione logora: già da due, anni andava spesso soggc,to a lente flogosi !Jronchio-polmonaìi CO\l tosse ch'egli trascurava <~ sovente esacerbava con li disordin i e cogli eccessi nel bere, ai qual i era g1 andemen te i ncli nàto. Sebbene oato da parenti sani, non andò guari eh~ acquistò la disposiziont:l alla lisìchezza la quale svolgendosi insidiosamen to fece grandi progressi senz'esser avvertila; per modo che quando fu ricoverato nello Spedale ai 16 del p. p. mese di giugno la malattia era già pervenuta all'ultimo suo sl1dio. Eran io lui li seguenti sintomi e segni: dimagrimento generale. del corpo con estrema spossa tezza di forze; voce rauca e lamenle\ ol,e; colla perc!lssione la cavità toracica oon rendeva alcun snono nel lato destro ed oJTriva , una copa risonanza nel lato sinistro-; la respirazione era breve ed inlerrolla da continuo gorgolìo; \osse freq11enle con abbondante escreato purolento, verdognofo e fetente ; feb bro-Jeota, non continua> ma spesso rimbalzante con repentine esacerbazioDi · seguile da profusi ·sudori ; -diarrea colliqualiva ad intervalli. ,. Di facile diagnosi, gnesto lavorio patologico minacciava vicino ed inevitabile l'ultimo fine. Non per questo si prescrisser i più efficaci sussidi dell'arte i quali rjtardarono sì, ma non riuscirono a por un argine al luttuoso esito che ebbe cornpime6to. ai 29 di luglio dopo- 45 giorni di cura. La necroscopia confermò la stabilila diagnosi. La mucosa della laringe era esul'cerala profondameute _in tutia la sua estensio11e, con raccolta . di pus nei ventricoli laringei. Il polmone desli:o era notevolmente avvizzito lasciando .un'ampia vano nella cavità toracica; il sinistro aùeriva tenacemente alla pleura costale nella sua parte superiore ed esterna. Tanto il destro quanto il sinistro polmone, esaminati nella loro sostanza pareochi ma tosa, presentarono molli punti suppurali o ripieni di pus gialloblgio lubercolare. Si riscontrarono poi nel lobo·superiore e nella base del polmone sinistro amp.ie caverne tuhcrcòlari nelle quali', distrutta la sostanza polmo'nale, sola· tnenle rim'uiovaoo visibili i più cospicui tronchi bronchiali


:147 in alcune parti esulcerali e corrosi. Il cuore~ le viscer~ addominali eran in is.lalo d'anemia senza .-rimarc;1evol 1 guasti oell' o~gao ica tessitura.

STORIE DI CASI RUIARCHEVOLl. 52 FERITA LACERO-CONTUSA ALLA TESTA (!J1oria letla dal Medico di Batlaglione 1Jott. GARlll~LDI in una Confer"enza <ii Genova).

Eusebio Enrico soldato n{li Cavalleggieri di Monferrato della Provincia d' 1-vrea, d'anni 26, di salJa e robusta ~oslituziooe qùanlUrl°que· nella sua giovani! età fosse travaolialo da diuturno e ta lvolta ostinalis.sime febbri intermi~Lenti, nella srra dei 15 di maggio p. p. fu colpilo da on calcio di cavallo nella· regionè p~riHtale destra cho produsse on ferita lar.ero-contusa alq:ianlo· curv_a la qua!e, cominciando due diti sotto la suLura sagilla!e, estendevasi per due pollici e mezzo circa dall'alto <li hasso !un. ghesso la linea mediana di questa regiooe ; presentav_a i margini fraslagliati, 1umidi, in i$pecie il posten ore e d1vadcali' l'uno dall'a ltro µer uo mezzo pollice circa nella sua parte centrale La violunza del colpo non _limitò la sua aziono alle sole parli molli , ma l'osso parietale denudato dell'epicranio oe rimase compiutamente di-viso e più tardi s'ebbe a ·togliere dal!a ferita nna scheggia del tavolalo esterno del medesimo,. lunga un pollice e mezzo o larga cinque linee. Alcuni rami dell'arteria temporale fnrono parimente lesi , per ·cui li suoi compagni d'anni che lo irasportaron all'Ospedale quallr'ore dopo l'accidente, erano concordi nell'asseri_ro che l'ammalato aveva perduto nell'intervallo moltissimo sangue. l\Jenlre il Medico di Guardia cbe primo ebbe a soccorrerlo ripuliva la .ferita, togliendo i grum i sanguigni che la ricoprivaoo 1 vide rinnovarsi il gettito di sangue arterioso da due punl_i che l'obbligarono di sospenderne la medicazione per Jimit(lre le sue cure . ad ' impedire l'emorragia. R iempì · egli il cavo della ferita con ìslue\li stretti ùi filacci ca , ricoprenduli con com1>resse gradua Le; collocò altre compresse graduale fra I, arcata zigomatica e l'apertura esterna del coùdollo auditivo nel!' intendimento di cumprimer il tronco principale arterioso ; poi conleone il tullo con apposita fasciatura e, fallo collocare l'arnrna lalo in n_n letto convenientemente disposto per.chò la !esta fosse ben elevata , prescrisse 11 uso conlinoato del bagno di Schmuker sulJa fascia tura io <;.orrisponùenza della ,h:rila. In seguito di questa medicazione si vid-e l'emorragia ~essa re, l'infermo sciogliersi dallo stalo di generai abbattimento , r iordinarsi le funzioni inleilelluali, la re~pira'zion~ re_ndersi più ampia e libera non ostante che il calore della pèlle si r.onserva,sse al disotto del naturale ed i polsi fossero. lenti e quasi impercellibili. Nel corso di lla uolle l'ammalato fu più vo lte so~preso da conati di vomito, poi da vom iti ver mezzo dei quali rigellò i c:bi e le, bevande presi prima d~ll'accidente. . Nella visila del mall_ioo successivo l't~morragia er-a del tullo cessata; osserva vasi sol1J nella parte,esterna del-

l'apparecch io una macehia )anguign-e rosso-scura nel centro e rosso-pallida io giro. Sebbene l'arnmalalo rispondesse con istento alle domande che glì era n indirizzate, dif'Òe però a capirn elle non altro soffr iva fuorchè una molesta e doloros,1 sensazione nel'la parte ferita e che provava sete viva ed intolleranza alla luce; la respirazione era stentata e lenta; la rnoilla dilala ta e quasi immohiie; il calore della pelie mioorn del n..iturale, i polsi larqi e piccol i (continuazione dei bagnuoli gh.iacciali dello S cftmuher ; bevanda acidu· lt,ta fredda). Verso il meriggio essendosi l'ammalato alcun poco riavuto iu forze, la fis ionom ia rianimala, il 1iolso elevato, sì volle prevenire l'iolensilà deìla riazione con una generosa cacciala di sangue dal braccio , di cui il sangue presentò un crassamcnto poco tenace ed nna nat.ura!e proporzione cl i siero. Nel secondo e terzo giorno di cura il ferito mano mano ricuperò l'uso di tutte lo sue funzioni ; si lagnava della compressione falla dal la fascia tura sulla fe ri ta e per sollev ari o furono \agiiati alcun i g: ri di benda (continuaz-ione della dieta rigorosa e delle uewnde {redde acidulare). I\el quarto giorno si levò- l'apparecchio. La .ferita fu Jaya1a con la aecoiione 9i fog lie di ma lva quasi fredrfa . Si cercò rli riavvicina ro li m1frgini sempre più divaricat i del la ferita merliante listcrelle conglulinalivc senza però smovere 1in grumo sanguigno formatosi nel mezzo della fer ita pel Limore che compar isse l'emorragia secondaria. La s:essa medicatura fu ripetuta nel qu inlo , sesto e set limo giorno. Nel l'otta\'o giùr·no colla persnasione che più non avesse a rinnovarsi I' emorragia fu tolto il coagulo sanguigno ed accura,amcnte ~~plora,o il fondo della ferita. Fu allora che si n:se ma;iifesla la denudazione, la frallura e la scheg~ia dell'os~o parietale di cui si fnce cenno da prima. L'.estrazionc del la scheggia' riuscì focile ed i mHgi ùi deì!a ferita si ·poterono sempr e più riavvicinare rncd i1H1le lu già det!e lislerelle. Non tardò il pus a rendersi di buona natura, i;ome non tardaron a comparir i bottonci ni carnosi. La medicazione conlinuò ad essere semplicissima e dopo alcun i giorni le listnelle di cerotto cong lulinalivo fnrono sost ituite da semplici !ìlaccica asciulle. Nel corso della successiva cura Ja ferita fu più volte , toccata col nitralo d'argento fuso, quando per reprimere Ja lussu• reggiante vegclazionè cellulo-vascoiaro, quando per rieccitarla allorchè sembrava illaog11i<lirsi per qualch'abuso dietetico dell' ammalalo il quaìe nel trenles"in10tJUarto giorno da Ila sua entrata nell'Ospedale ne uscì perfetta, monte guari10. L'Autore cli q_nesta Storia porta opinione : 1.° Che il l'alcio rilevato dal fer:to òebb'essere stato diretto obbliquamente su ll'osso parietale per cui li tessuti lesi dovevano considerarsi piuttosto l.acerati ç;he coutasi.

• 2,° Che per questo motivo la _forza d'azione del corpo feritore sull'osso rlebb'essere slala dirniuaila dalla resistenza che gli o!Trr;;t'ro li capelli e Je parli molli. 5.1' Che allo testò riferite canse si debba ascrivere la lieve commo1.io11e cerebrale n 111 qna;;i nulla riazìon~ genf'rale, per cui il fer ito andò immune da quelle fnneshl eousegnenze che sono tanto comuni neìle lesigni di questo genere.


i4S 4.o F inalmente che la medicazione semplice è quella

che più conviene iu queste ferite qualunque sia la complicaziona che presenta.la lesione traumatica de.ll'osso.

RELAZIONE DELLE C0ì\1FER.ENZE SCIENTIFICHE (Contfouazùme del mese di Giu9110}. ALKSsnonxA. Lello il Pr0cesso Verbale dell'antecedente Tornata, il Presidente presentò aì 2 del dello mése il piano d' una nuova distribuzione del Servizio Sanitario la quale s'era resa necessaria per la partenza d' alcuni Medici di Reggimento e di Battaglione. JI Dolt. Ralb lesse quindi tura relazione di varii casi d'ottalmia granellosa (rifor1ti al num0 12, Storia num 0 36), sulla quale. la llatlnnanza s' intrallennc a ragionare per tutta la durata della Soilnta, studiandosi di dilucida re la ragione anatomica di qucsl~ granulazioni e la loro clinica im1,ortanzu. l\iclla :.:cduta dei 50 il J)ott. Mazzolino lesse la Storia d'u11a ft.lrita d'arma da fuoco all'antibraccio ( riferita :il oum 0 15 , Storia num0 40) , la quale dicdu luogo a molto considerazioni sulla possibilità di potere conservar io tcrnpo ùi pace negli Spedali Militari quegli arti che, gravissimamente fori li, dovrel>bero per necessilà esser amputati nelle fazi oni di guerra , nel corso delle quali oon ai può tosto ed auequatamu111e metlt:r in pratica quel metodo cura1ivo chti talora riesce nel primo caso. La :5oduta si chiu$e con un ci;ono d'un caso sporadico d-i choltra dipendente du morbosa condii.ione gasirica eJ occorso nello Spedale nella oolle aolecedente , di cui i sintomi molto gravi cessarono r.i.pidameute mediante l'uso dei 1,1urgativi oliosi. Sc1Allill!&1. li Doti. CosLaozo legge la Storia di tumore 0 Oemmonoso souascellani che fu riprodolla uel num 14' l vedi Storia uum0 45). ti Doll. .Menardi crede che il tumore di cui fu letta la ::;toria appunto ver essern d indole reun1atica, ·avesse 6olame'nLo sede nel tessuto cdluloso suptirficiale e cbe lo ghiaodole soltascdlari profoodo partec1pas:1oro solamente per conseuso dell' ioliamruazione da cui era quello compreso. Prende poi argomento da qaesta Stc-r ia per ricordare in quanti e quali casi sia mollo difficile il rar uoa giusta diagnosi tlei tumori dtd cavo dell'ascella od cuumera le affezioni cou cui questi I umori po3sooo confondersi o reo-. derne pericolosa la .spaccatura, e fra questi uon dimentica di cilare l'aueurì.-ma, l'enuserua, l'ernia polmonare, ccc. : avverte per allro chti questa difficoltà d.i diagnosi 11on può irvvenire se non quaodo il Curante non ha potuto 5 eguire l'andarneolo di:11 lucnore dal suo nascere e, per 1:hiarire la cJiagno5i, porge per questi difficili casi ed 111 via d'eliminniiooe i caralleri dilforooziali dei varii tumori del ca,· o ddl'ascella. Appo:;3iamlo il Holl. Crema le riflessioni del iDoll. J\teoanli, rii:orda come sommi Chirurghi, e fra questi Houx, credtndo spilccar uu tumr,rc; abhiaao aptirlo un nnuri,;n1a. l\issun altro chiedendo la parola si passa alla seconda. parte dell'ordine del giorno·. li Doll. llotlero leggi! una SLoria di frallura della tibia stata rilevata da un amrnalutv llorgheso i11 vir.inanza òel!o Sped~lc Divi,ionalti, che ebli non giudica al tutto estn,nea a!le nostre or<'upazivni perchè cotost'ammal.ilo

nlla cura del quale egli ·attese, fu pure veduto da buona parte dei suoi Colleghi. Racconta perciò come un tale Lub...... inciampando io istato d'ubbriachezza in un sasso, cadesse e rilevasse una frattura semplice, obbliqua dal basso io alto e dal di dentro all'in fuori nel terzo inferiore della tibia destra. Quantnoque dall'accidente avvenuto al suo primo accostarsi all'ammalalo uoo fossero trascorsi più cli tre quarti d'ora, ritrovò una sproporzionata gonlìezza dell'arto offeso che dalle informazioni dell'ammalalo potè attribuir alla proclivilà che la parte a ,eva ad infiammarsi come quella che molti anni prima, era stata per una violenta percossa, afft:}lla da periostite suppurata Lnttora segnata da una cicatrice, e ciò due pollici al di sopra dc,ll'attuale frattura. È a questa pregressa periostilo che il Dott. Bollero attribuisce 1100 solo la facilità con cui l'osso si ruppe pP.r una caduta semplicissima , ma ben anche la dilTicoltn con cui in seguito si formò il callo. A convalidare questa sua opinione cita la teoria di Boyer sul rammollimeulo degli ossi ed un caso pratico di Loui~. N.rra con qllali mezzi s'accertò della di~gnosi descrive il primo apparecchio che applicò il quale consistette nella fasciatura <li Scull~lo. La fobbre di riazione comparve solo <lopo 48 or~ e fu corata coo uu s~lasso , con- bevande refrigeranti, colla dieta, Qcc. e localmente coi bugni fre ddi saturoini . Dico come moderati 6iano stati i fenomeni di 1·iazione generale sorti ai primi giorni cli malallia e come al sesto giorno la porzione superiore dell"osso tendesse ad alzarsi, minacciando di traforare gl' integnmeoli ; al che r iparò egli col rialzare la parte inforiore col riempir i vacui tra il calcagno ed il polpaccio. Rivide la parte olfosa al 20° giorno e, non t rovando neppur incoato il callo, applicò un cnseiuetto alla parte superiore dell'osso nella vista di maolonerlo meglio a contallo colla frazione inferiore mediante la su ioJicata fasciatura. La rivide al M 0 giorno ed il callo non era ancora principiato , o questo lungo ritnrrlo contìoua va ad altri1.mirlo agli esili possibili della pregressa periostite. Fioalmeote la rivide al 400 giorno od il callo era regolarmante incominciato. Menlro annunzià che l'ammalalo è ora compiutamcote guarito, si riserba di <lare la fine di questa Storia quando potrà fare vedere l'ammalalo ai suoi Colleghi. li I>ott. de Benufort senza negare la possibilità che la pregressa periostite possa e,ssere stata la causa dt1l gran ritardo alla formazione del callo, chiede se non sia possibile che abbia potuto concorrervi la qualità del de· scritto apparecchio, mentr'è d'opinione che qualora si fossero fino dal principio mantenute a contatto le super• ficie fratturale dell'osso col mezzo d'un apparecchio ad estensione permanente ma moderata, il callo Corse si sarebbe ollenu10 più presto. li Dott. Boli ero dice non aver adottalo un apparecchio inamovibile per non potersi adopera r una fasciatura compressivo su partj che per la sofferta malattia si mostravano tanto proclivi alt'irrilatione. Il Doli. de Beaufort spiega ·come, mediante due assicelle fermate al disol\o del ginocchio e con una leggiera rasciatura a stalTa sul collo del piede, si sarebbe potuto facilmente ottenere l'immobilità ùcll'arlo _nella posiziono più con rnoiente con oste asi one permanente de li' osso

e


5.49

l

:numero non leggie'ro delle perdite degli ammalali in confrattubto , lasciando nello stesso tempo a nudo il resto fronto della gravità delle stesse ferite ; càuse che non . della gotriba, epperciò ·al sicuro di qualsiasi temuta composson esser attribuile aì ·metoùi cli cura , pc1:chè dalla pressi-O ne. . descrizione che fa dei medesfmi sì rileva essere stati i li Ddlt. Boltcr6 crede che l'immobilità dell'arto nella più semplici eè i pii) razionali. Dà lìne al suo dire con poaizione voluta ei possa egual mente ottenere coll'appa • erudite e scientifiche riflessioni su i casi narrati. recchio da lui usato e descritto. . li Doll. ComissetÌi lamenta come, essendo oltrepassata li Dott. 1\lenardi si sovv iene che; avendo veduto l'aml'ora, non sia possibil intavolar un'utile discussione su i malato al 20° aiorno di cura, ha consigliato d'aggiungere fenomeni che accompagnan e seguon~ le !orite d' armi ali' apparecchi; in corso un'assicella che .tenesse il pie~e a fuoco, specialmente sullo stupore, sugli sbrigliamenti · rivolto all'io fuori, com'il mezzo più atto a mantener m che sono spesso imperiosamente richiesti e sul riassorbicontallo le superficie fraltu~alè ed a sollecitare la formamento purulento che coMegue non di rado le grandi opezione del callo. razioni. ll Dotl. Tappati ra rifletter al Dott. de Beaufort N1zu. Non ,•essendo casi rimàrchovoli di malattie le che, rigorosamente parlando, non v'e bisogno d'un apquali potessero dare luogo a discussione il Presidente, parecchio inamovibile per ottenere !!immobilità e la b~o?a nelle Sedute dei 15 e 50, passò in disamina tutti quei dosizione della gamba quand'è fralturata soltanto la l1b1a, precetti igienici che l'imminente stagione e-stiva poteva essendovi la fìbola che supplisce fin ad un segno all'appareccliio. Dice avere vedute _gl}arir~ _dive~s·e ~ratture di . richiedere pel bene della sanità del soldato e parlò poi delle malattie dominanti nello Spedale. tibia col solo tener il femore in un piano rncl1nato e la P.er ciò che spelta ai precetti igienici raccomandò ai gamba io posizion orizzontale, çontrnuta soltanto da u~ Medici Militari di ser..-izio in Qnarticre: 1° d'esaminare fanone a doccia senz'altra fasciatura di sorta. n Doll. DoHero, avuto il debito riguardo alle falle ri· bene la qualità dei frntti e degli erbaggi i qualì, per la grande consumazione che ne "fan ì soldati , potevano, se flessioni, dice, però non aver a lagnarsi èlel metodo imimmaturi o comunque alterali , essere causa pei medepiegalo nella cura ed, iosisfondo oolla sua opinione sùll~ simi d'affezioni più o meno gravi dell'apparato gastrocausa del ritardo del callo , si lusinga che i suoi Colleghi ne sarauno persuasi quand' avrauno v.edulo l' ammalalo entflrico, affezio1li quesle già res~ som mameole facili dalla stessa ·stagione estiva e più pa-rti<iolarmente dall'ardente e lo stato dulia sua gamba. Ne-Ila seconda Confereuza (ai 261di giugno) il Medico Di· clima della Provenza : ~0 di riconoscere col gu~to e coi ir,ezzi somministrali dalla Chimica. se il vino -dei cantiv.isiouale di ritorno dal suo ,·iaggio pronunzia le parole che abbiamo riprodotte oel nnm0 4, pag. 52; qniodi• dopo nieri e quello di cui ai faceva un'ordinaria distrrbuzione Ja lettura del P rocesso Verbale, riprende la parola sulla al soldato non fosse adulterato; cosa qnesta facile_e frequente in Nina o di cui li tristi affolli cia·scuno doi Modiacussion e che fu motivata d'ali.a Storia del Dol.t. Bottero e dice st•mbrargli sia sorta soltanto d11l desiderio dici .Militari aveva avuro campo d'osservar in due casi · presenta lisi nello Speda lo , nei quali I' analisi Chimica di vedere troppo presto la formnione del callo. Fa notar a questo proposito la dillìcollà che s'incontra a con- ' confermò il sospetto del\'adullera1.iooe: 5° d'ispezionare tenere bene ricomposte le fratture obblique della tibia li varii vasi ed utensili inservienti alla cu_cioa dei soldati nella designala regione; parla dell'azione preponderànto e dei cantinieri, per assicnrarsi se fossero bene stagnali d'alcuai mnscoli e del modo di ripararvi. Ammette inoled impedite così le tristi conseguenze che dal non effet·tre essere possibile che le coodizioui generali dell'ammatuato stagnameulo dei medesimi potevano derivare: 4° di tat.o a.nbiao influilo sul ritardo della formazione del badare zelanti alla pulizia dell'interno delle Caserme col callo , ma che , ammessa anche lutla la possibile oor- ' far esportare tosto ogni q11alunque residuo di ·sostanze malità, una fralinra obbliqua della ,tibia non può offrire vegeto -animali proveniente dalla spazzatura delle camere, uruna so!ldita nei primi venti Q venticinque giorni dai cortili, ecc., rimovendo così ogni cosa che potesse dall'accidente. A questo proposito cila.gU-stu<lii d'Hunter servire di fomite alle t\Voluzioni miasmatiche : 5o di proed i lavori di Dupuytren dimostrando com' a vent.iciuque fittare degli esercizii appositamente instiluitisi per riconogforni il callo provvisorio sia appena alla fine del suo sescere l'uso degli stromeoli della Cassetta per gli anne· condo l\)eriòdo, epperciò ben lontano dal potere presentare gati esercitandosi a conneltern li varii pezzi dei meveruna solidità. Prende quindi ocM.8ione per espor i desimi. fe1tomeni che accompagnano la formazione del callo iin Per ciò che spetta alle rnalallie dominanti dimostrò lufli i suoi periodi' secondo ·ra teoria di Dupuytren , nocome quelle di dominio Medico fosser in poco numero tando com'il callo definitivo non sia veramente perfeziocd invadesser in modo l>eoigno l'apparato gastro-enterico nalo s·e 110n dopo i sei, otto ed anche <iodici mesi 66· e come fossero parimente di poco rilievo le malattie cond' i casi e lo circostaòze, e eh.e solamente. in queslo tutto di dominio Chirurgico, comprese anche le ollalmie tempo il lavorio di consolidazione può dirsi veramente e la scabbia le quali s'erano 1·idotle a piccolissimo nuterminato. mero dopo le frequenti lavature dei soldati nell'acqua DoR? ciò si passa all'ordine del giorno. del mare. 11 Dotf. 1\Jenardi legge il riepilogo dei casi più nolevoli CuNKO. Nella Seduta dei 14 il Dott. Vaglieriti si fece delle ferite d'armi a fuoco che ha egli corate dopo !"a od e3por un sµo progetto di Ilogolamento sui Consulti battaglia dei !?5 di marzo 1849 nell'Ospedale di .Novara. il quale, tulloché lodato dall'Assemblea per l'utile suo Questa Ivlemoria conticno la classificaziono <lolle ferite per scopo, non ottenne però la generai approuzione in quanto la loro importanza o per la località affetta. Indica quali al modo d'allua:zione. Nel giorno 50 il Dolt. Gardini oel numero di 150 feriti._stati curati furono gli esiti fausti lesse una Storia di Spasmo di cuore da cui fu tocco nel ed infaa1sli : ragiona sulle cause po:::ii-bili e probabili del mese d' aprile un Uffiziale del H0 Reggimento Fanleri•


dopo essersi incaufamente esposto alle vicissitudini o.tmòsferiche menlr'era ancora convalescente di non lieve reuroatalgia. L'invasione di questa malattia fu rapida , violentissima ed accompagnala da convulsioni epilettiformi con delirio: coll'aùscultazione s'udivan appena li movimenti del cuore i quali erano tumulluo~i ed intermittenti ; variabilissimi si toccavan al carpo i polsi ; il calore della pelìe era al di sollo del naturale; le estremità erano gelide; scolorito il volto ; fissi gli occhi ma non ,iòieUati.; noi momentanei intervalli di calma l'ammalalo si lagn ava di crampo di cuore lacerante con sete insaziabile. La cura si diresse prima a calmare lo spasmo mediante frizioni con pannolana caldo al costalo sinistro cd alcnne cucchiaiate d'nna mistura cordiale con liquore \nnodino minerale dcll'.Hoffman, presa a dovuli in tervall i. A vincere l'apparente stato di congestione cerebrale op<'ratasi nell'accesso si praticò più lardi con vantaggio un salw,o, coadiuvato dall'uso i11terno dell'orqua coobala di lauro ceraso nel l'emulsione comune. L'trso in fine delle Jargho pozioni , diafol'eliche e l'applicazione d'un vescicatorio al braccio soggiogarono talmente la causa prossima del male che l'·amroalato io cinque giorni si poté dire perfotlamenle guarito. Dopo la lettura di qnesla Storia il Dolt. Vagìienli notò che dal quadro sintomatico della malattia si poteva de<}urre trallarsi di vera stenocardia . R ispose ìl Doll. Gard ini che la mancanza nel narrato caso della dispoea e della perio(!icità che soglìon occorrere nella stenocardia lo allontanavan,) dall'opinione <lei suo Collega. Qnesti soggi1;nse che nella stenocard ia gli accessi soi1o bensì· soli li a rinnovarsi, ma non conrnrvano pèrò un vero tipo periodico. Fu quindi dal Do ll. Z:icch ia data lello:a del Rendiconto Clinico dello spirato sem estre circa !e Sezioni Yenerei- e scnhbio~i ) stato dirette dal Medico Divisionale Doti. Besozzi ; per dare compimento al lungo ed elaborato la voro <lei primo, questi aggiunse alcuni schiarimenti da lui crednti uccessarii e cliiuse la seduta alle ore 5 'l [2, Il sunlo di qua$ti due lavori sarà dato in un prossimo n·umero. .9

PARTE SECONDA IL llEG OLAHIENTO DEI 30 D'OT'fOIHlE i.850 GIUDICATO DAL CORPO SANI'l'AlUO-l\fILITAllE Pnornss o VERBAI.E UELLA CONFF.llENZA TENUTA J>AGLI ' oFF lZJALI l\!JLH'AU{ Dì §ANITA ' DELL\ lllVIS10l'm DI 'rOHINO ~ELLA SimA I>El

2.4

DI N!.>Vl.mllfj~:

185!

APl'ItoV ATO NELL A sguUT A lH~L i .o l>I l)tCE!\!llUE

ED

(*).

Nella seduta dei 24 di Novemure, · dopo la lelturr. dd processo verh:de dell':rnt.ece<lenlé tornata, stai.o 11pprovato, previe ulc11ne rett.i!ìcazioni dei Doli ori Tappari e BoreHi , il Unrone Dol.t. De-Beaufort cuiese la (") La p\lbblìcazione di questo numero fu ritardata onde pro, dur il processo · verbale dopo l'approva7-iono Superiore.

p::irola per proporre che l'inserzione nel processo vcr.. baie dei nomi dei Medici Militari present.i all'Adu. nanza fosse d'or in avanti fotta uon già per grado d'anzianità, ma bensì per ordine alfabetico, sanzionando così col fallò il principio di pcrfetla eguaglianza che debbe reggere la ìibertà delle discussioni Scientifiche le quali, intese come sono alla rìcerca del bello e del buono possibili, rn':.i!e com po, terebber il sacriuzio della verità ai riguardi di grudo e dì superiorità gerarchica, eccetln:rndo pet'Ì> l'autorità del Presidente in quelle cose che I.oceano da vicino il boo11 andamento delie discussioni. Questa proposizione avendo ottenuto l'universale consenti men lo, il Presid~nte invitò. il Dolt. Arena perchè desse lettura della seguente .Memoria. « A libera Nazione libera è la parola; e quel pensiero che un giorno si nascondeva all'amico, oggi non solo si può ma si dehbe estcrn~re liberamente. Al Decreto . lleì 5ù !l'ottobre sussegnì il nuovo _Ordinamento pel servizio degli Spedali e dei Qnartieti, i! quale nell'assegnare a ciaschedun il .rroprio dovere, nell'alternare le funzioni e -nel concentrar il p<>lere nel Medico Divisionale rese rcgòla!o ed nnisono il ser vi.zio. EsH è di quest'Orditrni11eolo eh' io desidero i11lrattenervi per alc1111i i;;tanli, Onorevoli Collt1ghi , mctteuùo a confronto per quanto rn'ò possibile il serviz io degli Spcdali Division,ni i è qoe!lo d'uno Spella le Reggimentale. Ricordan:,:a grati-ssima i<l serbo dei lre anni trascorsi in Veuar ia alla Di rezione di quello Spedale e debbo con-· ven ire siccome credo meco convengano i .Medici Heugimenlalì di Cavalleria, cli.e molto m;ggiore sia li'utile -del ;;oldato e migliòrn l'andamento del servizio quand' ò questo sostenuto dal proprio · Med ico del Reggimeuto, il quale ha intima couoscenza dei Sol<lali che lo compongono. Ondechè non sare!Jbe da desiderarsi che, quando non s'opponesser interessi maggiori; gli UITiziali ùi Sanità assistessero gli ammala.ti del proprio Corpo ovvero, essendo di ques10 piccolo il numero, quelli <liilla propria Brigata , alternando il servizio fra i due Medici di Reggimento deÌla medesima? Deriverebbero da siffatta disposizione questi vantaggi: 1o Meglio n,otì sarebber i bisogni dei convalescenti , specialmente di gravi malattie, perché stati curati . dal)' Uffiziale di S'auilà del.proprio Reggimento il qua le debbe anche mano mano fare presenti al Comandante del Corpo od ai rispettivi Capitani le successive gravi fasi delle malattie ~lei soldati ammalati. 2° Minori sarnbhero le recidive pe.rchè il l\ledico dì Reggimento oltre al facilitar ai convalescenti _cli gravi malallio ùn temporaneo congedo; può anche dispensarli da quei servizii ai quali non può consentire la loro male ferma sa!ute. · 5° S'eviterebbe di favori.r involontariamente il soldato ignavo che lenta maliziosarneule sollrarsi al suo dovere coo simulale malattie, ricovrando in Sezioni dove non è couosciolo dal Medico Curante. Interrogate i nostri Colleghi di Cavalleria e vi diranno come siau ìn maggiore :;lima tenuti ilai solduti del proprio Reggimento; vì diranno in quale pregiq gli abbiano i Superiori; vi diranno come la loro esisC"eaza a(fratellala

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. .,

l5i litari ai quali, anzi che' tornare profittevole, fu in veèe sempre di danno colle invereconde sue polemich~, siccome ebbe già a dir in una Parlamentare seduta lo stesso sig. Min istrò della (ìuerra ; 1.0 Che le villa" nie e le maligne iosinuaziooi dallo stesso Giornale pt1bblica1e coutro il nostro Superiore e con tro alcuni Uffiziali di Sanità molto stimati e stim abili non po~ tevan essere l'Ppera di Colleghi attività di· Servizio perchè niuno ,di noi è caÈH:ice d ' insultar il Corpo .Sanitario nei suoi Superiori e Colleghi ; 5° Che) priucipii dal oredesimo pl'ofessati sono ben l9ntani dall'essere l'espr,mione <lei sentimenti dei l\ledici Mili· tari, siccome lo prova il giudi1.io portai.o dai Medici Divisioouli e di Regg. intorno al Decreto dei 30 d'ottobre -!.850; 4" Che fina lmente non vi poteva essere connivenza di sorta fra i Redattori dell'Igea ed il Corpo Sanitario-Militare attivo il quale, quando non avesse avuto un Organo proprio per fare di pubblica ragione i suoi pensieri, ad ottener il suo intento avrt!bbe sempre scelta tutt'altra via che non quella del Giornale sedicen~~si t.utore degl' interessi Sanitario-Militari di cui i sentimenti furono già riprovati dalle proteste dei Med:ci Militari d 'Alessandria e di Sciamberi collettivamente ed isolatamente da altri Medici Milita.ri in Giornali più accreditali. PrOJ)Ose ad ultimo che l'Adunanza volesse commet.ter ai Se· gretari l'incarico di sten'r1er una protesi.a in questo ·senso, la quale poi s&rchbe stata raccomandata al Pre1;idcnt~ per ~ttenere da!le Superiori Aulorilà che que\la· potesse essere collettivamente soltoscril.ta e fatl'a di pubblica ragione. Interrogata l'Assemblea dal Presidente se volesse aderi r alla proposta del Dott. Sclav«•rani , questa al: l'unanimità. avendo votato per l'afl'érmativa, , ScgreL'argomento trattato dall'Autore di questa Memoria tarii compilaron il seguente ordine del giorno moporse occasione al ,Dolt, Sclaverani d'esprim~r io tivato. proposilo li suoi cuocetti: cominciò quindi da!Fester« Presi in considerazion e li vantaggi che b:l pronare la soddisfozione sentita alla lettura de'llo scritto del suo Colìega siccome quello che provava ad , dotto il n. Decreto dei 50 d'ottobre 1850 t::rnto per riguardo alla regolarìtà del Servizio Sanitario-Militare, evidenza -che li Medici Mili lari possono . nelle Conquanto al Corpo Sanitario ed al soldato ammalato: !erem.~ occuparsi degl'in teressi di Servizio e di Corpo 1 quah discussi ed avvalorati .<lalla pluralità d1~i « Prese in considerazione le proteste già pubblicate dagli Uffiziali Sanitari o,Milìtar.i d'Alessandria , di sntrragii, . arrivanò poi, per mezzo del Giornale di Sciamberi ed alcuni artico li stati pubblicai i isolataMedlicina Militare, al Go,veroo no.n solo, ma alla Namente nello stesso senso da alcuni Ptfedici Militari iri zione l utla e sono la sincera espressione d·ei sentiservildo attivo: menti d~I Corpo Sanitario-Militare; della quale cosa . - Preso io considerazìo!'l e il modo sleale ed inur s'ebb~ già non equivoca prova nella pubblicazi<me bano con cui è compilato un Giornale che s'intitola fa'.tast ~allo st~sso Giornale degli scrit,ti intorno alla Ginnastica, ai Medici Militari iu marcia e simili: degl' interessi del Corpo Sanitario-Militare senz'averne soggi11r1se poi che l'acquistata certezza d'una tale ricevuto mandato veruno: « Gli. Uffiziali Sanitarìi della Divisione di Torino, ~er!tà tanto più gli tornava gradita, ip quanto che il Corpo .Sanitario-Militar.e iò attività di servizio non presenti alla Sedula dei 24 di novembre :1$51 ed in abbisognando meoomaruènte di persone estranee cùe calce soltosèr.illi, aderendo con convinzione al H. ne tulelino ~l'iuteressi e non po\endosi perciò neanche Decréto dei 30 d'ottobre 1850 , fann·o adesione ai pareri intorno ad esso emessi dai Medici Divisionali per poco supporre cL 'un si fatto rliaudato sia stato e Reggim1~otali ; dichiaran aver nessuna parte nè afJìdato :.il Giorn:.ile L' lgea Marziale ch·iaramente risulta'l'a ; i° Che il m·edesimo per ia·t;atjza porta in diretta, nè indiretta alla compilazione del' precitato Giornale, ne 1·espingnuo qualunque malleveria e pro· fronte H nome di tutore d.egl'ioteressi Sanita.rio-Mi·

a quella Qel soldato al quale restituì vaoo la sanità sia abbellita dall'am0re e dalla riconosceoz;i. · · Antico ma sempre giovine è quel detto che l'amore der'.va dall'utile. I soldati saranno proc:livi ad a-maryi quando sappiano clie a noi tocca 1'assisterli nelle loro ir~~ formità e quando nelle nostre visite nel tempo del rauc10 o nelle Camerate, anche ad ore avanzate della notte , conosceranno che oo ni nost ro studio è diretto •alla conservazidno <lel la loro san ità. Io nutro fiducia che il tempo, questo severo giudice degli uomini e delle cose, proverà maggiormente l'utilil.à del Decreto cbe ci chiamò a vita novella e credo che 1! volo emesso dai Medici Div is.io11ali e da molli .Medici c)i lleggimenlo distirllissimi per ingegno , scienza ed eminenti servigi basti ad annientare le futili opposizioni lan · ci ate coni ro quel Decreto ~l quale, corne voi tutti meglio di mti conoscele, siamo debitori di queste Scientifiche Conferenze dove lo zelo e !"emulazione fanno così bella mostra di sè. A quel J.)ecrelo siamo debitori d' un organo ufficiale, espressione e prova dei nostri studi e delle no· stre osservazioni. Esscudo pel medesimo duplicato il Personale SanitarioMili tare avverrà che in tempo di guerra più spedi~i e più numerosi saran i soccorsi che . si daranno ai sold ali comunque ammalali o per ftlrile o per febbri pel'iodiche, biliose , _tifo idee, ecc. lo che fui leso ne 'miei inleressi particolari da ques1o Decreto lo venero .tullavia pe.rchè fu util ai pi1ì, nè temo perciò la laccia di servi lità , e se voi , Onorevoli Col~e-· ghi, credete ch' io ,calchi il retto sentiero·, consac~ale la mia opinione con uo giudizio che provi ulteriormente al nostro paese come noi, non solo noù partecipiamo, ma avversiamo le idee d'un Giornale di cui le pagine son~ zeppe di personalità e di priocipii noo puol'o cooseolaoei alle oos tre istituzioni. e 0

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i5i testando contro ·n principii dallo stesso promulgati come' contrarii all'onore ed agl'interessi del Corpo Sanitario-Militare uon che,, al bene del soldato, pregan il Signor Presidente perchè voglia for opera presso li Superiori affinchè questa protesta possa essere fatta in modo collettivo e data alla pubblicità e passao all'ordine del giorno. Àpprovata unanimemente per alzata e seduta que• sta protesra, _riprese la parola. lo stesso Dott. Sclaveraoi per m,tare come l'uoanimitµ del voto fosse una solenne mentita alla Redazione dell' lgea che impudentemente non rifuggiva dall'accusar alcuni innominati membri del Corpo Sanitario-Militare attivo, mcntr' egli teneva per fermo clie se vi fosse stato tra li radunati chi dividesse le opinioni dell 'lgea, questi avrebbe trovato bastante éoraggio nelle sue convinzioni e nella sua oooratezzli per disapprovare la protesta col non alzarsi dal suo posto. Pose fine a quest'argomento il Signor Dernssi pre~ gando l'Adunan:r.a che nella protesta volesse sostituire le parole Uffiziali Sanitarii 1'fllilitari a quelle di Me· dici Militat·.i onde in quella fosser anche comprf,SÌ li ~ Farmacisti Mi li tari.

R. Truppa e Slaùilimenli Militari s'associno ad un numero determioato d'esemplari. La Red·azione crede superfluo raccomanrlar ai Medici Militari l'acquisto d'un' Opera di cui ìl bisogno era da tulli riconosciuto. L'Opera è divisa in 2 volumi di 500 pag. ciascheduno, al prezzo di L. 4 per volume e si pubblica dalla Tipografia Militare.

li primo volume vedrà la luce nel decorrere del prossimo mese di dicembre. ·

L'Azienda Generale dì Guerra con sua Circolare dei 22 di novembre num0 1444, di 2.a serie, previene i Comandanti dei Corpi del R. Esercito e degli Stabili-

menti Militari cbe nel Regio Magazzino dello Merci si ritrovan ancora vendibili parecchi degli oggetti di corredo pei Medici .Mililari che l"Amminislraziooo di Guerra incettava onde fare fronte alle esigenze del 1848-49. Tali oggelli furono falli stimare onde fis~are loro un prezzo che in giornata si rendesse più agevole ed -economico ai Signori Medici Militari. Gli oggetti che furono stimati meno del prezzo di compra saranno venduti al prezzo di stima, quellì che furono stimali più del prezzo di compra saranno vendnti al prezzo di compra , e quelli che nella. stima mantenner il prezzo di compra saranno vendnli allo stesso prezzo. . A comodo dei Medici Militari riproduciamo l'elenco degli oggelli col prozzo di vendita.

Seguono le firme degli Uffiziali Militari di Sanità: Ajme - Arena - Dar .. Beaufort - Bigatti Blma - Bonino - Borelii - Carletti - Cav. Cattaneo - Cbalp - Cignlioi - Clara - Coppa 'f)erossi - Elia - Fabre - Fumagalli , - Giaco· mefti - Maletti - Orengo - Pecco - Quaglio Rophitle - Sciorelli - Sclaverani - Tàpparì - Tarcbetti.

MANT.t::LLI.

Il Presidente BOTAUI,

BOLLETTINO UFFICIALE Il Ministero della Guerra con suo Dispaccio dei 21 dd volgenle mese Circo!. _mirn° 50, /)i,;is. Amm. Milii. , partecipa a lutti I.i Comandanti dei Corpi dr IL Truppa la prossima pubblicazione dell'lGrnNE MILITARE I lavoro del MeJ1co J)ivisionalè l)olt. CA'nNEV.A.L~ AnELJ,A al quale . fino dal 1844 fu allidalo l'ouore,•ole incarièo dal Magnanimo Re Carlo Alberto. Questo lavoro che merìtò già gli encomii d'un'apposita Commissione incaricata d' esaminarlo, riuscirà, non v'ha dubbio, di 'somma utilità alPEsercito, o,·e i .Mil itari lutti d'ogni Grado ed Arma ne prendano conoscen1,a e ne seguano i consigli ed i precelli . Néllo scopo di generalizzare , a salutare vantaggio della Milizia, le massime· igieniche soggerite io questo Trattato, il Ministero h~ disposto percnè lutti i Corpi di

50,

.

I Segretarii MARCHIANDI -

45 Buste compiute coo islromenlì chirurgici e giberne guarnite con fo. dere di marocchino• • • L. 82 18 Tracolle di gallone iu argento · foderato di velluto, senza gucrniture. . • • . • • • L. 15 11 Gueroiture in argento per le su· delle tracolle • • • • • • • L. 71 82 Guernilure in packfond galva.nizzàlo con arme o sostegni in ar· gento . • • • • • • L . 25 44 Fodere dello tracolle di maroc~ chino verniciato • • L. .2 5 Tracolle di ,marocchino verni~ ciato • • • .. • . L. 10 16 Spade con fode.ro in ferro, con impugnatur;i ed arma in argento. L. 50 9 .Cinturini di gallone In argento con piaslr~, portaca·rabioa e botloni io. pacl.fond galvaniziato ed arma io argento • • • • L. 50 6 Centurini di vitello nero verni• cialo • L. 10

l

I

0-0. 50.

00. 50, 50. 00.

00. 00.

Il Direttore Doti. COì\IISSETTI l\Ied. Div. Il Vice,-.DireUore responsabiÌe DÒU. n~r. de Beaufort l\LR. Torino, 1851, Pelazza, Tipografia Subalpina, via Alfieri, .n" '.l4.

,


ANNO I

( a\Ji 8 di dicembre 1851)

GIORNALE DI HEDICINA IILITARE DEL CORPO . SANITARIO DELL'ARIIATA SARDA L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col 1° d'agosto. Il Giornale si pubblica n,el lunedì di ·c;ascheduna selti;n·ana PREZZO D'ASSOCIAZIONE

UFFICIALI DEL CORPO SANITARIO I n Torino . . . . L. lO In Provincia franco di posta • 11 PER GU

Pl':n I NON MILITAlll .In Torino . . . . liii Pro,·incia franco di posta

L.

12 J:;

L'.ibbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. I Medici Militari io ritiro godono gli stessi vantaggi cli quelli in servizio attivo. Le-associazioni per i nou militari rieevonsi alla Trl'OGRAFIA SUBALPINA, via Alfieri, num. 24. Le lettore pm· abbonamento al Giornale dehhon esser aU:ranc1te ed accompagnate da_vaglia J)OStale. SOMM,UUO. -11° ])oli l'ELUSO : Sopore etereo. - 2° Dott. J\IEN.I.RDI: Risposta al Dott. MANAYRA. - 3° Doti. LONGIH: Cura abortiva dell'oUalmia militare. - 4" Dott. VAGL!ENTI : Epato-polrnonite. - · 5° Dott. 11AnnE : Ferita d'arma da fuoco. 6° B.elazioue del!e Conferenze Scientifiche. - 7° RtrnATTAZlONl'l, - 8° Doli. i\lorT!Nl: Rivista dei Giornali Scienlifici.90 Boll~ttino utnciale.

PARTE PRilllA

CONSIDERAZIO~I PRATICHE SUL SOPORE PRODOTTO DALL'INSPif\AZJONE DELL'ETERE.

peso per mantenerla tutta irnrnersa llel liquido il quale gi'uogeva fin all'orlo del yaso. : quindi levalo il peso, per toglier ogni conipre~sione sull' aria dd 'a vcseira, pre·· scrissi d'effelluare la respirazioue avendo cura che lu,li la eseguissero naturalmente e senz'il 'menomo sforzo e bada odo a tenerne calcòlo dopo v3 rie illSp ·razioni fa Il-e nel segue11le modo in altri ap1rnrccchi. Eseguito · on certo numero d'iospiraz i-oui, ho chiuso il robine/lo e sommersa lulla 1a vescic;; , poi !erierido!a collo stesso pcs-o soll'acqua e valuta la .col calcolo la cubatura dello spazio del vaso lasciato privo di liquido dopo vari sperimenti, dedo.lla la media, trovai le segu{'nl i proporzioni : 1° Sperimenlo; dopo 6 inspirazioni lo spazio vuoto corMili. èubici 2,60G,{l40 rispondeva a • 2° Sper. dopo 9 insp. ecc. 2,7iJ3,/400 )) 5° )) 5 ~ 2,197,8 68 4, 6 D 2,648,2H) ))

( LetfB dal Medico di Reggimento Dott. in UM Conferenza di Genova). (Yeài i num.i

{1

PELUSO

18 e 19).·

Totale Decimetri cubici 10,245,927 risnlla01~nti ottenuli furono d~sunti colla massima Laonde s'ebbero per media, Centirn. cubici 594,917 112 diligenza e crnderoi che, esse~domi attt1nuto a lplle quello circa per ogni inspirazione alJa pressione barometrica di prescrizioni che sapeva suggerirmi la Scienza, debbano 0l6 ed al la temperatura di 27 dd termometro cen!i essere valutabili: oltre di che descrivendo io il processo grado (1 ). potran ·essere verificati da ognuno; veri/ìcazioue che ·non Per valutare la quantità di fl uido emesso sollo l'espisi potrebbe fbr t•gualmente sugli sperimenti de' sommi razione adallai al l'..lbo comunicar.le colla ralvula espir~-. Autori succitati i quali si Jimilaron ad indicarne una toria dell'istesso apparecchio uD'altra vescica perfetta· cifra senza dare conto del calcolo fatto per ollenerla. mente vuota d'aria torcendola fortemcnto sopra se stes3a Per apprezza re la quantità d'aria inspirala da un uomo e progredendo nello, stesso moùo per valutare lo spazio adulto di medrn c·orporatura feci Ìo sperimento su varie che andava occupando mano rnauo che l'i ri empiva rlci porsone saùe , dell'età di 50 anni circa I alle quali adallai prodotti espirali. Dopo avere lascialo trnscorrer un poco un a.ppa_recchio costruito come siegue. In una tazza <'idi lempo onde toglier il mag.gior aumr.11to di vo lnmo <le! Jindrica di vetro molto ampìa introdussi una vescica sollile e bene digrassata a ··cui era legato un tubo (1) Per ogni ispirazione s'assorbe Centimetri cubici 394,9JG flessibil~ d'un centimetro di diametro, il quale termina,·a Compiendo la persona 18 con un imbuto adallantesi esattamente alla faccia in modo inspirazioni ogni minuto primo. - - -da comprendere le aperture orale e nasale: cnesl'imbuto 3, 159,33G . d' u.na valvu1a ' metallica inspiratoria i era mno1lo e d'un' 304,911 altra per l'espirazione: oltre di che era munito di chiave Assorbe d'aria centlm. cubici '1,108,506 per chiuder ogni comunicazione lrà l'imbuto e la vescica. 60 Laonde essendo Gonfiai la della vescica con soffièllo in modo· che occn - J ad ogni minato. minuti ogni ora raas~el_u Ilda ·11grao parte del vaso: riemp_ii lutti i vacui ·J Darà Decimetri cubici 4:20,510,360 scia 1 . a a medesima con acqua e vi soprapposi un <l'aria consumata ogni ora.

------------------------


1$4 Jluido pel maggior grado di calore in confronto dell'aria inspirata ebbi: Nel 1° Sperimento ~opo 6 espirazioni i prodolli occu• pavano uno spazio di . Cent. cubici 5,475,520 Nel 2° Sper. dopo !l esp. ecc. » 5,586,800 Noi 5° » 5 » . » 4,595 :756 Nel 4° » 6 ~ » 6,885,569 Totale Decimetri cubi!!i 20 ,545,'425 L'ultima espirazione fu fatta forse alcun poco forzatamente per parte di qualche persona, per cui non sarebbe esatta men le comparabile colle altre: però sotto l'espi razione ne risulternbue in generale uno spa1.io doppio dello spazio oecnpalo da.ll'aria atmosferica inspirata e, tenendo calcolo del maggior aumento di vol..ime che ha il flu ido elastico per il suo grado mag~iore di temperatura sorten:JÒ . dal corpo dove si ha. una temperatura di 56 del termometro centigrado e de l volume a cui si riduceva dopo essersi riclol\o alla temperatura di 27, risollerebbe · che il fluido e lastico esp irato starebbe al volume d'aria atmosferica inspirata nel rapporto di 5 a 2 (1). Per adempiere du nque . a qtrnsle indicazioni è necessario elio l'appMecchio fornisca un gello <l 'aria inspirabile eterizzata equivale11le in volume a decimetri cubici 24,G78,V9:5 6 per ogn i minuto qualora agisse costante· mente senza so~pensione nè per il momento d:espira• zione, nè pel rnomenlu di riposo.' J)ata questa pro[Jorzinnc, tenni calcolo nella costrnzione dell'apparecchio <! elle seguenti circosta·nzo che mi Jimilo ad accennare versun<lo lulle sopra qnestioni di calcolo. che poco posson interessare al nostro argornenlo: 1° Del volume d'uno stesso peso e d'uno stesso gaz. sollo pressioni diverse nel mantlce : · 2() Della velocità dello scolo, tenuto calculo per quanto era possibile della contrazione deLfa vena: per la qnale .cosa era uopo valutar esal!ament1, la sezione d'ogn i orifizio e la differenza tra lo scolo elfottivo e lo scolo teorico, avuto riguardo anche alla spessezza od al la so lligliez2a delle pareli : 5o Ebbi cura <li far in i:nodo che l'aria spinta con una determinata velocità potesse irnpregt.arsi in una determinata proporzione dei vapori et~rei onde avere la miscela migliore cio.è con maggiore proporzione d'etere in istato di combinazione. Premesse queste cose, passerò a farvi J'esposizione ·del· l'apparecchio notando .le cose principali a considerarsi .11el suo maneggio. Accocnpag11erò pure l'esposizione di . quelle dedÌ1zioni che l'esperir nza mia e d'altri mi sug• geriva nell'applicaziono cli questo ausiliare della Medicina Operativa, unico scopo <lei la mia lellura, omette111Jo le opportunità che possono suggerirlo nelle cure di malalli e

('I) l'er l'espirazfone s'emelte Centimetri cabici 782,439 circJ di gaz disossige11;1to ad ogni inspirazione. Compiendo la persona 18 inspirazioni per ogni minuto. - -- 6,259,512 782,439

Per cai emetterà Decimetri cubici 14,083,902 ogni micu!o. GO

ad

E quindi decimetri cubici 845,034·,120

ad

ogni ora.

interne; le quali considerazioni sono di spet'lanza pura• mente igienica ( Vedi pe}· (a sua figura la tavola annessa i'n fine ). A ben comprender il meccanismo gioverà ùunque il far.e distinzione dei tre pozzi principali di cui si compone l'apparecchio cioè A il mantice provveditore del!' elerrrenlo respirabilH, Il. il recipiente generatore della mi.scel~ eterea nelle volute proporzioni, C l'imbuto che porta questa miscela nello vie polmonali; Rispetto al primo debb'esso tenersi in continUa azione dal momento in cui lò sperimento ha principio sin al momento che è sospeso. . Il secondo ccmposlo d'nn recipiente che contiene il liquido etereo è sormontato da un coperchio costrutto in modo da potere suddividere a volontà la colonna almo, · sferica che lo allraversa e portarne u11a parte ed auche tutta a conta.Ho dei vapori eterei per ottenerne una miscela uota dietro i princ.ipii stessi della sua disposizione e delle leggi fisiche che regola no l'evaporazioue d(}i liquidi ad una determinala pressione, temperatura e corrente atmosferica. lo questo pezzo girando nna pane del coperchio sul!'al!ra entro la quale si trova incastrata con isfregamenlo a tenuta d'aria, si fanno incontrare variamente Je tubulature praticale in e.oso e così si è in grado di portare nell'imbuto or.aie una corrente di pnra aria atmosferica oppure di compiu ta miscela al massimo grado <li solulione senza sospensione dì vapori vescico lari; con che si viene ad abituare gradatap1cnte la per· sona a qneslo nuovo elemento respirahìle senza recare la minima alterazione nel le suo foniioni normali r.d inoltre, introducendo da principio pura aria atmosferica, si con· tinua l'inspirazione di quesJa fin al punto in cuì si è accertati, pel giuoco delle valvole contenute ndl' imbuto orale stesso, che la persona èompie perfellamen(e ed in is!alo normale i due movimenti della respirazione: allora soltanto ·si c0mincià a fare girar il coperch io ed a portar una delermina ta parte della colonna atmosferica a contatto dei vapori d'etere, coni innando a girare l'apparato lìn a cbe tolta la colonna dell'aria che sorte dal mantice s'unisca ai vapori suddelti. A questo momento s'osservano gli sladii progressivi della narcosi, pronti a sospender ogni azione dell'apparato appena che il sopore ò compiuto. l\Jercè di q11csto m~ccanismo non vidi mai insorgcro tosse nil sintomi irrita:lh•i nelle vie respiratorie e l'eterizzazione s'eITe1tua senza pena. Colltinua.

Risposta del Doti. MllNA!\DI allHiflessioni c1·ilic/;e det Dutt . .MANAYIIA (vedi num 0 16).

li Dottore ì\Ienardi si tiene mollo onoralo dell'invito fattogli dall'erudito suo Collega Dott. Manayra, di spez;-,are seco lui un.a la11cia, come direbbe Fi1~ramosca, sul terreno così sdrucciolo e spinoso delle polemicho, mas· simamente avend' a faro con un avversario di modi !JOSÌ gentili e di cosl chia ro ingegno. Siccome però è egli alienissimo per prop..ria natura dà silfatle tenzoni, cosi consiglìanJolo a volere scegliere un campione più di lui v<,lonteroso, sta contento a rivolgergli queste poche pa· rolc. L'opinione del Dolt . .l\:lanayra circa l'amministrazione del tartaro slibiato ad alla dose essendo appoggiala alla legge (1 )· di lJlleranza ammessa e proclamata in una me(1) La legge cosi della della capacità morbosa o ,Ji tolleran1a trovata da Rasori, contro la quale stanno registrali negli Annali della Medicina Fisiologico•Patologica stampati per cura del ri· nomatissimo Strambio, parecchi casi. tratti dalla pratica si essa


dica dottrina (2) la quale, tnllochè patroainala ed.àbb~e~ ciata da 'uomini insigni nell'arte del guarire, n~n è .Pai:0 invulnerabile, nè accettala in tutte le Stle parti dall 0111 _v.er~ali.'tà def migliori Pratici tanto nostrani q11a.nro ·estor1, osì spera il ;. Dotl. l\lenardi che 0011 sarà à:sraro al sullodato suo CoUega se le .di loi id'ée su tale argomi:.n lo non coli.imano perfettamente eone sue. . . Si protesta frallanto oltremodo ricinoscenle pe1 _sens'. di stima esternati a suo riguardo da un Collega eh cui sommamente apprezza ed onora la doltrina ed il sapere.

CURx ADùRTIV A.

DELL'01:TA~MIA MILITARE (Del Doti. LoNGlll Medico di Battaglione).

visionale Dolt. Comisselli e del Medico Reggim entalfl Doli. Costanzo, ai quali fallirono i primi l-perimenli falli con una drbole solur.ione di nilrato d..argento e ri11sciron ottimamente quelli tentati · .col nitralo d'argealt! solido. Ho dello ollo o nove solamente essere stati gli Sperimenti da me ratti. E perchè ~lcuno non m'.incolpi d'avern cessati tali Speri!Tlenti poichè l'esito n'era così soddisfacente, mi lrov.o in dovere di soggiungere non ~ver io potuto continuarli a motivo del ritorno del Chirurgo-Capo Doti. Gambarolta il q11ale , poco lìdando forse in que! piccolo numero di Speri men Li, non credette dovere deviare dalla pratica antica. Io però credo ch'essi possano bastare, massimamente se s·u11iscono coi più numerosi falli nell'Dspedale Divisionario di Sciamberì, per indur i Medici Militari ad appigliarsi subilameol.e al metodo ,aborti 1•u senza tirnor,e e sema perdita di lemµo e sono certò clu~ ne saran oltre aù ogni dirn c()nlenti.

Nella seduta dei 18 di luglio p. p. de.Ila B. Accademia l\Jedico -Chirurgica di Torino, fu soggetto di discu~sioue l'ottalmia bellica. Il Professore F lare1·, presente a qnel · l'Adunanza e pregato ad esternare l'autorevole suo parere, STORrn DI CASI RHIARCHEVOLI. fra le altre cose dissfl degli Sperimenti che i Medici del Belgio fecero uell'ultima epidemia di tale f!lalallia per , farla abortire as~alendola· nel suo sta~io a-culo stesso, n\ll 53 . sno ·esordirc direttamc11te col caustico ; dal quale metodo alforman averne ottenuti maravigliosi risullamcnti. li ;EPATO-Pì.'l EUMOl\ lTE P rofessore F larer di'ceva in qu.oWoccasione non, aver egli ( Da una S.toria d~l Medico di Rtggìml''.ito [)f)I/. VAG L t_EN n finora osalo abbracciare siffalla pratica, nè averla vista letla in ima Conferenza dt C,meu ). da aÙri adottata. Non avendo alcuno dei dolli Accademici e neppur il La sera dei. 17 di maggio fu ricoverato nello Spedale distinio Oculista Doli. Sperino fatÌa opposizione a quanlr.> Militare· di Cuneo il solùalo Giovanni Boedo del !:i" Hegfu delto · dall'Illustre Clinico di Pavia, già venl\rato mio gimenlo' di Fanteria, dotato di temperamento sang11igno, .Maestro potrebbero per avvenlura i Pratici esse.re condi costituzione robusta, , d'anni 22. Aveva questi solforto dolli a :redere dùbbio ancora· le asserzioni dei Medici pochi mesi prima a_fcuni accessi di febbre interrniltentc dei Belgi, d'utilità incerta e peric~loso il metodo dai me e da una settimana Jagnavasi d'un doloro nella regione desimi proposto ·di far abortire l'ottalmia militar~. ipocondriaca de~lra il quale esacerbavasi per la pressione In questo slal.o di cose io credo utile si sappia avere simulando u na reumatalg\a, per cui gli fu prescritta io tenta li alcuni spl'rime.oti in proposito fino dal sellemun'oncia e me.zia di sai amaro che lo miligò ma r.on lo bre 1850 ed esser i medesimi riusciti ad esito oltre ogni cessò. credere fortunato. Gli Sperimenti;:f.urono da me falli nelNulla mattina dei 28 presentava il seguente apparii.lo l'Ospedale Disisionario di Torino colla ~graziosa aniJuenza fenomenologico: febbre violenta con polso pieno, grosso, del Ca v. Hicolfi allora f. f. di Chirnrgo Capò di dello frequente; prostrazione universale; volto suffuso ; dolore Spedale. I casi ai quali appiièai .Ja soluzione di ; nitralo nell'ipocondrio destro dilluso alla region epigastrica di quel d'argento son otto o nove soltanto, ma tutti lasciarono lato, esacerbantesi al tallo ; frequenti parossismi di tosst, vedere un cosi chiaro cambiamento' nel corso naturale di penosa ; ausielà; dispnea; lingua fecciosa, biancastra. 1?11 quella malallia da farci rimanere maravigliati. Uno solo dal Curante emesso il giudizio d'epato-pneumonite. resistette alla cµra e richiese i salassi , ma anche qui Ai sintomi sopra descritti s'aggiunse1•0 nella giornata credo sia ciò succeduto io conseguen.za dell'esserai~ qud ·vomito di gran copia di bile; spuli striati dì sangue ne · soldato presentalo allo Spedale dopo Ire o quattro giorni rastro; molla sete ; scarsezza d'orina (q·uut1ro generosi di malallia e dell'esser~i perciò lroval~ la soluzione di nisalassi nelle 24 ore ; decozione cli tamarindo; localme11te trato da me adoperalo (se non erro 4 grani ogni oncia di sull'ipocondrio destro cataplasma mollitivo). Nei succesacqua) men efficace del bisogno. lmperocchè credo sivi tre giorni la r iazione si mantenne perseverante, però prezzo dell'onera notar aver io osservato volersi tanto con leggiere e brevi remittenze , per cui fu uopo conti-più satura la ·solu.zione di nitralo d'argento quanto più nuare nella cura antiflogistica energica e si praticarono grave , e trascurata- o o;ial curat.a è' la malattia. E questa in questo periodo altre sette cacciale dì sangue che CO· mia osser~azione collimerebbe appunto· con quella risulstantemente presentò colenna erta o dura. Io questo tante t.lall'esperienza dei Medici ·.Militari dell'Ospedale mentre l'orina apparve ~rocea ; la congiuntiva o,:ulare Divisiooario di Sciamberì e specialmente del Medico Dilievemeoto tinta in giallo ; la Jingtia pure gialla con islitichezza di vent re (limonata vegetale per bevanda, alternata coll' enit,lsione arab·i ca; pillole di calomelano di tre del suo Inventore, tendenli a dimostrare la non esislenza di sif9rani ciascuna da prenderne una ogni •tre ore; localmC11ft fatta legge (Vedi Dizionario di Medicina io.terna ed esterna, art. Capacità lllorbosa ). all'ipocondrio il solito cataplasma). (2) Lt\ D,)tlrina del ~ontrostimolo. Nel quinto giorno la riaz ione gen~rale cominciò a ce,


i 56 L'ammalato entrò io convalescenza tre gioroi appresso dere e coo essa l'inleosilà dei fenomeni morbosi ; anzi verso sera l'ammalato provò lai ,m senso. di generale o potò sorlire dall'Osp.cdale quaraolaquallro giorni dopo il suo ingresso in condizioni lali da volersi recar a Caprostrazione che s'asteneva dal far i I pi1'1 piccolo mc,vistigliolt3 d'Asti suo paese nativo per compiervi la conmento per timore di cader in d<~l iquio. La notte fu passata lranquillameutc : il Cenomono morboso di maggioro valescenza io C!>ngedo temporaneo. rilievo era il dolore al1'1pocondrio (pennata con cloRi eguali Er1c111s1 • . N'on cade dubbio che il dolore dell'ipocon d'estratto di cicuta cd ungu.ento mercuriale 1•er unzioni da drio che procedette l'in vasione della malallia non fosse ripetersi nel cambiar il cataplasma). sintomo dell'rpalile, ma la mancanza ùl'gli altri sintomi Dal eellimo nl qùindicesimo giorno di cura la malattia ne rese oscura la diagnosi fin a cho ac111iz1.andosi il presP-, tranne alcune passeggiero recrn<lescenrn, 1111 andaprocesso {fogislico l'apparato dei sintomi wcc<.lssivi la mento regolare verso ìl miglioramento. Gli sforzi della pose in P.Videnza. Secondo il parere del Cnraole furono natura furono sccondati dalle prescriziooi medicho (r:e>nh.ise all'inteusità o pertinacia della malatti a il lento Javo;io tinua .z iottc del calomelano che p1"0<l11ceva s11fficienti 1ivac11aflogistico e la diatesi emint:nl1•mcnle iporstenica dtill'amziotii alpine ; tm largo l'Cfcicatorio alla purte de.~tra del lllalalo. Quesl\l circoslani~ io~iomo coll:1 sede su di cui torat:e ; mislura deprimente diuretica ; i1t{t,sioiie il' una parlicolannente infierì il lavorio morboso, fu rono la precipua causa della parlecipazione che ad esso preso il iframma di digitale in sei uncie d'acq11a b<>lleMe 011r/e re71rùner i 'movimenti co11citati del cuore; limonaia tarla· polmone e dul corso cotanto irregolare òella malallia. riz: ata per 6e11anda ord_i11aria). lli fallo il doloru che prima ocupava tullo l'ipocondrio Nel sedicesimo giorno furon applicata quindici san de~lro e e;h o poi si fis sò verso la region epigaslrica con guisughe .illa rtigfon epigaslrica Jll!r allo,·ia; il òvh,rc. pn~hisi.ima goulìena I dava a vcdero clic la flogosi in· Nel venlesim,, giorno l'ammalato poLl!va' consich•rarsi terel.-S3Va specialmente il fegato nel suo margio olluso prcss,1 il Jigamen to coronario. Avuto riguardo all'andain via ui convale;ccnza, quando nella s~ra ricnmp~ne la fcubro la quale fu preceù111a da brividi di frcdòo e, mc11to dei sinl!Jmi pneumonici; alla tosse che dnl r,rio . come l'armnal3to couft'SSò so1o slloni che eguali hrividì cipio ~111 aìla fine s'ofùirse co::i escreati mucosi slrinti ùi solo sangue nerastro e<l aggnm1{1 ti: alla larda comparsa nveva pnre sol1'1ir10 riel giorDo innan1-i, il Cnranto e111 rò nel snspcllo che fosse per manifestarsi una fel,bro poòel dolor intercosl;l)e > alln sua prnnla scomparsa por •· rioòica. Però non ricorse al fL-hbnfugo fnorcltè nei la l'nionll del vescicatorio ed agli altri frnomen i o!ferli i-:t•ra sussl'gncnle quaud'eLbe a ootarn che ri pP.tevansi alia da Il' ,111m1I Laz i(•IICe da Ila pc•rcussione, v'era molla probahilil~ stess'or:i. l i brividi e la fehbre (sol{i110 di cltitii'lla 9roni che l'alf..!zione polmonaic fos;;e coslilui_la piulloslo da uno sei da preml~rsi in 1,iUole dopo l'acce.~so). s!ato <l'iperemia sostenuta dali'impegno del!a circola1.iouo Nell a mallina del vcoti,1oc~imo giorno <li curn. seù, i»'r la prtssiooo csHcitala contro il diaGamma ùal marLen il polso oon fosse calmo alfa llo, pur t-ra a1;irctico; J,!ine ollu,o dt:I ft•gato nei punti iu cui è imbrìg.lialo dai il clo!or all'ipoconrlrio era ricomparso; (ij losse d1 tnnhJ ligamenli rnperiori della falda cpalo- diaframmatica del peritoneo. in tanto si presenlan ( Contimw:;ione della c!.inina; allre Ln somma prostrazione Òl~l!e forze e l'avviliml'Ol.) pas15 sanguisughe all'ipocondrio). Nella sC'ra si manife.slÒ scggiero del polt10 occorsi nel q11i1110 giorno di cura ed il la febbre s1•nz'essere prec1\Ò11la da Lrividi. subito rialzarsi di quoslo fili alla cl<.>ci;,a riocccosi,,ne Oo Nel ven tesimo terzo gioruo · di cura si ripeterono gli gi$ l cn arnia, ò 1111 rallo comprov:rnte che qu3nù'una stessi l'tlnomcni del preceden te o si continuò ncll 'ntio riel dazione fiogi:itìca gencral11 è s,,scitaLo da ua processo sc,lfalo di chinina. locale già or di!o d~ più giorni, sognatameuro in un orga no Lo stesso accad de nc•I sur.cessh·o giorno in coi s'agparcnchimaLoso com' il fuga to, il corso del!' in fta mmagiuuse all'ordinazione del ft·hl>rifugo un clistere pnrgnth·o, iione locale por la curo gen.:ralt, non corri:-pc,odc fuorchò uo ca!splasma di cicuta cd il pl•òiluvio 11ilro-ruuri:i1ico. ass;;i imperfottarncute 3 11ue!lo dol~a condizione generale; l'iella miue ·però oc.-:orse una ri;u.ione riolenta c·on feLbre di gui~a che, so colìe pron te <:<l ahbomltlnli c:ic,eiato di gagliarda; c2loni urento della pel le; lo~sc fri'.'qutrnlc 1 ~an:;:•1ti rimane 'questa ammansita, qut'lla però prosil•gne dofo r intenso all'c.pignstrio ( sa/a$~O di 1S oticie; solnon di rado con un apparento colma il sue, andamento {tifo di chinitia nel la remissicme del la {el,/;re). Nella mattina di poi la fobi>re era ri 111èssa con nn , e! , quale spina influa, ri111,ova la r,icnHlnsccnza fl ogisLir.a generai() e costringo a faro ril,,rno ai Pah1ssi. ,mdore nbhondanlc e gen<'ral~; il sangue es1rallo pr~J)i tale rilultanza del processo localtt s'chbe n~J n_ostro scnlò dura cotenna ; l'amnw!a1,, 1•hhc un cscre ilo di $~111,1110 nùaslro con continu azione drlla tosse e del d,, lore c:aso Ja prova d,>po la st>conda sellim~na , poi sul finire ~·ivo all'ipocondrio ( salasso tene>ndo la mano al' polso della terza ia cui destò una fohbre pPrio,l,ca sinlom:itica che 110 0 si ri~enli della ca,:<:iuta rli sangue 6n ch'essa in tcrmillcntc , poi rcmi lle11te a fondo puramente flogiuor1 giunse all,1 18 oocie; i11{11sio11c di digitale). Nella stico, per (ll'l>ellare la quale fu i11sufficitmlc il so lfato di • sera la riszione era minore, conrn r·ur il doloro : la chinina, mP,nlr' all'ioconlro r inscirono defioilivameote pelie però si manloneva urente, la to:;se frcq11ente l' secca van taggìnsi i tre salassi S(lllecitamenle pralicati o la dit aitra cacciata di sangue d'mw ril,bra ;, cvntinua::iMie gitale cM1liou.1lo a dose elevala cl.io rese il po130 i nter• millentc. clcll'i11f"so di digitale) . Nel veolcsimollavo giorno di cura la malattia riprese Quanto al calomelano , scrive l'Autore, slato da me ripelut3menle impiegalo, al medesimo altrilmisco l'au, un pl'Ogl'Ossivo e soddisfacentB on<la innnlo. fosi stcndo neil'uso della digitalo la rfo zioue ,·ascolart1 generale fH me1,lo <li socrezione ed il mantenimento nt:I corso della viola. Le spalmature d'unguento mercurialo ed eslra!lo bile. rli cicuta sull'ipocondrio sciolsero affatto il do!0r ti la goo Appoggiato però a questo fallo ed a lant'nllri in cui Cìeua, e la tosae gra<lata menlu scomparve. questo farmaco ccrri,pose marovìglics::mcnto alla mia


i:> 7 ~p~llazione, non so rendermi ragione co~1' A~lor.ì altronde eelebri Jo commendino fin alla dose d1 4. gramme ~er giorno. B,iconosco ~bonissimo che ~a . su~ azione . è variamente modificai:, dalle varie cond1zton1 patologiche, ~~ vi<li in generale che la dose di 24 grani per giorno dati in dodici od io sole tre volte, ha quasi sempre .prodot,_lo nel primo modo la stomalile e nel seéoodo la diar.rea con O senza stomalile, però sempre intensa a segno, pr1m~ che fosse consumata la secùnda dose, che smisi l'idea d1 tentarlo a dosi più elevale.

FERI.TA_DA ARMA DA FUOCO CO N L E SIONE DHLL' AllTICOr;AZIONE METAT .,. RSO· FAf,ANGRA Dl!I, J'0LL1Cll Dl!L PIÉOE Of!STRO, CO~ll'!.ICAT,1 DA COllPO

l!STU ,Hlt::O .

(Storia del Meilico di Battag_lione D?t~. ~ AUl\E addetto al Corpo dei llea~i Carauw1eri). . Nel g iorno 30 di m:.iggio 1848 sul le alt11re di Goilo· , nella baltaglia gloriosamente cotnu~ttuta dal nostro Esercito , nell'istante e nel luogo dove più fervenle era la pugna, il llrincipe di B.:intheim , Maggiore nell'armala Austriaco, ferito da arrna d·a fuoco nel piede de~lro e pre · cip ilato ùa caval lo, da due nostri soldati !'fa accolto, sorretlo ed accompagnalo dietro la linea nostra combat-tenlt1 io 11arle formala dal 5° Reggimento di Fanteria a cui ebbi l'onore d:apparten.e,re nella guerra dol 1848, o messo al riparo deJ1',urlo nemico dietro alle mura d'una casa. , dov'alcnni Medici l\lilifari attendevano alacremente al soccorso dei feriti. Essendo dovere dcll'noÌno dedicatq all'arto del guarire di sollevarti prima qucgl'inr1~lici che per la gravità delle lesioni rilevato eran in d1rillo d' ollener immediata assistenia, volsi l'occ11io al prefato Principe che sollo J'in· Ouem:a d'una com mozione d'animo per il violc11to colpo tronche e confuse parole pro,rnnziava , ma generose. Interrogato questo ferito , in età virile, di ternperameuto eminentemente sanguigno, di robusta coslituzione, vi·vaee d;intellello, intorno alle morbose sue sensazioni, le esternava con dire sentirsi la gamùa e piede dcstl'i pesantissimi .ed un dolore vc~menle compressivo nello stesso piede. Oode toglier il èal:i:amenlo dal piode non tollerante di pressione di sorta , dovetti ricorrer alla totale reciio ne J;er la loro lunghezza dello stivale e dt1lla cal1.a. com:· eùbi questo membro sott'occhio' rilevai esistere n,ei tet.suli molli del1a regione calcaneare esterna ed in. ft: rion~ una forita di figura irregolarroeule sferica cou margini co~t~si, fraslagliali e rientranti , di colore neraStl'o, senza tumefazione all'intoroo e senz'emorragia , nel la quale apertura appon-a polca penelraro l'apice dd dilo mignolo. Non er~vi nell'ambito del piede alcuna le siono che· jndicasse l' ori!ìcio d'uscila del proiotlile ed in corrispondtrnza del lato intl'lrno-superiore dcll'.:rlicplazione metalarso-fal:ngea del pollice sorgeva un'elevatezza di circa sei li nee nel ·suo c<•nlro , del e.olore naturale diilla pelle, dell 'estensiooo ' circolare <l'un pollice, iutollcranle di qualunque di l:cJLo toccamento e cagionante ' al ·ferito uo doloro lacerante al più alto grado. Alcun oubbio più uori era pPr me che tale tum efazione

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non fosse .costituita da un corpo estraneo , perchè non si riscontrava il suo orificio d'uscila: inoltre la morbosa elevatezza in corrispondenza della parte interna:superioni dell'aetìcolazioue sovra indicata-, l'impedito moYimento di questa icisieme con il doloie gravativo v'ie più ere· scente <l'intensità, chiaro offrivanmi il diagnostico che il proietlilo penetrnlo nelle parli molli della regione infe- · riore esterna del calcagno, dopo aver atlr-aversati obbliquameute i tessuti ·mo! li della pianta del piede, avesse offe so il lato inferiore eJ interno e parte f.lel superiorn dell'estremità dtigli ossi componenti l'articolazione melalarso-falangeo, avesse distrutto parte dei tegumenti e si fosse annidato tra gl i ossi e lo parti fìbro·aponeurolicho che coprono l'articolazione. Stabil ilo iu siffatta guisa il diagnostico, nacqne il pen siero se dovessi . o non pnHicare 'l'estrazione del proieltilo. Sebbe11e da Percy , da lHanget· , da Diemerlirok, da' Malte e da Baudens siano citati alcuni casi di corÌ)i estranei dimorali innocuamente per lungo tempo nel c'ranio . nel petto e nell'addomiue, e leggaosi citali altresì da Percy , da Formey o da altri esempi cli proiettili soffermati per anni senza · ·notevole uocumento nelle estremità, ciò non pertanto il c·aso di cui sto tes-. sendo l'istoria era tale da imporre la necessità di prati · care l'estrazione del corpo estraneo, avvegoachò da ll'irritante sua psesenza sulle estremità ossee articolari e sul le parti fibrose ed aponeurotiche, la qu~le provocava il dulore immane provalo dal fer ito, era a payentarsi lo stroz zamento ed anche il tetano. Altronde sul campo di battaglia non, potendosi preveùcni la sorte delle armi che , obhligando talora a repentine non prima immagìnale traslocazioui di feriti ancora privi ùi soccorso, toglie i I tempo utile alcuna volta di salvare quei miseri: esscnd'ollracciò conosciuto che l'evoluzione ùd tetano è favoreggiata dalle cause morali, dalle gravi commozioni prodotto dallo spavento sul terreno del comhatlimento: esseu<lo pure comprovato da Yarie osserva zioni citale da! Bar. Larrey, da Hu!in e da 13audens che il Letaoo dichiarasi di prefereuza sollo l'influsso d'una tem · peratura umida, allorquando i feriti debbon essere traslocati di nollelempo ed essere ricoverati in luoghi umidi ; la gravità in fine della lesione incutendo il giuslo timoro di terrì~ili conseguenze, quali l'infiammazione da strozzamento dei tessuti lesi, il tetano, ecc.; per ,lulte qnestc ragioni J)Oneudo mente com'nn indugio potesse essern probabilmente fatalo al ferito, deliberai d' attuare l' e,trazione del corpo straniero, alla quale _di lmon grado aderiva egli pregandomi con calore di torlo al duro soffri re. Non avendo a fianco p~rson~ dell'arte onde coadiuvarmi nell'alto operativo, ché gli altri .Medici Militari, fra i quali i Doltori Cav. Gilli e Vergano prestavano le loro cure ai molli feriti che nel luogo stesso erano sliiti trasportati , ho affidalo ad un soldato cli tenere bona ferm o il piede , indi, assicuratomi colta mano sinistra del pollice, colla mano destra armata di piccolo gammaulte logiermente convesso ho praticalo sulla linea mediana dell'elevatezza soprarlicolare l'incisione dei tegumenti nella direzione e per l'cslcnsioue dei diametro antero-poste-riore della medesima, fac:en .lola sHguirc dalla se1.ione delle parti lcga mentose sottoposte si11- a -che ragg'iunsi i'I corpo estra . neo. Se non eh(\ pe1· essere 'J'lesto incastralo fra parti clurt\ ossee e fibrose , ~olio branche di sollile p:nzct1a


1.58 fo lrodolte negli angoli della· breccia poteva bensì affer· · rare il proiettile ' ma non efTelluarnè l'estrazione. lntro• duisi in allora l'apice d'una sollilìssima tenta scannellata 11t1Wangolo posteriore della ferita rasente il corpo stra• niero ~ sulla stes.sa prolungai di poche linee il taglio dei tessuti, In tale modo dilatata la breccia , feci penetrare oello sue commessure le branche dentate d'una forte -p,inzetta a medicazione ed , afferrato il corpo ·straniero , j)o potuto estrarnelo mercè d'una forte trazione . .Era questo un proiettile i11 piolnbo, del peso d'un'oncia ,,.-:irca, di forma sferica, alquanto compressa ed irregolat:,e in un suo segmento per l'allrito incontrato cogli

mercè del riposo e della cm:a continuata per alcuni giorni sarebbe cessato 'il pericolo di sussecutiva semia 11 • chilosi della mentovata articolazione metatarso-falangca.

llELAZI01\1E DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (n!ese di Luglio)

TOIIINO. li Med. di Regg. Doll. Alciati fa le veci di Presidente. S'aprì nel giorno 10 la Conferenza colla proposta dal medesimo fatta a tutti li Medici Capi-Sezione di studiar ed emetter ii loro voto su la quislione da trattarsi nella prima tornata circa l'op~ssi. portu'nilà delle cortine circondanti i letti degl'ammalali d'oltalFu per me di vera soddisfazione il fugare con una mia. Prese quindi la parola il Doti. Testa per legger on suo lfove operazione il gr;i.ve soffriro del ferito il quale, nel · Scritto intitolato • Riflessioni e confutazioni d'alcuDe annotazioni fatto dal Oott. Bollini nell'antecedente tornala su l'intricala mai•auo che con generose parole m'esternava la sua ricolattia di Parcino Sospetto.; In' questo suo Scritto I'.Autore, dopo noscenza , era consolato d'avern sotl'occhio . il proietlile, avere fatto carico al Doti. Bollini di molle asserzioni ed opposi·aausa deì suoi patimenti. zioni gratuito, disse come nello iue prime riflessioni avess'egli, Era pertanto appoggiato alla realta il Laroche quan<lo non già riprovata la sintomatologia descritta, ma solo esternati llClla Relation des Evénements dc Lyon così s'esprimeva: Ii suoi dubbi o confutate alcune induzioni a parer suo non molto 11 Un'incisione procurata per estrar un corpo straniero logiche. 'Dimostrò poi che il Collega non a'\'.rebbe tanto accarezzata l'idea di morbo fdrciuoso nel suo ammalato, quai!ld' avesse ·• non può giammai essere rimproverala mentre chi non ben bene ponoerato prima il giudizio degli Ufficiali di Sanit il 9 conosce la dolce gioia d'un ferito allorchò il Chirurgo dello Spcdale d'Asti, sul 'quale non pertanto asseriva essersi ap» gli melle sott'occhio la palla, causa di tutti i suoi mali? poggiato: dimostrò pure l'inutilità delle ulteriori informazioni » Questa yista lo consola, subito si manifesta la sua circa lo stato sanitario del cavallo posteriormente avvenuto, >> gioia e da quel momento non dubìla più del ristabiliavendolo egli puro concesso farcinoso fin da principio o negò potere li bolloni farcinosi esulcerarsi momentaneamente per )> mento della sua sanità ...... È dunque della più grande il pus d'inoculazione e momentaneamente puro somministrare » ìmporlanza il riescir in quest'estrazione. " . cicatrizzare. Ammise che il primo lumor avvertilo dall'ammalato, .Bena ripulita la fel'ila che non fu causa d'emorragia quantunque fosse det·volume d'una nocci1?ola, datava già da lungo rilevante, applicai sulla medesima molli filaccica .isciulte tempo; dal che risu.lterebbe più brove il tempo d'incubazione, mantenute in silo con listerclle conglutinative ed operata ma notò che, quando tien dietro all'inoculazitme, la malattia h,t d'ordinario un periodo d'incubazione ed un modo d'e.volazione una consimile medicazione dell'orifìcio d'entrala del promolto diversi. Quindi mentre concèsse meno rigoro!amente deiettile nella regione calcaneare estèrna soprapponendovi finito lo stadio d'incubazione, vario l'accennò_ secon<lo che la duo fine compresse , praticai si1lle stesse una fasciatura maìaltia proviene dall'in'fezioae o dall'inoculazione. conlentiva che dalla punta del piede si terminava io corriNegò che mancassero.. sempre li sintomi generali nel farcino spondenza dei malleoli. Adagiato poscia il ferito su di cronico pel solo fatto che questo talora si mostri in prima con sintomi locali e sostenne che io questo caso quelli si manifestano una seggiola che colà si rin vcn11e, ho affidalo a ùne so Inel decorso della malattia. Dimostrò di poi colle stesse parole da li la' cura di trasportarlo lungi dal campo di battaglia del llott. Dollini la coesistenza nell'ammalato d'altri tumori nel l:l dal perkolo dello · armi e di consegnarlo ad un carro , tempo del suo ingresso nello Spedale. Dimostrò pur erronea l'op. d'ambulanza. • posizione fallagli dì contraddizione con se stesso e d'imputazione Alcuni giorni dopo l'accidente ebbi ragguaglio che-nella al Collega circa l'indicazione del tempo dell'eruzione della scabsnra dei 51) di maggio, giornata del c-imba\tirncnto, era lJia posterior od aoterior all'evoluzione dei tumori. Accennò ai disordini dell'ammalalo già menzionati dal Dott. Mariani e disse slalo quel ferito condotto a Volta e ricoverato nello Sperimetter all'avvisq. dei Coll~ghi l'interpretazione falla dal Dott. da lo colà eretto per la cura dei feriti. Bollini della descrizione dello stato generale dell'ammalato. Dalle apposite nozioni spot·temi in sf'guito · dal Dvlt. Passò in rivista la natura degl'csc1·eali, della diarrea e dei do lor i Coppa elio in quel tempo era ìncaricato della ·cura d'una muscolari che provò essere diversa da quanto ammettesse l'op· Sezione di militari reriti ricoverati nel citalo Speùale, _ ponente Collega. nella quale Sezione era compreso il prefatv Princi'pe 1 Espose li suoi dubbi su la natu·ra delle postulo alle gambe, su qnelle delle ulcero e del 1ius e comballè li sfotomi su rni il DotL mi risultò che per sedare la riazione traumatica in queBottini poggiò la diagnosi, notando come questa fosse invalidata sli insorta dopo l'avvenimento fu uopo ricorrere a tre dalla concessione che la sede primitiva della malattia stesso nel emissioni sanguigne generali ed ali' amminislraiione di periostio e negli ossi, per la ragione che q,iesle parli s'ammalano pozioni oppiale ; éhe le soluzioni di continuità del piede le ultime e solamente allora quando la lesione è profonda ed sebbene fossero sorgente d'abbondante suppurazione, ciò antica nell'organismo. Ammise l'insufficienza delle cause da esso lui enumerale per spiegare la malattia e la possibilità che le nullamono con semplici ma e~altis.sirne · me<lieazioni ri · medesime dessero lucigo ad altri morbi di p1 e<lilezione, ma notò petule varie volte nella giornata in pochi giorni eral)o esser il comples~o delle medesime tale da poter ingenerare gravi migliorate nella loro condizione col scemare d1:dla floinfermità. Disse aver egli voluto descrivere, non definire la magosi e della snppurazione ; d1e fìnalmeule 15 giorni lattia; alla quale cosa se il Doti. noltini avesse posto mente-, dopo la battaglia, ai 12 di giugno dello stesso anno grande parte della dis'e,ussione sarebbesi rosa inutile. Riassunse ad ultimo li singoli sintomi, notando la maggiore parte di questi 1848 , tempo in cui il preci tato Dott. Coppa ebbe I' inmancanti delle note caratteristiche del fortino e, poggiandosi sul carico d'accompagnare , corrrn di fallo accompagnò , il complesso dei medesimi, convenne col suo Collega nel credere .Principe sullodato a Verona, le ferite volge.vano a celere la roallatia in discorso un'affezione del sistema linfatico con lecicatrizzazione e che colla mitezza del dolore era facile sione ·delle parli fibrose, del periostio o degl'ossi in seguito a il movimento del pollice , lascianJo ferma fiducia che causa sconosciuta.


itì9 medesima, che i Mililari onorati devono conoscer-e come Il Presidente feca notar allo stesso proposito come, l'ammanialato avendo molto migÌiorato per l'interno uso del bicloruro si difende l'onore se il credono oltraggiato, senza ricordi mercar,io vi fosse ·1uogo a sperare, giusta il noto criterio a rere ai femminili m e,zzi delle proteste. • juvantibtl& lacdentibus. che la natura di questa. m~lattia dovesse presto in modo più chiaro essere posta fuori eh contestali Dotl. Sclaverani, Medico di Reggimento nei Caval · zione. Fallasi quindi dal Doli. erosa la lettura della Storia d'eleggieri di Mooforr'alo, riceveva cognizione di quesl'arlimatemesi sintomatica, stata riferita nel n° 17·, Storia n° 51, si colo soltanto il primo di dicembre e nella stessa sera sciolse la seduta alle ore 3. recavasi in persòna presso il Oirellore dell' lgea lflarzial e , Sotto la Presidenza dello stesso Doti. Alciali ed e~sendo Sesig. Dolt. Luigi Colomba, dal quale otteneva la seguente gretario interinale il Dott. Prato per l'assenza del Doll. Pecco ritrattazione, s critta d i proprio pugno e carattere con comandato di Servizio al Quartiere, ebbe luogo nel giorno 24. la seconda tornata ne'l!a quale il Dott. Arena, de1,osto. prima l'obbligo d'inserirla nel pi·imo venturo numero dell'lgca ; nelle mani del l'residente un lungo ed eli1borato lavoro del Pro« La Direzioue dell' lgeci ha il piacere di re.ndere noto fessore Perosioo sul farcino, imprese a legger un suo scritto sul che il Dùtt. Sclaverani seppe farle vedere che conosceva medesimo argomento che si pubblicherà nel Giornale. 11 Dott. nella s ua qualità di Illil itaro come si difende l'onore. L!) Testa invitò quindi il Doti. Arena a leggere quella parte della Direzione a vendo l'ifiulato di darù spiegazioni pÌù che l\femorìa del lodato Professore che più dir.e ttamente tendesse a rischiarare la diagnosi della malattia dal Doti. Bottini descritta verbali, gli diede a voce le più ampie ed appaganti soded a mettere l'Adunanza in grado di potere pronunziare defioìdisfazioni, per cui si dìchiarò soddisfatto. » tivamenle intorno ad un argomento ormai troppo discusso; al « Al 1° dì dicembre 1851. che avendo tosto annuito li Dott. Arena colla sposizione.della siutomalogia farcinosa e della diagnosi dilforenzià!e tra il farcino Sottoscrillo all'origina le , acuto ecl il cronico, non che tra il forcino e la morva, si fece « li Direllore dell 'Jgea Marziale istanza ·perchè, instituitosi ti pa1·allelo tra li sinto1hi osservati nell'ammalato in discussione è quegli accennati .siccome vera-, « Dott. Luwc CoLoi\IDA, » mente p,ropri del farcino dall'Autorità de' più celebri Scrittori si desse una soluzione all'agitalo problema. Nei giorni successivi avendo il Dott· Colomba ricevuto Primo il Dotl. Alciati combattè l'idea di farcino, notando che due sole sono le cause della sua evoluzione cioè l'infezione e allre visite di Medici Militari, per esimersi da spiegazioni l'inoculazione delle quali, esclusa la prima per unanime con-· ulteriori, credè convéiliente aggiunger alla sopra rife. senso, qaantunque 1'11Itima nel narrato caso sitt stata dal Dott. rita ritrattazione le seguenti parole,· egualmeole scritte e Bottini ammessa, le posteriori indagini tuttavia la rese1·0 molto firmale di proprio pugno e carallero.: ipotetica por l'essenzialissima ragione che i bottonì farcinosi del cavallo non eran esulcerati : in unione quindi al Dott. Testa combaltè l'idea cli farcino pèl faflo che il periodo d'incubazione, « La stessa dichiarazione serve per tutti 1i suoi Col· massim~mente se per inoculazione, non si protrae generalmante leghi cbe si credellero offesi dal nostro articolo. al periodo di tre mesi, siccome accadde nella malattia in discusa Ai 5 di dicembre 1851. sione. La non preesistente ulcerazione della pituitaria porse poi argomento allo stesso Dott. Testa per oppugoare la natura fara Il Direttore C,ell' lgca l'ffar.ziale cinosa della malattia dal lato sintomatologico. Dalla quele man• Dotl. Lume Coto11rnA. " canza, per non essere l'ukerazione della pituitaria un sintomo patognomonico di farcino , credendo n-on. potersi assolatamenle escludere la possiliilità di farcino, il Dotl. Arena propose cbe per terminare la quistione si rileggessero le due Storie, s'esaminassero atlt>ntamente gl' in allora presenti sintomi, s'interro_gasse l'ammalato e si calcolasse il valore dei rimedii usati. Non ravvisando però i l Presidente in questa proposta un mczz-0 facile per ottener il desiderato scopo e sembrandogli al- '1 ,SULLE FERITE DELLA VESCICA DA ARMA DA FUOCO tronde che la discussione si fosse già abbastanza maturata perDI DEM:ARQUAY chè ciascheduno dei Medici presenti potesse con cognizione di causa formarsi-on ragionato giudizio so la natura della malattia 1 ANALISI E RELAZIONE FATTE DAL LH\REY ALt,A SOCIETA.' 0 invitò l'~.\.danar.za a yolere votare·sol seguente ordiue tlel giorno; CIIIRURGTA Dl PARIGI E runnLtCATE NEL TOMO ll 1 DI • ell'.e l'ammalato ricoverato in questo Spedale d'ordine lltini-. 1 DELLB M1mourn DEL{.A MliDESH1.l, • ~steriale per sospetto di forcino, avendo molto migliorato per (Sunto del Dott. P. MoTTINJ). " l'uso di rimedii che non possono dirsi specifici contro il farci· " no, H llledici Militari presenti ali' Adunanza opinano non poLo studio delle ferite del!a vescica che Ippocrate gin· • tersi fondaLamente dicbiara1·e forcioosa la malattia di cui dica va mortali, cui persecta 1>esfoa , lethale e che i pro• qu~gli è tocco.• Coll'unanime approvazione di quest'Ordine del giorno si pose fine alla discussione' ed alla tornata. gn•ssi della Scienza fecero ritenere più spesso sanabili o per lo meno conciliabili nei loro risullamenti, colla con tinuazione della vita , non aveva avuto fin qui quell'ampio ~viluppo che l'importanza dell'argomento sembrerebbe dover_si a prima giunta meritare; e di fatto nelle Opera Classiche di Chiruqz;ia , antiche e moderne, o non si fa cenno alcuno intorno a ciò od i loro Autori sì limitano RITRATTAZIONE a ben poche cose. Debbesi a Larrey l'iniziativa d'un lavoro complessivo su qnesto importantissi'mo argomento e Si l~gge n.t1l Giornale I' lgea M~rziale, nnm 0 22, in dai suoi scritti trassero molto , profitto Dupuytren, S. data dei 27 di novembre 1851: Cooper, Vidal do Cassis, Bégin, Baudeos e quanl' altri . • la Direzione del sucido Giornale I' Igea Marziale ha no lrallaron in seguilo , senza che per altro abbiaa eglino J onore d 'avvertir ,ìl 1)01t. Sclaverani, promqtore deÙa spinte molto innanzi le cognizioni di cui la Scienza s'er'a di già a rricchita in proposito, protesta e lutti i Loiole:1i fautori e patrocinatori dela

et

RIVISTA DEI GIORNALI

PARTE SECONDA.

I

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i66 Il lavoro di Demarquay che abbiam annunziato e di cui diamo uo breve sunto, è un vero acquiato per la Scienza perchè eminentemente pratico, perchè svolse l'argomento in tutti i suoi svariati elementi .e perchè fece una giudiziosa raccolta di quanto trovasi registrato negli Annali dell'arte, massimamente colle aggiunte ed annotazioni largamente fornite dal Relatore Larrey , figlio del gran Chirurgo dell'armala Napoleonica ed uno dei più chiari ingegni di cui s'onori la Chirurgi a Francese. « A malgrado della sua posizione profonda , scrive .. Bégin, e dell'essere protetta dagli ossi e dalle pareli . » addominali , la vescica è sovente, esposta a ferite ed a " lacerazioni di cui la gravezza dipende soprallullo !dalle » comunicazioni che po.ssono stabilirsi fra la sua cavità » e quella del peritoneo e degli spandiroenti· orinosi che )) ne risultano. · • :Ma oltracciò lo stato di pienezza e di vacuità _dell'organo, le sue variazioni di volume e di positura, i punti più o men accessibili alle ferite ed anco1'a l'età , il sesso 1 la costituzione, ecc. degli ammalati, hanno pur essi' una influenza essenziale sul pronostico e sulla cura delle medesime, ed in ciò la Memoria di Demarquay ha un merito speciale degno di tulli gli elogi. La stato di pienezza della vescica fu già notato da Larrey essere una condizione frequente della sua lesiono nei combattenti. E pure importante la cognizione della sede di siffatte ferite e della loro direzione: così un proiettile può giun· ger alla vescica per le regioni soprapubica , ileo-ingui nale, retto-perineale o per diversi punti del bacino. la natura, il volume e la forma dei proietti!i variando assai, presentano questi differenze nella. loro azione sulla vescica 1 perchè quelli di grosso calibro, come biscaini ; palle di cannone, determinano per Io più lesioni mortali, mentre gli altri, pallini, le palio di fucilo, producon eifolti diversi secondo la distanza, la direzione ed altre circo· stanze. In fatto una palla può contondere la Yescica senza les ione di continuità, ma alla caduta dell'escara ha luogo la perforazione (Fleury). 11 caso ordinario è la perforazione immediata del!a vescica, ora uuica, ora da parte a parie l:!d in divel'se direzioni. La diversità delle aperture d' ingresso e d'uscita delle palle è ancor un punto assai controverso. L:i. penetrazione dei prciel.tili nella vescica è forse pili frequente di quello clie si crede. ta prese.rv:a d'una palla sì ma[!ifesta da prima per una sensazione di peso verso il basso fondo dell'organo, la quale si converte in seguito in quella d'un corpo straniero mobili~ o d'un globo che giri. L'infermo non tarda a provare sintomi analoghi a qnelJi d'un calcolo vescicale, dolore all'ipogastrio, tensione del perineo, tenesmo , ·disuria, bisogno frequente d' orinare, titillazione alla base_della ghianda, ecc. massimamente pel continuo soggiorno del proiellile e pel calcolo a cui esso dà luogo. ' Se una palla cadendo nella vescica strascina seco pezzi d'osso, di vesti, ecc. , possono questi produr effetti analoghi (Tulpius). Posson inoltre cotesti corpi impegnarsi nella vescica senza poterne uscire e trattenervisi per le loro superficie più larghe. Una palla diventa talora incastonata, com'alcnne pielrn vescicali (Larrey). I proiettili e le schegge rimaste nella

vescica tendon ad uscirne non solo per le ferite o per le aperture artificiali, ma anche pei canali naturali, pel retto, traforando iI sello retto-vescica! e, per l'uretra (Bonnet, Bertolino, Lerrey). Tali s.ono in succinto le diverse condizioni con cui si sono veduti comportarsi i corpi stranieri nelle ferite d'armi da fuoco della vescica. Viene < ra la storia clinica delle medesime. Sintomatolgia. I segni esenziali d'una ferita della vescica sono: soluzione di· continuità, la sede, la direzione ed il tragitto della qualti sono più o meno valutabili •> modificati dal fatto o dalla mancanza di parallelismo delle parli esterne; mcita d'orina sangninolenta dalla ferita ed il suo scolo dall'uretra o la saa soppressione; dolori vivi, propagati all'apparato orinario e genitale (nell'uomo ); tensione molesta afipogasttio ed al perineo ; imminenza di peritonite per effusione. Questi segni variano a norma che la ferita ò semplice o complicata. L'uscita dell'orina dalla ferita è variabile secondo la sede, il tragitto cd il parallelismo della ferita~ secondo il grado di pienezza della vescica e secondo la mescolanza di quel liquido con altre materie: d'onde uno scolo d'orina primitivo o secondario, momen.laneo o rinnovato , intermittente o continuo. Se l'orina trova ostacoli al suo passaggio s' inG!lra . si spande nei tessuti vicini e diviene causa di gravi accidenti quali flogosi ·, ulcerazione, cancrena, ecc. Talvolta l'ematuria non proviene dai vasi della vescica ma da altri est ranei alla medesima, per esempio dall'arteria epigastrica (Memorie dell'Accademia delle Scienze di Parigi, atino '1725, Demarquay). L'emorragia · delle · ferite della vescica, anzichè essere esterna, succede l.alor all'interno, costituendo nu vero spandimento nell'organo (Meslin, Guérin, V~rdier, Larrey), in cui il sangue s!ravatalo tende a coagularsi a malgrado della presenza dell'orina, producendo elTclli gravi di ci· stile, d'iscuria, e rentlendo anche difficile od impossibile il ca t~terismo (Boorienne). L'act:idento infiammatorio più frequente e più minaccioso è la perilonito, ora primitiva da contusione, ferita del peritoneo,. eù ora seconda~ia da stravaso di sangue o d'orina o di materie sterèoracee miste a quest'ultima. La cistite è più rara e meno grave: svolgesi precipuamente dalla presenza dei corpi stranieri ed è più facile ad osservarsi verso ìl suo collo. Continua.

BOtLE'l'TINO lJFFICìl.ALE Variazioni nel Personale del Cor110 Sanitario-Militare Con Il. Decreto dt.'i 26 .di novembre 1851 il Dolt. Effisio

frnrNo, Medico di Ilallaglione di t.a classe nei Cavalleg· gieri di Sardegna, in seguilo a fallane domanda, fu collocalo in riforma col.la conservazione del titolo e del grado insieme còlla facoltà di vestirne la divisa. Jl Direttore Doli. CO!\IISSETTI l\Ied. Div. Il Vice-Direttore respensabilo Doti. Bar. de Beaufort lit Il.

Torino, t851, Pelazza, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n" 2·4.

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i\NNO I

(alli 15 di dicer;ubre 1851)

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GIORNALE DI lllEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARìtIATA SARDA. L'associazione non si riceve che pe1· un anno e comincia col i O d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciascheduna settfmana PREZZO D'ASSOCIAZIONE PER I NON MILITARI

P.6R GLI UFFlCIALl DllL ConPO SA.Nll'Al\10 In Torino . . . . Io Provincia franco di posta

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In Torino .. . . . lo Provincia franco di posta

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L' bbonamento debbe pagal'si pe1· semestri anticipati. I :\Ieclici Militari in ri~iro u.?d?no gli stessi vantaggi di quelli in servizio attivo. ie associazioni per i uon mililari ricevoosi alla TrnOGt!AFIA SoBALPINA, via Alhen, num. 24. Le lettere pe1· abbonamento al Giornale dehbon esser a/francale cd accompagnale <la vaglia postale.

SomlABIO. - 1° Dott. PEL1JSO: Sopore etereo. - 2° Dott. PIZZORNO: Sulla Febbre Tifoidèa. - 3° Relai,ione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Rivista elci Gio·rnali. - 5° Varietà.

PARTE PlfHIA. lllEMOBIE ORIGl11'1'.1LI CO~SIDER.AZIO~l PtlAT-!CRE SUL SOPORE I'llODO'rTO DALL'l.J.~SPIHAZlONE DELL'ETERE.

. . (Letle dal Medico di Reggimento Doti, PELUIJO in una Conf'erenzti di Genova). (Vedi i num.i 1118 19 e .20).

A qoeslo sec?ndo pezzo dell'apparecchio adalLai ·un lungo tubo flessìbile che s'appl ica all'imbuto rospiralorio per rendere più facili i movimenti della persona senza scomporre l'appal'ecchio. L'imbuto di respirazione ossia il terzo pezzo lo preferii costrutto in modo che comprendesse unitamente le ll))l!r· tur.e nasale ed orale a differenza Jugli altri apparec,chi che includono soltanto l'aper1ura della bocca chiuùeudo con una piozetla le aperlure dt1l naso, e ciò pQrchè, rn difficile r•sce la resµin,zione dell'elemento naturale atmosferico qualora le aperture del naso si an otturate e che l'espirazione debba eff<ltt11arsi per iriezzo della so la bocca, tanto maggiormente lo sarebbe slato trattandosi d'un nuovò agente f)el quale l'istiuto stesso offro una ripngnanza ad adattarvisi. Questo pezzo cont_iene anche le due valvole d'inspirazione e d'espirazione le quali pel modo di loro costruzione dannor sonlore al Medico dnl modo con cui s1effellua là r~spirazione e quindi dei suggerimenl ~ a darsi al soggetto per raggiungere l'intento. Servendosi di quosl' apparato i'eterizzazione si compio lraoquillamente, senz'alterazfone n.el ritmo ò nella forza del polso, senz' ailluenza notabi le ù_i•sangue al ca po e con senso i nlerno più o meno piacevole a seconda dello sviluppo immaginativo più o meno grande dell'eterizzalo. In molti sperimenti praticati non vidi che due ca.i solì

di .sp.\smi couvulsiri ùipcndemi fom, àall;~bit9 9rnillCl\H,,

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mento nervoso ùel soggetto, per sedare i quali mi servì mirabilmento e prontamente l'ammoniaca liquida sportagli sollo il na-so ; col quale mezzo tosto cès.arono gli spasmi ed anche il narcotismo. Non m'occorse mai di doveroe far uso per bocca , ma potrei citarvi un'osservazione del già lodalo Dott. Ruffini il qiial introdusse al~ cunì conigl i in uua boccia piena di miscela satura di vapori eteri, poi gli estrasse ed espose all'a1·i a, con che uon ostante morivano, e potè salvarli facendo loro inghiòllii· una piccola .dose d'ammoniaca: e questo fatto v.erifieò egli su quattro individui. Anche l'azione d'una corrente elellrica fu vantala da alcuni come mezzo al\o a fare tosto cessare gli efTelti del sopore. Ducros in una 1\Iemoria ùiretla ali' Accademia delle Scienze di Parigi diceva che, facendo passar una correntc ·dell'appitrecchio di Clarke attraverso del corpo d'un animale, subilo ripristinavansi in lui la sensibililà e la mobilità ; ma questi sperimenti tentali' molte volto e . variati tla mo e da molli altri miei Colleghi apparlenen ti alla Società d'locoraggiamento delle Scienze, Lettere ed Arti in Milano so d'alcuoi animali, non rìescirono a risultamenli tanto favorevoli come quelli vantali dal Ducros; che anzi una Commi_ssiooe appositamenle istilnita oel seno della Società stessa conchiudeva che • l'eterizza« ziooo compiuta rende insensibile anche all'azione dell'o· • foltrico e che il soggetto compiutumellle eterizzato si . r comporta per quest'age\1Le come un cadarere fresco " persistendo in lui la conlrallilìtà muscolare. " È solo 11cl caso <li narcotismo mo<lerato che l'elcllricità d'induzione può risonsare più presto l'eterizzalo; fallo por ac• certa~o dal Professore Grirnelli, quantunque abbia verificata Ja cosa io esperimenti d'altra natura. L'i nspirazione dell'ossigeno puro proposta da alcuni non sarebbe à mio Cl'edere da adoperarsi ch' io pochissimi casi nei quali si sospellasse eh~ l'asfissia producesse i fenomeni allarmanti , altrimenle la crederei inutil ed anche tlaollosa. Qualora però s'abbia attenzione alla compiuta rilassatezza dei muscoli come criterio per sospendere l'eleriz zazione~ non occorrerà mai dovere ricorrer a questi a ntidoli ; evento coteslo lauto più raro servendosi del qui annesso apparato con cui non si !iene forzatamcnlo applica,\Q l'imblM alli\ bocca del i,oggelto ma è 4esso intera·

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iG2 • mente affidato allo stesso eterizzando il quale lo lascia involontariamente cadel'0 quando la narcosi è anivata al grado di perdita di locomozione volontaria. Ma se anche questi indizii non hutassero, si potrebbe pure tenere d'occhio lo stato della pupilla che è il misuratore più certo della condizione patologica del principale èenlro nervoso. La e: mpiuta e permanente dilala1.ione della pupilla che sussegue aJL cscillazioni de'imoi moli è il segno più costante della salur:.izione eterea ed !anche dell' asfissia giunta ad un grado ancora compatibile colla vita, ment1·e lo stringimento consecutivo alla compiuta e permanente dilatazione della stessa è segno certo di morte. b iovorà dunque il non lasciar inosservato anche qnosto segno per accertarsi bene dell'azione del farmaco . Qualche volta nella narcolizzazione si svolge ' pur &neo un senso <li peso all'epigastrio, ma questa è cosa di poco momento che svanisce prestissimo ingh (otlenùo un po' d'acqna fresca. · Riguardo al tempo da impiegarsi per ottener il so• pore non havvi alcuna regola fissa , dipen<lenrlo ciò da infinite circostanze relative alla natura .e disposizione del noggelto. La stessa cosa debbe pur dirsi riguardo alla dnrata della narcosi la quale non ò in relazione col tempo impiegalo a produrla. In genernle potrei dire che il rilassamento muscolare è più pronto e più durevol e nelle per!one sane che non nelle ammalatè o che <1uel le le quali sono gracili e dotate di sistema nervoso molto irritabile sono le più refrattarie alla sua azione. Anch'i biliosi s'offrono difficili al sopore elel'eO, mentre i pletorici e qnelli forniti di carattere linfatico, come già fece osservare il Doli. Poggi di Voghera, sono più prontamente sopiti. Allra causa che s'oppone al sopore è pure la pusillanimità dei soggetti e l'irritabiliià del loro carattere, giacchè quelli che nell'impressione d'un grandissimo timore si sottopongono all'inalazione eterea e che rìtiran ad ogni istante l'inalatore resistono assaissimo all;azione lorpe~te eterea: in moltissimi di questi è tolta la sensibili tà ma rimane il compos sui, per cui , se colla sensibil ità è pure sospesa la parola senza cho sia cessato il potere di significare le proprie idee, s'esprimono con gesti e quelli in cui è sospesa ancho la locomozione conoscono i loro sentimenti, ma non posson esprimerli. In allri casi pa1·lano, si moyono· liberamente , danno esaltò conto di se stessi e delle senzazioni che provano , sicchè un occbio meno esperto potrebbe essere illuso snl loro stato , ma hanno perduta la sensibilità al dolore. ii questo il moli vo per clli molli che riesc~no perfettamente al narcolismo in via di puro sperimento , non rimangono sopili o lo rimangono soltanfo nel secondo modo, qualora debbano durante il torpore esser assoggettali aù un'operazione chirurgica. -Appunto come avver.rebbe a ,chi tormentato da un sonno irresistibile per lunghe veglie soffer.to e che s' àddormenterebbe ioslanlaneamenle in qualunque posizione anche la più disagiata, se avvertilo che appena collo dal sonno sarebbe assalito da masnadieri , gli viene meno la sonnolenza; cosi avviene a chi sa cho s'attende l'istante · del auo sopore per praticargli un'operazione ch irurgica. AlLri sembrano sopilì ed ìn fatto lo sono al secondo grado, ma mentre son operali s'agitano, smaniano, gridano come se fo ssero in istato dì perfetta conoscenza di se stessi, ma poi richiesti dopo l'operazione e dopo cessalo il sopore dei dolori sofferti, confessano di non avere provali dolori o d'averli prov.ali bene leggieri e vantan og,lino st-e~si la ...

virtù dell'ete1·e. In questi è più la tema del dolore che · s'immaginano di provare che OOII iJ male Stesso : sarei quindi d'avviso che, qualora si conoscesse essere la sensibilità allulita dopo un tal quale tempo d'inspiraz ione eterea, si potesse passare direttamente all'atto operativo senza protrarne troppo l'eterizzazione con danno tanto del paziente quanto dell'Operatore, a cui per l'ioquietezza rimangon alterati io spirito e la mano per la manualità chirurgica . .Del résto però si può dire col Pélreqni n, che la durala doll'eterizza1.ione varia dai due agli olio o dieci illÌnuli tanto prima del perfetto narcotismo quanto dell'assoluto sopore e, cessato qneslo, l'eterizzalo rimane ancora per qualche lempo in uno slato comatoso, ha 1111a espressione di fìsonornia maravigliata oppure offro un accesso di garrnlilà simil affatto all'ebbrezza d'uomo esaltato dalle bevande spiritose, tranne che questo stato svanisce in un tempo che non oltrepassa la_mezz'ora o tre quarti d'ora cioè a mano che si va ripristinando l'uso dei sensi, la ragione fa ritorno e s'aumenta la chi;nezza dell'idee. li Dott. 5ymond, Chirurgo primario oell' ()spedale maggiore di Vienna, diceva che quando le inalazioni da prima le~gicre progrediscono poi forti, la narcosi d'ordinario riesce inteu~a e molto durevole e su dì ciò io pure convengo : ritengo però non doversi mai sospendere l'inspirazione eterea UQf vo lL·1 incominciata per riprenderla dopo, giacchè in questo caso, oltraché non si giunge mai a narcotizzare ben il soggetto , ne snccede una pe . santezza di capo e cefalea che dura qnal che voi la una intiera giornata. l fenomeni dello svanire del narcotismo f eITettua11 io or.:lioe inverso di quello con cui si produsscro,.Jier cui quei muscoli che furon i primi a risentirsi dello stato di paralisi, sono pure gli ultimi a rimettersi in atlività: così rimangono prima sopil i gli arti in feriori, poi il tronco, poi gli arti superiori e la testa per ultimo, ed inversamente si destano. Dal complesso delle osservazioni esposte .chiaro si vede non esservi alcun pericolo nella sna amministrazione, se ben direlta e regolala a norma dei casi , potendosi pure 1~revenir il pericolo rlell'asfi,$ia di cui i i;inlomi furono molte vol le confusi con quelli del torpore etereo, per cui nessuna meraviglia se qualcheduno credetle di non dovervi badare supponendo che l'inspirazione {una veseilla protraila per poco tempo fosse assolutaFnenle esente da simile inconveniente, ma queslì effetti nou s'avvertono fuorchè quando l'inspirazione fu continuata per !on.go tempo o per una particolare condizione dei cenlri nervosi che rimangono più l'acilmcnle impressionalttli dall'alterala crn!i sanguigua; nei quali casi s'ebbo1·0 e!Tetti anche fatali. Posso quiocli accertare quanto mi di mostrò l'esperienza, osset i vapori dell'etero amministra Lo nel modo sopra indicato d'un'efficacia sufficiente a produr un sopore prouto e compiuto, nel mentre che baslan a sostenere le funzioni del respiro e_la sanguioilìcaz ione polmonare. C01itinua. 5U LA FEBBtlE TIFOIDEA

( Discorso de( Dott. PtzzonNo letto fa utia Coti(eren-za 'di Genova). ,

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Alle opinioni da me espresse iutoroo alla Patologia delle febbri tifoide& nella seduta dei 29 di giugno (1) (1) Vedi num0

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463 furono mosse dagli onorevoli mit'i Colleghi le seguenti principali tre obbiezioni : . . 1. 0 La febbre lifoidea non ha aoalvg1a di sorta cogli esaru.emi, perché quella da que!l'li si dJITere111.ia per cause , genio, decorso ed esili diversi. 2·0 La febbre tifoidea è secondal'ia <l'un'alfeziono i'nlestinale costante. . . 0 La febbre tifoidea è un'infiammazione. sinonima d'enterite follicolare, sufficientemente dimostrala dalla sua forma, dai suoi esili e dal metodo cur.ilivo antiflo· gistico necessari? per vincerla. .. . A ciascheduna di queste o'bbiezioui io risponderò partitamente in cotesto mio lavoro. t. e lo ho definita la febbre tifoide/I (1) l'espre&sione degli sforzi della natura per liberarsi da un pri1lcipio disaflìne che, introdotto dal di fuo ri od ingeneretto&i ml· l'economia animale, debbe necess'ariamente esser espulso. Ora chi non vécle lo stesso potersi asserire di tulle. le febbri e ruttive? Ed io vero che cosa sono ma i le febbri vaiuolose,, scarlattinose, morbillose, ecc., &e non una lolla fra i poteri vitalì e l'azione d'un contagio ad ognuna <l'esse specifico P Questa riazione, se _a se stessa abban· clonala rimane talora vincitrice nella lotta perchè moderala ed io relazione coila forza dello stesso contagio e coJP6$61'CiZÌO degl'alli della Vila, altre volle in vece ,trasmoda cd è necessario èontenerla nei giusti limiti ed allrevolte parimente peccaperdifelloe l'artc,debb'accorrere in suo.aiuto, s iccome ac.cade nel secondo stadio tanto della febbre tifoidea, quanto delle febbri eruHive maligne trel le quali abbisognano, egualmente cho io quella. gl'eccitaoli ne_rvini . Una si fatta analogia si r iscontra maggiormente nel metodo curativo. Di falli in amendue i casi le sottrazioni generali saDguigne voglipn essere · con massima cautela adoperale anche nel primo stadio e sono piullosto indica le per prevenire le inlìammazioni viscerali tanto fac ili a evolgersi secoudariamente in quel g(ande scompiglio di lolle le funzioni e pel' m_oderar o per co~lenere la troppa energia vitale , che non per vincere direl!amento il principio morboso. 1 blandi eccoprolici spesso ripetuti, le molle bevande acqueo-mucilaginose ed acide~ li sudo· riferì, fi nalmente g_li eccitanti nervini non son e11si fqrse rimedii egualmen te raccomandati a tenore delle ,arie fasi <li queste malalliè P Che se una dilTerenza semùrassl;l esistere fra loro· quanto alla causa, qoesto ·sospetto svanisce riflclleudo che la teoria della preesistenza dei Contagiii fino dalla prÌTlla creazione del ffiO!Hlo, oJLrachè minaccia mollo ai nostri tempi di crollare per opera cli grandi ingegni tra quali Riberi nel 1821 poi Bulfalini, Fa r ioi, ecc., non è ancora d'allra parte bene diOloslrato nella Scienza che 1<1 febbre tifoidea non possa sollo infauste circostanze farsi anch'essa emìuentemeole contagiosa. 2.0 Nella febbre tifoi<le'a l'affe.zfone della muc,>sa 'intestinale e più specialmente quella delle ghiandole del Peyer non si nota, secondo Louis, fuorchè dall'ottavo al decimo giorno di malattia, eppcrciò la febbre non può esserne un eITetto perchè esiste pri ma dtJila lesione locale. In alcuni ammalati morti da dodinenterito ed in cui la febbre era percorsa rapidissima, assumendo anche un carattere ala~sico, Ja lesione· delle ghiandole del Pever fu lrov·ata piccola , limitala ed appena quale ci è descritta nel suo primo periodo, men tre all'incootro non ,è infre-

s:

(1) Vedi numo 1.5,

. quenle vedere casi nei quali, essenclo percorsa mitissima la fobbre e gl'ammalati essendo morti per una causa nuova ed indipenclenle, ad esempio per un'indigestione., le gh iando le Pcycriane si presentano estesamente e pr9fondame11Lc lese con margini mollo rialzati e con lo stesso perforamento dell'intestino cieco senza che 'l'ammalalo offrisse il pi1ì piccolo segno di così lerribile malattia, siccome ebber agio osservare nello Spadaie di Pammatone lì Dottori Ageoo e Minaglia. Le spericnze poi di Magcnd ie provsn in modo inconcusso che la febbre tifoide a non è secondaria dell' a ffe · zione intestinale: di falli iuiellando il medesimo sostanze putride nelle vene d'alcuni cani . nolò conseguitarne tutti li siDtomi d'una febbre putrida o Lifoideu e nella sezione necroscopica osservò parimente alcune ulcerazioni nella mucosa inlestinalo. Può forse dirsi che anche in questi casi la febbre dipendeva dall'ulcerazione della ' mucosa, mentre la causa era stata iniellata nelle vene ed andava vagando nell'albero irrigatorio P Nello lesioni del processo d'assimilazione indipendenti da flogosi, lo ulcerazioni sono frequentiss ime : del che una prova evidentissima si ha nei cani dallo slesso J\legeoùie nu.tri ti per melto tempo con solo zucchero raffinalo e con acqua distillata, nei qual i, ad ogni sperimento, la cornea talmen te s'esulcerava cJa lasciare sfuggire gl'umori al di fuor i doll'o.ccf.i_io. 11 volere dunque fare dipendere dalla so'l<I locali là intestinale, talvolta poco alterata, tutto l'apparato fenom enologico della febbre in discorso, gli è un volere fare violenza all'evidenza dei falli i quali, spassionatamente considerati ed avva lorati dallo studio delle leggi che govfrnano l'animai t•.conomia oori che dai lumi clella chimica organico-v itale, ci convincon in vece essere quella un'espressione od un prodollo cli qnest'ultima. 5.0 11 vocabolo ìnfìammazione taot'oltre oste::1e io Medicina ii suo dom inio nei tempi da noi poco remoti du invadere non solo quasi tulio il c-ampo della Palo!ogia, ma ben anche in parte quello della F isiologia colla dc· 11omin azione staia data alla gravidanza d'iullammazione fisiologica ( !)1 quasi che la nalma pel mirabile magislero <lel l,a riproduzione della specie dovesse ricorrere ad un prodotto di cause morllose di cui l'az ione è qua.si sempre diatrnggitrice. L'infiammaiione, dice Voghe!, è un fonomeno composto; esso consta di di versi a!li i quali possoo esisler isolali od altrimcnle associati, senza che però si possan a buon diritto chiamarn co l uome d'infiamma:tione, perchè questo nome appunto non meritano quando non seguon un determinato online nella loro successione, nè questa circosla11za stessa basta da . sola a caratterizzare l'infiammazione oel punto di ,· isfa pratico, poichò si presentano spesso differenze uci diversi alti che la costituiscono i l'eccesso od il difetto dei quali la rnetton in in timo rapporto con altre ma lallie alle qu~li passa essa stessa per gradi. Non è mia intenzione, 11é il pcrmcllorobbero le mie forze , d'analizzare tulli questi alti o d' investigare con precisione la parte che alcuni di questi un ili aù altri estranei all'infìarnmatione prendono Df',ll' al letaiiouc specifica delle ghiandole Peyo · riano; solo mi basterà di. potere dimostrare colla scorta dell'analrnia pato logica cho l'insieme di questi atti costi• lutivi dell'inlìamrna1.ione, non esistono nella dodinente• rile. Nel maggiore numero delle persone colte ùa febbro tifoidea scopronsi alcune formaz ioni patologiche novelle i n diverse mli del corpo e più spesso nel tubo inteslinae


{64 tra la tonaca mucosa. e là muscolare, nelle- ghiandole

dtll Peyer, nelle ghiandole mesenteriche, più di rado nella milza, nèi polmoni , nella membrana mucosa della lrac'hea o sollo di questa ( Lonis ) . Queste formazioni ai rassorniglia:no io generale ad un ammasso più o meno socio, lardaceo, di colore giallastro o biancastro, deposto in variabile quan tità, non corrispon, tlenl'l sempre ali' intensi tà della febbrr.. Uu tal ;imtnasso si rammollisce a poco poco cagionando così la fusione dei tessuti tra cui giace colla produzione tl'L_,lcern che guariscono per cicatrizzazione ovvero sussiston ancora alla morto dell'ammalato. In alcuni casi ciò non sncccde e la nÌorle precede il rammollimento. l1 medesimo ammasso debba sempre essere deposto allo stato liquirlo perchè altrimente 11ou potrebbe riempicre tal'lto csa llamente come fa tulli gli interstizii dei tcs;;uli. Il microscopio rivela in questo una tal quale soslanza fo urlarn·cntale àmorfa e semi -trasparente, talvolta mesco lata a gocce di grasso ed alcune grauulazioni mollecolari di 1,800 di linea di diametro ed auche rneno: rivela cellule incompiute e citoblasti di 1,800 ad 1,700 di linea, di rado pitì grossi. L'acido acetico rende la sostan,.u amorfa traspa rente e la fa eziandio sparire dalla visla; per lo stesso ;icido impallidiscono pure pe1· iscomparire a poco a poco le cellule, mentre punto non cangian i gra1Ji, i citoblasli ed i nucleoli. Gli alcali all'opposto, l'amrnouiaca e specialmente la potassa caustica rendono l'amma-,so trasparente, cosi che non vi resta più altro di visibill'.l fuorché un variabile nnmero di granulazioni. Q:rnsl'ammasso tifico non può certamente llS&cre distinto dai depositi cho si notano nelle scrofole e nei tubercoli, dei quali ta lvolta assume parimente le dilTereoze. 11 pus in vece prodotto d'un'infiammazìone, 1·apprescnla un liquido cremato, denso, opaco1 perfettamente ornoge· neo senza miscuglio di fiocchi o di precipitati grumosi cd è untuoso al tatto ; ha colore loggiermenle giallastro, più dì rado biancasLro od alquanto vc1·dastro : si compone essenzialmeu!o ùi dr.e parti cioè di glubelti e d'un liquido acquoso in cui gli ste;;si globetti trovansi in sospensiocle com' in m,'emul6ion,i: Ja ·form;,i. di 11nes1i globetti è lanlo più regol.irmenlc sferica quanlo maggiormen te regolare fu la formaz ione del pus: la loro natura è organiìzala cioò forrn~la di cellnle ave11ti ·on nocciolo, una p,,reto cd un coulenulo. Multi riagenti chimici ca!lgia11u In pro prietà lìsiche dei globcui del pus, ma quando quelli s'adopran'.) molto allungali o molto concentrali , gli effelli JclJ: <rndosmosi e1l esosmo5i si combinano cogli effetti chimici propriarnenle delli. Per mez.zù di q11csti riagenti chimic:i si possono distinguere nel pus : 1° una sostanza jnvol veule solubile negli alca li carbonali o caustici : 2° una sostam.a nucll•are insolubile nell'acido acetico : 5o una sostanza residua dnll'operazione clegli alcali caustir:i svpra il pus la quale rappresenta probabilmente picwli nuclei: il liquido. del pus nelle sue proprietà fisiche t; chi· mieha rassomiglia perfellarnenle al siero <lei sang ue. Da quest'abbozzo clilforenziale risulta quiucli i1on potere la soslunza tifoidea confondersi col' prodotto tl'un'icr fiammazior:c, come il prova ~nelle il rarnmollim(ln:() ddia membrana mucosa il quale & benti diverso da quolio cagionato dalla flogos i: di folii la H11icosa è bianco-puHacea, le 1rlcere preseu la no n1argi11i moil i, i.leprcs:1i , pa l lidi , imbenlli di sostam.a lifoi,foa i se v'ha ross,' zza nei margini e uegli spvziì intermedi i li-a un'ulcera e l'Q,ltra , .

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q'uella }1a il colore ed il carallere venosi e si scorgo che va aumentandosi ed estcndeodosi dai ca pillari venosi vers~ i loro maggiori rami. · · Ogni! cosa dum1ue indnce a credere che nel la febbre tifo idea entrin in azione inlìnile cause che nello stato attuale della Scienza non ò possibile definire. li seguire più oltre una sì fai.la discussione non ci porterebbe ad alcnno risultamento decisivo poichè, non conoscendosi la natnrn intima di quesla specifica le~: one, s'io m'ind11ssi a farne parola sin qui, ciò feci per protestare contrn l'opinione la CJlW.le Yonebhe localizzata !a malattia I ciò cho è contrario alla scrupolosa ar;albi rlei fo lli ed ai risultamcnli rlell' Aualomia patalogica > qnanlunque però io non neghi la importauza dtll prodotlo della le,;ione locale. nella quale importanza mi convincouo le osservaz ioni fatte sopra amina lati lifici morti per conseguenza de lle ulcc razioni e J)Hfora1,ioni intesti nati cagionale unica mento dalla pre· senza della mali.iria Lirica. L'argomento dedollo dalle cicatrici delle ulcere into.stinali per provare lu na tura ionammaloria delle fobhri li!'<>iLlee non regge assolutamente, po ichè allra cosa è il pro<;esso infiammatorio ed.altra 'il processo di rigenerazio,w. È queslo l'espressione locale della fol'Za medicatrice, quollo è il prodotto di cao,e morbo3d·, li · proces;so di ri · genera;:ìono può benissimo accon1pagnare l', infiammat ione, ma può anche decorrer isolato , come si nota nei s~rpenti, nei coccodrilli, ecc., come pm alcune volte si scùrge nei mammiferi e nell'uomo. Può esso parimcnlo associarsi ad altri processi morbosi, come Ilei nostro caso, ma ciò non perlanlo può esser indipendente dai mede· simi. Dai fautori dell'indo!,.:, iofiam,ilaloria delle febbri tifoidee s'invocò fi11 almeote la cocsis1e11z11 dol le iufìammazioni ai polmoni, al cerv<~llo o S(le dipcndenz~ per potere d11ùurre I' identità <:11 ua_lura neli' affezione intestinale e const>guentemente nel la febbre tifo idea; ma chi non vede che ,1ueslfl infiammazioni non cosliluiscon il fondo dd la malatLia , ma solo no sono nn elfdlo od una complicaziooe ~ Se altri men lo fos5e , alloraquaudo le stesse i11fiamrn azioni si .svolgon isola!amenle dovrebbero qua~i sempre es.,er accompagnale da sintomi di stupore, di calore specifico, d'eslrèmo abba!limento delle forze fisiche e rnora: i>:1 11che sul principio ddla malattia; dovrebbe sem· pre nelle medesime presentarsi il sangue nero, disciolto; vi dvvrebbe essere l'iolollerauza all'.energico metodo antiflogistico n tutto l'altro corredo rii siu\'omi e segni che cosl1triis~ono la forma tifoid,:a. ~la ciò nvn essendo ed il li11g11aggio tlei folti chtJ tul!oùì nscol l iamo parlando bene òi" ersarne111e, chiaro ris11 lta e»e re la l'ebhn:i tifo idea una rna lallia lnlla parlit.:olarc, di uatnra lnlla sna propria o ~JH'cifìca , ;\jfft,rin1 grnndt•rnente rlall' infiammazic,ne in q11a1110 a Ila t<ni.i essè1w1 ed avere in se stessa gli elome111i 11cr.,•;;s.11·ii e le ragioni sufficienli de lla propria e:-i'.::cnza.

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R.EMZIONE DELLE CONHmENZE SCIENTIFICHE ·11> Conlinwizione dtJl mese di lnglioì, Gi;:;o,·1.. Oopo ii discorso lcao dal nott. Pizzorno nella sedufa. dei 14 e t·i(~ri lo sopnt, sor.so il Dc.lt. l\lollini ùichiaranrlo che l',mportauza della mal.el'ia non pertnctlenùogli di rispondere sull'istante agl',1rgomcnti dal medesimo addotti a .sostegno dc.Ila


. . egli si riserbava discopro Pr1· a teoria eò alle di -lai pbbiezjoni, tcrle e comQallerle in una delle prossime sedute. . Il Dolt. Pereltl prese quindi la parola per n?tare_~he, sicc<>me 1;1ella precedente tornata si trattò solamente d1 st~bihre l'essonz~ della febbre tifoidea il qual argomento po~ gh se~bra essere stato esàurito , insisteva egli su le doreande già fat~e '.n ~roposito ·oè · 1° quale sia la causa che ingenera lo stato 1rrilallvo de!la Cl · · . 1· febbre tifoidea, ammesso come fu questo s~al~ irnta 1_vo (l aI',o stesso Dott. Pizzorno ? 2° Quali siano le rag1om per c~1 qui.\st? stato si rende continuo e dura più o meno scnz~ raggrnng_er 11 grado di flogosi ?'Fattosi quindi a riandare lo starli~ d~evol~ztone, il decorso della stessa febbre ed i sintomi con cui. s1 mam'.estt'. ! Jo stesso Do!t. Peretti insislè nel ritenere che uel pruno stad1_0 v ~ sempre predominio flogistico, anziche nervoso, sebbene 111anv1 spesso lo slopor e l'abballimonto generale: non convenne nel considerare l'alterazione speciale del sangue qual essen~a della malattia e disse come mai, ciò ritehulo, poteva il ~olt: P1_zzorno spiegare l'evoluzione delle successive infiammaz10m viscerah e le coogesÙooi attive da loi ammesse come secondai·!e, menlr_ e privo gnasi di vitalità tr~vav_asi il sangue e sca_rs~gg~ant?. di ~brina, .,to.nici i vasi, Jlacc1do JI cuore e mollo d1m1ou1la I mne1vazione? Nell'emeltere la prnpria opinione ii Chirurgo-Capo disse the la febbre tifoida è Costituita eia un principio disaffioe, ingenuaÌosi nell'inÌern.o dell'organismo o vc_nuto dal di fuori, cli cu_i,gli elfetu' sono cU natura irritante: ammise qnindi in questa malattia due elementi cioè lo specifico quale causa prossima ed efficicnle e l'elemento flogistico in grado maggior o mir.oro che, svoilosi più tardi, concorre a costituire la malattia, appoggiò poi questo. suo concetto col fallo del carbonchfo, del valoolo, della peste bubonic:a e simili, uei quali rnorb.i i due ehm1,mti sou assai manifesti. · Allo fatte obbiezioni rispose il Dotl. Pizzorno ripetendo che può a.l ungo dorare l'irritazione sema fare passaggio .al grado di vera flogosi, col!a quale li suoi opponenti spesso conl'ondou i sintomi di semplice eretismo: spiegò poi la durata più o meno lang.a della malallia col fare notare che la sostanza disaffine la qoale n'è causa, oltrachè clall'organismo s'elimina per gradi , ò poi ancti,e rimpiazzàla da sostanza di nno'l'a fo!'mazione la quale a suo tempo e col concorso di fauste conJizioni resla anche eliroiòa.ta, uè più è riprodo tta : questa disse essere la vera cagione per coi l'il'l'itazione che n'è l'ell.'elto , debbe percorrere, pdma di cessare, un delormi o_ato numero di sl~dii, da ta\0110 creduli qoat es pressi,one di ver.a flog<>si: soggiunse quindi che lo coogeslioni vicerali da esso lui ammesso le quali oc-· coron anche in modo allivo nel decorso della febbre tifoidea, non ri pugnavan alla sua leuria, -aven<l'egli dello che i principii animalizza!ori del sangue erano non già scomparsi, ma solo dimi9uili, massimamente nel primo stadio della malattia, nel qual ap11unto ammise egli avere luogo queste congestioni alti ve per cagione degli sforzi oh1:1 la nalora operava onde sbarazzarsi dal pri11cipio disaffine l'ho la molestava . 11 Medico-C,:po Dott. Mella fece riflettere che, nell'i potesi del Do\!, Pizzoroo I il principio morboso della febbre.tifoidea dovrebb'esscr _eminentemente allìvo nel suo primo periodo d'azione e che il sangue estratto dovrebbe già dal cominciare della roalattfa presentarsi povero di principii animalizzatori, mentre il fallo clinico prova il contrario: di fatti nel cornincia1·0 del morbo il sangue n,on solo è abbomlanto di fibrina, ma oifre ben sovente la cotenna e l'enterite follicolare sì manifosta con tutti li suoi caratteri, pecorre li diyersi suoi periodi e fa passaggio agli ordioarii suoi esiti che sono vari i nou solo nei diversi tessuti lesi, ma ben anche nelle diverse sedi dello stesso tessuto: aggiunse questi esili cioè la risoluzione, la soppurazione, l'ulcerazion ed insino Ja cancrena potersi anche notar isolati nella ghiandole del Peyer, di cui l'infiammazione costituisco l'elemento essenziale della febb_re tifoidea, senza che la mucosa intestinale sia egualmente lesa, giacchè_l'osservazi?ne dimoftra che le giandole pos~ou? f!u ~lche volla mfiammars1 ed alterarsi nel loro parenchima indipendentemente dallo membrane e dai loro iuvolncri: soo-giansc qni~di'cho l'all~razione del sangue la quale si manifesta col successivo progredire del morbo, dipendeva dall'ulcerazione delle stesso ghiandolo del l'eyeì' é dal consecutivo assorbimento della materi~ morbosa d.a queste separala, la quale spesso altera C!>sl la c-rnsl del san$UO da renderlo iuconcHiabile colla vita,

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Il Doti. A1·dizzone che ebh'ultimo Jiarola in questa seduta, s'espresse in questi sensi « Per quanti studii siensi!fa!!ì inforno àlla cagione vera di questo morbo insidioso non fu possibile sino a1i ora stabilirla in modo re1·to : è dessa un qtticl osti le all'organismo nostro cho fi n tìd Òra sfuggi a1lo scalpello del!' Anatomico, alla ll•nlo microscopica cd ai ri,,genli chimici : paro tultavia che operi sul sangue e sui ne rvi ne! medesimo tempo, siccome può desumersi dagli effetti suoi manifestati ucll'organispio. Per logge inconcussa <li Fbiologia, la riazi.onc della fibra 01..gaòica è in ragione dell'azione do' suoi mo.dificatori: questo dogma è pm;e applicabil alla Patologia e quindi anche alla febbré tifoideà la quale s'offre più o meno perniciosa e minaccievole in ragione rlella forza e della durata dello cause disail1nì, eterogenee che valser a genei·arla. llla nella fcbbre ·tit:oidea l.1 riazione è alliva o passiva? Essendo alliva, com't; indubitabile, è dessa instantanea o posterior all'azione della causa? Il fallo prova che v' ha uu periodo d'incubazione in si fatta specie di malattia, giacchè in molli casi scorre un tal quale spazio di tempo prima che.la riazione si manifesti, nel quale le forze dell'organismo sono di:· retto_ad eliminar il quid misierioso che in modo disaggradevole l'urla e che non è compatibile colla normalilà delle sue funzioni: il m\}le è quindi allfvo' e pperciò irritazione' congestione e' ph\ lardi , vera Jlogosi. Quar..t'allo stato d'adinamia e di prostrazione solite a mmiifcstarsi nella febbre tifoidea, può darsi che dipendano dalla maggior infensità della causa che impedì una franca ed, altiva rjazione la quale, se non uccide l'ammalato in cui si svolge, dà in seguito luogo ad una flogosi eh.e per.le eircostatlze espresse mostrasi vincolala nelle sue rnanifosfazioni. , Dopo di che la se<luta fu sciolta. Nella seduta dei 28 fu data lettura della Circolare Minislerialo . con la quale la lassa da pagarsi dai IJass'Ullìziali e soldati tocchi da sifilide si fissò a L. 5 pe1· ciaschedunammalato indipendentemente dal tempo più o meno luogo che la cura cli quella potesse richiedere : questa modi(jr.;azione, folta in benefizio ciel soldato ammalato e motivata dal riJlcsso che per l'a<ldiell·o molli JlliiiÌari sifiiitici lìngevano la guarigione ed abbandonavano lo Speciale prima del 20 giorni per pagare solamente lire 3· cioè il minimum della cura in \'cce del' maximum ch'era prima fissato iu lire 10 per quello cure cbe si protraevan oltre 11i 20 giorni, fu dall' Adunan7,a inliera applaudita·: promosse tuttavia alcune considerazioni d_el l>oll. lilotlini , con le quali questi tendeYa ad avere schiarimenti per sapere se questa lassa ;Ji L. 5 dovesse pure colpire quegl'ammalati nei qoali , ùopo ave~e già paga!~ una cura la sifilide di Lei nuovo si svoigesse no n J)er nuova caaione m; . ' I a soI a cura !oc.ile che lasciò" più tardi ' I,cosi' perel 1e' s1. pratico luogo all'e,-oluzione do Ila sifilide coslilutizionale operchè, questa già presente, la dose <lei rime<lii mercuriali non fu suflìcienle a neutralizzar asso!ntaruente il yiru!-'. L' Adaoaoza avendo riconosciute ragionevoli é fondate l<i consid.ei'azioni del Doll. Motlini, dtlCÌS6 che il Pl'esidenle avesse ad interpelìar in proposito il Consiglio Superioro Militare di Sanità. Manifoslalasi quindi dal Dott. Peluso la necessità cho fossero emanate le più salutari ed attive provvidenze per la maggiore possibile diminuzione deila diil'usiòne della sifilide, ciò cho non s'era potato olleuere dalle antecedenti disposizioni a tale scopo li Medie.i Militari radunali, dopo aver encomiata la provvidenz~ invocata dal loro Collega, s'occuparono poi <li cose spettanti al Gabinetto di lettura e così restò sciolta la seduta. Ar.ns,ANDllIA: Chiamati replicatamente nel giorno ad assistere i soldali nell,! Scuola di nuoto, li :\ledici 3Iilitari addetti ai diversi Corpi quivi stanziali non poterono nel decorso del mese radunarsi nelle prescritte due Conferenze Scientifiche. Ebbe perciò solamente luogo quella dei 28 in 1rni, dopo la lettura e l'approvazione del 1,rocesso" verbale dell'antecedente tornata il Presidente annunziò all'Adunanza come dovesse fra p~co ved~re la luce nn Giornale di lliedicina l\!ililaro ed invitò il Dolt. Omegna, di fresco reduce da Torino, a volere partecipar ai suoi Colleghi f!Uei ragguagli ch'egli. aveva in proposito. Questi, esposti l'origine e lo scopo clel Giornale nello stesso modo che si può leggere nel relatiro programma, ben nugurò del medesimo per il il.1aggio1'e lustro e ctccol'o del Corpo Sanitario-i'llilitare ; ne' dissimili foron i sensi estc~·nali dal .Presidente~ da tulla l'Adunanza la quale, accolto prima favorevolmente 11 progetto di 'Slal;>iliinento d'un Gabinetto di Jottur.1, t1cli poi dal DoU. Fis.soro l~ lett.arll. d'alcun1>


Ì66 · Osservazioni intorno a malattie ve~eree da lui state fèlicemente Si fa ad ultimo lo stesso Dott.. Ralb a parlare del metodo semcurate nello Spedale ( Vedi il no 1'7 del Giornale.) plice e razionale adoperato dal Medico Divisionalf,l Dott. Cortese Dalla lettura delle delle Osservazioni trasse argomento il nello affezioni sifilitiche e Ile riconferma la grande utililà e sicuPresidente per rnctter in discussione il nuovo metodo della Sirezza, soggiungendo che in un migli:iio e più di casi di mali filizzazione proposto dal Doli. Coli. Sig. Sperino e pubblicato sifilitici primitivi che llbb'a curare da pochi anni in qua raranel Giornale della Real Accademia ,i\Iedico-Chlrurgica di Torino, mente vide sopraggiungere la lae sifilitica conseculiva, quantunpuntata dei 10 di giugno. Disse rhe nella cura della sfìlide prique avesse sempre limitata la cura alla semplice Iocal applicamitiva non avendogli mai fallito nel decorso della lunga sua zione dell'acqua nera di Trawers, dell',)Ccjila fagedenica, ali• pratica un metodo semplic~ e razionale, astrazione faua <la qua· unguento con mercurio precipitato rosso od al calomelano im1unque preparazione mercuriale per uso interno, nè avendo mai palpabile senza rico1Ter all'uso interno del mercurio, mentre veduto svolger.si alcun fenomeno di lue costituzionale negl'amnella sifilide secondaria ottenne i maggiori vantaggi dal joduro malati per tale modo da lui curali, egli si credeva i11 clirillo di di potassio, e ciò in ispecie nolle periostiti, nelle ulcère della· proclamare la bontà del suo metodo e <lì dichiarare cbe la lue bocca, nell'iridi te sifililìca. céllica non è al presente tanto frequente in seguilo ad ulcere e Il Dott. Fissore conformò anch'egli l'ulililit del metodo curativo buboni primitivi, quanto in generalo la si teme, sempre quandc della sifilide adottato in qi1eslo Spedale e la fr!cilità somma di però si fa opporluno ricorso ai sani precotli dell'Arte e s'evita guarire, le ulcere ed altre affezioni veperee primitive senza rie. l 'inconsìderato ed in'lernpeslìYo uso del mercurio come mezzo correr all'uso intcroo dei mercuriali, evitando anche la lunga curativo dellè malallie locali e profilallico d'una possibile lue dieta e le sottrazioni sanguigne. La Seduta fa chiusa verso il locco. generale. Ciò posto disse ch'egli non sàprebbe risolversi ad adottar ~I metodo della sifilizzazione come cura profilattica e radicale della sifilide, siccome proponeva il Doli. Sperino, giacchè contro quel metodo lungo, doloroso e 1100 per anco sancito da una ripetuta e decisiva prova, militavano non solo i suoi più pronti e convincenti risultarnenli, ma quelli ben'anche dei più rinomali Sifilografi antichi e moderni; risultamenti ottenuti con mezzi più ·semplici, più razionali e più sicuri. Disse fiuahnente H.IVISTA DEI GIORl\fALI che, volendo tenere nel dovuto conto le altrui sperienzo, desiderava udir intorno a ciò il parere de'l\Iembripresenti ali' Adunanza. · In appoggio dell'opinione emessa dal preopinanto, prese la SULLE FERITE DELL~ VESCICA DA ARMA DA FUOCO parola il Doli. Ralb per notare che i risultamenti ottenuti daJ Dott. Sperino col metodo della Sitilizzazione avendo veramente DI DE1'1ARQUAY del prodigioso, meritau in realtà un attenta considerazione ed ANALISI E RlìLAZIONE FAT'fE DAL LARilBY ALLA SocrnTA.' un severo studio per parte in ispecie dei l\ledici l\Iiiitari, ma DI CmnoRGIA DI PARIGI E rt1BnLtCA.TR NEL To110 11° che sarebbe forse impresa un po'ar<lita, saviamente sconsigliata DELLE l\lrmourn DELLA mmESUlA, dal medico Divisionale, il volere sin d'ora tentare la prati ca della sifilizzazionc per la cura dei v,merei negli Spedali l\f11ìtari, per , (S11nto dc.l Dott. P• .i\loTTINJ). ciò cbe 1° risulta, diss'egli, dalla stessa l\Iemoda del SiJìlizzatore (/l'edi il num 0 preced.) Piemontese che non poche delle sperienze falle son ancor in · compiute ed è quindi pl'udente partito aspettare gli ultimi riso( La flogosi Ocmmonosa del bacino o <lel perineo é cau · lamenti concludenli e decisivi dai quali forse rimarrà chiarito, dai depositi e dall'infiltrazione dell'orina o la febbre sala ciò che interessa di bene conoscere,-in quale forma cli sifilide che l'accompagna può terminare coll'asso!'bimento oricostituzionale sia di preferenza applicabile la Silìlizzazione o se per avventura identici fausti risullamenli siano sperabili iu tutte noso o coll'iulìl lraziòne purulenta. le variformi malallie sifilitiche, anche in quelle complicate a Se per causa di rilel}l,ione ·traumalica l'orina tende a tabe scrofolosa, erpetica, cancerosa o nelle malattie sifilitiche sortire dalla ·vescica .per rignrgito, può lacerarn le cica· degenerate per male dirella od impropria cura o per abuso deJ lrici, le aderenze~ e sfuggire cl i nuovo per le fcrìle prndu· mercurio, ne.i quai casi gli sforzi dei più chiari ingegni rimasero cendo nuovi guai (Poneyés). . per lo piùjnfrulluosi. 0 ~. Risulta che le sperienze furono solamente instituite nelle ( sintomi nen·osi sono talor assai notevoli special · donne e non mai n,egli uomini e che per ciò polrebb'essere che me111e nelle l'erilù della region0 ano periucale: h;il' vi afla diversità del sesso importasse variazioni su gii affetti della lor u11 bruciore $Ortlù , profondo coo sellSO di peso , sifilizzazione, · giacchè consta dalla sperieoza che )'infezione rinn~vato dal pas.saggio dell'orina, ora intermitte:ntc, ora primitiva locale nell'uomo produce l'evoluzione delle silJlide con continuo o spasmodico e concentrato verso il collo. maggiore rapidilà e frequenza di quello 1:he nella çlonna, nello ( dolori loca li determinano talora i fenomeni generali stesso modo che la lue sifilitica è più facilmente vincibil in questa che non in quello. o simpatici , vomito, singhiozzo, o sintomatici , doli rio 3.° Consta dal fatto quotidiano che le ferite delle mignatte ed nervoso cd insino sintomi di paralisi verso gi i arli · infe· allre · soluzioni di continuità oporatesì nella cute ricoprente iJ riori, massimarncnto nello ferite della vescica complìbubone veramente ~ifilitico assumono bensì la forma sifilitica, cate a lesioni del bacioo, qnalì fratture degli uni o degli. ma non impediscono tutta,·ia la lue generale .illa di cui cvolu. altri suoi ossi (Gaulier, Larrey1 F lcnry, Joberl <lo Lam· zione dovrebber opporsi por la somma analogia che questo fallo ba colla sifilizzazionc. D'onde dunqne la differenza ·1 Forsecbè il balle, Per<:y, Laogeubcck). modo d'operare dello stesso virus sarà diverso secondo che s'in, Gravissima complicazio110 è la fori la ddl' in.testino , troduce nell'animai economi.i per artifìcial iuocolazione,o clanpàrticolarmenle ciel retto, che può associar.si alfe fratu1re dcslioamenle pei pori cutanei? Sad1 esso diverso quando penetra del bacino (Remy, Larrey\ Keraudren , Fleury); la si nella sostanza delle ghiandole per la via dt>gli assorbenti od acòssorva pel' lo più nelle ferite .da pano a parto ÒAI basso cidentalmente sopra upa superficie denudaJa d;epidermide 1 pcrfondo della vescica ; l'uscita degli escrementi misti all'ochè mai i reiterati innesti <lei Vil'uS sifilitico ci preservano dalla sifi!icle, mentre all'opposto gli assorbimenti sponlanei reiterati rina per noa delle dne aperture o per l',rno ò i I segno dello stesso virus ci danno una luc pertinace? La singolarità 11el ca ra llcristico dì qnesla lesione ch0 Jà luogo. a consefenomeno cliocndcrà forse dalla divc rs:1 natura tlol virns? Se ciò guenze gravi5sinrn pçr J'i11fìltramento del le materie nell~ fosse la Scie~za avrà fotto un gran pasrn solo allorquando si CO• piccola: plcvi, pei deposili orinosi e stercoracei nella re · nosccran i caralleri distintivi del virns inocnfabilc; la quale cogione ano'·perioeale o per lo loro conseguenze (Gantìer, gnizione, giova sperarlo, ci sarà data dallo stesso Dolt, Sperino quand'avs fQWpiute tutte lo sue sperienze, Lan·ey, Baudens, Dcmarquay).

PARTE SECONDA


16'1 Quanto agli sbrigli'ameuli, gli Autori sono lra loro di· Talora -le ferite della vescica sono complicate a lescordi. l\forand, Guério, Chopart, Larrey ed il nostro Ausionj dell'uretra, della prostala, del le ve!!Cichelte semitore vi sono J'a~orevol i ; altri Chirurghi contrarii. nali ed infioo degli organi genitali. .'falor occorrono speciali operazi<mi pericolose per le .Diagrwsi. L'esame delle circostanze della ferila non condizinni che le richie~gono: son esso l'apertura degli olire. in "eoernle difficolta, al pari dei segni che la caralo coll'incisione o col solono, l'applicazione ascessi orinosi terizzaoo. del causlico allual~ e la sutura dirella ad ottenere la ci L'esplorazione diretta facilita il diagnostico; ma Larrey catrizzazione della vescica. la vuole riservala aLperiodo di suppurazione nelle ferite Nel caso di complicazione di lesione del retto, se non d'armi da fuoco. ba.sta il semplice sbrigl iamento, occorr erebbe CO(lVerlire Quella per l'addomine, pel retto e per la vagina posin un canale il tragitto della palla (Dup1iytren), oltre al.son aiutar a riconoscere lo sporgimento della palla se è uso continuato degli oppiati per produrre la slitichezz~ . dessa· in vescica. Lu lesione de.ll'nrelra che av-viene assai di rado, esige Il Cateterismo poi è senza dubbio il mezzo diagnoslico l'uso della sciringa a permanenza, onde impedir i depopiÌ) certo , se vuolsi verificare _ la presenza d'un corpo siti d'orina , la cancrena, la fistola ed il restringimento straniero· qualunque. del canale e, se vi ha perdita di sostanza, anche l'uretroPronostico. Il pronostico d'Ippocrate che citammo nel plaslica . p1·iocipio di questo sunto, non fu dai moderni conrerma.to La bolloniera sembra indicala quando la palla per un per la benefica influenza d~i progsessi della Chirurgia tragitto obliquo inLeressasse il collo della vescica; quando nella cura delle -ferite. La gravezza del pronostico è relativa alla natura della · l'orina colas!o con difficollà pel tragitto della palla e per l'uretra; quando fosse impossibile ed iosopportabile ]·uso parte lesa ea alle complicazion i. La Scieoza per altro r.edella sci,:inga ; quand'io fine ne consoguitasse l'infiltra· gistrò molli falli di ferite graviss1me eù assai complicate, riesci te ·alla guarigione. zione orinosa. L'estrazione dei corpi stranieri è una delle indicazioni La gaarigionc è tanto più facile e pronta, quanto più più urgenti e più irnportanli : assai facile se la ferita an~ la ferita é ridolta a condizioni più semplici e quanto più teriore è accessibile al dito od agli strumenti, presenta l'Arte iolerviene per tempo e con intelligenza di mezzi: essa lullavia difficoltà per la strellezza della ferita , la d'oade il, precetto di tentar in tulli i casi di gna1·ire le feri te della vescica per quanto sian esso gravi. spessezza dei lcssuti, l'obliquità del tragillo e la mancanza l,a mortalità è talora la conseguenza d1 qµeste feri te , di paralellismo delle. aperture. E da ciò emo1·ge l'in<licaio causa specialmente della peritonite , dell'infillrazione zione dello sbrigl iamenlo co.i suoi va-ntaggi ed inconvee cancrena orinosa, ò ella suppurazione abbondante e del nienti. riassoròime,oto, delle emorragie e degli span<limeoti sanSe è interessato il retto e la vescica contenga qualche guigni. corpo straniero, si opererà per la via aperta dell'inlestiuo Anatomia patologica. Lascia questa molto a desiderare o col dilo curvato ad uncino o colle pinzette , per , tirare perchè mancano quasi affatto i materiali delle a,ulossie. in basso il fondo <lena vescica. Cura. Dcmarquay l' appoggia sopra quattro orùini di lo fino· l'estrazione dei corpi stnrnieri è primitiva o indicazioni: consécutiva, secoutlo che la si pratica prima o dopo la 1o Favorire lo sco.lo dell'orina col mezzo della sciscrepolatura dèlla vescica. ringa neffnretra o nella forita , sin entro la ves.ci~a ·, Ma se la cicatrizzazione è compiuta e se il corpo straonde impedire l'iafiltraft'len lo orinoso : niern impegnalo nella vescica manifesta troppo tardi la 2° Sbrigliare con precauzione per favorire lo scolo sua presenza che cosa restetà a farsi ? dell'or~na ·e·1•estr.azione dei corpi stranieri: Larrey pensò potersi effeltuare per l'urelia l'estrazione 5° Votu il rello sé interessato :, dei piccoli proiettil i. 4q Combattere gli accidenti gerierali 1 en1tm·agici, inLa dissolu1,ione delle palle di piombo col mezzo del fiammalorii, ne~vosj e le compl icazioni. mercuri:>, pr~1)Qsla da Ledran, non è ammessa. Una delle principali indicazioni direlle a seoondare La liLotrissia fu proposla ùa DuptÌylren e dal nostro l'effetlo della medicazione è la posituro <lei ferito ri· Aulore tenuta per raziomle in alcnni speciali casi: fu essa guardo alla parto lesa , che debb'_essei o dala io modo una volta ulilurnnle aùoperata da Leroy d'Eliolles. da rendere fa cile lo spostamento e l'uscita dei èorpi La lilotomia è iuùic~ta q1iand' è diffici!t1 ed impossistranieri. bile l'eslrazione dei corpi stranieri diretl)lmente dalla Un'altra è l'inlro.duzione della scit'inga nella vescica: · vescica e vi ha necessità d'operat'e come se si lrattasse quella -~1aslica è preferibi le alla metallica , ma dcbb'es· di calcoli vescicali. l'uscila dei sere .Plll grossa· onde rendere più ar•ev.o!o Quanto al l~mpo del!' operazione gl i Autori nu lla . . o grumi sanguigni : quella a sifone di Cloquet ha il van. hanno stabililo di positivo. Ma io quasi tulli i falli cono· taggio d'aspirare senz' interruzione l'orina a mano che sciuli, fu <lessa praticata mollo tempo dopo la ferita. arriva io vescica : ma tal9r è troppo incomoda e danQuanto al metodo ò generalmeu te stai.Jililo il sollopunosa. bico. Ma l'ipogastrico è specialmenle indicalo nei casi in Nei casi d'emorragia interna sono lodatissime Je inicui la ferita accidentale del i'ipogastrio sem!JTa avere pre" gazio11i ~Guérin; Verdier, Larrey). parala la via a quella artificiale (Jfauden>l) , permettendo . Le scarificaz ioni, onde disturare le parli intìl'trate d'o · d' ingrandire l' apertura soprapubica , oppure quand' il rioa, ~ebbon essere praticale sul.Jito, profondamente e con calcolo od il eorpo straniero offron un volume mollo concoraggio su lutti i punti minacciati dalla flo 0 osi cancresiderevole (Sedillol)· nosa, Q !I taglio retto-vescicale è indicalo nelle lesioni simulta. !,


168 nee della vescica e (M retto, sopl'allullo quando. la ferita di comunicai.ione non fosso cicatrinala ·o-fosse ùìxen tata fislolo sa. Per nlti rno La rrcy ginùicò nccessada la litotomia nei casi in cui grumi inso!ubil i operassero sulla vescica con1ti calcoli o proiellili. La cicatrizzazione ùi (Jt1esle ferito e;he gli Ao1iehi con Ippocra te non ammolteva110, s'effotl1rn nel segu,•nlL: moùr}: ristabilito iI. corso del!' orina por mezzo della sciringa:, , la ferita che nou ,i'è più umettala , si deterge e tende ad av,•icinarsi e_ad unìrsi .verso i marg,ini , ·pel mentre che le pareli del la vc~cica non e:55endo più dist ese, s'nb; bassauo, si ristringono o si combaciano: mollo più chè un tal quale grado di flogosi age\'ola qnesl' aderenza• Formata così la cicat rico , per consolidarsi abbisogna di tutti i mezzi pl'Oprii ad impedire la distens ione della vescica per l'orina , per gl i sforzi d'escrezione, pei colpi e1-terni e pel contatto de i cor pi stranieri. Ollre alle ernie ordinarie clie possono coinplicaro le ferito della vescic_a , puà- questa subi1'e spostarne,,ti sìa_ prima sia dopo la cicalr izzazio11e , i quali esig1.111 uua cura particolare (Ruysch, Covper> L?mry) .

"VAltlETÀ. U1ottl'iAl.E la Croce d,i Savoia su, (ì1011K,\LI6)to 31rm1co

lltSPOSTA DE LLA D1REZlONE AD UK Al1TICOLO OEL PmMONTESE-1 llìSEUTO NEL

Nm1° 447.

La Direzione del Giornale di Medicina Militare rifìu tabdos i costantem ente di risponder agli assalti insolenti d' alcuoi Apostoli d'un l'ero abbastanza qualilfoalo dalle armi stesse con cui viene propugna.Lo, si crde in dovere d'allontanarsi d,1 questa cooflolla ogni voila che è provocala da u~a cri tica imparziale e coscienziosa. Ferma in questo p.roposilo noo esita 1·isponder al sopra citato articolo nel quale il llcdallore; svincolandosi dalle meschine gare deì giorno, ch iama ~d esame spassiouato lo scopo, g-J!i nlercssi i::d i primi passi segnali dal nostro Giornale. 11 <lollo .Scrittorn nell'indiear il po!lo onerevo!e tenuto dal ceto !lledico nella grand'opera della r igenerazio.oe, ha ri'\'elato il criterio d'un uomo uso ad é)bbracciarn col pensi in·o la Società inlier<l nei suoi bisogni> ma nel [ar ciò non s'é forse preoccupalo abbastanza delle. individttalità che la compongono. Quindi è che considerando il noatro Giornale dall'tmfoicnte suo punto di vista, ~iceome elaboralo esclusivamente dagli · sforzi riuniti dei .M edici Militari, assumerebbe le proporzioni d'un Givrnale isolato dalla cerc::IJia çociale e per ciò app_untal,i!r. nei suoi l'isullamenti come nei suoi mezzi . .Ma qualora Egli scenda per un momento con no i a riand.1r il programma; qualor insieme con le tante altre ,l ifficohà gli jJiaccia ponderare gli ostacoli che debbe superar ,.in Giorna le sr:ien1 ifico il qual aspirà. .a solidamente . stabil irsi, l rorerà uon fuori di proposito cbe, ùirnellendosi noi dalle aspirazioni dei Perio<lici <li maggiore nerbo,· cercassimo in · faroiglia di crea re un campo chiuso dove scendesser a lolla scie,ilifica rnolt i giovani ingegn i, eccitando l'amor proprio di ciasc,uno e.olla pubblicità dei loro lavori ad uua gura di ;;ludio, di zelo u d'emulazione che pnò recare veri ccl innumerevoli van l~ggi. al paese,

alla Scienzt1 ed al soldalo ammall\ti),

Di falli r risultamenti oltenuti superarono talmente le nostre previsioni che li_ hwmin i del GiCJrnale son oramai dive11ùti lruppo r istrelli per la qnar1tita degli scriU i che cla tll\li gli Uffic iali del Corpo ci pervengono;. ondcchc~ spes.,;o e nostro mali;rado ci troviarno· co;,trel.li di rid111T(: ai limili d'articol i di Giorna le Memorit~ o Storie di casi rimarchevoli che volent ~eri ùaremrno per eslt•sv, risparmiando cosi alla ltedazione la briga e la ma lleveria della compilazione e ad alcu_nc scuseettibililà la no ia del risenlimenlo. Solo clic l'Autore del preloùalo articolo ve, desse il volnmino.sò e per lulli li titoli pregievolissimo matedalo di cui siamo in possesso pc}r la l'edazivne dd Giornale, siamo certi che convernbhc con noi che falliremmo allo scopo che ci siamo propo1,lo qnal_?ra accogliessimo nel nostro Giornale le l\lemot ie origjna li, pr:r quanto prliziose, dei · Medici non appartenenti al nostro Coi-po. Non meno del nostro Critico eruditv noi provi:amo il bisoguo di dar un più ampio spazio alla Rivista d11i G-iornal1 Scienlilìci Italiani ed Esteri, massimamente di quelli 1:hc versano supra le malattie più frcquenlì nel soldato si_a in tempo di pace, com'io tempo di guerra, ma, se Go ad ; ora non ci fu possibile estenderci , fu sola causa la necessità di provare al Paese con irrefragabili provo d' incontestabili docomenti l'utilità eJ i Tantaggi dtd nuovo nos tr'Ordinamento, Lanlo slealmente combattuto ol di fuori del nostro Corµo. Questa 11ecessilà oggi è presso che cessata e, fedeli al nostro programma e·grali ai consigli dello Scrillorc, d'or'innanzi la Bivisla sci,rntilìca dei Giornali avrà nel ·nostro pet·i odico una male iisistenza. Ci did1ìarian10 poi pienamente d'.accordo con lui circa la convenionza <li togliere dal prezzo d'associazione la diversità fra ·li Medici Militari e non Militari e non solo que;la sarà ~olta, ma quei Medi'cì non militari che ci furouo gentili del loro abbonamento, nel pagare il secondo semestre saranno rimborsali del di più che pagarono nel primo. Valga que3la risposla a provare al celo .'.\1edico che la Di rezione de l .Giorna le di Med icina Militare non è aliena dalla polemica scientifica, che ò pieghevole o grata ai consigli eù inviti gentili e ragionevoli e che solo rispoudeT.col muto disprezzo alle diatribe persona! i, alle ca!urrniose .insinuazioni ed ai folli trasporli d'esagerati p;irliti. IL Dire/ture

Dott.

Co~HSSETTI

Med, Div.

I Medici Militari degli Spedali e Presidii di f ciam,h<~ri e d' Asti hanno follo ;idesi, ne alla Protesta ,tle i 24 ti, novembre p. p. dei Med ici Mil itari di Torinu. A suo tempo pubblicheremo estesamente queste adesioni. Con piacere annunziamo la prossima pubblicazione d'un Periodico mensuale scientilìco-farmaceutico . Rilevando dal progrnmma ],, !>rione inie n:1,io:i i l1el n,ed,·si nw per l' incremento della _Scienza, sinceri auguriamo alla lJircziooe fac ile il cammino alla lo<levole mela, riserbandoci ·portarne giudizio quando ne conosceremo i lavori. Il Programma di questo nuovo Giornale è Grmato dai Farmacisti Collegiali Schiapparelli e l'orre.

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11 Direttore Dotl. COllIISSETTI l\led. Div. 11 Vice-DireHore respom~ile Doli. l.lar. de Bcaufort M. H.

.

Torino, 1851, fç!i).zia, 'l'ipogrt1fo!, Subalpim1, Yii\ Alfi.ç1·i, 1.1" 21,


AN.NO-I

( ai 22 di dicembre 1851) ,

N° 22

GIORNALE Dl·MEDICINA llllLITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'AR!IATA SARDA L'associazione non si dceve cho per on anno e comincia col' 1° d'agosto. li Giomale si pubbli<;a nel iunedì tli ciascheduna settimana PREZZO O'ASSOCÌAZION"

L. 10. ln Provincia cd all'Estero, franco di posta .

In Torino.

L.

:11

L'abbonamento debbe pagarsi per ~e':llestri ~nticipati. I l\Iedici l\1ilitari in ri~!ro god?no gli stessi v!ntaggi. di q~ol.li io servizio allivo. Le associazioni per i non militari r1cevons1 alla TIPOG~AFLI. SonAtl.>lNA, vm Alfien, num. 24. Lv lette1 e pe1 ,ibbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postalo. Sopore etereo. - 2° Dott. i' meno pessiùile cli qncsto sussid i1 nelle granJi operazioni 3° Dott. BEsozzr: Ag$mnto quand'anche siasi polnto preveni1· ogni pericolo inerente alla Memoria precedente. - 4° Dott. ALF0J1No : OLtalmrn pualla sua amminislrar.ione, riservandolo ~olo nei casi nei rulenta. - 5o Dott. RALD: Polmonite. - G0 RelRzione delle Conferenze Scientifichè. - '1° Bollettino ulficialc. qnali la natnrale pusillanimità ciel soggetto ori il suo vivo j dt1siderio e direi q11asi assoluta volontà lo richieggano, sia porchò in molli casi è troppo ne;;cssaria al Chirurgo la guiòa dellt: imprèssioni che risente l'ammalalo onde j guidare la sua mano e dirigerlo nell'alto O}Jerativo, iofluendovi . mollo anche le emonagie che si palesano e che l\'IEltlORl'IE ORIGll'W~LI 1 nel caso dell'anestesia son assai più limitale· e molte volte Ì sospese traendo éosi in ingan110 l'Operatore snlla uatura dei tessuti lesi , come pure perchè , se eseguita colle CONS1DERAZlONIPRATICllE SUL S01:'0RE PROOO'l'TO uorme che credo necessarie a seguirsi , 0011 sempre si DALL'INSPin'A'llONE DELL'IITEllE. elfoltua c.ompiutamt'11ie rimanendo solo uno stato d'eb· brezza che nulla influisce sull'insensibilità al dolore che si ·/ Lefle dal Madic;o di R,}ggimento Doti. P1u,uso tict1rea; potrei affi i dire che la perfella Ìn5rnsibilità s'otin mm Conferenza di Genova) . li1me su d'un soggetto s·op.t'.i tre soltanto; nel quale caso, (f/edi i num.i 17, 18, 19, 20 e 21). se non fu sperimentata prima di prtidi$porsi all'atto ope Noo ebbi campo di far ossurvazioni sopra soggetti rativo la suscettività del soggetto al soporr etereo, si morli per cauM dei vapori dell'etere, ma per non lapel'de moltissim,ì tempo prezioso tanto pel Medico come sciar incompiute queste considerazioni m'atterrò alle id~e per l'ammalato e sì arriva ad inquietarl i grandemente esposte dal Jobert all ' Accademia di Med icina <li Parigi, ,I entrambi accrescendo così la tema nel pniente che rene.le il qllale accennava che gli ammalati morti poco tempo l'operazione più lunga e più difficile t~ disturbando il dopo l'operazione eterea prestintarono durante la vita Chirurgo che si trova inquieto e mal dispo! to per un molli sintomi della coogoslione cerebrale e polmonare tcnlati,•o l'allito. verifica ti in alcuni pur anche coll'autossia ., ma avevano Proporrei qnindi nei casi in cui per I \\ pregresse eglino inspiralo o çolla vescica o con apparati ne'quali intlicazioni si fos se deciso d' associare I' eterizzazione non s'otteneva una giusta miscela eterea capace di sorall'alto operativo , di provar una o due volte l'ete reggere l'ematosi. Nei casi in cui fu praticata una dilirizzazione '.alcuni giorni avanti per riconoscere la sugente autossia si trovarono la pia madre vivamente inie!· scellivi\/1 th,lla persoua e di non disporsi all'operazione tatp, arborizzata , come se i vasi che la trapassano fosse non s'è ollennta la cer1ezza che realmente succeda il Sel'o iniettali d'un liquido rosso e tenace; )a sostanza sopore compiuto e sempre , giacchù succede pul' troppo bìauca iniettata, pnnteggiata in rosso; a livello della resovente che persone eterizzate in tempi , in cu i non debgiom~ cervicale ed alla riunione della parte cervicale e bon esser operali , entrano nel sopore quasi compiuto , de!Ja dorsale del midollo, grande rai;nmollimcnto; i corpi mentre avvertili che nello staio di narcosi debbono sostria'ti ed i talami ottici assai iniettati con spandimento stener un'operazione, la loro immaginazione riagisce posieroso nei ventricoli ; tutti i siutomi in somma d'una tentemente con1ro l'azione anestetica del farmaco e rende violenta còugestione cerebrale. infrulluoso il tentativo. Avanti di dare fine. a qllesto mio qualunque siasi lavoro Poco potrei dire sull'uso del cloroform;o essendomi mi gioverà esporvi il mio pensamunlo riguardo siasi al· mancata l'opportunità di farne sperimento comparativo ; l'eterizzazione i.!1 genere, C?me pure riguardo all'appa· credo però che anche nel suo uso iiebba il Pratico atterecchio di cui ebbi l'onore di presentarvi il modello in nersi sempre più o men alle nonne che trovai necessarie a_zione. ·E <1uindi ·debbo dirvi in primo luogo che molnell'u1.o dell'etere. l1l>lici sperieoze mi hanno convinto doversi far u,o il Accogliete, o gentili e dotti Colleghi, se non la perfeSOMl!L\\'lO. -

1"

Dolt.

PELUSO :

Z,1,c:cru.1.: Helazione clinica. -

1 '

PARTE PRHIA

I

I

I


i70

Zione e l'impot·tanza del lavoro almeno la buona volontà mia di parteciparvi quel poco cbe seppi far onde portar anch'io il mio obolo a vaolaggio della Scienza e per il nostro decoro. SPIE vAllO~E iJELL.A TAVOLA

I?iG. A. 11tlanticc Do7 z>io nel 4uale, messo in mo vi men lo il soffiello inferiore a, s'alza la valvola superiore spingendo l'aria nel mantice superiore d da cui passa con una determinata velocità pel forn b. nel tubo annesso per essere dirella nel pcn,, B. li coperchio del dello mantice è munito di varie lastre di piombo c'c"c''' le quali servon a graduare l'aria conteoula nel mantice d' ond~ spingerla in quantità maggior o minor a seconda dei varii soggelli in (:lli ,,'opera .

chio s; si fa in modo che l' indico t del seco ndo coperchio veni a a corrisponder al r1uadrante graduato cbe si trova nel primo coperchio, mentre la linguella u corri~ sponde ai due rilogni che si trovano nello stesso primo coperchio. lu tale guisa si conosce la posi2ione dei fori l'uno r!;ipelloj all'altro e per tale guisa si p11ò altresi graduare la form azione della miscela eterea facendo it1 modo elio tulla o parte del!' aria atmosferica iolrodott& nel reci1>ieolc elt\rt>o per mezzo del mantice , sia portala a conto.llo dell'etore sotf.oposto per mescolarvisi oppure passi inallerala per l'altro tubetto :z vilato al lubo dell'imbuto inalatore C. La forma di tulli i fori dei pezzi su descritti, fu ca). colala in modo che, qualunque posizione prondessel'O 11 0110 rispetto oll'altro i due copen:hi . s'avesse sempre una stessa area di passaggio al l'aria Ji sorl ila pcl tubeHo z. Con tale apparato· si fu correre cou una gra nde velocità l'aria sull'etere disposto in superficie molto estesa. e la ·s'obbliga ad attraversa.rio circondandosi d'u n'atmosfera dei vapol'i etere-i; il che s'oLliene più facilmente mr.diaule un lucignolo cavo che tappezza le pareli del Lubello di vetro discendente nel vaso e che passa ne ll'etero stesso.

FtG. B. R ecipiente generatore della ·miscela eterea composto d'un vaso <li vetro e sormontato da un coperchio di ottone f, il quale consisto in un C'3rchio cavo in cui scorre a sfregamento perfetto a Lenola d'aria un secondo coperchio g. Questo secondo coperchio è 1>ur0 composto d'un cerchio metallico sol ido oel qua le souo praticali 1lue fori h/1', di fronlo l'uno all' altro nella direzione del diaFtG. l:. lmbnto inalatore composto d' un pazzo metalmetro del cerchio e del diametro non minore d'un centilico orlulo da un rotolo di gomma elastica adattantesi metro, i quali trapassa110 da parte a parte la spessf:lzza del cerchio stesso e vanno così o corrispo11derc col foro alle due aperture orale e nasale il quale va a mouor in k di fi gura elittica, che traversa da parte a parte il mouna scallo!ella y dove si trovano due valvule apreolisi in diolo conico l cho s'innalza nel mezzo del coperchio e clireziooe opposta una per l'iospira2 ioo1: o l'altra 11or l'eche, essendo fisso sul fondo di questo, scorre a sfrega- . spiraziooe e poteodosi chiudere a volontà mediante il robinello p. mento nel secondo pezzo del coperchio quando questo si trova in sito. Corrispondono pure coi fori rotondi terLa valvula d'espirazione si compone d'una pal lottola minali lraversalmenle a punta acumilala p che s'incontrano d'avorio che chiude ermeticamente nn foro circolare superiormente al pezzo ydell'imbulo e sormontalo da un tubo nel coper chio cavo io numero di due rimpello l'uno alricurvo in ava11li onde impedire che i vapori eterei espil'altro in direzione opposta e situali sulla linea che corali vadan ad irritare la congiuntiva oculare. Altrondo efslilnisc,, il çliamelro di dello cerchio cavo. Questi due ullimi fori corrispondono poi ad allri due folluandosi il giuoco di della valvola mediante il sot:evamento e l'ahbassamento della pallollola, dal rumore che fori rotondi del diametro non minore d'un centimetro che questa fa co'suoi movimenti si conosce so il paziente inoccorrc·no nel fondo del coperchio stesso ,1 clall'uno dei quali s'é1bbassa un tnbo di vetro che giunge siuo quasi spira o no regolarmente e quando sospendo i moli respiralot·ii. vicino al fondo del vaso. Per uo piccolo fo ro che si trova nel fonùo del coperchio Il detto imbuto finalmente mediante un luogo tubo s'introduco oel vaso di vetro una determinata quantità flessibile va a comunica1·e con vile col Labello z del reci. d'etere; quindi messi in posto i due coporchi s'adatta il piente D. Modianlc queslo tubo l'ammalato può permettubo che parte dal mantice al Lubollo del secoudo copertersi movimenti senza smovero per nulla l'apparecchio


17:1.

RELA.ZIONI CLll\llCHE VEIIEREI (S nto d'tm'estcsa .M emoria del D0tt. Zacchia, letta u in una Conferenza di Cuneo). ·

Il l)~tl. zacchia lesse uo suo lavoro . (•) io~ilo_lato : Cenni statistici intorno ai sifilitici ed agli scabbwJi stal1 curali oe11o Spedale nel 1v semestre del 1851. l o questo ~uo scritto cli cui presenlo un breve sunto, dopo _av~re fal~a parola dei notevoli vantaggi derivanti da.li~ p~r,?da~he · libere Conferenze Scieotificlie degli Uffic raia di ::.;an_1tà, _ef • fotto del l\e~olaroeulo dei 50 Il' ollobre 1850 'comno1c.a )'elenco oucnorico delle malattie siulitiche e dell~ scah_biose stalo ci:trate nell'indicalo semestre dal M~d1~0 Dr: · · ]e: dal qual elenco risnltaoo rra i venerei: r1m asti. v1s10na al 1 0 dì gennaio, 18; curali nel semestr~, 119_; ~ort'., 1 . rimasi i al 1° dì luglio , 8 : e fra gli scabb1os1 : nm~sLi al 1o di gennaio, 5 ; curnti, 26, rimasti al 1° rii

l 1·

luglio, 5. . ... Divide quindi le fo rme vario di morbi venerea l)IU ril~vanti che s'ebber in cura nei s!lg11t1nti nrlicQli : Bu/Jb<mi ; Ulcere ; Conditomi; OrcMtidi e B alaniticli; Blennorragie; Sifilide Costit1tzionalc ; lermina coll'articolo ~ca~1bfos_i. Nell'articolo B11b/Joni fra le altro osservaz1001 è citata quella del soldato C. G. , d1 costiluzione _scrofolosa? enlrafo ai 17 di novembre 1850 per l,sserv1 carato d1 bubbon,e iuguinale ad ambi i lilli e di varie ulcere alla obianda cd al prepuzio con segni e sinlomi di generale infezi one siGJilica. Ril'~risce come alla cura locale si sia associ.:la la generale mediante l'uso interno del deulocloruro di mercurio con1inoalo per giorui ciaqoanla e cume mantenendosi perlinace la località morboso a cagione delln costituzione strumosa della persona , siaii soslituilo l'uso interno della soluzioM di protojoduro di potassio allernato con la soluziono ùi malato di ferro . Nola che mercè di q11esto melodo dì curr, lo ulcere e rano ridolle a cicatnzzazione e che peggiore era la contiizione cle i bubboni stati prima a'porli col taglio , essendosi [ormal i varii meandri fistolosi in ambid1M gl' inguini con Ilogosi 1'.isipolalose dolla cute o con complicanze <l'irritazione gastro-enterica ; cho modificata la morbos a condizione del tubo gastro-enterico e delle ulcere sinuoso inguinali, nou che del la pelle a queslc corrispondento con appropriati mezzi anlit1ogistici g<>norali e locali , s' addivenne alle iniAzioni di tintura dì jodio da prima mista con acqua tlistillata , indi pura neì seni fistolosi inguinali ; dal qual ultimo mezzo cui alìvo s' ottenne il processo adesivo in quelle località , Lalchò il SQldato C. G. usciv:i guarito dello Spadaio ai 2 d'aprile. Tratta quindi d'nn caso consimile al precedente offerto dal soldato Fer..... , di lempra strumosa , affello da bub· bone inguinale sinistro con ulcera alla gbiaoùa, il quale curato pr~ventivamente con le preparazioni mercuriali e poi con il proloioduro di potassio nou migliorò nella sua condizione patologica, ch'anzi l'ulcera sussecu tiva all'incisione praticata dall'arto sul bubbone si rose slazionaria come ce ntro da cui partivano varii seni 6slolosi, nella cura dei quali oon s'ollenoe buon effetto dall'iniezione della

)

tintun di jodio , forsè per esser l'ammalato in preda a lenta sub-irritaiioae del sistema vascolare. Nell'arlicolo delle ulcere sifiliti che premesso elle io modo generale tulle coteste ulcere tanto al loro nascere quanto a periodo piìt o men avanzalo , eccettuale alcune delle medo~ime complicate a llogosi , furono curalu colla catllerìzza1ione praticala col nitrato d'argento, espone alcuni casi di simile forma di malattia sifi litica. Fra questi sono citate tre ulcere alla ghianda di cui due suprdìcia li guarite colla solnziooo di cleutoclornro di mercurio por uso esterno e la lcrzt1 profonda, interessante la parelc uretrale e comunicante coli'urotra, guarita medianlc la cauleriu.ione col nitrolo d'11rge11to e con un pezzo di sonda in g()muia elastica manlenuta a permanenza entro all'uretra giusta il consiglio del Doll. Vaglienti. La durezza qnasi lapidea che conseguitò la cicalriJ::e delle u!c1Jre liC ,mpar ve coll'uso ~all'unzione d'estrallo di cicuta e d'unguento mercuriale. E pure c~rmo tl'un'ulcora silfilitico cancrenoso alla ghianda con parafiml)3i e gravo riazione fobhrile, sanala con cura mercnriafo interna falla precedere da attivo metodo antiUogistico positivo e negativo, e d'un caso d'ulcera erpelico -sifiii tica al l"reaulo del prepuzio avviata a gnarigiouo mere\ rii cura interna fatta 1~01 joduro ri i potassio ecl esterna con soluzione di deutocloruro di mercurio unilo al solforo di potassio. Relativamente ai condiiomi espone che, 0 0 11 omessa una cura mercuria le interna fatta col sublimato corrosivo o col joduro di potassio, furono curati con rimedi corrosivi, quali il nitralo d'argento, :1nitralo acido di mercurio, operando la recisione delle \'egetazioni più pertinaci aventi la loro base mollo indurita; susseguita la recisione da profonòa cauleri7:zazione de.I tessutò cellalare sollostante. Le orchitiùi e bala11atidi asserisce avere ceduto facilmente al metodo antiflogistico generale e locali! e che in on solo caso d'or~hilide si dovè r icon't!I' alle 1101.ioni (:olla pomata di joduro di poiassio e 11'11nm1cn1r1 mcrr.uriale ed allu compressione !'alla con listettJlle c1>nglutina1,ve. j All'arlicolo delle blennorragifl uretrali noia come quel sie nel loro st:1dio acuto sil!no state assalita con energico motodo anliflogistico positivo e negativo, lo c.ale e ~onerale, e come nel loro decl inare ~iann ;;tale vinto roli'amministraziono del balsamo r,opaiba e peµH cuù •he e più frcqnentcmente coll'iniezione cli soluzione di solfalo di zi1ll;o colla giuola del laudano o di 1judla di 11itrato di argento conchiudcndo non doversi paventarn le orchi liùi e le cisliticli per le iniezioni praticai" nei r.asi indicali dalla condizione rntologica dell'uretra. Fra i casi cli sifilide costituzionale fa cenno d'un sol dato del 7° Fanteria onlrato nello S1)odale in condizione miseranda, con ulcere corrodenti le tonsille , il velo mob.il o del palato, la gbianda, la faccia esterna del ginocchfo sinistro, con esostosi alle tibie, allo sterno, agli ossi del cranio , con macchie cupree alla pello , con insonnìo e con diarrea colliquativa. Quest' ammalato inlo ller ante d preparazioni mercuriali sebbene propinate a dose cpicralica miste agli oppiati , in tollerante delle unzioni meronriali e jodate, cessò di ,•inre 11QI 47° giorno di cura . F a pure monziooe d'un caso consimile di sifilide costi· 1 luzionale bencbè meno grave e men allarmante , assai 1 mìgliorat~ con l'uso del liquore del Vanswieten ; e d'un terzo caso in fine di lue pure confermata guarita nel periodo di giorni 21 coll'amminislraziooe del joduro di po-

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tassio.


172 Chiude fi nalmenlll la leltura del suo scrillo col notare che la scabbia fu curala coll'unzione Calla coll'unguento solf.,roso congiunto ora col carbonalo di potassa, ora col preci pitalo bianco o che 0011 a·~ a~co. ra'.accolto no numero sufficienlo di casi per poter rnsl1lu1r 11 valore comparativo rra l'ungu1Jnlo solforoso t1 l'estrallo di ranonculo acre unito all'adipe; rimudio 11uo~L'nll.imo di cui l'uso 1'11 i11i 1ic1to dal Doll. 8 esozzi.

Nola in fine com'alcuni ~cabbiosi soltoposti all'uo,,. :io~ colla pomata d'estratto òi ranuoculo acre, furono condotti a guarigione in sette od olio giorni di cura , riservaud-0st d'espor in altra relaziono i risultame!1li <lulltl curo praticale con questo farmaco, al qualo alcuni Anlichi e particolarmente Mall10Ji attriùuivan un' ilziom, antiscabbh\SI (, edi il nurn° .12 col. 1. a)

STORIE DI CASI RUIARCHEVOLL AGGlUI'iTE ALLA MElllORlA PRECEDENTE

(,fon/o d' una Memoriti del Medico Divisionale Dott. Bnsoiz1). Il Doll. BeSO'ui , Medico l>ivisionale, dà lettura d'alcuni sd1iarimenli in aggiunta ai Cenni del DotL. Zaccliia iotorao ai sifilitici e scabbiosi curali nel 1o semestre del correnlo anno in quello Spedale. Nel Ll'attare dei bubboni espone com' alcuni di questi siano stati curali coll'applicazione dei vescicatori i; altri con quella d'cmpiaslri risolvenli , prccip~a.meole a_ base ~i mercua·io e cicuta ; altri colla pomata d1 Jodoro d1 polass10 ed altri finalmente colla tintura di jodio. Dai r isullamenti di tali cure iuduce dio agli allri mezzi paro preferibile )'uso dei preparati òi jodio e specialmente della tintura di questo farmaco, nell'amministrazione del quale inculca molla cautela. Relativamente alla cura delle blennorree uretrali dice a,ere con vantaggio adoperate lti iniezioni enLro all'uretra dt Ila soluiiooe di nitrato d'argento genoralmenlc alla dose-d'u n grano sopra un'oncia d'acqua. distillala, cresciuta allche ad un grano e mezzo sull'istessa quautità di liquido, maggiore grado di concentrazione occorsa ~e~· la c~ra ~lei!~ blnnnorrcn le pii1 ostinale, croniche e recidive, già l'lbelh alle iniezioni di soluzione di solfato di zinco col laodano. Aggiunge che nolle bleoo1.,rree, cessato lo stai~ flogislico, gli fruttò 111aravigliose guo1 igioni l'uso d' una mistura. compo~ta di mezz'oucia di balsamo cop~iba, ~·uno scrupol~ di iinlorn rli ratania e di tintura lcba1ca, d1 due scrupoli di oitro cL,fce o d'acqua di fonte o gomma arabica q. b. per ridurre la miscela allu coosislonza di rnucilagin~. intorno alla cura interna dirello a vincoro l'infezione sifi litica :i,enerale soggiunge che al liquore ùol Vanswieten ed alla snlU?.ione del doulo-cloruro di mercurio nell'acqua distillala i! da anteporsi la cara operala colle pillole del Dzonùi lo quali an1ministra.te oppo rtunamente promovono raramenl c fa salivazione e sono scevre dagl'iucoovenienti che s'incontrano nell'ammiuistrazione ùei liquidi suddetti . Nè di minorn vanlaggio as~<:riscò assere slala la cura generale esti~ui la colle fri zioni mediante la pomata ùcl Ci · rillo proparaia secoo<lo il metodo proposto dal Ch imico Milanese sig. l'ossina nel Congresso Scientifico di Mi lano nel 1844. Cita indi un caso d'un ammalalo di rosolia siCilitica complicala. ad aITeziono scorbutica grave a ftegno che per il feloro fu uopo segregarlo dagli altri infermi , con Cnneslo pronostico sull'esito della malallia contro la quale fu inutile ogni tonta ti vo di cura razionale . Espone io se · guito tre casi Ji malallie interne sifi li tiche delle quali una con forma di papule e due con fo rma di pustule, nella cura delle quali fu prolìllevole l'uso inte rno ùel joduro di potassio.

OTTALMI..\. PURULE~TA

(Stori<t inviata dall'Ospedale S11ccursalc d',foneey dal .Dn/l. A LF OJ\NO) . Il soldato Cristino Trulfol dell'8• Reggimento di Fanteria, dell'età ù'aoni 27, di temperamento sanguigno, dicostituzione scevra da ogni labe, eolrna in sui primi giorni di marzo del corre.ole anno nel l'Ospedale Militarn Divisionario di Torino per cronica olla lmia catarrale granel losa. Indagate le cause, 11cssu11a speciale potè rinvenirsi, se non quell a comune a tnlli i soldati acquartierali a Porta Susa cioè la pos izione del quarliero. I 'avversione 1>oi all'Ospedalu ed il poco fastidio cagionatogli dalla sua malattia fec ero sì cb'o 01i lao10 aspellò ad acwsarfa. A llor(Juando si presentò alla mia 0Ssl1rvazion~. il Truff..:t offriva allo sguardo uo'aspello d'uomo continuamente addormentalo : lanl'erano gonfio le palpebre superiori elle discentlovano a copriJe mezza la cornea : questa membrana con sor vaYa la sua lucidità 11atnrale ed allorno ad essa la congiunliva oculare formava on cerchio edematoso d i colore rossopallido: la congiuntiva palpebrale sia superiore come in feriore lasciava scorgei· innumerevoli granulazioni d'una liola rosso-gialla: la superficie dell'occhio coperta d'una leggiora secrezione muco-puri forme : lagrirnaziooe abbondante. Del resto nessuna fotofobia, nulla la r iazione locale, nulla la riazionA generale. Nell'intento di dest.ar una sala tare riaziooe, d'ucutiziarl.), per così esprimermi, il morbo, · io str isciai fin dal primo giorno il nitrato ù'argenlo solido sulle granulazioni ooove affatto a quello s1im0Jo. Non fui deluso , poichò il giorno dopo trovai !a congin111iva alquanto irritata: trovai dolore locale e fotofobia: trovai [ebbro. Questo stato durò due giorni nel corso d e i quali si praticarono qua llro so lassi e nel terzo giorno un'opernziono di mignatte allo apo!ìsi mastoidee. Calmali i sintomi irritali vi ·, si ri prese il nitralo d'argento, non più solido, ma bensi sciolto nell'acqua distillala , ed a piccola dose d1e produceva un miglioramento, ma non guori sensibile, cosichè convenne di quando in quando aamen!arne la doso o ricorr<~re di nuovo al loccu rnon to col nitralo solido: ma ogni volta cbo ciò s i pra1ica\'a, sebbene con lt1 lla caulela, i niella vasi la congiunli\•a oculare, lumefacovansi le palpebre e si presentava forte lagrimazione; sintomi tutti che cedevano in pochi giorn i co ll'uso di ri vulsivi sul canale intestinale o di leggieri colliri astringenti. Dopo tre mesi d'alleroative io venni in parte a conoscern la cagione di ta nta oslioatezza col sorprendere per caso il T ru(fet a pass~ggiare di buon mallioo io sul balcooo nude le gambe e per un tempo piovoso : solo in allora snppi cho ciò pralicavasi tutti i ~iorni. Partito io quel tempo io con-

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t.73 · ta ·cioi ad un di~linto Collega la S01.ionc degli Otgedo 10 s . "' . .,,. ". I talmici e nulla più seppi sul co1> to _t.lcl l 111 1,el :;1no su

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fini re d'ago;;lo, in cui presentavasi al Corpo, reduce da 1m conaedo- cho sullo $COrcio <li luglio gli era sta to accordalo daltOspeda lo Mililare Divbiouario di T orino .. Dopo pochi giorni di sua presenza al Lorpo entrava e<>li allo Speriate '.\lililare d' Aonecy nello statti seguen te : 1: mucosa palpebro-:h:Ulare <li omhodùe gli occhi cangiala in un ammasso d'u n colore rosso-,ca rlato intensissimo : questa stess:i niuco~a, le palpebro e la pelle ~Ila loro_ bas: prodigiosamtinle sviluppate: grande quantittì d1 inatena poriforrne si sccorneva da lla superficie degli ocelli: cd os,:or iava i olino le guaucie : opacità vascolare pronunzia ta su am bidue gli· occhi e con tutto questo imponenll- .ippar~lo fenomenologico poca la fo tofobia , regolare il polso. Non vi avea pit.i 11ossuo d11bùio: la malattia cb' io aveva a cu ra re era un 'ollalmia purule nta, bc11chè, \'isilalo l'a mrnala lu e.;al- ' tamcnle t<d inlerN gatolo , mi risullassr. non aver ,·gli avuto corn unicuzione di sorla con veruna persona i11fcll a , oè soffrirn allora , n& mai aver sofferta affezione sifil itica di sorta . Dall'esame delle cause rica\'ai c he nel tempo passalo in congedo il Truffcl lavorava tnllo giorno no'campi senza r ipa rarsi t.lalle vicissitudini atmo"sferiche le quali furon as sai frequenti in quella stagione-. A malgrado della mancanza di r iazionc io credei bene d' appigliarmi alla cura antillogislica generale e lùca lc , coslchè io pochi giorni fu ruoo pr aticati selle salassi e due operazioni di mignalle dietro le orecch io : somministra i nello stesso tempo i I calomelano ad alte dosi Uu a produr un intenso ptialismo e praticai fin da l rrincipio molle scar ifìca1.ii,ni su l cerchio congiu1J livo-oc11lare, per cui olleoni notr vole sottrazione locale, che r ipetei nei due giorni cousecuti vi. Nel terzo g iorno foci localmente uso d'un colli rio compost,1 di venti graui d1 r11lrà.10 d'argerllu pol'lìrìaalo 6Ciolto in due oncie dr acqua distillala : pralit ai inoltro al di sopra delle supracciglia 1102.woi con pomata 111erc11ri1>le bcllado11oizzatn o , ten uto l'ammalalo a mùd1C\l regimo , amministra i sali neutri io co11Linuazione, ar giuog\lndo a t.ile cura pedilu vii senapizzali. Con questo metodo di cura in capo ad t•tlo g·orni la malattia trova vasi ridotta al la sua semplicità ed ern svanita affollo l'opacità cornea le . Si contiuuò nell'uso de'colhr ii di nitralo d'argento aumentandone la dose fi n od uoa mezza dramm~ in dui, oncie d'acqua e si ;iddiven11e all'applicazion~ conlimrn di emunlo rii al la cute. fmpozienle però del lento SVa!lÌl'C della malatlia e non potendo di tale lcnleaa accagionare veruna discrasia clu cui alfo llo Jibern era l'ammalato, vtill1 un giorno servirmi con somma moderazione del uilrnto d'argento solido ; ma do vetti tosto desistere per l'1 ntolleranza di nuovo manifestatasi e riloroar ai colliri collo stesso nitralo a piccola dose, mediante i quali il Trnffot lasciava l'Ospedale ai 20 d' oltobre , ciuqnaotaquallro giorni dalla sua entrala, gnar ilo al seguo cha uu mese dopo presentavasi egli a me chiedlmdo di polere passare smrnrogalo mi Iilare. Vedendo però come rimasti i'osser i suo i occh i mf?l!O sensibili alla viva luce rifi utai di spedirgli il debito certificato, rimettendo la cosa ad un tempo un po' più remota allorquando io potessi avere la cortezza morale della perfelta sua guarigione. Dalla esposizione di questa storia io deduco i seguen ti cor ollari. 1° Dalla tenacita d'u n'oual mia non si debbe sempre inferire che vi sia una qualche diatesi complicante.

2° Un'ollalmia catarrale cronica, sopratlullo se accom• pugnala da gra11ulazioni , può co l conco rso di cause reumatizzanti od altre ed anchc1 indipendentemente da una condizione specifica od epidemico-contagiosa , fa cil mente degenerar al segno di preseolare ll tlti i caratteri ddl'ot~ talmia purul1rnla. 5° li tocco della congiuntiva col nitrato d'argento solido s) giustameute rrcconizzato nella congiunt i vile puru ltrn ta, esige special i riguardi, negletti i quali, quel sup remo r ìmcdio può riescire sommamente nocivo. 4" Falla astrazione dalle .dov11te caute le ed· avuto solamente r iguardo al diverso modo di sentire degli ammalali, si generale che locale, qud tocca mento che nrgli u ni produrrà ollimi e!Telli , sarà negli altri fon te di non lieve da nno.

56 PO Ll\10NlTE AC UTA SllCCl!DUTA O.a GR.aVB POL:'llONORlti.Gh

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QUIN DI DA

Y0.\11CA.

CO~ !!SITO F AUSTO

(Storia letta in u11a Conferenza cl' Alessandria dal Medicocti Reggimento Dolf. l{ALB). Giovanni ..\Ion ..... soldato nel 12" Reggim.e nto di Fanteria, di temperamento sanguigno ,nervo:,O , di costituzione gracile, d'ingegno svegliato, d' indole docile, nato da parenti sani , beochè ooo mollo robusti , pervenne all'età di 26 anni senz'alcu11 'infermi tà, tranne loggieri tlvlor, vaghi e puntori i al petto ad in ispocie sollo la clav i, ola destra. Da un anno era110 questi dolori pi11 molesti cd associali ad una tosse secca di breve durala In qnale S\'aniva col r iposo , c:.olla hil>i111 te pide zucchera le u 1:olle fregaziooi asciutte sul petto cho sen1.'alc1111 medico consi · glio egli stesso pratica va rile11entl,J il male di natura semplieementu renmali('a. Colto '1 11 11relritide bltrnoorro.~i1:a , en lravn ogli nello Speda lo ai 22 dt maggio . Semplice era lo s1•olo , poco r.opioso e senza sintomi d' in:ìammazione uretra le , d almeno non tali da addimandar 1111' energica cur~. La s0 la regola di<ltelica e le bibite lompera nti haslaro11 a climinui re lo scolo ur .. trale o già lieto l'ir,f,•rmo ilei rap:do miglioramcnlo iustavt1 per ahb:ind1111a re 111 SpedalH, quando la rn(lttina dei 27 di maggio fu preso tln i11tcnso dolore puntorio ucl IHlo destro t.lel torace. L'ammalalo scambiò questo rlolore colla solila r1H1matalgia o cui andau soggcllo e ricorse ai so liti rimeùi1 pit.i volte proficui i quali però non ri11sciro110 tali in q1)csl'ultima ricorrenza . Alla visita pomeridiana presentava que:ili sintomi e segni; dolore vivace o puntorio al lato destro ; respirazione difficile , laboriosa e breve ; tosse secca; polso du ro, teso, frequenti~ (salassu da l braccio e1l emulsiouc tiepida con acqua d i laurnceraso). Giorno 28. Dolore profonùo esteso a tutla la cavità del pello ; tlecubilo impedito da am bi i la ti , tosso fre qoeute con escreato sanguigno piulloslo copioso; cefalalgia ; facc ia rossa od animata ; ft:blire spiccala ; sete inlensa. Si fece diaguosi di grave pneumonite (d11e 1a· lassi nella giornata ; emulsione co-n acqua di lauroceraso; dieta rigorosa). Giorno 2!). Sangue estrailo coleuooso ; r.otle ioquieta; dolore gravativ:o a tutto il petto e lancinante ad intervalli sollo la <:!avicola destra ; tosse coJ espelloratione sao ·


!74 guigna; febb re gagliarda (a ltro salas.so e la stesta be· vatida). Giorno 50. Sangue cotennoso ridoodanl(I porò di siero; dimiouzio110 di tulli i sin tomi ; spuli muco-sanguigni o sempre più facili (emulsione con olio dfricino). Giorno 51. L'oppressione del p<~lto quasi svanita; notte tranquilla; apires~ ia; esiti alvini; ospellorazione fnoile, copiosa, sempre però rossigna e coo tracce di pus (e11ml · $ione deprimente). Dal primo al de.cimo giorno di giugno progredì gradatamente in meglio ; gli Spllti 0011 più sa11guigoi ma di muco elaborato, mislo ad una materia gialliccia, però non senza qualche dolore vagante nella cavità del petto; ri corrente febbre Ila vespertina ( Continuazione dell'uso del l'acqua di lauroceraso, estratto di giusquiamo e luwmes minerali!). Giorno 11. Dopo 11na mallina smaniosa, verso le ora doe pomeridiane ricomporvero· gli spnli sanguigni con dispnea e polso febbrile (salasso d'oncie sei; mezza drcimtn<t d'estratto ai:quoso di segale cornuto in tre oncie di veicolo; clistere purgativo). Giorno 12 . CesHaz ione ,!egli spuli sangui~ni cd io vece espettorazione mucoso- purulenta; abbondanti esili alvini; orina copiosa ; sudore ; apiressia (continuazione dril' e$lrallo di segale). Dai 15 ai 18 il migliorame1110 fu notevole coli l'nso delle bibite nitrale n dell'acqua di lauroceraso a segno, che l'ammalalo c•ru apiretico e senza sudori notturni , rimanendo però la tosse Il qnalche dolorello vagante Otll cavo destro del torace. ln questo stato di cose esaminato allentamente il pollo, ~·ebbe a riconoscel'e in coni~pondenza dell't1pice del polmone destro, noa mediocrti ollusilà, con soffio espiratorio mollo pronunzialo da fare erodei· all'osistenza rli tubercoli ivi lii tenti. Né fu vano il criterio chò nella sc•1·a dt>i 1 D, resasi di nuovo pit't molesta la tosse, 11011 tardò la comparsà della copiosa polmonorragia clrn si giudicò proveniente da esulcorazivno del parouchima polmonale e dei vasi cbe l'attravcrs,11io per l'u11ione dei tubercoli. l)i lunga dorala fu quest'emorragia,. mcnLre co1:1inuò per ben dic•ci giorni seuz'interruzionc ed in ruodo d;\ minacciare la vita del!' infermo. l l sangue era espPl!orato vei primi giorni sciolto o di colore rosso,scuro, più tardi misto a coaguli scomposti d'un odoro fetiùo, ed io fine poi in 1111 col ~a nguc cravi pus fotidissimo. Il continuo gorgolio ed il bisogno d'rspetturare teneva l'infermo in non inlenotta vegli a. Del resto fobbre spiccala; cute arida e calda ; sete intensa. li preesistente ,lepcrimento di forze dell'ammalato e lo squallore del volto non ci èlistolsero dal ricorrer alle sol· trazioni sanguigne, appoggiati agli insegnamenti di Louis e d'Andrai, onde moderar i progressi della llogosi. Furono praticati due salassi ed il sangue si mostrò cotennoso, non abbouda111e di siero (bibite ghiacciate con due dramme di nitro al giornu ; estratto acq11oso di segale cornuto -in dose di mezza dramma cori, tre oncie di Peicolo; Jul declinare dell'emorragia si trasse vrofUto dall'azione rit>ulsit;a dei Pescicatorii che in numero di quattro f 11rotto applicati agli arti inferiori). 50 di giugno . Già vinta la polmonorragia , s'esaminò di nuovo il pello , si percepì distinto rantolo cavernoso •on pellorìloquia; il che confermava la falla diagnosi del passaggio dei tubercoli alla fusione, lenendo anche conto

della presenza degli sputi muco-pnrnlenti-giallicci e della l'ebbrella continua con sudori nolluroi profusi. Per lo stato di grave emaciazioao t!ell'inferm,, si consigliò l'uso del !alte e del decollo di lichene island ico colla corteccia peruviana che, giusta il parere del Medico Divisionale, fu continualo nel corso della conl'alescenzà. Già da sei giorni diminuivano in un modo vsloso gli sputi , 'quantunque sempre purulenti e d'odore fotido , quaod'all'improvviso e senza precedenza di sintomi, anzi con sc11sibi!e sollievo , 1'1Jspcltoraiione marciosa si rese talmente copiosa da do\'ere creder all'apertura d'una vomica n(lll'inlerno del parenchima polmonale. Oltre Ad un litro di pus giallo-verdastro foli(liss imo espettorò l'ammalato in due giorni o tanto fu insopportabile l'odore che si dovetle passai' 3(1 isolarlo. Dal giorno 7 di ·lugliv ai 50 cossò gradatamente lo sputo purulento o l'ammalalo ritornò io lotll!\'Ole stato di sanità non senza speranza di perfolla guarigionti. Presentemente, 50 d'agosto, è già un mest1 cho g0de buona salute. Ho Slimato tenere memoria di questo caso come conclodenle ed atto a chiarire sempre più ciò che ò ammesso generalmeo~e dai più <listi11Li Pratici cioè la valida azione deprimente cardio-vnsale del nitro o clell'Aslrallo acguoso di sega le cornuto; l'a1.ione tonico <lei lichene islanùico e della corteccia peruvi,\na; la possibilità della guarigione spontanea dolla lisichez1.a polmonare e della cicatriee e.lolle cavità lub~rcolari già Crl,duta ùa l<'a ntnnelli ed ora ,immesso da Legrand, Iloudet, Lebert, ecc.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIBNTIFlCllE (Conti11ua:io11e del mese di luglio). Scu.1rn1rn1. li Ooll. Comisselli pre ,de la [lar·ola per dare 11\t!ura, secondo l'ordine del giorno, della sua ì\Iemoria sulla degeneraziotHJ cancrNlOsa d,! i buboni sifìli liei (vodi num 0 i8, pa!:;, 158). Il Doli . Tappari appoggiando l'idea del Doli. Comisselti fa notaro c:ome nel caso d'un Carabiniere, al lello n° 117, in cui il IJUhone t't'a ben avvialo od a cica trice avanzata avesse osservali nella lingua sintomi d'(arieziooe gaslro-enterica con polsi slrelli, contratti e come questi fenomcmi fosscr accompagnali dal la compar~a d' alcune tracce d'incominciata cancrena, per cu i lcrnen lo qucsl'esito fu indotto a pralic:ir un salasso ed a rìccorrer agli ernollienli locali: dietro il bue::: clic t!o lki qt;:i!i rimedi, approvandolo il hledico Divisionale, insisteva nel metodo aotiflogislicq generale, sopraHulto nella pratica di tre salassi : dopo <lei che , cou l'amministnizione d'un purgativo, colla conlinuazione della dieta, coo cataplasmi, ecc., ebbe la soddisfazione di prevenire la diffusio[)e della cancreon del bubone. li Doli. Comìssetli ricorda come pià volte avos3ti richiamala l'allenzione dei Collegbi su questa c0mplicazione e che fo appunto questo caso cilato dal Doti. Tappari o quello più anteriore del Brigadiere allrove citato che lo dociser a tessere la Memoria di cui aveva data leltura in quella Seduta. 11 Oolt. Ajme, dietro l'asserzione del Dott. Comissetti, di non avere trovalo Autori che abbiano parlato intorno a questo fallo patologico, dice che Lagneau nel suo Trattalo su le malattie sifilitiche ne ha fallo parola, ee

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175 non diffusamente> almeno con molta chiarezza: {di fatti Egli ammette · quattro cause determinanti tale degenerazioue cioè l'affezinne scorbu tica, l'impetiginosa, la cancrena nosocomialé e la gastro-cilterile: a questo riguardo fa notare che tanto l'alfozioo e scorbutica quanto la gastroenterite posson essere gèneràte dall'_usò più- o meno prolungato del mere.uria. Rimarcando quindi il Dotl. Ajme come nel caso citalo dal Dolt. Comissetti nella sua Memoria siasi atnminislrato il mercurio per più d'un mese, crede egli che la cancrena avvenuta si possa in gran parte 111lribuir all'azione di questo farmaco. Il Dott. Comissetli ammettendo le speciali canse ac cennate da Lagooau come cause pred isponenti, opina che l'uso continuo ciel mercurio oon sia quello' che produca la ca.ncreoa, ma che questo medicinale v.alga a destare una maggiore sensibilit_à nel lubo inles.tinale e lo renda quindi maggiormenle predisposto all'i11fiammazìone, di cui la rapida in vasione ha luogo dietro l'azione ui disordini die tetici o per l' jnilusso di cause. atmosferiche per le quali rimane perturbata la traspiraziooe · cutane'l. Quant' ali' irri tazione gastro- enterica , Lagooan sembra non averle data Lutta quella importanza che merita; che anzi p~rla della medesima appunto quando tratta della Canct·ena d'Ospedale; il che implica una CO?fusione di diagnosi ch'egli intende appositameule reùitìcare. Di falli siccome la cancrena d\ cui è ora argomento riconosce per causa occasionale la gastro-enterite, è perciò felicemente curata col metodo antiflogislico; non così la cancrma nosocomiale o d'Ospedale, come nessuno dei Colleghi ignora, richi~dendo questa l'uso dei caustici potenti, fra quali è sovrano if ferro rover\te. Da un li:to dunque la cura coosi ste nei salassi e dall'altro nei causlici; la d ifferenza è perciò grandissima. Il nott. Tappari wsserisce chH la minaccia di cancrena nel caso da esso lui citalo non si potrebbe attribuir all'uso smoderato del mercnrio, giacché io primo luogo l'ammalato da so·li pochi gìoroi prendeva pillole di calomelano di 112 grano ciascheduna, per cui fallo il calcolo avrebbe preso da quallro a cinque grani di calomelano, ed in secoudo luogo non si preecnlarono sintomi d'idrargirosi. li Dou. Ajme risponde che di rado si ha la cancrena quando compare l' idrargirosi. li Dollore Comisselli non ammette l'ultima opinioue del Dollore Ajme e dice che nei tempi andati in cui il mercurio , perchè tenuto in tanta reputazione come il solo specifico contro le malattie veneree, s' usàva a profusione ed in modo talmente straordinario che frequ'entemente gli ammalati erano presi ·da idrargirosi 1 eppure ben sovente s'osservavano buboni in degenerazione: sostiene che Gn da 'quando egli adollò il metodo prescrittu nella sua .Memoria nou vide più. uella sua pratica lai i fatti patologici. Nota com· abbia egli quasi sempre tallo uso dei preparati mercuriali nelle aO'ezioni sifilitiche, ma con tale moderazione da evitar appunto ·COn ogni studio la salivazione e gli altri seoni dell'idrargirosi ch'egli considera com' pn vero ioco 1;eniente. Nè, aggiunge , la norma che v'accenno d'andar alquaulo a rilento n_ell'uso. dei ~1ercuriali fu seguita da affezioni sifilitiche costituzionali. li Medico di Reggimento di Ca, valleria, dove ì saldali rimangono ollo anni sollo gli occhi del Curante, è io grado di giudicarè della verilà di que,te, asserzioni. Così nèl caso che vi ho èspo~to in

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25 a 50 giorni essendo stati appena amministrati 611 grani .di calomelano con alcune dramme d'unguento oapoli 1a·oo per frizioni sul tumore, nou si può dal mercurio derivare la vera causa occasionale della , cancre11a, com'alcuni pretendono. li Dott. Tappari rammenta che quanq' è-ra Assisten le nella · Sala dei silì litici dell'Ospedale di Padova, dov'il numero dei veuerei arri·vava sin ai 170, giacché colà la gente si contaminava con somma fac ilità e quasi volontariamente onde polere passare l'inverno riel ricovero, egli non ba mai veduto un caso di buboJJe in degenerazione, facendo notare che non si faceva punto uso di mercurio e che il metodo di cura si 1·iduceva al solo antiflogistico o tutt'al più ad alcune preparnz ioni joùHe. li Dolt. Plaisant parla d'alcuni casi di buboni degenerati osservati sotto la direzione del Doll. Toscano all'Ospedale J\lili tare di Cuneo dopo la campagna del 1849 dove, atteso il numero straordinario dlig!i ammalali e la poca capacità di quell'Ospedale, si dovè collocar i feriti ed i venerei .nel Convenlù cosi detto di San ta Chiara. Descrive quindi la posiziono di tal Ospedale Provvisorio di cui le ·swle erano molto ristrette , poco ventilale ed in cui gli ammalati erano quasi ammassali. JJopo otto o dieci gior~li da tale traslocazione si vidt!ro sei a selle buboni io degenerazione. Espone come la prima cura consistesse ne-I metodo antìflogis(ico e quindi nel caso di cancrena si ricorresse agli antisettici, facendo nota re che in quest'ultimo caso il mercurio s' usa va soltanto esternamente per le nlcere. Conc,hiude allribuendò la caosa_di tale degenerazione alla poca salubrità dell'Ospizio non solo ma specialmente ai disordini dietetici d1e frequentemente s'avevano a deplorare, tanto più. che quell'Ospedale mancava d'accurata sorveglianza. Il Dott. Ajme con parole :i.degnate conferma l'opinione del Doll. Plaisant sulla causa dei buboni cancrenosi ùa esso lui esposta , massicnarnente dietro la descri1.ion.e del locale e del cumulo degli ammalali . .·\ggi;rnge poi che mentre non voo le escludere che altro cause pvssano determinar un'affezione qualunque interna alta a gcocrare la caneì"cna in discorso , crei.le si debba tenere d'occhio il mercurio , onde non insistere sulla sua an1min istrazione eh\! serv irel.Jhe in tale. caso ad accrescere siffatto malore. ll,acconta inoltrd che io Lutto tempo che ha frequentato questo uostro (),;pedale Militarn sotto !a direz.ione del Chil'urgo-Capo Ooll. Foruo , nou gli venne ma i fotto d'osservar alcun caso di cancreua non avendo veduto usar il mercurìo in cura generale , tuttochè si comm ~tlessern anche frequentemente dei di.sordini dietetici·. lJ Dott. Crema parlando del caso di bobone degenerato occorso al n'j 89, dice cho non sl prt~scrisse alcun preparato mercuriale e che il metodv tenutosi fu l'antillo• gistico generale. 11 o'otl. Co misselli riassnme la quistione dicendo: essere un fallo innegahilo che il bubooe aperto può esser colpito dalla cancrena sia esso stato curato col mercurio o no; che h1so di si fallo cornpens•J terapeutico o peggio ancora l'abuso lauto per l'azione irritativa. che esercita sulle mucose del canale digerente, q11aolo per la sua facoltà deplastizzaule del sangue, <lebbe considerarsi come causa predi$ponente. Ma che la vera causa occasionale risiede nell'irritazione gastro .enterica. Raccomauda quindi d'in vigilare con somma attenzione il regime di~tetico e di fare poco caso delleassorzioni dell'ammalalo il quale cerca quasi eernpre ·di nascondere la vera sua conùiziooe al Curante onde non esser messo alla dieta; di vegliare perciò giornalmente sulle funzioni digestivo e di meller a profitto le ind,igini razionali che l'arte ci somm inistra onde, per così dire, sorprendere la verità. Aggiunge ·ancor e»sore di somma importanza di non confondere questa cancrena colle altre specie designate nel suo scritto poichè, derivando esse da altre cause, richiedono perciò differenti compenii terapeutici.


l'as~enza il pagamt:n to de,lla p1·opria quota, dal quale son eccettuall soltanto quelh che s allonlanap.o pcf licenza straordinaria q nan lo però rairginnga la du rata <l'un mese. ' :BOLLETT INO UFFI CIALE 9. In gue§!li _Sped~l\ Divisionali, siccome Torino, Genova ed Ales~andna , nei qnah 11 prodotlo delle q uote meosuali pagate INSTITUZJONE D'UN GABINETTO DI L'ET'l'URA d_agli U~:da.li san\lari s~1,r~ra la sp_esa occor(·ente per l'associaPRESSO OGNI S PE-DALE MJLJTARE ))!VISIONALE ZJOne dei G1ornah s1ab1hli per pT1 ma doh\zw ne del Gabinet!o s1 fad1 luogo coi fondi disporiibili nlla pronista <l'opere o di CtrcolaNi a l Com11nda11t1 Ge uerali delle Dh'lsloui e s ouo-Dhlslo nl altri Giornali scientifici . l\11111a rl , ali' ,uienda GeuHale <li Gucrl'n ccl bi CoiisJglio Supe1_0. La sc,ell~ !lei nuovi Giornali e delle Opere da acquiriore mllllare d i s anllà , sta rs1 sarà stab1hta a ma(;gioranza di voti dai i\Iedici contri(Num O 29, Amministrazione llfilitarc) buenti all'istituzione, sul fiai re delle Sedute Accadamiche dello Speda!e con v~to deli berativo per par te degli inte1·venuti, Torino ai 30 di novemh~e 1850. pnr('he sempt·e 11 loro numero superi la metil dei contribuenti Per invito del Consiglio SuJJe riore militare di Sanità tutti gli Nelle dette Sed~1te si potr~ tratta_re tutto quauto 1.-guarda l'an~ Uffo.iali S,miiari addelfi agi.i Spedali Divisionarii ed ai Corpi di damento del Gabmefto ogm volta che ne occorra il bisogno. ll. 1'ruppa, essendosi mos·trati unrmimemente disposti a seguire 11 . I 1.1 tutte le S~dute cd A~ unanze che avranno luogo per jJ nobile divisamento dei 101;0 Colleghi delloSpedale Divisionale trattare di cose relative al (;ahmetto d1lettura sarà facoltativo di Genova per l'istituzione ò'ut~ Gabinetto di Lettura di Giornali a ciaschedun Socio di farsi rappresenta1·0 da ~n Col!eo-a meed Opere Mediche, Chirurgiche e Fa'rin:iceulicbe, dc1 attuarsi mediante semplice biglietto di delegazione. " diarit.e una mensuale ,1oloi1taria contribuzione per parte degli .12. J,i Giornali <! le Opere compo11enti il Gabinetto saranno s tessi t'flìziali di 8anità, proporz.ionalrnente allo stipendio di cui sempre tli proprietà del medesimo. sono provvisti , questo l\linistero , collo scopo di favorire pt>r ., 13. _f:a lot.tu~a avr~ semp r~,Iuogo nel locale che sarà per quanto possibile il progresso ddl'istruzione nel Corpo Militare c10 sla_lnhto ; sara pero anche tacollat1vo , previo il permesso Sanitario, ha deter minato qoanto in appresso : . .lei D1rellore del Gabinetto , d'esportar i Giornali e le Opere 1. A far tempo dal primo gennaio p. v. è autorizzata l'inslic?lla con.dizione ~ho ne fruiscano i Me?ici addetti ai Corpi prima tuziono presso o~ui Speciale l)ivisionale sia di 1.a sia di 2.a classe d1 qnelJ1 dello Spr.dale; che non s1 possan esport ar ad un e sotto la_direzion0 e n:iatlevcria del Medico J)ivisionale, on Ga· tempo due separati numeri di Giornale o due Opero di verse e.la binetto di lellura di Giornali ed Opere mediche , chirnrgicbe e un ~edesimo Socio e che i Giornali non si possano levare dal farmaceutiche, più Q meno strettamente rnllegate colla Medicina Gabinetto se non quando sia deposto nella Sala di lettura i l nue Farmacia \\lilitare. mero successivo o, per le Opere, se non s<:orsi due mesi <lacchè 2. La prima dotazio ne cfol Gabinetto di let\ura consterà per furono acquistate. ora dei Giornali qui appresso descrilli, dei quali è indicato il . Corre pc,i ai detti Medici l'obbligo di restituir i Giùrnali non prezz_o d'associ;· zio ne ,id opportuna norma degli skssi Stabilipiù tardi dopo tre giorni o le Opere dopo dieci. menti: ln?ltre debbon eglino inscrivere la ricevuta c!ei fogli o Libri 1. Gazzella llledica degli Stati Sar_di. 'forino L. 12. presi nel Registro che a tal uopo sarà stabilito. 2. Giornale di l\Ieclicina ì\Iilitare. . . . . l 1. 14. Presso gli Spcdali cli 'l'orino, Genova ed Alessandria 3. Gazz.eUa Medica Italiana-T.ombarda " 23. una parte d,,!le somme che -rimangono disponibili pot1·à essei·~ 4. °Id. di G-cmç,va. . • 10. , tenuta come fondo di depositi!> pèr le spese che possan occor5. Gazelte des Hopitaux. l'aris . " 3<-;: rere all':mdmnent.o e pl'Ogrcsso clell'instiluz.ionc. 6. ld . Medica lo do Paris. ,, 40. 15. Tn ogni Gabinet.to saran al!eslili i Registri di cui in ap· 7. Abeille id. . . . 1. presso: 8. Journal de Chimie et Pbarmade . . . » 18. a) Regislro dei Giornali é delleOpere che si vanno acqui·9, Revue médicale de Paris par I\lalgaigne . • 16. stando o donalo al Gnbioctto, coll'iodicazione della loro prove10. Medicina politica di Brescia . . . . . . . " 35. nienza o <lelle epoche di consegna; 11. Giornale della n. Accademial\ledico-Chirorgica ,, 18. . b) Registro dei Medici componenti la Socielà e dei men- · 12. Gazzetta Piemontese . . . . . . . . . " 48. suali Joro pagamenti, colle suct:essive variazioni dei medesimi · Alla necessaria spesa per la manutenz.iono del detto Gabie) Inventario del materiale del Gabinetto. ' netto si provvederà colla c0Dh·ibuzio11e mensuale da p.,garsi al HL Per provveder all'esazione delle !;imwle quote menprincipio d'ogni mese in ra gione di suali, all'acquisto dei Giornali e delle Opere, al pag/llnento dei L. 2 " per ciascheduno dei Medici Divisionali, relativi importi, ai C<\rt.eggi postali ed a tu tto qaaotu riguarda • l 50 pei Medici òi Reggimento e 'Farmacisti di La classe, il maneggio economico amministrativo del Gabiuelto sarà, • I ,, pei Medi•·i di Ba\laglione e Farmacisti di 2.a classe, sulla proposla del l\ledico I>ivisionale Direttore ed a moggioapparte nenti i medesimi sia al!o Spedalo,sia ai Cor pi del Presidio. ranz.a Hssoluta di voti per parte dei )Cedici contribuenti, nomi4. Alla spes: d'associa:z.ione pel Giornale della Il, Accadenalo uo Segretario-Cassiere il quale dovrà in ogni semestre ocl mia ri:Jerìico-,,hirurgica ,~ per la Gazzetta Piemontese, sopperialtrimente aI verificarsi del suo traslocamentò, presentar alla ranno le· Amministrazioni dei l'ispellh·i Spedali coi fondi della Società il rendi.conio della sua gestione. propria linanza. l _1. Sarit dovere d4ll ì\led. n ivis. n iret. del Gabinetto cli rag5, Gli Spedali Divisionali cli 'l'orho , Alessandria , Genova. guagliar alla lìne dell'auuo col mezzo di particolareggiata reCaglial'i_e Sciamhcrì, ai quali per di~paccio Circolare dei 20 di laz.ioue il Consiglio Superiore i\lililar<~ di Sanità intorno all'anaprile 184.4,,'num0 190, Armi dirnrse, era prescritta l'associadamento di !aie instituzionr , trasmeUendo i n pari te mpo al mezione per due copie al Giornale di Scienze mediche di Torino (ora Giornale della R. Accademia Medico-Chirurgica), non si as- ' desimo copia in d uplice spedizionede!Registro a) di cuiall'art. 15. 18. È fotta facoll11 ai Veterinari dei Cor pi di stanza nello socierar.100 d'or innanzi che per una sula copia. Ci ltà , dove sono si abili li Gabinetti di Jelluia di partecipar vi 6. Negli Spedali militari di Scìamherì, Cagliari, Nizza e Noalle medesime condiziuni :win'.i cs;-:rc5sc (' i'!"!Cd i?TI' C il conlri vara, nei quali l'ammonta re complessivo delle quote mensualboto mensoalc di L. 1 , pei Veterina ri in 10; menle retribuite clagl i l)ffiziali Sanitari del Presidio non soppe" O 15 icl. in 2°. risce alta uecessari\\ si-,esa per la provvista dei Giornali di cai a!.19. Li Ga binotli a!la di cui man ulenz.ione contri!Juiratl i l'artk olo 2°, vi suppliranno le Amministrazioni degli stessi Sta- 1 Veterinari, dovran oltre ai Giornali dei quali è cenno all'artihilimenti Cùi pro prii fondi e nella somma approssimativamente colo 2'\ associarsi_ancbe al Reweil dc Médecine v étérinaire (di presunta ma ncante in o!?ni anno di Parigi) che cosla J,. 16 al!'auno. Lire 46 nello Spedale di Sciamherì ; 20. Il Consiglio Superiore Militare di Sa nità al quale è af112 id. di Cagliari; fidata la superiore Ispezione dei Gabinetti di lettura, potrà inol88 id. di Nizza; t~e dnr ai Medici Divisionali quelle ulteriori e più ampio dirc• 100 id. di l'\ovara. z10ni che sarà per ravvisar opportune, onde assicurare nel mi"/. Affinehe il Medico Divisionale Direttore del Gabioello di glior modo i I regolar andamento di sì utile insliluzione , dei rilettura sia in grado di provvedere per l'associazione dei diversi sultamcnti della quale te rrà in ogni anno ragguagliato il llliniGiornali, l'Ospedale è autorizzato a far al medesimo , diélro ristero per via dj circos"tanziato rapporto, corredato d'una copia c~iesta_ per iscrillo, ~nelle ,;ntici~azioni di ~ondi di ?Ui egli po. del Registro a ) avanti menzionato. tra abbisognare relahvamentealla ,spesa a cui dehhes1 sopperire. . 21. Per l'cseguimento delle avanti.espresse Determi nazioni, . Di tali auti~ipazfoni il Medico ~ivisionale spedirà una regolare 1 Comandanti Generali delle llivisìoni e Solto-Divisioni militari ricevu ta per iscan co del Contabile e per essere custodita sicil Consiglio Super. Mii. di Sanilà e l ' A2,ienda .gener. di Guerra come elfetlu attivo nella Cassa dello Stabilimento. faranno nella parte che li concerné le necessarie disposizioni. Li pag2meuti mensoali che per cura del l\ledico Divìsionale ll'JJJinist.ro Segretario di Stato A. LA MARM01u.. saranno falli a scoDto della somma ricevuta dall'Amministrazione dello ~pedale a litolo di anticipazione, dovran annoiarsi mano Il Direttore Doti. COi\lISSE'ITl i\Jed. Div. maao m calce della stessa ricevuta. Il Vice-Direttore responsabile Dott. Bar. de Beaufort M. R. . 8. Gli çmzJali di Sanità_ che s'assentano dal loro posto con llc:enza ordmarta sono tenull a continuar anche pel tempo del· Torino, 1851, Pelazza Tipografia Subalpina, via Alfieri, n" !4.

P /lRTE SECJ.0:NDA

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ANNO I

N° 23 ( ai 29 di dicembre '1851) - --------~~- -- --------------'---------

GIORNALE DI MEDICINA !IIILITARE DEL CORPO SANITA.RIO DELL'ARMATA SARDA

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L'associa·.tione non si riceve che per nn anno e comincia co.11 ° d'agosto. 1\ Giornale si pubblica nel lunedì <li ciascheduna settimana PREZZO D'ASSOCIAZIONE

L. lO. In Provincia cd aU'Estcro, franco di posta . L. 11 In Torino. L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. 1 ì\Iedici Militari in ritiro ~odono gli stessi vantaggi di quelli in servizio attivo. Le associazioni per i non rnìlilad ricevo usi alla TIPOGRAFIA S0B,1.1,1•1NA, via Alfieri, num. 24. Le lettere per ·abbonamento al Giornale debbon esser affrancale ed accompagnale da vaglia postale.

1° Dolt. COS'fANZO: Sulle Terme d!Aix. - 2° Dott. Flebite. - 3° Doli. .PLAIS,\N'r : Artritide reumatica. - 4° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 5° Adesioni alla Protesta dei 1\ied. l\Ulit. di Torino.-' 6° Rivista dei Giornali. - ·"/0 Annunzio. - 8° Riepilogo del Quadro Statistico. 9° Quadro Statistico.

SOMMAl\!O. -

VAGLI ENTI:

PARTE PRDIA ME1''.10RJE ORIGIJ."'&.LI SULLE

T1num

OSSE RVATI

n'A1x. IN

SAVOIA

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'NEI l!IILITA!ll DUR:.\NT H L A

NEARlA DELL'ANNO

LORO EFFETTI S'rAGl(ll'iE llAL -

185'1,.

(Memoria lei/a dal Medico d.i R eggimento Dott. in una Conferenza d·i Sciamberì).

Gos'fi\!'iZO

C'est <lans !'eueciute de ces fontaincs 3.tcrè (111c la bunlè de Dinu rivaJkc surtout ave e sa puìssancc~ (AJ..nn-:nT , prtcis Historìque snr !es eaux murnr).

Le acque minerali già vantaggiosa,mente conosciute presso gli Antichi e meglio stimate di quello che da uoi si faccia> present~() al Medico illuminato i mezzi di soccorrP.r ad un infinito numero d' iodica.ziooi nella cura delle malattie e sono sovente l'uni~a speranza nelle ero· niche infermità e l'unico sollievo di luoghi patimenti . Ma l'applicazione coscienziosa fl razionale di questo pre-zioso mezzo terapeutico richiede non poco studio ed noa spe ciale attenzione ai seguenti punti : 1. li nuovo soggiorno imposto ai Bagnanti, la posizione topografica, le condizioni e vicende dell'atmosfera1igrometriche e termo - elettriche , i venti dominanti, la costituzione medica, il luogo dell' abitazione del soldato e la regola di vita e di villo debbono fermare l'attenzione del Medico Baloeologo. · 2. Occone studiare la storia esatta di ciascuna malat~ tia proposta ai bagni per fi ssarne la natura , l'indole, la condizione patologica ; distinguerne il grado, l'intensità >la data , i rimedìi adoperali ed i loro eile'ni, i temperamenti indi'V iduali, le costituzioni , le idiosincrasi.'l , le suscettività diverse , ecc. 5. Si debb.e conoscere l'azione mfldicìoale delle Terìne , la maniera d' adoperarle , i casi che esigono qoesta o

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quella forma d'applicazione> gl'inconvenienti possibili dura11te la cura, i mezzi di prcv<rnirli, occ. 4. Finalmente non sarà inutile esaminare l'interna disposizione de llo Stabilimento balneario, gl'apparecchi, le macc hine ed i congegni diversi per l'applicazione delle a,cque , onde saper all'uopo trarre partito nelle ordinazioni dalle risorse e dai perfezionamenti talora esclusivi aJII) Stabilimento. Le nozioni topografiche dell'ameno soggiorno d' Aix sono assai beno tracciate nel cornpiulo manuale del Dott. Despi ne ed in di verse eleganti monografie che videro ulti~ rnamcnll;} la luce. Diremo solamente cbe , sebbeoH pura e ristorante l'a~ ria e temperalo il t;lirna, la primavera e l'ostalo sono semprn iu ri!ardo e l'atmosfera dominala dai venti di sellcntrioue alternanti con quelii di mezzogiorno richiede nei Bagnanti le dovute precauzioni . in relazione colle 0scillazioni termometriche troppo frequenti e repentine. Poco favorevoli ai Bagnanti riuscirono quest'anno le con~lizioni atmosferiche. Pioggie, venti, calori eccessivi, fnriosi uragani s'a llernarono con indicibile rapidità e frequenza ("'). Ourante la stagione balnearia pei militari cio0 dal 20 di giugno ai 24 d'agosto s'ebbero : Giornate piovose >> nuvolose . 9. )) serene 50 Il termometro di R. esposto all'aria libera verso il mezzogiorno segoò la massima e levazione , 25 minima l1 }lassima elevazione del barometro 27 5 1['.2 minima . 26 10 Prima d'accennar alle malattie curate uell a stagione e di tentarne la dist1·ibuzione nosologica seguita da breve relazione r iguardante i casi più interessanti, diremo bre vemon.te di questo sorgenti d' acque termali, dell'azione. loro medicamentosa ; delle malattie che le richiedono e delle forme o dei modi d'applicazione , specialmente in uso presso questo Stabilimento. Sono due le sorgenti d' Acque termali che servono alle operazioni omonime in dne distinti Stabilimenti cioè la sorgente solforosa e l'alluminosa cosi detta. (•) Debbo alla gentil\3/Zza del Signore Barone Dott. Despioe padi:e le se~uenti osservazioni meteorologiche.


t.7S L'azione elettiva si dirigt1 alla pelle, alle mucose , a.1 Ambe limpide, chiare, trasparenti I queste acque ofsistema. linfatico ed a tulli gli organi secretor i o escretori. frono la temperatura dei 44 ai 45 c. gradi. L'alluminosa è d'.un gra<lo pili calda, di sapore un po'piccanle ed aCo11tin11a. cid ,; lo. Nel grande Stabilimeolo detl•> Reale concorrono le due sorgenti d'acqua allominosa e solforosa e la sorgenle d'acqua fredda 11aturale ; sicchè il Bagnante poò sceolier e diluir a volontà l'acqua medicamentosa e modeSTORIB DI CASI RHIARCHEVOLI, o rarne la temperatura. Lo Stabilimento Berthollcl è alimentalo dalla sorgente alluminosa di cui la temperatura e I' attività può esser egualmente modificata dall'acqua fredda naturale. Non intendo descriver od annoverare le diverse caFLEBITIDB mere , cellule, stufe, caverne, le piscine I il i>aporarium colle opportune macchine e cogli stromeoti di cui abbonda ~Storia letta dal Medico di Reggimento Doti, VAGII ENTC lo Stabilimooto per le diverse operazioni termali ; basti il dire colle autorevoli parole del nostro Doli. Berlini in una Conf'e,·enza di Cuneo). (Idrologia miuorale, ecc.) che questo Stabitimmto per la ,·icchezza e moltiplicita degli apparecchi 1nio regger al A. G. del 9° Kt>ggiment.o di Fanteria, in eta d'anni confronto dei migliori Istituti Baltieari d' Euro11a. 40, di temperamento li0falico, di costituzione robusta o L'analisi chimica del Signore Bonjcan dimostra l'abd'abito pletorico , stato tocco ai 20 ~di marzo del cor bondanza dei principii mineralizzatori. Diremo solamente rente an no da ischiade reumatica per cui fuo1·i dello che nella solforosa abbonda il gaz idrosolforico libero, a Stabilimento Sani Lario gli erano slati pralicati quatlro sa. lassi , riparò ai 28 dolio stesso mese a codest' Ospedale differenza d'altro acque solforose ia cui quel principio affetto da grave flemmone alla piegatura del braccio si · Lrovasi ordinariamente combinato ad allri minerali con nislro, lagnandosi avore sofferto un dolore acutissimo in forme di solfuri ed idrosolfati. L'acqua allaminosa li de]la natura delle solforoso degeqoolla piegatura nell'alto del!' incisione falla ne,tr ultimo salasso . nerate e svolge gaz azoto, acido carbonico ed ossigeno. Io amue abbondano pur i carbonali e sollati di calce, di Dall'esame della località morbosa rilevai es1st er una piccola cicatrice -'USsecutiva all'incisione praticala nel sa.magnesia, di ferro, i solfali di soda e d'allumina, i ,ioduri lasso ed esser il tumore oblungo , leggiermento rosso , , alcal ini, ecc. assai teso , voluminoso e duro con dolore pulsante e seDall'azione composla di questi principii e del calos·ico guire obliquamente col suo grand'asse la direzioM della specir 10 che la natura ba in particolare modo combinati vena mediana-basilica stata incisa nel salasso e del tronco ne m,:.,:e l'azione medicamentosa dello acque termali cui basilico-braccialo. la chimica sintetica 1100 arriva mai ad imitare perfellaNolla grave epidemia di flehitide consecutiva all'inciment•. sione delle vene occorsa nello l:,pedale d'.\ lcssanùria oelLa1,ude a ragione os10rva11 i Mineralogi dei soli carat· 1·estato de l 1847 , por la quale era molto contristato il tori [ì,1 ci o chimici dvlle terme non poleri;i inferirne l'aPersonale Sanitario, aveud'io avuto occasione òi riconozioni' ,ue.dica , poichè si conoscoo acque termali dotate di un'attività grandissima che l'analisi chimica <licb iara poscere l'utilità del pronto sbrigliamento uella cura dei vere di principii minl•raliu.atori. Lo stesso dieasi del caflemmoni I senz'indugio praticai , seguendo il maggiore lorico loro speciale il (Jualc, os!lerva Olan11, fo una pardiametro del tumore, una profonùa incisione della lunghezza di sette centimetri circa. Nel fondo dell'apertura ticolar impressione sul nostro corpo, per cui vediamo alche diede esito al pus entro raccolto scorgevasi pulsare cune T<lrme quasi prive òi minerali trovarsi assai efficaci l'arteria omerale scoperta e stillare dal denso tessuto pel solo calorico naturale ; efficacia che non si potrebbe cellulare la materia purulenta iofil lrata. Fo con ciò amolten<· re dall'acqua comune I comunque artificialmente mansita la riazione febbrile generale sintomatica e s'osriscaldata, · Ciò posto, conviene «liro che, Lenuti io ùovulo calcolo servò notevole miglioramooto nel flemmon e in corrispon i criterii enunciali, il mezzo più sicuro per conoscere le denza del braccio , se non cho, a malgrado dei diligenti qualità modiche dell o acque minerali , ò l' allenta osservasassidii ostami cd interni, mioacciaodo dal lato dell'anli· zione dei loro sensibili effulli immediati sul corpo vivo e braccio uu rapido prog~osso , attuai altro sbrigliamento J'oss(lrvaziooe pratica delle malattie da esse guari te o pog· eguale al primo nella direzione del lato interno del lengiorale. Gli effetti sensibili immediati di queste acque dine del muscolo bioipite incidendo la pelle e lo spesso tessuto cellulare. applicale al corpo vivo io islato fisiologico o patologico Benchè non siasi rinvenuto pus raccollo o disseminato sono talli d'eccitazione o d'irritazione, come vedremo io vidi arrestarsi nei suoi limiti il malo. seguito, e le manifosta'zioni morbose indicanti o controindicanti il loro uso sov altretlanli argomenti che de pongono Dopo che fu io pochi giorni dimioaila la gonfiezza e la io favore dell'aziono loro)mmediala eccitante o pt!rlurbadurezza flemmonosa comparve un considerevole edema avente una direzione spirale ascendenle, diffuso alla parte trice (1). (1) L'azione dinamica eccitante delle acque termali non toglie toro l'azione 'Yirtaale specifica o speciale modifìcatriee dell'eco·

oornia viyeote , per cui gio,an esse in malattie di vario genero ordinariamente a fondo itenico e proceaso lenlo.


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esterna e superiore dell'a~ticolazione ed alla regione po.. steriore del braccio in corrispondenza del c.orpo del muscolo bicipite, cou lieve rosseggia,Jllenlo risipolatoso ac.. compag_rnato da mite e profondo prnrito. Da ent'.·ambe le aperture del tumore spugnoso., di_etr~ com!)ress1one fatta con la mano, usciva gran copia d1 siero giallognolo, semid iafano con ' rimarchevole diminuzione dell'edema. In-volta pertanto la '1ocalilà affetta con !ìlaccica e p1aticata una fasciatura a dolabri, in poco tempo ottenni lo sgorgo della materia infiltrata . Rimaneva però un tralto infiammalo e fluttuante in corrispondenza dell' infossalma esistente fra l'inserzione olecraoiana clel tricipite e la coro~ noidea del bracciale anteriore; dalla quale sede avevano origine due cordoni divergE1nti formali . rlal tessuto cellulare inspessito cd indurito, i quali , percorsa quasi tr.asversalmenLe la piegatura del braccio, avevano fine nel lato esterno d'ambe le aperture superstiti ai praticati sbrigliamenti. Questi cordoni esplorati collo specillo accennavano a due condotli fistolosi estesi dal mentovato ascesso alle aperture indicale. Erano stati recisi nell'attuazi~n~ degli sbrigliamenti il ranio mediano ed il tronco della vena basilica e quosL' era rappre~enlalo da un cordone duro esteso sin alla cav ita dell'ascella dove presentava il volume d'una penna da scrivere. Praticai in allora un;incisione sufficientemente longa sull'ascesso ed, insti· toi ta per -pochi giorni una medicatura semplice, feci spai· mare d'unguento mercuriale, con estraùo di belladonna , poi di -solo unguento mercuriale, per lulta la loro eslen-sione cosi la piegatura del brace io, com'il cordone I isultante dall'obliterazione dell a vena basilica, soprapponendovi cataplasmi mollitivi. Con questi mezzi curativi continuati pcP alcuni giorni il cordol)e formato dalla vo.na obli terata pressochè scom parve ed all'opposto s'c,sservò in maggiore grado irritata 1a cute della piegatura del braccio e si fecero più rilevati i due cordoni rappresentanti i dutli fistolosi dai quali usciva di con tinuo on omore sar.ioso a malgrado delle praticale diHgenLi iniezioni di liquidi molli liv i da priueipio, poi detersivi. 1n tale stato di cJso considerando non potersi con mezzi miti sufficientemenle eccHal'e le forze assorbenti sia per il malconcio -stato organico, sia per l'influsso della tfobilide che pareva essersi propagata dalla mediana-ce. falica àl troocc, venoso cefa lico, e riOe\tendo avere forse quei coodolli fistolosi una troppo grand'estensione in lunghezza perchè fosse favorito lo scolo purulento , applicai verso la ruelà del coudoUo superiore un pezzello di potassa mmstica collo scopo d'ollener un':itile contrapertura. Ed esselldo stata questa vantàggiosa, 1·innovai in allre sedi l'applicazione del caustico potenziale cioè una volta sul condollo superiore e due volte sull'iDreriore. Con cotesti compensi, avvalorali qall'uso cli cataplasmi rnollìlivi e di bagni tiepidi e colle fomentazioni in fine falle con vino aromatico, aggiuntavi una ben esalta· fasciatura del membro, ebbi la soddisfazione di vedere tarda si , ma perfetta la guarigione, dell'ammalalo senza sup~rstile incomodo.

[ lozione, dedito al vino, ai liqnori .spirilosi od alla gozzo-

I viglia, fio dall'età d'~oni dodici fu affetto da febbri peri o1 diche, da cui fu torroer1ta10 per più d'un anno: debellale

queste febbri coi chinoidei, godette egli sompre ottima sanità fin nl 26° anno di sua età, tempo in cui trovandosi 111 Toriuo ebbe a soffrir un'altra malattia ch'egli non seppe indicare, ma tuttavia di fondo infiammatorio dappoichè nel decorso della medesima gli furono falli no~e 1 salassi. Guarito da siffallo rn11lore ricuperava l,1 sua pri.1 mitiva sanità. Ora sono due anni per coito impuro ricoverava io questo Spedale affetto da ukere ve1rnree e hubone stati gua!I riti mediante apposita cura morcuriale. Da quel tempo in poi la sua sani là si mantenne lloricla d gli permetteva, secondo che diceva , di sfidare qualunque intemperie e d'ab! bandonal'si alfa crapol a senza p1·e111Jersi penshiro delle disgustose consoguen:te che gli potevan avvenire. Già fino dai primi di q11e1tlo mese di luglio si lamentava con i suoi com pagni d'armi d'un senso di malore indefinibile genera·le ch'egli a lott.'altro aUribuiva clie alla sregolatezza del suo modo llì vivere , quando nella sera degli 11 cl i dello me3e mentre trovavasi di guardia alle prigioni di questa Ci llà, risei1ll brividi di freddo, senso ù'a1·dore alle pianta dei piedi , leggiero dolor_e di capo con senso di generale prostrazione. :\ qoesti fenomeni s'ag· giunse nel sussegoente mattino difficollà di camminare second'il suo modo d'esp1·imersi , gli pareva essere sulle brage. Giunto in Quartiere, fu visitalo dal Medico di Battaglione di servizio il qu,ile gli accordava due giorni di riposo giudicando semplice reumatismo: trascorso questo tempo ed accorgendosi che il male vieppiù H'aggravava, era inviato a quest'Ospeda le J\iilila re ai 15 <li lugl io, dove per lo stato acuto coli cui si palesava la malallia, saggiament<1 gli furono praticali ad i11tervallo due cacciale di sangue e prescritta uoa bevanda nitrata dal nostro Col lega Dolt. Crema il quale era di turno di guardia. Nella mattina del giorno seguenle ( 14 ) era accuratamente visitalo dal Merlico Divisionale dirigente la Sezione di Medicina e s'cbber ad osservar i seguenti fen omeni morbosi : pesantezza di ca po: dolore 1:00 qualchti gonfiezza e rossez:ta alle articolazioni tibio,ta rsce, dolore che si rendeva insopporlabilc ad ogni piccola scossa cd al più leggicro contatto; impossibifo il movimento di qnell'e· stremità; febbre acuta con polsi pieni, vib!'ati e duri; calor m~nle alla pelle·; liogua piuttosto asciutta e biancastra; disappetenza; molta sete; ori11a scal'sa; stitichezza; iosonnio. Il saugue estratto eminentemente co(ennoso. Fsarnioata quindi la regione dei precordi e delle carotidi non si JJenti va alc1Jno rumore di soffio. Bielro un tale apparato di sinLomi ed avuto riguardo al 1emperamento , al suo -motndo di vii a , allo rnala li ie pregresse, allo stato atmosferico in qoei giorni appunto molto variabile dal caldo al freddo per le abbondanti pioggie cadute, alle vicissitndini atmosferiche a cu i erasi esposto ; non vi volle molto a vedere che trauavasi di un'arlrilidc renrnatica acnta (salasso, ripet1tlo alle ore 4 pomeridiane e poi alle ore O di sera; bevanda tartariz58 zata stibiata mattina i sera; cataplasmi moltitivì sulla lo• AllTRITIOE REUMATICA calità dolente). li sangue di tutti quesli salassi si mostrò sempre co(Storia del Medico di Battaglione Dott. PLAISANT letta in una Conferenza di $ciamberi). . tennoso ed alla visita dei rn di matlioa persistevan i so~ pra annu[)ziali sintomi , ·specialmenlt, l'acutezza dei doP. C. òa Arona, d'auni 42, Secgente nel '15° R. di Fanlori alle articolazioui (salasso ,·ipetuto nella sera, tr, teria, d_otato dì temperamento sanguigno e di forte coati-

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iSO dramme d'i nitrato di potassa con poco zucchero divise ù1. dùci cartoline da prenderne ttna ogni due ore). Nella mallina del giorno 17 si seppe che l'ammalato avea passata la nolle alquanto tranquilla e che era molto mòlestalo dai dolori arlicolarii, dalla cefalalgia e dalla sete: i polsi erano meno frequenti ·e meno vibrati , la lingua umida, l'orina più abbondante: il sangue est.alto presentava minore cotenna. Abbandonata pertanto l'idea delle souraz ioni generali, si fece uso soltanto dcll'~pplicazione continuala locale di topici emollieuli e si pn,· scrisse l'estratto d'aconito alla dose di sei grani in !l'e oncie di veicolo da prendersi a cucchiaiate; farmaco ~uesto che, dall'esperienza di Storci-., Murray, Collin, Royer-Collard ed altri , determina la dioforesi e l'u perciò da questi Autori prescritto nelle affezioni reumatiche e speci.almente nell'artrite e nella gotta. Nei giorni 18 e 19 si ripeterou i medesimi compensi di cui ulile era stato l'effetto: tutti i sintomi mano mano scompariva no: ·nullo era il dolore del capo ; minore la sete ; scomparsa la gonfiezza e la rossezza locale; meno impediti i moti delle estremità inferiori; diminuito il calore della pelle : era però superstite un se;1so d'abballi mento general<1 con morbosa sensibilità delle articolazioni tibio. tarsee: anche la lingua si man!enea biancastra ed alquanto fecciosa, epµerciò ai 1!J cioò al quinto della malattia, si amministrò l'olio <li ricino di cui l'effetto recò mollo sollievo all'ammalato. Da questo giorno tulle le funz ioni tendevao a riordinarsi e la stessa cute fin allora inerte divenne madida di sudore e del calore naturale. {n Yista d'una così soddisfacente cond izione di cose si cominr.iò poco per poco a riparare le sue forze con buoni alimenti gradatamente crescenti in quantità e col ritorno por esso graduato .1glì altri modificatori ordinarii della vita. Nessun acciòenLc avend' interrotto questo periodo di riparazione, P. C. fu ai "i9 dello stesso mese in grado d'uscire dallo Spedale cioè 17 giorni dopo che v'era entrato. Dopo un'e rudita enumerazione di tutti li farmaci che furono preconizzati nell'artrite dai più reputali Medici Italiani ed Esteri, l'Autore della 5Loria prosicgue: fu pratica del Sydhenam il t;icorrere alle ripetute e generose sottrazioni sanguig,w. Baglivi e Stoll raccomandavan altresì i salassi generali. Fnuquicr consigliava i salassi in ragiono dirnlla della febbre. Rouillaud pratica ripetuti salassi (coup sw· coup) . Effiroy giunse al segno di fare estrarre venti lib~re di sangue nello spazio di tre giorni ("). Alcuni altri mettendo da pa1·te il metodo antiflogistico generale, ricorron ad allri rimedii e specialmente al ni · trato ùi potassa ed al solfato di chinina 1 ecc. Tuttavia mi giova qui notare che la miggiore parte dei Pratici sono d'accordo sull' utilità del metodo antiflogistico generale pl'ima di fare passo ai compensi terapeutici controslìmomolanti, diaforetici, ecc. Dal tìn qni deLto iutanlo sembra risu ltare con qualche evidenza non esser ancora il Clinico in possesso di un agenl•~ medicame11toso il quale sia atto a troncai' il corso del reuinatismo articolare acuto e rendero'e stabile la guarigione col minore deterioramento possibile delle forze delì'amrnaloto. Per conseguenza, a mio credere , nella cura di siffalle malattie e specialm,ente nel periodo d'acutezza converrà prima di tutto attenersi ai salassi generali più o men abbondanti secondo l'intensità del morbo, il temperamento e l'età del!' ammala lo 1 colla giunta della dieta rigorosa e delle bevande nitrate.; e ricorrere di poi

a-ll'uso d.ei rimedii purganti molto utili a correggere la condizione gastro-enterica costantemente consocia dell'artrite. Dopo di che non avrei difficoltà alcuna di l'icorrere all'uso di qua lchedqno degli indicali farmaci, specialmente dell'aconito, del nitralo di potassa , del tartaro slibiato, del solfato di chinina , ecc: i quali , oltre alla lol'o virtù propria , valgoo a provocare le funzioni che sono di somn1a ntililà nella cri.,i di questa malattia. 1

(') Primi e clalla più rimota antichità i sommi M~ctici llaliaui predicarou e costantemente tl'adnsscr in pratica nella cura delle affezioni artritiche l'energico metodo antiflogistico che fu poi io Francia adoHalo dal Bouillaud. Si consultino a que, to proposito le Opel'e Minori del niberi il quale alla pag. 414 Voi. ll0 , non solo rivendica questo diritto di priorilà agl' Italiani, ma ne conferma l'utilità con la solidità del raziocinio e colla sposizione rl'alcuoc Osservazioni d'allei.ioni reumaticoartritiche feliceme11te condotte a guarigione per tal.e metodo nel lungo sno esercizio pratico.

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Ea 11edaz:ione.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (Contin·uazione del mese di luglio}. NlzZA . La Relazione dello Stato Sanilario delle Troppo di Presidio e quel! a delle malatlie dominanti nello Speciale form aron il soggetto della Conferenza Medica tenutasi ai 15 , da cui risultò soddisfacento il prirno e benigne e poco numerose le seconde. Xon dissimile fn la Relaziono fatta allo stesso scopo nella tornata dei 50 dal Medico DiYisioJ1ale il quale imprese poi a riassumere le varie cose discorse in più Lezioni nel decor;;o del mese intorno alla fobbrn tifoidea ed al tifo ; malattie queste le quali , quaotnrique non occorrenti nel lo Speda I\!, erano gronderoenle favorite dalla stagione estiva che decorreva. in questo r iassun lo il Medico Divisionale cominciò dallo spiegar il valore che dagli odierni Patologi s'altribnisce alla denominazione di febbre tifoidea ; denominazion e da Anùral, Louis, Chomel altribuita a quasi lulte le gravi affezioni del tubo gaslro-e11lerico, le quali in vece dai nostri Padri erano distinte co l nome di frenite , febbre peslilen· ziale 1 febbre mal_igna, putrida , biliosa, mucosa, ecc. l>imo~trò quindi come le forme morbose prevalenti or in questa, or in quella viscera possauo fin ad un seguo darci spiegazione dei dispareri di Clinici sommi non tanto circa la denominazione , quanto circa la terapia e l' io .. dole contagiosa o non di questo grave morbo contro il quale, iatatla lasciando la qnistiooe di nomenclatura, predicò l'utilità del metodo antiflogistico prudentemente ed opporlunamente adoperalo ed il vantaggio che praticamente poteva derivare dall' idea della sua contagiosità. Passò ad ultimo in rassegna li sintomi e le cause che di stinguon il li!'o dalla febbre tifoidea e dopo avere ùimostrato che quello è essenzi almente contagioso e che la sua evoluzione predilige le carceri, gli Spedali pieni zeppi di ammalali ed i Quartieri dove gemon affollali i prigionieri di guerra, massimameli le dopo le grandi rotte; dopo avere dimostrato che queste due malalli(1 si distinguono solamente per il grado d'intensità degli stessi patemi morbosi, minori nella febbre tifoidea, più pronti e più gravi nel tifo, prevalenti in qneslo dal lato capitale ed accompagnati quasi costantemente dall'eruzione petecchiale , mentre in quella yrevale la fo rma morbosa addominale; dopo av{lre espoiti i felici risultamenti sempre da lui ottenuti in tale

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f81 morbo dal metodo aotillogislico negativo e dai subacidi,

ma più purlicolarmenle di quelli felicissimi copse?uit!

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oello S_pe<lale provvisorio di Casale dopo la ballagl1a .d1 Novara· richiesti gli altri Ulfiziali Sanitari se volesser alcun eh~ obbiettar ai suoi detti, su la loro risposta negativa chiuse la Seduta. C~rrn;o. Nolla ConfeTenza dei 16 di luglio il f)ott. Yaglienti lesse la Storia di flebifo consecutiva ad un llernmo·oe svollo nel tessuto cellulare cir.coné!ante la vena punta nel salasso io un ammalato stato prima curato fuori dello Spe· dale per no i~chiade (vedi stor. 57). Si discusse quindi Sll Ja oatora, sul diagnostico e s.ul metodo di cura delle diverse specie di flebiti, sia delle più frequeoli e luttuose, qua.li sarebbel'o le zmerperali, sia di qi1elle consecutive alle Chirurgiche Operazioni , m,a in particolare di quelle che teogooo dietro alla puntura della vena nel salasso. Colse quesl' occasione il Doll. Vagl ienti per esporre la Storia di un'epidemia di flebiti consecutive al salasso che si maoi· festarooo nello Spedale Militare d' Alt\ssaodria nell'anno 1847 ; nel decorso della qual epidem ia ooo vi fu salasso <lhe non fosse seguito da terribile flebile in onta alle più scrupolose attenzioni , ai più dilicati. riguardi ' ed alla conosciutissima abilità delle persone dell'Arte che salassavano con lancette forbitissime e d.i provata boolà. Dolorosa epidemia che, se mieteya vittime con grav.e dolore del Corpo :;anilario-Militar e, s'offriva in appoggio del sospello manifestalo da Delpech il quale, parlando d'un caso di cancrena nosocomiale occorsogìi in Città, credette dover accusare qnale mezzo di trasmissione il proprio abito infetto dall'atmosfera cancrenosa degli ammalati che curava di . tale malattia nello Spedale : il quale sospetto quantunque sia stato tenuto in conio d'esagerazione .dal Vidal de Cassls nel tomo 4°, pag. 597 del suo Trattato di Patologia e8terna, tuttavia, secondo l'opinione del Dott. Vaglienti, sarebbe anche confermato da che gli stessi Medici Militari addetti allo $pedale d'Alessandria oel decorso dell'accencata epidemia avend'avuto a praticare alcuoi salassi in Cillà, ebher il dispiacere d'osservare la consecuti\·a flebite , sebbene avesser avuta la precauzione di ·servirsi d'allre lancette: sarebbe in fine anche confermato da quanto accadde nella Clinica Ostet,rìca del P rofessore Loali io Pavia il quale per arrestar un'epidemia di Oebifi puerperali fu costretto or,,n solo di fare separare le ammàlate ioi'elle dalle non· infette, ma beo anche cli c9nsigliare che le lol'ermiere e le Praticanti che le assistevano in nessun modo più le avvicinassero ; precauzione qnesl'ullirna che, essendo stata trascurata una solo volta da una Praticante la quale visitò una don na accorsa allo Sped·aJe per partorirvi; costò a questa infolice una grave ilebile. Con la scorta di questi fatti disse il Dott. Vaglienti doversi respinger una qualuoque siasi sentenia contraria all'opinione di Delrech, per quanto grave ed autorevole fossl~ la persona da cui potesse derivare ed in pari tempo doversi alta01eate biasimare quei tali ,- massimamente se Medici, i quali ad ogoi llebite che tenga dieiro al salasso oltraggiano tantoslo all'abilità del Chiru1·go senza prima cercare d'investigarne la vera cagione. J)opo di che la sedut-a fu s~iolta dal Pr·esidente il quale avvertiva in pari tempo che la prossima tornata avrebbe avuto luogo nell'ultimo giorno del mese, In questo giorno, dopo fatta pet· isquiltioia segreto la nomina del Segretario nella persona del l)ott. Zacchia, il Dott. Vaglienli lesse la Storia di ~palo-pneumon ite rife

ritasi al num~' G5. Dall'illegitlìmo procedere della malallia trasse argomento il Presidente pef fare notare come nelle affezioni angiolìche, io quelle del fegato e. della milza sovente si prnseotino fenomeni di periodicità ai quali se si desse sempre un'assoluta importanza col desistere dal metodo antillogislico per sostituirvi le preparazioni chinoidee, si perderebbe talvolta un tempo prezioso ed allo a vincere radicalmente il processo llugistico del , quale quei fenomeni di periodicità non sono fuorchè no sintomo. Discusse quindi lungamente intorno al modo d'operare del calomelaoo e terminò col dire che questo farmaco corriS()OSe sempt·e mirabilmente allo sue indicazioni alloraqnando lo sommioistrò unito ad altri rimedii purgativi. Esauritasi questa discussione, i 1\lembri dcli' Adunanza fecer unanimi plauso a quell i fra i loro Colleghi che primi inteser il bisogno d'un Giornale d i Medicina i\'Iilttaro, il quale, siccomo centro d'unità, chiamasse a sé, per comunicarle a ciasch~dun in particolare, le diverse opi· nioni scientifiche degli sparsi Figli della Militare Famiglia Medica. Votarono µoi sinceri rin~r.aziamenti al tiignore Presidente del Consiglio Superiore Militare di Sanità ed al Collega Dolt. Comisselli che reser attuabile il Giornale. La Seduta fn sciolta alle ore 5 pomeridiane.

PA.RTE SECONDA Al)ESlONI AU,A PIIOTESTA DEI 24 DI NtlVEM8HII FATTA DAGLI UFFIZlALI MlLlTAIH l)( SANITA' I)( s ·rANZA IK TOlllNO. SctAi'IIBERJ. Nella Conferenza dei B di dicembre ed in seguito alla proposta fatta dal Medico di Battaglione Dolt. Luioi, i Medici Militari dell'Ospedale e del Presidio votaron e solloscrissero la seguente adesione alla protesta dei loro Colleghi di stanza in Torino. ' « Considerati li vantaggi che il R. Decreto dei 50 di otlobr1:; 1850 recò al Corpo Sanitario- Militare udl'interesse de'suoi Membri, della Scienza, del Servizio e della Sanità del Soldato: << Considerato ~he il lriornale I' lgea Marziale', lasciando la via del ragionamento e della verità, cercò con gratuite asserzioni e calunniose insinuazioni di fare sfrogio alla persona del Pres idente del Coosigl io Superiore e di molti altri distinti Membri del Corpo Sanilario-.Militare: ,/ Gli Uffiziali Militari di Sanità stanziati in Séiamberì dichiarao aderire spontanei al R. lJeereto dei 50 d' ottobre 1850 ed alla protesta falla contro l' Jgea Marziale dai loro Colleghi cli Torino. » Sottoscritti alt' originale Ifotteri - Crema - Costanzo - Ferrero - Longhi - Menardi - Tun isi. Jt Presidente

C<HIJSSBRTI

Il Segretario Luini.

Asn. I .Medici Militari dell'Ospedale e Presidio d'Asti convocati in istraordinaria Couferenza ai 12 di dicembre udiron il .Medico Divisionale che con generose e senti.te parole si fece a svolgere l'argom ~nto dell'utile che recano


i82 . h d. d . al progresso le scientifiche e pacale polem,c e e I anni del battagliare con ingiurie e personalità ehe disdicono ai tempi e son indecor ose ad ogni uomo onesLo. Quindi passando a parlare d,,1 G•orna~tl _I' l _qea Marziale il quale, senz'alcun manda lo, annunziò 1nlraprenùore una Crociala a pro del CorpoSanilario-\\lililard, ma venne meno fino dal princ:ipio o.I suo programma o fece paiese come la nobilissim'arle del Censore si posea convertire in una vituperosa cont11111elia , propone che si segua l'esempio che gli llffiziali MiliLa ri <l i Sanità di 't'orino banno dato nella loro Conforeoza dei 24 del 1>. p. nonimb. Tullo il Persoriale Sanitario-Militare presento fece plauso alla proposta del l\ledico Divisionale il quale l'ormolò la seguente prott•sla: <t I Medici Militari stanziati in Asti, convinti che prima ed unica cura del Consiglio Superiore e tlell'llluslre suo Preside sia il progressivo miglioramento della condiziono del Corpo Sanilario-llilitare e di qoella detrEsercito che, sa no, ò tutelala co11 opportune leggi igieniche ed, infermo, vie110 tutelato coì provvidi mezzi curativi dall'Arto suggerili , s'associan alla protesta con la qualo gli Uf6ziali Sanitarii ùclla Divisione Militnre di Torino nella Seduta dei 24 del p. p. novembre dichiararon avere nessuna pa r te nè di1'elta nè inùirotta alla corn pilazin11e, del perio dico L'Igea Marziale , rnspiugorne ogni malleveria , tlisd ir altamente i p1·incipil dal medesimo prnmulgalì come Jesi1i :ill'onore del Corpo Sanitario-Militare , opposti all'inleressl' ed al bene llcl Soldato e contrari1 alla prngrediente economia degl' Istituti uosocemia!i. » Questa protesta incontrò la soddisfazione di tutti i jJem. bri 1 quali, pregando il Presidcnle volerle dare la massima pubblicità, volenterosi si ~otloscrissero : C.HiTONl, = Di,;tLA C11ocE. - Duis t JSA = .MAJ\IANo. Il Prcsidenl e Il Segretario RonEccB1. BoGG1nT1 .

STOLOSO Rl!SIOIJO DELLA MEDES1l1H , DRJ. n oTT , A N'rONIO

ORIOLI .

11 caso fu osservalo e raccolto neIla Clinica Chirurgica del Professore Commendatore Riberi. In nn ragazzo tli 12 anui , s:ato operalo dalla pietra col taglio laleralizzato all'età d' uo anno e mezzo, rim ase piccolo foro fistoloso nella parte mez1.aoa della cicatrice, da cui usciva semp1·e l'ori na a slille allorché teneva egli la posiziono verticale. Entrato coteslo ragazzo all'elil d'otto anni cioè nel 1842 nella Clinica del Professore 'Riber i, ottenne la cbius11ra del foro fistoloso con ripetute cauterizzazioni mediaole azotalo d'argento. Ma dopo quattro mofl i la fis tola si riaperse con istillicidio orinoso e quindi, quattro ao11i più tardi cioè nell'ollohrc 1846, riparò di nuovo alla suddella Clinica, dovo dietro fondato sospetto del Professore che la causa op . poni:ntesi alla chiusura della fistola fosse la 11rescnza d'un calcolo formatosi in qualche seno vicino al tragitto fislo· loso, dilatò egli ampiamente e profondameute iHoro fistoloso nella stessa direzione iu c11i si fa il Logl io lateralizzato; dielro a cho riconobbo nella parte destra e piu bassa dello stesso un piccolo sMo in cui slava an11id,1lo un calcolo del volume e della forma <l'un piccolo fagiuolo, che fu alfel'ralo colle piccole pinze a cucchiai ed oslrallo. Levala così la vera causa della recidiva dolla fistola, ,11 sedicesimo ~iorno s'ollcnne la desiderata e costante guarigione. Qurstu fallo conferma e mette J'uori di dubbio il pen sioro di Maisonneuve il quale in un rocenlo scritto opina che l'eliminazionu spontanea d'un calcolo orioario altraverso del perineo d'una persona che ha già subila la cistolomia dipenda da che l'uretrn tagliata, imperfellamente cicatrizznla, abbia lasciate, trapelar una tal quale quantità d'orina, nella quole siusi poi formata la picco la pietra .

( Dal Giornale della R. Accademia Medico -Chirurgica AN'NUCY

ai 6 di dicembre 1851

Il Solloscrillo , vi~ta la proposta falla dal Dotl. Sclaverani nella Conrerenza dei 24 di novcmbra , tenuta ncll' Ospeùale Divisionar io cli Torino, lendenlo ad ollenere òall' :\otoriti S,qicriore la facoltà di rendere ùi pubblica ragione una solo11nc o collettiva protesta contro lo sconcio ling1111ggio del Giornale l' lgea 1J'Iarziale, Giornale che cerca di rov inarc, l)Ure <li eendo ,J i tutelare gl 'interessi del Corpo Sani torio dell'Esercito : vista la protesta a tal ef• fello redatta dai Segrelarii , nnanimamenlo approvala da quei Collesh i e successivamente slampala oel N. 19 del Giornale di Medicina Militare, nella Gaz.etta Ufficiale, nella Croce di 5cwoia, ecc. Dichiara d'aderire piename111e a quella protesta e desidera-che questa sua dichiaroziono sia fall a pubblicamente 119Loria. Il Med. di Hegg. dell'8 di fanteria A LFURNO

RIVISTA DEI GIORNALI SUNTI DEL DOTTORE PIETRO MOTTll'II ESTltAZIONE D'UN CALCOLO PllIUiBALll IIORllfAT()Sl lN SEGUITO ALL' OPBl!.4.llONB DBLL.A. PlRTRA 1~ UI'( ~BJll(j 111 •

di Torùio, 50 d'ottobre 1851), lhi LL ' .UIONB l'US'l'Uf.:I NTE 01\Lf.' ULIO DI CflO'l'ON T 1GLIO OBL. DOTTORE fiARBLLU

Le conclusioni appoggiale eia molte spP.ricnze, a cui ru condotto l' Autore , rispondon alle dubbiea;e che non pochi l\10dici hnnno lullora sull'effolto puslolante dello frizioni col suddello olio. Questo lavoro servirà pcrtan!o a diffondore sempre più l'uso di questo pn•zioso mezzo di rivu lsione. Le puslule a cui dà luogo l'olio ùi croton tiglio souo in generalo più piccole e plù numerose soprn u11a data superficie elio, quelle prodotte dal tartaro stibialo; si svolgono con maggiore rapiùità e sono meno dolorose. Esse sono più rialzale e più conll11enti sulla pelle coperta di peli che nelle parti dov'è liscia .. Il loro volume è diverso secondo i diversi punti del corpo : son assai picc-0le al dorso, più grosse al ventre, al pètlo ed assai sviluppale allo cosce. Le frizioni al ventre , benchè abbiano prodotte pu· stule, non furono mai seguile dall'effetto purgativo. Por ollenerlo fa uopo versar alcune gocce d'olio di crotootiglio sul derma denudalo da un vescicatorio. Si possono impiegare senz'alcun danno quattro gramme di quesL'olio in frizioni sulle regioni sovra indicale

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per eceilarvi l'azione puslulalivil, ( Gazzetta Medica Italiana-Toscana, 1850). Vogliamo però notar una particolarità piuttost,, inter essant·e nell'uso di siffatto rimedio ed avvertila dalla Gaze'tte des Hopitaux : cioè quella che , applicato sulla cote del pene, fa nascer un'eruzione cooOueote di vescichette non solo sulla parte frizionata , ma ben anche ed assai presto sulla pelle dello scroto e del perineo ; ~iò ch'ebbe a verificar io uo caso occorsogli il Dollore Bertani Direttore della Gazzella Medica lombarda (ved i quel Giornale, num• 5H, 1849). CURA RAP IDA DELLA SCABDlA E SU A GUAR!GlONg lN ORE) Dl!L DOTT ORE GILBEBT, DI

s·. LoIGt

l'unghia, prepara un pezzo d'agarico arrotolato della "ros' . sezza duna piccola penna da scrivere; qniudi' prende" tra il pollice, l'indice ed il medio della mano sinistra il pollice del piede ammalato ed , applicata in seguito l'esca tra le carni escrescenti ed il margine incarnato dell'unghia, col mezzo d'una spatolioa d'argento fa penetrare hel bello il cilindrello tra qnelle e questo il più profondamente che può senza recare però considerevole dolore. Copre allora la parle con un pezzello di ceroito contenuto con una semplice fasciatura. L'applicazione dell'esca è rinnovata tulle le mattine fin a che siasi ottenuta la guarigione. Nel primo dei delli due casi fa cura durò 12 o<>iorni e nel secondo in cui l'infermo era affetto· da unghia incarnata in entrambi i pollici dei piedi , la malatlia fu compiutamente vinta nell'ugoate spazio di tempo. A questi due casi tiene d ielro un terzo comunicato ali' Autore dal JJott. Perotti nel quale l'intro~uzione metodica dell'agarico nel modo sopra descr:uo fu seguita dal medesimo felicissimo risultarneolo. Questo metodo semplice e facile nella sua applicazione, di pronta e sicura efficacia nei suoi risullamenli, che abolisce ogni sorta d'operazione cruenta , riconosciuta finqui necessaria a combatlere un'infermità cotanto ostinata molesta e dolorosa, merita d'essere diffuso fra i rratici onde sia . meglio r,onfermala la di .lui utili là.

DUE

lifODICO DELLO Sl'ED•LI~

1.i. PABIGI.

Questo me lodo è una modi ficaiione di qnello ùel Chirurgo Militare Olandese Helmerich, adollato dai .Medici Bazfo ed H ard i e con cui essendo distrutto, secondo i medesimi, l'acar11s, cau,a della scabbia, nei solchi che lo accolgono succede spontanea la scomparsa delle piccole bolle vescicolari, caratteristiche della medesima. Ecco come si procede nella Sala de.gli scabbiosi dello Spedale di San Luigi dove, dielro istanza del Dott. Hardi, non saranno più ammessi g!i ammalati ma licenziali dopo ùue ore di cura. L'i11fermo è coodollo al bagno: in prima subisce una --.t:."--=-~= fri1.iooe generale della durata di mezz'ora col s,apone nero; in seguilo s'immerge egli in un bagno !lemplice, ANNUNZIO dove coolinua a nellarsi la pelle per un'ora. Dopo in· una I a GAZZETTA MED JCA l TALI.lNA o .E GLI S 1·A1'1 SA.noi apposita sala gli è pralicata un'allra genera le frizione per mezz'ora colla pomata sulfuro- alcalina, composta d'olio I continua le sue pubblicazioni sotto la direzione del Dott. parti di sugo a, di due di fiori di zolfo e d'una di sotto·- 1 GIOVANNI BATTIST.à. Bo1tllLLl e con I' imminento 1852 comincia il suo terz'anno d'esistenza. . carbonalo di potassa. Poi si licenzia, benchè .vi rimangano Si pubblica ogni lunedì i11 ollo pagine con supplemento talora vescichetLe intatte anche io discreto numero alle gratuiti. mani od in altre parti. L'abbonamento costa L . 12 per un anno, L. 6 per un JI Dottore Hardi ebbe sopra molte centinaia di scabbiosi semestre. a verificare dne o lre sole recidive. Egli crede ancora All'oggetto di faci litare quanto più è possibile la diffuche il numero degli scabbiosi 'ha molto diminuito <lacchè sione delle nozioni Scie11tifico-Pratiche, la .Uirezione della la rspidilà della guarigione ha permesso d'amo1etter alla cura tutti quttlli che si presentano ed ha perciò. imped ita f· Gazzetta Medica apre pel prossimo anno un abbonamento )a propagazione della malattia , ch'era fac ili lata da quelli j complessivo col Giornale detta R. Accademia Medico Chi1 rurgica per il solo prezzo di L. 24 per gli Stati Sardi, che non polevan esser immediatamente accolti. Vuolsi tuttavia notare che il metodo di cui ragion iamo .l io vece di L. 50 che importerebbe i'abbonamento separato dei due Giornali . non è applicato nei . casi in cui la scabbia sia complicala Gli abbonanamenti per Torino si ricevouo all'uflìcio ad accidenti infiammatorii. della Direzione della Gazzetta Medica Stati Sardi , via 0 (Gazz. Medie. di Parigi, num 58, 20 di settembttJ 1851). del Fieno, oum0 8, Tigografia Nazionale. Per le Provincie basta inviar un vaglia Postale all'inll'!TOl\J'!O A DUE CAS I D'Ol'IGBl.t. lNC•RNATA, DEL DOTTORE dirizzo del Direllore.

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GU.MBAT TIST • BORB LLI , CJIIRURGO PBUIARlO DEL LO SPKDALB DBI C.lVALIBBI DI TORINO,

La Gazzetta Medica Italiana di Torino pubblica nel sno_nu.mero. 42 del 20 d 'ollobre p. p. la relazione di due casi d n_ngh,'a. mca~nata, guariti coll'applicazione dell'esca od agaricci, giusta il metodo illustrato dal Dolt Il fi d' savoaa e d''. cm_. il. medesimo aveva intrattenuto . an CO I il Congresso degh pc1enziati I tali ani in Venezia. ~ ' applicazione dell'esca è de•<:_rilla nel seguente modo dall Autor~ della nota di cui parliamo. Previa ~a pres?rizione del riposo assoluto e l'uso dei cataplasmi emoll1eoti per diminuire la mag<>ior ac111 della o · h d' o , ezza ogos1 e e , solito accompagna la malattia del -

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RIEPILOGO DEL QUADRO. STATISTICO Dal. seguente Quadro Numerico risulla che nel mese d'ottobre p. p. furono curati 5505 ammalati negli otto Spedali Divisionali e nei venti Spedali Succursali Militari. Questo numero d'ammalati si divide in 1,569 di Medicina, 858. di Chirurgia, 707 di Sifilide, 189 di Scabbia. In Medicina soprc1 t,569 ammalali vi furono 45 morti cioè due meno del tre per cento. In Chirurgia sopra 858 ammalati vi furono 6 morti cioè due meno del mezzo per cento. Nei Sifilitici sopra 707 ammalalati vi fu un solo mo rlo,


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-QUADRO STATISTICO GENERALE del llovin1ento nnnaerico degli Amn1alati negli Spedali Divisionali e Succursali Militari pel inese di novembre 1 85i . NATURA DE LLE ~IA J,A TTI E

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( ai S di gennaio ~ 852 )

AN~OI

GIORNALEDllllEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARJIATA SARDA L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col 1° d'agosto. li Giornalesipubbhica nel lunedì di ciascb.eduna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In 'l'orino

. . . . . . . . L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco di posta . . L. 1 L

L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. L~ associazioni per i no1!,~ilit~ri •àc~vonsi pa!lgan!:!~~R~!~fiaS~~ti1:ì!~A via Alfieri, numo 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser auranca e e accoro

S0111!URIO. - 1o Doti. COSTANZO: Sulle Terme d' Aix. - 2° Dott. llIENARDI: Bubboni aperti. - 3° Relazione delle Conferenze scientifièhe. - 4° Dott. IlOTTINO: Passeggiate Militari. 5° Anunzio.

PARTE PRIMA MEMORIE ORIGINil.LI SuLt,E TERME

o'.\IX

IN SAVOIA E SUI L~RO

llFFErTl

OSSERVA'rl NE{ ì\llLITART l)U!U.NTS LA $TAGl~NE ll.H, -

NEARIA DELL'ANNO

1851.

(Memoria letta dal Medico di Reggimento Dott. CosTANZO in una Conferenza dì Sciamberi). · (/7.

il numer-o precedente).

Inoltre i diversi modi , luoghi e limiti d'applicazione delle Terme , la diversa forma , tompetatura o durala dell'operazione , il grado di cour.entrazione l'unione ad esse d'altri dmedii possono talmente modificame l'arcao a proteiforme e apparentemente contradilloria maniera d'a· gire da renderle all'tli>po contro irritanti, rubefacirmli, pu· stulanti, rivulsive, toniche-, risolventi, dilutive, <lepuralive e specifiche contro i ·prodotti reumatici, erpetici, gottosi, scrofolosi, sifilitici, idrargirosi, ecc. Ood' a ragione Bordeu parlando dei moltiplici effetti delle acque minerali nella cura delle malallie così s'esprime in proposito delle così dette Eaux bonnes : Si ses effets paraissent opposée et ne pouvoit· pas étre produits par une meme cause, 011 ne doit s' an prendre qu'a la faibtessc de nos lumières, qui ne nous permette nt point de connaitt·e la façon d'agfr d'11n remède dont les usages sont sì èt,endus, qo' on peut le regarder eornme ttn Protée. Le malatlìe però che l'osservazione pratica dirnoslra specialmehte ritrarre vantaggio dalle Termt:) sono tulle affezioni croniche , dov' ìl tempo o l'arte abbiano cessato ogoi residtio q'eretismo vascolare locale o genera le : dermatosi, a1 trosi, reumalosi, neu~osi, gastrosi, ;lffezioni degli ossi, sequele di lesioni traumatiche, ecc. (1). ( l) Classifiéi1zione adottata dal Barone DoU, Despine padre ,

Ispettore emerito delle Terme d'Aix.

Nei soggetti linfatici, nelle fibre torpide, pigre, rìlassate si ha la massima 101leranza ed il massimo vantaggio dalla c·ura termale. Può questa esser applicata io diverse maniere, bevande, iniezioni , lavande , bagni d'immersione, bagni a vapore, fanghi e docciature ; la qual ultima foggia d'operazione primeggia sopra ogni altra in questo Stabilimento. Son di fatti infiniti i congegni per variar il volume : la forma,. la direzione, l'altezza, la dorata, la temperatura della doc· eia e per alternare l'improvvisa caduta d'acqua calda e frndd a (doccia Scozzese). La povertà dei fanghi 10 delle muffe in questo Stabili · mento è abbo11daotemente compensala daJla ricchezza delle docce, stufe e caverne . per i bagui a vapore universali e parziali : di temperatura più o meno elevala e più o meno carichi di principi i medicamentosi. Per bevanrle coadiuvanti l'uso esterno delle Terme sono prescriite specialmente l'acqua alluminosa e l'acqua solfo rosa fredda di J\>Iarlioz. Questa sorgenle trovasi ad no chilometro da Aix io mezzo ad un prnlo di proprietà del Signore Regaud , antico militare di cui il nome merita di essere citato in segno di riconoscenza , volend'egli che quelle Acque generalmente ricercate e pagale sieno distribuite gratis ai mililari ammessi ai Bagni. I dolori l'eumalici artritici , le impetigini , gli erpeti, le malattie scrofolose, si{ìlitiche, mercuriali, i prnlluvii antichi son i casi che frequentemente nei militari danno occasione d'ordi nare l'acqua di l\Iarlioz. Fresca , limpida , trasparente , l1a essa il sapore solforoso e l'odore d'ova fracide, meglio pronunziato che non in altre acqnc solforose . V'abbondan i joduri, bromuri e solfuri alcalini coi bicarbonati di calce e magnesia, soda , ferro e manganese. Venendo finalmente all'applicazione esterna delle acque termali vediamo quivi le norme da seguirsi dollalo dalla ragione e confermate dall'esperienza. Sictome nell'aro1. Affezioni reomatiche. 2. Affezioni calanee.

3. Affezioni linfatiche e stromose. 4. Affezioni degli ossi e delle arLicolaaioni. 5. Sifilidi. 6. Paralisi.

7. Neuralgie. S. Anestuie, eleroateaie.


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miulstrazione di (jlH,lnnque rimedio , vedutane l'indiea~ sielà di respiro) tosse, emottisi : s'aggiunga l'esacer.l,a,. zione , conv iene sulle prime esplorare con piccole dosi zlone manifesta permanente o progressiva delle malattie le suscelti.vilà iodivìduali, poi aumentar a gradi e secondo locali. Le persone soggette a pneumorragia, ematemesi, le circostanze variare la dose e la forma o sospender afasma polmonale o affette da aneurisma non s'ammelton ai fatto il rimedio , egli è per queste ragioni che sonosi t B.ag'.1i. Sete . e slitichezza sono sovente fenomeni passegadottate le seguen ti regole (l:eoera li nell'applicazione gier1 subor1Jmati all'antitesi dell'accresciuta traspirazior,a esterna delle acque termali. cutanea la quale soppressa dà facilmente luogo alla diarrea. • La cura è incominciata con due o tre bagni generali d'irornersioue nella Pisciiia , dove la temperatura ò piaCosì pure il dolore di capo, un passeggiero orgasmo cevole e moderala . Per essi disponesi l'organo cutaneo a all'albero arterioso , · all'apparecchio respiratorio possono que!J 'alliv ità vitale che debbe poi dimostrare nel corso osservarsi alle prime operazioni termal i nei so"gelti initadella cura, s'apron i pori e condollì escretorii della pelle bili, nervosi o aITalto sanguigni. In questi ~ modera il e delle ghiandole, il sangue è diluito, calmati i sistemi regime diel1itico e si procede più lentamente 11Jlc opl'razioni termali più efficaci. nervoso etl irrigatore e misurato il grado d'eretismo vascolare che potesse per avventura rimanervi e rendere Nel corso della cura avviene non di rado una febbre dubbia la tolleranza delle successive operazioni. ,11 terzo faltizia, talora effimera , talora sinoca, più o meno proo quarto giorno si passa alla doccia, mile ancora, di cui tratta , qualche volti,, accompagnala da ernzione cutanea, la pressione o lornperalura si va gradatamente aumenmaculosa o papulosa (poussée cles eaux), talora da siutomi tando : lo stesso dicasi del bagno a vapore qualora sia ùi gastrici. Ordinariamente finisce con abbondante diuresi o preferenza indicato. Questo e quella nei casi com110i sono diaforesi , più raramente assume il carattere interm illeota continuati ed alternali ogoi tre giorni con on bagno di con accesso subentrante all'ora antet'iormente dedicala al P·iscùia e si lascia ogni otto un giorno di riposo. S'ainta bagno.' Fra gli altri , trn caso di febbre termale (così la I' Jzione meccanico -vitale della doccia colle frizioni e machiaman i Balneologi) ebbi ad Os3efl'arla in un soldato nipolazioni diverse, coi movimenti un po' forzati dei del 1~" Heggimento accompagnata da risipola alla faccia. La sospensione delle Terme, la dieta severa e qualche membri e c-ol loro stropiccio. A questo momento della cura bevanda leggierm1>nte emelizzata la cessaron in breve si può tentar un'immMsiohe momentanea nel bouillon(1) tempo, ma riprendP-ndo i bagni comparver i sintomi di o, qualora vi sieno le indicazioni, l'ammalato uscendo dalla scorbuto acuto, por cni si dovello alfallo rinunciar alla doccia può entrare per alcuni minuti nel bagno a vapore cura. L'abito esterno del corpo, lo stato delle gengive, aluni, ersale ed andare subilo al!' Inferno dove l'azione della cune maccllie alle gambe indicavano la diate~i scorliulica doccia s'esercita nel tempo stesso che quella del va· preesislente. pore (2). ln un Sergente dello stesso Reggimento le operazioni li bagno a vapore e la doccia secondo le circostanze termali svegliaron e fecero vedere la tenia la quale chi si dirigon alle divet·se localifà, tumori , organi , cavità sa da quanto tempo divideva la mensa col Bass' Ufficiale naturali, ecc. Negli ultimi giorni si prolun~a maggiorsonza dargli alcun altro incomodo fuorchù qnello d'averlo mente la durala dell'operazione termale la quale può anch'essere ripetuta nello stesso giorno. Bel resto il bagno . reso assai magro e sempre affamato. I protluvii sanguigni abitliali sono sovente ricb iamati d'immersione ed il bagno a vapore non tolgono l'uso si- ; dai bagni termali . Così il flusso emoroiclal1~ e. l'epistassi mullaueo della docciatura e la conveniente disposizione gia abituali, poi scomparsi da lungo tempo, ricomparvero dei locali permelte d'f'ntrare nella slufa appena lasciato in due casi trasmodati e si dovette limitare la cura alle il bagno liquido o la doccia. O))erazioni più deboli. Comparve pure l'emottisi in un gioNella sciatica, nd n:umatismo, nelle rigidezze e uei dovine soldato d'abito peltoraie e si dove!Le rimandare. Non lot'.i arlicolari, nelle anchilosi e nelle maliltlie della pelle solamente i profluvi i soppressi ma aficora le effiorescenze e delle vie aeree s'abbonda rµaggiormenle nell'uso dei ct.1tanee, la gotta? i re_umi ri1;ercossi sono talora vantagbagni a vapore. Per contrario s'adopera la doccia ora gwsamenle r1ch1amatt all,1 superficie del corpo. Laondo calda, ora fredda, ora Scozzese per iscuolern gli organi si vede qual immenso vantaggio può trarre la Medicina inerti, le congestioni passive, le ghiandole oslrutte; per dall'uso cli queste Terme nell:i molliforrni ed anomale sofrichiamare la vita 11ei membri , i movimenti nelle giun· ferenze affigliate alla scomparsa dei snddelli malori. ture; per i sciogliere Iumori d'antica origine; per am. morbidi re grosse cicatrici iDOdulari, ecc. Continua. li bagno a vapore e la doccia, potentissimi mezzi di - - - --- -·--=---==.. medicazione a elle mani del Medico oculato, possono proSU LA CURA D.l!.I BUBONI :i.PERTI durre fune~te consf'gnenze qualora siau imprudentemente elevali a quel grado d'attività che non sia in relazione ,.ilfemoria del ft;/edico di Reggimento /Jott. ltfoNARDI colla tollerania individuale. ! segni che avvertono di mo . letta in una Conferenza di Sciamberi). derare, sospenùer o tralasciar affallo le, operazioni terGià fin dallo scorso anno meotr'era addetto alla Sezione mali son i segu0nti : sete, inappetirnza , agitazione, notli dei Vea,~rci nell'Ospedale Militare di Toriuo, ebbi ad insonni , diarrea, sudori profusi, cefal algia , sopore, an· accorgermi dell'utilità del metodo di cura pe' buboni cancrenati, che sto per esporre ed ebbi l'idea di scrivere una .Memoria in proposito.' (1) Acqua caldissima che ha l'apparenza d'acqua bollente per Ma allora noo si parlava aocora delle nostre Riunioni la sua diretta provenienza dalla sorgente, scientifiche, nè esisteva' il Giornale di .Medicina ,Wditare, (~) Si chiamano Douclws d'Enfer due Gabinetti a volta ermeti· camente chiusi, sotterranei, oscuri e calditsimi. pel cui mezzo son a ciaschcdun Ufficiale 15anitario tras-


t'87 messe Ie idee re fallì noti , i lavori di ciascheduno . · de' suoi I . Oudecbè non volendo io scrivere h li eo eg 1, , . G'rn a cuo . • Je ' d.1 Medicina Civile, lasciai l'impresa . • lllnlo 1n• groroa • • • , •

ragione vuole clw, per curare razionalmente la cancrena, sia essa pC'ima di tullo sedata·: tla qlli sorge il bisogno e ia grande utili là delle bevande tamarindate, snbacide. "~ciam ·. ber,1 , 1· 1 nostro Medico Drv1s1onale Com1sselll. ml dei clisteri emollienti o blandamente purganti, di tutti in somma i rimeàii alli a calmare quest'affezione. Essendo comunicò le sue idoe su tale morb0 e la !ua preziosa inoltre la cancrena in questo caso prodotta da aggiunta Memori.i sulla cura preventiva del med~s1mo. . Vedendo coma le sue e le mifl osservaz1on 1coll imassero d'infiammaziond tale da indurre mortificazione , ragione in diversi casi di cura dei bubonì cancrenati, ho deciso pm vnolo che l'impelo della flogosi sia domato, acciò scrivere queste poche linee sul la cura de' buboni ~ià la cancrena stessa. non diventi lroppo intensa e cosi passali a_ cancrena, rimandand~ per la cura p1:e~enl1va eslesa da srwgnere l'ammalalo ed aer.iò più presto si limiti. Qnindi la necessità e l'ntiJità d'un energico metodo all~ Memoria del nostro Presidente. Io non cliro cose mie O nuove, nè parlerò d'alcun metodo dagli Autori aut,flogislico generale e locale' come salassi più volte proposlo, solù starò contento ad espor in. ~iò il_ metodo ripetuti anche nello stesso giorno sin alla limitazione eh' io vidi praticar e che ho credulo pm razionale e della cancrena, astinenza assoluta da ogni so1tlanza nutriente, perfino dal J;roùo, temperatura per quarti,> è pospiù confacente. . . _ Voi ne giudicherete, ùnorevohss1m1 Colleghi, colla !ibilc poco elevata, clisteri, uso interno di sostanze solita vostra indnlgenza. gommose ed esterno di rimedii emollienti, freddi e di Argome;1to trattato di volo od anche passato 50lto medicazioni frequenti e poco pesanti, eec. silenzio dai Silìlografì è la cura de' buboni venerei riescili Una volla vinta l'irritazione ·gastro enterica e sedala a cancrena . Pur argomento è cotesto di grande rilievo, un poco l'infiammazione locale, il che s'otliene in meno il quale richiede tutta l'attenzione del Curante, perchè di due giorni se la cura è sollecita eù energica, il Javorìo quest'esito de' buboni venerei noo è poi cotanto raro, di mortificaz ione rista e comincia a staccal'si in qualche sicc·ome si vorrebbe Cl'Odere , soprallullo negli Spedali , porte l' escara cancrenosa . dove gli ammalati sono molli insieme radunati, epperciò In questi termini di cose non si debb'aocora cessare in condizioni igieniche beo diverse da quelle dPgli amdal metodo antiflogistico . negativo, ma le medicazioni malali ·curati nelle domestiche pareti, parl.icolarmenle loca I i dovran essete. più frequenti cioè per lo men.o perchè quee<to morbo, una volta che ba assalito un ioq11altro per gior110. In ogni medicazione si dovrà ben (èlice, lo trae rapidamente alla tomba, se pronto non bene lavare la parte con decozione di foglie di malva; cansia jJ Medico a recarvi i conv-en(woli soccorsi. giar assolutamente tutte le filaccica, tutti i panniìini stati l buboni cbe terminano per dncrena son ordinariagià usati cd alle filaccica inzuppate in decozioni mollimente antichi, aperti da lunga data e forse tro.ppo presto tive si sostituiranno filacci ca inz11 ppate in qualche liquido cioè prima che beo elaborala oe- fos,,e la suppurazione. anliseuico e leggerm~nte eccitante, onde favorirn la Se questi buboni sono lrallati sconvenevolmente o ·troppo separazione dell'escara caocrenosa. fra questi liquidi irritali dal diverso modo con cui sono talvolta medicali vidi molto utiltì l' aceto ben caldo, come pure l'asperpel variare del Curante e soprallullo se invarlan essi sione della piaga con sugo di limone, Ja soluiione di persone logore da antiche malallie sofferte di qualunque cloruro di calcio; ma sovra ogni allro vidi tC1rn 1r utile genere e dotate di coslilozione debole o cachellica il l1q11ore del i.abarnqne. Questo preparato tli clol'o ha o"Yvero persone che non prendan i rimedii loro ammiil vantaggio sullo altre preparazioni ai cioruro tli calcio, nistrali o che non osservino la regola dietetica dal Cuche è esso perfeltamente sciolto e limpido come acqua; rante suggerita, vedonsi un bei giorno, per solito ùopo epp,ll'ciò non lascia su!Ja parte medicala quel ~,,.dirn ento qualche disc,rdine dietetico I gonfiare, emetter uu legdi particelle insolubili che !ascià il solo c!ornro <li gicro vapore nell'atto ch11 si tolgon i mezzi di m!ldicacalcio nell'acqua. Laonde medicando col liquore del Lazione e diventare lividi, doler, li, lancinanti. Se in queste baraque s'olterrà ad ogni medicatura la compiuta net· condizioni nou sì ricorre subilo al metodo di cura prelezza della parie. ventiva della cancrena, stato saggiamenle proposto dal Con questa freqnenlc medicatura e colla continuazione Dott. Comisselli, non tarda il bobone a diventare nf'ro, del metodo antillogislico negativo in pochissimi giorni si fetente, caocrenato. conseguiva la separazione di lulta l'escara cancrenosa e ln dieci e più casi di buboni caucronosi da me vi!'>li, , non sorgeva fuorchè di rado il bisogno di ri correr per io pnre osservai, com'osservò il l}ott. Comisselli, che semquest'effetto a più potenti mezzi; per modo che in olto pre l'ammalato d iveniva qualche giorno prima stitico, casi che vidi con questo metodo saggiamente curati pro-va va dolori al ventre, al ca1)0 ' aYeva la linrrua sucida, dai Dottori Marielli, Alfumo cd Alciati i qunli l'uno . , o _ biancastra nella superficie, rossa nei margini e nell'apice, dopo l'a ltro attesero alla Clinica sifilitica dell'Ospedaie ecc., che offdva in somma lutti i sintomi rii gastro-endi Torino nell'anno scorso, io clue o tre iìoli 01:corsJ la !erica subinfiarnmazione. Quest' è, nel mio con celto, la necessità di toccnre coll'acido nitrico qualche punlo delcausa precipua determinante la cancrena del bubone. 1' escara che persisteva più pertinaceruenle aderente . Come poi quest'affezione gastro-intestinale operi nel deVidi in sellè di questi otto casi succedAr in sette od terminare questo terribile fallo, io non lo so spiegare. otto giorni il distaccamento ùell'escara e la piaga divenMa sta il fa_llo che in tutti i buboni cancrenati da me tare rossa· e tendente a cicatrice, sebbene fosse in quattro visti, sempre precedelte un'irritazione delle vie gastriche rie' medesimi larga com'il fondo d'un cappello ordinario e che sempre questa accompagnò la cancrena e l'aumentò da Borghese e profondissima. Nell'ottavo caso l'escara finché noo era con adalli mezzi domata. dorò pertinace ed il processo di morl ificazione già ceslo inferisco, ciò stante, che , se questa gastro-enterica sato ricominciò e rnsislè oslinato uoo ostan te l'energieo affeiiooe è causa detcr·minante ed aggravante la cancrena, metodo antiflogistico adoperato , il metodo blandemeote


ti& purgativo e 1a prescrizione della dieta rigorosa a cui eforo onde purgare l'ambiento dai miasmi contagiosi però bene non essendosi acconciato l'ammalato , dovette prodotti ùalle eaalazioni della piaga cancrenosa; del lavare egli soccomberne nello spazio di dieci giorni. Furono beo bene nella soluzione di cloro gli slromentì di meditrovati sollo il materasso sopra cui giaceva il cadavere cazione ; di :soparar e di disperdere le ftlaccica ed i diversi pani, alcunçM è' qnali rosicchiato e gli ammalali pannilini che servirono alla medicazione 'mentr'ancora circostanti videro nélla notte stessa della morte quell'inferve la cancrena od almeno di disinfettarli col cloro ' felice con uno di Itali pani in mano che cercava di acciò cotesto male per accidente non si propaghi. mangiarsi. Ecco quanto polè il solo cibo di poco pane, Non starò qui a provare la superiorità di questo mealtronde di buona qualità i ed ecco la necessità deltodo sopra qualunque altro . .Ma so ch'ebl.Ji a vedere l' assoluta astinenza da ogni . alimento, soprallul!o sobuboni caocrenati altrimente curati con poca e.nergia e lido. con cura quasi affallo locale, durare pertinaci per mefii Separala l'escara, rimane un'estesa piaga, di bell'aspetto intieri senz'alcun miglioramento o condurre, in . caso d'e. sizio, più presto l'ammalalo alla tomba. però e tendente a eicatrizz3re. Da questo momento si comincia a rinulrir a poco a poco l'ammalato, non tra~ Ecco quanl' io vidi e quanto credo possa tornar utile lasciando ,però mai le bevande subacide per alcuni giorni nella cura . di silfallo malore. Dirò anzi di più che tanto ancor e l'uso locale del liquore del labaraque , molto son io sicuro dell'efficacia di questo metodo e della fadilungato nel decollo di foglie di malva, al quale si cilità con cui guarisce cotesta specie di cancrena senza sostituiranno quin<lì .semplici filaccica iozuppate nello pericolo dell'ammalato , ove sia questo docile ed ubbistesso decotto, coll'avvertenza di coprir i margini deldiente, che ne' casi <li bubooi voluminosi, molteplici, l'ulcera estesa con listerelle leggiermente spalmate d'unscirrosi, lardacei , resistenti aì più adatti mezzi terapeuguento refrigerante quando la piaga r.essa dallo stillare tici, io non esiterei ad innestare nei medesimi in qualunque suppurazione in abbondanza, e ciò perchè lo filaccica modo il principio canerenoso onde distruggere le parti disseccandosi non aderiscan ai margiui e non li lacerino così degenerate. distaccandole. S'avvertirà pure pel medesimo fine di baQueste linee io scrissi non per farmi Maestro ad algnare ben bene con decollo di foglie di malva i mezzi , cuno, nè per capriccio, ma perché so esservi alcuni che, di medicatura, onde nel levarli non siano più aderenti. vedendo un bubone riescito a cancrena , esclamano tosto Ad ogni medicazione s'avrà cura di ben lavare collo conclamatum est e mollemeate !'assalgono con soli mezzi stesso _decollo la piaga, di Logliere tulli i restuc:ci d'unlocali 1 poco badando alla cura generale che debb'easere guento aderenti ai margini e più tardi, quando sarà quasi la principale. cessata la suppurazione dell'ulcera, si sostituirà al decotto di foglie di malva quello di china-china. Credo ioutil il rammentare cbe l'ammalato debb'assolutamente restare RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE immobile nel lell.o e che con un conveniente mezzo (Me1e d'agosto), debbono tenersi sollevate le coperte aceiò non pesino sulla J)arte mc1lata. TontNo. Apertasi la Sedula alle. 1 5[4 pomeridiane, il Con questa cura vidi in quasi lutti i casi in meno di Pre$idenle avvertì l'Assemblea come per l'imminente 15 giorni dalla separazione dell'escara cancrenosa, ulcere partenza della Brigala Cuneo si rendes~e vacante il posto larghissime ridursi a<l un'ampiezza non maggiore d'uno di Segretario, già occupato dal 1Jott. AIJ'urno e consescodo , ma ristarsi allora e chiudersi di poi e con molla guentemente fosse necessario addivenir ad una nuova no · difficoltà. Sarà perciò utile cosa toccarlo Jcggiermente mina che, per votazione, cadde sul Dott. Arena. dove sono più elevatf e verso i loro margini col nitrato L'ordine del giorno recando la discussione intorno d'argento od anche coprirle. con polvere di calomelano e alla Storia num0 51, riferita al nnmu 17 <lei Giornale, il medicarle con finissime fìlaccica asciutte. In questo stadio Presidente Dotl. J.,'riselli si fece a ricordar i punti prindel male debbe l'ammalato essere sorretto con cibi cipali della medesima notandone la dillìcoltà de lla diascarsi ma nutrienti, con bevande leggiermente stimolanti, gnosi e l'impossibilità d'esaminar i fatti esposti, per escome decotti amari • vino, ecc., termina odo poi la cura sere l'informo già uscito dallo Speciale. Non cssendo,i con il <lecotto di salsapariglia. chi prendesse la parola, il nuovo Segretario colse l'opporLa cicatrice superstite non è difforme fuorchè nel tunità per rendere grazie distinte ai Colleghi dell'alto di centro cioè in quella sedo che fu ultima a cicatrizzare. conlìdenrn ·esternatogli e pet' proporre nel medesimo Degli otto ammalati sopra enunciali, cinque in meno tempo alcune aggiunte al Regolamento delle Con ferenze; di quaranla giorni uscirono perfettamente guariti dalaggiunte che, risguardauli appunto la nomina e la dul'Ospeda le, uno, come dissi, morì e due già vicini a rala io carica dei Segretari, furori adottate fissa ndo l'ulguarigione, per disordini dietetici e per trascuranza nel tima Seduta di ciaschedua anno pel rinnovamento dei mantener il riposo, r icaddero e la cancrena si rese este11a medesimi. come prima: ma curati collo stesso metodo riacqoistarono Foron in appresso presentati dal Presidente due Regiil perduto miglioramento quando, per rÌuovi disordini stri rlei quali l'uno per l'iscrizione dei nomi dei l\'ledici ricaddel'o e risanarono più volte uno qoollro e l'altro Militari presenti ne.Ile singole Adunanze, destinato l'altro cinque o sei -volte. Son eglino tuttora nell'Ospedale di alle inserzioni dei quesiti che ciasched•w UlTicialo SanitaTorino. rio cre<lesse formolar io ordin al buon andamento del Non parlerò delle altre avvertenze generai i , ciò ò servizio, al bene dell'ammalato ed all'utile della Scienza. l'avvertenza di separare per quanto è possibile l'amGENOVA. li Dolt. Garibaldi nella tornala degli 11 malalo alTetto da cancrena dagli altri; di collocarlo d'ago.5to esponlwa la Storia num 0 52, riforita al num 0 19 in una camera beu aerata; di fare sovente fumigazioni di del Giornale, la quale non promosse discussione di sorta.


18' Si passò' quindi a fare parola ùi eose _spet_tanti al buon andamento del Gabinelfo di lettura e s1 ch1udev~ Ja t~r: nata collà comtmicazione fatta dal Presidente a, Med1c1 :Militari convenuti che la nuova Adunanza avrebbe avuto luogo nel giorno 26 onde potesser ancora. c?nven ire quei Medici i quali, dovendo caugiare di guarn1g1one, avevano prima a provvedere alla, nomina d'un nuovo Segrelario in sostituzione del Doll, Pietro Moltìni. Nella seconda tornata ch'ebbe luogo ai 26 il Dott. Mollini lesse una sua Memoria che riferiremo, djretl~ a sostenere la già emessa opinione su l'essenza flogistica della febbre tifoidea. li Farmacista Capo appuntò l'espressione di molto ossigenata stata data dal Dolt. Pietro Motlini all'aria di Genova, notando che i componenti dell'aria e le rispeltive loro proporzioni non variano mai per qualunque cangiamento di clima o di luogo. ~\ispose il Dott. }follini tornargli per nulla nuova la riflessi,one del Signore Farmacista Grassi, saper egli dalla Chimica _c.om'imutabili fosser ovunque i principii eompo'nenti l'aria atmosferica ed avere ciò nulla manco usata una tal espre.ssiooe percbè ricevuta co.munemenlo, i,nteodendosi d'ordì nari o per aria d'un dato luogo l'elemento aereo gaziforme che vi si respira, qttalunque sien i comvonenti dell'aria sì intrinseci che estrinseci. Fece in seguilo notare lo stesso Signore Grassi che i fenom eni tulli della febbre tifoidea possono benissimo spiegarsi siccome provenienti una forza chimica di putrida scomposizione , secondo che Caimo riflettere Liebig, Dumas, Orfila, senz'il bisogno di derivarli da un processo infiammatorio qualunque il quale nel nostro caso sarebbe illegittimo , perchè troppo rapido e non abbastanza chiarito dalle ordina1:ie sue manifestazioni , citò io suo favore il fallo scrillo da Orfila nella sua Tossicologia ragguardat1le a sintomi d'avvelenamento succeduto io due persone che avevano mangiati sanguinacci; i qua1i sintomi s'altrilmiron ad una scomposizione putrida per non avere l'analisi chimica lasciata scorgere traccia di sc,stanze velenose pr.oveoienti nè dal regno vegetale , nè dal minerale : conchiuse ad ultimo dimostrando la necess'ilà che la Chimica e la Medicina siano sorelle indivisibili nelle profonde iovostigazioni dei fenomeni della natura e come da! loro stretto rapporto, dalla loro solidarietà reciproca ùebba emanare il progresso della Scienza; dimostra~do altresì che sta io noi l'interrogare questa Scienza sorel la e,ù il ricevere con la dovuta riserva eù avvt>dutezza li suoi oracoli ; dimostrando io fine che la Medicina avrà sempre fallo un grande passo ogni volta che potrà colla sco1·ta delle leggi fisico-<,himiche rendersi ragiono di quei fenomeni fìsio1ogici per la spiegazione dei quali si ricorre lullora ad un'incognita cioè alla vital ità. Datosi fine io si fatta guisa dal Signore Grassi alle sue riflessioni intorno alla Memoria del Dolt. Pietro Mollini, questi, prima di rnggiungere la sua nuova dostioazione , si voi.se con un suo discorso ali' Adunanza rinoraziandola :, dell'onor~ che gli aveva largito nel conferirgli la carie.a di Segretario: onore il quale, s'egli aveva procuralo con tulle le forze di rimerilare noi sostenerne le incombenze gli s'era poi.fatto o1Lre morlo ·caro e sensibill~ per le co~ stanti prove d'amicizia e di stima con cui i suoi Colleohi giornalmente l'avvaloravano ; prove queste delle qu:li, non solo nell'atto della separazione, ma ben anche nelJa più remota lontananza, avrebbe sempre avuto tenerissima e preziosa ricordanza: discorse quindi del lustro e del-

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l'utile ehe immaneabilmente fruttato avrebber al Corp() Sanital'io-Militare le Scientifiche Conferenze le quali, se per il modo dignitoso ·e profillevole col quale furono dirette tornavano ad elogio del Presidente e dell'Aduna nza tutta, non potevano poi non riscuoter il plauso e la gratitudine dell'inliero Corpo Sanitario-Militare verso quei Snperiori che, fatti si promotori e sostenilor i dello medesime, avevano dimostrato in quale fa vorevole concetto tenesser il dello Corpo. Quesle~parole del .Doli. Mottini consegniron intiera l'approvazione dei suoi Colleghi i quali , oltre alle particolari attestazioni d'affetto e di stima, ebber un sincero interprete uel Presidente pei lusinghieri ed amorevoli sensi che questi a quello espresse intorno al desidorio che in ciascheduno lasciava della sua persona. Diede in fino termine al suo disc0rso prega odo l'Adunanza a Tolere nominar una Commissione per verificare la sua gestione in ordin ai fondi del Gabinetto di lettura; proposizione que· sta che, essendo stata rifiu_tata ad unanimità, obbligò il Doll. Mollini a far una semplice rimessione degli atti e delle quilanze spettanli al Gabinetto nelle mani del Presidente il quale tosto dopo chiuse la tornata. ALBSSA.NDRIA. Il Medico .Divisionale aprì la seduta dei 16 con la lettura del processo verbale dell'ullima tornata il quale fu approvato : invitò poi il Dott. Omegna a leggere la Storia da esso lui compilata iotoroo alla l'rattura complicata dell'arto inferiore. sinistro da cui fu colpilo il soldato artigl iern Demattei (1). S'aperse quiridi la discussione intorno alla causa della morte di questo soldato. Il M'edic,i Divisionale disse che questa morte non si poteva attribuire nè a cancrena di cui non v'erano tracce, nè a flebite, oè ad assorbimento di pus, ma bensì al disordine dei centri nervosi occorso nel malauguralo accidente; in prova di questa sua asserzione addusse la mancanza notata degli indizii d'nn vero lavorìo flogistico locale e di consecutiva lodevole suppurazione, come pure la mancanza di riazione generale proporzionata all'oll'esa: addusse l'indifferenza sempre manifestata dall'ammalato; indifferenza nè punlo nè ,poco in relazione con la gravità del caso : addusse l'intolleranza ai duo salassi coi quali si sottrasse una piccola quantità di sangue appunto perchè s' institui. rono piuttosto come mezzo esplorativo che terapeutico ; la qual intolleranza non si poteva asc1·ivcr a precedente co· piosa perdita sanguigna: addusse in fine i[ frutto dell'osservazione la quale dimostra che nelle morli consecutive grave disordine del sistema nervoso, oltre ai fenomeni morbosi presenlati dal Dematlei, ne risulta il pronto pu« trefarsi del cadavere con enfisema ed il facile distaccamento dell'epidet'mide ; fenomeni que.sli stati ossarvati nel caso in qnist ione. Finilo quest'argomento si parlò della sezione cadaverica instiluitasi sopra il soldato Giorgicllo del 12 Fanteria intrattenendosi particolarmente intorno alle lesioni patologiche riscontrale nel cuore , le qual i erano manifeste: 1° por l'ispessimento e per le aderenze ùel pericardio a11a superficie esterna del cuore , 2 9 per l'es ito di trasudamento albuminoso-puriforme che costituiva uno strato membranaceo incollante il pericardio al cuore ; il quale esito, resosi visibile per il distaccamento del pericardio operl\losi col manico del coltello aoatomico, era riferibile

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(1) La Storia del Dott. Omegna sarà pubblicata nel prossimo numero.


-t .9n ad · un'antica /e lenta endo-pericardite , alla quale erano Il Dou. Tarrone sorse a nome dei Collegh i a renparimen te <la aiti·ibuirsi gli stringimenti morbosi delle dere grazie al Medico Divisionale noo solo per le esposte cose, ma ben anche per le utili cognizioni che loro impartì orecchiette, massimamoole della sinistra : 5o per l'antica nelle private Confe_renze in sua casa e terminò col diaderenza del polmone sinistro col pericardio o per le puchiarare che, a malgrado della lontananza, rimarrà ferma rulente caverne rinvenute nel polmone stesso. Quest'aunell'animo di r.iascheùuoo · 1a memo ria e la riconosceuza topsia avverò la diagnosi già falla dal Doli . Kalb di lenta per le .tante cure loro prodigate. endo-pericardite; Scu~m1rnì. L& Seduta del giorno 11 s' aperse da:i Datesi prima dal Presidente le disposi1.ioni nacessarie Segretario colla lellura del processo verbale della preperchè questo pezzo patologico fosse trasportato nella sala cedente tornata : dopo I' npprovazione del medesimo il delle Conferenze onde ciaschf'òuno dei Medici Militari Doti. Plaisanl lesse una Storia d' Artritide, riferita al presenti lo potesse allentamente esaminare, si chiuse la n° 25 del Gi ornale e n° 58 delle Storie , stata curala Seduta. dal Medico Divisionale al n° 57 della prim11 Sezione di Nella toroata dei 25, dopo fatte alcnne armotaiioni al proMedicina. cesso verbale per dimenticanze ed inesallezze occorse al li J)ott. Coruissclti lamnotaodo lo scarso numero dei Sègret. lìoll. Omegna nel dar il sunto della ;Sto~ia dell'artiColleghi prngenli a motivo del cambio di guurniuione e gliero Dematlei, alle <jllali aanotazioni presero parte li o pt.rendoglì che il caso altua.le no. o potesse dare luogo Dot.t. li.alb, Tarronu e Baroffio , il Medico Divisionale a discussioni, s'iotrattenne tuttavia nel rìcordare il vario comunicò ai Medici associali al Giornale di Medicina Militare ch'egli oi faceva r icoglitorc delle singol e quote I modo con cui fu s tudiata cotesta malattia d~gli Autori per trasmetterle poi cumulativam1-nte alla Direzione di I nei loro scrilli. Disse che i Francesi chiama110 cotesta malattia col nome generico di rc wmalismo, dividendolo poi detto Giornale. 1n quest'occasione il .Dott. Zavall;iro in reumatismo art,icolare e ·muscot,are a tenore della sede e espress,i il desiderio che qtwll'Dp<ml periodica s'occuche da Blli per reumatismo ordinariamente s'intende passe d'articoli intorno al l'Igiene Militare di cui egli credeva mancar al Corpo Sanitario-1\lilitare le cognizioni I quella special a[ezione che interessa i muscoli volonlari, i tendini ed i ligamenti, rnenlre per artritidli s' intende .necessarie a metlersi in rapporto coi Regolamenti Gover·· l' infiammazione che risieùe nelle membrane sinoviali nativi. J I Doli. Omegna nell'approvar<:: la fatta proposinei tessuti fibrosi delle articolazioni. Accennò di poi e zione diss~ avere raccolle molle notizie io proposito le altre divisioni rarnment~ndo che generalmente s'ammette quali intendeva l'are di pubblica ngione colle stamµo. Il possibi.le il reumalìo1uo do•:n11que esistunvi kssnli fihrosi Medico Divisionale dichiarò che si poteva far cenno di o muscolari. Soggiunse com' i Patol,,gi sieno dissenzienti sì falli desideri i uel processo· verbo le (1 ). su le caus':l, sn la uatura e su la terapia dell'artritiùe; i'iotificalasi in ~e~uito la prossima partenza delle Brimotivo per cui nnc.:or ultimamente fu essa ai·gomento di g:ile Aosta e Casale , oella previsione cho sarebhe sl:ita contrarie sentenze nel seno stesso del!' Accademia di impossibi le una nu0va .l:Uunione Scientrnca dello stesso Parigi. Personale' Sa11itario, il Presidento colse quell'occasiooe ))i falli , ei disse, lasciate in disparte le cause prediper sig1!ificar in generale agli UHìzial i di Sanilà del Presponenti, dipendent i dalle varie ct1nd ir.ioni intlividuali , sidio di part1rnza la sua soddigfazione per lo zelo e per sono le occasionali quelle che die<kro sempre molirn a l' jntell igenza spiegali nel sostoncr iJ servizio e per la dispareri, e fra essu io ispeciale mvdo il freddo umido frcq11 enza loro alle Conferenze ed ai corsi d'insegnamento. sul quale mollis$imi si fondano per arguire non essere Nel dichiarnr a lutli il suo sincero cordogl io p;r l'irnrniquesta malattia una vera e sincera infiammazione ma neote separaziou,•, esprPsse la spuraoza d'aver ollenuto un'affezione speciale dipendente da uria causa p:lrlic~lare il loro g1·adimento per le datesi cnre alla comuno istruil ~'ucinotti attribui al i' irnpeùita o perturbata occulta che zioo ,3 , comunic:rndo sempre i frulli della propria speente. Disse che Gia11uini vide J'artrilide esalazione della rienza e facPndo soggello di studio i casi importanti Mesvolgersi cosi presi.o dopo la causa reumatizzante che non dico-Chirnrgìti ; effalluando le necroscopie come mezzo esitò ad accellarla siccome unica; che Sydenham e Stoll di conferma dello fatte diagnosi e come vere fonti delle la ritennero come la più cooi11ne e che Houillaud la patologiche discipl ine; ulilizzando gli slessi cadaveri per tiene come la sola causa rnale. Soggiunse però che lo stud io dell'Anatomia· topografica, per l'esercizio delle Chomel e Grisolle versan io sentenze contrarie e che Opel'aZioni Chirurgiche e specialmente delle ampu,tazioni, Valleix accagionù Bouiliaud di poca esattezza nel!' osdisarlicolazioni, l<'galure d' arterie, suture cruente, aPfilisosl<•nHndo il reumatismo articolare acuto ricoSf'rvare , cazio11e d'apparecchi,, ecc. Ricordò per ultimo i discorsi noscere più sovente altre cause che non quella del freddo tenuli sul vasto argomento delle lesioni traumatiche, i conumido . Per essere giusl.i bisogna convenire che si notò su lti sopra alcune speciali malal.lie . sn l'Igiene del sol,spe,so cotesta malattia tenere dietro alla soppressioue di dato e soi modi più acconci ad <Witare fo lunghe permauno scoln ab iluale o d'una secrezione, al la . retrocessione nenze e le freq11euli comparse nello Speda le di soldati d'uo esantema e talvolta svolgersi seoza causa conoinfingardi che sono spesso la vera cagione µella sregolata sciuta. disciplina degli Spella li, ed esternò la speranza d'avere Quanto alla sua natura cioè se sia essa un' infiammagiustamente interpretato il l\egio Decrelo dei 50 d'ottobre. zione speciale o 110, proseguì lo stesso Med ico Div., non voler, egli alzarsi a giudice d'una quislione cotanto (1 )_ La Redazione già da lungo tempo avrebbe procurato di si:abrosa, ma preferire solo ricordare che tanto in Italia, soddisfar a questo sentito bisogno, se oon ne fosse stata distolta dal saper imminente la pubblicazione dell'Igiene Militare del quanto in Francia per comune conseuso dei Pratici è ·M~dico Divisionale Doti. Arella e non avesse 1tleso o l'i~vio al r iconosciuto io essa un genio particolare , benché vi siano Gtornale o la .pubblicuione della Memoria del Doti. Omegna. oppositori di grido, fra cui citò Douillaud il quale non

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Prima di chiudere la seduta ringraziò i .Medici Militari esitò a e'onsiderarla quale vera e frauca inGammaiione di questa Divisione che stavano per recarsi in Tori110, i ed a curarla ,come tale. Aggiunse che, se si dovesse quali, col loro zelo e colla loro altività cooperarono soco giudicar.e dai càra tleri fisi.ci locali, dalla prese1na della lui al buon andamento del servizio e coi loro lumi e cotenna nel sangue, dalla riazione generale, dalla virtù lavori concorser indefessi al conseguimento del lodevood azione dinamica dei farmaci contro del!a medesima lissimo scopo per il quale furo n instituilo le Conferenze raccomandali, si dovrebbt~ co11vcaìre nell'opinione <li così Scientifiche: espres~e percìò il suo rincrescimento nel distinto Pratico. vedersi privalo ùi persone cotante distinte a cui tributava I<'ece quindi cenno dell'analogia o della differenza che i più since1·i clogii. esiste tra l'artrite spontanea e la traumatica , notando I Doli. Bolieri e Crema i quali fino dall'ultima seduta ~ome, per la natura doi tessuti aITetti , sia <lessa sovente avevano mllnifestato questo loro desiderio, s'nniron al di difficile e lunga cura; la quale difficoltà di guarigione .Medico Divisionale i)er ringraziar i Collrghi i quali con 1oroò ed a to1·to in discredito del metodo antiflogistico. tanto accordo e cortesia vollero sempre dividere con Citò casi in cui co Ha pertinacia e co ll'iosistenza io loro le fatiche del sen•izio non risparmiandosi mai quando dello metodo si trionfò pienamente tanto d'artritidi spon• tanee, quanto delle traumatiche, ancorchè giudicate gra- I cadeva il caso d'adoprarsi oltre ai loro doveri per obvissime. Notò come l'andamento euatico comllne a lutto le 1 bligar i compagni. Hammentarono com'anche quelli cli infiammazioni superficiali , non sembri argomento vale- 1 servizio ài Quartieri non avessero mai cessalo di prestare spontanei l'opera loro nel servizio della guardia, sebbene vole per invocar ua genio od una nalllra speciale alla oon tenuli dal llegolamenlo. malattia in discorso ed addusse in proposito es~mpi 11 Dott. Plaisant, siccome uno di ,111elli che dovevano d' infiammazioni membranose e dermoidee egualmente allontanarsi dalla guarnigione, presentò per parte de'snoi migranti, su le qoali non cadde mai veru_o dubbio di ·1 compagni i ringraziamenti al Medico Divìsionale per le specialità flogistica. Tull;\via, ei disse, il rifletlere cl1e I lusinghevoli parole con Clli aveva mauifeslato il suo ramJ'arlrile traumatica non si rende mai erratica, rt"lnderebbe marico e disse essere loro molto doloroso il separarsi logica una differcuza reale tra questa e la spontanea. ConchiQse col ricordare come l'artrite vada sovente com- i da un Personaggiò da cui erano loro 1lerivali sempre huoui consigli ed una solida istruzione sia riguardo alla plicala ad endocardite e pericardi.te e possa anzi diITonScien-za, com'al modo di render il corpo Sanit~rio-Milidersi alle sierose tulle: fece la rassegna dei mezzi lare sempre più degno della stima e confidenza della terapeutici locali e generali contro della medesima Nazione e del Governo. Conchiuse dicendo chn avrebbe raceomandali e terminò dicendo che tullì i Pratici consempre avuta cara la memoria dei tratti di gentilezza e scienziosi non dubitano <l i ricorrere nei casi acuti al stima dal medesimo ricevuti. metodo antillogislico pronto ed energico non obbliaudo La seduta è levata alle ore 6. nello stesso tempo la diaforesL li Dott. Crema disse e's ser in massima d'accordo col Dotl. Comisselli , ma credere che non si ha torlo di considerare quest'infiammazione di genio speciale, non potendo a!Lrimeote· rendersi ragione del modo di migrare della medesima poichè oou si ·può immaginar un processo infiammatorio il quale passi da un'articolazione ad RJFL~SSLONI SUi.LE PASSEGGIATE M!LìT.-\RI un'altra senza che abbia percorso il suo periodo oeces· (Del Mtdico di Battaglione Dott. IloTTHH). ~r~ i

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PARTE SECONDA

il Doll. J3otteri a proposito delle facili metastasi di cotesta malallia, citò un ·caso d'artrite gonorroica stata osservata nel!'Ospedale di Genova in cui per bei, due volte comparve la gonfiezza con tulli gl i altri sintomi iofiammatorii al ginocchio destro, i quali disparvero col ritorno della gonorrea, mantenendo con quest'ultima un antagonismo evidentissimo sin· a chè non s'oppose all'artrite un metodo aoliflogistico energico; col quale e coll'applicazione conseculiva degli epispastici fu quella radicalmente vinta. Ad iostanza del Dott. Crema il Dott. Com isselti !espose i segni. . difforenziali dell'artrite e del reumatism~ ripeten~o ID gran parte ciò che aveva dt1lto in principio ed aggmnse che Valleix intende per artrite un'infìammazio.ne a~_tic~lare spontanea la· quale è fissa io una o più art1colaz1om con febbre ordinariamente intensa cd allribu!s_ce al reu~alismo lo speciale carallere erratico, pel' cui I fenomeni morbosi locali possono rapidamente scomparire, tornar e migrare di nuovo : nel primo caso il testé citalo Auloro dice essere presente un'infiammazione semplice, sincera e nel secondo al c~utrario un'iofiummaziooe che ha nulla di comune colle altre infiammazioni . ' come p. e. la polmonite , l'angina, ecc.

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D'utilità vera ed universalmente riconosciuta è l'instituzione delle PMseggiatc Militari allo scopo d' istruzione scieutifico•slralegica etl al fine <l'abituar il soldato alle fa. Liche delle marcie e contromarcie per lo<>ghi piani ed alpestri, per siti scoperti e boscosi, sollo la sf~za del sole ovvero colla miuaceia cd anche colla presenza di non dirotta pioggia. Ma se al soldato in genere riescono d'utilità ed aoco di diletto coteste passeggiate, pure non di merio rincrescimento oe prova alloraquando , per qualsiasi indisposizione di repente sopraggìunla o per debo lezza superstite a diuturne malallie d'indole astenica , ii egli nell'impossibilità d'oltre progredir e nou ha un carro s11 coi farsi traspo1·tare fin al silo <l'aziono nril cammino, fio al suo Quartiere nel ritoru<.>; per lo che quel soldato che gaio o lieto in sul matlino si dipartiva per uscirn alla campagna , ora mesto si scorge , sonapassando le sue forzo con grave suo danno per conlinna1' il cammino cogli altri suoi commilitoni ovvero costrello a rimanersi in dietro con la tema di essére Jascialo solo e , qoel che più monta I d'incorrere forse in una puniz ione non punto meritata. Ad ovviare a cotesto incoovenieuto facile cosa sarebbe se si provvedesse ogoi Reggimento od almeno ogni Bri•


gala d'un carro d'ambulanza di nuovo modello, il quale fosse così di scorta in ognì passeggiata militare. "Kè qui si creda che, con ispeciosa forma di tutelai· il ber,c del soldato e· dì dim oslrar il bisogno assoluto che il medesimo ha dì questo carro, io abbia io mira l' utile dell'Ufficiale o degli Uffi1;iali di Sanità i quali debboao accompagnar il Reggimento, chè 1a cosa non è cos) e dove pure la si volesse anc]rn considerar da quesl'aspello io crederei che le seguenti riflessioni rafforzerebbero an,11,ichè inval idare la mia proposizione. Di fallo nel Ilegolameoto di Campagna sì stabilì che ogni Uffiziale di Sani là addello ad un Corpo debba essere munito del suo cavalli) e ciò allo scopo che fresco giun gesse sul sito dell'azione e quivi potesse allender alle varie medicazioni ed operazioni che pòtesser occorrere. È vero che nelle passeggiate militari e negli esel'cizii comuni per baona sorte non accadon d'ordinario casi che obblighi o il Medico ad operare, ma ciò può accadere, ~uindi la necessità che il Medico non s'affatichi e non perda le sue forze nel camminar a piedi, piò; all'Uffiziale di Sanìlà accompagnante in marcia il Reggimento può avvenire che sia costretlo di prestare soccorso ad uu solòato so1'prtiso da une! sincope, da epilessia o da qualsiasi altro accidente e debba quivi perder alquanto di tempo: il Reggimento intanto avanza ed egli può a mala pena raggiungerlo o non lo raggiunge più, e quest'ultimo fatto .s'avvera di cerco se la ci1·costanza vuole ch'un secondo aoldato, un terzo, un quarto, ecc. abbisognino dei suoì soc-

corsi. Presentemente l'Uffiziale di Sanità è obbligalo io camminando di faticare del doppio, se non del triplo più degli altri che coo passo egua le procedon e, quando negli esposti casi abbia per buona ventura raggiunto il proprio Reggimento , egli trovasi tullo molle di sudore, trafelanle e privo di l'orze, se noo -di volontà, per far il dovere suo sti altri abbisognano deì suoi soccorsi. Ritornalo a casa, nell'atto che tutti gli altri Uffiziali e soldati possouo vacare liberamente al riposo, solo ]'Ufficiale di Sanità noi può, perchè è allora ch'ei debbe correro por le caserme e cominciare il giro delle visite agli Uffizi ali ed ai soldali che dell'opera sua abbisognano; j) che non è cerio indifl't!renle allora quando precipuamente gli Ufficiali sono d'alloggio discosti l'uno dall'altro. Inoltre 0011 ò egli per esercitaz ione che s'orcliaano queste'passeggiate, questi servigi d'avamposto, queste manovre, (_Jues\e fiuti, ba llagtie , ed il servi zio Sanitario è esso cosi da poco che de bba essere lull'aJI'atto trascuralo? perchè, essendo presente l'amlrnlanza , non si potrà del pari si· molar ad arte una ferita nelle varie regioni del corpo d'1111 sol<lalo qualunque 11er quindi farlo trasportare colle òf'l>ilc cautele ed ammaeslTar anche in tale guisa il soldato del come si debha condur iD tali contingenze ed a quanti uomini jncomba la stretta necessità d'allontanarsi dalla linea d'azione per portar il ferito all'ambulanza ecc. E chi vi ha che non conosca questa necessità tra quegli Ufficiali Sanilarii clie furon addetti ad un Reggimento, specialmente di Fanteria nelle ultime campagne di Lom· bardìa (1 ]\fa) se giova ancora, chi è che non vide corno rare divenissero le file dei comba ttenti, allorché cinque Cl sei soldati abhandonavan il loro posto per .soccorrer iJ loro compagno fer ito? Non sarebb'egli ollracciò d'una grand' utilità che gli lllì1i1li 5auilari 11eaai 4 i reDdener abili duranle tali

manovre sia nel dare le disposizioni necessarie per collocar il supposto ferito sia per rendersi famigliari tutti gli stromenti, tolti gli attrezzi che debboo esservi iu un carro d'amlln1auza ? Non sarebbe fors'aocora di grande utilità che ciascheduno tra i medesimi s'impratichisse a bene disporre il Personale che gli sarebb'affidato quando le diverse contingenze ed i variati casi ciò richiedessero ed, occorrend'il caso, non avvenga che ancora si ritrovino Uffiziali di Sanità i quali non sappiano soddisfar alla loro parte per imperizia? · Per le sovra esposte ragioni a me pare si possa indurre essere di somma necessità ch'ogni Reggimento di Fanteria sia provvisto d'un' Ambulanza di nuovo modello, per· chè così si raggiungerebbe il triplice scopo d'offrir all'Uffiziale Sanitario seduto in sul davauti un luogo dove riposarsi, aell'interno il comodo di collocarvi quei soldati che fossero nell'impossibilità di continuar il cammino a piedi ed in fine un mezzo di tenersi io continuo ed importantissimo esercizio sanitario di campagna, onde l'Uffiziale di Sanità non venga meno al dovere che gl'incombe ai soc~ correre prontamente o scientemente il so.ldato con lulli quei molti mezzi che ha a sua disposizione.

ANNUNZIO LA

G .uZET'fA .MrmicA h.ALIANA DE(-½Lt STARI SARDI

continua le sue pubblicazioni sotto la,Direzione del Dott. G,ov ANNI BATTISTA BoRELLl ed oggi comincia il suo terz'anno d'esistenza. Sì pubblica ogni lunedì in otto pagine con supplementi gratuiti. L'abbonamento costa lire 12 per no anno, lire 6 per un semestre .. All'oggetto di facilitare quanto più è possibile la diJTusione delle nozioni Scientifico-Pratiche, la Direzione della Gazzella Medica apre pel prossimo aooo nn abbonamento complessivo col Giornale.della R. Accademia Medico-Chirurgica per il solo prnzzo di lire 24 per gli Stati Sardi, io vece di lire 50 ch1;1 importerebbe l'abbonamento sepa· rato dei due Giornali. Gli abbonamenti per Torino si ricevono all'ufficio della Direzione della ftazzettu 'Afedica d11gli Stati Sardi, via del Fieno, num 0 8, Tipografia Nazionale. Per le Provincie basta inviar un vaglia postale all'io-· di rizzo del Uirettore.

ERRATA CORRIGE Nel ourn° precedente, pag. 178, col. 1.a, linea 57 dei soli - leggi - dai soli. " Pag. '179, col. 1.a, linea t.a - posteriore - leggi anteriore. Pag. 179, col. I.a, lìnea 4 e 5 - da entrambe lo aperture ùel tumore spugnoso, ecc. - leggi ,- Da entrambe le aperturn del tumore, dietro compressione fatta colla mano, come da spugna spremuta usciva il sangue. Pag. 179 col. 2.a liuea 54 - praticati leg;i praticate. Pag. 185, col. 2.a, linea 51 - supplemento - leggi - snpplernenti. Pag. 185 col. 2.a lio, 42 - abbonanamenti, - leggi - abbonamenti. Il Direl.lore Doti. COMISSETTI Med. DiY. Il Vice· Direttore responsapile Doti. Bar. de Deanfo~t M. I\.

Torino, 181.t, Pelaua, Tipoifafia Subalpina,. Yia Alfieri, 11• -..


( ai 12 cli gennaio 1852 )

ANNOI

GIORNALE DI IIEDICINA IIILTI ARE 1

DEL CORPO SANITARIO DELL'ARUA'R\\ SARDA L'associazione non si riceve cbopernn anno e comincia col t 0 d'agosto. Il Gioraalesi pubbl1lca nel ianodidi ciascbcduoa sellimana. rllEZZO D'ASSOCIAZIONE

lo Torino . . . . . . . . L. IO. Jn Provincia ed ull'E.;tcro, franco di posta . . L. t I. L'abbonamento dl'li hn p~g:arsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non mililari rìcevonsi alla 'l'1rocn.1F1.~ Si;a.\LPl.'IA via Alfieri, uomo 24. Le lettere per abbonamento al Giornale dcbb,1n esser :ilfrancal.., cd ace-0m1>agoate dc1 vagita µosta!,;.

1° Doti. COSTA!\7.0: Sulle Termo <l'Aix. - 2° Doli. OMEG NA: Frattura complicata. - 30 Ooll. :'\ICOLIS: Amau1·osi. - 4u l\eluzione <lclle C:onf1!l'C1WA! Scieolifìrhc. - 5° Dott.

S0ll.MARIO. -

MoT·r1N1: Rivista <li Ciorn. - 6° llolletl. Ulf. - 1° Adcsiolli.

PARTE PRl!l!l

[)'~'!. 1:x: IN 8;,. VOlì\ E sui I.o no

Sù,LLB T1rn ~m

l!l'FE rT1

OS$1!11VATI JHil MILIT ,\RI DtJIIASTR LA STJ.GIO!'iE IIAL1

1'U!Alll.\ Dd,l. AN:SO

185 l

( Memoria l efla do,l lt!<.'dico di R,·ggimcnto Doti. CosTAN.:o · in ima. C<lnferen za di Sciambcri). (Y. i 1;umeri 23 e 24).

È noto aubasta11za come nello psendorenmalalgie cro!1iche, nl'i <lo 1ori cli ùuùbia origiue le acqu o termali coslring,rno la s,f.ìl ido latontc a compari,· i11 ìsc\lna offrnnt0 ì -siolomi suoi 1::!ratteristici, preiiosi al Pratico fio allora tentennante nella cura. :Nun solamP.111(1 alcuni di questi ùolori pseudoreumatici furono smascherali nel corso della stagiono haluea ria, m:1 eomparvo pur un os1eo-periosl1te sil1li tica alla prima falange dell'indice ddla mano sinistra nel Cavalleggiero cl'Alessauclria D. B., staio affe llo anni prima da ulcere e ùnbl>oni l~l'imilil'i. L'ammalato e rasi, recalo ai Bagni per erpe!e crostaceo allo gamho, comparso anteriormente all'infeziooe vooen•a primitivo. ~aumè (1) raceonta 11.1 caso in cni le Acque d'Ai.x d1.1amaro11 al la péllo 111111 silìliclu pust11loso-11lcerosa cara_ll~r_islica Olio an ni dopo la scomparsa dl!i sinlorni primttrv 1. :Ve$pin~ (Manua!o cit.) narra di dolori re11ma1al<>ici su box:dinati alle variazioni atmosferiche, i quali co~ l'u.iO delle Trrme•si rcser osteocopi acerbi nella notte ed i11rermillenli all' ~urora. !Ti questi falli ne osservarono lulli A-Jedici Specialisti Termu-.llalnculogi.

II

Ricord e con lui molti ScritlMi ili malalli" ,·c11c rc11 conda1111a110 l'uso ddle Termo nella sifìliJo. l',i.-i::lnno pero nel Gahiucllù l'atolor:ico di q111isto S1auili1nuntn, ioudato per curt1 11d lodalo !}ou . De,piuo fìf;lio , ~1,•,llco l,p.- 11oro bt•nem1iri10, non pochi casi di lne venereo ir: vcter,11.,1 al Ler1.o periodo, periostosi, carie, n~cro,ii, proJigiosamcntc guaritt, coll'uso dellò opera1ioni termali. E ve,·o d113 l'oziorm del mercurio f:1 saviarncnle c•>muinata ol l'uiiooc <leilu Ten111.1, ma quclln ora gi;'; .statv prima adoperalo inutilmente et! in di~erso forlllc. Senz'allribuire pertar.to io senso a,5olato la virtù antisifìlitica a qm~sle acque , convieno ·riconosccro nel:e modcsimo un potcnto " lalor unico ousiliario del mercurio nella curu dei 1m>dolli . sifili1ici lorziarii, or:.linari:;rncnlll riùelli allo sp.:cifico. La qual oss1•rvaziona è pure coc:f~r· mala tlalla pralicil dtil Doti. Bcrlier, il <Jnolo pubbli1\avo ultimarne111c un Opu~co lello in cui sono rngistrale l t1 s!c,rie di tlvluri oslcocopi ed ososlosi veneree guari to coi bagni a vaporH e colle fri1.ioni mercuriali. Cnsi analoghi ha citali il Dott. Guilla11d fi glio (Iliotoir11 !r16dicale de l'Hos1,frc d'Aix, sai$on 18-15). J citali Pratici no~ osservarono mai il ptialismo od altri fonomooi d'idrargirosi durnnle la cura L,•rmo-rnercnriale, sia ciò riferibilo alla solforinazione <lei mercurio(?) où al continuo lavoro della pollo dornnlli la cura :erinalt1 . J.J~vo11do finalment11 tracciar on qua.lt'cJ nosologico 1) numerico delle malattiu curale nella st.igiono c•I iilrli carc i risullamenti dello c:iro , ùebbo prc111cller es..~eru ooo poche le d1fficollà che s'inconirau in lai op1!ra ziono. Primieramenlo trall,wdosi d'off,·zioni croniche di c!ullhia origine e natura, cl'alfrzi,rni diverse t11lord co!lsi51culi nello stesso soggollo e più o rnooo fra loro indipendenti o subordinate, r io.,co dillìci!o una clas~i!ìca1.io1rn che 1,1110 te riunisca soll' il rappor\o d'nn elerneulo pato:;;enetico comune, coslaole eù abbastanza conosci1110. AltMndc la To vt•la nosologica debb'esser crni11cnt1•mon t,i pratica e per quau10 possiliilo parallela ai ri ~ultamenti lerapèulici soozu scoslarsi dalla cladsi(ì1:azi1>110 g,-,;,cral · mente ndollata dai !\ledici Termafoti ph'1 c,perli. Ptirciò la natura delle rn1lo1t:o, la sode, l'in<lnl!\ , I a forma d,•hbon avere parte nella loro distrihuzion.; in gcucri e ra · mi~lie.

(I) Précis 1'béorique cl P;·a.t:q11ù sui· le, maladieu rénérirnncs: Yol. I , pag. 373.

Nello stabilire poi i rimltamen(i più o meno favor!i \•oli o 1wg:iti1•i uc!la eura nui militari oi i rest'nla u~a d1ffi -


194 collà che non inconlra,i generalmente nella l\fodicina civile. Di falli il militare ha talor inlere5se a dissimular i vanta.on i della cnra termale e -lrat tan<losi , come occorre 00 .. sovente, di malattie non allrimento rivelale fuorchù per passioni sub!Jic!li ve, C{)rne dvlMi , im potenza di rnovi menti, ecc. possono queste essere simulale cd esagerale prima e dopo la cura. 1}lollre la cura termale ordinaria ò fìssala col tlc'rmine di venLi giorni: e come sta bi lirne i risnltamenti sul fìne di si llreve perioùo mc11lre sappiamo mostrarsi ordinariamente Lardi gli effetti c\'11na c11 ra tc!rmale, lanlo più nello rna!atlie r.ro11id1e divenute quasi abilunl i r Per queste ragioni neì delì11ir i ri ,;11ltanwn ti della cura sarauno nota li solameule in due distinte colo11nc, il r)'li· glioramen to ed il nessun ef1'd10, omirn~sga la 'colonr1a <lei]<:} guarigioni. In 011a lerza categoria polrellbero lìgu· rar i r isullamenli di peggioramento q11alora non si fossero rimand~ ti per tempo alcirni $oldali in cui la cura termale. riusciva eviùen te·menle nocivà. J militari stati ;) mmessi ai Bag11 i nella stngione son in 11nmcro <l i ()5; a questi corrispon de nella Tavola un eguale numero <li malattie, poic;hè nei· casi d' affezioni diverse cocsislenli nèlla ste55a persona si tenne co11lo solamente della malallia ' priiicipale o di quella per cui convcn iva l'(iso <ldlc Ter-mc, pcrmellen1!olo la malallia concoruitantt1. TAVOLA S11'i0TTI CA l'iUllER!C!.

Ddle malallie curale nei mil-ilari ammessi ai Bagni tl'Aix nella sta9iu1ie 1851 coll'indicazione dei r isul-

tamenti della cura .

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mnscolari artiC'olari. rfrrvose (sciati thc). A1' '1l!Z IO l'H iMPllTlùli'iOS g squa mose e furf,1racee macu'o,c p11stoluso crostose. furoncolari. Scrofole propriamcot o SCl\O.FOI.OSE AFFEZIONI delle ( ade11ili , ul cere, fìstolc). Sarcoccli C{ìxal~ic .A l'liì;ztOl'it TR AUM A'rJCfIE Semianchilosi e r igi, (SllQllELE DI ) . dczze . l)olori voghi, ·abt>rtJzioni <li sensibiltlà .4!-' FEZW:'ìl .~1F11.1 Ti cm~ Sifilide pu~tolosa L'olori osteocopi (t.ABV ,\Tll) CAS I rsoun ;, fo nia (laringi(e cronica) . AF1'Jl.ZIONI nEnL\T CHE

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llrlEVE P.HS(iCONTO STOl\l ,ç O Dl!l CASI PI U' RllUI\CllEVOLI.

Lé :a[fczio;1i rcumatiH1e merilan il primo ,posto in qne 1,la dis'tÌ'jhm ioM sia pcl· maggioro numl:lrr , sia pel va!:•

laggio che traggon ordinariamente dalle 1'e rme. La loro frequenza nei soldati è relaLi va a l genere ùi vÌla, agli escrcizii corpora li, allll marcie e fatiche ti' ogni genere , alle cau_,é reuma tizzanti a cui son esposti con tinuamente. Ora nei muscoli , ora Ìl€11c articola.zioni , ora nel tra . gillo <lei nervi , speèia lmenie .ischiatièi, si mau ìfos1arono i dolori reumatici o fi,s i o vagii; , raramente continui od affatto intermittenti, più sov(Ì1ùè rernilt.e11 Li e subordinat i a!!e variazion i atm%feriche . .cd al congiame11to <lelle s ta. gioni . Q1rnst'ullirno cara'llere èostanternenle osservalo neì dolori ischiatici che si pr~senl.aron ai Bagn i, I.J notiz ie ez iologiclie ed il vantaggio <lellc Terme loro vaber il posto nella classe delll:l alTezioni reuma tiche. Presi da reumatismo furtlll in genera le i mi litari pili robusti , megl io co11 fo rmali e non ta nto giovini. I bagni d'imme;sione, quelli a vapore, le doccialurc a pioggia e la stropiei:i.1 lura (ma;sage) prodnsscr in generale huo11i risulta menti . Giova pE:'rò notare che i migliori eifolti sonosi notali nelle affezioni reuma tiche l<igi11.ime, sincere .e non tanto recenti , come pnr in q,1elle che d;i ll'infi11sso dell'incon gruo o soverchio nso del mercurio sem!Jn1van aver avuto principio. In quest' ultirrio caso i dolori conservarono si retta relazione co lle variazioni almosfcri che ed erano s'on~nte accompagnali da ricorrente p1ial iscno, stornalilt! o cronico ingorgo dclf~l ghi.wdo le s~ hva li o co11globato cerv ical i. Nei ca3i in vece in cui la co11dir.ione reumatica era a,socia ta alfa sifì litica 110n s' ellh,i allro van tagg io fuo rch è qtJcllo notato dagli Au tori di toglier alla sifìl iclc l'clemcnlv reumatico che la mascherava . Onesto s.> ~ osservato in qnattr·o casi che figurano nf;)lla ; lasse dello a!Tczioni sìlìlihche. tn nno di q,iesli , olt rachò i dolori presero l'andamento siWitico, cornrarvero pn,;toln cong~:neri caralteristid)e alla pelle del do rso, del collo e del pello. Non s'cbbn a curar i noli grav i p,·oc.lotti del re1J matisrno invetL~rnt,1, come l'anestesia, la pnralisia , l'anchilosi, ecc., ma non mancarono ùoe casi di sem i a11r.hi losi· ili c11 i fan'tnO breve parola. Fra lta11to è da notarsi:,c.om~ i .<lc,lori reumatici articolnri, spec ialrnent0 al pici.le1;{.i h , lJ1a110 soyente origine lonta na e.la <li,torsione 111eccauiJa· a cu i s'aggiungo no cause reumatizzanti e diventa no cro-' nici e soggett i alle variazioni alm,>sfHriche. T àl è il caso seguente del Bri gadiere <lei Carab,nieri Reali Ilerthod 2v Claudio aff,1tlo d,a semianch ilosi al pinde sinistro. li ma lo era nalo Cino dall'anno 1845 in seeuilo a violenta distor sione dei legamfn,li . r.u arilo lernp;r,rn,:amcnlc•, i dolori si risvc•glia rono nel 1848 in segui to a lunghe marcie e causo reumatizzanti. Il rmitoclo anlt!1ogistico ed i Bagni d'Aix lo guarirono 1111ovamenlc nel 1849; poi s'aggiu nser altre cau$e di reumatismo e questo si fi ssava r,uovarnent e a quel la parto con leggiera tumefaz ione, con dolori e con diffico!là nei rnovimeoti, maggiormente ·sen 1i1i nell'io. flusso delle variazio11i almo;;feriche. L'arnma!a!.o è sui 40 an ni : rohus10 e Larcltiato, olir'e~l i un evidente predom inio neg li organ i dell'apparato c;hilopoietico. Quest'anno si prolra,;;se la cura termale a 35 giorni .e s't:bbe notabile va ntaggio. Un altro caso òi dolori reum;itici ·con semianchilosi s'cbbo in A11tonio Bava giovine soldato del 10 Re•>oi eo m~nlo. La ma lGllia dnrava <la due anni in seguito ad in. len,issima _a!lriti<lo so!forta a! Campo d' fslruiion o per cui s'adofer;a.va un motodo an:ifh3i.s,ìco ener;;ièo e pr~nto


meo1o i furonc•1li l'icorrenti in diversi !em pi nelle varie ma non poteva impedirsi che trascorresse allo sla!o croparti dd corpo erano pur accompagnali eia .dolor i nt>nral nico con scmianchìlosi e rigid ità, spccialmcute alle e~tr~ gici al sinistro lato <lcll:1 per:;o na. Ptemess:.1 una cura mità inferiori . L'ammalalo <l i debole coslill17,ionn e dil1depuraliva falla allo Sped.ilu, si conseguì notabile vanlaf!_ ca1a si recava ai Bagni giù pro~ lralo lii forze e sdibcllo, gid da queste acque già provale utilmente _ ue ll' anno usati i dovuli riguardi, alJbia t,illerata l'intiera cu ra terscorso. male non l:'bbo però St'.nsihile vnntaggio . Il soldato Giol'anni Boriando riel 15 r no teria, ~r~nni I<ra' Je cnrc di reumalismi cror:ici universali, d'osti26, di buona cos til11zio11e e nato da parenti sani, in seguito nale Jumbagi11i e d'i::chialgie reumatiche coronate di bnon all e l'ebhri terzane ch,i lo travagliarono per ,1,1 mesi si succc,so meritano speciale menz ione quel le avvenute in irnprovvisan1e1t1n coperto di furoncoli quà t• là dissevide quattro Carabinieri Reali t1Jtli sui 40 ann i, robusti, atleminat i sul la superficie del corpo. Ora sono due anni tici, d'ollim,1 conformazione fi; ica, di cu i alcuni da anni presero questi sede nella garnua sinistra la quale è votravaglia li da dolori reumatalgici ricorrenti, tolleravano lurninosa, rosso-scura e lcggiermente edema tosa di pa;con migl ioramenlo .ernpre progres,;ivo l'energica azione sivo inlìlt r.Jmeoto sierow che rit iene l'impress ione d1~ I del le docce e stufe d'Inferno a cui esponevansi giornal_ di(o comprirni:'nte. 1 uroncol i rnotliplic; percorron in dimente . _ versi tempi le loro f,isi, sicthe l'uno nasce: J',i!tro supAffezfoni impetiginose . Proseguendo in ragione del nupura, i I lerzo tùntlè a chin<lcrsi per fare luogo ai succes· mc.ro e de,i vant,1g,4i ottenu ti Jal la cura terrna'ie, co rre il sivi . f uron inuti li d1viirse cure pratica te nnll' O,pc· 111rno delle ma!auie imp1•tiginos8 in cui s'osservarono lo dale . . forme maculosa, f11rl'nrac;ea, squamosa, p;istolosa, cro55 giorn i di cura colle Joctiatnre s1rnci;1JrnentP, lhipo stosa e f11ron colar~. Più o men invetera ta, più o 111 1!110 coi IJa~11i a vapore e colitt uevande, è ri,lolla la gamba td estesà sn la 811pt~rCicie ctc l corpo , talora fissa e costa·111c volurm\ alla l'orma ccl al colore naturale ed appena seri1al1, ra vaga e ricorrente per l'influsso-di parti colari circo'. lesi ancora col ta.llo qualdrn nocciolo ind 11 ralo, fusi gli stanze, l'cru7.ione erJ. iu àlcuni genl ilizla ed_in altri acci. allri o scomparsi pt>r ri,ol11 zionl}. dentale. Affezioni scrof'ulose ·Le alfol ionì linfatiche o scrofolose~ Nella maggiore parie dPi casi crasi luntala in vauo che si pnlSt>n lnron in pcrsouc in cui l'abi10 esterno del nna et.ira d~puraliva e~ :,' ebbe maggiore \'a11tag3io corpo, il temperamento, la ~osl ituziona, gli alti ii1oruosi che non nei casi re•:Pnti d'ammalali. non stati ancor i.lSpreceduti indicava n abbastanza quella diatesi, si riducon o ~oggP llati a tn ra. Furon utili i bagni d"irumNsione , i a passivi ingo rghi ghiandolari o viscerali , induri ment i , bagni a vapwe nni~er·snli e pan iali e l' uso interno abulcerazioni diV(!rse ed a!Teziuni ar ti colari . bond,1111c dell'acqua solforosa fredda di Marlio,,, ma poco Un giovine so ldato del 15• Hnggirnento preseid,lva un tolleri1 le le docciature. ingo rgo cron:c:o dei ganglii sollasccllari. li tumore d,•J · ,La bevanda di J\'Ia r!Ì1Jz riesce utile specialmente nei volum11 d'un uovo di ga llin a, duro , indolente ed appena casi piutly~lo l'rèqoe11ti in coi l'erDorescenza cut~nca è mobile, era i I residuo di strurovso b11hbor1e asce Iia re JHS associala e pltì ~~ meno subordinata a I uno staio irritasalo lenlam cn\e e parzialmente a suppurazione. l'\elto spa tivò o Òogistico k nlo cklie vie gasLro-enterid1e . . zio di due ann i t't1 ten ta ta diverse volte ed in11t i!mc11\e 1~ Fra gli ahri · citeremo il r.aso d' un tergente del 151l risoluzione. La d,h~cia locale asce 11clente ora c:Jl1la, 1Jra l\eggimeolo (Mt>trn Car!o} alfollo da Npde a.Ila facc ia Hrcd1.la, ora Scozze.~e , alcrini bagn i <li pisciua ed i fa11 glii fino dal 18-17, 1,er l'Ui era slalo inutiltnente. soll,,posto alla ungamenh! ripetuti riclusser il t11 mor al terzo circa del cura lt:rm alt} i11 Ac<J1ii. Hiparò in se;,u ilo piL1 volle al 'o suo volume. Spedalt! e soslt~1wH ctiverso c11rn in ciii 11 00 trascuravas i Vi fnrono sei casi ò'a (fozir,ni congeneri alle ghi<:1Hlole la 1;as1rite lenta da cni era affello; ma sempre inuti lmen te· li11fa ti ,: ll e dt>l co!iu: ingor~hi r.rollicì, indnrinrnnti, ulct•rtJ Quest'anno dopo una cura termale di soli 20 giorn i Ìn termi11.:i bili, co11ÒCl1lÌ fis tolosi, cica trici deform i, In al ricavò 11otduil0 vau'taggio. La sere, la Jispllpsia , la dis.ip· cun i datuvauo da anni le prime trame 1lcll:i rnalal\ia : la petenza e la stilichen.J. abi 111ale svanirono co11 l'uso abma ggiore parte da v..iri i rnc,i gi,1cevn 110 nell'Ospeda le: k1 bondaole ri i quella bevanda; l'cniz. ione ri$ipoliforme dl'lla mah1 tlie t!ra110 ;,laz.ionarie cd inutili tornaron i rirnedii $pef:,ccia assunse un ni'iglior aspello pel coJore rosso mt·no cifìci, a11 Liscro folosi, touici, ri6o lvc11ti , 1lept1ra tiv i. La cura carico e p"I salutare processo di desquamazionci clic tern1a.l.e sccomlala dal can~i:1me11 !0 d'aria, di villo, d'.ili islava avv ianaosi , ma sfortunatamen te il Mctraz essendo tmlini produ5Se buo ni ris ultamenli, non so!ame11te su;;li VM111to all'ultill)a muta, l.1 cu ra non ha polu!O p1 olungarsi :itti morbosi lucali ma altrcsì sllilo stato generale de 5! i ollre ai \'enti giorni. amm,llali. Quindi le grosse cicatrici as,,uitigliatc, i,f iuIn un caso d'erpete pnstùloso in c;oi 1'1iru1.ìone ;:incora goq; hi (;hian1lo lari sciolli in partu o tolalnH'ute, alc11n.e recente si vedeva circondala da ma r;c: hie dì colore rosso5curo ·quasi di rame coll'aggiunta di dolor i articolar i clte ulcere chi1,1sc e<l al:rc avv iate ulla guarigione . Un falt-gnarne d,d 10·0 Reggimento (ù lJ 1,ri Giu•eppll) per iod I z.ii e ii o!og[ci e per l'a11cla mento parevano si!ìli tic i, d'anni 52, di l'orle costilllzione e d':i.bilo ~ppare111enH~:·,t::1 non s'ebbti vantaggio dalle Terme. er.petico tr.o va,:a~i da mesi ali'O~p11J ,t1,~ di S1,;iumheiì piir 1;osi Pi1rn in on caso in cui la Jialesi sifilitica pìutlo5lO cheerp1~1ir·a era annu11ziata t!a l1'~bito esterno dd corpù, impolenz_a tl1 lllovinrnnli ;i.ll'arto inferiore siui; l ro. Co.!tr ,,pportu ne e d•ligen ti 1 i:1tla,;i11 i diagnostichll e! i . dallo sta to ilelle g,, ngivc c da eruzione rnaculosa liv ida minalo il ~osp,·tl•1 tl"alf... zione al midù!lo spiirn!i;, al nervo alle garnlic, 11un s'ebbe vantaggio dalle Terme le quali: isd1i,1tico, ai rnn,co li ed all'articolazione ileo-Jcmor:J!,~, il furon anzi male tol lerate. ~-1edico di l>tv isione sav iamente ragiooa 11ùo al letl,} delAlle malatt ie impetigino~e ct·pen-.l<>nli da una p:irticol'am malalo ed io prcscnz~ elci Ml'dici della Sezione foeeva Jarn viziosa ' co~U t11zior,e soltdQ -umornlc si riftiri scono tre ùiJgnusi di rmleriale ostacolo alla circdazione sang\!lg:,a casi ~li tliall'si furo nc,,!Jre. 1n un Furiere del 16° Rt:!ggi


HG ed nll'innervazione del memùro·per Lumoro comprimonto i snoi nervi e vasi cospicui. Di falli era palpabile attraverso d~lle pareli addominali 1111' ingros~arnen{o doi gangli i Iinfatici dolla fossa iliaca corrispondente e questa compressione meccanica dei vasi e neni crurali eia va ragiono dt'll' impotenza ai movimenti' ddla sensibilità e calorificazione innaturali' i.lella ci:wosi cd atrofia del membro. Qwrndo giunse ai Bai.;ni offriva pure un'evidente tumidezza all'articolazione 1ibio-asl,a.ga lea. Sia la condiziornì scrofolosa, si·a un'antica malsania n;umalìca o,1 f:rpetica che presiedesse a siffatti disordini della vita, il fallo è che forou i1111Lili le tl i,·erse cure successivamente dirette contro ciaschctluua dello sospello discrasiù e che i bag11i proclu,sero quaicl1e vantaggio (1) Fu meno fort1rna la la cura 111~i cas i seg111• 11: i : Un Carabinierll Heale, d' arini 26, d' abito scrofoloso. pre~elltava la malallia ai testicoli , da va rii me~i vo!umi11osi, pesanti, bernoccoluti, sarcoceli(;i. G ià operalo d'idrocele, l'apertura era lullora snppuran10 e fistolosa. Coesi·steva pur un'altra fi;tola al braccio !'inistro consecutiva a t11rrwro od ascesso linfatiw. Ali(• prime oµerara1.ioni torrnÙli si svegliava I.i febbre c,>a manifes ta esa· cerbazìonc dei sintomi 101:ali per cui si 1lo•ello sogpen·dcrc la cura. Fu questa ripresa e dì nuovo so,pesn finché si dovellc 1n1lasciar aiT,>110. l n due ca~i la scrofola, slula pure preceduta da non <.luhhio mauifostazioni in altr,J parli del cvrpo, erosi fi1;,nnen te !ìs;ata sull'articolazione ileo-femorale.

( Co11tinua).

STORIE DI CASI RHIARCUEV.OLI. 59 F1-1.A.T1' URA GOMPLlGATA (St, ria lcrta ili u.na Conferenza d'Alc:;andria dai LÌlclilco cli JJallagl ilmc 1)011. Oa11WNA). J\Ienlr'il Soldato J' Arligl. Gìovam,i Demaltci a-Ucncle,11 ,ii 5 d'abu~lo iu siJ gli spalti dt:lfa Citlathilla alla rna11ovra del

rasporto dei cannoui Ji gro,sd cahhru, per i' ill\pro,·vi:;o squarciarsi d'uua J'uoc d'azione precipitò egli d'un tratto 11d fussa \o svUo,,-tantO' ai medesimi spalti, sopra di lui r-oYesciamlo~i ed io pari tempo cadt'.udo· un c-avalldto di kgoo aJ U$U della stessa ma1,vvn1. fo <Jlll'Slo disgr.aziosO' acc-1deuto il Dcmaller rilevò nel-· l'ano wferiorn .sinistro :-: O l La frauura ohbliq11à del torz'fnferi"ore del femore. 2° La fr,;llura como1iuulil'a deglt ossi tihia e pcroue nella !uro part,1 media con laccrd:Z:•0110· dello parli molli cd uscila d1 ,chegge· oss~e·., 5u La fnwura tlci Hlij!leuii dt•gli stessi ossi complicala a ~cmilussazione del;'articolaziooe tit10-astragalea. Tra~ptH'l?.lo poco dopo i'actaduto allo' Spedale, il l)ullal!ei fu c0nvt11icntemenle· adagiato ucl letto e gli fu. mito r roch,alì 11 J.trimi soccorsi comandatì dall'csi3em:a del t'.ilSO , Ac.cvrsu quindi il :Medico Di\-i;;ionati.i con molti altri !ti edki :.iìi:,~ri, fra ì CJ11ali lo Sc6ventc, _,,__~_dnpo maturo 1

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esame delle parli le,e e dello stato generalo :dell'ammalato, conchiuse il primo della necessità dell'amputat.ior.e immediata da praticarsi al terzo inferiore del femore sinistro. A quest' operaziouC\ rilìolossi in su lo prim<, l'amm~lato, ma, d(,po alcone ore co11vi11t'egii stesso di tal o n(-\cessità, vi si sottomi;e. L'nllo operativo fu esoguilo dal Mdico Divisionsle che praticò J;i sezione delle pnli molli oella regiono indie.ila col rnelodo circolare in 1111 sol tempo. Per lJllan!o q11cst'allo fosse compito con prestezza, l'ammalalo fu due volte colto da deliquio c: ,e non si rinnovò più dopo compila l'operazione (applica.ione cli ghia.ccìe {o. calmenfe; interriammte b;,1:ande subacidc ed a11odine ). La notte fu dall'amm:d.1to p~ssala tranquiliamente. Nella rn3seguenle rn111lina dei 6, si m;i11ifes1ò il vomito con altri sinlomi d'a[fozione ga,triea (br.vande solutive; localme11Je si cu11tinuò L'applicazione delle $Ostanze /i·edde ). Nella nolle si svolse la febbre di riazione, accornpagòala d11 selo, calor alla pelle, faccia Olùllo ros,a, respirazione stentala, tosse ( salasso che /it rnsseguilo da deliquio ; bcll(tnde tempcrcmti; continwJ:zion,! del ghiaccio). L'ammalalo JHl.<~ò in istalo rli calma il giorno settime del mese e la ,uccessiva 110110 ( co111inuazione dei m~desimi compensi ter-.ziwtici estr.nii ,d interni), Agli 8 ricornparvcr alcuni ft>nomeni di mite ri;iziorrn. L'ammalato si lagnava di tlùlori ali' osso saao per qualunquo bcnchb piccolo trwvitnento dd corpo; il moncone si prei;t!ritò tumid,> ( applica;ione di fiiaccica. spalmate d'ungue.1110 di Gafono sulla ferita; continuazione dei bagni {,·ed.di sul m.onco"e ). Nella sera la fobbro era pi1ì ri~cntita { salasso; be,·a11d1J tempenmci ).•. Nella mattina <lei 9 l'ammalalo tr11 calmo; offriva l.t lingua feccio50-bia11caslra; dal m,,nco110 sempre pirì lnmiGg stilla\·a una malcria siero-liufatica (sle.ua medicatura del giorno prececlentc ). Nel medesimo stato passò la giornata dei 10 ( ,11m come sopra ). Ne;la Hta!lina degli 11 ricomparve la fehhre; moncone lum1t.lo con maccliie grigi e ndla rn,l parte ;;nkl'iore; molla secrezioue di sierosità ( medical ttra come Jopra; /Jccande acidulale). Hopo il tPt'Z7.v giorno la fd,bre ii rese più intensa; il moncone pi 1'1 gonfio; Jo siero eh, stillava aveva odoro fetente. Alle ore qua!lro pomeridian, l'ammalato era in subtlel1rio con polsi frnquenti.;.s:01i; il calore dcli.a pelle ure11te; agitazione sm~oi(,sa di tu Il.a la persona ( btPancle anodine; bagn.ì freddi sul capo; cli$lcre 1ol11tivo ). l>a q11ell'ora lulli li fenomeni morbo!Ì s'aggravarono; al subdelirio .s11<:ccssa il delirio, q11ind 1 il sc1 pore; la tumdaziono del mo11con1} si diffuse prima allo scroto, poi alla natica corri.spo11dento, in lìne ;il fianco. In questo miserando stato perdurù fin allo ù.uè e mezzo lici mallino in cui Ct}!!,ò di vivere. A1rrnrsu. Dopo 24 oro dalla m_orto il cadavere dol Demattei presentava nel ruoncc,ne una ..-asta t1in1cf,.zion~ tH,fìsematica che s'estendeva lin oltre alla metà <h·l lronc.o; con la pressione conti1111ava a f;lillarn dalla ferita un sit!ro fetido che aveva assunto · il fetore dd!a putrefazioue. Fa lla la sezione del mon(:one vi $i nolaron alcun~ profonde lacerazioni con istr;wnso di sa11~uc livido, prodotto dagli estremi ossei frat1:1ra 1i; i n111sr.:oli circo,tanu cran io:w ppati di sangue; i Ya $i arkriosi e vcuosi ali1l sl.~lo uaturato · e YOOti cli !langue; nl·lla regi on ingr.1i11af·e sì rnorgN\n ailre raccult.e di san;ue slrtwasa:o .,


f97 di capo, Ctinveoimmo di fare ricorso al motodo sottrattivo sanguigno e di soccorrer al gastricismo mediante l'uso interno ed epicratico del tartaro slibialo nell'acqua t-arlarizzata ; indicazioni qnesle allo quali non solo siuallerazione. tomaticamente ma ben anche razionalmente cravam inli cervtillo e la midolla spinalo er&no nell<> stato nadolli sia per vincere la sospetta condizion iperemica o turale, se si t'CCùltua la soslanza bianca la quale sem· congesli1.ia cerebro ocularo, sia per ollenere dal criterio brava alcun poc? rammòllila. . . ·a juvantibus et laedentibus quei maggiori hm.i i che va· RtFLl!SSioN t. E degno d'es~ere notato come 11 Demalte1 Jes;er a meglio chiarire la , ,era natnra della malattia. lJalzato da lla non mediocre 11llezza degli spa lli nel sotFurono quindi praticali in qui.uro giorni sei salassi ed toposto fossato, dopo avere rilevale cosi gr.a,· i o .così un'.opernzione di mignatte agli angoli palpebrali di eia. uumerose sol112ioni di continuità dei ' tessuti molli ed schedun occhio; si pre~crisse una rigorosa <lieta e si ossei, non ahhia pres,·ntati altri fenomeni di commozione continuò in tale periodo di lernpo l'uso interno cpir.omeniogo -spinale, Lrar~no un afiìevolimenlo ddl'.1t1n(\rvalrico del tartaro slibialo nell'acqua tartariuata. li giorno zione al quale però si debbou ascrivere la mancala evo1° di maggio in cui io assumeva la direzione dl:)lla Stl. luzionc e cosurn1.a di riazio110 generale proporzionata alla zione degli Ollalmici , la condizione generale dell'infergra vità ,'t>I caso; la natu ra .dui pois.: sempre freqtH!nLi, mo era migliorante, ma non essendo nè punto nè poco molli , cec;levoli; l'intolleranza per d salas.so ; lo s.ta lo can~iala la condizione degli occl11 qnaotunque si fosse morboso gastrico e la mancùuta assoluta d1 suppurazione cornbal!u!a la sospetta condizione ipererniea cerebro-ocunel moncc,nc. lare e vinl.a l'frritazione gastrica, non esitai più ad appiLo stdso aflìevolimenlo d'inn.ervaz,one fn in fine la gliarmi francamenle a quei rirnedii eroi<;i, di va lor inconi·agiouo per cui le forze della natura riparntrice fur~no lcslahilo nelle lesioni del sistema nervoso non ancora benti im~>oti-nli a St•ggi1)~aro la riazio11c gravissima s,·ollas, al conosciute nella loro essenza, i quali in casi identici sou-0 sollimo giorno di malattia, la quale tolse di vit,a l'infe!ice raccomanrlJlli dall'autorità .dei più celebri 1\letlici cio.è ammalalo in nwzzo ;ille alternative <lei delirio, del soprescrissi un grano di stricnina da dividersi iu venti pilporo ~ dl smaniose cowvulsioni. lole delle quali io stesso amrnbistrava una per giorno all'ammalalo; prn~cri,s.i di più una bevanda d'infusione di tiglio coll'aggiunta di mezza dramma d'acetato d'am moniaca, da ripetersi alla sera. Dopo venti giorni feéi A,\JAURO::SI l'ÌlH!terc le pillole, porl;rndone la dos0 a due pt'r giorna ed aumentando io pari tempo quella dell'aceiato d'ammo( Storia letta in t1na Conf~renza di Nizza nisca da mezza ad una .dramma; all'oso interno di que dal iUcdico Di<.,isionale Dott, l"iICOLts). sti rimedii associai le fri zion i da praticarsi alle palpebre Giovanni Lunassi soldato nel 18 Rl'ggìmento, di te·med alle sopracciglia con tintura di noce vomica, di cu.i pi.ìt peramenlo sanguigno, d'abito card io-epatico, di costil1~tardi inslillaì alcune gocce tra lo palpebre sle$se cd .il zione robusta, non mai sla I o tocco da alcuna malatli.a ,. globo doll'occhio. 11è contaminalo da labe ili sorta, entrava nello :;pedale In questo metodo di· cura continuai per tutto il mese .di Jii, isionario di i\iua nd giorno 27 d'aprile, lagnandosi maggio c_on tardo, ma sensibile e progressivo miglior1'della pcrfella cecità d'amendue gli occhi nei quali la famenlo della facoltà visiva e motrice degli occhi. Fin dal coltà visiva g1:) da 1p1t1khe lempo andava gradatamente principiare di giugno foci app!icarll due piccoli vescica~ dimirùiendo, siccome p1t1 lardi asseri. ' lorii oblunghi alla regione sopraccigliare per iscuotern l'iAll'esame islitnit,>si dal Dott. Capino che in allora di; nerzia dei n~rvi soprorbitali e per rendere più potente rigeva la S~zione dugli Ollalmici, offriva il Lunassi : tnr· l'azione dt>lla tiulura di noce vomica contro la paralisia gidi, languidi e sen.,.'espressioue gli occhi: dilatate ed imdei medesimi uervi : allo stesso fine ed a quello anche d.i mobili all'aziono ddla luce lo pnpille: inerti e coslan~ivelltr alla cule ru applicato più tardi un Lt>rz() vcscicntemc1110 socchluse le palpebre superiori, nè altrirnento lorio alla nuca; dai qua li presidi i, ma più d'ogn'altro dal. moviµili fuorchò per l'azione del dito che le sollevava l'uso interno della stricnina di cui r~mma!ato consurnòA per la 11Cc1•ssaria esplorazione d<~I glubo dcli' occhio. Lo grani, ebbi; verso la metà del mese di giugno, la consQalalo generalt\ non s'allonla"ava dalì"urdinario di ~aoita , lanle cer1eua d'una prossima ecl assoluta guarigione la · 1ranue per un cupo dolore di Cil.[JO , per maggiore pie- ' quale 11011 lardò ad avverarsi col finire dello stess o mese; ~ezza e dureua dei polsi e per gl'1ndi2i d'un esislenla tempo iu cui il Lunassi abbandonò lo Spedale p1ir recar.si ~astricismo e per l'• bbattimenlo morale dd Lunassi il in congedo di 50 giorni a respirare l'aria naliva da)J:i. quale eCtn la sua continua lri,lezia e melanconia avvalo· qual(1 io mi ripromeueva un pronto e perfello ristabilì.· nva allargandolo il ,quadro sintomalolP.gico della dia 2 uo mento di lnllo 1·orga11ismo. sticatasi amaurosi. Le vicissiludini ulmosfe richt\ l(l grw;c!ìe Nò m'apposi in fallo giacchè avend'egli dovuto nel giornp 110Uurne e rur~e qnah:h'abaso dietct,co coucorrevano sole 10 di se:ten:ibre riparare di bel nuovo allo Spcdalo per al criterio ei iologico. In tan\a gravità di rnorbu e nella una leggiera gingivite dalla qua!e guarì in poch i giorni, jo manc;rnza di r.cfaiione tra le cautic e l'llO'eUo, il Curan!e ehbi campo d'ammirare la ricuperata pcrfelta integrità ,Jesiderò avermi a compagno ndlo Slalìi:ir il metodo l dcll'apparalo oculo-palpebra le e con rne l'ebbero pur i Do.tl<Hi Capino, Pt•luso, Galleano, Anfossi, ForZ!lhl, Ottagsi mi~:~\~a! :~·;~;: :;zale la giovani! età, il temprnrnel) (o Il ai quali invita1 lo i;lc:sso ammalato di fare la narrazione . ~~ nguigno,. la rob:,sta cosliluziol)ll e la CJnùi1.ione pleto· dt!i sofferti mulori omle lencrno parola nelle Co:Jrreui~ r1ca m.an1fcs1a per la mitura dei polsi, p!:r il copo doiorc Sci, r:lifidtc. . di . rimar· L a eav,·tà· addominale. non offriva alcun cl1e chevole. 11 cuore ed i grossi vasi .erano vuol, d1 san~ue cosi es-si, com'i polmoni non offrivan alcuna patologica 8

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f98 Riflessioni. 1° Io credo ch'il metodo antiflogistico sol· trallivo r.on abbia giovalo l'uorchè a di~porre l'oq~anismo a meglio sentire l'azione dei preparali di noce vomica: 2° che la guarigione si debba allribuir alla virtù della stricninct la qnale fn già da Magendie, Edwards, Hiberi (1) pre_conizza la ed adopera ,a 11tìl1a co ra dclte parai isie par· ziali e gl!neroli e, da l Riheri in ispecie, n1!1la gotta serena con paralisia alla pa lpebra superiore siccome nel noslro caso: 5'' che gli altri rimedi giovaron in vii) secondaria cioè coadiovaron iociirellamer,te l'azion~ del la stricnina, nel prolu11gato ed esclusivo uso della quale conlinoundo , il Pratico troverà sempre un compenso contro la dinamica-, meute diminuita cd anche sospesa aiiooe del sistema ner,oso.

UELAZIONE DEI11E CONFERENZE SClENTIFiCIIE (Conticnuazfonedel mese d'agosto). ScuMnEnÌ. Nel la tornata dei 21 il Medico Uìv isionale, ricambiai.e prirna àlcone parole di reciproca stima cd u· nionc con gli Uflìz 1ali di Sanità della nuova Guernigioue, toccò della libertà cd indipendenz,( de liti opinioni Scientifiche nelle Conferenze Medico-M ilitari ; liberlà ed indipendenza che disse dover cs!cnderc;i a ciascheduno degli lJffìziali di _Sanità senza disliniio11e di grado o d'anzianità, sempre che però le questioni spaziassero nel libero campo della Scienza sHoza farsi persona li e si mantenesse anche nel fervore della discussione quella calma e quella dignità le quali egli andava sodt! isfati ssimo pr-lere segnataro quale carattere costante delle prect·dule Conferenze. Il lJolt. Alciati lesse di poi una sua Memoria inti tolata , Indagini analitiche circa le ragioni di località, per le 0 quali le 011almfr domi11aron in vario grado 71i·ù 11el Hi che non nel 15° Regg. di Ji'ant eria , seb/;,:n entrambi stanzianti mi medesimo Quartieni. In questo scrillo I' An lore, dopo ,n·cre fal!o cenno dell'epidemia d'otlalmie che da alcuni unni i111perversava solam ente fra i so ldati ed in modo cosi ribt::l le da in,lur il Ministi:ro a prcnd1~re disposizi,rni particolari in proposito; dopo avl•r altresì notalo come qucst'o lial mia colpisse di preferenza quei soldati che ahita1•an il lato del Quartiere esposto a levante , si fece a descrivn aecuratameute lo stesso Quaniere, le case eri i colli adiacen ti e la varia èirc:ziouo dei venti : e-. 1111rncrate poi lo diverse condizioni igieniche degli 0pposli hlli del qoadriblero Quartiere, l'pi11ò che dalle nledesiurn dovesser appunto derivar~i le cagioni di della olla lmia. 'l'Hminala la lettura, il Doll. Comisselli dichiarò esser egli pie.narnenle d'accordo col Dotl. 1\!ciali che le differenze igieniche potesser esser~ causa del suddello feooweno. Tuui i Uouori presenti .ronuirono parimente a que,ta proµosizioue. Ritornò poi il Dou. ·Alciati su l'argomen to dell'artrite e del reumatismo e disse tl1'e~li opi na va col Prof. Pasero che remna I isrno, affo1.ioni ca I a_rrn.l i, art l'ile da ca~ise rc11ma tizznnti siano rnalallie d'id,e11tica .natura e che non di· versilicl1 ino tra loro fuùrclJij per la differenza del tt!SSUlo l'be è affe uo. Annnis'egli che qul'sle rnalallie sicno prodo tte da uf! ahbas:;ameolo rapido della i1!111perul11ra del corpo 11cl rne1;lrn elle !a traspirnz io110 c11 1anea è n,l'I suo massimo grado rl"allivitil, d'{)ndc nascono molli fenomeni

(l> Yl~,li le Opere ìlfinori dello stesso.

fisici, chimici e dinamici <lai sullodato Professor accen nali. Ciò poslo, ne dedusse che q11es1e malattie non sono infiammazioni semplid, ma bensì speciali indotte da causa parÌi<'olare e che diffor iscon esse dalla flogosi semplice poichè , com' osserva Puccinolti , il reumatismo curalo come le infìarnrna1ioni g<~nuine pre~enla un andamento tumultuario, faci li recidive, lu nghe H penose convalescenze'. E che il reumatismo sia un'infiammazione speciale si prov'a..da ciò che per il suo scioglimento regolare si rende nécessaria una crisi o per sudore o per orina, oncl'el iminar i principii disaffini ratlenuli nel sangue e gettativi da lla introversione della traspiri)zione cutanea. Il J)ott. Comisselli disse convenir anch'egli nell'idea emessa dal Dolt. A!cia li cioè che r1ucisla malattia sia una infiammazione specia le, perchè offre fenomeni particolari i quali la distinguono d.alle semplici infìamrnazioni: disse poi che pt>r coovincersono basta considerar il suo andamen to erratico e la diflerenza che esiste tra l'artrite spon~ taoea o la traumatica, la qual nilima, essendo fissa, è rilenula da Lutti com' una vera iofìamrnazione. Conchinse del resto col r iforitsi inlieramente a qua11lo aveva notato in proposi to nella seduta antecedente e chiuso la tornala. N1zu , Colta l'ocèasione della presenza nelì'Ospedale d'un emmalato il i commozione cerebrale in ses:oito n cadu ta> il Presirlcn te, nella seduta dei 16 d'agos(o, propose elio si discuteS5(1 intorno a quesl' intcressauLis.sirno arii:ome11Lo cli nico. P"rimo a prendere la paro la f11 il J)~·Lt. Capi110 il qualtJ, dopo aver accennato rome le leggi fì sicomeccaniche spiegh ino la commozi·onc per via del la propngazione rlel moto lungo i corpi so lid i, la n:mltante <lei quale 1noto fio isco per elid1!rsi sopra le parli molli, de11nì la comtuozio1rn ccrel>rale : " Una lesione dinamico -organica del corvello per cui • le sue funzioni S0110 più o meno lllsc, sospese od abo» lit.e senz',.q ,parellle lesione deila soslanza rnoll1\Colare " componente l'org,1110 stesso , e ciò per l'elfollo Il 'una • scossa, succussio11c od 011du la1,ione che prova qoe~!a • visr:era dietro f'v,itJne media ta od immediata <lei gravi » ch'operano su la medesima. • Il Dott. A11fvss i 11ota1do ,:Ile le c,HHe le qua li operano nella commoz ione cer0bral0 suoo sem;1r,! mediale giacchè è sempre co!l'i rHermezzu del craa io che <juellti posson operare su l cerl"cllo, prop()se eh:!, a vece di dire aziona media.la od immediata, ~i dicesse azione direll<lr od ùidirdla siccome quella che può rcalrn tw te avern luogo. Cosi aJ cs~mpio s'avrà , egl i disse, una commozione cerelmi lo d:rettu (Juando la cau sa ha opr.rato di rl\tlamenlo su la ocatlola ossea crania11a; s'av r/1 in VP. CC l'indiré!ll: quando la cau$a operò in lontananza da questo centro. Se~uilò poi lo stnsso Doli. Capino ad e.sporre la sintomotnlgia di q11cst'affozione, nola11do principa lmente il 1,acillar e barco/are del corpo , lo ' 'S'irnmazzar al suo!u: la perdita iofantanw dei sensi e r!ei" moto : l'in!ormentimento od il moto 1;ago ed attlomatico dei membd: la clii· rezw dell'udito : la midriasi: la perdila de[irt loq,cela o la somma diflh,lt i d'csprimer,i: l'esil-ìfli , la lentezza 1; ri.itretlez::,a cld pol~o. Uisse qu indi clrn più d'o,fni altro sin. tosno chiariva !a diagnos i dei!a cornmozionè .cerebril!o la cog11 izio11e del la caiisa determinante. A q11csli sintom i genera li il Ooll. Forzano ngginnsP. l'amba.icia somma dell'ammalato e la (requmw del t 0 mìlo quando l'a<'cidt' n!e ac~aùa a ventricolo 1iie'no.


i99 nella tornata dei 50 la discussione sul P rose cruilnsl l d· . ·, 0 medesimo argomento, il Dolt. Gal.leano com1nc10 co i. o . t ·1 tre gradi della commvzrone , notando che della sl in 0 ue . d. · della gravissima non era forse uopo tenere I · leggiera e · . . . . .. . . ca ,. sco,~ so per essert\ la pmna d1 poca im portanza cl1111 la seconda si faceva generalmente superior ai men t re . . . , d. . d. mezzi dell' .A.rtc. l)imoslrala quand1 la necessita 1 1.>ene _i· stin«uere la commozione grave dalla compressione ·in ordi~e specialmente al metodo curativo da teoersi. nc_lla diversità dei casi , disse che nella commoz1 one li srntomi già descritti du.l bolt. Capino si mostrnn insta ~laneamenle per decrescere gradatimrnnte col me1Zo d 1.11 opportdH; metodo cnrativo, se però uo~ cangiH10 d ~ ~atura, e che per contro noila compressione ~li stes~1 sintomi compaiono da pri ma isolati e poco gravi, per insorgere più tarcli e gradatame~1le riuniti e gravissimi._ _ Disse che nel :·a commoz-ione si notano 1~ rcsp1raz1one breve ed esile ·; i polsi piccol i, ristretti, filiftHmi: le estremità superiori ed inferiori prese da torpore e da un senso di pesanterza , ma ohht>dicnt i alle leggi fisiche : il capo quasi gcncrnlmènt1: ecJ in m~do uniforme do· tonte. Che per con tro nella compressione occorrono : la re· spirazione dif!ìcilo e ste.rtoro~a C<Jrno ndl'apop les~ia : i polsi lardi, pieni e dnri; le estremi là prose da sussul ti , da moti convulsivi , da pa rulisia: la p11pilla piuttosto ri slrella ; parii,de il do lo re dd capo e quasi lor.alizzalo in nn determ inato centro, verso il qua!c l'ammalato tende di continuo a portar a11tornaticamentt1 la mano. Aggiunse poi che, , se con la compreosione v'ha l'esiste.n1.a di qualcho S()luzione esterna di cc,1.lin nilà in via di suppurazione, quesla dirninuisee G c~ss.a affallo: aggiuose ancora che , second'ah.uni , se s'applica un cataplasma nel sito ciel dolore, esso prdulamente s'essica. Posta ,pef si fallò modo !a diagnosi diffcrenzialé fra le club malaltìe , cont inuò il Do1l. Ga lleano nella sposizione ciel metodo teràpeuticò il qu ule dis::ie dover essere vario 110n solo lr.a la cornmozio110 e la compr,,ssione, ma bene anche gilrs:a i d1v1)rtii periodi della prirr.a ed a tenore <lella varia durala e ddl'indole varia del la seconda cioè staollì egli culla scorta di Oup (. e dc'suoi proprii cli11ici r1sultamen li , cl1e qua1iU ' a commozione sono preser1li i sintomi di grand' avvihrnento della fi bra e delle forze tulle, convengono gli stimolanti diffi1sivi alti a rianimare la vitalità; mentre pM contro , non appena si manifesta la riazione o son affatto cessati i sintomi i11dicanti la pyoslraziooc generale delle furze, si deub'attoare il metodo an t,llugislico posilivo e ncga lil'O, gi>11t: ralt1 e locale, ricorrendo prima moderatamc11te, q11i ndi più ge nerosamente eJ & brev i i11tervalli al sulas:fo ed alle loca li sottrazioni sanguigne , ricorremlo pur all'uso iII lerno delle . ~>evan~e Lempcranti , ai lcg,;ier i cccopro lici ·salin i, ma p1u particolarmente e con molta fiducia al tartaiO sti· !,iato sia ep_icralicarncnte, sia ad alte dosi. Stahilì poi che lo stes1 metodo può convenire nell u coinpres.siunc recente e cl'a versamento sa nguigno, ma sarebbe dan,,ow nella compressione da versarnci.lo siei-oso ed an li co li_ D~ ll . ? ttaggi impugn~ la. prescrizione degli Stimo lanti d,ffaswi ,• d1 cP.ndo eh egli nel primo pt.'r iodo e1,11 . • . e .. a commozione s1 11m1 tert\bbe ad nna I\fodic ina a,pcllan(e cd all,ende reh~e la riazione generale prr operar CJlergica mente con 11 salasso, ecc., perd1ò avc11d0 quelli ad ope nr"• Jlil forze ,itali annien tate o spente I superstit e fa s,da ;i l~

vegetativa, la loro prescriziçne tornerebbe per lo men3 in·utile. 11 Presidente rispose che, trattandosi d' un morbo così grave, la M.:dicina aspellanle sarebbe tanto più dannosa, in quanto che le forze vitali nella commoziom1 grave non esse-.iclo già sp.: nle ma solamente diminuile o sospese, giova l'invitarle a maggior allivilà con li Stimola.nti diffusivi, l'uso dei quali non solo da Dupuytren e da molli ;; Itri Sommi Medici, ma dallo stesso Tommasi11i è raccomandato nel primo periodo <ldla commozione. JJopo avere poi lo stesso Presidente collu. spos izione di fa lli e di solidi ragi onume11 li prova ta , trascorso il primo periodo , l'ul ili tà del metodo anuilogistico energic·o generale e locale, qnincli quella dei revcllent i intestinali e cutanei e dopo aver altrcsì indicala I' u1i lità del Lartaro emetico e dei bagni genera li , (·hiuse la Seduta.

PAllTE SECONDA RlViSTA DE»: G!ORNALI SCIENTIFICI. SuNTJ DEL DOTTORE PIETRO MOT'l'INI. DELL'USO DltLLA STI\ICNYN A NELL'AMAUROSI

Quantunque la stricnina sia stata da lunga pezza di tempo propo~ta ed applic.i ta nel la cura della più greve ed ostinata malallia dell'organo della visìone, ,og lio dirn dell'amaurosi, tuttavia , siccome il suo uso non è por anco mollo general izza lo forse perchò il modo d'operare di si fallo rimed io è c\Osì prontamente letale da richie<lere tutta la circosp<.' Zion~ d'un prndentiss imo e sagacissimo ~ledico, fors'anchc prrchè i suoi sa lutari effetli mostransi la lor in modo 1a11 lo lento da sfiduciare I' insistenza del Neo-C lin.ico, co~ì credi nm utile cosa r icordare iì modo col quale la str icni ca ebb'a sortir e{fotti prodigiosi nelle man i di quei somm i Maestri elle la Scienza .Medica onora e<l ammira . Ne~ Corriere di Roma di qnest'anno troviamo descritta la fo rmala con la quale il celebre Maunoi r si valse della stricnina uelle molte guarigioni d'.Jmaurosi per esso lui ottenute. l ccola. P. Estralio <l'arn ica mon ta~a due dt'amme. Sol fato di stricnina gra11i dodici. Sciroppo semplice q. b. per farne H4 pillole d(l prendersene. duo al giorno, aumentandone ogn i quattro giornì la dose d'una e non oltrepassando il numero di sei . li Petrequin oltcnne egl i pnre fel ici risullamenti dalla stricnina e dalla uoce vornica, nelfa cura dell'amaurosi, servendosi del metodo enderm ico nel l'uso di w1ella. 11 grave appoggio dato a quest' ultimo i\Jetodo da I nostro Hiberi lo re11de tanto più apprezzabile, in qn~nto che possiamo ricavare <lai le sue Opere illinori {l ) un'O.sscrvazione d'amanrosi felic emenle cura ta, rift r,:ndo per somm i capi lo staio del paz iente ed il preciso modo con cui gli s' appli<'ò gioroalm,rnle il 1·irnedio in discorso. Forma soggetto di qnest'osserv azione un contadino di (I) Di qucst'irnporl;m{issimo lavoro abbiamo dato un breye sunto nei numeri 22, 23 e 30 di nowmbre e nel nu,nt' r<> J 5 di dicembre <li quest'anno deila Gazzetta iJ1edica di Genova.


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16 anni, aITetlo da amaurosi <l'enlrambi gli occhi con dilatazione , mmobilità assoluta cd nn po' <l'irregolarità di 1utte ·e due le pupille e con la perdila della facoltà di ùislinguere tanlo la luce solare, quanto l'artificiale ·; là quale pMdita durava da un anno nell'occhio si11islro e tla d uc mesi e mezzo nel dostro. La fisionom ia di questo ammalalo s'offriva stupida , lo sguardo intieramente amaurolico: dolori gravativi ricorrenti lo tormentavano al le regioni frontale ed occipitale e lagnaYasi tli (Jllando i'n quando d'insolito calor al capo: il suo polso per ultimo si toccava pieno e lardo. Premesse due cacciale di sangue e qnalche leggicro oatarlico nei prirni sci giorni di cura per combattere la lieve iperemia cerebro ocu lare, si denudò loslo dopo, per mezzo d'un vescicatorio , la pelle della fronte e, più cardi, quella dello tempia, applicandovi Mpra mallina e sera nn'oltava parte di grano rli stricnina con tre grani ùi noce vomica in polvere. In quest'applicazione si per· durò circa un mese, in capo al quah~ l'occhio destro ricuperò in lolalilà la facoltà visiva ed il sini,;1rò migliorò molto, non ragg,iungnido però la guarigione del primo per l'impazienza c.he l'ammalalo, lirtissimo d'essere guarito d'un occhio, s'ebbe di rimpatriare.

si rende non che possibile, egnalmente eroica per l'estre· ma solubi lità del rimedio che per ciò si può amminislrue in pillQlc où in pozione. 5. Quèsta stessa grande solubilità del bicromato di potassa rendendo il cli lui assorbimento compiuto e quasi istantaneo, non pemrnlle che la do,o s'elevi al dì sopra d'un quano di grano per giorno. 4. Nei sn citali casi non produsse nè salivazione, nò · diarrea , nè alcun altro fenomeno particolare: sembra perciò che non sia tlotal,') della .virtù antiplastica, siccom'il mercm'io. 5. Egli è quindi fuori d'ogni dobbio che il bicromato cli potassa rimpiazzerà con vaulaggio i mercuriali se ulteriori falli confermerrn il di lui potere anlisifilitico. (Ga:ette Medicale de f>uris, numero 46, 15 di dicémbrd 1851),

BO!~LETTINO IJFl?ICIALE Variazioni nel Personale del Corpo Sauilario.-;Jmtarc li .Medico dì Battaglione D.oll. G·iusùppe Murrnrn fu dispe11sato da ulltiriore s,,rvìzio, conservando d suo titolo e grado ed in~ieme la faco ltà di vestirne la divisa.

NUOVI AGENTI PROl'Rll A RIMl'IAZZA.R IL 11urncun.10 NELLA SlFll.1Dè

l I J)otl. Robi n indirizzò ali',\ ccademia delle Scienze di Parigi una Memoria sn quest'argomento la quale-1, seguita da ricerche spcrimen1ali del Dolt. Vicenli , fu letta nella seduta dei 10 di novembre. Jr. una precedente Memoria l'Autore al'eva già annunziala l'idea che nella sifilide i mercuriali non han un modo speciale d'operare, ma ch'oper,rno comhinandosi eol virus o trasformandolo in ·un composto nuovo erJ .inerte: da ciò dL\rivercbh'anche la spiegazione del!e propriel~ antisifil iLiche degli arsenicali, dei preparati d'oro, di queHi d'argento e di molli composti di forro, d'aotimomo, ecc.: da ciò argomenlcreùbe pur anche la p·ossibilla di rimpiazzar i mercuria li con sos1an1.e organiche I.e quali proùabilmlrnte avrebbero minori inconvenie11ti. Quelli fra i composti metallici che, secondo l' Aulore, potrebbero più fondatamente snpplir i m~rr:uriali, son il Mcromato di potassa ed 11 sesqll'icloruro di ferro, occ. Gli sludii falli dal Dolt. Vicenli si r iferiron appunto .a.I bicromato di potassa o la di lui eaìcacia sembr' ora incont<:1stabilc al medesimo per quanto p'er lo meno potè dedurre da lrc speciali casi, il primo dei quali fu pubblicato nella Gazette des Hopita·u x dei 19 cli giugno di quest'anno. Dal risultam<>nto di tali' osservazioni l'Autore ha tratto li seguenti corollari : 1. È fuor di dubbio che il bicromato di potassa è aotisifililico ed opera con energia e rapidila maggiore dei mercuriali. 2. Nei lre casi in cui fn usalo qnesto nuovo rimedio niuno deg!'infermi no risentì incomodo , ad eccel · tuazione <l'alcuno nausee sul principio, massirriamenle se tl'inft'rn1i, dopo avHr ingoiala la pil lola, trascuravano di bever acq11a ond'evitare l'clfctl.o locale del rimedio che, per 1~ssere leggi1mnente caustico, oltr'alla snddell'avver· tenza , vuoh~ pur esse re combinato cogl i oppiali perd1è sia tollel'alo dal veutricolo. Questa combinar.ione al!rr.,nde

ALT.A I•noTEST,\ D EI 24 DI NOVlll\iBRE FAT'l'A PAOLI UFIIIZlALl MlLITA lll DI SANlTA' DI STANZA. IN '1'01\fNO,

l'ùzz.\. Nella Conferenza dei 2!l di dicembre p.p. , in seguito alla mozione d~I Medico <li lleggimenlo l)otl. Peluso, gli Ulfo.ial i Militari di Sani1à del Presidio ed Ospedale, presa in consideraziouc la protesta <h1i Colleghi di Torino , sotloscrisser uoa11 imi un egual allo d'adesione il IL Decret() d«i 5() d'o1tobre 1850 e di protesla .c ontro gli scrilti pubblicali in odio al medesimo. Firmarono qncsto documento uell' originale Amelis - Baratclli - Bobbio - Muraloro ~·- Mmio - Ottaggi - Peni. Segretario Presidente l'llLU.SO . N1cous. Nov,1.u, 'Nella Conferenza dei 51 ili diccmhro p. p., dietro inlerpellania del iHctlico t>il·isionale, gli U ffiziali P,Jilitari di Sanità presenti, del Presidio ed O,petlrrle, accdtaron o sottoscri:;scro la forrnola d'ad es:on<~ al R. Decreto dei 50 d'ottobre 1850 e cl i protc,la agli scritli opposti al medesimo, che fu iniziata dagli llflìz!ali Mili-· tari di Sanità slauziali a Torino nella Coufereuza dei 24 cli novembr'c 1851. · Sotloscrilli al l'originale .Buccllali - Moro - Paradisi.

S1igretario

Presiderit,

V.o,:rnNA..

fll!SOZZI,

La Redazione 11el dar atto di queste adesioni si riserba di pubtìlicarle per esteso quando nuovam~nle si presentasse l'opportunità. ERilA 1'A CORHIGE La Memoria su la Cura dei buboni aperti fu per error allribuitl\ al Medico di 8.cgg1mènlo JJ·.Jll. Menardi : essa è op,Jra dcli r~fodico di Battaglione Dott. Luvini. (~odi uum.o precedente, pag. 186, col. 2.a)'. Jl Dirc!torc Doli. COmSSETTI Mccl. Div. Il Vice- Direllorc responsabile Doti. [lar. de 13eaufort M. n. TPrinv, 1851, l'ela:zz.1, Ti po~raO:.\ Suùalpinn, via Allìcri, n" :N_


( ai 19 di gennaio 1852 )

ANNOI

GIORNALE DI IEDICINA HILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'AltHA'fA SARDA L'assoeiazione non si Ticeve che per uo anno e comincia col t O d'agosto. 11 Giornale si pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIO~E lo Torino . .

. . . . . . L. I O. In Provincia eri all'E~lero, franco di posta . . L. 11 . L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla 'l'Il'OGIUF!~ St18ALPlNA via Alfieri, oom• 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancati, ed ,1ccompagoate da vaglia postale. So.M~ua10.-10 Doti. COSTANZO: Sulle 'ferme d,;\ix. - 2° Dolt. p, MOTT]l'il: Su la Febbre 'l'ifoidea. - 3° Doll. FABRE : Ernia

crurale strozzata. - .t0 Doli. DEi'il.NA: Morte repentina. - 5° Rivista dei Gi()rnali. - G0 Anmmzidella lledazione e della Direzione del Giornale. -1° Riepilogo del Quadro 51atistico. gò Quadro Statistico.

PARTE PRIII! MEMORIE OBIGIJ.-.&LI l::iULLH 'l'sn1rn

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I N SA \'OL\

6

SCl L or.o

J!FFRTTI

OSSE RVATI ~E l lHLlTAfll DURAXT6 LA STAGIONE IlA L · 'N E;\lUA Oi!LL 1 AN~O

1851

(Memoria letta dalMetlico di Regaimenlo Doli. CosrA~zo in utw Confcrc-,ua di Sciamberì). (V. i nume,,i 23, '24 e 25).

Tn :itarcelliuo :\lazzucco d'auni 25 , sol dato 11el lo• Reggimento di Fanteria, so~gello fìn dall'infanzia a croste al ca(l() e ad ingorghi gh iandolari , si manifo$lò, ormai cinque anni, improvviso un a:>cesso linfatico al dorso ed alla spalla in corrispoodt>nza dell'omoplata, d'oudc uscirono diversi vssei sequestri e s' <>llenncro !ina!mente le cicatrici che si vedoco tll ltora. I>a sei mesi la!.!nasi di dolori al ginocchio, all'anca ed all'inguine destri: i quali si rendono maggiormente viri poggiando il piede a terra o comuuque spingendo in alto la tcsla ciel fem ore. li membro inerte da lur,go tempo è divenuto alquanlo a_lrofico e l'ammalato zoppica, a quanto 1>are, più pel dcJore che per notabile disuguagliama nella lunghezza delle oslremità. Altroude In forma e la direzione dell 'arto non sembrano pure sco,tarsi dallo stalo naturale. L'amma · lato essendosi ;,reseotato all'ultima muta, la cura non ha potuto protrarsi oltre ai venti giorni ed alcnni di ques ti andaron ancora perduti per avvenuti dissesti gastro enterici; di modo cf~e non s'è notato miglioramento. Gli stessi sintomi, rr,eno la claudicazione, sonosi osservati nel sold~to Giuseppe Pio dello stesso Reggimento, dotato d'abito pure linfatico e dì debole cosliluzione. Dopo alcuni giorni di cura collo operazioni Termali più deboli si dovette sospendere la cura per turbe gastro- intes tinali. ~ ra110 quattro gìurni che l'ammalato slava a r iposo ed a rigorosa dieta (se non OS3ervata , almeno prescritta),

q11anrlo fu colto improvvi,amente da un Jeggier in~ulto d'apl)ples,ìa .. A vcva egli illesa la conoscenza , liberi i sensi, regolari i tralli della fisionomia , pronta la parola e solo I.Jgnava si di pesantezza <li capo, torpore, freddo e µo ca ~en~i bilità al lato destro, i quali sin torni svanirono affatlo dopo 1111 abbondante salasso e l'uso inle:-no d'una bovo.11cl a leggierrnente ometizzala. Frallanto il paziento fu Lra1lotto in l'rella a q11c3t'O,pedale Divisionario dove si pralicaron ancora ùue salassi ed ora già entralo in conval.-scenza qaanrlo fu collo Ja un al!ro i11$11lto che lo pril•ò i11tiE:'rarnc11te del molo del braccio destro. D'allora i!! poi la malattia andò contiounmcnle aggravandosi e, resistendo a tulli i mezzi dcli' Arte, riusciva io fine fa. tait'. 1\la quale sarà la rm·ro da allribuirsi (se ptire ne ebbe) alle optwazioni Te1·mal i nella produzione di qnel fune sio accidente ? L'affezione anritico-~crofolosa di cui le rnonift!Sla1.io11i dolorose su le giunture erano già scom pa rse e clrn si ten tò in vano di rich iamare , avrelJb'essa per avventura fall o impct<i su gl'invol11cri tlell'asse cercl.,ro spinale:> Oppure l'azio,:e eccilantll dd'~ Terme arreiibo fors t~ insiclio,amenlc preparata una congestione a quei centri della vi ta animai,~ che, per l'occasione di un disordine dietetico o d'a ltra causa accidentale, avesse finalmente fatto scoppio coi fenomeni d'apople,ia ? li fotto ò che ,;oesta fu preceduta da turbazio11i gastro intestinali ed avvenne quattro giorni dopo cho s'erano so~prsc le operazioni Termali in soggouo non fi sicamen te predisposto, me11lru la p11e1:morragia, l'ematemesi, l'emornigia cerebr.) le nelle persone tweò isposle e i m prud e n. temente ammesse alle Terme, se non avvengono nel corso delle operazioni ~te~sc, tengono dietro a breve inte rvallo di tempo. Lc~Ùm'Ì traumatiche (sequele di). 0ccorsero varie sequelll di lc,ioni traumatiche} di ferilt! d'arma da fuoco, da taglio, di contusioni inducenti maggior o minore difficoltà nei movimenti, con fra tture, rigidità, dolori, aberrazioni di sensibilità. :i1aggiori furon i vantaggi déi !l~goi quand'il difetto funzionale non era inveterato e dipendeva piuttosto da lunga ioaiionc Ùl}Ì membri , da ritrazione muscolare, ri• gidilà o leggiere aderenze di tendini e legamenti senza preceduta grave perdita di sostanza. Un soldato del 15° Reggimento in seguilo a tumors infiammatorio sofferto, s•n alcuni mesi, alla palma della mano si nistra , per cui si dovettero praticare alcuni 1bri -


202 gliamenti, ;;i recò aì Bagni per contrattura permanente guìto ad intìammnione ,'ei br@nchi e de Ila laringe sofclei tre ultimi ,Jiti semillessi sulla palma della mano. La ferta nello scorso anno per cui si praticavano divc;si sa~ cicatrice disuguale, dura che vedevasi nella palma della lassi continuando il faticoso esercizio cieli' istrnzione era mano, imbrigliava i tendin i flessori e le guaine, se pure di ventato quasi del tutto afono. Sebbene la pallidezza del volto, l'emac iazion(é', la pronon avevan anche solfalo le vicine articolazioni rnetacarpc-fahrngee. Il male non essendo invt1 teralo , si sperava strazione di forze di cui bignavasi l'amma lato, il dolore miglioramento e s'ebbe in fatl i da Ile docce, dai fanghi e alla laringe ad alla biforcazione della trachea , gli sputi bagni a vapore locali, avvegnachè',ì; soldato tfntasse dissifrequenti ed il !oro aspetto, èlasser a temer un lavorio molarlo . ulcerativo inoltrato, pure proce<lenclo con cautela nelle operazioni termali s'è potuto compire la cura e ri ,onare Non s'o!.tenne vantaggio nel caso seguente in cui era accaduta una grave perdita di sostanza ossea e fibrosa forza all'ammalato di cui la voce riacquistò un tal quale grado di distesa e tli risonanza. con lesione materiale d<!lle. articolazioni e Ct'nlento in Eccov i, o Colleghi, sebbcn0 povera d'erudizlone scienveteratù organizzato di varii tesònti in una comune cicatifica, l'esposizione genuina ùci fatti e delle osservazioni lrice. Il so!da\o A n;;eiruo Rey, ora Invalido, rilevava nella cam. eh' ehbi campo di raccogliere prnsso le Terme ò' Aix pagn~ di Lombardia una feri ta d'arma da fuoco sul dorso mentre mi tro vava a di rigere ·.la cura Termale pei rnilidel piede, perforante il nwm\Jro profondamente. Uscili lari nell'ora scorsa stagione Balnearia. varii sequestri ossei, s'o!lenne finalmente la cicatrice, ma Sciambori, ai 50 di se\lembre 1851. il soldalO 11(H1 pnò allrimente marciare fuorchè sul cal cagno , essendo il piede in flessione permane!lte sull; 1 gamba. Erusi pure inutilmeute recato a qnesli Hari:ni nel. i SU LA FEBBRE TIFOWEA l'a1~no scorso. · (Riflessioni del Dott. Punno i\foTTINI si, la Teoria Un so!òato Provinciale del 1° H('gg imento di fa nteria, emessa dal Doli. P-iz zorno). già fe rito al ùraccio nella .Battaglia di Novara, essendo lo due opposte sentenze, Carissimi Colieghi, si lrovastato, ~on aìc1:ni mesi, all'incendio di Jenne percosso dalle rorw divisi gli animi nostri uel!e discussioni ch'ebùero rovine d'ooa gun~t:1casa mentre tentava salvarsi colla fuga, te~tC:· luogo intorno all'essenza èel!a fei>lm~ tifoidea. Parrilevava nna grave fel'ila lactro·Lontusa nella regione potitanti gli uni della Dottrina Umoristica s'accostaron all'osterior-ioferiore ue!la gamùa puco sopra il calcagno con pini()ne del Don. Pizzurno il quale ripose l'esscuza rli lacerazione dc I tendine d'Achille . Si presentava ai Ilagni delta feùbre in un primitivo vizio dei principi i costitu tivi colle grucce, la piaga ancora in parte aperta, lnmida l'ardel sangue,! Seguaci gli allri della Teoria fìogislica, ticolazione libio -i:stragaiea ed il pieùe qna,i immobile nelquesta a quella applicando, la giudicarono risieder in una l'estensione colla puula assai rivolta al basso. i\'otarnsi llogosi prim iti va u secondaria del tubo digerente e più una v.is!a cicatri ce infossala e dura al disopra dei lati del speciaimente delle ghiandole <lel Peyer. calcagno, formala a spese della ente , del lendine leso e A quest'n!tima opin ione accostandomi io per co nvinci del tessuto ccliularn, ceroe11tali insieme strettamente e mento teorico e per risnllamenti pratici·, nii proposi di colle parti soltoposte e opponentesi ni mov imenti del svolg<•ro qnesto mio concetto , ribattendo in pari tempo piede snlla, gamba, Dopo venticinque giorni cl i cura coi gli ~rgorncnti degli Onorevoli miei Colleghi opponenti. bagn i locali e fanghi e colle docciature ritornò maggioro Prima però d'addentrarmi nell'ardua que,lione la è cosa elasticità nell'articolazione e nel tessuto deil,1 cicatrice, necessar·a di bene stabi lire qnalc malattia noi comprcn. ma i movimenti souo sempre limitati. S'otte1111e pure la diamo realtrnrnte col nome di fobbrc tifoidea. totale cicatrizzazione della piaga t1a molti mesi ostinataNiuno di noi, ch'io creda, !a vuol assimi:ata o confusa mente aperta. Le Terme t0rnaron utili in qnatt1'0 casi di dolori va- ' col tifo, sia desso l'Africano o peste , sia l'Americano o ghi ricorrenti ai membri eJ al tronco in s,ignito a gravi J feb!Jre gialla, sia l'.Enropeo o petecchiale , cpperciò, lasciando iotn tta la qui$lione se qnestn malattie costituiscano contusioni per cadut a, per calci di cavallo e simili. Cosi un processo morboso di::t:nto o': vorn n~n a!tro sian11 fnor• pur in duti casi furono mitigati il dolore, il sopore ed nn chè la più ,llla cspres;ione di ciò che chiamasi fobbrc tifoisent imento di stanchezza che lenevano òiotro a ferite di d.~a (Hi!debrand, Massone), noi limiteremo gli studii nostri arma da fuo co perforanti ,;uperfìciatmeote i membri. Aff'e::;ioni sifi.liliche. Appartengo11 a quèsle quattro casi i a quella speciale forma di febbre continua !a quale di qua11d' iu quando in modo epidemico ed anche contadi dolori ostrocopi larvati dal reumatismo eò un caso di si · gioso si manifesta tra noi con un aspetto più o meno fìlide pustolosa. Que$l'11ltima non ritrasse vantaggio dalle grave, con un apparato più o men uniforme e caratteri· Terme etl i dolori osleocopi si resero meglio caralleristico che la fa distinguere per lo più da altri morbi ad stici, deposta la maschera del l'eumalisnio. essa affini tale, in breve , quale l'u quella che servì di In questi ammalati non si creòette opporluno ricorrere materia alla Memoria del Doli. t'izzorno. alla c:urn termo-mercuriale, second' i consigli dei Med ici Ciò premesso non polendo noi nello sta lù a ttnale del! a Termalisti altro,•e citali , sia perchè in alcuni d'esso loro Scienza dar una definiz ione esalta della malattia in di il mercurio 1wn ·era ancora stalo provato ed in qL1clli scorso, nè tale .potendo dirsi quella del Co llega Dolt. ìn cui la cura mercuriale avea preceduto non si vide Pizzorno (vedi num0 21 del Giornale) per essere qnesta l'opponuuità od almeno l'urgenza di rinnol'arla per quei troppo generica ed applicabil ad un grande nnmero d'al soli feuomeni dinomici che datavauo da poco tempo in tro iufermilà e per oon fare ce-nno della condizione papersone ~ltronda bene nulrile e fiorenti. tologica di quella , dovressimo per ciò definirla dai sinCasi pC!r-ticolari. Un caso d'al'unia raggua rda ad un 0 tom i , dalle canse 1 òalle lesioni organiche ed umorali ~ Sergente Istrutlore del Hi Reggimento, il quale in se-

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finalm~nte dal melodu di cifra. Se non che la brevità im• postaci da l tempo non permettendo di studiare parLitamenle tulli questi elementi ecl essend' allronde i medesimi da lulli voi bene conosciuti , io mi limiterò a dt'du rre dai medesimi le seguenti conclnsioni: L · La lesione del sangue non può in alcun modo coslilnire l'essenza della llogosi. 2. Ammessa a oche _l'infezione sanguigna che in alcuni casi noi stessi non disconosciamo , essa non opera foorchè quale causa occasionale o promotrice e non costituisce mai l'ess(~nza dell'affezione. 5. L·esseuza del morbo è d·indole llogi5ti ca , sia questa primi tiva, sia secondària. 4. Ha essa la sua precipna se1le nel tubo digerente e specialmente nel son apparato ghiandolare o fo llicolan, che dire si voglia. Vediao.1 ora se queste nostri;) deduzioni 1iosson essere affievol ite per i falli e pei ragìunamenli recati in campo dal Dott. Pizzorno in favore della contraria opinione. Parlando questi dei sintomi notali uel!a general ilu dei soo i infermi scrive che nel prìmo stadio de lla mal/1llia, da lui chiam ato d'irritazione, prevalevano quelli d'esaltamento dell(~ funzioni digerenti e del ci rcolo sanguigno, mentre nel se.condo stad io dell,1 malattia· prevalevano quelli di profonda losioue dòi cs<rn lri nervosi, confermando per tale ·modo le osservaz ioni di qnan ti scrissM intorno alla febbre tifoidea. Ragionando in seguito ,Jel metodo di cura da esso lui adoperato, nota essere stato assa i parco ne lle sollra zioni sangnigoe, quaolunque convenga di poi essere queste necessarie in su l principio della malallia: aggiunge quindi aver amministrato, a seconda dei casi , l'arnica , gli stimolanti, gli antimoniali ed avere l'alto ricorso ai vescica· Lorii, ma più specialmente raccomanda le bevande acidulo-vegetali ed i sali alcalino-vegetali ai quali l'Autore dichiara avere fa llo frequente e fiduc;io,o ricorso, anima tovi dalle recentissiml, ch imiche analisi per le qual i sarebbe dimostralo che il sangue dei tifoidei è scarsèggiaole di fibrina e di globulina, menlr'ahbonda di ma le · ria li ricchi di carbonio, <l'idrogeno e <l'azoto; priucipii questi che sarebber abbrncciati dalla soprabbondanza di ossigeno coolenuto nei detti sali e sarebbero poi eliminali dal corpo per la via delle dive.rse secre1.ioni. (culc, re ni, supe-rlìcie poi monarc ). Ora bene chi non si persuutlé che tantosto la sintomatologia desc rilla dal Colle!Za Uotl. Pizzorno nei suoi informi ed il metodo di cura coi; questi da esso lui adoperato , non sieno pienamente conformì a! concello patologico che noi ci l'ormammo della fe bbre tifoidea ? Di fatt i per un lato sono da lui ammessi i fenomeni di !:!rave patimento intestinale accompagna li da c.sa!Ìata aziot;c del circolo o per l'altro lato sono parimente da lui ammes,;i i beacllcii r icavali dal metodo antiflogistico al quale quantunque fossero l~iù tardi associali altri compensi terapeutici, questi tullav1a non possono considerar.si altrimente fuorr.hè di az(on~ sec_ondaria , massimamcn l-e se si pareggia la te uu1tà della loro dose con la gravezza della malallia. Che se col progrtdire di questa manifesti decorscr i sintomi di profonda lesione dei centri nervosi, aon cessarono per ~iò .quelli dell'apparato digerente; il qu·a!e fatto important1ssrmo ancorchè pas,alo sotto s-ilenzio nella Storia clinica del morbo descritto dal Oott. Pizzorno , risul!a tultavia evidentissimo dalle gra ris5im~ or _;a :ii che !es ioni cada ve.

riche dal medesimo descrilleci. I<'iloso6!;a debbe dunque riputarsi quest'in<lnzione cioè che ai primi patimen ti si aggi11 nsero drii nuovi col peggiorare del morbo il qual per ciò crebbe a dism isura in gravità e si rese mol le volle fata le . l<'avorevoìis,ima tor na poi al concetto tlogìstico che o.oi abhiamo della malilltia l'alilità che l'opponunte nostro Collega disse avere ricavala dalle abbondanti bibite acidulo-sal ine , giacchè queste son appunto le bevande -più indicale nella general ità delle lìogosi, se sì eccelluino por lal11no quelle dell'apparato respiratorio; per il che , mculrc siamo perf'cttamente d'accordo su questo punto le· rnpeutico, vorremmo pure non polere dissentire da lu i nel d,~rìvare l'utif ità di qut)ste bevande d.illc chimiche propriel/1 dei con l.couti sali sull'nmato~i. Ma per quanto ingegnosa sia la spiegazione dataci , ott ra.r:htt restii noi siam a concedere tan!a vìrtù alla piccoi:ssima quantità di sali cont~nuli neile medesi me bevande, non .PoSsìamo non fare ril1etlere che le bevande acidulo·sa!inc sono con.. trindica le e non si J'a u5o delle medesime n~i paes i e nelftl st~gioni fredde o q11ando colla febbre tifoidea coe,iislono complicazioni bronchio-po!monari, ~,è perciò meno felici son i ri;,11:tarnenli che s'o1lengono quanllo, in questi ca~ i, dtlbbono sostit uirsi a qne!lt• le abbondauli bevande semplicemente rnol liUve e jdr.mulcenti , giacchè, stando alla mi~ spei-ie:iz·,, coo qneshi e non co11 quelle io mi liberai dalla ripetutamente sofferta febbre tifoi<lea : cn n queste olleon' io felicissi mi r isultamenli in con5imili casi, siccom'ebbi a notare nei prospellì clinico stalislici del 1S4ti-1846 delfo Spedale di Brescia: a queste finaìmenle io ebbi fort1111 alo ricorso io un'epidemia tifoidea ch'ebhi a curar in Montcchiari (()rovincia di Bresci.i), dove fui costreuo pe r ragioni economiche ad alle1?ei'mi, io qna,i lu ll' i casi, alle copiose hibile d'em:1lsion0 di semi tli zucca e di mellone.. ~è ciò può recare maravigli.i quando scorgiamo dai Classici antichi o da Borsieri stesso (proposi!. 428) già mt1ltiss:mo raccomandato l'uso delle abbondanti bevande semplicemcntù acquose in questo genere di !'ebbri e quan do la secolare e quotiùinna sperienza lo conferma. Ve nendo alle cn11se , il noslro Opposilorl1 I,~ riferisce ai cattiv·i allogg'i, alla. mancata polizia., alfo eai,sive f'aticlw, all'abu~o dei liquori ipiritosi ed al 1•i1to, animale be1wi, ma in molta péir(c poco adatto ai bis•.rni d·i una re2olar,J digestione: fi nalmente rìcorrn al genio ez>Ì"dem-ico.

Ora di tulle queste cJose, esclusa solamente l' ultima la quale pcrchè di natora ignota può invocarsi tanto dagli Umoristi quanto dai Flogosistl , non havvene pur una che noi esitiarn a dichiar,lr(} favorev ole a.Ila nostra opinione. Di folli nes;:uno v'h:1 fra noi che non allribuisca all'abu,o dei liquor i spiritosi ed ai c,,llivi cibi l'origine di costanti ed invariabili (d isturbi gastro-en terici più o meno gravi, dalla semplice irritazione o stato gastrico, come lo ch iama I' liln,!re BuO'Jlin i , alta piu grave llogosi coi moltiplici suoi prodotti. Quant' alle eccessive fatiche , alta mancata polizia (~d ai catti·vi alloggi noi ri lleltercmo che, disturbando le prime le regolari digestioni, alterando le seconde le funzioni della cute e promovendo la re trocessione del sudore, son esse più che mai alte ad ìngenerar una flogosi del tubo digerente. Pt> r ciò c!w speltil ai catti<>i alloggi, al-


204 )udendo noi di rettamente al fallo parli colare òell't'pide· mia che regnò in Geoov a nel 1849 , senza negare loro la meritata importanza, facciam riflellere che, quanluflqlle alcuni tra i provvisorii Quartieri destinati in quel tempo al Presidio di l~eoova fos~ero realmente imp·roprii o .disadalli, destinati luUavia come fnrono ben presto dal Governo ad a ltr'nso dietro le opportune relar.ioni falle dal Corpo Sanitario, non poterono poi così maleficamente operare sul sangue da coslilnire per sè soli la causa dcll 'epidemia stessa : aggiu ngasi a ciò che gli :iltri Quartieri dai quali s'inviò allo Spedale un competeflle numero d'infer-mi, tullochè un po' ristretti, non versavano nelle stesse condizioni dei primi e non reggerebbe perciò in quanto a questi la medesima causa. Cho se si vorrà porre mente all'aeralo clima di G<'nova , alla brevità delle notti di quella st agiolle, alla breve ùimora cho i soldati facevano nei Quartieri, al compenso che ricevevano per i rrequenti eseri:izii in pien aria ed all'azione viviGcante del sole e finalm ente all'uso abbondante (:he facevano cli liquori spiritosi , sarà giuoco forza stima re mollo diminuiti i perniciosi effelli d~ll'aria cali.iv a ed in vece mollo fa rorite le cau~e ingeneralrici di flogosi; il che può fondatamente <lirsi dell'abbondante uso dei licpl(lri spidlori i quali, mentre 1H't1lrali·1.zavano gli effelli nocivi dell'aria, siccom'e confermato dalla sperien:za nei luoghi maremmosi e paludosi, dovevano poi favorìrn la flogosi del tubo digerente. Contiiwa,

NOTE SULLA CLINICA ORUE ED OPEUATIVA I)E1 comJEND. PllOF. RIBEUI ERN(A CRURA LE ST!WZ.ZATA (Caso nar-r(tfo dal Dott. F;•,llRE Medico di Battaglion11 riei Carabinieri Reali). li cnso d'ernia crurn!c slrozwta ch'ebbi ad (JSservare non hn g11a1 i nella Clìuica diretta dal Celebre Professor il Commenò11tore Riheri, della ynale rilevaule malallia alcune speciali ll('li1.ie 1pi fut(HlO ~porte dal distinto Allievo del 6° unuu cl i corso Medico-Chirurgico il Signore Paolo l.\.fariu lJorgogno , fu offerto dall a Signuru P. }1. da Cremona, in clii d'anni 45, di temperameuto nervoso in modo superlill irn, dicostituiione grnciie , d'indt,1e vivace ,1nzi cùe no e di carattere assni snscetlibile. La vita passata di ki n<1n fu scevra d,1 alcuni cl isorclini : ora più ora men irregolarmente rnenstrnat;i, sofferse ricorrenli gravi gastro enteriti e nell 'età di anni 40 fu tocca d'ernia cnm,le desini che ridott.i con facililà guarì coìl'u!'o d'adulto 1.iruccbiere conti nuato per sei mesi. Quesla Signora da molti mesi uffeu.a da leula mo. cosile enlerica cuu diarrea, stata esace1bata rlatl'nso <li farmaci irritanti, fu ai 18 di nuvemhre del prossimamente passnto anno di nuovo colta dii erniit ero. raie destra preceduta da acuto dulore c!J'eìla provò nel!' atto della traslocazione d' un corpo pesante e seguita alcune ore dopo l'accidente da un disagio generale, nausee, vomito,· meteorismo, sete ardente, crampi , freddo marmoreo alle estremità inferiori e da ch iusu ra assoluta delhilvo. Bench~ persone del .l'arte , dopo aver inutilmente tentala In riduzione della viscera protrusa, additassern alla pa7,iente, come

nnicu mezzo per metterle in sulvo la vita periclit.a11te l'erniotomia, e!la ind(1Cile si rese ai rugionnti consigli siu a che, per il celere aggravarsi del ma le, a!le ore 10 fH11ncoridiane del seguente giorno 19 di novembre riparò allo Speduie Maggiore ùi S. Giovanni nella Cl inica operati va diretta dul prefoto Professore. Nella \'isita dell'ammalata da <J11esli insl.ituila nella mattina del giuruo 20 si riscontrarono le lesioni seguenti : turnor ernioso alb regione crnrnle destra, dclh forma e del volume d'un uovo gallinaceo, moderatamente cul<lo e teso ; addomi11c meteoriz.zato, lumidu e :dnlentfi; freddo marmoreo co11 crampi delle estremi! à inferiori ; vomilo frequente; sete ar., dente ; faccia ippocratica ; polsi nddorr.inali, coni ratti, appena percettibili; voce alle,·ata, flebile; somnw prostra1,ione di forze ed alvo nstinatameolè d1iusù. Sì imponrute apparalo fenomenologico incuteva ali' insigne Operatore fondata persuasione ùi non potersi dispensare dal ricorrer a Ha tas~i cruenta: credè però razionale di for un passeggiero tentativo ddla tussi incrnenta , riserbandosi di r1uella prnlic(,re immediatamente quando fosse questa rie· sciia innt.ile. Essendo di fatti riesciti vani i tentativi della tassi incrnenta fotti con pressione a movimento lene , graJoal.t) e vermicolare del tu·· more , protratta per dodici minuti cirea, s'addi,;e11ne s11bit<1 in presenza ùéìla ~cuoia all'oper.niooe cruenta nella 1p1<1le rin vennesi l'intestino tenue strozzato, as,;ai illividitr,, flaccido, meno caldo del 11at1mtle ed aderente in varii punti al sacco mediani.e connessioni le quali furono con tulta delicatezza sciolte. Pcichissima era la quant.it.L1 dei siero nel saGcO ma in quella vece, una volla inciso nel rnodo soli!u il legamento del Gimberna1 , ne uscirono con e st•mw pressione mo!tecnccliiaiaLc di dentro la cavit~ del peritoneo; il che rnovayn che q11es1a memb!'1HHl aveva gii1 alquanto compane cipalo della cronica irritazione della mncosaiule stinalc. Come si ricn11obbe che l'intestino tirato fuori alqnauto dall'unelio crurale non olfriva oltr' :.1lla parte strozzala alcuna traccia d 'esulcerazione o d'altra grn.-e alte, azione, ~i ridusse nella sua sede e poi , per evitare le conseguenze della riunione dellu ferita per prima intenzione, quali lo stt1si purnlenta, la r:sipola e simili, il Professore Riberi accoslò i margini della ferita frapponcnclo~i 011 pannol ino di costa . Si prescrisse quindi all'ammalala l'uso continuato del gbiac· cio i11temamente , picc,,li clrgteri d 'acqua ghiacciata e l'upplicnzione di ·vesciche pieuc cii gh:accio sul · l'aùdomiae. Nei gioroi consecutivi all'operazione insnrse accompagnata da sin.Lomi molto nilurmanli uu'en!.ero-perit.onitide. , conseguenza dell,:i preesistente mueosite enterica stata esacerbatu <lallo ~lrozzamento e dalla tas,:i cruenta. Mercèdi qoattro salassi, del!'appli cazione di trenta ruignalle alla regione ipogastrica, di cataplasmi mollit.ivi applicali sul addomine, dell'uso non interrotto del ghiaccio internamente e di semplice med icazione della ferita , in capo a cinqne giorni l'operata migliorava assai. Per pnimuvere l'alvo da più giorni del tutto inerte si prescrissero tre oncie di olio di mandorle dolci da prendersi per cucchiaiate e dopo altri ciuque giorni, essendo vinti i sintomi dell'entero-pel'itonitide, cessato il vomito , molto diminuitu la set.e ed essendosi reso malleggiante l'addomine con esiti alvin i liqnidi e frequenti, si concessero


205 all'inferma alcune piccole tàzze di crema dì risu con sogo di limoue, continua ndo nella stessa ~empl1ce :neòicazioue della forita dì coi la suppuraz1one era pmttosto abbondante. Nei p,:imi oiorni del successivo mese di J icembrn la flngosi ce:sala nel tubo gastro-enterico , s'era riflessa sulÌa mucosa della bocca , indi su qoc\la dei hroncui con molta ioqaietudine Je\l'ammalata io snl fare dellu sera e nel la notte, con polso frtiqueole e con calor in11at 11rale d1~\1a ente; i tllargini della ferita, volti a maggiore suppurazione, si resero tumidi, ùi colore "iolaceo e molto <lolen li per le scosse sofferte oeoli ac1icssi di tosse. Premessa pert.into l'ammioistrazio0ne di bevn nde mueilaginuse, cli decozioni pettorali, onde 1e111perare la molesta tosse e sedar i dolori della localiti1, si prescrisse un grano d'estratto acquoso <li oppio cliluugato in quallr' oncie cli veicolo macilaginoso d(l prendl'rsi a cucchiaiate : se non che cotesto l'imedio amm inist.ralo per due giorni non corrispon · deodo alle vednLe del Curant e, fu uopo sospenderne l'uso e si continoò qnello delle bevande ruucilaginose, concedendo all'opcral~ alcune leggiere minestriM. 1\'l!!rcè di siffatti compensi curativi ai 20 di dicem· bre, 50 gic:,rni dopo la praticala ,,perazione, l'infe1·ma fu ridotta a buone condizioni per qoanlo ra~guardava al suo essere generule e la tosse era quasi cessata, ma beu ultrimente proced-eva la cosa dal lato della ferita, cliò i margini si conse, vuvano dolorosi , tumidi e di cattivo aspetto e dalla meùesima fluiva cou qualche abbondanza una materia spessa, giallo -ver<la · stra , fetente ed evidentemente formata eia marcia e da materie iotestinuli usceol.i da un crepacci1> ulceativo dell'intestino. 11 Commendatore B11.ìeri, a cui la perforazione del l' intesi io o rid"lto dopo l'eroiatomia non era un fatlo patologico ll llOVO evedi Raccolta delle Opere Minori del Professore Uiberi , vol. 11" , pag. !5,i7, Ri/les• sioni si, le ernie strozzttte) disse alla Scuola cotesto evento nulla aver in sè che dovesse sorprender avuto riguurdo alla diuturna preesislent.e infiammazione della pa rte stroz1.ala de\l'i11teslino, al suo inevitabile incremento por h, stroz1.amcnto e per l'erniotomia, allu lividezza <lell 'intesliuo incontrata nell'al.to npcralivo e sopr;1ltutto alla persistenza rl' una dnrez7.t1 dolorosa in corrispondenza <lell'orifizio interno del canal ingui , aale e delle pari i contermine, indizio dellé1 perdurante iofiammazic,oe nell' ansu inlesti1;a\e stata st1ozzata e soggiunse essere questo caso un'ulteriore prorn come un i11teslin11 in nessuna sua pane cancrenato , non lacerato, tinn smagliato, ma soluroente violentemente inliummalo ,, superfìciulmente callel'ito nella sna me~1braoa pel'ituneale, possa alcuni giorni dopo l'operaz1oue pel solo effcltu del l'infìamurnzione riescir :.il crepaccio ulceralivo, tultncuè ridotto nella sna sede . . In tale !.\lato di coso il prefato Commendatore co11v!oto per luuga sperienia che le rape crude, grattu · g,ate e copvertite io cataplasma ed indi upplicale ad ulcere o ferite suppurauli infiammate sono u11 così po'.ente me7.zo rinfrescativo e calmante , cbe 11ueste soluzioni di cuntinuità, smarritn <l'ordioal'io in poco l~mpo l'irrilaziooe e la tlogùsi, si mooùific,1no e s'avviao a pronta cicatrice, prei;ct'Ìsse che, nettala bene bene la ferita e frapposto ai tumidi suoi margini uno s~oello <li filaccica ill)be"ute nella decozione t.iepida d1 malva, si coprisse la medesima coa un cat;,pla·

srna di r11pc. U:1 q11esta mediçaiione protratta per al· cur1i giorni s'otlcnnero buoui risultamenli ; diminuì la quantità della supporaz1one la quale, pel cessalo passaggio <lelle materie io~estioali, du fetente qual era, assuo:ie buona naturn ; cessi) il dolore della ferita ed i suoi labbri s'3ssottigliaron eJ acquistarc1110 per buon trnllo della loro e~te11sio11e 1111 bel colore rosso-verrnigli!I.

Nello sµirrue dcli,> scorso mese la ferita essendo per la n1:1ssin,::i parte ri<loua a cicat rice , si dAsistet.te dall"applicazione <lelle rape e l:i si medicò con semplici litaccica !<pnlmate d'unguento refrigerante. Al giorno che corre cioè ai i4 di genuai(I è essa presso chè compiutamente cìc:itri1,znta e lo stato dell'inferma è tt1l111e11tc soddisfacente da potere con fiducia pronosticar 011 prossimo e felice risult1.1mento non frequente in questi cosi, avendo la sperieuza dimoslrato elle per solito l'erni11tomia pr,11ic11ta sopra intestini g ià da pez.za i11Liamlllati con incoante o già inoltrato ascitP. riesce ad esito fnuesto .

STORIB DI CASI RillARClffiVOLI. 61 1IOHTE REPENTl~:\

( Storia folla in una Conferenza et' Asti dal Medico di Rcggimcnt1J Dott. DENl:iA). " I uigi R. Alunno della Scno!a di Musica, in età cli anni I 2, di lcmperamenlo sanguigno-venoso, nato da pareoli non saoi, di caraltere cupo, rollo ad ogni sorta di vizi o d'inlemperanze, uscito appena da duo giorni da,Jla sala di castigo dov'era l'imasto per giNni cìuqnea pane ed acqua, sia che fosso trascinalo dall 'idea d'eITelluar i l divisamt!ntn manifestalo al frat ello ,;uo di volerla far uoa volta finitn con le suo continue colpe, causa ùi frequenti castighi, ;; ia che cedcsso all'imperio d'una rabbiosa fame, fallo sia che nella sera del giorno 8 diYorò di seguilo da sei a selle corleccic di mellono che trovò ,;j>ar~e nel cortile ilei Quartiere, alle quali nggiu11,c parecchie feUe tli r,olcnla ,ìblirustolita con molto quantità d'uvo, secondo

ogni prohabilili: locca dalla critto9ama para.~-~ila, soprabbeYenùo di giunta acqua in gr:tndissima copia : e ntrato quindi nel camerone verso le ore ollJ, mangiò fredtla la rninestrri stata ùi strihnita alle ore quattro; dopo di che si coricò al tem po proscritto senza lagnarsi d'alcuna sorta di molestia. Poco dopo la meizaoolle alcuni del suoi compagni risvegliali dai gemiti e lamenti di R. prontamente a lui accorscr ctl il lrovaron in preda a vomiti di svariale ;oslanze fra le CJnali riconobbero vermicelli . Successe poi unn breve calma a cui \'crso Io ore 5 leooero dietro nuovi vomiti ncqnco-biliosi ed i11cessaoli conati. JI Sergente della camerata cd il fratello rlt:d pazionlo, ai quali erano noto le pregrnssc intemperanze di villo <li questi, stcllero contènti il primo a sommi11 istrargli sn le S ore un poco cli brodo od il secondo a fargl'iogbiottir lift bicchierino tli noo so qual e lisire. Tornati inutili quesli soccorsi, uggravandosi anzi lo stato ddl'arnma lato, richiesero circa le ore 10 l'opera d'un Medir.o: accorsi prontamente io coi suoi compagni dai quali ebbi lt'- surriferite informazioni e, vista la gravità del male , lo feci seoz' indugio li asportar allo Spedale dove fu colloca to al nnmero 45 della Sala di .Medicina. Sintomatolgia. Genera le pro!lrazione delle forze ;


60i calore dèlla pelle urente con polso celere; decuùilo lale · raie destro col capo peuzolanle ; eslremità inferiori pie· gate sul ven!re; stato comatoso con pupilia dilatata ed immobile; lingua rossa ai margini e gialla ne! centro con disfagia; sensibilità ottusa, scossa solo aiquanto da!le fregagioni snl ventre il qoale era leso ,ill'eplgaslrio e pro· toberanle aìla regi on ipogastrica. Prosa indicazione dalla causa, prescrissi un infuso saturo d'ipecacuana per ottenere l'evacuazione delle sostanze che potesser ancora con la loro presenza opprimer il ventricolo; ma quantunque quest'infuso, alla dose di cinque oncie, fossri fallo stentatamente ingoiar all'ammalato in due ore, t,1llavia non ne seguì f,wrchè nn solo vomito di poco liquido colorato in giallo che dall'odore si giudicò essere l'elisi re. Persistendo ciò non ostante tutti li descritti sintomi, meno la tumidezza dell 'ipogastrio per no abbondante evacuazione d'orina che spontaneamente ebbe luogo , ordinai un clistere d'infuso di foglie di senna con elettuario lenitivo nèll'intento di provocar una rivolsione su gl'intestini crassi. Tullo però fu inutile , perocchè , mancato anche quest'effelto 1 la vita dell'ammalato in mezzo agli (mtrnciali sintomi si spense verso le ore 2 1(2 pomeridiane. Praticalasi la necroscopia 24 ore dopo la morte, si r invennero: i seni venosi e le vene degl'involucri cererebrali ingorgali di sangue nerastro : il polmone sinislro quasi per iutiero in~uppato da san 5ue e)le ghiandole bronchiali incrostal•~ di sostanza calcare : il ventrico!o contenente circa tre oncie d'un liquido acido, del colore di fo. glia secca e d'odore fort(!: i vasi di questa viscera nella sua estrem ilà cardiaca molto ingorgati: il fondo cieco della medesima ricoperto da un'estesa macchia di colore della fo(; cia del vìno: le sue ghiandole mucipare mollissimo svolte intorno al piloro: la milza pitì grossa <lei naturak. crepitante , plcna di sangue e rammollita: il fegalo ,-ano, ma voluminoso: gl'intestini crassi ripieni di sosla n:1.e stercoracee liquiùe: la membrana peritoneale dei tenui molto iniettata: la vescica :orina ria af!Sai dilatala da raccolta d' oriua . Di sì infauslo e prr;r)(O fine quale sarà stata la causa? L'uva probabi lmente tocca dalla malattia dominante potè essa for s'uperare come veleno? Ne fu causa fors'11n apoplessia fla impedita circolazione per soverchia pienezza de.I ventricolo? Fors' una gastrite intensa con diffusione al eervello ? Un avvelenamenlo forse ;che sia sorto spontaneo dalla combinazione o scomposizione delle sostanze indigeste? Di queste quattro ipotesi che più o m·eno fondatamente possono co~rer all'idea del Clin ico, io, procedendo per via rl'elimiuazionel, accennerò a quella che a mio giudizio debbe incolparsi con maggiore grado di probabilità. Non risulta positivamente !che l'nva fosse tocca dalla malattia dominante: allronde~, quand'anche ciò fosse, essendo mancali i sintomi proprii dei veleni vegetali e risultando piuttosto dell'innocuità che del danno consecutìvo alla presenza dell'uva contamipata nel ventricolo, sembra che questa causa debba del lutto eliminarsi. Escluderei parimente che dall'impedito circolo per ripienezza del ventricolo possa derivarsi la morie di Il., perchè siccom'il vomito ebbe luogo verso le ore 2 del mattino e successivamente verso le 5 e dovendo perciò il ventricolo già esser sufficientemeute liberato da quell'ammasso di soatanze indigeste, come risullò dalla necrosco pia, così non potevano più per tale causa avere luogo

l'apoplessia e la murte Li quale io questo c:aso aHebl.J e dovuto preceder i! vomito e non conse 0oitare mo!t e ore dopo. i'ion meno da escludersi mi sembra il ricorso ad una gastrite. intensa, fh~rchè la necroscopia non ci rivelò nè cancrena, nè rammollimento , nè esulcerazioni della mucorn ; segni quesli che avrebbero dovuto essere presenti se la gastrite fos~e stata tanto intensa da uccide r in brev'ora l'ammalalo , siccom'avvenne. È JJensl vero che si rinvennero la milza rammollita cd aumentata di volume, ciò che coslituirebbe,/secondo Bonillaud, un segno ordinario di pregressa gastrite· acnta , ma nei nostro caso questo segno dovrebbe di preferenza attribuirsi ad una preesistente innaturale evoluzione dcli'.1pparato cpato-splenico, presunta dal temperamento sanguigno-venoso dell'ammalato : altronde" maocaron i sintomi di fre<ldo marmoreo alh~ estremità, di convulsioni ed altri,i quali LuU1 sogl iono manifestar3i all'approssimarsi !della morle nelle violentissime gastriti. Rimane per ultimo l'ipotesi d'un arvoleoamenlo spontanee iolerno prodotlo dal le sostanze indigesto e da questo fatto mi semhra cl1<1 si possa realme:ile ·J erivare la morte di H. : dì fatti, tem1to in giusto conto il disord ine d'ilinerva:iione del sistema nervoso gangl ionaro inserviente alla vila vegetativa, manifestato dalla bulimia, il Qltale disordine, in una persona di cal'attere cupo non solo potera essere prodotto dal cli;;pello d~lla merilala 1)Uniziont·, ma di più poteva sospeltar;i già riser1tito dal siste ma cerebrale per le parole che l'ammalato disse al suo fratello od in un modo o ?iell'altro amo di farla finita, io i11clioerei a credere che l,J morte del giovine H. possa derivarsi dall'assorbimento di r;a.z dcleterii svoltisi da q11ell'arnmasso di sostanze ingoiale , non s11scellil>ili d'e.ssere chimificate, sia per il loro volunrn, sia per la loro prava qualità, da uno slomac:o già logoro per gl i antichi e semprn rinnovali disordini dietetici. Nello stesso modo che gli effiuvii miasmntìci delle paludi e le emar.azioni putride sono cansa provatissima delle febbri periodiche ed intermittenti maligne, così io credo che i gaz svoltisi dal suddetto ammasso di sostanze indigeslB ed i loro effetti deleteri i abbiano nel nostro caso proùot!o una febbre perniciosa cefalica di cui s'ebbero non pochi siu!omi, alla quale debb'attribuirsi la morte di R. : in quest'opinione benchè mi confermi anche il predo"minio delle febbr i intermillenti che r-orre ne:la presente stagione, non sono però cosi saldo , Onorevoli Colleghi , eh' io volontieri non acceda a quello tra i vos tri gindizii il quale abbia con sè maggiore forza di raziocinio medico o maggior e~idenza cli falli.

PA.RTE SECONDA. RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI. SUNTI DEL DOTTORE PlE'l'RO MOTTINI. Clll1ENTI COL JùDURO SODICO CONTRO Lli OSTEOl'ATfK VE· 1 NEREE, ESEGUITI NELLO S1'EDALB Di SANT 0R:,OU, Of BOLO<ilU DAL DOTTORE UBALDO DAVERt.

I frequentì incomodi gastro -enterici , le stomatiti , ecc. che si svolgono dall'amministrazione del joduro di potassio, rimedio altronde potentissimo nella sifilide secon•

.


207 daria ed in i;pecie nella forma osteocopa e reumatica, soggeriron al Doli. Daveri il pensiero ~·os~erimcnlar in consimili affr-zioni la combinazione del Jod10 colla soda , oel!a fiducia d'evitat'e gl'inconvenienti del preparato potassico. L'c;perimeolo <;I inico riuscì a felicissimo risultarnonlo in dìcianoo,,e casi nei guaii s'ebbe ricorso al nuovo preparato. Ui questi casi quatlro erano riferibili ad ammalali non ancora so!loposti ad alcun metodo di r.ura; sei appartenevano ad informi gia mcrcurializzali e recidivati; in tre l'idrargirosi era andata fallita; in altri sei finalmente il joduro potassico non aveva menomamenle giovato. Tutti quosli ammalali soffrivano per osteopatie venereo o tulti furooo prontamente guarili dal jotluro sodico q11antu,1que la cura avess'avulo luogo nella slagione invernale es, in alcuni casi, sonz'il soccorso di bagni gllnerali. li joduro sodico si può amminiolrare sciolto noll'acqna distillata cominciando da uno scrupolo ed aumentandoue grada1amen1e Ja dose in ragione di Ire, di sei grani per volta 1 con assoluta tolleranza degl'iofermi i quali non soffron in seguito nè irritazioni gastro•enleriche, nè altri apprE!zzahi li incomodi. Di più questo rimedio, massiruameole se preparalo col procedimento del dislinto Chimico Ruspini ili Bergamo, prooedlmenlo descritto nel suo eccellente Manuale Eccletlico dei l'imeclii nuovi, 4.a edizione, 1850, può osSèr nmmini5lralo senz'alcun danno anch'all'allissima dose di ùue ùramme per gioroo ; il medesimo s'adopera ezianciio per oso esterno con forma di poma!a , composta d'una dramma di joduro sodico in un'oncia d'adipe. L'ulilità di questo prepnrato esterno fu anche comprovala dal !lolL 1Jav~ri in qllclli dei 18 ammalati nei quali con l'osteàlgia esistevan aucho ossei in lumidimenli. .L'innocenia del rimedio 1100 osponendo mooornament~ la sanità ,ldl'amli1alato, è dnsiderabile che presso <li noi s' ins!ituiscan apµosile sperienze in maggiore conferma della s1rn utilità .

Al\fl\f[l\ìZJ

LA. REDAZIO~E AGU ABBO~A1fl Sempt'inLenla la RcdazitJne ad iotrodurre !nel Giornale quei miglioramenti che possono vie più renderlo utile ed istmllivo, ba determinalo di destinar alcune colonne dei snoi numeri per riprodurre suoli che serva11 a ricordare <1uanto di maggiormen\o interessante sarà tlSposto nelltJ lezioni orali o pralicato nella Clinica Operaliva dal:nostro Illustre ;\foestro e Capo Pror. Ribtirì. A tal uopo alcuni degli Uffiziali :\Jil ilar: diS~anilà tche, compatibilmente. con i dornri del proprio Servizio, possoo aver il' .vantaggio di frcquentilre la Scuola e la Clinica dell' Illust re nostro Preside, si sono messi in relazione con i più.distinli Allievi delJ'1lspedale Ji S. Giovanni per ollenere gli appunti s torici o ;:colaslici che si rendono indispensabili a questo genere di hwori scientifici affinchè riescano fedeli ed esalti. La maggiore parte degli Uf(ìcialigi\'lilitari di Sanità essendo stali Allliovi della Scuola del Cav. Comm. lliheri ,

riesdrà loro certamente gradila la riproduzione per sommi .:api Jelle leorie , dei concelli e degli alli operativi

dell'lllu3lrl:l )1ae3lro e quelli fra gli fJffiziali ~Iilitari di Sanità che provengono da allre Scuole avranno mezzo di confronlare le teorie giù apprese coo quelle del Clinico Torinese e per tal modo convincersi quale sia lu scienza, l'erudizionè ed il frullo di lunga sperienia 1pratica di Qnollo che il no3lro Corpo s'onora d'aver a Capo. A tulli poi gli Uffìziali Militari di Sanit~ rie ..cirà proficuo tener;;i a giorno di quanto si dice o si fa nella Clinica Ch irurgica dell'Ateneo Tc.rioe3e. Nella storia <l'Etnia crurale $lro:.:::ala ch'è ri pro<lolta nella 1,rima parte di queslo numero , narrala dal Dolt . Fabro, s'ò porlo "un primo sperimento: esso sarà seguito da altrii narrazioui di casi pratici e dalla sposizione dei più r ilovanli argomenti che saraooo mano mano traltali nella Clinica del nostro Jiaestro. Poss& qucsl'11tile miglioria procacciata a.I tìiornale cattivare- sempre più alla He<lazione la ,;iu)p~tia dei suoi Colleghi.

La Hedaiione partecipa ai suo letllol'i cho gli Uffizialì ~dililari òi Sanità del Presidio di Cuneo in un'Adunanza Lenola . nel mese di dicemùrc p. p. fec<!ro adesione alla Deliberazione presa dai Afoclici ililìtari stanziali in Torino nella Conferenza dei 24 cli novembre p. p. relatin al R. Decreto dei 30 d'ottoi1re del 1850 e<l agli scrilli cha In avversano. Lu J)irezione 1.lP.l Giornale avv1)rle i snoi Abbonati che con questo numero ha fioe il primo semestre. Sono quindi im·ilati glr Aùbonali a pJgare J,, !or., rata anlicipala, giusla le contlizioni d'as.sociazionc. Q1wlli che .;;on ancora in rilar<lo del pagamento del primo Slltn~stre lo farurwo giungere unitamente a quello ùel secondo. Si µregan i Sig11ori :\le.lici l>ivisionnli pcrchi! abbiano laa_ llonlà di riunir in un so!o 1·a!1lia pfJstalc le rate dei loro dip1nidenli o di forne 3horsore co~tà l'importo cui meno tJci Qnartier-'1astri dei Corµi. Quegli Abbonali elio prnfori;;cro inviar il loro vaglia postale isolatamente, sono pr<";;ati a v,,lerlo diri;;ere al Barone ni;-fleAu1;·onT, Jlice -Ditctfore del Giornale di 1'fcdicina Militare e uon allrirnenle. Quegli Abbonali )Ulitari che autorizzan al jpagamenlo li Quartier-i\Iastri dei Corpi ai q11nli sou adòelli, souo pregali di darne nel tompo :;tesso avviso alla Direzione del Giornale. Effelluati i pagam~nli saranno ,obito spedite le bollolle di ricevuta.

RIEPILOGO DEL QUADRO S'fA'rIS'flCO Ual seguenle~QuaJro Nom.:rico risullJ. che nel mese rli dicembre p. p. furono curati 5,7ii0 ammalati negli olio Spedali Divisionali e nei v~nli Spellali Succursali Mili tari. Qu0slo numero d'ammalali si divide io 1,704 di l.\Jedi.cina, 1,064 di Chirurgia, 64:2 di !:ii61ide, 280 di Scabbia. In Medicina sopra 1,764 ammalali vi furono 59 morti cioè quasi 1Jue e 11n qual'lo per cen to. In Chirnrgia sopra 1,064 ammalati vi fu un solo morlo· ;;;ei ~ifìl itici sopra 442 ammalali nessuno morto.


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QUADRO STATISTICO GENERALE de.I !Jo-vhnento n1unerico degli An1malati negli Spedali Divisionali e Succursali Hilitari pel n1ese di dicembre '1 8a,f • .

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( ai ¾6 di gennaio i 852 )

ANNOI

GIORNALI~ DI MEDICINA HILITARE DEL CORPO SANITARIO DEl,JL'ARMATA SARDA L'associazione non si riceve che per un anno e com.incia col 1° d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASSOCL'\ZlONE In Torino . . . . . . . . L. 1o. In ProviQçia cd all'Estero, franco di posta . . L . 11. L' abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari 1•icevonsi alla TIPOGIUF~A. Sun.uPINA via Alfieri, num• 24. Le lettere per al)~onam~nto al GiorQ.ale de,bbo11 esser· affrancate ed accompagnate da vagha postale.

~OHHARI0,-10 Doti.

P. l\lOTTINI: Su la F~bbré Tifoidea. - 2°

R~l..azione delle Conferenze Scientifiche. - ~ Rivista dei Giornali. - 4° Il Regolamento dei 30 d'ottobre 1850 giudiea.to dalla risultanza dei fatti. - 5° Quadro Statistico decennale. 0

PARTE PRIMA MEMORIE ORIGINA.LI SU LA FEBBRE TIIJ'OIOEA

(Riflessioni del Dott. PtETRO .Mon1N1 sii la Teoria emessa dal Doti. Pizzorno). (Vedi il numeropree.). Per combattere la no3lra Teol'ia gli oppositori fecero anche ricorso ad alcuuì falli pato logici della febhre tifoidea ; fecero ricorso alla C,! i mica ed alia Mieroscopia. Esaminiamo perciò la qualità e la valid ità di siITatti argomenti. 1. Nella Febbre l'ifoidea le tdcerazioni delle gh.iandole del Peyer si formano negl'inteslini dall'8° at 16° giorno di malattia ( Lonis) ; dunque la febbre non puù esser im effetto percM esiste prima della lesione locale; inoltre negli ammalati morti di dofrnenterite in cui la feb bre ,pereorse 1·apidissima, le ttlc(}razioni si trovano spesso pi,cole, lim·ìtate, scarse, alfre nel massimo ;1eriodo d'evoluzioM, altre nell'ultimo. D'altra parte sonvi cas·i ùi cui la febbre corse mitissùna e gli ammalati morirono per altra causa e pure si trovarono nei medesimi le ulcerazioni profonde , larghissime , con margini rialzati .ed anche col tra{ol'ame,ito da parte a parte dell'intestino cieco, ed essere ciò non ostante in via di cicatrizzazione, come fu osservato dai Dottori· Ageno e Minaglia . Siffa tte. obbi'ezioni per quanto imponenti a primo trailo, cadono però facilmente quando si ponga mente alle seguenti cose : · È assai difficile stabilire la primitiva evoluziont1 delle lesioni fol licolari, giacchè assai di rado si hanno occasioni di sezionare cadaveri d'ammalali motti nel principio del morbo: tut'tav'ia i falli uon mancano del tutto alla Scienza: Petit e Serres · lu Ull · caso autentico riscontrarono l' eru-

zione intestinale al 4° giorno; Brelonncau e Forgel al 5° giorno; Andrai al Go; Stoll e molti altri al 7° ; ed in un caso recent(\ raccolto in questo Spellale Divisionario e di cui debbo la relazione al la gentilezza del Medico Divisio·nario Dott. Arella, la si notò al 4° giorno: noi stes.si per ultimo la risconlramrno al 5° gioroQ in un gravissi1TIO caso raccolto nello Spedale di Brescia, nel quale l'ii;ifermo mfl rì per la complicanza di violentissima malattia. di petto. Quanto a Louis, se debbo creder a Forgel nella sua Opera su l'Enterite Follicolare, pag. 124 , non asserisce già che all'8• giorno siITatle lesioni sien appe11a cominciate, ma le dice appena compiute. Riguardo poi ai casi di morte rapidissimi\ con i3variate lesioni alle ghiandole del Peyer, essi aggiungono forza alla noslra opinione perché conlraddicon a!l'asserzior.e attribuila a Louis. I>i folti in questi casi t> 11opo ammettere che !a 1uorte sia avvenuta per lo meno nei primi otto giorni e le nolale lesioni non potevuno conse~uentemcnte non aver avulo principio alcuni giorni !)rima. Negli altri casi di mite decorso con profonde alterazioni vnelle ghiandole dei cadaveri uni Lifoi lei, rcsisi lali per aiire cause, il raziocinio appoggialo al la sperienza ci insegna a dedurre che la lesione locale pnò eòi5ler a11ct1e da sè o precedere la febbre. Ilei resto non ò infrc~quente veder un notevole contrasto tra i sin tomi funziouali e le alLerazioni organiche in Laole allrn malallic: qt1anti infel ici di falli in apparenza cl i sanità v;)noo covan do nel loro organismo p. e. polmoniti , pl,mriti , meningiti le quali non danno segno della loro ins idiosa esist,rnza se non I · quando han.no già lrallc1 l'ammalato. all'orlo del _sepolcro! ! Quante volle queste stesse malattie non sr rmvennero ! con sorpresa alla ncc:roscopia soltanto ! ! Re~la ad ultimo \I ca~o raccolto ùai Colleghi ed amlçi Signori Dottori Agenn e l\1inaglia , nel quale si notò la perforazione totale dell'intestino cieco in un coll'avviato p'rocesso di cicatrizzazione senza che mai I' ammala.lo avesse sofferti sintomi corrispondHnti alla gravità tiella lesione. Questo fallo, ingenuamente il confesso , io non giungo a comprenderlo, perchè, per quanti Cl,1 ssici io a~bia consullalì e per quelle Osservazioni ch'io sl~sso b,o fatte, dovetti sempre convincermi ché consimili le~ioni sooo seguite immancabilmente da fenomeni imponenti!, • simi che di solito precedono la prossiQla morte ; fengmeni i qnali dipendono dal versamento dell.~ materi~ in-


~iO teslinali nel r:av<> dcll'aùdom ine, a meno che per una felicissima C'Ombiuazione l'ulcerazione si facc ia in tale punlo delltJ pareli intestinali che già aderisce alle pareti circostanti o por disposizione a11atomica , com' avvi(10tl spesso uella regione ileo-cecale o per preceduto la.vorio morboso, como rilevasi da un 1 1nleressantissima i-toria pubbli cala <lai Professore Casorat i nella Gaize/ta Medico-Lombarda dello scorso mese di febbraio. 6e il caso raccollo dai citati due l\kdici é diverso da quest'ultimo, io faccio voti perchè anch' eglino lo rendano di pubblica ragione pel maggior interesse della Scienza. 2° A1iet1do Magendie iniettate so~tanze putride nelle vene td osseri>ato i,1.wrgerr presto i sintomi d'una febbre putt·ida tifoidea, alla sezione necroscopica nolò parimente alc11 ne 11lce1·azioni nella mucosa ·intes1?'.11ale. In tale caso aggiungono gli l imorisli , I<' fehl.irc no11 potè d1))endere dall' e.nterite f'ollicolare, mentre la ccrns<t crei ~tata iniettata 11elle ,iene ed midata, vaganti.o 1iell' all.iero -irrigatorio, Ma noi 0011 ncf{biaroo che la febbre tifoidea possa trar origino anche da una losione p1·imitiva del sangue ed ammettiamo perciò appunto la OogC>si ora primitiva , ora secondaria ; io ciò solo distiamo dai nostri oppositori elle Ja r 11 ,,ioniamo diversamente. Di fai.li, noi diciamo, od il mias;a, il veleno assorbilo od in altro modo iolrodoUo uccide l'infermo in hreviss,mo tempo ed in questo caso la f\fodit:ina non ha nulla che fare, perchè ;arebb'impo· tento; oò all'incontro il miasma ùo tempo all'o1ganismo di ri~versi e cli riagir e<l allora vi ha l'infìammazione la quale appunto richiedll i soccorsi òell' Arie. l o questa nostra opinione ci conferma lo sperimento s tesso del Mageorlie, perchè ripelulo il mcd~sim~ sui ?ru.l1 doi. l!oltori Quaglino e Mazzolini (A.1111al, U11wersal1 di .llfrdtema. Milano mese di dicembre 1848) coll'iniettare pus o<l altre sostanze auirnuli putrefalle uelln veno di quègli animali, se mori\'ano dopo 6 , 8 , 10 ore, rilrovava110 costantornente nd la sezione nccroscop,ca dt•i mede:1io1t le tracce <lella gaslro-enterjte, nou trnvarono però lllai ulceralt• le ohiondolc 1lel Pt>)'1•r eò I folli..:oli mucipari i~olali, <1uan1:ntJlH~ alcune volte i'ossern ques1i assai svilup · pali I d off1i.:se1' una grand,, dilat:izione_ <lei l~r~ fori escrolori ed ,111 aspello simile" qul'llo cha I medes11n1 presentano nei prlmorrJi delle f1•bbri tifo idee, della dolinenterilc nell'uomo. Dal 1:be noi inferiamo che nello spazio di poche oro 01·asi in qurgli anima:i già ordita la tela della a gosi ed il ,istema ghiandolare e fo llicolare an<lava anch'esso ammorbandosi in un con la mucosa gastro-intestinale che prima d~entiva gli effetti danoos1 della materia iniettata. 5. la materia lifì,ca atializzalli dalla Chimica 8 p~r mezso della lente pre1umta carati eri affatto diversi dal vero pus e tion pu6 d'altra parte distinguei-si dai depositi scrnfolosi e tubercolctri. Rispondiamo a quest'obbiezione che da uu lato la ma· teria tifoidea neo è elemento essenziale della lesione omonima , pcrchè manca sempre uelle 1p·iastre elittù:he chiamale molli e dall'altro lato i dolli Spcrimeolatori che ci fecero conoscer i risultamenti clei loro sludii su la I materia tifoidea, sono puro r.oslrelli di soggiungere che , non ha e.ssa caratteri che la differenzino da alcuni trasu- i òanrnnli !logistici, dal pus di caltiva natura, ecc., sicco1 me già vi ricordai altra ·mila. / Ahroode poi i Chimici sM~i ed i Microscopisti non non nnuo tanto d'accordo tra loro nei risullamenti dei i

!

proprii studii intorno ai diver~i umori del nostro corpo perrhè noi abbiam ad accellar i loro eorolla ri dottrin ari quali allreuaòte Cliniche veriui. ~ bene disse il Professore Geromini nell" sapionti sue lezioni d'introduzione alla Donrina ~fisontologica ( 1;auellu Medico-Lombarda del 1848-49) che regna tuttavia la pili ~rande generale discrepanza intorno agli elementi chimi ci ed ai caratteri microscopici del pus; ra~ione per cui non possiam'aucora con certezza distinguere gli sputi mucosi d' una semplice bronchite dagli sp11t.i purulen ti d'una tisichezza conrermata. Lo stesso possiamo quasi dire per riguardo al sangue: di falli mentre Ao,lral ~ Gavarre! afformano che la fibrina è in diminnzione col progredire dellù febl.iri tifoidee, i recenti sperimanti del Oou. Raoieri Bellini di Pisa ll1ndon in vc~ce a dimostrare che questa diminuzione è illusoria e eh<> la porzioOl~ mancante di fibrina rimano tuttavia nel sangue, ma allo stato liquido senza che per. altro sia convcrlilu In albumina (Gazz. Medico-lomb., ai 19 d'agosto 1850). , 4. Si danno talora febbri ti(o'idee senza lesioni ùite• stinali. Noi non impugniamo che l'apparato lifoideo pos~a associarsi ad al tri mali e sappiamo che non è raro nella flebite puerperale o per assorbimento purulento, ecc. La Scienza nt' re~i;;tra moltissimi casi e si possono leggerne due n•cculi~sicni nel foglio dei 20 rli maggio p. p. della Gas. des Hopitaux. 1\Ja , come già notò il nostro Colle~a • uo11. Bobbio, fa uopo di~tinguerè stato da /'ebbre tifoidea, esse11d'i l prin]{) sollaoto 11n elemento concomitante una varia atJeziouc , mentre la secooùa ha l'essenza io se stessa cd ha segni fisici e /isiolor1iti locali costanti che maucan in quello. Questi J'atli furon anche segnalati da Andrai, òa Oonillaud e dal Doll. Mazzooi nell'erudita sna Memoria sn la l'ebhre tifoirlea che ,·egna da par<~cchi anni nella Liguria e della qnale ho reso nn r,;gionato conto nel num" 18 della Gaz. Medica Ft'derativa di (;enova; questi ,;tessi fal li furon anehc Lennti io conto dallo stesso Louis con il nome d'C1{ftzio11c ti(oidcn simt1lata. [>. Nella cura clolla febbr,1 ti {oid.ea non è appticabil il met0do anli{logistic11 nell'cg,cal intc1uitcì che n~lle flogos i lcgitfime genuine. A quest'ultima obbiezione l'ispondiamn che , oltre a.I esservi Sommi Clinici i quali s'alleogono strellamente al sistema antiflogistico nella cura della febbre tifoiùea , sicco011i Bouillaud e la di h11 Scuola , lodandosi per i felici risultamcoli ottenuti, la riserva e I,~ cautele a cni la geueralità degli ailr i :';.;~;.;; ,~'.·, ;, il m"'n~n :intiflogistico nel male in discorso non distruggon il concetto patologico-flogistico di qoriila malaLtia, perchè la flogosi , com' avverti ~lrambio, ( Lclfere sul Ch.oleru : Gau. ll'l,idico-Lomb. 5 di novomb. 1849)ha qui una maniera tutta sua propria di manifestarsi, di decorrer e di svanire, per la speciale natura , diciamo noi , dell'apparato organico che io essa è leso e dei prodotti fl ogistici che vi si formano: per il che calzerebb' ad essa a meraviglia il grave precetto di Rasori di dare lempo e Jerbare modo ( Teoria della Uogosi, Milano). Eliminate per tale guisa le obbiezioni degli Umoristi, ci permetteremo di rivolger ai mcùesimi alcune domando. 1. Perchò non impugnao eglioo l'indole tlogistica della polmonite, dell'encefalite, ecc. , quando si fan epi• demiche, asaomou i caratteri tifoidei e mostransi pochi11-


2H simo tolloronli dei salassi? La !Jlor1a ha però raccollo 1111 grande 1111111ero di q11esle Osservazioni. 2. :;,. la l'o-bbre tifoidea i: tos!ituila dalla cr;.si del sangue fJrimi(i,·arnenle alter~l ;1, ~e vi ba d1minu1.ior 1J di !ìbrioa ò di globulina, pcrchè gl i Umoristi tHll1 s'udoprano oella cura di questa malallia a rifornire coh sti suoi clementi principali con abbonùunti cibi 1ra11i dal riigno animale e 11011 vini gene.rosi o risloralorì? Perchè ~i ricovrano in vece sollo l'egida del metodo anlillogistico e dell'ovJ· cuante eho n'è uoa dipen,Jenzu i' 5. <..:oroe spiegano gli Umorìsli l'evoluzione ùella l'ebbn• tifoiùea nei casi in c:11i, Mme nota il Casordti, l'agiatezza e I.i propril'!là dell'amm~1~t0, la salubrità dd l' a\lllazione e dell'aria in cui vive, la ~culla qualilà degli ahmenli vitllano, sollo ptina d'essere chrnma1i fantastki, di ricer· care la caosa nei miasmi putridi, <leh.itcri i che possan essersi ingenerati iulorno a lui per insinuarsi poi noi suo corpo, mentr'anche lo stesso ammal11lo non obb'alcuna comunicazione diretta otl indiretta c,,n persone infol1e , nè frequentò luoghi malsani o sospellij? 4. 111 quale maniera spiegheranno gli Umoristi l'alterazione primitiva del sangue nelle feubri tifoidee cagio· nate da disordini dietetici , da callive d1gas1io11i , da c ibi di caltiva oalura ed indli alla nurmalitli ddla nutrizione, mentr'il lubo digerente debb'olaborarli prima d1 spingerli nel lorrente circolatorio P 1)6 noi ci facciamo a domandar a questa Scuola del rinascente Umorismo (l'opera della Cliimica morl\l, come direlJbe Bichat) la prova <leH'esislenz11 nolle febbri tifoidee della supposta depravazione e pu1r~di11~ dei sangue; se le chiediamo la spiegazione del com' avvenga che in delle febbri lolla la putredine vada a piovere nel basso ventre, giusta l'espressione di Sarcone, mootr'a più larga misura il sangue dovrebbe versarla uci polmoni; se le facciamo riflellere che in tali febbri il sangue, lo secrezioni, ecc. non danno sentore di putredine so non tardi cioò quando, guasie lo viscere dalla 11 0 11 frenata infiammazione ed andate a soqquadro le azioni lulle nervee ed assimilatrici , l'aggregato organico viene meno; se tulio ciò lo chiedete, ella non vi sa clir nulla, nulla affollo. Lungi però da noi che disconosciuti siau i servigi già resi alla S1,ienza noslra dalla Chimica e qu•:lli ancora maggiori ch'io segllito sarà per remforle: lungi da npi che le bene meritate lodi non :;ieno date agli sludii severi di qnei Medici, lra i qual i llpplaudiillll al bravo no· stro Collega Doll. Pi1.zorno, che tuttodì affaticansi con l'unico scopo di giovar all'umanità. Ma noi non pretendiamo dalla Chimiea riù di quello cb'essa possa dare. Il mistero della vita e quindi della sanità e rlt>lla rnalailia è tullavia coperto da un volo troppo fitto perché la Chimica po~sa pretenùere d'averno squarcia lo u11 lembo : tant'è ancora vera la sentenza del Giacomini cho il sangue vivo è ben dil>erso da quello itt stagnazione ed in ùtalo di morte. ~ Noi ~appiamo bene, scriv' ora il Don. Ghiuozzi , Allievo e !eguace di Buffalioi cht1 fu il primo a 1·is1ucitare in Italia la Dollrina deil'Umori;;mo nel suo Saggio sii la Dottrina delfri vita del 1815, noi sappiamo bene, egli • scrive, nè mai lo <limenlicliiamo che quando la Chimica " organica ci ba disvelalo, ad esempio, cresciuto lo siero • e dimrnuili i globuli nelle clorotiche, alterata l'ema,. tosina e scemala la fibrina negli scorbutici, roso alca• lino il sangue con la presenze dello zucchero nel me-

" .Jesi mo , 'i1el1'01 ina ed in lulli gli altri umori Jei Ji11be" liti: ,·I.e quando la Chimica ha rii rovata in rna~ginre » IJHa .. tilà la fi lirina nel ,an:!Ut< ,Jt,i Oogosati , 1'ac i.lo ,, ur·,'o , :; li nrali ndl'oriua ed in altre sc.:re;i;,01 i ùei " gollos1 11011 è ancor a noi Jisc()perla per inticro la na· 11 lf!f,1 , Il<' J'ess,•111.a < h·llll r!orot1i , '11tllo scorbul", del dia• ùclc, delle llol:! 1stid111 malattie e di,lla golla. Noi sap,, pi1nio bene che la Chimica , me11lra ci dirnm1lra e ,i scompone gli olcmonli organici dei llui,!i e dei solidi , o è poi impotente a ricomporli: d,tl che si ronde BVirl ente 1> che nelle sue operazinoi an;,ililiche sfugge qualche cosa, » si d1rcbhe , di \'ila le, 1100 riprod1:1cil>ilA per isforz1J cl'in. 11 gegrw o d'intlustria umana: C(lSÌ sappiarn anconi che • io quei risullamenLi noi non abbiam altro l'oorcliè ef. ,, fetti Pd accidunli del processo 11osoge11ico e <li :;aoazion~, >> pre,onli ed operativi di continuo iu 03n'informi 1ii. » ~oi lnlti que3lo nvu ignoriamo I nè nascondiamo a » noi sHissi; mculchiarn anzi e raccotnandl(lmo doversi ,1 tenne sempre bene all'animo pre,;enti i fatli aHinchù " la loro sincera espressione non trascenda (num" !H, ,, 17 di giugno '1851, della Gazz. Mcd. Fet!erat. Tosc. ) Da sìll'a!le t5pi·essiooi non troppo incoragf;ianti por le preteso degli odierni Chimici e oi1rn te esagerate. perchè esprimenti il giudicio del più agguerrito antesignano di cui s'onori ltalia, di Uuffaliui , noi dobbiamo dedunic l'assoluta insufficienza della Chimica ad innalzarsi a dominatrice della Palolog,a e l'esagerazione del le ragioni dei suoi ..idetli che vorrebbero surrogarla alla rlottrina clell'infiarnmaziono in molto iufermit~ t!ell'u'rnano organismo, nel senso almeno in cui è acceuato questo processo morboso dai Clinici della Scuola ltaliana: di fatti Tommasini oelh1nreo suo Trattalo della febbre continuu stabilisce che • il fondo organica' o la tela in cui un'iofi:1mmazione » s'accende, pr,csenta di nec11ssità In riunione dei solidi ,, e dr.:i liquidi , del sangue egualmente che dtilla fihra » primiliva e dei vasi ; e le qualilà così naturali, come " morbose dngli uni seguono In vic1\nde e si modellano 1> alla condizione dei secondi, vale a dirn, abbraccia egli, soggiungiamo noi , l't>lemento chimico ali' eguale motlo dell'organico, entrambi però subordinali all'efomento vitale. Tale f~tlo dioico clw r,orrisponde al misto oi·yanicu ùi Buffalini, fo uopo sia bene conosciuto dai nostri oppo~itori che ci credono sempre dominali dal ~olo elemento dinamico nel modo di ravvisare e di coml,allere la flogosi. Oal nusl.ro lato poi non impugniamo clrn qu,~slo processo morboso è un fatto complesso, alla composizione del quale concorrono diversi olemunti , di cui qualcheduno c'è ancora sc,rnosciuto: ciò ammettiamo e sosteniamo noi slessi, deplorando bensì i limiti della nobilissima noslra Scienza senza però coucederc che la t~himica abbia rischiarato questo punto lcorice-pratico e senza temere per ciò che le auuali nostro Dottrine ro proposito possano da questa soffrir una valida opposizione où tissere minac· ciate di caduta. Riepilogando conchiuclon:mo r.he fin a lanlu t:he non ci sarà conce5so trovar on concello migliorP di que llo della flogosi nello sl:ibiltre l'essenza della febbre tifoidea noi , con buona venia ùegl i Umoristi , conti o1uerem a difendere 11uello con lulle le forze inlellcunali delle qnali ci è dato disporre e ciò faremo con tanta maggiorti persuasione e fermezza in quanto che vi ha molla parte lo sloss' amore di questa nvstra Patria, l'Italia io cui lo sludio della Ilo-


sia del venlricolCI , sia del cervello. Gonchi111lcrò perciò col ripetere noo potermi io far 1111 fondato giudizio del come sia avveiluta questa rapidissima morte della quale allendo dal vostro sapere una ragionevole spiè·gazione. Il Oolt. Boggelli convenendo col preopinante nell'asser ire che le lesioni manifestale dalla necroscopia non erano RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE sufficienti a dar una ragionata spiegazione della causa immediata della morte, aggiunse r.ha la macchia notatasi (Contimtasione del mese d'agosto). nel fondo cieco del vcntl'icolo eru, giusta il suo modo di AsTL Nttl giorno 11 convenivan i Medici J\Iilitari nella vedere , l'ttffelto dell'aziooo del succo gastrico . sommaScientifica Adunanza per udire dal Doll. Denina la 1\elamente inaciditosi per il luogo digiuno, sulla mem zione del triste caso di morte repentina riprodollo nel brana mucosa del ventricolo il quale fu da ITunter num 0 26 , Storia nnm 0 61. trovato perforato in persona morta di fame; citò in favore 11\on appena il Doti. lJenina pose fine alla lellura di di questa sua opinione la giovani! età di R. , la bulimia quella Storia, il Presidente invitò tutti gli altri Medici t.lalla (JUalo qnesti fu travaglialo dopo la sua uscill1 dal Militari ad esporre liberamente l'opinione loro sul fatto carcere e finalmente il notevole ingrossamcnt,, dei follidella precipitosa morte di R.; ina , avendo quesli manifecoli del Brunncr; il qual ingrossamento, comune nei casi stalo il u1tsiderio di prendere tempo per quelle più macongeneri, si rinvenne nell'autopsia. Aggiunse che il SO· l ure considerazioni che l'importanza del caso si merispello di veneficio non essendo stato accertato dall'anatava , !a discussione si rimandò ad un'altra tornala la lisi chimica delle sostanze contenute nel ventricolo, per , µoterlo ritener almeno probabile sarebbe stato uecessaCJ uale ebbe poi luogo nel giorno 20. In 11oesla, rilellasi dal l)ott. Denina, la Storia e riepirio ch'avesse avuto io suo appoggio un'armonia di cause, logate le cliniche sue riflessioni , il Dott. Caotoni espose di sintomi e di risultamenli necroscopici che mancarono com'egli nella investigazione della causa immediata di nel caso in quistione. così repentiua morte, non amando vagare noi libero campo li Doll. Mariani s'espresse di poi in questi termini. • Quand' il ventricolo è così riempito di cibi che per delle ipotesi, ma ,·olendo in vece aUenersi scmplicemeule olle alterazioni anatomico patalogiche rinvenute nel cala loro qualità o quautilà non può smaltirli , ordinariamente o si libera col vbmito o no nasce un'irritazione gadavere di R. , fosse costretto francamente asserire che strica che può passar allo staio di flogosi quando siano nessuna di queste si presentò ai suoi occhi di tanta importanza da rendere ragionevole spiegazione del triste lraHi in consenso i sistemi nervose e vascolare ; talora però riman il medesimo così oppresso dalla presenza di caso. quei cibi ch'egli diventa inerte, quasi paralizzato ed imDi fatti , diss'egli , sebbene llolfmano e Portai credano potente perciò ad eccitar nua salutare riazione. Per sì che nelle gastriti il ventricolo non sempre s'infiammi in tutta fa sua superficie , ma talora solamente in qualche falla circostanza e specialmente por le morbose simpatie parie della medt>sima , o sebben io sappia che Auteche si risvegliaoo, l'ammalato corre grave per icolo della rielh con allri ammeLtono la fame quale causa di gastrite, , vita e talvolta eliéttivamente la porùe. Di qnesto interesla quale causa sarebbe stato presento nel caso nostro, tu1° santissimo stato morboi-o pochis11iroo io generale si occupano gli Scrillori di Patologia. Di falli parlano lavia io non so persuadermi che l'alleraziooc del ventribcn~ì i medesimi di ftibbre gastrica , di gastriche ircolo, limitata come noi la notammo al fondo c:ieco o non ritazioni e t1i gastriti originate da sostanze indigeste , ma altro interessante fuorchò la membrana mucosa del medesimo , possa considerarsi come cagione suffici ente di taccion in generalo dell'indigestione «ome stato morhoso morte. Ed in questo mio giudizio maggiormente mi conspeciale: eppure I a mio giudizio, a questa particolare condizione gastrica debbe riferirsi il pi-esetlte caso di cui ferma la steslia Anatomia-Patologica la quale rese molle il funesto esito, tuttocbè appaia non ammettere fuorchè volte manifesto com' antiche e profonde lesiùni cii questa viscera siano state compatibili con la vita ; mi conferma ipolt1lich11 spiegazioni, pare a mc che , consideralo da ancor il caso nanato da Giuseppe Frank d'una giovane 1 un lai aspetto, riesca i.li 11v11 uuti.,1 ,1 inLerprdniOm), siccome cercherò dimosLrare dalle cause, dai -Sintomi e cl1e sopravvisse tre gioroi dopo avPr ingoiata una dramma d'arsenico. l'ìè maggiore peso io darò alla notata iniezione dalle necroscopiche indagini. » delle vello meningee e dt>i seni corebrali ùa poi che nei 1 Cause. Dalla narrazione falla dal Dott Denina risulta molti casi in cui la necroscopia mi confermò la diagnosi che R. era malaticcio e che soffriva di bulimia dopo la sua uscita dal carcera. Da ciò appare già come quest'ollimo d'iperemia cerebrale, io clibi semprr a notare nel corso fosse tocco da lenta gastrica irritazione e come perciò della malallia la presenza della poralisi di questa o di fosse predisposto all'ì11digestione la quale ebbe effellinquell'altr:i parte del corpo , la qnnle paralisi non si mamente luogo per il grave disordino dietetico commesso nireslò ponto nel nostro caso; che se poi qualcheduno di nella sera degli 8 del corrente mese d'ago~to. È ben vero voi soggiungesse uon doversi cercare la causa dell'io che fra le altre sostanze l'u ingoiata uva la quale si supfausto esito nell'isolata aJteraziona di queala o di quella pose affolla dalla crittogama parassita e che a qaesta 'fiscera , ma bensì nell'associame1110 di tulle e due, io, per provarvi che tutte le lesioni che noi trovammo nel causa, quasi speciale vel~oo, si sospettò doversi allrìbuire cadavere di R.. , anch11 insieme riunite non bastao a spiela rapida morte ; ma, ollracbè ooo è bene provalo cbe gare la morte di questi • non farò altra c?sa fuorchè ril'uva fosse tocca dal morboso germe , risultando positivacordarvi il recentissimo caso del Garavagno del quale vi mente per gli sperimenti ripetuti da molte Commissioni state appositameott\ create che, quaod'ancht, quella reallessi la Storia (...) in cui notammo continuarsi la vita per mente fosse infella dalla crittogama, non poteva esercitar• un tempo mollo più lungo con lesioni ben più profonde gosi ebbe il suo più sincero ed eminente i111erprele nel ~Jorgagni al quale la .Medicina va debitrice dello studio ilell'.~natomia patologica.


213 un aziono venefica, la presenza di questa causa noo può nel noslro caso considerarsi allri:nente fnorchè qual aumento di causa d'indigestione. Sintollli. Il vomito ripetuto, la prostrazi one di forze, lo stato comatoso , il risvegliarsi alquanto dell'ammalalo per Je fregagioni all'epigastrio, provano che il ventricolo era io istalo d'avvilimenlCl a cui il cer vello par consenso partecipava e , bencbò il ventricolo si fosse liberato col vomito ripetulo dalle sostanze indigeste, tuttavia erano già nati gli e1l'etti idiopatici e simpatici, come lo prova lo stato comatoso iu cui fu trovato dai suoi compagni. Necro,copia. La macchia del ventricolo dimostra cho vi fu uuo stato flogistico, però non tale da poter originare Ja morte: ma ques~a flogosi, 1100 polend'altrimente essere l'Etffetto della saburra gastrica la quale fu nemanco accompagnala o susseguita da generale riazlone, si <lebbe giudicare preesistente , siccom' accennai uella considerazfooe dellt1 Cmtse. Le altre lesioni rinvenute nelle vi· scere dello cavità del petto e dell'addomir.e non possouo menomamente darci ragione dello sfortunato rapido evento. Non cosi però la coogesliooe cerebrale la quale fu certamen~I} la causa principale della morte, quanluo que non fosse essa p1·imiliva I ma secondaria o consensuale dello stato morboso gastrico. La congestione cerebrale <li falli ci dà spiegazione dello stato comatoso , della diiatazione della pupilla e questa spiegazione ci si rende lanto più naturale in quanto che noi tutti cono· sciamo quanto grande sia il predominio del cervello ~Ila giovani! età io cui frequente è il sopore ed il delirio per la sola presenza di vermini negl'intostioi o per qualunque altra lieve causa gaslrica. « A questo grande cùnsenso tra il ventricolo ed il cervello presiedendo il nervo pnenmogastrico ed i rami del plesso ci,liaco, ecco com'io credo possano spieiarsi i renomeni morbosi notali in lt e la consecutiva morie di lui. " •( Per Ja presenza delle materie indigeste nel ventricolo i 6lamenti del pneumagastrico restaroo oppressi e quasipa · ralizzali: di questo stato morboso parteciparono Lotti i rami di dello nervo cioè i polmonali, quindi respiro affannoso; i faringei , qoiodi disfagia, ecc. : incagliata poi l'aziono doi rami nervosi provenienti dal plesso cel iaco, restaron anche sospese le azioui organiche del ventri colo , quindi l'inazione di questo anche per l'oso degli emetici e la presenza nel medesimo delle soslanze li · quide corrotte: per l'anastomosi poi che esiste rra l'ori· gioe dei pnenmogaslrici ed il ramo ascendente del gao . gli o cervicale superiort1 proveniente dal nervo grande simpatico l'azione dei vasi cerebrali doveva anche partecipare del morboso indebolimento , quindi congesliooe nelle vene le quali , già men irritabili per la loro tessitura, per la natura stessa del sangue che vi circola sono più alle cho non le arterie a risentire I' effello delle cause debilitanti : Onalmente per le anastomosi fra il plesso celiaco e I' ipogastrico si spiega anche la semiparalisi della vescica orioaria. " » Da quanto abbiamo dello risulta che la congestione passiva nelle vene e nei seni cerebrali , a rendere la quale più costaDte e più perniciosa ne' suoi efletti concorse gran~emente la difficoltà della respirazione, fu la principale causa della morte di cui si tralta ; cansa qut1sta eh' a me pare cosi evident o e comprovata dall'osservaiione da> non esitare punto ad asserire che in tulli coloro i qnali muoiono per indigestioue, ciò deriva &empre dalla congestione cerebrale dipendente dal consenso tra il ventricolo ed il cervello e dalla difficoltà della circolazione originata dalla dispnea per la _dimin~ita innervazione dei pneumogaslrici o per la mecca•1c1 pressione in allo del ventricolo enormemente di-

steso dalla prcseuza delle sostanze trangugiate o svollesr nel medesimo. ,, Il Medico Division;ile prese l'ultimo la parola su quesl' argomento, cominciando col fare lodevole ceno~ delle profondo ~luc11l>raiio11i con le quali ciascheduno dEt1 J\1Q· dici .Militari s'era studialo couv Jlidare la prcipria opinione e perconen<lo quin.ti 111 varie parli delle motlesime alle quali nou poteva egli accedere perchè persuaso 'del rlell~ del Sommo ~'ondatore del Solidismo chercllez, mai.s cherchéz bieti, et votlS trouvere:;, toujo1irs la cause de la mort. lo ragionò in questo modo: " Le viscore ritrovai~ più al>erranLi dalla coudiziono fisiologica sul cadarnre d1 ll. , comunque v'abbiano contra dello i degui miei Colleghi Dottori Càntone e Bog-gelli, furQno certamente il ventricolo e gl'iuleslini tenui i ljUali nell'animo di colui a cui sono note le coudizio11i tìsiologiche delle nostro viscere nou potevano lasciaro dubbio d'una pregressa gagli~rda flogosi con incoato esito eancreno~o in ordine al primo ricettacolo. Non saproi di falli come possa spiegarsi_dive!samenle la fitta gonernl iniezionu capillarn del tubo mt~st1nale e della maggiore parte del veutricolo oolla sua porz1om, cardiaca, la qoale fa,:eva 110 cosi singolare contrasto c~o la parie pilorica meno t.ucca da flogos i. Quella macchia poi al fondo cioeo dello stomaco, della circon~ereuza d'oltre n tre pollici, di colore rosso-cupo, da cm come da Nn ocnlro con graduata diminuzione scorgevansi parlenti l'ahuorme tessitura e vascolarità della viscera, quale altra cosa può essa mai significare se non un processo flogistico gagliardissimo ries<:ilo gi11 ad un'incoante ~ancrena la quale p~r ciò solo no11 ehb'inliera l'evoluz1one sua che troppo rapidamente si spense la vita ? Tanto chiara e fondata sn I' Anatomia patologica a me pare questa spiegazione che ,. cjuaudo discooo5cero la si voglia , a~tro mozzo di solido ragionamento più non ci rimane fuorchò quello di riferire q1u1s10 fallo alla degenerazione , ca{i1.1vorica ; dal ch1-1 credo ciascheduno di voi bene lontano. Dalle cose fin qui discorse è evidente che seuza perilaoza si può stabilire diagnosi di Gastro-enterite acutissima. Lo sregolalo modo di vivere del ragazzo figlio di malsani genitori, la catliva sua costituzione, la viziosa sua condolla in cosi tenera età mi µersuadou o ch'egli fosse già da qualche tempo travaglialo da lenta ftogosi gastro-enterica e da altri disordini delle viscere contenute oell'addomine, come ne fa prova lo stalo (patologico della milza a cui cresce forza l' innaturale ?tato dei polmoni : che se s' aggiungan i frequr.n.ti castighi cJ in particolare l'ultimo, avrem 110 complesso tale di cause predisponenti da convincersi che la deglutizione di tante pessime sostanze potè bastare quale causa occasiooaJe di un'interisissitna ,ilogosi la ·quale, por la sua diffusione, per l'età giovanile e per lo stato ìnfermiccio dell'amma!ato , non incoolraodo nelle organiche riazioni uo modo di difesa si fece prontamen1e letale. l)i siffalli lromeod1 casi ribocca la Storia della Medicina ed io vi addurrei un buon numero dì citazioni se 11011 lemessi di far un'ioopporlll'tlO sfoggio d' erudizione al cospelto di voi che di quelle pienamente siete edotti. ,, ., Mi rimao' or' a parlare della congestione venoso. rinvenuta nell'-esleroo involucro cerebrale. li Doll. Mariani accorda tulio il valore patologico a cotesta condi· zione morbosa a cui perciò attribuisce esclusivamen.lc la causa dulia morte: in q11anlo a me dichiaro frao~am_en~e di non potermi accomodaro a questo sno modll d1 g1ud1care: egli l'appoggia all'i mmobi lità della pupilla. allo stato saporoso, alla disfagia, alla prostrazione delle forze, ecc:; siotomi qneati cb'ei fa dipendere dalla pressione es_erc1cilata sul ct-rvello da quella congestione venos~ : 10 al contrario non so ravvisar in quei fenomeni altra cosa fuorché i sintomi precursori della rapidissima morte. A pro,ar inoltre che quel dobole superslite raggio di vita fosse tutto concentrato all'epigastrio e che perciò il ven· tricolo fosse la viscera primilivameote tocca dal morbo cioè dalla flogosi , vien in mio soccorso la Storia Jel


'll4 Doll. Dcnina dalta qualo appare cho li! sensibilità del mor1•ntc solamente si manifestava qu~ndo s1 pralicà vano frngagion i all'epig11strio; il cho è quanto dire che il ventricolo era , fra tulle, la vi ·i:era cht' ancora godesse di moggiore vi La, ben .all'opposlo .dello sta io ?'a~soluta ,1lo nia nt! lla qual<cl lo <11sse caduto 11 .Uott. Mar1a01. Allrnnde volcmlosi allrlbt.1ire la cagi one della morte alla congestione ccn-brale, QUl'$'la avrehh' aJmeoo dovolo prnseutarsi nel calln vere in islalo di grave iulensilà; il che cerlamentu non fu: che ~e, più ch'all'iulensilà, la si volesse riferir al morfo di cqngestirine, io chiederoi sempre: d'onòe mai il magi•iore grado di ~e11sibililà all'epigastrio P Sarà forse questo un :;intoroo dd l'apoplessia ;> Per me confesso ingenuamentti di non avere mai notalo questo sintomo i11 alcun apopletieo. A rendere questa diagnosi slabile e sicura avrebbe condotto l' esame dell' infermo quando lullavia poteva dare ragione de'suoi patimenti , ma per isvcntura il Medico ru chiamato troppo tard i : ciò non oslanle questo abbiamo di positivo oh 'il ragazzo, al primo apparire 1\l')I morbo , lagnossi d'acerbissimo strazio al I.lasso ventre , duranlll i) quale il ventricolo sgravossi dalle tante sostanze che l'imbrauavano e più Lardi di solo liquido biliare. La fl\)gosi in qnell'istanto era violenti~sima nello stomaco : colla celerità del lampo si diffuse o lutto il luho intestinale e , chiamando in simpa tico consenso il comune sensorio, acqnistò il massimo «rado di gravezza , per cui e per il concorso delle acc.. n;ate patologiche cause preesislonti ;;i spt'nscr i polrri della vita. C:o nchiudcrò porciò col ripete re che la malatlia la quale condusse al sepolcro il ~iovine H., l'u una delle più dolente gastro enteriti svoltasi in un soggetto già leso nelle viscere addomit1ali. • Lo stesso l'ffodico Divi:oionale prima di ohiodere la Seduta diss' ai suoi Colleghi ch'e~li non pretendi;,va imporre la propria opinione, . lullochè questa fosse dettata del pili ·:1timo suo convrnc1mento e la credesse magg1ormenle l.,,,ica eù in più ~· rella connessione coi fenomeni morbosi ~ colla necrosc1,pia. Che se poi di Lolle le opinioni ,v • ;una avesse col1,1 noi segno, avrebbe ciò dovuto persuoc, rii che l'esercizio della Scieo1.a era un mare pierio rii scogli , ad e\'ilar i .quali era ne<:e~sario.. conliouare 1· n animo forte e pa1.1ente net sevtm studi I delle Medich, Discipline.

PARTE SECOND! RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICl. (Sunto del D,,/Jore P.

i\JOTT1:s1 )

CON$1Dt:I\A ZION I PI\ATlCHB SU I.E VAlllCI IHìL CUOIO CA· PBLLUTO; DEL OO'fT. 110111mT, ClllR U!\GO DELLO SPEDA LE BEAOJt)l'(.

Le 1>arici arteriose (aneu>'isma crisoide) costituiscon1> un'alterazione delle aneric, per la qu3le queste si dilatano, s'allungan e si fanno tortuose in varii punti del loro corso con rigoofìamenti ampolliformi che si chiaman anche col nome di boz::e. Quesl'alleraz!on~ ha luogo per la dilatazione, per lo smagliamento et! anch<1 qualche volta per la totale distrn zione della tunica media rlcl vaso. La sua sede predi letta è il cuoio capelluto e riconosce per causa occasionale le ferite contuse e bene più SJJesso i tumori sanguigni congeniti, mas:oimam<.'nle col sopraggiungere della pubertà· e quando l'aumento dei medesimi si rende più rapido per l'azione di cause irritanti o di violenze esterne. Talora le varici arteriose si ~volgono dalla (:irconrereoza dei tumori sanguigni; lai altra in vece sembra che qnesli compaiano con lo svolgersi dell'aneurisma crisoide. L'evo-

Juzione di quesl'ullima alfoziont; t) i11 ~cntira le pi11tlosto lenta, sebbene sia 1al 11r assai rapida. La region an1rnalata si rende più volumiuosa , più rialz~la , abbeochò senza confini bene circvscri1ti ; se vi :;on anche varici la pelle si rende piti tardi vio lacea o brona ovvero resta scolorata sino al momento in r.ui, rlisl.e;;a per il progredire tlel morbo, s'assolli3lia la,;ci:llido c,;1-ì lraspariro Ja linfa tnrchi11iccia dfflle arterie pi,me ,li sangui' . [o questo staio il tu more rassomiglia .ad una ,ena viiricosa: applicandovi la manv, si ri1;onosce molle c ù elastico : coll'orerchia vi si pcrei!pisce un moto d'1·~pans io11c o <l 'abb:issamc:ilo sinr.rouo ai movimenti del cuore e vi si ,ante un rrcui ito vibratorio continuo, raddoppialo, assai forte e si mii allo slrepilo d'una ruota: questo frem i11J si propaga più o mm10 lonta110 o,d arriva lalora sin alle carùli<li ed al cuore, ma dimi nuisce e cùssa per la compressione d'nna sola o di tulle due lu carotidi: per l'e(fctw di questo stesso fremilo l'amu1alato risente uua sensaziona incomoda e m,,1.,sta ed un suono rornoroso che spesso ò cosi vivo da slurbargli cd impedirgli il sonno. Le art(,rio circonùanli il tumore, sempre Lortue>se e dilata te, ar1·iv!lno bene spesso, per la pres, sionc dic esercitan e con i loro battili, a solcare l'osso soctoposto. l I tumore lasciato a se stesso tendtt per lo più ad aumenlarc tin a che la culH resa as5ai sottile si rompe e s'usulcera dando 1.uogo a gravi e ri11el11l~ ernonagie: il sangue che ne ~cola è d' un colore rosso meno vermiglio dell'arterioso ,~ sorle a gotto continuo, quasi unirorme e poco slanciato. l,.'alLera1.ione varicosa, sebbene limitata nel suo principio in no solo punto del capo, come p. u. alle tempia , alla fron te, al verti(:e, ecc. , ~·es1e11de poi a gradi e mi11accia qualche volta d'invadere qnasi l'i11ticra Lotalila dei tegumenti del capo. La diagnosi è racilc quand'il male tiene dietro ad un tumore sanguigno ; è diilìcil io vece so conseguila una contusione del capo, 1w.rchè in qqesto caso può confondersi coo l'aneurisma .ar-terioso-vt•nosa che 1.al vo lta ha sede nel cuoio capelluto (R1Jfz, Laugier). S'arriverà tuttavia a scevrare l'uno dall'altro , badando ai sogucuti crilorii diagnostici : 1. Sebbene l'aspetto esterno e la forma ùei tluo tumori non siano diversi tra di loro, tuLl avia nell'aneurisma crisoide ogni punto Jel cuoio capellulo tocco dalla malattia offre pulsazioni isocrone ai balliti ciel cuore; pul$azioni cosi intense che sollevano con forza Ja mano e l'orecchia dell'Esploratore e che si sentono maggiormente dovo le var ico5ità dell' arteria sono più numeroso e più svolte. Al contrario nell'aneurisma venosa le pulsazioni , scbben isocrone coi polsi ,sl)no tuttavia meuo vibrale ed assai più circoscritte , limitanJosi per l'ordinario all11 regione rlov' operò la causa Lraumatica o decrescendo a mano che s' allonlaoano Jall a medesima rogiooe. 2. ln entrambe le io(ermilà con l'ascoltazione si 5trntu un susurro continuo ed a scosse, simile quasi , co111e si disse , al rumore rl'una ruota:' qlrnslo rumore però nella varice arteriosa si diffonde a lnlli i vai;i dilatati, mentre nell'aneurisma arterioso-Penosa è esso per lo più C'ircoscrillo al 11unlo ferito o tutt'al pi1i alle parli pross1missime, quanionque per altro il me,lesimo anch' io quf'sl'ultimo possa sentirsi lnngo l'arteria, quando questa sia locca da noltwole dilatazione o da dilatazione con istri ngimento. Inoltre nell'aneurisma arterioso-venosa, riconosciula l'arte· ria lesa e compressa fra il lumor ed il cuore, per il vuotarsi totale o parziale del tumore cessao i balli li di quella; ove poi la si comprima tra il Lumor eri i capillari, questo si fa più leso. Nella varice arteriosa in vece, costituita. com' essa è da un intreccio assai complicato lii vasi ed alimentala perciò da molle sorgenti. per faro cessar i battiti ed il rnmor arterioso è uopo comprimere la culo tnll' all'intorno del tumore o comprimere diretlamente la carotide corrispondente. 5. Anche nel corso vi son alcune differenze: la var ice aneurismatica progredisce di <·onlinuo e dopo un tempo indeterminato dà luogo ad ulcerazioni e ad emor-


1:he ben presto si sarebbe rìeooosciuto il danno della nuova ragie pericolo:;;e. li lumorll principale ddl'a.neurisma ar: lslituziono dall'.111111enlata mortalità oelle Sezioni di Meterioso-veno,a tosto che ~. form.at,o resta 111 ve,:e quasi dicina. stazionario· solo le vene v1c111e s1 rendono sorpe.ggia 11Li, varicose e' dilatandosi , fo rmauo 111mori ioùolenti, molli lo che fin dal 1>riucipiare della mia carriera scientifica conobbi l'iUtli,pensabililà doll'esercizio promiscuo ed io 000 conse:uliva partecipazio'.1e di tut~o il sistema venoso do! cranio, senza ohe mai s1 presenl111u le ulcerazioni e prova ho co11seguita la doppia Laurea, non sapeva_ persuadermi corn'avess1, uovuto aumentarn la mortalità negli le eiuorragie$pedali .\11litari pel solo fallo chu i ;'\ledici di llcggi L ' aneurisma crisoido abbandooata n se stessa conduce mento, laureati ed aùilitali ali' esercir.io io ambe le Fa l'inrermu alla morte. La principal indicaziooH i:he per la sua cura si richi ede consisto 11e ll' impeùi re l'afflusso ùel coltà, era11 incaricati di diriger altcroativamente per 11!1 saoaue 11el vasi arloriosi del cuoio i.:apd luto. A quesl'ofdelerlllinah> corso di mesi le Sezioni Mediche e le Chi· feu~ per la somma analogia ch'essa ho coi nei materni arrurgiche. Allenduva perciò ,:un impazienza la fine del terio~i son indicali. i medesimi metodi operativi. Se il tu· 185 J per con su har i ri.sultamenl i clinici del prim' anno d'esperimento, ben convinto che qualor avesse dovuto mor è circoscritto a pochi rami arteriosi, si può fan~ ti· esst>rvi una differenza in più sul totale dei morti , questa corso all'estirpazione, alla cauteriz.zaziooe, all'eletlro-pundoveva accadere ntl primo anno, poichè volend'ammet~ tm a ed a Ila suturo attortigliala. .\la se il ma le occupa terc la mancanza ll'cs,m~izio pralico nello cose così dette siffallo pralioho son insufficienti; una ' orand'esteosione, O , . mediche • questa doveva manifestarsi nel prim' anno, insufficiente parimenle è la compruss1one sul tumore mentre nei successivi sareblle dimi11uita a inano chA quee sui rami arteriosi circondanti il medesimo, ancorché tentala co11 molle ù'acciaio, ccc. L'unico mezzo che rimarsto pratico ci'- d cizio s· aumentava_ 1 risultamenli sta1istiri del 1851 non solo anr.ientano le rebbA io quest'ultimo caso sarebbe la legatura <lelle arterie che cooducon il sangue al tumore cioè legando i rami 1 azzardale profezie degli ,l\'versarii alla promiscuil~ dell'esercizio Medico o Chirnrgico , ma superano persino la della carotide esterna che entraoo nel tumore o legando la ca rotide primi tiva. li primo modo. ha fin ad ora fallito; aspellaliva dei sosteni tori del nostro principio. Per proquant'al secon-<lo t\ opioioue ~enerale che sia iuulile per ceder in modo da mettermi al coperto da qualunque oble tante anoslom~si fra le arterie d'uo lalo del capo coo bieziooe anche ca\'illusa offro ai Lettori dal Giornale il quelle del lato opposto. l'liun rimane perciò altro fuorchè Quadro Numerico generale degli ammalali curati netentare la cura palliativa cioè rall entando i progressi del 'gli Spedali Mi lill.ll'i dcd Regno in dioci aoni e lo pongo a male col fare cessare le emorragie e cicatrizzare le ulcere confronto con quello del 185'1. Di più; estraggo ?~I meprocurando cosi d, prolungar il più possibile la vita desimo , anno per anoo, il totale d~i curali in l\Jed1c10a e nè risulta per l'anno 1851 wfa mortalità in meno di dell'infermo. Dai falli pertanto cbè la !foienza possiede e che l'Aucirca l'uno per cento a co11frooto dell'anno 1845 che è tore della presente Memona ha io essa rirerili (Dupuyquello il quale pel numero degli ammalali più s'~ccost~ tren Robert, W illiaume <li Me1z, Pinel, Graochamp) egli al 1851 , prendendo allo che questa minorità d, morti ded~ce le seguenti conclusio11i : dell'anno 1851 si mantiene uguale al paragooc di prcssoI. Sin al presente non s'è _potuto olleneru con alcun chò Lutti gli altri nooi, è anzi cornparalivameole ad almezzo la radil:ale cura dell'aneurisma criso ide del cuoio cuni di questi dieci anni inferiore ,foll'uoo i> inezzo per capelluto. cento. 2. La legatora della carotide primitiva del lato afEcco iJ riepilogo della Sozione di Medicina r.he tolgo fello è la sola operazione che si può oppor al suo prodal Quadro decennale, gres~o. ~tartalilìk ...,l31ha A.uno Totale dei curai.i ~forti o. Impedisce c6sa le formidabili emorragie o le rnnde 2,80 1841 22865 062 assai meno frequeuti e gravi; prepara inoltre la cicatriz') ".. a~-U 1842 20896 68 1 zazione clellt1 ulcere. 2,85 1845 H)ùl5 u-14 4. La auoslomosi esistonti fra le arterie temporale eù !)!)I) 2,0i 1 !)187 184-4 occipitale di ciascbedoo lato s0no le precipue surgen Li del 2;88 1845 JS.359 !t50 ristahilimento del circolo nel tumore. 2,67 1846 21642 5ìH Noi casi per altro oci quali la legatura della carotide 2,!)2 1847 22i,51 H59 produèe e!Tetti curativi soltanto temporanei sino che ri2,50 1848 42844 1115 compaiau in seguilo gli steasi accidenli, dovrassi proceder 2 , 7(/ 1849 1782 65867 alla legatura d'entrambe le carotidi ? Qoaolo tempo io 2 ,5 1 1850 22479 5~0 quèsto caso dovrà decorrere dalla legatura d'un vaso a 1,8 t 18u1 18075 528 quella d'un allro P Langenk legò le due carotidi nel medesimo giorno e l'infermo mori dopo 24 ore.. Mussey in Certo d'interpretare la volontà de'miei Colleglli n_oo vece legò le due carolidi a 12 giorni d'intervallo; Prutoo mi fermerò a menare vaulo cl'uua diminuita mortalità le logò una volta alla distanza <li cinque sollimano ed una che nella media proporzionale dei dicci anni presi c?~seco11da a qnella d'otto; .\Joeller ritardò di quallro mesi pl~ssivamente rappresenta circa la metà di mono: m1 11· I~ se~ooòa legati1ra ; Elie di i\liehigan interpose quattro mitcrò sol ad annunziar il fatto che la mortalilà non à g1orn1 e \Varren ne interpose 25 fra u11a legatura e l'alaumentala pcrchè queslC\ sta in appnggio al bene che si Lra : il successo fu prospero in tutti questi ultimi casi. prevedeva dovèr essere la seque la del!' au~az1one .~el Con la scoria di questi faUi l'Autore procedè io eouale nuovo Riordinamento del Corpo Sauitario ed, 1n vec~ ~ inmodo aHa radicale cu ra d'un'aneurisma crisoide del ~uoio sLituire paralleli cho potrebbero sembrare su~ger1~1 d~ capalluto, inlerponendo sei mesi tra la le~atura della caprevenzioni passionale, dirò che la diminuita mortalità si rotide d'un lato e quella dell'altro con csil~ feli cissimo. debbe mollo ai Medici Curanti ma molto ancora alle migliorle introclolle nella Direzio~e ed Ammioi~trazio1!e degli Spedall e delle Far macie·, alla vita più a.wva e più esercitata in cui è mantenuto il soldato, al m1gl1ore nuIL REGOtWNTO DEI D'OTTOBRE 18o0 trimento del medesimo ed allo zelo ed alla concordia che _GIUDICATO DALLA RISU.'TANZ1 OBI FATTI . r egoaoo presentemente fra tulli i Membri della Fam!· glia Medica Militare e gli Ufficial i che dirigono J'Amm1G)i avversarii all'esercizio promiscuo obbligalorio della 11istrazione. Per la Redazione Medicina e Chirurgia stabil ito oel Corpo Sauilario-MiliBarone de BntnrOR'r. lare dal principiare dell'ora scorso a noo , vaticinavano

-

ao


QUADRO s·T ATISTICO GENE·RALE del Hovimento numerico degli Ammalati negli Spedali Divisionali e Soecursali llilitari per il decennio dal ,f 84.,1 al ,t 85O in rapporto con l'anno ! 85t . NUfflBRO DEGLI ADBIALATI E NATURA DELLE IIALATTIE DESIGl\l AZI01\JE

FEBBRICITANTI

DI CHIRURGIA

VENEREI

SCABBIOSJ

degli

ANNI

11-------------r-1- -

-1---i,- -,- _ _ . . - » -

-- ~ -~ -

~ ~---. - -

4841

847 22865 22506 662

544 421

9667

M

·3U 186 24·13 2i.3l 4 108

44 1850 ·1878

16

184'2

5U 2035j 49760: 684

455 3U 87'16 8.603

56

3511 H.i8 2H'>9 21 39

16 163·1

1605

42

1843

UiS ~8ti58 47940 t'>H

529 351

H

305 177 2.i26 24~ 1 3 179

42 1273 '1303

12

·1844

529 18658 ·18007 590

590 305 8577 8474

1

1:3

365 179 3H2 3H 3 720'1112 1861

1845

590 17'169 17387 430

U2 360 .• 9098 9073

43

S!f7 201

1846

44!2120020H3 579

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68

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l 07 290912952

TOIIINO, PELAZZA, TIPOGIIAFU SuD.lLPINA~ 11ia.

Alfieri, u.

1

61

Il Dirett. Doli, COMISSETTI, l\led, Div, - li Vice-dirett. responsabile Dott. barone de BEAUFOl\T M. R,


( ai 3 di febbraio 4852 )

ANNOI

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GIORNALE DI ·tlEDICINA MILITARE DEL CORPO·SANITARIO DELL'ARlll\rfA·SARDA. ,:associazione non "SI·ricevé che perQn anno e comincia col 19 d1agosto. UGiornatesi pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana. rnEZZO D'ASSOCIAZ!O~E , . . . • . J,. 10. I'n Provincia e.d all'E,;tero, franco di posta . . L. 11. L' nbbonamento dehh e p,111;arsi · per s,emestri antiGipali. L_~ 11ssociai:ioni per i n~n -~ili~ari rit~vonsi a.Ila ![PO~nA_F~A_,Sun':'1:PINA .i via Alfieri, uumo 94. Le let1e1·e per abboJJ!imènto al Giornale debbon esser anrancat" ed accomp.ignt1le d_a va,,lla postale. Jn Torino . .

Son,MAllJO. - 1° Bar. DE Il8AU11011T : Su l'Azione del Mercurio. - 20 l)ott. Cav. CATANEO : 'rumore lacrimale. - 4° Dol!. GA. nrnALlH : Oltalmia blennorrae.ica. - 4° Dott. ALHillNO: Tumore cistico. - 5° RelaÌ,ione delle Conferenze Scientifiche. G"Hivista dei Giornttli.-7° BolleHino ufficiale. -S" Annunzio.

PARTE PRUIA

SU L'AZIONE ,UEL MERCURIO E St;L l\10DO D'A M!.\HJSISTRAULO

( M'éinoria letta dal Bar. DE BEAUFol\T in una Conferenza di Torino). ·

,lo tocco uo argomento chet ·svolto come .già fu da Sommi :Maestri, 11011 dovrehb'ormai passare come r.osa problematica, ma bensì came co~a dimostrata; se non che )(:} ùi~cussioni ch'intorno ad esso ebbero qui lu,Jgo nei mesi di marzo e .d·a11rile, avendomi pro\'alo cl1e. rimangono a11r,ora molte incognilu su il modo d'operare òel mer• cu!'io, divisai io purè di manifttstar a CJues\O proposito la mia o.piniof\e. Non ù gi~ d')'iÒ intenda dirvi co~e llllOVO e tanto meno risolver- "1S~olulatnente Ja quislione, ma per:;uasq conui sono che spe~so !·'espressione d'una idea per quanto mes<Jhina pnò divenire ,Ja base d'una ,•erilà e frutto com'è l'opinionè mia · 101/.uate della più sincera convinzione in me originata dall'esperienza di qua llordfoi ann·i di pratico .eserc1ii'O, credell i per ciò portar anch'io, se non una pietra, un sas~olino alme.(10 per l'edifizio della Scie,1za. JJissi•-più sopra• qtt1w,le l'o, pinione mia, non già perchè io 'la proressi solamenrc da poco tempo·, ma perchè poirei domani pensarla diversamente, qua,ndo. voi giungeste a per~uadermi ch' io ballo una. falsa str-ada. fo credo nel dnalis.mo del modo-0'opetare dei rimedii; non vi credo J>crò i'n s~nso assoluto, giac-chè s1;no èonvlnlo éhe i rimedi i pr<,Jsi' separ:ita'rrlenle,abbiano, .oltre alla virtù dinamica generale; un modo d'operar clelli'vo, 11011 _però specifico, su gli organi ed i tessuti. · Quind.'è che ~enz'altr_i preamboli non esito a dirvi non riconoscer io nei mercuriali, conve11ie11temi:11le '(Jtepara!i -t\,Jlresi inli:.r•

t

namente in gins1a dose, alcun'a ltra' virtù fuorthè l'anl1.,flogistiea o deprimente o adinamico che meglio vi piaccia chiamarla e, quantnnqne creda che i var.ii prrparali rii questo rimedio sian utilissimi nelle· malall iH sifili1ir:he, non ne d c,dnco per ciò lina virtù .•pecifica, ma bensì t\n modo clcttit:o antiftogis'lico d'operare su qiiei tessuti i qoali soglion essere generalmente e di pref'llrenza tocchi della conlaminazionH venerea. N01i v'esporrò qui. eh,~ ~ardibe fuori proposito, il riiiò morlo di pensare su la patologia nelle malattie veneree, vi dirò pe,rò chci c,on. siUt·ro le virie for-me morbose della sifjlide com'il prodotl') di can'5a fiogi·slica e senz'occnp:1rnii per ora dell'indole. di questa causa, vi dirò ancora che ò-011 so scorgere nella prolìci1a amministq1zione dei mercuriali in questa llogos.i od in questi prorlolti di flogosi on mod-0 d'operarn specifico o tieulra.lizzanlc il vir.us sifìlitico, ma solo .11Pa virtù anti!logisli<:a ·ch'io chiamo ancùr elettiva perè.M appllnlo uo11 poss'o non dirmi convinto ch'il mercurio ()peri in un modò oppos.to a q11ello MIia crius,a Vt'nerea. Chti se per l';iluno mi -s'opponesse ~1on polèrsi rivo r.a.r in dubbio la ·specificità e co111agiosilà della r.avsa venerea, io r:isponderò che anch'in , quest'ipotesi non credo che i mer,curiali nel vincerla operino come r,irnedio no11l'ral,zzante o specifico ,contro l'azione del vims ma ben~i come rimedii anti~ogisticj dotali d'-un n:1odo· d'azione particolare su le ghiarirlole, fll gli ossi, ~Il i ,k.s,u \i bianch i e sn le mucose; 1>ispo.nderò ir. breve ·che distinguo ,Ira il modo cl'opc~ra~e specifi<:o ,e J.'eléllii:.o dei 'rimedii e per cònseguonzà rnenlro concedo al mercu11io 111ia " !flÌl .eletliv(i deprimente •su cer ~i or~ani e tes~nli, non S(1 ,rìct1n9scere nel rnedèsimo alcun Yalore specifico conlro ia ~ilìl.ide. -l)uò darsi çhe in c1uesto mio, modo rii 1;;1glQoar i,o sia in errore, ma non so adollare nella ernia pn11ica ~lcun principio clrn ·non mi convinca. Chia)l\er,r,i specif.i,co il mercurio quando cono.sce:;si che cos'è il cont;i ;iu , ene.re,r ed il' modo· chim'ico cnn cui f)'1esto si· ~.compone o si neutralizz.a al contatto di q11l'ilo. Chiainerni ·speciij,çp il mc.rcorio quando lo scorgessi ~olo arnruirJis,tralo 11elle malallie · veneree !t ll011 iì1 rflal~llie ge.ne,ralm~n1e rico~ nosciute ge1wrate diJ altra ,causa, com'ad, cse111pio qµand o lo si ·usa nelle perHouitidi :rnerperali. Chiamerei ancora ~pecifico il mercurio qnsuclo ,sempre e costantemente g11arisse ogn~ torma di sifilt'de e quando q,wsta non et... d,•sse ft1orchè coll'.llso di c1uello: ma la maggiore parte di Vvi anà già inconll'ale llOO poche s:flli.di ribelli at.l f>èllli Spf,la


218 ch'il mercùrio, a seconda oelle varie sue preparazioni di preparazioni mercuriali e nessuno di voi parimente e combinazioni con altri medicamenti , poò, senza perdere ignora che ·nella . cura della sifilide si può far a meno la sua virtù deprimente primitiva, diventare diuretico, dei mercuriali. Potrei citarvi a quest'uopo alcune centi· diaforetico , purgativo, riso'Jvente, ecc. e guarire c'osi la naia di sifilidi sia primitive , sia coslituzio'nali da me sifilide nella stessa guisa che ciò scorgiamo farsi da coloro curàte sen.za mercuriali , ma amo meglio richiamar alla i quali , a. seconda dei casi speciali e senza l'uso del vostr.a memoria la Commissioqe Medica-Svedese la quale, mercurio, curano felicement, la sifilide con i diaforetici, dopo quindici an.ni di studi i e d'esperimenti per sapere · con i di~retici, ecc. se nella cura della sifilide fosse da preferirsi il metodo Cio posto, prima d'esporvi le massime che mi guidano antiflogistico od il mercuriale, annunziò èome su 46,867 nel modo d'amministrar i merc,jrial.i e con essi tntli i ammalati di sifilide s'ebbe per risultamenlo nn assai così deLti rimedi i aotiOogistici, vi rarò riflettere che non minore numero di malallie costituzionali e di recid ive e si posson leggere gli scritti d'11n Autore qualunque di s'ottennero guarigioni più sollecite negli ammalati curati malattie veneree, nè tenere dietro ad un Direttor~ di Sicon gli aritiflogislici che non con i mercuriali. E con ·1a fìlicomio od udir un l\:Iedico qualunque che s'occupi di Commissione. Svedese consuooano gli sperimenti di preferenza di delle -malattie senza che si scorga o s'oda Frichtz falli in Hamburgo sopra 15 mi ile ammalati ; vantarsi da ciascheduno il suo proprio metodo ~iccome consuonano gli sperimenti di Kayler falli in Strasburgo il migliore nella cura della sifilide ed al medesimo .attesopra 527 ammalati; consoonan in fine quelli dei fra nersi sempre ed in ogni caso. telli Desruelles fatti in Francia sopra più di 2a mili,, Or io, qu:rntunqne non alieno dal prestare loro intièra ammalati. Non è però rnio intendimento di dedurre da fede purchè rni concedano ch'il loro metodo ha fallito questi falli ch'il metodo anlil1ogislico semplice sia sempre qualche vo Ila, mi for ò a chiedere d'onde nasce rh'in alda preferirsi al mercuriale; .olo con ciò vogl io dire cune loc:ilità vegµo ri1Jscir a meglio un metodo od un restar evidente dal paragone in&lituito 'Ch • il mMcnrio, farm11co che trnsporl(lto in altre loca lità non riesce nep .. avendo sortilo un effetto analogo al me todo antiflogistico p1irn sollo la direzil,rie di cruel lo che prima l' ha precoe non potendo supporsi ch'nna stessa rna lallia possa nizzato? Per me- rilellgo che l't-lemento contugioso de.Ila essere vinta io un C<'SÌ gr ande nnmero di casi con la sifi lide è uno ed identico in lutte le forme di lue e .che il pratica di due sistemi diamelralmente opposti, debb'essuo diverso modo d'operare è ;olo riferibile al clima sere considerato quale rimedio proficuo nel la sifil ide non alle abi tudini e soprallnllo al tornperamirnto e<l all'abito' per una virtù specifica, ma bensì per l'anlillogistica. cos1ituzionaJe.delt'urnm::ll,1to ; moti vo questo per cui nella lo chiamerei finalmente ~pecifìco il modo d'operarn scelta del metodo cnra tivo non si tiebb'averti di mira la del mercurio quando l'eccesso di questo nell'organismo sola forma dell a ma latt ia, ma sihbene prestare grandisfosse snflìcienle a rendern l'uomo irnrnnne dalla vent\rea sima atlen1,ioni, ai:;;,ternperamento <~d al la costi tuzione contaminazione; ma dalla teslimonianza del Tommasini dell'ammalalo, al clima in <J_ni vive ed alle particolari abbiamo che noo solo l'unguen to mercuriale spalmato sue .. bilntl in i. Quindi qoaodo lèggiarno eh 'a .Pa rigi, a su le parli genitali non valse ad impedire la della conLondni, a Berlino sortì di prderenza b1w11 esi 10 quesl'o ta minazione, ma ben anchH che ciò non si potè ollenerè quell'altro metodo, non dobbiamo fac il menLB credere che allor quando erano preseuti li stessi fenomeni della merquest'o quello sia i! migli ore ed in beona fede farne lo eorializzaz iooe. sperimento, giacche ritengo che tutti i metodi son egual• Ouale fede dunque si potrà prestar alla specificità ;! mente buoni quando si sappian appliear al caso particoclel-mercurio, se non conosciam il suo modo d'operare lare, ma dobhiam in vece interessarci a sapere CJ!lal'è sul preteso virus, s'esso non è rimedio sicuro in tulle 11 l'abito costituzionale predomioaute in qut1l la determinala !e forme sifilitiche, se la sua presenza in eccesso nelCittà, particolarmente nella classe del volgo la quale più l'organismo n.on vale a preservarci dall'infezior.e,? Si d'ogni altra popola gli Spedali ed allora vedremo ch'il tolga perciò al mercurio la parola specifico, vi si sosutuisca (Jttella di ottimo rim(\dio nella .sifilide ed allor il 1, tale metodo r i·esce a Parigi, perchè là domina il tale campo della questione sarà a parer miei circoscritto nei ~ abito costituzionale , in tal altro riesce meglio a Lon<lra perché quivi domina on altr'abilo , ecc, Da ciò sieg1rn suoi naturali confini. Semplificala così la questione, il che chiunqoe si dia a trattare la sifilide e.on uo me1odo mercurio cadrà uella classe degli antiflogistici depr imenti generale ed unico, questi cura irrazionalmente cioè fa con azione eleltiva sopra pa~licolari organi e tessuti e la cura per quelli soli nei quali per caso quello .speciale Ja sua amministrazione non sarà più suggerità 'da ona rimedio è convtmieote al loro 1emperamenlo ed abito idea erro nea preconcetta, ma dall'osservazione e dallo cus\i tuziooal~. Di falli come ~i po,lrà tollerare con eguali studiò del complesso fenom enologico del suo modo d'oelTetrì una prestabilita quantità di frizioni mercuriali da perare. Così adoperando, si potrà con fondamento discutere un amma.lato di temperamento linfatico e da un altrv in <Juali circost'anze convenga più la cura mercuriale o estremamente san.guigno? Como si potrà egualmente )'antiflogistica semplice; si potrà allora portare giudizio sopportar una prestabili la d9se di deutocloruro di mercurio .del modo d'operare del mercurio non già da un'jdea da uno scrofoloso e da uno bilioso P Per me' rile.ogo pari. pre.coocetta ' ma bensì da una ' perfella cognizione del m~nte che i mercuriali abbiano solo questo vantaggio, vero suo valore; si potrà _in breve solo allora prer.crivere sebbene non scevro da pericolo, che nessun altro medi- . il mercurio razionalroeole e non empiricamente. camento, q11anl'e~si, può ·con eguale facilità palesare la Accennate per tale modo quali sieno le mie coovioproprìa in,convenienza ·d'amministrazione, epperciò quando zioui sul modo d'operare di questo potenle farmaco, non di.etro l'uso d'un preparalo rr.iercuria le veggo comparire vi spiaccia, vi prego, seguirmi alcun poco ancora nella il ptialismo o dolori epterici od ali io fetente , o d·iarree, sposizione .di que'pe'nsieri che da quelle io me cooseecc. 1 in luogo di sos,pender. il preparato per curar i fe. guitarono. Non saravvi tra uòi io credo chi vorrà negare

I


2i9 nom eni insorti e poi insistere di nuovo nel medesimo, dico a me stesso avere sbaglialo nella scelta del preparalo relativamente al temperamento dell'ammalato: curo perciò i tristi elfeUi del medesimo e cangio preparato, procurando di Rceglierlo di maggiore èonvènienza al soggello per non essere obbligato cangiarlo di nuovo fin a ' che non abbia indovinalo il più opporluno. Da questo principio guidato allorché debbo curai· un ammalalo nel quale· riconosco necessario l'uso del ·mercurio, il che non m'accade tanto sovente, mia prima cura è di studiar il temperamento, l'abito e la co~tituzione. Con queito riguardo poss'asserirvi di IJllona fede che non ho mai avuto fenomeni dì mercurializzazione quando St>ppi fare l'applicazione dd pr'eparalo alla, costituzione dell'ammalato e che potei dedune le segueuti pratiche applicazioni del mercurio cioè riconobbi che i muriali mercuriali sono tollerati e danno huooi risultàmenti nei linfatici; riconobbi che gli iodurali convengono nei scrofolosi; i clorurali nei biliosi e gli ossigenali nei saogiiigni; ricooobb.i inoltre che l'unione d~l mercurio con un rimedio d'a:tione elelliva· su la parte ammalala da per risi: Il.amento una sollecita guarigione, così che ebbi a lodarmi dei solfuri mercµriali nelle malattie sifilitiche cula1i~e e dei joduri dello stesso nella forma ghiandolare di queste. Qt11!sli, o Colle,ghi , son i miei pt1n&it1ri su il mod.o d'operare e su quello d'amministrar il mercurio: spella or a voi il giudicarli.

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STORIE DI CASI RUIARCUEVOLI. 62 TUMORE LAGlllMALE (Storia del Medico di Reggimento Dott. CATTANEO) li caso di tumore lagrimale fu o!Terto dal Ca~abiniere N. N., in età· d'anni 27, di lemperamenlo sanguigno;-linfatico, di costituzione sufficientemente robusta. l i corso .della wa vita non fu interrotto da alcuna malattìa rilevant.o sin agli 11 di settembre -1849, tempo 'in cui, trovandosi egli di st:uione in Caraglio, ru collo da ollalm!a dell'occhio de:-tro·· in segu ilo a cause reumatizzanti a cui fu esposto per lungo tempo per motivi di serviziÒ. Fugala con semplici mezzi antiOogislili locali l'ollalmia , qualche tempo dopo si mostrò recidiva é rappresentata da dolore e µrurito dell'a11golo i11Ìerno dell'occhio, da iniet ione l1ella congiuntiva ocu lo-palpebrale e complicata a tumel'azione in corrispondenza del sacco lagrimalc di · quel lato con istillicid10 de,l le lagrime su lla guaocia. Non µerlanlu il Carabiniere coulinuò ad attender al tillO servizio si,; a che per l',Jggrnvarsi del male fu cosl1'elto ricoverarsi 11ello S)Jedalc ai_ 26 di febbraio 1850. A quel tempo, oltre a) segni J 'acuta flogosi della cougiu:Jtiva oculo•pa lpt' hm le, spccia lrne11 te vers<1l'ang.olo inlnno delgocchi~>destro, presentava eJli una leggierà tLirnefazionc <lei sa1~co lagrirnale ,:orrispondcnte che con1presso ernelteva tla i :muti lagdmali. lagri11rn miste a muco-pus : asciulla . la -narice ~e~tr.a e slilìicid io delle lagrime sulla guancia. Era perciò ev ic.Jentc essere la malattia <lei sacco lagrirnale seco.utlaria e nota per dill\1sione di flogosi dalla congiuntiva oculare: nou dimentico .dei precetti di Sca rpa e llichter che consigliano di preoccuparsi della malallia oculare prim~ di '\\,.olgere la cura alle vie lagrimali, premessi

aleuni salassi generali finchè fu sedala l'iperazione vascolare, non ommessa la prescrizione della dieta piuttosto severa e di bevande diluenti, usai il metodo sottrallivo locale con applicazioni \reite.rale 'di mignatte ,dietro il processo mastoideo destro ed alla tempia dello stesso lato; come mezzo derivativo applicai mosche vescica · lorie alla regione temporale ed un largo setone alla nuca; usai finalmente il collirio di solfato di cadmio e la pomata del Janin. Con silfatta cura continuata per molti giorni fu quasi del tutto cancellata la morbosa condiziono dell'occhio, rimanendo stazionaria quella del sacco la~ grimale. Voleva io intraprendere la cura di quest'ultima a!Tezione, se non che all'ari di famiglia richiedendo la presenza del Carabiniere al suo paese, dovetti a mio malgrado concedergli l'uscita dallo Speòale non _senza essere prima staio dal medesimo assicurato che sarebhevi rientrato per· ultimare la cura. In nissun conto tenendo egli i medici suggerimenti, appena ru libero dagli a!Tari di famiglia, ripresa servizio presso un'altra Stazione in lontano paese, dove pochi giorni dopo fu tocco di blennorragia uretrale con orchitide che lo costrinse a rientrare nello Spedale ai 20 di giugno dello scorso anno. S'è comballula la riazione generale con alcuni ~alassi dal braccio; si fecero locali e ripetute sottrazioni sanguigne dalla regione anale e perineale e con tali mez)'.i si ridusse ia malattia ad un residuo d·iperlrolìa del testicolo sinistro con lieve LJ!ennorrea uretrale. Cessatà quesl' ultima coli' uso degli antiblennorragièi internamente, s'ollenne più lardi la risoluzi'one dell' i ngrossamenlo dt~l lesticvlo coli' uso interno proluogalo del joduro di potassio ·~ coÌi'~pplicazione d' empiastri scioglienti. Viola · questa malallia , persisteva tuttora il tumore )agrimaJe destro con islillic:idio di lagrime, COLI asciugaggine della narice conispondenle e , compresso il tumore, riflui.va dai punti lagrimali umore lagrimale misto a muco.pus. Pralicatà l'iniezione di semplìce acqua per i punti lagrimali second'il metodo d'Anel, il liquido non penelràva nella cavità nasale e rifluiva dai punti su delli ì ciò che provava esservi ostruzione del canale nasale. Onde riconoscere la vera sede e la natura dell'ostacolo e dilatare nel tempo stesso la via naturale praticossi il cateterismo del canale collo stromen·to del Laforesl. Penetrato il catetere con molta facilità nella parte bassa del canale nasale, nel farlo allraversare la .sua po~zioue superiore s'i ncoolrò qualche difficoltà e s'ebbe tale sensazione come se l'apice dello stromento fosse penetralo in una sostanza spugnosa.·Successe lieve emorragia dopo l'estrazione d·e1 catetere. S'indusse dal l'atto di tale operazione comt) l'ostacolo avesse la sua sede nella parte alla del canaie nasale là dpve incomincia il sacco. lagrimale e che. rosse costitui to dalla membrana mucosa intasala e vascolarizzata per leuta llogosi pregressa. Al mio essendo unanime l'avviso de' due miei Colleghi, ùelle cognizioni scientlfìco-pratiche dei quali vantaggiosamente mi valgo nell'instituire la cura dell t:l esseniiali malalli e, si .praticò in segu ito a giorni alternati , il cateterismo del canale nasale e dopo poco tempo s'ebbe acJ osservare corn'il liquido iniellato per i punti lagrimali passasse, sebbene lentarriente, nella cavità· del naso; come quasi cessato fosse lo stillicidio delle lagrime e diminuita assai di volume 'la tumefazione corrispon. den:e al sacco. Al fine cli dcostruere lotalmenle il canalo nasale e cancellare la morbosa condizione della sua


mucosa, si fece la ripetuta cauterìuaziono della mede. rere per soccorrer in primo luogo alla r.ondizione 211slrica sima nel punto dove formava oslruzio_no mediante il con il rncuo d'un purgativo salino ed all 'irritazio~le con1 nitrato d'argento cristallizzalo portato a contatto colla gestìzia dell occhio con bag1111oli freddi. Per mezzo di cannula ·del Gensoul. Non è a dirsi ')Uale sia stata la • questi ·$;1s'sidii s'otleÌ;ne di folli un notevole ll;in liuramen lo gener-ale che si j1rotrasse sin alla nolle dei" 18 ~ i difficol1à nel praticare _la cauterizzazione;, è però a )lr~i 19. In quesla~l'at'nmalalo fu quasi a<l un trailo risve o 1ialo che s' ottenne- un buon risultam~t\lo; che dopo simile '. . verso la mezzanollo da ,un dqlor urentissimo nell'occhio operazion,~, non avendo Ira lasciala per ·alcuni giorni _la che in breve si rese insopp.orlabi!e con intumidimento pratica dt> I cateterismo del canale nasale, divenne lihe,ro della congiunli\'a oculo~palpebrale e delle palpebre stesse il passagJ!io drllti làgrime dal sacco al canale, cessò a/Tallo a cui ben presto ·s'aggiunse lo scolo di materia puriforme. lo stilllciùio delle laf!rime, scomparve il t11morn lagriAllr visita mattutina dei 1!) le palpebrn dell'occhio ammale e ~i conces., e al citalo Carabiniere l'uscita dallo n\ alalo mi s·olferser eccessivamente tumide e tir;le d'un Sp"'lale 3glì 11 di novembre ultimo scorso. colore rosso-scuro con istillicidio d'un umore puriforme È <]1:Cst'o, s1•rvazione una conferma di q11nntn il Prnf.' di colore verdogn~lo che <lall' inferiore palpebra s' oCornm . Hiùeri scrissn ne.Ila Sila Op<'ra Sll le mala.Ilio stendeva su la so1loposta guancia:. dilatale a stento Je pal1ìerl ell<l vie la!!rirnali e riprodusse in 11ues!o sle3so Giorna I~ bre, scorger oltremodo gonfia e rossa, in ispecie verso l'an ( n° 9 pa~. 70) S\I \'111ilità del cateferismo e della r.anlt~golo esterno, la. congit111tiva palpebrale, mentrn l'oculare , \nazionc del canale nasafo nel vincere le sue flogosi , egualmeute rigon1ia e rossa, formava un cercine rialzato ironiche con oslrnzione. tutt'intorno alla cornea in modo da ricoprirne quasi la melà. La porzione poi d·dla cornea lu.;it.la non nascosta 63 dal cercine si mostrava priva d~lla sua diafaneità e<l atlrnverso alla medesima si poteva a stento scoprire l''irii:le OTTALMJ...\. IlLENNORRAGICA contr11Ua e quaEi imrnobile: incessanti erano Je doglie ( Storia Lella in una -Conferenza di Gerioi:a dell'ammalato per il vivo brucio i e dull' occhio, per I' asdal Dott. G.\t11BAL01). soluta in!Olleranza della Iuce con vista cori fusa, per un ?ifahele P., Caporale nel t ,3° H~gi;. ri r?antl)ria, d'anni senso d'enorme peso al capo, per l'int€Clsa sete e per l'urente calorn della pelle al quale andava congiunta · la 22; <li lemperarn into. ~angtti~no--linfatico, di huona cr sr;. pienezza, ,!a resistcuza e la frequenza dei polsi. Comtpzione, 0 9 11 mai staio toccò <'a mala!lia prima del 1850 pie-v;ano l'apparato fenomenologico morboso il ,dolor e in c11i sofferse di carrlio-polmonile consecntiva a cause lo stillicidio puriforme urelralti più copioso. Tullocho renmatiu~nti, della quab goari p irfettamenfe • con 1111 deciso a ricorrer in un col metodo antifiobistico energito pronto ed energico lllt!lodo anti Oo~istico, ricorreva nel alla· cauterizzazione di:lla congiuntiva pra\icata con lo g.iorno 14 di l11glio p. p. a quest.o SpPdale .Militare rer strisciarvi sopra il nitralo d'argento sulttlo, la gravità esservi cur·alo d'otlalmia che in grado mite il· lravaµliava del caso ltiltavia mi foce richieder i consigli del Me<lit:o rla 1r1~ ~iorni nell'occhio dc>~tro. Noi mattino elci 15 si Di,·i~ionale Doll. Botazzi il quale, conformata la d,ascorgev~ lf ggiermenle tumiila' e reissa la coni?iuntiva (lt:ilare con .poca lagrimazil\lle e pocl1i~sim3 intoll,•ranza gno!ii, convenue meco nell'indicazione, 1antoslo me~sa in pratica, della cauterizzazit>ne estesa a tulla la con 0 iw,~ 1\i luce; si lagnava solo l'~mmala1o d'una molesta ·~enliva, pn1scrhcndo in pari tempo frequenti loiioni <l'ac1111a ~:11.ionc come di granellini di sabbia che s' opponcs,ero frcscn, le quali s'avesser a co.nliriuare senza po~a e fa. :li lihero movimento oculo-palpebrale destro e que,ta cendo immediatamente praticar un generoso salasso dal lr ca lo morbosa con1lizio1,1e non era aècompaenala <la 1 braccio da ripetersi nella sera stessa;· al che s'aggi 1111. a!~u n'a 1l ra genera !ti com p!icazione f11orchè· dall' impan iasero per uso interno le bevande ù'aequa lartaro-stil.11 a1a nw11to clella lin['.\ua, con depravazione del g11s10 e con fo tore. <lell':tlito. 1' e,snn:1 ca11,a particolar era ·aafl'ammacon dieta rigorosissima. Non miuore si prestnlava 1,t:I latn manifestata in rnlle primo, <la <1ne'tlo in f110ri r.h11 · giorno 20 l'intensità sì generale, si locale del morl.Jo al qual a1,zi s'ag;!iunse in d11e punti nel segmento inl"l:son ?rdin:irie nella laboriosa vira del Solclato, ma l'e~ploriorc della cornea l'll lrasudameol,1 ohlJ pareva ui linfa razione dPglì or~ar,ii gt:nilali ci rivelò ben tosro· la pre, enza d'nno scolo che il P. rliceva non aver avvertilo !le plastica; si pre:-.crissero perciò la coni i nuaziou,, delle steBe bevande, due altrn cacciale <li sangue o la ripetiziond n0n so nel tragitto dal Q11arliMc 11110 SpPclale, durante 1 delle lozioni e della cauterizllazione alla quale con piacere il 11ua le, molestato da no sen~o di bruciore ltJnl!o l'u rp. lrn da <'ui sperava libnarsi coll'P,mis$ione <lell'ori~a, e(>he si sot1omise i'amrnalalo per il sollievo d1e aveva provato uel bruciore dell'ocdiio un'ora appèna dopo praticala la r. <l ossrrvarn. prima dio q11e$la sortisse, alcune gocce di rna reria puriforme Vf'r1l1,goola: fa110 però è 1·he rosso e prima. l l sangue dei salassi presentò sempre una tilla lomiùo o!Tri,·a$i il meato orinario. raro e verrlo~noln lo cotenna dai margini rovesciati. Alquanto migliorala era ai scolo di cni 1'11scil11, volon1ariamènlo promnssa, era 21 la cou,:izione locale in ordine al lm1ciore ed alla rossezza della cougiundva oculo palpebrale, ma cresceva il acc0 mpai;nata da dolori piullosto intensi lnnghesso l'urplra. trasudamento tra le lamine della coruea e l'esuberanza Qu,~nr11nrp10 la presenza della venPrea conlarninaziono della congiuntiva verso il suo angolo e·,terno era !aie cbe m'indusse a reciderne con appropriate forbici 'una buoll,1 ft't:<11:'Sgl'l q11:1si sicura la diagnosi d'oltalmia blenoor ragica, lutlavia l'insistenza dell'ammalato nell'assP'rire preporzione. La condizion,e febbrile si manteneva costantepo,!ern lo s'~olo e per n!lra parla il hig~iero grado della mente la stessa, i;i che fu uopo ripetere mattina e sera cnmli7,ione m_orbo,a nell'occhio mi consigliaron a ritar-· 1rna ge-nerosa cacciata di sangue, sempre cotennoso e dar~} 1··applic.a1,ione della canterizznione" col nilr.alo ù'arcontinuare nella diela e nellè bevande lartarv· Stibiale; genlo alla qnalc era mio in!endimento di lantosto ricorsi dcsisteltc dalla cauterizzazione per sosliluirvi l'i-ustil -

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laz:ione nell 'occhio falla una volta al giorno d'un collirio composlo di Ire grdui di nitrato <l'àrg1:nlu sciolto in sei c:J ucie d'acqua distillala. In eguale grado perllisteudo utl giorno 2:? la febbre, il dolo r tl lo scolo urelralu, cCtntl purt: Ja distesa Ùtllltl macchie interlaminul'i dt;lllu cornea, ·si notava però·un deciso miiliur amen10 io lulli g'i altri sintomi della località oculare: si cooti uuò perciò 'nell'uso del collirio e dellu bovànde e si praticaro11 il 7° e l'l,u salasso. li trasudamento tra lu lamine ddla cornea crasi ui 23 1ao1'ollre esteso da occupàr un Larw dtil st:gmento iufoèiorc <l1 quella, acquistando per soprappiù il colorn dt:l pus: auduvano però di111iuuentlo v• oires:iivamente la lurudazione della co1i'giu11tiva, l'iotullora.uza .alla lucti, lo s,colu tù il bruc1oro sia oculare , sia urelralc: dlnìinuila era pure la febbre, ma non per tale modo che 11011 si giud1cassu più ço11v1lt1itmte il nono balasso il lJUalo s1 praticò d1 fa110, perseverando dd reslU in IUtli gl i allri suss1dii tcrapeu1ic1. 1Jal giorno 24 al 2U lo stalo ge11oralo e locale del 1'. andò co:'!i gradatamente wigliuraudv clic s1 poteva ùir «miralo iu buona convaJcdce11za; ai fatti Do11 v'era più ai 2!:I ueppure vu,hra di l'ebbro c tulio l'a1)paraw 111orbu110 dt:1J' occl110 si riduceva ad urt po' <l'anueuuìa111en10 · 1u cor rispoudeuza dei µullli curucal1 in cui i,'cra operato 11 !J!Ù vuho cilato trasuuacnento, tl dello scolo bhrnourragico urntra le 11011 rimauevano più che le vesugia. 1\011 s'era 11crò mai dcsl s1110 dalla rec10Ja dietdica p1·111)itiva, 11ù ualltl bevauùu, nè dall'rnstillazione del coll1nu. l>ut: rncruJt:Scéuzu del morbo oculare s'ebbe,• a ùcplora n, ucll'am1111ilat0 ùal giorno 50 ù i luglio ai 15 di Stllembrc ju cui quesll Ja6ciò lo Sptdalc: tulle o dut: riconobbero per cau,i.t 0 ra vi llioonJ111i d1e1elici: iu lulle o uut: rwlia111n1u:do1t<.l s·e~11::~1: ad amtnc.Jue 1:1li occhi: durò la pri111a quauro ~ior11i; lu 1,1u os1i11a1a la secoutla e si 1,1 rotrn;:,c ai 2i 1:,ivr11, : 0011 lt::l>lJe 1n:rò , pel' v111ct::rlc, a ricorrer alltl cacciato d1 sa111:,ì1t:, wa I.tastò 11 ritorno agli ahri SU:,S1<lii lerap:u11c1 touu1 u,uli d.i J_icdiluvii 11,cuapizzati e da llugnuoli frdc.Ji locali. Alla ~po:.izioue oi qucsta !:i1vna, U11orevoli Colleghi, io fui indotto 11011 lauto JalJ'111LeuJ111,coto tJ i rai:guagliarv1 ùd lelice risultafneutu curativo J'u11a 111ala1ti.1 per l'addietro l!<l anch'a11ual111e11tc così spcs,-u la1alc all'vri5ano dtlla vi:.ione, 11uanto pcr interp~llar il g1udiziu vo:lru su la r.a giouev11lt:t2a Jelh: ~cgm:nli co11sidurazio11i: 1. Xol uarrulo caso J'ut1aJ1111a Jvvra 1orstl cousidernrsi , sicco111'1u c:·e::do, pru~olla sino dal .110 e;orc.J 1re dal conl11llo del coutagio ule1111orragico su la cu11giuol11•a oculare où &l1r1111en Lc, voleuJu crcdar àllu paro!~ del li. élitl disse Ju su61o uretraltJ prepostero, dovrà de:,Sa lcut:r~i in conto <l'\)lla!mfa metastatica? 2. Nella generalità di c111cste terribil i aOezioni oculari il prouLo ricorso allo caut«muazioni fatto col 11 i1:·a10 <l'argùnlO non surà egl i da am111et1ersi siccome regola geuti• r.ale per distrugger o motlilìcare l' aziouc dt:I viru~ il qualu qua~i i.cmpre vresto etl irrcparabilmcult:J distrugge l'organo della, visìoue~ 5, L:n c1::s,;aiionu degli atroci dolori ooll'occhio che si notò uu'orà dopo la èa11tcriZZilZio11e, nicnlre prova app1w1.u l'aZiOf.!C modilicalrice del caustico sul virus e sul si6Lem.i nervoso ùella parie ammala ta, non somministra dessa forse un argomento ce rlo contro gli oppositori della i:aulerìzzazione, riducendo al nulla la serie ddle fata li conse'gu ·nzc che da 11ue~ta vo;(ionsi derivare il

64 TUMORE CISTICO (Storia com1111icala dal Medico di Reg(J. /Jott. ALFURl'io), Giovanni Ballista Il racco, falegname nell'8 Regg. di fanteria, entrava nel primo giorno di dicembre p. p. nello Spedalo l\Jilitarn d'A nnecy per febbre i11termi11eo1u terzana. Nol tastargli il polso rilevai su la regione dorsale del carpo siuìstro 1111 tumore circoscrillo, duro, regolart:, del volume d'una noce ordinaria: interrogato l'af11· malalo su l'origine del medesimo, ebbi per r,spostit esscrn stato l'elfollu d'una contusione sofferta sello mesi adtl1etro ; di poca enti là noi suo principio esser arrivatu per gradi al volume in chti lo si scorgeva prest1nlemenlt:; cagionargli non lieve incomodo 1u,dl'esercizio Jul suo mesliel'O ed un senso di lorporo noi membro corrisponùeute. Esaminala la uatura di questo tumore, giudicandolo dalla sua sedu credtlli a prima giunta elio fo5s'un gaugliu i11tra1cndineo o rctrar.ellare, rna la gra11l.lù , sua moh1llltt etl 11 suo perfollo 1sularuen10 wi eooYJU;.er esser Il medu· simo un tumore cisli co; epperciò, guur1tu in pochi giorr,i l'Muuwlato dalla ft:bhro intennittoole, mi decisi u le11larno la cura radicale col lllt:lZO dello iuierezioui juc.Jatu. Puuto a talu scopo il ceutro del tu niore con una laucetta eù evacuata ntila rnaggiorn quantità possibile Ja materia de11su e gelatinosa elio coulent: va; introdussi spingendo nclta cavi1a della cisli pt1 r mezzo della canuuia tl' u110 schiuatoio ordiuario uua mistura d'. una dramma e niezza <li ti11turn di judio e d'uu'oncia tl'al cuole a 56 gratli, la qua:t·, tulluclie fosse ben presto cagiuuu di ,•ivo dolor all' au, . malate, 111aote1111i pe1· cioq11t1 minuti entro la n1edc;Ìluu c~v1ta cui lascia rvi deniru la t:a1111ula che olluruva jJl:rl"d· 1amcmu i1 praticalo foro. Ciò fotto e ritirala la cai,nula , medicai su111plice1uenlu per 1·1puler ali' indo mani e lKI' cinque giorni <li St'!5Ullò la 111i:t1i:sima opera,.iouu, Il tlv · Iure, Jiiulloslo vivo ucl pnmo ~iorno, .(lirnìnuì 111olio c.J'rnltrns11à nel secondo e 111:l terzo I scompar1rnd'affat1u uegli ultimi tre giorni, nel decorrt:re dei quali noi, s'orJi alcun processo suppurali vo, con1i11uanuo iu vecu scmpru aù ui;ciro ùa!la cisti, benché co11 molta dilTicuht1 e cuu l'aiulu d'uno specillo, un umorll denso e golatinuso coniu tosti1 ùopo la pratii;;,11a puntura. b ll11;)SSa p1:rciò J' itlua di conl1n11ar iu i11utili ttulativi coù la li11111ra di ioJio, risol~i ricorrer aù u11'i11iel1011ll piu irritante e scelsi il 11itrnto d'a r::;ento si.:iolto nella <l9Stl d'uua dram1110 iu un'our.ra d'acqua ùistillata: l'clfello corri,;pose pionaroenlo alla m1,1 ospetlazione, poicliè, Jopu ciuque giorni d'i11iczioni cori . tinuate con lo stt>sso pr.. parato, vidi cuu,•erlita la natur.1 del JiquiJo iu muco·pus e nul sesto giorno comparve alJ'ap,enura <lei lumor un fi lamento biauco che, abl,rancat" con lti piuzelle d;i mi::dic,1zi11ne, trasse diut ru di se lulla quanta la cisti della capac1Lù d' uua noco orc.Jinaria, cl11u.,;a pi:r ogni lato tranne che in corrispon«lcu:w ùcll"apcrtura, 11011 lacerabi lo co11 Ie pinze stesse, resi,1e1lle, l1si;ia ed offrente al lagliu la resiste11za dei tessuti fibrosi, siccòmc uolò pur il J)ott. JJaraccu eh' eJ;bi a coaditJtore nella curn. Dopo pochi giorui il Ilracco sortiva d,11!0 Spt•«la!o purft:lla111e11le libcra1° .- ti tumore, reslandogli però 1111 senso <li torpnr :.::" mauo che nt:llo spazio tl'uu rrui;c co 3 sò <lei tulio. Da questo e da altri consimi li cosi dei quali fui teslim ,_ nio, se non sempre Curanlo I io sono tratto iu pcn5icru


222 che troppo generalizzata sia da taluno la cura lei tumori ·cistici con le inie.t.ioni jodate per il troppo conto che si vuole fare dell'analogia déi medesimi senza bastante ri,,uardo al'ìe loro var ielà. Di fatti nessun ignora ch'il sacco formante le ci~li può presentare tulle le gradazioni de.i tessuti organici, cominciando dal tessuto cellulare fin al tessuto osseo. : non vi ha parimente chi ignori che il grado di sensibilità dei tessuti intermedi i ai due enunciati è in 'ragione diretta della loro vitalità ed in ragione inversa della loro solidità; così che, se un lieve stimolo basta ad imprimer tal un impulso organico-vitale al tes• suto cellulare da cangiarne le condizioni naturali , questo s tesso slimoio sarà dd lull' insufficiente quando si tratti :dei tessuti più compalli e più resistenti , quali il fibroso , il cartilagineo, ecc. Ciò posto, la tintura di jodio che nei casi di semplice cisti cellnlare sarebb'in alcuni casi bastevole .a provocare nella medesima un'infiammazione adesiva ed a produrne perfino l'eliminazi.,ne, diverre.bb'insufCìcicnte od inalliva quando si 1rallasse di cisti fibrosa, carlilaginosa, ecc. Ne in akun altro rriodo io stimo operare ques1a tintura nel cas,) in quislione, se non se irritando,. mentre nelle raccoltti 1riorbose delle cavità nalurali a quest'azione un'altra ne aggiunge 1100 men ellìcace e consistente in una particolare tendenza ad eccitare polenlemente i vasi linl'a fatici i quali nelle cavilà nor naturali sono direllame,ìte .sollralli al grand'al.veo circolatorio. 111 prova di questo mio asserto io adduco i rarissimi casi di scomparsa spontanea dei tu~ori cistici indipendenLem1rnte dalla lacerazio·ne del ,;acco, in confronto del frequente svanire che fanno gli umori raccolti esuberantemenle nelle c,1vi1à· naturali.

.RELAZIONE DELl1E CONFERENZE SCIENTII<JCHE (mese di set!embre) Tonrno. Nel giorno 12 dopo la lettura ed approvazione del proceS$O verbale, ad invito del Presidente il Bar. ·<1e Beaufort lesse un suo scritto su l'azione del mercurio (vedi il principio del presente numero del Giornale). [I Doti: l\Iarchiandi prese la parola e fece notare com'il propugnar oggi giorno la dottrina del pretto dualìsmo medico per ispiegare l'azione del mercurio uelle mala lii e sifilitiche, siccome fece il Dott. de 13eaufort, possa cou ragione fare sospettar a laluno ch'uno spirito di municipalismo induca gl'Jtaliani a sostener una dottrina che ha fallo i suoi tempi e da cui lo stesso Tommasini, uno de'suoi principali corifei, si ritraeva io gran parte com'appare dalla sua Opct·a postuma sulle affezioni periodiche intermittcn ti. · . Non tanto per combattere la idee esternale dal sig. Bar. de Beauforl sul modo d'operare del mercurio, quanto per oppugnar il dogma esclusivo del <luaiismo Medico che fu nel senso esclusivo s<;stenuto dal Professore Giacomini, crede opportuno il Doli. Marc.:hfarnJi d'indicare come, in sc~uilo ai lavori dei nos11'i Testa, Bulfalini, Puccfootti, Schina e di Broqssais, sia dalla maggioranza dei Medici ritenuto per indubitato non potersi il movimento <li"namico considerare separatamente dal process(• di permutazione organica come foce il Professore Giacomini il quale, ve leudo ad ogni costo separr.re quello cbe la natura ha fatt'insep;1rabile, giunse a st.ibilire quale dogrn(t iocimcusso la prh1ritil della fvrza vitale sopra l'or!.(anismo, asserendo cbe un organo non vi ve giil perchè e organizzato,,ma ch'ei.so è organizzato perchè vive; circolo vizioso di parole eh,: a prima giunta rivela la fall acia ciel canone su cui voll'egli funda'ro tulio l'edifizio della Palologia. I medic,nnenti · lati.i, disse il D~lt. i\Iarchiandi, non possono spieg.ire direttamc_o te l'azione tor·o sopra i movimenti vilali senza pass~re preve~1tivamente per il processo assimih1li1•0 che presiede ,dl,t formazione deil'(Jrganb mo a cui è éssenzialmente ìnerentfl o,:ni movimento \'itale. Se dunque ogni medicamento non può operare sulla vita senza previa modillcazione dell'organismo e se organismo e vita sono cose fra lorosiffallamenteconnesse che per niun motlo disgiungere si possono, chiaro risolta non potersi sopra la sola con'sidcra·iione in aslralto della vita sta~ hilire la classilicazior:e dei rimedii.

Certamente, ammessa eo.l .Giacomioi la gratuita premessa di una-forza semplice primitiva ch'informi l'organismo, è uopo Inferirne le sue còoseiuenze di sola alterazione dinamica io più od in meno e ciréoscriver a due sole classi tatti li medicamenti che sopra ,una tale forza primitiva dispiegan.il loro potere escludendo qualonqu'al~ra specificità d'azione. · Tolti sannocom'un tal principio sia og~idi abbandonalo dalla grande maggioranza dei Medici: come dunque questi stessi !\ledici contimran il linguaggio dei dicotoniisti e si sfor-1,an a tutta prova per far entrar ogni sostanza medicamentosa nelle due prestabilite classi di stimolanti e deprimenti , detti con altro nome iperstenizzanti ed iposlenizzanti? · J,a forza d'abitudine è tale da mettere non di rado il nostro Jingoag~io io dissonanza con le Dottrine da noi professate ed a questa forza d'abitudine volte il Dotl.l'llarchiandi riferire la conservazione dei vocaboli e delle denominazioni già spettanti alla Dottrina dercontrostimolo per parte ,dei molti ·Medici che sono ben lon~i dal seguirne i pri~ci_pii: Egli non negò_giil il movimento vitale aumentato o d1mmmto per effetto delle sostanze medicamentose, per ciò che sar_eb~e andare c.:onlf' fii .det~ami aella sper'ieoza, ma·soslenne sr fatto .aumento e d1m10uz1one es,ere la conse.~ueoza d'una pi;evcnliva modificazione del pro: cesso assimilal1vo, la quale puo essere moltepltca e produrre gh effetti salolàri dell·e sostanze medicamentose riferibili a modazioni del tutto proprie dell'orgaaismo seuza che sompre s'osservi ~n aumeolo od on difello d'azion!} nei processi vilaii e, dove ciò pure s'osservi, non si possa ritenere qual eifotlo immediato e primario del potere medicamentoso, ma si bene come.secondario e derivato d'un nuovo or<rinamento del processo di permutazione òraanico-vitale vale a dire di quella Chimica VJva che presiede ali'integrilà dell'ornanismo e la mautiene nelle nqrmali condizioni per l'esercizio délle sue funzioni. Ciò posto, egli disse , dall'amministrazione dei rimedii si hanno molli &alutari risultameoti palmari 110n esseo~ialmente connessi con incremento o. diminuzione dei poteri .dinamici ed in questo caso crede esser il mercurio mercè dell'azjone tutta · sua propria sol processo assimil.1tivo alla ad ,1ppors1 a quella po·r e tutta propria del virus sifilitico; dal che inferisce non potersi per via di semplice potere dinamico negativo rendere ra~ione dell'azione antisifililica ' del mercurio, ·come pretende 11 Doti.de Beaufort; e sebbene dalla possibile risultanza d'un'azione difettiva nei poteri vitali per effetto del mercurio possa essere combattuto l'elemento flogistico consociato alla sifilide e perconsegue11za anche questa sia ind~rettamepte combattuta, tuttavia vuolsi riconoscere nella flogosi consocil.1ta ;:ili,, si1itide un..i vera omopatia richiedenté particolari iodi<'azioni antiflogistiche che potrebbe in parte riempiere lo stesso mercurio il qoalo, oltre all'azione specifica per cui direllamenle s'oppone alla luci sifilitica, è pur alto a scemare l'eccedenza dei moti vil11li prodotta dalt'oroopali'a flogistica, non già per un'azione direi la sulla vitalità considerata in astratto a guisa del° Giacomini , ma piuttosto per una modificazione indotta nel processo a~similativo da cui solo si possono derivare le giuste ragioni dell'azione ecced~ute o di folti va degli organi. . , Conchiuse dunque il Doti. Marchiandi non dovere confondersi l'azione specifica antisifilitica del mercurio con la sua azione antiflogistica ed aggiunse che l'utilità di quest'ultim'azione nella cura della sifilide non può esser uoa giusta ragione per negare la spec.:ifica, nello stesso modo che la coesistenza della flogosi colla sifilide non può elicluder il èaratlere specific.:o e contagioso di quest'ullima e che le pretese della Scuola Scozzese di volere guarire la sifilide coi semplici antiflogistici va1100 tottodi sminuendo come si può ricono11cere d-<1lla·lellura dei Giornali lo· i:;lesiThe Edimbourg Joumal e Medicat Jleview. Fece notare come la cura di qualsiasi varietà di sifilide secondaria o terziaria 11011 possa ritenersi per radicale senza riconer alle diverse prepara-· ziooi me·rcurìali che l'esperienza pratica ha dimostrate più eflìcaci nelle singole ·varietà; c'ome male s'appom:a il Giacomini pel considerar il così.detto morbo mercuriale qual uoà varietà di sifilide te"rziaria e r.ome nessun argomento r1ossa egli derivare dalla conosduta e1Iìcacia del jocluro di potassio contro il morbo mercuriale da lui considerato quaJ effetto di sililide terziaria , per meltere in dubbio l'azion11 specifica del mercurio nella sìfilide, come che l'esperienza abbia realmen'tc dimostrato che , ,into il morbo mercuriale con ltuso del joduro di potassio, continui luttavi:1 i suoi progressi la maiattia sifilitica e convenga pur sempre ricorrer alle opportune prep11raz-ioni mercuriali per arrestarli e per·ottener una radicale ~uan11ioue. A convalidar un tal fallo addusse l'autoritA del Pr(lfossoreDemichelis che sì vorrn cer(1mente ritenere di grande valofo per aver egli da molli anni la direzione della Clinica sifilitica nello Spei.h\le di carità <li questa Capitale. Hispòse il Bar. de -Beauforl che non potrebbe per convinzione ordinar un medicamento come SJfocifìw senza rotcir3i spiegar i I suo, modo d'operare contr' una malaltia spt\cific,1, seoza dar,i ragione dei cambiamenti prodotti sull'organismo e che, qualora fosse costre.llo .i prescriver un mr.<11caniento del qoalt1 11011 co· noscesse l'a1.ionr. contro oua malattia ignota nella sua specilìcilà, rinÙncieref.!bJ piullost.o alla cu1·,1 <J~ila iµ,~desjm 1t aQi\c~~ am-


225 darla empiricamente ad un rimedio dj cnl non s.a re':'dersi ~a· gione. S'appoggiò al Tommasini per sostenere l'azione 1po~te.n!Z· zante del mercurio e ripet~ che, ae lr!Jva nello .stesso un uhht~ nelle malattie sifilitiche, ·egli 'è. per l'azione el~~twa SO{lr~ ~neg.h organi e ,quei tessuti che gqner11l.m~nte predthge la ~1~hde. R1: ferì come seguendo il turno chmco.del Dott. Belhm per sei mesi nell; salè ·delle sifilitiche in Fireoz~, ~v~sse cura.tt) /::on felice successo circa cento ammala!e d1 s1~h~e costitmuonale senz'avf\r avolo ricorso ai prepa.rati mercuria\1 ~omo c~nsta .da statistica da lui redatta e depositata alla S0c1eta Med1co-fis1ca FiorenHna. ., . . d d li Do\t. Marcbiandi non nega i fallì. r1,er1t1 a1. f/~r. e Bean• fori ma non può tuttavia aver una ferma convmz1one che !e cur~ di sifilide costituzionale iostituite senza l'u~o del mercurio possano ritenersi siccome permanenti e l'.eramente radicali avendo l'esperienza pur troppo di~ostrato. co.me questo feroce morbo· risorga qual ~uovo_A:ot!30. qoandog1à s1 reputa ~ebe\lato e viot<i e come molli Med1c1 s1 siano bene spesso fatta 1llus10ne nelle idro preteso cure radicali delluifi_lide senza l'uso del mercurio. Del resto egli non intenqè opporsi.al ~att~e ~~re~be pronto a ricredersi qualora l~1proprie osserva~1001 d1 c10 gJ1 facessero fede. Crede poi esser eccessiva pretensione quella d1 volere conoscere teoricamente il modo ç,'operare d'oli medicamento siccome indispensabile condizione por poterlo confideotemeote amministrare, bastando a ciò che la pratica oss·ervaziooe ne dimostri reàlmeole la sua utilità. Che se non si volesser ammini- · strar i rimedii di cui è inco:;:uilo il modo 'd'operate , converrebbe bandire dalla Terapeuticala corteccia peruviana ~osì efficace nelle febbri intennitlenti; cO!).Verrebbe pros_crivere lo zoifo che sì bene trionfa della scabbia; converrebbe in una pa1·ola dar il bando a tutta la Farmacologia, avvegnacbè, a malgrado dei reali progressi della C~ imica ~rgani.ca e de\la.l<'lsiologia, I~ spiegazione teorica dell'azwne dei me~1camenti s~a tutt~r assai problematica. Basta danquo cbe la pratica osservazione ~1mostr1 l'utilità del mercurio nella sifilide percbè. il Medico sì tenga autorizzato.ad amministt·al'lo, tuttocliè sia bene spesso obbligato a battere le· vie delle · ipotesi per rendersi ragione dei fatti osservati. Insistetteil Doti. de Beaufort nella sua prima opinione e per ma~giotmeote convalidarla rifs> rÌ clue casi di carie agli ossi pariètali per sifilict·1;1 terziaria con<lotti felicemente a guarigione senz'oso di preparazioni mercuriali. Prese quindi hl parola il Presidente e disse che, ommesse per ragione cti brevità le molte osserv.azioni che si potrebbero fare intorno ai discussi argomenti, si limitava per allor a .notare non potersi la virtù antiflogistica de.i me~cariali. :i~me~!ere. goale loro generalo modo d'operare, giaccb'e questi runedn spiegano modi d'azione rooltiplic1 e tra loro diversi secondo che.son adoperati esteruamentein frizioni od in bagni o sono somministrali per uso interno; molto diversa essere la virtù d'un sale tne!'cu.riale da quella d'un ullro sale cioè esser il mercurio in natura ed i suoi ossidi più frequeoteme,nte adoperati con vantaggio per uso esterno, i solfori meglio convenire nelle dermatosi, li jodori nella sifilide terziaria e nelle complicazioni di questa con la scrofola, i cloruri in fine meglio riuscire nella sifilide secondaria. Ag~iuosepoi cbe i nitrati·ed acetati di mercurio sono poco osali internamente-e che, siccome non poche altre sostanze.medicamentose, così pur i preparati 1oercuriali operano nell'economia animale diversamente a tenore della diversa loro dose. Citò ad esempi,o il protocloruro di mcrcuri<> il quale piccole dosi è prontamente assorbito e produce facilmeule·il ptialismo, mentre a dosi elevate spiega un'azione purgante e non esercita più che raramente la sua aziùne so le ~i ogive e su le ghiandole sah. vari. Notò come la Dottrina dei Vitàli'sti e del dualismo Browniano in ordine alla classificazione dei rimedii e dei morbi, non rngga ad oi;ia ragionata critic11, nè sia comprovata dai falli i quali insegnan anzi che molte sostanze medicamentose isolatamente prese esercitano moòi d'operare speciali e tra loro differenti. Addusse !'esempi.o del caffè che facilita la digestione ed è causa di veglia; quello della digitale che rallenta i moti del cuore, ò diurc.tica ed, a dosi elevale, emetica; quello in fine dd.tartaro i:tihiato che è diafor.etiço ,. emetico, p11r11:ante, conti irritante e della corteccia peruviana dotata di virtù tonica e nello stesso tempo di vi rtù elettiva nelle fobbri d'accesso. Notò in siiguito come numer'osi talyo,lta sian in molte sostanze, sia vegetali èomo animali, i principii immediàti ad es. acidi organici, basi salifi• ca~it.i , ccc., e. come dal vario. modo 1l'oprare d'uno o dell'altro <lei qoali p.rincipii derivin anche differenti proprietà medicamentoso, siccome si può riconoscere nell'oppio., nella corteccia peruviana, ecc. ; notò allresì com'i medicamenti, non siano tutti stati classificati nello stesso modo da tu Ili gli Scrittori di Materia l\(edica, e ciò appunto per la diversa cd anche molliplice 11zione d~i me,desimi spi~gata ncll'orl,'(anismo umano e nei varil modi del suo informare. Soe:giunse come .non esistano medicamentj ,eramente specifici se vogliasi còn questo vocabolo si· gnifìçarè sostanze atte sempre e con certezza a.d impedir od o ~arar una determinata malattia , ma potersi chiamare specifici 10 seos9 lato quei m,~dicamentj che in più speciale modo e con so:nma frequenza ~ono riconosèiuH utili in morbi di particolare

a

natura, com'ad es. i sali !li chinin'a nelle febbri d' accesso ed il

mercurio-!lella sifilide. Conchius'e ad ultimo col fare rifiettere che i .moroi sifilitici non debbono confondersi con la flogosi, ma che s1 debbon in vece nei medesimi distinguere due elementi. vale a dire l'eleruento specifico ìn cui veramente sta la malallia e l'elemento flogistico che è un'inevitabile conseguenza del primo percbè conèorre con questi a formarne la eondizione patologic,à o la f61·ma morbosa: dedusse da ciò non doversi dir il mercurio dotato di virtù aotisifilitica perchè sia nn rimedio contro-. s~imol~nte o deprimente od adinamico, ma perchè ha uno spe~·•ale modo. d'operare sin ad ora ignoto e forse per sempre 1mpenetrabile. li Dott. Arena , esaminato il valore della parola specifico con c~i è qualificato il me.rcurio .quale rime~io contro la sifjlide , disse che questo s'abbia a chiamare specifico nel ~olo senso èhe i suoi epetti sarelibero più pronti e più certi contro la si(ilide di qualunqcie altro medicamento. Soggiuose poi creder egli che il Bar. de Beaufort nel dichiarare il mercurio un ottimo medicamento contro le malattie sifilitiche non sia tanto lontano dal convenire con le doUrine professale in proposito dal Presidente e dal Oott. l\Iarchiandi ed., associandosi a quelle esternale dal Bar. de ·Beau'fort intorno all'azione antillogistica dei preparati mercuriali, opinò potersi sufficientemente con l'azione aotiflo· gistica propria del mercurio spiegar i suoi benefici effetti contro la .~i fili de senza che sia mestieri ricorrer ad un'altr.'ctzione recondita e problematica. Rspose i suoi pensamenti rispetto alle malattie sifilitiche che partì in due grandi classi. Nella prima comprese le affezioni uretra.li non inoculabili, alte a riprodursi ed a · centrarsi dietro determinate cause, cho sarebber-0 suscettive d'esse're guarite con semplici anliflo~istici e con una conveniente regola di vita; !11 quali forme di siiilide, quando diano luogo a locali prodottì1 <lebboosi debellare mercè ·d'uoa ragionata cu".'a loMle per esser inutile ed intempestiva l'amminisJ.razione dei mercuriali contro le medesime. Collocù nella seconda classe le manifestazioni sifilitiche che pòssnno riprodursi per .via d'inocu· !azione o divise queste in primitive e eostituzionali; te prime delle -quali egli <ii~se vincibili senza l'uso di mercu riosia perchè l'attività or!{àoica basti ad opporsi >111'assorbimento del priucipio virulento, sia ancora perchè l'esperienza d.imostra t:hc, aggredite io tem po e con un conveniente metorlo antiflogistico, ques.t'è bene spesso sufficiente a condurle;,. guarigiòne sen;;:'ulleri.ori conseguenze: lo seconde vftle a dire lo manifestazioni di sifilideseconilaria e terzial'ia,sebbene richi P-<lano approprhite preparazioni mercuriali nella <;ura loro , l'efficacia riconosciuta <li siffatti mereuriaii potersi spie~are tuttavia per l'azione dinamica depri~nente de.i_ medesimi elett!vamente d_iret)a su i tessuti prediletti dalla sifilide senza che SH\ necessario ricorrer ad una misteriosa reco udita azione del mercurio, chiamati specifica. Convenne perfettamente co.n il Presidente e con i!Dolt. Marchiandi sull'utiliià dei mercuriali nella cura della sifilide secondaria e terziaria sebbene non possa ritenerli com'uoo specifico .nello stretto sensù di tate parola, accostandosi più volentieri per tale _ rispetto alla Dottrina del D. de Beaufort che è pure qnella del Prof. Giacomini; dal che ar.,pare essere la <livt,r~cuza delle opinioni più dal lato teorico che dal lato pratico, tutti consentendo non solo intorno ;,U'utililà ma ancor alla necessità di ricorrere allo appropriale preparazioni mercuriali nella silili'de costitu zionale. La seduta aveva il suo termine alle ere D.

PARTE SECONDA RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFJCf. (Sunto del Dottore P. MorT1N1) SO J)ATTRATTUllA MUSCOU!lE SlF!LtTI CA DliL DOTT. NOTA.

Questa malattia della quale gli Antori s'occup~rono sin qui assai poco, dalle osservazioni raccolte dal Dott. Nola risulta prediligere l'elà più robusta della vita e. più facilmenlt1 localiziarsi nel mnsc.olo hicipire bracchialti sebbene possan anch'andarne tocchi tutti gli allri musco!i flessori. .Risulta parimente che la mt>desima si manifesta piuttoslo quale sintomo di sifilide terziaria, siccome parve all 'A utore di potere desume re specialmente dalla qualità ·della cura più vantaggiosa. ~ono sin~·omi di ~uesla morbosa forma sifilitica : dolori


' anrnula!o , estesi or acl un solo ntnscolo 11l9er;i lendon ìo vece .a spppurare con prestezza e Mm. nel membro nr in vece ·a · lullo l'arto ed anclw agli altri membri nel 1 pi(1ta111,ente. L'uso di questa',è.'poi molto comodo, facile e Jll:iv9 · afTauo ~i .dolore. Av,1.?re non teme perciò d'a11merl~simo tempo: il dolore per,ò non è, shilomo costante dar · erralo d-1.:h iaF,a•11Io q,l!!)~lo suo meto.:lo esser' in ge . come fa contrattura la q11ale s'effelloa. soltanto· peli a di , nera le di mollo snperior a quello dill l\lal.a perl chP, come raione ' loogitudin,a le dul muscolo, d'onde· ne nasce la 1111!1 sanno, c9nsis\e nelhJ?plìcazione d''pn vescicatorio limitazione dei mov in11mti: quando si voglia forzalarnen1e cd indi nel portar a coulalto cltilla pelle d1•11udata d'epif'Slcurlcr il muscolo, questo si mostra téso com'11na corda cìe-rmid'e nn piomacéi110lo imbevuto d!una sÒluzion acquosa ~enza eedcre grnn fatto all'azione della for7:a stenditrice: di sublimato corrosivo (50 cenligr. io 15 grammi d'acqua qnc~ta costante diminuzione in lunghezza coslih.1iscA distillata ) il qual.e piumaccinolù dopo due ore si toglie :1nzi il ·vtffo e solo sintomo particola re. della malauia dd mnscolo il qiiale non scorgesi. menomarnente· altèralo • per sostituirvi . u.n cataplasma. nella sua forma, nel s.110 volume e nella sua sostanza. In generale , quand'il dolore non è presente, si risveglia EO.U,ETTINO Ull!.PICIALE con l'e~ten~ione forzala e con la pressione senza saperne ::piega re la causa, in ciò ,diversificando dai dolori spoilt,rnei che sono frequenli, più· spesso no'tturni cd hanno 01w1· ifi.ceJ I ze serlc piullosto nelhrto inliero che non in nn determinato Il Doli. f.iovanni Batt. EvtH.uo1,,Cav. l:!ell"Ordine dei muscolo. L'a!tra!tura ·aumenta in modo lento, i·nsensihile SS. Ma(;J i1.io e Lazzaro ·e della Legione d'.Onore di P, gradualo sin a ian(o 'che si rende star.ionarra senz';,rI~canciu ,\ Membro del C,on,iglio Superiore Militare di ri~;ar ad un· grar1o eslremo e, senza generalizzarsi ai San.i Ìà, con Jl. Decreto dl;li 6 del corrente mese, d~codivt•rsi muscoli del corpo. Costituisce qnesta. malaltia nn ra,lo della i\Iedaglja Mauriziana pel merito militare di male poco per.icoloso all'esistenza degl'inferrni, perch~ dieci lu:stri. non tende nemmeno all'alrdìa o paralisia dei mn~coli ammalati: riei.ce lnllavia molto molesla perchc'i ribelle ò'ordi,Ìario alla cnra e talor ànche mortale se p. e. al'iazioiii nel Pérso,iale del Corpo Sanitario-lnilitare ,in~ade$SC i m11sc~li della farin-ge o d'al tri organi mtt!-COli D,)tl. ColLo, Gin. Gi;icomo BONINO, l\Iedìcu l~pet lari indi,Sp\'nsabili alla vita . La sua ~Pde è nella part e tore nel Consiglio Sup.eripr,:, J\'Ùlilare di Sanità, collocato ten,linea del mnscolo dove ri~iecle pur il dolore: a q11estò a riposo dielro sua doman~la; giudizio per lo meno conduce l'os~ervata permanente conlrallilità dt>lla po,zione fihrillare del muscolo. I falli che. trovans[ re~istrati ndb· Opere di Ricorri, AVVISO DELLA DIREZIONE DEL GIORNALE '\'iclal e Bo_yer e la descrizione della mulallia falla òal primo tlei detti Scrittori, rif,•risconsi piulloslo a tumori ta Direzione del Giornale av'.vertc i suoi Abbonati o·he izomrnosi svolii nel tesrnto mnscoh1ril o nt>lla sre,~sezu con il. numero 26 l'11he fine il primo seme~lre: Sono quind ,1,.i tf>ndini, d'onde la de~enPr;izione mu~colar in le11snto 'inv1ta!i gli Ahho11ali a pagare- la loro raia anticipala, lìb,ro,:o cartilagineo ed anche os,E'o, rnì paragr\nàhi li ~iusla 11~ con,J i1.i oni d'assoch1zione. Quelli· che son ar\èòra p1•rr.iò 1con qnanto ha raccolto il ,i'ostr' Autoré, nelle osin ritardo del pagam(-\nlo del' primo semestre lo fa'ranno H·1·va1.ioni elci qua·le la malallia, r,ome gi~ notammo. è giungere unitamente a quello dd seconc;o, in tiPram1H1le costì1nita ·,lalla contra\lura muscolare che Si p'regan i :,i~nori Ì\lt•tlici Divisionali pl-\rchè abbiano pnlanto si pnò facilrnenl<~ ri<:onoscr.r e <lia~no_stica,rn. la bontà di riunir in nn solo vaglia postale le rate dei L'11~0 d<ill'iodnro di potilssio e dei mPrcuriali, sia irtloro dipeiidenli ri di farne sborsare costà l'importo col tcrrrnment11 sia rslernamenle, fu tra lutli i rimedii adomezzo dei Q11artier-:1lastri dei Corpi. perati il pii'1 proficuo. La rlnrata media ciel la cura si proQmigli Ahboirali che.' prPf~riscon inviar il loro 1:aglia ta,se circa ai dno me~i; :il enne volte però fn imp oten!e postale isolutamen(e, sono pregati a voledo dirigere al npp urè 1~ malattia recidivò _all'ngnale maniera degli altri //aro11e DK . B11A UV·ORT , Vire-Direuore del Gi,irnale di morbi si [ìli lici. ,,fedicina 1'Jil'ildr:e o non 'artrimenle, in\;lciuso in lettera Ln qnest'11l1imo ca,o rip iglianclo lo sle,•.o metodo di allranoa1a. cnra si posson ancora sperare nuo"i vantaggi. Quf'i li A hhon~li l\lilitari che aulorizzan al pogamento li (j~1art:er-~fastri tlei Corpi ai quali son addetti, sono· (Archiv. Gén. de Jllcd.: déce)!l. 1850). pregati di darne nel tempo $lesso avvi$O alla Direzione del Giornale ·parimeute con leltera franca di porto. f,l!RA l>El fl UllONt, Vlll\'EREI Effetluati i pagame11ti saranno subilo ·spedile le bollètle CO~ f,,\ J'OlTATA DI Nl'f llATO D'AllG, DEL OllTT . GAMll<Hll~J. di · ricevuta. · Nei buboni slazionarii questo distinto (:linico mole da Si ricorda pme che le associazioni so.o ohbligatorie pl}r qoa lche trmpo prescriver una pomata ~l'una <lramma <li un anno· e che nes,;uno degli alluali Ahl)onati al Giornale • nì tr:po d'argento crist~lliiza•o con 1111'1rncia d'adipP, con può rilirarsi dal r.on1.ir11,are l'abbonamento fin ai 28 di la qnale · fa spal111a1·e due volte al µiorno il t111nore. luglio p. v. e ciò in relazione col programma e con Qut:sla maniera di cura. facilita in generale .i l proc~sso quello ·che si ri[~ele irl ogni r111mero iii fron te al Giornale. s11ppurativo . con la rapida fusione del tumo~e où altri• men[~, rn il lavQrio flogi.,t:co <\ qnasi nullo, va qnello JI Direllt>re Doli. €0:\IISSETTI !\led. Div, ~r..•mando ili mole e d()po 8 o 1 O ginrì1i è <ptasi perfel· li Yice· Direllore rcsporis~bile Doti. Bar. de Be.anfort M. R. t11rpent,i risolt11n .. I huhboni da blP.nnorragia cedo.no bene 1 Tofino, ·1s51 , ~e1',;za, Tipografia Suha.lpir.a ,ia Alfieri, o" pkslo alì'azione ri~olven ie di siffalla pom~la e quelli da

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( ai 9 di febbraio 1852 )

ANNO I

N° 29

GIORNALE DI HEDICINA DILI1,AllE DEL CORPO SANITARIO DELL' ARllArrASARDA L'associazione non si 1rieeve che per un anno e comincia col t O d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana. PREZZO D' ASSOCIAZlONE . . . . . . . . L. IO. In Provincia ed all'Estero, franco di posta . . L. 11. L'abbonamento dehbe pagarsi per semeslri an.ticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla T1POGI1AFIA; SunA1.PINA via Alfieri, nam• 24. Le lettere per abbonamento al Giornale llebbon esser atfrancatl:l ed accompagnate da vagha postale. In Torino

Clinica Orale ed OpeDolt, ELu: Feri:a da rativa del arma da fuoco. - 3° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 40 Bollettino Ufficiale. ·

S-0MMARJO. -

1<1 Doti. FABRE: Note sulla Comm. Prof. RrnERI. - 2°

PARTE PRHIA.

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lI I

I 1

NOTE SULLA CLINICA ORALE ED OPERATIVA DEL CO!UIEND. PROF. RIBERI Tracciate dal Dott.

j .,

FAl3~i,.

DEL CA~Cll'O E DELL~· SUE !<ORME · Il Prof. Comm. !liberi, presa l'occasione éla dieci casi d'ammalati di cancro e d'olcere cauce,.ose, stali già nei due tr1.1sçorsi mesi del presente anno Acca. demico ricoverati e curati nella Clinica Operativa , fecé alcuni trattenimenti clinici di cui io pr<>curerò di rendere nella maniera che per me si potrà più fedele i principali argomeuti, ;.1vuto in ciò il concorso d'alcuni Allievi della sua Scuola i quali notaron a mano a mano le materie dei discorsi; e perchè sian al Letlore noti il lòr.o modo ed iusino la !oro forma, gli narrerò quali furono dal Professore pronunziati , se non così acconèiamente e con le parole stes:;e , almeno per la lorn sosta01.a, persuaso che il Lettore s~prà condonare qualche follo di precisione e d 'ordine. a chi s'accinge a notar e narrare materie pronunziate con qualche n1pidi1à . Sono queste press'a 1 poco le sue espressioni. « Non è mia inlenzionP, Signori, trai.tenervi della descrizione circosl anziata del cancro che voi già co. noscete dA un'altra Scuola oc! internarmi in minute particolarità d'Anatomia microscopica o di Chimica organica da cui pochissimo utile è fin qui derivato , atla terapia delle affezioni c;rncerose, bencbè siano e~se le precipue sorgenti cli grande speranza avvcmre. Io v1,glio parlarvi soltanto per passo del cancro, movendo pressochè dal solo sperimento clinico. 11 cancro il quale uccide quasi collo spavento del solo suo nome, non è uoa malattia per sè, ma costi-

,

tuisce l'espressione finalti di molte forme morbose le quali, se ha11110 in comune la malignità della loro natura, la loro <lesineoza in cancro e la loro fre · quentc asi;(1ciaziune, otironu però , per \'Olume , per cùosistenzu, per c~lerità n lentez1,a d'anda111euto, per forma , ecc. , rnol1e differenze. Fra queste forme, formazioni anatomiche, tessiture, sostanze, dei quali nomi, a scauso di cacofonia e per nun essere soverchio vincolato nel mio dire, io mi servirò indistiuta . mt!nle , s'annoverano , specialmente da Gerdy , la scirrnsa , la lardacea, la midollare, la colloidea, ccc. l Patologi difforen1..iano l'ulcera cancerosa dal cancro o carcinoma pe1· ciò d1c quella non è, come questo, preceduta da).le del.le formazioni anatom,iche. Be:nehè i c:m1t1ari anatomici del cancro e dell'ulcera cancerosa siano pressochè i<le111.ici , io penso che cotesta disti111,inne ·sia d'un' utilith pralic:J in quanto che i carcinomi comunque risanati quasi sempre si riproù11cono , dove che le ulcere ca11cer/Jse , massimameute del capo, possono bene sovente cuodursi a si.abile guarigione. M'avanzo forse troppo dicendo le ulcere cancerose del capo e sono forse meglio nella via della verifa dicendo le ulcere cancerose del \'Olto , giacchè quelle della parle cape!luta le vidi so"enle refrattarie ai mezzi dell'arte ed , una volta vinte, facili a rigenern rsi. I.asciate in disparte le ulcere cancerose, cotriarn ora a dire di ,olo qu,1\che cosa <lei caratteri delle citale (orme anatomiche cli cnltiva i11dule di cui il cancro è l'ultima espressione. Sostan za sC'irrosa. La soslan1,a sci rrosa o{fresi ora circnscrilla in forma di tnmore, ora disseminata fra I.e parti . Nel primo caso il t.omore è duro, resistente. d isu(l'nale, hiancastro, f.{lle volte bozw to ed avente sed<tnel t~s~oln cèlluloso comune o nel tessuto propri,, degli organi. Nel secondt) e più raro caso è infiltrata nel tessul o cli videut.e le parti organiche le quali conservann per un t1!mpo più o meno lungo i loro caraU.eri anatomici e poi liniscono per esserne invase. fn ambo i casi poi la forma scirrosa è composta di due sostanze d i cui una fibrnsa, densa, scrosciante al I.aglio, di dnrena alle volt.è cartilaginea, orgaoizz.at~, formata di lamine talMa irregrilarmente disposte , 1l più sovente parallele ed t1!.t.rave1·s:.1te da altre lamine cbe la convertono in cellette; e l'altra apparentemente inorgrmica, d'aspetto lucente, coutonutà io.


{_{uest.e cell ette , piu o meno traspareotc , di va · ria deosità , di color ora bianco , ()fa cilestro , ora verdiccio, rossastro o brunastro ed aderente alle (>areti delle cellule che la coutengouo. Jn ambo i cas.i parimenle, dalla diversa disptisizione delle lamine, dove concentriche, dove rad:ate e dalla varia -densiri.t e dal vario colore della sostanza inorganica pur ora della, deriva alla formazione sci-rrosa un dif. ferenle aspetlo per cui fu paragonata alla tessitura ora delle rnpe, ora delle castagne, ora del corno e simili. Le pt1rti comprese da questa forma son ora esuberanti, or atrofiche: vidi uteri e mamme seirrosi, stati ridotti alla metà del loro volume. In genere però gli ammassi scirrosi non assumono grande volume. Piccoli e pochi vasi arteriosi e venosi s'incon· trano uella medesima. Assale spesso le ghiandole e raramente i muscoli, le membra11e sierose, le cartilagini, i tendini; tessiture coteste le quali sembran anzi esserne invase soltanto per diffusione dalle parti vicine. È particolare carattere della sostanza scirrosa , quale ne sia la forma, di trarre rapidamente in società di malutlia i tessuti vicini, massimamente le ghiandole. . Sostanza lardacea. In questa forma la materia morbosa è acistica, di colore giallo-grigio , in generale della durezza e cousist.enza del grasso . stanlìu di majale, sovente lobata , priva di struttura fibrosa e laminata, occorrente in tutte le parti del corpo umano, neppur eccettuati gli ossi , otfrcntesi ora con forma di tumore, ora infiltrata nei tessuti degli organi che tosto o tardi converte nella !'-Ua natura, alle volte senza mutarne la forma, e (i ·un audamenlo più lento e meno maligno che non le ,dtre forme, specialment~ la scirrosa e la midollare. Sostanza midollare ( ence(alqidea , cancro molle o spugnoso, ecc. ). Laennec che ci la~ciò un'esatta de· scrizione della sost:rn1,a midollare che voi, Signori , potrete utilmente cor1;,ultare, la dice omogenea , dì colore latticin·oso, pressochè simil aila sostanza cerebrale, come questa alle volte lobata , ordinariamenle della consistenza del cervello d'un bìinbo ed 11 luogo a luogo di colore roseo , assalente d'ordinario più parti nel tempo stesso , capace di gr:rnde volume , solcata, quand'è raccolta in grandi ammassi, da numerosi vasi, esclusivamente arteriosi al dire di ne. rard, i quali vanno mano mano dirarmrndosi nel suo interno press'a poco come si diramano i vasi condotti dalla pia-meninge del cervello. Le. pareti di questi vasi sono sottilissime e facilmente si lacerano con istravasarneoto di sangue aggrumato assai simil ai versamen ti apopletici nel cervello. Quando la sostam:a mi• dollare è in via di rammollimento , il sangue versato si fonde colla medesima e cotesta mistura assume un colore rossast:ro o nerastro che potrebbe stimarsi quale specie particolare d'alterazione se non fosse che per lo più avanzan alcuni brani di materia midollare che mo~trano quale fosse la costituzione primitiva del male o ciò indicano simultanei ammassi mìdol· fari coesistenti io altre sedi del corpo. Molti di voi, Signori, videro nell'Anno Accademico prossimamente passato una donna tocca di tumore midollare al seno nel periodo di degenerazione, di cui il centro era ripieno della s't fati.a mistura di sangue e di sostauz.a midollare della quale alcuni brani s 'incontraron a luogo a luogo verso la periferia. Infelice donna ! che do·

vette soccombere dopo avere bevuto insin il foudigliume del calice del dolore cioè dopo cirH1ue successive recisioni domandate dalla riproduzione del male con forma fungosa, nell'ultima delle quali il gammautte s'innoltrò fino coutro la pleura. Del resto la sostanza midollare non è mai , come la scirrosa, associata a lesione del sislema linfatico-gbiandolare circostante e nelle sue riproduzioni suole, contruriameute a quello cbe succede nella forma scirrosa, assalire tessuti, organi , parti, viscere lontani ed è notevole specialo1ente per la sua apparente fluttuazione la quale trasse alle volte nell'inganno Pratici anche distinti. Ilisulta da ciò che, secondo nota Lobstein, la sostanza midollare è composta di tre parti cioè di cellule formate d'un finissimo tessuto celluloso; d'un parenchima bianco e variamente consistente secondo i suoi periodi e di sa ugne in fine stra..: venato nel suo interno o infiltrato nel suo parenchima o sparso alla sua superficie, rendeudo in quest'ultimo caso allividito ed acuminato il tumore nel luogo o nei luoghi dello stravasamenfo. Il citat.o Laennec descrive tre varietà della forma midollare cioè la cistica, la acistica e l'infiltrata, su di cui io non v'intratterrò più in dilungo e solo noterò la prima essere quella in cui s'incontrano pit1 vistosi i caratteri della sostanza midollar~ sopra accennati , mentre il nome stesso delle altre du<! varietà iodica in eh~ si differenziano dalla prima. Coloro che frequentarono la Clinica Operativa nell'anno 1849 ebher ad osservar un notevole caso di materiu midollare-colloidea infiltrata nel tessuto celluloso della vagiuale sinistra in un Chierico, altrnnde . robusto. Sostanz<t coltoidea. Così detta da Laennec per la sua rassomiglianza ad una tenace gelatina animale od alla colla , la sostanza colloidt!a non offre tracce di organizzazione ed è or infiltrata nella trama orgauica delle parti, ora raccolta in uuo o piLl ammassi isola~i fra le parti le quali s'allargano per dal'le stanza. E <lessa per lo pit1 compagna alle altre forme morbose; fu anzi da alcuni considerata come sostanza scirrosa ammollita : non per questò , essendo stata alcune volte incontrata sola ed isolata, fu perciò considerata com'una forma speciale. Polendo le affezioni cancerose presentar infiuite varietà d'aspetto, sono state, alle teslè citate, aggiunte dai Patoleigi ben ultre forme di cui sarebbe opera vana l'occuparsi, come quelle ch'altro non sono fuorchè livree diverse di fondi m_orbosi analoghi od omologhi. Cui bono p. es. parlare del cancro misto come d'una forma particolare, mentre oon è essa · fuorcbè una mistura di piì1 altre dellf: sopra dette forme , la quale non ad altro serve fuorchè a provare l'affinità e l'intimità della loro nalura? Cui bono parlare della forma caucerosa consecutiva alla degenerazione dei tumori ereltili , mentre si sa che questi, se soli, non àssumono mai la sì fattà degenerazione ed allora solamente l'assumono quando son associati a Ila forma midollare; il che equi val a dire che la causa della degenerazione è da- ricercarsi in questa forma e non nel tessuto erettile ? Cui bono convertir in una forma speciale la degenerazione cancerosa melanica d'Alibert od antraciria di Jurine, sapendosi che la melanosi isolata dalle forme cancerose è poco nocevole e e.be , quando s'incontra per accidente associatu al caoern, a questo e non alla melanosi è da attribuirsi


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che s'incontrano nella superficie delle ulcere cancela ferit à del lllale ? Cui bono chiamare tubercolari, l'ose e dei carcinomi; globelti stati veduti da alidatide~ qneUe forme canceroge a cui. si. trovano q_nalcuni Microscopisti , fra cui, se non erro , da Langenche rara volta e per accidente assomat1 [tubercoli od bert , per-ciocchè rimarrebbe a sapersi se preesistesidatidi? Cui bono per casuali dill'erenie d'aspetto e di ser alla località cancerosa o se per avventura non associazione iotrod11.rrc nella Scienza le forme canfossero da questa entrali nel sangue per assorbimento; cerose conosciute col nome di sarcomi pancreatici, rimane pur a sapersi s.e esistano nel sangue nella sola steatomatosi e simili? Cui bono in fìne designare come disposizione diatesica cancerosa ed, anche nel c~so speciale forma di cancri fungosi quei . ricre~cirnenti affermativo, rirnan ancpra a provarsi, per accordare di carne che soglion aggiungersi alle varie sopra dea questa circostania un qualche valore, se preesistano scritte forme cancerose neli'ultimo loro periodo od alla diatesi. Non è parimeRte scevra da opposizioni esser il prodotto degener~to d'una rete complicatisl'opinione di ì\faunoir e d'Alibert che la forma mi• sima di vasi, intralciala con tessuto celluloso più o do/lare dipenda da una de:;enerazione della polpa men abbondante e quasi" sempre congiunta con sostanza midollare o colloidea P Di fatti già Hey e I nervosu. Ad ultimo che cosa ci giova a questo proposito ii sapere che la so:;taoza scirrosa è un comScarpa ritenner il fungo ematode per una varietà posto dì gelatina, d'albumina, d'oleina , di fibrina e del cancro e Scarpa in ispecie si mostrò convinto simili, e elle la midollare contiene ( Lobsteiu ) nel poter il cancro assumere molte fìsonomie secondo primo periodo più gelatina e nell'ultimo pii1 albule varietà dei tes::;uti . mina? Tant'è; poco soddisfatti di queste ricerche voi• Yoi, Signori, già vedeste in poco tempo le forme giamoci ~: ctmsiderare le principali circostanze io cui cancerpse primitive di cui s'è detto sopra, ad eccetsj. svolgono le affezioni cancerose: tuazione della colloidea e le vedeste semplici od as• sociale. Così vedeste l'associazione delle sostanze mi- · E stato creduto che fosser esse più frequenti nella donna che non nell'uomo: però la frequenza delle af· dollar ed èreuile con consecutiva degenerM,iooe funfezioni cancerose dell'utero e delle mamme nella gosa nella natica di quella donna che, dopo essere donna al cessare de' ruenstruì , la vidi così compen• stata as~ogget.tata alla recisione, partiva ristabilita nei sata nell'uomo da identiche manifestazioni in altre giorni andati dalla Clinica. Vedesi.e la fo_rroa lardaparti del corpo che per dubbia ebbi sempre la soluceo -midolla re con grand'evolozìone della parotide in zione di cotesto quesito. Voi :1vete già, Signori, quel robusto contadino che si presentava ieri mattina avuta occasione di veder in poco tempo sedici casi al consulto gratuito. Vedeste la ·forma scirro-larda· d'nlfezìoni cancerose di cui dieci sopra ammalali ri• cea-midollare in quello che fn nel principiare delcoverati nella Clinica cioè cinque uomini e cinque l'anno clinico assoggettato alla genoplastìa e nell'aro· donne , e sei sopra ammalati che si presentaron al malato che vi sta di fronte io cui, dopo la· recisione consulto gratuito cioè· tre donne e tre uomini. Quedel tumore della guancia si praticò la genoblefarosto risultamento conforme a quant.'ebbi a vedere nel plastìa. In fine avete tuttora su gli occhi vostri una corso della mia lunga pratica, vi dimostra che le donna tocca di cancro alla mamma sinistra dalla sola donne non vi sono più soggette che gli uomini. forma scirrosa. Frequente nell'età adulta e nella vecchiaia, il canAvida di sapere la mente umana cercò nei tempi cro è raro nella bassa età in cui , quand'occ 0rre, as• · antichi e nei moderni· , nell'Anatomia Patologica e sume per solil(), nol.isi ciò particolarmente, la forma nella .Microscopica,,ma fin qui in vano, un filo che la midollt1re ed assale di preferenza gli occhi. conducesse alla cognizione della condizione patoloL'osservatinne ha io un modo perentorio condan . gica del cancro. Non è gran Lernpo i Patologi facenata l'idei.) di coloro che crèdeva11 nlla contagiosità vano mostra di ridere delle ipotesi degli Antichi che del cancro. la al.tribuivan ad un deposito d'atrabile, di pituita, Non è cosa provata, a malgrado Ji quanto fu scritto di linfa inspessita, acida e simili. Ma per verità non in coni rario , che nelle -donne la castità o I'inconti abbiamo ooi a ·gloriarci delle opinioni moderne cioè nenza predispongan al cancro, siccome non è prodi quella di Broossais che la attribui va ad un'irrita• vato che vi predispongan i climi troppo caldi o troppo zione. o subinfiammazione promovente la secrezione freddi. Bensì si vider e si vedono più so«gel~e al cand'uo·a materia speciale, giacchè , per tucer altre ra · cro le persone di temperamento bilioso-nervoso che gioni, rimarrebb' a sapersi percbè tante diuturne invivono sotto · il peso di cause alti.ir:mti il sistema vefiammazioni non tr:.iggono mai dopo di sè forme cannoso ed i suoi materiali cioè di cocenti e diuturni cerose e rimarrebbe pure sempre la certezza cbe nel crucci o che offron una venosità pronnnziata. l)a qui caso di diatesi cancerosa la quale ha per lo piil luogo, nasce forse che sì veda occorrere più frequente nella quella subinfiammnion è già un elemento secondario, virilil.tl decrescente e nella vecchiaia in cui il lavorio precorso e generato dalla diatesi la quale nulla ha da di scomposizione e di <lisassimilazione a cui ha vedere con una subinfiaromazione. Non possiamo nepcosì grande par.te il sistema venoso, prevale su it pure glor~arci dell'opinione d'Andrai il qual ammetprocesso di composizione o d'assimilazione orgatendo la flemmazi a cronica e latente come frequente nica. Da qui nasce ancora quel suo manifestarsi cocondizione delle evoluzioni cancerose, dice doversi tanto frequente com'una seguenza di localiti erpetichiamare ca~ro tulle le lesioni di nutrizione e di che alla produzione delle quali ha tanta parte l'alte secrezione giunte a quel termine in cui riescoo ad razione del sistema venoso e dei suoi materiali. un'ulcerazione ch'ognora più s'ingrandisce in superficie ed in profondità, perocchè è ciò <iuasi lo stesso (Continua) quanto dire eh' un'affezione è cancerosa percbè è cancerosa. Non possiamo neppure gloriarci della sco· perta di globetti nel sangue simili affatto a quelli

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STORIB DI CASI RIMARCHEVOLI. 65 FERITA l>A ARil1A l>A FU0CO

(Storia letta clal Me<lico di Reggimento Doti. E~a in una Conferenza di Torino). Nel giorno 15 di novembre dell'anno 1850 succcd1iva di buon mallioo un duello aìla pistola fra dne distinti ltlililari dei quali uno rimaneva gravemente forilo. Richiesto io, un'ora dopo l'accadulo, ad assistere qu(1SL'l1ltimo , lo '. trovai decombente uel proprio ll~llo in quello slalo di moral esallamenlo che quasi semprn suole riscontrarsi in simili frangenti. IJ'auni 55, di lemperamenlo sang~1igoo-nervoso, perfettameute costiloilo della p1miooa e d'una forza d'animo impon1>,nte, volle egli siesso mettermi a gioFno delle più minulc particolarità del caso , narrandomi comi, s'elfettoasst, il duello con pistole di grande calibro , a canna rigala ed a carica cosi della forzala; narrandomi anche come si hauesser alla distanza di venti passi e come, l'arma sua a~·endo fallito, tocco re· stasse lui solo alla natica destra dal colpo avversarie: infor· rnandomi in fìn e c:he. ncWallo stesso del rilevalo colpo si ramazzava a terra provando un alrocis6irno inslanlaneo dolore come di strozzamento al la parte inferiore della C('lonna vertebrale; ma che , rialzatosi tosto e pili 1100 risentendo alcuna molestia a segno da dubitar io su le prime d'essere stato rec1lmenle ferito, insisteva egli per la prolungazione del ùuello e che, essendovisi oppos1i la òelicatezza dell'avversario ecl il dovere degli Assis1enti, delcrminavasi fìnalmenlc a raggiungere da se medesimo la propria abitazione. Esaminala la regione lesa, riscontrai solamente 1'a perlura d'entrata del proietto, c:osliluita ùa un foro al lato esterno ùolla natica destra situalo tre dita trasverse al di sopra del!' ;irticolazionc ileo-femorale, di fìgura irregolarmente rolondo a margi ni rientranti ed un poco frasta gliati, del diametro r.irca di Jue millimetri, alquaulo ecchimosaln all 'io giro, per niente emorragico. La direzioue ùella ferita era pressochò orizzontale da destra a sinistra ed in questo senso lo specillo penetrava profondamcnlu sino rimpello all'articolaiione sacro iliaca destra. Esamioale lo veslimonta in corrispondeuza <lei sito dc•lla lesione, mi si mostraron intrise di poco sangue e sdrucile dal proietto senza perdila di sostanza. La più mioula esplorazione di tulla l'esterna supcrlìcie del bacino, lo più insislen li e ùilicate indagini in fondo della ferita non l'urono da tanlo ua farmi conoscere la:sede del proiello. L'ammalalo non si lagna\•a di dolore fuorchè in corrispondenza dell'osso sacro, quasi di fro ote al punto più sopra indicalo, dove cessava d'essere possibile l'u]loriore introduzione dell o s tesso specillo. in qutisto stato di cose m'entrò ii sospello cbe il corpo feritore potesse essersi infisso nella sostanza ~lessa dell'osso sacro, penetrandovi obliquamente da destra a si nistra e quivi rimanendo esaurita lolla la sua forza d'impulsione. Mi restrinsi portanto a dilatare l'esis ten10 apcnura con un Laglio di Ire abbondanti decimetri , praticalo a lulla sostanza , incidendo dal bass' in allo i con1presivi tessuti muscolar e cutaneo: medicai la ferita s1~mplicemento (con r.nolli nJaccica spalmalo d'uoguenlo refrigerante e ricoperte d'un largo cataplasma mollitivo , rreddo ed irrorato d'acetato

di pioml>o liquido: prescrissi ima mistura c,1lrnante, dieta, riposo assoluto ed avvalurai il tulio con una com·eoicnle positura del tronco. Di ritorno poche ore do po presso il ferito , lo trovai d'animo più tranquillo , .ma mollo pili tormentato dal ùolor al sacro: esplorai di bel nuovo mioutamenle la parie per cercare se mi fosse possibile rinveniru la seòe del proiello feritore ed , in seguito a, lunghe indagini premendo in un punto della sinistra 11atica corrispondente perfellamcnte a quello per cui etlh entralo il proiel lo uella nalica destra , mi parve sentire alcun che di leso ed elastico . su cui premendo for te mente l'ammalalo si lagnava di dolore, lollochè non molto iolet180 : reiterando gli spari meni i , do velli convincermi con mia sorpresa che quivi profondamente situalo staYaisi di falli il corpo straniero. Non esitai perciò a praticar in questa sede uoa doppia incisione crociale che , convcn;entemeuto approfondita, mi perrniso d'estrarre senza grave ùillìcoltà una palla di piombo irregolarmente sfer ica, del diametro ùi dodici millimetri , del peso di poco mono d'on'oncia, la quale era collocala fra i musculi glutei medio e minoro della stes.sa sini,lra nat ica. .Benchè non ignorassi il come i .proiettili lanciali dalle armi da fuoco percorrano le superficie convesse del corpo urnano non allrimcnle clte le concavt1 1 mi sorpreso lUl· lavia il rinve11ire nell' indicalo luogo il corpo di cui andav11 io traccia. Causa cli sorpresa m' era piimiorameolo il nessuno dolore risent ilo dall'ammalato ir. questa sede, tranne che aù un'assai fono- pressione : 5econdaria causa di sorpresa m'era poi la facilità cou la quale il proietto nel percorrere la superficie posteriore dell'osso sacro ricoperta com'essa è do Ila sola cute e nel subir ivi l'iufiossione necessaria per proseguir oltre, avrebbe potuto di preferenza farsì strada al di fuori od arrestarsi in corri~poodooza delle scabrosità ossee presso all'unione sacroiliaoa, anzichè sp ingersi si11 ol luogo dova si rin venne. Il giorno succes;;ivo trascorse senza cosa di rimarchevole: l'ammalato era calmo e non si lagnava t1·a1cun'allra mo· Jestia ruorchè dul solito dolor al sacro ; si med icò quindi la ferita con la stessa sempli.,:ità del giorno antecedente e si dispose con apposito cuscino a che la parie posto rior-inreriore d~I tronco od almeno la sode della lesione fosse quasi corno sos pesa , senza grave disagio <iell'inrermo. Nel giorno 17 alla visita J ol mattino trovai il ferilo con leggier aumento di calor alla pelle, cou polsi dori e frequenti, con l~ li1u;m1 pi1:11o~tn sPrC:i" Cl)n sete mediocre: la oolle era staia pressot:hè i,isoone, non per soverchio dolore della ferila , ma per effetto della riazione generale. Esaminala lu loca lità , lo trovai press'a poco nelle condizioni del giorno antecedente ; di fallo l'apertura <lei lato sinistro non dava fuorché poco- sit~ro sanguinolento ed asciutta mantenevasi quella prodotta dol corpo feritore nel lato d~slro ; l'ammalato poi si lagnava solo d'un dolore piuttosto vivo luogo la parte posteriore della co· scia destra. Praticai ancora localmente la stessa medicazione, prnscrissi on copioso salasso dal braccio ed una emulsione con alcnni grani d'o, lratto di giusquiamo nero per bevanda, dieta rigorosa ed allontanamento d'ogni stimolo. Verso il mezzogiorno la continuazione dello stesso apparato siulomatologico m'obbligò alla prescrizione d'un secondo salasso il qualt:J si ri11etè' parimente nella sera per l'aumeuto di tutti i sintomi costitutivi della riaziooe ~enerale e l'u avvalorato dalla ripetizione della merlica• 'llìone e dalla cootiouazione della medesima bevanda. Dopo


22~ una oot!e a"italissima persi$teva 11el mattino del 18 violenta la ria;ione , aggiungendovisi uno stato di molestissimo spasmo alla vescica orinaria con frequentissimo invito e molta difficoltà nell'emissione dell'orina; emissione ch!er.a accompagnala da intenso dolor alla regione prostatica. Poca varietà presentavano del resto le aperture della ferita; asciutta, rugosa e già libera dall'ecchimosi mostrandosi quella d'entrala e bagnata da. poco siero sanguinolento la praticata dall'Arte; il do lor alla regione del sacro s'era però r.eso più incalzante eù acuto ariche ai più leggieri movimenti dell'ammal<Jto ; la pelle corri~pondente al luogo della' lesione, leggiermente tumida, aveva assunto uo colore rosso pronunziatissimo ed il calore della pelle era ad un grado elevatissimo (quarto sala,çso generale assai· generoso, . sitsseguito da litnga lipotimia .; solita emulsione ça(mante alternata con l'u$O del ghiaccio; cataplasma mollitivo-sedante alle regioni ipogastrica e perineale) . A mezz'o giorno lo spasmo vescicale

e la dissuria eransi mitiga ti alquanto ; persisteva però nel medesimo grado la febb re quantunque il calore della pelle fosse dim inuito d'alcun che. lmpaoiata mostrandosi la lingua, prescrissi un'acqiia imperi'Cile leggermente emetiz.zata da /Jt'endcrsi epicraticamcnte. Alla sera l'ammalato, alquanto prostrato di forze, lagna vasi altamente dell'insopportabile dolore al sacro e della cefalalgia , ma il polso si toccava meno frequente , più dilatato ; mor.bida s'era resa la cute in grazia (orse della poiion emetica la quale provocò sollanto qualche poco _di nausea: l'apertura sinistra lasciava stillar on.1 tenue quanti1à di materia purulenta piuttosto Ouida e mista a sangue (sanguisug.i o di 50 mignatte alla regione del sacro con soprapposiz'ione d'·un· catavlasma caldo per promovcre lo scolo di queste : mistura oppiata da prendersi a ciicchiaiate). Non ostante che il sonno fosse stato interrotto da leggieri .sussulli nella notte antecedente, si r1otava ai 19 una leggiera remissione di tutti i sinlomi , non escluso il dolor alla regione sacra dalla quale stillava ancora qualche goccia di sangue già abbondantemente sottratto per opera delle mignatte (ripetizione della medicazione, della pozione emet-ica alla q•rale si sostitui nella sera la mist11raoppiata della sera antecedente). Il giorno venti segnò ancor una progressiva diminu zione di tuli i sintomi infìarnmatorii , sia generali sia locali, se Don che l' infermo andò soggetto ad un moles,tissimo flus5o diarroico di tanto più incomodo, in quanto che i movimenti del tronco non erano per anco immuni da dolori alla parte lesa: la f~rila però cominciava a stillare dalle sue aperliJre, più copiosamente dalla sini stra , un pus più elaborato e di buon a indole (medicazione solita e preserizione d'una decozione di tamarind,1 con sciroppo di gomma arabica). Cessala nel successivo giorno la diarrea, la mala tlia non offerse più nell'uHeriore suo andamento cosa alcuna tanto di rilievo da richieder una gioroaliera descrizione: acc(1rmando perciò sommariamente allo Stato generale, noterò come l'infermo all'ottavo giorno dalla rilèvata ferita fosse totalmente apirelico e come, scomparso per gradi ogui senso di dolore nella sede della lesione e rasasi abbondante la suppurazione che liberamente stillava da tutte e due le apertorc con totale separazione dellll escare cancrenose, al ventesimo giorno di malattia fu al medesimo permesso di scender.e dal letto per uscire di casa al trentunesimo, perfettamente gu;ir,ito dalla località e libero d'ogni qualunque siasi ge• nera! incomodo.

Grave assuolo in vero . imprenùerebbe colui che si pro. ponesse, Ollorevoli Colleghi, veuirvi riferire cose nuove~ por me sono pers1.1aso d'avervi t"sposto una Storia che nulla affatto. può aver in sè di straordinario nè dal lato patologico, nè dal lato curativo . Ma in fatto di ferite di arme da fuoco, quale cosa v'ha, o Colleghi, che , .al punto nel quale trovasi la Scienza oggigiorno, sia ben ed in modo inconcusso stabililo r Un infinità di questioni rela·· tive a qnesto genere di lesioni Lrovansi realmente ancora indecise, ed i Corifei della Medicina non solo discordano fra loro su qualche pun lo, ma per molle parli la pensano in modo diametralmeote opposto. Una sola cosa è generalmente senza contestazione ammessa.. ed è la oravilà o estrema di questo modo di lesione. Lasciand' io in disparti le quisLioni patologiche, mi permellerò solo di toccare brevemente alcuna fra le grandi quistioni relative alla terapeutica di queste ferite cioè quelle che hanno specialmente relazione col caso del quale udiste la Storia, In questo campo tulio è piu che mai controverso e oon vi si risconlrano fuorchè coolradùizioni e cozzo tl'opiu ioni an che autorevoli più o meno avvalorate da falli e pr alici risul tamen ti. Persino l'indicazione per se così potente dell'estrazi_911e dei proietti delle ferite ru il soggetto di gravi questioni. Io sono però pienamente persuaso che la mia opinione su tale argomento è affalto conforme a quella di voi lnlli , poichè iò credo che non vi sia fra di voi chi possa seriamente giudicare che i proietti lanciati dalle arme ùa fnoco possano soggiornare nei tessuti viventi senza cagionare gravissimi i.::conven ienti , siccom'alcuno lente~ rebb' ancora provare adducendo che i tentativi falli per cercarli od estrarli recano gravi dolori al paziente o divengono la causa di pericolosi accidenti consecu tivi; addti'cendo che vale meglio indugiare, aspellando che per loro stessi si presentino dopo un tempo più o meno lungo ai diversi punti della superficie cutanea e sieno così di piu facile estrazione ovvero che. ancorchè rimangano definitivamento fra le parli vive, queste siansi già abituate a tollerarne la presenza senza grave alterazione delle loro fuoz ioni. Coteste asserzioni, siccome quelle che non si trovano punto in armonia con i fatti, cadono di per se stesse ; quantunque non manch ino negli Anna li del1'Arte citazioni di casi fortunali nei qnali una palla ha potuto senz'intonvenienli essere conservata fra le parti organiche, anche le più essenziali alla vita. Ma quante volle io vece la presenza d'un proietto nelle medesime parti uon ha prodotti gravi e prolungati disordini funzionali, dolori, infiammazione, produzione di vasti e profondi accessi ? Quante volte non fn dessa causa di continuala Jebbrc con esaurimento <li forze e con perdita della vita stessa, sia pri'mitivamenle durante il periodo acuto, sia cor.secutivamonte dopo parecchi mesi o molli anni di suppurazioni profuse e di patimenti crudeli? Sembra <lunque che il principio secondo cni è stabili ta l'estrazione per quanto possibile dei corpi stranieri dalle ferite, sia fuori d'ogni seria contestazione. Non dirò già che l'applicazione di questo principio si debba ostendMe fin al punto di moltiplicar indefinitamente dolorosissime ricerche, di tormentar le parti con esagerate ins.istenze , in una parola di dP,lerminare disordini più pericolosi di quanto po.trebb'esserlo il più offensivo corpo straniero , dico solo che vi ha 1Jna differenza ·.t,)Slrema fra il principio di voler estrarre sempre ed a qualunque coslo i proiettili e quell'allro estremo per cui qneili' sono credut~

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quasi innocui e si vorrebbero noo solo diminuiti gl'incon testabili vantaggi dell'estrazione, ma stabilite ìn vece le pericolose massime della Chirurgia aspettante anche a costo di lasciar indefinitamente i proietti nijl corpo vivo quand•> non si presen tau o nelle parti superficiali· del medesimo, cioè credo ch 'il Chirurgo dehba sempre tentare di soddisfar a quest'indicazione, ma che debbe ciò fare con prudenza e nella maniera che la ragione e le qualità delle circostanze consigliano. Che se gli sarà dato di riescirc, · mollo avrà fallo in vantaggio del ferito e se si arresta in vece trattenuto da un'assoluta impossibil ità o dal timore di cagionare lesioni secondarie troppo gravi , avrà ancora in questo caso .soJdisfatlo ai precelli dell'Arte per modo che, quali siano per essere i risultamenti della cura, non potrà rimproverar a se stesso lo funeste conseguenze d'una forzala e ragionevole inerzia. · Quistione forse più grave, per la maggior dovizia di sode ragioni fra le parli opponenti. , è quella dello sbri• gliameoto. I primi Legisla tori della Chirurgia i\li)ilare inculcavanò ch'ogni ferita d'arma da fuoco dovesse tosto ed immediatamente essere sbrigliata , qualunque ne fosse l'estensione e la profondità: ne so se riconoscessero appena qualche contrindicazione a cotesta pratica . Sorsero io vece in questi nostri tempi alcuni che si fecer a rigettar io modo assoluto lo sbrigliamento. Una siffalla quistione, posta nei suoi precisi e legiltimi termini , non dobb'esser · agitala fuorché io ord in alle ferite semplici, poichè è di per se stesso, non che indicato, obbligatorio lo sbrigliamento ogui volta che occona dover estrar un corpo straniero qualunque o schegge ossee ed ogni volta che sia necessaria la legatura d'un vaso emorragico. Se non che , r iflettendo che le ferite tulle da arma da fuoco, quanlunq ue non complicate ad accidente di sorta e nelle condizioni più favorevoli, appena meriterebber il nome di semplici per essere tutte essenzialmente contuse con necessaria consecutiva mortificazione ùelle parli lese, causa d'improbabile possibilità di riunion immediata e di pronta guarigione, mi pare, se aoche quivi m'è lecita la manifestazione della· mia opinione, che la pratica dello sbrigliamento ùebba essere considerata vantaggiosissima ogni volta che si possa addivenirvi seoza occasionaì'e troppo considerevoli disordini, ioteressando vasi d'importanza o cospicue ramificazioni nenose o muscoli,·per numero, per spessezza o. per situazione, rilevantissimi. Quale vantaggio di falli non sarà lecito aspettare dalla trasformazione d'un seno fistoloso i11 una ferita aperta a semicanale? Od anche, dove questo non fosse conseguibile, quale vantaggio 1100 deriverebbe clal procurar una facile sorlHa alla successiva suppuraz'ione ed alle escare cancreoose mediante bene direlle incisioni e dilatazioni delle aperture d'entrata e d'uscita del proiettor Quanta in fine non sarà l'util.ità dello sbrigliamento per .l'al loutaozlo pericolo dello strozzamento dei tessuti ? Sen;:a pretendere dunque di solleva re quesia pratiea ad un uso cosi generale, sic(!Or.n'insegnaron i primi Maestri della Pirotecnia Chirurgica, può darsi che non debba essa nè anche restare limitala alle speciali indicazioni alle qua li taluno fra i moderni Pratici la vorrebbero con fio ala . L'uso delle embrocaziooi fredde e del ~hiaccio localmente nelle lesioni traumatiche è talmente ai giorni nostri generalizzato che, in faccia ai suoi fautori, non saprei se mi r iuscirebbe giustificarmi del non aver avuto.ricorso. a questo potente sottrattivo d'uno tra i precipui elementi

tiella flogosi in occasione d'una ieri!a cosi estesa', interessa ate necessariamente il periostio del sacro e eon grave contusione della sua sostanza ossea ; lesioni queste che a giusto titolo potranno infondere il timore d'una violenta riazion infiammatoria, lauto più pericolosa in quanto che colpiva una parte di molta importanza. Dirò tutta via francamente che, senza dividere i timori di coloro che ùall'uso delle irrigazioni fredde continuate paventano la soverchia liquefazione della materia purulenta .ed il consecutivo fa cii in filtra mento di <1uesta in tutti' gli anfratti della ferita e nrgli stessi vasi aperti con pericolo di consecutiva piem-ia e S(!OZa volere proscrivere questo polente com penso nelle ferite delle quali impresi a lrallare, perché so per prova com' un poco d'acqua fresca costitu isca troppo spnsso la sola risorsa di medi~ cazione di cui dispone il Medico Militare snl campo di battaglia, dirò, r ipeto, che a mio avviso l'uso !:lei topici freddi non merita poi lutti gli onori ai quali fu innalzato onde prevenir un processo che nelle ferite appunto da arma da fooco nessuna potenza varrà forse mai a pre·venite e che, quando pure si potesse, sarebbe le più delle volte utile cosa guardarsene ben bene, meotrechò, per moderare l'inuarnmazione e mantenerla in quei limiti in c"t1i essa è necessaria per la depurazione clelle parti mortificate e per la riproduzione dei tessuti, si possedon altri mezzi terapeut ici di più facil applicazione, cagionanti minori disagi per l' ammalalo e dei qqali le conseguenze sono per nul la a temersi. Conchiud!JTÒ quindi dalle premesse che il freddo localmente debba restringersi ad on uso più limi talo di quanto altri non voglia cioè debba restringersi ad indicazioni lull'affallo speciali. Accennérò per ultimo brevemente, per 1100 abusar ottl'e della vostra sofferenza , come ;;ino l'astìncn~a dei cibi, le sott!'azioni di sangoe generali e locali siano state ultimamente un soggetto di gravi contestazioui nella cura di siffalle lesioni. Io per me non saprei così tosto spogliarmi della convinzione che, ove rigogliosa si mostri la vita vegetativa ed no immenso lavorio flog istico locale riagisca con forz.a su tulla l'economia, le genewse emissioni di sangue generali e locali , una rigorosa dieta, la calma, non e:sclus i gli opportuni coadiuvanti, C<Jstituiscano pure sempre i migliori e più razionali compensi lerapeulìci. A voi il savio giud izio.

llELAZIONE DELLE COìi:FEREI\lE SCIBNTIFIC!!E (Cm1tinuar.io11edel mese di settembre). G2Nov A, L'avv icinarsi rapido della stagione più oµportuna alle Esercitazioni Anatomico-Operative e la mancanza d'un locale adatto sia a q11eslo scopo, sia a quello delle Adunanze Scie.otifiche e del Gabinetto ùi Lettura. fece sì che i Medici Militari nella Conferenza di questo mese avvisasser ai mezzi più acconci per otlonere dalle compet1:1nti Autorità le n11cessarie provvidenze. Dopo varie proposizioni si convenne nell'approvazione di quella che inchiudeva la· preghiera da fa rsi al Medico Divisionale porchè graziosainen le si degnasse d' intavolare tulle quelle pratiche le quali · migliori avrebbe giudicate alla proota soddisfazione di questo sentito bisogno: al qnal invito arendo questi compiacentemente aderito, promise egli riferire nella prima Adunanza il risultamenlo dell'affidataglì missione. Datasi quindi lettura della storia di neu-


251. ralgia intermittente già stata riferita nel Giornale al JJ" 46 delle Storit-, si' chiuse la seduta. ALESSANDRIA , N~lla Conferenza dei 19 il Medico Hi,i sionale, dopo avere letta patte d'uoa Storia stata compi· lata dal Doti. Zavattaro e concernente una frallura co!'n· minutiva delle estremità articolari di lotti gli ossi che- concorron a· formare l'artico!azione omero-radio cubitale destra, complicata quella a ferita contusa delle vicine parti molli ed a commozione delle viscere addomin13li (1), colse il destro per esporre due principali norme a seguirsi in identici casi, delle qnali la prima disse consistere ne! non ricorrere fuorchè con la massima circosrJezione al salasso quand'il paziente è aocòra nello stato di commozione nervosa, perchè si correrebbe grave pericolo d'esaurire quel piccolissimo grado di v italità dalla quale sola si può sperar un tale reintegramento d'energia nell'organismo che lo renda tollerante all'azione di quei mezzi .cura · tivi i quali possou unicamente condur alla guarigione; e la seconda nel vegliar attentamente a sbrattar il tubo gastro -euterico non solo dalle sostauze indigeste, ma e~ian dio dagli umori che in. queste circostanze mal elaborati soglionsi accumular io quellp, dando cosi luogo a gravissime complicazioni generali od alterando q,1anto meno il buon andamento della localit~ ammalata. Rivoltosi quindi ai illedici ·Militar.i gli invitò a for.molare proposizioni · le quali potessero dare luogo nella prossiota tornata alla discussione su questo genere di lesioni violente ed accennando alla c,,nsuetudine per lo addietro seguita di riferir intorno a quei casi più importanti di malattia in corso di cura, pregò i Med ici CapiSezione a volc,re continuar in questa lodevol usanza la quale, traducendo l'Adunan-za al letto dell'ammalalo, serviva a corroborare col fallo pratico gli studii teorici con reciproca utilità dell'ammalato e del· Medico. Accolse l'invito il Doli. Vaglienli esponendo, n·el caso di flemmo11e alla fo ssa iliaca destra da cui era travagliato il sal dalo Horello, come per il lento andamento di questa ma . lallia , per la lumiùez'za uniforme, indolente e di consistenza naturale che l'ammalato presentava sott'il tallo verso i.I margin iol'criore di delta fossa, per la sensazione d'un corpo sdrucciolante nella sinistra parte della pelvi che lo stess'ammalaLo provava ogni volta che riposava sol lato sinistro ed io fine per il tl,lmefarsi dell'arcata crurale per la lOH\:l _con senso di spinta dell0 stesso tnmore ver.;o questa r_e gione, entrava egli in forte sospetto della presenza d'una raccolla purulenta nei dintorni dell'intestino cieco, il ·quale' per quanto si riserbava di riferire, pareva non estraneo alla genesi dell'infermità io discorso. Espose quindi come, nella supposizione del la presenza di questa profonda raccolta purulenta , aveva egli Calto ricorso e contìnuava ancora presentemente nel~ l'uso delle spalmature d'unguento mercuriale e d'estratto di cicuta ad eguale dose, soprapponendovi cataplasmi mollitivi ; medicazione questa alla quale con fiducia ricorreva· egli per 'i l compiuto assorbimento di raccolte purulente molle altre volte ottenuto con l'uso degli stessi rimedi i nello stesso modo ,:idoperali. Al Dott. Vaglienli subentrò il Medico Divisionale nella relazione della sintomatologia gravissima offerta dal soldato Antonio Barbieri da soli due giorni entrato oello

Spedale. Riferì egli corn'il polso resosi mancante in poche ore, l'occhio stravolto e lacrimoso , l'abito esterno del corpo d'un colore rosso-cupo, l'estrema prostrazione e languore, la mancanza del calore naturale , la diarrea con vomito pertiuace e la forte contrazione dei muscoli aèdominiiii inducesser a credere che il suddello Barbieri fosse tocco dal cholera-·morvus, se la lingua rossa e secca ed il dolore gagliardo ùell'addomine , esacerbantesi gravemente al più lieve contatto non attestassero l'esistenza d'un'entero~peritonite acut'issima la quale, per la rapidità somma con che pervenne all'altissimo grado della presente gravità, poteva lasi;iare non lifJVe sospett,) d'imputabilità oad una causa chimicamente velenosa od all'effello d'una lesione violenta. Disse poi che, quantunque prono. sticasse un esito prontamente fatale, tuuavia invitava l' Adunanza al letto dell'ammalato , affinchè ciascheduno dei .Membri formol,1sse il proprio giud izio in relazione d' uo quadro siotomalologico così irnponenler Condoltisi i Me · dici Militari al lello del soldato Barbieri e su~cessivamente a quello del soldato Borello, soddisfalli del pratico osa.me posero fine alle ore 4 al!' Adunanza (1 ). Sc1.urn1rnì. Tre l'urono le Adunanze nelle quali con . venner in questo mese gli Ufficial i _Sanitario-Militari del Presidio e dello Spedale. Nella prima il Doli. Luini lesse la sua Memoria su i Bubboni aperti (vedi il num 0 24 del" Giornale nel qnale la citata Memoria fu per érror attribuita al :Doll . Menardi). Terminala la lettura, il l)ott. Comissetti notò ch'egli vide pure cos ta ntemente. una gastro-enterica affe;done precedere la éancrena dei bubboni e couformò l'utilità del metodo antifiogislico da cui ebbe egli altre,i grand issimi vantaggi nella si falla cancrena. Il Dott. Alciati rifleùè che, oilre al l'affeiione gastroenterica, \·i posson esser altre cause capaci di determinare la cancrena nei bubboni, come le inopportune e cattive curn, la diuturnità del hubboo~, le febbri periodiche pregresse , ere. , le quali impovel'iscono l'economia ani· male dell'ammalalo : soggiunse esservi malattie infìammatgrie interne clie, irradiandosi al bubbone, sono capaci di spingerlo alla degenernione. JI Dott. Loini rispose che, mentre molte di tali cause annoverò e~·li pure, non escludeva che le allre accennate dal Dottore Alciati polesser esse parimente indurre la cancrena; che ciò però non ·vietava la coesistenza dell'affezione gastro-enteri ca la qua.le suol anzi preceder.e la cancrena stessa, siccome molte volte ebb'egli · ad osservare. Il Dolt. Costanzo narrò com'ir, molti casi per esso lui osse rvati sia cli cancrena nosocomia.le 1 come di bubboni degenerati ' la cancrena sia stata costan tementti accompagnata e pretednta rla affezione gastro-enterica; ma che però, sebben anch 'egli 3mmella come cura preventiva il metodo antiflogistico attivo, tuttavia. qnando la cancrena è stabilita confida maggiormente nella cauterizzazione locale, ardita, estesa e profonda, temendo molto in que sto caso l' uso dei salassi, perché la febbre facilmente assume il earatrere nervoso od adinamico e perchè il bubbone cosi degeneralo vuol esser distinto da quello che riesco a cancrena per infiammazione legittima e sincera. Distinse il Dott. Comisselli tra cancrena nosocomiale, mortificazioni scorbutiche, cancrena per eccesso_d'infiam0

La Redazione fa palese il sao vivo desiderio d'aver i processi verbali di questi conJalti al fine di darne la relazione a i Lettori del Giomale. (t)

(1) Per non dare una storia iocompiuta la Redazione aspeUa

che, giusta la promessa, le venga inviato il seguito di quella del Doti. Znattaro.


252 mazionc, per congelaziooe e quella del caso in quistione. :[spòse la teoria, particolarmente delle tre ultime ch'egli crede attive, la qual è fondala su la resistenza vitale della fibra•; resistenza più o meo energica secon_do le condizion i dell'ammalato e della località ·fatta bersaglio della cancrena; così che, diss'egli, in un caso è necessaria una violenta inlìammazione per dar evoluzione alla , cancrena; men tr'in un altro, come nel bubbone semplice, basta l'irradiazione. Nella congelazione poi , dove la parte gelata è, per così dire, separala dall'organismo, epperciò priva alTatto di resistenza vitafo, basta la sola ~iazione. Aggiunse che le diverse specie di cancrena ri chiedon un diverso modo di cnra, il quale sia in armonia con le cause: accordò che nel metodo antiflogistico bisogna generalmente andare cauti; ma sosteone che in questo speciale caso di cancrena egli trovò ognor utilissimo il metodo antiflogistico . IJel resto l'alluale argomento essendo già stato cjiscusso, rimandò perciò, a scanso di ripetiziooì, gli Uùitori a quanto si può leggere nel relativo processo verbale già reso di pubblica ragione. li Dolt. Alciali soggiunse che la cancrena del bubbone può aoch'essere determinata da tulle quel le cause .capaci di produrre la cancrena nelle altre parli, epper·Ciò essere scusabili coloro che nel trattare simile materia non descrisser un metodo di cura particolariziato ma la compresero nella cura del fa cancrena · in genere. Il Doli. Ferrero notò che la cancrena può assalir una parte anche senza che vi preceda:un'in6ammazione nelle ~ie gastriche. In falli non è strana la suµposizion.i d'un ammalato bene nutrito, anzi in soprabbondania d'umori nùtritivi, di cui il bubbone riesca alla cancrena per mala cura, per mancanza di riposo o per a!trellali cause irritanti, senza che sian a{folt.e le \'ie digerenti. Rispose il JJott. Costanzo che questo sarebbe un caso di cancrena per ecce:;so d'infiammazione. Conchiuse il Doti. l'.omisselli con amrneller egli pure varie cause per le varie maniere di cancrena da esso lui sopr'accennate, ma notò che, se nel Ca$? di coi si trattava molleplici potevan essere le caos,: predisponenti, la causa occasionale però precipua e determ inante era l'affezione od irritazione gastro-enterica, com'ebbe molle volte ad osservare. Nella seconda e terza riunione il Doll. Costanzo dìede Jettura d.ella sua Memoria sulle Terme d' Aix {riprodotra nei numeri 23 , 24 , 25 e 26) dopo la quale nell'ultima seduta fu !ella la Circolare del Presidente del ,Consiglio Sanitario-Militare riguardante i Gabinetti di Lettura da stabilirsi oegli Spedali J)ivisionarii. NoYARA. Dopo l'elezione del Segretario fatta ad unanimità nella persona del DotL. Bollini -, il l\fo!lico Divisionale Dott. Desozzi recentemente traslocato alla direzione di questo Spedale 'Militare, diresse parole lnsi nghiere ,di lode e d'eccitamento allo studio ai Medici Militari presenti all'Adunanza. Lesse poi il Dott. Bollini il suo scritto intorno alle Passeggiate Militari pubblicato nel num• 24 del Giornale. Successe a questi il Farmacista Signore Bucellati per annunziar all'Adunanza eh' egli teneva già preparata la z!omata del Cirillo e gli estratti di Licopo Et4ropeo e di Ranuncolo acre giusta il metodo suggerilo dallo stesso Medico Divìsional~ Dott. Besozzi. Questi, dopo avere letlo il . giudizio da esso lui pronuozia,IO" intorno al nuovo Regolamento del Corpo Sanitario in data dei 50 d'ottobre, pregò i suoi Colleghi a voler esporre

Jiberamente i loro pensamenti in propositi), ~fo-a-n ime fu ]'adesione al giudizio dalo dal Medico JJi\°'isi0nale. La ricorrenza della leva militare suggerì dopo al JJott. Be· sozzi l'idea d'esporre quelle principali norme a..ì.le qnalì debbe il Medico Militare all\)nersi in sì fatta circwtauza , ma l'ora larda i mpedi lo svolgimento <li quesl' i1ite,es. sante argomento e si chitase la sednta.

PARTE SECONDA. BOLLETTINO llFFICIALE Variazioni nel Personale del Corpo Sau.itario-llilitare Medico di Regg. èli 2a Classe dai Cacc. Franchi fa passaggio allo Spedale dj Ca. gliari i>er essere comandato a· quello di Sassari, Medici di Batt. di ta Classe

Dott. Gio. Maria Solinas

Doli. Giuseppe Fabre

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dai Carab. Reali passa all o Spedale di Torino. • G. Dati. Gattinara da Gtnova Cavalleria ai Cavai!. di Sardegna. Giuseppe Tarrone dal 12 Fanteria allo Spe. dalc di Nizza. Giuseppe Mazzi dallo Spedale di Uenova ali' Artiglieria di Piazza in Genova. Medici di Bali. di 2a Classe

Dott. Pietro Lampugnani « « (<

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da Nizza Cavali. allo Spe dale d' Alessandria. Antonio Cameroni da Piè'monte Re.aie Ca val· leria id. Giuseppe Moriondo da Savoia Cavall. al ;So di l•anterìa. Vincenzo Ubertoni dai Cavali. di i\ ovara allo Spedale d'Alessandria. Stefano Prato dai Cavali. d'Aosta id . G'iuseppe Panza.no dai Cavai!. cli Saluzzo al 120 }'anteria. Carlo Tunisi dai Cavali. d'Alessandria all'So .Fanteria. Nicola Mantelli dal lo Speda le di Torino all'ArtigliMia Regg . Operai. Giuseppe Plaisant dall'8o Fa nteria al 150 di fanteria.

ERRATA -COlUUGE Nel numero precedente , pag, 220 , lin. 16 , scorgere oltremodo, ecc.: leggi: potei scorgere, ecc. Il Direttore Doti. COiUJSSETTI Med. Div. , Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Biiaufort M. R.

Tori110, l8i12, Pelazza, Tipogrnfìa Subalpina via Allìeri, u• M,


No

( ai ,f 6 di febbraio 18:52 )

ANNO l

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GIORNALI~ DI MEDICINAMILITARE DEI.A CORPO SANi'fARIO DELI/AUllA.'rA S!RD A. L'associa1,ione non si rice1'e cbe per un anno e comincia col t O d'agosto. Il Giornale si p11bblica nel lunedì di ciascheduna settimana. 11REZZO D' ASSOCIAZIONE

lo Torino . .

. . . . . . L. 10. In Provincia ed al!•gslero, franco di posta

. . L. J 1.

L'abt,onamento debbe pagar2i per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla T11>0GRAFIA_Sun,1,uiJNA, via Alfieri, non~• 24. Le lettere por ab bonamento al Giornale debbon esser alfrancatu ed accompagnate da vaglia postale.

SoMM. -1° Dott. FABRE: Annotazioni sulla Clinica 0 1:alé cd Operativa del Comm. Prof. RIB&l\I. - 99 Dott. BONlNO : Ottalmia Sifilitica. - 30 Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Dott. MANAYRA: Rivista dei Gio.rnali. - ,5° °Bollettino Ulliciale.

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PARTE PRHIA · ANNOTAZlONI SULLA CLINICA ORALE ED OPERATIVA DEL C03nlEND. PROF. RIBEIU Tracciare dcii Doti. F,unrn.

DEL CA\CB.O E DELLE SU.E FORME· (Vedi ìlmtme1·0 precedente).

L'influssu dell'erediti.i nella pruduzi1111e del cancro, .si.ala pe!' aleuni negata, è per me nua verit~ . E bb i più votte t1 curare, suceessivameule t:i madre t:d una <> piu figlie per caoer-n del seno: uua \'Ol!.u insino mi toccò suttoporrt1 nello stesso git1nlll alla recisione del seno la madre e 111 liglia. Già nelle mie Opere Minori til la pag. 309 , Vo! i io ho detlo che ì'abito uterino predisp0t1e tdle ~1(fo .. iio11i cancerose della matrice, delle sue adiacenze e cieli~ mamme. Mi piace qui riprodur a bendìzio di colorv fra di voi clJe non le avesse lette qua11!.'io vi ~criveva qu!lle frullo d'una lunga sperien1,a. " ln quella guisa che occor alle volt.e vedere sistemi od tipparati ml organi dotali in via concreala od acquisita di così fai.tu scpli'sitezza d'organismo e di vita che senl <•r10 soverchio i loro st.imoii na1nrati e talvolta cun il progresso del tempo a quest i s'assuefonnò ed alle voite un, tanto che i medesimi riescono una cagione perenne o ri -, corrente .d'azioni più o meuo disaccoueie; nello stesso modo accade osservar alcune donn~ io c ui l'utero ed in genere l'apparato gen'itale interno per acqu isita o per congenita squisitezza d'organismo e di vita è così suscettiw> e pn.>va impressioni così vivaci ed imperiose che tornano rnolèsti i siwi natura li ùf(izi . molesti gli sti moli o esterni o inlel'ni che gli provo: can-o , molesta la menstruazione , molesta la copula , molesta la gr.avidani a , molesta la stèssa i. nazione.

M'allontanerei !.ropr10 dal miei argomento se volessi ~midoii:rre questo punto e dìrn I.Ili.te le sequeh morbose di cosi fau.a d isposizione ch'io bo chia1ùato abito uterino per sèrvir alla brev.ilil e non pon to per amùre ch'io rn'abbia alla u~ulo.gia. Stù pet'cib coulentu a nolal' in queslo luogo cl~e, fra le ·taote <lonne che mi toccò fiu qui di c 1WH'•~· per raùica'.(·: ed iove tenite degenel'll¼iuni lìhrnse o tuhcrculari o fungose n s<;irrose o cancerose dell'utero, pnche t1e vidi in cui l'affezione tlDn ri !raesse di quell'abito resosi Jungc, tempo prima , aile ,1 oi t.e insino dalla pd>ertà o poco Jopo pales,i pi.'!r rn enstrni dolon,si, scarsi , i1·· regolari, per freqn,! :tti urg 1s·ni uterini , per ripetuti ahot·Li, per abbondanJ.i ~rur:,;aruenti leucorcoici, ecc. n Lo dispo, ir,ione dia t1!siea al c;;ncro cìnè qnell'efligi,~ palu!ogica itnj)rnnt.ata Hell'organismo ![l quule collima alle volle con ull'àppareute san ill1 è bensì iguul.il nclìa sua r;:1t11r,1 , ma pur trop po prov;1t.a so vente dni suoi effe111 eiot: J aih trasmissioue ered itaria; dal!'evolH;r,iuHe dd cancm i n VJrie parti del corpo o nel lempt, st.es,,n od in tempi snccessi •1i; dall.a cornpanm <li questo spou u.11:ea ù pc,' una lieve ca gione e !a ie da non dare ragiune d'u n 1.aoto effetto; dul Sili> riprodursi quasi sempre dopo la recii.imw o su la p:1rte primiUnrnen!.f~ affctla 0 su pnrti lontane e ud ultimo da qnel suo es5i.:re cotanto_ refrattario ai me:t,zi curati l'i. Guardatevi però, Signori, da l confondere la dinl.esi sc:rrnsa oel!a quale beue sovente s'incontra !'equilibrio <li fum:.ioni , buona carnagione , validiti1 di fone, robusta co':\titnzione co n la ca· chessia cancerosa uecorrenle nel\' nltimo p~iriodo del cancrn, la qnale consiste iii nn concorso di fenomeni gener:di nttest.anli uoa prnfonc\a alterazione del corpo cnusidcrato m~·~noi elementi solidi ed urnorr.di. La 'diatesi si diffon·dc da! tutto alla parte e la c.:u.:hessia dana pari.e al tullo . La diatesi manca ne!le affezioni cancerose primi t:vamente loca li , dovcchè lu cachessia è il solito effcl.lo delle indomabili località ca ncerose, si.ate o non precorse dalia diatesi. Non mi dimc,reri), Signori, a d~scrivervi pel minuto l'andamento del male in discorso pcrchè già lo conoscete da un'a!trn Scuola , git) ne abbiamo più pal'ticolarrnerlte p,irlat.o nei tratteuimenti relativi a cias . cheduna delle varie fatti specie occorse 11ella C!ini'ca, ne trove_rete alfro nde tn'ra piµ ampia e ·più esatta de~crizioue che na<1 pussa i'o darvi , io .tutte le Opere


'1:34' Classiche e percbè mio scopo uon è, lo ripeto, svolgere tull'ioli e10 C(l_test',1rgom~11to, ~Hl din•en~ soltanto quanto basto per im·t,gli.in·1 :id ;111er11arv1 nel suo studio. Starò perciò content o ad accennarr cbe in lulli i tempi cotf•sl.e mylattie ~ancer~s~ fnr?no ~is~i~te in <!uc perioùi cioe nno d1 crudi/a o eh bemgrnla e l'altro d'ammollimento n di malignità. Nel primo period,> crescono più o meno lenl.amcnte, immuni :ifl'atto o quasi immuni da dolori, salvnchè uon sieno ~or!e in grembo tid intLrno a crnt1i nervosi od ti cospicue ramificazioni omonime; non provocanti alcu11i altri incorn·e11ient i fuorcbè qaelli che risultano dalla l1tro prese11za in ruezz.o ,,i tessuti sani e non esizinli mai, tranne che cresca110 dent re, od intorno ad una viscera di coi per prl'ssione allentino o st,spenda110 l' uso indispens111Jile all11 conl.inuuzione della ,•ita. Nel secondo periodo l'oècolta llogosi che è a base del male si rende, o r>el oatunde corso di questo o pei' la giunta di cause esteroe od interne, evidente ed in qneslO slalo induce in prima il rnromullimenlo e la derreneruziono centrale degli amm:issi patol11gici, costilue~1do quella fase che chiamasi per conveuziooe cancro oc.wlto e di poi promove il loro scop· pio vale a dir il ca11cro aperto, e ciò io mezzo ai sevuenti fenorueni: il tumore comi ncia a diventare di;uguali', l,r,zznto, sovente caldo con dolori in prima moderati e rari, poi freqnenti e \a11cin1111li a guisa di dardo infuocato: i tessuti circostanti al tumore s'io · fiammano, s'intasano e sovente riescono alla degene· razione che si compie nel medesimo ed alle volte all'ascesso: diveotao pur esse gonfie, dure e dultirose le ghiandole liufotiche vicine, e larglle e tortuose le vene: la pelle, in prima mobile e del colore oaL11rale, dive11la aderente e di colore rosso, poi livido, poi paonazzo ed in Hnc si screpola sti llandone un umore saoioso ora giallastro, ora bruoast ro, ma ;,ere il quale conferisce ull'al11Jrgame11lo della soluiione da cui <leri\'u: i margini di CJuesla a,lfrunsi dori, disuguali, per lo più rovesciai i in ruori, alle ,·c,llc in dentro: la sua supe, ficie se.pani un icore fotente che escoria le parti vicine, offr e:;i qui scavai.a e qua riidzata in ricrescimeoli carnosi ed è la sorgeute ci'un coccnlissirnu calore il quale insieme cou i dolori lancin,inti sempre più Ueri costilui~ce il sintomo di coi più si l:.igo,1110 gli ammalali: piì.t lardi i lestè ùelli ricrescimenti di curne !,i smarriscono spontanei o sono dall'arte smarrili, ma si riproducono con massima prontezza e sangui nano fH!°r un nulla: uè da essi soli sgorga il sa11gue, inu t~sce pure questo e cou maggiore ed alle vulte pericoloso inipetu <lalle volumioose vene o dalle ar1erie impigliate nel m:ile e rnse .: frattanto qucsli tremendi esiti del tumore principcile si ripetono sulle ghiandole vicini·. Nè gl'an che diverso è l'andamento della malatt i;o qn:rndo ha essa sede pri. mitiva uellc mur,ose o 11el:e pal'ti alle meuesime adiacenti. A questi fenoni e11i gc11er1di della degene1'ozione delle varie fol'mt: canc•·i nse altri parti colari s'aggiuogono, e non è quasi necessario ch'io ve lo dica, i quali movono dalla diversa ~ede, organizzaziooe, .seosibilità e dal diverso uso delle varie parli che ne son impiglial~, di cui .il discorso ci trarrebbe troppo i.n dilungo. Più oltre io non mi rimarrò nel colorire questo b1 uuo g~adro percbè ÌD q~tisto · momento

stesso nvete del mcr!l'~into numerosi t! deplorabili esemplari sotto i vostri occhi. Nel tempo di questa degenerazione locale sorg,1nn fen omeni generali di cachessia cancerosa : l'amrna . lato per la fierezza de'dolori diventa insonne; perde l'appet ilo; è per lo più c11 lto da febbre, esacerbantesi V('rso sera con cu1e secca, calda e sete intensa· offre mi colùre di paglia; IP. guunce stesse sono , fuori del tempo dcll't>sace1 bazione, iutinte di questo colore; ba turbali cd accelerati i movimenti del cuore, sub, tumido il volto, sparuti gli occbi, larghe le pupille, macilenta la persona, 11011 tauto peri> come nella tìsichezza; presenta piii lardi i fonorncui della febbre etico ciuè brividi ullernanti con sudori per lo più lievi , diarrea, SCCJlllposizione del voi lo, polso celere ed irregolare, in somma Lulti gl' indizii d'una specin di veneficio da materiali acri e disaUìni, entrati net s:ingue per la via dell 'ussorbimenlu. Havvi chi disse potere la di.itcsi scil'rosa ed i suoi alti ccss~r alcune rare volte da sè: ciò non vidi mai e credo che pecchirH-1 di giustezza le conchiusioni cbe si deducono dal paragone di questo male cun la diatesi tubercolare ed i tubercoli; morbi cotesti beo altrimente leggieri ::il paragouc che non la diatesi scirrosa ed il cancro. Credon ::ilcuni alla metastasi delle affezi,rni cancerose, appoggiali al solo caso riferii.o da nèc3 mier d'un3 donna locca di tumore scirroso :11 seuo in cui dopo violenti dolori di capo, l'affezi one del senu si ridusse ad un piccolo nocciolo e si rinvenne poi nella necroscopia oo tumorn canceroso nel cervello. Mi giova qui narrarvi tre cosi per me veduti i qnali , senz'ascriverli a 111erasta1i , sono però dcgoi d'essere conosciuli cioè vidi una Signora su i 50 anni. di temperamento ~angnigno -nervogo, molto irritabile. tocca di tumore tiCirroso ~I sen,, del volouH! quasi d'un uovo di gallina, spontaneamente s\'anilo, essere stalu pùco stanle colta da affezione scirro-ca11cer11sa nella faringe e noll'esofogo elle la trasse alla tomba io mezzo a pali menti immani. Vidi un' altra Signora pur ella su i 50 unni, di t.emper::ir11e11lo linfatico nervoso, affelta da un consimile tubercolo nel seno , sponlaneamcute entrato nella via d!!lla l"isoluzionl!., essere stala alt.resì poco stante assalita da osteoma lacia delle costole destre e della colonna vertebrale con rapida ed enorme in!lessione <li questa e coo tale uu pronto dissesto fu111.ionale tielle \ iscere pl:lttorali per vii:u 11dl,: f11rrna dd 11cito chi! ÙHVl'lte soccombere offrendo fenomeni d' idropisia delle pleure, non stata però verilìcata nel cadavere prrchè la sua necropsia no11 fu c:oosenlita. ì'iel tempo ad ultimo in cui più ferveva la dottrina d.i llroassais e si preten. deva che con r-:petule :ipplica~ioni di migoalle avesse,· a combattersi pur esse le afl'e,,.ioni scirrose, cnrai una Signora nubile, su j 44 unni, di costituzione secca ed irritabilissima , aocorn menslroata ma scarsamente e tocca da un tumore scirroso nel seno, con le mignatte applicate a sere ollernate per diciotto volte ed in numero di due per \•olta . Svanì effettivamente il tumore, ma fu sost it.uito da un 'affezione cancerosa dell'utero di cui fo vii timn . S'iocoo~rano nella nostra Letteratura casi di canCfi aperti . , riesci ti ·a $pont.anea e totale cicatrice. Que~t' ~vento io nou lo vi<li neppure mai. Vidi bensì ,1!cuni cancri ( ed il caso di cancro della com-


messnra sinistra de'labbri che abbiamo esarnin_ato testè o'è una prova) i qGali 'cica~l'lZZ~rnOO parz~almente. Ma sia pure cb'alle volte c1cat.nz.zmo parz1almenle O t.olalmeote, l'osservazione ha pero d1rnostrat<1 che (> quelle cicatrici ritornano . t1'.stu U lardi alla prima degenerazione od il cancn~ s1 npr~>duce altrm•e. Sorio stati alle volte osserv11t1 cancri , soprattucto delle mamme, consumali da cancrena ora spontanea ed ora nata da una violenta inlìa.mmazioub, e s'allegano fati.i di caucri guariti nel sì fatto modo. Vid'io pure cinqne volte cancri stati in col.est? mod~ consumati del tutto od in grande parte, ma 111 tutti j . casi vidi il morbo, limitata la cancrena, riprendere il suo corso. Fu dunque una doppia illusione quella di coloro cbe per guarir il cancro proposero l'innesto della cancrena , giacchè da un lato la ~ola cancrena inoculabile è la contagiosa o nosocomiale e questa per buona ventura non si ha sempre_ ali~ man?,. si ba anzi rariisimamente alla ,.aauo e si poo vat1c1oarne la cessazione quando l'esatta applicazione delle re• gole igieniche negli Spedali sarà diveuuta delinitiva, dogmatica e generale in mezzo agli uomini ; mentre dall'altro la cancrena in0cnlala non è capace <l'interrnmper il corso al cancro, siccome ebbi già a notare nella mia Opera su la cancrena contagiosa, riprodotta in sunto nelle mie Opere Minori. Dì recente è stato all'innesto del cuntagio caucre-8oso sostituito quello del sifilitico: ma fin qui muto è il linguaggio della sperieuza ~u il conto dell'utilità della sifilizzazione nel cancro. Nolo però che due donne coni ristate da cancro dell'utero e nel tempo stesso dalla lue venerea be11e manifesta, guuri1·0011 coi mercuriali da questa e funne esacerbalo il cancro. Disgraziatamente il termine del caucro lascialo a sè è la morte in mezzo ad insulfr.bili dolori ed ai già detti fenomeni di cachessia cancerosà e di febbre etica, se pure per la uohi ltà della sua sede uon tronca esso nel suo primo periodo, come già dissi, lo starne della vita col comprimere viscere importanti di cui . la funzione è iodispeosabi_le alla sua conliouazione, com' il cervello , la midolla spinale, il, cuore, grossi tronchi vasali e simili. Alcuni però vidi diseeudere, per cancri che avevano percorsi tutt.i i loro periodi, nella tomba con pochi dolori, con febbre mite ii senza bene vistosi fenomeni di cachessia cancerosa e di febbre etica, e ciò per un':.ibbondanle e continuo stillicidio di marci'a icorosa e per frequenti ma mo derate ·emorragie, in grazia di cui la parte lesa era distasata, disirritata, disinfiammata. Tremendo ma!e è per certo quello in coi l'ammalato debb'avere per gran mercè il sollievo che gli recano potenze nimiche ! Ma anche fuori -di queste eccett.unioni non debbo tacervi che il corso ordinario del <;uncro no11 è egualmente rapido in tutti e cbe, se la sede, l'età, il temperamento , la costituzione, la forma caoce,osa han io ciò molt'intlussn, non si pnò però in t ulli i casi assentire ?ll 'opinione di Monuerel e Delabarge i quali credono che 11 cancro manifestatosi dopo una caustt traumatica sia d'un corso più len to e meno perico 1<~:o che non, quand'occorre spontaneo, g1acchè ho pm volte vedut.i cancri di rapido corso, avveo-nachè 0 alla l0ro genesi avesse sporta occasione una causa e~terna, alle volte bene leggiera. Ma uscendl• di qnesle piccole e roinnte differenze moventi da cause indivi· dtlali e così diverse che nell'ordinarle non si può

1

sempre aver un filo regolativo e considerato c<>t.esto argomento nelle sue generalità, si può ben dire che fondata nella ~perienz,.1 è la distinzione fatta dal Sabatier del cancro in ncuto e lento, vedendosi tutti i giorni cancri re11dersi , a malgrado di qualunque soccorso, prontamente esiziali ed all'opposto. Voi stessi, Signori, avete sott'occhio un amputato del pene per c:1ncro di cui I'origi11e non risali va a sei mesi e sapete che non di maggiore data era il cancro di quell'ammalato che ci obbligò t1i giorni andati di ricorrer alla geno-bleforo-plast.ia: dovechè vedete nella sala delle donne un'ammalata trav-acrliante da 5 . un anno d I. sc11To a I seno, 1'l quale non è ancor al periodo di degenerazione. Vidi in generale rapido il corso del caucrn nelle persone dotate di temperamento sanguigno-nervoso squisito. Fa rnaravio-lia cha un f~t~o 1~atologico_~ogistico cresca rapido s~>tto gli au!-p1c11 d1 predom1n10 dt due sistemi incaricati di. distribuir alle p:.ir~i la vita co'snoi materiali i1r1mediati? Continua.

STORIE DI CASI RUIARCHEVOLI. 66 OTTALMITE SIFILITICA GUAlUTA LA 1\fllllCÉ

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PRllP ARATI

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{Storia letl:" dat Medico di Battaglione Dott . .BorHNO in una Conferenza di l'orino).

Negan alcuni al .iod io_ ogoi virlù contro Ja sifìlide; voglion altri che r·emc,icia sua si manifesti soltanto dopo l'uso dei mer(;uriali, nè mancano 'quelli <:!te vorrebbero ésclusivacnonte adoprarlo; ed io son lieto, o Colleghi, di darvi una breve relazione d' un'Ollalmite sifil itica ' nella . cui guarigione voi giudicherete di qual peso sia staia l'am.

ministrazione del suaccennalo rimedio . JI sig. N. N. appartenento al 16° di fanteria, in età di auui 22, nato da parenti sani, di temperamento linfaticobil ioso, di coslituzione piuttosto fìevole, era stato più volte ammalalo per intnmidimcn ti ghiandolari al collo ed uil anno prima che alle rnie cure s' afiìdasse era slato aifollo da ulcere e bleunorragie s11ì!ìtic!H~; qnaudo, or volgon<> dieci me,i, fu tocco da una lt~nl a i r idite all'occhio sin i. slro, la qua le, siccome quella che con mitena di sintomi e co11 caratteri si presentava non certi, si credette potere scongiurare prescri vendo sncCt!Ss ivamente un purgaùte, un sanguisug,io, un' iulùsione di tiglio, unzioni con unguento mercuriale mislo all'estratto di belladonna , stato poi abbandonale perche g,rneranli uoa ncuralgia frontale assai molesta, l'o,,o interno dell'etiope an1imoniale eù un'adatta regola dietetica ; compensi questi che riuscirono van i poichè 110n tardaron a manifestarsi i sintomi d'una grave ottalmile silìlitica. L'iride, tessuto prediletto dalla sifilide, apparve inlurnidiLa ed irregolare la pupilla con · fotofobia considerevole ed acuto dolor esacerbantesi nelle ore notturne: accadde str'avasamen to di linfa e di sangue nella camera anteriore : torbida si rese la cornea per stravasamenli inlerfarni nari con la facoltà visiva presso che totalmentt: spenta : nè immune mostrossi la congiun· tiva sceleroticale , sede d'una nussione capillare formala da vasi riuniti in fascelli. Ricorsi prontamenlc al salasso


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e, menlre energi('arnente s'adoperavan i meHi antiflogimento delle comunicazioni fai te al!' Assemblea di Parigi stici, i medesirn i sintomi comparvero nell'occhio destro dai piu celebri Chirurghi di quel 11aese sul conto dei fee più fieri e più minacciosi. Ammansato finalmente lo rili del mese di giugno 1848 non iscioglie il problema nè stato flo gistico la mcrcè di nove sottrazioni sanguigne in favor(~ dello sbrigliamento, nè contro del medesimo. del le qn;li due si prat i~arc,110 ùal pirtle cd un.a alle re· RisposH il OoLL Elia aver egli realmente voluto accengioni temporali colle mignalle, tammet11anrl' io com'a!tre 1 nar allo sbrigliamenb primitivo, siccome quello ch'in volle nt<lla sifil ide spe rimeutass i i benefizi del jodiio e molti casi è ù'assoluta necessità cd impedisce in molti specialmen te in un caso d'iafouslo connubio di sifil ide j altri le conseguenze funest issime dell'iufìammazio11e sof. con scrofola, mi determ inai pel joduro cli potassio il quale, focativa la quale, quand'anche non fosse per succedere, spi nto di mono iu mano a dos.i piulloslo e levale ed ac è tuttavia quasi sempr<1 d3 paventarsi nelle ferite lacerocompagnalo nel decorso della cura da una leggiera deco · contuse , come sono c1ue!Je da arma da fnoco. zione di salsaparigl ia , da due vescicatorii successivaNon negò il Oott. Sclaveraui che lo shri[.;liamento primen te ap pli eali al la ncca ùd al braccio, da ,,ualche lieve miti vo sia in u!cuni casi d'assoluta necessità ed in altri collirio aslringente, <.la pediluvii sennpizzati e da una di m0llissirna utilità a d allontanare le possibi li fu Beslisconvenienlc ,l ieta, va lse a guari re perl'ellamenle la lesione sirne conseguenze cleH'i nlìammazione soifocaliva, 11è a ver funzionalo visiva cd a ridonare la sanità all'informo . avuto per ciò appunto in ,mimo di ·combatterlo, IJ)a solo lo non mi farò, o Colleghi, a ricercare quale siasi il di manifes tare la sua esitanza intorno all a gene ralizzamodq d'operare del ,iod io nel la sifili de ; ardua questione, zione di quello, menlr'egli pensava che sarebbe .. lato da acn i la pochez,a non regge deile mie fo rze e che in vano , circoscriversi a quelle forite che cadon in p1ni provviste ten tano sciogliere quell i che allribuiscon al jodio una I da valide apnneurosi capaci di produrre Io strozzamento virtù rivulsiva cioè il potere di produ rre sopra on organo distante un'irritazione atta a sospendere quella che de co~;eI~:~~~~~n le disse ess~re lo sbrigl iameut.o primitivo stavasi sul la sede 1iei sintomi sifiliti ci; ma la scuola dei I utile quando la fer ita non ha ch'un'apertu ra d'entrata ; fatti mi condunebbe a credere dm l'utilità del jo<lio ! quand'è situala in luogo non abbastanza declive così che si muniiesti print~ipalmeu te nelle rnala l!ie sitìl itich!:l le i s'abbia poi a temer il solformamento del pus; quand'il quali si man ifestan in temperamenti con predomi11io lin proietto è penetrato in parti coperte o circondato da rofat ico cd in persone affette da vizio scrofoloso. buste aponeuro,;i ed ha percorso on tn1gi1.to lungo e tor~ tnoso, ed in generale in qu0i casi nei q1nl i sarebb:} irrnvitabile lo sbrigliamento secondariG. All'idea della genera lizzazione dello sbrigl iamento nella RELAZIONE, DE11LE CONI<ERENZE SCIENTll<ICHE pluralità delle gravi ferite da arma da fuoco s·associò il (Mese d'Ollobre). Dou. Il,,r. de Beanfort, indot tov i dalla considerazione che TonINo. Apertasi la sedullJ allì:l ore 7 Ji sera, dopo lo sbrigliamento primitivo hassi sempre a pralicace per !a lettura ed approvazione del processo verbale (foll 'animpedire lo s!rozzamenlo: questo essendo sempre a tetece<lcute Conferenza , si atldivenne per squiltiniu se mersi nei primi giorni dopo avverrnta la grave ferita, ragreto alla nomina d'u n secondo SegrelH iu fra li Medici gione vuo le che qo11nto maggiori son i sintomi che lo di ]fa ltagl ione ì n sostituzione del i ' oi t. Peec,,; ri~til tondo fan no paventa re, lauto più presto si debba a quello ricornomiua!o a pluralità di voli il Dott. Nicola Maniel li: rere, mentre lo sbrigl iamento secondario può so lo socquind i il Presidente , dopo t1H•r invitato il Dott. Marcorrnr allo ' scolo ucl ptls il quale non hu sempre luogo chiar.di a volere supp lir il priino Segrelario .Dott, A rC:' na nel Ie sle~se fet ile da arma da fuoco, sic<'ome consta ammalato d'oltalm ia, diede la paroia al JJ.Jtt. Elia il qnal<~ da alcune osservazion i di Larrey citate da l Dolt. Scl asi fece legger una Sto1 ..1a di l?erita da ,1rrna da fuoco '/e ran i. (vedi Storia 65 nel 11° anlecedente). D ne furor i i princi Contro lo sbrigliamento primitivo parlò il Doti. Giacopa li pun ti di dt>tla Storia sn cui s'e levò la discussione metti up poggialo all'autori tà di Samuele Cooper: l'Arte, cioè la necessità dello sbrigliamento primitivo sostenuto ei di,se, qualuncpie sia la natura e la grn vi là -del la feri la daìl 'Autore e la poca ulililà dei bagni diacciati c!Jo lo ha :3ernpri' n~ 1d1; :1!:!'J rn •;Tr.i p9,1· irnnerlire lo slrozza .. Storiografo disse ri\!avarsi nella cura delle forile da arnrn meuto prima di ricor rer allo sbr igliamento, di c·ui la cla fuoco. pratica è rlolorosissima e serve perdo ad aumentarn la Pr imo il Iloti. Sclaverani si fece ad interpellar il l)ott.. gravità della ferita prodotta dal proiello feritore ; qui ndi Elia se , nel commendar in gennale !,i pratica dello è ch•J lo sbrigliamento solo allora sarà imperiùsarnente sb·rigl iamento , fosse sua in lem io.ne. di parlare dello sbricomanda!o quando inutili sarausi resi tutti gl i aitri mezzi gliamento primitivo o di quello consecutivo al lo stra nall'uopo raccomandati dai più accreditali Scrittori della golamento, µqi che , se i .i qnest' ultimo caso tulli gli Scienza Medico-Chirurgica. Scr ittori vanno d'accordo 11ia! ricor\oscerne J'utililà ed A questa proposizione del Doll. Giacomelli 1·ispose auche la necessil1i, molt i in vece or,pugnanò lo shrigliail Dolt. de Beaufort che , se essa può , in alcuni limiti menlo primitivo quale pn,!i , a generale, ammettendolo soristrella , essere giusta per gli Spedali Civili ed anche Jame11t.e iu circost~ n:i;e ~prciali di locali tà della forita : pei Militari in tempo dì pace, manca e dannosa debbesi aggiunse che Baodens lra i primi s'elevò conlro la pratica considerare pel Medico Militare in ternpo <li guerra in generalizzata dello sbrigliamento, a ciò indotto dal!' avere cui, più d'ogni altra cosa, fa difetto il tempo di poter atnolalo alcune volle nelle guerre dell'Algeria in migliore· tentamenfe sorvegliare l'andamento delle ferite e percondizione le fer ite per mancanza di tempo non isbriciò si dlibbc procurare d'.andar al riparo di tnlle le posgliale che non quelle altre p,er le quali aveva Se\:suita sibili funeste cons<~guenze , le quali appunto , an1.ichè 1,ma pratica ' opposta: conch iuie col dire che il risultaaggravato , rimosse sono dallo sbrigliamento primitiyo.

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li Ooll. Elia foce quiHdi riflellere che i'utilità dello sbri<>liamenlo non era sol0 ri feribile all' impedi!O slronamen~o ma ben auche alla fac ilità d'uscita <ldl'escara cancrenosa colla soppor.nionH ed alla maggiore semplicità che q11iodi acquista la fe ri ta stessa. 11 l)olt. Sc!averani, (JUantunque 110n partigia110 in modo assoluto dello sbrigliamento primitivo, rispose al Dott. Giacorinelti che, quando avrà fatta una Campagna, avrà preso parte ri granà i falli d'arrnc ed avrà.poiuto <:a_lcolare Ja molliplicità cli circostanze che impongon al l\1crl1co Mililare un modo d'operare ben diverso da quel lo del .Medico Civile. e dello stess() Medico l\'lilitarc in tempo di pace, egli sperava vedere cangiato il moc!o suo di pensare /lullo sbrigliamenlo . Nr.l risponder al l)ott. Sc laverani il Dott. Giacometli notò come gli Aulol'i io generale , lullochò convengano dell'utilità dello sbrigliamen to in alcuni casi particolari , tuttavia non indicano con baslault> precisior.n le special ità tli quesH casi, e perciò 1.lt,sirlererebbe udire mi11olamenle descritte le circostanze !ulle in cui quello particolarme:ite conviene. Risposo il J)olt. Vialo notando non essere necessaria l'indicazione dei sintomi speciali indicanti lo. sbrigliamento perchè queslo dijbba esser ammesso come regola generale nelle gru vi ferile da arma da fuoco accadute in guerra, pel fotlo solo dell'infiammazione consecutiva la quale, essendo immancabil in ogni ferila, può esse.re mollo diminuita dal pronto sbrigliamento; il che for3e non succederebbe se più tardi s'operasse : aggiunse poi che tutti gli Au tori convengono nel proporre l'allargamento delle ferite lacero-contuse le quali han un tragillo rìstrello e tra parti fibrose: citò in suo appoggio il fatto d'un Uffiziale dei Bersaglieri io Genova nel quale , gravemente fetito , per essersi trascul'àto lo sbl'igliarneri to in tempo opportuno, si dovettero poi combattere moltiplicati ascessi che lo trasser. alla tomba. [I Presidentt,J conchiuse col rappresentar all'Adunanza r;he dal c:omplesso stesso della dìscnssione restava evidente llÒn potersi lant'oltre spingere la pratica dello s\.Jrigliamento pl'imitivo da alzarla a sistema generale, tullochè tiuesta fosse inJicata nei più volto 1.:itatì casi di paventato sll'Ozzamento cd in particolare modo pili Medici Mi litari in tempo di guerra, cessata la quale, questi, dovendo s<wvir alle regole generali dell'Arte, mt\no facilmeute aVl'ehber avulo ricorso allo sbrigliamento primi tivo per attenersi più frequentemente al secondario, quando non si potesse cansar affatt,>. Esauritasi la discussione sullo sbrigliamento , il Dott. Marchiand.i impugnò l'opinione emessa dal Doli. Elia nella stessa sua Storia cioè eh~ li bagni freddi o diacciati non fossero mo!lo utili nella cnra delle ferite da arma da fuoco: enumerò tulL i gli acciden1 i inlìammatorii consecutiv i a queste fori te, accidenti che in generale sono rimossi coll'uso opportuno e regolare di detti bagni locali e cor1cbiuse p~rciò che i med,~simi, ben lungi d.;.ll'essere pro scritti , dovrebher aoii generalizzarsi nella c1Jra di tali fer ite. Rispose ir Dott. Elia aver egli solo voluto restringere l'uso. di delli bagni , non proscriverli , poichè, s'egli ne amm~lle qualche vol{a ]'utilità, li riconosce pure ·dannosi le molte altre : disse che in generale sono pòco favorevoli all'uso di questi bagni la stagione invernale ed alcune località della feri ta: aggiunse che ai medesimi si può rim .

~ proverare tnlor il non oniform,J abbassamento di tem-

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peratura ia ciaschecl11n punto ,i't1na forita a luogo tragitto, d'onde nna suppmazione di _calli va indole per l'inej! gna1e riazione accaduta nei vari i pnnti ùella medesima e che si può pure rimproviirare loro il ritardo nella cicatrizza; zio11e !;er l'impedi\a riaz ione a tem po opportuno ed all cuna ,·olla la cancrena <lei lembi, non che le varie rne,: 1.as!asi iu parti più nobili o ph'i d1rettarnente necessarie aliti vita. 1 Nell'ammetter in generale l'uso dei bagni diacciati nelle ferite da arma da taglio, in cui si può evitare la su15purazione, il Dolt. Catletti s'unì al preopinan1e nel volerne meno freq1 1entc l'nso nelle fer ite da arma da fuoco siccome quelJH io cui irrnv1 tabil essendo sempre la , suppurazione • poicliè le poche eccettuazioni riferite da Larrey non possono fare reb,Jla, per l'eiirninazione delle parti morLillcat<! reslercbl;,} quasi ·eliminato il principale motivo dell ~ loro indicazione : aggiunse poi c!rn la ria·· zione consecutiva all'uso di detti bagni potrebbe anche diventare pericc,losa quando questi non fosser usali, lo che di s1iesso accade, secondo tulli li precetti ùell' Arte. A queste r iflessioni rispose il Hott. Marchiand i che, seAon si contestava all'uso dei bagni diacciati la somma utilità nelle ferite da arma d;1 taglio perchè appunlo impedì vano quell'inteuso grado d'infiammazione che ha per necessaria conseguenza la snµpurazione, egli non sapeva scorgere com'i medeaimi non fosser allamenle ,apprezzabili nella cura <le!le ferite ùa arma da fuoco neìi~ qual~ più di lutto imporla tener in giusto freno la riaziolle conse<:util'a ; effello questo a cui àdemjJion appunto li delti bagni senza che loro si possan attribuire tutti gl'inconvenienli apposlivi dal))olt. Elia, tutta volta ch' ii lor uso sia regolalo dai lumi ùell' Arte col rHrn inlermellcrne l'apr plicaziooe, e col noH prolungarla di troppo. S'unì al Volt. March iand i il llar. de .Beaufort a<ltlucendo in favore dell'uso dei bagni diaccia!i la prntica del Prof. Signoroni di Padova il quale, gencr;1,li1,zaodoli i11 lultc le ferite, ne ric::ivò il massimo dei vantaggi sempre quando attentamente sorvegl iava l'ammalato che da per se stesso sapeva indica1'e I' in11lililà od il danuo di rp1eH i per mezzo tl'uoa molesta sensazione snbenlrata al ref:-it;erio clie prima ne ricava va . Il Oott. Sclavenrni· notò al Uar. l) .. Eeaul'ort come poca fosse la sua confidenza nella sensazione proYata dall'ammalato, giacché, stando a que,;ta, difficilmente e rarissimamente s'userebbe1· i bagni diacciali, per essere questi in generale poco tollerati dali'ammalato nel bel principio della loro applicazione. li Presidente poi,e (ìne alla discuss ione col fare riflettere che in genera i,: 1'11s,J dei bagni fredd i è utiliss imo nelle fot·ite da arma da ru,)co prima clella fl'Uss i une1 suc:cedula la quale. diverrebbero qnel li pioltO$LO dannosi che nlili per la r itardala supp:iraziooe : da.I che deduss•) che il tempo de!l'utile durala di tali hagni polrebb'eslendersi ai doe o tre primi giorni . Nel di 27 alle ore ·7 '114 porn . .ipertasi la sedut::, dopo la lettura ed ap provazione del processo verbale dell'antecedente tornata, il Presidente invitò il Signore Giaco metti a vo lere supplir il Segr. Dott. ,\rena convalescen.t~ d'ot!almia e quindi diede la parola al Dott. Bonino che lesse una sua Storia cl'lriditc Sifili tica (vedi sopra io questo stesso numero) corata fel icemente coi preparati di iùdio. Nel dare termine a questa Storia lo stesso Dott. Bonino pr o-

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258 pose la qn 1stione se li prepara li jodic i operasser in modo specifico contro la sifilide ovvero fosser 1ilili solamente pe r la lor azione rivelleolo. L'imporlan:1.a e l'estensione di lale quesilo oon permettondone una discussione quasi improvvisa, il Presidente dichiarò aperta la di~cnssione su tale punto nella più prossima tornala. Lesse in seguilo il Doll. Sclaverani un luogo ed olaboralosuo lavoro sollo sbrigliamento, lrallando la qnislione dal punto di veduta dd l\iedico Militare tanlo in Campagna, quanlo in tempo di pac:e, e portando la discussione su tale argomento a quel segno chll la ridussero li più distinti ingegni della Chirurgia Francese. La seduta restò chiusa alle ore 8 1(4 {Qllesta Memoria sani riferita in compendio nel pr•ssimo nmnero).

PARTE SECONDA RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI. SULLA SlFILIZZAZIO~E ( Oel Medico di Reggimento Oott. MAN.HRA).

Non sarebbe male, a mio parerr, che gli Abbonali al GiornaU: <di llfddicina Militare i quali !esser i lavori sulla Sifiliuasione dei Si,znori ])oli. 1\foltini ed A.rena (vedi i numeri 9, 10, 13) fossero informali della solenne mentita che, non ha guarì, nel seno_dolla Società Chirurgica di Parigi ricevette la tanto vantata l~oria del Sig. Auzias-'fureone , acciò iroparasser aò cssero caull ocll'a· dottare nuove dollriue, la verità delle qu,tli non è poranco sutlìcientemeutc di mostrata e di cui la pratica può, ar1zichè vantaggiosa, tornare funesta all' um3:oità. . . . .. . E poicbè nessuno fra quelh de'muHCollegln che pio specialmente attendon alla coinpilazioac del nostro Giornale e che dovrebbero fare lo spoglio di periodici esterr. mas.simc _q_u~udo in conlrasi in essi qnah:ho articolo d' un'iocontestab1lc oli lita, so~se fioor a rivelar il discred ,lo io cui cadde la su accennata medica utopia in grazia delle ev!dentissime spiegazioni che, per abbatterla, produsse uello scorso dicombre il uìovine Doli: Tedesco Si~. L. . . . . io credo .irfr mpi1w aò un sae,1\> dovere e hir ad un tempo cosa grata a luHi i miei Confralelli parlocipand? loro uno serino a ciò relativo pubblicalo, ora fa un mese,!.lal Signore Debont nel BulleUn da Thérapetttique. Eceolo qui in disteso. " È scorso circa on anno claccbè il Sig. lh1ll. Auiias-'Iurenne, mosso altronde da ooon::-,oli impulsi, veonea l_eggorcoe~cospctto della Sucieli\ di Chirurgia una )nnga lll~moria con_ ~u1_p,retendeva dimostrare ch'una mal,1ll1a contagiosa delhi piu d11luse, la sifilide aveva linalmeute trovato, al pari del vaiuolo, la sua cura profilaÌlica, la sua \'~ccinazion~. Questo sper\mentatore ammollendo fin dal principio che la sifilide cos!l~uz1onale ~on J>UÒ ac: q oistarsi che una volta sola e pl'Cvien_e 1.i 1·1p1yduz1ono,d~1 n~ov1 accidenti della stessa naturn, faceva in s<igu,!u uotare coo., ll_lOculaodo ripetutamente il pus cieli' ulcera ve~1eroa a _sc1~ 1e, le ulc-eraziooi appari van ognora più piccole e le 10oculaz1on1 manifestavano sempre più tardi il loro eITetlo ;_che in ultimo l'animale mostra vasi insensibile all'influsso del virus; cb'csso era vacinato contro la sifilide ovve1·0 sifilizzato. Appl1cundo agli uomini la conclusione tratta dalle me sperienze sulle scimie il Signor Anzia• non esitava punto affermare che simili prove tentale sull'uomo avrebbero un risultatoidonlico ednnostre rebbero .che il nostro organismo potrebbe col mllzzo d'inoculaz_io~i successive essere saturato e godere, corno quello della sc1m1a, '.del benefizio della sif1iizzazione. Poco sedotta dalle avventale asserzioni di questo Jlledico e pensando alll·ondech'ooa teori_asenza dimostra·tiooo non ha alcrrn valol'e e che non potevans1 accettare siccome prove le sperieuzo dal Signor Auzias tentate sui bruti, la Società di Chirurgia ricusò d'affidar ad ooa Commissione l'esame di siffolta Dolll'iua. · ,, Il lavoro del Sig. Auzi,1s fu allora mandato ali' Accadomia delle Scienze ed i resoconti delle sedute di qaell'IHustre Compagnia pubblicali colla stampa trasmiser all'e_ste1:o la _dottrin_a della sifilizzazione. Un Membro dell'Accademia d1 Tonno, Chtrurg~· Capo dello Spedale delle venorne òi questa ciltà,_il Signore Spermo, sedotto dalle idee del nostro compaesano , mtra prese sulle malate a!fidale alle sue cure sperienze che venisser in

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appoggio delle asserzioni del l:iiguor Auzias, relalivamenle alla terapeutica delle malattie sifilitiche. li lavoro del Oott. Spm ino letto da prima ali' Accademia Reale di Torino , quindi spcditÒ all'Jnslitulo di Francia, pubblicato in fine dai Giornali , diede alla Dottrina della silìlizzazione una tal t1ual importanza. U Sig. Ricord cre<lehe persino dovcl'la sottopor a discussione collo interessanti lellcre che stava ancora stam pando sulla sifilide e le somministrò così an nuovo elemento di IJuon successo. lo grazia di tulle queste cause atte a levar rumore, la Dottrina pervenne ad occupar vivamente l'attenzione del mondo medico. • Che cosa cra\'i di vero nelle sedicenti promesse della si lilizzazione? Non poteva mancare di trovarsi qualche spirito vago d'avventuro, il\]aale si solloporrehbo alla prova a dispouo della riserva con cui l'avevan accolla le più considerevoli Autorità iu fallo di Sifilografia. Ciò che noi prevedemmo e paventammo avvenne di fatti. Uo giovino Medico Tedesco, il Signore L. . .. vittima del suo zelo per la Scienza, mise in pratica su lui stesso la itlce doll rinalì del Signor Auzias e poi si recò mostrar alla Società di Chirurgia quello che si do veva alt.enderedallesuccessive inoculazioni del virus sifililie-0, come mezzo prolìlatlico o metodo curativo della silìlide. La vista di questo martire della Scienza produsse sui Membri della Società un'impressioue che noi non tenteremo dipingere e della quale il Lettore potrà rendersi perfellamenle conto 6gurd_ndosi on bel giovine di 'J1 anni col tronco nudo e riferente con un'i11t1111igeoza poco comune le sperieuze cho osò intraprendere. Il su,> corpo è coperto d'un'intoosissima rosol.ia sifilitica. Si scorgono sul suo braccio destro dodici ulcero ch'ei s'inoculò l'una dopo l'altra e che m;sunsero poi il caraltere ragedenic.o, com• accadeabilaalmente nelle persone che, prese da sifilide co$liluziooalo, contr,?ggono nuove ulcere. Per dimostt'ar il vuoto tielle dollrine pred1c,1tc dal Signore Auzias il Doti . L.... f'a uotare che il fai;edenismo della prima ulcera non fu scemato dalle ulcere e.be le tennero dietro e che divennero fagedeniche alla 101·0 volta. Gli acdclc11ti di sifilide costituzionale che mani!estaron, i in seguito, lungi dall'avere preso miglior aspetto per le iuocalazioni ulteriori , parvero al contrario , dic' egli , acqmstar uoa nuova intensitÌI a mano che le ulcere t.lipondenti dall'inoculaziom: tcudevan al ragedenismo. Parimente le ulcerazioni, in vece di diminuire successivartlenle d'estensione e di scomparir alla qaa1·ta inoculazione, come nella scimia , presentavano dimensioni maggiori alla rlaodecima che alla prima, ecc. Noi smettiamo tlal leuero più 0111·0 die tro a tulle le llagrautl mentile dato da qucst'o,;servaziooe e , se qualcosa potesse accrescere l'e!follo Jcl triste spellacolo che avevamo soltogti sguardi, citeremo le parole che udimmo pronunziare da. quei,;to !lledieu. Uno <lei nostri Collegbi , nl quale il Uol!. L .... . offriva di praticarli un ouov<1 innesto , lo Mnsiglìava a por un le1·mine a siffatti sperimenti cci a sùttoporsi fìnalmeulc ad una cura 1.ollo scopo di prevenir uu esito fatale: • La mia morte, rispondo il Signore r,...., proverà almeno che questa dotrioa non è che un tcrnl.>il errore e varrà ad impedire nuove sciagure. • Quanto è St1hlime una tale divozioae ! Quale cordoglio non s'ha a pron,re veJendo t'acoltà si belle impiegate a comballer idee che la Scienza e l'esperienza egual mento condannano ! • Voi credete, Lellor assenn,ito,che la tlollrina della sililizza1.ionc fosse per tale modo giudic<1ta, poicltè uo fatto è non sol un raziociuio, ma è di più una p1·ova e eh' essa sarehbo ripiombata nell'oblio, d'onde non avrebbe dovuto uscire giam:nai. I.a Società di Cllirargia aveva fallo lo stesso pronoslico, ma non s'a,·verò. Nel susseguente lunedì la sifiliualiono, ad onta della suleone mentila eh' aveva poc'anzi l'icevuta, riproduce vasi ali' Accademia ~lellc St:ienze e le modificazioni subile dalla teoria del Signor Auzias cran esposte con una tal quale compiacenza da uno dei Segretari dell'llluslrc Compa(;oia. Allora ii Sig. nic:ord al quale era stato l'atto il rimp rovero dì'non avor comballuto con sullicicole energia la dottrina del sifilisrno, venne nell'indomani presentar il nostro mirti re ali' Accademia di ~ledicina. ~oi ve· t.lommo con rammarico questo fatto pordere nell'ora cilato re• cinto l'alto sno insegnamento. 11 campo sul quale la disc;ussione portossi immediatamente l'inoc.ulazionelicgliaccidenlisccoodarj, d fa perfino temere ch'il dibattimento vers-i soltanto su questa quistmne allorquando la Commissione vorrà far il suo rapporto sull'osserv,1zioue del Signore Doli. L... La teoria aveva prodotto uo risallaroeoto : ossa era 1.livcnota uu falto che bisognarn giu dicare : gli ò per ciò ch'il Signore Ricord ' si recò a discu terlo me~coledi di nanzi la Società di Chirurgia; ma allrest colà \'i noculazione ,.!egli accidenti sililitici secondarii assorbì sola i dibattimenti. niparlereroo fra breve di \{Llesta seconda tluistione mollo più i11teressaote dal lato t.lella pratica. 11 fatto del a sifiliziarionc o qacllo che per ora c'interessa aoicarncnte ed il meglio che crediamo polero far in questa circostanza ò di riprodurre l'allocuzione pronnnziata da uno dei noslrì Colleghi, dotto quanto modesto e degno erede cl'on personaggio celebre in Sifilografia, il Signore Callerier: • Signori , se nell' ultima seduta non presi la parola in proposito della comunicazione che ci fa fatta dal Sig. r,.... . t'u percbè io era realmente al1li!to del l'isullamenlo delle tl'isti spericnze alle quali ei s'è assoggellalo e perchè aveva pensato che fosse rer avventura più prudente lasciare passare una tale comunicazione senz'accordal'le la fragorosa importanza


della discussione: ma siccom~ la Socie_!~ di Chirurgia !·u_quel~a ch'ebbe le primizie della teoria della s1hl1zzaz10.oe, ~gli e. forse me !io ch'essa non rimanga mula ,11 C?SPC!lo dei fatll che s1 pro: doc~no. Mi duole ch'ona voc~ dcli~ mia pm autorev~.l~ D?n tratti compiutamente in questo rec10t? s1_ffallo _punto ~h s1fillllca dottrina: in mancanza del talento ~1 d1scuss1one voi 1:1vret~ alm<:n? una protesta ispirata dalla cosc1Coz_a. f:bb~_ne , S1gnon , . egli e perchè io sono profondam~nte convu)to_ eh III q~csta dollnna de\ sifilislllo e della si{ìlizzauone tu!t > e falso eh 10 non temo d1 roclamar il vuoto ed 1 per,coh. Voi ramment:1te sen:i.'alcun ~ubbio da qoal punto pr~se _le moss~quell~ dotll'!na : SI trattav~ della trasmissione della silìl~de _dagh uomrn1 ai J?ruti. A lcum anni son una prima comumcaz1one su tale so_ggetto, era~1 sta!a falla dal Sia:uor Anzias. Vi chiesi sospender 1! vostro gmd1Z10 sona i ris111taroenti che v'erano fatti p~es;enti. ~Ii p_osi ~11'.opera, feci un 'numero considerevole d'espencnze dt cui v1 tee, parte ed al par di me voi rimaneste _coovii~ti eh~ l'ioo~~!azion_e dell'ùlcera virulenta dall' uomo a1 brut, era 1mposs101l~. D1 quest'anno il Signor Auzias, rito!·nando all'.assalt~, non "'.l ~roseola più come l'_all!'a volta animali mocula\1, ma v, p~1'lec1po .?lcu,ne nuove sper1enze ch'avea tentate c~n nsult.a!Ue.nl! a lui 1~vo1 evo li. Non sol i bruti ricevova_iio l'm~esto s1hht1co, ~a lo _nc_evevano in varii gradi, alcuni prn1 altri meno:. Da c10 11_ s1fihsmo vale a dire l'attitudine a sentire 1'1mpre_ss1one del virus. Cre: dette quindi osservare eh.e le ulce1·e ch'e1 produ_ceva, su alcun! animali non si manifestavano S!}mpre coll:1 stea,a_ lacolta e che PI? l'inocolazioue era ripetuta,_mmor appanva la ~~sulta~te_ ulce1;azione, fincbè in ultimo, l'an1?1ale_ non_essend_o prn seng1b1le ali azione del virus, l'innesto diveniva 1mpo~s1b1le. Da gueslo ne trasse la sififrz.zazione cioè, se ho b~n capilo, lo sta~o 1n cui_!'_animale era a così dire vaccinalo ed m cons~guenza 10access1b1le d'allor io poi al virus'. lo non vidi i nu~vi fatt\ sovr~ i qu_ali è edificata l'intera dottrina , ma appoggiato agh sperimenti eh~ nei tempi ~ddietro inll?presi , . non _e~ito ad al_ferm~re ch'en1 sono f;,1lsi. E cerio che riconobbi tutti 1 carallen dell ulcera venerea in alcune ulcerazioni ch'avern sul braccio sinistro un 1\1.e dico Tedèsco il Dotl. Roberto di Welz e che provenivano da un'ulcera ioo~ulata ad una scimia: ma spiegai tempo fa f.!n tale trapiantamento ed in ?na lel~e~a che ~bbe l'o~ored'esser 10e:erta nelle colonne dell' Umon Medicate d1mostra1 che la pelle della scimia servì soltanto ·di deposito al pui virolent.o dilungato i~ uu pus di nuova infia_m?lazio~e o. I~ ~piegazi?n.e ~h'.allora vi diedi vi parrà oalm·al1ss1m~ dietro 1 _laltt che v1 tec1 ~onosce_re nella Memoria su la contag1one mediata, della quale v1 compiaceste udire la lettura. Non ignoro che 5Ì pretese . la mia sperieoza sui brali essere censurabile tanto dal lato della moralità, quanto da quello del metodo operativo. Il Sig. Auzias osò dire qui. nella su~ M~moria cbe i miei antecedenti di famiglia a".evan_o potn!.o farmi agire con idee preconcette ed avevan €s~rc1tato 11 loro inllasso sui risulta menti ch'io otteneva, come se Hl par8cchie circostanze .non ave~si provato che in mele· affezioni domestiche sottostanno all'amore della Scienz;;i ! Ei 11isse che il presente suo modo di procede re differiva da quello già da lui ado· peralo e dal mio;qoand'io aveva impieiali tulli i mezzi possibili per fare penetrar il puJ, vtrulento nel!a p elle, nel tessuto cellulare degli anim~li cl?o inoc~lava per_ p,:iutur~, per_ ioc~~ione, per recisione! Non e egh, lo dnedo a voi Signori, farsi un idea sommamente falsa del virus sifilitico il credere che gli abbisognino determinale circostanze di soluzione di continoilil , deterrninate condizioni di strumenti perchè agi.ca o rimanga iner le? Forse non dov'rei neppure fare caso di quesl'alt1·a asserzione : • che qualunque còsa avessi dello in proposito, era rillscito nelle mie spel'ienze, ma v'era riuscito senza che me l'aspettassi, probabilmente come quel personaggio della Commedia il q uali) non si supponeva tanto abrf·e prosatore quanto lo era di fatto." Sperai un istante che il modo di sperimentare ch'io avoa seguilo sarebbe stato messù alta prova sotto gli occhi della Società I.a quale sarobbosi trovata in grado di giudicare fra me ed il mio avversario: una Commissione era-sti1ta nomionta a tal uopo. Disgraziatamente l'esserostala ritil'at.a la Memoria ru cagione che la Commissione fosso 5ciolta e\' Autç,re che aveva colti tutti i bcnefizii dt~llà lettura potè impunemente e del resto con molto ingegno, m'è grato confessarlo, assalire le mie sperienze, svolgero la sua dottrina st-nza reclamazionc, nè contestazione alcuna. I?u quello il mio rammarico, poi eh è prevedeva allora c:he queste fatali idee presentate colla franchezza e col calor eloquente che' d'ordinario movono dalla verità, sarebher accolte senza sospetto dagli spiriti am~nti delle teorie più arrischiate. Quello oggidì ancora è il mio rammarico, giacché indu'bitalamentc la Società avrebbe pezzo a pezzo disfatto quest'incredibile castello in aria. lissa avrebbe provato, Ge sono convinto, che !a;leoria era falsa pei bruti ed avrebbe in conseguenza impedite quello fatali sperienze sull'uomo sano e sull'ammalato. " Tutte le teoriche sifilitiche sono sostenibili cd ogni giorno io alcuni TrallaU speciali, a1 cospetto delle Accaderuie, ne.llastampa medicli periodica vedonsi le opinioni più divér.geoli 'propn· &J!ale col massimo in~egoo: la Soèietà" di Chirurgia non ba dimenticata la bella discussione so·s teuola nel suo !feoo ·dai due abili avversarii, ma,bis(lgna lealmente riconosc,erlo, siffatte t'eò-

rie non urtan il buon senso, mentre qui abbiam un intero sistema, co ntro il quale si rivolta da bel principio la logica. Ciò non di meno al punto a cui la dottrina del Sign«tr Aozias era pervenuta vi volevano fatti: alcuni uomini convinti o meramente co1·aggiosi si sottoposer alle sperienze e voi poteste vedere oell'ullim:1 seduta una di quelle vittime della Scienza presontarvi una duodecima ulcera larga ed attiva quanto la prima. " La teoria aveva una ben altra pretesa: faceva scomparire, rliceT'essa, e. guariva le affezioni costituzionali secondarie per mezzo dell'innesto ripetuto d'un'affezione primitiva. Voi foste in grado di vedere se la sifilide papulosa da cui è alfelto il nostro coufratello Tedesco siasi in una qualsivoglia maniera risentita della filza d'ulcere che da un mese gli delnrpano il braccio." In faccia ad un tale risullamento il raziocinio non ba più molto a far e tutte le parole che potrei profferire io o che sortirebbero da nn labb1·0 più autorevole del mio I non farebbero s.u di voi una imp1·essione maggioro di quella cbe produsse il quadro vivente ch'avestc sotto gl.i occhi. Taluno forse mi rimanderà alla Memoria -del Dot.t. Sperino di Torino, la quale prestò un sì valido appoggio alla teoria della sifilizzaziooe: ma, per quanta stima io nutra per quell'eminente confratello , non posso astenerini dal dire che quel lavoro in cui la leggerezza d'apprezzamento contrasta colla poca i'Sattczza dei dettagli, non regge nè alla lettura , nè alia discussione. Trovandomi alla direzione d'uno Spcdale di doune affette da sifilide, avrei potuto studiare sperimentalmente queste nuove teorie, ma non io volli fare: oggi meno che mai lo voglio, impercioccbè io creda essere meglio lasciare che la sifìlide si manifesti anzi che andarle benevolmente all'incontro; impcrciocchè io abbia fondato timol'c dol fal"!edenisrno, quella morbosa manifestazione che mette fuori di strada le più opposto dottrine; impercioccbè io sia convinto es.sere più fac:le produ.r la dopo la decima che dopo la prima ulcera; impercioccbè si possa egualmente determinar in un ammalato sifilitico quanto in ana persona vergine affatto d'ogni lue. Io non biasimo i miei Colleghi eh' ebbero l'ardire di sperimentare, ma mi duole ch'eglino l'abbiano fatto. Mi lusingo che questi tentativi cesseran al più presto e che non otlerran incoraggiamento in una Clinica , cui uon occorre per nuH11 i.I ma1·aviglioso ond'essere la più brillante e la più frequentata dell'insegnamento particolare. Vi prego, Signori, di bene distinguere ciò che concerne l'uomo da ciò che-si riferisce alle suc opinioni, scientifiche. Ho bisogno d'assicurarvi che da gran tempo io professo al Sig. Auzias la più alta stima,. Personalmente lo pongo fuori da questi dibattimenti, ma conservo la mia indipendenza per dir il più altamente possibile che il suo sifi!ismo mi pare un misticismo e che temo assai ch'in ultima analisi la aua sili[izzazione non sia ch'u na ..... . . tosl che non ha nome nella Scienza. La -pubblicazione di questa protesta d.ol Sig. Cull~rier contro quella strana dottrina e quei deplorabili sperimenti fu votata al. l'unanimità ed inoltre il Presidente dichinrò che la noia letta da questo dotto Collega doveva essere considerala com' il maoifoS\o della Società di Chin1rgia circa la quisliono della sifil.izzaz1one. Se volete altri csompi inte,-rogal.e il mio C:ollega allo Spedale Lourcine, S. Go~se!in, e vi di rà se le due informe che ,ottopose allo sperimento ,ono più forl mate della pcr;;ona da voi veduta. (') Ment.re la Direzione del Giornale si pres ta di buon grado a pubblicare questa tradu·tionc nella lu,;inga d'aver in seguito qualche lavoro originale dal Dott. Manayra, gli fa rilletlere che la Redaziono ha dovere di fa1·a lo spoglio dei lavori scientifici degli Ufficiali Jl[ilitari Sanilarii, ma non ha alcun dovere di fare lo spoglio elci ~iornali, coms si p(ltrà convincer egli stesso rileggendo il programma del Giornale. Sull'argomento poi della Sifilizzazione la Redazione e la Direzione s'asterranno sempre, come fin qui hanno fatto, dal prendere alcuna iuiziativa diretta od indireth1 &in a taolo che pende il giudizio cl' una Commissione di riputati Medici Italiani.

BOIJLETTINO UFFICIA.LE

Regio Decreto con cui S. 11'1. riordina il Corpo Sanitario-lifilitare della B.. jJJarina. Vl'fTORlO EMANUELE Il RR DI SJ.RDEGNA., .l!CC.

Sulla proposta del Ministro Segretario di Stato per gli Afforfr di Marina, Agricoltura e Commercio, , . Abbiamo ordinato ed ordiniamo : Art. 1. Nessuno potrà fare parte del Corpo Sanitario-militare della Reale Marina se non è munito della Laurea Medico:Chirurgica e se non ha sostenuto con e1ito favorevole l'e~ame d'ammessione ,prescritto dalle vigenti Di5posizioni.


MO 2. È concesso on am,ù a fare tempo dalla data ùel pres-ente De- f farvi tirodniq degli argomenti specia;i del Servizio Sanital'io creto agl.i Uffizia!i Sanitari del!a Reale Marina. ~ttuai~enle in j M:at1thmo. servizio cho avtssor una Laurea sola per ut11formars1 a!Pob12. L~ promozione ~i Afedico Militare i\IariWmo aggiunto d bli~o deÌla doppia Laurea dal .Pr~~enteHegolameo;o imposto.. . seconda Cl,:sse a ìlled1co l\l1htare Ma ri ttimo aggiunto di prima 3 Gli Uffiziaii Samtllri i\lanttmn I quah, contando 10 tale quahla ç iasse , :3V~a !u()go senz'alcun esame , per due terzi in ra"ione dieci anni di servizio, avessero conseguito l'attuale loro carica j aca•anz1am!à o per qo terzo a seeita del Ministero inseguito dl per merito riconosciuto i~ esa~e di concorso inna~zi ai Constproposta del Comando generale ed inteso il parere del f. onsi"lio .glio Superiore Mili.!are d1 s~mtà, potranno continuar a fat'o I Superiore Ml hl.re di Sanità. " parte del Corpo Sauilatio-ll1al'iHimo oem' essere ~stretti alla , 13,. ~i po:1ti,.va0auti_<U l\ktlico. di Corvetta sarauuo promossi i doppia Laurea, nel.quale cas~ pero non avnrn.~o dntto ad ult~- j llfed1c1 ~iant ,1 mL agg1uut1 eh prun;t Classe p er via d'uu'es11.me rior avallzumento di grado, ne ad aumento ali attuale !oro sll- ·,. d'idoneità e ~i concorso dato fra i più anziani di tale Categoria n clio. · I nella proporzione tripla del numoro dei posli vacanti. pe4· · !eD ...!Spos1z1om · · · d eJR.,. · "'3 d' apri·1 e . Sono a )l'•JguH: . ,1g1·1et·to de1" 15. l Candidati alla promozione di Medico di Corvetta , che 1844 in quanto' riflette il passaggio degli UIIi1.iali Sanitari del nel ~oncot·s,o non l'avranno conseguita , avendone bensì riporCorpo Sauilario ,lei R. Esercito a que!!o do Ila Re.gia l\!ariua e tata 1':Jone1tà I saranno dispensati dall' intervenire a nuovi eviceversa. sami cd 0Hc1-ran i primi posti vacuoli di detta Classe nell'Ol' dine 5. Noil avran no più lao~o per l'avvenire nomine di l\icdici o della rispettiva anzianità loro. di Chirurghi locali <le!le Jsole, <l'i Medici o di Chirurghi applicati 15. ~i passag~w da Medico di Corvetta a Medico di Fregala di in sopraooumero Bgii Spedali deila Reale Marina o d' Allievi sece11aa Classe avrà. luogo senz'esami por anzianità. Saoital'i di Marinn, nè po\rào esser incaricali d'alcuna parte del Qu~llo d~iia secoi~da ~ iass~ alla pl'ima Clt1~se si farà per due Servizio S,1nitarìo-mililare Marittimo Ulflziali di Sanità Borghesi ~erzt 1n ragione cte!l anz1an1ta e por un terzo a scelta come ;il J'art. 12. 5e non per a tempo ed in circostanze affatto eccezionali e straordinarie pi'cvislc daU'arl. 30 del Rcgo.lamento dei 29 di gennaio IG. Nessauo fra i·Mectici di Fregala di prima Cla,se po!rà es1839. · • ser ammesso agli effami per la nomina di l\ledico in Capo della 6. I l Personale Sanitario-MilitareòellaRea!e l'!fariua sarà d'ora Reale i\!arina .ie no~ avi·à fallo almeno ,'i aaui di navigaziona e ionan1.i comoosto di s~ negh esami a cui sara sotloposto nella circostanza di vacanza 1 Medico in Capo della RP-ale Marina, di tale. posto nou anà cons~)(ui to l'idoneità. 2 Medici di Fregata di 1a Classe, t'i·. Per il posto ncanle di i\Iedico in Cl:lpo delta Reale .11Iarina 4 Detti di 2• id., saranno chiamati all'esame i due Modici di Freg,t!a di prima Classe. 2 Medici di Corvetta, 5 Medici Marillimi aggiunti di ta Classe, Quando raggiungessero enirambi l'iàoneifa per il posto va(l D!}tti id. i<l. di ',lU id ' cante la promor.ione avl'à luogo a sct!ta. e sarà ripartilo fra i'Ospedale Principale deila Rea le Marina, il 18. Nessuno degli Uffiziali di Sanità alla Reafe Marina potrà servizio di bordo, q uello degli Stabilimenti Maritiimi e del!e essere priv,ato, dei dìritti che per anzianità gli competono ~iusla Isole nel modo ri,ultaote <lai qt1i annesso Specchio di riparto l" dtspos1z1om contenute uel presente Dccrel::t salvo che per No 2, sottoscritto d'ordine nostro dal Minisll·o Segretario di Stato gl'avi mancanz1} debitamente dichìarate da uo,\ 'formale inchie· Sl!I . pei: gli Alfar! di 1forina, A~ricoltura e Comme_rc10.. .. . 7. La Carica d1 l\ledwo 1n Capo della Marina e sostuu1ta a 19. Lepromo·iiooi a sceìt,l non potrao avere luogo so non a ile CO(l~izioni d'aozianiià ne! grado immediatamente inferiore di quella di Chirurgo in «::apo, della quale il Medico in Capo eserciterà tutte le attribuzioni e compirà ai doveri, a mente dei vicui rn appresso. Dal Grado di Medico lliariltimo ag~iunlo di s<Jconda Classe a . . . . . genti 1\egolamenli. · Stanle poi la soppressione della C;;i·rna rli Jfedu;o <lelt;i M'lnoa, quello di prima - nue anni. l'Utliziale Sanitario più elevate,) in grado ed anzianità dopo il Dal Grado di Medico di Fregala di i;econda C!asse a qu r:ì lo di :Medico in Capo pr?,eute ai,i'Ospodale cieli~ R.eg ia l\Iarina, sarà Fregata di pdrna Classe - Un anno. di diritto Membro tlel Consiglio d'Ammiuistrazione di detto Ual Grado di Medico di Frngala di prima Ch;s;e a )ledico in Capo della !\farina - l)uc anni. Spedale. In caso d'assenza e d'impedimento del Medice in Capo della 20. U pro;wamm<1 <legii esami per l'ammessione e per la pro Marina, l'tffizi,-Je Sanitario più elevalo in grado cd anzianità gressioue nella Carriera Sanitario-ìlli!itare della Reale Marina presente a terra, :mrà chi:a nato a aupp!irìo. sa!'à quello stesso sancito colla i\iinisteriale Disposiiione d<:i 26 Ove ciò occorra , a l\l,·id}ro ,le! Consiglio d'Amministrazione di dicembre 1850 per l'amroessiooe e per la progressione nella carriera s~nitario-1\Iilitare dell'Armah1 di terra , giusta i g radi suddetto sarà d.:stinale quell'Uffiiiale Sanitario che dopo lui conispondenli. sarà più <}levato in gradr>•:et anzhrnilà. 8 La divisa d ~gli lìflizi«li SaQìtt11'i della Regia Marina sa_1·à e21. L'assimiiazione dei Gradi del :Personale Sanitario -Mili guale a quella degli U!Tì:t.iaìi di Vascello, colla differenza che non tare i\larittimo dell' Armata sarà stabilita: avranno spallini (! che il l.:,ro ricamo aHa g,1letta ed alle maniAl Medico.in Capo della Real Marina - Grado di Maggiore. che dell'abilo sarà eguale a quello dei grndi corrispondenti deAi Medici di Fregata e d.i Conelta - Grado di Capitano. gli Uffiziali Sanitnri dell'Armata di terra, cuHa sola distinzione Ai l\Iedici l\Iariltimi aggiunti di pl'ima e seconda Classe .Grado di Luogotenente. che sarà in oro. 9. È abolita n °l Corpo :Viililare Sanitario )farillimo ogni di22. L'atlualè Spcdale Principale della Reale Marina, dal ljllale s tinzione di Personale .Medico e Chirurgico. dipendono quelli tuUì di bordo, dei Bagni, de11e Isole e le varie Tutti gli Ulfo.ia!i Sanitari addetti alla Real<' Marina saranno lnfcnnerie succursali della Marina, sarà equipara lo agli Speda li d'or innanzi distinti coH'csclusivo titolo di !\ledici lllililuri della Militari Divisionarii di seconda Classe. Reale Marina e la !oro g~rarchia sarà d istribuita nei modo SO ·· 33. Le paghe ed i vantaggi del Corpo Sanitario l\iaritlimo sono goente : stabilite dalla qui annessa Tabella N° ·t, firmata d'ordine nostro Medico l\Iililare in Capo dona Reale Marina. dal Ministro Segretario di Stato di Marina, Agricoitn ra e ComMedici i'liililari di Fregata di prima Classe. mercio. Idem id. di secon da id. Sono soppressi i supplementi meusuali di bordo concessi per Medici l\lil'ilari di Corvetta. anteriori Provvedimenti. llfedìci Militari 1Iarillimi aggionii òi prima Classe. 24. !'nuovi stipendii assegnati dall'art. precedente saranuo Idem id. id. di seconda id. corrisposti agli Ullìziali Sanitari a cominciare dalla data della 10. Ai posti vacanti di i\ledico Militare l'\Iaril!imo aggiunto di rispetti va loro designazione ai nuovi Gradi e alle nuove Classi. seconda Classe sal'an,10 sempre preferibilmenle nominati gli 25. Agli Ulliziali Sanitari Militarhlella Reale Marina che conUllìziali Sanitari s applementari di cui è fallo cenno all'articolo tino dieci anni compili di ser vizionella medesima q uali tà e paga iO dél Regio Re"olamento dei 29 di gennaio 1839. sarà .conisposlo un aumento di L. 200 annue, colle stesse norme In mancanza di questi, tali cariche-saranno conferite per via però segnate nil'arl. 36 del Regolamento per.il Servizio Sanitad'un esame di concorso e d'idoneilà subìto nan!i it Consiglio Surio della Reale i\larioa dei 29 di gennaio 1839 e dal S 32 dei Soperiore l\lilitare di Sanità a que'l\fedici Borghesi muniti della vrani Pro vvedimenti del 5 di settembre 1843 pel Servizio SanitaLaurea ìl!edico-Chirurgica che saranno per tale fine proposti dal rio del Regio Esercito. Comando geoenile al Reg io Minis tero di Marina. Un tale. aumento di pa~a decennale sal'à consei·vato a tutti La nomina di questi attimi non sarà però definitiva che dopo q uelli Ufliziali di Sanità l\Iilitari della Regia Marina che già ne l'esperimento d'una Campa;;na di mare non minore di quattro gioiscano al giorno d'oggi, purchè col nuovo assegnamento mesi. delle pashe di cui all'art. 23 non vengau ad ottener un aumento Riescendo l'esperimento dianzi accennato I il servizio tanto Cont'inua . all'attuale loro stipendio. per il ritiro quanto per i'aumento decennale previsto all'articolo 25 del presente sarà computato dal giorno della loro ammesIl Direttore Dott. COi\flSSETTI Med. Div. · sione al n. Servizio. Il Vice- Diretiore responsabile Doti. Bar. de Ileaufo1:t M. R. 11. I l\Iedici l\lilitari Marittimi aggiunti di seconda Classe dovrannò dopo.l'esperimento d'imbarco, rimanere applicati almeno per un anno allo /:ipedale Principale della Reale Marina per Torino, t852, Pelazza, 'l'ipografia Subalpina via Alfieri, a• M.

!


No 3.4

( ai ·23 di febbraio 185:ì)

ANNOI

GIO NALE DI IIEDICINA HILl1,ARE ---------··- -------L •associar.ione non si ricevo che p:ir on ann.o e cnmiuuhl <:ol I" d'agosto. [l Giornale si pubblica nel lunedì. di ciasclleduna settimana· PREZZO Tl'ASSOCBZIO:-ìE

rn Torino . . . . . . . .

t,. t o.

In Prorincia eù all'Estero, franco di posta

. . L. 11.

. t • · \' · . r 1 , assochzioni per i non militari rice'l'onsi alla T.l~OGRAl'L\ S0n.ur1:'i.t , I,' a~bonam~nto debbe pagarsi per sembesb r1 an 1c1tpa_,1,. G..c>t·nale debbon csger affrancate ed accompagnate da vaglia postale.

via Alfieri, num0 2,t. Le lettere per a

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SOMM.-1" Dott FAB!lt :Annolazionisu laClinica Oraleed Ope- l rativa del Comm. Prof. RtBRUl. -· 28 Dott. BEsozzt: Sa le 1 Febbri intermittenti. - 3° Sig.i Farm. ì\fAt.RTl'l e D E1toss1: Del modo di riconoscer i vini adulterali. ~ 4° RoUiCfoazione. i - 5° Bollettino Ullìcialc. - ~0 Quadro Slalistico.

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ANNOTAZIONI SU LA CLINICA .ORALE ED OPERATIVA DEL COM~IEND. PR{)F. RIBERl ,

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DEL CA7\Cll0 E DELLE.SU E FOR!\m

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(Vedi i numeri ~9 e 30). •

Con aoiruo i11soddisfatto i111prendo l> J' a dirvi, Si·.gnori, qualclie cosa su la cnra del ca ncro la quale si divide io locale H generale Innanz.i tutt<.1 \'i p:11'111 della compressione gii.1 da gr;,n tempo usata , roi obbliata e poi l'ime,;sa in 01wre da Hécam.ier. La lrn i11 più volte provata e deblJo dirvi clw i~ des"a uri'arma l;i quale, male maneggiata , riesee danno:;u cioè agg1·;.1. vante il male e, bene adoperata, {!sigt: multa pnienza e molta assidtJjtà per parte del P1·1.\tieo e d.::H'amrnalat<1 ed in fine dei conti riesce cii poca utìlitn. !'fon ho con essa guarito mai alcuno dei miei anrnrnlati e tutto quel poco di bene che ne ottenni fo cli. scemai· il vol ume d'alcuni turnòri sci1·rosi e <li fore scompl. r ire l'ingorgo da cui alcuni Hli ri c1·.an assiepati, d'i. solarli e di renderne più facile la recisione. ìtéea~ mier ne conta le meraviglie • ma lndatc bene , Si. ~oori, ch'egli non stava contento :,. cunu· i suoi am· malati con la sola compressione, ma v'aggiungeva altri mezzi di cura e che aoclie con ciò do vette stJvenle ricorrer a!l11 · recisione. f; inutile ch'io' vi dica che la sua applicazione è conl.rindic,tl :-i nel periodo di ~egenerazione del cancro. I mezzi :m'tiflogislici ed i inoH itivi otfo,11 all'Arte un utile tributo: quando p. es. l'ammalato è pleto · 1·ico e robusto : quand'è stata in esso lui soppressa un'e_vacuazione s:mguigua aùituale e qtiand'il tumore td 1 tessuti v'icini sono sede d 'inUamma1.ione viva , giovao i salassi genern!i più o meno ripetuti. Se fon ri.

di queste ci1'costa1rt,·~ gencra!i, la località s'inuamrna e s' io•1(a·rra comt>, soveutesuccede nel cors,1 dei s·t falli mali, gi:lvaniJ le mign,tU.c~ 1111a II f)iù vnlte, seco11d1J !e circostànz.~. .ippl ic:1tc intorno alla medesima. J sa!assi e ltl n1ignatte 11011 gu:1risern10 r:idicalmf:nlt! il male ma ln is,unpli lieit tHt. L\rnuirnhno c:he giace nel letl<> diritHpGll.o a 1111i , :,fili H.o d:1 ulcera cancerMa al\;.i commessura si1:ist.n1 dei l:1\:lhri, fn a i giorni ;;corsi C1Jlt.o da pneuaw pi~nril.i1l0 destra ùlw esigette otto salassi tra generali e locali peL' essere: rloma. Ora be11e, esaminatelo e vedete quanta calma nei J t,lorì ::ibbia in~ dutto cotesto metodi> di cura e come sì3uo s, ..1te di sinitate così l'ulcera come h1 ghiandole snttoment.ali., che g:lt la cornr>ìi,~ano. La sfcsg1 cosa per le si esse ragioni succedette udlu donna :iff.it.ta <la ulcera ca ncerosa alb mam iua destra , ù: cui s' ~ parhto sono pnchi ginrni e la rpwl,\ co1ta dJ eve,dualc angioìtidc,. fn pi i:1 \'Olle c.; a\assata con note.volt~ dimiom,i unc dei d,,!ori liicali e co:1 1rn se11sibik regr·esst• del male .. Questi dne casi , olr.1·0 a motti altl'i cirn potrei citarvi, sccm:w assai il valo1\; dell'aforis1ac> d' i ppocral.e-

• qnibus wncri oriw1tar, il;lùs non cw·are 71rnestat: curati enùn citius 71erew1.t ... 1': supcdluo erro che gli antif.l,,gist.ici dirnui s.irebinrn danno,i ~e foss<~ già in Yia la cachessia c:wce\'ns.1 e la fehbrti etica . Coo frriscun al\;\ lor Hl.il~ tl'l.Ì{l!l,~ L; apvli C:l,,Ì!IOl local i moliitin! e ri 11fre,;ca1.ivc di ,~atap\:i:,;tni di 1in5eme, d i rape 1 di curotc , di p~tl:1te i! simili.

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Ut.iiissirn I cnm;HJfl,;u d ..t uon allc1iH::l'arsi nel prim,, pcriudu nw, <:.·i:ne nw1,zo Ji rì,;cr va, in quello di degenerazione>. , tli caelte,Hia <! di fehbre elica i11coa11t.i (1 gi:.t inoltrati' , Ìi1 cui i ·dolori inf.uria · no conlinni e fernc i , sori i llarcotici, com' i fomenti col deet1t.to ,:ki capi di rnpavei·n, delle fogli e ,Ii snlauo nero , di gìn;;q11ìa1rw n er11 ; i c:itaplasmi rnollitivi irrorati coo gli 1~ 0 tr,Jtt i cli q•id!e snstanze ; i sulfu·nigi di gn aei(l.1 eat'lPnir,o ; i cat.apla:$llli si.essi di foglie di S\)bm.> uerii, di giusquiamo nern, d i be!ladonn:1, di 1)cuta, alte vnltl\ irrorati cou il lau dano, con alcun~ gocee d.'acin,• prn:.sico o <l'olio es· seniiale di buw .ceraso , con il succo di solano nero; o\i cmpiaslri oppiali e i.-imilì. Uri me1.zo cli tutti qu_e~ ~ti forse più utile cli cui h:1 parlalo nelle mie -Opere 11'/inori ed all'appoggio del qLJalc un vostro Collega consegnava nell'anno Clinico pro~si.mamente passato un caso a I Giornale delle Sciem;e Medici!~ , è l'io. trodn-

1,ione ~tell'oppio nell'uretrn.


242. l rime<l ii risoh·enl ì topici in capo ai <1uali furono collocai.i la cicuta , le rnri:i preparazioni di ,iodio, il cerotto di Vigo , i catapl~imi di farina <l'orzo, di sambuco, di camomilla,. d i meliloto ncll'acqna sapooata le uuzioni d'uneuento mercuriale beliadonnato, ecc. , furono pure vani al i nella malattia in discors<, , ma piccolo è il sollievo che producono ed :rncora circoscritto ,1i soli easi in cui il tumore è inerte e circondato da ing9rg<> nou caloroso, nè dolente. ln generale prrò fui fotto accorto dalla speriem.1.1 clic debbon es!'i u~nrsi i'.011 molla cuutelu . Nei tempi antichi e 11ci moderni , pitl ancora io quelli elle non in qursli, si fece grande capitale del caustico attuale e poteu'lia\ e ne!l,1 cu ra del caocrn. 1\1tJ è desso questo rimedio allrett:rnto utile nelle ulcere cancerose qualil'è impoteute e spesso danuuso nel cancro . Più m ite in cancl'i uterini ebhi nd insistere uell'usu del c:iustico potenziale ùd attuale, e ciò con nua per;;evcr,wza cus·, ostioatn du scavare cui medesimo fJUe\la ,,iscera. ma fu cit> sempre in v.1no, giacchè uon vermi mai a capo d'una guarigione nidi· cale. Ciò che dico dei cancri dell'ntern debh<, dirlo del cancro di pii1 altre ~edi del corpo, contro dì cui ebbi ourn ricor~o ai caustici. Fra i c.instici putenzia!i i più' usati sono gli arseuimlli, i\ 11ilrulo di mercurio liquido , la soluzioue di Cloruro d'oro, il clornro tli zinco, la po~la di Vienna, la potassa cau,-tica. Quelli che meglio corrisposr-r ali,, mia aspeU.azione nella cura dl'llc ulcere cancerose fornnn le preriarazioni arse11icali, C()llosciule col nome di polvere di Uousselot o di Fra1e Co!iimo. Si vorrl'hbero ria nlcuni sbandite per j\ timore dell'ass,>rbimento dell'ar~enico, ma io poi.rei citor\' Ì , Signori , più di cinr.1uanta casi d'u!cere cancerose del volto guariu~ con qudla polvere se!!za elle mi si sia :iffacciato m:1i alcun sin1omo Òil ass1nbimento dell'(ir~cnicn. Si crede cÌle·l'ntiL1à dei caustici nelle nlcH,e cancerose e la lur inutilità ed alle volte pernieic nel .cancro movano da cii) cbe fl(,u potendo essi distruggere gli spi,ssi e conl.::iminati tessuti della base del cancro, come distruggono <JUc!li dell' nlce1'tJ cancerosa, porgon ,11 male una nov1•ll:1 esc:1. A. qncsta causa cb' io d i hno11 animo ammet!o, un'altra ne voglio aggiunta. ed è la seguente. Le (orma;;;iorii anatom'iche scirrosa, midollare , lardacea, ecc.,di eni i'ultimo termine è il caucro , nascono <JU:.tsi se111pn: da diatesi : il male procedendo quindi in cotes! i 1:asi ùal di dentro in fuori e contaminando nel tempo ~-tesso l'interno e l'e· sterno quale potrà avenii sperania cùe un rimedio sol::mente 1opico, tuttocllè effic'.lcissimo, sia capace di svellerlo del I otto P novechè le ulcere cancerose essendo, se nl)n sempre, spesso pri mitivamente lo~ali, t1d ho giù ciò in un tìltro I ratleniment o notalo, epperciò il male trascorrendo in questi cusi dall'esterno all'interno , è cosa focil il forsi capiice come ìl causi ico elle tutta distrugge l'ulcera possa, fincl.tè il male è localiz.,zat o. essere conseguitalo da guarigione. Vacendovi C<>1rns~ère, Signori, il risultamento della mia sperienza su l'i rin t ili! à dei ·caustici nella cura radicale del cuncrr, mm ho joteso d irvi eh' esso non t'ecbi mai p nl l i,,1.i vo sc,llievo. Vidi recarlo nei casi di emorragi a clic 1110\ te volte ho fre nat a con il caustico attuale. Parimen te p rima ch' io avessi ideato di sopire i dolori del cnucro con l'inlr(lduzione dell'oppio nell'urelrà , vidi pi ì.1 volte , fJnand' erano questi supe•

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rior_i all ':1mana · s,npportirzione, cal!llars! per l'uppli• cazwne del caulerw .ittuale o potenziale, in grazia parlicolarmenle dell'escara clie producev:t , la quale a guisa di coperchio tutelava pel' alcuni giorni la superficie cancerosa dal contatto irrita :.:.i LCll'a ria, dcli i . core e simili. Ma debbo dirvi cli', I'~::; cara sep:i!·;;:.a , ossen'ai per lo più quei do.lori di , eniru più fieri. Del resto è appena necessario che noli com' i c:1nstici non deoban usarsi fuorchè quancl'il cancro non è vivamente infiammato e nou v'è rischio elle <la essi ri , mangano lese parli importanti e pericolose , comP grossi nt>>'vi, vasi cospicui, l'occhio e simili. Fra tu lii i rinwdii consiglia! i nella com del cancro i Pratici cliedern e d;wno unanimi la preferenza, per la sua speditm.z:, ~illa recisio1w. Ma è <lessa qu!!sta rudicalmeute curatin.1 ? Pnr trnppo J:i <1uestioue è sciulh1 negativament<~ tcl, a nwlgrado le lante gtrnrigioni mil11.1nlate da Hill, da Lisfrnnc , i Pratici più sentiti cominciando da Monro e discendendo sin u noi furono e son un.lnimi 11eldirccbe per disuvventurn la recisione è pedo pifa seguita dall:i riproduzione del mule e nel1':!CConcii.lr~i alli.l grave opinione di Richter il quale, nso u vedP,r il rancrn riprodùtto dopo la reci~ione, dubitavi\ it~ cultiro che vant.av:rno la rneisione come mezzo cerlu di cnrn. ri.ld ic:.1le accennassero da vern :id affezioni cnncerose. Io f:immento con .dolore il grande n11merù di l~a11cri per nw recisi senz'aver ottenuto qnasi nie11· t.'allrr, mai fuoreliè una pc15seggierH guarigior,c. ~<Hl so dirvi, Signori, qmrnli cancri delle mammn mi sia toccato reciden', di cui t]Uàltordici insieme cuu le gbiundole ascellari pur tsse contaminate; non Sù neppure dini .il numero dei cancri stati per nrn con la re<:isionc o ccrn lu resccazinne leva,i via da :~!tre parti del corpo, fra cui <lalia lingua dai testicoli, 1fa!ì'ute1·0 Ìll$ieme col suo collo e dal volto insieme c<rn gli ossi ma~cellari, il che hogib. a!t.rov<~ fatto com, . scerc per meiz.o della stampa· Ora bene, di tante gravi,_s! raz i a nli , pericolose oparM,ioni, la scoraggìaute sequda fn quasi sempre , lo dico con rmnmarico , una guarigione temporanea ,non M1cor in tut.li i Ct¾si e poi la riprodnziorw. Discendo, Siguori, .~ bella ppsta in queste parlico!arit1:I per ciò che frequcatissirni di tut,ti [I riprodursi vidi esser i cancri d1~I cullo dell' utero, dei testicoli, degli ossi masecllari e delle mamme , ancùe <tllorquanoo offriv1m essi quelle circustanze che. come si dirà tra poco, Boyer riguarda'va quuli condizioni dcll'esse1' il cancro locale o uoa precorso da d iatesi. La squisitezza della vita e dclì'uflìzio fisiolo gico e l'importanza ,~ moltiplicità dei vincoli anatumici ehe col!egun i più di que,li orgaui con le altre più o meno lontane tessiture porgon in parte la ragione della fa ci litÌI con cui quei cancri, anehe ne!l.i supposizione clie siano primitivamente locali , così fa-. cilmente ditfondon altrove la loro speciale condizione patologica che il gammautte, levando via la sola porzione obbiettiva del male , lascia sovcnle nel corpo moltipli ci e non avvertiti germi d.i riproduzione: ma in .grande parte è anche da cercarsi la ragione di dù per il collo dell'utero, nella difiicoltil di l'iconoscer il male nel suo esordire e nella facilità cou cui io poco tempo si propr.g::i dal collo ai vicini semmenti dell'utero, i quali non potrebber essere dal gammaul.te raggiunti senza gravissime o fatali sequele; per il te~ sticolo , nell'essere la loro degenerazione cancerosit per lo più la conseguenza d'una pr~Q.sistente fo·rma


midollare la quale , com'ho giù altrove_ not:ito '. s,~ol~ assalire più parti nel te,optf stesso: per le arléz101_11 cancerose dell'anlt'o d'lgmoro Q delle su8 pareti , uella difficoltà di riconoscerle nel !uro principio o, se riconosèiute, nella ripugnanu degli il!YHnabli a J'assegnarsi ai mezzi eruici del!' Art.e , sicwme ho a v • vertito oelle mie Opere Minori: all::i pag . .:i~ll e seg., che i · più <li voi, Signori, vi siete recate in mano ed alle guaii , a scanso di ri_pcfo,ionc, io mi riferisco; pe1· le mamme in fiuc, nel ricorrere che fanno troppo t.ai;di ai mez·bi dell'Arle le infdici donne toccht~ di cancro in q~est.i organi e mi spicg~ : molte donne dé.ltle mamme voluminose non s'accorg1Jno foorchi: tardi della presenza dell'iodoieule {jermc scil·roso in qoeste ospitante: altre poi lo riconoscon a buon'ora ma, pel naturale spavento· dte incute l'ideH di scirro ,, cancro delle mamme. d' ordinari,> cercano su !e prime di fare gabbo u se stesse tacendo!,, , o preferendo scambiarlo con nna ghiandola semplice a cui ntm mancano pel' lo piil cagioni scusabili in una qualche vicissitudine atmosferica , in un cruc-cio, in una pigiatura u che su lo , o confidando -segretamente I' evento ad una vicio:1 od arnica 11 parente a cui non fanno difetto i meni per infonderle spernoza e farle Medere tratt:.lrsi di sol11 ghiandola cbe presto sv;.iuil'i1 co11 il mezzo d 'uno di <1uei tariti inutili .~iutarelli che non si mauca 111ai di sugg-erire in simili Cil'costanze di cose. l:'rattantù. che si perde il tempo in cotali frascberit!, il male cresce e pèr solito sì ricorre allor3, a suggerimento di quell'amica , vicina o parenle, all'empirismo da cui sono a profusiont consigliali o\ii , unguenti, sparadrllppi , erbe ed :iltrettali bagatelle ,id inutili o dannose. i\'fa il male continuando ad imperversare si I icorre in fine all'Arte la quale ne suggerisce l'irnrnediat.a recisiune elle per solito l'ammalata respiugc su le prime con doiore per ricercare 11i1ovi pareri dai vi. cini e dai lontani od un illusorio conforto in un qualche vant:~!.o rimedio s~grelo. Finalmente dopo mol te e hrnglle more nelle quali il male, supposto anche pri . mitivamente locale, ebbe tempo di diffondersi, si ricorre, com'ad ultimo compenso, alla recisione clrn :.1Vrebbe dovuto esser il primo. L,t riprnduzione poi lta luogo in chi prima cl.ie sia compiuto il lavoro di cicatrizzazione; in chi su la ci. cat.rice stessa in ui1 inLervall<:, dì tempo indelcr rnio;.ito; io chi nelle ghiandole aventi rcla?.iune cou la purle che u'era la sede prima cioè in quelle del!' ascella nel caucro u base scirrosa delle mamme, i11 quelle del collo nel cancrn della lingna , in (111cl!e dt:ll'in · guiue e del la pelri nel cancro del testicolo) ecc .; i11 clii lì11ulmente sopra parti lontane ·dalla sede primiti\•a specialmente nel cancro a base 1nidollare. E sebbene. nel cancro riprodotto possan incouì.rarsi tull.c le sue forme primitive, isolate od uni te, la più freq.ueut.e di tutte p~rò èfa midbllare. Sela riproduzione ha luogo , aocorchè la ferita superstil+~ alla recisione ùd can, c1·0 siasi prontamente riunita e seoz'accidt:lu!.i, è essa poi, al dire di Boyer, di cni tutti ammiriarn,i la consu mata sperienza, inevitabile quand'io quella fe rita suppurante occorrono macchie o spuntano, alle volte per isvan!re e spuntare di o uovo una o più voli.e, ricresciment.i di carne , oltrepassanti di poco il suo pi,mo e di colore rosso-bruno o. di l:.1vagna 9 bianca-

stru. Lu mia sperìcuz.a <~ in citi del tutto consenta-

nea a quella <li Buyer. Appoggiato ai fatti dissento p;)i chilln stesso B,,yer nel considerare qul\ie ca.nero locale quel lo che assale !' ucH:10 fra i 25 o 30 anni ; quello c!tti uascc da: causa esterna , come pressione, cuntusinne od iugorgn lalteo; <iuellu ch'esse11<l,1 stato pe1· luflCl'<1 te,upu con r ~ ~orma scirrosa, piccnlu , i11dole11te e tìbera, degenera poi per una vio!em,a esterna o per dissesto mcnstr'uale; q11ello in eni i rfolnrì laneinanl.i si fanno seni.ire da poco tempo e so11 a11cnra rari; fjt1ell11 in lìoe in cni s:.-me sono le g!Jianrhle vieine alle quali giung0n i vasi linfatici della sede affol.l.;1; <1uelto in line in cui la pelle coprente il ttlntc,re è libera e del C<)lure 0·11.0· nil1~ e che assale una pen11m:.1 nit.ronde :-ana. Tutte queste c:rcosttjrtze elle lo steasu Bover aTeva come farnrevoli alla rrcisio:,11, io le consiti1~ro come meo<> scoraggìanli e nulla più. Comunqnc , condanncvole è la recisiflfìe ogni volta clie , per ade renz.e, o r<~r alt re circostauzr., ! :1 rnci~iooc della parli~ a ffet rn non può riuscire compiuta ml è gfa presente la cacheasiacancerosa o coesislon al tri con~eneri tumori in tali sedi che ne viel,HW b n.!cisione; siceowe vedeste, Si~ gnori, ai giorni u!ti1n:1men1e lrascursi in due durrne loccl.ie d1 cauern del senu con ghiandole a,,cellal'i ,~ s11praclavicoh1ri 1urn!d,i e cun incoante cache.,si:.t. lJo precett.o poi clll! non delJoe eadervi dalla memoria è quello di non praticare mai la rticisione d•nn caner<~ lìnchè è desso progres;;ivo per infiarnmr.ziune vi,•r1 , d'ordinario ditfusa alle parti vieinc, rna d'aspettare prima la soffermata di qursta , anzi di prornoverla con tutti i 111f'zii che sono ncll':\_l'te nostra. Chi p()trebbe prevedere le coaseguenw ,run'nr1er:1z.iooc praticata snpra · parti cotanto il'ritah} :i Dobbiamo noi rioperar i c:1ncri ri prl)doll.i? Finchè la grande-ed agitalissima <1nislione • se gli amrualati non opera! i sopravvivuno p iÌl o rneno elle non gìi operati » no!I sia risoluta .e fincliè 11un sia ammessa !a sentcn1,a d' fppucrale non cural i diutim perdurant, debbr1n i medesimi essere com' operati, così. rioperati . Nello scorsq unno voi fo'il C ~pcllatori di ciuq11e opernioni s,tcc.es,ivc nella ,:;tessa nmmalata e, già tempo, :u npcral'll ciw1ue yn!tc rruecessi~·e lu Cootessa A... , . .sn i GO an11i, a co i ltn, se non at1.ro, prolungata la viL.1 di sei.te a1 rn i circ,1. 1\ proposito di riprnda7,inne 11 ,i 11 vuglio ommeltèrc di dirvi che, a prel'ea irla, vollero alcuui Prnlici che mettessero l1ene i rot.orii, fcJ1JCi.iti soPl'attut.to neil'osservazione d'alcun i Pr:.,!ici, specialme11tc Inglesi, i quali sostcrrnt!ro ncin es:iersi 11t·.1i veduto aleHno tocco <l'ulcero crouiehe alle gamhe, il quale fosse stato assalito dal cancro. ì\fa debho perì; qui francamente cortfessarv i che no11 nwi cpwi mezzi snddisfticer alla mia aspellazione. Non cutrerò, Sign,>ri , a Jir\'i ddlc varie pratiche di recisi one richiesta (fa i cancri :secondo le varie sedi del corpo cbe occupa no, giacchè in parte vi Lo già di ciò iutraU.euut.i nelle mie le-iioni ali' Acuteatro Anat<!mico ccl in questa ClioiC[l nell'occasione d'opernzioni eseguite supra ammalati tn.m.1glianti d i cancro o d'ulcere cancerose, ad uno dei quali fu praticat,l. la peotomia, a tre la chciloraua, ad uno la ge· no-blefaroplast,ia, ad 1111 altro la geno-plastìa ·semplice, ed in parte v'intratterrò ancora quando saraoun


~44. sottoposti ad opc1\1ziu11i a Itri umm::ilati tuttoi a giavoli arl im;,cdir!a : descrive (jui ndi rninu!amcnte un ,;cgno cenli nc:i letli della Clini(;i:I . particola re il quale, seconrlv l'asserto di .M. Kèné Van·· Se poco confortante è la cnrn eslc1 oa del cancro, noye, po!rebl,11 servire di guida al Pratico per conosce re forse men a11cora lo è l'intcrrrn. Da Storck in poi quand 'è immint'nle il pericolo dcJ:a recirliya, Consisl~ si pose fidtlCia nc!l 'nso interuo geu1;roso deil'l'stratto questo segno in nno speciDle stato 1.L:!a congiuntiva ..ldJa di cicuta. In innu mere:\'oii ca;,i di seirri o scirropa lpebra infei-iorn fa quale , tl'ui: coiore ro~sn più 0 cancri , wassiwamenlc deli'nlcro 1'. <le!le m:,nirne~ vi meno vivo nello stato Ji sanità, ,i .:.opre nelle person,i ebbi ricw so 1~ ,·i <licn con ischiel.ttzza chò lo ,idi tocche da febbre i11lc rmi1tcntn 1l'una striscia pai!ida cht> clarru1iso ncl!'1Jltimo fW l iot.!o del· male e, se 1wn dnncirccscr;vc !"arco lnfcrron~ dd piccolo segmento lihr.ro unso , di pochissima o nh,::.on:1 ntili1l1 anche nel pri del globo ocuia re: questa striscia, ·quando s'ahha::sa e si mo. Ben::;) vidi molfasi me dmHH: da longo t cmno ro, cseia la palpebra inferiom e si fa volgere !'t1cchi,-, tribolate Clt.1 flog1JSÌ Cl'O!JÌt'tl <lel\'utero C cie!Ìc SUC a'p, 1.ìoll' arnmaln lo .ìn al to, r appresenla .issai ben una mezza pendici C()11 indnrinwH<, <'SSH :1\\(,vìa!e 11d :niclw luna co11 11: ,o rna agli augoli inlerno e<l cotl!rno tlclì 'orguarite dal!' nso inlnHP protra lln e genero!'o della bita, con il m.irgi110 convesso più o meno sten<len!esi cicutd; m,1 ern c,,te:-to 1m induramen:o bianco o su la ,·o agiu11tiY.1 palpebrale. Hatnmcnla il 1Jotl. }3esozzi 1·osso genernt,; dalla flug~1sì cro11ica e 110n punto CQmt: le molte r.ssHvazioni ùel Va nnoYf: Jo abbian ir1ennfolld1bile Cùlla vera forma scirrnsa , :iel!a quale, rlol_to a stabilire : J. che il grado di pall ide1.2a ùi• questa quand'era bene siuccial..i, ri di ~el!ipre inutile la ti l;[riseia è in rllpporto direUo Cùll il grado di sofl'ere11z3 cuta. Legg~~te, Signrni, gli Anni i'Hedici di Storci, e <le !l'orgDnismo, 2 . Che qu,wdo quedo segno mm esiste, hi rimartctc forse cm1\'iu1 i clrn i pii i di quei scirri clw febbre cl'ordi nnrio non ha nna tlorata molto lun~a od egli <lichiarn nvcre gn:11 il.i t:tHl b t;icuta non ailro il lmeuo ceòc per ·i:i: rto alla potenza ùci chino idci o cl'alerano fuorchè i11durnmenii i:nnst.>tntivi a flogosi. Della !rn oppc,rluno medic(lrnc1i10 senza 1wricolo di rcti<liva. quale cosi, <lubb iam,, 1:1m,, mu111 stnpirci in qu:mlo che il cu:,;'1 ùellit ~cir ro Jagli .àn lichi nlln ;1!tr1, era 5 . Che quantlo que3tO scgllo ù$Ìs!e , ma scumpare dopo l'ammi i;i:;traziorw di rimed ii ndalii, nou si (1cb!Jo pari . nei 1.1 iù dei (;às1 hw1d1ii q1it:liu clie oggigiorno chiarni:1mo ìn1.h1rnmcni11 . i)a qui quel pad ure t·:iJJIÌ· nwnto temer il ritorno <lel!a febbre. ,1. Che qu~nrlo la .ciu,> èÌ;c i'uce,ano deHo scìrro m111le consP.gncHZH di· siri;cia pùrsiste, gli accessi fobbrili, ancMchD ~iù vinti, rctla delle infiam11.1t:11.ioni ,rndié cornu11t1ti~ Qnah~ \'·1 r itornano nelbi plnralilà dei cas i si n .iHé! perr,~ua scom sarà Pratico Il r1unle non r icoP.o$Ca ng~i.ginrBo tbe parsa di qudlu. P ns~a egli quindi in ra,se~~11a le div erse appl111l.o per cukstu di~!.imionc tr~1 iud uramen!o sem· complicazio11i che pos~on accompagm1ro !e fobbrì in!erplicc eò indun1u\rnlu ~cirrnso , s(lno di venute più mittenli e, dopo avero nota lo cho le complicazioni garnre alcune opcn11.ioni cruenl<' , sJKci,ìlme11le hl r-€sll'iche e gl'i1, gorghi ,plenici ed epa!ici predomioarotw cisione del testicolo P , nella plural ità dei casi cur.,Li, d;,riva !' idruu!ica morbosa Oltre alla cicu1:1 , f11 ron ir1 1cmi1i a noi \'icini ll1complicazione 1Ji queste viscere dal mag~ior affiusso allt! <lati per uso internù l'acido :, r:;enios,,, !'arseni:.l to ili mede~ime di s:.inguc \'e11 oso 11el!o >lad io del freddo , ~i•·soJa, : rne.rcuri:di , il l't'l'l'O, i saii di 1ame, \'idrod() c:ome pure rlcriva no tlal maggiOI' cccit111nento a:·Hrio,o rat<, di barite, il prt,lujoduro di rerro. m.cllo d'ar ·· uello ~tadio del caldo le ,1ario allrc to mplic:izio!1i irri1 ,1sen :co, le prepura1,ioni' J'ciro e <live,si ·H-gclnli come 1.ìvo-Hogistichc solite a rnanifu tarsi. Espone poi la siu . l'ac:ouìto, I.i belb don11a, I:, {::.i\cndn1u , il calamo ,HO· to matologia clfrrta dagli amme!aii tocchi da silfa H1' commutico, le cimi~ d t'i tr11e1 i rnmo:.c,:ili degli ti beti , ecc. plicazioni le quali . se recent i e più gravi dello stesso Cl;e dir?, d 1·1!~1 lt,r dfic:ici:1 :1 \' i ,ìiri>, Signoi i , che parns,;ismo. febbrile, dice do,;i~rsi curarr primo _di qucslo . uel co,sù di 50 anni lo li ho tu!\i 1>-per\ment.ali pii1 e doversi in ,·ece prim a fugare la febbre ed :ntroprenclcn.' pii, volte nclb Clinicn " uellH Jl! :itica p~1r,icol;ire , poi o, rn po::;sibile, f. imullan,;arnc nie la lunga cura ,I: ma sempre senz'~tt::n suCC!' t'Si> 11 d :.1In:ctJo C(;!l nn quclie quando S(ln :t!llichc o gli ;1c1;e~,i ili fel>lm, irnpneffetto molto t riuirncf.l. . nenli e r,;ravi. Disertunclo <Ju eslo srni ile ,·:, l!lfH) <lt> lì 'Arl.e io sarò Dopo avere nella cun:i direua ilelle fet,bl'i inknnil!enti contento .se v'avrò, Sìgnori, ~:,11rt11 un sottile lìlo di accennalo ai mo lli prccr. tti raccorrwndati ilai più celcbrì guida in eosl cieco l,Jb;:rintu . I1ratiei e provalo erroneo il "olgo.rn giudizio che i preparati chinoidei fa_vo ri~cano le ostruzioni addominali, iosisl e su la necessità d'aver in pronto molli meni e SU LE FEBBRI INTERMITTENTI r ime<li: a,ti a troncar i periodi, in ciò edotto dalia spe · (Da un R.e11diconto Clinico lello dal 1Uedico Divi.;ionm·io 1 rienza di moli.i c~si nei quali lo stesso rimedio d1e altra 1Jol/. ffason1 in ttna Conferenza di Novara. \. volta polè vincere l,1 pcriodicilà, inefficace divenne a li Medico Divisionale Doti. Hesozzi iu qncsto s 10 superare le recid ive le quali cedetler invece fa cilmente Renùi conlo ehe noi e,porremo solo per sommi capi , <lopo per l'uso d'un rimedio diYerS•): enumera quindi la luog,1 avere dimostralo cnme lti febbri ioter mitenli a tipo terserie dei rimedii decaniali quali 'anl ifchbrìfugh i, si lotl;i ,zanario abb iano predominalo su tulle le altro malaUie I! molto <lell'utilìlà r icavata tlall'amrninistra2ione del tar ed aver accenn;)(O alle cause generali alle a promovere taro stibialo come ,·omitato l'io fa tta un'ora circa prima l e medesime ecl u1 ispeel~ alla causa particolare del luogo, dell'invasione dell'accesso e concbiude che i sali chinoiproveniente daìi' inllu>-So miasmatico delle risaie e delle dei costituiscono però sempre ii rimedio per eccellenza, p aludi che a brrH! distanza cìrc:ondano la Cill_à, si fa a tutta volta che s'allonlanaronv prima il più che possibile d iscorrere luuganHintc su la grande facililà che queste le varie condizioni morboso complicanti la febbre. La· hanno aJla recidi v~ e propone tutti quei mezzi igienici menlaodo in seguito l'elevato prezzo dì questi sali e la e tcrapculicì più generalmente conosciuti siccome vale · I debole fiducia in altri medicair.entì riieno costosi, dice

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::ne11le e pruu~uincnt,; valcsser a raro 1'icono,;ccrc k1 diver.:;o frodi <:lw l'ingordig!a de! guadagn<> tuttodì compie in pro· pos:tu \:CJU incaicolaùilc ùanno dei s0!dato. li Presidente presa Bt:!la l.iuvuta eousi<lerazione l'importanza del!a moz1one, co rnoicHcrn al Farmacista in ·1.0 Sìguore i.\la!etti ed al r arnrncista in il.o Signore Derossi lo s!udio della m ede';ima e (J!:csli nella pdma seduin del corrento mes~ soùd1sface rnn 1 -' lai incarico con ia r..elaziòne che puhblid1: .i mo. (< Le varie indagini per flo1 fotte intorno ulia fa!sifica z iou(j dei v:oi ,,;i 1.l!t!dern per risulta mento che ·~eneralme11le quesll s'.ilterano col rame ver renderli maggiormente piccami ed amari; con i ,ali. df piombo e con i carl;voa ti akulini pel' netllralizzarue l' acidità ; con lo zucehero e con la melassa per renderli più 1!olci: in fine c,rn ia bar!nbietola, con le bacche di sambn.:o , dl'"~i:iepro. e cc. pl1r<:i1e appaiauo maggiormente col(1riti . . \ riconoscere !Jl!t:,Ho v.iric frod i bastan aicurll:) volte I soli ·sensi c,ierui, alirti volt11 in vece ii OIJCOS~ariu ii ,:u ncorso della Chi!llicu. li palato di fotto ricono,;c,, ti ,·i·1,.1 ;ulì,licato con ii rurne t!al sapor aspr,.i , rnc!.a!iico e dis;rns1,-.,,o <li {JuclhJ. La prese11z<1 dello zuceh.-;w t• della m~hi •s,, s'ap J palesa ai ,:;2 pure ùoh:c: proaor1eiato cd alla facilità cou cui ai diii le gocciolo cho oel !ravasamenlo del ! ;,,deriscou vino co,ì alterato scorrono 1ungo il vetro. So l'a,hi!lera! zione proviene dal!a pl'e3cnza <lell'alcoole u del1:i llemma, uitre ali' irriwzione che queste so~tanze prndneon ,l.lL~ hsuci, t: ma uife,;tata in riguardo all'::\lcooi.• llall'odure virn e pe11clrante d1 questo\~ dall'odore pariicolarmen(e j ingrato w 1.JrJine all,1 tLimma : quest'evoluiioo odorifera speciale si svo!gu particolarmente strofinando ben bene 1 1 lu palme ,'.el io mani in prima bag1ute nel vino cosi adullrralo. lJ sapore ddJO!e del vino serve 1id inJi 1·Me la ~ua · misceia con i'actJua, giacché i vini legil!i mi e puri hanno uu JJol'licolere .sapore g!'adilo loro proprio e deri~·aole dall'akoolc, thill'etcre enantico e dall'acido acdilw; principi i quesli che si f.o rrn:1rono nell'atto .lelJ,i i;:rrncnla ~ione : P.iù i vini legillìmi e pnri agila!r fortemente rn un b1cch:ero producono ;ch;umn la qua!P <l ,po pochi i$Lrnti scompare col ripr,so. ,, Volendosi poi lega lmente pr,!tcJerl! 1,-,l:a r1co~nil io1fe dr.Ile acceuna!e fro di , fa uupo ricoi-rcr alla èhim:cv. Q1a!sta c'insegna ch(~ ad olt(•l;;;re l'intento hi:;ogoa prima Ll'ogni altra cosa .trallar il \ ino sospeì!o ,·on il cnrbone auima !a preparato sin alla perf~lla d0e0::;r.,11iont> (~) , per esplvra rio !lOI con gli opport11 ni reagen i ;. t.>•J 5i .,ospeHa b presenza del rame, s'irnn:t:rgc nel li11uido s,na lamina di feno bene forhila su !(I qu«lc si i rcr.ipiterà il rame ; oppure si versa nel rino un eccesso 1h1111tl1ùniaca: la quale t!d,bo produr un color azzurro o , questo non comparendo , a! liquido ammoniacale s'aggiun~e acido acetico sin a compiuta satura;:;or,o e poi vi si sopraggiunge ancora cianuro ferroso polas$ÌCo ii q1ia!e, per il collm, ro,so -cliiaro elio imparte a! vino fal,llìcato, serve I u !'are riconoscer· anche le pi1'1 piccole tracce del rnme. Se si sospetta la pr03enia òei sali di pi vmuo , 1·ic:orrc ud,> all 'acido sollìdrico , s'avrà 1111 preci pilato nero coslituito dal :;oll'mo di piomùo, prodollo dalia combinaDÈL MODO m RtCOi'loSCER I vrnn ADULTERATI zione <lel!';icido solf,1rico col piombo ed a!l.i superficie h (Relazione dei Sig. MA LETTI e Drnoss1 } del liquido precipitato si potrù scorger uua pel licola (Juasi di c:olor arg1:11ti1io ; carallerc questo cho serve a d:stioFarm . il!itil. nello Speda le Divisionale di Torino) , guere la presenz.a dei sali di piombo dagli altr.1 sali m,~tallici i q1wli per !'a:done dell'acido solforico precipitauo pariNella Conforem:a Medica dei 25 de! p. p. mese di· gennaio· il .Medico di Reggimento Oott. Cigoli11i leggev_a l' cr non cader in errore nella ricerca dei sali piombici e un suo scritto (che riferirem a suo tempo) nel qnale , · calcici è necessario assicurarsi prima con l'acido solforico se ragguagliati, i s,1oi Colleghi dt:I come avesse r;conosciuta l'acqoa che debba sel'vire per preparar il carbone animale nou abbia trascinato sali piombici nell'alto dellftdislillazione jopera~ l'adullerazio1ie tanto nel vino somminìstrnto ai soldati del tasi in utensili di rame stagnati eon un composto di · piombo e Reggimento del Treno di Provianda a cui è addetto, su ata~no, come pur troppo s'usa da alcuni calderai di mala fode, A r iconoscer.e poi se l'ultim'acqua di lavatura Idei carbon aniì fo11di di Compagnia, quanto in quello clie dai Cantinie ri male non contenga dei sali calcici, basta il trattare quest'acqua si ~mercia gi-0rnalmenle ai medesimi .solda!i , eccitava coll'ossalato d'ammoniaca il quale non debbe produrrn precipi-· l' Adun.anza a volere suggerire qllei mezzi cb~ più ceri?.tato di sorta.

"'·e rs;• 1la Jun••a pezza di tem po. slud~io. ùi. renòeto il e~s e . 1 iù o.ssibile ri.slrella la quantità dei prnni con egua.o ~tili~ dell'ammalato ed essergli riuscito olt~nere qaes\o intento con la seguente combinazione R . :;ulphril fe ~r: gl'. j. radj: gentian: lut: pulv: scr. Snlphat: chinin: gr: JV, me! d,rn.irat. q. ~- ad furmand: bo!. .M..in:re a~serisce clw nei casi semplici gli bastò_ l'a ~1mjni.stror on solo bolo e tre al pitl nelle febbri ostinat1ss·me ma!!nilìca l'utili tà ùi questa • formola, sia• dal lato I , ~ . economico, sia da quello della fa cile prop111nz1one, sw in fì1>e per la rapid ità e costanza delle guafigioni: bora l'elogio di questo suo metodo non solo con I ld1c1 risulta menti ollc :iuli negli altri Spellali, ,ma hen anche col raggua<>lio <leil'efito favorevo le che ebbe nel deco rso dello ;;ss: mcso di settembre s11 50 ammalati per fobb ri ìntermil!ent~ i. quali tolti sortirono goari!i dal !o Speda.lo di Nova ra, non avendo consumato fra tullì fuorch è 420 eqoivarrebl.ie a<l olto 11 iornate ò i permanenza; i I che :iomi e due quir.ti per ammalato, ciascheduno dei quali ~ 00 avreM.Je preso più di 10 grnni di solfato di chinina. t:onchiudc perciò invitand'i suoi Colleghi ad csperimen · tare pur egl iuo un siffatto rn~·todo_ ~i cura: . . , A questa ritl-:ssion1 su le lel.llm 1nterm.1Uenll la _:mc-_ cedei· il Dott. Bt~soui on cenno delle all.rn malall1e d1 dominio Medico curale nel medesimo tempo o, dimoslrat elè per Ja m.iggiore parte di poco momenl(), cita due casi uno d'cocefalitide gravissima e l'ultro d'idropisia "enera!e-, amrndue in via di convalescenza : accenirn ·J)ei' ultimo ad un ammalato morto per hrnnchile_ lenta il qualo entrò nello Spcdale estrcm;im.;m le ~1mc1:.110 o già quasi agonizzante. . . . . Nt>l chiudere la sua relazione 1·ifcrisce diversi casi d, dolori os:eocopi guarit i fo mercè del joduro potassic0 ii qugle rimerlio procurò puro la ~uarigione d'111~ ammaialo d'oi talrnia che era stnta µrima ri beile aù ogni altro medicamento: 1'ifcrisce in !ìn un ca,;o di morto avvenuta in un Soldato in. seguito a fe rita da arma ta~l !,~n!e, proba · bilmente <la sciai.loia o simile. Questa ferita situata n<~ila regione tcmporo-ocdpitalH iu tlire;r.io1ll1 obli qua di,J l'avanti all'indietro e ùaWal!o ~I bassu , a a della lunghezza d ' otto centimetri e della larghe.zza e profondità di due cenlim: con frallnra e depressione del margine posterie!'· inferiore del proc;e.sso mt,sloideo dell'osso temporale, e.sleodcntesi al mar ,," in anlel'iorc de!l'ocdnite. . L, necroscopia rive!ò la depres.si,,ne dell'osso occipit,1le co n compressionl1 del ctlrvel!elto ed evidente suppurazione, nulla t.h·l res to essendosi potuto rin venire d'innatnrale nelle membrane, nel ccnello ed in l utle le altre cav itù viscerali.

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'l.246 mente rn twro. Cli sle:'.:;i sali di piombo si posson ancora riconoscer in alLro modo, ciò è facendo svaporare sin a .siccilà a!l'azione del fuoco li Yi.no sospcllo e, calcinanùolo con cadwne 0 calce per mezzo della fiamma riducente <lei canut<l!o , i sali in piomoo :-:i riducon in globuli di piombo metallictJ. I.li presenza dei sali di cahlc è :;velata dall'acido 03Sa· lico che produce 1111 nssalalo I.Jìanco rl'ossalato calcico. Eliminando prima fa ..:alce col!' ossalato ammonico o !rattwdv· poi il vin_, per mea.o ilei l'osfal() ilodir. i-ammonico ~·otterrà il pr~r·ipitatn òc Ila rnai~n;•s ia cli' in <p1ello potesse csi,;!er,-'. ' Ou:irid'a corrc:!~er,• l'acidìtà del vino :;i fec.n ricorso ad ~na base qual~11cpie, ,!vaporando quello a 1:onsistenza sciropposa e lra!t.11do!v poi con acido solforicu, s'ollione un'ablwnd.inl,! cv,1porazione <l'aci<lo acetico. La g:u~la dell'alcnol(i si riconosce, secondo Ucrvault, sot!omettendo il vino fa!sifìeato allll distìlla:donc. Se il vino <·.nnlienc ona notevole aggiunta d'alcoo!e, prima an· cora d,c quello r.iggiun~a il ;;raùo dell'ebullizion(~ si svolgerà già alcoolc il qna!e alternerà sem·prn con l'evo. lozione d'acqua sin aù ebu!lizione compiuto, ciò che non succed,~ nella distillazione dei vini legittimi. Non CQSi facile cosa è il .rico1wscere la colorr.iziono art.ifiziale dei vi11i, perchè la materia coloraute i medesimi oon t) seu1pre iJentica ; ~enera!rnenlc però si potrà rico-

no:;tièrc pei· mer.zo ù'una solm.iouc di potassa la quale più frequcnternen!c mnta in vort\e il colorn rosso proprio del vino ; rhc se il vin I l'u coloralo da.Ila barbabietola o ~.lalle bachc d1 samtrn,_:o o dal campeggio, diverso sarà il colore che il vino asrnmet'à in contatto con la meùcsim1 soluzione di potassa cioè prenderà 11el primo caso il colore rosso-violaceo: il colore violetto carico nel secondo, menlre nel terzo si ,nostrera coloralo ìn az1.urro carico: òi più, in qncst'ullirno ca~n , se il vino si lratla cogli acidi, questi ,zii r::ivviveran il colore rosso-carico .

PARTE SECONDA 1.lETTIHCAZlONE ;'ioi lroviamu uel Gionwle di Jfcdìcina Mllitari:, num 0 •J 1,citate in nost ru nome alcune osservazioni patologiche .sulla lesione dei follkoli inteslinali, che s'accompagn,1 allo sviluppo cd al corso <folla fobbrn tifoidea. Et'tO le pal'ole del Giornale : ., Sonvi casi, in c1Ji la febbre col'se mitissima egli ammalali 1noril'onoper allra causa , e pure sì trovarono nei medesimi olcerazioni profonde, forgbissimc co11 margini rialzati cd anche col lraforamento da parte a part(I de!l'inlcsn ou cieco 1 ctl essere ciò non ostante in via ùi t:icaLrinm:ioue, corno fu ossel'Vato dai Doll. Ageno e :muaglia. "Noi non pos:,;iamo in!cram<:;nle am mellere tali osservazioni noi .l..:rmini e modi con cui veoner espresse dall'egregio noti. .Pizv1rno, poichè, laddoYc alcune sembrano contralie ~ ciò che lo stt1dio da varii anni da uoi fati.o sull'anatomia r.atotogica di questa malatlìa ci ha più. volle dimostralo, altre poi s embra nou siemH:spostc con sufficie:ite chiarezza, onde oe risulta ~<,rsc un'apparente contraddizione. Ed in vero l'opinione .che noi professiamo suita rrlazione che chrro tra le alterazioni follicolal'i cd i sintomi della fcbhr.c tifoidea, (che crediamo al c erto conl'orine ai fatti osservali dagli uomini insigni cbo stu<l.iar?no questa malauia) possiamo lormolar in que'ste proposi-

z10m:

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t 0 L'c,tcnsiouc ed il numero dei follicoli alterali uon sem , pre corrispo1lllco alla gravezza dei sintomi che si manifestano nel c o1·so della l'eLhl'c .tifoidea, henchè spesse volte questa relaziono von possa ue2:1rsi ~° Che più dell'estensione e del numei'o delle piastrn, con· trilrnim:i a rcudere grave la mdaUia la natura delio picslrc me<lesime: peroct:hè la !'ebbre sotto lo sviluppo delle piastre elilli· che molli decorre piuttosto mite e presenta nna forma adioamica; ucl mentre sotto quello delle piastre eliltichc dure decorre grave ed a~sume una fo1·ma 4t1assica. Epperò si noli che le piastre elillìrhe dure ·in paragone delle molli sono quasi sempre più numero.~e, rilr\'ano assai dalla sopllffì.eie dol!a mucosa , acqilisiano maggiore ·zmpiezza e le ulcero rliveutano vaste ri~oufie., fungose o sanguinanti. ~1° Bonchè le pjastre elillicho molli si conso..:ino ari ana febbre piul.tosto mite, però possono t'i_uscire fatalì nel !oro proco_,so

u.lcera_t_i vo ,.~tant,echc in esse l' ulcera, anziche prod;i~rre margini ~1gon!H e. rialzati. , tendo j)1UtJosto rul escav.irsi nelle membrane 1ntesl10ah e perk•ra re q01nd1 l'intestino ileo. E la p~rforal!ione appunto avvenuta sotto ti corso d' una fllbbre mite ·si rilt ova al f~ndo d' un' !1\ce1:a profonJa, non mol!o . estesa ; da Jrlargini p_iuttosto sot!1lt. Che se per ,tvventuca si ritrovasse (ta porfo,·a. z1one ) ~! fondo ll' uu' ulcel'a a_margini molto ri~oolì e rialzati (il che cre<1'.amo _mo1to.p1u ~aro) la ~alailia avrebbe dovuto pre. sentar,e s111.torm gravi. ed .1mp~11~11lr , poiché questa forma d' ulcera s ordisce nelle p,accne cl11l1.:ho du re le quali si consociano ad uo& febbre grave e violcnt;.1. 4° Ci p,tr esister una conlrad,lizione là dov'è sc~itto che l'ulcera a n~arg!ni rialzati~ rig~n/i ti di più perfì.>mta, era ciò nou ostante 1n \'ta <11 c1catr1zza:icm~. 1 margini dell'ulcer~ nel processo di rica\rizzaziono nècess11!'iamente s' ,1lihassan1J e sii a~sottigliano: niffal!i in ulcere, che voìgovano a l{uesto salutare r1sullat? noi I~ vedemmo piu d' uoa volta !cggiermenlc inc~espa!t_ v.erso tl centro dell'_ulcer.a , come succede in quelli di piaga ehll1ca o r_otond~. c~e s1 va c1ca.trhzaado: scorgemmo come gradatamente s1 assot,1gl1ctva110 a m,sura cha p1·oc1!devano verso il fondo dell'ulcera, col quale si conli11u,1va!lo in modo da non potere dislinguers tra quelli e ,1ueslo nn limite bene car.,ttcrizzato, ed os,orvammo il fondo 11ell'uicera com' appannato da una. soatan~a talora moHe .e, tonuntosa la qu;i!e all',tspeUo, pareva materia da poco i,oltd11lcata. L1ddove 11 fondo d'altre a queste vicine era form~lo d'un?. sostanza d'un colore leggiero d'urdesia e nel resto di già r.eso p~esso eh~ eguale al tessuto circostante, o,s1a alla mucosa rntestrnale: d1 modo che no risultava cancellata qu.alunqu~ profondità cho 1u:teced'.l~lt~menlt fosse st11ta prod?ll~ l°c que\1 area. ~Il nlcer.:i 1v1 pree~1sttl11. Le quali ossrrva~ Z(ODI noi abb1a!oo la.te Hl piu ammalati i quali, dopa avere comprnto l'ordmar:o ùecorso del morbo tifoide;), enmo cosi innott~ati nella conva!esceoza çhc da più giorni liberamente passeg;1avano? s~av,mo p~r lasciare l'Ospedale, quando un tristo appatalo dc srnlomt <lt repente eomparirn ad indicarne imminente la mart0: il rhe somministrò a noi casi clinici di non li evo interesse e tle'Cft!ali a suo tom.po produrrcmc> la slo1·ia. Si vede petlanto che urrulcera non può es,ero rigonfia, par/orata e nello stesso tempo in vi<i di cicah'is.:;aiione. .')'' l.l D.oll. .Pizzorno avrà voluto dhu che le ukero nel processo, ù1 c1c.atrizzaz1ono seguono talvolta un ordine irregoha:e. Ond'e cho s1 osservi ace.auto ad ulcere di già cirmtrizzate , altn, che non sono o lo souo m pal'ie : ci occorso in fatti d'osservare un .a mmalalo apparentemente convalescente di febbre tifoidea !llOffr in poche ore pel COI'Sl} di Violenta pel'itonilidO, di CUÌ IO mtestmo Ileo presentava tulio le ulcern cicatrizzato ove se ne tolga una sol!auto, la qu,1ie avendo [!radatameute ero~o lo mem· brano dell')lco, ue aveva caJiTOllata ls perforazione. Per1occhè si potrebbe dir~ che, fadùove 11 processo tifoso nelle altre piastre av~va com.pilo ti fiuo. cor'M, /l'era in quest'ultima concentrato, aveva continuato a d!str1ll'r,,, onde ne nacquo la fat11!e perforazione. G° CredianH: si ùebha aHl'ihuire a sernp!k,i :Wiila l'avere detto che la perforazione ~ia accaduta nell'inte..iin<i cieco. Conciossiachè ninno iguori ti meglio di nc•i sappia il Doti. Piz:wroo elle le perforazioni oci l'ollicoli ulcerali lur,go il corso della febb1·0 tifoidea, aV11enii:ono nello ultimo porzion1 de11'intcslino ileo, Che .~o altr~nde i follicoli del cieco o del colon asceudenle ( il e.be accade in gs;ler~ tp1arnl.o ut:l tenue si svillgc ld forma clili!va dur.a ) t~lvol,a S\ rs~onltano e s' csulctrano , questi rigoofiameull r,eru poto. sir, v1luppano , le ulcere consecutive poco si estendono o poco si escavano. Cosichò torse non giuoscrornai al ponto Ja causare !a perfori:ìzionc ddl'intcsli!lo ileo. . Jn. ~0(1ferma . di ques,l~ ~urolla:ii sul.la }esiona fallicola.re degli 111tesh111 r.ella [ebbre t1fo1dea , 1 quali a11ronde comhac1aoo con quelli dcdolti in tale materia ua cèlebri O.;servatori noi conserviamo laute s.~orie di casi din!éi, quanto pezzi anal~mici diversi che possono !,11: fede ~·orso c~1 \'.Olesse ulteriormente persuadersene d_el!a ven~a.<le;;lt enunciali co1·o!larii ; cliniche osservazioni e pezzi anatom1c1 che ckpougouo anch' in favore ti' alcune t ra le giudiziose r~roposizioni emesse so tale argomento dall' ingegnoso Dott. l'1zzorno al quale, nol mentre ci rincresce l'essere costrelli a dare rnaggior esaltezz:a lHI ossci·vazioni anatomiche da lui. riporla!~ in nome llOSll'O , rendiamo 11el10 stesso tempo i dovuti rmg1·az1amool1 per avcl'ci di l.ile maniera dato occasione d'.esporre le cose su accennate. Del resto noi crediamo col U0ll. P1n~r\10, scnz'<mt!·are nella. digcus~i.one dell'argomento, che la condmo n.e patologrca della tehhre tffoiclea non si debba riporre nelle alterazioni dei follicoli iolcstioali ma si vcrn in un disS;!s!o generale del i'economia e speci~l~en!e nella viziala crasi ~e! sangue. E tan10 pi~ siamo lontani dal riporre questa malatt1.a · m. ana .~o::idizione m{iammatoria ; imr,erocchè l'infiammazione e cos.ilmla da un pro.cesso plastico e la febbre t1foiclea da un processo dissolutivo. Genova tti IO di febbraio 18:,2. Giuseppe l\finaglia Dott. Coli. e I. 0 Disett. Anaf.. Luigi Agcno DoU. CoU. e Visett. Anat.


BOLLETTINO lJFFi ::J.U,E Va.riM'.iOni nel Personale 1lel Corpo Sanitario-Militar~ MEDlCIDI BA'J:TA(}LlONE DI 1.a CLASSE

notl Giuieppe F.nmn dallo Spedalo_Oivisio~a'.io_,di To_ri no Cf!· mandalo provvisoriamente presso 11 Cons1gho :superiore M1Jilare di Sanità. . . . Dott. Pietro AMETtS da Monaco ta passa~;:;10 al!'S0 d1 Fant. Dott. Stefano 81,NRDICTl dal For~e di Gavi passa al 1.o Battaglione Bers,1gl1eri. . . _ _ . Dott. Antonio LONGttt dal 1.o flaltagllonc IlerJaglier1 passa al:o Spadaie d~ Torino. ., . . J.lott. Domemco B,\lt.lCCO dal! 8° Fanl. pana af Forte dr Gavi. Dott. Giorgio Bonr.LU dal 15.o Fi!nteria passa a :i\{onac(I. Dolt. Gio..anni A-J~rn dal J6.o passa al 15.o di Pani. 1:l.EDICI DI BATTAGLIONE DI 2 .a CLASSE Dolt. C~rlo Rin passa dallo Spedalo di 'l'orinù al JG.o Pani. Dù!t. Luigi nomm1, Chirorgo _di It'c~idio, col_localo ~ ri~?so. Doli. Pietro GIBELLI, Hl. · 1d. · rn r;forma. Entrambi colla conservazione del grado imiemo con la facoltà di ve.stime la Divis1..

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l!UEGlU) DECJa.ETO (f/edi il numero precedente) .

· 26. Tutti gti Uffizi ali Sanitarii l'tlilitar-i :della Reale l\1ar1na, quando si~no_ sbarcali io Genova. d_ove lroyasi s~abilito il ~uo Speda le Prrnc1ra)e, sl1raono 1euu11 m_ lJH1ss1ma .eh fare servizio regolare e conLmuato presso tale Stab11Jmento. 21. Il serviz.io cosl dello deìla ChirUrf(ia min61·e cioè tutto le operazioni flebotomiche occorrenti a lutti gli ammalali, non che queilo relativo alla scrillm·azione del quàderui di visita e della formaiione degli Estratti dei medesimi, sarà fatto dai lfe. dici di Grado inte1·iote presenti a terra. 5l8. ~l Medico in C~po della .R~ale .M~rina. do~_rà .iv:,re l_a più sollecita cura perche tutti gh Uffizial1 Satutam l\Iar1ttim1 addetti c1llo Spedi1le Principale della !\farina e che si trovano in Genova, possano pet· larno ese1·cita1·e promiscuamente la Medicina e la Gbirnrgia, onde più f.1cilmente acquistino e conservino la voluta scienza ed abilità per l'eseréìiiò deWuna e dell'allra .facoltà. ~9. In caso di malatlia o d" altro impedi"met1to del Medico io Capo le Lezioni di cui ·agli arl.icoh 122, J'23 del citato Rcrrolamento dei ~9 di gennaio 1839, saranHo date·dall'"Gnìziale Sanitari o pi~ ;m~ian~ e, pi~ c!~vato jn_G~a?o pr~se~te aflo Speciale. 30 Gh UlI1z1alt Sanitari M.ant1m11 mcancat1 d'una Sezione d'informi presso lo Spedale Principale della Marina o presso una sua Infermeria sut:cursale dovranno sCt'ive1'e la storia delie malattie più complicate e parlicolari che si troverannc1 nel , caso di curare. Sarà dovere dei mede5imi di fare ·pTima de lla fine d'o,,oi mese la rimessione delle 1,torie di cui sovra al .Uedfro in Capo. 31. Almeno due volle al mese tutti gli Ulfiliali Sanitarii della :Marina addetti allo Spedale Principale e quelli che trova11si sbarcati in Gen_o~a , si raduneranno in Consi~lio sotto la presidenza del "Medico IO Capo per trattare delle cose di Servi.:io Sanitario-lfarittimo e specialmente di ciò che si riferisce alla Scienza. In tali cil·costanzc si farà pubblica leHnra delle storie delle malattie compilate da i.·curanti. 3~ Delle riunioo i di cui all'articolo antecedente e delle cose che in esse si s~rano d iscusse , si farà risultare col mezzo di processo verbale che sarà poi trasmesso ùàl :\fedico in Capo colf~ ,storie delle malattie, al.Consiglio Superiore Militare di Samta. 33. Tutti gli l!f~h:iali Sanitari i addetti al Servizio della Regia Marma pr~scnll 111Geoova,ecce1..ioue fatta del Medico in Capo, dovranno 1nterve111r a tulle que lle Co11ferenze Scientifiche che s~ranno.teaute !)ell'9 s_p~dale i\li~it.are Divisionale sotto la pre~1denz~ del Medico D1V1s10na!e d1 t.a Classe che vi sì trova addetto , 1I quale .ne porgerà l'occor rente a vvìso a I Medico in Capo d~lla }l~g~a M~rin~, onde questi possa rend:!J°'ne inti;si j suddetti Uflmah Samtaru Marittimi'. 34. In ca~o che il predetto Medico Divisionale fos.e ammalatoocheperqualche altro legale motivo non potesse preBiedere alle ,Con,fere!1ze sov1·'ac-cenoate , il Medico in Capo della Reofa H~rm,1 e c~rnmato a sunogarlo in tali p1·esidenze. " . 35. N~I ~r1~,o trimestr~ d'. o~ni ~n~o il Consi~lio_ Superiore Mih!ar~ d1 Samta_ ra g~uagliera 11 Mm1stero d1 i\Iarina pe r mezzo d1 c11:co(!sl~nz1a1~ e bene dettagliata relazione intorno ai ri• suita.ti dell'1stru21one che ebbe luogo nel!' anno antecedente ne_gh. S~edal! Mi_l_ilari, _s e~n~lando pirrlicolannente coloro fra gli Dffiz1ah Samtaru Manlt1m1 che magg1ormeole si diE!insero ne! lrarre profitto delle Lezioni.

36. l! Serviz:o Sanitario Lleglt Speda!i dei Bagni si1rà affidato ad l:11ìziali Sani tarii locali. 37. li num~ro, il tilolo e !a pnga d'essi snno st;;ibif1ti com'it& appresso: 1 ìlfedid addetti a.i Bagni di 1a Classe e.on paga di L. 1,300. 2 Medici addeUi ai Bagni rii 2a Cti,sse con paii;a di L. 1, tOO. 38. Il Grado ùei !\ledici addetti ai Bagni di l • Cla!se è assimilato al grado di Capitano: quello deì Medici di 2• Classe a1 Grado di Luogotenente e potr,rnno ,1uin<li far uso della divisa stabilila all'art. 8 della presente. 3!>. A ciascheduno degli Spedali <lei lrngni di Genova e di Cagliari sarà adrll!lto un Me<lico di I .a Classe ed uno di 2.a Classe. . 40. Per la nomiua ai posti vc1caoti cli Medico addetto ai Bagni ù1 ~-a Classe saranno g li Aspiranti sogg.itli alle condizioni presenile dall'art. 10 del presente .Decreto, esclusatjuclladell'espe• rimonto cli mare. 41. Per le prnmozioni a l\.ledico utidelto a i .I.lagni ùi La Classe :si seguirà rn norme stibili!e dall'articolo 1adel pl'eseute pe, la promozione al Grado cli Jlfed.ico di Corvelta. 42. T l\Icc.lici addetti ai Bagni :\Iarittimi , in c,\,n d"imp~dimcnto d'uno d'esgi, si rimpi.azzel'an a vicenda. 43. I !\ledici addetti ai Bagni sono posti sotto la d;11endenza del Medico in Capo della Marina cù hanuo le stesse incoruhenzc e gli stessi doveri ch,i gli Ullìziali Sauitarii Marittimi lmbarcali o distaccali agli Speda!1secoudari delle Isole. 44. l !\Iodici addetti ai IlJgai son amme»si al 1·,10t;;ggio dell'aumento (li pa!;<A d i L. 200 all'anno dopo 10 anni <l'anzianità di Grado , tolle stesse ,cond izioni e r iserve specilicete all'art.~~ del presente Decreto per gli Oflìziali Sanitadi Marittimi. 45. A Cagliari il Medico addello al Bagno tli 1.a Classe, atteso !a distanza dello Speda!e del Bagno da lla Cittì1,saràtenut. J a fare 111 circostanze ordiòario lìna svia ,•isita per gio r no allo Spedale. li ;uedico in 2" risiederà costantemente cd avrà allogitio · nel!o S t.!bilimento ove disimpegnerà pore l'Uffizio di l?armacisla , 56. Tulle.le diverse D•sposizioni che ragguardauo al Corpo Sanitario-J\fi litarn della Ueale l\1arioa s';inteoc.lcraopo e sono n:iant~nute ferme ·in quelle parli <l'esse che non si trovino variate ed abrogate da l presente Decrelo o che non sieno contrarie al tenore del medesimo. . 11 nostro Jllinìstro Se1(ratarfo di Stato per glì Afiàd della i\larina è incaricato dell'esecuzione del presente nPcreto che sarà registrato al Controllo ~eneralo. Torino addì 26 di dicembre 1851". VlTTOn IO F.1tAN(Jl!'lLE.

C. C.1voi.;11.

TABELLA N° l .

Payl1c e Vantciggi assegnrlti ai Medici del Corpo SaniUtrio-111ilìtare 11:farittimo Med ico in Capo della Realo .Marina pei primi 10 auai di grado . L 3,~00: pedi muri consecuti vi Hi primi lO :mai di grado come <1ll'i1rt. 25 del Rio1·dioame11!0 L, 3,400. · 2 Medici di Fregata di 1.a Classe id. i<L L. 'l,400 : i<l. icl. l •. ,,600. 2 llledki <li Fregata di 2.a Classe id. icl. L. :l,200: id. id, l.. 2,400. 6 )fediçi di Corvottu id. icl. L. 2,000: id. icl. L. 2,200 5 ~Iedici :\fariltirni aggiunli di I .a Cl,1sse id. id. L. 1,MO: id. id. L J 1800. ti id. id, di 2.a Classe id. id. L. J,300: i,!. id, L. 1,600. Nota. Gli IJ!fiziali Sanitari i imbarcati gocirunn o clegti stessi vantaggi acco rdali agl i Uifiziali subalterni ·di VaS('CJ!lo. ., l'orino ai ìG di di;;ernbre 1851. Visto d'ordioe di S. ilI.

e. CAroc1:.

TABELLA J\ 2. 0

SPECCJllO di Biparto dei Medici del Corpo S1wilario-Militare 11/arittimo a.ddetti ai diversi Sl1'vizi di, bordo e di terra. T.oSpedale Principale avrà 1 Medico in Capo•, I Medico di Fre~ata di 1.a Classe, 4 Medici :11arjUimi aggiun\i di 2.a Classe, 1n totale G. li Servizio di bordo, dd R. Arsenale o del R. Cantiere sarà disirnp egnato da 1 Medico di Fre'(ata di J .a Classe , id . di 2.a Classe, 6 }ledici dì Corvetta, 3 Medici lllarillimi agil,iunti di i .a Classa, 2 id di 2.a Classe, in totale 14. • L'Isola della J\faddaleua avri1 1 Medico :\hriUimo agaiunlo di1.a Classe. ·~ L'Isola tli Capraia id, id . Totale generale '12. Nata. Due llleclici sarau imbarcati a bòrdo de!Je !•regate e Corvette e dei Ph·osci1fi non mino ri di 300 caYalli di forza ed un solo sui legni minori come dalla Tabella di formazione degli Equipag~i dei I\. Legni. In tempo di guerra però sarà assegnato on Medico di piu alle- · .Fregate tanto a vela quanto a vapore noo che ai Brigantini . Torino ai 2G di dicembre 1.851. Yi!to d'ordi ne di S. M.

c. C.HOUI\.


DEL MOYHVIENTO DEGLI Al\lì\'IALATI E

delle inalattie state curafo negli Spe,lali Divisionali e Succursali !liUlari nel n1ise di gen;atio ,t 852.

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) Per nicios e, . . . . . .

Eoc efaìilc . .

8.

/ 1 Spinitt1 . . .

/ Oltite .. .. . . . . . .. . ... , {. Reumatica . . . . . . r . 1 . P11rt1lenta . . . . . . i utta mia Belli.;a o C?nlagiosa. B!ennorrag1ca . . . . Aogiua . . . .. . .. .

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Osteite . .

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Varicocele, Cirsocele

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Sarcocele. . . . . . .

Artrocace . . . .., Spina ventosa : Ostesoarcorna o

Cari o e necrosi.

io!

Ostacoli uretrali . Calcoli.

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Suicidio. lo os!ervazione

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F1·atture. Lussazioni . . . Scirro e cancro . ' Cancrena.

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Tumori . .. . Ascessi acuti. ,.. Id. !entì.

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~ Scarlattina . :: Rosolia . . . ~ Scab bia . . . ~ Erpete . . .

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Diarrea. ... . Dissenteria . . c11olera morbo

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, Vi~i oi:gauici del cuore Aneurisma . .. . . . . Ulcere. l~istole

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Tisi~bezza polmona!e . ldro,orace .... .. . Ascito . . . . .. . .. . ;: Edema . . . . . . .. .

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Uretrite .. . . .. . .... ... . Id.. Bh.•nmHTagica . \ Orc:~11,e. .. .

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• Tetano . ; Paralisia 7.i Prosopalgia. . . Ischialgia . . . Stenocardia .. Neuralgie varie

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Ep1lerna . . . . . . .

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Broncbile . . . . . .. .

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Totahl dei morti

Totali· .

--1'------1269 i 854 2556 47 1532 \

~lortalità relativa ·1/ 13 p. 010.

I Torino, t85j, Pclazza, TipoJrafia Subalpina, ria .~llìllri, na 24.

Il Direttore Dolt. COMISSETTI i\f.id. Div. U Vice-Direttore respons. Dolt. Bar. < Je BEA UFO.tu lU. n.


( al ,, 0 di marzo ~ 85·ì )

ANNOI

N° 32

GIORNALE DI HEDICINA HILl'fARE DEL CORPO SANITAiUO DELL' ARllA1'A SARDA L'associazione uon si riceve che pel' un anno o comiueia col t" d •agosto, li Giornalesi pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana PREZZO l)'ASSOCIAZlOXE

In Torino . . . . . . . . f,. 10. In Provincia ed all'Eitero, franco di posta . . L. 11 . d I b p gars· per semestri anti cipali. r.o associazioni per i non milita;i ricevonsi alla , :ia ~~~ri:,tn°a0:~\!. i: iett~re per abbonamento a l Giornale debbon esaer alJrancalc accompagnate da vagliaSon.u.Puu postale.

L' bb

TlPOGRA1.t1.i..

ed

SoM.U.-t 0 Dotl. FAllllB:Annot-azionisn la Clinica Orale ed Operativa del Comm. Pro[. Il1n111. - 'i1° Doll. !Scu VBRA.l'il : Su lo Sbrigliamento primiti vo delle forite da armtt dn fu oco. 3° Dott. VAGUB~Tt: Perforazione intostinale. - 4" Relazione delle Confer enze Scientifiche. - 5° Doli. MOTTINI: Rhisla dei

Giornali.

PA.RTE PRIMA. - -·

ANNOTAZIONI SU LA CLINlCA OllALB KD OPERATIVA DEL comtEND. PROF. RlllERl Tracciate dal Doli. F .I.B&E. {Vedi inumel'i 29, 30 e 3l).

Ulcera cancerosa della guancia e palpebra .~inist1·e

corretta colla r,eno-bic(aroplasf.ia. u Dopo avervi, Signori, in ,ilcuni Clinici ·rrauc11 imenli parlato in genere e t rasvolando delle affezion i cancerose, discendo ora volentieri a dirvi alc,in cltc intorno alra,umahito coricalo nc1! lctlo 11urno 71, che abbiaUlo leslè interrogalo e di cui la .Slori:, è cunse· guata ad an vostro dislinlo Collega il Sig. Depraz. ., Questo robusto co11t.,1diou, no muto St.efonn V,dlauri, d'anni 55 , stato ricoveralo nella Cliuica ai 12 di gennaio del volgente anno, v'offre una grave alfl: · rione cuuccr·osa cue occupa insieme con la ouancia . . " srn1stra tulla la palpebra inferiori! e s'cs1enJe anche uo poco su la radic~ del naso: lia la f1ll'llla d'un holelu coperto nella sua superficie lilicrn da 1111 'olcc1·a di .color grigiaslro-spo1·co, fnugosa, facil111c11Le san gumaolc ed avente i margini così rovesciati elle in alto coprono tutta la regiuo oculal'e giungendo sin al SOfH'accialio, iu fuo ri l'areala ziaornalict1 "" :, . ' in dcnll'O .la ~onispoodeotc ata del oasfl e giungoo al ba:1so so 11. p1aoo della radice del labbro, Alzand,1 4uosti marg111i rovesciati è cosa facil e lo scorcrcrc cbe la o base dal ·tumore, sebLene dura, è piit ristrellu e gode d'.t~n. tal quale grado di mobili là : ind ica qa<:lsta 111<1 • b1ltta che 11 sua sede è nella pelle e oel Lessuto cell uloso soltocutaueo senz'i11teressure le pa1 li udiaee11Li agli ossi : la palpebra poi è lutta compresa nella degenerazione e non è da questa salva fuorchè I a metà estema della congiuntiva: quest'enorme am masso degenerato prese la sua evoluzione nello spazio d 'ollo

mesi da una piccola e superficiale crosla ch'erasi mauifoslalu ott'anni prima e che l'ammalato graftiava sovente con le ugne : suno è l'apparato linfalicog!iiamlulare delle pa1 li circoslanli, na.turale il colore ;lei yul tu e pt•rfeU,o l'equilibri<> ddle fu01.i oni. Dotalo <li k111per.i111entn sa11g11igoo squisito, <l'uua l'ol'le CO· sti lnzione, qucst'ummalato ci offre uu abilo cutaneo Lene mauifosto dul etilorc ros:;11, dulie rughe e dalle frequenti SlJUame della pelle, dove soFrattullo è esposta :il coni.atto tlell'arin ; le sue 111u11i son ,mzi da ben venli auoi la sedo d'nn'eruzione erpetica forforacea. Nella sua iufaozi,1, adolescenza cd età virile nuu altro soffe1 se fool'cliè alcune ulfozioni reumHisrnu li e catarrali die unn o due salassi fugavuno con pronlezza. Scl,!J.,cne dotato di temperamento sanguign o e di ro1.,usla costilu·t.ione. fu egli abu~atorc tli stimoli e di I.Olio ciò ch'era capace di s1,ste11er in eccessiva tensione il suo corpo, massimam<{11le il sistema irrigalMio l'osso. Avèle udito, Signori·, la confessione c!Je egli ~n di ciò ci fec;e e voi dic uvete tante volle letti gli elog i dcli' insliulo qual Edemcmto ù'lgicoe conserva1 r i<;c ddl'twmo, san:Lc manl\igli ati vedeudo come io costui l'insli11to e le sue lcndenze ftissc1· Lra sè io npt~rtn cozzo. SPnza credere dw l'i11slio10 in C!'SO lni sonuccchiusse, ùome si pot:·el,b:i spiegare quella su,1 tendenza :1 s11pruss11turarc d i stimoli una fibra di sua natura gfa satura d i \' ila e <li stimoli in_terni specialmente di saugue i' :Ha nu11 so110 di ciò pnnl,u marariglialu io che iu migliaia di casi , id i per massima gii uunlini <li 11at ura rubosti-:,5i mi, cpperciò rneuo bi~ sùgnosi di modilìcalnri eccitanti , uozi Liso.guosi di oppnsl i muùificatori, essere per lo più da u11'i11teroa forza agitatrice spinti c:011 loro ,lunno ud eccessi di mo~ dificutori ed azioni eccit.1 nti: siccome all'opposto ebbi innumerevoli occ:isio11i Ji vedere persorrn grncili, <li tcmpcramc11lo linfalico, rc~piranti "ri:i m alsaua, condannate quasi ali' immobililtt, epperciò ùisngnnse di modilicatori eccitanti e capaci di cu11truppcsare le tendenze della loro nal1Jra e le esterne condizioni contrarie alla lor esistenza , prodili{Jt!r' i modific.itori debilitanti. Tolga il cielo ch'io voglia coo ciò indu1·vi a non creder agli effelli dei poteri i11sti11ti vi e conservatori: mio sol :ntenòirucnto è quell o di fa r?i presente come l'inst.into del\' uomo nuo sia sempre una fedelé stello. condottiera e come molte volle chi è seclotlo dalle sue tendenze più presto rovini.


't50

quando sano è. lo sLatn gr.nernlc, vi hu nella lncalità lo mezzo a cotesl'abuso di stimoli il Vatlauri , uoa suffìc iente ragione di quell 'iuduramcnlo : dovecliè giunto ai 45 anni, cominciò a provare un senso indequando I' ìotlura mcnlu 11ccorre ~pont aneo e primifi nibile d'abhallime11 to e di fa lica , cefalalgie erratiche, tivo ci1;è 110n preeeduto da alcun'irrit.oziorie locale , prurigini vnghe e poco stanle ,•(de ~orge1'e l'eruzione la ragione non può difendersi dal considerartn quali~ erpetica già sop ra mentovata, cli cm un germe fi s1111to nello base rtella pulpebra inferiore sinistra cc,n forma traduzione esterna d'un murhoso principio inlel'!lo cli I.li lla l'economia. Jn somma, salro il caso di persuna di crosta che a vicenda si distaccava e si l'iproJuceva, travagliante di diatesi scirrosa latente, in cni un'ul. dul'<> indoleole {h'r In spnzio di 9 anni circa e fio almcote, ororni otl<> me,i, si rese p rurigioosu, s'eslcse cera o ferita accidPnlidc può assumer i caratteri della cancerosa, c:ome può :isso mere quelli di scro!'11losa , in superfici<>. ed in profondila, cessò dal rigenerare la sol 11a pellicola e si converlì in un'ulcera gn1nulat.a, d i cd tica u simili in chi è tocco di labc strmnosa o venerea, la ra gione suggel'isce che in genere l'i ndu. fuu gosa e stillante, olla mrmiera delle cancerose , un icore acre e fotenl.l', e ,li tratltl in !rallo percorsa rfo ramùnlo biunc1i o rosso, nato da un lungo fomìlo irdolori landnauli . AtJ u\limo ùopo ullo 1l1t:si di ste11to rit.1ti, o pri111itivamen1e locale , può , questo co11linoanù c,, subi r ulteri01·i t rasl'orm,n.io11i le q uali , se ofin eni l'ammalato 110n aveva smessa alcuna ùeilc sue frono qu:dclw somi{'ll ianza con le ree t rasfur m,1zioni veccl1ie abil ud ini, spint•J dulia d ilfo n nitì.1 e dal ii more cnnccrose, non ne lrnnun però la realtà e pusson Cii· dell'avvenire, si prcscnlò a noi e fu agli scorsi giorni sHre guarite nri corpi sani e scevri da discrasia , riCo\·eralo nella Cliniea. qual e sia la forma c he offrnnc,, eou i Ctlllstici o con Di qnesta laida 1ualat.t.ia lu qu::ilc non ha radice in i.ilcuo g'cruH) ereditario, nè in alcuna discrasia delil Laglio; clovechè la rngione consiglia di non ripùrra fiducia in questi 111~1.zi quando senza snflìcienli cause l'a111malato j)('r ' qu:rnlo polè rilevarsi dalle mioutise senza fomite irritativo hcalc npparisce in un modo simu jndagiui tcslè fotte, la c,1gione più scusabile debbc rinlr.iccia rsi nel l.èm pt~l'/\Jllentn saognigno del· insidiosamente mil e in nna <prnld rn sc·d,: del corpo u11 l',llnmal:ito, neil'ak1so ch'egli fece degli stimoli, nel ma le cotanto ioc11mb,1t1ibile e cotanto csizinle com'è suo abito cutanei• e nella prulraun a·,.ione ddlc inil canceroso <li cui l'claboraiioue i:J di necessità pre· giurie esterne. Effi•tti vame11tc non è uw lagevu!e rensuppor u11a profoudu alt.iirazillne nei precipui p11teri dersi capt1Ct1 c1,m'1111iA lenta ed invet era ta iolia:um ac1 11scrvatori dc!l'uonllJ e n<1i p i ì1 uobil i suoi 111ate · zione, prC'parnta ed iniziata da snbir1 ita·Linne abiltrnle riali umur:tli. dl!lh! \'ie d1•lla circdr:1.iooe sanguigna per tem peraQncsta gr.inùc prub:1bililh cii uon riprndu7.ionc del mento nativo e pur .,bnso di s1irn!l!i, loca li:r.1,alu su male del.>be dun1u.: renderci non snln procl ivi all'idea d'una pronto recisione, ma J que!ia pure di rest:mlu pel lè di cui la circol:1ziooc rra, per ubilo, pn.walenle, e di continuo 111:intennt:1 cd .iggruvnl.a dal con rorc irnmediutamcnle gli organi cùe si lfwer:rnno via con 110 lembo autorlasl ico. Oen è vero che , dove tatto dcl1'111 in, da grafiiaLure e da ullre esterne ingiurie, 11 bbiu i11 lìrie con il lnngo p r1:gresso del te111 po pnre "i f.,sse la probabilità della rìgeneraz.ione del mille, si tlovrebbe Lotlavl:i. ricorrer a quella 1'ecisione; foti(! passo all'nlccrn cancerin;u. Tn o;-di11e ulla tenipia voi, Sign11ri , v' ai:-c111'{!cle 111a, oUrachc ciò s\>seguirebl>~ con iscoraggiamen to, 11011 s 1oserehbe subito coprire la bre,:ci:i supertitite se11za che sia bisogno ch'io ve lo òic.1 , clic nulla vi liu II sperare nè tl:ill'11so di m<1 zzi incnwnti, nè, vista ,i ll'opcra7,iOnr. con un lembo a11lopl astico su il tumore la spee!iezia della base dcll'u\r,era, dal caustico til· che, riproJuc<'ndusi il male, e~so pnre ri11111uc.<-sc con· luale o pri!Poziale e che riman~ l'.rnico partito della larnina!n, 111;1 si dmrt>bùe per ciò aspellar il ramrct:isionc. Ed u~·e m'i~llt'rrogai,;t,• ~e llnn si:1~i dopo la rn:irgina rncnto di quella b1ecci:;1 prima di ricorrere all'au toplastia; b qua lti cosu, oll.rnchè lunga, è solirrcisione a lcrnnc prnh:;b:ic In riproduz.'ooc, vi direi che, pur Cacend11 la debita e hr!,:a pa11t• alla fallibit:,irnenlerf' :-pinta tlall':irnmalulo il qo,ile !W, vero Filo· lità dei giudi1.i umani , i11 tjtt -.in Cll:;11 paventerei sofu P:alicr,, si sottopone co11 ccw,1ggio ad uu'operameno quella riprodm.i11ne, a vuto 1'i;~1wrdo, nwn anM ra zione d i cui egìi 11 0 n preco11osce la durai:~ , la graalla rubnsl:1 costituzi1111e del! ' an1mala1u, che nll 'as· vità, l'int<'nsi là <h• I Jolore cd il n!ll1lern dt1gli atti neces:-,arii ., compierla, rimane poi seurnggiato da sC'nza dei caratteri di qu~\0111; . • disi:tatòia, alla sanità <ldl':ipp:}r,)IO linfotico-ghiu:1t!l,\ 11 ,: ,i ti1•i tesi-uti circoqu~I viver in un continuo lirnore d'unu seconda e sianti alla locnlit.i.t , al perfetto <•t1u ilìbriu d i lUl lu le I.ardiva operuzione. Vi ho pul'lato p~1ss:,ndo del ti more funzioni e soprnttuuo t.!ll'e::;serl'· ~1:,ta lu malattia sus- , d i vedere la malattia caucen,sa riprodolla su il lembo sec11ti\'a ad nn:1 wpedkialc a1t,1ctalura della pl'lle, aulnplaslico (1 qui vi ripeto eou cunvincimenlo che senza cùc fosse precorsa unu rl<•tle soltte forme del cot t>slo t in1Me, clrcccliè n'abbia det Lo i11 conln1rio ca ncro cioè la scirrNa. micloll:i re, lurdacea e !'irnm. l'Ill ustre Doti.. Johert, è fo ndato soprn fotti per me É vero elle l'ulcern ci off,e ,1tlesso 111111 base spessa più volte verifi cati di cu i ho già parlalo nelle mie ed alta , formata rh trs;;iture ,wenli i curalteri delle Opere 11/inori. lard acee e dello sc-,rrose; ma 11 01.ate, s :gnori , che l) iniostrata la necessi tà d' uno prnnl a recisione e la cotest'indurarncn!u di Ila htt!;e, ess•~ndo stato consuCU· pn,1.wbilit ù del suo buon esito, io amo, Sigoori, partivo alla protrul la di!l'u,ic ne tk!l'irrilazione dell'ulcera, larvi ora del modo d 'opera'l.ione eh' io credo più è a gran przza n:euo I il:>,;ante che quand'è fo rmato acconcio e più vantaggioso. 'fotto l'ammasso morboso di primo Iratio 1' pr,:<~ede l'ulcet'a. Ciò è suggeri to dovrà essere compreso in una dopp ia incisione n V dulia rngione e :Ili fu p:ù vn lte confe rmato dall' osavente la base in su tra la pnrle sinistra della radice del servazio ne. E di ven, si sa che i tessuti settoposti e oaso e la commessura esterna clel!c palpebre, e l'acircostaot.i ad u11 'u 1cera abi!nale snglion esser inqurnti, p ice al b,1sso poco sotto la fossa canina sinistra vers~ callosi per la continua irradi aiione ifl'it ali va elle da la commessura dei labbri. Si procnrerà che sia sotquella ai medesimi si dì!fon dc : si sa cbe , anche traua dalla demuliiiooe la metà esterna della con· 1


i,iunliva palpebrale, ancor ille~u, per unirla con opportuna rnlura cruenta al rmrgwe superwro del !err!bo autoplusl:co destirrnto a restaurare la palpebra rec1s~1. È da lamentarsi che il punto cd il couùullo lagn-

male ubhia110 pur u cumpreudersi nt:lia rcci:iiouc perchè cont::iminal.i; rua spei·o che, ::1dereudo la 11uo~a palpebrn al lato siuislru della . radtce del uasu, 1·1marrà da essa cc11npiuh> il lato 111terno del seno palpebrale e che fJUesto, pc!' la rigidiL~1, quasi immob1 · Jità ed elcvatezz.a del piano della stessa uu11va palpebra, renderà le lagrirne che vi si raccolgouo facili all'assorbimento per parte del punto lagriinalc superiore. Spero inollre che, supplendo qne:ito in parte al mancante puorn lagrirnal~ inforiore, di poco' 1nomcntu sia per riescirc lo stillicidio delle lagri iue :,;11 la guancia. E siccome i margini rovesciati dell'ulcern vieli.HtU di bene scoprirne la base , cosi ul flue che i leste detti atli operativi '. siauu pii.1 agevoli e più esalti e c~rn i~ gammaulte non levi via fuorcl.lè i tessuti contamrnal1 risparmiando il più possibil i saui, sarà bene sb:irbare fooanzi 1ratto quei margini, cosi elle nessun punlo della superst ite base del tumore sfugga lu vista dell'Operatore. La l'erit.a superstite ulla recisione rappre senterà la figura d'uu V, a cui si putrit facilincule c,10 uno o due pnuti di sutura crueula ·verso il suo apice dare la forma semilun.1re cuo la concavità rivolta all'occhio e con b convcssitit verso la commeasura dei labbri. Per C()prire pùi colestu brncda e restaurare la palpebra e la guancia ioaocanli uon vi sara altro migliore mezzo fuurcbè quello di distaccare un lembo ùalle rt>gioni tempornle e zigumatica, dis· sccaudolo dall'apice sin alla base cioè lin ul <lisso! to della commessura palpchralc esterna cd inclinandolo di pui ,,erso la brecciu. Al1i11d.1è pèrÒ quesl;i breccia la quale ùa nna forma semilnuurc sia del lutto riem pita ed eguale rimauga l'orlo della nuova pàlpebr11 , è uopo che délle due indsioui, isolunti il le,uho, l'a11 · leriore siu alqnauto couvessa e retta la posi criure; in questa guisa metli:rntc l'ioclinaziune del lembo il suo Jato nntcri<•ro convl!sso diYen11lo inferiore s'accuaciera beo al111 coocavil :t della brr.cda e lulta la coprirà, mentre il late, poste, iore divenuto superiore comporrù con t1guaglian1.a l'orlo p·dpebrnle. Si pulrà quindi riunire la ferita con b sula sutura cruenta 111terrisa, oppure si potrà riunire cun l' attortigliata d,ll lato della guunda e c(,n l' intercisii dal !al.o della radice dei naso a cui l'atto11tiglin1a· non po1.rd.>lle ucCuUl11. darsi. Dupu ciò si coprirnnno i margini riuuiti Jclla ferita con una listarélla ernpl:.1stica o con talfotà d'Inghillena e si sostcra·h l'apice del lembo cuntr!1 la ra di.ce del n.aso con una o due lu11gue lislerclle emplasticLe elle dalla nu1:a si dirigeranno verso la fronte passando sullo l'orecchia sir1btrn. Si rinniran ad 111lirno ,cou la sutura cruenta gli a11goli dcllu ferita ddlit ~empi~ e s'aspellr.rh dal tempo b riunione per sec1,nda 1Dtenz1u11e di quelle sue parti sopra di cui 11(>0 si potrann11 Prima pnrò • . fa ,·e. scorrnr i vici11i i11Le,,umeoti. t, d ar:c1ogers1 a cotesL'utto operativo convicue SifTnuri ' :, leYare .di mezzo con 1'1applicuzionc d' alcuue polveri suganl! queJle ~uperficiali callerilure e macchie risipolalùse che voi vedete nella pelle circondante la base rtel tumore, evideot.emeole dipendenti <lal contallu dell'omore icoros(, dell'ulcel'a. ~ . Dopo compinto l'atto operativo e vedutone il fausto rrnullamenlo il Prof. Comrn. Hil>cri venticinque giorni )

dopo riepilogò in un altro Trai.tenimenti> Clinico gli evenli posteriMi all'operazio ne pres:;oehè uei seguenti termi11i: ., Voi vedeste . Signori, che. eome l'uvevamo progeu.ato, cusì_ ,1pp11111.o ries1:·1 l' .il.lo operutivo. l,'em111·ragia fu poca co-.a; il lembi, riesci così umpio che non fu quasi bisog110 di listerelle emplasl.iclw per manlenerlo in !>ilo. L'ammalalo il rpiale sofferse con grande coraggiu e senz'alcun lamento l'operazione, fu colto da uua fobbre traurnslica così leggiera che in pochi giorni svanì Cdl solo sussidio del riposo, della dieta e delle bevaude rinfrc.;c;itive. l le'>su,i vicini non preser alcuna parte alla 1·ia2ione rr:mmalica. Un piccolo ascesso el,be luogo sotto il lemho in corri spond1rnza della guancia, di cui hi suppurazioni stilli>.rorn) cuo l'aciiita tra due punti di sulurn e che guarì. nel breve spazio di sei giorni. Il li!mho che uei primi dieci giorni dall'opcraz.i11nc era so,· el'Chiu tumido , rosso e rui riacciava di rell(forsi ipertrolìc,1, impallidì. e s'assottigliò. così elle di preiieolc non è ui1erso, per colore e per iipessezza, d:11le parli circoslanli, dalle quali non è peraltro distinguibile fnorchè pe,· le tut~ ~ora rosse cicatrici d<!'ruargiui l~ <le'pnnti d t snlura. La wcltt esterna della cougiuntiYa cop1·c11tc la palpebra i11fè1·iore e l'odo della nnov,1 -pal1)ebra sonsi resi tra sè coaderenli. llensl questa pnrz1o:u: di copgiuo, liva molto rnS6eggiò e gonfiò nc'sei primi giorni dall'opcrnziu11c, ma oggigiorno voi la veJet.i: per il me1.iu di duBsole e superficiali caut.<>riz1,a2ioni 0011 il nitrato d'argento ridotta quasi del t ull,, al suo sta lo ualura1e. li lembo :.iutoplaslico si cnnscrrò intiero, salvo cl.te in quella sua parte che fo riuuil.a al lai.() si nistro della radice del naso, la quale, per la sdrusciLUl'U d'un punto di sutura, mancò d'appoggio é cadde alquantn sollo il piano dell'angolo interno dell'occtiio e 1100 avrebbe perciò impedito !11 stillici,l io delle lagrime; al quale ~rave it1C1J1tvc1:ieot.e s' era già pensalo porre piit tardi riparo. St! 110n che la uatura ri ~rH1rmi<> ogni ulteriore sforzo dell'arte riernr,iendo qnella lacuna con la c1,ngiuotiv.1 palpebra le dell'angolo interno de1 l'occhio, la quale voi , Sign,,ri , \·edeste 110n senza qualche marnviglia i11tnmidirsi da prima io forma di t~ibr.rcolo e 1·icmpire quel vano, pni :Hlerire all'aogolv del lem bo autuplastico sn il pit1110 d,·lla sua f:tccia iulernu, poi i11du1·ir~i, poi ud ultimo prtìsCi11garsi nella supcdh:ie e divcntan; ca\lustl, i icostit.itt~ndn frattanto la parlo interna del seno palpt•hrale co!IÌ che pochis · sima è la qua11tiltt dt!lle !agrii11c che si spargnn su, la guancia . Già ... lira volla fid'io simili car.i e uc ho parlato ucl mio libro di Bte(iirollalmolerapia-opernti'va. La !-Operstite ferita della tempia olI'resi di l,ellissim'a· spetto cd è così risi retta, ch'cutro pochi giorui sarà tutto. copPrta di cicatrice. E questo bell'esilo c11 oforme ai nostri voti s' è nUeonto con una lllk semplicità di medic,1zione che 11ul la piì1, es,end'a ciò b:istala l'opplica1.io11c d'alcuni blandi unguenti uei primi giorni dull'opcraziune e dnpo poi l'uso LI' alcune semplici lavande e la massima neltezz:.t della parte . n 4

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!52 5U LO SllRlGLIAMENTO PlHMll'lVO BELLE FRnlTB

DA

AR~A

DA FUOCO

(Sunto ,l'una Memoria del Dutt. SCLAVBRAJ'il ) . La discussione suscitala dal Dolt. Elia ( vedi Storia oum.o (j5) intorno allo sbrigliamento primitivo, aven?~ provato nella Conferenza dei 15. d'.ollolire com_'i .M_ed1c1 ?t:lililari sian1) lontani dal convenir III un solo g1ud11.10 su 1•approva2.io11e o reiezione del medesimo, il Dotl. ~claverani nella seduta dei 27 dello stesso mese lesst~ Hl proposito una sua elaborata 11.emoria tcm~enle a conciliare Je diverse orinioni col portare la questione nel suo vero campo vale a dire nel campo della pura Chirurgia Militam in tempo di goerra. Dolente la Rcdaziooo cli non po· tere per l"anguslia del Giornale riferire per inlicro quell'interessa nte Memoria , procur.erà tullavia di toccare con · cisamente lulti i ponti maestrevolmente svolti dall'Anlore. Dimostrala brevemente la somma importanza <li què· sta Chirurgica quistione e gli iofìniti scogli contr' i quali essa rnppe senz'aver avuto una decisiva soluzione, qnanlnnque 1\isc11ssa, siccome pure la qnestione dell'amputa: zìone immediata o mediala in parti<:olari circostanze, dai più crlebri ~Jaestri dèll' Arte, il Holl. Sclaverar~i de.: riva questo contrasto d'opini oni dall'avere voloto I varn Scrill.ori discuter in generale l'opportunità o l'inoppo rtu· ·nità dello sbrigliamento nelle ferite da arma da fuoco sem:a punto badar alle ci rcostanze di luogo, di tempo, di comt,do, in una µaro la serwi distinguere tra la ,1\'frdicina Civile e la l\lilitare e tra questa in tempo di pace od in tempo di guerrn. Ciò pl'emesso e toccata di volo la storia della pratica dello sbrigliamento , percorre piulloslo diITusamcolc le ragioni dei Fau1 ori e degli Opposilori di questa pra~icn, dimoslrnnùo come sia g li l!ni, sia gli altri incorrono soveutc in re ciprocho concessioni consenlaoeo appunto alla naturil stessa dulia queslioue. fra gli Op · positori cita llooter e Bauùcns, " coglie quosl'ullimo in fl:i"ranle opposizione con se stesso, giacchè rncotr'esclude as;ol11tamenle il prece llo dello sbriglia re, inculca poi quello <li convertire subito (s ur le clwmp) nna feri la complicala in noa semplico; il che e1J11iva rrcbbe alla ge neralizzazicrne dello sbrigliame11t u primitivo, non potendosi mai riguardare co me semplice 1111.J ferita da arma da fuoco la quale per necess ità è sempre complicata con la contusione. ln quanto aù H1111ter. uup,, .i\'ere notalo come Giov,rnni Beli e Blandin lo cn·d,rno poco. competente a scioglier un:1 sitlà tla q11 uslio11,· per 110n essere comparso ruorehè per qualc:hc momo1110 in l,pagna all'assedio d'lsolal.Jella, fo rillettere che, 11ua11t11nque opponenie. non esclude aITatto lo sbriglia muoio , ma solo si contenta di chiamarlo col 11ome ili pratica esagerata. Enumera fra i Fautori(;. Beli, J)upu ytre11, Charri(lr, Blan<lin \~ Begin, i quali tolti , comechè vanlino la super iorilà d'una tale pratica i11 alcune spec;alità di feri te, sono però lontani. <laJ ~olerla generali1.1.arn , clii! anzi concedono lutti esservi {eril·e nelle quali lo shl'i gliumt'oto, non che inuti le, sarebbe nocivo. A qncsto 11111110 l'A utore della Memoria muove ai propugnat,>r i dolio sbrigliamcnlo l'interrogazione se si possano stabilire preculli alli a decider il Pra· tico pro o contro qt1c$l' 0pi>raziono nei singoli casi di forita da arma <la fu oco e, do po averne dimostrata l'impossibilità in senw ristretto, crede che solo si possano daro precetti generali relati, i allo circostanie d,i modo, di tcm-

po, di situazione , della natura della ferita e dei tessuti Jesi, relativi in fin alla gravezza dei sintomi, alla parti colare costituzione do! Cerilo ed alla maggior o minore probabilità di contener e vincer i mali che potrebbero sorger O prevenirno le conseguenze fun este. In prova tli questo suo giudizio a<lduce la variabilissima indole di queste stesse circostanze , la quale fa si che questa operaiiono non si possa collocare fra le regolari nelle quali l'imprevisto ha la minore parie, ma be:,sì fra le irrego(ari Jclle quali l'elemento maggior è l'impre1>ìsto: <1 di falli, tgli scriv e, non vi sarà mai chi in una ferita » semplicissima voglia subilo sbrigliare per ciò solo che » essa 1'11 l'dfotlo d'un proiello lancialo da un'arma da » fu oco ; uè vi sarà chi sbrigli un'analoga fe rita anche » grave delle pareti addomi1111li o del torace: ma pijr • altra parie chi s'aslerrà dallo sbrigliare quando la fo. • rila riunisca tulle le condiziooi favorevoli a questa ,> operazione e quando rimanga pocn o nessuna confi1, denza in tutti gli altri presiùii terapeutici o quando » questi sieno già stati infruttuosa men le nsati ? E perchà » a òue Pratici che si regolarono diversamente nella cura » di due ferite tult'atfotto simili toccò una sorte diversa ,, nell't\sito delle medesime, do,•rassi tantosto imputar a ,1 colpa di chi fu sforlunato l'aver inlrolascialo o praticato • lo sbrigliamento P lo non o,;o dirlo: !lueslo peni so , che nella Scie11ia nostra i falli isolati provano poco, • fa cile cosa essendo il leggere descritti orribili casi • di ferite da arma da fuoco condotte a buon esito 1 » tanto mediante lo sbrigliamento, quanto s<mza del me• desi nio. Ed in vero quante volle una lunghissima cura » pie11a di pericoli non avrà supplito ad un'operazione • cho, già per se stessa 11011 gravo, pose altn1 volle l'opc» rato J scherlllo da tulli gli accidenti nel lungo corso • di quella pav entali? Quante volto due ferite olTrenli n un'assoluta iden tità tl'iotrinscche condiziooi , ananno » avuw on esito diverrn, non già in dipend1mza del di P verso mclodo di cura adoperalo, ma bensì per la pre>) seuzo 1101 caso sforluuato di gravi accidunti estrinseci » alla ferita cd al Cu rante; accidenti che mancarono nel1, l'altro caso coronalo da buon successo? Quante volle » in fine la t1,merità e l'audacia non trionfaron in ì\te11 ùicina della pt'udenza e perizia del Medico .allento os• servalor e profondo ragionatore? » Adduce quindi un al1r'argomento do ciascheduna delle contrarie parli invocato in proprio favore : consiste questo nll l produrre le nudo cifre dei casi curali con o senza lo sbrigliamento e, bench~ appaia che contro un sì fallo argomento rom pere debba ogni soli<lo ragionamento tal· mente che, egli dice, si potrebbe ripetere col Poeta Tullo le cose son l>nlle in astratto Ma quando il follo c'ò, stommene al fatto; tulla,•ia Ia riflettere che in Medicina , tanto meno poi nel caso in cp1isliooe, il calcolo numerico , lt1llochè preciso, scru poloso e scevro dall'ambizione di rare prevalere la propria sentenza , non può avere quel valore del qnalo nello altro Oisciplinc giustamente gode , perchè non si possono fare questi calcoli l'uorchè sopr' un gran numero di falli e perchè la quislione dello sbrigliamento <l le tante altre qnislioni capitali su le ferite da arma da fuoco , come quella dell'amputazione immediata o m~diala nella ferita della coscia con le~ione dell'osso, e quella pure su l'uso dei bagni freddi , tutlochè avvalorate dalle parli


eontendenti con la produ1,ione di magnilìci quadri, mancano di soluzione nella mano stesl!a dei più distinti Pratici : co'rrobora questa sua asserzione col citare le comuoicnioni fatte ali' Accademia di Med icina di Parigi su i fall i d'arme di giugno 1848 dalle meglio stabil ite Celebrllà delle due Chirurgie Civile e Militare, per le quali comunicazioni le più ardue quistioni su le ferite da arma da fuoco , tuttochè svolte con quell'erudizione ed abbondanza proprie dei Grandi In~egni ed avvalorale per l'un verso e per l'altro da qua_dri 1:umerici, non solo non ricevett~r una definitiva soluzione , ma servirono quasi ad aumentare l'incertezza di chi si fa a consultar atlen · lamente l'esposto di quei celebri l\faestri, discordi com'essi si trovano non solo su _le principali quistioni relative alle ferite da arma tla fuoco, ma persino su la dieta degli ammalati ai qnali gl i uni ·vogliono si dia un buon ed abbondante cibo, mentre gli altri esigon una severa astinenza. l)a tutto ciò, dopo avere detto che l'insolubilità della quistione su lo sbrigliamento sta nella natura stessa della materia che si tratta, perchè non spogliata dalle circostanze che posson offuscarne l'evidenza, perchè lo sbrigliamento vuol essere studiato in 5è e per sè, escludendo gli altri mezzi ~urativi che nella pratica ord inaria si posson e si debbono sempre adoperare prima od 1rnitamente a quello, conchiude che a rendere più facile il giudizio · su I.a convenevolezza o sconvenevolezza dello sbrigliameuto nelle ferile gravi da arma da fuoco, sia necessario prop~r il gnesfto se il Medico che si trova nell'assoluta mancanza d' altri mezzi ( il Medico Militare specialmente ) per vincere la necessaria infiammazione nelle fer ite da arma da fuot.:o, o che, avendoli, sia nel l'assoluta impossibilità d'osarli , sia autorizzato ad add ivenir a cotest'opcrazione e se questa possa allor essere veramente utile. Posta iu questo modo la qn istione, egli crede che sia facilmente definibile: • di fatti , scriv'egli, data una ferita grave da arma da fuoco , lulli gli sforzi del Curante debbono rivol gersi a combatlere la consecutiva necessaria infiammazione, dd tessuti lesi , a conlenerla in li· miti moderali , a dirigerla , ad utilizzarla io fine per modo che la medesimà di.venti r iparatrice: a questo scopo molli e svariati soo i mezzi che l'Arte possiede ed ai qual i , nelle condizioni ordinarie degli Spedali sia Civili , sia Militari , il .Medico può con maggior o mi · nore fiducia ricorrere. Fra questi mezzi 11011 vi s;,rà certamente chi voglia escludere I.o sbrigl iamento per ciò !Olo cbe non è collocato fra i rimedii antiflogistici o deprimenti direlli. Ed a chi piacesse ricorrer a qnesl' argomento, io risponderei che gli stessi bagni freddi non operano giù per una virtù , deprimente direlia, eppure la Scienza non conosce fo rse un moderalorn del processo infiammatorio più valido de i medesimi. Ove poi mi s'opponesse costituire lo sbrigliamento, anzi che un rimedio antiflogistico rlirelto, no vero stimolo, perché serve ad aumentar!-! subito due fra gli elementi del processo infiamrnatMfo cioè il dinamico od il dolore e l' idraulico od il consecutivo maggior alllusso d'umori nella parte sbri· gliata, io ris,ponderei ancora che questo presidio non Tuoi essere considerato nei suoi effetti locali immediati, ma bensì nei secondari i relativi ai fenomeni che succedono in upa fer ita da arma da fuoco fatta io membri iognaina\i da forti aponeurosi e ricchi di fitto les5uto cellulare. • Q1)esti fenomeni , meglio di me il sapete, o Colleghi,

det'iYano tutti clalìa pressione che le membrane apon~u rotichc ed il tessuto cellulare esercitano sopra le parti sottoposte; pressione che nello stato fisiologico ò tollerata , è · benefica, ma che nello staio infiammatorio diventa mòleslissima, cagiona un rinvio , un ricambio_di stimolo , in poche parole serve ad aumentare la flogos i con evidente pericolo di strozzamento e di cancrena delle parti le quali , per la grand'affiucnza d'umori, ingorgate cd espanse , abbisognano d'uno spazio maggiore di quello permettere possa l'espansibilità delle membrane suddette. Ora se 0 vero, com' è verissimo, che lo sbrigliamento rimovend' istantaneamente l'ostacolo alla libera espansione delle carni, s'oppon all'evoluzione di lutti questi gravissimi accidenti o che, svolti giù, nella massima parte li fa svanire, chi vorri1 contestare che con il nome cl.i rimedio antiflogistico chiamare non si possa que;;to chirurgico presidio? Chi vi sarà che, paragonando 'gl'immani dolori vinti e le terribili conseguenze dello strangolamento delle parti sollaponeurotiche rimossi per opora dello sbrigliamento con il momentaneo dolore e con il lieve turgore dei margini della ferita prod,>tli da quest'atto operativo> non giudicherà tantosto l'utilità del medesimo es~er incomparahilmeote superior ai liev i danni ch'il taglio delle parti vive necessariamente trae seco P Che così realmente sia la cosa ce lo provano gli sccitli di quei Sommi Maestri che, per cosi dire, gettarono le fondament-a della Chirurgia Militare, ed il fatto quotidiano neJJe ultime due Cam· pagne provò a ciascheduno di noi _q uanti e quali siano i va ntag~i reali che da un bene diretto ed opportuno sbri, gliarnento con sicurezza altendere .si possono nella cura del le fer ite da arma da fuoco. La mia Pralic;;i non mi mette in grado di para:r ionauii a voi una lunga serie di casi: uu fatto tuttavia non voglio tacervi che nella prima di d~Jle Campagne vivamente mi colpì e che, per non esser un caso isolato, non eccezionale, ma comprendente insieme molli casi osservali complessivamente, può costituir una prova che lo sbrigliamento non solo nou accresce il do lore, ma lo scema anzi e lo cessa affalto. Cotitinua.

STORIE DI CASI RUI AilCHEVOLI. 67 PERFORAZIONE INTESTINALE ( Storia letla dal Medico di Reggimento Dott.

VAGL!ENTl

in una ConfèrenJa d'Alessandria). 11 Soldato Barbieri del '160 Reggimento di Fanteria entrav!l nella sera dei 26 di settembre iu questo Speda1e lagnandosi d'un dolore sordo di ventre con nausea e sforzi di vomito, stali già preceduti dal vomito di tutti gli ali~ menti ch'aveva mangiati nel malli no e rimastigl i indigesti ; depressi si toccavan i polsi, poco dolente al tallo l'addomine, prostrate le forze generali (buona dose d'oz.io rl' oliva da vrendersi r-ipartitarnente ). Nella notte il Me· dico di Guardia Dotl. Faccio, fallo avYerli!o della mag:-giore gravità del male, accorse pronto a visi!ar il Barbieri cbe trovò nel seguente stato : voce fioca con respirazione stentata : vomiti biliosi : freddo generale coo Jo estrem ilà leggierrnente cianotiche : polsi filiformi : facoltà mentali torpide. Ordinò l'arnmioistra-zione d'un in-


fuso di <:amoniilla con laudano, i'irnposizio11c di clisteri moliilivi e l'applicazione di fomr.nl~zioni calde al ventre. A malgrado di questi soccorsi l'ammalalo, anzi ehe miglìorarn, s' aggra\'ù e nella visita mallul.ina del sussegueo!e giorno 27 tutto che la region epigaslrica fosse quasi niente lumi<la e dolente al tallo, si lagnava egli ù'nn dvlore sordo allu re~tan lì parli dcil'add,1mine, ch'io poche ore si rese dolentis:;imo con vomi_ti f'requen(i,;simi a cessar i quali 1100 val.sel'o n<~ l'eslr~Ho <l'oppio gommo.so in opportuno veieoh,, i:è l'uso del ghiaccio continualo per tuuo il giorno; che anzi verso sera al vomilo s'aggiunse la diarrea ed i polsi sì toccavano mancanti. 23 matlino: il vomito è cessalo; ii polso depresso; i'addomine dolentissimo al più ii evc !allo: s'applicano due vescicatorii alle gambe e, più tardi, essendosi alCJuanto rialzali i polsi , trenta mignatk alla r0gion ipogastrica dov'il dolore sem1)re più iofuriava. 29 -mattino: polsi dèpre3si; diminuita l'acerbiià del dolore; comparsa dl~I meteorismo; si cont inua nell'uso interno del ghiaccio e si ripete l'applicazione di Tenti rnignalLe. Nella sera l'ammalato si spegne. 1Yecroscopia. Le v isc_erc della cavità del pello sanissime. Aperto I' addomine si rinvengono: il peritoneo ioicllati;;sirno e di colore rosso intenso , tanto 11ella sua ]amina p~rietall~ , quanto netta viscerale, con noluùile spandimento di materie fecali nel suo caYo: il grand'omen lo sprovvisto ùcil'adi pc naturale , adt•renlc t:on il margine libero inferiore all'iulestino tenue nella porzione appu11to in cui parte di questo prendt1 il nome d'intestino ileo : lo stesso grand'omen!o offrente nel suo centro 11n crepaccio irregolarmeole loogitudinule dell'estensione di sei centimetri, a traverso del quale penetrava l'intestino digiuno che ll'OVavasi perciò in conlatlo del peritoneo: l' intestino ileo offrivasi in Lullo il sno corso cosparso di tubercoli di volume vario tra quello d'un pisello e d'una fava, subrotondi i primi , oblunghi i secondi, tutti poi di consistenza gangi ìarn e sporgen li dalla parte della superfici e peritoneale; nessuno suppuralo: le tonache mucosa e muscolare dello stesso intestino si Loccavano più o meno rammollite: le medesime "erso la metà dell'intestìno e per la lunghezza di due centimetri si scorgevan affatto distrutte , 11011 altro rimanendo fuorchè la tonaca peri toneale tcouissima la quale era perforata da due cn·pacci dist inti, longit udinali , estesi per ciuque cenli · metri, lineari e situali luo&hesso il margine libero del· l'ansa intestinale, mentre nel margine mesenterico si scopriva aucora qualche resìdno delle rnemlirane mucosa e muscolare rammollite. lo parecchi puuli delle circoovoluzio11i intestinali si scoprivan aderenze reciproche, snperstiti acl antiche membrane pseudo,celluiari dell'estensione d'ur:o e di due centimetri. Nell'inteslino digiuni' offrivansì qua e là sparsi tubercoli variì e piccoli: questo meleorizzalo in grande parte offrivasi sano nellè rimanenti sue sedi. t:;ani e vnoti s' osservavan il colon trav~rso, l'aseendente ed il discendente: dist0so da notabile quantità di materie fecali \' in tcslioo cieco. , Dalla morbosa sinlomatolgia e dal risultame-nto necroscopico parrni · si possa stabili re che la malattia abbia es9rdito per imbarazzo gastrico; che i conati di vomilo sieno stati la causa determinante il crepaccio dHll' intestino ileo di cui le pareti erano da pregresse infermità state ridotte alla semplièe Lonaca peri loneafe; ch'il versamento fecale sia stata l'unica cagione della viol~nta e rnpcntina · peritonite; che, ·l'intestino ileo avvizzito, il <liginno mc ·

tcorizzatc1 11 compresso dalle pardi addominali abbia dtilerminato ii trepac1:io clell' •Jntcuto gastro--co lico; che quesiti, ,HICl'l'.Ole com'era c:rn il suo rnargin,J lihero all'estremo inferiore rii quello. abb!a imped ito a! medesimo intestino la libertà t1·espa11dersi, f<Jrza.;1doio pn,· tale modo ad innoltrarsi nella sna breccia 1~tl a situarsi su la sua superficie aul<'riorc. -======..--.....,...

:..:;.::,-.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENT1l<ICHE (Contì·tllrnzione del lrlese (t'ùlto bre). GE:-iOYA. Nella seduta

<lei

14.

<lop;i le favorovoii comunicazioni

falle all'Adunanza <lallllcdico Di vis. mtorno al viro inlel'essamento che cia!cbeduna clt>lle rispottire Auto.riti! aveva dimoslrnto pel'

1

la pronta ristorazione di locali adatti all'uso di Sala per le Eser- I cil11zioni Ao&lomico-Operalive e per quella dcìle Conferenze, il Dott. Omegna prese 111 parola per notare che dal complesso sintomatologico della Storia di Nevral~ia iulermillonta (vedi n° 15, Storia 46 ), ora egli indotto a credere che la uatura di quella malattia fosse esseuzialmonte infiammatoria e che perciò, quando si fosse fatto pronto ed energico ricorso al salauo. la g'.Uarigi one sart1hbe stata o più facile e più pronta. Avvertì li Doli. Mim:i cho, qunnd'anche si !osse trattato di vera neuri le, la roumalismalo indole di questa, il temperamento nervoso e la gracili!, costituzione dell' ammalato accennavano piuttosto la parsimonia che non l'uhhonclaoza dei sai.isso; ili elle se s'ag,iiungeva il sospelto di periodicità confermata d;,I rapido svegliart-i del dolore che cosmva dopo un peri(l(!o di p cch o (tre in mezzo li copioso sud ore, per risveglinni altra ,•olla e cesrnre neHo slesso modo, chi3ram,mle appariva iimossa i'idM d'una vera neurite, giuslilicata la <liagno!i di neur;ilgia iotermHtcnte e perciò ragionevol il metodo di cura adottalo, siccome lo i'i:·ovava anch'ahbondlnlemente \'esih> favorevole ottenuto· con i preparati cbinoidri. Il Medico Divisionale Dolt. Arella disse che dall'esame dei sintomi I delle c11use e del metodo di .cura desci-itli dal Dott. Benedici.i v'era luogo a potore sospotlare che quell'affezione non costituisse altra eo~a fuorchè una neurilemmite rcumatismalo in leggie1·0 grado, potendosi meglio p,ir tale modo spiegare la diffusioue.del <lolore ad un grande uumero di nervi e,1 il decrescere del medesimo diii rami al tronco principale; sempl'o più confermata re8t.anrlo la predilezione cho ad invader i tessuli fibrosi hanno le atfozioni reuma\isma!i dalle quali l'ammal,,to, già reiteratamente toc.co dalla venerea contaminaziooe, faci lmente era impressionabile per l'ereditaria predisposizione, per il temperamento nervoso, per la gracile costituzione e per le rapide V;t, riazioni atmosferiche proprie ciel clima di G,1vi; meglio in fine comprovandosi per lale modo sia il decorso della malattia, sia l'utilil;t del solfalo di c.l1ioina, il quale costitu:sco un eccellente rimedio card io-vascolare. Soggiunse poi lo stesso Jliedico Divisionaie che le distinzioni finora stabilite tra la nem·il,·mmito reomàtismalc e la ocur;1lgia non ·essendo fondato sopra sintomi diaguostici differeuzia!i evidenti e fuori d'ogni contestazione, credeva egli non iofoudala la sua opinione e ciò lanto più che nell'ezioloF:ia delle ma1;1ttie reumatismali era pure forza ammetter un quid ignotum il qualecagtìtuendooe la cau,a prossima, quando si pervenga cou opportuno medie.amento a <lebdlirlo • debbe pronfamente scomparir e con lui gii effetti iri itativi od infiammatol'i locali che ue lloriv nrono , perchè incoucusso rimarrà mai sempre il principio che ab[a.ta causa, tollitw· effectus. Aggiunse ancora che la stessa otHità ricavala dal solfato di chinina pl'ovava la natura reumatismale della malattia, sapeudosi com'it reumatismo semplice e la stessa neurilemmilc incipiente, solito nel loro decorso ad offrire sintomi di periodicità con le vespertine remissioni ,irno facilm!,ute vincibili per mezzo del solfalo di chinina, mcntr'iu vece le semplici ncuralgie più facilmente cedon all'mo dei nervini (gi•Jsquiamo, belladonna, ecc.. ) che non ai preparali di china, lo virtù dei quali sono co· gnite quali spo:,ifiche per la lor efficar.ia sul sislema cardio-va5Colarn e perchè valevoli a deprimere la forza vitale. A questi argomenti arrecati in appoggfo della sua opioione voile par aggiungere l'autorità del Doti. Depot che primo aveva sospeltato la neuralgia non esser nella pluralità dei casi altra cosa fuori ·che una neurite intermittente o remittente , siccome più ta1·di convennero <lel 1>ari Piorry e recentemente il Dott. Bean che no presentò la prova anatomica per la oeural~ia intercostale : corroborò in fino la sua asserzione sul modo d opel'are dei chinoidei in queste malnttie con l'autorità di Morton che felicemente li somministrava in qnci reumatismi nei quali credeva potervi scorgere q•1alche periodicità ; al quale parere io tempi a noi. più vicini s'era pur accostato il Dott. Briq uet che commendò altamento i buoni efftitli dei solfato di chinina nella cura. del!e malattie reumatiche.


255 ma anche per mezzo d'un'aura così detta contagiosa, Sftrebbe L'idea d'una neurilemmile 11el caso iu qae~li_on~ non sorri· difficilissima cosa l'imredirue la prnpagazione in un Quartiere dendo al Doli. Pizzorno e credendo ravv1s,!rv; _ p1utt~sto una · in cui si fosse già manifestata. In prova di ciò cita' il fatto del semplice n_euralf,i_a, d_isse: 1~ _risultare d~ll.a Storia il dolore 69 Reggimento di fanteria al quale egli appartiene in qualità di ora acutissimo a tipo rnt<irm1t~eote, rego!ait: e mancant~ di quel Medico di Baltag!iono, dove que»t'oltalmia manifestatasi prima carattere di persistenza proprw ~ei. ?Olor 1nfiammalor10: 2" lo in leggiero grado edin pochissimi soldati, si propagò ben tosto ,compiglio generale delle fun~1001 m tempo dell'acc~sso ~o~ a molti di qaesti nel periodo d'un mese 3ebbene nel maggiore merit,ff il nome di febbre, ma d1p_ondern sola11;,enle dai rag~, dt numero dei casi decorresse anzi mite che no. Ammessa l'evosimoalica sofforeoza che la locahla mandava ai centro encefalo· Juzioue della UJala\lia identica in ciaschedun caso , ne traccia la s i~ale ed al cncre wme re~tava provalo dallo scomparire del sintomatologia, dividendola in. tre stadi o gradi, lo studio dei /o1ore col cessare' dcH'in3uilo neura!gico : 3° poter.i benissimo quali dice importaut~ssimo in ordine alla cura, poichè nel primo ia neural"ia asilociarsi a localo con~estione, ma questa non essere stadio la malattia può essere vinta in (i od S giorni; nei secondo cbe secoifdaria cioè dipendere dall'elem,mto n~rvoso o n~n.cos· stadio :.i prolunga essa ai 20 giorni e lascia temel'e le recidive; tiluire mai ciò che i /lled1ci comprendouo con 11 nome d'rnfwmnel leri.o in lìoe è sempre di difficile guarigione e molte volte mazione !a qua! ~ , coll!posta _com'essa è da _ire eleme_nti, cioè i\ fatale all'organo della visiono. Si fa quindi ad accennar ai mezzi nervoso l'idraulico cd 11 nu1r1t1vo, l'alterazione parltco,are dt igienici attì ad impedirne l'evoluzione o la comunicazione ed ciascbed~uo di qaesti, luttocbè po~su esister isoiala. non può insta perchè siau imrnediatamen.\e sepal'aii i soldati ammalali però mai rappresentare_ quello sta.lo morboso c_ll'i~fiammazione dai sani, perchè sia prontamente l'imosso tulio ciò che può fa. ~ppel!asi: 4° n_on pol~r m Patolo~t 1_ ammettt;rs1 l'1d~a d'uu'111vorire l'nmìdilà o le emanai.ioni roiasmatico-irri!anti e perchè 6amruazi,1oc rnlcr1mlteul!1, perchc questa m quun~o alla sua si curi la somma propri(ltà <.!ella liogeria e di quanto circonda il essenza è sempre identica a se stessa, qu,;lunque sia caosa soldato. I n ordine aìla cara loda i buoni effetti dcHé\ caoterizche l'abbia ingerwrata e percone 11 necessano su1> corso di prn'.· zazione fatt:i con il nitralo d'argeoJo al pl'imo apparire del male ci pio, stadio e declinazione. Da q~este prem0ss? co_nchiu~eva 1l e raccomand;i nel :l0 e 3" stadi,l i collirii astringenti soli od unili Dolt. Pizzorno non potere neanc~e ammel\er~1 l'rntcrm1l~rnz~ alle varie preparuziod oppiale, senza molto pavent;.re lo' stato d'un iofìamruazionc re11mal1ca, sicco me parimonte mm si puo infiammatcrio hlet'arot!almico. crerier ad oo'infiamma·iiooe vagante la quale rapidamente ab· Non appeo:1 -esauritasi la letturn di questa :'.11:emoria. il Dolt. bandoni il ìuo!_o primitivo di sua sede, per invader ad ùn \rallo Fissore prende la parola per notar al Doti. Omegna: 1° c:sser qu'a!cbe a!L1:a~arte dell'organismo: epperciò la pr?senza ~lei d~· alquanto peccante d'esat!czza la cifra dei liO ollalmk.i nel solo lori reumal!cl m ).(enc1·e, sian essi vaganti o fissi, rem1tteull, 0 (, Reggimento fanteri;i, giacchè a tanto non ascese il numero ncoti o cronici , non co3tituir aìli'l.1 cosa fuorchè uno slat" irritacomplessivo degli .mrn1a!ati d'oUalmia ch'egli ebbe a curar in tivo nel'veo-vascolal'e, proùollo da c.;ìò rhe i nostri P!ldl'i chiamaron acre irrit<ttivo-reumatico, per coutras,egnar ;ippouto la 1 lutto il mese nella Sezione omonima di cui era C!!po: '2° inesatta parimen\e sembrargli la qnalìfìcazione di purulenta-bellica data causa prossima dal_la qoale proven~~n.o s(!falli mal~1·i. In pro"'.a ali'oUalmia rlom1naote, poichè ì caratteri che la distinguevano, di ques ta sua op101one a_~dn,se l'. ut1h_!a rir.ava•a nqlia ncu1:alg1a in quis t:0110 dallo spcc11~co. ,rnl1p i!nodlco., la qu_a;e cosa mml!- , ~ervivano piuttosto a c.ìassificarta fra · lo ollalmie reun:atico-ca· !anali, siccoma mal,(qiorroentc .lo convincevano la celerilà della strerebbe che qnesla cosl1lu1va nna fobhre rnterrmt,cntt1 lanata, guarigione nei più dei casi, fra i qua li furono solamente da 4 a. non a na veni ne urite o neurilemmito. 5 quelli che asguusor un grav(~ decorso, mantenendo però costanAl Doti. 'Omegna che persisteva nel lcneda com'una ver11 intemente la natura e l'indole reumatico-catanale. Corroborò il fiammazione rispose il Doti. Ardinone non trattarsi nel caso Do:1. Anfossi l'oiservazione del p!'eopinanle n<)tando che nel riferite d'allrn cosa fuorchè d'una sornpii<.:e irritaz'.oue o flussioRe~gimenlo al quale egli era a§cri tto s'era bensì svolto qualche ne da caos.a reurnalism;;le la qua te, risie(lendo principalmente caso sporadico d'ottalm:a, ma che l'andamoolo di questa ora in quelia parte dell'involucro del midolio spiuaìe che ricopre stato cosi houigno da bastare sen:iplicLs:mi mezzi .i cessarla in l'origine delle radici del nervo ischi.!lico e <l'alcuni u'.lrvi ioterpochi giorni. cost,ili dal l_ato destro, faci!t:irnnte spiegava i I disturbo funzionale Il Oott. J>izzo rno rilkltendo che tolti i conh,gi acuti febbrili di questi stessi nervi peri'diAto d'irraùiazirme. lasciano nel corpo l'immunità alle recidive, siccomo provano·la Li Doltvri ììiazzolino e Malvezzi, :,bbandonata la di;:cusnioue scal'lu!tina, il vaiuoio, !a wso!ia, ecc., e che 1\\:·iss:im,1mente si per riguardo all'esseoza <ii quesl;i maiallia, parlarono cliffnsa · rinnovano nella medesima persona, mentr'in vece i'o!!almia pumen!e 'intorno alla virlù che i preparali chinoidei manifestano rulento heìlica uon so!o si rinnova, ma paFsa fa ci Imento allo conlr' i rn1m,,tismi, le a1·trilidi e molte specie di neul'~lgio. stato cronico, verrebbe derivare da crnesto fallo u11 argomento Qaesl'uttimo in parlico!are ciiò l'esperienza dei Prof. Beiloui il per met!er in forse la natura iionta:.;iosa della rnedc, ima. quale ne!la eta rn di s imili malallie ricorreva al soprasolfo!o ùi !'\cgò i i l'>ot!. Ome11,oa Ja pretesa immunità lasciata da iul.li chiniua, dai qu:.1:e l'irnedio otteneva foiici risoHamcnti anche gli altri contagi febbrili ed adduss 'in proposi!o l'Autorità delquando s'crauo già inuli!menlc adcpl'a!i gli aH!'i più vantati i'Omodei il quale, mentr'ammelte la coolagiosa indoic di questa . farmad, quali l'acouito, il l{crmes minerai<?, ecc. malattia I lamf.nla la somma sua facili1ù <1He recidive: la mede"· La dec,mtala virtù aotireumatìsrmìle ed antiartri!ica del solfato di chinina anche a dosi elevalissimc fu impm;aata da! Doti. 1 ~ima opinione sosterrner il l\Ieclico lJi,;i!;:onale ed il Doli. ll[azzoliuo il quaie però disse creder an zi .:Hl una remissione dei P_izzorno il qnale, oltre Hi contra"rii risullarueoti della propria .s intomi con susse~oenlc esasperazione rl~!!a primiti,·a ir.fozione, sperienz:i, a,~dusse l'antorità del Prof. Bo di Genova che, volendo che ad una vera intermissione e consecativo rinno vamiinto della speriment.n·e questo rimeilio nella cura di tre c:,;si òi re11mati. smo articolare acu\o , non soio noo ebb'a ritrarne quell'ulililìl . medesima. 11 Segretario Doti . .,IJzzi il quale chb0 camp!> di studiare di cui si ·1usi1111,ava, ma fu costretto ricorrere prontanrnnte ad . i qilesta me!altia in E!6itto dove sovente domina cpid<'micamcnte, altro mPtodo di cura che valesse a c.: ~ssar i non lievi dislmoi sosi foce a domandar al Oott. Omegna so realmcnlc potesse c.ilai'gli praguiunti. qualche caso cla! quale apparisse br.ne confermata la natura Il Dott. Ca ire pose fiu{) ali a discussione dicendo ch'egli, nella contagiosa dcll'otlnlmia in distorso. Risposo qoesti adducend'il malatti:i in discorso, nou sapc,va scorgern se non s-e una fohbre caso d'un Sergente il quale coricatosi ia sera s,mo degli occhi nel ·intermittente larvata la quale perciò doveva necessariamente letto medesimo e fra Jc slesse lenzuola nelle qoali era giaciuto ceder alia specilìca virtù del sulfato di chinina ed agg iu ngendo ~n suo compagno tocco da olfalm!a be!lica, ~i SV0!;1iò.~~l matche !e artritiòi, i reumatismi e. le ueuralgie varie state domate tmo ~occo egli pure dalla medcs;ma malattia, R1 p1g110 il Dotl. prootamen lo col soccorso di questo farm:-ico non potevun, a suo Mazzi cho dal narra to caso non era baslantemento provata la giudizio, aHrimenle considerarsi fuorcilè qua'ii altrclìante fobbri contagiono perchè l'nmmalato che vuoto abbandonava il proinlel'mittenti o reniillenti larvate, siccom'egli ebbe a convincersi p1·io letto si doveva supporl'e e;oarito e non poteYa perciò avere nel pralico suo esercizio nell'agro Novarese dove le oumel'Ose e lasciata materia faci!m:mte atta alla lrasmissior.c òe!l,, malattia frequèntissime fobbri iutP.nnittenli s'osservano sovente acc<>mper innesto, come parim<'ntc non si po leva at:cagio nar ad nn'aurn p_agnate da sintomi di reuma acuto o d'artritidc i q uali scompacou_tagiosa l'olldmia del Sergente il quale so!amct:te allora si rivano col cessare delle fobbri slesso la mei·cò del solfato di concò quaml'"il fomite da cui poteva emanare qnest'aura contachinina. gio~a noa esistev?, più. Proseguì quindi oon solo negamh, questo Aprivasi la torna!a dei 28 con la lellura d'una breve Memoria ultimo modo di propagazione il quai e disseassolulamcnte esci us~ :m l'ottalmia Egiziaca o pnl'uienlu bellica, L'Autore <li questa, il perchè, quando cio fosse i Medici ai quali incombe la cura di Doli, Omega, ricordai/\ la comparsa di questa malatti,1 in Europa questi a:mmalati dovreboe;·o molto più sovente rcslare tocchi da dopo il ritorno delle truppe. 1,rancesi cd Inglesi dal i' Egitto, acquesto r.i;enere di morbo di quanto realmente accada, ma nec~nnato al primo manifestarsi della meùesima nel nostro Esergand' in.pari t_empo ché l'otlalm_ìa Bellica od ~g_iziaca ~ia re~~~. cito dai 16 a 17 anni, toccala di volo la natura miasmatico-conmente co,1l,1g10sa. In prova ct1 questa sua opm1one ~1cord_o 11 tagiosa (\! quest'oltalmia, alla quale opìni1;n egli sottoscrivo, diDott. ìHa.zi com' i Medici della Spedizione l?raucose 10 J<:g1tto mostra com'il gcNere di vila del soldato rendendolo somma(Lartey, Assalini) non fossero nemmeno caduti in soli petto d'un mente predisposto alla medesima, specia:lmente incomba al principio contagioso nella genesi di qu.esla malattia e com'.egualMedico Militare proporre eci attivare talli qoei meni igienici e menle tutti i Medici Egiziani con i quali ebb'ogli a confonre nel profilattici che sono dalla sperienza giudicati più opportuni per suo soggio1·no in Alessandria ed altrove, non avessero mai seco a~lonlanar o correggere quelle cau~c che ne fovoriscOno la prelui manifestala nemmeno l'ombra d'un siffatto sospetto, nè il disposizione giacchè, posta la nalura. contagiosa della medesima Consiglio Sanitario di quel paese avesse mai date istruzioni in ed il modo di comunicarsi non solo per innesto o per contatto',

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12.% proposito ai Medici l\lililal'i. Soggiaose. P?i che il frequenle m~· ID roodo .spora~1co, sia nifcstarsi di quesl'oltalmia in Egìtto, in modo epidemico, anzichè un. P.rmc1p10 ~outag1oso, riconosc~ per cagione il freque~te":l.ternarsi~.1 notti_um1do-fredi.lecon ~~orm ecocssivamcute caldi, c10 che pm sovente ,ucce~e nel .Cairo e nell'alto .Rgi.tlo n_el tempo d~ll'in~nda~1o~e del N'.lo, d1. ~~eUo che accada III Alessandna dov 11 cluna e pm lcD?pe1 alo, s1cc~me ne fa prova la ricorrenza di quesl'ol~almia ruagg1_or~ nellepri_me, di quanto lo sia nell'ultima delle indicate reg1on1 e maggiore parimente nella slagione io cui il ~il,:, fec~nda quelle v.all.ate, piullosto che nelle altre in cui le ~eque dt quel. merav1gll!.1so fiume vanno per gradi abb'.tssa~dos1. l'l'ovato cosi e.Ile le. prmcipali cagioni dell'oltal.ruia m d1scor,o ~ebbano de~1vars1 dall~ alternative del calor dmroo con l'eccessivo um1do-treddo della notte, si moslrò il Dott. Maz1,i_ proreoso a credere ch_.i la _condi~ zione patologica della rnedesnna m altro non cons•s.ta tuorche in ana flussione reumatico-catarrale della congiuntiva oculo· palpebrale, senza che per .nient.~ vi concorr~ un ~rincipio con: tagioso. Di questo suo giodlZ!o t!·ova un ampia .cont~rma. 1° nella facì11tà somma di prevemre questa malatl1a evitando solamente l'umido-freddo della notte, spccialme~te .ove nella giornata per ii cocente ardore de\ s?le la pelle s1as1 ape~ta.a profuso ge1;<'ral1: sudor~ :.. ':1° nel. tacile m?do con ~he pe,1 ~1a proiiialtica I le~g1er1 colhrn astrmgentl ne 1~ped1scono 1 e,o. lozione: 30 nella possibilità di vincerla al primo ~uo ~a~cere mediante una satura so!uzione d'allumina e di solfato di zmco, il quale collirio è conosciuto in Egilto e.on il nome d1 Lupo,-. Confutò quindi l'argomeuto della co°:tag1os1.tà ùcùolto da Cbf: l'innesto della materia che stilla dagli ,occhi d'un ammalato d1 questa. malattia soiliayroàu~· u~'a,ltra m~latti~ simile, a~s~rend? che cio succede non gta m v1rtu d un pt inc1p10 conta~to,o! ma bensì per la sola azion irritante d\ quella stessa materia. Fmalmentr- conchiuse dicendo che a 1rugl10re prova della non contaniasità di quesl'olt.alrnia avrebb'egli più tardi scritto una Memiria, per la quale nutriva IUucia sarebbe stato ampiamente . . . provato il suo assunto. Il Medico Divisionale si fece a domanuar al Preopmante se m J.:gilto quesl' ottalmia si svolga inslaotaoeamente od. al co~tnmo e se lo stato degìi occhi presso il basso popolo.non 1ud1ch1 ~reventiv:1menlc l'evoluzione dell'epidemia od 10 vece se ()l'Ima e5istauo già malattie croniche nell'occhio stesso. . . Rispose il Dott. Mazzi che sovente questa malatlrn invade ad un tratto, quanu'in ispecie sieno concorse le accen~ate caos~ reumatisrnali · che alcune volte è preceduta da smlom1 prodromi ai quali se no:1 si bada l'ottalmia si svolgerà im.mancab\!me.nte! macho tuttavia può allontanarsi ancora mod1a!l\e gl mdical1 mezzi e precauzioni; che il basso popolo Arab~ 1.1 quale per lo più non ricorro a medicina di sorta per guarirsi .temcn.do.~on ciò cli resister alla volontà cli Dio o che quando st cura c10 la empiricamente ed io modo strano mettendosi empiastri, turan· dosi gli occhi con forti e spesse compresse, quando. pure non perda assolutamente la facoltà visiva, va per molti mesi ed anche per lunghi anni so 0 ·get\.o ad ollalmie croniche le quali sogliono riaccendersi più e più volte per l'in11usso di quelle stesse cause che valser a produrle la prima volta. . .. Fauto1· egli pur il Dott. Ardi·aoue della non contag10s1ta <lell'otlalmìa Bellica, dopo avei-e descrillo il vario decorso di questa, oraJungo e pocograve,or in vece rapidissimo e gravissimo sin alla dialruzione dell'organo visivo in poche ore od alla formazione di cronici prodotti, si foce a domandar ai suoi opponenti se il contagio dal quale si suppone trar origine quest'ottalmia sia per natura acuto o cronico, fisso o volatile. li Medico Diyisionale rispose che la qaistione della natura contagiosa di questo 1Iiorbo era stata delinita alformatìvamenle dal Parlamento di Londra, dove fo chiarito chef to!dali si procura van il morbo volontariamente mediante l'inoculazione: io conferma di quest'opinione produsse quindi il Dott. Omegna l'autorità di \ Veet il quale, da esperimenti inslìtuiti per mezzo deli'iooculazione negli animali, s'accertò .che non solo l'ottalmia si ripro· doccva per l'innesto, ma che perconeva anche negli animali tutti i stadii come nell'uomo. Non soddisfallo il Doli. .A.rdizzone delle date spiegazioni, insislè nel domandare come mai un contagio attivissimo ed aculo come questo possa pl'odurre malattie d'andamento così diverso e come mai i suoi elfelti .possano cessare quasi instaotaneamente per l'azione d'un saturo collirio astdngente, qual appunto è quello conosciuto in Egitto con il nome di Lupor? A quest'obbie1.iooe rispose il Doli. Anfossi notando che, per la mancanza di segni caraltel'istici differenziali tra l'ollalmia pur~lenta da cau~e comuni e q.uella che si àenomina Egiziaca o Delllca, essendosi sovente conlusa l'una con l'altra, del'i'rnrono da ciòlediversc opi:.'lioni intorno alla sua natura. Dimostrò poi il Do(!..llfazzolino come questa stessa diversità d'opinione derivare P.otesse da cbe una malattia per sè coota~iosa può farsi epidemica od all'incontro: siccome notò il Dott. Malvezzi su la scorta di Buf. faUni. c~'~na malattia sul principio semplicemenle epidemica, po~ ta1·s1 m seguito contagiosa, dando così luogo ad lrn giudizio -vano della sua natura secQndo che la si studia io tempi diversi.

sm.

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PARTE SECONDA"" RIVIS'fA DEI GIORNALI

lntorno ad alcuni punti di Giurispr. ~led. del Dolt. CASPER SUNTO DliL DOTT. P. MOTTINJ.

li Doli. Ca,per conchinde l'l sua pri~a Centuria tli PtY'izfr giudiziali con aleune riflessioni die ci sembrano di molw interesse. 1. CaraUeri delle {1wi1e /iLlle 1.ittrante la vit1i. li Me<lico più 11ovizio non ignora come queste siano cvnlraddistiote da suggellazioni ai loro margini; sonovi tuttavia ferite le quali non presentano sitlàUo carallere, siccome quelle da arma da fuoco e le p1;1uitranti che, interessando qualche grande vaso sanguigno , ca 0 ionan una fatale o . e ù una morte cosi i,;tantanea emorragia da 11011 essere questa separata dalla vita Ili anche da un suss.ullo di agon ia. L'Autore cita com'csempio di queste un caso avvenuto nella sua pratica in cui l'arco dell'aorta tissendo stato perforato dalla lama d'un coltello, i margini esterni della fer ita rassomiglìavan esattamenle a quelli d'una fe rita fatta sul cadav.:re , non trovandosi la più piccola traccia di suggellazione. In un secondo caso il polmone era profondamente fer ito, in un terzo lo stromenlo fori. tore aveva penetrai<> il ventricolo sinistro del cuore senza che i margini di que,te ferite prescnlassero aeppure l'ombni di suggellazione, ma solamente il lessalo cellu· lare sottocutaneo s'offriva leggermente ecchirnosato. Questa cosa gr,neralmente s'osserva pur in lutte le ferite <lei collo che ca!.!.ionano una morte suhl,anea. 2 . Ass;;-,iza dei segni esterni neUe lesioni mortali. l)ai Periti ,i ritiene trop po comunemente cito l'aitsenza dei segni esteriori in uua lesione sia prova sutTiciento per decidere che nessuna violenza esterna po:;sa essere stata cagione della morle. Questo giudizio però non è bastantemente fonrlalo, perchè li ·delli segni possono con la stessa frequenza esister o mancare. L'Autore cita di versi casi di rottura della milza e del fegato, di strappamento del cuore e de'suoi vasi, di frallura dì cinque cosle senza ch'apparisse il benché menori10 segno esterno. 5. Morte d(t emorragia. In molti casi le vene della Juru rnadi-e non partecipan all'anemia generale che caralle rizza questo genere di morte; la quale cosa è importantissima a rammentarsi, giacchè siffal.ta turgiùità dello vene e dei seni cerebral i fn proùotLa siccom·una prova che. la morte non poless·csscr il risultamento del l'cmor . ragia.. 4. lmpo.,.çibilita di rin.eenirc la palla. o la carica 11el corpo. Nataralmente dovrebbcsi ritenere che la palla o la .cari('.a abbian a rinvenirsi uel caùavere, quando non ne sian uscite durante la 1·ita ; eppure possono perdersi molte ore in inutili ricerche del proietto che cagionò la morte o con la rollura tldla. mi lza o del fegato od inducend'uoa mortaio cmorra gìa; c1ue.sla cosa in grado minore può applicarsi al le viscere del petlo. In un grande numero di casi che caddero sotto gli occh i dell' ,\ utore durante le insurrezioni del 1848, questo fatto potè am. piamente essere confermato. . 5. Situazione della linguu nell(i morie per soflòcazion.c. Molli Autori asseriscono che in quosto genere ,di morte la lingua si trova situata · fra ì denti ovvero pro· trusa in avanti. Quanlu11q11e anch'il IJott. Caspcr asseri • sca averla molte volle trovala in queste posizioni altc" giata , toltavia dice che ciò non succede costantement~ , perchè si rinvenne anche in casi di mor{c per soffocazione al dì dietro delle arcale dentali , come pure si trovò fra i <lenii in· un caso di morte per ferila del cuore ed in un altro per avvelenamento dall'acido solforico. Noo del.Jbesi quindi conceùere moll'imporlaoza a questo segno. Da.qli Annali Universali di llftdicina, gmnaio IS.'f:t.

11 Direttore Doti. COMISSETTI !\led. Div. Il Vice-·Direttore responsabile Doti. nar. de neaufort M. R. Te>rino, 1859, P@laz1.a, Tipo&ra.fia Subalpina, via Àltieri, a• U


ANNOI

( ai 3 di marzo rn52)

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_ __:__ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _,,____-V,-____

GIORNALE Dl IIEDICINA IIILITAllE DEf1 CORPO SANITAIUO DELL' AllJIA.TA SAI\D A Vassociazio.ne n9n si riceve cuepGrtrn anno e comincia col tò d'agosto. llGiorna!esipubblica nel _l:.rnedì di ciascheduna settimana . PREZZO D' ASSOCIAZlOl'!I~ In Todno . .

. . . .

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L. 10. In Provincia e<l all'E,tero, franco ài posla

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L. ti.

· · · · ·. ·oni per i non milita ri !'icevonsi alla Tu•OGRAF!A SnuLI' IN.t. , L' abbon~m~n to debbe p;igarsi per semes!n anltc1pat1I.GL_c assolc1,ù1ze1bbon esser affran~··1t.: ed ,iccompa•;uate çl.a vaglia postale. via Al beri, nam0 ~H. Le lettere per abboname nto a torna e ' " SO!rMARIO. - 1° Doti. S ct.HERANJ : Su lo Sbrigliamento primitivo delle ferite da armd da fu oco. - ~0 Dolt. PAù1t1cco : Delle alterazioni d el vino conservato in lìas cl.si di latta. - :l"

lllENARfll : Su gli Ascessi freddi. -4• Doli. T UNISI : Croup guarito con la laringotomia . - &0 Relazione delle Coofere oze Scieolifiche. - 6° Bollettino uilìciale. - 'i 0 Dolt. MontNr: Rivista dei Giornali. - 8'' Avvertenza.

Dot i.

Pt\RTE PllHlA MìEiliORiE O.RIGIN&LI SU LO SBRIGLlA1lENTO PR IMITIVO Dll.Ll, E FElUT;;,

DA A!HIA IÌA FUOCO

(Su,1(0 d'una ,111emoria del D.utt. ScLA •mn.1.N1).

(Ved-i il numero precedente). » Dopo la Ballaglia di Santa "Luc ia trenl3 e ptu fe riti erano stali aìlldali in Sommacampagna al!e cure del Dott. Cav. Gilli : il Personale Sanitario era in iscarso numero ed io fui dal prefalo i>ott. invitalo a prestare la mi a opera. a que i disgraziati . !"iel mattino ,di:'! giorno successivo alla .Battaglia si procedette alta medicazione. Entranùo nel si to destinalo· ad inl'ermeria i griùi eJ i g~miti dei for ili rni strinser il cuore: ciaBchcduno r i • chi edeva is\anlemenle esser il primo nella medicazione : si tolse il temporantw apparecchio di medica iione falla alla rnegl i<> nel comùaltimento e si sbrigliò i:nolto ed ~rditamente, chè molle erano le ferite richiedenti quest'alto opcra! i\"O. Credereste ,•oi che i dolori , ca.usa dei gemi ti e dei gridi , s'aumentassero per ciò:> Ben al contrar iò : ;; mezzo giorno io r ien trava in quel l'infermeria e 1·i cnasi rnaravigliato vedendo eom'i più dei medesimi dormissero tranqnillamenle in grazia <lei praticati sbrlgl iamenti . ,, Questo fatto solo basterebbe a mio giucliz.io a pro\' ,HH l' utilit~ prati ca rli quest'optirazione·; ma il raziocinio ce ne convince mag3iormentc aocora: <l i faHi s,i l"infhnnna zione si..,com porie di tre elem,:nti ciaè il con:1estfoo, l'idraulico 11 l'orgcrnico, ogni qua !uaque nlt'zzo alta a comi.ml tcr 1.mo o più cli que:' ti elementi debhe di necessità essere collocato fra i rimed i: untitlogistici ; 0ra lo sbri3lia· mento che s'oppoue a!l'elenieulo congestiz io o lo logiie, 110 n solo per la sottratione <l"una determinala quant ità di

i

sa ngue ma anche pc!'chè libera i nsr i quali in questi casi debbono rici;vere maggiore copia di sangue , dalla pressione esercitata ùa altri tessuti e loro permette per~ ciù il necessa rio ('d inevitabile !11rgore, debbe giustame11lc considerar~i quale rimed io~ mezzo al to a vi ncere la Hogosi. E come tale <lebbe qu1:ilt1 doppia men le conSH.l~ rarsi perc hè, ol tre ull'.clemento conr;cstizio , combatte anche l'elemento dinamico cioò il dolo re che , come piu sopra riferi i, ,rnzichè .iumentar,;i diminuisce o c:essa per l'effetto d i que,l'operazionc. Non di rò certamente chc lo sbrigiiamenlo sia un rimed io antiflogistico per vi,!ù intrins,~ca del ferro e ùe!la mauo c.:he lo compìono, ma di rò, che il medesimo vuo l essere ripo;;to nel novero ùei mezzi alti a preveni r od a CC!8Sarn l'infiammazione nelle ferite da arma da fuoco dic JW r la parte in cu i cadon e per la profondi.là che raggiungono, minaccia110 gral'i e pericolosissime couscgue:m: . ~ìè dirò parimen te che al medesi mo si debba taiitosto fore r icorso iu ogu i e qualLIOljUe s 1asi gravi\ ferita di !aie na tu ra, ta)mente elle siano dil proscriv 1\rsi l'uso dei bag,il lredJì, gh iacciati, salOrnini, <lei sa lasso, dèlle S,;tlraz io11 i sanguigne locali, dei rimecli i rninornli\ i, r:11fn!sca,1t i o dèprimenli, ecc . l~ iò solo io <lico che lo sbrigliamento , sia pure l'ullimo rnezw al qua li~ si voglia fare ricorso, trov ~rà sempre i'ow,,r!unità all'esc!usiva s·ua .ipr,licazionc nella Chirnrgia :ìldit,ire in tem po di guerni, !a qual ahbia loo~o i 11 p;w,i lo11tnnì , poco abitali . sproH isti di grandi ~pcùali e di icUi quegli al tr i inezzi dei rpwli son al.Jbondtwl crnente l'orniLi il }Je. dico Civile ed il .:\.l i ii L;:.re in tempo d i pace. " Quivi ii l>ott. Scl,1v1::raui, dopo avere J imostr;to come lo sbl'i3liamcr.to .ibbia ua'indicazione a~so fota 1,:rnlo per il Medico Civ ile qn::wlo per il Mil itare in circostauze de term inate da lia qua!ità dei tcs,uti toceh i J,illa forlta, dalla gravi tà dell"ir,iìammazione mi1:acciautc ca11crcna per lo strozznmenlo del!e p.:irti, t'cc. e ùescritlc di/fo •amente tutte l<! infcìici cond izioni le quaìi 11011 è scmp:·0 <la to mi gl iorare nè ad u:i'iliumioata Ammin istrazit111e, nò ad un provvid<) Governo, nèatl un iuldl,iger. lo e zelante Perso nale San itario, conchitaie c<im' ii nie(h\simo shrigliarnenlo sia talora d'una 11cces.;i1à relrt i ii;a laP lo incontestabile per il .Metl ico Mili tare da costi tt1ir esso soio l'unico rnezzo di cui ques ti possa SJn:irsi . Dift>ntl<! quincl i ta Ch irm gia Mili tare dalla moss~!c acc1isa d'e,;:;ere lroppo eor;·iva alfe operazioni; la qnale accusa le f11 appon!o 1ii;issa da chì non avendo preso parte ad alcuna Dalls 5!ì<1 Campale e non


258 essendosi tro,alo nelle circostanze d'una disastrosa ritidisordini e privazioni , non ha altro con sè fuorchè il' rata, non sa e non può calcolare la Yera posìzione del gammantte e qualche cencio. Lo sbrigliamento in breve Medico Militare in tempo di guerra. 1n conferma di queè ammesso da lutti e ria tutti adottato in massima genesta sna difeaa cita il fallo narrato da Dupuytrcn di .Gaulrale ; usalo quale mezzo prePentivo cieli' infiammazione,. tier che , giunto ali' Armata biasiman al.lamento ì Chipuò recarè danni e vantaggi ed è per ciò d'un efTeLto rurghi Militari per il troppo operare che facevano chiaindefinibi le; ma però in mano dei Medici Militari può, mandoli barbari e ,·outinie.rs , ma che confessò poi nel ,anche in questo senso, costituir, in casi speciali, un mezzo Giornale UniPersale Ebdomadario l'erroneità del priminecessario, ind ispensabile e di somma utilità. ti,o mo giud izio; la quale cosa dico esser pnre succeduta " Se le opinioni emesse in questo mio scritto non a Palliard, Allie,o cli lJupuytren dopo l'assedio d'Anversa. troveran eco in voi, io spero dai lumi vostri , Collegh i, Riassume poi le regole generali lraccìa te da tutti i Praquelle più estese scien tifiche cognizioni che possono ticì intorno allo sbriglìamento preventivo il quale non por in e,idcnza la veri là; ove poi io sia stato cotanto debb'essere praticato in una ferita lievo e semplice defortunato <la infonder in voi una qualche convinz ione a g li arti, nè quando vi sia stupore o commor.ione, nè questo rìguardo , io posso allora giustamente sperare di quando la lesione cada sulle pareli addominali ed in geavere toccata qualche verità: me 11e danno diritto la 110nerale su le parti molli di tulle la cavità splancn iche, stra intelligenza, i vostri studi i, l'ingegno vostro. » mentre è indicato nelle gravi ferite degli arti inferiori piuttosto che dei superiori ; in quelle le quali, ancorche IGIENE MI LITARE semplici, han un profondo tragitto , non però eccessivamente lungC', riclncendole a grondaia in vece di tubo; nel le ferite profondo chiuse strettamente da forti aponeuDl!LLE AL'fKRAZIOl'il DEL VINO CONSl!l\YATO rosi e da altre ulle tessiture, comi~ p. e. ai lati della coIN Fl ,1 SCHI 1H LATTA lonna vertebrale , all'omop lata , alla parte esterna della (Ce,mi dei Doli. P.nnucco). coscia, alla parte anterior ed esterna della gamùa. F inalmente nelle fer ite anche semplici e leggiere che 1-iano Strellis,imo corrnndo l'obbligo ai Medici Militari di complicate al tetano e sempre quando si traili di converminutamente indagar ogni qualunque siasi cosa che al!a t ir una fr. rila complicata io una semplice per poterne sanità del Soldato possa recare pi ù o meno grave danne, , affrontar i margiu i , sia con lo scopo d'aprir un co11mi credo quest'oggi in dovere , onorevoli Colleghi, chiadol10 che si farà certa1uente e per sempre fistoloso, mare l'atteruionl, vostra intorno alle fune,Le conseguenze sia per levar via i corpi stranieri senza troppi maneggiache dall'a lterazione del vino contenulo e trasportato nei men li e quando cadono nella presa degli stromenti, sia. fiaschi di lalla posson a quello derivare. Sorpreso dal· per allacciar on vaso nel silo stesso della fer ita. numero considerevole di coliche spasmodiche con minacNel lerminare questa sua Memoria l'Autore così con. cia <li soffocazione che mi s'offrirono ripelutarnenttl in chiude: ,« lo sbrigliamenlo secondario non può dare luogo mol! i soldati del 2° Jleggimento di Fanteria in tempo ad alcuna discu3sione: posta la necessità di sbrigli:ire per· delle passeggiate uiilitari fatte nelle ore calde del giorno; indicnzioni sopraggiunte nel decor~o della cura d'una fesorpresri purtl da!!a grande fac ilita con cui quelle ce~sar ita da arma da fuoco, nessuno v'è che 11011 ishrigli. Lo vano per il ~empiice uso d'aspersioni d'acqua fresca o, sbrigliamento preventivo od irnmcdiato nella Pratica Or· tutt'al piÌI , per la somministrazione di poche gocce di dinaria non ha argo menti sufficienti r<~r ammetterlo od laudano in una cucchiaiata d'acqua, dnbitai in su le prime escluderlo. I casi prodotti dai l.!Ombatlirncnti intorno a che l'io.solazione fosse la causa generatrice di siffatto mal'arìgi nel 1814 e 15 e qoelli di due rivoluzioni conse lore: se non che la presen1.a dei :vivissimi dolori colici, cutive non 't'alser a recar u110 scioglimento della quiatione, accompagnali da irritazione della mucosa linguale con tuttochè la cura di questi ammalati foss'in mano dei più sete ardentissima, con ventre ritrat to e duro, con polsi distinti Clinici del la Francia. E quand'io wggo Dnpuytrcn picco li e ristrelli e con la pelle calda e secca , m'indicava e Yelpeau dissiden ti, dissìd<rnli Roux e BaudPns, Bianche la sede patologica era nell'apparato gastro·enlerico e din e Huguier, cre do si pc,ssa dire senz'esitazione che, se probabilmente in dipendenza d'un corpo eterogeneo slan<iuesta quistionc non fu per essi loro sciolta definitivazianle nel medesimo. Rivolsi quindi le mie indagini alla mente, non lo sarà giammai. 1 Pratici posson avere diricerca di questo ed , eliminato og ni ragionevole dubbio· · verso modo di n:derc, praticar una diversa cura ed avere su l11tle le altre sostanze inghiottile, sospettai che al vino, i 11.cdcsimi risultamen li: ciò che consegu isce uno con contenuto com'egl i era in fiaschi di latla esposti all' ar un'opcl'azione per se stessa innocua , altri può otienerlo dore del sole, dovesse ascri,ersi la vera cagione di questo con una pìù lunga, minuta e diligente cura, non priva freqoenli, coliche e feci perciò ricorso al valente noperò di pericoli, st~nza clrn si possa dire con certezza slro Farmacista Militare Signore Giordano perchè, me qua le delle due prat iche convenga all'ammalato. Lo sbri presente , volesse chimicamente analizzar nna d iscrela gliamento pre,·entivo in ,•ecc può avere tutta la sua appliquantità di vino stato prima lascialo per qualche temcazione nella Chirurgia J\\ilitare esercitala in aperti compo in un vaso di latta : volonteroso accolse il Signore battimen ti, dove chi è tocco da una palla non sa quale ùiordano la mia priighiera e, dopo essersi assicurato che destinazione lo aspetti. Lo sbrigliamento può considerarsi il vino s'offriva torbido e che non si rendeva trasparente indirettamente com' antiflogistico o prevenenta l'ì nfiamneppure con il riposo, dopo essersi pur assicnrato del suo mazione. li Medico debb'usare tutti gli al!ri mezzi per sapore acido, metallico, l'esplorò con la carta di torna.,iocerla, quando questi mezzi son in suo potere e debbe sole la qnale rimase vivame11te arrossata. Lo sollomìse ricorrer all'operaz ione solamente. quando le condizioni poi al.l'azione dei seguenti chimici reagenti: 1° al sollodella feri ta lo esigan e quando insieme con tu lii gli altri carbonato di potassa èa all'ammoniac~ i quali produssero


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-on precipitalo verde scuro : 2'' a\l'idro~lo~at,o barilico~ ed .al solfato 'di soda che mostrarono pocl11ss1m a21one : ;:i• al nitralo d'argento il qnale parimente non produs;e alcun effotto di sorta : 4° all' idrosolfato di polas,a che procurò ,un aubonchrnlc precipitalo cli colore nero: 5° finalmente al cromalo di potassa dal quale s'ebbe u11 altro abbo nda nte precipitato giallo-nero. Da questo sperie11ze dedusse lo slcss1i Farmacista che nel viuo lasciato per qualche tempo in vasi di latta cd esposto ad una temperatura media si contiene ossido piombico e ferroso con tracce di solfalo alluminico tli .cui la presenza non vuol essere considera la in dipendenza ,della medesima causa. li risultamento di queste sperienze provando come ve· ramenle possa alterarsi il vino riposto nei vasi cli ]alla con il concorso d'una temperatura anche solamente media, ci ad<li.ta la via da praticarsi onde cansarne i perui-ciosi effelli, ciò è di propor alle competcn\i Autorità che al soldato si distribuiscano fiaschi di vetro o cli legno in vece dei uaschi di latta dei quali allualrneate fa uso.

SU GLI ASCESSI FLìllDDI

(Brevi Cenni del Do/I. l\IEl'iAT\Dl letti in una Conferenza di Sciambcri) . A voi tutti è ben noto, pregiatissimi Co lleghi , -quanto malagevole, Junga o noiosa riesca la cura Jt•gli ascessi freddi, 'cosi denominati in opposizione ai sintorn i presen,lali dai flemmonosi o caldi. La loro natura essenzialmente cronica ed il loro legame ad uno stato costituzionale in genere cacochimico ne spiega il pcrchè li medesimi possano esister per lnngo tempo senza cangiar alcuno dei loro cara!· Ieri. Qualche volla diminniscon essi di volume per quindi ritornare dopo qualche tempo ili loro pristino stato . Non si scorge uei aic.idesimi quel la forza eiiminatrice e riparatrice elle cosi mirabilmente procede alla dieresi ed al la sintesi negli ascessi caldi. In qudli tutto langue, il tu-more è molte volle indolente oppur il dolore, qnando ,e siste, è mulo e non punto paragonabile a quello che ha luogo negli ascessi Herrimo1h>Si : la pelle const>rva ordinariamente il proprio colore e, se con mezzi irritanti si •lenta innestar una flogosi di buona natura, difficilmente vi si riesce. Alla lor apertura o spon tanea od artifìciale, -semplice puntura per l'ordinario, ,i succede un'ulcera -cutanea od un seno fistoloso da c11i esce unH marcia male elaliorala,. poco consistente e simile al siero di !alle lor· bido. Qualche volta alla prima apertura esce sangue scom posto e ciò principalmente succede negli ammalati in cui -domina la diatesi scorbutica od in quelli i11 cui l'ascesso s'è svolto. dietro a causa traumatica. Le pareli del eavo morboso n<,n hanno alcuna tendenza ad aderire tra sè. Questo stato <li cose può durare per mesi cd in fin per anni. Geueralmenle gli Autori considerano cotei;Li ascessi com' il risultamenlo d'un lavoro flogistico imperfello o di ·UD processo morboso mancante di quel grado necessario d'azione per cui si separa uc:a vera marcia , il che si debbe <ld nna costituzione sc;rofolo;a o scorbutica, oVYero all 'individuale debo lezza, benchè non manchino esemp i <l'ascessi lenti svoltisi in persone godenli ottima salute; .ciò che però è assai raro. La ·1oro sede è nel tessuto cellulare sottocutaneo, attorno al petto, al bacino, negli arti principalmente inferiori. Negli andati tempi cran essi

confusi cogli a;cessi per congestione e non è ancora lon • tano il tempo in cui si conrondevaoo colle raccolte sierose e pmnlente delle borse mucose, o sierose sì beno descri tte e rlilueidate dal Prof. Vclpeau nelle sue sapienti ricerche anatomiche , fìsio logiche e patologiche sopni lt! cavitf chiuse natura li e<l acciden tali , colla scorta d,1110 quali potendosi co110st:ere la sede delle medesi~e, n'c~ ora la diagnosi resa molto più facile. Dal le cose sopra espost11 chiaro appare quale debba esser il trattamento da adopel arsi io questa ma lallia. Debb'esso coiisi.stere, dopo l'evacuazione del mal elaboralo liquido con!enulo nel l'ascesso, nel riparar alla debolezza gè11erale dell'infermo e nel correggere per quanto si poò con mezii igienici e !'armaceutici la morbosa co· slituzione e nello stesso tem po dare forza alla localila affinchè l' infiammazione, per l'ordinario manca e spu· ria , riesca a suppuraziono di buona uatura e promova l'adesione del morboso cavo. l vari i metodi curativi a tale scopo localmente impiegati possono ridursi ai seguenti cioè: 1° all'applicazione del caustico: 2o alle semplici punture successive: 5o al le punture su.ssegnite da iniezione di qnalche liqnido irritante: 4• alle grandi incisioni secondo il Lisfranc: 5o per ultimo all'applicazione del vescicante secoudo il Velpeau. Tnlli questi modi di medicare comt.1 ben vedete, onorevo li Co lleghi, collimano allo sopra enuncia lo fiue cli provocar una flogosi mode· rata nei li miti dell'adesiva la qnale valga a prornovere l'ades ione delle pareti dell'ascesso. F ra queste varie pratiche io da lungo tempo ho scelta quella di pralicar una piccola incisione con n11 garnmaulte stretto ed acuminato nel bel centro del tumore per evacuarne ben bene il contenuto , e poi di far uu'iniezione composta d'u11a parte di tin~ura Ji jodi ci e di tre d'acqua distillata ; iniezione che ripeto dne, Ire o pic'l volte nt,! seguilo d'a l cuni gi,)roi sin a che vcgga, ciò che non si fa mollo aspettare, separarsi dalla morbosa Cal'ità un pus di buona natura: in allora le tralascio e medico semp licemente la ferita con un piumacciuolo su cui è disle$o uuguenlo refrigerante. Qua ndo poi la suppurazione comincia a scemare di quanti tà ed a fars i più consislenle, metto in opera la compressione dcli' ascesso dal la cìrconforenza al centro gradatamente avvicinandola secondo la vasti tà della ca vità morbosa verso l' ,Jrti!ìcialc apertura. Jn tale 111odo opera ndo e ricorrend'in pari tempo a_ll'11so in terno dei tonici e dei corretlivi delle esislen l i diatesi e ad 1rn approprialo regime dictclie(> , ho avuto la soddisfazione di ollener in uno e due mesi guarigioni di tali ascessi che avevano resistito alle semplici punture successive o ad altre topiche applicazioni. A questo propositu potrei addurre, per vieppiù conrermare l'utilità di questo moJo di curare, un nuovo caso ossen •ato nella tezione. Chirurgica a mo affidula dal ì\:Ie<lico Divisionale in un so!dalll di Savoia Cavalle1·ia, il quale, ailctto da un vastis · ., simo ascesso di questa natura. alla parte superiore interna della gamba sinistra, ne ha ricavato in vellli giorni di cura un assai nolevole van laggio, cssendos i già o l tenuta l'adesione della più grande parte <lei]~ pareli della morbosa cavità. Vi soggiungerò poi che per ini.ezione ho adoperala piuttosto la tintura cli jodio che qualunque altro liquido irritante in primo luogo perché la medesima iofil ~ ttala per caso nel tessuto cellulare non pr.oduce quei guasti a cui talvolta danno luogo le iniezioni d'altra natura , cd io StJcondo luogo per la sua inco.1trovertibil uti.


~60 Jità ne!i 'iùrocde, nell'iùro pisia delle borse mucose e nel:Benchè per il tr(lppo indugiare dei pareuli iu non avossi l'idrartro . .lJell'uti!itù degli altri rnelo<li non posso par più granùe fidu cia negli ordi narii mezzi <l i cura., ordinai lare pe.r mia J)r,,priu sperienza , perchè non mi fu mai tuttavia un'appl ic;iz'one cl i mignatte a!!a region an terioreuopo spcrirnenlarii , forlunato come fu i sernp rc ne!ia r iu- ' laterale del collo e pre~crissi una pozione slibiata ùa scila con l'enuncii to metodo e tanto più perchè ho rile- I JJrendtJrs i a r.occ!Jia iale, ma nessun buon e!fello essendo ne vato da alcuno osservazioni · d'accred itali Scri llori che succedulo et! a vendo verso la rnezzauolle tr{JVato iI picl'applicazione de! caustico '-: J1~ grandi incisioni praticale colo a.mir.ala lo in isla!.o di proforalo sopore , con pa.!J ido su t0ssut i gii! sì male prnd i~posli po;;son es5ern sussegu ite il virn , con la re5pirazione sempre più difficìÌu eri acda calli v-e const'guenze , come flogos i di mi lk na natu ra compagnala da ua cara tlt.lrn afonico pa.rlico!,ire con ' ._ '-" od u lcer<} ribel!i . polsi piccol i cd ine,1oali e con peìle cosp,irsa di sudc,re Que,t'é q11an10, o:iorn\'ol i Colleghi , ho \'o11')re di parglutiuoso- fredd o; cliins;, tosto ltl fer ite dclle mignaue, lecipan- i non colla prclcnsion(1 d'a1·e1· dello cose nuove, prescrissi due senapism i ai piedi ed un' infmione rii fior i ma soìo p;!r farv i pal,ise l'ul: lità d'un metodo da me legdi tilio do lcifica ta con il sciroppo diaeodio cJ avvatorala ger111e11 l;') modiOcnl•> e p,1r ntlemp;er all'obbligo che c' indal la soluz ione di tro gran i ,Ji kerrnes minerale, avvercomb,1 di comunicarei le proprie più in teressanti ossertend' in pa ri tem po i ge11i tori dell'eslri:rnu perico lo in cn i vazion i a fi ne di scambievo lmente istruirci ed esse re sem.• versava il loro bambino, senza che lusinga ùi prohalli!e Ealvezza mi rimanesse , !ranno nell':ll!o · operativo . :.;paprc più ut ili agii amma la ti a noi" affida li. ven tata !a mad re du qnesla propost a, non .volle in sn In prime accondìscend!! rVi, ma ver.;o le quattr'ore del vegncnlc m,llino, visto il fi~lio suo con la raccia ipocrutica, STORIE CASI R!~IARCHEVOLI. con la te~la pieg;;.ta su la ~palla sinistra, con la lingua di c0lur e durezza coriacea , con l'immoliililà dei muscoli de l Lorace, mentre convolsivnmcnle s'agitava no quei 69 ddJ'ad<lurr.irrn; toccate !e esln:rnitù fn:dde ed il freddo CIWUP .'EL SU) ESTturno PERIODO ~11dor(;) ond'era bagnato tulio il corpo e conv inlas i de l . . l'csir.,mo pericolo del suo ,1mmaìato di cui i polsi ed i GllAfllGIO:-!!-; )IED!AT\T!l LA LA!lil'iGv TRACHEOTii~ll~ batliti del cuore cra.n appena percctt;bili , come percr:t{Storia [ella dal Doti . T1.::,;1s1 libil appena era la respirazione all'appressr.rs i alla ).ioccn in ima Con/è:n,11;a di Sciaml;eiì). la lhmniu d'u n lumicino , permise la madre che l'A rte operasse. Trovandom i 1n rli,taccamcn to a Rur.nilly con uno Squadrone dei Cava!!eggieri d' AkssacHl ria fui chiamai.o Richiesta pc:rciò l'assistenza ù~I v~icnle gioviao Dott. ne l giorno 21 di giugno HI ki sei orn dcl!a sera a visitare Decotte,, m'accinBi su ie ci!lque diii malli no all' operaun fanciuUo di ll ome Ga•parc Berlo!, tieH'clà d'a1111i rlne zione, dnbhioso non solo dell'fsilo, ma trepidante che la e mt'ZW, <Ìì fort<J e robusta costituzio11e, di forme fisiche morte !uccct\e$se nell'atto stesso di riuella. Collocalo il così srnl.te e di tal acume <l'ingegno da superare tl i pa:t.i<'nte su d'un leHo ùi convenieo!c allena e co!locatorni gran lunga 1anh1 nel/,) nnc, quanto nel i'allro ic ord inarie al la rlestra parle del medesimo, feci r:el l,1 pari,?. anteriore manifètitaz-ioni e.l i qneila tenera età. Recatomi i:i s 11 ì' istante tfol collo unu pìega cutanea lruns;-ersl!!e ch'iucisi col pres,o il piccolo anHM1lato, !o trorn i <l0combenle nel gammaull c retto sin ,dlu 3ua base rimanenl'lorni un taglio proprio letto in posi:r.ione supina, con !e spalll·- a !quanto vertica le media no dell'esten~iono di due pollici : ini.:ist rialzate, coli la testa rivolta all'i:i dielru ed alquanto pie- i quindi nella stessa direiioue verlic<!ie il fascia cervic,do g;;ta su la ,palla sinislra : la focci:l era ros5a e gonfo, I e scopeni H iessolo cellular adiposo dividcnl~ i muscoli gli cechi ehiu~i, la !Jocco scmi,1perla, la lingun secca e !" slcrno- io<lei : seguilando poi :icl incidere per mellér alln difterica, la rcspir:)zione dilì.ìcilc e frequente con tosse scoperto lo spazio cdco-tiroidco, dovetti soffermarm i avente i I parlicr lnrn suono di sibilo propr io ilel croup: i. lquanlo per cessar il sangue zampillante da due ramì i polsi erano forti , frc·qucuti, pieni : la cute si toccava arteriosi o probabilmente dal ramo meùiano tiroideo e calda e secca, se si eccellui nell a parte anteriore de l ria l laringeo che per anomalia .Jtlraversav.:100 la parte torace r1ov'era cq)erla da uu sudore viscoso : alle ch iainferiore della laringe. Ollenulo questo scopo per mer.1.0 male <li ~un mad r,, -~ dc' snoi parent i non r ispondeva della torsione e di leggicrc cauterìzza1.ion i fatte eon il miniman11!nlc, nè llava segno d'averle percepite : solanìlra;o d'argento, feci eou un gammaullo ben acuminalo mt'nle da qnr.n,l'a qn~ncto sman ioso si clibaueva e portava 1rn lnglio crociale nel detto spazio ,:r ico-tiroideo, aprendo spHenlo.lo le rn.::ni al coìio quasi vo!es;;e ecrcar aria da co,ì un ad ilo alì'iugrcsso erl alia sortila ddl'aria : ma, inspirare . L'ispeiioue cle)la cavità d,:lle fauci nutla offriva sorpreso che ciò non ostante la respirazione del bambino ' d'innat11rale, trannt> un icgisiero stalG diitcrico. Da cinqu'é uon si foce5S,~ libera lantoslo e dubbioso che ciù accag iorni aveva pre<.:!Jduto questo stato una tosse secca e desse in dipendenza della ristrettezza della praticala soffocaule con respiro breve e cou ùolor alla region an.: aperturn, prolungai qnesla, incidendo il corpo della stessa r.nrtit~gìne cricoide con tre anelli dell'aspra artel'ia : nè teriore del collo : 110:i perciò. u'oran i parenti molto con ciò avendo potnlo ollenere lo ~perato vantaggi(•, angustiati prima dello stesso giorno 21 in cui per il ìn trqdussi do.ll'alto -al basso cri in via esplornliva nella con linHO piangere del rDgaz:w, per la maggiore. frcquen:r.a della' tosse con suollo croupale, per la resp irazione stertrachea una candelctl11 elastica la q1rnle mi free conotorosa e difJi r,i lis~irna e per lo s tato di ~-finimen10 e di · scere l'esistenza d' nn osh:colo _iu corriapo nde11za della sopore nel qnal,~ era ,:adulo, la madre, tentate prima porzlor.0 sternale della medesim:i trachea : introdotta inutilmente le ordinarie ed imm~ncabili prescrizioni delle allora una pinzetta ad anell_i , dopo avere Jeggiermente ponniciuole visitanti , si decise fare r icorso ail'Arle. pizzica to su l'o!taco!o , fn i conso lalo rn iraodo fra le bra n\,..,;

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clie di quelia alcuni lembi di p,e1iJò ~1cn1hran:i, su~se · uiti Mll'uscita òi molle mucosità 5a11gmnolcnle che corn g ivan O sparivano secondo che il !Jamhino (:)spirava od par . . . . ,. · · inspir~va e cagionavano lorL1 a~_cess1 ùl tosse cou mrnacc1a di soffocazione. Himosse pcrc1u a poco a poco le mucomerliunte fìnissirne sptHme ed ottenuto ·1· annuinolenle , . v 5 1 a e ,:, in breve un grande sol!ievo dell'ammalato, mi restllYi la ferita ) 1>rocmando pe rò di .mantenere a maAd'ic·are . . della medesima per dar un libero ad1lo sco.~l"• Li i labbri . al passaggio dell'aria. nei poìrnoui_; a (JU(lSto One , mancanrl'io del cannellino di Bretonneau e del lo stroment~ un me~odo semplicissirno da molt1. o . d.I Boyer , se"uii Pra tici Francesi , inglesi ed llalia11i consig'.ia!o c;oè pres'. due spille comnn i, lo curva i a gui sa d'uncmo, le col loc:11 la f,., rita da lla parte della c;;pocch in o le ::rnnoclai con v ' • • d. ne I di,Hl 'nastrini alla parle posteriore del coHo. Lopersi,'.Jllln' 1 la ferita, senza turarl a 7 con una spugna imbevuta u ac4t1a tiepida al doppio scopo cÌle _l'umido_ v~ pore umc_ttasse I~ , 1, , ~ ., che le 1'rl11cos1ta sangun~olenle venu~cr an t ra,1 .1,o " aderir a lla spugna la quale so vente dt,rn,·a esse re rimpiazzata da altrn egua lrnenLc umida e pulita . Ciò eseguito, pensai a ri a11imaro lfl ro.r~e _sor~ manrnnle prostrale (~_el v iccolo amma lato con I ,1 pplicaz 1one d: p0 !e nle sena p1z· zale alle estremità i11feriorì n con l'interna rnome ntan<)a amm in-istrazione di q11alch11 cucchiaiat~: d'acqua distillala di nienla·, per i qual: mezzi in brevè !'operalo si rianimù alq uanto µo r dimcntic:are più lùrdi in un $onno i'rofo11do . a,']'opernz1011e . fu le pene sofferte. La cura consucull,a de lle più semplici, non eS$cndosi dornto fare . r1c?rso ad altra cosa fuorchè a bevande e mis!11re rnucilagu1ose e calman ti le qoali favor issero il lolalo dis taccamento con J'e;; pnlsione rlei resl1111 li pezzi del la ps~ udo- memhr8 na o rnitioassero ia tos,e . Ollo giorni tlopo l'opernione essendo ,., , • I .. quella c,•siela e i' amm:ilato respiranù ussa1 : 1e_n ancn~ con la fo lal1: cli111surn dello. feri ta , le m:e cure !I r1volser a procurare. la cicalriuaziono <l i q•wsta ; il che 11011 mi fu . diffici le cosa oHener in 25 g;orni con li mczi,, d'alcuue lis l·erelle di cerotto di diaqiiilonue e co11 ripetute caute .ri zzazioni falle C(Jil il nitr ato <l'urg~ ulo.

RELAZIONE DELLE CON!limENZE scrnNTIFICUE (Conlimw:.ione del Afese d'Ullobrc). ALllSSANDIIU. La seduta dei 6 ebbe principio con la lettura fatta da l Dolt. va~liebti della Storia riferita al n° 132. Il .Uedwo

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delle me1!esime sosl.rni.e: 4° accennù ad uh imo ad un ammalalo morto in mezzo ai sintomi di volvokt, nel quale si rinvenne alla necroseo pia un tumore a pcdicciuo!o ne! cavo del!' intestino tenue, con i! lirameulo èd invaginamento di quest'ultimo. . li .l)otl. Vaglienli espose pur egli on caso analogo a l\'ullimo riferito, accaduto nell'a nno 183'1 nel mctlesimo. Speda le d' Alei1rnndria e nel!a sezione del lliedico·Capo Dolt. Rolando. In que1lo c.iso ~i ritrovò un in1·a~inamcuto della lunghezza di c.irca quattro decìmetl'i che si riconobbe essere staio c;1gionalo da un notevole stringimente, dell'intestino per una cicatrice luuga più di due cenlimelri. TI Do!r. Capriahi, r ifo remlo!i parlicolarmcnte alla Storia .letta dai Dvt!. Vaglienti, mauifeslù il dubliio se le perforazioni dell'intesti no e ,leìì'om emto non uves1Gro polulo e ,scre piutlosto cagionate da un pro tesso ulcerativo o cancrenoso, siccome poteva dedui-~i dal!e prnfontle alterazioni orgau ich{) ri nvenutesi , le quali trad ivano un pregresso antico larndo flogistico. llispoi1e il Oot!. Yag!ienti non pole1·c questo wspct!o stmi~\ere per r iguarùo ili la rottu ra dell'intestino, la quai es' e.ffottoò itt un punto cto,ll fa to1Jaca peritoneale era per luu1:o tratto denuctata senza che offrisse perdita ùi SO$lanza. Aggiunse il Medico Divisionalo che il poriloneo ha poca dispo,izioue a! processi> ukerativo, ma che iu vece, qua udo ! ro,asi così denudalo, acquista molla friabilità e facilmeu le si lacera. l<'inaimeotc il Dolt. Facio ch'e ra di gu~rdia nrl gior.oo d'entrala a!!o Sped;ile dc! so!d~to Barbieri, porse alcu nCschiarimen\i sol co.ilo <li que~to, 5offermandosi in i,pecie a cksr.i'ivern~ miout~mento Ja sintomatologia. A quct1ta cJis~nssiooc lenn•.-, dietro ;a iet!ura d'un ìaYoro del Dùll. A !<:iati intorno ;il!' Igiene pni[ìlal\ica deH'oltalmia ~ouo rroica (·). flichi~mando ii Do\!. Capìia:a la proposizione marMcstata daìl' Amore cli -ques(a su le gran<li precauzioni da impiegar5i e su le calde \'accom11ndazioni da farsi agi' amma!ati ricoven1li nello Sp!)dale pe1· go?1onea , nn\ò ch:i ordinariamente gl'.tmmalali <i'ottalmillbknnorragicalaconlraggouo prima ct'cntrarenel!o Spcdalc: cli man:eni che tu\le le raccqrnantlate caule!e , quantunque lodevolissime , poco o nie nte coo rl nrr ehber il deside ralo rnopu prolil;;ltii.;o. :'-iotò 1,oi il l\Iedico Divisionale, per riguardo .:iil'inrnknta prnprie\à dei Qmirtieri, che lo zelo delle Autorità Governative era p.-esi,uti,menie così operoiò d.i. lasciar ormai ui(lnle a l.lesiderar iu propo5ito. Comba!tè il Dottore Va~licnti l'inutilitil opposta dai D~t~. Capl'is la int,wuo ai mcizi profilattici _propn~ti.<fai Doti. Akiati e recò il fatto d'nn ~ol<lato già collocato oeHa categoria lnnlidi per albugine agi: occhi, nel quale , entrato essendo .iìl'Ospcdale cli Cnnco pe1· soprav,giunta ollalmite dea tra con isco!o purulento copiosiss:mo, con dolore ~!50 a! lato o~t,:rno del bnli10, coa timùrn di crepac,~io delta cor11ea e con fehbro intensa , ~ cui s' oppoiocon poco miglioram,•nto un energico mèt0clo autiflagistir.o, per fa diffu9io,:e i1.1!iamm.1.l\1ris fat. taai all'occhio sini,tro si sospettò e fu a,•vorali:ldal!.i v,11it~ delle p:;r!i .;enita!i. la nalurnhieunorral(icu deU'nltilmia noriouc: questa che av2ndo!o d~ierminato a ric~rrer~ p!·onfamenle alle iniedi nitrato d'argento sciolto, I•) pose in gr,iJo d' ottenet·t non iolo una comp;ota gua rigione de!la nnova ollalmi!e, ma bém anche la 5comparsn della triennale densa a!hogin0 con ritorno di alcun poco di f.lcollà visiva. Soggiunse quindi lo stes~,:i Dl)l!. Vsg!ienU elle, pt1· riJ.(uirclo al metodo ,iborth>o proposio ch!l D,i-.t. A!cia ti nella cura de1ia hlennorrl'la, $Ìcromeale~sif:mnaco, er:: vper11 dc! Pratico n ella seelta dei mezzi curativi avere prnscnlc e Galcolare gti eff8lli e i.:li acddeu(i più gravi che la malattia pnò produrra a seconda del diverso J'Uùdo tl ' opor~r,... t!i q 1Jell i, e d!<' ii ,,frus blrmnorragico non ('Ssendod;i lunto da compromettere lit ,·ifa dell'ammal:tlo, nè in sua-co:stitnzior.e, qmrnd'anche 0011 fosae to!lto fi is!J·ut\a col metodo abortivo !r, sua azio ne dt:kterii;; ma potendo in vece nascere da un tal genen, di cura allera:doni organiche a$li'ai più gravi de!ia rnalalliu ~tcss11 , eg!i non po!cva sottoscrhere i11 questo punto al modo di giud icare dei!'Au\ore 1folla Memoria. Ri,pos.e qucsli che uon era shito suo inle11ci:n1errto di commendar il ruelotlo ahorlivo com'asso!uto, che pm ò le ulterazioni orgsnkhe, µ-ii s!rin~imcnti d uretra oran appunto la sequela cli blcunorra~ie :rwciternte, irnzich&_ dt!l metocio aho:-ti.,-J da lui commmidalo. Op.pose il Dott. Y.1~iienli che i più insi~;lli Prntiti ripongon in vere , e,,ntt·arian1ent<' all'<.Xsst!l'1.ione dol DoU. Alciati, ne:.(ii slri n{f rn11u!i ìc1 causa delle lunghe blenoorree. Citò in proposilo uu caso uarralo tla S.wediaul' ù'an 3mrnala!o d1~, to,;co eia b!ennorrea osti natissima dalla qnale qnesto stesso celahro Autore 1100 lo p;;lè liber11.rc comunque avesse fatto ricorso_ai più <l~canta li mezzi; rimase poi pnfellameo te risQnato in seguito ai catetel'ismo forzato alatogli pratic,11to, dal r1m11~ poiè conviuccrsi della lacerazione <l'uno stringi1aer.1to per l'mimaue dolore prov.ilo clall'~ rmnalato e per l'abbonrla_nte sti!lici<:lio_ di s_a~_gu0 <ia!l'uretrn. Qu(!,!a st.nlcnia. fu pore d1vtsn dal Moil1co D,vmoua:e il <J trnlo disse che , avend' ancb'e1;:ii adottalo ìl metodo shnrtivo, n on tirclò t;t1a1·i a !corger i molli casi di s!rin,:;i meoti d'm·ctra che da qu~sto. derivavano; i qna!i stringimenti non solo

Divisionale accennò poi a varii casi stati da lni _osserv~li di per~ fora zio ne intestinale con ispandiruenlo di ma tene fecali : acce o no 10 ad un caso in cui l'ammalato, a mnlgraùo fos,e _locc? da ei:nn~ libera, finì tuttavia i suoi giorni prescnta~1do tntl! 1 s1otom!· d1 el'nia s trangolata la quale nell'aotossia si r1cono!Jbo etrell1va , mer11e formala da un'ansa 1i'iotcslino strangolala <!a uua per·foritt.ionc dell'omento g._<1stro-colfoo, di cui le p!reli erau indurite, 1·osso-livid_e ed iu$pessitc da stra_ti di liofa plastica : 2° ad un atll'o ca10 di donua affetta da ernia crurale strangolala , n fare libera la qoalo ezsendosì avuto ricor!o alla Chc!otomia , si dovette, per compiere la ridozicme, portare lo sbrigliamento in cinque tingoli !!UCòessivi molto profondamente $ituali. Dopo \re mesi sopravvenne li:1 mo rte in stguito a processo ul:era!ivo ordito5i nel punto d'inte~lino già sottoposio allo slrnngo!amen:o, con rotlnra della tonaca peritonealo, unica superstite e cou ispaudimeo\o fecale: 3° ad un altro ammalalo d'ernia itrozzata iu cui, per il coi.so di tre me,i dopo pralic11ta5i la Chelolomia, essendosi manifestato sempre un senso di gorgoglio insolito poco dopo ingoia to le bevande, ebbe luogo la morte per entero·pef'itonite e ,i dnvenne'r all'autossia parecchieaùe reuze <l perfol'azioni reciproche 'cli ,arie contigue circonvoluzioni intestinali che permettevan ancora libero i! corso a!lo sos\a m:fl alimentari ; le ,i ;:;::::: quali aderenze, essendosi in seguitQ sciolte per _coosecutivoproce5so ulce-ratiro, favorirono lo :;pandimento eotro·p~riton~alc .. nwne1i.

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262 progressivi: dilatazioni e sUaucamenti ure trali al di la dei stl'ingirnenli siccom,, ebb'a convincersi per le uecro,copiche osservazioni,' te qu,1li in p;iri tempo gli dirn.ostrarono ~he gli stringimenti non souo già i'effctlo d' alterazioni orgamcll.o !Jella mucosa ma bensì del tessuto celluloso retrouretrale, 11 quale, 111spes;ito, costringe a gui1_a di cingolo i'urelra s;esso., . Dopo alcune riflessio01 del JJo~t. Dupont su l ut1hta del ~1lt·at? d'ar"ento nella cura delle ottalrn10 JO generale, strnpri; che pero ~i co"mbalta in pari tempo la ri;izione generale col metodo antitlogislico e dopo consimili _rifies!ioni del Dotl Vaglienti c~l e avvalo1 ò c'bo la citazione di un fallo prallco, la 5eduta tu ch1us1. Nella cooferenza dti 13, essendo ;1ll'ordine del i,1iorno la continuazione dell;i discu~sione su l'oltalmia blenunrragica, il Doti. Patrocco riferì un caso di questa malattia in allor o da soli cinque giorni iu cura nella Sez;one del Doli: Melo~no. Espose come in pari tempo che si combatteva la gagliarda r1az1o!lo generale con nove salassi s'era pure fallo ricorw all'uso localo del nitralo d' argento 'senza che però potesse aversi lusinga di buon imccesso Etsistenle com'era tuuavia la chemosi ad entra.robe le come~ le quali nioslravansi opachepe1· versamento iuterlamiuare. Aggiunse che in via di sperimento. si .voleva tentare. Pina troduzione del catetere nell'uretra per ncbiamare lo sttlhc1dt0 blcnnorrag1co soppres5o. li Dott. Dupot)l neg? !'uli.hlà di q~es~a pratica appoggian<!osi_specialmcnle ~li al!tori!a di Bea.urne,: nspose il Dott. Vaghent1 eh~, V?lendo&J dec1~ere .del mertl? duna tale prati<·a per il solo crileno d' Aulonla Ch111ch~, ssc.~ome sta van in favoro dell'introduzione della candeletta gli elogn fat tine da Montcggia, da Scarpa, da Swed,i~ur, da Lagne~~ ~ d~ Sanson così e"li opinava potes,e tentarsi con probab11t1a d1 succes5~. Il Medico Divisionale propose doversi anch!in queste malallie trarre partito dai revelleoti comuni. Dopo c10, .s , fece quest'ultimo ad esporre: 1° il caso del.soldato _nel _J0°Regg1men\o fanteria Giuglictli, morto per &ravesmo,.o, d1 cm la necro1cop1a no!l rivelò nel cervello e ueae viscere loracichc alcuna lracc1a motbo!a, tranne che il cnore si offerse vuoto di s.angue, con pareli flaccide e che i polmoni eran alquanto intasali passivamente; sani del paro si rinvennero lo .stomaco, il. duodeno e ~ran parte dell'inteslioo tenue, il quale però nell'ul)1mo suo decimetro lasciò »corgere numerosi tubercoli ulcer!}lt che s' esleode~ano ()Ur alla valvula ileo-cecale mentre le gh1andolo mesentcnche mgrossale emulavano al taglio il parenchif!la ci.ella milza: 2° e!pose poi il caso del so!Qalo Giuseppe Hugomer 11 quale nel ·giorno del suo trasporlo all'Ospedale (ai 1 d'o.ttobre) aveva total.ment~ smarrili t sensi con respiro addormnale..e nel t~r~m~ dt poche ore cessò di viver in me~zo a ternb1i1 co.nv_nls1on1 ..L autossia svelò un tum,1re encefalo1deo volurnmos1ss1mo, situato avanti oli ureteri ed avente al suo centro tutta l'arteria aorta addomfoale e la vena cava: il rene sinistro ipertrolizzato nelli sna sostanza corticale: i calici assai dilatati, e ciò forse per la pressione ch'il lomore esercitava so1~ra g!i ureteri .sottostanti. Il taglio di que!to tumore lo dimostro d1v1so q.uas~ m tre porzioni distinte, di cui la più picco!~ era colorali!; 1:1 giallo., 111 r~s~o 1a m<'diòcre ed in bianco la m~gg1ore; ma noto 11 1\led1co Dm sionale che l'aspello di cervello rammoll_il~ e di tubercolo ematodico non costituiscon altra cosa fnorche 11 risultarnenlo delle modificazioni subìlo uelle varie fasi d'evoluzione del tumore da una degenerazione essenzialmente id~ntica. . L'ordine del giorno della sed?ta d~t 20 perll!1se al Dol~. P~trucco di leggere la sua Memoria. d Igiene m1hlare nf~r1ta 1.n ques to stesso numero. Al parere m questa es~r~ss0 da.Il Aut~1.e s'a,sociò unanime il voto del Consesso, benche 11 Med1co D1v1sionale notasse esrnre c11so rarissimo che i soldati lascino ~ogi;:iornare lungo tempo il vino nei fiaschi di. latta . Co!se quio~ i il Doli. Yaglieuli l'opportunità per esll.·rn~r 11 ~l~s1der10_ c_he. I attribuzione modico-leaale dell'UfTiciale d1Santla non s1 hm1lasse soltanto all'ispezione "tlelle l'rntte che si vendon n.ei Quartieri, m.a s'estendesse altresì per dirillo e pe1· dovere al Vt!lo ed alle vivande di~pensate dai vi-1andieri alla Truppa. . 11 Medi~o Divisionale. invitò poi l' Assem.hlea ad ?ceupars1 del modo di concertare l'attuazione del Gabmetto d1 Lollura. In .conseguenza di quest'invito 1i stabilì: 1°.di_far i~mcdialamente una sottoscrizione per uno sborso pec.umano pan a quello adottato per i Gabinetli di Lellura io generale: ~0 di mandar ad ef: fotto que,to sborso col finire dello stesso mese 1'o~tobre.: 3° d! ritardar al principio del 185'2 l'abboname~to dei. G1ornat1: 4.0 d1 procurar inlanlo un risparn,io per l'acq uuto d1 quelle Opere . . . Classiche ravvisate di maggior importanza. . . Nou e.,sendosi potuto, per l'assenza d'alcuni memb~t , rip~g!iare nella Seduta dei 21 la discussione su l'ottal!l!ta, (I Presldcute invitò il Dott. Vilglienti a rendere _conto de1: cast . nma1:·Chevoli esistenti nella Sezione da esso 101 diretta. Questi rifan: 1° su la guarigione del soldato Borcilo di cui si fei;e memiono nella relazillnc delle Confereoie del mese <l1 settembre: 2° espo!io che nel soldato Luigi Varola, in corso di .cura dai 3 d'.a.gosto per gastrite lenta e quindi per fìsconia alle viscere. ad~om111alt co.n ascite, essendosi dovuto, per !a.gran.de _suscellm!a dal .veolr1colo, limitare la cara a semphc1 unztcm tane ~ull addc~mme con pomata composta d'eguale dose d'estratto d1 c1cu.ta~d un~u~nlo mercuriale, s'ebbe tu\lavia p,.r effetto una grand1ss1ma d1mmu-

2iona nelle fisconieenoll'idropisia,chesi poto;va quasi dire scomparsa e lai un miglioramento nelle funzioni digestive che l'ammalato digeriva già i tre quarli di porzione con verdura· il che però non impediva che l'eililo della rualaaia foss'ancor~ molto problernaticc: 3" dine cbe il più rimarchevole caso della sua Sezion~erarappr~se~tato dal soldat~ Dufford,.eutrato nell'Ospedale nel g)Orno 'i2 d o~tobre con polsi frequenh, cou dolore di capo con lingua aniform!!mente biauchicci.i, con ,enso di clolor ollus~ al veutre ed in ispecie alla regione ipocondriaca destra con tosse frequente ed .isciutta, con rantolo crepitante e con' pro1trazione di forze; espose poi come, dopo prescl'ilte due oneie ~'olio di rie.in~, nei succ~ssivi daeg;orni si fos!o svolta piuttosto mtensa la r1az1011e febbr1le con to~sc frequente e piccola e con il dolore l11nitato alla regione epigastric;i, il qualo s'esacerbava per il coota!lo., tl?entre il. ventric~lo conserv~va I~ regolarità delle sue funzwm; le quali cose lo mdnaser a taro diagnosi d'e· patite ed a ricorrer a cinque salassi, ad nn' operazione di mignatte ali' ano con grande sollievo dell'ammalato, ed all'uso interno del calomelano dal quale•' attendevano salutari effetti. Il Dott. .~leiati notando che nel caso in discorso non esisteva indizio d'alterata funzione secretiva biliare, p11le!ò I' opinione che il fegato non fosse tocco da morbo nel 1110 parenchima , ma solamente nella superficie convessa; ciò ché , secondo lui, darebbe spiegazione della prMenza della toslie, Finalmente il Doli. V.iglienti chiamò l'allonzione de' suoi Colleghi su d'un e\emtnto morboso che, principiato dalla scorsa e!tate, s'era m11mfestato nell'autunno con tanta frequenza ed importanza da voler enere consideralo qnal elemento qua, i epidemicamente predominante, Qnest'elemento morboso diS50 consistere nelle eong.eslioni.. ,isc~ra.li .ed in.va!Jere qu~si tutti gli ammalati li quali, prevn legg1er1 smtom1 d1 gastrosi o contemporaneamente a<l essi,si lagnavano or al capo, or all'uno od all'altro ipocondrio, or a lutto l'addomine di dolore gravativo ottuso , persistente anche per più giorni con nessun allr'iodizio di fondo !logistico e vagaote talora dall'ana all'altra viscera, nè allrimente vincibile fuorchè con le sanguigne sotlrazi<>lli di conserva con gli eccoprotici. Agiiunse che qu~sta condizione morbosa olfriva la forma infiammatoria quando dell'encefalo, quando del fegato e della mìlza, quando finalmente dell'apparato gastro-enterico, ma cedeva però prontamente con l'indicala cura senza percorrere l'ordinario corso della flogosi, di cui il sospetto era anche eliminato dalla natura del sangue ~olìlo a presentarsi poco cotennoso. Concbiuse esternando l'opinione che questa forma morbosa fosse quella appanto che servì di base alla dollrina delle gastro-enteriti molliformi di Broussais. li Pte1idente, dopo aver notato elle qnest' ultima dollrina tnltocht fondata su fatti reali era stata esagerata in teoria, scio be la seduta.

PAUTE SECONDA. Nel nuoi'' 5 , parte 1• del Giornale Militare zmbblù:ato ai 2D del p. p. febbra io-, annesso al R. Decreto dei 2 dello stesso mese con cui (n instituito 11n nuoi:o modo di Surra· 9azione iiiilitare , ti si ritror:a l' istrut>ione zm· l' esegi,imettlo del medcsùno cd a pcig. 15, S 7 vi lii le.r;ge quànto segue che lw di?·euo rapporto c?l Serr,zio Sa11i 1a1'io-llfil·i tare : § 7, L'altitud ine lì, i~a (del surrogalo) s'accerterà me diante espressa dich iaraz ione per parte d'un Medico ì\lililare del Corpo, chiamato a proceder ad accurata visila del Volo11tario io preser.za del Consigl iv d' A mmir~istrazionc. § 8. L'Ullìziale Sani tario predetto avvertirà non solo allo staio attuale di sanità dell'aspirante all' affi<lamcnlo , ma deb h'avere ri gua rd o pur anche a lle malaltie a cuiper anentura andò sogg.ello riel corso di sua carriera militare. § D. Dove non vi concorresse la presunzione, anzi la morale certezza ehe il volontario potesse 11011 sol imprenJere ma ultimare !.1 m1ova ferma in allivo serv:z;o nella qual:ttì. di Su rrogalo .Militare , in que,io caso egli non po trà .:issolulamente co11seguire l'aITìdamenl.o. l Consigli d'Ammìnisli·azione e più specialmente gli


2.65 Uffiziali Sani lari i Mdi lari sono mal!cva,Jnri Jdi'os5crva nza di tale divieto. § 10.. Riconosciuta l'altitudine fisica del Volonlario per Ja Surrogaz ione Mil itare, il )Iedico Militare che l'avrà visitato estenderà il suo parere che sarà sottoscritto da lui C· dai .Membri assislenli del Consiglio d' Ammin islrazion e.

RfVJS'fA DEI GIORNALI SCIENTIFICI. ALCUNE CONS!DKHAZIONI SU LA PF.OTOML\ CO:,! 1.1.NA l!OD[FICAZIONE A f,LA. lrED RSnJA 1 Dl!f, l'.ItOF . CA V, B CO}l~I. A . Rllllslll

(SUNTO DEL DOT1'. P. MOTTINl)

Nel sunlo pe_r noi pubblicaw nei numeri 22 e 25 del lo scorso anno della Gaz:::. Med. di Genova sulle Opere del benemerito Capo clel Corpo San ilario della nostr'Armata il Gomrri . lì.iberi, abbiamo notato, fra le Lanle altre cose, che i lavori fin qui da Esso lui piibblicati , i qnali sono in notevole copia , .abbracciano la più importante parlo della Chirurgia pratico-operativa, di cui ha arricch ilo il dettaglio pratico, ~pesso corretto cd alle volt(, inventalo il metodo manuale operativo, e che il medesimo ha esplorato con nuovi mezzi la Scienza Patologica e ne ha tratto con acuto ingegno molle induz ioni cnralive e saputo ottenere soccorsi e luce dagli svariali elementi cli wi si compone la nobilissima Scienza noslr<1, Fra i gravi e importan tissimi argomenti di cui l'llluslre Aulore s'è or.cupato con tai1lo profillo dell a pratica, uno dei pi~1 recentemente trattali è quello su la Peotomia, della quale i molli punti clinici ancora più o meno qoistionevoli sono svolti e di locidati colla profondit~ di doltrina che gli è abituale ed intorno a cui la lunga sna esper ienza seppe indicargli le più opportuni;! o proficue modificazioni operative. J!;gli è in seguito a questi riflessi che giud ichiamo fare cosa grata ai noslri Lettori col dare un brevissimo raggoaglio della citata .Memoria , ond' i precetli clinici stabili li nella medesima siar.1 ad essi valida norma nelle loro cliniche contingenze. L'uretra recisa 7mò dessct restringersi o c!tiudersi del tit//o? A siffatlo pnnlo conlroHrso con cui ù dato principio al prezioso lavoro di cui ragioniamo, il Prof. H.iberi. appog'sian<losi alle osservazioni di Guido di Cauliaco, leòran, Nannoni, Porler, Smyly, 1~cc., ed in segn ilo a Ire casi da osso medesimo raccolti ed in opposiiione a Velpeau, conchi1icle che l'urelra recisa tende a restringersi ed a chiudersi; per cui è necessaria la presenza nel la medesima ò'un catetere mantenutov i a pf'rmanenza dura·ntc la cura e riapplicalo di quando in quando anche dopo la guarigione, allCI scopo pur anche di prevenire in fìllrazioni orinose. · Quanto ai vanla~gi dell'amputazianc z}(lr:;iale det pene l'Autore, . per mancanza di falli proprii, non osa dar un giudizio snl valore dell'ingegnosa pratica ù'Ogier, di cui leggesi la descrizione nel vol. Sl d;,gli Annali Universali di iJ,/flf.lLcina dell'Omodei : si affrella per altro d'avvertire che per quanto la recisione parzia le degli inw,gli parziali del pene per ma laltie mal igne, sia utilissima per la cura e per la diagnosi , come gia dimostrò Lisfranc, q1tel la in ve<'e dei corpi ca,ernosi non impedisce la recid iva dell',affezione; di che fanno feùe la di lui speriem:a e qllella del

Prof. Signoroni di Brescia di cui la Scienza piange lolla· via l'immatura perdita. A mantenere poi aperto il cana le dell'nre!ra dopo la peotomia dell'inlroùozioue nella vescica d'un catetere in gomma elastica, essendo discordanti le opiuioni dei Pratici sulla dillicoltà o facilità di rinvenire 1'11rttra recisa cioè ammettendo alcuni, come Lc~dra n, Ueclart! G-émelle, :\'.Iiramont, Bury, ccc. cotesta diffì.:oltà, mentre allri, come Vclpean, Alarini, Pear.son , ecc. la credono chimerica, l'Autore i'iusc:i a conciliare le ,fue opposte sentenze facendo riflettere che, te non ries<:e difficile l' introduzione d1'I c~tetern nella ''.~scìca nei casi di recisione della porzione libera del penl', il contrario s' osserva quando trattasi d' operare ir! vicinanza o sulla radice stessa dei corpi cavernosi o sulla porzione scrotale dell'uretra. A vvtirandosi quest'ultirno evento l'Autore potè riconoscere dalla longa ed ill11mina1a -sua sperienza che le pratiche fìn qui conosciute, oltr'all'esser insufficienti a preve• 1rirlo, sono pur anco talora inapplicab ili perchè, o!lre alla facili1à cori cni il catetue prevenliYamen le introdotto in vescica esce dall'uretra o troppo s'interna in quell a viscera (Vel peau), la di loi presenza nel tempo dell'operazione, reode di(Iìcil i ed imbarazzanti le dissecazio11i delle parli ammalate dalle sanH. Lo stesso dicasi di lolle le praliche (in ad ora conosciute per prevenir o frenare l' cmorra;;ia che conseguita la peulomia sia 1lel!a parte libera del pene in cui riescono super!lue, sia di qnella fìssa del medesimo in cui son od insnllìcienli o d'esito incerto o di diflììt:il applicazione. Sono quindi comprese in sillàao giudizio lo strozzamento del pene con un torco lare, previa I' introduzione d'un catetere metallico nell'uretra; la cauterizza, zione delle parli tagl iaté (Celso, '.:,al iceto); il' taglio delle sol.e arterie dor5ali e la consecutiva loro legatura (Schreger, Averi!> Zang e. Dzondi}; quello dei corpi cavernosi seguito da qncllo riel rimanente ciel pene lLangenbeck) ; · il taglio compiuto del peuo d'un sol colpo dall'alto al basso (llnstì; l'uso del torcolare di Jfayor in rimpiazzo degli alluali mezzi emostatici, previa l'introdt1zione in vescica d'un catetere metall ico, per un'apertora fi.llta ,iii a parte inferiore dell 'urel ra (B ine!). Le sopra delle considerazioni i11dusscr il Clinie() To . rinese ad ideare nei casi complicati una pratica sua propria di fac ile, sicura e proni a esecuzione, la quale rend,i irnpos&ibile l'uccidente del non rinvenire l'oretra nell'alto de lla peolomia e molto faci le il ri,tagno 1lell'emoragia. Consiste la medesima nell'introdur 11na lunga tenia solcata ed ollusa nell'uretra fin al di là <lei itonfini <lei male, che si fa sporgere a traverso dei teswl: e rH~lla solcatura della qua lo si fa rapi\lamcnle scorrere ma di costa, un'altra tenia solcata, acuminala in punta, tl con questa, una volla liberata dalla tenta r.onduttrice media11te un lcggiero mòvimcnlo di . rotazione, si traforano quei tessnli e quindi fatto scorrer un gammaulle rello e forte da I meato ori nari o fin alla punta che !iene come io(i lzali i tessuti interrne.Jii, rimangono questi ra pidamente d:visi. Se la lesione occupa lulto lo scrot_o o molla parte di esso colla solloposla 11relra, debbono due assisten ti abbracciar i testicoli e tirarli in modo che r imangano beo allontanali fra loro. Se poi la lesione dello scroto è io un pia,no inferior a quello dell: uretra, si trafora <.Jt1esla di de-nlro in fuori con la tenta solcata


acuminala subi:o dopo I' nitimo contìnc dei suo male, mentre colla pratica dell'Autore riesce molto pii', facile dissecando p1,i, sep;iralamente la soUopo.sia pa·rtc contal'arresto del sangue con !a soia legatura o tor,ion 1, . minala dello scroto. 5• La pratica sndùetta quantunque po,;sa ugualmente Quando il n:ale comprende il solo pene sino 11e!la sua che le altre pruliche conosciute al!! 1ar~ i anche nei casi radice ~ con esso c0rnprem.lc pnr u11 tratto della pordi peotornia della porzione libera del pene, è 1wrò parti zione scrotale delì'urclra, iileso in amhi i casi 10 scroto, colarmente preferitl"le nella peotornia dcl!a sua porzione fissa, ~paccata l'uretra, I' A ulore pratica un'in1;isionc circolare della p(;tle coprc11tr il dorso ed i lati della ra,Jice <lei 6° Non è ancora cosa heBe prova ta che la solura peue sin ali~ spaccatura dell'uretra, di,;scca la pdle che cruenta ,ia sconvenevole nella peotomìa della porzione li copre, isola la rad ice del pene o il lr&lto cl'urdra libera del pene, Per certo sarebbe essa nociva nella offefo di contro i! pube, impianta un uncino nell'uretra peotomia della porzione fissa. sola od in altri tessuti capaci di relrazioue poco sollo il Juoi:w dovei si ba i11 animo di reciderli e commette l'uncin; ad uu àssi~tentu; introduce quindi uo calalerc Ji gomAVVER1'ENZA ma elastica piu ttosto voluminoso per l'uretra iu vescica, face ndolo rnaulenerc piegalo versola regione (perineale sin li Meùico Div_ l>olL Besozzi, a compimento di quarito alla fine d!!l l'operazio1ie, poi recide con taglio trasversale fu da noi esposto nel sunto fatto <lei suo llendiconto delle e tla l bosso a.ll'a lto tutte le parti iso late rasente il piano malattie curate nell'Ospedale di Novara noi mese di set· del pube; per ultimo allaccia o torce i vasi stillanti sangue, tembre 1851 e pubbli calo net num• 51 di questot Gioroale, teva via l'uncino con cui aveva afferrala l'uretra e rnedesidera che particolarmente si noli com'egli vada condica la ferita nei modi soli li, ricorrendo alla c3utcrizvinto che l'efficacia del bolo da lu i magnificalo contro le za1iono nel solo caso che i tessuti emorragici danno sospe!lo ù' essere contaminatifebl.Jri intermittenti diptrnda appu nto in grande parte dalQnand'in vece i I male comprende il pene e la porl'amministrarlo ch'egli fa un'ora prima dell'invas ione delzione scrotale dell'uretra con allcrazione dd la pelle dello l'ascesso febbri le, Ci fa quindi conoscere che nelle febbri scroto, s'i;:cid,,n e si disseccan i lati contaminati dcll'in-· periodiche complicale .1 gaslr icismo, ritrass'egli sempre cisionc della pelle dello scroto, prima o dopo aver isogrand' uti lità sostiluend' al primo bolo il seguente già da lato il pene. altri molto raccomandalo: St.! la ft>rita della parte media delio 11croto è irrngolare R. Tartaro stibiato un'ottava parte di grano, o presenta. rialti ed avrallamenli, si renderà regolare, 1 dovend' essa, per cessare ogni Limore d' iulìl trazione ori Solfalo di chiniua quattro grani,. n osa, rappresentar una solcatura gradatameo(e proc live Polv, dì legno quassio uno scrupolo, e sovremmonlata dal monco11cino dell'uretra: in to li comì\ticle q. b, per far un bolo, plicati casi è sconsigliata l'immediata unione de'margini della L'amministrazione di questo bolo ch'egli dico d'un efferita bas tando il loro avvicinamento med ian te lislcrelle fetto maraviglioso , debbe parimente essere falla trn'ora ernplasliche, e ten tandola in ,·e~e col mezzo della sutnra prima dell'accesso fobbrile. cruenta dei 1mrgioi della ferita dopo la peolornia della parte Jil.iera del pene, la quale, se non altro, abbl'cvia il tempo uella ~u;irigione, rende men abbondanti le suppnERRATA-CORRIGE razioni e minori i do lori, Dalle cose fin qui cldte fu condotto l'Autore alle seNella Relasionc dei Sig. Jlarmacisti DEnoss1 e l\IuETTI guenti inferenze: llttbuticata nel nwn° 51 di q· 1 esto Giornale 1" L'uretra tagliata può restringersi e chiudersì. Per prevenire cotesl' evento si debbe, dopo la peottimia, Pag. 245, linea 15 in vece <li picca,1ti leg~i asr1ri, introdur u11 catetere in gomma elastica a permanenza iù, id, 16 in vece di ginepro leggi campeggio, nella medesima e iu\ercorrcutemente per <Jilalche tempo id, id, 22 aggiungasi i sali di piomuo si ricodopo la guarigione, noscono dal sapore suc0 ~ Non è ancora ber.e provato che la recisio1ie parcherino astringente. iiale ti·uno o <l' ambo i corpi cavcrnosì sia favorevole, id, id. 55 in vece di rosso-chiaro leggi brunocome lo è la reci5ionc parziale del prepuzio e del rirosso-chiaro manente invogiio del pene. id. .Nella nota in vece di solforico leggi sol5° f'~rJn è difficile rinvenire l'nrotra dopo la peolomia della porzione libera del ptn1t,; quindi si1perflue sono le fidr,ico. pratiche di Ruggieri, Uarthelemy > ecc., ciò élirette; id, id, ;inea 58 e 65 in vec<~ di solforico leggi le quali sono poi insufficienti e di difficile esecuzione solfì.dr-ico. dopo la peotomia della porzio11c !ìssa d('I pene , -i 0 i\on dov\.rndo temersi l'emorragia dopo la peoli Direttore Oolt. CO.MISSET'fl Mcd. Div, tomia del la porzione libera del° pene, superflue son in Il Vice -Direttore responsabile Doti. Bar, de Beaufort M. R, questo caso le succitate pratjchc di R usl, Langonùeck, ecc. Nell'emorragia ben ailrimenle grave che può segui tare Torino, 185i·, Pelana, Tipografia Subalpina, ,·ia Alfieri, n• 2-i la peotomia della porzione fissa dd peoe, son esse o irfsuflkienti o d'esito incerto o di dimciie ese,uzione,

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( ai ,J 5 di marzo ·rn52,)

ANNOI

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GIORNALE DI HEDICINAHILITARE DEIJ CORPO SANITARIO DELL'ARllA'fA SARDA L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col

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d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciascheduna scllimaoa.

l'll'EZZO D'ASSOCJAZIO:'iE

Io 'forino . . . . . . . . L. 1O. lo Pro,incia ed all'Estero, franco di posta . . L. 11 . L' · bbooamenlo delibo pc1garsi por semestl'i anticipali. Le associazioni per i non militari rice,onsi alla T1POGn.u?1,1._ SunuPINA, !ia Alfieri, nomo i 4. Le lettere per abbonamento aJ Giornale debbon esser affrancali, od accompagnale da vaglia postale.

So111u.1no. - J" Doli. A!.<:an: Profilassi dell'ollalmia blenoorragica. - 2° Dolt. Vu1.Kl'\A.: Cenni su la Scabbia. - 3° Doli. BOTTINO: Cisti siero-cellulosa. - 4° Ileluzione delle Conferenze Scientilìche. - 5° Doli. Morrmt: Rivista dei Giornali Scientifici. - 6° .A v Jti,o.

PARTE PRlllA. 111:EMORIE OUIGIN&LI PR0FIL 1SS1 DELLE OTTAL:\Ut: BLl!.NNOR.\f"; ICHE (Sunto <l'ttna Memoria Lella dal D vtl. ALCIATl in una Con(ere11za tt'Alessatulria). Morbo tromcndo e soYeote esiziale, l'vllalmia blennorroica incute orrore nei Cura11li , indicibile, immane torm ento è dei colpiti, mentre i 1>roèolli di sua secrezione, quando non s'usino le cautelo necessarie, son il fomite di propagazione. Le circostanze speciali dl}i commili toni tra loro, la possi bilità d'accerlarc l'indole del 111ale anch l! nei suoi primordii soo altrella111i argomenti per cui io non esitai ad intrallenere l'allenzio11e ·dei Colleghi sµi due seguenti punii: t u riguarda·r i mezzi prcve11tivi: 2° definire la lernpia più coovenovolc. P~r qn,into spella a.la prima considerazio110 non hnvvi dubbio che , nell'adollare misure rigose di polizia sanitaria , il Governo restringendo il cerchio delle fonti veneree, subordinatamente minorerebbe i casi dei mali ccl li ci , epperciò dl!lle olla Imiti blcmnorragiche, ma l'esecuzione ili questo voto sanitario in elude l'operosità d'altro Dicastero. Occorre però avvertiro come tra vari i che sguazzino con l'impura venere, altl'i ne sorlor, illesi ed altri per contro gravemcute imbrattati. Peccheressimo di troppo buona foùe quando volessimo atlribuire cosi diverso risultamenlo alla semplice predisposizione: volli ripetutamentc indagare, mercò delle in terrogaziol1i dirette a molti sifilitici, quale Cosse la cagione dello sir.ano fenomeno o posso andare convinto come gli avvinazzati, gli intemperanti, i sudici qui Venerem adcentantem capiunt mure (eranw1 rimangono sommamente contàminati, mentre molte fiale se la svignano ini:olum i quelli che non trasandan i semplici lavacri. Ma sorebb'egli savio consiglio universalizzare questa massima con la per-

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suasione? O disdirà alla dignità detl'Ulllziale :::ìanitario disconder ad insinuar11 negli animi colali principii? Solo noterò clw i doveri d1 Scien1.a non cscludoo i do veri di palr.rnità; giova anzi rammentarn com' una vollu i precetti sanilarii si propalavano nello mas;e dai 1Jollori Bel igiooari t•d i popoli ne ritraevano il più grande profitto io quanto che le uorm:: di salute pnbblica dal ~antu,1r io sca turivano ed eran accolte ed esoguite coo devola rassegnazioae. Che se il barbaro stesso contro la morsicatura dei serpenti ve lenosi, nelle forite da freece avvelenate o schianta la parte lesa o rende sanguinosa la ferita o la suggc o vi distilla saluta ri sughi d'erbe, uon Ca r il,rezzo che nei popoli i11civilili si lrascuri d'annientar il germe sifilitico che l'umana generazione degrada sotto rnoltiplici forme? Perciò dall'un canto eon,idorando l,1 fr rocia dell'o ltalmia gonoyroica prl fallo della virulenza contagiosa e pel foll•> della d1lica1eua tfo ll 'ucc liio; dall'altro ricordando il moll11 irn brauamPnlo della materia gonorroica t<l>arsa a chiazze sulla ca.micia dell' individuo, sui lenzuol i e sul capezza le medesimo, r.red,, s'abbia bun d'onde rabbrividire. E spurghi pure pii'1 copiosamenie che sia possibile il ca11ol uretrali!, sia più o men inancrtenle il malato, chi mi sa di r ,i se sia formalmente proibito all'infèllo d'avvi . cinaro gli altr: h:lli ? V'esisterà per caso regola di scam bio piì1 frequente di lingeria, sonvi doveri pnistabiliti di incnlere sa lutare terrore ai pazienti su i pericoli cho realmente loro soprastanno? Tranne l'occhio provvido e la palernit/1 del Cun.inte , io ques ta miserautla ci1·costanza io non r1co11ohbi finora cautela di sa lvaguard ia. Gli J\ulori menzionarono ben;i le stomatiti, le otiti , le rinitidi blennorr.Jgiche , però 0011 v'è confronto con la maggiore frequenza e gravità dcll'ottatmia. La maggiore frequenza deriva non Lauto da <111ell'is1i11to di strofiuorsi gli occhi allo sv egliarsi che si fa dopo profondo son110 , quanto da che il dolor ed il calore dei genita li i11f'elli in• vitan al toccamn11to involontario con i diti che, imbrattali ùi muco pu s, innoslano poi questo dircllamentc agli occhi. Paro eziandio che per un consenso alliocnlo ad identità di tessuto mucoso, gli occhi s' irritino e prod ucano maggiore quantità di si1:ro e di cispa , dal che consAguita quell'allilodine infausta a scio~licr il muco serniconcreto sparso sulle lenzuola stesse da cui emerga l'i nocu Iazione dirotta del morbo. Sc~vcrando gli altri modi rii snpposta infezione nolo inlanlo corno la callosità magg iore delle labhrii, del <lutto uditivo esterno, il bisogno di smoccicar il

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~66 naso son altrettante circostanze d'opposizione per coi su le rinilidi, otitidi e stomatiti sia l'ollalmia sciagoratamenle predorni nante-. Comechè il con tallo immediato della materia gonorroica su gli occhi sia la causa· dirella dell'olll"lmia di qucslo gern.,re, è uopo insistere sn l modo di sca nsarlo. Quand'io dovessi minutamente inda~ar il movente segreto per cui i soldati inclioan a dormicchiare incapucciali nel lello con si gravo pericolo poi venerei gonorroici, io dovrni appuntare come l'armata sia costi· tuila dai popolani i quali usan imbavagliarsi la raccia quando s'abbaoùonan al sonno per difendersi dai rumori, dalla luce, dagl'i11selli , per render il sonco piri compiuto, cpperciò più riparatore alle duro loro falicho agricole: nelle regioni e11uatoriali e nei sili dove dominano per· niciose le intemperie, nelle isole, in riva al mare, sulle risaie a ciò sono coodolli dal mirabile istinto conscrvalore. J semplici riguardi che s'ioculca11 o di 11011 lordarsi i diii di pus gonorroico o di non soffre 6are gli occhi con li diti lor dati dal medesimo, 11011 hanno sempre CJOCI risultorneuto che sembra possa ripromcllersi1 slantechè le mani possono di quello imbrallarsi pe1· alli involontari i nel sonnaccbiar e qui udi, [)rima che il ri· cordo s'aITacci allo mento, ecc(l ti con lami oa li i;li or.chi fo meuo che 11011 si crede. li perchè per al,lmlviare il tempo del pericolo, io domandai a mo stesso 50 non sia piu utile il metodo curativo abortivo 'della Llcnoorragia sempre quando le condizio11i d'ogni sper.i1} il cooscnlano? Che gli Assistenti dei sifilicomii, che gli Inferm ieri addelli alle s::ilo dei go norroici debbano con atten ta vigi lanza allontanar ogni causa di sconcio, che debbansi svegliare gl'infelli tutti ad una stess't•ra e di buon malli110 e porgl.lre loro acqoa con cui lavarsi e faccia e man i , o far si che ciasceduno t1crbi il suo ·asciuga· toi.:, da manleriersi giornalmente netto, è co<sa pregievole ~he può bensì recar i suoi frulli, ma è tuttavia penosa e 110n porge sicura mallc~·eria. Nè anco ri escirebbe pri>· fillevole l'nso d'abbindolare gli occhi ond'impedir il C.:>11· tatto con lo rna11i insudiciate o con le lenzuola spruz · z().le di muco-pus. A questo proposito mi credo dispensato dall'e11omeraro le dillicoltà, gl'i11cagli , il penlilempo e l'inesallczza di tàli precouzioni elle sono. quasi inap plicabili in un genere di servizio qual è il militare. Ma è puro sempre vero che nella grande maggioranza dei casi il gonorroico abba ndonalo a sè si dimena cos: incompostamente nel letto, che capovolge coperte e. lenzuoli e, se si :-ialzi il letto dall'un canto, ei penzola dal lato opposto o sempre col capo imbacuccato. Onde· chè mosso dallo precedenti cOJ\siderazioui io credo do· ,•ersi cousigliare l'uso d·apposile mutando confezionate con doppia accavalcantesi duplicatura d'abbollonamento all'innauzi, le quali rilt!llUte con cintura ai fianchi impcdirebber ìl solilo sperperamento e la lordura della materia gonorroica che cagiona ollalmi e cosi esiziali. e ()osì gravose al H. Erario. Questo mezzò semplice e poco disµ cndioso, poichè le mutande ordinarie con lieve modìficazione a ciò s'acconcerebbero, più lo si considera nella sua applicazione, altrellanto si scorge lusinga di folicc risultamento. Si dirà che la proposizione non è dello più difficili; a mo basta però ch'ella sia importante ed importante la riguarderanno tutli quelli che sanno appre2.1ar il perictilo delle ollalmo-blenorrce di cui le.

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vittime non infrequenti gravitano su lo Stato e lame 11 • taoo inesorabilmente perduto il dono più prezioso della vita) poichè si11e 1,1isu, ,mlfo erit cita.

CENNI SU LA SCABBIA (Del Dott. VALZl!NA , Jlfcdico di Reggime11to, letli in una Cou{erenza <li Nornra). Usi ud osserrarc prima nelle lnfermerio Reggimentali cd ora negli Spcdali Militari questa malattia tanto frc. quenlr. nelle Armale, voi già ,·i formaste, Onorevoli Colleghi, per voi stessi troppo distinte idee della medesi ma, pc rchè io confidi anuunzi arvi alcuna cosa che voi già pienamente non conosci ate intorno a quesl'argomcoto. La circostan1.a degli sperirrrnuti l:he il nostl'O Medico Divisionale instituiva e la Memoria che nella passata J\ dunanza egli leggeva i11lorno alle proprietà antipsoric he del ranu11culo acre, m'offrono l'opportunità d'inlrallencrvi su alcune ootiiie cho mi venne fallo raccogliere da recent issi me l:lcmorie di distinti Pratici, fra le quali a me pare prezzo del!' opera fermarai su <1uella del Doli. Gilbert dello Spè· dale di S. Luigi in Pari ~i, dalla quale risulterelibc, dietro rip!lluti e prolungati sperimenti dei Dollori Bazin ed llardy in quello $pedale, la scabbia potersi gua rirù in due sole ore tli .cura. Quella proposizione cbe nella suacr.eonala ?.lemoria si l('gge può per avventura sembrarvi ancor un esempio della maravigliosa pl'ontei:t.a con che i noslri vic ini d'Oltremonte gi ttano, siccome in ogni alt ro terreno, anche nel campo della Scienza le loro prime impressioni come falli arquistati eia diuturna osst>f\'Ozione eù es1wrie11 za. Ove però vi pia cci(l formare la vostr'at · lenziooo su la cagione pros5ima, anzi su l'unica cagione di questa malattia , io porlo opinione che meco non di. sco11verrote ùel!a probabi li1fl ùi questo successo. 111 ralli la scabhi;1 altro non essendo fuorché il risollilmento òella pre$enza dell'acaro, queslo distrutto è razionale il crcùe rc vinla la ma.latti~: porcorre11do le tlcfinizi oni della scabbia dei piì1 recenti Dcrmatologisti e le loro clucobrazioni 1-\ .11onogra1Ìr! in proposito non si può in ciò serbar nlcun dubbio. HiwlL;J dalle sapion1i ricerch<~ del Dezeìmare, inserite noi nuovo Dizionario di i\fodicioa ch'i Medici Arabi, Greci e Romani hanno conosciuta questa malallia ; che molli ne hanno riconoscitito il cara llere contagioso ed indicarono anzi lo zolfo come · il più allo a combatte.ria; che altri ci foroi110110 nozioni più esatte fra i quali Linaeo, lfoòi, Morgagni e più presso a nostri tempi ViJ. lar e soprattutto AliberL e Biell, i qual i ullim i hanno in falli definitivamente distinta la scabbia ùa tulle lo altro affezioni cutaneo con cui ora sov ente confusa : credo superfluo intrallenervi della descrizione di questo enloioario della scabbia del quale i-I Corso Doli. Rennuci lanlo evide11temenle ùimostrava l'esistenza noi 1854 nella Clì11ica d'Aliber t e del quale il Doli. Boorgoignon ultimamente raccontava i cost umi e le abitudini , in,tiluendo eziandio sperimenti sull'acaro del cane e ùel cavallo clrn non sarobhe propagJ.lore di scabllia all'uomo: ma al mio assunto ò importante significare come da esatte ossernzioni s'abbia la cerle:i.za che la vescid1Clla non costituisce la scabbia , giacchè dall;iuoculazione dell'um ore in ossa contenuto non s'è mai ri-proùotla la stessa forma , siccome noi stessi abbiamo fin d'ora agio di verificare nei .pochi sperimenti che a questo scopo si sono instituiti io questo Spedale. La ricerca poi che or<linariamcote si


267 più di 50 auni. L'ammalalo è dopo ciò rinviato, hencM fa dell'acaro nella v~scichella spiega come mo lti speririmangano numerose vt~scico!e alle mani ed altrove. mentali Pratici , aiutati dai migliori s\romenti d'ollica Il sig. Hardy asserisce che su mol le centinaia di scababbiano sì lungamente in va.no ricerc:ll lo l'insetto di cui biosi così curali el>b'appena a rimarcare due o tre reciteniamo parola, poichè non nella ve~cichdta ha egli sedo dive . Questa cura della scabbia, l'idotta così alla pitì ma in fouùo ucl un solco che dalla vescicola prende iosemplice sua espressione, può solo essHro giud icala dal -cominciamento. L'acaro è dunque l'elemento essenziale tempo e da[jli sperimenti i quali sol i ci metter anno. pnre della sc:abbia, esiste presso ogni scabbio;o e non si trova in grado di pronunciart! su la verità dd pri ncipio emesso ehe nello scabbioso. Ricerchi, ingegnose folle d~ll'Aubè dal ~ig. Hardy cioè che le vescichette apparenti nella .tenderebber a rivelare l'acaro come animale 11 ol!orno scabbia 110n sian altr(t cosa f'uorchè mi effetto il quale cioè com'insetto che nella sola no lle percorre la pelle s1:anisce di per sè di,11·ntta la catisct. A noi non manca per rirug 5ir~i nel giorno in fondo del suo solco: ciò che la volontà, non il tempo, !!on la facìl e frequ ente occaspiegherebbe il maggiore prurito da cui sono tormentati sione degli ~perimenti; qnindi ò che, guiclatì cla ll'e,empio li scabbiosi durante la notte. Q11cs1a malattia non può del noslro Med i-co Divisionale nel desider io di giovare quindi mai essere spontanea: essa si comunica per il conall'umanità sofferente ed in quello dell'istruzione nostra, tatto immediato di persone infette o per oggetti alle mesperimenteremo costanti, per giud.icare pruclenli. desime appartenenti : questi oggell.i possono per lungo tempo mao tenere lo proprietà infelt~n1 i poichìi il Dott. Hebra di Vienna provò che l'acaro può vivere trn selliSTORIE Dl CASI RUIARCUEVOLI. mane fuori òel corpo umano. lJna pelle fina e permeabile, il temperamento linfatico, l' c là i nfanLile, una tempcralu ra elevala sembrano favor ire l'infezione: è dielro ciò snper70 iluo dire che noi non am.x.ettiamo con B1etl, Frank, CazeCASO Dl CISTl SIERO.CELLULOSA .nne più d'una sola speci~ di scaùliia, le crosto, pusto le,' papule 0011 csH~ud' altra cosa fuorché accidental i compi iCON ALCUNI CE;(~l SU Lt; Cl:HI DL TALI SPECrn: cazioui, nè essendo dimostrali gli effcl!i di ciò che si ( Del Pott. i30TTI NO) • chiama scabbia rclroce., sa. Sebbene ùi frequenl<l occorra osservare casi di Cisti · La scabbia è qualche volla di non [a<;i!e diagnostil:O, siero-c0ll11lose nl~lle Cliniche e. leggerne ciscoslanziate de · essendosi viste confus0 e scambiate con es,a altrn rnascrizioni nei Traltali di Patologia esterna e di Medicina Jallie come il Lichene, l'Eczema, l'EcUnu. Essendo perOperatoria , decorate di Scientifiche Oisserlaziooi su la tanto la scabbia una malallia locale e dovend' ad essa oploro genesi, andarne,1to1 esito e cura, ciò non pertanto io porsi solamente topici rimedii, che diremo noi <li quella non credo opera in11ti!t:,, l'in lrallen e.rv i , Onorevol i Collecura la quale in tempi da noi non lontani tmidel'a a staghi, sul caso d'un'identica .i!fezione ch'ora ci cap ila uella bilire che ad ogni soldato scabbioso s'amministrasse un 1• Sezione di Chirurgia affi•lala all'amico Col icga Medico inevitabile purgativo ed allr.i rimedii interni? Che diremo di Reggimento 1Joll . Valzena. noi della ct,sturnanza in valsa in qualche localilà d'asso· Non è eh' io intenda dirvi cosu nuove iu questo mio ci ar al purgativo il salasso al quale dovea regolarmente 1 lavoro, ma beusì per metter innanzi un argomento dì . sollomellersi qualunq_ue ammalalo di scabbia, cO$Ì clte scientiuche discussioni , di ~:ndi<>, e d'osservazione, che quando molli erano gli scabbiosi, faceva bisogno quak!ie . riesean a propria i,truiionfl c,1 al · maggiore Lene del volta ricercare granai pentole le quali fos serù capaci soldato , di cui la salute a tJLli incombe tutelar e condella sterminala quantità di Bangue che si ~ollnlt:wa, e se1·va1:e. E colgo voleHtieri l'o~(~3sione che rni si presenta senza <li che Bon si credeva potesse iuslil11 ir.;i un ra1 per dimo»trat·è com'io riconosca utilissima o non ultima giouevolù metodo di cura antipsorica? llitenulo perlanlo l'ra le benelìche di$posìtioni d~i nnovo Regolamento Saniche la guarigione della scabbia debhe stabilirsi non dalla tario Militare quella che qui sovente chia01a11t!oci a Conscomparsa tldle vescichelle le qua li non tardan ari aY·· fei-cnza ci porge l'oc.:asiomi (l'addestrarci nella ~ciC'Dtifica vizzirsi ed a scomparir appena tolta la cagione cioè l'Acaro, palestra non solo , ma. ci fac ilita il mezzo <l' imparare non farà meraviglia la guarigione si eelt· remente ottecompil,rndo osservniooi, rnd igcn,lo storie .di (}asi occorsi, nuta colla cura loca!B energica adoperala nello Spedale facendo annotazioni , !itahtl iendo confronti su varii medi San Luigi . Ecco com' il i>otl. Hardy adopera nelle todi curativi per <l,:<lurne pralici corollarii e così delle sale degli scabbiosi i qual i , in grazia di questo nuovo cognizioni comuni farne proprio ed individuale tesoro. metodo di cura polend'in due sole oro rnsliluir,;i alle Nasceva in l\foucal!ert (Torino) nel 1828 da robusti e sani proprie case, non ingombrerebbero più le sale degli parenti Gaspare Delbosco soldato nel 2° Hegg. Granatieri. 0 spedali con grande risparmio di questi e con molla Il fratello a lui second,, ed d padre sebhen in avanzata uti lità degli ammalali tocchi di malattie più gravi ed età godon ollima s,,nilà. La madre niori nel 'I 840 per importanti: lo scabbioso è condotto al bagno ; quiv i è asci te·. 11 l)elbosc? che ora conta l'anno 25° dell'età sua sottoposto atl una frizione ~ethH•ale. con sapone per lo fo rnito di buona cùslit11ziù11e, <li temperamento s,111g11igno spazio· <li mezz'ora; poi ripulita la pel le in un'altro baono . o · bilioso e d'abito cardio-cefalico tra,cor$C la sua infanzia semplice, entra in una cartiera p1·01H1.rata all'uopo dorn, e !a fanciullezza seuz'andar, a sua r icordanza, mai soggetto aiutato da nn compagno od inserviente , è sottoposto ad ad aìcuna delle tante malatt ie che questa età sogliono una nuova friiione per una mezz'ora, ma questa volta pur troppo malmenare. Giunio nll' età di 10 anni vide con la pomata solfuro·a lcalina composta d'otto parli d' a· senza présu mibile causa sorg'.lr e crescere le nto ed indodipe, di due di fiori di zo!fo o d'una ·di sollo-carbo nato lente nella regiont: superior -ì11lerna della coscia sinidi potassa; pomata piesso di noi conosciuta ed usala da

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'2.68 stra un piccolo tumore sollocutaneo senz'allerazione della pelle, il quale appunto perchè ooo recava dolori di sorla fu trascuralo. Essendo leggo che un malo per quanto subdolo sia comparso pure tenda sempre a crescere se non è per un beneficio di natura o per opportuna cura ar· restato o guarito, così quel tumore ·s'aumentò rìu al punto di rendere difficile e tarda la progressione , costringendo così il piccolo ammalato a ma11ifestarn la causa tlel suo incomodo. Si pensò tli domandare co11siglio ad una persona del 1'Al'le e forse Lernendo Junga fosse per riesci re la cura si ricorse all'Ospedale di S. Giovanni, ondo fosse ,•isitato dall'lll.mo Sig. Professore Comm. Riberi e colà ritiralo. 1\{a non ollenutosi quest'intento o per mancanza di lollo o per impazienza ncll'at:endcre la visita, fatto è che ritornò alla sua cnsa e quivi gli ru da un Pratico del Paese consigliato l'uso di cataplasmi mollilivi onde promovere la soppurazione del tumore. Accadde ùi fatti c;ho dopo un mese e mezzo dall'uso cli questi, la pelle sia!i in prima assolligliata e poi aperta dando esito ad una grande copia d 'umore in!ldoro , che, al diro dell'ammalato, s'assomigliava ad acqua di.stillato. Dopo questa spontanea ap11r· tura cominciò il dislaccamcnlo della cisti per 11n lavorio di s11ppurazio11e mantenuto dall' infiammazione ch8 alla cisti stessa ed alle purti circostanli s'era appre!a. Ma siccom'è proprio dei turnori di tale natura riprodursi allorchè non sia di:;tmlla in totalità la cisti che serre cli involucro e cli recipit:nte ali' umore raccol Lo, cosi è che .-iunironsi i lembi cli <Jllella parte rimai;ta intatta (]alla suppurazione , si separò dall' interna di l1:1i parete una nuova quantità di liquido che uscì di nuovo a tra 1·crso d'un secontlo crepaccio spontaneo: il che accadde pur anche u11a terza volta. E!fotto ultimo di questi successivi accumulamenti e sponta11ei crepaeci ddlu cisti e della pelle fu dopo cinque m13si la cornpiuta risolutione del tu more, superstite un a cicatrice depressa , profonda td adt'rente alle parli solloposte senz'altro disagio locale o generale. Chiamato per sorte sollo le armi nel 1848, fece il Delbosco sempre 01timame11 1e il suo servizio, rìnehè, or è un anno circ,1 , nel mentre s'esercitava alla ginnastica, gli parve, secondo che asserì, avere rilevata uoa contusione nella parte interna e superiore delia. coscia destra , dove sorse 1111 !umore su lo stesso piano ò1 quello clH~ 12 anni prima era occorso nella coscia sinistra , il quale, piccolo ed indol1rnte tanlo da permellere la lJersistenza nel servizio , nel mese d'agosl1J p. p. per la fo.lica del viaggio da Torino a Novara folto insieme con il proprio lle.ggimento destinato a Presidio di quest'ultima Cillà e per il maggioro di~agio che il Delbosco do1•ette sostenere pendente la Fazione Campale denominala della Sesia, talmente ,;'accrebbe da emulare Ja lesta d'un feto che dalla parie interna superiore della coscia sinistra si spingesse in su verso la regione perinea le, occupa11do di questa tutto lo spazio possibile: por la quale cosa l'ammalato, a cui la progressione riescira -<Jifficile e disageYole, si determinò ricorrer a questo Spedale, dove fu collocalo nel letto num• 61. Quivi dopo un'accurala esploruzione la quale svelò foçilment o una ondulazione nE\lla parte interna o superiore del tumore, s'instituì diagnosi di tumore cistieo siero purulento a gua· rir il guaio il Curante, ovulo riguardo ai bene circoscrilli Jimiti del tumore ilcsso, decisi:', uditi prima i pareri del .Medico Divisionale e degli altri Medici Militari di Ser-vizio,

doversi aJJivcnir ali' esportazione totale della c1st1, alla quol esportazione , quando quesla per la sua vetustà avesse contr.alte flue aderenze con le parli sottoposte, si sarebbe sostituita quella più compiuta recisione che la circostanza dol caso avrebbe permessa. Si rigettarono com'insufficienti la pualura, la somplice incisione, le in. cisioni moltiplici e la parziale ri,cisio1rn della cisti: non si giudicarono ct1nvonienti la inie1.ioni d'acqua jodurata o di tintura di jodio, perchè troppo debole la prima a vincero l'inspossimento delle pareti della molto antica e resistente cieli o perché si temeva con la seco nda di 1lcstare una troppo viva riaziono non cosi facile a moderarsi: non si credell'in fino fosse per esser opportuno il setono per le ragioni medesime d'antichità e di resistenza della cisti. Preparato I' ammalato cou due giorni di riposo o di dieta, deterso con un biondo purgante il luho gaslro-cntcri ro, nel malli no dei Os'addivcniva all'atto 01)erativo. Clorol'ormizzalo in prima il Delbosco, con due tagli curvi convergenti iu alto e in basso si limitò una porz.iooe elittica dei como11i integumenti da esportarsi, pl1rchè soprabbondanlè la pelle già troppo distesa ed un po' assottigliala; si dissecaroao quimli i lembi 11.nterior e posleriore onde · isolar il tomore. Uopo avere pazientemente il Doti. Valzena scoperto quasi per i due terzi il tumorn, vedendo com' esso no11 fosse cosi ci rco!crillo siccom u noi I' esp !orazione 8$tf'.rna s'era dimpstrato, nnzi temendo di prolungamenti in parti più profonde e verificandosi eziandio adereìlze della baso dolla cisti al muscolo vasto interno, si ri~olsc di recidere la massimél porle della cisti scoperta, di votarla e poi di lentarne la di5Lruzione per consecutiva suppurazione . Laonde con 011'i11cisione nella parie pili prominente la vuotò della grande quantità di siero puriforme ciol} d'un litro e ml'ZZO circa in essa contenuto c qu indi con due t~gli recise i due lrm bi dello cisli nella massima parie postibile cioè rasente le sue tidercnze con le parli adia: ceuli non state prima tocche Jal gamrna11lte. Allora si poti:! icorgere ch'un nltoriore tenta tivo di distaccamento della cisli per la totale sua recisione avrebbe fa Ilo correre il rischio di ledere parti inleressanlissimt~, quali l'arteria femorale profonda , l'arteria J'cmorale stessa, la vena omonima ed il nervo safeno interno che a <Jue'due vasi s'associa quando qnésti scorrono lungo il margine interno della coscia pt~r arrivar ali' apertura cho gli presentano i tendini degli adclull ori, sui quali appunto, ma più special men le su l'adduttore primo, s'appoggiava cd aderiva colla sua faccia posteriore la cisti, mandando poi prolungamenti all'esterno fra li, (ibre del muscolo vaslo interno ed, in alto, al cla\'anli del muscolo pettineo. Ero poi essa coperta dal sorlorio e dal rello interno ai quali aderiva Lenacemcnlc; per lo che si dovellero socrificare alcune fìhr~ de.'medesimi muscoli. In questi proluogamenli si trovarono fiocchi di fi brina condensata che si dovetter estrarre con i diti per ripuliro la vastissima for ila di cui i margini si riavvicinaron e si riunirono con alcuni punti <li cucitura. Sebbene ciò sia contrario ai dettati dì retta Chirurgia, poi eh è si dovrebbe tentare la totale dislrozione della cisti per suppurazione mediante la medicazione conveniente cioè l'introduzione di filaccica, mezzi emolienli, bendaggi·o contentivo, ecc., tullavia questo procedimento era dellato dallo scorgere che la porzione di cisti aderente la quale sì lasciava in fondo alla ferita avrebbe difficilmente potuto essere origine di nuova cisti e da Ha probabili tà che i I lavorio inevitabile della sop-


269 serbatoi0 o canal cscrelore d' una ghia1~dola. Nella sepuraiiooe conseculiu l'avrebbe seco lras1:inala: ma ap conda clas11e enumera le cisti sanguigne od ematiche, ponlo perchè vasta la breccia e sottili i lembi, que,ti le embriona Ii, le osleo-calcari o quelle che si svolgono si riavvh;inaron e si unirono con cinque punti di cucitura alloruo ad nn corpo venuto dal di fuori. Nella terza intercisa allo scopo di lasciare tempo all'infiammazione classe in fine le purulente, le iclatidee, le tuberco lose, le adesiva di tenerli riuniti alle parli sotloslanli. Allronde melaniche, le cancerose, le erellili . Per la natura poi questa pratica non sarebbe stata a mio credere da con, celle pareti che le formaoo ft1ro11(1 le cisti da Vidal divise in dannarsi supposto anch'il caso no fosse conseguita la Iiunione per prima ioltiozione per li motivi già sopra tegumentali , mucose o follicolari, e dermoidce per l'analogia di strullura e d'aspello che qucsle haono con le delli che la rimasta por1.ionc della cisti sebbene ragguardevol o non era più tale però da poterci lasciarn oel ti membrane tegumentali con cui sono pur in intima remore d'una rionione di lembi della stessa e quindi d'una laziùne. Quelle che o!Trouo l'aspello e le proprietà d'una recidiva della malallia, corn'a,•vieno nelle semplici inci· ml'mbrana sierosa furono dal medesimo designate con il nomo di siero-cellulose. Stando dunque a queste divisioni, punture, ecc. Leggonsi per altra parte nelle Storie Chirnrgicho casi di deHnitiva guarigione ancorcbè sia sioni la cisti di cui si discorre ndla noslra storia do _rimasta supcrslite all'ullo operativo una porzioue rogvrebbe riferirsi per riguardo almeno d'origino alla prima classe di Sedillol ed alla seconda di Yidal per fa natura guardevole di ci~li, com'accaddc a Iloyer il quale, avendo delle pareli. La r.ausn imme.Jialn rii q111,ista cisti è essa dovuto levar una cisti dal poplite, ne tagliò la maggiore parlo possibile; lasciata quindi intatta la porzione che vernrnente staia la contusione rilevata nell'atto che il aderiva allo parli sollostanti fra cui al fascio aogio-nnr· Delhosco cavalcava una lrave nell'eserciiio della ginnaHica '.• lo slo per l'a[ormaliva eri in falli non abbiamo voso, riunì gl"integu01e11li sopra della medot-ima. Vidol, Fabru, Sedillot, Velpeau sono pure di qucslo panire. noi una sufficiente spicgaziona degli effelli della conlusiono no Ila forte e conti r,ua ta pressione falla dall' intorno Eseguili questi punti di r.11citura, il Doti. Va lzcna coadinvò della coscia contro la trave che il Delbosco dove,·a peril ria\•vicioamento de'lcmbi· con molte listernlle di cerotto diaquilonne fropposle ai ponti di cucitura , soprappose correre? I'er darei spiegazione di que3ti fisi,i risullameoli bisogna distinguer in ogn i c1111tusione la potenza. la cuscinetti di lìlaccica ii,iuppalo nell'acqua in mii s'era dilungata una dramma di tintura d'arn ica montana ed il 1·esist1•nza ed il punto <l'appoggio. Ebbene io ravviso la tulio ra vvolse con compresse e formò con un hcndag io potenza nella !lpinla data dal corpo per far un salto nel percorrere la lunglie1.za della trave, la resistenza nolle circolare: posta quindi la coscia in Oessionl~ laternle per due coscie , il punto d'appoggio nolla trave stessa . Sicrilassar i, muscoli e sostenuta la bopo per mezzo di cuscinetti, fece continuare per duo giorni i bagni astrin com'in ogni contusione succede divisione d'un lessulo genti d'acqua vcgeto~minerale per soccorer ad nna pice si stra vasa sangue io maggior o minore copia. sebcola emorragia venr,sa e forse di qualche ramuscollo huuo 11011 vi sia color:niooe nella pE'lle, così ne poi-sono arterioso. Dtlll giomi dopo si dovelle praticar un salasso deri vare va rii fenomoni: 1° la parte pii\ liq11ida è in por domaro l:i riazione che s'era operata e questo si prima assorbito: la cavi tà si rt.lslringe su la massa fì ripclè ancora alla sera del quarto giorno successivo alhrinosa rimMla e questa a poco a por.o asi:o rbcndosi l'operazione. llinnovalosi nel lel'ZO giorno il bendaggio ~ parimente , 11011 v1 rimane traccia della pregressa contusi me: 2° il sangue, in v,!ce cli r1rnùersi conc reto, intiesi riscontrò la ferita iu lJellissimo stato e mediante l'am ministrazione interna ùi sos1an20 subacide agghiacciate, rameote ridiviene Ouido e r._0si rientra nel circolo: 5" esce il riposo e la dieta conti1111ala per alcuni giorni , s'impedì e si spando Cuori <lolla cavità, si pone a contatto d'un che si ri.,;vegliasse una troppo viva iu!ìamnio:r.ione e clw, mn ggiore numero di vasi assorbe111i e cos) sr;omparc : I~ cose proccdesser in modo da lasciare sperare tra 11011 in tale maniera si ha una cura radicale: ma può anchl· mollo una compiuta ri~oluz i,>ne del tumore. avvenire diversamente cioè : l• nel mezzo del grumo si Eccovi, onorev(lli Colleghi, esposta con esattezza u forma pus ; tullo il g1 umo subisce quest::,. Lrasforrnazione precisione la maggioro che per me si potè le particoh1ed allora ha luogo l'ascesso sanguigno o traumatico dì rita tulle di questa malattia tullora in corso, preceduta Larrey: 2° si forma una cisti più o meno spcs::a in cui dalla storia anamnestica del Dellloscfl. Mi sia ora dalla vi sono grumi Cibrioosi o strali concentrici che facilmente vostra corlesia ancora pormesso sottopor alla vostra si lasciano dispei'dorn: 5• la fibrina svanisce, rimane la considerazione alcuno riilessioni delle quali l'esame posierosità ed ecco la trasformazione sierosa e quindi la trebbe dare luogo a qualche utile risultamcnto per lo formazione d'una cisti, la quale persiste e per prcssiont• eccentrica del liquido si svolge ed ingrossa. Effettiva . studio di questa malattia. Le cisti furono eia lungo tempo mante che nna goccia di siero si spanda tra due lamine soggetto di studi severi, ma solo le elucubrazioni dei recenti fra quali primeggia Yelpeau, recaron una viva cellulose od in una cavilli primitiva del tessuto celluloso, luce su la loro genesi e su il loro corso tid esito. Lo questa cellula s'aggrandisce per l'arrivo di nuove gococ , allonlana, allarga, distrugge le allre lamine cellulose vicisti state da Cruveihlicr divise in due grandi classi designate col nome di precsislenli e di consecutive, secondo cine e dà l'aspetto liscio e pulilo che loro è proprio, e che l'involucro preesi6te alla sostanza contenuta oppure ciò per la naturale disposizione sierosa o sinoviale che acquistano le parli tulle soggette ad esercizii o movisi svolge dopo la stessa, da Seclillot furo110 ri<lolle a tre , coll'aggiunger alle due primo · qocllc nelle qu:i li menti continuali. Generata per tale modo la cav ità della v'ha dubbio su la preesistenza della cisti o della materia · cisti, il prodollo eh' ella dà, rima o in essa e la clilala progressh•ameole. In questa sua evoluzione la cisti al . contenuta, ed a queste classi riferisce molte specie; cosi egli numera nella prima classe le cisti sebacee , le lontana allorno di lei gli organi e.d i tessuti che ne la siero-mucose , lo siero-splan~niche, le siero-cellulose , le circondano e con questi si ranolge e s'unisci per costivescicolari , le ganglionari, le ossee e. quelle svolte irr un tuire le sue pareli. Queste parti circoslnoli alla cisti


270 sono tl'orJi11ar:o sane e sulle prime costituiscono tumo ri piccoli, circo~crilli, Ol{lbili , indolculi che 1100 alterano il i;olore d,,l!a pelle. Quao<lo poi lianno acquistalo o n ragguardevole \'olumc alcuno volte sono molli o ilulluaoli, ma più ~fl<'SSO dure cd elastiche, e ciò per la densità del li,,ui do o per !a rcsis1enza e s pessezza del lo pareti o per la lcO$ione cagionata tlal liquido contenuto . La loro formn J'(,rd:uario ò rolotllla, rarain enle lob3la od a i;avo1.a;ioli; ~lc·unc vol te m,wda11(1 prvlungamen ti negl' inlcrslizi 1lui muscvli o 11cgl'orgo1!i \'it:ini, comt! nel 110:;Lro ca,o. '.\ella loro l'accia iulcrua suc1·cdon i ri:no1ncm che a v,·cH11.:ono ndlc siCJrose , un donpi0 mo•1i mu11to d'<isalazionc ··e o'as~o1bi mento· ,ronde la spi<'gazi1>11e del loro aumento l" c!ella l11ru ,limim1zi0He fìn chè quelle òue funzion i s' 1•quil iùr811 e lo .svolgi me11 lo si ren,!e maggiore qun,,do t:('s~a l'as~r.,rbiruen111. Le cisli non allcran in m1lla le ru1:ziu111 ge11Holi c.lell'ecouon1ia , come suci;edel!e 11eì nuslro an1111a!a10 e non nuocono che per la loro prnscn1.a, per d ,\i:.1orbo che rc1:ano, per la 1·ompressione ehll cscn:i1t1no Hl In parti ~ icine <l li11aln1enle por il peso loro qu. n,lo so 11 0 111<1110 rnluminose, conie ucl J)elbosco ;i\'vcnne. IJui fo s1•sla, 011orevoli Collt!ghi. non :;enza però S1Jl 1opor ;;Ila voòlra considerazione due ljUllSili di cui l'esame p(:irl.'i,bc lc.lf1HJre di qualc:h1: ulllilà per la Scic11ia . I" Se lo ~\'ul~cn,i di questa scc11mla cisti 11ul .silo corTisponùenl u p1: rfcttnmt:nl!~ a quella compor,a dodici anni prim11 nc!l'allrn c·oscia possa derirarsi ùall 'esistcm.a d' liii germe dì ci,!li per così di,·e insilo 111 quelle parli e svoltosi solo quando la causa occ.l,i\inale lo de· terminò. ':2° Se l'evoluiiouc di queslo ci~li le qua li sono cavità acc1do11tali non abbia uua relazione per cosi dire e red itaria o congenita con la raccolta di liquido nolla cavi tà grande sierosa del 1rnrito nco ( ca vita 11ormale} per cui peri la madre? .'. I vostro criterio la r isolo:,:ioue.

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RELAZlONfi DELLE CONl1Bl\.ENZE SClEN'ffillCHE (Continua::.iune del lliesc d'Ottobr(' ). Sc1.-1.Mu1rni. Nelia sedala dei fl d'ottobrn il Dolt. Tunisi lesse la S!oria di Cro1tp guarito con la laringo-tracheoto1~ia, eia noi riferila nel nmn° :\:-\ di questo Giornale e su la 4nale 11 1•1·csidente invitò l' Adu1.1,1nza a faro quelle rinessionì che meglio avesse credulo del caso. li Dott. )!cnardi loJando l'operazione cd il modo con il quale fu eseo-uila n;:,lò che prima cli ricorrer alla medesima il Curante uvrebhe d~vul(> tcular allri meui meno pericolosi, fra i qoalì an- 1 noverò parlicolarmo1~te i preparn~i m_e~c~riali colanto rac~om_andati in sitfa\lo malat11e. Il Doll. 'lonJS1 n spose aver egb prima fallo ricorso allemignalle, ed al tartaro s!ibiato, ma che, essendo sta lo chiamato trnppo I.ardi alletto dell'ammalato, per essere già la malattia nell' ultimo suo periodo, i'operazione non ammetlllva più dilazione alcun_a. .. . . li Dol!. Crema d11150 che a rendere p1u ~1curo l'esito dell'operazione s.1rebbe stato ùesiderabile che , praticala l'opert.nra Jaringo-trad1e,1le si fossero con lo pinzelle lo!U ta tti i residui della pseudo-merohrami e si fosse qui_ndi p1·.~cc~uto alla cauterizzazioue della rnoco,a con una solo·t1oue 01 rulrato d'argento per im1>edirecosi la fo1·maziouc d'allri prodotti membranosi. Al che il Doll. Tunisi rispose non avere ere-dolo opportuna cosa ricor1·er n dett,1 pratica a fronte del regola1·e e piulloslo pronto ristabilirsi della respirazione la quale promosse la sm:cessiva graduala cessazione dei siulomi che avevan iodieala l'operazione ' j stessa. li Doti. Coslaozo, dopo avcl'e lodato l'Operalore P.l'I' il pi·oulo 'l gìod1z io su l'opportunilà della h1riogo-lrJchcotom1a, opportu.· nità che fu conrermala dall'.lsllo, riferì un caso d'angina difterica 11arnito da Roux 1 n_e~.q~ale , a ~na_lgraèlo che l'o_p(}r11zio1~e fosse praticola con ausp1c11 tavorcvol1ss1m1 , la malau1a tuttavia riesci ad esito fata le per cagiouo dei prodQtti pscuùo-rnarobraoosi che si 1·invennero nei bronchi : raccomandò perdò somma cautela e sommo studio della na tura e grado dd la malallia

prima ò'accinger;;i ad un'operazi,,ne la qualti io determinati e frequenti casi uon serve ad ;111 ro foorchò ad ao1Mnlar i tormenti dell't1mmalato. li Dolt. C1·ema all'inconl ro ~i ùichic1rò nei ca~i eslre111i, ,anche du bbii, partigiano della Chirurgia 01,eraute e ijl rallegrò ,on il Doti. Tunisi per l'e;ito felice ottenuto· mentre elle in sessanta o più casi della medes\ma operazione rc,gistr,1ti negli Annali dell'Arto , 18 soli riuscirono felicemente. ti I>ott. Coruissotti, dopu a1•cro ùìch1ul'ilto clivider egli pure l'opiniouo del Dott. Crt•uia, si fece a notar esser il risullamont~ olleuuto tanto più prezioso ed incoraggianl6 in quanto che I casi di vero crvup al t<:rz:, periodo ar:in.ellonu tliflicilme nte la guarigione qualunque Stil il mezzo lora pc1tli co al quale s'abbia ricorso. Dallo Statistiche di Goi rsent e di Caille ci d:s,s risultare che i dnc teni degli ammalati di cro1rn perùono la vila e ciò, 1>er cumane consenso ùc>i Pratici, i11 coii,rguenza liti) laogo iudugiare nell'invocar i so~corsi de.I' /\ rie : ciò posto , continuò egli, invoco di perdcir on teffiJJO prezioso nell'amministrazione di medicine g,a rese impotenti dai progrosai de! male, s'oltcrrauuo risollamenli mollo diversi qualora su le tracce di Drelouncau e Trossoan, si ricorr-esso all.1 tracheotomia pr,m& del terzo poriodo o non si tosto si può stabilire lu diagnosi certr: ui ero up e qualora con '1:ross, ua s' applicasser a quest,, morbo le s:esso cunsideraziont che all'opera1:ione de11'.-1·uia strozzala s'ad<li::ouo cioè riteoe11Jo d.ie df/{ì.citmentc si perdono gli ammalati qucuido s'opera pe1· tempo, mentre per contro si sal11ano i·aram.-nte vpcrando solo nei mome11li est·1·emi. J>;1s~ò quindi lo stesso Doli. Comisselli a ia re parola del merito della Storia tracciala dal Uoll. Tuni!i e , dopo avel'lo lodato in moll.l pal'ti di 4ut1Ha, notò come la medesiwa laseiasso qualche cosa a desiderare clal lato dei so:;ni patognomon ki de lla malattia io discussione, e cio tanto più , J lle segnalara, in qoa11!0 che è appunto su questi segni che uuicamenle si d&bho fondare la tonvonevolezza <lelia tracheotomia, la quale sconvorrehlie e danncagie1·ehbc q uaudo, io vece di Yoro croup , foss e prescn1c l'angina stridula ( amia- di 11/Warj coa coi quello si può i;o11fond~r o fu confoso c1,u poco sodrlis!acenli t·on~eguenze allche d,:l !alo degli altri mezzi l<;rapentici i quali voglion e,scre diversi nella tllve1·siia del morbo. Accennò poi alla di;ignosi ,1:fferooziale di queste due malattie e disse cbo l' augiua slr1dula ns~ale berni anche di noli e con tu lii i caraUeri dell'accesso croupalc , ma che si calma più presto , rendendosi in pari temp"' sempre pilì u1ile l'indolo dcgl! accessi stessi; cho uegl'iut6r\'alii, a\i'oppo3to di quanl'acc,ule nel croup, la saoilà è perfetta ; che nt!U'angina stridula non si rive ngono prodotti chflerici nelle fa1,ci, nè v'ha espe!lorazione di muchi viscidi, spumosi , mr·111uranosi; che mauc-ao il ci olor alla larioge, l'ìugorgo ai ganglii Jint'aliri cl>; I t;ollo e, ciò che piì1 importa notarsi, non esi; Le alcuna specie ù'afoniil. CQnchiude:ul ultimo dicendo che, per dimostrare corno venunen!e indicala e ricblcsl,t fosse la lar<11go-trachco:omla eseguila, sarebbe staia necessaria cosa ch"il lh>tt. Tanis1 fosse ri$ahto a;.:li un1c~r.de11tì morbo.;i e si fosse arres ta to assai più su i segoì caru!tetislici del Cl'lrnp. OppoEe qut1st' ul:im" che, avendo uel!a sua Storia parlalo della prcsm1za tielle pseudo-membrane e ciel r1arlicolare rumore l hc faceya l'animaiato nel tossire , segni qu.,sti patognomonici del crc,up, gli pa I cva aver in graodo parte soJdisfalto al comrue ndovoiis51mu desiderio del Pr11side:1tc. Cornmeuflò questi il criterio sommiuistrato Jalla J)l'l!senz-a delle 1>seodo-mc01b1 ano uelii, fauci, ma (liss~ oon eglrnìe v,1l<J re cHagno$tìro potrre eonct1d1Jrsi al rumoro dm nel croup accomp,1gna 111 tosso, ;.;iacchè tanta n'è la Yarielii, l'i 111:erttu.a e l'inledellil. chn i p:ù dei .Pa;ol;,gi discordano nel car,,Ucri1.1.arlo: di fallo avendolo ,,leoni parago0010 al canto del 1_;<1110, allr\ al chiocciar rlelle gallinll, altri ail'ahbaiarc del cane, mcntr<; i più veridici dei P,1l11logi stettero contenti a notare corno questo suono sia qua udo rauct>, sonoro eromoroso , quando acuto, sìhilnnle e sonio , rm;ioue vuole ch'il t· rilerio òthlOlto dal suono sia accettalo Cl•U rìserva tanlo maggior·e hl quanto che è comune ad allre malàtlio della lal'lngo. nopo alcuni schiari menti llal Doli. l3:>lteri ch:csti ed ottenuti dallo Studografo iu!omo all'111norragiaaceennata nella Stor!ae1I al nnmero dogh anelli tracÌ.l<'ali stati recisi ueli' operaziouo , il Dolt. Comissetli dichiarò sciolta l'adunanza. D;ipo la lellura <Jd ,1pp1·ovazione del processo ver bale, il Doli. ~lena re i h·sse nella seduta cid 18 la ~ua Memoria su gli as<'essi l'l'ecldi (ve.li nnm0 33). li Doli. Comissctli comenend' cp.li pare su l'niililà che odia cura deg li r.sccssì fredd i può r1 c.avaroi dalla tinlura di jodio v;,i riam, nte dilungata , siccoma ne fam10 f'cùe i felici risultarnenli tla non poc hi Pratici otlermli od in ispecie quelli puhblicati dal Doli. norelli pcf r.ipporto alle l{uarigioui ollennte con la medesima nulla cara dell'it!rarlrosi , fece r!Oettcre com' 1l mnxa e le correuli gal vaniche abbiano puro resi cmineuli servigi nell' id en tità <lel caso e coru'il Lisfrauc curasse questi ascessi frcùdi MIia ~oisa medesimade~I· inuam111a1orii cioè aprendoli piullosto ampiameolo u promovcndo poi o temperando a no,·rna cJel caso eco:i i mn7.i oppurtnni la cons2c;uliva r illzio no locale e gcnèralc ; il qual ultimo roorndo di cnrit disse il JJotl. Comisselli, è forse il più pronto lultovolta che si arr_ivi ad impedir il trasmodare delta medesi ma riazioue. Il Oot•. Co~lanzo mosso da\ felici r lsu!lurnenli ~ho molli l'ralici


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aisser aver ottenuto coo le iniezioni vinose nen,1 ~una dì_ siff,~ll·! malattia, richiese I' Autor~ ~ella Mer~o.ria. se. ~oll1 eran 1 !,!asi d1 ascessi ·rreddi da lui guariti con _le 1n~ez1~~1 .1od~le e se _tossero. tali da poterne inferire un r~lal1vo, g~u.d_1z10: l~tspo~e !l _Dott. l:lenardi non disconoscer egh pure I althta delle nueziom vmose ma prefer ire le jodate siccome quelle che, nell'.eventuahtit d't,rn!' spaudimentodet liquido nel tessuto cellulare c1rcondanle la cislt, non. avevan in due casi per <:sso lui. osservati l)l'OdoUe quelle terribili const\guenze ch'alle vrnose d1con_s1 avere trnuto .dietro. }leplicò il Doti . Costm1zo che, lo spand11nento del liquido nel tessuto cellulal'e essend'un pericolo facilmente evilallile col rnodera1'e la dos~ delle iniezioni1 ptr _q~'es!a s:il.a prova non risultava' della pretenmza da darsi alle 11ne,,i0m .7odate su le Hnose. Il Dott. Ferrero nell'accordar alle iuiElr,ioni fal!e con la tintura di jodio molla virtù nella cura degli ascessi fred<ll recenli 6 quancto questi sieno situali in luogbi nei quali si possa s!abilfre una graduata e_d unifo~me compressione' r,lflÒ com'una _parte sola cli questa tmlura dilungata Hl tre parli o acqua non gli sembrasse sofficienlemeutc alta a provocar il grado d'iulìammazione necessario per procurare l'adesione negli ascessi inveterati di cni le cisti sono formate da membrane inspessite e bene organizzate e come l_'us·> di quesla ~te,;sa t\ntura non P?tosse i promettere gn111de g1ov'.1.menlo negli 11sc?ss1 moll(( 1:stes1 e s1- : tuati in parti dove, per hneguagllanza detla superfw1e e per la varia resislenz.; dei tessuti che servono di base all'ascesso, come sarebbe p. e. al torac<', noo potendosi stabilir ou·adeguata comprcs-sione, questa iu vece di prodor il comhaciameuto e l'adesione !otaie ctell'ascosso, poteva all'opposto essere cagione di danni : laonde conclriose cho in qut'sti casi fosse necessario ricor- ,: rer ad alll'i mezzi curativi. A queste rifles~ioni rispose il Dotl. Me.nardi che in quant'allo proporzioni della tintura· di jodio 1j coo quella dvli'acqoa egli 110n intese mai di volerla sltib1lir in modo assoluto, potcndoqu1;sta _v_ariar a seccnidu dc'varii casi, ~a 1 che fu suo solo intendim,rnt1n1 1erire come con 1a tintura di jodw 1 preparata nelie ac;cennate proporzioni egl: avesse ottenuta la j guarigione d'ascessi freddi and1'antichi, fra i quali alcunì cbc l <lnravano da cinque a sei mesi; che iu quanto alb compl'essione ··. egli non la riguardava di necessità assoluta siccomecoadiu~ante la virtù delle iuiezioai, ma l'aveva proposta soltanto come pra . lica utile in quelle circostanw che la po;cvano permettere; che finalmente, riferendosi al caso specificato dal suo Collega, egli credeva che la compressione si potesse vaotaggicsameotc :idoperar aoch'al torace. Insistellc il Doti . Ferrero oell'asseril'e che la cornpressione alle varie regioni del lor.lce non potesse 11011 ricscir ioutil o <lannnsa per l'ineguai0 resistenza delle cos!e e degli spazi intercostali che l'aHehbero sempre resa non urùforrne iu qu;ilunque maniera la si voiesse applicare. Tn prova di questo suo osserto ci!ò il caso du lai osservato in on artigliere tocco da ascesso liofalico al torace in cui, essendosi voluto ten!are la co:nµressione, per il grnvo 11umento dcli' infi,,mma:doue sopravvenuta ia capo a tre giorni, la ,i dovette tralasciar e, r.it.entata alcuni giorni dopo, si dovette di he! nuovo desistere dalla medesima pcrchè)l pus spinto dali'cslerao a!l'ìnterno s'era fatto strada nella cavi\11 del pdlo con sintomi allarnwnti di malattia deHe viscere in queìlo rinchiuse, a cessar i quali fa necessario ricorrer ad un pronto ed energico metodo anli/1ogislico: ag .. giunse quindi che un altro caso consimile ehb'ad osservare nell'Ospedale di 'forino. ll D:>lt. Costam:o owose che ;nP,I narrato caso la presenza del pus nel c·avo toracico fosse piuttosto l'effetto d'una rnula:tia di qo~llc viscere che non ùe!!a 1:oropressionc: al che rispoi;e HUotl. ferrero non poterù tliviclere l'enuncia I.o sospetto perchè i'arnmalalo pt·ima della prati<'ata compressione su l'ascesso toracico non a,'eYa dato seguo alcuno di malattia viscerale enlrotorncicu. li Doti. Cornissctli,doporiassuota la quistione, soggiunse che i folti narrati dal Dott. Fcrrero meritavan in realtà moHa considera:lione, ma che possono be.nissimo preseutMsi in quella regione asces, i i quali quantunque traggono realmente or1gine dalla cavitil interna del toracr., tu!l(ivia, per la lenta loro formazione e per la mancanza di sintomi raziouaii che ne rHcvino l'origine essendo di diagnosi difficilissim;,, possono facilmeuto indur il Pl'Slico nell'errore di scambiare l'ascesso sintoruat:co o per congestione con un'asccsso linfa!ico od idiopatico: espose poi no caso di qnesta natura succedoto in un ammalato toric:ito nel letto N. 11'i delia Sezione Chirurgica in allor affidata alla cura d~l Dolt. '-';appari..Tral_lavasi d'un giovin~ s_ol~ato de! 16• Reggimento di l<'anleì'la, d1 temperamento lmtatico, m.a di costituzjone robusta, il quale ent.rava nell'Osped,lie per un tumore situato in vicinanza della mammona destra, quasi indol(mle, cedevole con manifesta l1uttuazione e con tutti li carall(:ri d'un ascesso linfatico che lentamente svoltosi non lo distolse mai da suoi do"eri, tanto lieve e sordo era il èlolore che gli cagionava. Alcuni giorni dopo l'entrala di quello nello Spc<lale si praticò una piccola apertura dell'ascesso dal quale stillò una discreta quantità di pus fciollo con poco sollievo e ccsì passe!{gicro che pochi giorni dopo, essendosi fatte tutl'all'intorno dell'aperlara · stessa marcios-e infiltrazioni , obbligarono queste il Curante a dilatare la ferita; dilatazione cotesta che fece conoscere ia cavità dell'ascesso divisa in due dallo strato aponeurotico, sotto di

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cui appunto stagnando l.a maggiore quantità dì pus si dovette quello ampiammte incidere con susseguente febbrile riazione che rese necessarie tre cacciate di smgue, quantunque nè la tosse, nè la diOìcollà di respiro, nè ·il dolore fosset'O presenli. Svanila la f~bbre e persistonu'ancora l'infiltrazione. marciosa, nell'idea che il pus trattenuto dalle aponeurosi si foss'aperta una via sott'i muscoli di questa regione, il Dolt. Comisselti praticò tre profonde contraperture , per l'una delle quali esplorando col dito po!è con\'incersi eh(, il pus il qual usciva da 1100 spazio intercostale derivava realmenttJ dalla cavità toracica da cui , in grazia <l'una nuova incisione, stillò una grande quaµtità di marcia cbe si mautonue sempre copiosa per tutto il perìo,1o della quadrirnesll'ale cura, fe licemente terminatasi non gii1 pHr le iniezioni j odate o d'altra ndinra state abbondantemente adoperale, non già per li svariati compensi terapeutici in(erni ed esterni ai quali s'ebhe ricor~o, ma per una spontanea e piuttosto t·isenti ta riazione febbrile, a mode1·ar e ad usufruire la quale fu uopo praticare qnattro salassi ed amministrare be- · vando e preparati di virtù anlillogistic,1.

PAl\TE SECONDA

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RIYiST.t DEI GIOH.NAU SCIENTIFICI. DEL GOZ20 COllPHlll!SNTE LA TRACHEA

f; OliLL.\ St;A CC11A

(ll!Jemotia del Dou. P1utn'EAU-X compilata .w la scorta dcli.e l<z ,oni Cliniche del Prof'. llonriet di lìone) (SUNTO DltL l)OTT. P. )IOTTJi'(I)

Il gono nella . nnggiore parte tlei casi c'i una semplice deforrnitil ; alcuni raggiungend' un enorme volume si rendono molesti o per il loro peso o per la press ione che cscrcilano :rngl i organi delln voce o del!a res11irazio11e. La trachea compressa dal ·vol ume innalurnle della ghiandula liroide, va )":oggella a diverg,~ al\erazioni nel suo calibro e nella sua forma o direziono. La form ,1 ciliudl'iea de'suoi Ire quarti anteriori pnò c1H1Yerlirsi in quella d"nn prisma triangolare con le due lacce anteriori fr,o lle ai piani dei nmscoli slerno-cle.iclo-mastoidei : ciò s' ,1sserva q11an d' i due lobi laterali della ghiandola sono 1.11mefatti ad nn tempo ed i clclli muscoli s'opµongon al l'evolnzione di q:rnlli. Furono pur osservali l'infossamento d,·11~ faccia ante riore della trachea o la deviazionl~ cli quesl\1rgano a deslra od a sinistra a norma òella sede del tumore. I goai che prodncouo le indicale lesio11 i della trachea, c<3:g ioni dell'abilnal oppressione dell'infermo, sono qtrnlt i i quali sono respinti in dietro, secondo Bonnet, dallo sterno, dalla clavicola o dai muscoli della regione solloiodea , massimamente dagli slerno-clcido-mastoidei: rari quelli ildle dt:1e prime specie,. frequentissimi sono quelli dell'ulLima i quali però cosliluiscono sempre un caso meno grave. .Parlando della cnra dei gozzi comprimenti la trachea l'Autore, dopo aver accennato alla vari<•.Là <lolla medesitrrn ginsla la va ria natura delle lesioni che si manifestano e dopo avere passalo in rapida rivista i prinr,ipali mezzi già conosciuli e direlli ad ottenere la risoluzione del tumore, tra i quali mezzi rirone primo il joduro di potassio, scendo a trallarn dei diversi procedimenti operativi che possono mettersi in pratica , quand'i risolventi riesciron inutili o quando prudenza vnole che non si perda nn tempo prezioso io attesa dei loro ancorchè pos • sibilmente benefici effetti . . Ricordando principalmente i prt1cedimenli introdotti nell'Arte da Bonnet, mostra come questi consisrano 1° nel taglio dei muscoli sterno cleido-


mastoidei che qnel Chirurgo ha praticalo due \'Olte sen • z'oltenernc quei risullamenti che ripromettevasi: 2° nello spostar il gozzo, fissand olo in un determinato punto, ciò che })\iò effettuiJrsi con atti operativi o senza dei medesimi. I gozzi mobili i quali comprimono la trachea e pro vocano l'oppressione della respirazione , perchè situati diefro lo sterno o la clavicola , debbon esser allontanati da lla loro sl!de per opera dei di ti e mantenuti in un'altra mediatlte Ull :ippar,:cchio che faccia Je funziooi degli stessi diti, fin a che abbian essi contratte aderenze con i circostauti tessuti . Qnest'apparecchio può variare quanto si vuole ne lla forma purchè soddisfi alla pr.i ncipal ind icazione cioè quella d'evitare la compression•! della tra• chea. tale mezzo di cura fu coronalo dal più felice successo in un taso descrillo nell'Opera del Bonnet. Quand'in vece il tumore sfugge all'azione dei diti che _lo spO· :slau e rende fruslraneo l'apparecchio destinalo a tenerlo fìsso in un determinalo luogo, Ilonnet ricorre al seguente metodo ch'egli divide in due tempi : solleva prima il gozzo con due diti della mano sinistra posta fra il bordo superiore dello sterno o della clavicola e la parte inferiore del tumore, lenendolo così sollevalo in uoa parte uella q uale non possa offendere l'atto respiratorio e per olte1Jerc più fi,cimente quest'intento fa prima eseguire dalammalato una forte espirazione che serve a facililaro l'allontanamento del lumorò dal luogo che questo occupava dietro lo sterno o la clav icola: infossa in segu ito obbl iqua· mente dall'alto al basso e dal davanti all'in dietro forti spìlle i capi delle quali , poggianti su il margine superiore dei delli ossi, si tengon in sito mediante fili che si fissan ai lati del collo per mezzo di listerelle di tela imbevute di collodion. Compiutosi questo primo [tempo dell'operazione, il tumore si mostra protuheranle al davanti <lei coll.o e non può più riguadagnare la primitiva posizione: fa quindi uopo fissarlo nella nuova sede in mod0 durevole {~da tal uopo Bonnel ricorr,1 alla caurerizzazione, ciò che costiluisce il secondo tempo deli'operazione stessa e clie s'oltieno nel stgucnte mod,): s'applica su la parte anteriore del tumore la pasta di Vienna e quando può presumersi che la pel le ne ha subita profondamente l'azione <lisorganizzalrice, dil'ci minuti circa dopo la sua applicazione, si leva il causLico per applicare nel cenlro dell'escara uno strato di cloruro di zinco (pasta di Caaquoin) che si lascia in posto per tre giorni , avendo la precauzione dì riunovarlo ogni mallina dopo avere distaccata la parte me1iia dell'escara. In capo a nove giornì le parti mortificale si •distaccano portando con sè gli spilli non ancor est ralli. Questo metodo è dichiarato da °J.lonnel. fa. c ii ed innocente siccome gli provò la sua sperienza. Riguardo ai metodi più generalmente usali per ottenere la distrnzione del gozzo, trasandando di parlare di quello della ·p11nlura semplìce o susseguila dalle iniezioni jt>date e lasciali io disparte il setont>, !"incisione e la recisione deìla cisti, c'intr:i.llerremo della cauterizzazione che Ilon· nel esegnisce in tre modi diversi o nei quali ri1ione tulla la sua fid ucia ad esclusione degli al tri. Con il primo metodo pratica la cauterizzazione d'una piccola porzione della parete an teriore della cisti, modificando nella soguenie mnniera il processo comune già .vantato da Saba· tier e Boyer. T r dfora il Bonnel la cis li con uno stro· mento a forma d'ago, ad un'eslremità del quale è adattato un selone causlico formalo di pasta di cloru ro di zinco ed assicurato con fil i, che_s'introduce a guisa d'un

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setone ordinario e si lascia in sito per tre o quattro giorni. Di q11esti seloni se ne faranno p1ssare due , tre ed anche piu a norma del caso. 1n on caso di gozzo ci stico che durava da 18 anni questo metodo frullò la guarigione dell' infermo. 11 secondo processo molto preferibil al primo, consiste nel fare con la cau terizzazione una larga aperlura longitudinale alla parte anterior(~ della cisti. Distrutta la pelle per l'estensione di 8 a 12 centimelri con il caustico di Vienna applicalo nella direzione del diametro maggiore del tumore, si penetra sino nella cavità della cisti con ripetute applicaiioni di pasta di cloruro di zinco la quale si lascia in posto por 24 ore e, dopo levata con il gamrnautte la parte superficiale dell'escara, si riapplica 1111ovamenle nel solco traccialo dalla primi! cauterizzazione , e cosi di segnito sin all'apertura della cisti ed alla susseguente uscita dei liquidi conlenuti ndla medesima. Per questo proredimentò le pareti della cisti. souo trascinate fuori in lolali tà od in molla parte almeno dalla suppurazione od aderiscono fra loro. Con il lerzo processo in fine molto piu energico del precedenle , non solo s'apre la cisti e si diatru~ge molta parte della sua pareto anteriore, ma si porta il cau,tico (cloruro di zinco) persino nella sua cavità , reiterando le applicazioni fino a che nou scoli più alcun liquido dalla sua ~ffpcrficie interna, nù si svolga alcun fe tido odore, Questa pratica per al tro va soggetta ad inconvenienti, alcuni dei quali molto pericolosi, perchè con essa non si puù Jimitare l'azione del caustico per cui possono talora restare lesi va:Si importanti e manifestarsi emorragie anche mortali. Di questo funesto risullamentn Bonnet stesso riferisce un disgraziato caso. Questu metodo però ha il vantaggio di distruggere la cisti con maggiore pron lezza e cli rnggiun gerno persino le pif1 piccole rad ici: è di più ulilissimo quando lo si applica secondariamente per cornballere gli accidenti e la decomposizione putrida che sono spesso le conseguenze degli altri mcdodi operatori i. .Dei tre descritti processi di cauterizzazione Bonnet preferisce il secondo: e~so è prcferìbil al primo perchè apre la cisti in maggior estensione e ne distrugge la parele anteriore per cui evacuandosi tullo i l liquido contenul<i, non ;si possono lemer i fenomeni d'intossicazione. È poi preferibil al terzo perchè uon dà luogo agli accid1mti deplorabil i dei quali qnesl'ultimo soven te è cagione.

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( ai 2~ di .marzo 1852 )

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, bb ~ , d·•! l" ~.. · " scir.estl'i a~ticipati. Leass.ociazioni per i non militari .ricevousi alla Tll'OGRAFIA. SUEALPIKA, L avia onam >v p,.,,arsi pvr · • · · l d bh on ess er alTI·ancu ·~t0 eti ·•ccomnagnato da vaglia postale · 0 'H. Le lettere per abbonamento al G1orna e e Allfori,n,o uom"'J ,. • 0

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sioni de la nuit an jow· il n'y a pas le moindre inter1 Dott. nourno : Cenni s t1 l'Em eralopia coa Os~ mediaire: il n'y a donc pas de crepuscu.le poit'.r ces inalasel'vazioni. - 20 Dott. KAtn: Rendiconto delle l<'ebhri curate des ,i1on costiluirebbe secondo I.a t'nia osservazioni) f'uornello Spcda!e Di vis. di Cagliari nel 1nes0 ·tl'olt.obrn 185.t..-:1 3" Dott. TAl'P.l.fll: Su l'uso della Segale cornuta nelle lebor1 ~ chè un modo eccezionale della medesima. Comunque però, intermittcnti.-4o Doli. YAI.'lE.:,iA: Angina gulturaie, e farin- J gli amn1alati tclcchi di q11esta malaltia eran obbligati act gea. - 5" Relaiione delle Confercoz~ ScienlHiche. - G0 Ri • ·,· inlralaseiar il ·proprio lavoro ed a ra·ccornaodarsi ai loro -vista dei Gioruali. · · · commil itoni perchè li cond11 ce,;,er ai rìspellivi le.Lii. In quasi tutti i casi I~. pupiti'a mi _ s'olforse . dil~lalis.sima cd in~molule non solo. ÙI no.llr,. ma anche, (J l.18Dll'.ll(Jtl.e I? mol lo rnmore grado, <lurante il giorno: 1n al1ri ciis1 poi v1cl1 conserva. rsi di gio'.'llò ia mobilità. della (}Opill~ sen~a di lata. zione .; mobili la cho gradatamente d1m1uu1va sm a ccsi ' ·1 s.;re del lutto con ·11. tramontare del sole o con l'arrivo del . n Tale crepuscolo. Non mi fu tlato mai \'èder avv erali il . rislringi mento della pupilla eil il vivo dolore , ,ell'3lto che t'informo aHarda in alto; sintomi' q11csli che Vidal rifeALCU.\1 CE~ é~ l SU L'E.ME HA.LOPIA 1 risce esso,:~ stati osservali da Bampfield nelle rngioni equaCO:'! OSSGH\' .lZ !O;>! . toriali quando l'emeralopia è di lnnga durata'. I>0r31;1e J'acce;iso qnasi tul\i gli ammalali non verieva·no la luce ari.i(Sunto d'una .Memon·a l efld dat Doti . BurT1;,;o 1 l fìciale; due di qoe,t; però al!eslavano cl1.e alloraquando ùi ·una Conferenza di Noi;ara) .. rimip1van un oggetto per q11: nlo illum'.nato1 non po levano La frequenz~ con la quale J' emeralopi:i o sola o socia ! distinguerlo, ma erano falt1 co11,apc.voli della presenza del alle fe\Jb ri inlermillenti o consecutiva a qur.st0 5i manifestò· I rnrdesimo da lla vista d'una~ na~sa scura , sehben io avessi nei mesi di St\llembre e d'o tlt.> bre p. p. fra li soldat i del 2° I avuto !a precauzione d'avv.olg,·rli di lini bianchi. Al leIléggim1~11lo Granalieri , porse occasio.ne al Dott. Bottino [ v~ rsi del St>le ·perfetla ricom pariva la facoltà visiva, .fosse di raccoglit'r os,ervazion i le qoa!i, precedute com!' sono j bello e "~len<!•l''.'t;l il ,;ielo.' fo~se qt:nsto.. nuvot?so e ~ristc. da alcuni cenni su qucsla ma la Ili a, Mi cotnonicli iaino ai I f n alcuna casi I cmeraloprn st maa1fo,to con s11Horr11 pro'.noslri Colleghi, scgui1a11do, · per qnaulo mtt~giormcnte il I <l°romi, dolore di capo, i;ertigini e più frcrpicntemente dipuò consentire l'anguslia del Giornale, l' Antore della lle· i sappetenza, nausea, pirosi, diarrea eù nitri fenomeni 1tnmoria . dicanli un imbarazzo gastro-intestinale, senza che abbia Con il nome d'emer,~!opia , su , la quale mùlto e lunga-· polnto ~vver.are qm~iito ì\lackcnsie, nar~a il' 1111 .servo it mente si disputò, intendesi da noi una notabile diminuzione quale s1 scnll ver.,;o sera pnvato d un lratto dell uso de, 1 ed anclie la totale abolizione della faco!\à visjva periodica- • membri e d'el}a vista; L'em1iralùpia co!pisce più frequ enmente manifestantesi sul fare della sera per cessare con temente gli uomini eh.e le donne; •inasi sempre ambedue 1 l'aurora del 1n:1Uin~ vcgnent~. Questa maia!lia che fo per i 2 1i occhi; alcune volle 1111 occhio solo , siccome p,ilè ostaluno cousiderai'a .siccom'un'ambliopia in tèrmillente e pe .. J ;ervare l'anaico Dotl. Valzèoa i11 1111 gioline Sa voi.ardo il riodica, bei casi da me osservali si manifestò· in tlue modi :· . quaie dovette visi tare come sold~l·o surrogato del fratello. 1° un velo grigiastro semhn.l\'a ctlprir e ravvolgere len· In questo 1:aso neila prima vi,;;ita il prefalo JJ.o!.t. lr?vò la 1 tamente gli oggelti che g!i ammalali. gt1ardavano sin a popilla dilatatissima cd immobile in ambid_ue gli occhi , , tanto che si faceva il medesimo gi·adatamcn\e cosi fino da mentr'in una s11conda visita trovò foce.do destro con la impedir asso!l1lamcnle la facoltà \'isiva : 2° altra volta, e I pupilla dilatala ·e ·con mancanza della facoltà visiva la c.it'l in due soli dei casi da me osservati, l'ammalato perdeva i quatc .l'arnmalato con3ervava nell'occhio sinistro in cui la. . ad un tra:l!o la vista in mezzo :.l!e 9rrìinarìe sue·occupa- · j pupilla era mol>il e ristrclla. ·N0n manc,an esempi d'cme.zioui. L'ultim0 modo d' in vasione dell'emerolapia che per ·! rolapia congeni!a e Cunier racconta la ::Horia d'un a famiV,idal s.arubl>e l'ordinario, g;nsta I~ seguenti sutJ esprl)s- l glia nella quale la malatt:a si mantiene ereditaria da piu di SOMMAii IO. -

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PARTE P.IU~IA.

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274 <lue . secoli da padre in figlio. Può la medesima flomioare in f}Uella gli ammalali o non vedon afl'atlo la luce anche io modo sporadico, endemico .ed anche epidemico, come si di molti · lumi o pnli8 .li scorgon ?, traverso d'un velo mostrò nei mesi di luglio e d'agosto 1854 in una frazione grigio-scuro che va gradatamente rendendosi più denso, d'un ({egaimenlo Prussiano e· come puro, per quanto ri1i sarà facile distinguerla dall'ambliopia in cui la visione o • riferì !_',Ili.mo Sig. Colonnello Cav. ì\iorozzo, si manifestò è l,ensl sempre più o meno affievolita verso sera, ma non nella Brigata Guard ie, mentre questa negli anni 1826 e è ·mai abolita ad un sì allo grado. L'emeralopia non com. 18.56 si trovava di presidio in Genova. pli~ata ad amaurosi dura da qualche giorno a sei mesi' Quali 11iaoo le cause che valton a produrre qu(isla maquan-do . però continua. tanto tempo è facil issiaia cosa che lattia direllamenle, fin ora non si conoscono: ciò non di· degeneri nella seconda malallìa. me.no come cagioni della. medesima anno,eransi l'abitare La cura dell'em~ralopia varia ·secondo che è dessa rn !uoghi umidi e malsani; una calli va nutrizione; la priidiopatica o sintomatica: se idiopatica si predicari utili i 'Vazione delle cose più necessarie alla vita animale; gli vescicatorii applicali alle tempia, a lla circonferenza delimbarazzi gastrici e degl'.iotestioi ; un cattivo regime diel'orbita ed a tulle quelle parti nolle quali l'aiione loro tetico ; uoa luce troppo . viva ed iii particolare quella del cade sn i rr.ervi trigemino e grande simpatico i quali \ianno sole massimamente se , come succede per i soldati nelle tanta parte nella formaz ione dell'apparato visivo : sono marcie, accompag~ala dalla prescuza di polverio che ·peparimente vantali i ·bagni d'acqua fredda , l'elettricità netri nell'occhio; le protralle fatiche; l'insolaz ione del come stimolo locale, l'esposizione· dell'occhio fatta ogni càpo durante il sonno; lo ,.;corbuto del quale allora è s·intre o qualtr'ore ai vapori d'ammo·niaca liquida~- molli altri tomatica; le febbri; i iuoghi viaggi di mare ed i luogbi rimeclii atti ad eccitare l'organo della vista, tra i quali alcamm ini in mezzo alle nevi ed ai ghiacci , ecc. In quafe cun i annoveran·o· spccialmenle le fumigatidni di fogato abmaniera poi tulle questo ed altre cagioni operino su la brucialo, le •nozioni di stricnina alle Lempia. e la cauteretina la quale evidentemente ha la massima parle , nella rizr,azione dei contorni del la cornea; pratica qnest'ullima produzione dì questa malau;a, sin al presente s'ignora; dolorosa e comprùrncttente ·alla quale nou dovrà. ricorrersi nè l'Anatomia patologica, ch'io mi sappia, ha ancora sparsa se non quando tnlti gli a ltri mezzi siano stati isùfficienli. su questo punto luce ta le da darcene ragionevole s1~iega-' Nell'emeralopià da co ngeslione cerebrale saranno prolìtzione. Mackensie ha scoperto nella retina d'un sordo e tevoli le §Ollrazioni sangu igne generali, ma megÌio le ·lomulo emcralopo sino d_all a" oascila alcune macchie nere cali per _mezzo di mignatte applicaltJ ai giugoli, alle na. le quali furono pure ritrovate da Amrnon nella retina di rici, alle regio11i mastoidee cd alie tempia. Q11ando dica !averi stati tocchi in vita da amaurosi e eia ambliopia, penda da imbarazzi gasiric i saran utili i purgativi e, se ma la presenza di queste macchie non ci spiega l' inferconrl i Scarpa, gli emetici aggiungendo però, sempre che miltenza de!la cecil/1. A:lremera!opia dip~ndenle_ da imbane sia il caso, le ventose scarificale alla nuca, i sangnirazzo gastrico o· coocorrntante ti medesimo , s, polrebbtiP . sogii, le rnmigazioni d"amrnoniaca ed i vescicalorii con i per anentùfa applicare la .l~oria _deHe fe~bri inter(nil~ ] qna li, più volle ripetuti, Uampfield .cura quasi' ogni specie tenti da saburra, nelle quali il period ico ricorrere degli 1 d'emeralopia. Nel caso di complicazione scorbutica si accessi si spiega p~r· l'azione del 11ervo grande simpatico? cura pri,ma lo scorbuto e si ricorre dopo ai vo,ci(:alorii, e Sarà dia forse tanlo lolllana dal vero la supposizione che c.iò sia per evitar il pericolo che l'ulcera prodotta dal veoell'emt>talopia idiopalica, formandosi per una fra le at:scicatorio assuma la na \11 ra scorbn tica, sia ·perchè ordicennale cagioni uno staio congestizio nei centri nervosi, nariamente insieme con lo scorbu to si guarisco pure l'e.Ì nervi Ollici ni l ·Jungo loro camm ino a lfal'erSO della SO· meralopia. Fu pure trovato util i~simo l'uso interno dei stanza cerebra le r imangano sinergit:amen te lesi e comchinoidei, non appena su peralo lo stato congcslizio che · partecipino perciò essi pure t~Jla congestione cerebra le possa coesistere. Nelle emeralopie ribelli principal menlè e con essi la retina organo pi;ecipuo della visione? Nela bordo d'un vascello o nellti regioni mollo calde, il ril'altenermì io a quest' ipotesi così la ragiono: nell'amautorno a terra od ai paesi uativi concorse mollo alla gnar'osi la lesio11e del nervo ottico essendo grave. non v' è rigione. ( coiwalescenli d'emeralopia debbono per qualche più stimolo che valga ad eccitarne l'azione e ne consetempo evitare la luce troppo viva e muniròi perciò d'ocguita perciò la perma nente cecità; nelfornera-lopia ·all'inch iali verdi o bleu , che se la medesima fu consecutiva contro la· lesione essend'in grado minore, la cecità solo a febbri intérmittenti, gioverà mollitsimo il cambiamento allora si manifesta quand'il grado dello ! timolo non è d'aria ed un regime dietetico appropriato. più tale da superare gli effott i della lesione stessa, che Osservazione 1 .a: Antonio Nose11ziò della 6.a Comp.a, è quanto dirn la luce solare stimolo il più po~ente della di costituzione forte, godelle stimpre di vista eccellente : retina supera gli effolli della lesione di qo~sHi la quale sorpreso su lo. scorcio d'agosto dalle febbri intermittenti,' in vece soggiace ai medesimi quando per l'arrivare della ne guarì allo ~peda!e: convalescenle di queste non mancò sera quello diminuì per grado ed in tensità ..Con quest'ipoalle passeggia te .ed a Ile fa zioni campali seJ1za mai lagnarsi tesi, a mio giudizio, si spiegherebbe pure l'immobilità 'deldi difetto nell'organo visivo, allorchè un _giorno sul traÌ'iride e la dila tazione de_lla pnpilla, perchè siccom'in nna montare del sole e ntra ìn cantina bene rischiarata e stuluce · debole .e dub~ia la pupilla si dilata per vedere gli pisce nel tronrsi al buio e nel non sapere dove dirigga oggolti poco rischiarali o situati :i grande distànza, così i suoi passi: al mattino- vegnente, ricuperata la vista, _non per questo morboso s,!_ato congestizio la pu1)illa _rimane cerca di farsi vis itare: questo fenomeno snccede in lni • :perennemente dilata la ed immobile qua~i continuamente por più sere di seguilo: finalinentc consegna il suo ·male C!ercasse scoprir i corpi che sente. ed è mandato allo Speda le dove fu curato per mezzo di . La malattia che più facilmente si pnò confon_ç!ere . con purgativi internamente o dei tollirii. Al suo ritorno in l'emeralopia è l'.ambliopìa amaurotica, ma se si fa atlenQuarfiere io rico nobhi le pupille quasi immobili e dilaiione alla periodicità degli accessi e se si considera che tate, ed il fondo del!'° occhio nerissimo. Egli distingue gli

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!'15 . Osservaz:ione 5.a :~Lodovico (}etTroy della 7 .a Comp,a -0ggelli anche piccoli silt1ati a conveniente di,;tanza , ma li d1 temperamento sanguigno-bilioso, d'abito cardio-capivede tlll pò' giallastri ed azz_u rrognuli e nella nolle <l'un taJ.o, di forte co;tiluiione, era già -slalo <;ol!o in lvrea 11elcolore giallo più carico. Gli prescrjssi 60 gramme di l'annò 1850 da emeralopia annunziala alcuni r.:iorni solfato di soda con molto migliot·ameolo. Ciò prova che prima da cefalalgi.1, da dolori mllscola.ri alla go la destra Celso aveva· ragione quando fino dai suoi tempi predicava da dolori 11ervosi 11111!!0 le diramazioni del ncno · face guariti gli emeralopi ne.i quali compariva la dian•ea. ciale e dell'accessorio del Vil!is e n'era rimàsto guarito Ossen,azione 2.a: Vilforio Lacomb. della Comp.a Depo~cr, op?ra . di vescicatori i e di pnrgativi ; .collo di nuovo sito, mentre un giorno, reduce dalla Passeg.giata M1lilare, 1n forino dall a stessa malattia nel 1851 ne <>11arì allo s·tava ripulendo il proprio fucil<l perdette all'improvviso la Spedale con due salassi, co.n i ~ollirii aslringe~ti' e coo facoltà visiva co,ì che fu coslretlo abbandonare l'Lncominblandi eccoproL1ci. Nell' agosto p. p. sofferse nello $pedale cia(o lavoro ed altender i c.ompagn i che lo conducessero di ~ovara per 36 .gi•Jrni le febbri in lelmillenti dalle al proprio letto: si ripeté que:'l'acccsso per tre sere. con quali guarito con i preparali chinoidei , reslitnivasi al secutive sunza che, durantii il medesimo, il Lacomb po· Qu_a rtiere con · 12 giorni di . convalescenza. Non eran antesse veder ·alcun oggetto ancorchè rischiaralo da luce cota passali che pochi giùroi di tale convalr.scenza qna~do vivissima . ·Stanco del ripetersi dei suoi m1li pensò nel fu tocco da emeralopia la quale fugai tei1endolo in ripo,o 4° giorno di tlornanrlarn la visita, m:J. ùi co;tiluz iono r<icon ~n regime dieLetico, blam!o e nutriente , con i vabustissi111a nè mai stato travaglialo <la alwna n1alallia 1 11ori d'ammoni'aca e con tre vns..:icalorii dei quali due allo dispreizando· le sue s9(Tcrer,ze volle prirn.1 r ivedere la region i mastoideo cd uno alla ·nnca. . prediletta cantina dove mangiò o Levette sin all'ebrielà; A qnesie Osservazioni il Dott. llollin(,l fa -susseguir il il parossismo anticipò in quella sera e nella none csstmrlo n,m10 d'altri tre so ldati del suo Reggimento sta(i paricomparsa una dissenteria cagionala ciall'indigestiorie, s'ac-· mnnle tocchi da questa malaLLia e ne enumera altri dieci corse d'avere r iacquistt\!a la vista l' pert:iò non richiese che il Doll . Valzena Medico di ilcggimeuto del t " Gran·apiù la visita se non se due giorni dopo all'oggcUo di ticri gli comunicò aver anche soffer ta l'emera !opia : pone rimediare alla .pèrsistcntH dissenteria del la quale fu libequindi fine alla sua Memoria face11do riflettere come fra ralo allo Spedale con rirned ii subacid i. tanti ammalali di questo . morbo nel suo Reggimento non OsservaJione 5 a: Gio. Bali. Bonfiglio della G.a ·Comp.a vi sia stalu fuorchè 1111 Caporale Furiere e non mai un da d1.1e giorni provava un senso di peso alfa test~ quan· Ufficiale; la quaJe cosa, già stata avvertila da namplìeld, do comandato di guardia ai Quartieri vcr~o le ore se i egli vorreb~e dipendente da i maggi".lri disagi ai quali va deHa sera ~ssend'in fazione s'accorge che vcoivagli meno esposto il soldalo cd al villo ' meno nulricnle del .quale la ,•isla: ode il"romorio dei passi del proprio Capitano , ordinariamente $i ciba. ma non lo può vedere : questi !o rimprc,vera del trÙcoralo sµo dc-Hre, ma tosto dopo, informalo dal Bonfigl iQ del come non polesse più scorger alcun oggetto, lo ra llRNDICONTO DEU.E FEBl!Rt _CURAl'I! NELLA: SHZ!ONE )IED ICA. surrogare nella Guardia e lo invia al Q,,arlicra. Visilatolo DELL' OSL'l.WALI> DIVISIONALI!°: DI f!AG- LL\RI N EL lfflSl,i Ol nel mattino vegncote mentre già s' era ripri~tinata ia fa OTTOllUE 1851. collà visiv~, credetti soprassedere dall'inviarlo a!lo Spe· (Del Doti. !Cu,n). dale e gli prescrissi un pill'gati vo. N tll 2° giorn~ era ri · comparsa l'emeralopia. Dul,l \escicalorii alle braccia: due 111 numero considerevole furono le febbri periodiche altri piccolisòirni alle regioni mastoidee ed un st~condo purrecidive che nel me,e d'ottobre imperversarono con nogante di 50 granùne di soifalo <li soda lo gnariscou af · tevole gravezza: più che in allri ~i videro frequenti in fatto al 4• giorno. quei soldati che già affievoliti e quasi 'cachettiei per lunO;;servazione l~ .a : Giuseppe G-iusiat10 della Comp,a d i ghe soffert!nze di allreltali morbi fobbrili, r icad dero nella D~posilo, di costituzione delicata , d'abito caµita le, era percorsa ostale di m:ovo affolli da inl.ermitlenli pernigià stato tocco da emeralopia nell'anno scorso meu treciose che ri levaronJ soggiornando in luog hi dov' il miasma altendeva in Torino alla Scuola del nuoto. Nel m~se di pa lustre, l'umido atmosferico e la temperatura incostante ag·osto p. p. fu tocco in Novara da!le febbri inte rmi Llenli cospiran a lla produ,,ione di sifTau i malori febbrili. Tali per guarire le quali ricoverò nel lo Spedale. Convalescente furon i molli casi osservati nei soldati del Corpo dei Cadalle medesime fu colto in Quartiere da emeralopia pre- · valleggieri di Sardegna qni condolli da Oristano, Pula, ceduta da verligjni, vago dolore cli capo, dissesto gastrico, Teulada. Avvegnachè i primi accessi l'l>bbrili l'o,sero curati ecc. Rimandato allo Spedalc fu curalo con collirii aslrin· con adatta cura, nondimeno faci li fu,:ono le recidive e d'ordigenti e con i vescìcatorii . Gnarilo appena dall'emeralopia, nario a capo di dodici al più venti giorni ù'inlervallo apiricomparvero le feiJbri alle quali s'oppose vittorioso il retico si rinnovaron i parossismi con va rio tipo e non chinino., ma quando già .slava per sortire dallo Spe.1ale senz' imponentc apparato di veementi concomitanze f'ra ricomparve alla sua volta l'emeralopia, quindi di bel le quali prevalser i dolori pleuretici, la lossP." secca e monuovo la febbre, Clnchè frn_almente potè riveder il Quar · lesta, la diarrea. Scarso poi f11 il numero delle illerizie tiere ai 25 d'ollobre. Quivi fu da me visitalo e lo trovai e delle ostruzioni spleniche succ~ssivc, nò caso alcu110 di con •,ia pupilla dilatata e pochissimo mobile, con la Iiuidropisia si vide appari're quantunque lo stato genegua impaniata e biancastra , sno(ivo . per cui gli amminiralo degli ammalali mollo ritraesse da quella maniera di cachessia non dissimile dalla scor1Ju1ica. Le cause strai un eccoprotico e gli prescrissi frizio11i alle tcmp ia con unguento mercuriale per eccitar alquanto l'occhio, occasionali delle accennate recidi ve febbrili di prefegiacchè gli oggetti erano da esso lui Yeduti corno se fosrenz!} furono le rapide , ~ici~situdini atmosferiche. E di vero le continuo alternal1ve delle giornate 11mido-cald& sero d'un colore grigio 7 altre volte azzurrn I a !tre voi le con le nolli umido-fredde , che per le frequenti pioggiè giallog!1'>l<l.


~76 òomioaron in tult·i il mese, fuori <li dubbio favorirono

·gli sbilanci . di traspira zio11e, perciò i fdihricitanli ·recidi .,-

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varo no. co11 sin torni plenrelici e con diarree, men Ire pa-. Tee-chi soldati sa'ni arnmalaro,10 di flogosi bronchiali e di gravi pneumonie. . ))ue l'rinc.ipali ind!Dàzioni s'cbbo in mira di soddisfare Della enra di qnesle febbri: la prima fu .quella di vincere la periodicità col troncare la riproduzione degli .accessi fobbrili .e la seconda di corr eggere lo stato di gèncrale cachessia col · sostenere 11t rgan ica assimitazione. Con tale intento si· diede principio al metodo ·curalivo i.n alcuni coll'ipecacmina ~ col tartaro cmelico, in allri col rabar. baro, pnd'climinare le gastriche impurità, sequele ordinarie dei disordini didelici. Ciò fallo ed al ce,dere del primo uuoYo accesso fobhrile· inc1Jntanente s'amministrò il bisolfato di chinina in òc,se d'ollo grani seiollo in lr~ grani d'acqua· distr!lala di lattuga sativa. llna od al più due di ·queste dos-i haslaron a lroncùe la fobbre. Riguardo ai sintomi concqmila1rti, lullavolta che non nani rono col cedere della febbre, rimasero ·fugati çoll'e~tratto idralcoolico d'aconito napello oppure co l krrmes minerale Mlle bibite emu lsive ~ se il dissesto funzionalo in!ere~sava l'apparato polmona te; nei di$ lurbi enlerit:i poi riuscì prnfic:uo il lauda.no liquido del Sydenlmn aggiunto a lk limonate veg11tali. Per ciò che spella alla regola diotetica , utilissima fu la pra tica di conceder agi i nmrnalali un villo nutri ente e tonico loslochè la f(}bbre rim,1n.cva superala d8lr11 ·specifìt:lJ a1.io11e del chin~no, conti nnando anche r.ell'nso dei decotti amari onde so, tcncrn le fon· zio1Ìi digest-ivc. Dai fausÌi · ~ eo·ncludenti ri.sultamenli ot"tunuti dall'indicato metodo curativo contro le febbri perio·. di~he che mi tu dato ùi curar auchc negli Spedali :\.Iilitari d'A lessandria e di Sàssari inclino a slahitire le seguentj deduzioni : . 1: 1 s:1li di ch inina cioè il bisolfato cd il cifralo dati da ouo a dieci gr-ini in soluzione acquosa, son i ri· mcd ii più e!lìcaci e più sicuri 110n solo contro la periodicità delle febbri miasmatiche, ma eziand io per prevenire le profonde ed 'irrepan1bili alteraziuni organiche che nel sistema cardiaco-vascolc1re e nel le viscere splacniche,cagionan i reiterali tumulti febbrili. 2. ·J\:lo!Li ed incontrastabili son i vantaggi che derivano dalla pronta amrniliiSlrazione della chinina; minimi all'incontro e non ben avverati sono gl'inconvenienti che si temono dall'uso .111lempestivo <li questo sovrano specifico: perciò nel caso d'oscura diagnosi di febbre parossisma lc è più savio consiglio prudentemente amministrarlo, anzi che inlralasciarlo per tema di nuocere. 5. Le febbri pcriodi~he e molle delle perniciuse · in ispecie, respingono la cura minorativa e le recidive sono tanto più frequenti quanto pili s'in,isle in un regimo depaupera nle I' or ganica assir~iilaz ione.

su L'uso

DELLA SEGALE COllNUTA CONTf\O {. H FBBBIU

JNTEllllllTTE NTI .

(Sunto d'una Memoria letta dal Doli. in

11tta

TAl'P.&lll

Conferenza di Toririo ~-

"

I molti casi di febbri intermittenti occorsi nellti sla~ione atitunn ale prossima 'IJ)assatà determinaron il ·vou. Ta~ppari a ripeter in queslq Spedale Di,isionario la cura

stessa che· aveva vis~o adoperar;;i ~pccialmente nello Spe<lale di Pad,ova dove lo iiitermittenti so no frequentissime e num,erose e dove qnesla cura ullen11e uu risultam,mto favorcYolissimo. Mise dunque in pr?lica la segale cornuta o con forma pillo!~re o con quella di po~vere ) aila dose quasi coslanté <li mezza cl-rumrria divi.sa in sei· parti da esibirseiH3 una ogni ora. La segai~ comula fu usata .in 24 casi, quindici ~ei quali furouo curati con la segale so!lanlo e nei residui fu amministralo il farmaco in unione a pochi grani lii solfalo di chinina e fu valevole il rimed io in tulle la forme d'intermittenti anche rccid irn. In alcnni casi coufessa che la segale non ra,.;'.;iunse lo scopo propostosi ed il rec!ùivare del morbo ·Jo- costrinse a ri volgersi ad altri mezzi; ma quante vol le non rn1:itlivano le felibri anche comb3l\ute con preparati ,li chinina? Ad accrescere fede.. ali'esposto l' Aulore pre.,e!lta un quadro no,ologico bene circostanziato e passa quindi ad aanoverar i caralleri fì,ici della s~gale. cornuta ed i pensa. menti vnrii degli Autori sulla causa dì tale degenerazione e narra poi la .s toria medica di questo farmaco cli cni la celebrit~ cunie ~o!lecilalorè del parto ri;al e fio aHa. metà circa del $P-Co !o 17°. isposto un quadro brevissimo dei s.inlorn1 pri11cipali ddie due forme morbose per l'uvvelenamlHllO dellu sc,,al<l . o cornuta cioè i! clavismo convulsivo eù il clm;ismo canore. noso, il Doti. Tap;iari c'hnlinuando il suolo storico del rimed io in quistione numera· le infermilù svariai.e alla cura delle quali fu · applicato, indicando.> nel tempo stesso gli Autori varii: dice lìnalrnenle che fu adoperato contro · le febbri intermille11ti: l\1elilhausen straniero e Fesller Italiano primi l'adoperaron e con succes,;o superiore · all)spettativa. L'Aulor in ultimo emette il suo pensarnen[Q intorno all'az ione della segale cornuta e non esita egli a ri Le ocre qncst1J farmaco siccome deprimente ·appoggiandosi principalmente sui · fenoineni che acccompagnano entrambe le due forme morbose cioè il clavismo coìwH{sivo ed il clavi:smo c,mcrenoso; sull'utilità incontrastata che il Pratico ricava dalla segale cornuta ir: molte mala tt ie d'indole infiammatoria non contra,tata, come pneumoniti, bronchiti, metriti, ecc. , e suìla potenza antiemorragica della ,lessa; nel qual fallo egli scorge un'analogia <l'a zione assai manifesta tra la Sl}ga le cornuta ed il salasso. Quanlo poi alla propl'Ìelà fel.Jbrifug:1 <li questo rimedio l'Autore stesso non negò doversi ricC1noscere ..:erta mente aoche un'a:r.ione specìfica, ignota, chè, allrimente quaJunqÙe altro farmaco deprimente od il salasiio stesso dovrebbew vincere del pari le febbri periodiche. Il Dott. Tappari si propone di speri mcnlar eziandio l'ergotina con· Lro le inlermillMlli subito che l'occasione ~i presenti. Non esita in fine a diéhiarare la segale cornuta quale otlimo ed economico sostituto dei preparali di cl)inina; sostituto che oon raggiunge veramente la possanzu del farm.ico americano, come dai risultameoti esposti delle cure intraprese ·ehiaro appai'isce, o perchè egli sia. più lento ad o,per~re che non la chinina o perchè verameole la di lni potenza febbrifuga si'1 minore; ma d'altra parie dagli sperimenti falli o ve4uti l'Autore sarebbe i ndollo a credere che gli effe lii della segale C?rn!}la rossero più permanenti che non quelli della ·chinina.


'277 ·1 di morbo , ve nenùo meno, per lo stato di generale de-

S'fOUIE DI CASI RHIARCHEl70Ll.

pressioue del! 'infermo, l'inòicazio_ne ~'ulteriori sanguigne generali , ei fu forza ricorrer ad un applicazione di sanguisughe . al costalo destro con soprapposizione di cala· 7t plasmi mollitivi ed applicar un vescicatorio al braccio dèstro. lnvilammo· quindi a consulto il Medico Div. il Ai\GINA GlJTTUllALE E FAHlNGEA quale, ~llen lamenle esaminalo l' i11fcrmo e presa congnizione dd metodo di cura si n allor adoperato, nel mentre (.Da un Rendiconto delle mc,la'llie curate nello Spedate che questo pienamente approvava, consigliò il largo u·so diNopamnel mesed'otzobre 181'1 dal Doli. VAJ,ZE!'U) . 1 dei .vescicalorii e la con tinm:zionò delle bevande muciLodovico l snardi, soldato nel lo lh•ggime11Lo Granatieri, laginose e tlei rilassa!)ti . ~1i compì a qi1cst'iodicazione entrava ai 15 <l'ottobre nello ::5.pcdale toceo da angina 1 nel giorno 20 con l'applicazione cli due vescicatori· alle gutluralo e faringea per venuta già allo stadio della mas-. 1 coscie o d'allrettan ti alh; gambe. Ai 21 mallino l'ammalato 11011 lagnavas i più d' alcun dolore al to race des tro sima sua-acutezza scu r.a che l'a,rrnnalalo, per vezzo d1 millanteria .e per una mali11Les.a r ipugnanza a ripara re ! ma si mostrav:i in Yccc preso <la sonnolenza, ·da o{funello Speda le, -avesse prima fat to ricorso ali' Arte o v'a- 1 scamcnto de lle funzioni inlel lett.ua fi e, verso sera, da vesse opp()s\o un fjual çhe rim~d io. L'esame della li.Jcalilà j deli rio . S'ap1>l icaron i senapismi ai i}iedi e si lentò l'arn: ministrazione dei calomelano stato pròpo$to in eo:nsulto tullochè dilììcile ci lasciò sc.orgere tmniùissima e rossa la ~1.1cosa cho copre il palato, il velo péndolo .con i suoi I dal Mecl . l)iv. , ma non fa iugh iollito dall'lsnardi il qnale, aggravaiisi Sf!tnpre più il del irio e gli a ltri sintomi di pÙas\ri, Ja parte posteriore H(lllu faringe e le amigdal_o le quali, ingrossale e sporgenti , impedivano la 1foglul1- l disorrline c:ercbrnle, cessò di vivere nella sera dei 22, . Necroscopia. Cranio. La dura e pia meninge son inielzione. La gag li a rcla feb bre che accompagna vu. questa \ morbosa loca le condizione gi:1 sino clàl primo momento del j la tissimo di sangue venoso; iniellato parimcr.iP. il c.crs~o ingresso nello Spedale, i segni evident i,di congestione vello' e<l il cervellello: alla base di quest'ultimo si rin·11ene uoa considerabi le raccoHa di vero pus. cerebral e dipendente òalla lensione e · gonfic1,1.o. tl~I collo Torace. ll polmone destro , compresso e schiacciato )e qual i impeòivan il fac;ilc regresso ud sangue dal capo, ùal basso io alto dal soltopt>sto fegato oltremodo ipercondt:sscr a pra,icarc $Uhi to un salasso ahbondan!c .ripèluto nel la sera e due volle- nel giorno sasseguenlc in cui ·1 trofico ed occupante (l'orso irÌ gran<le parlo per la pessima abitudine ch'aveva l'Isnardi (n vi ta ùi farsi sl ringere si ricorse parimente a due sang11isngii alle l'egioni j oi<lea giornalmente la cintura per modo chil. bisognava di tutta superiore . eJ ai giugoli. :"iel terzo gioriro di malattia, la forza di due suo i comm ililùni ) bnona porz ione della persistendo tul~a via gagliard i i siutorn i d~lla . r iazione cavità toracica io cui s'estnndcva a sin istra si;i oHre al aenerale si pratica ron a 1 t ri tre salass i e, permettendolo 0 . , . . 01cdiastiuo , si presen rri -tempestato al la sua superfi cie di già Ja rem issione del!'.i ngina, si prescrisse un gargangranulazioni dun;, rosse, di fo rm a rnbrotonda alquauto smo <li laUe e per hevand,~ ~nn decollo d'orw con ,in appianata, fo rmate evi<lentement1: ùal l'i11~pessi01ento delle grano di tar_taro s tibiatq e lieve dose di nitro ; rimedi i pareli vescicolari del polmone con ob li terazione della questi che pnicu raron.o evaucaziou i alvine, rese ancon~ cavit; delle vescicole stesse. Questa disposizione granupiù abbondanti dell'ami:n lnistraziono d'11lcnne dramme d1 lata è sopratullo manife.sla lacerando, io vece di dividere solfalo di soda. A malgrado che nel giorno 16, quarto con lo· scalpPl lo, il parenchima polruonare di coi il codi malallia ; la remission~ di tnlli i sintomi neila località lorn, la durezza ed il peso specificò aumentalo 1,, rasso·e la scompal'sa degl'indizii di congestione cerebrale c'inm.i~lian al tessulo del fegato, costit,iendo qw·. !l' al.teradncesser ad un fausto pronoslieo, tuttavia, per la persistente zione d,1 ·Crnvellhier designala con il noo:ie d'epatinaelevata temperatura dell:i pelle e per la frequ enza dei zione r1Jssa od ind11ramento rosso, sl"ata in v~c da Andrai polsi, resisi però già meno duri e meno ristretli , si · chiamata rammollimentc1 rosso pt'rchè in realtà il parenripe_lerorr ancora allri due :;alassi e si largheggiò nella china polmonare, quantunque più duro del natu rale, è dose del tartaro emetico sciolto nella solita d'.)cozionn pit'i friabile. 11 polmone sinistro di cui la pleura è , per d'orz,o, Il miglioramento che nel giorni 17 e 18 si maantiche o ·tenaci aderenze, unita ici più punti ~Hc coste, nifestò tanto nella località quanto nello stato g1merale offre il medesimo lavorio 'd'epalizzaziooe osservala nel dell'ammalalo cd il benessere stesso di cui questi si lo- · destro , limitata però questa al · Ioho inferiore di quello. dava, nel mentre che confermavano l'opportunità del Ipertrofici r iscontransi parimente il cuore e,l i grapdi. \asi . metodo terapeul'i to adoperalo, ci lasciavano pur intravedere ·A.ddomine. Il fegalo è molto più volum inoso del na· una pronta risoluzione del morbo: se oon che nella turale: la cistifelea è vuota affatto di bile eù è sottilissim a Yisila mattutina dei Hl lagnandosi per la prima volta nelle sue pareli le quali sono trasparenti: \I ventricolo l'Jsnardi d'un ùolor al costato destro l~slendenlesi a tutto ed il tubo intestinale sono perfettamente sani . l'ipocondrio dl\llO stesso lato, fummo sorpresi netlo sco· Dalle lesioni sin q"ui cl,escrittti oel cadavere deli' [snardi prire con la percussione tal un grado d'ottusità in qnesle _e dalla Storia ·della. malallia che• il trasse alla tomba. parli da non potercene dare spiegazione altrimcnte fuorsembra chiaramente risultare che l'acutissima angina, ché considerandola qual un effetto di pregressi morbi lultochè trascurata pt1r bène quattro giorni, non avrebbe delle , viscere in quelle sedi collo1;ate: questo sospetto per se stessa sortito uo esito fatale, come il comprova il .riceveva poi maggiore fondam ento dall'anscullazione la reale miglioramento presentatosi al sesto giorno di ma.: quale ci rivelava mancante ogni rumore di crepitazìone lall ia in seguito all'. energico metodo antiflogistico adopenel polmone de,tro e presente ili vece un soffio tubare . ratosi e che prodotta la medesima da càuse reuma t,znei bronchi di 'mi le rarnific.azioni superfic_iaH eran impermeabili . . A fronte di questa così grave complicazione . zanti valse a destH il micidiale incendio- in quelle viscere,. 1·

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... '218 metodo !anlo piò ra:,1ioncv-olmcnte insistwdo , io quanto che i I~ quali da liinga pezza · ùi lempo erao io balia d'un • fllrmaci proposti dal Medico Fraricosc erano quelli stessi ai quali lento favorio flogistico ; lavorio flogistico che, non ostante si preferì giustaiaeute il ranuncolo acre. · li Doli. Valzeila rispose che, dopo gli ultimi sperimenti di Cala manifosl~ ripug~nza dell' lsnardi, lo aveva già ol>· 1,enave e Bourgui~oon , non essendo più dubbiosa la presenza bligato pl!r bene lro volle a fare rii:orso allo Spcdalo dell'acaro e l'esisteu1.a noi medesirno del principio contagioso, egli portava opinione cbo, restringendo la cura alla semplice d'ondo, no n mai guarito, usci semprn oslinatamenl0 e con-dislrnzionc di qucsL' insetto, po lesse ottenersi l;1 ~ua l'igione dCll la tro il rngìona·lo parere dei Curanti, porlacdo co n se cd auscabbia in molto minore tempo e s'evitassero di più le complimentandosi scmpro più gli antllli di quella catena morcazioni e le flemmai.l o cutanee elle sou.lion essere l'ordinaria segaela d~ll'uso prolungalo di frizioni fatte con sostauio acro irbosa che il doveva condur al ~epolcro. A coadiuva r un rilanli , quali sono gli alcoolali di slafisa:;:ria, sab~:diç:tia e d'oles'ilù co~l runeslo concorsero forse molle è gravi domusti· leboro , non eccettuandone il rananci,lo; che ammeqend' anche non csserll l'insetto allra cosa fuorchò un mezzo di trasporto che pene le quali no n potcva110 non infraliro l'organismo del principio cont~gioso, sarebbe però sempre alla distruzione d'un giodne, qual era l'lsnardi 1 du talo d'estrema sensiGlel medesimo che si dov rebbero diriger i m~:i:zi curdlivi della bilila e di sveglia tena d'ingegno non comune; molivo scabbia; che l'analogia la quale si vorrebbe trovare tra l'acaro ed altri enlozoari come prodollo di secrezioni patologiche cadeva questo per cui dai suoi compagni e da quanti il couol>· di nan1.i alla ;;p?.cilìc:a o contagiosa natura della malattia da quebero fu co mpianto l'immJluro suo lìne. sto sol insetto cagionala. fnstò quindi prngaud' il Medico Uivislouale a voler ador,erar il m·itodo usa10 nello Spedale di San Lui1d, e ciò lanlo più, in quanto che uai pochi sperimenti ~ià (') La relazione follo dal Medico Divisionale Doti. Bcsozzi inslituilisi neHo Spedale di Xovara, restava fio d'ora dimo~l rala delle malattie dominale nello Spcdalc <li :'iovara nel corso del l'inoocenz:1 dell'inoculacnen:o ,lel liquido della voscichella. mese d'ollubre e da noi pubblir.ata in questo stesso nu1n:ero Dopo alcune 1•agioni mcss;;: in tarnpo dal Doll. J.l()l tini ,per dicome parte inlegraule delle Con_feren~e tco~le nel .m~de~nno mostral'e maggiormeule l't;vidllOZil dello conclusioni ciel preupiSpcdale, ci dispcgsauo dal comuo1c;ir a, nostri Lellort 11 rima· nanle, il Doti. Bes11z1..i soggiunso avere già emcssà la sua inlen· nenie del rendiconlo dd D<•ll. vatzona. :iione oJ'ct:perimenl11ro non solo il proposto metodo, ma qualunque altro ancora che pol<'sse lasciare fiducia di sicura e facile guarigione,-quantonquc p.?rò dall'11so del ranuncolo non fossero mai state prodolle le complicazioni irritalivo-Oogislicbe accennalo <lai l)otl. Yalz1:na; cosa questa r;he l'.ivrrhbo poi più tardi REJ,AZlONE DELU~ indott o a sostitair<l, 11 01 meloi.lo del Ooll. llanly , il ranuncolo acre allo anlipaticlle preparazioni so!forose dii quest'ultimo (Continuazione fine del Jl1e;e 1l'01tobre). usate. Conchiuse finalmenlP. <licoudo che so l'cruzioue scabbiosa ~ov.1.R~. La lettura cltilla Memoria del Do\l. Val1.onasn la scabè siti generis e cagionata uuicamr nte dall'acaro , $<'mbrava a lui bia, Memoria già nforila nell'ul~irt!O!lumero di quéstoGioro~le, che il )fedico Pr,llico non sarà mai per essere cerio d,,!la diporse argomen to al Uoll Besozz, d1 ricordare nella sedo la dc, 1G stru:i.:ìonr. di quest'insello lìnchèj osisteraonq le vescicbcl le della com'1l ])oll. l\larcnesi già oell'atino 183 1 stampasse in_Bergaroo scab~ia, e cio mo.Ilo più perchè eia rliligenti,simi Osservnlori un Opuscolo in cui tendeva a proval'C elle la causa prossu~a della anche recenlemeule s'attes\,t che , sebbene le vescrcolo della scal,Lia derivava unicamente dalla presenza dell'acaro 1l quale, scabbia non conleogaao mai l'acaro, pur in qualchednna dello avendo sua sede noi reticolo mucoso cutaneo, sì sottraeva facilmedesime posson esistere b uova <li quello ed ascender anmente alla diretta azione dei rimedii sin allor adoperali, d'onde che al numero di duo o Ire per ciaschednoa vesèicola. la mancata o tarda cJlìcdcia dei medesimi e la necessilà di ricerLesse poi il Doti. llottini la Storia di cisti ccl/.ulo-,çierosa., rifecarne ,Jll1·i di più pronta ed immediata vi rtù; co~ · il me~e: rita neH'nltimo numoro del Giornale. :'ì'.on essendosi promossa simo Ooll. 1'iguarcland' al sollievo provato dagli scabb1os1 discussloue di sorta intorno all I medesima, il Presidente, raceoquando s'Mpongon ull'azione del freddo, riguardao_d'~I rapido maodata prima la massima concisione possibile nella red,1ziune e copioso manifestarsi della pustula1.ione con molosl1ss1mo pra_· delle Storie e dei processi verbali, r:1ccoma0Jal11110 anche una dorc foss'indollo a credere che l'alcoole pole'sse recare molla 011scrillurazioue cbiarn etl in colon>ia, dichiarò sciolta la seJula. lilà ~ella cura della scabbi-a, e ciò per la grande faci lità con cni li Medico nivisionalc riferì nella seduta <loì .3 1 intorno alle malallie dominale nel volgere ciel mese rl'ol!nbre, acccnnamlo questo liquido volatizz~ndosi produce ll:n'islanlane~ sottrazione di calorico (h11la supcr!fo1e cutauea su cui cade e per 11 pronto modo come le febbri inlcrmillenti avcssnr avuto 11 predominio e foscon il quale t~o dopo penetra ilella pelle, ne sop!·eccita la vi_sero proutament.: sia te vinte con il metodo già pubblicato nel lalilà e, snidando l'acaro, ne promovc la postulazione; com'1l suo reo,liconto per il mese dì setl'3rnbrc; com' alcuni convoleDoli. ~Lare11esi, dopo avc1'efallo io piì1 casi ricorso a questo farscenli delle me.!cs;me reh hri fossero stati tocchi da emeralopia, maco si convincesse che, se l'alcoolc giovava per le enunciato la quale cessava in brove tempo per l'amminist.-al.ione di qualche purgativo o del docollo amaro ron 1.inuato per alcuni giorni; proprietà, tollavia , ari impedire 111_ ~o~ercbia ir_rilazione elle come le malallic di petto fossero staio poche, ma gravi , e fra induco nella pelle ed a renderlo m1c1d1ale alla vita dell'acaro, era necessario servil·!i d '.ilcoole non eccedente li 30 gradi ed , ques te gravi3s:mo 11 c.iso di polmooilide cu11 pneumorragia unirlo alla stafisagria, alla sabadiglia , alla radice d'elleboro e stata viola, dopo un energico metodo aolillol?;istico , per opera della seç,ale cornnta continuato per alcuni ~iorni alla dose di Ire simili; come fioalmcnlo ~li ammalati ,Ji scabbia dopo d~e o. Ire bagnuoli ratti. con pa11t1ilmi inzuppati ncll~ Slt del_!e mf~s1?m al· grani orni clue or:c; com' in queste malatlie delle viscere petcoolicho sentissero tosto una gt·adovol 1mpress1one d1 freddo torali ccÌ in nn altro caso di gravissima cnccfalitidt1, la'gu11rig1one sussequila presto (la vivo pruri to con rapida maoifeslazionedelle avess9 sempre coronati !(li sforii dell'Arte, i quali soli foron impolooti a vincere l'angina c!e1 defunto soldato lsuardì, sicco:ne pu5tult: scabbiose le quali in brev'ora ricopril'ano l~lta la superficie del corpo, per diss.::ccarsi nel secondo giorno d1 qu~sla cara risalta da! rendiconto dc! Dolt. \'alzcoa in questo stesso numero con la scomparsa del prurito e .con la pronta guar1!.(1~ne d~ldel Giornale pubblicato. Passò qui ndi ir:; rassegna le malatlio infermo; guari1:1ione però che, coro'apparc dalln lubella rnsenta princiP.ati siate curale nella Sala Chirurgica, toccando della guanel mrdcs,mo Opuscol1>, av rebbo por termine medio un periodo rigicme su,segnita all'operaiiono dol tvmore cistico di cui la di gi.orni undici. Storia (v. Storia 70) fu rife rita dal Doli. Bollini; accennò ad una grave contusione della facc:a e del costato siuislro cagionala dal li n ... u. Besozzi continuò poi dicendo che quantunqae la mai;ca lei<' d'un .:aYallo e ad uua frallora della clavicola. in .seguilo a giore parie dei Pratici allualmenlc considerino l'aca.ro s:ccome c;iduta <la cavallo discorreod'in fine d'un·os\inala cri aulica adecausa esclo;i11a ùolla scabbia, non manca tuttavia chi opina ancora la proprietà contagiosa della medesima essere nel Jl uido nite guarita con il metodo di Mala pert. Terminò finalmente la e non uell' 1usello il qua.lo s_olll ser:vire~be qualQ mezzo d1 trasua relazioM ricorda ndo il prpgressivo miglioramento di duo spol'lOdi quello e cosl1tuirc!Joe, al d1 re d1 Batteman, un rirodollo bobhoni degenerali in canCl'enil ed an-iali a· guMigione mcrcè delle iniezioni iocali d'una soluiione satura di soblim:ito corrosecretorio della mah1t1ia in un periodo iodelerminalo della medesima come s'osserva talora sul fino d' un li(o prodursi all'imsivo e ,lolt' ioduro di potassio internamente; ricordando allresi la benignità lleUe ollalmiG nrnmalico-calarrali rlo mìoanti e la provvis~sul cuoio capollulo pidoc~hi intaola qu_anti1à da lasc!ar~ dubilMo che possau essere secret, da\la pelle: Soggnmse quindi pronta i::aarigione operata dalla pomata del ranuncolo I\Cre nei che gli sperimenli per mezzo detpnoculaziooo del pus scabbioso ll'e scabbiosi ricoverali nel corso del mese. da qualche tempo iniziati nello Speciale, lcodevan apponto a Domandò poi la parola il D.>ll.. Valzena per da re lellura d'un .periodo estratto dalla Gazette Métlicale ( 185l, N. 43). I n questo s tabilire se il pricipio contagioso ri.siedessc piullosto nell"aca~o che nel Ouido e 1:bo volentieri accondiscendeva al desiderio articolo il Oo!l. Jacqoot, :Uedieo ~Iililare nell'Armala francese, emesso dal Doli. val:iena d'ios:,ituire sperienzo con it'melodo di cosi si esprimo: ·• Au ter janvicrt 851 ona déeapilé nolrepauvre cura emesso dal Doli. llard v, conlinuando però nella pluralità • Corp~ toojours si mallrailé ca supprimant les fonctions de son "seni Chef tlirccl et normai; adieula centralisalion scientifique; dei casi l'uso del ranuncolo· acre di 1;ui la non ,lobbia eflìcai:ia « adicu le rappro'cbemcnl des Officièrs de sanlé des Corps et era stata maggiorme nlecooferruala dalla guarigione d.ei tre scab« des Hòpilaux; adieu le., echangcs d'ob,ervalions qai faisa ient biosi ultimamente .accettati nello Spedale , ed io quest'ultimo

CONlrERENZE SCIENTIFICUE


279 • profilar mé111.~ ~les fautes d'.al!lruì;_ adieu nos 1ll'ennions heb~oesistenti negli arti inferiori , tolti i ::'ltedici di servizio conven• rnadaires : I' c!ement Ad mrn1slrat1on a encotee 1~1 etouffe et nero dov.ersi prima con opportuna dìela riparar allo sfinimento "absorbè l'éléroent l\tédecine. " Dopo aver il Doti. Valzena l'alto delle forze dell'ammalato; per intraprendere poi una cura con succeder a questa lettura alcune considerazioni su l'inconteslaquel preparato mercuriale eh~ meglio sarebbe stato tollerato. bil -utilita delle Jnstiluzioni novellamente impartite al Corp,o SaLa tornala dei-31, impiegala com'èssa fu dal Medico Divisioni tariò-:Militare del Regno dal R.'.Decreto dm 30 d'ottobre,, alle nale nella sposiiione delle malattie solite simularsi dagl'inscritti quali èousiderazioni unanimi fecero plauso i Colleghi e dopo nella leva e poi dal.la lettura d.JI rendiconto ·mensualedella Seaver il medesimo par.tecipato all'Adunanza il rendiconto menzio!'le medica fatta dal Dott. l'taJ.b, non òlferse argomento di Resuale della sezione da lui direlta, lasciò libero il campo al lazronr. Dott. Bollini per dare lettura del suo scritto intitolalo Cenni rn l'emctalopia ccc. ; i_ntorno al qual argomento brevemente discusse l' Adu~anza intrattenendosi specialmente su le cause del Ì'emeralopia e Sll la cura praticata da alcuni Eropirici .. Dopo ciò il Pl'esidente dichiarò ch iusa la seduta. CAGL.IAI\l. Nella Conferenza dei 18 desiderava il Presidente che tulio il Personale sani tario di serviiiQallo Spedale si recasse I iiella Sala Chirurgica a visitar i\ cava11eggero Sardo N, ~ . da . , lungo kmpo to~co da _cancrena nosocomi.a1e _a 11 a ~am 1Ja . e1e~tra! RIVISTA· DEI GIORNAU SCIENTIFICI. ed emeltesse qurnd1 ciascheduno 11 propno grnd1z:o sol da lars1 ulteriormente nell'ir.tcrcsse di quesl' ammalalo: invi:ò prima il I curante Doll. Nounis ad c,sporrn l'andamento della malattia ed STCD!l CLIN!Cl SU LA CANCRENA DEL POJ,}IONE il metodo df cura adoperalo. Riforì questi com' es.senclosi coDErl' DOTT. sTorrns Pl\()l? , ALL'l!i'i1VEl_{S1TA Dl Dl: llLINO test'infermo presentato allo Speda le con ona vasta piaga c~ncre7 nosa alla parie anteriore media della gamba destra con s111lom1 (SUNTO DEL DOTT. P. .MOTTIN I) . di rilizionc infiammatoria, vis' oppose in sul principio u:i energico rnetodo anliflogislico generale e !ocale, meuiantil il quale L'A utore dopo avere puhblica to nel 1857 un Trattato céssaron i sintomi Oogi5tici e l'ulcera si deterse coa -apparente avviamento a guarigione, i,1 quale però non putè compiersi per sii la -diagnosi e cura delle niatatlio del petto che è uno essere stata la.localilit morbosa colta da canercn·a nosocomiale dei migl iori che si conoscano; dopo ave re pubblicalo più ' cb'iu pari tempo si manilestò in quallr'altri ammalali nella meçesima Sala.coricati. Biferi eom' iri questi ultimi la c3ncrcna lardi n·er Giornale delle Scien:e Mediche di Dublino ulte· beo presto si limitasse e procedesse a pronta guarigione per riori )avori su questo grave e difficil argomento in agl'operatosi trasporlo ed 'ìsolameulo dei medesimi. in ,.1ltra Sala giunta ed a maggi(>re dilocidaiione di que ll'opera, fec e per Hia più salubre e più vusl:i, ed in ispecie per le -cauterizzazioni oppor.lu11amcnte pralicalesi con l'acido nitrico ; i quali ora di pubbli~:a ragione gli :St.udii Cl'Ìnici su la cancrena mrzii qoanttrnque foss'.lro parimente stalì impiegati a debellare JJolmonare lu qua le cosliluisce certame nte una delle alte la cancrena del! amma.lato in discassione, questa lnltavia , aozic1Jè limitarsi, s'este~e a quasi t_ulla la superficie de.Ila gamba razioni più fatali agli organi respira lorii. Quest'ultima Meammalala, i11teressi1ndo ins mo la !)arie ossea ddla tibia di cui moria essendo r icchisshna dì falli e d' osservazioni, non aveva già.distrutto il periostio; ci1·coslanza questa che lo delerpuò; anche compendiata , adallarsi all'angustia di questo minq, riescili inutili gli altri tentativi e giudicala inopportuna la cauterizzazione cou l'acido rntrico, a ricorrer all'uso. del fe rro Giornal11 e perciò ei limiterem a trascrivere le conclu: ro,venle portalo su lulla.las;iperficie della·piag1 e su l'osso stesso sioni con le. qdali l'A utore dà fi ne alla· medesima ,.....confron per facilitare la separazione delia parte oecrosata . Qaesto potente soccorso terapeutico, egli dis~e, non mancò all'aspettazione Landone alcune con fJUe,i falli e ragionamenti che più in,nostra, giacchè l'escara cancrenosa si limitò, sì separò dall'osso teressanti ci sembr;irono fra i mo ilissimi dal dotto Prof. un vistoso scquesll'O e s: videl'O più lardi qua e là sorgere botpubbl icati intorno a quesl'argomenlo. toncini carnei di hDona natura, i quali nel decorso d'un mese si mollipliraron in guisa da occupare quasi fa totalin1 <!ella piaga 1. La ca ncrena del polrnono ·si può incont;arè coo cnn lusinga di pronta cicatrizzazio1w. VJna lusiuga! Chè ricomparve una terza voli a la cancrena accompagnala da uuo sta lo i11-- · varie forml~ le quali l'una da ll'altra ditforiscono non solo . rjtativo dr.I tubo digerer:Jle con legl,liero g1 al10 di fchbre . In queper la dura ta e gravllZZa dei sintom i; m;i beu anche per · sto stato cli cose, proseguì il Doli. Nunuis , intem pestivo e danl,o loro relazioni con varie malatti e locali e generali. Le noso giudicatosi il cauterio sia attuale sia potimziale, si stabilì soccorrer all'irrìla:1i onc gas! ro-enterica e.on una decozione di principali forme sono le segue11ti: (A) escara cancrenosa ta marindo unit,1 allo sciroppo di gomma arabica e medicare, la nella polmou itide tifoidea · e ne lt : ordina ria: . (B)· sfaéelo piaga con una polvere antisettica composta di china , carbone circoscritto in caso di llogosi dilTusa: (1 ~) cancrena cronica vegetale e canfora; oè perciò migliorando h1 condizione locale dcli' infermo il qoale anzi mor.Jlmenle e lisicamente prostrato inducei1to la dexiocardia O sia la de ;iazione del cuore a di forze lagna vasi altamente d'iusolfribile dolor alla gamha, esades~ a, come polè osservare l'Autore in un solo caso: (D) cerbantesi particolarmente per il trab,1llars del pavimento percorso ·a~· so!d:iti convalescen\i, si convenne in un consulto fatto accessi sovente ricorrenti d'affezione caocrcnosa dei polcon il Medico Divisionale a cui si unirono poi lutti i ~ledici di moni; è questa· una forma del morbo cosistente in una servizio, doversi di J1el nuovo ricon er al ferro rovente. A questo · successione d'accessi distinti con febbre gagl iarda sussefine , rinfr;incalo l'animo del paziente con lusiogbic-re parole di non lontana gual'igione e di ei obabile (;onsecutivo congedo, 'f)reguila da abbondanti escreai"i dai quali emana il fetore il sumi bile per la vasta ed aderente cicatrice che non poteva non più i'ntenso con ? senza s triscie sanguigne: (E) ca ncrena rimanere, si dispose con opportuni bagnuoli di decotto di malva a che le croste formatesi alla superficie della pia rn per la prerisultante sia da pressione dei vasi nutrienti e dei nervi senza della polvero ·anliseltica si distaccasser e libera direttad'un polmone in seguilo a tumo ri aneurismatici o canmente lasciassero l'azione del ca ostico. )!a quale non fu la nostra cerosi, sia da l·e sioni conlondtrnli il torace, sia finalmente sorpresa nel susseguente giorno desli(lat'all'operazio11e scorgendo che per opera dei bagu uoli moli ili vi non sol ernno cadute le croste, da ,protratta esposizione Jella superfii:io del corpo all'a· ma s'e'l·a anche iniziata ~ià tull'intoruo alla vasta piaga una rossa striscia di demarcazione tra le vive e le qiorte parti , condizione · zione del freddo. questa éhe, nel-mentre ci foce desistere dall'uso del ferro, ci 2. In un gran nomero di casi la malattia è accompaconsigliò pure la continuazione d'una medicazione moHitiva ; gnala da Ila pulrefa:tione della parte necrosata del pol- per la' quale allDalmenle, siccome vi convincerete per voi stessi, mone di cui le secrezioni rimangon alterate. onorevoli Colleghi, la piaga rivestì ilon solo un carattere infiammatorio benigno; ma si resll'insc di 11;ià in grande parte. 5. L'azione del priucipio settico olTrcsi molto variabile Datasi per questo modi) dal Doti. Nonnis contezza del vario cori. il progredire della rnalallia: in gener~le . si può dire decorrere della malattia e manifestatosi ancòra dal· me<lésimo il sospcl'to che cagione remota di queste re,cidive ca1Jcrenose che ·quella s'aumenta per il sopreccilamento dell'organi))oless' esser una diatesi sifilitica svelata, anzichè djllle confessmo . . sioni dell'ammalato, dalla presenza d'alcune macchie di colore 4. In molti casi di quest'alterazione noi non ·arrivedi rame qua e là sparse per le gambe. e per le coscie, il Medi()o pivisionale sciolse l'adunanza, invitandola in pari tempo a reremmo la darci spiegazione dei sinlomi che si manifeca,rsi al lotto dell'infermo. Quivi, dopo un'attenta disamina dello stano senza ritenere eh.e un punto di morlificniono > listato della piaga e delle macchie di colore di rame realmente

PARTE· SECONDA

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280 T medica ci ta il •caso <l' un vecch iù tocco da polmGnitide a

milalo tanl1l da non potersi scoprire con segni fisici, ~ia caoione ch,i la ;ooravità di quelli e produca una · sopra- \ o secrezione., ovvero che in molte evenie01.,e un processo ' '1 · di seèrezìone putrida pré~eda la rnori(l del polmone • . 5. Un do!or immaM accompagna qnesla malattia: nel!a forma remittente occor esso in ogni acce..;so con I, molla violenza. • 6. Il conlatlo dell'aria non è indispensabile per la for· i. rnazione d'uu'escara caucreno,a o d'una caverna. • 7. Ii: generaltll la pneufr!orragia conseguita ogni accesso della forma remillenle. • 8. ·N d principio della malattia l'anscu!tazione e la perc11s~ione falliscono sovente nella diagi1osi dell'organica al· terazione e, . quand'anche per me~zo di quelle s'ottenesse. ·! l'indizio del la medesima , questo non è mai in rdazione con !:: gravezza dei .' s!ntomi (*). • j !}, )n molti casi gl'indizii di congt!slione e d'infillra· !' menlo pgrencliimalosi appaiono piilllosto conseculiYi che . precursori· <lei sintlìlni di cancrena. . 10. Soventi volle nella cancrena del polmone d.estro ! succede la dexit)caraia in conseguenza del diminuito vo· lume del polmonr. 11. La cancrena può C!llpir on polmone previamente . epatizialo per una flogosi ordinaria _o tocco già da eronica. èondizione tubercolare. . 12, Dall'cSd ila cognizione d~gli siadii d'una polmonite e dalla precoce comparsa ' dcì sintomi indicanti una cavern·a, noi possiamo giu·nger a dist.inguer l'a,scesso fotido dei polmoni dalla cancrena dei medesimi. E ptirò ~osa ordinariame;;\e ussai cli!Iìcile e talor anehe imposibile istituir un'esatta diagnosi differenziale , massimamente quando l'amirrnlalo s'esplori 'per la prin1a volta, nè sia ancora comparsa r espellorazione fetida. Si verifica tutta- . via in ispeciale maniera nei casi di perforazione della pleura prodotta dalla presenza' d'un'empìema con evacuazione del !111 ilio allra verso .a i polmoni; si · v crifica ancora nei casi di crepac.cio ll'~n ascesso epatico tiei tubi brlJnchiali_. 15 In alcuni ·casi di bronchite cronica l'alito e la re·,pirazione posson essere .fetenli senza che siasi ,già manifestata la cancrena. Questo fallo fu gia notato da · molli Pratici e n,ou isfuggì nemmeno a Laenne~ il quale ne parla nel suo Trattalo su l'ansc1~Hazione. 14. La ca ocren·a si può complicare con malattie locali e generali ; occorre però molto più raramente di ciò ~he per av·ven!ura si possa sospettare nell.e affo2,i?ni generali d1 iamate putride od as{eniphe. . 11>. ·Molto raramente essa si consocia ~on. la febbre li· foidea, anche quando a questa tiene èielro una gravissima bronchi!ide. S'osserva però talvolta unita .alla polmonitidè tifoidea. 16. Può parirnclnlc complicar nna lesione del polmone prima es.istenld, per es empio il · tobe·rcolo polmonare _od un'epatizz,2,zione non riso\\a. ·Gra,·es nella sna Ciii1jca

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INIEitONl IH CI..OIWIIO Dl ZINCO NEl,LA CVIL\. MIOllTIVA

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secÒndo graùo 'd'epal.i1.1.azionc •in éui, dopo. alcuni giorni d'apparente miglioramento~ comparòi i sintomi d'una Ja:. riogili~e con ahbondànle escreato muco-purulento : ;rurono' questi tosto seguili da estrema prostrazione di forze; da fisionomia squallida e livida : da al ito in a.Ilo grado nauseabondo ; da espettorazione, verdastra, 'icorosa e sommamenle fetid a ; ·in fine dalla morte nel breve giro di 48 ore. L' autopsia svelò la cancrena del polmone e la superficie posteriore de lla iaringo 1·u(1a· ro~a per nlc(, razione cancrenosa. 17. La malattia , scbliene sempre d'un'indole nernt• ciosa, non ù però seniprn letale.

DELLA_ IlLENl'i(Hll1AGIA

li Doll.

.Medico nello Speda[e t'li S. llarlolomeo I· di .Lon<fra haLloyd, .nella cura della bleunorragia sostituito al nttrato d'argento il ·clornro di zincu di cui l'azione coaI gulante sopra l'allmrn1na è più energica <li quella ine-

I rente I,

(") li Doli. Gola nell'aureo. suo Trattatello su la polm~nHicle (Milano, 1844) dJ! ·i seguenti sinlO!ll! ~ segni fisii:i e razionali. su la cancrena del polmor.e : .,, Rap1d!t,~ d1 cors? nella ma}al~1a ; prost:·azione di forze tino ~a prmc1r10; decnb1!0 ~rave; 1~d11Te: 1·eoza dell'aojmo· viso palhdo, quasi plumbeo , no . proprio dei pn.comonici; abb;ssamento ~ell3: te~p~ratura cuta~e~; s1~d~re viscido; spuli diffluenti, grigiaslr1, ~mli a molt~ bolhcme a ari~; frequenti accessi di tosse; odo_r 10sopportab1l~ della m~tena espettorata; alito fetente; rantoh d1 diverse specie; senso di go.r g?glio_in corrispondenza dell'es_cavazione ca~creoosa; r~more di pentola fessa sotto la percussJOne; emorragie polmonan.

al nitrnlo ù'argen.to.' Egli assicura che da tredici anni quella medicazione n 1Jn fall<i mai al SL:O scopo 11empre quando le iniezioni si praticarono nell'esordire della malattia od almrno nel sno perio,lo d'aculezza. i segni caralleri,li,~i di[ereni:ali di questo· periodo indicali, giusta io stesso Anlore; da uno scolo gialla.stro abbondante; da un divaricam<~nto permanente del meaio orina rio; dalla rossezza e lurnidezz:.1 della . ghiandaa, del prepuzio e talor anche del corpo del pene; <la una sen· !i~zione m<Jlesla nelle regio;1i ilegl'ingui!li e del pubè ; dal.le erezionL dolor.osc e da un senso . di vivo bruciore neH'emissione dell'orina. in queste · circostanze il Dolt. Lloyd prescrive u11 'iniezio11e <la ripetersì o;;ni cinque o sei C>re, composta di cinqne centigrammi òi cloruro di zinco 5l:iulfe in 50 f:;ramme d'acqua ;li,tillata. oltracciò l'ammalato. debhe lavarsi freqn enlernentc il pene ed il perineo con acq11a tiepida e prender in Ire volte nel le 24 ore un pu~gativo d'aziane energica. La presenz·t· dell'epidldìmile nun rattcnne ll.-\ ulore dall'appli,~azione di questo sno ffi(1lodo cura tivo, ma in questi ca$i ebbe provenlivamenle ricorso alle mignr1tle ed 'all'nso interno de l tartaro stibiato, continualo sjn a tan to che fosse lrJ.scorso il periodo acuto della malattia ed in dose tale èhc' vabsse ad eccitarti la nausea. ;,elle lilcnn..orragie croniche il cloruro di zinco non solo non corrif pose· con eguale vantagg.io ma stimhrò anzi privo affallo della sua virtti curativa. Ga.:z. Mea. lngl.

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AVVISO

La Direzione invita quelli fra gli Abbonati che son in· ritardo nel pagare le quote d'Q.hbonamento al Giornale a volersi uniformare alle condizioni dell'Associazione ed inviare al Vice-Direttore Bar. de Beaufort l'ammontare del loro debito. · (vedi i numèri 26 e 29 pel m~do d'eff-'ettwir il pagamento). Il Direltor"e Doti. COMISSE'f'l'l Med. Div. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. R. Torino, 1852, Pelazza,. Tipogra!ia,Sul~alpina, ,•ia Alfieri, n• ,,


( ai 29 di ma rzo 1852 )

ANNO I

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GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARllt\'fA SARDA L'a.ssociazione non si riceve che per un anno e comincia col 1~ d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì Ji ciascheduna seltiruana PlUi:ZZO O'ASSOCtAZ lONE

In Torino . . . . . , . . L. IO. In Provincia ed all'Estero, franco di posta . . L. l t. L' abbonamento dehbe pagarsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TcPOG!I.U' lA. SrJBALPINA. • via Alfieri, numo H. Le lellere per abbonamento al Giornale debbon es§cr affrancate ed accompagnate da Vllgha postale.

S0:H111A1uo. - 1ù Dott. 8on.1zz1 : Brevi cousiderazioui intorno all'ottalmile blonnorragica. - ~ • l>ott. MuuAt'il: f'erita da arma da fuoco. - 3" ò ott. Z.1. H TTARO: f rattura comminuti rn. - 4° Dott. NoMt'its: Orchite. -- 5° I\ elazione delle Couferenze Scientifiche. 6' Quadro Slalistito.

PARTE llRHlA. lllEi\lORIE ORIGIN1'.LI BREn CO:iSIDRIIAZIO!'il 1

l ì'i1'0l\;>j0 ALL 01'TAUI ITI'. ~LE.'i.SOI\R.\G!CA

( Lette dal Medico Divisiu11u/i: JJotl. liorTIZL I in ttna Co11(aen:a di T&r ino). Un caso d·ollalmile bltrnnorra~i1:a rnctintemenle occor somi nell"Ospedale di Genorn e terminatosi con una guarigione così compiuta da non rimanere 11a anche i.la i più lieve annebbiamenlo offuscata la corotia, ,ni dch'nn ioa , Colleihi distintì~simi, a bre\'emcnte intrattenervi su alcuni mioi pensarne!l li e princi 11ii di nm1 , l'applil!aiiooe dei qua li, nel oumcro d1 vcnliùuo ammalali ch 'ehhi a curarti òi questa malattia, fu coronata dalla total" ;anazione di trn<lici tra i medetiimi, mentr"i u alt ri cinque non rimasero Juorchè leggieri annebbiamenti, com'eubi a f<1re ceuoo nei ri5peltivi Rendiconti, i quali non cagionaron ak una sensibile di minuzioni~ nell'esercizio della facol U li,iva. Nell'Jl'ide N?varese dei 50 d·aprile 1$49 io scrissi già come da grande tempo reso a ve;si comparlcci1,i molti miei Colleghi Medici, t\aluralisti ed Agronomi del pratico s'perimootale mio convincimento che il rnoùo contagioso d'inferma re negli esseri organizzali ba per essenza altri esseri organi zzati ; che dipende perciò omne co11ta9ium a iii'-'Oi che la contagiosità non può al1ri1m ntc accadere e ch e in fine da tale princi11io de rivan imme,Hi vantaggi io Antropologia Igicni-co- Medica, in Zoologia cd in Filologia . Nella Relazio ne annessa alla Statisti ca degli .::ìpeda li Militari di Novara per il tn e51.' ,li giugno 1849, Relazione i nviala al Consiglio Supe riore Sani la rio dell'Armala, ne Il'accennar a du~ ca11crenc n'J,;o_comiali, ad alcune fi:bbri ospette bensì, ma uon r iconos ciuti.' poi Ji natura tifoidea.

ad alcun i casi di sifilide e !ìnalmen\e ad ahri cHi di scabbia, io scriveva pure le seguc11li pal'ole : · « Resa Ja n ripetuti :;perimenti e conrronti maggiormente probabile n la dipenderrr.a dei conli)giosi morbi da e,;scri viventi ,, e svelata cosi la tanto arcana e misleriosa natura come " pure la sl,:s!a causa ellici1rnle di queste ioforruità , si " pt1t ra nno quind·inna n:d allc11ùcre non ~perali vantaggi • MIia J.ilrica dell' u11iversale organismo. " Ora poi mi è beni! srat.lila cosa lo scor6 ere come sìITallo principio acqllÌ$li òi giorno in giorno muggiore fo ndamento di probabilità per i lavori in ispecie de i rccen li 1Iicrograu e per le recenti indagini d'accorati e valouti Botanici e Zoologi. J)i fa tti, nello slesso moùo che alcuni contagiosi morlii proprii rlei ~achi ùa seta, delle uve, delle pa la lo ~ di molli cereali , ecc. si riconobbe ossere dip11ndenti da!!~, pr175enza ù'esseri viventi apparlenenti ai lichtlni, ai fongh i, alle muffe, ad aitrn crillogame od a microscopiche specie del regno animale che si svolgono non lanto <li ra do ni,lle mdamorfosi retrograJe pe r etero9ene1i e si propagano lè pi ù dello volle per omogcne.~i, cosi in moùo incontrovertibile sarebbe dimostro come da es3eri viYenti, appnrlenen1i pur alla classe delle arittogame , procedano la tigna e for,;'anche la morva. Tuttav ia nella cura rli que· ste ultime malatlit\ come nella Zo(ljatria ~ Fitojatria 11nivcrsa le , dovr~ il Patologo allonersi a quei terapeutici stissidii dalla i>ralica dichiarati 11lill si n a tan10 che maggi L•rmenle rHulga la vorità . E sposta rosi brevE\mcn le I' opi nione mia intorno alla natura dt.i contagii , ritornerò ora d'onrle presi le mosse per acceònare di Yolo all'occor,-omi caso e per comunicarvi il metodo ùi cura adop,:ralo ;I quale non sarebbe dissimile da q11anto per la prati ca dll i migl iori Maestri sarebbe parimente sancito. l uvi&a..ami il Uott. Garibaldi ad esam inare nel mallino dtJi lS di luglio 185 l il Caporale M. P. entrato nella pr.,codeute se ra allo Speda I~ e tocco all'occhio simstro da ollalmilo la qualt> credeo senta dubbio d'indole bl-ennorr.igica. dissimile da tre altri casi nn11 molli mc?si prima curali. Non mi fermerò, distintissimi Colh:ghi , nella 1lescri1.ione dei sinto mi ad ognuno di mi noti;.simi, ma , prima di tracciarvi il metodo curativo al quale feci ricorso, accennerò a dne folti 11li · li.;simi ne! diaf;nostico. li pr imo di qnesti sta in ciò che la congiunti vite Si 111311ifesla gravissima nell'occhio in cui accade l'innesto , mantenendosi r alI ro sano , a meno che in esso pure non succeda ì'inocntazlooe : consisle il se~


condo in ciò eh(~ lo scolo uretrale o vaginale, qnanùo siasi falla l'inoculazione nel la persona stessa che n'è tocca ,

non si sminuisce fuorchè plir la' debol azione contrirritante della parte inoculala, fermo stando l'elemento specifico, la celebre spina , nelle pa1 ti primi era.mente tocche dal contàgioso malore. Nell'accennato caso statomi offerto dal Caporale M. P. senz'alcun ritardo praticai con il ci lindro d'azotalo d'argento lievi cauterizzazioni su grande tratto· della congiuntiva tumefalla, adoperanù' in modo che non andasse immune dall' azione di quello alcuna p:irte del seno pal pebrale; ordinai quindi che foss'aperta la ve«a, s'ammiuislr.isser antiflogistiche bt\va nde e si con tinuassero li già prat icati bagnuoli fredd i su l'occhio ammalato. Rin novai ocl susseguente giorno la cau!erizzazionc su l più tumidi puoli della congiuntiva: recisi uel terzo giorno al lato inferior-esLerno della cornea la rigon fia membrana per la lunghezza di quattro linee .e per la larghezza di due 1,1 ritoccai col ci lindrello le porzioni non modilLate. del la congiuntiva nel qnar to giorno; tempo questo in cui la qualità e la quàntita dello sti ll icid io erano già favorevolmente mod ifica te. Con quesl0 metodo coadiuvato dalle -0pportune sanguigne, da saoguisugii, <la bevande diIn enti e dall'asti nenza d' ogni cibo, tale s'operò un miglioramento nella condiz ione della congiuntiva oculo-palpebrale da potere dirsi superala l'o tLalmile, giacchè allro pi11 non r imaneva fuorché alcune esulcerazioni di poco momento che volscr a pron ta guarigione. Siffatta pratica già da molli anni preconizzata (!d alluata nella Scuola del Pr-of. R iberi e <la me quasi costantemente seguita, collimerebbe presenlementn con i fel ici pratici rirnltamenli <lei più insigni Oftalmo logi : giova ciò non pertanto asciugare bene bene le parli cauterizzate con un morbiùo pa!)nolino onde premu nir;ii co11 lro l' inconveniente prodolto dai ristagno di concentrala solu·lione di ni trato d'argento nella grondaia formala dalla rigonfia cohgiu11tiva oculare la., samenle un ita all a sclerotica e ùall'eslremo confine tlcl la cornea non intum idita; ristagno questo che, per l'escara a cui darebbe luogo, potrebh'ingr.nerar uoa profonda ulcera disìruggit rice di tulle le lamine del le quali si compoue la medesima cornea. 11 sublimalo corrosivo eh 'io ebbi a r iconoscer utile in allri contagiosi morbi quale modificatore del priuci,pio specifico , forse potrebbe parimente profìttare mollissimo nella cuia dell'o ttalmiie blen norragica; avendosi tnllavia a curar una malallia di tanta gravezza in organi di cui le fu nzioni quà lora vadano perdute, pe rduto pure sarc bb' il più bell'ornamenlo del la vita, pru <lenza vuoic ch'il Pra ti co s'atteoga ai dellarni <lella spericnza· fin a tanto che, per ul teriori prov·e opportuiiamente tentate, non sia guidato a cure maggior!')'l ente proficue. La pratica ùella cauterizzazione è tuttavia avversata tla non pochi cultori del l'A rte ~fedica, tra i quali àlcnni, opi· naodo l'ottalmia blennorragica 1100 consister in altra cosa fuorchè i11 una gravissima flogosi avente sede in ispeciali elementi componenti le membrane dell'occhio, starebbero conl.eri'ti all'att ivissimo metodo anlillogistico, mentre altri , avvegnachè non neghino dipendere la malattia da on principio diverso dalle cagioni comuni d' infommazione, non crederebbero tuttavia doversi allo 11tanare da l medesimo metodo ùi cura, a ciò indotti dalla particolare loro opinione che la Jlogosì sia sempre identica, qnalu11que sia la cagione che la ingeneri. A quest'o'pinione partecipando o n mio distinto Collega , curò nello Spedale di Genova sullo scorcio ddl' andato anno tre ammalati d'ottalmite 0

blennorragica per opera del solo metodo antiflogistico pronto ed energico cioè fon dato su numerose cacciate cii sangue' .ippl icazion i ,di, mignalle, semplici frequenti lavature ed iniezioni del icatissime tra le palpebre. In due di questi ammalati non r imase se non un lievissimo panno !ie·ll'occh io prima ammalato e nel terzo si form :1r;,,no <luc piccoli starì lom i che per bella sorte non offen. devano la visione. A questi risul!amenli, se non felicissimi, a l certo lod<Jvol i , potrebber opporsi altri risulta men ti molto più favo revoli ottenuti con il metodo della cauterizzar.ione , ma basterà i I r iLlettere che, rin!uzza la l'intensi tà <ldl a tlogo3i per ope ra delle abbo ndanti ca(:ciate di sangue le quali noi pure ammettiamo nel nostro metodo, molta par te eb!,er i11 queste cure le iniezioni e lavaturtJ 'quali mezzi alti a dilu.11gar e ad eli minare la morbosa specifica secn•zionr. alla quale però , siceornr. quella ·che a mio giudizio non potrebb'e3sere mod ificata . per questo semplice mezzo, sarà co.,a più sicura e prudente in tanto pericolo dell'organo visivo contrapporre lu v irtù del caustico. l\lolli altri ,son i riflessi i qtJali ovvii si prnsenlan al Pratico nello studio di qu~s ta malallia, ma per uon abusare della vosira cortesia e per e;;sere già stati da mol ti Scritturi ootati , io li passerò sotto si lenzio, !imila11domi ad accennare com'un argome1110 vafcvole a provare del lutto diversa essere la natura <lei dor. ClHl!a~ii sifilitico e gonorroico, dMivi dal fat to che m,n svolg,isi mai l'ollalmite b:e1rnorn1giea in eh i solo inferma d'o lce re si/ìl iticl1t1 e ...:o mc, mentre l'inoculazione, del pn~ sifili tico ingenera ulcere analoghe in tulle qnelle parli con le quali è a con tallo auchc pe r leg~iere e,coriazioni i il pus gonorroico ili v,'cc 110n valga a J.irodurlo nell a congiuntiva abrasa, e,uk,ira ta, recisa ed appaia anzi chei dis·rntta appena la wperfìcie secernente cli questa membrana , la vita del conlagiu;o ;:;onurr,iiCo germe uon possa più quiv i ;;osten er,i ,

STORJE DI CASI Rli'IIARCHEVOU.

FER!TA DA AH.\L\ !H.' .FUOCO

(Storia télla dat lJott. ~hlHA:'H in ima Con(eron:;a d' Asti). 'Fiorentino BalJucci, .Furiere maggiore nel 250 Fanteria lrovando;: i presente alla Battaglia di Xovara ai 25 di marw 184!), fu tocco òa una palla rii mosche!lo all'articolazione tibio-astragalea destra , per la quale r imase .:.hbandonato semivivo sul campo stesso di batlaglia. Fa tto poi pri. gioB iero dagli Aus!riaci e lrasporla!o in Pav ia, rifi utò nello Spedale m:!i tare la propostagli ampu tazione; operazione questa alla quale non volle neppu re soooiaccre . oc quando più ta rdi ottenne d'essere ricoverato nello Spedale Civi le de.Ho stesso Paese e nel la Clinica del Pr ofessore Porla che, dopo un accurato esame della locali tà, iostava pure ,u la necessi tà di quella. OblJligato di nuovo a rientrare oelio Spedale Militare alcun poco m igliorante per le sapienti cure prod igate da questo medesimo valente Professore, attese quivi lo scambio dei prigionieri di e;,uerra , e, questo effettuatosi, fu ii Ilalducci condollo al)o Speda le di Novara dove, pei disagi . sofferti ,nel viaggio trovandosi di bel m1ovo in peggiore cond z iNie di cose, si tentò per-

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283 suadcrlo, ma inutilmente, nou (:s;crvi pe r lui al(ro .scam po Ua que$lv fallo è sem1•re p,i, provato e.ime Id Chirurdall'amputazione in fuori. Destinalo lìnalmeule per orJinù gia aspellante trionfi mo'le volt~ su l'operante, ove però MinistHialc ;i fare passaggio allo Spedale d' Asli in afte11ta concorrano rutte qudle circo;tan7.c che pos;ooo re nderli osser11a;;ione e diligente cura, giungeva in questo ai H di, a1tu11b1lc ed ovo si faccia a tempo e luogo uso ili lutte qucll:i risorsi, che I' .-\rtc possiede. l)i fallì nel uostro gennaio 1851 cd era collocalo al leuo oum" 15;, titilla r.aso io feci primitivo ricorso ai mezzi tulli che va!e•Seio Sezione Chirurgica da me di retla. Ali~ prima visita riscontrai oel Balducci un giovi9e d1 a sen,plificar il morl}o ùelJollando l'elemento flo;i.;ti.co temperameoto linfatico sanguigno, di costilu1.iooe piullolento che occ11 pava tutta l'articolazione tibio -astragale;.1 sto robusta e beoe conformato della pPr~ona. Esaminata destra, ma più ~pecialmcnto le cstramità ossee articolari la località morl,osa, primo· a colpirmi fo l'ingrossamento e, CJUl!Slo mio intont!.l una volta ot1onuto, avvi sai alle caddi' artico !azione tiliio-astraga lea t!cst ra Qh~ fo c.ev a un gioni della ;;11ccessiva co11ditione stazionaria d ~lla locafltà singolare contrnsto con la sottiglicua della garnlJ;, e della morbosa , le quali crndci clipco<lenti da un vizio scrofopuota dt:I piede; la pelle soprapposta alla della articolaloso, reso prolJabile dal temperamento linfatico del Balduclli e, sapendo con q11,1nta facilità le ·lesioni traumalfche ziontl era ross1>-livida eJ offriva in corrispoodenza de i malleoli ::;li sbocchi coperti d1 carni f11ogO$e d1 lluc seni in iòpecic qucl ll!l dellti articolazion i , agsumono la na lnra fistolosi dai qua!i con la pro.sione stillava una sauie ietida lenta e cronil'a quauù"è presente siffallo vizio scrofoloso e conùl jotlnro d1 potassio spieghi una potentissima virlù che tingeva in ner.:i 1 µannilini. L o sp.:c11!0 introdotto in contro il medl!simo, io non esitai pu ll to a farvi pronto e -uno dei delli seni tragiuava lil>erami:nle da parie a parte 1 · generoso ricorso. CreJelli nti l il setone pl!rchè poteva entrando ucl hel mezzo di quelli in uu'atr,pill caverna con il medesimo tenere dilata-te le aperture seoz·essere formala a spese della tibia, lìbula e dell'astragalo di cui le obbligato a ricorrer alla spugna preparata di cui l'introestremità articolari si tocca van evi1frntemente cariose, duzione frcrpie nt1~ avrnbbo p11tulo irritarn le parti ammanè più rallcnule dii i lcg,1m1;Jn ti lutorali ùdl 'arlicolazione lale e perèhè il setone favorisco la separazione dell'osso stati distrutti compiutamente dal pas,aggio di.'! proiello : cariMo e serve di c;>ndulli>re allo slillicitlio dd pus. Crel'arl1colazio11é era immobile e seile di dolori lancinanti. clelli fi nalmente ulile la Lintura di mirra per iniezione Quantunque la cvucii1.iu11e morbosa fossll t;,lo tli.l non lasicr.ome quella che, sommamente clecantata contro la ca sciarc ~rerare la conservazione del membro, 11011 v'era rie degli osl:li, poteva se non altro ravorire la produzione, per altra parte stringente necessità d'a1ldirenir ad un'ope . di buone carni aile a riempiere la vasla caverna che in razione dalf"ammalato assolutamonle ripugnata; motivo quelle articolazioni s\'ra formata. questo cbe m"indusse a lenlare lulli que.gli altri mezzi -che I'.~ rle suggerisce prima d'accingersi a qL1ella. Prescrissi quindi ianlo~to un'opplicaziooe di sang11i.s11ghe alla 1oc,1liti> e la fod riuuovar alcuni giorni ,fopo, sn~$egnita semprn da soprapposiziouo ,li cataplasmi mol lilivi: di FI.\ATTUltA CO!\IMIN UTLVA s!rus;i poi le carni fuogv~è circond.inti le apnrlure per (St11r-ia scritta dal Medico di Bau. Dufl. A. ZAVATr,rno). mezzo dell'allume uruciatu iu poln•ro e di!alai q11este con la spu3na preparala rrell" inteoto di procurar u11 libt>ro stil . V(\l'Stl la mwlzanollll Òc'l giorno 27 al 28 ti' agost,>, d:• JiciJ10 delle materie conle1111lc nd cavo articolare l,1 qua le una fìnct<tn1 situata al 2'' piano <lei Quartiere di S. Stecosa 111t fu re~a anche più facile per le Llepi<lc miezioni fano in Alessandria ra<lde sul selcialo della s1Jltost:,inle .d'acriua praticali; ad ogni rnedicnion o. Con 11ucsli mez zi co11tr11da q sold:ihl nel 5 · H.c~gimento Fanteria Gio,·ann i conti nua ti per un lempL> 1100 mollo lun;;o ottenni la cessai{atlisla Yanetli, d'a nni 5!), di tcm1wrain1,n\o hilioso-sa11zione dei sintomi Oogi;tici loca!i e la moditìcazione della g11igno, di costitm:ione secca ma ahb.istanza rolmsla , di natura t1el pus il quale, meno foteut" e più elaborato, in nesun ahito particolare, nnto da parc11!i sani, nè mai stato modico quanlila ~ll!lava libcrarneotu dutle aperture. Ma tocco da altra m~lallia sci lh.111 so cl.Jl lo fobbri i1)t crmittcnti slazion3 r10 rimanendo più 1ardi questo miglioranrnulo :id alle quali andò soggdto pt,r alcuni anni consecutivi e dal onta ciclla severa dieta e della conl11111.izione t.l.:;_;li slo,si sonnambuli~mu d1e, a q11;1uto rif,•ìi l'ammalato, congenito rimedi i, sc,lloposi l';:1murnlato all'uso inleroo d,, 1 joduro di e gentil izio fu cagione ,l~IIR wa caduta. Trasp,Htato impotassio che da due gra,,i amnentai fin a v1rn tici11que mantinente all 1> $pedale Divisionario me11tr'io era di nella giornata: f,•ci passare per ;l lragi llo della fo ri La un Guardia, lo ftl1:i con le necessarie conlele coricar al lel!o setone il quale da quanfo a qnando t::ra sminuito d"un num 0 291 dove, s1)ogliato pe.r meno del ta glio dei snoi filo o, nella quotidiana medicazione d(~I meùesimo, inietabili, mi risnllù aver il m1~1ksimo r,Iev~lo 1Jalla catava nel cavo dellJ forita un'opporlllna dose di tinl11ra duta: 1" una frattura conrn1in11liv.i d11lle parli o::;,ee co nalcoolica di mirra, compiendo poi r apparato mudicati vo correnti a formare l'artic•>lazione omero-radio-cnhitale e.on un cataplasma mollitivo irroralo d'acetato di piombo destra con ferita lacero -contu5a di,lltJ parti molli, situat3 liquido. Questi Wra11eLllici s11ssidìi superaroo ancora l"aquesta trasversalmente nella regione posteriore del!a mespellazione mia, giacchè il miglioramento della località elio desima articola1.ione, lunga due pollici circa , larga uno presto con~egllltò l'uso dei medesimi , dopo 111 spontanea e comunicante con la cavil:i a rticoluro dal fondo della uscita o la praticata estrazione cl"a!cnne quisq11iglie ossee, qnalo sporgevano varie sdwgge Msee, ndcren!i 111 une, si reco stabile e l}rogressivo per rnotlo che, 1lopo cinque !,bere ll tantosto facilmenle estratte le altre: 2° gravi mesi d'assidue core, ebl>i la consolazione di scorgere J·amcontu,:.ioni in tutto 11 corpn ma,simnmcote nel lato <!estro malato pt1rfo!lamen te guarito ciotl non altro rimaoendo posterior.i e piu specialmente nel!a na!ica dest ra: 5° comfuorchti l' ine vitahil anchilosi e la presenza di dlii,) <:icatrici rno1.iont, a tulta la viscerat.ura, graY<, nelle viscere delinfossale, 1100 separale fuorché da un istmo e C(Hrispo11acldomine , di poco roome11lo od cuvello , nel mi,lollo, denli alle esterne aperture <lt1i seni fiHolosi. sp:oale e nei rolmonì. Il lfedico Oivi;ioo3le al qua.111 0


~84 feci pervenir in quella stessa ora la notiiia dell' accaduto, iiunto pochi momenti dopo al letto dell'i nfermo co nformò <lopo accuralo esame la falla diagnosi , argomentando però essere fra tulte le viscere addomina li maggiormente Jeso il fegato: fece di falli notare come fos,ero pressocbè illese le facollà intellettuali e la sensibilità nel Ver· netti , il quale rispondeva con precisio.,e alle domande tulle laanandosi vivarnenle dei dolori che ogni più limi t, . . . ' tato movimen to i,pontaneo o comun icato ovvero la pm lieve presssione in qnalunq ue parte del corpo gli p rocura;ano ; come la respirazione, tuttocM diffìcil ed incompiuta per il meccanico movimento delle sotloposte viscere addominali turges~enti , s'eseguisse però naturalmente e senza dolore, nè si notasse sin a quel momento traccia òi spulo ~anguinolento; com' ali' incontro esplorando con 1a mano J'adt.lomine in qua lsiasi punto , l'infermo emettesse per il dolor~ griùì acutissimi i qual i specialmente crescevano quando la mano esploratrice solformavasi all'epigastrio od alla regione ipocondriaca destra; come fina lmflnte teso ovunque e duro foss'i l venlre che sollo la percussione mandav~ un sHono oscurissimo. In maggiore confe.rma ~]ella l'alta diagnosi s'aggiungevano poi il dolore conl i11uo gravativo alla regione ipo· -condriaca ùestra eù all'epigastrio; i freqnenli ~foni di 'Vomito; l'imperioso bisogno d'orinare che a brev' ora Si ripeteva con la rapida em issione cl'orina rossa ma lim. pida; la massima prostrazione delle forze ge11erali c11n iesallamento di .sensibililfl; un continuo doloroso gt:milo dell'amma lalo; il polso appena percettibil e raro; la pelle uniformemen te fredda o meglio agghiacciata; f.ìnalrnento la somma agilazio11e dell' infermo al quale ogni cangiamento di posizione era causa di gravissimi dolori . In considerazione del descritto staio e nel sospetto d'una poss ibile lacerazione di qualche vaso neil'a<ldomine co11 rersamenlo sanguigno, non islimò il )fod:co Divisionale cosa opporluoa ricorrer subito all'amputazione dell(l pa'rle offesa e, riserb:i ndosi a prendere nel vcgnente mal.lino quelle determina1.ion i che le ulteriori circostanze detterebbero, raccomandò li bagni diacciati su la ferita e su l'addom inè e pre$crisse 1111a pozione cardiaca ed anodina ·da amm inistrarsi ove le forze, anzichè rialzarsi, in breve si deprimessero maggiormente. Fu in fatti poco . dopo amministrata un'infusione di camomilla con poche gocce di laudano a calmar ii sopraggiunto vomito copioso d i sostanze alimenta ri , dunnle il quale prossima ad estinguersi sembrava la vila: durò tnllavìa pressochè <;untinuo, ma inane e doloroso il vom ito fin al le ore 4 del mattino in cui s'elibe una leggiera e breve remissione di tante sofferenze con il ritorno d'un poco di calor alla pelle e con una ;carica di ventre, per r icadere nel primitivo stato in cu i lo vide di nuovo il Med. Di,•. il quale perciò d'accordo con tult.i gl i Uflhì;,Ji di sanità di serv iz:o allo Speda le convocali al letto dell'ammalalo, decise non esservi opportunilà d'operazione chirurgica e doversi, anzichè sollopor 11n'uomo qnasi sull'orlo della tornba ad un'operazione dolorosissima, altendere gli event i per trarne qu indi norma e governo in proposito: per ìl che ordinò si persistesse nell'uso del ghiaccio su la fer ita e su l'aùdomine e lo si amministrasse anch·internamente a piccoli pezzet·ti insieme con una limonea vegetale onde -soddisfar al la sete da poco tempo. resasi intensa e pre:venir anche la peri tol1'i le che temevasi imminente. Nel corso òel giorno lo stato generale. e locale uon solo non si

mantenne egualt', ma prggiorò ancora essendosi rl'sél più secca e fredda la lingua, l'addomine più alto e teso, l'orina più scarsa e di colore ro~so-sanguigno, il vomito inane quasi incessante con senso dì vivo brn .. cior all'epiga,trio, quas i impercellibil il polso, più in , tenso il freddo generale, massima la turgescenza dei venlr,e con suono timpanico dalla percussione, debo lissima la respirazione, tulio in somma facendo presagire prossimo l'estremo fine dell'ammalato il quale, dopo una noue passata senza sollievo di sorta, nel mattino dei 29 ina spellato o!Terse il seguente miglioramento:. faccia alcun poco più animata; polso più sensibile, rilevalo, quasi contrailo, addominale; pelle dolcemeute ca lda , quasi morbida; v'omito quasi scomparsn; ventre meno teso e meno dolente; lingua arida si, ma calùa; nessun cangiamento notabile nella località articolare. Questo misliora mento fu susseguito nella giornata dal r itorno dell 'apparato sintomatologico di vii aie depressione, ma nella sera cessò quest'a!Ta!lo, la5ciand'anz,i intraveder i prodromi d'una prossima riazìone la quale si manifestò oon eccedente nel . rnai lino <lei 50 per la maggiore durezza, resistenza e contrazione dl'i polsi; per la presenza dei d<Jlori all'acldomine eù ai lombi; per la n~aggior elevatezza del ventre, non più timpanico; pf.r la sete vivis~ima, la !iag11a calda ed arida, la faccia animata e rossa con cefalalgin; fìn ali en1e per l'incipiente condizion infiammatoria della fer ita in corrispondenza del l'articolazione. S'opposer a quesla nuova coud izione la contint1aziono dei bagni e delle bevande già in corso, un clistere rnollitivo a ri!assa,r il Ycn tre da dt1e giorni chiuso ed un salasso di cui l'effello produsse fra il giorno una lieve moderaziont! di lmli i sintomi infiamrnolorii. :N<,l mallino dei 5 l si lrovò l'am ma la lo più tranquillo, con slato fc!Jbrile più lc:ggicro, con il ventre più ri lassato e con rl-)missione della ccfalalgia. Esse ndo poi sta ti nt:I corso della notte frequent i e copiosi i vom iti, forse per cagion e della copiosa qua11t i1à d'acqua bevuta a moderare l'intensa sete e lil lingua mostrandosi sordida e bianchic:cia o l'alvo ch iuso, s'amministrò un'oncia e mP.zzo d'olio di ric ino; si J)roseguiron i bagni freddi su la ferita e 8i fecero praticar ernbrocazioni ol iose sul ventre senza desistere dal gh iaccio per uso interno. Nella visita del dopo pranzo continuava progredendo il miglioramento generale e lij ferita lasciava già stillare qualcho goccia dì vero pus ; ma verso le ore 9 ,lella sera ricomparivano i sintomi di riazione generale e locale per lrascer.dere nel decorso della notte la qua le fu tormr.ntosissima per l'amma lato, moltstalo come fu da continui vomi1i di materie consistenti, cine rognole, amare e fetenti. Nella visita mallutina del 1° di settembre la febbre era piulloslo gagliarda ; il dolore di capo intenso; l'addo mìnH pit'l dolente e caldo , non però tumido , nè dnro , eccetto che alla re~ione ipocondriaca destra; la faccia illerica ; le parti circondanti l'articolazione lesa, più infiammate : di llell'aspetto però e stillanle una copiosa quantità di ·pus la ferita; si ripete con qualche v~ntaggio il salasso e sì conlinua nei soprindicati rimed ii. Tuttochè verso sera la r iazione febbrile ed i dolori fossero di bel nuovo in aumento ed il sangue eslratto si mos trasse coperto di sottile crosta !logistica, il .Med. Uiv., ravvisand' in ciò piuttosto l'e!Tetlo riattivo del praticato salasso, che una vera recrudesc:enza iofiammatoria, consigliò la sospens ione d'un lJ 00" 0 salasso. il quale dovess~ poi affatto in tralasciarsi


(JUando, come accadde, più tardi diminuita l'ossc . ~'intensilà della febbre e dei dolori. Dopo uoa notte p1u tranquilla persisteva nel mattino del giorno· sussi~guenl~ (2 sell. ) il miglioramento nello stato generale del Vernelli : lo to'rmentava però un senso di vivo bruciore luogo l'uretra e In lingua presentavasi di nuovo impaniala , piuttosto arida, rossa ai margini ed all'apice. _Si prescrisse per la seconda vo lta l'ol io di ricino in un'ernnl, ione, di cui l'effetto corrispose veramente all'aspettazio11e , indolente quasi e traUabile in ogni parte essendosi reso verso sera il ventre; pili cedevole , largo e meno frequente toccandosi il polso e nessuno sconcerto osservandosi nel la feri ta da cu i still ava sempre p11s di buona natura. A Ila visila della sera dei 5 l'ammalalo si lagnava di pirosi e di decubito; sLillava dalla f~rila _i nsieme _col. pus molta quantità di sinovia e più tardi man.Ce.stavas.1 n11 po' di 'ri~allo febbri le con aumento del senso d I bruciore luogo l'uretra. Si .conliouò nell 'uso delle bevande I.Jssae si medicò il decubito con bagni <li vino aromatico. Benchè in progresso di geuer·~le migiiorame11to, perdurano tullavia ai ' 4 il brnciore dell'u retra, la pirosi con nausea e la tiutà itterica: a q11e,;ti sintomi, inalles:> su l mezzo «iorno s' a5SOciò un febbrile r imbalzo con polso ce'ere o e resislcn t1.•, con vent re di nuov o teso <·l dolenlti e con dolore e tumid ezza nella ferita il l'ondo della quale resosi di colore grigio-scuro, stillava copioso un umore siero-purulento midlo a sangue. Si prescrisse una decozione di tamarindi con sciroppo di gomma Drab ica ed un',1pplic~zio11e al basso ve ntre di venti migna tte con soprapposi zione di ca 1aplasmi mollitivi. L'upplicazione del le mignatte sedò quasi per incanto l'intc11sità dei suddescritti ,;intorni, talchè nel i iorno 5 tanta r, ra la calma nel Verne tti ehe poteva quasi dirsi apiretico, nè più ~i lamentava ,d'a~ tra cosa fuorchè di con tinuo , ma meno vivo senso d 1isl1onc al · l'uretra e di lieve do lore nella frrita la quale però vol"1:1\'a anche a sr,nsibile migl:oramenlo. Nel giorno 6 il ; 0 lso si toccò prcssochè oalura le, l' aspetLo. del!' i.n fermo era o iov iale la Li nla illerica del lutto s va n I ta ·, il dècu b1lo :uarito. 'i l hr~1cio re l11ngo l'uretra dimiuuito e meno co~ioso, ~è più misto a sangu<~ si presentò .lo. stillic_idio dalla fe rita di c11i i rriargini erano meno Lum 1d1 e p1u deterso il fondo . Da i 7 ai 10 del medesimo Stll.lembre, conlinoando st>mpre nel sempl ice uso di bevande !assativo•rinfr<,scanli, Gessò quasi assolnl&menle ogni generale molt'stia e si modificò gradatamente in megl io la condizione della fer ita da ll a quale si cominciò ad estrarre Ire schegge ossee cioè ur.a rn}l giorno !) e· due in qnello del 10. Inutile da questo pu11lo sa rebbe la giornaliera . descri~ zione de l miidioramcnto operatosi nel Vcrnelll: basti <l ire che con ~la semplice continuazione della deco1. io11e di tamarindi cessù affatto nel breve giro di poch i gio rni il disordiue dell e viscere addominali e che in meno di 60 L?:iorni rnedia nle la posi1.ione semillessa dell'anti braccio" la " iornali era me<licazi 1)11e deila località falla con ung~ento:, refrigeraute steso · su le filaccica e l'estrazione d'otto schegge delle. quali la più lunga non eccedeva i duo pollici: s'oltenne la cicatrizzazion'e perfetta della fe rita. Nell' esame alluale dell'articolazione omero-radio-cubitale destra si riscontra: 1° una cicatrice trasversale immediatameute davanti all'olecrano, della lnnohl!zza <li due pollici: 2. 0 cloe infossameuti dei quali un 0° su l'apice e margine ~sterno dell'olecrano e l'altro più profondo nella parte corrispondente al cond ilo esterno

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deli'omero frallnralo, dovuti {JUesli infossamenti alla separaz ione delh schegge ossee: _5" l'abolizione de~ movimenti in tutta l'arlicola1.ione.

74 ORCHITE (Storia letta rial Medico di Reggimento Dotl. No:-.NIS fa una Conferenza di Caglùffi;. Il Sergen te G. ll. dei Cavalleggeri di Sardegna entrava nel giorno 19 Ji settembre nello $pedale per una grave orchite che l'ammalato diceva essere l'e!Tetto cl' una contusione prodolla dall'urto del testicolo contro la sella mcntr'egli cavalcava un brioso cavallo: fosse poi questa la vNa ca~ione della ma lattia o fosst1 piuttosto l'effetto della diffusione al testicolo d'un'uretri tc blennorragica, in moclo cerio stabilire non si poteva, mancante com'era in effl!llo la presenza d'un qualunque siasi stillicirlio dal l'u retra : µo,~o importava per altra parte la cogn izione di questo diagnostico criterio per rigoard'al pronto metodo di cura da adottarsi , chè in ambe le circo,,tanr.e la cura antiflogistica era imperiosamente rich iesta dall'enorme tumidezza del teslicolo; dal dolore · i11tcnso elle 1~ accompagnava e clH} si diffondeva luogo il co rdon e sperma tico fìn alla regione lombare ; dallo statò ri,ipolaceo della pelle dello scroto ch'era pure sede di corente bruciore; in lìne dalla febbrile r iaziooe che ga gliard I compiva- il quadro si ntomatologico della mala1tia. Prescrissi quindi nn largo salasso da l braccio, l'uso dellt1 bevande rinfrescan ti e le fomentazioni moll itive alla località, no.n sen'la perù avere prima fatto collocDre l' arn111abto snpino col corpo a .JJirno inelinato, con lo co:'Cic s,:mifi0sse e divaricate fra lti quali feci passar un lenzuo lo più volte ripiegalo .s11 se stes~o a sostegno ed eleva1.ione dello scroto, cansando così l'uso del sospensorio il quale nel primo periodo della rMlallia, ullre all'impedire l'applicazione dei topici mollitivi, è qu,1iche volta caus_a di inoksli dolori per l'e!Tetto del la pres.; ione clrn esercita . Persistendo nel dopo pranzo del medesimo giorno e nell' indomani ia medesima acutezza locale e generale del m,Hbo , foci rPplicare tre altri abbonda1!ti salassi , continuai nell 'uso dei bagni mo lli ti vi locali e prescrissi una decozio1rn di tamarindi edulcorata, aggiungendovi piccola· dose di nitro ed uno scrupolo d'acqna coobata di lauro-ceraso per rnadiovare al la depressione dcii generale e loc;ale1 soprec cilame11 to. Il rirne uere della generale riazione manifestatosi al terzo giorno f,1ce sì che, non ostante il sangue già estrallo si l'oss'o!ferlo con dura e spessa cotenna, si smettesse l'uso del s,alasso per dirigere le mire curative con· lro la persistente acutezza della località alla q.uale soc• corsi con un sanguisngio nelle parti circondanti lo scro to e non direttamente su questo ond'evitar i gra.vi ioconvevenienti che la mor3icatura delle mignatte avrehbe po· tuto produrre nella ~em pre ri,ipo lalosa pelle del medesimo. Con quesro .sanguisugio che produsse un'abbondante sortita cli saugue, con la ripetizione del medesimo fallo nel giorno dopo, con la eontinuazione delle bevande rinfrescanti e deprimenti e linalmcnte con l'applicazi,.rne locale di cataplasmi mollilivi irrorati d'acqua vegeto-mi• nerale, nel settimo giorno di malattia ottenevasi la perfetta calma nella condizione generale dell'infermo ed il volume del test/colo morboso diminuiva d'una terza parie,


"l86 ·-csseod'anche scomparsi il dolore es! il bruciore ch'acNel redigere questa Storia oon fu già mio scopo narran~ compagoavano l'ord1ile , cosi che ogni cosa c'induceva un caso straord inario o l'imarchtlvole sia dal lato patolonella lu~inga che con l'opporlu·oo uso dei rimedii topici gico, sia dal lato del metodo di cura adoperatosi . .Mio risolventi la guarigione del testicolo non si sarehb'a lungo unico intendimeuto fu quello di sottopor a!la saggezza dei falla deside rare. l\li sorprese quind i nuo poco l'udire nel miei Colleghi il decidere se la pratica che tende a richiamallino dei 27 dal Medico di Guardia essere stato lui mare lo stillicidio blcnnorragico nelle orchitidi cli questa prontamente nella notte chiamalo a visitare l'ammalalo; natura sia da antepor~i a quella che, trascurando questo averlo lro,·ato in preda a dolo r i colici vio lentissim i acmezzo, mira a combattere direttamente la flogosi del te · compagnati eia febbre con cefalalgia, lingua arida , irresticolo. Jn quanto a, me io sooo convinto che nelle or~ qnielud iue ed intenso dolore del co lon discendente senza chitidi bleonorragiche , aozichè una metastasi umorale , cbe ad alt ra cognita cagione potess'impulare questo straorsuccede realmente u11 trasporlo di flogosi: che ciò sia dinario dissesto, tranne che ad un'indigesliooe alra quale vero lo prova, a mio giudizio', l'apparire dell'orchite l'inferow costaotemente MJàvà avere data occasiono; quando l'uretrite è diminuita tanto d'intensità da fare usstirai perciò limita lo alla prescrizione d'una bevanda credere prossima la guarigione cioè. qnando h.1 perduto tartarizzala e d'un cl istere. Udita appena questa relail carallere di ffogosi fl~mmonosa per assumere quelio di zione mi recai al le tto dell'ammalalo ed il trovai in preda risipolacea,.la- qua l ullima ognuno sa con quanta facilità a frequenti vomiti di liquido bìlioso misto alle bevande tenda. a migrare da una parte all'altra del corpo umano. amministrale, a dolor inteniissimo nella sudella regione del colon in corrispondenza del quale rion poteva tollerare la più blanda pressione; a frequenti brividi di freddo RELAZIONE DELLE CONFEilENZE scrn~TIFICllE <1ua e là vaga nti per il corpo con polsi piccoli, celeri , (J!ese di Novemò·re). stretti, it'llestinali. Soccorsi a quest'apparato morboso con To1mw. Previa ieltur.i del processo veìl)a!e della seduta preuna mistura laudanizzala , con una bevanda di limonata cedente che fu approvato in ogn: sua parte , ir.ggeva il Dott. vegetale e con hagnuoli oarcotico-emollieoli sul ventre, 'l'appari, dietro invito del Pr?.sident-e, un suo s,;ritlr> r i.\lati,•o meco sl(' SSO ripensand'inlantu se non si trattasse d'una all'uso della segaie cornuta, quale rimedio febbrifugo, a cui s1ava unito _uo quadro sinollico dcgl, ammalati stati da esso lui curati febbre perniciosa co li ca piullosto che d'un 'indigestione con siffatto rimedio, dal quale apparivàno .11li ollimi risult:irneDti ovvero d'una colite rla capsa reumatizzante. A togl iermi ottenuti (ved·i num. prec.) " ll Dott. l\larchianr!i tributava la debita loùe al Uo.lt. Tt1ppal"i da quest'incertezza diagnostica, resa anche maggiore dalle l'applicazione .ch'tgli fece_felicissima della segaie cornuta ripetute asseverazioni del l'ammaiato di non aver in guisa ' per nella cura delle feobr1 penod1che , ma combatteva la ra11:ioue teorica staia avanzata ncHo spiegarne l'azione terapeutica,- sicalcuna contribuito a questo suo malessere, mirabilmel)t~ 1 come quella che era in gran parte informala dalla dott:-iua dinami giovarono le ricerche falle nel lello dove rinven ni mica astratta del Giacomini, alla qual,, i Dottori Lombardi, a sollo il capezzale la spina dorsale d'un pesce di cui la preferenza dr.gli altri delle varie provincie d'Italia, sono tratti con una speciale predilezione, perchò furono -per uoa gran parte ricognizione indusse finalmente l'infermo a palesare che Alaoni della Scuola di quel grande )[acslro che ne fe ÌI più vanel giorno antecedente erasi abbondantemente c.H>ato non lido e più eloquente propugnatore dei nostri giorni. I.a dottrina di solo pesce con pane , ma ben aoche di due eostollel/e riel finalismo, dic'egli , !·sscre per verità assai semplice e seducente, ma nissuuo per contro. non esservi che non abhia pro va ti arrO$lile, clie prima ancora d'avere fallo chiamare il Me· ripetuti disinganui al !()tlO degli am1rn.ilat i, dove s ta la pittrn di dico di Guardia a~eva vomitato in grande quantità questi p,.iragone delle dottrine patologiche. l'ìoo uièga egli gli effetti dinamici dei medicamenti, ma sostiene no:1 · potersi a questi stessi alimenti o d1e tutto l'aumento dei suoi mali rico circoscrivere l'azione dei medesimi ed essere affatto prcpostera noi,ceva veramente per cagione un ica quest' indigestione. i~ dottrina del pretto dual_isrno, a~vegnachè i Medici o' r.g;;iuì siano d'accordo sul!' 111òrnpensab1 htà d1 conoetlere essenz:a !Prescrissi allor immedia tamente un cl-i.stcre lassativo con monlo il ~1ovimento dell'organo con il proc·-,sso di permolazioue solfato di magnesia e, quando il dolore del ventre non ridel materiale 11utrilivo che io muntiene nella sua integrità indimettesse di sua intensità, un abbondante sanguis11gio sul spensabile per l'eserrìzio del le proprie fonzioni. , Venend,) poi ali' argomento spe,:iahi da!l' azione frbbrifuga luogo dolente. ~el dopo pranzo trovai 1·inferrno alquan 10 delln segale cornuta cho, da éju;1n!o pare, ii Dolt. Tappari non più calmo per riguard'al dolore ventrale cd ai vomiti, suebbe lont~no d;1l ripoi're co!h;simio Gi11coinini in una virtu. ipostm1i;:zanle di \aie farmaco, sebbene nvn uieghi al medl'simo ma con il finire <lolla praticatasi operazione di mignalle era un modo tutto proprio d'operare, per cui s'bdi:rrcbbc Hncbe a sopravveuuto un poco di febbrile riazione per cui feci prachiamarlo specifìco, ritlotle tnllavia il D()lt. Marchiandi come la ticar un moderato salasso cl' onc ie otto di saogne e conpretesa azione iposteaizrnnle dliìla scg,\ie cornuta male possa rendeni ragioue di varii fenom eni che dietro ia sua amminitinuai la prescriz ione della decozione di tamarindi con strazione si manifestano, chi i q oali più ragionevole sarebbe l'arl'acqua coohala di lauro-ceraso e l'appl icazione di cata· guire un modo positivo d'azione accresciuta auzichè diminuita. Del eh~ adduce ~n prova. la sua ul:lità nel promover il parto, plasmi narcolico-moilitivi sul ventre. Ne l giorno 29 era allorche questo e reso dtillc1ie d :1 un ostacolo meccanico vinci. subentrato un generale miglioramento, ma il testicolo ambi!.) o .l'utililà sua nel frenare l'emorragia consecutiva :il parto originata pel' ioerzia cosi delta dell'utero cotanto temuta. Se malalo erasi di n:iovo ingrossato e reso doloroso, motivo promoveudo !a contrar.ione dell'utero per virtù del!~ segaie per cui , dopo ·avere purgato nel mattino l'ammalato con cessa l'cmorragi;,, come mai un fallo così positivo di éonlruzione un'oncia d'olio di ricino in quattr'oncie d'emulsione arapromossa potrebbe, di.c'egli, spiegarsi con un'azione ne"ativa della segale, che è qua nlo dire,ron l'azione ipos\onizrnnt;? Par bica, ordinai nella sera un'applicazione di mignatte alla quanto spetta all'azìouc fehhrifoq;a di tale farmaco , C;rede egli regione per.ioealtl con esito fortunato. Da questo gior.no pott rsi piuttosto rHcnere quale secoo<i~ria od accidentnlc piuttos tochè veramente reale e per sè sussistrnte , dacchè rhulta sin ai 9 d'/Jlloùre in cui G. B. lasciò lo Spedafe qnasi perdalla relazione fatta dal Preopinantc che in molli casi di febbri fettamente guarito, poichè v'esisteva appena on piccolo inassociò i preparati cbi11oidei alla segaìe cornuta ; il che dimogrossamento dell'epididimo, ad altro non si· foce più ristrerebbe l'iosuffìcicnza di q1;~sl'uWma a vincere le febbri r,erio:lid1e, e la sù;i utilità potrebbe tutt'al più ril,.rnersi siccome corso fuorchè ad un appropriato regime dietetico cd alla coadiuvante tleil',nione febbrifuga dei preparati cbìnoidci, forse pomata d'idriodato di potassa per unzione su lo scroto. per un'azione concomitante ~piega.la contro le omopalie o com plicazioni delle. febbri periodich·e, a cagione delle quali non di L'ammalato prima d'abban.ìonare lo Spedale ammise la rado torna inefficace l'amministrazione stessa-dei preparati cb.ipreesistenza dello scolo blennorragico. noidei. Crede ciò stante che per sitfal!o modo s'i possa renderG


281 ragioni> dei felici tìsu\tame~ti ottenuti dal llolt. T~{,pari, ch'egli noo revoca meuomamente in dubbio. Ri$pomh il Dolt. T,1ppari com'a torto sia 1>tl.i.t~ ogli auuo_vera~o dal Dott. Marchjandi siccome proselita: del pretto dualismo dina mico del Giacomini; che l'essere Veneto o Lo mbardo non implica il seguire piuttosto qoe,ta _cbo quella do_ltrina; ch'egli non ammette esclusivamente il duahsmo terapeutico, com4' non ammette l'esclosivo dualismo patologico, <lacchè, non nega ndo che si possa con il Giacomini rendere ra gione dell'aziono febbrifuga della segale cornuta per via dell'azione i poslenizzaule, egli crede però cl:e ~n pot_ere propr~o abbia silfa_\(O farmaC? Contro io feb · ,bri por1od1che, 11 tiualc wa disse spec1tico nella sua ?lforrwr1a ; che il Dvtt. l\.larchia n<li ascrh•endo ai preparali cllinoidei uniti con la s0<4alfl gli _ttfot_t! fo!J~ri!ughi _ollw utì_, uon t_enne il de.bit~ conto di quindici e p1u casi cll guari gwm di tebhrt 10term1 ttenll riferiti nella Storia per effetto dell'amministrazione della sola segale silr,za che vi fosse.ro unili preparnti cli .:hioa. Credo poi il Dolt. 'l'appari che là propr ietà delta segale nel promovere 1l parto reso diflìcile da c·stacoli mtccanic:.i e ocl fre:1,:re l'emorragia cousec.uti,·a al p,uto noo sia un giu,to argomE'.nto per_met:1er in dubbio l'azione iposteoizz,mt~. d1 tale rnnodw1 pos.:1ac~~ .1Jell'uno e nell'altro d<:gli a<lµotti casi to r:oano bene spesso ul1 h i salassi ed .1ltri presiòii ncgP. tivi, per esseri} ~on di rado il di ~ l'etto di contrazione dell'utero d1peodenlu da ipnrem.es1o da opp,essioue di forze, auzichè ria debo lezza rèa l~ , e che . le emorra.l(ie co useeuliYe al parto non sono semprn d1pendenl1 da debolezza od inerzia cle!l'utero , ma non di rado ben ~anco da· stato iperemico, a frenare ii q uale uti ie può loroare l'urn <lelia segale cornuta p<è r ia s,.rn a,·.icne :posleni~:zirnl<:>; dell;i qaale verità aver~i una provi! m~ nifestu in d ò che i pi ù ,fotint i Oslelricauii ricorton in casi \.Jenlici or a al sah;sso ed orn ail' amministrazione <1ella s~oa!e. Conchiuse che nell'esporre le _ragioni per cui fu indollo ?tt1 usar e la se;:alc cèrnut:i contro lo febb!'i rnlermitlenli, ea!i iuvo<·ò l'autorilà ciel J• ru f. Giacorniui non già sul fallo leorfco, ma pi utlos\o per il fatto _pratico, dacchè ò incontestabile i'ulHitit di ll<itto farmaco cor.: lro lo feùbri intc.r-mittr-nli. Soggiunse il Dolt. ~iar·chiandi m,n aver egli a rnla intenzione d i far carico al l' renpinaulo , uò ai Dottori Veneti e Lomh,1rdi dcl!,i !<lro simpa_t,e per la dottrina <li;iar~icP. del G;iaeomini , C()rncd:iè la simpatia por una dolldna che ha pur aoche molla parte di vero o f) Ct' un uomo che le,·ò di sè così chiara fama cd ooorò cotanto là 1-'aliia nostr:.i, debba sempre essero una ragione di lodo o unn mai di biasimo. S'tigli si oppone a l<!le dottrina è perchè cred,, eb'essa ba fallo i suoi t~mpi e che il pt·ofossarla, siccome ak,oni fo nuo oslioufarnente oei preHo suo scnsu, costi!ui,ec orarmd ul'i vero r. uacrocismll; che s'oppone o s'oprorrù semo1'e ad una ta!e dottrina perchè essa, drcoscriveot!osi ai poteri ~irrnmici dcii!« vita, non curò le altre sue es$q!l,dali nrnnifoslazioni nd m:,:eriale <kg1i or;i;:rni cd è naluralmenlo ancrsa al pro;;resso <lell'Anatom·ia paloingica , _dell'Anaiomia microsc;opica e delia Chimirn Grgan:ca che. cota_nto lumo r ecarono nei tempi pn•sen!i al!a Scienza. Vcn_en<lo _po1 a!i'ar_gom!)oto speciah~ dell'aziono i.:òrap:!Utica della segale ('orr;iu 1.&, d;c<J uou poter egli conseutir<l che !lFgli adcblti casi di distcci,t 'pçr ostaeoli meccanici ,•incibrli e d'cmcrrag:a per iiierzia dell'utero ope!'i la segale per modo dept'imenle, gia, chè, di'rriiuucnJo le forr.c dell'utero già iosnfilcieo:i a vi11cera l'osiacolo mccc!lnirn ,. debbo rendersi semprè più dillìciie il parlo e, dec i1:ua1itlo 'le fo:·zc <,h:ll'utero già di troppo lang uenti nei casi d'emorragia per inerzia ~ti;seguentc a l parto, si vien a fav orire ;emp1·e riiù l'~morrngia e oon già a reprimerla. . . Il .Barone de Beaufort interpella il Doti. Ma rehfandi iutorno aH'azi ii uo d i· cu: ud suo conceltosarrbbc dotata la segale cornu!u, datchè nega la sua efficacia ne' surriferiti ca~i. Il DoU. i\L\rchiandi non dissimula com' uu arduo probiema gii sia stato propcsto clal Barone:de ~èaufort; percio_ccJ1è l'azio ni! terape utit:i delle sostanze med 1r,amentose cosl1tu1sce uno dei più difficili argomen ti della l\lcdic,i Sciellzi1. Volendo l!!ttavia risponder~ nel modo pi ù sod~isfacente clrn p<1r lui si possa alla fat~agii dom,;uda fa nota re come, \'/)!endo ragionare deli'aiiono delle sostam:o rnedicameutose attenenti al regno vegelaìe , non si possa sialiilir!a rc1zion11lrnento senza tenere conto dei principiì !é,lvoìla d;sii nl i e d'azione diyersa in loro scoperii dilll'anali~i chimica. Lasciando l'analisi della segale cornuta fa!ta dal Vauque!in, s'attien;J a quella più recente del Bonjean. Si sa come quest'ultimo abbia riconosciuti nella segale _tre distinti priucipii d'11zionc ben òiversa fra lo1·q val a dire un prin<~ipio gommoso solubilo ne!!'acquu, il rpiale, ri1lotto ad estrailo, pvrta il nome d' Ergotina che i l 'l'alici 1:Heoi.ono sic~omc dotato ~l'azione diIl.amica deprimente e d'azione !op1ca stitl1ca od aslrmgen te; un altro prind1>io resinos? sòlubl\o. ncW alcoole cb.e ; /idotto ad. estratto, possie,lc un'apone p·o.~111va st1molanle 1 ed IU fin~ un olio fisso di nalara acre e vene-fico, causa del cosi detto clavismo, altrim~nte morbo cereale o rafitnia Dal che conchiade non potersi in modo concreto definire l'azione della segale cornuta senza risolverla ne' suoi componenti i quali, per quanto asserisce il shrnor P rof. Sacbero in un lodato suo scritto su tale ar gomento; sarebbero dotati ~ella soprarneulovat~ azione. . li P,esic!ente lesse · quiod1 nna sua osservazione d' o!!,thma

blennonag)ca eon\agiPsa, nella quale lowi di volo l'antica opi-

niooc sulla mJut a v1và dei contag:.

Questa Storia diede occasione al Dolt. llorelli di notare come buoua parte dei Pratici che riferi~coò8 casi d'ottalmia bleunorragica, s'occopirio quasi esclusivamente d'essa sepza tenere c·onto dello stato dell' uretra val a dire del corso della blennorragia uretrale da cui l'ottalmia trasse la sua origine. èred'cgli necessario segnire minutamente il cor$O della bleo11orragia, di a1teodere al suo grado d'intensità al <le termioa1·si dell'otlalmia, ctrcostauza questa essenzi;,dissirna pel corso e por l'esito dell'ott~lmia stessa, giacché egli crede che l' intensità di qaest'uìtima s1 rnaul~nga in rapporto con il corso successivo della blenoorragiu uretrale. Prende la parol<1 il l>ott. Faure· e fa riflettere che, ammesso e~ser~ l'otla_lmia hlennorrugica cc,ntrall_a per innesto contagioso, Fl puo ~on n sultamento egualmente fohce curare quest'ottalmia S!3uza n volger e la cura all'uretrite blennorragica. Dice che non è dell'import anza vo luta dal OoU. llorel!i il tenere stretto conto dello stato deli'uretra, .essendochè la lesione dell'occbi(', avvenuta per innesto, s'è resa alfalto indipenden te dalla lesione dell'uretra e fr11 i molli 'casi conosciuti d' oltalmia bkonorragica curati con felice risultamenlo , -ancora perseve-antc lo scolo ~r~lrale, !rn. cita un occ_orso n_ella (:linic1t <1ello Speda!o. del Corpo oei Carabnner1, d-1 cm fu tesl1mo1110 1! cav. Cattaneo, 111 un Bl'igadiere, cou metodo di cu1·a alti'>'O generale o locale condotto a sanazione, tuttochè perseverasse le> scolo urctrnlc. li Doti. Dorcili soggiunge non esw,c stato suo int'endimento stabilire questioni sulla natura dello scolo nrotrale nella b!ennorragia virulenta. Egli non crede uocessario eh~ l'intensità dell'ottalmia 1kbua corrispondere ~1 grado delia coesistente blenno1·tai:!ia, sebbene reout i doversi lii.nere conto nella cura dell'ottalmia del progresso della b!ennorragia; ed aver egli a ciò uuicamento accennato p,·rc hè vide che ne' casi d'ottalmia hle1morr?gica si suole dalla maggiore pa1:t0 dei f-ral ki non darsi !a mcntatc.1 im1,,orlanza al C(lrso ulteriore deila hlennorrugia. li Oott. Fabro contesta siffatta importanza asserendo che la gr~_vilà <(e!ia lesione oculare non è in corre iazi_one colla gravità d_elil\ [es10ue uretrale, appogg;ato nll'o5serv..ii1oue dalla quale ns!i!la che freqm,nti, por i11nesto, han evoluzione otlHlruie blenno:r agiche gravissjcie _c.<JU corteggio di sintomi ~ li armanti i!l chi da hmgb1 me&1 sofforsG d'u retrite blcnnorrag1ca , henclle ques ta sia nel sno declinare e tro:visi ridotta a semplice profluvio biennorragico semi'altro scuno o sintomo concomitanle. · Il l'resì<lentc U/Jll croda che Ì'inlensilii del!'oltalmia blennor ra.gica po,sa tener uu rapporto con l'avviamento maggior o ~inore deifo gc_ol_o nrùlr,,le, e eh~, qu,rndo l'otl~lmia b'ennorragica tronst rn1z1,1t,i (;OtnuDque .lòJa ~ucceduto l'mne~lo dall'uretra ali'occbio, perco1Te liberament{) l<i su·o fasi senz' alcuna dipendenza dallo scolo uretrale. ll Dul!. ~lilrchiandi fo riotate come si potrebbero conèiìiare lo opinioni de' duo f>reopinan.ti con 411c.l!a emessa dul Uolt. Bore!!, am mettendo chr., quundo l'oltalmia b!ennona~ica prodotta da i nncsl,l del pns ure,l nt!e rnccede meul re. trovasi tuttavia nel suo stadio d'ac:u tezza l'nre!ri!e hlennorra~ica,ha realmente assai d'importanza !'av1•ertmza de! .Dott. Dore!li , perciocchè dt1e fio. gosi coesistenti allo sladw d'acute21.a , nna nell'urclrn, l'altra nell'occhio , nou possono non alimootarsi a vicenda, <l'onde la stretta necessità cho nena cura debba il Pratico te nr re coo\o dell' una e dcH'a!t ra. Q(1nndo poi l'ottalm:a blennorragica succede nel declinare dell'uretrite ed ha luogo per vh1 di metastasi, in la!c caso pare cba l'.ollalmia m,,riti uo a considerazione esc.lnsiva ~ircnmc quella ci10 è affatto indip1,-ndcute e non poò serbar ak nna dipendenza dall 'uretrilo che è pressochè svanila o non esiste più affa!to. I! Doli. B;irel!i dichiara aver il Doli. Marcbiaudi riferito il giusto o reale suo concetto in proposito e onlla più aver a ridi re su tale ar;:omento. Ii Prtisidenle fa in!erpeliunzn SI\ qualcheduno intl'ndn per a.vveotura leiigere qualche .!Rvoro nella prossima _<\duuanza 1> sottoporre a discussione qualche argomen.to di Scienza. Accenniwdo il Dvtt. lifard1iandi com' il grave e dillicil argomenlo della natura vi va dei cont,1gi, toccato di volo dal Ptesidenle in occasione della lettura dt,!la sua Storia d'ottalruia blenn_orragìea, non po$:;a a pr ima giunlo essere sottoposto a discussione seuz'una qualche perplessità, prega i! P1·esidente a volere mel(cre nell'ordim: del giorno della prossima seduta I.a siffatta discussione, nella quale occasione si proporrebbe egli d'a;rgiunge re nuovi argomenti a quelli già arldolti da! Presidente in fa · vore deJJa d'o llrina tiella natura viva de' contagi, non già perchè sia da esso lui professata, ma solo per chiarire l'oscuro àrgomento modiaulo le osser;•azioni contrarie che potrebher essere addo tte dagli onorevoli sooi Colleghi. . · Alle ore otto o m():~za avea il suo termrne l'Adunanza.


STATO GENERALE NtJIERICO DEL MOVlffIENTO DEGLI A~L11ALATI E

delle n1alat.tie state curate negli Sped ali Divisi@nali e Succursali ililitari di Terra e di Harina nel mese di febbraio ,I 8a2.

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GENERE DI MALATTIA

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Encefalite. Spinite Otile . . . . . . . . . . . . Reumatica . . . . . . . Purulenta . . . . . . Ottalmia Bellica o Contagiosa. Blennorragica . . . . Angina .. . • Bronchite Plcarilo e Polmonite Cardito e 1'~ricardite . Angioite .. Flebite . Angio-leucite. Adenite. . . . Gastro-enterite Epatite . Splenite. . . . Reumatismo . Artrite .. Cisti le Uretrite. . . Id. BlennotTagica . Orchite. Osteite Periostite. Flemmone . ' .

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lEmatemesi .. . Diarrea. . . . . d'umori Dissenteria .. secreti C\1olera 'morbo Diabete . . . .

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A riportare

Totale dei curati

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-ron,,;..;. '""'"'"'"'•;·. ~Uisipola. . . . . . Vaiuolo . . . . . . Scarlattina . . . . . Rosolia . . . . . . . lScahbia . . . . . . . Erpete . . . . . . . Tigna . . . . . . ..

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Riporto

tpocondriasi· . . . . . . . . Nostalgia .. ... . . . . . Apoplessia . . . . . . . . . o Epilessia .. . . . . . . . . "'o Tetano Paralisia ~ z Prosopalgia Ischialgia . . i Stenocardia Nearalgie varie

'l'orino, I 852, Pelazza, Tipo~rafia Subalpina, via Alfieri, na 24.

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Leggierl rnorhi locali

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I Manìa. . . . . . . . . . . .

Vizi organici del cuore Aneurisme. Ulcere. Fistole Tumori . ... Ascessi acuti. Id. lenii. .., ldrocelo . .. . ... ,., Varicocele, Cirsocelo ....... ...o Sarcocele Artrocace. ...i=, Spina Yento;,; ::,: Osteosarcoma o Carie o necrosi: :.i Ostacoli nrelrnli : Calcoli. ferite l<'rattur~·. ·. ·. ·. : Lussazioni ... Scirro e cancro. Cancrena.

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GENERE DI MALATTIA

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Emormesi cerebrale Id. polmonale

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Totali

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36 200 179. ,,

64

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-1745 i861 2886 42 1678

Mortalità relativa 4- meno dell' ,, p. OJO.

11 Direllore Doti. COMISSET'l'l MJd. Dir. Il Vico-Direttore respons. Do!t. Bar. de BBAUFO'RT M.

n.


ANNOI

( a1

5 d' aprile ~ 85~ )

--~v------------------------------------------- ---j

GIOJlNAljE DI MEDICINA MIIJTARE DEl.1 CORPO SANl'ftilUO DELL'AiUIA'rA SAJlDA. L'assoc;azione non si riceve che per un anno e comincia col 1° d'agosto. I! Giornale si puòblica nel lunedì di ciascheduna :;ettimaua PREZZO D' A.SSOCIAZ tO:.'i E

L IO. In Proviocia cd all'Estero, franco di posta

lnTorino . .

L. 11.

L'abbonamento de!;be pagarsi per seme.~tri aolicipati. L.e associazioni per i non militari rice"onsi alla 1'11>0GnAFIA. SuBALPil\'A, via Alfieri, nnmo 24. Le lct.tere per abbonamento al Giornale debòon esser aJfraocate ccl -~ccompagoate da vaglia postai~.

Som,u1uo. - t O Dott. ComssETTI :· Farcino acei,lenlale trasmesso dal cavallo :1ll'oomo e da questo a quello. - 2" T>ott. QUAGJ.IO Ferita da corpo pungente. - ~I'' R ··lnz:one delle C,m forenze Scicolifiche. - 4° Oott. ùfoTTI:-<I: Rivista dei Giornali Scientifici.

------~--------------·-· PARTE PRlllA

sronm

DI CASI RHIAilCUEVOU.

STORIA J) l FAHCli'W ACCLOE:>'fALI~ TIIAS)1E5$(> D:\.L

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ctf~!ISSETT l Jlledico 1Ji,;isio11ale: lelta in 1111a Confi:renza di Scia111befi ,.

J,a 1rasmissior.c ùelia 11Jon :i c1 al $,il i peùc aI!' 1:omo cd iii qt1e$!0 ~ I soli pNI,! cs~end 'era ma i Llll,, veri l/1 per la maggiore pu le dei Prnlil:i !'cori cli cnotroversia, perrnaso allronde qc:alc ~ono cb'un fat to òi 1,iì1 nella Storia d i qncsta ti-rri bi 1e rnul:i ltia per no !ia vt1rrcbl.H.1 a srnu vcre la tenacit,l d',;icuni tntlora incapponi ti i ,; co. ilraria sentenza, crHlei pereiò potere dif'ft•rire l,1 pubhlicazio1;e d' nn ca,o che n;Ì venne fo llo o,sen ·,tr ai pri:11i mesi del!' anno 1850, e ciu tanto piì1 che moli\' i da rn n ind ipendenti rn'impediron in qncl icnq;o di fare lesorn dt tutti gli appu ali nocesrnrii a n ~nderne cséllta e compin ta la oarra1.ione. Se non che ;i vendo ,·ednlo nel nostro G io r nàle di Medicina _Mil'itare più volte cotesta malattia. falla Ot!gel!o d i doli e discussioni per parte dei no;:tri Coll,igh i c1t~P residio a Torino , dove ciue,:o caso fu anzi indircllamenln accennato, p,~risai ~on rit:scirebbe ù i:;C!tro il rif1-irirlo per iii!aBIO succ intamente , ris(•rbarnlnmi d i ritornarvi più lardi cìoè qnando più inalu!·f, iovcstigazio1i i mi ananno dato lusi nga di potere ri torc:1n• co n rnuggiore ponderaz ione questo spinoso (,t.l inlrieato argomento. Il nominalo Carlo Blr.nùinD, soldato 1,c l Regg,imenlo Cavall,1ggìeri ù' Aosta, i11 elà d'ann i 25, di lernpera,nen to bi lioso -Ìi~faliC(> , 1\i co:.titnzione pio\lo5lo gr.,d e dcli C<J.ta, ma ben ft- tlo ddla pH,01;a , non ;:indò mai. soggello pet !';idJictro a m 0L1Uie di cpalcho pn\i!:i e gçdeli'enl. i

roppos !o da

d'uua lodcvnlc sanità . .Era da cir.ca quallM mesi comand,}lO all'assistenza dei cavalli morvo,;i in un'lnferme,ria speciale in Sal111,io allorchìi cominciò a prov3r un dolore olluso e profouùo al lt'rzo inferior.i11lerr.o ddla coscia destra, rna non re<;indù questo uu grave incomo·.ln, pro~egnì sdcnzioso per alcuni giorni a ri c<!ra nel disimpeg no del !c sue incornbt\1, ze. F inélinHrnte cre,ceBli' il dtJ)orc ed accc>rtosi d'una tumefazione alla dt.!Ha regione, si disse arn· mil!alo e fu nel lo stLisso giornl) S di gcnnaiQ ricoveralo neii'O,pet.Li le del Reggimen to. Qu ivi ".ÌSitalo prnsen!ava i St!~uenti fenome ni: tnmore di forma ('Orn pi~nata CLI uvahtre, fungo quan to la palma della rrnwo, cedevole (;011 flulluaziono alqua nto o~cura , doil'nte sollo i.i prcs,i9ne, sitn;il(), come di,si, al terzo inferior•iotern; , dl'lln co;;cia de;tra, no n ac<:ompagnn lo da aHe ra1.ione nel color e ca lore de!la pellc ; li ht!ri e tl rHsodiè intioknti i rnovirrw1,ti chi mu;coli ( 1). Lo ~lato ge1w r:ile nulla 1:lrriva di ri niarclt,' V01P tid cccelt•iazione d'un poco tli db~pr,cienzn: del rc:i\L) nt1 n tnrlrntc le funzion i ualnrn!i, ?.pi re!"•ia p,:rl',·ll~. Le ri,:erci:e a!1am ne; l i('he r;, ,n ~vca,loci me~~i i11 co,r1iiione di VPrnna c;;usa r.cr·e l tew,l,· e i1!11t1ln cako!o del!,~ cnndiz ioni g,: nernl i più sopru indic.:ltc ,· ,;i co11ven1Hl 11 el ! a di,qno si d'asce,o;;o· li11f111icu. In v,sta del doloM pimw,;,o viv0 si copri jl l.' I' i;;lan to con ca!apla~mi di Jin ,cme nctl',H'.qi:a ve::;t•lo minera le, riserbandoci :l i pra! ic;,rvi pi.·1 1.ir.li la p11n,ura. Circa dieci ;iorn i dopo fu a<$:t lito vrir~o sera da 1111 ,icce,so ùi febbre con i!(, lori vsslti m11·,col;ni, :;l[r11n1i la a cans,.1 renm at ;(:h,• : q,1e,1,1 s1·,11,ì dopo 48 ore co I una sempl ice tura nc~ativ a. [n qnc~tn fratterupo e"sendosi reso più doìenk il lmn ri rn, si f,! C:~ n,o t.l i sern pl ,ci Cillil · plasmi rn oil iti vi i quali· furono c<)nli nu3 Li S!M v,,r~o la fi 11c <I BI nw~e ; lcir:po in c11i si (:n•<lt) opporl11ua l'apl!l'lll ra ckil'3;;ccsso. <'.on :r·,,gni uos1 r·;1,pc'taz·oac in vL•c:c <li [H t!< più o meno el aborato si ll arnno circa tre oacle ·c1•11n !iquirln nerastro, sang111no!e.nt1, Cll\1 grnm i i.erastri , poco r·o nsisten!i: ne lle ;.ucccssive rncdicazìo11i ali'oppoW> stil!<'.i a steulo un~ piccola f{'lantit.\ il '111nore visciclu, ~.111ioso e g:allognolo il f]Ua l" ~en prestn antlò di min11cn J n sebben~ fo., sevi aeca nto all'aperturil 11n'al1ra piceola raccolta che ( I) Nolo uoa vo!111 per scmprn chci durnnle il corso d0l!a ma· la!tia foi assiduamente assi$tito ,la: Sigùori Dott. Paoiz·. ard i e Bertini di cui H concors() non mi ven ne rr.ai meno in qualauq ue emergenza.


~90 sembrasse comunicare con la cavità dell'ascesso. Dopo attente esplorationi si vide che un lramezzo membranoso Liam;hiccio, sottile, semi-trasparente divideva il nuorn dal primo ascesso,5 tramezzo èhe si ruppe spontaneamente dando usci la a poche dramme d'umore parimente sanioso e giallognolo. Si medicò a µialto con semplice faldella <li unirnenlo refrigerante e poehi giorni dopo era a cicatrice. Fr;ttanto a ma ltfaòo l'ammalato dichiarasse sta r assai bene e le funzioni lulte si mantenessero quasi io istato naturale, appar.iva chiaramente ch'egli andava deteriorando. Qu indi, in vista della ma costituzione delicata e <lolla nalura deuli asce,si, si n•putò cenvcnieule l'uso interno degli amari ; dei preparati di ferro unilamenle ad un'alimentazione parca e nutriente. • Erano già trascorsi quaranta giorni eirca dal suo in gresso nell'Ospedale ed avevarn appena ottenuta la°guarigione del primo ascesso, allorché spuntò un altro tumore più piccolo, ma con li stessi carattl'Jri del pri?"o, situato questo più in alto e pos teriorn)ente cioè al lerzo medio e nel lato posteriore d,illa stessa coscia deslru. Era questo 11n nuovo ascesso di cui le !'asi in nient'altro ùiOerivano da quelle de l primo se non iu ciò che la fluttuaz ione si rese evi<lc111e in minore spazio di tempo. L'umor usc ilo aveva pure gli slessi cara tl er i val a di re sangue neras! ro in parle scio Ilo cd io parte ~ggrumato che nelle· succc.s · sive medicazioni fu sostitu i!o da poco scolo di pus sanioso e giall_og11olo. Dieci o dodici giorni d'una cura locale semplice bastarono per ottenere b cessazione della sao ie e la compi uta cicatrizuizione. No tisi intanto che la malattia durava òa eirr:a due mesi e che furoòo coolinuati per trenta gìo1·11i di se[!11i10 gli amari cd i ferruginosi, salvo alcuni pochi giorni in cui t-'ebbero contr'iudicaziuni per disturbi gastro-enterici e per qnalche movi1be11to febbrilti pass~ggcro su I fo re ùel primo. Dopo la comparsa di questa nuova raccolla sanguigna ccm1nciai a r iaudar i! pas5alo e mi trovai non poc'.l scontento della diagnosi che sino dal principio io aveva proounziato. '.Per il primo ascc,so avt;!va supposto ch'u11a contusione accaduta nel cavalcare od allrimente non ~vvertita dall'ammalato, avrebbe dato origine allo strava,o sanguig110 di cui la porzione pi1'1 fluida sart>bbc staia assor· Lita. E sin ad un punto questa supposizione era re6a abbastanza probabile dalle co1,di:tioni generali tlell'ammal~lo cl'1e di$si di costituzione piulloslo debole e dilicata e di tempe· ramento bilioso- Iir1fa11:,o. Ma per quanto riguardava il secondo ascesso, la stessa causa fisica, tranrnatica, locale non era più am messibiie. Bisognava trovarne una generale; diatesica la quale fosse capace d'alterare la crasi del sangue od altri men le di pervertire la naturale resistenza dinamico-organica dt>i vasi sa1,guig11i, iu grazia della quale il fluid o r ip aratore pot1isse sor1ire da'suoi riceltacoli e Taccogliersi sollo forma d"aseessi. La diatesi scorbulica 11e avrebbe data una plausibile ~piegazione, ma le condi7,ion i dcli' ammala lo n'escludevan ogni so,petto, poichè , !I ebbene scadente e meschino, non . offriva nè suggella· :zioni, o.è' ecchimosi , · nè~_infihrazioni siero-sanguigne, nè tumidezza di geng ive, nè in fine quel l'aspetto intristito , plumbeo, leuco- flemma Iico caratteristico, per mezzo del c1uale delta diatesi si rivela a prima v~sta . Non saprei inoltre se la Storia dello scorbuto abÙia g iammai règistrati ascessi cons im"ilì cioè fo rmat i da raccolte bene circoscritte di sangue sciolto od aggrumalo senza la prececlenza_di cause mee,caniche. Comunque, gli ~ dopo tali con-

sid1na2 ioni ed in "ista degli antecedenti che comincia.i a sospclt~re foss' il caso d ·i nfezione fa rei nosa. A rendero non inverosim ile la mia opinione, qoand' anche non esistessero fall i anteriori d'asccssi s11ng11igni farcinosi resi di pubblica ragione cla Dévill e, Tardicu ed altri, bastava il considerare che per ora codesta terribile malattia ò bene lontana dall'essere conosciuta in Lutti i suoi aspetti ed in tulle le sue forme. Che anzi é forse qnesta 1'origine d'onde scalurirono molte conlrovcrsie e non pochi argomenti di cui si serv irono con varia forluna e varia fede i suoi avver.sarii. Sorrello da tali consiclerazioni e visti riei;cir inutili i mezzi terapeutici sin allor amrnìnistrati, conferii coi distinti Dottori Pan izzardi e Bertini e si convenne cli chiama r in uso il joduro di potassio incominciand·a piccole dosi per tentarne la tol!eraoza. Avevam :ippena esord ito in tale cura quand'ecco manifestarsi 1111 dolore sordo al disopra del malleolo destro t~sterno e con questo un terzo tumore esallamente conforme ai prim i, il quale, diede pure gl i stessi risullamenti; nel tagli arlo avemmo cura d'aprirlo amp.iamenle sicchl'\ potemmo me glio esaminare i tramrzd membranosi che trovammo paragonabili a sottili membrane sierose semitr:.spar·enti dalle quali vtrniva in varia direzion e intersecala la cavità del\'asce,~o: a questo ne tenne dietro un quarto ad un pollice circa al di sopra del malleolo in[erno il quale si chiuse , e si riaperse qnaltro o cinque volle per dar es ito a racC(,lte iden liche di sangue neras tro aggrumato, e poi ù'u · more sanioso, dilungato in quantità variabili. No tisi che quest'u!limo non riescì mai t1 perfetta e soda cicatrice. lo qneslo tempo cioò a Ire mesi e più dal suo ingresso nell'Ospedale, ornn,i più volte ripetuti gl i acccs~i .febbri Ii e la diarrea. Pit'.1 volte si dovclle perciò mod ificar il re· gime e sospender il joduro di potassio, il qua le, per diria passando, fu portato g_radatamenle sin a qu indici grani; dose piccola ed in~ulììciente che però l'lon l'u possibile di sorpassare a motil'o <lelle turbe ga:~ tro 1;ntericlie. Per soddisfare quinJi in qualcho modo alle istanze dell'ammalalo che ch iedmra ai imenli e per procacciargli nello stesso mentre 111_1 vitto più ornogeueu, fu arJotlata nna dieta !allea che polè .seguitare per 1111a ventina di giorni con appa· renza di fJUalche v,rnlaggio. )fa lrascorsCl questo !rallo di tempo comparve un ·nuovo dolore ed un qui11to ascesso al!a rngione zigomatica sinistra, formato riuesto a differenza degli al tri da una racco lta d'umore sciolto, giallognolo ed inodoro il <Juale si mantenne aperto sin alla mort~. Con que:;t'ascesso lornaron in iscena nuove esacerbazioni e rn1ovi dissesti dell'alvo, di modù che il deperimento andava crescendo a visla fra alternative dì fehbrn e di pausa, di diarrea e stitichezza , ch'io cito sommariamente p(;Jrchè lo ril'erirll' tulle circostanziatamente sa rehb ·opera, più che tediosa, difficjle. Però ad onta d'noa così lunga iliade di patimenti , potendo l'ammalato ad iute1·va Ili nutrirsi discretamente e conservand'egli tullora sunìciente energia morale per non ismetter ogni speranza di riescir a guarigione, prevedevasi perciò che per qualche mese ancM avrebbe resistito nella terribile lolla di cui il ri.sultamento non era più club bioso per nessuno. Quindi è che per non rimaner alfallo inoperoso, ben volonlieri aderii alla propo61a falla dal Dott. Ilerlini di ricorrer all'uso ·lnter'no del carhon animale, e ciò tanto più che la Terapia finora sgrazialamente non possiede contr'1I fa,rcino alcun farmaco d'efficacia comprovata. Per non ritornare più lardi !U gli effetti di questa soslanza dirò


.. 29! clie fu ammini~lrala durante venti e più giorni alla dose ù'una dramma senza verun risnllamento. Io fatti pochi giorni appresso, prt.lria una leggera cefalea che s'esncerbava vcuo sera , ebbe per quattro nolti consecutive iibbondanli epistassi, cessa tu le quali, comparve alla regione fronta le m~dia ed inferiore cioè in corrispondenza dell'u nione degli orsi nasali c<•l corona le., un sesto ed ultimo turnorcllo, rotondo, largo quanto la moneta d'un fra11co, di for ma emisferic~, alq11anlu schiacciata, poco dolente e sen:r.a caoibiamenlo nel ca lo r e colore della cute, il qua lti si rico nobbe in seguilo r ipieno d'umore sanioso e gialliccio, consimiie a quello det:a re~iona malare. Anche qui scoprimmo fa cavi1il dell'ascesso intersecala dalle soli!<, produzioni membranose, dovute probabi lmente al rilassa men lo del te,suto la mellare sollocut,111eo, le qua li impedivano la li!J<Jra uscila dol pus. Uieci giorni dopo, con lo specillo e più tardi con l'occhio istesso, fu anche ch iari ta la carie. A ques to punto cruuo lo cose altorchè a convalidamcnlo ùdfa mia opin io11e cd· a rw rsuasio11e ÙL\gli increduli ollenni di praticar ( !) ai 22 di magi:;io in 1in ,:aYallo sano e scPlto espressam ente l' inocul azione del pus prt>so dall'ulcera della fronte, di cui i risullanH'nli sara nno fedeln1enle esposti più sotto. Prima di pro,eguire dchhv premellere che pt•r qua11le Yol le io abbia esplorale le narici dell'a rnnrnlato 11 (, 11 chbi mai verun indizio di stillicidio datiti metlesimc, ad eccet· lua1.io11u d'nn poco ili muc,, giallognolo disseCl'3lo e d'una tale qua le rossezza della mt11;usa tlel tr:HIH'ZZO Jelle 11arici; rossezza ques ta stola scoperta dal sig. l>oll. Berlini dieci giorni prima della morte o da es~o lui 1n1-1ssa in nota come cosa insignificante e di nessu11a entilù (2). Lo spazio ù.i doe musi circ:a chi, mi ri111anc a perc11rrt·re non offrendo accide11li Jeg n i rli parti cola r i11!<·,c~sc, ùirò in moùo rompcndiato che, a ùat.ire òa CJl!l!.-lò tempo e do po ltn'aYVicenda rsi di ft'\Jbr i ce di calma, il Ù(1fH'r i111e 11to and ù di mano in mano a11rnentaudo . finch(' resasi coslant\l la ft•bure consunti va con cBac,: rbarion i Yespenirrn t~ d iarrea colliq11ativa, l'ammalalo fu ridotto hittcralr11entc a pdle ed os;.a : nila diarrea s'associil in lìnc u,,~ tos;e sect:a cC>n nn~ietà <lì respiro , la r1ua lu crrSC\l:itlc) gi,,ro:il· mente, po;e termine al s110 lungo ~offrire nel ~corno :1!) d i luglio cioò J0po set mc ;i circo\ di molauia. l\'ecrosco7>ia. \'i ricordate, 1:olleghi chlari;simi, d1e prima d'in trnprenth:re la !\:)rraziuue di quc~lo fa l!o h o eslernnlo il 111io ra mmarico per la m,rncama d'ak11ni ap· pnnti i q11al 1, sebb;:oe di non aswluta necl',~i1à per la rettificazione della ùiagnosi ch:'I caso prese.nlo.•, sarebbero tuttavia di non lieve inle re;;sc rispello alla Scienza:> Quc~la mancanza consiste nel 11011 avere potuto, com'io dcsidcran , praticare 11.1!le le riccrd11' volute su l rada vere, le quali , non clulJito , sarebbero di molla utili1à in un argrJ · mento intorno al quale i Paloloa i sono bene 1,>nlnni dal · l'a·rer pronunciata l'ultima loro pa rola . Troverete pèrciò al pari <li me lamcrn levol o chl• ostacoli superiori al m•o Tqlere m'2bbian impedilt> !è.eb1tar111i di qneslo ch'io chiamo

(J) J~ mio dovere di non l11sciar ignorala o pobhlicamenle rin· graziare la compiacenza del Si~nor Colonnello Cav. Broglia il quale nulla ommi;e ondo procurarmi tulle le faci litaziooi ncc~ssarie allo sperimento.· (! ) lo quel momento io era a Torino per !·esame ùì concorso: al mio ri torno l'ammalato era tra gli esti nti .

sacro dovere ed, omettendone i molil'i, mi permcllerete d'espo rvi recisalnenle quel poco che mi fu dato rnccogliPre. Le note furono prese 58 o re dopo la morte al Camposanto do,e mi rnc·ava insieme coi Signori D1.1ltori Panizzardi e Bei:iini on momento prima che il cadavere foss e collocato nell'11llima sua di mora. Abito e$/crno. E maciaiio ne ge11erale portala all'u lli mo gra1lo: ampie r hiazze di colore verdognolo su tull~ l'addomine e parte del to race , assa i pili vistose nelll) regioni laterali: cicatrice al ùi sopra del malleolo dest ro ed ulcera fistolosa al la regione interna ùel terzo inrcrioro della gamha de>tra, dove notammo l'esistenza ciel qua rto ascesi.o: tre ci ca ! rici alla regione inferiore laterale interna e post<:lrioro della coscia destra : ulcera lìslolosu a Ila. regione zigomatica ~i11istra co11 carie dell'osso malare cordsponrl1rnle: ulcera ~perla, pure con carie, <li coloro bi!?io-fosco dell\,si;o coronale e nasale, di forma ovalare e Iorga all'in circa qnanto la mllnela di due fra nchi. Cavità 'llasali . Allargando le ape rture nasali anteriori vi si vrdeva <lissccca ta nell'intorno una sostanza gialloscura e;hc aveva l'aspello d'una crosta , lolla la quale appariva al òisollo la mu1:osa rnsa!e ro,signa ed asciulla. Sp&,;calo il 11aso 011de vedervi più nd,lenlro, fumm o sorpros i ùal trovar ,tifa I lo corroso e dist rullo il sello os~ro delle · nar ici e la carie aùde11tra rsi profondamente cd eslc:udersi in ,·aria direzione :;u l'etmoide e su i turbinati , co,ì che ::p1,arivn 1.:,· idenlc la coutinuaziooc di questa con la carie della n·~i01!e frl')n lalt\. Ui più srdla p:1rele Jestra interna del naso era\' i un'ulceretla rotonda, a margini irregolari, fra,ta gliati, lumiJ1 e fungosi, larga ·qnanlo un st•me di lenl a cd una seconda pit'1 piccola con gli stessi caratteri su la mucosa ehc copre la porzione C3 rld32inea del S!:!l lo de ll,1 ntll'lci . 'O Itrace iò tutta la superficie visibile della pilni1a ri.i, rispcll ata <la IL, earie , era lumit.ia , inegualc e co11erta ria uno , tral0 mucoso-purnl enlo, hianrociut'reo, s1:cco verso le npc r111rp anteriori e variamente ùispost0 a seconda delle s11 inù 1ca t0 i11eg11agl ian:r.o mo rbose e dd le a11l'ralluosità 11a111ra li. I.<! l"s ioni patologiche accennate l'S•t•ndo, !!Ìmla le os!'.>en ·azioni dei plit rinomati Autor i, vernme11 lu carall11rist 1 ch11 1~ prop rie de lle 111al.ill it• monose, ar1:re5co110 vi1•ma)!g iormenlc il rnmmari to di non ave re poluto o no;;tro lwl l'ogio e,-plorar intieramrnle il co11J0Uo :inreo, don, avremmo , enza dlJbl>io ri ~conlrali altri falli pal ologici 1'1 oon minor irnporlan1.a. Perù il caso rwst ro è a11ct> r abbon<la nt~mcnl(! convalida lo dallo !perimento fallo J>l'r m1•120 dt>II' inoc11lazion~ del p11~ sul cavallo, di crn poq.;ovi ora una succiola Helazionti.

B1·eoe esposfr.iune dei rimltam1•11ti ot/e1111ti metiùrnlt1 l'1110c11fozio11 c fi,tta 1nd ta1•aflo co11 il

7lt1 8

l ol10 dall'ulc era,

della fron te del soldato Hla11,li110. A malgrado d·o~ni nostra µreca111.in11e già <la nlcuni giorni er;i tropelata fra i soiòa ti ,tel l{eggim1i11 10 la i:urto pur troppo dl•plor(!\'Ol1:1 toccat,1 al Blandino u le ~tesse ·provvidenze preq:ntive aduna te avevano servilo non poco a dare peso alle voci dia somrrressarmrnle corre,·ano su tale argum~11to. St,bhcn esse avasser il loro lato buono in q11 ~11to che valevan assai pii'i che uoo !a discipl ina a ren<l<:rn ca1110 1! ~o!Ja tll nel rispetto al l~ r~golo prolìlalliche, liHlaYia , ollrechè co11 l' esagera• zione avrl'bhero potuto fa re nnscer inconv1rnienli disgTJslosis~imi per la sola loro diffu,ionl', temeva oe fosse


• avvertito l'ammalalo o con esso anche un altr'ammal ato tocco da un ascesso ltrnto alla coscia di •cui il morale era gia seriamente ~gitalo dai dubbi ch'egli più volto avevomi manifestali iotorno all'a nalo gia della sua malattia (;011 quella del suo c:ompag110. A scanso d:ogni rumore si prest•ro perciò segretamente i dovuti conct-rli coi Sig11ori Gollero Veterin. in 1• e TJotL. llerlini, ed ai 22 di maggio s'addive11ne all'i11oculazione co11 pus tolto dall'ulcera della (roole mezz'ora prima Id a quallro mesi di malattia e trasportato dall'O,pedalo al Quanicre in una coppella. Jfonchè non medicata alla visila del mattino, cir'i nul lameno nell'ora dello sperinicr1to non i,tillò da ll'ulcera fuorchi! pochissimo pus sa11 0uinole11t11; motivo 1)er r.ui fu con esso portala anche la faldella che la CC\(lrÌ nella notlti. Il cavallo era d i rana sa rda d~lle migliori, di pelo bigio, d'anni 7, di Lem pera mento sanguigno-ner,•oso cd in ottimo stato di sanità ( 1). L'inoculaz,one fu praticala in tre punti dinrsi come segue : alla regione a~ccllaro il sig. Gotlero, previa l'incisione della pol lo ed il suo distar.co dal tessuto ct'llulare , i11trodusse uno stuello rii filaccica iowppale di pus sanguigno (2). ="elio stc,so mentr'io feci ponetrare sollo la polle al lalo rleslro di:1l'incol latura un ago esploratore inlinlo 11~110 slesso umore e ripe tili la i;lcs,a operazione a ']Uallro dita trasverse più io allo. Iio lcnlata inoltre una terza inoc11lozi0Hc · al di sopra <lella narice , ma ric;cÌ· impc·rfe.t ta, allcso i 111ovimenti del cavallo. }\Pi tre giorni sm·ct-~sivi s'ebùc a notare: u::a tu111~faziono flenm1onosa, poco dolente, grossa quanto il pu~no alla regione a~cellar\:, clov11ta probabilmeoto ail'.i llo opoTati, o e più anct•r alla presenz,1 dl1llo stuello : nt>sW11a Lrarcia di gonlìezw e riaiione CJIJ31unq1Jo nei sili dove fu fa ti a I' inoculni ione coli' ago : I ri5lezza e d i~appelc11za , nel\' ,11iinrnle. l:>'eslrasse 1u stuello o si lasciò il cavallo .il reg•n:e onlinario. !:'oco ùopo dichiara, ansi sconcerti generali ed un lrggierù motimenlo febbrile il l)Ua!e decrnscf.'11110 1wì spo111a ncam c,11 1e io un col tumore soUoscelJarc I ru allribuito a puro e!Tetto traumatico. La ferita sollasccllare es,;~11dosi resa in scgDilo suppurante con m;irgi ni ind11ra1i, fu mcdi~ala sernpliceniente con lozioni cmollienli le quali sole bastarono, sebbeue co n istento, a promorerr.t· la cicatrizza1ione in 25 siorni circa. In dell'epoca 11c111 1 imanendovi più che un piccolo tumon:llo nel ~i to ri e ll'i ngorgo fl~ n1111ouoso alqua11 lo più sopra oIla cìcalrice e per altra parte il cavallo unila offrendo d'i11natu1 alo qnanlo allo staio generale, fu perciò rimandato al .suo .Squa1lrone e rimesso a suoi esercizi ordinarii ai 21 <lei mese tli giugno. ':-i el giorno G del succe..sivo luglio cioè 44 giorni dopo ]'espHimenlo si ricon oùbe al posto <lell'inoculazionc falla con l'ago all a base doli' incollaluru un piccolo tumore, durv e suppurante nel centro dal quale prendevano origine due cordoni nodosi ed aderenti che estendendosi sempre più co l tempo <;i fecero persuasi chti l'inneelo del pus farcin oso aveva prodolli i suoi effelli conlagiosi. Fu atlor or lioat_a l'entrala del cavallo nell'infermeria (Ì) Per più ampie nòziooi leggasi la Storia riferita per disteso dal Signor Velerinario Dorlacchi uel nnm.0 14 del Giornale la -Ga::etta Medica diretto dal distinto Signor Doti. Coli. Giambat-

tista 'Borolli. (2) Le noie relative furono con molta esattezza raccolle dal Signor Gottero.

1

dove fn abbandllnato alla sola natura: ma un me5e dopo la malattia farcinosa aveva preso lai un incremento che ~ià da,•a segni 0011 dubbi di generale deperimento. Fu allora che radunatici 1111ovam1:nto, si conven ne solloporlo a tulli i mezzi <·urativi Jclla Veterinaria. A malgrado però dt'lla più sollecita cura per molli mesi sostenula con allivita e con non comune intell igenza dall'ottimo Pratico ~ig. Go llero, in ciò seconda lo dal Signore Ber tacchi \"olt:riuario in 2. eù a rnalgratlo dellll ri pelllte applicazioni del forro e dol fuoco localmente e cieli' inl<nna amm i11i6trazione dei compensi tcrapcnlìci pit't vanta ti , allri tumori ed allri cordoni tennero dielro ai primi cd a questi s'oggiousero bolloni caraaerislici sparsi su vari punti, inlìl lra:iioni cdemalo.;e, scoli mor.ciosi dalie narici e la i un unii ersa le depedmerilo che, visto tornar inutil o;oi tentativo di runi dopo perizia d'uomini Autorevoli , il cavallo fu finalmente gi1)dicato morvo·l'arcit1t1so al ri i sopro d'ogni risor, a dell'Arlo e come tale abhnlluto il giorno 15 tli dicembre '1850 dopo sci mesi di 111alallia e selle 1.lalla data dello Sperimento. Neci·oscopia. No n essendomi tro,·ato prosenle ali' atr· tops ia elci cava llo mi faecio lecito produrre lelleral111ento qnanlo a questo proposito si pubblicò nel!a già citata Ga:;.:rtta ltfcdica-J1alimui dal sig. Yoterioario Dert:, ccili .. :. " Apertasi Ili ll!sta vi si rinvennero sparse per oi;ni dove le er.,sioni ulcerose osservale al principio u delle cavità nasali, unitamc1110 a produzioni polipo.se • e canccro~o csi;Lt:nti fra le ossa turbinate cd una <( gra nde quau( ilù di malori<, saniosc e purulente, lral· << tenute nei seni frontali, zigomot1ci , ctrnoidali e sfe« noidali, di cui già .;'ossena,-~no rose le pareli ossee " lantioifL,nui. I.e ulccrnzioni s'innciltrava:10 nella laringo. " dov,, s'arrestarono le nostre investigazio11i, co11vinli • p1Jr troppo tidla uaturn morvo-farcinosa della malallia « tli cui fu vittima il cavallo in segui to a morboso pro" <lotto pre~o dall'uomo t>d iCJoc11lalo com<l sopra . » Ora ehti vi lio ri prodotle lo rni,cranùu vicende di duo -villime <li :,pecic ùiverni elle si sono collo 1-lesso vol~no, p~r co~i rl in:, r.on!rat:comhiata la med~sima mori<~, permettetemi, Colleghi pt'og ialissiini, cbe in via d?illazione ne JcJuca quel poco d'utile che a mio giudizio sembra da ambi i casi derivare: 1o I reuomeni morbosi osserva li nel Bla11dino, come pure le lesioni a11atomiche rintracciate sul cadavere pro· vano più che a sulli~ienza la possibilità dell'affezione morvo-f.ircinosa nella specie umana. l risullamon Li posili vi ottenuti coll'inncslo del pus virulento su l cavallo ne forniscono la controprova sin all'eviùen1.a. Ora oon essc!1d 'ammessa l'evoluziono sp•.rn taoea di detta malallia nt'll'uomo, ne consegt1ita ch'il Illaudino del>bti averla conlrnlla acciden talmente dalla sµecie equina e che della malattia ò perciò contagios11. 2° Il modo con cui s~è manifestala e svolta nel Blandino è ap punto quello che i più va lenti Osscrva lori altri· buiscon alla lrasmissione della morva per infezione cioè con evoluzione dall'interno all'esterno; all'opposto quello con cui si spiegò m~I cavallo è detto appartenere alJ'ù1oc1tlazione cioè con evoluzione dall'esterno all'interno. 11 primo modo essendo proprio dei conta gi volatiti ed il secondo proprio dei fissi, ne consegue che il contagio farcinoso può assumere, come ha assunto nei due casi nostri, amendue Jc fo rme. 3" Giusla le osservazioni di Ellioslon, Tardieu, Rayar


.. 293 e l}elafond ' i sintoml e segni notati nel cor,o della malallia del soldato chiariscono nna <lolle tante forme del farcino crorùco : i risoltamenti patologici rinvenuti neila necroscopia delle cavità nasali rivolano la morV<t cronica. Ora uomo e cavallo offrirono da priocipio i soli caratteri del J)rimo e terminarono tutti e due con prove positive dell'accoppiamento anche della ser.onda; dal che resta du nque provato che morva e farcino non sono che due espression i diver;;~ d'una sola e medesima malattia, cagionata da un _io!o e medHsimo principio cioè il contagio i,pecifico farcinoso . 40 I tessuti n sistemi od apparati più particolarmente prediletti dall'affezione morvo farcinosa nel l'uomo son il .cellulare, l'o sseo, il det·moideo e l'apparato respiratorio. Ebbenr. gli ascessi sottocutanei, la carie, le ulcere nelle cavità na"~ali, la tosse e la difficoltà di re5piro conformano tale vcrilà pienamente, meno però rispetto al sistema dèrmoideo il quale sembra più specialmente assal ito nelle affeiioni farcinoso a tipo acuto. 5° Uno degli effetti primitivi 1Jel contagio farcinoso diffuso a tutta l'economia nel cavalln (effelli confermati da ripetnte indagini microscopiche di Gavarret, Andrai e l)elafond) consiste nel predomi nio di fibrina e d'albumina nel sangue e nella ùiminuiione dei glolmli cioè a dire nell'alterazione della cr,1si del sangne. Ora neg!i ascessi sang11ign i comparsi nell'esordire della malattia e nelle ripetute Ppist,1ssi abbiam a'.•t1!0 un fenom eno morboso il quale tenderebhc a mettere fuori di du!Jbio q11cst'al te· rnione del sang11e anche nell'uomo . 6., .Dall'avern rinvennlo dopo la morte nelle cavità nasali le ulcere carallerisl iche e la carie portala al pii'1 alto grado senza pn:cedenza tli scol i prima degli ultimi dieci., giorni (e anc:ora appena sé n' e!J!Jc in delt'epoca qualche d11bbio se11tort1) res i a anche conf'errnata quest'al tra verili1 cioè che per la particolare confo:·.r.a zione di detto c&vità puù es istere nell'uomo la morva senza che vi sia scolo apparente alle narici anteriori. Dal fin qui eletto pare si possa a fil di Logica conchiudere che 1.1 causa occasionale di rle!ta malallia nel l'uomo consiste in un priucipio specifico, contagic,so, ora ,,o]atile, ora Gssu ii qaab svoltosi spon taueamente nel solir)ede s'introduce nell'econom ia umana in d,,e mari iere cioè per in/'ezione o per ·inoculazione. !::tallili ta qucst 'induzione, ne consiegue qoest'a!tra che la cura de hbe tendere 10 ad ev itar i due mod i rl'introdorsi del contagio specifico 11e!l'uomo , e ciò costituisce la cura cosi della profilauica: 2° una volta introdotto, a trovare compeus i terapeutiei per virtù pari all a potenza del con tagio. Le norme igieniche preventive ben adempiute possono riescire nel primo caso; sgraziatame·ote no n è così nel secondo; almeno finora non r isulta che la Pratica abbia trovato un agente degno di tutta fiducia. La cura dunque è una incognita eh 'io sono con dolore costrello adotlare per chiusa di questa mia già troppo longa narrazione. Però io inclino a credere che gi'iosuccessi nella cura del farcino cronico non sì debbano mettere lotalrnentc a carico deJJa virulenza del contagio, ma bert anche della difficoltà della diagnosi e per conseguenza del ritardo che ne deriva nell'uso d' opportuni medicamenti. Usa !i per tempo cioè prima che il pt·incipio specifico .abbia prodo!·le profonde alterazioni nell'organismo, è probabile che sortirebbero risultamenti molto più soddisfacenti .

76 _Fi.rnl'l'A l>A CORPO PUNGENT~ (Storia del ,Wedico di Battaglione Do/l.

QUAGLIO) .

Verso la metà del mese d'ottobre del p. p. anno 1851 fui chiamato a soccorrer llil vispo rnga.zzo <li sette anni ben conformato della persona , fìglio aù · t111 Uffìziale del Corpo a cui sono addetto, il quale erasi , giocherellando con a!cuu i suoi coetanei , confìccalo 11o lla mano destra 110 ferro da maglia del dia metro d'una grossa penna .di corvo. Si fotto corpo strar. iero <lai punto di cgn!allo delle eminenze tenare erl ipotenare era ptHH~lrato in direzione obliqua ~ino sotto i comun i integumenti del h1 superlìcie dorsale della mano e col la sua estrem i là acq1a araai im· piantato strettamente fra i capi a-rlicolari del!e giunture me:acarpo-falangec medie, dove l,1 notevole di,lensioae de.Ila pelie oc i.idicava la presenza_, menlre dalla faccia palmare t,v1 ern d~I for·o d'entrata era scomparsa ogni traccia del medesimo per i ruvi<li maneggiamenli operali da persone imperi le le quali nel tentarne l'estrazione lo avevano ro tto reslaudo questa estremità i~nicchia!a entro al tesststo ce lluloso sol!ocutaneo. (Juando visitai l'arnrnalato, ciò fn un'ora dnpo l'avve · nimenlo, nella mant1 di l11i era insorta una leggiera tumiòei.za co11 ,H!doloramento : rnancaro1w però qnei fenomeni nervosi che sog!ioa accompagna re lò les ioni incompiute dei nervi, nè era vi apparcuia d'em9rragia; motivo per Cll i ho giudicato non esser offeae parti essenziali, ad ecceltuazione del l'aponeurosi palmare la quale nel tragitto percor,;o (la Ilo strumento f,-ritore non aveva potuto in veruo modo sfuggi rne l'azione. A malgt'<ldo tle'ensi che sono registrati negli Annali della nostra .Lelleralura Ji corpi e~tranei i.li questo e d'altro ge11ern dimoranti per lu11go spazio di tempo in alcune p~rii dell'organismo umano strnza 1.lam10 d1 chì li portava, voleud'io uullamen evitare il possibi le strozz:i.mento, reputai nf-lces5aria la pronta estrazione del forro e mi ,'accinsi nell'istante. Se non che riconosciutala· di troppo diffit:il esecuiione dal foro d'ingresso per .la profoudità dell'eslrcmo rotto, profondità a1 1mentata per l'infìan.11.nazione syoJtasi duranle il lenipo frapposto il Ila chi,unata dd l' Arte, memore alt ronde del precetto ,Ji Celso «omne telu1ii extrahitur aut ab ea 11arte qua ho divisato estrarlo venit, aut ab ea in quam tete-ndil dalla parte opposta cioè dal punto stesso delfa superficie dorsale della mano da cui sarebbe sortito se la potenza che avevalo spinto fin sotto i comuni integumenti ave_sse ancora continualo ad agire . Affidata pertanto ad un Assistente la mano del ragazzo, ho pralicalr) sulla supedfoie dorsale della medesima frammezzo ai capi articolari delle giunture melacarpo-fa lan gee medie, un taglio lineare della lunghezza d'un centimetro e mezzo, med iante il quale l'u facile scoprire la sot. tostante punta del ferro che afferrai tosto con pinzette di vario genere colle qual i ho tentato di S\'etlorlo dalla sua sede: ma fosse che le pinze pcrchè di poea presa lo lasciassero aù ogni minimo sforzo sfuggire dalle loro branche o fosse per la 6olidi tà,con cui era impigliato fra le due articolazioni su citate, fatto è che, dopo avere più volté ritenta te le prove senz'alcuna riuscita, dovelli appigl iarmi alle lanaglie comuni che quasi per inspirazione s'affaccillron in quel momento ali'idea. Con essa streila di bel nuovo ben bene Ja punta del ferro , lo trassi con molta 1),


~94 forza verso lii nw cd in tale modo mi riuscì fìnaìcnenle levarlo via con grata sorpresa dei genitori che desolati assistevan all'operazione. li pezzo estrailo era lungo quattro centimetri cin:a. Prosciugata la feritll per me ,falla, ne ho riunii, i margini per prima intenzione e, convcni~ntemente adagiala la partii, ho prescrilli i bagni ghiacciali con sollo-acetato di p iombo per mezzo di compresse da rinoov.irsi ·senz'in1erru1.ione. Mercè di questo rimedio locale e di m oderala dici&, dichiaratosi nel le successive 24 ore un leggierissirno movimento febbrile che ho ·sedato con l'aggiunta di bcv.andt1 riufrescativo-calrnanli, ottenni in capo a tre giorn i la guarigione perfetta tanto della ferita accidentale clw di q·uella arlalamente procurala. Negl i auda li giorni ,ivendo veduto il ragazzo mi rnno assicurato nuovamente del la sua guarigione rnenlr't\g_li attendeva alle occupazioni d i sllldio corne se nulla aYesse sofferto mai. Rifl,cssioni. I Classici d'ogni età parlando Mile fcri!e da corpi pungenti giudicarono gra.vi codeste lesioni quando interessano le aponeurosi e parlicolarmenle quella clella palma della mano. Cel,-;o nel lihro V la dico di guarigione dillìcile, Sam . Coorcr, Larrey, Boyer, Dupuylren , i\.lon teggia, Vida l dc Cas,;is, Hoche e Samsou e pres,ochè lulli i Traltalisri an1metlono d' um1nimc acc(>rdo che spesse fiala! questt1 lesioni di con.lirrnilà son accompagnate d.a gravi accidi:nli inlìammatorii C che la cagio11e di la i i fe nomeni proviene quasi sempre da che lo strumento f'eritorn è penelralo f'ra parli strelle da forli apoucurosi le <1uali s' oppongon al gonfiamento dei tess uti lesi: s'adducon in esempio le punture profonde de i tegumenti del cranio, dei diti, della palma della mano e della pianta <le l piede. L'osscrvnione qw\tidiana ciò purn dimostra: la puntura d'una s pina ne l polpastrello d'un dito non dà forse luogo soventi al paterecdo ? La S{;al(ìtura dell'aponeurosi bracciale inavver ten temenle falla nel salasso del. braccio non induce forse frequentemente il flemmone della parte? D1qiuytren in fine nelle sue Lezioni orali descri ve uu ca~o di contrallura ùigitale il qual ebbe iden tica la causa producilrice come quello <la me narrato(*). Ciò posto io credo poterne dedurre i seguen ti corollarii : 1. Che, sebùe.ne il caso da me esposto non abbia avuto couseguenza alcuna e sia anz.i stalo seguito da. pr onta e perfetta guarigione, non debbe il Pratico lìdare mai ncl,'ap1,~1'.ente s~mplicità di. codeste lesioni, .ma è s~10 dov~rn porvi 1mmed1atarnenlc riparo con adattali mezzi curat1v1. Tal è l'op iniooe <li Vidal dc Cassis: a questo proposito egli così s'e~prime (< s'il esl vrai qoe leu r clanger ail été « exageré, il est exacL lle dire aussi qoe que lquefois celle • qui se presentr, d'ahord sous une forme henigne est » suiYie d'accideols gravcs. n 2. Che mollo cuocorre al buon esi to di queste fe rilc la presta estrazione del corpo sttaniero, ancorchè di diametro non cospicuo, poichè eccettuali gli agh i lìnissimì di superficie liscia e pulita , ogni a 11 ro strumento pungente non può rimanere innocuamente nei tessuti viventi dd nostro organismo-

C) Non allrimetite che di fornn acuta e pungente dovev'esaere i l corpo da cui fu ferito n,lla mano il settuagenario portiere ci· lato dal Dupuytren, e:1send' impossibile che un pezzo di legno possa solt'altra forma conficcarsi nell'aponeurosi palmare.

A q1;1cste circoslanie in fatti io debl10 ascrive, i! fdice risultamerilo (,llenulo il quale non avrei certamenl<! conseguito Sf! per poco an-cora s1 fo,$e tardalo a ricorrer a.i

meui chirurgici.

RELAZIONE DELLE CON11EllENZfi SCIENTiflCUE

:eCont_intwzione del

mese di Noi,:emùre ).

Presieduta dal ll[ecl. H.egg. Uott. Caire, procedeva l'Adaoauza oel giorno 11 alla nomina d;in Seg1:etaro in sos!ituiione del Doll. Mazzi traslocato al Forte della Specula, ed era per votaiiono segreta ed a pluralità di suffragi nominato il Dott. Pizzoroo, i! quale, per ragioni di servizio volendo declinare da quest'onorevole ufficio, f'u clal l'residente con lusinghiere parole conforlilo ad accettar il mandato. Leggeva in seguito il Dotl. Gari·baldi la Storia d'una violenla distrazione clell'articolazione femoro-tibialc tnccota al sold,1to Simone lllallet e cagion.,ta da violento sforzo fatto su l'eslremi!à addominale destra per non cader a terra mentre s'addestrava negli esercizi ginnastici. Quosla malattia , trascurala per due mesi , aveva già prodotte profonde alterazioni oell'arlicolazion(I, quando l'infermo si decise: a chieder i soccorsi dcli' Arte. Alcuni salassi prontamente pratica lisi e due o-perazioni di mignatte alla località indussero ben prrsto un notabile miglioramento nei movimenli dell'articolazione arnmalala e nei sintomi della flogosi ·locale, ma un senso di fluttuazione alla parte inlerua_ della medesima arlicolizione che si rendeva per gradi sempre più palese, indicavà una raccolta di liquido o nella capsula sinoviale o nelle parti adiacenti. Sul dub bio che ciò potesse dipendere da trasudamento di linfa plastica, solito ad operarsi ne1le parti attigue alle arlicolazioui, si fece ricorso all'applicaiione <l'un vescicatorio e più lardi al raulerio praticalo con la polver e di Vienna; dai quali soccorsi terapeutici non solo s' otlonne qualcbc miglioramento nei movimirnti articolari, ma si rese anr.bo pìù superlìciale ed appa rente la fluttuazione, la quale, come fu manifesto d,111' apertura tlell'ascesso praticatasi col farro, era riferibile all'esistenza di vero pus cbe si riconobbe oon in eccedente quanli 1à, non di cal.liva naturn., nè occupante il cavo ariicolare. Dopo votalo l'as('.esso , procedeva leotamcnle Il\ guarigione, quando per cagione sconosciuta comparve un flemmone alla parte sopèriore del polpaccio delia gamba; il qu,dc flemmone lerrninù t)UrC con abbondante suppura·lione a cui si diede parirneute esito col ferro. Quivi il Dott Garibalcli foce no!arc cvmc lino dal primo manifestarsi di questo secondo flemmone il mig!iornmenlo ctell'al'licolazione femoro-lihiale andò progredendo eosì edcremcntc che la guarigione 5i rese compiuta quando s i vuotò l'ascrsso della ga mha, quanluòque questo non avesse ;;lcuua diretta comqnicazioue con quello che prima ~sisteva in prcssimilà della sucldttta articolaiioor. li medcs;mo Doti. Jied <, quindi lin alla sua Storia con alcun0 cons·dorazioni ragionale su l' esito di questa matalli,1, ritlelleudo particolarmente che, se molto aveva operalo l'Arte per la guarig ione del morho, mol~issimo v'ave va contribu,to la 1nlura destando nelle parli estrarlicoiari un pro· cesso infiammatorio tale che oou solo valesse a rivellere <h1lle entrnrlicolari, ma facilitasse beo aoehe al Curanle la diai;nosi e la cura dell'cffelluatasi suppJrazione. li Doti. Caire nolò ~Ilo Slor.iografo come} l'incertezza stessa manifostala nel diagnostico noo po lesse autorizza.r il Cnran le a stabilir anche a posteriori che !a malallia avesse soli1 sede nelle parli muscolari o tendinee o che perciò, anzichè posHivamente, in modo dubbioso avrebbe dovuto manifestare quest'opinione nelle sue conclosioni; notò di più che, per non essere slala la cura antifiogistica bastantemeuto energica e prolralt& ml principio della n:ialalli.1, questa dovette linirc con la sup1rnrazionc J:1 quale forse si sarebbe evitala quando si fossero praticale più uu r.wrosc sottrazioni generali o locali di sangue. R ispose il D,>H. Garibaldi che l'incertezza della diagnosi era stata una con1egue01.a quasi necessaria del lungo tratto di tempo che l'ammalalo lasciò correre prima di manifestar e le suo sofferenze; ma che l'apel'lura dell'ascesso avendo fallo conoscere ch'erano solameule lese le parli attigue a\l'ar!icolazione, egli aveva creduto di potere ciò stabilire positivamente nelle sue conclusiooi; che finalmente immerilalo gli sembrava il rimprovero per r iguarcl' al metorlo di cura adoperatosi, poicbè lo slato delle parli ammalate nel tempo rhe il Mallcl ricorse allo Spe<lale era forse già tale da re nder inutile qualunque tent,1livo che si fosse voluto oppor ella snppurazione. JI Doll. Scazzola richiesi: il Collega Oolt. Garibaldi dei come polcss' accadere che la distrazione aven<l' avuto luogo nella parlo interna del!a gamba ed io vicinanza delle inserzioni tend inee, la malattia poi si fosse nHnifestata oell'arlicolazione stessa. ll·Oott. Ardin.one rirhiese poi anche lo Storiografo se i l flemmone s1 fosso manifes tato nell'interna o nell'esterna parte dell'articolazione, poicbè, quando si fos~e svolio esternamente o superi ormente , ·1a sua formazione poteva derivarsi dall'azione della stessa cau,a distraeute su fa membrana siuoviale che riGENOVA.


295 vesle la parto superiore del perone, od in que.;lo caso la spie-

gazione sar<>bbe stal_a facil~ senza l'ic.orrex: alla forza m_edicatrfoe della natura. rusposo il Oo'lt. Gat'lbald1 elle lll malattia non erasi veramente svolta nell' articolazione, ma solo nelle parli attiune e ciò forse rer il violento sliraceb1amento dei muscoli contratÌi su le parli fibrose della ·tampa d'oca; che il .!lemmone stava precisamente alla parte superiore tlel polpaccio , non comunicarn con l a membrana siuovial.e ed era ped:Ollarnente isolato. Il Dotl. Znvnllaro, non sodd1s!atlo della spiegazione data dallo Storiografo io quant' alli1 genesi del flemmone, disse opinar egli cbe, lungi Jal doversi queslo considerare come critico, doveya in ve~e ritenersi_ sicc~m_e .prodollo rla,lla _s tessa cagiono cho rngenero l,1 malattia pnrn1tlva. A quesl opw1ono s'acconciò anch' il Doti. Caire , ri tlellendo c he dalla Storia stessa del fallo chiaramente risultava che In lcs= ,ono priruitivll, non raffrenala da adallo meloclo curativo , s' irradià al polpaccio della 11amba e passò ad esilo che si sarebbe potuto impedire con ona pi ì1 energica curu antint>gistica. L'os,1mc dello slalo sanitario delle nuove Recinte impedì la uoovocaz\one della seconda Coofcmmzn. Au:ss.rnoni.1.. Nella seduta dei 3 il lllcd. Uiv. , iu assenza (le i Dott. Capriata, es pose un cenno storico della malallia òrl soldato Gertano. entrato nello Spedale ai 3 del mese rl'ottobre, ricoveralo nella Seziono d<>I prefalo {>oli. Capriata o resosi defunto nel giorno 18 del mc,lesimo mese. Riferì perlanlo che la 1milatlia del Ged~no offriva uei primi giorni la fo1•ma d1 gastroepatite lenii\ t:on gonfie1.z;i all'ipuco1ùtrio tleslro, coo tiota illerica pronuncialissirua nell'a'bilo eslcruo <iel corpo o nell'orina, con feccie ioùuril~ e biancaslrn e che <1uesta malattia fu rib .Ho ad ogni sussillio anlilloi;is!ic-o e - risolvente, come pur ai rivclle.nti cutun~i shtli impuii,:ati; cMÌ cho uell'ullima sollimana del yiver suo si formò un' uscite nolahile e si dicbìarò una febbre vespertina che prese tosto il lipo ùi .sabcou\inua e p,1i di continua, la q uale troncò lo slama della vlla nel Gcdano. Ilifed come I' ;;alvpsia rivelò ~iallastra la raccolla sierosa ascitica , entro (·ui nuoluvau() fìocclli ~elalinosi; il sacco peritoneale inspe$sito o ttì color fosco ; ìl fegato p<'r il \ratto di quallro diti trasversi a,!<>n•ulc alla superlìci.J carti l.1ginca interna clcllo pri me coste !tj>111·ie ; la ,·esc.ica biliarl' semivota ; unu de;{enerazione ccrd,rirorme mannorei;giata in colore bianco e ~iallo, di coas;stema lardacea, la quale occupava la superficie concava del medesimo fe1Zat<1, ('Slcnrlendo:;1 llal suo m a·giu anteriore sin al solco travNsale; i con,lotli "PUlici mollo ,li111lali per la pressione snl'!'tirta dalla bile rignrgit.iJule a cariione della compressione e rlc llo s!iramculu che derivava al coledoco dt1l luroido parenchima drcomhmle la fossa cistici\ o la loniziludinale; le r,·slanli vbcN·e 1'clle c.ivitit splancniche scm.'alterazione di ~orla. Il Lloll. Al~iali, ramm;,nlanclo le rifl<'ssioni siate fallo dal Oolt. Ya1,1icnti uc lt.1 luruata aoleccL11mte {Y11(!i ~ - :33 elci Giornale) su i domi nanti stati morh11si viscei'ali , espose averli :.u tale argomento fermate le sue inthHlini, pr,,nriendo in particolar e.,amc le cause the p.>r avvenln r.1 formare potessero l'eziologia di silfislla esscuw morbosa, sul qual nn;omcnlo uv;ebbe maaifostuli i suoi pensieri nella prossima tornala. li Oott. Yaglfonli , a quanl' avevu ~Hl iu proposito esposto, a:1:;iuuse ehe le mala!\io d,nuiuanli in,1kate , q1u1odo sn no ili lun1,to corso , termina no ~oruprc per ,folitescenza. li l\re,t. o ·v. ritléttè. e ad esso lai annuì il Consc~st\ , elle dall'alluazioue ùec,li tisercizi ginnastici lo infermilà $p<l/lta11ee eraosi ieneralrneute fatte più rat'll e le domina11ti ridollc a ma~giorc somplicilà. :"ion ommise pnrò di noia re clrn I' Armdla attuai mento è depurata con sollecitudine maggioro doflli uomi ni 111alat.icci medi,rnte le pr(lnle provvidenze di riforma; che la medesima è presentemente assai acconciamente ac<iuarticrala e mollo mu::dio nu'ritn in generale, ma più St)eci 1hnente per rigoartl' al pane il quale sì conlezioua ora t!'ollima qualità . D0po la lettura ed approvaziol'e del processo verliale, nella sedL1ta <!egli 11 il Doll. Alchli prtlso la parola su le riflessioni prouuni'ialo su l':.irgomenlo delle rnatallic domi nauti, rifl'rit(lJ dal Dott. V,t!;lienli allo foLb ri pe.riodicb0 complicale a condizioni mofoosr viscerali , ;11la gastrosi, agli stali congeslivi, ccc. Disse perciò che , ammesso il reale dominio lii lali m:1!allie, e~ii portava opiuiono cbc le rel.ilH:i periodiche oon fossero fuorchè sinlomalicbe <lì queste omoputie diverso, a ciò indotto dal rifiesso che per l'ordinario scompare la fel.ibre cou la cura dirella dello malaUie viscerali seuia ricorso veruno agli specifi<;i chiuoidei: intarpellò qoiudi il Doli. Yaglienti por sapere so questi convenisse seco IL1i nell'opinare cllo la febbre perio<lica 110 0 sia fuorchè uno sforto fisiologi co , una resistenza vitale con la quale la natura tenta di vincer i malo ri che lu lravagliano e se credesse che la causa prossima degli slali congeslizii notali avesse sede pialloçto nel sistema ucn·oso o nel vascolare od in entrambi. Rispose il dottor Vaglienli cbo lo alcuni casi da lui notali la febbre periodica si mostrù per alca ni accessi quando l'ammalato era già in perfetta (appélrentexnente almeno) convalescenza; cb' in allrì casi apparve cou l'esordire delle suc!détte omopalìc per non ricompari re più, mentre 'elle quesle progredivano nel loro corso; per il cbe, mentre con-veniva con il Preopinanle nel giudizio patogenico della febbre periodica

complicata alle cltscrilte viscerali infermità , opina,•a poi essei-e condizione più favorevole e forse nct:essaria all'evoluzione dell 4 febbre periodica la minor intensità rl'azione che questa su quelle cserc,ta: rispose quindi convenire parimente con il Preopioante nella sentenza elle la febbre non sia fuorcbò un molime,i naturw ad ea;pelkndam materiem morbosam : credere però che questo sfori.o o l(UOsla riazione fisiologica, quaud' a luogo si protragga, possa produrre l' irritazione ed anche la llogosi, uello stesso modo ~ppunlo che cbi L1sa di liquori spirit~si prova solamente so le prame tal un grado d' esallamenlo vitale che gli _riesce grad_ilo e confortevole, perchè ancora nei limiti nalorah, ma c:.mt1nuan~' ìn vece nell'uso di quelli, qaest'esaltam~nlo lrasmo~a e riesce in congeslioni, in irritazioni, iu llogosi. Risposo 11d ultimo eroder eg-li che la causa prossima llelle notate condìzioui congestizie risiegga primitivamenle nel sistema nervoso, ma che rn seguilo vi prenda parte allivissima il sistema vascolare. Sog(;iuase il null, Alciali portar egli opinione rhe quando con l'esaltamouto del sistema vascolare concorra il petvertimeuto del!'a:r.ion.e orgauico·v!t(lle, non vi ~iu più sem~lic.1 congestione oti 1r_rita~1~ue cong~s11~1a, ma 1Jeus1 vora f1ogos1 : a) che il Doti. Vaghenh rtspose d1ch1Aranlo francamente che trntazio ne congestizia o n11gosi suonano per lui 111 medesima cosa , e che perciò sarebb' egli disposto a combatterè la dollrina opposta di 'l'ommasini, non con lo scopo cli gettare le fondamr.da d'una noye!la rJ<it.•rina in un ar,i,oroento <li tanta iroporlamm, ma solo per por((e r u ciascheduno dei Membri cieli' Adunanza l'opportunità di svolger in proposito lo particolnri loro opinioni. Cominc:ù perciò il medesimo ti.il ricordare che le cause, i sinlom i e la cura son,1 comuni acl entrambe le espressioni palolo!!iche · che 0011 è concesso al .Uedìco di r,1vvisare mutazione organicà t~le che val~a.a sogntil' il punto in cui cess~ il processo irrilal1vo-coof.est1Zto per ceder luogo ulla tlogosi; cho il trasudamento, ' i11fil1razione , fu deposiziuue di liÒfa plastica l'ingros~amenlo, cc·c., nei_<inali il Prof. ìllartioi, fra gli altri; riponeva 11. cara_tlerc essenziale della flogosi, nun son on pr,iclollo es.:lusn·o d1 tr11csl:i ; del che potrebbero fa re fode le pronte opacità non mono proutamonle <lilcgu.mlisì, ch "cJ succe<looo tal volt~ nella cornea sPnw che possa dirsi essen·, f'Sislita ve ra Ooirnsi, siccomo a lui toccò osservar in un caso d I cui fece breve 'narrazio~e. qµpose il LIJlt. Silzia al l'reopinante cho 'fommasini non t;Fsò 11 carattere f'ssonziale del'a flogosi in alcuna mutazione organica determinata, ma si bene nel corso nectissario indipendente 1lalle_ca use produttrici e noll'impossibilitil <li poter inl~~rump~r 1! medesimo con <1ual11nquo siasi metodo carnti.vo. 1.tpresc il Doli. Vagli on ti a. notare comt1 Tommasini acco nsenta poter ~n· in~a~maziono. n_el sno e.,orrlir $Ser i11terr,11ta da oppot·tun_, prtls1rln tcrap11uuc1 ; come consti dalla 11uolidi,10a osserva.nono pot9rc riso! ve1·si i p1·oce~si ùt forma llo,,islica al 3• 4° e 5'' gi<ll'no,, e come p(lssano pervenir al soprorrw ~rad,1 di lor· acutczz.1 111 te111p1 vari i; com1:1 tiualme nte l'andamento che la llogosi a!·rivata a,! un tletermi~ato grado . di sua esistenza rlebbe qua~1necessariamente compiere, non sia propl'Ìelà della ~?la fi_11~os1, ma b~a ~nd1e dcgii sles~i ac.-:essi di febbre periodi~ , 11 cor~o d1 c,aschcJuno dei quali, una volta svolti debb_es1. rer nccc,,_silà romplere , nè si può arrestare con ,1ua1:mquo sias1 ternpenlt?o pr~s1dio; ~onc!1i11se perciò con d1r<J che il nom.e d1 f1 (!11os1 nel h11guagg10 d1 Tornrna:;inì altro n m suona per 11 ~rallc~1 se uon che uno sladio d' un proce,.so <'ssenzialruente 1de11t_1co , uel(a cura del quale queHo prt)ode per norma l'app_aral? s1nto1!3allco e I) ·r iscop1, la riso!uzioue o quell'altra term1r.az10110 p: u favorevole cho possa ottenersi. . I l Mcd. ,ni~is. tocc~ d~ll'.1.s?mrna_ imr(or:tanza ,ldl'argomento ~1scnsso ~ 1~ 10 qr1a!1t ali ot1lita pralìca, s,a m quanl' olla Scientilica erud1:i1~ne e d1<se che, per riguard'alla pralica utilità sarebbe cosa pero1c1osa il prefiggersi e seguh·e lo tracce d'un sislemaerroneo, specialmeutequitc.doq uest'ioducrss'a profonder· a sproposito le f~rze.doll'c conorn1a con lo sotlt·azìonì sangaigoc moltiplicate: nolo poi che, ond'un argomento così vasto e tanto disc1.1sso rinsc.isse di profillo alla S/ionza, conveniva uon trallarlo di volo llla _soff~r~a r~i sa I~ _PiÌi recenti elucnLrazioni di sperimtlnti stali da tns1g111 l'ral1c1 consacrali alla cognizione del medesimo · sperimenti questi ch'il medesimo :Uedico Divisionale si com~ piacque ricordar ~Il' Aduuanza prima di scioglierla. Nella souuta dei ~4 Il Volt Capriata lesse un suo Scritto iotilolalo : Dove s~iano l'in{iammci_zion_e e l'i~ritazionc, v1·ima ori.<Jinf delle malattie. In questo scritto 11 prcl.ito Dottore cominciò daJ fare parola dell'ia!lnsso che gl'imponderabili escrcilllno su la natura ur_nano ed in particolare dell'e(ottricità dalla quale derivò moto e nta per tutto quanto è suscelliliile di moto e di vita: passò quìod1 a rassegna le morali cagioni cli rna!allia e disse che il successivo moltiplicarsi delle varie passiouì, meni,·' accrebbe sempre più la. depravazione nei costumi dell'uomo io,,enerò pure nel .di lui fisico una serie_di malori dai quali or,/ affatto libero nello slato di natura. Toccò poi delle diverse Uvltriue Patologiche e si fermò su quella di Ge romini che ha per base l'end?si:nosi ~ l'eso~mosì, no~ c~e su q~ella di rommasini il quale d1slrnse l 1rrlta z1one da ll'10hammaz1one da c10 che la prima cessa appena ceuata la causa che la produsse , mentre la seconda st'


mantiene ancorchè aHontanate le cagioul che ia prn_ruo,sero: ' ripose la caus?. prossima della flogosi in oua lotta o nazwue dolla j fibra viva conlr'i maleriali disa!Tìni che aveud'invasa l'economia, · , tendon a distruggerla: di questi principii_disafihfj s_la~ilì esser? unico veicolo i! :;angue ed rn conferma d1. quest opinione r~co l'esempio della lue v_c uerea ereditari.i la _quale si C'.ln_trae\lal telo !. per endosmMi, non essendovi in questa ctr?OSlauza allrayomumcaziooe col! la mad ro fuorchè quella del sistema saogu1::;no ùul quale ricordò le mutazioni nel j)assagio che fa il b,unbino dalla vita uterina aìl' cslrnutedna. Dopo a vere poi indicato come le arterie sieuo fornite ,Jell11. ll•naca media re~1~tente e destrnala appunto a sosteuero !'orto dellecoionnesanguigne nella s~i~ta elle tt\leste l'icevouo dal_cuor.e; dopo av~rn. de!lo che la nutr1z1one ha luogo per mez:w oe1 caµ111ar1 m·lerios11 quah perds:ndo la tunàca media si convcrl~n in due o tre capillari venosi <.,he_accompagnano ciascheduno capillal'e arterioso, amm1s:: che :l sistema arterioso è soggetto esclusivamcnll• al sistema nervoso gangho11aro e che <la· quf sto riceve gli stimoli parziali, d'oud_o la tumid~zza , lu rossezi a ed il dolore, il qnale non censi doro se non clìe com' un ~mt(lmo, perchè comune a varie infermità, ancorchè determinate da agenti diversi a tenore delle diverse diatesi. A spie-gare il com' ora si svolga l'irritazione, ora la flogosi, espose !i segoenti esempi" òi due uomiui che si espongano ali' ius~tazione, uasce in uno una risipo!a passeggi era che to_sto cessa, cessala l<1 causa · ·segue in vece nell'altro l'cn1z1one ns1p.o lacca, poi l' aìle1·azidne erpetica , quindi la risipola Hemt?onosa, ecc.; la qualo diversità da ciò d1peode_ch~ 01oJl'u110 esiste Ja diatesi mancante nell'aliro: lo stesso d1cas1 d una ll:s1one violenta ÌlJ quale, aveud' operato con t>guale forza e violc;1za i_n due div erse per~one, produca nell'una una ~empl1cc ecclrnnosi, meulre nell'altra dia lUOO'o acl una forte infiammaz1onc ... . . " Finalmeotc a spiei;;are Ìa gwesi delle produzioni !Jrganie;he suppose operarsi ques!e per l'attrazione esercitata dai moli ''!· tali rlella fibr,\ stimolai-a <la uoa 111.iollecola, ad esemp. , cartilaginea, per la q•lale attrazione . nuov~ ·mollccol e ~lruugenee s'uniscono success:-vamen te alla pnma, risnllaodo ne hnairnenle il lnmor org;in ico ora cistico, or acistico. 'l'crminal~ la tett~ra dello scrìlto del Doti. Canriala , il Do!!. Alc1atl Gom.undo a ques,i se l'uomo supposto· u'ello stato _di natura, vc~giuc d' ogni principio disamnc, sia parimente 10allaccab1le @! proc.e,-so flogH1co. Rispose il d_ollor Capriata esser _inne~,)bile c~0 !'.uomo nello staio di naiura rnccrrotb godeva d1 sanlla assai migliore di quella eh' ora goda nel deleterio ioflus.w da cui è tocco sovente vivend' in socie là: tanl' è ciò vero che , disse egli, l'uomo ben più che i brati va soggetto all e infermi,à che lraggon origine dal predominio delle passioni e dai vivere diet~iico scorrello ed insalubre, com' nd osempio l'opalitc, l,1 febhre tifoidea, le pt1riodiche perniciosl\ e simili. 11 D,)tl. Al<;iati foce notare come nello stl'ilto del n ,1lt. Ciprlala vi fossero due orqini di nozioni, delle qnali l'una coroprendev,1 principii noti e ll'it i di Patologia , me otre con l'altro si s!,ibili v:rno nuovi priocipii: disse perciò asse;e necessario su questi ultimi fis sare l'allcn:dc;ne dei Colleghi per farnr. sog:.:etto di discuss ione ne lla prossima Conferenza. r;otò il l>oll Vaglienti <'h' in mollissimi casi la flogosi si cGmhatle con mozzi in<lil·etti cioù con il metodo antin •Jgistico negativo e positivo , e dedurns percicì l'inwrosimi!(lianza deil'ipotcsi sosteauta dal l)olf. Caprir.ta cioè che ia flogosi sia indomabile senza che si neutralizzi il pi'irlcipio disaffino che mauliensi in incessante conflillo con ia fibra vivP.nte. Bissc risultare. dali'osservazione qaotidiana c·hc , vinta pi;r l'enunciata guisa la flogosi , q uesla più non comparl\ se si tengano loutane Je cause oçcasionati, !e qm1li nell'ipotesi"del D'o!t. Capriata allro non cssend-0 foor-cbè gli stimoli che valgon aù eccitare la s upposta lotta tr,1 il f)tiucipio clisa!Tii1e e la resìstento lìbra , ne verrebbe che n<)i\e n~gosi vin le con meni indìrnlti, non essendo combatloto il pdncipio <lisaffine, MU si sapl',·bbe dove questi vada a sostenere l'occuìla lotia duranln l'appareuz,t di permanente tregu<1 : 11o!ò di più il llott Vaglienti che nou bavvi persona la qu;.le possa senza consecutiva flogosi resister a gravi l11sio11i v~olente dal che ne ·verrebbe o che la natnra umana, gio;;la I' i potesi dd J>reopinante, è rnfella dai principi:> disaffine o che i:i \?.nria propo~oata è insussistenlc ; notò in tiue ché te dì- ' scrasie le quali, per comune sentenza, son appunti) ascritte ad un prbcip'v Ji sr,ffinl!, qnali ad eseaip. !a scrofola, la h;c venerea , l'erpete , ccc., s;pcsse fiato ~ndando, congiunte con flogosi , e t,1!ora così intensa cla minacciare la vi!a o .la clislru1.lone <l'tma ' determinata parie, 1101,1 dovì'abbero curarsi in questo circo- i stanze e s~c1,mla la cili1ta 'l'coria con i mez;li ;,olil1l'gisiici iodireUi , i qna!i soli però le mùile \·o lle rie5con a h.cne , ma si rl:ovrtbb' i.i vece cosl~ntemente fare ricorso ;ii co,ì ,lclli rimellii specifici, l' ,ipporlun · tà dei qn,di o~nuoo sa come moltH volte sia contraddett:i per le fatali conseguenze a cui p'otrebhr.1\1 d;,re loo~o: conchiuso clicendo ripulare con lui concordi t oHi i Pratici io nivvisare nel dello CHSo il viiio interno complicalo :tl!a llogosi e nel riconoscersi iu l!; tli i., doppia iudiraziono aHa quale è ne('.essario soddisfore talora di concc rl o, liii allrn facendo progrcùire la cura della flogMì la quale, tutlochè si vogiia solo considerare stntomalica, sarel..,be però sempre sintomo così pericoloao di per se s'esso da mediare tutta l'attenzione del Pratico.

I

Il Doli. Capriata rispose che, quaud' un prrncipio disafiìne è alle prese con la fibra viva, quand' anche s' estraesse tutto il

sangue, noll si toglierebbe mai il nocivo principio e perciò senza contendere sull'utilità del salasso nel caso supposto daÌ Doti. Vaglienti, vorrebbe eh' in pari tempo e sempre s'ammistrassero gli specifici. Dopo alcune riflessioni nello stesso scuso fa,lte dai DoH. Tissot, Alciali e Vagli enti , si chiuse la tornata.

PARTE SECONDA RIVIS.'11A DEI GIORNALI SCIENTIPICI. IL 1'A..S.!<INO AUOl'EIIATO l'iltLLI! ~fALH'Trn Dli(;Lt OCCHI

nu:.

DOTT.

J:I.\rno;,i.

(SUNTO DRl, DOTT. P. MOTTINI).

ll Dou. llairon ricorre al l'11,t> del ta11nino 11dl'otlalmia purulen la con fvtofobia, 11e!l0 granulazio11i congiunlivali t• nell'ipersteoia sanguigna e 11ervosa delle membrane esterne dell'occh io, deri vandone l'efficacia medicamerilosa ùalla sua virtù iposten i2zantc. All 'azio11e coagulante d'1 q11es.tc1 r imedio riferisce qu indi l' Autore la proprietà che quc!lo ha di distrugger il pri nci pio irritante, corrosiv9 o contagioso, dei prodotti secreti dalla muco3a ùdl'occh io, rl'onde la proprietà pure di prevenir o comballer il rammollimen to della cornea e di proteggere per mezzo qu:.isi d'una membra na arLilìciale le i,lcerazioni della medesima, le quali pe rciò più SJ.ll'Qilameulc s'avvia11 :.i cica trizzazione. Ecco la formula pn•forit.a da! J)ott. Hairon : lar,uino puro grammi 5, acqua distillata grammi 5U; si sciolga in. 11n mortaio e si aggiunga gomma ar3bic:1 in polvere g ra mmi 10; si mescoli e;altame;ilc e si passi . per un p<1nnolino: la rnucilagi1w tann ic;J così prnrwnila offre un aspetto grigiastro, omogeneo, untuoso o di consistenza sciropposa : quando poi si voglia se1n1,licemonle la so!uzion acquosa, allo ra s'inìralascia l'as;ginnla ,Iet:,1 gomma arabica ti si conserva il lanniuo, sciolto prima nell'acqua dislill&ta e passal,) per ìl pnr,noi!no, in u11<l JJo!liglia_ bene tura la ii collirio aslringe11lo deg!i i\ <1 loi·i non :,.i d i ffe r eBzia cla quello de l Doli. 1-Jarion per altra cosa luortbè per la dose dul tanni no il ,wu!e nel co:lirio elci primi sia in proporzione · di 1120 ad 1180 sn 1 d'ncqu;i disti! !atti , menlr'io quello di que,1'11lti1110 il tannino sta come 1 :; li d'acqua dis ti llala.

.Nell'all inea del :,i D dei 1$ . Decreto dei 19 di marzo 1852 porla,ntP- Yar iazioni nell'ordinntnento <b varii Corpi del

lt Esercito, ~i legge >? i ì\Jed ici sia di Heggimento,

sia di )3allagliùne pos» sono pnr esser indislinlamenle ripartili nellt! relative » »

dcstinazio_ni SP11za riguardo alla classtJ a cu i apparlengono. »

. li Dirctl,o re Ootl. COMISSE'l'TI :\led. Div. li Vice-Dire ttore responsabile Doli. Bar. de Jleaufort :M. R.

Torino, 1852, Pelazza, 'l'ipografia Subalpina, via Alfieri, n° ~i


( ai ,12 d' aprile· ,f 8~·~ )

ANNO I

N° ,38

GIORNALE DI MEDICINA IILITARE DEL CORPO S!NITARIO DEIJ-''Al\HA'fA SARDA. L·assoc/aiione non si riceve che per un anno ecominciacol

l"

d' agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciascheduna selli mana.

PREZZO O' ASSOCIAZIONE In Torino

. . . . . . . . L. 10. In Provincia ed all'Estero, franco cli posta . . L. 11.

L ' a~bon~m~nto dchbc pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla T il:'OGRAFIA: SunuPINA ,

via Alhen, num 0 ·H . Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancale ed accompagnate da vagita postale.

1° Avviso agli Abbonati. - '2° Doti. GL\COME1"1' I: Igiene militare. - 3° Doli. CosnNzo: l\eudiconto d.elle ma-

SO!IU!AR[O. -

lattie curale nella Sezione dei venerei nei mesi di settembre ed ottobre 1851 con alcune rifles!ioni. - - 40 Doli. Moao: Plenropolmonite recidiva. - 5° Uott: MOTTINI: Rivista dei Gioi nali. 6° :Rollettino ufficiale. - 7° Annotazioni al Quadro Statistico. - go Quadro Statistico.

AVVISO Per ina.vverle11za

.~OIIO

state inviate ad alctmi Abhon,iti co.

pie del Giornale pl'ecedenle co11 una posposizione di pagine.

Quç-1/i elle hcmno avuto queste copie sbagliate ne faociruio i·eclamo alla, Direzione ed am·a.nno subito il cambio cori copia regolare.

PARTE PRHIA. IGIENE llllLIT&RE RF.LAZIONE SUL LO STATO

SAl'ilTARIO OE!,LE Tfllll'PE AC·

CAlllPATE NKL llELGlO l'\EU..' .\ iS NO

1851,

Df~L OOTT. DF,

CONDÈ 1 MEDICO fil REGGIMENT O

('Sunto e riflessioni del Doti. Gu.co~tliTT1, Me.dico di lJall). Se nelle grandi Faiioni Campa li che sopra differenti località dello Stato ed in varia stagione eseguisce ogni an110 l'Armala, apprezzar si dovettero i rapidi suoi progressi nell'Arte del guereggiare, per il Corpo Sanitario uon ne risultò lutto quel merito che , ove fosse poslo cella voluta sfera d'azione, sarebbesi procacciato. Poichè l'Igiene e la Polizia Medica degli accampamenti , degli accantonamenti, delle marciti e delle manovre; il servizio delle ambulanze e d'altre specialità non possono meglio studiarsi ed a maggiore vantaggio dell'Esercito applicarsi che in tali simulacri di guerra. La recente relazione Sanitaria do! Doli. De Condé con· ferma ampiamente la mia · asserzione . .E siccome il suo lavoro, compilalo con una perspicacia ed un' accura teua che molto onorari il Chiarissimo Autore , può riuscire ulil ai Medici Militari sia perchè traila un argomento per essi speciale, sia perch6 schiude la via a nuovi e più econdi stndii, co,i mi detèrminai a farne il sutito. E per

quanto lo permcllerà la strette7:za del nostro Giornale, v' aggiugn1irò quelle riflessioni che mi sembreran opportuno e necessarie. Provviderize zmwent.ive d'Igiene successivanumte _l)rtscritte. Le principali riguardano 1° la salubrità delle abi;tazioni e della giacitura dd soldato , procurata secondo i precetti Igienici ordinarii : 2Q la profilassi ùell' ottalmia granellosa e purulenta, della si fil de e della scabbia, mediante il severo divieto _del!t1 lavature in comune, la Sfé• parazione immedhita dei soldati ammalali dai sani e le giornaliere visite sanitarie opera le nei primi otto giorni dell'accampamento; inoltre riguard'agli scabbiosi s'adottò la sa·ggia ca11lela di provverlerli alla loro sortita dall'Infermeria d'un nuovo abbigliamento. per tulta la durala dal campo: 5<• il servizio ·delle ambulanze; occorrendo le grandi manovre , due dei ~hd ici aJdetti all' Infermeria dovev;rn aceompagnar al ,rng11ilo delle Truripe i carri provYisli del nec~ssario, mentre nt1gli onlinarii esercizii i carri e.ran a!lìdali agli stessi Medici dei Corpi: 4'' la lV[edica sorveglianza dd viveri e delle bevande: quest'essenzialissima parie d~ll'lgie11e, p,~:· cui la sa11iti1 <lei soldato non sol è tu1elata, ma s'impedisce allresì che le maJatlie assuman una natura maligna , fu in diver;o mòdo praticata: così i venditori ambula11ti di commestibili furono-sottoposti ad un'alliva Medica Polizia e non poterono penetrare nel campo se non muniti ,l'un permesso per iscritto del Comandante della Piazza: così le carni esposte al puhblico mercato e gli animali da abbattersi, prima che fos. ser al nutrimento delle Truppe destinati , !''esaminano() da una commissione composta d'un Medico, d'un Veteririuario e d'un Intendente di Guerra: 5° un ordine deJ giorno del Generale Comandante con cui ordì navasi alle Truppt1 doYer astenersi dal l1t!re acqua stagnante o corrente nel tempo delle manovre o tosto dopo ; dover io· dossar il cappotto al rientrare dalle medesime: 6° alcune modificazioni riguardanti l(i punizioni della prigione e della sa_la di polizia, le quali, gravi motivi non ostando, fnrono sostitn,ile da fatiche e da esercizii straordinarii. Sulla convenienza di questa provvidenza dallo stesso Generale Cbazal prescrilla, noia l'Autore che, oltr'all'esser un'indiretta ricompensa pei sold:,tì di buona conrlolla i qualì restano pel' questo modo alleviati di tutto il travaglio fatto dai puniti, costituisce ezìan<lio un eceellente mezzo di repressione, poichè mcntr'aHontana l'uomo dal vizi<l , ne con!lero la sanità. Dalle circostan:t.a notate nella rela0


!9S Regg:i che non marciarono di notte e fecero brevi tappe "tione su la pratica di queste provviden1.e risulta che lo zelo e la previ,knza del Doli. De-Condé nel proporle; 1° di li1ìca 52 giornale d'Ospedale. furono corrisposti da altrettanta sollecitudine per parie 60 id .. (2ae5abr.)14 id. del Generale Comaudanle nel farle eseguire. Ma è da no12° id. 19 id. tarsi che se la lor efficacia consiste 11el modo, dipende 3° Cacc. a p. id. 25 poi mollo più dal tempo dcl l'applicaziooe. Epperciò prima di stabilir un accampamento o d'intraprender una fazione l<~r~ I~ cause di queste sproporzioni non JlllÒ annove-<:ampale dovrehb!~si prescegliere qoel Medico a cui vuolsi rars.1 11 r1pel11Lo numero dei giorni di marcia oiacche' 1·1 1o .Rer.,g1 " . menlo d'I linea . ' od'amma. affidare la suprema direzione del Servizio Sanitar io , afche diede 52 giornale fìnchè di concerto collo Staio Maggiorè Generale possa Ja11, n:iarci~ nove . giorni coosec)Jlivi, meotr'il 2.. di linea -consigliare quelle disposizioni che soo al suo studio , al dm v1agg10 sollanlo quatlro giorni, ne sommi nistrò (;O suo caraltere ed al suo incarico speciali. Inoltro la cav.illeria reca tasi a brevi tappe non eLbo :Meteorologia. In questa parie l\\utore espone in prima qualche soldato il qua le r ilevò escoriazioni aile coscic ed ìl giornaliero esame che nt11lo spazio di quaranta giorni alle gambe. ·c irca inslituì s11 la òir_eziooe del vento, sulla temperatura, I.e mal_auie svolles~ nei primi giorni (lei campo e che sulle os;:illazioni de l barome tro e sul var:o stato del cielo. sono qualt consegu1}nze delle delle lunohe marcie furono Ed indicatone il favorevo le risultamcoto confermalo pnenmon ili, pleuro-pneumoniti, broncl~it.i acute c~n conper mezzo di dati statistici dimostra com'ad esso abbia corgesti one polmonare e bronchiti capillari. Esse si manife risposta la sanità delle trnppe accampale; come nissnna ma• starono con queste propol'zioni : lallia abbia assunta la forma epidemica e come la morPel 2° di liiloa di 6 Pel lo di linea di 1 talità sia riuscita minore che non negli anni scorsi. Di fa lli nel Pel 4° id. 6 Pel 12'' id. 5 menz.ionato periodo di trmpo e sopra 11,795 soldati, non Pel 6° id. 2 ·accadùero che due casi -d i morte ed en trarono nell'lnfcrCacc. a p. id. 1 meria, per quanto riguarda le Truppe appartenent i alla Co .me si scorge il 2" ed il 4o Heoo. di linea i quali ~o Divi sione delle manovre , 818 ammalali dai qua li sono marciarono di no!tc, hanno somm inistralo il maggiore da de<lursi 165 feri li, 145 venerei e 195 stabbiosi (1) numt'l'o di malallie gravi. siccome quelli i11 t:ui le vicissitt:dini atmosferiche nvn poL' insieme delle Truppe presenti all'accampamento comteron eser.citar alcun' influenza sullo svolgimento delle ma,_ ) da hreve tempo ponevasi · 1·1 (1 800 . . di s0ldat·1 p rov1· ncia lattie dalle quali aano tocch i. È questo ~ in fallo che semchi~mati sollo le armi; di coscritti della stess'annata ( 1851) pre più' comprova quanto alla sanità del soldato stia vin6 di _classi anteriori: lra qnesli i solda ti Provinciali furono colata la scelta delle stagioni e delle loca lità, ta nto pet· quelli che , meno 1·r.s1~ · , 1end' aIl e fat1che · . ammadelle rnarcie, effettuare cambi i di guarnigicne, quanto per esegu ir .iclarono più f: cque11lementt1 e più graveinenle, giacchè su ·campamenti o grandi manovre. 20 arr'.m~lM1 <l1 grav i malattie di pello, 11 erano rappreArri110 delle Truppe al Campo. Le ùifi'erenze di stato sen1a t1 dai l'ro\•irici···u Ji· , "ù . . e 4 solamente dai. o a1· ("',oscrill1 sanitario e di gravità delle ma lallie occorse uei primi Soldati d'Ord inanza delle classi ant.eriori . giorni dell'arrivo del le Truppe al Campo forma rono pel . Da _tulli questi fatti l'Autore togl ie moti l'O pM mellere Dolt. De Condé soggello d' accurate indagini per rin111 evic!enza alcun i difelti che nel!' Amministrazione di tracciare le cause alle quali que l:e fossero da allribnirsi guerra, _11 ell'abbigliamcrilo e nell'organizzazione ,Militare e di serie ri!lt>s;;iooi sull'organizzazione l\l ilitare n(!I ' del Belgio lu travia sussiston,;. Jlerchè , dice e li s'indi Belgio. Dalle indagini ris,dlerebbe che lo tappe lroppo spon",,on ·I S() I·'ua 11· a Ile murc 1.e col privarli del letlo " ' l'ultima lunghe, le marcie noUurne, massimamente ·quando non no_tt~ di soggiorno ira gue rn igione? Non dovrebbe l' A m sono richieste da 1111a Lemperatura tropp'elevala e secca, m 1.01slra:r.ione a'~ !) e11ar a rillrar • . . · 1o dopo 1a partenza r Perfalle a stomacò digiuno, quelle irregolari cioè qnaodçi si che ·, . non si. provvede a che le , dai Corn• , .. n d.in11· de1· Corpi esord isce subito con ti lla 1appa lunga e si prosiegue nella '.I.ruppe man"i · d'I porsi· .m marcia . ? Perchè non " no prima stessa guisa per 5 o 6 giorni, la maocanza in fine o l' io81 . tol_gono ~uelle bandolieri~ della sciabola e della giberna . sufficienza d'esercizio io questo genere di fati ca, hanno che 1_ncroc1ate sul peti.o ne impediscono la dilatazione e a,•ulo la massima parte nel p rodurre tali differenze cioè favori~cono le congestioni dei polmoni e dal cerveilo ? {_lt1elle dt"I maggiore numero di lesioni locali esterne e Perche non si r'1forrna ·1I s1s . I ema de1 . Pov1oc1a . . 1·1, su cui..m ,. di malattie più gravi che alcuni Reggimenti presentaun improv visa circostanza non si può fare ora o contn. perocrono comparati vamente agli altri. La dimoslrazionn sia chè ' nei po e·I11· mesi· c 11e nmarlO'ono . " h, armi ' . non sotto ·nelle seguenti tavole"statistiche che di _buon grado trascrivo hann~ potuto acquistare la prin~ipale qualità del s~ldato siccome quelle che , oltre al corroborare le riflessioni che e quella d'1 marciare . . con armi o baoao1i11? 0 0 dell'Autore, attestano anche l'accuratezza dei suoi studi i. Quest 'fl · · · e_ ri ess1on1 del Hott. De-Condé lasciano luogo ad u~ a considerazione che non va passata sollo silenzio. Se Reggimen ti che marciaro110 di t1otlc ed a lunghe tap7Ji1 · • eg1·1 a provare ch e 1 ·1 1tper. . mezzo . . d1 dat·1 st·at'1s 1·1c1· nusc'I fili tare sistema del Belgio è mancante e difelloso, nasce 2° di linea 60 gi'ornate d'Ospedale. spontanea la conseguenza che !a Statistica Medica-Mili4° id. 41 id. tare. ha su l' orgamzzaitooe . . . . . . da adope· e su le rnnovaz1001 6° id. 45 id. rars1 nelle Arm ate· un ,.importanza somma e cosi' mam·resta da fare presentir i grandi vantaooi che ricavare si po00 trebb ero da una Comm1ss1one . . a cui. s'affidasse l'incarico ( I) Nel Belgio gli ammalati sono divisi secondo le tilessc catespecisle dl compilarla annualmente. Di falli l'Inohil~erra gorie che s'osa 110 presa'i nostri Spedali-Militari. t) '

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299 per lacere d'allre Potenze, ooo llOlè intraprender o compire le sue riformo Militari se non dopo cha i lavori sia tistici di l\fa rshall e di Julloch furono pubblicati . Frattanto paragonando lo ~I.alo dell'Esercilo .Bel~a con quello ùl'! nostro non puossi a meno d'appre21.nro 111 sagge innovazioni che, già dc1 va rii anni iniziate, si vanno dall'attuale Ministro della Gnerra continuando co11 utile dell '.ECo11ti1wa. sercilo e dello Staio. .RENPICON TO OELr.t:

1\T,\LATTIS CCU.\TK NEU,A SBZIONK l,;1,Tll)l,lllll?!TE SèOJìSI ~ETT I\Mllflli

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(del Dott. Cosn.Nzo, M ed. di Re99).

La Sezione di Medicina interna che presi a ùirigere da poco tempo non potend' ancor.l porgermi materia per intrattenervi , Coll~ghi , su la o~ rr111.1011e di qualche caso pratico inleressanle, farò sogge,to lli questa lettura ur, breve resoconto clinico delle malattie curate nella Sezione de' venerei, che m'era affidata anteriormente. 11 numero ùei venerei che entra ro110 11ell'Ospeùale anùù sensibilmente diminuendo ùopo J' ullimo caogiameolo di c.ìaarnigiooe, di modo cl.111 i curali dal 1° di settembre al l " di 11ovembrn somma no appena a iJS . Jn l'atli cran ai 51 d'a::;osto 55. Entrati fiu ai 5 1 d'ollobr~ 25. 56. Usciti id. 22. Rimasti ai 51 d' otwbre Le malallie siGlitiche primitive el,ber escl11,ivo dominio , c~scodosi appena presentato un caso di dv lori sifi • liformi i quali cedetlcr al metodo cu rativo a111illog1stico ed ai diaforolici comuni. t.:n Sergent e dei Bersaglirri oll'ri\'a un'impetigine crostosa al cuoio capelluto e poche croste ag::;ruppate sul petlo in corrisponùenza (]ella clavicola , dove giaceva110 da lungo tem po, la<le11do e rinnova udosi rii quan\lo in quando. L'a,pclto, l'andamento, il criterio eziologico lasciavano dubbi o su l'origine e natura di qnell't>flloresccnza; ma 0011 fa lli va il erilcrio lcrapeutico , poichù sv1:niro11u affallo per l'uso contiuuato 0;1rc ad un mc~c dclrctiopo anlimoniale e del clt'collo cli dulcamara. U11' ulcera all'inguiue consecutiva all'apertor.i di b,11l· bonc 1>rim itivo, èa lungo tempo slazionaria e restia atl ogni genere di cura , mi diede occ.i~i(•Oe d · apprezzare , come app rezzo in ogni caso, i sa vii consigli ùel Signoru .Medico Div isionale per pre\'Cnirnti l.1 dege11era1.:one can·· crenosa da cui era minacciata . Di fo'lli alcnni sala!si e le bevande su!,acide vegetabili calmarono l'eretismo vascolare generale 1•d ordi11aronb le funzioni del tubo gastro enterico e la piaga non tardava a puriu, ursi , in ciò pure aintata daile opport1111~ cauterinazioni. · l.'n caso d'emèlturia a fondo stenico per nrelrìle diffusn alla vescica merita appena menzione poi pro11Lo vantaggio che s' cbhe dall'uso del metodo a11111logis1ir.o energico <: pronto e dai clisteri 11arcotico-olio~i onde calmar il tenesmo e I' ipercinesia vescicale. La sifihzzazione non ebbi a tentarla di proposito ; ma avendo applicale le mignalle alla perircria d'u11 bubbone da lnngo tem po suppura ate e cresciuto io volarne pèr infia mmazione acci<lcntalnwnte esacerbata, comparve tosto una zona d' ulcere veneree caralleristiche. Da· questo punto il bubbone decrebbe in rol ume e l'ulcera inguinale primiera,

fomite dd contagio [rasme.;so alle morsicature delle sanguisughe, passò al periodo di riparazi•ne e cicalriz:zava prima ancora dello 11lct>ra <fìnne~l o. Qneste, a malgrado <lcllti rìpetut,~coulerizzaiioni duroron ~perle ci rea un mese, 5pniv di teni po eguale a quello clw l'u lcera fnmitc av~va percorso , co11st1rvandosì sempre al p<iriodo di 11lcerazio11e rre.sce11te. La cura. in gcnorale ùelle ulcer<>, dei bubboni primitivi, degli scoli uretrali , dello orch itidi , ecc., fu semplice, a mio avviso , rngionata e conseguente a' princìpii palolog1co-pratici desunt i da un severv eclettismo. Di falli , senla paragonare c·on J3aurné ('I) la pustola venerea alla vaiuo· Iosa naturale o crederla genel'a lmcnto preceduta od accoropagna1a tla assorbimento o da infezione generule, sonia 11ogare con Ricorù fa virulenza del bubbone d'emMèe ed accellaruc i corollariì palalogico. lerape11lici , .senza mol tcr in dohbio coi F ìsiologistì l'esistenza del virns sifilitico , scn1.a confo11d1ire questo col virus proprio della hlennorragia, le norme st,g11c111i furono quelle che segnarono la mia condol!a : . 1. La miglioro cura dell'ulcera venerea e dd bubbone prirnilivo è fjticlla che riduce la prima a. cicatrice, il secondo a ri,oluzìone nel minore termioe possibi le. 2. Quindi le ripetute caulerizza zio ni dell'ulcera col nitralo d'a rgento, i bagni freddi su i buhboni, la cornpres· siorw, il metodo a11L10ogislico, si mellevan i11 uso al pil°t presto siccome rimediì abortivi. :>. Questi 0011 r iuscendo, ,i ,·ariavano sccC1ndo le circo~1:rnze, lo còmplìi.:alioui , ecc., i compensi curativi , che san•bbe longo annoverare : solamente mi preme sci::11alure alla vostra attu11zicrnti i lrnneficì dfel!ì ollonuti dallo dosi riCrn1te (\ rit't o meno c1•otinnate <li calomelano con estri)llo <lì cic11la per uso i11tel'flo tanto nelle ul cere iodurai.e qGanto 11P.i bu.bboni, nel le orch i1ì , 11/d le epididimìt1 , quando, ìrascorso lo si.idio oculo, questi rnali rimanevano st,1z1nnarii o leul:rnwnlo prngressh·i. 4, Ne lla cura de lle ble11norragie clibì a lo,farrni s.l'mpre a·avt>ni insistito ed alJh,,11.Jato anziclreoò nel molodo unliflogistico per prt>pararc la ~,rada agli antiblennorragici ml all'uso specialmente \lei copaibe: riùollo finalmente lo sco lo all'esprt•ssione di qualche rnr:i goc,d a lrasparenlo, la medicazione d1ri,lla colle iniezioni lo 1ronc11va totalmente. 5. le inie,i1111i, s1wcialmente colla ~nlnziouc d·az(Jt:llo rl'arglrnlo ,, dosi gradatame11tc accniscìnte, furono l'unico ritnl'ciio valevole a lro1ncnrn lo sco lo in quattro casi ,fanlirho cd OSlÌIHttc blt'OllOrrt'I'. Tio accenrralo ei rnnlt:~;!iosi efft!lti del calomcla,10 nella <:ora d' alc11r11i 111ulat1 ie si!iJ ,tiche primitive, ~ia e,so deprimonle, risc>l1•rnie , deplasliz1.ant1.1, ri l'ellcnlc o specifico. Ma quali ~on i casi di silìlidc primitiva che richiedo110 1111a cura mcrcurial~ più o menò prol11n~a1a :-' Se i si11to111i primiLi Yi g11ariSClH1 l'g11al11um!e con il r11c1odo 110liflogislico ai11lalo o nou dai mercuriali , dovrar.,no tJ\ICStì sempre metrcrsi in uso C<>me pro!ìl:mici dei St>coodarii o i:olon,cn te in alcuni casi e quando i> Eccovi , Colleghi , un argomeuto che iutcressa altamen te la Societ à , 1m prohllima intricato <li cui la ~oluzione iuvoca lìnor io vauo l'Umanità llalla l\lrdìC"iua. Pl'Ofomlc indag.ioi e più. e$a lte nozioni i11to ruo alla n,Hura ùolle. 11111lazion i patologiche locali e gerwrali che imlu~u la ~ilìlide 11el co rpo umano nelle dh·,use di le, rasi , precise cognizioni su la ( I ) Précis théorique et pratìque sur !es maladies ,éoérienoes Lere p11rt., pag. G5.


300 rnaoiera d'operare del mercu rio nel corpo vivo, polreb· bero guidar alla soluzione del quesito. Ma nello staio attuale della Scienza , senza metter dubbio sul vantaggi,i "(I su la necessità del mercurio nella cura della sifilide se -condaria , sarei.il,' a desiderarsi una Statistica esalta risultante da un grande numero d'ammalali di sifilide primitiva ( eolloeali presso a poco nelle medesime .condizioni patologiche e fisio logiche d'età, di temperamento, di costituzione fisi ca e di genere di vita, ecc.), curali gli uni ~on il mercurio, gli allri senza, dalla quale Statistica ri· i1u\tasse il vantaggio comparativo dell' uno e dell'altro metodo per la guarigione radicale dei sintomi primitivi e per pre,•eniroe i secondarii. l Medici specialmrnte addelli ai Corpi di Cavallèria i quali curano i siCìlitici nell'Ospedale del lleggimtnto e r,ossono tenerli d'ùcchio per più anni consecutivi, 1100 potrt'bbcro rendere alla ~cieoza 1111 importante servizio tenendo un registro .iperlo alle op. portune annotazioni ? Sullo tracce di l;,ergusson, Chirurgo del!' Arenata loglese io Portogallo , i f\Jedici l ngles;, Americani e Fran~ cesi sonosi già adoperati a provare con il fa llo )a possibilità di guarire radicalmente la sifilide senza mercurio. Seoz' adot lare le esa~erazioni d'una Scuola moderna che p roscrive affallo il mercurio nella cura della sifilide, sia primi li va, sia secondaria, denunciandolo al Pubblico siccome autore negl' innumerevoli mal i che tengono dietrn .alla sifilide primitiva , risuha dai lavori e d.alle osservazioni di Rose, Barthe , Murray, E vans, Brown , ecc. , che appena una volla su st'tl ici i sintomi primitivi curali senza mercurio erano seguili dai secondari i. Gordon e Guthrie ebbero gli stessi risullamenli all'Ospedale di York ed il celebre Thompson a quello di Edimburgo. Ricord (1), il valente contagion ista e sostenitore della specilìca virtù anlisifililica del mercurio, cosi s'esprimo riguardo all'ttso di questo rimedio nella sifilide primitiva: « Le mercure »est plus souvenL noisible qo'uti lp e11 l'adrni11istrant hors •de l'cxisteuce des chancres non· indurés , tandis quo la ,se11le circoostance de la présenco de la induration, le • trwsforme aussitòl e11 un moycn thérapcutiq11e d'une •p11issance exlrèrne; » ed allrove (2) considera il mercurio piuttosto curativo di alcuui sintomi che profilattico della lue secootlaria. Baumé (5) ha osservalo sopra un discreto numero d'ammalali di sifilide primitiva i.!ollocati presso a poco nelle mr.desime cou<lizioni che quelli guariti semplicemente con il metodo antiflogistico f'rano più esposti a recidiva per l' infiuenz:i. d'un disordine dieleti1:o commesso a poco trailo rii tempo dalla guarigione , ma che la recidiva ossia i sintomi cosliluzionali erano più gravi e più difficili a guarirsì · in quelli che erano stati curati con il mercurio. Del resto , egli asserisce che la stessa ulcera Hunleriana guarisce ogualmenlo bene senza l'uso del mercurio e nega, cootro l'opia ione di Ricord, all'ulcera iodurala il privilegio d'indicare l'infozione generale prt\seote o futura. Finalmente, in ordine oi mezzi preventivi della sifilide seconderia, l'esperto pratico di Lione conviene pure col Professore di Parigi che il migliore profìlaUico della lue

(1) Bolletio géoéral de Tbérapentiqne méJicale .et Cbirurgi-eale, joillet 1839, pag. :H. (SI) Trailépratiqoe de• maladies yénériennes, paii, 610. (3) Op. cit pag. 348, 3''1.

1

consecutiva consiste nella . cura ra2.iona le delle disposizioni morbose individuali estranee aJla sifilide che potessero per av,•eoiura coesistere, nell'esalta ossen•anza dello regole igieniche . e nel declinare le cause morbose occasionali por un tratto di lempo più o meno lungo dopo la guarigione dei sintomi primitivi. Ora, so i mal i primitivi guariscono senia l'uso dol merCllJiu, se questo non pnò considerarsi come profìl.1llico dei sccondarii, se anzi , qoand' a~veogono, sono più gravi e pitt difficili a guarirsi, se non è indifferente l'aziono del mercuriù sull'economia animalo, potendo esso in circostanze diflìcilrnente apprezzabili (Hico rd) logorare la costituiione e prodnrre nei lessuli mucoso, fibroso , osseo, ecc., at1i morbosi più o meno lo111a11i, sempre capac;i di mascherar o complicare quelli che si vogliono ciombattcr o prevenire; non sarebbe ragionevole astenersi io massima dal mercurio c.;me specifico nella cura della sifilide primitiva e ricorrervi solamente quando la pertinacia, l' andamento lento, la forma, ·la ,!urola dei sintomi primitivi inducono probabilità d'infezione generale? Qnesla massima 11dollando, la fama che il sovrano rimedio contro la s iGJide seppa co11servarsi allraversando lo spazio di varii secoli sarebb' appoggiala su più solide basi, perchè meglio definite le circostanze che lo richiedono e toltone l'ahuso o misuso chu d'esso si fa geueralmente. Se allro1Hle paragoniaç, i sintomi primitivi con i seconda rii per riguardo alla forma, all'estensione, alla sede, all'evoluzione , all'andamento, al modo di trasmissione, ai ris11llamenti dcli' inoculazione, 111110 induco a creder essere diversa nei due casi la condizione paiolo· gica e diversa dover essere la medicai.ione secondo che la malattia procede dal di denlro all'io fuori, come nei sintomi secondari i , od all'opposto, come nei sìnlomi primi liv I. L'argomento è imporlanle e richiederebbe assai più esteso svolgimento che non c,>mportan i miei deboli lumi e gli angusti limiti che mi sono prefisso in questa scrittura. Perciò m' appello, Colleghi, al vosLro giudizio ed alla pratica vostra sperienza.

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PLEURO POLMONITE RECIDl\' A ( SttJria letta dal Dott . .?1Jo110 in1111a Con(eren:a di Novara).

Francesco Cavassa, soldato nel 2° Reggimento Crrana. !ieri, d'anni 52, di temperamento sangoigoo-11ervoso , di costituzione sana e nato parimente da parenti san i I nè mai stato ammalato prima che foss'ascritlo al Militare Servizio , fu locco nell'anno 1846 e quindi nell'autunno del 1849 da polmonite siaislra della quale guariva perretlamenle nella prima volla e rimase nella seconda tossicoloso e molestalo sovente da disturbi più o menr, gravi nella respirazione. Ciò non ostaote continuava egli regolarmente ed esallamente nei gravj e svariati esercizii del soldato senza tampoco lagnarsi dei suoi incomodi e senza deviare mai da quel dietetico regime statogli raccomandato dal Medico che lo curò nell'ultima sua malattia. Destinalo nel giorno 2 del p. p. mese d'ollobre a fare la guardia in un luogo umido e malsano e mentre cadeva dirollameote la pioggia da più giorni , ebbe verso la sera dello stesso giorno a provar i primi 1inlomi


301 di quell'llffelione per cui nella dimane (5 <l'ottobre) fu obbligai-o riparar allo Spedale. Di fallo verso le. ci~q~~ ore del.pomeriggio comiociaron a tormentarlo alcuni br1v1d1 j quali, rari 6 poco mo!eSLi in SUI principio, Cl'ebbero poi io frequenza ed inlensilà, alternaod'in fine con vampe di calor alla faccia , con tosse frequeote e con un senso di -peso .alla base del torace. Alcune ore di riposo bastarono , se oon a cessai' affatto, a d1miouire tuttavia questo apparato <&i11tomatico morboso di lauto ch'il Cavassa riprese ~olomeroso il Sl!O tiurno <li sentinella , nella qual al pili gaglìu<lo rinnovam,ento (lei deserilli sintomi· s'aggiunse un vive dolore al cost<1to sinistre e , verso il matlino, gli spuli s'olforsero tin.ti di slri,cie sanguigne. Atterrilo dalla presenr.a di questi, chiese irnrnediatarneute la visita del Medico ,il quale lo inviò tosto a questo Speda le , dove prese11tavasi con la faccia inleosamenle colorola in rosso, con dispnea accòrnp.ag11ala da rantolo, con tosse rrequcnle susseguila dall'espettorazione di sputi viscidi e tinti di sangue co11 dolore puntorio gravalivo al lato sinistro del torace e con polsi duri, forti e frequenti. Questi sintomi avvalorali dalla Storia anamnestica tlescrilla , dall'ollusità tol'acica, mauirestantesi alla percussione del lobo infer iore del polmone si11islro e dal rantolo crepilaote che s'udiv& nel medesimo punto per mezzo dell'auscullaziooe, mentre rrovavi1no l'on<latornenle l'esistenza d'una pleuro· polmonite acuta, iuncstata su ò'un' antica già passata all'e· silo d' epatizzaz1one, non potevano lasciar in fo rse il Curante sul metodo di cura da ;1lluarsi prontamente. Fu quin(li immantinente prescrillo, praticato e ripotulo tre volte nella giornata uu generoso salasso cni s'accoppiarono una decozio:1e di tamarindo con nitro e tre libre di ghiaccio nd amma11sare l'inesti11guibi le sole. Nei giorni 5, '1 e 5, non as,en·a1dosi miglioramento di sorta ed il sangue estrailo oITren<l.>si con dura, alla e filla cotenna, si continuò nelttt emi~sioni generali di sangue, ripetute per duo 'l'ollo in ciaschodun giorno, si praticò un sanguisugio co pioso alla località dolente e si soslltui l'emulsione deprimente alla ben1nda di tamarindo, continuando però sempre nell'uso di,11 ghiaccio per temperare la sete , senza sopracarica r il ventricolo cli troppa quanlilà di liquidi. .Alla visita del giorn') 6 (5° di malattia) lo staio dell'ammalalo era imponeoti;;simo: offriva egli la faccia abbattuta e scornposla; la dispnea crescente; le forze gr.nerali prostrata; il dolore laterale vivissimG con tosse quasi incessante; gli spuli sempre sanguinolenti ; i polsi frequen tissimi , cedevoli, quasi miurì ; la pelle arsa e secca. In così critica circ0stanza il '.\ledico Divisionale Oott. Besozzi che dirigeva la Sezione, dopo richiesti i consigli del .Medico k ogg. Doli. Valzena sul da farsi, dccis·e non potersi più oltre insistere nelle sollrazioni sanguigne e dover in vece sostituirsi l'uso interno della digitale con l'acqua di lauro-ceraso e l'ossimiele seillilico e l'esterno dei vescicatori i sul luogo dolente ed alle coscie. Nel giorno 7 si manifeslò un leggicro miglioramento che, continuar,dosi agli 8 o 9, conYalidò l'opportunità delle prese indicazioni e ne suggerì la continuazione snssegoila dal sempre crescente miglioramento, talmente cl1e ai 10 l'ammalalo era ridivenuto ilare o potevan osservarsi più libera la respirazione, men esteso il rantolo crepitante, diminuita la tosse con sputi meno viscosi ed affatto spogli di sangue; finalmente si toccava la pelle madida per moderato sudore: si pniscrisero sei pilloli) composte con parli eguali di Kermes mioerale, calomelano ed estrailo d'aco-

nito , le quali pillole essendo.si continuate per tre giorni di tanto aumentaroo il miglioramento dell'arumalalo che ai 12 del mese solamente uo poco di tosse rimaneva a fare l'ede della pregressa pleuro-polrn~nile. A modorare questa tesse si prescrisse l'estratto di giusquiamo in pillole e le bevande di latte vaccino allungalo con acqua ; rimedii questi nei quali· essendosi continuato per parecchi giorni in cui a gradi a gradi si concedette un'adalla alimentazione , polil il Cavassa nel gio rno 51 del medesimo mese nbbandonore lo Sparlale, non molestalo da verun altro im:omodo se non :ie da un leggiero grado di tosse la quale, per avere già couseguitatu l'autecedenle pltiuropolmonitide, si poteva giudicar insuperabile. · Benchè ,per la frequenza con la quale sogliono manifestarsi le gravi affezioni delle viscere respiratorie, q,1esto fallo storico non appaia degno di speciale menzione, tuttavia non affatto privo tl'ulililit clinica il medesimo .ipparirù quando si voglia badar ai corollari i segucn ti: I . Il metodo antilh>t;islico energico positivo e negativo è pnrn sempre l' anco ra di salute in lulli i casi di malattie infiammatorie inleres~a11li viscere di somma importanza alla vita, ancln, quando queste stesse viscere furono già altra volta bersa gliale da eguali processi flogistici e quand'anche gli ammalati si trovino già io uno staio d'apparente dcbolozza, siccomo uel nostro caso. 2. Le sottrazioni di sangue, massimamente le gene rali, lutlochè cosi posse111i a vincl:'r i morbi d'indole irrilalivo-congeslizia ed inCìommatorio , ad un dP.Lerminato periodo della malallia uon solamenle più oon coovongono ma possono recare gravissi mi o fatal i ùanoi, in ispecie nei soggetti nervosi ed irritabili nei quali sovent<l possono scambiarsi li sintomi df mobilitci nervosa con quelli della flogosi stessa. Quindi è che lulla la sagacità e l'acutezza del Clinico sta appunto nel sapere tlistinguer i sintomi di quolla dai siutom i di q1rns!a per continuare con proGllo nelle emissiou i di sanguigne ovvero per ricol'rcrc vantaggiosamente alla digitalo, all'acqua coobala ed a simili rimeilìi succedanei al salasso. 5. L' uso del ghiaccio e delle bevande ghiacciato, lullochè sommamente contestato dai Pratici o@llc malotlie llogisliche dell'apparato respiratorio , riceve dal narroto caso una favorevole sanzione , siccome qu"llo che, per essere sta to continuato in tutto il •corso della malattia, non fu cagione doi paventati danni, ma coolribni moltissimo al buon esito della medesima.

PARTE SECONDJ\ RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI. SOP RA ALCUNI TUMOI\[ Sl'ECIALI DEL

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(M~m. del Dott. I. GALLJGO) .

(SUNTO DEL DOTT. f'. MOTTINI).

11 Chiarissimo Doti. Galligo, Aulore d'un eccellente Trallato su le malattie veneree e che scrisse non è guarì (1) alcune assennate rillessioni storico-critiche su la vaccina(1) Gau. !,fed. Fed. To,c. , 90 e 27 p. p.


302 zione celtica da cui risu lta esser egli favorevole a siffaUe scoperte e nelle quali obll'inoltre la gcnernsità d'onorarci di molte lodi per i pochi sludii da no.i fatti sul medesimo argomento e pubblicati in quesl.o Giornale, di che_gli siamo gratissimi , va spesso regalando alla Scieuza il frollo de'profondi e svariati suoi studii su la proteiforme malallia che i 1:ostumi del secol in cui viviamo hanno ormai diffusa in tntte le classi d'ella società. I l Irma più recente cu i il dello Autore ha svolto e rischiaralo r.on non . comune do ttrina, è quello che costituisce l'argonwnlo di qnesto sunto. Egli chiama tumori speciali del pene alcw1e intumescenze di consistenza, vqlume e forma variabile, occupanti or iina varie del pene, or un'altra ed origùiate per lo piìt, dall'influenza delle aff'e1,ioni sifìlit-iche, siano primat·ie, siano con.~tc111i1n:. Gli Autori anlichi e modrrni se n'occuparono poco; IlC1yer, Patissier, LhPrminicr, Ricorù, Vidal de Cassis li descri~sero come nodi ciel pene; da altri poi fnron o chiamali concrezioni plastiche, fibrose, fibro-plastiche, ossee e Ki rhy ne descrisse 4 casi r.hiamàndoli affezioni non comu1ii del pene. L'Autore stesso nel suo Trattato su le malattie veneree, li denominò affezioni fìbro-plastic!te e fibrose del pene. Cotesti t11mori predi ligono la parte inl'eriore dell'uretra, massime la bulbosa e talora la sp11gnos.a in prossimità del frenulo e perfino le parti superiori e lateral i dei corpi cavernosi . I medesimi accom pagnan o sieguon i fe nomeni primitivi, massimamente lo _scolo blennorragico oppure ~ 1:onsecuth:i e principalmente li aventi sede nei sistemi osseo e fibroso. l primi si svolgon in generale nell'uretra bu lbosa e nella spugnosa, sono piuttosto volum inosi, ma meno dt•nsi dei secondi i quali poi occupa11 i corpi cavernosi ti sono tanto densi da acquistare la uatora fibrosa ed insino l'ossea . Quanto aJle apparenze organiche si distinguon in fibroplastici, fibriformi cd cisseiformi. Dessi non sono cotanto rari come generalmente si crede , rinvenendosene so• veote i rudimenti, massimamente negli ammalati pçr gravi blennorrag:c incorria te sia nel decorso dt~I processo ilo· gislico , sia consecutivamente al medesimo od in quegli altri che ammal,irono per ulcere sifilitiche abbondantemente suppuranti nei qual i questi ltJrnori precedon ed ac· compagnano la lue e s'associao alle lesio11i d_ei tessuti fibrosi ed ossei $peciali delle forme lerziat"ie. i,; lullavia diHkilc tenere dietro alla gr;,duala evoluzione di questi tumori, perchè assai raramente è avvertilo il primo loro manifestarsi, ciò che può avere Juogr, con alcune nodosità s\'Olgcntisi lungo l'uretra o sui corpi cavernosi o vicino al prepmiv (1 ). li , vol.umc loro v;)ria da q11ello d'una noc(1 ) Un caso di tomo.re fibro-plastico alla parte spugnosa dell'uretra, alquanto al di sopra del frenulo, fu, è poco tempo, raccolto nella Sezione dei venerei di questo Spadaie Militare di Cuneo. 'l'rallavasi del Sergente Bersagliere B. L. il quale vi fu ricoverato nello scorso gennaio per gonorrea vir.ulenta. OUo giorni dopo.il suo ingresso nello Spedale cominciò ad avvertir un leggiero rigonfiamento, una specie di nodo nella faccia inferiore della delta porzione dell'ur(ltra, confondentesi coi tessuti circostanti, il quale raggiunse per gradi il volume d'una nocciuola. Era desso di meùia consistenza, non bernoccoluto, di superlicie alquanto rugosa, appena sensibile sotto una moderata pressione, cagionante alcuna molestia nell'atto dell'emissione dell'orina e dell'ejaculazione dello sperma. La di lui origine parve dipendere dal processo Oogislico ch'erasi svolto lungo lu!lo il canale deli'uretra. 1,u prima combattuto con ì topici mollitivi ed io seguito con la pomata di jodaro di potassio che ne alfrellù la risoluzione , efl'olluatasi in 15 giorni. Ma dopo dieci giorni ricotilparve con i

ciuola a quell.o d'una pesca; la consi3lenza è gfobulare od elissoide nodosa , inegualmente sporgente o tale da confondersi con i tcssnti circonvicini dai quali si distin gue per uno speciale induramento. Sono talora Sllperfì. ciali ed aderenti al tessuto fibroso in cui son avv iluppati l'uretra ed · Ì corpi cavernosi, oppure provenienti dal tes·suto cellulare solt.omucoso dell'uretra o dei corpi caver. oosi. li numero varia da uno ad 'ollo, sland'all'o,servazjone d_ell' Anlore. Anche la cons iè'te11r.a presenta diver,e modificnioni: or è mol le, ora dura, ora lapidea, ora mista. l tumori molli o plastici, dipendono da stravaso di linfa o da ernorragi.a interstizia le nel la cellulosa e sono quasi esclusivi ·alla porzione spugnosa e bulbosa dell'uretra ; sono suscettibi li del maggiore volume e son i più frequenti. Ai tumori duri apparlengo110 i fibrosi o fibri(ormi; sono più pic.:oli dei primi e meno frequenti. J dn rissirni hanno varia sede. J...' Autore ne trovò nell'uretra spugnosa presso il frenulo, Yelpeau e Fabre nei corpi ca vf'rnosi, ecc. I tumori in discorso non recano per solito alc!ln dolore quando non avvi alcun proces~o flussionvrio od infiammatorio dell'uretra o dei cvrpi cavernosi e quando non producono stiramenti, compressioni, ecc. li pene è solitamen te in ta li casi diminuilo di volume, ha la superficie cl isuguale e bernoccoluta e con l'ernzionn aéquista le più strane forme e torsioni , im pednudo talora anche I' allo dell a copula . ll getto del!' orina 01· è bil\ircato, ora triforcalo or a pioggia , or a nastro , ece. ed in qualche raro caso pur auco imped ito in guisa da rendere necessario il cateterismo. Lo stesso dicasi dell'cjacnlazioue del lo sperma la qnalf:' tal.9lta ha luogo soltanto col la cessata erezione del membro. Queste concrez ioni, siano pri.mitive o secondarie, hann() i medesimi carallcri lìsici , sono seguiti dagli stessi disordini funzionali , riehieggono la medesima cura e sono sem· pre concomitanti o successivi alle blennorragie , al meno per quanto ha fi1ll)ra raccolto)' Autore; di modo che il nwdesimo fa notare che i stuùianùo l:on cura qnest' infer~ milil, si puo atcertare che in alc11ni cas i gupriia la gonorrea restano piccoli nodi nell'uretra o nei corp i cavernosi, ( quali, lasciati in halìa di loro stessi, fin iscono col produrre le concrezioni conucu/ù>e. Ragionando delle cause, l' Autore le atlribuis·c~ alla frequente in(Juenza del principio sifilitico, massimamenll• del gonorroico, i11 guisa che siffatte concrezioni sta11 in ragione dirella dell'intensità della llogosi uretra le sia per ciò che riguarda la loro durata, come per ciò che speHa alla pervicace loro natura e, quand'anche quelle si manifestino mollo dopo la guarigione de!la gonorrea, può ritenersi tullavia che i primi germi del la lor evoluzione sono riferibili al tempo in cui qnel la d,~correva. Al.:n ni moderni Scrillori, fra i quali Hirhy, assP-gnaron anch'un'allra ca11sa a qne3li tumori nella diatesi got· tosa. Ma gli stessi Redattori della Ga zelte Jrfédfra{e de medesimi caratteri fisici e raggiunse lo stesso volume senza che la gonorrea da cui ora travagliato l'infermo ave!se subìto in quesl'interva!lo di tempo alcuna recradescenza; poichè dessa andava regolarmente cedendo alla metodica cura ch'il dotto Medico Dolt. Crosa suol applicar a siffatto genere di malattia con ottima riuscita. Il tumore nuovamente comparso fu tl'attato in ·modo egual al primo e se n'otteane il medesimo felice risullamento , lasciando tuttavia saperstite una specie di lcggier indurimento nella parte dell'uretra già ammalata; indurimento però che, per quant'appare, finirà anche preito con la risoluzione.


305 .Paris appoggiarono colle loro osscrvadoni l'opinion~ dell' Anlore, sebbene non si possa negare che io alcuni de· . terminati casi la diatesi urica ed il principio gottoso produeano!le concrezioni in discorso e le calcari quasi ossescenti ; depositi forse analoghi ai tofacei. L'Anatomia patologica non ha ancora somministrato alcun positivo risultamenlo sn la nat11ra <li queste concrez:oni, al cor,trario della diagnosi differenziale. Desse in fatti si distinguono dai tumori cislici , perchè sono questi più superficiali, molli, scorrevoli , <li forma liscia e levigata ·e , nell'erezione del pene, non ne alterano che di rado la fìgura, nè il gétto dell'orina ; me.ntre quelle sono profoode , di superficie ineguale, immobili ·, dure, oè torminan in modo netto e circoscrillo corn'i cistici. Differiscono dai tumori erettili, superficiali e prof'ondi, per essere qousli rarissimi al pene, ~ssai più molli, facili a scomparire con la pressione pel' ricomp:uire tosto c~ssata, agitati da un leggiero fremito delorminato dal passaggio del sangue che li percorre , ed i sn1ierfìciali per esser d'un colorito che varil dal biancastro al rosso-v iuoso, per cni sono somiglianti ai nei materni. Non si possono ad ulti1rw confondere co i tnmori gottosi, perchè mancano jn quelli <lei pene i fenomeni podagrosi , oltred1è non hanno l'aspetto calcare tofaceo. In tu lti i casi poi questi ultirni sono sempre preceduti da mali silìl ili ci, massimamente gonorroici. Io merito alla genesi llei medesimi, l'Autore crede che i pri,nitfoi sia1io l'dfo tlo d'un processo llussionario e llogi:;tico cagionato dalJa gonorrea, la quale origina stravasi di linfa plastica od emorragie nelle guaine fibrose o nei tessuti iniersliziali, cd in alcuni casi sollanto li ritieutl CO· stituiti da tumc,re flogistico dei linfatici o dei gangJi locali, L'egual(~ cosa arnmt'-lle pei tumori consecMtivi che chiamò tali perchè orditisi lentamente e in modo così in· sen.;;ibiie ehe gli ammalali nou giungan ad averne coscir.nza se non mol!o tempo rlopo e quanùo sono già pervenuti a discreto volume. Le ù_ilforenli forme con le quali possono presentar.;i sono rife.rite dall' Aolore alle progres,ive loro metamorfosi 1,nr effetto rl' infiammazione in eo ncorrcuza for,;e col processo ,.çhiuiico-organico proprio della sifilide consec11tiva. Si ponno poi trovare riunite ad Hn tempo in un medesimo tumore le diverse forme delle sovr'accennate 31lerazioni cioè plasticlie, fibriformi éJ osseiformi. Il prono,tic;o è favorevol issimo, giacchè i 19 casi osservati dall'Autore, lutti furono condotti a guarigione. l tumori plastici per aitro si risolvono più presto dei fihri· formi e questi più degli ostei, ciò che significa che ~i risolvono dessi i11 ragione diretl,ì, della cla!a e della qualità dello sostanze da cui sono costituiti. La loro gra vczza dipende dai mali sifililir.i coesistenti e dagli effetti meccanici che inducono. La cura è affidata a pochi e semplici mezzi. Se v'ha infiammazione occorrono le sanguelle alla località del perineo : se no, la cura risolntiva e specifica coi mercuriali e col joduro di potassio per uso esterno ed interno' è l'unico da praticarsi. Era i mercuriali l'Autore prescegl ie il calomelano dato fino a 12 grani al giorno, un ito ad uguale dose di cicuta; quindi le frizioni me.rcnriali sulla parte interna delle cosce , lungo l'uretra, i corpi caver11osi e sui tumori stessi. Per premunirsi contr'i cattivi effetti dell'intolleranza degl'informi pei mercuriali, l'Au· tore comincia la cura con tenuissime dosi (2 grani di ca-

Jomelano mattina o sera) e negl'in.fermi già mcrcurializzati , ricorre al joduro potassico, ·cominciando da grc1ni dodici ed ascendenùo fio a cinq11anta al giorno, associato però alle unzioni mercuriali e sovent'anche ai bagni ed agli empiastri di pane e cicuta. Se i tumori resistono alla descritta cura, 'se per la sede e pel vol'ume impediscono l'emissione deil' orina e ren dono difficilissimo od impratic;.1hile il caleteri~mo, allora è necessaria l'operazione cruent.a cioè o l'estirpazione o la formazione d'un'apertura artilfoiale per dar uscita all'o· rina. Non vuolsi però la.cere che la manualità dell' ope· razione , sebbene possa sembrar a prima giunta semplicissima, riesce talora difficil:ssima per le adesioni di cosiffatti tumori coi te$S1lti su coi hanno sedo e pericolosa p•!r le em '1rragie che possono succeder alle lesio{li del tessuto vascolare dei corpi cavernosi e dell'uretra, che concorre alla formazione dei detti tumori. (Gazz. ilfeà. Tosc.num0

14 e '15, dicembre 1851).

BOLLETTINO lJFFI CULE Varfazioni nel Personale del Corpo Sanitado-!Uilitare Med. di. Regg. Doti. Matl,!O GAUEANO, addetto al 18° Reggimento di Fanteria , collocato aspellaliva per in f1!rmità dietro in sua domanda. hl. Gaetano l..l Y dal Reggimento Cac· ciatori di Sardegua passa al 2° Reg_gim1~nto Granatieri di Sardegna. 1fod di P.alt. Uo!l. Giacon:w PECCO dai Cavalleggieri d'Aosta passa allo Speda le Divisionario di Torino. Eò. Carlo BuA~DINI dal 0° Regg. di Faut. passa ai Cavallegg. d'Aosta· Id. Giovanni BoG1nn dallo Spedale :Mil itare d'Asti passa al 2" Reggiment.o Granatier.i di Sardegna. id . Fraucesco BIGATTI dallo Spedale Militare <li Torioo passa al 6° Reg. gime11lo di Fan ter ia .

Annotazioni al Quadro Statistico che segue Nell'estrarre dagli accul'ati lavori statistici ùel Dott. PescellQ Medico Militarù della R. ~farina, il Quadro che segue, la Redazione si riserba di pubblicare nel prossimo numero le riflessioni con cui dall'Autore fnron accompa. gnati. Spiace sommame'.lte slla Redazione che la ristret• tezza del Giornale non permetla di riprorlurre tulle le di loi tavole nosologico-cliniche delle qnali però terrà io breve parola. ll Direttore Doti. COM1SSET'fl ~led. Div. ll Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. R. Torino, tSSj,_Pelaiia, Tipografia Subalpina, via Alfieri, u• !-4.


QUADRO STA TISTl,CO GENERALE del llovimento numerico degli A1nmalnti negli Spedali della R. ~Iarina llilitare sia a terra, sia a bordo per U decennio dal ,t 842 al ! 85,1. -

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( ai 19 d' aprile ~ 852 ) No 39___ _____________________ ______

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GIORNALI~ DI MEDICINA MIIJ1 ARE 1

DEL CORPO SANri'ARIO DELL'AR~l!'l'A SARDA.. L'associazione non si riceve che pet' un anno e comincia col t O d'agosto. Il Giornale si pubblica nel luuedi di ciascheduna selli mana. PREZZO D'ASSOClAZH)~E l n rrorioo

L. 10.

.

In Provincia ed all'l-:,lero, franco di posta

L. I t.

L'abbonamento debbe pa<>arsi per semestl'i anticipati. Le associazioni ped non militari ,·icevonsi alla 'f1POGRH'IA. SunAJ.PIN,\ , via Alfieri, numo H . Le"lettere per abbonamento al Giornale debbon esser alfraucate ed ;;;ccornpagnale da vaglia postale.

- ·t 0 Dott. GIACOME'l'TI: Igiene militare. - 2° D:>lt. MAllTANO: Delir-iurn tremens potatorum . . - 3• Dot i. B0oa10: Risipola flemmonosa ,,Lia faccia e sue seque'<.>. - 4° l) )li. Tu-

S0Ml1A1ll0.

'!omore perineale e scrotale. - 5'' l:ldazionc delie C•rn · ferenzo Scientifiche. - 60 Doli. MOTTINI : Taglio del tendine d'Achille cd uso doll'amido in alcune malattio della pelle.

R!NA:

- 7° Bollellino oflkia!e. ·

PARTE PRIHA IGIENE M IULITA.llE

• RllLAZIONE SULLO STATO SA<'iJL1IUO DELLE TllUl'P~ ACCBf PAT!! ì'il'.L Tl!i:LGIO fiELf.' ANXO

C()l'iDi ,

.,rnu,co

DI

1851,

DllL

oorr.

DE-

J\\sGGDJ!~;-;To.

(Sunto e riflessioni del /)u lf. Gnc<HlliTTI, Mcd. di Batt .) (Ved·i il numero prevedente).

.4bita::-ioni. Le Truppe fol'()u aih1ggiaie in J.nraccl11! di paglia ed i11 caserrnt~ d'auti::a e recente costru1.i0ne. i>i ciascheduna imporland'al Volt. De Condé conoscei: il vario grado di salubri!ù, s'acci 1ìSl< ad inve,li~arlv 11~1 rapporto dl~lla qnaolilà dei soldati oecupanti e d,dla <j ll U· lità dt i locali occupati co11 il rnl,1tivo 11ume1\) sia 1leg li esentati dal sen,iziu p~r rnalallia iulerna , sia dcg!i eu trali allo Spcùale come fctibricita11ti e ma~giorrMnle grav i . Sludit> per vi1rn clii~, quant(> ne~,,s,,ario, J ll.roe:U:rnlo poteva rius<;irgli dit1Jcile, se o!lr'ai Medici dei Corpi che rugistravaoo le giornaliere esenzioni, uon fosse sia tu a,,;isLHo dal Generai in capo che gl i foct! so 1nrni 11 islrore liai Comandanti dei Begr;imeuli le esatte t:ifre dt:1 soldati o,~c:upanti le uaracc·.he e le caserme. E siccome l'i 11flu en,a deil'ahilazione .non si manifesta e;ho dopo qualche tempo di d i mora, cosi non intniprcsc In s ue indagin i che qni mlici giorni dopo l'anivo del le T ruppe al campo cioè ver;;o il principio d'agosto . .Da queste imlagioi ne ri:.\l ltù che !e Truppè al loggiale nelle baracche ebhero, re lativamente a quel le dello caserme vecchie, un 1111mero minore d'esc n· zio11i e di malattie gravi ( febbì·ì tifoidee ) , ma ebber un onmèro maggiore di soldati ail 'O,pedale. Laddov t: fra ì1~ Truppe delle caserme nnol'C ver ificò fa quasi mag~iorc quantità d'esenzion i ed una più elevala proporzione di

' febbri lifoirlee, q11ella degli ammaiali essenJo risultata pre~sod1è •?gualt'. L'igienica questiono ddle abi1a1.io11i, sebbtm imporla nlbsima, 0011 <lehbe lant'in pace quant'iu gue rra, essere l'uorcht'. , econdaria a quelia do!!a scelta del luogo, in cui. vnolsi o deubil.,i formar 11n accam parnenlo . .l?ercJiè Slt t.:ontro l'asprezza ddlt3 stai;ioni e contro le vicende a tmosferiche somm i11islra110 le tendi:!, le baracche on ripart>più o m,mo val'iùc, sono poi i:npotenli contro quello c·ause le_ quali sostenend,, le ma laUie endemiche , scemano le Armale assai più d1c l' inclenwn1.a del tempo. In quaril'alla specie 9'abi1ni)11e più adalla per un accampamento di pace, le casi' rme sem.a dubbio sono da preforir,i, siccome quelle 1,;he, <.Jurndo sic no t:ost rutte seco11t!o ·i pt·er.r"I li òcl · Ì'Jgie:1e ed i rrineipii t.leil' Arte, sodJisfan in ut,ni -, tagiM1e ed in o[.;ni l,1mpm·at11ra a qncgl i usi a cu i vengonù destinale. !\ù i risultamenti dcll,i indJgini l'nlle dal Doll. 1JcCon Jè pus,01.1 i!ifluir1i s1.>pra q1rnsto giudizio. G i,Jet hè le sue investign ii;ni ~11lla rnìativa salnbrilù del!1J baracche e delle· ca,er1rn~ nun rignarJao akune pregresse circo~ lan7.e, conrn l~ 111arcie notturne e le lun!-(!11~ lappe le qo'al i, anche dopo l'ordvo dc:ile Tru!J;Je :d campo, a vcnùo, come noia l'Anlorc, con1 im1a.lo ad csernil ar una mori.iosa inlluen7.a SII varii lìeggim<'nti, do,·el!er alterare l'espressione di quei falli che ra rc0gli~va. inni Ire nota egli sle,so l'Autore 110n potere da fJtH~sli ri;ullrnrnnt: cl(:dm,i fuorché una conclusione relativa all'iiccampamealo del 18ij l, in cui l'a ~lagionc e la tornpl~ralura fu ronu regolari ell as, ai favorevoli. Accantonamcnli. Gli sqaadr,ini di Cavalleria !'11rò110 per lu maggiore parle accantouati nei villaggi. E schhene per manovrare con k allre Truppe 1lo vcsscro giornal mente faro due o tre leghe, luliavia poeli issimi furouo gli amma· lati tid il loro s\all) sanitario fu pii't lod,~vo!c elio !IOJ !I qnello della Ct, va lleri a accampata. (Juesl' oss,irvazio11e èl'l i>oll. · Ue-Condé st'a rel.Ju' in favore degli ,iccantooamenli. ,\ on mi pare però c:11.1 11w rili110 Li prefernnrn ,rn;;li accarnpainenli i qual i , 01•esicno bt'nc situati e l'ornili di ,:alul.Jri abitazioni, offrono lutti i vautaggi fi i quel li senza recarne gl'inco'l · ven ienti. E lasciand'il p11nlo della Milit.ire discipl!na che ìn un ac:ca11:o.1;:mrntn facilm cntti si r,d le nta, rna eonside~ ran,lo la qnistiono unicamente dal la,<> .Wed ico , basterà rilleìlerc s11 la po~izione che teugo no le Truppe accanlooah; per r i111anor1rn con vi11to. Sparse nei Villaggi, frammiste agli abitanti, com'e possibile solloporle a qne lle


306 rilano) bisogna che nei Consigli di Leva egli costituisca ne.cessa rie regole d'Igiene e di Polizia Medica che si una delle parli integranti. pralicàno nei Campi ? Com'è possibile preservarle . dal Cifra proporzionale degli ammalati secondo l'anzianità nocivo conlallo delle meretrici ed allontanarl,e dai mali a del servizio .. ( Keggimenti di Fanteria ::,resenti al Campo cui l'inazione, indolla da callivo tempo o da altra causa, ' i quali son i soli contemplali dall'Autore in questa parte le espone? Non è però da tacersi che, trattandosi d'accandel suo rapporto, si componnvano di 5,025 soldati cotonamento di bren1 dur.ata, quesli inconvenienti perdono scritti dell'anno 1851, i quali si trovavano lda tre mesi grande parte della loro gravita e tanto più se le fazioni sollo le armi ; di 2,709 Provinciali ( 1850) da breve campali · succedono giornalmente. inoltre la Cavalleria tempo richiamali in servizio e di 2,000 soldati anz iani tanto nel complesso, <1uanlo comparativamente alla Fante· ossia delle clas~i anteriori. Questi Reggimenti in generale ria ebbe pochissirni ammalali così nella categoria dei febe s~nza di,linziono di classe socnminislraron allo Speda le bricitanti, come dei vene rei, degli scabbiosi ed ollaimici. un ammalato sopra 41112, La proporzione poi comparaÈ questo un fatto degno di considerazione, ma che non tiva tanto degli ammalali in genere , tranne i feriti , dehbe sorprendere quando si con$iderino per poco le diquanto dei l'ebbrici tanti in ispecie riso hò sfavorevo I ai versità ùi condizione ueHe quali un'Arma sta dirimpetto soldati anziani più che agli altri. Poicbè la proporzione all'al!ra. 1.1 soldato di Cavalleria alto di statura e dotato delle malallie in generale riuscì di 1 ammalalo sopra 15 di forte kmpra senlesi libero nei suoi movimeòti , nè alper (Jnellì, mentre per qnesli fu di 4 sopra 9, e la proporcun pEso gli gravita sulle spalle e sul do rso ; assuefallo al zio1,e dei $Oli febbricitanti fu pei coscrilli di 68 ossia 1 cavalcare compie le rnarcie senia quasi riseolirn latica sn 44 112, pei Provinciali di 60 ossia 1 su 45 e per le e riedt:i dalle manovre non solo non s1anco, I)H anzi aniclassi anterìori di 64 ossfa 1 su 51. Ma non cosi avvenne malo quanto il destriero che abilmente e destramente go<folle malallfe più gravi. Di falli su 14 casi di fel.Jbre ti--verna e, come pensa alla pulitezza e sani tà del suo cavallo foidea i C05('J'i[li n'ebbero 8, i Provinciali 4,e gli anziani 2. ~ cui s'affeziona , co,ì cura l'una e l'altra. per se stesso. L'Autore riferisce la diversità proporzionale dei casi di L addove il soldato dì .Fanteria meno forle e meno vigofc~bbre tifoidea a 11' età più giovane dei coscrilli ed a Ila roso dd>be sopportare l'inevitabile peso dello 1.aino , del loro mutala condizione sociale , per cui vi restano pi1'1 fucile e della giberna, compagni suoi -indivisibili cosi in degli altri soldati predis1)0sti. E riguardo al le ullre diffe1iace, com'in guerra; debbe compiere lunghe e fo1icose renie nota soltanto come gli eccessi a cui gli anzia11i lrnmarcie, e nei varii rnrvig1 delle Guarnigioni, dei Campi scorrono nlll bere potrebbero costitnire la prit'.Oa origine. e del llivacco e nelle manovre ei non può essere fuorch é te cagioni della maggiore quantità d'ammalali che somil meno risparmiato . Dal che ne viene che il soldato di ministraron i sold ati aniiani comparntìvamente alle altre linea , fornito di minore rnsistenza vitale è pii'i esposto classi so110 pP.r molli l'iguardi essenziali a conoscersi, ma all'azio11e delle cause morbose, che non quello di cavalpresentan andrn molte difficoltà nel ricercarle. Tant'è: lo leria. Verità questa pur troppo inconlestabile, la quale. stess'Antore il quale diresse come .Medico Capo il Servi rende ragione dell11 rnalallie. o delle mortalità fo numero zio Sanitario del Campo, toccò appena q11est' argomento. proporz ionale maggiori i11 quella che in q..iesl'Arma . Ed Quindi vana pretesa sarebbB. quella d'accingersi ad un'oè in vista di tali differenze e della specialità del serv izio pera la quale richiede il frullo di lunghe indagini e di che tant'in li 1iarni giomi quant' in Campagna debbe prestare ripetute osservazioni. !a F'anteri a, che Bandin vorrebbtJ che gli uomini piu vigorosi e forti fosscr in essa collocati e non i più deboli. Continua,. Però, come bene si scor~e, qnesla provvidenza, tullochè buona, tornen'bb'insulfici1lnle all'uopo, poichè non farebb" ehe spostare quel male eh' è necessario toglier e per STORIE DI CASI RHIARCHEVOLI. toglierlo si richiede che vigore e forza sieno le principali qualità di tutti i giovani coscrilli che si arruolano e che 78 le diffen~nze di queste qualil.à non sieno che in più ossia DELJfllU1W TREMENS POTATORUM progressive . li Ministro della Guerra a cui nulla sfugge che valga (Sioria cen cenni monografici letta dal .Dott. l\:IARUNO ad acrescere la prosperi tà dell'Armata, emanò nell'occai:n wia Conferenza <l'Asti;. s ione dell'ultima leva una circolare del cui senso ritrae Per i sintomi caratteristici ùai quali fu accompagnato e in gran parle il sopra rsposto principio. ì\la qual fu il riper la tolleranza e costante utilità che l'ammalato provò sullamenlo P Come fu interpretala la sua intenzione? ....... dalle cospicue dosi amministrategli di laudano liquido del La visita dei coscrilli di leva presenta certamente molte Sydhenarn senia che nè la narcosi, nè la stitichezza, nè difficoltà che talvolta espongon il Medico, anche il più il vomito, so!ili effetti dell'oppio, si manifestassero, non im· assennato, il quale debbe pronunziare su l'abililà o non meritevole dell'attenzione vostra, Onorevoli Colleghi, io abilità dei medesimi , a gravi errori. Ma ques}i errori giudicai il caso seguente di delirium tremens potatornm . .saranno tanto più facili e frequenti, qoanlo meno potrà il L. G. Militare appartenente al Corpo Veterani ed Jnya'Visitante conoscere Il, esigl'nze dei diversi servizii a cui Jidi, d'anni 45, di temperamento sanguigno , non mai il soldato in pace ed in guerra debbe soddisfare. Ora per stato per l'innanzi graveme11te informo, entrava ne.Ila .ipprezzarc codeste esigenze nessuno è più in grado del sera dei 51 d'ottobre io questo Spedale Militare dov'era .Medico Militare il quale, come l'ombra il corpo, siegue collocalo nel letto num. 255. Dedito al vino ed alle bejl soldato in lotte le sue operazioni, a piedi ed a cavallo, v-ande spiritose, tal un abuso ne fece che bas.lava in ultimo illelle marcie e uelle manovre, negli eserciz ii <li ginnastica una piccola quantità del.le medesime per renderlo ubbriaco, e del campo e dovunque lo osserva e lo studia. Ma permentre per altra parte, anche passato lo stato d'ebbrezza, chè i suoi giudizii abbiano quel reale valore che si me-


307 era costrello camminare con passo incerto e vacillante, diffic ilmente articolava la parola e manifestava quell'otlHsilà d'ingegno e queJ ca!'allere cnpo :;he è proprio dei famosi bevitori. Visitatolo nel mallino del 1° di novembre, fo !rovai io 1ireda a lrem ilo generale più specialmente manifesto· negli arti toracici ed a delirio placido, soggetto del quale erano gli affari del suo stato e gl i oggetti che lo circondavano ovvero la supposta visione d'animali di· versi che lo molestassero: rossa aveva la facc ia con fi. sooomia stnpida, occhi stralunati e congiuntiva iniettala: era tocco da dislal ia, da psellismo e da dolore coslrillivo al capo: più fortemente dell'ordinario balle.vano le car(ltidi e la radiale la quale si toccava al carpo dura e ristrella: la pelle e la lingua si conservavano nello stato na turale. Questi sintomi e segni che in pressothè eguale cond izione erano presenti nella sera antecedente, indussero il Medico di Guardia ad amministrargli nna mistura anti · spasmodica P.d una limonata miiH~rale per btlvanda, pratic~ ndogli poi più lardi una discreta sollrazione òi sangue ch11 s'oITers'abbondan le di parte crassarr1entosa, Avuto riguardo alle camc ed ai sintomi e s1wcialmenle al tremito cd al delirio con al!uciirnzioni, facile correv'alla mente la diagnosi di deliriwn tremens potatorum complicato ad iperemia cerebrale, !'cci perciò rinnovar il salasso e .contl11uai nell a prescri-1:ionc del la limonal.a. Alla visita della srra scomparso era il dolor di capo·, più molle e più dilatato si. toccava il polso e la l'accia aveva ripresG> il suo colore natura le: rimanevano però il tremito, il de· lirio e le alluci11azioni. Sospesi l'ordinazione del salasso ~ prescrissi una mistura fati.a d'acqua dis1illata di foglie d'arancio con 15 gocce di laudano 1~ mezz'or,cia di sciroppo da prendersi a cucchiaiate. 2 di ·novembre. L'ammalato l'u inquietissimo tulla I~ notte e 11011 e:hi11sc palpebra: ehlrn forte delirio e le solite · visioni con carpologia. All'ora della visita offrivasi con lìsonornia allerala ed in atto mi . naccioso : lagnavasi in tErrnini mollo riseolit i , benchè ing iustamente, essere s1at9 mallrallalo: il polso s'era di bel 1rnov.o reso più animat o: ta· pel le e la ling;m1 manie· nevansi nelio stato naturale (ripetiz-ionc dctla mùtum awnentando la dose det laudano sin a mezza r.framma) . Alla sera il delirio e ra galo: l'ammalalo motteggiava e ·rideva per qnalunq11e parola gli si rivolgesse (~oli/i prescrizione elevando la dose del laudano alla dramma). giorno 5 di novembre. lt icornpa.nero più rare le alluci· nazioni e l'ammalalo dormi buona parte del la nùUe, motivo per cui lo trovai più calmo, co11 diminuzione 11el tremito e senza delirio. Lamentando la rnolf.slia del la l'amc gli si concedono due pani triti e sì continua nella medesima dose di laudano. l?ersìslend'i l miglioramento, nella sera s' inlralasciò ad e:vperimentum l' amminislrazione della mistura con il laudano. Nella oolle dei 5 ai 4 si man ifestarono di bel nuovo il tremito, il delirio e le allucinazioni che, d'indole spaventevoli, mantenevano l'rnfcrrno inqu:e>tissimo e stra lunato 11el mattino, mentre nella sera, in grazia della ripetiz io1rn del Jandano, ripreso aveva .la calma e la facil ità dèlla parola, rna aveva una falsa idea della -sna esiste nza e della sua individuali tà (ripetizione della mistura con 1111a dramma e mezzo di laud(lno) . Nel mattino dei 5 dopo uoa nolle tranquil lamente e nel sonno trascorsa, lo stato dell'ammalato era per ogni verso lode>vole : solo l'appetito tormenlandolo, concessi il q1Jarto di ·villo con vino, sospendendo poi nella sera il laudano. Questa sospensione diede luogo nella notte ai soliti tremori , al

delirio , al!e allucinazioni che continuando ancora net· mattino dei 6 , mi determinaron alla prescrizione dél laudano alla dose di 2 dramme le qt1ali Ceci repl icare ne!l<l sera quantunque l'ammal.1to fosse più tranquillo. La con•tinuaziooe di questo fa rmaCO' all ,1 dose di mezz'oneia per. ciaschedun giorno fu acoompagnata da costante miglior'amento nei giorni 7, 8 •! 9, nel decorso dei quali mangiando l'ammalato la mezza ehbe quotidiane scariche alvine . lntralasciala l' amministrazione del laudano nel giorno 10, il migliornmento progredì costantemente sino ai 15. ; motivo per cui, assicuratomi dell'assoluto silen:tio dei tremiti, del Incido ragionamenlo nei discorsi dell'llmmalato eh' altronde camminava anche liberamente con passo franco e con la lesta r ialzala, lo rinviai nella sera medesima del giorno '15 al propri<J Quartiere, dove sino ad ora non si r innovaron i suoi mali. NoME?i'CLATU1u. Varii son i nomi dati dagli Autori a questa ·malattia, ma, a mio parere, più o men irnproprii. l)i fallo quello d'aenomania data da Rayer sarebbe più a proposito a s])iegare l'irrosistibi le tendenza al ,•ino ed alle bevande spiritllse, stata ch iamata da lfofclanfl dipso · mania, da Fabré polydepsia ebbri osa, che non a spiegare gli elfotti <lcll'abuso di queste bevande. Quello di mania pora'1omm dato da Barrhn11s, di frenesia polatorum da Alibens, 1.J'enccfalopltt'ia crapttlo.sa da. Lévéi llé, cli. /'o/Ua degli 'Ubbriaconi da l?ahré o sarebbero troppo generici ovvero designerebber alienazioni mentali cagionate bensì dallo bevandH alcooliche, ma che 1100 hanno che fare c0n la malattia di cui si tra lla . Il nome poi d'encepltalitis tremefuciens con il quale Frank designò questa malatlia sarehhe, a parer mio, improprio JH~r due mo1ivi cioè perclH~ nello encefal ilidi generale da altre cagioni può esscrv·i il tremito e perehè molli Autori contestano trallarsi veramente d'enccfalitide nella malattia in l)l~istionc. l'ion es,en<lo però possibile rlar uo :1ome più adequato ad nna maL1tlia di cui l'essenza non è ancor oggigiorno hcrne conosciuta , parmì debba tullora preferirsi quello di deliriwn 1rcme11., z1otatonwi perchè ) se non allro, inch iude la cagione e la sintomalolgia del mòrho. S1NTO~IATOI.GU. Delirio. (sso è ord ioariamanle pia ci~o (~ prend3 di mira lo abitudini della vita individuale ; alle volte però è j':1rioso ed aitre vollo melanconico. Nel nostro caso ;;i mo;lrò nelle d,rn prime form,~ alle quali s'aggiunse poi la fornrn alfogra. Allucinctzioni. Queste hanno > .111a pari.e imporlar,tc i11 cotesta malattia e ltoesch le chiama ebbriose. Per l'ordinario ne l tempo de! loro ac,cesso l'ammalalo crede~ la s11a camer.1, il siJo letto, i suoi abili ripieni di mosche, d'uccelli e simili: altre volte crede veder animali che s'arrampichino per le coperte, per le pardi della camera ; altre volte in fin è atterrilo da im'llagini spaventevoli di varia forma e natura. J'remifo. La lesione òéi movimenti varia pur essa moltissimo, imperciocché ta lor avvi mancania d' equi librio , talora passo inc<"rto e vacillante, talora la Yisla tremola; tale altra volla le labbra son in co11tin110 rnovimt1n10 e la lingnà sorte da lla bocca wme per - uno $l'oJZO convulsivo; finalmen te si manifes tano talvolta, ecl è il caso più fre : qoenle, mo,imt>nli convulsivi nei membri e pit'l specialmente negli arti toracici , tali da emulare le convulsioni epileUichc. A qnesli sintomi cara tteristici altri possono associarsi secon.do le diver,e com rli cniooi. Nel nostro caso eravi coogesliooe cerebrale la quale, quando fosse


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stici descrilli in ammalati che abusarono del vino o dei stata trascurata, avre bbe poluto faro passaggio all'encefaliquori spiritosi, basterebbe per formar un criterio dia litide; in alcuni altri casi vi s'associa la complicazione gnoslico della rnalallia ; se non che, ad ollener una diagastrica che suole manifestarsi pr.r la nausea, il vomito, gnosi- certa, è nect!SSario distinguerla da quei morbi che l'irnpaniamcnto della li11gua e<l il meteorismo. Si complipotrebbero per avventura avere qualche somiglianza con eano finalmente tal volta ai sintomi del morbo in discorso, !a medesim:1 . .Eppcrciò conviene massimamente accennare l'enomen.i atassici, manifestati da 14.olso piccolo , freqocnle ai caratteri chr- la differenziano dalla meningite con la "Cd intcrmiuente, dal!' oçchio stravolto, dalla facc ia alcune volte pallida ecl altre volle lh·ida con tremito molto forte, qna le sovente fu confusa. S'ev ite.r.à tutta via questa con. fusione qua11do si ponga mente c:,e nel detfrium tremens sudore freddo, ecc. Ezio1.0Gu.. éause predisp01le11ti. Predispongon alla la c1Jfalalgia è ·mi sintomo acce.;so rio che può o non può malattia determinale ·pr, Cessioni, ad e~empio , qucila del esistere C', quaod'esisle, ò poco intensa o non suole pre· ceder il rhilirio: nella meningite all' inconlro la cefalalgia liquorista , del breutatorc•, del d istillalore , ecc. : prediè un .sintomo non solo costante dopo l'evoluz ione sua, ma spongono pur alla mede sima tulle quelle cagioni che suol eziandio, secondo Andrai , prece<l~rla di sei , otto, rendono l'uotno propeuso all o srnodato bere, quali sono quindici ed aneliti vt:1uti giorni. S' cvitérà parimenttl' lo il desiderio d'obbliare i dispiaceri co.n l'ebbrezza, l'ozio, la leggerezza di caratlern, le passioni, le gravi fat iche sbaglio rillettendo che llQlla meningite è coslanltinionte corpor.di e talvolta anche le intellettua li , la necessità di ! prnsen te le, sta lo febbrile ; cbe i sinto.mi !logistici più o sosleoer un'orga nizzazione indebolita e logora e simili . !. mono intensi conti nuansi con una determinata crescente gradazio11c sin al moderarsi od al declinare della fl ogosi ; La cansa occasionale sla trnicameule ri posta nell'abuso ch e la rossezza <lella faccia , i! ri stringi mento della pupi Ila del vino e dei liquori sp iritosi ; quesla ca11sa però può la fotofobia, il delirio, il pii1 sovente, furioso, gli sforzi ad un tempo essere predisponente ed occasionale. dell'ammalato per foggirn dal letto, so naltrc tlanti sintomi ì\,nu11A. Non essendo rwcessario a costitu ire qnllsta i qua!i accompagnano più o rneuo -costantemento il deforma morbosa che si manifestino sin tomi d'esa ltamento corso del!a me11ingito, q11and'i11 veco nel delirw1n tremens vitale il qnal anzi moli.e volte osserva~ i depresso , non ma nca il più sovente la febbre ; i si ntomi ll!!gistici o non essendo per altra parte il delirùtm treme11s una ma lattia compaion o non percorron un determinato periodo; mao . di corao determinalo, giacchè alle volte cessa repe11 tinacano qu1;1si sempre il r istringìmcnto della pupilla e la fo. mente senza eh' inter ve11ga crisi di sorta; di più seom patofohia; il del irio è ord inariamente pacato e gli ammalati rend' e ri lornand'i suoi sintom i secondo che s'ammiuislra gesticolano solo in. vario senso, ~·occnpan in lavori imo si sospeude l'uso dell'oppi·o, siccomo nel nostro caso, maginarii o tengono rliscorsi allusivi alle ordina1· ie occu chiaramente si re.nde ma nifcsto l't1sseu1.a sun 110n potersi pazioni della lori) vita où agli ogg1:Jll: clrn li circ?nda1w. ripor in un' encefaliliJe o menin gilide, come vorrebbero La lesioue ùella rnobilità è limitala nel delirium tremens Frank, Speranza, Giaco mir.i, ecc. , quantunque.: le rnicro · mani fcstaodosi solamente con il tremito più o meno forte, scopie abbiano sovente svela ii St'gt; i d'iperemia cd anche di flogosi cerebrale in coloro che mor iron in segui lo a J mentre nell.1 rntningite questa Jesioue si manifesta in più mod i e talvolta gli ammalati sp iegan una forz,l straorquesta malattia, perocd1~ in q11esli casi o coesistevano dinaria . i n questa, dopo i sintomi di sop rnccilamcnlo , complicazioui iperemiche ovvero il delirium treme-ns susseguono quèl li rl' oppressìone cioè sopor'c, paralisia, ecc. avel'a fallo passo ;Jl l' cncefalitide. Che ciò sia vero lo prova 1 ad evid1•nza l'esposto caso dal quale rilevasi come, cessati i non così nel deliri1.tm tremens , tranne cbc que.,,to abbia con due soli salassi i sint.omi dell' iperemia cerebrale com• folto passagio alia men ingite. Finalmente il deliri11,m lremens guari,:ce focilrnente per l'amministrazione dell'opplicanle cioè la rossezza <lell~ faceia e della congiunliva, pio il quale riE>sce fun esto n1~il'acutezza del!a rneningiiide. la cefala igia, il vivo pulsare delle carotidi, ecc. , l'oppio abbia bastalo alfa guarigione dell'ammalato, la quale cosa Pnolosnco. 11 rlelirinm tremens ha raramente per non sarehh'al certo accaduta quando fosse ~tata realmente se stesso uo esito fatale. In fal li Sullon in 52 ammalat i presente un ·encefa lilide, pernhè questa avrebbe dovuto da lui curali 11011 n'ebb'a perJere più di qualtro. Si ccome però è diffi,:ilissima co,;a che chi s·abitua al bruta] abuso percorrer un periodo più lungo, non interrotto e contrasdel vino o dei li quori spi ritosi possa facilmente SJ)(\gliarsi se~oalo ùa sintom i di _sopreccilamenlo nervco-cardio-vascolare più costanti e 11011 lauto facilment e amovib ili con della mala ahilud ine, cosi questa malattia per le frequ enti duo salassi, inamovibili poi assol11tamen te con l'arnminirecid ive facendosi molto ,olk grave e talora micidiale, il uistr:izione dell'oppio. l\ello stato di sua semplicità il pronostico dovrà essere tunto più circospetto ed infausto delirium lremens non può essere classificato fra le malatquanto più la malattia è antica. La medesima riesce poi tie steniche od asteniche, ma fra le malatlie nervoso di gravissima quand'e l:Ompl icata alla gastro-enterite , alla cui l'essenza consiste in una sconosciuta modificazione gastro-epatite od alla gastro-meningite o quand'è accomdell'asse cerebro-spina.le, siccom'accade d~ll'essenza di psgnala da fenomeni nervosi d'indole atassica. quel delirio che conseguita le gravi ferite od è l'effetto Cutu . .Oa l sin qui detto non sorprende come la cura dell'amrninistrazior1ti dei rimedii narcotici, il quale delirio corra diamelralmcmle opposta a seconda dell'opposto modo fu da Dupuytrcn chiamato nervoso. con i qua.li i varii Autori caratterizzano la natura della malallia in qu istione. Frank, Spera111.a, Giacomini che la Es1TI E SEQURU:. La r.nalattia può risolversi io due o tre giorni anche senza rimedii per meno del solo riposo, voglion una forma della meningitide, raccomandan il medell 'isolamento e della privazione di vino. Comunemente todo antiOogislico positivo e negativo. Saunders, Perry, però dura otto, di_eci, q•1iodici giorni, ed altre volle si Maosford, Bidovel, Cliston , Delaroche, Duméril, Goér·protrae ad nno o pitì mesi ovvero fa passaggiò a,J altre senl, Rayer, Lèvèill é, Wèis, Jaksoo, Andrai i quali ri . ..malattie, quali la ùemeoza, la monomania, il suicidio, ecc. pongono con noi l'essenza della medesima in una speDrAGNos1. La presenza di sintomi eguali ai carallericiale, benchè ignota, modificazione dell'asse cerebro-spi-


509 nale, raccomanùan in vece l'oppio solo od uniio agli stimolanti. Tanto fu il vantaggio olleouto con questo farmaco da De Moulon e "frussichs che scrissero: opiwn Ì'n delirio tt'emerdi velut specificum co11sidera11dum esse ut in febribus /egittìmis ìntérmillentibi1s ckina china et chinina ex· perla fuere. " Tanta del pari fu la virl1'1 del medesimo rimedio nel nostro caso cho la sua amm inistrazione ctJssava la malattia la quale ricompariva non si tosto da quella si clesisteva. Nell'ammellere la somma utilità del · l'oppio 11011 sottoscrivo però alla s,intenza di Sullon e di altri che, mentre raccomandan il medesimo, vogliono poi senza riseHa dannoso il metodo evacuante où ailro qua· lunque me!odo. Tante son, a mio giudizio, le complica, zfoni le ,,na ti, potendo trovarsi presenti con il delirium tremens, richierlon un metodo di cnra particolare che, prima dell'amministruzion dell'oppio, ·pQtrà essert1 necessario talor il salasso, talora gli emetici, ta lvolta i purgauti, ece. Nel nostro caso ad esempio a vincere la compiicaute iperom ia giovaron i r~plicali sal~ssi , l'uso dei <juali sarà tanto più richiesto 4uand'al delirium tre mens -vada · congiunta la me11ingilc od altra malGllia di natura !logistica, E forsn sarà in casi analoghi che li più volte citati Frank, S[)l!ranza, Gi:icomiu i, trovaron utile il salasso unitamente ai controstim .lanti. CoJTJu(1qne però, nel la cura d i qoest.a rnalauia l' n$O del salasso dovrà semprn essere moderato , convincendoci l'f!Sperienza com 'il me,d,1simo sia poco tolleralo dagli arnma l~li ·della medes ima e come fa . cilmcnte possa generare neurosi di varia specie. Q11indi è che, so la malattia si presenta subilo accompagnala da tremito forte , da convu!sioni , da gran11' in coorenza nelle parole , da po!sù piccolo, tla un tale qnal aspello <li feroc ia, . negli occhi, bisogna assololamenlc goardarsi dal cacciarn sa og11~, poichi'• può aceadere ciò d1e s'osserva ta lvolta ir, altre, malail il\ nervose che l'ammalalo tosto dopo il lassi> cade in uno sl.110 lii pro,trazione di forze ta le che soreule i: foriere rli morto. Molta co11siderazione rnerita poi la dieta tli <JUP.Sti ammalali. poichò il privad i asso· lu tamentc del viuo e rleg!i spiri tosi ai quJ!i erano grandemente abitua ti polrehb'avcre gravi inconwrnicnti; per q\1este co11side ra1.iooi appunto io 1:onCi!clelli facilrne 11tr. e di" buon'ora noa modcralis; ima <lose di vino di cui l'am ministrazione riesc'i di giovamento, Non è uopo ch'io d ica come sia uccessario raccomandar .a quf.sli ammala li la moderaziooo nel vino e bevand(\ spiritoso, oiHl' impedire fa recidi ve.

sa-

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RI SIPOLA FLEì\U10~03A AL LA FACClA E SUE SE QUBLI!

(Storia letta dal Med . di .Reggimento Dott . Honn10 in una ConferenZ(t di Nizza). F ino dal giorno 4 del p. p. mese di settembre entrava nella Sala Chirurgica di questo Spedale Militare il nominalo Carlo Cervelli, soldato 11el 18° Reggimento di Fanteria, dell'età d'anni 22, giovane di bell'aspctto, di temperamento sanguigno, di valida coslìtuiione, scevro da qual . siasi generale vizio o diatesi , nato da parenti sai: i e già in avanzata età e non m3i stato ammalalo d'alcuna malattia di ri lievo. (I Medico Divisionale che di rigev'all ora la Sezione, riferivarni che il Cervelli era nel tempo del suo

ìogresso nello Spedale tocco da risi pola tlemmonosa occupante la parte laterale si 11istra ,della faccia ed estendentesi dalla regione frontale superiore sio all'inferiore del collo, non risparmiando l'apparato esterno dell'occhio, la parte laterale del naso e l'orecchia sinistra; che, quanlun· que su le prime la malattia non si potesse sospellare d'indole maligna e cagione reale ne fosse uno stato irritativo gastro-enterico , mostrossi ciò malgrado così pertinace , per riguardo alla sua sede ed al suo corso. da rendere molto deboli i tn\"'Zzi terapeutici ai q,rali si fece ricorso, quali furonÒ gli antiflogistici diretti, gli emeto cata rlici , i topici mollit ivi e r isolventi, eec; che, percorso il pri mo j . periodo d' acu tezza e lirni tatasi la risipola al solo lato 'sinistro della faccia, q:1ivi rnanifeslavasi uu edema ricorrente, per il quale e per i dolori p11ngtrnti dall'am malato sofferti uella loca lità e per i brividi di freddo generale dei qoali lagnavasi il mt1desimo, si sospeltò la presenza d'un processo di suppurazione a coi, quantunque non sensibil al tallo, fu aperta una via d'uscita in corrispondenza della fossa ca nina con notabile soll ievo consecuti vo allo stillicidio <l'un~ di screta qua nti tà di materia pnrnlenta tinta di sangue ; chn fi nalmente, cessata in poch i giorni la febbre, la .tensione cd il dolore, mentre con appropriate medicazioni e con opportuna regola die!etica l'ammalato camminava a grandi pa3si verso !a sospirala guarigione , prese lai un incremento il piccolo ria lw· che ancora rinw. neva verso il grand'angolo dell'occhio da fa re temere una diff11sione di llogosi alle vie Jagri nullì già meccanicamento !f),e per la compressione che quello su qneste es(•rcitava, Nei primi giorni d'ottobre, tempo in cui io assumeva la direziòno della Sezione Feriti, il detto rialzo offrivasi costituito da un tumore rosso", duro, della grossezza e forma cl' appiattito nocciuolo che, parl~)ndo dal margin orb itdc o dall'apofisi verticale dell'osso mascellare ,;operiore corrispondente , ;,i pro!ungava sul lat,1 del naso in corrispond<~nza del sacco e dei condotto lsgrirnale, essttndo così d'os tacolo al libero corso delle lagrime, come l'allestavano l'abbondanza della I.J;_;;rimaziooe , h siccità e J'indolirne11to della uarice siuistra. In vista di qu,,sti fe nomeni e di que~le precedenze, rite nu to pure st>mprn n'.:Ht essere stata vinl a ma solo scemata la preesis tcut(: lfogosi local1:, ritenuto tuttora l:slerno e meccanico l'o;;t<1colo che frapponevasi al !ibero corso rlelhi lagrirne, mi <!•:termi nai a ricorrore di bel nuovo ai mezz i ant illogislici <lirelli ed intlirelti, locali e t;enera! i , mediante ripetnti sanguisugii alla circoofercn1.a del tumore, topici mollilivi, pozioni diuretiche, parca dieta e pediluvii irr itan ti , dai quali r imedi i otlcnni in breve una notabile diminuzione del tu . more e la lusi nga d'una pronta e pe rfetta guarigione, a cui pervenne in fatti l'a mmalato dopo la suppurazione operatasi nt l lonwre; il quale, couvertitoòi in ascesso, incisi per il tratto d'a lcune linee pe r dar e8ito al conlen.nlo pus liberamente stillante dalla praticala apertnra. Qoe~ta poi in breve cicalriziò per opera dei topici moll iiivi e, più lardi, per l'e!Telto delle praticaL<, iniezion i di nilrato d'argento, permettendo fioalrnente al Cervelli <li sortire dallo Speda le ai 28 del mese cl'òllobre. Da questa fattispecie deriva, a mio giud izio, maggiore conferma alle seguenti cliniche riflessioni cioè 1. che, sebbene la flogosi del tessuto cellulare profoo<lo sia gene1·almente più grave e più res tia di que lla che ne inva,le le sole lamine superficiali, esislonvi tuttavia in pratica ca~i, rari bensì, nei qm;li sono più estesi e più funesti gli esiti


5i0 di questa, piu miti e più limitali quelli dell'allra e ciò in dipendenza della sede o delle cagioni produttrici: 2 . che, se ncll'all11al1• slalo 1lella Scienu è pressochè unanimume nte acconsuntito d,1v(lva di [)referenza usarsi il mr.toùo anlillo~istico nelle i11!ìammazioni l:iuochè lente delle viscere, pe r nulla oslerebbc. giovcrebh'anzi mollo che q11esla massi111a fu,sn pur abbracciata ne lla cura delle localilà esternu toccJ)(I da proctJsso identico : 5. che, ovt>, ren<laosi poi indispen~ahili alt ri agenti modificato ri , ciò non dovrebbe mai essore prima <l'aver esaurito i mozzi Lutti che ('ontr'al la llogosi sono stfrnati convenie nti : 4. che non . è cosa ta111' i11freque11lc ch'un i11d11rime11lo particola ro e primitivo dtil lc~suto cellulare circonclanle le vie lagrimali, possa n,omentanearnentc e mecca11icamenle sirnulan: gli effetti <l'un osl~colo del la par te inlorna delle medesimo vie lai rima li.

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TuMORE PEl~lNEALE E S1:BOTALE

(Stol'ia i11via tci dallo Spe<lale Succursale di Fenest1·l'lle · dal V ,1tl. Tr.:ntNA). Sterano !'llaggiora, d'anni 25, di lcrnperamcnto ,;angoigno-lìnfati ,:o, di co,lilu1.io110 sana , ,;oldalo Ber~agliere Cli · lrava ai 2 4 c:li no vemurc tostè and,lo in questo Srrndalc Soccur,-;ale per licre l'cl.>I.Jrn inlermiltente quotidiana la quale si riconobbe cagionata e sostcnula da cond•iione reumatico-gastri ca ùi poco momento è gnarì in pod1i giorni con gli emeto-catarli.::i 1~ ,:on ollo grani di StJlfo10 c:li chinina amministrati io opportuno veicolo. Cessata la febbre e mentre il ~foggiora stava per essere licenzialo dallo Spe dalc, pa lesò chu .soffriva dolori lanci11,111ti all'ano, parlico lannen1e nell'allo dt:llla udecazione e ciò tla due settimane. Esaminala allentamente la parte si rinvennero di,·erse fessure che però non olfrivan i caratlt>ri e.lei!,: ragadi sifili iiche, a guari re le quali consi;,liai al l'amma lato solformarsi nello Speuale dove, con il riposo, Cllll la ditta, con le bevand,~ rinfresea11t1 e con u11'u111.iont• il'unguento refrigerante unilo all 'eslrallo di bcllaclonria, in poch i giorni migliore'> mollissimo la condi1ionc dei suoi mali; se 11011 chn mcolre la1:cvan i ùolori prorlolli dalle k,su re anah, si nionil'o,tò 110 flemm one al perineo lunghosso la linta ral'o, :icc:ompagna to da l'orte ria i io11e febbri le con diss111111 , il quale, sebbt~ne sia;;i tentala la risoluz.io11e con pronti o ripotuti salassi e con tlue opera1 io1,i di rnignalle .:i11'n110, passù tnltavia all'atto ùi supp11ra1.iooe , dilfonc:lendvsi in pari tempo al tess11to 1,el lnlare del lo scroto, 1love, meulro quello del perineo stato volalo col ferro µrocadeva a cicatric,·, sì formò un allr'a~cesso tra lo .scroto , il dartos e dentro la vaginale slcssa sonza che va lessor ad impedirlo un' ahr' a pplicazione di rnignallD e l'uso dei cataplasmi mollilivi e risolv-enti. Operatasi la puntura cli questo secondo ascesso, ne sortì grande quantità di pus misto a siero ed a gaz di pcl'-simo odoro : nel giorno rlopo pochissima fu la materia purulenta che nell'alto Jella medicazione sorti dalla ferila la q~iale volse a cicatrizzazione in tre soli giorni, r imanenc:lovi uoa lieve adtirenza senza che sia6i riprodotta alcun'altra raccolla purulenta; per il che il soldato ~laggiora polè abbandona re lo Spedale ai 28 tli dicembre in perfetto stalo di sanità.

RELAZIONE DELLE CONFEllENZE SCIEN'l1FICHB (Continua;;ione tlel mese di. No~embre). Sc1.mns11ì. Nolla prima Coufereoza di que~to · mese , datasi prima dal Doli. Connsctti lettura della Storia di Farcino, riferita al <'i. 31 del Giornale (Storia i'i. '7 6 ), li Medici Militari tatti del l'resi,lio e dello $pedale convcooer al lello clell'ammalato coricato al letto N. t26 pel' esaminar attenta meni~ ed adire lu narrazione delle caa,e tJ dri sintomi r.ho prccedcllt:1· ed accompagnarono l'ovoluzinne del lamore bianco, dal quale era tocco all'articolazio110 libio-tarse11 sioislra. Ì\ella seconda Coofore11·1.a ch'ebbe luogo ai 2:s, dopo 11ver il Meri. Divisionale riassunte le allua li condizioni generalì e locali dell'am,nalalt1, si feco ad interpellar i CoHoghi pHchc individuahneute Nuettcsser il lol'o p;•l'erc in.torni) ,1 quanto pote\'a a ciascheduno sembra ro si dovesse fare nella g•·avilà del caso , val a dire se fosse ancora lecito sperare nei compensi lerapeulici ordi m1rii, oppure se fo~se necessario ricorrer alla da rnol•ziooe rlell' arto e se questa dovesse subito alluarsi , oppure conveois~e protrai la ancora per qualche tempo. TI p~rnre dell'Adac1aoia essP.ndo quasi· sl,1to uuif'orme, roò compcnùiarsi come siej,!uo: • io vista <lul temperamento linfatico o dell'inf~iione scrofolosa a cui è io preda l'am. malato; considerate le irrilazioui gast.ro-enleriche ricurrenli, le frequenli riaziooi febbrili o le ri·pclolt! infiamll'Hl7.iooi risipolatose diffuse del mem bro; lonu lo conio delle Jesioui locali dei lessati molli e degli ossi. non che ùd varii mcdicllmeuti inulilmeuli amministrali, l'Adunanza ò cli parere si debba per or insistere nel semplirn melo,lo antiOoipslico approprialo onde moderare l'ecccss1vo erclismo generalo c locale, r,mandando l'aropulaziooe a quel tempo in cui conclizioni più favorovoli s;iranno por renderla d'esil,1 più probabilmente felice . .. Emesso questo parere, l'.\duoanza udi dal D -Jtt. ComisseHi quelle più ampie spiegazioni che si compiacqne dar io ordinai corollarii per esso lai dedotti su la conlagiositu del Farcino, cb' il metlesimo rli sse tr·asmotle rsì iu <luo modi cioè per contagio fisso e per contagio volatile. Comunicatosi ad ultimo l'ordine del giorno p er la ~11,se~uenle sedala e fissatasi in quesla la lellura <lei Rendiconto elinko della Seiione venerei diretta dal n otl Costanzo, la ::ìeduta fu stioll.i. NOVARA. L'assenza per licenza ordinarie <lei Ooll. Valzenn e Bollino e lo staio di malallia del Scgretaro Doli. Moro impedirono la prim,1 riaaiono <li <1uesto me1;<'. :Xe!la seconcla. quesl'ultimo, giil conva!esccn~e, lnsse la Sltlria <li pie 1ro-polm•111itide riferila in questo medesimo num..,ro ( Vedi Storia N. 1H), ~u la qnafo s' aprì la di~ru,;sionH eia! Dolt. raradisi rillollendo eh' il largo uso del ghiaccio follMi ne! c<,rso di qo1'sla pleuro-polmonilidc, quandn non fosse st~to indicalo da sp.iriuli c1rcostan1.e, nou aHebl;' oltcnulo la s,rnzione di tutli t l'ralici i quali, hcn<Jhè prcscolemc11l';) couv1rngun in ma,ii;iorc nur:lcro doli' utilità prcpourlerante del glriitctfo su gli altri ~enrri cli lrnvaode ~otite anticamente ud amn,inis1r:irs! agli nmmatali 1!1 mnlattio llu~istichc clis:::orJ.,1110 p'li mollissimo su la sless'ulìlil:1 nelle malattie llogislicllcintor1...,•:'t0li l'app:m,to re•piralorio.Ri8pose il )fl'd.Oiv. aver cc.li nella tut'a uell' esposf.a malallia lartJ,hoe;aialo nel!' uso tlcl u,hiaccio non pcn~hi! specia!monlc qnesto foss' indicato da parlicolal'i cì1cosl;mze , ma bensì per· essersi t•1tli per luns:a spe rirn,a conviulo <·he le malattie flogi~tiche a qualuuyuo viscera, organo od appuralo :ipparlengano, tulle intlbliutamenlo am melluao con vauta2;;io un ~Hfatto nso; aver egli fallo parimente ric:or,o con 11.ir1 tnitlol'1: vanlaggio a t ~hiaccio 'nrlle stessi) foblH i erullìv1•, nella cura elolle quali, corriechè potr~sc produrre la retrornssiorie esautem.ilka, molli lru i moderni, quasi lutti fra g!i antichi P,,toloiti con troppo ri~or<iso e precool"ello i.:1noi1.io lo VM\lion as~olutamenle l'scluso ; iu qae~lo su11 pr111.osi!o in fioe magiiormeute conferma1·si non solo per !e ripetute foiici cure (·h'i.>llennc, ma tziaudio pcrchè ;iuid:ilo ,lal r,tgionnmento o dall'osservazioue, per meno delle 11uali r,·sta provato corno nell'acuto decorrere d'un proc<'sso flogistico so~pr,,rlcndosi le funzioni secretive ed escretive degli or!(ani ammal~ti, le mire curative tendere d,~hbono uon tanto al ristabilimento oi qnesle funzioni, quanl' a l'intozzaro con tolti i mrzii possibni l'intensità dcll11 flo;::osi v1scerale, viola o scemata la quale, naluralroente quelle ripren<l'lno {"Qrtlin.irio loro corso : posta la qoalo ,erità, non v'essenJo forse fra I compensi lcrapeutid un medicanwnlo che maggiorruenta sorldi~fi a più ilHllcaiioni nrl la curn dolla llùgosi, resta pa1imente provato con il ragiom1meoto quanto meritamcnto possa il l\lodico ripc,nr la cosciem:iosa saa fidu cia nell'oso del ghiaccio io tutto indistint:1rucnte le Ooqosi.Taol'è ciò vero, egli diss11, che pe1· convincersene basla l'osservare con. quanta avidità l'ammalalo rii fl~gosi appetisca il ghiaccio, quale refrigerio, tuUochè momentaneo io ijOl principio, ne provi e finalmente come con il decrescero dell'intensità infiammatoria diminuisca par il bisoRnOdi questo possente farmaco , il quale finisr..e pel' riesci r ingrato all'ammalalo quaodo, vin la l'acutezza dell'infiammazione, la natura opera le necessarie crisi ; talmeut11 che potrebbe il biso~no del ghiaccio ritenersi quale termometro del grado della Oogosi stessa. Esauritasi questa discussirone il Med. Div. , dopo aver accennalo al predominio che le


3U febbri io!crmltteoli e le malallie reum&liche c~nHn!)ai·o.n ad avere su tulle le allre malattie nel decorrere dei mese d1 novembre; dopo ave re passata iu. rapida ri~isla la semplicìl~ ~e~ casi osservati 11elle sale cbirn1·g1ca, s1fi!Jt1ca e kcabb10sa, 1ov1lo il Farmaci,ta sigoor Bncellati a. volere prepa~ar il ~er~tlo m~rcariaie secondo il metodo del <l1stiulo Farmacista d1 llhlano S1g. Giuseppe Pessina; metodo questo.che, meolre sod.<li~faceva .alle ragioni d'economia, di tempo~ d1 I.avor~, era poi_d1 .•~a,:gwre utilità nella Pratica Mcd1co-Clmurg1ca. Espose qurnù1 11 modo con cui si prepara questo ce:r?llo u~i seguc1:ti ter.n.iin.i. Si P)'ende: olio cl' olivo di buona quah1a onc1e 68 , htargmo lU fi111ss1ma polve.re oncic 32, deulossido di rnercuriG soll:lmcnte macinato oncie 26, acqua 1:omune 11ncie 49 : quest~ sostanze si rip~n~on~ io uo bacino di ferro bene pulito che si sottopon all'azione eh calore moderalo in guisa c.he basli a produrre la bollitura del mis(:uglio, agi!ando cteuo c_onlinoamenle con un ba~toue d1 Jc~no sin a lanto cbc scorgas1 e,·aporata tul!a l'a~qua. Nel. corso dell'operin.ione si potri1 scorgere che, a~pena sia. compiuta 1!1 soluziono del litar"ìrio l' ossido rosso d1 rnerc1mo c~dend' il suo ossigeno all'olfo d:~enta a poco a poco di colore cinereo. Quando, evaporata tutta 1:acqoa , il_ cerott~ nou avess' aucm·a ottenuta la necessaria cons1stenz,1, si potrà w allora mantenere tuttavia il ndsrnglìo a,1 ui:i f~oc? m_odcrato fìocbè siasì ottenuto quesl' intculo. l caralten hs1c1 d1 detl~ cer.otto a queslo periodo cleli'oprn1zione sono rarpresrntat, llal1a sua lucentezza, dall'essere liscio d,11 oon allaccarsi ai dili e dal colore simile a quello clell'ung~eolo rncrcuria)l'. ìl.ler.lre poi il miscuglio.è ancora c,1l<lo si colano nel rnerlfs1mo mecl1anle 110 pannol1r.o le seguenti sostHnze prima lique.foltt: cera bianca (•ocic 8, (erehenfa,a laridoa oncic :3 resina cli piuo bianco onde 8. Si mescola il tullo con diligenza' e, quaud' i! miscuglio è quasi rnll'rcddato, s'acgiunge ancora: incenso polv. oncia 4, olio essem.inle di lavarida scropolì ~. lu questo modo pl'ocedcnclo s'.o.lterrà l'.ernpiastro desiderato il quale, trallato con l'etere d1 tere bf'ntrna o con l'etere solforico per la soluzione dell'olio operata da questi, sì ri ~olvcri1 in uu.i polvere cinerea simile affatto al mercurio dell' l-!annemau. li ·Farmacisla llucellali nel mostrarsi disposto a secoudar i desidcni del ì\led . J);v. quando clo,nà prcp:1raril cerotto mercuriale, disse com' egli fo,se già per alcum suoi Col · lci;thi informato (;i,lla bonlil di questa preparazione la qualo polril poi servire <li confronto per riguard' alla l'iuscita con quella puh'.Jlic:ata nella Fannaco~e~ lllilitare. La st>dula è sciolt~. CA<,LIAIU. ln amet1<luo le Coolcn.'nze d1 questo mese fu qu1stione delle malaltit: r;he soglion infingerc gl' lnscri.lti cli Leva on<l' esimersi d~I )fililare Senizio. Una tale <liscusscooe lanto più correva propizia ìn quanto che esistevano nc!lo .Sped.ale r:a · retchi Jostritti I quali accw oavauo chi ad una !tuta efHiC$sla; chi ad no' inconlioe111.a d'orina; chi a dolori r, umatici in seguito ;1 non inai sofforla fr:itlura; c:hi ad antica pi,,ga supposta l'effelto del passaggio della ruota d'un carro s 11l dorso dr.i piede, ma ric~im,sciota procurata wn l'arte; chi finalmente arl altre. consimili malaltic, su la Vf·race e,i,tenza delle quali dcbb' il ìll edico andare bene guardingo onde non pronunciar un giudizio che, s,i contrario , potl'ehb' essere dannoso io·giuslamenle. all'ioscrill@, s(• favore1'ole, potrehb' anche inginslilrnet:te obbligar al Servizio Militare chi fu daHa sorte favorito. Come fr,,que.nti e quasi sempro surposle si?no. queste nrnhtl ie., rificll.cva il l\Ied. Div., rnsla provalo da che fra s()1 111scrilt1 ncoverat1 nello Sped,,le un solo fu riconosriuto vernmenle locco dalla malattia che allci?ava, mentre gli altri cinque , ,•isli inutili i loro tentali vi di finzior.ie, chiescr eglino stessi uscire dallo Speciale per raggiun;:tP.r i Corpi ai quali craoo destinali. .Asr.1. Oop() la comnnic.Jzionc do! Dispaccio del Comando General(l rlella nivisio11e lll1litare d'Alessandria, 1;01\ il quale s' invitavano gii Ullìzia!i tutti, ma 'in pa·rt1colar modo i Sanitarii, a volere sÒtloscriver ali' .Jbhouamento { il che s'effettuò da ciascheduoo degli Uflh.iali Sanilarii) del 'Irallalo d'Igiene l\Iilitare scrillo per ordine del Ministero dal J\led. l)iv. llotl. CarncvaleArella, il :\led. niv. l)oU. Robccchi notificò all'Aduoanza la decisione presa dalla Dirm.ionc dello Spcdalc di riun ire gli ammalati della Sezione Chirurgica ,:on quelli della SeziPne òfoclica , e ciò allo scopo d'economia. Nolificù in pari tempo com'egli avesse creduto non poter aderir a questa d ·cisione sen:i:a prima avere consultato in proposito il Consiglio Superiore Militare cli Sanità al quale rese ragwnato <:onto del sno rifi uto, unicamente derivante dalla mollirlicità dC'ì danni che la non più effelluabil al· tuazio!Hl de.i mezzi igienici e profìlaltici avrebbe potuto inie, nerare. Notilìcù ad ultimo com' il prcfato Consiglio con suo Dispaccio lo consigliasse aderir alla proposta della Oirezione, sempre che però nella Sala fosse conserva to nn fuoco arceso a fiamma vi va per provveder alla dispersione dei mias mi ; sempre che le due Sezioni fossero Ira lo ro diviso da on sullìciente spazio libero; sempre che finalmente discreto si mantenesse il numero degli ammalati, dei quali qua ndo si aumentasse notabilmente il numero , il tulto do vesse ristabilirs i nel primitivo stato. Lodando in seguito l'opportunità dei suggerimenti dati del Consiglio, il Med. Div. fece ri llettere come molte circostanze s'opponesser in allor all'effettuazione giustamen te voluta dei rnedegimi e come perciò, mentre gli slava a cuore fntelare la vita degli ammalati

, , ,

1

nel modo più economico che si potesse, del che gli sembrava , disse, avere date bastanti prove, pregava i Membri dell'Adunanza a voler emettere la loro opinione su la possibilità o non di quest'accoppiamento delle Sezioni. La quistiooe fu sciolta in senso favorevole alla Direzione dello Spedale ed ali' interesse del Soldato ammalato per mezzo della proposizione fatta dal Dott. Denina cioè eh' in vece di riunire la Sezione Medica alla Chirnrgica, si riunisse la Sezione Febbricitanti alla Sezione Cronic-i; proposizione questa che fu con sodJisfozione accettata da ciascheduno dei ~1embri del Corpo Sanitario e della Direzione. Dalasi quindi dal Doli. l\fariano le!tura della Storia riferita nel numero ~~"1 del Giornale, il l'lled. Div. ragionò su questa Storia nei segueoli termini: " applaudo tanto più volont1.el'i alla feli~e cura ottenul_;l <~~l Doti. 11{~1riao.o, in qua~to c.he r1cordandom1 dessa uno dei pm stupendi casi della Cb1rurg1a, rinnova in mc la soddisfazione provata per il felice di lei esito. 'l'estimonio ed alcu na volta consigliere durante la lunga e dillicile Ctll'a, ho ammiralo sempre la perspicacia dell'onorevole Collega nel cogliere con precisione le indicazioni terapeutiche locali e generali, per la cui retta e pronta applicazione si ottenne una guarigione creduta impossibile. E di fatti al solo metodo iposteuizzante esterno éd interno doveva farsi ricorso quando l'infermo fu acceUato nellofSped., perchè era uopo attutire laJfogosi delle parli molli circ;ostanti all'articolazione a1nmalata, la quale aveva già chiamato in conscoso il centro della circolazione;·non appena questa flogosi fu domala, niente v'era di più logico quant' il pi;ocurar aJ}erta e libera una via per cui potessero uscire le molle schegge ossee già staccate e moventisi nel cavo articolare, promoveod' in pari tempo e facili lando la separaziùne dì quelle eh' ancor aderivan al corpo della tibia. L'insistenza nell'intt·odazione della spugna Jll'eparata , mentre si continuavano , cataplasmi molli!ivi per dicni1111ire l'irritazione che l'uso di quella facilmente poteva ingenerare, fece sì eh' ogni frammento osseo sortisse spontaneamente , per lo che, rimastane sgombra la caverna format11si nell'articolazione, potè il Curante immaginar i mezzi alti a promoverne il riempimento con carni di nuova formazione e la consPcu!iva cicalrizzazione e guarigione della forita. Quivi debbo parimente encomiare la scelta f,.11ta della tintura di m;rra, la itu:tle, vantata com'è contro la carie, non poteva non rinscìre di giovamento, siccome pure di grande giovamento fu l'aver attraversala l'iotiera articolazi<,nè con u·u cordoncino a mot:lo di stitone. Co atlribuisco senza esitar allo stimolo permanentemente prodotto da quest'ul!imo q11el misterioso e sa!utal'e processo di vegetazione, per cni nou solo sì riempiOJlo cospicui vani , ma si rigenera per lungo trailo negli ossi cilindrici la perduta sostanza. ln confe, ma di siffatta asserziono , 0011 contestata da alcuno buon Chirurgo , mi sovviene, e permettetemi ve lo comt1t1ichi, d'un caso d'una feri ta da arma da fuoco, alla cura della qnale dovetti assistere. l o un:1 delle più fiere hatfaglie combattute in lspagna nell'anno 1835, uua palla da foci le fratturava comminuti va mente l'omero sinistro d'un G,mernle in vicinanza all'articolazione con la scapola: l'opinione comune dei Medici dichiarava urgente la disarticolazione: l'ammalato vi si anendeva, ma chiedeva ad un tempo se sarebbe stato assolutamente impossibile guarire senza sacrificar il membro. ~egala quosta impossibilità dai Dottori riuniti in consulto, di cui io faceva auchr, parte, l'ammalato volle tentare la sorte e guari 1uttochè avesse perduto più di <lue pollid di sostanza nell'osso frattnrato; s<>st..-ioza questa che fu rimpiazzala da altra di nuovìl formazione' con solido r, quasi non sensibile callo, talmente cbe il Generale potè co11tinuare nel comando delle 'fruppe e progredire nella carriera fin ai più cospicui gradi. Convengo della r,1rilà di questi casi i quali sono solamente etfeltuabili qaando l'ammalato può procurarsi una special assistenza ed ha bastante coraggio per correre tutti i i pericoli inseparabili dal metodo di cura richiesto, e tao!o più volontieri in ciò coovengo, in quanto che , se mi fossi trovato sul campo cii ba!lai;(lia dove 1·imaoeva ferito il Baldacci, io l'avrei amputato imtaotancamenle, quantunque non sia partitante della teoria di quei Chirurghi che veggono sempre la necessità ct•amputarr.. Ad ogni modo il risaltamento otlenuto dal Doti. Mariano nel .Balducd è uoa nuova prova di quanto possa Ja natura bene coadiuva•a dall'Arte. ,, Terminato questo discorso , la seduta fu sdoila.

PARTE SECONDA. RIVIS'fA DEI GIORNALI SCIENTIFICI. TAGLI O

D EL

TEN DI NE

1

D ACl:llLl,E

IN

ALCUNI

CASI

Di

FRATTURA DE65I OSST DE L LA GUIDA; Df::L DOTT. CA!lfl,..

llllLL DE ~JOJ:IGAN.


I

(S(!N1'0 DEL DOTT. P. MOTTINI).

!

della gamba. Appena eseguita l'operazione , cessò lo spa-

i smo e con e, so i dolori : un ben adatto ap('arecchio acJl ta glio d(li 1cndini collo scopo di rimover alcune j colse l'arto ridotto il · quale , esamiualo 25 giorni dopo , ,difficoltà che talora s' incontrano nella cura delle fra tture 1 ·rnassim amen ll~ di quelle della gamba, costituisce un'ope razione ll Oll a neo r a bi1asla nza co11os1:i ula , sei1hene gli Annali dell'Arte riftll'is,;,10 alcuni ,:asi riusciti a l'elicissimo t r isul1.a11rnnlo per opera del mede;;imo. Diffenbach ricorse .[ pili volle al ta~lio del legamento rotuleo·tibiale cd a i 1 qnel111 <l ,·1 t\' ndine dt:11 muscolo quadricipite estensore li ~lella gnmba in alrnni casi di fraunra scomposta della coscia ed in allri di fra ll ure della rotula con fo.rle slogamento del le parti rotk : ricorse illollre il medesimo al la· 1 gl;o del tricipite bracchia.le, quand'impl~diva eilsO, per la sua conlraltura, l'adattamento dei pezzi franti . .Meynier in un ca~o di gra vtl frattura .òei ùue 1lssi della gamba , seguita da violento spasmo dei muscoli di quella regione con suppnrazioue e distru1.ione òi grande p:,rte dei mu. scolì tibia! anteriore, estensore conrnM Jri diti ed esteo- 1 sore proprio del pollice, ed accompagnala dalla protrusione con acc;,valla1iwn10 ddle tistremità frall.llratl~, Lcnlale inn- 1I tilmente le ordina rie pra tiche cli riduz:one, rle,~ise tegliare . il tendine d' i\ch i!le : la compiuta guarigione delJ'arnma.1 lah> giustificò pienamcrnc il processo ,lei Ch:rurgo (Guz. . Med . 1840) . Bérnrd espo1)e dic in un caso spocialc di 1 frattura ai malleoli poì~ cvl tai;lio del tendine d' Aehi lle Ì ottenere la riduzione r!ci pezzi in vano tontata altrimenle e co11 ciò ri~parmiò i moltt} maggiori danni che dalla rese1:a1.ione delle eslrern ilà franle o dall'amputazione dell'arto sarebbero derivati . Scha,v avenò'a curar un uomo òi 40 anni clv~ cadendo da una scala irt istato cl'ubbri:1chezza 0bbe rotti gli ossi d11lla gamba presso i malleoli con distorsione dell'articolazione del pied0, ridolla in su le prime con facili tà la frallu ra, dopo avere lottato inulilme.nle con tulli i mezzi dall' i\rle :;uggeri li contr'1 111 vio· lento spasmo uiuscohre che scompose di bel nuovo i J)ezzi l'ratlurnli , lenlò il taglio del tendinn d' Aehil!e con prospero snccesso e senza che rimanesse alcun infossa· mento in <:orrispomleuza d,~I lend ine rnciso . Da questo caso il medesimo Autorn 1'11 indotto al l,1 stess.1 operàzione nel la fattispecie che stiamo per descri vere. « :\fo ria ](iug.., d'auui 66, ded ita al vino e di costitnziono già :.iffralita, si fral.lurò la ti bia ed il perone ap· pena al di soprn dell'articolazione tar~u-tibiale. La libi,J , rolla obbliquamenlr:, co n la sua estrt·milà [railmala su· pcriore sormontava l'inferiore <~. riue,la essend<J sospinltl all'indietro , accadeva che le esli'emi!à rotJ.e con s~ ni gl i integumenti forrnavan un angolo rilevante. Le parti furono rimesse con qualche difficoltà nel!~ dovuta posizione e l'ar to fo raccomanda to ad un val ido ap parecchio. La doana però era inquielissima per un intenso dolor al!a gambu di continuo esacerbantesi per ricorrenti insulti spasmodici dei muscoli, s ia estrusori , sia fl essori, ddla gamba e del piede, ì quali insulti grada tarne nte ·scompo.;cro i pezzi rolli in maggioro grado ehe llrima non lo fossero. [ purganti, gli oppiali, gli anti spasmodici non giovando, si r icorse in vano al cangiamento di posizione ; la pelle intanto diventò rosst1, do!eotissima in corrisponde nza de gli ossi accaval lali e ~li accessi spasmoùici .si rosero più frequenti . !11 Lale stato di cose l' Autore risolse tagl :a re il te r.di nc d' :\chille al nono giorno de! la catlu[a nella sp,m.rnza che, tolto i'antagonismo ope1wo dai muscoli tlel polpaccio, cesserebb'anche lo .spasmo nei muscoli anteriori

· n,rn · presenta11 a più il vano lasciato dal. taglio del tendine.

.Tre mesi dopu la c:aùula, abbandonò lo ::i pedale perl'ella-

mente guarita se11z'atc1111 bisogno di starnpellti e con uu I! sempl ice ingrossamento io giro dt~gn ossi rolli.

li taglio in quc;lo caso · pl'odusse un duplice vantaggio cioèd_l',imme dia.t.a et1ssa_7.:ono delE,dolore ,~ della morbosa con 1z1011e <1<~g11 ossi 1rallurati. • inulil aggiungere che , 01!correndo uella pratica sirpi li ca.si, sal'à utile praticare la tenotomia sol allora che i metodi ord1narii non raggiungono lo scopo che si desidera. OSO OBl,l.',HflllO IN àLCUNB llALATTIE DELLA .PELLE

(Formola di GMenat>e).

111 vece delle lozioni e delle pomate, in vece dei cataplasmi di palale, di pane, ecc., l'amido , secondo Cazenave, è mezzù efficace per calmare il pfodo re . !\ci pruriti dello scroto , deiì' ano , delle anche' è utilissima cosa coprire queslt! parti prnna l>,rne pulite (~d ascinll•~ con amido polverizzalo solo od unilo alle polveri d'ossido di zinco, di canfora, ecc. Ecco le formo le: ll. Ossìdo bianco di zilic:O gram . 2 Ca11fora polv. ,, 2 Amido polv .

»

:25

(luesta f? rn10IR conv ie11e nelle prurigin i degli inguini, delle ascel le, delle parli genitali, ecc. i'ltnll'e rpele, nell 'e · czema acuto, oell'arne rosacea, ncll'impeligi11e converrà meglio , secondo Cazenave, quest'altra formoia: I\. . Ossido bianco di zinco gram. 8 Amido

·

»

125

Si spolverizzi mau ina e sera la parte ammalata.

BOIJLETTINO lJFFICBALE Variazioni nel Personale del Corpo Sanitario-Militare. Ootl. Carlo Roni;r:c1-11 , Mc~tlico Divis. nello Sped . .Mi iil. d'Asti colloca lo in ibJ)l'ltaliva per sop1)ressio ne d 'im piego . Ootl. i..nifi B.\LEs-rn .1, .\fcd . <li ltegg. iu a-,pellaliva, ri· chiamato in ;en•izi1J cffeldvo presso il 18" F an!. Doli. Frauc,:sco ELJ.,, Chiru rgo :l'Iagg . della Compagnia Guardie Reali dèl Palazzn, coilocato a ri poso per soppressione r! 'impiego. lJott. (;uelano GASCA, Chirnrgo del la Compagnia tìuardie clei C,irpo di S. ,H . , co!ll>calo in ;:ispell ativa per soppressione d'impiego. Doti. Fran,:t\Sco V.n,r, Au iu, i\leò ÌCL' ili la Classe in as pel · l.ati va rolloca1 1 , a riposo. Dott. Ln i:;i LEMOINi>, id. ìd. OotL. Tommas0 ì:' uGNO, Chirurg<> l\.lagg. i11 i • di la Classe in aspetlativa; collocato in riforma . l)ott. Pietro Sc1Q ll ELLI, id. id. Dou. Gaétano :,\L11\CU1nn , già :\fodico di Ba\l. di 2a CL ùispcnsalo dal servizio, ora collocalo a riposo , colla conces,;ioue del titolo e graJo insieme coo la facoltà d I vc;!i m e I H di vis a. Don. Michele CANT0~1, '.\fodico d1 B.atl. di ·2a Cl. , dallo S 1wdale }liHt. cl' ,\,;ti passa al 2' Regg. u ranatieri di ;:;ardcgna . Dotl. Giovanni 8oGE T T I. )foti. di Ba.lt. di 2a Classe, dal 2 ' Regg. Grar:atic ri di Sardegrw passa allo Sped. cl' Asti. Sig. Enrico MuGGfANI, Fa rmacista di 2a Classe presso lo Spedale Mi lit. d'Alessandria di.,pensato (hl st}rv i.,.io in seguito a sua domanda . l i Direttore Dolt. COJ.\HSSETTI lllcrl.

Div.

.

li Vicc-nirettore responsabile Doti., Bar. dc Bcaufort M. R.

'forino, Pelazza, 1852, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n° M.


( ai 2.6 d' aprile ~ 852 )

ANNO I

No \O

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DEIJ/ ARllA'fASARDA. L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col ! "d'agosto. 11 Giornale si pubblica noi lunedì di ciascbeduua selli mana. PREZZO D'ASS0CIAZ10:"ì.E

Io Torino . . . . . .

. . r.. IO. In Provincia ed all'Estero, franco di posta . . L. 11.

L'abbonamento dchhe pagarsi per semestri anticipali. L_e associazioni per i non ~ili tari riccvonsi al~a TIPOGRAFIA_ S011~1.PINA, via Alfieri, nomo :H. Le lcllere per abbonamento al Giornale debbon esser a1Trancal11 ed accompa0 nalo da vagha postale.

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Soi1uu1t10. - 1° Dolt. Gu.co.lflt'l'TC: Igiene militare. - 2° DJtt.i PATRUCCO e D OPOt1-r: Ferita da arma da ruoc'b. - 3° D :>ll. G 1ACO~JETT1: Ferita della mano per arma cl~ taglio. - 4° Relazione delle Conferenze Scionlifiche. - 51' Doti. PF.SCRl'TO: Su la Statistica Modicd. - 6(> Rivista dei Giornali.

PARTE PRIMA IGIENE .Ll'IILITLI.RE IIELAZION i, SULLO STATO SA.NITA RIO OKLLE Tlt Ul'l'E AC• CA3fl'ATI! Nl!L IIEl, GIO Nlltt' i\NNO

corrnf;,

18Gl; DEL

oorr.

OF;

MEDICO Ol lH>GGIMl!.'ffO.

.(Sunto e riflessioni del Dull. G1.~Cu)lliT'rt, Med. di Balt.) (f/cdi i numeri preceder,ti). Eserci::.ii e MaMvre. Esse avrcbbùn> giovato alla salute del le T ruppe, essendo diminuito 11t1: giorni sncccssivi a quelli in cui ebbero luogo gli csercizii e le manovre, il numero degli ammalali entrati nello St>edaltt come febbri-citanti od esentali tlal servizio per malattia inltirna. t,ota poi l'A11tore che, prima d'1ist>guire grandi rna11oue nd mattino, don ebbe concedersi al soldato un legg,ero pasto al fi ne òi preyenire le lipotimie e le sincopi che ben sovente occor.011 in que~to periodo della giornata. La favo re,,ol influenza dlllla vita attiva e variamente eserci 1ata su lo stato sanitario del soldato t1ssend'110 fallo dall'osservazione e dall'esperienza omai stabililo, anche le manone e gli esercizii debbono produr il medesimo salutare effello. Desso per'ò dipende principalmente dallJ saggezza di chi comanda, poichè, sehben il continuato e3ercizio e l'ahi tuù ine incluriscan il so Ida lo alle gravi faLichc che son inerenli ali' Arle Militare , tullavia non tolgono quei certi limiti che sono natura lmP.ote prefissi alla potenza e tolleranza delle sue forze e che mai non si posson impu nemen!c superare. La conoscenza di questa poleoza e tolleranza fisica a cui può gi11gocr il soldato senza pregiu<lizio della sua sanità e del fine a cui quelle 1!cbbnno servire ricavasi sopraltuttlo dal le relazioni ~iediclie su lo stato sanitario che le Truppe offrono dopo le marcie, gli ordrnarii escnizii, le grandi mano vre, le (azioni campali

ed altre l\Iililari operazioni. Sarehbe quindi a desiderarsi eh' un mezzo cosi utile fosse allua!o ; laoto più che le occasioni sono pre;so di noi rrequenti stante il Mdilare sistema che s' è adollato per vieppiù agguerrire l' Esercito. Q11i pertanto ca<lc in acconcio nolnre quanto CòOYenieoto, per non dir indi5pensabile , sa rebbe che nE\111) grandi manovre e nelle fazioni campali le ambulanze fosser esercitale nella parte Militare del servizio al quale sono destinale , poicbè quando questo r iuscisso insufficiente nell'atto pratico, m3ssimamenle sul camp0 di bat taglia I rimarrebbero para)jzza li )O ze]O C l'ahdilà degli Uffiziali Saoitarii e, per causo da lor indipendenti, riusci. rebhcr inreriori alla loro missione. E <lella parte ì\Iili lare <lei s~rvizio <ll\lle ambulanzt: merit erebbe sopralluilo es· ser esercitata quella che rig·uarda la loro destinazione ed il loro collvcamcnto al segJito del!e Truppe: la scelta del luogo dove stabilirle: le. manoYrn dtd carieamento e. dello scar ica mcn10 ,lei cassoni: la disposiz io:io di questi sul terreno relativamente alla linea di Battaglia: q11ella delle barelle ed il rispettivo posto che debbono llinere gli Uf. Uèi3li , Bass'Ufficiali e Soldati del Corpn degli lnfermiel'i per esrgui re le loro funzi oni con ord ine , prl!cisiono e pront1•1.za. Disposizioni particolari : provviden:;e d' ordi11e relative al servizio dello Spedale. Classificali gli ammnlaLi secondo le varit, categorie già menzionale e for mate le c,1rri~pondenli Se1.ioni, il Uoll. De Condé applicò a ciascheclun il Perso nalo ~le<ii co a norma dt·l!a verità da 1'falg~ igne proclamata : che lo morlalilà è tanto minore, quanto J>ÌÙ è diviso il serviiio e quanto maggior è il numero dei Medici esclusivamente applicati a quPsla od a <~uella Se1.iono. Servizio dei febbricitanti. Sul principio .Jell'accampa· mento predominarono le nialatti,l rli pello le quali , mercè dell'usato metodo di cura, furono pronlomente risolte e guarite. Indi si svo(3ero varie affezioni con forma di febbre sinoca gastrica, in cui gio\•aron assai gli eme!o-catartic:i. Prr ultimo si manifostarono 2 1 casi di febbre tifoidea dei quali novo con forma mucosa o gli altri con forma adinamica. In lutto s'~bbero quallro morti cioè tre per fobbre tifoidea ed il quarto per flebil e. Due casi di morte però accaddero qualcho tempo dopo la partenza delle Truppe dal campo. Servi'lio dei feriti. Il loro m1mero fu di 165: t.!ivisi itl


3i4 varla proporzione fra lutti i Reggimenti. Le lesioni si ri stono strade ferrate consiste in ciò che si sottopongano dussero: 1. a conJusioni che furono le più · frequenti e i Reggimenti i gliali stanno per mettersi in marcia ad fra e.sse una grave alla tempia destra complic11La a comQn'accura la visi la di sanità nella vigilia del giorno per . moziune cerebale , che fu -vinta con energica cora an: la parter,~a stabilito e s'inviin immediatam·ente allo Spetiflogislica generale e _locale. L'Autore .nel narr~re la dale i sifilitici, come presso di noi si pratica , ed in ciò . Storia oola che le sottrazioni sanguigne topiche , rese che dall'Autorità compelenle si facciano visitare nel mecontinue per me:ao delle mìgoalle, siccome è da Gama <lesimo tempo le donne pubbliche dei paesi per cui essi -0onsigliato, recaron grandissimo giovamento-: 2. ad aldebbono passare, facendo ritirare quelle che fossero ritocuni casi d'1dartro del ginocchio, curati con buon sucnosciule tocche da sifilide. cesso mediante l'uso della pomala di nitralo d'a rgento: Senizio degli ollalm·ìci. Le malattie degli occhi furono 5. ad una ferita da arma da fuoco alla mano destra con divise in ' tre categorie cioè in quella dell' ottalmia puruesportazione del dito mignolo e con denudamento comlenta, della granellosa e della comune. Gli ammalali della, piuto del corrispondente osso. metacarpeo , guarita con prima e seconda categoria furono collocali in locali sepala perdila di quest'osso: 4. a due fratture della gamba rali per modo che ogni comnoicazione . con gli altri era le quali furono tosto ridolle: sebbene grave fosse la contuintercellata. Ioollre agli ottalmici in generale, eccettuati sione delle parti molli, ciò non di meno s'applicò immei gravi, si prescrisse passassero la giornata nel cortile, . dialamenle I' apparecchio amovo-inamovibile. Nessuna meno nelle ore delle visite e del pranzo. Le malallie complicazione nè generale, nè locale insorse a disturbare curate all'Ospedale del campo sono dall'Autore divise nel il processo di formazione del callo ed a ritardare la permodo seguente : felta gnarigione: 5. in fin a varii ascessi del collo, a pa.A. Ottalmie ; granellose 56 terecci, risipole e scollature di secondo grad(). U. id. complicate a congiuntivite Nel tr.allare di <jUesla specialilà di ~ervizio il Chiarisoculare,· delta _catarrale 12 simo An!ore propone, nel caso di pronla ritirata in lempo di guerra, un apparecchio ìoamvvibile per le frallure della C. Kera Liti ulcerose. 5 gamba il quale presenterebbe, dietro le falle sperienze, l> . Congiuntivite oculare semplice 2 la solidità e stab ilità necessarie pel trasporlo. Esso com· .E. Blefarite linfatica . l ponesi : 1. d'uno strato di lunghette dello Scultelo da col'· l?. Ollalmie purulente. 15 locarsi snl membro dopo aver protetto la eresia e le sporgenze oss0e del la Libia con bambagia (oçate): 2. di feru le Due casi d'Oitalmia purulenta ebber un ·successo infeordinarie di cartone rammollito, bagnale in una solu· lice. Gli ammalati locchi da granulazioni furono curati con l'acetato neutro dì piombo appena entrali all'Ospe zione 1l'amido e guarnite di bambagia: 5 . d'un secondo strato di lunghelle, inzuppate nella delta soluzione: 4. di dale. li loro numero durante il periodo dell'accampamento ferule di cartone secco, fissate col mezzo di lacci. / a omenlò soprallllllo in quei Reggimenti nei quali il male Sen>izio dei wnere-i. Nulla offerse di rimarcherole, ecera già prim.a maggiormente diffuso. Secondo l'Autore la cetuala l'esorbitanza del numero d'essi; numero che ardiversità quanti laliva nella propagazione èelle granularivò alla cifra di 144 ossia al ter.zo circa del totale degli zioni <lebb'attribuirsi alla differenza <li condizioni igieniche ammalali. Le mala!lie venered si manifestarono per la in che . alcune frazioni delle Truppe si trovarono riguardo maggiore parte nei primi giorni del campo, le altre sue· al le allre e no la fra queste differenze la maggior o mi cessivamente. In vis la della prima circostanza l'Autore fa nor accuratezza dei Medici nel segregar gli ammalati dai riflettere quanto per questo riguardo sia male tutelata la saoi e nell'assalire l'affezione :1el suo principio. Il nusalute pubblica nelle Città . E re la livamenle alla st~conùa mero totale poi di questi curati nelle caserme nel tempo propone la pratica delle provvidenze igieniche ordinarie. dd campo, fu di 572. La Cavalleria ebbe pochissimi solAl fine poi di meglio impedire la grande. diffusione delle dati t0cchi da granulazioni o da altre ottalmie e l'Artimalattie sifilitiche Lra le Troppe e da queste alle popoglieria ne offerse alcuni casi. lazioni , (lilfosione troppo facile in causa dei frequenli Servizio de,qli scabiosi. Nella durala del campo entracambii di guarnigione, suggerisce di lraspJrtare, nell'ocrono nello Spedale 195 stahbiosi, fra cui 188 uscirono correnza d'un accampamento, le truppe col mezzo delle nello stesso periodo di tempo. La guarigione fu pronta, strade ferrale alla loro destinazione nel giorno stesso della essendosi ridollo il numero ·di giornate di presenza allo partenza. Così le località intermediarie non posson esSpedale a 9, 8 per e iascheduno. L' :\olore altribnisce quesere contaminale dalle Truppe che partono da un lnogo sto risullamenlo all'accurata sorveglianza nell'atlo delle dove regna la sifilide ed i soldati che godono buona saunzioni. nità non s'espongon ad un'infezione nelle Città per cui Servizio d·i iY.f edicina Veterinaria. li Dott. De Condé passano. L'unica obbiezione che può farsi a quest'innovaal quale fu ànche affiidala· la suprema direzione di questo zione, dice I' Aut.ore, è quella della necessità d'esercitare servizio, in questa parte del suo lavoro tralla d'una mail soldato uelle marci e, ma, nota egli, quest'obbiezione non lattia da alcuni Autori denomilata febbre m.1wosa, influenza, è punto grave, poichè al icampo sollanlo esso acquista febbre catarrale epi::ootica, la quale per un istante assunse rea.lmente le abitudini della vita mililare. 1m carallere epizootico, Essa si manifestò in diversi caSenz'entrare nel merìto dell'innovazione proposta dalvalli degli squadroni di Cavalleria ed in altri appartenenti 1' Autore riguardo alta profilassi della propagazione delle agli Uffiziali, con minaccia di maggiormente diffondersi malallie sifilitiche e delle particolari ragioni che adduce con forma d'una gastro-epatite, complicala a flogosi dei in proposito, una provvidenza forse più utile e più prapolmoni, della congiuntiva oculare e dell'aracnoide (ver-· ticabile in ogni circostanza , massimamente quando le tigo). li numero totale dei cavalli affelli fu di 78, di cui )'ruppe debbon attraversare regioni nelle quali non esi57 guarirono Del periodo del campo, 5 morirono e 58

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5'15 ,.rimasero in cura. I pr.incipali sintomi di questo morbo -consistevano in una _ subitanea disappetenza, pesantezza d~I ca po , rigidita della colonna dorso - lomha re ·e delle --estrerllità llosleriori, pol;;o freqnenle, ora vibral0 . ed ora debole e respirazione alterata quand,) · coesisteva l'infiammazione dei polmoni. Le cause ·predisponenti fnron attri· buite ai gra11di calori, alle influerrze atmosferi,che ed ·alfe fatiche gravi in paragone del nulrimento insufficiente. Nella cura si praticarono c;on successo alcnne sollrazioni . sanguigne generali, falle da bei principio; e giovò l'uso dei purganti salin i (solfato di soda) a piccoltl do,i , dei clisteri emollienti e del regime IJianco. Le complicanze 1furono curate con i mezzi ordin~ : ii. Neil'antopsia si ri.scontrò: la mucosa del ventricolo a,;sai injettata: il fo.gato pallido, friabile, granuloso e rammollito, in fin i poi, moni ingorgali di sangue nera.,tro con iniezione delle pleure. Le provvidenze igieniche prese a q11eslo scopo .consistellero lltlll'ordinart~ che il governo dei cavall i fosse . fallo all'aria libera e che le scuderie fosser ogni giorno bene ventilate. Pone fine il Chiarissimo Autore a questa parte col no~are com'il servizio di Medicina Yelei:inaria nel Belgio, sebbene disimpegnato da àbili Eserce.nli, lullavia manchi d'unità d'azione e d'impulso per essere privo d'un Ve terinario Capo che lo diriga e che emani quelle generali provvidenze per le qual i soltanto le vckie spccialita del servizio possono praticarsi con unifor mità di pen,iero . e -di scopo e con giovevoli risullamenli. Queste r iflt:ssioni del Chiarissimo Autore son applicabili eziandio ai nostri Veterinarii Militari i q:iali, ad onta della Scienza o della pralica abiliiù che posseggono, deb · bono per la medesima causa incorrnre nei medesimi dan·nosi inconvenienti. Continua .

STORIE DI CASI RffllARCHEVOLI. 80

FERITA DA ARMA DA FUOCO .Hll'UTAZ!ONE. MORTE .

(Storia 1·edalla in parte dal Doli. PATI\UCCo ed in pari e . dal /)otl . J)UPONT e lella in ttn(i Con/'er. d' Ale,~sandria) . Nel giorno 29 di dicembre p. p. facendos i le manovre (lei luogo di Solero, menlr'i/ cannoniere Antonio Falcio la, per caricar il cannone, faceva forza cl i pri!,,ssione con la mano destra, per l'improniso scoppiare di questo, fu orribilmente sconcio netla mede,ima mano destra e noi!' antibraccio corri5pondenle, senza ben sapere ;;e piuttosto lo scovol'o che Ia stessa cartuccia ne rosse .,La la la ca • _gione. i ùiti indice, anullare e rnedio insieme coi corri spondenti o~si metacarpei furono squarciali e demoliti: il dito pollice staccato dal corrispondente osso rnetacarpeo ,. .rimase pcmolantc dalla mano a cui non aderiva più che per un lembo cutaneo: il solo dito mignolo restò illeso 4n mezzo a tanto guasto : l'antibraccio fu pari mente tocco dal colpo verso ·,a parte media del suo Iato ulnare con frauura dell'ulna sLessa e c011 perdita di molta sosla nza muscolare la quale, frasta'gliala eJ allraUà, rcmdeva oltre modo . deformato il membro. In questo miserando slal o (u trasportato a questo Spedale IJivisionale Militare: il Falciola perdette nel tragitto una tal q 11ale quantità 4.i

sangue che stillava dai vasj aJ)erti ·dell~ parte lesa ed iu ispecie dall'arteria ulnare; motivo per cui ad u n'ora e tre quarli in cui arrivò ·allo Spe.dale era grandemente sfinito di for~e; rialzate alq'uanto ltl quali coa opportuna mistura, il Medico Divisionale ·alle ore 5 decise praticare immedìalaaiente l'amputazione. Nell'a persuasione che le parti molli del superiorè tr.allo dell'antibraccio fosser al terate per profonde infiltrazioni cli sangue, lo che si verificò poi con l'esamiJ del pezzo patologico, scelto siccome. luogo di necessità il terzo inferiore del braccio, quivi, tagliale prima circolarmente le carni, segò l'omero. L'operazione co,;ì pronta che non richiese più rii due minuti di tempo, ma la legatura delle arterie, siccome l'omerale mol t'in allo si divideva nella i:adialc e cubit~le , ·ollr'al richiedere due lacci, fu anche più lllnga perchè l'arteria omerale profonda che da princi-pio, per essersi ritirata fra le carni, oon dava sangue , dovelle pure più tardi esser allacciata. Si ricoprì quindi abbondantemente il moncone con lti carni e con la pelle abbassale, le quali · furono tenute ferme con due punti di cucitura nodosa e con listere lle di ·cerotto agglutinativo a cui si soprappose una vescica piena di ghiaccio. La cura consecutiva rii tanto felice nei primi giorni che non fu mestieri d'alcun salasso, ma solo d'un'opporiuna dièta e di qualche bevanda rinfroscaliva. Se nou che nel giorno sedicesfmo d"ll'ope· raz.ione, per essersi l'ammalato intempestivamente alzato da letto e per :.iVl're commesso qualche disordine dietetico, in prossimità della r>i aga oramai vicina a cicatrizzazione , si manifèsLò un Oim1mone che , suppurato e spontaneamente aperlosi, al 55° g iorno di malattia lasciava sperare prossima la guarigione. lnfalli non esisteva piu altra cosa [uorchè una piccoja piaga al lato esterno ed inferiore del braccio prodotta dal crepaccio dell'ascesso , men tre la solu1.ione di continuità supe rslite all'operazione si fa. c1.wa ogni dì più so lida per mezzo d'un tessuto inodulare mollo ader.enle all'estremità deil'osso amputato e l'ammalalo riprendeva il SJ10 primitivo benessere col regolarsi perfetlamen le le funzioni tulle dt>I sull corpo. Comechè però n9n fosse il Falt:iola bastantemente rnso edotto dal!a compars~ del 11,nnrnone conseguitala a·suoi errori, cornechè il .\'led ico Div isionale nel ricordargl ielo lo tenesse in continua guardia di se sles,o, quegli conrìdando tullavia trnppo nella sua robustezza e d imenticando !e precauzioni cl1e gli imponeva una così grave lesione , ritornò a nuovi errori dieteiici ed a movimenti prematuri de! braccio. Per l'in!l,rnnza di que3Le cause morbose l'omero che nell'occasione dello scoppio aveva provalq una profonda commozione, non lardò a farsi sede d'uu dolore profondo e gravativo, ben tosto susseguito dall'evoluzione d'un nuovo Lumorn nel med~simo silo del primo asces_so con gonfo1me11to del braccio e con non equivoci segn i di nuova e profonda raccolta purulenta . ·una larga aper!ura diede esito ad una discreta quantità di p1,1s cli buona natura, tu1lochè lo specillo facesse seutire l'osso ineguale e largamente d,rnudato. Poco dopo essendosi svolta una esll'sa periostite, i sintomi infìammatorii i quali sembra~ van in principio per quakhe giorno cl iminuiti, non tardaron a manifestarsi con grav ità, estendendosi 11011 solo al braccio, ma ben anche al cavò deil'ascella e cessando in pari l'empo i battiti dell'arteria omera le che fin allora eransi mantenuti sensibili . Si praticò allor una contrapertura alla parte interna ed anteriorn del bracc;o fa quale lasciò stillare di bel nuovo trna quantità di pus1 ma qne-~

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5i6 diale della quale, sebbene fosse dallo stroment•> feritore fiocchi nera&lri, il qnale proveniva in totalmente divisa , pure stillava sangue in molt'ahbongrande parte dal cavo ascellare e dai dintorni dell'articoda:nza tanto da ll'estrerno superiore quanto dall'inferiore lazioO'e scapulo-_ornerale alla quale s'era parimente estesa per l'anastomosi con l'arteria cnbitale dell'arco palmare J"iufiammazione. Menir· i sintomi locali si succedevano profomlo dal la stessa fadiale costiluìlo. L'emorragia fu eon tanta rapidità ed intensità nella parte ammalata, lo tosto arrestata mediante nna doppia atfocciatura la quale st/l.lO generale dcli' informo mantenevasi pressochè inalriosd di qualche difficollà riguard' ali' estremo superiore terato : non era diminuito l'appelilo: mite era la sete: la del vaso, perche ritirato. Non avend'io subito potuto per lingua si scorgeva senza rossezza e senz'impaniamento e circostanze da me indipendenti occuparmi della de(ìnitiva regolari si manienevano le funzioni digestive: sola la medicai.ione dd la ferita, dovelli per allora contentarmi di -circolazione generale aveva provato un leggicro cangiamento nel suo ritmo verso se.ra in cui il polso si toccava [ atteggiare la marro in modo conveniente, avviluppare questa con una compressa bagnata nell'acqua fredda e piccolo, duro e frequente e lievi orripi lazioni di freddo erano susseguite da abbondante sudo rt' nef mattioo. Que- · I praticar una fasciatura espulsiva dall'articolazione omerosii sintomi andaron aumentandosi sin agli ultimi giorni ! Cl~bilale alla radi~~c:arpea del membro olfeso. La lesione consisteYa 11el Laglio netto' e curvilineo delle dell'esistenza del Falciola il quale nellav notte del giorno I parti molli che riempion il primo spazio interosseo della 6 òi fobbraio collo <la uu più violen to accesso di febbre mano destra dal suo /alo <lorsalc e di quelle che coprono spirò aìl e nove ore del susseguente mallino io mezzo a l'omonima regione de ll'osso metacarpeo del dito pollice. profuso sudore. La cura adoperatasi nel decorso di queLa base del lembo era siloala sopra le articolazioni carst'ultima rinnovazione del male fu limilala alle bevande JJOme1acarpce dei due primi diti e dal margine radiale <lei temperan(i ed a pi!Lole composte d'asa fetida, digitale ed primo met;1carpeo s'estendeva snl la faccia dorsale del seestrntto chinoideo per uso interno, mentre localmente si condo, mentr'il di lui apice si 1errninava presso l'arlico. fece costantemente ricorso ar;li ammollitivi. !azione metacarpo-falange del pollice. La ·ferita erasi Necroscopia. tn por'l.ione di braccio e la corrispon · compiu ta a mano semi-impugnat a, quindi una ragguardedente spa lla si scopriro no gonfii per inuitrarnento siero_so vofo attrattnra era successa nelle divise parli. Fra queste, nel tessuto cellulare sottocl1taneo ed inlerrnuscolare. Nel portando la marffi in est_ensione, riuscivan allo scoperto braccio si rinvlirHHHO Ire aperture delle quali una alla lo estremità inf~riori o d'inserzione terrninale dei tendini parte illferioredel braccio, una seconda alla parte es terna esl(rnsori del nominalo dito. S1J poi rovesciava.si il lembo, se €d lln3 terza alla parie interna e s11periore del medesimo, ne seorgevano verso la base i capi superiori. La com, penetranti tutte e due questo ultime sio ali'osso necropiuta divi,iorw di questi tendini corrispondeva al lcrzo sato e costi tuenti veri condotti fistolosi dai quali stilla va inferiore del primo metacarpeo; laddove quella del tenpus misto a frammen~i ossei. I i periostio infiammalo s'offrì dine del tn1Jsc6lo abduttore grant!e del pollice era. incomstacc:ito dall'osso sin aJl';1Jlezza del collo dell'omero, piuta e molto piL1 i11 alto. Fu anclrn mia cura esaminare mentr'in basso si mostrava coperto tla linfa" plastica che lo stato delle già accnnnale articolazi:, ni , carpo-metacar'. o rganizzala ed ossificata già in alcuni punti invaginava pee e quelio del primo rnetacarpeo; ma non vi rilevai lein alt<> il se(iueslro osseo e si confond1iva iu basso con iì sione di sori a. tessuto di cicatrizzazione formatosi per la rioniooo della La manq ed il pollice conservavano l'ordi naria loro soluzione di continuit11 prodolta dal l'amputazione. Dal temperatura e l'emorrar;ia cap.illare era totalmente cesche può dedursi che, Sl1 la disorganizzaiione si fosse arsai.a . Qnimli l'essenzialiti.t maggiore ùella lesione era cirrestala all'omero, sarehbevi forse stata speranza di guacoscritla -al solo pollice il quale lasc ialo in baÌia a se rigione, ma l"infiammazion~ avend,J portati i suoi guasti sless.o doveva ceder in modo permanente all'azione dei nell'articolazione della spalla, nel tessuto cellulare dell'amuscoli 11essori. A conòiderarc pertanto la configurazione scella e nelle guaine cellulari involgenti i vasi e nervi di questa ferita, l'estensione sua, non che la maggiore spes-· ascellari i quali si riconob bero compiutamente dislrulli, sHzza del lembo verso la base parmi si possa ovviamente l'esito fatale che colpi il Falciola non poteva essere da i slabilire che il fendente abbia operato tagliand) di sbieco più potenti mezzi dell'Arte rimossi. · i tessuti dall'avanti all'indietro e dall'esterno verso l'interno lato della mano. · 8i Apprezzata così la natura e l'entità della ferita, proJ?EIUTA DELLA MANO PER ARMA DA TAGLIO curai soddisfare alle risultanti indicazioni terapeutiche coo li seguenti mezzi: lasciata in sito la già praticata fascia.. (Storia letta dal Doti. GucoMB'fTI Medico di Batt. tura espulsiva e falla mantenere la mano ed il pollice in ima Con{~re"nza di Torino) . · soprattutto al massimo grado d'estensione e d'abduzione, M'a.:cingo a comunicarvi, Onorevoli Colleghi, la Storia trassi in basso i superiori capi dei !Jivisi tendini verso -d'una ferita da taglio la quale per la natura della lesione _gl' inferiori , per modo che il ·Joro allontanamento riinleressaote tessuti fomiti di vitalità diversa ed insersultava di poche linee. Sopr' essi adagiai il lembo vienti ad usi speciali ed importanti, per i mezzi praticati che. mante1ini io sito ~ riunii allé circostanti parli nella cora e per aflre considerazioni:scientifiche e prati mediante due ponti di sutura intereisa ed alcune Ji~be alle quali potrebbe dare luogo, mi sembra, se male sterelle di cerotto agglutinativo, Al fine poi di rendere non m'appon-go, meritevole della v.ostra attenzione. fissa e sta bile l'accennata posizione della mano e del Al Signore N. P. toccava ai 29 di maggio 1859 un pollice, li collocai sopr'una tavoletta formata sul momento ~iolcnlo colpo di sciabola alla regione dorsale e laterale con cartone, indi con legno e vè li fi5sai con lacci pas··esterna della mano destra. Nella risultante soluzione di sali negl' intagli esistenti sui margini della medesima. (:Onlinuità restava con le altre parli compresa l'arteria raQuesta tavoletta si componeva di due porzioni insieme sta volta con

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717 articolale ad angolo, l'una oriz.zonlale che corrispondeva imprimer al pollice, mantenuto sin allora io immobilità ai due turz.i inferiori dell'anlibraccio , -verticale l'altra è assoluta, leggieri e blandi movimenti i quali succ1:ssivafoggiata appositamonte in guisa da sostenero per una rneole ripetei in modo più_pronunziato. E siccome questo parte la mano con li quallro ultimi diti fra loro con· dito conservava lo ~lato d'e.;leosione, cosi rimpiau:ai il giunti ·e per l'altra il pollice isolato. Fra l'apparecchio palmare con un.1 semplice fasciatura , continuando però e le parli fu interposto un opportu no cuscino o terminai l'uso della 01ezza sciarpa. Esaminala la località al 55° la medicazione con adallare sopra la lesione una comgiorno circa ho rilevalo: la mano in co'ndizione naturale pressa inwppala nell'acqua fredda. regolare e ri$1rotla la cicatrice del lembo ed uoa specie li Ferito, pe1:sona in Yerdo elà , tlotalo di lemperamento di rialzo i11 forma di nodo verso il silo della riunione dei sanguigno e di buon:i custiluziono, non ismenti in lutto lendini. il movimeolo d'ostonsione del pollice era per questo tempo quel co raggio, q,1ella tranquillità e calma poco difficile, ma non preciso: perftllto quello d'abduzione. che av<n'il per l'addietro dimostrala. Epperciò in vista di D'allor in poi non rividi più il ferito. così .favorevoli condizioni e tenuto oziandio in debito Delle varie riflessioni ch' intorno l'esposto caso possono conto la pregressa emorragia , non prescrissi che dieta rilevarsi mi limito a quella che rilletle i mezzi praticati rigorosa , riposo, pozio11i diluenti e la conliuuaz ione dei per la riu 11i11nc dtli lendini cslensori . Perocchè sebbene bagni freddi su la località, nel modo the ho te.tè accenil risultamcato abhia in gran parte corrisposto alla loro 1lato. All'iudomani l'ammalato offriva il medesimo lodeefficacia, non sarebbe tullavia fuori di luogo il doman vole stato del giorno procetlcn te. Un dolore sopportabile dare perùliè non abbia procurato ol!onerne la riunione era l'uni co sintomo che presentasse la località la quale, immediala. Que;;ta specie di cicatrizzazione era c:erla solo col rimoverc la compressa, poteva a mio talr!uto menle nc'miei clesiderii; conoscendo dall' Analomia Patoesaminare. Nessuna sensazionH di fo rmicolio o di pesanlogica come per e..sa il muscolo corrisponJente al Leo tezza alla mano, nè alcu11a rimarchevole alteraiionu della dine troncato ricuperi lo sue funzioni in rnoòo più pronto suo sensibilità e temperatura. Come pure lungo l'anlie più compiuto. ~la siccome non potevano i capi dei di. braccio non ebbi a notar nkun grndo d'indolimento od vis.i lendini portarsi a mutuo combaciamento fuorché rnealtri morbosa c,pressione. Rinnovai quiodi le medesime 1 dianLe la sutura doi medesimi, cosi crndelli dovervi l"iprescrizioni le quali furono cen1in11a1e nei giorni ~ui;cesnunziare. Sono benci lontauo dal <11•..:u ire riguard'a cosivi e nellll sle,so modo, tranne qualche lieve modifica- 1 desto mezzo d'unione le asa gerate prcveo1.1oni del Pibrac zione del r~girrn.1 dielelico. Al sesto giorno tolsi i punti e c\c'suoi partigiani; ch'auzi ne faci;io uso tullavolta che di sutura, essendosi il lembo regola rmente riunito; riapmi par util ed indispensabilt.1; cosi per riunire il lembo plicai però In lislcrellc agglutioativ() e, rin11ova1a 1'1 fa- J della ferita che voleva e doveva lascia re libero da ogni sciatura espulsiva, rimisi il meml.Jro nel mc1fosicno appaJlressiono, preferii la sulura agli altri mezzi , siccome quelli che slanlo l'eret~a posizione della mano noo potevano recchio. C:essai pur io dello giorno l'uso dei bagni freddi su la località la qnale copersi con piumacciu,:,li di fìlaca lai iodicozione egual.mente sodùisfaro. Per la qual cosa c1ca asciulle e con una compressa. Al tlecimo il forilo se l'ornmi si in questa circoslrnza attribuire si debb'a che che, per ragioni di ser~i1.io , aveva dovuto affidar alla ..I' i danni che poteva recare i;on l'accrescere la gra dlii della l,;isione mi pan·ern maggiori del comµonso . Oi falli, lralcura d'un Collega, si JamL'nlarn d'un senso di grave peso tando delle ferito della mano in ge11f!rale, convengon i alla mano olfesa per ingorgo etlemaloso piullosto ragguardevole. Duuitai su le prime si lrauasse di qualche j Pratici nell'assegnar ad esse un la! quale gratlo di gravità ancorchil sieno poco profoncltJ , poiché stante la diversa raccolla purulenta formatosi nelle parti p;ofonùe, di cui organizzazione e sonsibilità delle parti che vi si d1slriboil'ethima, siccome 00eorrc non rare volte osservare, coscon e pc,r i !oro rapporti funzionali ed organici sogliono stituisce l'espressione sinlomalica. Ma uel riflesso .che essere Sll$:ìeguile da processi in6amm:norii si& locali, sia Ira i sintomi della flogosi s'era manifestalo il solo dolore, di ùiffusio110 secondaria, piulloslo intensi. Laoude, oltre fenomeno altro nde inseparabil in simile gen\>l"O di lesione, ad un allivo metodo di cura, ra~comandao evitare le cause il qnal andò via scemando fio a scomparire totalmente, mi irritanti. Nel nostro caso già grave per se non seppi tra parve più ragionevol11 derivarne la cagione principale queste scorgerne una maggiore della sutura dei tendini, dall'insolita posizione della mano a dal la fasciatura espulgiacché per eseguirla bisognava praticar una nuova ferita, siva alq~anlo slrclla. Al fine di rimediar a quesl'acci. dente presi il partilo di rilassare la dell3 fascialUra o di li quindi nuovo doloro e por soprappiù la presenza mateadagiare la mano sopr'uo ordinario palmare il quale per I riale dei fili ..Ma ad intralasciare la sutura e per conseguen1.a ad allenermi alla riunione mediala a·ltri riflessi la sua forma conlinuasse a mantenere slabilment e il poi~ ollre a questi mi hanno determinalo. È ammcss'in Patolice nell'attitudine ùi prima, collocand'in seguilo l'anti logia che la formaz ione del tos.sulo inlerrne<liario per i;ui braccio e la mano tra la pronazione e la supinazione ndla si ristabilisce la continuità d'un tendine diviso , non dicomune mezza sciarpa. la questa circostanza sortì con pende dalla sola guaina, come Bouvier e Vclpeau opinano, qualche goccia di suppurazione ciaschedun caJJo dei fili nè dal sangue travasalo, come Duval, ripetendo pei tend'élllacciatura, coudolli , al fi11e d'evitare la divisione d(.)i dini la stessa teoria d'Ilunler sul callo, pretende, ma bensì teodioi, il superiore vepo il lato esterno e l'inferiore da tulli i tessuti ci rcostanti. Di più è provato che la verso il lato inlerno del lembo. Questo, liberalo da ogni . rilmione modiata, purchè non sia considerevole, non priva corpo straniero, contrasse in breve tempo un'adesione il tendine di quell'indipendenza ch'è necessaria al s110 compiuta, mentre l'edema, in oola alle usale prncauzioni, esercizio, nè toglie al corr ispondenle muscolo Ja fa coltà non si dileguò compiutamente se 0011 quando l'ammalalo delle sue funzioni; ed in prova di qaesl'asserzione bac~minciò a por io 11sercizio la mano, costituendo però stino tra i molli che potrei addurre i seguenti fatti: Yelpeau esso solo l'unica morbosa ·accidentalità che sia insorta riferisce il caso dell'allontanamento di qua.Liro diti tranel corso di q11esta cura . Al 20° giorno cominciai ad

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sversi del legamento rotuleo e del tendine del muscolo relto anteriore dè,lla coscia , guarito con poca d1fficollà dei moti d'estensione del la g;imba. La Faye tlll adduce un altro concernente una gravissima lesione di duo diti della inan6· con la perdita di dieci linee di lunghezza <lei tendini ostensori sanate con la restituzione del naturale movimento cd il nostro M onteggia in fine , parlando <lellti froncature recenti dei lendini, asserisce aver avuti esempi di conglutinazione mediata degli estensori della maoo con altri,l'intiera restituzione del naturalt~ movimento. E mente fosse a ché si ridurrebber i brillanti successi della teno tom ia! Ora queste circoslan1.e si trovavano riunite nel caso di cui ho LrallaLo. Poiché i tendini estensori del pollice erano Lotalme11te coperti rial lembo e l'allontanamento dello loro estremità era ridotto a poche linee mercè della fasciatura espulsiva e dell'anatomica disposizione della snperficie articolare del carpo la quale, per essere più larga dal lato dorsale che no:1 dal palmare, permette di porLaro la mano e con essa il pollic~ a tale grado d'ostensione d,i essere mantenuta senz'alcun inconveniente ad an• golo retto con l'anlibraccio. Queste sono le ragioni per cui riputai prudente consiglio di non tentar in questa speciale circostanza la riunione immediata. Con la lnsinga d',inconlrarc l'a pprovazione le sottopongo al 1;oslro giu dizio. ·

se

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE (!l:lese di Dicembre). TORI!'iO. C'ièl!a prima seduta, dopo l'approvazione del processo verbale dcli' antecedente tornata , il Presidente commise al Segretaro la lettura clelJa Circolare lllinistcriale ri,guardanle l'instiluzione dei Gabinetti di Lettura io tatti gli Spedali Militari del Regno. A questa lettura tennero dietro particolari intcrpellazioni per scbiarimcnti intorno ad alcuni punti della medesima circolare, di cui lo scopo fu da ciascheduno riconosciuto utilissimo e eome tale molto commendato. nopo la nomina fatta a maggiorità di voti del Segretaro Cassiere nella persona del Dott. Bar. de Bcaufort, successe il Doli. Giacometti per comunicar ul!'Assemblea la S~oria di grave ferita da arma da taglio, riferita m questo medesimo Numero con alcuni cenni su le ferite di questa natura. Tosto dopo fu sciolta la seduta. . N~lla Torna!~ ~ci ~8 il Presidente invitò il Dollor 'l'appari a r1fcì'1re la con.d1r.1011e morbosa nella quale lrovavasi il Soldato sospetto farcinoso ( l ) , che pochi giorni prima s'era re-so defunto, nel. !empo in cui il medesimo Dott. assumeva la direzione della ta Sezione di Medicina. Questi espose come l'ammalalo in questione, non ostante le molle piaghe che conservava suppuranti a.Il.a faccia cd agli art.i superiori ed inferiori, fosse ant or in suff1c1entemente lodevole condizione generale e come solo dopo un mese circa di cura si manifestass' on tumore alla regione cervicale pos_teriore in corrispondenza delle due prime vertebre del collo: aggiunse che qualche tempo dopo la manifes tazione di questo tumore cominciò il capo a rendersi permanentemente ìncl!r.alo a _si~istra ~ _che q_uindici giorni dopo comparvero sinl!>m, e segm d1 par~hs1~,_pnma al braccio ~estro, P?I ali~ gambe, finalmente al braccio sm1stro, con d1fficolta nelle dweslloni con diarrea, con escare cancrenose al sacro·è con marlsmo. ' Il Dolt. de · Beaufort eh' era subentratò al Dott. 'fappari nella dirt:zione della medesim11 ·sezione di Medicina, riferì poi il risullamento della necroscopia i nstituilasi sul cadavere dell' ;1mmalato farcinoso trent' ore dopo la morte. Necroscopia : Il cadavere non offriva alcun indizio d'incipienlo putrefazione: tal era il dimagrimento del c~rpo eh' aveva l'asP.etto d'uno scheletro vestito di sola pe!!e aderente agli ossi : Il cadavere, sebbene posto sopr_' una tavola ori_zzontale, manteneva il capo piegato su la spalla srnrstra e9 offriva nella parte posteriore destra del

n

Questo Sol.dato sospetto ammalato dì farcino è quello st~sso del quale s1 t•rnne parola nel N° 14 e succ, Conf. di questo _G•o.rnale e che era stato invialo per ordine minis!eriale in' ossernz1one allo Spedale.

col\o U';l tumore co~rìsp01;ldente.alle due prjme vertebre cervica!t._R1scoot_r~rons1 tre c1catr1c1 l~nghesso 11 terzo superior-iuterno ~ella t1b1a destra; due all'arhcolazione omero-cubitale destra, rn~erna Puna, esterna l'altra 1 un'altra nella parte esterna del gomito ~m1stro_; Qnalmenle. una settima in corrispondenza dell' osso ~1gomat1co destro: tolte queste cicatrici in.formi ed estese adcnvano tena~emen~e agli ossi sott?slanti i quali, messi allo sc<?~erto c~n la d1ssecaz1one delle parti molli, si scoprirono a1t0:r.al\ rn corrrspondenza di dette cicatrici, non solo nel loro per1?st10_, ma nel.la sostan_za_ossea st~ssa che presentavasi aspra per tnfinlle prominenze m1gl1ar1form1. Ollr'alle descritte cicatrici 0 sscrvaro!]si ancor ape_rte quattro piaghe delle quali l'una alI1 a_rcat~ z1gomahca s1n_1stra., due al gomito destro ed una alla prima falange del polhce smistro. Sezionale queste parti si ritrovò il periostio ingrossato ed esulcerato sm all'osso 'e,.,ualmente sca_bro pe_r le. migliariformi promin~nze desc ritte quali sotloslann alle c1catr1c1: l'esame delle cavita nasali delle fauci della mucosa tracheale e bronchiale, delle viscere toraciche ed addominali , non lasciù scorger alcuncbè d'anormale se s' ecc~llua il fegat_o il ciu_al~ e~a _alquanto più vol?miooso p~r dilataz10ne de' suoi vasi riptent d1 sangue nero e viscoso che mediante I~ pre,ssi~ne stillava fuori come sortisse da una spugna. Non cosi s1 puo dire ~e.I cer_vello e de' suoi involuc.ri , giacchè questi erano ~ol_to J~Jcll~a p~r sangue nerastro, di cui erano pari-·mente np1em 1 sém tut11 della dura madre e quello offriva un rammollimento nel suo destro emisfero. Messa a nudo la colonna vcrtebr:ile, si vide manifesta la lussazione della prima vertebra ~e~v1cale con !',osso occipitale : lussazione questa diretta da sm1stra a destra ed alquanto io dietro e ca.,ionata da un' ~sostosi della prima e s_econda vertebra cervicale.~ molto vo\ummosa ~cl este~a. ·In cornspondenza di quesl' esostosi la cute, 1 so~to~ost1 strati m~scolari, i legamenti delle vertebre ed il per1os1Jo delle medcs11n:e form~vano quasi una cisti c~e s' estend~va smo ve rso la meta anteriore del collo ed era piena di pus giallog_nol?, ll!Olt~ fetente : scoperto il mi_dollo spinale e stando a~cor m silo li midollo allungato, non s1 scorgeva allr' alterazione_ se non qu~ll~ prodotta dalla compressione esercitata dalla des~ritta esostos1: 11 midollo allungalo nella sua uscita dal foro occ1p1tale aveva la forma conica con l'apice in basso e si sJringev!l tosto per più di due terzi della sua lunghezza, continuan~os1 questo stringimento per tre centimetri nel midollo spinale 11 quale !!Olamente Yerso la quarta vertebra cervicale riassumev~ la sua forma natura.le : in q-uel trailo di midollo allungalo e sp'i nale eh' era per tale modo slrozzato dalla lussazione, non si disliaguevauo più nè la forma, nè la divisione dei cordoni nè il c_ol~re <)elle du~ sostanze componenti; era in vece una vcr~ pollJglta branco-giallognola contenuta ancora nella dora meninge. De_scrittJ per tale maniera li risultamenti necroscopici, conduocle 11 llolt. dc Beaufort: 1° che l'estinto non offrì traccia di quei fallì palologici soliti rinvenirsi nei cadaveri <lei farrinosi, ma bensì dimostrò essere stato dorante la vita tocco da ~na diatesi forse semplicemente linfatica, forse linfatico-sifi!it1ca ,. la quale ad ul:imo invase il sistema osseo; 2° cho la cagione efficiente della morte fu la lussazione occipilo-·vcrtebrale. Il Dott. Rophille impugnò qutlste conclusioni dicendo che se dall'esposto quadro necroscopico non v'erano suflìcienti ind iz~ ~~r ~tabiliro la presenza del farcin .i, non v'erano parimente md1z1 tali che -valesser ad escluderlo assolu ta mente. Rispose il Dott. Arena notando t bc, eliminato come già fu nelle precedenti t.ornate 11 sospetto di farcino per infezione cd annullatasi per le prese jnforrnniooi la possibilità dell'inoculazione , gli serobri\Va !Deno sostenibile l'opinione del preopinante. 1n$isteudo tuttavia 11 Do_l!. Ropbillc nella manifestata opinione, il Doti. Montelli, sul r1Ilefso che la mcroscopia non aveva recati tali falli che valcsscr a distruggere la non esistenza de! farcino stata tlall' Adnn_auza ammessa in un'antececlente tornata, dietro la considerazione delle cause , elci sintomi e del dee.orso rlella malattia, disse cbe gli sembrava quanto meno inutile cosa fare ritorno a:d una d!s?Ùssione in proposilo. La inedesirna opinione essendo stata d1v1sa dall' Adunania interrogata dal Presidente, questi concesse la parola al Dott. dc l3caufort che lesse ur.o scritto in rin<>raziamcnto ai Colleghi per il volo di fidu cia .col quale lo vollc7' onorato eleggendole a Scgretaro-Cassicre per il Gabicello di Lettura; toccò parimente nel medesimo scduo dei vanta~<>i e.he la Direzione del Gioroala avrebbe falli al Gabi netto di Lettura dì '.).'o rin?, risparmiand' a questi ia spesa eh talli q11ci Giornali con 1,quah quella operaYa lo scambii>; la quale cosa avrebbe fatto s1 che r.otendo farsi qualch' economia, il frutto di questa sar,e~be ~~alo con .r!lolta utilitil consumalo ncll' acquisto d' Opere . Sc1en!1hc.he e c10 senza che ne potessero movere la"nanza i C_oll_eghi degli altri Spedali , i quali sarcbber anche stati vantaggiat1 da questa speciale disposizione quando per turno fosse loro toccala la Guarnil(ionc di Torino, dove avrebpcro parimente concorso nella Redazione do! Giornalé ; lavoro questo eh' esscnd' esclusivo dei Medici Militari st<1nziati nella Capitale, era ben giusta cos'a che questi godessero di plù ampii mezzi d'istruzione. Diede·fine a questo Scritto prega odo il Presidente a volere nominar ona Commissione nel seno del!' Adunanza, la quale, r.edatto un Regolamento interno del Gabioello, lo prese.ntaue poi


per essere discusso in una straordinaria Conferenza. Aderì il presidaote all'invito e, dopo avere nominati membri della Commissione li Medici di Regg..Dolt. Sclaverani, de Beaufort, Elia, Tappari ed i Dòtt. Giacomelti e Clara , Medici di Batt., lf. di Segretarii, tutti presieduti dal Med. Div.., dichiarò sciolta I' Adunanza.

PARTE SECONDA.

3f9 1. citamcnto de' suoi Colleghi scrive: " Se pertanto i più I chiarì Ingegni della Scien1,a, i GoYerni, i Municipii ed i Moderatori dei pubblici Spedali promosser éd ordinarono quasi dovunque le mensuali ed annuali compilazioni di Statistiche Mediche; se anzi esislon i più ner.essarii élernenli ed i più preziosi materiali per una generale compilazione délle medesime, perché s'attende ancor a farle di pubblica ragione reeolarmente al fine d'ooni o anno e con un metodo qualsiasi, purchè sia almen uniforme nella distr-ibuzione nosologica delle malattie e dei principali ele· menti statistici ? L'onore della Scienza esige assolutamente che ciò si faccia; la tendenza al positivo ben essere del progressista ed illuminato nostro Governo non che dei .Medici filanll'opi lo richiede. Nè momento più opportuno di questo per acciugersi all'opera io mai conobbi , avvegoachè mai per l'addietro lauti elementi com'al presente ha posseduto l'Arte nostra, nè mai tanta vi fu emulazione per darvi incremento, nè tanti Comitati e tante Conferenze Mediche per sostenerla ed · onorarla. E fra tutte · coteste .Med iche As:;ociazioni io penso essere forse l'unica la nostra la quale, per trovarsi basala sopra un sistema di Militare J)isciplina, sarebbe più d'ogni altra in grado d'organizzare definitivamente per tutti gli Speciali .Militari nn solo ed uniforme modello di Statistica Medica annuale la quale dar·ebbe forse un notabil eccilamento a seguitarne l'esempio in tutti gli Speciali civili dello Stato. • Questo bisogno di compilar una Sta ti1,tica Medico·Mililare uniforme è maggiormente sen lito da che, sotto gli auspicii di Chi ci presiede nella nostra ooorevol e 5cieotifica Ca-rriera, ci è dato potere raccoglier io apposito Giornale i frulli del le nostre fatiche, i quali, per ciò che spella all'argomento statistico , ove lutti fosser in fine di ogni anno pubblicati, potrebbero certamente, con immenso vantaggio dell' igiene .Medica .Militare e dcli' Arte no~lra' delermioar il valore di lulte le particolari circo_slanze di fatto, di luogo e di tempo riguardanti le speciali cagioni morbose , i roelodi pratica ti ed ì risultamenti ottenuti , fissando così le relazioni che le influenze causali hanno fra loro. Ed 1) forse con quesl' aspetto e per questa importantissima applicazione che i Redaltori del oià nostro Giornale di Medicina Militare si rivoJaevano o i:, dal mese d'agosto dello scorso anno a tutii gli U!tìzialj Sanitario,.Militari, invitand' i più volo11terosi alla compilazione d'un modello di Statistica nosologico·clinica, alla qua le tutti uni formandosi i rendiconti dei singoli Speda li Militari, potesse poi compilarsene una generale per lutto lo Stato. A secondare questo scopo ed ottimo proposito avend' io divisato accingermi v'offro quest' oaoj· Ornatissimi Colleghi, 110 modulo di Quadro Statisii~:: quale lo immaginai e con indicibile fatica in atto pratico ridussi, di lutti gli ammalati da me curati nel decorso di un triennio in questo Spedale principale della R . .Marina, onde vogliate confortarlo della hencyoJa. vostra approvazione od in quelle parti modificarlo nelle quali sarete per trovarlo erroneo e difettoso. E qualunque sia la for. luna eh' il medesimo abbia ad incontrare così presso il Consiglio Superiore :Militare di Sanità ed i filantropi promotori di quest' interessante argomento, com' anche presso iutli i Colleghi dello Spedale Divisionario Militare di questa Città, con i qoali d'or 'innanzi ci tocca la bella sorte poter dividere con fratellevol unione i .risultamenti delle nostre scientifiche occupazioni, io sarò pago avere inizialo un tanto lavoro e possedere l'intimo convinci~

SU LA. .STA.TISTICJA. .ltl·EDICJ& (Sunto d'tma .Memoria letta in Genova dal Med. Mi'lit. della R. Marina Doli. PESCETTo) .

Esordisce l'Autore con aC'.cennare che se dalle infor. mazioni statistiche desunte dal ~novimenlo · delle popolazioni oei tre principali atti della vi ta umana cioè la na scita, il matrimonio e la morte, traggot1 i Cullorì delle Scienze Sodali un argomento potentissimo per giudicare del grado di condizione più o meno prospera ,!elle diverse Nazioni, gli Studiosi delle Mediche Di5cipline trovano poi nel la classificazione melodica delle malallie i più ragi-onati elementi per calcolare le cagioni e gli effetti di queste, le loro relazioni, i loro confronti, l'emergenz~ delle epidemie e delle endem ie, la v~rità delle Dot· irioe applicate al le leggi igicoicht) ed in fine la conve· oienza dei metodi curativi più appropriati. Pàssand'in seguito in rassegna gli Scrilli dei Fraok , Brera., ·Rasori , Tommasini, Omodci , Deren:.d , Fan tonelli, Giacom ini , Pucinolli, Sacchero, Booino, Ferrario , Marshal l, Wil1son, Casper e Baudin i quali lutti s'occuparono di slud ii stalistico-medici, ne trae argomento per provare come da lungo tempo sentita fosse la· nccessilà <l'una Statistica Medica, a rendere la quale molto più profittevo le mirava il Ferrario nel Congresso degli Scienziati tenutosi in Pisa nell'auno 1859 quando proponeva che si cercasse modo per addivenire alla compilazione d'una Statistica Medica uniforme per tutti gli Sta li ·dcli' Italiana ·Penisola: scopo questo clrn si proposero d'allor iu poi co-n successo diverso molti llislin ti Medici , tra i quali l'Autore cila li Dottori Costa e Massone. Fallosi poi a discorrere delle somme·difficollà che dovelter incontrare, senza superarle sempre e per ogni lato, questi benemeriti figli d'Jgea, dimostra però con l'esempio della Francia, dell'America e della. Prussia , com 'anche da nozioni statistiche non uniformi, nè perfettissime, immenso sia il bene già derivato alle Truppe di queste Nazioni così dal lato della diminntione della mortalità, come da quello dell'economia. Porge perciù Il bene dovuti tributi d'elogio a quei .l\ledici con dolli, alle Amministrazioni degli Spedali, ai Municipii ed ai lioYerni i quali dieder opera a riempicre questa lacuna. Tra questi ultimi encomia il Governo no-stro per avere sino da]· 1855 con -appositi mvdelli e Regolamenti saggiamente ordinata la formazione di Statistiche Mediche negli Speda!i Militari, le quali in oggi potrebbero già essere feconde di favoreYolissimi risnltamenli se nel compilarle si fossero sempre usate quella precisione di diagnosi, quell'un iformilà di linguaggio Medico, quel l'ordine e quell'esattezza che l'importanza e la delicatezza della cosa si meritavano; lagnanza questa eh' ebbero già ad emellt1ni la Redazione di questo Giornale (vedi num 0 2) e l'egreggio Mcd. DiY. DotL Arella nel recentissimo suo Tralla'to d'lgien(.» Militare. Quivi l'Autore a maggior cc-


320 meuto che; stabilita una volta ed attuala definitivamenle la necessaria uniformità statistica, possa riuscire non solamente ulile, ma decoroso per tull' i_l Co(po SanitarioMilitare. " Dopo ciò il Dott. Pescetlo imprend' a dilucidarc più ampiamente il Quadro Statistico Decennale pubblicato nel N. 58 di questo Gio_rnale, . nel quale lavoro noi non lo seguiremo che parzialmente, a ciò costrelli dall' avere solo, sempre per l' angustia del Giorna le, polulo pubblicare il Quadro compendiato e non in lulla quell' abbondanza di partico lari e minute nozioni delle quali egli lo corredò. Ragionando r Au tore della mortalità assoluta e eomplessiva dtdle pubblicate cifre, dimostra come q·uesta, la quale ascende al 1 95 p. 010, sarebbe mollò più limitala se la si considerasse solamente in relazione alle morti accadute negli Speda li J'dilitari destinati alla Gente di mare, e 11011 inchiudesse pure la mortalità dei condannati ai :Bagni, la quale ù sempre di gran lunga superiore alla prima ; il che egli prova éon le seguenti cifre : Ger,,te di mare: ammalati 22,549; morti 251 ; mortalità relativa: 1,05 per 010, Condannati ai Bag11,i: ammalati 7,109.: morii 544: mortalità relativa: 4,S5 per cento. Dà qnindi le ragioni di questa differenza , fondandosi su la depra· vala moralità di questi , su le fatiche gravi che debbollù sopportare , su i luoghi più malsani che àbilano e particolarmente su la specialità delle malallie dalle quali sono ordinariamente tocchi : malallie che nello ~-IJedale Centrale dei Bagni di Genova dice potere compendiar~i in tre sole classi per la natura loro per lo più nou domabili cioè la scrofola , la lisi ed i vizii organici precordiali , mentre le malattie d-ei primi che trovansi in mollo migliori condizioni dinamico-organiche e sociali non diOerenziano da quelle alle quali vanno soggetti comunemente gli uomiòi tutti posti in circostanze favorevoli d'età e di robustezza , che però son obl.ll igati a viver una vita laboriosa. Spiega quindi come la mortalità cr~scente dal 1842 al 1846 dcbb' allribuirsi alla febbre tifoidea che con genio epidemico doroinand' in quegli anni per tutta la l:iguria , imperversò pure fra la Genie di mare, specialmente nel Ballaglione R. Navi, assalendo di pref!')renza i soldati Savoiardi c_he facevano parte del medesimo. Parlando della morlalità occorsa su i noslri Legni da Guerra, dopo avere dello non potere ri ferir il numero preciso di tutti quelli che spiccarono daJ· nostro por\o nel periodo del der.ennio , nè potere parimente calcolare, almeno -per il mome11to , la precisa cifra dei morti negli Spedali dei diversi Paesi nei quali furono di stazione o d\ passaggio , dimostrò come dei 25 decessi a bordo· in tempo di navigazione 7 spellio alla Fregala Desgeneys , 7 alla Fregata S. Michcl·e, 5 alla Fregala Beroldo , 4 alla Corvetta Aquila , 1 al Brigantino Dai'Tlo ed 1 al Piroscafo Malfatano. Ragiona in fine sul progressivo aumento degl i ammalali dal 1841 al 1849 e del diminuir che fecer i medesimi dal 1850 a tult' il 1851 , derivandone la cagione dall'aumento di Personale Militare Marittimo che gli avvenimenti di qnei tempi dovettero necessari~mente produr e che le disastrose co11seg11enze di Novara ridussero al primitivo numero. Nel chiudere queste sue considerazioni il Dotl. Pescetlo an· nunzia ai suoi Colleghi u'n altro suo lavoro diviso in tre parli. l'ìella prima farà l'analisi d'un Quadro triennale Nosologico-Clinico per gli anni 1849, 50 e 51. Nella seconda parlerà della Topografia Medica dello Spedale

principale marittimo di Genova; del Servizio Sanitario ed Amministrat ivo ; del c: lima di Genova e delle sue influenze nella produzi~ne dei morbi; fìinalrneutc dello speciale gt.nere di vita della no~tra Gente di mare. Nella terza parte dice volere far una Relazionti sommaria dei risultamenti clini ci e così del le malattie più rilevanti e meritevoli di speciale menz_ione, le qua !i furono di base al triennale Rendiconto.

RIVIS'fA DEI GIORNALI SCIENTIJl'ICI. CoNTAGlOSIT..\' DEGtl ACCIDE~n SECONl)Alll1 E TEBZU.l\11 DllLT,A SlFir,tD~; , DEL DOTTORE STA.81{

(SUNTO DEL DOTT. P. MOTTINI).

Quasi tuUi li moderni ·Sifìlografì ammettono non lrasmeltersi la sifìlide fuo rcbè duranto la presenza dei siutomi prim itivi. li IJoll. Stark. crede al i' incontro ché gli Autori moderni , nell'attenersi a questo giudizio a(folto contrario a 1uello degli antichi , abbian oltrepassali i limiti del vero e siensi appoggiati a sptirienze mollo queslionevoli. Riferisce intanto il medesimo Ire fatti minutamente descritti di propagazione sifìlitica successa nel suo stadio secondario e terziario, i quali falli furono da lui osservati nel periodo di dicioll' anni di clinico esercizio e formano per lui la prova più conv incente della possibilità di qnesta propaga.1.ione in paragone di tulle le immaginabili teorie. Osservar.ione 1'. Una giovane donna fu contaminala da ulcera ,encrca al quarto mese di gravidanza e non ne guarì se non dopo il settimo. Parlori a termine una bambina apparentemente di buona costituzione e non contaminala da sifilide, la quale fu confidata ad una vecchia di 60 a111.i , v~dova da molto tempo e non mai tocca da malattia di questa natura. Dopo alcune sellimane in questa donna si svolsero tumori gommosi'in varie parti del corpo, le si perforò il palato , ecc. li Dolt. Stark, chiamato a visitarla , esaminò parimente la bambina che lrovò pure tocca dai medesimi accidenti. fnvesligand' allora d'onde potesse dipender una tale cosa, seppe che questa donna, in vece di porgere lalte vacino alla bambina , le clava pappe con un cucch iarino che prima portava alla sua bocca ~ poi a 'lucila della piccola figlia ed all'opposlo. Conchiusc il Doli. Stark clie la bambina fosse tocca da sifilide congenita non manifesta all'atto della nascita; sifilide che più tardi fu trasmessa alla vecchia nutrir.e manifestandosi con sintomi secondari i. Osscr!'azione 2•. Un uomo ammogliato che, menando una vita piultoslo dissoluta, era tocco da sifilitiche manifestazioni secondarie e terziarie bene caratterizzale, si tenne lontano dalla propria moglie per tult' il tempo della gravidanza, la quale giunta a termine, partorì quella un bambino sanissimo, a cui il padre fu prodigo di baci e di carezze. Non mollo tempo dopo il bambino fu collo dalle medesime· manifestazioni che comparver anche nella madre in seguilo ali' al lattamento eh' ella stessa porgeva al bambino. Osserw1zfone 5•. In una sposa giovanissima , di cui l'o · nestà non era problemalir.a, si manirestarono sintomi secondarii di sifilide perfettamént,e simili a quelli dai quali era stato tocco, senz'esserne bene guarito, il marito qualche tempo prima del matrimonio. A queste osservazioni del Doti. Slark unisce il Doli. Mollini un'osservazione da lui· fatta nel suo civile esercizio, dalla quale resta maggiormente comprovala la verità emessa dal primo. li Direttore Doli. COI.\IISSETTI Med. Div.

Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. R.

Torino, Pelazza, t852, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n() _ ! 4.


ANNO I

( ai 3 di maggio 185~ )

~ - -----------------------------'------.,.--_,,

GIORNALE DI MEDICINA HILITARE DEL CORPO SANITARIO DELI/AIUIA'fA SARDA. L'associazione non si riceve che per un anno e comincia col t O d' agosto. li Giornale si pabhlica nel lunedi di ciascbedanasellimana. PREZZO {)'ASSOCIAZIONE

Tn Torino

. . . . . . . .

L. 10.

In Provincia ed all'E,;lero, franco di posta

. . L. 1 J.

L'abbonamento del,be pa;::arsi per semestri anticipai ~ Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TtPOGIUFI": SUDALPllU, via Alfieri, nomo ~H. Le lettere per abhonàrnento al Giornale debbon esser alfraocatil ed accompagnate da vaglia postale.

.

.

SoM&iAIUO. -

1° D:>lt. FAJJRJ!: Su la Clinica or,1le ed operativa del Prof. Commend. Rrn1rnr. - 2° Doti. DEVECCIII: l'olmonite. · - 3° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Dolt. Mor TINI: Rivista di G:ornali Scientifici. - 5° Bollettino oO'kiale. 6° Quadro Statistico.

PARTE PRIMA. ANNOTAZIONI SU Li\ CLINICA ORALE ED OPERATIVA DEL COlnIEND. PROF. RIBERI. (Tracciate dal Dolt

FAURE)

SU IL R&.ClHl~llTROU~ClE • Mi giova, Signm·i, inlral.tencrvi di cntesta nnlat.tia gfa da Ippocrate e da alcuni altri :rnlichi Scrittori additata e da Pol.t. più particolarmente illostrata , prendend · occasione dalle d11e ragi.izze giucenti nei letti della Cli nica, Lutt' e due affette dalla medesima, lutl.'e due pressochè tfolla sless'et.à ed offrenti tutt'e due un abito strumosù. Molli dei principii cbe m~no mano v'esporrò avranno la conferma nelle osSMvazioni che vi sottopo1TÒ dopo cht! avrò in modo didascalico esausta la trat.tazione di 11ues1.' argl)meoto. Uenchè il vocabolo rachiartrocace accenni solamente ad una primit.1va cronica infiammazione con vizio organico delle parti cost.Huenti le giunture delle ver tebre, la quale per il solito si diffande pitl o meno presto alle vertebre stesse, 1'ìoi comprPndiamo perì; anche con questo tilolo la cronica infiammazione primitiva delle vertebr<~, la quale da queste d'ordinario si diffonde ai tessuti fibrosi o fibro-cartilaginosi delle loro giunture: d'ond'avvie,ne che ulle volle s'iucontri una grave usura delle fìbro-cartilagini c,rn poca le· sione delle vertebre ed all'opposto. Ben è vero che sonvi alcuni indizii che vi dirò piÌJ innanzi, dai quali fin ad un seguo si p11ò cono.scere qnand'il mal.e ba la ~ua originf.: primitiva uelle vertebre oppure nei tessuti fibrosi o fibro·cartil aginosi 1Jell.e loro· giunture, Luttav,i:.t io prcforisco parlarven~ .alla mescolar.a prevalendomi della libertà dei Putnlogi, e sono quasi tutti, i qnali trattando dell.'atrncace <folle altre arti -

colazioni , lo distinguono in artrocace delle p:.irt.i rnulli ed in art.rocace delle parti dure. Così dicendo io vi m;rnifesto Un dal principio di questo trattenimento com' io sia cuntrario ali' opinione òi coloro i qnali sl.imaodn che i dischi ubro cartilaginosi int.er~ertebrali non siano passivi di primitiva flogistica a!tcrazione, ripongono sempre la sede del rachiartrncace nelle vertebre ed attribuiscon ad alt.er.iziooi secondarie meccaniche o cùimicl.Je quelle frequenti usure dei dischi intervertebrali che non possono negare perchè a tutti dimostrate dalle investigazioni anatomopatologicbe. Come potrei ammettere la lor opinione io che vidi più volte per crnnic,l male vertehrale rosi ed anche mancanti qnei dischi , illesi, sebbene çleµ9.dµU, gli ossi o .comr>artecipi della malaUia dei dischi in un grado legg1ero , rivelato appena d..1 uo poco d'ioiet,ione o da incoa11te ammollimento? io che vidi, come videro Nichet, fforbert, Liston, ìnietta~e corne le cartilagini , così le fibro -cart.ibg·ni io1.ervert.ehral i ? A Ile volte la malattia assale i d ischi intervertebrali o le vertebre nella loro periferia , di dove si propaga gradatamente vel'sn la loro parte centrale ed in qnesl.i casi J\ rachiarl.rucace può essere complicato ad ascesso sintomatico e non esser uccompagoato dalla ci fnsi n rwn .e:\serl11 fuorchè nell'ultimo suo periodo. Altre v11lte all'oppost<,, e ciò pi i1 soveute , il roale. .principia nella parte centrale dei dischi. i11t.ervertebrali o d,,1 1e vertebre, <li dove si propaga alla loro periferia ed allora più pronta è a manifestarsi la cifosi, sicc:)rne la sperienza di t.utti i giorni dimostra. Allora solarneote non occorre ia cifosi in qnest'ultimo c:Jso quando l'ammalato sta sempre coricat~, E poicbè vi ho parlato della cifosi , voglio snbito aggiungervi acciò non rui cada dalla memoria , eh' è importante bene conoscere la cifosi consocia al rachiartrocace da quella ch'è l'effett,o d'un vi1,io racbilico. Di fatto mentre quella è circoscritta e formata da poche vertebre ; occorre sovente io persnne dal t.emperamento linfatico e da\\' abito vh,tosameote scrofoloso cli'io non vi descrivo percbè so esset·e a voi tutti noto; non è accompagnata da~I~ dnv~ilzione degli arti addc>minali ; offre bensì sporgent& ma 11,or, t'umide alcum: apofisi spinose perchè il vizio scrofoloso, amico agli os,,i dnt.at.i di molta tessitura areolare, non ha atiinità con quelli che ne sono poco provvisti o sprovvistf, come le apo tisi spinose; que-


sla all'opposto è <lìffusa :Jd un g1trnde tratto della ·còlminn vertt-hr:ile; ha luf•go in pnsone dal!' abito rachilico brne n,.;nil'esto; è stata precorsa da morbose pi<'g,dnre delle èstremità inferiori lr qnali s<ìM ]e prime r1 tllppn-sen!arc la radlitide qumJdo ~i localiz%1t e p1 e~rnt a JH.n mio ~por genti nw tumide le apofisi spinose po· mi il , i1.io rtJrhi! ico lta qu:isi nltret 1:intri aflìnitù cl1() l'ol u ,1p11 delìP- Hrtrbre. Kd :1ggiungo :1nc<,rll c1i·· io n,,n Flls<> con JJuclwn<,y d:e la cau!'t• dellu <,if<•si da r:1cl1it idc e di quella da racliia I t 1<•cac:e si&r,n identiche. Giudico cotèsl a <listin: zione fm1clata s ii 1 l ur (lnJ dt·ll~ <·:-Jt·:;llet i, molto impoi tu11 te ne lla tcrapiH , giiicchè i mezzi direl.li a vinceit.> In cifosi da rr1cl:ia1t11,c::cf'., sprcia lrnente gli emuntor ii lùcali, come ..,i dirò p1ù in1rnnzi, sarebbero dannosi nl::lla cifosi da r.;c hitide. Ed è ancor a mollo imp<•rlante bene distingriere la cifosi da racbiart.rvcace, dolla cifosi e da quelle ioflessioui della spina the s,,no fr«'quent i ~pecialrMnte nella tenera €1~ e nelle pe1·s<1 ne di tonpra lir:fotic;.i e di d1cbole costituzione nelle quali, l:'~sendo rilass:iti i n:iturali leg:imenti delle Hrtebri•, se P!'..r ra,co r1nn Ppl."rfinn con ;1rmoni11 i muscoli la:erali. anlel'iori e pus1e1 io1 i cùc prend<,n 01 iginc n the Ji;jn i11se1 zi1;ne nella spina, f.JOe~t:, passi,•anwnte si pirga post.erio1rnenh~ cd anteriorm('nte n s\l i IDti, ed iu qnc~l 'ultirno caso più specialmente sn il luln destr(J per la prepn11<l<irauza de' rnoi rumcoli: i11flessin ni che 11011 s' os~erv:rnn foorclJè dopo l'eH>luzi(ine del/:~ nrnsculalura e che (iccorri,rrn pi ii f1f qncr,t i 11ellc r:;gazze fH'rd1è, stringendosi il tr<lnco , rend<·n intrlc !11 sua m13sc11latura e ))ff po1Hkran!r qnella delle e;.tr<·r11iit1 E!' pe,c!Jè allrcfì r!ei!c loro ,,ccupazi(lni snglion att1•ggh1r!'i in m(ldo d:i 1•se 1citar~ lrc,pro ,t!Ullii HltJ~Coli la~ci:iudo inerti gli ,dtri; cngioni qu('~lc d1e 11<,n <iccorrono uei ra gani : ii {lest'it,11i che sogli1 ,n (-s~nr duplicai e •'<l iu direzi<i11i c'ppO!>tC ci_( è, u1w vi.Ila rnda una cun ·a · tu1 n della ~pina i11 noa ,ede , rnol<! questa rip( tersi in una féde ,,ppc•sla f')t'I' !'aziur:c dei muscoli i qual i s; ~forzano di rit ene r il c,,p(• nel tt'nlrn di gravi1l1, smnrrito per 1~1 primn tmvatur:; : irillPssiorii in lìne cbe Jl1 ,n rno \? endo da infi:imrn:1zic11H· esig<·uo mezzi ralfor. zanti !'economia, mezzi ginnastici e sop rat!Ull<> nn'eqoa ripurlizìo-ne dPi 011,v imrnli e stir('bber aggran,te dal metodo di cura clPl r·:icliiartrotacc, s,il~<J dw con il lnngo prc,gresso del lempo facessero pai-so a que · slo; il cl1e è s!tilo alle rC1it.e ossen.010 ma bt•ne r::i ramente. QuestP r,H'mes~e mi ~porgono naturalmen te l'occn · sione di dirvi <]Di, Signori, cLe la parola rad1i1Jrtr/)• C:lCf, st:,la già, se bene mi s1,vvie11e, da altri usai a, mi pare megli<i inò ic:11 ~ la natura del ow le di cui ,;.i disco1 re che non qot'll:ì cli male vertebrale con para· plegia (Hi!I) c11n cui fn pure chi:rniato e che è d'incer! :i significazione; cli carie vertebrale la quale n'è gii1 !a sec~uela e uon s<>mpre esiste, cnme si vedrà più inn:i nz.i; dì cifosi smipf'lce o cifosi paralitica (P1.tlle1.1:1) che 1Hrn -~rmpre lia lnogo nel corso clf•l rnale e tbe si può pur incontrar in malattie di bene diversa rialura, c<ime vi die:eva poc' ami; d'ascesso per corigeslione, gi:,cchè essendo questo foti.o patol<>gico una tarda seguenza del male , sembra cosa illogica il carattPr izvH' una malattia da i rnoi effetti; oltracbè l'ascesso pt'r congest i<.,rie può ancbe, al dire di t:duno, succedere per sola fusione di sostsnza tubercolare

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uvcute se<le nel 1essn10 celluloso circoslanlo alle vcr• tebre senza che siano queste alteratè. L'opinio11e che dominò lungo tempo in Patologia circa gli artrocaci o tumori bianchi che non si derivavano da alcnn 'all ra causa fnorchè dalla scrofolosa o dalla reumatica , qu<>st.a stess'opinione ch'io ho già comballula pnrlando"i dell_'arlrocace, dominò pul' esclusiva l'eziol llgia del rachiartrocace. Beo è vero ch'uoa costituzione deteriorata dal vizio scrofu!uso, dull'orranismo, da alimenti scarsi o di prava natura e che l'affezi1 1 ne reumatica con tull<' · le circostanze che la pr(Jvocano, come le frequenti vicissillldini atmosfe. ric!w, I' abittiz.icinH in lungbi umidi e simili, sono k c11use frequentissime di tu!le come dell'atrocace in generi', così del rachiar!rocace il quale occorre più spesso nell'età infontile o giovanile senza però risparmiare sempre Jc ali re età. Ma è vero alt.resi che, sic'come l'u.r:ioc:ice è al le.vo lte generato da ali.re cause , del else vi ho già in uì'l' :illr:1 occasione parlalo, cmi parimente l'CCorse ed occorre vedere rachiar. trocaci nati nel corso di f1,bbri eruttive di pravo c:mill<'re o dip<>ndenti da morbosa disposizic1ne cosli· tm ionale gottosa od 1npelica, da cause celtiche, dalla snpprt'ssior.e di filtri abil1wli sanguigni, mueosi., purnl<'nli, da cagi11ni tranmaliclie, speeialmente quaudo un cfoco in ierverl<'br:ile riman o contuso o spezzalo , da urdrit.idi blennrirngiche, ecc. BadntH peri) , Signori, che mnlle volt.e queste cause nori gene ran il rachi a, trocaee per diretto ma per inùiretto cioè de, lerrninanch, l'evoltw.iontl d'un preesistente germe rnumatico o Sl'rnfoloso e che non dnvete ad esse attri, huir e~c!11sivamen1n la genesi delln rnalallia ftwrchè quando vi sDiete since rati che l'amrnalal./J era ed è da gu,• i g,'.rrn i immune. Voi aveste, Signori, l'oceasinm, di , P.der un rachiarl rocuce dPll:t regi<J;1e lombosac• r:i le con incounle intormentin1en10 degli arti add<;IDi11a!i t' cori ri<•orrentc acuto dolorn rH:lla regione :rn1,-pedne:d e in quel giovincllo che agli andati giorni si presen tò al conrnlto graluitn e nel qu ale b sola cau,.a I rau rna tic a er,l si 11 la cngione dt'l mal e. Fu pa rin~f'n Ie :1ccettatn, nnnni i6 unni, in gue~ta Clinica un ammu l,110 di bell'e!~ e scevro nffatto da vizio cosl iluzionaìe, in cni per unn caduta <la grand' alt.cz:w !rn la r.-gione lombare , occorsa un anno P. r.oe1:w · prima e trasandata nf,lle sue sequele, si manifostò il ra<:hiart rocncc con on rnluminoso ascesso nel corso del muscolo p~N1s destro : ritornerò su questo caso più innanzi. E non pretermetto quest'occasione per dirvi elle in un caso vidi il rnchiartrocace pr:odouo da un abitualeJ endocardioar'lnitidr. J)ebbe forse recare me raviglia ehe l'endociJr<litide o l'endopericarditide che sia così snvente in rej:nionc con la ilogosi, soprattnlto acuta, delle altre giunture, stabilisca talvolta una morbosa corrisponden1.a cnn le articolazioni delle vertebre in cui s'incontrano purn gli elementi anato· miei delle altre giuntu re? Questo notevole caso che lral.lnndo della cura io richiamerò alla vostra memoria ; occorse nell'anno Accademico Clinico 184f e fu regisl rato dal Signor Luigi Boccarey, distinto Alliev-0 della Clinica di cui la non comune capacilti porten~ deva fln d'allora il suo attuale fortunato esercizio pratico che lo rende così caro alla Provincia in cui eserce la Medicina e la Chirurgia. S'osserva che in generale le cause reumatiche, ru-tritiche , gotJ.ose, traumatiche percuotono prefo~ibil-


5t5 menu~ di flogosi i tessnti lìb rosi , com'i l periosl.i,> , i legamenti e le lìbro-carlilagiui e elle il vizi o scrofoloso e tubercolare JlSS(ile di preforrnza gll ossi : vi sono a questo principio alcune eccet.tuazioni, ma poche. Siccome s'osserva pure d'origine reurnatica il racchiartrocace dei pletorici e degli adulti e d' ori . git1e scrofolosa qncll1l dei ragazzi. S'osserva in fine che il male assale più ~ov.ente nell'autunuo e nell'inverno, soprl.ltlulto se l'atmosfera è umida e se regnano vicissitudini atmosferiche. Se il rachiartroeace ha grande analogia con l'a rtrocace del le giuuture degli art.i addomiuaii e toracici, esso è poi ben ;;ltricnente gr;;ve e questa sua ma:;giure gravità deriva piì1 particolil rmeurn dal dis sesto aoutomicu e funzionale che ntd suo progresso induce oella rnidoila · spinale e oei snoi inv,)iucri , d 'oude paralisìa degli arti e sue cnns,•g11enze, t~ deriva ancora da l pus che si fo rma nella localiri1 patologica della colu1111t1, il quale ha da pe rcorrer 1m lungo trugetlo printa che p,issa cstrrnarsi nei di 111orni· cou foro:a d'ascessi cungesti1,ii di cui l'npertu ra Sfh.Hlia nea od a rtificiale è qm1si sempre St'gilii.a Ja esito infa usto. A procedere t:on q11alche ort.!i1H~ nel ruio discorso faccio ragione, Signori , essere conveniente c!1'io, traendo partito dalle investigazioni anat11mo-pat<ilogicl1e da molti Pratici fatte e da quelle purù 1111merose c!J'ebbi a far in si.esso llell.i mia lu nga pratica in un g1•ande Spedi.ile, v'intrau.enga partico\:.mnent.e e successivame nte (a) dei guasti delle fibro cartilagini, delle vertebre o d'entrambe queste pari.i, i quali cuslituiscon i prirni caratteri anatomici dei rachiartrocace: (b) degli nscèssi cC1ngestizii: (e) de!la cifosi eh' è per lo più l'irnmedi:lla consegueo·1,a di q uei guasli : (d) del le ul Lerazioni della n1idolla spinale e de' suoi invn li)cri con la sussecnt.iva lesione d'iu11er vazio11c e di m,;v imenti ndle pa1 ti dip1;; 1lòeuti dalla porzione di rniòol\a cornprnsa nella sfera morbosa: (e) del le coafl'e'f,ion i cumplicu11t.i le qo:d i ùa11110 sede fuori dell'apparato vertebrale.

(a) Guasto deile /ìbro cartilagini , delle vertebre o d'entrambe quesle J>arti. Le carti lagini ed i .leg::irneo: i deì!'articolazii•ne del tnhercnlu dd le coste con i processi trnsvers,ili Jnllc vertebre dorsali e di 411el! a del capitello delle stegse coste con il corpo dd le rnedesiow vertebre; il per,o · slio cuprcn1e i corpi dell•J vertebre ; il legamento vertebrate anteriore e pusteri <Jre comuni; la cartilagine e la sinoviulè dèlle upofisi obliqne, sooo so11e111e, nel r ucbiartrocace primitivo delle fìbro cartilagini e del corpo delle verl.e bre, coaff~lli per ddfosione 1nur · bosa : si vi:-drà più innanzi di quale guasl.lJ siano passivi i legamenti anterior e posteriore comuni : vi StHlO nella noslra Letteratura oss(~rvazioai d i tutale disfacimento delle giun1.11re delle apofisi oblique e dei capitelli delle cosl.lj con il corpo delle vertebre : si registrerà piil sotto il case, di disfocimt-ol.o ddle artico· laziooi di due l\1bercoli delle coste con i corrispon · denti processi trasversali: è fr1;qllente incoolt'ar il periostio mu11cante od ulcerato o più spesso, volendù pure tacere l:i frequeute distensione ed alterazione dei nervi procedenti dalla miJl)tla , l'induramenlo, alle volte car1.ilc1gineo, del tessute> celluloso sol.lopuslo , interposto e soµrapposto a Lutte queste p:Hti, talora la sua degenerazione fungosa (i lardact!a, altre volle la sua intiltrazione sierosa, lu soltiglie7,za e la pal-

lidezza dei mu:;c,>li . ecc. Alte volt,~ una o oiù di quelle parti S{>n affdte prirnitivamellte da inli ~m rnazione cronica organi::a ed in questo caso In lungo l'un o l'altro di questi dne r,venii: o la loro llr>gosi organica tosto o la rdi sì ditf,,r1tk , ciò che è più frequeute, ai dischi int.er vertelm.1li od ai corpi delle\;Crtebre i qmili sarebber allor. in vasi dalla periferia verso il .centro risultandone ammotiimento, carie, necros~, ecc.: ovvero ·sta limitata ad una o più di quelle parti senza diffondersi a quei dischi od a quei corpi. fi~ m111azia er?nica di ciascheduna di q!lestc p;irtì. de!)b aver un gn d•J rnlol.,iicn d ist.in\.1> , ma, pet' la loro p:ica i1Uporl.:rnz.a vit;;le e per la profondità a cui giaCillllO, questo gridrt non è ancora beu interpret.ato e determi ualo dalla Scieu:w e si confonde con qnelln del rachiurtrocace :n ge11el'c. A cièl ri[lett,·nd o e ri · fleltemfo altre:,ì che il m:1\e di q11el\e parli move dalle stesse cans1! del raclù1rtrocace, si cn ra con i medesimi mi:Mi ed In pressodtè la mede~ima desinerna , io sto cunlcnt!.> a fame questi) pas,eggero cenoo con lu seop1i di s't:rvi re alla Storia Jdl' argomento jo discorsn e cua quello pure, additando cotesta lacuna, Ji f,.,re nascern vaghezza di piì1 rnioute e più severe investigazioni pCI' diradar il buio tultora in ciò esistente, e mi far-ò subito u descriver i <1uash beo alLrimeute freqnenti ed impnrtani.i che nel -ocorso del racliiartn>Cace s uccedono nelle fibro-cartilagiui e uei corpi ddle vertel>rcNichet ( Gazz. 111ed. di Parigi, v. YHI) il quale s'è spint.u mott'mnanzi in coteste ricerchi!, nella cunsideruziune che passa molla analogia tra le cartilagini diartrudiali e le fibro -cart1la~ini intervertebrali come oellu slalo s:rno , così nel morboso: che identiche o beu analoghe ·souo le cause per cui le une e le allre v:iono per malultia distrutte, uon eccettuate le f,irnwzioni t.uben:ul,.n~e a tutte ,;omuni; che le cartilagi1ii diartrodiali son<i sogge1 te all'infi,unma z.ione ed alle sue sequele cioè vi va injeziune, se questa è acuta, meno viva CIHl ulcerazione, se leola, di colore bruuo o violaceo, se lenta ed io vl!terata, senz:t i,;jezio11e s 'è inveterat.issima c, ,n perdita totale o par1.i11le deila Ìt,ro sostauia, la parte rim anente avendo d'ord inurio l'aspetto d'una soslauz..i polposa; sì che v,ha fon dalneoto a credere che ii rammollimenio sia l'esito flogis1ico che pre1;ede la loro ukera1.ione ; nella cor:i· sideraz.ione d1 1J11este etl alt.rettali Cirenstnr1ze il Dolt. Nichel. s'indusse a con d1 iudcre elle l'infiammazione leula sia la cc111:,;,a clell' ,rn111wlli1111~nt.o. pui deil'lllcerazio11e e pui della d1~t.rnz.iuoe come delle ca rtilagini diarlrod iali, C<1~Ì delle fihrn cartilaj!ini inter~·ertebra li nel ra~hiartrocace. :\mmet.t.end;·> io, :,igut)ri, che le fibrc -ca1·tilag111i intervertebrali possalw. essere nel rachiarlroc:1ce priruitivamen1e alterute o distruU.e tolalmeule 11cl in parte se,n:a previa malattia delle vertebre e che la flogosi lenta siu una pos~entc cagione di colèst'al!cr,niorrn senza che ne sia l'u11\ca •. io rn'11ffrel.l.o uscire da cot.est"..1rg1llncnt.o in cui v'è ancora molti, baio, per d irvi delle varie specie di lesioui che l' Anatomia Patologica sveiò in quelle 6broc:1rtilagini, le r1:1ali s11n in digrn~:\O qneste: i• di-:st.ruziu11e 1otale d'uno o p tl dischi fibro- ca rtilaginei, superstite un vano cunteneule per solito una marcia icorosa, rossi•,na o s11stan1.a tubercolare Ji[lluente : <> 2° scomparsa della maggiore. parie della lìbro -cal't.ilagine, supèr.;tite la sua porz.ione periferica la qnale

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circoscrive una cavità aperta ora sul davaol.i della colonna ed ora in dietro 11el cavo vertebrale : 3° corrosione della parte periferica della fibro cartilagine su il davanti od in d ietro , in tutta la sua spessezza, od in pa1te s<,IL:wlo, con i margini della perdita di sostanza ora perpendieol:ni, ora obliqui , superstite la porziune ceutrale: 4° scc,mparsa detlà parte centrale tJ polposa della libro-cartilagine considerata uella sua spessezz.a, superstite un v:.cno fent ieulare, liscio , o vunque ('hiuso, d'aspetto sinoviale e contenuto fra le due lamine della medesima fibrù-cartilugiue: 5° scum · parsa a male più avanz1:1Lu di tutta la parte polposa .occupan te il centro della fibro·Ca1Lilagine la quale è così convertita in due l:.cniiue intiere o fesse, secche od umettate da marcia o da icore e rimasle aderenti alle vertebre cor;.ispondeuti per tut.t.a la loro superficie o solamente per alcune parli <li questa: 6° corrosione ceni raie delle fibro-carti lagi11i e delle vertebre vicine in modo da r;ipp, esentar una cavità sferica, comune alle fibro cartilagini. ed alle vertebre; la malatl ia è in quest'ultimo caso d'ince rta primitivu sede cioè rimane l'inc('rtezza se in quelle primitivamente sorta siasi di poi propagata a queste od ull'opposto. S' aggiunga cLe questi- scavi parziali o comu11i alle .fibro-cartilagin i ed ai corpi delle vertebre contengono alle volte vege tazio11i o ricrescime111i fungosi , facili ad essere schiacciati ed <Jtl'reuti molla analogia con i polipi mucosi del nas,, o con le v_egetuzioni carnose e:be s'a lzano talv11lta da lle u lcere. E cosa impnssibile, Signori , clJe accadano cotesti g11asti primiIivi nelle fibro-curtilagini senza cbe le vertebre rimang;.ioo pii1 o meno interessale nel male e questa loro cornpurtecipazione si palesa oru per semplice denuduzioue delle medesime, ora per un c::rngiamenlo nd tessat!, spu gnoso dell'osso che, per i suoi immedìati r:ipporli con fa fìbro cnrtilagine, è il" primo ,id essete assalito; cangiamento , i velalo 11<d p!'1010 grado del nwle diffuso da una semplice.iniezione di colore rosso o rosso-cupo; nel secondo grado, dulia stcss~ iniezione con aumento delle cellette , a\trondl~ piene d' un li quido simile al fond ìgli ume del vi110 e ci.in tale ammollinrnnlo della tessitura spugnosa che lo scalpello può cou tutta foc ilil à d iv:della; uel terzo grad<J in tìr:e, ca tale moljezlta del tc,sutu spugnoso 1,sseo cli' è possibile con la pressione conciliargli forme svariale ed è cosa age vole la1:erarlo e premerne no umore d'un colore rossocnpo, alle volte iosi no nero ed analogo a quello che stilla da una milza zeppa di sangue ed ammo llita . Oltre pn,grcdendo il ma le diffuso riesce alla perdita di sostauza del tessuto osEeÒ vertebrale ci(,è alla carie od ~dia necrosi oppure ad entrambe nel tempo stesso. E dico ancor alla necrosi , perchè, se ne' più de' casi i I <'orpo della vertebra si sgrana i11 piccolo tritume come nel la carie, succede· pure talvolta di -vedere nuove prcJduzion i o~see , di vario volume, ir. regolari, per lo più oblunghe, stalatt.itiforrni, composte d' nn tessuto molto d uro e diverso da (Juello delle vertebre, ora inti eramente isolate e nuotanti T1el pus, ora aderenti a qualclw punto della morbosa cavità, specialmen le ai suoi margini , or i11 fin invaginanli a modo d'astuccio porzioni più o meno voJuminose di vertebre necrotiche di cui sembrano sostituire l' uffizio; lavoro di riparazione cotesto eh' è quasi un carattere esclusiv.o deUa necrosi. Esaminiamò ora le alterazioni primitive delle ver-

tehre, illese o secondariamente lese le fibro-eartilagini. Il tessuto osseo, oltre ali' essere primitivamente compret:u da un' infiammnione cronica offrente li stessi caratteri che ho fin qui descritti dell'infiammazione ossea cronica e diffusa dalle fibro-cart ilagini ed avente i medesimi esiti di carie e di necrosi, va poi soggetto ad un altro t'requ~nt.issimo mal ossivoro ed è il tube,cùlo il quale ba molt.' afilnità con il corpo delle vertebre: assai~ ulcune. rare ·volte le apofisi trasverse come quelle elle sono pure dotate di tessitura spugnosa e tJUasi non mai, per una cout raria ragione , le apofisi spinose, e s• offre ora coo form a di cisti più o rnen estesa e spessa tra la vertebra ed il legamento \'ertebrale anteriore, raramente dal lat o del ca nale rachideo , ora giace tra la fibro cartilagi ne e la vert<?bra , occupando uno spazio formato in parte da questa ed in parte da qne!Ja ed or è ammassato ed acquattato oel centro della medesima vertebra. 11 tessuto osseo contenente materia tubercolare è ora più molle del solito , ora bianco e cluro cou la sua forma naturale , ed or è diviso in due o più semmeuti tra se ancor aggregati o disgregati e spar · nicciali. Sonsi al le vuite veduti tubercoli svan ire del tullo , supersti te un solo scavo nella vertebra, tra es~a e la fibro.cartilagine; altre volte cùtestn scavo, a vece d'uff rir un l:H"go s bocco, è più o rn<?no chiuso uel corpo della Yerlebra. Cottisti scavi ossei sou essi l'eJlello, con,• è stato pet taluni creduto, d' un' infìamrrrnz iune ulcerativa la quale riesca ad un ioduramento maggiore dl:'11' osso P Se si rillett.e con Nichet che h>sso circondante lo scavo lw la consisteoz.a ed il colore naturali e che oon offre tracce d'infiammazione, r,d arumeltere lu quale converrebbe ricorrere all'insussistente ipotc,si che questa avessti sempre da svani, e atl un determinato peri<Jdo tlel wale, non ni può le11ere colest'opinione come l'incontrastabile e· pressione de lla verità. Nichet poi distiugne ancora coteste morbose cavifo dalle incavature risu ltaut i dal di , s1accame11t.o di sequestri necrotici per ciò che non sono queste uè così liscie , oè così bene circoscritte come Je primi~ le qual: , i traggono sempre . più o meno della forma sferica superstite alla fusione del tubercolo e sou altruude conformi a quelle che in casi pitl numerosi s'inconlrano piene di materia tubercolare. Son in sommu, seeoudo quest'Aulor'e, cavitil ana loghe a quelle c!Je s'i ncontrano nei polmoui dei tisici y di cui sarebbe impossibi le disconoscere l'origine quand'anche non vi fossero piit tracce di tubercoli intorno alle medesìme. Da lle cose cli' io veoni lìn pui discorrendo vc,i udiste , Signori , che tre sono le cause di distruz.ione delle fibrn carlilagi11i e delle vertebre nel rachiarlrocace cioè la fusione tubercolare, la c:irie e la necrosi , a cui dovete aggiungere l'usura meccanica che risu lta dalla mutua pressione e dal mutuo fregamento di due vertebre spogliate del disco Libro cartilagineo che le separa o di due dischi fibro cartilaginei che si combaciano per la scomparsa del Mrpo d'una vel'tebra. Voi potete ancora di leggi eri convincervi clie la carie e la necrosi importano d i neces~ità la formazione d'uo ascesso, ma che il tubercolo , se fondendosi sovente genera ascesso , pnò pur alle volte svanire senza riescir a questo; del .che ottenni prove materiali in cadaveti di persone che, per ossea tuber-

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colizzaz1one vertebrale, erano da più lustri deformati per euormi cifosi , .val ~ dire rinvenui in a!?uni di questi molte ed ant1Qhe 10cavature tubercolari senza C'be fossero st1.1ti mai sottoposti a-d ascessi pel' cougestione.'' Voi avrete in fine come cosa provata che la carie a èuì per lungo tempo s'attribuì la principale pari.e nel rachiartrocace, non debb 'esserne , come già vi diceva , considerata fuorchè qual uno degli effetti , non aneora costanti e che nòn debb'essa confo ndersi, co11ole fo cnofusa , con questi scavi ossei ben altrimente frequenti ç:l.te risultano da una fusi one tubercolare. Ciò premesso , il filo del discorso mi guida or a dirvi d'uuo de' più fatali esiti del rachiartrocace cioè del!' ascesso il quale , già tempo considerato come la malattia principale, è ora esautoralo , gfa ve lo ho dello, di quel titolo e tenuto corn ' un effetto nep · pur esso costante del racbiartrocace . (continua)

S1'0IUE DI CJ\81 RnlA.RCHEVOLI. 82

POLMONlTE (Storia inviala dcd J}fed. del Regg. d' Artiyl. di Campagna Dott . DEVEccm) :

Lorenzo IJeberti , Caporale 11el R. Corpo .d 'Artigl ieria, di temperamento sanguigno-bilioso, cl i costituzione robusta , abitualmente sano e dedito al vino, senza però mai abusarne fin all'ubbriachezza, era accetta lo in quest'Ospedale Reggi mentale uel mattino dei 14 di dicembre of· frend' i sintomi seguenti : cute arida ed ardente ; sete ,:ivissima; respirazione bre"e , piccola e stt~ntata ; alito caldo; tosse frequente, secca, interrotta, fac ilmente eccitala dal parlare, dai movimen ti del tronco e dai tentativi di respirazione larga;decubitosul dorso; senso d'oppressione al pello; fa ccia suffusa ; occhi rossi cd iniettati; turgidezza costante delle vene giugulari; gravezza di capo; . aMietà; palpi tazione; polso duro e vibrato; lingua impaniai.a con senso d: molestia all'epigaslrio ed all'addomine seuza che la molesti a di quest'ultimo fosse esacerbata da lla pressione; indolimen to delle eslrem itù; alvo chiuso; secrezione dell'orina soppressa . S'inslilui .d iagnosi di polmonite as· sociala ad irri lazione gastrica , cagionate l'una e l'altra dagli sbilanci atmosferici e si prescrisst~ tosto un fa rgo salasso dal braccio ìl quale fu r ipetuto a mezz,>giorno ed alla sera; gli s'amministrò una decoziooe d'o rzo con tartaro s tiuialo alla dose d'un grano e mezzo da prendersi a piccole dosi . Dopo una notte intieramenLe insonne e senza favorevol e cambiamento di sorta , si ri petè nel ma lli no del susseguente giorno un'abbondante sottrazione di sangue il quale, siccome quello dei lre precedenti salassi, si offerse costituito intieramente. da cotennoso e resistente crassamento senz'ombra di siero: nella sera si ripetè il salasso e si prescrissero quattro grau i di tartaro stibiato da sciogliersi nelle sol ite due libre di decozione d'orzo. 16 maltino. Notte assai inquieta con qualche invito al vomito in sul fare del' mattino; alvo chiuso ; orine scarse e flammee ; il sangue estratto coperto di dura ed alta cotenna e senza siero; alquanto più mite però è la riazione febbri le (salasso replicato nella sera e continuazione delle bevande mollitive stìbiate) . 17. Notte alquanto più Iran -

qui!la; la pelle calda sempre tna men arida; il polso ancora forte e vibrato; i moli del cuore composti; la pesantezza del c~po quasi scomparsa; minore l'inquietudine; l'ammalalo stesso si pronuncia in istato di miglioramento, quanlunqne contìnoiuo la tosse secca e breve , meno frequente però e meno penosa ; il decubito dorsale solamente permesso; il senso di peso alla base dei poi moni ; il saugue sempre tutto crassamento e cotennoso. Nel decorrern della notte l'ammalato t bbe quattro abbondanti evacuazioni alv ioe con discre ta quantità d'orina , ed il medesimo prova un'insurerabil avversione a lle be vande stibiate; niòtivo per cui si concede una decozione di frntti <li tamarindo da alternarsi con la decozione d'orzo per bevanda e si ripetono nel giorno l' ottavo ed il nono salasso. 18 . !\'I igliorarmmto nota bile : l'ammalato può voi gersi su i fia nchi, quantunque qnesla posi tura non pos!a essere da lui conservala per molto tempo ; il polso è ancora leso e vibralo; il sangue , coteonoso sempre, offre però quale li 'indizio di siero; l'alvo & moderatamente aperto , evacuaz ioni biliose; l'ori na 'è scarsa e giallognola (decimo salasso: acqua dulci{<'cata e nitrata per bevanda : due brodi in tutt'il giotnu). Progredisce nel mattino dei 19 il miglioramento generale: verso sera però l'ammalato é inquieto per alcuni dolor i alla regione del colon :;eòza che le funzi oni dell'apparato respirator io e cardio-vasco· lare offran esacerhazione di sorta (lamb itivo preparato con l'olio di ricino). La proscritta medicina ha procurate due abbondan ti evacuazioni con cessazio11e rJ'ogni molestia addominale ne l giorno 2 0, con apiressia, con respirazione faci le ed ampia, con espettorazione discreta e con desiderio di ci bo (due mineMrine con emulsione comune per bevanda). Dal giorno 21 di diceru~re sin ai 14 di gennaio successivo l'ammalalo migl iorò costantemente ed io modo da poter abbandonare lo Speùa!e , se l'esposizione a!J'ari a fn1ddo-um ida oon gl i avesse .cagionata un'angina laringea con imped imento alla deglutizione ed alla respirazione E' con febbre piuttosto risentita. A vincere questo nuovo stato morbo.so furono oecessarii due salassi generali e due abbondanti operazioni di mignattt1 al collo, coadiuvate dalle bibite mo lli tive e sudorifere in principio, ri!:frescaoti e Jeggiermcnte eccoprotiche in fi ne. Nel giorno 25 di gennaio l'ammalato sorti dallo Spedale perfettam r nte guar ito. Riflessioni Due cose pri ncipalmente fermaron o !a mia atlenzio11e nel corso di quesla malattia; l'u na, lo stato del sangue costantem ente cotennoso e pri vo di separai.ione sierosa; fat to qnesto il qnale, più ch'alla gagliar'd ia della !logosi, credo debba attri buirsi ali' abitudine di far a.bJ.Jondante uso di vìoo , esclusa ogni bevanda acquosa; l'altra, le copiose evacuazioni alvine d'aspetto manifestamente bi !io$o , promosse dall'azione ,del tartaro stibia to , ~ le quali , nei mentre che sciolsero lo staio ga.strico concomilaote la polmonite, contri buìron, a mio parere, alla pronta e perfetta risoluzione dcli' infia mmazione stessa polmonare. lli!lellenc.ì'io a questo fenomeno, fa ceva a me stesso la seguente domanda: l'avere promosse queste evacuazioni fu dessa solamente cosa ulite perchè coesisteva l'irritazione gastrica con la polmonil(l ovvero non sarebbe per avveutura indicazione generale favor ire le medesime nella polmonite genuina e non complicata a stato gastrico? In quant'a me ritengo che dovrebb'essere indicazione generale: in falli il fegato, di struttura analoga a quella· del polmone, separa no umore analogo ,


326 riflesso cb'il metodo mollitivo, favorendo l';;ff.lnsso sanguigno e l'inlìammazione della par te offesa, è magg1orrnente atto a determinar un pro cosso suppurativo più~bbondante con maggiore guasto della località ammalata, che le ap plic~zioni fredde le quali fre. nando !'1,0lasso umorale, dimiouiscon i! pericolo della successiva infiammazione e suppui·aziouee risparmiano perciò moltissimo la perdita di sosta1.1za della medesima località morbosa. Aggiunse poi che le fori te 11sse11do da hii considerate bensì come causa predisponente de.l te!ano, non mai pen1 come causa occasionale, la quale è on icameute costitnila dalle nlternati vo almosferic.ho igro-termomotriche, l'opposizione fatta per qnrsto riguardo alte medi·cazioni fredde, oecessariameule, a suo giadizio, perdeva della sua im portaoza. A qneslo modo· di vedere su la causa prossima del tet,mo non accostandosi, i l )1ed ico Divisionale fece l'illeltere che a deterruioare questa malattia conconono il genere di lesione, !a natura de lle parli ferite più fadlmcnte susseguite dal tetano , l:i mora! impressione indolta nel ferito dalla subita lesione violenta e la nervosa alteruzhne che si manifesta nel decorso della e.ora. A questo proposito riteri il caso d'un soldato slato ferito ndlo scorso anno da palla di moscbelto ch'avova passato da parte .i parte il piede, nel quale, benchè con il metodo ao tillogislico generale e locale adoperalo per i sette primi giorni si fos,'allontatlato il pericolo d'una miD'l.ccianto riflemmonosa, tullavia per la continua morosità ed ince,RELAZIONE DELLE CONI1ERENZE S(~IENTWICHE sipola sante irrt quieludinc cagionata!,di dallo spavento nell'atto stesso che rilevò il colpo, si m,rniJ'estò nell'ottavo giorno il !etano che (Continw.1,zione del mese di JJicemòre ). in meno di 24 ore il rese cadavere sol quale si verificò con la necroscopìa la lesiono rlel nervo plantare. ALESSANDRLI. Nella tornala dei 4 si coulinuò la di,èussione su ~alò il Dott. Alciali che la scossa locale nervosa ed i patemi la natura della flogosi. Vi presero parte i Dolt.i Capriata e. Led'animo induccnrl'ordinariamente un grado d'ipostenia o di lovesi quali sostenitori ch'in qualunque siasi Oo!·Osi v'è di contmoo cale deboiezza p;ù o men eminente, egli era perciò più propenso on principio <lis:, Jlice che tenia la disorganinazione della_fib~a a creder indicata la meditazione falla con i monìtivi per rianie che perciò non basta a vi~ce.rla il..semp)ì~~ ~etodo anllilo~1mar in su le prime la vi talilà tlei tessuti lesi mediante la calda stico, ma fa uopo r!co~·rer a! mnedu sp.ec1f1c1 s1c_come ~!~ntrali1.lemperal nra di quelli i quali, opcrand' in progresso di cura zatori di questo pn ocip;o chsaffi~ll- Jl_f!ott. Alc1al1 ~Il mcon(ro com'i nar,:olizzauti, fovorbcono la crisi locaie <'l la suppurazione sostenne chi', ammesse le llngos1 spec1flche o comp!wne a rhache quanto più è avviata, tao!o più allontana il pHjcc,lo del tetesi spccHk,) slat~ riconosci~te da qo;!si tut_!i i.Patologi, ~a genetano. A questo proposilo raccontò il fotto d'on Tedesco fobhri ralità delle {1ogos1 non deri_va da alcun p~mc1p1!> d1s_ao1.ne.spe- • calorc di birra in Sciambcrì il quale tocco da una l'Hifa alla cilìco; motivo questo per cm nella general,i_tà dei casi I rnt1a~pianta ,le! piede inflillagii dalla punta d'un chiodo, non ostante m~zione cede facilmenfo e presto al sempuce metodo an\1tlog1fosse già cicatrizzata la solu1.iooe di continuità, lultal'ia lo . sorst11;0, senza ch'2bbiasi bisogno ricorrer agli spe~if~ci. Gli argopn?se H tetano fatale. Conchiuse fina lmen te il medesimo Doti. menti 2ddolli in favore dell' una e dell'altra op1mone essendo con l'Ippocratico arla~io : il f,·eddo è nemico dei nervi. Al Dott. stati qoe.g!i stessi con i quali nelle antecedenti tornate ciascheDupont parlitanle della medicatura fredd a in considerazione duno tentò corroborare la proprhi asserzione, il Medico Divisiodella magg iol'e sua semplicità t, facilità d'applicazione in tempo nale pose fine alla disc.ussione ri~~ttendo eh.e, l',1rgomeolo no~ di guerra; non che delia prova ta sua dfic.;cia ne!i'impedire gli era capace d'una solt:z1one defimt1ya e. p arc10 non fecondo d1 ingorghi e nel favorirne lo sgorg'l, ;;,e già esistenti, rispose di bel quei frutti che dalle Conferenze Sc1ent1hche mentamente debnuòvo i! Doti. A Ieiati dicendo non ispcgnersi , ma ripercuotersi bon a•tendersi. ' in molti casi l'irri!azìone d ella località roorhosa ai centri d'animaIl Dott. Palrncco nell'adonam,il dei !2 lesse la storia di forita zione vitale con grave pericolo della vita dcli' infermo : di p iù da arma da fu oco dt1 noi riferita (vedi n° an!eced.) So la propodisse J)CCii conveuii' il frt!<hio nei prin:ii ~iorni , perchè opesizione del l\ledico Di vis. i! Dolt. Vaglie'nti promosse la discusrando questo com' ipostcnizzantc e l' ammdato recenteroent~ sione into rno al metodo da seguirsi nelle prime medicazic,ni di tocco ua :;;rave ferita essendo generalmcnic <lcbo!e e con la logravi feri te da arma dà fuoco cioè se .megli? ~onve!1gan ì riper: (';,lifa morbo.sa fredda ed intorpidita d,11ia ri iovata sco~sa , ha cussi'Vi od i mollitil'i, ciascheduno dei q(lah s1~term e?bc faut?ri pinltoslo biso~no rh,ssere rianim?.!<> anche col m P7.Z'l delle c,;lc!e non incelebri nel principio d1 questo secolo. :'(on nego 11 Mcchco me\lic.azioni. llieùe lìne alla discussione il Do\t. Vaglienli e~poDivis. ch'elfott ivameu!e nel principio del secolo il metodo moìlirien Jo avere lui promossa l'aa,ii~t.1 qoei'lione appnnto perrhc su livo contasse fau tori distintissimi, ma disse che già da lungo temquesto punto terapeutico r;; li Autori rum va nno d'a:·cordo ed anpo e meritamenle l'uso ~ei 1'ipcrc11ssioi ed il modt;n:to ravvi~i: cora perchè due llle11icl D;visionarii cont~rn poranei , il Barone nameoto dei tessuti ebb'i.! sopravvento. A quest'opm1oneadcrnl ìl.i,!ssara cd ii Doll. n111rntore, osarono con fdice succe,rno nello Dolt. Al eia li il quale notò che dai )1edic\ <le_ll' Armala Fran~t:se Speùale i.I' A!r.ss an<lr ia 11! quale era e~li pur il Uott. Vag'lit:nti dedel mezzodì fu adottato l'uso delle med1caz10m c~ldo-molht1ve stinato in al!or a f.1rc servizio, l'uno i mollitiv1 e l'a!tro I l'ipere spccia!mente allora quando _gli amma!afi e.rano~o.stretli a luncussivi in casi ò\vcrsi di for ile da irmu r!a fu oco : narrò com' il uhi e penosi trasporli , uei qu;ih non era dato ai l\fe~1c1 p_royveder~, Bar. ~fassara in un soldato ii quale, per iscoppio spon:aneo ùcl ~omo ne!!li Spedali ai r~pidi ingorahi con p1·ont1 sbnglrnroent1: fucile me:ìtrc con una mano su!l'ah ra poggi,, va su la bocca deila notò di più cho quJsto genere di me,licazione è pi~ confa.cente canna cbhe tre diti rletla mano (!eslra ,1 due <\ella sii1i$lra mutia calmar il <lo!o1'e o l'i nitazione uervos,, ed a prevemrn p61r conlati ; 1,1;uochè foss'indoltn a prat ic.,m: la disarticol.1zione <lei resisegut,nza il le luno: notò iu ~ne che negli ammalati tocchi <_la po: dui fnimmenti , prel'erì tutlal'ia, p,iril gr,rnde pericolo rl~I !e.tano da1m1 e da malattia reumat1co-catanale ovvero solo pred1sposll in simili casi, g,.petl,ire la spontanea caduta rle1 med es imi lavoalle medesime, le medicazioni fredde potrebber esercitar una rendola da. hel principio con litv:-1tnr:1 tiepide mollitive., con o_n: pernicio;a _ioOuc~za st.1 le. accennate compl}canze. . . gucnto refrig,mi.nte P- <:ataplasm1 d1lmseme, con 1 c.prnh sempllc1 Rispose il Medico D1VJst0nale aver egh rnteso pari.ire eh casi Ìnczzi s'olleor,e nna guariq,ione radicale, bensì più tanfo ma più rece:lli di ferite da arma da fuoco nelle quali il Chirurgo debbe sicura. Conchinso cd fare notar al Doti. Alciati e.be l'elemento prevenire gl'ingorghi attivi , dHeguu i passivi,. a~tivonir in. un.a dolore è piuttosto calmato r bo non favorito dalle medicature parola l'evoluzione ~'un_ gagliardo proco_s~o mhamm.alorio 11 frrdde, sempre quan(IO però predomina 11!1 _elem<mto fl~!'ds_tico quale, se già attuatesi, e~,g~va c~e .la locahla morbosa f_osse mega~liardo, m13ntrn <l1s,;e concorrere nell'opinione cli ques\ ulhmo dicata r:on i moll1l!Vl atti a lavorir 11 processo suppurativo e con cioè che meglio couvengm i mol!itr1·i quaod'il medesimo elequesto la s,·,pan1ziooc dei tessuti morlificali,. Qaanto poi. a p1:e: mento dolore dipende dalla lesi,1oe diretta <lei nervi, pe rchè con venir il tetano molta m,1ggi0re fi<luc1a, egli disse , montarsi t questo ~cucre di medicazione favorendosi la sec;re1.ione di linfa ri percus5ivi i quali te ndend'ad impedire la ll ogos_i, _fre1;auo I~ plastica·purulcnta si pr0cara eziao,!io una b!anrla ed om'.)~enea distensione de.i tessuti e calmano per conseguenza l't1T1taz1onc dei copertura ai aervisemi-lacerali. ,\t Uott. Caprial;i fece poi notar.e uervi impiglii1ti nel!a lesione vio!ent~. Finalmen1e Pt:r rigu31'do che, concesso pure cbo le for ife. fossero sol_amante c"usc pr~d1alle comoHcmdoni "'O!tose o rc11mat1co-catarrah I disse potere spoo~uti del totano, non ne verrebbe lu_ttav;a _che nella m e~1ca benissimÒ escludei'~ l'oso dei 1·ipercassivi, ma ciò non costituire zio ne non $'avcsser ad usare tolti q11e1 mezzi the l'espenenza altra cosa foorchè un'ecceitn;.z'one .ipprezzahi!e dal Cli~ico ocusuggeri più atti a dimin;itrc l'.izion~_rl.i quesl~ siesse cause.prelato nella vilria circostanza dei casi, senza che però resti menodisponenti. i\la •ssend' rnco11te~ta b1 h 1 casi eh le,a~o ~uan •. pe~ mala la. maggior utiHlà (;lei dpercussivi sn, i t~l!lllil!vi .siccome mezzo di rimetlii topici e p~r opera delle rec.1s1om lolah det me!orlo generale da adottarsi nella pluralila rle1 casi di questo nervi dclh~ amputazioni e dellP- cautor inazi0ni, disse il T~otl. CTenere. V,wli~nti che ie ferite voglion essere considerate non solo come " 11 nott. Capria!a progngn.ò egli pure quest'ultimo metodo su! ca,;;,c predispouenli, ma com'dftcienii del telano.

'per la con1 pll,izione chimica , al perspi rabile polmonare cioè conlener1li l'uno e l'altro grande qua ntilà di principi i idrogenati e carbonali : di più il fegato coi:serva con i! polrno11c u11 antagonismo di fu nzioni. Per questo solo mi sernhra quindi consentaneo alle leggi d'organismo che nella ilngosi polmonan1, stato questo De l quale cotesta visc(!r~ tronsi. oppressa ori impedita nel!' esegui mento della propria l'11nzionc , la fun ·1.inne antagonistica del fe· gaio ,Jt.bba ;,11tivarsi per mo<lo che la secrezione accresciuta de! I~ bile suppl isca al difello della fon zionc poi. monarc. Da questo fallo io derivo l'ulililà parlicolarn del tartaro stil)ialo nella llogosi del polmone; rimedio questo altrond~ il q1rn! è anr:he inòicato per il modo suo d'operare ùeprim~ule, rivulsivo, diaforelico ed evacuante.


5':!7 Nella Conferenza dei 23, dopo la nomina à Segretario Cassiere del Gabinetto di J,èllura av venuta nella persona del Signore Giordano 1''armacista llf'lililare, il Dolt. Patrncco , continuando la . discussione sul più conveniente genere di medicazione nelle ferite recenti da arma da fuoco, si mostrù propenso a preferir i bagni freddi, specialmente nel caso io cui la ferita fosse vicina a qualche vaso cospicuo perchè, ritardando quelli la caduta d<ctl!'immancabil escara, allontanavano parimente il pericolo 1iell'e_morra1:1ia se~ondària la q11ale in vece, a_suo ~redere era favorita 1lalle med1cazion1 molht1ve. A questa ntless1one nella' quale ,convenne vur il Doli. Dupont , il DotL A.lciati rispose che i tessuti mortificati dovendo per necessit/1 sep~rarsi, egli non poteva scorgere nel caso accennato dal pn,opman'.e un motivo sotlìcienle per determinal'si a contrariare quest'atto elirnioatorio dell,l natnr:•. !l o.. tt.. Agnelli fec.o riflettero: 1. che il metodo ripercussivo potrebbe generalizzarsi nella cura delle ferite in questione se fosse provalo che la 1·iai.ion<i ed infiammazione consecutiva alle medesimosieno sempre maggiori di quello di cui la natura abbisogni per !a riparazione àoi tes;.uti , ma ciò essere ben lontano dall'esser~ comprovato, perchè vi sono ca.si uei quai i la riazione è iasuJTìcieute ed .Jnche totalmente mancante : 2. che i ripercu.;sivi coa,,ulaoo gli umori strav,,sali sottraond'il calore vitale il quale li mantei-rebbe liquidi ti perciò indorano più o men i tessuti circondanti le ferite e 1:itardano la suppurazione la quale altrnndo è inevitabile. Dal che, egli disse, quale cosa ue avverrà? la oatura_i ncomo_da_ta nel sui~ process? di ripanmone dall'10duranf,mto dm lessull_ circostanti i,11~ _fenta, eccite!'à una 0 ,)~(1SI gagliarda tanto da hberarn la loca\lla , con solo dai materiali disor~anizzat,. nu; beu audie dail'inùununento dei tessuti e succiiderà quindi per necessiià uoa maggiore per dita di sostanza nella parte ferita. ovvero la riazione sarà insufficiente cd allol'a sarit ritarda ta la gu;irigione per lut\o quel tempo che la natura impie[.lherit a restituir i tessuti eh· costanti nel loro stato naiurale. JI l\Jedict, Di vis. rispose al Dott. Agnetti essere grande la diversiti1 che passa rra l'effetto degli stravasi e tielle iufi !trazioni orinùse oquello degli·stravasi e deHoiofil .. trazioni di sangue e di linfa plastica i quali ultimi S()n affatto inìnnocui alle parti con le quali t.rovansi hl contatto; essere -perciù nel primo caso unica risorsa c1e!l'Arte quella di procurllrnr, lo sceveramenlo,nel secondo iu vece convenire btinissimo i topici freddi i quali, a nesta odo lo stravaso e promoveudone l'asso ç\) imento e la trasfo,·ma;tiooe in lossuti orll.anici, rimov0n il pericolo d'nn'eccessiva riazione laqoalc potrebbe lol'se,adopcrand'i mollilivi, trasmoùare di tanto da determinare ia cancrena od almeno da favorir il conompersi de~li umori stravasati e tenu!i liquidi e l'assorbimenlo puruirmto. Conchiuse con dire elle, se tt1oricameute pad;iudo i fau .ori rlelie opposte opioion1 posson mvocarn coropoleoli Autorita e plausiliili ragioni per so~tenersi, ogni ragione te,Jrica cade al cospetto del fa tte, pratico comprovante eia luogo tempo i henetici cd incomparahiii effetti dei topici riperrussh'i su i mo!!itivi nei casi <li ferile da arma da fuoco recenti e oc!!t> quali nou siasi aucora svolta la llogo~i.

PARTE SECONDA RH'lS'f A DEI GIORNALI SCIENTIFICI. V.Al'Ol\l D( .TODIO CONTRO L'fNl<'IA:!nUZIONE CI\ONICA

DELLA CAVITA' nEL 'l' l~ll'A:NO:

del

l>OTTORB TSCI.lAl\~liR

(SUNTO DJn D01' T. P. )10TTIN1) .

N,dle ma!a!tie dell'orecchia cagionate da una discrasia, massimamente nei moltissimi casi di llogosi scrofolosa della cav ità del timpano, nelle suppuraz ioni croniche che finiscono per distrug~ere la membrana che la copre e soveol' anche per produrre la · carie del la sleasa rupe petrosa; nei casi finalmente nei qua li si suppone l'esistenza di trasudan:ienti plastici, tutte le injezioni fin qui raccomandale rimase ro quasi sempre ioemcaci. il l)ott. .Ts.c harner partendo dall'idea che silfoue discrasie deb bon essere comballnte con mezzi locali modificanti razione vegetativa, com1i si pratica nelle ollalmie scrofolose, nella ble,nnorragia, ecc., d,>po aver inutilmente sottoposto i suoi infermi tocchi da. m<1li scrofolosi alla membrana e ca-vi tà

del timpano alle fumigazioni di fi<} l'Ì di zolfi, di cinabro, ecc. , fini per ricorrer ai vapori di jodio. Sebbene la di lnì sperienza sia di soli pochi mesi, il risultamento che ottenne dall'applicazione di questi vapori sembra già bastantemente notabile per ritenerlo più sicuro e più utile di quello ottenutosi eon le altre fumigazioni. !.'er applicare questi vapori si serve I' Auton.i dell'apparecchio ordinario d'una pompa a compressione adattala ad una souda da OfCC:Chia Cd inlrodolla Bel la cavità del timpano. l vapori furon ùllenuti da I Ootl. Tscharner pe1' mezzo dell'evaporazione dell'acqua (90 gramme) contenente la tin tura di jodio (2 a G gramrne). Gli elTelli primitivi dei medesimi sono dagl i ammalali ascritti ad trn lieve e fugace senso di hrur,iore nell'orecchia interna con aumento di secrezione della sna membrana; secrezione que,La che bene presto cessa lasciando faci le l11ogo alla conlinuazione del!e iniezioni vaporoso-iot.la te, ciò che ;;i man ifesta con un rumore clistinlo Ùllll'introduz1one dei vapori nell'or~cchio. In alcuni casi l'e fficacia dei vapori iod~li si rese ptù attiva per l'aggiunta di 2 ad 8 goc.ce d'etere acetico. USO Dl!LLA Tlt'iTURA

DI COLCHICO rili.L ll!Wl1A TISMO AR -

TICOL,UlE ACUTO B · NELLA GOTTA; OEL DOTl'Ol\E DAT.ASIANVE, !\rnOICO AI.T}OSL' IÌIO DI BtCt::TI\E.

Fra la m'lmerosa serie di pres idii terapeutici stati mano mano preconizzali nel la cnra delle ind ic:1te infermità, non vuol essere dimenticato il colchicn anlnnnale ; rimedio qneslo dm l'esperienza di sommi Pratici ha ora giustamente richiamato dall'obblìu in eui era caduto. Da Storck che fu il primo ad introdurlo nella materia Medica , sin ai nostri giorn i, ma specialmeule dopo il 1814, tempo in cui i Med ici Inglesi IIorne o Wart l'applicarono nella cura della gotta, gli Annali ·della Scienza raccolsero moltissimi e c011cludenti folti dell'i ncontrastabile sna clinica efficacia. Esso costituisc,~ in falli, rra. le Lan le sue applicazioni . l'essenza dell'acqua medir.inale di lfosson ed è la hase delle pillole di lartigue, ~cgreli popolari di grande voga , siccom'antireumatici, in Francia , Allemagna ed Inghilterra. A maggiore confermà dell'utilità di questo farmaco nelle :<i fotte malattie, Oelasianve r iferisce Cillquc Sto rie di gol!a e di l'euma arti.::olar ac nto dalle qu.ili r isulta ohe fu usata la tinlura di colch ico, un ila ai salassi o ad altri farmaci quando ne trovava l'indicazione, ma più sovente sola ed alla dose di 24 a 50 gocce da consumarsi in tre o quattro volte nel giorno. Gli eJctli che ne ol!enne furono sempre la progressiva diminuzione della malattia ed il rallentarsi dei battili del cuore, senza che mai si manifestassero le coliche o la diarrea, siccom'accadeva a Monneret per le dosi clevat issi me di lintilra che somministrava ai suoi ammalali. Delle Ire formale con cui suole prescriversi il colch ico (di vino, aceto e linlnra di colchico) l' Aùlore ritiene preferibile la tintura da prepararsi tanto con il bulbo, quanto con la semente.

BOLLETTINO lJFFI CIALE

Variazioni nel Personale del Corpo Sanitario~Militare . Dolt. Francesco l\l,1,.l'ì·1·m,u, Medico di Reggimento di 5a ,Classe in aspettativa, collocato io riforma colla c::>nservazione del titolo e grado insieme con la facoltà di vestirne la divisa.


STA.1'0 GENERALE N'UIERICO DEL MOVrn1ENTO DEGLI AMMALATI E

delle nudattie state curatt~ neg.li Spedali Divisionali e Succursali tlilitari di Terra e di Harina nel mese di 1narzo i 852. .ci

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Riporlo. . l\lanìa. tpocondr.ia$i . Nostalgia . . . • . . . . ;;; 1Apuple~sia . . . . . . . o Epilessia .. . .. ... ~ • Teta~o. .. . . .. .. . l'l jl'arahs1a : . . . . . . . z Prosopalg1a . . . . . . Ischialgia . . . . . . . SteQocàrdia . . . . . . Neuralgie varie

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, Olla.mia Bellica o C?ritagiosa. Blennorrag1ca . . . . Angina .. Bronchite Pleurite e Polmonite z o Cardile e Pericardite . ~ Angioite . . . . . .. . ~ / Flebitti . . . . . . . . . :;:: Angio-leucite. . . . . . ,...,., Adenite. ... . .. .. .... Gastro-enterite "'....z Epatite Splenite. Reumatismo

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Cislile Uretrite. . . . . Id. Blennorragica . Orchite. Osteite Periostite. .Fl~mmone.

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Emormesi cerebrale Id. polmonale .·

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,vizi organici del cuo1·e Aneurisme . ... ... Ulcere. Fistole Tumo ri . . . . Ascessi acuii . Id. lenti. Idrocele . . . . .. Varicocele, Cirsocele Sarcocele . . . . . . . Artrocace. Spina vento~~ Osteosarcoma Carie e necrosi. Ostacoli uretrali . Calcoli. Ferite Frattore. Lussazioni Sc!rro e can·c~o ·. Cancrena .

Morbi non compresi tiel quadro : Leggieri morbi locali

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Tisichezza polmonale. . . . ;:; Idr?torac:e . .. . . . . . . . :;j Ascite .. . . . . . . . . . . . .., Edema . . . . . .. .. . ... j Sc1:ofola. . . . . . . . . • . . Scorbuto . .. .. .. .. ..

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Il Direttore Dott. CO!'IIISSET'l'l M-id. Div. rl Vice-Direttore respons. Doti . 'Bar. de HKA UFORT l\l R.


( ai 1O di maggio ,1852 )

ANNO I ~

N° 42 .

------------- - -- - ------~------------._,...--_,

GIOR 'ALE DI MEDICINA MILITARE L'associazìonenon sì riecve che per uu anno e comincia col l O d'agosto. Il Giornaìesi pubblica nel iunedì di ciascheJnna solli mana. P.REZZO D'ASSOCIAZIO:'I E Tn Torino . . . . . . . . L. IO.

In l'ro vìncia ed all' Estero, franco <li posta

. . L. t 1.

L'abbonamento del>be pngarsì pei' semestri antici pali. L_e assncia1,ion i pe1: _i n~ri_~1H!_tar! ~·icev.~n: i ~!~t T1:0G_cu.F! \ Su~A~Pli\A , via Alfieri, numo ':H. Le Jellere per abboname1ito a! G1orna!e debbon esser "fl1an..,alu .,d ,1cco.11pa., n,1le du va 0 1J<1 pos tale. useessi siz>no per l'or,!i!J;1rio assOi!iati ullu t!;fos :, p m e qua nd o proveng,.1i" J,: 11n ·u1ter1.1 zio ne superiìeiale dtd le ,·t:> rt eb ;e o d; 1 diw!ii lìbro -carli!.,ginei po~sun esser11e

S0mun1o. - 1° Dolt. FAlllìE: Su la C!inica orale ed operativa del Prof. Com menù. 1\InRI\I. - 2° Doli. Guu,ANO : Ascesso lento della cavità iliaca destra. - 3'' Doti. Neg rolto en le febbri ìolermillenti. - 4° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 5° La mrczioue del Giornale ,,i Medici i\1ìlilari. -

0

srn wp,1g11uti. La 11w rcia deg li t1sccssi de lla p:11te unter iur e , q 1,a !e siu l:.i set.le ';Jelia colonna vert.ebrnle d a c ui l ii.I : seorH.i , s 'avvia in g.•ner:;ie , nel la rtg ione cervicu le verso ìa far iB·:e e l' e;wfogo; nelìa regione d orsàle nrno i ltlJ.i d,•!i u cn ionnu , gli !-paiii intercostali , i brnnt:lii, i pnlnwn i, ie pleure ; ne!!a n•g io11e lo mhèHl' , ftH'mirndosi tè;sn alt 'orig ine dei muscoli pso"s, si eg ue fH-'i' lo pii1 ii loro ccrso e , senz'ns uru deilu loro gua ioa, pi.Issa co11 i n:c,btimi so i t.o l' :i rco c rnra le e sporge in forn ia d 'a,;ces.so nr.il 'ingui mt- o ;:ella rcgio1111 dt~I piccolo l.i'oCallt..-re: qn Glche volln , l.ra fora la l'apo· 11 (\urosi iliacn , trasco r re tra la rnedes inw td i! peri t1>1JèO cd esce per il cirnal ing uina le : d i i ige11do:;;i dl c vn!le verso i;i f,!Ssnra i~ehi,)t ie:1 sporge oeli a tialic,1: nsccodo per l 'arco crurale può scorrere sin tdi t1 rnctìi d~l!u cuscia : ai1;1nie vo lt e si d i rig,! ,·e ,·so 1:.i n:giOilt\ dt il 'ano. .In ,ilcuni p iù in feli ci cas i poi s' è vedu ta fors i s! rach a tra ver~o del euloo, 1fol reti.<>, de\!a \C s::i(:.u, Jei re;;i. Snns i v,~duli nella rned e.,imu persona dun asces,, i, p ro vt'. nien! i I 'mli> da lb regì,11:e li,mbai-e

0

G Avviso.

ANNOTAZIONI SU LA: CLINICA ORALE ED OPERATIVA D8L COàlftlEND. PROF. RìBERI. (Trncciate da l Doli

Ft,BR E)

(f/e di it numero preceder.te).

(b) Ascesso lenio. Cli asc~~si sintt,ma tici della k · siune ddla ~pinu, sono ci; 11gr;;! i1.i i ci ,,è ea rnU criY .Zl1l i da ciii che la marcia true la HW origine d a una st·de lontana da <J11e!la io eu1 essa s'li cc11n111la e solleva \u pèile. N,,n su11n s1 ,!ain<'n t e cou.gesl iz ii , pl'r 1n1 ::i 1:igione che si dirit bt!nchè h:, lzi e!,:,ia ngii 1H:d1i d'ugnuno, qut:lìi. che si fo rm ano nella parte ,11i le r inl'é del l:, col« 1nna verteb r:;ic, nw sono pur CS$ Ì conge:;\i z.ii qu~l\; i q ua li rn ove11do tfa I I 'ai t ern,,;0 11c del la fa,~.,·ia pu :11 1' riur e de I b spinu si diri g11llo verso g li :~pazi i int.ercas t:ili o ve r,;, 1 la faccia posl Prioi e cklla medesi ma èl1lonna, d i cni v\J c ccorso \'eder un !'Hso bene d isiint o d el qna!e v 'iot.rallf l'!Ò :in Cill n , nd pri11cip io d i q liesl.',H:no Clinien, 1ut1.ochi! i Ui ti tramezzi ,1p0Hc:un.r ie;i, l!,11d inei () m ui;(~olari che vi s 'ine1,lltrano no:i pcrna! il. tl!:O nni alh m:irc: ia d i quesli ul! imi d i tra,curl'{' r a t,; nta dlstaw,a dalla sed e de i la s ua lH't: r <' Ziu:;~ cornc ~ucce(hi flE' gli ;;scessi d di;,1 pa rt e ;i n rnrior e. it o eco rso vv.d,!r<~ casi d ':iscessi occnpanl.i il c,1nalc veri~b n dt~ ma q1w~ti , oltrnchè J'H'!' b1:1,na ventura r.; ; i, so:i o poco ('sie~i. Nic!Jel pc; ò fa meniitinC d 'uno di cotesti a~cessi il qoale era mùltn .<,pnrgeH te 1H·i c:nrnl e vertebr:,le e co1111rnicaYJ n sw i:,tr..1 pc·r nw zw d'o n foro conlnga to crin l'inve terato e s1rett1i ! n i gi:,Uo !ht.o lorn d i cui l'o-

rìtìl.io esterno e ru a!i ' i ri gai ne sioist ro . E quasi st1 perfl1w c!ie v·j rip eU1 , §ig:~s;r: , che, sebbene q uc,,ti

e l'ul lro dalia dors,de, niel!erc capo l'uno nell' in gnrn e di:.st ro e l'altro li d sin isi 1·11. f~ poi cnsu freq1w nte cli·~ 1 ii

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d ue:i:;cps~ i ma ni fcs1.a nt i1\i i'uno nd l',uguine de:,!ro e \'al t ro nel i;i IJ istro, si r i uui~c:rno ne\lu s tess:1 S1'lh :i li.e 1 al a d 'n na vertebra o d' una fibro-e ar li lagi n{!. Niclttt vide ak nni d i (•1uesti asces:-i indif;Cnden li dall'altera~ ,,ione della c,ilonua :i d ipendenti solltùito , com e fn gi il <ltllo, d alla fosioHe cl'iw :.immrnasso iu berco!,u·;: si tuato in rn., Jt.n vi ci nanza tilla medesima , rnu quest i c11,;i cos!i tusc(J!lO r:i re eccctltiuz ion i elle voi , Sig uori , 0011 dovei(~ pHrò ig11ornrc. Se ii p ri1 no pri ncipio dr-.g!i ,1see%i in discorso è l.t fo siillie d'un ammasso tubercolare u !'clabt1raz iL111e ui pns di.I 11nu ;,,ede <:ar iosa , i l q na le sol ltlva l';1pparalo J,,gamenl t1so estcrn1>, special mente su i lati dei l!orpi ,k1le vt,rtebre do v'è nw no resis tente , d i~tendendol<i p,' r lo piii irreg,il an neute, JJ1 a aile vu!, t in modo d i c ìs1 ì d isceorh: litc ai h t.i Jc!la col,11rn n , Hc,11 è ., 1:1 . c1~r&i e!ic q uest o p rimo fumit c è poi au,i wula! <.l da lla St'Cr<!1,iune purulen!Ji d ei tessuti rnoili immediatamente circo~ta1J ìi alla cu lon n:1 , :-;pt~cialrnell!.e d el h•ga !!leuto v('rtebra!e :inl crior e e del te:;,mto cdin!oso i rJtiait


g:50 lima vertebra dorsale e delle quattro prime Iombatì, sono scollati ed initali per la pressione e per l'ete· seguirà quasi invariabilmente il nervo crurale, disrogenea presenza del pus per solito icoroso di prima secherà i muscoli psoas ed iliaco e passeri, con quel forroazioue , misto a reliquie di fibro-carlil agini , a nervo e cou questi muscoli sotto la parte esterna del triLumi cariosi ed a quisquiglie necrotiche. Frattanto legamento d1 Fallopio , presentandosi prima nella la quantità del pus diventando più considerevole , la citata cisti primitiva in cui è conle11u1.o, s'allargJ :i l parte alta ed esterna della cc,scia, poi nella sua parte basso verso l'un o verso l'alt ro lato ddla colonua , iuterna, dove trascorro11 i vasi fernnrali con cui non alle vol te verso tulli e due nel tempo stesso, dilatanlia però alcuo'iulima C1Jnoesion,~; raramente accadrà che seguiti i rami rnusctJlo-cutanei dd primo pajtJ dosi e stringendosi talora più volte secrnidochè inct,nlombare, nel quale caso l'ascesso occorrerebbe verso lra ostacoli od è stretta fra parli mollo resiste11ti , lìn a che non abbia raggiunta quald.ted uua delle cilal,! la spiua anle,.iore-superiore dell'osso iliaco ed alregioni del tronco, ed t:illora la quantità del pns dequanto in dietro : in (jUella delle ·vertebre sacre 0 ri,0ant.c dalle delle varie sorgenti è a11cora aumcututa dell'ullima lombare, seguirà i rami del ple~so sacro da quello che si separa dalla faccia iulerua del suo per i fori sacri anteriori, uccompagncrà il grande nervo ischiatico nella· sua sortita dalla pelvi e formerà condotto il qua le, dopo aperto l'ascesso per natura o un tumore fluttuante 11ella grande !'-1,lc:.itu ra gluteu per arte e non mai prim.J, come già saggiamente avverliva Uunter, per gradi s'organizza, previa io!ìarn ,~osteriore: in quella delle dt1e sole ultime vertebre mazione, ed assume l'aspello d'una membrana musacre e delle due prime cuccigee, la raccolta puru · lenta avrà luogo uel tessuto ·cellulo-pinguedineo cosu, siccome ot.timameule dimostrò Dupuytrel.'. & cui circondante l'iutestino retto: in quella finalmente che non si può però assentire qua ndo dà egli opera di provare l'a nalogia, qua,i l'identità della membrana assale nel tempo stesso due o tre vertebre successive coprente quel condotto con le mcml.mine mucose lombari e sacre, il pus si raccoglierà in due ascessi naturali E qui io lasci<' 1'ei una non piccola lacun.1 se di cui nno apparirà nella regione iliaca e l'a ltro uella glutea, tra sè comu11ica11li alla libera. Ratfurza la sua uon vi facessi , Signori , parola di due opinioni le 11u:ili non mi sembrar11) combaciar al vw·o: una è opinione l'Autore dicendo che il pus avente origine di Niclid e l'.iltra di Bourjot. da una sede qualuoq,,e profonda dell'apparulo locomoL'egregio Doll. Nicliet, pur ammettendo le più di tore non siegue mai le arterie e le vene le quali, sebbene queste ,·arie origini del p11s contrunto nrg-n ascessi qnest i vasi sembrin in connession11 con i nervi, ne congesti2ii di cui si parla, crede che nissuna parte sono però separati da particolari iuv(,lucri e che nelle prerida alla sua produiione la carie di cui ammette lesioni della colonna vertebrale gl'involucri d~i nervi però alle v,,lte la presenza nd racbiartroeace. Ma S(l · souo molto acconci a condur il pus cile vi si prepara pendosi ch'una superlìcie eariosa d'un os~o separa come quelli che mettono capo nelle stesse sit>pi osmarcia icorosa e saniosa , chi non vede ehe Nichel, see che proteggon il sistema nervoso ce11trale cerebroammcltcndo alle volte la carie nel rac!Jiartrocace, ha rachideo. Aggiunge ad ultimo senipre in appoggio a sua insaputa irnplicilamente ammesso c!te il pus di della sua pr<Ìposizione che uella carie degli ossi lunglii, {}Oesta carie conferisce in qualche parte alla f,1rma · o larghi i quali nou servono di siepe ossea ai r.illl i zione di quegli ascessi ? del sistema oervosu cerebro rachideo , come radio , li Doli . 13ourjot poi in un lavoro presentato ,dl' Accubito, omero, l.ibia, femore, sle.rn o , scapnla, ossi cadeni ia di Meùicina nell'ann11 i835 diede come cosa ciel carpo , del metacarp1J, del tarso , dt>I metatarso , certa che il pus è e;oodotlo dall e guaine nervose dal t:ipolisi l!pinose e trasversali delle writ,bre e simili, luogo dalla sua origi11e all'esterno e che pe1· co11sei l pus non trascor a distauz.a <lai luogo drlla su:.i for gueuza della cognizi, ~1e dei 11e1·v i ché si diramano mazioue, ma s'accumula inLorno a q1ll'slo. nella parte dove s'esterna 1·u~cesso congesti1.io e da Cot est'opinione di Bourjot io ho voluto accenn:1rla, quella del ILil•go della lor origine si può con preciSignori, percLè è ingegnosa ma 11011 ,;erchè sia vHa. sione o cun approssimazione predire qual è la sede , Considerand o effettivameute che in irrnurnercvul i casi di della malattia delle verLeLre cn111iane e ~pecialmenle artrocaci suppurati del le giunture omero cubitale, ileorachidee, producente l'ascesso. Eppcrciò, secondo lui, fen1orale, ft.moro-tib::.ile il ptH migra a tl:stm1za dal nella malattia della parie poskriore ddlo sfenoide, luog,, ddla sua formazione cic,è nella parte inferiore delle sue ali e della pari e squ:imosa del temporale, dt•I braceio o della coscia o òelb gamba senza clie il pus seguiterà il ramo mascellnre inferi ore del nervo possa dirsi che ha seguite le vie dei rami nervosi; trigemino : in quella d,illa por,,ione pielrosa della clie il non formarsi ascessi congestizii nella carie derupe e della parte spugnos::, dell 'upu6si 111asloidt>a, si gli /J3Si del carpo, dd tarso e simili non da alcrrna farà strada nell 'orecchia es1erna o media lippurn altra causa deriva fuorchè dallo .slivamenln e dalla nc!lla p,,rte pnsleriore <ldl'incavalurn del djgast.rico: resist enia dei tessuti di queste regioni; cli~ s0nsi più io q11et!a dellt>. vertebre cervicali e dei condili del. volte ,,eduti ascessi per congestione, a vece di gel'osso occipitrile, trnscorre;à lunghesso i rumi del guir il corso dei nervi, aprirsi ac.:I un tempo nell'eples:;0 ccrvicc,-bracciale , esternandosi in prima nella sofago e nel canale vertebrale per cui libero era il regie.ne l::ilera le del collo, poi dietro la clavicola, poi varee> agli alimenti <fai l'esofago alla poriione cervi. nella region ascella re e ad u!limo nella parte iuterna cale della mi cfol la spirwlP; altri aprirsi nei polmoni, del braccio : in quella dell'ultima verlebra cervi cale , nei bronchi, nel mediastino o nel\'inl,is tino colun; alJellc nndici prime dorsa li , dd capo delle coste e tri in lìne trascorrere dalla regione do rsale ali' epidtlle \uro :1polisi art'culari, si mun ifester11 uella reg:,strica; che in fine la sperienz.a ù'o:;ni giorno dirn<>gione 11,mbn·dorsale sotto l'aponeurosi genPrale e stra il pus dal luogo della sua genesi seguire le facili sempre <:bl làlo iul.eru u dell'angolo delle c11ste , forvie del t.essul.o cellulo.so e prendere la direzione e mandosi verso la spi na <lt>gli o!'>si il iaci:_in quella ùdl'ulfin ad un S( gno la forma dalle guaine e dai tram('zzi 1


5:H.

apooeurotici e dai muscoli: tulle queste circostanze considerando si debbe l'ipelere che l'idea di Btnirjol, tultocl.iè ingegnosa, non -è fin qui confermata dalla sperieuza. (e) Cifosi. Le fihro -cartilagini e le vertebre ammollite dalla flogosi cronica diveotan incapaci, anche eenza perdita di sostanza, a sostener il pest) delle parti soprapposte e danno giù assottigliandosi e sd1iacciaodusi ed allora la spina s'accorcia nella sua parte anteriore ed assume nella sua parte posteriore una forma angolo,-a, d'onde la cifosi. Per pii1 chiara ragione, quando ad un pel'iodo più avanzato del male quelle parli so110 state distrutte, succede la ci fnsi per il divallarsi e l'uffondarsi cbe fa la vertebra superiore mancante di soslt'g110 nel vano lascialo dalla distrutta. Siccome però uella cifosi da dist.ruzione sono quasi sempre ammolliti i tessuti duri circostanti , così succede clic sia essa rwr lo più maggiore del vano lasciato dal tessuto smarrilo: un'osservazione chi? vi citerò più innanzi vcnà in conferma di questa verità. Sehbcn iu 1p1esti due casi la cifosi sia, Signori, la stessa, così grande però è la ditforenza cbe passa rra queste due genesi che, rnenlr'in quest:ult.imo caso è <lessa iusuperabile, può in quella vece nel primo essere cancellata perdendo la parte ,1mmalata con la cronica flogosi l'innaturale ammollimento e rit,irnaodo dupo ciò alla prima sua forma e consistenza; del cbe vi citedi più innanzi aleuoi casi ed altri n'incontr1\rete passo passo registrati negl i Annali della nostra Lettenitnra. Queste gnarigio11i, nel tempo st.essn che vi provano come uon sempre da distruzione delle vertebre e delle tìbro ..cartilagini sia da derivarsi la ci fusi, debbun anche in1-piror.vi fiducia nella cura della medesima che diri) fra poco; fiducia che ono avevano e non pol.evuno per cesto avere coloro che., come l\lontrggia, credevano la sola flogosi cronica senza distruzione di qne'elemenli anatomici oon poter indurre la cifosi. È vero che cot<·sta cura nnn riescirà sempre a seco11da d(:'voslri voli, ma sarete largamente compe11sati dell'averla tentala dal pensiero elle ne'piLl dc'casi, se non guarisce la cifu~,, almeno ue rallenta il progre~sn. Tant'è vero che il peso delle parli soprapposte alle vertebre o fìbro-cartilagini arnruullit.e o di:;lrnt.te è la causa del loro schiacciarsi, del loro divallarsi e d~l comparire la cifosi, che, colJle già lio altrove avvertito, c:.iosano la cifosi quelli fra gli ammalati i quali stanno volnnlariamente od astretti da parnli~ia in riposo nella positura orizzontale. N,,n debbo tacere che, anche quando gli t1m · malati non st:rn in costante riposo , In distruzione de'dischi lìbro-cartilaginei non è qualche volta seguita dalla cifosi e, quando lo è , la cifosi è meno pronta a comparire, siecome vi sarà provato da un'osserva · 1.ion~ che v'addurrb più innanzi. Se, oltre a\t'ammollirnento delle vertebre e delle fibro-c(H"lil ogini, la loro ·distruzinne è, come sopra si n,,tò , una frequen tissima cagione di cifosi, non si dcbbe però passare · in silenzio che, corne notò Nichel, una volta distrutti un disc() Gbro-carlilagineo od una vertebra, le due vertebre vicine nel primo caso ed i due dischi cun· termini alta vertebra di~t.ru!ta nel secondo, si rer.anr, a vicenùcvnle cootallo e con il mutuo frt>gamento e con la mutua pressione s'asan a vicenda e che qnest.a usura coadiovata dalla conti11uazionc del male primitivo s'ava11za ngnNa più sa le vert~bre e su i

dischi fibro-cartilaginei, risuitandone d11 on lato eh e la cifosi vada progressi~amente crescendo con il tempo e che le superfici.e ossee fregate e compresse diventino talvolta dure e liscie. Si ha di ciò la prova nel ve· dere che, q11audo gli ammalati, per essere stati condannati all'immobilità, non sono compresi da cifosi, le mutue superficie oss~e, a vece d'essere Jiscie e dnre, corne talvolta s'incn11tra q11ando sono comprer:.se e fregate, offron incavature tramezzai.e cd assiepate da spine e sporgimenti ossei conservanti l'originale llJrO integrità ed insi110 stalattiti ossee di nuova for· rnazi<1ne. Senza che l'usnra degli ossi per pressione e frngazione è cusa provai.a dai forami, dagli scavi e da altre perdite di sostanza che succedono negli ossi del cranio per un fungo della dnra madre, nelle vertebre e nelle cosf.qle per aneorisme ddl'aorta , nel femore per un'a11eurisma dell'i1rteria poplitea, nell'osso iliuco per la pressione del capo del femore ltbsal0 e nou ridotto. (d) Lesioni della midolla spinale e de'suoi involucri con dissesto nella sens'ibilità e rie'movimenti delle parti sottoposte. La midolla spinale a cui, già lungc> tempo ed anche nei vicini tempi del l\achet.Li e del Cupeland, s'all.ribuiva fa hwmenle nna grmH:lc parte o.ella gènesi del rachiartr,cace, soffre bensì nel corso di questo, ma il si;o s11(frir è secondario a pressione od a flog,1!i diffusa dalla sua parete ossea o ad en trambe q11esie cause. La pressione può derivar o da piegatura della col11nna dupo llCcorsa la cifosi o da scr.111ciat.11ra del canale vertebrnle o da ~scesso sporgente contro la midolla, come già è stato avverlito, o da edema del tessnto celluloso circondante la mido111l spinale 11 du materia t ubercnla:·e trascorsa nel cavo vertebrale. Hi!lellendo però ai éasi numerosi per rne visli d'aro malati tocchi d'en 11rrni cifosi da racbiart.rocace senza paralisia delle parti s1•t.toposle o con appena sem;ibile debolezza <klle medesime; a quelli di vistose e mol lt'plici piegature della spina da rachitide, pur esse senza paralisia; a qu elli per me rarissimamente in tanto numero di necroscopie incontrali d'ascessi o di materia tubercolare assettali agli involucri della rni · dulia che, anche in questi casi stessi, non comprimevano gran che, c1,n1'ebbi cura d'accertarmi; a cfo riOettend'iP, senza negar affatto gli effetti della com· pressione per pari.e della cifosi, credo però che in generale qm~sta disturbi mollo più la midolla come can~a i.nitante ed infiammante che non r.omc causa meccanica. Vinse vieppiù iu me colest.'opini(1 ne quando ebbi veduti :.dcuni aminal:1ti guarire con opportuna cnra dalla paralisìa cousocia al rachiartrocace, superstite la cifosi e quand'ebbi incoulrale nel cadavere di persone tocche nel viver<: loro da paralisia stata ribelle a tulli i mezzi, 1racee non dubbiose di diuturna infiamrnnione della medesima midolla, com 'am rnollirnento, spappolamento, osun, ulcerativa, injc zione vasale cronica, versamenti sierosi , !:'>anguigni o purulenti e simili, tuU.ochè non s' incontrasse nelle parti circoslanli la ragione d'una compressione, almeno grave. E mi conferma rnaggicirmente io qnesla opinione l'osservare che poca o nessuna diffl.\renza passa tra i .sintomi rappresentanti la debolezza e la paralisia compiuta od incompiuta da rachiart.rocace con cifosi e rp.1elli che hanno luogo nella flogosi lenta primitiva ddla midolla spinale volgente alla paralisia seoz'alcuna lcsiune del tubo osseo da cui è involuta


Da queste premesse voi presentite, Signori , eh 'io in generale attribuisco i putimen_ti della OJ idolla molto men a pressione mecc:,nica c lie ad iufiammaziooe di cui le varie sorgenti sono l'irrad iazione ( cosa ben nat.ur;,de) al:a medesima della tlogosi crouie:1 d1-!i la ~ua parete ossea, anche la piegatu r[1 della col,m oa vcrlehra l<\ gli ascessi sporgenti nel ct1vo di q1rnstn, la materia tubercolare, pea.. unii d'os~o o d i fìbru c«rtibgini, liqnido icoroso e simìti trnseursi nel . niedesi mo cavo o ri stagnunti co11l.r'ag\'invc1!ucl'i della m idolla. Han no poi ciò di panicolarn gli ascessi ed i testè det.ti nwteriuli sporgenti 1n.l irdi:tral.i nel cavo vertebrale ch'essi pnssuno lalvulta geuen.ll'e l,1 para. lisia sen1,u che vi sia cifosì, com'accudde 11el1';;mmalaLo veduto. da Tobei I. nel cpiai e, luU.oclli~ rwn vi fosse cifosi , dne voile l'apertura dell \,$Cessn sci.olse la para pleg1a che due volte pure ricomparve aila chiusura di fJuclìo, com'accnd<le altì'esì in uu altro cougcnere caso ri . ferito da i\Iontcggia. Oa quest'enuwernzi<1ne v oi p,1t<'lt.e giud iGare per voi stessi eh:, s'è possibile guarire la para iisia du rncbiartrocace quanùu move essa da cronica Oogosi clellu rnid,1lla uun uuco1·a. riescita a'rnoi esili,. in vurio ;;i spererebbe v i:1ceria quand :1 giù è ins.uperabilrnentc 0!1ernt.o l'urgaui~mo dd la midolla e qnando concorron a generare quella flogosi cuuse inainovihil i, come la piegatura della spiua , !a presenza d'un asC(!Sso, di rnuteria tuoi~rcu!a re, cl'icor~, cli qni;;quiglie flssce , cartiluginee e simili . Non debbtl però tacer vi, Signori , cll'un caso vi ha in cui la compressione deila mido!ia è, se 11 011 sempre, bene :;/Jventc , per la sola !'!Ua azione mecca11ica, ca · gione di pur1.1tisiu ed anehe di morte ed è q uando, e:;sendo la mal:.i ltia fissàta 11eile arliCDlazion i dell'atlante con l't!pistrofeo, i leg1.1rn<-mli occipito-od,1ntoidei ed al.ianl o-odùntuidei ri!ass;,ti od usi.lti ptH'H!dl•rn a!! 'apo lisi odo;itoide di spos\al'si in d1et.rn e di forn su la midolla una compre~sione .gruduuta od :mclw pronta e fot:i !e. Esempi cl i quest.a nr~turn s,1110 stati ri fe riti <lu Pareo, Duverney, Béra rd, Lawrence, n;.;yer , C(;C. Ni chet dii unzi un'osscrvaziot1 e d ..ilh 1p11d(: risu licrnhbe cbe, JWr usurà de' legarncnti indotta da! Hl.i le, l'at)an le sareobesi alzato ::il di sopra del! 'i1pofhi udrH\loicle e Ha rPlibe qu in d i sdrucciolalo dietro la medes ima , strozwta rimanendo la michi\la - tra l'a 1·co anteriorn dcll'atlnutc ed il posteriore dell 'epis1rofeo . .E L:1wrence e Jtust. citano casi i rt nui l'upoUsi odont oidc , rer carie (! per 11ncrosi , ernsi spontaneamente distac..:ata dall a base ed iuclinatu verso Lì midolla. Del nisto q uu11 do la c i fosi è uria c1111Ca11sa de'patimenti della n1id1 ,l!a è slato o~servalo che la dist l'uzinne d'{)n solo corpo di vertebra, !-Ì che ne risulti una 1rop110 acuta pil·gu1uni deila spin,,, è più offensivo che qua11d n , per b disLrnzioue di molte verlebrc , qnest'aog<1lo è llH'11 acu to. Giù Ippocrate ebb>\ una ta le idea doYe d 1sse • spinalis medui ia eiusmod i distoniones ( grn nJ i gqbl,1) (acile f ert eo quod cireularis distortio contin · gil, non a'flgularis ( de artic. sect·. 5. ). • llill pur attriblùcH lu diminuzione d'uoa para li sia socia ad ona p iccola ci fn~ i 11 èiò che prese q1wsla uoa graud'esten · sioue. Non debbo lìnalmente tacerv i, Signo ri, che in geuere dal medestmo gra<lo di rac!Jiarlrocace è p iù pronta a soffrirne la midolla sp:nale quando di que !-lo la sede è o~I dorso, an zichè m: lle rPgiuni lomba re e c<inical ioforiorc, per ciÌl che lo speco osseo è pitl ristreU,i in riuel!o che non in c111estc, <'fl!Wrc:ò m•·glin

adattato u!!J sottopos!a midolla e piì.1 pncli ve a c{if. fonderle i snoi patimenti . (e) Coaffezùmi complicant·i che hanno sede fuori del · l'apparato vertebrale. Questa materia t·,ccaodo, Signori, io uou iuteodo dirvi di tutte l t\ ma la t.1.ie che pussoo occorl'er iri chi è tocco di rachiartrocacc, 11011 csgeuduv i 1111asi 11!cuna malau.ia i:lle uon possa accidentala1ente u questo assnei/Htii , ni:i snlamer1tc di quelle cnn cui ii rucl1iartrneai.:e ha qua lche re la?.. ione o per la Co ìnLlllil!IZa deHti CalHe o per i. f;uoi 'lrodotti, Fra queste couifozioui le pit1 f:·etJUen li si1:rn 11e ll ci persone scrofolose i tulien::u l i o,pitun 1.i in variii parti del coq>o; spccia lmc1iLc nei puhu:1ni , nelle articoiaz;on i, uei fegato , 11e'r e11i e similt: l'eHlt!l'o-mesPnterilide crnaica ed ulce.n,tivu : l'e<l~nw degli ar i i in fe riori per dimiouz.io11e del lume<, per l'oblite~·u7,ione de'vasi liufotici cospicui o di grosse vene. , prodotta dalla pressione degli ascessi congestizii e dall'irrad iazione llogislica delle luro pareti su le parti e irc,lndanti: il crepaccio stesso di vusi C<Hpicui, specia! m;, n!e ddl'artcria vend,rale nei r.icbiartrocace de lia regioue cervi c,de c,m esito proota1:iente letale; Jel che si han a lcu1ii esewpi : flogos i per lu più croniche dd le pleure con inspessimento ed anclrn con versamenti siernsi ' purnlcnli o fìbrinusi. ~fa p:i1 di tutte le cnaffe.zion i sono frequeu Li q uelle del euore, sopl'attuLln fJU'lfld() gli a3CC$SÌ o le piegature della colonna verttbrall:l corri . · spo !l doo a lla b.ise di questa v i~c r.1 e coteste cnat1\.iziuni consistono in iperazioue abituale del cuore con palpitniou e, ipertrotia con o senza dda tar.ione, id r,1 . pisia dd perit:ard in e simili. Di ru ue le pi1~gaLme della c,,lun na vertebrale , <]u ·de sia la cuus1 d:.1 cni dip(!,H.looo n rachil.iJe o rachiartroeace , nessu:i,t ne Yidi così presto o cotanto disturbarn la viseera cr n tl'ale ddla c irc r,lnione quan tn q r1el la che !1 ·1 l nogo f. U il p iano della medesim~, io ispe,;ie Jdlil sua ba~e.

STORIE DI CASI llU!ARCHEVOLl. 85

ASCESSO LENTO DELLA CA VITA' IUACA DESTRA

( Storia de.l Med. Regg. Dott. G.n rn A~O ). Giovanni N., soltlato lnfermitire, in età d'anni 55, tli costituzione robu, ta, di temperamento bi lioso-sa nguigno, già repli catamente anim~htosi di reuma talgie che furono pro11tament0 domate con qualche salasso e con le be vandu dia[oretiche, ricorreva nel mese d'agosto p. p. allo Speda le Mili tare di Genova per ulcere veneree al prepuzio con bubboni} ingninalél sinistro. Guarito in poco tempo da queste siCìlitichc manifestazioni, riprendeva egli ii proprio servizio 1 nel qualo continuò per ollr'un mese senza ri. sentir incomodo di sorta. Solamente verso la melù del s11ccessi v0 mese d'ottobre cominciò a lamentar un dolore cupo co1t lieve tumefazione all' in ~11i11e desl ro, che. dopo alcuni gion:i l'obbligò a rientrare nelle sa le d&i venerei, dove fu collocato al lello l\ 0 590 . Nr.ll'esame ch' io inslituii nella visita del conse cu tivo ma ttino, rinv enni una leggiera tumidezza ovalare aìla parte superiore ed alquaul'esterna de l cnnal inguinale che s'estendeva sin alla spina ìliaca ant!:lriore superiore. L'0splorazione eseguita su la medesima lasciava sentir un prof()n<lo moto ondo latorio ch'induccvam


in so~pcllo di raccolta liquida contenuta nel tumore; il co· loro della pel!c non era pe.rò alteralo, nè maggiore del naturale !Jra il calore della medesima; mancava egualmcutc ii do lore, a meno che si preme~sc fortemcn!e sul lumore: i_n Cìne lo slalo generai(~ dell'infermo non scostavasi per nicnle dall'c•rdinario di sanità. Diagnoslicni nn a:ìcesso lento ave nte sede ne1\ a cavità iliat:a deslra e diedi perciò opera 3 rngolare la dieta dell'infermo cd a prornovere 1'11ssorbinwn to del liquido e la riso luzivnri_del lnmore con cataplasmi molli tivi locali irn1rnli di sollacetalo di piombo e con i bla ndi eccoprotici. i\el terzo giorno di cura foci appl icare totL'intorno al tumore una ~en tina di mignalla, lo i qm li, siccotlll' quelle che per il loro piccolo volume suc- j cliiarouo poco sa ngue, furono di roca utilità. Cousidorandù la sofferta ve;ierea contaminazione e mancand ·ogni al lra causa va lernl a rendermi ragione dello svo llosi tumore e dc· lla sua nal11ra, crf rletLi opporLun<) solloporro l'.:1 mmal ato I all'uso iolerno dd i'j oduro J i potas,io sciolto nell;; ùeco- , 1 zi.onc di duka mara , mentre localrncote feci COtJlinua re 1 l'applicn'une di cataplasm i rnollit ivo-risolven li. La dose dell'jor.!oro ch' io prin(:ipio era di so li sei grani fu in poco LE:;mpo ()11m en,ata sin a venti gra ni, senza che l'ammalalo ne pati sse dauno o oo ricavasse sentito miglioramento l i tumore int~nl.o . prendeva giorn altnen(e maggiori proporzioni e la flun1wz ione rcinùevasi man ife,,ta , cusì che senz':i ltro add ivenir io ,ùlcva al!a puntura del medesimo : Vùlli però prima di ciò fa r ndir il parere de'rn 1ei Cu llegbi , i qu,di, r11 cco conSenzienli nella diagnosi B ne ll,l cura a<lona1a s,n allora , opinarono dovc:'si, prima della puntura, addivenir all'applicazione d'un vcsciculorio per 1en1ar ,incora l'assorbimento del licpi ido contcm1to 11ci1·asct1~5,i. fu a ppli cat o i I vescica torio che ~u ppu rò per sei giorn i senza d:inin11zione alcuna nel volume del lu · rnore; motivo questo pcir cui nel giorno 18 d'ot tobre , assistilo <lui lloll. Arùissooe ~, quale commisi stendere la pelle il più cilt: possiùi l in alln, ;;pinsi io ue!_ ceHlro dt!l tnn,çro un 1.lt<,:colo lrocarre che . appe,na rit.irnlo, lasciò ~lil la1t! per la cunno la quasi sello once di marcia di col,1re b•anco-·anco e Ji tnlldiocre consistenrn. Estn1lla poi la cannu la, riu r,ii con ccro!lo adesivo i margiui d,: Jla piccol~ in cisiouc ed incarica i il medesimo Dotl. Ardiss-onc ùi fare sul tu more una compress ione piramidale piuttosto [orto pe r mezzo di compresse inzuppala nell'aeqna vegeto-m inerale e man lcnulc in sito da nn btrndagg10 spirale. Nel giorno 22 del medeshno mese rimossi il hen,!(l;sgio e trovai ch'i! tumore ,•vev' acquistalo 1m:s,;'a p,)co i.I vo lume di prima: praticai pnciò ai 23 una seconda puntura mii· turnor<, d,dla r,oa le sti llarono novel l'ltnL! ll le sei onec di suppurazione di colore rossigno, p ù lìqnida del!a rrima e mista a qua lche (:oagulo sa11~uigoo e med icai <:orne la prima \'Olta. L'agi taz: 011<.l de l1·amrna lato ed il ,uo volto rosso quasi infuocalo m'avvertirono, prima ancora dl<J lo t!Saminas,i, nel giorno 2G Ì mal lino che s'era operota una riaiione gc nà;i le la q11~le . man ifes ta•,as i <Ìi fa tto per il cn!ore della pelle 1 per la . rislrèltczza e freq11em.a de i polsi , per la lingua r,issa ed asciut_la e per i do lori ven!ral 1 con tenesmo eia, ·nel la nolle avevano ~ià promosse alcune do!oro, e evacua1.io11i di materie fecali liq ui,l c n gia!hslre. Assicura!omi c.;lie q·iesta sinluniato!ogia morbosa non era in dipe11d,::n,.a della medicaz.,ori0 locai,,, stelli contento rw l m~ l1i110 ad ordina r :ma rigorosa di,:ta cci una der:oz i,rne di tamarindi per bevn11da , mentre la continuazioue de::;l i stnssi

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accidenti morbosi mi determinò nella sera ud ordi nare l'a ppli caz ione cli venti mignatte all'ano. L'abbondante quantità di sang, 1e che stillò dai vasi emorroidali , la dic}la rigorosa e le bevanùc r infresca livo ,dihrn nli rimisero in due giorn i l'informo nel primitivo suo benessere genP-rale, il che fece sì che nel giorno 29 potei praticare· la terza punt11ra de l tumore novellamenle ·, ngrossatosi per la prescuza di circa cinqne once di pus di buona na · tura u mnùicar al sol ito. Un ultimo rigonfìamenlo del tumore ma ,llfcstavusi ai 3 di dit:ernbre elle mi decideva a ripelero nel vegnenle mattino la punlora la q1rnle più non ebbe luogo, perchè, durnnl.o la nolte, operatosi per allo naturah: il cr,'pac;;io della piccola cicatrice suceedeva il par ,ial,i votame11to del tumore. A cornp iern la natural indicaz ione m' aùop,~rai nel matt ino dei 4 mediant 'alcune le~ge re pres,;wn i fatte EUI tun10 re da !!'alt' aI basso e dall'esterno aJl'inl(~rno, per mezzo dell,i qnal i vo . \alo inlieramente l'ascesso, riu,1ii poi c.sauarnen\<~ la f';! rita e rim isi I' app3rnlo compr,;ssivo . .Dopo trn giorni , tolta la compressione, esam ina, il lumore di cui la ferita era perfettamen te cicatrizzata e la gonfieiza 110n più ripristi11ata . Accorda i al lora più nutriente cibo all'infermo ; ri vidi giornalmente la località e , doro essermi as, icurato per 14 giorni eh,: questa non era più S!:'dc~ d'aicu n fallo patolog ico, nel giorno 18 di dicembre permisi al l i1Jfermiere di riprende r il suo serviiio. Epicrisi. Nel diagnosticar il des~ri(!o lo more io m'uttenn i alla denorninnione d'asce.s.w lento e non lo dissi µer congestione ronie forse s~ rtibl.Je sla:o per laluuo giudicalo così dal rnòdo suo <li svril~ersi , come dai suo i cara!leri fisici e dalla locali tà c1i'eS$O occupava. Avve1':o cssem.iolmootu a q11e11ta cosa p,:rchò la ma ~giore parle d,,gìi Scri!lo!'i ch u cle~erisser asct\SS1 c,1n,imi!i , li ch iamarono qoa, i sempr,.-: con l'ultimo nome, credendo ii sem pt'e sintom alici di lesioni più o meno profonde d\Jgli ossi e più specialment e ddlo cos lc, del le verlebt'l\ e degl i ossi del bacino ; le quali ksio11i, ~e veramente esistessero ('0,Ì freqoenli come si sospcl!ano, non si vodrebb0ro d<llLi a5cessi g,1ariro con qnella facilità Coli cui gua riscouo, quando hanno sede in altre parli, purchiì si adoll i pe r tempo un metodo di cura pronlo ed energico. Prnoct:npati du li'i<lea d'avere sc3m prc a fare con asc~s,i per congestione, ulcu;,i Pratici d1flìci lme11le si decidono in tempo uti le a fare r icorso ai mezzi richiesti dal ca:10 : troppo limidi, paventano al sommo gli eff,}tli dell'apertura dd tumore e si limitano perciò a com batterli con mezz i di poca o nessuna emcacia , finehu giun li que ll i o straonlinario \'olnme ed ave11li già lr} pareti mollo ,issotligliale, in ())tora, ma troppo lardi, r icorron od al canstico od al l'urro per votarl i con la peggio ckgli am malali. hi appoggi1> di quesla mia opinioue potrei citare non pochi casi occorsirni nel rnio prali<!o eserciz;o, ma mi lim iterò ad esporre brevemente quello occorsomi nella per;ona d'un Caffdliere di Mondovì. Soffriva questi da lungo tempo dolori vagh i in diverse parti del corpo; i quali però erano maggio ri oeila re:;ione loinlrnre sinistra , dove grada tamcn lc crnscendo gl'impeùivano il ·camminare. Dopo q11ald1e tempo si mitigaron i dolori e con il decrescere di q11csti si rnanifcslò, per svolgersi a poco a poco nella regione lombare e nclh parte laterale cd anleriore del fianco sinistro, no tu rnorn il quale,quand'io vidi l'ammalalo, aveva il vol11me d'una te~ta d'un fanciullo. Hichie,tu del mio parere, mi pronunciai senl'esi tanza per la puo turn d_el lu. mnre la qual(~, dissi, <lllvrebbo ri petersi quante voHc le 1

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354 circostanze del caso avrebber indicalo. Meticoloso, l'arn· malato noo si arrese a miei suggerimenti e mi pregò per• chè mi trovassi il domani in consulto con nitra persona dell'Arte. Questa <lisapprovand' il metodo ·<li cura da me proposto ed adducendo per ragione ch'u_oa. ~al .ape'.tura . del tumore avrebb'infallanlernente abbrev1al1 1 giorni del· l'infermo, stelle contenta a prescriver alcune frizioni fatte con non so quale pomata, nel che ebbe conseozienle l'am malalo: ma dopo qualche tempo, inutilmente trascorso nell'uso di queste frizioni, visto che il tumor ingrossava oiornalmeote e che le molestie si rendevan oguora più mi~acciose, l'ammalalo richiese nuovamente il mio parere di cui il risultamento fu la riproduzione della primitiva pro· posta cura cd il consiglio di trasferirsi in Torino a consultar io proposito le Celebrità dell'Arte nostra. Si ,urese l'ammalato a quest'ultimo consiglio e scelse , con giusto discernimento, a Consulente il Cav. Prof. Riberi il quale lo induss'all'operazione ed ebb'anche la gentilezza di farmi conoscere per iscritto il metodo ch'avrei potuto tenere nell'eseguirla. Due giorni dopo il suo ritorno in Patria sottoposi l' ammalato alla prima puntura del tumore e ne raccolsi in opportuno vaso tre libbre e mezza di pus. Ripetei la medesima sei giorni dopo ed il pus stillato da que· .sta pesò libbre duo ; alla terza puntura stillò ancora più d'una libbra di marcia la quale anòò scmpro decrescendo di quantità e di peso a mano che si rinnovarono le punture le quali raggiuuser il numero d'undici, praticate ad intervalli di cinque o sei giorni ciascheduua , prima che siasi potuto ottenere la totale guarigione del tumor.e dal quale stillaron io tulio circa quindici libbre di marcia. Dai due riferiti casi e da. quegli altri che dissi già essermi occorsi io Pratica, mi sembra possano dedursi li seguenti corollarii:

tcrà in pratici e ripeterà , a norma delle circo;t:inze , tanto più facilmeote il Pratico ved.rà coronale da buon esito le suo cure.

Cl!Nl'\"I SU LB FISCOl\'.IB Dl!LLA MlLU E DIH, Fl!G ,\ TO Nl!l,J.E FEORRI INTEBMITENTI; LBTTI DAL DOTT. NELLA CONFERENZA Dlii

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NEGROTTO

DT GENNAIO IN TORINO .

(SUNTO DELLA REDAZIONE)

Il c,rnsiderevole nurnero dì febbri period iche cmale dal Dotl. Negroflo uello Spedalè di Genova nel decorso dell'anno 1849, gli porse occasione cl'osiervare la somma frequenza coù cui le med esimo s'associan ad altera, zioni dello viscere addominali , specialmente della milw e del fegato e' la reciproca inflnenza che queste manten, gono con quelle. Volendo qniodi comunicar ai suoi Colleghi il frullo del le sue osservazioni, egli divise le ostruzioni epato-spleniche: 1° in quelle pree.sislenli alla prima comparsa rlelle febbri intermittenti; 2o in quelle 11alc dal frequente e lungo ripetersi òegli accessi di queste ; 5° fìoalmente io quelle venute in seguito ddla troppo precoce soluzione dei medesimi accessi per l'uso iutempesliYO dello specifico. Disse che le ostruzioni pre(~sistenti Vo!.!lion t'SScre considerai<~ comtJ causo predisponenti deÌle febbri intermiltenli e che, qtwslc una volta pro. dotte, per la lunga durala degli accessi, possono quelle farsi sostenitrici delle malattie dalle quali trasser origine. A spiegare la genesi delle ostruzioni Niginate dal frequente ripetersi degli accessi ricorse agl'imrnanchcvoli disturbi della circolazione sanguigna nello stadio del freddo nel quale il sangue per 110 modo quasi meccanico disse ristagnare negli organi centrali e parlicol11:rmente 1° Che la ma,,oioro parte degli ascessi di questa specie in quelli che abbondano di vasi sangu igni venosi ed ar00 , ~ sieo in origine pririiitivi, perché se fossero sempre sin lo• teriosi : soggiunse quindi che le ostruzioni per questo moòo prodolle si collegano con la malattia di cui sono malici di lesiono degli ossi, come comunemente si credo , l'elTcllo e si fanno poi es,e stesse cagione della pertinon guarirebbero certamente per il semplice votamcnlo nacia di questa; d'onde il perch·~ non Ollengasi giovapraticato con la pun1ura e coadiuvato dalla compressione, rnl?nlo dai rimedii anliporiodici se prima con orporlnni l'una e l'altra, ben s'intende, praticale in tempo utile. compensi. curativi non siasi Yinta la malallia da cui 20 Che questi ascessi non diversificano, tranne la sede, trasser origine. llBlalivamente al ter1.o mùdo di forma dai così detti ascessi lenti, profonJi e sottaponeurotici del zione delle oslrnzioni epato-splenù:lie aventi per causa braccio, della coscia, ecc., con i quali hanno pure comuni la precoce soluzione degli accessi febbrili per l'i ntem1iele cagioni di svolgimento. stivo uso Ò!.'llo spec1fìco, egli spiegò l'apparente contrad· 5(> Che le lesioni degli ossi osservale nei cadaveri delle ; dizion.e di questo fallo da che le causo determinanti le persone morte in seguito ai detti ascessi· , sieno piuttos\o febbri periodiche non operino solamente sol sistema nereffetto che causa di questi; del che la ragiono Sl3 appunto, voso il qual è il rappresentaute della pel'iodicila, ma a mio credern·, in ciò che, svoltisi i medesimi in parti probeo anche sul sangue alterao<lone la crasi; condii.ione fonde e ricoperte da spessi strali muscolari e da dense e 11 rnoralo questa che per esser eliminala bisogna che la robuste aponeurosi, prima che l'ammalalo ed il Medico ne oatnra l)Ossa riagir a sufficienza, che è quanLo dire sono possano confermare pienamente l'esistenza, la suppura necessarii alcuni parossismi di fobbre perch6 la natura zione ha già prodotti guasti ncl'le parti stesse che la gcpossa liberarsi dal principio morboso che la invade. Da nerarooo e specialmente negli ossi verso i quali è spinta tutto ciò conchinse il Oult. Ne3:·01to che, non operando più facilment(\ dalla direziono dei muscoli o delle aponen- · gli anliperiod ici la n('u!ralizzazione del principio morbl)SO, rosi stesse e più facilrnento trova opportuna stanza, pro~a cangiando solo il modo particolare d'essere dd siducendo carie, ecc. per la. minore resistenza cll'i detti mustema nervoso se.oza distruggere la condizione morbosa scoli od aponeurosi offrono nei luogh i delle loro inserzioni del s,rngue e qnanJo quelli son impiegali precocemente agi i ossi. .abbarrando anii la via alla natura per liber.irsi dal dello pfri cipio morboso, s.ia peroiò prudente cosa, eccello che /1,° Che finalmente il metodo di cura più opporluno sia si traili di febbre perniciosa, lasciare che succcdansi alappunto quello del pronto votamento dell'ascesso operalo cuni parossismi fel>briÌi prima di somministrare gli antiper mezzo della puntura soltoc11tanea e per mezzo della periodici; che se per la cessnione spontanea o procural;i compr(•ssiooe; i quali due mezzi quanto più presto me!-


53..3 d!!lla febbre conseguitioo le dette ostruzioni, vuole il Dott. Negrolto abbiau ad usarsi lUlli quei me~zi che valgon a ridestare que.t' ul Li ma.

llELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE ( Continiuizione del mese di Dicembre). SCIAMmmì. Nella tornata dei 9 · il Dott. Costanzo lesse il suo rendiconto delle malattie rurale nella Seziouo doi vrnerci che noi pubblicammo già ud N° 38 del Giornale. Alle riflessioni che Il Dott. Co,tanzo univa a questo rendicon to risposo il l\ledico Divisionale che pcl' istabilire con certezza se nella sifilide primitiva siano necessari i i mercuriali ovvero possa farsi senza di questi, sarebbe uece8saria una Statistica esalta per una determinala serie d\mni, lo cbe più facilmente potrebb'effdtuarsi dai l\le<lici Militari addetti ai Corpi di Cavalleria dov' i soldati rimanendo per olio anni in servizio, possono tenersi in continua ossenaiiono e somministrare così risultamenli meritevoli di liducia. Sco:r.a nega re la maggior importanw che potrebb'aver una Statistiell compilai<'! su lati basi, il Doll. Cr>staozo sost<mmi risultare dalle Sl<1tist1rho già esistenti che la sifilide primilm1,debellata con il mercurio, si poò medesimamente. manifestare con le suo forme secondaria e lerziaria, e che negli amm,lati curati già per tale guisa la sililidc costituzionale è più ribelle che non in qat>lli. curali sompliccmente con il metod'anliflogistico, d'onde conchiuse prc·fcrir ei:li assai curar i sintomi primitivi senz' il concorso dei mercurinli, l'inliera potenza ed cffieacia dei quali avrebbe riserbala per i soli casi cli sifilide confermata. li Dottore Ferrero all'opposto cl-s;e eh' il bubone sifilitico essend'anuOVl~ralo fra i sintomi primitivi e non sapendo ben intendere come l'ingo rgo ~hiandolarc specilicn possa io questo caso dfo ttuarsi senza l'assorbimento del virus s1li!ilico, egli trovava mo!to più ragionevole cosa tentare la distruzion« o la neutraliziaz.i'me di questo viros .sino da principio per prevenirhc li tristi con,erutivi e{l'elti nell'oni vcr~a\e economia, che non correr il rischi o o la quasi certezza d'un'inf.-,ziollli ~enerah; alla quale CliSa sogi;iuuse essere tanto più facilmente indotto dalla considcr~zione cho pochi grani d'un rim·1,lio innocuo somministrati per tempo valgon ad evitare ~uas,i importanti i quali ricbiederehb~ro più tardi una cura di~pendio~a e talvolta piena d' inco1we11ien1 i. Conchiuse poi il medrsimo che lo Statistiche per riguardo a!le m:tlatlie v: Mree meritan in generale p,1ca confì,lenzll per cagione del luOl(O in tervallo <li tempo ch'ordinarinmonte trascorre fra la corupars:1 rtci sintomi primit'vi e qaell1 dei secondarii, la q ,iale e.osa fa sì che talvolta si consiLlerinO'corne gaari ti a,nmaJati nei qaali più lardi, senza nuova contaminazione venereo, si svolge la silìli k. li Dnlt. Cos11tnz:i rispose notando ch'i -sintomi primitivi, fr.1 coi anrh ' ìl bubone, non prnvao,in modo a~solulo la presenza ilei cnnlagio ed il s11tl assorbimento, giact:hè è opinione gP1\rrale th~ cauterizzane!' in temp,l le uicere possa prevenirsi\' infoz;ono genorale e cb' il huhnnc sia più sove11!e simpatico od inlìamrnatorio cioò non sifilil ico: che poì quando voglia ammelli,rsi l'esistenza di c\11esto contagio assorb:to già oJ in via d'assorbimento ,·gli cr.ido e· ,e sia iosufliciente una piccola dose di mercurio per neulralin,ar i I viros, perrhè o I' infrzio ne esis1e rd ai:ora fa nopo rirorrrr ad una cura più razio11a!<', ovvero l' in fezione non esiste ed a!lor~. se nc,n dannosa, supe, nun drbbe dirsi qualunque c-u•·a spedfica : che fina'.mfnle rn li, St:1listichn non val~on a provare definitivamente il vanlaggi,o d'un metodo su l'altro, con il solo fallo d'ave.re crc,!ute qurlle neces~a:le ammellcsi per cgnuno che la li te r,roane ancor indecisa. Ullimalasi por q11~sto modo 111 :Jiscussione il Dolt. Luyini d1i<'s:.l la parol;~ per proporre all'adananw l'adc~innc alla prolcs!a fcit'a <l<1i Medici llf:litari dell<' 8pe1l<1le e del Pre;idio <li Torino contr' il G·ornal1~ I' Igeci Ma,·ziale (vedi l\ 0 23). Unanimi furon i voti dei Colleghi udlo aderir alla propo:, la· dcl 01,ll. Luvwi. · Nella tornai~ dt.'i 20 il Dott. ferrero rilornn ndo su la quf-stione dell'osa del mercurio nella sifìli,l:.i prim'tiva f~ notare coni'il Dolt. C"s!~nzo amrncttend' il bubone simp;;t:co e sintom:,1.ko, amtnis~ iodirc•ltamento la prt>s· nza e la prohahilità <!elle c,,nse~t1001.e 1lel virus silìlt tico nei 6intomi primitivi : tome, rac, O· . mand11ndo egli la ca11 terizzazionc allf) scopo di nrutr<1l ilza r d vrrus, abbia direll;imentc ai ch'ammessa quc~ta presenza 1, probahiliià <l'infe:dcoe l(Cncrali, del virus sifì•itico: come fìn,dro .. nte il precetto ~uggerilo di cau!clÌi.zare uei primi sei i;(iorni del!a cont~minaziooe, si;1 tal no prec1·llo < h;,, oltr'illl'esst•r ;,v,·cntfit", poteva r,esc:,.. inutilt: ,•d nn, h \ fun,.st,i a2li inf,, r-mi , sic,;onrn fanno fede gli ;critli di mol,i c,·lelJ, i Sifilografi. Rispose \I no!l. Costanzo uon aver l')!h rsc\11sa la s;;mminist.-aziooc <lei mercurial: nel!a sifì!i,!e primitiv~, ,ma solo nlln av1'.rne v:1!t1lll am ·n,-( tere l' indicwdono ;n massim,1 generdo, come p1•r tJluni è ammessa, anzi volul"; la qua l,1 asseriiono dopo ~ver iì Doli. Costanzo pronto con cnl'.lito ragionament,>, c,,uchiusc e~ser un

vero errore il modo con il quale si somministra il mercurio nei sintomi primili yi : 1° perché si corre rischio di combatler un nemico, he sovente non esiste : 2° perchè quand 1esisfo, la dose del rimedio è insufUclente: Jù pt1rchè si perdei! vantaggio di poterlo sommini,trare con vantaggio nei sintomi secondari: 4° perchè confidando troppo nella virtù di questo rimedio si trascurano le altre precau:iionf profilattiche che l'esperienza ba dimostr-ate mollo giovovoli a proveoir gli accidenti_ consccolivi. Il Do\t. Ferrere mo~trossi soddillfatto per aver udilo ·com' il soo Collega, ammettendo l'uso del morcurio nei casi particolari di ulcere veneree primitive iodurate ed in quelle che resiston ni m ezzi più semplici, non si allontanassodall'opinionech'egli par aveva a tale rigoal'do, giacchè anch'egli pensa ehe quand'il Pratico arriva presso· l'amrualato allorché v'è ancora la semplice pustola od appena·che questa s'è trasformata in ulcera venerea, la cauteri z:r.azsone possa hastor ad impedire l'infezione generale e costituisca perciò uu mezzo potentissimo di cura ; rna ali' io· contro c\uando gli ammrdali si prescntao al Medico a periodo già inno Irato dell'ufcera, questo slesso presidio terapeutico non possa più meritar ' uo ,·stlu~iv:i eonlìdenza. A qaest'ultin:io riflesso risposo il Dolt. Costanzo opponendo che la presenza dell'ulcera primith•a non indica maggiore probabilità cl' infezione, ma all'opposto. Rei ò in suo :ippo~gio l'opinione di Beauroè il quale è d'opinione the quando la pustuta· precede l'ulcera, la malatlia proviene dall'io dentro all' io fuori ed è l'espressio ne di nn' infezione locale; in vico quand' il primo fenomeno è l'ulcera, la malattia procedo dall'esterno ali' io terno e uon constituisce ancor un sintomo d'infezione. li Doti. Looghi domandò al Dott. Ferrero come mai credesse che Il postula non fou'iodizio d'infezione generale, mentre rothe ore dopo, convertendosi quella in ulcera, ammise che l'infezione potess'avere luogo: gli do• mandò poi come, ammessa I' iofezione generale per la sola preecuza dell'ulcera, possa spiegarsi il fallo di cosi frequenti ulcere primitive in confronto di così rari esempii di lue costituzionale. Provò il Doli. Ferrero remessa opinione svolgcnd'ampiamimte la teoria su l'elaborazione del virus sìfilitico nell'ulceru stessa e sul consecutivo assorbimento. li Medico Divisionale 4opo avere riepilogate le opinioni emesse e diìnoslrato come per poco di• versificassero le une dalle altro, ragionò lungamon te 1u l'utilità del mercurio anche nei c.a~i d'nlcere primitivo; ribaltè il rimprovero fatto alle piccole dosi di mercorio, giacchòsla in potere del Medico aum~oturlo o dim inui rle a tenore <lei c,so e finì per notare cbe la diflìcollà <11 y;nrer i sintomi costituzionali in coloro che l'ecer uso di mercurio nei sintomi primitivi , non deb~e izià ascriverai all'uso del mercu1·io, ma bensì al cattivo modo con cui fu somministrato. NIZZA. Dopo la nomin:1 del l),,tt. Peloso a Segr. dell<) Confo· renze, il Pres. nella tornata dei 15 proouociò un sentito discors,> nel quale, dopo aver esternata la sua soddisfazione per la costante operosità dei Medici lllilitari del Presidio e dello Spedalc, si fece a (occaro dei doveri cbe par titamcute incornbon ai l\Iedidi di Heggimenlo ed a quelli di I\alh1gli 100, sian e~lino di servizio in Quartiere, lo sian in vece nello Speda lo. Conchiudo poi con il r1andt1re la serie dei benefici effetti ridonrlanli ~ia teoricumenle, sia praticamente dall'aita;tzione del R. D!crelo dei 30 d'ottobre 1850 tant'iu ordiu ai curali, qu.1nl'ai Curanti. Presero successivamente la pHola li Dutt. 1Iuzio, Pcrsì e Peluso sa la grauda dillìcollà che i l\ledici Militari chiamali al Consiglio di Rassegna dcbb,,no necessariamente incontrare nel dover enlro le 2,1 ore decidere su l'abilità o non abilità deH'Inscrillo di L<'cva; periodo d1 lemr,o questo che tulli indistinla:nente li citali Dott.i dissero ìnsufliciento per pronunciar in merito di quelle fisiche i(!lpertezioni lo quali apparentemente leggiere e tali da non 1>olere riferirsi a quel grado d'evoluzione richiesta dal Rc,:tolamcnto di Leva, acquistano poi dopo qualche 11iorno di vita llfilit;ire una importanza così manife~1a da ncce~silar il .congedo di n;forma all'Inscritto che poco tempo prima era stato giudicalo abile, e ciò cou apparente cotr~d,liz:one 1100 solamente di due Periti diversi, ma brn anche d'un medesimo Perito. Nel novero di questo imperl'ezioni citaron ad t>sempi_o le varici delhi estremità interiori e quelle del tèslirnlo che, apj>irentem\lole lievi, crescono ra pidamwlo nel lav<,ro a sproporzionato volume; cilarono poi la lunga serie <li tutte quelle malallie interne sul merito flelle q11ali il l\ledico non puù giudicare fuorchè dopo un luogo ed allento esame cd una costante osservazione. li !'residente fece riflettere che il giudizio de! 11.lti<lico chiamalo al Consiglio dì Rassegna dovendv soh11ne11te riferirsi 1111,1 staro di sanità in cui trovasi l'los,;riUo al momento della visil(I , non può ritenersi siccom'erroneo o meno co nscienzioso quand'anche pcco tempo dopo di qucst" quello malattie od imperfezioni per la maggior ernluziono acquistata obbligasser il meclesimo Medico ad emetter un giudizio co ntrario, sempre rhe però la natura di r1ue;to foss'improntala di qaella severilà di giustizia , di circospPzione o di Medico raz iociuio dolla delicatezza delle circostanze richiesti. Less > il Doli. Bòbhio nella ·1ornala elci 30 la slòri/1 ili risipr>fa fl•mn)vnosa nforila nel n° 39 del Giornale, st01 ia n° 'i9: porse questa l'occasiono al Medico Division~le il quale primo r.bb'a curare !'infumo, di diffondersi nel far uua minuta relazione 'storica


556 del caso, ragìonand'in ispecie su l'opporltrnifa ~l~l metodo. di cura per lni rrdoperalo nei pl'iroordli della tna!aU1a. i! OoU. Peloso tesse quindi un suo Scrilto per. mezzo del qualo cori. assenn ate pat·oie propo.neva ail'inlicra Ad nnanzo l'adesic,ne -il!a protesta fatta dai Colleghi di 'l' ori no contro il Giornc1le l' lgca, Ma.r- zfale. In seguilo a questa mozione gli l:ffiziaJi Sanilarii della Sottodivisione di Nizza formolarono tantoslo la protesta che, votala ad uoanimiti1, fu pubblicala del n° 25 d i questo Gioroalo. NovAnA. Nelle Conforenze di questo mese, previo ii solito rendiconto delle malattie dominale tanto ue!la s ~ziooe Medica, qua nto nella Sezione Chirurgica; malatti e que.s!e ~be furono per la magaiore parie d'indole reumatica e benigna, se s'eccctlirn il caso cl'ona tubercolosi terminatasi con la ffi()rle , l'A.jun<1 uzu si intrattenne mollissimo a re~olare il buon andameutò del Gdi:nctto di Lettura, del qoale fu nominato a Segrelaro,Cassiere il ì\Iedico di Battaglione Do.li. Moro che con vive p.i:role ringraziò il Presidente per avern qnesli falle collocHr in dello Gabinetto m,,ltc Opere l\ledico-Cbiruqziche cli sua speU,;.oza, mettend'in pari tempo a disposizione dei l\Ied:ci ~!ilil,ll'i il plessimetro e lo stetoscopio dei quali da lungo tempo ii medesimo Medico Divisionale si serviva per la diagnosi deHe malattie dì pello. Susseguì ad ultimo l'unanime ad,1sione dell'Adunanza aila protesta fatta contr'il Giornale )'lgaa. llfarzicile dai llledici i\lilit. di Torino. ASTI. Lesse il llott. l'tlari,mo la storia di deliriilm tremens già rifel'ila nel n° 39 di questo Gio rnale. A!!n rì llcssioni d t lle quali il citalo Doli. corredava questa Storia, rispose il Do!! . Bogetti associal)do'si all'opinione ebe questa malattia non . dipenda da una flcmmazia dell'encefalo, ma bensì da una modilicazione dell'asse cerebro-spinalo. Per spiegare la natura di questa modificazione notò quest'ultimo che nei cadaveri delle persone morte per dclfriwn tremens si rinviene sempre la presen·ta dell'ako,olc stato assorbito e. portato in circolo d:iile vene; cir<:ostauza qu rs ,a che, per l'nione coibente che !'alcoo!c merci la stil lloido nctvro, potrebbe dare ragione dt·i vari i scoiwerl.i .r:cli'aziouc e distribuzione cli questo mcdr:sirn:; flu ido. li l>ui t. i\foria no risp ose cbn so egli avcsso a formolar un'ipotesi su la ca usa prossima di qaesla malattia, la direbbe di pendente dali'avvelenarncoto del sistema nerYoso, prodot.o dal l'assorhimeulo del i'ak:oole. (.ì ue:;;'iµolesi , giusta l'opiDi(mo dello Storiogra fo , acquis tertbb'lln maggiorn caratiere d i probahili! à neil'(rnalog ia esi~tente tra ia siniomatolgia morbosa del 1lelirimn tremens e.qu<!lla degii ammalati per avvelename nto da sostanzc virose, siccome l'ellehon•, il giusquiamo , lo stramonio e simili; ?,nalo gia che sarebb'anche couformala dul criterio terapeutico , giaécbè ne ll'on ci1so e nel\' altro l'oppio è sovrano rinrnd io. lli\[cdico Di vis. dtJpo avcrt1 cou molla erodizione passale i n rasscgua le dispara\e opi_nioni di molfosimi Autori infor no alla natura di quesla malat tia, disse che l'es· sere sla!a questa considerata da alcuni come d'i ndole iufiarumatori;t, da al tri come d'indole nervosa dipencl~vu da drn furono eor.fus ., due malattie prodoHe claìla me ds;;ima c.: igione cd aveu \e molli fenomeni modiosi comuni, ma disparatissime neli'csset.za loro diatesit'a, perchè l'una (l'encefoiile) rrccnte e localizzata so d' un organo sofo trovasi taltavht subord ina1a alla poienzadinamk~ ed in m(;clo ac~lo mauifestundcsi .e, :ge scin pr'u na cura iposte rmz ao te: I alti a rn vece resasi cromra per la dnral" e ripeti zione de lla lJdma che incl nssc già delb ait~r.izioni orgaulche più o meno s<·nsibili nel cervello co n il qu ale consen!irooo per mor bosa s·mpatia allri organi più o mono lontani, non p!ìtcrido più supei'<l!'Si con qnci prn,iclii terapeutici couvehienti nei mor bi d i,1ti;sici, vuol e~sere soccorsa c:on ispeciali moctifìcatori da lla prat( ca rlc?n~s~iu\i nlili : ~o~gitwso qu indi ,dovere dis!i11gucrsi la clw i hcHs coriosa.dnl 1hl1.rmm lr,m,ens, n e1 h1 pnma dt•tle quali egli rav visa il cn mini:iamcn.to del prntralto :igi re dd:e br-v;rnde spi rito, e sul cel've!lo e snoi involucri producendovi ora una cong,;;tlone sanf{U i)rna e più snvcule uu,1 vera ildiammazio1HJ · ne l ~eco odo in. ".eco·no_n S!J. ra vvisar ai \ra cosa foorchè ia consegu'cnza della r1p,el1z1one .ù1 q~csle coPgr;sti, ni o llogosi, ner morJo c:he , sccond Il medesimo. la dove fiuiwu la diathesis abriosa avr1·bbe pri ncipio il delirium tremens. Spie~;;t1, 1·osì la natura diversa. delle tine ma'allie insieme confose d11 '1li Antori dJsse cnnvenirc n~lìa diat.Jiesis eb) iosf!, il mc:o<)o antii1o;!isUc(), mentre nel, delinwn tre1:1ens f?nvernva i'llPP(O .,1qu.de però molte voile uon <J perava fuo1·(,nc m modo pail:al1vo. Il Oott. Boi:etti sostenond•> che il delfr-ium tremens possa m;rnifoslarsi primitivo e 11,w secondario alla dialliesis cbriosii.,,forivò la diver~iià di cura a cui si appigliamo i Pra'ici nella malWia i n discussione dalhi m,ilat lie (l,)eisti che che potev11no complic11rc qnest'ulli ma. No!Ò poi il rnedesf mo che se il dctirimn tremens foss>f) s empre l'e{fotto d 'nn v11,:o 0rga'nic? del cervello e suoi invol ucr i , l'oppi,>, non che ra. chcalme~t.', n~ anchr, pallio t1vumenle pott'chbe r ecare q'leli'1;tilità da m ,fl1 Pra t1c1 accennata o ila lu.ta l'Aduna nza notai~ nel ch,co rs,1 <leil,1 rn nh1t\ia dal Do!I.. i\Iad ano cur.1ta e ifesci'itla, In fine manifestò corn'avcurl ' egli deiloHo il delirium tremens Jalla oroprie\à fisi~a tioiben to ,l eil'alcoole sol fluido 1w·1·co, al poti!r;) dinamico st1molantn de l meds:simo d ool e att r;buiva ia diathesis e,bri_osa . Pose fine alla dis.cus3ioM il Doll. o ~nina appo5t,:i1,ndo I oprnwne del i\!ed1co Ih·1s, e rara ~on.11:do la diathes'is ab1"iosa che si c;;rnbia io delirium tremens H'la spin;tc eh:~ poi dà origii:e alla tabe dorsale. "

CAG LIARI. Non v'cssen,lo e!lso r imarchevole di malattia la quale rnerilasse essere partico!Hmcnle des<;ri\13, il ifodico I>ivìsiouale nelle due Conferenze espose il remllconto prima delle malatti e i\ledid1e e poi delle Chirurgiche s l;1lc curate nel decorso del mese di ùicernhre. ll 1 questo Renòiconlo rilevasi diminuito il unmero ùeglt ammalali, più mile !a natura delle maiatlie e minore ia mortalità in paragone degli ;1ltri mesi. Tultaviu quallro casi dhoorle accadder in tre luvali,ii di Sardellna ed un c.1so in un soldalr> veterano <I' Artiglieria. Di ques!e morti l'una acr.Hlde per pleurite; nna seeonda per r~bbre pl'rniciOSa; la terza per paralisi,1; la qu:H'la pèr i,tà decrepita. Le person~ ,he ne furono co! pile erano logore per lo fat 1c\ie sofferte e per i disordini dìe tiilici, spcdalmentc IJCl!e bevande, ai quali {rcqncn lcrnentc si davan in preda.

PARTE SUCONDA Ai Medici Mìlilari stanzial'i (uori di Tonno. Ali evitire qualsiasi sinistro eon·ce\lo c:h 1i s i polcsse forrnan~ da i Co llegh i fu ori di T orino lcggi;odo i l 1111m. IH9 della {;a,.,ial!a P1e111.0nlese dove sono p·i!J bli ca ti i · non1 i di ben pt;chi il.l1iJic:.i' ~Itlitari acc orsi a l 13orgo D:,rn dn p» il disastro dei 2 ù d' a prile, crediamo deb ito J i gi11sfo.ia e di verità a nnunziare ch e: , appena fn nolo l' ac ead11to , n«n uno man cò al pro p rio doYere ; che !11lti ri valtzz:, rono in u lo e sollc.•cl tucl irn.i e eh<\ s:i a l1:uni s i fennaro ao poco lempo 1\,d luo go ù,:I di,;astrn dopo cessa!ò i l peri colo, ciò f'u per reeai-, i ;;11'0, pedaiù lJ ìvi ~ionale dove la loro prnsei,zu . 110n era tn<'nO uti lt; e meno ncccs , aria; mcrcò appunto th:11 attività da luU i spiegata i feri ti sia s,11 lut1 0o, s ia ali'Os1,ecla1e pot<cl vano in hrev'ora f!5Sere tu!li ,:onve nii;.n!eme11! e medica li. I nfodki J\ìil ila.ri cl:e noa farono norninatf, non intenJono far alcqn reclamo, poidiò ciò eh~ f,,cero ai 2G ll'apri le n,.,n allr•) fn fu o_r , chè !'aùe mpimenlv tlc llc propriti f'nnzioni. Crediamo pure nostro do1•e re n,,n la·-c iarc in s de nzio l'11 ti litii de lle dispos izitln i che l':irono preso dalla Dirn;o nc interna dc,l. l'0 5[ledulc sia ne il'allt~Stire un · nwnc:-o su Hì.;i,•nte di !t, tl i e d, nppar 1'cchì ua me:.!icar. ioni , sia nr. ll' iuvlaro. proniarne11lil s'ol luogo òel disa, tro ceflt>u i e <:arri d'ambnla11za. Per la Dìrezione Bar. de 1~t~.\\1 FOH'.l' }'i . H.

AVV!§O

La D rczione del Giurnalc in vila µ.li Abbo nali <;l,e solio in ritardo di pagamento a vol e re pngnre !a r/lla del S<'cc,ndo semcslf<!, giusla le cond i zioni c1 'as;ociaz iorHJ. Q1 1elli che so n ancora in ritardo de l µagameulo de l pri111,.1 semest re l o faranno g,un gNo trn il:imento n quello del secondo. Si prrgan i sig nori ?iiedici Divisionali perdiè aùbiaBo la boBtà di riunir in un solo 'l:aglia postale le ratn dei loro dipenùcnt i l> d i farn e fbtirsare <'O s tò l'irnp1>r ! o col nrnzzo del Qttarli cr- }l asiri de i Corp i.

Q uegli Abhona:i che prde,<scon inv:ar il loro caglia 11,oswle isnla1amc11lt:', svno f}rt'gali a vo!<~rlo diri g er,: n! Barone DE B i;:, u ti ottT, Vice -Direi/ore dal Giornale cli 11fcdi cina lrblitare e non alirirncn to, inchimo in !e tl t' rn a ffr?.ncala. li J)irellore Dott. CO:\W::iSETTI .l'tled. Div. li Viee,Direttore rnsponsabile Doli. Bar. de' Beaufort l\f. R.

Torino, l'el;1iz:i, 1852, Tipografìn Subalpim;, via A!Ucri, n(J

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( ai 17 di maggio 1852 )

ANNOI

GIORNALE DI MEDICINA lllljlTARE DEL CORPO SANITARIO DEfJ/AR!IA'fA SllRDA. --------·------ ---------------------------L'associaziooe nor1 si riceve che per :::n a uno e comincia col 1° d'agosto. TI Giornale si pubblica nel Iuiledi di ciascheduna settimana. PREZZO O'ASSOCIAZlONE In Torino

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L. 10. In Provincia ed ail'Estcro, franco di posta

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ture d'un solo lato, più freqnente~fite <Jnello del Somuaro. - 10 Dolt. FABHE : Su la CHnica orale ed operati-va del Prof. Commend. Hrn&1u. - 2° Do(t. GALÙ!AN'O: Arlrilide , lato sinistro, il capo s'abbassa. verse) un·a delle spalle: occtipando poi la malattia ambo i lati, il capo s'inrecidiva di dubbia diagnosi. - 3° IÌJ. : Sifilide . cutanea con forma squamosa._ 4° Relazione delle Conferenze Scienliclinu. di.-et.tamen1e innanzi. Dopo alcune settimane fiche. - 5° Dolt. GIACO METTI: Igi~oe Militàre. - 6" Dolt. 1 · ed anche · mesi e snvenle dopn uoa calma inganna· !llOTTINI: Rivista di Giornali. t.rice dei dolori con muggiore liberli.1 d~i movimen ti e con il ritorno del capo quasi nella sua positura naturale, l'articolazione dei suoni riman alterata , it dolore ritorna più fiero, rinci1ppella la difficnltà · di inghiot.tire, il capo s'inclina in dietro cader.do verso i\ lato opposto e diventando cosl pesante che l'am-

I

PARTE PRHlA:

ANNOTAZIONI SU LA CLINICA ORALE ED OPERATIVA

DEL COMHEND. PROF. RIBERI. (Tracciate dal Dott

FAURE)

SU IL Rll.CHl&RTROCl&CliE (//'cdi il'numero precedente).

Volend'ura dirvi qualche cosa dei sintomi e segui àel raulliartroc:1ce io credo esservi in ciò qualche <lill'ereuza tra il rachiartrocace della regione ·cervi· ~aie, specialmente delle due priliie venebre omonime , di cui Rust ci ha dala , per qnant.o posso giudic:ire dalla mia sperìen;,;a, u11'e5atta descrizione, e quello della regione lombo-dorsale; ~pperciò ve ne ,p arlerò partitamente ed in rrmdo approssimativo, av,;ertendovi che molti gradf s'it1erpongono tra l'estrema evoluzione della ruulattia e le suH più semplid manifestazioni· le rprnli 11 0 n S1J!liJ per que.sto rrieciò formidabili per le loro sequele.

Sintomi e segni del rnchiartrocace delle due prime vertebre cervicali. Un dolore, scompagnato ·da alcuna visibile lesìoue esterna , occupante d'ordinario uno dei lati <lei collo, estend_entesi· dalla laringe alla nuca e talvolta iosin alla scapula del!!• st,:isso fato, aggravantesi per nna forte pressione praticata su la prima e seconda vertebra, :.ill'avvicioarsi della sera e nel tempo della degAit.izione, d'uria profonda inspirazione e mentre l'arnmalato inclina il capo verso fa spalla corrispondente, è per solito il primo sintomo a comparire.. Fratlanto cresce l'impedimento nell'in·gbiouir e nel respirare; eresCP- pur il dolore. del .collo lìssaod<tsi per lo più nella purte posteriore e -diveneod' insopportabile riei movimenti di · qnest.:i 1)arte e, comP. d'ordinario !a rmlattia occupa le giun-

mal:.ito prova la necessità di sostenerlo. colle sue mani ogni qu.al volta cangia pusilura. E cotest'indizio di grande momento diagnostico. Con il crescere del male l'ammalato assume una particolare !isonomia cbe basta avere· veduta una volt.a sola per ri · conoscere sempre e che coosistt~ particol3rmente in nn'alter,i7.iooe generale delle snc fattezze , nella !llnguidrzza dei movimenti degli occhi e nell'espres · sion i mPlanconil'a e mestà dell'interno dolore ; espressit>ne che i m"vimenti de\ c:ipo aumentano. f.. . gradi più avanzati del male occorrono s1>nsaiioni di rnrnnre nel capo, vertigi11i, sordità, crampi, spasmi, l convnh:ioni, al le volt.e p·a;1:al isia incompiuta, in ispecie l epipiegia, afoni:,. t.ulvoft~. e•cre:1.ti pu rulPnli , si111omì l di febbre lenta ed; al dire -di l-l1Bt, IU\.1.(1 cii.i solita1 mente H'nz.'alçù11a appiiÌ·ente gonfìc!zza <~sterna ; in due casi rwrÌ) da nie_ osscrvoii eravi cifosi, in nnc, ' vistos·, e nell'altro piccnl[I, mu m'affretto a nowre elle iloil.era bPn in currispòndenza delle due prirnc verte . bre cervica li; del elle ~i d.irò più innauii h ragione. · - · L'ammalato può rimaner in qnesto staro di pena f1ei' ·molti mesi e poi si !-pègne o pP.r esnurimento di forzt-: e soverd11a macilenza ocl in un modo ista11tan1>0 ed inatteso, d'oi-dinario per compiuta sepa razione dell 'apo!hi' oclòntoide o _per istravasamen to di sangue da un'artei·ia vertt,byale ulcerata o ptH' i$pari · dim1>nto· pnrulento n'el\e pleimi, ed il caduvere sv,,!a iufìll.razicrni pii1 n ,nèno cospicue di pus ora ~anios;,, ora di huqna rial.ora' Ira le vertebre e la fa ring,: , ulcerazioni di qnest'ultima ; dist1;11zione del perinstin e dei lega.menti ddlé due prirn" vertrbre cervical i • snvente ciu·ie dei condili (1ceipi't.:.t li, 9ell'atlant.e e di.>1l'apufisi odnotoide. ta pres'i'uia di· materia tulwrc11 làre, alle volte separazionè totale dell'apofisi od,m. toide, t.ilora il forarne océlpi1.a\e alcpnnto ristrettn

I


338 elev-at-e, la ouca nascosta dalle medesime e la reod in parte ingombro <lalrapefi.si odonloide slogata, come risulta da due casi riferiti da· Lawreoce, sogione cervicale più breve. Però cotest'alleggiamento che è cotaotù pronunziato quando la malattia occupa vente molto siero tra la dtira madre e l'aracnoide e nei vent:ricoli cerebrali , la dura madre qua\cbe I~ region~ dorsale, soprattutto la sua parte supe. ·volta livida ulcerata ed anche cancrenata, non che nore, lo e meno qoaod' occupa altre sedi. Mirate altretta\i indizii di lesione n·egl'importanti organi col soprallutto con quanta precauzione e lentezza elle si movono. locati io vicinanza del fomite morboso principale. Sintomi e segni del rachiarlrocace della regione lomVolgendo_ il male. ad altre e più gravi fasi, l'ambo-dorsale. Quando l'infiammazioue cronica organica mu!ato con le mani appoggiate alla part~ alt.a delle è superficiale, comparisce un dolore fisso, vivo, procoscie supplisce nlla mancanza di sostegno della s•·iina fondo e più tardi nella sede <lei medesimo si raccoin avanti : evita egli con ogni cura tutto .Ci<> che tpuò aumentare l'incurvatura anteriore dell a colonna : se glie pus e cib senza . cifosi e ~en_z~ paralisia. !\la? allorcliè profonda è · la sede prim 1twa della flogosi ha da afferrar un oggetto al suolo, scosta le gambe cronica nei dischi fibro-carti laginei o negli ossi, disostiene la parte alta del trnnco con la mano appoo-'. versa è l'espressione del male nella sua orig:ne segiata alla coscia e poi lo affer_ra, se è ai suoi lati °e condo che ha sede primitiva in questi od io quelli. .non mai se gli sta davanti : cammina con le punte La flemmazia dei dischi è quasi sempre r:ippresèn· dei piedi abbassate e vaci Ila e cade anche non tata da un dolore vivissimo, maggiore nei movi'menti, incontrando ostac·oti, ma pcl sol incrociarsi ed imbaalle volte insopportabile ed occupante ord,int.Hiament.e razzarsi che fanno le gambe tra sè: piì1 tardi non uo punto fisso e circoscritto dei medesimi. Questo può più slar in piedi senz'appoggio, poi non può piì1 dolore che gli ammalali soglion attribuir a sfor:ii od starvi anche con l:appciggio, poi è costretto all'immoa cause reumatiche o confondere con la lomb~gine, bilità .per la paralisia a gradi crescente ed accoro. è intenso prima della comparsa della cifosi e nel pagnata dalle medesime sensazioni di pizzico, di cotempo ch'essa si forma e poi, una volta avvenuta ~a ciore, di dolori vaghi e d'intirizzimento da cui a!J distrnzione dei dischi, vieppiù se s'aggiunge l'anch1biamo notalo esser alle volle precorsa la cifosi, al le losi delle vertebre , essa diminuisce per gradi e si quali ~·associa sovente quella per cui par all'ammacalma, press'a poco com'accade védere nell'infiammalato avere rotondi i piedi o cammi'nare sopra · zione delle curtilngini diartrodiali: però il · dcilnre corpi rotondi. Nell'immobilità poi esso sla di prefe .. esprimente la lesione dei dischi è· più intenso in grarenza coricato su i lati con le cosciè piegate su la zia della vicina nza della midolla spinale. In quella pelvi e le gambe su le coscic. vecé se la lesionè ha sede primitiva nel corpo delle Questo prospetto de lla malattia è lontano dall'esvertebre, siccom'è essa per lo pii1 d'i nd<,le tuberco· sere compiuto : nna descrizione ben allrirneote estesa lare, promovente una specie d'osteomalacia parzialé, sarebbe necessaria per comprenderne tulle le varielh. alle volte il dolor occorre di. notte tempo, ma per lo Acciò però rimanga esso men incompiuto (!ebbo renpiù accade che no11 si manifesti fuorchè quando il dervi avvisati clic . nei ragazzi i quali O()n sanno renmedesimo corpo è già ,amrnollito, assottigliato, unc!Je dersi conto delle lurn sensazi(ini, l'invasi one <lei male distrotto_; che è già cominciata la cifosi e che spesso si palesa per lo pii1 nel modo seguente: il l>ambino sono già precorsi sinttimi di vago dolore urente, di è languente, indi fferente e per un nonnulla affatirato; passeggier intirizzimento, di crampo, di pizzico, di ricusa di moversi molto e con celerità; camminando debolezza nelle estremità inferiori, di molestia- e peso dondola spesso eù urta in qualche corpo; nel camnella regione del ventricolo, di sensazione di dolo- · minare celere o disattento le sue gambe s'incrociano roso stringimento circolare all'addomine con ispasmi involo11 la riamente con cadute freqnenli; stando ritto delle pareti cd alla base del pf'lto che rende penosa della person::i i suoi ginocchi vacillano o si piegano; la respirazione; doloroso stringimento cotesto che volendo dirigere con precisione e certezza l'uno o s::mbra segu ir il corso dei nervi lombari e intercostali l'altrn de' suoi piedi verso un punto fisso o non può e che s'appella in quest'ultimo caso la cintura dolo~a rio ? gli s'inc:ociano subito i medesimi piedi; dopo rosa di Pott: e cotesto dolor :i.ncora non è vivissimo il movimento si lagna, soprattutto quand'è in letto, e non cresce fuorchè cc3n Ja pressione delle parli più di dolori alle coscie e di disagio al la regione dello sporgenti della colonna vertebrale. Se l'affezione pristomaco; stando seduto le sue gambe sono quasi mitiva del corpo delle vertebre è meno dolorosa , sempre incrociate ed alzale sotto la sedia. Se darete, vuolsi però clie sia più nociva alla sottoposta midolla Signori , a questi indizii il giusto loro valore, potrete che non quella ddle fibro-cartilagini. spesso, assalend'il male nella sua prima origine, deTrascorso poi il primo periodo in cui clan a vebellarlo con pochi e semplici mezzi, evitand'il suo dersi le fin qni notale differenze, nei sucCestiivi pemagg!ore ed_ alle volte inelullabìle progresso. riodi il male ha, quale sia stata la sua prima sede, Puo nel~' rnoltrato periodo che descriveva poc'anzi un andamento molto an::ilogo io quasi tutti i casi , non essersi ancora formato l'ascesso; pn(> ancor il val a dire la cifosi s'aumenta, la parte superiore del male soffermarsi a questo punto per opera della natronco s'inclina di più in più su il davanti, il decutura o dell'arte senza che sorga quind'innanzi l'abito, la stazione, 1a marcia e lutti gli atteggiamenti scesso. I~ generale però il lavorìo purulento ha luogo della persona assumon un particolare carauere. Qiumolto prima e, quaudo non accade prima , incontra dicatene per voi stessi, Signori, da queste due infed'o_rdi~ario in questa fase del morbo. Indicano per lici piccole creature che vi stanno sotto gli ocelli. sohto m un modo, se non certo, presuntivo la ,fòrmaVedete come nella stazione le loro gambe si stanno zione della marcia, la recrudescenza del dolore nella alquanto piegate, il collo molto teso e la faccia risede morbosa per lo più senza disturbo nella sanità volta all'alto in modo che le spalle sembrano più gtmerale e nelle funzioni, alle volte con tinta pallida


539 e aiallaslra ddl'ammalato; la diminuzione del dolore a ~ano che la suppurazione si forma ; sovente pas · seggieri brividi e trasognamenti , soprattutto se sono impigliati gli ossi; in molli casi scarsezza dell'orina e posatura bianr.hiccia ; in Dl!llli altri fobbrc~ta vespertina più o meno risentita con polso abitualmente frequente; un,;1 sensazione d'uggia e di disagil> indeterminato; quasi sempre culore con siccità alle palme del le mani ed alle piante dei pièdi. Finalmente com· parisce d ' ordinario lentamente · ed alle volte ad un tratto con vistoso volume l' ascesso· congestizio nelle sedi che \' i ho, Signori, già sopra accenuate, ora con forma di raccolta cronica, ora, in modo d'.eccet.tua~ zione notata da Ber<1rd , coi1 i sintomi di llemrnoue acut<i. A parte questa rara eccelt.uazione, è esso indolente , senia cangiamento di colore nella pelle, molle, se so(tocutaneu, re,ìsteote, se profondo o sotto una robusta aponeul'osi, in genere però più molle e meno teso essendo l'ammalato · coricato c!Je quando sta io piedi , quasi sempre passivo d i riduzione eon la pressione, s ... lvo alcuni rari casi iu cui , o per la soverèhia distensione della cisti purulenta e del suo trugilto, o per l'obliterazione, obliquità o ristrettezza <lei forarne di comunicazione tra quella e questo, è irreducihile. Quest'ascesso congestizio lento sintomatico si distingue dall'ascesso temo idiopatico in cui la Jll(:ll'cia si raccoglie od lungo siesso ch'è la sede della tlugosi lenta che la genera , per cib appunto che questo non è riducibile con la pressione. Si distingue ancora per cii) che nell'idiopatico manca quasi sempre il dolore e, ueì rari casi in cui occorre, ha luogo oellu sede in cui s'è svolto l'ascesso, dovechè nel sintomatico congestizio . l'ammalato ha lungo tempo prima della m::1nifestazione dell'ascesso qnasi sempre risentito un dolore più o meno subdolo in q:Jalche parte della colonna vertebrale pii1 ù rnenr> lontana dal lurnorc purulento il qual è altrondc indolente. Quel dolore non solo precorre l'ascesso lento siotomalico congestizio ma pur esso l'ascesso lento non ,congestizio cioè quello in cui la marcia si raccoglie nel luogo stess() d'ella sorgente del pus dal· rosso o dalle sue appartenenze od in poca distanza, -e questa circo5tanza serve pur a dilforenziarlo dall'i-<liupatico. Ho a bella posta insistito, Signori, sn que·sta clistiozi1rne affinchè possiate bene distinguere l'a · scesso sintomatico congestizio della fossa iliaca, del!'ingu.ine, della regione lombare dall'asct!sso. lento :idiopatico che alle volte , sebbene molto pii1 raramente, incontra in quelle regioni abbondaoti di tes·suto cellulare, senza derivare, per legitlimà coos?· guenz'l, da cronica lesione organica della spina, e non cadiate nell' el'rore di coloro i quali , es3endosi alcune rare volte avvenuti in consimili ascessi lenti idiopatie.i, si sono coritr'ugni verità gettati al p::irtito di dire che g!i ascessi di qnelle reg ioni non sono mai. ,nella dipendenza della lesione· degli os.si della spina; 4)he questa, quand'qccorre, è secondaria agli ascessi e che posson questi esser in ogni caso assaliti e vinti con replicate punture, inie-zioni ed anche dilatazioni e con traperture. Non insisto di vantaggio, Signnri, su queste di Ife ·· renze come qu~lle elle ho già tocca\e pal'l;rnd9 degli .ascessi lenti e faccio passp ad 11ccennarvi che in al· .e.un.i casi poco manGÒ si GOnfondçsse un' aneurisma della f9ss.1 ilìaca interna con un asce~so lento eonge·

stizi(I ; l'illusione potrebb'esser ancora più facile se l'aneurisma succedesse · in chi fosse tocco di cifosi per rachiartrocace o per al tra cagione: se non che . cotesti sba~li non poss_ono commettersi da chi conosce la loro possibilità. Comunque formatosi L'ascesso congestizio o prima o dopo la cifosi e la paralisia principiante ed estel'natosi in quakheduna delle sedi che hù altrove dette, porge esso aprendosi un liq11ido puriforme, sierosl), fioccoso, inodoro cd abbondaote: se l'ape1tu ra si mantictrn aperta e se l'aria penetra nel rnedesirrw , la marcia elle, prima dell'apertura uon era assorhita o lo era poco ed era innocente, diventa acre, ' icorosa, l'litida (: riman in q11alcbe prù·Le assorbita; occorre più o meno presta la febbre la qual assume a non lungo andar i caratteri dell'etica ; succede o l'iscuria vera o la paraclossa o l'enuresi; una diarrea ostinala, talvolta con perdita involontaria delle fecce, sottentra ad una stitichezza alle voli.e tenace; su le parti ossee eminenti furrnansi escare che poco stant,e si convertono in ulcere di rea natura o caucrenlise; ìa nutrizione si smarrisce; ne consiegue per ciù un prontù ed estremo marasmo; la morte in fiue, spesso invocata dall'ammalato, chiude quasi sempre questa desolante scena. Vi voglio però avvertiti, Signori , c!Je nel corso del male occorrono spesso momenti di calma, talvolta insiuv lusinghieri, dopo i quali o per caduta o pel' qnalch'altra eventuale causa èd alle volte insino senza 11uta causa , esso s'esacerba e va a' suoi esiti. Se il rachiartrocace , q1rnle sia la sede della colonna vertebrale che occupi , è sempre malattia identica . per canse .' pe_1· si11tùllli e pe~· le_ sue principali manifestazioni, ciò sono l'ascesso, la pa ra lisia, la r,ifosi !~d il dulore, facendo però un esame retrospettivo delle cos_e a questo rigual'do fin q ui detté, è faci le lo scorgere ch e , iu ordine al gradi, cd all'importaozu , havvi fra queste mauifestazi<,ni uoa !JUalcbe difforenza secondo che il detto rachiartrocace lia sede in una. od in u n 'altra parte della colonua. C11si per esempio se nel racliiartrocace dell a regione ccrvico-do rsa\e l'ascesso sintomatico congestizirJ che si form1 nella parte anteriore della cnlonlia solitamt'nte non occurre a molta di5tanv1 dalla su;,. s~r.gent.c, questo vantaggio è largamente c1nnpensat1> dull'importan1.a del le viscere a cui sta vici110 e di cui molte volte compromette nel suo corso l'urgauismo. ln quella vece se nel rachiartrocace .d~lla re gione lombare l'a::;cesso sintornatico congestizio dellu parte anteriore della colonna è meo importa II te per le viscere fra cui trascorre , questo vantaggio è ad usura compensato dalla m;.igg iure lnog!Jezz:.i del suo tragilto, sovente. intersecato da diverticoli e meandrì. Fra gli ascessi p1>i siutomatici della parte posteriore della spina, quelli che si formano nella regione cervicale e superiore dorsale, offrono ciò di particolare che d'ordinario non si ruanifestanu a tanta distanza dalla loro sorgeute come gli ascessi che si forman,, nelle rimanenti parli della regione dorsale o nella regione lornbare. In quanto alla deb1,lezz:1 o paralisia, se il racbiartrocace è nèlla regione lombare, essa succede negli arti ioferiOr! con inseusib1lità ed impotenza al motu, uello sfintern dell'une, COl'I invclontlria uscila delle materie fecali, nella vescica orinaria eun iscuria o con


MO git,ne troppo naturale poca o r1iswno. cifosi. Del ri. @uresi, 11clle parli genitali con impulenza, neì\'~duìto, 'llll'ereziooe, precorsa ordinariamente da vive ,~tcitamanente è superfluo dire elle quando sono distrutti più di-schi e pii1 corpi di verte!,re la cifosi è magzioni erotiche. Quando la del;)IJle7,za o paralisi:i move da rachi·artrocace della regione dorsale, a questi fegiore di quando lo è un solo d;sco od un solo corpo nomeni s'aggiuogon inerzia . dei muscoli inttrco~tali di Yerlr-bra. lu qu:nil'al dolore già ,;'è detto che, solitamente con )e sue note sequele e la gonfiez.za del ventre per inerzia delle sue pareti cd anche dt>g\'ioteHi1.1i i qnali cupo e notturno è!llorcbè il ·male l.ia sede nei corpì tultochè non soggetti ull'immediato dominio dd cerdelle verlebre, esso è piì1 o meu acuto quai1do sono vello e della midolla spinale, ne risentono però qualprìmitivamente impigli:1ti i tessuti fibrosi, cowe perioslio, fibro canilagini, legamenti: se ha in dò parte elle influsso. Allorcl1è la debolezza o paral isia mnve da rachiartroc3r.t! de.Ila regioue ccrYicale al disotto la speciale costit uzionc :inatornica dei tessuti fibrosi dell'ori<1ne del nervo frenico, ai pur ora del.I.i feno ed il lor ,~ssere per natura molto compatti , vi conmeni s'~ssociano la paralisia degli tn ti toracici, incomtrib.oi~cono poi più particolarmente i movimenti 1 qual i , distendendoli , metton in evideuza -la speciale piuta se il male ba sede su il piano della sesta e settima vertebra cervicale, quasi compiut3 se rnggiunge loro sensibilità conforme al lor uso cbe è di tenere il piano della quinta vertebra ed, essendo uua parte 'in sesto le parti dm·e, curiserva·ndo il Jl3lurale tipo ·della miùolla alle Yoite p iù impigliala che nc,n l'altra, analorriico delle giunture. Da qui nasce che il racLiarpuò succedere che un arto toracico sia più inerte tr<iCàCf! rnovent!! da tuLcrcoli del corpo d'una o più dell'altro: s'associa pari.mente, oltr'a\la già acceooata ve: tehr e sia per 1urigo leru po· poco dolente e· poi , tumidc;r.za del ,•entre, la diffi-coltà della respirazione qtwnc!o c"I progresso del tempo l'é,ffe1,ione tobercola quale, 1iell'ioerzia paralitica dei muscoli interco- · 1a re oltrepassa i c<,olìo·i dell'osso e s'uppigiia ui fistali, è eseguita dal solo diaframma. Il rac!1iartrocace brosi, <liven!i ad un tratto dolente; il c!ie ebbi pit1 poi delle t.re prime vertebre . cervicali può indur involte ad osservare corne nell'artroc.:ice , c<,sì nel ra. tonnentiment.n. v ben rizioni di sensu1.inni , 'spasmi di <:hi,1rtrocace. ~1.:i se piti dnlnros:i è in genere cotesta vario genere, ttimirnn:one di temperatura nelle p11rt.i Jflalauia q,Jando s'appiglia primitivainente Il secun-• sotloposle, ma raramente paralisi,1, giaccliè C:J11el gua<fariarnentc ai tes!>Ul.i fibrosi , essa lu è poi pili ~pesto organico degli altri semmenti cièll:1 rnido!!a cli.e, eialrnente a!l(1rchè !ta sede nelle prime vertebre cer, !-lOspeodendo la lor inneivazio11e, genererèbbe la pavica!:;· del tille sono c:1gione, in~ie;me cun la maggiore ra!ìsia delle parli che Ile tr:1ggono la lern sensiLi!ilt1· imp!>rtanza della cnrri~poodente ror1.,ione di wiùulla e mobilità, qnelìo stesso guasto organico dti fernmen li e con la sua magginr<3 prns~imita al cervello, i rno della midolla corri:-pbnde!lti alle tre prime vertehrn vimenti di gran lullga più estesi di cui.est.e verleLre. cervicali induce solitamenH·, non già 13 paralisia, ma l)a qui nasce che i mis:~ri che ne sono colti mettonr, la mort~ per la eessala a1.ioue dei' nervo frelllCO. li tutta la possibil indnst.ria nel mantener immobile il Lawrence in una ~:ui1 bellissima Memo ri3 ch'io Yi capo. Voi vedesie, Signori, nelì' anno Acc.idernico esorto di consultare come quella che contiene impor11lrì1namente p35sntn quella r,1gazza ch'era t,ffetla eia tanti. folli l't'lativi al racbiartrncace delle ver_tebre infiam mazione dei legamenti dèll' atlante e dell'epi , cenicali, riferisce un caso :1ppouto di raclliartrocace strofeo, la qinle servì ad unn degli esami di Clinica e,. <leile _due prime Yertebre cervicali con isfogament.o spem, avrete anc<1ra presente :dla rnemoria com'ella spontaueo dell'apofisi odontolde e c,,n fatale prespaverilasse og:ii rnnvinier:to dd cap(l e come per presione su la mid(ill3, e cit> (11otate bene) senza precevenirli lo puntP.llass(\ di coni.inno con le sue mani dente paralisia. Ilo detto solitamente, giacdiè akuni or da una parle, or dall'allra, massimamente t.!alla casi s'incontrano nella nosl ra Letleratura di racùiarparte dcì volto, pel' cìò clic la metlt anteriore del trocaci delle prime vertebre cervicali, i qnali genecapo essendo collocata snl d,,vanti dell'assé deila rarono la po.r3plegia e I'epiplegia o la sola epiplegia. spina genera, se nnn sostenuta, col suo peso un in· J)el rimanente findiè non v'è disfocirnent.o organil!O sopporta bi l allungamento dei legarnentì infì::irnmati. compiuto della midolla i muscoli paralitici non sono Continua. nel rachiart.rocace, secondo che notarono Polt e Palletta, coranto molli e flacci<li come negli urti realDI CASI RUIARCUEVOLJ. rnent.e paralitici ed, anziehè paralisi3, offrllno gli 3nt malati inerzia, debolezza, dìf1lcoltà, irregolaritl1, di~ 84 sarmonia di movimenti. Notate ciò, Signori, singolarARTRlTlDE RECID1VA }jJ DUTIDIA DIAGNOS1 mente. (Storia del Medico di Regg. Dott. G,1.uE,1.M). Per quello che riflette la cifosi, la n:.Hural incurvatura òella _regione dorsale e l'obl iquità delle sue :,poJìsi Forma oggetto di quest'osservazione il soldato del 6?· spinose è causa elle Ml racbiart.rocace di questa re Reggimento di Pantoria Giovanni For ... , in età d'anni 22,. giùne diventi t ssa piìt prontamente vistosa coeteris di temperamento sanguigno, stato molestalo da afTezioni paribus che '!el rachiartrocace delle regioni lombare rcumalico-ar.lritiche ne'tre anni antecedenti al suo arrnoe cervicale. E poi crn,a osservala , e fu già cJj me lameoto nel Corpo, le quali furono combattute C'Jn mezzi, menzionata, che nel rachiartrocace della prima verantiflogistici e diaforetici. tebra cervicale !a cifosi e, manca od è poco volumiAi 21 di se(tembre dell'anno scorso ricoverava nello, m,sa : dà rngiòne di ciò la sottigliezza del suo corpo Speda.le Divisionario Militare di Genova, affetto da ulcere per cui, anche consumato, il risultante vano è di e bubboni venerei, e dopo il breve spazio di 15 giornicosi poco momento che rimane facil~ente cancellato di cura aotisifililica ne sortiva guarito; se non che in da un bene circoscritto muvimento d'11bbassameoto quei giorni di permanenza nello Spedale soITerse dolori dell'occipite sulla seconda vertebra , d'onde per ra

.sronm


3U ricorrenti alle arlicola:t.ìoni; dolori che, secondo che dis&e cui diminuì molto la gonfiezza e scemarono i dolori. Si eeli stesso, tenne artificiosamente celati al ~Iedico Cuconlinuò nell'uso interno della polvere del Dower coll'ar;nte ood' ottenere l'uscita dallo Stabil-imento su ddollo. conito e nell'esterno dei cataplasmi mollitivi. Una ripe· Siffalli dolori non tardaron a manifestarsi più vivi. , tuta applicazione di mignalte sull'istessa regione fece talchò il For ... , men tre s'avviava un giorno col s110 quasi intierameulo svanire la tumefazione delle articolaReooimento aa° un esercilazion1;; campale, per la veemonz.a :r.ioni cd alcuni lievi d'llori specialmenle delle articolazioni 00 dei dolori, non potò continuare nella marcia e dovelle scapulo·omerali scomparvero coll'uso della china io polfare ritorno al Quarlierc, dove rimase pochi ~iorni sin a vere e del uitrato di potassa conlinuati per alcuni giorni. che il progresso de'! male lo costrinse a r iparare allo Spe Erao i 29 di novernl.Jre qua urlo m"rcò de~l'iodicati compensi curalivi erano totalm enle violi i dolori e solo ri rlale su indicalo. ,\ I tempo del ~110 ingres5o presentava i segur.nli fonomane'(a una gonCìozza appena avvertibile ai lati delle meni: dolori delle es tremiti, superiori od inferiori, più arlicolaiioni femoro- tibiali, la quale dietro l'applicazione sentili in queste che non iri quelle: i movimenti delle di due vescicalorii su quei lati, mi!nlenulì aperti per poco artìcolozioni fomoro-libìali diflicilì e dolorosi: vislosa· lutempo, svanì inlierame1He ; talchè , accordala"li una mefazi,>ne di coteste articolazioni , formata dall'ingorgo dieta nutriente per pochi giorn i, il For .. , ei 15 di d icemn,igistico dei tossuti legamenlosi e da ipersecrezione di bre usciva perfettamente risanato <lallo Spedale. sinovia: la pelle corrispondente alla località morbosa secca, non calda , non rossa ollre allo stato naturale: sane le allre artic1>la1.ioni, polso alquanto ri5trollo e duro, ma non fob85 brile: J:ngua biancastra nel centro : fisionomia non alSJ.FILLDE CUTANEA CO!'\ FORMA. SQUA)10SA terata. 011csL'infia rnrnoziùne ;;rticolare era <lessa d'indole sin ( Storia del Mecl. Regg. Dott. GAJ, T, l1ANO ) . J;ti:, ovvHo l'affezioue venerea che aveva preceduta la recente artrilide non all ro fece cRsa fuorchè spingere, co!11e Luclo\'ico Gar... , Caporale ne' Bersaglieri , in età di causa irritante, qucsl'nllima malattia all'cvoluiione? . Era anni 24, di temperamento sanguigno-nervoso, di delicata per vei·o di!ficilf} il ,'iagno,tico; ciò 110n pertanto .rtflclcoslituzione, non stato mai tocco da alcun'infermità prima lendo clw il For ... era stato negli anni anlocodentr sogdell'età di 20 anni , sofferse. di poi in quesLi tre ultimi getlo a<l affezioni reurnatico-arrriliche ricorrenti; che no~ anni ripetute affezioni sifilitiche non mai slale radicalcranvi sinlomi e segni d·infeziono sifilitica ; che i dolori m~nte f!ua rite cd ai 9 d'o!lobre dell'anno p. p. riparò tlegli arti cho avevano taciuto per mollo tempo eransi riali Ospedale Militnrn Divisionalo cli Genova offrendo le destali dall'ista nte che ricoverava allo Spe<lulo per lo u Iseguenti IPsioni: il volto, spcciolmenle la fronte, le palme cero e por i buhlJoni; che qnesl'ultima malallia risanava in 1 delle mani e le piante 'dei piedi cosperse di squame circo• breve intenallo di lempo, mentr' ali' incontro ùi giorno Ì lari av~nli il diamclro di sello od otto linee, di colore ìn aiorno aurnentavan i dnlori articola ri ; l11llo questo rosso-Vlolaceo nella periferia, sormonta le nel loro cenlro con~iJerando l'ui indollo a congetturare che l'artritidc da da al tro più piccole, sollili o pruriginose; nelle piante dei rui era travaoliato l'infermo non p11\eva di chiararsi .sifi. piedi e palme delle mani cotesle squame erano poco o . litica e che il vizio silìlitico ne avesse , come causa 1rr1dissimili dalle callosità che per solito s'incontrano nei tantc, dctcrminatn l'e,·oftrzione in un Militare già predidetli meml.Jri d'alcuni operai. Allo staccarsi di queste Jnsposto allo affezioni reumalicho cd artritiche per pre m inc vedevasi 111 pelle sottostante colorita in rosso-viogrcsse congeneri malattie. laceo al volto cd in rosso-giallognolo-cupreo altrove: al Stabilito in siffal!a gni~a il diagnostico , previo conve. loro distaccarsi erano tosto da altre consimili sosliluilo. niente regime dietetico , solloposi l'ammalato per due Sul vertice ciel cuoio capelluto o nella regione occipitale giorni all'uso <l'un'infusione diàforetica con la ginn!a di notavaosi piccole croste disposte a grappi qua e là di due grani òi tartaro emetico: dall'amministrazione di spersi, pruriginosi e dolenti; soll'alle croste s'appalcsava questi rimcdii s' ollenncro tre o quauro esiti a lv ini una superficie esulcerata sulla qnale quelle si riprodunel secondo giÒrno. !'rescrissi inollru la polvere diafore cevano. La pelle del pcllo, delle coscio e delle braccia Lica del Dower nn ila aIl' estratto d'aconito sollo forma presentava alcune macchie rosso-.vio lacce, di figura cirpillolare o, per l}Ovan<la' la decozione d'orzo col nitralo colare; l'amma lato si lagnava di dolori ricorreoli aoli <li polassa, applicarnio su la località morbosa calaplas01i arti inferiori; mancava la fcbb ru e naturale era lo sta~o mollitivi. L'infermo dall'uso di qnesli mezzi pr,Jtralto ad delle funzioni viscerali. Tal era l' apparato fenomeno-pa! o8 giorni non ebbe sollievo. Per la quale cosa si praticò logico del Caporale su citato al tempo del suo ingresso nello $pedale. un salasso generalo cbe si rinnovò nella giornata : il sangue eslra\lo col primo salasso presenlara una dura Non ignorando come cotesto Militare fosse stato dalcotenna: non così dura era la cotenna del sangue estrailo l'età di 20 anni in poi affetto da malattie sifililicJ1e senza col secondo salasso, sebbene fosse alquanto più resistenle una cura consecutiva radicale e risultandomi che i semdel naturale. Poco fu il giovamouto ricavalo dai salassi plici rimcùii evacua,nti c,1 antiflogistici, ~tali per esso lui generali irnperoc~hè, so il polso era rlivenuto meno tern usali 11n mese prima di riparare allo Spedale, non avevano punlo allentato il progresso del male, spontaneo seguiva il e la pelle men arida, i dolori non erano punto scemati. diagnostico di sifilide cutanea costituzionale con forma Colla fiducia di trovare nel metodo depletivo locale di squame. un mezzo curativo piu indicato , feci ai !ali dello tumefazioni articolari l'applicazione di 50 mignalte; ilolla guaio J J>erlauto, fatta precedere una cura preparatoria con la dieta e con bevande diluenti per l'intervallo di poclli operazione s'ebb'un abbondante scolo di sangue e tale por


342. giorni, ai rn del mese indicato prnscrissi all'ammalato pillole formale di protojoduro di mercurio , eslral!o .gom• ' moso d'oppio ed estratto di guaiaco, e per bevanda ordinaria la decozione di salsaparilla e di dulcamara. Visto che il prolojoduro di murcnrio era facilmente lollcralo nella primitiva dose d'un grano preso riparlitamenle nella giornata , s'accrcbbe la dose sin a prescriverne due per ogni giorno, continuando oel1'1150 delle sopra menlovate decozion i e sottoponendo l' infamo a qualche bagno lie· pido generale. Qoalche notevole miglioramento s'osservò al 15" giorno di cura e continuando negli stessi e-0ropensi scomparve nel termine di cura di 55 gioroi ogni morbosa traccia di sifilitica infezione e l'ammalato usci va ri · sanalo dallo Spedale.

llELAZlONE DELLE CO NllERENZE SCIENTIFlCHE (Mese di Gc1maio) To1nc-o. uopo a\' Or il Doli. ~egrotlo nell;i seduta dei l~ letto il suo Scritto su le lì~conie del fogalo e della mil7.a, Scritto cho pubblicammo per suolo nel numero antecedeute del Giornale, prese la parola il Dolt. GiHcomctti il quale , dopo avere convenuto intorno ai due primi modi di formazione delle lìsconie epato-spleniche,dissenli sul teno dicendo seguir egli l'avviso di coloro che fanno consistere le rebbri intermittenti in una condizione patologica speciale del sistcnia nervoso e particolarmente dì quello che pl"esìcde alla vita vogclativa ; opinione questa con cui può il Pratico rondeni ragiono dei fenomeni che nelle febbri d'accesso si succedon e degli e[elli pronta.mente salutari delle preparazioni tbìnoidee nello stc;so febbri perniciose. Soggiunse qui nrli dipendere da questo speciale modo d'infermare del sistema nervoso le alterazioni dell'cmatosi e del processo di nutrizione : dal medesimo dipendere parimente le ab1•rrazioni funzionali delle vi5cere chilopoieticbc od in ispecie della milza o del fegato: per queste aberrazioni io line e per la tessilura sommamente venosa delle menziont1te viscere potere spiegarsi la formazione delle fisconie cpato-splenicbe le quali in ullima analisi non sarebbero fuorchè un effetto postumo della diuturnità delle medesime febbri intermittenti. Concbiuse pcr.:i ò che tosto e sempre debba ricorrersi all'uso interoo dei preparati chinoidei non solo nella cura delle febbri intermittenti semplici, ma eziaudio in quella delle complicale, sempre cbe però la malattia cornpticanle non coustiluisca un fallo più essenziale della febbre stessa e sempre cbe questa non possa considerarsi di natura critica, slccom'egli con Franck c,1 altri ammetto. t\el dichiarar il Doli. Ncgrollo che le obbiezioni mossegli dall'onorevole suo Collega cran assai valide, si riserbò risponder alle medesime nella successlva tornala, dichiarandosi però sino d'allora d'accol"ùo coll'opponente Collega circa il pronto metodo febbrifugo da seguirsi nella cnra dello febbri poroiciose, ma io pari tempo sostenencto che l'azione dei miasmi produttori della febbre non limitavosi, a suo parero, al solo sistema n ervoso, ma produceva allerazioni umorali, a vincere le quali rnolte volle l>astava lariproduz.iooe di qualche accesso febbrile operalo dalla forza medicati icn della natora. Jl Presidente, facendo riOcllere come loltora non vi sian argomenti mfficienti per potere stabilir in quali organi abbia sede la condizione patologica delle febbri intermittenti o c1nale sia la natura dello lesioni che valgou a produrre l'apparato sintomatologico che le costituisce, si mostrò inclinato alla chiusura della discussione: so non ch,i , considerando che nella !Uemoria del Dotl. Negrollo eran accennale alcuno CJUC· stioui degne d'attento esame e d'altra parte non sembrandogli ammessibili con il Doli. Giacomotti le febbri così dette crWchc, nè giudicand' egli che nella cura dolle febb ri intermittenlì complicate debba tanlosto ricorrersi allo specilìco , ma debbansi in vece prima correggere le complica1.ioni , purchè non sia il caso di febbre perniciosa, propose che la discussione fosse rimandala alla più prossima tornala. A questa proposizione aderì parimente il Segretaro Doli. Sclaveranì, mossovi in ispecie dalia considera:dooe che , per il maggiore fratto delle Conferenze, le Memorie lette in una tornata non fossero da discu tersi fuorchè nella tornala .successiva. Nella seduta dei 26 il Dolt. Nè~rotto rispose con un suo scritto alle obbiezioni stategli mosse nell'antecedente tornala dal Uolt. Giacomelli intorn'all'opinione da lui emessa sul terzo modo di formazione delle fisconio addominali e su la cau1a pro~sima delle febbri intermittenti. In questo suo Scritloil Doli. Negrollo, dopo avere provato con le parole stesse di Franck, Uu[eland, Raiman ed altri che le febbri troppo sollecitamente ,iole posson essere

cagìo~e delle_lh_conie a~dominali o qopo avere rammentato cocne questi medes1m1 Autori raccomaudmodoveril Pratico procurare il ritorno delle febbri d'accesso ( per mezzo di purganli salini e della belladonna) ne_lla _cura, di det~e tìsconio, disse: • coosiderand,o .che le .alleraz10!11 dell ematos1, della circolazione e della nutriz!o!1e d1pe~den_t1 dal!a per~urhata ,nione del sistema nervoso ~ll'lgento ~li atti pei- 1 quah si compiono lo funzioni di l"Ì· pa1·az>one, abb1s_og!]ano d:uo determinato perio:do di tempo por md ur alteraz1om viscerali, com'accade appunto nelle febbri io· lermitteoli di lunga durata: riflettendo che noi caso nostro le aJ. terazioui in qu.estione al!or appunto s'a.ppalesaoo qoaodo per fa ces_sazione dei parossismi pi~ non si manifes1auo'g1i elfoll1 Jella lesiono '?-cr_vusa: ~lflelte!ld~ hualwenl_e cbo 4ueste medesime al . terazloOl viscerali , anz1chc progredire con la ricomparsa degli accessi (siccom'accado_in qu.elle prodoll~ da] lungo durare della febbre d'accesso) svamscon 10 vece per il ritorno dei medesimi ac,cessi,_ è for~a ~Ol'lCl>._iudero chn nella genesi delle febbri ioterm1Uent1, ol!r ali affezione tutlochò speciale del sistema nervoso per se sola incapace a spicgc1r il fallo in questioni, , altra so ne debba ammetlero dalla quale possa questa spiegazione dedursi. Ora bene, un'alterazione nella crasi del sangue operala dalle causo inducenti l'evoluzione dolla febbre periodica, nel mt.ntre c~e risulta dalla natura speciale delle caose stesse, a me sembra si presti a spiegar il punto maggiore di nostr:; controversia cioè la produzione_ delle alterazioni epalo·splenicbe per la troppo precoce soluzione dei parossismi febbrili e l'utilità che nella cura di quelle ~eriva d~l riloruo di questi. • A provare poi come sia probabile cotest'allcrazione della crasi sanguigna nena ge~esi dello febbri iotcrmiltcnti, dopo avere l' L\.ul?re ricordato com Audaoard qu~sla riponesse cella sola allcraz1one del sangue prodotla d~I miasma paludoso o com'A.ndral parlando nella sua Anatomia Patologica dello alterazioni della milza nelle intermillonli perniciose, quelle derivassedaile roodìfi~aziooi_delle qualità del sangue prodollo dall'avvelenamento miasmatico, accennò a quella costituzione atmosferica, propria di determinale località e stagioni dell'anno consistente in un P:edomioio d'umidilà e nella presenza d'un particolare princip10 emanante da soslaoze orgauiche in dissolazione, la qual e ammessa come la causa più comune deil'evoluiione di delle febb:i e ch'egli disse considerare come capace anche ad operare d1retlnmeote l'altera1:ione del sangue , partendo dal fatto che m?IJe volt~ que~te medesime cagioni senza dal' origino alle·fobbri mterm1ttenh, produoon m vece altre malallie nelle quali è da lutti ammessa una discrasia .sanguigna , com'ad esempio lo SC?rhulo e simili. A provare maggiormenle ancora la malefica az1o_ne su la crasi saaguigua di <1aella speciale condiziono a(mos~er1ca c~'occasiona le febbri intormitlenli , citò l'osservaziono dt ;Salir 11 quale notava frequenti gli antraci ed i carbonchi negli animali mentre negli aomini imperversavano le gravi febbri periodiche. Conchiuse quindi che, se quelle medesime cause che servoo all'eyoluzione di malattie nelle qu<1li non dissentono gli Autori nel riconoscer un'alterazione della crasi sanguigna, )31gono pur a generare le febbri periodiche, restava provato clic la causa prossima di queste medesime febbri non ora da riporsi so/amente in una speciale alfeziono del sistema nervoso, ma hensi m una simultanea affezione di questo e della crasi sangui 9na · d~lla qual ultima in ispecie dabbono derivarsi le lesioni aellà m,_rza o dol fegato sempre quando per la :roppo precoce soluzo1n_e d.cgli accessi rebbrili, la natura non polè per i naturali suoi fìllr.' ehminare dal corpo i principii nocivi introdottisi per l"emanazt0ne del miasma paludoso o svoltisi nella stessa animale economia. Dal che disse restaro parimeute provato coms nella cura delle febbri intermiltenli beoigue no:i debba tantosto r:corrersi allo specifico se si vuol evitar il oerieolo delle lhcou1e epalo·spleniche. · Co11tù1ua.

PARTE SECONDA IGIE~E llllLITA.RE RIH,AZlONE SULl,0 STATO SAN l 'fARIO DHLLti TRUP!>E AC· CAMPATE NEL Ol!LGlO NELL'ANNO 185 1 DEL Don·. DECON OÉ lIEDICO Dl REGGl!IIBNTO .

(Stinto e riflessioni del Doti.

GtACOHEl"Tr,

Med. di Batt. )

( Continuaziono e /ìifle. )

lnfmnieri Militari. li loro servizio fu affidato a vecchi ~oldali, presi dalle Compagnie sedentarie, i quali v1 soddisfecero malameate (1). Ciò era da prevedersi ; non (l) Un amm_alato di febbre lifoidea il quale già lrov.avasi ìo ano stato ramcurante, morì nel mallino. 11 J\fedico lo rinvenoe freddo, senza polso ed immerso in on bagno d.i mater;e fecali e


545 essendo possibile che uomini rotti dagli anni e stanchi àico nella di cui dipendenza .hanno compilo i due mesi d'ogn i volere, attendano convenientemente alla pratica di d'esperimento all'Ospedale , essend'il Medico io questa fun zioni le quali richieggon una particolar attit.udine fiparticolare cir.costanza l'onico che possa scientemente giu.sica e morale cioè attività, cuore ed in telligenza. Ed è dieare: 2° che l'ammaestramento degli Infermieri in breve io vista di così callivo risultamento che il Dolt. Dc-Condè, tempo arruolati riuscirebbe più compiuto e più spedito mosso dal lodevole fi ne di migl iorare la condizione degli quando nel disimpegno de' varii incarichi ogonno d'essi ammalati, s'indusse a consigliar· al suo Gov,e rno la forfoss'associato ad nn Infermiere anziano ; giaccl)è, oltr'al mazione di soldati-infermieri J-1.eggimenlali , scelti fra i vedere piu volte del giorno come questi attende al ser· buoni ed on·esti soldati dei Corpi. Un determinalo nuvizio nelle diverse sue· parli, il giovine Allievo trova in mero d'essi avrebl/ad esister in ciaschedun Battaglione; lui un compagno il quale dall'amor proprio e da certa dovrebber esser esercitat"i nel servizio presso gli Speda 1i convenienza é impegnato ad istruirlo bene e presto. E se .Militari ed all'occorrenza sarebbero dai Reggimenti dibeo ·rn'appongo questo metodo d'istruzione non solamente st~ccatì alle Ambnlanze. In ogni caso poi la loro direzione riuscirebbe giovevole , ma eziandio indispensabile, ove per dovrebb'esser · affidata a Superiori capaci. le straordinarie circostanze d'una guerra e di malattie epiPresso di noi in Piemonte le · Compagnie degli. Infe.r· demiche o contag iose la llecessità stringesse d'aumentare mieri Mili tari furono sino dal 1855 composte per via pron tamente il personale suba lterno degli Infermieri : dell'a rruolamento volor,itario di solùali ad altri Corpi ap5" che l'infermiere avesse a scorgere nel Medico Militare partenenti. Io seguito questo sistema fu variamente monon solo un' Uffiiiale che può puairlo, ogniqualvolta com dificalo; ma l'organizz:1zione migliore (superiore.d'assai melle mancanze , ma anche un Superiore che può a quella dal Do ll. Dc-Condè proposta) non proviene farlo ricompensare quando lo merita. E ciò nel doppio · fuorchè dal Dec1'eto <lei 15 d'ollobre 1851; Decreto che, fine di stimolarlo a servire con zelo, e cli metterlo nella oltr'aù imprimer un regolare andamento ali' Amministracircosta nza di doversi callivare la benevolenza· del Médico. zione ed alla Contabi li tà deglì Stabilimenti Sani tari delCompagnia di disciplina. La frazione d'essa che trova1' Armala, riunisce, a mio credere, la maggiore parte delle vasi presente all'Accampamento componevasi dì 200 uocondizioni necessarie alla formazione d'un Corpo d'lnfermini circa i quali in lulta la sua durala non hanno sommieri Militari abbastanza numerosi pel disimpegno del ministrato più cl i dieci giorni d'esenzione del servizio ed serv iz;o in tempo di pace , abili, zelanti e subordinati . nn solo febbricilante, guarito in pochi giorni , tuttochè In fatto dal eitato Decreto è stabililo : 1° che la forza tofosse locco da intermittente quotidiana con caratteri di tale della Compagnia consti di 575 persone fra cni 274 febbre perniciosa delirante. Un numero cosi limitalo d'amsoldati-infermieri: 2° che dalla Compagnia fo rmala parte malati e fuori_ d'ogni proporzione con quello già indicato di giovani iscrilli, parle per mezzo dell'arruolamento YO · che gli altri Reggimenti presentarono, costituisce un fa!to lonlario e parte fina lmante per mezzo di soldati di altri talmente importante c_he merita se ne ricerchi la spiegaReggimenti, siano r inviai.i quelli che, dopo dne mesi di zione nelle diligenti riness;oni falle da! Dotl. De-Conclè esperimento negli Stabi limenti <li San ità, risultassero per · su questo propos ito e con le quali esso mette fine al commendc,,ole suo lavoro. incondolla od altri moliv i inca·paci a sostener in modo soddisface nte le loro funzioni : 5" che gli arruolati defi L'orario della giornata per questi sol<lati disciplinari fn nitivamente sian in modo apposito é continuo ammaeùislribuilo nel modo seguente: strali ed esercitali presso gli Spedali : 4" che siano conAlle ore 4 112 alzata; ven ientemente corrisposli nelle paghe ed in altri assegni Alle ore 5 lieve pasto ( caffè e pane) ; r,elativi ai varii gradi cui possono conseguire e che il ])alle 5 alle 10 112 travaglio; loro servizio si calcoli come servizio d'allività. Inoltre Alle 11 pasto ordinario ( zuppa e bue a lesso ) ; costituend'il servizio delle Ambulanze una specialità per Da mezzogiorno alle 4 112 travaglio ; molli lati diversa da quell a del servizio dell'Ospedale , Al](~ 5 pasto ordinario (palale) ; cosl il ministro della Guerra ha provvidamente determiAlle 7 ·I 12 silenz io e riposo. nato che quest'istruzione tosto fosse attivata, affidandone Per la zuppa si faceva uno scarso uso cli legumi ed un l'importante incarico al mio Amico e Collega Dott. Lonabbondante di pane bianco: alla Caserma non potevano ghi . Affinchè poi l'esecuzione sì dell'una, sì del l'altra bere fuo rehè caffè o birra, non mai liquori e nel travaglio specialità riesca ordinata, esalta e pronta, sono gl'Inferuna tisana falla con succo di regolizia o di cedro : travamicri obbligali verso i .Medici Militari alla medesima gliavano con i zoccoli , indossando una veste di traliccio, subordinazione che hanno verso gli altri Uffiziali dellarga e semplice porland'al collo un a cravatta <li lana : l'Esercito ed ai Medici è fatta facoltà di punirli disciesenti dalle gnardifl 1)0tcva110 r iposarsi regolarmente tutte le nolti. pliuarmente, se mancan ai propri doveri, a quelli soprallullo che concernono la cura ed assistenza degli ammalati. li loro abituale travaglio è quello degli accampamenti dei qual i conservano le piantagioni, del livellamento dei Giov.a però notar intorno ad alcune delle menzionate disposizioni : 1° che l'accettazione definitiva od il rinvio deterren i, dello scavo dei fossi e della mannlenziooe delle gli lnfermieri provvisorii non sarebbero da operarsi, per strade, ecc. E così vivendo all'aria libera, esposti alla bene.fica influenza della luce e del sole ed in continuo eserquanto r igua rda la loro alli ludine intellettuale e morale al servizio , fuorchè dietro apposita dichiarazione del Mccizio delle forze musco1ari la loro sanità si conserva e si for tifica. Di più il loro cuore si migliora alla vista d'una dolce natura eù in mezzo alle abitudini dì questa sorte di di sost.anze vomitate, in cui era rimasto tutta la noi te. L'infertravaglio ; abitudini che molto s'accostano a, qnelle di fa . miere di guardia , addormentalo traquillamente ai fianchi dell'infermo, non aveva voluto,a!zarsi per somministrargli le op· miglia: tant'è che le punizioni si fanno assai merio fre, portane care. Nota àcll' Autore. qnenti.


344 A frotile di siffatte circoslaoze od indotto dai grandi vantaggi che questi soldati disciplinari posson arrecar allo Stato, eseguendo con risparmio considerevole di spese la.vori che un egual ournero di operai horghesi non compi rehbero, il Dott. Dc-C 1mdè domanda per quali motivi le meùesime disposizioni non s'eslendoo agli altri soldat; della Compagnia. I quali in vece si lasciano languire io un'umida rorteua, priva di luce, ih cui si diffonde l'aoe_ mia-clorotica, insorgono frequenti ·ed ostinale le febbri periodiche ed in cui l'uomo trovandosi isolato e fra alte mura rinchiuso non macchina che di trovare nuovi mezzi con i quali stancare la pazienza dei suoi Capi. Per r iescire ( dice l'Autore ) ne'foro disegni questi soldati non pavenlant1 nè la prigione, nè le altre punizioni e non s'inspirano che d'un odio mortale verso coloro che hanno contratto l'abitudine di riguardare quali feroci carcerieri. Ed è in tale situazione che si perfezionan io ogni sorta di vizio, di più in più ii smoralizzan e s'abrulliscono. Quindi per ovviare a così gravi danni egli proporrebbe che gli Uffi1,iali della Compagnia di disciplina fossero uomini di scelta natura dotati, istrutti, conoscitori del cuore umano e della loro missione penetrali ; che l'esuberante allivilà di spirito e l'eccessivo vigore di corpo di cui la maggiore parte de'med~_simi sono dotali fosser occupali nel travaglio degli accampamenti ed altre simili opere.; ch'al fine di distruggere l'ontoso vizio della sodomia si concedesse assentarsi peralcnne 01·e dalla Caserma a·quelli che tengonuna buona colidolta, non potendo con questo favore che , concesso o negato, costituire.bbe una ricompensa od una punizione, ot: tenersi se non se favorevoli risullamenti ; e che per 1 disciplinari incorreggibili riescircbbero più efficaci le pene corporali (le quali nel Belgio non sono più in uso) che la prigione ed il regime oltremisura severo i quali alterano la loro sanità e li mellono talvolta per tutta la vita a carico dello Stato. Sebbene il Dott. I>e -Condè assicuri clic le confidenze faltegli dagli stessi discipl inari gli pcrmellono di spiegar-s categoricamente su l'efficacia di quest'ultima provvL <lenza (1) e sebbene un mio Collega, il quale ebb'occasi0ne a trovarsi per qualche tempo presso una delle Compagnie dei nostri Corpi Franchi, la sostenga, tuttavia per ragioni per sè abbastanza manifeste, non posso seguire il loro av'. viso.

RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI. DELL'ESTRA ZIONE m,:'CA.LCOLl 01\INARU DELL' UIIETRA MEDIANTE PRESSIONE METODICA FATTA SU L'URETRA. CO[ SEM PLI CI DlTl; DEL DOTT. CARLO BUSI.

(SUNTO DEL DOTT. P. MOT'l' IN!).

Il mcm;o di cui intendiamo parlar è già nolo oella pratica Chirurgica; però gli Autori che ne lrallano non ne sono fautori e desistono da questo mezzo appena vi inconlrano quale.be difficoltà , nè prescrivono qnelle regole che hanno grande parte nella felice riuscita del medesimo. (l) Vedi Archive1 Belge; de iìfédecirte Militairt , ter et 2me cabitr, 185t.

La pressione metodica sull'uretra è giustificata dal. l'osservazione di que' moltissimi casi iu Cl~i s'ebbe spontanea espulsione di gros.si calcoli -0 col sussid io di sem· plici mezzi; io conferma di ques1i ultjmi va lga il fallo d'Aslley Cooper, il quale esim io Chirurgo Inglese potè estrarre dalla vescica t~a. le branche del suo strotnen to un calcolo del peso di 54 grani. Ecco il modo di procedere propos to dall'Autore. Quando uri Chirurgo sia invocato ad operare per un calcolo nell' uretra prima Ì:he non sia s_uccedula uoa qualche alterazione nel trailo d'urclra che contiene il calcolo , dovrà sola• mente iniettare ol io nel canale uretrale, poi, posti i due primi dili d'una mano su i lati dell'uretra all' io dietro del calcolo, pre~erà in modo da farlo avanzare; così operafldo, purchè riesca a spostarlo dalla sua sede, non larderà molto a veder il calcolo cadergli fra le mani ; ìmperocchè per la disposiiione anatomica dell'uretra e per le sue condizioni fisiologiche di dilatabil ità, il condotto orinario ne'suoi tratti successivi non s'opporrà più allo avanzamento ed alla sortita del calcolo, ad eccettuazione del meato orinario che altronde si poldt superare fa cendo .una pressione alquahlo più forte . Che se nell'e,lra-· zione di calcoli grossi succedesse lacerazione in quatche punto dell'urelra, questa non è mai grave e pericolosa. Se poi il Chirurgo è chiàmato quand'evvi 'turgore nella parte, l'Autore suggerisce anzi tutto l'app-licazi one d'un clistere con decozione di papaveri e belladonna, le frizioni lungo l'uretra coll'eslratto di belladonna con successiva applicazione d'un catap lasma moll ilivo o con successivo semicnpio. Due ore dopo l'uso di siffatti rimedi i procede alla rimozione del calcolo, previa l'iniezione di olio. · Nei casi io coi sì riconosce medianle il cateterismo l'esistenza dei calcoli in vescica, onde procurare cho questi s'impegnino nel canal uretrale, l'Autore propone, alla guisa di Pamard, d'assoggettar il pazienle alla dilatazione progressiva dell'uretra con le sciringhe di gomma elastica . Questo ollenulo, si prescrive al paziente l'uso generoso d i · bevande mucilaginosc o s'inlruduce in vescica molta copia di liquido col mezzo d'una sciringa. Eccitato in sl fatto modo il bisogno d'orinare, l'ammalato slarà in piedi incurvando il capo in avant_i e seconderà le contrazioni vescicali con quelle de'muscoli · addominali e del diaframma, acciò il calcolo pel suo pe~o specifico, l)ef la posizione inclinala del collo della vescica e per l'urlo che gli è partecipalo dall'orina e dal liquido iniettalo, possa essere cacciato nell'uretra, su la quale, se l'espulsione spontanea non avrà luogo, si polrà metter in campo la pressione metodica. Ne' casi i più ardui oe'quali i proposti mezzi riesciranno infrulluosi, si ricorrer/i a q11elli che_son imposti dalla pratica e dai lumi della Scienza. L'Autore conchiudendo 0011 teme d'asserire che i pro· cessi di lui sono coronati da felice risultamento 95 volle sopra 100 e dichiara ritenere presso di sè moltissimi calcoli di cui ollenne l'espulsione cogli indicati semplicissimi ·mezzi .

I

Il Direttore Dott. C01111SSETTI Med. Div. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. R.

Torino, Pelazza, l8S2, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n~ 14.


ANNO I

( ai ~5 di maggio '1852 )

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARHATA SARDA. L'associaziooenon si riceve che per uu anno e comincia col l O d'agosto. Il Giornalesi pubblica nel laoedì di ciascbedunasellimaoa l!l\EZZO 0'ASS0CIAZJ0i':E

ln Torino . . . . . . . . L. IO. In Provincia ed all'E;tero, franco di posta . . L. t l.

L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla 'l'IPOGRAFU. SUBALPlNA, via Alfieri, nomo ~4. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser aLTrancate ed accompagnate da vaglia postale.

SoMlt.uuo. - l 0 Dott. F!BRE: Sa la Clinica orale ed operativa del T'rof. Commend. UrnEar. - i 0 Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 3° Bollettino ufficiale. - 4° Doti. G1Aco)nrrn e Dott. llOTTINI: Rivista di Giornali.

l,ARTE PRDii\ ANNOTAZIONI SU LA CLINICA ORALE 1m OPERATIVA DEL comIENO. PR0Ii1. RIBEIU. (Tracciate dal Dott F AfH\E)

SU IL R&C1B1Ul'I'ROC&CE (Vedi

il nume1·0 precedente).

Premettendo che il rachiartrocacc è d'ordinario una malattia di lungo corso e di dil1icile guarigione e volendo pur intratleuervi del vatici11io su gli esiti della medesima, io !>limo inna1r1.i Lutto st1pcrfi110 di1·vi essere questo meno sfavorevole q1iand'il male è scompagnato da cifosi, da suppurazio ne, da paralis'1a, essendo questo il caso più semplice o meun grave, co stituente sovente il primo grado della rnalallia clt e ba la sede nei tessuti fibrosi o fibrn cartilagiuei : q11audo, ciò che è frequ ente, ~ accumpagnuto ua cifosi e paralisia , ma nun esist.on ancor i sopra no tati segni presuntivi di suppurazione o di fusione tubercolare: quando ha sede anzi nelle regioni lom • bare e dorsale sotto il piano rlella l.J:1se del cuore che nella l'Cgiooe cervicale : qua ad' è fi.;sato su Ile parti fibrose e lìbro-carlilaginee io cui può guarir affatto , piuttosto ch<l su gli ossi: qoancl o move da causa loc1le anzi che da causa interna: q1~ando, sospendendosi. per opera della uatura o del~ l'arte il lavorio flogistico delle fibro cartilagini e de. gli ossi, ne siegue l'anchilosi alle volte di piii vertebre, corn'io vid i alcune volte e com'è stato veduto da reverende Anlurità cioè da Saadifort, Daubenton, Lawrence, Camper, Lod,er, Armstrong, l'alletta e S<>· rrattullo da Duverney il quale riferisce aver anche osservata l'ancbilosi delle sei prime vertebra cervicali tra sè e della prima coll'c,ceipite: qu~ndo succedendo l'anchilosi e le vertebre ess~ndo già lu;sate ;

com' incontrasi talora nel racbiartrocace della re• gione cervicale, la natura consolida le parti con un nuovo lavo1ìo d'ossi ficazi one, com'ebbi a vedere, essend' lndsore Aaulornico , in un cadavere e come vide Lawrence: qnaudo, distrutta una vertebra, l'anchilosi succede tra le vertebre vicine o, seomparso l'atlante, succede anchilosi tra l'epistrofeo e l'osso occipitale, siccome no riferisce un caso Cloquet: quando la supput·azione essendo giil occot·sa , il risultante ascesso sintomatico congestizio ha luogo nella parte posteriore d ella colonna verlebrale anzi che nell'anteriore, avend' una lunga sperienza dimo• strato come questi ultimi turnino quasi sempre fa. tali, sian essi complicati o non alla cifosi, alla paralisìa: quando La suppurazione di questi si fa strada per il tessuto celluloso e s'apre nella pelle esterna anzi cl.le dentl"il cavo vertebrale od in qualcheduna delle nobili viscere di cui abbiamo allrove fotto menzione: quando la malaltia non è complicata a<J alcuna delle coaffeiioni altrove Jclte cioè tubercoli in allre parti del corpo, enteru•mesenteride cronica • ecc. : quand'i\ cervello e le sue membrane non sono compresi da cupa cd inveterata tlognsi irradiata e non bavvi aran dissesti) nelle fnoz.iuui delle principul i visceren del petto e del l'addorn ine: quando non esistono rnil f11rniltl morho:so pe:z.zuc,li ossei oecrnlici, avveguac!Jè siano questi stai.i ulcu11c rarissime volte espulsi e possediamo 1111 curioso e stupendo esempio di 1111arioione io uu uurno a cui il Dolt. Syme, dopo ave~ ampiamente spaccatu un ascesso retrofaringeo, estrasse con felici:! successo a traverso del medesimo la metà anteriorn della secouda vertebra cervicale con l'annessa apofisi odontoiùe. Credo non essere digressione iuutile od estranea ali' argomento che Ilo per le mani dicendovi che un caso avente con quest~ qnaldte remota analogia rna inulto meno grave, e quello riferito d:.11 Veterinario Stefano .Marrel (Bullet. des Se. l\Icd. 1827) d' un cavallo nel quale, in seguito a morsical.11ra rilev:1la da un altro cavallo, si dislacci:, una grande s4uama ossea . formante parte dello i-peco verlebrale, e cin senza che siano state smesse. le ordinarie faticue del cavallo. Iucontra alle volte nel corso del racltiartrocace un acciden le che ne rende più minaccioso , più rapido e pii1 doloroso il corso, ciò ò l'inliainmaz:one. :icuta della giuntnra ileo-femorale prodotta -dal pas-


516 saggio della marcia del!' ascesso si11tomatico-c1,ngestizio nella giuntura coxo-iliaca, siccome vidi in due casi. Del resto già bo dello com'il r,.11:Ji;artrocace si ,·eda prontamente fotsl c qu:rnd ' é dalla flogosi supp urati va .corroso un vaso arterioso cn~picnu e come lo si11 pure 'Juasi sempre allorchè l'apcdfai udoutoide, rilai:s:lli od usati i suoi legamenti , s'inclina verso la midolla e la comprime. Non vi t.,cc:io poi, Sig11<1ri , che, quand'il raclii<1rtrocace guarisce, nra scompare, la quale cosa è rara, auche la cifosi ed ora uo, t: che la guarigione più compiuta ouo va qunsi mai scevra da on grado niaggiM 11 minore d 'ancùilosi delle ,,ertel,re state p:1rtin,larment.e affette. Nè debbo parimente 1acervi cJie, quando lu cifosi r11.1n iscomparisce dop11 la guarigi11oe del n1cl,iarlrocacc t:d è essa ,•ulominosa, rimangor.o per solito alcune imperfezioni nelle funzi1,ni delle vìscere del petto, dell'adduruiue o degli :irti. 111 generale rammPnlatc , Signori , cbe se vi ha molta presunzic,ne clic l'ascesso , c,llesto I re mendo esito, sia già formato o cl.te sia in via di formazione, in alcuni casi plti manca cotesta pr~sunzione: ra rnmeolute altresì che il rachia rlrucace ha alcune V1Jlte un anda rueot11 in~idioso per cui quando si crede che sia llPl suo esMùtc,, ha talr,,lla già raggiunte le ine luttabili sue fasi: rammentute in fine clic, ciò P5St>lldo, maltl si può co11nscere lo stato delle p:Hli affette, allorchè s'intrapre udr la cura: tulio ciò rammP.11l;lf e, Signori , e p1,i vedrete per voi stessi com'i l Pratico debba essere cirr.o~pcllo nel va!icinio e snprat t ulto nel pro1:1e.11.er anticipawmenle lti guarigiunt! all'ammalato od :ii suoi parenl i. La cun, ciel rncli iartrocsce è generale o locale. Non mi diuwrerò . Sig1H·ri , n~l dirvi della cura ge111•ru le la q1wte risoll a dei meni igienici, dietelici e farmaceu tici con cui si ctimb,itl e 1111a tabe scrofolosa od nn' en tero-mcsenl eritide ocl uu vizio erpet ico . reumatico, g1,ttos11 , celticc1 od tcn'a ngioilide avente col l'1Jcl1iart roca ce una relnicinc causalr. od alcun' :ill, a d elle sopra meutnvate cN1ffez1oni od una debolezzaa cosl.iluz.ìonate e sin.ili: n<1 n <'ntrcrò , ripete,, neppure per cenni in questo ~asto argomento su di cui vi lio .già altronde più .volle inlta~lenuli. Piuttosto è mio intendiru~11lc1 diffondermi i: u la cutn locale che cc,nsist<i pri ncipalm ente nella maggior immobilità possibile della parte l<·so , nelle sottrazioni sanguigne hl· eali, nell' uso del mercurio , nell 'applicazione !oc.i le di ca1aplarn1i e rli rotlorii e 11ell'npertura degli asce8si -Siut om alici. Immobih'/à . l\foggiorme11le utile nel p1fa10 periodo del male quaud,i vige l'i111ìammazionc cronica sc11za distruzione dei tessuti, l'immobilità nella positura <irizz.on tnle coM·icue poi in tutti i periodi del male. Ciò copi rete focilm ente voi, Signori, elle sapete quanto il moto nggravi e l'immobilità attenui 1e infiamma2ioni di tutti i tessuti fibrosi. Io ciò hen so ch'ebbi più facil il l'incere i racliiarlroct1ci, massimamente della parte snperinre detl:.i regione cervicale, daccbè mi fui appigliato al pnrtito di nwnlcner immobili le parti lese con :.idatt i busti e con altri meccauici app11n1ti i quali non facciano però violenza alle parli affeue. L'immobilità 0011 solumeote giova allo scopo òi vincere la flogosi cronica ma a quello ,pure di favorire l'imchilnsi. Soura:zioni san9uig ,1e locali. Coteste sottrnioni ,

ilcrutc e reiterate, praticate con le sanguisughe e con (:opelle scarifiClltc, 11011 solamente le vidi feraci d'usufrutto pratico quando l'infiammazione cronica non era aoçora ri<'scila alla imppuraziune ed alla d istruzione dei tessuti, ma fo alcnni di questi casi le vidi radiculmente curative, come vi prove, à un' osservuzinue che "i citerò. ·oebbon esse precorrer i rnttorii e poi camminar anche di cunserrn con i medesimi allorchè sorgono, a malgrado di questi, nuovi risulti flogistici subacuti. La fidncin ch'io ripongo in <p1esti mi derivò dall'nsserv3ziu11e d'ammalati curati cun i soli rollorii clte vidi ri1-anar men compiutaruente e mollo più diflìcilnH'nte cho non quelli in cui i rot. torii er:1no si.ali preceduli c:d alle volte successiva. mente raffonati dalle sot.trazioni sanguigne_ In molt.i cmii cunvengon esse parimente aru;he quando la malallia è g'.l1 riescila allu purulenza ed alla distruzione org:rnic:i, ma ,illora la tor utilità è posseggiera. Non si dt>bb(:; perii 11:iscundere che son es~c, s.e non sem pre cuolrin<licc11e, molli\ men indicate quand ' il racldartrocacc movc da vizic> Lnhercolare. Uso del menmrio. Oltr'alt'uso interno del mercurio, specic1l111e11I H del c1ilomelano 1110110 lo.:lato dagli fogl(•$i, sorw pure st :,te ·vantate le unzioni mercuria li su la sede n111rl,usa o, forse meglio ancora , sop1u sedi lnnlane. Flc1j,mi rift>r ìsce alcuni ca~i di cifn,;i guarita co11 cJ11r•sto ruczzo . Mouteg-gia non lo disapprova e la ragione stc~sa 1ie sugge, isce l"ul iii Ih n~:i casi spceialm"111 e cli rachi,1rt rncace da c,rnsa sr:r(l fnlo~a o tubec·colM e, come n1ezw anliscrofoloso otl immutarnc lo sta io morboso dt!I sislt?IIHl liofotico. Farei p1,i ope,a vana nd dirvi della sua 11t.ili1à allorcltè il male 11111~· e dt1 causa sifilitica. Cataplasmi mollilù:i. I calaplasmi mulliliçi µer lungo 1empc1 us:.iti, semplici o !-palmati d'una pomata <:(111lp11sta d'ucli pe, d'un g11 e11t.o mercuriti!e e d'estn1U11 iùral(:oolico fJi gi11sq11i1111111, d i solauo 'nern, d 'aco11if.(1, di hel ludonn:i e siru ili , ralforzauo pot e11terueote l'az.iotH' dellt! sullrazioui s:wguigne !<,cali ed :rnclse dei rollorii, ollra1.:ltè, 1u1asando il circolo capillare <m tanco, rendonn pitt copio~o l'effetto delle soltrazion\ sa11guigne e favoriscono la secrezione purulent a dei roll orii . Ebbi, Sig!luri, p1ù volte a chiamarmi soddis fallo del luro uso protralln_ nouorii. Polt il quale diede primo una buona d~scrizione della 111alattiu di cui ci occupiamo, rimise in (1nnre il più potente mc>zzo curalirn , stato già 01111::.iglinlo da Jppùcr:itc e da Galeno ed attuato da Pon teau conlr'una malallia che prima di l.ui era considerata di disp1ir:1ta guari giuue, eppcrciò da abbaotlunarsi alla n11!11ra, ciò ~on i rollorii praticati .ii lai i della regione ammalala della spina: precedul i e rafforzali ne' più dei casi dalle sollrnzioni locali e dall 'i mmobilitil, wn essi, nou gi~1 In specifico, mu il. pi ù potente mezzo di cuni se il rachiurtrocace non è ancora volto a suppurazione ed a corrosione di tessuti ed, aneli' in qur.sl' ultimo caso, adoperati Cùll lo scopo d'allentar i dolt1r1 ed il progresso del mal e sono tuttavia giovevoli nella maggiore p,,rlc dei casi, henchè Monteggia riferisc.1 U\'erti veduti due volle dannosi. Ciò di~se Boyer, ciò dissero tutti i Pratici clte vissero nei grandi Spedali e ciò dico io dopo tanti lustri c!Je mi ravvolgo in queste Sale: è ciò noto e provato a rigMe d'ossenozione. Come già altre Mite vi ho dimostrato, Signori, mediante i rettorii i Lessuli


infiammati ai quali Oùll compete na!unilwenle alcuna esalazione o secrezione , so1w posti iu relazione con una se.erezione artificiale, e èifJ con grande sollievo, avendo,..[a sperie11za dimostrato che le Uugosi crc,11iche delle parti 11:.it.ura!mente sacre ad uua di queste funzioni, di cui i ,na.t.el'iali soni, vant::iggiosameutc s.ottratti ai capillari infiammali, riescono men indomite e meno peric1Jlose d1 qni;lle d1e risiedoì1 in tessuti impervii o non desiioati ad alcun'esalazione o secre· zione, nei quali -in conseguenza nulla v'ha che in parte disperda i lll.Jteriali crnorosi chiamati nei c::ipiì!al'i s-a11gnigni dalla flogosi. I rottorii <lebbon esser iu nu · mero di due, tre , quattro ed anche piil secondo la distesa ed intensità del male: pos!-on esser aperti cou la moxa o cou il setone o con il taglio o con il cau. terio attu:jle, ma meglio , menn dolornso ed egualmente gio\'evole è l'aprirli C<lll la potassa cauiilica o coh la pasta caustica di Vien n:l, sebbene Severino e Gitncs ( .Jwrn. de Méd. , Tom. 74) riferiscano elle guarjron in due casi di ma!atlia inoltrala con dieci o undici moxe rHg:nzi in cui le fontanelle ed i rottorii fot.li coni C(lt1::,l.ici er:rno stati inut.11:, e Beauchene istori i pure sei casi di rad1iartrncace guarito con molte applicazioni di cauterii attuali . L'ulcera C(1nsccutiva alla caduta dell'escara. ùd)h'essern larga a seguo da a mmeu.crc tre o quattro ceci: non per qne::;1.0, qtiando la suppurazioue 11011 f"ss'al>b:;staoz. \ abbondante, saranno questi ceci spalmati di pomata di timelea, /di ceroltn epispastico, di pomata vescicatoria vegetale 0 ::-uppEli con pallottole d' irille fiiOl'en Li na pur esse pi ù tardi spalm,1le di quelle ·s<,stanze 1!ccita11ti: ove poi anche co11 l'uso di cotesti mezzi scem1sse la suppurazione, dovranno pr111ic11rsi 1:ovè!li roLLorii, lasciando che si richi:Jdan i primi. Se ia sostanza dei vescicatorii è utile per farnri re In spurgamento dei rottori i, non e poi vero clie rwssa n e»si soli suppli re i roU.orii, sìccome vuote Arin:,l rnng al quale non si sa percl.Jè 11011 sia andata a ge ni o l'idea del celebre suo Concit1adi110 Pott. Debbo perb uvvert'irvi, Signori, c\Je, se in ,i\cu11i casi piuttosto pronta è l'ut.i!e · uz.i1;1H! dei ruttorii, ne' più dei casi è t>ssa così tenta che convien insistere con ostinata perseveranz'\ nel lor uso per mesi ed anche per :inni prima che s'ol.tenga il lmimato · intento, e cl.le pili facilmente s'ot· tiene cot.esl'iut.enlo s·~ l'ozione dei roltol'ii è rafforzata ùa!l'immubilila della pàrte, dai cataplasmi lllill!itivi <, dai salassi locali opportuuanient.e impiegati, come già si noti>, dall'ahi1n·lione in luogh i d'ariH salubre , daHa neu.eua e ventda1..ione dell' appal'tarneuLo oc · cupato dall'ammalato , dall'opportuua cura iuterna e da un alimento, nongia caloroso, ma nutriente, tranne che un ris;j!to locale o ge11era!t.i oppure coc.1ffez.ioni flogistiche cornandin imperiosamente per a tempo la dieta tenue. Percuè siate convinti, :;ignori, della te, nacità con cui si di:.bbe per~i,tere nell'intrapresa cura con i rotto rii iu vi citerò i I cuso d'una ~fadarnigc\la tocca di voluminosa cifosi da racbiarlrucace a cui, è un anno e mezzn, faceva praticare successivamente cinque rot · torii : il sollievo che s'oltenne nel corso di dieci mesi fu notevole: ma a vendo la poi perduta di vista , accadde che si smi8er i pre,;eUi igienici , non si curl> più l'immobilità della pa,te, si .\asciò che i rettorii s'esaurissero, s'abusò d'alimenti culùrosi e cou ciò il male rincapel!ò ed oggtgiornn I' amm~lat;1 è ridotta alla semipara\isia degli arti adch,min~li.

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Non voglio, Sig11ori, ahbaodunar~ cot.est'argornento dei rotlorii seHia dirvi eh' una iu nga sperien2.:1 mi ha dimo.;trat.o ri!nt.tec.e bene cho si prnl.1111ghi l:i l•>r<> aziunc anche lungo t.t:111pu tlopo ia g11a·rigione e elle gli vidi pure pre,lar u!.il! ~ervizii a 1111,lti amnnlati ir1 cui d !1la preseuza d'ur: dolore fi-sso r1heile 1! liiut.urua in una quàtcue sede della spina poteva argnment.tre o sospettare eh' av.esse pntnto più tardi convertirsi nelle piì1 gravi fasi del rachiartrocace. Nè debbo ras~ sar io silenzio elle, una volta ottenuta !a guarigionedel I'.JC!Jiartrocace, ad assottigiiar o vincere quell'intormentimento, quel la debolezza ùdle e5t.rcm ita, fjUe!la rigidezza e semia11chilosi che quasi sempre soprav:rnzano, giovano poi assai le p.1sseggiate in luoghi alpestri, gli eserci1.ii ginrrnstici fotti con molta modern.ioi1e, le unzioni di s1)~ta11ze spirit1J;;e e soprattul.tl) i bagni e fanglli minerali solforosi . Io uìcuni casi, anzichè intorà1entimentu, è snperstite alla guarigione dd mak principale u11a morlnsa seusihilità elle ritrae molto so\iievo dalle unt.ioui e da i bilgni olinsì. Alcu11i finalmente confvader1do forse la c·fusi da riicliiart.rucace con b cd'osi da r:,cl.Jitide e, vedendc~ quar!la sia l'utilllil dei 111ezi:i ortopedici in qnesl'ultiurn, ue consigliaron anche 1'11-;1> nel!a prima. Era giti questo il consiglio di SlielJrake fino dai snrii tempi. G uurdatevi, Signori, da que~to sbagk,, gi;)CC!Jè se il racl.tiartrocace rwn è p;ù progressivo, le vertebre ·sooo generat"mente tra sè così cementate pl~r anchilosi c!ie tornan essi inulili e sono pui dannosi se il rachiartroeace e tnl.t.ora progressivo, e c•ò per una. rngioue per sè troppo chiara che vidi pii1 volle convalidata dal fat10. Ecce1tuo so!Jrnente i casi in cui il mutuo coul.ullo e fregamen to dei disc!ii libro cartìJaoinci o dei corpi délle verltibre d,!sl,,ssero dolori oct" in com modi; nel qnale caso rotrnbh'esser nlil nn mezzo capace d'impedire q\11•\ c11otatto raddl'izz:rndo h spina e rnanterH'ndula raddrizzata . Le c,)se che '!lii noto, Signori, n{Ìn fon a euzw c11:1 qn:rnto lw gih detl.<t circa I' 'i,tililil dei bu;li per nnntener in11n·,IJ-ile la. pal'l.e lcs:1, giacchè allra cos11 i} l'u,are strnmeoti cou• pen1nti a!l'immobilili.i ed altra il servi1·si dei mede· sirni per tirare, distender e sC(Htar-e meccani(;at°neute le parti ~;ffese. M'accingo ora, Signori , a l.oecar un tas!O rw,tto dilic:.it.o, ciiJ è la curn deli' ascesso lent11 siot1.1matiC(> cunges:i1,io Se! 'J'H~sto ha seùe m:lla pat'le p~st.eriore della spina, minor è certam ente, e lo ho gia detto, b si:a trnc11lenz.n; tneno l11!lg•.1 i! sn,l l.ragiu.o; menu imponan1i simo le par i.i fra cui scorre; è alle volte anche possìbile con oppo1·tn11t~ dilatai.ioni raggiungere la sede prima dellel i,;na geuesi ed i nsino farne una. medicazione direll:.i. Ma ben altrimente cammi na la bisoCJO:l se ha desso sede ncihl parte antedore ,folla spin: : il suo tragettn è allora lnnghissimo e tra parti nobilissime, ed è cnsa impossibile raggiungernel'origine prima e farne an:i medi<~nione diretta. lrl qnesli dil'fbli fr:ingent.i alcuni, ternentlt• cuo ragioae l'introduzione dtll' ar'ia nd f.,mit.e purnlento conrn causa di terribi!i acci1le11ti, hanno ·dato e seguito il C/1nsigÌio di non aprir\n c:,11 l'arte o cl'indngiarne il più possihile l'apertura; mentr' altri ., fra cni B,iyer, han inculcato d'aprirlo a bu,rn'ora cioè tosto ch'esso si manift:sta fluttnaute ali' esterno Sll il riUes~o che da una parre il pus, ogt1i giorno accumulandosi. in copia rn:)gginre, ::-pingii l'a~cessn a grande volu:ne e• 0


34:8 riagen<lo su il fomite vertebrale da cui trae origine, lo rende sempre maggiore, e che è pe~ l'altr_a par~e provato il uericolo deWascesso esser 10 ragione diretta della sua distesa e dell'ampiezza del guasto vertebrale. In presenza di questi due pericoli dovendo eleggere tra mende e ruende io prescerrei i_ndugiare l'apertura dell'ascesso se ad og~1 .v.o~ta ,'.' ana_. penetrasse nel medesimo senza puss1b11Jta d 1mped1ruela. Ma con le piccole incisioni sottocutanee, gih da lungo tempo consigliate ed attuate che ~Ila. moder1~a Chi· rurgia, ciò d ico per passo, son attribuite mentre. non alt.ro fec'essa fnurchè svecchiarle, essendo possibile impedite I' in lrfld uzione dell'aria, così mette bene r,ell'interesse dell'ammahito ricorrere prontamente albperl ura dell'ascesso con quelle incisioni soUocntanee, esclusi gli altri me1.zi a tale scopo non accomodati, com'il setone, i caustici, le ampie incisioni e ~imili. Essen<focùè poi queste incisioni sot.tocutanee, se valgon ad indugiare la morte, gen~ralmente non la imped iscor,o, debb'il Pratico condursi con mervu ed ass('gnatezza cioti, prima d'es<'guirle, debb'eg!i metler i parenti dell'ammalato su l'in tesa della gravità del male e delle sue per Jo· p i Ì.l deplorabili sequele. Del rirn:inente ali' 0ggetto di vietnre l'introd111.io!le dell'aria debb'il Praticc, iutrodur obliq11au1ente l!ell'usce.sso uno ~.1rettiss1mo g,rn1rnau1 te cl11po avere bene bene distesa ia peli(': in tale moclo lasciata. questa a sè dopo l'uscita d'una sufliciC'nte quantità di pu~, la sua apertura cessa dall'essere parnllela a quella della cisti purulenta : per rendere piì.1 facili? il ritirarneuto delle pareti dell'ascesso e In diminuzione graduata del fornite purulento è buona regola non est I ar ad ogni puntura fuorehè wi::i mediocre quantità di pus. Si copr11 poi la r,untura con uo empiastro c0ngliili · nalivo da ritHlOV,Hsi H1veute s'essa si riapre ed i1.1f.ì stolisce. Le parti cont<::rmine alla puntura infiammandosi cunven·3 coprirle con sosl.;;1Jze molljtiv1: e con · du rsi secondo lu particolare naturn del caso . U Dot.t. Gué1;in supplisce il gnrnnrnulte con un lrccarre piano ed alquanto ineun·ato di e:ui 13 cannula s'accomoda :id uoo schizzatojo destinato ad aspiiare l'aria . !n quella guisa curato l'ascesso sintomatico congestizio, incontra dopo un tempo più o meno lu11g<, che l'apertura arlificillle la quale per sulito prontamente cicatrizza, non si richiuda ed in qt1est'evento non sempre accade ta desolante. scena di cui v'ho parlato, ma succede in ~dcuni rari casi che, dopo un abbondaut.e ~purgamento purulento e dc1 po vicende più o meno perico lose , l'apertura ed il seno purulento infìstoliscnuo e chr, rinvigorendo la. còstiluziune dell'ammalato con uu conveniente governo nutriti vo e con l'uso degl i amari, s'<1LLenga in ·fine la guarigione mediante la spontanea uscita dei pezzi ossei necrotici. Già Ippocrate fa 1nen1.ione d' una consimile guarigidne spontanea e Hougon vide pure guarire con la rnoxa aggiuntivi tre anni d'in)fr1ùbili1à, una lìslola consecutiva ad ascesrn lento sintomatico congestizio per rachiartrocace a. cui era già consocia la cifosi , superstile però <Jnest'ultima dopo la guarigione. Se ad ultimo m'interpellaste, Signori, che cosa io penso dell'idea di Lisfranc da pochi seguita, il quale credendo che gli accidenti consecuti,vi 411 ' apertura dell'ascesso abbian ad attribuirsi all'aria irritante la memprana piogenica, precel!a di praticar un'ampia spaccatura dell'ascesso e poi, iofiammanqosi la mem-

brana pìogenica, d'applicar un grar,d e numero di sanguisughe, vi d irt'i che cotest' idea è fallace e che evidentemente Lisfrauc confusè gli. ascessi lenti idiopatici a cui c()tesra cura, come t1.1nte altre assai più sempliei, s'acconci a bene, con 'gli ascessi lenti sintomatici cungesti2.ii ai qua li è ·dessa unniuamenle disacconcia.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTUICHE Continuazione del lUcs~ di Gennaio. 'l'oRrno. (') Il Doli. Giacornellì nella medesima sedula dei 2G rispondendtal Doli. l'ìeg,rotto disse che la questione non vernwa solo su la causa prossima delle febbri intermittenti. e su le lìsconio epalo-splrnic.he, n.a bPn auche s.u la cura in generale ùel!o medesime febbri ; che dopo le saggie ritlessioni del suo Collega opponente egli persisteva nullameoo nell'opinione che la conciizione patologica di queste febri risiedesse in una speciale aile:lione del sistema. nervoso; eh.e ris!1ltava ciò evidente dal m:nnto esame elle.ha eglt fatto d~i eriterii eziologico, sintomatol~gico, necrosc_op1co e .lcrapeu[JC<', non <ho del paragone degli argornenl1 f.avorevoh a!l'~ na od all'allra opinione, giacchè, amrne.ssa l_a ~ondn.1on~ patolo_g1ca delle ftbbri in una semplice special aftezione ~cl s1sl~ma nervoso! pote.vano facilmente spiegarsi i va rii fonomcm delle mlerm1llenh, le diverse forme morbose di queste, l'eflìcace e pronto cperarn dei rimeuii febbri"ugbi e lutle le allerazioni che secondariamente potevano rnanifes!,1rsi, mentr'am rnellcnd'una discra&ia sanguigna, mollissimi !'alti non potevansi spii,~are senza cader ia contraddizione e 1Jdl'assurdo; d10 finalmente i Fautori dtlla doltriua opposta alla sua, fra i f!Ùali Hodie e Sa1~son ·' considera11do Je febbri intermittenti quali avvelenameal! m1asmal1c1 , eonfusero cnn la natura della malallia la causa principale delia medesima cioè collccarono lu sede del morbo nd san,i ue c:he non rap·presenla in questo c,1so fuorchè il veicolo del -principio mia~m~tico, cagione principale c;elfa. malattia e dovettno , per i,pieg;;re la virtù febbrifuga della china , attribuir a qu( sla una virtù c!iuami('a neutraiizzante il p1incir,io miasmatico. Fallosi quindi a confutar il terzo modo òi formazio ne de lle fisconie cpalo-spleniche stato ammesso dal Dolt. NPgrollo, disse che il voc.abòlo '{ìtconia, inteso nel vero sigu ilìcato etim_c,logito e se<;ondo che l'inteso Sauvagcs che ,d ivise le !isconie in dc;rl ici specie collocandole fra le cachessie, sucma ostruzione cnnica generale o 1;arziale di qua(che v islera della ca1Jità delt'addominc; roa lallia questa ('he non polPnd'avere luo~o hic et mmc per la troppo pronta ·solnzione dfg1i ::ccessi lfbhri li operuta diii cbinoiclci, nè sccmparire così presto per il solo rinnovamento d'alcunì dei medes;mi accessi, rende n cuo pro bubile questo modo cli fo rm~zior:e rlelle fisconie ovvero lascia duhit,ll'e che a semplici congfstioni di elette viscere siasi allribuito il norne 'di fisconi.•; dubbio questo tanto più probabil iu quanto che è facilissima cosa vedere svolgt>rsi queste congesticrni in dipendenza delle cause accemrnte dall'oppcaente Collega siccom'anertooo Rajmrn , Buffcfand, Pr~nk padre e figlio. Notò ad ultimo il Dotl. Giacomelli che questi ingorghi possono heuissimo scomparire per il semplice rinnovarsi d'alcuui accessi fobb1ili, ma ciò cosliluir appunto il caso di quelle sofe febbri ch'egli chiamò critiche, mentre d'ordinario i medesimi ingorghi seguono nd loro progressi l'evoluzione delle menzionate febbri potendo persister anche dopo la guarigione dcl!c medesime. Per qu('sti falli conchiu;;e che la cura più razionale delle febbri intermittenti sar11 sempre quella che tende ad operare la pronla soluzione delle medesime per mezzo dei preparali chim,idei, ccee1luan<lo s(mpre i casi di ff hbri critiche o di febbri complicate nelle qmdi il morbo complicante cosliluisce la malattia più essenziale e pel'icolosa;metodo di cura queslo il qual avendo l'appoggio d'una lunga sperÌ<'nza da 'l'orli e Syclbenam fin a noi e ricevrndo tullodì maggiore conferma dagli Scritti non solo dei più celebri Aulorf nostri Connazionali ma ben anche.da quelli di Lind, Slark, Valleix ed allri, non può essere conlradde\lo da i polesi o teo!'ie, lultocbè speciose ed ingegnose. 11 Dott. Riva lamenland'appunto come per il .mirabile ritrovato della china e dri suoi preparali , la cura delle febbri intermittenti sia tultora ranr.ita ncll'tmpirismo, disse che la l'alologia delle medesime abbiso12na ancora d'olleriori studii per parte dei Pratici: peroccbè se ì'dorton, 'forti cd alt ti ' diedero precise nozioni su i sintomi e su le differenze delle febbri intermiltenti, la slesrn com non può dirsi per rigaatd' ali' eziologia, alle alterazioni orjl;aniche consecutive, alle successioni morbose ecl alla terapia ddle medesime. Soggiunse perciò aver egli in C) Vedi il num prec.


·54'! f pensiero discuter'.e di quand'io quando quest'argome.nto il5l con: senso non siansi potutti7'accerlare in u,h arto edematoso e che per correnza de'suoi Colleghi, avvértohdo sin'allora n_on poter egl! cagione di malatiia si dovetlè' cohservlir in continua immobi· .sottoscriver alle opinioni emesse dal Doli. Negrotto m molti punti lità_. Siffatta spi~gazione fisiologica non fu guari accetta ai lJotd~I suo ~cri~to, sicc~m~ avrebb~ dim ~str<).I~. !1 ~o~t.. R_qJ)~i)l~ t~ra Per~tli. e Bi9).lii quest'~llirpo apzi alf~rmò essere mo!rici le parlando dei soccorsi e delle core da prestarsi a1 febbric1tanh d1ramaz1om collateralldel1nervo m.ediano e dividere nell'istesso nei tre stadi! ~i freddo, caldo e sudore, d,isso.c~e, qualora fo~so grado e modo le proprietà senzienti e niotrièi cogli altri quattro possibile prevedere l'invasione òelle febbri d'accesso, gioverebnervi concorrenti alla formazioneiiel plès~o bracciale. La seduta bero moltissimo a minorare l'intensità di. questi si adii quei socfa chiusa con rimandare lacontinuazione·di tale discussione alla corsi che sogliono prestarsi nei primi momenti d'un avvelenaseguente Adunanza. mento, immergend'ad ese1.0pio nella febbre algida l'ammalato in Nella seconda Conferenza dello stesso mese pure presieduta un bagno d13'.! a 36 gradi del OtO e procurando nell'intermittenza d_al Doti. Cajre, il Segr. Doti. Pizzorno, previa lettura ed appovadella febbre la soluzione di quelle complicazioni che valgon a rizwnc gel proces_so verbale del\a pre~edente tornata, domandò la produr il ri torno della medesima. Esaurilas_i questa disc.ùssione, parola per contmuare nella discussione sa mentovala non esil Doli. Cigolini comunicò ali' Adunanza un caso d'Igiene pratica sendo ~tata a1:11mess'a da alcani suoi Colleghi la spiegaiione per occorso nel Corpo del Treno df Previanda , rilleltente ('adulte: esso lui data lllloroo alla mancanza di paralisia nell'arto nel razione del vino del quale dov1,va farsi acquisto per i soldati di quale era corroso il nervo mediano ed, in appoggio alle ragioni quel Corpo; adulterazione opera lél con una parte e mezza d'acallora addotte, recò l'esempio d'una nevralgia acerbissìma del qua, con una mezza parte di flemma di bmndvin e con una sola nervo mediano, occorsa nel defunto Prof. Viviaui di Genova ed parte di vino natnrale, siccom'ebbe a rileva re per mezzo dell'a·· ope_rata p,w ben tre volt.e dal Panizza colla recisione d'un pezDalisi chimica. 11 Medico nivis. prese occasiono da questa comuzetto dello stesso nervo, senza che le parti in cui si dirama cadesnicazione per eccitare tutti i l\Iedici /\lililari aù un'esatta vigisero uella paralisia; il qualo fa llo, soggiouse, non sarebbe potuto lanza su tutti i r1m1i d'Igiene risguardanti il soldato o pri ncipal- . 1 accedere. se fossero centrifughe le sue fibre primitive nervose. mente su le qualità dei viveri ai medesimi destinali, aYvertendo Cotesto .tatto fu canfermato dal Doti. Omegna il quale avendo , che se debbo tributarsi lo.de (siccom'egli la tributava ai ìlledici come Stude~te,fr~quent.ate le lezioni di quel Pol"essoro, asseverò di Servizio nello Spe<lale) al i\ledico per la felice cura delle marammentar.si che 11 medesuno poteva usare del b1'accio, sebbene lattie, noo ·minore lode poteva acquistarsi quel l\ieclico ch'avvifosse reciso il nervo mediano. li Doli. Pern!ti notò aver il sasse ai meizi di prevenire lo medesime. Diede fine al sno di· Dutl. Pizzorno trasportata su altro terre no la quislione, soggiunscorso èon incaricar i Signori Farmacisti )!aletti e Derossi a p, O· gendo com'egli nell'osservazione per lui fatta circa la lesiono por all'Assemblea il metodo più spedito e sicuro per riconoscere del nervo mediano domandasse solamente perchè questa prol'adulteraziono dei vi ni. La seduta fu quindi sciolta. fonda_lesione fo$se passata inosservata e scovra da sintomi di ALESSANDtllA. La prima Conferenza mensuale è aperta .a11o lesa 1~nervazione delle parti a coi si distribuisce q uel nervo o ore 11 dei 3 del mese citalo. Dal Segr. Dott. Vaglienli si dà lete non 1ntendesso parlare di paralisia di seaso o di moto. Prese tura del processo verbale della lunata. antecedente , il quale è parte alla discassione il noti. Anfossi notando che le diramaapprovalo, previe alcune rettificnio'ni. Si traltù in seguilo dal zioi~i del nervo mediano sono quasi tutte muscolari e che perciò Presidente d'akune necessarie disposi:lioni r_elativo alla parte inclina a credere che cotes to nervo sia motore. Aggiunse il Dott. amministrativa del Gabinetto di Lettura. S'addivenne in fine al· Pizzorno noo aver il Dott. Peretti parlato di paralisia di senso l'elezione d'un nuovo Segretario ·, !a quale cadde per votazione o di moto, ma d' innervilzionc; ora, diss' egli , l'azione d'un sul Doli. A1ciali. · nervo cerebro- spinale su d'una parte manifestandosi per azione La seconda seduta è aperta alle ore 11 del giorno :l:l. Il Doli. di senso o di mo to il vocabolo innermzione dehbe si~nificar il Vaglienti lefse un'osserva zione di llemmone alla fossa iliaca decomplesso di questi due alti. Essendo ultimala questa discusstra, che poi coosegoò al Presidente. sione, il Doti. !\Ialvezzi fa invitalo dal Presidente a conlinaare li Medico Divisionale colse l'occasione per dire degli ascessi la lettura del suo Scritto; pe1· la lunghezza de! quale e por esaddominali offrentisi con va rio aspetto fenomen ico e, prernesse sersi I' Aulo1·c inoltralo a toccare di difficili quislioni d'Istologia, alcune consìden1zioni relative al diagnostico e pronostico dei medi l1isiologia e d'Anatomia trascendentale ed il Segretario dl1bidèsimi, toccò d'altri tumori addominali ùi dubbia diagnosi a catando cli potere cogliere sempre nel concetto defl' Autore , fu a gione dell'allentamento e dello smagliamento delle pareli apopreghiera del S~gretario da to on suolo dello scritto dello stesso neurotico-muscolari e spccìalmeote accennando alla disposi:i:ione Malvezzi. Sorse poi il Doli. Tarrone riflellendo che , avuto rianatomica delle fibre del mnscolo trasverso. Il Doti. Capri,,ta rignar.do al metodo di cura adopralo contro la malattia staia deferì quindi un ca~o d'ascesso addominale votatosi felicemente ~crilla, si cadde nell'errore considerando l'atfczionecom'idiopa· nella vescica oriuaria. tica a vece di t·itenerla, com'era di fatto, qual espressione locale Esaurita la ma teria in discussione, recaronsi i Congregati nella d'an'affézione gl!nerale infettante gli umori e l'economia inliera Sala Clinica dei Dolt. Alciali al fine d'esaminar un amrnaluto ofe che quindi non recava stupore se inutili furono le iniezioni con frente sintomi e segni d'ascesso addominale. . la soluzione d'idi-iodato di potassa, le aspersioni con nitralo d'arGr.i\OVA . Nella prima sedut·a il Presidente è rappresentato dal gento e le pomate jorlurate , ecc., giacchè prima si sarebbe doDolt. Caj re Medi<:o di Heggimenlo. lì Ooll. ìlfalvezii lesse una vuto leutnre di modificare l'universale economia alterata da cui parte d'un sao Scritto re.lativo ad on soldato condannato alla reavevano fom ite lo ulcero del eolio , dello sterno e della cavità clilsione mili!are, affetto da diuturna malallia scrofolosa, riuscila ascellare; che anzi, proseguiva il Doti. Tarrone, il metodo di a fata le terminazione. Descrisse in cotesl'isloria una sequela incura indicalo, oltre a quello generale, avrebbe dovuto consistere teressante di falli patologici che sooosi manifest ati cioè !unell'apertura d'uno o due fonlicoli onde aver uno spurgo degli mori linfatici del collo, dello sterno e del cavo ascellare sinistro, umo ri corrotti. Alle quali osserv,.1zioni rispose il Oc,tt. l\Ialveizi quasi collegati fra di loro con l'inlervenlo di seni Listolosi e proche, mi rando alla cura locale, non trascurò la gener;ile; impefondi talmente da interessare la pareto anteriore del torace e derocchè , siccome risul!ava dalla Storia, fino ùa principio e nel denudare l'arteria ascellare sinistra , distruggendo insin un secorso della rn:.ilallia amministrò intc rnam,mte all'infermo l'idriogmento del nervo mediano di quel lato: quindi dopo avere traidato di potassa e la cicut~; ch'egli aveva raccomandata la lavalato diffusamente delle Yarie fasi della malattia e del metodo di tura delle ulcere con la soluzione di nitrato d'argento al fine di cura, accenoa alle profonde lesioni viscer..ali sfate riconosciute dislruggero le super!icie lardacee e fungose, forma otisi nelle me· nell'autossia. 'fel'minala qaesla letlura , prese la parola il Dott. desime ~ noi seni fistolosi; eh' allo stesso oggetto di modificare Perelti per domandar al' Dott. Malvezzi se nell'arlo dove sì_ rinle suddette superficie aveva adoperala la soluzione d'idriodato "lijfrne distrutto il nervo mediano per il lralto d'a!cuoe hnee, di potassa ; cli' altro nde credeva egli che si possa soccorrer alla si'ano comparsi fenomeni indicanti la mancanza d'azione del natura onde possa lilicrarsi dalla diatesi scrofolosa od alnervo corroso od all'ppposlo. Rispose il Dolt. ) [a!vezzi asserendo tra qualunque, acutizzando il male lo1=ale, espressione della menon aver ossen11lo paralisia dell'arto, la quale altrondè sarebbe desi.m a; che per ultimo reputava inutile la pratica di fonlicoli facilmente stata riconosciut:a e da esso lui ch'ebbe a medicarlo artificiali in una persona in cai eran aperte vaste e profonde ulper lungo tempo e dal Oott. Nicolis Medico Divisìonale Consucere naturali, siccome si scorgeva dall'osservazione per esso lui 1enle, come pure_dal Dolt. Mansueti con cui ebbe a visitare frelelta. quentemente l'ammalato, Il Dolt. !'eretti, fatta la distinzione dei tumori fredd i idiopatici Al fine di dar uoa spiegazione intorno a cc testo fatto il Segreda quelli dipendenti da diatesi e designata la cura ai medesimi tario Dott. Pizzorno disse che, essendo il nervo mediano nella opportuna, soggiunse come si debba avere riguardo alla loc,}lità Il'.}assima sua parte composto di fibre senzienti , dimostrate dalje che occupano; imperocchè, posto ad es. uno. di co.lest_i tamor~ sue terminaiioJ!i in g~ande parie cutanee, dalla presenza di ·piccupaute uno spazio sott'al muscolo slerno-cle1do-maslo1deo , s1 coli ingrassamenti d'apparenza ganglionarè che Andrai e Laha ii-timore che il medesimo possa aprirsi internamente, se abcro'ix hanno segnalalo nel lragetto de'suoi filetti nervosi nella banclona{c1 la cnra !oc.ile, ed infiltrare si possa il pus per le copalma.' della mano e dalla comunicazi.one· della sua estremi.là municazioni del tessuto cel_lu.loso nel pello ; in questo caso, egli centrale éon i cordoni posteriori della midolla spinale (del che è conchiose, ed in altri analoghi dovranno i tumori in discorso esfacile cosa rendersi'ragione per mezzo della macerazioi.ie nell'alser aperti, ancorchè fosse riconosciuto esser i medesimi seconcoole ), ed e~sendo le 'fibre ll!Otrici del ne rvo mediano in piccolo dari i e dipendenti da affezione generale. · numero e prese ad imprestito datli altri nervi del braccio, è proA questo punto fu chiusa la seduta), rimandando la continuababile che la lieve parc•lisia del moto e la maggiore paralisia del zione della discussione alla succès,iva Aùonanza.


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PARTE SECONDA. BOLLETTINO UFlnCIALE

RIVISTA DEI GIORNALI. ·S UNTI DEl MEDICO DI BATT. DOT1'. GIACOMETTI. GRAH{ l'ROSO.PALGIA LATERALE Sll'ilST!\,i, GUARI T A

Acciocchè ai ~fodici Mi!ìlari già apparte'nenli alle varie Provincie d'Italia ch'ebbero fusione con gli Stati Sardi fosse accordata l'inscrizione presso il Consiglio Superiore Civile di Sanità dal medesimo ordinata con suo .Mauifeslo dei 4 d«I p. p. mese di marzo e fosser eglino per tale modo in gra .:o <li prestar il servizio che loro incombe a domicilio de' Militari de' proprii Corpi, il Consiglio Superiore ì\Jilitare di Sanità fece in proposito i suoi ufficii presso S. E. il .Ministro d~lla Guerra che si degnò ollenere la seguente provvisione dal Ministero dell'Istruzione pubblica la quale, inserendosi testualmente nel Giornale di Medicina Mili tam, s'inle:,de valga di comunicazione ufiìciale a lulli i i'llerlici :\Jilitari a cui è relativa. Il Presidente del Consiglio Sup . .Militare di San'ilà

R11nrn1. Copia di Not<i del Ministero dell' ]sir. Pub&., diretta a quello del[(i Guerra in data dei 12 di maggio 4 852. Vista la nota nominativa dei varii Ulliziali Militari di Sanità Lombardi, Veneti, Parmensi, Modenesi e Toscani che sono stati ammessi al llegio servizio nel tempo della fusione dello altre Provincie Italiane a questi Stati, che il signor Ministro della Guerra ha trasmessa a questo M1ni~lero dell'Istruzione Pubblica per la loro au{orizzazione all'esercizio, il sol\oscrillo noia: . 1° Che, per quanto concerne gli Uffiziali che ap· part'!nevan alle Provincie unile, la Laurea da essi conseguita in alcuna delle Università delle Provincie medesime, è· egualmcnt.e valevole come se fosse stata conseguita in alcuna delle Uoiversilà de' Regi i Stati, purchè siano quegli Ufficiali entrati nei Uogi i Stali prima dei 22 di gennaio 1850 e v'àbbìano stabilila la loro permanente dimora in conformità degli ordini emanati <lai Governo. Siccome però i Consigli Provinciaii di Sani tà non debbono riconosr.er e rcgiat.rar altri Diplomi f;he quelli emanati dalle Università dello Sta to, così, onde mcl!ersi in regola, gli Uffiziali' sanitarii di cui si tra tta debbono presentare quelli ottenuti nelle Uni versità suddelle al Consiglio Universitario di Torìno colle gioslificaziot1i di coi sovra e q1iesto loro spedirà altro Diploma ·senza costo di spesa, e ciò in conformità tlel dispos10 dal H. pecreto òei 1G d'aprile 1850; 20 Che, per quanto conecr oe gli UITiciali Sanitarii appartenenli alle Provincie della Toscana, siccome non vi fu con queste alcuna fusione, così i medesimi debbono considerar3i come slr~1ieri e , come tali, non possono esser ammessi all'cserciiio in questi Stati, aù eccettuazione ch'abbiano oltenuto la conferma della Laurea, per la quale dovrannri assoggettarsi agli esami stabilili dai Regolamenti, a meno che otteog_ano dal Consiglio Superiore Civi le di Sanità analoga autorizzazione in conformità del .Disposto dagli articoli 11) e 2° do\ H. Dec1·eto dei 5 d'agosto 185'1; 50 Che queste disposizioni son anche applicabili a qoei Med ici !\olilitari che , sebben appartengan alle Provincie unìte, hanno tultavia conseguita la Laurea loro in qualche Università della Toscana o della l•rancla. Soflos<ritto: Pel Ministro dcll' Jstr11r;one pubblica Il Primo Uffìzia(e POLLONE.

cou: APPLICA.ZlOl'iE DELLA MAGl'il!TE.

( J)a. u.na Storia del JJott. V1r;c. Gucomnn ).

L' Aulore, dopo avere . praticalo in vano il melo do di cura razionale, quindi il rivulsivo, il perturbatore, come insegna Ualliday, l'ago-puntura, il sottocarbonalo di ferro, secondo il melodo di Ellioston ed il solfato di chinina, si risolse · a sperimentare, in seguilo alle ripetute e felici osser\lazioni di Flouret, l'uso della magnete. L'applicaztone fu operala nel modo seguente: menlrn l'ammalato trÒvavasi da ùne ore io uno dei più atroci accessi di nevralgia, egli infisse due aghi d'acciaio nella ente, l'uno tra il foro infrorbitale sinistro ed il naso, l'allro sulla froote; indi sovrappose ad essi una magnete artificial(!_iu modo che il suo polo australe p.oggiasse sull'ago della fronte e l'altro su quello del uas•J. Due o tre minuti dopo l'applicazione staccò la magnete e l'allontanò lentamente strisciando sulla cute verso l'ore~chia sinistra e quivi, alzatala , la portò in vicinanza degli aghi di tanto che elessero segno di sentirne l'inOuenza. E , com' 1;bbe cosi praticati varii giri, l'infermo .in meno di quattro minuli cominciò a lagrimaro dall'occhio sinistro, ad ammicare fortemente lé valpebre e non scorsero sei o selle minuti in tutto che era caduto io uno stato di sonnolenza da lieve affanno di respiro accompagnato, dalla quale scotevasi di tratto in !rallo come trasognalo, per ricadervi irnmcdialameole. Al lora, ,diretti alcuni giri sull'asse longitudinale del corpo, l'armnalato, da sedulo ch'era, cadde ben toslo sdraialo sul letto profondamente addormentalo. ]?u lasciato un'ora circa in tala stato e, sveglialo, era com' eslerrefatlo, emetteva larghi sofiii dal pctlo lagnandosi d'un tal quale senso di stringimento a questa cavitit e di calorn che offendevagli il capo e la faccia; l'occhio s inistro sembr.avagli d'un volume enorme, come minacciasse 0i. schizzar fuori dall'orbita e lognavasi di sord ità all'orecchio sinistro. Tutto quest'apparato di fenomuni si dileguò fra pochi minuti, nè più restava alcun senso de l dolere prosopalgico il quale non è più comparso , tranne due fitte che nel succes,ivo giorno come lampi scoccarono, dirigendosi cl:i.l Iulo sinistro del naso rerso la fronte ( I). ( Gazz. 11Ied. Ital. Lombarda, nurn. 18 ). SO T.l'ATO Dl BliBEIH~A 1'ELLA CUI\A DELLE l'Elllll.\l l NTEJ\nllTT~:"iTI.

( Nola det doti. llEcQut:r.E1. ). La beberina è un alcaloide che si ri cava dalla scorza e dai frulli d'un a.Ibero che cresce alla Gu,ia"na sollo il no me ùi Bebera o Sìpirr. li Do!t. Becqucrel la speri menlò accuratamente in selle persone tocche da febbri (I) Collo scopo principalmente d'invesligare se l'applicazione della magnete artificiale possa sostituirsi all'oso dell'etere e del cloroformio nelle opernioni Chirurgiche si son iniziati alcuni Sperimenti di cui parleremo a suo tempo. Per ora io noto ehe avendo di concerto coll'egregio Oolt. Ti!ppari applicato quesl!) imponderabile iu un caso di neurafgia t~mporo-r ariet·ale destra ' non si è ticava!o aknn glovarner.\o (Nota della n~d. della Riv.)'


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ititer.i ittenti bene caratteriz.zate I antiche, recidivanti e tenaci , delle quali cinque erano terzane e l~ altre due quotidiane: In due casi di febbre te rzana il solfato di beberina non manifestò alcun'azio11e, mentr• negli allri cinque d! cui tre di febbre terzana e dne di febbre quotidia.na, gl( accessi furono compiutamente soppressi con una sola gramma del dello solfato, un sol caso eccettuato io cui si dovette impiegare la dose di 2 grammi. A qut~sle nuove spcrienze appoggiandosi Becqnerel coochiode che, sebben inferiore al solfato di chinina 1 tuttavia quello dì beberina rwr le sue proprietà febbrifughe sarebbe, in caso di necessità, uno de' suoi migliori snccedanei,. tanto pi ù che il suo prezzo è mollo minore di quello. {Gazz. lJfed. di Parigi, N° 18). SALE ~!ARINO I;SATO CON'tllO I SINTO)ll PJU' GRAVI DELL '1rnnrnTA'.

Il l)ott. Lalaux sperimentò a lai uopo l'utilità di cli · steri di ·sale marino: la soluzione injetlata per clistere è di quattro cucchiaiate di detto sale sciolte ,in quattro bicchieri d'acqua tiepida. Produce essa un forte sconvolgimento dietro il quale tulle le funz ioni rilornan in esercizio. Qneslo mezzo ha sull'etere e sull'amrnouiaca il vantaggio d'essere facile a trovarsi dovunque ed è forse più polente dell'ammoniaca stessa a fare cessar il coma che succede all'avvelenamento alcoolico. llELr,ADù:oìN'A NELLA CURA Ol>LL 1 EP1LES5LL

Recenti sperienze venner a corroborare le osservazioni già prima d'ora fatto snil'azinne benefica deil'alropa belladonna uella cura dell'epilessia. li Dolt. Frede'rik al quale sono dovuti gl i nllimi clinici sperimenti sn questa sostanza, l'amministrò nella maniera seguente: acqua comnne 185 grammi, eslrallo di btilladonoa 15 (;entigramnii da iH·entiersene !re cucchia iate al giorno. Si rnct:omandà inoltre all ' iofermo di prenderne una cucchiaiata ogni qual volta prova i sintomi presumibilmente precursori degli insulti epilellici. Ci,01\0I•ORmO

IN l' O!IATA CoNlR') L'E mCRANIA E LE NEVllALGll:I.

Non solo fu 11ltim'arnente riconosciuto efficace il cloroformio nella cura delle nevralgie e del!' emicrania soniministrato in pozione, ma s'ebber ollimi risn ltamenti dalla sua topica applicazione. È ovvia la pomata colla formola segue11te: cloroformio puro grammi 12; cianuro potassico grammi 10; grasso di maiale grammi 60; si uniscano esattamente a freddo. Però nella slagioue estiva sarà bene aggiunger al grasso tanta cera da conci liare a!la massa una consisteuza conveniente. NUOVO PI\OCESSO DI CRElLOPLASTlA SUPE!\10.RE 01

Sédi/lot.

Esso consiste nel ta~li~re da ciascnn lato della regi on e mentoniera e nella spe$Sezza della guancia lembi yerticalì quadrilateri a base superiorn di cui lè dimensioni sian in rappor!o colla perdila di sostanza che sono destinati a rimpiaz1.are. Questi lembi dissecati sono portati dal basso all' alto, l'uno incontro all'altro per un moto d'un qu~rto di rotazione. senz'inversione delle. loro superficie, e sono riuniti sulla linea media con due punti di sutura ìntorcigliata. Per formare poi il bordo libero del labbro sono riunite la mucosa e la pelle fra loro colla

sutura a sopraggìllo: in fine con alcune spille sono rav..: vicinale le brecce risultanti dalla formazione dei lembi. Come si scorge questo processo del Sédillot non 'è che un'ingegnosa applicazione del metodo Indiano. Egli lo ha con successo praticato in un Sol,!ato il quale per ulcera cancerosa aveva perduto il labbro superiore in tolalita e.d una parte della guancia sinistra. L'operazione, sebbene lunga, terminò felicbrn~nte e la. guarigiono due mesi dopo era compiuta. ( Rivis{(i

lrfe.dico-Cltirurgica cli.Parigi, aprile 1852 ).

STR{!?,1EìSTO DEL DOTT.

Frane . Betluomini

PER ESTRARRE

. n ,H , LA VESCI CA I COI\PI l~LESSICIL I.

Prendiamo motivo da che il Dottore Fantozzi l'adoprò con successo nell'estrazione d'una forcella da capelli dalla vescica d'una donna per indicare le parli principali di cui cornpouesi questo strumento il quale, per la sua in;egnosa semplicità e per l'utilissimo uso a cui serve, mollo onora il Chirnrgo inventore. Componesi esso d' una pinzetta longa da 22 in 25 centimetri ehe quand'è ch iusa costi-tuisce un fu,to press'a poco cilindrico e rassomigliante ad un catetere rettilioeo. Le due branche , dopochè hanno afferrato il corpo est~ant>o con le dentellature di cui sono munite alla loro estremità vescica!(~, posson essere fissate fra di loro per mezzo d'.un anellino che s'avvila all'estremità r,pposta. La pinzetta è mun ita poi d'una cannula dentro la qtiaJe si poò mover in avanti ed i1~ dielrn mediante un rocchetto analogo a quella aggiunto al litotritore di Hcurletoup. Per esegnire l'operazione s'introduce in vescica la pinzetta chiusa e, quando è stalo afferralo il fi lo metallico, si fissa con l'anellino a vile; s'illtroduce poi ; conducendola sul fusto d(1I la pi niella, anche la· cannula e questa è tenuta fissa dalla mano sinistra dell'Operatore, mentre la destra, girando il rocchetto, porta in dietro la pin-lella e con essa il corpo estraneo che è costretto a piegarsi e nascondersi in gran parte dentro la cannula da essere facilmeule eslralto. J\ella Gaz,etta Toscana delle Scienze Medfro-Fisicfte l'Inventore diede una minuta descrizione eù il disegno di questo ~trumento ch'egli propone ùi chiamare Cisticamptulco ossia estraente dalla vescica corpi flessibili.

( Vedi del detto Giornale il num. del 1° sell. 1850 ). I.KJllZIONl COLLA SOLUl.10:'l!E O' ACETATO Ol .PIO.IIIJO NEL°LA

CURA DJl:.LL'URETlllTE fiLEìSìSORHA GlCA, DEL DOTT. RUYS.

LA'utore, parteodo <lai principio che l'urelri te è una malattia totalmente locale, di raro sifilitica e che risjede unicamente nella fossetta navicolare, la cura colle inje· zioni d'acelalo di piombo liq11ido nel modo seguente praticate : l'ammalato afferra col dito medio ed ane!Jaro il pene, mentre col pollice e coll'indice tien aperto il meato orinario: allora, rialzando la verga contro l'oddomine, fa un'injezioae portando la punta della sciringa vicino al suo orifizio senza però farla penetrare. In questo modo il li· quiclo iniellalo con una certa forza non penetra fuorchè' ad un pollice o ad un pollice e mezzo di profondità nell'uretra, dove si mantiene per due min1,1ti La dose dell'a.:. eelato di piombo cristallizzato è di dieci gramme sopra ducento d'acqua. Ne1. selle casi addotti dal!' Autore d'uretrite curala con queste iniezioni la guarigione è stata rapida e pronta ( Arclt. Belg. di Med. Milit., num. 2 ).


l

DBLL.\ .FLESSIONE DEI MEMBRf ,CO!fB MEZZO PER S,0 Sl'EN· DBll l!D

AN'éirn PER

ARRESTAn1i L'ÉllfORUAGIA

Rl0$A ; 01 BOll lLLIEll,

ÀRTE-

'

Recenti sue o; servazioni confermano l'ètncacia di'queRto mezzo emostatico estemporaneo, stato sin dal ·1854 da :.\falgaigirn pel primo consigliato ; mezzo il quale consiste riel ' piegare for temente il membro, da usarsi quand' in corr1spondeoza della sua piegatura è stata lesa l'arterìa. · ( Ibidem). -~

I

SUNTO DEL DOTT. P. :\IOTTll'\I. CASO Dl CO:\ll'I\ESSIONE DELLA POltZlO NI! SUPERIOI\E DELlrA MIDOLLA Sl'INALE FATTA DALL' .U'OFISI ODOJSTOJDJ!; DEL D'OTTOI\E JonEI\T DI LA:\IUALLE.

Verso la metà del mese d'ottobre dell'anno p. p. riparava all'Hòtcl-Diw di Parigi un giovine in ~ à d'anni 20 per tumefazione dolorosa al collo con fistola 3lq11anto iufe. riormenle e posteriormente all'apofisi mastoide destra; mai'~tlia che dura~·a da un anno circa. li dla1f!elro.tr.asverso d.ella regione cervicale della colonna vertebrafo era mollo sv.{iuppato , offrendo l'aspetto d'u.n cilindro assai largo. Introdotto uno stiletto nl'l tràgt'lto fisto loso si poteva spingerlo sin cootr' una superficie oss.ea. L'ammalalo non si lagnava gran fatto, nè avea sofferto nella sua costituzione. Comi nei a va ad alzarsi dal lello, quand' ai 26 del citato mese si manifestarono dolori al collo, tqrpore al braccio sinistro, e nel maltino del giorno 27, alzando con violenza il capo dal letto, vi ricadde colpilo da paralisia compiuta del tronco e de' membri : la pelle della faceia sebbene di colore cianotico conservava la sensibilità ;-erano super· stili i movimenti dei muscoli del volto, della lingua e degli occhi. Ma la voce era quasi estinta, avvegnachè, se prima poteva pronunziare sì e no, in seguilo poi alle domande che gli erano fatte e che dimostrava comprendere benissimo, rispondesse solamente con i movimenti de' labbri corrispondenti a quelli dei monosillabi stessi. Dopo breve mezz'ora di siffatti patimenti moriva l'ammalato. Nella sezione cadaverica seguitando il lragello fistoloso, si attraversò una 1:1assa muscolare infiltrala, biancastra che si riconobbe essere stata sede d'un processo flogistico, senza trovarvi pus inJìltrato o raccolto. Tolli i muscoli, fu messa al!o scoperto la porzione destra dell'arco posteriore della vertebra atlante mobifo per il lrallo di due centimetri e mezzo circa, in!ierameote neerosata, aderente alle estremità col mezzo del perioslìo alla parte ancora sana dell'osso . La poriione sinistra dell'arco posteriore dell'atlante sembrava illesa ; il suo arco anteriore presentava ségni di pregressa flogosi molto a,·anzata per cui era denudato del periostìo; l'usura del souile legamento che l'unisce anteriormente all'osso occipitale lasciava scorgere una lesione di quest'osso, la superficie articolare del quale era denudata ; uguale alterazione si rjnvenne sulle facce articolari dell'asse, iu ogni lato, dell'odontoide. Ma il guasto precipuo consisteva nella mancatiza totale del lega• mento trasverso che frena posteriormente l'apofisi orlontojde., p~r C\Ji ne' movimenti di quelle parli questa sporgeva alj'i11 d.ietro comprimendo la midolla spinale contro gli ar· c_hi po~teriori delle due prime vertebre cervicali; la porzione di dura .madre ivi corrispondente era talmente usata c~Je _la detta apofisi sj toccava a nudo nel canale verte• hrale; l'asse era pure portato molto in dietro, comprimef!çlo coH violenza la midolla , guasti essendo gli altri tessuti m!)lli e legamentosi di quella regione.

L'Auto.re fa dipeodere da q.u.esta compressione la qusa immed•ata della morte. SecQndo il.µieòes iµ10, il tumore bianco ebbe principio nella membrana sinoviale, indi si diffUSf:ì ai l~.g~menti ed agli ossi ; sil1) ll.t le,sione perçorse nel caso di cui si d is.:orre, gli stessi periodi, dei tumori bianchi delle al'tre articolazioni ; sin"tomi di ,d,i,sturbo nei movime11ti della regione cervicale, ostacoli pelle funzioni degli organi adiacenti, dolori di varia intensità diffusi dalla regione 'cervicale alla lesta ' ecc. L'istantaneità della morte derivò probabilmente dalla subita rottura dei legamenti che tengon in se~to l'apofisi odonloide, d'onde la compressione della midolla spinale che in ogni allra sua parte s.i rinvenne illesa, la paralisia del tronco e degli arti ed un'improvv,isa asfissia. L'intelligenza si mantenne compiuta e l'esercizio delle funzioni pare siasi per un istante .incentrato nella faccia e nel cervello. Fu pure da noi os~ervato un caso di morte quasi istantanea, specialmente prodotta da lacerazione del legamento . trasversale e meglie anellare del nostro Professore Cav. Dcmichelis, ossia di q1iel robusto fascio legamentoso il ql,lale con direzione trasversa s'allacca alla faccia interna delle due apofisi articolari oblique dell'allanle, formando in un coll'arco anteriore di questa vertebra. un anello che circonda il processo odonloide de lla seconda vertebra cervicale: essendo questo uno de' più rari casi, crediamo prezzo dell'opera farne brevissimo cenno. Nel mese di maggio 1845, un giovino agricoltore, ro . busto, cadde da un gelso percotendo col capo sul · solloposto terreno. Alcuni suoi compagni ch'erano poco distanti accorsi per soccorrerlo, a vendolcrrinvenuto quasi in istato di morte, spaventali lo trasportaron allo Spedale ·Ci vile di Brescia, situato a breve dislanza dal luogo dello sgraziato accidente, onde gli fosse dalle persone dell'arte apprestato un pronto sollievo. Ma non appena ebbe riparo allo Spedale , il Chirurgo in Capo e cou esso gli altri Medici e Chirnrghi dello Stabilimento, nel novero de' quali io mi trovava io quel tempo, rièonobbero loslo disperalo lo stato dell'ammalato. Questi di fallo presentava un apparato di sintomi il più allarmante, fra i quali quelli che particolarmente io ricordo ancora erano: l..t paralisia del senso e del moto di lullo il corpo, ad ecceuuazione della faccia, in cui notavasi solamente nna lai quale lentezza d'azione dei mu~coli ed era questa tinta di colore rossocupo ; intelligenza oppressa ; voce e loquela estinte; respirC\ affannoso ; battiti del cuore tumultuanti. Oltre agli altri mezr.i , furono praticate due abbondanti , sottrazioni di sangue nelle poche ore di vita che r imasero all'infermo senza che ne ottenesse sollievo alcuno. Il sangue estratto era assai denso e nero. Nella necropsia chiamarono specialmente la nostra attenzione le lesioni seguenti: iniezione vi~·a capillare san. guigna delle meningi cerebrali e la lacerazione del s11 descritto legamento anellare che tiene iq ses,to il processo odontoide. · Risulta evidente che la rapida morte del citato giovine fu la seguenu del gra.vissimo disturbo nelle funzioni della midolla spinale importantissime' pel magistero <;!ella vita, provocata dalla compressione che sqlTerse questa nobil is. sima parte del sistema nervos_o per parte dtJI pt:ocesso odontoide, fon iato dalla sua sede naturale; sede in cui l'Arte non ha potuto ricondnrfo mantenervelo in sito in ll)odo fisso. ·

per

Il Direttore DoÙ. COMISSETTI Med. Div. Il Vice-Direllòrè responsabile Doti. B;i.r. de Beauf?rl M, .B..

'l'orino,' Pelazz~, 1852, Tipografia S1~balpina,, vi<c\ Alfieri, ·o~ ~4


___ __ ----......-----~-------------------~...---.. ,.--__. ANNO I ..,,..

( ai 2 di giugno 1852 )

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GIORNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DELI/AR~IA'fA SARDA. L'associazionenon si riceve che per uo anno e comincia col t O d'agosto. li Giornale si pubblica nel lune~ì di ciasche duna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

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L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipali. Le associazioni per i non militari ricevonsi alla TtPOGRAFlA SunALPINA via Alfieri, numo 24. Le fottere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnale da vaglia postale.

So:m nnxo. - 10 Do\l. F ADRE: Su la Clinica orale ed operativa del Prof. èommend. RrnE111. - 2° Dott, ì\b:Nil\DI: Su la cura dell'idl'arlrosi - 3° l)ett. VEZZA Nt: Pleuro-polmonite complicata - 4° Doti. ComssETTI: Strozzamento infiammatorio del piode curato con lo sbrigliamento - 5° Dott. V Al.ZENA: Adenite cl'onica - Go Relazione delle Conferenze Scientifiche - '7° noti. Mol'TIN1: Rivista, dei Gio1·aali.

l)ARTi PRHIA. ANNOTAZIONI SU LA CLINICA ORALE ED OPERATIVA DEL COH~IEND. PROF. RIBERI (Tracciate dal Dolt FAnR&).

SU IL B&Clll&RTR.OC1&C:E (f/edi il numero precedente).

Dopo che vi ho, Signori, intratteout.o con qualche . diffusione ·del rachiartrocace giudico bene descrivere immediatamente , secondo che aveva promesso entraod'io discorso, alcune osservazioni io proposito , provauli i precipui principi i sopra stabilili, costituenti anzi le principali fonti da cui ho dcdolli coLesli principii e comincio da quelle delle due ragazie che mi hanno sporta l'occasione di favellare su questo tema. Oss. 1.a compilala dal Signore Depraz distinto Allievo della Clinica. Una di quelle ragazze , Margherita N., dotata di temperamento linfatico e d'abì;o scrofoloso manifesto, in età di due anni , fu ricoverata nella Clin,ca ai f4 d'ottobre p. p. per racùiar- · trocace con cifosi piuttosto vistosa e formata dalle apofisi spinose delle due ultime vertebre dorsali e della prima lombare con inerzia nel camminare. Coe• sisteva in essa lei un'enteritide l·enta con diarrea e·con tumidezza, del ventre, dipendente dalla stessa causa scrofolosa che generò il rachiartrocace e favorita forse anche da 11n vizio d'ioàerv.azione de'oervi splancnici i quali dov'~ppunto esiste la cifosi si distendon in molti rami per raggiungere l'intima tessi.tura delle viscere addominali. Essendo già presentì 1tlc11ni de'segni e sintomi presuntivi di cu_i vi bo in un -altro trattenimento parlato, indreant.,i la forma1.ione dell' ascesso nella parte anteriore della colonna vertebrale, si smise

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l'idea di praticar salassi locali e si prese l'iu.dicaziooe di praticare due rottarii ai lati della cifosi con la pn-

tassa caustica; di ricorrere nel t.emr>o stesso all'uso di cutaplusmi rnollitivi e dì prescrivere, nvuto riguardo all'eoterilide leril.a, una dieta tenue ed il de~ cotto bianco del Sydheuam. Dopo venti giorni dello uso di questi compensi essendo la diarrea diminuita~ si volle tentare l'uso interno del joduro di ferro in piccola dose, ma si do-vette subito sospenderlo per l'aumento della diarrea G ritornar ai mezzi stati intra-lasciali. Ora che da tre mesi circa sì continna CO· testa cura e che· sonsi· praticati due alt1'i rottorii i quali, com' i p1:imì, foruiscon una suppornzi,ooe abbondante e di buona. uatura, la cifosi è alquanto diminuita e la diarrea mollo scemata; però continua il ventre ad essere molto voluminoso, epperciò si dehbe. insistere nello stesso metodo curativo per ritentare ph.'t tardi-, vinta l'irritazione intestinale, l'us0 di rimedii diretti a combattere la ctm$a scrofolosa, come l'olio di fegil.to dì merluzz.o, il ferto e sin@. 'Seb~ bene siélsi gi~ otteonto un sensibile 1niglioramcoto, a,•ulo tuttavia riguardo alla causa scrofolosa, alla consocia entet'itide lenta generata da causa conga-.. nere ed alla suppuraziol\e second'ogni probabilità in· cominciata, il proaoslìco è molto dubbioso e da lasciarlo portàre dal tempo. Oss. 2.a compilata dallo stesso Signol'e Depraz. Teresa Magliano: anni 4; temperamento linfaticn; co· ~tituzione debole; abito scrofoloso; soggetta prima dell'età di tre ùoui ad ingorgo delle ghiandole mesenteriche e cervicali ed a male d'occhi, coliche e diarree abittrnlì, da otto mesi e1·a laugueote, indifferente, s'affalica~a per un nonnulla, perciò ricusava di mo• versi; carnminançlo dondolava spesso, urt,ava nei corpi per poco rilevati dal suolo e cadeva e, stando ritta della persona , i suoi ginocchi vacillavano e sì pie.gavano: da questi i11dizi e daHa comparsa. della cifosi s'accorser i parenti deUa malattia: non. curata, crebbe la, cifosi e crebbe altr.esì \.'inerzia delle estremita infe11iori per modo che fu costretta al letto e più tardi fu, accettata nella, Clinica ei~è nel mese d'ottob11e ultimamente passato essendo nel, seguente stato: note,vole cifosi della regione lombo dorsale ! quasi del tullo sma:rriti i movimenti volontarii degli arti addominali con sensibilità aumentala: enuresi.: diarrea ostinata : macilenia ed incoante cachessia, :


3~4

febbrelLa vespertina : pelle secca e calda : dolori nella cifosi vivi ad tactum. Col riposo, con un alimento parco e blando e colla decozione bianca del Sydheoam a cui s'aggiunse il sciroppo di papavere ristagnò io veo~i giorni la diarrea. Si stabìlirou allora due rotto rii ai lati <lella cifosi, i quali . avendo, dopo un mese e mezzo di spurgarucnto coadj uvato dai cataplasmi mollitivi, ridotto quasi al niente il dolore locale, si praticarono due altri rottorii e s'ebbe nel tempo stesso ricorso all'oso interno dell'olio di fegato di merl uzzo alternai.o con quello del protojodu ro di ferro. Essendosi · sul finire del terzo mese di cura praticato u11 quinto rottorio continuando sempre nell 'uso interno dei lestè detti rimedii, s'ebbe la soddisfazione di vedere scemato dell:.1 metà circa il volume della cifosi, cessali i dolori locali e la morbosa sensibilità degli arti addominali , ritornati in parte i movimenl i di r1uesti e notevolmente migliorata la .s~nità gener·ale. In questo stato di cose i suoi parenti avendo desiderato trasportarla per qualche tempo in campngrw, s'aderì al loro desiderio con la condizione che si continuassero i ,·ottorii ed i rimedii in corso. In questo caso c!Je voi, Signori, avete con nie osservato non può rimanervi dubbia l'utili tà dei rottorii nel racbìartrocace, soprattutto la sua efficacia nello spegnere il dolore locale : v'è dal medesimo provata la frequenza dell'entero-rnesenteritide leuta con diarrea quale coa[eziooe del racùiartrocace; v'è parimente provala l'atilittt dell'olio di fegato di merluzzo e delle preparazioni jodiche e ferruginose per combattere il vizio scrofoloso che è così sovente a base del rachiartrocace, massimamente ne' ragazzi. Per buona ventura non era ancor io questo caso succeduto l'ascesso e ciò potevamo fio ad un segno prevedere per l'intensitlt del dolore locale il IJnale, se nel form arsi la suppurazione è vivo, suole per soJiLo ammansirsi uoa volta questa elahoruta. Oss. 3a compilata dal Sig. Dott. Reynaud1'.. Gio. ~inetti: anni 16 : temperamento linfatico: per più anni affetto nella sua infonz.ia da entero-mesenteritide con ventre assai 1oluminoso, guarita con l'uso continuato degli oli osi: datosi nell'anno 1.846 al mestiere di cal1,olajo e lavorandn, pasciuto di cibi malsani e scarsi, in un luogo umido al piano terreno fn , dopo tre mesi di siffatto lavoro, travaglialo da vivi dolori lungbesso )a spina per cui malamente reggevasi in piedi con perdita d'appetito e poco stante da cifosi occupante la prima e seconda vertebra lombari , per cui due mesi appresso cioè su i primi giorni di maggio dell'anno 1.84.7 si present ò alla Clinica. Sì lagnava di vivi dolori premendo la cifosi; il suo tronco era molto incurvato ; te coscie piegate innanzi ; la statura rimpicciolita e tolta difforme; i calcagni avvicinali alle natiche; camminava laboriosameDlc soste~ neodo il tronco con le mani appoggiale alle coscie e dopo pochi passi era affaticato e gli arti diventavano impoteuli a regger il peso del corpo ; stato generale passabile. Essendo i suoi parenti sufficientemente agiati e solleciti del suo ristabilimento ed abitando un paese d'aria sana diedi il consiglio di ricondurlo, smessò il mestiere di calzolajo, nella casa paterna; d'applicare due volte le mignatte alla base della cifosi, coprendola di poi con cataplasmi mollitivi ;- di praticare pii:1 tardi due rottorii ai lati della

medesima cooliouando sempre i cataplasmi ; d' usare uo cibo blando e scarso da principio e più tardi . ' .outrreote ma non stimolante ; di bere acque ferrugi·' nose e di mantenersi il più possi bile immobile oélla ~ositura ~rizzo~tale. T~tto ciò essendo stato appunt100 eseguito dar parenti e C11ncorrendovi il nuovo e migliore genere di villo e l'influsso dell'aria nativa, avvenne che siasi egli cioque mesi appresso cioè su lo scorcio del mese di seu.eml>re del detto anno ripresentalo alla Clinica perfettamente r,u:irito dal racliiartrocace e dalla cifosi. Però tre 'tlme~i appresso cioè so lo scot·cìo del mese di dicembre dello stesso anno fece egli ritorno a noi per un ascesso grande com'una grossa mela, occupante la regione anteriore e laterale sinistra del ventre al di sopra e nella direzione della cresta iliaca e stato preceduto da vivi dolori nella sede della soa evoluzione, il quale essendo rosso e doloroso al tatto, profondamente ondeggi&ote e circondato da un cercine duro alla base e non svaoeodo nè puoto, nè poco con la pressione, c'indasse . a creder eòser idiopatico e non avere alcuna relazio:1e con il pregresso racbiartrocace. Hel rimauente il Minetti godeudo perfetta sauiLà, gli si diede il consiglio di coprirlo cun ceroLto di diaquilonne e di ritornar a noi qua ndo fosse piit vici uo a maturità: ma d'allora in poi nulla più si seppe di lui. · L'utilità dei mezzi suggerili dall'Arte superò qui l'aspettozione per la prontezza con cui s'otlenne la guarigione. Certamente non sarebl>'egli guarito così presto se fosse stato accettato io un c100\che Spedale. Vi prova ciò, Signori, quanto possa l'utile inllusso d'un'aria libera, bene ventilata e scevra da miasmi. E' evidente che cotesto racbiartrocace fu promosso da una causa predisponente ~scrofolosa ed occasionale rerrmatica. E' por evidente che in questo caso Ja cifosi non moveva da distruzione, mo da semplice ingorgo flogistico delle fibro-cartilagioi e delle vertebre. Sarebb'essa guarita se già fosse succeduta distruzione? Nè farebbe contro a q1Jesta conchiosione la circostanza del testò citato ascesso quando fosse pure stato sintomatico e congestizio io v~ce che offriva tutti i caratteri d'un ascesso lento idiopatico, non avente alcun'altra relazione con il r•achiartrocace foorchè per gli elementi di causalità. Oss. 4• compilata dal Sig. Dott. Giacomit1i. Giovanni Serra : noni :1.8 : temperamento sanguigno: costituzione atletica: nato da parenti sani: uon sta to mai ammalato: ricoverato nella Clinica ai 28 d'aprile i827 per racl1iartroeace con dfosi. Provò tre anni prim11 cioè nel!' autunno del i.82.5 per violento sforzo una grave storcitura delle vertebre lombari nella loro unione con le dorsali, seguita per alcuni giorni da ematuria. l o tre settimane cessarono, secondo che narrò, gli effetti di cotest'accidcnte. Nella primavera dello stesso anoo disse aver~ sofferta una coxite sinistra elle risanò con l'uso di sostanze grassose, superstite però una molestia nello stare seduto. Vigendo ancora cotest'incomodo oell'autunno dello stesso anno fu egli più volte esposto a dirotte pioggie ed assalito in conseguenza da nuovi gravi dolori lombari e poco poi da ischiade sinistra, contro a cui :ivendo adoperato non si sa quale linimento caloroso, perdette egli l'uso del membro corrispol)dente, nè valsero a restituirglielo le Terme d' Acqui. Sostenne allora paz.ieo-


2$t:;

temente .i suoi mali sin all'autunno del 1826 in cui cominciaron ad alzarsi in cifosi le due· ultime vertebre dorsali e si smarri del tutto il movimento dell'arto addomi o.aie sinistro ed in grande parte anche quello del destro con vivissimo dolore che dalla sede della storcil.ura si prolungava lungo tutto il tragetto del nervo ischiatico sinistro. Fu allora che cercò ricovero nella Clinica essendo nel segoente stato: decubito supino: immobilità del cnrpo: coscie dolorose al tatto ed imcbobili: vistosa cifosi nel luogo testè indicato, :lSSai dolornsa aI tatto: tardezza nelle funzio.oi della vescica e dell'intestino retto: nell'addormentarsi vivissimo dolore nella regione lombo dorsale che 1'arn. malato faceva tosto cessare premendo le vertebre rial zate in cifosi: tutti i sintomi e segni presuntivi d'un lavorìo puruieuto. Per quest'ultima circoslanza e per la diuturnilà del male si pronunziò uu vaticinio io· fousto. Tuttavia per allentar il prngresso del male, previo l'uso de'cat.aplasmi mollitivi, d'uu'applicazione di coppette scarificate su la cifosi, si praticarono due rottorii e poi, dopo un altro mese, due altri ancora. Con questi mezzi secondali da un vitto blando e da bevande rinfrescative l'arto addominale destro acqui , stò buona parte della sua mobilità e la cifosi· fu ridotta ad un terzo del suo volume, ma l'ari.o addominale sini!'tro oon si rinvigorì e si paiesò un dolore che dai lombi si diffondeva verso la regione ipogastrica . Si coperse l'addomioe con cataplasmi motJi. tivi ed otto giorni dopo cominciò a percepirsi una profonda flulluazione nella fossa iliaca , la quale di giorno in giorno rendendosi piì1 sensibile, non lasciò più dubbio alcuno su la presenza de!l't1scesso sinto malico congcstizic1. Jn questo stato di cose l'ammalat<,, trovandosi migliorato di forze, quasi affatto scev ro cla dolori e poten<l'anche alzarsi qualche poco dal letto e camminare con l'uiuto delle grucce, volle rimpatriare. t questo, Signori , un caso d1 rachiartrocace da causa traumatica , aggravato da cause reumatiche. Concorre con molti altri casi a provare I' utilit~1 della citai.a cura anche quando è già nel racltiar!rocace succ<iduta distruzione dei tessuti ed efoborazione purulenta·. Prova soprattntt.o la grande effièacia dei rot• torii nel cessar i dolori vivi del rachiartrocace. R se mi domandate come, essendo quivi la cifosi fondata nella distruzione dei tessuti , sia scemata di tanto per l'uso dei rottorii, vi risponderò cl.te ora la cifosi è generata d:dl'ammollimento dei tessuti fibrosi della spina o dall'osteomalacia d'uno o piì1 corpi delle vertebre o da ambe queste cause senza distruziòne di sostanza e ciò per {logosi lenta, Hd allora i rottorii, cessando la llogosi ed il rammollimento delle parli che n'è il prodotto, cessano pure del tutto la cifosi; ora, essendovi distruzione di tessuti, a questa sola s'attribuisce la cifosi, ma mal a proposito, percbè non occorrendo in generale distruzione dei tessuti auri per flogosi senza che quelli che sono con. termini ai distrutti rimangan ammc,lliti, ne deriva che la cifosi è io questo caso non il solo prodotto della corrosione dei tessuti, ma è un prodotto composto di questa e dell'ammollimento. I rottorii per. tanto non guariranno del tutto la cifosi io questi casi, ma, cessando l'ammollimento consocio alla corrosione dei tessuti, la diminuiranno di qu~I tanto che po· teva dall'ammollimento dipendere. E ancora assai i-

struttivo questo caso per ciò cbe dimostra come la lenta infiammazione dei tessuti fibro-car_tilagioosi intervertebrali possa nel suo corso assumere la maschera di coxite o di sciatica le qual,i erano qui una sem· plice espr~ssione della medesima e come nelle indicazioni dìagnosticbe e , curativè di questi mali sia cosa sempr.e prudente l'investigare prima ben bene lo stato della midolla spinale, considerala io se e nei suoi involucri molli e duri. È finalmente in quest'os• servazione notevole il fatto del dolore che, addormentandosi l'ammalato, si destava vivissimo e che ces· sava con la pressione della cifosi; evento questo che vidi già altre volte e che forse trova una spiega~ zione raffrontandolo a quanto succede in alcnni arlrocaci. Quando per es. nell'artrocace del ginocchio è distrutta la cartilagine d'incrnstazi()ne e la superficie ossea corrispondente è coperta di carni, avviene sovente che gli ammalati gettino gridi per ii più leggiero movimento; sian intolleranl.i del peso -delle coperte del letto e della più semplice pressione od inclinazione dell'arto; concentrino Lolla la loro volontà e tutte le loro cure nel mantenerlo immobile; s'afforrnino per ciò ··che non posson impedir i suoi movimenti spasmodiéi, e non pvssano cessare gli acerbi dolori che derivano dalla pressione dei tess1iti offesi perpart.e degl i altri ossi della giuntura fuorcbè facendo tirare con forza il piede e la gamba. Appoggiali a quest'indizio noi vaticinavamo, è apr,ena un tirrno, la si fatta lesione in una donn a tocca d'artrocace al ginocchio e p01.emmo confermare, dopo l'amputazione la giustezza del vaticinio. Un uguale evento potend'aver luogo nel rachiartrocace, succede che, comprimHndo la cifosi e raddrizzando alquanto la spina, si levi la dolorosa pressione ciJe un disco fibro-cartilaginoso od noa vertebra fanno su l'altra coperta di b<>ttonci ni carnosi. Oss. 5• compìlata dal l>ott. Ca1>. Bernardino .l.ar• ghi, a!lor1a Allievo della Clinica. Pietro .Buffa: anni 8: temperamento linfatico: abilo manifestamente scrofoloso: accettato iiella Clinica ai 5 di febbraio 1855. Tre mesi prima aveva egli ri levata una forte contusione alla nuca , stata incarata, che lo trasse a mal partito. Al suo ingresso era questo il suo stato; in• gorgo Hogislico delle parti molli della regione cervicale posterior-superiore; impedimento d'ogoi moto spontaneo d.el capo; volendo!o rnovere , l'ammalato _doveva prenderlo e sost.enerlo con le proprie mani ; inclinazione del medesimo capo a sinistra ; dolor~ vivo ed intormentimento dell'arto toracico siuistro ; faccia smunta; febbretta vespe1'lina: indizi di leggiera irritazione gastro•enterica; sete; lingua rossa; principiante gonfiezza retro.faringea · con rossezza e dilli· collà di respirazione; alcune rare volte remota sensazione di sincope. Si fece diagn•>si di flogosi lenta dei legamenti congiungenti la prima vertebra coll'osso occipitale e con la seconda, diffusa ai tessuti fibrosi e legarnentosi della parte anteri<)l'e di qnclle verteb1;e ed al tessuto celluloso ioterr.nuscolare delta regione cervicale posteriore; diffusa pur agl' involucri della porzione cervicale della midolla ed in parte .anche alla midolla stessa con principiante ascesso retrofa. ringeo, e generata da causa prndisponente scrofolosa ed . occasionale· traumatica. Si pres.crissero dieta tenue, bevande acidulo-mucilaginose e cataplasmi su la lo. calità. Cinque giorni appresso l'ascesso retro-faringeo,


2S6 essendo così apparente da rendere difficilissima la deglutizione ed anche la _r_cspira~ione, fu aperto=, lo specillo non incontrò cane ed m poco tempo s ottenne \a permanente ch!usura d~l med;simo. ~opo ciò , premessi tre sal~ss1 generala. ~d un apph~az10ne di mignatte , si pratico su \a local1ta un rottor10 con la pietra caustica , che si rese poi rierma~:iente co~ l'introduzione d'una pallottola m cera. Con quesl.1 mezzi locali e con la continuazione delle bevande acidulo-mucilaginose s'ottenne la cessazione dell'irritazione gastrenterica e qualçile miglioramento nella località. Si divenne a\lor all'ngo interno dell'idroclorato di barite. Tant'è: per \'uso combinato di qu,esti compensi esterni ed interni contin_uali. per l<:. spazio di quattro mesi scomparve quasi atlauo I rngorgo della regione cervicale, scomparvero l'into_rrnentimento ed il dolore del braccio sinistro, la resp1raz1one sospirosa e la ricorrente remota sensa'.l.ione .d~ sincope, il capo si raddriziò e ritornarnuo -cou suf11c1ente car· naoione sufficienti forze. Perb cosa singolarmente note:ole è che . in mezzo a cotesto miglioramento due :qbiandole giu110Ja ri superficiali pales.anti la continua~ l bero su 1. nostn. occ I. zione del vizio" scrofoloso, ere) 11 ad un moderato volume. Non per questo, l'ammalalo credendosi com'affaW> guarii.o e CO:}IÌdando r,on ragione su il beneficio iuflusso dell'aria del paese nativr), rimpatriò convinto della necessità di continuare ancor il rottorio e l'us::: interno de'rimedi i antiscrofolosi. Seppi di poi ch'egli era risanato altre.sì della tumidezza ghiandolare. Ecco, Signori, un altro racclliartrocace dipen.dente da causa predisponente scrofolosa ed occas,onale t raumntica. Fu evidente l'ut.ilith dei salassi generali e loca li e del rot torio nel cessar il dolore e la diffusione flogistica alla midolla spinale, rivdata da incoante 9issesto funzionale del cuore, dei pulmooi e del braccio, la quale, per poco che foss'ancora continuata, a\'rcbbe con ogni probahilit~1 interott.a affatto la fun1,ione di quelle viscere, indispensabile a!la vita. Fu grande for. tuna che la malattia non avesse ancor allentati i legamenti delle vertebre offese, sopratlutto dell'apofisi odontoide, per cui non era ancora succeduto alcuno di quelli slogamenti i quali, succedendo, riescono così spesso e così prontamente esiziali. I?u pur un'altra fortuna che la cura sia stata inlr3presa prima che la flogosi dei tessuti fibrosi, presumihiln,)ente del periostio, diITusa al tessuto celluloso retro-faringeo, l'abbia spinto alla suppurazione senza sequela di carie. Fu ciò per certo una fortuna, ma non ba di che recare maraviglia sapendosi come l'infiammazione del periostio provochi alle volt.e suppurazione nel circostante tessuto celluloso ·Senza rimaner esso stesso calterito e senza cessare dal tutelare il sottoposto osso. (Continna) DELL'OSO E i\lODO D'Ol'ERAllE DIH VESClCA.TORll E DBLLA LORO SOVRANA UTll,IT A' NÉLL'IDRAl\1'11051

(Sunto d'alcuni cenni con ossen,azioni dal Dott. Mmu.nn1 · letti in una eor,ferenza di {Sciamberì).

per mezzo dei quali promosie e . mantenne per un tempo più o meno luogo la suppurazione nella parte ammalata, dopo che ioulili o poco proficui, a norma del caso, erano stati sperimentati il metodo mollitivo, il depletivo sanguigno , credr.lle il medesimo non sarebbe staia inutile cosa per la Pratica ragguagliarne i suoi Colleghi. Perciò appunto nella Conferenza Scientifica tenutasi in Sciamberì ai 1 O di l'ebbra io ~iede lellura d'un suo Scritto in cui, dopo avere ricordato come Areteo ed Arcbig,ene fosser i primi ch' introdusser in Medicina questo terapeutico pre~idio che poi in ogni teml'o ed io molte malattie sodcisf'ece pienamente moltissime volte alle mire curative del sagace e prudente Clinico, sì fece a riandare come discordauti siano tullora le opinioni di Medici celebratissimi intorno al modo d'o·perare dei vescicatorii. Ricordand'io falli com'ì più tra i .Medici s'accordino nel riconoscervi un' azione rivulsiva o derivatrice nelle malattie flogistiche rintuzzate già con opportuno metodo aoLiflogistico I addusse l'opinione rii Tommasini il quale oegaud'in modo assoluto questa loro azione rfrulsi'Va o deriva trice e sostituendovi l'eccitante, vuol che i vcscìcalorii siano proscritti in qualunque grado e periodo della llogosi alla quale (a suo dire) porgerebbero novella esca per l'aumento ch'inducono nel!' ecci lamento generale, per riserbarne l'applicazione nelle malattie di languore. Fa qnindi tantosto rifleller il Dott. Menardi com' il Tommasini abbia tacitamente date prove aver abbandouato questa sua opinione con avere lascia.la senza r isposla una Memoria posteriormente puu · blicata dal Prof. Ottaviaoi il quale rivendicava la virlù rivulsiva ai vescicatorii: come di questa modificazione di opinion(~ del Tommasini s'abbia pur una prova nelle parole del Traduttore (Allievo d~I Tommasioi) del l\faouale di Materia l\iedica di Edward.s e Wavasscur, il quale scrive « non sembra impossibile che l'aogioi<lesi interiore possa essere talora menomala da un'angioidesi e turgore vasco lar esteriore di produzior1 artificiale, e fors'anche sembra ch'in qualche caso di Jeggiera infiammazivne, specialmente se membranosa , l'angioidesi artificiale esterna cd in parti lontane scemi per lo mr.no la primitiva infiammazione •: come finalmente un'altra prova ne rechi il Doll. Crescimbene , Allievo pnre del celebre Ton1masini , il quale , par-lando dei falli cìlati dal Prof. Ottavian i in appoggio dcli' azione rivulsiva dei vescicalorii , afferma esser i medesimi così veri è così ripeltJtamente osservati che sarebbe, dice, perversità o compassionevole cecità negarli (1). Dopo avere quindi il Doli. i\fooardi passate in rassegna le varie malaltie di natura più o meno flogistica. oeHe quali i vescicatori i furono da Pringle, lVlead, Brendcl, l\fayerne, ?\<lc<licus, Culleo, M. A. Petìt, Scarpa, ecc., raccomandati, si forma su l'opinione del Prof. Giacomini il quale vorrebbe che i vescicalorii , non eccitando, non rivellendo , oon · derivando , roa bensì deprimendo, operino in grazia della presenza delJa cantaridina la quale,- ipostenizzante qual è, rnslancl'assorbita e tradotta in circolo spiegherebbe l'utilità di questo terapeutico presidio nelle malattie flogistiche. In tanta disparità di sentenze finisce il Doti. Meoardi per acconciarsi all'opi niooe del Prof. Sacchero il <1uale, piuttosto a!Posserva· zione che al sistematico rngionar alleoendosi, conchiuse

Tre casi d'idrartrosi al ginocchio svoltosi in aHretlanli s.oldati del Reggimento dei Cavalleggieri di .Monrerrato (i ) V. Analisi d' alcani fatti dì Medicina e di Chirurgia o dei a1endo dato luogo al Dott. Menardi di sperimentare de~ fondamenti dì Ter~peulica dei Chiarissimi Dottori Giulio Crecìsivamente utile l'applicazione locale dì larghi vescicatorii • scimbene e·I'rof. Folvio Gozzi .. Bologna l8'i7.


<l57 ' nel' suo Rendiconto Clinico ( 1855-56-1856-57) (( giusta la • seoten7.3 dei Sommi Clinici Swelonio, Burserio e Frank " padre e figlio, in allora esser conveniente cosa ricorrere « ai vescicatorii q11ando l'infiammazione 1~ già fi"àccala , « quando non essendo più indicate le sanguigne sottra· " zioni torna utile promover una o più risipole esterne, « ad imitazione della natura è\,e talvolta le desta con di« minuzione della locale malattia; M siamo lungi dal ere« dere che il mantener aperti i vescicatorii per qualche « tempo, il sollecilarne la suppurazione s,11 cosa assai « giovevole per le continue irritazioni che proc,tccia il 11 medicarli e l)er la secrezione umorale che ivi mantien~i». Ai quali precetti essendosi attenuto il Dott. Menardi nella cura dei sei casi accennati d' idrartrosi, malattia che credesi grneralmente provenir, egli scrive, da flogosi delle membrane sinoviali , deriva dalla retta loro applicazione 1a somma utilità che ollenne dall'applicazione dei vescica· tori i.

STORIE DI CASI RDIARCIIBVOLI. 86 PLEURO-PNEUMONITE COMPLICATA (Storia dd Dott.

VEl.ZANl,

Jl.fedico di Battaglione ).

N. N., i\laniscalco nel Reggimento Artiglieria di Campagna, d'anni 54, nato da sani e robusti genitori, di temperamento sanguigno -epalico , di debole costituzione, di abito card io -epalo-pneumonico, dall'infanzia alla pubertà non fu tocco ùa alcun·a malattia , sel.Jbene fosse mollo gracile e magro della persona; rol.Jnslo e forte negli anni successivi , entrò nel ventesimo anno di sua età al ser· vizio militare , esercitando il faticoso mestiere di Maniscalco. Era scorso un anno appena quando rilevò uu bubbone venereo di cui guarì di per sè senza ricorrere ai medici consigli. Nell'età di 27 anni sofferse di grave blennorragia uret;ale con successi va gravissima ci-stitide, staia vinta perfettamente col mezzo di 10 salassi e d'altri compensi terapeutici indicali. Su i 41 anni ammalò di febbri periodiche che, comp licale ad ostruzione di fegato, duraron undici mesi. Correva il 44° anno del vivere suo allorchè fu colto da grave pleuro-pneumonite sinistra stata combattuta con metodo antiflogistico energico (14. salassi). Non :eran ancora trascorsi quindici me;;i che fu nuovamente assalito da pleura-pneumonilìde allo stesso lato , a cni s'andò incontro con somigliante metodo curativo (12 salossi). la età d'anni 52 fu tocco da ostinata angio -carditide la quale, sebbene curala energicamente (15 salassi), lasciò di · sè sensibili trace~ nel cuore sinistro. Nell'anno sussegueote soffe.rse nuovamente di febbre intermittente. Nel mese di settembre dell'ora scorso anno fu sopraggiunto per la terza volta dalla solita p!euro-p neumonilide che, diffusa al cuore, segnò un corso luogo ed ostinato per cui la cura fu diuturna ed attiva (14 salassi)· Ancora convalescente del male fu colto da cislilide grave, accompagnata · da iscuria, di cui la guarigione fu seguita da recidive febbri intermittenti, fugate le quali, si manifestò ·un'eruzione cutanea. Nel mese d.i novembre andò soggetto a dissenl'eria ed in dicembre per ultimo fu affetto dalla scabbia. Dopo siffatta iliade di malori sofferti nella sua vita

passata il su :1ominato Maniscalco, nella mattina dei 20 del mese dì gennaio reduce dal lavoro e cosperso di sudore, non difendenqosi dall'influsso dell' aria freddoumida, era poco dopo collo da brividi nel dorso, susseguiti da vaghe punture al torace, le quali alle 8 della sera s'eran concentrale in uo solo punto, quattro diti tra· sversi al di sollo della mamma destra con respiro affannoso, tosse .e fel.Jbre. In questo stato avendolo io visitato in casa sua, lo feci r icoverar immediatamente allo Spedale Militare della Venaria Reale e sul momento gli praticai un largo salasso, somministrandogli una bibita temperante. Alla mallina del giorno susseguente l'ammalato era aggravato in modo da offrir i seguenti sintomi: òolore pungente, acuto, alquanto gravativo nella regione aolerìcre laterale destra del torace io corrispondenza del lobo medìo del polmone destro; intollerabile cotesto dolore nelle inspirazioni pro.lungate; guancie imporporate , tosse secca, accompagnata qnalche volta da spuli spumo~ vischiosi, tinti leggiermeote di sangue; cefalalgia; lingua. sporca;. fegato alquanto tùT~ido; febbre gagliarda con polso pettora le, pieno, intermittente, mancante d'un battito st1 cinque. Fu l'acile il diagnostico di plcuro·pneumonitiùe di tale gravi là da indurmi a pronunziare forse all'istante un pronostico infaust0, se i segni statici non m'avtissero .condolto a moderarlo ed incoraggia.lo a curare l'ammalato con maggior energia .e sollecitudine. Dì fatto esplora!c le più essenziali regioni del torace , con sorpresa non si r iscontrò alcun'ollusità nolla sedo del do· !ore pungen te ed ivi insensibilmente si rilevò confuso il soffio vescicolare: all'incontro la regiono anteriore lato· raie inferiore sinistrn , sede delle ripetute flogosi per l'addietro sofferle , offriva un'ottusità Ì'crfotta mancante affatto ogni soffio vescicolare ed ogni rumore bronchiale: nella rngione cardiaca sin istra era manifesto il rumore di raspa, sensibile il ringorgamento di sangue, di poco però i vi alterata la r isonanza. Le quali cognizioni statiche m'illuminaron a dichiarar essere quasi totalmente epalizzalo il lobo inferiore del polmone sinistro, ipertrofizzale od indurì te le valvole del cuore sinistro: non essere per ciò talmente grave la condizione patologica dell'ammaìalo; essere quindi urgente una pronta e~ energica cura aolil1ogislica al fine d'impedire che la malattia progredisse a tale segno da esser inconciliabile con la vita dell'infermo. Per la quale cosa i'n meno di quaraot'ore si praticarono, oltre a quello <ldla sera, altri cinque salassi, mentre lo si sottopose all'azione di bevande deprimenti, leggiermenle emelizzate. Alla mallina dei 25 la recente plenro-pneumonitide, alquanlo aggravatasi, proseguiva il oecesaario suo corso, ma i sintomi allil)eoti alle antiche organiche affezioni eransi molto mitigati. Per andar incontro alla complicanza gastro-epatica s.'ammioislrò un purgante d'olio di ricino; alla sera si praticò il settimo salasso. Altre due volte fu salassato l'infermo nei due giorni successivi , nei quali fu pure sottopos·lo all'uso dell'estratto <l'aconito di cui la dose fu in seguilo gradatamente accresciuta sin a dodici grani per ogni giorno, continuando nella solita bibita con la giunta del tartaro emetico. Nella sera dei 25 un sudore critico- universale , continuato per l'inliero giorno seguente, pose termine all' incremento della malattia la quale, ·essendo a gradi regolari decre$ciuta , nel. giorno 50 si polè dichiarare perfeuamente risoluta. 11 convalescente fu trattenuto alcuni gioroi nell'Ospedale ed in


2.58 questo frallempo sì sottomise all'oso dei farmaci che la terapia suoaerisce, se non a sciogliere, al men a migliorare la c~~dizione delle vetuste organiche alterazioni ; ma i tentativi riescirono vani. Gli si c·oncesse perlanlo l'uscita ùallo Spedale ai 15 di febbraio. Qneslo caso per me descrilto val a dimostrare i grandi vantaggi che all'egra u.manità arrecò la Medicina moderna col mezzo dell'ascoltazione e della percus.sione , le quali, se nell'ammalalo che formò oggelto di quesl' osservazione furono di guida a riconoscer es$ore leggiero il processo flogistico , sebl~ene corredalo da imponente apparato di morbosi fenomeni , appartenenti in massima parte alle antiche organiche affezioni, in altra circostanza additeranno essere grave quel la vorìo patologico che collç1 scoria de' soli sintomi raziona li mite e leggierc> giucfrcare si potrebbe da un Pratico anche molt'ooolato. 87 S TROZZAME NTO INFJA~fMATORIO OEL PIEDE, CONSRCUTI\'O A CONTCJSION.6, CURATO COLLO S BRÌGLIAilJENTO

(Stori'.a lettq. dal Dotl. ComssRTTJ Mecl. Divis. in ima Conferenza di Sciambcri). Sebbene, Onorevoli Colleghi ) per legge di giustizia i nostri scrilli siano conda noati a rimanere per mesi selJOÌti ne 1i scalfali della Redazione dtJI Giornale cii Me " dicina Militare e perdano pé-r questa ragione il pregio dell'allualità , lullavia , siccome feci io proposito delle discussioni ventilale dai nostri Colleghi di Torino su la morva, leggovi , ora che colà s'agita la quistione su il vantaggio dello sbrigliamento nelle ferite da arma da fuoco, un caso di grave ferita contusa in cui con alcune incisioni opporlunamenle pralicate si preoccupò la mortificazione del piede per istronamcnlo iofìamrnatorio. Non è un portento di diagnostica ch'io sto per narrarvi, o Signori, ma sì bene uno di quei risoltamenti npidi e soddisfacenti il quale , se non altro, servirà ad iotratlenervi per la presente tornala onde dare campo alla nota vostra operosilà ad elaborar alcuni scritti di maggiore interesse. Ai n di luglio 1847 on tale Francesco Bor .. .. . , di anni 24, soldato nel Reggimento Cavalleggieri d'Aosta di presidio a ~nvigl iano , menlr'era comandato di servi zio all'Infermeria dei cavalli, a capriccio Yolle scostare dal muro, contr'a cui slava appoggiato quasi a perpendicolo, un grosso quadrilungo di granito, desti nalo a servire di base ad un balcone e mettervisi sopra a cavalcione. Un tanto ammasso non bene dominalo cadde su d'un lato , schiacciando contr'al suolo il piede e gran parte della gamba dello sconsigliato cavaliere. Immediatamente trasportato dai suoi compagni allo Spedale, si riconobb'esistere una rilevante, estesa contusione del piede e della gamba sin a quallro diti trasversi al di sc,lto del ginocchio e fu opportunamente soccorso dal distinto Signore Doli. Testa con bagni freddi a5tringenti, rinnovati incessantemente su la parte contusa e, tre ore dopo cioè alla visita pom eridiana, cori un largo salasso dal braccio. In vista della gravità della causa ed al fìiie di prevenir una infiammazione che l'età .e la buona costituzione dell'io-· fermo facevano presumere gravissima, si rinnovò il salasso a nolle innoltrata. Nel _giorno 16 l'ammalalo offriva 0

i seguenti fenomeni: mediocre. tumefazione della gamba e grandissima lepsione dell.e parti molli: larghe chiaz:.:e di colore r osso-livido variegato su tutta la parte contusa e parlicolarmenie sul polpaccio sin in vicinanza del ginocchio: alcuno flittene siero-sanguigne nei dintorni dei malleoli dov' era in alcuni punti mancante l'epidermide : dolori assai vivi per il più leggfe ro toccamento : lieve reazione febbrile ( salaw1 ripetuto nella sera, e bagni di Scmul,er). A i t ·7 la gamba offriva i caratteri d'on corpo omogeneo, duro e resistente: articolazione tibio-larsea più Lnrnida: dorso del piPde teso e stretto come da un cingolo lenacissimo: la gamba non aveva acquistale ()roporzioni smodate , avvegnachù fossero state contuse ie parli molli profonde e sollo-aponeurotiche; ma il dolore ed il calore eran in essa cresciuti a malgrado dei l>agoi freddi CO!ltinllali con tulla ùiJigenza: il piede all'opposto s'era re.so fredùo, quasi insensibile: i moti volontarii dei diti impcdili, quelli comunicali assai dolorosi: stato generalJ del la persona pressochè identico a quello del giorno precedente cioè lieve aumento di calore alla pelle, polso appena febbrile, non srite, non cefalalgia (salasso: conti· nttazione dei bagni freddi). Nella visita pomP,rirliana visto tornare in,ufficienli i mezzi adoperali , anii cresciuta la tensione dulia parte contusa, mentre che ìa riazione generale era mile a ragione della località, si fece su qnesta ultima un'applicazione di mignatte che fu rionovata a sera innoltra la e s'a vvolser il piede e la gamba con cataplasmi mollitivi al Gne di favorire lo scolo sanguigno. Nella maltina dei 18 il dolore della gamba era cresciuto a segno clrn l'ammalalo a stento si sobbarcava alle medicazion i : il piede all'opposto aveva pressochè perduta la r imane111e su::1 seositività, era di colore pallido-livido e dava al tallo una sensazione di f're clùo cadaverico ; ,Jo ammalalo appena si rise.oleva dietrn forti pigiature dei diti: riazione genera le alquanlo più rist1ntila (salasso e catavtasmi molli liv i). Nella vi sita pomeridiana si riCO· nobbe scem_alo il calore anche della gamba e sngli iole· gumenti del dorso del piede si vide segnala una macchia ovale ùi colore livido-scnro, rugosa e con i caratteri della mortiGcaziooe cancre11osa, della lunghezza di tre centimetri circa e della larghezza di due. Un'altra consimile macc hia, però assai più piccola, si rilevò situata trasversalmente sul dorso del dito pollice molto rigonfio e teso; il freddo del piede era marmoreo. lo tale slalo di cose, fallo certo dell'impotenza degli ordioarii mezzi onde vini.:ere lo slrozzamento e preoccupare la diffnsione della cancreua, assistito dal Doli. Tesla, ho praticate undici lunghe e profonde incisioni nei luoghi dove maggiore era lo strozzamento aponeurotico, delle quali cinque caddero sul piede ed intorno all'articolazione tihiotarsea e le altre sei luogo la gamba; applicai quindi su tolta la parte contusa cataplasmi rnollitivi irrorati d'olio di giusquiamo nero. Nell'intervallo di sei ore ogni minaccia di diffusione cancrenosa era cessala, la gamba ed il piede avevano riacquistato no calore uniforme e la sensitività. La cura consecutiva non offerse più nulla di rilevante; se non che ,.dopo cessato ogni turgore e scomparsa la tensione delle parti molli, si riconobbe la frallura dell'uJ. timo osso metatarseo. J ~ue punti cancrenosi sopr'accennati si convertiron in piccole ulcere cutanee, le quali volser a cicatrice nello spazio di pochi giorni e l'am· malato era risanato 55 giorni dal suo ingresso allo Spe·


25.~ dale, non altro rimancn_dogli fuorchè qualche rigidezza nei movimenti ed una sensibiÌilà alquanto esaltata in tutta I a gamba.

88 ADENITE CRON!C! GUARITA CON IL METODO 0 1 lULAPERT

( Storia letta dal Medico di Reqg. Dolt. Vuz 1n una Conferen.za di NoYara).

ENA

Angelo Masseglia, Caporale nel 1o Reggimento Gran a· tieri, cominciò sino dal tempo della Campagna 1848 a provare nella marcia alcuni dolori all'ing,1ine ciestro, ca· gionati dalla presenza d'un tumore cb'aveva sede nelle ghiandole <li questa regione. Attribuì l'ammalato queste suo sofferenze alle protratte o q11asi continue marcie, ed in vero male sarebbesi invocata un'altra cagione, essendo il medesimo dotalo di temperamento sanguigno-J,ilioso e di costituzione robusta , nè mai stato tocco da venerea contaminazione, Cotesto tumore aumentava o scemava di volume . ed il dolorn parimente cresceva più o men in ragione diretta della maggiore o minore fatica e più spe· cialmente della frequenza o della rarità delle marcie alle quali era obbligato il Masseglia, cosi che in queste al!ernalive di ben e di male continuò il medesimo uel suo servizio sin allo scorso mese di sellembrc, nel qJnle tempo, per mio consiglio, d~tcrminò recarsi allo Spedale per subir un'adatta cura. Sottoposto quivi al metodo antiflogistico locale per mezzo di sanguisugi i , di cataplasmi moll ilivi e sedanti dai quali non s'ollenne altro vantaggio fuorchè la ce,sazione dei dolori e dei sintomi infiammatorii , si tentò poi I' us-> dei rimedii risolutivi, quali le soluzioni di sale ammoniaco, l_'empiastro cli Vigo, e quello di joduro di piombo con cicuta: nò per tutto ciò diminuendo di volu,pe il tumore, nel mese d'ottobre susseguente, banchè maggiormente accertatomi nessuna sifilitica labe essere cagione lontana o prossima dell'evolu · zìooe e renitenza di questo tumore, pensai fare ricorso al metodo di Malapert al quale di buon grado s'acconcia va l'ammalato ansioso più che mai d'essere _liberato da quest' ineo modo. Applicato pertanto un vescicatori o della larghezza del tumore, su la superlìcie ;cutanea rimasta priva d'epidermide ponevasi un piumacciuolo di filaccica inwppato prima in una solulione contenente venti grani di cleuto-cloruro di mercurio per ogni oncia d'acqua di'· stillala, È inutile ch'io vi dica, Onorevoli CJlleghi, quanto dolorosa riuscisse per l'ammalato questa medicazione che Ricord con tanta aggi11slatezza denominò cauterizzazione mediala. Caduta l'escara e visti persistenti la durezza ed il volume del tumore senia manifestazione di viva infiammazione, riapplicai il vescicatorio e rinnovai la medicazione con ìl piumacciuolo imbevuto nella detta soluzione. Dopo questa seconda medicaz,one il tumore passò cosi rapidamente alla fusione e così rapidamente pure cicatrizzò la soluzione di continuità risnllante ch'il Masseglia sortiva dallo Spedale nel.giorno 27 del medesimo mese d'ottobro cioè dieci giorni dopo che s'era fatto ricorso all'indicato metodo, per mezzo del quale guarì in modo cosi perfetto de! suo tumore che non ebbe più d'allor in poi a soffrire dolore di sorta, non ostante riprendesse tosto gli ordinarii esercizii di ginnastica, la corsa e simili. Dopo l'esposizione bre'<t} ma veridica di questo fatto

mi sia permesso, Onorevoli Colleghi, sottopor al giudizio vostro la soluzione dei seguenti quesiti. 1° In quale modo l'applicazione del mPtodo di Malapert operò così rapida e compiuta guarigione di quest'adenite ribl,IJe a lutti quei presidii terapeu1ici co~ i q11ali ragionevolis;imamente, confido, fu su le prime combatlula ? 2° La cura anlillogistica stata prima messa in esecuzione e dalla quale s'ottenne la cessazione del dolore e d'ogni a!lro sintomo infiammatorio conlribul ella forse a questo forlunalo esito P Rimossa l'a• zione specifica del rimedio , che qui non può asso Iuta· mente invocarsi per la totale mancanza di cause sifilitiche, sarà forse al modo per111rbalivo con il qual operò il deutocloruro di mercurio che dovrà esser attribuita la rapida guarigione ovvero , come non rare volte accade nella pratica, dovremo restarci silenziosi ammiratori del fallo per 11011 potersene dare l'.Jndata e rai;ionevole spiegazione? Jn quant'a me, apertamente il confesso, ehb,i più volle ad allenermi a questo partito e ciò 1>pccialmente nell'andato anno nel quale, avend'a.vuta la ventura di potern frequentare la :,cuoia Clinica dell'lllu~tre Presidente del Consiglio Superiore di Sanità il Prof. Comm. Jliberi, mi fn dato più volte scorgere estese ulcerazioni in via di degenerazione arrestarsi subito ed avviarsi a guarigione pel:' la semplice applicazione d'un cataplasma fatto di rape.

REI,AZIONE DELLE CONHmENZE SCIENTIFICHE ( Conli11uazione del mese cli Gennaio ). ScIA~lBJ!llÌ. La prima seduta del mese ò apertacon la lettura e coll'approvazione del processo verbale della tornata precedente. U Presidente comunica quindi ali' Adunanza una lettera del Signore Genernlo della Divisione ragguardante al Gabinetto di Lettura. colla quale egli appr~va e concede l'apposito locale e gli arredi necessarii, con la ·riserva eh.e debbasi il Glbinetto suddetto tra~ sferire nella sala di Guardia nella circostanza in cui per UD() straordinario aumento d'ammalati fosse necessario d'occupare il locale già stabilito ad uso di !aie Gabinello; oaanimameate accolta questa superiore disposizione , si p1·ocede a totalità di voti alla nomina del Segretario-Cassiere nella persona del Dott. Costanzo Medico di Reggimento. La seduta è ct1iusa coll'ordine del giorno seguente: storia di strozzamento consecutivo a contusione, del Doli. Comissetli La seconda Conferenza s'apre. ai 26 del mese so indicato. Dopo la lettura e l'approvazione del processo verba:e della seduta antecedente, il Presidente dà alcuno comunicazioni relative al Ga• binetto di Lettura e leiige quindi la sua osservazione di strozzamento infiammatorio del piede consecutivo a contusione. curato collo sbrigliamento; intorno alla quale nou essendo insorta discuuione si pasia alla cbiusura d~lla tornata (vedi questa storia nel numero presente del Giornale). N1zzA. Aveod'il Dottor Ilobbio nella seduta dei 16 letto una Storia di Fistola anale completa guarita con l'operazione cruenta, dopo alcune riflessioni del Dolt. J\Iuratore sul metodo di cara adoperatosi antecedentemente all'atto operativo, s'impegnò una Scientifica discussione su la frequenza di queste fistole, su la loro eziologia o su i metodi curativi più efffoaci. Ci crediamo dispensati dati' accennare partitamente a queste scientifithe riflession i alle quali presero parte il l\Ied. Div. ed i Dottori Peloso, Muzio e Bobbio, siccome quello che, quantunque formassero pur il soggetto della Conlereuza dei 30, nulla aggiungon a quant'in proposito scrissero i più accreditati Aulor1 ollremontani ed in ispecie il nostro Riberi. In questo medesimo mese ebbe parimente luogo una seduta straordinaria nella quale il Presidente faceva note a~li liffiziali di Sanità congregati le M.inistoriali disposizioni riflettenti l'organizzazione del Gabiuelto 'di Lettura; disposizioni questo che meritame.Qle encomiale d,\l !l).edesimo Presidente, risco~sero l'unanime approvazione dell' Adunanza la qude tosto dopo elesse a Segretaro-Cassiere per il medesimo Gabinetto il l\fed. Regg. Dolt. Peloso~Questi dopo avere ringraziali i suoi C:olle~hi del cooferitoi,!li onore, propose un voto d'encomio ai Medici 'Militari della Guarnigione di Genova che p1·:mi promosser un tale divisamento. La Seduta fu poi chiusa dal Piesiilente con la presentaz:one Trattato del d'Oliai-


260 mologia del Uoll. Cunier Med. Belga; Opera questa c.h'.o~ri.vas~

in dono al Gabinetto di Lettura dal Comandante la Dms1one 1\11

lilare Si". Generale Damiano, al quale l' inliera Adunanza rese li be.Ie divuti alti di grazie. CAGLH.111. Ape1·ta hl Conferenza ai 15, il Presidente della m~de1ima diede lcltura d'una loltora del Signore .Prof. Comm. R1beri in data degli s dello stesso mese, con coi egli fa cooosce1·e il do~o della sua Haccolla delle Opere Minori ~l Gabinetto di Lettura. I Membri componenti I' Adunanza,accogliendo c~n ~entimenti di particolare riconoscenza cotesto contrassegno d1 st1m~ per parte del prelodalo Sigool'e Commendat?re , c~nvennero d1 esprimergliene i dovuti ringraziamenti. SI diede d1 po~ leltur~ d'una lollera Circolare relativa all'Istituzione del Gab11?etto d1 Lettura negli Spedali Divisionali e fa eletto a Segretario-Cassiere il Medico di Reggimenlo Dotl.Ralb. . . . Il Medico Oivisionale l'l'esidente presento m seg01lo ~n s~nt_o generale del movimento numerico dei militari ammalati stalt .ricoverati in quello Slabi!imeolo nel co1·so dell'anno 1$51, coll'mdicazione del Corpo .a cui appartenevano; dal quale t'esoconto risulta che il numero degli infermi slati cu1:ati nell'anno .sarebbe stato di 3290 cioè di numero 120 per ctascheduna g1oroal.i ; ch'il numero dei morti ascese a 18 e couseguenlemente ~u oltre ad ogni dire minima la mortalità relativa al nume~o det ca: 1·ati non avendo toccato che il O 54 p. 010; che fra 119 morll 9 appartenevano al Corpo degli In~alidi della Sardcg~a ed e~ano persone in età avanzata, logore ed esauste per ~alaltle cr.on:che delle viscere toraciche ed uno faceva parte det Veler~1 d Arti8lieria, parimente vecchio e soffrente di .gastro-enter1~1d~ ~ro: n1ca · eh' in One a soli 9 ai ridurrebbe il numero do1 m1htan morti per malattie recenti , acute e gra, i , particolarmente per febbri perniciose. . , llPresidcnte uopo ciò accenna com' il risultamcnto felice della cura degli ammalati per quanto possa ess~re l'~lfe!lo della perizia e del zelo dei Medici dirigenti le varie Sez1001, comprova evidentemente l' utilità delle dispo3izioni co~t~nute .n:el R. Decreto dei 30 d'ottobre 1850, mercè delle quali. e s~ab1hto ~n. regolare e ruglooato andamento del ser'l'izio samtar10, da coi e da derivarsi una più felice riuscila delle cure ed un minore numere ~rn~.

.

Nella seconda seduta ch'ebbe luogo ai 30 il Pres1de~l~, doro avere parlato d'alcunc sue disposizioni relative al serv1z10 ~amtario interno dello Spedalc diede lettura d'un caso d'aneurisma poplitea guarita m.edia~l~ ia. lcgato~a ~ell~ crur~le nel terzo sape1'iore della coscia. S1 d1ch1aro qomd1 sciolta I Adunanza.

PARTE SECONDA RIVISTA DEI GIOB~ALI SCIENTIFICI. Delle indicazioni del cloroformio nelle operazioni degli occhi del Dott. Ju;i;GKEN. SUNTO DEL DOTT. P. lllOTTINJ.

Secondo ques lo Pralico il cloroformio è indicalo ne'seguenli casi : to Nelle persone da occhi irritabili, predisposte a con· gestioni oculari ed in quelle di cosliluzione nervosa. Soovi casi di cronica flogosi de'margini palpebrali, specialmente delle ghiandole meibomiane) in cui la congiunliva si inietta facilmente ed è as.sai sensibile alla luce 1 all'aria ed agli agenti meccanici. Le palpebre, appena toccale, si contraggono spasmodicamente e tendono a chiudersi; per con· trazione de' muscoli dell'occhio il globo si ritira enlr'al)'orbila e la congiuntiva si ripiega al davanti della cornea. Se vogliaosi scostare le palpebre s'accresca l'inilazioue oculare e la coni l'azione spasmodica de' muscoli con maggior afflusso di sangue verso quesl'orgaoo. lo siffatti casi ,parim_enlo il 'fitreo può uscir!l.e l'iride farsi procedente nell'operazione della cataratta per e,trazione; so questa si opera per abbassamento o per reclinazione riesce difficile

di tener depresso il cristallino. Ora bene, l'anestesia vince tulli questi ostacoli. 2° Nei ciechi-nati ed in coloro che

hanno perduta la facoltà visiva nei primi anni della vita , imperocchè non banno alcun impero su il mov imento degli occhi. 5" Nelle persone tocch6 da nictagmo idiopatico o sintomatico per la ragione sopra ci lata. 4° Nei ragazzi, ne'giovani eà in lulli coloro che paventano l'operazione; così Jungken riferisce non avere polulo operar no giovine in età d'anni 22, poichè il pensiero dell'imminenlH operazione lo rendeva quasi pazzo. 5u Nell'estrazione dei corpi stranieri, se tenacemente infissi o se gli occhi sono molto irritabili; la quale estrazione riesce ma ggiormeoto difficile quande son essi impianlati nella superficie interna della palpebra superiore o nella ripiegatura palpebrale. 6° I o tulle le operazioni lunghe e dolorose , estirpazioni di tumori , operazioni dell'enlropio , della Ci· stola lagrimalc con dilatazione del sacco lacrimale o del canale nasale obliterati da vegetazioni sarcomatose, recisione, dello stafiloma ed estirpazione del bulbo dell'occhio. 7° Nell'operazione della pupilla artificiale per iridectomia quand'evvi intenso nictagmo. 1n tali casi, nello stato anestetico, non ò facile di dare all'incisione della cornea l'o.slensione necessaria a cagione della paralisia de'muscoli , per cui l'occhio è molto m'lbile e sogue il movimento dello stromcolo nell'atto che si ritira dilalaodo la ferita. A prnvenire silfallo inconveniente giova appoggiar il dito con forza dal lato opposto a quello verso cui si dirige lo stromento. E siccome sollo l'azione del cloroformio l'iride non si ntove , così è sufficiente far una lcggiera pressione colla pinzella chiusa su d'un lato dell'incisione , con il concorso della pressione falla col dito sul globo onde rendere sporgenle l' iride che, afferrata colla pinzetta si taglia. 8° Nelle operazioni della calaralla. L'esperienza ha provato all'Autore che nella estrazione della calaralla col sussidio del cloroformio non hassi a temer il prolasso dell'iride o del corpo vitreo io conseguenza del vomito e la perdila dell'occhio, par chè quest'accidente noo occorre nè dorante, nè dopo la operazione. Nell'azione del cloroformio il ceralotomo spinge l'occliio contro l'angolo i nlerno dell'orbita e s'incontra difficoltà a farne uscire la punta nel puolo prefisso: ma s'evita un siiTallo inconveniente coll'appoggiare contro la parte interna_ del globo dell'occhio il dito medio che ab· bassa la palpebra inferiore. V Autore raccomanda l'uso del cloroformio ogni volta che v'è cataralta cap!ulare, dura, solida od aderente all'iride al fin e d'evitar il pericolo dell'uscila del corpo vitreo e tlello sporgimenlo dell'iride. Jn caso d'operazione della cataratta per abbassament(' , mediante l'anestesia l'occhio è reso immobile e la pupilla non si contrae durante l'operazione ; quindi è che l'Operatore ha più libero campo e può con maggior uti lità lacerare la capsula, sciogliere le aderenze, abbassare i frammenti calaraltosi nel corpo vitreo o respingerli nella camera anteriore.

li Direttore Dott. COMlSSETTl Med. Div.

11 Vice-DireUore responsabile Doli. Bar. de Beaufort J\l. I\.

Torino, Pelazza, l85i, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n° 2.t.


( ai 7 di giugno ,t 85~ )

ANNO I

_ _ _ _V"" _ __ , - - - - - - - - - - - - - - - - : - - - - - - -- - - - - - - - --- - - - - - -

GIOllNALE DI HEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITAIUO DELL'ARMA'fA SARDA. L'associazioneoon si ricovo cbe per un anno e comincia col IO d'agosto. li Giornale si pubblica nel lunodì di ciascheduna settimana. PREZZO O'ASSOCIAZIONE Io Torino . . . . . . .

. L. 10.

In Provincia ed all'~stero, franco di posta

.

.

L. 11.

L'abbonamento debbo pagarsi per semestri anticipali. Lo associazioni per i non militari ricevonsi alla T1Pocn•Ft\ SoBAl..l'INA via Alfieri, nomo 2,1. Le lellere per abbonamento al Giornale debbon esser affrancato ed accompagnalo da vagita postale.

10 Dotl. FABIIE: Su la Clinica orale ed operativa del Prof. Coromend. RrnER1. - 2° Doll. DEYEC:Clll: Intermittente perniciosa. - 3° Relaiione delle Conferenze ScientHìche. - 4° Rivista dei Giornali dei Dottori àIOT'l'll'II e GacoH'.E'r'l'J. - 5° Quadro Statistibo.

Somun10. -

PARTE PRI!IA ANNOTAZIONI SU LA CLINICA ORALE ED OPERATIVA

DEL CO~DIE~D. PROF. RIBERJ (Tracciate dal Dott F,ul!tE) .

(Fedi il numel'O precedente).

Oss. Ga compilata dal Signore Doll. lJiassiera. Ludo vicn Dom inici : anni 32 : Scritturale: temperamentil flebo -nerveo-liofatico : cosl itnz.ioue debole: dotato di piccolo cuore e d'animo debole : in età d'anni quallrn soggetto a vari i ascessi dopo \il vaccinazione: contri· stato dallu tigna dall'età d'àuni sci sin ai dici'ussettc e dalla febbre intermittente pe1:niciosa su i venti , stata vint:i con la china. Su i 53 aoni fu, in S'egnilo a spavento Pd a cagioni reumatiche per l'occuparsi continuo ch'egli fa cev:1in 1111:i stanza fredda ed umida, colto da rigidezza del c11llo che non poteva per poco inoverc scuz' un violento diilc.re, più fiero ancora per<> dal lato sinistro che noo dal destro, Trasaodato per un ::inuo e me.z1.0 circa, il male progr~dì a segno che nel mese di novembni dell'anno i840 cioè uo mese e mezzo priron <lfll suo ingresso ne.Ila Clinica che ebbe luog•J ai 15 di dicembre di dell'anno, l'ammalalo cominciò a proni re lralìllore duloru;:e cbe dall::i base del cranio si diffvndevan alla parte del l'occipite corrispondcutc al cervelletto e nel medesimo - tempo il capo ioclinavn~i .ilquarlto a sinistra ed un poco d 'inlormenlirncnlo manifestavasi nel braccio dello stesso lat11; mentre che nasceva febbre gugliarda , rendevasi il respiro alq11,rnto affannoso e la parte affett a, resasi nlquaol.n tumiùa e tesa , mostrav~1si iu·

,

dolente alla più leggiera prcssiu11e. lo questo I oltre stato , aucur aggra\•atu , era egli quando ' nellalaClinica ai di dicembre 1840. Era cus:.1 chiara disposiziun1,; scrofulosu quella era che avea cenli che luplicalo della vaccina2iooe; aveva genefo ricoverato

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l'etfello che rala e 111anteuuta l' impeligiue tignosa la quale allora sola111e111.e cessò qoaodo per la rivoluzione della pu . berta il si.tenia irrig;.1torio rosso era entrato in predorniuio di vita, e che iusieme cou alcone cause reumatiche accidenti.di aveva deslata l' infiammazione lenta dei lcgumenti che connel.to1Hr l'occipite con l'atlante e con l'cpislrofoo e questi ultimi fra di lorn, sopsatlullo dell'oc:cipilo·odooloideu laterale sinistro, dov'era il maggiore dolore; inlh_un111"zioue elle, oun frenata , si ditl'ui:ic al neurilemma della midolla ed alla midolla spiualu stessa , d'onde t·iutenso dolore. dell.- regione 1,ccipitale, l'iolorn1eutime11to del braccio sinislM, la respir.,:z.ioue an/lia e la ritrazione sparmodica e dolol'osa dl::i rnuscoli della parte laterale sinistra del cti11o. Pare che la febbre piullnslu spiccala che durava già da 011 mese mo,esse puro dulia difiusione · flogistica alla midolla ed a' suoi involucri , giacchè non era essa occursa mai nei due unni an tccedeuti in coi l'infiammazione era incentrala ne' sopra detti legamenti. Se priuiu nun v'era sospetto di lavorio purulento nella lucalitil, il rimbalzo ftogislico che durava in qoesta da un mese lasciava temere clte fosse per riescir a quel lavori11. Per questa circostanza perciò H per l' inlensil li della ria1,ione si credette indicato di combattere la vi'va riaiione locale e geoer.. le e poi di ri~ correr ai rolturii . La p-rima indicazione fu soddisfatta iu dne mesi con l' immobililà, c<iO il rìpnso , con la dieta tenue, con le bevande diluenti , con sei salassi genera li <li cui qualtro rivellenti dai piedi, con tre applicai.ioni di mignatte su la sede morbosa, con cataplasmi mo\lilivi spalmali d'estratto d 'aconito, di giusquiamo e di belladonna e con l' oso iolerno dell'estrai lo idralcoulico d'aconito a dosi piuttosto larghe. .Yediaot.e qoe,,li compensi cessò h, diffusione flog1stica ulla midolla e cou essa cessarono lulli i fonomeni clJe ne derivavano, lu località fu ridotta a quello ch'era prima tlell'ultimu rimbalzo e rimaoeva solamente la rigidcz2a del capo ed 110 poco . di dolore prerriendo su la sede all'ella. Allora, sen2'i11t.ralosciare l'uso in terno dell'estratlo d'aconi10, si praticarono due rult orii con lu polasc;a caustica , stati più tardi


370 uooverlili io due fonticoli ·clin l'iot.roduzione di pallott.ole. Mediante ques~a giunta svan·, quasi del tutto la rigidezi.a del collo , il c.ipo ripigliò la maggiore parte de' suQi movin;ienti e ces~ò del tutto il dolore eowe. ad sensum, ços'i ad tactum. lo questo stato di cose l'ammalalo rimpatri<1, munito degli opporl uni consigli igienici , soprallult.o di quello di bere più tardi le acque solforose e di sottoporsi ai bago·i pure solforosi. Compio, Signori , cotesta narrazione dicendovi che piil volle s'ebbe nel corso del la cura ricorso ai rimedi i interni così delli unti-scrofolosi , ma si dovette sempre desistere dal loro uso per l'intulleranz~ del ventricolo elle ne respingeva anche le pii1 teuui dosi. In questo caso come nell'antecedente non vi fu cifosi o fu questo di pochissimo momento. Se non temessi però essere troppo prolisso potrei cita rvi due casi di rachiartrocace, non gi:l delle vertebre cervicali superiosi , ma delle medie ed inferiori con vislosa cifosi, di cui ottenni la guarigione con l'uso di molti compensi, ma più speciàlme11le con la pratica d'un se1one su la locolilà e con l'uso interno delle prepa razioni jodiclte. · Oss. 7• com71ilata dal Dott. Peyrani, Segretm·io Generale dell'Accademia iJ'ledico-Chirurgica, giustamente sl-itnato come Scrittore e come Pratico. Battista Tamagnone: anni 19: contadino : temperament,, linfatico; abito strumoso: costituzione mediocre-: celibe: nato da parenti sani: stato sano egli pure per l'addietro. Continuamente esposto alle. vicissitudini atmosferiche, com inciò ·nel mese .di marzo i8i8 a prO\Tare moveodo lo colonna vertebrale una sensazione di rigidezza nella suo porzione lombare. Trasandata , l)Uesta sensazione di rigidezza si convertì in qoella di dolur ottuso ricorrente nella medesima sede, anche nell'immobi1i1ì.1. Trasandata ancora, quest.o dolore s'aggra, ò a cenlo doppi i . cominciò e palesarsi la cifosi , malagevole riesci l'incesso e sorse sensazione di formic ularneoto e di cociore nelle regioni iliache e oe' ginocchi; eravi a ricenda enuresi o nwssimo s\enlo nell'espulsione dell'orina. Allora, dopo avrr ancor indugiato per qualche tempo, cercò ed ebbe ricovero nella Clit~ica su i 27 di settembre del dett',1Jrno essendo nelle segnenli condizioni : considerevole cifosi formula dalla seconda, terza e quarta veru·ùra lornbari: leggiera incurvatura della spina a sinistra in corri~pondenza delle tre vertebre alzale in cifosi: dilllcoltà ed indolimeuto 11ell'eseguire movimenti, sopraUolto del dorso : crampo ricorrente e dolori lancinanti passeggieri e vaghi alle estremita iu feriori : piegatura involontaria dei ginocchi volendo reggersi su i piedi : sensazione di formicoh1mento e di b1uciore :illa regione delle anche: sensazione pure di brnciore ai ginocchi : stitichezza: enures i quasi totale. Dopo un'applicazione di coppelle scarificate ed una di mig11atl.e su la sede morbosa, cataplasmi niollitivi , riposo , dieta tenue e bevande rinfrescalive , dai quali mezii s'oltenn~ on qualche mi glioramento, s'ebbe ricorso ad uoa moxa e<l un mese appresso , vedorine i vantaggiosi effetti, a due rollorii formati con la pc,tassa caustica continuando sempre l'uso dei cataplasmi, il regime dolce, ecc. Note·volc fu il migl ioramento che tenne dietro a cotesta cura : erano più fermo l'incesso , più raro il crampo, assi pii1 mili i dolori I q11asi del tutto ritornata alla soggezione

della volontà l'espulsione dell' orina , dile_guata la morbosa sensibilità della pelle e notevolmeute dimi _ nuita lq cifosj. Con la conUnuazione dei rottorii e degli altri rimedii io corso, aggiuntov i l'uso inLerno del moria.lo d i calce, scomp1.me affatto il dolorll locale quasi affatto la cifosi , liberi divenner i ·movimenti della ~pinç1, volontaria l'espulsione dell 'orina, svanirono le sensazionj di bruciore , d'intormentimento e di dolori degli arti, natorale si rese la progressione, superstite solamente alcuni rari crampi ed un poco di deviazione della spion verso il lato sinist1·0. fn questo stato di cose l'ammalato g;i dilungò lietissimo dalla Clinica su lo scorcio del mese di dicembre di del.l'anno cio~ tre mesi dopo il suo ingresso. E questo un nuovo caso di rachiartrocace movente da causa predisponente scrofolosa ed nccal!ionale reumatica, il quale prova semp1·e più l'utilità dei mezzi curativi di cui s'è fatta l'apologia nel cominciare questi trattenimenti. Dalla guarigione delle cifosi è pure messo in fermo che non è quella sempre la sequela d'un vizio organi.co da distrQggimento di tessuti. La piegatura late,·ale sinistra della spina nel luoao della cifosi indiclierebbe che second,l ogci prob;bilità i dischi fìb.ro-cartilaginei ed i corpi dellé vertebre eranq più molli ed assottigliati. da quel lato che non dal lato destro. Oss. 8• compilata dal Sig. Dott. luigi Rnccarey. Giuseppe Gentile: anni 53 : Trnrobetta: tempera· mento sanguigno: costituzione robusta: nato da pa· rcnti ·sani e longevi: scevro da ogni labe gentilizia od acquisita: sano fio all'età d'anni 55 in cui per angioitide gruvissima fu salassato quindici volte : in età d'anni 48 fu, per patema d'animo, per soverchia fatica, per abuso di vino e per soppressioni ripetute di traspirazione cutanea, assalito nuovamente da angioitide molto men impetuosa che non la prima volta, la quale, trasandata, scemò d'inleosità senza spegnersi mai per lo spazio di tre anni. Però verso il fine del terz'anno dèl suo corso s'associò a dolori dorsali piuttosto acuti , a dolori addominali , a paresi delle estremità inferiori e si mani festò poco per poco la cifosi. Oesiderand'egli ardentemente cangiare la sua sorte fu allora cioè nel mese di giugno f839 rico~erato nella Cli nica essendo · nel seguente stato : dolori addominali quotidiani: paresi degli arti addominali: vistos3 cifosi nella parte superiore della regione dorsale: cardiopalmìa: morbosamente forte ed · estesa l'impulsione del cuore con principiante ipertrofia , però senza fo lsi rumori : polsi frequenti. duri , fri zztmli : C(1lore Incido-cereo e g()n· fie1,~a edematosa del volto: impossibilità di stare col'icato dal lato del cuore: dolori vaghi e rnole!>to prurito negli arti addominali. Fu facile a vedersi che si trattava d'infiammazione cronica dei tessuti fibrosi e d'uno o più dischi fibro -cartilaginci delle prime vertebre dorsali, genernta e mantenuta da un ' abituale irritazione cardio-aogioitica che conveniv a debellare con opportuna medicazione. Quattro salassi generali , venliquattro coppelle, quattro applicazion i di mignatte e cataplasmi continui su la localiià, una infusioue di digitale con acqua coobata di lauroceraso e con l'estratto d'aconilo lungamente conti nuata, il riposo ed una co11facevole dieta e, più tardi, lre rultorii c(ssaron in tre mesi lui.ti i feno meni mo1 bosi , tranne la cifosi la qual era però 1·i.


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dotta a pochissimo di cosa. ~lunilo a\l~ra de'. neces: sarii consia\i ; soprattutto d1 quello d1 contrnuar .1 rottorii r!mmalalO lietissimo dell'insperato miglio· rament; rimpatriò. Se oon cl.le, obllliati alcuni mesi dopo il suq ritorno in patria i c9nsigli igi(Jnici e d~ I.osi ai primi abusi , il male vertehrale nello spaz10 di poco più d'un anno rincappellò con tutto il primitivo co1'teaaio, scevro però questa volta da irrita• l:!'O zione cardio-angioilica·, e l'ammalato dovette nuovamente ricorrer alla Clinica ai · 18 d'agosto 1840. Con l'uso interno dell'estratto d'aconito, con un'applicazione di 9.5 mig~atte alla base deÌ'la cifosi e con quattordici rot.torii praticali successivamente nell'intervallo d'otto mesi e mezzo si coosèguì la èessazione di tutti i fenomeni riprodotti del. r:,chiartrocace ed insino la cifosi fu ,ridoita appena al terzo del suo volume. Conten1issimo dello stato di sua sanità , il Gentile il quale era in una condizione di floridezza invidiabile, ritornò alla sua casa al i O di giµgno 1841, bene fermo d'abbandonar il mestiere di Trombetta e di non più ricadere nelle soe vecchie abitudini; il che eseguì con grande suo vantaggio. È questo, Signori, un caso di racbiartrocace consecutivo ad una cardio-angio~rachiartrit.ide. A bella posta non ho altrove parlato della cura di questa varielà di rachiarl.rocaee e vioce in mè l'qpinioue che la narrazione di ·qoesto caso sia per supplir abbondantemente al mio silenzio d'allora. Fin a quale segno l'a~ituale morbosa vibrazioqe del cuore ha essa potuto contribuire nel del erminar iI rachi art roca ce . delle vertebre corrisp(lndeoli alla sua base? li noto consenso del cuore e de' vasi con i te~sot.i fibrosi delle giunture rende probabile che in questo caso la flogosi abbia invasi anzi i tessuti fibrosi , come legamenti, periostio e fib1 o-cartil3gioi, che i corpi delle vertebre. · Oss. 9a compilata dal Sig. Dott. Giacir>to Paccl.iotti. Margberila Bertini ; anni 6: temperamento liofat.ico: cnstituzione debole: abito strumuso : nutrita con cibo scarso e malsano: abitante in un luogo umido, fred · dissi-mo nell'inverno, esalante nell'estate fotidi vapori ed esposto ::t vicissitud ini atmosferiche: bersagliata nE\I 5° anno della sna vita da losse diuturna e nel 6° eia racbiartrocace per cui , dopo cinque mesi dall'origine di quest'ultimo male, fu ricoverata nella Clinica ai 27 di maggio 1839 essend'in questo stato: tosse quotidiana verso sera : continuazione deìla diarrea : ventre voluminoso e gbiaodole mesenteriche ingorgate: inl.ormenl.iment.o delle estremità inferiori con impossibilità di reggersi su i piedi: vistosa ci• fosi delle tre ult.ime vertebre lombari con piegatura laterale sioi!;tra della spina: ascesso sintomatico congeslizio all 'inguine destro : febbretta vespel'tina con ingruenza a freddo : dolori tormentosi al ventre, alle coscie ed alle gambe : lento smagrimento. Si fece pronostico infausto, ma pure volendo tentare qualche cosa in suo favore le s'amministrò internamente il latte di mandorle dolci ed amare., s'applicarono cataplasmi mollitivi su la cifosi , si consigliò il riposo e la dieta tenue e si praticarono due operazioni di coppette scarificate. Dopo un mese iii questa curo sembrava essersi conseguito qualche vantaggio, ma que· sti lieti principii e così I.iene promettenti t.ornavan a nulla , giacchè ai , 19 di luglio senza nota causa _sorse un'irritazione cardiaca con veemente pulsazione, con

edema generale , più vistoso però al volto, con cefalalgia e con febbre spiccata. Quest'inaspettato rimbàl~o cedè in sette giorni d'arurnioistrazioné dell'in. fusione di digitale. Rid.olte le ·cose nello stato primiero , si pr~ticarooo dµe rottorii. Mantener e fomentare la secrezione di pus dai rottorii , cotllbattere gli avanzi dell'anli'ca diarrea, rinvigorire, per quMtO era possibile, la del.iole ammalata , p_revenir i versamenti sierosi ed il ritorno dell'irritazione cardio• vasale , erano le indicazioni a cui si cercò soddisfare nello spazfo di tre mesi con la digitale, con· l'nso del latte vaccino , con clisteri di decozione di riso e tuorli d'ova, con alimenti contenenti molta fecola e simili: Ess~ndosi in yuest'iutervallo di tempo reso doloroso e teso l'ascessp, si voi<) con una piccola incisione sottocutanea e ne uscì una grande quantità di marcia liquida, senza che sia i.nsorto alcuno dei fenomeni tanto temuti dopo l'apertura di simili ascessi. Mentre, a malgrado di -tutti- -gli sforzi, non traluceva alcuna speranza di salvezza e si vedeva pur troppo ogni altro dì più verilicarsi l' infausto pronostico, si manifestò inattesa una risipola flemmt,nosa intorno ad 110 rottori_o coo nausea, vomito , aumento di diarrea e di febbre, cefalalgia ,. ioviperfmento dei dolori addominali e degli arti ,inferiori che furono sempre torpidi ma non mai paralitici , crepaccio spontaneo dell'ascesso nel luogo dell'incisione sottocutanea ch'era da più giorni chiusa , rapido incremento della cifosi e, dopo tre giorni, apparizione d'un esantema simulante il morbillo senz'essere tale, stato ventiquatl.r'ore appresso seguito dalla mor,le. Necropsia. La porzione lombare della spina incurvata verso il lato sinistro: il processo spinoso della quinta vertebra lombifre prQmioente a segno da so pravanzare i Yi,cini d'oltre ad un mezzo pollice: legamenti sopraspinosi molto distesi nel lungo della cifosi : il corpo della quinta vertebra lombare nella sua metti anteriore consumato , nella posteriore· am. mollit<Y, inzuppalo di materia icorosa immastric<',iata con alcuni tritumi necrotici , aderente ancor ali 'osso sacro ed alla quarta v.erleb'r..1 mediante i corpi fibrocartilaginosi : il legamento vertebra! anteriore ed il tessuto celluloso ci,rcostante, resisi quasi cartilaginei, formavao una fascia aderente al sacro ed al corpo dill la quarta vertebra lombare, disposta a foggia di ponte cbe manteneva ne' loro rapporti la spina ed il sacro, faceva ad un tempo argine all'uscita del pus su _il <.lavanti e fiancheggiata ai lati da due fori pei ']U/Jli uscivano alcune schegge ossee ed il pus : mo lt'aogusto lo spaziù in prima occupato dal corpo vert.ebrale distrutto, d'onde diminuzione di lunghezza ~ella pòl'zione lombare delia spina in avanti, epper· ciò concavità in questo verso e convessità in dietro: dai s<1pra mentovati fori situali ai lati del legamento vertebra! anteriore partivano due seni piéoi amhidue di bricciole ossee e di pus icoroso e melmoso, più ristretti verso la vertebra cariosa, mano mano dilatantisi uel disce11dere , trascorrenti lungo la dire. zione dèi muscoli psoas, però al dietro dei medesin'li , al dav'anli del plesso lombare,. tra i vasi crurali, coperti internamente da una membrana novèlla• mente organizzata' pallido-rosea' liscia • un poco lucente, i qua_li si .prolungava.o al }jasso verso l'arco c·rnrale.; ma di questi il sinistro aveva il suo fondo nel tessnto cellu11oso retro-peritoneale en~ropelvico


372 con on piccolo prolungamento verso il piccolo trocantere sinistro da c1J'i distava un pollice circa ea il destro , superato l'ari;o crurale , solleva,·asi tra gli integumenti e l'apr,o/rnrosi dell'obliquo esterno scen dendo alquanto verso l'inserzione inferiore del psoas destro : la midolla spinale, distesa dalla curva della porzione lombare della spina, era leggiermente ra!U mollata nella sede della cifosi : rammollatissim o il cervelletlo: illeso i\ .cervello: le ghiandole inguinali assai tumide : leggiera iniezione nella mucosa gastrenterica : le ghiandole mesènteriche quali indu · ,ate, quali ammolli te , <)ove rosse·, dove sbiacHte, · tntle ingrossate: fegato "'olurninosissimo, esangue , molle, di colore giallo-chiaro: bile sciolta: epatizzazione del lobo inferiore del polmone sinistro : vena t~ava inferiore, vena ernulgente, aort1;1 ventrale un poco iniell.ate neHa membrana interna: sane le rima nenti vi~cere. Le lesioni incònt rate ntl cadavere scusarni l'impo· lenza dell'arte e nel tempo stesso vengon in conferma delle crisfJ di eoi · vi ho già iolrattenuti in ordine alle lef.ioni delle vertebre e dei loro di$chi fìb ro-cartilLJ{rrei ed all'andamento degli ascesiii sintomal.ici congt:stizii. Ln stato delle ghì:i nùole mcsenterichn dà la n,gi one delìa contumace d iarrea. sic come ia p<>Ca lesione della mido lla spiega il d.ife1to di totale parali sia drg\ì arti àddorni,iali e l' incolum ità delle funzioni della vescica e del reti.o. Prova

zodi fu sorpreso da . un rihrezi~ febbri le, susseguilo tosto da freddo intensissimo con stridore di denti e trismo, e da ansietà con senso . di deliquio , con respirazione breve e frequente. In questo stato <:he si protrasse piu di due ore ed a wi tenne dietro un calor ard<mte, accompagnalo da dispnea é dà· sopore, iÒ nell'ora deìla visita trovai con somma mia sorpresa l'ammalato che oel mallir:o aveva lasciato. quasi apiretico e coni alcsce11te. T~uto bastò perché, considerata la mancanza d'ogni cagioiie atta alla evolu2ione di quest'apparato morboso e, consideralo anche il dominio quasi endemico che le febbri inlerm illenti hanno nella Venaria Reale , o.on che l'ìnflusso che le condizioni atmosferiche e telluriche ·del clima.esercitano specialmente nei corpi già debilitali da rnalallie di qualsiasi uatura , io, diagnosticando aver a fare c('.)n un accesso di febbre perniciosa, non appena comparver i p·rimi segni dello stadiù di sudore, pre·scrissi una buona dose di solfato di ' chinina per cl:islere; rimed io questo che , appeua fu IJ0S5ibite la deglutizione, feci· ripetere a lla, dose di quindici grani io opportuno veicolo da prendt\rsi per bocca a dosi riparti le. Bcuchè ne' giorni susseguenti non ricomparisse più alcun accesso di feb bre, lullav ia iosistelli nella conlinnazione del solfalo di chinina per uso interno e con questo mezzn unito ad opportuno regime ed all'applicazione di due vescicatorii 1 il Carasso nello scorcio del mese di genn.aio abbandonò lo SiJedale in islato di perfetta guarigione. A comunicare questa storia io fui mosso specialmente questo fatto quanta predilezione la causa scrofolnsa dall'idea òì confermare sempre più con il fatto la somma abbia per h tessitura spngnosa degli ossi , giaccliè faci lità con la quale le febbri intermilleo ti , in qnci paesi )a lesione prima e precipua fu quella del corpo del· principalmente dove regnao cndemicamentl", o co111plicauo l'ultima ~·ertebra lombare. il corso d'una malettia intiammaloria ovvero , il che sovente riesce a bene, si ma11il'estano nel periodo decrescente STORIE DI CASI RUURéHEVOLI. della medesima. In quest'ultimo caso generalmente il ·tipo periodico si manifesta con sufficiente chiarezza e bene 89 sovente l'accesso ò minaccioso , men trt} nel primo caso JNTEHMITTENTE l?ERNlClOSA . i parossismi accadon imperfelli, con remittenze ed esa cerbazjon i facilmente ascrivi bili all'ordinario corso ùella manifestatasi doJJO superata l'acutezza cl'una grave uron, malattia infiammaloria, ma però distinguibili per i sin . chio-polmoni{e tomi di gr_ave perturbazione tlei sistemi nervoso e san (Storia inviata dal Med. Regg. DEVECcRI}. guigno e per il carattere nervoso che assu.nie la febbre Maurizio Carasso, palafreniere al Deposito Stalloni , di continua concomitante !'·infiammazione di questa o quella anni 25, di temperam!!nto sanguigno-linfatico, di robµsta viscera od apparato; ragione q11esla per cui gli amma-· costituzione con ampio e ben . faltg torace, ammalava nel lati offrons i al Medico in nna condizione tale da sembrare giorno 17 di dicembre 185 l di bronchio - polmonile. La inetti a sostener maggiormente l'azione del metodo ao acutezza de' sintom i iodicanli la lesione bronchio polmoliflog istico cd in ispecie del salasso nel quale <l"a ltra nare, l'estensione delia condizione patologica resa mani- . parte, per la condizione della viscera i11fìammata, semfesta per l'anscullazione e per la percussione, l'importanza brer ebl:ie doversi ìnsìstcre. funzionai~ delle viscere ammalale ed i1J' fine la ro bustezza l preparali di china opporluoalamente somrninistrati deJramma lato, non mai Sté\lo tocco da altra ma laltia, dalle o per metodo endermico applicali , compiono nel primo febbri iulermitlenli io fuo!i dell<:1 quali era bene e presto caso la guarigione dell'infiammazione ,,iscerale e dell'acguarito quallro mesi prima , richiedevano mezzi di cura cesso periodico. Nel secondo ca,o i medesimi preparati pronli ed energici. In falli non ci vollero meno di clodici compongono le turbe del sistema nervoso e sanguigno salassi , praticati ne', primi sette giorpi per domare l'ine, sempl ificando la mal allia, mettono l'ammalato in grado tensità dd la malattia. : coadiuvarono però l'esito felice i di sostenere quell'ulteriore applicaziouc dt'I metodo anrimedii deprimenti, in ispecie l' es.trallo d' aconito unito tiflogistico richiesta dalla tenacità della malattia primitiva. a piccole dosi di kermes minerale e le beva.ode mollitive rese inlerpolatamente temperanti o lassative con l'aggiunta di nitro o manna. li tartaro stibiato non fu tollerato. Al llELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE nono giorno di malattia il Carasso, quasi apiretico ., non (illese di Febbraio.) . era più molestato da altra cosa fuorchè da ui1 resto di TonINO. Letto cd approvato il processo verbale dell'antecetosse non frequente ed accomp~gnata da facile espettodente Tornata, nella Conferenza dei 9 il Dolt. Rophille impug.nò razione. In questo medesimo giorno , poco dopo il mezl'opinione svolta dal Doti. Giacomelli, con la quale <1uesti tende-


375 rebbe ri porre la causa prossima de!te fohhri ioto\·rnillenti iu u!l operazione speciale del sistema ne r vo ~o f:lau;;ho~ar addominale. In fatti disse opinar ezh che non solo 1 gangl11 11e1·vo!,1 addominali ma· 1ulli ir:idistintam eute i gaoglii posson offrir~ l'alterazion; ch'il Dott. Giacometli ripone esclusivamente e primariamen te i o quelli dell'addomine e dcll:apparato' _chil,>P"jetico; n~lla qual opmiooc il Dot!. Roph1ile. ~1ss0 m,1gg1ormeute con: fermarsi dopo uu'osservaz1one ~~ 1.~1 !alla. su un a!nm.alato dt febbre periodica, nel quale tuth 1 fe1~ome o1 morhos,. erano .ra1>· presentati da on'altera·Lio ue .d1 fuuz1one del gaugho cervicale superiore. Conchiuse finalmente il medesimo non potere sperarsi graod'utilitàin. eratica _d all.a d_iscussione d:,lla causa pr~ssima e dello poss1b1lt comphcaz1001 delle fob bn 1otcrm1ttent1 e perciù essere ~orse multo migliore .c,os.a che, destinatasi una sa.I~ apposita per ncevere gli ammalall· dt fcbb,'icl penod1ca, tutti 1 lltedici Capi di S,,zioue ripartiti ugualmente ,aVJ)sser un dete·rminato numtwo di cotesti ammalati da curare secbndo quelle norme ch'a ciaschednoo sembrassero le migliori, per p1)tcrne quindi trar utili e fondati corolladi pratici. Aìla qual ultima pronosizione il Presidente, avvertendo essere forse cos'.I un poco Ìl'oppo diflfoile metterla io assoluta esecuzione, si ~ostrò tu ttavia arrendevole e promise per quanto po leva da lui dipendere a vrebbe cercato mandar ad elfelto. Li Sig. Farmacisti Militari l.'ttaletti e Derossi tesser in seguilo ia loro Rèla zione sui rnez,;i <li, riconoscere chimicamente i vini ad ultera ti , la qua-le facemmo già di pubblica ragione nel n° 31 ~i qucs t? Gi?rnale. Il ~residcnt<l nell'encomiare la detta Rela·aone rns1stehe presso h sud1Jetti Sig. farmacisti , perchè vo!esser ind icar un mezzo più pronto per r:c~os.cere _q·ueste adullernz:ion.i, rifl,}tte!1d~ dio ~ olt1J volte li Mcd1c1 M1hlan dovendo pronuuz,ar uu g1i!d 1z10 htc et nunc non hanno tem po à proceder a tutte le chiookho operazio ni in quella ~n.dic.tlc. A ciò riSf)OS~ il. ~a rroac.isla.Deros~i che, quau,10 la cognizione delle propr1eta· fis1c!le del vino l;ig1tt1mo nou b.utassero all'emis,ione de l giudizio, i i.\I~d ici Reggimeot;,li p oiev:m o tantosto sodclisfare alla b:sogna prevalendosi della cassetta dei reagenti chimici. di cui ciasd10dtl0 Regg imento era pr oV'{isto e dclia quale solo la Farm~c1~ .dello Sp~dale Divisionario d ifettava ançora. - L:1 s~duta e cn1usa alle 3 l 14. G!!NOYA (I ). Per la p rima volla, dopo la ~u.l>blicJzione del Regio Dacl·oto de i 26 ~i ~icembre 1~5 1, glr l!llwat1 delta Re6 ,a l\~ar ina che tro vavaus1 sbarcati ,u Genova s1 ra:.lunavau 1a Coufe . renza Scientifi~a n1Uv Spedalc principale della [l:lgia !II 1rma ai 2(> del citato mese. Presiedeva il D.>lt. Hcn~deuo :,1ontuli1•0 f. f. di Medico Capo il qua\e, dopo avere i:oa forb ite i:>,troic ragi·.ouato dei numet·osi vantui,;g1 eh~ da s :m 1lt r.un10111 deobon o de n va r à maggior erudizione e lustrn del C·HP <>,S,Hlil~ri~1 Militare MarittitntJ, propose che per isd1~de segr ete s.alld1 venisse alla nomina d i due Segretari1. Esseudo nmasl1 eleUJ l, D ili . 31dssoue e 11{.iri, si costituiva l' Uf'lìcio e prnndè va la p,1rola 11 prim,1 di q<le, ti per interp~!lar i! Pre,idcute se là dove l'ac.:enriato R. Decret0 presc1·ive all'articolo 3;3 • che tutti gli UfJiziati Sanitari i addetti a lla " R. Marina presenti in G~nova d!)vranno inler virnir a talle " quelle scientifiche confer enze che s1ranuo tenu te :nello Spe" cta!e J\!ilitarn Divisio oario ,, debbasi iu tend(l!'e ch'ei(l/M dovraouo solo intervenirv i d i preseuza SJoza p,1tcre preuda:r e parte attiva alli} discu,siooi che in qu~llc s',,gitano e senz'esserc autorìzr.ati a kggervi qua lche loro s~1·1tto, oppure se era iol'O leg;llmeate coocosso prenderà parte attiv,L a siffatte Riumoni da!le q!lali non po:eva non r itl'arsi larga_ messe d i pratlch~ cogoiz·oai )fodico·Cbirurgiche. A qu~sla interpellanza aven.l>) il l ';'es1ctc,1le risposto n lln pvter egli d,:fi a1 livam~uto so,ldisf.tre s enza pri ma avere coasu ltalo, il Consi:;iìo S,pe ~iore M1 ìitare di Smi tà, ,qgiu:1,rl che ·non_,1 tost o t1v reb!J'avult !1 ueccssarii schiarimenti sarebhes1 solhmlato r an.lerno consa pevole l'Adu na nza. li Di)lt. Pe.;c(Jlt·c, facevasi quindi a prngarn il Coll<:iga D >ll. M 1..;souc che voless'esserc cortese reu,Jcr osten,ivo alla Riunio ne nno dd moJu li <tabi fatti stampare p:!r la coro pila zionedet:c Storie, per mezio cfoi qu Jli mJd llli e;ii conosceva pet' luo".1 prov,1 come f.icitm ~ute potoJse oaeners1 la pl'ecisionc, chi~rezza e verità ne;;cssarie alla red azio ne di quelle. Dvpo avere .il DJlt. Missone prome»o ad13r il·e volontero m al fattogli invii o e pr~vi,1 una bre ve di~cassiou ~ circa l'ora pìù . cl)nv:rn,eale per r ~dunarsi iu C'>ofore nz:1, ru chiusa la prima Tornata·d.,l Corpo Sani Lar io lllililarc l\Ial'illimo . Abliellila 1lai co rtcor;;o dei M.:idici J\liìitari ~iaritlimi, nel giorin 1, ap rivasi la Confor,rnza udio Spa,Jale :Il il itare Di vision 1rìo d i Genova c<>n la nomina. d'un nuovo Se61·elal'iO nelia 1>er.,011a de l Doti. Mazzi il qutle teslim m'ava.la sua. ~ralit uJine per ['impar titogli onore. Ri pigliava q uio li il DJtt. l\laiveu:i la <liscu;sione intorno alla mala tt ia scr"i"losct del sold 1to coadanual,1 alla Re clusione fl1ilitare (vedi il n'> a ateccdonte) cun' il 111'!,l/)orre pe,· iscritto all'Adunanza la soluiione dei segucnlì qu:isili: t 0 come (l) D'or in avanti nella Relazione del!e Con!'Qreri.c di Geuov a comprenderemo quelle ch'al Corpo ~cloilario· M,lJ'illimo son o

esclu$iVe e q uella al ll'O elle questo h.a comaoi con il Corpo Sa · l a Redazione. nitario l\lilitare di terra.

mai fosse comportabìl in detto ammalato la funzione regoluo del cuore e d'altri organi di somma importanza por la vita, men• lr'il sistema linfatico era così profoodameote leso ed esistnvano già gravissime soluzioni di COf1tinuità in tutte quelle parli nelle. quali questo sistema è predom'ioaote ? ~0 come mai con on polmone atrofico, ridotto appena al volume d' una riòce, stiràcchiato ed atlaecato io aho per aniiche aderenze alla superficie infe~iore della prima costa, sì potesse nell'altroJpolmo ne mantenere integra la struttura e la funzione ? Come mai il nervo mediano 1list1:uHo per il trallo di cinque !ioee, tronco nella sua origine c?n.11 plesso·ascellar~ ~compreso n ell'ulcerazione estesa e g1·av1ss1ma dell'ascella s m1sl ra , nou avesse io alcun modo doraoto la vita .dati segni di questa sua lesione ? Come potesse più ovvian:~ente spiegarsi il g raduato miglioramento dell'ammalato per c1ri.;a quallro mesi e per la virtù dei m edicam1nti iodati; com~ 11 rapido e qoasi ìoslanlaneo fatale esito 1100 fosse eia ricercarsi n_cl vizio organico del polmoue sinistro? Rispondendo al 20 ques1 lo 11 Segretaro Oott. ì\fatzi notò che neUo stato di sanità i polrnooi, a ll'!eno.d.i cir.costaoze straordinarie q uali ad esempio un vi~le~tp ese.r~1z10 di corpp, b1sogu.ano raram~nlc per )a r ~g~la~ r!l a fwolog1ca del le funzioni resrn·.ttoria e c1rcolatorrn d1 dilatarsi io lutta.q uel!'ampiczza delta·qaale potrehber essere capaci, d'ondc ~ià si spie~a corno abolita la fauz.ione d'un polm,,ue , la Io ta le attivazione funziona le dell'altro possa supplirvi. Notò in secondo luogo che impedita ir1 parte o 1 in to talità e per qualuttq ue cagione la funzione d' una visc-era doppia, quella ch1J rimase iutegra e sao:1 supplisce mano mano al cli fotto clell'altr.a, e ciù tanto più fdcilmente,quant,> più lentamente si compie l' alterazione della viscera ammalata. Notò ad ultimo che l'osservazione auatomico-pa!Qlogica così alwmente comprova l1.uesti falli che basta ai;cennar ~ppena ai casi riferiti da Laeunec uella Classica sua Opera, dal la q uale ris ul ta che nou poche persone tocd 1e da qnasi tolale d istruzione d' un polmone, poterono mena r ancor un,.1 vita discretameot.o lnoga ed iil suffìckutc grado di sanità. li Oott. Pesce\lo ì\ledico de l!a n .l:\forioa si foce a chiedere al Do.I. ~Ialvezzi se nc)lla purle siui~t.ra del torace, racchiudente il polro .. oe ammalalo, vi fossi.lo non versamenlò: al che avendo quest'ultimo risposto r.s, ere della cavità piena alrncoo per i suoi due terzi d'un liqu ido sieroso commisto a ruateria purulenta, q oello soggiunse ch 'in C['rnsto caso la soluzione del q uesito restava facilissima, solo che si fosse voluto 1·illetter e comtl, rneutr'il sao(luc nel polmone san, snbiva le modificazioni necessarie al l'integrità d i sue fonzioni, nel po!m,rne amm·atato in voce il medesimo sanel uo servisse alla secrezione di qne ila s ierosità che mano mano andava versandosi n ,! vacuo lascialo d:d polmone alroUco. Pa rtendo poi d;{il' os,nrvazio ne lasdataci dal celebre Raso r i cioè che il polmone è snsceltibile <l'un enorme res tr ingimento in seguilo ari una fvrza compressiva gradatamente auJ!lflntantcsi, ~gli disse opina re che, s\! nel caso naì'rato dal Dott. l\Ialve1.zi si fos~o fatto ri1wrso alla paracentesi toracica, il polmone sinistro, tuttochè slraorrlinat'iamente ri mp icciolito, avreh• be potuto riprcmdcre più o men il suo volume naturale. A conforma di qaesta sua as~erzioue raccontò com'essend'egli l\Iedico l'riucipalc nello Spedale dì Parnmato11e gli s\10',Hse uu caso d'idrotorace con5ecutivo a pleurite perdurante ria cinqne a sei mesi., a vincer il quale, c3sendo l\1:nmala to persona in buona <~tà e di buona costituzi<rnc, propostasi da la i inutilmente !11 paracentesi to1:a~ica e morto p'.li i'arnrnalalo per una sopraggiu nta scarlat rna, s1 l'lnvenue all'antopsia n11 :1bhond;inle versamentonal torace con alf'olizzazione del corrispoutlentc polmone il quale però fac:irocnte riprese il s,10 uatul'alc volumn per l'ar ia c1rlifìciaanente introdoltavisi con un soffietto. Il Doti. ~lalvezzi apprez.zand'i sag~i ri(bssi de l preopinaot,• , ri spose ciie questi pu11to non caliavan al ca.; o in q!listione perc.hè io quf slo nou solo era presento l'atrofia, m,1 bensì h vera <lisorv:w1iziazioue de~ polmon", la q1nl r, mentre l'tla ùe.'a problema ti ca ia circolazione <lei san~ue eutr'1l medesimo, avrebl>'<l in ogni caso r <1sa inutile l'operai10.ne della paracentesi to racica, Alla solnziouc del terzo quesito concorser i Dattori Poretti, Ardissone, F issore e MazzoImo con ragionamenti tendenti ad escl uder o la presenza di lesìone nel nervo mediano ovvero la manGanza di paralisi nell'arto ammalalo, giacchè lutti convennero nella seguen!e ob!:>iezione ; data ·ia lesione d'un nervo, rlehbesi di necessità nnnifostar on' alt.er:izione nelle funzioni dal medesimo esercile : nel caso in quistiout1, mentre non solo è am messa aoa parz'ale lesione del nervo mediano, m1 ben anche !a total(I S'Jfozione di continuità in un punto del medos;mo, è per altra parte·negata una qualunq ue siasi al leraziooe cl'inucrvazione nel hraccio ammalalo: questo fatto, ripugnante qual è alle leggi fisio -patologiche o nou fu ben osservato ( pcrchè essendosi data la posizione d'immobilita al braccio, altronde edematoso, non p;Jtéva così facilmente riconoscersi la parali sia) ovvero la lesione ctél nervo ,mediano fu piuttosto l'effetto d'una sconveniente e brusca trazione fatta. sul hraccio dopo la morte dell'ammalato; supposìzioue questa, propria al Doti. ìl'Iil:tZolino, la quale, favorita com'era dal1a·con·· diziono patologica del bracçio vivente, spiegherebbe la totale soluzione di contiooilà del nervo mediano osservata nel cada, vere ed annullerebbe tutta l'importanza della quhtione. L! Dott,


tagio. Tra q~esle morbo~e ?onlin!(f!)Ze a~dusse l'~scmpio di perPerelli ed Ardìssone òpposer a q11est'ullima sap'f)osizione cbe la sone le quali per aver rns1rmc abitato m luoghi paludosi non struttura dri nervi presi in comple~so ~.co~ì litta e robn~ta da furono subito tocche da febbri intermittenti, ma, per Finfezione non cedere tanto facilmente alle traztom mdi rette che rn I meso bit a, dopo aver a bbandooati quei luoghi per andar, insieme desimi posson essere. fai te. Dopo di ciò per l'ora tarda 1,a Seduta agglomerali, ad abitarne altri in condizioni favorevoli, soggiacfu chiusa. . . quero tuttavia alle medesimo fobbri le quali, per l'id~ntilà sinla seconda Conferenza, numerosissima per 11 concorso dei t~matologica ~ per il fatto s_lesso ?ell'agglomerazione furono giu- . Meclici Militari di terra e di mare i ebbe J~og~ ai :27- In questa il d1 cate cont?g•ose. Mentr '11 Doli. Zavattaro ·negava al preopiDott. Zavallaro diede lettura d'una _Stona 01 r1s1p?la la qual~, nante che le cond'zioni dei suoi due ammalati fossero le stesse originata da aria mal~ana e d_a gastnca sa~urca, S) svolse pnperchè il genere di 'l"ila attivo del ~oldato poteva bastar ad anl ma in ona Giovane di 24 anni rbe ~· era g1_a ~lata tocc~ q_uatlro nullare l'effetto dell'insalubri!à dell'aria, aila quale assolutaanni prima e qui_nd.i compar_ve con _l, medes1m1 ~ar~tten, ma con mente e di continuo s(iggi:1ceva la Giovane, il Presidrnte richiamaggior intensita, m un Solda(o, grn_ sette mesi pnma \occo da mò l_a quistione ai rnoi veri termini, n~ta~do rhe lo scopo della blennorra)Zia felicemente te1 mmat~s.1, c~e pre~bva ass1d_u~ asStona del Doti. Zavattaro era quello d'rnd1care se in alcune cirsistenza. alla deu a giovane. ln ambi I casi }a r1s1pola term1_no fe.costan~e e per determinale condizioni una malattia per so n<•n licemente. Esposta questa Slo_na 11 Doti. Zavattaro mamte~lo 11 conlag1osa, possa !aie realmente addivenire prr il solo effetto di dubbio che la risipola SH!ll} s1 nel ~oldato potesse es?ere di_ nae_salazioni mo1 bose, sicc< me si s<·or11,e quakhe volta succeder il !:lra coiita11.iosa, a ciù apP.oggi~11dos1 (:he, per quanto ~1~ute s1e~o tifo, la cancrena nosc,comiale e simili in grazia solamente delle state le inda:;(ini per rintracciare la cagione dete1mmante la rtemauniooi od es~fazioni c·be partono dai corpi infermi. li Doll. sipola del Soldato, non seppe rinV<'_nirne altra ~a quella :~ foor.i Mazzi interpellò il .Dolt. Omegna collle mai çon.il ragionamento tbc poteva dipendere dall'inrnluhntà dell'alJ?lnente che circonpotesse sostenere ch'trna malattia per se non contagiosa possa dava i due risipolatosi ovvero dal presunto cltretto contatto deltale-divenire per il so!o dfello della sua consociazio11e con altra l'uno con \'.altra. A questo I?roposilo, a~ce~nand_o alla distinzione m;ilattia essenzialmente contagio~a, mentre qualunque malattia ammessa fra le risipole chiamate costituz1oaah e_ quelle coos_erealmellte contagiosa non può riconoscere più d'una sola cagi0l1e cutive o consocie a malattie esterne, d1mandò s.e tosse probabile stmpre identica che non può variare per varieU1 di circostanu la conseguer,za potere !e prime in dtte_rminate circostanze farsi e la qoale perciò non può pr_odurre differenze nella fornia e neÌ contagiose nello stesso modo che per nguard'alle sec?ude semcors~ delle m~lalli.1 slfSsa; cose quest.e ch'egli disse non verifibra non vi sia più rogione <li dnbbio dopo quant_o scnss_ero Cecarsi nell~ tesi soslc_11u1_a dal ~uo Collega, perchè in questa la risilebri Chirur11-hi , tra i quali Fllluslre nosh~ Pres1denle,_1l Compola_ca~gterebbe ~1 natur~, cosa che non può supporsi se pure mendatore Prof. Riberi. R1fletteud' ad ultimo alle cag.1om che ~'ogha nco!10,~er~1 c:he una d!'ltermJnata eagione produce sempre sogliono favorire l'evoluzione del contagio nel!~ risipo!e ?i do1 medes1m1 eflelh, s1troroe s1 veriftca sempre ne! caso di contaminio Chirurgico, disse sospeUa~e_çbe !e m~des!me ~a~wm po~; gio~e; d'oode na~ce rh~ se U!J3 risipola o qualunqu~ altra ·ma-sario favorir il conl~gi? nelle_ ns1pole _cosh1u;i1:onab, tanlo _prn Jatt1a non c-onragiosa s1 manifesta m una persona già toc1·a da che, por consenso d1 nnom,111 Patolog! , la r1s1pola. cos111u1sce altro morbo conlaf!.iOso, quella potrà lull'al più da questo essere piultosto un mal esani ematico ( he ilog1sl1co. Primo a rispo~der modificala, ma non pr,trà mai can11i;;re la sna indole e la sua Doti. za,·at1aro fu il Doti. Omegna con un lungo sao discorso natura al punto d'acqoistar un carallere contagiose, che le è enel qnàle, dopo avr-re tccc·ato delle stagioni e dei paesi n_ei quali straneo per sua essenza. Con, hiuse poi il Doti. l\I,izzi sosteè J,liù frequente la risipola, dopo aver accennato all_e cag1om eh~ più facilmente la dete1millano, disse cc.me la ma~g1or~ p.irl_e dei , nendo che qualur,qoe sia la fo1ma o la coroplkazione. con la quale possa offrirsi la risipola e quali 1·he sieno le Autorità dalle J\lcdici considerando la risipola siccome malatlla e_p1dem1ca e quali è stata mossa e soslennta la contagiosità risipolalosa, queizcnerala da cause cemuni allora quando la medesima esle~asta non pos.sa ammettersi. JI Doti. :Ilari Medico di Marina somenle pr~domina, non fann~ p~1 ò ria:?la d~ll.a poss1~1le ~Ot)tastenne th'a sciogliere la quistione proposta bisognava risalir algiosità d1 questa. Dis~e. q1!1~d1_ ( c,m 1 ~icd1n ln_gles1 pr1m1 a.l'origine de' contagi i i quali, ;1 suo parere, altro non sono fuorvend' accennata alla poss1b1hla d1 contag1n nella ns1poh1, questa chè esseri organhzali e godenti la facoll,J., per dcte1minate cirlJOssibililà fu da aironi, tra i quali r•. Frank, rnlaroeule sostenu_l~ costanze, di confcrvarsi e di riprodursi , ingenerando sempre, ogni qual volta quella è compli~ala con qualt_he all1·a mala_ttia dl ove sian ai piicati a corpi ani mali vivi, fo1me morbose specifi natura contaoiosa. Venendo po, al caso rifrr1to dal Doli. ZaYatche e tali c-he !e fanno roslantcrncnle diffcrem:iare dalle altre laro disse ric~noscere la causa detenninante della rìsipc,la della the S('glion invadere l'umano corpo; in questa sua idea ebbe Giovano ndle condizioni viziate deli' aria respirat,1, m~ntre si conseuzirnte il S1 grelaro Doti. Mazzi ;I quale promise leggere mostrò non alicoo dal c-redere contagiosa la risipola del Soldal<', nella prossima lorna!a una sua l\lemoria su la natura dei co·ntiper ciù solo rh' il medesimo (Hl stato tocco da uretrite blennorgii. nr·~,litò il Doli . Pescello the bisognava nella discussione 1·agica, giacchè, soggiunse, io nego la crnlagiosilà alla risipola ddla malattia in qoislione dislin~uere Jè cause occasir nali derigenu_ina e c~slilozionale ed in rnre sostengo potere questa rc~vanti da infrzir,nc da quelle derivanti da on contagio: al che ders I contagiosa qoand' ha un earaltere mahgoo e qoando rn avendo.risposto li Doli. ZaYaltaro e Pizzorno, ana siffalla distincomplicata con uua malattia con_lagiosa d'altra ~at~ra, com'ad :done risolversi in on mno ·giooco di parole, il Farmacista Dolt. esempio coti il vaiuolo, con la si fili de, ecc-. Obbietto 11 Doli._ ZaGriilì rispose notando essere carattere dell'infezione quello d'isovattaro cbe la risipola del Soldato non poleYa esse1:e c?ntag1osa larsi nel luogo dove s'è sYolta, laddove è carattere del conlagio per la ragione adotta dall'opponente Collea:a, perche g1a da sette di lasciarsi portar ollre al 100110 di sua nascita per propagarsi mesi era cessato lo stillicidio uretrale su la cui natura allronde s<>mpre quando incontri pe-rsooe predisp(1Slf'. Citò ad esempio era difficile cosa decidere C'OU certezza. Obbiettò in seguilo il de_ll'fofezione lo feLbri nosocomiali le quali souo mal3ltie prol)ott. Pizzorno al Dott. Omegna non essne necessaria la comprie del luogo dove si svolgono, mentre i va rii contagii, data la plicazio11e d'un' altra malattia contag,icsa pe!c~è la risipola as: predisposizione, si svolirnuo ovunque prr via dell'fnoculazione , samesse un'identica natura, ma potere benissimo questa farsi d~I co11t_alto e simili. 11 Dott. Capino manifestandosi per l'opicontagiosa per cagioni indipC'ndenti da quella. ll-Dolt. Pesccuo nwnc d1 coloro tho propendon a scorgere nella risipola piuUor iflettendo c-ome debba procedersi mollo c,1utamente nel .pro~Lo Oli morbo epidemico che contagioso, corroborò tuttavia l'opinunziat·e su la cont agiosità drlle malattie, distinse tra c~ntagi~ nione del Doli. Zavaltaro con l'Autorità d'alcuni Scrittori Franed infezione e disse che qucst' ullimo mezzo di tramms10110 d1 cesi ed lng!csi. Il J)ott. l~issore considerando che la risir ola è m orbo ammesso e sostenuto principalmente dai Medici I7ranstata classifi cata fra le malattie esantematiçhe, per contrarre le cesi, nè confondibile con il contagio, può bastar alla spiegazion~ quali fa uopo il rontatlo tliretlo, co~ì egli, nel caso in quisliorrc, dell'evoluzione di v.irie malattie le quali a primotaspetto offrons1 per non risull.re con certr-zza di questo conlal!o, tenderf'bbe ad con forma di contagiose. Ripassando poi ad Hame le cagioni deescludere la possibililà di contagio. Finalmente il Dott. :Mazzi ed terminanti la risipola nelle pnsone ~ccennate dal Doti. Zavatil Doli. Pizzorno partendo dal criterio terapeutico, riusciron in taro, notò come, per la somma tendenza che le risipol_e manifesentenze affal!o opposte, i;iiaccbè il primo disse non potere scorstano per le recidive , non disput;,bile fosse l'evoluzione- della ger !)tnbra di conl~giosilà in una mal atti.a guarita per il solo malattia nella GioYonc, e per ciò che rifl_etteva quel\a del Soldato concorso di medicamenti semplici , ad esclusione di qualunque non dovere recare sorpresa come, questi trovando~, nello medesiasi curn special'e necessariamente richiesta per debellare le sime condizioni d'ins~lubrità nelle quali era.la pnma, fosse pamalattie contagiose; il sernndo l!I contrario sostenendo che le rimente stato tocco per mera accide11taliti1 dalla medesima mamalattie conta12iose furono fin ora debellate con rimedii genelallia. ln appoggio dei suoi riflessi narrò Hcrso da lui osservato rali, non specifici e che forse non si conosce altra malallià vini a di cinque persone che, sotloposle alle medesime.cagi?ni d'insocon conosciuli specifici, dalla scabbiii e dalla sifilide in fuori, lazione e di vicissitudini atD1,1sferìrbe, furono tulle cmquo succonchiuse che l'argomento dedotto da questo criterio era iova 0· cessh•amente tocche da rjsipola facciale, senza che siasi and1e lido ;ìlla soluzione della quistione. Pose fine alla tornata i1 Pre·· per po'co dubitato di contagìosilà la quale in questo caso non sidente facendo riflettere che non è ancor·a bene conosciuto se era a~messibile_. ~a[yo che vogliasi fare ~icorso a? ~n C?ntagio questi i-imedii specifici operino direttamen1e a danno del ge1me .spontanio; quesito quesl<, d'ardua soluzione. Ultimo poi 11 suo con1agioso ovvero operino solo contro le malattie dal medesimo dire richiamando la distinzione tra contagio cd infezione; distinrisullanti. ' ~ione questa ch'egli crede di somma importanza siccome quella -che può rendere ragione di molle morbose conlingen2.e, a spie,gare Je quali talvolta con danno dcli' umanità .si dubitò di con-

al


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PA.RTE SECONDA ~ RIVISTA DEI GIÒ~NALI SCIENTIFlCI.

Uso topico del IJi-joduro di mereurio contro il lupus del Dott. CuE,u VE. ( Annali delle rnalattic della pellt ).

( Sonii del Dott. !'rloltini ) li lupus od estliiomerie d' Alibert è una fra le infermità p iù gravi, ribelli e ributtanti , contro cui e.on vario effeUQ furono pre~onjzzali molti rimedi generali e locnli. Fra ·questi ultimi i-Pratici ri!'.!on.ob~ero d'accorpo 1,1n effetto in·contestabile ue'Ci!l!Slici. Cazenave, poi dopo replicati s.perimenlisull'uso topico del bi-jodùro di mercurio a dosi molto ·elevate, giunse ad ollenere felici rimltamenti per modo chtl l o r itiene siccomti il mìgliorè mezzo topico contro il liinus 'lubercolJ.}so, Ye.rilematoso e \'i pe rl rpfìc.o. Med jante l'azione -di questa sostanza applicala ripetutamente egli vide i tubercoli scemare di volume e scompa riré, suiseguiti da cicatrici superficiali, lisce, a livello della pelle, delle quali alenne appena visibili. Cazenave suol ad(lpcrar ii bi-joduro .di merc:urio sospeso nell'olio a parti uguali , aggiungendovi u·na parte di grasso .onde farne una pasta. Si applica questo rin:iedio con lln pennello ; siccome poi l'a[>plicazione riesce sempre mollo dolorosa , giova, praticarla su piccole su_perlìcie ad ogni volta. l\°fJOVO lll!ATT1''0 O€L )l!E tlC U.1\10; 01 ~lonGAN ,

,Se s'aggiungano alcune gocce d'una soluz ione concentrata di joduro di potassio ad ,um~ piccola quunlità d'un sale mercuriale qnalunque collocato sopra una lamina <li rame pulita e ben deo~sida la , i I mercurio è sull'istante ridotto allo .stato metallico .e la sua presenza si manifesta per mezzo <l'una m:icchia b ianco-argentea sul rame. Quest'effetto · è caraueristico, perchè nissu.n altro metallo si deposita nel medesimo modo. È però da notarsi che, seb bene con questo metodo non si rich iegg?1J.O gr.indi quanlità nelle sostanze, tul!avia bisogna che sìan allo stato di conccolrazione: si può scoprir un millesimo dì grano di su blimato in una goccia d'acqua , ma q 11e.sto millesimo sfugge se fosse sciolto in cento gocce ùel medesimo liquido. È questo però un ben lieve inconveniente, pote11dosi rimediarvi coll'evaporazione. Perlauto. come puossi ~pi11gare la reazione precedente r Morgun al qua Ie si <lebhe la scoperta, crede che il joduro di polassio form i coi composti mercuriali un sale doppio e faci lmen te solubi le. (Journ. de P!wrm. et de Chim. Ar1·il 1852). ( Sunti del Med. di Batt. Dotl. Giacometti)

Gitta ra;)ida delta sctibbia . L'efficacia del metodo dull'Hardi (1 ) proposto ed usato contro questa malattia; metodo che ormai dovrebbe praticarsi in tutti gli Spedali e nei Militari specialmente, fu comprovata eziandio dai Doli. Dechange e D~latle, Medici Mil itari per mezzo ,di sperimenti da felice sucCé$So co~onati. Il Dechange (1) vedi i ceoni so la sc.al>bia del Dott: Valzeoa inseriti nel n° 34 di questo Giornale in cui è indicato il metodo dell'll ardi. L. G.

J'adoprò in 44 scabbiosi: una sola frizione bastò per dileguare la prurigine. Egli però a[la pomata sulfuro-alcalina sostituì lozioni generali con centoventi gramme di sulfuro calcare liquido il qua !e, second'esso, ha la mede· sima effi~acia di quella; è d'un prezzo me.u .ele.vato .ed offre il vantaggio ·di non produrre eruzioni secondarie ,, bene sovente scambiale colla scabbia ribelle o costituzio nale. Dopo il decorso d'un mese non ebbe a verificare alcuna recidiva, meno in lre ammalati i qua li presenta· rono alcune chia_zze d'rritema forforacea e varie papule di lichene sul la faccia esterna dell'ant ibrac-ciù e sul dorsv d\)lle ~ani, credute perciò <lai le fr izioni saponacee prodo tte. R~ccorl)anda quindi d'usar il sapone non troppo ruvidamente e <li servirsi del sulfuro calcare in IQzioni, pjultosloché in frizioo_i.. E consiglia di rimpiazzare questa soslanza con uua lisciv.a alcalina tli 50 gramme di carbun~to di soda ·sovra 150 gramme d'acq ua qnand'oc• corre,sse dj ienere ceJaté\ la miilallia e d'evitare l'intolleranza .<lei gaz solfidrico che nell'adoprar il sulfnro cal• care si svolge. li Delatte applicò il medesimo m.etodo dell'Hardì sovra . 21 scabbiosi ed ha riconosciuto che il . prurito ces$Ò immediatamente e che le vescid1ette, se non sempre furono del tulio dist rntte, non tardarono mai ad avvizzirsi ed a scompa rire ben tosto. Notò però che fra gli scaobìosi curati nel mese di ooNemhre succedettero due recidive ed una dubbia. Ma queste recidive carallerizzate da sem• plice prurito 3l cavo asce li are ~d avvenute l',una ~ieci, l'altra venli giorn i dopo la. c 11ra, non potevan esse dipendere d~ una nuova infeiione? Verao quest'avviso inc.lina l'Autore il quale crede eziand io che il caso di guarigione la quale dice dubbia per la persistenza della prurigine, possa riferirsi al tempo freddo-umido della slagione. Os· servasi di fallo che in tale cir<·ostan-ia del l'atmosfera si accresce ìl prurito e la m(,lrbosa secrezion,e nelle affezioni della pelll\. Il l)elalle poi nel pra licarc questa cura trattiene gli scabbiosi nell'Ospedale dai tre a.i q~1a.llro giorni o!;sia per il tempo necassario a disinfettare ad a lavare gli oggetti (Arch . Helg: di l'r!ed. 1rlil.) d i vestiario. Jiitorno al valore della sifilizzazione nell'uomo; dal Dott. Gamberini. Ila dieci esperimenti istituiti dall'Autore per determinare gli elTelli della silìlizzazione nel· l'uomo, eg li deduce le conclusioni seguenti che senza spìrilo di par.te trasc rivo. 1° Con la sifilizz.aiionc le ulcere cron iche sifi litiche t:on sono guarito. 2° Le ulcere veneree non ,uHìciali sonosi ~i·catrizzale in un periodo certamente non breve. 5° Non s'è impedita l'evoluzione della lue cosi ituzionalc. 4" Ad onta della br-ne veri(ìcala sifilizzaziooe è stato inocula to ·con effetto compiuto e pro• tratto l'ectima si(ìlitico. 5" l fenom eni della !ue costituz-ionalc an tica non hanno r icevula alcuna miglioria . (Gazz . Med. Ital. Lombard.)

Cerotto di jod1irr1 di 11ot assio nella cura dei tumori indolenl'i. La Farmacopea di Londra reca

la seguente formol.a per prepararlo . .J,,duro di potassio, gramme 50; olibano puri(ìcato , gramme 180 ; cera , gramme 24; olio <l'olivo , gramme 8. S.i fanno dapprima fonder in. sieme l'olibano e la cera ; quindi vi s'aggiunge l'jr,duro già tritur.a10 coll'olio ; si ritita dal fdoco il miséuglio agitando conlinuarneote sin a ra.lTreddameu10 ; in une si distende sopra tela. (Joum. de Chim. et Pharm )


ST1\TO GENERA.LE NUMERICO DEL MOVIMENTO DEGLI AMMALATI E

delle mali.tttie state curate negli Spedali Divisionali é Succursali_Militari di Terra e di llarina nel n1es.e, di .aprile ,I 85 2. '

GENERE Dl MALATTIA

GENERE DI llfALA'l"l'IA

-~ - - -- - - - 1---------~--Sinoche .. .. . Conlinue. _. T ifoidee . . .. . Tifo •. . : . . . . p . d' ·l16 I Tu genere . crio 1< l reruicwse .

l

l

;.

S :

,Eocefalile. Spinite

-l

Otite .

. . . . . . Reumatica . . . . . . tt . Purulenta . . . . . . O a1mia Bellica o C_?olagiosa. Blcnm,rrag1ca . . . .

Angina .. · Brnnchite . . . . . .... Pleurite e Polmonite ~ Cardile e Pericardite . ;:;

Angioite

. .

Flebit~ . Angio-leucite. ~ Adenite . . . . .... Gastro-enterite ~ i/Epatite . '"' Splenite. Rèumatismo Arlrite •. Cisti.te Uretrite. -e

:

:

.,l ;::

:l ~ e

""

d'umori secre:i

2

9

. •.

20 l

4 21 G 8

l

Dianca .. . . . Dissenteria .. Gholera morlio Diabete ... .

9

Riparto

2

51

2

IO t69 '7

tpocou~riasi Nostalgia . . . . . . ;;; 1,~pople~sia . . . . . o EsH less1a . . . . . . ;i:; · 'l'etano . . . ; l'aralisia . :z; Prosopalgia Isch ialgia. . j

41 36 li I '19 4 4

·1

Tumori. Ascessi acuti .

1J.

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8

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2 20 1

2

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lenli.

Idrocele . . . . . . .

Totale dei morti

Torino, 1852, l'e!azza, Tipografia Subalpina, ,·ia Allìeri, n• 24.

"

2 10

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7 )) 9 1 10 "

35

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14

'7 1 I ,,

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Sarcoccle .. . . . . . "' Art.-ocace. . . · o

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9

14

Spiua ·ventosa Osteosarcoma

2

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2

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35

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o Carie e necrosi. ~ Oslacoli uretrali . Calcoli.

9

3

2

1 ,, I)

9 . I

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Ferite

54 129 113 1

69

l<ralture. Luss~ zioni Scirro e cancro.

11

7

2

8

14 2

3

Siliiido primiliva Id. Cosliluzionale Iu osservazione

Morbi non-compresi nel quadro: L11ggieri morbi locali

Totali

Mortalità reJat;iva

4 • 8 ,.

. V

\Cancrena.

33

126 132 • 28 20 " I 2 "

I

5

Suicidio.

. . . . . .

1

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Ant urisme . . . . . . .

:.I ))

. . . .

, Vizi 01:ganici del cuore

36

15 3

3

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Scorbulo .. . . . . . . . .

48 1

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3 46 44 12

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29

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¼l ldrotoraGo . . . . . . . . ;3 Ascite . . . . . . . . . . . (.,.) Edema . . . . . . . . . . ;:i Scrofola . . . .. . . . . .

5

35

6

2

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36 ,, 2(i » 2 " 9 "

3

11

Dice.re.

48 28 l G

2

Tabo . . . , . . . . . . . .

llistole

:~ .,

1 3

;: 'l'isic.bezn polmonale .. .

I

,,

))

4

3

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2

Stenocardia Ncuralgie varie

t

»

1098 1988 2042 33 l011 6 • 4 • 2 1 1 t • 1

Maoìa.

15

8 I

16 22 » 138 170 138 I 10 » 6 11 35 44 38 2 " ,, I 47 86 !)5 2 114 160 154 9 97 (J(l :} 81 6 10 " 8 Ml 15 , 7 3 I 2 2 2 1 • 33 58 45 • 43 [05 100 4 15 17 20 " 16

22

fEmatemesi Pneumorr~gic. .. .

1-

110 108 1

l .1

3

polrnonale

Totale dei curati

.I

»

3

))

nis:pola .. . . . . . . ~ Vaiuolo .. . . . . .. ~ Scarlattina ... . .. ~ ~Ros<>lia .. . ... . . ~ (Scabbia .. . . .. . . l:i Erpete . . . . . . . . Tigna . . . . . . . . .

10

1

40

Emormesi cereh1·ale

Sanguirrni. 0

50

21 4

I

O~teite

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4 ,,

94 100

Id. Blennorragica . Orchite. Perios!ile. Flemmone

158 5-1-0 4'77 2 219

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1745 3092 302'7 52 t 758

(I. più

cleln p. O[O.

li Direttore Doti. COMISSETTI ì\led. Div. Jl VicG-Direltore respons. DotL Bar. de BE.4ll.FOJ\T M R.


( ai ,14 di giugno ,f 85~ )

ANNO I

GIORNALE DI MEDICINA !IIILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'AR~IA'rA SARDA. L'associaziooenonsi riceve che por un anno ecominciacol t O d'agosto. llGioroalesi pubblica nel lunedì di ciascbedunasellimana. !'REZZO 0'ASS0C1AZl 0;-lE

10 'l'orino . . . . . .

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In

Provincia ed all'Estero, franco cli posta . . L. 1 t.

L'abbonamento ùehbo pagarsi pel' semestri anticipali. Le associazioni per i non roilìlari ricevonsi alla TtPOGllAlllt\ SUDALPI N.A via Alfieri, num 0 _H. Le !oliere por abbonamcnlo al Giornale debbon esser affrancate ed accompagnate da vaglia postale.

So3wanIO. - 1° Dolt. FAIIRS: Su la Clinica orale ed operativa del Prof. Commencl. Rrntmt. - 2° Doti. Pllr.oso: Febbre tifoidea. - 3° Dott. BO'l'TlNI: Lussazione sotto-glenoidea. -

4" Helaziooe rlclle Cooferooze ScicnLifiche. - 5° Rivista dei Giornali del uou. GIA.COME1'1'l. - (lv Avviso.

PA.RTE PRllllA ANNOTAZIONI SU LA CLl~lCA OllALR lW OPERATIVA

DEL cmnrnND. PROI?. RJBEUI ( Trarciatc dnl Dou

FABRE) .

·SU IL R&C:lll&RTllOC'AC:E (Vedi il monero precedente).

Os.~. 1.0, compilata dal Sig. Depra;;. Lucia N., figlia natur{)Je : anni 27 : temperamE>nto linfotic«)· sanguigno : ,thito scrofoloso : costituzi one mediocre: infaniia s:rn11: abbondantemeute menstruat.a su i 15 anni : tocca . Ol'mai tre anni , da grave 11rtrilide fissa al ginocchio destro per incauta e rapido soppres· sione de' mE>nstrui, la qnale, in onla d'un euergico metodo antiU11gi~1 ico, riE>scì dopo un anno cli stenti :~! l'anchilosi r.on uo poco rl'accorciarnentr, dell'arto. E un anno e mezzo, iu segnito a caduta , nuora ar· tritide 11e11ta :.ilio stesso ginoccltio, stata domata da uu pronto metodo antitlr,gistlco e, più lardi , molto scemata ne' suoi esiti d,ii fanghi d'Acqni : sorpresa nell'autunno del 1850 rla febbre intermittente la quale fu fugata con la cbina nell' inverno del 185 t : cessul.a la febhre, fu co lta da un dolore nella re gione dorsale sin islru , profondo, remittente cd irradiantesi nella direzione delle coste fino dietro lo sterno con tosse e l'ei.Jhre e qualcl.Je tempo dopo con un tumore piccn l,1 e dolnrosissimo il quale in brel'E' crebbe al volmne del capo d'uo feto divenendo molto meno doloro!-o a mano clte cresceva , poi assottiglii> la pelle e poi si scrPpulò dand'esil.o ad una grnnde quanlilà di pns fetido : accettata :tllora cioè ai 17 d'agosto 18.H nella f.l iriica essendo nel seguente

,

stato: colore giallo brunastro ddh, pelle: gon(iezia del tessuto celluloso soitocutaneo: deciso al.lit.o scrofo loso : respiro1.ione ansia : ottnsit h nella regione dorsale sinistra con la cessazione <fol rumore respiratorio per oo piccolo tratto del pnln10ne sinistro : respinizione suppletivi; nel destro: profondo rumore di fregamento: to,se sP.cca, ricononte: foro sinuoso due pollici ~nllo l'a11goln inferiore della scapula e distante ~"i dii i trasversi dalle apofisi spinose : uno spE'cillo i11trodot10 inc11ntrava un arnpio cavo avente due r:rn1iCic.11.ioni clel le quali nna si dirigeva sollo J'omoplala e l'altra, internandosi oclla scanalatura prof1111da verlebrale sollo il piane., muscolar<>, saliva accost.andr)si alla linea mediana d(,rsa le 0110 su il piane, dell 'estremi tL1 posteriore della terza costa vera. La natura del pus che stillava e la direzione 9 profu11ditt1 ùello specillP in<lr1cevi1n a credere fossevi altern 1,ione d'osso con carie; la ma(lconza di clfnsi, che l'alLe1·nione fosse superlìciale; la formazione dell'ascesso nello parie posteriore della spino , che l'al , ternione mrH·esse con tnl.ta prob:ibilità da uu'apofisi trasversa . Pt1reva cosa chiara che la cessazione della 1oenslruazione la quale non ricompune più mai, avesse messa io cvidrnza la su:.i disposizione scrofo . Iosa in prima su il ginocch io e poi su !a spina e che, iu causa appunto di colesta c<,mbinazione scrofoloso, l'iufiammazione del ginocchio , tuttocùè energicament(' assalita, fosse riescita all'auchilosi e la località della spinu alla carie cd all,1 suppur11zio11e Avuto riguardo alla complicaii,,1rn d'nn rachiartrocacc movente d:i soppressa 111cn,-truaziooe seoz'a lcnna spcranzu di rav"iarla e eia elerneoto scrofoloso difficile a co111batt.ersi in quell'età ed avenlH sede iu uua parte così dilicata, già con guast,, organico, con un ascesso sintomatico congestizio e con certezza di cupa diffusione flogisti ca alla pleura , s'aveva heri donde far un vaticinio molto dui.,bioso. Culmata nello spazio di dmlici g;,,rni la località con cataplasmi eJUìJllienli e l'irrila"tione pcllorale e Yasal e con bevande nrncilùginose, non il riposo, con la dieta te· JJoe, con prdiluvii e simili, s'ebbe ricu1'so all'olio di f1•guto di merluzzo per oso interno cd alle iniezioni del seno fistoloso . ora . con vino ar()matico, ora con tintura di iodio, orn con una soluzione <li nitrato d'argento, oro con acqua di pece narale, ma tutt'iu vano; eransi anzi formnti in giro al primo due :..Itri


378 temporanei , ai larghi vescicatorii 1 ma in vano, chè., fori , danti un pus misto a sostanza avente i caratdopo u~a momentanea tregua occorsa nei giorni 20 teri .della tubercoline,. Ondecbè, essendovi su'ffìciente e ~1 di novembre e nunzia di tristi eventi la tosse calma nél!e vie del respiro ed in quelle del circolo, l 'ortopnea , 1·1 ~·an~olo , ecc, , si resero più •imperiosi' si prut icò uu mese e mezz<> dopo il suu jogresso la e la tolsero d1 vita uel giorno 24 del testè detto dilutazione del seno in tre diverse direzioni cioè mese. verso l'omoplata , al basso ed in su verso la linea . Necroscopia. ~' ulto il c~irpo abhoodante di pinguemediana cioè ,·erso le vertebre che si presumev::100 dme molle e giallastra com'in chi incompiuta è da essere la radice fontafo del male, riducendo così il lungo tempo l'ematosi e elle non consuma l'eccesso seno primitivo ad una soluzione di continuità di dei principii Cal'honosi del sangue venoso : ple1Jl'a deforma :,l(!lluta la quale permise d'esplorare con il stra con tracce di recente infiammazione e coatedito l.utla la sua iolernu coulìgurazione, anche in n_ente alquanto siero per effetto della recente pleuriquella sua parte alta , vicina alle 'Vertebre, che non t1d,e : pol_rnone d.e3tro sano e crepitante,· ma respinto era sfal:;i dilatata per riguardo ugli spessi ammassi ali alto sino su 11 piauo della quarta vera costa dal muscolari ivi esistenti. Con l'esplorazione si toccafegato enormemente voluminoso che sollevava il diarono subilo due pezzuoli ossei stati incontanente ef'.arru~a : pleura sinistra aderente alle coste, al pestratti di cui uno, tutto tarluto, offriva l'aspetto delncardw e~ _a tullo l'ambito <lei lobo supedore del 1'.vpofìsi trasversa d'una ve1~bra. Con la stessa eP?lmone_ sinistro, a,·cnte in più luoghi la spessezza splorazione si riconobbe aitres1 che l'estrema parte d1 due lmee, contene11te una grande quanlilà di siero posteriore della quinta e sesta costa era per \10 picpurulento con alibundanlissimi fiocchi albuminosi colo trauo denudata e che eruvi fra le medesime uo prodotti da pleurilidi anteriori recidive, e non apassaggio conducente in un v:mo retropleurale in cui vente alcuna cornunicaiionc con l'ascesso del dorso il dito non bll potuto insinuarsi. La consecutiva tuttochè in corrispoudenza del suo fondo fosse più grave infiammazione traumatica, rivelata particolarspessa e spruzzofota da false membrane offrenti tutti mente da febbre intens,1 , da tosse e da dolore lai gradi d'ol'gauizzazione dalla trasudazione gelatinosa terale io corrispondenza della pleura limitante il cavo On ,1l tessuto fibroso: pericardio spesso , aderente morboso dal la to del petto, fu vinta con quau.ro saalla pleura e contenente un poco di siero : cuore lassi e con altri compensi disirritanti e disiofìamammollito : colore rosso·inten5o nei grossi tronchi mant.i. Quindici giorni dopo quella spaccatura le cose a~teriosi_, annunziante una pregressa angioitide croprocedevano regolarmente, quando la soluzione di lllCa : milza e fegato molli e vofurninosissimi, sopratCO!itinuilà fu colta dalla cancrena cont:.1giosa o nosotutto quest'ultimo, però senza alcuu'alteraziooe di comiale dalla forma polposa di cui eranvi altri casi struuu1:3 : vescica biliare oltremodo piena di bile nella Sala: avuto in vano ricorso alle medicazioni di verdiccia : vena porta z,eppa di sangue venoso ed in deutocloruro di mercurio e temendo giustameute gli genere tutte le viscere del ventre offrivano le seeffetti dell::i cauterizzazione per le nobili tessitore quele d'una circolazione venosa predominante: marche s' incontravano nel fondo del meau<lro purulento, gini dell'ascesso nerastri, scollati e caocrenati : pus si prese il partito di coprire lll soluziooe di contidi recente formazione tra gli strati muscolari dissenuità degenerata con un cataplasma di rape crude cati gli uni dopo gli altri: infiltrazione soltapone11e gratuggiate, rinnovato tre volte nel giorno, le rotica di pus sino nellu regione lombare, respintovi quali con grata sorpresa di tutta la Scuola liruitarono dalia resistente aponeurosi dei museali dentati postein quattro giorni la cancrena. Sebbene la soluzione riori: un'altra in!lllrazione puru!enla fra le carni de' di continuità si fossè coperta di carni rosee e sepamuscoli sacro-lombare e lungo d1Jrs:ilc: il capitello ranti on pus di buona natura , tuttavia, visto il buon ed il tubercolo della quinta e sesta coste vt:re derisultamcnto, si continuò l'uso delle rape, sì ritomò nudati , rosei ed alquanlo bozzuti : le conispondenti all 'uw interno dell'olio di fegato di merluzzo alterdue apofisi trasverse mancanti : smarrite perciò le oa:o con quello di proloiodoro di ferro, l'uno e l'algiunture dei tubercoli di queste due cnste con gli tro per qualche tempo sospesi , e con ciò due mesi ora detti processi trasversi : estrema parte posteriore dopo la spaccatura cic è verso la melZi del m?se di dei muscoli intercos1.ali perforata da tre seni fì;tonc,veml.>1e lutla la Scuola fu in grado di giudicare losi i quali, dopo avt!re contornale le coste , mette· per se stessa non solamente il buono stato generale vano capo contro la pleura inspessita e non perfodell 'ammalata, -ma pure quello della soluzione di rata : alcuni piccoli cunicoli nel tessuto celluloso continuità la quale era c·,11perta di buone carni, stilretropleurale, pieni di marcia di recente formaGione. lava soppurnione po'ca e d'ottima indvle ed erasi già È questo un caso di racbiartrocnce superficiale, ristretta in un modo vernmente insperato e tale cbe epperciò senza cifosi : è esso un'ultima prova della po1·1endeva una favorevole soluzione dei male. Se desinenza del rachiarlrocace pe1' necrosi. È cosa drf· non che l'lìmmalala, credendosi fuori d 'ogni peri· ficile a dirsi se la flogosi speciale scrofolosa abbia colo, oommise la fatale imprudenza di . scoprirsi uel avuta la sua sede primitiva nel centro delle apofisi suo letto e di rimanere lungo tempo scoperta quando trasverse della q1wrta e sesta vertebre dorsali oppure già il freddo atmosferico ern rigoroso e fu colta ai i.5 di novembre da acutissima pleuritide destra con , nel loro periostio; rit1eLtendo però che nel primo caso s:;irebbero state scavate, usate ed uoa d'esse febbre gagliarda, con tosse, con dispnea, con sonon sarebbe uscita intiera iu condizione di necrosi ; spensione della secrezione purulenta dalla località , riflettendo anr,ora che la necro3i per sol ìt.o move la quale, tuttocbè assalita con prontezz:;i e con ener· dall'ulcerazione o dalla scolla tura dd periostio, sern gia mediante cinque larghi salassi, fu più celere che bra si possa congbietturare che i\ periostio ne sia l'a~-te a correre verso i suoi esiti : vista l'impotenza dei salassi, s'ebbe ricorso al kermes , ai senapismi · stata la sede primitiva: la condi1.ione speci"!c scro·1·


379 folosa della flf gosi è ubhondantcmente prol1'n ta dal introdotto allora il dito nel fondo della porzione non temperamento linfatico òell'infelice Lucia , ùal suo ispaccata , bo toccato denudata e cariosa la sopra detta apofisi ed alcuni tritumi ossei già dalla medeabilo scrofoloso e dalla materia tubercolare cbe U· sima distaccali che .I.Jo estratti parte coo il dito e sciva frammista con la marcia. Quantunque elaborato nella parte posteriore della spinu, l'ascesso si moslrò parte con iniezioni d'acqua semplice. Poca fu la perP siotorualico e Cl)Dgestizio, essendo la marcia riaiione traumatica ~ oellò spazio di due mesi e mezzo avvenne che, per le blande medicazioni ed trascorsa a ,grande dist.:mza dal luogo della sua elaboraiione. E evidlmte che dallo apolìsi trasverse iaifzinni e per l'uso interno delle preparazioni amare, sopra accennale la flogoi;i s'cn1 diffusa al periostio lo sLato gener:ile dell'ammalata sia mollo migliorato della parte posteriore delle coste quinta e sesta dore la suppurazione sia diventata di migliore natura e sali, <fonde la luro denudazione con pochi altri niolt.n men abbondante. Non perciò, cuntinuando guasti. La compartecipazione cb'ebbero <Jlltt flogosi essa lotlora, con lo scopo di favorire la guarilJ'iooe pnrolenla i nervi intercostali i qoali s'incontravano della carie hn su lo scorcio <lei mese di ge~naio praticata uo'inieziune d'una soluzione, neppure sanella sua sfera d'azione, spiega i dolori cbe dal dorso tura, di nitrato d'i1rgento cristallizzato, la tJUale prosi prolongavauo lunghesso le coste sinistre sioo sotto lo steruo, siccome la diffosione della flogosi e del vocò su l'istante un dolor acuto, fiero, insopportabile, pus al tessuto celluloso l'etropleurale spil'ga i pl'cper coi l'ammalala , lottuchè di sua natura poco gressi ripetuti imu!ti ùi pleuritide sinistrn ora lieve, sensitiva, diventò sma11iusa ed ortopnoica e poco ora intensa. Uou volta uscitù dalla prnl'unda sc,rnalawra stante cioè dopo mezz 'ora sorsero feno meni d 'un'imperivel'Lebrale, la marcia fa arr<'stala d:ill';.1pooeurosi ponen1issima pleuritide con massimo affauno di respiro, la quale fil ammansita con quattro lurghi salassi dei muscoli dentali posleriori d ietro a cui si convertì io un laglwtt.o che diede poi ltrngo ai varii diverticoli praticati nelle ventiquattr'ore sussecutivn e poi del Lullo vinta nel corso di sette giorni coo altri due sopra menzionati. L'angioil.ìde con cdemo acub generale da cui era l'ammalata tocca quando fu ricosalussi, aggiuntavi un' applicazione di mignatte. A veralo· nello Speda le e che durava già <la gran tempo malgrado di q11esl'in:ispcttalo evento, In condizione ed ebbe di poi ancora più l'isalti , lasci<> le citate del. tr;,iget.to u~roloi-o fu nel segn1tu e poco per poco tracce di sè, rinvenute nel ca<lave1c. Quando si pensu cosi n11gliorata che, cessato ogni dolore, cessato ai versamenti rinvenuti nella plcu1 a sinistra per cui og11i 1l11rezza, migliorata la uaturu del pus e ridotto il medesimo allo stillicidio di poche gocce fra il di poco aiuto doveva <>ssere alla respirazione il polmone sinistro, ed alla picciolcz-u1 e<l attrattura del giorno, abbian10 credulo non doverci oppor al desi derio elle l'anunaiato rnaoife~tò di rimpatriare; il destro a cagione dell'erwrn1e volume del feg11Lo, sarti cbe fece nel corso del mese dì fobbraio 1847. ìliel facile il convi11cersi c<>rue l'nltima infiarumazione pel· toralf~ pro1111JS$l\ da cau~a reurri:11 ica, restringenùo terzo mese duccliè era giunta nel suo paese nat.ivo, le ancor:) la gi:;1 stretta area respirntol'ia. sia si.ala proncump11n e pe1' fu prima volta la menstruazioue e lre Lamenre seguilù da mnrHII asfissia che potrebbe chiamesi upprcsso si . spense del tulio lo stillicidio di pus marsi spontanea, interna ud organica. cou compiuta e perm,1r1enle guarigio11e della località. Oss. tt. A temperare I 'a:nart 1.z~ di qMslo Cll:,\O D'allu1· i11 poi godei.le elln sempre buona sauità. mi giova rwrrarvene, Signori, un altro areote con il 1 lruculN!li effetti dcll'iniezioue provao(I, Signori, medesimo alcuni punti d'analogia , di cui fu oggetto che l'estremità interna del tragetto morboso cu'il dito D(IO potè bene perlnstrare, giungeva contro Ja una giovinaslra la qual è attm1frnentr al servizi,, della mia caso. pleura come nell'ammalata dell'antecedente caso e Giovanna Monlic. : anni i 6 : tc111peramcnto linfasono nel tempo stesso un'avvisaglia dei pel'icoli delle tico: grossoccia della pcr~ona: stata nell'infanzia ioieziimi irritanti caust.irhe nei casi congeneri. Da queSl.tt caso si rileva inoltre la possìbiiità di guarire soggeltn a croste al capo ; in eLi, d'anni otto, a I.umidezze ghiandolari al collo le quuli suppurarono per il raclliu rtrocace con a.scesso siaLomatico congestizio nella parte posleriore della spioa. no anno; dai scii ai quatlordici anni, a geloni elle Oss. i2. Nel principio di novemb re del1'1rnno i825 riescivano sempre all'nlc1m1zione : tocca so i q 1.1altordici anni , 110n essendo ancora menst ruota, ùu entrava nella Clinica la nomata Gi,1vanua Gardelli , d'anni to, dotata di t.emperarneoto linfatico-~anguigoo, <lolor ora cupo, ora vivo 11el dorso, il quale, trasandalo, si terminò in apostema che dur:n·a già da ua per esservi curala da rach1a1 trocace uomparso sei mesi pr:ma e rivelalo ù:i cifo~i delle tre ultime rnrtebre anno quando nel mese d'agostù t8i6, ebue ella ridorsali, da frequeuti dolori colici e da vacillamento corso alla Clinica essend' in questo stato : !Ili qnale delle estremità inferiori. La malattin erasi ordita per grado di mncilenza : febbrctta vespertino: leg.giera cause reumaticlJe operant i sopra un fondo scrofoloso. irritazione gastrenterica : forarne fistoloso avente la TI riposo nella positura orizzontale, no villo temperato slessa sede che quello dell'ammalata de!l'anlecedente osservazione; se non che era unico ed aveva un solo e scevr<> da soslanze calorose , l'oso protratto de' cataplasmi mollilivi, l'uso interno del nanriato di barite trugetto, molto meno luogo, elle si dirigevn verso e sopraH.utto due appliciniooi di coppette scarificate l~ ~pioa e mt\llcva c11po co111 ro all'apofisi trasversa e tre di sanguisughe, cessarono nell' intervallo d' un sinistra della sei.lima vct'lehra dorsale eon uscila mese e venticiuqne giorni circa ch'ella rimase nella d'una grande quantili, di pns icoroi,;o e feUwte. Vinta Clinica i dolori colici, rilornaron agli arti aùdominali con il riposo, con la dieta tenue e con bevande mo! Ja loro forzt1 primitiva e ridusser" la cifosi alla terza ~itive e ghiacciate la leggiera irritazione gastrenlerica, 10 addivenni nel mese di settembre alla spaccatura parte <lei suo volume. Oss. 13. Cotest' importante <•sservaziooe è uo asdel tragetlo fistol oso tìnù conl.r'al robusto ammasso sunto a cni , per chiarirlo, sarebbero poeo trenta moscola1e, occupante la scaoalaLura periverteurale : 1

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380 pagine ; mi propongo perciò di farla conoscere separatamente in nn'altr'oceasiooe; intanto, provand'essa alcuni dei principii di cui vi bn parlut.o in altri trattenimenti, umo ebe la conosciate per sommi capi. N. N., di temperamento bil ioso-sangui gno, di fortissima costi1uz1ooe, su i trentacinque anni, riparava alla Clinica , ormai venti anni , per rachiartrocace della porzione lombare della spina con vasto ascesso nella regione ileo-lombare sinistra, profondamente Oottoanié senw cifosi, prndotto do caduta da una grande altezza. Per il vant.iggio ù'aprire l'as?esso ~ella mac:,giore vicina oz1 possibile alla sede della for1mz10ne dei'°pus io apersi in presenza della Scuola le pareti .iddominali nella regione lombare con tagli successivi e trasversali, e ciò un pollice snpra la cresta iliaca: rinvenni l'ascesso ed il pus oe fu evacuato: il dito iolrodotto oell 'ampia caverna che lo conteneva toc cava cun facilit à il nudo corpo di due vertebl'e lomb!lri e sosteneva con il suo dorso i grossi vasi di quella regione fortemeole pulsanti. Le c~se pr?gredirono con suf(ìr.ie nte calma fin al ventes11no giorno dall'operuziooe: sorse allora unu flogosi della mucosa gastreuterica con riazione febbrile esacerbantesi verso sera : ern questo stato morboso d'incerto esito, quaod'una grave emorragia di saugue venoso spense l'operato. NE:lla necrospia si rinvenne totalmente mancante il disco 6bro-cart1lagineo interposto fra la terza e quarta vertebra lombari : non fu pos sibile rinvenir alcuna soluzione di continuità di vene cospicue, capace di dare rngiooe dell'impetuosa e morragia venosa. E questo un nuovo caso di rachiartrocace da causa traumatica il quale prova che la distruzione d 'uo intiero disco fibro-cartilagineo noo importa sempre la formazione della cifosi. Prova esso pure che }'estrazione della marcia dell' ascesso sintomatico congestizio dal lato della regione lombare cioè da uoa sede più vicina al punto d'elaborazione purulenta, non cangia il fatale destino di coloro che ne son atfelli.

STORIB DI CASI RUIARCHEVOLl. !}0

FEBBRt TIFOIDEA

(Tre Osser,vazioni intorno alla medesima: Memoria letta dal Doll. Pl!:LUSO i?t una Conf'eren:za dello Speda/e Militare di Ni$za). (Sunto della Redazione) Oss. l3 Bernardo Lovisio, soldato del 14° .Reggimento di Fanteria , dell'età d'anni 25 , di temperamento sanguigilo-li nfa li co , d'abilo leucofiemmatico, abitualmente sano non ostante portasse le impronte di soffertì ingorghi ghiandolari al collo e soffrisse qualche volta di gastrici sconcerti, doe giorni prima della sua entrata nello Spedale cominciò a lagnarsi di disappetenza, d'abbaltimento di forza e di cefalea leggiera con senso febbril e ricor· l'ente. Visitato da me la prima volta nel mattino del giorno 15 di di cembre p. p., offriva i seguenti sintomi : polso duro, strello e frequente ; calore della pelle aumen· lato; liogua impaniata e rossa ai margini con sete e coo

senso di peso all'epigastrio e di vago dolor al veutre non meteorizzato; ca lor urente alla faccia ; prostrazione di forza . Da questa si ntomatologia diagnosti ca i so le prime aver a fare con una febbre gastrica, tanto più che questa malattia era la predominante nei soldati di cotesto presidio, a motivo forse del cangiamento di clima e della variata natura degli alimenti. i\J'allenni perciò alla prescrizione d'un blando eccoprotico d'elettuario lenitivo ed alla dieta con brodi: rc,sisi però verso sera più frequenti e lesi i polsi , nè diminuitasi , accresciutasi aozi , la cefalea non ostanle tre abbondanti esiti alYini procurati dall'Elettuario, ordiuai un salasso dal braccio ed un'cmuìsione aral.iica coo sei grani d'estratto d'aconito napello da prendersi a dosi ripartite. Alla persistenza dei medesimi sinlom i essendosi aggiunto nel giorno 16 un poco di tosse, feci rinnovar il salasso e prescrissi una pozioue pettorale emetizzata per bevanda. Benchè il sangue dei due salassi offrisse un sottile strato ui cotenna ed i polsi si mantenessero duri e tesi , tullavia per l'aumentala prostrazione di forza, per il ca lor ureo1issimo e per la siccità della lingua striala in nero con sete ardente, nel giorno 17 mi limiLai a fare pratjcar uo sanguisugio all'a no, prescrivend'internamente una limonata magnesiaca e gbiaccio. Dal giorno 18 al 22 la condizione dell'ammalato si mantenne la seguente : cefalalgia inteosissima, lingua impaniata , St!cca e<l accartocciata con molta sete ; dolori addominali più risentili nella regione ileo-cecale; stupidità di mente con subdelirio nella nolle; polsi duri, mollo tesi o frequeoli. Feci in ciascheduo giorno praticar uo piccolo salasso d'oll'once collo scopo di frenar il più che possibile i sintomi flogistici capitali; continuai oelln prescrizione del ghiaccio , del decotto di tamarindo e della limonata vegetal e per bevanda ; ordinai finalmente l' imposizione di clisteri mollilivi por ammansar i dolori del ventre. i\ligliorata alquanto con qoesli terapeutici presidii offrivasi nel mallino del 25 la condi zione morbosa cefalica , ma , ollraché contiouava l'intensità dei dolori addominali nella regione ileo-cecalo e vi s'era associata una frequente e copiosa diarrea, ricomparve nella sera l'iuteosilà della cefalalgia ed il coma, motivo per cui ricorsi novellameote ad un sanguisogio che questa volta feci eseguire alle tempia, aggiungendovi per uso inlerno un'emulsione arabica ed il ghiaccio avidamente cercato dall'ammalato. Con la diminuzione di tensione nel polso, si toccava questo nei giorni 24 e 25 molto più frequente ; alquanto rimesso era pure 10 stato comatoso dell'ammalato, ma persistevano la ceralalgia, il subdelirio uollurno, la diarrea copiosa, la lingua asciuttissima ; di più si manifestava da quand'a quando qualche sussulto tendineo ; si scorgevano l.remola la lingua e fuli gioosi i denti dell'ammalato che ora tulio ranoicchiavasi nel lello, ora tentHa lanciarsi dal medesi mo. Dubitando per quoslo slato di coso di qualche versamento oelle meningi e desioso soccorrt:r' io ogni modo alla gravità del caso , pregai il :\led. Div. affinché volesse sorreggermi con i suoi lumi nell'ultcrior andamento della malattia. Aderì questi volonteroso all'invito e convenendo nella necessità di procurare con ogni mezzo uoa rivulsione dal capo, approvata la già prescrilla applicazione dei vescicalorii alle gambe, avvisò egli pure meco d'accordo potere tentarsi in via esplorativa il richiamo di maggior irritazione oegl'intestini per mezzo d' una decozione di corteccia di china con gomma arabica ed estra'llo di rataoia da prendersi poco per volta nel giorno. Non si ar-


381 restò por ciò la malattia nei suoi progressi : che anzi nei giorni 26, 27 e 28 res:isi impossibile la deglutizione , deùolissimo e frequentissi mo il polso, soprav venne l'invo· Jonlaria escrnziono delle feci , la l'accia assunse l'aspetto lppocralic.o e l'ammalato nel giorno 2!J (14° \li malattia) cessò di vilero , senza che questo triste fato abbia potuto esser imped\to o differito dalla ripetuta applicazione dei senapismi ai ) icdi , d'un largo vescicatorio alle sterno e di due altri alle coscie. Necroscopia 5(; ore dopo la morie. Cavità del cranio. Lè membrane arac~ide e pia madre alq:1an10 iniellale ed in alcuni punti iuspe;site ed opache con discreto trasuclam(lnlo sieroso tra le nedesime e la polpa cerebrale la qual e era pure lievemei-te iniettata: d11e buo ne cucchia · iate di siero sanguinoler~ nei ventricoli laterali e Ire eucchiaiale del medesimo )quido alla base del cranio. Cavita del petto. Polmon in istalo natural~ nella loro parte superiore con Ieggioro \ ra<lo di splenin.azìone nel lobo inferiore destro : bronchi \fl'ron li la mucosa alquanto tumida , pallida , rammollita e SP,.rsa di molle mucosità purifo rmi. Cuore di volume e con1·stenza naturali, mollo però pi1i scolorito <lei 11alurale. Cavità dell'addomine. Tagliali i couuni integumenti ed il peritoneo e sfuggitane grande quantit, di ga:r. puzzolento, si misero allo scoperto lo viscere di qu¼a cavità le qtrnli si rinvennero nelle seguenti condizioni \ ventricolo alqoanlo rugoso nella sua membrana inlcrna'a quale, ram mollita e d'un colore più bianco de l natoral~onl eneva un Jiqui<lo giallognolo risultan te dalla bile cl io . grado sempre decrescente si rinvenne pur r nella mu sa degli intestini : l'intestino ileo verso la sua melo. infe,ore corniociova ad offri_re varii rialzam_eoli _formali dall~Ì1ianòole del Peyer ingrossale, molli, rettcolatl'- e punt&_giate di colore cinerogoolo; queste ra\•vi,avansi sempre pi' voluminose, dure e coperte d'una maleria biancastra o O· ~enca di man io mano che osservavansi verso l'estren\ ceca le dell'inleslino; la membrana mucosa circon?a_nte I\ medesime ghiandole non era arrossala, ma solo m1ellata in qualche punto di sangue nera stro ed in allri ponti scolorita aITallo. Verso il Ciue dell'ileo si riscontraron alcune vere ulcerazioni con perdita di sostanza le quali erano circondate da margini rialzati, gon fi , granellosi e di forma elillica: al principio poi dell'intestino crasso in corrispondenza della valvnla del llavhino esistevano due larghe ulcere dell'estensione d'olla in dicci millimetri nel lo.·o diametro maggiore, circondale da un' iniezione di colore . ,·osso-fosco che s'estendeva per h.1ngo trallo nel medesimo intestino. Le ghiandole mesenteriche erano tumide, molli e rosse. Il fegato di colore quasi plumbeo ! ra molto pesante in proporzione del suo volume poco a1rne ntalo. La cistifellea, piena d'un liquido leggermente çallognolo ed assai Hoido, oITriva la sua mucosa di coloe ci nerognolo. La milia, \'Oluminosissima o di colore inoso_, riducevasi in mollo poltiglia per una leggiera corprcss1one. Sanissimi eran i reni , la vescica orinaria e !fllltre parli contenute nell'aùdomine. Oss. 2a Nel medesimo giorno (15 dì dicem~e) entrava pure nello Spedale Angelo Baggini Sergente 1J 14" Regoimenlo di Fanteria già da q11allro giorni wlestato da disappetenza, da grande prostraiione di fo rz. da tosse breve e secca seni' espcllora zio ne e da folibre ribrezzo. Dotalo dì temperamento linfatico-bilioso, d'a,lo di corpo piultoslo gracile, ollr'a lutti li si nlomi indicali una bron-

chite, lagnarasi egli nella mia prima visita di grand'abbauimento fisico, di pesantezza al capo e d'estrema siccità alle fauci con difficoltà alla deglutizione. L'esplorazione delta boccll, menl rn lasciava scc,rger inicllati il velo peuclolo e le tonsille. mostrava la lingua impaniala e rossa ne' suoi margini. li polso si·toccava frequcnle e duro con Ja pelle asciulla ed arsa. fn vista di questa fooomenologia indicante un 'affezione ilogistica dei bronchi ,1 delle vie aeree suµeriori, m'allenai nei due primi gioroi al metod'antiflogistico positiv1 e negativo per mezzo dell'emulsione deprimente con entro di lungali Se.li grani d'estra tto <l'aconito, per mezzo dl'I tartaro stibialo prescritto internamente alla doso d'olio graoi in qualtr'once d'emul$ione da prendersi a cucchiaiate di mezz'ora in moxz.' ora e per mezzo del sa lasso ripetuto due volle nelle quaranl'oll'oro. ~footr'in grazia \lei meloJ\J di cura adoperatosi diminuiti osscrvavansi nel giorno 17 i Fiulomi bronchiali, la lingua offrivasi con un irnpaniarrn~nto gri. giastro esteso, allo e solcalo d<1 due lunghe strisce nerastre ai lati della linea mediana : i mar~iui ùdla medesima più inl ensamenl.e co lorali in rosso e secchi, corrispondevano predsamente allo stato delle fo111: i anch'esse aritle, rosse e doknti : il venire ogamenle pHrcorso da dolori scioglieva~i in rri;quenle , ma non copiosa diarr ea. Finalmente l'estrema prostrazione di l'orze di cui si lagnava l'ammalato , il sno decubito supino e l'abballi· mento della fod onomia indicavano l'e,;ordire d'una febbre tifoidea. lo questo sospetto ed in grazia dl!lla mancanza di vera colonna nel sangue estratw e della mau conza puro cli' ce fa la lgia , sospesi nei giorni 1 i e 18 l'ordinazione del salas,10, racend'i11 vece applicare dodici mignatte all'ano e prescrivend.o per u,;o interno il ghiaccio, il decollo del Sydenham o la limonata vegetale. Feci però di nuovo ricorso ad un terzo salas~o nel giorno 19 nel quolo vi fu tli bel nuovo anmenlo della febbre e della ce• fal algia, dello tos,e e dell'urdore delle fauci . Più carat• terizzali comparvor i sintomi tifoidei nel giorno 2 0, perocchè, quantunque diminuita rosse la cefalalgia e più molli si toccasser i polsi, tultavia la maggiore frequenza di questi unita ad un sempre crescente cn lore della pelle, la grand'arid•tà della lin6ua resasi rugosa e coerta quasi da nno strato rnucilagineo, l'e~tremo abballieolo delle forzç, la stupidità del volto, l'irnmobìlità ll'ammalato cho soporoso vaneggiava leggiermenl e nella llc, la sete insaziabile con orine scarse e scdimentose> i1~icavano chiaramente ben altr0 esser il co rso d'ttoa ge\uina bronchite e perciò, mentre permisi un largo uso d_i \ hiaccio a sedare l'iosaziabilo sete del llaggini, decisi rtc~rer all'uso interno dei tonici con lo scopo di riattivar~ la riazione o promovore una qualche crisi ; ciò ch11 ~eci ordinand'una doc"zione di china con una dramma d'cs1la1to di ratauia da prendersi poco per volta . Foriera di h;singhiero miglioramento comparve nel giorno 2 1 una miliare t1ruzione di buona natura lo quale, lutlochè scarsa al pet'.o e scarsil,sima alt'addomine, accompagnata com• era da discreto sudore, mi fece smettere l'oso del ghiaccio e della d11cozione di chin a , per sostituirvi la lìmo· nata vegetale crlulcorala. Con la scomparsa dell'eruzione. miliare , nei giorni 25 , 24 e 25 la cute s'era di bel uuovo resa secca ed urente, il ventre meleorizzalo sciog~ievasi novellamente in frequente dia rrèa ed un dolore Ytvo esprimevasi dall'ammalalo alloraquando gli $'esplorava la ragion iliaca e l'epicolica destre. Gli allri sinlomi


di slupidezza di monte con snbdelirio noaurno, di somma prostrazione nelle fo rze e nei polsi e d'immobilità eraoo puro rìc<1mparsi in grado crescente. Si foce pt•rciò di bel nuovo ricorso al ghiaccio ed al decollo di china con ratania eù un vescicatorio fu applicato alla nuca. Ricomparve n(II tziorno 26 l'e~uzi~no miliare ~ccompagnata da copioso sudore con dimmu21one. della d1~rrea e ~qn an1 niento nella secrezione ed Pspuls1one d or1t1a resasi :inche ò'aspP.tlo più naturale : nel medesimo tempo dimiouil'ooo i sintomi cefalici e l'amma!alG più libera aveva l'iutelli·genza . Fu questo stato che durò sin al g!ornn 4 del ~usse. ouenle mese senza rimarchevole c.imb1amento : s1 pre:crissero due vescicatorii da applicarsi allo gambe ; fu. rono somministrale bonnde .iciclula te e si manlenue libero il ventre per mezzo di leggierc poziooi magnesiache. Cessata regolarmente l'eruzione miliare, C!'Ssata anclHI la fcbhre, comparve nn'otorrt:>a critica cho durò dieci giorni ia ci r ea e fu medicala coa i moli ili vi in sul principio O coo le ìl)s110o1.i(lni d'allom_e .usto .illorchè lo stillicidio si mòslrò più ~carw e quasi d1 natura acquea. Da questo momento si potè conceder aJJ'amma lalo una dieta gradatomenle più nutriente per riparar oll'oslrema òehoJ~7.za la qnalo formti io ora l'unico malore ìanwnlatO dal Tia!rnini. Oss.' 5a. Dopo fro giorni di moderala irrilaziono l.1riogo-bro11chiale _ svoltasi nel quarto ?iorno ~rna fohbre a agl iorda, enlra,·a nello Spetlale Michele P1ffiard, llclPetà d'anni 40, ~oldalo nel 14° Reggimento di Fanrnria, oià più volte stato !oc('() da febbre catarrale la quale :veva dato lnogo ad una hronconea qnasi abi1ual1J o non cor~la dall'ammalalo. Nel mallino dei 29 di dicembre ( primo giorno di ma la ltla nello Speda le ) ai sintomi ò'inlensa laringo-bronchiti' si associavan no notabile senso di gravezza al capo ed all'opigaslrio, l'impaniamento della lin:·lla rossa nei margini e tale una prostrazione generale di forze che per niento ri~pondeva alla gagliardia della febbre la quale ptir Ire giorni conservò il tipo rcmill cnte mattulino. Nel me11tre che con sei sottrazioni di sangue (cotennoso sempre, meno quello del sesto salnsso) _praticatesi nei tre primi giorni , con bevanda mollilivorìnfresca nli e con dosi epicraticbe di tartaro stibialo si amman!lavano la riaz ione generale o l'acutezza dei sintomi infiammalorii del pello , andavao aumentandos )' imponiamcrnto della Iingua , l'ardore delle fau ci , l'i1 teosilà della 3e(e, il sen,o tli gravezza alla lesta ed l'ep igastrio e l'aballimento geoC'rale delle forze. Si pr vedeva a questa morbosa conùizione con be,•anùc nit otartarizzate olternale con la dccoziona di tamarir.do sa alquanto !assaliva per l'aggiunta di piccole dosi diJ a· gnesia calcinala, senra r<'rò poler impediro che la alatlia dal giorno 2 a i (ì di gennai o assnmesse in mag ore proporzione Ja natura tifoidea. 1n fatti men tre la inia nerastra della lingua, il metenrismo e l'addolentamcnto del ventre, lo veglio nollurne con subdelir io, il sns,olto dei tendini , la celerità e CPdrvolezza dei polsi e final mente la diarrea dimos travano la presenza d'una iebbre tìfoi<lea, l'indole sempre e rescc>nle di quest.i non solo faceva sì che al rinnovalo aumento di tosse con r espirazione rei espellorazione dillìcili noo si opponesse altra cosa fuorchè l'uso di bevande mollili ve e rinfrescanti, olternato con l'abbonùanle J:nrnministrazione di ghiaccio avi damente. appetito dall'ammalato, ma ci obbligav.i nel giorno 6 a prescriver una lcggiera d~cozione di china da pron-

dersi poco per Yo lla con l'intento di riparar all'universale abballimento. La ripetizione di questa decozione e l'u,o. interno prolrallo del le bevande acidule v.il.ser a modificare gradatamente in meglio l'apparato morboso tif.,ideo il quale ai 15 poteva dirsi inlieramente cessato. Persi-· stellero però da qoesto tempo s in al giorno 21 di detto mese la molestia della tosse, la difficollà nella respirazione e nell'espellorazione, 1100 che l'.ivvilimento dello forze; coudizione que5la che s i tentò combatter,: con lento profìll o per mtizzo dei v escicatorii, dell'uso rnteroo epicratico di kermes miMl'ale e delle bevande pettorali. Manifostavasi nel giorno 2 1 una paro1ile deslfa con febbre pinttosto risentila, a mod e raro lo qnaJ; f11 necessa rio un picCl>IO salasso di oll'once dal bracrlo , un sanguisugio e l'applica1iooe di cataplasmi mo}Hivi sulla località morb~s~, n~n che la ~ontiuuazio/è di ri~edii interni dello g1st1c.int1 e pellorah. Dopo ~alche giorno d'insistenza in q~1eslo metodo, sembr 11ndoy,i sentir una profonda llulluaz1onc nel tumore, feci chlmar il Med. Div. con il q1 1a!e d'accordo si stabilì dover dar esito al coatenulo per mezzo d'un'inc isione linea re ~ Ila quale (tosto pralicatas i) s til larono poche gocce e) pus misto a sangue. F.illosi di hcd nuovo .rill>rno ad _my1m_edicatura_ m_~lliliva n~l!a locali tà e pers1sLP.11do nei .fezz1 genera Il p1u scpra indica u , oc! ~i.orno i>_i Ji geJ~io a_ffidai alt_e cure del Med. lHv. il hffiard rn buorv via d1 guarigione por c iò che risguarda\•a il lumoyparolidi;o, mentre persistcvan ancor in eguale gradf'_sintomi catarrnli. Monlre sto scrivendo questa stoi,<l ( sul fini re di febbraio ) , cessata affauo si s~ scorge i mala~lia locai~, ~101!0 migl iorata ò la cor1d:z1ono~1 bosa de, bronchi e I ammalato, mentre appl~lisce e dig•~r. ce discretamente, molto ancora risento l'avviliment di suo forz e. 0

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Ll!SSAZtO~E S0TTO-GLE~0IDE.\ ridotta con il talloue della mano secondo il recente processo cli Clwssaignac (Ossorv. !ella dal Oott. Bollini io una Confere nza di ~ovara). 11 no,~inato Bonfigl io, ::Jolda lo nella Ga Compagnia del 2° Ro~g,menlo Granatieri, mentre per essere di servizio cor.n e Qnarli gliere Slava nel giorno 10 e.li febbraio p. p.

allrngend'acqua dal pozzo, ci:J iamalo da un suo compa"no • ls~ per ve dere chi lo corcasse ed avenù'in questo O ' si• rivo movime1to allenta ta un poco la fo rza della mauo destra tultor apllicala al manubrio dell'arg.ino con il quale tirava io s11 la_·.eccli ia ripiena, sentendo sfuggirsi di mano il roaoubno,tcntò ral!cnerlo sleudeuùo con forza l'aolibraccio sul 1.,ra;cio e poggianJo forlemenlQ la mano sul <li dietro di mello, anzi abbassandosi alqu.into per opporre maggiore rsislenza alla forza preva}en(c della seccù ia che ri~ad~'II •~cl pozzo. In questa positura !alerai e quasi postenor-1~r1oro la spinta impressa dal mam1brio sul tallone dcli.mano r.omunicatasi direllamente , !ler cauione o dell'eslensioc ìo cui trovavasi l'antibraccio sul braccio, alla lesta dll'ornero, fu causa che, questa scorrendo sul ciglio aoterir-ìnferiore della cavità glenoidea, si collocasse al di stto del medesimo ciglio in corrispondenza di quello faccett triangolare esistente nella parte esterna inferiore dell.cavità glenoidea. Essend'io appunto in quartiere, accorslos.to a visitar il Bonfiglio il quale offriva il deltoide dero appiatti to e considerevolmente leso ; il processo acroion mollo sporgente ; il cavo sotlocla-


365 'Vicolare ancora tiguralo ; la tesla dell'omero re;,asi sollo· culaoea e siluala nella cavilà ascellare di cui la parte ao· leriorc era aumcnlota io allezza; il braccio corrispoudenle allunonlo, scostato dal tronco e rcsislenLe ai lentativi di 'tiavvicinamealo; nulli i movime11li allil·i, pos~ibi li i 1>assivi e ooo dolorosi, lranne quelli d'adduzione; l'anlibraècio finalmente mGllo piegato e dolorosissimo quando si lenlava distenderlo. Siccome la lussazione era recAnle ed il Bon · figlin era piulloslt1 macilento, debole e con muscoli poco svolli, non giudicai procurar in lui l'anestesia con il clo· roformio per racilitare la riduzione la qu~lt¼ Ollt!nni noi seguente modo. Fallo coricare l'infermo in positura supina sul terreno, applicai il centro d ·un 10111.uolo più volle ripiegato nella sua lunghezia al di sotto dell'asce Ila destra, d'onde facendolo scorrer anteriormenll! e posteriormente sul torace era fortemenlu l!!nuto fiHo su la spali a sinistra da due Sohlali incarica Li della conlroestcnsion e : per mezzo d'un fazwlcllo legalo irllorn'al braccio ed ap poggiato solidamento su l'cpitror.lea e ~u l'epiconclilo dell'omero foci eseguire l'esteusìooc, e ciò sul n0o3so che, prooùendo il pumo d'appllggio su la mano o sa l'll · stremilò i11l'eriorc dell'aotìbracciù, la massima parte della forza estensiva sarubbti stata diminuita dallu articolazioni radio-cerpea e radio-cuhito-omer~le. Fatto c111indi diste11 dere l'ant1braccio sul braccio e questv gradatamente al· lontanato dal tronco in posizione rialzata, mi collocai tra c1uesto o quello, appoggiai la mano sinistra su la grand e estremità della scapula onj'abbassarla tl con il lallùll e della mano ùeslra fortemente applicala su la tesla dèll'omero quasi souocutanea, la spinsi in allo ed all'interno per farla giunger alla parle inl'tJriorc del cnargine ante· riore di!IIJ cavità gleno:ùea. Arrivala la tesla doli'omero a queslù punto, me11tre :;i persistuv a i11 u11'i.:stens1onc graduala ed i•J m:1.ntenJva sempre d tallond Jella m'lllo for lemenlo apµlicatl) contro la medcl;1rna testa, orJ in ai 110 movimento di seroirotatioM d.11l'eslerno all'intero> ed in basso cioè verso IJ parto anlerior·inforior<.' del tronco per far elevar in senso inverso l'estremiLà superiore dell'omuro che scorrenJo fuci lissiuu,rrnn te sul cigl io della cavità gleaoidea rag\liun;e la cavità articolare e riacq:iistò i a:iturali primitivi su,>i rapparli. Applic1lo q11ind1 un l>eo ùaggio ci rcolare per luna r fi:1:10 ed avvicinato al tronco il braccio ridotto, lasciai l'ammalato per lr0 giorni io riposo prescrivendogli l>agni inoilillvi l'nnld1 da far:1i da quaod'a qctamlo su la spalla ood'impeùire la p>.HibUu riaziooo consecutiva per le solforle di;ten,ion1. Al l.:rzo giorn.> 1~vato il bJnù1g 5io, il BonGgllo potè eseguire senza dolo re ogoi sorta di mwim()nto e rlacquisl& ta prima forza ùo I braccio ~ouz'ulteriere cura. In un'altra sollo-varietà di lu;saziona del capo dell'omero ed in un giovine più robusto con muscoli baue svolli, non avrei poluto usaM di questo recente proc<1sso o modus fuciendi, siccome lo chiama il meJesimo Chassaiguac, giacchè la lu5la dtill'omero 11ascosta da tante carni diffi cilmenlo sarebbesi potuta spingere con il tallone della mano, com·accaddu co11 e,ito Cavorevoli~sim~ nell'esposto ca;o. 01ldechè n~i ca,i in cui è praticabile, io non posso a meno diricon oscece l'utilità di .qur.sto procc3so, per mozzo del quale il Chirurgo può concentrare tutti gli sforzi impressi dal corpo al tallone che .s1>inge e ~uida ( Mndullore sen'liente) l,a par.le lussata , poiohè qo·est•a ò cerLamenle uua di quelle allitudiui nelle quali è dato a

ciaschetlunc, svolgere la ph't grond't:rnergia muscolare di cui è dotalo, come oe facciamo tultodi l'esperienza nei 110slri alti più semplici.

RELAZIONE DELLE CONI1EllENZE SCl.ENTIFICHB (Continua:;ione del mese di febbraio ). Au;ssANDllu. Dopo la lettura ed approvaiiooe del processo verbale dcll'aotecedeute tornata il Dott. Vani 1enli continua odo la di~cussiooe intorno alla Ootlfi'na su la Floeosi Ctirc<) provare come pe_ccusse la proposizi,me de!l'insigue Tomi:iasioi tendente a ~tab1}1re. la Fl?.80~i. non dover~i ripotar csseozialmonte tale nei suoi pr1mord11 c1oe nel tempo che non esse.od'ancora succeduta mutazione organica di ~Mia la malattia può ancora troncarsi s.e~za <:he vi sia nec!ssit~ 1i decorso. A provarti qaesla sua op101one 11 Doli. VagheDll disse: la natura nel produrre quesle mutazioni or;aniche procedendo lentamente ed a gradi qua,i impercettibili , è co;a cons'lotanea al VCl'O credere che nella Flo)(o;i primordiale (i rritazio,,., congesli·tfa) le dette mutazioui organiche sieuo già in parte operale 1lalla natura. Per venir a casi concreti. proseguì il medesimo, basta riferirsi all'esempio medesimo rial Tommasiui citato delle varici emorroidalli: quesie io falli si (ormau in 1notlo inseosihilc, petrhò esse11d'ess1: l'e!f.itto <l1ripolute con !ll!lioui, fio a ta11l<> che si mautcogon in gra,to mite, producono f ,nomeui tlo,;istici inavvertiti , ma ciuando la medesima Gausa opera con maggior energia, s'ordisce la ll~bite parziale e uù conse;mta lalv·ona l'ascesso formato dal!,! tona,:a cellulosa delle vene, aperto il quale si rinviene pure aperta l,1 veua. Aoal ,g.unenle debt>u ,;uc.:edere uelle cmorroiili le quali, se in pr:nc1pi,1 v,1ono a ris1luzione io poche ore, a mano J.,erò che l,1 co:ii;:eslione si rinnova, l,J mu•aziono organica delle rnc,lesime si fa irrefragabile. 1,0 stesso dicasi d ella fohbre perniciosa pn ~umonh;c1 nella qtrnl e l:i congestiono polmonare prontamente cessa sul priu(lipio, m,1 più tardi ai rinnovarsi de-.;li accessi si svol;e la polmoa1te, o ciò percbò on tale quale grado di mutazione org,mica fa sempre ag~iooto dalle ripetute congestioni. Da lutto ciù conchinso il D.>lt Vaglionli non esservi ragiono di distiozione fra i due stati morbosi. Da qJ.l ist'arg;rn1eotazione presfl occasione il l)oll. Capriata per discoler in merito alla 110n bilOe delinita essenza morbosa e pi ù parlicolarrnente al com':l oon siasi prccisamento del!1rminata e da o~oun accordata aaa mede5imanz'I rii valore ai primordiali stati d'irritazione, di coogesHono e d'infiaoomaii:1110. Rispose il DoU. Alciati e;sar:;i lrncciale uu rmB e ca!'atteri differeozia!ì intorno ai detti .Hati morbosi d:, sommi ingegni Haliani , quali l',fonteaaia, Rubini, Gu..toi, Tummasini e dal nostro Schina e perciò i ~ledici della S,1nola ltalinn:1 intendersi benissiqio sul \'alort¼ delle parole irrilaz o 1e , congestione e flogosi. li Med. Div. onde spianare la via a! coucetlo e dilacidare il modo d•evoluiioue del troppo frequente pro.:esso nogislico, espose la fenonH1nologica manifestazione propria ai tre Sl\\di i cioè di rongestionc, dì strnvasarnento di plasm a e finalm enlo di rottura e slruvasamouto dei globuli. li OoH. C,1priata dicendo allra r.osa essere l'irrilazio11e t1,1gistica cd nllr,1 l'emorra1tia, acccn nì, ad on caso di pneam1;iorra:,:ia doroala con due ,-oli sa:assi e con bevaode nitrate, mentre n•Jlla polmonite ciù uoo avrebb9 bastato certamente: sostenne ,lìl'incontro il n 1tt.. v.1111liooti che una medesima iudole morbosa refZge io polmonite e la paeu:nonarrai;1a alliv1111 cui volle alluder il DJtl. Cnprialc1; ch'iu quaot'alio svolgersi pialtoslo l'uno che l'altro rlei due stati morh9si , ci,) di· penòeva·piuttosto dalla diversa tcssilura delle 1nrli e perciò insislette predicao.l'un guasi conforme metodo cli cura nelle anzi· detto m1!att ie. Diode fine alla rliscussioae il l\lod. Div. ram montando come nella cara della pncomoaorragia debba a versi rìgaardo alle loal!me e svariate con·1izioni morbose dallo quali move o ricordarid'i va rii comuensi terapeutici che s'addico n ali a circoslmia, ollr'al salasso. ' La presentazione fallas i dal Presidirnte del nuovo modulo di Statistica per gli Slabilimenti Sanilario-lllilitar·i e la nomina d'an Sottosegrelaro nella persona del Doli. Solaro formarono l'OCCCl· paziooe dei Medici Militari nella tornata dei 19. Sc1utn11RÌ. Lettasi nel giorno 10 dal Doti. Menardi la sna ~1 e · moria su l'utilità dei vescicatorii nella cura doll'idartrosi ( ved · n" 45 del Giornale) il Dotl. Agosti, senza negare l'olililà de i vo · scicatorji uella cur,1 di questa malatlia prodolta da causa reu malica e recenle, fece r1lleltere com'io molli casi questo r lm~· dio non sia safficicnlc e conveo~a ricorrer a più potenti mezzi· Distinse ancora l'idarlrosi io auo specie cioè in quel! a ìlell , borse roocose ed io qaella della capsula sioovialee rneotr'a mmi s l'utilità dei vescicatorii nel prirn,) caso, dis~e dubitare oo ol t · della .loro efficacia, nel secondo. nispose il Doti. Menardi : 1o no _ avere mai voluto sosteaere che il vescicatorio valga assolata mente a vincere qualunque i,1~rlrosi, ma solo ritener lo util nella plnralità dei casi : <ze cbe nell'idarlrosi lraamatica o re


384 cente gli baslò quasi se~pre l'~so de_i_ba1p1i freddi ed astringenti, senz'il bisogno dei vesc1ca_torn _eh in tale cas? ~redev~ inopportuni e dannos_i : 3° che nei casi da lu1 descr1tll_ e~av1 l'idropisia della sinov,a\e e _non _del_le borse mocos~. ~1ep1lo~ 11:ando il Dolt. Comissetl1 le r11less1on1 del Dott. Agosti disse ~ho la diagnosi dell'idartrosi è r_ ara~ent~ diffic\le.e eh~ per differenziarla dall'edema, dalle c1sl1 s1?ov1ali, ,<lai tumo~1 f~n_gos1 e da simili altre malattie con le quali, quaad eccorrou 10 vmuanza dell'articolazione del girn•cchiò, si potrebbe confondere, basta esplorare con la mano ~a ~uttoazione1 de_! tumore e vedere se nello spostamento del hqu1do, 1~ rotu,a.s1a da _que~to sollev)l.ta, siccom'accade nelle raccolt.e sierose della smov1alc. r1 DoU. Agosti soirgiunse ch'ellli aveva presa la par~la non per mettere in dubbio le diagnosi falle dal Dott._l\!cnar~1, ma_solameI_Jte per avverlire non essere ~econdo 101, 11 vesc1cator10 soillcienle a guarire tulle le idHrt~osi, specialmente poj lo ir!v~terate _e quelle che già fosser accomp,1goate da guas_tJ orgamc1 de!la sinoviale. 11 Doli. Bolteri disse ch'm generale I campagnooh guariscono delle idarlrosi inveterate. mediante l'applicazione sul tumore del rammc11li acris di cui la virtù, simile a quella dei vescicatorìi è tradizionalmente conosciuta e popolare presso i villici. Conthiose il l)ott. C<1missetti notando che nei casi d'idartrosi inveterata ed accompai:niata da gnasti or!(anici della sinoviale la malallia cesserebbe d'esser una semplice idropisia dell'arli~olazione, ma prenderebbe P?sto nelle_varie sl?e<'.ie di. ar: topratie capsuJari co1\os_ciute con 11 nome_d; tumori bta.nchi d~1 qmtli la cura e ben a1lrunente lunga e dtfltc1le cbQ non lo sia quella dell'idartrosi.

PARTE SECONDA RIVISTA DEI GIORNAU SCIENTIFICI.

Uso topico del Ri-jotluro di mercurio contro il lupus del DoU.

CAZEi\'AVE.

( Annali delle malattie della pelle). (Sunti del nott. Giacometti) Curn delt'i dartro secondo il J)otl. Anaclte. Ho accennalo in altra circostan za come la pomata di nitrato r\'ar· genlo siasi felicemente usata 11 ella cura di questa i:nalalLia. Ed in prova addussi varii falli pralid a cui adesso potrei aggiunger altr i due casi d'ammalali collocali nella Sezione 'Venerei dal Dott . IJe Beaufort abi lmente dirella, i quali in assai breve tempo furouo condolli a perfetta guarigione. Alla pomala di nitrato l' Aoache sostituì un'altra composta con un oliavo <l'ammoniaca Iiquida ed un'oncia di grasso. Il modo d'adoprarla consiste nel copr ire le parti laterale ed anteriore dell'articolazione ammalata con una compressa spalmala della pomata anzidclla, la quale si lascia io silo da dieci a quindici minuti ossia per il tempo necessario ad ottenere una viva ruhefazione o ad impedire Ja vescicazione che debbesi assolutamen te evi lare. Tolta indi la compressa e que lla porzione di pomata che rimase aderente alla pelle, circondasi il tumore con lino o stoppa in quantità piuttosto abbondante che si mantiene !D sito con taffetà gommo,o e con fascia. In segui lo a quest'ope· razione la quale va ogni giorno ripetuta sin alla ri,;olu· zione compiuta del versamento, si svolge sulla località un calore sopportabi le tullochè conside re vole ed una lras1)ira i ioue, 1alvolla mollo copiosa . li riposo è di grande importanza e, quando durante l'uso della pomata accadono p iccole vescicazioni, bìsogna coprirle con cerotto di diaquilonne. Nei qu::llordici casi d' idropisia del ginocchio da causa _ésterna, per la maggior parte prodotti e curati con questo metodo dall'Autore, s'ottennero risullamenti compiutamente favorevoli . Però tratlandosi d'idropisia del ginocchio dipendente da metastasi risipolatosa, da reumatismo acuto o cronico .iccompagnato da dolore, calore e

rosse12a intensi egli raccomanda d'astenersi dalla della pratic_a fin alla totale scomparsa di questi fenomeni . (Abeille .ilféd.) Proprietà tcrapeuticlte del solfato di cadmio. li Dou. Grimaud assicura che il cadmio, oltre all'azione emetica, gode anche della proprieti.t di combaHere la sifilide colla medesima potenza del subl imalo corrosivo, ed essere allrcsì efficace nel reumatismo, nella golla ed io altre affezioni , nel le quali giova il tal'laro emetico. Ollre <li che ha la proprietà di couservare le carni an imali, onde può adoprarsi nelle imbalBamazioni. Sull'ioduro di sodio nella cura della sifilide costituzio . nate. ln seguito ai risultali ottenuti dal ])ott. Daveri in 116 ammalati soLtoposLi all'uso 'di questo preparatp, il Doll. P. Gamberini che ne raccolse lt-1 osservazioni, emise queste conclusioni : 1° La soda essend'uno dei materiali assai comuni al nostro orgauismo, sembra quindi più op portuno quell'ioduro che ha per base quest'alcali. 20 meuo disgustoso assai ili quello di potassio. 5° Reca meuo faci lrnenle le ccnseguenze iodali. 4v É tollerato mcolio dell' ioduro di potassio, epperciò, a difTerenza di questo~ si può aumentarne quasi giornalmeute la dose e quindi niova più presto dell'a ltro. 5° Ha giornlo talora ove non c~rrispose troppo hene l'ioduro di potassin. 6" La prima doso i1~ s_ùluzionc può essere d'uno scrnpolo in tre once d'acqua d1st11lata, da eousumarsi in tre prese nella giornata, aumentandola poi di sei grani ogni dne o tre giorni. Talun infermo è giunto a prenderne più di due dramme al giorno senza av·vcrtire la più lìove molestia. 7° L'ioduro di sodio serve mil'abilmentc nei medesimi casi io cui è indicato quello di potass io. 8° È desso il miglior succedaneo del mercurio. L ' ioùnro ùi sodio di cui si servì il Davcri fu dal Farmacista Facci preparalo col metodo seguente. Si pren,Jono lre oue:e di lirnatnra di ferro con libbre due e mezza d'aClJUa ,;Lillala ; vi s'aooiun(re a ri. ~ prese una libbra di iodio agitnndo il miscuglio finchè è divenuto verdognolo : poi , (ìltralo, si traila prontamenl~ con una soluzione di carbonalo di soùa sin a precipitare lullu il ferro. S"parato colla {ìltrazione il r isultante carbonalo di ferro, si r iduce a secchezza il liquido formatosi, poi si discioglie, òi fellra ed evapora a pellicola. In tale modo s'olltlnnero once quai tordi ci di ioduro di sodio bian• co, in prismi rornboidal i, appianali, deliquescenti , di sapore salato, meno disgustoso di qnello di potassio. (Corrisp. Scienti(. Rom. )

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A.V'71SO La Direz ione del Giornale invita gli Abbonali che sono in ri tardo di pagamento a volere pagare la rata del secondo semestre, gius_ta le condiz ioni d'associazione. Quelli che son ancora in ritardo del pagamento del primo semestre lo faranno giungere unitamente a quello del secondo. Si pregan i signori Medici Divisiona li perché abbiano la bontà di riunir in un solo vaglia JJostale le rate del loro dipendenti o di farne sborsare coslà l'importo col mezzo dei Quartier-Mastri dei Corpi. Quegli_ Ab bona li che preferiscon inviar il loro t'aglia postale 1solatamente, sono pregati a volerlo dirigere al Barone DE .BEAUFORT , Vice-Direttore del Giornale di Medi'.cina Militare e non allrimenle I inch iuso in lettera affra ncala. ll Djrettore Doti. COMISSETTI Med. Div. Il Vice- Direttore responsabile Doti. nar. de Beaufort l\l. R . Torino, Pelazza, 1852, Tipografia Subalpina, via Alfieri, n° 2.


ANNOI

( ai ~A di. giugno ·185·2 )

GIORNALE DI HEDICINA HILITARE DElj CORPO SANITARIO DELI/ ARHATA SARDA. L'ass~ciazioneoon si riceve che per un anrio e comincia col LO d'agosto. Il Giornale si pubblica nel looedì di ciascheduna settimana. PREZZO D'ASSOCIAZIONE

In Torino . . . . .

L. I O.

Iil Provincia ed all'E~lero, franco di posta

. . L. t 1.

L'abbonamento del.ibe pagarsi per semestl'i anticipati. Le associazion• per i non militarj ricevonsi àlla Tll>OGI\AFIA SUBALPINA, via Alfieri, num 0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser alfrancat<! ed accompagnale da vaglia postale.

10 Doll. FABRE: Su la Clinica orale ed operativa del Prof. Commemr. RIB!lfll. - 2° Doti. PECCO: Affezione scirro encefaloidea. - 3° Dott. l',\RADISI: Ernia· inguinale. 4° Doti. PuzZA: Congiuntivite acnta idiopatica ed essenziale. 5° Relazione delle Conferenze Scie11tifichc. - 6° Bollettino Ufficiale. - 7° Rivista dei Giornali del DoH. Guco1rnrn. So Avviso.

SOMMARIO. -

PARTE PRIMA ANNOTAZIONI SU LA CLINICA ORALE ED OPERATIVA DEL CO~DIEl\D. PROF. RIBEIU (Tracciate clal Dou

FAllRE).

SU IL R&C:111.4.RTROC:1'.C:E (redi il numero precedente).

Oss. 14.. Il Sig. F., d',rnui 35, do lato di tewperamento bili oso -sar,guigno e di robusta costituzioue, nato da parenti suggetti ad afl'ezio11i reumatiche ed artritiche, era stato nell'anno 1821 aillilto da dolori reumatici hlllghessn la spina dorsale che svanirono cun l'uso <lei b:igoi tiepidi d'acqua semplice. Nell'anno !825 fu tocco da ure1ritide-blennorrngica acuta che ~vaoì presto con le unz:ooi mercuriali e fu conseguitala da isr.uria: mentre (Jnesta stava de· cl ina 11do con l'uso del metodo antiflogistico iusorsero un'artrit.ide subacuta riel ginocchio destro ed 1111'i11 fìamma2ione pur E'Ssa s11bacu1a ne' tessuti fibrosi delle vertebre, diffusa a qu·asi tutta la lunghezza dt-lla spina , ma piÌl particolarrnente alle prime vertebre cervictdi. l)11pn un anno d'inutili cure lo vidi iu <JUesto stato : 'ginocchio des1ro moli.o rumidq e dolorante al I.atto ed ai rnovirnenli: arto corrispondente avviato all'atrofia: la marcia di pocf1i p,1ssi, oltrar.hè dolorosa , do11dolanl.e P. vacillante : mnvimenti di rotazione, d' innalzamento e d'ahbas~amento del capo impossibili pel dolore : ce(alalgie frequentissime e gr:1vi : dulore 'quasi continuo lunghesso la spina , assai maggiore poi premendo gli spazii in · t.crvertrebali. \'idi che trattavasi d'no'infiamma1.ione de' tessuti fibrosi, preparala forse da disposizione eredit.aria e provocata occasio11almente ed in via di consenso dalla pregressa infiammazione delle vie uro-

poietiche. F11 combattuto lo stato Uogistico subacuto cinque salassi generali, con tre applicazioni di copp~tte scarificate su il dorso, CCJD due applicazioni di mi-gnau.e su il gi uoccbili, con cataplasmi molli1.ivo-t orpe111 i protratti su ambe le loca·lilà, con la dieta sot.tile, cou il riposo assoluto , con bevute rinfrescat ive e, dopo i salassi, con quotidiani bagni g.~nerali Ii~·pidi della dun1t.a d una, poi di due , poi di tre ore, entro cui s'immergeva una satura decozìoue di crusca, di t'ogl:e di giusqui.:imo nero e dì s1J lano nero : quindi co11 l'upplicazione successiva di sedici rntlorii lu11gn il dorso e d'un ad 0110 de' lati d<~I giuoechio, ,·enni a cnpo rwl cor,;o di dieci mesi di vedere cessata la -g<•nfiezza del ginocchio, ritornati nella massima parte i movimenti dell'ano addo· minale destro, ~tlp<irstite pt>rÒ l'anchilosi · di quasi tulle le vertebre, ~pccialmente delle cervicali superiori con immobilita del capo; snperstite un poeo <l'inclinazione della spina verso la parte destra, e ~uperstiti alcuni ricorrenti vaghi dol1Jri al dorso , pe, è> di pocùissimo momento. Questa per sè abbasta111.a eloquente osservazione dimostra quautu sia grande la corrispondenza tra le vie urop1,ieticlH1 ed i tessuti fibrosi della spina. Potrei ancora , Signori , riferirvi otto altre osservazioni di rachiartrocacì stati curati i11 questa Clinica; osservazioni compila! e ,. secondo l'oso da 26 anni invtdso nella medesima, dagli Allievi che vi precedettero e dei quali voi co11tinnate <1r:1 nobil mente l't-sempiu. Ma le taccio percùè nient'altro sare bber ,~sse fuorchè la ri pel i1.iorie di quelle che vi ho già riferite, le quali, se nun m'inganna l'amore della mia opinioni:, hanno soprabbondantemente provato l'assunto che rn'arev~ prefisso. C(JTJ

AGGIUNTA D'UNA RF.:CENn: LEZIONE SO IL RACllIARTROC..l.CE.

Son appena due mesi che noi c'intratt.enevamo del rachiartrocace prendendone occasione dalle due ragazze dal medes·imo affette, le <pmli giacP.vano nei leLLi della Clinica , e Ja sorte di <1ueste due ragazze è già decisa : una delle medesìmeJcioè la Teresa

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fl'Iagliano di cui si parlava nell'Osservazione seconda., ebbe, come già si not-è , una sorte piuttosto felice , giijcchè era molto migliorata la sua condizione qua~dh uscì 1:lalla Clit1ica: Ma l'.altra cioè la Margherita N. che fu l'oggètto della pr'.ima Osserva-zioue, fu ieri l'all:ro . tvlta da imprcW·vfs-a morte men~re st-a~a pur ella , se 11011 migliorando , lottando cou qualche vantaggio contro il suo truculento male, e jeri voi foste, Signori , spelta tori della sezione det suo cadavere di cui vi riepilogo qui i risultamenti pd fine d'offrirli. ordinatumente e per quello pure di rendel'li noti a coloro fra di voi elle per av,'entura non fos · sero stati present.i alla medesima : polmoni e cuore sani , ma intasati d'un sangue nerastro e liquido come nell'asfissia : sarw lo stomaco e contenente a'iic9r i rirnasugii della zuppa stata mangiata nella mattina del giorno della morte : mucosa mtestinale inspessita e mùlle: turnor ondeggiante avente l'a forma d'un ferro da cavallo, situato nel bel mezzo dei due muscoli grandi psoas a cavaliere alla pat'Le anteriore della regione lomhare della spina e continuo con tre dischi fibro-cartilaginei e con il corpo di due vertebre cioè della duodecima dorsale e della prima lombare, fusi per suppurazione e per tubercoli già passali per gli stadi di crudità e di fusione: la cisti purulenta formata in avanti dal legamento vertebrale anteriore disteso ed inspessito : due fori su i lati della cisti per cui il pus s'era fatta strada per le guaine aponeurotiche de'muscoli psoas ed avevane in r.aodo simmetrico da ciaschedun lato allerala e resa bianchiccia , come tomentosa , la sostanza muscolare sin su il piano c;lell'ultima vertebra lombare: dalla cisti spaccata con un'incisione a A rovesciato stillò una grande quantità di pus, poco fetente, misto ad alcune quisquiglie necrotiche ed a sostanza tuhercolare granellosa, bigiccia, in alcune sue parli analoga alla sleatomatosa: corpo della prima vertebra lombare in grande parte distrùtto da lavorìo tul.Jercolare dalla periferia verso il centro e quello della duodecima vertebra dorsaie distruttù dallo stesso !a~'orio siuo su il pi~no degli involucl'Ì della midolla spinale, di cui un piccolo brano, teso, d i tessitora fibrosa, subrotondo, biancheggiante, tuttora tutelante la sott(•posta rnidolln ed aderente alla perife1ia dell'ima sede della porzione ossea corrosa in modo da impedire l'ingresso del pus nel cavo vei·tebrale, vedevasi nel bel ceutrn della morbosa ca' ilà o~sea: alcune stalattili ossee di nuova formu zione 11el cavo morboso degli ossi e nella sua periferia: aperto il canale vertebrale dal lato posteriore e levata via la porzione spinosa e<l anellare delle due mentovate vertebre, si riconobbe che la midolla spinale era alquanto iniettala e forse un po' piit molle nell a sede morbosa ma non sfigurata e che l'aracnoide era molto iniettata e tinta di colore rossolivido in corri~pondenza del foro risultante dalla corrosione della duodecima vertebn.i dorsale: il resto 'della dura madre vertebrale tenacemente aderente alle pareti ossee ed il cervello iniettatissimo di sangue venoso, assai :immollito e compresso. L'origine ucquaUata del male; la materia tuberC?lare incontrata nell'ascesso e la corrosione del corpo dt due vertebre, del diseo fibro-cartilagineo intermedio e dei dischi che le sep:ara,vano dalle vertebre vicine i quali offri van alcune1 rare tracce di sè, in'-

dicano evidentemente la causa tubercolare e l'origiue del male dagl~ ossi. l.a cist.i pu.rulen~a era limitata anteriormente dal legamento verte~r:ile anteriore e posteriormen.te da uu altro tessuto fibroso· cioè dalla dora · madre vertebrale. La presenza di questi due resistenti- tessuti (ìbrosi è la causa per coi" il pus raramente s'interna nel cavo vertebrale e non ruai esce direttamente dallà parte anteriore' della culouna dov'è il pur orà dello legamento anteriore , ma si fa una strada, come nel nostro c11so, a·i lati di quel ' legamento , dove minor è la resisteuza. 1 dolori ed il dissesto nei movimenti degli arti addominali oori stavano qui in relazione cor, la pressione della midolla la quale, a malgrado della vistosa cifos: e dell'ampia distruzione di tessuto, non era nè punto, nè poco schiacciala; rùa è cosa chiara clt'eran in relazione con la flogosi diffusa alla rilìdolla e fors'anche con l'irritazione del trisplancnièo il quale era compreso nell'area dell'ascesso. Siccome in tutti gli altri casi ed in quello pure del ragaz:z.o stai.o ultimamente coricato e tuttora giacente nei letli della Clinica , così ancor in questo voi avele, Signori, notata la potenza dei rottorii nello spegnere il dolore della località ad onta di tanto guasto. In vista della grave iniezione del cervello farà agev,olmente ragione che la morte improvvisa sia stata promossa da condi. zione apopletica cerebrale chi riflette alla facilit~ con cui le croniche lesioni della midolla spinale si dìffondon al cervello ed alla facilitt-1 altresì con cui doveva dalla medesima rimanere spenta nna tenera creatura scrofolosa ed assalita da una diuturna diarrea, nella quale esisteva già da un pezzo 1m grave dissesto d'innervazione per hi lesione della midolla e del trisplancnico.

STORIE DI CASI RUIARCHEVOLI. 92

GRAVE AFFEZlONE SClRIWSO-ENCEFALOID.EA d' alcuni organi addominali.

(Storia del l)ott. PEcco, letta io una Conferenza di 'l'ol'ino). Lisa Giovanni, da Poirino, già vivandiere da venti anni nel Reggimento Cavalleggieri d'Aosta, d'anni 72, altre volte di robusta C()stituzione e di temperamento bilioso-sanguigno , logoro poscia dalle l'atiche nelle guerre napoleon.iche e più ancora dal disordiuolo vivere, dall'abuso del vino 1 dei liquori e dei cibi irritanti, non altro ebbe a soffrire da sedici anni a questa parte fuorché un'irritazione alla vescica cd una periodica annuale riapertura d'antiche piaghe alle gambe nell'inverno; piaghe ch'egli allribuiva a vecchie ferite e che l'ol:>bligavano quasi sempre al letto e a metodo di vita più regolalo. Ma ritornala la bella stagione, egli pure faceva ritorno alle smodate soldatesche abitudini cioè al vino 1 alla pipa ed ai cibi più irrilanli presi in non piccola copia , non dimenticali neppur i liquori , nell'uso dei guaii però conservavasi da anni entro i limiti della moderazione. Nè, per quanto consta da informazioni prese da coloro che da tre lustri piti l'avvicina·;aoo, egli si lagnò mai d·atlro malore, conluttochè sia per l'.avanzarsi io ma-ggiore età, sia per cocenti e protratti dispiaceri di famiglia e forse più pel grave gua~to


387 o rganico ehe in lui si ordiva , fosse venuto in uno slato di macilenza compassionevole. F inalmente oel mese di novembre .t 85 t si lagnava per la rrima volta dei sintomi della grave malattia che fra poco lo doveva c~ndur a morte. Le digestioni, forse già prima foboriose senza cbe l'infermo vi ponesse mente, si resero vieppit'1 difficili e sovente impedite dal vomito delle sasLanze ingoiate. I quali disordini tanto crebber io meno di quaranta giorni che sul principio del corrente anno ogni, sehben piccola quantità di cibo o bevanda , era immediatamente rigettata, unitamente a materie liqnide nerastre. Le eracuazioni alvine da prima tarde, mancarono poi all'atto. L'esplorazione addominale svelava una considerevole lum i· dczza dì tulio l'epiga$t rio e con la pressione tocca vasi in corrispondenza del fondo cieco e della parlo media del ventricolo un corpo rotondeggiante, duro, resistente. Frequenti dolori aggravavano questo già misero stato del-l'in fermo che venne giudicato all'ello da scirro al ventricolo. Moriva poi il Lisa ad<li 24 di gennaio 1852 oollo Spedale Civile di Voghera nel più spavenioso marasmo. .AUTOPSIA.

Abito e$lemo. Pochissima rigidità cadaverica ; Jimagramcnto ecces5ivo : vas1e tracce di piaghe e ferite allo estremità inferiori; estesa oltusilà alla regione epigastrica , dov 'il lnmore che in vi ia tocca vasi assai procni11ente seml.Jra mollo appianalo ed internato m:lla cavità dlll venire. Caoità del ventre. Incise o ltwate via con Laglio circolare le pareli odùominali , scorgesi tulio l'ammasso intestin ale ricoperto dal g,rando om1\olo cho aderisce da ambo i lati alla fossa iliaca per mezzo d'un lc~suto cel lulo-lil>rost> e porta nel ~uo angolo inferiore destro un tumore della grossena d'una noce, di natura ev identemente scirrosa. Il ventricolo alquanto abbass alo 11 disLcso presenta alla sua superficie anteriore esterna alc1111i piccoli corpicciuolì di colnre rossigno, aderisce tenacemente col suo gran margi oe al colon trav1, rso per mezzo di sostanza lardacea e pei suoi rlue Lerzi doslri fin oltre alla valvula pilorica , perduta ogni traccia di normale tessitura , è degenerato in una sostanza dora , resistente , decisamento sci rrosa. Aperto di fallo luogo la piccola cu rva, lo scalpello riscuote uno scroscio ed il taglio presenta all'occhio qnell' aspelto bianco-luceoto . e quella tessitura fìl>r0 - Jaminore propria dello scirro. Quest'ammasso scirroso che nell'interna faccia dell'organo offre giò alcune superficiali cal teriture, è della spessezza d'un pollice verso il piloro e termina assottigliandosi al terw sinistro del ventricolo , dove la mucosa è ram rnollit,1. L'apertura pilorica lascia appena penetrare l'apice del dito mignolo. Nell'interno della viscera si Lro,·a una mezza libbra circa di liquido nerastro identico a quello vomitalo. È perfettnmtinle sauo tulio il restante del tubo enterico nelle ultime porzioni del quale sia ra ccolta n,olla mat eria focale indurita e modellata a piccoli pezzi rotondi. Le ghiandole m1·senleriche son ingrossate e rossa si re senza traccia di degenerazione. Dalla sopcrlìcie dal fegato , aumenta to esso pure di volume . sporgono selle tumori grossi quanto un uovo di gallina i quali, aperti , si riconoscono esser altrellanli can · cri encefaloidei insaccati cioè co$liluiti da una materia bianchiccia con infiniti punteggiamenti rossigni, polposa, di pochissima consisten~a e racchiusa entro uua propria cisti che la isola dal parenchima epa1ico. Sani del reslo il

pancreas ed i reni ; piccola e rammollita la milza; vuota la vescica orinaria ; le pareli dell'aorta addominale incrostale di molte piastre cartilaginee ed ossee. Cavità del pe(lo. Nulla d' innaturale. Cavità del cranio. Non fo aperta. Che le malattie cancerose di var ia forma possano svolgersi e perdurare pilJ o meno lungo tempo nel sistema ghiandolare od in altro parti di poca importanza vegetativa senza che l'economia ne soO'ra, non è cosa che dia luogo a meraviglia. Ma nel caso presente , a fronte di così grave affezione incoata per certo da lunga mano per l'influsso dei notati abusi dietetici e di palemi d'animo aflligentissimi, in un apparato di vescere di cui è massima l'importanza funzi onale, appena può la mente comprendere come da soli due mesì prima della morte cominciassero le fun zioni gastro-t'nlericbe a soffrirne in modo pa lese e che l'infermo non rosse stato prima obbligato n chiedere il soccorso medico. Jl qui ricorre alla memoria dello· Scri ver,te che o'uguale stupore lo colpiva già un caso d'un Soldalo di Savoia Cavalleria , morto nello Spellale Divisiooario di Torino nel 1849 dopo un mese di malattia, nel q11aJe mentre dalla quasi nessuna alterazione delle fa coltà inlelle11uali avresti al più al più diagnosticata nna raccolta purulenta tra la dura madre e l'osso frontale perfo ralo da ca rie, l'autossia per aggiunta svelava un vasto ascesso nell'emisfero destro del cervello con distruzione della l.Juona metà anteriore del m1Jdesimo; casi, cli cui fu data relaziòne al Consiglio Superiore Militare d i Sauità, unita al reudiconto del mese. L'indagare ora il perchè queste viscere in alcune ma· Jatlie, delle quali appena trovansi le tracce 11el cadavere, traggono tanto preslamenle in consenso il restanle del l'economia ed in altre poi resista110 sole a processi morhosi i più palesi o disorgani7Zalori, non offrirebbe per avventura ai ùoLLi J\Jed ici Militari in Torino rac(:olti un terna <l'erudite discussioni ?

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ERNIA l'iGlJINALE DESTI\A INCAR CERATA , ridotta la mercè della Cloroformizzazione. (Storia letta dal Doli. PABADIS1 io uoa Conferenza di Novara) N. N., Sollotenente nel Reggimento Granatieri dì Sardegna, giovine di robusl11 coslituziono e d'abito cardiocapilale aveva nell'a ono 1846 sofferto per ernia inguinale destra sopravvenutagli nell'atto ùi saltar un fosso che gli abbarrava la via all'esecuzione degli esercizii ch' io qu<~l tempo avuvano luugo al Càmpo d' Jsi ruzione. Quesl'ernia che il giov ine Uffir.;alo faceva rientrare con le proprie mani, ric,,mparve poi da quaod'a quando per l'elTetto ùi lunghe marcie o di violenti esercizi i di corpo , ma non bisognù mai dei soccorsi dell'arte per essere rido!la , nè fuvvi mai bisogno di cinto per contenerlo. Informato ìl medesimo nello scorcio dell'andato mese di febbraio per sinoca reumatica accompagnala da !umori emorroidali con er.leralgia e con islitichezza 1l'alvo, fu visitato dal Med. Div. l)oll. Ilesozzi i I quale, conosciuta la storia anamnestica e non rinvenendo tumore di sorta agl'i nguini, giudicò superabile la mala1tia con .il riposo, con le bevande dia-foreti che e leggiermente lassative e con clisteri nar:colicomollitivi . Nè gli fallì il pronostico, chè jn capo a tr,e ,giorni l' Uffiziale credendosi goarilo volle imprudentemente , ad insaputa del Curanle, efl'ettuar uoa passeggiala di più mi-


388 .visiva; sconcerti q1,1cs!i che sembrerebbero · piuttosto di• glia, al ritorno della quale, preso ad un tratto · da vivi ·pendenti dall'azione del la belladonna che non da quella dolori con tensionii . all'inguine deslro ed allo scroto e sodel clor,oformio. · spellando non ·a torlo esserne causa (nolrice l'ernia , ne Già era scritta quest'Osservazione quando trovai .cootentò com'al solil'o, ina iofrulluosamenle· , la riduzione. segl)ato n~ll'rJnion Méd'icale un fallo d'ernia strozzata riOndeclìè, sorpreso dalla novilà della -resistenza e più andotta dal Dott.. Lizò dopo inuÙle e prolunga La tassi con cora dall'enorme volume del tumore, fece pronlamente il soccorso •Jel cloroformio somministralo alla dose d'un richieder i soccorsi dell'Arte. Accorse p~imo alla chiagramma in pozione. Questa coincidenza di felici risultamata il J)oll. Valzena il quale, tenlaia inulilmcnle la rimenti ollenuii con il medesimo rimedio anche per diversa duzione, crcdelle prudente cosa desistere da ulteriori lcnvia, mi fécc riflettere ch'ai molli soccorsi i quali tuttalivi per soccorrere prima all'ipereccitamenlo nerveotodi va acquistando la .Scienza nostra, potrebb'aggiungersi vascolare sopravvenuto con un largo salasso dal brnccio, questa superiorità del cloroformio neH'agevolar, aòzi nelsusseguilo più tardi ila un semicupio rilassante. l'ersil'operare, per il rilassamento ch'induce nella fibra muslen_do nel dima11i la durezza ed indolenza del tumore, si scolare, la riduzione delle ernie anche in quei casi uei tentò no~vellamenle la tassi incruenta con il medesimo quali l'erniolomia sarebbe staia indicala com'inevitabile risultamcnto negativo a cagione dell'insuptirabil ostacolo rimedio. E quando per ulteriori prove questo fatto sia che all'introduzione dell'ernia facevano gli orifizi i esterno maggiormente comprovato ed acquisti H grado di verità ed interno dell'anello inguinale ed anche perchè i repliscientifica chi potrà ridire l'immenso benefizio che ne ricali tentativi fatti per ollenere la riduzione promovevano donderà all'umanità, grande parie della quale pur troppo insulti tali di tosse ·e di vomito da rendere ilulla qualunva così sovente soggetta ad ernie od inca ree rate o ·strozque bene dirclla manovra e da fare temere pericoli mag· zate le quali molle Vùlte terrninàn infaus'tamenle o per giori. Per buona veolnta, appena si desisteva dalla tassi, ripugnanza che l'ammalato ha del forro Chirurgico o ,per il .vomito, la tosse ed il dolore del turnor erniario cessavano accorrer lroppo lardi la persona dell'A rte od anche peraffatto : il che, mentre provava non essersi ancora svolta ché questa troppo tardi si decide all'atto operativo. flogosi di sorta nell'intestino ernioso I permetteva l'attua. zione di lulli quei soccorsi alli a rendere più facile e più felice la tassi ed a rimovere la necessità dell'operazione 94 cruenta. ln vano quindi praticati altri due salassi dal braccio, si fece prender un altro semicupio all'ammalato CONGIUNTIVITE ACUTA IDIOPATICA e s'ebbe ricorso ad unzioni su la località con pomata di EO ESSENZIALE. belladonna e questa stessa sostanza fu introdotta (giusla la pratica tante volte coronata da felice successo nella Cli(Storia con riflessionidel Dott. PUZZA, !ella in ana Conferenza di Genova) nica del Prof. Comm. Riberi) per mezzo d'un caleterc nel canal urntrale. Se non che, riuscite inutili queste teraQuantunque il caso, Colleghi Carissimi , che sto ·per peutiche indicazi<•ni , nè essendovi per altra parie tale I. brevemente esporvi ' anzichè speciale e raro ' frequenapparato morboso che pronta richiedesse l'erniotomia, nel tissimo s'osservi nnlla Pratica , mi proposi tuttavia farne mattino del terzo giorno l'ammalato fu il'llmerso in un parola sia perchè il medesimo costituì una delle più abagno fatto con decozione di malva e di foglie di bellacute congiuntiviti idiopatiche ed essenziali che siensi pre donna e quindi fu noYell amen te sottoposto cd altri sperisentale nella Sezione ollalmica da che vi presto servizio, menti di riduzione i quali furon anche questa volta infrutsia anche perchè mi sembrò appropriato ad alcune ìndutuosi. Frallanlo il tempo stringeva , l'ammalato essendo zioni teorico-pratiche. E prima d'ogni cosa avend'io agnella massima :insietà e nello scoraggiamento e scongiugiunto a questa congiuntivite gli epiteli cl'ùliopat-ica ed randoci lo liberassimo da quella fotal incertezza , ci riucs,~enziale, mi giova notarvi che a· ciò fui indotto per nimmo in consulto col Dott. Besoui per decidere sul da caratterizzare quell'infiammazione della congiuntiva che farsi. Rimase deciso che, prima d'attuare l'erniotomia si svolge non già per cagioni morbose specifìchc e pe1· che sembrava ormai inevitabile, si avesse a tentare l'uso individuale discrasia, ma bensì per l'influsso di cagioni della cloroformizzazione , non lanto com'anestiziante dicomuni Dlte a generar un'infiammazione in qualunque retto, quanto per paralizzare gli spasimi e le contraaltra parte dell'organismo. Tal appunto io giudicai la zioni validissime dell'anello inguinale le quali fin allor a~ congiurllivite di cui vi farò cenno, perchè nella persona vevano costituito il vero e costante ostacolo al buon esito cl1e ne fu tocca non esisteva alcuna di coteste cagioni della r iduzione. Poche gocce di questo potente farmaco morbose specifiche, ma solo vi fu il concorso di tulle versate sopra un fazzolello erl appressale al naso delquel le vicissitudini atmosferiche ch'io credo costituiscano l'ammalato bastaron al nostro intento, poicbè, quantunque la precipua cagione della maggiore parie delle otlalmie che uon producessero nè sopore, nè anestesia, indussero però si osservano nei nostri Soldati in quest'incostante clima. tal un rilassamento nell'anello eh' il lumor ernioso, Bernardo Barnabino, d'anni 26 , Caporale falegname convenientemente spinto dal Doll. Valzena, rientrò dopo del 6° Reggimento Fanleri.1, di temperamento sanguigno pochi secondi con distiuto rumore di gorgolìo nella cavità e di costituzione robusta, ai 20 di febbraio, giorno in cui addominale. li fortunato esito bastò a restituir intera la fu ricoverato nella Clinica, offriva: tumefazione delle palcalma all'ammalato il quale da questo momi:,uto si potè pebrti d'ambidue gli occhi, ma specialmente delle palpebre dire guarito, senza che l'uso tanto paventalo del cloroforsuperiori : bleforo-spasrno notevole particolarmente nel mio lasciasse in lui traccia di sconcerti funiionali , ove l'alto di divar-icare le palpebre per ispezionar il globo ocuperò come !ali non vogliano considerarsi la presenza di lare: congiuntiva oculo-palpebrale iniellata in colore rosso una lie-ve fotofobia e di tale qual incertezza nella facoltà uniforme ed intensissimo , alquan!o t11mida, non però a

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389 segno da costituire la vera chemosi : annebhiam<~nto della cornea luc:ida con epifora .abbon<larite' pri,ce<!uto già da due gi9rni da senso di brncior agli occhi , d,1 ·poca lagrima1.ione e <la vista torbida. A questi caralleri fisici andava unila una fot ofobia tale eh,, la più ~cars!} luce en per l'ammalato cagione <li crudeli $pasmi e gli aumentava mollo ii senso di dolore gravativo che costantemente 1a·menlava alle regioni soprorbitali. l<inalmenle i . pol~i si tòccavan~ pieni. duri e resisten ti t- la lingua offrivasi impaniala con poca set<,. li rt~sto dell'economia manteo_e· vasi in çondizione fi;iologica. Dal com-plesso di questi segni e sintomi emergeva la diagnosi di congiuntivite acuta idiopatica al secondo ·grado, desigr,ato ùa Lobslcin con il nome di E piflogosi ed emcr5e va pari mente l' indicazione d'un metodo curativo generalmente iptJslenizzaote. Quiudi fu che nei tre prin;i giorni si praticaronf) quatlr'ahbon bondanti caci:iate di sangue, furon applicate quaranta mig1ta!le aIle tempia cd ag:i angoli · es terni degli occhi e fu somministrala una bevanda di deco1.ione d'orzo nella qnale eranvi sciolti due grani di tartaro stibiato; bevanda quest~ che· si prescrisse al maltino ed alla sera nei due prim i giorni e che operò come r imedio purgalivo. Pi1i lardi si prescrissero bevande nitrate e si fece nel la sera l'ap plicazione locale del cataplasma mollitivo irrorato con una sofozione satura di nitralo di potassa, i I quale cataplasma, ianto racéomandato dal Rognetta, calmava moltissimo nella notte i dolori oculari ed i soprorbita li. Finalmente concorser a vincer in sei giorni quesl'ollalmia la dieta, l'allontanamento della luce , le fr izioni intorno all'orbita falle con pomata di helladonna e d'unguento mercuriale e l'uso d'un coll irio in cui stavano sciolti poch i grani di nitrato d'argento. Primi a cedere l'llrono la gonfiezza e lo spasmo dt~l le palpebre; quindi la fotvfobia e l'epifora; ullime dilt1guaronsi la rossezza e la tumidezza della con giuntiva oculo-palpebrale. Esposti sommariamtrnte i principali feno meni della ma lattia, il metodo curati vo adoperalo ed il principa.1 andamento della risoluzione, mi farò lecito proporvi le seguenti questioni alle quali risponderò Loslo d0pù in quel modo che mi dHttano le mie con vinziùni. 1° Nelle infiammazioni con;;iun tivali acute potrà for:;e il Pratico considera re la Oogosi limitala a questa sofa membraua o non dovrà piollosto credore che più o meno ne C(tmpartecipioo le altre parti cos titue11ti l'o rgano della vista P 2" Nello studio delle malaltie degli occhi può egli il pralico coudursi second'i precetti degli Specialisti cousiderando l'occhiv i.5olalamen te senza badar alle infinite sue relazioni con le altre parti del co rpu o limitando le terapeutiche indicazioni direll,lrnen te a q ue. st'organo P 5'• Nell.'esposto caso sar~hh~ forse stato piu prontamente uti le i! ricorso ai collirii di nitralo d'argeuto o di solfalo di rame anchè nel primo apparire della ma laltia ? L'osservazione risponde eloquentemente alla p ri ma domanda, giacché se più sovente la fotofobia s i manifesta anche nel primo grado della congiuntiv ite e se questo sintomo 0011 può a ltrimeute spiegarsi fuurchè 1;up. ponendo una condizione morbosa della retina, riman evidente che, data la Jhgosi d'uo::i delle parti costitutive del globo dell'occhio, le altrn più o meno, più presto o più tar_di ne debbono compartecipare e tra queste debbono principalmente e primariar:nente risentirsene quel le del senso . , sia desso comune Q. specifico. [n falli nelle co·n· giunti viti intensissime,' nelle quali' lut to il lavorì\J infiam·

matorio .semhra limitato all'<:1sterno, sovenle, oltre all'ipopio, fu 03Servata anclrn l'amauro~i, ciò . che indica nel primo- ca;o la membrana dell'umor acqueo partecipare deli'intìamwazione d~!lla (Ongittr!tiva e nel Sl:lCOodo parteciparne la rl:ll · na. Tont' è vero che Scarpa ha osservato quasi sempre ineurahi le l'amaurosi la quale nel periodo d'incremento d'una congiunliv1te acuta tiene dietro alla fotofobia. Nel caso nostro 1,ui 1 oltr'alla fotofohi.a intensississima, esisteva pur offuscamento della cornea lucida. ciò. che indic.;ava partecipare pure questa parte dell'occl;io ., almeno nelle :;1rn lam ine più superficiali, al processo d'in• fiammazione e che quesl'oITuscameu to era l' effetto d'u~ versamento sieroso operatosi in coteste lamirie, come si osserva nella cheratite di primo grado. Per risponder al secondo quesito io ll1'att<Jrrò fede lmente alle parole del Lawrt:nce: « le moltepl ici non che oscu re malattie, scrive quest'Autore, dell'organo della vista non pos~on e,sere ben~ conosciute se non ùa cljiui clil:l possiede le piì.i chiare cognizi9ni lìsio-anatomko-patol,1giche di tulla l'economia;. la C'..lra stessa di queste lesiv11 1 110n può essere bene dirella se non da coloro che hanco l'abitud ine di curare tulle le alt.re malallie e di cui l'all<rnziooe non si limita ad una sola pane deli'orgau i.;rno. Cotesio limite è dannoso, imperocd1è produce abitud,11i e viste anguste e conduce alta trascurnnza di q11ellc indicazioni .che potreb· bero trarsi dal co110,;cere il rnetodo dì cura dello malallie degl i altri _organi, di ma 1;iera che le idee terapeu.liche diventano piccole e li111itale come la vista d i coloro che si dedican allo sl•1<lio col micro3copio. Tutte le abitudini dell'Oculista lo spingon a stfj.)arar e ad isolare l'organo della vista da l restante dell'economia , di maniera che le sue terapeutiche prescrizioni si riducon a lozioni, a gocce e<l a pomate; cosa questa che poten temente s'oppone al progresso della Chirurgia olia lm ica. Quello al cou1ràrio che a noi con vieue s0no viste generali e collettive ed i soccors i dell'analogia e clt,I co11trasto: tutto il campo della Medicina e della Chirurgia th: bb'e3s,:re posto a contribuzione nello stu·Jio della uatura e del metodo di cura delle ma lallie degli occh i. " La so lui ione del terzo que s.ito sembrami quasi inchiu,a in quella dei precede11ti: tl irò tuttavia crede.r i0. imporlaotè distii:guere due periodi cioè il fotofobico e l'a(oto/òbico. i\'el primo i c.ollirii di nitrato d'argento o di solfalo di zinco uon sono sempre toll erati ancor che s' instill ino 11e!l'oc,;l1io a lievi dosr e servon anzi molte volte ad accrescer effettivamente l'irritazionr. Nel secondo periot!u in vece questi colliri i riescono van tag~iòsi in grazia del più facil assorl.Jirneuto per cui pos1?ono, dirò. così, operart: <linarnicameule, in mod~ , co ntrostimolaule, superiore a 11 'ir ri ia iione che la loro azione di contattò net:essarìanHiote dt::sla. Non è però meno vero ~he nelli:, olla lmrn purulente uelle quali l'infiammazione della congiuntiva é ~pi11la al massìmo grado coQ chemosi, ecc., il metodo ipostcniaaute generale si mo stra insuUlcien1e e s'otteogon in vece efft:lti vantaggiosi o talora sorprendenti Jalli:, soluzioni concl:lotrale d1 nitrato d'argenlu instillate 11egli oc<;hi . l\la in queste .ottalmie la cagione <li prossimo perico lo sta forse mo lto piu, nella Slessa secr-ezione purnleu ta la quale per la oat_u ra acre ed irritante può prod1Jrrt1 guasti p:ù pronti e più estesi di queìlo sovente produca la semplice intìa mma. zione, tuttoché inten~a. Quindi si spiega come l'uso locale de! nitrato d'argento spinto od ali.a dose unit amenle al


39-0 melodo iposteoizzante generalti , si mostri utilissimo io quesli casi, per la modifica:i:ione·appunlo ch'induce nt1lle . ghiandole del Meibomio e nelle cripte mucose della congiuntiva che sono la sorgente di questa secrezione purulenta. Scrive in fatti il Rognella : « taluuo cr-ede che nello ollalmie purulente la soluzione di nit ralo d'argento ad alta dose operi distruggendo la mucosa ; ma quest'è uo errore, poicht:l la di lui a1.ione cauterizzante non s'e· -sercila fuorché sull'e pitelio : più profondamoote il medicamento opera dinamicamente cioè passa per assorbiment o e per penet razione meccanica nei tessuti e nelle cripte infiammate e vi produce, per cosi dire, un intossicamento astenico locale: l'organo "Visivo tollera quesle alte dosi di nitralo d'argenlo in forza dell'intensità stessa della malallia di cui è tocco, appunto nella medesima guisa che l'organismo tollera nelle polmoniti acute i sala$si abbondanti e<l il tartaro sl1bialo a dosi tali ch'io allrc con dizioni riescirebbero venefìche. » Queste considrrazioni le quali mi furono suggerile, più che dalla gravi là a dalla rarità dell'esposta malalliiJ, dalla divergenza i.l'opinione in fallo di terapeutica oftalmica, io le soltopongo, Onorevoli Colleghi , al giudizio vostro affinchè , da voi ampliale o modifìrate , possono servir alla comune nostra istruzione ed alla maggior utilità dPgli ammalali alle nl.lstre cure affidati.

RELAZIONE DELLE CONFEUENZE SCIENTIFICHE (Coritin111 z :one tl1;l mese di febbraio ). :N1zu. Nelle due Adunanze tenutesi nei giorni J6 e 29 di questo mese il Presidente, previa la Relazione del soddisfacente stato clelle Troppe ac9uarti~ratc td alcune riflessioni su i più importnnli casi Cli11ic1 , couccsse la parola al IJvl.t. Peloso flCI'· che leggesse le Storie di F<:bbre Tifoidea pubblicale nel Num. precedente di questo Giornale. Alla sposizione di queste Storie il DotL Peluso, dopo avere con buone raeioni leolalo provare trattarsi veramente di febbre tifoidea nei tre descrilli ca~i, fece susseguir alcune considerazioni generali su la febbrr tifoidea. Accennaod'in primo luogo all'opioiom, degli Autori i quali ere don il morbo tifoideo assai affine alle febbri erulli ve, anzi forse ona forma particolare di manifestarsi della medesima entità patoloj!ica ossia uo modo nel quale l'eruzione, aozicbò presentarsi alla soperlìcie cutanea, si svolge direllamcule io qoell11 parli per le quali uoa causa morbilìca può introdursi nell'orgi111ismo, d'ondc eali fece dipendere il carattere di somma gravità della feb bre tifoidea, appunto come gn1vissime soizliono essere le eruzioni csa1llemaliche ripereossP, nolò come quest'opinione ricevesse fondamento da t be il metodo curativo cioè l'antiflogistico ed il I evellente sia pure quello che meglio contiene 1::tnl'io delta fobbre tifoidea, quanto neµ:li esantemi relroçossi e ricevesse pare f.. ndamento da < he le lesioni inleslinoli in quella non manifestandosi foorehè a periodo innollrato di morbo s1 mministran una pr(lva che non debba ricercarsi la cagione della sintomatologia tiroidea nel.le alteraw.iooi locali, ma piuttosto in un'altcra;;io11e /ìiico-chimica del princ ipio ritale del sang11e per il quale si manifestano condi:ioni speciali nei .sistemi ganglionare e ghiandolare, à'onde succede una sproporzionata s,parazione nei materiali quant:ila tivi e qualitativi del chimo, del chilo, della lin(ci e dei p1'i11cipii com71onenti il sangue. Asoste(!DO di qoesla sua tesi act<lusse l'abbattimento sommo dei poleri della vita organica; abbaWmento che si mantiene costaole tanto prima quunto nel <lec<1rso ed anche nella convalescenza della fehbre tifoidea. Dalle alterazioni fisic'<,•chimicbe 'del songue dei tifoidei vorrebbe pvi per induzione inferire che quest'omore sia il primo a subire i.di effetti della cagione morbilìca ; il che tentò avvalorare cou i risult.amenli delle sperieoze del Magcn,lie, ripetute dai Doli. Quaglino e l\lanzolini di Milano i quali ultimi avend'inietlato nel!e vene degli animali po~ ed altre sostanze aqimali putrefatte, videro svolgersi la febbre tifoidea con talli i caratteristici suoi sintomi e se,zni, non escluse le allerazioni locali alle ghiandole del Peyer. Dalle medesime alterazioni del sangue spiegò quindi come facìlmenle possano esser alterati i sistemi secretorio ed escretorio risiedente oel1

'l'apparato ~hiandolo-follicolare , d'onde, disse, traggon origine Je con~ecu llve mod•ficazioni patologiche dell'ìotìero organismo. Fatto,, ad eoum·erare la cagione generale di questa malattia la ~udic~ di nal~ra epidtmica, noo escludendo però la po..ibiiilà .d! fa.rs,. con!ag,osa flPr determinate ccndizioni di clima " di ro_g1me d1etetrco. Passando ·ad ultimo in rivista i metodi di cura p-roposti, dopo aver accennato alle modificazioni che debbono 1ob1r il: tenore deJl'età ,. ses_so., tempera:,nento, c(ima, stagione, ecc., disse cbe ne, nostn chm1 temperai, debba ricorrersi ad un metodo misto cioè ai blandi eccoprolici ai demulcenti ed ai revellenti esterni , ricorrendo poi nel te~zo stadio ai 'tonici eccitanti onde rianimare la troppo affiernlita vitalità al qual inltnto non escluse' io determinale rircoslaoze l'uso d~l freddp applicato f>S leroameule. Datosi fine dal Doli. Peloso alla lellora di questi suoi ceooi .so la feLhre Hoidea, il Doti. Tarrone notò cbe mentre·non era lon~ano dall'accoitliere favorevolmente l'~Oioità di questa malall1~ con le_ febbri eruttive io genere, avrebile però per l'utilità prat;ca <lcs1derato <"be ad una qualche particolare specie di febbre eruttiva l'onorevole suo Colle1<,a l'avesse paragonala P: e. alla vaiuolosa con la quale avrebbe forse somiglianza pe; ris,zoard'alla forma escntemalica, sempre che si distinguesse che nella t•aiuolosa è leso ìl tessuto J\Ialpighiano con i sooi annessi mentre nella tifoidea è tocca la membrana mucosa inteslioale ~ di prole.renza l'ileo-duodenale insieme con i suoi follicoli e con le sue ghiando.le. Rispose il Doli. J\luratore non essere meoomameole pro~coo i_n 1>ratica questo paragone, giaccbè nessuna delle febbri eroll1ve nel re:,:olare sao decorso offre il carattere di gravità della febbre tifoidea. Al tbe avend'il Presidenle risposto essere da_ ll.lolli ammessa la comparledpazione delle muco~e o elle !ebbri ~sa o tematiche, il Dott. Tarrooe dimandò per~ che nella della lebùre le er·azioni tifoidee d~bbooo piouosto S\'olgersi nrlla parie inferiore dell'intestino tenue e del ciec,, anzichè in lotte lo altre parli del tubo intestinalf. H President~ eri il Doti. Peloso unanimi soi~iunsero ciò dipendere dall'isolata presenza in clurlla porzione d'intestino delle ghiandole del Pe)'er le quali a,1 la più alt.a pRrle del lobo intestinale m,wcanti affatto, sono però in p,1rle 1·impiazzate dalle 12hiandole dtl Drun!ler, nella parte intermedia del medesimo tubo. Obbiettò quindi Il _Doli. Tàr_rooe cht quaod'a ncb'egli non negasse aCfatto la dottrrna umoristica al Ootl. )!oratore 11ccetta, tu ttavia gli sembrava non dover ~mmetlf,l'si lrsione umorale primitiva jo tutti quei casi n~i quali con i mezzi sin ora posseduti dall'umano iogcg,no non s1 pot"ron ancora sc(lmpor e metter ad evidenza glì elr menli dei quali si compone il principio morboso, giccom'accade nel caso della febbre tifoidea e cbe costretti come siam a rt slar?i <love apruoto l'analisi cessa' di progredire, il processo d',11.ione del principio tifico dobbiamo risguar<l~re simil io tullo all'a~iot111 ,tei coi:it;1g:i e perciò com'una semplice. m<1lattia t1inam1cn, almeno slll a tanto cbe ulteriori analilicbe osserva1iu1i dimoslriao gli elemouti dei quali ~i compone, giacr hè negata la mater_ialità d_el_ p_rincipio produttore della febbre tifotden, rimanev.i 1mp'?ss1b1I 11 credere dre questo oporare putesse allr11nenle che sul sistema oervùso, siccc,me <1ucllo che è destinato dalla natura a ricevere tulle le impressioni anche le più lievi. li Dolt. Pelu_so ammettendo che gli agenti imponderabili opel'ino prim~r·~~~ole s~I sistema nervoso, negò che non esistau altri prrnc1p11, quali i rontagii, cho in oo estremo grado di divisi11oe operare non possano direttamente so l'elem~nto organico it quale ditroso com'è univ<'rsalmenle ed alto a risentire lo i11ll!)enzo ~lmo~foricho può benissimo anche primitivamente subire l'azione di quelli, per il che, soggiunse, dovere distingt1ersi questi pria~ipii in dinamiçi cbe operano direllameule sol sis~ema senziente ecl in materiali o meccanici che operao io vece cl1rellamente sul misto org&nico. Si disc•Jsse finalmente su la contagiosità della fobhre tifoi loa; ponto questo in coi tolti trovandosi d'accordo pel' la negativa, la tornala ru chiusa. NovAnA. Nelle due Conferenze tenutesi ai J Ge 28 di febbraio l'Adooaoz~, udila una Relazione del Medko Divisionale intorn~ al soddisfacente st11t? Sanitario della Goernigioue ed al beni,zoo decorso d~lle malat11e corate nello Speda le, oclila pure la lellara della Storia d'Adenite cronica guarita con il MetoJo di Mala1,ert (vedi il N° 45 del Giornale) dal l)ott. Valzena, non che quell'altra d~I Doli. Bollino, pobblicHla nel precedente numero, d'una lossaZl(,ne solloglenoidea ridetta con il tallone della mano secondo il metodo Ch~ssaignac, discusse brevemente cirra il modo. d'operare del deutocloruro di mercurio applicato second'1l dt llo metodo di Maiaperl e ru d'a,•viso che nel taso narrato <fai Doti. Valzeua all'azione pHturbalrice di quell'eroico farm.ico dovess'ascriversi il fallo della rapida guarigione. . ~STJ •• Ne! giorni. !jG e 21 di qoeslo meso radooaronsi li .Med!c1 )fih!an per udire ~al Dolt. Mariano la sposizione di sei casi d ollalmta blennorrag1ca ch'il medesimo ebb'.i corare tanlo nella Cl!nica Ci,ile, quanto nella ~1ililare; sposizione che foce s~ssegu1re _da alcani ritlessi intorno a qaesta malallia e più sp,ec1~lme~t~ rntorn'alla cauteriizaziene. Dal compless.o di questi s~1 casi mu_lta: 1" ch'io tatti era p,eseote l'orelrile o la vaginite le qaalt al comparire dell'ottalmia paolo non diminoiro110


39{ d'intensità; 20 che i caratteri dell'oltaimia blennorragica erauo io ogni caso maoifeslissimi: 3° che lJ pronta cauterizzazione pralìcala con il nitrato d'argento~ unila o no all'energico me· todq antiflogistico positivo o nol(ativo, soco~d~ che g~av.e, I ggiera o nulla s'era mmffes tata la generalo ri a;r,1oull, <liede sem· pre risullamenti soddisfacenlissimi e tanto più pronti e fortu nati, quanto più recente era il f.itto dell'ottalruia e minori erano i guasti già operatisi nell'organo ddla vista: 4° che 1inalmento per nulla debbe temersi il vivo dolore <!ella cauterizzazione nello stesso pr imo stadio d~lla mala ttia, gia·cchè il van tag1;1i" ricavato da quella fu sempre tale cbe gli ammalati, ptlr il pronto giovamento che ue traevano, chiedevaa e1tlino strssi il rionovameolo della med,isima. Le rifle,sioni ch'1I Doti. !lfdriaoo fece sasseguir a queste sei brevi Storie, formaudo realmente unc1 monografia dell'otlalmia i.>lennorragica, uo i uon f<1remo cbe toccare brevemente e per quauto può comportare t'angnstil Jc,l Gioraals i ponti tu 1li dal medesimu trattati, diffoud llnJ.,si maggiormente so quelli cb~ diedero luogo a di,cussioue. Pdrtendo l'Autoro dalle varie denominazioni date a questa malattia, dopo avere dimostralo che tulle dal più al meno son improprie, concbiuse essere migliore cosa attenersi all' ..otica denominazione d'o ttalmia gonorroica o blennorra.g ica, siccome quella che è più c.mosciuta ed adollala nella Sctcuza. Definisce quindi l'ottalrnia blennor ragica quella malattia cl1e ha luogo in seguito alla diretta upplica:ione m la congiuntiva del pus d'una blennorragia venerea; definiz ione questa ch'inchiude l'osclu., iooe della metastasi, della simpatia e dell'inf1•,o:iooe generale, quali cagioni determinauli di quella, siccome fu per ta luno creouto, ma dall'Autore negato per le seguenti ragio ni: 1° lii m1tastasi mess,J in campo da Sai.n l Yves o comballuta Ja Scarpa no n può esser i nvo ~ala perd1ò, essendo caraltertl c.:os!ante J ,ille malattie Il\Clastatiche abM.ndooare quasi totalmente la primiliv.i località morbosa per invaderne una nuova, questo carattern mancò sempre nei casi esposti, ne' quali in voce ios1e1ne oon l'ollalmia l'uretrite o la vagioìle furouo sempre prescu1i e qu..ikh ~ v·olta in grado intenso; 2u no'l può parimente invocarsi la simpatia, perocchè non si vedrebb~ la ragione per coi in caso di bieooorra· gia, anzichè costantemente su la mucosa oculare, non d ovrebbe molte \Olle esercitarsi questa simpatia su la Sèhnekleriaoa, su la mucosa del palato e de ll'orecchia; 3° noù l'infezione generale porchè tallì gli Autori parlano di 1rld 1ti e di alfoiioni ulcerose o vegetative rlell'occhio e dei suoi anu~si siccome sintomaticbc di lue s:fiti l:ca generale, ma U'ln accennano ruai all'ottalmiu blonnorragica. Per questo mo~o in via d 'esclusio:ie I' AU • tore cercò di provnro nel suo Scl'illo non potere l'oltalmia in disco1•,;o svolgersi altrimente che per contagio; opinione questa ch'e~li disse dedotta dall'o,servare più frequcntemenlo toccbi da questa m 1latlia gli uomini che le <loone e ciò pe1· la maggior facilil/1 ed abitadìne che quelli hanno J 'imbraltarsi i diti dt pus blennorragico pr<>venieutc ctni geui!ali e d'iaocularto inavver · tenterucnte sulla mucosa con~1unttvale; o parimeute dedolla òall'osservara che pili f,·equ ootemeote io,omincia da uu occhio solo, ,id eccetluazione dell'ollalmia dei neonati nei quali, per trovarsi ambi gli occhi in conlallo della materia virulenta proveniente dalla vagi na cho nell'atto del pllrto si contrae su la lesta. del foto,, dehbc nece,~adameo~e svolgersi u.aa doppi<.1 Ot · talmta, mentre oeglt a 1alt1 tn gcoen11e una sola e la maoo cl.te fu io con!allo delle parti genililli e µreval enle è pure l'abitudine di soffregarsi gli occhi con una sola mano. In 11ue il Doli. !Ila · riano, ad escladcre ogui altro possibile modo d'evolLrzionc di delliJ ottalmia, dulla conlagioue in fuori, si fece a rilrnllcr aocbe l'opinione di coloro i quaii susleogon'> non essere oecossaria la con!agiosità d~llo scolo, rnJ b 1stare l'acrimouia <lolla materia secreta, facendo riO~llerc che q11est'oltin111 può beuissimo b.i slurc all'evoluzione d' un ollalmile, ma non può c~gicina r ur1'vW1lmitc specifica , il che, disse, è tanto v1iro che se s'11111esl1.1 un pu, surnplicernente ;icre, p. es. qaello d'un caucn>, si produrrà na'infiammazione dell'occhio per oieole similo a 1.1uollà ch'1nvade la parte <l,1 cui fu preso il pus d'innesto, mentre, innestalo il pu,; blennorra~ico, la merlesim 11 malattia si produrrà ,Jue, tre ed anello più volle cou i meci(~simi carat'. ed viruleuli. Pi-ovala cosi la c.Jotagiosità doll'otLilmia blen 1orragica , il ruedesimo Oott. toccando della sua frequenza disse non c,>nv,luirn cou ::;li Autori in i:enerale i qaali la dicono rnrissimu, gia,·.eltè alni in poco tempo ne occorsero ollo casi e volonùo pure spiegare questa discrepan;a d'opinione, sog~lunse d ipenJere ciò J,>rse da che nei 11t1li1ari pottindo sobilo scoprirsi la cau;a uOfoieote con h visita dei genitali, ratto queslo non sempre oltemi,i:e nell.1 Clinica privala , molle ottatmie che non sarobbero ,t:1•e CMdule blennorra~ic.he , furono da lui realmento r1co11r1sciute tali: sic· come gli si potrobb'obbicllar un errore dinguostic,) , così egli , dopo avo?re l'iau:lati i caratteri speciali ull'ottalmia in dtscors,, disse bastare la presenza del simultaoe, scolo 11retrale e va~inale e l'innesto avvenuto da ur1 occhi'l amnul,1\0 a.I un ahro sano io po1·,;ooa diversa oon tocc<.1 <fa blilu •iorrag ia a prc1v,1r if-rtifragabilmeole la cortezza della diaguJsl nei casi da lui e;posli. Venend'alla cura e dimostrata la p·>ca utilità che da l semplice quantunque energico mitodo antifiogis\l<.'o si ri1rileva ualla ma-

l~ttia io Jiscttssìone prima che si fdces:Hl ricorso alla cauterizzazione con il nitrato ,l'argento; dimostralo com'ioolile, sa noo daunosa, fo sse la pratica di richiamare lo )Colo ·blennorr-agico e come <111esl'errore partisse appunto dall'idea che l'ottalmia foss~ me(a$l11tica o simpatica , m~tastasi e simµatia da lui negate • come supra dissimo, predicò immancabili i buoni etfelti di questa cauterizzaiionu in qaalanqne stadio della malattia cioè utile aell'in.~as(?ne, P.~rc~è auoolla ~li elf0tti del c,ontagio; utile 9ua11<J .o ~1a stabilito 11 ~rocesso Bogistlco, perche, s,e non può unpedtr 11 decors~ uller1ore della malattia, la semplifica porò d1s~ruig~cdo l'az1urie v1rnleuta e la ritluce ad ana semphce ma~ lallla !nhammatoriu domabile con i salas:ii ; u-Uh: nella cbemosì percbe la cessa molte volte tla per se solct e qualche volta con il coacor$O della recisione dtilla congiuntiva; utile nelle.alcere dell_a C?roea, perchè val ad arrestar il processo ulcerativo e ad a_vv1,1r ti processo dì cicatrizzazione; uule nella procideoza d'lr!de, pei: non, essere questa altra cosa cba l'effetto dell'olceraz1ooe; allle Jtu~lmanltt ucllo stato cronico, percbè cangia il modo.d'essere d ,Ila cougiun1iva pllr il p~lere chimico-dinamico de l 111trato d'Mi.;eoto. li tniJflo <11 cautenzzaziooe .I.il Uult. Mariano prescelto è q 11ello di toccare ,lirellamente cou il nitrato preparato a ~uisa ùi lcipis, ud ecc..zione porò dello stato cronfoo co11giunti11ale nel quale disse avere provata più-p roficua l'aiione della soluzione di questo rimedio, portala alla congiuntiva con, un penr)ello. N~l termina re questa sua J\L:moria coucbiuse con la des~J'izione dtigli allt eia eseguirsi por il rovesciameuto dolla palpebra sop.iriore; pratica questa la quale, siccome conosciuta da tutti, ci basterà aver accennata. '1'. tlrmi~at.a appeua la lettura di I.Jllesla Me!n~Jria, il u.ou. Cantom obb1ellò potere benissimo ques l'ollalmia geoerarst per metastasi e ciò fJer il roislerioso rapporto es,s:enle fra glt organi geni!ali e quelli dt:lla vista : r,1pp:.>rtO che ta~lo cb.iarameute si mamfesta nella corchia livi1la che t:i1·co0Ja gh occhi dolle donne ~en~t~uaoti eJ 111 color:1 i q a ali f.t11no ,abuso del coito : obbtollo rnoltre non ,;sscre necessaria porche abbia luog,> !a metastasi la cess~zrone d~llo scolo , m:1 l,,ulare cb'uaa porzione qualu114•1e dell'elemento morbos" si trasferisca da uo luogo all"altro. ll Dilli. D miu I fe.:e riO e(lere che l'ollahmu dei 11eouali non proviene s, mpre Ud iufoi ,one m;iterna, e cicì pertbè il foto vien alla 111.::e con gli occhi chiusi, perchè 1a madre qua lche volta oou è iufeU,1 o petchè alcune vollo l'vttalro1a s1 tnan,fe3la dopo alcun_i mesi dalla nascita. Soggiunse inollre il medesim~ che, considerata anche J'infc1.ione materna qaa1e cag10ne dt qncsL'ottalmia, bisognava ancora ùistiDiuere tra iure,:io ne blennorragica ed infezione Jei1c.:orr,iira ptirchè nel primo caso la 1'!1alaltia è pili grave, più lieve in vec~ nel s~con_Jo. flillel_len~I' in fi11e alla !requenia delle ollalmie catarrali oe1 b,unb1m, du~o dover;\ lt1 cu~a appropriar a qu,!sto tre varie tà di morbo oculare. Htspose ti Dvlt. ì.lldriano essar egli bene lontano d.al ritenere corne blen11orragiche tutte le ollalm10 dei neonat1, sembrargli però possibile che nell'alto de l parlo qoald1e poco del pus bleuoorragieo penetri dalla \'a"ioa attraverso dell'apertura delle palpebre del bambino o dia gosì loogo all'ollalmia blennorragica per ìnocalazionc. l i !\led. Div., dopo aver..: co.nvenulo coll il pre?pi11ant0 su Ja possibilitil di quesl'in~cula7:io ue ~ s~ l'unpropr1a denominazione tlata a qucst'olta!1111a, disse eh _l½g_h la chiamerebbe piuttosto con il oornll d'ottalm?Le ,:encrca prtmi: li\•a tla i11ocula:ionc dividendola con Schoea 111 tre ponod1 c!oè ncll'infìam111atorlo, nel /lttssionario od in qu ~H,> d'esito, in crnscheduno dei qua li sarclibH conveniente U!l, d I ver.io met.odo d! curu, talmente che nel primo conven:c_b~e 11 rocloJo aut1Hog1st1co gPaerale e locale, i f,,menli rnol11t1v1 ed. mtornamcote 11 c~lom~lduo; oel sc.:on,Jo perioJo ,-ouverrl!bbe _10 vece la ~ule· r 1zzazivnc locale l'oso J Jcala dd laudano , 1 vesc1calot'll e la co11ti11uazio110 d'Ju hlanrlo tn·!lOLh auli lh>gi, tico gene rate; u~ll'ulliino in fitle c ,nverrel,b I variare la cura a uorm<1 dell" c.:t rcoslanzc, cosi cbe in caso d'opam:meoto deila cornea sarebbero necessarii i mercuriali e gli oppiati; nel ca.o d'utcerazione_c?n: verrebbe la cauterizzazione con il solfato di rame, se super tic1ah !~ ulcer~, con _i l nitrato <l't1rg~n10, se pruf0rl'lc, ~~?- per n~ua1· · d tilla dtaj,;oos1 ootò non essere sempre cosa co~1 ta.c1to d,!lercnziare l'otlafmite- blenMrraaica dalla bellica, quantunque però ammetta esistervi tra l'una~ l'altra caratteri d tO'.:renzialt i quali, secoudo la sua J'ralìca consisler dilior in che nell'ottalmia bellica v'ò granula1.io rie ' con siccità, rnentrn v'è fong osit/1 uelln blenoorragìca: nella prima lo scolo è quasi nullo e ?Omparo più lardi che nella ~econda, cosi ehe si può lemporegg1aro nell'uso dei caustici tralta11dus1 della bellica, mentre o~lla bleooor· ragicd bisogna ricorrervi più presto. l~inellè ad ultimo n?n es· sere necessa r io ch'll vir us blen11orro1co sia portato ad 11nmedialo contatto cou la congiuntiva per provocare l'otlalmia omo~ nima , ma basl.rre eh;} ' qoollo tocchi l'orlo d(;IIO pal_peb~e 13: dove qut!Ste s<mo co perte fii sollilissima epitlerm1d o ed 1 _f,olhc~h delle ghi~odole palpebrali quasi a nudo ; ti eh~ tanto PII!, fa~1lmc11tl) disse accader ove esista q uella cQn<l1z1onc da Scbmtdl ch iam:ila \!ulnerabilità e da near vulnerabilità di tutto'ilcori>o; co11di1.iooe questa che spiega la facilità per la quale alcum lllfermi Ili blennorragia se la innestano negli occhi, me n\re sem ~


solo, ma ben anco con!ro quelle malattie nelle quali si ricorre volentieri al l'uso dell 'joèuro anzidello e fra le al 1re il cancro dell'inl<·Sl ino retto. Coll'oso della medesima l'Autore oltf'ni1e . di prom·overo sudori ·abbc.ndanlì, per mezzo dei quali fu spenta la febbre etica, scomparve la tinta cachellica dell'infermo, s'arrestarono le emorragie e scemarono i dolori., (Gazz. !rled. di Parigi) Sulle f'imzioni del {ega(o e sulla secrezione della bile. Intorno a qnest~importaolissimo problema di Fisiologia il J)ott. Lehm.ann h:i istituite accurate analisi comparative lra il sangue della vena pori.a e quello delle vene suepa· tiche e dagli ottenuti risnltameoli dedusse le conclusioni che siamo p~r esporre. 1° La bile non è elaborata fuorcl,è nel fegato per '!lezzo di sostanze le quali non ofirono alcun'analogia coi principali materiali della bile. -2° Nei capillari del fegato liavvi f orrnazione di globuli sangu igni di maniera ta le ch'il loro ,,umero aumenta o piuttosto , la quale cosa è meno probabile, ch'ogni globulo cresce di peso per la giunta cli nnovi materiali solidi. 5° Una tale quale quautità di fibrina rel'la uel fegato consumala. 4° Una grande parie dell'albumina portala al fegato è da questo organo elaborata. L'albumina e la fibrina che scompa iono, sèrvono ser.za dubbio non solo, all'elaborazione della bile e·<lello zucclrnro, ma anche al la formazione · di nuovi globuli. 5° li fegato elabora noa gran qu~ntità di materia eslralliva. 60 I sali dello siero della vena porla servono par1.ialmente alla secrl'Zione della bile e passano pt\r la maggiore parte 11,·i globuli dd sangue delle vene sucpatiche. 7° Non son i glo bu Ii sa ngnigni della vena porta , ma iI liquido interglob11lare che somministra i materiali insen :e1ati alla secre1.ione · della bili,. 7° Dieci ore dopo ciascun pasto la 5ecrezione della bi le debb'essere più considerevole che dop') cinque ore.

'bra che altri vi resistano più a longo. Rispose il Doti. Mariano che la denominazione d'ottalmia <ienerea_'p!'imitiva da 'inocula-. ~ione non è più esatta d~lte ,altre, percbe m questa sal'.eb:1Jero comprese diverse specie d ottalm1c che pure van.no d1st1!3te, come la blennorragka ,vera da qoell,1 v.rodotla dall'inoculaz1one d'olcere so la congiuntiva, il che puo avere ~uogo nello stesso modo che succede l'oltalmile per pustola va1~olo~a: Sostenne dover usarsi la cauterizzazione anche netpel'lodo m_fia_m~atorio percbè quella in vece d'aumim:are questa, la d1mm01sce, co~e lo prova la diminnzione. del 1olore, della rossezza e del tumore COJ?giuntivali , sjntom1 tutll. çhe . qua_lche ora d?PO l~ caolerizzaz1one !\corgons1 o sentons1 all~viall_, e perche se.H dovesse sempre aspettar il pe_rio~o 11os~1onar10 per usare l:I ~auterizzazione, si correrebbe 11 riscb1o_d1 perdere moli, _occh1. Concbiose il Med. Div. che senza voler impor~~ la propria opinione al Dott. Mariauo, e(l.li crede".a ess('.re, prn prud~nte ~stenersi dalla cauterizzazione nel periodo mlfammator10, riserbandola nel flussion:1rio, la quale ~osa ~u dallo ~t~sso D?tt. Maria110 operata nei più degli esposh casi, b~ucho forse P:uttos}o per essere stato tardi ('biamato al letto dell ammalato, di quel.o Jo sia ststo per scelta. · CAGLIAlll. Nei giorni 15 e 2_8 del mese _si rad'!oaron i l\Ied\ci MiHtari prr udire nel primo gwrno alcun, .c~nDI del Mod. Div. intorno alle regole i11ieniche da _adoperarsi m. pro delle n'!ove Reclute, e nel secondo per ud1re ~'.11 _medesimo I?. Rela~iono delle malattie dal/è quali erano colpili h. Soldati Padovam dell' Arti~lieria, Castelli dcli' I I° Fant., l\foc.1s Caporale degh Invalidi d1 Sardea:na })rovera J\Jorg:int e Demontis dell'll° Fanleria, dei quali al'cuni s'e~;no· resi (tefunti nel _c~rso del me~~ i~ sagoilo a gravi malattie eh petto, prn volte rec1d1ve, ed altri, Il Provera ed il :Morgant, in seguito a lenta febbre nervosa.

PARTE SECONDA BOLLETTINO UFFJCMLE Variazioni nel Personale Sanitario-llilitare.

Doti. Giacinto Maggi a, Med ie(> ùi 11_all. di 2a (:', _in a~peltativa, dispen~alo tla ulteriore scrv,z,o w seguilo a sua dornand.J. Doll. Gio. l)ujardio, Medico 1H Bali. di 2a Cl. in asµeUa (Journ. de Chim. et de Pliarm.) tiva, dispNisato come sopra . Della Conina nelle otlalm·ie. M. FronmiUler impieoa Dolt. Giacomo A rdissone, ,\ llìevo ~anitario presso lo Spe con suc1:esso la conina (principio attivo della ·cicuta) netta dale i\lil. ]liv. di Genova . nominato Medico di forma crelistica delle ottalmie scrofolose e precisamente Da ti. di 2a Cl. e destinato al 5° Batt. Bersaquando havvi blefarospasmo cd l!CCrescìuta fotofobia. glini. Egli l'usa in soluzione di 20 centigrammi di conioa in Doli. Felice Oerossi, Allievo Sanitario presso lo Speda!~ Militare di Genova , n<rn1inalo Medico di Batl. 20 grammi d'acqua. eù una d'alcoole, da farsene friz.ioni di 2a Cl. nello ~tessn Spedale. · alt,Jrno all'oc:dlio varie volle nel giorno. Doll. Giuseppe Barbero, Allievo Sanitario presso lo SpeA'V'17ISO da le :Militare di Torino, nominalo Medico di La J) irezi.one del Giornale invi ta oli Abbonati che sono Batl. di 2a Cl. nello stesso Spedale. in ritardo di pagamento a volere pagare la raia del seDott. Antonio Fumagalli, 11ìà Medico di Ba11. dispensato condo semestre, giusta le condizioni d'associazione. Quelli dal servizio , ottenne il grado onorario di Me che son ancora in ri1ardo rlel ragarnento del primo semedico di Ball. iosil'me <'.On lu facoltà di vestirne stre lo faranno giungere unitamente a quello del secon<lo. la divisa, Si pn•gan i signori Medici - Divisionali perchè abbiano Dolt. Gio. Scazzola, idem. la bontà di ri1111ir in un solo vaglia postale le raie del Doli. Gio. Faccio, già :.\hdico di Bau. dispt\osato dal ser· di farne s~orsare c:oslà l'importo col loro dipe,.1den1i vizio , ora collocatn io riforma colla con~erva zione del grado e con la facollà di vestirne la j mezzo de, Qoarller-~las1ri dei Corpi. Quegli_ Abuonati che preferiscon inviar il loro vaglia divisa. 1 postale 1solatamente, sono pregati a voltrlo dirigere al S ig. Loigi Rasino, Farmaci,;la di 2a Cl. in aspettativa , Barone DE BKAUl<'OR'f , Vice-Direttore del Giornale di ri chiamato in servi·tio effettivo e destinalo presso 1 Medicina Militare o non altdmeote, iochiuso in lellera affrancala.

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Rm~::·::: ::::N:,~:.,·:;1:;:;:;c1. (Sonii del Doti. Giacometti)

Dell'uso della salsapariglia riel cancro del Doti. Foltz.

La recente scoperta del JJoll. Guillemond relativa ad nna notabile quanlilà di joduro di potassio che conliene la salsapariglia giustifica la sua efficacia contro la sifilide non

I N" 46, pag. 3"i4, col.ElrHATA-COI\HIGE 2, !in. 20, in luogo di Mani, legoasi !Jfarì l'tfed. Milit. di Marina.

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N° 4"i, pag. 384: dopo Rl VISTA DEI GIORNALJ SCIENTIFICI Uso topico, ecc., fu lasciato per errore. ' Il Direttore Doti. COMISSETTI Med. Div. Il Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. R.

Terino, Pelazza, 1859, Tipoirafìa Subalpina, via Alfieri, 11° !.


ANNO I

( ai :28 di giugno ~ 85;2 )

GIOltNALE DI MEDICINA MILITARE DEL CORPO SANITARIO DEl.4L'ARlIA'l'A SAllDA. L'associazioneoon si riceve che per un anno e coroinda col tu d'agosto. 11 Giornale si pobhlica nel lunedì di ciascheduna selliman11. l'HEZZO O'ASS()CIAZIO~E

In Tor ino

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L. J O.

fn Provin<:h1 od all'E,itero, franco di posta

. . L. t J.

L'abbonamento dehhe pagarsi per semestri anlicipali. Le associazioni per i non militari rieovonsi alla Tll'OGRAFIA S0u,u.P1N.\, vu1 Alfieri, num0 24. Le lettere per abbonamento al Giornale debbon esser alTrancate cd accompagnate da vaglia postale.

del !h,11. Pi,:cco

dale Divisionale di Torino alcuni Quadri Statistici ragg11arùanti al Milita ri stati io qualunque modo lesi ucl grave <lisaslro della Pol ve riera, accom pagnando li con una hrovc Helazionl! a maggiore. loro sclsiarimenlo. Non ()O· tend 'ora tali Quad ri per la lroppa loro ampiezza trovare sito 11e l Giornale di Medicina Militare, fu uopo restringernn il contenuto in 1:011fini più adatti alla c.ipacilà <lei nH•<lesimo ò cori ciò s'ebbe il vantaggio di ridur a maggior allualità il movimcuto degli ammalati negli $pedali, rnetl i;i nt.e l'indicazione cl..:llo morti e de:te guarigioni occorse d'allora in poi . A dare p,•rtanlo un'idea complcs~iva del 1otale dei medesimi basterà la SCl\lp)ice espo;izioue del seguente

.'ifed. di Batl. cli I a Classe addetto allo Speda.le.

QUADRO NU1t!ERJCO

!'\cl giorno l7 di Moggio 18()2 il Sol loscritto pre~c11· tava 111 i\:ledit:i Militari nh:colti a Confere11za nello Spc-

dei Militari stati lesi 11cl giorno 2G d'Aprite e lot·u Modmcn to 11c9li Sptdali ed Tn/ermerie Re99im.

S-Olt.'11.uno.- t 0 Dott.P~:r.co: Cenni su i fcrili delli 2G d'aprile.2 u Ootl. l'IIAR CIHA.ND[: Prosopalgia. - 30 Dolt. VAI.I.E: Sifilide tubercolare. - 1° Relazione delle Conferenze Sciootifiche. · 5° Ilivista dei Giornali del Hotl. GJACO)IE.LTl - 011 Varieli1. ;o Quadro Statistico.

PARTE PRHIA. CENNI SU I FERITI DELLT 26 D'APRlLE

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medesimo giorno o posteriormente negli Stabilimenti Sani la rii Militari o Civili. li loro numero, sollralli i 10 portati morti oolio Speda le Milita rn Divisiohale, somma in tutto a 1>5, 5~ dei quali furono curali in quest'ultimo


594 Spedale, ed è specialmente di questi che qui sa rà . falta parola, non essendo <li nostra pertinenza l'Ospedale Mau· riziano, nò avendo nozi!mi certo su le malallie state cu·· raie nello I nformerie o uegli Speda li Reggimentali. (1). Le lesioni esterne od in terne, primitive o consecutive prese111atc da questi 52 malati l'urouo 54 ferite lacerocontuse , 4 rrallurn , 50 contusio!li di vario graclo , 16 scollature delle quali 6 di 1° grado e 10 di 2°, 9 flogosi viscerali, 1 comm0zione polmouale, 1 emormesi cefalica, 1 spasmo nervoso : Totale 06 lesioni lulle bene distinte pc>r sede, quantunque in molli casi riunite in maggior o minore numoro su d'nn medesimo ammalalo. Di fallo me111re I i ll'essi offri van una sola morbosa località, gli altri 15 ne ollri vano quali due, quali t~e, quattro, selle, nove, undici, fin a venluna riunile. E questa la ragione per cui il numero delle lesioni è triplo di quello dt•gli infermi . Helativamen le poi allo parti del corpo a(foite, queste medesime lesioni possono classificarsi nella segut!nle gradazione. Lesioni primitive. Al capo 24, di cui 15 foritc, 6 con1usioni, 5 scollature di 2° grado. Alle estremità superiori 50, di cui 7 ferito, 5 fralluro, 9 contusioni, 5 scollature di 1° grado, G di 2o. Alle estremità iureriori 12, di cui 6 rerile, 5 co11tusio11i ed 1 scoUatura di 2° grado. Alla faccia 7, di cui 5 ferite, l contusione, 1 scollatura di 10 grado. Al pello 6, di cui 4 contusioni, 1 fràllura, 1 commozione. A ll 'addominc 5 cioè 2 contusioni, 1 ferita. Al dorso 5 contusioni. Malattie consecutive. Vei visceri pettorali 7; delle viscere entrocranee 2 ; del sistema sanguigno 1; del sistema nervoso 1. Le condizioni speciali a molle dello sopra citale lesioni che meritan essere citale sono le seguenti: Ferite lacero-contuse. Ddle 54 ferile, lre sole si presentarono veramente gravi, due per la loro ampiezza o profondità, una terza per essero penelranle nell'articolazione omero-radio-cubitale deslra con frallura trasversa dell'olecrano. Tre furono complicale a perdita di sostanza , in uu caso della sola cute , negl'allri due della cute e dei muscoli so ttoposti; questi furono in nna ferita di coscia il sartorio e l'adduttore medio, in un'altra alla gamba i muscoli peronei. La complicazione che nelle soluzioni di continuo fu visla ollr'ad ogni dire frequente ~ Ja pre~onza di corpi stranieri ; cosi le ferite del cuoio capelluto trovaronsi tulle piene <li sabbia e perlìuo di picc(lle pi<'lre : dalla ferita d'un labbro c da quella d'una mano furori estraili piò frammeoli ùi malloue : dall'auoolo i11Hirno d'un occhio si tolse 11n pezzelto di vetro o lungo tre linee; ùa una vas ta lacerazione ad una gamba uscirono due- pezzi di legno ed un te rzo lo mostrava l'autossia; questo, della lunghezza di cinque centi metri , posto a ca vallo del collo del perone, per il facile lentennar e per il frogarnento ch'esercitava contr'i vicini tessuti nei movimcnli impressi dall'esterno , simulò mollo csaltamenle la frallura comrninutiva dell' osso. A Itri pezzi di legno con pietre, occ., lrovaronsi pure sollo l'escara e sotl'i lembi della già citala forila alla coscia; ferita vaslissima poichè misurava nientemeno che 18 cen timetri di lunghezza su 14 di larghezza-. Appena (1) Nelle Infermerie Reggimentali del Corpo d' Arliglieria furono per pochi giorni ritenuti tre caonooieri tocchi da leggiere

scottature.

s'ebbe un caso di lfggier emorragia venosa che fu domala io brov' ora dall'eslrallo di segale cornuta. lo due sole ferite si trovò scopertura degli ossi e fra tante f~rile del capo, in un8 soltanto rnostraronsi rooomeni d"irritazione ai visceri cntroc,rantii. Fina~menle ru complicata a scottalura di 21'J gradl.l uua ferita alla coscia. Fraffiire. Furono queste : 1" fratturà trosversale dell'olecrano destro con apertura dell'articolazione : I' infermo che n'è alTclto, grazie all'assoluta imrnobil!là dell'arto ottenuta con adatto semicaoale di latta, si avvia a grand i passi verso quel grado di guarigione cbe è lecito sperare. 2° Frallura semplice. del radio destro già perfettamente consolidala mediante l'applicazione d'un bendaggio omidooato. 5" Fratlnra del radio ùeslro complicata a scollatura di 2° graclo, vicina pur ossa a perfetta guarigione, quantunque, por il fallo della scottatura estesa a tullo J'antibraccio, non sia stato possibile rar uso del 1estè dello bendaggio. '1° l•rallura d"afoune coste vere sinistre con contusione gravissima delle viscen, pettorali ed addominali p11r cui l'inlermo soccombctle nello stesso giorno 26 d'Aprile. Scottature. In un solo <Jaso d'estesa scotta tura tli 2° grado s'ebbero sintomi consecutl vi di gaslro-enterile leggiera che faci lmente cedelle ad alcuni salassi. Contusioni. Fra queste fu gra\'O soltanto 1m c:aso di contusiono all'epigastrio di cui rarlecipava. ol tre alle vi· scere addominali ed all a base dei polmoni, an~he il midollo spinale per contraccolpo, onde comparvero poi sintomi d'ingorgo polmonale e d'irritazione gastro-enterica ed in seguito la paresi delle estremità inforiori, del lubo intestinale o della vescica ori11aria , con u11a slr:rnrdinaria lenlezza nella circolazione arteriosa. I quali fenomeni morbosi, per le ripclnte ed abbondanti sottrazioni sanguigne ~enerali e locali e per l'uso dei purganti e. dei bagni generali , svaniron intieramcnte in 45 giorni dì cura. Flo9osi Piscerali. Meritano speciale considerazione le broncbitidi , siccome quelle alle quali sonu dovuti i 5 decessi or.corsi <lupo li 2H d'Aprile fra i setto Soldati che di quelle ammalarono . In uno di questi il processo flogistico fu il prodotto di cause reumatiche, mentre negli allri fu efTello dell'inspirazione prolungala dei vapori di zolfo : complicazione qnesla gravissima, porocchò la presenza continua dello particelle solforose nelle cellule bronchiali , provala all'evidenza dall'odore <li zolfo perce• pilo per lungo tempo dagli ammalati nell'alto dell'espirazione, essendo causa permanente d' irritozìone, fece sl che nella cura di questa malattia si dovette ricorrer. ad un metodo antiflogistico più energico e protratto. A tale circostanza Yuolsi attribuire l'esito ratale dei Solda ti Galletto e i\Jari ed in quest'ul!imo mostravasi due giorni prima della morte un enfisema gravissimo al collo e<l alle parli anlerior-superiore e laterali del pollo in seguilo a lacerazione del lob<• medio del polmone destro nella sua parte anteriore, come si vide poi nell'autossia. L'espeltorazione fu in lulli qnesli ammala ti abllondaniissima, in alcuni di muco denso, viscido, tenace; in altri sciolto e spumoso. In tutti l'orecchia sentiva il rantolo a grosse bolle, qualunque rosse il punto esplorato del polmone. lo tnl!i finalmente l'autos!ia rivelava l'1oiezione marcatissima della mucosa , abho11danza di mucosità nei bronchi, lq;giero vor~amt•nto siero-san~uinolt>oto fra le


395 pleure con in20ppameo\o sanguigno alla parte posteriore dei polmoni e con lurgiclena dei vasi venosi del cervello.

STORIB DI CASI RUIARCIIEVOLI, 05 PROSOPALGIA INVETt.HATA E PEH.TINACB

g,arita

tOll

l' a9opu1tt11ra dtil Sig. Comm. Cao.

R rn8Rl.

{Storia comunicata dal Doli. i\Lrncuu:-;01.)

La Sq,nor.i _\J. C. , ùi Rivarolo Canavese, d'anni 12, forni La d. r()l,usla cost.itu:z.iorw, di lernperam ento sangui gno altonitole spiegato co11 abito cardio-cefalico, ru, in grnia le! suo temperamento, mén, trna la fiuo dni 15 anni . A-:iò a marito su i 17, fì,;liò 11 volle e lallò somprc lapropria pr()l1i. Visse una vita affatto i11col11me da iufer!Oà sin al tren tesimo ;in110 d'clà qnando, trovandosi in nerpcrio, ebbe soppressione di lochi per effello di caostreumatiche da cui fu sernpro poco gua r dinga . li mo,neoto iperemico dell'111ero si volse Yerso il capo dorn 1c~hiamo.va !"abito prementoval.o u comi 11 ciò allora la lu,a serie delle sue sofferenze con.sistou!i, da pprima in cefoJgic gravativo ricorrenli con ipcra:t,hrno cardio-carolidea, n acccusior,i calorilìcho alla (accia, vertigini , susSlll'. ugli orecchi a, più tard;, io grav i odontalgie con sm~ssiva caduta de' denti per selle anni nel cll>corso de' fllli , non che si mettessero in opera presidli curativi, S ontiuuò anzi ad aITront31· improv·vidaroenle gli i'hilaoLtcrmici da cui mo~so la prinrn origine c1 ... 1 male. Nell'età d'a1111i 58 :$Sendosi esposta a freddo vento in vellura scoperta P•iJ tratto ùi dth') oro, fu loccu da una risipola allo faccia 10 necc~sitò ùuc salassi e l'uso C(lnserutive di purganti di pe,liluvi. Gno.ri ta la risipola cominciò 3 provar una d n!atura lungo le propagini del ramo inferiore ciel nervo 1emino destro, circoscritta da principio , moderala e ri,renlo a brevi e radi poros-sismi, estesa di poi ai ra 01 1e<lio e superiore, piu frequente, più grave e pertina1irna . Ne' primi due anni ebbe <1cbe sollievo dall'uso dei salassi, do' purgativi, dei rivt,ti e delle sostanze torpenti, ue' duo ultimi deluser1 1Talto ogni aspellazione cosi falli presidii e buona mat;i altri proposti da di5tinti Pratici , sebbene si fosse ½ito a domare l'iperaziono cardio-carotidea ed a ce~s"consegncnlemenLÒ la cefolalgia gravativa, h~ accensi~ma facc ia, il sussurro degli orecchi cd ogni altra ma~ifes'> ne di staio iperemico concomilante la nevralgia cl.'!ontumace e fiera più chi; mai , ricorreva ad intervanioori d'un nillemero e segnatamente di nolle tempo,r cui la durala media del sonno fu abitualmente ri'l ad un'ora e mezzo O poco più per ciascheduna nol 0Jesla Prosopalgia di natura oviden'- nte erelli le ma~ scompagnata no' du~ ultimi anni_ d.gosi, avcv~ paro6sismi eslesi dalle ctnque alle se, or, dolore iuizia'iasi con senso d'acule trafitture nella , pteri"omascellare e al di sotto dell'orecchio deslr\ estendevasi sin alla linea media precisa della mas.c inferiore e della lingua , propagavasi quìndi all~ dir.ioni del ramo mascellare superiore e dell'ollalonco, a1 tando 1

. I

iu pari tempo ra pidamente d'intensità , por modo che, un 'ora do po l'invasione , una doleotatura veramente immane occupaYa tutte le parli superficiali e 'profonde del lato dt!slro della faccia , la metà laterale della lingua , J'occhic, e l'orecchio <;Orri .. pondenti, ondecbè, resa l'ammalata affatto inloller3nte della luce o dei rumori , ser bava per duo o tre oro una siluaziono immobile io luogo appartalo cd oscuro con il capo fra le palme rnelleodo un continuo gemilo e talora slri<la. Consu ltavam i Ella 11ell'a11tu1J110 ullimo allornhò fui per qnalchc giorno in lUvarolo mia Palria. Non avendo in tale occasione r icouosciuli indizi di vi3cnte condizione iperemica, av,isai che i compCtlsi antiflogistici e ri vulsiv i 11 0 11 avrcbh1:1ro potuto risponder all'indicazione ; lo prùpo11i l'uso interno del valerianato chinoideo accoppiato ,ill'estrnllu idralcoolico d'atropo bella,lonoa che altre volte mi tornò giovcvoll~. Non dissim11lai però come la mia fid11cia nell'uso di cotale rimedio . 11011 si estendesse oltre aù un effe!lo palliativo e la consigliai di venire, nel caso di contumacia, a consultar in Torino il Comm. Prof. Riheri che vidi, freq 11ent ando la sua Cli1tica nello Spedole Maggiore di S. Giovanni , lriouraro di parecchie gruvi e pertinaci 11e11ralgiu. L' insistenza e l'acerbità dei patimenti la tletcr mioavaoo sullo scorcio del p. p. ml;!Se di Man.o a seguir il mio consiglio. l{iconosct~11do il Cav. lliberi il gonio dinamico crellilti di così fatta ncnralgia rcpulò che, a guisa di qnauto gli venne fallo in altri simili ca3i , avrobbo l'agopuntura potuto procacciare quell'utile che fìo allora s'era ce rcato in vnno con i più svariali compensi curativi. );elio sc'lpo d'uliliz1.are questo fallo pralico a pro della Scnola Clini,:a ura la prima agopuptura pra ti cala in una S&la dello Spellale )laggiore di S. Giovanni nlll mattino dei 20 di Ma rzo alla prcseuza 1legli S111drnti dello Far.olla Medico -Chiru r;ica. Furono impiantati alla profondità di due a tre centimetri dodici aghi sottili d'acciaio nella direzione d'uua lirrea cnrva a convessi tà rivolta in basso traila dall'a11golo esterno ùell'occ-.hio ùestro alla co mmes.snra dei lallbri ch•J segnava la maggiore acutezza dul dolore e si lasciarono infissi per un intervallo di tre ore. Nella nollo segtlt.mle ritardò alquanto il parossismo cd il dolòro fu assai meno ace rbo del so lito : uoa seconda opcrszione fu praticala due giorni dopo con un pari 11umero di aghi e <'On più notevole vantaggio o così via via con l'intervallo di qualche giorno dall'una all'altra io, in al numero di cinque, infiggendo se mpre gli aghi nella direzione ùel maggior dolore e ritraendo scmpro un graduato più sensibile van taggio. Ne lla nol!e susseguente all'ullima operazione appena tracl:ia vi fu d'un dolore mitissimo che durò pochi i.stanti ; in gra1.ia di che ebbe l'ammalala il benefizio d'un sonno ristorante e protratto per buona parlo della notte qoale più noo aveva avuto una volta sola, dic_evn Ella, da quattro anni. Ne' giorni consecutivi più noo si riprodusse l'accesso , solo faceva~i tratto lralto sentire un senso di calore o di for micolazione nella sede dtil male anzichè un vero do . loro, dal che potevasi argui re la proclivitù ad una reci . diva qnando l'ammalata non si fos se tenuta con iscrupolo alle cautele profilattiche ch'io, per parte dol Curante, ebbi cura di caldamenle raccomandarle. Lasciava questa Ci ttà dopo quin dici giorni maravigliata di tanta ventura, superiore alle sue sp(1ranze, esprimendo sensi d'alta gra-


396 litudine a cui era dt·bitrice di così fallo benefizio. Ad ('11orc della veriti1 debbo soggiungere ch'io seppi iu st1guito come, ritornala Ella alle ùomesliche cure d'11na numerosissima famiglia, troppo lllggiermenle mellesse in non cale le raccomandate precauzioni per cui , se un qnalchti accesso toi ri11roùusse di poi, fu questo ciò· nulla meno ben 'lungi dal potersi nè per grado, oè per durala, ragguagliar ai precedenti.

Rifles$ioni. La speciale prerogativa del sistema nervoso d'esser il rappresrntanle dirello della vita è sorgente del malaugurato privilcgi0 che al medesimo compete d'andare soggello a m1Jh,ltie del tutto proprie in sop'rasello alla lunga serit1 delle altre da cui, per comune retaggio, sono tr'a,•agliali lulli gli allri lessuti dell'economia vivente. La nl'urosi è perciò costituita essenzialmen te da un'alterazione del processo sensifero-motore a cui, per azione subbietli va tutta propria presiede il sistema nervoso, ond 'è che le comu ni condizioni patologiche delle altre malallie male si potreùhero ritenere siceome causa prossima delle vere malallie nervose, la quale vuolsi a vece derivare da i.:11'icliopatiu o Hato patologico tutto proprio al sistema nervoso. Esiitono perciò idiopatie nervose cosliluenli un sommo genere di malattia da ogni altro distinto, jelle quali l'es· senziale condizione patologica vuolsi derivare dal perturbalo magistero proprio del sistema nervoso ossia dalla cessata euritmia funzionale delle facoltà sensifero-molrici.

La vita de' nervi , dice il Prof. Puccinolli, è rella da po lenze de l lutto proprie le quali, rendendosi morbose, <!eterminano nl'oropatie senza che necessariamente fra quelle cause e quest'effetto si frapponga un'irritazione , una flo gosi od altra delle comuni condizio11i patologiche degli allri organi, !ti quali condizioni, se possoo essero causa remota, come la sono veramente il più di sovente, di malallio nervose, non possono però mai costituirne la loro causa prossima , checch~ in contrario da taluni si preten~u. Di vero noi vediamo bene sovente dileguarsi J'irrilaiionc o la Oogosi e dorare tullavia la neurosi che oc fu la conseguenza, vera prova che questa ha in se sle~~a la ragione essenziale ùello ma esis1e11za luttochè riconoHu in una !hgosi od initor.ionc pregresse la sua causa remota. Cosi nella nostra ammalala durava perliuace piit che mai lo Prosopalgia tullochè eia buon tempo fosse crssato il moto iperemico <lei capo che l'aveva 1)rodot1a ed alimentat .i pe r due anni, e certamente non avrebbe all'indicazi one risposto quel Pratico che, a vece di ricom:r ai compensi tulio proprii delle malallie oer· vose, ~i rosse ostinato nel metodo antiflogistico revulsivo, combattendo nn uemico già ,•ir)tO che fu causa remota della neuralgia ma che per oitrn conto polin•a rit!)nersi siccome la sua causa prossima. La conrusione che a tale rispetto tuuora s'incontra nelle più recenti, Patolqgie il lamentevole conseguenza degli ultimi caduti sistemi medici da cui, assegnandosi l'esclusivo diritto di condizione palo)ogica all 'irritazione ed alla flogosi, era negato ·il carallere d'essenzialità a Lufl'altra inrermità ri~ ulla per ciò a semplice fornia nosologica:

Da ciò ne verrne che, ritenuto in concreto siccome essenzialmente flogi/\Lico il fond o delle malallic nervose nessun altro C•Jmpenso a queste si seppe oppor allorchè' si " ide vonir meno il metodo antiflogistico rivulsivo che io nome del vigente sistema, s'arrogava a sua volta l'e-• sclusivo intiero domir,io della terapeutica. Di qui il perchè varii presidii già accredi tali nelle neurosi siano stati dannati all'ostracismo ; il perchè l'agopuntura che già ebbe rama nellci ~euralgie, sia caduta fuor di ragione in l.roppo umile' fortm1a, come avvertì il Cav. Ri!.ieri ( 1), taol'è vero che le seduzion i teoriche prevalsero sempre ai $emplici dellami dnlla speritinza. Si volle dal potere rivulsivo derivare l'effica cia dell'ago· puntura contro le neuralgie cd, in tale supposto, fu lo gico il credere che, nella categoria di così falli presidii, essa dovesse tener dietro ai moxa, ai rollorii, ai vescicatorii, ecc., ma la ragione cìinica dimoslrò efficace l'agopuntura in molle neuralgie coulr., la quali aveva dtll Lutto fallito il potere de' re\'ulsivi, ora dunque legittimo l'arguire che diversa doveva essere per n.atura l'azione terapeutica d~ll'agopuntura da quella dei rivulsivi quando nell'animo dc' l\Jedici 11011 avesse di più poluto lo spirito di seducenti teorie che non i risu ltamenti ddl'osserva· ziooe clinica. Per me volontieri m ·acconcio alla sentenza di quei Patologi che l'utilità dl•ll'agopu11L11ra nelle affozioni neuralgicbe derivano clal suo potere di ricomporre gli sbi · lanci del fluido oeuro·clellrico elio (;oslituisco110 coo tutta probabi lità la o.:ondizione patologica del dolore. Basli il dire che, dalla sostituzione d'aghi di legno fatta ingegno · samente dal Cav. R1beri a q1rnlli metallici, non s'ollcnnero gli eJTeUi terapeuliei dell'agopuntura ; 11è qui ripeterò i validi argomenti da questi addotti nel secondo volume delle sue Opere i\lmori in favore di simile opi· nione che acquista gra.11dissiroo credito dalle ultime sperie'.1ze di Muller, di Zantedesch~ cli Matteucci, di Arago, d1 Helmkots e segnatamen te 91 Uemond ùu Bois che misero ornai fuori di dubbio l'esistenza d'una corrente clellro-vila\e nei nerri. Non dunque da un potere disinfiammanle o rivulsivo, ma si bene dalla facoltà di sciogliere l'eteroidcsi nervosa i11 grazia della proprietà co11dull rice dcll'elellrico che compete agli aghi metallici, debbonsi con tutta probabi lità derivar i benefizi dell'agopuntura. Prova ne sia an cora l'<a,sclusiva sua ~tilità nelle 111111ralgie di ge11io c.rel· lile ossia ipe rslenico nelle quali può a ragione supporsi un accumulame11lo cl'irnpooderabile nervoso, ed il to r nare vana, come insegna il prcmenlovalo Sig. Cav. Riberi , contro le neuralgie dipendenti da 011omia o da debolezza contro le quali profilteyoli si mostrano le sostanze eccitanti. 1-'inlanlo che si mantiene nella parte dolenlt1 la condizione iperemica che è fonte ùell'eteroidesi 11011 si potrebbe dull'agopuntura ripromettere oltre ad 1111 elfello palliativo, comecbè qucs1a non sia da tanto da sciogliere l'iperemia locale o lo stato di flogosi . Risulterebbe ciò Slaute dimostrata f'osisleoza reale di duo ~pe,:ie di neuralgie, erellile l'una da eccesso d'imponderabile nei nervi a cui varrebbe di criterio distintivo il vaotag~io dell'agopuntura; atonica l'altra por difello (t) Ve~i Opere ?iliuori , voi. 2, pag. ~.


39'1 d'imponderabile conlraddistin(a dal l'ulilila dellt:, sostanze eccitanti. Da l che hanno condanna il canone Tommasioiano da cui è stabilito esser il dolore sempre cosliluito osscniialmente da uno stato di controslimolo ud esser esso stesso <:~usa diretta di controslimolo, e quell'altro assai volgare sn cui poggia la Dottrina l\Iisontologica del Geromini rispcllo alla natura sempre identica del dolore ritenuto siccome fallo uno , primordiale ed esclusivo ù'l!lg11i fibroso patire. Perciò a buou dirillo il Bufalini , accetta odo la distinzione del dol,>re io attivo e passivo giusta il concetto di D arwin, stabiliva nulla sua Patologia a11_a/ìtica congiungersi il dolore tanto con l'angiocinesi , quanto con la neurocinesi e nascere cosi da eccesso , come da sollraziqno di stimolo. L 'unità del do loro é un concello sislematico cd ipotetico io correlazione con la teorica dell'unità delle azioni vitali , è un clttmento di dollrine speculative, non un rallo positivo di clinica validità.

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SIFlLII>E TUBEllCULARE (St ,ria letta io oua Conferenza di G-enova dal [)oli. \'ALLE Med. ~[il. di )larina). Nel giorno 15 del mese d'ollolJre p. p. entrava nello Spedalc di.li IJagno di Genova N. N., di temperamento linfatico, Soldato disertore proveniente dalle Carceri Se · 11alorio ùi Torino, per essere curalo d' u11'cruzione cuta11ea di natura sospetta; questa, rappresentata da tubercoli assai ravvicinati che nuo supera van il volume d'un pi. sello e circondati da un'areola di colore rosso-cupo simii a quello del rame; olTrivasi confluente al le gambe , al la faccia, alla fronte, alle pinne del naso ed alle commettiture delle labbra. lnlorrogato l'ammalalo su gli an Lecedenti morbosi <:hll polesser avtire relazioo11 con quo· sta malallia, ebbi pl.lr risposta (,;sere stato tocco ùa ul cere vo1an·eo con bul>booi nel lurnpo elio trovavasi al Militare Sllrvizio ed avere ri paralo due volle allo .Spe·· dale per s11biroa un' adatta cura : re,;osi disertore nel la carnpagoa di,l 1848 e lradollo nel 1850 nelle Carceri tìenaloric di Torino dvve fu collocalo 111 s~;;re ti umidi , còsergli.;i per la prima volta rnanil't!slata all a pelle la mt!· de.sirna eruzione pd cui fu sollo])03LO 11ello Spedalll d 1 quelle Carc:eri ad una cura merc,1riale per rnczzo delle frhioni da lle quali si dove tte dopo p..ichi g io rni desisten, per sopri1ggiunta stomatite, vìnta Id q11ale co11 opportuni mczii e ratto ritorno all'uso di quelle, dopo un mese di cura fo ricoodolto alla sua prigione b,rnchè fosser ancor a presenti alcuni tubercoli alle gambe. Avverala per qoesto modo la nal11ra sifilitica dell 'eruzione, restava a decider;i quali tra i preparati mercuriali più si confacesser al caso e ciò lanto più in quanto che poco profillevoli erano state 1~ preparazioni omonimo all 'uso delle q11:il1 er« già stato per tre volte sottoposto l'inform) ; ma in ciò la sce'.ta non poteva (issore lungamente dulJbia , giaccbè molti son i folici risullamenli ·ottenuti e resi di pubblica ragione in questi ultimi tempi dalle combinazioni dell'i~dio con il mercurio nella cura delle Sifil idi ribelli o poco do.rnaltJ dai soli mercuriali e quanJo qne~ti 11011

valst'l' ari impedire la siftlide secondaria e terziaria. Disposi puc 'o il mio ammalato con un blando p•1rga1ivo al fine di correggere la complicazione gastrica e con cinque bagni generali per richiamare la funzione della pelle e quin<li lo sottomisi all'nso interno di pillol11 fal le di du0 grani di ioduro di mercurio e di tre grani d'estrailo d'oppio gommoso ond'allutiro l'azione locale irrìlaole del primo preparato; quali pillole furon epicraticamenle prese in due giorni , sostituendovi nel terzo una tazza di decozione sudorifera con un'oncia di rool> del Savarese. Questa prescrizione che fu tollerala costantemente dall'ammalato unitamente alla dieta lallea Lriourò cornpletamenle in dtrn int•si dell'eruzione pustolosa sifilitica , in luogo <!e lla q1rn lH ilon rimasero più che alcune ma.cchie color di rame le quali giornalmente vedt.lvansi anche scomparire riprendendo la cnle il suo ualurale colore. Corrun ora Ire mesi Ila che l'ammalalo fac!lva ritorno ai suoi lavori 11ell' Arsenale e la sua sanità ÌlOn fu più in modo alcuno alterata. Benchè oggi giorno sia uo fallo confermalo l'utilità dei prPparali di iodio nella cura dellu sifilidi riht:lli al· mercurio , lullavi'a giuJicai nou inutile cosa riforir il citalo coso siccome qu<' llo che, valcVl>le com'è ad ,1urnentare la fiducia dei riJedici nell'uso di quasto pote11te rimedio , serve poi a provare mai;gi or111ente quanto scrisser il nostro Prnsidcnte Comm. Prol'. Hiberi e Cav. Demichelis e qun ul'io vidi più vol le a,·verarsi nellu Clinica del Barone ~:lassara, quand'egli in 11ualltà di Chiruq~o in Capo dirigera la sezione dui venerei, cioè che le preparazioni di iodio con il mercurio so11 efficacissime nella sifilide c·.he contamina le persoue di temperamento linfatico od in quella che decorre s,oci.i alla scrofola.

RELAZIONE DELU~ CONFEllENZE SCIENTIFlCUH 0

(Continuazio11e del 11me di febbraio).

TOHINU. Continuò nelle due Conferenze di qu~slo mese la d.rscu~siuuo iutorno alle Pebbl'i inlerlllittenti, prendendovi specialmenle parte li Dollo~·i ;1uva, Gia::o_r~etli e ~eia v~raui. ~ostenoe il primo no~ cos~1la1re le l1ebbri _1nter~1t)e~lJ _uoa malallia essenziale primaria e per caratteri speciali distinta , mu consister in vece' nell'il'rilazioue ocl infì:immaziono d'alcuna tra le viscere splancniche e per ciò, se non in quaot'al gr~do, identica iu qoanl'a ll'esseoza essere la nalun1 d1 ques(e. con c1uell::t delle mah11lic llugistich". A provare quest,t sua opm1one naodo in primo luogo la siulomatologia e disse eSsP.re com?m ad entrambe i ribrezzi di freddo, H calure ed 11 sudore ; 10 ciò solo diffe rire che nelle fcbl>ri ioterm11tenli questi siolomi si manifestau in motlo re.:o!are o costante, incostanti io vece ed irrogolari succedooo nelle febbri continue : l'intermitlcnza nelle febbri d'accesso cormpooder alla remittenza ~elle l'ebbri _conlio!le o neo differire por altra cos& fuorchè per 11 grado : l1J?lermuten-IB o l'apiressia dipendere da ch_e !lei' la_somma _att1va;i1oue delle secrezioni lolle e del sndor 10 ispecie elle s1 maml'esta. nelle febbri a periodo succede tal un i:;on~rale spossamenl~ nell'economia e conseguontemeote noli.i viscera ~ 1,olle v1scor_0 ammalate da reutlor impos,ibile per uo deterru1o~lo tempo 11 riaoire di quella contr'il priucipio morblUO: la ~cm1lle~za àvere pule luogo nelle febbri continue 1>er la .mE;de~'':1.' rag,?_ne e la diversità poter appunto spiegarsi pel'che_ I allm~a dell rnlìa~mazione viscerale essendo maggiore , rrunore, ,incerta ed 1ucoslanle essendo l'allivilà del,e secrezioni e del sudol'e, non puù farsi tale lo spo,samonlo da indurre nell'economia una temj'loranea cessazione dell'l riazione ~onorale, ma succede solamento una dimìouzionc di questa percbè diminuita e non sospe,;a è l' irrita1.ione viicerale che la produ!S6 e la manli~no. O!tr'a!l'i-. denlità sintomatica cere<'> provare com'analoghe s1ouo le cag1on1 v,ale,voli ad eccitare tanto pro~ irnaincnle, quan,10 t 1m~lam1iute i due ordini di f-,bbri. Provò cp esla sua asserzione ctlaodo lo Osservazioni di 'raar e di B'roussais e dimostrando come gli e[-


39S avendo sin era svelata alcnn'a!terazione nei Mrvi anche nelle :11 quc stagnanti e. corrollc, l'ecee,_so nei febbri di lanira durata, ma solo alcune l_esiopi viscerali conco. ~ m at!iva n;lilà di queEli, i patcnn d'ammo,_Je ye2!1e proq . i ecrnsive della mente, le 1rr1taz1on1, le mitanti le fe hbri, ciò rende palese l'essenza di qu~sle dover ancib,, la c tratte_. le ~ppJ,razio:~zioni, l'infr2.ioue sifìlilicn o purule~ta_del noverarsi fra quelle che si celan allo scalpello anatomico; eh'essend'appunlo le ksioni umorali quelle die rimaugon affatto prers•slenh i fìamr il ritfrHldamento del corpo e le VICISSllUsangue e fin~. men.: arncrale tanto val~an alla prod1izione sconosciute, Iiullt1 c~fa a rrc<lere che l'essenza delle medesime 1 consista in uua viziala crasi umorale od in un avvelenamen\o dini :itmMfe~H·he .ttr;iti quanl'a quella delle febbri continue. miasmMico, cc.me tendon a provHe gli ultimi stcdi d'Anatomia -delle febbri mter1;01 dan <lo la somma facilità con la quale le l.,a nr?vò, ancora n~o~r;smutan io ccntinue ed a!l'(•pposlo : la microscopica la quale è sul ponto di toglier alquanto di dominio al Solidismo, riconoscrndo nei vizii um<Jra'li una non infrefel>b~1 _d ;,r.rrsso s\ndo ccm'il rninsrna paludoso ch~Jener~lqucnt'origine di malallie <'he debbono sfuggir alle indagini Chipro,·o 1~ fì_n; espon ci"ioue principale delle febbri mtcrm1tmiche ed Anatomiche. li Doli. Giacometti, otlrnuta la parola , menle . "t·!..,i ...aJ·1"'' ctu(lcnti allorc-hè . eo!i . s, . n. \!<'OP. r.om<'· · p •tv?a _ • ·. e vi si tre. risposo al.preopinante non avere questi bene comprese le sac tenh ~1 odu.Cf!'_~P, m ,;' intenoittenli, in ~I!n gravi _ga_strcnter;1 . ,·ri·idec "11va. rn :ilrn11 fehhi Conchiudrnd'errlt dirse scoridee, giacc.hè egli non iolese già accennar alla natura;[bensì alla 'd' b 1 ·1· ,. "eh 1 in i • , • . e 1 11 t 1 , , rnnc 1(,1 .''. ·ttent.i ima continuazione di malaWa e • sede della malattia quando dava l'esposta d~fìnizione delle febi:iere nelle fehbn rntr.~mi si· ci: 1· l'e<Jll"f <sionc dell'aumentarsi bri iolermitten!i; n<: n avere g,i1 mosso 1·improvero al Dott. Riva • f I re a · ··· "' perchò avesse localiZ'l.nle le febbt-i, sì bene percl1è a queste a· de\ p:1 rvss1smo e ~:' totll1inala: lo stato apiretico non essere 8 1i'un'11!Jezione chl'I s • hè 11' ia' conseouenza d'afftcvolimenlo di 1· vess'ascri\la un'ir.clde irdta!in1 o 11ogistica; aver in fine dello l)er lm 111rra ('OS~ fnorc ~ . quello"' incapace d'agire se non ! le febbri intermiUenli consister in nDa speciale affezione èel sistema nervoso ;1ppun!o perchè non snpeva a qual altra tra le forze i!Pll'orJraP1~mo r~? ;i;'haodonnrc quind'egìi c,gni idea di malattie nervose Sùll'ljglial'e le. fehhri d'accesso e perché inte.n d?PO ~1 n lasso d1 temJ\~re della p<'riodicilà degli accessi febdm:im1smo come pr~d~, suo credPrc dal non aver(' posto deva SfmpHcemqitn ,1sserire che la sede <li queste doveva ri3 porsi nel sislenrn nervoso, non in un alh o sisll'rna, tanto meuo brili; idea questa <1 J'l!?lll,l~~ti i rapporti 'dei' nostro corpo con se poi nelle omopatie nofl.lstico.viscerali. Il bott. Viale fece in almente od :i:rre poco . ca endo esterno e ·dal non aver osserlora notare com'1rna sitfo u.a i:!efinizioue DOD ,ib bia alcunae,pres. sti:;sso e r.~n 1 frn0!1'1~!1:. ~el l~lcuni frm meni della ~ila sorg<lno sione r,atolugic,1, nè sia per sè c2pàre di rischiarire la quistion<'. val(\ che 11allll rer 1oc, 11 .1ta 1·'fi51·olc,oiche quali sc•n 11 sonno , la Je più imrort.iPti ft:llz,01:1 ! .'~ .1. '' A questo pun10 il TJotf. !lima d1e presiedeva l'Adunanza in • 1 'fZIODl e Slnll I. . . assenza del .illed. Div. no tò cc;me fos,c ncces~ario se la intcnd(smnis t ruM.1one • .e escr · J\° a . ors'·i risponder I I Dolt. Giacosero bene li due opponenti su la natura della qoislione; cosa Alle riflessio n i del nott. ~Ì / inl~rmillenli costiluiscon una urnfti ?ostenen~lo rh ~ le _fe 1 ~r proprii c::rallcri da ogni altra questa da cui ;i.li sembrava fc.s~cro lont3ni, pùicbò mentr'il Dot•. nrnlatha sem p]1rc . prm1ari~. e. P 'e ncll'"trTilazione o nell'ir,fiam· Giacornetti p;,rlan1 òeìla srdc di de\te febhri, il Dott. Schivera11i f' I onS'S1('l . . . l ·1 d 1strnfa e r 1r. 1 iir P <' . • · pa1·i,icniche n\lo lo stesso ctme, ·combatti va la corl(lizio11e p;itclogica delle rue.de.simr. li Del!. · il ' 1 f ] .. 1-cere S ·< · ' O 11 Riva coofts,ò d1e cel loc:alizzare le febbri aveva solamen!e m,1z1one '11 co :1 ra ' > . , Percorrcn.d l "(ì· ~to ·1sl1ahoC(1 ,'n(Onchiudt nte. .. . .. a vul o in mira di guida r<' con più sicurnza il Pratico nella cura r1 or~ :in_ un SHtni 1c« ' ,1flln Storia della P.ito1_ogia d1'1 varn delle mr.,:esime e c·he rifletlend'aii'irnpcrlirnza delle obbiezioni ·<lo qu,nò'd f,,condo campo : 1 logi:i su l'ez1o!og1a e , u la tempi e fo11<hmrl~si _s u 1." srn)om a ?,olsc ia quisiione in suo famossegii da l Dolt. Gi~crrnetli cc.li si riserlla n1 rispon<le_rgli con cura <kJl:l ornl:i ltia H1 ÒlSéllSSIOne.rir~ Stl 'I tesi si prevalse i°n SCmaluriti1 di d{JP~sione io una prossima 1ornata. Convenne il Doll. Sdaverani con il preopin~nle che lo studio àelle omopatie VOl'P.. A ('Orr~hn~a~c m;;/Ul'lOl'~ri'~u~ Collee.a opponeulc e delle de.Ile febbri in!t-rruiUcnti conduca con più certezza il J'rnlleo ii;nilo dl'i rrieilr,1m1 ~r:zom<'n! 1 e~ rhhri Autori sia nazionali llamerose ClinichP. Ossrrv;mr.ni t' ., i ;intorni dèllcfdihr i inler~ alla cu ni delle mede.si me, ma non ammise però potere riporsi in 10 dette oroopalie la cc,ud izione pafo!ogica essenziale delle intercomP. sl.J';mieri rliron~!rando . th ? r"r··ili non solo urn esiste iden1 1 mi!f enti" qurl!i òelle ftt> rni:nM <' ". 1sceta'1·1 sintomi in qoeile sono miHenli, costilueudo queste 1,na classe di mr,lallie sv.ì generi.~: '!' •lc·o1•· · 'lo< \P, · • si didtiéirò poi nuovimfn!e d'arrordo ccn il Dolt. Riva ne! cre.11 ;i, ma nnr1mn10 H 1" ·~ " • - : • r1pcndenli dalle co1111ess1om priwarii r sPrnnr!arii in qor_stP cioe e osiss;me ccn gH aJ11 i or· dere che nell'allernione del sangue e nell'infezione miasmatica che il si~tPm~ nrrvoso pOS 51 <''.1e nym~_r ,intomatica su le febbri abbia prolrnbilmentc sede la condizione palologica di detle izani: :1° cbe l'erlilìzi0 della pir~tol og~a nÌtri intese, non può regfebbri. Datasi fiuaimente lettura dal Dott Riva d'ona sua Memoria confinoe. •P.roncl0 Cu:ln1, P_._ Fi i1111 ò~ll'Anott mia Paleiogica: su la sifilizzaziono (l\lernoria della qmile non faremo puola pcrn-e r al confront0 rlruh f.ìtudn C · b" ·ono con -litre-tl,mle. ma· I<111· <·<'m~rr.,_ ,,.r e'. st:,rn osr :ai od omopat1e ' . the pos1,;bè, qualunque sia il giudizi() ch'intorn'a quesl'argomcnlo possa 40 eIie 1· Piretr, formoiarsi da ciasdied nn 1\ledico in particolare, noi crediamo sia Ja ftifl semplici le com_rlmizio;11 ,~ 01 b delle fchhri intermittenti: sono prr,rNler o se!'.mre l'r-vo 1'.zi_ono svariatissimi, irnµropria. inopportoua cosr. farlo di pubblica ragione sin a ta nt? che la 5° cbe i ri,nH,,m enll nr-cro_sc?p;u sf° O1 nti pokhè rarissi mii>esCommissione nomina!asi nel seno della nostra Accadrmra Reale mcmte inter~retati e lntt:~v'a mc_or:c _u<.~ten'te semp'lice, le ri cer. Mcdlco-Cl1irurgica non ahhia pronunciata la sua sentenza) ,il ff. di Presil1ente Dolt. Eima, dopo aver delle parole d'encomio seoò'i casi d1 morte rcr lebhre m e, ~ 1,' z;oni er le quali dello 1 ai Dottori che con i loro studi e scritti tentarono dilucidar uoa che Anatomiche c:,ilnPro rn ? cni;{hca<l~ co~sislere la febbre tesi così ardua com'è qoc!la della m1tara delle febbri inte1mHmorho rii>~cì morl:,le: Co 11 rhi~sc . icef -istema nervoso e srerl';1cr<'sso in nva speciale nlfezione "·nale e le diverse affEfenti, dichiarò chiusa la Sedala aHe ore 3 114. 0 c)al~1c!1tc cl~I. sish•~;.i p:anp;li?nar~ a~ questa non allro es2.1om v1sccr:111 mim1fostantes1 nel _ccor". venute in se"'nilo. 0 lierP. fuorchè compli~nioni o prcesi~eni, reoza diede lct~ira d'un TI D/\lf. Sr.lavrrarn neJla seconda e . ·oni emesse dai due sno Scrillo tencl~nte a comba_llcre. e 0 P,11;enli del Doli. Riva 1 prnnpin_~nli rilldl.PlldO <·b:-: ~,ust~ peN~~n potrebbe.ro formare ne seguirebbe che le fe libri_ rnlermi_ttcn ·., ·n opposizione con le p~~ se stP~se nna c!assP; d1 malallie e C! 0 ch'il Dolt Giacometti, JUVIS'fA DEI GIOllNALJ SCIE~'fJFICl p1u arrredil~te Nosoloe:JP. Pre~csso poi . m·il apposto nel lornòopo avl\r nirhiar~lo al lloU: J\i":1 esrnrSI v'r.sse localinale nel Jizz:nP ]P febbri intN?11illrnl,, egh pore,1 all'opinione del (Snn11 del Dolt. Giaco metti). si~tl'm~ tH' nre~~. noto C?Ulf' nn? pote,ss ad,·Ì!e febbri p~l'iodithc primn il qnale fece c?nsister;- 1 e_ssenza ne~vos<> giaccbè 4uesle in nn' :•Jfezione pa1·t1colfre n~I si5lr~a, · rim;r alcuna lesione Respiraz-ione <li gaz ossigo10 in 11n caso di d·iabetc al non s'nffrono m::ii r.n n smtomi cnpaci cl ~sp · · descritte come del Dolt. Casorali. E~sendo mia intenzione di buminoso . li l I ·, GcneraJ,, trovuns1 . . <11. quelle chr. nr a Pa, '',.°l·?a ~ · ' !ice la congesllz1a, la ritornare sopra quest'interessante argomento quando l'Au· malaftic nervose qnah l 1rrit,iz1Cine. semp la'sempli"ce nemal• , •· I e I ovvero , ' flngosi dei nrrv1 o de suoi mv~ 11 ~.. ·1ocrico sintomaloloeico, lore farà cono scer il risultato fi nale di quesla medicazioe;ìll e, v;tl1m,losi deali stess• r.ri_ter11 ez,o u"' Gilcometti chiamali ne, 11nora ria·uardo all'albwminaria, tralascio ptir ora le terap1mtiro rrl anatomo·J?a!ologic_o dal 1'?0 s·empre fond,1ndosi su in apnoaaio dc~a soa opmion~ di1Y1o~1_ru, he nè le ca ..ioni prcsaggie considerazioni fisi ofogi che e terapeutiche che gliene 1?l'insflr.?Dame~t1 della Pa,1olo,1na Gen?t delle febbri periodisuggerirono l'uso in della circos1an1.a e mi li mito soltanto c'lisponmti, ne lo ~omu_m, ne le p~rlico a rano direttamente sul 0 ad esporre bre~emcnte il fallo . Si tralla d'on_ am~alat_o -(\he, nè le delermioanl! le ~e9e~ime /e stadio di quelle non .!o:Ìstema ner_voso; ch'i si!'llomi di ci_as~be ~~i al sanguigno; ch'.uoa il quale òa un anno trovavasi in rireda a pat11nenll ep1sonn dovuti a questo sistema, m,1 prnllo. la febbre non puo esgas1rioi , quaEi sempre apiretici, .anche nelle lor~ re~rumalallia la quale ba per car:it,lerP proprd· tutti i Patologi che sel'A d'indole nervosa, essend amm,~ss~. 3 io il sintomo febbre descenze e che non poteva: tollerar alcuna med1caz1one , 0 degli omori 'llelle malaltie nervose ma·nca p~r 0 ~ ma! interna. Fra i sintomi notali dall'Autore al principio della 'iJ qual è eagliardiss•mo n1<lle ma.la t lie de,! vasi , n· e' diretta · · ol<>z1one· che a cura no cura i principali erano: dimag1irnento della persona; pelle du, Qoestr· vasi· met t on m r.irc ," '. p t 10 eica stessa non ad un'affezione nervo!a; <,be I Anatomia a o ~

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PARTE SECONDA

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599 see'ca; po!~o solitamcolc a oO ; per:1istcaza d<Jllc rnoic~lie all'epìgaslrio , calmale dalla pr~sa del cibo i senso <li erosione inte rna con 1Jppelilo vorace) orine eccti,sive (7, 8 libbre in 24 ore), schiumose con aspello sieroso e con odore di brodo, h, <JUali sottopos.te ai reattivi .rivelavauo l'tisistenza d'una quantità cospicua d'all.tumina senza matuia zuccherina. Le prime rtJSpirazioni furon iutrapresc per 01eno di duo vc.:;cicue piene di gaz ossiieno alluog:llo con 011 quarto d'aria almosforica, ciasclieJuna della capacità di due litri: succe,sivamenle fu, ad vpralo il solo gaz ossigeno etl il nu1nero ddlc vesciche tlolla capacilà 111d icala, fu portalo a quallro. Gli cffclli avvti rtiti Jall'ammalulo subilo dopo la respirazione d"una ve,;cica di gaz, si ridus· Her ad un 11011 iogralo senso di calortJ all'epige;trio ed al dorso. Dopo 50 giorni di que:;lo metodo òi cura eh.: si dovelle sospenderu per lo spazio d'alcuni giorni li lanltJ la compar:;a di qualche stimolo di tos:;e, !"ammalato prese111a va il st)guenle stato: cessala la voracilà; l'allivit,\ secretoria della cute sempre in aumento; lo orine trattale coll'acido nitrico e c:oll'ehullizione non da vano più indizio d'albumiua e nu rivelavano appena qualche residuo la linlurn di galla, la solu1.ionc di bicloruro inen:urico, non che il debole _odore Ji brodo lullura pcr.:d~1onte. 11 gaz ossigeno s'otle11ne col mezco Jd ch,ra!o di po . tassa, fallo fo11dero iii un'ampolla da medicina piullu3lO che in istorle di rame , di gn:3 o di 1'elro, al fine ct·1H•ilar ogni inconveniente; si raccolse o si conser\'Ò in vesciche grandi prepHatc (le frescue non servono pel cattivo odore) od in sacchi di pelle o di stoffo resi impermeabili dalla gomma clastica. Cosi le ve3ciche., com'i sacéhì debbon essere muniti ùi ch iave con vilo da congiungcr,i con la chiave posta ad un'uslromilà ·dd tnbo d i svolgimento di cui l'alll'a cslrcm ilà è assicurala con $Ugbero e li:lo al collo dnll'nmpolla. Per l:il modo ric, con o fat:ilm entc superabili 1., ùiffis:ollà ,;he s'incon Lrarono n cll'ammi nistrazione del os;igeoo e da cui BoOl:hardal rimase arrestalo quando ,·,)Ilo adoprarlo , or fanno quattro e più :inni, iu un caso di glucosuria.

(Gazz. llfrcl. !tal. Lomb .)

VARIBTA. COR Bl::5POXDEXZ.\ DEL GAlH~ETTO IH LETTURA DELL'OSPEl)AI;E D1VI310:'\ALE DI 1'0[UN O.

Al Sig. Medico /Jiv isionale rlell'O.~pedale Militare di Torin o Dal silenzio del mio riliro mi goJc l'animo poter ancor una volta richiamarmi alla memoria dui cari Colleghi del Corpo ::ianitario-M dilarn a cui m'é vera gloria aver apparte11uto si n a questa mia ta111'i nnoltrata vec chiez:za. Nell'indirizzare pertanto alla S. V. le 4uatlro Optl re Medico-Chirurgich~ che ho l'onore offrir a quosto G abinetto di Lettura, prn~ola vohir inscriver anchl\ il mio fra i uomi ùei giovini Comrnililvni , 1>er opera dei quali si va cosi rapiùamcnle ampliando u11a cu,1i utile lnstiluzione, fiducioso che a (ìant:o dei volumi clic rappre:;eutano gli spl1ndidi progrnssi della Scienza nostra in qucs ti ultimi tempi, i nomi di Oertr,1nJi, di ~tartini e di Ge ri

suoncran au~ora lungdmenle onore e decoro per questa uoslra !erra, in ogni tempo di chi~rissimi ingegni feconda e nella coltura ddle .Ml'diche Discipline a nessuna seconda. Troppo lardi è sorla p1w me quesl'èra novella che tanta o cosi sulJlime , ila inrune ocl Co rpo 5anitario-l\1ilitaro, perch'io poless( ancora nella mia t;ià cadente età e con le ùeholi fone d.:I mio ingegno concorrer allivamenlt1 coo voi, o Colleghi, al la morale rigenerazione del medesimo Corpo; ondechè, ad onta di lauto impuls.o , duvelli rnal mio graùo rimantirmi estraneo al ·voslro ·moto, alle ,•o,ilre ScienliCiche cl11cul,rai.io11i e pressocbè ignorato dal maggiore uumero di voi, benchè cslraueo non rimanes~i in 1:uore alle tant~ ·~·rovvide I nstiluzioni per le quali ùel Corpo si cambiarono d'un tratto così avve11lurosaruo11le le sorti. La sempli !ìcaii ,ne noi ::iervizio, l'uniGcazione ùel l'ersona le ì\lcdico , per cui rirna:;e chiuso per sempre il campo agl'ignolJili certami Ji casta; i Giornali ùi Medicina Militare; i Consulli Medici ; le Slalist1che ; le Conferenze Scientifiche ; i Gabinelli di Lettura , ecc., ecc., per i qu3 li ru schiusa fa pi1'1 nob ile palestra allo studio ed all'ingegno, tulle queste co:;e, o Colleghi, non furono dei niici telllpi , ma , voi l'ort 11nat i ! 1l esse lo òOoo dei vostri e l'auimo mio, luni;i dal dofo r,;ene, grandemente in pe11sorvi s i racconsola. Dal sile11zio del mio riti ro, !ìnchè avrò vi la, non cesserò dal mirare con avido sguardo que5lO rapi<lo progredi re ·del nosLro Corpo verso una m1~la non prima spurala, rivendicando a giusto dirillo quel posto che per tanli. tiluli gli competo, meolrechè s11 voi lutti, o dilettissimi , non cesserò dall'invocar!! le m,13giori prosperità o benedi7.ioni dal Ciclo. Torino, ai Hi di ~laggio Hl:'i:! . !Joll }'H,L~CKSCO ELI A , Chirurgo Magg iore in ritirn.

Jt{mo Signore e Cot:ega Prc:;'"0 • Altamenlo ap prczzauùo le Opere di quei Sommi chi¼ indefessi eoncors,•r al cont.inuo progredire delle ~cienzo J\ledico Chirurgidw e paciò scnsilJi lissimi alla gcn,::rosi là cd alla squisita sclllia dd dono, i ,\foùic1 ì'llìlitari riuniti in Conferl'l>Za nello ::ìpudale l)iv. di T ..ri110 uonnimi dt::liberavano che pl' r me1.10 m io fos,e r alla ~- V. lii.ma rese disti111issime grazi ti p ·r il l,c:rnliz!o loro procurl\LO, ill grazia Ji c11i potranM c1>11~·gl,arsi ai sapit:nli pre.:ctll del B1•rtra11 rli, d1•I ì\lart111i l'l d<!l ,;ori, ,li que~li i11s1gnt Ilfaeslr1 clw, g;ù gl,lria i:, de,:,,r,) dd Torincst:: A leneo, la Medici na Italiana collucò Ira i più disti11li suoi Illustrat,,ri. Mi1 qnando dopo la prL•s,i11lazione del dono i0 comunicai ali' Adunanza la Lettera con la quale la S. V. lo accompagnava, 1(1 mtide~ima , profo ndam ente Cl' fllmossa alle cordi,di e •1 r.ne ro~o espre,s:oni del degno 1:ollega che incanu1i,·a ~:,1 1e P.1 trie Sch iul} e lietissima d'avorio a compaono nel 11i11dizio ch',:,.-~a ha già pronuni:iato inlorn'all'1~contest.i~il 01ili 1à lh•llt:: 11ovdle l nstilllziooi eh& reggon il Corpo :;.1nitat'i11-)1.•lit~.re .. con univE>rsale -~~nsenso stabiliva f,)ss'invila la la lhrez 1one del noslro G1or , nale a dare 1111bblicilà alla µn:senle corrispond~oza. Nel mentre chi, con siucera soddisfaz1onll le pi! rteciJ)o quanto sopra, lo prego gradir1•, ccc. Torino, a.i 20 di moggio 185~Jl Med. Div. Dvtlorc BOTAlll,


STATO GENERALE NUMERICO DEL MOVIMENTO DEGLI AMMALATI E·

·delle malattie state curate negli Spedali Uh i_sionali e Succursali ~lilitari di Terra ed.i ~larina nel mese di 1nag~io ,t 852~ 1

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GENERE Dl 'MALATTIA

1Sinocbe . , Continue. . T!foidee .

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Tifo . . . .

Pe . . . lu genero .. nod1< he Perniciose .

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•Encefalite. Spinite otite . . . . · · · Reumatica ... .. . . Purulenta . . . . . . OUalm1a nellira o C<!ntagiosa. Blennorrag1ca . . . . Angina . Bronchite . . . · · · · . ~ Ploarife e Polmonite o Cardile e Pericardite .

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An~ioile

~) JFlebite . . . . . ; An~io-leucitc.. ._ Adeoile. . . . . ~ ilGastro-enterite ;1:; rnpatite . ... . ... Splenite. . . . . Reumatismo Artrite · · Cislile Uretrite. . . . . . Id. nlennorragica . Orchite. Osteite Perios1ite . Flemmone

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Emormesi cerebrale Id. polrnonale (pneumorragie. \; Sangmgn1. iEmatemesi . .. =; Diarrea. . . . . ~ d'umori Dissenteria .. e:: secreti Cholera morbo e,. ' Diabete . ...

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Risi pola . . . . . . Vaiuolo .. . . .. Scarlattina ... . ~ ~ lRosolia . . . . . . ~ Scabbia . . . . .. q Erpete .. . . . · Tigna.

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GENERE Dl MALATTIA

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Totale dei morli

Torino, 1852, Pelazza, T ipografia Subalpina, via AHìeri, na 24.

-

Mortalità rela1-iva I p. 010.

i l Direllore Doti. COMISSETTI Mild. Div. li Vict·DireUore respous. DoH.Bar. de B~AlìJ'ORT M 1\,

I


ANNOI

( ai 5 di luglio 1852 )

GIORNALE DI MEDICINA HILITARE DEL CORJ>O SANITARIO DELL'ARMATA SARDA. t:associazionc non si riceve che per on anno e comincia col 1" d'agosto. Il Giornale si pubblica nel lunedì di ciascbedunascllimana PREZZO D'ASSOCIAZIO:NE In 'forino

.

.

L. JO. In Provincia ed all'Estero, franco di posta . . L.

11.

L'abbonamento clcbbe pagarsi per semestri anticipati. Le associazioni per i noo militari ricevonsì alla T1a>0Gn1F1A SUBAI.l'INA , via Alfieri, nom 0 'H. Le lettere per abhonamenlo al Giornale debbon esser affrancato ed accompagnate da vaglia postalo.

So:UMAlUo. - · 1° Avviso della Direzione. - 2° Dolt. MARI : Relazione so l'ollalmia dominaole nel presidio di Genova. 3• Dott. VszZANI: Pneumonite complicala. -4° nolazione delle Conferenze Sc.ieolilkhe. - 5° Bollettino Officiale. - 6° Doli. DRu~o: Nec1·ologia del DoU. B:Enn, Med. di Bali. io aspell.

PARTE PRHIA RELAZIONE SU L'OTTALMIA

AVVISO Coovinla la L>in::ziouc ùdlct maggior utilità che avrebbero le pubuli caiio11i del Giornale quaudu queste mensualo1enle vers:.isser in loro<, àlle moterie Jelte o discusse ud i~ Confcre nie del Illese immediatamente a_ntcriore, sforza \1tisi da luog(>tempo ad ot.tenere questo scopo. .\I a ~l'i n1esi esse11du Iraseorsi <lall'all oazione dellH Confernnze alla pubblic:izione del Gi ornale e molti essend'i lavori del Corpo Sanilario-:ui: lita.re i quali dovevano in quello vedere la luct>, due sole ei-ano le vie che pul evano farc i rnggi11ngen: la desiderata mela cioè. od ampliar il formalo <lei Giornale o limitarsi ad esporre le .cose più rilevanti , accennand'oppena iommariamente :i quelle ài minore importanza. Non era possibile il primo mezzo: ci riruaneva percièi solr il secondr>. A questo pertanto, ottenutone il superiore conseutimento , ei atterreri10 nella pubblicazione dei tre numeri che dt>bbon ao · cQra vedere la loce a compimento del primo ,HJno di vita del Giornale nude metterci iu g1'ado dì po· tere proo1etter ai o,,strì Colleghi che col pri ncipiare del suo second'aono le pnbblic::12.ioni di qnello ver seranno mensualmeu tc sa tulle quelle p:u irnpo1 tani i materie lelle e discusse nelle Conferenze del mese irumediatarneote anteriore. Non poche altre ulili modifie:izioni s:.i raano parimente fatte, ma di ciò mPglio in un apposit,, programma. LA DlRt::Zl()Nt,.

~El VA.f\11 COilPl ::mLlTARl STANZIATI IN GENOVA

doi f)ùtt . An l!LLA !l'li:d. Div. , CArn li , Bo1rn t e ~fazzoL INO lllcd. di Regg. , redatta dal Dott. MARI Med. di Batt.

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Lo straordi nario numero d'ammalali per ottalmia elle affiuiva nello Spedale ~Jilitaro di Genova oe] decorso dei mesi d' ,\ prile, Maggi,1 e (]iugno p. p., nel mentre che ru per parln ùelle Autorità .lfilila ri soggetlo delle più occnrate e diligenti provvidenze, somministrò una favorevol occasione agl i Uffizi ali Sanitarii di que llo SpeJale e Presid io di provare sia con U-follo ùelle 1)iì1 zelanti cd illuminale cure, sia con quello delle r ipetute ed elucubrate scicnLifiche discussioni in proposito quant'il Corpo Sanilario-j1ìlitare sappia apprezzare !'alla missione del suo ministero e le non dubbie prorn di ~onfidl111za che il Governo nel medesimo ri pone. Nelle Conferenze dei 9 e dei 25 dello scorso Aprile il Med. Div. proponeva s'esaminasser allentamente il modo e lo cagioni dell'evoluzione straordinaria dell'oltalmia dominante la qual o costituiva la quarta parie ( 1) degl'ammalati ricoverali , com'appari rà dallo Relazione delle Conferenze che pubblicheremo noi prossimo numero . l\1a divergenti essendo le opinioni e ooa potendo perciò ollenersi in massima generale uo risultamenlo de6oilivo, il l'.fod , Div. nella Seduta dei 25 nominava uoa Commissione composta dei prefali Medici di Regg., ai quali ogli stesso pre5icdeva, coo l'incarico di fare stuàii e ricerche iotorn'alla natura tid alle cause di quest'oltalmia (1) U numero degli oltalmici eguagliò di poi il terio degli am-. malati di tulio lo Spedale e, monlr'ai 12 di giugno i febbricitanti ascendevano a 144, gli oltalmici eran in numero di 136; numero che diminul poi per l'attuazione delle provvidenze igieniche

p1·esc1itle.


302 e di propor i provvedimenti igienici da adottarsi. Il Sig. Generale Comandante la Divisione Militare · non solo anuuiva a queslo divisamento, ma dava ordine ai Capi dei Corpi stanziati io Genova di fornir ~Ila Commissione nella visita dei Quartieri tutti gli schiarimenti che quella avesse creduti necessarii p11r meglio adempir al suo mandalo. Per questo modo la Commissione dopo lo più minute e sollecite indagini, previe lunglie discussioni io proposito, redigeva per cura del Uott. Mari la seguente llelazione la quale essendo slala rassegnata al Sig. Generale Lamarmora , Comandante la Divisione Militare, questi emetteva ordine che lulte le provvidenze sanitarie proposte fossero mandale a pronta esecuzione nei varii Corpi di questa Guarnigione (V. l'Ordine appiè della Relazione). La Commissione instiluita dal Medico Div. all'oggetto: 1" .che fosso studiata l' indole e la natura ùell'ottalmia che da qualche tempo regna specialmente in alcuni Reggimenti di quella Guarnigione : 2° che s'indagassero le più probabili e manifeste cagioni deMa medesima : 5° che ·si propoAessoro finalmente i provvedimenti da questo tluplic1• esame desunti , i quali fossero giudicati più idonei non solo a diminuil'la , ma ben anch'a cessarla fino dove sarebbe stato possibile. Riunitasi per tal uopo in diverse sedute, la Commissione stabiliva : 1° Che la presente ottalmia era stata ed è nel maggiore numero dei casi e soprallutto nel suo esordir una congiuotivite palpebrale a forma reumatica che facil mente però si diffonde alla congiuntiva ocul.irc; che per disposizioni individuali o por maggior azione delle cagioni predisponenti e determinanti assumeva non rade volte In forma catarrale; che quest'ultima in fine io qualche caso da\'a luogo a tal una secrnzione di mucopuri{orme da fare nascer il sospetto non fosse l'ottalmia così della Bellica. La Commissiono però non avend'avule piOve ùell.i trasmissibil ità, nè avoodo rìnvenuto in quest'ottalmia quell' insieme di segni caratteristici che la distinguono dalla reumalica e dalla catarrale, propende piuttosto per un giudizio negalh•o, quantunque abbia in non pochi casi osservate granulazioni, come risultamenti d'iperemia vascolare, su lo congiuntive palpebrali, su quella in ispecie ùelle palpebre superiori , per le quali ]~!la 0011 ha potuto concepire il dubbio volessor indica re un'essenza partico1are o ~pecifica di m'orbo, bene sapeodo che questi proùotti, non meno cbe la secrezione mucopuriforme, sono caralleri sovente accidentali, ùipenchmti quando dall'inlensilà del male, quando dalla lunga sua durata e quando finalmente dalla trascuranza che l'amrnalt1lo h,\ della sua ot.lalmia. 2° Che le cagioni predisponenti e determinanti del · l'attuai ottalmia esiston in primo luogo nelle vicissilu dini atmosferiche e nolle rapide alternative di caldo e freddo che domin,o in quella Città, specialmente nella stagiono pur ora superata ed in quella ancora nella quale ci lroviamo , eù in secondo luogo ch'esse dipendono dolla vita propria al MiliLare e dalla località propria ad alcuni Quartieri i quali non sono certamente nello più felici condizioni igieniche. Alle quali due fonti oon senza ragion'e fa uopo aggiungerne una terza che è quella dipendente dalla disposiziontt lasciala nèTla congiuntiva dalle pregresse ottalmie, per la quale accade che quelle

stesse cagioni le quali in altra circostanza sarebber innocue, riescono per ques!p fatto validissime a rincappellare l'ottalmia oel soldato che giò primo ne fu tocco. Facendosi a parlar in merito delfe esposte cagioni , la Commissione senza discorrere delle prime , abbastanza conosciute da ognuno, io quant'alla se(londa cioè alla vita propria ùol Militare rifiettè che le diverse esercitazioni e manovre alle quali son obbligali i Militari possono nòn poco c~nlribuir all'evoluzione di questa malattia sia per il profuso sudore dalle medesime eccilato e quindi repenlinamcnlc soppresso dal sopravrenire d'un vento freddo, sia perchè espongon il soldato all'azione del sole in quelle ore nelle quali la splendenlc luce di questo ferisce più vivamente gli occ!1i, sia fin a Imente per il polverio che, alzatosi dal suolo percorso dal soldato nella sua andata e nel ritorno dagli t:sercizii e facilmente iotrodollosi fra le palpebre, opera irritando meccanicamente la congiuntiva. Per ciò poi che spelt,a alla localilà dei Quartieri, la Commissiono crodelle rinvenir in quelli della Brigala Aosta e del ·J2° Reggimento Fauleria ( Corpi queslì nei quali maggiormente imperver~ò l'ollalmia) condi zioei tali che si giudicarono non solamente atte a predisporre, ma bon a11ch'a determinare la malattia in quistione. Ebbe di fallo a notare cbe nei cameroni di questi Qoarlieri stanno raccolti Soldo.ti in proporzioni mollo maggiori di quanto comporterebbe la ristrettezza dei medesimi ; dal che avviene che tanto per ragione del calor eccessivo che vi regna nella notte, quanto per ragiono delle abboodanLi esalazioni che naturalmente si svolgono dai corpi umani, i Soldati 110n possono non risenlir un morboso influsso. Che so a questo s'aggiunga l'abitudine che han i medesimi d'c;porsi , 11011 appena alzali, ad una temperatura molto al disotto di quella in cui si trovarono nella notte, e ciò sia co11 l'aprire le fi. nestre, sia col recarsi alle latrine od ai lavatoi, chiaro apparisce come frequenti ricorrano le cagioni reumatizzanti. Finalmeole per quanto ragguarda alla posizione topografica dei QuartiPri della Brig;ita Ao.;La si riornnne che non in ogui loro parte avevan una felice esposizione; che l'aria 1100 poteva sufficientemente rinnovarsi per essere circondali da viottoli che rcodooo l'aria amida e più o meno Mrica di mefitiche esalazioni ; che a questa cagione d'insalubrità s'ag~iungeva il forno delle sollostanti cucine il quale facilmente peuetrando uei cnmeroni ne aumcnlava il morhost> inllus~o. Tra 4uesli c,1meru11i si rimarcò che quello segnato con il n° 56, composto di diverse stanze al piano lerrcuo, situate al di sotto del livello del suolo del corr ispondente cortile, ò più d'ogni altro mal sano perchè, rnentro eia un !alo non può ricevere nè aria , oè luce, dall'altro Iato non vi ha per ciascheduna camera se non una linestra per la quale, già insufficiente prr se stessa, l'aria e la luce penetrano solo diflìcilrnente, impedite come 8ono dal la pl'esenza d'un muro dell'esterno fabbricato. ~on in mi{Zliorc condizione igienica sono ricoverati i Soldati che compongon il 120 Regg. nel Quartiere del qual!! si notan in singolare modo il cattivo ed insalubre stato delle latrine, soprattutto di quello del camerone n° 16 dt>l Quartiere Cappuccine che accoglie la 15 3 Compagnia; le quali latrine situate a destra ed a sinistra della parte anteriore del detto carne· rone si protendono con il loro condotto al disotto del pavimento per convertirsi otllla parte posteriore di quello


303 in un comune <leposilo, dando così luogo ad una t~iplìce provvisto, a, teoore del Regolamento, tl'uri'Jnformerìa e fonte d'emanazioni che, penetrando nel Camerone e mo che quella del 6° Regg., troppo angusta ed impi·opria , lestando gravemente i Soldati, potentemente conferiscono fosse traslocata in altra stanza più ampia ed ariosa. all 'evoluzfono di flogosi oculari, come di fatti accadde. Non contenra I.a Commissione di questi generali provved imenti, r iconobbe la necessità di proporne altri speA provare maggiormente la verità delle sopra esposte asserzioni basterà il riflellere che i Soldati delle Compacia li di non minor importanza e quindi desidererebbe: gnie collocato nel Camerone n" 56 del Clegg. Aosta e 1° Che dai .Medici di servizio in Quartiere fosse passata sellimaualmenie una visita speciale ed accurata su quelli della 15a per il Regg. 12° · ruro n appunto quelli nei qnaJ; si svolse più nurrrnrosa l"ottalmia : ne convinlo siato degli occhi .di ciascheduo soldato a qualunque grado egli appartenga, il risulta mento della quale visila cerà poi vie maggiormente il rifletter aH'accadulo cioè sia consegnalo in doppia relazione, l'una per il Comanche non appena la 15 3 Compagnia del 12v B.egg . fu nel dante del Corpo, pe r il Mecl. Div. l'altra. g\orno primo di Maggio traslocata nel Camerone destì2c, Che i Soldati di qualunqne grado riconosciuti in nato alle Scuole, · il qu~ è molto meglio situato, l'oliai detta visita tocchi da male agli occhi, fossero lantos!o semia cesi.ò all'alto nella medesima ; cosa cotesta che già parati dai Commilitoni ed inviati prontamente al lo Spesi era osservata in dne Compagnie del 6° Regg. le quali, dale o, se poco gravi, riuniti in adatla Infermeria~ dispobersagliate da questa malatlia , oon lo furono pi:'! per il nen<lo che questi ultimi non debba110 prestare servizio di proposto ed effettualo traslocamento delle medes ime nel sorta se ·non se perfe llamente e stabilmente guariti. Scopo così 1lel!o Qnartiere della Provvidenza. Il fatto poi della di questa provvidenza ò d'allontanar i Soldati sani dalle maggiore predisposizione che han a contrarre l'ollalmia esalazioni provenienti dallo secrezioni oculari deg.l'inferm i quei Solda ti ch'altra vol ta già ne furono tocchi è così per e d'im pedire che gli ammalali non grav i ed convalesè eviden le da non meritare dimostrazione in proposito. scenti corra n il pericolo delle recidive le quali riescono 5° A menomar ed a cessar anche l'ottalroia dominante pur troppo alla perpetuazione dell'ottalin ia oelle Trnppeunanime la Commissione stabiliva , 50 Desidererebbe in fine la Commissione che si desse A Tosto dopo le militari esercitazion i non fosse peropera a .stabil ire prontamente una grande Sala di con vamesso ai Soldati lo svestirsi della tunica senza che inlesc.e nia dalla quale gli ollalmici non potessero definitivadossasser altr'ahi!o adatto ad impedire la troppo ra pida mente oscire se non dopo una perfetta e bene sicura soppressione del sudore; al qual uopo potrebb'anche conguarigione. Questa sala poi, sia che fosse stabilila presso correr un passo tanto più moderato , quanto più i Sollo Spedale, quanto, il che sarebbe meglio, lo foss' in una dati reduci dagli Esercizii si avvicinan alle rispellive CaSiwcursale, dovrebbe per ragioni dietetiche e terapeutiserme. che essere comune ai soldati di tnlli i Corpi e dipendere B Si tenesse somma proprietà nei Quartieri ; si di as.;olutamente dallo Spedale Div isionario. La necessità minu1-sse l'agglomeramento dei Soldati nei dormitoi e si della modesima si desume da ciò che gli otlalmici condisponesse in modo che una qualunque Compagnia non valescenti non ottengon una guarigione radicale stando stanziasse più d'un mese nel medesimo camerone, onde frammist i a quell i che per ragione di gravità della malatcosì l'influsso dei camcroni :1·alsani non avesse tempo tia non possono tollerare la lucH la qua le di concorso con bastevole ai suoi nocivi effetti . un'aria più libera è necessaria ai primi per il ritorno C In aHesa di locali più adalli al casermaggio della nello stato naturale dei tessuti oculari : si desume an:\he :Brigata A osta e del 12° Casale, si sopprimesse per iudal frequente rin novarsi clell'ottalmia sempre nei medelanto e per sempre l'alloggio militare nel cameron en° 16, simi Soldati e ciò perchè riman<lali al_ proprio Quartiere ì viottoli che separano l'abitato del 60 Reggimento da in i1<talo di convalescenza e qui vi , obbl igati a riprendere quello del 5° a ponente e lo separan a levante dal Quarl'ordinario loro servizio, per la già notala predisposizione tiere dell'Artig lieria fosser ogni giorno scopali o tenuti ammalano di bel nuovo o fin iscono per perpetuar un bene puliti, vietando che vi si gettasser immondizie e che, morbo gravissimo nelle Truppe , dispendiosissimo alla ad ottenere maggiore ventilazione, fosse tenuta aperta la sanità del Soldato, al Governo ed al Corpo a cui apparporta del vi9ltolo che mette su la strada. tengono senz'i che questi possa minimamente valersi delD Fosse prontamente posto riparo agli inconvenienti l'opera loro. · prodo!li dall'insalubre condizione delle latrine ed intanto, a cessare l'ef.fotto delle nocive esalazioni, fossero ques te Oi·dine delti 22 di maggio 1852 del Gom.ando ogni giorno lavate con una soluzione di solfato di ferro; . delta Divisione. mezzo quc~sto di poca spesa e di faci! esecu~one. I1~p~rversan<lo le malallie d'occhi presso li Corpi di questo E S'nsasse somma severità nel far eseguir il diPr·esJ<hO e per secondare li suggerimenti d' noa Commissione llledica inslitui!a dal !fedico Divisionale, verrà messo in pratica sposto della Circolare Ministeriale dei 26 di .Maggio 1850 quanto segoe: in ciò che concerne l'ingiunzione fatta di lavarsi per 1" Quando i soldati giungerauno dall'esercizio o da altre fa. quant'era possibile con acqua pura, stillante dal cannello licbe non si lascieranno svestire che dopo un certo tempo. del vaso in cui si conserva l'acqua da lava,·si le mani , 2° Non sarà permesso di lavarsi nello stesso recipiente e rinnovata per ciaschedun soldato e d'asciugarsi con banmen ancora d'asciugarsi allo stesso tovagliolo. Intanto che si aprirà la Scuola del nuoto, i Reggimenti indinella particolare e non mai in comune. vieranno gli uomìni nei giorni di non esercizio a lavarsi sulle F $' instassa perchè il pane così detto di munizione sponde del mare od alla Foce o presso la Lanterna. avesse quel grado di cocilura necessario ad una buona 3° Nelle visite sanitarie settimanali falle dai l\ledici, questi diges.tione, di cui lo sconcerto, ollr'ad allre molte malatavranno pur ad osservarvi gli occhi. . tie, contribuisce molt'a produrre le ottalmie. Gli ottalmici leggi eri saranno subilo separati, quelli più gravi inviatj all'Ospedale. . G Si disponesse che il 12° Regg. fosse prontamente

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504 sera si pralica un altro salasso, che è ancora ripetuto a sera avanzata : a!Jora la febbre è più risentita, .ma noo intensa ; gli sputi sanguigni più frequenti , ma facili espettorarsi ; la tesla è affatto Iìbera ; il morale non punto .:>bbattuto ; poca la tosse; la respirazione quasi naturale. Passa la notto abbastanza Lraoquilla o ne dorme qualche ora. Nella mat.tina la febbre moslra qualche remissione; gli spuli si conservan•> sempre sangoigni, commisti però ad un po' éli muco ; gl'altri sintomi, come la giornata di'ieri; ha avuto due evacuazioni alvine; ì'orina , tultochè non iscar.sa, mantiensi torbida e sedimentosa. Si duole sempre l'ammalalo del polpaccio della F. F!LICOl\'.. destra gamba , ma allro ooo vi si scorge fuorchè quella , Jeggiera durezza solita a lasciarvi il crampo, che cresce per la pressioue; non s'incontra alcuo,1 vena sensibilSTORIE DI CASI RHIA.RCHEVOLI. mente ingrossa ta: ma non è così del po!paccio della gamba sinistra , dove lo vene _safene s'incontran in un 97 tratto corrispondente alla lunghezza dei due muscolì gemelli nel medesimo stalo di quelle deli:anlibraccio, talchè Pr•iEUMONITE si polè subito giudicare che sia queste, come quelle coCorn,plicata a flogosi dell'apparato Penoso sotto-cutaneo. slituivao orrn grave complicanza alla condizione patologica del polmone. Prescrissi di bel nuovo un salasso, portai Il Sig. C. del Regg: Campale cl' Artiglieria, d'anni 29, ad un grano e mezzo il tartaro stihiato e rnl corso delle di temperamento sanguigno venoso, di costituzione piutvene affette applicai listerelle di,,tela spalmate d'unguento tosto debole, sebbene non abbia mai sofferto grave mamercuriale. Le cose erano in eguale stato alle quallro di Jallia , d'abito venoso , cade.va ammalato il 1" dello sera, quando si recava da Torino a vi5itar il mio amscorso mese <li Febbraio d'orchile da blennorragia sopmalato l'Illustre Clioi<,o al quale il nostro Corpo dehbe non peritura l'iconoscenia e con esso Lui il distinto Dolt. pressa, della quale perfeltameote guariva mediante lre Devecchi :'\ledìco dì Regg. nel Corpo al quale ho l'oMre sollra1,iooi sanguigne generali ed una locale, un purgad'appa rtenere e che i;: tutta la cura mi porse fratello-· tivo e le comuni topiche applicazioni. lrano due giorni che si levava dal lello ed in questi sconsigliatamente vole assistenza. il sullodato Professore, esaminato quanto prima .e quanto al presente offriva la malattia, conferma s'esponeva a Il'influsso d'aria fredda · ed umida , dimorando qualche tempo su d'uu balcone. Nel terzo appena l'insti luita diagnosi, dichiarandola una pneumonite a fondo ha posto il pieùe a terra, preso dal crampo del polpacvenoso o Jlehite polmonare, complicala a rlebite delle sopra de\le vene degli arti toracici ed addominali'; m'incio della gamba destra cade qu,Hi sllbito in deliquio ; di coraggia ad insislere nelle sollrazioni sauguigoe ; mi bel nuovo collocalo io letto , svanisce il deliquio, scomcousig!ia a sospendere l'uso del larlaro stibiato, esistendo par il crampo ; questo però gli lascia una molestia ai segni nqn dubbii di minacciante gastro· enterite ; gli si polpaccio con proclivi I à aI rinnovamento noo appena sostituisce l'est ratto d'aconìlo a d,>se crescente e s'ap· l'àmmalato tenta meller un po' in azione la muscolaplica un cataplasma di linosa irrorato d'olio di stra monio tura della gamba. Ha perduto l'appetito <lei giorno avanli, al luogo dolente. ò inquieto e non ne sa indicare la causa; il polso è Si pratica quindi oella -sera la sesta sanguigna e due tranquillo. Passa 11na notte discreta, ma nel mattino cosi pratican all'indomani : il sangue si mostra sempre mincia a lagnarsi di dolorelti vaghi al torace, che aucot1r-nnòso. Xella mattina ,usseguerit.e, quinta giornata di 1ne11tauo nella sera e finiscon o per incer,tra_rsi nella parte malattia, aver.dolo trovalo assai meglio nient'allro gli preinferiore-posterior~ sinistra del me<iesimo ; emette già . scrivo fuo rchè un blando purgativo ed aumento !a dose spuli di pretto sang11e atro venoso eò appare la febbre: dell'estratto d'acon.ito : ha i,eJla giornata due abbon·danti non ha però nè losse, nè a·mcollà di respiro : la lillf!ll3, alvine evacuazioni; nella sera manca quella febbri le esarossa· ai margini , si copre d'una bianca pallina : l'orina cer bazione ; il dolore al costato è mollo dirnin11it0 ; non è ~orbid,i, giallic:cia e sedimentosa. Gli si pratica un i:ibh a to;se fuorl'.hè per espellere faci li sputi ì quali, seb. bondantP. sa lasso e gli si prescrive una bevanda acidetta bene più rari , conserransi ancora muco=sanguigni ; la con un mezzi) gr~no <li tartaro stibiato. Nel mattino respirazione 0 sempre quasi naturale; come sctvra da susseguente ai su èescrilti sintomi in intensità aom entati dogli0 ha la tesla ; la f'Clle presentasi molle, pastosa e s'aggiunge una gonfiezza a guisa di dura cordicella delle disposta al sudore. Entra nel la sesla con un proruso suvene superficiali della. faccia :rn teriore dell' antibraccio do re., che si continua anche nella seltima giornata di destro, le quali però so no quasi indolenti sotto la presmale, e con esso rimette sensibilmente la febbre ; ìt dosione. Colla percuss ione esplorato il torace in corrisponlore al torace è appena sensibi le,. in somma l'affezione <lenza del dolore, non altro presenta fuorchè uua leggiera polmonare è i!'l via di perfetta risoluzione , se si eccetottusità ; l'ascoltazione però palesa impedito per certo tuano gli sputi che mautengonsi ancora sanguigni, sebtratto il rumore vescicolare ; ffOn è manifesto il rantolo bene commistt a molto muco; a vincer il quale trasudamucoso a grosse bolle fuorché quando sia per emettere mento credo conveniente un'applicazione di mignàtte , Uno sputo. Non s' indugia a praticar un altro salasso e preceduta da un clistere olioso , da altro. simile susses'insiste nella medesima bibil.i antiflogistica. A Ile dne di

4° Se l'otlalmia imperversa in una camera, si facciano malare gli uomini in altro locai~ e non sia.no surrogati da altri che dopo pulite le pareti, anche con acqua di calce. 5• Se alcune latrine puzzano di troppo si neutralizzino li miasmi col lavare ben i cessi con acqua e quindi con una soluzione di solfato di ferro. · Le spese di calce e solfato di ferro saranno prelevate sni fondi d'Infermeria. 6° Sarà stabilita all'Ospedale una camera di convalescenza. "fo Ogni Reggimento destinerà provvisoriamente una camera per fare eseguire le vaccinazioni dai rispettivi Medici. D'ordine Il Capo di Stato Llfaggiore

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30$ guila , e ~·uni~ce all'uso dell'aconito quello della segale coroula e del oilro. l\lercè di quosti terapeutici mezzi in decima giornata la ripristinala risonan,a del lor·ace, la ricomparsa dd rumore ,•es~icolar<•, precedula n~I giornò avan1i d li alcnne leggiere fitte profonde in co rrispondenza del luogo prima alfotlo ciel polmone che giudicai occasionale dal novello ingresso dell'aria nelle cellule siate per qualche tempo obliterale I la febbre cessala m'itHlu cevan a dichiarare vinta la condizione patologica polmonale. Ma non eravamo co.si fortu nati rispettivamente all'alTezion<' llebitica òelle est remità. Dì fatto la della infiammazione delle vene dell'anti braccio si diffondeva alle v~oe cefalica e basi lica le quali s i continuavano pure in due cordoni duri, impermeabili, aventi il loro limite alla loro imboccatura nella succlavia e oell' as~ellare, dolenti alla 1>ressiooo, non accompaguati, cosa singolare, da veruna lraccia a·ectema; ugual o andamento ed uguale patologico fenomcoo presentava no le due grandi vene supertìciali della gamba sinistra, di cui l'una cioè la sat'ena esterna trova vasi dura e tesa sin al di Id sbocco nella poplitea e l'ultra cioè la grande safena sin al suo sbocco nella femorale. Io istalo di durezza t~ d'i ngrossamento toccavansi diverse vene adJomioali sottocutanee , ed una leggiera epista~si ed un dolente Lumorello emmorroitlario sopraggiunti nel corso della pneumonite facevano dubitaro che di egual malauia fosser a(folle le vene emmorroidali e quelle della mucosa nasale. li noss~no saluta re elfollo ottenuto dal topico mercuriale m'in dusse a cambìare ·la locale nicdicatura. l)ispie;";~Va nel decollo Ji foglie di malva un omento di maiale, lo aspergeva d'olio di giusquiamo e tiepidetto lo appl icava a larghe falde su i vasi affetti; ogni ventiquall1·0 ore rinnova,•a tale medicazione. Con mia grata sorprc,a e dall'Illustro Pro(cs~ore ciie mt diresse in lulta la n1alallia e che aveHmi .sugt,;crito tale rimedio, si osservò mercè <li queslo metodo limitarsi .ii suddetti punti il llogislico la\'orio dtille ve11e o così, ostioatamcotc insistendo, s'ebbe poi la so1.h.hsfaziono di vc<lerle quasi perfellamenle risol1e. Intanto cito COcii favo revole anclame.nto aveva quanto tira attinente alle su esposte alfezioui, la noia che facovas i seatirt;! al polpac:cio della gamba destra cv111•crlivasi in dol1,re i11sopportabile, in egmil guisa che ingrossa van,,, lo veno <:orri;;po11Jonli a que~la rngione, molto duieuti lungo tulio il suo corso, e noi giorno seguente in tale stalu trova vasi e2ia1~dio la vena grand e safo11a sin al di lei sbocco nella femorale, e con essa q11alchc venmz.l superficiale de!la parto superi ore del la uatita. Alia llogosi di cotesLc vene s'associava questa volta un grave edema di tolto l'a rto da renderlo <lei doppio più ,•oluminoso. llicompa,wa. ardita foul>rc a debole polso e vuoto , l'orina rcudev 1s1 d1 nuovo gialla e torbida coinc se entro ad essa si fosse sciolta polvere di matlon€1 e<l offriva posatura a colurn di zafferano : l'a lvo era da dut:l giorni chiuso; la lingua andava ricopr1rndos i <li bianca pattina; la mucosa della mcde~ima u que lla ili tolta la bocca era presa da dolorosu ane ché gli impedivano i11sipo di prollerirc parola; il morale che eccellf'ote erasi couservalo sin allora ; prorondamenle s'abbatlè; a,•evasi in S'lmm3 a curar una pMegmasia alba dolens. Era però consolante l'os~ervare il capo conservarsi perfellamonte libero eia qnalsivo,;lia doglia, le orecch ie non essern comprese da vi::run rumore o tinlinnio, il ve.otre mostrsrsi lratlabilc in tutta la sua e~tensione ,

lucide lci facoltà intelletluali , ricomparso, tollochè breve, il sonuo con assenza assoluta <li brividi. La costituzione debole dell'ammalalo, le sanguigne sottrazioni praticale prima por l'orchite, poi per la pneumonite, le condizioni del polso non ci· perm,iltevaoo d'~ndar più oltre nelle sollraziooi s_anguigne , sebbene da flogosi dipendente si ritene3Sò questo ouovo apparato di fenomcui morbosi , erasi in somma in un molto serio imbarraz1.0. Dal quale veniva sollevate, da una terza visita che .ci concedeva il su lodato Prof. Riheri 11 quale, sebbene convenisse uella mancanza òi margine ~1er in3istere od!e sanguigne sì generali come locali, giudicò pBrc) esser indispensabile comball.tlre la rnalaltia con rimedii antil1ogi3tici e fra questi scelse u,, ..:ontrostimolanle ònterico, il solfato di mai;nesio, ripo11e11<lo più che nella generale, nella di lui intesti11ale rivulsiva azione, precipua 3peranza di rmscila. S'esibì dunque il solfalo di magne,ia epicralicameote ossia al la do3e ·d'una dramma o tale dose si ripeteva ogni ora, finchè oon fJsse occor:;o il benefilio di quattro o cinque ah•ine evacuazioni : si 3ospoodeva per qualche tempo per ripeterlo con eguale scopo. L'ammalato usava ·nel tempo sti3sso una bibita l1ovomente nitra ta e l'arto atreno da prima ~1110 con orio di gi11,;q11ialf10 era asperso di far-ina di segale conLeouta da compres,e e fascie. Con questo semplice rn1~todo di cura con costanza adoperalo s'ebb·e ad ossc r1•ar9 l'immediato so~peuclersi Jella diffusiooe dt)Jla Ilogo;i alle vene iulerne ed i11 capo a nove giorni, a bel bello di111inueuJo il dc1lore ti la 0oofiezza e con essi la febbre e gl'altri sintomi , l'arlo era ridotto presso che allo stato natnralt1. St imo 1)erò abbia contribuilo a questo huo11 esito una le:5gie ra idrargi rosi occa~ sionata dall'unguento mhrcurial,•, usalvsi 1op1camcnte nei primi giorni. A ritardare la couvale~.:enta al nostro ammalato di n11ovo si fa..:cv aoo Jvlt!11l1 le rnnc superficiali dell'altro gamba , ricompariva u11 pue,1 di l'ohbre, dvpo qualche ora la gamba era tulla til1e1na1osa , ma sia p~rchè fin dai primi se11tori ùi q,w,;to 111.1 vello lleb,Lico in · snlto rosse messa in prallca la sli!:iSa topica, ri\'Ul,;iva ed anliilogis tica cura, sia por qu'e lla iguota legge patologica che d1 dutl organi oJ arti uguali e ,1mmetric1 cbe successivamente s' ammalano· , 111 ,~udlo cl,e pet se,;ondo resta oITello la malallia fa uu cursv più corlv e piu lei; · giero, questa gonfiezza non elJbe lorr1l)ili progressi, preslO si arrtstò e non si proluugò piu ultrn del terzo rnferiorn della coscia ed in sili gioroi fu risolta Entrò fìnalment~ l'ammalato dopo un mese e 411alche giorno di variatL morbi m convalescenz.a la qualè regolarme11te prucedendo lo mise in ,stato di potere la~ciare la Vet1aria ai 20 ùi Marzo e di polerc cosi reca rsi 10 seno dtilla IH'opr1a famiglia a consolidare l'uttenma guarigione. Lo v1silai 110 mese dopo e con mia sorprl!S3. rinvenni I~ vene delle braccia e <lolle gambo che, come li:: descrissi uo1 prnm giorni di malattia, erano dure, sorni~haoti a cordicelle im~ permrabili e che pensava s1 dovessero vl>lit.:rarn , ali~ anotomicho condizioni riclotlu cd eserceull la propria funz ione. Da quanto io vengo d'..:~porre, parini Chè si possano rìlrarre le seguenti rille~siooi. E primieratnenle circa la causa che produsse sì gra\'e e va riata aUezio ..e si può chiedere se essendosi in istato d1 couvalescenz.a esposto all'inl1u:iso d'aria fred1la ed umitla, si deliba in ciò ri . porre la sola e pili probabil~ causa effi cietlle della ma -


306 mercurio. l\i~poodeva iJ Doti. Valle che la diut11roilà Jaltia, oppure se delibasi questa allribuir all'. assorbimento della C'Ura e la i;ergistente integra condizione . gi sani là del pus blennorragico; com'io sono con;into che_, n_ello Ire mesi tla quu!la , lo induceva a credere che radopo staio di coovaleseenza la nostr~ fibra e mollo pm imdicale ed asso luta surchbe per essere la guarigione; che pressionabile e più atleggiala a risentire l'azio~e dei mt>nlre non intendeva nulla toglier alJ'azione coadiova11le morbosi agenti , porto la prima opinione tanto più che .degli allri rimedii stati adoperati , persìs1eva però nella nel nostro ammalato debbe ammellersi un tal quale credeuza c.h'alla virtù sr,erimenlata del protoioduro di mercurio quasi un icame111e si doHs.se la guarigionH e grado di predisposizione delle vene _ad. inl_ìammarsi, ragciò per il modo lento sì, ma progressivo cço cui i fe~ oravata ancora da dne gravi cont11s1om rilevate cadendo nome11 i morbosi andavano man mano svanendo per la cavallo la prima clellc quali, saranno circa <liciollo coolinuata- ~ommini~trazione dell'ioduro di mercurio. Pomesi, fu s~guila da esteso flemmone al braccio sjni.stro. neva fine alla tornala iI Segr(l tario Doli. Massone co11 un Jo secondo luo"O oflro materill ad una seconda nilessuo discorso in teso principalmente ad indirizzar i lavori sìone la manc:nza aFsoluta d'alcuni sintomi soliti ad delle Confere1,ze ari un utile fine pratico , proponendo : 1. non si avesser a discutere quisLiooi meramente teoosservarsi <JUasi sempre irr tali malattie. Di fallo io lutto . r iche le quali pe~ lo più vane ed iuul ili non servon che i} corso della molallia non s'ebhe mai a notar alcuno allo sfoggio di più vanitose e so,·enle erronee dottrine: stadio tifoideo elTetlo d'nssorbimenlo purulento ; il che 2. lo scella delle ma teric -a discuter~i dovesse princifa chiaro corno l'inlìamma1.ione dalla qualo furono P:ese palmente cader intorno aù a_pp1,rati e. i:eri faui Clinici, Je diverse vene sopra no minate non sia passata ma, ad cunvincendo la quotidiana sperienza come dalla sposiziooo esilo suppnral.ivo e come nel corso dell'affe_ziono ~olmonon conscienziosa o falsa di quelli, più falsa s'edilìchi la 1\leùlca Teoria: 5. le discu~sioni dovessero per lal modo es~ nale la tosse non abbia ùato alcun pensiero, g,acchè sere condollo ch'il lavoro di ciascun i\lembro convergesse l'ammalato non tossiva ruorchè pt•r espellere gli spuli e ad un solo punto di dollrlna: 4 . s'instiloissn nello Speclale }a ;espirazione conservassi sempre presso che. naturale. priucipalc d1dla R. Marina un Gahinello ,li Lellura MeJ,a quasi manca nza ùi 1osse e. I~ ~anca~za d1 ù,s~_n ca' ' dico-Scient:fico D cui andasser unili un Gabinetto Patoloesislendo lutti gli altri su dPscnll1 s111tom1 . caralle11zzegico ed un ì\Juseo, il qual ultimo presto sarebbe stato retll>cro forse In Oo go si delle vene della mucosa bronarricchito cli rari oggelli, ove qnei Medici che a lunghi chiale ossia la Ocbite bronchiale eù il metodo cma1ivo viaggi erano de~tlnati futl'avessero corredo delle più rnre produzioni animali e vegetali delle contrade che visitavano: adoperalo nella sopragf!i nnla p!tle91~~sia alba. dolcns 5 . s'iuvitasscr i Medici l\lilitari di terra a<l intervenir au · conrermercbbo sempre più qu·el princ1p10 patologico che un proce,so Oogistico quand'anche compare io una pe.r- • che alle loro Conferenze, onde, stretti in amichovol e scient.Hica frate llanza, più presto s'a,·.esser a rnceogliere sona debole, estenua ta cli forze sia per sofferte malattie, qn ei rrulli ·che il Corpo Saoilario-1\lilitarr, per le solerti sia per numerose sangnigne prali~atc ~er d~bel~ar_ ~llra cure del suo Capo che ardentemente ue zela l'onore ed flogosi, se è guaribile, lo è con r1med11 ~nllflog1st1c1, e il sa pere, può iofallantomeote ripromettersi ct·a Ile novelle fra quesli avranno maggior efficacia queJ\ 1 che pur~ sono lnstituzioni che lo reggono. Nella secouda Adunanza il Dotl. Pescc llo deponeva sul banco della Pnisidenza li già dolati d'una forza rivulsiva, come nel nostro caso il sollodati suoi Quaòri Statist ici triennale e decennale e lt:i:. fat o di maanesìa che ollro al deprimer il generale sistege, a quindi su la necess ità delle Slat istiche l\lediche quel "' quelle 'liq niùe al vine eva?1azio1'.i eJ1e v~rre,. ma , procnrò suo lavoro già da noi per sunto pubblicalo in cotesto denom inare vomilo int cstitiale con 1mmed1ato solhevo Giornale. del novello morbo : ed i manifesti vantaggi ollenuti da Ospedale di ferra. Lcgge"a ncl 'a prima lornata il Doll . ()tielle topiche applicazioni proverebbero quanto ma~c 1'1azzi un elaborato suo ~c ril!o su la natura dei contagi : intorno ai <J•,1ali propugna l'opinione che otmie contagittm s' appongano quei Med ici c1,e, seguaci_ cl'. una· 1.erap1a a 'ViCJo e ciò perché con quest'ipotesi può, a suo parere, troppo teorica, lo vorrebbero dalla prat,c~ .sbaod1le od meglio spiegarsi com'11na determinata malallia co11togiosa almeno come di uiuu con io le trascurano. ilìutro $peranza possa svolgersi, comunicarsi e manlenersi; c:om' avvcnga in ultimo, Ornatissimi Co Ileghi, cbo mi perdonerete la che prediliga piuttosto 11lcuoi Paesi e si mostri di pretroppa prolis~ità in cui m'accorgo d'essere caduto de· ferenza io ispccia li condizioni atmosferiche; com'essa scriveudovi questa Storia , se r iOetterele che l'alluale possa essere quasi esclusivamente propria d'alcune classi caso1 per la sua particolarità & forma, esigeva per mago specie d'animali ; come la su.i manifeslazione abbia luogo dopo un periodo cli delitescenza che può variar a giore chiart•zza lui.li i più m inuli ragguagli. tenore dell a varia forma morbosa o delle circostanze lo· cali ed individuali; come la sua evolu1ione ed il suo dt'lcorso possano quancl'inlerrompersi e qoando ripigliare ; REl,AZIONE DELLE CONFERENZE SC1ENTIF1CllE com'esistere possano sos ta nze delle s11sccttfre le quali banno la facoltà ora di trasmetter e mantene r efficaci i (Conlinuazione del mese <li febbraio). principii contagiosi e<l ora ciò non facciano od il facciano io tempo molto più brevo che non le altre; com'in fine G1>l'iOVA. 0$pedafe Marittimo. Dopo una piuttosto lunga lo misure sanitarie solite mellersi in vigore possano per<lisrns~iooe intMn' a com spellanti all ' interno servizio ciò no n solo esti nguere la malauia contagiosa, ma anche dello pedale fu, nella prima seduta, data dal Doti. Valle impedirne l'introduzione iu un determinato Paese. [ovocò lell ura dt>lla ~luria di ~ifìlidc tubercolare, riferita nel nuad ultimo io conferma di questa sua opinione l'analogia mero antecedt nle del Giornale, la quale pors'occasioue dedotta da alcune malotlie contagiose nelle quali )'essere ai ))011 . Pescc110 e Gr,ffi di notar\! come potesse movivet1t e è già dimoslrato. Questa Memoria diede luogo versi duhbio su la stabilità della guarigione ottenuta e ad una ,·iva e lunga discussione tra il suo Autore, il com'il cc,ns(•gu;menlo di que,la, noa al solo protoioduro Doli. Omegna , il Doli. Malvezzi , il Doli. 1\lari ed il Faròi merc1,rio, ma fors'aoche fosse dovuta all'insieme degli macista S ig. Grassi il quale ultimo riponendo la causa dei altri compensi terapeutici slati adoperali e specialmente contagii nella f'er.menta:r.ione differiva essenzi_al~enle dal· al roob del Savarese il quale, se preparalo con il me· l'opinione di tutti gli altri che, beochè oppos,ton a quall odo del l afecteur, poteva contenere deutocloruro di che punto della dollrina sostenuta dal Doli. Mazzi, tutta-

da

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301 via, rnettendc>la in dulibio • ctori, la con!radisser io modo assol_ulo. Questa 9iscussione , se potè per un lato di mostrare l'erud izione dei. conJeodenli, .11011 fu [H-ir altra parte tale che portasse in'IQrn'alla n-atura dei contagii.lurJli mag, gìori di quànt'allualmeotc ne possegga la Scienza. Nella seconda . Seduta le9geva il Dou. Piazza la già pubblicala Storia di .congfu-at11>ite ac1ita, ùliopatiea ed essensiate. e parimente il uott. Pescctto comunica-va ·ai Me.~ici Mi litari di terra ì' suoi Quadri Statistici ed il suo Scritto su la necessità delle Statistiche. 1'ermioossi la seduta con la presentazione del dono al Gabinetto di Lettura del l 'rattato· d' Igiene Militare fatto da'I suo Autoro il Med. Oiv. Do.u . Arella e con l'ann unzio fatto dal Segrelario essers i dello Gabinetto arric,~hito del Padre dei Giornali di Medicina Italiana, gli Annali dell'Om9dei e. delt'Atlas d'Anatomie ·tlescriptii>e du cot:JM lmmain d·i Bonami e Broc-a ; Opera -questa . in corso d'associazione. · . ALESSANDRIA. Nelle Cool'erenze di questo rrrnse furono lette dal Volt. Dupont, dal Dolt. Vaglienti e dal Dott. Lampugnani tre Storie; l'una d'una ferita susseguita dalla morte del fe rito Artigl iere Fa lciola; la se'conda di pro· duzioni (ibrinose del cuore riiwenute nell'a_ntossia; la terza di farcino cronico seguilo da morte per moccio acutv. Lesse poi il Farmacista Sig. Giorda.no una ,sua Memoria s·n l;i scabbia lendeot1:1 a dimostrare com'il metodo d'Helmerick di cui si fece cenno in questo Giornale coincida pienamente con quello che già da due anni era stato po5to in uso nello $pedale d'Alessandria per cura dello stesso Signore Giordano. Sc1AlrnE1d. 11 O,oll. Cre~a trattenne nella prima Seduta l'Adunanza con la lettura d'una sua Monografìa intorn'al coxarlrocaco, nella quale studiossi riassumere quanl'i più rer.enli Autori scrissero su quest'argomento. Questa Me· moria formò il soggetto della discussione ch'ebbe luogo nella seconda tornata nl:ll la quale par'taron il Uoll. Com isselli, il Don. Ferrero, il Dott. Costanzo od il Uotl. Crema. Sostenne il pdmo che la lussazione spontanea derivata da Petit dall'accumulamento della sinovia, tollocchè contraèldetta da Boyer e da De,ault, riceveva ora .. mpia conforma dalle t'ipetule ingegnose sperienzo state praticate da Parise per mezzo d'injezioni d'acqua spinta nella capsula articolare, l'effello <hille quali emu lando pcrft:illarncnte quelle delle raccolte sìerose , produssero la lussazione spontanea del femore. 8oggiunse poi che seuza voler erigersi a giudice tra lt:l diverse opinioni di. Autori cosi mey·itamente celebrali, egli, d'accor ,fo anch'in ciò col Sig. l'a r ise, mentr'·ammell.eva ·pure quali cagioni della Jussazio11e 1a carie, la tumefazione del cuscinetto pi.nguerlineo della cavità cotiloidea, l'usura dei lendini e lnlte le altre organiche alterazioni delle parli componenti l'articolazione, -non poteva non ritenere possibi le il fatto della coxalgia di1)ernlente dalla raccolta sierosa nel cavo articolare, e ciò sia per le matematiche prove che ue diede il Parise, sia anche perchè spiega come la coxalgia convcnevol-menlo curata, a malgrado della complicazione anatomica delle parli che compongono la giuntura, a malgrado della profondità di questa, a · malgrado alcune volle del la prossima minaccia della lussazione, tutta via riAsce qualdie volta a guarigione; la quale cosa no n polrebb'ottenersi se come cagione della coxalgia volessero sempre rite· 11ersi lr1 carie od altri guasti organ ici dell'articolazione. Ad ultimo per corroborare maggiormente quest'opinione, i I -Doli. Com is~elti féce rìcor.so ali' Anatomia- Patologica ricorda11do come nei cadaveri di persone morte per tttS· sazio11e congenita, stimpre quando le ricerche erano pra- ! ticate nei primi anni della uascila cioè ,prima che la na turà avesse operate quelle .mutazioni di tessitu ra solite ad os servarsi nelle lussazioni accidentali non ridot te, siansi os• servate la capsula o-vi_dentcJmrnte dilatai.a .per idropisia, il leg.amento.rotondo disres.o et! allun.gato, turnid.o.ilipaccltetto pinguedineo .ed -aLconlrario sa.ne o quasi nello stato. naturale tulle le altre parti. Conclriu·de •perciò eoo Pari,Cl che

all'effettuazione della lussazione spontanea da idar_tro sono . necessariè due condizionj cio~ che la raccolta del liquido sia apbondante e che la ca vìtà osteo fibrosa non sia per· forata : conchiuse ancora ·facendo r iflettere ·come non sia cosa di poco morn~nro l'ammeiter o no.o questo modo di form aiiont.1 rfoUa coxalgia, giacché. nel fatto pratico quo· tidiano, se s'ammettesse solamente come cagione cos tante un'alterazione organica profonda' .nei tessuti articolari, n.e verrebbe d1e l'unico ·spediente curativo sarebbe sempre la demolizi.one del. ,memhro; mentre ammesso il primo cooceuo; il Pratico non .solo può, ma. debb'i odug1are quest' auo· operativo, valendosi prima di lutti guegl'ailri tera.peutici compensi che dall'Ar-te sµggeriti 1:iescono qualche volta alla guarigione con la conservazione del membro. A questi e ad altri ragiooarnenti del .Doti. Comissetti oppose il J}ott. L<'errero non poter eg li comprendere come la Sola idrQpisia della capsula possa produrre l'allontanamento del capo del fomore dal fondo della cavità, poichè, a suo·giudizio, la pressione debb'esercitarsi di preferenza su le parti molti e su le laterali dove trova minore resistenza e non già · sopr'nn corpo rotondo, duro e tenacemente tenuto in sito. A ciò rispo~e il Dott. Comissetti uolando che, fattasi una volta la raccolta per l'effetto d'un'irritazione primitiva ·o .se·condaria della membrana ~inoviale, il liquido contenuto n11lla cavi tà osteo-fibrosa opera per forza espansiva d'dastieiLà cornprirneDdo le pareti in tutti i versi e fo.cendo sforzi come per aumentarne fa capacità e che per l'effetto di q11esta compressione tutti i diametri della cavità articolare doveud'111grandi 1'<', nè ciò po tendo accadere nel diametro ileo 'fomorale in al tro modo fuorchè per l'a llontanamento del capo del fcmtire dal fondo della cavità cotiloidea, necessariamen te oe conseguita che il capo del femore, spinto fuori dal la c.av.ìlà e il,111 più rallenuto dal margine del cotilo, nè dalla capsula fibrosa distesi dal li.quido, debba esserti tratto in alto ed all'in dietro dall'azione specialmente dei mu~coli glutei, effelluaodos, così prima la lu5sazione incompiuta e più lardi la compiuta. Il Dotl. Costanzo moven<lo da un caso di coxalgia esistente nella Clinica , Lente, cornbiJller alcune [JrO;J,is iziooi slate ammesse nel suo Scrillo dal Dott. ,:rema. Qtrnsti risp03C non poter avere gra11 ,!e forza le obbiez10111 del Collega opponente per essere <p1t:.sle dedotte da uo caso d1 co.xalgia non per anco bene co11l'ermato. Esauritasi qnesla discL1ssio11e, il Mcd . Uiv. riferì intorno ad un ammalato di tumore bi.i neo all'articolazione tibio -tar~ea, sul cooto del quale, dopo un atten to 1:, ame già prima rauo al letto dell'ammalalo, unau,m i furono i Med ici 11el decidern indispensabile l'amputazione. llifereudo (Ju ind'd mcde.,;imo intorno a due casi di motte repentina, l'llna per cadu ta da un lerw piano e l'altro per apoplessia, parlò lungamente ddle lesioni anatorniehe r111vonule nei cadaveri d'amtllldue, dedur::endone corollarii pratici. Fu in fiue chiusa la st:duta con alcune disposizioni riguardanli il lìabioetlo d i Lettura. N1zzA. In tulle e due le Cunf<!renze continuò la dtscnssione s,1 la febbre tifoidea, persistendo principalmen te il Dolt. Peluso a dare più ampie spiegazioni intorn'al concetto t vedi le Conftlrenle del mese di gt!nnaio} ch'egl i s'era formato di que;;1a rnalallia. Al!e rillessioo1 del Dott. Peluso rispose il Uotl. Tarrone amme ttendo con il Rasori che t11lla l'abilita del Medico consiste nella cura di q11esta malauia, nel ,;erbare modo e tempo per aiutare la natura a riagirn contro Ia cagione morb:fica la quale egl i disse consister in un par1icolare pri11eipio. morboso, ereditario e perciò preesistente nell'orgau'ismo> simile a quello del vaiuolo il quale per svolgl:lrsi bisogna di determinate accidentali1à, quali i priucipii mefitici, i. · patemi d'an imo, ecc. Q,,e;l'opinione fu t;ombattnta .. specialmente dal Med. J>iv. il quale con -un elaborato suo di scorso riassunse tutto quanto intorno alla febbrn tifoidea s'è scritto in ques1i .ultimi tempi e dimostrò come · più sove11tc il metodo antiflogistico moderato riesca alla guarigione di cesì grav~ malattia.


308 le n :e (1), dar.o un a'1dio alle soglie paterne, diedé opera a visitare successivamente le più ' illustri Università della nostra Perisola, lavorando indefessamente e raccog liendo o:v unq!Je buona messe di utili cognizioni. Soggiornò in st>guil0 ,più , di quatlr'anni'in Parigi ed un anno i Londra studia.ndo Rotanica, sollo Achard Pro'fessore alla Facoltà Medica, di cui dh•eniva in breve l'assiduo compàgno, l'amico, qna~i il co llal.JOra ior<'; studiaod' A nalomia sui cada r!'r\ e Medicina Pratica specialmeute Operativa ncìle Cliniche di Velpeau , Lisfranc, Roux, Joberl de Lamballe, tiston cosi i·mmatoramente anch'<~sso rapito alla Scienza. A chi conobbe la ,• ivace inlellige.r12a ed il ,tatto d' os. servazio11e di Clii era dotalo, non che quella Sua laboriosa abitudine di consegnare giorno 'per giorno ali& carta il risultameoto de' suoi studii, sarà facile l'i1:nmaginare co11 quale corredo - di cognizioni ritornasse i11 Piemonte in s11 lo scorcio ue·l 1847. Nell'anno_ successivo col plauso dc' Professori clrn l'ebbero carissimo e quasi più amico che non All ievo a<lclol.lorossi in Chirurgia nella nostra Università collo scopo soprattutto d'entrare nel éorpo BOLLETTINO ·lJFFICJALE . San iiario-M ililare ove continuasse la guerra. Ottenne di fallo, pochi· giorn i prima che s'aprisse !' in fausta ca,npagna Dott. Capriata, Medico di Reggimento nel lo Sp<~dale di del 1849, d'es,;ere aggregato al 1° Regg. Granali1)ri GuarAlessandria, comao<lalo allo Stabilirr1tinto Ilaldie. -Dopo la rotta delle -nostre armi destinato a Novara · oeario .Mi litare d'Acqui. dalla sav ieua di Chi presiede al dotto Corpo ed apprezDoli. Costanzo, l\fodico dì Reggimento 11ello Speda le. di zava al giusto il va lorn di Lui, ivi ebbe luminoso campo Sciam~erì, comandato olio Stabilimento Baldi spif'gar in sollievo delh~ vittin)e di quella giornata quei neario Militare <i'Aix. tesori di pratiea sapienza di cu i era fornita lolla l'attività Doli. Viberli,. l\fediro di Ualtag\ione, da I Forte di Bard delì'animo e la I.J onlà. del suo cuore. Nè le gravissime passa al 7o Heggim_ento di Fanteria. cure cl' un la(1l.o nuuiero . ti' ammalati lo impedivano di Doli. Agosti , Medico di Baltaglione, dal 7° Reggimento consacrar a molti bei lavori di Anatomia Patologica, di Fanteri·a passa al forte di Bard. che wan,Jò in seguilo al nostro Museo, quei ritagli di Sig. Rasino, Farmacista di 2a Classe, dallo Spedale Suctempo che gli' ayonzavano. . cursale d'Annecy passà allo t'\pedale Divisionale d'A lessandria . Stl non che. o fosse la soverchia fatica od il cordoglio vivissimo in Lui che profondamente amava la Patria sna • di vedl' re fall ite così generose speran1.e od altra più terivsa · cagione, in quei giorni stessi si manifestava I mis un primù accesso di quella mala1lia che doveva.tre an11i dopo condurlo ali~ tomba. Si riebLè, ma perfellamente non mai. P.er due ann i ancora stud iò ,issiduamenlc l'A· Nel mentre la Rt•dnione, fott:i alJi troppo! ccrtà j uotomia e le Operazion i Chirurgiche, perfezionandosi in che inesorabile la morie rapito :.ivera al Corpo Saesse come poch issimi. Vero martire della Scienza, conitario Militare uno tra i più eletti suoi n1embri 1 slrelto q11indi a non più uscire da llo aggravarsi del mornella persona del Doli. Giuseppe B1rnn, Med. di bo, non 1f1smise per ciò le sue studiose abilud ini, Lrovando Batt. io aspet.lat., ntlendev:;1 a raccogliere, per darne nei .libri , nell'affetto del vecchio suo padrn, dei fratelli, un celino 1Jecro logico, le nozi1,ni biografiche d'un degli amici il solo allev iamento a' s11 i mal i. Povero pacosì d istinto Cnllega, l'esimio Dolt. Bruno, Chirurgo 1 dre rimasto a piangerlo ! Questi pochissimi ed 1mperfeUi cenni La prego l ii.mo. Assist.ente nello Speciale di S .. Giov~rnni, amicissimo Signor a volere raccogl iere nel s110 Gi,m1ale, sperando al BERTI e suo- ~mu)o per iug<>gno e per dollrina ci non riescano del 1111to discari a quclìi fra i Membri del mandava in proposito il segue111e Scritto ìl quale, Corpo Sanitario che conobbero davicino il defunto ColI. interprete sincero dei ·s ent inwnti di quanti rtibero. la i lega. 1lfultis ille bonis flebilis or.cidit - ma certamente - venrnra d'avvicirwr : I Jh:1rn, 1,oi ci uffret.t.iamo di nulli fllebilior quam rnil!i. fare di pubblica ragione. La Redaziune. (1) Nel Repertorìum Florae J,igusticae del Ch. Prof. Cav. De-. Ai 22 di giugno e dopo lungh issima ma lattia moriva a notaris trovasi sovente citalo il Berti, come quegli che, avendosi 55 anni in Porlo Maurizio sua Pa tr ia il ])oli. Giuseppe Berti fatto un Herbarittm compiuto delle Piante Liguri , ne mandava e;emplari all'Egregio Professore suo grande · amico. Un nuovo Medico di Ballagl ione nel 1° Reggimen to Granatieri lìuargenere di Licheni Yeniva pure da quesli chiamalo Abrathallus die. L' arle perdeva io Essolui uno de' suoi più appassioBei tianu.s. Ecco le parli che ne terminano la descrizione: Speciem dico D. li-/. .fosepho B11rti, Botanices scìentissimo, qui prinali e di1-tinti Cultori , il Corpo Sanitario-Militare un mus fructiferam det<xit (1842) ad olearum tru.mos prope Porto membro tanto profondo per dottrina, quanto modesto, i Mauritio in Liguria Occidentali. suoi amici , e son molti , uno dei migliori e leali cuori (Memorie della Real Accadfmia delle Scienze, 1849) che esistano quaggiù. Laurealo a Genova in ·Medicina li Direttore Doti. COMISSETTI l\fed. Div. nel ~ 859, dopo alcùni mesi passati in seno alla fam igli a Il Vice-Direttore r esponsabile Doti. Bar. de Beaufort ì\f. R. e nei guaii si consacrava quasi esclusivamente allo studio Torino, Pelazza, 1.852, Tipografia Subalpina, "fa Aliìe1·i, n° 2. della Bot;,nica da Lui prediletta ed in cui fu tanto va.· · cA~LIARI. Continuarono in questo $pedale le discussioni intorno alle mala ui e solite a fingersi dai Coscritti, contro le quali il l\fod. Div. premuniva i Medici .Militari coogre"ali. Parla nd'io . seguilo lo stesso Med. Div. de.lJ'~umen · tato vomere de.gli arnrri_al,ati e delle gravi malattie reumatico-infiammatorie dom i1:anti e proprie fpecialmen le dei giovani Soldati della recente Lev·a, fact>va rifletter_ ali' Adu· n·anza ciò dipender in grande rarte_dal troppo rap1<lo camb iamento c:he quei giovani, p,•r la prima v,olta ch-iamali per Leva sotto le Mili tari Bandii•re , dovevano· fare. passando dal tenore dell'abituale loro mvdo d1 viver e d1 vestir a q uello della vita del Soldato la quale , se migliore. può . dìrsi per rigua.-d'al v ilto, cessa d'c~sern !aie (per quanto ~Imeno riguarda il Soldato, Sardo) per rapporto ad altre eondiziooi, com' ad esen1pio per ciò che riflette il taglio dei capelli i quali sogl1onsi purlare luu.ghissimi da que· gli isolani.

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PARTE SECONDA

NECROLOGIA.

I ,1.

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ANNO I .

( ai 12 di luglio 1852)

GIORNALE DI MEDICINA HILITARE DEL CORPO SAl~ITARIO DELL'ARIIATA SARDA.

L'associazione noo si riceve che per un anno e comincia col t" d'agosto. li Giornale si pubblica nel lunedì di ciascheduna settimana

PREZZO D'ASSOClAZlONE l o Torino .

. . . . . . . L. 10.

In Provincia ed all'Estero, franco di posta

L. tL

L'abbonamento debbe pagarsi per semestri anticipati. Lo associazioni per i non militari ricevonsi alla TIPO GnA FU SunALPINA, via Alfieri, oom 0 24. ~ lettere per abbonamento al Giornale debbon esser alfrancate ed accompagnate da vaglia postale.

t • Doli. BiiSOzz1: Memoria sol Cloroformio. 2° Doti. CORTESE: Aneurisma popliteo guarito con la legatura

SOHMAJUO. -

d ella crurale superficiale. - 3° Relazione delle Conferenze Scientifiche. - 4° Bollettino Ufficiale.

PARTE PRHIA MEMORIE ORIGINALI MEMORIA :5UL CLOROFùRMIO

del Jl1ed. Dio. /)ott. IlHsozzr, letta in ttna Con/i: ren:a

di Nopara.. l ' Arte Medica che da moltissimo sostauzo vele11ose seppe lrar in ogni ternpo profitto a vantaggio dell'egra omaoit.ì, ~eppc pu r anche recentemente convertir io sollievo dell'uo mo sofferente l'azione per se stessa letifera del Cloroformio arreslando oell'allo cho nasce nella persona solloposta alla cloroformizzaziouo l'insensibilità la quale troppo prolungata rio cagionerebbe nece:1sariamcnte uoa pronta morte, L' uso attualmente introdotto negli Spcdali e nelle priva lCI case di queslo eroico ritrovato Chimico de'nostri tempi per curar alcune malallie e mollo più per prevenir il dolore nelle Operazioni Chirurgiche e gli accidenti infau~li che di tempo in tempo quà e là si hauno a lamentare pe' suoi sinistri eifolti, icnpongoo al Med ico bene pensante e conscieuiioso d'amministrarlo con la massima riservatezza e prudenza. Siccome fì nora non v'hanno determinale regole 111Je quali il Pra tico debba allenersi nell'esibizione d'u11 tale potente anestesic:o, cosl io giudico opportuno riepilogar in breve tutto quanlo in proposito fu 6oora allestalo da Sommi Uomioi che più particola rmente lrauarooo ili questo eroico agente; cosa questa la quale non può che pro6lla re moltissimo il :\-Jedico .Militare. Dalle ri petute spericnze praticale da M. Coze ood'apprezzar il rnodu d'azione del Cloroformio nell'animale economia sembra che desso agisca sorprendendo e talora togliendo la vita <lei diversi organi coi quali cade in contatto. Solo le cond izioni Anatomich1~ e 17isiologicbe degli organi danno a quest'aziono parlicolari caralleri, variand' i fe110mC1ni da l Cloroformio prodotti a seconda della slrullnra e

delle funzioni degli organi sui quali esercita la propria 11ziooe. li medesimo sospende o toglie la vita dei muscoli, quella delle tuniche ioteslinali e la stessa po lenza eserci la sul ~uore e sui polmoni. !niellato il Cloroform io ne' pol moni d'un auimole, egli muore alrislante. Non è possibile anestizzar isolatamente il cervello ; io questo caso le fu nzioni del midollo spinole sembrano pili allive, le contrazioni muscolari si fanno più vive e risenlite, ma noo avviene la minima manireslai ione di dolore in seguito a punture o stiramento d_e' nervi. M. Coze avend'anestizzalo isolatamenlt> il midollo spinale osservò che conservand'il cervello l'integrità delle sue funzioni la morte succede immediatamente appena il Cloroformio colpisce la parte superiore del midollo. La natura dell'aneslesìa generale prodotta dalla inspirazione dei vapori del Cloroformio dimostrerebbe che il di lui assorbimento sì fa principalmente dal polmone e non dalle vene della superficie interna del oaso e de lla bocca. Il sangue impregnato del Cloroformio va ad anestinare tolto il corpo. Si può preservar un membro dall'anestesia comprimendo l'arteria pri ocipalo che va a quel membro ed in questo caso l'insensibilità si manifesta solo tostochè venga tolto l'ostacolo opposlo alla circolazione. Ma il sangue cloroformizzato accorro in maggi ore quantità al cervello per la natura del movimento dell'onda sanguigna che parte dal ven tricolo sinistro del cuore ad ogni sua contrazione. A queste osservazioni il Uecano sullodato della Facollà Medica di Strashu rgo aggiunge che la morie da inspirazione del Cloroformio nella pluralità dei casi suol avvenir in conseguenza di paralisi del cuore e dei grossi vasi, non che per il di fai ingorgo. Ma talora anche può succedere per la penetrazione d'una piccola quantità di Cloroformio liquido nei polmon i; nel quale caso la necroscopia offre l'epatizzaziono loro o l'accumulazione in essi <li siero sanguinolento. Per icolosa quindi sarebba l'inalazione del Cloroformio particolarmente alle persone tocche da malattie dei polmoni e del cuore. L'esperienza ba prova lo che in simili casi c01la massima facilità producesi l'a~fìssìa tanto allorché i suoi vapori non sono s111Ticieuternente misti all'aria atmosferica, quanto allorcbè non si eseguisce li berameote la respirazione. Somma cantela richiedesi nel ca.so che si dobba am-


5i0 ministrar il Cloroformio a fanciulli, a persone di tempe· prestare pronlamenle lutti i sussidii ·necessarii pt,r dfiramento nervoso, a quelle che per · malattie hanno il si- ' tarne le funeste conseguenze. stema -nervoso io uno stato di notabile · sopreccitamenlo 5. Che il Medico sia prudente e non troppo proclive ..!lft in i§pecie alle ~mo:,ii!le in via di men~trua.ziQne, es- a pro.porre la cloroformizzazione e si opponga alla sua ,send'io ta,I periodo . la l9ro. érrilabililà n,e,;v9sq1 ::issai auattuazione quand'appena si accorga dell'esistenza di qaal,ment1ta. lo, qqesti•1soggelti iii O!oroformio ppti:ebb,e agire qhe, icqntroiudicaziono, e~plqrando prima S()ecialment~ lo ->C-On- tr-0p,pa energia,.:Non debbe ~mai avere-~uego la- clo- - alato degli -0rgani della --r~spiraziooe -e.- della-<oirMlazione. roformizzazione nelle persone a stomaco non digiuno , 4. Che durante l'inalaziono del Cloroformio il Medico perchè il Cloroformio esercilaod'un'azione moltò intensa debba esaminare contiouamenle ed attentamente la consul cervello e perciò anche su tutto il sistema nervoso, dizione dei polsi, lo staio della respirazione, l'espressione i nervi dell'oltavo paio per tal influenza possono riagirc facciale, la situazione del globo d'ell'occhio, il grado di sa lo stomaco stesso e determinare direttamente od inrilassameuto della muscolatura per misurar il grado di direttamente accidenti fatali io causa del · perturbamento azione dell'anestesico e prevenire l'imminente pericolo. ,delle importjlnti ,funzioni di ques\a vi~cera. Finalm~ote la 5. Che abbiasi la precauzione di far io modo cl1e nelpersona cloroformizzanda debb'essere mantenuta in pol'inalazione l'aria si mescoli sufficientemente ai vapori delc· Gloroformio e che la respirazione s'elTottui con piena sizione orizzontale con il capo alquanto elevato perchè allrimente la. posiz.Ìone verticale del corpo Javoreodo già Jibertà., mentre di'lersamente con facilìlà si produce l'asfisp,er, se .sttssa~ IA .~i.ucope ,, questa avrebbe luogo COQ Jf sia o I& sincop~. Agendo con simile cautela l' inseosibìlità massima fa cilità per il fatto che il cuore ,affi,evolilo dal ~s'oltieno dopo 10 o 12 minuti e ool consnmo di 12 a 20 gramme del liquore anastesico , ma non v.'ha timore di Cloroformio non potrebbe spingere liberamente il sangue alcun sinistro e{folto. Questo metodo pertanto è prefeche debbe tr_asmeUer al tervello. _ribile a quello .d'usar inalazionJ .cloroforr.niche molto conSe l'inalazione del Cloroformio non apporta all' istante J'anestizzazione vengoo in iseana i sintomi d'eccitamento e centrato per ottenere con prontena l',inseosibiliUi con, pe· s'osservano l'iniezione delle congiuntive, l'agitazione e la ricolo di deplorabili conseguenze. convulsione dei movimenti e talfiata eziandio un lieve G. Che si sospenda l'inalazione del Cloroformio appena grado di delirio ; la sensibilità non sembra compiutamente siasi ottenuta l'insensibilità per rinnovarla piuttosto allorabolita o aImeno , se lo è, è abolita per un brevissimo che, non essendo terminata l'Operazione Chirurgica, subentri la sensibilità. Dourdin è dell'opinione che convenga s pazio di tempo, di maniera eh~ se si dà mano ad una Operazione, appena questa è incominciata, l'ammalato è astenersi dallo cloroformizzar eziapdio quando noo siasi 'scosso da movimenti violenti ' sforzasi di fuggire e saottenuta I~ campiuta insensibililà') 'asserendo· essere meglio rebbe esposto a pericoli ove non fosse co11 prontezza e che il paziente soffra un- po' di dolore p1ullosto che fargli vigore trattenuto. Cionulladimeno egli è sorprendente che correre pericolo della vita. Egli asserisce dell'opportunità di cessare dall'amministrazione del Cloroformio quando la .al riaversi da tale staio il paziente attesta per lo più non tesla dell'acestenizzato va piegandosi sul tronco non esµvere sofferto alcun dolore. Se in coteste circostanze fosse continuata la cloroformizzazione , la faccia impallidisce, sendo più sostenuta dai muscoli che la tengono nella posizione verticale. i muscqli si rilassiano e cadono lentamente e gradatamente in uno stato di compiuto sfinimento; la respirazione 7. Che prima d'accingersi a cloroformizzare siano in pronto l'ammoniaca, l'aceto radicale od altre sostanze alle si fa stertorosa e l'insensibilità arriva a tale grado che ad irritare la pelle e le mucose; siano parimente in pronto il cloroformizzalo può subire qualunque Operazione senza l'acqua per affusioni fredde, il gas ossigeno ed i necessarii provare la minima sensazione dolorosa e coo la piena meni onde somministrarlo. Quest'ultimo rimedio, come sicurezzi, dell'Operazione per parte del Medico-Chirurgo: il russar è il segno caralttlristico della soppressione della è l' antidoto di tutte le asfissie prodotto dal carbone e dagli altri gaz e vapori deleterici, così sembra possa esser applisensibili tà. Nel primo caso acceooato se i sintomi sono moderali cato con felice successo anche contro gli elfelli funesti del o di una breve durala si può senza pericolo prolungare Cloroformio. M. Duroy consiglierebbe anzi l'uso del l'ossiall'uopo l'iosensibililà mediante, ripetute inalazioni e così geno in seguilo all'impiego del Cloroformio anche quando non s'avesser a lamentarn minacciosi accidenti per elimi protrarla anche per alcuni quarti d'o~a ; ma se l'agitazione è fo rte e la respirazione precipitala , se il delirio nare tulle le tracaie del Cloroformio e fare cessare pronsi fa imponente , se sì travagliano gl i occhi ed i movitamente l'abballimenlo de'norvi, il peso alla testa, la riamenti si rendono violenti . sarà prudenza lo sosp(%odere zione infiammatoria e tulle Je anormali conseguenze più o meno gravi che oe possono venir in iseana. llicord sugl',inalazione affinchè la vita del paziente non corra alcun gerisce l'insuffiaiione da bocca a bocca per richiamare da pericolo. Notisi che il pericolo ordinariamente suole mani restarsi sul principio dell'inspirazione dol Cloroformio. morte a vita la persona sottoposta all'inalazione del Cloro · Ualle cose sopra esposte chiara ne appare la necessità: formio. Escallier propone spingere due diti profondamente 1. Che non allri fuorché la persona dell'Arte abbia a nella gola all'entrata della laringe e dell'esofago lenendo somministrar un sì potente farmaco anche per semplice abbassala la lingua e ritiene quale segno del ritorno a inalazione e che non abbiasi a permettere lo smercio se vita il movimento d'espirazione che immediatamente sucnon nelle Farmacie e dietro Ricetta del Medico. cede a quest'atto, quando si è in tempo a salvar il cloro · 2. Che 110 Medico non debba dare mano alla cloroforf ormizzato. 8. Che ionaozi tulio poi sia necessario adoiierar un mizzazione da solo , ma che si faccia assistere sempre almeno da un altro Collega in ciò esperto, onde meglio Cloroformio puro; e qui è da avvertire che nel commercio si trovano doe sorta di Cloroform io, l"urao pr~parala col dirigerla o sorve3liarla ed onde potere, se occorresse ,


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l'alèMle de-I ·coll'afooolè" me{i]ico s'pit'it'o di ' che· adòperai· •alla ·dose di un cucchiaio comune tre volle , •t i , · · , •i,w·1 • legno). Questi due •liqnidi'· non differi'sco'no tr:Hli'foro •the•• al giorno •per frizione. , NessuQ •uso finora' fe.ci del · Clorofotmi< F bOnìe rìmedi'oP pel'i grado relativo di· ''p'urezza'. •N~lla preparSzìohe'" del interno, non essendosi preseniati ' casi'fonde poterlo razioCldro'formfo che ·s•\;,,egdi-sl:e rac·endb riagìfe l'àlébole sulnalmente e colla volùta ,prudeoza •somministrare. 1'ipbclotH6 di c'alc'e ( èloh1ro 'di calce del ·commercfo )' s) pro'd'ucono .. ·qtìali éorp, - accessòrii a}cuni' pro'dotti '' oiiosi " ,.. ·1 ... 1 empiréuml:ltic-i ' clofhrati. Coll'alcoòle 'pùro ,·,à qiJàn'tilà' dì STORIE DI CA~I RHIARCIIEVOLI. questi prodotti è assai tenne ptiò èssèfe fàc'ilmentè ésportatà'con 'la rettìfìcaiione. · Ado'pràiio'io vece l'alèoolé 'metilìéo; il çioroformio c11e s'ot(ièné è iriqi110atò ·aa 'i.Jria dose , 98 assài · éorlsiderevole di tali prodotti eriipirchrilatic1 e òòn è STORIA D'ANEURISMA POPLITEO IJI possibile' dispogliar'nelo in alcun modo. Dalle sperfonze dei Guarito colla legatura della crurale superficiale più ·ahi li Medici Pratici' sembra ·ai mostrato che' una grandè' parte ''ìl'e' caltivi effetti elle s'osservano mòlte volte 'n'ellé d.el r.~ed, Div. Prof. COR'fES}!. cloroformizzazioni si an appunto da !ittribuirsi agli olii cloUn caso d'aneurisma popliteo felicènieiltJ' èuratò colla rurali i quàli possiedoa al più alto gradò la proprietà. di' destare le vertigini, le convulsio'ni e le spasmodìe del venlegatura dell'arteria femorale superficiale r1on è al' éerto un avvenimento ; meritevole' '.d'una sp'e~ialé. merizioffe tricolo.'È perciò ben importanl<" assicurarsi clrn il Clorònelle' Opere periodiéhe di ~Iedicina' àéi nostri gior'oi. Dal formio clfe s'i 'adopera sia puro; il che' per dir i·l 'vero' deélinare dello scorso .secolo prfòcipahi:iente' quesL' argonon è sempre facile. L'odore è il carattere su. cui si può mento fu portato a tale gra'do di perfezione 'éhe non safare maggiore conto per ricono~cere 'la purez:r.a 'del farmaco. Allorchè' esso è puro, il suo odore è aromatico e prei''quiil'i "cose di conosciuta 'imporlanta foss er ancòra da aggiunge rsi a vantaggib della'' Chirurgia. Però s'ìccome la non disaggradevole; mentre la prese.nza Mi corpi stracomparsa d'un "aneurisma" este'rrlo nou è _delle più freoieri $i manifesta nel Cloroformio 'J)reparato collo spirito <li legno con un odore spiacevole empireumatico e nan quenti nella Medicina' Militare e siccome al sbo felice seo~o. L' ncido solforico r.oncentrato pnò esser allresi adosuccesso c·redb possano avere coàt'ribuito alcune previ.:' deòze pratiche "che non è forse inutile ricordare, così mi perato con profitto in sirriile esplorazione. Le 'materie sono indollo' a narrarlo. ' ' I oliosé rimangon abbrueiate dall'acido ed nna consegnenza Il soggetto di qWesta Storia e il Signor Fraoc'b'sco Boudella loro Cllrboniuaziùne· si è il coloramento del liquido io rosso-bruno tanto più intenso quanto maggiore è la vard S'otto-Teneot'e del' 1° Regg. (Savoia) ' uomo di circa quantità delle materie che lo rendon impn'ro. 40 >a nni di !Juoria e Jsana. èostituzfono, di temperamento Chiuderò questa Memoria con la giudiziosa avverCènza sangliigno, dedito ai ' liquori spiritosi, de'l resto di abìdel Wan il quale consiglia scio?tlier il , Cloròfo'rmio neltudì11I di vila on-èstè e moderate. Trovan'dosi uéllo scorso l'alr.oole, agirandòlò entr'nn'ampolla di v·etro bene chiuso 1 anno' in Settembre a Ca'mpo sui piani di .Marengo gli a smeriglio prima d'unirlo all'acq11a, all'olio ed all'adipe parvé ·avvertire' nell'atto che saltava un Jos'satello ' un dietro l'osservazione da lui fatta ché il Cloroformio non si dolore' i'mprovviso come di stiraiura alla r'egione del po-' ;,cioglie nell'acqua; ma vi sta semplicemenfe sospeso e -che plile sinistro e, non fattovi caso, continuò la manovra nel tempo della pre'parazion·e dei linimenti e delle pomate militare,' riserv'd'òdosi all' uso di rimedii risolutivi quando altrimente pre p·arale in gran parte volat ilizza. l'occasione glielo avesse concesso. ln sul principio <lei A questa Memoria mi giova aggiungére che somma fu successivo Dicembre il Dott. Sitzia avuto aci:or~imento o l'utilltà eh' io ebbi dall'amministrazione del Cloroformio alla vera n'a\ura del morbo, consigliò l'ammalato ad enper inalazione ond'assìcura rmi della simulazione di molti trare nell'Ospedale Divisionario, dove fu accolto il 15 del dello mese. inscritti e solda ti ricoverati nello Spedale per· allegata rigidità muscolare o delle articolazioni; 'éhe un Soldato l:lel Il tumore occupava allora quella parte della regione secondo Regimento Granatieri òperafo e guàritò da vodel poplite che corrisponde al 1ria1\o iotercondiloideo e luminoso tumore cistico alla coscia destra' dall'ottimo·Colsporgeva sotto la etile come farebbe un mezzo' uovo talega D. Valzena, fu con· queslo mezzo sollevato d'ogni doglia to per luri'go la cui estremità più sottile guardasse in alto. Ma• essendochè la porzione della poplitea arteria lore. Ma mirabile veramente !ù l'effello ouenuto élai 'Cloroformio per inala'ziooe da·me· cònsigliatò ed amniinistrato sovrastante al ' tumore si sentisse colla esplo razione spoal soldato del secondo Reggitriento Granàfieri P...... : 1jet stata in fuori' come se fosse staccata dai suoi naturali facililar al sullodato D'. Valzena la riduziohe ' d'un'ernia contatti coll'osso , v'era motivo a supporre che tutta la volumihosa scrotale· destra 'che cogli altri mezzi 'non si era circonferenza del vaso fosse convertila io sacco aneupotuta ottenere, non osta,He ch'è' prima della venuta dei 1 rismatico e l'aneurisma non appartènesse a quella forma concnranli Dotl . .Valzena e Paradisi io ·avessi mantenuto così ch iaramente descrilla dallo Scarpa che ha collo riper più a·un'ora in un ·b~ gno con decotto di bellaqonna ed o riginc da una faccia ' sola del parete artestrello il sofferente. a cni d,ppo si er" {lppJicato, col consen?o <legli rioso: ' ' stessi. un clistere col medesimo narcotico decollo fii queLa pulsazfoae si' r'iscontrava coll'é ·' < :ltia · patente e disti u)!imì gio~p,i ,,r,òi .~f~~n~i.. lf ?,ur~igto:nJ u~' .ischia,lg!a cronica da cui era bet:sagl,ato ti Soldalo del prrmo Regg1L retta io tutta la circonferenza del tumore ; 'l'ò modo ' da /• mentb11G'ranatiéri ~Gianell:ì lgli'azio' coll'nso del linimento avvert'ire chiarrlmenle l'urto delfonda sangùi~na dietro proposto da \.Vail cosi composto :• le parèli men1uranose dell'o stesso. Così1 h a fac'i!e li perli gramme Cloroformio suadersi che coaguli e strati di fibrina non s'erano for-' Alcoole 10 » ( a gradi 55) mali ancora intorno al parete e che il sangue attraverOlio d'amandole dolci 30 • vino; '11al(r-o

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sava libt>ro e· difilato il cavo aneurismatico. Del che s'aveva la prova . quando, compressa la femorale primitin, ·s'intercettava la corrente; perciocchè il ~acco vuotavasi tutto e s'avvizziva rimanendo percettibile come .una .base un po' cra'ssa e. compressibile. Astrazione fatta çla questHenomcni spettanti all'arteria ammalata, non esistevan.o altri scomponimenti nè locali, nè generali. Le parti circostaot_i al ~umore erano sane e non distratte per :modo da cagio.nare molestie; la pelle normale, il moto della articolazione non inceppato, le vene del membro per nulla rigonfie. Anche le condizioni anastomotiche e fisiologiche dell'albero arterioso e del cuore potevano considerarsi conformi a natura, se pure non volesse.si tenere conto d'una certa tenuità di calibro delle arterie esposte. alla mano esploratrice la quale non pareva concorde cou un temperamento sangnigoo e con uua complessione di corpo non grande per avventura, ma quadrala e muscolosa. Questa circostanza e l'accennata completa permeabilità del sacco aneuris·matico non· lasciavano luogo a sperare che i vasi collaterali fossero abbastanza ampii e molteplici da intrattenere la circolazione nel membro ove il tronco Cosse stalo ostruito. E per averne una prova concludente applicai sul tronco della poplil('la s11periorm_eote al luogo del tumore il compressore articolato del Signoroni , il quale sì per la facile applicazione, si pel suo modo di comprimere senza strozzatura circolare mi sembrava meglio accomodato a questa esperienza. Ma l'ammalato non polè sostenere siffatta pressione più di tre ore ; non tanto per la molestia del cuscinetto quanto pel to~pore del membro, per la incornportabile sensa~ione di freddo al piede e pel formicolio fastidioso_ che avevalp invaso. Fu tentala la medesima esperienza alla metà della coscia , pensando ch'a produrre quei sintomi potesse avere parte la compressione del nervo sciatico, ma si rinnovarono poco dopo colla medesima forza. Consigliai allora l'infermo ad attendere qualche tempo finchè una temperalura più calda e qualche fortuito cangiamento del tumore porgessero condizioni più acconcie all'esilo dell'operazione. llientrò in falli il 1° Marzo di quest'anno in istato poco dissimile da quando erane partito. Soltanto il tumore appariva pii'1 consislente, la pulsazione meno diretta, l'estensione del sacco alqnanlo aggrandila sui lati. La salute generale non manifestamente turbata, ma per alcuni disordini di "itto commessi io quel temP.o neppu;e perfettamente equilibrata. E infatti malgraùo il riposo della persona, la dieta più mite, le bibite rinfrescap,·e ed i Jeggieri enoprotici, la I ing11a si fece sporca, la faccia più profondamente colorita ed i[ tumore diè in dizio d'improvviso e non aspettato incremento. fu fallo un salasso e mantenuto il ghiaccio sulla parte , ma non s'ebbe miglioramento; chè anzi il tumore si dilatò progressivamente a tal mole da invadere tutta la parle inferiore della ro.ssa pop litea e da spostare i capi del gastro· nemio, non che le estremità. inferiori dei muscoli flessori della gamba. Laonde il senso di stiratura, massime al· l'cslerno lato per la distensione forza.la del nervo sciatico pop,liteo esterno erasi fatto sì forte da toglierli il .sonno e forzarlo a mutare del continuo la posizione del membro. Si snreb~e creduto che ~ltre la grande espansione sofferta in qnei pochi giorni dal sacco aneurismatico, si fosse fatto

all'esterno uno spandimento plastico misto a sangue, tanto la -massa del ginocchio e òel poplite erasi ridotta equabilmente rot~nda e suffusa di un colore.rubicondo sospetto. Però se ebbe luogo spandimel)to sanguigno . non fn certo pe~ crepatura del sacco,-ma sì unicamente ·per lacerazione . di vasellini circostanti., massimame!)te venosi, come s'é .bene dimostralo in appresso. 10· questo stadi~ del morbo il battito era del tutto sordo e accompagnato -da generale · innalzamento di tessuti sovrastanti. li Càv. Rossi, al cui saggio consiglio ricorsi io quei giorni, fu meco d'avviso d'affrettare l'alto operativo; ma nell'indomani, dopo un salasso, comparvero fenomeni tali di .gastrica irritazione con si generale coloramento itterico della cute e delle orine, che fu mestieri rimetterio a miglior tempo. Dopo varii giorni di cura con leggieri purgatiYi e coi diuret_ici, questo epifenomeno fu vinto del tutto; la lingua si fece polita, l'orina prese un colore normale e con essa sparì il giallore cutaneo. ln . quei · giorni però presentossi sul tumore un fenomeno important~: decrebbe a poco a po1:o lo spandimento circonferente al sacco aneurismatico, al rossore della parte teune dietr9 una tinta gi"'llo verdognolo, come nei casi di Echimosi . risolta e le P,arli ossee componenti l'articolazione del gi-· nocchio divennero più manifeste; il torpore ed il formicolio della gamba e del ptede, in sulle prime assai rilevanti, si resero men moleste all'infermo. Ma il battito dell'aneurisma improvvisamente cessò, lanlq che non si po!eva avnrlire neppure sollo forma di leggiera elevazione e di fremito. Cou questa -scomparsa della pulsazione del sacco aneurismatico si associò quella del battito dell'arteria tibiale a11leriore; e per converso la femorale primitiva, innanzi que,i cangiamenti mediocre nel calibro, pareva avere acquistalo ampiezza maggio.re e più potente allività di contrazione. Si pensò allora che la natura adoperava efficacemente alla circolazione. laterale. Dopo alcun tempo ricomparve un ballito sordo e profondo, non più all'antico tumore, rrìa solamente nel lato interno, attravers9 la massa del sartorio, del gracile e del semimembranoso. l?u in quesle condizioni che ai 17 di Apr-ile venne operato l'Infermo io presenza del Cav. · Rossi e di alcuni Ufficiali di Sanità del Presidio colla legatura del l'arteria femorale superficiale. Non credo necessario descrivere un allo operativo che a tutti è ben noto, e cbe nel caso presente non venne ritardato da nissun accidente, ancorchè lieve. Dirò soltanto che effeltuai l'incisione della cute secondo l'andamento del vaso per due pollici di lunghezza, io guisa che il punto ove intendeva legare l'arteria cadesse a quattro dita traverse sollo il legamento del faloppio. L'incisione venne a corrispondere così giustamente sul lragitto del l'arteria che mediante leggiero spostameulo de' margini !10 polulo con tutta facilità insinuare fra l'arleria e la vena l'ago da aneurisma e far lo emergere al lato esterno di , quella senza denudarla di cellulosa se oon di quel lanto che importava la latitudine dell'ago stesso. Cosi l'operazione divenne, quasi direbbesi, incruenta, non avendo la ferita stillato neppure un mezzo cucchiaio di sangue; il che .accenno per dimostrare che il taglio retto~ paralello all'arteria è sollqposlo a coo§~guenze assai meuo disagiate di quelle .in_cisioni oblique eh~. ho veduto eseguirsj da qual che Operatore, le quali intersecano ad angolo più o men,,. acuto il decorso del vaso. In questo modo la melà infe~


3{3 riore della ferila entra cosi di leggieri nelle attinenze della grande safena e de' ramiscelli che vi·sboccaoo dentro poco prima ch'essa si getti nella femorale, non che di filoni linfatici , che riesce difficile il non p11°ngere o troncare taìuno di c1uesti vasi.' Questa circostanza non grave a dir Yero ha tuttavia lo svantaggio di seiupare il tempo e di prolu11gare ·gli stadii della operazione. La legatura fu falla con un doppio filo cerato, i cui capi furono assicurati al· l'angolo inferiore della ferita, della quale il rimanente si riunì con liste di cerotto adesivo. Subito che l'arteria rimase stretta dal laccio, non sol· tanto cessò ogni pulsazione nel sacco , 1.nà scemò assai manifestamente in volume; con questa· differenza chA la porzione primitiva occupante la parte media della regione poplitea rimase dura e tenace, l'altra che rispondeva all'inlt'-rno lato si rese più morbida e maneggevole. l coagoli fibrinosi di questa parte come .i> iù recente e naturalmente più molli promettevano perciò una risoluzione più rapida e più completa. La cura successiva fu cosi regola re e felice che pnò essere compendiala in poche parole, La sera stessa mo• straodosi un po' più di esaltalllento vascolare, fu eseguito nn salasso di once sei clre fu il solo durante la cura; nell'indomani essendosi fatta paniosa la linguà si ordinò uo blando eccoprotico; in tulio il resto della cura 1100 si· ebbe mestieri che di. riposo e di bevande ri nfrescati ve. :Sulla ferita fu applicata una falde Ila di filaccia asciulla e una vescica con ghiaccio pesto, che si mantenne fino al terzo giorno in cui cominciò un moderato scolo di pus. Allora si sostituirono le faldelle spalmate d'unguento. La parte superiore della ferita riunita co' cerotti adesivi era già nel quarto giorno in atto di cicatri.zzazione; l'infe• r iore mandava fuori il pus sulla guida del laccio. L'oliva infiammatoria fallasi intorno all'arteria allacciata scemò col progredire della suppurazione e quando il laccio sortì {locchè avvenne al 21 giorno) era ridotta alla dimensione di una piccola prugna. Durò un leggiero scolo purulento alcun tempo dappoi per un sollile pertugio rimasto nella parte inferiore della ferita , che si la,c,ò aperto con me• <licatura semplice coll'intendimento di favorire la risoJu. zione d'ogni durezza circostante all'arteria, la quale avvenne i11falli, così che il 50 dt Maggio l'ammalato polè uscire dall'Ospedale perfellacnente guarito. Rispello al membro, le cose 11olevoli si riducon alle seguenti : il formico lio e lo Slupore del piede, che si conservaron incomodi prima dell'atto operativo, scemarono ,inzi notevolmente da poi stanle la diminuzioue del !umo.re .aneurismatico. L'arteria tibiale anteriore restò impercelli· bile per qualche tempo e si rilevò verso la 'metà del mese di Maggio con pulsazioni bensì languide, ma che andavan crescendo di forza . La porzioue laterale interna del sacco aneurismatico si ricompose alle dimensioni che aveva all'epoca dell'ingre.,;so nell'Ospedale; ma restò du· ra , coutratla e tenace come fosse formata di pretto · tessuto lìòroso. La sua estremità inferiore posta fra le ossa -ed il venl~e interno del gastronemio , teuendo quel muscoio stiralo indietro s i oppone ancora oggidi alla perfella estensione della gamba; ma fallo calcolo dei pn>gress1 oltenuli negli uit imi giorni, è lecHo spera re che quésto mo. vi mento sarà fra qualche ' tempo per follo esso pure. L-'ar· teria femorale primitiva che <lurarHe i primi o,tacoli alla circolazione crasi falla più ampia e gagliard.J, riprese le

• naturali su~ dimensioni e quel battito placi~o e regolar~ che ha quella dell'opposto làto. Le forze motrici del mem. bro affievolite dalle spfferle vicissitudini e dal luogo riposo si accrebbero sino a permetlere il moto di progressione senza uopo di artificiali so~legni. ln ·questa cura non fu osservato quel senso di fremito talora insopportabile al ginocchio che ho veduto in altri pazienti dopo la leg;,tura del lr?11co. Perocchè essend'e~sa uoa conseguenza dirella della concorrenza del sangue ra· pida ed improvvisa nei vasi collalerali e soprallutto nelle articolari arterie è giusto il credere ch'essa e la successiva loro dilatazione si siano fatte prima dell'atto operativo, durante gli ostacoli sofferti nella circolazione del , membro per opera dei coagoli fibrinosi che ristopparono per certo tempo il sacco an,!urismatico. E questo fu il precipuo scopo acni mirava la mia longa aspettazione . Cosi io questa con1e in altre occasioni analoghe ho seguilo di buon grado il prezioso precello di Hodgson di risparmiare i salassi quanto fu più possibile massime dopo l'operazione. Nelle cure Chirurgiche dove s'aspeLta la guarigione mediante un processo ripara tore la pratica intemperante del salasso, eseguita per lo più per prevenire una possibile reazione flogistica, è del tutto contraria allo scopo che. il Chi rurgo si prefigge operando. Lo sarebbe assai pitì nei casi d'aneurisma, ove i salassi ripetuti, nell'atto che scemano la plasticità del sangue, imp1ccioliscono il lumedei vasi ed accrescon la frequeHZa delle pulsazioni arte• riose.

RELAZIONE DELLE CONFERENZE SCIBNTIFICHB (Continuazione del mese di marzo (1))

NOVARA. Dopo un riepilogl) fatto dal .Med.Div. delle ma~ lallie dùmi nate nello Spedale 11el decorso dell'antecedente, mese dal quale riepilogo risu lta favorevol in complesso l'esito ottenutosi nella cura di malallie anche gravi, il Dott. Bottin0 prendend'a discutere intorn'alla :Storia già pubbli. cala d'ernia incarcerata e ridotta con il soccorso della cloroformizzazione, disse creder egli pure con il Doti. Pa· radisi che le alterazioni avvenute nella facoltà visiva del · l'ammalato. piotto,to che al clor,>formio ., all'azione della. Belladonna fossero da ascriver,i. A quest'opinione non partec ipando totalmenle il Dott. Besozzi diede lettura di una sua Memoria sul cloroformio, nella quale riepiloga ì varii Scrilli dei più recenti Autori intorn'all'azione de~ cloroformio su i diversi organi, toccando degli sperimenti fatti negli animali e delle avvertenze che il Pratico debbe avere. oel,l'_uso. di queslo rimedio. Nella se)ooda Sedu~a i Med1?1 M1htari ud irono dal Farmacista S1g. B11cellat1 la. relazione d'un suo progetto per l'inslituzione d'un Labo. ratorio Farmaceutico unico e centrale ad uso degli Spe · dali Militari . Udiroo in segu ito dai Dotl. Valzeua e Bollino una Relazione su la frequenza dell'emeralopia nei soldati del proprio Heggimento, la quale dicono dovere special, mente attribuirsi alle circ,,stan7,e di località. In fin il Ooll. Jloltino, nelratto che con iscambievoli ed alTelluo,e parole prendeva commiato ùall' Adunauza prima di trasferirsi con. il proprio Reggimento in Vercelli, instava perc.hè si lrO· vasse modo ond'anch'i Medici Militari isolali in un deter~ mina:o paese potessero prendere pari.e a Ile Conferènze od almeno potessero partecipar ~Ila Lettura d,~i Giornali Scien· tifici propri i del Gabinetto '. di Letlurà ddlo Spèdalu Divi~

( t) Nel n° antecedente, invece di febbraio, leggi ·m<irzo.


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sìonario dal quale-dipendono. ,-1:.' Adunanza nel ,fare ~la,us~ alla prima idea espressa dal suo Collega, mostrava rlD'crescimento perchè non si.potesse accondi~c~~der ~I secondo desiderio sol riflesso eh uno Spedale Dw1s1onar10 qualunque avtendo più S.uccursalì, quao~'a ciasc?,edu.oo , dei Me~ ' dei destinati a queste Succursali dovess 11 Gab1rtet~o ·d1 Leth,ra di quello· provv,eder i Giornali o le Opere :'!icreott· ficl1e •dì •cui ·i, provvisto, lo scopo e l'utilità dei detti Gabìoelli dlverrebber illosorii.

(1lfese d'Aprile) I

Tol\l~O. Dopct I' apprdvazione del processo verbale dell'antecedente tornala, il Dou. Riva rìLoroando con un suo Scrilto sn la questione delle febbri inlermiuenli, confessò non avere avuto nel promoverla allr' intento fuorché quello di· sottrarre dal prello empirismo la cura delle medesime febbri , scopo questo che, menlr'a suo credere si sarebbe potuto ottenere. studiando con ponderatezza )'eziologìa ' le affezioni organiche' le successioni morbose e le alterazioni anatomiche proprie di quelle, tu nella discussione alquanto dimenticato per la grande facilità con la quale s'andò a rompere nello scoglio de!lo studi? circa la sede e la natura del le febbri 1nterm111eul1; ti quale scoglio intllilmente già tentato av~vano rnperar ! più grandi Medici di tulle le età: soggn10gendo qu_1nd1 come ciò nulladimeoo avesse motivo d'e~sere sodd1slatto per aver elevata la q11istione in discussione la qna lu di_e?e occasione al DotL Giacometti di rns1enere con plaus1b1ll ragioni un ' opinione alla sua oppPsta , dichiarò che lì110 a tanto che il Pratico co11ti11ue1à a considerare questa estesa e frequente forma di patimento 1'01i'oq;,anismo siccom'un'affe'l ionc ~pecia!e, ma indefinita, del 01sl1'fila nervoso , non si ranoiurwerà mai l'utilità d~l preiìssosi oo e . scnpo e sarà o0 nora dubbio l'l!sito felice, delle cure Jalle con la cortec~ia peruviana, Il ipeknd'ad ult~mo il già da lui manifestalo concello su la 1,atura di del.le lebbn, per cui qneste consideràva com'nna manifes1azfo11e _di pal ir~~nt,o ò'uno o più organi, subord in ato alle medesime leggi v1· lal1 delle febbri r on tinue, all 'orig.ir1e e <.:ontìuua1.io1:e del quale presi~de un 1hi11cì'pio 11ocil'o che ci,cola C<,n il san· oué o con gli altri um()ri ; principio questo che assorbito dall'esternoy n<'ll'aria viziata o non eliminalo dal corpo per l'allt'rala od insullìciHle azione degli escretori, va più o me110 presto ~d esercitare la sua az~one _su quegli crgani più disposti a rirnntirla dando cosi ungine alla febbre d 'accesso; provocò in proposito l'oculata osserva, zione patologica e 'neC'roscopica per parie ~ei ~uoi CoHe~ ghi. Conchiuse appoggiandosi alla lunga sene d all~raz1oni morbose solite a manifestarsi nei casi rl1 11:bbrt rnter· millenli ; appoggiandosi alle osservazioni <l'uomini di;;tiu tissimi tra i qua li Sy<ln1ham e ~euac; appoggiandosi all'indole particolare delle fd>hrì intermittenti manifestal~si nell'anno 184(3 nella val! e del Po, le quali da ti pidl<~ sì rendevano co11ti11t1e con sintomi 1i foiòei ed erano per la maggiore parte sanabili con il metod'a11tillogistico ; ap, poggiandosi lìnalmenle ad alcurii risullamenti necrosC'opici prt,si nelìa Clinica Medica Mi litare, Riassunse il Doll. Giacometii tutta la q11ist1one ed invocali li già esposti argomenti contro l'opini one dal preopìnanle emessa che l'essenza del le ÌlllHm il.le1>ti risieda ntlla simulta nea lesione ·del sistema nervoso e sanguigno , prodolla dall'infrzione miasmatica; ripeluli i crilerii desunti da ll'eziologia, si ntomatologia, affezioni concwiilan ti ed Anatomia patologiç~ con i quali sarebbe a suo avviso compròvata l'es,enza dì questa ç,alallia consister in un'affezione speciale del sistema nervoso, parlic,? larmenle addomina le , Ieee notare come, quando fosse ammessa I'·o,pinione del llult. Hiva , le febbri periodiche non costituirebbero più una malattia sui generis. la quale cosa era con tra-ria aIl' osseryaz.ione> siccome · risultava dà lii già per loi addotti argomenti' contr'i quali egli portava opinione 110n potessero gran

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fallo quelli messi in campo ,da·J suo Collega opponente. , · A por termine alla quistione sorse il -Med. Div. il qualç dimostrata la ditiìcollà dì tulle le discus~ionì che versano intom'aJl'essenza t>rl alla condiziòne patologica delle malattie ·in generale, "dopò avere .fat'l7Hillellere cohl'appunW' questa che già ·da varie sedute occupava I' Adon:mza' fos\':e · la più intralcia la, la più discussa, la più tenebrtrsa e la' più difficile ; dopo avere accennato come da taluni sia slata riposta nel sislema nevoso-, cJa ,altri io un'angìoite, in una flebite addominale, in ur,'infiammazione delle viscere arldominali e più specialmente del tubo gastrente· ric'o ed iu oltim·o da Piorry in una splenife, notò com'i piu recenti Scrillori propendano a riporre l'essenza delle febbri d'acces!ìo in una viziaJa éoòdiz,iohe plaslico-um<'--' raie ed in un avvelt>namento miasm:a1ico, senza però che qoesla Teor.i a abbia sin ora . ottrnuta una conveniente dimp~trazione. Couchiusl) perciò esser invtile prosrgoir in questa discussione ; opinione questa <:he essef\dO stata divisa da tulia l' ,\ dunanza , f,i dal Presider,le concessa la parola al Do11. Sclaverani clte diede letlura d'una ~lernoria estraila dal Ginr nale clella Sccietà Medica di Vìen,ia e riferita dal lot L Zeissl iritorn' alla blennorragia, L'Au· tore di t1uesta Memorta avend'osservato in un caso .di blennorragia susseguir all'introùozione di ca.ndelette nell'uretra l'emissione d'uria ·ftragrande quantità di sostanza lamellare od accartocciala, dopo fallane l'analisi chimica e microEcopica, slahìlì che 11el corso d'una blennorrag,a' possa patologiearne11te formarsi una ·memtirana cropale òi cui l'emissione provocala dall' inlroduzi611e di candelelle può ad un tratto rimovere lo stringimento e curare radicalmen!e la malattia L'opiuione del l: otl. Zeissl fu quind'appoggiata dal tra~ dullore della !.ìt mor;a JJolt. Sclaverani con la sposìzioue di d.ue cas i di blerrnvrragia da lui osservati in ide111iche condizioni: l'ippoggiarorio parimente lì Doti. llrauforl e lliva-rifnerido ciaHhPduno falli in c'onferma; che anzi il Doli. Ilèaufort riforendosì a che iu F rancia soglionsi da alcuni curare le blennorragie croniche con la sempli~e1n1roduzione di can<lelclle nell'uretra, ne dedusse un ar gomento , affon.,i nlo l'opinic,ne del Doti. ·viennese. A questi s'unirono li l)otl. Chalp e Mantel li i quali però disser opinare la sauazione della hlen1,orr8gia in c1uesti casi no11 doversi solo alla dislruzione degli. ostacoli ope · raia dall'in trod11zio11e delle candelette, ma ben a1,ch'alla n110,•a beu igna infìrn1mazione destata ne,ll'uretra dalle medesime candelette per rni ha luogo la cicatrizzazione perfetta ed il ritorno della mucosa allo stato naturale. In quest'ultimo St'nso parlò pure il Presidente prima dì pronunciare la chiusura dt>ila tornala. Nella seconda seduta si discusse intcrn' a cost) spettanti al Gabinello di Lettura, GENOVA. R. Marina.' Il Farmacista Dolt. GritfJ lesse· nella tùrriata dtl 1° d'Aprile on sno H:ritto intorn'ad alcuni inconYeDÌt'nli prodc,\lì dalle medicazjoni falle co.n l'unguento rosato ; inconvenieril i questi che, confermati dalla sposizionP di 1 ipelnle Cliniche Ossen..zioni, Egli disse dover attribuirsi ai principiì irritanti ì qual i sono · contenuti in dellò unguento 'e sarebbero: 1° ìJ sale · comune che 1alvol 1a s'unisce all'adipe adoperalo nella preparazione dell'unguento: ~0 J'allerazio'ne dei principii com1,011entì l'adipe stesso cioè l'ossido di gliC'eri la e gli acidi oleico, slearico e mangarico i quali al conlatlo dell'aria atmosferica e clell'ar.qua possono convertir!fi in un pat1icolare acido irrilanl,e conosciolo con il. 11ome di acido ·sebarico. Alle sapi'enli riflessioni del DbiL Griffi't'on corde cede11do l'Adunanza. decise 'dové·1'' ali 'unguento rosato anteporsi', nella· cura delle malattie cl.le lo richit'doJ no, l'uso dell'unguento refrigerante, e ciò.massimamente su i bastimenti destinali ad un lungo viaggio nei qnali, per la diuturna conservazione., più facilmente s'altera l'unguehto rosato, Fu quindi dal Dott. Pescello letto on suo lavoro intitolato: Analisi d'un Rmdicotr/o triennale Palo·


315 logico-Clinico degli Spedali Marittimi; luoro questo di •~l:li spiace aomJDament~. alla -1.\edaz.ione oon, poter~ dar un · ,!IUQlo, perchè riferendosi ad 1 µo Q,uadro .Statistiqo ,dal , m!ldesimo· Oott. con molto seo.no e pazien,:{l,1<:;ompilato , ·1100, potrebb'il L_ eltor.e farsene. una giusta ii,lea senz'av,ere , SQlf occbto il Quadro stesso di cui la pùbqlicazione è .falla .iippO$Sibi1e, d.all':angustia di, questo Gioruale. ·1 Larnepta~a, di!l m.edesimò Volt. Pescelto nella seconda seduta l'inwerfetta pubblicazione fatt,asi in questo Per,io·<Jii:o,.del, suo ,Quadro ,Statistico l>eçennale , per la quale ljis.ullerebbero omissioni vale.voli ad a)~e.rar in modo es~!)nziale il ,suo lavoro, (1), il Vott. Ver,de, accenoand'a.lle gui11igioni di tisichezza tubercolari cJl'il, prefato .Dott. Peljçe.tto foce ascendere 1,el suo Qu,1dro qi n° di 8 sn ~2 . ca,$i, move .dubbio non già su l'esattezza e verità delle cifre, ma .su lii .stabilità µella guarigione e su l'esatle.zza delle·. ,diagnosi asserendo che la tisichezza, del marinaro ..Castiglia la ,quale 09ntava nel novero delle gu<!.rigioni, r~oçp dopo l'uscita di .questi dallo Spedale principale della . ;\\. iMarlna proseguì il suo corso nello ::\pedale della, !<'re. gala J)es ~Geneys, su la quale quello .era stato imbarcato ed -~Qbe ·tennine, con I~ morl~ del Casliglia non .ippena questi ,rj.:,edeva ,Genova dop!), falla la campagua di mare; asse.11en• -<lo <1-nche ch'egli sospettava ch'io altri .e.asi di prodo.tta ,reale _ guarigione o,on ,si lr,alla~se veramente di .tisichezza tober~o.lare ,. ma di semplici bronchiti o bronchio- polmoniti l!lnl:<i e localizzate senza generale fomite morboso o dia l!:)i;,ico; condizione quest'ultima che, a suo parere, debbe . sempre essere presente per costituire. la vera tisichezza l\1bercolare. lo co,nfGrma di que~to suo dubbio il uou . \~erde fece riflettere come pur troppo questa terrlbi le 11;1alattia sia sempre stata uno scoglio insuperabile per la ,.M:edic:na; com'ì mille l'imedii più o meno vantati contro la;-!ne.desima sia1,10,_ sempre v~nuLi ffit)IIO all'aspellazione del Curante; come .{iualmeule la stessa-cosa dovesse dirsi ,çlel qregsr,,to qyale rimedio quasi specifico vantalo dal Dott. PescllllQ, e ciò perchè costituendo la tisichezza tu· berco]a.re,. uua malattia diatesica e i1on un · processo , morbos.o locale isolato, non può assolulameule essere ·vinta dall'azione del creosoto per quanto !vcalmente questo poss.a operare sul, polmoue ammalalo. Couchiuse, col pcotestare grande stima ,al suo Collega per le sue Cli. ,1,1i.che eluc(lbrazioni , ma disse spiacergli nC111 poter in <ruesto punto andare seco lui d'accordo. Chiamò il Uott. .Rescello intempestivi .gli ap.punt, del Dot(; Verde perchè Egl~,oon di,ss,e mai avere guarita la lisid1ezza ntil Lerzo s.uo stadio cioè -al!oraquando oon cade più dubbio sul suo ..!i,latQ òiatesico: soggiunse .nulla di positivo, potere rispondere circa, l'esito del marinaro Castiglia perctiè .Egl(i nou ,conosceya nominativamen1e, i suoi infermi, ma ·sostenere ,perp c.pn calore i risu)tameoti da lui olleuu.ti siccome reali _e lusinghieri io quei casi massimamente nei quali la tisi· chezz11 1.non era , compii.ca.La a dialesi scrofolosa, montr'in {juestj poteva benissimo essere che le guarigion i no.o fossero state. eh~. pal!i.ative. Proseguì sos.te1Jendo dov.ere trìbutarsi somma lode a quei l\1ed1ci i quali furono così fortunati da prolungare se non altro io discrelo stato di sanità la vita degli ammalati di questa malallia o b<:me.ineriti dell'U l'l(ln'ità11dQ;vte re proclam~rsi quegli altri che ne tentarono coi1 ogni mezzo possibile la radicalt: guuigione. Citò tra qu_esli il Prof. Sacchero il quale sostenne a1•er<; guarito.coon ·l'usò 'della digilafo purpurea una 1isic(1ezza nel terzo suo stadro. Cilò parimen te I casi di guari gione con la ·segale cornuta e con la digitale riferiti dal .Uott. Parola del qna le disse dividere le idee manifestate nella sua lodatis,ima Monografia su la tisichezza 1uber· colare. Manifestò ad ultimo aver eoli "rand~ fi.Jucia · ne l o ~ _(I) Queste o~(ssioni ci fur,1.n imposte dalla ristrettezza tic! G:o_rnafe e- ?al_l 10ge1lle spesa che avrebbe r(chie,ta la Pl!bblicaz1oae ùell'mtlero Q-!ladro. ., La Redazione. . \ ...

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cr,osoto perchè era esso fra i varii rimedii que11J''J iae più.,a~esslin 1:P.raJica corrispost0:.; alla s.ua aspettativa econcbi.use promettendlall' Adunanza, che, sarebbe r.ilo.tnato ·stl ·qu~s.l'argomcut:o. ed ,;1v,_rebbe dette le ragioni per le quali1credev,a la lisichez.z_a tubercolare guatil>ile giusta il cooce.ttp che s'era formato .di, q.uesta m.alattia, Essendosi i!,. l)ptl. Mari unito al Doll. Ver.de nell'esprimere la sua ·:in.oi;edulit.à su la possibile .guarigione del la tisichezza con..,,formata, il DotL Uberti tentò conciliare le diverse opi· nioni ,distioguend'i va.rii stadii della tisichezza di cui la guarigion.e pareva voler ,il Ootl. Pescetto riferir al primo ,s.tadio cioè a quaod'i tubercoli eran ancòr in islato d1 .c.rudità e 1100· quand'erano .già passati al processo di fusione o di suppurazione. Questa supposizione non fu ammessa d~I Dotl. Pescello il .quale asseri, che negli ammalati da . lui guariti cira presen1e una copiosa t1uotidiaua espettorazione di materia muco•purnlenta. La discussione fu , <Juindi rivolta dal Dott. ìVfari -iul Deliriu.in tr.~mens, malattia questa. dal Dott. i>escetlo collocata tra le speci~ ,fiche da combattersi con l'oppio, rillettendo che se alcuna ,volta questo morbo riconosce per ,cagione un'irritazione rce.r.eb,rate .e può essere vinto dall'oppio, più sovente p~rò - era l'ell'ello d'una lenta a11gio · cardite" specialmente ,1 quando l'ammalato è ded ito all'abuso dtil vino piutto. ,stocl~é a_ (ll!e/lo delfe bevande p~ettam~nte a;lcooliche,. e perciò richiedeva il metofo ant1llogist1co. Convenne 10 1 / .quest'o1_li?ione il Doli. Pesce~to distinguendo _due .specie. d1. Det1rwm tremens , /ebbnle l'uno , apiretico I altro ; vincibile il primo con il metodo. auliilogistico, superabile I il secondo specialmente con l'oppio e conchiuse dicendo I aver voluto a(lude~ a quest'ultimo nel suo ltend)conto .. I Spedale Dw. dt terra. 11 l)ott. Omegna d1e !u 11 primo . a prendere la parola nella Seduta dei 9, movcndo dalla 1 ::\loria, di congiuntivite idiopatica essenziale letta dal l>oll. 1 Piazza nella ~edula anh:ce1,leute e già da noi pubblicata, lo.dava.l'Autore per la chiara sposizìone sintomatologi~a i e per 11 bene descrillone decorso, ma esternava dubbio !_ in quant'alla diagnosi fattane , giacchè credeva egli rav[ visarvi i caratteri dcll'ollalmia bellica, nel quale giudizio disse confermarsi maggiormente badand'al metodo. curativo stato adoperalo ed ai frequenti insulti di novella ottalmia cui 111~! loro esordire l'ammalato, dopo il ritorno in Quartiere, dileguava per mezzo degli stessi collini abortivi dei quali s'era fallo uso a vincerla la prima volta nello Spedale. Rispose il Doli. Piazza che nd lo stesso modo con cui non si crod~va degno degli clogii prodiga· .tigli dal Collega 1 così non poteva accogliere rag1onevol menle i dubbii ehe gli avev·a mossi intorn'all'esattezza d~l/a diagnosi del easo d'ollalmia in discussione, siccome -qnello che per.nientioffrend'i caratteri cosi bene descritti dagli Autori dell'ollalmia bellica, non solo non era stato. :superato con il meLodo abortivo , ma que;to, essendosi voluto tentare con , l'instillazione nell'occhio d'alcune gocce d'un collirio fatto ,di dieci arani di nitralo d'argento sciolti in un'oncia d'acqua distill~la, pr.odusse in vece tale un'esacerbazione del male da necessitare prontamente, a cessarlo , il ritorno alle generali sottrazioni di sangue, Instò il Dott. Omegna asserendo non essere sempre.cosa tanto difficile confondere la. congiuntivite semplice coo la bellica, ove questa sia nel suo principio e non si badi attentamente alla varietà delle cagioni che la generarono, -al .,decorso vario del morbo cd alla migliore riuscila dei <liversi mezzi usali a vincerla . Replicò il Doli. P,azza ·non dissentire dalle massime di patoflalmologia generale sporte dal suo Collega opponente ; non potere però seco lui consentire. nel dichiarare l'ollalmia in discussione di natura zmrulenta o bellica, perocchè nùncarono nel naruato caso e la secreziùne sebaceo-purulenta e la gonfiezza palpebrale e la drnmosi , sintomi questi sempre presenti ln quella. Quando poi al J)otl. Omegna avesse piaciuto movcre da queslo caso per inferire che la frequenza ddl'oUalmia io allora ricorreate, specialnwnte fm i sol-

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dati della Brioala Aosta, aven per~cagioni predispone'tl,ti )a calliva posizione e condizione della Caserma od almeno di quella parte della medesima. nella qual~ più sovente sì manHestò l'ollalmia e per cagione occasionale un conlagjo, Egli, senza nega r in modo assolut.o la verità ?elle asserzioni del suo Collega opponent~, era però obbligalo r ispondere oou essere questa tanto d1moslrala da . dovere seuza più ammettersi. Prese allora. la parola !l J)olt. Mazzolini Med. Recrg. del 6°· Fanteria per fare riflellere che un'oltalrnia può bensì offrire caratteri che la indichino di natura semplice, me1:tre the io realt·à· p~ò es: sere di natura purulenta senza che siano ~a01lest1 Wtll quei sintomi che per com~11e co:1senso valgon ,arl 1nd.1 · care· questa natura .. E r_estrwgend 11 .suo dire, ali ollalm1a dominante nel suo Hegg1menlo ; soggiunse eh essendosene manifestali già più di venti casi. in u~a sola Compagnia Ja qnaJe abitava on .Camerone l[I CO I 01'31lO ._Panmente stati tocchi da ollalm1a li Soldalt dd Regg. ~avo1a che prima v'erano stanziati, questu S'emplic_e fatto lo indu?eva a ritenere con il Doli. Omegna che v1 lossP. una cagione specifica locate la quale valesse .a d.elerminare qu~sl'ottalmia e siccome le coud1z1om 1g1enicbe d1 detto Camerone non erano tali che per se stesse valesser a promoverla · così nella wpposizione che questa cagione locale specifica f~ss'i11erenle alle pareli, Si pensò rimediar alla frequenza dell'ottalmia con. 1 r1petuli 1mb1anch1me11L1 del Camerone; imbiaochiment1 che baslarou a cessar affallo il rinnovarsi dell'oltalmia per il decorso d'un mese, lra.s· corso il quale questa imper~e~&ò in_moèo nella medesima Compagnia che cprnllro soli ~oldali d1. questa lurooo quella esenti. Non persuaso il ))ott. Piazza the 1a malattia dominante fosse d'indole specifica o conlagsosa, ma foss'in vece delerminata da cagioni reumatizzanli J dopo aver esposte non poche ragioni che lo coufcrm?van in questo parere, disse esstire. pronto ..a sollostar all esperimento dell ' introduzione nei proprn occhi del le materie secrete daoli o\lalmici i11 discorso . Riepilogava il Doll. . . Perelli le "varie opinioni enu11c1ale e dimostrava come per il Doli. Omegna 1'ot1alm1a dominante. tosse coolagio~a e dipendente dalte coi.d1z10111 . proprie della v1~a l\filitare; come per il Dolt. Mazzoli111 la medesima dipendesse da cagioni specifiche . locali tenden ti ?. farsi conta<>iose , senza che però tali fossero da pnomp10 ; 0 come finalmeote per il Dott. Piazza non vi fosse in qne· · s ia nè speeifìcilà, nè contagiosi là di c~giooi, ma s~ll~nlo dominassero le cagioni ordinane capaci a produr allcz1om reumalico·calarrali delle membrane mucose. A questo punto , ricordand'il Presidente la circospezione_ ~ p~udenza necessarie oell'emetler nn assoluto g1ud1z10 rntoru'a quest'argomento, fe.ce rifiellere com~ dalla disparità delle opinioni manifestatesi noi! potend aspellars1 la desiderata soluzione, fosse necessano npelere coucorde· mente oli slUdii in proposito. I Doli. Caire e Mari vollero esclusa \ssolulameo le l'idea di coutagiosilà sul r iflesso che· essendo proprio dei co111agii comunicarsi, non vedevano la ragione per cui, moltissime esstndo le vie di com11oicazioné fra soldato e soldato e queste per quante precauzioni si vogliano prendere non poteudo.si t?tte eli: minare, l'otla lmia dovesse solo 01a01feslars1 nei soldati ricoverati in un determinalo CamHooe, senza propagarsi a quelli delln allre Compagnie, come avrebbe dovuto .sue• cedere se realmente l'ollalmia fosse d1 na1ura conlag1osa. Questa discussione fu continuata nella seconùa Tornata del mese io cui prese la parola il Med. Div. per esporre come l'oltalrnia essendo cresciuta in proporzioni tali da costituir il quarto riel 101ale degli ammalali rico~ erati nello Spedale, credeva suo dovere raccomandar a1 Medici tnlli di Uegg. e di Balt. che estendessero le loro in , vesligaziooi su le cagioni tulle, anche le più minute, le <Juali potesser o preparar o determinare questa malallia, -allo studio della quale dichiarò volere si consacrasse una Sedola straordinaria nella fiducia che ne farebbe venuta

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la luce necessaria a chiarire suilìcientemente qu.est'aroomeuto. Ricordand'il Doli. Uberti come oell'anno J 842 1 imperversa11do l'ùllalmia nel medesimo Spedale per modo da raggiungere la melà del totalA degli ammalati del mede1 imo, dopo creata una Commifs ioni; la quale attentamente s~udiasse questa malallia , la medesima emettesse il giudizio essere quella dipendente puramen te dalle vicissitud ini atmosfer iche solite a regnare frequente mente io ptimavera nella cillà di Genova ( vicissitudini atmos.feriche le qua li· più fac:ilmente colpiscono coloro che non SOLI abb.as1anza asrncfat li al Clima e più degli altri quelli chti arriva,ano da altri Pa·esi), conchiuse che per nulla diversificando l'otla lmia preser.te da quella io allora dominante , fosse i11ulile rintracciare maggiormeute le cagioni determinanti le quali non potevao, a suo giudizio, essere fuonhè quelle stesse dalle quali si dichiarò in al• lora quella dipendente. ll Presidente all'mconlro trcvò nel fallo citalo dal Dolt. Uberti una ragione di più per i oculcare lo studio di tulle le cagioni valevùli a de.lerminare l' ot1almia dominante e perciò, su la proposizioue del .Doti. Fissore, 09minò la Commissione che l'avesse più diret1ame111e a sludiare, di cui la Relazione pubblicammo nel n° antecedente del Giornalt>. l\ icordò io seguito all'Adunanza quali fos5ero, secondo I:Ierotay, i ca ralleri distinlivi tr_a l'ottalmia blennorragica e la puruleula e, seguendo Cafle , accennò a qu!.llli che diversificano quest'ullima dalla catarrale, indicando come per (Juesto Autore fossern segni caratteristici dell'olla lmia purulen ta o bellica quelle granu lazioni vescicolari, molli, spugnose, per lo più circolal'i nella palpebra inferiore e sparse nella superiore le 4uali hanno se~e verso la piega semilunare della congiun tiva palpebrale e elle ad un maggiore grado di male olfrousi acuminale su la congiuntiva scleroticale, particolarmen te nel punto d'unione della sclerotica con la cornea. Ricordò come per sentenza del Dott. Hairon queste granulazioni vesc icolari siano solite manifestarsi i11 principio dell 'otlalmia come se fosser un segno precursore manifestante nn lenlo lavorio insidioso che niente ha di oomuue con i µrodotli dell'infiammazione. Ricordò ad ultimo com'alcune volle scorgansi occhi appc1rentemente sani , ma che be11 esaminati offrono queste granulazioni vescicolari le quali pero egli non intendeva affermare fos,er ind ispensabili alla produzione dell'ollalmia bellica, ma bensì formassero, <1nand'esisteva110., una condizione predisponente alla medesima. Discussasi finalmente la contagiosità del l'ol!almia blennorragica e denolali alcun i caralleri che quesla ha comune con la purulenta , non pochi Membri del!' Adunanza vennero nella conclusione che se la contagios ità di quella era un fallo confermato, forse per analogia poleva egualmente dubitarsi della contagiosità cli questa. Dopo che il Segrelaro avendo comunicalo all'Accadem ia il dono fatto al Gabinello di Lettura clall'Egrl'gio Prof. Bò d'un Opuscolo che ha per titolo: Contenzione Sanitario -internazionale, il Presidente dichiarò chiusa la Tornata.

PARTE SECONDA BOLJ;ETTINO UFFICIALE Dott. Giuseppe no1taz1.i, Med ico Divisionale dello Spedale di Torino, collocato in a$pellaliva per infermità, di<>.tro sua domanda. D.ollori Sabino Massola e Angelo Serv, All ievi Sanitarii Mar ittimi , 11omina1C Medici " Mili lari Maril!imi aggiunti di 2a Classe. 11 Direttore Doti. C0i\1ISSÈTTI Med. Div.

Il Vice-·Direllore responsabile Doti. Bar. de Beaufort l\f. R. Torino, Pelazza, 1852, Tipografia Subalpina, ,·ia Alfieri, n°2


( ai 19 di luglio~ 852) _____ ANNOI ____________________________________ ...__.,_.....,,_--,..

GIORNALE DI HEDICINA HILITARE DEL CORPO SANITARIO DELL'ARMATA SARDA. L'associaziQno non si l'ieev.e che per uo aono e comincia col l Od'agosto. Il Giornale si pabblica nel looedi di ciascbedunaseltimana

PREZZO D'ASS0C1A210:"\E

Jo Torino .

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t• Dolt. ALFoRNO : Relazioni intorno alla febbre tifoidea dominata noi Presidio d'Anoccì - 2° Relaziono delle Conferenze Scientifiche. - 30 Bollcllino Ufficiale - 4° Rivista dei Giornali del Dott. F.illDRE e Guco~ETTt.

SOMMARIO. -

PARTE PRIM! FEBBRE TIFOIDEA D OM INATA NEL PRESIDl()D'ANNECY del Dott.

A L FUI\NO

Med. di Regg.

1" Rela:i one del 15 di maggio. Ai 10 d' Aprile scorso riparava allo Spadaie Militare Succursale d' A nuecy il Caporale del1'8° lteggimeolo di Fanlcria Giuseppe Pt•jrano, di forte costituzione, di tem peramento sanguigno e d'abito capitale. li turgore del viso, la grave cefalgia, gli occhi sulTusi, il forte ballitn delle caro· lidi, il polso duro, leso e resialente non mi lasciarono duubio sul diagnostico di men ingitide grave. li sa ngue estratto per mezzo di selle salassi in pochi giorni s'offriva sem· pre cotennoso, ma quello es1ra110 coll'ottavo salasso pre · senta,•a poca fibri11a ed abbondante siero; la ente era ardente, il polso si conservava duro, ma meno frequente e con leggiera intermittenza: 1,crsisteva il dolore capitale : era11vi pupilla dilatata, io1,onnio e ad iotervalH de· lirio. !)i 1lcsistello dalle sollrazioni sanguigne e si ricorso all'ammi11is1raziu11e degli anodini e degli oppiati, ma in vano, chè al deli rio soll,tHllrava il coma, rimanendo sempre teso ti febbrile il polso e dopo alcuni giorni passali in sì iofelic.e condi:t.ione il Pejra110 moriva ai 25 ,dello stesso mese d' Aprilt:. ~<:Ila n~crospia non si rinvcune altra lt1sionc, :iii cccctt11aziont1 d'una considerevole quantità di sa11gue venoso sciolto nella cavità del cranio, d'una nottwole distensione dei seni ddla dÒra maòro e di due leggiere depressioni parallele su il ,·ertice de' due emisferi cerebrali in vì,~ioanza della gran falce della dura madre, prodotte dal sangue raggrumato in quel pun10. Considerali il lemperamenlo Je!J'ammalato, i sintomi

,

della malattia, il nessuno giovamento ottenuto dalle sottrazioni sanguigne, il carattere del sangue otrertosi io ultimo, prima ancora che la malattia toccasse il suo fine esiziale, io già dubitava che non si trattasse di flogosi gen1Jina da ordinarie cagioni , ma che da qualche causa recondita, iufesla oll'animale economia, dovesse derivarsi l'origine d'un tant'ostinato malort>. Valse a confermarmi in questo òubbio la malallia del Caporale Tommaso Fabbre che ricovera va allo Spedale ai 12 d'aprile . cioè due giorni dopo del Pt>jrano. Cotest'ammalato, di lèmpe• r-amcnto sanguigno linfatico, presentava egli pur i sintomi capitali i.o descrilli ; di -più aggilll!gevaosi meteorismo, dolori estesi a tullo l'addornioe o specialmente alla l'ossa iliaca destra, lingua secca, dura, di colore rosso intenso ai margini cd all'apice.. Essendo allannaotì i sintomi cerebrali, si praticarono tre sottrazioni sanguigne generali: il sangue s'offerse coleonosissimo e dopo il terzo salasso il polso si rese celere e rislrello; per ciò non sì c9otiouò io quella terapia. In breve periodo di tempo saliron in isceoa i sintomi di rebbre tifoidea : colore della faccia alterato : alterale le secrezioni della bile , del sudore e delle orine : copiosa diarrea di fecce fotidissime : denti fuliginosi : lingua aridissima e cresciuta di volume : sussulto de' lendini : polso frequ t: nlcmenle cangiante : per ultimo il delirio che, in prima solamente nolturoo, dopo alcuni giorni era diventato continuo. Nel corso di venti gìorui cho perdurò questo stato ,di coso non si sommi nislraron all'ammalato che bevande ghiacciate, ac:dule e gommose; su il finirt', al delirio essendo sottentralo un leggiero sopore con polsi meno irregolari ma esili e depressi, s'applicarono due epispastìci alle gambe. Con siffatti mezzi curativi le cose progredirono tosto in meglio, in guisa che il Fabùre trovasi altualmenle ( 15 di .Maggio) in piena convalescenza , sebbene sommamente prostralo nelle forze. A questo succedellor nitri casi rappresentati dai su de· scrilli sintomi. Su la fine d'Aprile il numero degli ammalali era assai cresciuto e 50 sopra 60 offrivano lo stato lifoiùeo, 1O la vera febbre Lifoi~ea. All'apparire di sifrauo morbo fu mia cura riforìrne in p'ro_posito al sig. Comaodanle dell'8° di FaotMia a cui son addetto, suggerendogli le provvidJnze igieniche da adottarsi (a). Alcune


418 di qnes'i; foro~o" immèilìalamènte à1lòttate-;-ma-ver le più es.senziali si dovette ritardare per cagio.ni indipendenti cfalla v~ìo·otà dei; prer'aio sldf Cqmkndante'; di mHèJli clie il nume"ro" dtigli amMalat\ ~~nl\OUÒ a crescérif straordi,1 ... f'. • lt 1o 01 j , ,/_1, tlJ. ) . ~· I t1o' Sj,Jd nariameoteed'10 oggi mag1510 m cote'S pe à'te" sono ricoverati 140 ammalati, di cui 18 affetti da febbre tifoidea grave , 40 da si.ntomi eh~ in~ic~~o, se non la . Io meno Io staio ,i''( li·1·01ueo, .._,., "' g1acrc . :i 'hè.. giova . . net. febb re, per tare che dal principiar di cotest'influsso le altre malattie si' tacquero per ceder il posto alla malattia dominante. Indagata con sollecitudine la causa dell'imperversare del morbo , trovai dover essa !lllribuirsi ad un miasma particolare, proprìo di questo paese, che si svolge sotto deterrnina\e circostanze atmosferiche e che infierisce spe· cialmente su la soldatesca per le condizioni speciali in c~i ~~sa ".çrsa., 1 , ,. .. . • Dati i consigli igienici per l'interno del Quartiere, rivolsi le mie cure allo Sp'edale, sulla dieac.latta posizione e su tulli e sin_goli inconvenienti del quale Ceci circon stanziato rapporto alle Autorità superiori militari (b). ~uogo men acconcio ad uso di Spedale non ossen-ossi in~i. Ad oggetto impedir il cumulo de' maiali si dovet: lero occupare corrìdoi prima non abitali, camerate servienti ad uso di Scuole reggimentali e non offrnnti al· cuna condiziooe di salubrità. .A correggere però questo difello ho suggerilo le opportune norme , rinnovamento dell'aria, pulizia estrema, fumigazioni di gaz cloro, ecc. Gli ammalati crescendo non di meno in numero, si fece ricbi~sià d'alt~~ locale onde trasportarvi i convalescenti. Entrando ora nella descrizione de' sintomi che presen• tan in generale gli ammàlati, dirò che, senz'essere costanti , son ordinarflmento i seguenti : somma prostrazione di CÒ"rze; capiplenio: diarrea abbondante, epistassi frequente : dolore addominale vago : polso variabile, ora pieno e frequente, ora piccolo e ristrelto : lingua secc11, rossa nell'apice e ne' margini : fisionomia profondamente alterata : delirio e quindi sopore: nei casi più felici abbondante traspirazione , diminuzione sensibile della diarrea, addomine lrallabile, lingua lentamente facientesi umida, sebbea un po' fecr.iosa, finalmente guarigione dai 20 ai 25 giorni, superstiti però un sommo abbattimento, una faccia stupida, ollosità delle facoltà mentali e talvolta · sussulto de' tendini . Questi sint'omi non soòo sompre preceduti da prodromi, ma alcuna volta colpiscono improvvisamente la perso na, il più spesso dopo un senso di mal esseri, e di stanchezza, anoressia, odore fetido delle orine e dopo frequenti scariche diarroiche. Alcuni trovandosi in siffatta condizione giucisero a guarirsi con il procacciarsi un profusissimo sudore. In qualche raro caso osservansi sintomi di congestione precordiale, in altri e ne' più gravi meteorismo e stitichezza ed, in casi rarissimi, addomioe perfettamente i1bero. lo sono poi intimamente convinto della contagiosìlà di quest"affezione , se non per contatto , almeno per inCe· zione, da che è ruissimo il caso che presso un amma· lato di grave febbre tifoidea non cada tosto ugualmeute g~avti il secQndo. Relati\•amente al metodo di cura per me in g1were seguito, edotto io. dalla sperienza di pochi casi in cui a· vendo dovuto ricorrer al salass_o per qualche compHcan.za, il delirio Cu d'assai lunga durata, l'abbattimento grave e la convaloscema lentissima, m'astengo, per quanto

è ,;.•

è possibile, dalle sottrazioni generali e solamente • i supplisco talvolta con una derivazione locale mediante poche

mignall~ •app'licate alle narici', siccome soccorso succe4aneo all'epistassi producente d'ordinario orande sollie,o. Riker15atldo pèr'ianto il saiàs~·o pe't 'i ca~t, di somi.ia ùrgenza , io uso prescrivere pozioni oleose' tamarindale' l\monate vegt1tali, blandi demulcenti e soprallutto i~ ghiaccio da cui ritraggo grande utilità·; se sono iodicaH purganti , preferisco gli oleosi : alla comparsa del delirio ricorro agli oppiati per uso interno e per clisteve e nell'ultimo stadio, allora quando il corpo· comincia a disporsi alle secrezioni e vi ha una grande depressione di forze l I ' adopero con vantaggio i vescicatorii. Talora pratico il cateterismo onde ,otare la vescica orinaria la quale ne'casi più gravi è alfallo inérte. S~prnvenendo la convalescenza , a corre.gger sòmma prostrazione di fo rze) somministro insieme con alimenti sani e leggierì un infuso di corteccia Peruviana da prendersi in continuazione. In tale modo moltissimi am malati che presentavano lo stato tifoideo superaron il morbo senza passar alla vera febbre lifoiàea e dicci a dodici stati ma llrauati <la questa malatlia son ora coovalesceoti. Diciotto soa allualmente , come già dissi , gli ammalati di febbre tifoiJea grave, di cui uno è gravissimo a cagione d'una smodata epistassi sopravvenuta , ad arrestar e la quale si dovette ricorrer alla r iempitura delle fosse nasali. Un solo è morto finora. E egli un tale Benecchio Daniele il quale entrava allo Spedale già molto aggravalo ai 7 e oe moriva ai 12 del corrente mese di Maggio. I sintomi presentati erano comuni agli altri, se non che a voce della diarrea esisteva grave meteorismo: il polso era piccolo, rislrello e frequente: i denti si resero fuliginosi : la li ngua inspessita e tremola : il delirio sopravvenne susseguito dal coma nel terzo giorno : i muscoli si contrassero tutti spasmodicamente e l'ammalato cessava di vivere. La necroscopia rivelò grande quantità di sangue ve· noso nerastro e sciolto nella cavità del cranio: iniezione de' seni cerebrali : s.10e le viscere del torace : ipertrofica e rammollita la milza : la mucosa del ventricolo nella sua porziQne cardiaca e la mucosa degli intestini tenui e del crasso sparse qua e là dì chiazze lividastre : le glliaodole del Peyer e del Br11mw· lievemente tumefatte.

·,a

(a) Nella Relazione Calla ir. data dei 2 di Maggio dal Dott. Alfurno al Sig. Comandante doll'8° di Fanteria , quegli dopo aver toccalo delle ricerche per lui fatte in· torno alle cause della malattia dominante, le quali ricerche lo avrebbero condotto a riconoscere siccome causa principale un quid speciale,.miasmalico, deleterio, proprio delle località d'Annecy, che si svolge sotto particolari condizioni le quali tulle son io alto grado riunite nel Quartiere del Castells, dov'è alloggiata la truppa, al fine d'andar all'incontro degli inconvenienti tolti e d'impedire che la malattia si propagasse in modo spaveutevole 1 còme pur troppo ooo sono rari con~imili casi negli Annali della Storia , propose al ·prefalo Sig. Comaudante del Corpo le provvisioni che ravvisò più oppor tune a prendersi ; le sue proposte furono formolate ne' st'lgueoti articoli :


,4!9 t• llna metà della troppa sia distocata ed alloggiata io sito che -i: iunisca hltle le condizioni di salubrità. ~o I ·), ,tti . siano separati con la distanza d'pn, rr~tro dall'uno al J'allro. 5b l niilìtari indiJ;posti siano tosto segregati dai sani e ricover _ali in una camera apposita, qualora non .sia 'jl caso di r· ìcoverarli nello Spedale.

4° Le finestre dEflle camerate stiano chiuse nella notte, n1a dnrant~ il gigrno sian ap~rto io tu,tte le direzioni. :3ia .Pr/lticata un't~strema pulizia e si sP;alZi piµ -yolte nel giprno il pa;virilento senza inaffia~!o, Sia se!ei'ame.nt.e proibito al so,ldalo d'i lavarsi. nelle .çamerilte stesse .

5° Ii" pavimenlo delle· latrine sia ogni giot'no co·sperso di carbone polverizzato e le loro por.te siano mu· nite di battenti onde possano chiudersi da loro stesse. 6° _Non si faccia manovrare , il più che sia possibile , la truppa , se non dopo due ore di giorno ~ nella .sera si tralasci un'ora prima . di notte. 7° ~ia in tutti i giorni o pres~appoco fatta ai Soldati ·-ona modica distribuzione di vino.

(b) li Uott. All'umo nel suo elaboratv H.apporlo sull'fosa lobrità dello ~pedale presentato al Consiglio d'amministrazione del medesimo, ebbe ad indicare non solo !'incongrua posizione di quello stabilimento, ma specificò altrnsì i singoli incorn'enienti derivanti dal luogo , sia considerato in se stesso, 5ia in correlazio.ne cogli oggetti che lo circondano e, dopo aver trattalo cotest'argomento minutamente e con molto senno, riassunse il suo Scritto con dire che un luogo mancante di ventilazione, sovrapposto ad una stalla di sessanta cavalli ·e ad un canale d'acqna stagnante, esposto ai venti del Nord, impregnato d'umidità, circondalo da gaz deleterii, sottoposto al rombeggiare delle ~ampane, a fronte dello sparare dei fucili e del rullare dei tamburi, in comunicazione diretta con grande numero di persone sane e ristretto fra quattro pareti, non può servire ad oso di Spedale.

2,a

Relazione dei !7 di Maggi.o.

Dai 15 del rnese sin a questi ultimi giorni gli ammalali andarono crescendo in numero e la mala.tlia crebbe d'ìntensità e, mentr'io nella mia La Relazione accennava al numero di 140, oggigiorno debbo vedere questo numero portato a 190. Per parte delle Autorità .Militari è accolta e promossa ogni provvidenza igienica proP.osta che _possa tornare proficua ; cli fatti non si risparmiò ad a lcnna spesa o richiesta perchè di nulla avesser a d ifettar i convalescenti i quali furos:to separali dagli altri e colloca ti in un vasto locale nel 11uovo Palazzo di Città e loro è stabilito un vitto ~peciale più co~facenle eh.e non l'ordinario. li loro numero ascende in oggi a 57. Degli ammalali residui 97 son i fobbricilanli , fra i quali 5(,) affetti da febbre tifoidea in corso , di cui 1O ai 12 in istato grave. Dai 15 del mese in poi i morti sommano. a 5, che

aggiunti al caso nella mia precedente Relazione annuo•· iiàto formano un· totale di 6 morti per febbre tifoi'dea. Le lesioni risceotrate ne'· cadaveri sono le seguenti : st~ava'Samenlo di • sangue sciolto ' nerastro nella cavità craniana : iniezione maréàtis'sima di tolti i seni cerelfrali: sp~ppolamento della sostania cerebrale : polmoni, inzupphti di sangue nerastro , liquido : cuore destro rammollito cori coagulo sàriguigno eritro la sua cavità: ammollito il fegato : .i1rertrolìzzata e -spappolata la milza : ùltierati la faringe e l'esofago : ulcerato, corroso ed in alcuni iosino perforato il vèntricolo nella sua regione cardiaca·: la mucosa intestinale di colore rosso-cupo e éoperta di chiazze liquide, nerastre : le ghiandole ·del Pey'er e del Brunner tùmefatte ed in alçuni casi ulcerate: tumefatte pur cd alle volte ulcerate le gh iandole mesenteriche. Sì fatte lesioni di cui alcune mancaron io qualche cadavere, si rinvennero tulle riunite nel cadavere ciel Prafo il quale soccombeva ai 17 del mese, f5niò giorno di malattia, dopo essere statll collo da episla~si smodata che si dovette frenare colla riempitura, come già fu dello nella premeoiovata 1a Relazi·onè. Del testo bisogna confessare che quelli che morirono ~Ì'ano pre·ssochè tutti ènlrati allo Spedale dopo quattro 5 cinque giorni di malattia e quando questa' aveva già fatti tali progressi 'che gli sforzi dell'arte riuscivan 6rama i impotenti. Quelli all'incontro in cui la febbre tifoidea percorse i suoi stadii nell'Ospè· dale, poteron essere quasi tolti salvati. I sintomi con cui quest'affezione si è manifestata sin a questi ultimi giorni sono gli stessi indicati su1ieriormente nel primo mio rapporto; sintomi indicanti itl' alto grado la Jesiot;C profonda de' centri nerYOSi e f'aJtèraziooe della crasi sanguigna. è La forma del morbo fu eminentcme.ote atassica ed assolutamente intollerante delle sottr;iìiooi s~nguign.e gene• rali ; in alcuni '' casi in cui pareva presentarsi la forma infi.ammatoria i_l sangue e.strallo er.a sciolto, deficiente di 1 fibrilia, simile a foc~ia di vino. Ultimainenté ''s'ebbero alcuni casi di forma infiammalo· ria genufna"che ·permisero le cavato d·i1 ~angue cqli vantaggio :. in gualche cas~ la màlattia terminò con accessi "'Ji febbre- quotidiana che ce<lè_ facilme·Atc all'oso della corteccia Peruviana : io aftri casi il ··morbo si è ri$Oluto c~n 'u'n'eruzione di sudami. In un ammalato per febbre tifoidea grave ri'escì di grande sollievo la comparsa di' due voluminosi orecchioni. In .altro ammalato gravissimo che dovette so<:cornbere , molti . giofni p_rirna dell'esito fatale s'era stàbililo uno scoÌÒ per~1anente di felidissimo pu.'I dall'o~ecchio destro. In tùtd'gli ammala'ti poi, sian essi affetti da febbre tifoidea J semplice'menle da stato tifoideo , succedono freq~e,Hi epis~a~si . recanti sollievo nei primi sett~ giorni di __malattia se non 'tra_smodino, e, ùi' tri• sle augurio dopo il i 0 giorrio. ' 0

5;, Relazione dei 6 di Giugno. ' Degli ammalati gravissimi di coi era cenno nel!'ante• cedente Relazion~, 6 sono morti, fofmandò così il 'rotale Ji f2 dal principio dell'influenza° del!a 'febbre tifoidea in convalescenza, altri sono tutqua, alcuni sono in via tora aggravali . Gli entrati nello Spedale dal ' t 0 di Giu-

ai


120

goo asceodouo soltanto a 25, di cui 1 affetti da febbre tifoi\le.1. Il numero attuale d~gli ammalati è di t 70 di cui 70 sono convalescerili; fra i rasidui "i hau otto oasi mollo gravi. 111 generale alla forma atassica della malattia è sottentrata la forma i11fuzmmattJria e le sottrazioni sangùigne generali, parcamente adoprale, riescono .uliti; massima è pure l'ulilità delle mignatte applicale alle apofisi mastoidee od alle tempia io que' casi frequco tisslmi d'intensa congestione. cerebrale. Vi hanno casi di tale gravi là i 11 cui l' Arie non vale che a sostenere· per un t~mpo più o meno luogo una lolla contro gli sforzi del male ed ordinariamente sul principio del terzo settenario l'ammalalo cade io uno s.tato d'inerzia , di slupidi1à e cessa di vivere putrefatto prima d'essere cadavere. Nella necropsia s'incontran io simili circostanze lesioni tali che bene provano quanto profondamente siano lesi i centri nervosi ed alterala la crasi sanguigna. Non mancano però esempii d'ammalali che , ridotti agli estremi, pure si riebbero mercè d'un sudore profuso spontaneamente comparso od artifizialmenle promosso, ovvero in grazia d'una copiosa secrezione sierosa procurata con l'applicazione di varii vescicalorii. È pure frequenlo la complicazione della bronchitide e la comparsa dell'esantema mi · liare sul finire del morbo. Como già dissi antecedentemente , la molaltia si cangia talora in febbre intermittente la quale cede facilmente alla cor teccia Peruviana ; farmaco ch'io uso somministrare per qualche tempo a . coloro che furon aggravati al fine di rimediar.e al languore delle vie digerenti che quasi sempre è consocio alla convalescenza.

4 3 Rtla-zio11e del i4 di Giugno. L'ingroenza di fébbro tifoidea mostratasi con sr 1mpo· nenie apparato fra le troppe di cotesto Presidio , pare volga al suo termine. Dai 6 del corrente mese ,·eotilre ammalati sollanto ripararon allo $pedale di cui nessuno di febbre tifoidea ; ne sortirono cioqnaola e tre; ne morirono tre. Il numero attuale degli ammalali è di 140 fra i quali 43 convalescenti. F ra i restanti 7 sono gravi e dì questi 5 pericolosi. L'ammalai o a cui erano comparsi due voluminosi orecchioni coo evidente sollievo ed al quale accennai in uo'aolecedtmle mia Relazione, è soccombuto sul finire del te.rzu settenario, dimostrando in tale modo col fano quanto fosse fallace ed apparente _ quella calma e confermando pienamente il dello d'Andrai che la comparsa della parotitide nella fobbre tifoidea è ordinariamenle indizio di funesto presagio. Sebbene sia notevole la diminuzione del numero degli ammalali entranti e le malattie abbia o assunto un carattere benigno, ciò non perlanto il numero de' Militari ricoverati nello Spedale è tuttora considerevole, e ciò a cagione del soggiorno de' coo,•alescenli nello Spedale piuttosto che nel Quartiere; inoltre giova notare che in . nissun morbo io vidi mai così strettamente indicata la ci,ra famis com' io questo. Taccio ·degli ammalati io istato grave, chè una simile osservazione a riguardo di .. questi sarebbe affa,tto oiiosa; voglio dire di coloro che _già superarono la malattia, ma che presentano ciò nulla meno un aspetto particolare di ~lupidità. una lingua SU·

cida oel suo mezzo e rossa ai margini, leggiaro gorgoglio addominale , sudore parziale , fa cile sonnolenza e con tutto ciò non si lagnano d'alcun male. In siffatti casi, siccome il polso è ordinariamente, se non febbrile, piccolo, depresso, oltr'alla rigorosa dieta riesce utile un' applicazione d' epispaslìci agli arti inferiori e la continuazione delle bevande subacide, gommose 0d oleose secondo il caso. Con questo motodo si. giunge nella 'maggiore parte de' casi ad ottener una perfetta guarigione sul Ltirmìnare della terza e talvolta pj:)rfìno della quarta settimana. Giunti gli ammalati a qllesto punto , ammansiti tolti gli enunciali sintomi, non esito ad accordar loro un vitto più o men analeplico, pili o men abbondante secondo la gravità della malattia sofferta e seconùo l'attuale loro sta lo , noo iolralasciaodo . di sospenderlo tosto al menomo indizio di recidiva che succede però bene raramente. Epperciò non vi ha dubbio , che questi ammalati, slali per lungo tempo bersagliali da una malallia talmente grave ed assoggettati ad una sì rigorosa dieta , impieghino luogo tempo prima di ricuperare le perdute forze. Relativamente a quelli che non sono al.falli da fobbre tifoidea, ma bensì da un'altra qualunque malallia febbrile, giov a rilleltere ch'cssi abbisognao ordinariamente d'un tempo di convalescenza eguale al doppio della ùural~ del superato malore, tulli provando piu o meno l'iollueoza dell'affezione dominante, di cui uno fra i pili cospicui caratteri è una grandissima prostrazione di forze. Evvi poi un motivo assai imperioso che mi spinge ad andare cauto nell'accordare agli ammalati l'uscita dallo Sr,edale. Da quanto à èello nelle precedenti mie Relazioni di leggieri si scorge che uoa fra le priucipali cause della spavente,ofo propagazione della febbre tifoidea fu il cumulo degli nomini in Quartiere. Una prova di 11ueslo fatto fu che allora soltanto _cominciò a scemar il nu• mero degli ammalati, quando per il conliuuo entrar allo Spedale si poterono collocare i letti nelle camerale del Quartiere alla distanza d'un metro com' era slalo da me suggerito. Pertanto sin a che non sia provvisto oo locale ove alloggiare parte della truppa a seconda della richiesta d'urgenza fatta per parte delle Autorità Militari, io, onde evitare che i Militari sortenti dallo Spedale di nuovo ingombrino il Quartiere e riproducano forse la malattia, credo cosa prudente rallentare , il piu possibile, la loro uscita dall_o Spedale.

5" ed ultima R elazione dei 'l4 di Giugno. Nel mio precedeolii llapporto dei 14 di, Giugno acceonava come volgesse in manifesta declinazione la fobbre tifoidea dominante in codesta Guarnigione ; ora m'è grata, cosa il fare cenno della totale sua scomparsa . Da quel giorno io poi tre furono i casi di morte, giungendo così a formare un totale di 18 morti in tulio il decorso dell'epidemia da cui furono colpiti pressochè docento persone. Conviene riflettere che molle malattie state altri · mente diagnosticate, passarono dopo qualche tempo alla febbre tifoidea sia che in modo larvato apparissero , sia che per infezione conlraosser il carattere dominante. Oggigiorno gli ammalati sono ridotti al numero di 90 , dei quali 50 SCIDO connlesceoli ; 5 soli sono gli amma-


421 lati gravi ed il loro soggiorno ne,tlq Sp1~dale data da oltre . (fueste che folicemente cedeller all'energico metodo anti· flogistico ed all'interno uso .del tartaro stibialo. Nella ,se• tre settimane. Alfronde ne·ssuna febbre tifoidea s'é pìù . conda Torna.là il medesimo Dott. Baratell'i lesse. un'altra osservala da venti giorni ali' incirca. Storia di grave .polmonitide curata pur essa Cel,cemenle Questo ~orbo che con sì minaccioso aspeUo crasi predal M.ed. 'Div. e quindi il Doti. 'l'ar.rone ·lesse del Prin: sentato .ed aveva mllpito dì terrore l'intiero Presidio, è cipio morboso ereditario r.he ge,iera la febbre tifoidea. . dun,1ue cessato ; è cessato · grazie alle djsposizioni sag · giamente prese dal Sig. Colonnello Comandante il Corpo CAGLt.1R1. Datasi nella prima Conferenza . dal J)ott. riguardo all'alloggìo, al vitto ed alle fatiche del soldato ; Nonnis lellura d'una Storia di gravissima bronchio-polmonile passata ad idrotorace e terminatasi con la mor't e è cessato grazie alle cure d'ogni genere proèligate agli infermi. dell'ammalato Antonio l)aga, Sergente invalido dì ·Sard~Altro ora non cì rimane fuorchè fare voli affiochè quegna, il l\fed. Div., dopo aver partecipato ai Medici Miljtarì . sto morbo non abbia a riprodursi con eguale , se non congregali com'Egli medesimo avess' avuto nell'anno maggiore gagliardia , per il nuovo accumulamento dei 1850 ad ·operar io Nizza questo stesso Daga, in allora. Sergente nel Regg. Granatieri , per aneurisma popliteo Soldati ìu Quartiere; accumulamento che, a malgrado delle istanze per parte delle Autorità superiori Milì't arì, destro ; dopo aver esposte le ·risultanze nècroscopfohe· rì• non fu possibile poter evitare ; ìnconveuiente che ceslevate nel cadavere del Daga per ciò che spettava particolarmente allo ~lato dell'arteria allacciata, invitò i.I Doti. serebbe se pure si potesse ottenere dall'Autorità civile Falc~mi a comunicar alcune anomalie dell'albero vascolare un qualche locale ove alloggiare parie della Truppa, essendo pure nel suo interesse d'impedire con tutti gli arterioso da questi rioY1rnute negli Anatomici Esercizii, Nella ~econda Conferenla il medesimo Meù ..Oiv. parlò sforzi la propagazione d'un morbo ei)idemico che per la della necessità deìla vaccinazione, dè.i soggetti più ·idonei terza volta nel breve periodo d'otto anui percuote la ad essere vaccinali primi on.d'avere poi un l:lnon ,·accino, Guarnigione d'Annecy e che, se per ora si limita al Prc· dei segui della µustola buona e delle a vvertenzo da usarsi sidio, può con lulta facilità eatendersi alla popolazione e µrima e dopo quest'Operazi<1ne. produr irreparabili danni. NOVARA . Preme~sa una Relazione delle malattie dominate nel mese, riferibili essenzialmente alle siooche reumatiche, alle ottalmie della medesima indoli~, ad alREliAZIONE DELLE CONFERENZE SCIENTIFICHE cune febbr i periodiche ed io fine a tre casi d'artritide. acutissima di coi una passò all'esito ù' idrotorace con (Coniinuazione del mese d'Aprile). ascite e fini con la morte di Carlo Borghese, Soldato nel 2° Kcgg. Granatieri, il quale o'.:ira stato tocco con sinAu:ss.umRu. Dopo là lettura ed approvazione del tomi distintissimi di consocia cardio-arteritt>, il l\fed. Div. processo verbale dell'antecedente tornata , fu dal Dotl. riferì su le risultanze necroscopiche compro,·anti pienaVaglianti data lellura d'Un suo Scritto intorno a due casi mente la fatta diagnosi. Annunziò quind'il medesimo , ad'idrotorace consecutivo a pleurilide con deviazione del vere date le opportune disposizioni per la vaccinazione e mediastino e del éuore. Gli ammalali che n.e formarono dichiarò sciolta l'Adunania. il soggetto ebber un esito diverso, giacchè il primo morì ed il secondo fu mandato ·i n congedo temporaneo [)er Mese di Maggio. ultimare la già ben avviata convalescenza. 8cIA.HllE RÌ. Trnvandosi ra.ccolli nello Spadaie tredici inscritti di Leva chiedenti la riforma per indisposizioni To11tl'iO. Lello ed approvato il processo verbale delfisiche varie, il Med. Dìv. nelle Sedute di questo. mese , l'aotecedenle Tornata , il Doli. Sclaveranì diede comunicazione della Lettera accompagnante il dono fatto dal fatti intervenire lì detli inscritti alle Adunanze, volle che ciascheduno degli Adunati gli esaminasse attentamente Oott. Elia Chirurgo Maggiore in ritiro ( Vedi il n° 49 di e quindi, rimandati quelli, si desse un giudizio collettivo questo Git,rnale). Lesse poi il l)ott. Barbero la Storia intorno alla realtà o finzione degli addotti malori. La diffid'una gravissima ferita per arma da fuoco toccata ad un coltà del giudizio tenne alquanto sospesa l'Adunanza , Soldato del Regg. Artiglieria campale; Storia che riferìmassimamente per ciò che ragguardava a cinque inscritti remo io uno dei prossimi numeri. Pose fine alla Tornata il Dott. Pecco con la prcsenta1.ione d'un elaboralo Quadro che dicevansi tocchi da incontinenza d'orina. I o fine la Statistico ragguardante ai morii ed ai feriti io conseguènza medesima pronunciò un solo di questi meritare vera del disastro dei 26 d'Aprile; Quadro questo che fummo mente la riforma e gli allrì quattro esser idonei al Servizio Militare. costretti a pubblicare s0lamente nella sua parte ni1merica > accompaonala l)erò da 1111 sunto della sposiziooe diaN1zu.. Nella prima Conferenza dopo clre il Dott . . Ba~ o t . onostica con la quale maggiormente lo rischiarava. ratelli ebbe data lettura· d'i.ma Storia di pleuro.-epalite 0 GEriO" A· Speda/e di mare. Nella prima Adunanza riacuta stata felicemente curata dal M.ed. Div. l)ott. Nico. feriva il Dott. ~escetto intorno àd uo caso di sempHce. lis; dopo che li Dottori Tarrone, Muratore, Barale lii e sinoca accompagnata da otite terminata in otorrea che. Nicolìs ebber alquanto discusso intorno alla sintomatologia cessata ad un t(auo, fll sus~t>guita da paresi è quiadi da e terapia di questo morbo, il Presidente pose fine alla Tornata daod'una rapida rivista alle malallie dominate p~ralisì· compiuta degli arti sinistri. N~I cons'.1lta: i s~oi Colleghi i11torno alla causa prossima d1 ,qu~s~ emrpl:g1a > nel decorso del mese antecedente le quali furono presso il Dott. Pescelto manifestava essere d opinione dovere che tutte riferibili a flogosi più o meno gravi degli orquella riporsi in nno stato congestizio irritativo alla base. gani respiralorii e dell'appàrato locomotivo; malattie 1


~22 del èervello eò ·al principio del midollo spinale. Non così la pensò il Doll. · Dealbertis il quale disse µotere sospeltarEi, dalla ·semplict1 fallispecie esposta dal suo Collega, della presenr.a d'un ascesso entro·crapi~uo il quale gra-. aatainente aumentando., con il fallo della pressione ·sul cervello aves'se prodollo la paralisia: soggiunse esser :indotto a questa diagnosi dalla preceduta otite e dalla soppressa otorrea. Respingeva questa diagnosi il Doll. Pescelto riflettendo che nel suo ammalalo era mnn,:ata sem-pl'e quàlla fobbre lenta coosunliva, preceùuta da ribrez1.o, la quale non suole mancare nei casi d'ascesso suppurante. Succedeva quindi il Doti. Verde a dare lellura d'un caso d'epilessia in cui l'a'ccesso fu q1Jasi inslantaneamente arrestato dall'app\i·cazione di ventose scarificate agli ipocondriì ; fatto questo che il Doti. Verde esponeva ai suoi Colleghi ond'in casi consimili esplorassero l'utilità del mezzo terapeutico da lui adottato con successo. Riferiva fioa,Jo1ente il Dott. Verde iotoruo ad una ferita da arma da fuoco di cui la Storia proeurererno riforlr i11 uno dei prossimi numeri. Chiudevasi ad ullimo la tornata. con la discussione d'alcune cose spettanli al servizio sanitario. Nella seconda Adunanza furono dal Doti. Vallo esposte due Osservazioni riOellenli l'una un caso di r.aria all'estremi tà inferiore destra di cui pl'r l'uherior11 cura, chiedendo l'ammalato con istanza l'am1,utazion11 , Egli desiderava il consiglio <lei suoi Colleghi; spellante il seconèlo ad un caso d'aderenza del cuore al pericardio, rinvenuta nel cadavere d'un ammalato per arlrilidtl dt-lla quale avrebbe poi particolareggiala la Storia. Speda/e di 1'11·,·a. Con la lettura d'una sua Memoria ·su l'otlalmia contagiosa od Egiziaca tra1tenne il Doli. Omegna i Medici Militari nella prima Adunanza di questo mese. Di questa .Memoda, siccom' importanlù per la sua alloalità, noi daremo il seguente sunto. Accennate le diverse speci<, d'ollalmie s11ecifiche ammesso dagli Autori, il !Jott. Omegna si fa a parlare spe· e ialmenle di Guella delle Armal e, siccome quella che più da vicino interessa i Medici Militari. Nota come questa comparisse la prima volta nelle nostre Truppe nell'anno 1854, nel quale tempo era considerala nollo Spedalc di Torino com'ona congiuntivite acuta idiopatica: insorto quindi il BOSpello circa la sua natura conta giosa, nell'anno 1856 fu da molli crt>dula tale appunto perchè aveva prosa una vas·ta evoluzione nei Ueggimeuti Ca1·.ciatori Sardi , nelle Brigate Pinerolo e Cuneo e soprallullo nel 7mo Regg. Fanteria allora di stanza a Sciamberì. Parlando della sua origine , la vuole pròv1111iente dall'Egillo dove la medesima regna endem ica ed è d.; alcuni , contro la sentenza dei più, ritenuta di natura contagiosa, siccom'egl i pure, appoggiato al parere d-i molti ed alle sne proprie osservazioni, la ritiene, derivandola da un contagio fmo contenuto nel mnco puriforme che stilla dagli oc::hi degli ammalati ; contagio questo ch'egli dice considerare fisso appunto percbè la sua trasmissione non s'effellua se non se per comunicazione dirclla. Posto questo principio, discorre del modo di propagarsi dei conlagii ed adoltando · r ·opiniono di coloro che credon alla facoltà diffusiva di questi ed alla facoltà ch'i medesimi hanno di perdurare pe.r un tempo indetnminato, appoggia questa sua asseriioue col riferir esempii d'oltalmie contagiose svÒltesi ·in alcune famiglie di Cuneo dopo che erano nelle m~deri-entrati Soldati congedati per. gravi lesioni dell'or-

• ·,ime

gano visuale consecutive alla sofferta ottalroia bellica. Non .disco~osce tuttavia l'1llililà dei principii igienici per cessarla, quantunque piu sovMte in questo caso l'ollalmia si rinnovi; rionova01ento questo che, .sec:-ondo lui , non contraddice al tatto superiormente. 6$pl'esso perchè, egl i dice, è proprio di ttllle le malallie specifiche contagiose avere questo modo d'interruzione e tanto più che, per testimonianza di molli e pt1r le proprie osservazioni, la facilità delle recidive forma un carattere proprio di qoe· st'ottalmia. Respinge in seguito siccome improprie tulle le denominazioni date a qucst'ollalmia, per ritenere sola quella ui contagiosa, puoto · non badando che con. questo nome si comprende pur anche la blennorragica, q11clla dei 11eot1ati ed altre. Determinale così la natura e la denominazioue dell'ollalmi~ beÌlica o contagio;a, riconosce in questa tre periodi distinti, nel primo çlei •ruali l'infiamma, iione invade solamente la congiuntiva palpebrale ; nel secondo quella sj propaga alla sclerotica ; nel lerzo io fine la medesima s'es1eode a tutta la congiunliva oculopalpebrale, alla cornea ed alle parti interne dell'occhio. Traccia quindi di questi tre periodi i sintomi, il decorso, il pronostico e la rispclliva cura, non dimenticand'ì diversi esiti della medesima quando la malattia non sia slata vinta felicemente dall'Arte. Parland'in particolare modo della cura , la divide in profilattica ed indiretta, : la proprielà del corpo e l'isolamento cos1ilui rebbero, ·giusta il suo mo'do tli pensare, tutta la parie profilallica. In quanl'alla cura dirella riflette che nel primo periodo bastan i collirii semplici astringenti, l'alfonta'uamenlo della luce ed un regi111e diclclico negativo, mentre nel secondo e terzo periodo cresce la <lilficoltà della cura perchè fa uopo operare tanto su lt1 località quanto sul generale. ProsiPgue esponendo com'egli n~r. abbia mai in questi periotli ratto ricorso nè a salassi , nè a sanguisughe, se non quand' inlensissima era la flogosi oculare e vi s'associava una violenta riazione cardio-vascola ro, mentre d'ordinario gli bastarono le bevande saline ed emelizzate , insisleod'in queste ulli me sin ad indurre nell'ammala10 un sentilo senso di spossatezza e sin a tanto che l'alvo fosse perfellamente libero. Nei casi speciali di complicazione scrofolosa, erpetica, venerea, ecc., dice aver ollenulo segnalati effetti dall'uso interno del calomelano e del protoioduro di mercurio coni binati con gli estratti d'aloe, di rabarbaro, colla gomma ammoniaca e, nei casi di sensibilìtà eccessiva, con l'estrailo di belladonna o con quello d'oppio gommoso : a compir il quadro della cura generale dice necessaria la dieta oegatiYa rigorosissima. lo quanl'alla cura esterna .assevera essere sempre sLato bene corrisposto dal [>ronto uso ù'un collirio fatto di 2 ad 8 grani di nitrato d'argento sciolti io un'oncia d'acqua disti llata, del quale collirio faceva solamente uso nel mallino , fa cend'in vece nel decorso del giorno mollo calcolo su l'efficacia dei collirii astringenti detersivi per lo più luudanizzati e scongiurando l'intensa fotofobia ed i violenti dolori soprorbilali con la solnzione d'atropina e con i bagni locali ghiacciati . Nei casi d'ottalmia puramente passiva celebra l'uso del 1anni.no o degli altri aslringenti e quando le granulazioni si manteng,,n al dr.clinare dcll'ottalmia raccomanda la cauterizzazione falla con il nitralo d'argento fuso sin alla io.tale loro scomparsa , ben avvertendo che -dello medesime più non rimanga alcun principip, perchè 1\and'in esse fisso il c,onlagio, se non son alTallo di,lrnlle


aì può rigenerare e perpetuare 1'ottalmia. Nei, ca-si

r~r

ultimb di ulcerazioni · detla · congiuntiva e della cornea ; nellè m'aéèliie o nel panno di questa, utile dice, avere _trovato l'uso dei colliri i secehi, · quali sono somministrati dalle polveri d 1ossido di zi'nco, dèl catdrnelan·o, del solfalo di' rame e della1 pietra divina. Chiude finalmente la· 811a. 0011 breve Mèmoria col ra.ccoman'dar a' suoi Colleghi: di 'fàr una·serie estesa di 'studii su· la conta.giosilà di:quesl'ottahnla; fatto questo di cui egli dice essere tanto convinto che sperava poterne addurre prove tali che ,avrebbero pure· convinta tutta l'-Ad,,oania. (Con.f'inua)

PARTE SECONDA. BOLLETTINO Ufi'FICIALE Doli. Carnevale-Arella, Med . .Oiv. di la Cl., dallo Spedale Militare di Genova passa a quello di Tor;no. Dott. Mastio, Med. Div. di 1a CL , dallo Spedale Militare di Cagliari passa a quello di Gen~va. Dott. Forzano, Med. di Datt. di 2a ç1., dispensato da ulteriore servizio. dietro sua domanda , colla r,on servazione del titolo .e grado insieme con la facoltà di vestirne la divisa.

RIVISTA DEI GIORNALI SCIENTIFICI Rela:ione su le alterazioni del

e

G&ISERT (

PÙW

dei Sig. CHlU!PERO

Estratta dal Giornale di Farmacia e di

· Chimica). ( Santo del Dott.

PAB.!l RE ).

In aggiunta ed a maggior corredo di quant'è dello in una relazione sul modo di riconoscer i vini adtdterati , stata consegnata nel n° 51 di questo Giornale -dai distinti Farmacisti Militari Sig . .Maletti e Derossi , vi presento~ o · Lello.ri, un sunto d'un elaborato Rapporto su le altera· zioni del Pino dei Chiarissimi Chimici Signori Chiappern e Griseri , Membri elfellivi della Società di I?armacia, e ·ciò io faécio tanfo più volentieri in quanto che le c'ogoi:iioni raccolte in colest'argomento frutteranno non lieve utilità ai Medici .Militari i quali tutlodi negli Speciali , e ue' Quartieri sono chiamali a JYronnnziare sulla qilalità del vino che si distribuisce al Soldato; utili.là tanto più sentita ,in quest'anno in vista dell'indole dei raccolti viniferi della scorsa annata e dell'eleYal() attuale prezzo 3e'. vini. · La oormale costituzione de' vi ni è essen'zialmente rap'proseotal_a da acqua, alcoofo, zucchero, gomma, tannino, principii estrottivi , principii coloranti, principi i azotali , principii fugaci (bouquet des vins), etere enaiitico e simili. Dalle relative proporzioni ·dei principali costilueuti dipeudono le Yarie qualità de' vini.• I principii costituenti di maggior importanza sono l'atcuole, l'etere eoant(co ed i,principii fugaci. L'alcoole ·ne' vini comuni debbe trovarsi nella proporzione degli 8 ai 12 p. o,o. Quei y.ini . che .ne contengono uoa proporzione minore non- posso.no essere considerati siccome di buona qualità . La quantile\

relativa dell'.alcoole si ·rilen. ccm molti .s·pe.dienti" cioè c11.t rapporto della- densità de' ,vini ,mediante gli arePm.etri,_igli ebullioscopii, i dilatometri e fra . tutti è p.rèferibile , l'alcoometrò di Conaty, perfezio.nalo d{l Ler.ebour~ e S~cr6rr. tan , siccome- quello rnercè dd quale, poteudos.( tener~ conto delle evoluzioni tern'lometri,che e .ù._eJla.. dilat!lziooe del liquido esposto a temperatura ben reg,oJata, sj pu~ giunger a trarre più positivo criterio. ~è è spre.,geyol~ procedimento quello di priyare, mercè della dis~illo1Jione, un determinato volume di vino di tullo l'alcoole eh.e Pl'q_ contenere ; cosi operando il prodotto della disti,llazl~n& ricondotto a pareggiare, m~diante acqua distillata, il; Rf,t· mitivo ·volume del ,•ino, indicherà coll;areometro , l'a,~{lft3i proporzione dell'alcoole. Si posson aver uguali risultamenti facendo sv.ap.~ra.re un determinato volume di vino di cui si conesca. il, p tf$.01 fin a· che non conlenge più alcoole, restituendolo, al pr.i,milivo volume con acqua. distillata e, lenendo conto det peso. La differenza esistente fra il peso dtil vino na,t urale e quelfo del vino svaporato ed addizionato d'acqo~.; rapprese~la, raffrontale le densità rispettive., l'alcoole sperduto dal vino: i11 guisa che a vendo per il peso d.eJ Yino naturale 980 e per quello del vino addizionalo. d'acqua 1,040 , s'avrà 1040

980 0060 , il quale quoziente 0060 diviso, per la dilforenza di densità aell'alcuole (790) tf qurlla del vino ad'<liziooato d'acqua (1,040), darà per risultamento 0060 le proporzioni d'alcoole - - = 0024. 250 L'eterti enantico et.I i princi1>ii fogaci dai quali. esseòzialmente dipende il vapore del rino, non si possono convenientemente appre1.zart1 fuorc.hè da un palalo esercitato. Le alterazioni a cui il vino va soggetto sono cl.i due ordini, vale a dire naturali ed artificiali. Per cause naturali il vero vino può diventar acido perla trasformazionH dell'alcoole in acido acetico; vischioso per una fermentazione particolare fatta s11bire dalla gloiadina al principio zuccherino; scipito per la scomposizione dell'acido tartarico e per .la trasformazione del medesimo in acido carbonico e conseguentemente per le produzioni cli carbonali cordspondenli ai naturali tartrati. I.a prima alterazione è rivelata dal sapor aéerbo, dal· l'intensità della re;izione acida e dal grave odore d'aceto che ema11a da tali vini quando mercè della evaporazione sono riliotti quasi a secco. La peggiore delle naturali alt,erazioni del vino è quella distinta con il nome di vino inforzalo (arvers), la quale dipende da un turbalo equilibrio dtli materiali componenti il vino ed in ispecialc modo dalla piu o me.no profonda alterazione dell'acido tartarico. La rea.zione di (ali vini è d~bolmente acida e talvolta si ha potuto.incontrare uua reazione leggiermenle alcalina ; perdendo i medesimì la propria sapidità ed asrnmendo 110 colore volgente' al livido. l;ale alterazione è generalmente preceduta da un' ab· bonµ·ànle crillogama bianchiccia che ricopre tulla l_a sùperficie del vi~o e da ull vischiosità che si può arrnstare mediante il cullagio la qual' operazione ·C·ansiste tJèl trattar un <~ttolitro di vino con 20 grammi di c.olla..;fossi


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4~4· lìna, sciolta in sufficiell'te. quantità d.'alcoole mollo allungalo. È ·difficile cosa il determinare con chimici criler.iì tulle le ·so.fìsticaziòni a cui p06SOn essere soggetti. i vini : uno squisito _palato nella pluralilà de' casi vale meglio_ che non i chimici realli.vi. . . . . Le·sostanze più noeive che siano state alcune· volte u sale per la soflsticazione dei vini son il rame ed il piombo, i quali però,·siccome _troppo facilmente riconoscibili, oon son più attualmeute in . uso per siffatto biasimevole

fine. Allronde, in qualunque siasi staio sieno queste so•

stanze contenute nel vino, possono facilmeute essete sco perte con i seguenti procedimenti : fallo evaporare il vino

sospetto ·mescolalo con tenue porzione di nitrato potas • sica (1120), si carbonizza il residuo, si lava con acqua aci • ~ula con acido nitrico, si filtra per carta prima lavata con acido nitrico onde eliminar i sali di pinmbo che sovente i ntervenaono nella composizione della carta, ed in por2ione del liquido filtrato si versa acido solfidrico il quale, 'tanto nel caso della presenza del piombo, com'in quello della. pre.se1na del rame, ingenererà un precipitalo nero. La presenza del rame si rileva coo immergt'f in altra porzione di tale liquido ima lamina forbita <li ferro , la quale si ricopre cl'm10 strato di rame; esploralo lo ~tesso l iquido cogli alcali fi~si, darà no precipitalo verde·aau rro; coll'ammoniaca darà un çolorameoto azzurro elt·gante se 4'lonterrà sali di rame. Il joduro potassico ed il b:cromalo p otassico daranno 011 precipitato giallo se in esso s'incontrerà del piombo. ti sapore stiptico allronde di simili ~ini 11vela evidentemente la presenza di sali melaliicL i viui di cui la soverchia acidità sia stata neutralizzata ~on creta o con basi alco lrnc , come per solito s'usa , si riconoscono da cbc il residuo por essi lasciato con l'eva· .porazio,w, trallalt1 a secco con acido solforii;o concentrato, fornisce esub~raute quantità d'acido acetico . Al fine di riconoscere se sia stata adoperata la creta giova ricorrere all'ossalato ammonia co il quale dà un'esuberante quantità òi precipitalo d'ossa la lo calcico. La potassa o la soda si òiscoprono per ciò che il residuo lasciato da siffatti vini cede all'alcoole di con veniente concentrazione copiosa dose d'acetato potassico o sodico. Onde conciliare sapi. dità ai vini s'adopra talvolta il cloruro sodico il qual è rivelato nel vino trallalo con carbotrn animale per docu• !orario mediante il nitrato d'argento in cui si ha un prc· cipitalo bianco di cloruro d'argento che l' amm0niaca discioglie. L'alcoole stato di recente aggiunto ai viui si ricono,;ce al saporu : inoltre. mercé ddla distillazione operata alla temperatura di 80 centigradi, si ricava pressochè tutto l'alconle artifizialmcnte aggiuuto; mentre l'alcoole naturale in tale caso non distilla finchè sian anco passate .alla distillazione alcune porzioni d'c1cqua propria dell'idrotazione dell'alcoole aggiunto con arte. Di più a questo vioo, riscaldato ad una temperatura di 40 a 60 gradi, avTiciuanrlo un fuscello ignescente, tosto s'infiamma; loc,ehè non accade nei vini naturali prima della loro ebollizione. È difficile stabilire l'indole dell~ materie coloranti aùoperate nella sofisticazione dei vini; <:iò non pertanto operando di . confronto con vini di qualità non sospetta e di analoga proveniem:a ed età, si possono trarre concludenti risultamenlì.

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Le sostanze co mm1emenle impiegate sono e bacche di ebulo, il legno brasi IP, il carnpeccio, il sugo di berbabietole, il tòrnasùle, 1e bacche di ~int>p~o , di ligustro e dj fìtolacca. ·Lo spediente c be in modo meno fallace guida alla scoperta delle su meni ivfte materie coloranti con!\iste nel raffrontar il color.e delle lacche alluminose che possono esibire tali sostanù conveniPolemenle trattate. A tal uopo ent1·0 100 grammi di vino sospetto si sciolgono 10 grammi di solfato d'allumina e si determina la precipitazione del.· l'allumina con sufficiente quantità di carbonato potassico; le lacche cosi ollenute sono di colore: Violastro colla linlura. di lacche di sambuco, )l brasile, Rosso-violello Rosso carico. campeccio, Violastro " more, » barbabietole, Rosso vivo » tornasole, Violetto-chiaro » filo lacca, Giallo Grigio- azzurro col vino dì buona qualità. Se ne' vini si conliene sidro o vino di frulla , ,;i rico noscono per ciò che il r esiduo dell'evaporazione loro, messo sui carboni accesi , manda odore di pomi o ·di pera cotte; inoltre cotesto residuo trattato con l'alcoole concentralo Ct>de ragguardevole quantità di materia zuccherina (giocosa). lo zucchero art ifizi a Imente aggiunto si riconosce dalla quantità del residuo che nei vini di buona qualilà non debbe ecc.edere il 2 112 p. 010. Aggiungi che tale' vino portato soll'acqua entro bollicina schiusa, lascia in fondo di questa un liquido sciropposo, mentre il Yino per leggierezza specifica si mescola con l'acqua. (Sooto del Dott. Giacomelti) Metodo facile d'unire la canfora e la gornma od altre materie medicamentose all'acqua ed alle emulsioni. 11 Farmacista Sauvan, onde superare le ordinarie dìflìcoltà che s'ioconlrano nell' eseguire simile genere di preparazioni, ebbe l'idea di mescolare la canfora con la gomma e con lo zuccaro , d'introdur il miscuglio in una fiala e d'aggiungervi una quanlilà pressochè eguale d'acqua o d'emulsione e d'agitar il tutto insieme. In meno di tre minuti d'agitazione ~'ottiene una mucilagine omogenea. Nello ~lesso modo si può associaro l'olio, il ker mes, il mercurio dolce od altra polvere medicamentosa all'acqua od all'emulsione. Dovendo per esempio preparar una pozione cosi formulata : latte di mandorle dolci, g·r amme 200; zucdlero, gramme 40; gomma dragante, gramme una, ke rmes minerale, 8 cenligramme ; olio di mandorle dolci, gramme 20 ; si comincia dal mescolar insieme il kermes, la ·gomma e lo zuccaro, s'introduce il miscuglio in uua fiala, vi si Yersa sopra la terza parte del latte dt mllnrlorle e si agita per Ire minuti circa ; indi s'introduce l'olio e si continua ad agitare e, tosto che l'olio s'è ben incorporalo colla mucilagine, si mescola il lat11! ri· manenle.

Il Direttore òott. COMISSETTI Med. Div. 11 Vice-Direttore responsabile Doti. Bar. de Beaufort M. I\.. Torino, Pelazza, 1852, Tipografia SubalpiJ1a, via Alfieri, » 0

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